Resoconto seduta n. 34 del 14/03/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 14 MARZO 2001
PRESIDENZA DELPRESIDENTE LUIGI MINARDI

La seduta inizia alle 10,45

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 32 e 33 del 28 febbraio 2001.

(Sono approvati)



Leggi regionali
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 43, in data 19 febbraio 2001, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Interventi a sostegno delle filiere bovina ed ovino-caprina soggette alle misure sanitarie di protezione contro le encefalopatie spongiformi trasmissibili (decisione della Commissione Europea 2000/418/CE del 29 giugno 2000)», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 44, in data 20 febbraio 2001, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta: «Interventi regionali in materia di sicurezza», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 45, in data 20 febbraio 2001, ad iniziativa della Giunta: «Disciplina regionale in materia di turismo e di attività ricettiva», assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e alla I Commissione per il parere di cui all'art. 18 u.c. del regolamento interno;
— n. 46, in data 2 marzo 2001, ad iniziativa della Giunta: «Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione di bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2001)", assegnata alla II Commissione in sede referente ed alle Commissioni I, III, IV, V, VI per il parere di cui all'art. 70 del R.I.;
— n. 47 del 2 marzo 2001, ad iniziativa della Giunta: «Approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2001 ed adozione del bilancio pluriennale per triennio 2001/2003», assegnata alla II Commissione in sede referente ed alle Commissioni I, III, IV, V e VI per il parere di cui all'art. 70 del regolamento interno;
— n. 48 del 6 marzo 2001, ad iniziativa della Giunta: «Modifica degli artt. 6 e 7 della LR n. 1 agosto 1997 n. 47 - interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attività motorio ricreative», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 49, in data 6 marzo 2001, ad iniziativa della Giunta: «Norme per la semplificazione e il riordino della legislazione regionale in materia di personale», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 50, in data 23 febbraio 2001, ad iniziativa dei consiglieri Mollaroli, Amati e Benatti: «Interventi per il coordinamento dei tempi delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 43, in data 23 febbraio 2001 ad iniziativa della Giunta: «Programma triennale regionale aree protette (PTRAP) 2001/2003. Art. 7, comma 5, L.R. 28 aprile 1994, n. 15", assegnata in sede referente alla IV Commissione.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 99 del consigliere Massi: «Patto territoriale della Provincia di Macerata»;
— n. 100 del consigliere Massi: «Dichiarazione stato calamità naturale per danni del vento dei giorni 2, 3 e 4 marzo 2001»;
— n. 101 del consigliere Luchetti: «Corsi per massofisioterapisti e massaggiatori sportivi».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Ascoli, Amagliani, Benatti, Donati e Grandinetti.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Luchetti. Ne ha facoltà.

MARCO LUCHETTI. Chiedo l'iscrizione della mozione n. 101.

PRESIDENTE. Il consigliere Luchetti chiede l'iscrizione della mozione n. 101, , abbinata alla interrogazione n. 144 e alla mozione n. 93. Credo che possiamo accettare la richiesta, perché non vi sono motivi che contrastano con la stessa, anzi c'è un principio sancito nella Conferenza dei capigruppo che ci porta ad accorpare atti relativi allo stesso argomento.
Pongo in votazione questa richiesta.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Chiedo l'iscrizione urgente della mozione n. 100 da me presentata per la richiesta di dichiarazione di stato di calamità naturale delle zone colpite dai danni del vento dei giorni 3 e 4 marzo. Spero che l'Assemblea e la presidenza comprendano l'urgenza di questa mozione. Ci sono molti enti locali e le Province che hanno già segnalato alla Regione questa necessità, io chiedo che il Consiglio regionale supporti il Presidente con una specifica mozione che dia pieno mandato ad esperire tutte le competenze per questo pronunciamento, perché i danni sono enormi, anche superiori a quelli che sono stati riportati sui mezzi d'informazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Come metodo, tenendo conto che si è verificato un evento per il quale il collega Massi chiede il riconoscimento di stato di calamità naturale, ma purtroppo di questi eventi in regione ne avvengono molto spesso, soprattutto per danni all'agricoltura dovuti a gelate, grandinate, più che anticipare la discussione di una mozione si potrebbe stabilire un metodo: il Presidente della Giunta, se vuole, informa brevissimamente ad inizio di seduta se sono stati attivati gli uffici e i servizi competenti per richiedere lo stato di calamità naturale. Rispetto a questa indicazione, se vogliamo si può anche aprire un brevissimo dibattito ma penso che possa essere questo il meccanismo piuttosto che la discussione di una mozione che comunque ci vedrebbe impegnati oggi per questo, domani per la grandinata, dopodomani per le gelate, interrompendo i lavori dell'aula per discussioni che sono realmente oggettive, urgenti e immediate, ma rispetto alle quali credo sia sufficiente la comunicazione del Presidente della Giunta circa le iniziative già intraprese.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Pur prendendo atto di quanto dichiarato dal Vicepresidente Ricci, vorrei fare una proposta. Sull’importanza del tema penso che vi sia una concordanza generale, anche perché non si tratta di un fatto di modesta entità, credo che in questi giorni tutti noi siamo stati bersagliati dalle richieste di chiarimento sia da parte dei privati che dei Comuni. Parlo a favore della tesi di Massi in questo senso, proponendo di aprire anche la discussione, se è il caso.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei informare i consiglieri che mi sono fatto carico immediatamente del problema, anche perché ho ricevuto una telefonata molto allarmata del sindaco di Ascoli Piceno. Quindi abbiamo messo in moto la protezione civile ed ho un documento sulla mia scrivania dell'altro ieri, che già indica tutti i comuni nei quali sono stati segnalati i danni e il tipo di danni, inoltre c'è la piantina che individua le zone colpite dal fenomeno. La conclusione di questo documento è che i Comuni si sono riservati di quantificare i danni e sulla base di quello vedremo gli ulteriori passaggi che sarà possibile fare.
Siamo quindi in una fase in cui abbiamo attivato la protezione civile, stiamo aspettando no solo la quantificazione ma la tipizzazione dei danni, perché danni a strutture agricole probabilmente si riesce a coprirli con i fondi della legge per le avversità atmosferiche in ambito agricolo, la famosa 185 del 1992; sugli altri bisognerà vedere, ma se non abbiamo prima un quadro completo è inutile che attiviamo prima cose non sapendo quali sono le caratteristiche e le tipologie.
Quando avremo l'impegno dei Comuni di far arrivare in tempi ragionevoli una quantificazione e una specificazione dei danni, prenderemo in esame gli interventi successivi.
Lo stato delle cose è questo, quindi, secondo me, a questo punto una discussione corre il rischio di essere prematura rispetto a una situazione che ancora non conosciamo completamente nelle sue dimensioni qualitative e quantitative.

PRESIDENTE. Quindi, potremmo lasciar completare l'istruttoria che è già avviata e il Presidente ci darà la documentazione durante il Consiglio.
Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Aspettiamo la documentazione di cui parla il Presidente.
Chiedo inoltre l'iscrizione urgente della mozione n. 99 relativa al patto territoriale della Provincia di Macerata. Notizie che sono arrivate sulla delibera Cipe recano particolare allarme sia negli enti locali che negli imprenditori. Il Presidente della Giunta sa quali impegni siano stati sollecitati dalla Regione, dallo Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Mi dichiaro a favore della richiesta del consigliere Massi. Anch'io ho fatto una interrogazione che, nel caso in cui il Consiglio decida di discutere di questo argomento, riterrei aggregabile alla discussione, proprio perché la delibera Cipe esprime degli effetti dirompenti per quei patti, come quello di Macerata, che non sono stati ricompresi nella prima tranche di finanziamento del 1999 e sostanzialmente fa riferimento alla necessità di un impegno diretto della Regione per la prosecuzione dell'esperienza-patto, sicché ritengo che questo tipo di sollecitazione faccia riferimento alla necessità, da parte della Regione Marche, di esprimere un proprio divisamento rispetto ad un problema che inevitabilmente dovrà essere ricondotto alle competenze e alle attribuzioni regionali. Qualcosa del genere cercai di sollevarlo anche in occasione della discussione sul Docup, perché questa discussione si inquadra nella più ampia politica industriale di questa Giunta regionale. Ritengo che il "caso Macerata" meriti una attenzione particolare. E' vero che la delibera Cipe ha prodotto effetti soddisfacenti per i patti in itinere — il patto dell'agricoltura e anche del commercio — ma su quei patti che, ispirandosi alla primissima filosofia di questo strumento di programmazione negoziata non erano rientrati nel finanziamento del 1999, in effetti rimanda a una volontà regionale esplicita. Quindi, mi ritengo favorevole alla proposta del consigliere Massi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Ho sempre ribadito, anche nelle riunioni dei presidenti di gruppo e continuerò a farlo, che dobbiamo prendere un orientamento che sia valido per sempre. Quando parliamo di interrogazioni, interpellanze e mozioni il criterio che dobbiamo seguire è quello della presentazione temporale delle stesse. Poi posso capire che ci possano essere fatti eccezionali che emergano dalla sera alla mattina per cui è possibile l'iscrizione d'urgenza, ma se continuiamo su questa strada, l'urgenza è determinata soltanto dalla volontà del singolo consigliere nel proporla. Credo che non sia una cosa giusta.
Non so quale sia l'urgenza determinata dal patto territoriale di Macerata, ma credo che se la mozione, che tra l'altro nessuno di noi conosce, viene iscritta per il prossimo Consiglio non cambi molto nella sostanza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Non so che cosa è intervenuto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo, tenuta venerdì, ad oggi, perché se non è intervenuto nulla di nuovo sono perfettamente d'accordo con il collega Franceschetti, è un impegno a cui tutti ci siamo richiamati. Se vi sono fatti nuovi, questa mattina i presidenti di gruppo possono esaminarli e oggi pomeriggio possiamo verificare la fondatezza dell'urgenza. Una cosa è urgente se da venerdì ad oggi vi sono stati fatti nuovi. Se poi fatti nuovi non ci sono stati e venerdì il consigliere Massi non ha presentato questa urgenza, allora si può pensare che questa richiesta sia strumentale. Io non voglio pensarlo, vorrei capire quali sono i fatti nuovi in una riunione che possiamo fare a margine, finita la seduta, e nella ripresa decidere l'inserimento o meno. Mi sembra il modo più corretto, per il problema ma anche per il futuro, di affrontare questioni nuove che possano intervenire dalla Conferenza dei presidenti di gruppo alla seduta del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Con i tempi normali di svolgimento del Consiglio, di quella mozione probabilmente ne parliamo a giugno. Se c'è l'impegno ad inserirla alla prossima seduta del Consiglio...

GIULIO SILENZI. Perché venerdì non l'hai proposta alla Conferenza dei presidenti di gruppo?

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Credo che sia una prerogativa porla qui. Non l'ho posta per qualche strategia, dico solo che l'ho posta oggi perché le situazioni si stanno aggravando. Avete Amministrazioni che scrivono anche a voi, non solo a me. Il Presidente della Provincia di Macerata ha mandato una lettera a tutti in cui sollecita un immediato intervento anche della Regione. Faccio ammenda per non aver posto il problema venerdì, comunque resta, perché abbiamo una cosa a cui si è impegnato anche il presidente della Repubblica. Se c'è l'impegno per la prossima seduta va bene.

PRESIDENTE. Non "la prossima seduta", ma "la prossima seduta utile", perché nella prossima seduta discutiamo solo dell'agricoltura.
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Intanto potrei, a latere, chiedere — anche se ho notizie abbastanza complete e aggiornate — al ministro del tesoro che mi mandino sia la copia della delibera Cipe che gli ulteriori sviluppi. Comunque, nel giro di qualche giorno penso di poter avere questa documentazione che potrò distribuire. Questo lo faccio indipendentemente dall’inserimento o meno all'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ne parleremo quando avremo deciso cosa fare in merito alla richiesta del consigliere Massi.
Mi pare di poter raccogliere il contributo dell'aula nel considerare la possibilità di trattare la richiesta del consigliere Massi come segue. Intanto la Conferenza dei presidenti di gruppo prenderà atto del documento, lo valuterà e potrà decidere anche come temporizzare il proprio comportamento. Inoltre, è un po' forzata la discussione nella seduta odierna, stante l'attuale stato di conoscenza della questione da parte dell'aula, mentre invece è possibile utilizzare la prossima seduta per affrontare la discussione sulla mozione, però è chiaro che l'aula deve farsi carico di discutere questo argomento alla fine dell'organizzazione dei lavori del prossimo Consiglio. Se siete d'accordo, operiamo in questo modo e inseriamo alla fine della prossima seduta la mozione n. 99.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Annuncio che qualche giorno fa una delegazione del Consiglio regionale è andata a Roma, al Ministero del tesoro — il Presidente D'Ambrosio, l'assessore all'industria Spacca, il presidente della Commissione "politiche economiche" Avenali, il sottoscritto ed altri consiglieri oltre ai sindaci dei Comuni interessati — per discutere delle Cartiere Miliani di Fabriano. In quella sede sono state date ampie assicurazioni su un certo percorso. In particolare sono state dell'amministratore delegato del Poligrafico dello Stato Gabrielli nonché dell'amministratore delegato delle Cartiere Miliani. Ho notizie che in queste ore la finanziaria che controlla una delle collegate alle Cartiere, la Fabriano Filter Media viene venduta in maniera analoga alla FAD di Sassoferrato, con le stesse procedure, senza convocare neanche gli altri interessati all'acquisto. Si tratterebbe di un ulteriore fatto che va assolutamente in contrasto con gli impegni presi pochi giorni fa. Chiedo al Presidente e all'assessore all'industria di attivarsi immediatamente, perché non è possibile accedere alla cessione di un’ulteriore azienda senza neanche un confronto con altre offerte. Mi permetto di darne comunicazione in quest'aula affinché la cosa sia pubblica e ciascuno si responsabilizzi, non procedendo a questa ulteriore offesa oltre che danno al patrimonio dello Stato. Chiedo l'interessamento, perché in questa fase noi dobbiamo solo intervenire affinché alle parole seguano i fatti e non impegni che non sono poi rispettati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Non sono solito fare richieste di aggiunta di argomenti all'ordine dei lavori, però in questo caso ci troviamo di fronte a un atto amministrativo della Giunta regionale, il programma triennale relativo alla promozione che è stato approvato dopo l'ultima riunione dei presidenti di gruppo. Va fatto presente al Consiglio che nel caso di mancata approvazione del piano regionale la Giunta non può approvare il piano annuale, quindi tutte le iniziative promozionali in Italia e all'estero rimarrebbero scoperte. Siamo già in una fase in cui si stanno svolgendo iniziative senza che sia stato perfezionato tutto il percorso. Peraltro al Consiglio va anche richiamata la responsabilità di avere assegnato questo atto non solo alla Commissione competente ma anche a un’altra Commissione e questo ha allungato i tempi di alcune settimane. Chiedo che il Consiglio recuperi questo tempo su un atto sul quale peraltro non ci sono state osservazioni, iscrivendo e approvando l'atto in maniera tale che la Giunta possa trasmettere al Consiglio il piano annuale.
L'atto è stato approvato dalla Commissione e quindi ha perfezionato il suo iter sia in terza che in sesta Commissione.

PRESIDENTE. Faremo la verifica.
Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Capita spesso, quando gli atti vengono approvati anche in Commissione, che si chieda il rinvio di 15 giorni in Consiglio come fatto l'ultima volta dal consigliere dei Verdi, quindi anche se la Commissione ha approvato quell'atto bisogna analizzarlo bene. Però Presidente, le vorrei far notare che si sta stravolgendo l'ordine del giorno. Ci sono delle mozioni ferme da settembre che non abbiamo la possibilità di discutere e puntualmente registriamo che la mattina qualcuno si alza e chiede l'inserimento di determinati argomenti all'ordine del giorno. Sarebbe opportuno andare avanti in ordine cronologico e chi ha da presentare interrogazioni, mozioni e inserimenti, lo faccia nei momenti e nelle sedi opportune.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Sono per accogliere la richiesta che ha fatto il collega Moruzzi e vorrei che si distinguesse tra le interrogazioni, le mozioni e gli atti amministrativi che attivano risorse. Noi abbiamo effettuato tutte le procedure che sono necessarie e abbiamo discusso l'atto sia in terza che in sesta Commissione, sappiamo che se non approviamo il piano triennale non si può predisporre il piano annuale per dare avvio concreto agli investimenti per quanto riguarda la promozione e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari. Ritengo essere un atto urgente e siccome tutte le procedure sono state perseguite credo che non dobbiamo metterci qui a paragonare una questione così importante con una interrogazione — con tutto il rispetto che si può avere — o un altro tipo di atto. Credo che questa sia una cosa importante e urgente e chiedo che anche i colleghi della minoranza siano d'accordo perché si possa discutere e approvare l'atto di cui Moruzzi parlava.

PRESIDENTE. Solo una piccola osservazione relativa al fatto che non stiamo stravolgendo l'ordine del giorno, perché abbiamo semplicemente inserito una mozione a un argomento per il quale era già prevista la discussione e abbiamo ipotizzato per il prossimo Consiglio la discussione della mozione, quindi non stravolgiamo i lavori di questa nostra seduta.
Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Quello che diceva il consigliere Avenali non è la prima volta che capita in quest'aula, già l'abbiamo verificato anche con il piano Anas. Se facciamo finta di non capire prendiamo atto che parliamo fra sordi, man on è la prima volta che adottate questa procedura e fate queste richieste. E' ora che ve la smettiate. Avete sempre questa fretta... Organizzatevi, perché facciamo un Consiglio ogni quindici giorni, quindi avete tutto il tempo per organizzare i lavori, perché fate tutto da soli, portate avanti i programmi e i progetti da soli, non pensiate che noi siamo qui a svolgere le funzioni di notai: date anche a noi la possibilità di leggere gli argomenti...

FERDINANDO AVENALI. In sesta Commissione avete approvato anche voi.

OTTAVIO BRINI. Anche l'altra volta avevamo approvato all'unanimità un atto che riguardava la flora e la fauna e il consigliere Moruzzi l'ha fatto rinviare di quindici giorni. Così come oggi proporrete il rinvio di una proposta di legge discussa e approvata, con noi astenuti. E' il metodo che state sbagliando: è una mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri regionali, non di "minoranza", ma di "opposizione". Per questo motivo votiamo contro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di inserimento all'ordine del giorno dell'atto, che è stato perfezionato.

(Il Consiglio approva)



Interrogazione (Svolgimento): «Utilizzo dei ribassi d'asta ed economie derivanti dai lavori di regimazione idraulica nel bacino idrografico del fiume Chienti» Brini (149)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 149 del consigliere Brini.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Il servizio mi ha fornito uno schema, recentemente, delle economie che sono state fatte sugli interventi lungo il fiume Chienti. Darò copia, al consigliere Brini, di questa documentazione che mi è giunta recentemente.
Per quanto riguarda i problemi dei fossi Castellano e Maranello sono problemi un po' più complessi, quindi leggo quanto mi è stato segnalato: "I problemi dei fossi Castellano e Maranello sono dovuti inizialmente ad attraversamenti di competenza Anas e Comune, presumibilmente inadeguati nel tratto urbano. Per quanto riguarda il Maranello, gli attraversamenti di competenza comunale e degli altri enti gestori di servizi nel tratto urbano, sono pure presumibilmente inadeguati e in particolare la deviazione del tratto finale eseguita dalle Ferrovie dello Stato, a detta del dirigente del servizio viene definita illegittima e dannosa, come già segnalato con apposita relazione e come riferito all'autorità inquirente sulla calamità del 18 novembre 2000. La somma disponibile appare comunque esigua, se veramente occorresse demolire e ricostruire in modo adeguato gli attraversamenti che, d'altra parte, sono di competenza degli altri enti. Parte di essa potrebbe innanzitutto essere utilizzate per gli studi preliminari necessari qualora l'autorità di bacino ritenga di eseguirli direttamente", però dipende dalla competenza e in questo caso ci sono enti terzi che non sono né Comune, né Regione, in qualche modo coinvolti in questo aspetto.
IL dirigente suggerisce: "Piuttosto le economie potrebbero essere utilizzate per la sistemazione del tratto finale del fiume Chienti".
Queste sono le risposte alla domanda. Certamente, nel caso di Civitanova Marche c'è questo problema fondamentale che è stato già preso in considerazione dai servizi: che sono stati fatti interventi di programmazione e di pianificazione sul territorio comunale in parte dal Comune ma in parte anche dalle Ferrovie che non hanno visto una sufficiente sensibilità nei confronti delle problematiche idrografiche del nostro sistema fluviale. Oggi ci troviamo a pagare le conseguenze di una politica poco attenta svolta negli anni. In questo caso ci auguriamo che con le nostre strutture, con l'autorità di bacino, con gli strumenti che ci siamo dati fin d'ora si possano dare più adeguate risposte anche e soprattutto da un punto di vista di programmazione, per evitare i danni che la città di Civitanova ha dovuto subire in quest'ultimo periodo e dai quali non è detto che sia ormai esente, pur facendo una corretta politica di prevenzione anche a monte e soprattutto sul territorio agricolo di quella città e di quel Comune. Queste sono le indicazioni. Le cifre vanno da un massimo di 330 milioni ad altre che viaggiano nell'ordine di poche decine di milioni, certamente insufficienti per migliorare la situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Ringrazio l'assessore per la risposta puntuale che ha dato, però vorrei che prendesse un impegno questa mattina. Dato che questo problema riguarda più enti, sarebbe opportuno prendere un'iniziativa a livello... L'ha già fatto? Allora mi ritengo abbastanza soddisfatto. Le chiedo di informare puntualmente la quarta Commissione, senza intervenire con nuove interrogazioni, circa l'andamento dei lavori e la programmazione. Prendo quindi atto che questa cifra sarà destinata al fiume Chienti e la ringrazio in attesa di avere ulteriori informazioni.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione pastificio Ercoli» Procaccini e Martoni (218)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 218 dei consiglieri Procaccini e Martoni.
Per la Giunta risponde l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Questa azienda ha attualmente 24 unità dopo i licenziamenti che ci sono stati, per 6 unità in sei volte distinte, bypassando quindi la procedura di mobilità che questa azienda avrebbe potuto utilizzare, essendo un'azienda al di sopra dei 15 dipendenti e quindi in grado di utilizzare appieno la procedura della legge 223. Con i licenziamenti in questo modo, singolarmente, questi lavoratori non hanno i benefici dell'art. 5 della legge 223. Nel corso dei mesi ci sono state delle manifestazioni di lavoratori e fino a qualche giorno fa i rapporti con i sindacati non erano affatto attivati da parte dell'azienda. Soltanto per sabato 17 prossimo il sindacato è stato convocato dall'azienda. Relativamente a finanziamenti regionali a questa azienda, i funzionari hanno detto che non ne hanno mai dati nel corso delle verifiche che hanno fatto, in nessuna legge di agevolazione. Verifiche relativamente al mercato alimentare, in difficoltà come si dice nella interrogazione in verità non esistono, perché il mercato alimentare non è in difficoltà e nemmeno l'azienda in questione che pure ha avuto un incidente perché si è trovata pasta avariata a Fabriano e quindi c'è stato un controllo dei Nas relativamente all'azienda suddetta, che non ha la giustificazione di avere difficoltà economiche.
Le notizie che abbiamo avuto riguardano invece l'ipotesi di utilizzo del patto territoriale di Macerata, una richiesta di andare a localizzare il pastificio a Caldarola.
Sostanzialmente, l'azienda ha saltato il sindacato, perché l'unica spiegazione che c'è per non avere utilizzato la legge 223 di cui poteva essere beneficiaria, è dovuta solo al fatto di non voler avere una trattativa con il sindacato, altrimenti non si spiegano le ragioni. Il sindacato è stato convocato il 17 e da notizie che ci ha dato chiederà anche alla Regione un intervento, perché con la procedura della 223 noi interveniamo d'ufficio nella seconda fase di mancato accordo, oppure possiamo intervenire nel caso una delle parti ce lo chieda prima.
Per il resto non ho altre notizie. Credo che valga la pena di aspettare la riunione del 17 per poi, alla prossima riunione del Consiglio fare un ordine del giorno di solidarietà con questi lavoratori al fine di sostenere la vertenza che speriamo venga messa in piedi sulla base di questo accordo sindacale che si farà il giorno 17.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini per dichiararsi soddisfatto o meno.

CESARE PROCACCINI. Le difficoltà di queste aziende sono simili al di là del loro prodotto, perché sono legate alla commercializzazione, alle dimensioni e così via. Quel pastificio ha avuto una difficoltà nella difficoltà legata a problemi anche di igiene del prodotto, tuttavia questo esula da una procedura anomala adottata nella crisi aziendale o nella presunta crisi, proprio perché lo stillicidio di licenziamenti è intercorso in tempi molto cadenzati che ha snervato chi li ha subiti e ha del tutto vanificato l'azione del sindacato che si è vista a posteriori proprio perché inibita da una possibilità di lotta in favore del recupero di una situazione occupazionale.
Le ipotesi del patto territoriale sono tutte da verificare, comunque dovrebbero prevedere una delocalizzazione dell'attività, con grave nocumento per l'occupazione che già esiste visto che ci sono stati dei licenziamenti e, in prospettiva, con l'azzeramento dell'occupazione, in primo luogo delle donne che operano in quello stabilimento che è tra i più antichi delle Marche, in un settore molto delicato come quello dell'alimentazione.
Noi crediamo che questa interrogazione possa aiutare in primo luogo i lavoratori ai quali il gruppo dei Comunisti italiani esprime la piena e totale solidarietà, in secondo luogo anche l'azione del sindacato. Noi non vogliamo sostituirci minimamente al sindacato, anzi vogliamo appoggiare la sua lotta in questa e in altre vertenze. In terzo luogo crediamo che sia da iscrivere nell'azione quotidiana dell'istituzione "Regione Marche" una preoccupazione più puntuale rispetto ad aziende considerate, ad errore, secondarie come quella di cui discutiamo oggi. Abbiamo partecipato qualche giorno fa ad una riunione a Roma, secondo me anche positiva rispetto agli impegni, tutti da verificare, sulle prospettive delle Cartiere Miliani, ma al tempo stesso esiste la necessità di una verifica più puntuale di queste situazioni di crisi che non sono nicchie, perché investono il salario quindi la prospettiva di uomini e di donne in carne ed ossa, di famiglie. Non solo, ma c'è un'altra mozione che è stata presentata e relativa anche ad un'altra esigenza: quella che intercorre a Porto d'Ascoli dove la multinazionale Nestlé sta ormai vendendo il marchio e delocalizzando l'azienda, con il rischio per quasi 300 persone che lì operano.
Erano questi gli intenti della nostra interrogazione, quindi vorremmo verificare gli esiti, ci auguriamo positivi, che possano essere stati suscitati dell'interrogazione stessa, perché compito della politica è di non ricercare il tutto e nulla, ma se necessario anche di limitare i danni. Noi siamo impegnati in questa prospettiva di aiuto a quella situazione di crisi, soprattutto per le famiglie e per l'occupazione.



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Semplificazione del sistema normativo regionale mediante abrogazione di disposizioni normative» Giunta (39)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 39, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Una relazione brevissima, perché questo atto in realtà dovrebbe concretizzare due disposizioni, una di tipo nazionale sulla semplificazione amministrativa derivante dalle cosiddette "Bassanini" e una legge recentemente fatta dal Consiglio regionale delle Marche. Questo è un primo passo, perché in realtà non siamo nella piena concretizzazione di quegli atti di semplificazione, tuttavia quella in discussione rappresenta la scrematura di atti che ormai non sono più in vigore, molti atti ininfluenti dal punto di vista del panorama legislativo, degli atti legislativi, financo dei calendari venatori o di istituti che non esistono più, o di statuti di organismi ed enti locali ormai superati. E' quindi un atto esclusivamente tecnico. Mi auguro che nel prosieguo ci sia una ulteriore accelerazione per la semplificazione legislativa, quindi propongo all'aula di approvare questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Abbiamo già detto in Commissione che si apprezza questo primo provvedimento di un programma annunciato, quello di sfoltire tutta la normativa che si ritiene superflua o che si ritiene di dover accorpare, per rendere più leggibile la normativa regionale stessa.
Siamo quindi d'accordo con il provvedimento, però sollecitiamo tutti gli uffici della Regione per la parte tecnica e soprattutto la parte politica a un rapido approdo ai testi unici. Su questa procedura daremo sicuramente il nostro apporto, anche perché alla società civile marchigiana si è annunciato questo provvedimento.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
Articolo unico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Rinvio): «Approvazione del piano regionale di tutela e risanamento della qualità dell'aria, ai sensi del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203 (L.R. 5 settembre 1992, n. 46, art. 7) Giunta (28)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 28 ad iniziativa della Giunta.
Avendo chiesto congedo il relatore di maggioranza consigliere Benatti, se non vi sono obiezioni propongo di rinviare la discussione al prossimo Consiglio.

(Così rimane stabilito)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Integrazione del programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto sulla base degli ulteriori finanziamenti previsti dalla legge finanziaria 2001» Giunta (40)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 40, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Martoni.

GABRIELE MARTONI. L'atto amministrativo che ci accingiamo ad approvare concerne il programma finanziario di ripartizione delle risorse assegnate alla Regione Marche ai sensi della legge 61/98 recante "Interventi in favore delle zone colpite dal sisma del 1997".
Nel programma vengono individuate le priorità dell'intervento, con particolare riferimento agli obiettivi di assicurare il rientro nelle abitazioni, la ripresa delle attività produttive ed il recupero della funzionalità delle strutture pubbliche e del patrimonio culturale.
Va precisato che questo atto, in realtà, costituisce una integrazione del programma finanziario già approvato dal Consiglio regionale nel dicembre del 1999.
La suddetta integrazione si è resa necessaria per effetto dell'accantonamento previsto dalla legge finanziaria dell'anno 2001, che ha previsto per la Regione Marche ulteriori risorse a favore della ricostruzione per £. 1.029 miliardi, applicando un tasso d'interesse del 6%. Pertanto le risorse complessive attualmente disponibili per la ricostruzione possono essere così stimate: mutuo previsto dall'art. 14 della legge 61/98, 341 miliardi; mutuo previsto dall'art. 15 sempre della 61/98, 193,8 miliardi; mutui previsti dall'art. 50, legge 448/98, anno 1999, 484,5 miliardi; anno 2000, 726,7 miliardi; anno 2001, proiezione del 35% della quota della Regione Marche, 969,95 miliardi; mutui previsti dall'art. 54 della legge 488, 70 miliardi; mutui previsti dalla legge 388, 1.029 miliardi; fondi del commissario delegato, 60,3 miliardi; fondi commissario delegato per gli interventi rendicontabili alla Ue, 39,4 miliardi; fondi Ue del Docup 5b, 597 miliardi. Totale, 4.512,570 miliardi.
Allo stato attuale, a fronte di un ammontare complessivo di risorse destinabili alla ricostruzione pari a £. 4.512 miliardi, risulta un danno stimato di £. 8.470 miliardi, di cui 5.475 per danni all'edilizia privata, 1.890 per danni subiti dai beni culturali, 893 per danni relativi ad edifici pubblici (infrastrutture e dissesti idrogeologici), infine 212 per altri interventi.
Va detto altresì che i fabbisogni di spesa vengono finanziati annualmente mediante appositi accantonamenti previsti dalle singole leggi finanziarie. Dalla comparazione con il programma finanziario approvato nel dicembre 1999 di cui il presente atto costituisce un aggiornamento, emerge che le maggiori risorse sono state ricollocate principalmente per l'edilizia privata per 400 miliardi circa per le opere pubbliche e i beni culturali, rispettivamente per 310 e 153 miliardi circa.
Ritengo opportuno ricordare che la Corte dei conti, in sede di controllo di gestione, nella relazione dello scorso luglio ha ritenuto che i finanziamenti destinati alla ricostruzione, nelle Marche, sono stati utilizzati in maniera efficace e nel rispetto della normativa vigente.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Dopo la relazione fatta dal consigliere Martoni, c'è da aggiungere poco. Si ritiene che la cosa vada avanti, quindi non ci sono addebiti particolare da fare, continuando in questa sinergia di coordinamento generale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. In relazione alle comunicazioni giudiziarie che ci sono state proprio per questa ricostruzione post-terremoto, obiettivamente sulla quantità dei finanziamenti per la ricostruzione, perché in effetti credo che ci sia stata una risposta adeguata e che gran parte delle necessità siano in qualche modo coperte, anche se nel conto economico, a fronte di disponibilità per 4.512 miliardi abbiamo poi danni stimati per 8.470 miliardi, quindi è evidente che se questi dati corrispondono a realtà ci sarà bisogno di finanziamenti aggiuntivi per pareggiare i conti.
Credo che ci sarebbe stato bisogno di più attenzione per realizzare una normativa più snella, più semplice e più chiara che poi evitasse dei contenziosi, come sta purtroppo accadendo, relativamente alla stima del danno. Non essendo stata prevista dalla norma in maniera univoca, sta creando delle interpretazioni differenti fra i tecnici privati e i tecnici regionali, che stanno sfociando in contenziosi e denunce anche sotto il profilo penale.
Non credo che a questo punto ci sia la disponibilità della Giunta regionale a rivedere norme stabilite 3-4 anni fa, però un appello al buon senso da parte di tutti sull'applicazione di queste norme credo che sia necessario proprio per favorire un andamento il più possibile lineare della fase di ricostruzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore Martoni.

GABRIELE MARTONI. C'è stata una visita da parte dell'VIII Commissione della Camera dei deputati l'11-12 dicembre e si è arrivati alla conclusione che il sistema e il modo con cui abbiamo fatto delle scelte amministrative "sono da tener conto per eventuali altre situazioni di crisi che potessero succedere in Italia". Uno dei punti che frena, che rallenta questa ricostruzione riguarda proprio i progettisti e la progettazione. Infatti, a fronte di questa difficoltà, la ricostruzione si potrebbe concludere prima dei cinque anni che costituiscono l'obiettivo che ci eravamo prefissi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cesaroni.

ENRICO CESARONI. In questi ultimi giorni è emersa una problematica sulla stampa e presso la procura della Repubblica. Non è possibile che oggi scopriamo che dalla Regione Marche vengano denunciati tecnici per perizie fatte e prima nessuno si è accorto delle perizie sui finanziamenti per i Comuni. Finché c'era da fare progetti e investimenti per i Comuni e per le chiesa i tecnici andavano tutti bene e non è successo niente, oggi che i finanziamenti sono finiti, perché abbiamo finanziato gli enti pubblici e le chiese e i finanziamenti per i privati non ci sono più, abbiamo stoppato le progettazioni dei privati, creando un allarmismo sui tecnici i quali oggi non firmano più, né i geometri, né gli architetti, né gli ingegneri. E' un terrorismo che blocca i lavori, perché nessuno più si assume responsabilità, mentre fino a qualche mese fa si poteva fare tutto. Addirittura con i soldi del terremoto si sono finanziati fognature e campi sportivi. Non è possibile che oggi che tocca ai privati c'è un terrorismo da parte della Regione e della procura della Repubblica nei confronti dei tecnici. Questo significa bloccare tutto, perché non firma più nessuno e il privato rimane impiccato, non ha finanziamenti e la casa non si ristruttura.
Il Presidente e la Giunta devono cercare di far sì che non si paralizzi tutto. Chi va in giro, chi va a visitare le zone terremotate queste cose le sente dai cittadini stessi. E' urgente un intervento e un incontro con i professionisti, perché oggi sono tutti fermi e hanno paura di andare avanti ai tribunali. Deve andare in tribunale chi ha commesso illeciti, ma non si può fare terrorismo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Condivido la relazione del collega presidente della IV Commissione Martoni. Non ho capito bene le ultime affermazioni del consigliere Cesaroni, che comunque meritano una riflessione, nel senso che è vero che esiste una complessità della normativa, tuttavia credo che non dobbiamo demordere sui controlli, proprio per avere una ricostruzione seria.
In realtà la magistratura è intervenuta in quei casi in cui sono state violate le leggi ed è giusto che sia intervenuta perché ciò va a moralizzare la ricostruzione, proprio in favore di quei cittadini, di quei privati che — contrariamente a quanto hanno fatto alcuni, fuori della legge: complici tecnici e altre ramificazioni — hanno operato in piena legittimità. Quindi i ritardi non derivano da questo aspetto grave, ma fortunatamente marginale, perché la ricostruzione, in realtà — lo dice la commissione parlamentare sulle aree del terremoto, che è composta in maniera trasversale da tutte le forze politiche — è proceduta con rapidità, con serietà e anche con qualità. Dobbiamo incrementare questo aspetto, dobbiamo accelerare rispetto alle difficoltà di costruzione, che per brevità non elenco, ma Cesaroni sa meglio di me che le normative sono state flessibilizzate proprio in una concertazione continua, in primo luogo con i Comuni ed anche con i rappresentanti delle imprese e degli ordini professionali, tant'è che alcune norme originarie sono state cambiate in corso d'opera per venire incontro ad una interpretazione più facile sul territorio, ma questo non significa che dobbiamo dimenticare i controlli, anzi se c'è un limite, una carenza di personale, una carenza più complessiva, ciò deve portare a maggiori controlli.
La task force che qualche giorno fa è intervenuta nelle Marche e nell'Umbria, in primo luogo nelle province di Perugia e Macerata, organizzata dal Ministero del lavoro e dal sottosegretario Guerrini, ha comportato che nei cantieri edili ispezionati il 99% non erano in regola con le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Esiste una complessità di problemi, esiste il meccanismo degli appalti ed esiste anche il problema di quei casi, per fortuna limitati, poco seri e drenano risorse destinate alla ricostruzione.
Non va ascritto come un fatto negativo quello che citava Cesaroni. I programmi di recupero hanno investito strutture pubbliche e private, nei comuni di Fabriano, Camerino e Serravalle in primo luogo, e in quegli agglomerati è stato giusto che insieme alla ricostruzione, al ripristino al miglioramento sismico siano state migliorate anche quelle infrastrutture che prima non esistevano, perché bisogna accompagnare alla ricostruzione anche lo sviluppo, altrimenti la permanenza della persona sarà più difficile.
Credo che questo atto, che del resto è stato molto discusso e messo a punto anche nelle virgole con il sistema degli enti locali, sia significativo, porta ulteriori risorse e va nel senso del completamento della ricostruzione che deve continuare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Questo è un atto amministrativo ulteriore rispetto ai tanti che abbiamo prodotto con grande senso di responsabilità da parte di quest'aula e in particolare dei gruppi dell'opposizione. L'atto è un'integrazione finanziaria venuta a seguito di una verifica contabile le cui poste vedono noi assolutamente in linea con la proposta, perché sono state concertate, come diceva il consigliere Procaccini, con gli enti locali e con le esigenze più vive che ci sono in questa fase, una fase delicata, nella quale vi è la partita più importante, quella della 61, della ricostruzione pesante, anzi una partita che riguarda non solo l'abitativo principale ma anche l'abitativo secondario, perché non è trascurabile questo discorso nella complessiva opera di ricostruzione. Molte sono le nostre realtà che vivono, con l'estate, con le stagioni migliori, anche di famiglie che rientrano nei mesi estivi di luglio agosto, settembre, e ripopolano soprattutto i nostri entroterra. Avere avuto la possibilità di reperire risorse disponibili e avere avuto la possibilità di restituire nel territorio energie fondamentali per accelerare i processi di recupero dei centri abitativi e anche dei beni, del patrimoni pubblico e culturale significa dare una ulteriore spinta all'opera di ricostruzione che in questa fase vede ancora comunque nubi nella sua prospettiva, perché noi abbiamo ancora necessità che non sono completamente evase, per almeno 4.000 miliardi. Siamo a metà dell'opera per quanto riguarda le risorse finanziarie. Averle riallocate e avere riposizionato certe voci è importante, perché almeno quello che è stato acquisito fino ad oggi può essere consolidato e definito. Ecco perché il nostro voto favorevole. Certo, l'attenzione continuerà ad essere massima, soprattutto sulla questione dei programmi di recupero che vedono una difficoltà anche concettuale, anche progettuale più alta rispetto agli altri interventi soprattutto sull'edilizia privata, perché prima si completa il discorso del rientro nelle abitazioni, prima si completa un'opera per quanto riguarda le infrastrutture e prima si dà al territorio una via d'uscita la più rapida possibile un'accelerazione nell'opera complessiva che da tanti è attesa e che ancora oggi vede faticosamente il superamento di fasi procedurali e di verifica che comunque sono state necessarie anche per la griglia normativa che ci è stata data e che si è dato questo territorio di concerto con lo Stato.
Ritengo che tutto quanto stabilito sia senz'altro il frutto di una esigenza vera. Spero anche che ci sia un grande impegno per continuare nell'attenzione che è stata data alla ricostruzione post-terremoto, non solo nostro ma anche con lo Stato e il Governo, affinché le partite che poi rientrano nei triennali ma devono essere riconfermate anno per anno nelle finanziarie, possano essere effettivamente scritte. Su questo il patto territoriale è una cosa che dovrà essere comunque affrontata a breve, perché nella 61 vi era una deroga prevista proprio per le zone colpite dal terremoto, vi era una deroga di procedure, di tempi, perché i tempi dovevano essere accelerati, dovevano essere speciali, in deroga alle procedure ordinarie. Tutto questo non sta avvenendo, tutto questo fa parte della ricostruzione post-terremoto, perché se non diamo ulteriori risorse ed energie soprattutto nel produttivo, soprattutto nella piccola e media impresa, soprattutto a coloro che hanno fatto con serietà selezioni di progetti e di programmi e proposte confezionate nel patto, avremo ancora necessità di ritornare sull’argomento come Consiglio regionale e di parlare di richieste forti del territorio per una modulazione di ulteriori interventi finanziari che fino ad oggi non vi sono stati.
L'auspicio è di aprire nell'immediato, con la prospettiva, speriamo, di una modifica di assetto nazionale che potrà dare la possibilità di interloquire il più rapidamente possibile con i nuovi attori che riguardano la materia che ci interessa, cioè le risorse finanziarie ed economiche per completare l'opera di ricostruzione, accelerarla e portarla a conclusione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente della Giunta.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei dare alcune risposte. Anzitutto un ringraziamento al Consiglio che continua a mantenere la linea di una uniformità d'intenti e di vedute su un tema come questo.
Vorrei rispondere alle preoccupazioni del consigliere Pistarelli e del consigliere Viventi, dicendo che la preoccupazione di trovare i fondi è per noi fondamentale. E' chiaro che in questo momento non abbiamo un interlocutore in grado di impegnarsi, ma l'alleanza fortissima fra Umbria e Marche su questo punto specifico continuerà a funzionare come ha funzionato fino ad ora. Si tratterà di avere nella nuova finanziaria che ci sarà, o nello strumento equivalente, qualunque sia il Governo, l'attenzione che abbiamo avuto fino ad ora.
A noi mancano quasi 4.000 miliardi per completare l'opera, che non ci servono adesso, però dobbiamo averne la disponibilità, quindi noi abbiamo sempre lavorato in maniera tale da avere la disponibilità per tutti gli appalti necessari, quindi per non interrompere i lavori che stanno andando avanti e che non si sono mai interrotti per mancanza di provviste.
Voglio informare i consiglieri che in questa fase ulteriore in cui siamo nella ricostruzione con un impegno di cifre notevolissimo, abbiamo seguito due strade per accelerare: abbiamo aumentato l'importo delle somme che diamo all'inizio dei lavori, cioè il 40% all'inizio dei lavori e un altro 40% al 50% dei lavori stessi, però trattandosi di somme notevolmente importanti abbiamo cercato di evitare che si verificassero casi — se ne è verificato solo uno, fino ad ora — del titolare delegato per le concessioni, per il consorzio che ha ritenuto di andare altrove con queste somme. Quindi abbiamo trovato il meccanismo di versare su conti correnti vincolati e le banche tengono anche la contabilità e pagano allo stato di avanzamento dei lavori.
In una riunione di qualche giorno fa abbiamo anche stabilito una convenzione con gli istituti bancari, quasi tutti, per fissare il tasso minimo omogeneo comune su questi conti correnti. Siamo riusciti ad ottenere un tasso minimo decente che è dell'1,5%. Quindi, abbiamo sostanzialmente messo in moto un meccanismo che controlla l'allocazione delle risorse, le collega allo stato di avanzamento dei lavori, però non fa dormire altrove questi capitali.
Il problema ulteriore sul quale pensiamo di riuscire ad ottenere l'okay da parte della protezione civile è quello dell'utilizzo di questi interessi, che non saranno pochissima cosa. Noi cercheremo di renderli utilizzabili là dove sono in corso i lavori per eventuali contributi ulteriori per altri lavori. Questo però è un passaggio che dobbiamo definire insieme al dipartimento della protezione civile.
Riguardo alla polemica montata sulla ricostruzione e sulla sua regolarità, vorrei dire al consigliere Cesaroni che noi abbiamo seguito una linea abbastanza coerente e di buon senso: in tutti i casi nei quali, fra valutazione del danno iniziale e valutazione del danno riportato nel progetto c'è una discrepanza riconducibile chiaramente ai materiali oppure a errori commessi in piena buona fede abbiamo perseguito la strada di un chiarimento, quindi di una richiesta di correzione di queste valutazioni, che le riportassero ad accettabilità. Quando invece questa discrepanza non era dovuta a errori materiali o a errori in buona fede, siccome noi non siamo l'autorità giudiziaria e siccome si tratta di importi non trascurabili, abbiamo ritenuto di segnalare il caso all'autorità giudiziaria che ha il compito di accertare se quello che a noi sembra una discrepanza non giustificabile è in buona o cattiva fede, quindi è un reato o semplicemente frutto di confusione o di cose del genere.
Questi casi, su oltre 4.000 progetti riguardano sì e no il 2% dei progetti già presentati, quindi non è vero che c'è questo blocco totale. La verità è che su una valutazione che è stata fatta con il massimo di buon senso e comprensione, nei casi in cui bisognava approfondire e vedere se c'erano estremi di reato non l'abbiamo fatto ma l'abbiamo segnalato alla magistratura. Quindi noi non abbiamo condannato nessuno né indicato rei, ma abbiamo semplicemente indicato all'autorità, che in questo nostro Paese ha come compito quello di accertare se è stata violata la legge penale, casi nei quali ci sembrava opportuno e necessario che intervenisse. Per fortuna questi casi sono meno del 2%, il che significa che il 98% dei progetti è regolare, e questo è un dato fortemente significativo e positivo. Sul resto credo che sarà possibile continuare su una strada che fino ad ora non ha visto grandi elementi di preoccupazione se non quelli di non rallentare i tempi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)





Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la elezione di due membri effettivi del collegio dei revisori dei conti della Finanziaria regionale Marche.
Nella votazione successiva dovremo scegliere, fra i due eletti, un presidente.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 25, schede valide 25. Hanno ricevuto voti: Di Paolo Paolo n. 12, Lamberti Sergio n. 10, Di Gioacchino Stefano n. 3. Proclamo eletti i signori Di Paolo e Lamberti.
Prego di distribuire le schede per la elezione del presidente del collegio dei revisori dei conti della Finanziaria regionale Marche, scelto tra i membri effettivi eletti.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 23, schede bianche n. 11, schede nulle n. 1, schede valide n. 11. Hanno ricevuto voti: Di Paolo Paolo n. 11, schede bianche n. 11, schede nulle n. 1. Proclamo eletto presidente del collegio dei revisori il sig. Di Paolo Paolo.
Prego di distribuire le schede per la elezione del membro supplente del collegio dei revisori dei conti della Finanziaria regionale Marche.

Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 23, schede bianche n. 12. Hanno ricevuto voti: Torquati Renato n. 5, Baldini Michele n. 1, schede bianche n. 17. Proclamo eletto il sig. Torquati Renato.



Mozione (Discussione e votazione): «Trasformazione sedime militare aeroporto di Falconara» Procaccini e Martoni (63)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 63 dei consiglieri Procaccini e Martoni.
Ha la parola, per illustrare la mozione, il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questa mozione, seppure discussa tardivamente rispetto alla sua presentazione, rappresenta un atto importante, perché proprio in questi giorni sembrerebbe, da notizia assunte dall’assessorato alla Regione Marche, che l’aeronautica militare stia per firmare la convenzione di passaggio da strutture militari a strutture civili. Per la precisione, lo stato maggiore dell’aeronautica militare dovrebbe trasferire tutte le proprietà ormai ex militari ad uso civile, quindi prima ancora di entrare nel merito di questo oggetto ritengo che sia opportuno sottolineare che tutta questa procedura è partita dal consigliere dell’Aerdorica di nomina della Regione Marche, Sandro Stimilli che ha posto questo problema che in precedenza era sottovalutato.
Anche l’assessore Agostini è a conoscenza di questa problematica, anzi lo voglio ringraziare perché dopo la corrispondenza intercorsa fra il consigliere dell’Aerdorica Stimilli e la Giunta regionale, sia il Presidente ma soprattutto l’assessore Agostini si sono mossi e oggi possiamo avere notizie più precise, più certe sulla disponibilità dello stato maggiore dell’aeronautica.
Non la faccio lunga, perché è noto a tutti che c’è una necessità impellente, se si vuole far fronte ad una competizione seria del sistema intermodale delle Marche con altri modelli aeroportuali, di necessità di sviluppo dell’aeroporto di Falconara-Ancona. In realtà, con questa mozione si chiede un impegno più concreto alla Giunta regionale; si chiede anche di intraprendere tutte quelle iniziative istituzionali, anche tecniche, affinché si istituisca un tavolo per cercare di addivenire in tempi non lunghi ad un accordo che trasferisca in maniera irreversibile le strutture che oggi sono ancora militari.
Ci sono tre problemi che elenco con molta brevità, che dovremmo affrontare e su cui un tavolo istituzionale dovrebbe intervenire subito. Anzitutto sappiamo che la cancellazione dall’inventario Nato dell’aeroporto e delle strutture ex militari di Falconara-Ancona hanno tempi lunghi e investono organismi nazionali e internazionali. Presidente, capisco la sottovalutazione e l’indifferenza pre-elettorale che esistono, tuttavia parliamo di un atto concreto che, se portato a compimento risolverà diversi problemi per l’economia delle Marche, in primo luogo per quanto riguarda le infrastrutture, perché oltre a divenire un aeroporto civile con la cancellazione dall’inventario Nato di quelle strutture, in secondo luogo deve diventare una infrastruttura regionale, quindi occorre abbandonare ipotesi campanilistiche velleitarie e costose su finanziamenti ad altre strutture aeroportuali che diventerebbero effimere in un sistema ormai complesso degli aeroporti. In terzo luogo, la struttura societaria dell’Aerdorica, che oggi, dopo una lunga battaglia è composta da un lato da una presenza significativa in termini formali da parte delle istituzioni pubbliche — in primo luogo la Regione, le Province, il Comune di Falconara, quello di Chiaravalle, di Jesi e così via — ma dal punto di vista della sostanza una dotazione di 56 miliardi come capitale sociale è certamente poca cosa. Dopo questo atto di tipo tecnico, di passaggio e ampliamento delle strutture, bisognerebbe addivenire ad un maggiore investimento da parte delle strutture pubbliche affinché questa società mista (60 e 40%) abbia maggiore corposità e credo che un’azione da parte della Giunta regionale anche dopo questo atto, di ampliamento strutturale in prospettiva di dotazioni più moderne possa anche comportare un aumento di capitale da parte del sistema pubblico, facendo entrare — perché ancora esistono delle difficoltà e delle sottovalutazioni — anche i Comuni principali delle altre province delle Marche, affinché sia un capitale pubblico adeguato, significativo che possa determinare anche gli orientamenti e le scelte di quell’aeroporto.
Questa mozione può rappresentare un utile strumento legislativo in futuro, ma oggi istituzionale di pressione, affinché lo stato maggiore dell’aeronautica passi subito alla struttura che è preposta in maniera formale, cioè l’Ente nazionale per l’aviazione civile, tutte le vecchie proprietà affinché si possano dispiegare tutte le iniziative di sviluppo necessarie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Dichiaro l’accordo del gruppo Ds a questa mozione presentata dal gruppo dei Comunisti italiani. Riteniamo che essa abbia una sua rilevanza anche in relazione a quanto diceva adesso il collega Procaccini, cioè in vista di una firma di questo accordo che si attende da anni e che, di fatto, passerebbe tutta una parte della struttura aeroportuale dal demanio militare a quello civile. Credo che lo sforzo che dobbiamo are in questi giorni è di accelerare al massimo questo passaggio, perché serve assolutamente a un potenziamento dell’aeroporto di Falconara.
Come quarta Commissione qualche mese fa abbiamo fatto un sopralluogo, invitati dal consiglio di amministrazione dell’Aerdorica, alla struttura aeroportuale, e ci siamo resi conto in maniera diretta, con i nostri occhi di quella che è oggi la situazione in questa parte dell’aeroporto ancora sotto la giurisdizione militare, soprattutto con aree e con strutture ed edifici che sono in uno stato di forte precarietà e anche di fatiscenza, mentre riteniamo che l’utilizzo di quelle aree e di quelle strutture possa essere utile per un ulteriore rafforzamento di una struttura aeroportuale come quella di Falconara che nel corso di questi anni ha assunto nell’Italia centrale e soprattutto nella parte adriatica un’importanza notevole che ha superato di gran lunga anche altri aeroporti della fascia adriatica come quelli di Pescara e Rimini.
Quindi ribadiamo il nostro voto favorevole a questa mozione, invitando anche per parte nostra la Giunta a dare corso a tutte le iniziative e a tutti gli impegni necessari per trovare una soluzione a questo problema, anche se sappiamo che già la Giunta, tramite l’assessore delegato Agostini, ha compiuto molti passi importanti per il raggiungimento dell’obiettivo.

PRESIDENTE. Se non vi sono altre richieste d’intervento, pongo in votazione la mozione n. 63.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Art. 25 legge regionale 14 gennaio 1997, n. 9 — Programma promozione per il settore agro alimentare — Anni 2001/2002/2003 — Linee di indirizzo generali dell’attività promozionale» Giunta (38)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 38, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Si tratta del programma di promozione per il settore agroalimentare ed è previsto dall’art. 25 della legge regionale n. 9 del 14 gennaio 1997.
L’articolo prevede la redazione di un programma triennale contenente le linee di indirizzo generali dell’attività promozionale del settore agroalimentare. Questo è l’atto di inquadramento a cui si uniformano i programmi annuali che vengono predisposti dalla Giunta regionale e che applicano le linee di indirizzo. Questo atto è stato discusso in terza Commissione e approvato in sesta. Al suo interno ha individuato lo scenario nel quale la promozione del settore agroalimentare si deve muovere e c’è una indicazione di rafforzare l’iniziativa promozionale soprattutto in direzione di quelle produzioni di qualità che anche alla luce degli ultimi eventi che colpiscono tutti i consumatori sembrano essere un baluardo per l’economia e per l’agricoltura della nostra regione.
La Commissione ha svolto anche delle audizioni con i soggetti interessanti — i rappresentanti degli agricoltori, i rappresentanti delle organizzazioni della cooperazione, i rappresentanti dei vari settori produttivi — e all’interno di queste audizioni sono emersi alcuni suggerimenti che la Commissione ha cercato di trasferire in alcune integrazioni alla proposta di atto amministrativo. Una delle integrazioni più significative è quella relativa all’indicazione che questo documento contiene di definire dei documenti di controllo dei risultati dell’attività promozionale. Sono strumenti importanti, poiché sulla promozione noi riversiamo le risorse nella fase finale della filiera, investiamo sulla produzione, sosteniamo la trasformazione, ma il passaggio della promozione è quello più delicato, perché vogliamo un’agricoltura e un sistema agroalimentare che sappia mantenere il presidio del territorio della nostra regione sulla base della capacità delle aziende di vendere i propri prodotti. Questa è una linea avviata in questa regione da parecchio tempo ma una linea in controtendenza rispetto a una politica comunitaria che in passato ha favorito le sovvenzioni, l’aiuto al prodotto indipendentemente dalla capacità dell’impresa che produce o che trasforma quel prodotto di venderlo sul mercato, quindi abbiamo assistito al ritiro delle eccedenze, alla distruzione delle eccedenze, allo stoccaggio di prodotti invenduti. Non possiamo più permetterci una politica di questo genere. Un’evoluzione di questo tipo c’è stata anche con le riforme della politica agricola comunitaria che si sono succedute negli ultimi anni. Le Marche hanno scelto un indirizzo in cui si è cercato di anticipare e di sopravanzare questa politica, puntando tutto sulle produzioni che garantiscono agli agricoltori uno sbocco sul mercato.
Ovviamente questo è un processo molto difficile e delicato e la Regione con le sue risorse o anche co-gestendo le risorse comunitarie non può certo invertire una tendenza. certo è che il programma promozionale è particolarmente importante, perché porta le imprese sul mercato e soprattutto le responsabilizza a quella logica di filiera su cui noi vogliamo spingere.
Proprio per questo motivo è importante l’intervento della Regione efficace e puntuale.
Il piano triennale cerca quindi di muoversi in questo senso e cerca di dare una risposta non soltanto genericamente alle esigenze del settore agricolo, ma anche affermare una scelta politica di carattere generale che è quella di contrastare lo spopolamento delle aree rurali, delle aree collinari, delle zone montane, cercando anche nelle produzioni agroalimentari, in tutti i benefici che la presenza di una filiera agroalimentare dà anche a settori non direttamente agroalimentari — si pensi al turismo e ad altre iniziative — di fare un’azione perché sia mantenuto il presidio del territorio, e di questo ne abbiamo dato conto anche nel documento facendo un esplicito riferimento a questo obiettivo ben preciso che è stato raggiunto, anche a seguito di azioni politiche svolte in settori diversi da quello agroalimentare: si pensi alle specifiche normative sulla montagna e all’attenzione che nella nostra regione è sempre stata riservata a uno sviluppo diffuso su tutto il territorio, non concentrato soltanto sulle aree in cui la logistica e le infrastrutture sono sicuramente più favorevoli.
Detto questo, propongo al Consiglio l'approvazione di questo atto, dando la possibilità alla Giunta regionale di trasmetterci l'atto di programmazione annuale sul quale è possibile avere una lettura più precisa delle strategie promozionali che verranno e potranno essere svolte nel corso di quest'anno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Il nostro gruppo ha votato favorevolmente alla discussione di questo atto nella presente seduta. Siamo d'accordo e voteremo a favore, perché in un secondo momento vedremo se c'è la volontà da parte dell'assessore e della Giunta di stanziare fondi per questo settore. Se non approveremo questo atto, non vi sarà infatti la possibilità di fare il piano annuale e non sapremo quanto verrà finanziato in bilancio. Siamo in un momento di grande difficoltà nel settore agroalimentare, non la vedo così florida e positiva come viene riportato anche nella relazione per un motivo molto semplice: perché a livello italiano non abbiamo assolutamente la possibilità di incidere in concreto sulla distribuzione e commercializzazione del prodotto, perché la grande distribuzione è in mano, per la sua quasi totalità, al capitale straniero e il mercato viene influenzato da questa realtà.
Inoltre c'è il grande problema — in modo particolare in questo periodo di "mucca pazza" — dell'esigenza di intensificare gli sforzi non solo rivolti al controllo della qualità ma soprattutto all'accelerazione dei processi di valorizzazione e qualificazione dei nostri prodotti.
A un certo punto si parla di controllo di qualità e valorizzazione, ma ci si dimentica di dire qual è il quantitativo del prodotto marchigiano che viene portato sul mercato. E' un quantitativo talmente infinitesimale che ha una sua influenza — e io sono un assertore della sicurezza della carne prodotta nella nostra regione — ma se tutta la nostra regione dovesse orientarsi nel consumo della produzione marchigiana non vi sarebbe assolutamente la sufficienza. E allora dobbiamo cercare uno spunto maggiore per far avere ai produttori un vantaggio economico, in modo tale che intensifichino gli investimenti, sia in questo settore sia nella filiera agroalimentare.
Posso essere d'accordo sul discorso della promozione regionale, perché è un passaggio estremamente delicato, ma non sono assolutamente d'accordo che questa promozione regionale venga tenuta in mano da alcune persone che hanno già dimostrato la loro incapacità nel settore dell'agricoltura, in modo particolare della nostra regione, facendo addirittura chiudere aziende nel settore caseario. E' inutile che lo nascondiamo, perché questa è la realtà. Mi dispiace che non sia presente Luchetti, perché gli ho dimostrato queste cose con le dimissioni che ha dato l'amministrazione dell'Esam di cui ho la documentazione e ho documentazione proprio in questo settore.
Il settore della commercializzazione e della promozione non lo possiamo tenere fermo ai sistemi di 10, 15 o 20 anni fa, cioè andare direttamente alle fiere o in altri settori, perché non sappiamo quali sono realmente i quantitativi alle spalle, e ci servono solamente per mostrare alcuni prodotti con la scritta "Regione Marche". Questa non è una promozione che possa portare in senso concreto e costruttivo, nell'ambito della produzione marchigiana, un ritorno economico.
Quando si afferma che il settore agroalimentare marchigiano è cresciuto moltissimo, sono anch'io d'accordo che è cresciuto, ma sul "moltissimo" ho dei dubbi. Si dice "adozione di nuove forme di marketing", ma ovviamente il marketing dobbiamo andare ad applicarlo al settore della commercializzazione. Quale marketing andiamo a fare se la distribuzione non è in mano non tanto ai marchigiani, ma al capitale italiano? Potremmo andare ad operare sulle nicchie, attraverso la qualità.
Qui viene riportata una indicazione che riguarda la problematica del settore vitivinicolo, oleario e agroalimentare in genere, ma dobbiamo restare con i piedi ben piantati per terra, perché l'unico settore che realmente può fare la differenza nella nostra regione è il settore vitivinicolo, purché ci sia chiarezza e purché sul mercato — e in Commissione su questo c'è stata unanimità — vengano portati realmente prodotti di altissima qualità che le Marche hanno nel settore vitivinicolo.
Per quanto riguarda il discorso oleario i quantitativi prodotti dalla nostra regione sono talmente infinitesimali che possiamo operare nella commercializzazione ma in ambiti molto ristretti. Con la normativa esistente a livello europeo bisogna che facciamo attenzione, perché coloro che producono gli oli di alta qualità, potrebbero tranquillamente imbottigliare gli oli non di altre regioni ma addirittura di Paesi extraeuropei e portarli direttamente sul mercato come prodotto marchigiano. A tempi brevi potrebbero esserci dei ritorni economici, ma a tempi lunghi si va a creare danno a quelle aziende, a quelle attività, a quelle commercializzazioni di prodotti di alta qualità delle Marche. Sia per configurazione, sia per numero di popolazione, sia per investimenti di capitali, noi dobbiamo puntare soprattutto alle nicchie di mercato, dai salumi agli insaccati, a particolari qualità di pasta.
Non sono d'accordo sul discorso del prosciutto di Carpegna, perché chi ha fatto questa relazione non conosce tutte le problematiche di quell'azienda, con grandi difficoltà che sta incontrando per scelte di cui qui non voglio assolutamente discutere.
Su questo programma triennale, da parte del gruppo di Alleanza nazionale c'è il voto favorevole, proprio perché vogliamo vedere quali saranno gli investimenti che si vorranno fare in questo settore fondamentale per la nostra regione, per dare un contributo concreto, vero, definitivo a coloro che stanno operando. Mi auguro che questi messaggi vengano poi recepiti da coloro che stanno redigendo il bilancio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Vorrei esprimere il parere favorevole del gruppo Ds, ma anche perché abbiamo deciso che il giorno 28 terremo una sessione del Consiglio regionale sulle tematiche dell'agricoltura, quindi quella sarà l'occasione per fare un approfondimento in termini più generali della complessità della questione agricola e agroalimentare. Siamo coscienti che il problema della sicurezza alimentare, quindi il ruolo dell'agricoltura oggi è esploso, è venuto alla ribalta e credo che sia importante che il Consiglio regionale delle Marche l'affronti con tempestività. Comunque è ovvio che dobbiamo dare continuità al lavoro che in questi anni si è avviato in termini molto consistenti nella nostra regione per quanto riguarda le produzioni tipiche, di qualità. Credo che stiano emergendo dei primi risultati e la situazione attuale ci impone una accelerata in questa direzione, quindi credo che il problema della promozione dei prodotti agroalimentari sia lo strumento fondamentale per il rilancio e per potenziare la produzioni di qualità tipiche e per riuscire a dare delle risposte sia ai produttori dal punto di vista del reddito, ma indubbiamente per dare delle risposte ai consumatori e anche al settore della distribuzione.
Quando l'altra volta discutemmo relativamente al problema dei macellai, dicemmo che bisogna tener conto delle esigenze di tutte le categorie, ma non c'è dubbio che la risposta migliore è quella di dare garanzia e tranquillità ai consumatori perché possa riprendere il consumo anche delle carni rosse. Quindi il discorso della valorizzazione di questi nostri prodotti insieme alla garanzia di controlli reali, di merito sul prodotto finito è essenziale, fondamentale.
Per questo il piano triennale è uno strumento importante, un documento di indirizzi che prevede una serie di interventi molto vasta. E' ovvio che con il piano annuale bisognerà fare delle scelte più di merito e conseguenti alla disponibilità finanziaria. Spero che fin dalla discussione del bilancio 2001 si dimostri una crescita di attenzione attorno a questi problemi dell'attenzione e della valorizzazione, perché se non riusciamo a far diventare noti i nostri prodotti, i nostri territori è inutile produrre qualità se non abbiamo strumento capaci di collocarli in tutti i segmenti dei mercati. Molto spesso noi lavoriamo della materia prima, del semilavorato di alta qualità ma la fase finale non riusciamo a completarla proprio perché abbiamo un problema di strutture capaci di imporsi sul mercato nazionale e internazionale. La promozione, la valorizzazione è la leva fondamentale per aiutare queste strutture a completare l'intero processo della filiera, che è la produzione di materie prime ma anche la sua trasformazione e commercializzazione.
Per queste ragioni abbiamo anche sostenuto l'esigenza di approvare oggi questo piano triennale, proprio perché abbiamo l'urgenza di mettere in cantiere immediatamente il piano annuale, visto che siamo a marzo e perciò partire con gli investimenti necessari per quanto riguarda l'annualità 2001.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Innanzitutto ringrazio il Consiglio e chi ha proposto l'iscrizione d'urgenza di questo atto amministrativo che è assolutamente importante per iniziare un percorso impegnativo, perché la rimodulazione del triennio del programma di promozione nel settore agroalimentare per il settore stesso è un atto importante, quindi ringrazio anche le due Commissioni che hanno dato un contributo importante per far partire in maniera decisa il programma triennale.
Ho ascoltato gli interventi che sono stati tutti molto interessanti e danno un vero contributo alla realizzazione di un settore che per certi aspetti si avvia ad esplicare nuove potenzialità, ma avverte anche pericoli sempre più forti non ultimo quello della BSE, della stessa afta epizootica che in questi giorni mette in tensione un settore che può esprimere nuove potenzialità.
L'elemento della qualità, della nicchia, della produzione legata al territorio che sostanzialmente definisce un sistema di qualità nelle Marche mi pare sia stato evidenziato e a me fa piacere che in maniera univoca sia stato rimarcato questo aspetto, così come penso dobbiamo recuperare, sotto il profilo della promozione, un rapporto di filiera, nel senso che fino a qualche tempo fa le imprese agricole erano abituate a trattare la promozione, la valorizzazione come un aspetto residuale, come un qualcosa che veniva in fondo, alla fine di tutto il processo, invece dobbiamo recuperare questo aspetto, soprattutto culturale, che insieme alla produzione, alla qualità, nello stesso tempo faccia partire la promozione del prodotto per poter essere competitivi sul mercato.
Sfondare il confine della commercializzazione significa entrare in un campo assai difficile, dove il mercato è in qualche modo ancora più selvaggio e quindi mette in torsione ulteriormente le imprese agricole, però se riusciamo a recuperare questo aspetto dobbiamo riuscire anche a saper comunicare con il settore economico-commerciale, sia esso della piccola distribuzione così come della grande distribuzione.
A me pare che questo programma triennale che abbiamo preparato abbia gli elementi caratterizzanti per un'azione delle Marche, così come colgo con favore i suggerimenti che il consigliere Gasperi ci dava circa la possibilità di ripensare a un modo di farla la promozione, che non può più essere solo ed esclusivamente legata al servizio. Non condivido, ovviamente, il giudizio perché penso che la struttura pubblica di per sé oggi non sia, da sola, in grado di poter rapidamente intercettare, interpretare quelle che sono le esigenze sempre più forti e sempre più veloci dei mercati, quindi anche da questo aspetto dobbiamo recuperare un terreno e dobbiamo in qualche modo ripensare a una struttura che più velocemente sia in grado di mettere le nostre aziende in condizioni di sapersi far valere sul mercato con azioni giuste, con azioni proprie, sapendo che è finito il sostegno, da questo punto di vista, con l’Obiettivo 5b. In questo anno ci troveremo anche con una contrazione finanziaria perché bisogna di più unire le forze e le risorse regionali, non solo dell'ente Regione ma di tutti gli enti che in questa regione si occupanod di promozione in primo luogo, quindi, evidentemente le camere di commercio.
Credo che se, a partire da questa proposta che siamo chiamati ad approvare, riusciamo a intraprendere anche un cammino nuovo rispetto alla promozione, forse nei prossimi anni riusciremo a mettere le nostre aziende in condizioni di poter meglio competere.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)

Vista l'ora e vista l'impossibilità di procedere ulteriormente, scegliendo all'ordine del giorno un punto che si potrebbe concludere rapidamente entro le 13,30, direi, sentiti gli orientamenti espressi dai consiglieri nella mattinata, di considerare conclusi i lavori del Consiglio.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 13,15