Resoconto seduta n. 40 del 03/04/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI GIOVEDI' 3 APRILE 2001
PRESIDENZA DELPRESIDENTE LUIGI MINARDI
INDI DEL VICEPRESIDENTE GIUSEPPE RICCI

La seduta riprende alle 16,30

Proposte di legge (Esame degli articoli e votazione):
«Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione di bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2001» Giunta (46)
«Approvazione del bilancio di previsione per l’anno 2001 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2001/2003» Giunta (47)
Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Piano pluriennale di attività e di spesa 2001-2003, art. 6, l.r. 46/92» Giunta (46)

PRESIDENTE. Siamo all'esame degli articoli delle proposte di legge nn. 46 e 47 e alla votazione della proposta di atto amministrativo n. 46.
La seconda Commissione ha completato il suo lavoro, ha presentato alcuni subemendamenti per proprio conto. Uno di questi è da approvare in sede di coordinamento tecnico sulla legge 47. La documentazione completa è stata distribuita ed il testo è a disposizione di tutti i consiglieri e rappresenta l'ordine di votazione.
Prima di passare alle votazioni dei singoli atti, ricordo ai consiglieri che, come da prassi consolidata gli emendamenti che comportano spese sui quali la II Commissione ha espresso parere sfavorevole per mancata copertura, sono ritenuti inammissibili. Pertanto la reiezione da parte del Consiglio dei subemendamenti presentati per sanare la mancata copertura, comporterà la decadenza dei singoli emendamenti privi del parere favorevole della II Commissione così motivato. Per altro verso chiedo all'Assemblea di valutare la possibilità di concretare le dichiarazioni di voto complessive, sulla proposta di legge n. 47 di approvazione del bilancio annuale e pluriennale, evitando duplicazioni di interventi prima della votazione finale di ciascun atto. Pertanto proporrei di approvare l'articolato della proposta di legge 46 comprensivo dell'ordine del giorno, più il coordinamento tecnico, in seguito di approvare l'articolato della proposta di legge 47 comprensivo degli ordini del giorno, più il coordinamento tecnico. Prima della votazione finale del piano pluriennale delle attività di spesa, propongo di procedere con le dichiarazioni di voto congiunte sui tre punti. In questo modo credo che semplificheremmo i nostri lavori e accelereremmo la loro conclusione.
Se non vi sono obiezioni, procediamo in questo modo, iniziando dalla proposta di legge n. 46.
Articolo 1. C'è un emendamento presentato dall'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Presidente, lo ritiro.

ROBERTO GIANNOTTI. Lo facciamo nostro, Presidente.
E' significativo l'intervento dell'assessore al turismo che chiede di revocare un suo emendamento che, di fatto, richiama l'esigenza di destinare all'attività di promozione turistica alcune risorse che invece si ipotizza debbono essere assegnate alle Province per l'esercizio della delega. Questo pone la drammaticità della situazione degli interventi nel settore del turismo, le difficoltà che incontra la Regione rispetto a questi problemi, l'assoluta inadeguatezza dell'azione della Giunta regionale rispetto a questo problema. Siamo addirittura arrivati al punto che un'ipotesi di diversa articolazione delle responsabilità sul territorio, che prevede l'istituzione dei distretti turistici, che in qualche modo è stata recepita dalla legge quadro nazionale, ci costringerà di fatto fra qualche settimana ad approvare gli ambiti turistici. Oggi ciò viene sottovalutato, banalizzato da questa maggioranza che impone all'assessore un atteggiamento di salvaguardia di posizioni negative, cioè di posizioni a difesa di uno strumento legislativo qual è la legge di riforma del settore turismo che tutti sostengono sia inadeguata ad assecondare lo sviluppo di questo settore che tanta importanza ha per l'economia regionale. Prendiamo atto di questo, ma ci sembra che questa ipotesi di finalizzare meglio le risorse finanziarie del bilancio regionale agli interventi in capo alla Regione sia un fatto positivo. Per questo abbiamo fatto nostro l'emendamento e voteremo a favore dello stesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. L'assessore Rocchi ha ritirato l'emendamento non perché non ha sensibilità rispetto alle problematiche del turismo e delle risorse finanziarie ad esso destinate. E' chiaro che all'interno di una intelaiatura di bilancio che ha visto l'impegno di tutti i settori e finanziamenti destinati ad essi, dal turismo al sociale, all'economia, all'artigianato e a quant'altro, c'è stata una chiusura del bilancio che ha permesso di trovare un giusto equilibrio. Da qui nasce il ritiro dell'emendamento dell'assessore e degli altri emendamenti che gli assessori hanno presentato, perché in attesa di una ridefinizione del bilancio e di un nuovo riequilibrio finanziario rispetto a quelle che la maggioranza ha ritenuto esigenze inderogabili — nel bilancio molte risposte positive vengono date — ogni settore ha contribuito alla definizione di questo nuovo equilibrio. La stessa cosa si può dire per alcune centinaia di milioni per il turismo, per il sociale, per l'economia, ma questo è servito a dare risposte a numerose altre leggi che sono importanti al pari di questi settori. Ciò per comprendere perché l'assessore ha presentato un emendamento e in aula lo ha ritirato, sapendo che comunque parliamo di promozione turistica e considerando una centralità l'economia turistica, il piano di promozione turistica ha comunque un finanziamento che sostanzialmente è lo stesso dell'anno scorso, rispetto ad altri settori che invece hanno ottenuto maggiori tagli. Di fronte a 7 miliardi, 200 milioni non sono una cifra che possa permettere a Giannotti di ingigantire o enfatizzare il ritiro di questo emendamento. Poi la promozione turistica con la nuova legge di riforma, gli ambiti territoriali, i sistemi turistici locali c'entra come i cavoli a merenda, per cui nella tua argomentazione, caro Giannotti, hai sconfinato rispetto alla destinazione di questi 200 milioni. I nuovi ambiti territoriali, sistemi turistici locali che in tanta parte già sono stati definiti dai Comuni, dalle Comunità montane, dalle aggregazioni dei Comuni che si sono formati in diverse articolazioni. Non è un problema finanziario ma normativo, quindi non c'entra nulla il finanziamento dei 200 milioni nella legge di riforma che il Parlamento italiano finalmente è riuscito ad approvare dando risposte serie a un comparto come quello del turismo, delle imprese turistiche e delle necessità che in tanta parte delle Marche erano state anticipate negli anni con le leggi di riforma: lo scioglimento delle Apt e pertanto rimane la centralità del turismo. L'emendamento ha un aspetto del tutto marginale che non inficia le scelte di fondo che la Giunta regionale ha ribadito nel bilancio di previsione 2001 destinando al turismo le risorse che già erano presenti negli anni 1998, 199, 2000 e nella scorsa legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Non vogliamo aprire in questa sede e su questo aspetto la discussione sulla questione del turismo e della promozione turistica nella nostra regione, però due sottolineature devono essere fatte. La riforma ha scontentato tutti e non realizzato nulla di nuovo fino adesso, anzi ha lasciato intere fette del nostro territorio regionale senza adeguati strumenti di programmazione e di incentivazione di una voce, quella del turismo, fondamentale per la nostra regione. Abbiamo visto poco e male a livello di attuazione della riforma, una riforma che anche negli stessi settori della maggioranza è vista in molte maniere, perché il già assessore Silenzi difende certe posizioni, ci sono in realtà dei disagi negli stessi suoi settori di maggioranza. I 200 milioni non sono certo la panacea di questi mali che sono di struttura, che sono comunque di una riforma non riforma. Certo è che il collega Giannotti, riprendendo e facendo proprio l'emendamento di Rocchi ha ben fatto, perché ha sottolineato, per lo meno, una volontà da parte dell'aula di discutere su questa questione. L'assessore non penso non avesse riflettuto prima di fare determinate richieste, anche formalizzandole in emendamento. Ha riflettuto. Si vede che le risposte non erano state, almeno fino ad allora, sufficienti. Se adesso le riunioni di maggioranza hanno tranquillizzato l'assessore, certo non tranquillizzano noi. Ecco perché il segnale di almeno verificare lo stanziamento del capitolo sul fondo regionale per il turismo deve essere dato in quest'aula.
Noi voteremo pertanto a favore di questo emendamento, ma non lo facciamo ora perché l'abbiamo fatto nostro dopo che l'assessore Rocchi l'ha ritirato, ma lo avremmo fatto anche se l'assessore l'avesse mantenuto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 2 a firma Pistarelli, Romagnoli e Gasperi. Ha la parola il consigliere Pistarelli per illustrarlo.

FABIO PISTARELLI. L'assessore in sede di replica ha già detto che vi è una incongruenza di ragionamenti per quanto riguarda l'opposizione, affermando "criticate scelte di bilancio che non sono rigorose sotto il profilo del contenimento della spesa e poi chiedete, su certi capitoli, una maggiore azione e maggiori dotazioni finanziarie". L'incongruenza non c'è, assessore, perché in realtà noi stiamo dentro un bilancio e le macro voci e spieghiamo tecnicamente dove ridurre, cioè sui fondi globali prima di tutto. Per quanto riguarda la quota in conto capitale la somma è di 4,5 miliardi, per la spesa corrente si tratta addirittura di 300 milioni. Fondi globali che proprio per la loro poca consistenza ci fanno capire che già le grandi scelte di fondo la Giunta le ha fatte e non le farà attraverso l'utilizzo dei fondi globali, perché ricordo che nei bilanci di qualche anno fa i fondi globali avevano cifre molto più importanti rispetto a quelle che leggiamo oggi. Quindi utilizziamoli sin da ora su cose che abbiamo già visto essere in grado di funzionare bene ma che vedono risposte poche ed incerte proprio per l'assenza di finanziamento. Ecco la spiegazione del miliardo in più che potrebbe essere dato ai beni culturali, attingendo da capitoli che non convincono nella loro prospettiva e che nella loro consistenza ci fanno capire che le nuove leggi che verranno varate nel corso dell'anno saranno talmente poche ed esigue da non modificare il quadro complessivo che già si legge in questo bilancio. Ecco perché diamo forza alle voci che possono essere già ora in grado di attivare risorse ed energie.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che il presidente del gruppo Ds questa sera sia in vena di scherzare, perché mi sembra esagerato che una persona esperta come lui che parli di debordamento rispetto all'intervento su un emendamento relativo all'aumento della dotazione del fondo turistico. Il bilancio è lo strumento che giudica nel suo complesso l'azione del Governo regionale, quindi questa è la platea rispetto alla quale il consigliere Silenzi, non me ne voglia, deve adeguarsi a cogliere giudizi su quello che è stato l'operato della Giunta regionale e su quelle che sono le scelte. Quindi non c'è alcuna esondazione rispetto al contenuto della materia. Rimane il fatto grave che il nostro giudizio rispetto alla destinazione delle risorse a pioggia, in forma clientelare realizzata attraverso la legge che lei ha fortemente voluto, anche contro il nostro punto di vista, richiama l'esigenza di una correzione. Così come diciamo che quella legge va riformata. Noi non l'abbiamo votata, pensiamo che debba essere riformata a partire dalla scelta di un criterio che in qualche modo valorizzi gli ambiti ottimali sul piano turistico.
Fatta questa brevissima premessa che era doverosa, credo che anche l'intervento del consigliere Pistarelli intervenga su una materia importante quale quella dell'azione della Regione nel settore delle attività culturali, un settore orfano di una potestà decisionale, un settore abbandonato a se stesso, governato dai colonnelli e non dai generali — chi vuol capire capisca — un settore che ha dato tantissimo a questa Regione, specialmente sul piano della tutela e del recupero dei beni e che oggi fa registrare scelte che sanno tanto di clientelare, al punto che l'ultima ripartizione delle risorse finanziarie destinate ai progetti regionali fa sorridere, per non dire altro, e ha richiamato una presa di posizione del nostro gruppo nei confronti del rispetto dei criteri previsti dalla legge 75 e dal piano regionale della cultura.
Rispetto a questo noi crediamo che il taglio realizzato in questo settore sia un fatto grave che in qualche modo l'iniziativa dei consiglieri di Alleanza nazionale cerca di alleviare. Per questo voteremo a favore dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Vorrei precisare che l'importo di 12 miliardi a disposizione di questo capitolo in realtà non sarà neanche interamente utilizzabile per il finanziamento dei progetti che interverranno nel 2001, così come in Commissione già abbiamo sentito dire, perché buona parte sarà impegnata per il finanziamento dei progetti pluriennali, relativi al 2000, che si protraggono per il 2001 e il 2002 e che, naturalmente, impegnano già una parte cospicua di questa destinazione, probabilmente un terzo. Quindi, oltre ad aver già subito dei tagli su questo capitolo, ne abbiamo in realtà ben altri e ben maggiori, cosicché la disponibilità sarà di gran lunga ridotta, proprio a causa di questo impegno che già per i progetti triennali culturali regionali sarà necessariamente destinata in buona parte a quelli, perché il bando prevedeva e prevede ancora non solo progetti con scadenza annuale ma anche con scadenza triennale, quindi è chiaro che se sono stati ammessi l'anno scorso, andranno finanziati per la seconda e terza tranche, cosicché non avremo neanche questi 11 miliardi che sono già meno dell'anno scorso, ma ne avremo probabilmente una metà a disposizione reale per quella che sarà la progettazione culturale regionale di quest'anno. A maggior ragione rimpinguare questo fondo era doveroso e, nonostante tutto, non avrebbe ristabilito sicuramente una equità e la doverosa considerazione che questo settore doveva e dovrebbe avere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Intanto vorrei rispondere a mia volta con una battuta alla battuta che ha fatto Giannotti, nel senso che la cultura in questa Regione è governata dal generale massimo, perché è il Presidente della Giunta regionale che ha questa responsabilità. Quindi non ha niente da temere, al cultura.
Riguardo all'emendamento, intanto c'è un discorso più generale, perché se prendiamo emendamento per emendamento, probabilmente tutti sarebbero accoglibili. Chi vuol negare un miliardo in più alla cultura o ad un altro settore? Il problema è quello che diceva prima il presidente del gruppo Silenzi: che la responsabilità di una maggioranza — cosa diversa da chi fa opposizione — è quella di far quadrare complessivamente le scelte di bilancio e non fare sparate demagogiche su questa o quell'altra questione. Tanto più sulla cultura, che ha subito certamente un taglio come altri settori.
In sede di Commissione noi abbiamo, come maggioranza, aumentato lo stanziamento di 900 milioni, quindi abbiamo fatto una scelta compatibilmente con il discorso più complessivo del bilancio. Sul fatto dei tagli che con il vostro emendamento vengono proposti, ho dei dubbi che siano di natura marginale, perché voi togliete mezzo miliardo al fondo di riserva che ne contiene tre in tutto, togliete 300 milioni ai fondi globali, partita 1, che riguarda gli interventi per finanziare i progetti comunitari. Quindi, che siano del tutto marginale i tagli che voi proponete con questo emendamento, ho dei seri dubbi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Subemendamento all'emendamento n. 3. Se non passa il subemendamento decade anche l'emendamento n. 3.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Noi abbiamo già detto, in fase di intervento generale, il tipo di bilancio che avremmo voluto fosse elaborato dalla Giunta regionale, un bilancio che fosse più in grado di corrispondere ai bisogni reali della nostra regione. L'ha detto il consigliere Ceroni nel suo intervento con estrema proprietà, sottolineando gli aspetti di questa scelta di qualificazione della spesa.
Vede, consigliere Franceschetti, capisco quale sarà la giustificazione e la polemica che verrà dai banchi della maggioranza alla fine di questa serata: evidenziare una contraddizione fra alcune richieste e il sostegno ad alcune proposte. Noi non sosterremo emendamenti o proposte che non vadano in direzione di una qualificazione della spesa regionale. Abbiamo detto che il settore turistico è di primo piano per l'apporto che dà all'economia della nostra regione, quindi è giusto che la Regione investa, razionalizzi, migliori, qualifichi la spesa; abbiamo detto che il nostro patrimonio culturale è uno degli ingredienti principali della proposta turistica complessiva della nostra regione e in qualche modo deve essere qualificato, anche qui eliminando gli interventi a pioggia e clientelari che sono la risultanza di scelte che avete fatto.

FAUSTO FRANCESCHETTI. L'emendamento e il subemendamento riguardano il fondo per la famiglia...

ROBERTO GIANNOTTI. Lo so, ma siccome tu hai fatto un discorso generale, consentimi di dire qualche cosa. Dovete mettere nel conto che non è possibile che uno parli dopo e possa avere la parola conclusiva, comunque una risposta sarà data su ogni questione. Siccome abbiamo la coscienza a posto e le carte in regola per parlare, questo facciamo. Questo è uno degli emendamenti-chiave su cui verte il nostro giudizio sul bilancio regionale.
Sapete quanto stia a cuore a Forza Italia, ma ai partiti della Casa delle libertà e a molti esponenti della maggioranza, la scelta di un cambiamento radicale delle politiche in tema di famiglia nella nostra regione. La nostra è una Regione che ha compiuto e compie scelte di basso profilo, una Regione che ha una legge assistenziale, una Regione che spende pochissimo per la famiglia, una Regione che non riesce a camminare sul piano di un'attenzione per quanto riguarda tutta un'altra serie di provvedimenti nel campo delle politiche familiari. Rispetto a questo il nostro gruppo si è fatto carico di una proposta legislativa di modifica della legge n. 30 che riguarda la famiglia, che inspiegabilmente non è stata ancora approvata dalla Commissione consiliare, che inspiegabilmente non è ancora stata sottoposta all'esame del Consiglio, cosa di cui vi chiederemo conto, non so se il 18 o il 22, nel senso che non è pensabile che ci sia questa blindatura sul versante della legislazione per cui tutto quello che propone l'opposizione deve essere considerato carta straccia. Noi crediamo che l'agibilità di un dibattito debba essere consentita anche alle nostre proposte di legge e su questo dovremo porre la questione, come dovremo porla in termini di ripensamento della norma statutaria che in qualche modo garantisca le minoranze, oggi noi, domani voi.
Rispetto a questo, da anni diciamo che gli stanziamenti per la politica della famiglia sono risibili. Con tre miliardi si interviene solamente nei confronti di situazioni che sono a livello della soglia della povertà. Noi crediamo che rispetto a questo debba essere fatto un grande salto in avanti, cioè che la Regione debba compiere un gesto di disponibilità e di attenzione rispetto alle politiche familiari che debbono diventare un degli obiettivi di questa legislatura regionale.
Noi abbiamo presentato alcuni emendamenti mirati rispetto a questioni di grande rilievo regionale nei confronti delle quali chiediamo una maggiore dotazione finanziaria, e non saremo indifferenti rispetto all'atteggiamento che la maggioranza assumerà su queste problematiche, al punto da arrivare anche a forme di proteste eclatanti in questa seduta del Consiglio regionale di cui ognuno si assumerà le responsabilità.
Noi riteniamo che già su questo subemendamento si verifica la disponibilità reale della maggioranza e dei partners di centro di questa maggioranza a far fare alla politica per la famiglia un salto in avanti. Per questo abbiamo chiesto un raddoppio della dotazione finanziaria e c'è un passaggio dai 3 ai 6 miliardi a disposizione della legge per la famiglia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Credo che dovremmo cercare di farla finita di trattare il problema della famiglia solamente in termini di consenso o elettorali. Quello che dice l'amico Giannotti e il suo appello anche al mio gruppo circa la sensibilità a che la famiglia venga tutelata dalle provvidenze regionali deve tener conto di un comportamento coerente con quanto lui dice, nel senso che la riproposizione della legge così come Forza Italia ha fatto, è la riproposizione di una strategia vecchia sulla famiglia, una strategia assistenziale che non dice più nulla rispetto alle strategie messe in essere sia dal 328, cioè la legge di riforma dell'assistenza, sia dal piano socio-assistenziale, sia dalle politiche ulteriori che possono essere organizzate a favore della famiglia. Basta parlare della famiglia solamente per riempirsi la bocca, Giannotti. Siccome questi interventi vengono svolti anche a livello degli enti locali, Forza Italia, così come ha fatto il gruppo dei popolari a livello regionale ha chiamato in causa tutti i gruppi dei popolari in tutti i comuni per fare in modo che nei bilanci siano indirizzati non solamente semplici emolumenti ma sostegni effettivi alla politica familiare, non a una politica assistenziale della famiglia che non dice più nulla. I capitoli da interessare per la politica della famiglia non so se sono quelli che hai elencato per prendere 500 milioni da una parte e 500 dall'altra senza una strategia, perché non significa nulla, significa una strategia della politica sulla famiglia che investe tutta la politica dell'assistenza e le politiche connesse al trattamento di sostegno alle politiche familiari, che vanno dalle politiche scolastiche a quelle del lavoro, a quelle della casa ecc.
Piuttosto che venire qui solamente a fare propaganda su questo tema, pregherei Forza Italia, così come abbiamo chiesto in Commissione, di interagire insieme, pure se abbiamo delle diverse posizioni anche all'interno della maggioranza su quale strategia scegliere, per modificare sostanzialmente le posizioni in merito a questo problema. Se ci dobbiamo sempre arrangiare su queste questioni unicamente per fare propaganda sulla stampa o sui media, credo proprio che non facciamo il vero interesse delle politiche familiari.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Collega Luchetti, capisco la tua accesa e appassionata difesa della maggioranza, ma siamo di fronte ad una legge regionale. Prima di andare a parlare di altri livelli istituzionali parliamo del nostro. C'è una legge, la legge di promozione della famiglia che ha fatto vedere quali sono stati e quali sono i suoi effetti, l'abbiamo denunciato anche in conferenza stampa. Famiglie che hanno qualche centinaia di migliaia di lire di contributo per una lettera ed un comma di quella legge che parla di famiglie in difficoltà, bisognose. A queste arrivano 300-400 mila lire, 150 mila lire. Se da questa parte si chiede almeno di raddoppiare la dotazione finanziaria per evitare questo scandalo o per attenuarlo, non penso si chieda una cosa demagogica, collega Luchetti. Altra cosa è il fatto di rivedere l'impianto della legge, le politiche familiari, la politica, in generale, che si fa su questo aspetto della vita sociale delicatissimo, importante, perché riguarda anche una discussione sui valori e sui principi. Pertanto sfidiamo ancora una volta la maggioranza a parlare di questo, ma sono sicuro che non ci sono tante condizioni favorevoli, da parte vostra, a parlarne in maniera aperta, leale e che vada al dunque, perché sono sicuro che da parte vostra prevalgono veti, interlocuzioni ecc. Noi invece l'abbiamo sempre fatto in maniera molto compatta, e se in questa sede diciamo almeno di attenuare la vergogna di quella che è un'applicazione della legge che è stata fallimentare fino ad oggi non facciamo niente di demagogico ma facciamo un qualche cosa di coerenza rispetto al quadro complessivo. Pertanto chiediamo almeno di fare questo passaggio, aspettando e sfidando voi a farne degli altri, cioè a rivedere la legge sulla famiglia, il quadro complessivo della politica sociale di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Questo è un tema che ci appassiona da tempo in quest'aula e anche fuori. Non stiamo qui a discutere o ridiscutere del concetto di famiglia o per lo meno ancora non entriamo nel merito di questo tema che ci vede su posizioni distinte e distanti dal punto di vista ideologico; parliamo dell'applicazione di una legge regionale e degli effetti che essa produce.
La legge regionale 30 io non l'ho votata nella precedente legislatura perché non ne condivido la portata, non ne condivido il significato per quello che essa è. E' una legge che dà esclusivamente finanziamenti e contributi, quindi non è una legge di promozione della famiglia, che è cosa diversa. Però noi dovremmo leggere l'insieme delle norme che complessivamente possono essere attuate e attivate a favore della famiglia, quindi al legge 30, quindi la legge 18, quindi la legge 43, quindi il piano socio-assistenziale. Se abbiamo il quadro normativo nella sua interezza, così come definito da queste leggi e all'interno di queste leggi vediamo lo spazio che viene riservato alle famiglie per quanto riguarda la politica sociale, per il ruolo che a essa viene attribuito nella partecipazione attiva della politica regionale per il sostegno alle persone che sono non autosufficienti o che vivono in condizioni di handicap o per quanto riguarda la necessità di garantire condizioni che siano dignitose per le famiglie marchigiane, ecco allora che il quadro d'assieme si dipinge e lo vediamo nella sua interezza, ecco allora che probabilmente dovremmo fare uno sforzo applicativo delle diverse norme. Se fosse possibile abrogherei la legge 30, rimettendo il tutto insieme, individuando una sorta di quadro unitario che possa essere ricondotto al disciplinare applicativo, che pure è previsto, del piano dei servizi socio-assistenziali, perché ci sia la possibilità di una politica complessiva intesa come quella delle famiglie che noi vogliamo valorizzare per renderle portanti per il sistema sociale che consideriamo all'interno della regione Marche. Quindi la famiglia deve diventare interlocutore attivo, deve diventare uno dei protagonisti della politica sociale della Regione Marche, deve essere un soggetto partecipe e attivo proprio per organizzare i servizi come la Regione Marche vuol organizzare rispetto alla società nella quale viviamo e ci muoviamo.
Se tutto questo quadro lo vediamo nell'interezza, probabilmente riusciamo a dare una risposta che non è ideologizzata, una risposta positiva, probabilmente riusciamo ad avere anche un quadro d'assieme che renda la famiglia protagonista per quello che riguarda anche il fenomeno dello sviluppo e della crescita della società marchigiana.
Quindi non è una somma in più, in questo contesto, che ridefinisce il quadro, ma la capacità di saper prendere queste diverse pennellate di quadri diversi e metterle insieme per avere un quadro organico rispetto al quale avere un riferimento certo per la società marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. In maniera preliminare vorrei dire a Giannotti che per quanto riguarda le attività che lui citava, sia culturali che turistiche, le Marche hanno impresso un riforma forte rispetto alle politiche culturali e turistiche e quella riforma sta andando avanti, tanto è vero che per quanto riguarda il turismo la legge di riforma nazionale, che definisce i sistemi turistici locali e dà...

LIDIO ROCCHI. Teniamoli distinti...

GIULIO SILENZI. La legge parla di "sistemi turistici locali".

ROBERTO GIANNOTTI. E' la stessa cosa.

GIULIO SILENZI. Per chi non è addentro alla materia può essere la stessa cosa, ma non è la stessa cosa.

ROBERTO GIANNOTTI. L'assessore non è addetto alla materia?

GIULIO SILENZI. Sto rispondendo a te, Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. La fa lui la proposta di distretto...

GIULIO SILENZI. Lui l'ha fatta prima che la legge nazionale fosse approvata dal Parlamento italiano; oggi farà una proposta — e non può fare altrimenti — dei sistemi turistici locali, perché la legge nazionale parla di sistemi turistici locali.
La nostra legge ha anticipato di quattro anni la legge nazionale, tanto che oggi tutte le Regioni che avevano le Apt debbono ridisegnare i sistemi turistici locali con gli indirizzi che la legge nazionale individua. Poi il dibattito è aperto e l'assessore su questo è impegnato... (Interruzione)

MARCO LUCHETTI. Silenzi parla di turismo, perché la famiglia va in vacanza...

GIULIO SILENZI. Siccome Giannotti parlava di turismo ed era interrotto dal relatore Franceschetti, è anche vero che in questa legge sono previsti i "Bontur" per le famiglie, buoni turistici introdotti con un emendamento dal sen. Ferrante, che sono rivolti alle famiglie. Ecco perché Giannotti ha aperto il suo intervento sul turismo: gli sfuggiva questo aspetto che io ho voluto ricordare.
Detto questo, la politica dell'opposizione è quella di dire "più uno". Tre miliardi sono previsti, si aggiungono altri tre miliardi. Se ne fossero stati previsti sei se ne sarebbero aggiunti comunque tre. Il problema è che noi abbiamo un quadro di compatibilità finanziarie complessivo che è dato, che non è elastico, per cui queste sono le risorse che abbiamo a disposizione, non c'è una volontà che vuol penalizzare la famiglia in quanto non mettiamo altri tre miliardi in questa legge perché siamo contro la famiglia e siamo cattivi, ma c'è un quadro di compatibilità finanziarie che da una parte costringe la maggioranza e il Governo della Regione a definire delle priorità e a definire delle scelte finanziarie. Per cui, qui sono previsti tre miliardi ed è serio anche il discorso che faceva il Vicepresidente Ricci di rivedere la destinazione finanziaria per far emergere con ancora più forza che la Regione Marche ha una sua politica a sostegno delle famiglie, delle persone, perché gli interventi complessivi sono per decine di miliardi in questa direzione. Mi auguro poi che l'assessore al bilancio e alle politiche sociali possa argomentare meglio questo. Quindi siamo in presenza di un'attenzione, che in un quadro di compatibilità finanziaria data non sottovaluta questo aspetto, ma è uno degli aspetti più qualificanti, tanto che una parte considerevole delle risorse del bilancio viene destinata alle politiche a sostegno della persona e a sostegno delle famiglie marchigiane.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Sarò molto breve, perché già gli interventi che mi hanno preceduto hanno chiarito le posizioni. Volevo solo ricordare che questa legge 30 è stata voluta da qualcuno. Intanto vorrei ricordare che non c'è una sola legge depositata in Commissione ma mi sembra che siano diventate 5-6. Abbiamo già avuto un primo confronto in Commissione su questa problematica della famiglia, già l'assessorato ha fatto la sua relazione prendendo, come linea, gli interventi che la Regione sta facendo, anche indirettamente, ma sempre a beneficio della famiglia, dove si vede bene che oltre 30 miliardi sono impegnati su questo problema, perché non si entra nell'aspetto e nel concetto ideologico di "famiglia" ma si entra in interventi concreti che vanno alla persona e a beneficio della famiglia, senza considerare che l'ultima finanziaria del Governo prevede ulteriori benefici alla famiglia con il discorso degli sgravi fiscali, del reddito minimo di inserimento, dei congedi parentali e con tutte le partite che nella finanziaria vanno ad aggiungersi alla politica che la Regione Marche fa sulla famiglia. Siamo tutti d'accordo a ritenere inadeguata questa legge 30, proprio come meccanismo di intervento sulla famiglia, però dobbiamo ricordarci tutti che a questa famiglia abbiamo dato anche un meccanismo perverso, quello per cui, se vogliamo modificarla in questo anno non riusciamo più a farlo perché le liquidazioni dei Comuni vengono fatte dopo un anno dalla domanda, e già tutti i Comuni hanno esposto i bandi sull'attuale legge 30. E' quindi matematicamente impossibile porre mano alla legge 30 in questo anno, ma questo anno va utilizzato per riaprire un confronto già iniziato in quinta Commissione, un confronto che deve avere la capacità, da parte di tutti, di sgomberare il campo dal concetto di "famiglia" e parlare su problemi concreti, altrimenti tutti rischiamo di non essere credibili su questo argomento e tutti potremmo essere accusati di opportunismo o di demagogia. E' stato sempre questo l'ostacolo, anche nella precedente legislatura. L'iter e i segnali che ci sono sembrano gli stessi, perché anche quella volta si cominciò con una legge presentata in Commissione, poi due, poi tre, poi quattro, poi tutti i gruppi e avemmo parecchie proposte di legge in Commissione da cui scaturì questo "aborto" che è la legge 30.
Io sono anche perché questo tempo venga utilizzato bene, non sia una cosa calata dall'alto, affinché vi sia una nuova legislazione o un piano sulla famiglia inserito all'interno di tutta la riforma dei servizi sociali che stiamo applicando, sia il nostro piano sociale che la legge nazionale 328. Sono per coinvolgere in questo meccanismo la consulta regionale sulla famiglia prevista dalla legge 30, che credo sia una delle cose che può funzionare rispetto all'aiuto e al supporto che possiamo avere, quindi su questo anche la Giunta è disponibile a lavorare e a continuare in quinta Commissione questo confronto per integrarlo con tutte le altre iniziative che dovremmo portare avanti e che saranno oggetto di confronto molto assiduo con la Commissione consiliare e il Consiglio, perché le cose da fare con le riforme che ci sono state sono tante e sicuramente lo spazio per quelle famiglie che possono essere soggetti attivi e non solo soggetti passivi, come li considera, almeno nei fatti, l'attuale legge 30, credo trovi tutti d'accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Non rispondo a Luchetti perché capisco l'imbarazzo. E' stato bravissimo. Ha detto: "non è vero, però noi nei Comuni facciamo l'opposto di quello che si fa in Regione". Prendo atto che il Partito popolare in Regione sballa, invece nei Comuni assume un atteggiamento di maggiore attenzione.
Ma Ricci, tu non puoi dirci queste cose. Sostanzialmente tu sai che la legge 30 è stata voluta da questa maggioranza. Rispetto a 12 proposte di legge, una petizione popolare firmata da 50.000 cittadini c'è stata una posizione di chiusura della maggioranza di sinistra, perché il Partito popolare, almeno nella figura dell'assessore Spacca, assunse una posizione chiara, non coerentemente confermata da Meschini, ma quella legge fu un aborto, non la legge che volevano Forza Italia, il Cdu, altre forze politiche presenti in questo Consiglio. Per questo noi abbiamo chiesto la modifica e non capiamo perché di fronte a questo riconoscimento oggettivo fatto dall'assessore al ramo non si voglia affrontare concretamente il problema di una legge organica.
E' chiaro che qui vengono in campo non diversità fra noi e Rifondazione comunista, differenze comprensibili, perché loro hanno una concezione diversa, loro pensano alle famiglie, noi pensiamo "alla famiglia", che è cosa diversa. Ma qui viene fuori una cosa diversa fra noi e il partito di maggioranza. Noi diciamo che vogliamo una legge organica per la famiglia, non vogliamo tanti interventi per la famiglia contenuti nelle leggi di intervento assistenziale. E' questa la differenza di fondo.

MARCELLO SECCHIAROLI. Non solo assistenziale.

ROBERTO GIANNOTTI. Lasci stare... Si è citato la 18...

MARCO LUCHETTI. Ma cosa sa...

ROBERTO GIANNOTTI. Cosa so? Ognuno è libero di pensarla come meglio crede. Cercate di accettare i rilievi che voi stessi esprimete. Non voglio rispondere a Silenzi sul piano delle riforme fallite — la riforma del turismo e la riforma della cultura — ma c'è un problema di quantità, come sempre nelle cose. Noi riteniamo che la quantità di soldi che spendete per le famiglie marchigiane sia un'elemosina, l'abbiamo detto e lo ripetiamo.
Vi diciamo di tagliare dove c'è da tagliare, di eliminare gli sprechi, di eliminare le sacche improduttive, fate delle scelte di fondo rispetto a programmi e problemi seri che la Comunità marchigiana ha. Quindi, abbiamo chiesto e chiediamo una qualificazione della spesa. Per questo insistiamo: per noi questa è una scelta di fondo rispetto alla quale ci appelliamo a non assumere posizioni di difesa d'ufficio, ma ad avere una presa di coscienza, da parte di tutti, che questa è una delle emergenze marchigiane rispetto alle quali dobbiamo dare una risposta.

PRESIDENTE. Da parte dei consiglieri Giannotti, Trenta e Ceroni viene chiesta la votazione per appello nominale del subemendamento all'emendamento n. 3. Prego di procedere a partire dal n. 5.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Avenali assente
Benatti no
Brini assente
Castelli assente
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio no
D'Angelo no
Donati no
Favia sì
Franceschetti no
Gasperi assente
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi sì
Melappioni assente
Minardi sì
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli assente
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea assente
Ricci Giuseppe no
Rocchi no
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca assente
Tontini no
Trenta sì
Viventi assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Decade l'emendamento n. 3. Pongo in votazione l'articolo 1 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Voteremo contro questo articolo, perché ci sembra che le scelte della Giunta regionale risentano di una forte connotazione ideologica. Anche le scelte in ordine alla cooperazione e allo sviluppo sono infatti finalizzate a soddisfare esigenze di simpatia politica, più che tenere conto delle esigenze reali delle popolazioni del mondo colpite da situazioni gravi. Avremmo preferito che gli interventi in questo campo, più che pensare ai Paesi al di là dell'oceano, nel caso specifico Cuba, fossero indirizzati a sostenere realtà più vicine al nostro Paese che vivono condizioni oggettivamente diverse e molto più bisognose di interventi di solidarietà internazionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 5.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Vorrei segnalare che intanto questa somma è ampiamente insufficiente, ma visto che in Commissione è stato in parte respinto l'emendamento relativo all'edilizia scolastica, ho presentato un ordine del giorno con il quale chiedo che i fondi relativi alla concessione di contributi regionali per il finanziamento di programmi ed interventi ai sensi dell'art. 8 della legge 46/92 vengano prioritariamente impegnati per gli interventi di edilizia scolastica richiesti dai Comuni. I Comuni fanno una serie di interventi: illuminazione pubblica, fognature, tante cose. Segnalo, fra l'altro, che un'associazione terza quale Legambiente ha pubblicato la graduatoria sullo stato di rischio degli edifici scolastici in Italia e mette la regione Marche al quinto posto, dietro l'Abruzzo, la Sardegna, la Campania, la Sicilia, la Calabria. Questo segnala la gravità della situazione dell'edilizia scolastica, sottolineata anche dalle richieste pervenute dai Comuni marchigiani: 100 miliardi di richieste per mettere a norma gli edifici scolastici delle Marche. Visto che i soldi nel bilancio non ci sono, almeno utilizziamo prioritariamente quelli che ci sono per l'edilizia scolastica. Almeno su questo la Regione Marche mostri senso di buona volontà.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 8.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12 ter. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Sulla questione del centro di climatologia dell'Osservatorio geofisico sperimentale di Macerata torneremo con un apposito emendamento. Ci sembra che i 60 milioni siano insufficienti per l'intervento da fare su un centro molto importante che ha avuto delle vicissitudini che hanno dell'incredibile, perché la Regione era stata chiamata a suo tempo e tempestivamente a partecipare a una ridefinizione societaria. I ritardi che ha avuto nella risposta hanno creato una situazione di semiparalisi per quanto riguarda il personale e le funzioni che vengono svolte in maniera assolutamente originale ed unica. Su questa questione non voterò contro, anche se dovrei farlo per il complesso del bilancio. Mi asterrò, tenendo conto del fatto che chiedo anche un'integrazione della dotazione finanziaria di ulteriori 50 milioni, proprio per il pregresso, perché vi sono stati dei momenti in cui neppure il personale poteva essere pagato per le prestazioni che svolgeva all'interno del centro di ecologia e climatologia di Macerata.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Il centro si sta trasformando, come assetto societario. La proposta è quella di fare una società consortile nella quale le quote che spettano alla Regione Marche corrispondono, sostanzialmente, a quell'impegno economico. Questo per quanto riguarda la strutturazione societaria.
Per quanto riguarda gli aspetti di finanziamento, la Regione interviene con altre forme di finanziamento molto più aziendali come impostazione, cioè le convenzioni per prestazioni di servizi, e qui ci sono cifre di gran lunga più significative, dell'ordine di diverse centinaia di milioni per servizi che vengono dati alla Regione Marche, alla protezione civile, all'autorità di bacino e agli altri settori strategici con prestazioni d'opera che sono, ovviamente, la migliore forma di mantenimento di un'azienda quale questa. In ogni caso la quota iscritta è quella dell'adesione alla società consortile, che dovrà essere oggetto di proposta di legge per questo Consiglio quanto prima, subito dopo che il Comune di Macerata avrà fatto l'adesione, perché per ora soltanto la Provincia ha aderito alla società consortile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 12 ter.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12 quater. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13 bis. C'è un subemendamento a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Questo capitolo prevedeva da molti anni un contributo ai Comuni, in quota parte, di 25 milioni. Di solito nel capitolo erano disponibili 500 milioni che servivano a finanziare circa 20 interventi di piccoli Comuni con scuole in situazione di non adeguatezza rispetto alle norme igienico-sanitarie. Quest'anno il bilancio non prevedeva neppure una lira, in Commissione siamo riusciti a trovare 200 milioni, ma sono una risorsa troppo esigua rispetto alle necessità, quindi abbiamo chiesto di aumentare il capitolo ad almeno 700 milioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. E' un emendamento a cui fa seguito un altro emendamento dello stesso tenore, anche se cambia la cifra. Il collega Ceroni ricordava la discussione che c'è stata in Commissione bilancio dove, alla fine, abbiamo trovato questa quadratura con la maggioranza e l'opposizione, stanziando 200 milioni. Anch'io mi rendo conto essere una cifra non grandissima, però è stato fatto uno sforzo, è stato dato un segnale compatibile con quella che è la costruzione complessiva del bilancio. Quello è stato un momento di sintesi unitaria che avevamo trovato in Commissione indicando quei 200 milioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio non approva)

Decade, pertanto, l'emendamento. Subemendamento 05, a firma Romagnoli, che ha la parola.

FRANCA ROMAGNOLI. Le considerazioni sono le stesse già svolte da Ceroni. La cifra è inferiore, quindi potrebbe essere trovata più facilmente.
Una sola precisazione. E' inutile respingere tutti gli emendamenti al mittente con la solita frase, cioè "si fa mercato", "ognuno cerca di portare avanti demagogicamente un'istanza, tutte sono accoglibili, però il bilancio è stretto". Il bilancio è frutto di scelte politiche, condivisibili o meno, quindi dire che 200 milioni sono pochi è una scelta anche questa. Il fatto che non sia stato stanziato un miliardo lo diremo alle Province, ai Comuni la cui situazione conosciamo. Vi sono scuole che non hanno l'agibilità perché non sono non dico in regola con la 626 ma non sono agibili dal punto di vista igienico-sanitario. E' frutto di scelta, quindi è inutile rispedire ogni emendamento al mittente con la solita frase. Le scelte sono state vostre, di queste voi renderete conto e noi renderemo conto delle proposte di emendamento che stiamo facendo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 a firma Giannotti ed altri. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Riguarda una questione sulla quale il Consiglio regionale si è cimentato in un dibattito ampio e interessante, che ha visto posizioni divergenti anche all'interno della maggioranza. Legato a questa scarsità di risorse diventa addirittura ridicolo: per questo avevamo chiesto di aumentare la dotazione finanziaria. E' comunque l'affermazione di un principio importante: porre sullo stesso piano le strutture scolastiche pubbliche e le strutture scolastiche che pubbliche non sono ma che hanno questo carattere di universalità.

MARCO LUCHETTI. Questo non c'entra.

ROBERTO GIANNOTTI. C'entra, nel senso che abbiamo discusso un pomeriggio intero su questa materia. Non ricordo la posizione che tu hai assunto...

MARCO LUCHETTI. Ho votato a favore.

ROBERTO GIANNOTTI. Il senso della proposta è quello di affermare il principio di estendere la possibilità di accesso allo strumento finanziario attivato dalla Regione per interventi, sul piano della messa a norma degli impianti di sicurezza, su strutture gestite anche da privati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Ricordava bene Giannotti che su questo tema abbiamo discusso in una precedente occasione e per la verità, se non sbaglio, si trattava di un finanziamento dello Stato che in quel caso era vincolato e in aula l'assessore ci disse che non poteva essere utilizzato anche per le scuole private, mentre invece in questo caso trattasi di fondi messi a disposizione dalla Regione. Se parliamo di edilizia scolastica per interventi non differibili, per esigenze di sicurezza o di igiene credo che non possiamo distinguere tra scuole pubbliche statali e scuole pubbliche gestite da privati. Le esigenze di igiene e di sicurezza per gli alunni sono le stesse. Quindi, questo principio dobbiamo trovare i modo per affermarlo. E' chiaro che poi occorre una regolamentazione. Ecco perché presento un subemendamento che aggiunge a questo emendamento le parole "secondo criteri definiti dalla Giunta regionale", cioè la possibilità che a priori non si possano finanziare scuole gestite da privati non mi sembra che sia una politica corretta da parte di questa Amministrazione. La possibilità invece di offrire ai privati condizioni di igiene e sicurezza analoghe a quelle che vengono offerte dalla scuola pubblica è una opzione che deve essere lasciata in campo. La Giunta regionale definirà modalità e criteri, in modo tale da dare garanzie anche agli alunni che frequentano scuole che non sono gestite dallo Stato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Finché è in vigore l'attuale Costituzione questo emendamento è chiaramente anticostituzionale, perché la Costituzione della Repubblica italiana afferma che la scuola privata è libera, ma senza oneri per lo Stato. E' del tutto evidente che un intervento con risorse pubbliche finalizzato a realizzare le condizioni di sicurezza rappresenta un onere per lo Stato a favore della scuola privata. Questo è un punto indiscutibile. Se verrà cambiata la Costituzione da parte del cosiddetto Polo delle libertà — e io mi auguro che non abbia mai le condizioni per farlo — potremo tornare in questo Consiglio regionale a discuterne senza il vincolo costituzionale.
L'attuale normativa approvata in sede nazionale non consente affatto un finanziamento di questo tipo alle scuole private. Non a caso il finanziamento alle scuole private è di tipo indiretto, attraverso il canale del diritto allo studio che nei fatti equipara la scuola privata alla scuola pubblica aggirando il vincolo costituzionale. In questo caso ci troveremmo di fronte ad un finanziamento diretto, addirittura finalizzato a interventi di tipo strutturale nei confronti di edifici privati destinati ad una libera attività imprenditoriale come quella dell'esercizio dell'istruzione privata. Questo è assolutamente al di fuori dell'attuale dettato costituzionale e in conseguenza di ciò deve essere respinto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Condivido le affermazioni del consigliere Andrea Ricci e le sue argomentazioni. Vorrei ricordare, tra l'altro, che con le due ultime leggi finanziarie sono state messe a disposizione delle scuole private di questo Paese risorse a sostegno della didattica, dei progetti delle stesse, quindi credo che non si possa assolutamente affermare che le scuole private di questo Paese non hanno risorse.
C'è inoltre una novità sulla quale credo si dovrà fare una valutazione, non in questa sede e non per questo tipo di intervento. Sono ormai note ai cittadini italiani, perché sono state rese pubbliche in questi ultimi giorni, le scuole private che hanno chiesto di far parte del sistema nazionale. Moltissime sono le scuole anche della nostra regione e a quelle scuole arriveranno ulteriori risorse. Quindi credo che per quanto riguarda questo tipo di intervento si debbano mantenere i criteri a cui abbiamo fatto riferimento, sapendo che comunque interventi e risorse finanziarie alle scuole private o a quelle che hanno chiesto l'integrazione nel sistema pubblico italiano, destinano risorse abbastanza consistenti, per cui la mia convinzione è che si debbano mantenere le risorse destinate all'edilizia scolastica esclusivamente per la scuola pubblica. Avremo comunque occasione di ragionare su questo anche per altra materia, però è bene che il Consiglio sia informato che dalla finanziaria e dalla legge sulla parità scolastica sono arrivate a quelle scuole che intendano far parte del sistema integrato, risorse abbastanza consistenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Sul tema abbiamo opinioni diverse anche in maggioranza. All'indomani anche del varo della riforma costituzionale che ha aperto alla sussidiarietà orizzontale, noi sottolineiamo sempre più la necessità di un nuovo spazio per quanto riguarda la gestione della funzione pubblica, che è diversa dal concetto di privatizzazione che ogni tanto viene argomentato allorché si parla di sussidiarietà orizzontale. La scuola rimane una funzione pubblica e non può non essere disciplinata da norme pubbliche che debbono salvaguardare la universalità e la tutela del diritto allo studio e all'istruzione. Pertanto c'è una divergenza. Spero che piano piano arriveremo a una sintesi, testimoniata da quello che diceva poc'anzi la collega Mollaroli allorché ricordava che si sta andando verso una situazione diversa, anche di sostegno alla cosiddetta scuola privata. Ma quello che deve essere sottolineato — e questo è il nodo che probabilmente non viene colto quando si discute di questa cosa — è che comunque l'istruzione rimane una funzione pubblica, perché anche se gestita dai privati non può non corrispondere, se vuole il finanziamento, a degli indirizzi, a delle scelte che comunque rimangono pubbliche.
Ecco perché da questo punto di vista, per principio noi sosteniamo la tesi di parità che sottolinea anche la novità che deve essere introdotta in un mondo che fino ad oggi ha sicuramente bene assolto la sua funzione. Molti, oggi, rifiutano o ripudiano, purtroppo, un passato storico molto nobile della nostra scuola pubblica e fanno male perché sottolineano solamente un aspetto ideologico che non ha nulla a che cedere con gli obiettivi di un'istruzione decente e doverosa a tutta quanta la popolazione.
Per quanto riguarda la nostra posizione, siamo d'accordo ad accogliere il subemendamento del consigliere Ricci, anche perché qui non c'è uno spostamento di somme, rimaniamo assolutamente fermi nella scelta di non oltrepassare i limiti degli accordi di maggioranza sul discorso dei parametri finanziari e pertanto, siccome si tratta unicamente di un'affermazione di principio, riteniamo giusto accogliere quanto espresso nel subemendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Ormai è prassi che ogni anno ci si debba ritrovare a fare un dibattito su interventi a favore o contro la scuola privata. Ritengo che questo sia un termine errato di discussione; ritengo che chi ha fatto questo emendamento abbia tutti i diritti, ma altrettanto ritengo che l'emendamento debba essere rigettato perché è anticostituzionale. E' diventato uno scontro quasi ideologico a livello nazionale — basti pensare a quanto sta succedendo in altre regioni d'Italia: Lombardia, Veneto — e, se volete, uno scontro anche di natura pre-elettorale. Noi, in questo dibattito stiamo pagando il fatto che si discuta del bilancio in una fase prettamente pre-elettorale, vedi l'emendamento sulla famiglia presentato in precedenza, come se gli interventi sul sociale fossero riconducibili solamente alla legge sulla famiglia. Questo emendamento che ancora una volta prevede finanziamenti alle scuole private dimostra — ed ero sicuro che sarebbe avvenuto questo — una iniziativa politica essenzialmente mirata ad una certa visibilità. Al di là di questo, ritengo che questo emendamento non possa essere accettato e quindi debba essere rigettato, perché anticostituzionale e perché c'è ancora un dibattito nazionale in proposito.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Vorrei intervenire per dare una notizia recentissima, pervenuta con la corrispondenza di oggi e che comunque porta un contributo significativo al dibattito in corso. Duecento milioni non sono una cifra significativa, ma preciso subito che ci sono significativi trasferimenti per l'edilizia scolastica dallo Stato, la cifra esatta l'abbiamo soltanto oggi potuta avere come documentazione, probabilmente ci sono già indicazioni che lo Stato dà su come spendere questi soldi, ma una parte significativa delle indicazioni dovrà emergere da questo Consiglio, soprattutto nell'attuazione dei relativi documenti di spesa. Su questo posso fin da ora prendere atto delle indicazioni emerse, non tanto sul confronto ideologico e politico fa scuola privata e scuola pubblica quanto sulla necessità e sul bisogno, sottolineato dal consigliere Ceroni, di intervenire nella messa a norma di questi edifici che credo sia una delle esigenze più sincere e sentite.
La cifra che è stata segnalata dal Ministero a questo riguardo si aggira intorno ai 14.200 milioni che sono il piano di attuazione del prossimo triennio. Non sono cifre stratosferiche, non risolveranno i problemi delle nostre scuole, ma certo è che sono una cifra di gran lunga più significativa di quello che il magro bilancio regionale può mettere a disposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che ogni tanto questo richiamo ai valori serva a mettere a nudo il cuore vero dei consiglieri regionali. Oggi ha pulsato il "cuore rosso" di Ricci, della Mollaroli, posizioni profondamente ideologiche, cuore ancorato a una visione ideologica...

PIETRO D'ANGELO. Tu lo hai rosso cardinale...

ROBERTO GIANNOTTI. Tu non hai capito niente e adesso ti dico perché. Mi vieni a parlare di costituzionalità di un atto proprio della Regione che non c'entra assolutamente niente... Comunque, questo serve se non altro a recuperare passionalità, entusiasmo. Quanto meno avremo il merito di aver favorito questo chiarimento sul piano culturale fra le singole componenti del Consiglio, però lei sa, consigliere Andrea Ricci, quanto io la stimo per la sua coerenza, quanto meno: in questo Consiglio di incoerenti debbo dare atto a lei e al gruppo che rappresenta una coerenza di fondo ed una impostazione lineare, però mi aiuti. Intanto stiamo parlando di una somma ridicola, 200 milioni stanziati dalla Regione per interventi che servono, sì e no, a mettere a norma cinque asili nelle Marche. Questo la dice tutta sulla lungimiranza e sulla capacità della Giunta regionale di fare scelte, anche in questo campo.
Non è possibile che quando si parla di queste cose torniate sempre ad accampare la scusa dell'attività imprenditoriale. Perché, come Regione non interveniamo per aiutare, giustamente, la cooperazione sociale che sappiamo a che parte fa riferimento? (Interruzione). Perché, non è la stessa cosa? Si confonde la scuola pubblica gestita da associazioni senza fini di lucro con la scuola privata gestita da privati per fini di lucro? Credo che lei non ci ritenga così miopi, tanto da pensare di difendere qui posizioni di privilegio, abbiamo sempre posto l'accento sulla difesa della scuola pubblica gestita in forma cooperativa. E allora, non si posso usare un peso e due misure. Per la cooperazione sociale riconosciamo e sosteniamo l'attività d'impresa, seppure carica di quei significati, e per la scuola diciamo cose diverse? Non credo. Cerchiamo di essere coerenti con le nostre posizioni, diamo un giudizio rispetto al quale non riteniamo che questo sia compito della Regione. Non scomodiamo, però, luoghi comuni. Poi arriveremo a parlare di questa questione in maniera più approfondita, qui non c'è un problema di costituzionalità, c'è un problema di scelte, e debbo ricordare a tutti i consiglieri, anche quelli più giovani, che questa Regione per 15 anni ha realizzato interventi di questa natura, senza che nessun commissario di Governo mettesse in discussione la legittimità di questi atti. A bilancio, fino a due anni fa c'erano 500 milioni spesi per interventi sulle strutture delle scuole materne autonome della nostra regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento all'articolo 13 bis, che propone di aggiungere il seguente comma: "Il contributo di cui al comma 1 può essere concesso anche per interventi nelle scuole private secondo criteri definiti dalla Giunta regionale".

UMBERTO TRENTA. Presidente, a nome anche dei consiglieri Giannotti e Castelli chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 16.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Favia assente
Franceschetti assente
Gasperi assente
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri sì
Melappioni no
Minardi no
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe sì
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi assente
Spacca assente
Tontini no
Trenta sì
Viventi assente
Agostini no
Amagliani no
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini assente
Castelli sì
Cecchini no
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio no
D'Angelo no
Donati sì

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 13 bis. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Stimolato e provocato dal consigliere Giannotti, intendo rispondere, sia pure lapidariamente, ad alcune obiezioni fatte.
In primo luogo, se questa Regione ha finanziato per vent'anni le scuole private, sappiamo che ha commesso un atto illegittimo dal punto di vista costituzionale. D'altra parte di atti illegittimi, illegali nei vent'anni che hanno preceduto questa maggioranza, in questo Consiglio regionale ne sono stati commessi tanti, molto più gravi di quelli relativi al finanziamento delle scuole private.
Il consigliere Giannotti evidenziava il fatto che l'attività imprenditoriale viene finanziata da molte leggi e provvedimenti regionali e statali e, conseguentemente, sarebbe fittizia la motivazione che dice che l'attività imprenditoriale di tipo scolastico non deve essere finanziata. Di nuovo, per tornare al tema della costituzionalità, faccio rilevare che anche nella Costituzione italiana esiste la stessa differenza: mentre non c'è nessun espresso divieto di finanziare la libera impresa, di sovvenzionare, di incentivarla, vi è invece il divieto di sovvenzionare la scuola privata.

ROBERTO GIANNOTTI. Non è vero.

ANDREA RICCI. E' vero, sappiamo tutti che è vero, finché la Costituzione rimane questa, poi si vedrà.
Perché avviene questo? Perché la funzione scolastica e dell'istruzione è una funzione particolare, perché la scuola privata può essere una scuola di tendenza, di parte, confessionale oppure ideologica. Ed è per questo che è libera, perché così deve essere. Vi deve essere la libertà anche di impiantare sistemi di istruzione che corrispondano ad una precisa tendenza religiosa, ideologica, culturale, economica, ma questa tendenza non può pretendere di avere un finanziamento pubblico, perché in realtà compito dello Stato è quello di garantire il pluralismo culturale, una formazione il più possibile aperta e non chiusa, ideologica, confessionale, imprenditoriale. E' questa la motivazione per cui la Costituzione prevede "senza oneri per lo Stato".
D'altra parte non è vero che oggi l'attività della scuola privata rientra nell'ambito della funzione pubblica, perché a tutt'oggi gli insegnanti sono discrezionalmente scelti dalle scuole private senza nessun meccanismo concorsuale, sulla base di appartenenze ideologiche o confessionali, perché il tipo d'insegnamento, i programmi e le culture che vengono insegnate nelle scuole private sono di parte: confessionali, ideologiche o culturali, di tendenza, non svolgono quindi una funzione pubblica. Quando ci saranno scuole private che avranno una precisa regolamentazione sul piano del reclutamento degli insegnanti, sul piano degli insegnamenti potremo tornare a discutere, allora la contrapposizione tra me e Giannotti sarà di tipo politico, ideologico, culturale, ma oggi credo che rispettare il vincolo costituzionale rappresenta una garanzia per rispettare le fondamentali regole di democrazia e di pluralismo della nostra Repubblica.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 13 bis.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 quater. Emendamento n. 7 a firma Ciccioli e altri. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Questo emendamento riguarda i cosiddetti "buoni casa". Sul precedente ci siamo astenuti perché è un contributo per il sostegno all'accesso ad abitazioni in locazione, la legge 431. Su questo abbiamo effettuato un intervento emendativo, perché è il diretto intervento della Regione a sostegno della realizzazione di nuovi nuclei familiari e comunque della autonoma sistemazione di nuclei anche in via di costituzione attraverso contribuzioni per l'acquisto di prime case.
Il bando è stato chiuso da poco per quanto riguarda l'accesso delle domande. Abbiamo però dei dati che vengono dai Comuni e che sono stati già oggetto di un monitoraggio da parte del servizio.
Vi è stata una grossa partecipazione al bando e alla richiesta di contributi da parte di nuclei familiari già costituiti e in via di costituzione.
Vi è stata infatti la necessità di una proroga proprio per dare la possibilità ai Comuni di effettuare in maniera compiuta il loro compito di recepimento delle domande e di predisposizione delle graduatorie, seppure provvisorie, perché poi dovranno essere definitivamente vagliate dagli uffici regionali. Una proroga che dovrebbe scadere fra qualche giorno, mi pare il 10 aprile.
La previsione è comunque quella che con i finanziamenti a disposizione fino ad oggi, riusciremo ad evadere pochissime domande, circa 250 domande in tutto il territorio regionale, quando le partecipazioni sono sicuramente dieci volte superiori rispetto a quelle che saranno evase.
Faccio appello a questo Consiglio. Il bando sicuramente avrà efficacia non solo per quest'anno ma probabilmente anche per l'anno successivo, ma interveniamo subito a prevedere una dotazione finanziaria più congrua, in grado di aprire a più nuclei e a più domande la possibilità di dare risposte effettive, che percentualmente vanno dal 20 al 40% su 100 milioni massimi di spesa ammissibile, perciò sono comunque risposte limitate ma che almeno offrono la possibilità alle giovani coppie, ai nuclei in via di formazione, alle persone sole che hanno figli a carico, soprattutto persone handicappate di vedere soddisfatte queste esigenze e questi bisogni che sono primari.
Con questa dotazione finanziaria suppletiva di 9 miliardi riteniamo si possa non soddisfare tutto, però dare la risposta a quasi tutte le domande. Forse triplicheremmo la possibilità di aiuti che sono ad oggi stati richiesti da tanti cittadini marchigiani. Su questo riteniamo il bilancio possa qualificarsi. Infatti demandiamo ad istituire apposito capitolo dello stato di previsione della spesa la Giunta regionale con il mutuo per il piano dei disavanzi.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. La mia non vuol essere una risposta ma una precisazione, nel senso che condividiamo quanto detto dal consigliere Pistarelli. Una piccola annotazione di tipo tecnico. Nella nostra regione abbiamo già circa l’80% delle famiglie con una prima casa di proprietà e credo che questo sia un risultato estremamente significativo anche nella media nazionale. Ma oggi si affaccia sempre di più un nuovo bisogno, o nuovi bisogni che spesso non vanno solo in questa direzione. Questa è una modalità d’intervento che il Consiglio poi ha allargato alle persone sole, alle famigli con situazioni particolari e quant’altro. E’ chiaro che quanto più si allarga il ventaglio tanto più aumentano le domande e, come lei giustamente faceva notare, consigliere Pistarelli, le richieste sono cinque volte di più e non possono essere soddisfatte tutti, perché 9-10 miliardi sono costi significativi, una cifra enorme nella disponibilità di cui stiamo discutendo.
Credo invece che il discorso debba essere caratterizzato soprattutto verso altre forme di bisogno che sono più urgenti, più cogenti, anche più tragiche, cioè non solo nella proprietà ma anche nella possibilità di usufruire di alloggi per situazioni relativamente temporanee che si manifestano soprattutto per le famiglie di immigrati, per chi deve cambiare casa per esigenze di lavoro e quindi ha bisogno di alloggi di media dimensione non solo di proprietà, ma anzi, la possibilità di cambiare spesso alloggio, anche in virtù del lavoro svolto o delle funzioni svolte.
C’è quindi un’esigenza di mercato che sta cambiando e su questa esigenza di mercato che sta cambiando non credo che investire enormi risorse solo in un indirizzo come quello della proprietà sia la scelta migliore. Secondo me e anche secondo i programmi che sono stati fatti, liberare queste risorse nei confronti di iniziative anche pubbliche, come quelle degli Iacp o private, per far sì che si mettano a disposizione, sul mercato, una serie di alloggi che possano essere utilizzati temporaneamente — non è detto che debbano essere per forza di proprietà — è certamente una risposta più efficace al bisogno di abitazione collegato alle modalità di sviluppo e di trasformazione delle esigenze del lavoro che in questo momento urgono nella nostra regione.
Questa è la linea di indirizzo: non favorire solo e unicamente la proprietà, ma favorire soprattutto l’esigenza abitativa, rispondere all’esigenza abitativa che molto spesso è un’esigenza variabile nel tempo e quindi non un’esigenza di stanzialità in maniera assoluta. Non so se questa possa essere una risposta, ma certamente è un indirizzo verso il quale, almeno la Giunta, si sta orientando.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo è un altro degli aspetti più importanti della non politica regionale. Non c'è agli atti anche una proposta emendativa presentata dal nostro gruppo, una richiesta di 9 miliardi così come sollecitato dagli amici di Alleanza nazionale, solo per un errore nella stesura dell'emendamento. Ma sostanzialmente il problema è quello che tutti conosciamo.
Anche in questo settore, sentendo anche le parole dell'assessore, è evidente l'assenza di una politica regionale per la casa, soprattutto per la prima casa, soprattutto per l'esigenza della prima casa da parte dei giovani marchigiani. Quando l'altro giorno, sui giornali, abbiamo detto che era in atto la più grande beffa del 2000 per i giovani marchigiani non dicevamo una bugia. Un bando che attiva una speranza che ha visto presentare fino all'altro giorno 6.000 domande, che attraverso il meccanismo della riapertura dei termini porterà addirittura 10.000 giovani marchigiani a presentare una richiesta di aiuto per realizzare questa aspirazione, ma consentirà solo di soddisfare 258 richieste. Questa è una presa per i fondelli. E' bene che i marchigiani sappiano che è doppiamente una presa per i fondelli, perché le risorse utilizzate non sono risorse regionali, sono i residui dei mutui e dei finanziamenti statali accumulati indebitamente per anni nelle casse regionali. Questo è il fatto gravissimo e qui si dimostra la non volontà politica della Giunta regionale di affrontare un'altra delle emergenze della nostra regione, quella della casa.
Qui non c'è ideologia che tenga. Ditemi che è anticostituzionale anche questo; ditemi che soddisfare la richiesta di...

ADRIANA MOLLAROLI. Il 70% è proprietario di case.

ROBERTO GIANNOTTI. Ma non prendiamoci in giro, colleghi consiglieri. Veramente superate il colmo con queste posizioni di attesa. Capirei più se mi diceste "abbiamo dovuto stringere la cinghia, non gliela facciamo". Abbiate il buon senso di stare zitti e non giustificare l'impossibile. E' evidente la volontà di blindare questo bilancio che non dice nulla, che è un bilancio falso. Arrivo al paradosso che se dovessimo chiudere la Regione domani con questo indebitamento che avete realizzato, ogni marchigiano dovrebbe spendere un milione di tasca propria per ripianare il deficit di 13.000 miliardi. Di fronte a questa mancanza di coraggio sull'edilizia scolastica, sui buoni casa, su altre proposte emendative, sui buoni scuola, quelli approvati da quattro Regioni d'Italia... Ricci, dov'è l'anticostituzionalità? Allora il Piemonte, il Veneto, la Lombardia, l'Abruzzo hanno fatto leggi illegittime? Guarda caso, in seconda lettura sono state approvate dal Parlamento. Non ci venga qui a ripetere cose che non appartengono alla storia di questa Repubblica. Se c'è una illegittimità, questa la rilanci al ministro Berlinguer che ha approvato la legge sulla cosiddetta parità che oggi è attiva, grazie anche al consenso... (Interruzione). Se è stata approvata credo che non sia anticostituzionale.

ROBERTO TONTINI. Con il voto contrario vostro.

ROBERTO GIANNOTTI. Certo... Ho detto "cosiddetta" perché non la consideriamo una legge.
Noi abbiamo presentato sette emendamenti di qualità su emergenze, su situazioni che tengono conto... Presidente, non mi richiami al tempo, perché finisco in maniera brevissima, così come finirà il Consiglio regionale in maniera brevissima, a questo punto. Abbiamo presentato alcune richieste che riteniamo fondamentali, che sono le emergenze che riteniamo siano importanti per la comunità regionale. Abbiamo chiesto 3 miliardi per la famiglia, il raddoppio della votazione di bilancio, abbiamo chiesto l'istituzione dei buoni scuola, cioè 5 miliardi per gli studenti di tutte le scuole pubbliche e private, per il rimborso delle spese. Una legge rispetto alla quale diverse Regioni hanno già attivato provvedimenti legislativi. Abbiamo chiesto 9 miliardi per la casa per i giovani marchigiani. Abbiamo chiesto un miliardo che ci metterebbe in condizioni di attivare politiche per la sicurezza. Dobbiamo purtroppo registrare — lo registreremo con il voto su questi due emendamenti — una blindatura, una chiusura, una volontà di non aprire un minimo di confronto con le opposizioni. A questo punto, se le cose vanno così il bilancio ve lo votate da soli, perché per marcare il nostro dissenso da questo bilancio che affama i marchigiani, io non mi assumo la responsabilità di votare questo atto. Se verrà respinto anche questo emendamento, vi anticipo che abbandoneremo l'aula in segno di protesta rispetto alla chiusura e all'arroganza della maggioranza di centro-sinistra.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. L'intervento del capogruppo, animato come sempre da fervore vero ed autentico mi trova d'accordo su tutto, però farei alcune osservazioni tecniche. Qui parliamo di contributo a fondo perduto per i buoni casa, "Osservazioni sul contenuto del bando approvato dalla Regione Marche con delibera di Giunta regionale 2755 del 18.12.2000". Vado alle osservazioni del bando che è stato ribaltato alle Amministrazioni comunali, creando una grande attesa, perché si parlava di fondo perduto. Logicamente, le classi meno abbienti o i soggetti interessati in condizioni di fare la domanda si sono allertati.
L'articolo 2 riguarda i soggetti che possono fare la domanda. Con circolare esplicativa del 19.1.2001 il Servizio di edilizia pubblica ha ritenuto di inviare delle precisazioni su alcuni punti del bando fra cui il seguente per la categoria delle "persone sole". Può concorrere in questa categoria anche il figlio che, pur vivendo ancora con i genitori ha prodotto redditi nell'anno 1999 e che non risulti fiscalmente a carico dei medesimi.
A seguito di detto chiarimento pervenivano, pertanto, numerose domande (circa 100) di persone che s'individuavano in detta categoria.
Nel recente incontro svoltosi con i funzionari incaricati della Regione lo scorso 20 Marzo 2001, presso l'Hotel Marche, per approfondire e discutere le questioni relative al bando di concorso, veniva invece affermata l'impossibilità per dette persone di partecipare perché la circolare, in ogni caso, non doveva essere considerata come un'estensione dei requisiti previsti nel bando.
Per questa ragione e dato atto che non si è venuti a conoscenza di tale indirizzo regionale, anche se durante il dibattito si è detto che tutti i comuni ne erano stati informati, si rende necessario ed opportuno sottoporre la questione all'esame della Giunta regionale affinché in proposito adotti un provvedimento risolutore.
Non solo questo bando è stato mal finanziato, perché quando si parla di 10 miliardi sì e no raggiungeremo un obiettivo di neanche il 2%.
Per la categoria "giovani coppie" il bando prevede che gli aspiranti coniugi abbiano meno di trenta anni e che contraggano il matrimonio entro un anno dalla data di pubblicazione sul BUR del concorso (7.1.2001) quindi entro il 7.1.2002 e che alla stessa data abbiano meno di trenta anni.
La questione, nonostante i chiarimenti dati dalla Regione, lascia aperti molti interrogativi soprattutto sull'età che dovranno possedere i futuri coniugi nel momento del matrimonio.
Una soluzione, tanto per semplificare, potrebbe essere quella di stabilire che i trenta anni non debbano essere compiuti alla data di presentazione della domanda e che il matrimonio debba essere contratto entro il 7.01.2002.
Art. 2, punto 4 del bando. Prevede che il richiedente non sia proprietario di un'abitazione, o quota parte di essa, nel comune di residenza né nel comune in cui lavora, se diverso, ad eccezione dell'alloggio da recuperare. A tal proposito molti richiedenti hanno ugualmente presentato la domanda pur essendo proprietari di quote nell'ordine di 1/16, tanto per fare un esempio, relativamente ad immobili che hanno in comproprietà con fratelli, parenti etc. e che sono utilizzati da usufruttuari o dai genitori superstiti che ne hanno il diritto di abitazione.
Anche in questo caso si potrebbe ammettere la partecipazione dei predetti soggetti a condizione che la quota di proprietà non consenta il pieno utilizzo dell'immobile ovvero che, per dimensioni, non possa considerarsi adeguato al nucleo dei richiedenti.
Inoltre l'avviso pubblico della Regione Marche, relativo alla proroga al 10.4.2001 dei termini di presentazione delle domande, specifica che per determinare il reddito convenzionale deve prendersi a riferimento il reddito complessivo familiare percepito nell'anno 1999, che la normativa sottopone a imposizione Irpef.
Dalle domande pervenute si è costatato che molti redditi derivano da pensioni esenti dall'Irpef, ad esempio pensioni sociali e/o indennità di accompagno, che per effetto di tale interpretazione dovrebbero essere escluse dal concorso .
Anche su quest'argomento sono, pertanto, necessari dei chiarimenti così come sulla definizione del nucleo familiare che, per questo concorso, viene inteso come la famiglia composta dai coniugi e dai loro figli conviventi fiscalmente a carico nell'anno 1999, escludendo quindi quei nuclei dove vi è la presenza di altri componenti come i figli che, magari solo per quell'anno, non sono risultati a carico per aver lavorato occasionalmente.
Commento: c'è stata una mancata informazione ai Comuni. L'integrazione del fondo, almeno fino a 30 miliardi sarebbe necessaria. Molti Comuni non avranno la possibilità nemmeno di un buono: quanta gente ha lavorato su questi bandi? Quello è lavoro sprecato, quindi mancato guadagno, mancato reddito e comunque funzionari che hanno sprecato il loro tempo. Con questo esiguo fondo non raggiungeremo un risultato idoneo e questo ci mortifica. Bisognerebbe prevedere nel fondo anche un mutuo agevolato, qualcosa che comunque vada ad integrare il penoso bando di questa legge così imperfetta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Questo emendamento assomiglia all'emendamento successivo di Giannotti e ad altre posizioni. Ci troviamo di fronte ad una situazione dirimente. Sono state fatte delle scelte da questa maggioranza politica attraverso una legge che consente i buoni casa, 258, secondo tre possibilità a seconda delle categorie. Se misuriamo 258 con i 246 comuni marchigiani, il risultato è un buono ogni comune, più un ulteriore buono per altri 12 grossi comuni. Se poi togliamo 70-80 Comuni piccoli dove non c'è problema abitativo, ci troviamo comunque a circa 3 buoni casa ogni comune di una certa rilevanza. Siamo in presenza di migliaia di persone che ritengono che attraverso il contributo di un buono della Regione tra i 30-40 milioni dia loro la possibilità di entrare in possesso, attraverso mutui, di una casa. Poiché le regole sono rigide, si tratta di tutte situazioni sociali di coppie giovani o comunque fasce deboli. Visto che questa legge è stata pensata dalla maggioranza che si esprime attraverso questa Giunta, visto che non dobbiamo prendere in giro i marchigiani, per contenermi, perché i funzionari della Commissione e del settore di spesa della Regione mi hanno detto che non era possibile arrivare a un impatto troppo forte mi sono contenuto in un aumento da 258 a 500 buoni casa, cifra modesta. Qualcuno mi ha detto "attenzione alla demagogia". Proprio per essere attenti alla demagogia, siamo andati un po' sotto il raddoppio: non 258 per due, ma abbiamo detto "arriviamo a 500". Tra la legge dell'anno scorso e quella di quest'anno, considerando sempre il buono casa da 30, 35 o 40 milioni a seconda della categoria, ho provato ad arrivare a 500 buoni casa, ma siamo ancora a un livello molto basso. Nei comuni di una certa rilevanza, dove non c'è abbandono del centro storico e altre cose, arriveremo a 8-10 buoni casa da poter costruire, di fronte a una richiesta di qualche migliaia di persone. Non si tratta di una legge minimale, perché è una legge che attiva investimenti, poiché diamo il buono alla giovane coppia o alla persona sfrattata, ma quelli vanno ad acquistare una casa, quindi diamo lavoro a un'impresa edile che dà occupazione, è un volano che mette in co-finanziamento fondi, quindi ci troviamo di fronte a una legge che dà la possibilità ad alcune centinaia di persone di costruire la casa, ma attiva le banche le imprese, dà occupazione, è un meccanismo virtuoso, sia d'impatto per i problemi abitativi sia d'impatto per quanto riguarda l'economia marchigiana. Quindi noi cerchiami minimamente di intervenire su un problema che i vostri Comuni, i Comuni di sinistra chiedono...

FABIO PISTARELLI. Anche i nostri...

CARLO CICCIOLI. Anche i nostri, ma noi siamo all'opposizione, allora ci potrebbe essere un atteggiamento demagogico dei circa 70 Comuni marchigiani governati dal centro-destra. Quindi, tutti questi Comuni chiedono una risposta. Anche quelli orientati politicamente nel segno della vostra maggioranza chiedono di non essere messi nella condizione di fare i capri espiatori di richieste che poi vengono tutte inevase, quindi noi chiediamo una scelta politica su questo emendamento. Addirittura ritenevo che dovessimo dare un segnale fortissimo, e mi hanno detto che la buona amministrazione può suggerire di arrivare da 258 a 500: per quest'anno sarebbe già un grande segnale.
Chiedo allora alla maggioranza, su questo emendamento, di forzare la mano, perché se non c'è comprensione su questo discorso, a questo punto non c'è comprensione su niente e la nostra diventa semplicemente un'azione di sterile testimonianza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Le dichiarazioni dell'assessore Ottaviani sono condivisibili ed anche per questo articolo valgono le considerazioni generali politiche su un bilancio complesso e che tiene conto dei fattori di sviluppo diversificati. Se lo guardassimo articolo per articolo come sintesi tra necessità e possibilità, certamente vi sarebbe una implosione di questo bilancio, considerate le risorse. Tuttavia sappiamo che, pure all'interno del fatto che la casa è un diritto al pari di altri diritti inalienabili garantiti dalla Costituzione, in Italia e nelle Marche l'80% della proprietà non condivide all'80% della popolazione proprietaria di abitazione, perché all'interno di questa percentuale c'è la prima, la seconda, la terza, addirittura la quarta casa, quindi, pure all'interno di una cifra alta e positiva di proprietà delle abitazioni, questo problema comincia ad essere drammatico, soprattutto nelle città. Ecco allora che oltre al problema dei buoni casa che vorrei ricordare a chi fa le sceneggiate come Giannotti, che dice che questo è un bilancio che affama, vorrei ricordare che queste maggioranza democratiche di sinistra e di centro-sinistra hanno istituito e concretizzato il concetto dei buoni casa, che in termini di sinergia di finanziamento mette in moto altri attori, in primo luogo gli enti locali, soprattutto per quanto riguarda il recupero dei centri storici.
Credo che oggi, all'interno della quantità delle risorse emerga un'altra necessità, quella della qualità normativa e crediamo che sia giunto anche il momento di una rivistazione positiva della legge 44/97, quella che demanda la formalizzazione dell'assegnazione di alloggi pubblici di edilizia convenzionata. Il ricavato dalla vendita degli alloggi iniziata tanti anni fa con una normativa di legge nazionale fatta propria dalla Regione, quasi mai viene reinvestito sugli alloggi pubblici. Inoltre, proprio in virtù di questo fatto addirittura i piani regolatori dei Comuni non prevedono più aree da destinare all'edilizia economica e popolare, per cui crediamo che sia necessaria una ricognizione soprattutto per quanto riguarda il concetto di ricongiunzione del nucleo familiare. Quindi siamo in presenza della necessità di maggiori disponibilità economiche ma anche di una normativa che sia più flessibile in favore delle persone. Dobbiamo flettere le norme alle persone e non viceversa.
Per questi motivi prendiamo le dichiarazioni dell'assessore come positive, perché sono evolutive e danno il quadro di una situazione in movimento. All'interno di questo crediamo che si debba fare uno sforzo più complessivo, proprio perché la casa è un diritto sancito dalla nostra Costituzione e quando parliamo di diritto alla casa non possiamo più soffermarci ad una stazionarietà o staticità di tipo regionale o nazionale ma vediamo che c'è un'evoluzione più complessiva, perché ormai la società è talmente multietnica che anche le Marche farebbero fatica, a meno che non accettassero una visione chiusa di concetto di "marchigianità" o di nazionalità.
Proprio l'altro ieri un'azienda della provincia di Ancona ha assunto 150 persone in un solo giorno, in larga parte cosiddetti "extracomunitari", in maggioranza donne. Occorrerebbe che la società si ricordasse di queste persone non solo quando servono per farle lavorare, ma anche per dare loro un diritto primario come l'abitazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Per evitare ripetizioni volevo fare solo una brevissima osservazione. Ciò che mi ha più colpito della valutazione dell'emendamento da parte della maggioranza, è la giustificazione fornita dall'assessore Ottaviani, che non ha detto "ci sono ristrettezze finanziarie, non possiamo sovvertire l'equilibrio del bilancio", cosa che poteva anche essere, se non accettata, comunque assimilata e ritenuta plausibile, ma ha invece considerato non giustificato il tipo di principio di questa legge, di questo intervento. Allora ci chiediamo per quale motivo nel breve lasso di un anno è cambiata la valutazione della Regione Marche in ordine al tipo di incentivo in favore di questa problematica del buono casa. Non dimentichiamo, fra l'altro, che i 10.300 milioni che andranno in spesa del 2001, in realtà erano stati inseriti nel bilancio di previsione del 2000 e a questo punto — non vorrei essere aspro e cattivo nella polemica politica proprio oggi che è il compleanno del Presidente della Giunta — vi è da pensare su uno stanziamento nel 2000, anno elettorale, rispetto a un provvedimento di cui oggi stesso la maggioranza misura la propria contrarietà concettuale. Io dico la mia: in realtà non so se le percentuali che riguardano i titolari di case in proprietà siano quelli detti dall'assessore Ottaviani; certo che in riferimento a questo problema veramente viene da ricordare le strofe che Trilussa dedicava al pollo: la statistica è quella scienza per la quale se una persona mangia due polli al giorno e un'altra non ne mangia nessuno ci dice che tutti e due sono pasciuti allegramente da un pollo ciascuno.
Quindi la mia considerazione è questa: è probabile che l'intervento a pioggia evidenzi dei limiti, perché probabilmente una politica seria in favore dell'acquisto della prima casa deve tener conto di una rimodulazione dei criteri per l'assegnazione delle case di edilizia popolare e probabilmente potrebbe suggerire uno stanziamento che vada ad impinguare fondi per la costituzione dei consorzi fidi, per intervenire sui tassi d'interesse perché questo non sia più un aspetto così allarmistico della problematica dell'acquisto, visto l'andamento dei tassi, ma non possiamo non rilevare che dietro questa operazione dei buoni casa sorge legittimo il dubbio che si sia trattato di un'operazione elettoralistica, probabilmente portata a maturazione nel 2001 ma concepita proprio nel 2000. Non dimentichiamo che si tratta infatti di fondi reiscritti nel bilancio 2001, che erano stati probabilmente rastremati con fondi di provenienza statale dell'anno scorso e che oggi, purtroppo, manifestano tutti i loro limiti. Una promessa che oggi viene a passare a maturazione. Oggi i cittadini sono stati allettati e probabilmente ogni consigliere regionale deve scontare giornalmente la richiesta dell'amico che dice "ma cosa si può fare per il buono casa? Ci possiamo rientrare?". E' un tipo di provvedimento che ci auguriamo non venga riprodotto in questi termini, perché diversamente dovremmo ricorrere a valutazioni di finanza creativa e di promessa più o meno elettoralistica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Su questo punto i ragionamenti sono stati fatti utilizzando tutti i toni: quelli dell'attacco politico, quelli del contenuto e della sostanza. Non vogliamo esagerare, però siamo sicuri che questi sono argomenti qualificanti di una politica regionale, se essa vuol essere in grado di rispondere a esigenze e bisogni veri. Il bando è stato concepito da questa Giunta regionale che ha anche confrontato al suo interno varie richieste. E' stato fatto pensando a quali procedure venivano attivate e a quali soggetti venivano indicati come beneficiari possibili. C'è stata una meditazione, oltre che una mediazione, all'interno della Giunta, perché abbiamo visto allargarsi la possibilità di proporre domande, non restringerle. Noi vi chiediamo di essere coerenti con questa scelta, di far sì che non sia solo un manifesto appeso nelle varie Amministrazioni comunali, un buttare l'amo di un possibile beneficio per poi tirare su quasi nulla da parte dei cittadini marchigiani. Vi chiediamo di essere coerenti. Ecco perché è inaccettabile quello che dice l'assessore che parla di immigrato ecc. Qui stiamo parlando di un bando che è stato concepito dalla Giunta a cui l'assessore appartiene. Allora, o crede a queste politiche oppure non ci crede. Le possibilità non sono altre. Fare la scelta almeno di raddoppiare la possibilità di dare benefici effettivi a chi ha fatto domanda, è una cosa di prioritaria importanza per tentare di qualificare il bilancio e soprattutto di dare segnali che siano anche di una apertura intellettuale al dibattito che diventa anche confronto fattivo e non gioco di parti. Quando Ciccioli dice "non ci lasciate il ruolo e il compito della semplice testimonianza" dice questo, dice che il confronto deve raggiungere anche una sua concretezza, un esito fattivo, perché se è così noi ripeteremmo stancamente, anche negli altri emendamenti, quella che è una parte da recitare, ma poi sappiamo che questa comunque avrà esiti negativi. In qualche caso si possono dare segnali, questa è l'occasione, un'occasione che è qualificata e qualificante.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei colleghi Romagnoli e Novelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Viste le premesse mi pare che ci sarà un'accelerazione nella conclusione serale del Consiglio sul bilancio.
Per quanto mi riguarda sono pronto a presentare una mozione d'ordine per approfondire il quesito posto dai colleghi su questo punto che, però, è collegato anche con altre scelte che riguardano diritto allo studio, famiglia, sostegno alla piccola impresa. Se la maggioranza ha bisogno di un approfondimento, se c'è bisogno di una sospensione sono pronto a presentare una mozione d'ordine che faccia complessivamente riflettere, quindi attendo su questo una risposta. Se questa possibilità di approfondimento, di risposta non c'è, allora aggiungo a quanto detto dai colleghi soltanto una riflessione.
Non sono intervenuto prima e mi sono trovato d'accordo sui precedenti emendamenti per la condivisione dei quali ringrazio i colleghi Luchetti, Donati e Ricci per il voto espresso sulla questione dell'edilizia scolastica. Mi consta che per quanto riguarda il diritto allo studio e il sostegno al turismo delle zone montane — abbiamo presentato una proposta di legge ad inizio legislatura per l'intervento sui costi di gestione, di costruzione degli impianti di risalita — che la Giunta stia preparando una proposta di legge analoga, diversa forse per qualche aspetto.
Come si sa, già nella precedente legislatura una proposta di legge dei consiglieri Pupo e Meschini è stata ferma per tantissimi anni e la legislatura si è conclusa senza alcuna possibilità di approdo per questa legge. Noi l'abbiamo ripresentata e io credo che sia nella legittimità totale dei consiglieri, della maggioranza, della Giunta di apportare tutte le modifiche che vogliono, ma ricominciare da capo con un'altra proposta su questo e sul diritto allo studio dà l'impressione di ricercare a tutti i costi un motivo di scontro che sinceramente non vedo, non ne avverto la ratio. Questa cosa ci ha lasciato alquanto perplessi. Io sono qui solo da un anno, non so se anche precedentemente si seguiva una determinata prassi, ma se si ritiene giusto almeno l'impianto iniziale, perché interviene su una materia, tenta di disciplinarla, intervenire per rimuovere il primo disegno e impiantarne un altro completamente diverso mi sa di una strategia veramente elettorale di cui qualche volta si vuol accusare la minoranza, ma nella quale si cade, forse per volontà di imitazione frettolosa — questo è un virus nazionale: ormai i poli si rincorrono per imitazione — mentre se ne potrebbe veramente fare a meno.
Protesto formalmente se questa è la strategia della Giunta di cui sono stati informato negli ultimi tempi, protesto formalmente per questa strategia, chiedo alla maggioranza di riflettere, perché mi pare che accada molto spesso in tante amministrazioni che ci siano emendamenti che la maggioranza può condividere, anche se non nella loro totalità, ma liquidarli così, con un blocco di votazione maggioranza-minoranza credo che non giovi neanche alla maggioranza che governa questa Regione. In questo momento, accogliere qualcosa potrebbe essere anche strategicamente utile all maggioranza stessa. Chiedo quindi una riflessione supplementare. Se questa riflessione non ci sarà mi vedrò costretto, aggiungendo anche la parte di protesta che ho illustrato adesso, ad abbandonare l'aula.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Vorrei fare delle precisazioni che riguardano alcuni aspetti sottolineati in precedenza.
Certo è che non pretendo di dare risposte o fare controproposte, ma credo che siano nel dibattito di questo bilancio le sue difficoltà nella quantità della spesa, ma una riflessione va fatta su questa legge. La legge è stata applicata così come decisa in questo Consiglio. Il bando riflette sostanzialmente, se non per ulteriori precisazioni, che sono state ancora necessarie, come prima sottolineava il consigliere Trenta, per un'ulteriore proroga, perché ci sono state delle difficoltà nelle interpretazioni. Ma il bando è sostanzialmente un'applicazione di quelle indicazioni fornite dalla precedente legislatura di questo Consiglio regionale. Quindi non ci sono aspetti estremamente personali messi dall'assessore in questo bando, ma si interpretano fedelmente le indicazioni che venivano date dalla delibera del febbraio 2000.
Per quanto riguarda quindi questo bando, credo che margini di rimessa in discussione non ce ne siano, di fatto, perché ciò creerebbe soltanto disorientamento fra coloro che hanno avuto queste aspirazioni. Cosa ben diversa è la riflessione, se si vuol fare, sull'efficacia di questa strategia. Se la strategia applicata viene riconosciuta da questo Consiglio non sufficiente, non rispondente alle esigenze e quindi sono necessari altri percorsi, altre modalità di finanziamento, altre modalità d'intervento pubblico a favore della prima casa, questo è nei poteri discrezionali di questo Consiglio che da subito può avviare una riflessione seria e articolata con proposte e la Giunta le recepirà. Nulla vieta di fare proposte diverse da un'applicazione della legge che ha visto i suoi limiti nella disponibilità del contributo a fondo perduto come un elemento limitante, nonostante la cifra non certo modesta, ma un numero di famiglie o di coppie che avranno questo tipo di contributo. Certo è che noi stiamo applicando delle indicazioni già decise in questo Consiglio regionale.
Credo a questo punto di interpretare la volontà anche della maggioranza, oltre che quella della Giunta, essendomi già sentito con il Presidente, dichiarando la disponibilità a prendere in seria considerazione eventuali modalità di modifica di questa forma di incentivazione all'acquisto della prima casa per quanto riguarda nuove proposte che potrebbero venire con l'utilizzo di ulteriori residui che si renderanno disponibili.
Va però fatta una piccola parentesi sulla politica della casa. La politica della casa fino adesso è stata fatta grazie ai fondi Gescal e ai contributi di trasferimento dello Stato. E' bene che questo Consiglio sappia che i fondi Gescal con l'anno 2000 sono finiti, non ci sono più o non ci saranno più trasferimenti dallo Stato dopo l'ultimo introito da parte dello stesso dei fondi del 2000. Questo è il vero problema di cui ci facciamo tutti carico, nel senso che certamente questo è un problema non solo di maggioranza o di minoranza ma riveste una seria necessità di reperire fondi economici per la politica della casa. Giannotti chiama questi residui, ma non sono residui: ci sono ritardi nella spesa che vedono tra l'altro la Regione Marche tra le prime che hanno avuto capacità di spesa. Certo è che nei prossimi 18 mesi utilizzeremo ancora questi che Giannotti chiama "residui", ma che sono fondi degli anni 1999 e 2000, per poter attuare una politica della casa. Dopo il 2002-2003 non avremo più fondi a disposizione provenienti dai contributi Gescal. La Regione Marche è indietro di due-tre anni: una media che la pone tra le prime Regioni nella capacità di spesa. Vi sono Regioni che stanno molto più indietro e che non hanno utilizzato i fondi precedenti, noi siamo tra quelle che li hanno spesi meglio e in tempi più rapidi. Da oggi va avviata una serie riflessione politica su dove attingere risorse per una corretta politica della casa. Il dibattito si apre qui, oggi, all'indomani della fine dei trasferimenti statali, sia per la politica scolastica sia per la politica della casa. Questa è la sfida che ci troviamo di fronte, verso la quale l'assessorato si sta già muovendo in un rapporto interassessorile con l'assessore Secchiaroli per quanto riguarda una seria politica sociale in questo senso. Molte altre forze economiche e sociali dovranno partecipare alla costruzione di una seria politica della casa. Non si potrà più pensare a questi fondi di trasferimento dello Stato provenienti dagli stipendi dei dipendenti pubblici in genere o dei dipendenti a stipendio fisso. Da oggi o da qui a un anno si apre una grossa e seria riflessione politica su questo argomento, che investirà certamente anche le finanze regionali. Credo che questa sia la sfida più grossa che dovremo affrontare nei prossimi anni.

PRESIDENTE. Prego di porre in votazione, per appello nominale, l'emendamento, a partire dal numero 3.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini assente
Castelli sì
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio no
D'Angelo no
Donati no
Favia assente
Franceschetti no
Gasperi assente
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri sì
Melappioni no
Minardi no
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe no
Rocchi no
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca no
Tontini no
Trenta no
Viventi assente
Agostini no
Amagliani no

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento all'emendamento n. 8 a firma Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei consiglieri Trenta e Ceroni.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 17.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Franceschetti no
Gasperi assente
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri sì
Melappioni no
Minardi no
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe no
Rocchi no
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca assente
Tontini no
Trenta sì
Viventi assente
Agostini no
Amagliani no
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini assente
Castelli sì
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio no
D'Angelo no
Donati no
Favia assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Decade quindi anche l'emendamento n. 8.

ROBERTO GIANNOTTI. L'esito di questa votazione riassume la posizione della maggioranza rispetto alla quale non ci stiamo e, per marcare questa nostra dissociazione da tale atteggiamento di chiusura, non proseguiremo nella discussione del bilancio, abbandonando l'aula in segno di protesta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Credo che l'atteggiamento della maggioranza sia un errore politico che ricade sui marchigiani, sulle iniziative che abbiamo pensato di prendere, ma sarebbe stato assai più producente accettare questo tipo di impostazione perché comunque avrebbe prodotto consenso nei confronti della maggioranza e del Governo di questa Regione. A questo punto ci troviamo nella condizione di non avere ruolo e l'unica nostra possibilità è quella di non partecipare, per lo meno al prosieguo della votazione della proposta di legge 46, a seguito di questa decisione politica, non solo legata al problema della casa ma legata anche a un rapporto con l'opposizione. Nel momento in cui si chiede qualcosa che non ha un aspetto ideologico ma che è un provvedimento nei confronti di fasce deboli di popolazione marchigiana, e si hanno queste risposte, non possiamo che scegliere un atteggiamento di protesta. Ovviamente faremo delle dichiarazioni alla stampa e questa cosa cercheremo di far conoscere ai cittadini marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. A me sembra che a questo punto tocchi alla maggioranza, nella persona del suo responsabile di dare una risposta alla minoranza, una risposta assolutamente priva di iattanza e che richiama ai principi fondamentali. Il bilancio è l'atto fondamentale di governo e di programmazione, un atto che viene costruito insieme ma sul quale la maggioranza, una volta che ha raggiunto una sua non facilissima, non sempre ferrea posizione condivisa, la mantiene. E' il minimo che si possa chiedere a una maggioranza. Quindi non è chiusura alla minoranza, ma una maggioranza che ha raggiunto un accordo, sentendo anche, in qualche caso, la minoranza, e poi, una volta raggiunta questa posizione la mantiene. Non è un dato di disprezzo verso la minoranza... (Interruzione del consigliere Giannotti). Io non entro nel singolo emendamento, dico che è un progetto complessivo che la maggioranza pensa di dover approvare rigorosamente mantenendo la linearità e la coerenza con un percorso che ha costruito con fatica, questo è il dato. Quindi non c'è nessuna iattanza verso la minoranza ma c'è soltanto una minoranza che esercita il suo ruolo.

CARLO CICCIOLI. Noi intendiamo allontanarci dall'aula sull'atto 46. Speriamo che ci sia un atteggiamento diverso di apertura sulla proposta di legge 47. Siccome il Presidente ha detto che è un atto politico di responsabilità della maggioranza, su questo chiediamo e vedremo se sull'altro atto vi sarà un atteggiamento diverso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione in seduta notturna.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 15.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 bis. Subemendamento 009. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Decade l'emendamento O9.
Pongo in votazione l'emendamento n. 9.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 16 bis emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 quater. Subemendamento 010. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'emendamento n. 10.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 16 quater emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 quinquies. Subemendamento 011. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'emendamento n. 11.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 16 quinquies.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 sexies. Emendamento n. 11 bis della seconda Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 16 sexies emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 septies. L'emendamento dell'assessore Spacca è ritirato. Pongo in votazione l'articolo.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 13 a firma Spacca e Rocchi. Sono ritirati.

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 14 del consigliere Ciccioli, che introduce l'articolo 17 bis/A. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 15, subemendato dal consigliere Pistarelli. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio non approva)

L'emendamento n. 15 viene ritirato.
Articolo 18. Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 18 emendato.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 18. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 19. Emendamento a firma Luchetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 19 emendato.

(Il Consiglio approva)

Emendamento 20. Lo pongo in votazione. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Prendo atto della decisione della maggioranza di non approvare l'emendamento. Tra l'altro è stato presentato all'ultimo minuto questa mattina un parere del dirigente la cui attendibilità voglio verificare relativamente all'incompatibilità. Mi dispiace, perché qui ci sono impegni assunti da anni verso centinaia di famiglie di agricoltori. Penso che non sia molto coerente prima impegnarci e poi non mantenere gli impegni assunti, comunque mi riservo di verificare successivamente l'attendibilità della nota che c'è stata che lo ritiene incompatibile.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. L'emendamento 20 viene quindi ritirato.
Articolo 19 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 ter. Subemendamento 021. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 22 a firma Franceschetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 23 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. C'è stato un grande dibattito sulla questione dei cani randagi, dell'applicazione della legge regionale votata da quest'aula, sulla quale non è stata messa una lira. Se l'assessore e la Giunta hanno ritenuto di non dover inserire alcunché e la maggioranza ha deciso di bocciarlo, non posso che ritirarlo.

Articolo 20 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 bis. Emendamento n. 25 a firma Mollaroli ed altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 23 bis. Emendamento 25 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 23 bis emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 32. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 34. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 35. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 36. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 37. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 37 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 26 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 38. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 39. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 40. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 40 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 41. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 42. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 43 Emendamento n. 27 a firma Ceroni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 43.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento n. 000028 a firma Melappioni e Franceschetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento n. 00028, a firma Melappioni e Franceschetti. Ha la parola l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Si tratta di azioni che abbiamo messo, perché anche dal confronto con i direttori generali riteniamo che sia una modalità più chiara per cercare di intervenire sull'appropriatezza della spesa sanitaria. Il primo punto riguarda l'autorizzazione per tutto quello che viene speso sopra i 200 milioni nell'ottica di beni durevoli. L'altro è l'applicazione della 502 per cui ribadiamo il concetto che c'è già nella legge nazionale sulla possibilità di rimuovere il direttore generale quando esce fuori dagli obiettivi economici concordati, quindi dal preventivo. L'altro riguarda le consulenze. Come voi sapete abbiamo chiesto alle aziende di sospendere ogni tipo di consulenza e con questo ci impegniamo a emanare entro breve direttive chiare sull'utilizzo appropriato delle consulenze, che ovviamente devono essere finalizzate agli scopi dell'azienda, non devono sostituirsi a funzioni che ci sono già all'interno e comunque devono essere strettamente necessarie. Il punto sul quale c'era un po' d'inquietudine riguarda la consulenza di tipo sanitario. Qualcuno mi aveva chiesto di toglierla, altrimenti potrebbe bloccare le funzioni, ma questo è un impegno da parte nostra ad accelerare questo percorso, quindi riteniamo che anche per le consulenze sanitarie, al di là del fatto che siano indispensabili, siamo in grado di dare delle direttive.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questo aspetto è molto delicato. Noi condividiamo le preoccupazioni dell'assessore rispetto al contenimento degli sprechi e di consulenze improprie. Sarebbe opportuno che prima del termine del Consiglio si producesse un ordine del giorno affinché questa prerogativa di contenimento della spesa non significasse la riduzione o i tagli dei servizi sanitari o di tipo sanitario, perché talvolta l'interpretazione esclusivamente di fredda tecnocrazia dei direttori generali può portare a questo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 00028.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento 0028 a firma Franceschetti e Melappioni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento 028 a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 28 a firma Melappioni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 44. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 45. Emendamento n. 29. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. All'articolo 45 si parla dei beni della Regione non utilizzati. All'interno della possibilità di trasferire la proprietà di questi beni, si relegano i Comuni ad un ruolo di subalternità, tant'è che si dice che le proprietà vengono passati alle Comunità montane e possono essere trasferite con le stesse modalità anche ai Comuni dopo che le Comunità montane abbiano esaurito la richiesta. Sarebbe opportuno dire "Comuni e/o Comunità montane".

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 29.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 45 emendato.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 30 a firma Moruzzi e D'Angelo. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 46. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Passiamo agli ordini del giorno. Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 1 presentato dal consigliere Ceroni.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 2, sempre presentato dal consigliere Ceroni. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Su questo ordine del giorno e su quello precedente voglio fare un'annotazione, perché il consigliere Ceroni — mi dispiace che non sia presente — ha fatto un intervento per chiedere che si cambino, con disposizione del Consiglio regionale, delle priorità che invece debbono dare obbligatoriamente le Province. La Conferenza delle autonomie locali è demandata proprio a stabilire le priorità e noi a quelle ci dobbiamo attenere. Non è che il Consiglio regionale, facendo una forzatura nei confronti di quelle priorità può cambiarle.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 3 presentato dal consigliere Ceroni "sulla situazione economica della Regione Marche, alla luce della legge appena approvata sul federalismo".
Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)
All'inizio di questo Consiglio decidemmo di passare alla votazione finale dopo l'approvazione dell'articolato della proposta di legge n. 47 per concentrare il dibattito, ma visto che non mi pare ci siano dichiarazioni di voto, pongo in votazione la proposta di legge n. 46 così come emendata e comprensiva degli ordini del giorno e del coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Passiamo alla votazione della proposta di legge n. 47.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Emendamento n. 1 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 7 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Subemendamento a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade anche l'emendamento n. 2.
Emendamento n. 3 a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 4 a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 5 a firma Castelli e Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 7 a firma Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento n. 08 a firma Massi e Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 8 a firma Massi e Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 9 a firma Massi e Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 10 a firma Spacca. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento n. 011 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 11 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 12 a firma Massi e Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento n. 013 a firma Massi e Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 13.
Emendamento n. 14 a firma Pistarelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 15.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 18. Emendamento n. 15 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 16 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 17 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 18 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento n. 019 a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 19.
Subemendamento n. 020 a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 20.
Subemendamento n. 021 a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 21.
Subemendamento n. 022 a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 22.
Emendamento n. 23 a firma Spacca. Viene ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 18.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 25. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 32. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 34. Emendamento n. 24 a firma Castelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 025 a firma Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 25.
Emendamento n. 26 a firma Castelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 27 a firma Castelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 28 a firma Castelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento n. 029 a firma Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 29.
Pongo in votazione l'articolo 34.

(Il Consiglio approva)

Articolo 35. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 30. Si tratta del coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Passiamo agli ordini del giorno. Il primo riguarda la politica industriale ed è a firma di Ascoli, Silenzi, Tontini e Moruzzi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno n. 2: "impegna la Giunta ad impiegare la spesa complessiva di 22 miliardi a carico del capitolo Attuazione di progetti speciali di competenza regionale", a firma Melappioni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno n. 3 a firma Trenta. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l’ordine del giorno n. 4, a firma Silvana Amati, che recita: “Impegna la Giunta regionale ad avviare immediati contatti con la Provincia di Ancona e ad assegnare alla stessa parte del finanziamento necessario...”.

SILVANA AMATI. Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SILVANA AMATI. Siccome non è presente la minoranza e non ho alcuna intenzione di fare una forzatura, chiedo che resti a verbale una dichiarazione del Presidente della Giunta che mantenga l’impegno su quanto, negli incontri tra Giunta provinciale di Ancona e Giunta regionale Marche sembra — io non ero presente — sia emerso. Qui c’è un problema relativo al raddoppio della statale 16 e alla possibilità, per la Provincia, di poter fare progettazione con una condivisione delle spese.
Il preferirei votare l’ordine del giorno, comunque per poterlo ritirare vorrei una dichiarazione del Presidente della Giunta a intervenire materialmente rispetto all’importanza strategica della statale 16 — tra l’altro riguarda tutta la costa marchigiana — relativamente agli impegni assunti con la Giunta provinciale di Ancona.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Secondo noi è opportuno che questo ordine del giorno venga ritirato o quanto meno modificato, perché il problema delle infrastrutture purtroppo riguarda tutta la regione, quindi non è un problema di questa o quella provincia. In secondo luogo credo che sul gioco delle parti della competenza delle progettazioni si debba fare chiarezza una volta per tutte. Il nostro gruppo ha presentato una mozione da ormai molti mesi. Spesso le infrastrutture non si fanno perché non si sa di chi è la competenza della progettazione e talvolta è successo che qua e là si perdano i finanziamenti. Quindi invito il consigliere Amati, che pure pone un problema reale della statale 16 come asta non solo della provincia di Ancona, a ritirare l’ordine del giorno, poiché, essendo la questione più complessa, non è opportuno inficiare con un ordine del giorno importante, comunque localistico, una discussione sul bilancio che ci ha visti molto impegnati.
Colgo questa occasione conclusiva sul bilancio, per rimarcare da un lato il voto positivo del nostro gruppo e dall’altro, se ce ne fosse ancora bisogno, per richiamare il comportamento di questa destra che, irridendo l’istituzione massima delle Marche in maniera indifferente abbandona l’aula. Questa va denunciata ai cittadini come una sceneggiata di cattivo gusto e soprattutto come un fatto antidemocratico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. O rinviamo la discussione, oppure facciamo una cosa unitaria che impegni la Giunta a finanziare tutti i progetti attribuiti alle Province che le stesse stanno portando avanti relativamente alla viabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Intervengo su questa questione, perché il raddoppio della variante 16 che collega Castelferretti alla Baraccola — si tratta di questo — è uno scandalo. Era stata finanziata l’opera con la bellezza di 40 miliardi nel novembre del 1986 con la “legge Marche-Friuli”. La Regione ha ritardato il passaggio della progettazione alla Provincia in quanto erano stati dati i soldi e non erano stati indicati i progettisti che competevano alla Regione ed è stato perduto tantissimo tempo, prima per colpa della Regione, poi per colpa della Provincia. Poi lo stesso tratto è stato rifinanziato con 60 miliardi. Con il discorso-Anas ed altre cose si è ripulito nuovamente il cassetto e quest’opera, che è necessaria, perché di morti su quella strada ce ne sono stati a iosa, non è mai stata fatta. Occorre che si metta fine al problema, perché non è possibile andare avanti così. Si chiami in causa l’Anas, si faccia quello che si deve fare. Qui ci sono delle responsabilità oggettive, Presidente. Questa questione è una vergogna, perché con i soldi dentro il cassetto non siamo stati in grado di fare questa strada. Non è un problema di campanile ma di sicurezza, perché se viene bloccata quella strada — e ogni tanto si blocca, perché c’è un tunnel strettissimo — si blocca addirittura la città, e l’abbiamo visto più volte, soprattutto d’estate. E’ un, disastro sia sul piano della viabilità ma soprattutto della sicurezza. Quindi, un’attenzione particolare nei confronti dell’Anas occorre per sbloccare il problema.
So che c’è un discorso di finanziamento, ma siccome la progettazione dovrebbe essere già a buon punto e mi sembra che la Provincia aspetti la VIA dal Ministero dell’ambiente...

ROBERTO TONTINI. Qui si parla di attivarla...

MARCO LUCHETTI. No, no, è a buon punto. E’ già a buon punto, è quasi ultimata la progettazione della strada, si stanno aspettando solamente alcune autorizzazioni. Bisogna assolutamente sbloccare la questione, quindi sono dell’opinione che se si vuol ritirare l’ordine del giorno lo si faccia, però ci deve essere un impegno su questa questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D’ANGELO. E’ chiaro che la collega Amati che ha presentato l’ordine del giorno e anche il collega Luchetti abbiano degli elementi per perorare questa causa, ma è altrettanto chiaro che ritengo che l’argomento debba essere affrontato nell’ambito complessivo delle emergenze della viabilità di questa regione, quindi chiedo alla collega Amati di ritirare l’ordine del giorno, con l’impegno di questa maggioranza di vedere una situazione generale delle emergenze legate alla viabilità della nostra regione. E’ pur vero che il problema della statale 16 è ormai legato a tutti i centri abitati della costa marchigiana, pertanto ritengo che debba essere inglobata la giusta problematica relativa ad Ancona, in un contesto molto più ampio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Accolgo l’invito fatto dalla collega Amati e dal collega Luchetti, perché evidentemente il problema è molto sentito e serio. Bisogna anche ricordare che mentre qui si parla di completare la progettazione della variante alla statale 16, per alcuni tratti si tratta di affrontare di nuovo la progettazione dei by-pass della statale 16 che per alcuni centri abitati rappresentano un problema straordinario.
Quando affronteremo il problema della statale 16 a mi piacerebbe che non si affrontasse per singoli pezzi ma nel suo complesso, perché è un problema che per alcuni centri urbani ha assoluta preminenza e drammaticità. Ha ragione D’Angelo quando dice che dobbiamo affrontare nel suo complesso il problema dei by-pass della statale 16.
Detto questo, voglio però venire incontro al problema, nel senso che nel bilancio 2001 c’è una posta per la Provincia di Ancona di 750 milioni per la metropolitana di superficie, e non è l’unica Provincia delle Marche che realizza la metropolitana di superficie. Comunque, c’è un finanziamento ad hoc per 750 milioni. A quanto ci è dato sapere, una parte, circa il 50% sarà co-finanziata dallo Stato. L’impegno nostro è di trovare quei fondi, che in parte già sono stati erogati, perché 300 milioni sono già stati erogati nel 1999 per la progettazione della variante alla statale 16. I 200 milioni che oggi ci chiede la Provincia di Ancona ci possiamo impegnare a prenderli dal risparmio che avremo dalla metropolitana di superficie.

MARCO LUCHETTI. Sono due volte che salta il finanziamento: nel 1994 e nel 1986.

LUCIANO AGOSTINI. Nel 1999 la Regione ha dato 300 milioni per quella progettazione.

PRESIDENTE. Consigliere Amati, ritira l’ordine del giorno?

SILVANA AMATI. Lo ritiro. Mi fido dell’assessore e del Presidente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge n. 47.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Piano pluriennale di attività e di spesa 2001-2003, art. 6, l.r. 46/92» Giunta (46)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 46, ad iniziativa della Giunta. Se non vi sono interventi, lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 20,20