Resoconto seduta n. 44 del 13/06/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 13 GIUGNO 2001
PRESIDENZA DELPRESIDENTE LUIGI MINARDI

La seduta inizia alle 10,45

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 42 e 43 del 30 maggio 2001.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 62 in data 25 maggio 2001, (proposta di legge statutaria), ad iniziativa dei consiglieri Minardi, Giuseppe Ricci, Cesaroni e Grandinetti, concernente: «Istituzione del Consiglio-Parlamento regionale delle Marche», assegnata alla Commissione straordinaria per lo Statuto, in sede referente;
— n. 63 in data 6 giugno 2001, ad iniziativa del consigliere Romagnoli, concernente: «Modifica alla legge regionale 29 dicembre 1997, n. 76: Disciplina dell’agricoltura biologica», assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 64 in data 12 giugno 2001, ad iniziativa dei consiglieri Massi e Viventi, concernente: «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 6 luglio 1998, n. 21: “Interventi finanziari per il commercio», assegnata alla III Commissione in sede referente;
— n. 65 in data 12 giugno 2001, ad iniziativa del consigliere Franceschetti, concernente: «Modifica del comma 12 dell’art. 6 della l.r. 7 maggio 2001, n. 11: “Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (finanziaria 2001)», assegnata alla II Commissione in sede referente.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 50, in data 4 giugno 2001, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Legge 11 gennaio 1996, n. 23. Criteri e modalità per la formazione del Piano annuale 2001 di edilizia scolastica», assegnata alla IV Commissione in sede referente.



Nomina

PRESIDENTE. Ho provveduto, con mio decreto n. 68 del 6 giugno 2001 alla nomina di due rappresentanti della Regione nel consiglio di amministrazione dell’ERSU di Ancona.



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 1014 in data 22 maggio 2001, concernente: «Art. 29 della l.r 7 maggio 2001, n.12.. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato a titolo di integrazione del FSN di parte corrente anno 2000. Lire 2.000.000.000»;
— n. 1016 in data 22 maggio 2001, concernente: «Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2001 – ire 11.260.293.600»;
— n. 1017 in data 22 maggio 2001, concernente: «Art. 29 della l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di difesa del suolo. Lire 3.388.000.000»;
— n. 1018 in data 22 maggio 2001, concernente: «Art. 29 della l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per l’integrazione del finanziamento degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale di cui all’art. 1, comma 34 bis, Legge 662/96 per l’anno 2000 – Lire 5.000.000.000»;
— n. 1019 in data 22 maggio 2001, concernente: «Art. 29 della l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da soggetti terzi. Lire 40.800.000»;
— n. 1020 in data 22 maggio 2001, concernente: «Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Lire 3.005.872.025»;
— n. 1155 in data 29 maggio 2001, concernente: «Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2001 – Lire 3.599.970.750»;
— n. 1156 in data 29 maggio 2001, concernente «Variazione al bilancio di cassa per l’anno 2001 – Lire 4.393.400.970»;
— n. 1157 in data 29 maggio 2001, concernente: «Art. 29 della l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per le finalità di prevenzione e cura della fibrosi cistica a valere sulle residue disponibilità del FSN di parte corrente ani 1999 e 2000 – Lire 314.000.000»;
— n. 1158 in data 29 maggio 2001, concernente: «Art. 29, l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti da trasferimento di risorse finanziarie ex art. 4 DPCM 22 ottobre 1999 per le finalità di cui all’art. 1 del D.L. 180/98 e successive modificazioni e DPCM 12 gennaio 1999, art. 2, tab. A – Lire 87.563.651»;
— n. 1159 in data 29 maggio 2001, concernente: «Art. 29, l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento dei corsi di formazione in medicina generale a valere sul FSN di parte corrente anno 2000 – Lire 1.974.658.000»;
— n. 1160 in data 29 maggio 2001, concernente: «Art. 29, l.r. 7 maggio 2001, n. 12. Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione specifica per il programma nazionale di miglioramento della qualità dell’olio di oliva per il ciclo produttivo 2000-2001 – Lire 380.340.000».



Decreti dirigenti dei servizi

PRESIDENTE La Giunta ha inoltre trasmesso i seguenti decreti in data 22 maggio 2001, del Dirigente del Servizio bilancio, tributi, demanio e patrimonio:
— n. 120, concernente: «Art. 32 della legge di approvazione del bilancio per l’anno 2001 ed articolo 100, comma 7, della legge regionale 30 aprile 1980, n.25. Istituzione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di capitoli aggiunti»;
— n. 123, concernente: «Art. 32 della l.r. 7 maggio 2001, n 12 di approvazione del bilancio per l’anno 2001 – articolo 100, comma 7 della legge regionale 30 aprile 1980, n. 25. Istituzione nel bilancio di previsione per l’anno 2001 di capitolo aggiunto».



Congedo

PRESIDENTE. Ha chiesto congedo il consigliere Giuseppe Ricci.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Massi. Ne ha facoltà.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Chiedo di iscrivere all'ordine del giorno e affrontare oggi, per l'approvazione definitiva, la proposta di atto amministrativo concernente l'adesione della Regione all'Istituto Matteo Ricci di macerata. Ieri la Commissione ha liquidato il testo all'unanimità e siccome la Regione è l'ultimo ente che dovrebbe aderire dopo la Provincia e il Comune di Macerata, si chiede, previo parere della seconda Commissione, che credo sia organizzata per darlo oggi, di poter approvare l'atto, per stare con i tempi della programmazione di questo Istituto che, come anche il Presidente D'Ambrosio sa, apre una frontiera nuova tra le Marche e la Cina.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Chiediamo l'iscrizione e la discussione di una mozione sulla politica infermieristica che il nostro gruppo presentò ad ottobre dell'anno scorso. Vista la grande attualità dell'emergenza infermieristica e visto che vi sono altri atti similari, potremmo abbinare la discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Voglio rivendicare il diritto di questo Consiglio regionale di essere rispettato, caro Presidente. Ho letto sulla stampa di un decreto fatto dal Presidente della Giunta con il quale viene modificato l'assetto dell'Esecutivo regionale. Credo che sia un diritto di questo Consiglio sentire, prima che inizi la seduta, le comunicazioni del Presidente relativamente alla scelta di delegare un altro assessore ad assumere le funzioni nel campo della cultura e dirci i motivi. Certo, noi li conosciamo: questo rappresenta il fallimento del Governo regionale. Credo che sia doveroso, Presidente.

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, stiamo parlando dell'ordine del giorno della seduta.

ROBERTO GIANNOTTI. Su un argomento di questa importanza il Presidente deve dirci perché ha fatto quella scelta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza di una proposta di legge annunciata nelle comunicazioni del Presidente, la 65. Si tratta di spostare il periodo che avevamo previsto nella legge finanziaria per la deviazione del traffico pesante in autostrada. Siccome nella finanziaria avevamo previsto il periodo luglio-settembre, invece l'accordo con la Società autostrade e i Comuni interessati parte dal 20 giugno, dobbiamo cambiare "luglio" con "giugno" e dobbiamo farlo subito per rendere operativa la legge prima del 20 giugno.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Tutte le riunioni dei presidenti di gruppo che facciamo e che servono a poter avere un ordine del giorno diventano inutili, perché ogni qualvolta in questo Consiglio si stravolge l'accordo. C'è richiesta di iscrizione di proposte di legge, di mozioni e così via. Non è possibile. A questo punto è meglio non fare più la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Non mi sembra che tutte queste richieste possano essere recepite, altrimenti alla fine andiamo a limitare anche le decisioni che sono già state prese in passato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Mi associo alla richiesta del presidente del gruppo di Forza Italia. Noi chiederemo, anche in futuro, che i passi più importanti sotto un profilo istituzionale...

PRESIDENTE. E' già prevista una comunicazione, quindi è inutile che vi affanniate a fare queste richieste. E' già prevista una comunicazione del Presidente, fatele quando è ora queste osservazioni.

FABIO PISTARELLI. L'ordine del giorno doveva già prevedere le comunicazioni del Presidente. Siccome non c'è, la preoccupazione politica è questa: i passi istituzionali più importanti, anche le intese o i passaggi Regione-Stato o Regione-altri organismi, ma soprattutto i passaggi interni alla vita istituzionale della Regione devono essere oggetto di riflessione puntuale da parte di quest'aula. Siccome così non è, la sottolineatura è d'obbligo.

PRESIDENTE. Rassicuro anche il consigliere Pistarelli che il Presidente della Giunta ha già chiesto di fare due comunicazioni.
Vi sono tre richieste: l'inserimento di due proposte di atto amministrativo che possiamo mettere in votazione solo dopo che vi siano tutti i pareri previsti. Non mi pare che in questo momento tutti i pareri siano a nostra disposizione, quindi non possiamo ancora votare questi inserimenti. Invece c'è una proposta di inserimento e discussione di una mozione avanzata da Procaccini. E' l'aula che deve decidere. Pongo in votazione questa proposta.

(Il Consiglio approva)

L'interrogazione n. 144 dei consiglieri Novelli, Pistarelli e Castelli è abbinata con le mozioni nn. 93 e 101, quindi verrà trattata unitamente alle stesse. La n. 113 del consigliere Giannotti è abbinata alla mozione n. 66 da trattare unitamente alla stessa. Passiamo quindi all'interrogazione n. 115 del consigliere Ceroni.

CESARE PROCACCINI. Presidente, potevamo abbinare anche questa con la mozione.

PRESIDENTE. Però, se l'abbiniamo alle mozioni non discutiamo neanche questa.

FABIO PISTARELLI. No Presidente, io protesto formalmente, perché sono quattro volte che la nostra interrogazione n. 144 è all'inizio dell'ordine del giorno e con il discorso che viene abbinata alle mozioni questa interrogazione non viene mai discussa! Non è possibile. O facciamo una sessione dedicata agli atti ispettivi e li facciamo tutti, oppure se mettiamo insieme interrogazioni e mozioni dobbiamo seguire un criterio.

PRESIDENTE. Ha finito?

FABIO PISTARELLI. Se lei mi dà una risposta positiva ho finito, altrimenti continuerò a protestare, perché non è possibile!

PRESIDENTE. I capigruppo, compreso il suo, hanno già deciso, non devono decidere ulteriormente; caso mai devono decidere una cosa diversa: di cambiare sistema. E il sistema che hanno deciso è che le interrogazioni si abbinano alle mozioni in un'unica discussione, principio che trova esattamente nell'ordine del giorno odierno. Qualora questo principio nella sua sperimentazione si dimostrasse non adeguato, i capigruppo decideranno una cosa diversa, ma per ora è così.

FABIO PISTARELLI. Mi ritengo assolutamente insoddisfatto della sua precisazione. Io sto dicendo che la nostra interrogazione è la prima a dover essere discussa; con il discorso dell'abbinamento alla mozione va sempre in coda, pertanto l'ora d'inizio dedicata agli atti ispettivi la impieghiamo per altre interrogazioni e questa non viene mai discussa. E' una cosa che non esiste. Iniziamo allora direttamente dalle interrogazioni collegate alle mozioni, cioè iniziamo subito a discutere di quelle interrogazioni che, anche collegate alle mozioni, sono però atti ispettivi che devono essere discussi subito. Sono insoddisfatto della sua argomentazione giustificativa dei lavori del Consiglio.

PRESIDENTE. Come Presidente del Consiglio, in modo molto calmo prendo in considerazione la sua richiesta e la rivolgerò ai presidenti dei gruppi con i quali discuteremo se è il caso di modificare l'impostazione che collegialmente ci siamo dati.



Interrogazione (Svolgimento): «Situazione della sanità nella regione» Ceroni (115)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 115 del consigliere Ceroni.
Ha la parola, per la risposta, l’assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Rispondo al collega Ceroni su una tematica quanto mai importante e sempre attuale. Credo che il collega Ceroni si renda conto che una risposta esaustiva rispetto alla problematica della sanità all’interno di una interrogazione rischia di lasciare ampi spazi di non risposta o di risposta inadeguata, proprio per i tempi e per il contesto nel quale stiamo lavorando. Credo di avere comunque accolto questa sua sollecitazione e ricordo ancora una volta che su questo tema abbiamo organizzato la “due giorni” del 21-22 in cui le tematiche della sanità verranno affrontate in maniera più ampia e organica, e dal momento che c’è anche uno spazio politico all’interno di quella “due giorni”, credo che ci sarà occasione per allargare rispetto a quanto non riuscirò a rispondere questa mattina.
Mi atterrò adesso a quanto già preparato dal servizio al momento in cui era stata rivolta l’interrogazione, quindi qualcosa è anche andato avanti rispetto a quello che sto per dire.
In generale tutti gli interventi della regione sono orientati al miglioramento del servizio sanitario regionale.
La strategia del PSR mira a contenere la risposta nella fase acuta della malattia (risposta ospedaliera) per rafforzare la risposta legata alla prevenzione ed alla gestione della malattia sul territorio a pari efficacia ma a costi minori.
Quanto elencato di seguito è una carrellata dei più significativi punti di intervento su sistema a livello regionale ed aziendale, quindi la risposta è divisa nei capitoli del piano sanitario, proprio per dare un minimo di organicità, pur con il rischio di genericità che accennavo prima.
Il governo della sanità (ruolo della Regione)
1. La Regione ha adempiuto a molti dei compiti assegnati: non c'è un aspetto degli impegni previsti dal PSR su cui non sia stata avviato un processo di implementazione.
2. In questi ultimi due anni la Regione ha recuperato il ruolo di leader della macroholding della sanità marchigiana.
3. Le aziende si muovono sulla base delle indicazioni del PSR: i PSA hanno tradotto operativamente le linee indicate dal PSR.
4. Si cominciano a vedere alcuni macrorisultati delle azioni svolte per quello che riguarda la ospedalizzazione. Per quello che riguarda la questione economica, le dinamiche del deficit entro un andamento omogeneo a livello nazionale, ci sono molte problematiche. Vorrei ricordare la spesa farmaceutica, che è una situazione allarmante in questa regione, anche se non siamo fra le regioni che hanno avuto l’incremento più alto di spesa collegato ala nuova situazione della distribuzione del farmaco. Abbiamo inoltre sviluppato un sistema informativo che non è ancora andato a pieno regime — ma in questi ultimi mesi c’è stata una accelerazione — che ci dà la possibilità di leggere in maniera più attendibile e completa i fenomeni sanitari della regione. Abbiamo completato in modo assolutamente soddisfacente il passaggio dalla contabilità finanziaria alla contabilità generale, cioè quella economica, che dal 1999 è oramai a regime. Possiamo contare, dal 1998 su un buon modello di controllo regionale e dal IV report di contabilità analitica del 1999 anche su una buona attendibilità dei dati. L’osservatorio prezzi è oramai a regime ed ha indotto un buon contenimento della spesa (10%) su un significativo paniere di beni. E’ stato redatto il primo report dell'osservatorio delle tecnologie ed il secondo report sull'osservatorio delle risorse umane Abbiamo a pieno regime la base dati dei ricoveri ospedalieri. Abbiamo la rilevazione significativa di tutte le prestazioni ambulatoriali della regione. Proprio per questo siamo stati in grado di redarre la prima relazione sullo stato di salute dei marchigiani e abbiamo completato la prima rilevazione sull'appropriatezza di utilizzo degli ospedali (solo due altre regioni lo hanno fatto).
Abbiamo completato la prima rilevazione sulla situazione oncologici, sui quali, come sapete, è partito da alcuni mesi il percorso a tappeto di screening su tutta la regione.
L'investimento sul versante dalla formazione continua, fondamentale per facilitare la transizione verso nuove forme organizzative e di gestione tecnica e amministrativa, è passato da 600 milioni nel 1996 a 8 mld nel 1999 (avvicinandosi all'1% del monte salario obiettivo del PSR).
La gestione della sanità (ruolo delle aziende
1. Il processo di aziendalizzazione sta andando avanti, grazie anche al fatto che la Regione ha garantito la stabilità delle direzioni generali.
2. La dipartimentalizzazione delle strutture aziendali è avvenuta.
3. Si è sicuramente allargato il ventaglio dell'offerta dei regimi assistenziali.
4. L'informatizzazione delle aziende procede a passi rapidi così come si vanno sempre più sperimentando nuove tecnologie (telemedicina).
5. In alcune zone si stanno sperimentando iniziative significative di collaborazione interaziendale in un’ottica di concertazione di area vasta.
6. Si è avviato un processo di lotta agli sprechi con programmi condivisi di contenimento della spesa.
Il governo della salute
Sappiamo che la prevenzione è un punto delicato del nostro sistema, sul quale credo che avremo più opportunità di confrontarci il 21-22:
1. Tutti i dipartimenti di prevenzione sono interessati ad un progetto di miglioramento della qualità (autovalutazione e revisione tra pari) secondo la DGR con un potenziamento, anche se non completo, dei servizi di igiene e sicurezza del lavoro
2. Gli interventi di profilassi vaccinale sono di ottimo livello, il sistema di controllo e di vigilanza veterinaria è di buon livello.
Ovviamente abbiamo sviluppato anche tutta la tematica della rete territoriale:
1. In molte realtà si assiste ad un reale sforzo di dare "contenuti alle attività territoriali.
2. Sono state potenziate alcune attività di rilevante impatto sociale (ADI, rete assistenza residenziale).
3. Si assiste ad un progressivo coinvolgimento dei medici di medicina generale, che crediamo debbano essere sempre più protagonisti delle dinamiche del territorio.
4. Si stanno sperimentando servizi innovativi(sportello della salute, ospedale di comunità).
5. Stanno partendo le prime esperienze di profili di assistenza ospedale-territorio.
6. Si sta razionalizzando la spesa farmaceutica territoriale.
Abbiamo anche portato avanti il percorso della problematica della malattia mentale ed abbiamo eliminato tutte le residue strutture manicomiali e stiamo investendo quanto ricavato per funzioni territoriali. Eventualmente possiamo anche darvi — non l’ho qui — lo schema di quello che è stato realizzato.
Abbiamo sostanzialmente completato un corso annuale, estremamente importante, che riguarda il ruolo dei responsabili di distretto. A questo tengo molto, perché le problematiche di distretto possono essere risolte soltanto se abbiamo le competenze.
Per quanto riguarda la rete ospedaliera, oltre a una riduzione di posti letto per acuti, in contemporanea si è lavorato molto sul day hospital, sta crescendo la percentuale di attività che facciamo sia in day hospital che in day surgery e in una serie di realtà, magari apparentemente minori — le strutture ospedaliere — abbiamo ormai in fase operativa la chirurgia su cinque giorni, quella che in un certo senso dà una serie di risposte adeguate ai cittadini e non mantiene strutture apparentemente inappropriate.
Ovviamente c’è un lavoro che va verso l’alta specializzazione, e qui vorrei ricordare la questione della cardiochirurgia e, in alcuni casi, stiamo orientando l’attività di piccoli ospedali più verso quello che sul piano sanitario viene chiamato ruolo di integrazione con le funzioni di distretto, quindi più nell’ottica della cronicità, dell’appropriatezza in questa direzione.
Per quanto riguarda le altre tematiche vorrei ricordare il lavoro che stiamo portando a compimento sulla rete del 118, per cui è già attivo l’80% delle Potes che dovremo programmare.
Per quanto riguarda altre questioni relative al “decreto Bindi” n. 229, come lei sa abbiamo il manuale di accreditamento in fase di valutazione presso la Commissione per essere approvato e credo che questo sia la conclusione di un lungo e faticoso percorso pluriennale per dare qualificazione al nostro sistema sanitario.
Credo di aver fatto soltanto una panoramica delle tematiche. Vorrei concludere con una grossa preoccupazione che nasce da quello che il neo ministro alla sanità ha rilevato sul giornale di ieri come la “ricetta Sirchia”. Temo che su questo problema il Paese sarà poco disponibile, perché pensare di poter dare prestazioni gratuite soltanto ai gravi indigenti mettendo in discussione tutto il percorso di welfare e di protezione universale costruito dal dopoguerra ad oggi, con un percorso nuovo che vede soprattutto come soggetto attivo le assicurazioni, credo che sia un modello che la nostra regione non è disponibile ad accettare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni per dichiararsi soddisfatto o meno.

REMIGIO CERONI. Non posso dichiararmi soddisfatto rispetto a quanto detto, anche perché avrei voluto che il tema della sanità fosse stato oggetto di un’ampia discussione a avesse avuto l’attenzione almeno del Consiglio regionale. E’ chiaro che l’interrogazione poteva essere una provocazione per sollecitare l’assessore a far mettere all’ordine del giorno del Consiglio regionale i temi relativi alla sanità. Non possiamo dimenticare che la sanità delle Marche impegna i due terzi del bilancio regionale, circa 4.000 miliardi sui 6.000 complessivi.
Questa sessione dedicata alla sanità avrebbe certamente consentito di illustrare ai consiglieri regionali il piano sanitario regionale. Molti di noi sono alla prima esperienza, quindi sarebbe stato importante conoscere dalla voce del Presidente o dell’assessore quali sono gli obiettivi del piano. Avremmo potuto verificare, a distanza di due anni, quali di quegli obiettivi fossero stati realizzati. Avremmo potuto capire qual è la spesa reale della sanità nella regione Marche nell’anno 2000, perché ad oggi non riusciamo ancora a capirlo e non riusciamo a capire quale deficit, rispetto alle risorse previste in bilancio, abbiamo prodotto.
Avemmo potuto parlare della Conferenza Stato-Regioni del 3 agosto 2000 con la quale il presidente del Consiglio Amato ha passato una grossa “fregatura” a tutte le Regioni italiane, ma in particolare alla Regione Marche che nei prossimi mesi si troverà in grave difficoltà, perché se la spesa del 2000 dovrebbe essere di 3.921 miliardi, i 3.154 miliardi produrranno un deficit molto alto. Qui annaspiamo in mezzo alle cifre. Leggevo una tabella de Il Corriere della Sera, in cui si dice “disavanzo in miliardi 3.921” penso che questa sia la spesa. Forse anche i giornali sono tratti in inganno, perché le Regioni sono probabilmente restie a comunicare la reale situazione, però le elezioni politiche sono adesso alle spalle, quindi penso che il Governo regionale debba compiere un atto di seria responsabilità e illustrare ai cittadini delle Marche qual è la reale situazione. Capisco che nei mesi passati sarebbe stato difficile e avrebbe prodotto un generale clima di allarme la comunicazione della situazione reale, però penso che a questo punto non possiamo più ritardare la comunicazione della reale situazione, perché la sua relazione, assessore, è molto vaga, non entra nel merito delle questioni che sono assolutamente importanti, perché il servizio sanitario è forse quello che più sta a cuore ai cittadini delle Marche.
Penso che sulla qualità del servizio bisognerà discutere, così come del problema relativo alla chiusura dei reparti. Anche oggi il sindaco di Sant’Elpidio a Mare attacca pesantemente il direttore generale della Asl, perché per i mesi estivi si paventa la chiusura di due reparti di quell’ospedale. Non è più il tempo dell’attesa, delle fasi interlocutorie, ormai dobbiamo far capire qual è la reale situazione della sanità nelle Marche, che cosa ci aspetta per il futuro, che tipo di scelte possiamo fare, perché potremmo dire “aumentiamo fortemente la tassazione e cerchiamo di migliorare la qualità del servizio”, e potrebbe essere una scelta, però ci dovete dire voi che avete la responsabilità di guidare questa regione che cosa pensate di fare. Tra l’altro abbiamo davanti ancora quattro anni, un tempo sufficientemente ampio per poter incidere e fare in modo che questo servizio risponda realmente alle esigenze dei cittadini.
E’ vero che c’è questa conferenza del 21-22 giugno, ma questo è il Consiglio regionale, l’organo deputato a discutere e a fare queste scelte, quindi non discutiamo di queste cose così importanti altrove, altrimenti il Consiglio regionale ha già un ruolo molto marginale e se deleghiamo anche i dibattiti sulla sanità a passerelle esterne commetteremmo un gravissimo errore.



Interrogazione (Svolgimento): «Disdetta convenzione per servizio ortodonzia Asl 11 — distretto nord di Porto Sant'Elpidio» Romagnoli (118)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 118 del consigliere Romagnoli. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. La collega Franca Romagnoli, con interrogazione n. 118/2000 chiede al Presidente della Giunta regionale come intenda intervenire per il mantenimento dell'attuale sistema di gestione del servizio di ortodonzia e odontoprotesi del distretto nord di Porto Sant'Elpidio e per il potenziamento dello stesso.
Leggo quanto riferito nella nota trasmessa dall'azienda il 18 dicembre 2000: "Il servizio di ortodonzia è stato potenziato al distretto di Porto Sant'Elpidio, passando da un'attività di 8 ore per 3 settimane al mese ad 8 ore settimanali, in considerazione della esistenza di liste d'attesa rispetto alla situazione in essere.
L'attività è stata inoltre avviata anche presso la sede distrettuale di Montegiorgio per 8 ore settimanali e si intende attivare gradualmente una sede ambulatoriale in ogni distretto.
Da quanto sopra emerge che già oggi l'attività di ortodonzia è stata espansa e resa fruibile ad una fetta di cittadini più ampia rispetto a quella che finora ne ha usufruito. La decisione di interrompere il rapporto di collaborazione professionale con l'odontoiatria e con il laboratorio odontotecnico che hanno svolto l'attività in questi anni prescinde da valutazioni di merito professionale; è stata una decisione inevitabile determinata dai vincoli legislativi che obbligano le aziende sanitarie a conferire incarichi professionali a specialisti ambulatoriali inseriti nelle graduatorie provinciali, potendo eventualmente ricorrere a contratti ad personam di tipo privatistico solo nel caso di non disponibilità di questi professionisti.
La stessa cosa vale ovviamente per il laboratorio odontotecnico, per la cui attività è necessario, così come è stato fatto, procedere ad assegnazione di incarico previa gara d'appalto pubblica.
Al fine di evitare disservizi, e per favorire un graduale passaggio di consegne, si è prorogato il contratto col dott. Acciarrini, medico che ha svolto l'attività in questi anni, e con la ditta "Eudont", che da sempre lo supporta, fino al 31 dicembre 2000; grazie anche alla disponibilità, peraltro non dovuta, della ditta aggiudicataria dell'appalto per l'attività odontotecnica.
I cittadini potranno accedere al servizio partecipando alla spesa con le stesse modalità sinora in atto quindi senza nessun onere aggiuntivo. In data 16.11.2000 è stata inviata analoga comunicazione al sindaco di Porto Sant'Elpidio che durante successivi incontri si è ritenuto soddisfatto delle informazioni fornite".

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. A me risulta invece che questa soddisfazione non ci sia, se è vero che da 300 ragazzi sottoposti a trattamento odontoiatrico pare ne siano rimasti 8 o 10 nel reparto ortodonzia presso il poliambulatorio di Porto Sant'Elpidio e gli altri abbiano seguito il precedente dentista odontoiatra Acciarrini nel suo ambulatorio privato, tanto che questi, mi dicono, è stato indotto a fare lo stesso trattamento anche economico, nei pagamenti, che faceva prima con la Asl. Queste sono le cifre. Non voglio discettare sulla capacità dei medici che sicuramente saranno più bravi, però si era creato un rapporto fiduciario intensissimo con questo precedente dentista che aveva "inventato" il servizio, già gestito dal Comune di Porto Sant'Elpidio, tanto che lo stesso sindaco di Porto Sant'Elpidio si allarmò, facendo anche articoli giornalistici, perché aveva ricevuto le lamentele di tutta la cittadinanza. Un rapporto fiduciario che andava bene.
La mia domanda nascosta tra le righe dell'interrogazione era questa: con i tanti problemi che la gestione del servizio sanitario ha, per quale motivo toccare i pochi servizi che funzionavano? Questo servizio alla Asl non costava nulla, addirittura mi dicono che ci fosse un guadagno perché completamente autogestito e finanziato dagli utenti che avevano, ovviamente, la loro convenienza a rivolgersi, soprattutto per le protesi correttive dei ragazzi, alla struttura pubblica; pagavano in ogni caso molto meno rispetto alle somme che conosciamo degli odontoiatri privati e soprattutto potevano pagare ratealmente attraverso questo sistema quasi di "affitto" di protesi, che mensilmente, con una specie di canone venivano pagate.
Il servizio era in attivo, l'unico servizio attivo da un punto di vista di costi e soprattutto di benefici, quindi di riscontro per gli utenti. Perché metterci le mani? Questo ha creato un disservizio. Sicuramente gli odontoiatri che ora vengono reperiti attraverso questa graduatoria, questo pubblico concorso saranno più bravi o migliori, io ho conosciuto il precedente soltanto nel momento in cui si è cerato il problema, non conosco i nuovi, però di fatto il disservizio si è verificato perché i ragazzi tendono a seguire il dentista che per anni li ha seguiti e a loro volta lo hanno seguito nell'ambulatorio privato nel quale mi risulta questo dentista stia svolgendo lo stesso servizio con le stesse forme di pagamento di prima. Sicuramente la Asl ha perso gli utenti che erano numerosissimi. Può darsi che sia stato potenziato il servizio e forse, ora, di odontoiatri ce ne saranno tre o due, però non ci sono più i ragazzi, perché da 300 sono rimasti in 8. Io mi procurerò questi dati e magari tornerò sull'argomento, perché questa soddisfazione dalle cifre proprio non emerge.



Interrogazione (Svolgimento): «Alienazione mediante asta pubblica di immobili di proprietà della Asl n. 13» Castelli (122)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 122 del consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Con interrogazione n. 122/00 del 30 ottobre 2000 il consigliere regionale avv. Guido Castelli interroga il Presidente della Giunta Regionale per sapere: se non ritenga che la condotta della direzione della Azienda USL n. 13 di Ascoli Piceno abbia violato il principio di imparzialità della P.A. determinando una turbativa allo svolgimento delle aste relative ai fondi rustici individuati dai lotti n. 6-8-9 e 10, siti in comune di Offida; vuol conoscere i nominativi di coloro che, a seguito dello svolgimento dell'asta, si sono aggiudicati la proprietà dei lotti nn. 6-8-9 e 10 ed il prezzo rispettivamente corrisposto alla ASL n. 13 a titolo di corrispettivo; se gli immobili in questione siano ancora oggi gravati da affitto o meno.
Leggo la risposta del direttore generale della Asl n. 13: "La proroga dei contratti di affitto in essere con i sigg. Cocci Giuseppe, Pierantozzi Ferdinando, Carlini Camillo e Fioravanti Lidia, disposta con atto deliberativo dell'azienda USL 13 n. 1220 del 4.11.1999, concerne i beni immobili inclusi nei lotti d'asta nn. 6-9-10-11 anziché, come erroneamente riportato nell'interrogazione, i beni di cui ai lotti nn. 6-8-9-10.
Nello stesso atto deliberativo n. 1220/99 si descrivono adeguatamente le ragioni della decisione di procedere alla proroga al 31.1.2000 dei contratti relativi agli immobili di cui ai lotti 6-9-10 -11, ragioni comunque riconducibili al "favor legis" al trasferimento della proprietà del fondo in capo al conduttore coltivatore diretto, contenuto nelle disposizioni di cui alle leggi 590/65 e 817/71 (normativa sullo sviluppo della proprietà coltivatrice).
L'aggiudicazione dei lotti oggetto dell'interrogazione è stata disposta con provvedimento del direttore generale dell'azienda USL n. 13 n. 69 del 27.1.2000: lotto n. 6 a favore del sig. Massi Giovanni per l'importo di lire 318.774.456 (base d'asta lire 318.456.000); lotto n. 9 a favore del sig. Pierantozzi Ferdinando per l'importo di lire 201.761.340 (base d'asta lire 188.562.000); lotto n. 10 a favore del sig. Carlini Camillo per l'importo di lire 140.960.108 (base d'asta lire 129.321.000);
Il lotto n. 6 è stato aggiudicato definitivamente al sig. Massi Giovanni non essendo pervenuta alcuna comunicazione da parte dell'affittuario sig. Cocci Giuseppe, in merito all'esercizio del diritto di prelazione del fondo agricolo dallo stesso occupato.
Il lotto n. 11 non è stato aggiudicato per assenza di offerte. Il bene già incluso nel lotto 11 è rimasto in proprietà alla azienda USL n. 13 ed il contratto di affitto con il possessore ivi presente all'epoca della gara è stato prorogato fino al l0.l1.2001.
Il bene immobile di cui al lotto n. 8, all'epoca dell'asta pubblica in argomento era del tutto libero da vincoli, la relativa aggiudicazione è stata disposta per un importo pari a lire 168.729.290 (prezzo base d'asta lire 163.339.100) ed in via definitiva sulla base di offerta in sede d'asta.
L'alienazione dei beni immobili di cui ai lotti nn. 6-9-10 è stata formalizzata a favore dei soggetti sopra indicati, rispettivamente con atti notarili (notaio Cappelli di Ascoli Piceno).
Tutto ciò premesso si ritiene che i chiarimenti forniti dall'azienda USL n. 13 e sopra riportati, evidenziano che la l'azienda stessa ha agito nel rispetto della normativa vigente e dei principi di trasparenza dell'attività amministrativa, tenuto conto del favor legis, contenuto nelle citate leggi 590/65 e 817/7l, al trasferimento della proprietà dei terreni in capo al coltivatore diretto ivi insediato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Questo campo rientra nella sanità solo per ragioni di campo patrimoniale, cionondimeno sono importanti divagazioni, perché sappiamo che a fronte degli impegni e delle preoccupazioni economiche che affliggono il settore, anche una sana gestione del patrimonio è ai primi posti dell'agenda delle cose necessarie. Ovviamente dovrò verificare anche questi numeri, se l'assessore Melappioni cortesemente mi farà avere la risposta scritta, nel senso di poterli recepire in maniera più puntuale. Vorrei solo evidenziare due aspetti.
La prima cosa è che quando facciamo interrogazioni che riguardano la condotta delle direzioni sanitarie ci troviamo nella condizione di recepire il divisamento dei diretti interessati, quindi potrebbe essere anche auspicabile che al referto del diretto interessato si aggiungesse una valutazione politica dell'assessore o dell'assessorato, anche perché, inevitabilmente, queste risposte dei direttori sanitari si risolvono in una conferma tautologica di quello che magari è già inserito nelle varie delibere. Lo dico in senso collaborativo e propositivo, anche per consentire una maggiore appurazione dei problemi.
Nel caso specifico la Asl 13 ha operato ad asta aperta una proroga di un contratto di affitto che era scaduto anteriormente all'indizione dell'asta. C'era un lotto occupato fino ad una certa data da un affittuario, si decide di venderlo dopo che il termine di legge per l'affitto è spirato, nel momento in cui era già prevista la possibilità di fare le offerte vi è stata una proroga, quindi un recupero del vecchio contratto, che è vero risponde a un principio di favor legis che generalmente viene riconsociuto dall'ordinamento ai coltivatori diretti affittuari, ma che non è l'unico favor legis esistente, se si considera che anche i confinanti coltivatori diretti hanno un eguale favore nel potersi esprimere nella prelazione legale.
Complessivamente la gestione del patrimonio, almeno per quanto riguarda le notizie che ho, dovrebbe essere assoggettata a delle direttive, a delle indicazioni di massima, facendo salve le autonomie della direzione, sacrosante e sancite dalla legge. Tuttavia si ha notizia, qua e là, di un atteggiamento che non sempre risponde a criteri di rigore che sono richiesti invece dall'emergenza finanziaria che in qualche modo affligge la sanità.
L'auspicio che esprimo, in attesa di ritenermi soddisfatto o meno dopo aver letto la risposta, è che vi sia anche da parte dell'assessorato un monitoraggio di quelli che sono i criteri di gestione del patrimonio, cospicuo, che il SSN ha ricevuto in eredità dalle tante opere pie e ospedaliere che potrebbe, se oculatamente gestito, rappresentare una efficace risposta alle drammatiche situazioni di carenza finanziaria della sanità.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Frana che ha interessato la frazione Colle di Arquata del Tronto» Trenta (121)
«Pericolo di frana che incombe su frazione Trisungo di Arquata del Tronto» Trenta (126)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 120 del consigliere Ceroni, ma è abbinata all'interpellanza n. 24 e alla mozione n. 22, quindi passiamo alle interrogazioni n. 121 e n. 126 del consigliere Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Leggo quanto mi è stato fornito adesso sulla situazione in argomento.
La situazione era già nota al servizio da molto tempo ed erano già state fatte iniziative di monitoraggio nella zona, ricorrendo anche a imprese specializzate e all'impiego di un elicottero per osservare da vicino l'evoluzione dei distacchi delle masse di arenaria incombenti sulle zone abitate.
In particolare entrambe le zone interessate dalle frane da crollo in località Trisungo erano state oggetto di recenti interventi finanziari con i fondi del terremoto, portati a termine e relazionati con la nota che adesso illustrerò, che richiedeva di poter impiegare le economie dei lavori per integrarli ulteriormente.
Salto alcuni passaggi tecnici che fornirò poi in forma cartacea e cito soltanto alcune cifre che mi sembrano significative.
Sia la frazione Colle che la frazione Trisungo hanno avuto un finanziamento, rispettivamente, di £. 600 e 800 milioni che, compresi gli imprevisti e l'Iva arrivavano a 828 e 1.104 milioni. A seguito dei ribassi d'asta e di ulteriori risparmi avuti in sede di appalto, si sono avute economie complessive per un totale di 532 milioni di lire. A questi vanno aggiunti altri 214 milioni dovuti a ulteriori economie da parte del servizio e quindi il totale di cui si è avuta economia è di £. 746 milioni circa.
I lavori sono stati completati, ma ci troviamo di fronte a delle pareti di arenaria con gravi problemi di stabilità. I lavori fatti sono soltanto una parte, non si può mettere in sicurezza tutta una montagna, non è semplice, si è proceduto per stralci. Il servizio mi segnala che in data 29.10.2000 c'è stata la frana, a questa sono seguiti i lavori di pronto intervento con la 1010 per 500 milioni su Colle e altri 100 milioni su Trisungo. Un'ulteriore cifra di 400 Milioni è stata messa a disposizione del Comune per un ulteriore intervento che si dovrà fare.
Questi sono le cifre e gli interventi, sulla tempistica credo che non ci siano stati ritardi da questo punto di vista, come mi segnala il servizio. Di questo problema sono a conoscenza sia il servizio decentrato lavori pubblici di Ascoli Piceno che la protezione civile. E' stato fatto un ulteriore intervento di messa in sicurezza alla base della piramide di arenaria che ulteriormente mette un po' in preoccupazione la frazione Trisungo con una ulteriore vasca che serve a raccogliere eventuali pietre che dovessero cadere dalla roccia.
Questi sono alcuni interventi avviati. Il problema fondamentale è che indubbiamente l'estensione dell'intervento è notevolissima, per cui il servizio sostanzialmente propone di continuare a intervenire nelle situazioni che si rendessero critiche, tenendo sotto controllo e sotto monitoraggio la parte di montagna che si conosce abbastanza bene, per intervenire con ulteriori stralci qualora questi si rendessero necessari.
In ogni caso, in questo momento non ci sono problemi di sicurezza per i cittadini, almeno a quanto riferito dal servizio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Ringrazio l'assessore Ottaviani che ha letto il "bollettino economico-finanziario" che gli è stato fornito non più tardi di questa mattina. Però io conosco i luoghi, perché lì ebbero a nascere mamma e papà, e siccome a quella gente sono legato e quindi vivo e condivido le loro preoccupazioni, dico che questa lettura l'avrei risparmiata.
"Finanziare con urgenza un nuovo intervento": se non c'è urgenza a intervenire, figuriamoci a finanziare. Parliamo di un importo di diversi miliardi, circa 15 per le frazioni di Colle, Trisungo e Pescara.
Spiego la diversa localizzazione di una situazione generalizzata di dissesto idrogeologico, che è annosa, in quanto la messa in sicurezza dell'abitato di Colle va bene poiché la frana è spostata sulla fascia di accesso, quindi l'intervento è un palliativo che in questo momento non ci può far stare tranquilli. Nel momento in cui siamo a conoscenza di questo fatto, di cui si era a conoscenza mesi prima dell'evento calamitoso, non si può essere tranquilli, perché c'era un esposto-petizione dei cittadini, sollecitato dalla paura per l'incombenza di quelle frane. Noi conosciamo il depauperamento del patrimonio ambientale. La Regione Marche presenterà in anteprima mondiale la Carta della Terra ad Urbino, ma la conoscenza di questi luoghi desta preoccupazione, assessore Ottaviani, e le spiego perché. Guardi com'è simpatica questa frase: "mentre è opportuno, per ragioni di sicurezza, che si impedisca lo stazionamento di persone in prossimità della parete per tempi superiori a quanto necessario a percorrere a piedi la strada". Significa "non ti fermare qui sotto, accelera, pedala se puoi e spera che i massi non vengano giù, travolgendoti". Lì ci sono bambini. Proprio in quel punto, qualche ora prima della frana c'erano bambini che, non avendo la possibilità di un campo sportivo — sono zone disagiate in montagna, a 1.000-1.200 metri — giocavano la domenica pomeriggio a calcio, quindi non "passavano lì per...", ma giocavano lì perché la strada è il loro luogo di socializzazione. E' grave che si scriva questo. Ancora più grave se mi trasferisco a Trisungo, dove lei ha citato le cifre economico senza parlare dei 3.000 metri cubi di roccia che sono un cono riverso, con la punta sotto e la massa rocciosa che va in alto: basta uno starnuto di terremoto e questo cubo cade, proprio dove un piano regolatore va a prevedere — qui la magia del caro amico Guido Franchi, allora sindaco — una zona di espansione. Miracolo! Noi pensiamo di contenere con materiale di recupero detritico dovuto alla frana 3.000 metri cubi di roccia?
Debbo invece ringraziare l'assessore Rocchi, perché a domanda lui mi disse "come sempre disponibile", mandandomi una relazione fotografica sui siti. Ma io conoscevo sia la ditta, sia chi aveva lavorato lì, perché io mi occupo del mio collegio elettorale, quindi vado e sono presente e devo dare risposte precise. Adesso è cambiata l'Amministrazione comunale, ma non è cambiato il rischio per la popolazione che sta lì, quindi non possiamo far finta che alcune cose non siano successe. Qui faccio una domanda e gradirei una risposta verbale immediata: se lì fosse successa veramente una disgrazia, con morti, 20 bambini che giocano a pallone travolti da una frana, che tipo di risposta mi avrebbe letto, la stessa?
All'inizio della mia presenza in questo Consiglio stimato, stimabile e stimatissimo, dissi che avrei sempre sostituito la protesta con la proposta, quindi potete sempre contare su di me su un tema che mi convince, anzi chiedo che il Consiglio cresca nella settima legislatura, quindi a volte non condivido "padre Brown", il mio presidente di gruppo per le indicazioni troppo pungenti. Dico questo, perché su queste cose non posso ritenermi soddisfatto, come neanche il Presidente del Consiglio, credo, come neanche il Presidente D'Ambrosio, uomo di legge, magistrato. Qui c'è scritto che, nonostante i soldi della comunità spesi, rimane un rischio grave, imminente, permanente finché non si risolve il problema. Non è con un intervento di messa in sicurezza, togliendo qualche sasso che si risolve, questo è sperpero, assessore Ottaviani. Se le dovessi rispondere da consigliere poterei non capire il problema, ma da tecnico lo capisco, perché quando ho curato certi aspetti relativi a dissesti e al recupero di certi ambiti, ho sempre mantenuto alto il valore progettuale della messa in sicurezza. Un intervento minimo significa aver speso due miliardi e mezzo senza aver fissato l'obiettivo minimo, cioè la messa in sicurezza del cittadino. Questo non può essere, perché io non posso accettare che si dica "percorri velocemente a piedi quel tratto, altrimenti se cade la roccia ci rimani". Questa non è una risposta, assessore Ottaviani. Questa mattina, prima di venire qui ho parlato con Babini, che è firmatario di questa risposta che lei ha letto, ma non posso accettarla e visto che siamo "Regione Marche", dovremmo avere caro il mantenimento degli ex uffici del genio civile che, collegati con l'Arpam dovrebbero fare da sentinelle tecniche capaci non di svendere personale che ha acquisito con i meriti e sul campo la capacità progettuale, potendo indicare con esattezza i tempi, i costi della messa in sicurezza.
Presidente, lei mi richiama al tempo, ma su questi argomenti non ci dovrebbe essere limite di tempo, perché si tratta della vita di cittadini, forse anche delle frazioni Colle e Trisungo, sperdute in mezzo alle montagne.
Quindi manteniamo le persone che hanno questa capacità tecnica e questo grado raggiunto di operatività. Sono queste che in certe situazioni di emergenza salvano anche l'aspetto dei politici che dovrebbero occuparsi di queste cose.



Interpellanza (Svolgimento): «Convegno territorio e competizione globale — Pesaro 1 e 2 dicembre 2000» Giannotti, Ciccioli, Viventi e Massi (15)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 15 dei consiglieri Giannotti, Ciccioli, Viventi e Massi.
Ha la parola il consigliere Giannotti per illustrare l'interpellanza.

ROBERTO GIANNOTTI. La cosa è abbastanza nota, anche se è passato tanto tempo da questa iniziativa. Si riferisce ad un convegno organizzato dall'assessorato all'industria sul tema "Territorio e competizione globale" che si è svolto a Pesaro l'1-2 dicembre del 2000. Una occasione di confronto fra le istituzioni — la regione, gli enti locali — l'apparato burocratico regionale, le associazioni degli imprenditori su un tema di non scarso rilievo, cioè sulle problematiche relative alle prospettive della politica industriale nelle Marche.
A noi è sembrato — non solamente a noi, ma anche a giornalisti, operatori dell'informazione più attenti alle problematiche dell'economia e della politica — che il convegno fosse stato costruito a misura di chi lo aveva organizzato e promosso. Un convegno che per la scelta degli oratori, degli interventi che si sono sviluppati, le modalità di partecipazione ha finito per diventare una questione strettamente legata alla responsabilità settoriale all'interno dell'Esecutivo. Da qui la nostra protesta. L'interpellanza ha voluto solo dare voce ad un disagio diffuso che insieme agli altri presidenti di gruppo ho provato nell'assistere a quella manifestazione, nel senso che ci è sembrato più un atto di autopromozione delle proprie scelte, della propria politica, che un tentativo chiaro di mettere il sistema industriale delle Marche a confronto con il sistema politico delle Marche, perché quello che è mancato è questo confronto a tutto campo con la realtà complessiva della politica. Io non sono abituato a spendermi, però debbo rilevare per esempio, che sul piano del costume, sul piano del metodo l'assessore Melappioni credo abbia dato una lezione all'assessore Spacca: la preparazione del convegno sulla sanità del 20-21 è un'apertura non solo alla società civile ma anche alla politica, alle istituzioni, cioè il tentativo di coinvolgere direttamente, intanto, questo organismo che è l'espressione massima della democrazia e della partecipazione di questa regione attraverso il dare voce alle espressioni politiche presenti in questo Consiglio, attraverso la valorizzazione e il coinvolgimento delle Commissioni consiliari, cosa che per esempio l'assessore Spacca si è ben guardato dal fare, perché il consigliere Viventi, che pure rappresenta le opposizioni in una delle Commissioni economiche più importanti e coinvolte, la terza, non è stato affatto coinvolto nella organizzazione di questa iniziativa. Questo è un modo inaccettabile di porre le questioni, che secondo noi andava e va criticato. Abbiamo voluto sottolinearlo attraverso questo strumento che è l'interpellanza presentata dal Presidente della Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l'assessore Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. L'interpellanza illustrata ora dal consigliere Giannotti merita alcune risposte puntuali, nel senso che si individuano tre questioni. La prima, se questo convegno sia stato organizzato dall'assessorato oppure dalla Giunta regionale in collaborazione con il Consiglio. Rispondo a questo con la comunicazione avvenuta in Giunta regionale il 17 ottobre, in cui si definivano le modalità di organizzazione del convegno a cui hanno partecipato tutti i colleghi della Giunta regionale stessa.
Subito dopo la comunicazione, da parte mia è stata inviata una lettera a tutti i colleghi del Consiglio regionale, datata 6 novembre, un mese prima dell'organizzazione del convegno, in cui si chiedevano la partecipazione al convegno, gli interventi e si presentava la bozza del convegno, ancora non stampata, chiedendo suggerimenti e quindi la possibilità anche di correggere l'ipotesi di progetto del convegno.
Il convegno si è svolto secondo la consuetudine, nel senso che questa non era la prima edizione del convegno sulle politiche industriali ma la quinta: ce ne sono state due a Portonovo, una a Jesi e una a Senigallia. Questo convegno si è sempre svolto con l'apertura del Presidente del Consiglio regionale che ha presieduto la prima sessione e con una sessione presieduta dal presidente della terza Commissione. Difatti il convegno, articolato in due giorni, ha avuto queste presidenze, che testimoniano come, comunque, sia la Commissione consiliare sia il Consiglio nella sua forma massima, il Presidente, abbiano partecipato e svolto un ruolo protagonista.
Il convegno ha avuto alcuni relatori che hanno presentato le proposte su cui si richiamava l'attenzione di tutta la comunità economica regionale e quindi quelle proposte venivano messe in discussione, a confronto con tutti i soggetti protagonisti dello sviluppo tra cui anche i soggetti istituzionali.
Ci sono stati in due giorni di lavoro circa 70 interventi, questi 70 interventi testimoniano la possibilità di poter confrontarci rispetto a un argomento che stava e sta diventando importantissimo per la vita della nostra regione, come la strategia di sostegno allo sviluppo. Credo che chiunque avesse voluto poteva, in quel contesto, esprimere la propria opinione, come può continuare a farlo ancora in questo momento, perché la proposta di piano per le attività produttive che è nata proprio dal convegno di Pesaro, dal dibattito e dal confronto che si è svolto a Pesaro, è stata depositata nella Commissione consiliare competente, è stata inviata a tutti i consiglieri regionali e aspettiamo già, a partire dai primi mesi di quest'anno, le valutazioni e le considerazioni dei consiglieri, in modo tale che l'atto che poi porteremo in Giunta, possa avere il conforto della loro interpretazione.
Credo quindi che anche la forte enfasi che il quinto convegno di politiche industriali ha avuto quest'anno fosse meritata, in quanto eravamo alla vigilia di un'attribuzione di competenze che lo Stato ci dava in materia di sviluppo economico, quindi di sostegno all'attività industriale, per cui era necessario sottolineare questo importante aspetto e su questo richiamare l'attenzione di tutta la comunità produttiva che ha partecipato in modo massiccio a questo convegno. Il consigliere Giannotti ha partecipato sicuramente alla prima sessione, perché lo ricordo; le sessioni sono state diverse e in tutte le sessioni abbiamo avuto una grande partecipazione, una straordinaria partecipazione e uno straordinario contributo di relazioni, di interventi, di riflessioni che ci hanno consentito di poter rapidamente avviare il processo di elaborazione del piano per le attività produttive.
I partecipanti sono stati tutti registrati e chiunque può verificare quale sia stato il livello della partecipazione a questo convegno.
L'importo era quello dichiarato nella delibera di Giunta del 24 ottobre 2000: il convegno è costato circa 60 milioni. Il consigliere Giannotti deve sapere che rispetto ad altri convegni che pure si sono svolti nella nostra regione e che hanno avuto un minore impatto con l'opinione pubblica e che si sono svolti anche nella realtà dell'Ente Fiera, è costato di meno. Vorrei anche ricordare che noi ci mettiamo a confronto con dei soggetti protagonisti dello sviluppo che organizzano analoghe riflessioni in parallelo alla nostra, come le associazioni di categoria che ci invitano a loro volta a proporre nostre riflessioni in cui c'è uno stile e una rappresentazione dei problemi che oltrepassa la disponibilità finanziaria che noi abbiamo erogato in questa occasione. Quindi c'era anche la necessità di presentarsi in modo dignitoso a questo appuntamento, a questo confronto con la comunità produttiva regionale.
Vorrei anche sottolineare che questa è l'unica modalità con cui noi ci presentiamo all'opinione pubblica, l'unica modalità con cui uno dei sistemi produttivi più importanti d'Italia, sicuramente il secondo sistema produttivo d'Italia per rapporto tra imprese e popolazione, si presenta; l'unica iniziativa di promozione e di valorizzazione che credo meritasse questo tipo di attenzione in termini di dignità di rappresentazione. Noi non facciamo altre attività per promuovere tutto quello che facciamo in favore del nostro sistema produttivo, anzi c'è proprio un problema di comunicazione di quanto sia grande lo sforzo della nostra Regione nei confronti del sistema produttivo. Noi facciamo tantissime cose nei confronti dell'artigianato, del mondo degli artigiani, della microimpresa, della piccola impresa e della media impresa, che spesso non vengono neanche perfettamente conosciute né dall'opinione pubblica né da parte degli addetti ai lavori, quindi c'è un bisogno addirittura di manifestare un livello di comunicazione più elevato per far conoscere quello che noi facciamo.
Faccio un esempio concreto: abbiamo attivato dei servizi sui processi di internazionalizzazione dell'impresa che sono stati valorizzati con grande intensità anche nel convegno di Pesaro, sono stati promossi nel convegno di Pesaro, rispetto a cui molto spesso gli imprenditori, le categorie non hanno una perfetta conoscenza, quindi non riescono ad averne un adeguato ritorno.
Credo non soltanto che questo convegno fosse necessario da questo punto di vista, ma che ci sia la necessità di una riflessione affinché a questa forma di promozione dell'impegno della Regione Marche nei confronti dei sistemi produttivi se ne affianchino delle altre come avviene in altri settori — nel settore del turismo, nel settore della cultura, nel settore della sanità — in modo tale che la riflessione e la comunicazione tra noi e le categorie produttive sia ancora più efficace e ci sia una maggiore, consapevole conoscenza di quello che noi facciamo insieme, come Governo regionale ma anche come Consiglio regionale, perché in fondo il Governo regionale è semplicemente un esecutore della volontà del Consiglio quando approva leggi importanti come le leggi 13 e 14 o altre iniziative. Occorre che cresca ancora di più quel clima di fiducia che sicuramente il convegno di Pesaro ha alimentato. Il convegno di Pesaro da questo punto di vista ha avuto un altro grande risultato: ha testimoniato quanta attenzione ci sia da parte di tutti noi nei confronti dei problemi economici, dei problemi del sistema produttivo e ha testimoniato come il Governo della Regione Marche, il Consiglio regionale sono operatori istituzionali con cui potersi confrontare per affrontare insieme i termini dello sviluppo economico e della crescita della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. L'interpellanza è firmata dai quattro capigruppo dei partiti dell'opposizione. Il consigliere Giannotti si era incaricato di redigerla e illustrarla, il sottoscritto farà la replica.
E' chiaro che una cosa di dicembre discussa nel mese di giugno e successivamente eventi che hanno grande rilevanza quali il cambiamento del Governo nazionale e una campagna elettorale piuttosto prolungata sbiadiscono molto il tema dell'interpellanza.
Qual era il problema che si voleva sottolineare? Che il convegno promosso dall'assessorato con la collegialità della Giunta, era fortemente incentrato sull'Esecutivo. C'è stato uno scarsissimo ruolo dei consiglieri regionali. L'assessore ha sottolineato che sono stati tutti invitati e questo è assolutamente vero: tutti i consiglieri regionali hanno ricevuto il bigliettino d'invito.

GIAN MARIO SPACCA. Non il bigliettino: una lettera in cui si chiedevano suggerimenti per la proposta.

CARLO CICCIOLI. E' ben vero che trattandosi di iniziativa del Governo regionale il Consiglio ha un ruolo residuale, però lo spazio eventuale lasciato al Consiglio era veramente modesto, al di là della formalità che c'è stata e addirittura richiesta di prenotazione di intervento. Quindi, sulla forma non ci sono problemi, ma sulla sostanza è diverso; sulla sostanza il ruolo dei consiglieri regionali è stato soprattutto di spettatori, non c'è stato uno spazio dato ai gruppi o al Consiglio in quanto tale. Addirittura diciamo che non c'è stato uno spazio adeguato neanche per la Commissione consiliare competente.
Dal punto di vista degli interventi, l'assessore parlava di grande successo di partecipazione. Nella scomposizione, nell'esame delle presenze mi sono preso quel giorno la briga non solo di guardare chi fossero i presenti, ma anche di spulciare una per una tutte le schede di partecipazione.
Cosa veniva fuori dall'esame di queste schede? Che c'era una forte presenza dell'associazionismo e delle burocrazie. Erano presenti al gran completo, con delegazioni ampie, le burocrazie sindacali, le burocrazie delle categorie — tutte le categorie erano presenti — burocrazie politiche, cioè personaggi che gravitano negli assessorati e comunque seguono i problemi. C'era una scarsa presenza di operatori diretti, cioè di industriali, a parte i "soliti noti" che in genere ci sono sempre, anche per gli incarichi che rappresentano. Se andiamo a guardare l'imprenditore vero, quello che opera, era assai scarsa la rappresentatività, a tutti i livelli, sia nelle associazioni artigiane che in quelle imprenditoriali propriamente dette. Se non i nomi che, avendo ruoli di rappresentanza, sono intervenuti.
Questo ha significato che il convegno è passato soprattutto tra gli addetti ai lavori specifici, cioè quel tipo di addetti ai lavori, di burocrazia; molto meno nell'imprenditorialità diffusa. Se andiamo a vedere quanti erano gli industriali presenti — io li ho contati — erano assai pochi: una percentuale del 12-13% rispetto a funzionari, esperti, dirigenti sindacali, categorie. Il che, evidentemente, sta a significare che probabilmente nell'associazionismo il convegno era passato, nei singoli imprenditori no.
Mi è stato detto — perché ai funzionari ho contestato questa cosa, dicendo "mancano i soggetti della competizione globale" — che è molto difficile coinvolgere gli imprenditori, perché di fatto lavorano e non perdono tempo ad andare ai convegni, preferiscono delegare alle associazioni che poi riferiscono.
Potrebbe essere in parte una giustificazione. In altre occasioni, quando ci sono stati convegni che avevano una forte capacità di attrazione, questi erano poi presenti. In quel caso, o Pesaro era una realtà decentrata e quindi per molti imprenditori del centro-sud delle Marche spostarsi rappresentava dei problemi o altro, di fatto il convegno si è più situato in una zona del territorio piuttosto che coinvolgere complessivamente tutta la regione, se non per quegli aspetti delle associazioni.
A distanza di sei mesi cosa dire? Poiché credo che l'assessorato intenderà riproporre una scadenza, teniamo presente la necessità del coinvolgimento non solo delle associazioni di categoria ma degli imprenditori stessi, un baricentro che possa permettere ai vari distretti industriali di essere presenti in maniera abbastanza omogenea, cioè non solo quell'area ma un po' tutti, e trovare degli spazi nell'organizzazione dei lavori, che permettano non solo di parlare ai "soliti noti" ma di far entrare nel dibattito anche voci atipiche non istituzionali e gli imprenditori. Magari qualche intervento di imprenditore, in uno particolare spazio dedicato a loro potrebbe colorire un po', non solo di discorsi scontati o di relazioni tecniche, ma di cose sul campo.
L'interpellanza è ormai, per fatti accaduti, una presa d'atto: vediamo la prossima occasione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Ciccioli mi ha tolto le parole di bocca, nel senso che questo aspetto che è stato richiamato è il nodo fondamentale ed è la cartina di tornasole della situazione, cioè un grande rapporto della Regione con gli apparati, uno scarso feeling con il mondo dell'imprenditoria. Credo che la chiave di lettura che si può fare della politica industriale delle Marche è questo scarso attaccamento dell'imprenditore, della ricchissima rete di esperienze imprenditoriali che le Marche hanno, un forte rapporto con le burocrazie, anche se non tutte, perché sulla concertazione si discute da tempo, l'assessore è venuto addirittura a Pesaro lunedì scorso, all'assemblea di Confindustria a vantare questo grande risultato; si vanta di questa cosa a distanza di un anno dall'insediamento della Giunta e questa mi sembra una cosa inadeguata, che comunque non interpreta, secondo me, nemmeno la situazione reale, credo che ancora ci sia molto da fare rispetto a questo discorso.
Ha detto giustamente il consigliere Ciccioli: questo convegno è fallito, perché è mancato l'interlocutore privilegiato che doveva esserci. Di qui la nostra protesta, perché nessuno può togliere il diritto alla Giunta regionale, all'assessore di fare una grande assemblea degli imprenditori e andare a dire le cose che fa, questo lo faccia, questo è legittimo. Noi contestiamo il fatto che un incontro di lavoro, i cui destinatari erano gli addetti ai lavori, cioè c'era una terzo della struttura regionale a quell'incontro... (Interruzione). Se vuoi ti faccio anche il conto delle macchine e ti faccio anche il conto della spesa che è derivata alla Regione per quella partecipazione: c'era la struttura regionale, c'erano gli apparati delle organizzazioni, c'erano gli enti, le associazioni che in qualche modo girano intorno a questo. Era quella l'occasione di far passare il giudizio articolato del Consiglio regionale su queste problematiche. Credo che al di là dei limiti personali di tutti, qualcosa da dire anche le opposizioni hanno sulla materia della politica industriale, quindi poteva venire da parte delle opposizioni, da parte degli esponenti...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non era vietato intervenire, Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, credo che ancora sia difficile, in questo Paese, specialmente oggi, che impediate a esponenti di questa parte politica di parlare. Non è questo, Presidente. Ho prima citato l'esempio dell'assessore Melappioni, non me lo faccia ripetere. Quando diciamo "intervenire" noi intendiamo quello, che è un gesto anche positivo: inviare una lettera a tutti i consiglieri dicendo "faccio questo convegno, guarda se ti interessa". Una cosa è chiamare i presidenti di gruppo e dire "c'è questa cosa, vogliamo mettere a tema la possibilità di prevedere una sessione dove in qualche modo i membri delle Commissioni, le forze politiche si esprimano, vi sia un confronto forze politiche-associazioni?". Una occasione in cui l'immagine complessiva della regione veniva fuori non c'è stata. Presidente D'Ambrosio, io non so come la pensi lei, vorrei capirlo, ma al di là del rispetto personale, che è totale, non credo che la partecipazione, come intervento di primo piano, dell'on. Merloni possa significare questa apertura della Regione alla società politica e civile. Io ho assistito alla prima parte del convegno e uno degli interventi di primo piano è stato quello dell'on. Merloni.
Circa la spesa, ho detto che 60 milioni mi sembrano troppi. Sono un po' preoccupato — ho anche fatto una richiesta rispetto alla quale mi aspetto una risposta — di questo uso della pubblicità come veicolo d'informazione delle cose che fate. Se siete ridotti a "vendervi" per far venire gente, farete i conti con questa povertà. Io mi aspetto che la partecipazione ad un convegno, ad una iniziativa non debba derivare dall'acquisto di grandi spazi pubblicitari sulle testate giornalistiche, credo che debba essere più il frutto di un desiderio di ascolto e di partecipazione alle vostre iniziative.
Assessore, c'è una partita che lei ha citato rispetto alla quale — sa che sono abbastanza sensibile a questo — vorrei che si facesse il punto. Lei, oggi me ne ha offerto l'occasione: io credo che ci siano tutte le condizioni perché si faccia, a distanza di un anno o due anni, il punto sulla nostra presenza in alcuni Paesi esteri — mi riferisco alle "antenne" — quindi vorrei che si facesse il punto sulla operatività, sui risultati conseguiti e sulle opportunità che sono state provocate da questa presenza per dare un giudizio sulla utilità della loro permanenza. C'è la necessità di discutere sulle scelte geografiche fatte rispetto ad altri Paesi, ad altri continenti che possono essere più interessanti per il mondo dell'imprenditoria.
Sono insoddisfatto della risposta; mi auguro che comunque questo incidente di percorso serva a tutti per un migliore rapporto fra l'Esecutivo e il Consiglio regionale e credo debba essere un riferimento per tutti nell'azione di questa legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Non mi ripeto per quanto riguarda la parte di cui condivido gli interventi dei colleghi. Ribadisco però un concetto che ho esternato altre volte quando ho detto che aspettavo con ansia le elezioni politiche, perché ritengo che dopo la tornata delle regionali 2000 e delle politiche 2001 il cittadino si aspetti, nei prossimi tre anni, un proficuo lavoro, se permettete anche abbastanza oscuro e fuori dai soliti riflettori dei convegni, delle grandi iniziative, dei ministri che vengono qui per delle bellissime passeggiate. Lo dico anche contro interessi di parte politica ora al Governo, perché nell'ultimo anno abbiamo visto ministri venire qui a promettere di tutto, a ribadire cose anche non realizzate. Ma questa è la politica non me ne scandalizzo; dico soltanto che un po' tutti siamo stati coinvolti nell'ultimo anno — e da questo non è stato esente l'Esecutivo regionale — dal desiderio di fare convegni su convegni per presentare, per promettere o per commentare. Lo dico da cittadino, in particolar modo: c'è una grandissima attesa per un lavoro oscuro, molto umile, molto "operaio" — prendo in prestito questo concetto espresso da altri, nell'augurio che tutti facciano gli "operai" della politica — perché ci sono tre anni irripetibili, sia per lo Stato sia per la Regione sia per gli altri enti, per i quali in gran parte si va al voto nel 2004, quindi il mio auspicio è che si utilizzino questi tre anni veramente per un lavoro da catena di montaggio, lontano anche da certi, troppi riflettori, perché i convegni sono sempre ad personam. Sono ovviamente legittimamente organizzati da chi vuole avere una visibilità, e dico questo senza essere sospettato di parlare per una parte sola, perché la mia parte è ora al Governo nazionale, quindi potrebbe anch'essa avere interesse a stare sotto i riflettori. Da cittadino dico che questa tentazione non mi tocca, quindi invito l'Esecutivo regionale, in particolar modo nel coordinamento con tutti gli enti, a far più un lavoro a tavolino e più discreto rispetto a tante passeggiate a cui anche voi amministratori regionali siete stati costretti quando ministri nazionali sono venuti dalle parti nostre. Vi assicuro che non hanno lasciato alcuna traccia, questo i cittadini marchigiani l'hanno visto, con molto disincanto.



Interpellanza (Svolgimento): «Acquisto castello Beldiletto (XV secolo) residente estiva dei Varano» Massi (12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interpellanza n. 12 del consigliere Massi, che ha la parola per illustrarla.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Il castello di Beldiletto è un bene di valore incommensurabile per l'entroterra marchigiano, per quello che rappresenta di storia, tradizione e cultura. Nonostante gli impegni e i proclami di tanti amministratori locali, provinciali, in particolar modo della provincia di Macerata, nell'asta che lo poneva in vendita, perché di proprietà di privati, ha avuto la meglio soltanto un soggetto privato. Può essere anche autorevole e stimabile il soggetto che se l'è aggiudicato, però è anche vero che questo acquisto lascia la parte pubblica soccombente nei suoi programmi e nei suoi proclami.
Il Presidente D'Ambrosio, anche nella veste di assessore alla cultura, a uno dei tanti convegni a Camerino, probabilmente suo malgrado è stato tirato per la giacca da amministratori provinciali e da altri amministratori che poi, alla stampa, hanno dichiarato — ma debbo onestamente dire che il Presidente D'Ambrosio non si è lasciato coinvolgere da una facile iniziativa di questo tipo — "noi interverremo perché il castello di Beldiletto deve essere acquisito al patrimonio pubblico". Attualmente i progetti sono tanti: una fondazione, un centro di ricerca, di concerto anche con l'università di Camerino e quella di Macerata.
Il privato se l'è aggiudicato, c'è un tempo per la prelazione. Trovo estremamente colpevoli uffici, organismi e servizi dello Stato, in particolar modo dei Beni culturali che, nonostante roboanti promesse sull'intervento pubblico nei beni culturali sono stati completamente indifferenti e si sono lasciati sfuggire questo acquisto. Quindi ritengo che lo Stato e in particolar modo l'amministrazione dei beni culturali siano colpevolmente assenti in questa vicenda, come lo sono in tantissimi altri interventi relativi al nostro patrimonio, dove si ha molto per certi interventi e poco per altri. Ma credo che il castello di Beldiletto dovrebbe fugare ogni dubbio di partigianeria o di simpatia.
Ho fatto questa interpellanza per sapere se la Regione intende sollecitare gli altri soggetti pubblici, quindi Stato e Provincia di Macerata, ad un impegno; se essa stessa intende in qualche modo oggi, al punto in cui si è arrivati, con aste concluse e non andate più deserte perché c'è un acquirente, esercitare la prelazione, se ancora vi sono i tempi, poiché l'interpellanza è abbastanza datata. Faccio quindi appello alla sensibilità del Presidente che l'ha esternata e che è anche a conoscenza perfetta del patrimonio di cui stiamo parlando. Invito quindi il Presidente a chiarire almeno la situazione attuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Come il consigliere Massi sa e comunque come è pubblico, in data 9 febbraio 2001 il castello è stato acquistato all'asta indetta dal tribunale di Camerino, dall'unico offerente che era il sig. Franco Sensi, per un miliardo. Noi abbiamo espresso la soddisfazione per l'acquisizione del castello da parte di un soggetto che comunque è legato alla realtà marchigiana e l'auspicio di un contatto che sto vedendo di concretizzare per verificare la possibilità di un progetto per una fruizione congiunta, come polo attrattivo del turismo nella zona montana del maceratese. Siamo quindi in attesa che ci siano risposte a questa nostra proposta, per vedere se riusciamo ad attrezzare un polo attrattivo con un tipo di joint-venture pubblico-privato. Ovviamente, appena ci saranno sviluppi, il consigliere Massi sarà avvertito.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Quindi non si esercita la prelazione?

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Si va alla possibilità di un progetto di utilizzazione di questo bene come progetto pubblico-privato, come polo attrattivo turistico da costruire insieme. C'è una nostra proposta di contatto per lavorare su questo tipo di progetto, poi sulla base di quello vedremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Sono soddisfatto perché ho ascoltato finalmente una risposta realistica, con i piedi per terra. Debbo dire che la Provincia di Macerata viaggia su tutt'altra sintonia, almeno da quello che dice, perché ha parlato ancora di prelazione, dicendo "riusciremo a portare la proprietà nel patrimonio pubblico". Mi pare che invece il Presidente D'Ambrosio ha dato una risposta sensata, dicendo che l'unica possibilità in questo momento è quella "spero che il privato sia sensibile". Mi pare che anche il privato abbia fatto dichiarazioni concilianti. Quindi prendo atto della risposta sensata e auspico, a questo punto, che l'unica soluzione possibile sia portata a termine.



Interpellanza (Svolgimento): «L.r. n. 46/92, art. 8 — Finanziamento dei programmi di investimento degli enti locali e di altri soggetti» Ceroni (16)
Interrogazione (Svolgimento): «Disfunzioni connesse all’attuazione della l.r. n. 46/92» Castelli (205)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 16 del consigliere Ceroni e l’interrogazione n. 205 del consigliere Castelli.
Per la Giunta, risponde l’assessore Ottaviani, poiché il consigliere Ceroni rinuncia all’illustrazione dell’interrogazione.

ROBERTO OTTAVIANI. Ringrazio di queste interrogazione e interpellanza perché mi danno la possibilità di precisare alcuni aspetti importanti che riguardano la legge 46. La legge 46, istituita nel 1992, prevedeva nella sua iniziale indicazione, di essere il grande piano di indirizzo delle opere pubbliche della Regione. Sempre più la Regione, come stazione appaltante si è ritirata dai grandi progetti e interventi e oggi le principali stazioni appaltanti sulle opere pubbliche sono le Province, i Comuni, tantissime altre aziende e realtà. Alla Regione è rimasto prevalentemente un ruolo strategico sulla tutela del territorio.
La 46 è oggi diventata un importantissimo strumento di co-finanziamento dei piccoli comuni, delle piccole realtà. Di fronte a questo abbiamo voluto fare una serie di interventi, che abbiamo poi approvato in sede di bilancio, che con piccole modifiche miravano a far sì di rispondere sempre di più a questa esigenza fondamentale di essere uno strumento di co-finanziamento delle piccole realtà municipali che hanno bassa e scarsa capacità d’indebitamento. Questo era un primo problema affrontato in sede di conferenza delle autonomie, affrontato in sede di Anci con i Comuni e in tantissime altre occasioni di confronto con le realtà municipali.
Un altro aspetto altrettanto importante era quello di rendere efficace il co-finanziamento regionale con la tempistica. Voi sapete — Ceroni lo sa sicuramente, avendo fatto il sindaco — che è necessario presentare un piano triennale delle opere pubbliche, che occorre avere nel piano finanziario o nel bilancio comunale la copertura economica e indicare con esattezza le forme di finanziamento. Questa esperienza che ho maturato anch’io è stata una delle molle fondamentali, per cui abbiamo detto di trovare delle forme anche organizzative, ad esempio chiudendo tutte le partite in sospeso della quarta, quinta e sesta annualità in un unico atto dirigenziale. Presto, con il decreto del funzionario verrà attuata la settima annualità, per la quale la graduatoria è già pronta. Per essere contestuali alle richieste e alle emissioni dei decreti bisognava di fatto far slittare un anno, perché c’erano ritardi accumulati non certo per volontà mia perché sono cose che mi sono trovato, per cui abbiamo deciso con la conferenza delle autonomie e con Anci e piccoli Comuni di accorpare anche l’ottava a la nona annualità. Il POP lo porterò in Giunta nella prossima settimana. Un tempo non aveva una funzione strategica per quanto riguarda la Regione, ma l’avrà sicuramente in futuro con le nuove leggi, soprattutto con le nuove leggi di bilancio che entreranno, quindi diventerà uno strumento strategico e fondamentale anche per la Regione e il documento verrà approvato, se non vi saranno problemi particolari, la prossima settimana in Giunta. E’ un piano che riguarda non solo l’anno in corso ma anche quello a venire.
Abbiamo fatto alcune modifiche, le più importanti delle quali sono le seguenti. Una prima riguarda la legge 17 sui lavori pubblici. Poiché dai dati che avevamo risultava che molti interventi finanziati con la 46 non venivano realizzati dalle amministrazioni locali, anche in conseguenza della ritardata coincidenza tra quando si veniva a sapere che c’era il finanziamento e quando era stata fatta la domanda, quindi noi abbiamo fatto sì che il finanziamento sia legato non tanto all’obbligo con la Cassa depositi e prestiti, ma il Comune o la stazione appaltante può accendere il mutuo con chi vuole. La percentuale è stabilita in base al TUS, quindi noi non abbiamo modificato niente, però abbiamo fatto sì che il contributo regionale sia legato allo stato di avanzamento dell’opera, certificato dal dirigente anno per anno, piuttosto che alla Cassa depositi e prestiti, perché diventava un certificato d’impegno per la Cassa depositi e prestiti. Da una punto di vista di cassa noi continuavamo a erogare il contributo alla Cassa depositi e prestiti e l’opera non andava avanti o il mutuo, anche se acceso, non veniva poi utilizzato, non si sapeva bene come riutilizzarlo, c’erano problemi di attuazione, perché dai dati fondamentali sulla 46 risultava che soltanto il 20% delle opere finanziate erano state completate: a fronte di una movimentazione di 500 progetti finanziati, soltanto 44 erano quelli completati, circa 80 erano completati ma non chiusi con il collaudo e quant’altro. Per sanare questa situazione ormai quasi incancrenita, d’accordo con la conferenza delle autonomie abbiamo fatto questi passi. Quindi ogni Comune può accendere il mutuo con chi vuole o addirittura farlo con gli oneri di urbanizzazione, questo non ci riguarda più come Regione, non rispondiamo più alla banca ma il rapporto è tra Regione e Comune. Questo l’abbiamo fatto con la modifica della 17 in occasione dell’approvazione del bilancio. Ovviamente, questo non può avere effetto retroattivo, vale da quando abbiamo approvato la legge finanziaria del Consiglio.
L’altra modifica fondamentale probabilmente creerà dei problemi, ma noi abbiamo deciso, sempre in accordo, di stanziare il 50% del budget messo a disposizione del Consiglio. Mi si chiede se io sono d’accordo ad avere 10 miliardi in più: io lo farei volentieri, ma questi sono i problemi di bilancio che abbiamo già affrontato, con scelte inerenti a questo Consiglio. Ben vengano per l’assessore, perché possono essere uno strumento per rispondere a tantissime esigenze.
Altro punto fondamentale è quello delle graduatorie. Le graduatorie saranno chiuse, nel senso che ciò che potremo coprire con il finanziamento regionale verrà coperto e comunicato al Comune, ma coloro che saranno esclusi per mancanza di finanziamenti, dovranno entro sei mesi ripresentare formalmente il progetto, non con tutta la documentazione, basterà riconfermare la volontà per l’annualità successiva. Questo farà sì che non ci trascineremo dietro annualità dalla quarta alla quinta, come successo con l’ultimo decreto che abbiamo approvato. Poi, cambiati i tempi, cambiate le esigenze, quella richiesta di finanziamento su quel progetto non era più attuale, contestuale.
Un altro punto interessante riguarda la contestualità. Noi prevediamo che entro il 30 settembre, data entro cui le amministrazioni comunali devono presentare il programma delle opere pubbliche ci siano le scadenze per la presentazione dei progetti. Entro il 30 giugno o il 30 maggio — dovremo concordarlo con gli uffici — si dovrà avere la certezza se si rientra nel finanziamento regionale, dopodiché si ha tempo fino al 30 settembre di presentare le eventuali richieste.
Questi sono alcuni degli aspetti semplificativi per recuperare tempo perso per una serie di ragioni. Soprattutto ho chiesto alla conferenza delle autonomie di dare dei criteri prioritari, specialmente in ordine d’importanza. Il primo criterio è più importante del secondo, il secondo più importante del terzo, in modo tale che anche gli uffici abbiano la certezza di applicare dei metri di misura in cui si soddisfa prima il punto 1, poi il punto 2 e poi il punto 3.
In tutto questo c’è una quota di circa il 25% gestita dalla Giunta regionale, ovviamente tenuto conto del piano opere pubbliche, ma nella quale possono essere previste per casi eccezionali delle situazioni anomale rispetto alle esigenze programmatorie del territorio provinciale. E non sempre l’esigenza del territorio può essere completa e determinata per tutte le richieste che vengono dal territorio, ci possono essere delle eccezioni e abbiamo visto anche la possibilità, in accordo con la Provincia, di prevedere dei finanziamenti per progetti che non rientrino nelle priorità suggerite dalla conferenza delle autonomie.
Un altro criterio importante è che, da analisi fatte, abbiamo deciso che i comuni fino a 6.000 abitanti avranno il 50% del budget che la Regione metterà a disposizione per la 46. Questo lo ritengo fondamentale soprattutto per finanziare l’elevato numero di piccoli comuni della nostra regione e questa proposta è stata bene accolta dall’Anci e da tutte le realtà associative.
Un ultimo piccolissimo particolare che voglio annunciare sarà previsto nel POP e che spero trovi consenso, riguarda il fatto che abbiamo ritenuto di escludere dalla 46 le società per azioni o le aziende quando queste offrono interventi o servizi che vanno a tariffa. Siccome la disponibilità economica era modesta, se tagliavamo la quota e facevamo confronti tra grosse aziende multiservizi e realtà comunali piccolissime, la capacità di presentare progetti esecutivi da parte del piccolo Comune e dell’azienda con grosse capacità operative e senza grossi impegni da un punto di vista economico-finanziario per la presenza di uno staff interno, vedevano uno squilibrio, per cui tutti i primi posti della graduatoria erano occupati da aziende, molte addirittura Spa. Noi riteniamo che questo tipo di servizio che deve andare a tariffa e che si deve autofinanziare, non possa continuare a utilizzare una forma di finanziamento sempre più modesta ed esigua. Questo per favorire soprattutto le realtà istituzionali e meno le società che ovviamente hanno una capacità di indebitamento alcune volte anche cento volte più grosse rispetto a un piccolo Comune. Noi crediamo che le aziende non abbiano questo bisogno fondamentale della 46 per i loro interventi, mentre i piccoli Comuni hanno un bisogno quasi vitale per quanto riguarda il contributo del 3,5-4% che viene erogato dalla legge 46.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Questa interpellanza era stata presentata a gennaio, prima che fosse stato predisposto il bilancio di previsione della Regione, però penso che lei condivida un po’ delle cose che io dico, perché ha fatto il sindaco e ha quindi acquisito una importante esperienza.
La 46/92 fu una legge molto innovativa predisposta dall’allora assessore Formica. Io partecipai, per l’Anci, a varie riunioni e debbo dire che fu una legge tra le prime in Italia a prevedere un collegamento tra Regione ed enti locali con l’istituzione delle conferenze regionale e provinciale delle autonomie.
In particolare l’articolo 8 andrebbe rivisto. Penso che la procedura per accedere a questa forma di finanziamento da parte degli enti locali sia un po’ farraginosa. Benissimo il fatto che voglia restare solo un finanziamento dei programmi d’investimento degli enti locali escludendo gli altri soggetti: nel momento in cui le risorse sono limitate dobbiamo fare delle scelte, è inutile che facciamo fare domande anche ad altri che poi non possono essere finanziate. Vorrei però far capire come si arriva al finanziamento di un’opera. Il Comune che intende realizzare un’opera la mette nel programma delle opere pubbliche, la fa approvare dal Consiglio comunale, alla scadenza del bando la trasmette alla Provincia la quale raccoglie le domande e le trasmette alla Regione, la Regione al nucleo di valutazione, per la valutazione si coinvolgono i servizi decentrati opere pubbliche, poi viene stilata la graduatoria, arriva il servizio lavori pubblici ed emette il decreto... Mi pare che i tempi siano piuttosto lunghi, stante che questo articolo 8 ha viaggiato sempre con almeno un anno-un anno e mezzo di ritardo e proprio quest’anno una annualità viene assorbita dal discorso complessivo e praticamente gli enti locali perdono un anno di finanziamento. Vengono esaminate contestualmente, ma essendo le risorse limitate a un solo anno è chiaro che qualcuno rimane fuori.

ROBERTO OTTAVIANI. Le risorse che ci sono vengono sommate.

REMIGIO CERONI. Però abbiamo perso un anno: lo scorso anno non c’erano risorse nel bilancio. Nel 2000 non c’erano risorse per finanziare le domande fatte entro il settembre 1999.
Si potrebbe intanto intervenire sulla procedura: gli enti locali fanno domanda direttamente al servizio programmazione della Regione Marche, perché mi pare giusto che la Regione Marche programmi gli interventi degli enti locali e istituisca un servizio per valutare la bontà di questi investimenti. Quindi, la domanda dal Comune direttamente al servizio programmazione della Regione Marche che le esamina, stila la graduatoria ed emette il decreto. Perché dobbiamo fare tutti questi passaggi perdendo settimane, trovando gli stessi uffici in conflitto perché magari l’ing. Pierri ha una sua visione, pur legittima, l’ing. Levi del servizio programmazione ne ha un’altra? Magari, prima che si mettano d’accordo perdiamo mesi importanti.
Esiste agli atti la constatazione che anche la stessa realizzazione poi subisce dei ritardi che mettono in difficoltà gli enti locali, perché un prezziario di un progetto fatto nel 1996 oggi ha difficoltà pratica di realizzazione, perché magari non è più quello il prezzo di mercato per realizzare quella determinata opera.
Stesso discorso per le varianti: se nel corso della realizzazione dell’opera è necessario fare una variante — chi ha fatto il sindaco sa che difficilmente sulla carta si riesce a realizzare un’opera perfetta, ma in corso d’opera c’è necessità di apportare varianti — torna al servizio programmazione che lo manda al servizio decentrato per la verifica, poi torna ai lavori pubblici... La variante, se resta ferma l’opera da realizzare — una fognatura, un teatro, un impianto sportivo — deve essere ammessa, perché ci sono già altre leggi che verificano se la variante può essere ammesso. La “Merloni” fa le pulci alle varianti, quindi perché dobbiamo ri-sottoporre a verifica un progetto che ha subito varie...

ROBERTO OTTAVIANI. Se si vuol fare un acquedotto e poi si fa una strada...

REMIGIO CERONI. Questo no, ma lo impedirebbe la “Merloni”.
Infine, il tasso. Nel corso degli anni il contributo della Regione all’investimento degli enti locali si è assottigliato. Va tenuto conto che allora anche lo Stato interveniva; questo contributo nel tempo è sparito. Adesso l’unica possibilità che un piccolo Comune ha per avere contributi è questo dell’art. 8 della 46. Però anche qui, agganciando il contributo al tasso ufficiale di sconto, si determina una situazione che ora vi spiego. Ieri ho portato alla Cassa depositi e prestiti una pratica e siamo a meno di un terzo della spesa necessaria per realizzare l’opera, quindi io chiedevo nell’interpellanza, che almeno per i Comuni fino a 5.000 abitanti il contributo fosse più consistente. Fino a 5.000 abitanti siamo al 3% del capitale investito che copre un terzo della rata, ma da 5.000 abitanti in su siamo al 2,50% che è quasi un quarto. Quindi non finanziamo tutto, magari facciamo una selezione delle opere da finanziare, però il contributo dovrebbe arrivare a un 40-50% per i piccoli Comuni, altrimenti dopo aver fatto tutta questa trafila si rischia che l’ente non è più in grado di mettere la sua parte. Se la quota diventa dei due terzi o del 75% addirittura, si rischia che l’ente locale non riesca a poter vedere realizzata l’opera.
In merito alla conferenza regionale e provinciale, sarebbe il caso che ai consiglieri venisse inviato l’avviso di convocazione, perché penso che il collegamento con i sindaci e con i presidenti delle Province non sia un fatto da riservare solo al Governo regionale, ma possa servire al consigliere regionale che, attraverso la partecipazione a queste conferenze può raccogliere elementi utili per fare il suo lavoro.

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ma quella provinciale la convoca la Provincia.

REMIGIO CERONI. Si potrebbe proporre una modifica a questa legge dicendo “sono invitati — anche senza diritto di parola, perché vogliamo ascoltare — i consiglieri regionali”. Raccogliere le istanze e le esigenze è importante, perché poi, quando qui si fanno i bilanci, possiamo dare un contributo. Chi non vuole non partecipa, ma penso possa essere un’opportunità importante, basterebbe fare un piccolo emendamento in una prossima legge che facciamo riferita agli enti locali. Vorremmo magari avere meno inviti a manifestazioni che si fanno in tutta la regione e che arrivano a quintali ogni giorno, e partecipare invece a riunioni più importanti, con le istituzioni, e più decisive per il futuro della Regione.
Spero che l’assessore vorrà raccogliere questi suggerimenti, perché potranno essere utili a questa legge e ai cittadini delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Rischio di essere ripetitivo, e già il collega Ceroni ha individuato gli aspetti fondamentali che avevo inserito nella mia interrogazione, proprio perché è un dato su cui converge lo stesso assessore Ottaviani quello che ci fa ritenere difficoltosa l’attuazione che fino ad oggi c’è stata della tempistica e della sequenza procedurale prevista dalla 46/92. Lei giustamente, assessore, faceva riferimento ad annualità che dal punto di vista del millesimo fanno a loro volta riferimento al 1999, al 2000. Ci sono code, liste d’attesa, quindi complessivamente sarebbe ingiusto ascrivere queste cose alla responsabilità dell’assessore Ottaviani. Bene fa la Regione ad approntare una serie di modifiche migliorative, che tuttavia non possono prescindere da un dato che apparentemente sarebbe anche logico e consequenziale, quello dell’art. 8 della 46/92, perché l’architettura prevista individua nel termine di approvazione del bilancio di previsione quello entro il quale proporre il POP. C’è una logica in tutto questo: il POP dovrebbe costituire una traduzione annuale di quanto previsto dal PSR riferito all’anno. Successivamente, alla data del 30 settembre, se il POP fosse approvato tempestivamente, probabilmente potrebbe anche essere giusta. Quindi a cascata i disservizi e le diseconomie che si verificano periodicamente sono proprio il portato di questi ritardi iniziali. Dobbiamo capire se sotto questo aspetto esiste una inconciliabilità tra le esigenze dei servizi regionali e queste scadenze o meno, perché a mio modo di vedere non è sbagliato il principio, purtroppo esistono dei colli di bottiglia che lo rendono ad oggi impraticabile, quindi quella serie di indicazioni e di modifiche, secondo me devono presupporre questo chiarimento fondamentale. Io mi dico favorevole alla data del 30 settembre, purché vi sia questa perentorietà della scadenza che vede il POP da doversi approvare entro il bilancio di previsione.
In realtà, per quanto questa tempistica possa creare dei problemi, a mio modo di vedere la concezione è giusta, cioè il legare ai bilanci di previsione le ipotesi e le opzioni infrastrutturali dovrebbe appartenere a una fisiologia dell’azione amministrativa e non a una patologia, poi dobbiamo avere la giusta elasticità per correggere le discrasie che si verifichino, però per parte mia credo che sarebbe giusto riuscire, con un’attività amministrativamente virtuosa, a rispettarle queste scadenze.
La seconda puntualizzazione riguarda la necessità di fare chiarezza sulle competenze in ordine al POP e alla valutazione dei progetti della 46, perché effettivamente da più parti si manifesta questo imbarazzo rispetto a due vagli, quello del servizio programmazione e quello del servizio lavori pubblici, che spesso producono delle grosse difficoltà anche per filosofie diverse. Non so a che punto sia il processo per la costruzione del nucleo di valutazione...

ROBERTO OTTAVIANI. Stiamo trattando con le Province di questi passaggi. Non l’ho detto prima perché stiamo facendo una serie di iniziative e questa mi era sfuggita nella memoria. Stiamo quindi trattando anche la semplificazione di quei passaggi di cui si diceva prima, proprio per accelerare.

GUIDO CASTELLI. Per quanto mi riguarda volevo rimarcare questi aspetti, attendendo che anche in Commissione si producano le diverse modifiche ritenute necessarie da un punto di vista generale e condiviso da tutti.



Comunicazioni del Presidente della Giunta

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio, per delle comunicazioni.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Debbo due comunicazioni al Consiglio.
La prima è relativa alla vicenda dell'ospedale di Osimo su cui ci eravamo lasciato la volta scorsa con una mozione che era stata firmata, rifirmata e che non era stata approvata e che, alla fine, aveva due punti nel dispositivo. Il primo era quello di un tempo per la stesura della relazione finale, il secondo di fare qualcosa. Circa il secondo punto è abbastanza chiaro che il "qualcosa" sarà fatto dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Il primo punto è stato risolto, nel senso che la settimana scorsa è stata depositata alla cancelleria della IV sezione del Consiglio di Statuto tutta la ponderosa relazione comprensiva anche della parte geologica e quindi chi ne vuol prendere visione può farlo. Prima non potevamo darne comunicazione a nessuno, perché non si è mai visto un consulente di parte che dà comunicazioni prima di depositare l'elaborato peritale, e noi eravamo in questa situazione. Questo dimostra come, indipendentemente da eventuali sollecitazioni, alcuni problemi complessivi, generali delle comunità vengono sempre tenuti in uno scadenziario, con priorità all'ordine del giorno.
La seconda comunicazione riguarda il fatto che ieri ho provveduto con mio decreto, nell'ambito delle funzioni attribuitemi, ad assegnare all'assessore Mattei l'incarico di occuparsi di beni e attività culturali "in collaborazione con il Presidente". Non c'è quindi stata una attribuzione piena di delega, ma la dizione letterale è questa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Si tratta, per certi versi, di due buone notizie, però bisogna poi vedere il prosieguo.
Per quanto riguarda il deposito della relazione, si era in una modalità di tempo arretrata, e la notizia significa che nessuna mozione è stata approvata nella seduta del Consiglio regionale, però questo ha contribuito ad accelerare i tempi, quindi va bene lo stesso. Al di là del fatto che il Consiglio di Stato prenderà atto delle valutazioni tecniche, sicuramente sarà opportuno farci parte diligente, per quelli che sono i termini di legge, affinché il Consiglio di Stato operi nella maniera più celebre possibile. Tutti sanno che è sua determinazione stabilire i tempi e i modi delle pronunce. Fra le varie opportunità c'è quella che il Presidente della Giunta è un magistrato con una grande esperienza e una grande conoscenza alle sue spalle e speriamo che questo possa contribuire ad arrivare in tempi non storici alla pronuncia.
Per quanto riguarda l'altro aspetto, io ero stato uno di quelli critici sulla non assegnazione dell'assessorato alla cultura, non perché il Presidente non possa essere assessore alla cultura, ma perché le incombenze della presidenza sono tali che un settore che richiede impegno, disponibilità di tempo, al di là della capacità, ritenevo dovesse in qualche modo essere attribuito a un assessore delegato. Sulle valutazioni dell'assegnazione, i giudizi si danno dopo l'attività e non prima che essa possa cominciare, però credo che la scelta più opportuna sarebbe stata quella di reperire, nella nomina, un soggetto dotato di precedenti esperienze di operatore nel mondo della cultura, precedenti esperienze di gestione di questo settore che a mio parere in questo caso non si riscontrano. Certamente i giudizi si danno dopo, non prima, però questa nomina mi lascia perplesso. Quindi, bene la delega, perplessità, nello specifico, sulla persona che dovrà occuparsi di questo problema non in quanto tale ma in quanto il suo curriculum non è che abbia precedenti di conoscenza del settore e, come tutti sanno, affrontare il nodo della cultura comporta anche un nodo di esperienza, di come muoversi, della conoscenza dei soggetti, a volte anche come fermare "l'assalto alla diligenza" dei vari personaggi che si presentano, come io stesso, come opposizione, ho notizia ed esperienza, figuriamoci uno che abbia responsabilità di governo. Per questo rimango perplesso. Speravo in altre soluzioni, il giudizio verrà sui primi atti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Ho fatto questa richiesta sia nella seduta di oggi che nella Conferenza dei capigruppo per richiamare un'esigenza di metodo. Credo che sia legittimo e opportuno che il Consiglio regionale sia informato di atti come questi dal diretto responsabile prima che dai giornali. Noi siamo stati tutti informati di quanto stava avvenendo da indiscrezioni giornalistiche, con una novizia di particolari che mi porta a richiamare il fatto che comunque la fonte era bene informata. E infatti, oggi il Presidente ci ha confermato che di trasferimento di delega si trattava e si è trattato.
Ma al di là del metodo c'è un problema di sostanza che voglio richiamare: una lettura delle difficoltà nell'azione del Governo regionale che si sono manifestate in questo primo anno; un Governo regionale che non riesce ad affrontare e gestire le emergenze della regione, che non riesce a gestire e affrontare l'ordinaria amministrazione e che ha contribuito in maniera decisiva alla sconfitta del 13 maggio, caro Luchetti. Io sono uno di quelli che dice che il giudizio negativo sull'azione del Governo regionale in qualche modo ha influito sul risultato politico delle elezioni, cioè risultato depurato dai contrasti, dai problemi, dalla logica del maggioritario che tiene conto anche delle candidature e dell'unità dei partiti. Il dato politico espresso nel proporzionale che ha riconosciuto ai partiti di opposizione la maggioranza in questa regione è il segnale del disagio dei cittadini rispetto anche all'azione del Governo regionale. I limiti del Governo regionale sono sotto gli occhi di tutti, è un anno che questo Consiglio si riunisce per trattare il nulla. Fa bene Silenzi a dire "avevamo lavorato tanto nella scorsa legislatura", ma credo che questa sia ormai una scusa che conta poco rispetto al fatto che questo Governo regionale non produce, questa maggioranza non è in grado di porre questioni, se le pone, come fatto dai Popolari, da I Democratici, rischia di fare la fine delle tantissime proposte delle opposizioni cestinate e congelate, e questo ci porterà a porre la questione dei rapporti fra maggioranza e opposizione e del funzionamento del Consiglio. Questo l'ho detto, lo ripeto e lo dirò ancora fino al momento in cui smetteremo di dirlo e assumeremo azioni conseguenti.
Rispetto a questo mi sarei aspettato un rimpasto, Presidente; mi sarei aspettato che lei sanasse questo deficit di rapporto, nel senso che se io fossi al suo posto avrei intanto recuperato questo deficit di rapporto con il gruppo di maggioranza che continua ad avere esponenti qualificatissimi nei banchi del Consiglio, avrei cercato di recuperare la collaborazione, la partecipazione attiva di altre formazioni, avrei in qualche modo qualificato maggiormente l'Esecutivo che a me sembra al di sotto della sufficienza per l'azione che ha messo in piedi in questi anni.
Prendo atto che comunque, su una questione lei ha fatto un passo in avanti dandomi ragione. Caro Presidente, le debbo solamente ricordare che non meno di tre mesi fa sulla stampa lei ha risposto ad una mia critica sulla gestione della cultura dicendo che l'assessore alla cultura c'era, era il Presidente ed era in piena efficienza e in piena operatività. Debbo sottolineare che la scelta di oggi conferma che il mio giudizio era vero. Se la scelta che lei ha fatto buona per un certo verso perché elimina ambiguità che non facevano bene alla Regione, ai ruoli politici, ai ruoli istituzionali, dall'altro non credo che sia una scelta che recuperi condizioni di efficienza e di operatività in un settore importante, in un settore rispetto al quale occorre una grande opera di ripensamento da parte del Consiglio, perché credo che ormai il fallimento della legge 75 sia sotto gli occhi di tutti: non abbiamo migliorato la condizione della cultura nelle Marche ma abbiamo solamente passato il testimone alle Province che mal gestiscono gli interventi in campo culturale. Stiamo facendo in questi giorni, come gruppo di Forza Italia, una rilevazione, dalla quale scaturisce un dato: che la cultura spontanea in questa regione è penalizzata dall'azione politica delle Amministrazioni provinciali, cioè si spende tanto per le iniziative culturali istituzionalizzate, si spende pochissimo per la cultura del popolo, quella che viene dal basso, quella spontanea, quella che non è dentro gli schemi della politica. E' una preoccupazione che abbiamo, rispetto alla quale vorremmo veramente che l'occasione di questo "incidente di percorso" dia la possibilità di avviare una seria riflessione sull'efficacia della 75 e sulla possibilità di adeguare questo strumento legislativo alla esigenza di una crescita culturale della nostra regione.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Sono pervenuti i pareri delle Commissioni sulla proposta di atto amministrativo n. 39 e sulla proposta di legge n. 65.
Pongo in votazione l'iscrizione d'urgenza all'ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 39.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'iscrizione all'ordine del giorno della proposta di legge n. 65.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Adesione della regione Marche all'associazione "Istituto Matteo Ricci per le relazioni con l'oriente" — Legge regionale 6 agosto 1997, n. 52» Massi (39/01)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 39 ad iniziativa del consigliere Massi.
Ha la parola il relatore, consigliere Amati.

SILVANA AMATI. Non credo che occorra una lunga relazione. Noi abbiamo ritenuto che fosse indispensabile anche chiedere l'iscrizione d'urgenza dell'atto, che è stato in Commissione per un approfondimento e che è l'ultimo adempimento che si compie per dare il via all'adesione della Regione a questa Associazione importante. Credo sia noto a tutti il ruolo svolto a livello internazionale, nel passato, storicamente da Matteo Ricci e anche quanto si sia andato costruendo attorno alla sua figura nella provincia di Macerata, da enti diversi.
L'ipotesi che ci sia oggi un'Associazione a cui enti importanti come la Regione, la Provincia, l'università ed altri intervengano per la promozione e ci sia finalmente l'adesione anche della Regione su una bozza statutaria, peraltro recentemente modificata, dove sono pienamente riconosciuti gli enti aderenti, credo che sia elemento fondamentale ed utile.
Il voto della Commissione è stato espresso all'unanimità.

PRESIDENTE. Ha la parola il secondo relatore, consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ringrazio il relatore di maggioranza Silvana Amati per la sensibilità dimostrata, insieme a tutta la Commissione e per la rapidità con cui questo testo è stato esaminato. Credo che l'adesione della Regione Marche dia grande prestigio a questa istituzione, cosa che si aspettano tutti i soggetti che l'hanno già fatto nel settembre scorso. Il prestigio deriva anche dal fatto che si aprono frontiere per lo scambio culturale ma anche delle grandi opportunità per imprenditori marchigiani che sono in Cina, di sentirsi meno isolati, di sentirsi vicini a istituzioni culturali di grande tradizione attorno a una figura che ha dato molto, a parte l'aspetto spirituale che è sicuramente molto importante, soprattutto dal punto di vista culturale nello scambio tra la tradizione culturale italiana e quella orientale.
E' un atto che si aspettava da tempo, che dà prestigio a questa istituzione e chiedo che la Regione, come soggetto partecipante a pieno titolo all'istituto sia sempre più presente in modo adeguato, e questo anche con l'opportunità di svolgere una programmazione idonea, perché ci sarà grande attesa sulle scelte della Regione per quanto riguarda questo aspetto culturale, ma anche economico, di scambio commerciale con l'oriente. Quindi, una possibilità di programmazione ulteriore, molto importante. Non so se ai cinesi interessa, però può far comodo far sapere anche in Cina — permettetemi la battuta — che Matteo Ricci, attualmente, è anche presidente del gruppo Ds a Pesaro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. La proposta che oggi è stata portata a conoscenza del Consiglio regionale, dopo essere passata al vaglio unanime della Commissione è di grande valenza, non solo sotto un profilo operativo, ma anche sotto un profilo simbolico, perché vi sono delle ricchezze nella nostra regione che hanno valenza non solo territoriale regionale stretta, ma addirittura nazionale e mondiale, come quella della figura di padre Matteo Ricci; ricchezze che in molti casi sono state non dico dimenticate, comunque non appropriatamente valorizzate dall'istituzione regionale, che si è per tanti aspetti distinta invece in interventi parziali, piccoli, di sostegno magari contributivo annuale ma senza entrare nel vivo della vita dell'Associazione, dell'organismo che curava e dava lustro e giusto riconoscimento a figure emblematiche e comunque ad aspetti importanti della vita storica, culturale, sociale della nostra regione ed oltre.
Questa proposta va nel senso che ho detto, cioè una presenza attiva, diretta della Regione in un settore, in un aspetto che è quello della figura, dell'approfondimento della figura e degli studi di padre Matteo Ricci, ma soprattutto della colleganza diretta a quella che può essere una interrelazione tra il nostro territorio e il lontano oriente.
Sarebbe stato auspicabile che tutti i consiglieri avessero avuto la possibilità di vedere più a fondo l'articolazione dei passaggi formali che dovranno essere svolti dalla Regione. Mi riferisco al rappresentante che avremo in assemblea come socio aderente. Poteva essere pensata anche una partecipazione più articolata ed ampia. Comunque, questo sarà compito anche dell'istituzione, che si chiama "Istituto di studi Matteo Ricci per le relazioni con l'oriente", compito che dovrà essere vigilato dal nostro rappresentante affinché gli obiettivi dello statuto e le finalità del nostro atto di adesione possano essere colti.
Pertanto esprimo il nostro voto favorevole all'atto amministrativo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva)



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Modifica del comma 12 dell'art. 6 della l.r. 7 maggio 1001, n. 11: "Provvedimento generale di finanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Finanziaria 2001)» Giunta (65)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 65, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore, consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Di fatto ho illustrato il contenuto della proposta di legge nella richiesta d'iscrizione d'urgenza, quindi lo ribadisco velocemente. Con questa proposta di legge modifichiamo un comma dell'art. 6 della legge finanziaria, nel quale avevamo previsto, per quanto riguarda il periodo di deviazione del traffico pesante sull'autostrada, il periodo da luglio a settembre, poi nel corso di queste settimane è stato raggiunto un accordo tra la Società autostrade, la Regione e i Comuni interessati, anche su spinta degli stessi Comuni, per cercare di anticipare la deviazione al 20 giugno, quindi dobbiamo semplicemente cambiare "luglio" in "giugno".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Esprimo il voto favorevole da parte dell'opposizione. Si tratta di anticipare una soluzione che per quanto è posticcia — non è questa la soluzione per i problemi complessivi del traffico — anticipando di qualche giorno contribuisce comunque a decongestionare la situazione. Quindi voto favorevole, però occorre affrontare il problema non ripetitivamente tutti gli anni con le stesse modalità, ma arrivare a una soluzione sia di infrastrutture che anche automatica, che non obblighi ogni anno la trattativa e la riproposizione del problema, tra l'altro con tempi che molto spesso slittano e provocano oggettivamente dei problemi.
Il voto è ovviamente favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. E' superfluo ribadire il nostro assenso, il nostro voto favorevole a questo provvedimento che in qualche modo contribuisce ad alleggerire i disagi dei marchigiani e degli altri cittadini che sono costretti o che scelgono di viaggiare nella nostra regione. Volevo però cogliere l'occasione per fare due brevissime considerazioni.
Il nostro gruppo ha posto da tempo il problema rappresentato dalla situazione indecorosa della A14. La situazione della nostra autostrada è indecorosa. Viaggiare in autostrada, specialmente nel periodo estivo, di maggiore intensità del traffico portuale, da Ancona, è diventato impossibile e per noi pesaresi è un rischio quotidiano. Ci sono percorrenze accentuatissime, le condizioni di questo tratto stradale sono difficilissime. Non può, non deve rimanere una cosa senza seguito la scelta della Società autostrade di realizzare la terza corsia fino a Cattolica. Rispetto a questo credo che un pronunciamento autorevole del Consiglio regionale sia importante per richiamare l'esigenza che il tratto marchigiano venga riconsiderato ai fini della realizzazione di questa importante arteria stradale, rispetto al quale, al di là di alcune difficoltà dei Democratici di sinistra a me sembra che il Polo abbia espresso il proprio orientamento favorevole, la Giunta regionale ultimamente sembra abbia accettato questa impostazione, quindi credo che mettere insieme le nostre energie in questo senso possa in qualche modo contribuire a rendere possibile l'affronto di questo problema.
L'altra cosa. Vorrei richiamare lei, Presidente D'Ambrosio, unitamente al Presidente del Consiglio regionale, a una considerazione diversa del rapporto fra la Regione e i parlamentari locali. Io non ho gradito molto l'invito che lei ha fatto ai parlamentari delle Marche ad un incontro con la Giunta regionale, perché credo che la sede più appropriata di un rapporto fra le rappresentanze parlamentari e la Regione sia il Consiglio regionale, cioè credo che sarebbe stato più giusto e doveroso invitare tutti i parlamentari, quelli di opposizione che appartengono alla sua parte politica e quelli di maggioranza che appartengono all'area politica a cui anch'io mi onoro di appartenere, coinvolgendo anche i presidenti dei gruppi consiliari del Consiglio regionale, cosa che invece non ha fatto. Mi dispiace, volevo dirglielo e gliel'ho detto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Volevo solo brevemente ricordare come non più tardi di due mesi fa, in occasione dell'approvazione del bilancio della Regione il gruppo di An fece un emendamento del tutto analogo a quello che oggi è stato riversato nella modifica della proposta di legge 65/01. Lo dico perché sarebbe stato giusto e opportuno riservare in quella occasione una attenzione maggiore alle proposte della minoranza che, almeno da quello che possiamo apprendere, oggi, in effetti, vengono riprese e tradotte in legge.
Fra le altre cose, che il finanziamento fosse insufficiente era in qualche modo comprensibile anche da quello che era scritto nella relazione previsionale, nella parte relativa ai trasporti, ove l'assessore lasciava intuire che probabilmente ci sarebbe stata, se non una difficoltà, la necessità comunque di impinguare quel capitolo. Noi presentammo un emendamento diretto non solo all'aumento della dotazione per l'anno 2001 ma anche del pluriennale, cosa che immagino possa essere ipotizzata e pensata a partire dal prossimo anno, quindi volevo solo ricordare come l'atteggiamento trincerato e blindato della maggioranza in occasione della presentazione degli emendamenti in qualche modo oggi viene sconfessato, ma al di là di quella che può essere la polemica politica, volevo solo rammentare che la circostanza è importante, perché se il Consiglio è capace di riappropriarsi di un ruolo propositivo a prescindere dalle reciproche collocazioni, probabilmente potremmo anche risparmiare tempo. Tutti vogliono risparmiare tempo, potevamo risparmiare anche questa discussione se solo avessimo dedicato più attenzione e meno avversità pregiudiziali a delle indicazioni della minoranza, in particolare del gruppo di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Intervengo non sulla legge ma su quello che ha detto il consigliere Giannotti. La lunga prassi di questa Regione ma anche di altre Regioni, prevede come atto di cortesia istituzionale un invito a tutti i parlamentari eletti — e c'erano praticamente tutti, salvo 3-4 che hanno ritenuto di indicare i motivi per cui non c'erano — a un incontro e soprattutto a mantenerli informati dei rapporti fra il Governo regionale e quello nazionale. Questa stessa prassi è stata utilizzata. Non prevedeva l'incontro con i capigruppo consiliari, perché il discorso dell'informazione sull'attività consiliare non tocca, ovviamente, all'Esecutivo, ma soprattutto perché questo tipo di prassi tende a coinvolgere, informare, tenere collegati con i problemi dei rapporti fra Governi i parlamentari marchigiani di tutti i tipi, di tutte le estrazioni.
Questa è stata la ragione per cui, proseguendo su questa prassi di cortesia costituzionale e istituzionale, abbiamo fatto questo tipo di cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Mi corre l'obbligo di dare una risposta di merito al consigliere Castelli che ha fatto una critica alla maggioranza, riportandosi all'approvazione del bilancio. Non c'è stata chiusura da parte della maggioranza in quell'occasione, perché ricordo che su quell'emendamento noi dicemmo che l'accordo per la deviazione del traffico pesante non dipende solo ed esclusivamente dalla volontà della Regione, ma è un accordo che in qualche modo vede coinvolti più soggetti: Regione, Comune, Governo, Società autostrade. E non è stato mai semplice raggiungere un accordo con tutti questi soggetti, in particolare con la società autostrade e quindi non potevamo vincolarci in nessun modo a un periodo preciso. Così come, pure, il problema non era di reperimento di fondi, perché probabilmente a Castelli sfugge che è uno dei pochissimi capitoli, questo, su cui c'è stata un'implementazione rispetto all'anno precedente e non una diminuzione. In virtù anche del fatto che la Regione ha investito più risorse, dopo una lunga e per certi aspetti estenuante trattativa, siamo riusciti a strappare il 20 giugno come data di inizio, quindi si rende oggi necessario questo adeguamento, ma non c'è stata nessuna volontà, all'atto del bilancio, di dire "abbiamo confezionato un pacchetto preciso" quanto, invece, portare avanti una trattativa che è sempre molto lunga e difficile, in particolare nel rapporto con la Società autostrade.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, il relatore Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. In merito all'atto non dico niente, era scontato che su questo ci sarebbe stata l'unanimità. Voglio solo dire poche cose in merito a una critica che il collega Giannotti rivolgeva al gruppo Ds sulla questione della terza corsia, affermando un'inesattezza. Noi non siamo stati mai in difficoltà su quel punto. Ricordo in questa legislatura e anche nella precedente, che in tutte le occasioni in cui abbiamo discusso di queste questioni, la nostra posizione è stata sempre chiara. Voglio ricordare che in occasione dell'approvazione del piano di inquadramento territoriale votammo un ordine del giorno all'unanimità, che vedeva come primi firmatari proprio i consiglieri Ds, in cui avanzavamo l'ipotesi di verificare un progetto di fattibilità per l'ammodernamento della A14, non escludendo alcuna possibilità, sia della terza corsia, sia anche, ove ciò fosse stato irrealizzabile, un eventuale arretramento. Quindi non c'è e non c'è mai stata nessuna difficoltà da parte nostra. Anzi, oggi verificheremo, con il centro-destra al Governo nazionale, la volontà dello stesso di dare attuazione a tutte quelle promesse che in campagna elettorale sono state fatte, soprattutto riguardo alle infrastrutture e all'ammodernamento della A14 nel tratto marchigiano.

PRESIDENTE. Articolo unico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Prima di chiudere, comunico che il calendario delle sedute nei mesi di luglio e settembre è così determinato: luglio, giorni 10 e 25; settembre, giorni 25 e 26.
La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.

La seduta è sospesa alle 13,45