Resoconto seduta n. 46 del 27/06/2001
RESOCONTO INTEGRALE

SEDUTA DI MERCOLEDI' 27 GIUGNO 2001
PRESIDENZA DELPRESIDENTE LUIGI MINARDI

La seduta inizia alle 10,50

Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 44 e 45 del 13 giugno 2001.

(Sono approvati




Leggi regionali
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state Presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 66 in data 4 giugno 2001, ad iniziativa del consigliere Trenta, concernente: «Norme in materia di usi civici», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 67 in data 4 giugno 2001, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Sistema regionale di protezione civile», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla I e II Commissione per il parere obbligatorio.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la di atto amministrativo n. 51 del 12 giugno 2001 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: «Programma degli interventi per l'anno 2001 - criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli artt. 2 e 3 della L.R. Sl/1997 - norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale», assegnata in sede referente alla I Commissione e alla II Commissione per il parere obbligatorio;




Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 110 del consigliere Pistarelli: «Situazione Caserma aeronautica militare di Potenza Picena";
— n. 111 del consigliere Amagliani: «Vertice del G8 programmato a Genova dal 19 al 22 luglio 2001»;
— n. 112 dei consiglieri A. Ricci., Pistarelli, Mollaroli, Silenzi, Luchetti e Favia: «Rimborso spese per le prestazioni di ossigenoterapia iperbarica»;
— n. 113 del consigliere Avenali: «Orari estivi Ferrovie dello Stato»;
— n. 114 dei consiglieri Amati, Mollaroli e Cecchini: «Richiesta ai direttori generali delle ASL di utilizzo della RU486 negli ospedali marchigiani»
— n. 115 dei consiglieri Pistarelli, Brini, Massi e Grandinetti: «Situazione Università di Macerata - Facoltà di scienze della formazione».




Leggi regionali restituite vistate
dal commissario di Governo

PRESIDENTE. Il commissario di Governo nella regione Marche ha restituito, vistate, le seguenti leggi regionali:
— «Modifica alla legge regionale 7 maggio 2001, n. 11 concernente: "Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge Finanziaria 2001)"»;
— «Modificazioni ed integrazioni della legge regionale 28 marzo 1988 n. 6 recante: "Norme in materia di artigianato in attuazione della legge 8 agosto 1985, n. 443"».




Nomine

PRESIDENTE. Ho provveduto, con mio decreto n. 75 del 22 giugno 2001 alla nomina di due componenti del consiglio di amministrazione della cooperativa artigiana di garanzia "Nuova Cooperativa".




Deliberazioni amministrative
inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
- n. 1241 del 5 giugno 2001, concernente: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2001 - L. 40.820.422.690»;
- n. 1242 del 5 giugno 2001, concernente: «Art. 29 della L.R. n. 12/2001 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per interventi di edilizia ospedaliera. L. 15.699.000.000»;
- n. 1243 del 5 giugno 2001, concernente: «Art. 29 della L.R. n. 12/2001 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato relative al fondo per la riqualificazione dell'offerta turistica italiana. L.313.915.990»;
- n. 1319 del 12 giugno 2001, concernente: «Art. 2 comma 2 della LR n. 11/2001 reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. L. 1.264.692.541»;
- n. 1320 del 12 giugno 2001, concernente. «Art. 29 della LR n. 12/2001 - iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi dallo Stato per il "Progetto Ambiente" LSU/LPU. L. 800.000.000»;
- n. 132I del 12 giugno 2001, concernente: «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2001 - L. 20.574.602.134»;
- n. 1322 del 12 giugno 2001, concernente: «Art. 55 comma 3, LR n. 25/1980 prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento del capitolo 1840105 compreso nell'elenco n. 4 "Elenco delle spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2001 - L. 50.000.000».




Decreti dei dirigenti

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha inoltre trasmesso i seguenti decreti del dirigente del servizio bilancio, tributi, demanio e patrimonio:
- n. 125 del 4 giugno 2001, concernente. «Art. 32 della legge di approvazione del bilancio per l'anno 2001 ed articolo 100 - comma 7 della legge regionale 30 aprile 1980 n. 25. Istituzione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di capitoli aggiunti»;
- n. 133 del 12 giugno 2001, concernente «Variazione al bilancio di cassa per l'anno 2001 - L. 3.700.000.000»;
- n. 134 del 12 giugno 2001, concernente: «Art. 32 della legge di approvazione del bilancio per l'anno 2001 ed articolo 100 - comma 7 della Legge regionale 30 aprile 1980, n. 25. Istituzione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di capitoli aggiunti».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Franceschetti e Secchiaroli.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Amati. Ne ha facoltà.

SILVANA AMATI. Intanto una richiesta d'intervento a norma dell'art. 35, quindi una richiesta d'iscrizione d'urgenza, per la prossima seduta del Consiglio. Noi abbiamo presentato, come gruppo Ds, una mozione sul G8, quindi vorremmo che si potesse iscrivere oggi in modo da poterla discutere, mettendola all'ordine del giorno, nella prossima seduta del Consiglio.
Per quanto riguarda la richiesta d'intervento a norma dell'art. 35, chiedo un chiarimento. Ho letto sulla stampa di venerdì scorso che una direttiva del Ministero degli esteri e del Ministero della sanità impedisce alle Regioni italiane di intervenire, secondo una tradizione ormai consolidata, su quelle pratiche di intervento medico d'urgenza, di solito, fatto nei confronti dei cittadini stranieri che vengono per queste necessità in Italia.
Facendo riferimento a un caso specifico che ho molto presente e che riguarda un esempio di solidarietà che avevamo deciso di avviare nella nostra regione — un intervento di chirurgia alle mani di una ragazza saharawi che dovrebbe avvenire in questi giorni — come procedura di solidarietà già definita — ma potrei fare molti altri esempi legati a bambini celiaci, sempre del popolo saharawi o ai bambini di Chernobyl che devono tornare nelle Marche — mi risulta che solamente la Regione Toscana, a tutt'oggi, abbia avuto una deroga rispetto a queste procedure. Vorrei sapere, se possibile, che cosa si può fare e quali interventi si possono al più presto mettere in cantiere affinché le iniziative che le Regioni storicamente hanno avanzato in questi settori non si blocchino con l'avvento del nuovo Governo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Chiedo l'iscrizione e la discussione di una mozione che ho presentato sugli orari estivi dei treni. Ho visto che il Presidente e l'assessore sono intervenuti positivamente — do atto dell'impegno verso il Governo — però credo che sarebbe un elemento di maggiore forza per intervenire nei confronti delle Ferrovie dello Stato affinché si modifichino gli attuali programmi degli orari ferroviari anche per quanto riguarda le fermate, poiché si stanno creando molti disagi in alcune zone interne del nostro territorio. Quindi, ripeto, chiedo che il Consiglio regionale approvi una mozione. Io ho presentato una mozione in tal senso, che potrebbe essere emendata dai colleghi, ma mi sembrerebbe estremamente positivo che questo Consiglio si pronunciasse.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della proposta di atto amministrativo n. 51 sul programma degli interventi per l'anno 2001, «Criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli artt. 2 e 3 della legge 51 del 6 agosto 1997, "Norme per il sostegno dell'informazione e dell'editoria locale"». Questo testo è stato esaminato dalla prima Commissione con parere unanime, però occorre convocare la seconda Commissione per accertare la copertura finanziaria che c'è, ma serve il parere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Sempre sul vertice di Genova il nostro gruppo chiede l'iscrizione di una mozione da abbinare alle altre che abbiamo presentato alla segreteria del Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Il gruppo di Alleanza nazionale ritiene bizzarra la posizione dei gruppi di maggioranza, perché loro avrebbero tutti gli strumenti politici e istituzionali, ma soprattutto politici, per decidere al loro interno e poi portare nelle sedi istituzionali un calendario dei lavori, invece vedo che la maggioranza, ogni volta che ci presentiamo in quest'aula propone — ciascun consigliere per il proprio gruppo — emendamenti all'ordine del giorno. Mi sembra un po' bizzarro, perché questa è una cosa che di solito fa l'opposizione per cercare di prendere spazi. L'opposizione in questo caso chiede che venga discussa, inserendola all'ordine del giorno di oggi in via d'urgenza la mozione sulla situazione dell'università di Macerata che abbiamo proposto insieme tra tutti i colleghi della Casa delle libertà.
Mi sembra sia importante affrontare in breve questo discorso, perché c'è una situazione che vede la necessità di un intervento urgente anche da parte della nostra istituzione verso l'università di Macerata, proprio per risolvere e sanare per tempo, almeno a fine anno accademico attuale e molto prima degli inizi del prossimo anno accademico, la questione della facoltà di scienze della formazione che è diventata una questione che riguarda paradossi, più che il confronto fra due tesi o tra due opinioni.
Su questo chiederei la sensibilità dell'aula e del Presidente, naturalmente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Confermo anch’io l’ultima richiesta di Pistarelli, ma come gruppo Ccd sono favorevole ad accogliere tutte le richieste che sono state presentate, anche quelle più forzate e più “bizzarre” — così sono state definite — da parte dei gruppi di centro-sinistra. Mi sembrano legittime anche se, mi si permetta una battuta, mi pare che nel centro-sinistra sia iniziata una corsa a proporre i temi più cari alla sinistra per avere più spazio nel centro-sinistra. Questo comunque è legittimo, non ci scandalizziamo, siamo favorevoli ad accogliere le richieste che sono state presentate, compresa quella che ha fatto adesso Pistarelli sull’università di Macerata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Chiedo l’iscrizione e la discussione della mozione 111 relativamente al vertice G8, così come hanno fatto precedentemente alcuni colleghi consiglieri, al prossimo Consiglio regionale, in tempo utile per poter discutere di questo argomento e quindi prendere anche provvedimenti che quest’aula vorrà assumere rispetto alla questione.
Chiedo invece l’iscrizione d’urgenza di una mozione che abbiamo presentato come gruppo consiliare questa mattina relativamente alla crisi in cui versa la manifattura tabacchi di Chiaravalle. Chiedo la possibilità di discutere in giornata di questo argomento, perché credo che la situazione sia veramente pesante e ritengo che questo Consiglio debba dimostrare, così come ha fatto ieri con la presenza di suoi diversi consiglieri e assessori, la propria disponibilità ad entrare nel merito delle questioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Vorrei richiamare l’attenzione del Consiglio regionale sull’ordine del giorno. Abbiamo mozioni ferme come la 17 presentata da Castelli. Successivamente sono state presentate anche da noi alcune mozioni. Invito quindi il Presidente e i colleghi a fare maggiore attenzione ai problemi che si sollevano, perché nella nostra autostrada si registrano puntualmente incidenti mortali, se ne parla spesso ma questo Consiglio ancora non è stato in grado non solo di dare una risposta ma nemmeno di affrontare questo problema. Quindi richiamo i colleghi a fare una programmazione e a non chiedere di discutere argomenti dettati dall’emotività del momento, discutendo seriamente di tutti i problemi. Quello dell’A14 è un problema importante, poi c’è anche quello della sicurezza di cui si parla, si parla, ma rimane sempre, purtroppo, all’ordine del giorno.
Chiedo quindi l’iscrizione, con la massima urgenza, delle mozioni sulla A14 (17, 39, 83 e 89) e sulla sicurezza (27, 53 e 84).

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

FABRIZIO GRANDINETTI. Dato che ormai le anticipazioni sono state chieste quasi tutte, ritengo di chiedere l’anticipazione anche della mozione n. 54 presentata dal gruppo di Forza Italia inerente l’insegnamento dell’inno nazionale nelle scuole. Sta ammuffendo tra le mozioni, nell’ordine del giorno, da diverso tempo. Dato che le anticipazioni sono diventate cosa “normale”, sia per le questioni importanti che meno importanti, se questo è il codice di autoregolamentazione che ci siamo creati come membri di quello che dovrebbe divenire “Parlamento” delle Marche ritengo che questo sia l’argomento più importante e dunque da dibattere subito.

PRESIDENTE. C’è una richiesta del consigliere Mollaroli di iscrivere all’ordine del giorno della seduta odierna l’atto n. 51. E’ già stato detto che manca il parere della seconda Commissione, dopodiché dovremo valutare se inserirlo o meno all’ordine del giorno. Se siete d’accordo, pongo in votazione l’acquisizione del parere e l’iscrizione all’ordine del giorno della seduta odierna, ovviamente solo dopo avere acquisito il parere della seconda Commissione.

(Il Consiglio approva)

Per quanto riguarda le mozioni, abbiamo richieste di discutere la mozione sul G8 e la mozione n. 111 presentata dal consigliere Amagliani. Lo stesso consigliere chiede la discussione nel prossimo Consiglio. Credo che a quella potremmo aggiungere le richieste fatte sia dal consigliere Amati che dal consigliere Procaccini.
Pongo quindi in votazione la richiesta di iscrizione al prossimo Consiglio della mozione n.111

(Il Consiglio approva)

Viene chiesta l’iscrizione all’ordine del giorno odierno della mozione n. 115 da parte dei consiglieri Pistarelli e Massi. Pongo in votazione la richiesta.

(Il Consiglio approva)

E’ stato altresì chiesto dal consigliere Brini di anticipare la discussione delle mozioni sulla sicurezza e sulla A14, ponendole ai primi punti delle mozioni che verranno trattate oggi. Pongo in votazione la proposta.

(Il Consiglio approva)

Il consigliere Avenali ha chiesto di discutere nella seduta odierna la mozione n. 113 già annunciata. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intervengo solamente per richiamare un minimo di coerenza sul piano politico, consigliere Avenali, perché si può fare tutto e il contrario di tutto, si può giocare su mille tavoli, ma credo che prendere in giro i marchigiani non sia opportuno.
Su questo problema del disservizio ferroviario, intanto che lei abbia ritrattato mi sembra un fatto positivo, ma non è possibile non inquadrare il problema dell’efficienza dei servizi con il rapporto Regione-Ferrovie dello Stato. Nei giorni scorsi, in qualche modo l’assessore Agostini ha enfatizzato l’accordo di servizio con Trenitalia. Questo è lo strumento. Propongo quindi formalmente che il gruppo Ds insieme agli altri ruppi chieda la sospensione dell’accordo di servizio con le Ferrovie dello Stato e l’attivazione di un tavolo di concertazione per discutere gli orari ferroviari. C’è una situazione indecorosa che giustamente è stata richiamata, legata al taglio di una serie di collegamenti sulla tratta nazionale Falconara-Roma e Ancona-Bologna, c’è una riduzione dei servizi locali che ha messo in crisi il sistema del pendolarismo nella nostra regione — ci sono centinaia di pendolari costretti a vivere con il disagio — e rispetto a questa partita il discorso non può che essere...

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, non può entrare nel merito.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo formalmente che si discuta di questa cosa sulla base di una comunicazione dell’assessore ai trasporti che ci dica i termini dell’intesa con Trenitalia e soprattutto i termini dell’intesa con le Ferrovie dello Stato. Non capisco i toni trionfalistici dell’assessore se è vera questa situazione di insufficienza, di inefficienza e di disservizio del sistema ferroviario. Quindi mi va bene una discussione, ma allargandola ai rapporti Regione-Ferrovie dello Stato, altrimenti è una presa in giro.

PRESIDENTE. Dobbiamo votare semplicemente l’iscrizione all’ordine del giorno. Penso di interpretare l’indicazione del consigliere Giannotti di discutere al prossimo Consiglio regionale questa argomento, per permettere anche alla Giunta di fare le sue comunicazioni.
Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Io non sono d’accordo, perché ritengo che Giannotti faccia sempre un po’ di propaganda. La faccia come vuole, ma noi non prendiamo in giro nessuno, eventualmente è Giannotti che prende in giro la gente, perché l’accordo di programma e gli orari sono cose diverse. Comunque, l’assessore dirà poi la sua; io insisto per dire che se questo problema lo vogliamo affrontare e il Consiglio regionale si vuol pronunciare, questa è l’occasione, quindi insisto per l’iscrizione. La propaganda la fa Giannotti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

PIETRO D’ANGELO. Ritengo che questa proposta di discussione presentata dal collega Avenali sia di estrema importanza e non è la prima volta che questa Regione si trova in difficoltà relativamente agli orari che le Ferrovie vanno a realizzare. Questa volta c’è stato un grandissimo disservizio nelle linee soprattutto sulla costa, da Pescara ad Ancona e Milano. Ritengo che prima di aprire il dibattito su questo argomento per discutere la proposta del collega Avenali sia indispensabile che l’assessore ai trasporti faccia una breve relazione per dire com’è la situazione di fatto e come si è arrivati a questa conclusione che danneggia notevolmente gli utenti della nostra regione. Pertanto concludo l’intervento chiedendo una introduzione sull’argomento dell’assessore ai trasporti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di iscrizione all’ordine del giorno odierno della mozione n. 113 presentata dal consigliere Avenali.

(Il Consiglio approva)

Resta da discutere la richiesta del consigliere Amagliani di iscrivere all’ordine del giorno della seduta odierna la mozione sulla manifattura tabacchi che non è stata ancora annunciata e quindi, secondo la prassi consolidata di questo Consiglio non possiamo iscriverla, considerando la richiesta come annuncio fatto al Consiglio, con la possibilità di inserirla nell’ordine del giorno delle sedute successive.

ROBERTO GIANNOTTI. Colgo il valore della proposta del consigliere Amagliani rispetto a questa situazione di crisi. Se siamo d’accordo nel porre la questione dell’occupazione in alcuni settori delle attività delle Marche, discuterne nella prossima seduta del Consiglio sarebbe un fatto positivo. Vorrei a questo punto consiliare al Presidente di chiedere all’assessore al lavoro di fare una comunicazione su questo argomento, così come chiederei di fare una comunicazione su quello che sta avvenendo all’interno della Società Poste. C’è un provvedimento di riduzione del personale che riguarda gli esuberi, c’è un progressivo smantellamento di tutta una serie di servizi sul territorio regionale: se l’assessore al lavoro, oltre alle tante cose che fa venisse in Consiglio e ci dicesse quella che è la sensibilità della Giunta rispetto a queste due questioni credo che sarebbe un fatto positivo. Si parli dell’iniziativa della Regione su Chiaravalle e sui provvedimenti punitivi che si stanno assumendo all’interno della Società Poste e Telegrafi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la discussione della mozione al prossimo Consiglio.

(Il Consiglio approva)

Resta da discutere la richiesta del consigliere Grandinetti di mettere in discussione la mozione n. 54 relativa all’invito alla Giunta regionale a sollecitare il ministro della pubblica istruzione affinché venga inserito nei programmi scolastici delle scuole dell’obbligo l’insegnamento dell’inno nazionale e del significato della bandiera italiana nonché della storia che ha portato all’Unità d’Italia. Credo di poter interpretare il punto di vista anche del consigliere Grandinetti nel dire che, in considerazione che l’anno scolastico è già concluso, potremmo trattarla entro luglio, prima dell’avvio del prossimo anno scolastico. Il consigliere Grandinetti è d’accordo, quindi pongo in votazione anche questa proposta di iscrizione della mozione n. 54 al prossimo Consiglio regionale.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

VITO D’AMBROSIO, Presidente della Giunta. Circa quanto segnalato dal consigliere Amati relativamente alla possibilità di ammissione di cittadini stranieri a cure sanitarie nell’ambito del territorio della nostra regione, siamo in una fase di raccolta di informazioni, domani sarò a Roma per altre cose, ma anche su questo cercheremo di capire qual è il percorso da seguire e se potremo, anche in questo caso specifico, che abbiamo adesso in atti, continuare a tenere il nostro atteggiamento tradizionale che è quello di essere disponibili per questi casi. Appena avrò una risposta lo comunicherò al consigliere Amati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Capisco che fa parte del dibattito, ma sono le 11,30, almeno cerchiamo di “portare a casa” la legge sui funghi, altrimenti siamo costretti a comperare quelli artificiali, così non ci sono più problemi di reati o altri. Cerchiamo quindi di fare cose redditizie anche per coloro che ci hanno votato.



Proposte di legge (Esame degli articoli e votazione):
«Norme per la raccolta e commercializzazione dei funghi epigei spontanei, freschi e conservati» Giunta (35)
«Raccolta e commercializzazione dei funghi epigei spontanei, freschi e conservati» Giuseppe Ricci (3)
«Norme sulla raccolta e commercializzazione dei funghi epigei spontanei, freschi e conservati» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (7)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 35 ad iniziativa della Giunta, n. 3 ad iniziativa del consigliere Giuseppe Ricci e n. 7 ad iniziativa dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Abbiamo già fatto la discussione generale, dobbiamo votare gli articoli.
Articolo 1. Emendamento n. 1. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Sono contrario, perché questo emendamento va a modificare sostanzialmente l'impostazione della legge, nel senso che si vorrebbero trasferire queste competenze non alle Comunità montane e alle Province. Credo che questo non sia giusto, pertanto propongo di votare contro. Anzi, invito a ritirare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Mi sembra inusuale che parli, prima del presentatore dell'emendamento, il presidente della Commissione.

PRESIDENTE. Lei non ha chiesto la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Avevo chiesto la parola, ma lei non se ne è accorto, è molto disattento, Presidente.
Avenali, si può dire tutto, ma cerchiamo di essere seri su questo argomento. La nostra posizione lei non la può liquidare in maniera così sbrigativa. Gliel'ho detto l'altra volta: che alla fine siamo riusciti a recuperare un margine di unità su questo provvedimento è comunque un fatto positivo, ma lei è stato bravo a mettere una serie di pezze in maniera tale da recuperare questo aspetto che era l'esigenza che noi avevamo posto. Le ricordo che una tentazione abbastanza evidente nella parte politica della maggioranza, era quella di tantissimi interventi di accentuare il ruolo della Comunità montana, per cui si parlava di tesserino per ogni Comunità montana. Il nostro discorso è molto più semplice: noi ritenevamo e riteniamo che questa partita andava e vada gestita attraverso un coinvolgimento delle Amministrazioni provinciali, proprio per mantenere l'unità dell'intervento. Purtroppo ci è dato da assistere a questa spregiudicatezza della Giunta che delega i Comuni quando le fa comodo, delega le Comunità montane quando non le fa comodo, delega le Province quando le girano gli ombrelli, non c'è una posizione netta, una scelta di fondo che traspaia dalle iniziative della Giunta regionale e anche da parte della maggioranza di centro-sinistra che governa questa Regione.
Noi abbiamo invece ribadito l'essenzialità che l'interlocutore della legge sia uno, cioè l'Amministrazione provinciale, cioè l'ente locale che rappresenta l'unità nel territorio. La proposta di emendamento intende recuperare questa logica e riproporre questa essenzialità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Io non volevo intervenire prima dei presentatori dell'emendamento, però pensavo che non intervenissero. Comunque la ringrazio, collega, per gli apprezzamenti, ma proprio perché credo che la proposta di legge sia equilibrata, questo emendamento andrebbe a modificarla sostanzialmente. Alle Province abbiamo attribuito uno spazio e una ripartizione di risorse che nei testi precedenti erano assegnate esclusivamente alle Comunità montane; proprio per questa ragione lo ritengo un testo estremamente equilibrato e invito il Consiglio regionale a votare contro l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Questa proposta, in particolare questo articolo hanno visto una discussione larga, sia nella fase consultiva che nella trattazione in Commissione. Secondo me la proposta emendativa del consigliere Giannotti è inammissibile da un punto di vista legislativo, perché in primo luogo contrasta con la legge 132/90 che equipara la Comunità montana all'ente locale, in secondo luogo con la legge nazionale sulla montagna, la 97 del 1994 ed in terzo luogo con la legge regionale 35/97, proprio perché individua nella Comunità montana, laddove esiste, quella fase di gestione amministrativa di tutta una serie di questioni e meraviglia centralizzare da chi vorrebbe una più vasta devoluzione.
Mi pare che l'articolo 1 così formulato vada proprio incontro alla giusta necessità di affidare alle Province un compito e alle Comunità montane un altro, in una giusta armonia della filiera degli attori istituzionali e soprattutto in virtù di una migliore fruibilità da parte dei cittadini.
Per questi motivi credo che vada approvato l'art. 1 così come formulato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 1.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Emendamento n. 2 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo è un invito al buon senso.

FERDINANDO AVENALI. Giannotti, tutto è buon senso. Un ragazzo di 14 anni ci può andare accompagnato dalla persona abilitata, a raccogliere funghi. Che un ragazzo debba avere 16 anni per essere accompagnato e andare in montagna a raccogliere i funghi mi sembra assurdo. Penso che 14 anni sia un limite congruo, equo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 3.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Emendamento n. 3 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. Abbiamo recuperato le decisioni già assunte in Commissione e credo che vi sia l'unanimità, pertanto non c'è bisogno che lo illustri. Proprio per sburocratizzare il sistema, il versamento dei contributi funge da autorizzazione per la raccolta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento. Se accolto, decade l'emendamento n. 4.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5 a firma Avenali, che ha parola.

FERDINANDO AVENALI. E' la correzione di un refuso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 5 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Subemendamento 06 a firma Gasperi, che ha la parola.

FERDINANDO GASPERI. Propongo, dopo le parole "enti competenti", di aggiungere le parole "anche per le aree protette", proprio perché c'è la necessità di subentrare in modo particolare rispetto alle aree protette quali possono essere i parchi, per permettere di dare una rilevanza concreta alla vera raccolta amatoriale da parte della popolazione residente.

PRESIDENTE. Questo subemendamento è sostitutivo dell'emendamento 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 6 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Emendamento n. 7 a firma Ciccioli e altri. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Siccome è stato richiamato in un articolo successivo che è stato subemendato, viene ritirato.

PRESIDENTE. Gli emendamenti nn. 8 e 9 vengono ritirati.
Emendamento n. 10 a firma Moruzzi, che ha la parola.

MARCO MORUZZI. Questo emendamento intende rafforzare la validità del corso di formazione sulla base del quale vengono rilasciati gli attestati di idoneità alla raccolta, quindi alla fine del corso non c'era una sorta di esame ma un accertamento finale, un colloquio. Questo rende più efficace il percorso e a mio avviso permetterebbe di qualificare questo tipo di scelta che facciamo, per cui, per il rilascio delle nuove autorizzazioni riteniamo sia necessario a un corso di formazione.
E' un percorso che viene seguito anche all'interno dei parchi e faccio l'esempio del parco del Conero. All'argomento che viene utilizzato per respingere questo tipo di proposta troviamo una risposta forte: proprio quelle persone anziane, esperte, raccoglitori da tanto tempo, nel corso di questi colloqui dimostrano, a volte, di essere addirittura più esperti dei docenti, quindi la preoccupazione che la presenza di un accertamento finale, di un colloquio possa essere di ostacolo per il rilascio delle nuove autorizzazione si è dimostrata, all'interno dei parchi regionali dove spesso la raccolta è riservata soltanto ai residenti, un elemento non di difficoltà, anzi un elemento che conferisce maggiore serietà a tutto il processo di verifica delle conoscenze da parte di coloro che possono anche essere esposti alla raccolta di funghi tossici o addirittura velenosi perché non riconosciuti o perché finiscono per errore nel cesto dei raccoglitori.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Capisco lo spirito dell'emendamento del collega Moruzzi che sa come questo sia stato oggetto di una lunga discussione, una questione estremamente importante. Reputo però che avere inserito nella legge l'obbligo di partecipare a dei corsi — fino ad oggi questi tesserini venivano dati senza alcuna indicazione, senza chiedere nulla — di 18 ore, senza dover fare un esame finale, anche perché vi sono anziani, sia un passo in avanti molto importante e positivo. Peraltro nella legge abbiamo anche scritto che la Regione consegnerà a tutti coloro che hanno l'abilitazione un opuscolo con l'indicazione delle varie tipologie di funghi, con le norme di legge ecc., quindi ritengo che sia sufficiente per dare una risposta positiva anche alle preoccupazioni che esprimeva il collega Moruzzi. Pertanto, per coerenza anche con il dibattito che c'è stato sono contrario e invito il Consiglio a non approvare l'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Pur riconoscendo che l'emendamento del collega Moruzzi potrebbe essere a sostegno, c'è una situazione particolare da chiarire. Il discorso del corso, nel momento in cui diventa obbligatorio serve a permettere di far conoscere a coloro che lo vanno a fare che c'è una classificazione tra amatori e commercianti. Coloro che vanno a commercializzare devono sottostare alle norme di legge a livello sanitario, il tutto deve essere prima controllato dal veterinario o dall'esperto e quindi portato sul mercato. Coloro che lo fanno a livello amatoriale, non possono avere la conoscenza solo perché hanno fatto un esame, perché tra i raccoglitori di funghi esiste una regola: raccolgono solo ciò che conoscono e nel dubbio — è una regola anche dei mercati sanitari — scartano dicendo che il fungo può essere tossico o velenoso, perché la conoscenza totale di tutto ciò che viene raccolto è difficile.
Mi sembra quindi giusto che non si faccia credere a coloro che partecipano al corso, perché hanno superato un colloquio che non dice assolutamente niente, di avere completa certezza di conoscere questa materia.
Per questo motivo voteremo contro l'emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 7.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Emendamento n. 11 a firma Gasperi che ha la parola.

GILBERTO GASPERI. Di questo emendamento si è discusso anche in Commissione. E' una questione prettamente tecnica. Al comma secondo, dopo le parole "attraverso le università" si propone di aggiungere "gli ispettorati micologici delle Asl", non solo per dare importanza alla cosa, ma per riconoscere che sul territorio sono quelli più vicini alla garanzia e alla certezza dell'operazione di raccolta dei funghi.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 8 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Emendamento n. 12 a firma Gasperi. Viene ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 9.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Emendamento n. 13 a firma Moruzzi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 014 a firma Gasperi, che ha la parola. Se passa, decade l'emendamento 14.

GILBERTO GASPERI. Si dice "E' vietata la raccolta dell'amanita cesarea allo stato di ovulo chiuso. La Giunta regionale può altresì stabilire i limiti minimi di misura per le specie di maggiore interesse. Conseguentemente la rubrica dell'articolo è sostituita con la seguente: limiti e modalità di raccolta e divieti". E' una questione prettamente tecnica per dare più certezza a quelli che saranno i regolamenti predisposti direttamente dalla Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. E' una norma di dettaglio, una questione tecnica. Il subemendamento demanda alla Giunta una regolamentazione più dettagliata e definita, quindi sono per approvarlo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 15 a firma Gasperi, che ha la parola.

GILBERTO GASPERI. E' stato ritirato perché era una questione tecnica ed è un problema che viene tranquillamente previsto nell'ambito del regolamento che verrà fatto dalla Giunta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 10 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Emendamento n. 16 a firma Gasperi, che ha la parola.

GILBERTO GASPERI. Avevo proposto di eliminare le parole "e conservati". Lo ritiro perché, pur essendo chiarificatore per alcune norme, potrebbe portare dei limiti a carico di coloro che svolgono attività a livello di agriturismo o di coloro che vanno a effettuare la raccolta a livello commerciale.

PRESIDENTE. Subemendamento 017, da non mettere in votazione perché si chiede il ritiro della prima parte dell'emendamento 17. Pongo quindi in votazione la seconda parte dell'emendamento 17. Ha la parola, per illustrarlo, il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. I competenti in materia dicono di non sottilizzare perché si tratta di una questione di modalità di presentazione di un articolo di legge. L'aggiunta delle specie nell'elenco, che riguarda la seconda parte è invece cosa importante.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la seconda parte dell'emendamento 17.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 18 a firma Gasperi. Viene ritirato.
Emendamento n. 19 a firma Gasperi, che ha la parola.

GILBERTO GASPERI. Dopo le parole "e da esperti micologici" aggiungere "delle aziende sanitarie locali competenti per territorio e distretto". E' un'aggiunta che avevamo fatto anche nel subemendamento votato in precedenza, relativa al riconoscimento delle autorità nel territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Siamo d'accordo, essendo una commissione per l'abilitazione dei soggetti che intendono effettuare la commercializzazione dei funghi, quindi una cosa estremamente seria. Riteniamo comunque che gli esperti micologici possano essere quelli delle Asl, quindi della pubblica amministrazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento 19.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'art. 11. Ha la parola il consigliere Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Esprimo voto contrario su questo articolo, perché trovo non formulato correttamente il primo comma che ha modificato sostanzialmente quanto proposto dalla Giunta, allorquando si prevede che la vendita dei funghi possa avvenire non solo da parte di chi ha l'autorizzazione comunale, ma a condizione che vi sia il certificato dell'avvenuto controllo da parte della Asl. O questo è in contraddizione con quanto abbiamo sostenuto al comma 3, e cioè che i commercianti debbono avere una preparazione particolare, tant'è che la commissione che deve verificare il possesso dei requisiti è composta da esperti micologici, da esperti del settore, da esperti designati dalla Regione e dalle Asl e quindi si presume che abbiano la capacità di riconoscere le specie che possono essere commestibili e quindi immesse sul mercato, oppure è inutile che facciamo fare questo tip di esame ai commercianti, cercando di avere garanzia totale prima che il prodotto venga immesso sul mercato e poi pretendiamo che gli stessi commercianti al mattino vadano con i cesti di funghi presso le Asl per farsi rilasciare, ogni mattina, la certificazione che il prodotto è buono e può essere immesso sul mercato. Immaginate che intasamento andremmo a creare all'interno delle aziende Asl perché il raccoglitore di funghi che va dal commerciante e porta il suo cestino deve poi avere la possibilità di far verificare quel cestino, l'altro cestino, l'altro ancora per avere un esame macroscopico circa l'ammissibilità del prodotto. E una volta che questo c'è possiamo avere la certezza che il prodotto vada sul mercato.
Scusate, allora coloro che vanno al ristorante e mangiano il piatto di tagliatelle con i funghi porcini perché mai non dovrebbero avere le stesse garanzie che il ristoratore è andato, al mattino, a farsi verificare dalla Asl che il prodotto è stato... (Interruzione). Qui ci vuole un minimo di coerenza. Se facciamo fare ai commercianti un esame specifico per attestare la conoscenza, da parte loro, delle specie funginee ai fini della ammissibilità all'esercizio dell'attività commerciale, non possiamo successivamente subordinare la possibilità di commercializzare il prodotto ad un esame che ogni mattina il servizio della Asl dovrebbe comunque fare macroscopicamente al prodotto stesso. C'è una contraddizione in termini, oltre alla difficoltà che avremmo all'interno delle Asl per avere la possibilità di fare un primo esame, di dare una prima risposta ai commercianti in questo senso.
Quindi ritengo che l'articolo così formulato sia profondamente sbagliato, preferivo la proposta che era stata fatta dalla Giunta, cioè che la vendita è soggetta ad autorizzazione comunale sic et simpliciter, non aggiungendo anche la certificazione di avvenuto controllo da parte dell'Asl che dovrebbe essere fatta tutte le mattine.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Presidente, penso di aver capito, in parte, il ragionamento che fa il Vicepresidente Ricci, ma c'è una regola fondamentale: la distinzione, nella tutela della salute pubblica, tra coloro che lo fanno spontaneamente e coloro che vanno a commercializzare il prodotto. Coloro che vanno a commercializzare il prodotto devono sottostare alle norme e alle garanzie che ci devono dare le istituzioni. Se io vado ad acquistare qualcosa al mercato o al ristorante, il tutto deve essere controllato dalle autorità competenti. Non credo che da parte della Asl ci sia un intasamento, perché molte volte sono gli stessi delle Asl che vanno nei mercati, in modo particolare attraverso le guardie sanitarie, non è solamente il veterinario o il medico, proprio per questo motivo, perché io debbo avere la garanzia nel momento in cui il prodotto viene commercializzato. Addirittura c'è una norma che stabilisce che nell'agriturismo il pollo allevato dal proprietario non può essere commercializzato se non viene macellato e non segue l'iter seguito da tutte le ristorazioni. Non si può più portare il pollo macellato in casa alla vendita, proprio perché dobbiamo avere queste garanzie che ritengo siano estremamente serie, altrimenti se allarghiamo le maglie non c'è più la garanzia, da parte del consumatore della certezza che quel prodotto sul mercato è garantito. Un domani, se c'è un problema, come successo molte volte e se dimostro di avere ingerito un prodotto tossico, l'autorità giudiziaria interviene e ci sono sanzioni fino alla chiusura del locale.
Prima davo ragione, in parte, a quanto diceva il collega Moruzzi: è giusto che sia obbligatoria la frequenza del corso non da parte di coloro che fanno attività a livello amatoriale, ma per chi va a commercializzare il prodotto la tutela la devo avere da parte dell'autorità competente, perché domani so a chi mi devo riferire. Ecco perché è fondamentale che questa norma, così come prevista nell'1/bis, ci dia le più ampie garanzie a livello istituzionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Prima avevo le idee chiare, adesso le ho meno chiare. Se una singola persona va in un ristorante e rimane intossicata, tutto quello che abbiamo detto prima non conta più niente: corsi, aggiornamenti, certificati... Se un cittadino rimane intossicato, il gestore deve chiudere il locale e deve essere denunciato, quindi non c'è certificazione di Asl.
Se fino ad oggi è stato commercializzato il fungo in una maniera corretta, senza creare tutti questi problemi, penso che innestare questo meccanismo diventa una burocrazia ulteriore per il gestore. Uno che ha un'attività incontra già difficoltà a fare la spesa, curare la cucina e la sala; se gli creiamo anche questi problemi penso che i funghi non li mangeremo più. Il tuo intervento, collega Gasperi, è correttissimo, ma a livello pratico crea dei problemi, è troppo restrittivo e proibitivo per chi gestisce un'attività.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Capisco la preoccupazione che c'è, ma mi pare che per quanto riguarda i gestori degli esercizi di ristorazione non li coinvolga, a meno che non siano loro ad andare a raccogliere i funghi, cosa che non avviene, perché li comperano da un commerciante, quindi non riguarda loro direttamente la cosa, ma coloro che vendono al ristoratore. Mi pare sia giusto, per quanto riguarda la tutela del consumatore, che vi sia una sicurezza in più, che non è in contraddizione con la legge ma anzi, al contrario, una ulteriore precauzione a favore dei consumatori.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Qui non c'è nemmeno un emendamento, quindi discutiamo su un testo neanche emendato. Posso capire la preoccupazione del collega Giuseppe Ricci, nel senso che si rischia di appesantire il lavoro di chi deve fare la commercializzazione, perché la mattina, prima di mettere in commercio il prodotto deve avere l'abilitazione dalla Asl, però non è una contraddizione, è un eccesso di preoccupazione. Parliamo di funghi, con i rischi che sappiamo, pertanto nel dibattito che c'è stato in audizione è venuta fuori con forza l'esigenza di avere maggiori garanzie per i consumatori. E' pertanto una ulteriore garanzia e da questo punto di vista credo che dobbiamo andare avanti con la votazione, emendamenti non ce ne sono.
Parto anche dal presupposto che dobbiamo imparare che quando facciamo le leggi regionali, ove dovessimo vedere durante un determinato periodo che vi sono cose che non vanno bene, dobbiamo tornare a modificarle. In questo caso vedo una preoccupazione che abbiamo espresso in qualche modo a favore dei consumatori. Collega Gasperi, penso che possiamo andare avanti. Noi abbiamo già discusso a lungo attorno a queste questioni, è una precauzione che abbiamo stabilito al comma 1 dell'articolo 11.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 11.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Emendamento n. 20 a firma Gasperi, che ha la parola.

GILBERTO GASPERI. Lo ritiro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 12.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Subemendamento 0021 a firma Moruzzi, che ha la parola.

MARCO MORUZZI. Il subemendamento tende a ripristinare una sanzione commisurata alla gravità del comportamento, fermo restando che la legge regionale ha degli spazi di manovra all'interno della legge quadro. In questo senso sarà la Giunta regionale a stabilire quando, per il raccoglitore amatoriale viene applicata la sanzione più elevata, compresa tra 250.000 lire e un milione di lire, che rimane fissa a questi livelli per il raccoglitore di tipo professionale. Se accolto il subemendamento stabilirebbe delle sanzioni comprese tra 50.000 e 400.000 lire per i raccoglitori amatoriali, sanzioni tra 2350.000 e 1.800.000 per i raccoglitori amatoriali, mentre per coloro che esercitano questo tipo di attività a livello professionale rimarrebbe la sanzione comunque compresa tra 250.000 e 1.800.000 lire.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Credo che il subemendamento proposto dal collega Moruzzi sia corretto, ma se approviamo l'emendamento Gasperi con il subemendamento Moruzzi torniamo al testo che c'è già, perché è la Giunta che deve stabilire, indipendentemente dal fatto che sia un raccoglitore amatoriale o un commerciante quali sono le gravità del danno commesso e del tipo di reato, se reato c'è, e conseguentemente applicare una sanzione che può essere tra le 50 e le 250 mila lire o tra le £. 400.000 e le £. 1.800.000. Non andrebbero approvati né il subemendamento né l'emendamento, lasciando il testo così com'è, perché la Giunta disciplina le gravità delle situazioni in relazione alle quali applicare la sanzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. L'emendamento di Gasperi viene subemendato, perciò non si approva. Rimane il testo della legge. Poteva anche rimanere l'articolato così com'è...

GIUSEPPE RICCI. Ma come tecnica, se non approvi l'emendamento Gasperi il subemendamento Moruzzi non lo puoi approvare, perché è un subemendamento all'emendamento.

FERDINANDO AVENALI. E' un subemendamento all'emendamento, che va ad esplicitare meglio il ruolo della Giunta, affinché nella casistica delle sanzioni si possano individuare meglio i livelli di responsabilità e, a seconda dei livelli di responsabilità, dell'entità del danno, del soggetto ecc. si stabilisce l'entità dell'ammenda. Per quanto mi riguarda, questo subemendamento esplicitava meglio quanto previsto dall'art. 14 al comma 1. Tecnicamente non saprei...

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. L'intervento del collega Ricci richiede un ulteriore intervento. Fermo restando che il sottoscritto condivideva l'impostazione dell'art. 14, in presenza di un emendamento e di un subemendamento del collega Gasperi, che tendono il primo a portare le sanzioni a livelli troppo bassi, il secondo a sanzionare il comportamento non in base alla gravità del comportamento ma alla natura di chi raccoglie qualcosa che non può essere raccolto... Insomma, sostanzialmente si stabiliva una sanzione per i raccoglitori professionisti e un livello di sanzioni per i raccoglitori non professionisti, quindi andavamo contro alcuni fondamenti dell'ordinamento. Si deve sanzionare in base alla gravità del comportamento, non in base ad altri fattori come la residenza od altro. Il subemendamento tendeva a ristabilire delle sanzioni di una certa consistenza anche nei riguardi dei raccoglitori non professionisti, perché ci possiamo trovare nella situazione in cui un raccoglitore non professionista raccoglie un fungo per il quale esiste un divieto ed è sanzionato tra le 50 e le 400.000 lire, il che vuol dire che paga 100.000 lire, mentre lo stesso raccoglitore che si ritrova a commettere una infrazione ben più grave viene sanzionato con lo stesso importo. Il subemendamento tentava di mediare tra la soluzione proposta dall'art. 14 dove esistono due livelli di sanzioni, sia per i raccoglitori professionisti che per i raccoglitori occasionali, e l'emendamento Gasperi che invece stabiliva una sanzione per i professionisti e una sanzione per i raccoglitori. Il subemendamento tende comunque a recuperare, almeno per i raccoglitori non professionisti, una graduazione della sanzione a seconda della gravità della violazione commessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Mi permetto di intervenire per una ragione molto semplice. Se non ricordo male — ma sono ricordi che risalgono a vent'anni fa — nel 1981 c'è stata la legge sulla depenalizzazione che prevedeva le sanzioni amministrative e prevedeva anche tutte le ipotesi per valutare la gravità. Erano grosso modo le stesse che per la sanzione penale. Se noi mettiamo una norma di questo tipo nella legge ho grossi dubbi che possa essere incostituzionale, perché noi, sia pure in materia sanzionatoria e non pensale mettiamo dei limiti di discrezionalità che non hanno nessun tipo di criterio direttivo. Infatti, domani la Giunta potrebbe decidere che si ritirano a quelli che provengono da un'altra regione, o comunque sulla base di criteri molto discutibili perché eccessivamente discrezionali.
Siccome questa è una norma molto delicata, chiederei, se fosse possibile, di andare avanti e lasciare questo punto in sospeso, per accertare se i miei ricordi sono sufficienti. In questo caso si potrebbe dire "secondo i criteri di gravità stabiliti dalla legge del 1981 sulla depenalizzazione", che aveva già indicato tutti i criteri per valutare la gravità dell'infrazione e quindi commisurare l'entità della sanzione. Altrimenti così com'è la norma è eccessivamente vaga e lascia troppo spazio ad una discrezionalità che non ha elementi, e potrebbero essere elementi estremamente discutibili.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Il problema del sub-subemendamento è la distinzione netta che ci deve essere tra un reato commesso da colui che fa l'amatore e quello che fa il commerciante. Mi sembra logico che colui che fa il commerciante sia sollecitato in modo diverso perché ha un tornaconto non indifferente. Non vedo perché l'eventuale sanzione debba essere uguale per l'amatore che ha un quantitativo ridotto di funghi e colui che svolge questa attività commerciale. Il resto lo possiamo demandare tranquillamente alla Giunta.
A me sembra che su questo articolato ci siano interventi che denotano una mancanza assoluta di approfondimento dello stesso articolato. Prima sentivo dire che ci deve essere libertà di raccolta per poter vendere: significa non avere alcuna conoscenza dell'articolato di polizia sanitaria. Non è giusto che sul mercato possa essere venduto tutto se prima non è stato controllato, altrimenti posso vendere qualsiasi cosa anche senza licenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Siccome questa è una parte estremamente delicata per le ragioni che diceva il Presidente ma per le ragioni che dicevano anche i colleghi, non vorrei che facessimo tutto questo gran lavoro e poi ci fermiamo. Chiedo quindi di sospendere la votazione di questo articolo per fare una veloce verifica e tornare in aula non appena fatta tale verifica.

PRESIDENTE. Ritengo di accogliere la richiesta di sospensione, pertanto la seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 12,20,
riprende alle 13,05

PRESIDENTE. Riprendiamo la seduta. E' stata presentata una proposta di ritiro del subemendamento del consigliere Moruzzi e una proposta di presentazione di altro subemendamento, sostitutivo anche del subemendamento 21 che decadrebbe qualora approvato il nuovo subemendamento presentato.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. E' emersa come soluzione quella di presentare un nuovo subemendamento che fa riferimento alle disposizioni della legge quadro nazionale, che peraltro prevede la possibilità di differenziare la sanzione tra raccoglitori professionisti e raccoglitori non professionisti. La formulazione è stata preparata dal presidente della Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento sostitutivo del subemendamento 021.

(Il Consiglio approva)

E' decaduto il subemendamento 021.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Perché decade il subemendamento 021? Siccome c'è stata una riduzione delle penalità decade?

PRESIDENTE. Perché lo 021 era già sostitutivo del 21. Il subemendamento approvato fa decadere lo 021, quindi il 21.

ROBERTO GIANNOTTI. L'emendamento 21 riduce drasticamente le penalità.

PRESIDENTE. Lo 021 presentato da Gasperi era sostitutivo del 21 presentato da Giannotti. Il subemendamento presentato da Avenali, Gasperi ed altri è sostitutivo dello 021 il quale fa decadere il 21 e quindi, approvato il subemendamento sostitutivo del subemendamento 021 decade l'emendamento 21.

GILBERTO GASPERI. Ma le pene le abbiamo aumentate, non le abbiamo diminuite. Inoltre, il subemendamento da me presentato non le aveva ridotte ma manteneva le stesse pene, differenziate tra il raccoglitore professionista e il raccoglitore amatoriale, che tra l'altro è una norma prevista dalla legge quadro. Adesso è stato ritirato il subemendamento 0021, è rientrato il subemendamento 021, è stata fatta la sostituzione in modo tale che abbiamo variato da 50.000 a 400.000 portando da 150.000 a 500.000.

ROBERTO GIANNOTTI. Noi votiamo contro questo subemendamento così come avremmo votato contro tutte le proposte emendative, proprio per una delle motivazioni richiamata nel corso di questo dibattito, cioè che se da una parte può sembrare giusto appesantire le penalità rispetto a chi fa commercio, non ci sembrava giusto appesantire le penalità rispetto al trasgressore legato da una attività.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Capisco che il collega Luchetti debba scherzare e io sono il primo a scherzare, però caro Luchetti ti debbo dire, dato che parli sempre dell'Assam, che il tuo liquidatore ha dato dimissioni che io in aula avevo eccepito, quindi chiariamo una volta per tutte. E tu mi hai detto che sono responsabile di dichiarazioni e, in un tempio della democrazia quale deve essere quello nel quale siamo seduti e al quale siamo eletti, è una cosa assurda. Io lo confermo, ci sono dei reati: denunciamo e vado a pagare le sanzioni.
Adesso chiariamo sulle sanzioni. Capisco il ragionamento, però il problema è che non possiamo fare una legge che diminuisca una norma quadro di 15 anni fa. Tanto vale depenalizzare, perché dire da 50 a 100 mila lire, alla fine si vanno a pagare 25.000 lire. Inoltre, il concetto fondamentale non è tanto il problema della penalizzazione ma la distinzione che deve essere fatta, che tra l'altro era riconosciuta nella legge quadro, di una differenza di importo tra colui che svolge un'attività a livello professionale e colui che la svolge a livello amatoriale.
L'amatore che svolge un'attività simile a quella del cacciatore che ha la residenza in campagna e non nei centri cittadini. Sono persone talmente portate ad amare l'ambiente che lo vanno anche a preservare. Difficilmente l'amatore che va a raccogliere funghi commette reati gravi, di solito il reato viene commesso perché c'è egoismo da parte di colui che vuol fare la raccolta a scopi commerciali, perché la realtà è questa.
E' stata prevista una distinzione netta, in questa legge, adeguandosi alla legge quadro.
Ritengo che questo sia un approfondimento costruttivo e ringrazio il Presidente D'Ambrosio perché ha dato un chiarimenti sul piano prettamente professionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 14.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17. Emendamento n. 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 17 emendato.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge come emendata.
Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Una breve dichiarazione di voto, anche perché nella precedente seduta per ragioni personali non avevo partecipato alla discussione.
Sono contrario a questa proposta di legge, come dicevo in Commissione. Ho partecipato ai lavori preparatori di questa proposta di legge e debbo correttamente dare atto al presidente della Commissione Avenali di essersi adoperato correttamente per ricondurre le tre proposte ad una in maniera accettabile. La mia contrarietà dipende dal fatto che non ritengo giusto che si vada a regolamentare in questo modo la raccolta dei funghi. Attraverso questa proposta di legge noi prevediamo un corso di formazione obbligatorio, per chi vuole ottenere il patentino, di 18 ore e poi facciamo pagare una tassa anche per questa raccolta. Credo che ci sia una mania di andare a legiferare in ogni aspetto della vita civile. Per me è un eccesso. La raccolta dei funghi nelle nostre montagne, nelle nostre campagne era uno degli aspetti lasciati al dopolavoro e al libero passatempo soprattutto di tanti pensionati che tra l'altro sono dei veri e grandi esperti. Io vivo in queste zone, sono un pessimo raccoglitori di funghi, ma ammiro veramente degli anziani che conoscono a menadito zone, posti, funghi di ogni tipo: far fare corsi di formazione a queste persone mi sembra un non senso.
Per questo motivo, non per il pagamento biennale di 60.000 lire, ma per una questione di principio sono contrario. Perché andare a mettere la tassa anche sui funghi? Perché far sì che questo corso di formazione debba essere obbligatorio? Se le Comunità montane vogliono istituire dei corsi di formazione per insegnare, per educare, questa è una scelta anche legittima, accettabile, ma perché renderla obbligatoria? Credo che ci siano delle imposizioni eccessive. Secondo me questo Paese ha bisogno di maggiori liberalizzazioni su certi argomenti e non è un discorso di parte politica questo, perché come vedete in quest'aula dal centro-destra al centro-sinistra sono tutti favorevoli a questa legge, tranne i gruppi Cdu e Ccd. Non ne faccio una ragione politica, ne faccio una ragione di buon senso.
Avete visto le difficoltà che ha incontrato l'aula, pur con tutto il suo serio impegno, quando ha dovuto mettere a punto alcuni commi della legge, perché è inevitabile. Credo che a volte andiamo a creare degli uffici di complicazione anziché cercare di snellire e ritengo che il nostro compito dovrebbe essere, anzitutto, quello di semplificare la vita dei nostri concittadini.
Per questi motivi e non per altri annuncio il mio voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Il nostro voto è favorevole e deriva dal fatto che quelle piccole variazioni che sono intervenute, sono adeguamenti alle sanzioni e derivano da un approfondito lavoro fatto in Commissione che non ha fatto altro che portare maggiore chiarezza, ma soprattutto salvaguardare una differenza. Addirittura personalmente ero del parere di dire "coloro che hanno residenza in determinate zone non hanno l'obbligo di richiedere il tesserino", però poteva essere una cosa incostituzionale, perché tutti i cittadini hanno diritti indipendentemente da dove risiedono. Però c'è una differenza sostanziale. Questa legge non fa altro che richiamare una legge quadro. Mi dispiace caro collega, ma è una legge quadro fatta dalla Democrazia cristiana e io non sono mai stato all'interno di quel partito. La legge quadro che disciplina la raccolta dei funghi non l'hanno fatta persone al di fuori di una certa realtà, ma ritengo fossero dei governanti che sapevano come ottemperare a determinate richieste, tanto è vero che la distinzione tra colui che raccoglie a livello professionale e l'amatore è contemplata dalla legge quadro, così come il ritiro eventuale del tesserino in caso di reati gravi.
Io non ero d'accordo, come molti altri colleghi, nel far fare l'esame dopo la partecipazione al corso, ma la partecipazione al corso la dobbiamo prendere come un supporto positivo, perché è assurdo continuare a leggere cose prettamente scientifiche su libri o giornali che non hanno niente di scientifico, che vengono scritte dai furbi e lette a cominciare da me, primo sciocco. Mi sembra allora giusto che questi corsi vengano tenuti da coloro che hanno una conoscenza della materia in modo tale che ci sia un supporto effettivo e reale. Sarebbe stato penalizzante e discriminatorio se ci fosse stato un esame, ma la partecipazione al corso è utile. Coloro che svolgono questa attività a livello commerciale, è giusto che oltre a partecipare al corso subiscano dei controlli, perché non è giusto che colui che va al ristorante non sia tutelato dalla stessa norma che ha permesso di dare una licenza al ristoratore. Non vedo perché per aprire un ristorante ci sia bisogno di una licenza e per gli alimenti che vengono dati non ci debba essere controllo. Tanto vale togliere la licenza, lasciare la liberalizzazione nella maniera più assoluta. Allora, non possiamo nemmeno chiedere che in caso di intossicazione o avvelenamento ci sia la Asl che permetta gratuitamente di accedere all'ospedale.
Ritengo che tutto sia migliorabile, in modo particolare questa legge. Vedremo che tipo di impatto avrà sul territorio e fra sei mesi o un anno avremo modo di poter intervenire, ma soprattutto dobbiamo riconoscere che il lavoro fatto dalla Commissione, di cui mi onoro essere componente, e la discussione che abbiamo fatto in aula ci hanno permesso di portare delle migliorie ma soprattutto qualcosa che può ricadere sul territorio non come sanzione ma come miglioramento, sia per coloro che lo fanno a titolo amatoriale sia per coloro che lo fanno a titolo speculativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Il gruppo Verdi voterà a favore di questa proposta di legge, anche se non tutte le osservazioni che noi abbiamo portato sono state accolte. Le abbiamo portate in Commissione e abbiamo ritenuto di non riproporle in Consiglio, proprio per non appesantire il lavoro di una proposta di legge che altrimenti rischiava di diventare anche troppo pesante.
Si tratta di un adeguamento alla legge quadro nazionale, quindi un atto importante. Noi avevamo disposizioni regionali precedenti alle disposizioni nazionali che peraltro sono intervenute nel 1993 e nel 1995 con il Dpr 376 che ha integrato la legge quadro. Ovviamente abbiamo cercato di muoverci all'interno degli spazi che la legge quadro lasciava alle Regioni.
La questione dei corsi di formazione mi sembra importante, un punto qualificante, anche se noi avremmo preferito che alla fine dei corsi ci fosse qualcuno che si assumesse la responsabilità sulla dichiarazione di idoneità alla raccolta, perché di fatto il rilascio del tesserino è una sorta di assunzione di responsabilità sull'idoneità del soggetto a svolgere una raccolta di prodotti del bosco che possono anche essere pericolosi in alcuni casi, o che possono diventare pericolosi se non trattati in un certo modo. Questi corsi li riteniamo un utile aggiornamento, e c'è da dire che nel campo della micologia c'è una evoluzione, gli stessi cambiamenti climatici hanno determinato ritrovamenti, nel nostro territorio, di specie che prima non erano presenti, specie provenienti da altri territori, da zone più calde, quindi la formazione e l'aggiornamento sono una cosa utile anche per coloro che il tesserino già ce l'hanno, anche per coloro che ritengono di conoscere, e magari conoscono, questo aspetto dell'attività di raccolta.
Sull'articolo 10 abbiamo alcune riserve circa i limiti di raccolta. L'emendamento non l'abbiamo illustrato perché abbiamo fatto un lavoro in Commissione, abbiamo dei dubbi di conformità con la legge quadro che all'articolo 4 stabilisce dei limiti inderogabili: per ogni tipo di fungo esiste una soglia di raccolta che non può essere superata, quindi abbiamo qualche perplessità in merito a questa deroga sui lignicoli. Comunque ci sembra che in generale il bilancio della legge regionale sia positivo anche sulla norma relativa alle sanzioni, dove alla fine ci si è ricondotti alle disposizioni della legge quadro e dove è stata stabilita una maggiore responsabilità per coloro che commercializzano i funghi. Peraltro la stessa legge stabilisce che la vendita è autorizzata soltanto su prodotto certificato, controllato dalle Usl (art. 3 del Dpr 376 del 1995) e ci sembra anche importante che questa legge abbia sancito un principio di reciprocità tra le Regioni, cioè che non sia possibile venire da altre regioni a raccogliere funghi nel nostro territorio e poi magari, quando i cittadini marchigiani escono dalla nostra regione sono costretti a pagare un contributo che invece i non marchigiani fino a ieri non dovevano pagare nel nostro territorio.
Mi sembra quindi che ci siano alcuni passi in avanti, fermo restando quello che ha detto il presidente della Commissione più volte: che la legge è perfettibile, che se dovessimo riscontrare delle difficoltà il Consiglio regionale potrà intervenire per migliorare il provvedimento e adeguarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Questa legge nasce dalla sintesi di tre proposte di legge, una delle quali presentata dal sottoscritto in data 21 luglio 2000, la n. 3, quindi una delle prime proposte di legge presentate in Consiglio regionale.
Rispetto al testo che viene licenziato ho alcune perplessità, anche se voterò a favore. Si riferiscono, intanto, al secondo comma dell'art. 2 così come combinato con il punto a) del primo comma dell'art. 9. In questi due articoli si dice che i proprietari di boschi e di terreni o coloro che hanno la disponibilità possono riservarsi il diritto di raccolta purché manifestino tale volontà con l'apposizione di tabelle. E' evidente che nelle zone montane — perché la raccolta dei funghi si fa nelle zone montane — esistono soprattutto le comunanze agrarie che coprono vastissime aree di territorio boschivo, con la loro gestione di quelle aree e, probabilmente, anche con una sorta di diritto di proprietà, seppure non si possa definire esattamente con questo termine il diritto di governo di quelle aree.
Se questi territori vengono tabellati e riservati esclusivamente ai proprietari, è indubbio che rimane pochissimo spazio a disposizione del cosiddetto "cercatore di funghi", cioè l'amatore che magari vuol andare alla ricerca di funghi e poter quindi esercitare in queste aree montane un hobby che è divertimento, che è presenza in un ambito territoriale nel quale può riscoprire i valori della natura e che è anche la vocazione, la sensibilità di chi ritiene di poter, anche con la raccolta dei funghi, esercitare un'azione che lo riconduca ad un contatto più diretto con la natura.
Questo è scritto all'articolo 2 e all'articolo 9 è ulteriormente rafforzato, allorquando si dice che le Comunità montane possono ulteriormente riservare degli spazi di territorio che sono riservati esclusivamente ai residenti.
Se questi due principi vengono applicati in maniera forte da entrambi gli aventi diritto, cioè da una parte dai proprietari e dall'altra dall'ente Comunità montana che rappresenta istituzionalmente quel territorio, è indubbio che lo spazio libero per la ricerca dei funghi rimane assolutamente inesistente e quindi, molto probabilmente, dovremo fare i conti con delle richieste che potrebbero esserci nel territorio, salvo, ripeto, una regolamentazione che comunque poteva essere quantificata e percentualizzata rispetto all'entità del territorio boschivo complessivamente inteso.
Ho altre perplessità sull'articolo 11, rispetto al quale ho votato contro, perché a me sembra inopportuno che per un verso si richieda ai commercianti un esame dopo aver fatto un corso più specializzato, più forte, più significativo, più contenutistico in termini anche di conoscenza, tant'è che vengono valutati con un esame rispetto al quale si cerca di capire quali sono le capacità dei candidati di riconoscere, identificare le specie funginee, la conoscenza delle norme di trattamento, conservazione e commercializzazione, e poi il commerciante, prima di poter andare a vendere il proprio prodotto ha necessità di un esame, macroscopico in questo caso — perché di altro tipo non potrebbe essere — fatto dagli uffici competenti della Asl. La risposta a questo ve la dico oggi e la verificheremo fra un anno, fra due anni: sarà che i ristoratori che si avvalgono di cercatori che non sono commercianti immetteranno nei loro congelatori quantità enormi di funghi da servire nel ristorante senza alcun tipo di controllo come hanno fatto fino ad oggi, quindi indubbiamente avendo il cercatore la capacità di saper identificare le specie e la risposta rispetto a questo sarà che il commerciante andrà con un cestino di funghi alla Asl a farsi certificare la qualità del prodotto, ma l'80% del prodotto che immetterà nel proprio esercizio commerciale sarà estraneo rispetto a questa verifica. Quindi lo trovo un appesantimento per la parte pubblica, per la Asl che deve fare questo tipo di controllo e una mancanza di riconoscimento di professionalità che per altro verso pretendiamo dal commerciante proprio in relazione ad un corso specifico e ad un esame che deve dare.
Con questi limiti che riconosco possono in qualche modo non rendere perfetta la legge, per lo meno secondo il mio punto di vista, ritengo che la materia doveva essere necessariamente normata, tant'è che c'era anche una mia proposta in questo senso, quindi il mio voto personale sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Non credo che possiamo ritornare su tutto il dibattito che c'è stato. Il gruppo Ds voterà favorevolmente questa proposta di legge perché riteniamo che nel suo complesso sia equilibrata. Non condivido quindi quanto dicevano sia il collega Viventi che, in parte, il collega Ricci. Abbiamo cercato di fare un lavoro di sintesi delle tre proposte di legge. Non sono nuove norme, perché avevamo già una legge regionale del 1987, la legge nazionale del 1993, il Dpr 376 del 1995. Le tre proposte di legge tendevano a rendere più adeguate le norme regionali rispetto alla legge regionale che avevamo, quindi a meglio normare il settore. Cosa estremamente delicata perché non volevamo impedire la possibilità di fare la raccolta di funghi, di utilizzare questo mezzo per recarsi nelle zone interne, per valorizzare le zone interne e montane. Nel contempo dobbiamo garantire il più possibile i consumatori.
Tutto questo abbiamo cercato di farlo nel dibattito sviluppato in questi mesi.
Risponderà a tutte le esigenze la legge? Ribadisco quello che ho avuto modo di dire nei miei diversi interventi, fin dalla relazione: se qualcosa non risponderà, potremo ritornare sull'argomento.
Credo comunque che nella sua complessità la legge possa rispondere complessivamente alle varie esigenze.
Le preoccupazioni che ogni Comunità montana potesse stabilire norme specifiche le abbiamo superate, perché abbiamo un'unica abilitazione in tutto il territorio regionale. Il permesso di raccolta è uno e unico in tutto il territorio regionale. La cosiddetta "tassa" è estremamente modesta, perché parliamo di 30.000 lire all'anno e tra l'altro abbiamo dato la possibilità di pagare 60.000 lire per due anni, poco più di una pizza. Inoltre c'è un fondo unico regionale, quindi vi sarà una ripartizione equilibrata sia alle Comunità montane che alle Province ma qualcosa anche per la Regione, per i costi che sostiene in questo settore. Queste risorse dovranno essere investite nel comparto. Penso quindi che queste poche risorse andranno a beneficio proprio di chi deve pagare. C'è l'obbligo di partecipare a un corso, quindi è un passo avanti molto importante.
Se andiamo a considerare tutti questi elementi, credo che possiamo essere soddisfatti, e per queste ragioni il gruppo Ds vota favorevolmente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,40