Resoconto seduta n. 62 del 14/11/2001
Approvazione verbali
PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 61 del 7 novembre 2001.
(E' approvato)
Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. E' stata presentata, in data 26 ottobre 2001, la proposta di legge n. 91, ad iniziativa della Giunta: «Norme per l'attività agrituristica e per il turismo rurale», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Deliberazioni inviate dalla Giunta
PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 2555 in data 30.10.2001: «Art. 29 della l.r. n. 12/2001 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione specifica per interventi di acquacoltura in acque dolci - legge 164/98 - L. 586.200.000»;
— n. 2556 in data 30.10.01: «Art. 29 della l.r. n. 12/2001 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione specifica per l'incentivazione della conoscenza delle Strade del Vino - legge 268/99 - L. 119.216.750».
Mozione
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE. E' stata presentata la mozione n. 158 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Smantellamento rete operativa Enel nelle Marche»
Congedi
PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo il consigliere Favia e l'assessore Ottaviani.
Comunicazioni dei consiglieri
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIANNOTTI. Dieci giorni fa il Consiglio regionale delle Marche ha approvato all'unanimità una risoluzione sulla situazione delle Poste in cui si esprimeva il disagio del Consiglio rispetto ad un progetto di destrutturazione di tutta una serie di uffici minori sul territorio regionale. Quella risoluzione chiedeva un impegno della Giunta a questo proposito. Vorrei rinnovare l'invito al Presidente e all'assessore al personale che avrei piacere di vedere in aula più spesso di quanto accade, perché mi risulta che mercoledì prossimo il direttore generale delle Poste sarà in visita alla nostra regione. Non sarebbe male se lei, Presidente D'Ambrosio, cogliesse l'occasione di questa visita per farsi carico del disagio del Consiglio regionale rispetto a questa politica di destrutturazione del servizio che abbiamo ritenuto non adeguata ai bisogni delle Marche.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. A nome della Conferenza dei presidenti di gruppo viene chiesto l'inserimento nell'ordine del giorno di oggi della mozione sullo smantellamento della rete operativa dell'Enel.
Pongo in votazione la proposta.
Il Consiglio approva
Interrogazione (Svolgimento): «Cessione a titolo gratuito azienda ex SAF» Pistarelli (169)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 169 del consigliere Pistarelli.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. Leggo la risposta all'interrogazione presentata dal consigliere Pistarelli.
«L'art.2, comma 1 del decreto legge 21 giugno 1995, n.40, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1995, n.337 prevede di devolvere, a titolo gratuito, i beni patrimoniali non utilizzati nella liquidazione dell'Ente Nazionale Cellulosa e Carta "...alle amministrazioni dello Stato, ovvero, sentite le regioni interessate agli enti locali territoriali. o a loro consorzi, che ne abbiano fatto richiesta" .
Inoltre, il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato Ispettorato Generale per la liquidazione degli Enti Disciolti disponeva, in particolare, che per ottenere il possesso a titolo gratuito di beni immobiliari, risultanti dalla liquidazione di enti pubblici disciolti, le amministrazioni interessate avrebbero dovuto assumere l'impegno e l'onere di dare continuità ad eventuali rapporti di lavoro in essere presso le strutture oggetto dell'operazione e prevederne l'utilizzo per fini istituzionali.
Quanto sopra determinava per la Regione, qualora non direttamente interessata, solamente l'impegno ad esprimere un suo parere circa eventuali richieste che, nello specifico delle Marche, potevano riferirsi all'ex azienda SAF.
Agli Uffici regionali è pervenuta, nei tempi e nei modi previsti dalle indicazioni di cui sopra, solamente la richiesta dell'Amministrazione comunale di Treia, che, con specifiche delibere, disponeva la modifica della dotazione organica, per assicurare l'assunzione del dipendente ex ENCC in servizio presso l'azienda, ed approvava il progetto di utilizzo della struttura, risultato conforme alle finalità istituzionali delle Amministrazioni Comunali.
Tale progetto nasce in risposta ad un'esigenza del territorio, relativa alla necessità di prevedere una struttura idonea a svolgere iniziative di inserimento al lavoro di disabili e, come risulta dagli atti deliberativi prodotti, prevede l'adesione di altre Amministrazioni comunali limitrofe ed il coinvolgimento di associazioni di volontariato e di cooperative sociali.
Anche la Comunità montana Alta Valle del Potenza, ha avanzato una richiesta che, però, non è stato possibile prendere in considerazione, non tanto perché pervenuta immediatamente a ridosso della scadenza fissata a livello nazionale, quanto perché proposta in termini eccessivamente generici, non conformi alle disposizioni generali.
Ad ogni buon conto, gli uffici della Comunità montana avuta notizia, da parte della struttura regionale, della proposta del Comune di Treia hanno espresso consenso e condivisione.
In entrambi i casi la conoscenza dell'opportunità di acquisire a titolo gratuito 1 'ex azienda SAF (avvenuta in modo autonomo dal momento che la struttura regionale, anche per la particolarità del momento (l'insediamento del nuovo Governo regionale) non è riuscita a pubblicizzarla in alcun modo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABIO PISTARELLI. La risposta dell'assessore Agostini, come le risposte che vengono fornite ad altre interrogazioni, non entra nel merito delle questioni se non sotto il profilo tecnico-formale.
La mia interrogazione parlava di altro, cioè voleva sollevare un problema: quello degli enti trasferiti alle Regioni, compreso l'Ente nazionale cellulosa e carta che aveva un grosso centro in provincia di Macerata, una frazione del comune di Treia. C'era una grande struttura di accoglienza ed ettari di terreno, quasi una ventina, preposti all'attività legata all'agroforestale.
La Regione ha acquisito gratuitamente dallo Stato questo bene, con l'indicazione di darne la destinazione propria, cioè salvaguardare la funzione di questo centro dandolo ad enti collegati alla Regione o enti locali, Comunità montane ecc. In questo caso la scelta è ricaduta sul Comune di Treia, perché vi era un progetto da parte dello stesso Comune di affidamento in gestione di questo centro agroforestale ad una cooperativa che si occupa del reinserimento delle persone svantaggiate.
Come fa un centro che ha una ventina di ettari circa di terreno, una struttura grossa di servizio, cioè uffici, addirittura due abitazioni per i funzionari — il direttore, l'altro funzionario che lavorava nel centro — a vedere salvaguardata la sua funzionalità agroforestale con una cooperativa che si occupa di persone svantaggiate, che hanno handicap fisici ecc.? Mi sembra una scelta non tarata e misurata al discorso del rispetto della finalità del bene e della sua destinazione che la Regione doveva comunque mantenere come bene agroforestale.
Ecco perché devoluzione gratuita da parte dello Stato verso la Regione e dalla Regione vero enti territorialmente contigui che potevano però dare queste garanzie.
La Regione, facendo questa operazione ha colto il dettame principale della legge? Non ci sono leggi che devolvono gratuitamente senza salvaguardare la funzionalità del bene, la destinazione del bene. Non si fanno regali da parte dello Stato verso la Regione senza mettere nessun limite. In questo caso vi era un limite specifico. Con il progetto sottoposto dal Comune di Treia, di grande bontà e finalità, condivisibili sotto un profilo sociale, salvaguardiamo il bene? Non era il caso di allargare il raggio di azione da parte della Regione e selezionare più domande con altre Comunità montane, con l'Ente parco dei Sibillini? Vi erano e vi sono possibilità, territorialmente, per salvaguardare la finalità, gli scopi di questo centro agroforestale.
Questo non è il dubbio permane, verificheremo nel tempo se le finalità sono state rispettate e soprattutto se sono stati rispettati i dettami di legge.
Interrogazione (Svolgimento): «Presenza di un medico nella fascia oraria notturna nella postazione di Arcevia» Cesaroni (176)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 176 del consigliere Cesaroni.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Il consigliere Cesaroni chiede cosa intenda fare (il Presidente della Giunta regionale) per risolvere la problematica che si sarebbe prodotta in relazione al venir meno della presenza del medico nell'equipaggio della postazione di emergenza già dislocato in Arcevia e chiede cosa intende fare la Giunta per risolvere questa problematica dovuta al venir meno della presenza di medici nell'équipe di tale postazione.
Leggo la risposta.
«In effetti già in data 20 giugno 2000 i M.E.T. (medici dell'emergenza territoriale) segnalavano l'impossibilità oggettiva di coprire l'intero monte orario del servizio nel mese di luglio, nonostante il superamento del massimale orario individuale. Si registrava infatti la presenza nel territorio della Asl 4 di 7 medici provvisti della necessaria formazione anziché dei 9 necessari per garantire la presenza nelle 24 ore dei medici sia nella postazione di Senigallia che in quella di Arcevia.
Il 22 di giugno la Direzione generale chiedeva al Dipartimento ospedaliero di emergenza se vi era la disponibilità dei medici dipendenti a coprire i turni vacanti vista l'impossibilità di reperire un numero sufficiente di medici nella graduatoria dei convenzionati, quindi vi era una copertura momentanea con l'aumento dei turni aggiuntivi, previa corresponsione di un apposito compenso.
Nello stesso tempo si segnalava al Servizio sanità della Giunta regionale la necessità di disporre di dieci medici. Questo determinava la presenza del medico della Postazione di Arcevia nelle ore notturne con decorrenza dall'1 dicembre.
Il 16 gennaio veniva comunicato al Sindaco l'esito negativo del bando con il quale si ricercavano i medici mancanti che quindi rimanevano nel numero di sette.
Da allora ad oggi il servizio di emergenza nella ASL 4 è stato garantito in primo luogo dall'impegno dei medici MET, quindi dalla collaborazione dei medici dipendenti del Dipartimento di emergenza, ed infine dalla disponibilità di un medico oggi dipendente del Servizio di medicina del lavoro ma provvisto dell'attestato di abilitazione all'emergenza e già convenzionato come MET.
Dopo alterne vicende, tra le quali la rinuncia di un medico campano che dopo un solo mese di attività ha sfruttato la possibilità di avvicinarsi alla propria residenza, si registra oggi la presenza di sei medici in servizio sui 10 necessari per coprire il servizio nelle due postazioni per 24 ore.
Attualmente è garantita la presenza diurna feriale con esclusione dei festivi e prefestivi. Durante la notte, nei giorni festivi e prefestivi è garantita la presenza in Arcevia dei medici addetti alla Guardia medica che assicurano la continuità assistenziale (così conferma il D.G. della ASL con nota di oggi 13.11).
Di fronte a tale situazione che vede la ASL alla continua ricerca di una soluzione che garantisca alle popolazioni dell'entroterra la presenza di un medico negli equipaggi del "118", la Giunta è impegnata a farsi che vengano accelerate le procedure per lo svolgimento da parte delle Aziende dei corsi per la formazione dei medici che operano nel servizio di emergenza territoriale affinché possa presto cessare la carenza lamentata nel senigalliese ma che poi si ripropone in tutta la regione.
Resta naturalmente impregiudicata la possibilità che la legge affida alla Giunta di rideterminare la localizzazione delle postazioni per l'emergenza tenendo conto, nell'ambito di una visione allargata, della disponibilità offerta anche dalle aziende confinanti. Nel caso in esame non può dimenticarsi infatti che a pochi chilometri di distanza da Arcevia è attiva la POTES di Sassoferrato ove è presente nelle 24 ore un equipaggio sanitario completo: medico+infermiere professionale che non deve limitare i propri interventi ai confini del proprio distretto ma deve al contrario intervenire nei casi in cui la percorrenza sia contenuta nei 20 minuti previsti dalla legge (art. 7 legge regionale 36/98).
Un ulteriore impegno della Giunta è quello di addivenire, nell'ambito degli accordi integrativi regionali, che regolano i rapporti con i medici convenzionati, ad un servizio coordinato di emergenza ed urgenza che integri con l'opportuna formazione ed il riconoscimento degli adeguati trattamenti economici, il servizio di emergenza con quello di continuità assistenziale o di "guardia medica" come è meglio conosciuto, affinché la presenza del medico sia meglio distribuita nell'ambito dei due servizi oggi ancora separati».
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cesaroni, per dichiararsi soddisfatto o meno.
ENRICO CESARONI. Ringrazio l'assessore per lo sforzo che ha fatto per fare la relazione e per giustificare gli errori fatti dalla Asl n. 4. Non è possibile che la Asl faccia a meno della guardia medica notturna in quanto nessuno si presenta al concorso. L'assessore ha fatto un'ampia relazione per giustificare un forte errore e una forte critica che ha avuto sia dall'Amministrazione comunale che da tutto il territorio di Arcevia. Non è giustificato neanche il fatto che l'assessore dica che, a distanza di 20 minuti, vi sia un'altra struttura che possa soddisfare le esigenze del cittadino. Venti minuti sono troppi per un'urgenza, assessore: dipende del tipo di urgenza, perché venti minuti a volte sono troppi e non si dà sicuramente garanzia al cittadino. La guardia medica non c'era, mentre oggi è tutto nuovamente funzionante, per quella zona è stata fortemente penalizzata per un periodo. Abbiamo partecipato a diverse riunioni anche in Consiglio comunale in cui è stata fatta una forte richiesta di sistemare questa situazione.
Ripeto, ringrazio per avere superato quella situazione — penso che l'interrogazione sia servita ad accelerare i tempi — però chiedo che ci sia un maggiore controllo da parte dell'assessore sull'operato delle Asl, affinché non si verifichino ulteriori situazioni di questo genere, perché mettiamo a rischio la vita dei cittadini tutti i giorni e tutti i minuti. Siccome il cittadino paga e la Regione si indebita tutti i giorni per cercare di dare servizi ai cittadini in materia di sanità, almeno diamo quella sicurezza di essere assistiti in tempo utile in caso di necessità.
Interrogazione (Svolgimento): «Piani provinciali dei rifiuti ed attuazione della legge regionale n. 28/99» Novelli (180)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 180 del consigliere Novelli.
Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta preparata dall'assessore Ottaviani.
«L'interrogazione avanzata dal Consigliere Novelli è sostanzialmente mirata ad ottenere due tipi di risposte. La prima riguarda la D.G.R. n. 18 del 12.1.19g9 con la quale la Regione Marche ha rilocalizzato la discarica di prima categoria a servizio dell'ambito di smaltimento n. 12 della Provincia di Ancona, approvazione dello studio comparativo e individuazione del sito. La seconda riguarda, in buona sostanza, la redazione dei piani di gestione dei rifiuti da parte delle Province.
Per quanto concerne la risposta al primo quesito si rappresenta che tale disposto (D.G.R. n. 18 del 12.1.1999), ed in particolare il deliberato riguardava l'approvazione di uno studio di localizzazione dell'impianto di discarica dell'Ambito di smaltimento n. 12 e la conseguente localizzazione di una nuova discarica nell'area denominata "Aspo B".
Con l'entrata in vigore del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti della provincia di Ancona, l'individuazione dell'area "Aspio B", di fatto, e stata superata. Infatti il Piano stesso, preso atto che la decorrenza della soppravvenuta estensione del vincolo di cui alla Legge 490/99, relativo alla Rocca di Bolignano mediante il D.M. 01.08.2001, all'area in questione, ha escluso la realizzazione della discarica in quel luogo, stabilisce di individuare un nuovo sito corrispondente alle previsioni programmatorie provinciali. Da tali eventi deriva che l'approvazione della graduatoria e la localizzazione operata tramite la D.G.R. n°. 18/99 è oggi resa inefficace dalla sopravvenuta estensione del vincolo. Tale circostanza comunque non invalida lo Studio e le relative risultanze necessariamente da riferire alla specifica situazione temporale.
Per quanto concerne la redazione dei Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti questo Assessorato ha avuto costanti rapporti, anche di collaborazione, con le Amministrazioni provinciali, nonché provveduto ad inoltrare opportuni solleciti. E' necessario però sottolineare come da una fattiva collaborazione tra Regione Marche e Province siano emerse alcune condivisibili problematiche legate all'importanza e alla complessità di redazione dei piani stessi che dovranno regolare la gestione dei rifiuti per gli anni a venire.
Ciò in presenza di una normativa prossima ad una variazione "storica". Si ricorda infatti che è ormai attuale il recepimento da parte dello Stato della Direttiva 99/311 CE che andrà a sostituire, dopo 17 anni, la Delibera del Comitato Interministeriale del 1984 recante "Disposizioni per la prima applicazione dell'articolo 4 del D.P.R. 915/82 concernente lo smaltimento dei rifiuti."
Tali nuovi indirizzi unitamente ai nuovi incarichi delegati alle Province in materia di rifiuti (adempimenti amministrativi compresi) mettono le Province nella condizione di aggiornamenti costanti dei redigendi piani.
Ad oggi la Regione Marche registra la pubblicazione sui B.U.R.M. del Piano di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Macerata e della Provincia di Ancona. Il Piano di gestione della Provincia di Ascoli Piceno entro il corrente mese sarà all'esame della competente commissione consiliare provinciale mentre quello relativo alla Provincia di Pesaro Urbino e ormai prossimo alla approvazione. Si ritiene altresì che lo slittamento dei tempi abbia consentito una ottimale messa a punto dei piani stessi in modo da renderli giuridicamente attuali e pertanto efficaci.
In merito al quesito n. 4 si fa presente che la Regione Marche non ha né gli strumenti né la competenza giuridica per attuare l'attività che si ritiene propria di altri Istituti».
Aggiungo a questa risposta che va riesaminata la questione dell'eventuale allargamento e restringimento di competenze in base all'approvazione della modifica del Titolo V della Parte II della Costituzione. Questa è la nota a pie' di pagina di tutte le risposte alle interrogazioni in questo periodo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
SERGIO NOVELLI. La ringrazio, anche se non sono soddisfatto della risposta e sono sicuro che non lo è neanche lei.
Per quello che riguarda la questione dell'Aspio in particolare, sono perfettamente d'accordo con voi quando dite che è inefficace la previsione della delibera di Giunta 18 se c'è un vincolo della soprintendenza, però una revoca formale sarebbe importante e anche utile per una serie di questioni. Nella mia antica mozione 21 che poi non è stata mai discussa, come sempre accade alle mozioni, avevo spiegato che il Comune di Ancona per effetto di quella allocazione di area, di rideterminazione del sito ha potuto usufruire di una contribuzione di 500 milioni di questa Regione proprio per la progettazione del nuovo impianto in quel sito. C'era un'interrogazione in Consiglio comunale, a cui l'allora sindaco e oggi on. Galeazzi rispose "Abbiamo le risorse per progettare con i 500 milioni della Regione". Quando si è attivata la procedura di imposizione del vincolo noi abbiamo detto, in atti formali, al Comune di Ancona, "Fermate questo spreco finché non sapete se potete fare l'impianto in quel sito". Ci hanno risposto con delle frasi che ridotte a livello corrente significano "che c'importa? Sono 500 milioni della Regione, noi li spendiamo, tanto nessuno ci ha detto niente".
Siccome siamo ormai di fronte alla certezza che quel sito non è più utilizzabile, credo che almeno la procedura di revoca di quella contribuzione — so bene che per una Regione come la nostra che ha 500 miliardi di debiti 500 milioni non spostano nulla — sia opportuna per fermarli, o se ne hanno spesi 200 per recuperare qualcosa.
Sull'altra questione dei piani provinciali prendo atto che alcuni sono stati approvati, anzi quando ho presentato l'interrogazione già quello di Macerata era stato approvato da qualche settimana. Rimane l'altra segnalazione. A parte che due Province ancora devono fare i piani provinciali e l'ipotesi di un commissario ad acta forse non era così peregrina, perché siamo in una mora ormai di due anni rispetto a una procedura che prevedeva 120 giorni. Forse fu ottimista il Consiglio nel dire "120 giorni", ma così è, ma le Province che sono state adempimenti, meno morose rispetto al termine di approvazione del piano non hanno trasmesso la relazione sullo stato di attuazione prevista dall'art. 13 della legge 28/99 che deve arrivare entro il 31 gennaio di ogni anno. Questo lo posso dire con certezza perché ho periodicamente chiesto copia di questa relazione e risulta non pervenuta. Siccome si avvicina il 31 gennaio del 2002, visto che mi rispondete che la Regione controlla, verifica, sta monitorando ecc., fatevi fare queste relazioni che avete imposto per legge di trasmettere, così le potremo leggere anche noi.
Certo che la Regione non ha competenza nel reprimere, però deve prevenire. Lasciare una situazione appesa per due anni durante i quali si rincorrono voci per cui "si farà così, si farà cosà", ovviamente c'è una situazione in cui ogni corsa speculativa, ogni iniziativa economica dei beni informati può venire attuata. Per questo i tempi rapidi non sono solo un'esigenza nostra per parlarne qui, ma anche per dare certezza e parità di condizioni a tutti gli operatori del mercato.
Interrogazione (Svolgimento): «Problemi relativi allo smaltimento dell'amianto» Viventi (182)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 182 del consigliere Viventi. Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ci sono due risposte che vanno legate insieme. Una è dell'assessore alla sanità che dice quanto segue.
«Con riferimento alla Interrogazione in oggetto, si ritiene che la competenza a fornire le notizie richieste, in merito alla rimozione, al trasporto ed al definitivo smaltimento dei materiali di risulta dalle demolizioni degli edifici danneggiati dal terremoto, compresi eventuali rifiuti contenenti amianto, appartenga al Servizio Tutela e Risanamento Ambientale.
Si sottolinea, comunque, che ai sensi dell'art. 34 del D. Lgs. 15/08/1991, n.277, il datore di lavoro, prima di iniziare demolizioni e rimozioni dei materiali contenenti amianto, da edifici, strutture, apparecchi, impianti e mezzi di trasporto, invia all'organo di vigilanza (Azienda Sanitaria Locale, competente per territorio: Dipartimento di Prevenzione) copia del piano di lavoro, comprensivo delle misure necessarie a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e la protezione dell'ambiente esterno.
Il competente Servizio della A.S.L. rilascia eventuali prescrizioni, entro novanta giorni dall'invio della documentazione sopraddetta. In assenza di prescrizioni, i datori di lavoro possono procedere con le loro attività di demolizione e rimozione, in osservanza della normativa vigente in merito».
La risposta dell'assessore all'ambiente è la seguente.
«Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta precisando che sulla problematica - di competenza del Servizio Sanità ad eccezione dell'aspetto relativo allo smaltimento - è stato istituito un apposito gruppo di lavoro permanente, denominato Gruppo Regionale Amianto.
Per quanto riguarda il controllo delle demolizioni, la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto derivanti dagli edifici danneggiati dal terremoto si precisa che: in materia di "protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall'esposizione all'amianto", di "metodologie tecniche relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto", di "metodologie tecniche per gli interventi di bonifica dall'amianto", ecc. esistono specifiche normative che prevedono, tra le altre cose, che il datore di lavoro, prima dell'inizio dei lavori di demolizione o di rimozione dell'amianto, ovvero di materiali contenenti amianto da edifici, strutture, apparecchi, impianti e mezzi di trasporto, predisponga un piano di lavoro, da trasmettere al Dipartimento di Prevenzione della ASL competente per territorio, che contenga "...adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali". Entro novanta giorni dalla data di ricevimento, il piano di lavoro viene approvato dalla ASL che è anche competente della vigilanza.
La normativa prevede inoltre che, interventi di ristrutturazione e demolizione di strutture contenenti amianto, devono essere sempre preceduti dalla rimozione dell'amianto stesso.
Per quanto attiene le modalità di smaltimento, l'art. 34 comma 2 della L.R. 28/99 prevede che: "..per ogni intervento edili io derivante da concessione edili già, autorizzazione o comunicazione di asseveramento, il titolare o il progettista o il direttore dei lavori è tenuto a dichiarare: a) l'autocertificazione attestante la presenza o meno di sostanze contenenti amianto nell'unità catastale oggetto dell'intervento; b) il luogo dove s'intendono conferire detti rifiuti".
Si evidenzia inoltre che trattandosi di rifiuti sia speciali, sia pericolosi, questi devono essere smaltiti mediante stoccaggio definitivo in discarica controllata di seconda categoria tipo B o C. Limitatamente ai rifiuti costituiti da sostanze o prodotti contenenti amianto legato in matrice cementizia o resinoide, classificabili come rifiuti speciali non pericolosi (codice CER 17.01.05), possono essere smaltiti anche in discariche di seconda categoria tipo A. In tal caso dovranno però, essere adottate apposite norme tecniche e di gestione, atte ad impedire l'affioramento dei rifiuti contenenti amianto durante le operazioni di movimentazione.
A tale proposito si rappresenta che:
1. il Piano Regionale Amianto, prevede che lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto avvenga nella rete di discariche esistenti nella regione Marche, non prevedendo, al momento, l'apertura di nuove discariche;
2. nella regione Marche: a) non sono presenti discariche di seconda categoria tipo A (cosiddette discariche per inerti); b) sono presenti due discariche di seconda categoria tipo B, una sita nel comune di Maiolati Spontini, l'altra sita nel Comune di Ascoli Piceno. A tale proposito si rappresenta che, trattandosi di rifiuti speciali il cui smaltimento è a carico del produttore non sussiste l'obbligo di smaltimento in ambito regionale. Quindi i rifiuti contenenti amianto possono anche essere smaltiti in discariche situate in altre regioni; c) non sono presenti discariche di seconda categoria tipo C, quindi i rifiuti pericolosi contenenti amianto o vengono sottoposti a specifico trattamento, in modo da poter essere conferiti in discariche di seconda categoria tipo B, ovvero si provvede allo smaltimento in discariche di seconda categoria tipo C site fuori regione.
Per quanto attiene la gestione dei rifiuti inerti da demolizione, con particolare riferimento a quelli provenienti dalle zone danneggiate dal terremoto sono stati predisposti nell'aprile 2000 gli "Indirizzi per la gestione dei rifiuti inerti nelle zone colpite dal terremoto", distribuiti in occasione di una riunione tenuta presso il teatro comunale di Muccia il 19 aprile 2000. Su tale documento veniva evidenziato, tra l'altro, che al fine di favorire il recupero di tali materiali è opportuno separare, già in cantiere, i rifiuti per frazioni omogenee, intercettando e separando eventuali materiali contenenti sostanze pericolose, come ad esempio l'amianto, che devono essere smaltiti secondo la normativa vigente.
Sullo stato attuale degli interventi di demolizione e ricostruzione post-sisma, gli uffici distaccati di Fabriano e Muccia evidenziano che il problema dello smaltimento risulta di scarsa entità visto che i casi di edifici che presentano questo problema sono quasi inesistenti, in ogni caso per le lavorazioni di rimozione, trasporto e smaltimento dell'amianto si eseguono tutte le prescrizioni di legge. Per quanto riguarda i contributi si rileva che in questo momento non sono previste forme di aiuto per la rimozione di tali rifiuti né per maggiori oneri di ricostruzione conseguenti al costo di smaltimento di rifiuti e di amianto provenienti dalla ricostruzione post-sisma.
Si informa però che nell'anno 2000 sono stati assegnati a sei Comuni delle Marche, per un importo complessivo di £. 151.351.712., contributi regionali per la realizzazione di primi interventi sulle strutture pubbliche contenenti amianto. I contributi sono stati assegnati a, seguito dell'effettuazione di una regolare gara indetta con bando pubblico».
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi per dichiararsi soddisfatto o meno.
LUIGI VIVENTI. Ringrazio il Presidente per la sua risposta articolata e chiedo di poterne avere una copia.
Volevo sottolineare questo problema che era emerso nel momento in cui si andavano a demolire alcune abitazioni nelle zone terremotate dove erano presenti le strutture di amianto, e volevo sottolineare la pericolosità derivante sia dalla respirazione delle polveri di amianto sia dallo smaltimento di questi residui. Era quindi giusto avere queste informazioni, anche per tranquillizzare le persone e la popolazione interessata.
Interrogazione (Svolgimento): «Atti di intolleranza politica nel capoluogo regionale; tutela dell'ordine pubblico e dei diritti garantiti dall'art. 21 della Costituzione» Novelli (184)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 184 del consigliere Novelli. Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Questa interrogazione a risposta orale mi trova un po' perplesso.
L'interrogazione recita: "Considerato che l'ente Regione acquisirà, soprattutto nel prossimo futuro e con l'imminente riforma della polizia locale, competenze in materia di sicurezza e ordine pubblico; che già ora l'ente Regione è impegnato, anche statutariamente, quale riferimento a enti esponenziali infraordinati, a rispettare e tutelare il pluralismo, la tolleranza, il rispetto della persona e delle opinioni altrui, quindi anche il diritto alla libera manifestazione del pensiero garantito dall'art. 21 della Costituzione, si chiede il giudizio sull'episodio, sui commenti fatti dal Comune di Ancona e, per esso, dal Sindaco e dall'assessore alla cultura Luccarini; se intende prendere provvedimento e compiere interventi presso le autorità locali governative per assicurare che tutti, senza eccezione, nel territorio della regione possano liberamente manifestare il loro pensiero, anche fortemente minoritario ed eccentrico, senza rischi né di incolumità fisica né di persecuzioni".
Si tratta di una manifestazione fatta da un raggruppamento politico che si chiama Forza Nuova. Io posso dire semplicemente che questi ambiti esulano dalla legislazione regionale, attengono rigorosamente a questioni sul diritto di manifestazione del pensiero e sui limiti posti dalla Costituzione a questo tipo di diritti. Dopodiché non è né la Regione né soprattutto il Presidente della Regione che può intervenire a censurare espressioni di altri esponenti di altre istituzioni su un tema come questo.
Come privato cittadino non è questa la sede in cui possa esporre la mia personale opinione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.
SERGIO NOVELLI. Ritengo che la risposta non sia soddisfacente. Certo, la Regione non ha il potere di reprimere determinate condotte, però noi abbiamo parlato, in questa sede, di una serie di vicende di politica internazionale in ordine alle quali non avevamo nessuna competenza diretta a intervenire. Non ci siamo detti "il popolo saharawi non rientra tra le istituzionali potestà di legiferare di questa Regione e quindi non ne parliamo". La circostanza che mi ha indotto a chiedere una sua manifestazione, una sua esternazione, un richiamo al rispetto della correttezza nei confronti discende da una manifestazione avvenuta nel gennaio 2001 ad Ancona, regolarmente autorizzata dal Comune di Ancona che è stata interrotta da atti di intemperanza politica di passanti che hanno aggredito i manifestanti che sono di un'altra forza politica, non della mia, ma che erano comunque in possesso di regolare autorizzazione di sicurezza e comunale per l'occupazione di suolo pubblico. Gli aggressori sono attualmente perseguiti per violenza privata e rapina perché hanno sottratto le bandiere, e fin qui sono atti criminali che reprime la magistratura. Ma nella immediatezza del fatto, nel momento in cui è avvenuta l'aggressione l'assessore alla cultura del Comune di Ancona ha dato alla stampa delle dichiarazioni in cui affermava che era stata grave non l'aggressione in sé ma il fatto che il Comune avesse autorizzato una manifestazione provocatoria.
Credevo e credo che questo organo, che non è solo amministrativo, non siamo il consiglio di amministrazione della Regione Marche ma un organo politico, dovesse avere l'interesse politico, la sensibilità politica di esprimere un richiamo a tutti affinché venga mantenuto il rispetto di quei valori, di quei principi, di quei precetti costituzionali dell'art. 21 da lei giustamente richiamato.
Lo dico con forza, anche perché un episodio analogo si è ripetuto nelle settimane scorse: la medesima formazione politica ha chiesto un'autorizzazione per svolgere in Corridonia una manifestazione, l'ha conseguita, è stata annunciata una mobilitazione non autorizzata di contestatori per la stessa ora dello stesso giorno e l'autorità di pubblica sicurezza ha spostato l'orario della manifestazione autorizzata per consentire che si svolgesse senza incidenti quella autorizzata.
Mi sembra che di fronte a queste violazioni non sia né corretto né legittimo che l'ente regionale dichiari di non avere né posizione né intenda assumerla. Chiedo a me stesso e a voi: se fosse accaduto il contrario, cioè che una manifestazione debitamente autorizzata, ma di altra parte politica — poniamo di sinistra — fosse stata interrotta da un'aggressione di manifestanti di destra, avreste detto che ciò esulava dalla sensibilità politica di questo Consiglio o invece non ci sarebbe stata la richiesta di una affermazione politica sulla inopportunità e illiceità di questo fatto?
CESARE PROCACCINI. La ricostituzione del partito fascista è vietata dalla Costituzione.
SERGIO NOVELLI. Lo so bene, collega, perché ho difeso per ricostituzione ottenendo la assoluzione. Queste assoluzioni sono conseguenti alla necessità che tutti rispettino i precetti costituzionali sulla libertà di espressione del pensiero e di associazione. La Costituzione repubblicana dovrebbe prevalere anche rispetto alle velleità e alle pulsioni di parte.
Interrogazione (Svolgimento):
«Progetto scuola internazionale di talassemia» Gasperi (317)
«Realizzazione progetto internazionale per la cura e la ricerca sulla talassemia con annessa scuola internazionale di formazione professionale da parte dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro» Giannotti e Gasperi (203)
Interpellanza (Svolgimento): «Attivazione di una scuola di formazione funzionalmente integrata alla unità ematologica e al centro trapianti azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro» Amagliani, Cecchini e Andrea Ricci (19)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 317 del consigliere Gasperi, n. 203 dei consiglieri Giannotti e Gasperi e l'interpellanza n. 19 dei consiglieri Amagliani, Cecchini e Andrea Ricci.
Ha la parola il consigliere Ricci per illustrare l'interpellanza.
ANDREA RICCI. Rifondazione comunista presentò in data 23 febbraio 2001 questa interpellanza non appena si venne a conoscenza, attraverso articoli di stampa, dell'esistenza di un progetto, da parte della direzione dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro relativo alla realizzazione di un centro internazionale per la cura e la ricerca talassemica con annessa scuola di formazione professionale.
Da febbraio ad oggi questa vicenda ha conosciuto ulteriori sviluppi e io penso che in questa sede sarebbe opportuno anche analizzare i successivi sviluppi che la vicenda ha avuto dal momento in cui l'interpellanza venne presentata.
Nell'interpellanza il nostro gruppo chiede di conoscere in primo luogo quali atti aziendali siano stati compiuti per sostituire il dirigente medico di secondo livello prof. Lucarelli, in modo tale da garantire la continuità delle prestazioni. In secondo luogo il nostro gruppo chiede di sapere, anche alla luce di questo progetto internazionale che certamente rappresenterebbe un salto di qualità forte dell'azienda ospedaliera e in special modo del dipartimento oncoematologico, se siano state sanate alcune anomalie che erano presenti all'interno del dipartimento oncoematologico dell'azienda ospedaliera di Pesaro, in modo particolare e specifico l'anomalia rappresentata dal laboratorio funzionalmente annesso al dipartimento che non rispetta la normativa in vigore, in modo particolare i requisiti richiesti per il conseguimento dell'autorizzazione sanitaria emanati dalla Giunta regionale in attuazione della legge sull'autorizzazione e l'accreditamento. In terzo luogo nell'interpellanza si chiedeva anche di conoscere le modalità gestionali e organizzative dell'istituzione del centro internazionale di talassemia.
Tutti questi interrogativi, tutte queste richieste di chiarimenti sono ancora valide oggi, a diversi mesi di distanza, tuttavia, alla luce degli sviluppi che vi sono stati intendo anche porre alcune altre problematiche.
Noi riteniamo, e penso insieme a noi tutti i cittadini marchigiani, che la realizzazione sul territorio regionale di un centro internazionale per la ricerca e la cura sulla talassemia e per la formazione professionale degli operatori addetti che abbia una connotazione internazionale sia un elemento positivo non tanto per il prestigio che conferisce alla nostra Regione quanto perché può essere un'azione effettivamente utile, in modo particolare per i Paesi del sud del mondo soggetti, tra le loro popolazioni, a questo tipo di malattia. Tuttavia riteniamo che per il carattere internazionale del progetto, per la platea di riferimento che esula da quella della popolazione marchigiana, al realizzazione di questo tipo di struttura nn possa grave, né interamente né parzialmente, sul sistema sanitario regionale già gravato, peraltro, da una pesante situazione finanziaria.
Riteniamo pertanto che la realizzazione di un centro internazionale sulla talassemia debba essere interamente finanziato da risorse nazionali o addirittura internazionali.
In questo senso domandiamo al Presidente della Regione se questo progetto rientra interamente nell'ambito di finanziamenti nazionali e internazionali oppure se deve gravare all'interno del sistema sanitario regionale. In questo caso noi riteniamo che la realizzazione di una struttura di così alta specializzazione debba necessariamente avvenire all'interno della programmazione regionale e non nel modo in cui è avvenuta.
Voglio inoltre porre un'altra questione che si è verificata nelle ultime settimane e riguarda il ricorso alla giustizia amministrativa da parte del direttore generale Ilja Gardi nei confronti di una delibera regionale in merito a questa vicenda, in modo particolare una delibera che non autorizzava l'attivazione di un rapporto contrattuale di consulenza con il prof. Lucarelli in merito alla realizzazione di questa struttura. Quello che voglio chiedere è se il Presidente ritiene legittimo e se ritiene ancora sussistente il rapporto fiduciario tra un direttore di un'azienda alle dipendenze della Regione e l'ente Regione stesso nel momento in cui il direttore ricorre alla giustizia amministrativa rispetto ad una vicenda, come quella della realizzazione di un centro internazionale per la talassemia, che rientra indiscutibilmente nei compiti di alta amministrazione, mettendo in discussione addirittura la programmazione sanitaria regionale nel suo complesso, data l'alta qualificazione del centro che si vuole realizzare. Noi riteniamo che questo fatto rappresenti un precedente pericoloso e metta in discussione la stessa potestà della Regione, in modo particolare della Giunta regionale di governare la programmazione sanitaria della nostra regione. Chiediamo quindi che il Presidente, in questa sede faccia conoscere l'opinione sua e della Giunta regionale nel suo complesso anche rispetto a questa questione che pure è avvenuta dopo la presentazione della nostra interpellanza.
GILBERTO GASPERI. Presidente, però è completamente diversa...
PRESIDENTE. Gasperi, per cortesia...
GILBERTO GASPERI. Siccome sono interessato, dico che l'interpellanza è completamente diversa, perché nell'interrogazione si facevano le domande solo ed esclusivamente sui problemi funzionali dell'azienda sanitaria, sui problemi funzionari del reparto.
ANDREA RICCI. Gasperi, io sono libero di dire quello che voglio in Consiglio regionale non quello che mi dici tu.
GILBERTO GASPERI. Io ti difenderò sempre per parlare, però qui non è nessuno fesso. Non si deve fare il gioco delle tre carte, perché con il gioco delle tre carte è ora di finirla. L'interpellanza è completamente diversa.
ANDREA RICCI. Io dico quello che voglio.
GILBERTO GASPERI. C'è un regolamento...
PRESIDENTE. Gasperi, per cortesia!
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, siccome ci sono tre interrogazioni sullo stesso tema,...
PRESIDENTE. In genere, unica risposta e poi le repliche.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, l'organizzazione delle risposte è questa: l'assessore Melappioni risponderà per tutto quello che riguarda i profili più strettamente sanitari, poi dopo...
GILBERTO GASPERI. No, Presidente: la mia interrogazione era all'ordine del giorno della precedente seduta ed è stata rinviata la risposta perché doveva rispondere lei...
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L'importante è rispondere... La risposta è quella predisposta, che verrà letta dall'assessore Melappioni. Se volete che la legga io, la leggo io, non ho alcun problema.
PRESIDENTE. Se lei vuole, la legge l'assessore Melappioni.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Dopodiché ci sono due punti su cui intervengo io specificamente.
GILBERTO GASPERI. Siccome il Presidente l'altra volta non c'era, è stato detto "visto che non c'è il Presidente della Giunta la risposta verrà data la prossima volta". Io mi sono detto "Strano... E' una cosa che riguarda la sanità e la sanità non mi risponde". Lei, Presidente Minardi ha detto "la risposta le verrà data la prossima volta". E' ora di finirla con le bugie, mettetevi d'accordo, perché oggi non accetto di essere preso in giro. Io sono un consigliere eletto dal popolo marchigiano, un consigliere della provincia di Pesaro e della regione Marche e non accetto di essere preso in giro. Un conto è il rapporto di buona educazione e il rispetto che devo avere per questa istituzione, un conto è essere preso in giro. Se voi avete dei problemi interni che derivano dalla situazione o dalle prese di posizione assunte precedentemente dall'attuale assessore Cecchini, il discorso cambia. Però io voglio le cose chiare.
PRESIDENTE. Consigliere Gasperi, per cortesia... Ha la parola, per la risposta, il Presidente D'Ambrosio.
ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, oggi infrangiamo una ritualità che è sempre stata caposaldo di questo Consiglio. La risposta è unica, non può essere divisa. Sarebbe pur bello che su uno strumento ispettivo otto membri della Giunta rispondono tutti. Risponde uno: è sempre stato così.
LUCIANO AGOSTINI. La risposta non può essere unica e data a tre voci?
ROBERTO GIANNOTTI. No, no... La risposta la dà il Presidente della Giunta o l'assessore al ramo. Si è sempre fatto così. Se vogliamo uscire da questa cosa il regolamento non lo prevede.
PRESIDENTE. Stiamo parlando di una cosa che non è neanche chiara. Intanto, come Consiglio spesse volte sono state date risposte a più voci e non c'è scritto da nessuna parte che non può essere così. In questo momento la parola la deve avere solo ed esclusivamente la Giunta e, per essa, il Presidente.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Gasperi, a me dispiace che lei si alteri inutilmente, perché le fa male. La risposta è quella che dà la Giunta e la Giunta risponde con una voce unica, poi può essere anche spezzettata in due o tre parti ma la risposta è una sola, quindi non ci sono problemi. Comunque se lei e il consigliere Giannotti ritenete fondamentale che la legga il Presidente la leggo io, non c'è problema.
ROBERTO GIANNOTTI. E' un problema di forma.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La risposta è unica ed è la risposta della Giunta, poi si può leggere una parte l'uno e una parte l'altro. Non sono linee diverse, non ci possono essere.
Premesso che la risposta alle interrogazioni e alle interpellanze è della Giunta chiunque la legga e la responsabilità politica è della Giunta e del Presidente, per rispondere alle vibrate proteste del consigliere Gasperi e per renderlo tranquillo, le leggo io.
Ovviamente le informazioni che noi abbiamo relativamente alla Scuola internazionale di formazione continua progettata dall'azienda ospedaliera ospedale San Salvatore di Pesaro, sarà assolutamente al di fuori e non vorranno inserirsi nelle polemiche giornalistiche che nei mesi scorsi sono state abbondantemente intessute e alimentate su questo tema.
Non servirebbe a nessuno impostare un tema del genere o anche tanti altri problemi nella sanità e fuori della sanità in chiava anconacentrica, pesarocentrica o contro qualcuno, a favore di qualcuno. Non è questa la logica e l'ottica nella quale operiamo.
Cercheremo di porre il problema dell'opportunità della scuola in questione esaminandone tutti gli aspetti, quelli positivi non meno di quelli problematici che una iniziativa di queste dimensioni porta inevitabilmente con sé.
Per ragioni di chiarezza non va confuso il "Progetto talassemia" con la "Scuola internazionale di formazione continua" che del primo è uno strumento di attuazione.
L'azienda ospedaliera San Salvatore ha distinto questi due momenti, finalizzati entrambi alla lotta alla talassemia, adottando due separati atti deliberativi: il n. 691 del 29 giugno 2000, con cui approva le "Prime linee per un progetto per la talassemia; il n. 1363 del 30 dicembre 2000 con cui istituisce la "Scuola internazionale di formazione continua".
Con altro atto (deliberazione n. 1364/2000) l'azienda ha istituito il comitato scientifico della sezione talassemia di detta Scuola di cui ha affidato la direzione al prof. Guido Lucarelli.
Gli aspetti positivi di questa vicenda sono stati più volte evidenziati dall’azienda ospedaliera che ha sottolineato che un progetto di lotta alla talassemia racchiude in sé una serie di finalità che ora cercherò di sintetizzare brevemente.
La talassemia è una malattia endemica nei Paesi del bacino del Mediterraneo, nell'area medio-orientale e in alcuni Paesi dell'Asia. Si calcola che in queste zone ci sia circa un milione di malati, prevalentemente bambini e adolescenti. La talassemia è una malattia progressiva che condanna, comunque, ad una morte precoce nonostante i possibili trattamenti palliativi.
L'unica cura che riporta il paziente ad una ematoiesi normale o sufficiente alla conduzione di una vita normale è il trapianto di midollo osseo. Il centro trapianti midollo osseo dell'azienda ospedaliera ospedale San Salvatore di Pesaro ha operato oltre 1.350 trapianti in pazienti provenienti da tutti i continenti ed è tra i primi centri al mondo in questo campo in termini di risultati, volume di prestazioni ed avanzamento sulla frontiera della ricerca specifica.
Il centro di Pesaro fornisce la propria piena disponibilità per la realizzazione di un progetto internazionale di cura che, partendo da questi risultati, porti una risposta efficace in quei Paesi dove la malattia rappresenta un diffuso problema sociale ed economico.
Un trattamento adeguato "tradizionale" consistente in trasfusioni, desferrioxamina, polivitaminici, controllo ambulatoriale, controllo di laboratorio, visite specialistiche, trattamento di complicazioni, trattamento di insufficienze d'organo, ricoveri ospedalieri, costa infatti una media annua di 25.000 dollari per ogni talassemico. Si tratta di un costo proibitivo per moltissimi Paesi a basso reddito medio pro-capite.
I protocolli di trattamento messi a punto dal centro di Pesaro forniscono un esito elevato di guarigione, a seconda delle condizioni del paziente prima del trapianto.
La Thalassemia International Federation nel suo Guidelines for the Clinical Management of Thalassemia e nel suo sito Internet indica il centro di Pesaro come riferimento internazionale per i talassemici che devono effettuare il trapianto di midollo osseo e per i medici che vogliono effettuare training clinico-scientifico nel settore del trapianto di midollo osseo.
Non v'è dubbio che un’iniziativa con queste finalità debba essere giudicata positivamente non solo per la sanità pesarese ma per quella regionale e anche nazionale.
Gli aspetti problematici. Il "Progetto talassemia" e la "Scuola internazionale di formazione continua" sono cose distinte ma fanno parte di un unico disegno per una sanità di eccellenza a vantaggio di cittadini italiani e, soprattutto, stranieri.
La concreta realizzazione di questo grande progetto deve fare i conti con problemi che non si possono eludere e che, anzi, vanno chiaramente e decisamente affrontati se si vuol trovare una soluzione. Questi problemi sono di almeno tre ordini: giuridico, economico, organizzativo.
Aspetti giuridici. Il compito del coordinamento delle competenze che vengono ad intrecciarsi per l'attuazione di questo progetto e di questa scuola sono di carattere internazionale (governi stranieri), nazionale (governo italiano), regionale (c'è un piano sanitario da rispettare) e aziendale (ci sono limiti delle competenze che la legge pone ai direttori generali).
L'approfondimento che i competenti uffici statali, regionali e aziendali potranno e dovranno effettuare mi auguro, anzi sono certo, potrà portare ad uno sbocco positivo. Quello che è certo è che occorrerà insediare un tavolo attorno al quale discutere e cercare le soluzioni sempre possibili quando c'è buona volontà ma anche quando ci sono i presupposti economici che consentono di tradurre la volontà astratta in azioni concrete.
Aspetti economici. Al di là del non poco clamore giornalistico che sugli argomenti qui in discussione è stato fatto, debbo dire che a tutt'oggi la Giunta regionale non è a conoscenza di una sola cifra relativamente agli oneri che la Regione dovrebbe eventualmente sostenere per concorrere a realizzare le due iniziative. Nulla al riguardo è pervenuto né dal Governo né dall'azienda San Salvatore. Sarà, dunque, nostro compito quello di richiedere all'azienda di corredare le linee strategiche del progetto e della scuola con cifre chiare indicanti i costi complessivi previsti ed, in particolare, quelli che dovrebbero gravare sul bilancio regionale.
Pur non conoscendosi l'ammontare della quota parte della Regione mentre, almeno stando a quanto si legge sulla stampa e a quanto personalmente è stato detto a me dal viceministro Baldassarri, quelli dello Stato sarebbero stati definiti, si possono fin d'ora porre alcuni punti fermi.
Il primo è che i maggiori oneri, se ci saranno, a carico del bilancio regionale, derivanti da questa iniziativa importante proiettata verso la solidarietà nei confronti di Paesi esteri, non potranno gravare sul fondo sanitario regionale, cioè sui bilanci delle restanti aziende sanitarie della regione sotto forma di minori contributi.
La questione attiene certamente le competenze del Consiglio che è chiamato a decidere sui criteri di riparto di quello che era il fondo sanitario nazionale e che ora, con l'entrata in vigore delle norme sul federalismo fiscale, sono le risorse sostitutive derivanti dai trasferimenti nazionali e dalla imposizione regionale.
In questo senso c'è l'invito da parte nostra ad un attento esame della questione rivolto a tutto il Consiglio, perché le risorse disponibili nel bilancio regionale sono talmente esigue da obbligare a fare delle scelte: privilegiare alcune dovrà significare sacrificarne altre. Quindi bisogna fin d'ora avere ben chiara la prospettiva che ci saranno da fare scelte, non senza ricadute dolorose a livello di bilancio.
Per quanto riguarda il sottoscritto e la Giunta, assicuro il Consiglio che non mancherà il coraggio delle decisioni e in nessun caso potremo cedere alla tentazione di dire "sì" a tutti, anche perché non è possibile.
Quindi il discorso è: nell'ambito della comune responsabilità decisionale si tratterà di sapere prima di tutto — cosa che non sappiamo — e poi di individuare se, come e quanto questo progetto potrà, dovrà pesare sul bilancio regionale.
Aspetti organizzativi. Il progetto e la scuola sembrano dover nasce all'insegna di un unico, irrinunciabile presupposto: la direzione del prof. Guido Lucarelli.
Al riguardo desidero confermare — l'ha fatto personalmente l'assessore, l'ha fatto la Giunta per bocca del suo Presidente — il riconoscimento delle sue capacità professionali e delle sue competenze scientifiche. Ciò non deve, però, significare che se per una sua personale decisione, o per qualsiasi ragione, ad investimenti effettuati, l'apporto direzionale del prof. guido Lucarelli dovesse in ipotesi venir meno, l'intero progetto finirebbe nel nulla e con esso gli investimenti effettuati.
Questo non ha nulla a che edere con la decisione della Giunta a suo tempo, sull'opportunità o meno di attendere gli esiti del processo, che sembra essere in fase finale, che vede il prof. Lucarelli imputato per il noto evento su cui oggi tutta l'attenzione dell'opinione pubblica è puntata.
Aggiungo la lettura della lettera che ho indirizzato in data 6 agosto 2001 all'on. dott. Silvio Berlusconi e, per conoscenza, al ministro degli affari esteri dott. Renato Ruggiero: "Egregio sig. Presidente, da qualche settimana la stampa locale delle Marche dedica ampio spazio ad una istituenda Scuola internazionale contro la talassemia che dovrebbe sorgere presso l'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro. Il motivo per il quale le scrivo risiede nel fatto che il direttore generale di quell'azienda, dott. Ilja Gardi, ha ripetutamente dichiarato di avere su quel progetto di scuola il convinto assenso del Governo e di avere addirittura ottenuto, nel corso di un recente incontro, una promessa di finanziamento di 10 miliardi da parte del ministro degli esteri Renato Ruggiero. La Regione Marche sa bene quanto sia importante la lotta alla talassemia per i Paesi del Mediterraneo e d'altronde non sono mancate in questi anni iniziative di carattere umanitario sanitario nei confronti delle popolazioni meno fortunate. Ben venga dunque la Scuola contro la talassemia se essa rientra tra le priorità di politica estera del Governo italiano. Ciò che le chiedo, sig. Presidente, è di poter conoscere direttamente, quando esso sarà definito, il progetto attraverso il quale il suo Governo intende dare vita alla Scuola. Sarà così possibile calibrare il contributo della Regione Marche all'iniziativa. Le segnalo, per completezza, che un progetto avente per oggetto la stessa problematica è stato proposto alla Giunta regionale dal direttore generale dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro. Su tale progetto la Giunta regionale, unanime, ha espresso un parere articolato, valutandone positivamente la portata scientifica ed umanitaria, ponendo precise prescrizioni sugli aspetti finanziari e defininendo infine attualmente inopportuna la proposta di affidare l'incarico di direzione al prof. Lucarelli, già primario del reparto di ematologia di quell'ospedale, ora in pensione, di cui peraltro si riconoscono capacità professionali e competenze scientifiche. L’inopportunità deriva dalla posizione giudiziale del prof. Lucarelli, rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo per nove morti avvenute nel reparto, per cui è stato aperto procedimento penale. Il primo grado di giudizio si terrà a breve e vale certamente sempre la presunzione d'innocenza, ma la pubblica amministrazione ha il dovere dell’autotutela, specie in questa delicata fase. In attesa di un cortese cenno di riscontro le invio distinti saluti".
Questa lettera non ha avuto ancora risposta.
Per quanto riguarda l'interpellanza, rispondo quanto segue.
«I Consiglieri, con l'interpellanza n. 19 chiedono inoltre di conoscere quali siano gli atti aziendali relativi alla sostituzione di Dirigente di secondo livello dell'unità di ematologia e gli atti rivolti ad assicurare la continuità delle prestazioni...
GILBERTO GASPERI. Presidente, nella mia interrogazione chiedevo una cosa a cui non mi ha risposto: quali sono i disavanzi dell'azienda sanitaria...
PRESIDENTE. Consigliere, lei non ha diritto. Può replicare, dopo.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. «La documentazione di che trattasi fa riferimento ai seguenti atti: Delibera n. 22 del 13.01.2001 concernente "Procedure per il conferimento dell'incarico quinquennale del Dirigente medico di struttura complessa nella disciplina di ematologia; Lettera prot. N. 1165/03/05 del 23.01.2001 recante ad oggetto "Trasmissione avvisi"; Lettera prot. N. 2202/03/05 del 09.02.2001 recante ad oggetto "Trasmissione estratto di Avviso di incarico quinquennale"; Lettera prot. N. 2919/13/07 del 21.02.2001 recante ad oggetto "Sostituzione Prof. G. Lucarelli".
I Consiglieri potranno, se ritengono, avere subito copia della documentazione in parola.
Infine i Consiglieri chiedono come il laboratorio oncoematologico sia funzionalmente integrato con il laboratorio di analisi della Azienda Ospedaliera. La Dirigenza di detta Azienda fa presente che sono stati sottoscritti alcuni protocolli tra il Dirigente del laboratorio analisi e il dirigente dell'unità operativa semplice del laboratorio di ematologia che stabiliscono quali sono le funzioni del laboratorio di ematologia (funzione di tipizzazione tissutale) nonché i rapporti tra i due laboratori. I protocolli sono stati formalizzati.
Relativamente alla presenza in organico di soli biologi l'Azienda fa presente che da tempo è stato assegnato al laboratorio di oncoematologia sia personale medico che personale tecnico. La medesima Azienda fa altresì presente che il laboratorio di oncoematologia non è un laboratorio generale e che comunque i rapporti tra le strutture sono regolati dai suddetti protocolli».
Relativamente all'ultima parte dell'interpellanza del consigliere Ricci posso dire che stiamo con attenzione esaminando la questione, partendo da due presupposti: uno, che l'esercizio di un diritto non può mai comportare conseguenze negative; due, che bisogna vedere se in questo caso ci sono peculiarità. Innanzitutto attendiamo che ci sia una decisione del Tar relativamente all'ammissibilità o meno e stiamo facendo una ricerca di precedenti, sia specifici sia generali in materia, per vedere come si può impostare il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Gasperi.
GILBERTO GASPERI. Chiariamo subito una cosa. Non mi arrabbio, Presidente, è il mio temperamento. Oggi si discutono la mia interrogazione, l'interrogazione che avete iscritto e che non era all'ordine del giorno, firmata sia da Giannotti che da me, replicherò due volte, perché avete infranto un regolamento.
La cosa fondamentale è però un'altra: quando è stata fatta da me l'interrogazione è stata immediatamente collegata con l'interpellanza che non ha assolutamente niente a che vedere con l'interrogazione stessa, sono due cose completamente diverse. Però è normale che una risposta dovesse essere data, però si è fatto il collegamento per cercare di rendere meno eclatanti le risposte stesse.
Lei parlava, Presidente D'Ambrosio, degli esiti di guarigione di questa scuola internazionale. I dati glieli do io, perché sono ufficiali: 93% di guarigione, nel reparto del prof. Lucarelli.
Lei ha poi parlato di piano giuridico-economico rispetto a questo progetto di talassemia. Al di là dei clamori dei giornali, lei dice "nulla è pervenuto né dal Governo né dall'azienda ospedaliera". Sul problema economico si tratta della stessa cosa avvenuta — ha fatto bene a procedere in quel modo, e le rinnovo il voto favorevole — con il terremoto. Nella realtà del terremoto avvenuto nelle Marche lei non ha fatto altro che procedere con un'apertura di credito, con finanziamenti tra l'altro sottratti all'agricoltura — comunque, se vanno a sostenere i danni del terremoto ha fatto bene — ma non aveva nessuna garanzia, nessuna sicurezza sul piano economico. Inoltre, lei ha letto una lettera inviata in agosto quando tutte le interrogazioni non solo sono precedenti, ma il problema della talassemia l'abbiamo dibattuto qui già da diverso tempo.
Nella delibera di Giunta si dice: "La Giunta regionale, nella seduta del 10 luglio 2001, pur riconoscendo la capacità professionale e le competenze scientifiche del prof. Lucarelli, che costituiscono comunque un patrimonio culturale-scientifico per la Regione, ha deciso di non approvare l'atto in argomento per motivi di opportunità in relazione al procedimento penale in corso". E allora, le dico che qui c'è un'ipocrisia a livello di Giunta regionale, perché le feci una interrogazione, Presidente, su un altro problema. Si tratta dell'interrogazione del 13 febbraio 2001 sul rinvio a giudizio dei componenti della Giunta regionale. Si trattava di una divaricazione di procedura tra l'allora Presidente della Giunta Giampaoli ed altri gruppi, riguardante il rimborso di un farmaco per dializzati della Asl di Falconara Marittima alla struttura privata convenzionata Centro Riviera del Conero. Per avere notizie circostanziate la interrogavo sulle responsabilità degli amministratori regionali nel citato periodo, "tenuto conto che componenti di questa Giunta ricoprono attualmente incarichi importanti nella Regione Marche". Lei fa una delibera di Giunta nella quale dice che non è opportuno procedere a dare un incarico a un professore di fama internazionale che ha solamente una procedura che in questi giorni si vede sulla stampa come sta andando, e in Giunta sedevano e siedono personaggi che si ritengono offesi per avere dato un incarico al prof. Lucarelli e che sono a loro volta indagati nella stessa e identica misura. Questa interrogazione l'avevo fatta proprio perché sapevo che sarebbe andata a finire così, ma questo non significa che attraverso la giustizia si possa fare politica. Non è giusto che si facciano condanne con delibere di Giunta nei confronti di persone, quando sappiamo che le procedure sono completamente diverse.
Per rispondere alla problematica relativa al piano economico, lei sa già la risposta che c'è stata a quella lettera, perché il ministro Ruggiero ha già stanziato 9 miliardi, che è la somma destinata dal Ministero degli esteri alla Scuola internazionale di talassemia. Inoltre, 60 miliardi sono inseriti nella finanziaria — e non si tratta di un emendamento — per tre anni, 20 miliardi all'anno, a partire dall'1.1.2002 per l'istituzione di questa scuola.
Lei dice che non è opportuno dare questo incarico al prof. Lucarelli, ma lei era in Giunta quando al prof. Lucarelli è pervenuta una procedura di indagine. Dato che lei era Presidente della Giunta, poteva benissimo, insieme all'allora assessore sospenderlo. Se non potevate sospenderlo, perché oggi prendete posizione, come Giunta, dicendo che non è opportuno dargli questo tipo di incarico perché si deve vedere se verrà condannato o meno? A me sembra — e tra l'altro lei è giudice — che fin quando non è stata data una condanna di terzo grado l'imputato deve essere sempre considerato non colpevole.
Nella mia interrogazione si chiedeva "cosa voglia fare in concreto la Giunta regionale affinché il progetto della scuola rimanga all'azienda ospedaliera di Pesaro" e lei, su questo ha solamente dato delle indicazioni. Non posso dire se sono soddisfatto o meno: questa è una presa in giro che viene fatta a questo Consiglio per difendere certe posizioni rispetto a grosse difficoltà che avete in Giunta relativamente a una questione d'interesse internazionale che ha un ritorno economico oltre che un ritorno morale nei confronti delle persone che sono colpite da questo male; un ritorno economico per la sanità regionale, per la sanità pesarese, per l'economia provinciale pesarese, per l'economia marchigiana e per l'economia nazionale.
AUGUSTO MELAPPIONI. Non ci può essere un ritorno economico...
GILBERTO GASPERI. C'è un ritorno economico. Infatti, quando si dice che nessuno è profeta in patria è proprio vero: un medico è meglio che non faccia l'assessore alla sanità, perché un bravo medico non sarà mai un bravo assessore. Lo dicevano tutti i dirigenti dei governi precedenti.
AUGUSTO MELAPPIONI. Allora tu non farai mai l'assessore all'agricoltura.
GILBERTO GASPERI. Non lo farò mai, stia tranquillo.
Però il ritorno economico avviene attraverso il collegamento internazionale. I Paesi ricchi non fanno esportazioni di merci, ma di tecnologie, di tecniche avanzate nelle varie procedure, tra cui la sanità. Non sono Paesi del sud del mondo ma Paesi del Mediterraneo, quindi del sud del Mediterraneo, non del sud africano, americano o australiano. Avere rapporti di questo genere significa avere rapporti privilegiati con le dirigenze, con i governi per avere poi uno scambio a livello economico.
Si chiedeva poi quali siano le autentiche motivazioni relative al cassato incarico al prof. Lucarelli, in quanto i motivi di opportunità proposti dalla Giunta risultano lesivi dei diritti dello stesso, in considerazione che allo stato attuale non risultano emessi i provvedimenti definitivi dal tribunale. Ma avevo chiesto anche un'altra cosa fondamentale: quali sono i disavanzi, per ogni azienda sanitaria locale e ospedaliera della regione Marche.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Le consegno immediatamente i dati relativi al 2000.
GILBERTO GASPERI. Mi va bene avere i dati relativi al 2000, però siccome siamo tutti grandi e vaccinati, per vedere se c'è un disavanzo progressivo o se i disavanzo è bloccato e poi si procede in modo diverso, debbo fare come minimo un termine di paragone con gli anni precedenti. Dato che per iscritto non mi si è mai mandato niente, chiedo che mi vengano forniti i dati dal disavanzo dal 1996 ad oggi. Dopo tornerò sull'altra interrogazione.
PRESIDENTE. No, perché lei ha già consumato il suo tempo. Stia tranquillo, la parola non gliela darò ulteriormente.
GILBERTO GASPERI. Su questa interrogazione che non era all'ordine del giorno firmatario sono anch'io. Questo è un falso! E' la stessa cosa come il falso avvenuto per cui non sono stato completamente risarcito di un danno avuto in questa Amministrazione. Mi sono rotto il menisco scendendo le scale: la mia assicurazione personale mi ha risarcito, l'assicurazione stipulata dalla Giunta, che non era stata trasmessa al Consiglio, non mi ha dato il rimborso. E' ora di finirla con i falsi.
ROBERTO GIANNOTTI. Volevo fare solo due brevissime premesse. Non mi sono scaldato. Più cose si dicono e meglio è, nel senso che un dibattito più è ricco e più è produttivo. Mi sembrava che fosse giusto porre la questione formale perché il regolamento non prevede una risposta duplice. Mi è stato detto — a onor di cronaca riporto quello che la segreteria mi ha comunicato — che è vero che in passato qualche volta è successo, ma questo non è un modo costante di rispondere alle interrogazioni le quali devono vedere una risposta univoca. Peraltro risponde la Giunta in quanto Esecutivo.
La seconda cosa che voglio richiamare è questa anomalia politica a cui assistiamo, che è l'anomalia di fondo, cioè che per la prima volta un assessore interpella se stesso. Questa interpellanza alla Giunta è firmata, guarda caso, da uno dei tre consiglieri di Rifondazione comunista, cioè l'assessore Cecchini. Mi sembra improprio, ingiusto, inopportuno, chiamatelo come volete. Ma poi ci arriveremo, perché sarà oggetto di un rilievo particolare questo aspetto che non è solo una questione formale, ma una questione sostanziale che caratterizza l'azione di questa Giunta regionale, in cui il valore della unità e della collegialità non esiste, specialmente sui temi della sanità. E proverò a dire perché.
Intanto che ci sia una proposta dell'azienda ospedaliera San Salvatore rispetto alla scuola è un dato acquisito e questo fa piazza pulita di tutta una serie di "non so", "non conosco" che ho letto sui giornali. Il nostro presidente della Giunta ha avuto la sfrontatezza di dire, quando venne fuori la polemica, "non so", "non conosco". Mi risulta — e lei oggi ha dovuto ammetterlo, anche se indirettamente, citando una serie di comunicazioni formali — che l'azienda aveva fatto, rispetto a questa cosa. Quindi la Giunta era informata della realizzazione della scuola di talassemia da parte dell'azienda ospedaliera di Pesaro.
La nomina di Lucarelli. L'azienda ha deciso di affidare la responsabilità tecnica di gestione della scuola al vecchio primario del reparto di ematologia dell'ospedale di Pesaro, persona nota, persona famosa per la responsabilità assunta in quel settore. Ebbene la Giunta regionale, con atto deliberativo ha — noi sosteniamo impropriamente — congelato, ravvisato l'inopportunità di questa iniziativa.
Facendo questo la Giunta ha esondato, ha sconfinato rispetto alle proprie competenze perché si è assegnata il diritto di emettere una sentenza di colpevolezza rispetto al prof. Lucarelli che, come sapete, è oggetto di un giudizio. Il fatto che la Giunta abbia voluto mettere i piedi in avanti "fin quando non è chiara la situazione processuale" ci sembra una cosa inopportuna.
Il senso dell'interrogazione verteva sostanzialmente su queste due questioni, cioè acquisire qualche elemento di chiarezza rispetto alla scuola, acquisire qualche elemento di chiarezza rispetto alla vicenda Lucarelli che non è una vicenda di poco conto per tutte le implicazioni che ne derivano.
Dopo questi fatti registriamo altri due elementi importanti che devono essere considerati. Primo, la decisione di un collaboratore lautamente pagato dalla Regione, di ricorrere al Tar rispetto al provvedimento assunto dal proprio datore di lavoro. Non faccio commenti, mi limito a registrare questa anomalia. C'è un ricorso al Tar del direttore dell'azienda ospedaliera che dice "La Giunta che mi paga, che mi ha assunto, dalla quale dipendo ha sbagliato a non ratificare questo atto". Peraltro una posizione che io condivido, comunque noto questo aspetto.
L'altro aspetto l'ha detto il collega Gasperi: su questa materia noi oggi abbiamo un punto di riferimento diverso: abbiamo una riserva finanziaria acquisita nella tabella riportata dalla finanziaria — quindi non una cosa a parte — che è stata inserita grazie all'intervento decisivo dell'on. Baldassarri, che prevede non solo un acconto per le spese ma prevede un contributo di 20 miliardi per tre anni per il funzionamento di questa attività.
Provo a dire perché non posso essere soddisfatto della risposta della Giunta regionale. Primo, perché questa non è una risposta vera, ma una risposta del Presidente D'Ambrosio e dell'assessore Melappioni. Non è una risposta della Giunta regionale nel suo insieme. Sfido il Presidente a dirmi che l'assessore Cecchini è disposta a firmare la risposta in quei termini, essendo notoria la divisione all'interno dell’esecutivo sul "problema Pesaro" fra l'assessore di Rifondazione comunista Cecchini e l'assessore alla sanità. Basta leggere i giornali e le posizioni stizzite dei livelli istituzionali di quella città. Il sindaco di Pesaro ha parlato di anomalia dell'interventismo sui problemi della sanità, da parte dell'assessore Cecchini. Quindi questa non è una posizione unitaria della Giunta.
Questa posizione conferma soprattutto l'atteggiamento di ambiguità che proprio grazie a questa divisione la Giunta regionale ha avuto su questo argomento. Perché ambiguità, Presidente Minardi? Perché venire oggi a dire qui che qualcuno dovrà pagare la scuola è una bufala politica, poiché tutti sanno, o almeno tutti dovrebbero sapere, specialmente l'assessore e il Presidente, che se la scuola la fa l'azienda ospedaliera è giusto che la scuola la paghi la Regione Marche.
Su questo amici diessini, dovete avere il coraggio di fare un discorso univoco a Pesaro e ad Ancona. Diteci quello che volete, in realtà. Noi diciamo che la scuola la deve pagare la Regione e lo Stato deve concorrere al suo funzionamento, così come ha dimostrato di voler fare attraverso lo stanziamento. Se invece insistete, come insiste Rifondazione comunista, nel dire che la scuola la deve fare lo Stato e la deve pagare lo Stato, è come dire che la scuola non la vogliamo. Sostenere l'assurda tesi che la scuola di un'azienda ospedaliera, ente strumentale della Regione, debba essere pagata dallo Stato, vuol dire non avere il coraggio di pronunciare che quella scuola non si deve fare. Quindi occorre chiarezza su questo e soprattutto una specificazione dei compiti che sono diversi.
Assessore Melappioni, avete fatto una riforma non federalista, abbiamo fatto un referendum su questa cosa. Se c'è una cosa largamente acquisita è che le competenze in campo sanitario sono competenze nostre.
Il "problema Lucarelli". A me sembra una immoralità sul piano amministrativo e sul piano politico quello che avete fatto. Capisco però che questa è una mediazione rispetto alla posizione dell'assessore Cecchini e di Rifondazione che da due anni chiedono la testa di questo professionista per motivi che non mi appartengono: non voglio entrare nel merito di quello che sta accadendo a Pesaro in questi giorni, non voglio entrare nel merito delle vicende processuali. Ma che non ci sia la caccia alle streghe da parte di Rifondazione comunista nei confronti di questo professionista mi sembra non si possa dire.
Su questa materia occorre acquisire da parte di tutti la consapevolezza che non esiste la scuola di talassemia senza il prof. Lucarelli. Anche qui, se qualcuno sostiene il contrario lo fa sapendo di mentire. La scuola di talassemia senza il prof. Lucarelli è un'altra cosa.
Assessore, Presidente, a voi la responsabilità di rintuzzare le pretese, credo vendicative, dell'assessore Cecchini e del partner della maggioranza rappresentato da Rifondazione comunista e di assumere una posizione responsabile. Non vorrei che dovessimo ritrovarci qui fra 3-4 mesi a dover prendere atto che quella scuola verrà realizzata da parte di un'altra Regione di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.
ANDREA RICCI. Nel merito specifico delle domande poste dalla nostra interpellanza vorrei far rilevare al Presidente D'Ambrosio che a noi risulta che il laboratorio di ematologia del San Salvatore di Pesaro è diretto da un professionista non medico. Se così fosse — e la preghiamo di verificare — ci troveremmo al di fuori dei requisiti previsti dalla normativa nazionale e regionale in merito alle attività di laboratorio.
Vorrei fare delle considerazioni di carattere generale sulla questione.
Noi gruppo di Rifondazione comunista — e in questo vorrei tranquillizzare Giannotti — riteniamo corrette e soddisfacenti dal punto di vista istituzionale le risposte che il Presidente D'Ambrosio ci ha fornito rispetto al complesso della questione della scuola di talassemia. Riteniamo che l'impostazione di prudenza assunta dalla Giunta regionale e qui esposta dal Presidente della Regione sia corretta, legittima ed anche giusta sul piano politico e istituzionale. Questa è la posizione — lo ripeto al consigliere Giannotti — non dei singoli esponenti di Rifondazione ma del partito della Rifondazione comunista.
Vorrei far rilevare le motivazioni che ci inducono a sostenere la posizione da me espressa precedentemente sulla realizzazione della scuola di talassemia, sgomberando una volta per tutte ogni equivoco su chi deve dirigere l'eventuale struttura internazionale di formazione, di cura e di ricerca sulla talassemia dicendo che non è questo il punto. A noi non interessa chi la dirige, sia il prof. Lucarelli, eminente specialista in questo settore medico-scientifico sia qualunque altro, altrettanto valido specialista in ematologia. Non è questo il punto, non ci interessa la questione personale relativa al prof. Lucarelli. Il punto che noi poniamo è un altro: siamo tutti d'accordo che la realizzazione di questo centro internazionale rappresenta la realizzazione, nel sistema sanitario regionale, di una nuova struttura di alta specializzazione. Penso che questo sia assodato. Gli interventi dei consiglieri dell’opposizione che hanno giustamente enfatizzato l'importanza medica, scientifica di questa struttura ne sono la dimostrazione.
Il punto che noi poniamo è questo: la programmazione della sanità regionale chi la fa e come viene fatta? La programmazione della sanità regionale non può essere lasciata alle iniziative spontanee, sia pure esse giustificate sul piano scientifico, delle singole aziende sanitarie od ospedaliere. La programmazione sanitaria, tanto più in materia di alta specialità la fa questo Consiglio regionale, non la può fare il dott. Ilja Gardi, perché se questo fosse il principio noi non governeremmo più alcun sistema sanitario, ci troveremmo di fronte, potenzialmente, ad un proliferare di iniziative autonome delle singole aziende, sanitarie od ospedaliere, in merito all'attivazione di strutture di alta specialità o di altro tipo, al di fuori di qualsiasi programmazione sanitaria regionale.
Noi abbiamo una legge regionale che si chiama "Piano sanitario regionale" che determina gli indirizzi di programmazione sanitaria nella nostra regione. Non è ammissibile che singole aziende assumano iniziative del tutto autonome e svincolate dalla programmazione approvata da questo Consiglio regionale per l'attivazione di nuove strutture sanitarie. Questo è il punto. Per questo diciamo che riconosciamo la valenza scientifica e anche una valenza politica relativa all'aiuto dei Paesi del sud del mondo, quindi relativa al settore della cooperazione internazionale sulla nascita di un centro internazionale di talassemia e siamo d'accordo nel merito, indipendentemente da chi lo gestisce e lo dirige, quello sarà oggetto di una valutazione successiva — l'opportunità di chi dovrà dirigere un centro di questo tipo — perché non è ammissibile neanche la posizione di Giannotti che dice "o è Lucarelli o il centro non si fa". Non è così, non può essere così. Vorrei che il ministro Ruggiero venisse qui o in altra parte a dire a noi e ai Paesi del Terzo Mondo a dire "questa cosa si fa solo se Lucarelli la dirige". non è così, consigliere Giannotti, non può essere così. Dopodiché sfido i rappresentanti istituzionali a dire quello che il consigliere Giannotti dice.
Il punto è che nel merito questa iniziativa è positiva, soltanto che questa iniziativa, essendo oggi al di fuori della programmazione regionale deve essere realizzata con risorse finanziarie, umane, organizzative che non appartengono al sistema sanitario regionale, altrimenti la via è quella di approvare una legge regionale che istituisce il centro internazionale di talassemia a Pesaro, ad Ancona o in qualunque altra parte del territorio regionale. Se viene meno questo principio siamo all'anarchia totale, perdiamo ogni capacità di controllo del sistema sanitario regionale, perché vorrei capire, se passa questo principio perché domani dovremmo opporci alla realizzazione di altre specializzazioni nella nostra regione su iniziativa di singole aziende. Vorrei capire perché, se qualche azienda proponesse l'istituzione di un centro di cardiochirurgia nella nostra regione, ulteriore a quello già esistente al Cardiologico "Lancisi" su iniziativa della singola azienda, magari mettendo insieme capacità professionali scientifiche di prestigio internazionale noi dovremmo opporci. Faccio un solo esempio che però non è tanto peregrino.
Il principio sul quale noi esprimiamo contrarietà ed opposizione riguarda quindi le modalità con cui questo progetto è stato portato avanti, il fatto che, al di fuori della programmazione sanitaria regionale si pretende che la Regione lo paghi, su iniziativa autonoma di una singola azienda. Questo non è ammissibile ed è per questo che noi diciamo "la scuola si faccia ma la si faccia con risorse che non appartengono al fondo sanitario regionale", oppure, se così è, la si inserisca all'interno della programmazione regionale attraverso un atto legislativo del Consiglio. E' questa l'unica procedura ammissibile. Per queste ragioni il comportamento del direttore generale Gardi è sbagliato, scorretto e va sanzionato.
PRESIDENTE. Consigliere Gasperi, le devo una informazione. Nel suo intervento ho capito che c'era un deficit di informazione relativo all'interrogazione n. 203 presentata da lei insieme al consigliere Giannotti. La informo che il consigliere Giannotti ha chiesto la trasformazione dell'interrogazione a risposta scritta in interrogazione a risposta orale, chiedendo alla Conferenza dei presidenti di gruppo l'iscrizione della discussione all'ordine del giorno, poiché, tutto sommato, era già all'ordine del giorno la discussione dell'argomento, quindi riunificando la discussione delle interrogazioni con l'interpellanza. Ne aveva diritto.
GILBERTO GASPERI. Entri nel merito, adesso.
PRESIDENTE. E' stato riconosciuto questo diritto e abbiamo proceduto a trattare in modo unificato interrogazioni e interpellanze, come prassi di questo Consiglio. E alle interrogazioni, come prassi di questo Consiglio, diamo la possibilità di replica a un interrogante, e così andiamo avanti. L'interrogante Gasperi ha già avuto diritto di replica e poteva replicare ad entrambe le interrogazioni nella risposta precedente per la quale ha chiesto anche di splafonare rispetto al tempo, proprio in previsione di questo.
GILBERTO GASPERI. Presidente, lei sa che io ho stima per le istituzioni, però ho i capelli bianchi e non voglio essere preso per fesso. Qui c'è scritto "chiedono risposta scritta" e l'interrogazione è stata trasformata in risposta orale. La risposta ce la doveva dare la Giunta o dovevamo darla noi alla Giunta?
PRESIDENTE. Ma questo è un altro discorso: lei si è dichiarato insoddisfatto della risposta.
GILBERTO GASPERI. A questa interrogazione non si è risposto. L'ho detto già all'inizio: sono le famose procedure che servono a fare un certo tipo di guerriglia in modo tale che si sposti poi l'interesse su altre cose. Voglio chiarire una cosa: che i Comunisti italiani, i Democratici, i Verdi, i Ds a Pesaro hanno richiesto l'istituzione della Scuola internazionale di talassemia con un documento scritto. Voglio poi chiarire una cosa: la fondazione ha chiesto l'istituzione di questa scuola con la certezza che alla Regione non spettano delle spese. Ma c'è un altro fatto importante: i vantaggi che derivano andranno poi alle istituzioni. Infine, se voi nominate un direttore generale che deve salvaguardare gli interessi e le realtà sia economiche che funzionali della sanità — e in questo caso dell'azienda ospedaliera di Pesaro — nel momento in cui procede a fare questo tipo di difesa non sul piano politico ma sul piano tecnico, sbaglia?
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.
CESARE PROCACCINI. Visto che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha assunto impegno di approvare senza discussione una mozione sullo smantellamento della rete Enel, chiedo di anticiparne la votazione perché il sottoscritto si dovrà assentare per un funerale.
PRESIDENTE. Se è stata presentata la proposta di risoluzione, la voteremo in chiusura della seduta antimeridiana.
ROBERTO GIANNOTTI. Io sono per votare una proposta di risoluzione comune che possa avere la sensibilità di tutto il Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Se presentate una proposta di risoluzione, la metteremo in votazione.
Proposta di atto amministrativo: «Art. 53 dello Statuto regionale e art. 38, comma 6, della l.r. 42/1988, come sostituito dall'art. 12, comma 3 della l.r. 54/1997. Assunzione a tempo determinato per le esigenze del servizio decentrato agricoltura e alimentazione di Macerata del dott. Graziano Pallotto» Giunta (56)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56, ad iniziativa della Giunta regionale.
La seduta è segreta, quindi prego i non consiglieri di lasciare l'aula.
(La seduta prosegue in forma segreta
dalle ore 12, 15 alle 12,25)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI
Comunicazioni della Giunta regionale in ordine a: "Documento unico di programmazione (DO.CU.P) Obiettivo 2 Marche (Italia) anni 2000-2006, approvato con decisione Commissione del 16.10.2001 — Adozione del complemento di programmazione ai sensi dell'art. 15 del reg. (CE) n. 1260/99 recante disposizioni generali sui fondi strutturali"
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni della Giunta in ordine al Docup.
Ha la parola l'assessore Mattei.
CARMEN MATTEI. La proposta di DOCUP Obiettivo 2 è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 23 novembre 2000 e ricevuto dalla Commissione Europea il successivo 27 novembre u.s.
Tale data è importante in quanto da essa possono essere ammissibili le spese effettuate a valere sulle misure del DOCUP ad eccezione delle spese riferite ai regimi di aiuto.
Nei primi mesi del 2001, con l'incontro del 27 marzo a Roma, ha avuto formalmente avvio il negoziato con la Commissione Europea, che si è concluso con l'approvazione della proposta di DOCUP in data 16 ottobre 2001.
Nel corso del lungo negoziato svoltosi con la Commissione sono state apportate diverse modifiche al testo della proposta di DOCUP.
Nello specifico le modifiche e le integrazioni introdotte nel DOCUP in seguito alle osservazioni formulate dai competenti Servizi della Commissione sono riconducibili alle seguenti: accorpamento di alcune tipologie di intervento per rispondere all'obiezione di una eccessiva frammentarietà e polverizzazione delle azioni previste; introduzione di informazioni aggiuntive nelle schede di misura relativamente alla tipologia di spesa, modalità attuative, procedure di notifica, dotazione finanziaria indicativa in base al nuovo modello di scheda proposto dalla Commissione; soppressione della misura 1.4, in quanto gli interventi previsti nella stessa verranno finanziati a valere sul P.O. Obiettivo 3, e sua sostituzione con una nuova misura riguardante il sostegno alle infrastrutture per il sistema produttivo; eliminazione di tutti gli interventi relativi al settore agricolo, in quanto non ammissibili al cofinanziamento del FESR e in particolare della misura 3.6 "Incentivi per lo sviluppo del sistema produttivo agricolo". Questa tipologia di intervento è stata comunque ricondotta all'interno della misura 1.3 "Incentivi per il miglioramento della qualità e il rafforzamento della competitività delle PMI" (submisura 2 punto a) primo trattino) che prevede "Iniziative di promozione e marketing dell'economia regionale, al fine di valorizzare, anche in misura integrata le produzioni tipiche del territorio regionale"; introduzione, in tutte le misure, di procedure di evidenza pubblica per la selezione dei soggetti attuatori, al fine di garantire la trasparenza e la pubblicità delle azioni cofinanziate; inserimento sia nella misura 3.3 "Servizi socio-assistenziali" che nella misura 3 5 "Sviluppo delle attività commerciali e artigianali e sistemazione dei Centri storici" di una priorità per gli interventi concentrati nella aree che presentano indici significativi di disagio sociale sia dal punto di vista della situazione demografica che della situazione socio-economica.
Accanto a queste modifiche più rilevanti, sono state apportate altre integrazioni ed aggiustamenti che riguardano gli adempimenti per assicurare il rispetto della normativa comunitaria in materia di concorrenza, di tutela ambientale, di pari opportunità, di interrelazioni fra il DOCUP e gli altri programmi comunitari (Obiettivo 3, Piano di sviluppo rurale, Leader plus e per individuare ed esplicitare gli atti di programmazione regionale all'interno dei quali si collocano gli interventi proposti.
Durante questa fase di negoziato, oltre all'adattamento del DOCUP, i servizi della Regione si sono attivati per la predisposizione e la messa a punto della proposta di Complemento di programmazione che rappresenta lo strumento attuativo ed operativo del DOCUP: ciò al fine di accelerare i tempi per l'avvio degli interventi previsti dal DOCUP stesso. Infatti sappiamo che dalla data di approvazione del Documento di programmazione, cioè dal 16 ottobre ci sono 180 giorni per la prima rendicontazione, quindi avevamo urgenza di accelerare il più possibile i tempi.
Ai sensi di quanto previsto nell'art. 18, comma 3, del Regolamento CE 1260/99 i contenuti del Complemento di programmazione sono sintetizzabili nei seguenti: piano finanziario per ciascuna misura, definizione delle categorie dei beneficiari finali delle misure, descrizione delle disposizioni di attuazione.
In quest'ottica è stato elaborato il Complemento di programmazione che rispetto al DOCUP contiene informazioni dettagliate relativamente: alle categorie di beneficiari/destinatari delle azioni; alle procedure amministrative, tecniche e finanziarie per la realizzazione degli interventi, inclusa la costruzione di un preciso cronoprogramma procedurale da sviluppare per la selezione dei beneficiari, per l'esecuzione dei lavori e per l'erogazione del contributo, nonché la definizione dei criteri da utilizzare per la valutazione dei progetti (requisiti di ammissibilità e criteri di selezione); alla normativa nazionale e regionale su cui poggiano le sub-misure/interventi; alla struttura organizzativa adottata all'interno di ciascun Servizio regionale competente per lo svolgimento delle funzioni di gestione e di controllo contabile-finanziario sulla gestione di ciascuna misura/submisura; alla tipologia di spesa eleggibile al cofinanziamento FESR, alle intensità di aiuto ed eventualmente ai limiti minimi e massimi degli investimenti ammissibili; al piano finanziario di ciascuna misura, articolato per annualità e fonte di finanziamento.
La proposta di Complemento predisposto come sopra specificato, è stata oggetto di ampia e articolata concertazione sul territorio. Infatti sono stati svolti tre incontri territoriali, due a livello provinciale (uno per le province di Ascoli Piceno e Macerata, l'altro per le province di Ancona e Pesaro) — e quando parlo di incontri provinciali intendo tutti i soggetti del territorio interessati al Documento di programmazione — una a livello regionale.
Sulla base di quanto emerso nei suddetti incontri si è integrato il testo del Complemento, tenendo conto della necessità di assicurare sia il rispetto dei contenuti del DOCUP che la piena operatività e funzionalità degli interventi co-finanziati.
In particolare le modifiche richieste hanno riguardato: I'introduzione di ulteriori requisiti minimi di ammissibilità nelle misure/sub-misure/interventi oggetto di regimi di aiuto delle imprese rispetto a quelli già previsti quali l'applicazione della normativa in materia ambientale e urbanistica, I'applicazione delle norme di legge contrattuali in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro; I'opportunità di prevedere quale parametro di valutazione delle proposte progettuali inerenti le misure di aiuto alle imprese, I'incremento occupazionale e in particolare di tipo qualificato, a tempo indeterminato e femminile. Inoltre è stato richiesto che i progetti che afferissero a programmazioni territoriali avessero, a parità di condizioni e di qualità, una priorità di accesso.
Il testo del Complemento così modificato è stato sottoposto all'approvazione della Giunta regionale nella seduta del 23.10.2001 ed ha avuto il parere favorevole della Commissione consiliare competente nella seduta del 7.11.2001.
Spetterà poi al Comitato di Sorveglianza del DOCUP convocato per il giorno 22 novembre p.v., procedere alla "conferma" del Complemento di Programmazione ai sensi dell'art. 35 del Reg. (CE) 1260/99. Ciò consentirà di emanare i bandi di accesso ai benefici delle misure e di avviare tutte le procedure attuative del programma entro il corrente anno.
PRESIDENTE. Sulle comunicazioni il regolamento, art. 30, ultimo comma dice che "può aprirsi una breve discussione. Se la discussione si prolunga il Presidente fissa una riunione apposita". Per ora ho una richiesta di Franceschetti, Cesaroni e Castelli. Vorrei sapere quante richieste vi sono per cercare di capire se riusciamo a gestire l'argomento in tempi brevi, fissando anche un limite di tempo agli interventi.
Ha la parola il consigliere Castelli.
GUIDO CASTELLI. Vorrei obiettare la procedura che è stata osservata per la sottoposizione al vaglio del Consiglio in termini di "comunicazione" del documento di programmazione.
PRESIDENTE. E' stato deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
GUIDO CASTELLI. Tuttavia, come consigliere devo poter esprimere una contraddittorietà tra le modalità della comunicazione e quanto, grazie anche all'intervento del presidente del gruppo Silenzi decidemmo con un ordine del giorno unanime che prevedeva un percorso diverso rispetto a quello osservato. In particolare avevamo impegnato la Giunta regionale a trasmettere il complemento di programmazione al Consiglio che avrebbe dovuto approvarlo nei quindici giorni successivi, trascorsi i quali la Giunta poteva provvedere alla sua definitiva approvazione. Oggi verifichiamo che il complemento di programmazione è stato offerto esclusivamente in "comunicazione". Ne consegue, evidentemente, la non emendabilità dello stesso e in particolar modo il fatto che la stessa discussione venga in qualche modo coartata, se vogliamo esprimerci in questi termini. Credo che l'attuale forma utilizzata e scelta, anche se munita del pregio e del favore della Conferenza dei presidenti di gruppo sia in palese contrasto rispetto a quanto approvato e deliberato in materia di procedura per l'approvazione del complemento di programmazione da parte del Consiglio regionale. Chiedo al Presidente del Consiglio di esprimersi in materia, perché ritengo che la corretta approvazione di quanto deciso liberamente dal Consiglio regionale prevedesse forme diverse da quella attuale.
PRESIDENTE. Quello che fa presente il collega Castelli è stato sollevato anche in Conferenza dei presidenti di gruppo da alcuni colleghi. Il motivo per cui si è deciso di procedere con la comunicazione della Giunta, dipende dal fatto che essendo il complemento di programmazione elemento flessibile e dovendosi procedere alla contrattazione con l'Ue, se l'avessimo vincolato ad un voto del Consiglio sarebbe stato difficile, nel momento in cui si va a modulare una diversa misura, dover tornare di volta in volta in aula per capire se una misura ha maggiori possibilità o minori di essere accolta. Deve essere uno strumento di flessibilità che viene lasciato nelle mani di una gestione, rispetto alla quale c'è la possibilità di intervenire anche modulando diversamente le risorse. Se ci fosse un voto dell'aula ci sarebbe un vincolo in questo senso a riportare di volta in volta, qualora si decidesse, nel comitato di sorveglianza o altrove il documento. E' un momento di gestione e tra l'altro voglio ricordare che uno degli elementi-capisaldo nella Conferenza dei presidenti di gruppo è stato il fatto che in nessuna Regione d'Italia il complemento di programmazione è stato approvato dal Consiglio regionale. Quindi non è competenza del Consiglio regionale. Che ci fosse stato in questo senso un pronunciamento del Consiglio regionale su un ordine del giorno è altrettanto vero, però la Conferenza dei presidenti di gruppo ha ritenuto di dover lasciare questo margine di flessibilità per consentire una adeguata utilizzazione ed impiego delle risorse comunitarie in tempi obiettivi, ragionevoli e brevi. Ciò non toglie che sull'argomento è aperta la discussione, quindi se riteniamo di contenerla in tempi brevi possiamo svolgerla nella giornata odierna, se riteniamo che i tempi siano lunghi, in base al regolamento debbo fissare un'apposita seduta. Per questo motivo chiedevo quanti interventi potessero esserci.
Ad ora ho una richiesta di Franceschetti, Cesaroni, Castelli, Viventi. Direi di limitare gli interventi a cinque minuti, in modo tale che in venti minuti si possa esaurire la discussione.
Ha la parola il consigliere Cesaroni.
ENRICO CESARONI. Sin dal 1999 abbiamo fatto grossissime battaglie in questo Consiglio regionale per inserire dei territori comunali e in diversi comuni abbiamo diviso il territorio favorendo le zone agricole dove ci sono meno abitanti e più territorio, con l'intento che questo documento intervenisse nel settore agricolo. La volontà politica di questo Consiglio regionale ha tolto invece qualsiasi agevolazione a vantaggio dell'agricoltura, cosa gravissima politicamente perché si è ulteriormente penalizzato un settore, al di là del fatto che qualcuno dica che l'agricoltura ha altri finanziamenti. Non è così, perché i finanziamenti del piano di sviluppo rurale non sono sufficienti a coprire le esigenze dell'agricoltura, dall'Obiettivo 2 l'agricoltura è stata tagliata fuori. Addirittura siamo andati a finanziare strutture consortili — ad esempio il riciclaggio dei rifiuti — per le quali i cittadini già pagano le tasse. Noi finanziamo, con fondi dell'Ue consorzi per la raccolta di rifiuti che già hanno grossi utili. Noi diamo ulteriori contributi a questa strutture che fanno comunque pagare ai cittadini, per cui i cittadini continuano a pagare, questi consorzi hanno un utile spaventoso, poi fanno strutture, palazzine, uffici, pagano i consigli di amministrazione con i soldi pubblici. E per il settore dell'agricoltura non ci sono finanziamenti, cosa gravissima che non possiamo accettare. Abbiamo fatto una battaglia su questo, e ricordo che a ferragosto abbiamo approvato il Docup Obiettivo 2, la localizzazione e i comuni che vi dovevano rientrare, dividendo i territori, i comuni, facendo studi e ricerche. Oggi nessuna azienda del settore agricolo può usufruire di questi finanziamenti.
C'è poi un altro grosso errore che abbiamo fatto presente anche in Commissione, e ho visto che l'atto amministrativo è rimasto invariato: il finanziamento, sub-misura 3, per l'impianto in località Cornacchia. Si danno finanziamenti a un consorzio non si sa a che titolo in quanto l'area è di proprietà del Comune di Maiolati Spontini, la gestione della Sogenus e non si capisce perché il finanziamento va al CIS, quando il consorzio non é proprietario né gestisce. Chiedo che l'assessore approfondisca questo aspetto, perché secondo me il CIS non può essere finanziato.
Inoltre, come sempre questa è la Regione-cenerentola in tutto, perché è la penultima Regione d'Italia per quanto riguarda l'impiego dei finanziamenti Cee. La prossima volta saremo non la penultima ma forse l'ultima per questo modo di gestire e per gli indirizzi già dati. Questo è un finanziamento di miliardi che sarà perso, perché non esiste alcun requisito perché vi sia il finanziamento.
Fortunatamente il settore artigianale viene riconosciuto totalmente, ma sono sempre svantaggiate le piccole aziende, perché oltre che non coprire tutti i settori, se non si fanno investimenti per grandi strutture il finanziamento non c'è e quindi, come sempre il piccolo deve scomparire a vantaggio della media industria. Abbiamo fatto un regolamento per l'Obiettivo 2 a vantaggio solo della media industria perché al piccolo artigiano non conviene in quanto dovrebbe fare grossi investimenti per rientrare in questi benefici.
Come Forza Italia non approviamo questo documento in quanto non risponde alle esigenze per le quali era stato predisposto, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'agricoltura e perché ancora una volta finanziamo imprese che da sole sarebbero riuscite a produrre miglioramenti, mentre le piccole devono continuare a chiudere in quanto non hanno nessun aiuto.
Da questo Consiglio è venuto fuori all'unanimità il discorso che si deve aiutare l'entroterra, si deve sostenere l'occupazione dell'entroterra, si devono sostenere gli insediamenti dell'entroterra e il risultato finale è che ancora una volta l'entroterra non è sostenuto e ogni giorno vi sono sempre più zone abbandonate a se stesse. Questo è il risultato della politica di questa Giunta regionale che a parole sta con i più deboli a favore delle zone più svantaggiate, ma nei fatti non sta con i più deboli e non tutela le zone svantaggiate.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.
ROBERTO TONTINI. Con questa comunicazione speriamo che si giunga al termine di un provvedimento importante quale il complemento di programmazione che renderà utilizzabili, speriamo con una certa velocità, i finanziamenti dell'Obiettivo 2.
Un'osservazione che credo debba impegnare, così come già fatto, tutto il Consiglio regionale è relativa alle procedure e ai meccanismi di rapporto con la Cee che abbiamo già registrato a suo tempo e oggi abbiamo una conferma di questo, relativamente a una certa rigidità da parte della Commissione europea in sede di trattazione di queste materie che rende, come in parte è avvenuto, non sempre possibile al Consiglio regionale determinare fino in fondo quelle che sono le scelte politiche e innovative rispetto all'applicazione di una misura come quella dell'Obiettivo 2.
Il lavoro che è stato fatto da parte della Giunta credo sia pienamente apprezzabile. Vorrei ricordare a questo proposito al consigliere Cesaroni, che probabilmente è stato un po' disattento anche rispetto alla discussione in Commissione, che relativamente al finanziamento dell'agricoltura o meno, non dipende da una scelta di questa Giunta ma da come funzionano i finanziamenti comunitari. Voglio ricordare ancora una volta, così come avvenuto in Commissione, che gli incentivi funzionano per settori, l'agricoltura ha i suoi canali di finanziamento e nell’Obiettivo 2 vengono finanziate una serie di attività con l'esclusione precisa e chiara da parte della Commissione europea dell'agricoltura.
Detto questo mi pare che relativamente ai tre comparti che abbiamo individuato nell'Obiettivo 2, che sono l'incentivazione all'impresa, il risanamento ambientale e la diversificazione economica, si riconferma in sede di complemento di programmazione la positività della scelta che attribuisce la grossa fetta dei finanziamenti alle attività economiche, determinando con questo un elemento importante sulle scelte anche di politica industriale di questa Regione che individuano nell'artigianato e nella piccola impresa il settore portante rispetto al quale viene individuata la percentuale maggiore di finanziamenti.
Positivamente va salutata da questo punto di vista anche l'attenzione all'individuazione di strumenti finanziari tendenti, a differenza di quanto affermava il collega Cesaroni, ad incentivare proprio la piccola e micro impresa attraverso l'attivazione di nuovi strumenti di ordine finanziario che vadano ad intervenire proprio su una delle questioni che determinano la maggiore debolezza della piccola impresa, cioè il sistema creditizio e gli incentivi ed i finanziamenti.
Da ultimo mi pare che anche per quanto riguarda la parte relativa alla diversificazione economica, così come sono state individuate le misure nell'Obiettivo 2 in sede di complemento di programmazione queste vengono pienamente confermate. Non mi resta, nell'annunciare l'apprezzamento del lavoro svolto dalla Giunta e dall'assessorato in merito a questa partita, che sollecitare affinché prima possibile si possa passare alla definizione dei bandi e quindi all'utilizzazione dei finanziamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.
GUIDO CASTELLI. Vorrei tornare sul problema procedurale, anche perché, sentendo alcuni presidenti di gruppo, di minoranza, presenti alla riunione, hanno sostenuto che c'è stata una comunicazione della maggioranza rispetto a questo sistema di mera discussione, quindi non vi è stata sicuramente unanimità per quanto riguarda questo tipo di tesi. Mi sembra davvero singolare che la Conferenza dei presidenti di gruppo possa superare il dispositivo, la decisione di un Consiglio regionale che fra l'altro era addivenuto a quella scelta di sottoporre al voto del Consiglio stesso il complemento di programmazione dopo anche un certo travaglio. Credo e confermo che questo tipo di procedura sia illegittima e contrasti con il deliberato del Consiglio, anche perché ritengo che alcune osservazioni fatte nel merito della vicenda non siano pertinenti. Il regolamento comunitario non individua l'organismo competente, fa riferimento alla Regione in quanto tale e quindi liberamente questo Consiglio si era data una regola che altrettanto liberamente la maggioranza ha ritenuto di disattendere. E' una decisione che potrebbe avere anche delle conseguenze, perché il complemento di programmazione presenta anche delle discrasie rispetto al Docup, che sono diverse da quelle seguite all'intervento comunitario.
La prima considerazione — e mi rivolgo anche al Vicepresidente Spacca, che pure del carattere negoziato della programmazione e di alcune idee nuove, innovative tipo i Pit si è fatto portatore anche in occasione del convegno di Pesaro — è che in realtà questo complemento di programmazione tradisce una grande assenza che è proprio quella del Pit, che come strumento viene differito sine die, perché se ne parla per il prossimo triennio come di uno strumento che potrà trovare ospitalità nel Docup. La verità è che se le energie locali non si orientano da subito su quel tipo di sistema, su quel tipo di mentalità, sarà ben difficile che il Pit, nel triennio 2004-2006 possa trovare ingresso nell'attività di concertazione tesa alla cattura e alla sintesi delle risorse nella maniera più proficua in ambito locale.
Abbastanza debole è anche il riferimento di quel carattere preferenziale che pure viene indicato a favore degli Apq, dei patti territoriali, dei Prusst, dei Pit che vengono richiamati prima come fattori preferenziali ma successivamente rinviati. Credo che questa sia un'occasione mancata. Ci sono Regioni che si sono mosse con estremo coraggio sul piano di questa logica di aggregazione delle risorse economiche locali tipo la Toscana, mentre invece nel nostro caso abbiamo solo un larvato riferimento a patti territoriali già approvati e operativi. Tra l'altro è abbastanza sibillino questo riferimento. Io non so quali siano i patti territoriali già approvati e operativi che potranno, nella fase di implementazione del complemento di programmazione, essere beneficiari di queste risorse: magari l'assessore Mattei ce lo potrà dire perché è importante. Ho pensato a Macerata, che però non credo abbia concluso il suo iter definitivo. Sarebbe opportuno saperlo.
Certo è che questo non è un complemento di programmazione che privilegia la progettualità dal basso, è un complemento di programmazione che denota una verticalità delle misure che raramente possono essere combinate fra di loro, e vista l'esiguità della risorsa questo è un grande deficit dal punto di vista operativo, perché sappiamo che le risorse non sono illimitate e la possibilità di metterle in rete rappresenta un valore aggiunto che purtroppo questo complemento di programmazione non mostra di voler esaltare e sottolineare. Questo è un problema che in termini di mentalità della formazione delle decisioni in materia di risorsa pubblica peserà grandemente.
Ma arrivo brevemente a una serie di interventi che a mio modo di vedere hanno anche stravolto l'impostazione del Docup che è stato approvato da questo Consiglio regionale.
C'è una fortissima penalizzazione del phasing out ad esempio. Sappiamo che il phasing out non può assorbire risorse che superino mediamente i 100 miliardi, ma se andiamo a vedere come queste risorse sono state distribuite qualche dubbio è d'obbligo. Mi riferisco ad esempio alla misura 3.3 sui servizi sociali. Una misura importantissima, una misura innovativa che tra l'altro per la prima volta compariva nella programmazione di sostegno comunitario per quanto riguarda il Fesr. Noi licenziammo una misura che prevedeva dei precisi riferimenti relativi alla costituzione e ristrutturazione di servizi per gli svantaggiati, per i disabili, ovvero interventi di natura strutturale, comunque di ausilio a quella che è purtroppo l'esiguità delle risorse in materia sociale.
Cosa abbiamo visto? Che compare come per incanto nel complemento di programmazione un'ulteriore azione relativa al favore, al denaro necessario per costituire o ristrutturare imprese sociali, cooperative sociali. Nessuno di noi ha in animo di criticare il sistema delle cooperative sociali, però è somma la nostra sorpresa quando vediamo che innanzitutto è un'azione nuova che non era prevista nel Docup — quindi o l'Ue ha chiesto di inserirla oppure ci si deve rispondere perché ci si è discostati in maniera così evidente da quello che avevamo approvato — ma la cosa strana è che i Comuni in phasing out possono accedere alla misura complessiva sui servizi sociali solo limitatamente alla linea relativa alle cooperative, cioè i Comuni in phasing out non potranno sostenere le altre finalità della misura che erano quelle approvate dal Consiglio, in compenso i 3,6 miliardi previsti per il phasing out saranno interamente assorbiti dal sostegno alle cooperative sociali di tipo A e di tipo B. Non voglio escludere che questa sia una finalità nobile e prestigiosa, voglio semplicemente sottolineare lo sbilanciamento, lo squilibrio rispetto alle altre due misure pure di natura sociale.
Circa un'altra misura innovativa prevista dal regolamento comunitario, quella sulla viabilità minore, molto cara ai piccoli Comuni delle Marche, nonostante un emendamento presentato dal sottoscritto tendesse a inserire i Comuni del phasing out, anche qui, come per incanto, i Comuni del phasing out non possono più concorrere alla distribuzione delle risorse in materia di viabilità rurale. Il Consiglio regionale aveva approvato l'emendamento e nonostante questo vediamo perdere dal complemento di programmazione ogni traccia di questi elementi.
Potrei continuare. Il phasing out non potrà accedere alla misura sull'arredo urbano che è un'altra misura tradizionale, importantissima per i nostri piccoli Comuni, che è stata completamente stralciata.
Credo si possa dire che questo complemento di programmazione non solo era doveroso sottoporlo al vaglio del Consiglio regionale, ma era anche opportuno, proprio perché esistono delle precise opzioni che si discostano in maniera anche piuttosto evidente da quello che avevamo approvato e a prescindere dall'intervento dell'Unione europea. I Comuni in phasing out non hanno una modulazione di risorse che possa ritenersi accettabile. Non possiamo pensare che il phasing out abbia 1.200 milioni di ingegneria finanziaria per studi di fattibilità e non possa invece concorrere alla distribuzione delle risorse dell'arredo urbano per quanto riguarda anche i servizi sociali e via dicendo.
Quindi noi non diamo una valutazione positiva di questo complemento e ci riserviamo di valutarlo nelle sedi opportune per censurare quella che a noi sembra una illegittimità nel sistema adottato di sottoposizione al vaglio del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.
LUIGI VIVENTI. Ho l'obbligo di intervenire perché fui il consigliere che chiese nella scorsa seduta di far sì che questo complemento di programmazione, che altro non è che un piano finanziario particolareggiato, ritornasse alla visione, all'approvazione e alla discussione del Consiglio regionale. Questa mia proposta, dopo adeguata sospensione del Consiglio regionale fu ritenuta idonea da parte di tutto il Consiglio e fu votata la risoluzione.
La scorsa settimana ho partecipato alle riunioni congiunte della terza e della sesta Commissione. Lì mi è stato spiegato che c'è una norma giuridica che assegna alla consulta la competenza nell'approvazione di questo piano finanziario particolareggiato e che il Consiglio non avrebbe avuto competenza a discuterlo e votarlo. Ho preso anche atto in quella seduta che la terza Commissione di cui faccio parte non era nemmeno tanto competente a essere presente, perché la competenza era in capo alla sesta Commissione che sicuramente il presidente è stato costretto a porre in essere per conservare i delicati equilibri della sua maggioranza. Altrimenti, obiettivamente, non riesco, con tutto il bene che voglio all'amico Donati, a valutarne la necessità.
Mi sono trovato nella triste condizione di essere consigliere regionale non competente nella Commissione e non competente a discutere in Consiglio regionale su un fatto che ha una rilevanza di 1.400 miliardi, un documento serio.
Al di là del modo "gioviale" con cui anch'io presento questa situazione, direi che essa assume una rilevanza seria. Non credo che ci si possa dire che il Consiglio non è competente. Se non siamo competenti a discutere questa cosa, cosa stiamo a fare qua? Su che cosa siamo competenti?
Portarlo in visione come comunicazione non ha alcun senso: o discutiamo oppure non deve essere nemmeno data la comunicazione perché non ha alcun senso.
Ritengo che esista una potestà da parte di questa Assemblea a decidere le sorti di un documento di questa portata e quindi chiedo una pronuncia espressa da parte dei capigruppo, non tanto della minoranza poiché siamo tutti d'accordo su questa tesi, ma anche della maggioranza, al di là della validità dell'articolo ics, della legge ipsilon. Parlo di opportunità politica a questo punto, non di regolamentazione. Perché se c'è questa opportunità posso fare alcune osservazioni tecniche particolareggiate, se non c'è questa opportunità non le faccio per non far perdere tempo all'Assemblea.
Credo che pregiudiziale sia questo, poi ci regoleremo di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.
SERGIO NOVELLI. Anch'io cercherò di essere rapido, perché non entrerò nel merito, se non su un aspetto sintomatico. Anche a me sembra pregiudiziale la questione procedurale. Non so se gli altri colleghi hanno richiamato, ma la deliberazione del 23 novembre con cui il Consiglio impegnava la Giunta a non deliberare senza aver prima acquisito l'approvazione dell'atto da parte del Consiglio che era vincolato a darla entro 15 giorni dalla richiesta. Vorrei far presente, in particolare al Presidente della Giunta, che non è del tutto esatto dire che la sesta Commissione abbia espresso il parere. La Commissione ha espresso il parere richiestole, a maggioranza perché i commissari dell'opposizione hanno fatto notare che c'era un grave vulnus ai poteri del Consiglio, ma è stata la Giunta che nell'atto del 23 ottobre 2001, n. 2104 ha chiesto esclusivamente il parere della Commissione sulla scorta di un documento istruttorio che in nessun modo richiama la deliberazione del Consiglio regionale con cui si era statuito di far approvare in questa sede il Docup, di sottoporre all'approvazione il Docup.
Il problema che sto ponendo è il seguente. La Giunta regionale, nel momento in cui ha partecipato alla votazione del 23 novembre 2000 con cui il Consiglio l'ha impegnata a compiere questo passaggio rigorosissimo nei tempi — 15 giorni — riteneva che ci fosse uno sforamento nelle competenze riservatele? Doveva sollevare la questione in questa sede consiliare ovvero porre proprio il conflitto delle attribuzioni. Faccio presente che questa non è la legge sulla programmazione Obiettivo 2 ma l'atto amministrativo e quindi è soggetto al vaglio dei giudici amministrativi e, ove si ipotizzi un contrasto fra l'organo deliberante e quello esecutivo c'è il conflitto di attribuzione. Il quesito è: questi consiglieri che si trovano conculcati nell'aspettativa il diritto di poter intervenire su un atto di questa portata, devono percorrere il passaggio del ricorso al Tar, alla Corte costituzionale per far accettare il principio, pacifico, credo, che i deliberati di questo Consiglio impegnino almeno noi consiglieri, impegnino almeno voi Giunta? La decisione di non chiedere l'approvazione del Consiglio ma solo della Commissione è stata presa a seguito di una riflessione sul tipo di quella citata dal collega? Se sì, perché l'atto non ne fa menzione? Se no, è possibile che la decisione di porre in non essere un voto di questo Consiglio regionale possa essere stata presa da un funzionario, da un dattilografo...? Esiste un passaggio decisionale? E quale?
In Commissione dove in pochi minuti è stato esaminato questo atto, mi era capitato addirittura di sottoporre una questione marginale ma sintomatica. Non parlo di cento cose di cui volevo parlare, ma c'è addirittura una misura che prevede un solo destinatario che non è il destinatario di legge, perché il Comune di Maiolati Spontini è proprietario dell'impianto, la Sogenus è gestore e si indica come destinatario della misura il CIS che non è né l'una né l'altra cosa, è socio del soggetto gestore. Mi è stato detto "se è così, verifichiamo". Quali verifiche sono state compiute su questa e sulle altre questioni? Effettivamente ci troviamo di fronte a una situazione in cui non solo viene svilito il senso della nostra presenza qui, ma viene non direi aggirato, ma ignorato un voto unanime di questo Consiglio.
Concludo con le parole del presidente del gruppo Ds Silenzi. Ricordo che si pervenne al voto della risoluzione del 23 novembre dopo un dibattito anche acceso. tra l'altro io avevo proposto una mozione in cui vincolavo al passaggio della Commissione e non del Consiglio. Ci fu addirittura la minaccia di far mancare il numero legale, ci fu la sospensione dei lavori, il presidente del gruppo Ds Silenzi tornò in aula e disse: "Premesso che il numero legale siamo in grado di garantirlo da soli, per spirito di partecipazione, collegialità e rispetto della trasparenza accediamo alla richiesta di far transitare all’approvazione dell'aula il complemento di programmazione non appena sarà pronto". Chiedo, non a Silenzi che in questo momento non è in aula ma alla Giunta, cosa è accaduto fra il novembre del 2000 e il novembre del 2001 da rendere non più necessario il rispetto della collegialità e della trasparenza che allora si ritenne, non spontaneamente ma dopo sofferta discussione, necessario tutelare.
Chiedo anche che possa essere data qualche illustrazione sui passaggi che hanno portato a questa scelta e che non sono riportati in nessuna delle 250 pagine di cui il documento è composto. O dovremo far sì che ce lo spieghiate nelle competenti sedi della giustizia amministrativa o del giudice costituzionale che dovrebbe dirimere l'eventuale conflitto di attribuzioni?
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.
GILBERTO GASPERI. Solamente per chiarire alcuni dubbi, fermo restando che sono perfettamente d’accordo con quanto ha detto il consigliere Novelli e quello che ha detto prima il consigliere, pure di Alleanza nazionale, Castelli.
Da questo documento non risulta assolutamente niente per l’agricoltura. Dal punto di vista prettamente indicativo, nella redazione di questo piano non c’era la volontà di non dar niente all’agricoltura, fermo restando che la Regione Toscana stanzia dei finanziamenti per il settore agricolo. Tutti i Comuni indicati da pag. 236 a pag. 250 sono suddivisi addirittura per vie e per territorio e questo era stato fatto apposta per portare finanziamenti concreti all’agricoltura. Per quale motivo agli stessi Comuni si è chiesto di fare questo tipo di lavoro, di suddividere il territorio per vie per avere la possibilità di concedere contributi al mondo dell’agricoltura quando non solo questa cosa non è stata tenuta in considerazione, ma addirittura si dice che c’è l’impossibilità di utilizzare questi contributi anche per l’agricoltura? La Regione Toscana che ha un’Amministrazione di centro-sinistra come questa ha dato contributi al mondo dell’agricoltura. Questo crea una disparità nell’ambito dei residenti nella regione, ma soprattutto crea una disuguaglianza rispetto all’obiettivo iniziale di corrispondere contributi anche all’agricoltura, altrimenti questi comuni non si sarebbero dovuti dividere per vie. Visto che non c’era più bisogno di avere queste pagine finali, si sarebbe potuto non inserirle per non prendere in giro i cittadini marchigiani i quali sapevano che alcuni contributi sarebbero stati riversati anche al mondo dell’agricoltura.
PRESIDENTE. E’ conclusa la discussione. Ha la parola, per la replica, l’assessore Mattei.
CARMEN MATTEI. Sul piano procedurale, il complemento di programmazione che è il documento di cui stiamo parlando, secondo la normativa europea deve essere approvato dal comitato di sorveglianza. La Giunta ha fatto una presa d’atto a seguito della discussione e delle sollecitazioni pervenute dalla concertazione. In base agli accordi assunti in quest’aula che sono stati ripetutamente ricordati l’ha trasmessa al Consiglio, gli organismi propri del Consiglio hanno stabilito quanto conseguiva.
Per quanto attiene le questioni di merito, relativamente all’agricoltura il documento di programmazione così come approvato da questo Consiglio è stato trasmesso all’Unione europea. Nella negoziazione sono state dichiarate non ammissibili alcune misure in quanto attinenti i finanziamenti del Feoga, cioè finanziamenti propri per le attività agricole. Se la Regione Toscana ha avuto approvate altre misure bisognerebbe capire nel merito quali sono. Noi abbiamo sollevato questa questione anche in sede di Unione europea e ci è stata garantita la presenza di un funzionario della stessa Ue all’interno del comitato di sorveglianza che spiegherà nel merito questa questione proprio per dare soddisfazione alle categorie che si sentono lese.
Per quanto attiene il CIS di Maiolati Spontini, è attualmente il consorzio che gestisce la discarica e in quanto tale è individuato come soggetto attuatore fin quando non si costituirà il consorzio previsto dal piano regionale di smaltimento rifiuti, ma ad oggi è l’unico soggetto che può gestire questa misura.
Nel merito della questione sollevata dal consigliere Castelli in merito al phasing out, ricordo che nel documento di programmazione erano stati indicati in ogni misura i territori eleggibili. Voglio ricordare che la quota, il finanziamento del phasing out non è deciso in ambiti regionali ma di Unione europea. Che alle Marche fossero attribuiti 75 — non genericamente “un centinaio” — miliardi per il finanziamento delle misure per le aree in uscita dall’Obiettivo 2 è stato definito dall’Unione europea.
Il documento di programmazione prevedeva a quali misure potessero accedere i territori in phasing out, il complemento va a declinare le sub-misure, le azioni, avendo già definito le misure. Le priorità sono state individuate dai servizi e concertate con i soggetti territoriali proprio alla luce dell’esiguità delle risorse e alla luce delle indicazioni che erano emerse in sede di concertazione nel lontano settembre 2000.
Se alcune misure hanno subito una modifica come quella dei servizi sociali è perché in realtà era stata proposta una misura che prevedeva il finanziamento di alcuni servizi (si era parlato di mense, di lavanderie ecc.). L’Ue ha sottolineato che non si possono finanziare i servizi ma solo i soggetti che organizzano ed erogano questi servizi. Questo ha determinato la modifica da parte del servizio servizi sociali rispetto alla elaborazione del contenuto della sottomisura.
Ripeto, tutto il complemento di programmazione va solo a declinare le misure già definite nel documento di programmazione. Giammai avrebbe potuto apportare ad esse una modifica e le modifiche che nascono nella struttura, nell’architettura del documento di programmazione sono quelle derivanti dalla lunga negoziazione gestita con l’Unione europea.
PRESIDENTE. Possiamo considerare conclusa la discussione del punto 4).
ROBERTO GIANNOTTI. Non votiamo nemmeno una risoluzione su questo documento?
PRESIDENTE. Non sono state presentate risoluzioni.
Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Smantellamento rete operativa Enel nelle Marche» Procaccini e Martoni (158)
PRESIDENTE. Avevamo concordato la votazione della risoluzione sull’Enel, sottoscritta da tutti i presidenti di gruppo, quindi la pongo in votazione.
Il Consiglio approva all’unanimità
Mozioni
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE. Per un errore materiale non ho comunicato che sono state presentate due mozioni:
— n. 156 dei consiglieri Silenzi, Tontini, Silenzi, Avenali, Mollaroli e Secchiaroli: «Rivalutazione emolumenti in favore degli invalidi civili, dei ciechi e dei sordi»
— n. 157 del consigliere Massi Gentiloni Silveri: «Piano di sviluppo rurale, misura agroambientale: introduzione di una nuova azione».
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori il Presidente D’Ambrosio. Ne ha facoltà.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Volevo soltanto comunicare ai consiglieri che oggi pomeriggio, all’inizio dei lavori, se lo ritengono potrò dare notizie sull’incidente avvenuto ieri alla raffineria Api.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle 13,30
PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 61 del 7 novembre 2001.
(E' approvato)
Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)
PRESIDENTE. E' stata presentata, in data 26 ottobre 2001, la proposta di legge n. 91, ad iniziativa della Giunta: «Norme per l'attività agrituristica e per il turismo rurale», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Deliberazioni inviate dalla Giunta
PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 2555 in data 30.10.2001: «Art. 29 della l.r. n. 12/2001 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione specifica per interventi di acquacoltura in acque dolci - legge 164/98 - L. 586.200.000»;
— n. 2556 in data 30.10.01: «Art. 29 della l.r. n. 12/2001 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2001 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione specifica per l'incentivazione della conoscenza delle Strade del Vino - legge 268/99 - L. 119.216.750».
Mozione
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE. E' stata presentata la mozione n. 158 dei consiglieri Procaccini e Martoni: «Smantellamento rete operativa Enel nelle Marche»
Congedi
PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo il consigliere Favia e l'assessore Ottaviani.
Comunicazioni dei consiglieri
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Giannotti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIANNOTTI. Dieci giorni fa il Consiglio regionale delle Marche ha approvato all'unanimità una risoluzione sulla situazione delle Poste in cui si esprimeva il disagio del Consiglio rispetto ad un progetto di destrutturazione di tutta una serie di uffici minori sul territorio regionale. Quella risoluzione chiedeva un impegno della Giunta a questo proposito. Vorrei rinnovare l'invito al Presidente e all'assessore al personale che avrei piacere di vedere in aula più spesso di quanto accade, perché mi risulta che mercoledì prossimo il direttore generale delle Poste sarà in visita alla nostra regione. Non sarebbe male se lei, Presidente D'Ambrosio, cogliesse l'occasione di questa visita per farsi carico del disagio del Consiglio regionale rispetto a questa politica di destrutturazione del servizio che abbiamo ritenuto non adeguata ai bisogni delle Marche.
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. A nome della Conferenza dei presidenti di gruppo viene chiesto l'inserimento nell'ordine del giorno di oggi della mozione sullo smantellamento della rete operativa dell'Enel.
Pongo in votazione la proposta.
Il Consiglio approva
Interrogazione (Svolgimento): «Cessione a titolo gratuito azienda ex SAF» Pistarelli (169)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 169 del consigliere Pistarelli.
Per la Giunta risponde l'assessore Agostini.
LUCIANO AGOSTINI. Leggo la risposta all'interrogazione presentata dal consigliere Pistarelli.
«L'art.2, comma 1 del decreto legge 21 giugno 1995, n.40, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1995, n.337 prevede di devolvere, a titolo gratuito, i beni patrimoniali non utilizzati nella liquidazione dell'Ente Nazionale Cellulosa e Carta "...alle amministrazioni dello Stato, ovvero, sentite le regioni interessate agli enti locali territoriali. o a loro consorzi, che ne abbiano fatto richiesta" .
Inoltre, il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato Ispettorato Generale per la liquidazione degli Enti Disciolti disponeva, in particolare, che per ottenere il possesso a titolo gratuito di beni immobiliari, risultanti dalla liquidazione di enti pubblici disciolti, le amministrazioni interessate avrebbero dovuto assumere l'impegno e l'onere di dare continuità ad eventuali rapporti di lavoro in essere presso le strutture oggetto dell'operazione e prevederne l'utilizzo per fini istituzionali.
Quanto sopra determinava per la Regione, qualora non direttamente interessata, solamente l'impegno ad esprimere un suo parere circa eventuali richieste che, nello specifico delle Marche, potevano riferirsi all'ex azienda SAF.
Agli Uffici regionali è pervenuta, nei tempi e nei modi previsti dalle indicazioni di cui sopra, solamente la richiesta dell'Amministrazione comunale di Treia, che, con specifiche delibere, disponeva la modifica della dotazione organica, per assicurare l'assunzione del dipendente ex ENCC in servizio presso l'azienda, ed approvava il progetto di utilizzo della struttura, risultato conforme alle finalità istituzionali delle Amministrazioni Comunali.
Tale progetto nasce in risposta ad un'esigenza del territorio, relativa alla necessità di prevedere una struttura idonea a svolgere iniziative di inserimento al lavoro di disabili e, come risulta dagli atti deliberativi prodotti, prevede l'adesione di altre Amministrazioni comunali limitrofe ed il coinvolgimento di associazioni di volontariato e di cooperative sociali.
Anche la Comunità montana Alta Valle del Potenza, ha avanzato una richiesta che, però, non è stato possibile prendere in considerazione, non tanto perché pervenuta immediatamente a ridosso della scadenza fissata a livello nazionale, quanto perché proposta in termini eccessivamente generici, non conformi alle disposizioni generali.
Ad ogni buon conto, gli uffici della Comunità montana avuta notizia, da parte della struttura regionale, della proposta del Comune di Treia hanno espresso consenso e condivisione.
In entrambi i casi la conoscenza dell'opportunità di acquisire a titolo gratuito 1 'ex azienda SAF (avvenuta in modo autonomo dal momento che la struttura regionale, anche per la particolarità del momento (l'insediamento del nuovo Governo regionale) non è riuscita a pubblicizzarla in alcun modo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
FABIO PISTARELLI. La risposta dell'assessore Agostini, come le risposte che vengono fornite ad altre interrogazioni, non entra nel merito delle questioni se non sotto il profilo tecnico-formale.
La mia interrogazione parlava di altro, cioè voleva sollevare un problema: quello degli enti trasferiti alle Regioni, compreso l'Ente nazionale cellulosa e carta che aveva un grosso centro in provincia di Macerata, una frazione del comune di Treia. C'era una grande struttura di accoglienza ed ettari di terreno, quasi una ventina, preposti all'attività legata all'agroforestale.
La Regione ha acquisito gratuitamente dallo Stato questo bene, con l'indicazione di darne la destinazione propria, cioè salvaguardare la funzione di questo centro dandolo ad enti collegati alla Regione o enti locali, Comunità montane ecc. In questo caso la scelta è ricaduta sul Comune di Treia, perché vi era un progetto da parte dello stesso Comune di affidamento in gestione di questo centro agroforestale ad una cooperativa che si occupa del reinserimento delle persone svantaggiate.
Come fa un centro che ha una ventina di ettari circa di terreno, una struttura grossa di servizio, cioè uffici, addirittura due abitazioni per i funzionari — il direttore, l'altro funzionario che lavorava nel centro — a vedere salvaguardata la sua funzionalità agroforestale con una cooperativa che si occupa di persone svantaggiate, che hanno handicap fisici ecc.? Mi sembra una scelta non tarata e misurata al discorso del rispetto della finalità del bene e della sua destinazione che la Regione doveva comunque mantenere come bene agroforestale.
Ecco perché devoluzione gratuita da parte dello Stato verso la Regione e dalla Regione vero enti territorialmente contigui che potevano però dare queste garanzie.
La Regione, facendo questa operazione ha colto il dettame principale della legge? Non ci sono leggi che devolvono gratuitamente senza salvaguardare la funzionalità del bene, la destinazione del bene. Non si fanno regali da parte dello Stato verso la Regione senza mettere nessun limite. In questo caso vi era un limite specifico. Con il progetto sottoposto dal Comune di Treia, di grande bontà e finalità, condivisibili sotto un profilo sociale, salvaguardiamo il bene? Non era il caso di allargare il raggio di azione da parte della Regione e selezionare più domande con altre Comunità montane, con l'Ente parco dei Sibillini? Vi erano e vi sono possibilità, territorialmente, per salvaguardare la finalità, gli scopi di questo centro agroforestale.
Questo non è il dubbio permane, verificheremo nel tempo se le finalità sono state rispettate e soprattutto se sono stati rispettati i dettami di legge.
Interrogazione (Svolgimento): «Presenza di un medico nella fascia oraria notturna nella postazione di Arcevia» Cesaroni (176)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 176 del consigliere Cesaroni.
Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.
AUGUSTO MELAPPIONI. Il consigliere Cesaroni chiede cosa intenda fare (il Presidente della Giunta regionale) per risolvere la problematica che si sarebbe prodotta in relazione al venir meno della presenza del medico nell'equipaggio della postazione di emergenza già dislocato in Arcevia e chiede cosa intende fare la Giunta per risolvere questa problematica dovuta al venir meno della presenza di medici nell'équipe di tale postazione.
Leggo la risposta.
«In effetti già in data 20 giugno 2000 i M.E.T. (medici dell'emergenza territoriale) segnalavano l'impossibilità oggettiva di coprire l'intero monte orario del servizio nel mese di luglio, nonostante il superamento del massimale orario individuale. Si registrava infatti la presenza nel territorio della Asl 4 di 7 medici provvisti della necessaria formazione anziché dei 9 necessari per garantire la presenza nelle 24 ore dei medici sia nella postazione di Senigallia che in quella di Arcevia.
Il 22 di giugno la Direzione generale chiedeva al Dipartimento ospedaliero di emergenza se vi era la disponibilità dei medici dipendenti a coprire i turni vacanti vista l'impossibilità di reperire un numero sufficiente di medici nella graduatoria dei convenzionati, quindi vi era una copertura momentanea con l'aumento dei turni aggiuntivi, previa corresponsione di un apposito compenso.
Nello stesso tempo si segnalava al Servizio sanità della Giunta regionale la necessità di disporre di dieci medici. Questo determinava la presenza del medico della Postazione di Arcevia nelle ore notturne con decorrenza dall'1 dicembre.
Il 16 gennaio veniva comunicato al Sindaco l'esito negativo del bando con il quale si ricercavano i medici mancanti che quindi rimanevano nel numero di sette.
Da allora ad oggi il servizio di emergenza nella ASL 4 è stato garantito in primo luogo dall'impegno dei medici MET, quindi dalla collaborazione dei medici dipendenti del Dipartimento di emergenza, ed infine dalla disponibilità di un medico oggi dipendente del Servizio di medicina del lavoro ma provvisto dell'attestato di abilitazione all'emergenza e già convenzionato come MET.
Dopo alterne vicende, tra le quali la rinuncia di un medico campano che dopo un solo mese di attività ha sfruttato la possibilità di avvicinarsi alla propria residenza, si registra oggi la presenza di sei medici in servizio sui 10 necessari per coprire il servizio nelle due postazioni per 24 ore.
Attualmente è garantita la presenza diurna feriale con esclusione dei festivi e prefestivi. Durante la notte, nei giorni festivi e prefestivi è garantita la presenza in Arcevia dei medici addetti alla Guardia medica che assicurano la continuità assistenziale (così conferma il D.G. della ASL con nota di oggi 13.11).
Di fronte a tale situazione che vede la ASL alla continua ricerca di una soluzione che garantisca alle popolazioni dell'entroterra la presenza di un medico negli equipaggi del "118", la Giunta è impegnata a farsi che vengano accelerate le procedure per lo svolgimento da parte delle Aziende dei corsi per la formazione dei medici che operano nel servizio di emergenza territoriale affinché possa presto cessare la carenza lamentata nel senigalliese ma che poi si ripropone in tutta la regione.
Resta naturalmente impregiudicata la possibilità che la legge affida alla Giunta di rideterminare la localizzazione delle postazioni per l'emergenza tenendo conto, nell'ambito di una visione allargata, della disponibilità offerta anche dalle aziende confinanti. Nel caso in esame non può dimenticarsi infatti che a pochi chilometri di distanza da Arcevia è attiva la POTES di Sassoferrato ove è presente nelle 24 ore un equipaggio sanitario completo: medico+infermiere professionale che non deve limitare i propri interventi ai confini del proprio distretto ma deve al contrario intervenire nei casi in cui la percorrenza sia contenuta nei 20 minuti previsti dalla legge (art. 7 legge regionale 36/98).
Un ulteriore impegno della Giunta è quello di addivenire, nell'ambito degli accordi integrativi regionali, che regolano i rapporti con i medici convenzionati, ad un servizio coordinato di emergenza ed urgenza che integri con l'opportuna formazione ed il riconoscimento degli adeguati trattamenti economici, il servizio di emergenza con quello di continuità assistenziale o di "guardia medica" come è meglio conosciuto, affinché la presenza del medico sia meglio distribuita nell'ambito dei due servizi oggi ancora separati».
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cesaroni, per dichiararsi soddisfatto o meno.
ENRICO CESARONI. Ringrazio l'assessore per lo sforzo che ha fatto per fare la relazione e per giustificare gli errori fatti dalla Asl n. 4. Non è possibile che la Asl faccia a meno della guardia medica notturna in quanto nessuno si presenta al concorso. L'assessore ha fatto un'ampia relazione per giustificare un forte errore e una forte critica che ha avuto sia dall'Amministrazione comunale che da tutto il territorio di Arcevia. Non è giustificato neanche il fatto che l'assessore dica che, a distanza di 20 minuti, vi sia un'altra struttura che possa soddisfare le esigenze del cittadino. Venti minuti sono troppi per un'urgenza, assessore: dipende del tipo di urgenza, perché venti minuti a volte sono troppi e non si dà sicuramente garanzia al cittadino. La guardia medica non c'era, mentre oggi è tutto nuovamente funzionante, per quella zona è stata fortemente penalizzata per un periodo. Abbiamo partecipato a diverse riunioni anche in Consiglio comunale in cui è stata fatta una forte richiesta di sistemare questa situazione.
Ripeto, ringrazio per avere superato quella situazione — penso che l'interrogazione sia servita ad accelerare i tempi — però chiedo che ci sia un maggiore controllo da parte dell'assessore sull'operato delle Asl, affinché non si verifichino ulteriori situazioni di questo genere, perché mettiamo a rischio la vita dei cittadini tutti i giorni e tutti i minuti. Siccome il cittadino paga e la Regione si indebita tutti i giorni per cercare di dare servizi ai cittadini in materia di sanità, almeno diamo quella sicurezza di essere assistiti in tempo utile in caso di necessità.
Interrogazione (Svolgimento): «Piani provinciali dei rifiuti ed attuazione della legge regionale n. 28/99» Novelli (180)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 180 del consigliere Novelli.
Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Do lettura della risposta preparata dall'assessore Ottaviani.
«L'interrogazione avanzata dal Consigliere Novelli è sostanzialmente mirata ad ottenere due tipi di risposte. La prima riguarda la D.G.R. n. 18 del 12.1.19g9 con la quale la Regione Marche ha rilocalizzato la discarica di prima categoria a servizio dell'ambito di smaltimento n. 12 della Provincia di Ancona, approvazione dello studio comparativo e individuazione del sito. La seconda riguarda, in buona sostanza, la redazione dei piani di gestione dei rifiuti da parte delle Province.
Per quanto concerne la risposta al primo quesito si rappresenta che tale disposto (D.G.R. n. 18 del 12.1.1999), ed in particolare il deliberato riguardava l'approvazione di uno studio di localizzazione dell'impianto di discarica dell'Ambito di smaltimento n. 12 e la conseguente localizzazione di una nuova discarica nell'area denominata "Aspo B".
Con l'entrata in vigore del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti della provincia di Ancona, l'individuazione dell'area "Aspio B", di fatto, e stata superata. Infatti il Piano stesso, preso atto che la decorrenza della soppravvenuta estensione del vincolo di cui alla Legge 490/99, relativo alla Rocca di Bolignano mediante il D.M. 01.08.2001, all'area in questione, ha escluso la realizzazione della discarica in quel luogo, stabilisce di individuare un nuovo sito corrispondente alle previsioni programmatorie provinciali. Da tali eventi deriva che l'approvazione della graduatoria e la localizzazione operata tramite la D.G.R. n°. 18/99 è oggi resa inefficace dalla sopravvenuta estensione del vincolo. Tale circostanza comunque non invalida lo Studio e le relative risultanze necessariamente da riferire alla specifica situazione temporale.
Per quanto concerne la redazione dei Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti questo Assessorato ha avuto costanti rapporti, anche di collaborazione, con le Amministrazioni provinciali, nonché provveduto ad inoltrare opportuni solleciti. E' necessario però sottolineare come da una fattiva collaborazione tra Regione Marche e Province siano emerse alcune condivisibili problematiche legate all'importanza e alla complessità di redazione dei piani stessi che dovranno regolare la gestione dei rifiuti per gli anni a venire.
Ciò in presenza di una normativa prossima ad una variazione "storica". Si ricorda infatti che è ormai attuale il recepimento da parte dello Stato della Direttiva 99/311 CE che andrà a sostituire, dopo 17 anni, la Delibera del Comitato Interministeriale del 1984 recante "Disposizioni per la prima applicazione dell'articolo 4 del D.P.R. 915/82 concernente lo smaltimento dei rifiuti."
Tali nuovi indirizzi unitamente ai nuovi incarichi delegati alle Province in materia di rifiuti (adempimenti amministrativi compresi) mettono le Province nella condizione di aggiornamenti costanti dei redigendi piani.
Ad oggi la Regione Marche registra la pubblicazione sui B.U.R.M. del Piano di Gestione dei Rifiuti della Provincia di Macerata e della Provincia di Ancona. Il Piano di gestione della Provincia di Ascoli Piceno entro il corrente mese sarà all'esame della competente commissione consiliare provinciale mentre quello relativo alla Provincia di Pesaro Urbino e ormai prossimo alla approvazione. Si ritiene altresì che lo slittamento dei tempi abbia consentito una ottimale messa a punto dei piani stessi in modo da renderli giuridicamente attuali e pertanto efficaci.
In merito al quesito n. 4 si fa presente che la Regione Marche non ha né gli strumenti né la competenza giuridica per attuare l'attività che si ritiene propria di altri Istituti».
Aggiungo a questa risposta che va riesaminata la questione dell'eventuale allargamento e restringimento di competenze in base all'approvazione della modifica del Titolo V della Parte II della Costituzione. Questa è la nota a pie' di pagina di tutte le risposte alle interrogazioni in questo periodo.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli per dichiararsi soddisfatto o meno.
SERGIO NOVELLI. La ringrazio, anche se non sono soddisfatto della risposta e sono sicuro che non lo è neanche lei.
Per quello che riguarda la questione dell'Aspio in particolare, sono perfettamente d'accordo con voi quando dite che è inefficace la previsione della delibera di Giunta 18 se c'è un vincolo della soprintendenza, però una revoca formale sarebbe importante e anche utile per una serie di questioni. Nella mia antica mozione 21 che poi non è stata mai discussa, come sempre accade alle mozioni, avevo spiegato che il Comune di Ancona per effetto di quella allocazione di area, di rideterminazione del sito ha potuto usufruire di una contribuzione di 500 milioni di questa Regione proprio per la progettazione del nuovo impianto in quel sito. C'era un'interrogazione in Consiglio comunale, a cui l'allora sindaco e oggi on. Galeazzi rispose "Abbiamo le risorse per progettare con i 500 milioni della Regione". Quando si è attivata la procedura di imposizione del vincolo noi abbiamo detto, in atti formali, al Comune di Ancona, "Fermate questo spreco finché non sapete se potete fare l'impianto in quel sito". Ci hanno risposto con delle frasi che ridotte a livello corrente significano "che c'importa? Sono 500 milioni della Regione, noi li spendiamo, tanto nessuno ci ha detto niente".
Siccome siamo ormai di fronte alla certezza che quel sito non è più utilizzabile, credo che almeno la procedura di revoca di quella contribuzione — so bene che per una Regione come la nostra che ha 500 miliardi di debiti 500 milioni non spostano nulla — sia opportuna per fermarli, o se ne hanno spesi 200 per recuperare qualcosa.
Sull'altra questione dei piani provinciali prendo atto che alcuni sono stati approvati, anzi quando ho presentato l'interrogazione già quello di Macerata era stato approvato da qualche settimana. Rimane l'altra segnalazione. A parte che due Province ancora devono fare i piani provinciali e l'ipotesi di un commissario ad acta forse non era così peregrina, perché siamo in una mora ormai di due anni rispetto a una procedura che prevedeva 120 giorni. Forse fu ottimista il Consiglio nel dire "120 giorni", ma così è, ma le Province che sono state adempimenti, meno morose rispetto al termine di approvazione del piano non hanno trasmesso la relazione sullo stato di attuazione prevista dall'art. 13 della legge 28/99 che deve arrivare entro il 31 gennaio di ogni anno. Questo lo posso dire con certezza perché ho periodicamente chiesto copia di questa relazione e risulta non pervenuta. Siccome si avvicina il 31 gennaio del 2002, visto che mi rispondete che la Regione controlla, verifica, sta monitorando ecc., fatevi fare queste relazioni che avete imposto per legge di trasmettere, così le potremo leggere anche noi.
Certo che la Regione non ha competenza nel reprimere, però deve prevenire. Lasciare una situazione appesa per due anni durante i quali si rincorrono voci per cui "si farà così, si farà cosà", ovviamente c'è una situazione in cui ogni corsa speculativa, ogni iniziativa economica dei beni informati può venire attuata. Per questo i tempi rapidi non sono solo un'esigenza nostra per parlarne qui, ma anche per dare certezza e parità di condizioni a tutti gli operatori del mercato.
Interrogazione (Svolgimento): «Problemi relativi allo smaltimento dell'amianto» Viventi (182)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 182 del consigliere Viventi. Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Ci sono due risposte che vanno legate insieme. Una è dell'assessore alla sanità che dice quanto segue.
«Con riferimento alla Interrogazione in oggetto, si ritiene che la competenza a fornire le notizie richieste, in merito alla rimozione, al trasporto ed al definitivo smaltimento dei materiali di risulta dalle demolizioni degli edifici danneggiati dal terremoto, compresi eventuali rifiuti contenenti amianto, appartenga al Servizio Tutela e Risanamento Ambientale.
Si sottolinea, comunque, che ai sensi dell'art. 34 del D. Lgs. 15/08/1991, n.277, il datore di lavoro, prima di iniziare demolizioni e rimozioni dei materiali contenenti amianto, da edifici, strutture, apparecchi, impianti e mezzi di trasporto, invia all'organo di vigilanza (Azienda Sanitaria Locale, competente per territorio: Dipartimento di Prevenzione) copia del piano di lavoro, comprensivo delle misure necessarie a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e la protezione dell'ambiente esterno.
Il competente Servizio della A.S.L. rilascia eventuali prescrizioni, entro novanta giorni dall'invio della documentazione sopraddetta. In assenza di prescrizioni, i datori di lavoro possono procedere con le loro attività di demolizione e rimozione, in osservanza della normativa vigente in merito».
La risposta dell'assessore all'ambiente è la seguente.
«Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta precisando che sulla problematica - di competenza del Servizio Sanità ad eccezione dell'aspetto relativo allo smaltimento - è stato istituito un apposito gruppo di lavoro permanente, denominato Gruppo Regionale Amianto.
Per quanto riguarda il controllo delle demolizioni, la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto derivanti dagli edifici danneggiati dal terremoto si precisa che: in materia di "protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti dall'esposizione all'amianto", di "metodologie tecniche relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto", di "metodologie tecniche per gli interventi di bonifica dall'amianto", ecc. esistono specifiche normative che prevedono, tra le altre cose, che il datore di lavoro, prima dell'inizio dei lavori di demolizione o di rimozione dell'amianto, ovvero di materiali contenenti amianto da edifici, strutture, apparecchi, impianti e mezzi di trasporto, predisponga un piano di lavoro, da trasmettere al Dipartimento di Prevenzione della ASL competente per territorio, che contenga "...adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento dei materiali". Entro novanta giorni dalla data di ricevimento, il piano di lavoro viene approvato dalla ASL che è anche competente della vigilanza.
La normativa prevede inoltre che, interventi di ristrutturazione e demolizione di strutture contenenti amianto, devono essere sempre preceduti dalla rimozione dell'amianto stesso.
Per quanto attiene le modalità di smaltimento, l'art. 34 comma 2 della L.R. 28/99 prevede che: "..per ogni intervento edili io derivante da concessione edili già, autorizzazione o comunicazione di asseveramento, il titolare o il progettista o il direttore dei lavori è tenuto a dichiarare: a) l'autocertificazione attestante la presenza o meno di sostanze contenenti amianto nell'unità catastale oggetto dell'intervento; b) il luogo dove s'intendono conferire detti rifiuti".
Si evidenzia inoltre che trattandosi di rifiuti sia speciali, sia pericolosi, questi devono essere smaltiti mediante stoccaggio definitivo in discarica controllata di seconda categoria tipo B o C. Limitatamente ai rifiuti costituiti da sostanze o prodotti contenenti amianto legato in matrice cementizia o resinoide, classificabili come rifiuti speciali non pericolosi (codice CER 17.01.05), possono essere smaltiti anche in discariche di seconda categoria tipo A. In tal caso dovranno però, essere adottate apposite norme tecniche e di gestione, atte ad impedire l'affioramento dei rifiuti contenenti amianto durante le operazioni di movimentazione.
A tale proposito si rappresenta che:
1. il Piano Regionale Amianto, prevede che lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto avvenga nella rete di discariche esistenti nella regione Marche, non prevedendo, al momento, l'apertura di nuove discariche;
2. nella regione Marche: a) non sono presenti discariche di seconda categoria tipo A (cosiddette discariche per inerti); b) sono presenti due discariche di seconda categoria tipo B, una sita nel comune di Maiolati Spontini, l'altra sita nel Comune di Ascoli Piceno. A tale proposito si rappresenta che, trattandosi di rifiuti speciali il cui smaltimento è a carico del produttore non sussiste l'obbligo di smaltimento in ambito regionale. Quindi i rifiuti contenenti amianto possono anche essere smaltiti in discariche situate in altre regioni; c) non sono presenti discariche di seconda categoria tipo C, quindi i rifiuti pericolosi contenenti amianto o vengono sottoposti a specifico trattamento, in modo da poter essere conferiti in discariche di seconda categoria tipo B, ovvero si provvede allo smaltimento in discariche di seconda categoria tipo C site fuori regione.
Per quanto attiene la gestione dei rifiuti inerti da demolizione, con particolare riferimento a quelli provenienti dalle zone danneggiate dal terremoto sono stati predisposti nell'aprile 2000 gli "Indirizzi per la gestione dei rifiuti inerti nelle zone colpite dal terremoto", distribuiti in occasione di una riunione tenuta presso il teatro comunale di Muccia il 19 aprile 2000. Su tale documento veniva evidenziato, tra l'altro, che al fine di favorire il recupero di tali materiali è opportuno separare, già in cantiere, i rifiuti per frazioni omogenee, intercettando e separando eventuali materiali contenenti sostanze pericolose, come ad esempio l'amianto, che devono essere smaltiti secondo la normativa vigente.
Sullo stato attuale degli interventi di demolizione e ricostruzione post-sisma, gli uffici distaccati di Fabriano e Muccia evidenziano che il problema dello smaltimento risulta di scarsa entità visto che i casi di edifici che presentano questo problema sono quasi inesistenti, in ogni caso per le lavorazioni di rimozione, trasporto e smaltimento dell'amianto si eseguono tutte le prescrizioni di legge. Per quanto riguarda i contributi si rileva che in questo momento non sono previste forme di aiuto per la rimozione di tali rifiuti né per maggiori oneri di ricostruzione conseguenti al costo di smaltimento di rifiuti e di amianto provenienti dalla ricostruzione post-sisma.
Si informa però che nell'anno 2000 sono stati assegnati a sei Comuni delle Marche, per un importo complessivo di £. 151.351.712., contributi regionali per la realizzazione di primi interventi sulle strutture pubbliche contenenti amianto. I contributi sono stati assegnati a, seguito dell'effettuazione di una regolare gara indetta con bando pubblico».
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi per dichiararsi soddisfatto o meno.
LUIGI VIVENTI. Ringrazio il Presidente per la sua risposta articolata e chiedo di poterne avere una copia.
Volevo sottolineare questo problema che era emerso nel momento in cui si andavano a demolire alcune abitazioni nelle zone terremotate dove erano presenti le strutture di amianto, e volevo sottolineare la pericolosità derivante sia dalla respirazione delle polveri di amianto sia dallo smaltimento di questi residui. Era quindi giusto avere queste informazioni, anche per tranquillizzare le persone e la popolazione interessata.
Interrogazione (Svolgimento): «Atti di intolleranza politica nel capoluogo regionale; tutela dell'ordine pubblico e dei diritti garantiti dall'art. 21 della Costituzione» Novelli (184)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 184 del consigliere Novelli. Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Questa interrogazione a risposta orale mi trova un po' perplesso.
L'interrogazione recita: "Considerato che l'ente Regione acquisirà, soprattutto nel prossimo futuro e con l'imminente riforma della polizia locale, competenze in materia di sicurezza e ordine pubblico; che già ora l'ente Regione è impegnato, anche statutariamente, quale riferimento a enti esponenziali infraordinati, a rispettare e tutelare il pluralismo, la tolleranza, il rispetto della persona e delle opinioni altrui, quindi anche il diritto alla libera manifestazione del pensiero garantito dall'art. 21 della Costituzione, si chiede il giudizio sull'episodio, sui commenti fatti dal Comune di Ancona e, per esso, dal Sindaco e dall'assessore alla cultura Luccarini; se intende prendere provvedimento e compiere interventi presso le autorità locali governative per assicurare che tutti, senza eccezione, nel territorio della regione possano liberamente manifestare il loro pensiero, anche fortemente minoritario ed eccentrico, senza rischi né di incolumità fisica né di persecuzioni".
Si tratta di una manifestazione fatta da un raggruppamento politico che si chiama Forza Nuova. Io posso dire semplicemente che questi ambiti esulano dalla legislazione regionale, attengono rigorosamente a questioni sul diritto di manifestazione del pensiero e sui limiti posti dalla Costituzione a questo tipo di diritti. Dopodiché non è né la Regione né soprattutto il Presidente della Regione che può intervenire a censurare espressioni di altri esponenti di altre istituzioni su un tema come questo.
Come privato cittadino non è questa la sede in cui possa esporre la mia personale opinione.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.
SERGIO NOVELLI. Ritengo che la risposta non sia soddisfacente. Certo, la Regione non ha il potere di reprimere determinate condotte, però noi abbiamo parlato, in questa sede, di una serie di vicende di politica internazionale in ordine alle quali non avevamo nessuna competenza diretta a intervenire. Non ci siamo detti "il popolo saharawi non rientra tra le istituzionali potestà di legiferare di questa Regione e quindi non ne parliamo". La circostanza che mi ha indotto a chiedere una sua manifestazione, una sua esternazione, un richiamo al rispetto della correttezza nei confronti discende da una manifestazione avvenuta nel gennaio 2001 ad Ancona, regolarmente autorizzata dal Comune di Ancona che è stata interrotta da atti di intemperanza politica di passanti che hanno aggredito i manifestanti che sono di un'altra forza politica, non della mia, ma che erano comunque in possesso di regolare autorizzazione di sicurezza e comunale per l'occupazione di suolo pubblico. Gli aggressori sono attualmente perseguiti per violenza privata e rapina perché hanno sottratto le bandiere, e fin qui sono atti criminali che reprime la magistratura. Ma nella immediatezza del fatto, nel momento in cui è avvenuta l'aggressione l'assessore alla cultura del Comune di Ancona ha dato alla stampa delle dichiarazioni in cui affermava che era stata grave non l'aggressione in sé ma il fatto che il Comune avesse autorizzato una manifestazione provocatoria.
Credevo e credo che questo organo, che non è solo amministrativo, non siamo il consiglio di amministrazione della Regione Marche ma un organo politico, dovesse avere l'interesse politico, la sensibilità politica di esprimere un richiamo a tutti affinché venga mantenuto il rispetto di quei valori, di quei principi, di quei precetti costituzionali dell'art. 21 da lei giustamente richiamato.
Lo dico con forza, anche perché un episodio analogo si è ripetuto nelle settimane scorse: la medesima formazione politica ha chiesto un'autorizzazione per svolgere in Corridonia una manifestazione, l'ha conseguita, è stata annunciata una mobilitazione non autorizzata di contestatori per la stessa ora dello stesso giorno e l'autorità di pubblica sicurezza ha spostato l'orario della manifestazione autorizzata per consentire che si svolgesse senza incidenti quella autorizzata.
Mi sembra che di fronte a queste violazioni non sia né corretto né legittimo che l'ente regionale dichiari di non avere né posizione né intenda assumerla. Chiedo a me stesso e a voi: se fosse accaduto il contrario, cioè che una manifestazione debitamente autorizzata, ma di altra parte politica — poniamo di sinistra — fosse stata interrotta da un'aggressione di manifestanti di destra, avreste detto che ciò esulava dalla sensibilità politica di questo Consiglio o invece non ci sarebbe stata la richiesta di una affermazione politica sulla inopportunità e illiceità di questo fatto?
CESARE PROCACCINI. La ricostituzione del partito fascista è vietata dalla Costituzione.
SERGIO NOVELLI. Lo so bene, collega, perché ho difeso per ricostituzione ottenendo la assoluzione. Queste assoluzioni sono conseguenti alla necessità che tutti rispettino i precetti costituzionali sulla libertà di espressione del pensiero e di associazione. La Costituzione repubblicana dovrebbe prevalere anche rispetto alle velleità e alle pulsioni di parte.
Interrogazione (Svolgimento):
«Progetto scuola internazionale di talassemia» Gasperi (317)
«Realizzazione progetto internazionale per la cura e la ricerca sulla talassemia con annessa scuola internazionale di formazione professionale da parte dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro» Giannotti e Gasperi (203)
Interpellanza (Svolgimento): «Attivazione di una scuola di formazione funzionalmente integrata alla unità ematologica e al centro trapianti azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro» Amagliani, Cecchini e Andrea Ricci (19)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 317 del consigliere Gasperi, n. 203 dei consiglieri Giannotti e Gasperi e l'interpellanza n. 19 dei consiglieri Amagliani, Cecchini e Andrea Ricci.
Ha la parola il consigliere Ricci per illustrare l'interpellanza.
ANDREA RICCI. Rifondazione comunista presentò in data 23 febbraio 2001 questa interpellanza non appena si venne a conoscenza, attraverso articoli di stampa, dell'esistenza di un progetto, da parte della direzione dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro relativo alla realizzazione di un centro internazionale per la cura e la ricerca talassemica con annessa scuola di formazione professionale.
Da febbraio ad oggi questa vicenda ha conosciuto ulteriori sviluppi e io penso che in questa sede sarebbe opportuno anche analizzare i successivi sviluppi che la vicenda ha avuto dal momento in cui l'interpellanza venne presentata.
Nell'interpellanza il nostro gruppo chiede di conoscere in primo luogo quali atti aziendali siano stati compiuti per sostituire il dirigente medico di secondo livello prof. Lucarelli, in modo tale da garantire la continuità delle prestazioni. In secondo luogo il nostro gruppo chiede di sapere, anche alla luce di questo progetto internazionale che certamente rappresenterebbe un salto di qualità forte dell'azienda ospedaliera e in special modo del dipartimento oncoematologico, se siano state sanate alcune anomalie che erano presenti all'interno del dipartimento oncoematologico dell'azienda ospedaliera di Pesaro, in modo particolare e specifico l'anomalia rappresentata dal laboratorio funzionalmente annesso al dipartimento che non rispetta la normativa in vigore, in modo particolare i requisiti richiesti per il conseguimento dell'autorizzazione sanitaria emanati dalla Giunta regionale in attuazione della legge sull'autorizzazione e l'accreditamento. In terzo luogo nell'interpellanza si chiedeva anche di conoscere le modalità gestionali e organizzative dell'istituzione del centro internazionale di talassemia.
Tutti questi interrogativi, tutte queste richieste di chiarimenti sono ancora valide oggi, a diversi mesi di distanza, tuttavia, alla luce degli sviluppi che vi sono stati intendo anche porre alcune altre problematiche.
Noi riteniamo, e penso insieme a noi tutti i cittadini marchigiani, che la realizzazione sul territorio regionale di un centro internazionale per la ricerca e la cura sulla talassemia e per la formazione professionale degli operatori addetti che abbia una connotazione internazionale sia un elemento positivo non tanto per il prestigio che conferisce alla nostra Regione quanto perché può essere un'azione effettivamente utile, in modo particolare per i Paesi del sud del mondo soggetti, tra le loro popolazioni, a questo tipo di malattia. Tuttavia riteniamo che per il carattere internazionale del progetto, per la platea di riferimento che esula da quella della popolazione marchigiana, al realizzazione di questo tipo di struttura nn possa grave, né interamente né parzialmente, sul sistema sanitario regionale già gravato, peraltro, da una pesante situazione finanziaria.
Riteniamo pertanto che la realizzazione di un centro internazionale sulla talassemia debba essere interamente finanziato da risorse nazionali o addirittura internazionali.
In questo senso domandiamo al Presidente della Regione se questo progetto rientra interamente nell'ambito di finanziamenti nazionali e internazionali oppure se deve gravare all'interno del sistema sanitario regionale. In questo caso noi riteniamo che la realizzazione di una struttura di così alta specializzazione debba necessariamente avvenire all'interno della programmazione regionale e non nel modo in cui è avvenuta.
Voglio inoltre porre un'altra questione che si è verificata nelle ultime settimane e riguarda il ricorso alla giustizia amministrativa da parte del direttore generale Ilja Gardi nei confronti di una delibera regionale in merito a questa vicenda, in modo particolare una delibera che non autorizzava l'attivazione di un rapporto contrattuale di consulenza con il prof. Lucarelli in merito alla realizzazione di questa struttura. Quello che voglio chiedere è se il Presidente ritiene legittimo e se ritiene ancora sussistente il rapporto fiduciario tra un direttore di un'azienda alle dipendenze della Regione e l'ente Regione stesso nel momento in cui il direttore ricorre alla giustizia amministrativa rispetto ad una vicenda, come quella della realizzazione di un centro internazionale per la talassemia, che rientra indiscutibilmente nei compiti di alta amministrazione, mettendo in discussione addirittura la programmazione sanitaria regionale nel suo complesso, data l'alta qualificazione del centro che si vuole realizzare. Noi riteniamo che questo fatto rappresenti un precedente pericoloso e metta in discussione la stessa potestà della Regione, in modo particolare della Giunta regionale di governare la programmazione sanitaria della nostra regione. Chiediamo quindi che il Presidente, in questa sede faccia conoscere l'opinione sua e della Giunta regionale nel suo complesso anche rispetto a questa questione che pure è avvenuta dopo la presentazione della nostra interpellanza.
GILBERTO GASPERI. Presidente, però è completamente diversa...
PRESIDENTE. Gasperi, per cortesia...
GILBERTO GASPERI. Siccome sono interessato, dico che l'interpellanza è completamente diversa, perché nell'interrogazione si facevano le domande solo ed esclusivamente sui problemi funzionali dell'azienda sanitaria, sui problemi funzionari del reparto.
ANDREA RICCI. Gasperi, io sono libero di dire quello che voglio in Consiglio regionale non quello che mi dici tu.
GILBERTO GASPERI. Io ti difenderò sempre per parlare, però qui non è nessuno fesso. Non si deve fare il gioco delle tre carte, perché con il gioco delle tre carte è ora di finirla. L'interpellanza è completamente diversa.
ANDREA RICCI. Io dico quello che voglio.
GILBERTO GASPERI. C'è un regolamento...
PRESIDENTE. Gasperi, per cortesia!
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, siccome ci sono tre interrogazioni sullo stesso tema,...
PRESIDENTE. In genere, unica risposta e poi le repliche.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, l'organizzazione delle risposte è questa: l'assessore Melappioni risponderà per tutto quello che riguarda i profili più strettamente sanitari, poi dopo...
GILBERTO GASPERI. No, Presidente: la mia interrogazione era all'ordine del giorno della precedente seduta ed è stata rinviata la risposta perché doveva rispondere lei...
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L'importante è rispondere... La risposta è quella predisposta, che verrà letta dall'assessore Melappioni. Se volete che la legga io, la leggo io, non ho alcun problema.
PRESIDENTE. Se lei vuole, la legge l'assessore Melappioni.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Dopodiché ci sono due punti su cui intervengo io specificamente.
GILBERTO GASPERI. Siccome il Presidente l'altra volta non c'era, è stato detto "visto che non c'è il Presidente della Giunta la risposta verrà data la prossima volta". Io mi sono detto "Strano... E' una cosa che riguarda la sanità e la sanità non mi risponde". Lei, Presidente Minardi ha detto "la risposta le verrà data la prossima volta". E' ora di finirla con le bugie, mettetevi d'accordo, perché oggi non accetto di essere preso in giro. Io sono un consigliere eletto dal popolo marchigiano, un consigliere della provincia di Pesaro e della regione Marche e non accetto di essere preso in giro. Un conto è il rapporto di buona educazione e il rispetto che devo avere per questa istituzione, un conto è essere preso in giro. Se voi avete dei problemi interni che derivano dalla situazione o dalle prese di posizione assunte precedentemente dall'attuale assessore Cecchini, il discorso cambia. Però io voglio le cose chiare.
PRESIDENTE. Consigliere Gasperi, per cortesia... Ha la parola, per la risposta, il Presidente D'Ambrosio.
ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, oggi infrangiamo una ritualità che è sempre stata caposaldo di questo Consiglio. La risposta è unica, non può essere divisa. Sarebbe pur bello che su uno strumento ispettivo otto membri della Giunta rispondono tutti. Risponde uno: è sempre stato così.
LUCIANO AGOSTINI. La risposta non può essere unica e data a tre voci?
ROBERTO GIANNOTTI. No, no... La risposta la dà il Presidente della Giunta o l'assessore al ramo. Si è sempre fatto così. Se vogliamo uscire da questa cosa il regolamento non lo prevede.
PRESIDENTE. Stiamo parlando di una cosa che non è neanche chiara. Intanto, come Consiglio spesse volte sono state date risposte a più voci e non c'è scritto da nessuna parte che non può essere così. In questo momento la parola la deve avere solo ed esclusivamente la Giunta e, per essa, il Presidente.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Gasperi, a me dispiace che lei si alteri inutilmente, perché le fa male. La risposta è quella che dà la Giunta e la Giunta risponde con una voce unica, poi può essere anche spezzettata in due o tre parti ma la risposta è una sola, quindi non ci sono problemi. Comunque se lei e il consigliere Giannotti ritenete fondamentale che la legga il Presidente la leggo io, non c'è problema.
ROBERTO GIANNOTTI. E' un problema di forma.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La risposta è unica ed è la risposta della Giunta, poi si può leggere una parte l'uno e una parte l'altro. Non sono linee diverse, non ci possono essere.
Premesso che la risposta alle interrogazioni e alle interpellanze è della Giunta chiunque la legga e la responsabilità politica è della Giunta e del Presidente, per rispondere alle vibrate proteste del consigliere Gasperi e per renderlo tranquillo, le leggo io.
Ovviamente le informazioni che noi abbiamo relativamente alla Scuola internazionale di formazione continua progettata dall'azienda ospedaliera ospedale San Salvatore di Pesaro, sarà assolutamente al di fuori e non vorranno inserirsi nelle polemiche giornalistiche che nei mesi scorsi sono state abbondantemente intessute e alimentate su questo tema.
Non servirebbe a nessuno impostare un tema del genere o anche tanti altri problemi nella sanità e fuori della sanità in chiava anconacentrica, pesarocentrica o contro qualcuno, a favore di qualcuno. Non è questa la logica e l'ottica nella quale operiamo.
Cercheremo di porre il problema dell'opportunità della scuola in questione esaminandone tutti gli aspetti, quelli positivi non meno di quelli problematici che una iniziativa di queste dimensioni porta inevitabilmente con sé.
Per ragioni di chiarezza non va confuso il "Progetto talassemia" con la "Scuola internazionale di formazione continua" che del primo è uno strumento di attuazione.
L'azienda ospedaliera San Salvatore ha distinto questi due momenti, finalizzati entrambi alla lotta alla talassemia, adottando due separati atti deliberativi: il n. 691 del 29 giugno 2000, con cui approva le "Prime linee per un progetto per la talassemia; il n. 1363 del 30 dicembre 2000 con cui istituisce la "Scuola internazionale di formazione continua".
Con altro atto (deliberazione n. 1364/2000) l'azienda ha istituito il comitato scientifico della sezione talassemia di detta Scuola di cui ha affidato la direzione al prof. Guido Lucarelli.
Gli aspetti positivi di questa vicenda sono stati più volte evidenziati dall’azienda ospedaliera che ha sottolineato che un progetto di lotta alla talassemia racchiude in sé una serie di finalità che ora cercherò di sintetizzare brevemente.
La talassemia è una malattia endemica nei Paesi del bacino del Mediterraneo, nell'area medio-orientale e in alcuni Paesi dell'Asia. Si calcola che in queste zone ci sia circa un milione di malati, prevalentemente bambini e adolescenti. La talassemia è una malattia progressiva che condanna, comunque, ad una morte precoce nonostante i possibili trattamenti palliativi.
L'unica cura che riporta il paziente ad una ematoiesi normale o sufficiente alla conduzione di una vita normale è il trapianto di midollo osseo. Il centro trapianti midollo osseo dell'azienda ospedaliera ospedale San Salvatore di Pesaro ha operato oltre 1.350 trapianti in pazienti provenienti da tutti i continenti ed è tra i primi centri al mondo in questo campo in termini di risultati, volume di prestazioni ed avanzamento sulla frontiera della ricerca specifica.
Il centro di Pesaro fornisce la propria piena disponibilità per la realizzazione di un progetto internazionale di cura che, partendo da questi risultati, porti una risposta efficace in quei Paesi dove la malattia rappresenta un diffuso problema sociale ed economico.
Un trattamento adeguato "tradizionale" consistente in trasfusioni, desferrioxamina, polivitaminici, controllo ambulatoriale, controllo di laboratorio, visite specialistiche, trattamento di complicazioni, trattamento di insufficienze d'organo, ricoveri ospedalieri, costa infatti una media annua di 25.000 dollari per ogni talassemico. Si tratta di un costo proibitivo per moltissimi Paesi a basso reddito medio pro-capite.
I protocolli di trattamento messi a punto dal centro di Pesaro forniscono un esito elevato di guarigione, a seconda delle condizioni del paziente prima del trapianto.
La Thalassemia International Federation nel suo Guidelines for the Clinical Management of Thalassemia e nel suo sito Internet indica il centro di Pesaro come riferimento internazionale per i talassemici che devono effettuare il trapianto di midollo osseo e per i medici che vogliono effettuare training clinico-scientifico nel settore del trapianto di midollo osseo.
Non v'è dubbio che un’iniziativa con queste finalità debba essere giudicata positivamente non solo per la sanità pesarese ma per quella regionale e anche nazionale.
Gli aspetti problematici. Il "Progetto talassemia" e la "Scuola internazionale di formazione continua" sono cose distinte ma fanno parte di un unico disegno per una sanità di eccellenza a vantaggio di cittadini italiani e, soprattutto, stranieri.
La concreta realizzazione di questo grande progetto deve fare i conti con problemi che non si possono eludere e che, anzi, vanno chiaramente e decisamente affrontati se si vuol trovare una soluzione. Questi problemi sono di almeno tre ordini: giuridico, economico, organizzativo.
Aspetti giuridici. Il compito del coordinamento delle competenze che vengono ad intrecciarsi per l'attuazione di questo progetto e di questa scuola sono di carattere internazionale (governi stranieri), nazionale (governo italiano), regionale (c'è un piano sanitario da rispettare) e aziendale (ci sono limiti delle competenze che la legge pone ai direttori generali).
L'approfondimento che i competenti uffici statali, regionali e aziendali potranno e dovranno effettuare mi auguro, anzi sono certo, potrà portare ad uno sbocco positivo. Quello che è certo è che occorrerà insediare un tavolo attorno al quale discutere e cercare le soluzioni sempre possibili quando c'è buona volontà ma anche quando ci sono i presupposti economici che consentono di tradurre la volontà astratta in azioni concrete.
Aspetti economici. Al di là del non poco clamore giornalistico che sugli argomenti qui in discussione è stato fatto, debbo dire che a tutt'oggi la Giunta regionale non è a conoscenza di una sola cifra relativamente agli oneri che la Regione dovrebbe eventualmente sostenere per concorrere a realizzare le due iniziative. Nulla al riguardo è pervenuto né dal Governo né dall'azienda San Salvatore. Sarà, dunque, nostro compito quello di richiedere all'azienda di corredare le linee strategiche del progetto e della scuola con cifre chiare indicanti i costi complessivi previsti ed, in particolare, quelli che dovrebbero gravare sul bilancio regionale.
Pur non conoscendosi l'ammontare della quota parte della Regione mentre, almeno stando a quanto si legge sulla stampa e a quanto personalmente è stato detto a me dal viceministro Baldassarri, quelli dello Stato sarebbero stati definiti, si possono fin d'ora porre alcuni punti fermi.
Il primo è che i maggiori oneri, se ci saranno, a carico del bilancio regionale, derivanti da questa iniziativa importante proiettata verso la solidarietà nei confronti di Paesi esteri, non potranno gravare sul fondo sanitario regionale, cioè sui bilanci delle restanti aziende sanitarie della regione sotto forma di minori contributi.
La questione attiene certamente le competenze del Consiglio che è chiamato a decidere sui criteri di riparto di quello che era il fondo sanitario nazionale e che ora, con l'entrata in vigore delle norme sul federalismo fiscale, sono le risorse sostitutive derivanti dai trasferimenti nazionali e dalla imposizione regionale.
In questo senso c'è l'invito da parte nostra ad un attento esame della questione rivolto a tutto il Consiglio, perché le risorse disponibili nel bilancio regionale sono talmente esigue da obbligare a fare delle scelte: privilegiare alcune dovrà significare sacrificarne altre. Quindi bisogna fin d'ora avere ben chiara la prospettiva che ci saranno da fare scelte, non senza ricadute dolorose a livello di bilancio.
Per quanto riguarda il sottoscritto e la Giunta, assicuro il Consiglio che non mancherà il coraggio delle decisioni e in nessun caso potremo cedere alla tentazione di dire "sì" a tutti, anche perché non è possibile.
Quindi il discorso è: nell'ambito della comune responsabilità decisionale si tratterà di sapere prima di tutto — cosa che non sappiamo — e poi di individuare se, come e quanto questo progetto potrà, dovrà pesare sul bilancio regionale.
Aspetti organizzativi. Il progetto e la scuola sembrano dover nasce all'insegna di un unico, irrinunciabile presupposto: la direzione del prof. Guido Lucarelli.
Al riguardo desidero confermare — l'ha fatto personalmente l'assessore, l'ha fatto la Giunta per bocca del suo Presidente — il riconoscimento delle sue capacità professionali e delle sue competenze scientifiche. Ciò non deve, però, significare che se per una sua personale decisione, o per qualsiasi ragione, ad investimenti effettuati, l'apporto direzionale del prof. guido Lucarelli dovesse in ipotesi venir meno, l'intero progetto finirebbe nel nulla e con esso gli investimenti effettuati.
Questo non ha nulla a che edere con la decisione della Giunta a suo tempo, sull'opportunità o meno di attendere gli esiti del processo, che sembra essere in fase finale, che vede il prof. Lucarelli imputato per il noto evento su cui oggi tutta l'attenzione dell'opinione pubblica è puntata.
Aggiungo la lettura della lettera che ho indirizzato in data 6 agosto 2001 all'on. dott. Silvio Berlusconi e, per conoscenza, al ministro degli affari esteri dott. Renato Ruggiero: "Egregio sig. Presidente, da qualche settimana la stampa locale delle Marche dedica ampio spazio ad una istituenda Scuola internazionale contro la talassemia che dovrebbe sorgere presso l'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro. Il motivo per il quale le scrivo risiede nel fatto che il direttore generale di quell'azienda, dott. Ilja Gardi, ha ripetutamente dichiarato di avere su quel progetto di scuola il convinto assenso del Governo e di avere addirittura ottenuto, nel corso di un recente incontro, una promessa di finanziamento di 10 miliardi da parte del ministro degli esteri Renato Ruggiero. La Regione Marche sa bene quanto sia importante la lotta alla talassemia per i Paesi del Mediterraneo e d'altronde non sono mancate in questi anni iniziative di carattere umanitario sanitario nei confronti delle popolazioni meno fortunate. Ben venga dunque la Scuola contro la talassemia se essa rientra tra le priorità di politica estera del Governo italiano. Ciò che le chiedo, sig. Presidente, è di poter conoscere direttamente, quando esso sarà definito, il progetto attraverso il quale il suo Governo intende dare vita alla Scuola. Sarà così possibile calibrare il contributo della Regione Marche all'iniziativa. Le segnalo, per completezza, che un progetto avente per oggetto la stessa problematica è stato proposto alla Giunta regionale dal direttore generale dell'azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro. Su tale progetto la Giunta regionale, unanime, ha espresso un parere articolato, valutandone positivamente la portata scientifica ed umanitaria, ponendo precise prescrizioni sugli aspetti finanziari e defininendo infine attualmente inopportuna la proposta di affidare l'incarico di direzione al prof. Lucarelli, già primario del reparto di ematologia di quell'ospedale, ora in pensione, di cui peraltro si riconoscono capacità professionali e competenze scientifiche. L’inopportunità deriva dalla posizione giudiziale del prof. Lucarelli, rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo per nove morti avvenute nel reparto, per cui è stato aperto procedimento penale. Il primo grado di giudizio si terrà a breve e vale certamente sempre la presunzione d'innocenza, ma la pubblica amministrazione ha il dovere dell’autotutela, specie in questa delicata fase. In attesa di un cortese cenno di riscontro le invio distinti saluti".
Questa lettera non ha avuto ancora risposta.
Per quanto riguarda l'interpellanza, rispondo quanto segue.
«I Consiglieri, con l'interpellanza n. 19 chiedono inoltre di conoscere quali siano gli atti aziendali relativi alla sostituzione di Dirigente di secondo livello dell'unità di ematologia e gli atti rivolti ad assicurare la continuità delle prestazioni...
GILBERTO GASPERI. Presidente, nella mia interrogazione chiedevo una cosa a cui non mi ha risposto: quali sono i disavanzi dell'azienda sanitaria...
PRESIDENTE. Consigliere, lei non ha diritto. Può replicare, dopo.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. «La documentazione di che trattasi fa riferimento ai seguenti atti: Delibera n. 22 del 13.01.2001 concernente "Procedure per il conferimento dell'incarico quinquennale del Dirigente medico di struttura complessa nella disciplina di ematologia; Lettera prot. N. 1165/03/05 del 23.01.2001 recante ad oggetto "Trasmissione avvisi"; Lettera prot. N. 2202/03/05 del 09.02.2001 recante ad oggetto "Trasmissione estratto di Avviso di incarico quinquennale"; Lettera prot. N. 2919/13/07 del 21.02.2001 recante ad oggetto "Sostituzione Prof. G. Lucarelli".
I Consiglieri potranno, se ritengono, avere subito copia della documentazione in parola.
Infine i Consiglieri chiedono come il laboratorio oncoematologico sia funzionalmente integrato con il laboratorio di analisi della Azienda Ospedaliera. La Dirigenza di detta Azienda fa presente che sono stati sottoscritti alcuni protocolli tra il Dirigente del laboratorio analisi e il dirigente dell'unità operativa semplice del laboratorio di ematologia che stabiliscono quali sono le funzioni del laboratorio di ematologia (funzione di tipizzazione tissutale) nonché i rapporti tra i due laboratori. I protocolli sono stati formalizzati.
Relativamente alla presenza in organico di soli biologi l'Azienda fa presente che da tempo è stato assegnato al laboratorio di oncoematologia sia personale medico che personale tecnico. La medesima Azienda fa altresì presente che il laboratorio di oncoematologia non è un laboratorio generale e che comunque i rapporti tra le strutture sono regolati dai suddetti protocolli».
Relativamente all'ultima parte dell'interpellanza del consigliere Ricci posso dire che stiamo con attenzione esaminando la questione, partendo da due presupposti: uno, che l'esercizio di un diritto non può mai comportare conseguenze negative; due, che bisogna vedere se in questo caso ci sono peculiarità. Innanzitutto attendiamo che ci sia una decisione del Tar relativamente all'ammissibilità o meno e stiamo facendo una ricerca di precedenti, sia specifici sia generali in materia, per vedere come si può impostare il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Gasperi.
GILBERTO GASPERI. Chiariamo subito una cosa. Non mi arrabbio, Presidente, è il mio temperamento. Oggi si discutono la mia interrogazione, l'interrogazione che avete iscritto e che non era all'ordine del giorno, firmata sia da Giannotti che da me, replicherò due volte, perché avete infranto un regolamento.
La cosa fondamentale è però un'altra: quando è stata fatta da me l'interrogazione è stata immediatamente collegata con l'interpellanza che non ha assolutamente niente a che vedere con l'interrogazione stessa, sono due cose completamente diverse. Però è normale che una risposta dovesse essere data, però si è fatto il collegamento per cercare di rendere meno eclatanti le risposte stesse.
Lei parlava, Presidente D'Ambrosio, degli esiti di guarigione di questa scuola internazionale. I dati glieli do io, perché sono ufficiali: 93% di guarigione, nel reparto del prof. Lucarelli.
Lei ha poi parlato di piano giuridico-economico rispetto a questo progetto di talassemia. Al di là dei clamori dei giornali, lei dice "nulla è pervenuto né dal Governo né dall'azienda ospedaliera". Sul problema economico si tratta della stessa cosa avvenuta — ha fatto bene a procedere in quel modo, e le rinnovo il voto favorevole — con il terremoto. Nella realtà del terremoto avvenuto nelle Marche lei non ha fatto altro che procedere con un'apertura di credito, con finanziamenti tra l'altro sottratti all'agricoltura — comunque, se vanno a sostenere i danni del terremoto ha fatto bene — ma non aveva nessuna garanzia, nessuna sicurezza sul piano economico. Inoltre, lei ha letto una lettera inviata in agosto quando tutte le interrogazioni non solo sono precedenti, ma il problema della talassemia l'abbiamo dibattuto qui già da diverso tempo.
Nella delibera di Giunta si dice: "La Giunta regionale, nella seduta del 10 luglio 2001, pur riconoscendo la capacità professionale e le competenze scientifiche del prof. Lucarelli, che costituiscono comunque un patrimonio culturale-scientifico per la Regione, ha deciso di non approvare l'atto in argomento per motivi di opportunità in relazione al procedimento penale in corso". E allora, le dico che qui c'è un'ipocrisia a livello di Giunta regionale, perché le feci una interrogazione, Presidente, su un altro problema. Si tratta dell'interrogazione del 13 febbraio 2001 sul rinvio a giudizio dei componenti della Giunta regionale. Si trattava di una divaricazione di procedura tra l'allora Presidente della Giunta Giampaoli ed altri gruppi, riguardante il rimborso di un farmaco per dializzati della Asl di Falconara Marittima alla struttura privata convenzionata Centro Riviera del Conero. Per avere notizie circostanziate la interrogavo sulle responsabilità degli amministratori regionali nel citato periodo, "tenuto conto che componenti di questa Giunta ricoprono attualmente incarichi importanti nella Regione Marche". Lei fa una delibera di Giunta nella quale dice che non è opportuno procedere a dare un incarico a un professore di fama internazionale che ha solamente una procedura che in questi giorni si vede sulla stampa come sta andando, e in Giunta sedevano e siedono personaggi che si ritengono offesi per avere dato un incarico al prof. Lucarelli e che sono a loro volta indagati nella stessa e identica misura. Questa interrogazione l'avevo fatta proprio perché sapevo che sarebbe andata a finire così, ma questo non significa che attraverso la giustizia si possa fare politica. Non è giusto che si facciano condanne con delibere di Giunta nei confronti di persone, quando sappiamo che le procedure sono completamente diverse.
Per rispondere alla problematica relativa al piano economico, lei sa già la risposta che c'è stata a quella lettera, perché il ministro Ruggiero ha già stanziato 9 miliardi, che è la somma destinata dal Ministero degli esteri alla Scuola internazionale di talassemia. Inoltre, 60 miliardi sono inseriti nella finanziaria — e non si tratta di un emendamento — per tre anni, 20 miliardi all'anno, a partire dall'1.1.2002 per l'istituzione di questa scuola.
Lei dice che non è opportuno dare questo incarico al prof. Lucarelli, ma lei era in Giunta quando al prof. Lucarelli è pervenuta una procedura di indagine. Dato che lei era Presidente della Giunta, poteva benissimo, insieme all'allora assessore sospenderlo. Se non potevate sospenderlo, perché oggi prendete posizione, come Giunta, dicendo che non è opportuno dargli questo tipo di incarico perché si deve vedere se verrà condannato o meno? A me sembra — e tra l'altro lei è giudice — che fin quando non è stata data una condanna di terzo grado l'imputato deve essere sempre considerato non colpevole.
Nella mia interrogazione si chiedeva "cosa voglia fare in concreto la Giunta regionale affinché il progetto della scuola rimanga all'azienda ospedaliera di Pesaro" e lei, su questo ha solamente dato delle indicazioni. Non posso dire se sono soddisfatto o meno: questa è una presa in giro che viene fatta a questo Consiglio per difendere certe posizioni rispetto a grosse difficoltà che avete in Giunta relativamente a una questione d'interesse internazionale che ha un ritorno economico oltre che un ritorno morale nei confronti delle persone che sono colpite da questo male; un ritorno economico per la sanità regionale, per la sanità pesarese, per l'economia provinciale pesarese, per l'economia marchigiana e per l'economia nazionale.
AUGUSTO MELAPPIONI. Non ci può essere un ritorno economico...
GILBERTO GASPERI. C'è un ritorno economico. Infatti, quando si dice che nessuno è profeta in patria è proprio vero: un medico è meglio che non faccia l'assessore alla sanità, perché un bravo medico non sarà mai un bravo assessore. Lo dicevano tutti i dirigenti dei governi precedenti.
AUGUSTO MELAPPIONI. Allora tu non farai mai l'assessore all'agricoltura.
GILBERTO GASPERI. Non lo farò mai, stia tranquillo.
Però il ritorno economico avviene attraverso il collegamento internazionale. I Paesi ricchi non fanno esportazioni di merci, ma di tecnologie, di tecniche avanzate nelle varie procedure, tra cui la sanità. Non sono Paesi del sud del mondo ma Paesi del Mediterraneo, quindi del sud del Mediterraneo, non del sud africano, americano o australiano. Avere rapporti di questo genere significa avere rapporti privilegiati con le dirigenze, con i governi per avere poi uno scambio a livello economico.
Si chiedeva poi quali siano le autentiche motivazioni relative al cassato incarico al prof. Lucarelli, in quanto i motivi di opportunità proposti dalla Giunta risultano lesivi dei diritti dello stesso, in considerazione che allo stato attuale non risultano emessi i provvedimenti definitivi dal tribunale. Ma avevo chiesto anche un'altra cosa fondamentale: quali sono i disavanzi, per ogni azienda sanitaria locale e ospedaliera della regione Marche.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Le consegno immediatamente i dati relativi al 2000.
GILBERTO GASPERI. Mi va bene avere i dati relativi al 2000, però siccome siamo tutti grandi e vaccinati, per vedere se c'è un disavanzo progressivo o se i disavanzo è bloccato e poi si procede in modo diverso, debbo fare come minimo un termine di paragone con gli anni precedenti. Dato che per iscritto non mi si è mai mandato niente, chiedo che mi vengano forniti i dati dal disavanzo dal 1996 ad oggi. Dopo tornerò sull'altra interrogazione.
PRESIDENTE. No, perché lei ha già consumato il suo tempo. Stia tranquillo, la parola non gliela darò ulteriormente.
GILBERTO GASPERI. Su questa interrogazione che non era all'ordine del giorno firmatario sono anch'io. Questo è un falso! E' la stessa cosa come il falso avvenuto per cui non sono stato completamente risarcito di un danno avuto in questa Amministrazione. Mi sono rotto il menisco scendendo le scale: la mia assicurazione personale mi ha risarcito, l'assicurazione stipulata dalla Giunta, che non era stata trasmessa al Consiglio, non mi ha dato il rimborso. E' ora di finirla con i falsi.
ROBERTO GIANNOTTI. Volevo fare solo due brevissime premesse. Non mi sono scaldato. Più cose si dicono e meglio è, nel senso che un dibattito più è ricco e più è produttivo. Mi sembrava che fosse giusto porre la questione formale perché il regolamento non prevede una risposta duplice. Mi è stato detto — a onor di cronaca riporto quello che la segreteria mi ha comunicato — che è vero che in passato qualche volta è successo, ma questo non è un modo costante di rispondere alle interrogazioni le quali devono vedere una risposta univoca. Peraltro risponde la Giunta in quanto Esecutivo.
La seconda cosa che voglio richiamare è questa anomalia politica a cui assistiamo, che è l'anomalia di fondo, cioè che per la prima volta un assessore interpella se stesso. Questa interpellanza alla Giunta è firmata, guarda caso, da uno dei tre consiglieri di Rifondazione comunista, cioè l'assessore Cecchini. Mi sembra improprio, ingiusto, inopportuno, chiamatelo come volete. Ma poi ci arriveremo, perché sarà oggetto di un rilievo particolare questo aspetto che non è solo una questione formale, ma una questione sostanziale che caratterizza l'azione di questa Giunta regionale, in cui il valore della unità e della collegialità non esiste, specialmente sui temi della sanità. E proverò a dire perché.
Intanto che ci sia una proposta dell'azienda ospedaliera San Salvatore rispetto alla scuola è un dato acquisito e questo fa piazza pulita di tutta una serie di "non so", "non conosco" che ho letto sui giornali. Il nostro presidente della Giunta ha avuto la sfrontatezza di dire, quando venne fuori la polemica, "non so", "non conosco". Mi risulta — e lei oggi ha dovuto ammetterlo, anche se indirettamente, citando una serie di comunicazioni formali — che l'azienda aveva fatto, rispetto a questa cosa. Quindi la Giunta era informata della realizzazione della scuola di talassemia da parte dell'azienda ospedaliera di Pesaro.
La nomina di Lucarelli. L'azienda ha deciso di affidare la responsabilità tecnica di gestione della scuola al vecchio primario del reparto di ematologia dell'ospedale di Pesaro, persona nota, persona famosa per la responsabilità assunta in quel settore. Ebbene la Giunta regionale, con atto deliberativo ha — noi sosteniamo impropriamente — congelato, ravvisato l'inopportunità di questa iniziativa.
Facendo questo la Giunta ha esondato, ha sconfinato rispetto alle proprie competenze perché si è assegnata il diritto di emettere una sentenza di colpevolezza rispetto al prof. Lucarelli che, come sapete, è oggetto di un giudizio. Il fatto che la Giunta abbia voluto mettere i piedi in avanti "fin quando non è chiara la situazione processuale" ci sembra una cosa inopportuna.
Il senso dell'interrogazione verteva sostanzialmente su queste due questioni, cioè acquisire qualche elemento di chiarezza rispetto alla scuola, acquisire qualche elemento di chiarezza rispetto alla vicenda Lucarelli che non è una vicenda di poco conto per tutte le implicazioni che ne derivano.
Dopo questi fatti registriamo altri due elementi importanti che devono essere considerati. Primo, la decisione di un collaboratore lautamente pagato dalla Regione, di ricorrere al Tar rispetto al provvedimento assunto dal proprio datore di lavoro. Non faccio commenti, mi limito a registrare questa anomalia. C'è un ricorso al Tar del direttore dell'azienda ospedaliera che dice "La Giunta che mi paga, che mi ha assunto, dalla quale dipendo ha sbagliato a non ratificare questo atto". Peraltro una posizione che io condivido, comunque noto questo aspetto.
L'altro aspetto l'ha detto il collega Gasperi: su questa materia noi oggi abbiamo un punto di riferimento diverso: abbiamo una riserva finanziaria acquisita nella tabella riportata dalla finanziaria — quindi non una cosa a parte — che è stata inserita grazie all'intervento decisivo dell'on. Baldassarri, che prevede non solo un acconto per le spese ma prevede un contributo di 20 miliardi per tre anni per il funzionamento di questa attività.
Provo a dire perché non posso essere soddisfatto della risposta della Giunta regionale. Primo, perché questa non è una risposta vera, ma una risposta del Presidente D'Ambrosio e dell'assessore Melappioni. Non è una risposta della Giunta regionale nel suo insieme. Sfido il Presidente a dirmi che l'assessore Cecchini è disposta a firmare la risposta in quei termini, essendo notoria la divisione all'interno dell’esecutivo sul "problema Pesaro" fra l'assessore di Rifondazione comunista Cecchini e l'assessore alla sanità. Basta leggere i giornali e le posizioni stizzite dei livelli istituzionali di quella città. Il sindaco di Pesaro ha parlato di anomalia dell'interventismo sui problemi della sanità, da parte dell'assessore Cecchini. Quindi questa non è una posizione unitaria della Giunta.
Questa posizione conferma soprattutto l'atteggiamento di ambiguità che proprio grazie a questa divisione la Giunta regionale ha avuto su questo argomento. Perché ambiguità, Presidente Minardi? Perché venire oggi a dire qui che qualcuno dovrà pagare la scuola è una bufala politica, poiché tutti sanno, o almeno tutti dovrebbero sapere, specialmente l'assessore e il Presidente, che se la scuola la fa l'azienda ospedaliera è giusto che la scuola la paghi la Regione Marche.
Su questo amici diessini, dovete avere il coraggio di fare un discorso univoco a Pesaro e ad Ancona. Diteci quello che volete, in realtà. Noi diciamo che la scuola la deve pagare la Regione e lo Stato deve concorrere al suo funzionamento, così come ha dimostrato di voler fare attraverso lo stanziamento. Se invece insistete, come insiste Rifondazione comunista, nel dire che la scuola la deve fare lo Stato e la deve pagare lo Stato, è come dire che la scuola non la vogliamo. Sostenere l'assurda tesi che la scuola di un'azienda ospedaliera, ente strumentale della Regione, debba essere pagata dallo Stato, vuol dire non avere il coraggio di pronunciare che quella scuola non si deve fare. Quindi occorre chiarezza su questo e soprattutto una specificazione dei compiti che sono diversi.
Assessore Melappioni, avete fatto una riforma non federalista, abbiamo fatto un referendum su questa cosa. Se c'è una cosa largamente acquisita è che le competenze in campo sanitario sono competenze nostre.
Il "problema Lucarelli". A me sembra una immoralità sul piano amministrativo e sul piano politico quello che avete fatto. Capisco però che questa è una mediazione rispetto alla posizione dell'assessore Cecchini e di Rifondazione che da due anni chiedono la testa di questo professionista per motivi che non mi appartengono: non voglio entrare nel merito di quello che sta accadendo a Pesaro in questi giorni, non voglio entrare nel merito delle vicende processuali. Ma che non ci sia la caccia alle streghe da parte di Rifondazione comunista nei confronti di questo professionista mi sembra non si possa dire.
Su questa materia occorre acquisire da parte di tutti la consapevolezza che non esiste la scuola di talassemia senza il prof. Lucarelli. Anche qui, se qualcuno sostiene il contrario lo fa sapendo di mentire. La scuola di talassemia senza il prof. Lucarelli è un'altra cosa.
Assessore, Presidente, a voi la responsabilità di rintuzzare le pretese, credo vendicative, dell'assessore Cecchini e del partner della maggioranza rappresentato da Rifondazione comunista e di assumere una posizione responsabile. Non vorrei che dovessimo ritrovarci qui fra 3-4 mesi a dover prendere atto che quella scuola verrà realizzata da parte di un'altra Regione di questo Paese.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.
ANDREA RICCI. Nel merito specifico delle domande poste dalla nostra interpellanza vorrei far rilevare al Presidente D'Ambrosio che a noi risulta che il laboratorio di ematologia del San Salvatore di Pesaro è diretto da un professionista non medico. Se così fosse — e la preghiamo di verificare — ci troveremmo al di fuori dei requisiti previsti dalla normativa nazionale e regionale in merito alle attività di laboratorio.
Vorrei fare delle considerazioni di carattere generale sulla questione.
Noi gruppo di Rifondazione comunista — e in questo vorrei tranquillizzare Giannotti — riteniamo corrette e soddisfacenti dal punto di vista istituzionale le risposte che il Presidente D'Ambrosio ci ha fornito rispetto al complesso della questione della scuola di talassemia. Riteniamo che l'impostazione di prudenza assunta dalla Giunta regionale e qui esposta dal Presidente della Regione sia corretta, legittima ed anche giusta sul piano politico e istituzionale. Questa è la posizione — lo ripeto al consigliere Giannotti — non dei singoli esponenti di Rifondazione ma del partito della Rifondazione comunista.
Vorrei far rilevare le motivazioni che ci inducono a sostenere la posizione da me espressa precedentemente sulla realizzazione della scuola di talassemia, sgomberando una volta per tutte ogni equivoco su chi deve dirigere l'eventuale struttura internazionale di formazione, di cura e di ricerca sulla talassemia dicendo che non è questo il punto. A noi non interessa chi la dirige, sia il prof. Lucarelli, eminente specialista in questo settore medico-scientifico sia qualunque altro, altrettanto valido specialista in ematologia. Non è questo il punto, non ci interessa la questione personale relativa al prof. Lucarelli. Il punto che noi poniamo è un altro: siamo tutti d'accordo che la realizzazione di questo centro internazionale rappresenta la realizzazione, nel sistema sanitario regionale, di una nuova struttura di alta specializzazione. Penso che questo sia assodato. Gli interventi dei consiglieri dell’opposizione che hanno giustamente enfatizzato l'importanza medica, scientifica di questa struttura ne sono la dimostrazione.
Il punto che noi poniamo è questo: la programmazione della sanità regionale chi la fa e come viene fatta? La programmazione della sanità regionale non può essere lasciata alle iniziative spontanee, sia pure esse giustificate sul piano scientifico, delle singole aziende sanitarie od ospedaliere. La programmazione sanitaria, tanto più in materia di alta specialità la fa questo Consiglio regionale, non la può fare il dott. Ilja Gardi, perché se questo fosse il principio noi non governeremmo più alcun sistema sanitario, ci troveremmo di fronte, potenzialmente, ad un proliferare di iniziative autonome delle singole aziende, sanitarie od ospedaliere, in merito all'attivazione di strutture di alta specialità o di altro tipo, al di fuori di qualsiasi programmazione sanitaria regionale.
Noi abbiamo una legge regionale che si chiama "Piano sanitario regionale" che determina gli indirizzi di programmazione sanitaria nella nostra regione. Non è ammissibile che singole aziende assumano iniziative del tutto autonome e svincolate dalla programmazione approvata da questo Consiglio regionale per l'attivazione di nuove strutture sanitarie. Questo è il punto. Per questo diciamo che riconosciamo la valenza scientifica e anche una valenza politica relativa all'aiuto dei Paesi del sud del mondo, quindi relativa al settore della cooperazione internazionale sulla nascita di un centro internazionale di talassemia e siamo d'accordo nel merito, indipendentemente da chi lo gestisce e lo dirige, quello sarà oggetto di una valutazione successiva — l'opportunità di chi dovrà dirigere un centro di questo tipo — perché non è ammissibile neanche la posizione di Giannotti che dice "o è Lucarelli o il centro non si fa". Non è così, non può essere così. Vorrei che il ministro Ruggiero venisse qui o in altra parte a dire a noi e ai Paesi del Terzo Mondo a dire "questa cosa si fa solo se Lucarelli la dirige". non è così, consigliere Giannotti, non può essere così. Dopodiché sfido i rappresentanti istituzionali a dire quello che il consigliere Giannotti dice.
Il punto è che nel merito questa iniziativa è positiva, soltanto che questa iniziativa, essendo oggi al di fuori della programmazione regionale deve essere realizzata con risorse finanziarie, umane, organizzative che non appartengono al sistema sanitario regionale, altrimenti la via è quella di approvare una legge regionale che istituisce il centro internazionale di talassemia a Pesaro, ad Ancona o in qualunque altra parte del territorio regionale. Se viene meno questo principio siamo all'anarchia totale, perdiamo ogni capacità di controllo del sistema sanitario regionale, perché vorrei capire, se passa questo principio perché domani dovremmo opporci alla realizzazione di altre specializzazioni nella nostra regione su iniziativa di singole aziende. Vorrei capire perché, se qualche azienda proponesse l'istituzione di un centro di cardiochirurgia nella nostra regione, ulteriore a quello già esistente al Cardiologico "Lancisi" su iniziativa della singola azienda, magari mettendo insieme capacità professionali scientifiche di prestigio internazionale noi dovremmo opporci. Faccio un solo esempio che però non è tanto peregrino.
Il principio sul quale noi esprimiamo contrarietà ed opposizione riguarda quindi le modalità con cui questo progetto è stato portato avanti, il fatto che, al di fuori della programmazione sanitaria regionale si pretende che la Regione lo paghi, su iniziativa autonoma di una singola azienda. Questo non è ammissibile ed è per questo che noi diciamo "la scuola si faccia ma la si faccia con risorse che non appartengono al fondo sanitario regionale", oppure, se così è, la si inserisca all'interno della programmazione regionale attraverso un atto legislativo del Consiglio. E' questa l'unica procedura ammissibile. Per queste ragioni il comportamento del direttore generale Gardi è sbagliato, scorretto e va sanzionato.
PRESIDENTE. Consigliere Gasperi, le devo una informazione. Nel suo intervento ho capito che c'era un deficit di informazione relativo all'interrogazione n. 203 presentata da lei insieme al consigliere Giannotti. La informo che il consigliere Giannotti ha chiesto la trasformazione dell'interrogazione a risposta scritta in interrogazione a risposta orale, chiedendo alla Conferenza dei presidenti di gruppo l'iscrizione della discussione all'ordine del giorno, poiché, tutto sommato, era già all'ordine del giorno la discussione dell'argomento, quindi riunificando la discussione delle interrogazioni con l'interpellanza. Ne aveva diritto.
GILBERTO GASPERI. Entri nel merito, adesso.
PRESIDENTE. E' stato riconosciuto questo diritto e abbiamo proceduto a trattare in modo unificato interrogazioni e interpellanze, come prassi di questo Consiglio. E alle interrogazioni, come prassi di questo Consiglio, diamo la possibilità di replica a un interrogante, e così andiamo avanti. L'interrogante Gasperi ha già avuto diritto di replica e poteva replicare ad entrambe le interrogazioni nella risposta precedente per la quale ha chiesto anche di splafonare rispetto al tempo, proprio in previsione di questo.
GILBERTO GASPERI. Presidente, lei sa che io ho stima per le istituzioni, però ho i capelli bianchi e non voglio essere preso per fesso. Qui c'è scritto "chiedono risposta scritta" e l'interrogazione è stata trasformata in risposta orale. La risposta ce la doveva dare la Giunta o dovevamo darla noi alla Giunta?
PRESIDENTE. Ma questo è un altro discorso: lei si è dichiarato insoddisfatto della risposta.
GILBERTO GASPERI. A questa interrogazione non si è risposto. L'ho detto già all'inizio: sono le famose procedure che servono a fare un certo tipo di guerriglia in modo tale che si sposti poi l'interesse su altre cose. Voglio chiarire una cosa: che i Comunisti italiani, i Democratici, i Verdi, i Ds a Pesaro hanno richiesto l'istituzione della Scuola internazionale di talassemia con un documento scritto. Voglio poi chiarire una cosa: la fondazione ha chiesto l'istituzione di questa scuola con la certezza che alla Regione non spettano delle spese. Ma c'è un altro fatto importante: i vantaggi che derivano andranno poi alle istituzioni. Infine, se voi nominate un direttore generale che deve salvaguardare gli interessi e le realtà sia economiche che funzionali della sanità — e in questo caso dell'azienda ospedaliera di Pesaro — nel momento in cui procede a fare questo tipo di difesa non sul piano politico ma sul piano tecnico, sbaglia?
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.
CESARE PROCACCINI. Visto che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha assunto impegno di approvare senza discussione una mozione sullo smantellamento della rete Enel, chiedo di anticiparne la votazione perché il sottoscritto si dovrà assentare per un funerale.
PRESIDENTE. Se è stata presentata la proposta di risoluzione, la voteremo in chiusura della seduta antimeridiana.
ROBERTO GIANNOTTI. Io sono per votare una proposta di risoluzione comune che possa avere la sensibilità di tutto il Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Se presentate una proposta di risoluzione, la metteremo in votazione.
Proposta di atto amministrativo: «Art. 53 dello Statuto regionale e art. 38, comma 6, della l.r. 42/1988, come sostituito dall'art. 12, comma 3 della l.r. 54/1997. Assunzione a tempo determinato per le esigenze del servizio decentrato agricoltura e alimentazione di Macerata del dott. Graziano Pallotto» Giunta (56)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56, ad iniziativa della Giunta regionale.
La seduta è segreta, quindi prego i non consiglieri di lasciare l'aula.
(La seduta prosegue in forma segreta
dalle ore 12, 15 alle 12,25)
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI
Comunicazioni della Giunta regionale in ordine a: "Documento unico di programmazione (DO.CU.P) Obiettivo 2 Marche (Italia) anni 2000-2006, approvato con decisione Commissione del 16.10.2001 — Adozione del complemento di programmazione ai sensi dell'art. 15 del reg. (CE) n. 1260/99 recante disposizioni generali sui fondi strutturali"
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni della Giunta in ordine al Docup.
Ha la parola l'assessore Mattei.
CARMEN MATTEI. La proposta di DOCUP Obiettivo 2 è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 23 novembre 2000 e ricevuto dalla Commissione Europea il successivo 27 novembre u.s.
Tale data è importante in quanto da essa possono essere ammissibili le spese effettuate a valere sulle misure del DOCUP ad eccezione delle spese riferite ai regimi di aiuto.
Nei primi mesi del 2001, con l'incontro del 27 marzo a Roma, ha avuto formalmente avvio il negoziato con la Commissione Europea, che si è concluso con l'approvazione della proposta di DOCUP in data 16 ottobre 2001.
Nel corso del lungo negoziato svoltosi con la Commissione sono state apportate diverse modifiche al testo della proposta di DOCUP.
Nello specifico le modifiche e le integrazioni introdotte nel DOCUP in seguito alle osservazioni formulate dai competenti Servizi della Commissione sono riconducibili alle seguenti: accorpamento di alcune tipologie di intervento per rispondere all'obiezione di una eccessiva frammentarietà e polverizzazione delle azioni previste; introduzione di informazioni aggiuntive nelle schede di misura relativamente alla tipologia di spesa, modalità attuative, procedure di notifica, dotazione finanziaria indicativa in base al nuovo modello di scheda proposto dalla Commissione; soppressione della misura 1.4, in quanto gli interventi previsti nella stessa verranno finanziati a valere sul P.O. Obiettivo 3, e sua sostituzione con una nuova misura riguardante il sostegno alle infrastrutture per il sistema produttivo; eliminazione di tutti gli interventi relativi al settore agricolo, in quanto non ammissibili al cofinanziamento del FESR e in particolare della misura 3.6 "Incentivi per lo sviluppo del sistema produttivo agricolo". Questa tipologia di intervento è stata comunque ricondotta all'interno della misura 1.3 "Incentivi per il miglioramento della qualità e il rafforzamento della competitività delle PMI" (submisura 2 punto a) primo trattino) che prevede "Iniziative di promozione e marketing dell'economia regionale, al fine di valorizzare, anche in misura integrata le produzioni tipiche del territorio regionale"; introduzione, in tutte le misure, di procedure di evidenza pubblica per la selezione dei soggetti attuatori, al fine di garantire la trasparenza e la pubblicità delle azioni cofinanziate; inserimento sia nella misura 3.3 "Servizi socio-assistenziali" che nella misura 3 5 "Sviluppo delle attività commerciali e artigianali e sistemazione dei Centri storici" di una priorità per gli interventi concentrati nella aree che presentano indici significativi di disagio sociale sia dal punto di vista della situazione demografica che della situazione socio-economica.
Accanto a queste modifiche più rilevanti, sono state apportate altre integrazioni ed aggiustamenti che riguardano gli adempimenti per assicurare il rispetto della normativa comunitaria in materia di concorrenza, di tutela ambientale, di pari opportunità, di interrelazioni fra il DOCUP e gli altri programmi comunitari (Obiettivo 3, Piano di sviluppo rurale, Leader plus e per individuare ed esplicitare gli atti di programmazione regionale all'interno dei quali si collocano gli interventi proposti.
Durante questa fase di negoziato, oltre all'adattamento del DOCUP, i servizi della Regione si sono attivati per la predisposizione e la messa a punto della proposta di Complemento di programmazione che rappresenta lo strumento attuativo ed operativo del DOCUP: ciò al fine di accelerare i tempi per l'avvio degli interventi previsti dal DOCUP stesso. Infatti sappiamo che dalla data di approvazione del Documento di programmazione, cioè dal 16 ottobre ci sono 180 giorni per la prima rendicontazione, quindi avevamo urgenza di accelerare il più possibile i tempi.
Ai sensi di quanto previsto nell'art. 18, comma 3, del Regolamento CE 1260/99 i contenuti del Complemento di programmazione sono sintetizzabili nei seguenti: piano finanziario per ciascuna misura, definizione delle categorie dei beneficiari finali delle misure, descrizione delle disposizioni di attuazione.
In quest'ottica è stato elaborato il Complemento di programmazione che rispetto al DOCUP contiene informazioni dettagliate relativamente: alle categorie di beneficiari/destinatari delle azioni; alle procedure amministrative, tecniche e finanziarie per la realizzazione degli interventi, inclusa la costruzione di un preciso cronoprogramma procedurale da sviluppare per la selezione dei beneficiari, per l'esecuzione dei lavori e per l'erogazione del contributo, nonché la definizione dei criteri da utilizzare per la valutazione dei progetti (requisiti di ammissibilità e criteri di selezione); alla normativa nazionale e regionale su cui poggiano le sub-misure/interventi; alla struttura organizzativa adottata all'interno di ciascun Servizio regionale competente per lo svolgimento delle funzioni di gestione e di controllo contabile-finanziario sulla gestione di ciascuna misura/submisura; alla tipologia di spesa eleggibile al cofinanziamento FESR, alle intensità di aiuto ed eventualmente ai limiti minimi e massimi degli investimenti ammissibili; al piano finanziario di ciascuna misura, articolato per annualità e fonte di finanziamento.
La proposta di Complemento predisposto come sopra specificato, è stata oggetto di ampia e articolata concertazione sul territorio. Infatti sono stati svolti tre incontri territoriali, due a livello provinciale (uno per le province di Ascoli Piceno e Macerata, l'altro per le province di Ancona e Pesaro) — e quando parlo di incontri provinciali intendo tutti i soggetti del territorio interessati al Documento di programmazione — una a livello regionale.
Sulla base di quanto emerso nei suddetti incontri si è integrato il testo del Complemento, tenendo conto della necessità di assicurare sia il rispetto dei contenuti del DOCUP che la piena operatività e funzionalità degli interventi co-finanziati.
In particolare le modifiche richieste hanno riguardato: I'introduzione di ulteriori requisiti minimi di ammissibilità nelle misure/sub-misure/interventi oggetto di regimi di aiuto delle imprese rispetto a quelli già previsti quali l'applicazione della normativa in materia ambientale e urbanistica, I'applicazione delle norme di legge contrattuali in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, il rispetto dei contratti collettivi di lavoro; I'opportunità di prevedere quale parametro di valutazione delle proposte progettuali inerenti le misure di aiuto alle imprese, I'incremento occupazionale e in particolare di tipo qualificato, a tempo indeterminato e femminile. Inoltre è stato richiesto che i progetti che afferissero a programmazioni territoriali avessero, a parità di condizioni e di qualità, una priorità di accesso.
Il testo del Complemento così modificato è stato sottoposto all'approvazione della Giunta regionale nella seduta del 23.10.2001 ed ha avuto il parere favorevole della Commissione consiliare competente nella seduta del 7.11.2001.
Spetterà poi al Comitato di Sorveglianza del DOCUP convocato per il giorno 22 novembre p.v., procedere alla "conferma" del Complemento di Programmazione ai sensi dell'art. 35 del Reg. (CE) 1260/99. Ciò consentirà di emanare i bandi di accesso ai benefici delle misure e di avviare tutte le procedure attuative del programma entro il corrente anno.
PRESIDENTE. Sulle comunicazioni il regolamento, art. 30, ultimo comma dice che "può aprirsi una breve discussione. Se la discussione si prolunga il Presidente fissa una riunione apposita". Per ora ho una richiesta di Franceschetti, Cesaroni e Castelli. Vorrei sapere quante richieste vi sono per cercare di capire se riusciamo a gestire l'argomento in tempi brevi, fissando anche un limite di tempo agli interventi.
Ha la parola il consigliere Castelli.
GUIDO CASTELLI. Vorrei obiettare la procedura che è stata osservata per la sottoposizione al vaglio del Consiglio in termini di "comunicazione" del documento di programmazione.
PRESIDENTE. E' stato deciso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
GUIDO CASTELLI. Tuttavia, come consigliere devo poter esprimere una contraddittorietà tra le modalità della comunicazione e quanto, grazie anche all'intervento del presidente del gruppo Silenzi decidemmo con un ordine del giorno unanime che prevedeva un percorso diverso rispetto a quello osservato. In particolare avevamo impegnato la Giunta regionale a trasmettere il complemento di programmazione al Consiglio che avrebbe dovuto approvarlo nei quindici giorni successivi, trascorsi i quali la Giunta poteva provvedere alla sua definitiva approvazione. Oggi verifichiamo che il complemento di programmazione è stato offerto esclusivamente in "comunicazione". Ne consegue, evidentemente, la non emendabilità dello stesso e in particolar modo il fatto che la stessa discussione venga in qualche modo coartata, se vogliamo esprimerci in questi termini. Credo che l'attuale forma utilizzata e scelta, anche se munita del pregio e del favore della Conferenza dei presidenti di gruppo sia in palese contrasto rispetto a quanto approvato e deliberato in materia di procedura per l'approvazione del complemento di programmazione da parte del Consiglio regionale. Chiedo al Presidente del Consiglio di esprimersi in materia, perché ritengo che la corretta approvazione di quanto deciso liberamente dal Consiglio regionale prevedesse forme diverse da quella attuale.
PRESIDENTE. Quello che fa presente il collega Castelli è stato sollevato anche in Conferenza dei presidenti di gruppo da alcuni colleghi. Il motivo per cui si è deciso di procedere con la comunicazione della Giunta, dipende dal fatto che essendo il complemento di programmazione elemento flessibile e dovendosi procedere alla contrattazione con l'Ue, se l'avessimo vincolato ad un voto del Consiglio sarebbe stato difficile, nel momento in cui si va a modulare una diversa misura, dover tornare di volta in volta in aula per capire se una misura ha maggiori possibilità o minori di essere accolta. Deve essere uno strumento di flessibilità che viene lasciato nelle mani di una gestione, rispetto alla quale c'è la possibilità di intervenire anche modulando diversamente le risorse. Se ci fosse un voto dell'aula ci sarebbe un vincolo in questo senso a riportare di volta in volta, qualora si decidesse, nel comitato di sorveglianza o altrove il documento. E' un momento di gestione e tra l'altro voglio ricordare che uno degli elementi-capisaldo nella Conferenza dei presidenti di gruppo è stato il fatto che in nessuna Regione d'Italia il complemento di programmazione è stato approvato dal Consiglio regionale. Quindi non è competenza del Consiglio regionale. Che ci fosse stato in questo senso un pronunciamento del Consiglio regionale su un ordine del giorno è altrettanto vero, però la Conferenza dei presidenti di gruppo ha ritenuto di dover lasciare questo margine di flessibilità per consentire una adeguata utilizzazione ed impiego delle risorse comunitarie in tempi obiettivi, ragionevoli e brevi. Ciò non toglie che sull'argomento è aperta la discussione, quindi se riteniamo di contenerla in tempi brevi possiamo svolgerla nella giornata odierna, se riteniamo che i tempi siano lunghi, in base al regolamento debbo fissare un'apposita seduta. Per questo motivo chiedevo quanti interventi potessero esserci.
Ad ora ho una richiesta di Franceschetti, Cesaroni, Castelli, Viventi. Direi di limitare gli interventi a cinque minuti, in modo tale che in venti minuti si possa esaurire la discussione.
Ha la parola il consigliere Cesaroni.
ENRICO CESARONI. Sin dal 1999 abbiamo fatto grossissime battaglie in questo Consiglio regionale per inserire dei territori comunali e in diversi comuni abbiamo diviso il territorio favorendo le zone agricole dove ci sono meno abitanti e più territorio, con l'intento che questo documento intervenisse nel settore agricolo. La volontà politica di questo Consiglio regionale ha tolto invece qualsiasi agevolazione a vantaggio dell'agricoltura, cosa gravissima politicamente perché si è ulteriormente penalizzato un settore, al di là del fatto che qualcuno dica che l'agricoltura ha altri finanziamenti. Non è così, perché i finanziamenti del piano di sviluppo rurale non sono sufficienti a coprire le esigenze dell'agricoltura, dall'Obiettivo 2 l'agricoltura è stata tagliata fuori. Addirittura siamo andati a finanziare strutture consortili — ad esempio il riciclaggio dei rifiuti — per le quali i cittadini già pagano le tasse. Noi finanziamo, con fondi dell'Ue consorzi per la raccolta di rifiuti che già hanno grossi utili. Noi diamo ulteriori contributi a questa strutture che fanno comunque pagare ai cittadini, per cui i cittadini continuano a pagare, questi consorzi hanno un utile spaventoso, poi fanno strutture, palazzine, uffici, pagano i consigli di amministrazione con i soldi pubblici. E per il settore dell'agricoltura non ci sono finanziamenti, cosa gravissima che non possiamo accettare. Abbiamo fatto una battaglia su questo, e ricordo che a ferragosto abbiamo approvato il Docup Obiettivo 2, la localizzazione e i comuni che vi dovevano rientrare, dividendo i territori, i comuni, facendo studi e ricerche. Oggi nessuna azienda del settore agricolo può usufruire di questi finanziamenti.
C'è poi un altro grosso errore che abbiamo fatto presente anche in Commissione, e ho visto che l'atto amministrativo è rimasto invariato: il finanziamento, sub-misura 3, per l'impianto in località Cornacchia. Si danno finanziamenti a un consorzio non si sa a che titolo in quanto l'area è di proprietà del Comune di Maiolati Spontini, la gestione della Sogenus e non si capisce perché il finanziamento va al CIS, quando il consorzio non é proprietario né gestisce. Chiedo che l'assessore approfondisca questo aspetto, perché secondo me il CIS non può essere finanziato.
Inoltre, come sempre questa è la Regione-cenerentola in tutto, perché è la penultima Regione d'Italia per quanto riguarda l'impiego dei finanziamenti Cee. La prossima volta saremo non la penultima ma forse l'ultima per questo modo di gestire e per gli indirizzi già dati. Questo è un finanziamento di miliardi che sarà perso, perché non esiste alcun requisito perché vi sia il finanziamento.
Fortunatamente il settore artigianale viene riconosciuto totalmente, ma sono sempre svantaggiate le piccole aziende, perché oltre che non coprire tutti i settori, se non si fanno investimenti per grandi strutture il finanziamento non c'è e quindi, come sempre il piccolo deve scomparire a vantaggio della media industria. Abbiamo fatto un regolamento per l'Obiettivo 2 a vantaggio solo della media industria perché al piccolo artigiano non conviene in quanto dovrebbe fare grossi investimenti per rientrare in questi benefici.
Come Forza Italia non approviamo questo documento in quanto non risponde alle esigenze per le quali era stato predisposto, soprattutto per quanto riguarda il settore dell'agricoltura e perché ancora una volta finanziamo imprese che da sole sarebbero riuscite a produrre miglioramenti, mentre le piccole devono continuare a chiudere in quanto non hanno nessun aiuto.
Da questo Consiglio è venuto fuori all'unanimità il discorso che si deve aiutare l'entroterra, si deve sostenere l'occupazione dell'entroterra, si devono sostenere gli insediamenti dell'entroterra e il risultato finale è che ancora una volta l'entroterra non è sostenuto e ogni giorno vi sono sempre più zone abbandonate a se stesse. Questo è il risultato della politica di questa Giunta regionale che a parole sta con i più deboli a favore delle zone più svantaggiate, ma nei fatti non sta con i più deboli e non tutela le zone svantaggiate.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.
ROBERTO TONTINI. Con questa comunicazione speriamo che si giunga al termine di un provvedimento importante quale il complemento di programmazione che renderà utilizzabili, speriamo con una certa velocità, i finanziamenti dell'Obiettivo 2.
Un'osservazione che credo debba impegnare, così come già fatto, tutto il Consiglio regionale è relativa alle procedure e ai meccanismi di rapporto con la Cee che abbiamo già registrato a suo tempo e oggi abbiamo una conferma di questo, relativamente a una certa rigidità da parte della Commissione europea in sede di trattazione di queste materie che rende, come in parte è avvenuto, non sempre possibile al Consiglio regionale determinare fino in fondo quelle che sono le scelte politiche e innovative rispetto all'applicazione di una misura come quella dell'Obiettivo 2.
Il lavoro che è stato fatto da parte della Giunta credo sia pienamente apprezzabile. Vorrei ricordare a questo proposito al consigliere Cesaroni, che probabilmente è stato un po' disattento anche rispetto alla discussione in Commissione, che relativamente al finanziamento dell'agricoltura o meno, non dipende da una scelta di questa Giunta ma da come funzionano i finanziamenti comunitari. Voglio ricordare ancora una volta, così come avvenuto in Commissione, che gli incentivi funzionano per settori, l'agricoltura ha i suoi canali di finanziamento e nell’Obiettivo 2 vengono finanziate una serie di attività con l'esclusione precisa e chiara da parte della Commissione europea dell'agricoltura.
Detto questo mi pare che relativamente ai tre comparti che abbiamo individuato nell'Obiettivo 2, che sono l'incentivazione all'impresa, il risanamento ambientale e la diversificazione economica, si riconferma in sede di complemento di programmazione la positività della scelta che attribuisce la grossa fetta dei finanziamenti alle attività economiche, determinando con questo un elemento importante sulle scelte anche di politica industriale di questa Regione che individuano nell'artigianato e nella piccola impresa il settore portante rispetto al quale viene individuata la percentuale maggiore di finanziamenti.
Positivamente va salutata da questo punto di vista anche l'attenzione all'individuazione di strumenti finanziari tendenti, a differenza di quanto affermava il collega Cesaroni, ad incentivare proprio la piccola e micro impresa attraverso l'attivazione di nuovi strumenti di ordine finanziario che vadano ad intervenire proprio su una delle questioni che determinano la maggiore debolezza della piccola impresa, cioè il sistema creditizio e gli incentivi ed i finanziamenti.
Da ultimo mi pare che anche per quanto riguarda la parte relativa alla diversificazione economica, così come sono state individuate le misure nell'Obiettivo 2 in sede di complemento di programmazione queste vengono pienamente confermate. Non mi resta, nell'annunciare l'apprezzamento del lavoro svolto dalla Giunta e dall'assessorato in merito a questa partita, che sollecitare affinché prima possibile si possa passare alla definizione dei bandi e quindi all'utilizzazione dei finanziamenti.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.
GUIDO CASTELLI. Vorrei tornare sul problema procedurale, anche perché, sentendo alcuni presidenti di gruppo, di minoranza, presenti alla riunione, hanno sostenuto che c'è stata una comunicazione della maggioranza rispetto a questo sistema di mera discussione, quindi non vi è stata sicuramente unanimità per quanto riguarda questo tipo di tesi. Mi sembra davvero singolare che la Conferenza dei presidenti di gruppo possa superare il dispositivo, la decisione di un Consiglio regionale che fra l'altro era addivenuto a quella scelta di sottoporre al voto del Consiglio stesso il complemento di programmazione dopo anche un certo travaglio. Credo e confermo che questo tipo di procedura sia illegittima e contrasti con il deliberato del Consiglio, anche perché ritengo che alcune osservazioni fatte nel merito della vicenda non siano pertinenti. Il regolamento comunitario non individua l'organismo competente, fa riferimento alla Regione in quanto tale e quindi liberamente questo Consiglio si era data una regola che altrettanto liberamente la maggioranza ha ritenuto di disattendere. E' una decisione che potrebbe avere anche delle conseguenze, perché il complemento di programmazione presenta anche delle discrasie rispetto al Docup, che sono diverse da quelle seguite all'intervento comunitario.
La prima considerazione — e mi rivolgo anche al Vicepresidente Spacca, che pure del carattere negoziato della programmazione e di alcune idee nuove, innovative tipo i Pit si è fatto portatore anche in occasione del convegno di Pesaro — è che in realtà questo complemento di programmazione tradisce una grande assenza che è proprio quella del Pit, che come strumento viene differito sine die, perché se ne parla per il prossimo triennio come di uno strumento che potrà trovare ospitalità nel Docup. La verità è che se le energie locali non si orientano da subito su quel tipo di sistema, su quel tipo di mentalità, sarà ben difficile che il Pit, nel triennio 2004-2006 possa trovare ingresso nell'attività di concertazione tesa alla cattura e alla sintesi delle risorse nella maniera più proficua in ambito locale.
Abbastanza debole è anche il riferimento di quel carattere preferenziale che pure viene indicato a favore degli Apq, dei patti territoriali, dei Prusst, dei Pit che vengono richiamati prima come fattori preferenziali ma successivamente rinviati. Credo che questa sia un'occasione mancata. Ci sono Regioni che si sono mosse con estremo coraggio sul piano di questa logica di aggregazione delle risorse economiche locali tipo la Toscana, mentre invece nel nostro caso abbiamo solo un larvato riferimento a patti territoriali già approvati e operativi. Tra l'altro è abbastanza sibillino questo riferimento. Io non so quali siano i patti territoriali già approvati e operativi che potranno, nella fase di implementazione del complemento di programmazione, essere beneficiari di queste risorse: magari l'assessore Mattei ce lo potrà dire perché è importante. Ho pensato a Macerata, che però non credo abbia concluso il suo iter definitivo. Sarebbe opportuno saperlo.
Certo è che questo non è un complemento di programmazione che privilegia la progettualità dal basso, è un complemento di programmazione che denota una verticalità delle misure che raramente possono essere combinate fra di loro, e vista l'esiguità della risorsa questo è un grande deficit dal punto di vista operativo, perché sappiamo che le risorse non sono illimitate e la possibilità di metterle in rete rappresenta un valore aggiunto che purtroppo questo complemento di programmazione non mostra di voler esaltare e sottolineare. Questo è un problema che in termini di mentalità della formazione delle decisioni in materia di risorsa pubblica peserà grandemente.
Ma arrivo brevemente a una serie di interventi che a mio modo di vedere hanno anche stravolto l'impostazione del Docup che è stato approvato da questo Consiglio regionale.
C'è una fortissima penalizzazione del phasing out ad esempio. Sappiamo che il phasing out non può assorbire risorse che superino mediamente i 100 miliardi, ma se andiamo a vedere come queste risorse sono state distribuite qualche dubbio è d'obbligo. Mi riferisco ad esempio alla misura 3.3 sui servizi sociali. Una misura importantissima, una misura innovativa che tra l'altro per la prima volta compariva nella programmazione di sostegno comunitario per quanto riguarda il Fesr. Noi licenziammo una misura che prevedeva dei precisi riferimenti relativi alla costituzione e ristrutturazione di servizi per gli svantaggiati, per i disabili, ovvero interventi di natura strutturale, comunque di ausilio a quella che è purtroppo l'esiguità delle risorse in materia sociale.
Cosa abbiamo visto? Che compare come per incanto nel complemento di programmazione un'ulteriore azione relativa al favore, al denaro necessario per costituire o ristrutturare imprese sociali, cooperative sociali. Nessuno di noi ha in animo di criticare il sistema delle cooperative sociali, però è somma la nostra sorpresa quando vediamo che innanzitutto è un'azione nuova che non era prevista nel Docup — quindi o l'Ue ha chiesto di inserirla oppure ci si deve rispondere perché ci si è discostati in maniera così evidente da quello che avevamo approvato — ma la cosa strana è che i Comuni in phasing out possono accedere alla misura complessiva sui servizi sociali solo limitatamente alla linea relativa alle cooperative, cioè i Comuni in phasing out non potranno sostenere le altre finalità della misura che erano quelle approvate dal Consiglio, in compenso i 3,6 miliardi previsti per il phasing out saranno interamente assorbiti dal sostegno alle cooperative sociali di tipo A e di tipo B. Non voglio escludere che questa sia una finalità nobile e prestigiosa, voglio semplicemente sottolineare lo sbilanciamento, lo squilibrio rispetto alle altre due misure pure di natura sociale.
Circa un'altra misura innovativa prevista dal regolamento comunitario, quella sulla viabilità minore, molto cara ai piccoli Comuni delle Marche, nonostante un emendamento presentato dal sottoscritto tendesse a inserire i Comuni del phasing out, anche qui, come per incanto, i Comuni del phasing out non possono più concorrere alla distribuzione delle risorse in materia di viabilità rurale. Il Consiglio regionale aveva approvato l'emendamento e nonostante questo vediamo perdere dal complemento di programmazione ogni traccia di questi elementi.
Potrei continuare. Il phasing out non potrà accedere alla misura sull'arredo urbano che è un'altra misura tradizionale, importantissima per i nostri piccoli Comuni, che è stata completamente stralciata.
Credo si possa dire che questo complemento di programmazione non solo era doveroso sottoporlo al vaglio del Consiglio regionale, ma era anche opportuno, proprio perché esistono delle precise opzioni che si discostano in maniera anche piuttosto evidente da quello che avevamo approvato e a prescindere dall'intervento dell'Unione europea. I Comuni in phasing out non hanno una modulazione di risorse che possa ritenersi accettabile. Non possiamo pensare che il phasing out abbia 1.200 milioni di ingegneria finanziaria per studi di fattibilità e non possa invece concorrere alla distribuzione delle risorse dell'arredo urbano per quanto riguarda anche i servizi sociali e via dicendo.
Quindi noi non diamo una valutazione positiva di questo complemento e ci riserviamo di valutarlo nelle sedi opportune per censurare quella che a noi sembra una illegittimità nel sistema adottato di sottoposizione al vaglio del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.
LUIGI VIVENTI. Ho l'obbligo di intervenire perché fui il consigliere che chiese nella scorsa seduta di far sì che questo complemento di programmazione, che altro non è che un piano finanziario particolareggiato, ritornasse alla visione, all'approvazione e alla discussione del Consiglio regionale. Questa mia proposta, dopo adeguata sospensione del Consiglio regionale fu ritenuta idonea da parte di tutto il Consiglio e fu votata la risoluzione.
La scorsa settimana ho partecipato alle riunioni congiunte della terza e della sesta Commissione. Lì mi è stato spiegato che c'è una norma giuridica che assegna alla consulta la competenza nell'approvazione di questo piano finanziario particolareggiato e che il Consiglio non avrebbe avuto competenza a discuterlo e votarlo. Ho preso anche atto in quella seduta che la terza Commissione di cui faccio parte non era nemmeno tanto competente a essere presente, perché la competenza era in capo alla sesta Commissione che sicuramente il presidente è stato costretto a porre in essere per conservare i delicati equilibri della sua maggioranza. Altrimenti, obiettivamente, non riesco, con tutto il bene che voglio all'amico Donati, a valutarne la necessità.
Mi sono trovato nella triste condizione di essere consigliere regionale non competente nella Commissione e non competente a discutere in Consiglio regionale su un fatto che ha una rilevanza di 1.400 miliardi, un documento serio.
Al di là del modo "gioviale" con cui anch'io presento questa situazione, direi che essa assume una rilevanza seria. Non credo che ci si possa dire che il Consiglio non è competente. Se non siamo competenti a discutere questa cosa, cosa stiamo a fare qua? Su che cosa siamo competenti?
Portarlo in visione come comunicazione non ha alcun senso: o discutiamo oppure non deve essere nemmeno data la comunicazione perché non ha alcun senso.
Ritengo che esista una potestà da parte di questa Assemblea a decidere le sorti di un documento di questa portata e quindi chiedo una pronuncia espressa da parte dei capigruppo, non tanto della minoranza poiché siamo tutti d'accordo su questa tesi, ma anche della maggioranza, al di là della validità dell'articolo ics, della legge ipsilon. Parlo di opportunità politica a questo punto, non di regolamentazione. Perché se c'è questa opportunità posso fare alcune osservazioni tecniche particolareggiate, se non c'è questa opportunità non le faccio per non far perdere tempo all'Assemblea.
Credo che pregiudiziale sia questo, poi ci regoleremo di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.
SERGIO NOVELLI. Anch'io cercherò di essere rapido, perché non entrerò nel merito, se non su un aspetto sintomatico. Anche a me sembra pregiudiziale la questione procedurale. Non so se gli altri colleghi hanno richiamato, ma la deliberazione del 23 novembre con cui il Consiglio impegnava la Giunta a non deliberare senza aver prima acquisito l'approvazione dell'atto da parte del Consiglio che era vincolato a darla entro 15 giorni dalla richiesta. Vorrei far presente, in particolare al Presidente della Giunta, che non è del tutto esatto dire che la sesta Commissione abbia espresso il parere. La Commissione ha espresso il parere richiestole, a maggioranza perché i commissari dell'opposizione hanno fatto notare che c'era un grave vulnus ai poteri del Consiglio, ma è stata la Giunta che nell'atto del 23 ottobre 2001, n. 2104 ha chiesto esclusivamente il parere della Commissione sulla scorta di un documento istruttorio che in nessun modo richiama la deliberazione del Consiglio regionale con cui si era statuito di far approvare in questa sede il Docup, di sottoporre all'approvazione il Docup.
Il problema che sto ponendo è il seguente. La Giunta regionale, nel momento in cui ha partecipato alla votazione del 23 novembre 2000 con cui il Consiglio l'ha impegnata a compiere questo passaggio rigorosissimo nei tempi — 15 giorni — riteneva che ci fosse uno sforamento nelle competenze riservatele? Doveva sollevare la questione in questa sede consiliare ovvero porre proprio il conflitto delle attribuzioni. Faccio presente che questa non è la legge sulla programmazione Obiettivo 2 ma l'atto amministrativo e quindi è soggetto al vaglio dei giudici amministrativi e, ove si ipotizzi un contrasto fra l'organo deliberante e quello esecutivo c'è il conflitto di attribuzione. Il quesito è: questi consiglieri che si trovano conculcati nell'aspettativa il diritto di poter intervenire su un atto di questa portata, devono percorrere il passaggio del ricorso al Tar, alla Corte costituzionale per far accettare il principio, pacifico, credo, che i deliberati di questo Consiglio impegnino almeno noi consiglieri, impegnino almeno voi Giunta? La decisione di non chiedere l'approvazione del Consiglio ma solo della Commissione è stata presa a seguito di una riflessione sul tipo di quella citata dal collega? Se sì, perché l'atto non ne fa menzione? Se no, è possibile che la decisione di porre in non essere un voto di questo Consiglio regionale possa essere stata presa da un funzionario, da un dattilografo...? Esiste un passaggio decisionale? E quale?
In Commissione dove in pochi minuti è stato esaminato questo atto, mi era capitato addirittura di sottoporre una questione marginale ma sintomatica. Non parlo di cento cose di cui volevo parlare, ma c'è addirittura una misura che prevede un solo destinatario che non è il destinatario di legge, perché il Comune di Maiolati Spontini è proprietario dell'impianto, la Sogenus è gestore e si indica come destinatario della misura il CIS che non è né l'una né l'altra cosa, è socio del soggetto gestore. Mi è stato detto "se è così, verifichiamo". Quali verifiche sono state compiute su questa e sulle altre questioni? Effettivamente ci troviamo di fronte a una situazione in cui non solo viene svilito il senso della nostra presenza qui, ma viene non direi aggirato, ma ignorato un voto unanime di questo Consiglio.
Concludo con le parole del presidente del gruppo Ds Silenzi. Ricordo che si pervenne al voto della risoluzione del 23 novembre dopo un dibattito anche acceso. tra l'altro io avevo proposto una mozione in cui vincolavo al passaggio della Commissione e non del Consiglio. Ci fu addirittura la minaccia di far mancare il numero legale, ci fu la sospensione dei lavori, il presidente del gruppo Ds Silenzi tornò in aula e disse: "Premesso che il numero legale siamo in grado di garantirlo da soli, per spirito di partecipazione, collegialità e rispetto della trasparenza accediamo alla richiesta di far transitare all’approvazione dell'aula il complemento di programmazione non appena sarà pronto". Chiedo, non a Silenzi che in questo momento non è in aula ma alla Giunta, cosa è accaduto fra il novembre del 2000 e il novembre del 2001 da rendere non più necessario il rispetto della collegialità e della trasparenza che allora si ritenne, non spontaneamente ma dopo sofferta discussione, necessario tutelare.
Chiedo anche che possa essere data qualche illustrazione sui passaggi che hanno portato a questa scelta e che non sono riportati in nessuna delle 250 pagine di cui il documento è composto. O dovremo far sì che ce lo spieghiate nelle competenti sedi della giustizia amministrativa o del giudice costituzionale che dovrebbe dirimere l'eventuale conflitto di attribuzioni?
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI
PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.
GILBERTO GASPERI. Solamente per chiarire alcuni dubbi, fermo restando che sono perfettamente d’accordo con quanto ha detto il consigliere Novelli e quello che ha detto prima il consigliere, pure di Alleanza nazionale, Castelli.
Da questo documento non risulta assolutamente niente per l’agricoltura. Dal punto di vista prettamente indicativo, nella redazione di questo piano non c’era la volontà di non dar niente all’agricoltura, fermo restando che la Regione Toscana stanzia dei finanziamenti per il settore agricolo. Tutti i Comuni indicati da pag. 236 a pag. 250 sono suddivisi addirittura per vie e per territorio e questo era stato fatto apposta per portare finanziamenti concreti all’agricoltura. Per quale motivo agli stessi Comuni si è chiesto di fare questo tipo di lavoro, di suddividere il territorio per vie per avere la possibilità di concedere contributi al mondo dell’agricoltura quando non solo questa cosa non è stata tenuta in considerazione, ma addirittura si dice che c’è l’impossibilità di utilizzare questi contributi anche per l’agricoltura? La Regione Toscana che ha un’Amministrazione di centro-sinistra come questa ha dato contributi al mondo dell’agricoltura. Questo crea una disparità nell’ambito dei residenti nella regione, ma soprattutto crea una disuguaglianza rispetto all’obiettivo iniziale di corrispondere contributi anche all’agricoltura, altrimenti questi comuni non si sarebbero dovuti dividere per vie. Visto che non c’era più bisogno di avere queste pagine finali, si sarebbe potuto non inserirle per non prendere in giro i cittadini marchigiani i quali sapevano che alcuni contributi sarebbero stati riversati anche al mondo dell’agricoltura.
PRESIDENTE. E’ conclusa la discussione. Ha la parola, per la replica, l’assessore Mattei.
CARMEN MATTEI. Sul piano procedurale, il complemento di programmazione che è il documento di cui stiamo parlando, secondo la normativa europea deve essere approvato dal comitato di sorveglianza. La Giunta ha fatto una presa d’atto a seguito della discussione e delle sollecitazioni pervenute dalla concertazione. In base agli accordi assunti in quest’aula che sono stati ripetutamente ricordati l’ha trasmessa al Consiglio, gli organismi propri del Consiglio hanno stabilito quanto conseguiva.
Per quanto attiene le questioni di merito, relativamente all’agricoltura il documento di programmazione così come approvato da questo Consiglio è stato trasmesso all’Unione europea. Nella negoziazione sono state dichiarate non ammissibili alcune misure in quanto attinenti i finanziamenti del Feoga, cioè finanziamenti propri per le attività agricole. Se la Regione Toscana ha avuto approvate altre misure bisognerebbe capire nel merito quali sono. Noi abbiamo sollevato questa questione anche in sede di Unione europea e ci è stata garantita la presenza di un funzionario della stessa Ue all’interno del comitato di sorveglianza che spiegherà nel merito questa questione proprio per dare soddisfazione alle categorie che si sentono lese.
Per quanto attiene il CIS di Maiolati Spontini, è attualmente il consorzio che gestisce la discarica e in quanto tale è individuato come soggetto attuatore fin quando non si costituirà il consorzio previsto dal piano regionale di smaltimento rifiuti, ma ad oggi è l’unico soggetto che può gestire questa misura.
Nel merito della questione sollevata dal consigliere Castelli in merito al phasing out, ricordo che nel documento di programmazione erano stati indicati in ogni misura i territori eleggibili. Voglio ricordare che la quota, il finanziamento del phasing out non è deciso in ambiti regionali ma di Unione europea. Che alle Marche fossero attribuiti 75 — non genericamente “un centinaio” — miliardi per il finanziamento delle misure per le aree in uscita dall’Obiettivo 2 è stato definito dall’Unione europea.
Il documento di programmazione prevedeva a quali misure potessero accedere i territori in phasing out, il complemento va a declinare le sub-misure, le azioni, avendo già definito le misure. Le priorità sono state individuate dai servizi e concertate con i soggetti territoriali proprio alla luce dell’esiguità delle risorse e alla luce delle indicazioni che erano emerse in sede di concertazione nel lontano settembre 2000.
Se alcune misure hanno subito una modifica come quella dei servizi sociali è perché in realtà era stata proposta una misura che prevedeva il finanziamento di alcuni servizi (si era parlato di mense, di lavanderie ecc.). L’Ue ha sottolineato che non si possono finanziare i servizi ma solo i soggetti che organizzano ed erogano questi servizi. Questo ha determinato la modifica da parte del servizio servizi sociali rispetto alla elaborazione del contenuto della sottomisura.
Ripeto, tutto il complemento di programmazione va solo a declinare le misure già definite nel documento di programmazione. Giammai avrebbe potuto apportare ad esse una modifica e le modifiche che nascono nella struttura, nell’architettura del documento di programmazione sono quelle derivanti dalla lunga negoziazione gestita con l’Unione europea.
PRESIDENTE. Possiamo considerare conclusa la discussione del punto 4).
ROBERTO GIANNOTTI. Non votiamo nemmeno una risoluzione su questo documento?
PRESIDENTE. Non sono state presentate risoluzioni.
Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Smantellamento rete operativa Enel nelle Marche» Procaccini e Martoni (158)
PRESIDENTE. Avevamo concordato la votazione della risoluzione sull’Enel, sottoscritta da tutti i presidenti di gruppo, quindi la pongo in votazione.
Il Consiglio approva all’unanimità
Mozioni
(Annuncio di presentazione)
PRESIDENTE. Per un errore materiale non ho comunicato che sono state presentate due mozioni:
— n. 156 dei consiglieri Silenzi, Tontini, Silenzi, Avenali, Mollaroli e Secchiaroli: «Rivalutazione emolumenti in favore degli invalidi civili, dei ciechi e dei sordi»
— n. 157 del consigliere Massi Gentiloni Silveri: «Piano di sviluppo rurale, misura agroambientale: introduzione di una nuova azione».
Ordine del giorno della seduta
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori il Presidente D’Ambrosio. Ne ha facoltà.
VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Volevo soltanto comunicare ai consiglieri che oggi pomeriggio, all’inizio dei lavori, se lo ritengono potrò dare notizie sull’incidente avvenuto ieri alla raffineria Api.
PRESIDENTE. Ne prendiamo atto.
La seduta è sospesa.
La seduta è sospesa alle 13,30