Resoconto seduta n. 64 del 21/11/2001
La seduta inizia alle 10,15



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 62 e 63 del 14 novembre 2001.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di legge regionale n. 92, in data 9 novembre 2001, ad iniziativa dei consiglieri Avenali, Tontini, Silenzi, Martoni, Ascoli, Luchetti e Rocchi: «Modificazioni alla legge regionale 8 marzo 1990, n. 13: Norme edilizie per il territorio agricolo«, assegnata alla IV Commissione in sede referente.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 75 in data 16 novembre 2001, ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza: «Conto consuntivo dell'esercizio finanziario 2000 del Consiglio Regionale» (iscritta all'ordine del giorno);
— n. 76 in data 7 novembre 2001, ad iniziativa della Giunta Regionale: «Determinazione dei criteri e delle modalità di erogazione dei contributi previsti dalla l.r. n. 25 del 18 marzo 1997», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 159 dei consiglieri Tontini, Silenzi, Procaccini, Benatti, Luchetti, Amagliani, Moruzzi e Rocchi: «Finanziamenti Università di Urbino»;
— n. 160 dei consiglieri Romagnoli, Castelli, Ciccioli, Gasperi, Novelli e Pistarelli: «Iniziative di solidarietà e sostegno alle donne afghane";
— n. 161 dei consiglieri Gasperi, Ciccioli, Castelli, Viventi, Novelli, Massi, Romagnoli e Cesaroni: «Approvazione del Documento Unico di Programmazione Obiettivo 2 Marche anni 2000-2006. Adozione del complemento di programmazione».




Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato, in data 13 novembre 2001, le seguenti leggi regionali:
— n. 23: «Modifica degli articoli 6 e 7 della legge regionale agosto 1997, n. 47: Interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva e delle attività motorio ricreative»;
— n. 24: «Norme per l'attività agrituristica e per il turismo rurale»;
— n. 25: «Disciplina regionale in materia di impianti fissi di radiocomunicazione al fine della tutela ambientale e sanitaria della popolazione»;
— n. 26: «Sospensione della terapia elettroconvulsivante, della lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia»;
— n. 27: «Interventi per il coordinamento dei tempi delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale».



Richiesta iscrizione d'urgenza

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull'ordine dei lavori, il consigliere Tontini. Ne ha facoltà.

ROBERTO TONTINI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza della mozione n. 156 relativa alla rivalutazione emolumenti in favore degli invalidi civili, dei ciechi e dei sordi e della mozione n. 159 relativa al finanziamento dell'università di Urbino. Sia la prima che la seconda mozione sono ambedue all'ordine del giorno e urgenti, in quanto attengono materie che si stanno ,trattando all'interno della discussione sulla finanziaria, quindi chiedo che si possano trattare con urgenza per poter avere margini rispetto ai quali intervenire nel dibattito parlamentare.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del consigliere Tontini.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, ringrazio perché la mozione n. 157 riguardante il piano di sviluppo rurale è stata messa al primo punto delle mozioni, però mi preme sottolineare la necessità di trovare il modo di affrontare questo argomento oggi, perché siamo nel pieno di questa procedura, quindi chiedo se possibile che entro la giornata sia discussa.

PRESIDENTE. Dipende da noi, consigliere.

Interrogazione (Svolgimento):«Programma promozionale turistico per l'anno 2000: scelta testimonial» Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta (129)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 129 dei consiglieri Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Favia, Grandinetti e Trenta.
Per la Giunta risponde l'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Leggo la risposta: «Per l'anno 2000, così come per il '99, il testimonial per la campagna promo-pubblicitaria delle Marche, è il calciatore jesino Roberto Mancini, a seguito del rinnovo della convenzione tra lo stesso atleta e la Regione. Detta convenzione scade nel dicembre 2000, con la possibilità d'utilizzo dell'immagine per ulteriori quattro mesi, ai fini dello smaltimento del materiale promo-pubblicitario.
In precedenza altri campioni dello sport marchigiano sono stati testimonial per le Marche, quali Valentina Vezzali nel '97 e Valentino Rossi nel '98.
Per il 2001 il Programma, reso esecutivo dalla Giunta regionale nella seduta del 28 dicembre 2000, conferma l'attuazione di una campagna promo-pubblicitaria, mentre l'utilizzo di un nuovo testimonial oltre che legato alle risorse finanziarie, dipende dal grado di visibilità che lo stesso può conferire all'immagine Marche.
Ora, se per il 2000 potevano essere considerati i campioni olimpionici quali testimonial qualora non fosse in atto la convenzione con Mancini, per il 2001 si ritiene che, dato il tempo trascorso dalla conclusione dei Giochi olimpici, I'utilizzo dell'immagine degli atleti vincitori di medaglie non sia confacente ad una strategia che si basa sull'attualità della comunicazione e quindi del personaggio che ne costituisce il mezzo (lo stesso Mancini pur avendo smesso di giocare, è rimasto un personaggio di spicco nel mondo del calcio quale allenatore della Fiorentina).
La disponibilità eventuale di un noto personaggio che possa conferire alle Marche un alto grado di visibilità e dia garanzia al messaggio, può essere presa in considerazione per dare alle Marche un nuovo testimonial per la campagna 2001».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

ROBERTO GIANNOTTI. Lei non può addebitare all'opposizione la lentezza di reazione dell'Esecutivo. Se l'Esecutivo regionale risponde dopo un anno alle interrogazioni, contravvenendo alla norma del regolamento e al buon senso, occorre che lei, insieme ai suoi colleghi di Giunta se ne faccia carico. Questa interrogazione è del 6 novembre 2000 e si risponde il 21 novembre 2001. Qualcosa non va nei meccanismi. Non mi stancherò mai di ripetere che in questo modo si lede un diritto, uno dei principali diritti della minoranza: l'attività di sindacato ispettivo. Aumentiamo le sedute di Consiglio, costringiamo i membri di Giunta ad impegnarsi di più e ad onorare meglio il loro ruolo, comunque qualcosa va fatto.
Rispetto alla risposta potrei dirle, banalizzando, che il suo discorso può valere per una parte degli olimpionici marchigiani ma non vale per tutti, perché lei sa meglio di me che ad esempio la Vezzali ha vinto i campionati del mondo qualche giorno fa.
Comunque, rispetto a scelte fatte in passato anche dal collega Silenzi, non del tutto condivisibili dall'opinione pubblica delle Marche, la scelta che noi abbiamo indicato aveva un senso perché era un atto di rispetto e di affezione al nostro patrimonio sportivo e ai grandi risultati conseguiti dal nostro Paese in quel campo, specialmente in alcune discipline: penso alla scherma che nell'immaginario collettivo è comunque un punto di riferimento importante. Quindi da questo punto di vista aveva senso quella proposta che mi sento di rilanciare oggi. Oggi rilanciamo la proposta di valutare la possibilità di far riferimento sulla grande tradizione schermistica della nostra regione per veicolare la regione stessa. Credo che sia uno strumento importantissimo che lei ha in mano, che può utilizzare e credo che una valutazione più attenta possa consentire di fare un'operazione d'immagine utile alla nostra regione e soprattutto educativa perché sottolinea il valore dell'impegno sportivo di tanti nostri concittadini.



Interrogazione (Svolgimento): «Riduzione del servizio di radiologia presso l'ospedale di Sassoferrato» Favia (166)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 166 del consigliere Favia. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Leggo la riposta: «Il consigliere Favia interroga il Presidente della Giunta regionale e l'assessore alla sanità per conoscere "quali iniziative intendono assumere affinché si ripristinata la funzionalità del servizio di radiologia presso l'ospedale di Sassoferrato come era prima della decisione (rectius ordine di servizio) dell'Amministrazione AUSL n. 6".
Al riguardo va premesso che presso il servizio di radiologia dell'ospedale di Sassoferrato non si è operata una riduzione ma si è provveduto ad una operazione di ottimizzazione nell'utilizzo della risorsa umana.
Infatti, al fine di evitare un sicuro disservizio conseguente all'impossibilità di reperire personale tecnico sanitario di radiologia medica che potesse garantire turni su 10 ore giornaliere nonché la reperibilità sulle 24 ore, il Direttore Generale dell'Azienda USL n. 6 di Fabriano ha provveduto alla riorganizzazione del servizio di radiologia informando la propria decisione a criteri di efficacia, efficienza ed economicità oltre che cercando di razionalizzare l'offerta del servizio stesso.
Ciò premesso è opportuno rappresentare la situazione che si era venuta a creare presso la radiologia di Sassoferrato.
La carenza di personale tecnico di radiologia medica, stante l'impossibilità di reperimento causa l'esaurimento della graduatoria di in precedente avviso, l'indisponibilità di tecnici ad accettare contratti libero-professionali nonché i tempi lunghi e l'esito incerto di eventuali procedure concorsuali, rendeva sempre più difficoltosa la gestione, in particolare, della pronta disponibilità nei turni notturni e festivi.
A fronte di tale realtà, è apparso come unico ed incisivo rimedio la razionalizzazione del personale TSRM operante nell'ambito della Unità Organica di Radiologia.
Ciò ha comportato un unico turno lavorativo antimeridiano dalle 8 alle 14, l'accentramento delle prestazioni di urgenza presso il Servizio di Fabriano dove è stato organizzato anche un unico turno di pronta disponibilità.
La nuova organizzazione (chiusura pomeridiana) induce a pensare ad una riduzione della capacità produttiva della radiologia di Sassoferrato, ma così non è in quanto il turno pomeridiano, riservato già a prestazioni interne, risultava ampiamente sovrastimato per una attività limitata a 3 o 4 esami/settimana.
Va infine rilevato che Sassoferrato è polo ospedaliero di supporto all'ospedale di rete e, come tale, contempla un poliambulatorio comprensivo della d;agnostica per immagini che, per sua natura, agisce in regime di orario prestabilito e non di reperibilità sulle 24 ore».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, per dichiararsi soddisfatto o meno.

DAVID FAVIA. Prendiamo atto della risposta, che tuttavia ci lascia insoddisfatti perché questa esigenza di razionalizzazione, di ottimizzazione delle risorse umane poteva tranquillamente essere risolta sol che ci fosse stata la volontà. Questa politica di spoliazione del territorio, soprattutto di quello periferico, disagiato e montano non ci può trovare d'accordo. Noi crediamo tuttora, nonostante l'argomentata risposta dell'assessore, che il servizio pomeridiano andrebbe garantito nell'interesse delle popolazioni di Sassoferrato e dintorni.


Interrogazione (Svolgimento): «Ritardi dei pagamenti della Asl n. 7 verso le pubbliche assistenze» Favia (181)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 181 del consigliere Favia. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Leggo la risposta: «Con interrogazione n. 181 del 26/01/2001 il consigliere regionale Avv. David Favia, interroga il Presidente del Consiglio Regionale per conoscere i motivi che hanno impedito alla Azienda U.S.L. n. 7 di Ancona di provvedere al rimborso delle somme spettanti alle pubbliche assistenze, i responsabili di tali ritardi ed i provvedimenti che intende adottare per rimediare a tale situazione.
Premesso che l'Azienda U.S.L. n. 7 di Ancona, come tutte le aziende sanitarie della Regione Marche, è finanziata e quindi programma i propri pagamenti sulla base dei criteri di ripartizione del fondo sanitario regionale approvati dal Consiglio Regionale e considerato che, come noto, tale fondo risulta sottostimato ne consegue che, nonostante i provvedimenti di ripiano dei disavanzi da parte dello Stato, la posizione dell'Azienda è quella di seguito illustrata dalla medesima.
Nel gennaio 2001 il Direttore Generale dell'Azienda U.S.L. n. 7 di Ancona attribuiva le cause del ritardo nei pagamenti di cui sopra alla cronica mancanza di liquidità che costringeva l'Azienda in più circostanze ad effettuare pagamenti con ritardi ben oltre il termine posto dalla normativa nazionale e regionale.
Successivamente il medesimo Direttore Generale ha trasmesso un aggiornamento della situazione finanziaria dell'Azienda in cui informa dell'avvenuto pagamento delle varie Associazioni (Croci, AVIS, ecc.) per trasporti sanitari a tutto il mese di marzo 2001 e riconferma che la sostanziale insufficienza delle risorse finanziarie a confronto dell'entità dei debiti è tale da impedire una riduzione dei tempi nei pagamenti. Sulla base di quest'ultimo aggiornamento si evidenzia uno scoperto che, al netto delle azioni promosse contro i fornitori, rappresenta il 46,2% degli acquisti 2001. Pertanto, poiché il DSO (indice giornate di ritardo) si aggira mediamente sui 270 giorni e comunque non può essere uniformemente distribuito, anche i fornitori indicati nell'interrogazione in argomento, sebbene appartenenti alle categorie "privilegiate", sono soggetti a ritardi nel pagamento delle spettanze.
Si ricorda infine che, anche allo scopo di far fronte alla suddetta carenza di liquidità di talune Aziende, la Regione Marche ha attivato procedure per l'accesso al credito (mutui), così come risulta anche dall'art. 68 della Legge Finanziaria del 7 maggio 2001, n. 11».


PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, per dichiararsi soddisfatto o meno.

DAVID FAVIA. Ringrazio l'assessore della risposta argomentata, prendo atto che sono avvenuti i pagamenti di cui parlo nella mia interrogazione sino al marzo 2001. Non posso non rilevare che l'onesta esposizione dell'assessore Melappioni rende il nostro gruppo consiliare, che già da tempo manifesta le sue preoccupazioni e la sua posizione sulla stampa ancora più preoccupato di quello che c'è stato detto e ci rinsalda nella nostra convinzione che la gestione di questo centro-sinistra della sanità è una gestione discutibile, una gestione quasi allo sbando. Non credo, assessore, che iniziative come quella di Sassoferrato siano determinanti per rendere più fluida e più sana la situazione della sanità marchigiana. Credo che ben altre iniziative più drastiche, più funzionali dal punto di vista gestionale dovrebbero essere attivate, a partire dal taglio degli sprechi e delle consulenze.



Interrogazione (Svolgimento): «Aumento delle tariffe Enel per i terremotati» Grandinetti (192)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 192 del consigliere Grandinetti.
Per la Giunta risponde il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L'interrogazione del Vicepresidente Grandinetti parlava di tariffe di favore applicate dall'Enel dall'1.1.2001 alle popolazioni colpite dal terremoto, perché erano necessitate a utilizzare le stufette elettriche come unico mezzo di riscaldamento.
Rispondo che il 21 marzo 2001 ho scritto al sindaco di San Severino Marche, ricordandogli che il direttore dell'area elettricità ha comunicato che l'autorità per l'energia elettrica e gas ritiene applicabile la tariffa elettrica uso domestico dei residenti anche ai nuclei familiari in autonoma sistemazione ospitati presso il suo comune. "La prego pertanto di assicurare l'immediata attuazione di quanto comunicato all'autorità con nota 7 marzo 2001 che si allega alla presente".
Quindi c'è la delibera dell'autorità per l'energia elettrica e gas che aveva scritto all'azienda di San Severino Marche e a noi per conoscenza per dire che questa tariffa elettrica uso domestico di residenza era applicabile anche ai soggetti in autonoma sistemazione dei comuni delle regioni Marche ed Umbria dopo il sisma del 26 settembre 1997. Quindi noi abbiamo scritto invitando il sindaco a dare corso. Riteniamo che ciò sia accaduto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti per dichiararsi soddisfatto o meno.

FABRIZIO GRANDINETTI. A questa interrogazione viene risposto a mesi di distanza. Questo problema fu risolto pochi giorni dopo che interrogai, addirittura poche ore dopo, quindi è venuta a cadere. La soddisfazione dipende dal fatto che la cosa si è risolta in poche ore.



Interrogazione (Svolgimento): «Mancato finanziamento da parte della Conferenza Stato-Regioni dei progetti relativi al Colle San Bartolo e al torrente Aspio» Giannotti (197)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 197 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Con riferimento all'interrogazione indicata si comunica quanto segue.
Al primo punto: i criteri di valutazione dei progetti sono stati stabiliti dal comitato dei ministri con il supporto tecnico di un gruppo di lavoro individuato dallo stesso comitato e per quanto riguarda la Regione Marche la Conferenza Stato-Regioni non ha fatto altro che prendere atto delle valutazioni fatte dal comitato dei ministri.
Per quanto riguarda il secondo punto: l'autorità di bacino interregionale del Conca-Marecchia e del Trento, l'autorità di bacino nazionale del Tevere e l'autorità di bacino regionale delle Marche, che hanno competenza sul complessivo territorio regionale, hanno autonomamente presentato i propri progetti al Ministero dei lavori pubblici per l'eventuale finanziamento.
Compatibilmente con le risorse che saranno disponibili sul bilancio di previsione della spesa e sulla base dei criteri di ripartizione dei fondi da predisporsi da parte del Consiglio regionale ai sensi della legge regionale 44/94, si potrà verificare la possibilità di far fronte alle situazioni di dissesto segnalate.
Tengo comunque a precisare che sul San Bartolo solo recentemente sono state investite le seguenti risorse: con la legge 183 del 1989, comune di Gabicce £. 400.000.000 (delibera della Giunta regionale n. 2701 dell'11.12.2000); con la legge 267 del 1989, comune di Gabicce £. 400.000 (Conca-Marecchia); con legge 183/89, comune di Pesaro £. 2.250.000.0000 (delibera della Giunta regionale n. 2165 del 17.10.2000).
Vorrei integrare quanto detto dal servizio lavori pubblici con alcuni dati recentissimi che mi sono stati forniti dall'autorità di bacino del Conca-Marecchia. Per il Colle San Bartolo è stato indicato e richiesto al Ministero un programma di interventi per il quadriennio 2000-2003, redatto ai sensi sempre della 183 — quindi anche il Conca-Marecchia si muove in questo tipo di intervento — con una proposta di finanziamento che riguarda i Comuni di Gabicce e Pesaro. Il titolo dell'intervento è "Falesia del San Bartolo, progetto generale di completamento dei primi stralci a carattere di urgenza per i siti a maggior rischio per la pubblica incolumità del tratto di costa tra Gabicce e Pesaro", con un preliminare di stralcio di £. 4.200.000.000 e un completamento per gli interventi di £. 6.250.000.000. Questo è il fabbisogno dell'autorità del Conca-Marecchia, che ha una parte di competenza anche oggi, sul San Bartolo, al Ministero perché venga finanziato come progetto speciale.
Per questi progetti speciali anche la Regione Marche negli scorsi anni aveva fatto richiesta di finanziamento al Ministero, ma soltanto il fiume Tronto è stato finanziato con l'intervento a cui credo lei faccia riferimento, mentre sia il fiume Aspio che il Colle San Bartolo non sono stati inseriti. Noi ci auguriamo che nelle tranches future si possano utilizzare queste risorse per gli interventi straordinari in questi due posti — sia l'Aspio che, in particolare, il San Bartolo — di estrema e delicata complessità anche di tipo ambientale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiararsi soddisfatto o meno.

ROBERTO GIANNOTTI. Non posso neanche arrabbiarmi con lei, perché quando è stato commesso il "misfatto" lei non c'era, assessore. I pesaresi dovrebbero arrabbiarsi con il consigliere Silenzi. Ma credo che alla fine, come sempre accade, ci ha pensato il congresso dei Ds a ripagare giustamente rispetto agli equilibri interni. Mi sembra che il consigliere Silenzi possa essere felice del pluralismo della rappresentazione delle responsabilità del suo partito.
A parte questo, non voglio infierire, nel senso che le cose che ho detto mi sembra vengano confermate dalla sua risposta: il rappresentante della Regione Marche non ha avuto questa sensibilità. Io non conosco le esigenze concrete dell'intervento sul Tronto richiesto dall'autorità di bacino interregionale del fiume Tronto, quindi non so se quei 33 miliardi sono una necessità oggettiva o se poteva essere recepita l'ipotesi che io avevo in qualche modo formulato, che la Regione si facesse carico di far approvare un pacchetto che prevedeva tre progetti: quello dell'Aspio, quello del Tronto e quello del San Bartolo. Non è stato così. Lei, giustamente ha segnalato gli interventi finanziari che sono stati realizzati sul Colle San Bartolo, questa zona importantissima della provincia di Pesaro. Sono stati interventi importanti, ma non sono esaustivi, che hanno consentito di definire, di chiudere il discorso. Questa situazione di dissesto continua, occorre una misura complessiva che in qualche modo a me sembrava il progetto della Provincia di Pesaro richiamava.
Cosa può essere fatto? Lei ha parlato di una possibilità che questo intervento possa essere ricompreso in un progetto speciale che è stato inviato al Ministero dei lavori pubblici. Non ho capito bene a quale legge faccia riferimento. Alla 193? Non quindi all'intervento sui grandi rischi. E' sempre quello? Va bene, comunque la cosa utile è che l'assessorato si faccia veramente carico di queste esigenze e possa in qualche modo vedere la possibilità di inserire questa emergenza, perché di una vera e propria emergenza si tratta.
Volevo cogliere l'occasione per richiamare l'esigenza di una maggiore tutela di alcune zone della nostra regione. Mi riferisco alle popolazioni che orbitano nel bacino del Conca-Marecchia, del cui comitato istituzionale lei fa parte. Abbiamo rilevato in questi giorni l'ultimo intervento assunto da questo organismo che riguarda il piano di bacino per i grandi rischi, con una previsione gravissima che coinvolge diversi centri urbani del nostro territorio. Io o citato Montecopiolo ma potremmo andare più in là, credo che lo stesso discorso valga per Pennabilli, per Casteldelci. Un intervento di tutela e di immissione di vincoli che può avere effetti devastanti sull'economia, sullo sviluppo di quei centri. In questo senso potrei dare per ritirata l'interrogazione che ho presentato su questo argomento se lei mi garantisce anche fuori microfono, che si fa carico di questo problema, perché comunque il piano, così com'è non può essere approvato in quanto sarebbe un delitto per le popolazioni del Montefeltro pesarese. Quindi la invito a far sì che quel piano venga adeguato alle effettive condizioni di quei territori. Preannuncio quindi alla presidenza che di fronte ad un intervento anche fuori microfono dell'assessore di impegno in questo senso, ritiro l'interrogazione che ho presentato sull'argomento.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Ottaviani, per un chiarimento.

ROBERTO OTTAVIANI. Colgo l'occasione per rubare un minuto e replicare a Giannotti su questo argomento.
Le norme dei piani di assetto idrogeologico (PAI) del Conca-Marecchia approvati hanno creato problemi soprattutto nel comune che Giannotti precedentemente citava. Noi stiamo lavorando intensamente, come autorità di bacino delle Marche, insieme con l'autorità di bacino del Conca-Marecchia e con le segreterie tecniche per far sì che queste norme che sono state applicate nel Conca-Marecchia siano innanzitutto conformi alle norme regionali della Regione Marche, o perlomeno si avvicinino moltissimo non solo all'Emilia Romagna o alla Toscana, perché si tratta di un bacino interregionale e come tale ci sono problemi di omogeneità di normativa.
Non solo, ma come autorità di bacino abbiamo adottato sì i piani di assetto idrogeologico, ma abbiamo anche rinviato l'applicazione delle norme all'adozione definitiva, cioè in prima adozione non abbiamo fatto scattare i vincoli. L'autorità di bacino del Conca-Marecchia quel giorno senza la mia presenza — poiché non sempre si può essere presenti — li ha fatti scattare. Però c'è un impegno serio e concreto da parte della segreteria e da parte della presidenza, che è in questo momento guidata dall'assessore dell'Emilia Romagna, a rivedere le norme tecniche, a rivedere anche le perimetrazioni di queste aree e stiamo lavorando intensamente su questo, per superare i limiti che sono stati evidenziati precedentemente.



Interrogazione (Svolgimento): «Nuovo incidente alla raffineria Api di Falconara» Moruzzi e D'Angelo (201)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 201 dei consiglieri Moruzzi e D'Angelo. Per la Giunta risponde l'assessore Ottaviani.

ROBERTO OTTAVIANI. Leggo la risposta all'interrogazione in merito all'incidente avvenuto nel febbraio 2001: «In relazione all'interrogazione in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di riscontro acquisiti sulla base della documentazione gli atti del Servizio Ambiente.
L'incidente si è verificato all'interno della "zona caricamento autocisterne GPL della raffineria alle ore 16.l1 del 12.2.2001. La causa è attribuibile alla rottura di un tirante del giunto di separazione di emergenza del sistema di caricamento GPL. Il giunto incidentato e stato inviato ad un laboratorio specializzato per verificare le motivazioni delI'accaduto.
In conseguenza dell'accaduto la valvola a monte ha chiuso ermeticamente impedendo la fuoriuscita di GPL liquido. La valvola a valle (lato autocisterna) non ha invece chiuso perfettamente probabilmente per la presenza di un corpo estraneo tra la valvola e la sezione di ritenuta. Ciò ha provocato la fuoriuscita di GPL liquido stimabile in 1000-150 litri. L'immediato successivo intervento della valvola di sicurezza presente nell'imboccatura dell'autocisterna ha definitivamente bloccato l'emissione.
La fuoriuscita di gas ha generato una nube che non ha superato i limiti della pista di carico, anche per il tempestivo intervento del sistema di sicurezza antincendio.
Sulla base di quanto relazionato dal comando provinciale dei vigili del fuoco e dal dipartimento di Ancona dell'Arpam, area impiantistica, emerge che: secondo il piano di emergenza interno l'incidente è da classificarsi quale incidente di prima categoria, senza ipotesi di aggravamento avvertibile dalla popolazione per il quale non è necessaria segnalazione agli enti interessati (Arpam, vigili del fuoco, prefettura, Comune, Ferrovie dello Stato e quant'altri).
In rispetto alle ordinanze prefettizie 1361 del 4.9.1999 e 1407 del 25.10.1999 la direzione aziendale ha comunicato prima telefonicamente e successivamente via fax, l'incidente ad Arpa, vigili del fuoco e Comune.
La direzione aziendale ha asserito che le Ferrovie dello Stato non sono state avvertite, sia in conseguenza della classificazione dell'incidente sia perché la quantità, il grado di ventilazione e la grandezza della nube non andavano minimamente ad influenzare il percorso ferroviario. Sulla base degli esiti dei sopralluoghi effettuati è risultato che non esisteva alcun problema di attraversamento della ferrovia, in quanto le persone hanno potuto spostarsi attraverso i sottopassi esistenti».
Questo è quanto ci viene riferito in base alla documentazione degli atti presenti nel nostro servizio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi per dichiararsi soddisfatto o meno.

MARCO MORUZZI. Ringrazio l'assessore della risposta, anche se l'incidente è avvenuto all'inizio di quest'anno e nel frattempo si sono verificati altri incidenti anche più gravi, ultimo quello del 13 novembre, e sono venuti alla luce altri comportamenti da parte dell'Api che noi Verdi abbiamo pubblicamente censurato e che qui continuiamo a fare e che mi risulta siano stati censurati anche dall'Amministrazione regionale che in appositi documenti dichiara che c'è un rapporto di non sufficiente collaborazione da parte di questa azienda a rischio e tutti coloro che sono preposti alla prevenzione del rischio, alla sicurezza, agli interventi quando esistono le emergenze.
Anche da questa risposta traggo alcune considerazioni, cercando di fare la parte dell'avvocato del diavolo, ma a me sembra particolarmente strano che le Ferrovie non fossero state avvertite, come se immediatamente al verificarsi dell'incidente si fosse stati in grado di classificare la categoria dell'incidente stesso e quindi non tale da costituire motivo per allertare coloro che con i treni attraversano l'impianto petrolchimico di Falconara. Mi sembra sorprendente, basta il buon senso. Quando avviene un incidente c'è qualcosa che sfugge dal controllo: ebbene i tecnici dichiarano che la situazione era talmente sotto controllo che immediatamente si è fatta la classificazione dell'incidente e si è ritenuto che non occorreva avvertire le Ferrovie. Se in questo Consiglio vogliamo ancora raccontare le barzellette così come quelle a cui abbiamo assistito in questi anni di gestione dei rapporti tra l'Api e il resto della società marchigiana continuiamo pure a raccontarle.
Vedo che l'assessore sorride, quindi credo che lui stesso convenga che è quanto meno singolare che si giustifichi che i soggetti che attraversano con mezzi che trasportano persone l'impianto petrolchimico non vengano comunque preavvertite ogni qualvolta succede qualcosa. Qui abbiamo la dispersione, pure se in quantità circoscritta, di una sostanza particolarmente infiammabile e ricordiamo che è stato proprio il GPL che ha provocato il disastro della raffineria Api in passato. Per fortuna questo GPL non si è infiammato: l'API sapeva già che non si sarebbe infiammato, sapeva già che non sarebbe successo niente... Eppure, nella valvola di ritenuta c'era un corpo estraneo, e sappiamo bene che la frizione tra una parte metallica e un corpo estraneo può provocare una scintilla. Si sapeva benissimo che l'incidente non si sarebbe aggravato...
Sono soddisfatto per quello che riguarda non i tempi della risposta ma l'accertamento, da parte dell'assessore, ma da questa risposta traggo altri elementi per confermare quello che ho letto già sui documenti della Regione. Noi abbiamo come interlocutore un soggetto poco credibile in questa fase, nella gestione delle situazioni di incidente ma anche nella gestione ordinaria. E ricordo a questo Consiglio che già in quest'aula noi abbiamo denunciato che tutta la gravità della contaminazione del sottosuolo all'interno della raffineria Api è emersa non tanto e non soltanto perché c'è stato un atto volontario da parte della raffineria di comunicare quello che è successo, ma perché l'Arpam durante un sopralluogo ha fatto una verifica di terreni di escavazione abbandonati in superficie senza alcuna protezione e ha riscontrato che questi terreni erano contaminati al di sopra dei limiti di legge. Durante quel sopralluogo — così si legge nel verbale in nostro possesso — si è venuti a conoscenza dell'esistenza di lavori sotterranei per il contenimento di quello che è stato chiamato "surnatante", cioè la contaminazione da idrocarburi pesanti e leggeri del sottosuolo. E' emerso il possesso, da parte dell'Api, di ricerche e studi che fino a quel momento non erano stati consegnati ed emergono dei particolari che sono estremamente interessanti che la raffineria Api ha smentito in un comunicato stampa dicendo che volontariamente ha consegnato questo materiale. l'avrà consegnato volontariamente, ma quello che sta scritto in quel verbale dell'Apa è molto eloquente.
Credo quindi che l'atteggiamento con cui la pubblica amministrazione fino ad oggi si è posta nei riguardi di questa azienda debba profondamente cambiare. Una accondiscendenza non è giustificata dal comportamento che sistematicamente verifichiamo e che si conferma sistematicamente ogni volta che avviene qualcosa di anomalo, ogni volta che si scopre qualcosa su cui si chiede poi alla pubblica amministrazione di intervenire.
Noi ribadiamo il concetto che debba essere verificato seriamente se l'Api ha occupato il suolo demaniale a ridosso del fiume. Siamo contrari alla realizzazione della cosiddetta "palancolata" finché non sia chiarito se è stato occupato o non occupato il terreno demaniale e fino a quando non saranno stati chiariti tutti i rischi idrogeologici derivanti dal fatto che è stata interrata metà della foce del fiume Esino per occupare un'area su cui oggi abbiamo presenti non solo impianti della raffinazione ma anche la centrale elettrica e la sottostazione di trasformazione della corrente elettrica di collegamento con la rete.
Ci sono ancora rischi e dubbi tali da chiarire, che riteniamo non si possa tranquillamente andare alla riconferma della concessione per un impianto di questo genere finché non ci saranno tutte le garanzie che oggi la raffineria Api non sembra né voler né poter dare. Avremo in questo Consiglio modo di ridiscutere anche in relazione alle comunicazioni fatte dal Presidente D'Ambrosio e ci auguriamo che il Consiglio nella sua interezza voglia e possa approfondire le vicende che sono recentemente emerse grazie anche al lavoro dell'assessorato all'ambiente e dell'Arpam che ha iniziato a fare luce su vicende che per anni erano rimaste all'oscuro di tutti.



Interrogazione (Svolgimento): «TIN Macerata» Pistarelli (231)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 231 del consigliere Pistarelli. Per la Giunta risponde l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Do lettura della risposta: «In riferimento al contenuto dell'interrogazione posta dal Consigliere Pistarelli sulla mancata istituzione di un servizio di terapia intensiva neonatale presso l'ASL di Macerata e sull'attivazione di un gruppo di lavoro per la predisposizione del progetto obiettivo regionale materno-infantile, si precisa quanto segue:
L'istituzione di un servizio di terapia intensiva neonatale rientra tra i requisiti organizzativi del percorso nascita stabiliti dal Progetto Obiettivo Materno-Infantile. Nella fattispecie, I'istituzione di una TIN presso l'ASL di Macerata, verrà affrontata nell'ambito del Progetto Obiettivo Regionale "Tutela Materno-Infantile", previsto dalla L.R. 34/98 "Piano Sanitario Regionale 1998-2000".
L'elaborazione del PO in parola, ha subito dei ritardi dovuti, soprattutto, alla ritardata approvazione del PO Nazionale Materno-Infantile (DM 24 aprile 2000);.
La Giunta Regionale, con Deliberazione n. 611 del 20.3.2001, ha costituito il Gruppo di lavoro regionale per l'elaborazione del PO "Tutela Materno-Infantile". L'attività del suddetto Gruppo, è sostanzialmente alla fine del percorso che presumiamo possa concludersi fra la fine di questo anno e i primissimi mesi del prossimo».
Dentro questo troverà risposta la soluzione dell'istituzione del secondo polo di TIN presso l'ospedale di Macerata, quindi in questo momento, nella sintesi, la risposta alla domanda del consigliere Pistarelli è demandata al gruppo tecnico di lavoro che la Regione ha costituito dopo l'approvazione a livello nazionale del progetto obiettivo materno-infantile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

FABIO PISTARELLI. Nell'indifferenza dell'aula si discutono interrogazioni che hanno invece un rilievo territoriale e sociale molto importante. E' uno strumento, quello dell'interrogazione, che è sì potestà ispettiva del consigliere, ma in realtà è uno strumento che riesce ad inserire un argomento all'ordine del giorno che, affrontato con domande precise costringe la Giunta e l'assessore a prendere finalmente decise posizioni.
In questa mia interrogazione ho riproposto il tema della terapia intensiva neonatale che ci ha visto discutere per giorni in sede di piano sanitario regionale, su emendamenti e su proposte precise che venivano dai banchi dell'opposizione. Ricordo la mia posizione, ma quella di Fabrizio Grandinetti, quella di Ermanno Pupo, quella di tutti coloro che si erano resi protagonisti di tante iniziative in favore del secondo polo di terapia intensiva neonatale, cioè dell'emergenza-urgenza per l'infanzia che oggi invece vede solo un polo, quello anconetano: tutte le questioni relative ai neonati che hanno problemi di insufficienze gravi — respiratorie, cardiocircolatorie ecc. — vengono demandate alla fortuna di nascere di giorno, perciò la fortuna di avere una eliambulanza che trasporta il neonato direttamente ad Ancona.
Il secondo polo di terapia intensiva neonatale è un'esigenza grossa, forte sul territorio, perché i numeri parlano chiari: purtroppo le patologie legate alle nascite sono in un numero che non è in grado di poter essere completamente assorbito dalla presenza della terapia intensiva di Ancona. Questi sono ormai documenti.
Già in sede di piano sanitario regionale chiedemmo di inserire esplicitamente l'indicazione di secondo polo di terapia intensiva a Macerata, c'era un esperimento in corso molto valido seguito dal dott. Perri, esperimento che si era consolidato anche nell'esperienza della sua équipe, e c'era anche una richiesta forte da parte del territorio, perché questi esperimenti erano stati ad un certo punto bloccati in quanto avevano bloccato il loro percorso temporale.
Siamo a tre anni dal piano sanitario, siamo a un anno e mezzo da una mozione che prima della fine della scorsa legislatura impegnò la Giunta regionale a far sì che con il gruppo di lavoro si decidesse definitivamente, entro 120 giorni la collocazione della terapia intensiva. Oggi l'assessore ci dice che purtroppo, invece, questo gruppo di lavoro non ha completato il proprio studio, il proprio approfondimento, non ha completato il percorso per i ritardi nazionali.
E' vero che il materno-infantile deve seguire i criteri di massima, però è altresì vero che questa cosa la sapevamo anche quando abbiamo votato quella mozione in aula, un anno e mezzo fa, prima della scadenza della scorsa legislatura.
Assessore, secondo noi ci sono altri problemi, quelli che stanno attanagliando anche adesso la sanità marchigiana, cioè la non decisione, la possibilità, finalmente, di dire chi è per il sì e chi è per il no. Quando si respinse l'emendamento in sede di piano sanitario si disse "dobbiamo demandare il tutto ad un progetto ad hoc", e quindi non si decise. Invece in quest'aula bisogna finalmente esprimersi per il sì o per il no, dicendo che riforma si vuol fare della sanità, che riequilibrio territoriale si vuol fare, che risposte si devono dare sul territorio. Speriamo che il gruppo finisca finalmente i propri lavori — quindi questa è l'unica "speranziella" che ci viene data dalla sua risposta, assessore — e che a gennaio si dica finalmente un sì o un no, non vogliamo altro. Noi ci siamo sempre battuti per il sì, ma sono sicuro che il territorio voglia almeno un sì o un no su questa proposta.

PRESIDENTE. Concludiamo il primo punto dell'ordine del giorno, con la proposta di iniziare la seduta pomeridiana alle 16 precise, per trattare un paio di interpellanze, per circa mezz'ora.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Conto consuntivo dell'esercizio finanziario 2000 del Consiglio regionale» Ufficio di presidenza (75)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 75 , ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Presentiamo all'aula, per l'approvazione, il conto consuntivo dell'esercizio finanziario dell'anno 2000 che deve essere approvato prima della proposta di legge successiva che concerne l'assestamento di bilancio.
Voglio ricordare che le risultanze del conto consuntivo dell'anno 2000 si riferiscono ad una gestione che possiamo definire a cavallo tra due realtà amministrative, quella che si è conclusa con la legislatura precedente e quella che è iniziata con la legislatura in corso. Infatti, questo consuntivo dell'attività del Consiglio regionale si riferisce alla gestione dell'Ufficio di presidenza che è cessata il 29 maggio 2000 con le nuove elezioni e alla nuova gestione dell'Ufficio di presidenza attualmente in carica.
Come nei precedenti esercizi finanziari, anche nell'anno 2000, i fondi messi a disposizione del Consiglio regionale per far fronte alle esigenze funzionali di tutte le strutture consiliari sono stati gestiti conformemente ai principi stabiliti dalla legge 6.12.1973, n. 853. Sapete, perché l'ho detto anche nella relazione al conto consuntivo dell'anno precedente, che si è in attesa anche della ridefinizione delle opportunità di spesa in relazione alla istituzione di ulteriori capitoli con la cosiddetta "autonomia gestionale e finanziaria" anche da parte del Consiglio regionale che non sia ancora vincolata a schemi, a meccanismi rigidi quali quelli che sono imposti dalla legge del 1973.
Va ricordato che la gestione di detti fondi per l'anno 2000 si è protratta, limitatamente all'assunzione degli impegni di spese ed all'accertamento di entrate, fino al 31 gennaio 2001 in forza dell'art. 39 della L.R. 28.12.2000, n. 30 (assestamento del bilancio 2000).
Con la stessa legge regionale sono stati incrementati gli stanziamenti di alcuni capitoli del bilancio consiliare utilizzando i fondi dell'avanzo di amministrazione determinato con il consuntivo dell'esercizio 1999. Anche questo è stato fatto secondo delle determinazioni precise assunte dal Consiglio regionale con l'indicazione dei capitoli di spesa da rimpinguare e l'entità delle somme da inserire in ciascuno dei capitoli individuati. Questo aspetto è importante, perché spiega anche l'emendamento che ho presentato per l'approvazione dell'atto amministrativo che ci accingiamo a fare.
Per un più completo esame dei risultati contabili del presente consuntivo, non va dimenticato che nell'almo 2000 c'è stato il passaggio dalla VI alla VII legislatura, che ha portato una modifica alla composizione degli organi regionali. Sono infatti stati nominati dal Presidente della Giunta degli assessori esterni, sono state istituite nuove Commissioni, sono cambiati i gruppi consiliari con la cessazione di alcuni e la creazione di nuovi gruppi. Inoltre ci sono stati tutti i cambiamenti relativi alle segreterie particolari dei gruppi stessi.
L'ufficio ragioneria del Consiglio ha allegato al documento contabile in esame anche un quadro riassuntivo del conto con gli importi espressi in euro, tenendo conto che si è giunti quasi al termine del periodo transitorio di introduzione della nuova moneta europea e che il prossimo anno tutte le operazioni contabili saranno riportate esclusivamente con l'euro.
Come si evince dal prospetto riepilogativo dei dati contabili, per l'esercizio finanziario 2000 risulta un avanzo di amministrazione pari a £. 902.793.355, pari ad euro 466.253,26. Tale avanzo è formato da economie di stanziamenti per £. 324.488.039, da residui perenti per £. 123.060.987 e per £. 455.244.329 da residui insussistenti.
Si sottolinea che la previsione di spesa contenuta negli stanziamenti dei capitoli di bilancio è stata sufficientemente rispettata, risultando un rimanenza limitata a £. 324.488.039 su una previsione totale delle uscite di £. 27.830.000.000.
In misura predominante hanno invece concorso alla formazione dell'avanzo i residui perenti ed insussistentl.
Si ritiene opportuno evidenziare che hanno maggiormente contribuito alla determinazione dell'entità dell'avanzo i residui insussistenti derivanti dalle economie su spese per organi istituzionali, risparmi per trattative e gare, nonché su servizi di assistenza, noleggi, manutenzioni ed economie su organizzazioni e partecipazioni ad iniziative varie.
L'ammontare dei residui perenti è composto per la maggior parte da somme impegnate nell'esercizio 1999 ed ancora non liquidate ai responsabili organizzativi di manifestazioni ed iniziative alle quali il Consiglio ha partecipato e per le quali non sono a tutt'oggi pervenute le richieste dei fondi di compartecipazione, né la prevista documentazione attestante il loro regolare espletamento.
L'avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio, formatosi come sopra specificato nell'esercizio 2000, deve essere riversato sul bilancio regionale e le risultanze finali del presente consuntivo sono incluse nel rendiconto generale della Regione Marche come stabilito dall'art. 5 della legge 6.12.1973, n. 853 e dall'art. 138 della L.R. 30.4.1980, n. 25.
Tutta la documentazione contabile prodotta nel corso della gestione finanziaria anno 2000 si trova agli atti dell'ufficio ragioneria del Consiglio regionale.
Voglio ricordare che i revisori del conto non hanno mosso osservazioni rispetto al conto consuntivo che è stato presentato alla loro attenzione, e voglio immediatamente illustrare l'emendamento che ho illustrato per evitare di riprendere successivamente la parola.
Nella nostra delibera amministrativa avevamo un punto 2) che diceva: "di riversare ai sensi dell'art. 5 della legge 853 nel bilancio regionale l'economia di 902 milioni pari ad euro 466.000 quale avanzo di amministrazione formatosi nel corso della gestione, stabilendo di destinare detta somma al bilancio del Consiglio per finanziare gli interventi di riqualificazione delle attività consiliari avviate nel precedente esercizio". Questa è una formulazione che avevamo proposto anche all'attenzione del collegio dei revisori dei conti, una formulazione che a mio avviso oggi non ha più ragion d'essere tenendo conto che comunque l'avanzo di amministrazione è stato già utilizzato in sede di approvazione del bilancio preventivo da parte del Consiglio regionale ed è stato confermato in assestamento di bilancio. Però voglio ripristinare il principio — perché è un fatto di principio e di correttezza amministrativa — che le somme eventuali costituenti avanzo di amministrazione, sono successivamente all'approvazione del conto consuntivo destinate, da parte del Consiglio, al bilancio regionale secondo le indicazioni che l'aula dà. Mi pare una forzatura presumere che ci sia un avanzo di amministrazione, in relazione alla quale presunzione si determina su quali capitoli riversare gli avanzi di amministrazione quando ancora il conto consuntivo non è stato approvato e quindi non c'è la risultanza reale della contabilità che nel frattempo si è determinata.
Ecco perché propongo di modificare questa dizione finale che non ha più ragion d'essere, con la dizione "le eventuali somme costituenti l'avanzo di amministrazione degli esercizi successivi siano riutilizzabili solo in conformità alla deliberazione consiliare di approvazione dei rispettivi conti consuntivi che ne stabilisce la determinazione". Quindi una scala prioritaria che viene definita non per una priorità d'importanza ma per una priorità temporale che deve prima vedere l'approvazione del conto consuntivo, la decisione di questa Assemblea circa l'utilizzazione delle risorse e la ricollocazione o la riallocazione delle risorse secondo le indicazioni che l'Assemblea vorrà dare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Farò un unico intervento, parlerò sul consuntivo, non riprenderò la parola sull'assestamento.
Sicuramente il lavoro dei consiglieri regionali non è facile nell'esaminare tutte le carte che ci sono state date in pochi giorni, e comunque, dall'esame congiunto di questi documenti contabili — mi riferisco al consuntivo e all'assestamento di bilancio, ivi compresa la nota preliminare — si evince una grave preoccupazione per le sorti del bilancio regionale per il 2002. E dico perché. Il consuntivo 2000 porta una chiusura in negativo di 123 milioni a cui va aggiunto il debito per la sanità. Esaminando la relazione sul consuntivo abbiamo 375 miliardi di residui perenti...

PRESIDENTE. Dovevamo parlare del consuntivo del Consiglio...

LUIGI VIVENTI. Io ho premesso che volevo fare un intervento generale su tutti e tre gli argomenti. Se non è corretto non lo faccio adesso, aspetto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Esprimo un atteggiamento profondamente critico, mio e di Alleanza nazionale nei confronti del bilancio del Consiglio regionale, perché questo è l'unico atto attraverso il quale possiamo valutare e giudicare l'operato di questo Ufficio di presidenza del quale Alleanza nazionale non fa parte, ma non è questo il punto. Presumo che un coinvolgimento dei consiglieri delle minoranze sia doveroso nell'attività dell'Ufficio di presidenza indipendentemente dalle rappresentanze ivi presenti.
Siamo fortemente critici perché non approviamo la gestione e i metodi di gestione di questo Ufficio che procede in maniera troppo autopromozionale, in maniera poco coinvolgente e di poca condivisione delle scelte di ogni natura: di consulenza, di iniziative, di missioni, criteri che non conosciamo ai quali rimaniamo estranei, constatando però che di eccessi di determinati atteggiamenti ce ne sono e tanti. La scorsa settimana non so quante persone si trovavano in missioni le più disparate nelle parti del mondo e d'Europa. Da ultimo ieri abbiamo osservato, quasi divertendoci, con il capogruppo di Forza Italia Giannotti, il giornale del Consiglio regionale nel quale, non so perché, manca completamente qualunque accenno, qualunque spazio ad Alleanza nazionale. Ci siamo divertiti a cercare, tipo cruciverba, le facce del Presidente del Consiglio dott. Minardi che sono massicciamente presenti — le abbiamo addirittura cerchiate — in numero di 14. Nulla in contrario anche perché è un'immagine piacevole — e glielo dico anche sotto l'aspetto del giudizio femminile — però sono tante, perché in tutto il giornale è composto di 16 pagine. Ritengo che questo vada addirittura a discapito degli stessi altri componenti dell'Ufficio di presidenza che non sono neanche loro rispettati neanche in un tentativo di rispetto della par condicio. Riteniamo che ci siano degli eccessi sicuramente da ridimensionare, che soprattutto si manifestano nei continui viaggi e missioni che ci sfuggono: noi non sappiamo con quale criterio le trasferte vengano decise. Ho già detto altre volte che proprio per una mancanza di "fiducia" nei sistemi che non conosco e ai quali non partecipo, ho scelto quasi aprioristicamente di non partecipare, quindi di non essere coinvolta in missioni e trasferte di alcuni tipo, però capiamo che questo è un atteggiamento sicuramente penalizzante per il consigliere. Un sistema diverso, una distribuzione più coinvolgente vedrebbe da parte di Alleanza nazionale e da parte mia personale un atteggiamento diverso.
Sono tante le spese che non condividiamo, 2.200 milioni relativi alle consulenze, ai convegni, agli esperti di cui non vediamo i risultati ed il lavoro. Noi lavoriamo in Commissione Statuto, sappiamo che ci sono dei consulenti sullo Statuto sicuramente eccelsi come De Rita e Cassese ma non abbiamo ancora avuto modo di poter esaminare o valutare il loro operato, i loro elaborati perché non credo che ce ne siano stati. Sicuramente il denaro in tal senso è però già stato speso. Tutto un sistema che non possiamo condividere, un sistema autopromozionale che a nostro avviso no è serio, che deve sicuramente cambiare, che deve vedere più coinvolgimento dei consiglieri e di tutte le parti del Consiglio rappresentante, indipendentemente dalla presenza di nostri rappresentanti nell'Ufficio di presidenza, un sistema che ci sfugge anche riguarda il patrocinio di questo Ufficio di presidenza alle iniziative, che ci sfugge anche riguardo ai contributi. Io non saprei come muovermi, anche volessi, per poter proporre il contributo a questa o quella associazione, iniziative meritevoli, degne di plauso che non riescono a veicolare perché probabilmente il criterio non è meritorio ma è, probabilmente, di una contrattazione, di uno scambio vicendevole che avviene all'interno dell'Ufficio di presidenza al quale non abbiamo accesso e non vogliamo, se questo è il criterio, avere accesso. Tutto dovrebbe aprirsi, tutto dovrebbe diventare più trasparente per far sì che anche Alleanza nazionale approvi il consuntivo che è la coda, la parte finale, ma l'unica che viene in Consiglio regionale discussa di questa gestione che non condividiamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Oggi stiamo discutendo della regolarità contabile del conto consuntivo 2000. Questo è l'argomento in discussione. Sulla regolarità contabile i revisori hanno espresso un parere favorevole dopo aver verificato i documenti, con una astensione politica del consigliere Pistarelli di Alleanza nazionale. Di questo avremmo dovuto discutere.
I problemi politici che il gruppo di An rileva con il consigliere Romagnoli sono di altra natura, nel senso che quando andremo a discutere del bilancio per il 2002 dell'Ufficio di presidenza entreremo nel merito delle scelte programmatiche e delle questioni alcune delle quali sono state riferite. Molte volte abbiamo discusso del funzionamento anche dell'Ufficio di presidenza nella Conferenza dei presidenti di gruppo: bisogna che Alleanza nazionale sia presente e lì dica le sue posizioni, altrimenti mi sembra il gioco delle parti, della critica di un organismo del quale non si fa parte senza dare un contributo, nei lavori della presidenza e della Conferenza dei presidenti di gruppo costruttivo, propositivo rispetto ad alcune problematiche, indicando criteri, modalità, suggerimenti, posizioni politiche con le quali è possibile un confronto.
Mi sembra un po' riduttivo sia contare le foto di un giornalino che chiedere in termini astratti e non definiti modalità e criteri che sono noti e che passano attraverso il lavoro dell'Ufficio di presidenza e dei presidenti di gruppo consiliari. Se c'è questa assenza da parte vostra questa non può essere addebitabile né all'Ufficio di presidenza né alle forze politiche che compongono l'Ufficio di presidenza stesso, quindi invito a un lavoro più puntuale il gruppo di Alleanza nazionale per il miglior funzionamento del Consiglio regionale, altrimenti si ha la sensazione che ogni volta che si parla di Ufficio di presidenza rimane questa assenza del gruppo An che cerca in maniera pretestuosa delle polemiche che poi non trovano nella sede deputata e indicata un confronto e una dialettica che permettano di migliorare il funzionamento del Consiglio regionale.
Rispetto a questo tutti siamo impegnati indipendentemente da chi rappresenta l'Ufficio di presidenza, proprio come gruppi consiliari e rispetto a questo chiediamo anche il contributo di Alleanza nazionale nelle sedi deputate, altrimenti si ha il sapore di una polemica che si ripete all'infinito fino a quando non avrete un rappresentante nell'Ufficio di presidenza — ma questo è un problema che riguarda il Polo, i rapporti interni al Polo — con polemiche di poca consistenza politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Ho avuto modo di intervenire in passato su questo problema, anche se può essere interpretata come una voce fuori dal coro quella di Forza Italia, ma mi auguro che sia motivo di riflessione per i nostri consiglieri anche per il futuro, anche per come è stato composto l'Ufficio di presidenza. Condivido pienamente la preoccupazione di Alleanza nazionale riconoscendo che per problemi della Casa delle libertà non abbiamo fatto una bella figura in quell'occasione, non abbiamo messo uno dei partiti più importanti della coalizione che aveva tutti i requisiti e i crismi di rappresentanza in un organismo così importante. E' quindi un nostro problema, lo valuteremo attentamente e per il futuro non accadranno più errori politici così miopi che non producono niente.
Entrando nel merito della riflessione condivido personalmente gran parte di quello che il consigliere Romagnoli ha esposto nel suo intervento. Anche a noi consiglieri di Forza Italia sono sconosciuti i criteri, le scelte, le modalità, gli indirizzi. Vedo che Silenzi allarga le braccia, ma ripeto che rispetto alla scelta sulle pari opportunità non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di conoscere, se non in aula, chi aveva fatto delle segnalazioni. Penso che sia un fatto di democratico e di correttezza quello che le scelte debbano essere fatte dalle associazioni, ma penso che sia opportuno e doveroso conoscere prima chi si deve indicare, chi deve far parte di certi organismi. Questo è un fatto di democrazia, di confronto, di dibattito e di dialettica.
Come non sono a nostra conoscenza i criteri con cui vengono ripartiti i contributi e chi se ne giova, anche quei piccoli Comuni ai quali vengono finanziate bande, manifestazioni, pro-loco e chi più ne ha più ne metta. Vorremmo conoscere a livello preventivo almeno i criteri con cui questi Comuni e queste associazioni possono far parte della ripartizione di queste piccole somme che a volte sono vitali e di sostanza per chi organizza una manifestazione.
Come non conosciamo i criteri con cui vengono stabiliti le missioni e i viaggi. Capita di leggere sui giornali che qualche consigliere regionale va in viaggio in quello Stato, in quella capitale, va in viaggio, va in viaggio, va in viaggio... e non abbiamo mai un resoconto di quello che ha prodotto quel viaggio. Chi va in viaggio — può andare a Londra, a Marrakesh, in Australia, ovunque — deve fare una relazione dettagliata e concisa dei motivi della missione, di quello che in missione è stato fatto, chi si è incontrato, di cosa si è parlato, delle finalità della comunità marchigiana, in modo che noi siamo a conoscenza non solo di come viene speso il denaro della nostra comunità, ma anche delle finalità di questi viaggi o tour.
Ringrazio il Presidente D'Ambrosio che a una mia interpellanza, anziché minacciarmi di querele e denunce per avere chiesto l'utilizzo delle auto di rappresentanza in riferimento a una visita fatta a suo tempo dal capo dell'Ulivo Rutelli nelle Marche, è stato l'unico ad avermi risposto con una correttezza e una garbatezza che stanno nei limiti del confronto e della dialettica politica, però a questo punto mi pongo un altro problema: come vengono utilizzate le macchine per le trasferte? Chi utilizza queste macchine per le trasferte regionali? Sicuramente sarà motivo di una nostra interpellanza, perché da quello che ci risulta fino ad oggi circa 2.200 sono le trasferte fatte a livello di consiglieri regionali. Io credo che l'utilizzo sia sempre avvenuto a livello istituzionale, e quindi sarebbe una cosa giusta e corretta, però penso che sia opportuno verificare come questi mezzi della Regione Marche vengono utilizzati dai consiglieri regionali. Sarà quindi motivo di interrogazione da parte del sottoscritto e mi auguro anche da parte di qualche altro collega del gruppo di Forza Italia, altrimenti la presenterò da solo come l'ho presentata in occasione della visita di Rutelli, perché non ho alcun problema a fare questo tipo di interrogazioni.
Da tutto quanto emerge, il voto che darò sarà quello che darà il gruppo di Forza Italia, anche se mi distinguo da queste riflessioni e da queste considerazioni. Rivolgo però un invito ai due rappresentanti di Forza Italia a vigilare e a far sì che tutti i consiglieri regionali dell'Ulivo e della Casa delle libertà siano messi nelle condizioni di conoscere subito quello che l'Ufficio di presidenza fa. Si parlava di consulenze, di incarichi... Dobbiamo essere messi in condizione di conoscere tutti gli atti, tutte le decisioni, perché se si vuole che siano sostenute e votate chiedo agli amici che fanno parte dell'Ufficio di presidenza di coinvolgerci in queste scelte e decisioni.
Sicuramente il presidente del nostro gruppo farà la dichiarazione di voto e quindi mi atterrò alle sue decisioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Signor Presidente, signori consiglieri, credo che il bilancio del Consiglio, in particolare il consuntivo sia l'occasione per riflettere e ragionare sull'attività e sulla funzionalità del nostro organismo. Non mi sembra che il dibattito che ho ascoltato fino a questo momento vada in questa direzione, né penso con il mio intervento di deviare una tendenza. Mi sembra che non ci sia una discussione approfondita e ci sia stato un tentativo, anche da parte del gruppo di Alleanza nazionale, della collega Romagnoli di puntare il dito su alcune cose che secondo il gruppo di Alleanza nazionale non vanno, ma secondo me non si coglie assolutamente né l'importanza né l'occasione che il consuntivo dà. Doveva esserci un confronto sull'uso delle risorse, sulla ripartizione. Non ho sentito gli argomenti, anche critici, che certe volte sono stati sollevati nella Conferenza dei presidenti di gruppo.
Di questo bilancio la responsabilità è non soltanto dell'Ufficio di presidenza e del Presidente, ma anche del lavoro dei gruppi e dei presidenti di gruppo. Ho sentito sollevare l'obiezione sulle consulenze Cassese e De Rita, ma basta vedere l'importo di questa consulenza per capire che con importi di quel genere è già tanto che noi riceviamo dei contributi scritti e abbiamo avuto la partecipazione di questi personaggi a importanti iniziative che il Consiglio ha svolto. Il tema delle consulenze è pericoloso, perché è un settore su cui le risorse possono essere sempre insufficienti, si possono riversare somme ingenti e non avere dei risultati.
Il nostro è un bilancio fagocitato e assorbito in gran parte dalle spese destinate al funzionamento dei gruppi e alle indennità dei consiglieri e a tutte le spese accessorie che vengono trascinate da questo. E' un argomento scomodo, che forse i consiglieri non vogliono affrontare, però è la realtà: la gran parte del bilancio di questo Consiglio è utilizzata per garantire la presenza dei consiglieri, degli assistenti e il mantenimento della struttura. Su questo credo debba svilupparsi una discussione seria. Le stesse iniziative ultimamente portate avanti, importanti, come la realizzazione del sito Internet, che in questi giorni ha avuto 160.000 visite e che svolge una funzione importante, sono avvenute in economia, per certi aspetti anche troppo in economia, ma dimostrano che c'è un tentativo di offrire al Consiglio, ai consiglieri dei servizi in una situazione finanziaria estremamente difficoltosa. Forse potremo togliere nel prossimo bilancio di previsione qualche centinaia di milioni, un miliardo, due miliardi alla dotazione del Consiglio regionale, ma con la consapevolezza che questo comporterà una riduzione dei servizi che oggi vengono offerti ai consiglieri. E i servizi sono l'assistenza tecnica quando i nostri computer vengono colpiti dai virus, come è successo recentemente mandando in tilt il Consiglio regionale, mandando in tilt l'attività dei consiglieri. Credo che su questi argomenti i consiglieri debbano poter ragionare con uno sforzo di entrare nelle cifre e nelle problematiche, consapevoli che a volte non c'è neanche il tempo per poter entrare in queste problematiche, visto che cerchiamo di svolgere la nostra funzione di consiglieri e la nostra attenzione è rivolta soprattutto a quel bilancio che poi si trasferisce sulla collettività marchigiana.
Colgo l'occasione per rivolgere un invito a tutti i presidenti di gruppo e ai gruppi consiliari a utilizzare la Conferenza dei presidenti di gruppo non soltanto per riversare una serie di richieste e di lamentele ma per fare in modo che il prossimo bilancio del Consiglio regionale sia più condiviso, si trasferiscano nelle scelte di bilancio tutte quelle soluzioni od opzioni che oggi non soddisfano i consiglieri se non c'è in questa sede un voto unanime sul bilancio consuntivo.
Si può entrare nel merito di alcuni atti dell'Ufficio di presidenza, si possono condividere o non condividere, devo dire anch'io che su alcuni di questi atti c'è una condivisione e su altri non c'è, però credo che soltanto approfondendo questa materia, entrando meglio nei problemi riusciremo ad evitare che il bilancio consuntivo o preventivo del Consiglio sia qualcosa che rappresenta alcuni e non altri, perché su atti come questi penso che non debbano esistere maggioranze e minoranze. Per la natura dell'intervento, per le finalità del bilancio stesso credo che non sia opportuno andare ad una divisione del voto in questa sede. Capisco anche una presa di distanza da parte di Alleanza nazionale che innaturalmente non è rappresentata nell'Ufficio di presidenza a seguito di alcune vicende politiche nella sede del voto; credo però che trasferire questo in un atto come il voto sul bilancio consuntivo sia qualcosa che probabilmente va oltre.
Il bilancio del Consiglio regionale è un bilancio aperto, gestito da un Ufficio di presidenza di cui fanno parte quattro forze politiche, ma un bilancio che deve essere aperto alle indicazioni di tutti, che deve essere formato soprattutto nella Conferenza dei presidenti di gruppo che se non ha avuto sufficiente voce in capitolo sui bilanci di previsione non credo che possa essere ricondotto direttamente all'Ufficio di presidenza stesso o alla struttura stessa. Come presidente di gruppo, nel corso di questi ultimi 12 mesi più volte ho scritto al Presidente, più volte ho scritto agli altri presidenti di gruppo, più volte ho segnalato delle opzioni, delle priorità relative alla gestione di questo bilancio, questo continuerò a fare e credo che questo potrà essere più efficace se avrò in questo il conforto anche da parte degli altri presidenti di gruppo che faranno altrettanto e ci costringeranno, tutti insieme, a fare in modo che il prossimo bilancio di previsione sia un bilancio di rigore necessario e indispensabile, ma sia un bilancio anche che centra gli obiettivi che noi ci vogliamo dare, consapevoli anche che dobbiamo lavorare in una situazione di risorse limitate e quindi l'uso appropriato delle risorse significa anche rinunciare ad alcune cose ma soprattutto scegliere delle priorità, assumersi la responsabilità di dire quali sono le priorità all'interno del bilancio del Consiglio regionale.
Voglio segnalare come problema — non l'ho fatto con le comunicazioni scritte che ho destinato al Presidente e talvolta anche ai presidenti di gruppo — il grande tema della razionalizzazione delle sedi, degli uffici del Consiglio e della Regione, un tema che dobbiamo affrontare e che è difficile perché richiede un investimento, però quello è un terreno su cui possiamo avere in proiezione futura un risparmio forte e trarre, non sul bilancio prossimo o su quello successivo, ma sicuramente in futuro, risorse nuove per dare un impulso alla nostra attività e soprattutto a quella trasparenza che non è mai abbastanza, che non è mai sufficiente nella gestione di questo consesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Penso che tutto si possa migliorare a questo mondo, pertanto anche la gestione del bilancio del nostro Consiglio, però a me giunge molto strano e fuori luogo un atteggiamento che si pone in critica dell'utilizzo del bilancio unicamente per rappresentare qualche cosa di diverso da quello che si vuol dire attraverso le cifre. Se esistono problemi politici vanno assolutamente dichiarati apertamente e non nascosti dietro le imputazioni di spesa. Il nostro bilancio, se comparato con altri Consigli regionali è sicuramente quello più striminzito. Le strumentazioni a disposizione del Consiglio sono sicuramente all'osso, perché da quanto so in altri Consigli ci sono molti più servizi e ci sono sicuramente altri dimensionamenti di servizi o di risorse degli uffici ecc.
L'utilizzo delle risorse a disposizione del Consiglio regionale, tra l'altro con il prossimo bilancio dovrà fare i conti con una politica austera, nel senso che si sta profilando il bilancio preventivo per il 2002. E' chiaro che se si faranno economie si dovranno fare economie anche in Consiglio, ma detto questo credo che l'utilizzo dei fondi assegnati al Consiglio non possa essere assolutamente criticato sul piano non solo della consistenza ma anche della quantità.
Credo che la Conferenza dei presidenti di gruppo debba essere più attenta. E' in quella sede che politicamente abbiamo la possibilità di suggerire le scelte migliori per il funzionamento del Consiglio. Sottolineo, come già fatto più volte, l'esiguità dell'attribuzione ai gruppi, nel senso che utilizziamo quello che è possibile utilizzare, però rispetto alle esigenze di comunicazione, di organizzazione a cui si deve far fronte le dotazioni sono abbastanza limitate.
Nonostante questo credo che portiamo avanti correttamente la nostra attività e credo che le osservazioni che sono state fatte qui anche dal consigliere Brini non sono accettabili sul piano della concretezza. Se ci sono problemi all'interno di Forza Italia da dover dirimere credo che debba essere fatto al proprio interno piuttosto che tentare di infangare alcune valutazioni da fare sul consuntivo che non c'entrano assolutamente niente. Credo che dobbiamo essere seri rispetto a queste cose, poi ognuno può dire quello che vuole, ma tentare di far intravedere all'interno delle cifre del bilancio consuntivo questioni altre non è corretto... (Interruzione del consigliere Brini). Ma pensa all'utilizzo delle macchine che fa il tuo gruppo.

OTTAVIO BRINI. Significa che avete qualche problema, se fai così...

MARCO LUCHETTI. Ma che problemi? Tu hai due rappresentanti nell'Ufficio di presidenza, come ti permetti di fare queste osservazioni? Veditela dentro l'Ufficio di presidenza.

OTTAVIO BRINI. ...ma siamo in Bulgaria?

MARCO LUCHETTI. Tu hai espresso le tue valutazioni, io esprimo le mie. Siccome dovresti avere riferimento e fiducia nei rappresentanti che tu hai espresso, credo che sarebbe opportuno risolvere i problemi di questa natura, perché si deve avere un rispetto delle istituzioni e dovremmo essere così corretti, quando si parla di questi argomenti, di non far balenare cose che non sussistono perché abbiamo altri obiettivi, altri fini.
Ripeto, tutto è migliorabile, tutto deve essere trasparente; quello che chiedo è che in quest'aula problemi di natura politica non vengano scaricati su questioni di carattere economico o di gestione del bilancio.
Concludo questo mio intervento sottolineando ancora l'esigenza che l'Ufficio di presidenza si raccordi sempre di più con la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché quella è la sede deputata a gestire correttamente le risorse che ci sono attribuite e se riusciremo in quella sede a migliorare il nostro rapporto e le nostre proposte, potremo avere un bilancio più efficace e migliore di quanto non abbiamo fino ad oggi avuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Credo che affrontiamo due ordini di problemi. Un problema politico e un problema tecnico, quindi senza mezzi termini pongo il problema politico.
Alleanza nazionale non si sente rappresentata da questo Ufficio di presidenza, ritiene che l'operazione di avere escluso questa forza politica che è la terza di questo Consiglio regionale, ha sei consiglieri — 7 ne ha Forza Italia e 10 ne hanno i Ds — pone un problema: che l'esclusione comporta la non collaborazione di Alleanza nazionale. Noi riteniamo che l'operazione di esclusione sia stata, senza mezzi termini, una mascalzonata e questa mascalzonata comporta delle ricadute per tutta la durate dell'Ufficio di presidenza. Non c'è altro.
Poi esiste un problema tecnico: quello che su alcune scelte si può discutere. Alcune scelte sarebbero forse state fatte in altro modo, ma per esperienza, essendo stato per cinque anni componente l'Ufficio di presidenza ritengo che il bilancio del Consiglio regionale tutto sommato è abbastanza rigido, gli aspetti flessibili si riducono a una cosa marginale. Certo, su quegli aspetti si possono fare alcune od altre scelte, però qui siamo nell'ordine delle cose discrezionali. Viceversa, per quanto riguarda l'aspetto politico noi abbiamo anche scarsa voglia di collaborazione e lo dico in maniera chiara e netta. Non ci interessa collaborare. Su alcuni fatti sarebbe mancanza di senso di responsabilità partecipare — l'ordine dei lavori ed altre cose — ma per il resto chi ha fatto la scelta di dare vita a questo Ufficio di presidenza che non è organo politico ma organo di rappresentanza istituzionale e di gestione dell'andamento del Consiglio, ha poi le responsabilità.
Tra l'altro a me appare — e qui posso dare un giudizio personale — che la minoranza nel suo insieme è scarsamente rappresentata, non solo perché non c'è rappresentanza anche dell'altra forza di minoranza (Ccd-Cdu) ma perché oggettivamente non è una rappresentatività globale della minoranza, è una rappresentanza personale di due consiglieri che sono stati delegati ad andare nell'Ufficio di presidenza, qualche "genio" della politica ha pensato questa come una grande operazione, a mio parere è stata un'operazione di corti orizzonti. Questo è e con questo si chiude fino a scadenza naturale del Consiglio fra circa un anno.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Non capisco, Luchetti, la singolare difesa d'ufficio che tu hai fatto...

MARCO LUCHETTI. Quando si dicono "frescacce"...

ROBERTO GIANNOTTI. Le "frescacce le diciamo in tanti, perché credo che la capacità personale è quella di riconoscere che non siamo perfetti, quindi che possiamo sbagliare. Io me lo dico spesso e mi auguro che anche tu faccia qualche riflessione in questo senso.

MARCO LUCHETTI. Credo che ti dovresti confessare...

ROBERTO GIANNOTTI. Se c'è una cosa che non devo confessare è quella di avere tradito i miei ideali ma di essere ancora coerentemente attestato agli ideali del mio partito di appartenenza. La storia dirà chi ha contrabbandato certe posizioni.
Non volevo intervenire ma credo che sia giusto e doveroso, nel senso che ho sentito espressioni che non sono accettabili. Questo è l'esame di un atto amministrativo, il rendiconto del Consiglio regionale. Rispetto a questo non può essere fatto divieto ad alcun consigliere di esprimere il proprio diritto di critica e di giudizio. Questo è inaccettabile. Il consigliere Brini così come il consigliere Martoni hanno pieno diritto su qualsiasi atto di esprimersi, al di là del gruppo di appartenenza, al di là del fatto che quel consigliere possa essere rappresentato meno nell'Ufficio di presidenza. Lasciamo da parte queste cose: questo è un diritto che io intendo difendere e ribadire per i consiglieri del mio gruppo ma di tutti i 40 consiglieri regionali.
Brini ha fatto un discorso di costume che ci stava tutto rispetto a questo. Fare fantapolitica, ipotizzare scenari da Terzo Mondo, pensare che l'intervento di Brini sia funzionale a divisioni, meccanismi... Smettiamola con questo discorso. Il consigliere Brini, vicepresidente del gruppo di Forza Italia aveva motivo di dubitare o di porre questioni relativamente ai propri colleghi e ha una sede ben diversa per farlo, ma credo che abbia anche il diritto di porre una questione di costume politico che è fondamentale. Non possiamo sottrarci dalla responsabilità di giudicare l'attività del Consiglio nel suo insieme e degli organismi che si è dato. Questo riferito certo all'uso delle risorse finanziarie, quindi patrocini e sostegno alle singole iniziative.
Per esempio, qualche giorno fa mi sono preso la responsabilità di verificare e ho visto che ci sono delle cose che comunque non vanno. Per esempio che solamente una parte della provincia di Pesaro viene rappresentata da queste cose. Ci sono cose che debbono essere affinate in un concorso complessivo.
Ho fatto questo esempio per dire che vi sono questioni sulle quali credo che sia giusto un discorso di costume così come si è posto relativamente ai viaggi e così come si pone relativamente ad altre questioni.
Sui viaggi siamo stati costretti a definire un prontuario di criteri, che fra l'altro non condivido completamente, nel senso che vorrei discutere, quanto meno: criterio della competenza, criterio dell'alternanza fra consiglieri, ma vorrei che si tenesse conto anche che non tutti i gruppi del Consiglio regionale sono uguali. Il gruppo di Forza Italia ha 7 consiglieri, quello Ds ne ha 8 e non sono come il gruppo dello Sdi che ne ha 1. Se si tiene del principio della rotazione si deve tener conto anche del peso dei singoli gruppi. Ma questa è una parte della partita rispetto alla quale la sensibilità del consigliere Brini lo ha portato a porre delle questioni legittime alle quali bisogna rispondere. Troveremo gli strumenti perché anche a questo si risponda.
Vorrei però che l'occasione di oggi fosse anche l'occasione per cominciare un lavoro relativamente allo status dei consiglieri regionali. Continuo a dire che questi consiglieri regionali sono poveri di diritti, di opportunità, non sono ancora stati messi nelle condizioni di esercitare fino in fondo la loro responsabilità. L'elemento più negativo di questa vicenda è che a un anno di distanza, al di là del tesserino o del pass per non so che cosa, non abbiamo affrontato i nodi di fondo che consentano al singolo consigliere regionale di operare. Per esempio, collegamento informatico: ancora non siamo riusciti a mettere in condizioni i singoli consiglieri ad avere accesso alle banche dati della Giunta, del Consiglio, a poter acquisire documentazione, a poterla veicolare; non siamo riusciti ad affrontare altre questioni, basti pensare al fatto che ancora siamo "accampati" in questo Consiglio, che per un giorno intero siamo attaccati al telefonino, comunque siamo costretti a utilizzare le cabine di vetro perché non si è voluto attrezzare uno spazio adeguato che consentisse di continuare qui, se non ipotizzare il processo di trasferimento. Tutta una serie di questioni che riguardano il lavoro dei consiglieri e, in sostanza, il lavoro del Consiglio che non sono state affrontate.
Ho detto questa cosa per rinnovare l'invito a far sì che in occasione della predisposizione del bilancio preventivo si ponga mano a questa materia. E vorrei lanciare una proposta, consigliere Silenzi: se l'Ufficio di presidenza deve essere aiutato in questo sforzo aiutiamolo. La mia proposta è che la Conferenza dei presidenti di gruppo incarichi alcuni di loro a mettere mano a un pacchetto di proposte condivise, con cui andare al confronto sul quale lavorare insieme agli amici dell'Ufficio di presidenza perché questi nodi strutturali del nostro lavoro possano essere affrontati e risolti definitivamente, non alla fine della legislatura ma prima che la legislatura finisca.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Il gruppo dei Comunisti italiani voterà la proposta formulata dalla presidenza del Consiglio per bocca del relatore Vicepresidente Giuseppe Ricci. Al di là delle polemiche e delle prese di posizione all'inizio della legislatura, l'Ufficio di presidenza è un organo istituzionale rappresentativo di tutto il Consiglio, al di là della sua composizione. Nel merito poi bisogna discutere e se necessario anche criticare, tuttavia noi riteniamo fuori luogo le censure e le prese di posizione di singoli consiglieri. I consiglieri regionali possono intervenire su tutto, per cui sono inutili bacchettature rispetto a questo o a quell'aspetto.
Noi crediamo invece che sia necessaria una riflessione, a partire dal bilancio consuntivo e da quello di previsione del Consiglio per il prossimo esercizio, riferita alla fase odierna del bilancio più complessivo delle Marche e, in generale, della finanza pubblica del nostro Paese. Una situazione caratterizzata dalla necessità di austerità, di risparmio e di rigore. Questa utile discussione dovrebbe portare, in prospettiva, a scelte diverse a nostro modo di vedere.
Non bisogna dare prerogative — qui sì faccio una critica di merito e non una censura ad alcune prese di posizione della Casa delle libertà — alla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari non proprie. L'Ufficio di presidenza ha delle prerogative istituzionali sancite dallo Statuto e dal regolamento, così come la presidenza della Giunta ha altre facoltà, possibilità ed esercizi, così come altri ne ha la Conferenza dei presidenti di gruppo. Perché mai dovremmo, in sede di Conferenza di gruppo andare a una trattativa di tipo quasi consociativo sulle scelte? Dobbiamo invece discutere sulla necessità di programmare per tempo e nelle sedi proprie quelle che dovrebbero essere le future scelte e in maniera propria dobbiamo anche entrare nel merito del bilancio, ad esempio, quando discutiamo di rigore, di austerità e di risparmio, anche per quanto riguarda l'angusto bilancio del Consiglio. Gran parte di esso è una spesa vincolata e la manovrabilità, l'autonomia è poca cosa, anzi andrebbe riformata nel profondo la modalità di organizzazione del bilancio del Consiglio riferita alle strutture dei gruppi, riferita ai servizi, riferita ad una serie di prerogative proprie del Consiglio che hanno già oggi e nel futuro avranno maggiori necessità di risorse finanziarie. Quindi da un lato maggiore possibilità e dall'altro anche la necessità di una razionalizzazione, di una moralizzazione — lo dico non in termini scandalistici ma positivi del termine — per quanto riguarda le missioni. E' vero, le missioni all'estero spesso sono necessarie, utili, utilissime, ma talvolta, anzi quasi sempre diventano, sono o rimangono patrimonio dei soggetti che frequentano quelle missioni. Solo due relazioni sono state fatte nella scorsa legislatura sui viaggi fatti all'estero, invece dovrebbe essere prassi rendere conto al Consiglio di quello che vanno a fare le delegazioni del Consiglio stesso che sono sempre rappresentative, sia della Giunta sia della maggioranza che della minoranza.
Per quanto riguarda la razionalizzazione e la partecipazione dei gruppi alla vita esterna del Consiglio sono stati fatti dei passi avanti significativi e lo registriamo in maniera positiva: il sito Internet, il giornale del Consiglio che dà maggiore spazio ai gruppi consiliari, sia gruppi come tali ma anche singoli consiglieri. Se mai bisognerebbe qui fare una riflessione, riprendendo anche esperienze trascorse ma positive: dare a questi fogli, a questi organi informativi interni ma anche esterni, che vanno a tutti gli enti locali, a soggetti pubblici, ad associazioni di massa, a sindacati, vesti tipografiche più sobrie, molto più sobrie, molto più economiche e che siano più di sostanza. Crediamo che da questa esperienza si possa trarre questo utile insegnamento.
Per il resto il nostro voto è senz'altro favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Giuseppe Ricci per la replica.

GIUSEPPE RICCI. Una replica credo sia doverosa rispetto alla serie di osservazioni che sono state rivolte all'atto amministrativo che ci proponiamo di approvare.
Parto dalle considerazioni che sono state un po' più di dettaglio per dare alcune risposte e per poi passare a delle valutazioni di carattere più generale, oserei dire politiche e istituzionali.
Sui criteri di gestione sono state poste all'attenzione dell'aula alcune osservazioni in merito alle consulenze, ai criteri delle missioni, ai meccanismi che concernono la concessione dei patrocini e delle compartecipazioni.
Per quanto riguarda le consulenze voglio ricordare ai colleghi che esiste lo Statuto del Consiglio regionale e il regolamento dei lavori dell'aula che disciplinano accuratamente la procedura da seguire, quindi voglio ricordare a quest'aula che le consulenze sono state attivate previa comunicazione all'aula stessa e previa comunicazione e previa discussione che su di esse si è attivata nell'aula e nella Conferenza dei presidenti di gruppo. Dopodiché sulla qualità delle consulenze possiamo discutere. Credo che sia difficile discutere sulla qualità delle consulenze che possono essere offerte da De Rita e Cassese, come credo sia difficile discutere sul fatto che De Rita e Cassese sono stati protagonisti dei due forum che abbiamo attivato con le amministrazioni locali, come credo sia difficile discutere del fatto che le relazioni che sono state inviate da De Rita e Cassese in relazione al lavoro da essi svolto sono state regolarmente e puntualmente inviate ai presidenti di tutti i gruppi consiliari presenti in questa Assemblea. Se poi i documenti non circolano all'interno dei gruppi consiliari non è problema della presidenza.
Per quanto riguarda le altre consulenze sono state attivate con le università marchigiane, sono stati attivati dei dottorati di ricerca, sono state attivate delle ricerche sullo sviluppo del tessuto sociale marchigiano, sulle tendenze politiche ed elettorali. Voglio ricordare, come già è stato ricordato a tutti i consiglieri, che ci sono ben tre appuntamenti — il 3 dicembre a Villa Favorita, il 7 dicembre ad Ascoli Piceno e il 17 dicembre a Macerata — nei quali verranno presentati due risultati di queste ricerche dell'Istituto di sociologia di Urbino concernenti le tendenze politico-elettorali e le dinamiche sociali. Quindi è una forma di collaborazione credo interessante e significativa tra istituzioni, in questo caso Assemblea legislativa regionale ed università marchigiane.
L'altra forma di partecipazione significativa di esperienza esterna è quella che è stata messa a disposizione della Commissione Statuto secondo le indicazioni che sono state fornite direttamente dalla Commissione stessa, se non vado errato all'unanimità.
Questi sono stati i meccanismi, meccanismi estremamente trasparenti e meccanismi che hanno prodotto dei risultati che sono a conoscenza dei colleghi che in quest'aula oggi si sono espressi.
L'altro punto riguarda le missioni. Il meccanismo delle missioni è regolamentato dalla legge 23/95. Non ho sottomano la legge 23/95 ma credo di ricordarla abbastanza bene: essa disciplina quali missioni possono essere consentite e in che forma, stabilendo che all'interno del territorio nazionale esse sono autorizzate dal Presidente del Consiglio regionale che ne assume la responsabilità in relazione al significato istituzionale della missione stessa e che dispone la possibilità dell'utilizzo dell'auto di servizio e l'autorizzazione al consigliere ad avvalersi della propria auto.
L'altro tipo di missione è quello di partecipazione ad iniziative a livello internazionale che normalmente si lega ad una partecipazione dell'Assemblea legislativa ad iniziative che vengono assunte dalla Giunta regionale e che tendono a creare condizioni di collaborazione tra la Regione Marche ed altre realtà economiche, sociali, produttive nel mondo — voglio ricordare le iniziative che vengono portate avanti dall'assessorato alle attività produttive di questa Regione — e che vedono coinvolta una delegazione del Consiglio regionale, tenendo conto che noi siamo l'organo che approva le leggi, che dà direttive, che approva gli indirizzi, i piani e i programmi di indirizzo che sono tali anche per la Giunta regionale.
L'ultimo aspetto è quello delle compartecipazioni. Le compartecipazioni, le modalità di concessione dei patrocini e delle compartecipazioni sono a conoscenza non solo dei gruppi consiliari ma di tutti i cittadini marchigiani, essendo stato approvato un regolamento dall'Ufficio di presidenza che stabilisce i criteri applicativi e le modalità per presentare domande per poter ottenere i patrocini e le pubblicazioni. E' pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione, non è atto segreto, non è atto nascosto, non è atto lasciato alla discrezione o alla indipendenza di alcuno.
Un solo cenno, perché si è colta una nota critica, rispetto alla composizione politica dell'Ufficio di presidenza, cosa della quale l'Ufficio di presidenza non può essere responsabile: se ci sono problemi interni alle forze del Polo in relazione alla rappresentanza politica dell'Ufficio di presidenza non può questo riversarsi sulla responsabilità della gestione del bilancio da parte dell'Ufficio di presidenza, ma indubbiamente pone dei problemi politici che vanno risolti all'interno delle componenti politiche che di questa espressione non si sentono in alcun modo partecipi.
Voglio però ricordare che sarebbe sufficiente verificare l'entità delle compartecipazioni concesse nel periodo aprile 1999-aprile 2000, cioè nell'ultimo anno della precedente legislatura con quelle del primo anno dell'attuale legislatura, per rendersi conto che esse sono state di gran lunga superiori — e a quel tempo c'era nell'Ufficio di presidenza il contributo di Alleanza nazionale — rispetto a quelle dell'attuale legislatura. Ma questo solo per dire che c'è un criterio: quello della capacità delle persone che sono presenti nell'Ufficio di presidenza, a valutare la rilevanza e l'importanza delle iniziative.
Un aspetto più generale e di natura politico-istituzionale. Non so se nel momento in cui si affronta la discussione sul consuntivo del Consiglio regionale sia opportuno puntare i riflettori su alcuni aspetti che sono del tutto marginali e che probabilmente arrecano anche danno al ruolo istituzionale di quest'aula. Noi abbiamo più volte detto che siamo Assemblea legislativa, ci siamo autoproclamati Parlamento delle Marche creando una sorta di innovazione nel panorama politico nazionale, pur non essendo i soli e pur non essendo primi, rispetto ad un quadro di confronto che vogliamo attivare con il Governo e con il Parlamento nazionale. E a fronte di tutto questo ci troviamo a gestire un bilancio del Consiglio regionale di 27 miliardi ed è un duecentesimo delle risorse annuali che la Regione spende.
Questa Assemblea legislativa che vuole assurgere al ruolo di Parlamento regionale gestisce un duecentesimo del bilancio regionale e questo duecentesimo per l'80% è già vincolato da forme di finanziamento ai gruppi, alle indennità dei consiglieri regionali, ai vitalizi degli ex consiglieri, al personale che riceve e deve ricevere — per la verità pensavamo di utilizzare l'avanzo di amministrazione proprio per destinarlo a questo — ulteriori risorse in relazione ai progetti obiettivo che realizza, avendo una discrezionalità oggettiva, sì e no, su un ventisettesimo di questo duecentesimo del bilancio complessivo della Regione. Ecco su che cosa stiamo facendo azione di autolesionismo. Noi siamo la Regione in assoluto, tra tutte le Regioni d'Italia, che ha una minore condizione di attenzione rispetto alle esigenze dei gruppi consiliari, rispetto allo status del consigliere, rispetto alla qualità del lavoro del consigliere regionale. Ciononostante abbiamo cercato di apportare dei correttivi significativi, e mi meraviglia che questi correttivi non siano stati colti, non siano stati portati all'attenzione di questo Consiglio regionale. Non c'è una mancanza di collegamento di informatizzazione per i gruppi consiliari e per i consiglieri regionali, abbiamo anzi attivato un sito Internet autonomo del Consiglio — di questo va dato atto al personale interno al Consiglio che ci ha lavorato anche durante il periodo di ferie estive — tra i migliori fra tutti quelli attivati a livello nazionale, che consente ai cittadini di accedere direttamente a tutti i resoconti delle sedute, alle delibere dell'Ufficio di presidenza, alle notizie istituzionali, alle informazioni in tempo reale. La stessa seduta d'aula che in questo momento stiamo conducendo è visionabile in tempo reale sul sito per quanto riguarda la sintesi degli interventi che vengono riportati e fra poco avremo anche la possibilità di trasmettere in tempo reale delle immagini video sul sito Internet del Consiglio regionale. Questo non mi sembra poco rispetto alla capacità che i consiglieri devono avere di dialogare con i territori di appartenenza, essendo organo rappresentativo delle istanze territoriali.
Voglio anche ricordare che sono state raddoppiate le dotazioni ai gruppi consiliari per quel che riguarda le spedizioni, per quel che riguarda i depliants, per quel che riguarda le iniziative che i gruppi consiliari ritengano di dover assolvere e assumere come momento di comunicazione con l'esterno. Voglio ricordare che tutti i gruppi consiliari sono stati dotati di nuovi computer per la possibilità di accedere ai servizi informatici che abbiamo messo a disposizione. Voglio ricordare che ad ogni consigliere regionale è stato dato in dotazione un personal computer che può utilizzare in questa sede o in qualsiasi altra sede di lavoro. Abbiamo anche costruito il giornalino del Consiglio non solo dando notizie istituzionali per quel che riguarda il lavoro della presidenza e dell'Ufficio di presidenza ma anche dando degli spazi di autonomia ai gruppi. Se poi qualche gruppo dimentica di fare gli articoli o di pubblicarli sul giornalino, sicuramente non può essere una responsabilità oggettiva dell'Ufficio di presidenza.
Mi avvio a concludere per dire che noi, oggi — e mi auguro che questo avvenga — dobbiamo dare un segno in relazione al ruolo istituzionale che quest'aula vuole e deve assumere. Guai pensare di censurare un comportamento che può esserci in ognuno di noi, perché ognuno di noi può sbagliare nello svolgere la propria funzione, come se quello fosse un malcostume generalizzato nell'azione propria del Consiglio regionale. Sarebbe un errore madornale perché significherebbe delegittimare un'Assemblea legislativa che oggi, ancor più dopo la modifica del Titolo V della Costituzione deve invece avere un suo ruolo forte che è quello di interfaccia diretta con i cittadini e con gli elettori. A fronte di un Governo che ha una sua funzione e una sua responsabilità, una Giunta che è responsabile del governo di questa Regione, l'Assemblea legislativa deve riassumere un ruolo primario che è quello di interfaccia politica dei cittadini marchigiani.
Ecco la proposta che si deve concretizzare con un voto politico all'istituzione "Consiglio regionale", ecco che è necessario che ci sia una cucitura tra le forze politiche affinché la composizione dell'Ufficio di presidenza all'interno del Consiglio regionale tenga conto di tutte le rappresentanze più significative presenti in questo luogo istituzionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento presentato dal Vicepresidente Ricci.

(Il Consiglio approva)

Passiamo alla votazione della proposta di atto amministrativo.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Il problema riguarda la complessiva gestione delle dotazioni finanziarie che certamente non sono dotazioni di così forte impegno economico rispetto al bilancio complessivo della Regione Marche, però sono in grado di essere indirizzate non verso lidi, strade, obiettivi che vengono definiti all'interno di un equilibrio tutto proprio dell'Ufficio di presidenza ma all'interno di equilibri complessivi che il Consiglio deve avere. A prescindere dai componenti "politici" di maggioranza ed opposizione che fanno parte dell'Ufficio di presidenza, gli stessi debbono essere portatori di interessi, valori, principi, obiettivi di tutto il Consiglio regionale, anche perché l'Ufficio di presidenza composto da cinque elementi non potrebbe avere la rappresentanza di tutti i gruppi, mai, in nessun caso. L'Ufficio di presidenza deve allora farsi portatore di valori, obiettivi, proposte, prospettive di tutto il Consiglio regionale, ripeto a prescindere dall'appartenenza strettamente politica dei singoli componenti. Anche perché dopo aver votato quest'aula, a prescindere da come si sia svolta la votazione — noi diciamo svoltasi in maniera piuttosto discutibile, ma è una questione nostra, la vedremo fra i gruppi — i propri rappresentanti, sono rappresentanti di tutta l'Assemblea. Su molti passaggi, sulla quasi totalità dei passaggi effettuati per quanto concerne scelte precise di destinazione dei pur limitati fondi a disposizione vediamo che intere fette di questo Consiglio regionale non sono coinvolte nel processo di decisione. C'è un problema di comunicazione, di interrelazione, di interazione, perché l'azione del Consiglio regionale è azione che si estrinseca attraverso il lavoro dell'Ufficio di presidenza, attraverso le delibere dell'Ufficio di presidenza.
Questo è un discorso che non svilisce la discussione, perché non si discute della dotazione complessiva di quel fondo, se congrua o meno rispetto ai bilanci di previsione, si discute sull'indirizzo che viene dato a determinate scelte.
Faccio un esempio. L'Ufficio di presidenza assume l'iniziativa lodevole di porre su Internet i lavori del Consiglio, ma quando lo stesso Ufficio di presidenza fissa la data, per esempio per la provincia di Macerata, di inaugurazione del punto Internet vicino ad un centro commerciale importante, molto frequentato nello stesso pomeriggio in cui si svolge la seduta del Consiglio regionale, c'è qualcosa che non va a livello di comunicazione, perché a me consigliere di quel territorio avrebbe fatto enormemente piacere essere presente in quel momento di ufficializzazione di un lavoro — perciò di destinazione di risorse del nostro bilancio — che è un lavoro auspicato, un lavoro condiviso. Anche su questo piccolo particolare si vede che c'è qualcosa che non va a livello di comunicazione. Come fare? Dice Silenzi: la Conferenza dei presidenti di gruppo ha affrontato una volta la questione, però c'era quello, non c'era l'altro... Non è solo questo, non è che la Conferenza dei gruppi consiliari risolve tutte le situazioni. E' iniziativa dell'Ufficio di presidenza, sono loro che conoscono la tempistica di certe scelte, quindi loro dovrebbero comunicare determinate scadenze, comunicarle ai gruppi, alle entità consiliari. Da parte nostra assumere iniziative forti per quanto concerne anche la richiesta di determinati percorsi certi e condivisi.
Altro esempio. Avevamo detto che sulle missioni — ne ho fatto io, l'anno scorso, un intervento mirato — ci doveva essere un vademecum di criteri, ma prima di tutto l'informativa. Questa cosa ha funzionato? Fino a un certo punto, perché l'informativa è intermittente.
Sono problemi non solo di natura politica ma anche di gestione di un bilancio che, pur ristretto, ha la possibilità di vedere valorizzate tutte le forze e le energie piuttosto che penalizzate. La scelta e la destinazione di quei fondi, la scelta e la destinazione di determinate partite che pur vi sono debbono essere il più possibile trasparenti, anche condivise. Su questo punto riteniamo che la posizione che è stata espressa anche da tanti consiglieri di maggioranza, di criticità, di problematicità debba essere portata a soluzione.
Per questi motivi daremo un voto di astensione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 75.

(Il Consiglio approva)

Proposte di legge (Discussione generale):
«Approvazione del rendiconto generale dell’Amministrazione per l'anno 2000» Giunta (68)
«Assestamento del bilancio 2001» Giunta (89)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposte di legge n. 68 e n. 89, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Questa legge di assestamento per l'anno 2001 si presenta, da una parte, come un provvedimento essenzialmente tecnico all'interno del quale le modifiche sono state apportate in misura indispensabile e solo per quelle situazioni che richiedevano una variazione urgente, riconducibile a questo scorcio di gestione per l'anno finanziario 2001 che riguarderà praticamente soltanto un mese. Dall'altra però, esso può essere considerato come momento di passaggio verso il prossimo bilancio di previsione che, sappiamo, segnerà un cambiamento profondo per come verrà costruito e per le scelte impegnative che saremo chiamati a compiere.
In qualche modo l'assestamento 2001 - che chiude in riduzione - prefigura ciò che dovrà essere il bilancio 2002. Un bilancio di rigore, di scelte prioritarie che faremo nelle sedi preposte.
Non c'è solo la nuova legge regionale sulla contabilità che abbiamo già iniziato a discutere in seconda Commissione e che porteremo all'approvazione nella seduta di domani, legge che rappresenta un fattore di novità non solo riguardo la nuova impostazione del bilancio ma anche per la individuazione di nuovi strumenti di programmazione regionale; c'è anche e soprattutto una legislazione nazionale che penalizza l'autonomia regionale oltre che quella degli enti locali.
In particolare mi riferisco ai vincoli sulla spesa sanitaria che con il decreto legge 347 in materia di interventi sulla spesa sanitaria - decreto che è stato convertito nei giorni scorsi in legge con ricorso al voto di fiducia che di fatto ha impedito qualsiasi intervento modificativo e migliorativo - obbliga le Regioni a coprire i disavanzi di gestione nella sanità senza più poter ricorrere alla contrazione dei mutui o attraverso l'intervento dello Stato ma soltanto con l'introduzione di misure di compartecipazione alla spesa sanitaria (introduzione di ticket ) e /o variazioni alla pressione fiscale.
Ciò ovviamente chiamerà la nostra Regione, come del resto tutte le altre senza distinzione tra centro-destra e centro-sinistra, a fare una riflessione e scelte attente per diminuire a breve la spesa senza tuttavia intaccare la qualità delle prestazioni che nelle Marche hanno raggiunto complessivamente livelli molto positivi ed elevati.
Vorrei inoltre aggiungere un altro elemento che pesa negativamente sulla situazione di bilancio ed anche sulle risultanze dell'assestamento 2001: il fatto, inconfutabile, che ormai da cinque anni le entrate effettivamente disponibili per le nostre autonome scelte (fuori da quelle a destinazione specifica e vincolata) sono rimaste sostanzialmente invariate a fronte invece di un aumento delle spese obbligatorie, di quelle derivanti da nuovi compiti attribuiti alla Regione, e alle nuove esigenze della società marchigiana. Oggi presentiamo un assestamento 2001 che è in riduzione e che per coprire il disavanzo ricorre all'estinzione di una parte dei residui perenti e alla riduzione di capitoli di spesa.
Entrando nel merito dei provvedimenti oggi in discussione, per quanto riguarda la gestione dell'anno 2000 si possono sottolineare alcuni aspetti: il primo legato ai risultati finali della gestione che danno un saldo finanziario positivo di lire 748.741.840.818; questo elemento viene puntualmente riportato in sede di assestamento; il secondo elemento da evidenziare riguarda la situazione dei residui: residui attivi lire 4.225.538.175.405 di cui lire 964.512.688.710 si riferiscono alla gestione di competenza dell'anno 2000, residui passivi lire 3.511.972.469.583 di cui lire 2.395.578.170.573 si riferiscono alla gestione di competenza dell'anno 2000; il terzo riguarda la costituzione rispetto all'avanzo effettivamente disponibile, di un disavanzo di lire 123.306.387.474 in quanto dal saldo finanziario contabile vanno sottratte delle voci che vengono indicate precisamente nelle tabelle del rendiconto stesso.
Per quanto riguarda l'assestamento nei primi articoli, come prescritto, si riportano le risultanze del rendiconto che comprendono: un aumento nell'entità dei residui attivi e passivi, rispetto alle stime effettuate in sede previsionale e una diminuzione del saldo finanziario al termine dell'esercizio 2000 di circa lire 290 miliardi.
In relazione ai risultati della gestione 2000 ci sono da sottolineare le riduzioni delle autorizzazioni alla contrazione dei mutui per la copertura dei disavanzi che corrispondono alle minori spese provenienti da stanziamenti finanziati con il ricavato dei mutui a pareggio dei disavanzi: di lire 15 miliardi e mezzo circa relative all'anno 1999 e precedenti; di lire 13 miliardi e 700 milioni circa relative all'anno 2000; mentre per l'anno 2001 si stima una riduzione di fabbisogno rispetto al mutuo da contrarre di lire 5 miliardi e 300 milioni circa.
Ormai alla fine dell'anno finanziario, sul versante delle entrate si è registrata una maggiore entrata concernente un recupero delle somme relative all'antincendio boschivo per l'anno 2000 di lire 1.100 milioni e una riduzione di entrate di lire 5.000 milioni circa relativa a una diminuzione dell'autorizzazione alla contrazione del mutuo per il disavanzo 2001 che prima richiamavo.
Altre entrate si riferiscono ad assegnazioni di fondi da parte dello stato connesse alle funzioni trasferite in materia ambientale, di protezione civile e opere pubbliche e ai proventi derivanti dalla tassa regionale per il diritto allo studio universitario.
Sul versante delle spese una riduzione in alcuni settori di intervento caratterizza la manovra finanziaria di assestamento. Non ultimo la sanità con il rinvio dell'accensione del mutuo e quindi la cancellazione delle spese ad esso riferite pari a lire 10 miliardi. Pochi e di non rilevante entità gli incrementi di spesa correlati sostanzialmente alle nuove occorrenze da soddisfare in questa fine di anno, ad eccezione di alcuni incrementi più consistenti che riguardano tre voci: due spese obbligatorie attinenti una il rinnovo del Consiglio regionale per lire 6 miliardi e una relativa agli stipendi e ai contributi previdenziali ed assistenziali per il personale per lire 2 miliardi. La terza voce concerne il rifinanziamento dell'art. 5 della legge regionale n. 4/99 per lire 3 miliardi z 246 milioni che consiste in un fondo di rotazione per la capitalizzazione ed il sostegno delle imprese delle cooperative. Si tratta di un prestito che viene concesso previa sottoscrizione di apposita convenzione con la Regione e che viene restituito in sei rate semestrali a partire dal quarto anno successivo a quello della erogazione.
Questa terza voce rappresenta invece una scelta precisa: quella di rafforzare un intervento in relazione al crescente aumento di progetti presentati nel corso di questi anni; all'incremento che di anno in anno si è attribuito per questo tipo di intervento. Vorrei ricordare che anche nel precedente assestamento abbiamo compiuto un aumento di stanziamento riguardo a questo tipo di intervento. Inoltre, al buon risultato che questa scelta ha garantito per il sostegno alle imprese; ed infine perché queste sono risorse che vengono erogate non a fondo perduto ma sotto forma di prestito che viene restituito e che quindi può essere riutilizzato per futuri altri interventi.
Le maggiori spese contenute nell'assestamento comprendono quindi una serie di variazioni compensative legate alle variazioni nei diversi settori, una serie di variazioni correlate alle entrate per destinazioni specifiche e una serie di variazioni effettive alla cui ricopertura si è provveduto tramite riduzioni in altri settori quali l'agricoltura, l'edilizia, l'assistenza sociale solo per citarne alcuni dei più importanti.
Per il resto le variazioni assumono sostanzialmente natura tecnica quali: gli aggiustamenti derivanti dall'iscrizione delle quote di spesa correlate alle entrate da parte dello stato; la cancellazione di alcune entrate e spese (comprese le quote Regione) correlate ai minori trasferimenti attinenti la realizzazione dell'Obiettivo 2.
Per quanto concerne i fondi globali si è provveduto alla riduzione di due accantonamenti: quello riferito agli interventi per i controlli sanitari relativi alle misure di protezione contro la BSE. Rispetto a questa importante esigenza va precisato che si farà fronte con i trasferimenti specifici dello Stato che consentiranno di utilizzare molte più risorse (3 miliardi) rispetto ai 600 milioni previsti dai fondi globali. Il secondo è quello relativo alla cooperazione, per cui occorre tenere conto che la legge relativa ad interventi nel settore della cooperazione è attualmente in itinere e se ne prevede la applicazione a decorrere dal 2002.
Rispetto ai fondi globali si può ricordare che al momento attuale sono state utilizzate diverse partite mediante l'approvazione di proposte di legge, in parte già decise da parte del Consiglio e in parte in fase conclusiva nelle diverse commissioni, quali ad esempio le norme per la tutela dall'inquinamento acustico, i tempi di vita nelle città ed il sostegno all'ente universitario del fermano che è iscritta all'ordine del giorno del Consiglio regionale.
La Commissione, preso atto della sostanziale rigidità della manovra finanziaria si è limitata ad approvare una variazione tecnica alla riduzione del fondo globale relativa alla lotta alla BSE, resa necessaria dal fatto che la cancellazione operata dalla Giunta regionale non teneva conto del parziale utilizzo da parte del Consiglio della partita in questione, per una somma di lire 50 milioni, impiegata per il finanziamento della proposta di legge "Sostegno all'attività dell'ente universitario del fermano" che come detto prima ha completato il suo iter nelle Commissioni. La Commissione ha inoltre introdotto poche modifiche di carattere normativo intese a risolvere e a chiarire alcuni aspetti procedurali che erano state peraltro richieste dalla Giunta regionale.
Per il resto la proposta di legge di assestamento contiene diverse disposizioni di carattere normativo che ne definiscono l'aspetto di completamento della legge finanziaria approvata in sede di previsione 2001, che attengono sostanzialmente modifiche procedurali, proroghe di termini per l'applicazione di alcuni interventi previsti dalle leggi regionali quali l'intervento di riqualificazione della ferrovia Ascoli Piceno-San Benedetto del Tronto, interventi nel settore tessile-abbigliamento e calzature, interventi per lo sviluppo dell'artigianato.
Infine si trova allegato il programma triennale e l'elenco annuale dei lavori pubblici relativo al triennio 2001-2003 in applicazione della modifica alla legge 109 del 1994 ("legge Merloni") introdotta con la legge 415 /98, che prevede che tale programma debba essere approvato unitamente al bilancio di cui costituisce parte integrante.
Vorrei chiedere, al termine della relazione del relatore di minoranza, la convocazione della Commissione bilancio per l'esame di ammissibilità degli emendamenti presentati.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. La manovra di bilancio di quest’anno rispetto alla manovra di assestamento dell’anno scorso è completamente diversa. Il relatore di maggioranza Franceschetti ritiene che sia diversa perché sono mutate le condizioni complessive, soprattutto per il fatto che quest’anno la disponibilità di cifre su cui fare la manovra è minima. Io farei invece un’altra valutazione: quest’anno stiamo cominciando a pagare errori di bilancio degli scorsi anni, praticamente la Regione, nella precedente legislatura si è messa essa stessa in condizioni di estrema rigidità. Da qui ai prossimi anni ci troveremo nella necessità di avere spazi modestissimi di intervento e di investimenti, il che ci crea grossi problemi, ma visto che l’argomento è l’assestamento di quest’anno dico subito che rispetto agli oltre 80 miliardi della manovra dell’anno scorso quest’anno abbiamo una manovra di circa 35 miliardi, dei quali ben 17 sono in detrazione, cioè tagli alle spese e solo 18 sono la parte attiva, sulla quale decidere come spendere. Di questi 18 miliardi ben 13 sono partite obbligatorie. Ne cito alcune: 6 miliardi di rimborso per le spese delle elezioni regionali, 4.100 milioni per una sentenza del magistrato, esecutiva, di condanna della Regione per un appalto che risale al 1983 alla Snam progetti per quanto riguarda l’asta fluviale del fiume Potenza. Ci sono poi 2 miliardi di spese per il personale (spese contrattuali, indennità non previste ecc.), ci sono 600 milioni di restituzione all’Ue per rendicontazioni che non sono state fatte, quindi si tratta di restituire dei soldi obbligatori del 1990-91. Alla fine rimangono circa 5 miliardi veri, su cui possiamo decidere.
Qual è stata la scelta della Giunta di questi 5 miliardi possibili? Alle cooperative vanno 3.246 milioni, perché si è detto che le organizzazioni cooperative sono in difficoltà. Inoltre ci sono altre centinaia di milioni su altri capitoli che pure vanno alle cooperative. L’unica cifra qualificante, questa sì la condividiamo — è quella che va alle Comunità montane per 1.100 milioni. Le Comunità montane non devono essere enti che pagano soltanto i propri dipendenti ma devono prendere iniziative, ed erano totalmente a secco: con quei 1.100 milioni riescono a fare delle cose importanti. Sono stato all’incontro con i presidenti delle Comunità montane — e c’erano anche presidenti di centro-destra — i quali convergevano sulla necessità che alcune spese andavano fatte. Su quei 5 miliardi rimangono altre poche centinaia di milioni sparse tra vari voci. Unica voce significativa, 300 milioni per la sperimentazione scolastica su progetti nuovi.
Qual è la nostra critica di fondo? Innanzitutto i circa 10 miliardi di tagli: 598 milioni alla qualificazione del sistema imprenditoriale locale; 1.017 milioni a dotazione servizi e infrastrutture per lo sviluppo economico; 1.524 milioni allo sviluppo e riqualificazione dei settori di intervento economico; 353 milioni ai servizi e infrastrutture per lo sviluppo economico sostenibile; 460 milioni riguardo all’Obiettivo 2, asse 3. E potrei andare avanti. Ci sono poi altri tagli: 1 miliardi per i mutui su ripristino dei fabbricati danneggiati dagli interventi sismici; altri 500 milioni per interventi del terremoto, ricostruzione immobili. In Commissione ci è stato detto che questi tagli di fondi europei o di interventi sul terremoto saranno riproposti nelle annualità successive, spalmandoli su più anni. Siccome si tratta, per molta parte, di cofinanziamenti dell’Ue, noi li tagliamo quest’anno e cerchiamo di inserirli negli anni successivi. Su questo aspetto siamo fortemente critici. Si taglia sull’investimento per le imprese e poi si dà tutto alla cooperazione. Qui non c’è un pregiudizio per la cooperazione. Io non concordo su tutte le iniziative che sta prendendo in questi giorni Tremonti sulla cooperazione, perché il risanamento dei fondi assistenziali alla cooperazione va fatto, la cooperazione ha vissuto di assistenzialismo di criteri politici e questo non è giusto; ma il sostegno a nuove attività imprenditoriali di base è una cosa giusta. Non può essere però questo l’unico canale di spesa. Nella costruzione di un piano di assestamento di bilancio alternativo — mi sono sforzato, essendo vicepresidente della Commissione e relatore di minoranza di vedere cosa poteva essere fatto — ho detto: se l’unica spesa forte sono i 3.250 milioni più ulteriori poche centinaia di milioni alla cooperazione benissimo, lasciammo un miliardo e qualche cosa alla cooperazione e mettiamo un miliardo di intervento per l’artigianato che produce posti di lavoro, è uno dei settori che dà i più forti aumenti di occupazione. Inoltre, 500 milioni per l’agriturismo: ci sono tantissime domande giacenti. Questa è una strana Regione: emette dei bandi, dà la possibilità alla gente di fare domande e poi ne finanzia pochissime, per cui si creano aspettative senza ricadute. Quindi ho messo 500 milioni nei capitoli dell’agriturismo. E’ stato detto ieri da alcuni esponenti autorevoli della Giunta alla presentazione del consorzio “Alta Marca” a cui sono interventi il Vicepresidente Spacca, l’assessore al turismo Rocchi, i presidenti delle Province di Ancona e Pesaro, “puntiamo su questi settori di sviluppo”. Quindi rispondo alle loro indicazioni con 500 milioni per l’agriturismo, come contributo della minoranza alle proposte della maggioranza.
Una ricaduta positiva di un’azione estremamente negativa — il terrorismo aereo — ha comportato già fin dallo scorso mese un forte ritorno al turismo interno. Ci sono state addirittura alcune centinaia di migliaia di persone in questi mesi da settembre ad oggi, che hanno spostato le prenotazioni dal turismo internazionale, dai viaggi nel Golfo Arabico, nei Caraibi ecc. al turismo italiano che potrebbe avere come onda di ritorno un grande incremento in questi anni, spostando centinaia di miliardi degli italiani, nei prossimi mesi, dal turismo internazionale a quello interno. E allora mi sono permesso di assegnare 750 milioni al capitolo che riguarda la realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e riqualificazione dell’attività turistica e delle strutture ricettive. Anche qui c’è poco e 750 milioni vanno nella direzione di abbattere dei tassi d’interesse, di dare dei contributi. Manovra piccola, piccole cifre ma indicative anche della formazione del nuovo bilancio.
Su un aspetto mi permetto di parlare, quello che riguarda la sperimentazione scolastica. Sono stati messi 300 milioni. Al provveditorato mi hanno detto che quei fondi gridano vendetta. Sono imbestialiti perché progetti curati da anni dalle scuole sono senza fondi, mentre progetti di natura squisitamente legata a scelte della Regione, che ovviamente non ha competenza scolastica diretta ma competenza sulla struttura amministrativa, ricevono fondi. Sono progetti inventati, estranei all’ambiente scolastico, sono nati altrove. Credo che dobbiamo decidere su alcuni contenuti delle politiche regionali, ma credo che per quanto riguarda la formazione culturale, l’istruzione ecc. ci sia oggi una forte tendenza all’autogoverno. Cosa ha significato l’autogoverno dell’università? Che l’università al suo interno sceglie, indirizza, crea corsi, sceglie le materie. Nella scuola l’autonomia scolastica cosa significa? Che la scuola può autoriformarsi, correggersi e andare verso determinate indicazioni. Quindi 300 milioni devono eventualmente essere l’implementazione a cose che le scuole stanno facendo e che invece non riescono a realizzare completamente perché con 300 milioni si potrebbero fare molte cose. Tenete presente che lo Stato dà poco più di 3 miliardi a tutta la Regione, quindi 300 milioni sarebbero molta cosa per l’autonomia scolastica. Ho quindi pensato che quei fondi possono essere sostati agli impianti sportivi destinati alla promozione delle attività sportivo-ricreative, perché noi abbiamo in questo Consiglio regionale votato poco tempo fa dei criteri per finanziare i soldi residui dei mondiali che si sono svolti in Italia. Erano rimasti alcuni miliardi e sono stati distribuiti. Sono rimaste fuori alcune opere. Mi è stato segnalato in particolare il Comune di Sirolo, ma ci sono altri Comuni. Quei 300 milioni destinati a impianti per le attività sportivo-ricreative di cui i giovani soprattutto usufruiscono possono far chiudere ai Comuni alcune iniziative di grande valore.
Per quanto riguarda la scuola dovremo invece porci il problema, nel prossimo bilancio, di come intervenire non con nostri progetti autonomi ma cercando di dare sostanza, di dare spessore a progetti nei quali gli istituti scolastici credono, che in parte cercano di realizzare ma in parte non realizzano perché sono assolutamente privi di fondi sufficienti.
Con queste implicazioni, se c’è volontà di aprire questo assestamento di bilancio ne parliamo con gli emendamenti; se non c’è volontà a questa manovra noi siamo totalmente contrari e quindi voteremo contro perché la riteniamo una manovra veramente errata sia nei tagli — perché c’erano possibilità di fare altri tipi di tagli — che negli investimenti. Le uniche cose che si salvano e su cui dovremmo convenire sono le spese obbligatorie. La sentenza del tribunale non si può ovviare, le spese elettorali regionali non si possono ovviare, il contratto di lavoro dei dipendenti non si può ovviare. Tutto il resto, a nostro parere è veramente da buttare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Signor Presidente, colleghi consiglieri, la L.R. 30 aprile 1980 n. 25 disciplina l'ordinamento contabile della Regione e le procedure di programmazione. L'art. 110 dice che il rendiconto generale è presentato dalla Giunta regionale al Consiglio entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello dell'esercizio al quale si riferisce e approvato entro il 31 luglio. L'art. 64 della stessa legge prevede che entro il 30 giugno di ogni anno sulla base delle risultanze del conto consuntivo è approvato l'assestamento di bilancio per garantire gli equilibri del bilancio di competenza e di cassa.
Giustamente la legge prevede la scadenza dal 30 giugno di ogni anno, perché a quella data è possibile apportare tutte le variazioni necessarie, aggiornare: i residui perenti; il saldo finanziario; verificare l'ammontare presunto della giacenza di cassa all'inizio dell'esercizio cui il bilancio si riferisce. ~ In questa Regione il bilancio si approva a esercizio inoltrato: quello corrente l’abbiamo approvato il 12 maggio. Il rendiconto generale e l’assestamento degli equilibri di bilancio avviene quando non è più possibile fare nulla se non riprendere atto delle risultanze della gestione.
La data del 30 giugno non è una data a casa. Il legislatore aveva stabilito il 30 giugno perché a metà anno è possibile apportare delle variazioni al bilancio. Quando siamo a metà anno e facciamo una verifica dei conti, siamo in grado ancora, nella restante parte dell’anno, di procedere agli aggiustamenti necessari per non portare il bilancio in deficit. Se avessimo proceduto a rispettare i termini previsti dalla legge certamente il Consiglio regionale vi avrebbe aiutato ad attuare tutte le iniziative necessarie a far quadrare i conti. Questo serve per accreditare una tesi: una manovra fiscale si rende necessaria per colpa del nuovo Governo Berlusconi. Lo diceva ieri il presidente del gruppo di Rifondazione Comunista Andrea Ricci, il quale su un giornale, in risposta alla domanda “Quali sono le cause che hanno portato al deficit?” diceva: “L’insufficienza dei finanziamenti statali che saranno ulteriormente ridotti con la recente manovra del Governo Berlusconi”. Se se ne sono convinti anche i giornalisti, poiché in un giornale di questa mattina è scritto “La manovra fiscale è necessaria dal momento che Roma ha deciso di chiudere i rubinetti finanziari”.
Chiariamo subito che il nuovo Governo della Casa delle libertà non ha alcuna responsabilità circa la grave situazione finanziaria della Regione Marche. La grave situazione finanziaria della Regione Marche vede responsabili i Governi Prodi, D’Alema e Amato e soprattutto il governo regionale di centro-sinistra che governa questa Regione da sette anni.
Sono stati i governi di centro-sinistra a trasferire alla Regione Marche una quantità di risorse insufficienti per gestire i servizi sanitari e sociali, ed assumere provvedimenti demagogici come quelli presenti nella finanziaria nazionale del 2000. La soppressione delle quote di compartecipazione dei cittadini ai servizi sanitari ha favorito la politica degli sprechi e ha fatto aumentare a dismisura la spesa.
Il resto della parte l’ha bene recitata questo Governo regionale. Va dato invece atto al Governo Berlusconi di grande senso di responsabilità: di avere riaperto il tavolo delle trattative della Conferenza Stato-Regioni per ridiscutere l’accordo del 3 agosto 2000 imposto alle Regioni dal Governo Amato. Il nuovo Governo ha invece dato alle Regioni un’ulteriore quantità di risorse insperate e notevolmente superiori rispetto al passato. Il Governo Berlusconi ha operato in netta controtendenza rispetto ai Governi di centro-sinistra, e io ho qui i dati: ci sono +2.700 miliardi per il 2000 — è quindi intervenuto anche per il passato — ci sono +9.000 miliardi per il 2001 e +8.000 miliardi per il 2002. Ha poi fissato anche la quantità di risorse per gestire il servizio sanitario regionale per il 2003 e per il 2004, procedendo a un progressivo aumento per adeguarle alla media europea che è di circa il 6% del pil.
In cinque anni, dal 1999 al 2004 le risorse sanitarie dei Governi di centro-sinistra pari a 113.000 Miliardi diventeranno 157.371, con un aumento del 40%. Questa è l’attenzione al sociale che voi dite sempre di avere.
Per il resto la responsabilità di questo disastro spetta tutta a voi. Avete sperperato in questi anni a piene mani denaro pubblico, non avete attuato alcuna misura di contenimento della spesa né vi siete preoccupati di vedere come coprire le spese con altrettante entrate. Più volte vi abbiamo sollecitato a riferire al Consiglio qual era la reale situazione finanziaria, lo hanno richiesto con me altri consiglieri. L’ultima volta io l’ho fatto il 12 luglio ma tale richiesta è rimasta del tutto inevasa. Avevamo chiesto “qual è la reale entità del deficit della Regione Marche ad oggi? In quale modo si intende coprire il deficit relativo alla sanità del 1999? Come si intende coprire il buco di 258 miliardi che si è determinato dall’effettivo risultato della gestione extrasanità dell’anno 2000 pari a -123 miliardi contro un avanzo previsto nel bilancio 2001 di 135? Quali azioni strutturali si intende mettere in atto o sono allo studio per arginare il disavanzo sanitario nel bilancio 2001, tenuto conto che tutto lasciava prevedere un deficit di 400-500 miliardi se non fossero intervenuti i provvedimenti-Berlusconi?”.
Assessore, Presidente, pregherei di fare attenzione, perché il mio intervento me lo sarei aspettato da qualcuno della maggioranza, ma cercherò di fare un intervento costruttivo al massimo per far capire ai colleghi consiglieri qual è la reale situazione di questa Regione, perché al di là delle cifre del collega Franceschetti la verità è ancora più atroce di quella che leggiamo sui giornali.
Avremmo potuto contribuire a migliorare le cose, perché non sempre l’atteggiamento dell’opposizione è di opposizione e basta. Per esempio questa mattina il Presidente sbandierava sui giornali l’accordo con Corrado Passera per distribuire i risultati delle analisi e dei raggi X a casa dei cittadini: si poteva fare otto mesi fa, l’avevo suggerito, c’era una mozione proposta in Consiglio nella quale si chiedeva di fare questa operazione. Noi partecipiamo in maniera costruttiva alla vita di questo Consiglio, siete voi che rifiutate perentoriamente ogni forma di collaborazione.
Quello che avevamo previsto, che vi abbiamo sollecitato a chiarire sta gradualmente venendo alla luce, dopo le labili smentite e i reticenti silenzi. Però voi non potete continuare così, in questo atteggiamento, è troppo chiaro che vi siete voluti sottrarre ai vostri obblighi, al dovere morale di informare i consiglieri e i cittadini delle Marche dello stato delle cose.
Ma cerchiamo di articolare questo ragionamento portando qualche numero.
Il bilancio di previsione per l’anno 2000 è stato presentato dalla Giunta regionale il 2.3.2001 e approvato con la l.r. n. 12 del 7 maggio 2001. I dati di preconsuntivo erano allora noti. Allora mi domando: come potete portare all’approvazione una legge che rettifica in maniera incredibile quei dati? I residui attivi alla chiusura dell’esercizio 2000 erano previsti per l’importo presunto di 2.333 miliardi, ora invece vengono modificati e “restano stabiliti” — ”restano stabiliti” significa che si conferma quanto già esisteva, quindi anche la dicitura non è corretta — nell’importo di 4.225 miliardi, con una differenza di 1.902 miliardi. I residui passivi alla chiusura dell’esercizio 2000 erano previsti per un importo presunto di 1.519 miliardi. Ora invece vengono modificati e restano stabiliti nell’importo complessivo di 3.512 miliardi con una differenza di 1.993 miliardi. Mi domando: chi fornisce questi dati? Che mestiere fa? Come è possibile sbagliare del 100%?
All’articolo 2 si dice che l’ammontare delle giacenze di cassa alla chiusura dell’esercizio 2000 è iscritto nel bilancio 2001 per l’importo presunto di 236 miliardi e viene oggi rideterminato in 1.319 miliardi. Per determinare la giacenza di cassa basta telefonare al tesoriere della Regione Marche e al tesoriere centrale dello Stato. Come si fa a dire 236 miliardi se poi diventano 1.319?
All’articolo 3 si dice che l’ammontare del saldo finanziario positivo al termine dell’esercizio 2000 iscritto nello stato di previsione delle entrate del bilancio 2001 per l’importo presunto di 1.040 miliardi è stabilito per le risultanze del rendiconto per l’anno 2000 in 748 miliardi. Anche qui appare tutto chiaro: voi fate un uso disinvolto dei dati relativi alla giacenza di cassa, ai residui attivi e passivi per determinare avanzi di amministrazione inesistenti ma necessari per far quadrare sulla carta il vostro bilancio. Questo dimostra il rendiconto generale di gestione dell’anno 2000: avete truccato le carte del bilancio di previsione 2001 facendo risultare un avanzo di gestione di 135 miliardi mentre in effetti c’era un disavanzo di 123 miliardi. Avete fatto un bilancio a tavolino con dati inventati per poter chiudere il bilancio di previsione 2001. Questa è la verità. E’ un falso in bilancio, più falso di così non si può! Quando uno fa un bilancio di questo tipo fa un bilancio falso.
E adesso fate un altro imbroglio, non vi fermate qui: per recuperare i 258 miliardi mancanti risultanti dalla somma tra i 135 previsti in avanzo e i 123 mancanti sottraete 230 miliardi ai residui perenti (creando un debito fuori bilancio) con sottrazione di spese vincolate per circa 170 miliardi.
Non potete continuare a gestire il bilancio della Regione in questa maniera. Assessore, se è vero che lei ha trovato una situazione disastrosa per colpa di chi l’ha preceduto, oggi comincia ad essere connivente: o queste cose le denuncia chiaramente oppure diventa responsabile anche lei.
Guardavo il grado di copertura dei residui perenti nei bilanci di previsione che non ci date ma che ci dobbiamo andare a trovare: nel 1995 quando avete ereditato la Regione Marche c’era una copertura al 100%. Piano piano l’avete consumata giorno per giorno e lo scorso anno era al 72,74%, oggi la portate al 36,57%, contravvenendo a quanto diceva la Corte dei conti fin dal 1996, secondo cui costituisce un criterio prudenziale di garanzia, per il riequilibrio di bilancio, uno stanziamento compensativo idoneo ad offrire una copertura percentuale almeno del 70%. Non fa così la Toscana, non fanno così altre Regioni più parsimoniose, che hanno avuto il coraggio di adottare i provvedimenti necessari per tenere il bilancio in equilibrio.
I dubbi che avevamo sollevato qui in occasione dell’approvazione del bilancio — avevamo chiesto “Questo è un bilancio vero?” — sono stati rilevati pure dal vostro Governo, perché nell’ultima pagine delle osservazioni si diceva: “Al riguardo il Governo, comunicando il consenso alla dichiarazione d’urgenza ha osservato che circa l’articolo 2 non è possibile valutare la congruità delle economie derivanti da fondi statali a destinazione vincolata reiscritti nel bilancio 2001 per 905 miliardi a fronte di un avanzo di amministrazione che, ancorché alla chiusura dell’esercizio 2000, risulta pari a 1.040 miliardi”. Ne consegue che nelle more dell’approvazione del conto consuntivo la gestibilità dell’avanzo di amministrazione doveva essere subordinata all’approvazione di questo consuntivo. Mi domando: avete utilizzato questo avanzo di amministrazione che non c’è per fare degli impegni di spesa? Mi piacerebbe avere una risposta in questo senso.
Insomma, andate avanti con artifizi, con situazioni poco chiare.
Apprendiamo dai giornali che è necessario aumentare la pressione fiscale, contraddicendo esattamente quello che avete detto in fase di approvazione del bilancio 2001, cioè “il bilancio viene fatto ad invarianza della pressione fiscale”. Era scritto nella relazione. Mentre adesso dite che bisognerà aumentare le tasse. La legge dovrà essere approvata da questo Consiglio prima del 31 dicembre, stante anche la deroga offerta dal decreto appena approvato.
L’aumento delle tasse servirà solo a mettere le pezze a questo bilancio. Chiariamo subito che noi siamo contrari ad ogni aumento delle tasse, perché le famiglie sono stanche di vedere ogni giorno aumentare la luce, l’acqua, il telefono, l’assicurazione, la benzina, i prodotti alimentarie ogni altro balzello senza avere corrispondenti aumenti di salari. Altrettanto dicasi per le imprese che già hanno gravi problemi a restare competitive sui mercati mondiali, stante anche la carenza cronica, nella nostra regione, per infrastrutture e servizi.
Noi siamo contro le tasse e su questo condividiamo quando diceva il collega Andrea Ricci quando affermava “Bisogna eliminare lo spreco: convegni, consulenze, collaborazioni esterne, missioni dei consiglieri e dipendenti, spese per la stampa e per la pubblicità”. Mi auguro, collega Ricci, che tu voglia eliminare anche questa cosa che da mesi imperversa sui giornali locali.
Voglio ricordare che tu sei in maggioranza, lasciale dire a noi queste cose che da mesi parliamo di taglio degli sprechi. Tu stai in maggioranza, hai contribuito a spolpare questa Regione con buona lena.
Penso che bisognava essere più accorti nella gestione di questa Regione. Dalla relazione della Corte dei conti emerge che il rapporto tra il costo del personale e le entrate del Titolo I, che nelle Regioni del nord è del 13%, nelle Regioni centrali del 19%, da nella nostra Regione del 25%. La spesa del personale è aumentata, noi siamo fuori della media, perfino sopra quello che fanno le Regioni del sud dove la spesa per il personale copre in media il 22%. Noi vogliamo detenere tutti i record negativi.
Bisognerà quindi mettere mano alle tasse, ma aumentando le tasse, portando al massimo la tassazione potremo aumentare le entrate di questo bilancio di 400 miliardi, cioè mettendo sotto torchio al massimo i cittadini delle Marche possiamo creare maggiori entrate per 400 miliardi. Ma cosa ci facciamo con 400 miliardi? Se il bilancio deve essere chiuso a pareggio 250 miliardi sono necessari per far quadrare i conti della sanità, poi dovremo pure ridare un minimo di copertura ai fondi perenti, visto che abbiamo sottratto 240 miliardi. Poi ci sarà il problema di pagare i mutui: perché forse i colleghi consiglieri non sanno quanti mutui abbiamo previsto e già in parte contratto nell’anno 2000. Ve lo dico io: 1.255 miliardi per coprire 250 miliardi di sanità al 31.12.1999 (delibera della Giunta regionale 2105 dell’11.9.2001), 400 miliardi per coprire il deficit della sanità al 31 dicembre 2000 (delibera della Giunta regionale 2615 del 6.11.2001) e 250 miliardi per coprire il deficit della sanità 2001. Poi ci sono i 43 miliardi per il disavanzo extrasanità 1999, i 165 miliardi per la copertura disavanzo 2000 e i 144 per gli investimenti sul bilancio 2001. Sono 1.255 miliardi. Ma forse i consiglieri non sanno di quanto è indebitata, ad oggi, la Regione Marche. Al 30 giugno 2001 questa Regione ha già un debito residuo di 1.440 miliardi. Quindi, 1.440+1.255, siamo alla bella cifra di 2.695 miliardi. Ma se abbiamo consumato le risorse che avevamo di riserva attraverso l’utilizzo dei fondi perenti, abbiamo consumato le risorse di questi anni, ci indebitiamo per i prossimi 15 anni, quando tornerà a respirare questa Regione? Quando potrà fare un bilancio chiaro, pulito? Quando potremo recuperare il ritardo che abbiamo nelle infrastrutture?
Per questi motivi mi sono vergognato a produrre qualunque emendamento all’assestamento di bilancio, non sono riuscito a superare la mia vergogna a presentare qualunque emendamento al bilancio. Grazie per l’attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. In effetti il compito dei consiglieri regionali nel omento in cui si vanno ad esaminare questi documenti contabili non è facile assolutamente, anche per persone esperte, figuriamoci per chi non è esperto in materia.
Credo di dover comunque trarre questa conclusione dall’esame congiunto del consuntivo 2000 e dell’assestamento 2001: 123 miliardi mancano per la quadratura del bilancio 2000, fatto salvo il debito sanitario che dovrebbe aggirarsi attorno ai 230 miliardi. Per l’utilizzo della copertura di spese e debiti vari sono stati utilizzati 238 miliardi dei residui perenti che sono debiti sicuramente non esigiti ma probabilmente anche esigibili. So che è possibile, per far quadrare i conti utilizzare una parte di questi soldi, però averne utilizzato addirittura il 65% credo sia una percentuale estremamente imprevista e imprevedibile. Da questi dati risulta una preoccupazione evidente, al di là degli spostamenti interni che sono obiettivamente di scarsa rilevanza.
La preoccupazione vera che abbiamo è che dobbiamo affrontare il bilancio 2002, perché il consuntivo 2000 è fatto, con l’assestamento non cambiamo niente. Senza voler fare scandalismo, senza voler fare niente di eccezionale risulta chiaramente dalla lettura di questi dati che c’è una necessità di maggiori entrate o minori spese tra i 400 e i 500 miliardi per il prossimo anno. Ho visto che con delibera del 6 novembre avete acceso un mutuo fino a 400 miliardi per la copertura della spesa sanitaria, perché il prossimo anno non sarà più consentito, però rimane grande la responsabilità di come affrontare la manovra del 2002.
Se la Giunta regionale avrà il coraggio di affrontare una politica di contenimento delle spese, una politica che va prima a tagliare ciò che c’è di superfluo— e io credo che ci sia molto da fare in questa direzione — e solo dopo, come si fa in una famiglia sana, in un’azienda sana si vanno a chiedere sacrifici ai componenti della famiglia, ai soci noi, al di là del fatto che siamo opposizione possiamo anche assumerci le nostre responsabilità. Però sia chiaro: se voi imposterete una manovra di bilancio che andrà solo nel verso di dire “aumentiamole imposte ai cittadini” senza fare sacrifici all’interno dell’ente, questo vedrà la nostra netta contrarietà.
Sono queste le motivazioni di fondo che ci spingono ad annunciare il nostro voto contrario su questi due documenti, ma la preoccupazione seria non è relativamente ad un assestamento di 20 miliardi che sarebbe veramente poca cosa; la nostra preoccupazione, politica a questo punto, ancor prima che contabile, riguarda il bilancio del 2002 rispetto al quale sicuramente non ci sbagliamo se parliamo di una necessità che va dai 300-450 miliardi fino a un massimo di 500.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,40