Resoconto seduta n. 65 del 21/11/2001
La seduta riprende alle 16,40



Proposte di legge (Seguito discussione generale e votazione):
«Approvazione del rendiconto generale dell’Amministrazione per l'anno 2000» Giunta (68)
«Assestamento del bilancio 2001» Giunta (89)

PRESIDENTE. Proseguiamo la discussione delle proposte di legge nn. 68 e 89.
E' iscritto a parlare il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Con questa proposta di legge di fatto inizia l'iter della discussione sulla predisposizione del nuovo bilancio per il prossimo esercizio e pluriennale. La discussione di oggi non può essere rimossa da una riflessione più complessiva rispetto ad uno scenario che si è aggravato per la finanza locale, in particolare per quella pubblica, perché il documento economico di programmazione finanziaria del Governo, la legge finanziaria stessa saranno atti che taglieranno in maniera drastica la finanza degli enti locali: delle Regioni, dei Comuni e più in generale di un sistema che ha garantito fino ad ora servizi pubblici e collettivi di rilievo anche nella nostra regione.
Il Governo della destra, di fatto sta in qualche modo salassando gli enti locali, a cominciare proprio dalle Regioni, perché dal 2001 esse saranno chiamate a far fronte ai servizi primari attraverso cosiddette risorse proprie.
E' in questo quadro di situazione aggravata che si colloca la discussione odierna e non è certamente demagogia di chi purtroppo, come noi Comunisti italiani, aveva previsto questo scenario. Chi allora era distratto, anche nelle forze di maggioranza e di sinistra rispetto ad una ipotesi di questo tipo ha avuto oggi una sveglia molto dura e drastica, perché l'attacco allo Stato sociale, alle conquiste dei lavoratori è duro, anzi durissimo.
Crediamo che questo atto complesso di assestamento del bilancio può in qualche modo farci discutere anche di una prospettiva sulla quale ancora le autonomie regionali possono e dovrebbero giocare un ruolo positivo e propositivo. Infatti, la nuova legge sulla contabilità che per certi versi innova e migliora la predisposizione dei bilanci perché elimina una miriade di capitoli e sottocapitoli, fa passare la finanza locale non più attraverso il concetto della certezza finanziaria ma la relega ad una condizione di soggettivismo e sappiamo che il soggettivismo può essere positivo se ha un ruolo propulsivo nella società, o può essere anche negativo se si limita a registrare l'esistente, se non ha un'anima politica entro la quale relegare le cifre di bilancio.
Questo è un atto molto complesso che razionalizza e cerca di consolidare i capitoli di spesa in previsione del nuovo bilancio per quelle spese necessarie e inderogabili che hanno fatto migliorare, da qualche anno a questa parte, il sistema delle Marche, complessivamente, sia quello della finanza locale sia quello della competenza regionale e, più in generale, un intervento significativo in favore dello sviluppo.
Ma la nuova legge sulla contabilità che è in discussione e che ha avuto anche un'audizione con tutti i capigruppo consiliari pochissimo partecipata, perché solo noi e pochi altri abbiamo dato un contributo di merito a quella discussione, ha la possibilità di essere migliorata, perché se da un lato essa fissa termini positivi ed innovativi dall'altro rischia di involvere su aspetti che potrebbero creare difficoltà, impaccio all'azione del Governo regionale e della programmazione regionale.
Mi riferisco alla possibilità, ad esempio, di fare o non fare il cosiddetto documento di programmazione economica e finanziaria della Regione. Noi siamo per un'impostazione diversa, proprio perché le Marche, a differenza di altre Regioni ha approvato significativi atti di programmazione, che dovrebbero essere certamente verificati, perché alcuni in via di realizzazione ma altri marcano ancora il passo, quindi vanno verificati, vanno stabilizzate le eccellenze, vanno recuperati i ritardi. Secondo noi non serve un nuovo documento di questo tipo che avrebbe una scadenza fissata per legge. Se prodotto, un atto di questo tipo andrebbe ad ingolfare quella produzione cartacea che non serve e non farebbe fare un nuovo passo avanti alla programmazione regionale, anzi sarebbe un ulteriore lacciuolo per un'azione che invece dovrebbe essere dispiegata in maniera più energica.
Da queste brevi considerazioni su un atto complesso che ci accompagnerà al bilancio, già si delineano scelte significative di razionalizzazione che riprendono in vista del bilancio regionale complessivo quello che questa mattina abbiamo già detto sul bilancio del Consiglio regionale, cioè la necessità del risparmio, della razionalizzazione senza tagliare, senza penalizzare i lavoratori, le categorie più deboli come i pensionati, ma al tempo stesso ridurre gli sprechi. Pare che questo atto, per certi versi vada in questa direzione.
Concludo questa dichiarazione a nome del gruppo dei Comunisti italiani su un aspetto che forse è stato sottovalutato: l'articolo 11, "Modificazione della legge regionale 348 del 9.11.1998". Voi sapete che quella legge ridisegnava il nuovo collocamento pubblico che viene immesso, per fortuna o purtroppo — noi diciamo purtroppo — nel sistema della concorrenza, e proprio perché il sistema pubblico, dell'intreccio tra domanda e offerta del lavoro dovrebbe essere il più adeguato possibile per uno dei soggetti concorrenti, in questo caso la Regione Marche, non a caso quella legge all'art. 1 attribuiva alle Province la proprietà delle ex scuole della formazione professionale. Non sappiamo se è una svista, ma questo articolo viene stravolto ed è ovvio che se passasse un'impostazione di questo tipo saremmo nettamente contrari, perché di fatto non solo vengono tolte dalla proprietà delle Province le scuole della formazione professionale, come invece assegnava l'articolo 34, comma 1 della legge 38, ma addirittura si dice che la Giunta regionale, sentita la Conferenza delle autonomie attribuirà in proprietà alle Province solo quelle parti di immobili volta per volta designate. E' un'impostazione di retroguardia, economicista che penalizzerebbe, se attuata, una struttura, quella della formazione per il lavoro e più in generale un patrimonio pubblico che potrebbe essere utilizzato in maniera innovativa per la formazione, quella vera.
Non so se questa impostazione è frutto di un accordo tra le Province, come ci è stato detto questa mattina dal Presidente della Giunta, per la verità ci interessa poco, ma anche se così fosse noi manteniamo un giudizio negativo perché è nettamente sbagliato privatizzare, vendere per poche lire che non risanerebbero nulla. Un patrimonio di quel tipo, se riconvertito potrebbe far fare un passo di qualità alle strutture per la formazione, perché parliamo dei nuovi centri per l'impiego, parliamo di strutture fisiche, di sedi consolidate, patrimonio pubblico, che potrebbero essere utili, innovative, positive e propositive.
Su questo attendiamo un chiarimento da parte della Giunta. Se ci fosse un accordo a mantenere il comma 1 dell'art. 34 della legge 9 la Commissione seconda si potrebbe riunire, formulare in maniera rapidissima un emendamento che secondo noi dovrebbe ripristinare una condizione di normalità, non tanto e non solo per le Province che dovrebbero già essere oggi le titolari giuridiche delle nuove proprietà pubbliche. Questo per noi assume un significato politico sul quale invitiamo alla riflessione.
Per il resto diamo un giudizio positivo alla proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ho ascoltato quest'ultimo intervento che condivido per la prima parte, quando sottolinea, giustamente, che questo assestamento dell'esercizio 2001 è di fatto il prologo del bilancio 2002 per quanto riguarda i contenuti e le linee di tendenza. Vorrei invece sottolineare — questo lo chiedo alla maggioranza — di non caricare di significati superiori e più ampi quello che è per ora un dato solo regionale. Capisco l'eccezionalità di un assestamento al ribasso — non so in quale anno era successo, ma mi sembra mai — ma così come da parte mia non c'è una eccessiva tendenza alla demagogia nel sottolineare questo fatto del ribasso eccezionale, chiedo alla maggioranza di non indugiare troppo su contenuti e valutazioni che riguardano il Governo nazionale. Se ci si prepara a scaricare sui temi nazionali questo problema specifico ma anche la dolorosa manovra che si preannuncia per il 2002, mi permetterò, quando si verificheranno toni accesi, di sottolineare che non è il caso di riempire quest'aula di veleni che non sarebbero sicuramente utili per la comunità marchigiana.
Attendevo, come aveva chiesto Ciccioli all'inizio, una parola dal Governo regionale circa la disponibilità o meno ad accogliere alcuni emendamenti presentati dalla minoranza; finora nessuno ci ha risposto, quindi siccome ho sottolineato, con emendamenti da me presentati, come con l'assestamento ci sia la dichiarazione di promessa disattesa di diversi impegni assunti dalla Giunta regionale nei confronti della comunità marchigiana, a questo punto esprimerò voto contrario, a meno che nel corso del dibattito qualcuno del Governo regionale non dichiari la disponibilità ad accogliere certi emendamenti.
Ne sottolineo due per la valenza politica. Era stata fatta una promessa da diversi amministratori dell'Esecutivo regionale alla miriade di associazioni che si occupano di musica nella nostra regione, settore che ha non solo una valenza culturale ma anche turistica di promozione di qualità del nostro tessuto sociale, culturale ed economico, da Pesaro ad Ascoli, ed ora le nostre corali e le nostre bande devono prendere atto che l'integrazione non ci sarà. L'anno scorso, di questi tempi ci fu ma quest'anno non c'è. Questo mi pare di aver capito, quindi voglio far presente alla Giunta che si va a tagliare un settore che ha una valenza ben più ampia della banda cittadina. C'è poi il grosso problema della reiscrizione dei residui perenti per quanto riguarda il restauro dei diversi beni culturali, per cui il servizio, con lettera firmata dalla dott.ssa Pierini, aveva chiesto alla Giunta la reiscrizione appunto, e oggi prendiamo atto che questo non avverrà. Voglio far presente che questo problema si ripercuoterà immediatamente nelle manovre di assestamento degli enti locali. Capisco tutte le motivazioni dell'urgenza e dell'eccezionalità, voglio sottolineare, spero insieme con voi, che si vanno a tagliare dei settori creando scompensi soprattutto agli enti locali. Si dirà che una manovra di questo tipo crea scompensi e squilibri per forza, però ritorno a chiedere all'Esecutivo regionale la disponibilità ad accogliere alcuni emendamenti, o per lo meno a discutere per trovare una soluzione. Se questo non ci sarà, preannuncio il voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. La legge di assestamento del bilancio di previsione 2001 si inserisce all'interno del quadro complessivo della difficile situazione finanziaria in cui si trova la Regione, pertanto ritengo che questa legge rappresenti una prima tappa molto parziale e molto limitata di un percorso di risanamento e di ristrutturazione globale del bilancio della Regione che dovrà proseguire nelle prossime settimane fino ad arrivare all'impostazione del bilancio di previsione del 2002.
Tanto è vero che le cifre di questa manovra di assestamento del bilancio sono consistenti in merito al contenimento della spesa regionale, ammontando a 123 miliardi di riduzione complessiva, di cui 17 miliardi di riduzione effettiva di stanziamento.
Penso che sia questa legge un'occasione utile per avviare in Consiglio regionale un dibattito in merito al percorso complessivo di ristrutturazione e risanamento del bilancio regionale e colgo quindi lo stimolo che l'intervento del consigliere Ceroni mi ha dato per affrontare complessivamente questa questione.
Quali sono i motivi della situazione difficile in cui viene compiuta questa manovra di assestamento di bilancio e in cui dovranno essere compiute le successiva manovre di bilancio di questa Regione? Non è certamente questa situazione derivante dal fatto che in passato in questa Regione si sono attuati, adottati strumenti di artifizio contabile targati dal consigliere Ceroni come "falsi in bilancio". Ricordo al consigliere di Forza Italia che questo, tra le altre cose, non è più nemmeno un reato avendolo depenalizzato il rappresentante del suo partito che oggi ricopre la massima carica di Governo.
In realtà le difficoltà di bilancio non riguardano soltanto la Regione Marche, riguardano tutte le Regioni italiane. A maggior ragione, in modo più consistente le Regioni a statuto ordinario. E allora dobbiamo chiederci il perché di questa situazione complessiva. Prima di andare ad analizzare le cause specifiche e particolari che attengono alla concretezza delle scelte di bilancio compiute dalla Regione Marche, da questa Giunta regionale, dobbiamo porci il quesito complessivo del perché questo problema difficile in termini di bilancio riguardi non soltanto la Regione Marche ma l'insieme delle Regioni italiane. Evidentemente la causa primaria è di ordine generale e non particolare.
In effetti è così. Negli ultimi anni, a partire dal 1995 ad oggi abbiamo assistito a un duplice processo: da un lato l'allargamento delle competenze regionali a seguito di un processo di decentramento di funzioni dallo Stato centrale ai livelli territoriali, a cominciare dalle Regioni, che hanno prodotto un consistente aumento della domanda sociale verso le Regioni da parte delle categorie produttive, sociali, dei cittadini. Oggi queste soggettività chiedono alla Regione interventi molto più massicci di quanti non ne chiedevano in passato, perché questi interventi non sono più fatti dallo Stato centrale.
Contemporaneamente a questo processo di allargamento delle competenze e delle funzioni delle Regioni abbiamo avuto una riduzione drastica dei trasferimenti statali alle Regioni che costituivano in precedenza il meccanismo principale di finanziamento dell'attività regionale, e questa riduzione drastica di trasferimenti statali non è stata compensata da un aumento altrettanto forte della capacità di entrata da parte delle Regioni attraverso un processo di autonomia fiscale.
Questa politica è ovviamente il prodotto delle ricette neo-liberiste, monetariste che in questi anni i vari Governi che si sono succeduti, quelli di centro-sinistra e quelli di centro-destra hanno portato avanti per raggiungere l'obiettivo dell'Unione europea e dei parametri stabiliti dal trattato di Maastricht, ma anche per un preciso disegno di politica economica e sociale volta alla riduzione dell'intervento pubblico nel settore economico, quindi al processo di privatizzazione e liberalizzazione dell'attività economica nel nostro Paese.
Questa politica nazionale continua e si accentua con l'attuale legge finanziaria del Governo Berlusconi, tanto è vero che il patto di stabilità interno che rappresenta una strozzatura enorme per le capacità di intervento delle Regioni e degli enti locali nel loro complesso è stato ulteriormente accentuato da questo Governo e da questa legge finanziaria. E' per questo motivo che confermo quanto ho dichiarato in sede di conferenza stampa che il consigliere Ceroni ha citato, che le politiche del Governo Berlusconi contribuiscono ulteriormente ad appesantire le difficoltà finanziarie delle Regioni e degli enti locali. Ricordo al consigliere di Forza Italia che queste cose le dicevo anche rispetto al Governo Amato e al Governo D'Alema: non mi si può accusare di non averle dette in precedenza. Oggi dico che addirittura c'è un'accentuazione su questo fronte.
L'altra ragione di carattere generale è quella relativa al deficit sanitario. Anche qui noi ci troviamo di fronte ad una situazione in cui non è solo la Regione Marche ad essere in sofferenza rispetto alla spesa sanitaria ma è una situazione che coinvolge la totalità delle Regioni italiane. E anche questo deriva da una sistematica sottostima del fondo sanitario nazionale che dal 1992 ad oggi è stato ridotto sistematicamente in termini di potere reale del fondo, depurato quindi dal tasso di inflazione. Tanto è vero che l'Italia rimane ancora oggi, insieme a Grecia e Portogallo, il fanalino di coda nell'Unione europea per quanto riguarda il rapporto spesa sanitaria-pil.
Il Governo Berlusconi, oltre a confermare questo dato strutturale da qui al 2004 di sottostima del fondo sanitario nazionale, vi aggiunge di suo un pesante attacco alla sanità pubblica attraverso la riduzione dei posti letto ospedalieri, attraverso la privatizzazione degli istituti di ricerca e attraverso i provvedimenti programmati ma ancora da realizzare, estremamente pericolosi, primo dei quali lo stabilimento dei livelli essenziali di assistenza che probabilmente porteranno ad una riduzione della copertura assistenziale sanitaria da parte del sistema sanitario nazionale.
L'8 agosto 2001 è stato firmato un accordo Stato-Regioni in cui si chiude la partita, il contenzioso tra lo Stato e le Regioni rispetto alla sottostima del fondo sanitario nazionale con la sostanziale accettazione da parte delle Regioni della sottostima stessa. Io ritengo che sia stato un errore politico da parte delle Regioni di centro-sinistra, compresa la Regione Marche, quello di aderire all'accordo dell'8 agosto 2001, perché nei fatti vi è stato il riconoscimento di una sottostima strutturale delle necessità di spesa sanitaria nel nostro Paese, compensato soltanto da un'iniezione di liquidità immediata che però non risolve il problema strutturale, ma anzi lo aggrava.
Veniamo alla situazione nostra, dopo aver definito il quadro generale, che però non può essere ignorato da parte di un'opposizione che pretende di rappresentare un'alternativa di governo a questa Regione e che non vuole limitarsi soltanto alla propaganda. Bisogna conoscere e dire qual è il quadro complessivo in cui la manovra di assestamento, le successive manovre fiscali e di bilancio che verranno fatte si inseriscono, altrimenti si fa soltanto propaganda e si rinuncia ad un compito di opposizione costruttiva e di governo. Probabilmente vi farà ridere il fatto che un rappresentante di Rifondazione comunista fa queste critiche a Forza Italia e al Polo, però le cose stanno così.
Nelle Marche, dal 1995 non vi è stato, per una precisa scelta politica di questa maggioranza, nessun aumento della pressione fiscale. Non so se vi sono altre Regioni che hanno proceduto in questo modo; so di sicuro che molte Regioni di centro-sinistra e di centro-destra in questi sei anni hanno proceduto ripetutamente ad aumenti della pressione fiscale regionale attraverso le aliquote Irpef, attraverso le varie accise consentite dalla normativa nazionale. Anche questo è un dato che non può essere ignorato. Certo, di fronte all'aggravamento della situazione finanziaria questo obiettivo probabilmente non potrà essere più sostenuto, perché la situazione attuale come noto, vede 211 miliardi di deficit sanitario e vede anche, presumibilmente, una ulteriore deficit aggiuntivo sul bilancio ordinario.
Non mi voglio nascondere soltanto dietro le cause generali e nazionali di questa situazione; esistono sicuramente anche cause specifiche di carattere regionale attinenti alla gestione del bilancio e della sanità in questa regione e noi ce ne assumiamo, per quanto di nostra competenza, la responsabilità, avendo partecipato in questi sei anni al Governo della Regione Marche. Esistono sicuramente delle cause specifiche regionali che ulteriormente aggravano la situazione generale in cui le Marche si collocano e che vanno affrontate nel momento in cui si avvia un percorso di risanamento e di ristrutturazione complessiva.
Pertanto riteniamo che per quanto riguarda la sanità, la prima misura immediata da prendere da parte della Giunta regionale e dell'assessore competente sia, innanzitutto, l'accertamento rapido delle eventuali responsabilità gestionali rispetto alla spesa sanitaria eccessiva nei confronti delle risorse, che c'è stata nel 2001. Esistono delle particolarità aziendali? Esiste un andamento differenziato azienda per azienda? Se esiste — e i dati dimostrano che esiste — va compreso perché si è verificato e vanno anche attuate le misure necessarie per ovviare al ripetersi di queste situazioni, a cominciare dalla messa in discussione delle direzioni generali delle aziende sanitarie locali che non hanno rispettato gli obiettivi e i trend medi di spesa.
Oltre a questo è necessario avviare rapidamente un progetto di riforma complessiva del sistema sanitario regionale che contribuisca a ridurre il deficit strutturale della sanità marchigiana. Io dico a ridurre, perché ritengo che con questa politica nazionale, per mantenere un livello adeguato di assistenza sanitaria nella nostra regione occorre un investimento proprio e autonomo della Regione Marche sul fronte della sanità. Non sono sufficienti le risorse del fondo sanitario nazionale per garantire una tutela sanitaria come quella che abbiamo oggi nella nostra regione, per cui bisogna investire nella sanità. Ma questo è possibile farlo soltanto se razionalizziamo il sistema, altrimenti continuiamo a gettare soldi in un pozzo senza fondo.
Le stesse operazioni di aggiustamento vanno fatte in sede di bilancio ordinario della Regione e in questo senso noi riteniamo che vadano effettuate, a partire dal prossimo bilancio di previsione del 2001, operazioni di bonifica del bilancio regionale che in questi sei anni non sono mai state fatte in maniera organica e sistematica. Oggi siamo di fronte a una situazione di emergenza, non è più prorogabile questa operazione di ristrutturazione complessiva che, tra l'altro, viene facilitata dal fatto che nel 2002 il bilancio di previsione della nostra regione cambierà assetto, modalità di funzionamento e di gestione attraverso la riforma del bilancio regionale.
Inoltre occorre complessivamente introdurre un criterio di austerità e di rigore nella gestione e nel governo regionale. Misure di austerità e rigore che possono essere importanti, più che dal punto di vista quantitativo dal punto di vista qualitativo, perché indicano che il sacrificio non viene richiesto soltanto ai cittadini marchigiani ma le misure di sacrificio iniziano dalle istituzioni.
Allora, quale manovra bisogna prospettare? Questo assestamento di bilancio si inserisce all'interno di questo percorso, altrimenti sarebbe incomprensibile: non si può discutere di un assestamento di bilancio che riduce 17 miliardi di stanziamenti effettivi senza inquadrarlo in un percorso; non si può chiedere il consenso se non all'interno di un percorso che è comunemente condiviso. Noi l'abbiamo espresso anche pubblicamente, oltre che nelle riunioni della maggioranza regionale. Forza Italia dice "noi siamo contrari alle tasse". Ma se siete forza di governo ci dovete dire come affrontate questa situazione. Non basta parlare di riduzione degli sprechi — che anche noi condividiamo — e di misure di austerità e rigore, non prendiamoci in giro: sappiamo benissimo che di fronte all'entità della cifra non sono sufficienti, anche se sono necessarie, queste misure. E allora bisogna fare i tagli. Quali tagli? Ad esempio, rispetto alla questione sanitaria mi sembra che il comportamento dell'opposizione, in modo particolare Forza Italia non sia teso ad una riduzione e a un contenimento della spesa. Quando si propone e si sostiene che la Regione Marche debba lautamente finanziare, ad esempio, il centro di talassemia dell'ospedale San Salvatore di Pesaro, non si può dire che sia una misura di austerità e di rigore, è un nuovo, sostanzioso investimento che si chiede. Allora ci dovete dire dove vanno fatti i tagli, se non volete fare propaganda.

GILBERTO GASPERI. Negli incarichi!

ANDREA RICCI. Ho già detto che per quanto riguarda gli incarichi è una misura necessaria ma non sufficiente, su quello siamo d'accordo.
Qual è la realtà? Che Forza Italia sarebbe favorevole all'introduzione dei tickets sanitari. Questa è la politica nazionale di Forza Italia che critica aspramente il provvedimento tardivo assunto dal Governo Amato di eliminazione dei tickets e che oggi vuole costringere le Regioni a mettere i tickets e addirittura ipotizza la loro reintroduzione sul pronto soccorso. Avrete letto le dichiarazioni di ieri del ministro della sanità Sirchia.
Mi sembra che l'opposizione, in realtà, non rappresenti un'alternativa di governo della nostra Regione. Per parte nostra diciamo in primo luogo che dal lato delle entrate i tickets non vanno toccati, perché rappresentano una tassa sulla malattia, mettono in discussione il carattere solidaristico e universale del sistema sanitario nazionale e quindi rappresentano la tassa più ingiusta che si può ipotizzare, e non esistono misure di esenzione che possano eliminare le conseguenze negative sul piano sociale dell'introduzione dei tickets. Né si può pensare che siano i tickets le misure di contenimento della spesa, perché il contenimento della spesa non parte dalla coercizione economica nei confronti del cittadino, deve partire dal sistema, è il sistema che deve funzionare in modo tale da non generare il consumismo farmaceutico, il consumismo sanitario. Se non riusciamo a intervenire sul sistema non possiamo scaricare sul cittadino malato problemi che in realtà attengono a un malgoverno e a una gestione inadeguata.
Noi riteniamo quindi che i tickets non possano essere toccati e chiediamo che le misure necessarie, indispensabili, inderogabili relative alle entrate fiscali siano improntate a criteri di equità rispetto alla progressività delle aliquote Irpef, alla differenziazione delle aliquote Irap per tutelare gli artigiani, i piccoli commercianti, gli agricoltori e alle fasce di esenzione per quanto riguarda le accise.
Infine, sul lato delle spese anche qui l'operazione di bonifica consentirà di ridurre il tendenziale deficit che oggi può essere previsto, anche alla luce delle nuove modalità di formazione del bilancio.
Per concludere, noi riteniamo che questo atto di assestamento 2001 è la prima tappa di un percorso che sicuramente chiederà sacrifici ai cittadini marchigiani ma che, per quanto ci riguarda, potremo condividere soltanto se sarà improntato a criteri di rigore, accoppiati a criteri di equità e giustizia sociale di riforma complessiva dell'intervento regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

PIETRO D'ANGELO. Riteniamo che l'assestamento di bilancio, come già detto da altri interventi che mi hanno preceduto, sia da considerare il primo atto che va verso una riduzione delle spese. E' nota ormai a tutti la situazione economica di questa Regione, soprattutto per quanto riguarda la sanità, con un deficit di 210 miliardi, è noto a tutti che è indispensabile intervenire. Questo assestamento di bilancio è un primo avvicinamento a questo nuovo approccio con la spesa pubblica, cioè di rigore e di equità sociale.
Dopo avere ascoltato alcuni interventi mi sono in obbligo di dire che il gruppo Verdi non è d'accordo, relativamente al prossimo bilancio, a un inasprimento del prelievo fiscale. Ritengo che qualsiasi manovra di aggiustamento e di rigore, per essere capita dai cittadini debba essere contestualmente abbinata ad una manovra strutturale di contenimento delle spese. E' impensabile che si possa arrivare ad un qualsivoglia aumento delle tasse senza pensare che è indispensabile, soprattutto per quanto riguarda la sanità, ma non solo, una contestuale manovra strutturale di contenimento delle spese.
Questa è la posizione del gruppo Verdi che invita tutti, su un argomento così delicato, a non lasciarsi andare a facili demagogie, però ribadiamo che è indispensabile, oggi più che mai avere il coraggio di assumere quegli interventi strutturali che portino a una riduzione delle spese. Per quanto riguarda la sanità occorre un monitoraggio su tutto il territorio, epidemiologico ma non solo; un monitoraggio e una mappatura dei servizi sanitari offerti a tutti i cittadini marchigiani per vedere se sono equamente distribuiti su tutto il territorio regionale; una verifica del drenaggio economico di alcune realtà sanitarie, locali che drenano, rispetto ad altre, una notevole quantità di danaro pubblico di questa Regione. Occorre quindi rivedere alcuni aspetti. Ad esempio relativi al "sottoprogramma Ancona", alle quattro aziende ospedaliere. Occorre fare una verifica. E' indispensabile fare una verifica e vedere se quella strada scelta qualche anno fa è ancora percorribile o no e bisogna eventualmente avere il coraggio di intervenire.
Non ritengo che come gruppo Verdi possiamo avallare una qualsiasi manovra senza questa contestuale manovra strutturale di contenimento delle spese. Oggi più che mai è indispensabile dare ai cittadini un segnale di responsabilità. Un eventuale ricorso indiscriminato ad aumento di tasse, si chiamino aliquota Irpef, aliquota Irap, contributi di concessione regionale, bolli auto, benzina, metano non è possibile. Non si può toccare alcunché di quanto oggi abbiamo se non si riesce a far capire alla gente che prima di arrivare a una qualsiasi manovra di questo genere è stato fatto tutto il possibile per diminuire le spese, soprattutto gli sprechi. E abbiamo visto che nella gestione della sanità questi sprechi ci sono. Si abbia il coraggio di mettervi mano, non solo nella sanità. Sentivo il collega Gasperi che si riferiva agli incarichi. Certo non si possono eliminare gli incarichi perché non è possibile, in quanto alcuni settori hanno bisogno di sostegno e di studio esterni per poter raggiungere obiettivi, ma occorre una maggiore oculatezza, ed è indispensabile vedere quanto sia possibile incidere su questo settore.
Certo, una manovra da 400 miliardi circa non è una cosa facile da affrontare, comunque ritengo che per essere capiti ci sia bisogno, oltre che di determinazione, di credibilità ma anche di serietà, e quando dico serietà, senza andare a mettere il dito nella piaga, dico che bisogna evitare alcune posizioni di principio di natura esclusivamente demagogica. I Verdi ritengono che un eventuale intervento debba non colpire indiscriminatamente tutti ma salvaguardare le fasce più deboli e comunque è indispensabile far capire alla gente che qualche sacrificio nella spesa e qualche intervento per ridurla è stato fatto. Questo assestamento di bilancio va in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per le conclusioni, l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Penso di poter raccogliere quanto detto nel dibattito. Tutti hanno recepito che questo assestamento è stato considerato da tutti come il passaggio per il dibattito che faremo per il bilancio 2002. Voglio ricordare che le risorse proprie che abbiamo sono sempre le stesse, dal 1995 non è stata operata alcuna manovra fiscale e con questo assestamento di bilancio abbiamo fatto fronte al disavanzo del 2000 di 103 miliardi e abbiamo fatto per la prima volta — è stato riconosciuto da tutti — un assestamento che ha dato un segnale anche abbastanza forte, perché se i 17 miliardi di riduzione sono tali, la manovra complessiva è stata di circa 30 miliardi con il recupero di rate di mutui non accesi, quindi una manovra in riduzione rispetto a tutti gli assestamenti dal 1995 in poi.
Credo che al di là delle differenziazioni politiche e degli schieramenti, il riconoscimento unanime a questo sforzo che è stato fatto per iniziare il confronto sul bilancio 2002 sia stato recepito e credo che il tutto vada affrontato nella seria difficoltà in cui si trova la finanza regionale, non solo marchigiana. Al di là degli interventi fatti in particolare da Ceroni sulle architetture o i modi di manovrare un bilancio contabilmente o tecnicamente, penso che l'intervento di Andrea Ricci abbia chiarito che non è un atteggiamento della Regione Marche ma una pratica tecnica che si usa in tutte le Regioni e che purtroppo fa parte del discorso complessivo di come tecnicamente si redige un bilancio. Ma da qui a parlare di falso in bilancio, al di là della battuta di Andrea Ricci ne passa di strada e credo che alcune osservazioni che il collega Ceroni ha fatto vanno chiarite anche tecnicamente quando si parla di residui attivi e passivi presunti e quando si riaccertano e si ridefiniscono in base alle risultanze di un rendiconto che poi è la fotografia reale del bilancio e di quelle poste. Mi spiace che il consigliere Ceroni non c'è, però se andiamo a prendere il bilancio preventivo 2001 abbiamo delle poste quali le partite di giro ad esempio, dove c'è un residuo zero e nel rendiconto vi sono poste che riguardano più di mille miliardi, perché ci sono dei passaggi e delle transizioni di poste che, a seconda della loro permanenza in queste partite transitorie determinano degli sbilanci. E' chiaro che tutte queste partite non possono essere lette così fiscalmente come le ha lette il consigliere Ceroni.
Come esempio concreto vi invito a verificare i residui attivi delle partite di giro del bilancio preventivo 2001: avete un residuo attivo zero e poi nel rendiconto, stessa partita avete 1.756 miliardi di entrate e 1.3000 di uscite. Sono le variazioni che in riferimento all'art. 1 della normativa di questo assestamento danno questi scompensi, queste grosse differenze che non sono sicuramente falsi in bilancio ma sono meccanismi che creano poi queste cifre.
Abbiamo fatto questa riduzione, l'abbiamo fatta dando un segnale importante, come abbiamo utilizzato il 37% di residui perenti che non è uno scandalo. Altre Regioni utilizzano i residui perenti e molte Regioni anche governate dal Polo sono scese sotto il 30%. Sono dati a disposizione di tutti. Gridare allo scandalo significa veramente non capire la situazione economica e finanziaria soprattutto, che stiamo attraversando nella Regione Marche. Non possiamo far finta di non essere all'interno di una finanza che riguarda tutte le Regioni.
Non si tratta soltanto ed esclusivamente di riferirsi alle manovre di Governo, però non possiamo fare a meno di considerare che nella finanziaria ci sono stati e ci saranno tagli importanti in settori determinanti per l'economia della nostra regione: tutto il fondo unico per le attività produttive è stato notevolmente tagliato, come tante altre partite di questa finanziaria.
Il discorso di non delegare ad altri responsabilità è relativo rispetto ad un lungo elenco di situazioni che potremmo citare con molta più precisione in occasione del bilancio 2002 dove le poste che la finanziaria pone saranno ancora più messe in evidenza rispetto alla loro consistenza in negativo nei confronti dell'anno passato.
Il consigliere Ceroni, forse per una svista quando parla di deficit sanitario 2001 da coprire con mutuo penso che si riferisca ad una cosa impossibile da fare, perché il proprio il decreto legislativo convertito ci impone di coprire questo buco con risorse proprie di bilancio, oppure con risorse da reperire con tassazione (tickets o altro). Quindi, su tutta questa questione è bene fare chiarezza e su questo ognuno si deve prendere la propria responsabilità. Come responsabilità di governo ce la prenderemo insieme a tutta la maggioranza, cercando di far sì che questa manovra sia veramente all'insegna del rigore e dell'equità ed abbia l'anima politica a cui faceva riferimento il collega Procaccini, perché nostro compito non è quello di fare i ragionieri ma di fare la politica e quando si parla di politica e di scelte pesanti e dolorose che dovremo fare rispetto al futuro significa che quest'anima politica deve riuscire a coniugare il rigore e l'equità non in una generica enunciazione ma proprio nelle scelte politiche che dovremo andare a fare.
E' anche chiaro che questo rigore, questa equità, questa anima politica dovranno essere il documento di accompagnamento a tutta la manovra che andremo a fare, che non dovrà essere un documento di principi ma un documento in cui si elenchino le azioni da fare rispetto al rigore da tenere. Stiamo lavorando intensamente rispetto a tutta una serie di problemi che avevamo preannunciato con il bilancio 2001, a tutta la razionalizzazione e la valutazione degli enti dipendenti della Regione o delle partecipazioni che la Regione ha in associazioni esterne sicuramente non daranno risultati dalla mattina alla sera, ma si tratta di un programma di razionalizzazione che andrà ad affrontare la problematica da qui alla fine della legislatura. Se saremo capaci tutti insieme di spogliarci da una valutazione che vada al di fuori di quello che tutte queste partite rappresentano anche all'interno del bilancio e delle politiche di programmazione che spettano alle Regioni, forse riusciremo anche a concretizzare questo rigore, a risanare e riqualificare il nostro bilancio.
Qualcuno faceva riferimento alla nuova legge di contabilità come strumento importante per arrivare a questi risultati. Ricordo che questo è solo uno strumento che ci permetterà, se non altro, una cosa importante che forse manca e che farà capire che qualche volta certe manovre pesanti sono necessarie rispetto ai cittadini, ma ci darà una maggiore trasparenza e una maggiore capacità di leggere il bilancio che molto spesso è lontano dalle possibilità dei cittadini di intendere quali realmente sono le politiche di una Regione. Questo sarà importante, perché da qui apparirà in maniera più chiara e trasparente quali sono le scelte prioritarie a cui questo Governo e questa maggioranza regionale si stanno preparando nella predisposizione del bilancio 2002.
Vorrei ancora rispondere a Ceroni. Nella relazione al bilancio di previsione 2001 non ho mai detto che questa Giunta, questa maggioranza non sarebbero ricorse alla tassazione nel 2002. Ho solo precisato che questa Regione dal 1995 non ha mai aumentato alcuna tassa. Tra l'altro, da quella dichiarazione ad oggi è intervenuto un decreto convertito in legge nazionale che ci obbliga a farlo, quindi sempre per rispetto dell'oggettività e della verità debbo ricordarlo.
Questo assestamento credo sia la parte principale e fondamentale del dibattito di oggi, è l'inizio di un confronto, un confronto che dovrà essere approfondito, che spero non sia strumentalizzato con il bilancio 2002 ma riesca a farci risolvere tanti problemi che abbiamo, non tutti di nostra responsabilità ma anche a causa di politiche nazionali che non sempre hanno avuto attenzione per i territori. Tutto questo lo faremo sempre mantenendo il principio della concertazione con le forze sociali, con le categorie. Siccome forze sociali e categorie sono i protagonisti dello sviluppo di questa regione, penso che anche questa volta riusciremo a farci comprendere, perché non vogliamo diminuire lo sviluppo di questa regione, ma vogliamo mantenere i livelli, sempre nel principio dell'equità, dando risposte qualificate come abbiamo fatto fino ad ora rispetto a tutti i settori d'intervento.
E' chiaro che in caso di difficoltà, di co-partecipazione ai sacrifici, leggi permettendo si dovrà rispettare il principio di equità. E qui voglio ricordare, al di là di tutto, che quando il Governo dell'Ulivo ha risanato il bilancio ed è entrato in Europa, ha fatto fare sacrifici, ma questi sacrifici per la prima volta nella storia d'Italia sono stati ripartiti in modo equo. Credo che lo sforzo che stiamo facendo...

FABIO PISTARELLI. C'era un buco di 10.000 miliardi...

MARCELLO SECCHIAROLI. Le visioni di Tremonti non ci interessano, però come Giunta e come maggioranza stiamo facendo uno sforzo rispetto alle azioni di risanamento e di contenimento che dovremo fare nelle prossime settimane.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di legge n. 68, composta di 12 articoli, senza emendamenti.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge n. 68.

(Il Consiglio approva)

Passiamo ora alla votazione della proposta di legge n. 89.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 1. Emendamento 01 a firma Pistarelli, che ha la parola per illustrarlo.

FABIO PISTARELLI. E' un piccolo spostamento di cassa che dà la possibilità di completare l'istruttoria, cioè permettere di rendere ammissibili i progetti esecutivi già presentati e approvati dall'ufficio competente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 01 sostitutivo dell'emendamento 1.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 2 a firma Ciccioli, che ha la parola.

CARLO CICCIOLI. Questo emendamento riguarda i contributi per le cooperative artigiane di garanzia. E' una richiesta che viene unitariamente da tutte le associazioni di categoria che notoriamente rappresentano coloro che più danno occupazione nella nostra regione. Questo va nella direzione di dare un'equa risposta alle esigenze della comunità. Tutti sappiamo che esistono esigenze per la cooperazione, questa Giunta ha stabilito uno stanziamento quasi unico in questa direzione, 3.246 milioni oltre a due capitoli minori per le cooperative. Noi diciamo di tripartire questi emendamenti una quota parte di un miliardo alle cooperative, una quota di un miliardo agli artigiani e il resto diviso in varie spese per le politiche turistiche, in parte agli agriturismo e in parte alle strutture ricettive.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 3 a firma Ciccioli, che ha la parola.

CARLO CICCIOLI. Questo emendamento trova felice collocazione con il convegno di ieri sera al quale hanno partecipato il Vicepresidente Spacca, l'assessore Rocchi, il presidente della Provincia di Ancona Giancarli, il presidente della Provincia di Pesaro Ucchielli e altri. Si trattava della presentazione del consorzio "Alta Marca" e in questo consorzio le politiche dell'agriturismo, del territorio per quanto riguarda le nicchie di agricoltura biologica o di qualità sono incoraggiate. Pertanto questi 500 milioni che non sono grandissima cosa, consentono però di dare risposte a una serie di domande inevase, a leggi che sono state approvate da questa Regione, quindi anche da questa maggioranza, nella precedente legislatura. Ritengo che questa cifra sia significativa ed equativa rispetto all'artigianato, all'agriturismo e agli altri capitoli che ho indicato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 4 a firma Ciccioli, che ha la parola.

CARLO CICCIOLI. Si tratta della legge 65/87. Alcuni Comuni sono riusciti ad avere appagamento alle richieste in misura minima. Si tratta di 100 milioni che vengono tolti dalla sperimentazione scolastica — progetti non condivisi dal provveditorato e dalle scuole fatti dalla Regione — dando 300 milioni per la promozione di attività sportivo-ricreative finalizzate soprattutto ai giovani.

SERGIO NOVELLI. Anche a nome dei colleghi Gasperi e Romagnoli chiedo la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, partendo dal n. 36.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Silenzi no
Spacca no
Tontini no
Trenta sì
Viventi assente
Agostini no
Amagliani no
Amati no
Ascoli no
Avenali no
Benatti no
Brini sì
Castelli sì
Cecchini no
Ceroni sì
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio assente
D'Angelo no
Donati no
Favia sì
Franceschetti no
Gasperi sì
Giannotti sì
Grandinetti assente
Luchetti no
Martoni no
Massi Gentiloni Silveri sì
Melappioni no
Minardi assente
Mollaroli no
Moruzzi assente
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe no
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli no

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 4 bis a firma Franceschetti e Ciccioli. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. E' un emendamento approvato all'unanimità dalla Commissione ed è compensativo: sposta da 2 capitoli che riguardano la legge sull'artigianato, meno utilizzati, a un capitolo che riguarda sempre il settore artistico della legge sull'artigianato dove ci sono state più richieste. Per quanto riguarda gli altri due capitoli si tratta di un emendamento compensativo che concerne il risparmio energetico, ma per motivi tecnici debbono essere tutti portati al capitolo 2228212.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 4 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16 Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Emendamento a firma Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 a firma Massi, che ha la parola.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Ribadisco che la non reiscrizione di questi residui perenti è un fatto grave che porterà particolare danno ai bilanci comunali. Trattasi peraltro di interventi sui beni culturali e voglio ricordare che il servizio aveva fatto una richiesta precisa da tempo alla Giunta per questa reiscrizione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 bis a firma Franceschetti-Ciccioli. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Questo emendamento riguarda Ancona, ma è ampiamente condiviso. Praticamente la Cittadella verrebbe acquistata alla cifra nominale di un milione dallo Stato. Sono previsti 999 milioni per la messa in sicurezza della Rocca. Questo consentirebbe di intervenire su questo bene immobile che tutti chiediamo venga restituito alla città nonché alla funzionalità della Regione che avrebbe la fruizione di alcuni spazi. Questo emendamento consente quindi di intervenire e di uscire da questa situazione di stallo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 7 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Emendamento introduttivo dell'articolo 7 bis, a firma Ciccioli, che ha la parola.

CARLO CICCIOLI. Riguarda lo stanziamento di 750 milioni per l'attività turistica e le strutture ricettive. Si tratta del rifinanziamento di un fondo a bilancio che non può più essere utilizzato in quanto esaurito. E' scorporato dalla cifra di 3.250 milioni della cooperazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Ha la parola l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Chiediamo di non approvarlo. Le questioni poste dal consigliere Procaccini sono giuste, nel senso che con le Amministrazioni provinciali abbiamo fatto un accordo per la definizione dei trasferimenti; questo articolo potrebbe essere in contrasto con il D. Lgs. 112 che discuteremo in quest'aula, quindi vi chiediamo di votare contro questo articolo 11.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo.

(Il Consiglio non approva)

L'emendamento n. 8 viene ritirato.
Articolo 12. Emendamento n. 9 a firma Franceschetti-Ciccioli.
Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Questo emendamento cancella il comma 3 dell'articolo 12 riguardante l'applicazione dell'art. 139 del decreto 112/98 sull'assistenza scolastica dei portatori di handicap, che dava competenze alle Province rispetto ai soggetti che frequentano le scuole superiori e che, ancora non applicato rischia di interrompere l'unitarietà degli interventi che attualmente stanno facendo i Comuni per tutti gli ordini di scuole. Da un controllo che abbiamo fatto con altre Regioni nessuno ha ancora preso questa decisione di separare le competenze fra Comuni e Province, quindi lo togliamo in attesa di avere un quadro più preciso sull'applicazione di questa norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo la votazione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Brini e Trenta.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale, partendo dal n. 11.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama:
Cesaroni assente
Ciccioli sì
D'Ambrosio sì
D'Angelo sì
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi assente
Giannotti astenuto
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni sì
Minardi assente
Mollaroli sì
Moruzzi assente
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi assente
Romagnoli sì
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta astenuto
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati sì
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini astenuto
Castelli sì
Cecchini sì
Ceroni Remigio assente

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 12 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Emendamento n. 10 a firma Franceschetti-Ciccioli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 11 a firma Franceschetti. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. E' una proroga di validità dei corsi-concorsi che si sono attuati nella Regione per parificare le scadenze degli altri concorsi già realizzati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Pure non opponendomi in linea di principio alla proroga di una graduatoria, sono un po' perplesso sul fatto che ogni graduatoria diventa totale, viene utilizzata completamente. E' un principio che non so fino a che punto sia giusto. Ci asterremo su questo emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 11.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 13 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 18. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Viene chiesta la verifica del voto, quindi pongo nuovamente in votazione l'articolo 18.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Siamo alla conclusione di un lungo dibattito, articolato grazie anche agli interventi puntuali dell'opposizione. L'aula ha visto la presenza compatta del gruppo An come sempre, ma anche la presenza di colleghi che in maniera qualificata hanno fatto la loro dichiarazione, anche se rappresentativi di un gruppo più ampio rispetto alla presenza fisica. Lo dico perché nel passaggio che più di una volta il Consiglio regionale effettua durante l'anno relativamente alle questioni di bilancio, vi è il rischio di perdersi in tecnicismi o in spiegazioni tutte di natura endoprocedimentale, cioè "c'è bisogno di qualche spostamento, come hanno detto gli uffici". Secondo noi la valenza di questi atti è diversa, politica, molto più profonda, molto più seria, molto più articolata. Si fanno scelte seguendo indicazioni, direttive e perseguendo obiettivi. Su queste scelte è stata motivata la nostra posizione contraria ai due documenti, il consuntivo 2000 e il documento di assestamento 2001.
E' contraria la nostra posizione perché questi documenti arrivano in aula tardi e male. Tardi perché non rispettano termini di legge che erano pure previsti in maniera stringente per far sì che la vita complessiva, istituzionale e pertanto anche le realizzazioni programmatiche del governo di un territorio fossero tarate a seconda delle esigenze ma in maniera puntuale, tempestiva, verificando i dati e mirandoli per il secondo semestre dell'anno 2000. In realtà arriviamo quasi al termine dell'anno, quindi al termine dell'esercizio 2001 a sanare buchi, a tappare falle che si sono aperte perché è mancata una programmazione vera, sono mancate scelte vere in precedenza effettuate e da effettuarsi attraverso i bilanci di previsione. Sono mancate scelte e sono mancati gli obiettivi, e faccio solo due esempi.
Si è bocciato un emendamento a mia firma che destinava 100 milioni per l'articolo 32 della legge sull'artigianato, la 33/97. Cosa è successo, anche quest'anno? Che vi sono state decine di domande al fine di vedere finanziate o cofinanziate dalla Regione nuove attività, sostegni allo sviluppo di imprese artigiane, cosa che viene da tutti considerata come una priorità, quindi sono state ammesse decine di domande di imprenditori che hanno correttamente, in maniera documentata effettuato la richiesta di accedere a questi finanziamenti e queste decine di domande ancora una volta, anche nell'anno in corso sono rimaste inevase perché, pure ammesse, pure ammissibili non hanno trovato la rispondenza economico-finanziaria, cioè non hanno trovato il capitolo di bilancio destinato a queste misure in grado di dare il finanziamento, di far sì che la Regione partecipasse a investimenti per manutenzioni straordinarie, per l'ampliamento dei propri capannoni, per l'ampliamento della propria attività, quindi potenzialità nuove per quanto concerne l'espansione dell'occupazione.
Si è bocciato questo emendamento di natura esclusivamente tecnica che dava la possibilità alle domande ammesse ex art. 32 della legge 33/97 di essere soddisfatte sotto un profilo di cofinanziamento regionale e si è approvato — non me ne voglia il consigliere Ciccioli, ma questa cosa la devo dire — un emendamento con il quale si danno 999 milioni "a favore della sovrintendenza beni ambientali e architettonici delle Marche per l'esecuzione di interventi urgenti di recupero del complesso denominato Rocca della Cittadella sito nel comune di Ancona". Caro collega Silenzi, cari colleghi della maggioranza, non 100 milioni all'artigianato per soddisfare domande fatte e ammesse dagli uffici, ma 999 milioni per fare straordinariamente interventi di recupero sulla Rocca della Cittadella. Queste sono scelte politiche precise, si vuol dire sì a un determinato tipo di richieste straordinariamente fatte, esulanti da una programmazione e si dice di no all'applicazione della programmazione, che soprattutto voi della maggioranza vi siete dati quando abbiamo finanziato la legge 33, quando abbiamo detto che in bilancio c'erano soldi per gli artigiani. Si trovano 999 milioni per la cittadella e non si mettono i fondi necessari ad evadere domande pure effettuate per leggi vigenti, operanti, in vigore, domande che hanno lasciato e lasciano anche per il 2001 decine e decine di artigiani con le pive nel sacco, cioè artigiani che sono stati illusi che vi era un cofinanziamento da parte della Regione, artigiani che invece non hanno avuto e non avranno mai più una lira per investimenti fatti, documentati, in bilancio, contrattualmente stipulati con le ditte, con i proprietari da cui hanno acquistato aree o ampliato capannoni.
Ho fatto solo questo esempio, ma posso ampliare gli esempi al commercio, alla piccola industria, all'agricoltura. Quante domande inevase, quante persone si rivolgono ai professionisti per fare la domanda in maniera corretta, poi per allegare tutta la documentazione, poi vengono su, tornano giù, ritornano agli uffici per vedere se tutto a posto, la domanda è ammissibile ma il contributo non arriverà mai, perché in bilancio si destinano le risorse in questo modo, per operazioni che ci dovete spiegare. Qual è l'urgenza, la straordinarietà della Rocca della Cittadella del comune di Ancona rispetto a scelte di fondo che sono quelle del sostegno alle imprese, all'artigianato, al commercio, a coloro che fanno veramente occupazione e danno possibilità di sviluppo al nostro territorio? Questo sviluppo dove sta riferito alla straordinarietà delle manutenzioni da fare in Ancona?
Questo è il nodo di fondo di questa Regione: noi ci siamo stufati di vedere questi spettacoli, cioè dire da una parte che c'è una coperta corta che non riesce mai a riscaldare il nostro tessuto economico-sociale, poi vediamo che queste coperte diventano addirittura termocoperte tecnologicamente avanzate, perché in grado di captare subito, anche in sede di assestamento di bilancio fondi, finalità e finanziamenti che sono assolutamente ampi, perché un miliardo non è facile da trovare a fine esercizio 2001.
Questi sono esempi ed esemplificazioni. Non è una scelta contraria alla manutenzione straordinaria o al recupero di certi beni che sono anche importanti; sono le metodologie usate da questa maggioranza che chiude le porte sistematicamente a richieste assolutamente vicine a quelle che sono le attese anche degli stessi uffici che non ne possono più di dire "la sua domanda è ammessa ma purtroppo il contributo non ce l'avrà". Invece noi continuiamo ad assistere a questo tipo di impostazioni.
Ecco perché l'intera manovra di assestamento e il conto consuntivo sono solo la fotografia di quello che è stato il 2000, ma l'intera manovra di assestamento 2001 che politicamente era più rilevante, momento in cui si potevano rimodulare determinate poste, pur nei limiti sia temporali che di normative relative alle nostre leggi sulla contabilità, quello era politicamente un passaggio rilevante che anche in questo caso viene assolutamente mancato da una maggioranza che non si apre al confronto sulle questioni ma riproduce schemi e modalità di interventi che esulano da qualsiasi tipo di confronto sulla programmazione, sullo sviluppo di questi nostri territori e anche dalla capacità di rendere efficaci ed efficienti gli strumenti normativi che pure abbiamo, strumenti legislativi che pure abbiamo e che non si calano mai nelle realtà, anzi perdono occasioni e non colgono gli obiettivi.
Per questi motivi voteremo contro la proposta in discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Al di là della posizione rispettabilissima di ognuno di noi e delle diverse forze che sono presenti in Consiglio, di maggioranza e di minoranza, bisogna correggere le cose inesatte che qui ho sentito dal collega Pistarelli, perché un conto è il giudizio che l'opposizione può dare in merito al rendiconto e all'assestamento di bilancio, che può essere un giudizio negativo, con un voto contrario, tutto quello che vogliamo; un conto è fare pura e semplice demagogia su alcuni aspetti che non hanno ragione di essere, perché tra l'altro vengono mischiate questioni che non c'entrano niente l'una con l'altra e rispetto alle quali bisogna avere almeno una conoscenza minima delle cose prima che si pronuncino determinate requisitorie come ha fatto il collega Pistarelli.
Riguardo alla legge sull'artigianato noi non abbiamo accolto l'emendamento di 100 milioni presentato da Pistarelli perché siamo dentro una logica complessiva di un assestamento che tutti abbiamo definito rigoroso, che deve prepararci a un bilancio altrettanto rigoroso per il 2002, sulla questione della legge per l'artigianato che non è stata minimamente toccata dall'assestamento di bilancio. Mentre ci sono voci che riguardano settori produttivi come l'agricoltura e l'industria in cui abbiamo operato tagli, l'unico settore che non è stato toccato è proprio questo dell'artigianato. Quindi, rispetto a questo problema c'è un'attenzione politica forte di questa maggioranza e di questa Giunta, come c'è stata nel bilancio di previsione, come c'è stata negli anni precedenti. Voler collegare questo fatto al risanamento della Cittadella di Ancona è proprio fuori da ogni ragionamento, perché allora vorrei ricordare al collega Pistarelli che nel bilancio di previsione 2001 abbiamo previsto un miliardo per l'acquisto della Cittadella di Ancona dove dovranno essere collocati locali e servizi da parte della Regione. Utilizziamo quel miliardo che già avevamo previsto, come ha spiegato benissimo l'assessore Secchiaroli, per fare un intervento di consolidamento e per evitare gravi danni a quella struttura, quindi anticipiamo un intervento di consolidamento utilizzando quelle risorse. Non spendiamo quindi una lira in più rispetto a quanto preventivato, anzi mentre prima prevedevamo un intervento di un miliardo per l'acquisto, ora l'acquisto si riduce alla spesa simbolica di un milione, quindi nella sostanza risparmiamo quel miliardo e lo utilizziamo per un intervento di consolidamento, pertanto facciamo un'operazione a tutto vantaggio delle finanze della Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Solamente per confermare il voto contrario all'intera legge. Naturalmente esprimo anche una certa soddisfazione per alcuni interventi che dimostrano, nei consiglieri di maggioranza, una diversa sensibilità. Mi dispiace non aver potuto cogliere l'intervento dell'assessore, comunque rispetto alla fase in cui abbiamo discusso il bilancio di previsione debbo notare che la maggioranza ha una maggiore sensibilità.
Chiudo ripescando una cosa tra le tante che ho dovuto tagliare in occasione dell'intervento in sede di discussione generale. Voi procedete nella vostra azione occultando il debito o creandone fuori bilancio. Ne voglio segnalare uno, perché in questo Consiglio abbiamo cinque avvocati, quattro del gruppo di Alleanza nazionale e uno del gruppo di Forza Italia. Tra il 1995 e il 2001 ho contato 1.560 costituzioni in giudizio, e adesso saremo arrivati a 1.700: per questo impegnate la spesa di 100.000 lire. Ma per 100.000 lire mi danno il biglietto da visita, gli avvocati, per sapere l'indirizzo del loro studio. Magari queste cose potrebbero dar luogo alla compensazione delle spese, come spesso avviene al Tar e ci vorranno 4-5 milioni per gli avvocati. Quando quelle 1.700 cause andranno a sentenza... (Interruzione). Qui è scritto "100.000 lire studio legale avv. Romanucci". Si dice "Si impegna preventivamente la somma di lire 100.000 al lordo delle ritenute di legge". Cercate di essere un po' più seri, non ci vuole molto.
Chiudo qui e vi do appuntamento all'approvazione del bilancio 2002 che spero avvenga presto, dove veramente le buone intenzioni saranno verificate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Per la prima volta l'assestamento ha una differenza in negativo di 17 miliardi e ciò segnala una scelta complessiva dell'Amministrazione regionale che va nella direzione del rigore amministrativo. Di questo parleremo quando affronteremo il bilancio di previsione 2002: vi sono problemi finanziari, un necessario contenimento della spesa, scelte di natura nazionale che si scaricano verso le Regioni e gli enti locali, che impongono un cambio di registro per quanto riguarda le attenzioni relative al bilancio e relative alla spesa regionale. Questo è un assestamento rigoroso, questa è la strada sulla quale ci incamminiamo per poter definire le condizioni finanziarie dentro le quali la Regione con sua autonomia e con i trasferimenti che arrivano dallo Stato riuscirà ad affrontare i problemi dello sviluppo di questa regione. Non sono emerse proposte serie, alternative da parte dell'opposizione ma piccole questioni di natura demagogica che non delineano un quadro di proposte serie e alternative rispetto alla proposta finanziaria che qui viene presentata e verso la quale il gruppo Ds esprimerà un parere convinto e favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Anche il gruppo Ppi-Margherita esprime voto favorevole a questa legge di assestamento. Oltre a quello che è già stato sostenuto dai colleghi della maggioranza relativamente ai contenuti e alle caratteristiche di questa manovra finanziaria vorrei sottolineare un aspetto molto importante, un dato politico che dobbiamo considerare. Dall'approvazione della legge applicativa del 112 e dai provvedimenti conseguenti all'attuazione della "Bassanini" abbiamo registrato sostanzialmente, nella realtà regionale — e questo ha diretto riferimento alle politiche di bilancio — un sostanziale accrescimento delle competenze amministrative della Regione e no è stato parimenti suffragato questo aumento di competenze dal passaggio di ulteriore finanza, tant'è — questo il collega Ceroni deve valutarlo — che la finanza regionale è stata costantemente bloccata, giustamente, anche dai Governi precedenti, e si è tentato, rispetto ad una politica di rientro — il discorso del patto di stabilità ecc. — di non accrescere la pressione fiscale in tutti questi anni, perché le Regioni avevano da parte loro una autonomia che consentiva una gestione autonoma delle loro finanze. In questo senso va l'utilizzo dei residui perenti che è diventata una prassi amministrativa che in altre amministrazioni non è stata mai utilizzata. Questa non è una situazione peculiare delle Marche: Ceroni sa che quasi tutte le altre Regioni hanno una difficoltà intrinseca nella finanza regionale, per effetto del fatto che, soprattutto quelle che non hanno provveduto alle leve fiscali che il Governo nel frattempo aveva consentito, giocando un po' sulla tecnica finanziaria. A questo si aggiunge quello che dicevo prima: sono arrivate le competenze, la Regione si sta attrezzando a governare competenze nuove con personale che deve assumere in proprio perché non sono arrivati, parimenti, finanziamenti diretti.
Non entro nel merito delle conseguenze che ci saranno sulla sanità perché ne parleremo nel momento in cui discuteremo del bilancio preventivo, però è da tenere in considerazione questo fatto: il bilancio della Regione Marche da anni ha fatto fronte a tutta una serie di domande crescenti della comunità marchigiana attraverso una politica che ha utilizzato sia il discorso dei residui perenti ma anche la liquidità che era derivata — ecco perché non sono mai stati contratti mutui passivi in tutti questi anni — dai trasferimenti dello Stato, come ad esempio i finanziamenti della frana di Ancona. Questo ha consentito di far fronte a una serie di domande crescenti delle categorie, utilizzando questo tipo di criteri. Siamo arrivati al dunque.
Questo problema ce l'hanno tutte le Regioni e in questi giorni, quando si presenterà il discorso del bilanci preventivi tutti saranno alle prese con questi problemi. Però questa maggioranza, oggi si trova di fronte ad una scelta di dover svoltare definitivamente per mettere in chiaro le questioni e mettere in campo una rivendicazione anche nei confronti del Governo. Il problema non riguarda il cambio di maggioranza, ma riguarda tutte le Regioni le quali debbono avere un maggiore spazio finanziario per far fronte alle proprie incombenze.
La decisione dell'assestamento in questo senso — questa è stata una scelta precisa, perché potevamo anche andare avanti con altri sistemi — è stata quella di mettere fine alle alchimie finanziarie per andare verso un bilancio il più chiaro possibile. Questo ha riflesso anche sulle nuove realtà normative che comporteranno anche la modifica del Titolo V della Costituzione, che impone alle Regioni una impossibilità di ricoprire in sede preventiva, con mutuo a ripiano, le spese per gli investimenti, perché dovremo attuare un'altra metodica per arrivare a un bilanciamento della finanza regionale.
Ecco perché noi diciamo che l'assestamento è una scelta coraggiosa della maggioranza. E' prevedibile un altro recupero in questo senso e un'altra grande manovra in termini di bilancio preventivo del 2002 dove misureremo la possibilità di dover contenere ulteriormente la spesa, e io dico che sarà un problema far capire questo a tutti, ma lo possiamo preannunciare da oggi, cioè dovremo fare uno sforzo in questo senso per dedicare tutte le risorse che abbiamo allo sviluppo in un momento in cui è difficile reggere anche la congiuntura internazionale, ma la Regione Marche ha fatto questa scelta di chiarezza e si misurerà con coraggio anche nel bilancio preventivo circa un andamento costruttivo del proprio bilancio regionale.
Per questi motivi riteniamo altamente positiva questa scelta proposta dalla Giunta D'Ambrosio, noi siamo qui a sostenerla e ci prepariamo con buona volontà anche ad affrontare il bilancio preventivo del 2002.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Noi ci aspettavamo almeno qualche segnale di apertura. E' vero che la Giunta fa il suo gioco e poi va avanti, ma noi avevamo apportato delle proposte che non andavano a intaccare alcune partite dovute ma la parte che era mediabile, flessibile. In particolare andavamo nella direzione di strutture ricettive, agriturismo, artigianato, attrezzature ludico-sportive, settori sui quali voi stessi dite che c'è un impegno particolare della Giunta.
Credo a questo punto che i tavoli su cui si fa il bilancio sono altri, la partita si gioca su altri tavoli e la Giunta riversa in aula decisioni e mediazioni che sono altrove. Evidentemente la partita con le cooperative è così forte che non è mediabile neanche con altre categorie quali gli artigiani che sono rappresentati da Cna e Cgia le quali sono rappresentative dell'intero arco della rappresentanza.
Non posso dire altro che questo è il vostro disegno, questo vi votate, non c'è neanche da discutere. Tutto il dibattito e tutti i nostri emendamenti sono stati un teatrino in una partita chiusa.
Aggiungo una nota esplicativa, perché chi non ha seguito tutti i passaggi non conosce bene le cose. Per quanto riguarda la Cittadella, uno dei pochi emendamenti passati, si tratta di un emendamento interno alla voce iscritta a bilancio. Questa Regione aveva fatto una legge votata da tutti i gruppi, per acquisire la Cittadella per un miliardo di lire. Siccome non ci sono i fondi d'intervento lo Stato, invece di farci pagare la Cittadella un miliardo ce la fa pagare la cifra simbolica di un milione, quindi scorporiamo i 999 milioni per l'intervento urgente e inderogabile sulla Cittadella. Questo non significa che dobbiamo trascurare altre necessità. Mi è stato fatto presente, per esempio, che esistono mura antiche che ugualmente stanno cadendo e occorrono interventi urgenti. Nessun problema a dire che se ci sono altre necessità, con i capitoli a bilancio che già esistono, degli interventi straordinari, si intervenga immediatamente sulle emergenze, allocando delle risorse superiori sulla struttura di bilancio che andremo a votare tra pochi mesi. Però questo è un intervento interno alla stessa voce, non è stato spostato niente. Era una legge di questo Consiglio e per le stesse finalità c'è stato uno spostamento per quanto riguarda la finalità del contributo già previsto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Non avrei voluto parlare, ma dopo quanto ascoltato dal collega Luchetti credo che sia giusto dare una dimensione più corretta alle cose.
Quando governava il partito a cui apparteneva il consigliere Luchetti, la vecchia Dc nel Governo di centro-sinistra, non eravamo arrivati a queste forme di indebitamento economico. Pertanto, se lui esalta le conduzioni economiche di questo Governo significa che da una patente ancora migliore a quello per il quale aveva lottato fino al 1995.
Viene ormai fuori il fatto abitudinario di dire in continuazione che le cose non vanno bene per colpa del Governo. Con la discussione che c'è attualmente al Governo sulle modalità di prelevamento del finanziamento, si deve andare a vedere specificatamente che cosa era stato previsto prima. Sul problema della sanità, l'accordo Governo-Regioni del 3 agosto 2000, l'"accordo Amato", prevedeva 124.000 miliardi e nel 2001 ne prevedeva 129.000. Nel 2002, 2003 e 2004 non era previsto assolutamente niente. L'accordo Governo-Regioni dell'8 agosto 2001 con il Governo Berlusconi, ha previsto un aumento, per 2000, da 124.000 a 126.700 miliardi, per il 2001 da 129.000 a 138.000 miliardi, per 2002 è stato portato a 144.376 miliardi, arrivando alla media europea del 6% del pil.
Vorrei sapere per quale motivo il Governo di sinistra che c'è stato prima del Governo Berlusconi ha riportato sulle Regioni il deficit per far vedere che rientrava negli accordi a livello europeo, per poter rispettare il parametro stabilito a Maastricht.
Lei mi deve spiegare, Luchetti, per quale motivo debbo salire su questo "espresso" che è un treno che ci sta portando diritti al dissesto economico, perché questa è la realtà.
Vedremo nel bilancio di previsione del 2002 se vi sarà intenzione di procedere su questa strada o se, viceversa, intenderete procedere su una strada diversa.
Se l'ex assessore al bilancio dal 1995-2000 non è stato rieletto significa che qualche responsabilità l'ha avuta. Per quale motivo si procede con scelte di gruppi, esclusivamente di partito, di capo correnti, tali che stanno portando questa nostra Regione verso il dissesto economico? I marchigiani hanno le tasche piene di questa demagogia, perché non sono più d'accordo con quello che state cercando di portare in periferia, addirittura addossando i deficit a un progetto di scuola internazionale di talassemia, così come è stato riferito addirittura dal giornale di oggi in cui un esponente dei Verdi dice che non è giusto fare quella scuola perché nelle Marche non ci sono ammalati di talassemia. Tra l'altro è un farmacista, anche medico, quindi con due lauree. Mio padre diceva sempre "ti sei laureato perché l'università è la strada asfaltata dei somari".
E' quindi implicito che rispetto a un discorso di questo genere oggi votiamo contro, domani andremo a vedere i risultati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Il dibattito è giunto alla conclusione con la presentazione di valutazioni molto articolate, e faccio riferimento soprattutto a quelle dell'assessore al bilancio e del relatore dell'atto che hanno approfondito e chiarito la delicatezza di questo passaggio rispetto a quello che ci attende nell'immediato futuro. Dichiarazioni, soprattutto del relatore, che respingono certe valutazioni che sono emerse da parte dell'opposizione.
Vorrei sottolineare alcune di queste affermazioni, soprattutto quelle che si riferiscono alla evidenziazione, non corretta, di una penalizzazione in questo atto di assestamento del bilancio 2001 delle categorie produttive, degli artigiani in modo particolare. Questo non risponde a verità in quanto, così come ha dichiarato Franceschetti, tra i 17 miliardi di tagli che questo assestamento di bilancio propone, con una manovra di grande rigore rispetto agli ultimi due mesi di esercizio amministrativo dell'istituzione regionale, non sono ricomprese le poste che riguardano i settori produttivi con riferimento all'artigianato, che conserva le risorse finanziarie previste originariamente nel bilancio di previsione.
Era paradossale che nel momento in cui si chiedevano ad altri settori della nostra comunità regionale, anche della nostra economia, dei sacrifici e venivano proposti dei tagli, addirittura verso questi soggetti si prevedesse un incremento. E' nel delicato equilibrio delle poste finanziarie che è avvenuta la definizione di questa manovra sull'assestamento di bilancio che è stata esercitata dalla maggioranza in termini di grande responsabilità con attenzione proprio ai soggetti che sono produttori di reddito nell'ambito della comunità economica regionale e salvaguardano, come gli ultimi indicatori evidenziano, i livelli di occupazione nella nostra regione che sono all'avanguardia in campo nazionale. Quindi certe valutazioni non corrispondono ad oggettività. Le affermazioni formulate dall'assessore e dal relatore di maggioranza Franceschetti hanno ben evidenziato quale sia il passaggio che ci apprestiamo a vivere in questo Consiglio regionale sugli equilibri finanziari che dovranno accompagnare la nostra azione di governo nel prossimo futuro, quindi vorrei dire che in questo scenario aggravato di grandi difficoltà oggettive e soggettive, di grandi difficoltà che ci derivano dagli scenari nazionali, non soltanto per responsabilità del Governo nazionale e delle sue scelte, ma per i nostri rapporti con l'Europa, per il patto di stabilità che abbiamo con l'Europa, per l'impegno che abbiamo assunto a restituire metà del nostro debito pubblico nei prossimi dieci anni che ci comporterà anche per il futuro a dover esercitare a tutti i livelli istituzionali un grande rigore, proprio per queste ragioni vorrei ringraziare i consiglieri di maggioranza non soltanto per il loro voto ma per le argomentazioni che qui sono state portate, che evidenziano un grande senso di responsabilità, un grande esercizio di capacità di governo, cose fondamentali su cui poter gestire i prossimi difficili passaggi che ci attendono come Consiglio regionale. Ma credo che la discussione di questa sera sia il miglior viatico per affrontare questi passaggi che ci riserverà l'immediato futuro e sono certo che sarà data una dimostrazione della capacità di governo della maggioranza regionale anche in questo scenario così difficile.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge n. 89.

(Il Consiglio approva)




Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Finanziamenti Università di Urbino» Tontini, Silenzi, Procaccini, Benatti, Luchetti, Amagliani, Moruzzi e Rocchi (159)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 159 presentata dai consiglieri Tontini ed altri.
Pongo in votazione la proposta di risoluzione unitaria.

(Il Consiglio approva)



Proposta di legge (Discussione generale): «Sostegno all'attività dell'Ente Universitario del Fermano» Giuseppe Ricci (83)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 83 ad iniziativa del consigliere Giuseppe Ricci.
Do per letta la relazione di maggioranza. Anche il consigliere Romagnoli dà per letta la relazione di minoranza.
Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Chiedo una sospensione della seduta per una riunione.

ROBERTO GIANNOTTI. A quest'ora? Ma siete pazzi?

STEFANIA BENATTI. Sono le 19,05, quindi mancano ancora 25 minuti alle 19,30.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Se si tratta di una sospensione di cinque minuti è d'obbligo, se si tratta di una sospensione propedeutica al rinvio di questo punto ce lo si dica e andiamo a casa.

STEFANIA BENATTI. Se avessi saputo l'esito della riunione non avrei chiesto la sospensione.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta. Fra cinque minuti la riaprirò.

La seduta, sospesa alle 19,05,
riprende alle 19,30

PRESIDENTE. Chiedo scusa per il ritardo. Ha chiesto di parlare il consigliere Andrea Ricci. Ne ha facoltà.

ANDREA RICCI. Presidente, chiedo il rinvio di questa proposta di legge perché credo che sia necessario un approfondimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Questa proposta di legge è stata licenziata all'unanimità dalla Commissione. Non vedo le ragioni per cui non debba essere approvata, visto che i relatori hanno rinunciato alla relazione. Tutti i contenuti di questa proposta sono chiari, si tratta di un impegno di spesa molto relativo di 50 milioni, mentre prima abbiamo votato emendamenti dell'ordine di un miliardo senza colpo ferire. Noi siamo disponibili a votarla.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio.

(Il Consiglio non approva)

Prosegue l'esame della proposta di legge n. 83.
Ha chiesto di parlare il consigliere Andrea Ricci. Ne ha facoltà.

ANDREA RICCI. Credo che questa proposta di legge abbia sicuramente il merito di sollevare un problema che non riguarda soltanto la realtà di Fermo ma una serie numerosa di realtà in cui sono presenti corsi universitari di vario tipo, attivati dalle università marchigiane. Innanzitutto bisogna necessariamente fare una riflessione su questo procedimento di decentramento a pioggia sul territorio marchigiano dei corsi e delle facoltà universitarie. A mio avviso è un fenomeno negativo, soprattutto per il modo incontrollato e anarchico attraverso cui esso è stato realizzato.
Il bisogno di decentramento delle università nasce esclusivamente da una esigenza di mercato, dato il regime di autonomia universitaria che negli ultimi anni è stato introdotto. Le università si fanno concorrenza tra di loro e necessitano di processi di decentramento incontrollato e anarchico per aumentare il numero degli iscritti attraverso la proliferazione dei corsi e per ottenere finanziamenti in danaro e in strutture da parte delle comunità locali, in primo luogo delle istituzioni locali.
Credo che la gran parte — naturalmente esistono eccezioni — dei corsi e delle facoltà universitarie che sono state decentrate hanno un livello qualitativo e un sistema di servizio e di supporto agli studenti di gran lunga inferiore a quello che sarebbe indispensabile per l'istruzione universitaria.
Quindi ci dobbiamo porre il problema, come istituzione Regione, della proliferazione incontrollata. Penso che al di fuori di situazioni particolari e specifiche dietro le quali esiste anche una ragione storico-culturale, questo processo di proliferazione e di decentramento sia negativo in primo luogo per gli studenti. Vi sono delle università che nelle sedi decentrate fanno lezioni per l'intero corso attraverso le videoconferenze. Questo viene posto come un dato di innovazione tecnologica che le metterebbe all'avanguardia, ma in realtà per lo studente è esattamente il contrario: in molte realtà lo studente è in grado di incontrare il docente soltanto in occasione dell'esame, avendolo visto per televisione per il resto dell'anno. Questo vi dà l'idea di come vengono svolti alcuni corsi.
Il secondo punto. E' necessaria una legge specifica per una di queste numerose realtà decentrate che credo siano 13? Il problema del finanziamento, quindi dell'indebitamento della comunità locale, che ha sostenuto con proprie risorse la nascita di sedi decentrate dell'università è un problema generale che vale per Fermo, per Ascoli Piceno, per Senigallia, Matelica, tante altre realtà che hanno sedi decentrate, non è un problema soltanto di Fermo. Chi più chi meno, dipendendo questo anche dal tempo intercorso tra l'istituzione e oggi, ha questo problema, che è il medesimo per tutti. Allora domando: perché una legge soltanto sull'Ente universitario del fermano? Per quale motivo non anche per tutti gli altri enti universitari?
La risposta a questo non c'è, non può essere una risposta dicibile in questa sede. Penso allora che questa proposta di legge non debba essere approvata, che il problema debba essere esaminato perché vi possono essere opinioni diverse rispetto a quelle che io ho espresso, e che non pretendo siano la verità, sul processo di decentramento in atto. In ogni caso occorre affrontare il problema in maniera organica, decidere che tipo di programmazione universitaria la Regione contribuisce a determinare insieme alle comunità locali e all'università e all'interno di questo quadro affrontare anche la questione di Fermo, ma insieme a questa tutte le altre realtà che presentano lo stesso identico problema. Altrimenti questa è una leggina di tipo clientelare che va a finanziare una realtà specifica soltanto perché all'interno di questo Consiglio regionale c'è un determinato rapporto di forza politico-territoriale. Questa mi sembra una pratica che dobbiamo smantellare, tanto più se abbiamo parlato così tanto, per ore e ore di rigore nella precedente discussione sull'assestamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ascoli.

UGO ASCOLI. Bisogna essere molto lucidi e molto laici, in questa discussione.
Nella nostra regione l'università sta attraversando una fase delicatissima, c'è un ateneo, fra i quattro, in grande crisi, in grande confusione con problemi straordinariamente delicati, l'ultimo dei quali abbiamo letto sui giornali: un rettore che arriverà in tribunale per denuncia del suo preside per una serie di "gentilezze" che si sono scambiati in alcune sedi pubbliche, con gli studenti presenti. Abbiamo problemi di crescita degli atenei dovuti alla riforma universitaria, adesso abbiamo anche un problema di controllare la diffusione dei corsi di laurea in oltre 10 medie e piccole città della nostra regione. L'importante, per noi, è garantire qualità del servizio universitario, servizi uguali per tutti gli studenti, da nord a sud, da est a ovest della regione, e garantire che si facciano università e non scuole superiori con la targhetta universitaria. Questo è un problema di carattere generale arrivato a un punto di non ritorno, per cui la Regione deve dire la sua. La Regione ha una conferenza organizzata con i rettori che stanno dentro la programmazione universitaria, non è possibile che adesso noi interveniamo su questo tema legandolo solamente alle problematiche del territorio. I territori hanno diritto di essere dotati delle stesse qualità e delle stesse infrastrutture, tutti i territori, quindi questo modo di affrontare il problema mi sembra sbagliato.
Occorre da un lato riconoscere che avere presentato questa legge è un modo per attirare l'attenzione su un problema molto importante, quello della università nelle Marche, oltre che del riequilibrio dei territori, però ritengo profondamente sbagliato far passare una legge solo per uno di questi enti, perché immediatamente scatterebbe la corsa a provvedimenti analoghi per gli altri 10-12 enti per il potenziamento degli studi universitari delle varie sedi a cui tutti partecipano (Comuni, Province, fondazioni) e sappiamo benissimo quanto è gravoso, per un ente locale, finanziare con 700-800 milioni un corso universitario mettendo a disposizione uffici prestigiosi, personale ecc.
Il problema è quindi molto importante, molto rilevante. Se vogliamo potenziare l'università nel territorio ritengo sbagliato il modo di affrontarlo con questa legge, quindi da parte del gruppo che rappresento preannuncio voto decisamente contrario.

PRESIDENTE. Dato che abbiamo superato il tempo previsto per la seduta ordinaria, pongo in votazione la proposta di proseguire in seduta notturna.

(Il Consiglio non approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 19,40