Resoconto seduta n. 68 del 12/12/2001
La seduta inizia alle 10,40



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letti ed approvati, ai sensi dell'art. 29 del regolamento interno, i processi verbali delle sedute nn. 66 e 67 del 5 dicembre 2001.

(Sono approvati)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 97 in data 30 novembre 2001, ad iniziativa della Giunta: «Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2002», assegnata alla II Commissione in sede referente (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna);
— n. 98 in data 10 dicembre 2001, ad iniziativa della Giunta: «Comune di Monte Grimano - mutamento di denominazione in Monte Grimano Terme», assegnata alla I Commissione in sede referente;

— n. 99 in data 10 dicembre 2001, ad iniziativa della Giunta: «Provvedimenti tributari in materia di addizionale regionale all'IRPEF di tasse automobilistiche e di imposta regionale sulle attività produttive», assegnata alla II Commissione in sede referente.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 79 in data 10 dicembre 2001, ad iniziativa della Giunta: «L.R. 9/97: 'Istituzione dell'Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (ASSAM)', art. 14, comma 3 - Esame del Bilancio consuntivo 2000 dell'ASSAM», assegnata alla II Commissione in sede referente.



Mozione
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la mozione n. 162 del consigliere Viventi: «Corsi di formazione per i militari».



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'assessore Rocchi. Ne ha facoltà.

LIDIO ROCCHI. Chiedo di anticipare la discussione della proposta di atto amministrativo n. 67 subito dopo le interrogazioni e le mozioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipare la discussione della proposta di atto amministrativo n. 67 subito dopo la votazione dell'atto relativo all'esercizio provvisorio, come da decisione della Conferenza dei presidenti di gruppo.

(Il Consiglio approva)




Interrogazioni (Svolgimento):
«Uso improprio di comunicazione pubblicitaria da parte dell'assessore Cristina Cecchini» Giannotti, Cesaroni, Trenta, Brini, Ceroni e Grandinetti (379)
«Campagna di pubblicità istituzionale della Regione» Giannotti, Brini, Ceroni, Grandinetti, Cesaroni e Trenta (380)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 379 dei consiglieri Giannotti, Cesaroni, Trenta, Brini, Ceroni e Grandinetti e n. 380 degli stessi consiglieri.
Risponde, per la Giunta, l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Rispondo relativamente alla parte che riguarda il mio assessorato.
Stiamo attivando un'iniziativa di comunicazione obbligatoria ai sensi del POR Ob. 3 2000-2006. Il regolamento Ce 1260 e soprattutto il 1159/2000 del 30.5.2000 relativo alle azioni informative e pubblicitarie sugli interventi del Fondo Sociale Europeo obbligano le Regioni a un'attività di pubblicizzazione. L'Ue infatti ritiene che la possibilità della trasparenza e dell'informazione siano la pre-condizione per poter mettere i soggetti tutti, che non sono solo le ditte ma soprattutto disoccupati, i lavoratori nella condizione di poter accedere ai fondi dell'Ue.
Per questa ragione abbiamo sviluppato delle campagne informative vere e proprie a mezzo stampa in collaborazione con i quotidiani locali Corriere Adriatico, Resto del Carlino, Il Messaggero e con le televisioni.
Le azioni informative e pubblicitarie sugli interventi del Fse intendono accrescere la visibilità e la trasparenza dell'azione della regione Marche e realizzare l'unitarietà e l'identità dell'immagine comunicativa. A tale scopo in sede di programmazione annuale del POR Ob. 3 Fse vengono assegnate alle singole misure le risorse necessarie all'attuazione delle azioni di accompagnamento di informazione e pubblicità.
Il piano operativo regionale è diviso in A1, A2, A3, B1, C1, C2, C3, C4, D1, D2, D3 e D4 ed E1.
Le iniziative A1, A2 e A3 sono rivolte ai servizi per l'impiego e all'attività di azione per prevenire la disoccupazione. Le azioni B1 riguardano lo svantaggio sociale. Le azioni C1 sono relative alla dispersione scolastica. Le azioni C2 riguardano l'obbligo scolastico e formativo. Le azioni C3 concernono la formazione superiore intesa come corsi di formazione superiore di secondo e terzo livello, formazione tecnica superiore Ifts e università. Le azioni C4 riguardano l'educazione per gli adulti. Le azioni D1 sono rivolte all'imprenditoria, le D2 alla formazione nella pubblica amministrazione, le D3 alla formazione continua per le imprese, le D4 alle borse di studio per l'università. Le E1 sono rivolte a favorire le pari opportunità fra uomo e donna. Ci sono poi le misure F1 ed F2 di assistenza tecnica, per fare in modo che tutto funzioni nella rendicontazione, nella progettazione, nella costruzione e nel monitoraggio.
Per ogni azione l'Ue chiede uno stanziamento che può arrivare allo 0,5%. Noi non abbiamo mai usato lo 0,5% perché è una cifra immensa. Infatti, lo 0,5% di 78 miliardi porterebbero a una cifra difficilmente nominabile. Però noi abbiamo utilizzato delle cifre che vanno dallo 0,1 che riguardano le attività informative.
Le campagna che abbiamo fatto sui diversi giornali tendono a rendere visibili queste iniziative: Combattere la disoccupazione; prevenire la disoccupazione; facilitare il reinserimento nel mercato del lavoro; sostenere l'inserimento dei giovani nella vita professionale; contrastare l'esclusione sociale; promuovere le pari opportunità; contrastare le cause di esclusione ed emarginazione lavorativa; promuovere la formazione professionale, sviluppare l'offerta di istruzione; integrare formazione professionale e istruzione; prevenire la dispersione scolastica e formativa; favorire l'apprendimento per l'intero arco della vita; sviluppare la formazione continua e la competitività delle imprese; accrescere la capacità di competizione delle imprese; incoraggiare l'autoimprenditorialità; sostenere le nuove professionalità; promuovere la partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Le azioni informative e pubblicitarie, a carattere istituzionale, hanno come beneficiari finali delle informazioni le amministrazioni pubbliche, le organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria, le cooperative sociali, gli organismi di formazione, scuole, università, centri per l'impiego, mondo dell'informazione, cittadini.
Ciò premesso, nella campagna comunicativa organizzata in via sperimentale per il periodo settembre/dicembre 2001, e in base alle offerte di collaborazione ricevute in ordine da "Il Messaggero", in seguito da "Il Resto del carlino" e infine dal "Corriere Adriatico" sono stati pubblicati sulle tre sopraddette testate i seguenti servizi.
Messaggero: introduzione al piano del lavoro; progetto inserimento neo-laureati in azienda; il nuovo apprendistato; iniziativa comunitaria equal: graduatoria dei progetti; progetto "attività formative destinate a donne disoccupate over 35"; pari opportunità: legge regionale 24/2000; cooperazione: legge regionale 4/99; corsi sulla sicurezza alimentare.
Resto del Carlino: introduzione al piano del lavoro e tabella riassuntiva risorse Fse; il nuovo apprendistato; progetto "attività formative destinate a donne disoccupate over 35 anni"; pari opportunità: legge regionale 24/2000; piano istruzione e marketing del sito istruzione; cooperazione: legge regionale 4/99; convegno "L'informazione statistica sul lavoro nelle Marche".
Corriere Adriatico: il nuovo apprendistato; presentazione della programmazione regionale in tema di istruzione; convegno "L'informazione statistica sul lavoro nelle Marche; accreditamento delle strutture formative.
Si è così ritenuto di realizzare, a vantaggio dei cittadini, una modalità non episodica dell'informazione di pubblica utilità ottemperando pienamente a quanto richiesto dai regolamenti CE citati in oggetto.
Di questa nota che ci è stata fornita dal servizio possiamo dare copia.
Relativamente ai giudizi dati sul Governo nazionale nel corso di queste iniziative — credo che sia questa la questione che ha alimentato la protesta dei consiglieri di Forza Italia — devo dire che la questione riguarda esclusivamente le competenze della Regione Marche. In effetti è stata posta la questione della non corrispondenza dell'orientamento su cui si svolgeranno gli Stati generali dell'istruzione il 19 e 20 di questo mese a Foligno e in cui il ministro Moratti presenterà la nuova riforma dei cicli e soprattutto presenterà il "documento Bertagna".
Nel corso di questi articoli il giudizio negativo non è stato nel merito — non perché non ci fossero condizioni per farlo, perché il meccanismo di riforma dei cicli che si presenta, relativamente alla canalizzazione precoce, alla riduzione di un anno delle scuole superiori — ma riguarda direttamente il ruolo della Regione. Si è detto che avremmo fatto agire un conflitto costituzionale, perché in questa ipotesi di organizzazione della riforma dei cicli il Ministero dell'istruzione, ricerca scientifica e università propone di espropriare le Regioni dalla formazione professionale, competenza che da 23 anni è in capo alle Regioni; di espropriare le Regioni dalla competenza esclusiva ai sensi del Titolo V della Costituzione sulla istruzione professionale e di conseguenza si dava un giudizio negativo.
Rispetto a questo ribadiamo un giudizio di merito che ci divide, ma credo che non ci debba dividere sul punto delle competenze e delle prerogative della Regione rispetto allo Stato centrale.
Per la parte riguardante il televideo, risponde il Presidente D'Ambrosio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Leggo la risposta: «Il Servizio Stampa e P.R. ha proposto alla Giunta regionale l'approvazione di una delibera con oggetto: "Campagna di pubblicità istituzionale sulla stampa quotidiana, periodica, radiofonica e televisiva per il Televideo Regionale, i Siti Internet e gli Sportelli Informativi della Regione Marche".
Tale delibera è stata approvata il 15 ottobre 2001. Dal testo dell'interrogazione non riusciamo a comprendere il "ritardo" imputato per la presentazione del Piano, in quanto non ci risultano tempi o scadenze per avanzare proposte sulla promozione dell'attività istituzionale regionale.
Come è riportato nel documento istruttorio di tale deliberazione lo scopo è quello di far meglio conoscere le opportunità informative della Regione.
La campagna pubblicitaria, come le precedenti, ha il carattere della multimedialità: stampa scritta (quotidiani e periodici), televisioni e radio.
Per quanto riguarda i quotidiani regionali, si sono scelte le tre testate più diffuse: "Il Corriere Adriatico", "Il Messaggero" e "Il Resto del Carlino".
Per quanto riguarda i periodici, si è tenuto conto della loro diffusione e di una necessaria rotazione. Sono stati infatti scelti per la Provincia di Ancona: "L'Urlo" e "Marche Domani", per la Provincia di Ascoli Piceno: La "Prima delle Marche", per la provincia di Macerata: "L'Appennino Camerte" e "Il Nuovo Chienti e Potenza", per la provincia di Pesaro: "Il Nuovo Amico" ed "I Protagonisti delle Marche".
La campagna per la stampa scritta del costo di 25 milioni di lire è stata sviluppata nel 2001.
La delibera n° 2384 del 15 ottobre 2001 individua, per il completamento della campagna pubblicitaria, una successiva quota di L. 25.000.000 da spendere nell'anno 2002, di cui almeno L. 12.500.000 in favore delle radio e delle televisioni aventi sede legale ed operativa nelle Marche.
Non è stata ancora operata la scelta delle Emittenti. E' precisato, nel documento istruttorio, che si terrà conto delle indicazioni del Comitato Regionale delle Comunicazioni delle Marche (CO.RE.COM) e del bacino di utenza offerto dalle stesse al fine di ricoprire l'intero territorio regionale. Il fatto di scegliere Emittenti radiofoniche e televisive aventi sede legale ed operativa nelle Marche, è un criterio sancito dalla L. R. n° 51/97 sull'informazione. Inoltre, pur non sussistendo più l'obbligo di legge di destinare il 25% del costo complessivo della campagna pubblicitaria alle Emittenti radiofoniche e televisive locali, si è ritenuto opportuno non far mancare a questo importante settore poche, ma preziose risorse finanziarie, come suggerito dallo stesso Corecom».

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Risposta doppia.

PRESIDENTE. Quindi, replica lei per tutte e due.

ROBERTO GIANNOTTI. Quando parliamo di omissioni della Giunta regionale non commettiamo una mistificazione della realtà, nel senso che anche le risposte fornite questa mattina dall'interessata e dal Presidente della Giunta rispetto a due iniziative di sindacato ispettivo ci lasciano quanto meno perplessi.
Ho ascoltato la lunga esposizione dell'assessore Cecchini per giustificare quello che è ingiustificabile. Credo che altri consiglieri non della minoranza ma della maggioranza, abbiano avuto modo di "esternare" le stesse preoccupazioni contenute nell'interrogazione e credo che alla fine, probabilmente, questo stato d'animo sia in parte anche uno dei punti di attrito e di scontro all'interno della maggioranza e del Governo regionale e una delle questioni sulle quali discuterete, probabilmente, nel riequilibrio delle deleghe degli assessori, proprio per dare ragione a questa preoccupazione che abbiamo espresso, la preoccupazione di una invadenza, di un atteggiamento, quello assunto dall'assessore Cecchini, che su questo piano è sconfinato in quella che noi abbiamo definito una iniziativa di autopromozione personale. Si può fare tutto e il contrario di tutto, assessore. Io ho parlato in maniera specifica di utilizzo della riserva, non mi era sfuggito il fatto che il Fse riserva una quota del proprio finanziamento ala promozione dell'iniziativa, alla sua conoscenza, ma la conoscenza dell'iniziativa non può essere rappresentata dal suo viso e dalla sua dichiarazione alla stampa. Credo che anche la persona più stupida in questo Consiglio non arrivi a questa equazione. L'iniziativa dell'asse 2 relativa all'agriturismo non può essere segnalata all'opinione pubblica attraverso l'intervista dell'assessore, con l'immagine dell'assessore, con il curriculum dell'assessore, con le espressioni dell'assessore. C'è una modalità diversa e c'è un costume politico che va salvaguardato. Questa è una delle questioni.
La seconda questione è che lei non può utilizzare la riserva del Fse per fare la polemica con il ministro Moratti sulla riforma. E' inaccettabile, inconcepibile, e il Presidente D'Ambrosio dovrebbe essere il primo a richiamarla al rispetto delle sue prerogative, soprattutto all'uso corretto dei fondi. Lei usa soldi che il Fse mette a disposizione della Regione per promuovere un'iniziativa formativa, per dire che il ministro Moratti vuole svuotare la scuola italiana dei valori del centro-sinistra. Non glielo possiamo consentire.
Mi fermo qui, perché queste sono le due questioni di fondo. Avrei voluto sapere qualcosa di più rispetto alla questione finanziaria, sulla quale lei è stata evasiva. Questione finanziaria sulla quale qualcosina di più, specialmente in questi giorni di lacrime e sangue per i marchigiani, andrebbe detto. Anche per fugare i dubbi sul fatto che, mentre da una parte si chiedono sacrifici... Assessore Cecchini, questa non è una manovra popolare, è una manovra di sinistra, una manovra finanziaria voluta fortemente da Rifondazione comunista, però non mi risulta che gli operai viaggino solo in bicicletta ma viaggiano anche in macchina, quindi il bollo lo pagano e non mi risulta che la media delle famiglie marchigiane sia al di sotto dei 30 milioni di reddito. Dico questo, tanto per rispondere alla sua battuta, molto inopportuna, di questa mattina sui giornali del pesarese.
Chiudo qui il discorso che riguarda l'assessore Cecchini.
Presidente D'Ambrosio, capisco che è raffreddato, capisco che questa situazione di isolamento nella regione non le piaccia molto, capisco che è il primo Presidente della Giunta regionale che si "bacca" uno sciopero regionale dopo avere portato la Regione allo sfascio e che questo la mette in difficoltà, ma almeno dia risposte alle interrogazioni. Non ha dato una risposta, ha sorvolato su tutto. Lei ha fatto un piano di iniziative che riguarda il 2001 a dicembre 2001. Se permette il ritardo è più che evidente, è lapalissiano. O pensava che fosse corretto fare il piano di investimenti promozionali del 2001 nel gennaio 2002? Se questo è il modo, se questi sono i tempi dell'Esecutivo, soddisfatto lei, soddisfatti anche noi.
Avevamo chiesto dei chiarimenti sui criteri. Non ci stancheremo mai di richiamare questa Giunta ad una grande operazione di trasparenza. Ho detto prima che con questa manovra è crollato il suo mito, il mito della "Giunta della trasparenza": sul bilancio avete dimostrato di non essere affatto trasparenti, e si vede anche da queste piccole cose. Per esempio, per quello che riguarda le emittenti televisive non si fa riferimento a emittenti che hanno grande audience a livello nazionale che, guarda caso, non sono state assolutamente considerate rispetto all'intervento fatto.
Avevamo posto un problema di metodo, il fatto che si poteva pensare — le distanze non sono tantissime — ad un piano coordinato fra Giunta e Consiglio che avrebbe consentito di superare alcune situazioni e soprattutto avrebbe consentito di esplicitare il ruolo del Corecom. Non so cosa l'abbiamo fatto fare se nemmeno su queste cose che in qualche modo gli appartengono, non abbiamo la sensibilità di coinvolgere il Corecom.
L'altra questione che avevamo posto rispetto alla quale il suo interesse è molto basso è quella di uno sforzo da fare insieme al Consiglio e ai gruppi perché l'attenzione e la sensibilità dell'opinione pubblica rispetto al lavoro dei consiglieri regionali, del Consiglio regionale, delle Commissioni siano più accentuate.
Poi, la risposta più importante. Noi le abbiamo chiesto di conoscere quanti soldi sono stati spesi dalla Giunta regionale nell'anno 2000 destinati, per assessorato, alla pubblicità sulla stampa video ed editoria. Lei non ha dato una cifra. Rispetto a queste cose una risposta dovete darcela.

OTTAVIO BRINI. Presidente, a noi non dà la parola per la replica?

PRESIDENTE. Ha risposto il consigliere Giannotti per tutte e due le interrogazioni. Mettetevi d'accordo.

OTTAVIO BRINI. Da oggi in poi non succeda più, Presidente...

PRESIDENTE. Invece, da oggi in poi usi altri termini, consigliere.

OTTAVIO BRINI. Le abbiamo firmate...

PRESIDENTE. Non importa, un consigliere ha diritto alla replica, in questo caso ha replicato il suo presidente di gruppo, si regoli con il suo presidente di gruppo.




Interrogazione (Svolgimento): «Corsi di formazione professionale» Gasperi (375)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 375 del consigliere Gasperi.
Per la Giunta risponde l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. L'interrogazione del consigliere Gasperi è estremamente complicata.
Vorrei dividere la risposta in due questioni. Essendo l'interrogazione generica, lascia intendere i corsi di formazione dal 1994 ad oggi. Se così è, devo necessariamente dividere le risposte, perché un conto è la programmazione del Fse 1994/99 e un conto la programmazione in essere 2000/2001 sulla quale siamo impegnati in queste ore nel Comitato di sorveglianza e rispetto alla quale potrei fornire i dati al 30.6.2001, perché sono quelli che saranno in possesso, il 18 di questo mese, del Comitato di sorveglianza.

GILBERTO GASPERI. Io ho chiesto quanti corsi sono stati attuati.

CRISTINA CECCHINI. Limiterò, in questa prima fase il ragionamento sui corsi 1994-99 perché è la programmazione precedente. Riguardano gli obiettivi 2, 3, 4 e 5b. Su questa programmazione abbiamo fatto un monitoraggio e questi dati portano a dire che nella Regione Marche sono approvati e finanziati 787 enti gestori di attività formative operanti nel territorio regionale. Sono soggetti pubblici, privati, associazioni e organizzazioni sindacali.
Dal 1994 al 30.9.2000 complessivamente sono stati effettuati 3.697 corsi, di cui il 49% rivolti a occupati e il 51% rivolti a disoccupati e inoccupati. I soggetti formati sono 43.657, di cui 17.509 donne, pari al 40%. I soggetti gestori si dividono in questo modo: corsi per occupati 1.819 (maschi 15.719, femmine 5.870); disoccupati 1.788 corsi (10.420 maschi e 11.638 femmine). Il totale è di 3.697 corsi, di cui allievi maschi 26.148 e allievi femmine 17.509.
In merito all'incidenza delle attività di ogni ente gestore sul totale delle attività formative realizzate ci sono indagini che abbiamo fatto di tipo quantitativo. Queste indagini le abbiamo fatte perché siamo impegnati nell'accreditamento delle strutture formative, e nelle regole dell'accreditamento abbiamo cercato di mettere in condizione tutto il sistema della formazione delle Marche di essere accreditato.
Le fornisco alcuni dati. Per il momento stiamo facendo questa operazione con il consenso degli enti gestori: 787 soggetti gestori, 30 soggetti hanno realizzato almeno 21 attività formative ciascuno, che corrispondono almeno allo 0,5% di tutti i corsi realizzati. Di questi soggetti gestori, 38 hanno formato almeno 88 donne, 38 hanno formato almeno 130 maschi. Dico questo perché nell'accreditamento, fra i dati percentuali che devono proporre la possibilità di risultati positivi, ci deve essere anche la capacità di avere avuto in formazione un certo numero di donne, un certo numero di soggetti deboli, di disagio sociale e quindi abbiamo per questo verificato questa serie di percentuali. Per esempio, la questione che riguarda gli enti gestori che hanno alcune percentuali tipo corsi (femmine formate e maschi formati) pari a 11 gestori, cioè c'è una concentrazione dei finanziamenti su alcuni enti gestori.
Posso anche dirle quali sono questi enti gestori che hanno fatto più iniziative rispetto ad altri, per poi consegnarle la documentazione che spiega per ciascuno il tipo di corso effettuato, gli allievi formati, l'incidenza sul totale dei corsi.
L'elenco degli enti gestori che hanno avuto almeno lo 0,5 sul totale dei corsi sono i seguenti: Anolf di Ascoli Piceno, Apindustria (Associazione piccole e medie industrie) Macerata, Apindustria Ancona, Assindustria Ancona, Assindustria servizi srl, Sistel, Cnipa, Coinform Marche, Confartigianato, Confartigianato sede di Ancona, Confartigianato Macerata, Confcooperative Ancona, Endofap Opera don Orione, Format Marche, Ial Ancona, Istituto professionale di Stato di San Benedetto, Istituto professionale di Stato Ceci di Ascoli, Istituto professionale Ricci di Fermo, Sacconi di Ascoli Piceno, Lega regionale cooperative, Scuola formazione regionale di Ancona, Scuola formazione regionale di Jesi, Scuola formazione regionale di Pesaro, Scuola professionale regionale di Urbino, Scuola regionale di Macerata, Scuola regionale di Tolentino, Scuola regionale abbigliamento, Scuola regionale alberghiera, Scuola regionale calzaturiera di Sant'Elpidio, Scuola regionale industriale di Ascoli Piceno.
Non le leggo quelli che si sono caratterizzati per una percentuale superiore di allievi donne formati e neanche quella degli uomini.
Relativamente alla sua prima domanda circa i corsi che sono stati effettuati nella regione Marche nel periodo 1994-99 il dato mi sembra di averlo fornito. Così come consegno la ricerca con l'elenco dei corsi distinti, in modo che possa verificare provincia per provincia, corso per corso, tipologia per tipologia di ente gestore.
Relativamente ai costi di ogni corso effettuato, sono quelli ammessi dalle circolari ministeriali del Fse e dall'apposito Vademecum e sono esclusivamente questi, altrimenti ci sarebbe violazione.
Relativamente a quanto abbiamo speso, posso comunicarle solo le cifre di cui ad oggi sono i possesso. So di darle un'informazione limitata, ma vorrò ritornare su questa informazione al più tardi al 30 giugno 2002 quando consegneremo le cifre all'Unione europea, perché in questo momento sono in corso le procedure di rendicontazione di tutte le attività di formazione svolte nel sessennio 1994-99 e quindi i dati richiesti saranno disponibili per tutti, compreso l'assessore alla formazione, solo al momento della definizione degli stessi e alla rendicontazione finale dovuta alla Ue e al Ministero entro il 30.6.2002. Posso dirle quindi la situazione a oggi.
Per l'Obiettivo 2 1997-99 l'impegnato e stanziato è il 91,70%, mentre il pagato alla data del 30.6.2001 è del 50%. Qui noi pensiamo di arrivare al 100%.
Per l'Obiettivo 3 l'impegnato e stanziato è il 100%. Il pagato beneficiario finale stanziato al 30.6.2001 era il 92%. Anche qui pensiamo di arrivare al 100%.
Per l'Obiettivo 4 l'impegnato e stanziato è il 100%. IL pagato beneficiario finale stanziato è il 79,5%. Anche qui pensiamo di arrivare al 100%.
Mentre per l'Obiettivo 5b l'impegnato e stanziato è il 91%, il pagato e beneficiario finale stanziato è il 77,70%. Qui pensiamo di non farcela assolutamente. Anzi, gli uffici segnalano che siamo in difficoltà a mantenere la percentuale.
Così pure sulla misura 4.3, "Terremoto", l'impegnato è stanziato è il 98,99%, il pagato beneficiario finale stanziato è il 73,63%. Anche qui pensiamo di essere in difficoltà nel mantenere la percentuale.
Come lei sa, il sottosegretario Viespoli ha convocato i presidenti delle Giunte regionali — io ho rappresentato il Presidente — il giorno 4 a Roma, perché è in corso un tentativo di trattativa con il Ministero non per avere una proroga, perché l'Ue ha detto che la proroga non ci sarebbe stata, ma per utilizzare in sede nazionale quelle cifre non utilizzate per non farle riandare all'Ue. Vi sarà una riunione degli assessori a Catania nei prossimi giorni per verificare questo punto e sull'esito di questa istruttoria non so darle rassicurazioni più di tanto.
Credo che questo sia sufficiente relativamente alle questioni che riguardano il 1994-99.
Se invece devo affrontare la questione dell'andamento della programmazione 2000-2006, devo dire che non parliamo solo di corsi, perché l'Ue nel regolamento 1260 dice che la formazione è una delle attività, ma ciò che interessa è l'occupazione, cioè ammettere a finanziamento, utilizzando le risorse dell'Ue, anche gli interventi di aiuti all'occupazione, gli interventi di sostegno alla creazione d'impresa, gli interventi di sostegno al sistema scolastico e universitario. Quindi abbiamo fatto una programmazione, sia per la parte nostra che è il 25%, sia per il 75% che diamo alle Province, su tutti gli assi, ma se lei mi chiede quanti sono i corsi di formazione sono in difficoltà a rispondere, nel senso che posso dirle, relativamente al 30.6 — ciò che l'Ue ci controllerà il 18-19 di questo mese in sede di comitato di sorveglianza — tutte le misure comprensive anche della formazione che le Province e la regione hanno fatto. Ma un controllo solo sulla formazione sarebbe limitato, perché la percentuale di utilizzo dei fondi è comprensiva di una serie di misure. Mentre sulla formazione professionale c'è un'attività ormai storica della Regione e quindi le percentuali di utilizzo sono più che buone, poi dobbiamo misurarci anche sulle altre percentuali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

GILBERTO GASPERI. Presidente, colleghi, si sente che siamo in clima natalizio, perché c'è poca attenzione, però io non ho fatto un buon regalo natalizio all'assessore Cecchini. E' chiaro, lampante, lapalissiano che le domande erano precise e le risposte sono state molto vaghe, addirittura risposte che, attraverso le percentuali non davano dei numeri concreti. Siccome sono abituato ad avere dei numeri concreti, quando chiedo "quanti corsi sono stati attuati dalla Regione Marche dal 1995 ad oggi", ci sarà pure un libro dove c'è scritto quanti corsi sono partiti nel 1995, quanti ne sono partiti nel 1996 e così via. Quando chiedo l'elenco dei corsi effettuati distinti per ente gestore, sia pubblico che privato, lei sa che c'è una differenza sostanziale tra chi ha gestito questi corsi come pubblico o come privato. Da questi dati si dovrebbe vedere chi ha beneficiato del risultato e chi ha fatto il corso, non chi si è soltanto iscritto.
Così come l'elenco dei costi di ogni corso effettuato. Le percentuali non sono sufficienti. Lei sa che in matematica c'è una regola: un'incognita ci può essere, ma se ho una percentuale e non ho dei numeri che mi dicano da quale somma parto e qual è la somma stabilita per ogni corso non posso assolutamente sapere qual è stato il costo del corso avviato.
Lei dice "fino al 92%, fino al 78%...". Addirittura ha distinto i corsi per sesso. Indipendentemente che siano corsi per uomini o per donne io vorrei sapere quanto è costato il corso dove c'erano le donne e il corso dove c'erano gli uomini.
Così come, per quanto riguarda l'elenco dei partecipanti che hanno trovato occupazione stabile divisi per corso di formazione seguito, non mi ha dato assolutamente risposta. Perché? Perché tutto quanto è fatto in modo molto virtuale e poco concreto. Lei non ha tutte le responsabilità, perché è assessore da questa legislatura, ma qualcun altro avrà delle responsabilità. Non a caso sono partito dal 1995.
Presidente lei si sta comportando come colui che un terrore dell'acqua, un idrofobo che va a fare l'istruttore di nuoto. Io vengo dal nuoto, per questo faccio il paragone. L'assessore Cecchini dice "l'elenco dei partecipanti che hanno trovato occupazione stabile divisi per corso di formazione seguito". Questo significa che non c'è nessuna programmazione in questa Giunta, così come nella precedente, perché si dovrà pur sapere chi ha trovato un'occupazione stabile o precaria, qual è la percentuale di quelli che hanno seguito un corso o un altro, che hanno trovato un'occupazione stabile o precaria. Non si può assolutamente pensare che fino adesso i corsi continuano ad essere fatti solo ed esclusivamente per dare garanzia a chi va a fare formazione professionale. Gli unici che hanno vantaggio sono coloro che fanno formazione professionale.
Non ho voluto essere cattivo perché avrei dovuto chiedere "su quale base vengono selezionati coloro che fanno i corsi?". Ricordo i corsi che venivano fatti in modo particolare in agricoltura. Venivano tenuti da persone che potevano fare i corsi da pompieri, perché avrebbero incendiato sia i boschi sia altri prodotti.
Non mi sembra giusto che alle interrogazioni non vengano date risposte. L'altra volta è stata data una risposta a un'interrogazione fatta il 13 febbraio, ma oggi siete stati bravissimi perché questa interrogazione l'ho presentata il 9 novembre. Non mi sarei scandalizzato se si fosse aspettato un altro mese, perché avere queste risposte è un'offesa non all'intelligenza di un consigliere poiché, in fin dei conti, siamo pagati per passare da deficienti; ma è un'offesa al principio per cui dentro la testa deve esserci anche qualcosa che dia un senso di raziocinio. A questo punto diventa spontaneo affermare che coloro che dicono che la formazione è servita solo a chi ha fatto i corsi e a Rifondazione comunista è vero. Ma non mi sembra che sia giusto esplicitarlo con slogans così semplicistici.
Mi auguro che nei giorni a venire lei abbia la possibilità, assessore, di avere in concreto dei dati su cui fare dei paragoni tra corsi negli anni in cui sono stati fatti, tra chi ha gestito i corsi e gli istruttori.




Interrogazione (Svolgimento): «Lega del Filo d'Oro di Osimo» Grandinetti, Cesaroni, Brini e Ceroni (381)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 381 dei consiglieri Grandinetti, Cesaroni, Brini e Ceroni.
Per la Giunta risponde l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Per quanto il contenuto dell'interrogazione 381 a firma Grandinetti, Cesaroni, Brini e Ceroni, si ritiene di avere risposto in riferimento alla prima parte, perché è stata presentata anche un'altra interrogazione, la 281 relativa all'elenco dei contributi ricevuti dalla Lega del Filo d'Oro.
Per quanto attiene l'articolo apparso sul giornale locale circa un'assegnazione alla Lega del Filo d'Oro di Osimo di 412 milioni si forniscono i seguenti chiarimenti.
Come precisato nella precedente interrogazione n. 292 si ribadisce che la Lega del Filo d'Oro sta curando la gestione di un progetto sperimentale realizzato ai sensi dell'art. 3 della legge 284 del 1997, "Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l'integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati". I 412 milioni rappresentano la quota del fondo nazionale di cui alla citata legge n. 284 assegnato alla Regione Marche ai fini della realizzazione del progetto sperimentale per l'anno 2000. Non si è data comunicazione di tale assegnazione nella relazione riferita all'interrogazione n. 292 in quanto i dati in essa contenuti, come d'altronde precisato nella relazione stessa, erano aggiornati alla data del 10 settembre 2001 e il provvedimento della Giunta regionale di assegnazione alla Lega della somma di 412 milioni è del 30.10.2001.
Si ribadisce inoltre che la copertura totale dei costi di realizzazione del progetto in questione, tolta la quota prevista dal fondo nazionale, è sostenuta direttamente dalla Lega del Filo d'Oro confondi propri, senza nessun aggravio, quindi, per il bilancio regionale.
Infine, per quanto attiene le spese di pubblicità sostenute dalla Lega del Filo d'Oro negli ultimi sei anni non si è in grado di fornire alcuna notizia in merito in quanto la Regione non ha titolo ad esercitare, nei riguardi della Lega stessa, alcun potere di vigilanza e di controllo circa tale tipologia di spese.
La Lega del Filo d'Oro ha intrapreso, a partire dal 1985, un'attività di comunicazione finalizzata alla sensibilizzazione e raccolta fondi, che prevede anche l'utilizzo di strumenti quali annunci stampa, spot tv e appelli radio.
La Lega del Filo d'Oro, così come molte altre organizzazioni non profit, ottiene attualmente un certo numero di spazi gratuiti sui diversi mass media e pertanto non ci sono investimenti diretti se non per la realizzazione delle campagne e degli impianti.
Questo trattamento è da anni consolidato in quanto sia gli editori che i concessionari di spazi pubblicitari ne destinano attualmente una quota percentuale gratuita per la comunicazione delle organizzazioni non profit.
La Lega del Filo d'Oro è tra queste e riesce a ottenere un certo tipo di visibilità sia per la qualità dei messaggi che per la presenza di un testimonial prestigioso (il quale dal 1989 presta la sua collaborazione a titolo assolutamente gratuito e proprio per questo ha ottenuto nel 1993 la cittadinanza onoraria dal Comune di Osimo e nel 2001 il premio "Marchigiano dell'anno". Mi riferisco ad Arbore).
L'attività di comunicazione che viene svolta consente all'Associazione di gestire i servizi a favore delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali con standard di personale e di strutture superiore a quello previsto dalle norme di riferimento e di attivare iniziative per le quali i finanziamenti pubblici sono assenti o solo parzialmente utilizzabili.
Si fa presente che la Lega del Filo d'Oro è ente morale con decreto del presidente della Repubblica dal 1967 e che, con la normativa più recente, è anche Onlus (organizzazione non lucrativa e di utilità sociale), per cui il bilancio viene pubblicato e sottoposto ai controlli previsti dallo Statuto e dalle norme legislative di riferimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

FABRIZIO GRANDINETTI. Per fare chiarezza bastano pochi secondi. Innanzitutto mi considero completamente insoddisfatto della risposta, e penso che l'inventore delle "convergenze parallele", del "politichese" e delle persone che buttano fumo invece di rispondere a domande piuttosto nette e chiare, sarà felice di avere dei "figliocci" in questo mondo della "seconda Repubblica".
Io ho chiesto con molta chiarezza una risposta, in un primo tempo, su quell'articolo di stampa, e non sono contrario a questo finanziamento che deriva da una legge nazionale, dunque non ho nulla da eccepire su questo. Se ci sono consiglieri che hanno l'abitudine di chiedere delle risposte scritte per non gravare sull'aula e vorrebbero dei lavori più veloci, approfittiamone per dare risposte nei termini di legge e di regolamento, perché sono passati mesi e non è mai arrivata alla presidenza del Consiglio la risposta alla prima interrogazione.
La Lega del Filo d'Oro è una encomiabile e meritoria associazione, ma ho ricevuto anche pressioni, per dirlo con molta chiarezza, da Osimo, da parte del centro-destra, a non fare queste interrogazioni. Invece di dare risposte per iscritto sono arrivate voci che hanno risposto agli amici del centro-sinistra di Osimo, i quali hanno premuto sugli amici del centro-destra per dire "Grandinetti, ritira questa interrogazione". Perché devo ritirare questa interrogazione? Dobbiamo essere seri. Quando si fa la pubblicità in tutti i giornali locali e nazionali, al di là del fatto che si paghi o meno questa pubblicità, durante la campagna elettorale, e quando c'è un collegamento stretto tra questa Associazione, in modo spudorato strumentalizzata e un personaggio che si presenta alle elezioni la cosa è vergognosa. Questa è una pubblicità subliminale grave, un fatto di grave immoralità politica e questo intendevo denunciare.
Non voglio insultare l'intelligenza di chi ha risposto che ha ben compreso le motivazioni per cui ho fatto la distinzione tra quel mese e mezzo e il resto dei mesi in cui era stata fatta pubblicità. Al di là del fatto che la pubblicità sia stata pagata o non pagata, che sia gratis o meno, c'è stata una pubblicità subliminale che fa venire il voltastomaco, un fatto che dovrebbe inficiare addirittura il risultato elettorale.
Quindi la risposta non è stata data volutamente e sono state citate questioni che noi conosciamo e alle quali non siamo certamente contrari. Però attenti a strumentalizzare, perché quello che deve servire a curare i giovani che sono stati offesi nel loro corpo e nella loro mente per volontà divina — Dio gliene renderà merito quando ci sarà il giudizio finale — non deve essere strumentalizzato per altri scopi. A volte queste associazioni diventano dei gruppi, delle lobbies vergognose di potere perché speculano su questa gente. Questo non c'è il coraggio di rispondere, di dire e purtroppo non ha il coraggio di farlo neanche una parte del centro-destra, perché anche dal centro-destra sono arrivate telefonate da Osimo dicendo "questa è un'associazione che ha mille tentacoli, dunque nessuna risposta può essere data".
Aspetto ancora la risposta e riproporrò questa mia interrogazione, assieme a chi la vorrà firmare, e voglio che sia data risposta sul perché per un mese e mezzo sono comparsi Arbore e la Lega del Filo d'Oro riconducendosi chiaramente a determinati personaggi. Questa dovrebbe essere la serietà nell'affrontare problemi che fanno comunque parte della moralità pubblica.

MARCO LUCHETTI. Però, per il Filo d'Oro...

PRESIDENTE. Consigliere, non c'è dibattito sulle interrogazioni.

FABRIZIO GRANDINETTI (al consigliere Luchetti). Per questo non va strumentalizzata la cosa. Una cosa è una serietà e una cosa il buonismo peloso che hai tu quando mi interrompi. E' un buonismo peloso. Nono sono intoccabili. I ragazzi sono intoccabili. Chi strumentalizza sono persone di grande discutibilità, non ci sono gli intoccabili, viviamo in un Paese democratico, fino a prova contraria e nessuno è intoccabile. Rispettiamo quella gente. Non è quella gente che agisce male ma chi la strumentalizza e chi se ne serve, quindi questo buonismo non serve a niente. Il buonismo non è bontà, né equilibrio, né serietà, né moralità.



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 233002» Giunta (97)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 97, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Franceschetti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

FAUSTO FRANCESCHETTI. Questa proposta di legge è prevalentemente tecnica, ma importante perché attraverso di essa autorizziamo l'esercizio provvisorio per i primi tre mesi del prossimo anno in base alla legge regionale 25/1980 che recentemente abbiamo modificato con la nuova legge sulla contabilità la quale, una volta pubblicata sul Bollettino BUR diventerà esecutiva.
Questo è un provvedimento che la Regione ha adottato tutti gli anni dal 1972 in poi, quindi si ripropone al Consiglio l'adozione di questo provvedimento che consentirà la gestione della Regione sia per quanto riguarda le entrate che le uscite in attesa dell'approvazione del bilancio di previsione 2002.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

REMIGIO CERONI. Signor Presidente, signori consiglieri, è proprio vero che non si finisce mai di imparare.
La proposta di legge n. 97 è davvero singolare. Innanzitutto per l'ennesima volta ci troviamo a constatare come questa Giunta continui ad operare nel disprezzo più assoluto dei termini di legge, sia quando sono fissati con legge nazionale, sia quando sono fissati da leggi approvate dal nostro Consiglio regionale.
Nell'ultima seduta del Consiglio regionale abbiamo approvato la nuova legge, la pdl n. 80 presentata dalla Giunta regionale in materia di programmazione finanziaria, formazione, struttura e gestione del bilancio. Tale legge all'art. 74 prevede l'abrogazione della legge regionale n. 25 del 30 aprile 1980. Oggi voi proponete al Consiglio di approvare la pdl n. 97 per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 2002. Voi proponete al Consiglio Regionale di approvare una legge ai sensi del quinto comma dell'art. 70 della legge regionale 30 aprile 1980 n. 25, legge che il Consiglio ha abrogato nella seduta precedente.
Mi rendo conto che la richiesta non poteva essere fatta ai sensi dell'articolo 35 della nuova legge che regola la gestione provvisoria del bilancio, perché tale legge non è ancora entrata in vigore. Indubbiamente un bel pasticcio giuridico nel quale vi siete trovati perché non avete rispettato le norme statutarie della Regione che prevede, all'art. 40, che il bilancio di previsione con tutti gli allegati è presentato entro il 15 ottobre e approvato entro il 15 dicembre.
Oggi, invece, della proposta di bilancio regionale 2002 non c'è traccia. Per questo siete stati costretti a richiedere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio perché non siete stati in grado di predisporre e portare in Consiglio il bilancio di previsione nei termini previsti dallo Statuto. Eppure il bilancio di previsione è un obbligo dal quale non potete sottrarvi. Ogni anno sapete che esiste questa scadenza, non potete sottrarvi dal presentarlo.
Ritengo che l'approvazione, a esercizio inoltrato del bilancio di previsione è certamente una delle cause che ha fatto sì che la Regione Marche sfornasse deficit ai ritmi di una catena di montaggio.
Se il bilancio di previsione fosse stato presentato nei termini, oggi non vi sareste trovati a chiedere l'esercizio provvisorio e quindi non avreste violato né lo Statuto né la legge.
L'aspetto più grave di questa vicenda è che il decreto 76 del 2000 stabilisce che il mancato adeguamento della legge regionale ai principi contenuti nel decreto è rilevabile quale vizio di legittimità della legge regionale di approvazione del bilancio. Mi pare altrettanto vero che anche l'esercizio provvisorio, se autorizzato con la vecchia legge incorre nello stesso vizio di legittimità in cui incorrerebbe il bilancio se non approvato con la nuova legge. Se è illegittimo il bilancio approvato con la vecchia legge, anche l'esercizio provvisorio diventa illegittimo se approvato ai sensi della vecchia legge.
Mi rendo conto però che per voi questa è poca cosa, ci avete abituato a ben altri vizi di legittimità, ma passiamo oltre.
Mi crea maggiore stupore esaminare la proposta di autorizzazione all'esercizio provvisorio senza una relazione per illustrare la situazione finanziaria della Regione Marche. Ci chiedete l'autorizzazione a spendere senza ulteriori spiegazioni. Ad esempio si poteva dire: che il bilancio sarà redatto in maniera da trovare copertura al disavanzo della sanità con fondi propri così come previsto dall'art. 4 comma 3 della legge 405/200 1; che tale disavanzo è stimato in 210 miliardi". Naturalmente tale stima, assessore Melappioni, vale per la stampa e per i cittadini delle Marche, perché in realtà nella comunicazione inviata, sempre ai sensi del citato art. 4 della legge 405/2001 al Ministero della salute, al Ministero dell'economia nonché alla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per gli affari regionali, la perdita che si avrà presumibilmente nell'esercizio 2001 sarà di L. 260.765.000.000, pari a circa 180.000 lire per abitante. Si doveva dire che il bilancio di previsione dovrà prevedere gli oneri relativi alle rate di ammortamento sui nuovi mutui contratti che dovrebbero ammontare a 100 miliardi che si andranno a sommare ai 140 miliardi che gravano sul bilancio per i mutui in essere. Si doveva dire che il bilancio conterrà una serie di interventi strutturali atti a contenere la spesa sanitaria che ha un trend di crescita annuo del 7, 8, 9% del tutto incompatibile con le risorse finanziarie disponibili. Avremmo voluto parlare di questi interventi strutturali, necessari a garantire il pareggio del bilancio 2002 e successivi senza la necessità di ricorrere a nuove stangate.
Invece voi venite a chiederci di proseguire sulla strada intrapresa quella che vi ha costretti a portare la tassazione ad un livello tale da mettere in seria difficoltà i bilanci delle imprese e delle famiglie marchigiane. A me pare che vi manca il buon senso.
Voi ci chiedete di autorizzare per un periodo massimo di tre mesi l'esercizio provvisorio del bilancio 2002 sulla base del bilancio per l'anno 2001 e delle sue modificazioni, senza tener conto che quel bilancio vi ha costretto a una manovra finanziaria da 400 miliardi, che non trova precedenti nella nostra Regione e che non trova riscontro in nessun'altra Regione italiana. Sarebbe stato più serio richiederci l'esercizio provvisorio limitato alle sole spese obbligatorie, alle spese per il personale, alle spese istituzionali, alle spese per le rate dei mutui, ma poi basta. Un'Amministrazione regionale prudente, più seria, più responsabile avrebbe predisposto il bilancio di previsione anziché chiedere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio, perché operare anche per soli tre mesi sulla base dell'attuale bilancio, significa avere la certezza di un disavanzo di un quarto di quello prodotto nel 2001. Se cioè abbiamo prodotto un disavanzo di 260 miliardi nella sanità, produciamo 65 miliardi di deficit; a marzo sulla base delle risultanze di quest'anno avremo già prodotto 65 miliardi di deficit.
Un altro dubbio che mi è venuto: ma il bilancio 2002 non deve essere gestito in termini di euro? Dove la facciamo questa trasformazione, negli uffici? O sarebbe stato il Consiglio regionale a trasformare le partite da lire in euro?
Siamo fortemente preoccupati per quanto riguarda la sanità, i cui provvedimenti più volte annunciati, non sono stati mai presi e sono a noi sconosciuti. Se saranno adottati solo a giugno produrranno un disavanzo pro-quota di 130 miliardi. Se il disavanzo annuale è di 260 miliardi e i provvedimenti li adottiamo a giugno, produciamo 130 miliardi di disavanzo.
Per queste ragion e mille altre ancora che ometto di spiegare per ragioni di tempo, non possiamo che dare il nostro voto contrario alla proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Ringrazio il Presidente, ma questa volta sarò ancor più breve del solito per rispetto dell'aula.
Siccome alcune delle argomentazioni che volevo introdurre nella discussione sono state presentate dal collega Ceroni — non ci eravamo sentito, ma sostanzialmente ha detto le cose che avrei voluto dire io, più o meno — risparmio l'aula dal ripeterle perché non sarebbe una cosa producente.
La proposta che voi ci presentate è tecnica, indubbiamente e non avremmo in altre situazioni avuto problemi a dire sì all'autorizzazione all'esercizio provvisorio, perché questo accade in tante parti del mondo, in tante parti della nostra regione. In una situazione come questa in cui cerchiamo ancora di capire i reali contenuti dell'intera manovra finanziaria per il prossimo anno, ovviamente abbiamo delle riserve politiche e non tecniche, perché vorremmo capire prima su quali contenuti andiamo a delegare la Giunta. Non essendo possibile, per questa volta ci sarà la nostra contrarietà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

DAVID FAVIA. Signor Presidente, colleghi consiglieri, come relatore di minoranza faccio mio l'ampio e condivisibile intervento del collega Ceroni. Credo che la discussione di questa legge sull'esercizio provvisorio si inserisca in un contesto drammatico. E' di queste ore la presentazione di una manovra finanziaria gravissima, che rende evidente il dissesto gestionale di questa Regione. Tutti gli strumenti di bilancio e finanziari sono in ritardo, dal bilancio preventivo al bilancio consuntivo, all'assestamento, a maggior riprova e dimostrazione dello sfascio a cui questa Regione è stata portata dalla gestione del centro-sinistra.
Noi ci sentiamo di fare, con grande senso civico una proposta: se l'esercizio provvisorio viene limitato nel tempo e nel tipo di spesa, cioè limitandola alla spesa strettamente necessaria per mandare avanti la macchina regionale senza altro, siamo disponibili ad astenerci, quanto meno, su questa operazione, altrimenti il nostro voto sarà negativo non tanto sulla norma in sé che siamo consci essere un atto dovuto per il momento in cui siamo, ma come voto negativo per il tipo di gestione che vi ha portato alle perdite, al disastro finanziario nel quale siamo e ai continui ritardi nel sottoporci gli strumenti finanziari.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l'intervento conclusivo, l'assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Non debbo fare nessuna replica perché da quando è nata la Regione c'è una leggina che istituisce l'esercizio provvisorio. Non vorrei che questa fosse l'occasione, visto il momento che stiamo vivendo, di approfittare per introdurre una questione che avrà modo e luoghi per un dibattito approfondito. Quando si parla di spese strettamente necessarie è già il significato dell'approvazione della legge dell'esercizio provvisorio, perché sono le spese che servono per il funzionamento della "macchina Regione" e quelle autorizzate dalle leggi in vigore, perché le leggi in vigore non si possono sospendere. Sono poi pochissime perché molte sono a finanziamento annuale e fanno riferimento al bilancio di previsione di ogni singolo anno e quindi non vengono toccate. Penso che il significato e la filosofia dell'esercizio provvisorio già racchiudono la richiesta che l'opposizione fa, quindi chiedo all'opposizione stessa di valutare attentamente il voto su un atto che non va a incidere sulla situazione che stiamo affrontando e che affronteremo nei prossimi Consigli regionali.

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Favia.

DAVID FAVIA. IL nostro voto sulla legge sarà contrario come è stato per i due articoli.
Sono assolutamente insoddisfatto della risposta implicita data dall'assessore Secchiaroli in quanto continua, questa maggioranza, a voler andare avanti e a perseverare nei suoi errori. Praticamente sta chiedendo al Consiglio regionale di approvare un deficit trimestrale parti a un quarto del deficit che ha riconosciuto esserci stato nell'anno precedente. Non c'è stato nemmeno il buon senso di ridurre di un mese, come avevamo chiesto, l'esercizio provvisorio nel rimettersi a tavolino per discutere cosa finanziare nell'esercizio provvisorio e cosa no. Noi cediamo che con questa arrogante perseveranza nell'errore non si vada lontano e non si renda un buon servizio ai cittadini marchigiani, quindi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Capisco che ci troviamo in una condizione di crisi finanziaria, in un momento di rallentamento dell'economia, in un problema di patti di stabilità che poi si scaricano anche sulle Regioni, sugli enti locali per quanto riguarda le condizioni di spesa, però mi sembra che su tutta la gestione finanziaria ci sia una sorta di implosione del Governo regionale, quindi al di là delle affermazioni in aula da parte del Governo, della maggioranza, della minoranza, chiedo che ci sia più attenzione alla gestione complessiva. Qui ci sono una serie di atti che vengono calati come atti assolutamente ordinari, che ormai rappresentano però aspetti di straordinarietà, nel senso che l'esercizio provvisorio è quasi un atto dovuto, quindi di per sé stesso non presenterebbe alcun problema. In una condizione normale ci sarebbe la maggioranza che lo presenta e l'opposizione che ha un atteggiamento di astensione, ma qui ci troviamo invece in una situazione di straordinarietà nella quale anche gli atti dovuti devono avere la necessaria attenzione e in questo caso andiamo a trovarci in situazioni di sbilancio nei prossimi mesi.
Per questo riteniamo che sarebbe vantaggio della stessa maggioranza porsi in un diverso atteggiamento di ascolto, perché tra l'altro questa maggioranza rischia di ritrovarsi l'opposizione non solo di quelli che sono stati gruppi che non hanno condiviso i progetti di governo e questo è naturale, ma addirittura tutte le parti sociali, tutte le categorie economiche, quindi in una situazione di gravissimo disagio che danneggia la sua stessa immagine.
Nel votare contro richiamo a maggiore attenzione anche questi che sono gli atti ordinari del Governo di un'Assemblea regionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di legge n. 97.

(Il Consiglio approva)




Proposta di atto amministrativo (Discussione generale): «Piano triennale del turismo regionale 2002/2004 ai sensi dell'art. 3 della l.r. 6 agosto 1997, n. 53» Giunta (67)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 67, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Signor Presidente, colleghi consiglieri, non mi soffermerò a lungo sull'analisi e le proposte contenute nel piano triennale del turismo in quanto i colleghi hanno già avuto modo di approfondirlo e di analizzarlo. Sia personalmente che come Commissione esprimiamo apprezzamento per la chiarezza di analisi e di proposta del piano stesso. Ci sono una serie di tabelle e di pagine che illustrano nel dettaglio l'evoluzione del turismo nella nostra regione in questi ultimi anni. C'è stata un'evoluzione quantitativa estremamente positiva, un'evoluzione anche qualitativa altrettanto positiva. Avete visto che da pag. 14 in poi ci sono una serie di tabelle che illustrano nel dettaglio quanto accaduto in questi anni nel turismo marchigiano, quindi mi limiterò soltanto ad alcune considerazioni di carattere più generale sulle questioni essenziali.
Non c'è dubbio che emerge con chiarezza che vi è stata una crescita quantitativa e qualitativa del turismo marchigiano, come dicevo. C'è stata anche una crescita della notorietà dell'insieme della nostra regione, un aumento degli arrivi e dei pernottamenti. Notevoli investimenti sono stati realizzati anche per la riqualficazione dell'offerta turistica non solo nel campo degli investimenti promozionali e pubblicitari, ma anche delle strutture che sono, tuttavia, sempre insufficienti perché le categorie sollecitano ulteriori risorse. Credo che valga la pena riflettere su alcuni dati.
Sono state utilizzate tutte le risorse messe a disposizione dall'Ue. Mi riferisco alle risorse del precedente Obiettivo 5b e dell'Obiettivo 2. Con queste risorse sono stati utilizzati 492 miliardi di investimenti, pari a 701 interventi di strutture recettive. E' un dato significativo.
Con la legge regionale 33 del 1991, rifinanziata con la legge 12 del 1998 sono stati realizzati importanti investimenti. Dal 1995 al primo semestre del 2001, come Regione per la riqualificazione dell'offerta turistica sono stati realizzati investimenti pari a 18.181 milioni. Queste risorse pubbliche regionali hanno provocato un investimento complessivo di circa 271 miliardi, per 267 interventi. Quindi, anche per quanto riguarda tutta la parte della riqualificazione turistica marchigiana ci sono stati investimenti notevoli in questi anni. Aggiungiamo a questi investimenti sulle strutture investimenti di decine di miliardi per quanto riguarda tutta la parte promo-pubblicitaria che conoscete benissimo.
C'è stata una nuova impostazione e anche un adeguamento alla domanda di marketing pubblicitario e promozionale, puntando alla qualificazione del "sistema Marche", come abbiamo visto nel precedente piano triennale. Anche questo piano punta, fondamentalmente, sulla promozione dell'intero "sistema Marche", sia il territorio sia la parte che riguarda la struttura turistica ma anche l'insieme delle produzioni. Infatti sono stati realizzati una serie di pacchetti di offerta turistica riferiti a una serie di questioni specifiche: la cultura, le città d'arte, i centri minori, il turismo verde, quindi il discorso anche dell'agriturismo, delle country houses, il discorso delle visite nei parchi, le vacanze relax, prodotti mirati alle esigenze delle famiglie, degli anziani, tutto il discorso dell'enogastronomia, dello shopping. Il discorso enogastronomico ha consentito di fare dei pacchetti e ha quindi valorizzato la regione. Così per quanto riguarda benessere-salute, affari e congressi. Sono stati realizzati, in questi anni, una serie di pacchetti che vanno a promozionare il meglio che c'è nella nostra regione, sia dal punto culturale, che paesaggistico, che delle produzioni industriali e dell'agroalimentare.
Nonostante lo sforzo compiuto in questi anni emergono dati che ci debbono far riflettere e sicuramente non possiamo dire che siamo soddisfatti. Mi riferisco in particolare al rapporto tra la costa e l'entroterra. Emerge dal piano come l'81% del turismo è sulla costa, quindi fondamentalmente legato al mare. Io dico che è un turismo in cui la competizione è più facile, perché sappiamo benissimo che questo è il grosso del turismo italiano, sappiamo che rischiamo una forte competizione anche con i Paesi dell'altra sponda dell'Adriatico, quindi abbiamo bisogno di far crescere questo rapporto ,a il mare e l'entroterra per riqualificare l'offerta turistica della nostra regione e renderla più competitiva, più remunerativa per tutto il settore.
Abbiamo anche un altro dato di riflessione: il grosso del turismo avviene in un periodo determinato dell'anno: per il 67,9% il turismo si esercita nel periodo giugno-agosto, l'80% tra maggio e settembre, pertanto abbiamo periodi dell'anno in cui l'attività turistica è quasi nulla, quindi queste strutture non vengono utilizzate al meglio e c'è questa esigenza di come riuscire a riempire alcuni periodi importanti dell'anno dal punto di vista della presenza turistica. Un altro elemento di riflessione è rappresentato dal fatto che il grosso degli arrivi e delle presenze riguarda turisti italiani. Abbiamo l'81,6% degli arrivi e l'84,1% delle presenze di turisti italiani. L'incidenza estera, che pure è aumentata in questi anni è comunque ancora molto esigua, nel senso che abbiamo il 18,3% di arrivi e il 15,8% di presenze di turisti stranieri, a fronte di una media nazionale del 44,4% di arrivi e 42,7% di presenze. Qui c'è uno scarto notevole della presenza di turisti stranieri.
Ovviamente in questo momento particolare, soprattutto dopo la situazione internazionale che si è venuta a determinare con l'attacco alle torri gemelle di New York, questo discorso di una forte presenza di turisti italiani nella nostra regione ci potrebbe anche favorire, ma a livello di obiettivi futuri non c'è dubbio che il discorso della incentivazione, di una maggiore presenza di turisti stranieri nella nostra regione non può che essere un obiettivo fondamentale che il piano pone e che noi dobbiamo esercitare.
E' ovvio che guardando a un periodo più a breve termine, nel momento in cui andremo a definire i piani annuali degli investimenti dovremo tenere conto delle difficoltà che ci possono essere e che sono sicuramente maggiori, oggi, rispetto al passato, quindi occorrerà incentivare la presenza di turisti stranieri nella nostra regione per rendere produttivi gli investimenti e le risorse che abbiamo a disposizione, e quindi dovremo cercare di lavorare molto sul mercato interno per consolidarlo, per consolidarlo, soprattutto nei Paesi a noi più vicini, quindi i Paesi europei in primo luogo. Ma non possiamo abbandonare la politica di promozione della nostra regione e del nostro turismo nei mercati internazionali, perché questo è un obiettivo fondamentale.
Nel piano, che è dettagliato, sono previsti i punti di forza e i punti di debolezza su cui non mi dilungo. Credo che siano stati bene individuati i punti di debolezza e quelli di forza, quindi questo costituisce un documento importante su cui dobbiamo riflettere nel lavoro che faremo, in particolare con i piani annuali. A livello strategico sono stati individuati obiettivi significativi e importanti.
Peraltro debbo dire che per quanto riguarda la situazione internazionale — l'assessorato, il servizio hanno convenuto con la Commissione di riscrivere tutta la premessa proprio per tener conto della situazione internazionale che si è venuta a determinare dopo l'11 settembre, e abbiamo tenuto anche un'audizione degli operatori del settore — tutto sommato c'è abbastanza ottimismo anche per quanto riguarda il futuro più immediato. Questo ottimismo è determinato da una forte presenza di turismo italiano, ma nel contempo non dobbiamo mollare per quanto riguarda il discorso del mercato estero.
Il piano definisce le linee guida della programmazione triennale 2002-2004 e individua una serie di punti: il sistema integrato dell'informazione, l'assistenza ed accoglienza, i sistemi on-line, la pubblicità e la promozione, l'editoria, i prodotti e progetti che prima ricordavo, realizzati anche gli altri anni, i mercati, le fiere turistiche, la commercializzazione, poi i marchigiani nel mondo, il "made in Italy", il "made in Marche" soprattutto, le pubbliche relazioni, quindi tutta la fase di attuazione di queste linee guida di programmazione che vengono meglio individuate nei piani annuali, anche perché sappiamo che il piano triennale individua degli obiettivi e il piano annuale fa scelte più concrete, più immediate, fa anche scelte di priorità, nel senso che non è detto che tutto quanto previsto nel piano triennale debba essere realizzato, anzi la raccomandazione che faccio è di evitare la polverizzazione nell'utilizzo delle risorse. Dobbiamo concentrare le risorse su scelte prioritarie, e quella di consolidare la presenza del turismo italiano e dei Paesi europei credo sia una priorità, che peraltro è stata sollevata anche dalle organizzazioni di categoria. Comunque, nel piano annuale queste scelte andranno meglio approfondite.
Come Commissione abbiamo prodotto degli emendamenti che sinteticamente riassumo. Uno è relativo alla premessa, in relazione alla situazione internazionale che si è venuta a determinare, in quanto il piano era stato predisposto prima dell'11 settembre. Poi sono state prodotte altre tabelle d parte del servizio che abbiamo inserito. E' stata cassata una parte a pag. 106 che faceva riferimento alla proposta di legge 45, il cosiddetto "testo unico" che è una proposta ancora giacente in Commissione ma che non abbiamo ancora definito. E' stato inserito un riferimento al piano annuale a pag. 200, importante ma che non incide sul piano, puntualizzando il ruolo del programma annuale. In termini più significativi, ma non stravolgenti è stata emendata tutta la parte del capitolo sui sistemi turistici locali, da pag. 228 in poi. Questo capitolo è stato sostanzialmente emendato, intanto perché c'è stata una richiesta anche da parte di Anci, Uncem e Upi in quanto questi soggetti intendono, giustamente a mio avviso, partecipare alla individuazione dei criteri e delle procedure per il riconoscimento di sistemi turistici locali. Quindi c'è stata questa sollecitazione secondo noi giusta e riteniamo che al di là del piano triennale queste sono scelte che la Regione deve fare a livello di strumenti di gestione del turismo nel prossimo futuro.
Peraltro, in termini unanimi come Commissione abbiamo anche ritenuto di emendare questa parte perché abbiamo la legge nazionale 135 del 2001 sul turismo che individua questo discorso dei sistemi turistici locali sicuramente importante, che dovremo però vedere come applicare. Intanto c'è una carenza del Governo da questo punto di vista, perché ancora non ha varato i decreti attuativi.
Abbiamo una modifica dell'articolo V della Costituzione quindi si prevede un ruolo diverso per le Regioni in un settore come questo. Ad avviso della Commissione abbiamo anche l'esigenza di riflettere sugli aspetti positivi, e magari anche negativi, della 53. Io ritengo che ci sono più luci che ombre relativamente al ruolo che ha esercitato la 53 del 1997, però non c'è dubbio che oggi siamo di fronte all'esigenza di riflettere, di ripensare, anche alla luce della situazione finanziaria della Regione. Abbiamo bisogno di vedere come gli strumenti di gestione della politica del turismo della nostra regione possano essere più incisivi, evitando sprechi, doppioni. Abbiamo bisogno quindi di strutture efficienti ed efficaci. Da questo punto di vista sollecitiamo la Giunta a varare una proposta da portare in Commissione e in Consiglio in termini specifici, concertata con le categorie, concertata con gli enti locali, ma non c'è dubbio che abbiamo bisogno di ripensare alla gestione anche agli strumenti di gestione del turismo nella nostra regione.
L'altro emendamento è relativo alle tabelle sugli investimenti dei prossimi anni. Da questo punto di vista c'erano delle ipotesi. Noi abbiamo ritenuto che per quanto riguarda il 2002-2003 le risorse non possano che essere quelle previste dal piano pluriennale, pertanto, per quanto riguarda la promozione turistica si prevedono 7 miliardi — art. 3 della 57 — per quanto riguarda le funzioni dei Comuni e delle Province (sempre art. 5 e 3 della legge 53/97 — sono previsti 4 miliardi, per quanto riguarda l'attività della Aptr (Iat e tutto quanto previsto dagli articoli 9, 14, 15 e 21 della 53) sono previsti 6 miliardi. Quindi investimenti complessivi di 17 miliardi annui per quanto riguarda le annualità 2002 e 2003. Ripeto, l'applicazione della 53 relativamente agli articoli che ricordavo comportano investimenti per 17 miliardi, comprese le spese per il personale dell'Aptr e quant'altro. Abbiamo 7 miliardi per la promozione, 4 miliardi per Province e Comuni, 6 miliardi per quanto riguarda l'Aptr.
Questo è quanto prevediamo nel piano triennale. Nulla vieta che il piano annuale possa prevedere risorse maggiori.
Per quanto riguarda invece il 2004 già c'è un impegno del Consiglio regionale e della maggioranza per un aumento. E prevediamo, per quanto riguarda la promozione turistica, di passare da 7 a 9 miliardi, relativamente al capitolo delle funzioni dei Comuni e delle Province da 4 a 4,5 miliardi e relativamente alla Aptr da 6 a 6,8 miliardi, passando da 17 a 20 miliardi di investimenti.
Queste sono le modifiche più significative apportate in Commissione.
Il piano è stato approvato all'unanimità dei presenti, in Commissione...

ROBERTO GIANNOTTI. Sul giornale non era scritto così.

FERDINANDO AVENALI. Vuol dire che il giornale ha informato male. C'era l'unanimità dei presenti. Comunque ritengo che sia un buon piano, gli obiettivi che si pone sono credibili, attuali e per queste ragioni invito il Consiglio regionale ad approvarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola relatore di minoranza, consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Ci sono alcune cose da chiarire, se non altro per rispetto del lavoro che il presidente della terza Commissione è solito fare. Gli appunti non sono sulla conduzione della terza Commissione, tuttavia alcune cose sono da chiarire.
Il sottoscritto era ricoverato per un day-hospital, quindi non poteva votare in Commissione. Viventi quando è stato ora di votare ha detto "non voto"...

FERDINANDO AVENALI. Al momento del voto Viventi non c'era più, quindi non si può dire niente, su questo.

GILBERTO GASPERI. Il collega Cesaroni era assente.
Ritengo che ciò che diceva prima il presidente della Commissione siano cose vere, in modo particolare sul piano prettamente concreto e filosofico quando è stata fatta quella variazione alla premessa. Come diceva giustamente il presidente della Commissione la premessa è stata modificata, ma la modifica è una presa d'atto di una situazione che ha completamente cambiato la filosofia e il senso di un programma nell'ambito di una ricerca di risorse così importante.
In considerazione di questo fatto, si sarebbero dovute effettuare non soltanto delle modifiche. Siccome l'evento dell'11 settembre, riconosciuto a livello planetario ha modificato questa realtà, anche se bisogna considerare valido il lavoro svolto nel complesso — pure se noi non riteniamo che sia opportuno un voto favorevole — si sarebbero dovute fare modifiche. Gli addetti, dalla Confesercenti a tutti coloro che sono stati invitati al confronto in Commissione, avevano portato delle indicazioni che richiedevano delle variazioni.
Nella relazione "Turismo, nuove iniziative di promozione", si dice: "Gli attentati terroristici dell'11 settembre hanno cambiato le prospettive e i programmi turistici. Diminuiranno le vacanze e i viaggi verso destinazioni lontane, esotiche, si ridurranno i viaggi aerei, saranno favoriti i viaggi all'interno della regione Europa e all'interno del nostro Paese". Quindi ci sarà un continuo e sempre maggiore ricorso alle concorrenze nell'ambito delle varie regioni. Consiglio all'assessore Rocchi di preparare una legge quadro sul turismo che è fondamentale, perché non possiamo operare a pioggia o con i sistemi tradizionali. In considerazione di questa grossa concorrenza in ambito regionale per l'evento dell'11 settembre, abbiamo la necessità di effettuare interventi nell'ambito delle realtà delle regioni più ricche d'Italia dapprima e, successivamente, nell'ambito dell'Europa. Non c'è bisogno di andare a fare iniziative turistiche in Argentina, vista anche la grande difficoltà economica dell'Argentina. Ai nostri emigrati in Argentina diamo agevolazioni per farli rientrare in quanto hanno grossissime difficoltà economiche, poi cerchiamo di fare propaganda turistica là, quando sappiamo che di fronte non abbiamo un utente in grado di operare in questo sistema.
Un altro fenomeno è fondamentale: l'entrata in vigore dell'euro. Nella filosofia di questo piano non viene presa in considerazione l'entrata in vigore dell'euro, che permetterà di rendere più semplici e agevoli le vacanze e ci sarà la possibilità di fare una facile comparazione dei prezzi all'interno dell'area e sarà molto più complicato, specialmente nei primi periodi, fare questo nei Paesi al di fuori dell'Europa.
Questa situazione legata all'evento dell'11 settembre avrebbe dovuto farci considerare delle situazioni che potrebbero portare a una incentivazione del turismo.
Attraverso il turismo, infatti, abbiamo una entrata maggiore che farà da volano alla vera economia di mercato, all'economia produttiva. Non perché il turismo non sia produttivo, ma attraverso i turismo aumenteranno i consumi, ci saranno incentivazioni per quanto riguarda le attività artigianali e industriali. E' quindi uno dei primi volani nell'economia nazionale e marchigiana.
Le proposte avanzate per i piani annuale e triennali non tengono conto in maniera sufficiente queste novità, in parte per ragioni oggettive e in parte per un eccesso di continuismo e per una stridente contraddizione tra analisi, proposte e risorse.
E' qui che saremmo dovuti intervenire. La Regione ha il compito di sviluppare al meglio le funzioni di programmazione e di verifica sull'attuazione dei programmi. Dovremmo creare una svolta nel rapporto tra promozione e commercializzazione, perché la promozione dobbiamo intenderla sempre più come servizio da dare alle imprese.
Scaturisce da questa analisi la necessità di una incentivazione delle risorse realmente disponibili. Come diceva prima l'assessore Rocchi una quota elevata di queste risorse serve agli stipendi del personale addetto, e in questo caso c'è una responsabilità della gestione della precedente legislatura, ma anche a causa della contingenza economica che si è venuta a creare in quest'ultimo periodo. Avremmo quindi dovuto maggiormente concentrare le risorse su iniziative prima di tutto in Italia e successivamente in Europa, in modo particolare in quei Paesi che sono uniti dall'euro.
Un'altra filosofia rispetto alle regioni confinanti con le Marche avremmo dovuto attuarla nel vedere quali sono gli obiettivi che ci possano dare la possibilità di ottenere risultati. Il primo obiettivo che doveva essere perseguito, sarebbe stato quello di trovare un posizionamento di mercato. Una volta trovato il posizionamento di mercato — questa è una legge che viene insegnata a coloro che operano quotidianamente nel mercato turistico — sarebbe stato indispensabile costruire tutte le politiche turistiche, commerciali e promozionali. Basta vedere l'Abruzzo, il quale sfrutta appieno la presenza del parco nazionale e la campagna di comunicazione regionale è quasi tutta esclusivamente incentrata sui temi ambientali. Dall'Emilia Romagna dovremmo prendere certi insegnamenti: non a caso hanno effettuato la pubblicità con quella barca che vediamo, che mi risulta era stata offerta anche alla Regione Marche. L'Emilia Romagna porta avanti il concetto di divertimento e socializzazione, con le mille articolazioni che derivano da queste due realtà, divertimento e socializzazione.
In questo Consiglio, ogni volta si sente decantare la cultura delle Marche, la realtà culturale delle attività delle Marche, e due grandi eventi a livello internazionale come il ROF di Pesaro e il Macerata Opera non vengono adeguatamente sfruttati per motivi turistici. Il tema della cultura doveva costituire il punto di riferimento della filosofia del piano turistico. Questo tema può realmente diventare una attrattiva autonoma di flussi turistici se viene messo a sistema. Cultura che può essere espressa e valorizzata dalla musica, dal teatro, dalla storia e dalla gastronomia. Addirittura questa realtà della cultura poteva essere collegata anche ad altre città che già sono molto propagandate e conosciute in altre regioni. Si poteva fare una propaganda incentrata sul fatto che la regione Marche dà la possibilità non solo di vedere cose nuove, ma cose che non sono state programmate, preparate o vendute in questi ultimi tempi, ma già dal secolo conosciute solo da una élite di persone e non dalla massa.
Ritengo che era indispensabile concentrare maggiormente una filosofia e una strategia da parte della Regione, pur riconoscendo che negli ultimi periodi ci cade tutto addosso, soprattutto questa grande difficoltà finanziaria, per cui saremo costretti a "tosare" i cittadini marchigiani. Non possiamo però fare come negli anni '65-'70 quando l'allora ministro Ugo La Malfa diceva "viste le difficoltà economiche non possiamo più finanziare la ricerca scientifica, dobbiamo fare finanziamenti sul quotidiano". Le conseguenze le abbiamo poi viste negli anni successivi. Le chiedo, assessore Rocchi, di spronare e indicarci, farci vedere una svolta: noi saremo uniti con lei nel difenderla anche nei confronti non solo della maggioranza ma soprattutto di questo appiattimento che c'è nell'ambito della Giunta, nel voler riportare il tutto alla normalità per gestire il quotidiano. Lei ci faccia vedere cosa significa una sinfonia rossiniana, vada in crescendo, ci dia la possibilità di dire "difendiamo questo piano, perché la Regione Marche indica nel turismo il volano dell'economia regionale". Non possiamo continuare a gestire il quotidiano, riportando sempre sul quotidiano il contentino per quel piccolo comune, per quella piccola ricerca, per quel piccolo villaggio. Cerchiamo di identificare la realtà della nostra regione che si esprime al plurale, con lo sfruttamento, sul piano turistico, delle grandi risorse che abbiamo.
Sono d'accordo con il presidente della terza Commissione quando dice che in questo piano c'è un punto molto critico: il non rapporto tra quello che viene speso per la costa e quello che viene speso per l'interno. E' chiaro che la costa ha una sua precisa collocazione e una sua realtà e facilità di vendita, però vi dico subito che non possiamo continuare con questa procedura. La nostra costa non solo non ha le possibilità delle altre coste adriatiche o siciliane, e se non c'è un interno che faccia da volano — pur con le difficoltà che ci sono per mancanza di strade — non avremo la possibilità di fare veramente concorrenza alle realtà. Parliamoci chiaro: la Sicilia, le Isole, molte parti della Toscana, la stessa Calabria, la stessa realtà di divertimento che viene data dall'Emilia Romagna, pur con certe coste scialbe, quasi come le nostre (le nostre sono più belle, vista la differenza orografica) offrono un "prodotto vacanza" superiore./ IL nostro "prodotto vacanza" riferito al solo mare è sterile in se stesso, se non leghiamo maggiormente questo alla cultura, alla tradizione, alla salvaguardia del nostro interno. Proprio per questo effetto siamo la regione più longeva, perché viviamo in una realtà di tradizioni beneficiando dei prodotti alimentari di elevata qualità. Spendiamo queste caratteristiche nel turismo, e noi saremo uniti e compatti nel difendere il suo piano, assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Faccio parte della terza Commissione, ho partecipato alle riunioni, nell'ultima seduta ero l'unico rappresentante della Casa delle libertà presente fin verso le 13 quando si è votato. Devo dare atto che ho espresso il mio parere e al momento della votazione non ero presente, quindi è giusto quanto ha detto il presidente Avenali.
Nel merito dell'atto vorrei, senza ripetere tante cose già dette in Commissione o da altri colleghi, soffermarmi su 2-3 questioni.
Condivido che questo piano triennale del turismo sotto l'aspetto dell'analisi può essere considerato discreto. E' però carente quando si passa alla fase delle proposte per realizzare quelle cose che nell'analisi sono emerse come carenze.
Faccio due esempi in particolare. Siamo in presenza di un turismo orientato quasi tutto verso la costa, quindi molto carente all'interno, nonostante all'interno della nostra regione vi siano situazioni vantaggiosissime. Non c'è una spinta forte per recuperare questo gap. Nel piano si parla di carenza di turismo estero, perché quasi tutto il turismo è italiano, quindi bisognerebbe investire, spendere di più per curare l'immagine delle Marche all'estero, in particolare in quei Paesi europei dove, anche oggi, pur dopo l'11 settembre, siamo in presenza di flussi turistici interessanti. Questo, collegandoci con regioni a noi vicine come l'Umbria, la Toscana, il Lazio che offrono possibilità di percorsi culturali e turistici integrati.
L'altra questione che vorrei sottolineare e che secondo me rappresenta l'altro punto debole del piano riguarda la dotazione di risorse che l'assessorato ha a disposizione per realizzare e gestire questi obiettivi, perché noi facciamo delle enunciazioni di principio, diciamo anche cose giuste, io stesso propongo di spingere di più in queste due direzioni, ma se mancano le risorse questi obiettivi sono praticamente irrealizzabili. Credo che 7 miliardi per gestire tutta questa materia non siano una grande cosa. Mi rendo altresì conto che nel momento che viviamo, nelle ristrettezze economico-finanziarie in cui la Regione Marche si trova e si troverà nel prossimo anno, non sarà possibile un aiuto, un supplemento di risorse per rendere questo piano più fattibile.
L'altro momento che non mi trova d'accordo riguarda la gestione degli strumenti operativi turistici sul territorio. Siamo in presenza di una Apt regionale, poi dovremo andare a costruire una rete di presidi turistici organizzativi. A suo tempo avevo presentato una proposta che non ripeto e che non so più neanche quanto sia adeguata al momento, ma credo che anche sotto il profilo degli strumenti, oggi siamo carenti e dovremmo ripensare alla macchina organizzativa che gestisce il turismo regionale.
Per queste considerazioni di apprezzamento per lo sforzo fatto dal punto di vista delle analisi, delle verifiche ma anche per la constatazione di alcune debolezze e carenze, annuncio che per quanto riguarda i gruppi Cdu e Ccd daremo un voto di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Trovo nel progetto del piano triennale promozionale del turismo una diligente, ma anche un po' scolastica impostazione in termini di marketing, con tanti propositi, tante previsioni, molti richiami autoreferenti in merito a risultati già raggiunti (anche se non del tutto attribuibili alla Regione), molti appelli (per lo più giusti) nei confronti della offerta privata e pure nei confronti dei ritardi accumulati dalla pubblica amministrazione. Ma ritengo che ci sia nel piano un mix promozionale in cui non si riesce a recepire se sia la strategia di impulso verso operatori ed intermediari o la strategia di attrazione (ricorso a massiccia pubblicità, presenza a fiere e simili) ad avere maggiore rilievo. E ciò - a mio parere - deriva ancora da una scarsa ed approfondita conoscenza del prodotto o dei prodotti che si intendono promuovere e da un incerto criterio sulla loro disponibilità. Una politica che punti allo sviluppo delle attività turistiche credo debba innanzitutto tenere conto del tessuto prevalente di piccole e medie imprese che distingue la ricettività marchigiana, e debba dotarsi quindi di meccanismi che favoriscano l'accesso al credito agevolato a medio e lungo termine e la diffusione di strumenti finanziari innovativi.
O questa è un altro tipo di promozione che deve trovare collocazione e impostazione in altri settori della programmazione regionale? Oggi quasi il 70% delle nostre imprese (e forse più) è attivo solo per una limitata parte dell'anno ed i loro problemi sono di conseguenza amplificati e moltiplicati e ne accentuano la loro fragilità finanziaria. In tutti questi anni la Regione non ha fatto in proposito alcun passo nella giusta direzione poiché le agevolazioni finanziarie sono state, per ora, solo quelle che derivano da leggi nazionali o provenienti da fondi strutturali della Unione europea.
Per questo abbiamo denunciato più volte, e rilanciamo questa mattina, l'esigenza di un piano organico per il settore del turismo.

FERDINANDO AVENALI. Venite almeno in Commissione...

ROBERTO GIANNOTTI. Non ti preoccupare: un contributo l'abbiamo dato e lo diamo. Poi ci faremo anche carico di chiedere ai membri della Commissione una maggiore assiduità nei tempi di permanenza.
Rimane il fatto che a distanza di anni, al di là di tanti slogan, ancora siamo in attesa di un piano organico, di un disegno globale da parte della Giunta regionale rispetto al comparto turismo. Così come poniamo l'esigenza di una riflessione comune sul valore e sul significato della legge 33.
Noi riteniamo che uno dei passaggi fondamentali sia quello dell'adeguamento...

FERDINANDO AVENALI. Di quale legge parli?

ROBERTO GIANNOTTI. Parlo della 33, della legge che prevede contributi a favore del miglioramento della classificazione alberghiera. Rispetto a questo credo che ci sia la necessità di prevedere risorse finanziarie maggiori e soprattutto un legame organico dell'intervento finanziario della Regione rispetto all'obiettivo di un miglioramento della ricettività.
E' allora ragionevole chiedersi come possa la Regione attendersi quella offerta quali-quantitativa che essa pretende di ottenere per lo sviluppo del prodotto. Constatiamo che finalmente la Giunta regionale ha preso atto della novità apportata dalla legge 135/2001 sulla necessità e possibilità di operare per "sistemi turistici locali".
Formule siffatte o di distretti turistici o simili evocano una capacità di coordinamento da parte degli attori pubblici e privati che operano nel territorio e quindi postula la disponibilità di una struttura di relazioni "condivise" che definiscono il ruolo di ciascuno quanto le interdipendenze.
E' un'idea valida che, in un mercato competitivo, deve veramente essere assunta con convinzione da entrambe le parti, senza campanilismi e soprattutto senza prepotenze politiche. Significa prefigurare la praticabilità di uno strumento organizzato come un imprenditore collettivo, una rete di alleanze, un cooperativismo che purtroppo sembra lontano dalla mentalità individualistica e comunale ancora imperante dalle nostre parti. E' comunque una strada che va percorsa, perché si faranno sempre più concorrenziali i sistemi locali che prima operavano in mercati distinti.
E' essenziale che le risorse disponibili siano volte a favorire l'aggregazione e la riqualificazione delle imprese, per far crescere i servizi, per far nascere e mantenere i criteri di progettazione che devono supportare l'azione della Regione. Lo devono capire anche i nostri enti locali, che ancora pensano al complesso alberghiero come una grossa industria, quale non è. E la Regione saprà convincerli e convincere se stessa che è improponibile e assurdo disperdere le poche disponibilità finanziarie in tanti piccoli contributi a pioggia, come si persiste a fare con la ripartizione delle risorse destinate ai Comuni e alle Province secondo quei più che discutibili ed illogici parametri, ancora in essere, individuati in: "popolazione, superficie e presenze"?
Poco da dire sui programmi promo-pubblicitari, di pubbliche relazioni e di informazione. In particolare per il settore dell'informazione si condivide l'opportunità di insistere sul loro già discreto funzionamento, con miglioramenti sul piano tecnologico e di preparazione del personale (senza peraltro pretendere che gli stessi impiegati Iat possano suggerire e proporre agli operatori iniziative e modelli, quando non è in grado di farlo neppure la struttura Aptr che è da ripensare completamente).
L'abbiamo già detto: riteniamo che l'esperienza dell'Aptr sia un'esperienza conclusa, una esperienza che deve portare alla revisione della legge 53, deve recuperare uno degli aspetti fondamentali che abbiamo richiamato in quel dibattito, cioè che senza l'integrazione pubblico-privato non cresce una capacità di presenza complessiva, regionale sul fronte turistico, quindi abbiamo detto che siamo per approfondire la possibilità di dare vita ad una agenzia pubblico-privata che si faccia carico di rappresentare questa sintesi e di rappresentare veramente il nuovo veicolo per il rilancio del turismo marchigiano.
I grandi manifesti, le iniziative con le FF.SS. sono azioni di cui è difficile dire male e che la Regione ripete con largo uso di apprezzamenti lusinghieri (espressi da chi? Se dalle Ferrovie è giudizio certamente interessato, dato il consistente budget che richiede), mentre non sembra bene inquadrato proprio il target cui si rivolge (clientela Cisalpino ed Eurostar) non in linea con gli standard della nostra offerta, tanto più che i treni veloci e di classe ignorano praticamente tutte le nostre località turistiche tranne il capoluogo regionale.
Quello promozionale è un settore in continua evoluzione in cui necessitano capacità creativa, fantasia e spirito d'iniziativa che non sempre sono presenti e concessi nell'ambito burocratico. Per realizzare qualcosa di veramente innovativo, di diverso dagli ormai consolidati convincimenti di assessori (i più pervicaci), di funzionari e burocrati, non sarebbe male, forse, pensare ad un organismo tecnico-operativo di supporto funzionale alla promozione regionale. Così come occorrerebbe pensare ad una task-force specializzata per le presenze alle manifestazioni fieristiche e simili, onde evitare quelle partecipazioni (spesso di mera facciata, "tanto - si dice - bisogna esserci") in cui - a nostro parere - è più importante della distribuzione indiscriminata di opuscoli e cataloghi, raccogliere notizie, verificare tendenze, sondare umori, stringere rapporti di conoscenza di operatori, di nuovi interpreti, scoprire nuovi mercati, attuare pressing stringenti e convincenti con i nostri partners. Però, in definitiva, si ritiene che il vero e più efficace effetto promozionale deriva soltanto da una qualità "percepita" come elemento distintivo della intera offerta, poiché - come dice lo slogan - "è la qualità che fa tornare" e crea fidelizzazione e l'effetto dilatazione.
Si sente pertanto l'esigenza di un programma concreto di azione sulla qualità, che coinvolga tutto il ciclo di elaborazione del prodotto turistico, dalla programmazione, ai servizi, dalla ristorazione all'accoglienza, dalla informazione alla fruizione dei beni artistico-culturali, senza trascurare l'assetto urbano ed il traffico. La Regione non dovrebbe sentirsi estranea al tema limitandosi soltanto ad auspicare l'innalzamento dei livelli dei servizi, ma potrebbe impostare una vera e propria campagna promozionale nei confronti delle associazioni e degli operatori, stampando - se necessario - piccole pubblicazioni tecniche, così come ha fatto, ad esempio, qualche tempo fa, l'Agertur della Romagna. La necessità di investire in innovazioni e miglioramenti, in nuove tecnologie, e prima ancora in formazione e informazione deve trovare una spinta convincente e pratica, e per le piccole aziende costituirà anche un vincolo ma, al tempo stesso, una opportunità di mantenersi sul mercato. Di conseguenza si può affermare che sarà soprattutto sul campo della formazione, che, nel futuro, verrà combattuta la sfida della qualità... (Interruzione del consigliere Silenzi). Credo che l'Emilia Romagna da questo punto di vista non debba registrare le sconfitte che tu, oggi, registri rispetto alla legge 53 che hai fortissimamente voluto e imposto a questo Consiglio e alla tua stessa maggioranza.
Se si deve considerare - come sembra- temporaneamente conclusa la fase degli investimenti, dato che non si sente più parlare di nuove leggi di incentivazione, la qualificazione del personale e conseguentemente delle risorse strutturali, l'auspicato miglioramento potrà verificarsi proprio sul terreno della preparazione del personale o, meglio, di tutte le risorse umane. Occorre coniugare cultura ed esperienza per ottenere le qualità.
Anche qui è necessario uno sforzo di fantasia e di intelligenza per trovare una formula che permetta di dare un quadro di consolidamento culturale e pratico alle risorse umane e professionali, che, per ora, si evolve dalla capacità endogena e spontanea per sopperire a quella mancanza di competenza e conoscenza che la scuola da sola non è riuscita sinora a colmare per fornire una formazione aggiornata e funzionale. Se si pensa che la presenza di lavoratori stagionali nel turismo è stimata attorno all'80%, il problema assume aspetti decisivi nel quadro della politica triennale, come sembra adombrare il piano che è in discussione, volto al miglioramento delle tecniche di accoglienza, soddisfazione del cliente, erogazione di servizi di buon livello.
Non è più possibile affidare, non solo nelle ricettività, l'immagine turistica delle Marche a lavoratori spesso reclutati all'ultimo momento, senza neppure un training iniziale per cui questi "imparano facendo" ma in modo non pensato e casuale. Si rischia veramente di vanificare gli investimenti promozionali e tutti gli sforzi di valorizzazione del patrimonio turistico. Per quanto riguarda "il turismo nell'economia nazionale", nell'arco di dieci anni è previsto che un lavoratore su cinque sarà impiegato nel settore turistico.
Se è permesso un pensiero personale, ritengo che coloro che lavorano nel turismo dovrebbero essere, quasi obbligatoriamente, tenuti ad aggiornarsi, perché la qualità è figlia dell'istruzione dell'educazione di un individuo.
A conclusione mi viene da richiamare un aspetto che non è promozionale in senso stretto, ma che tuttavia può rientrare in argomento e riguarda un settore del tutto ignorato sinora dal nostro apparato turistico regionale. Si tratta di quello scolastico, di cui si lamenta la estraneità alla valorizzazione ed alla conoscenza dei valori artistici, monumentali e storici della nostra terra. Perché non sfruttare l'opportunità del piano per ottenere un significativo interesse ed un avvicinamento della scuola al turismo e verificare la loro volontà di realizzare finalità comuni?
Il significato di un tale esperimento potrebbe avere nel futuro, anche prossimo, una benefica ricaduta, specie se attuata con interscambio tra istituti nella regione per visite nelle rispettive località con evidenti benefici, anche per l'entroterra. Da un lato finirebbero quelle inutili "gite scolastiche" in località italiane o estere di puro glamour (che a volte comportano anche notevoli sacrifici finanziari che non tutte le famiglie sono in grado di sopportare) senza alcun fine didattico effettivo, mentre invece potrebbero avere un proficuo intento formativo per la conoscenza di località della regione di cui potrebbero divenire potenziali estimatori e propagandistici, sollecitando la loro attenzione sui temi di un turismo sostenibile e rispettoso dell'ambiente, delle culture locali e dei suoi beni. Il tutto facilitando il compito degli insegnanti, suggerendo proposte di "pacchetti" di varie tematiche, realizzando apposite e non dispendiose dispense.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Le proposte e le analisi contenute nel piano triennale mi paiono serie ed anche supportate da dati. In primo luogo l'analisi che tiene conto di una realtà modificata, che nelle Marche vede quasi un milione i più di turisti nell'anno 2000. All'interno di questa lettura va fatta una diversificazione, perché se in questo dato positivo interveniamo con più presenze (500.000 italiani e 166.000 stranieri) occorre in qualche modo dare maggiore supporto ad una promozione di tipo internazionale che tiene conto anche di una mutata condizione resa più difficile dalle vicende legate al terrorismo. Anche nella proposta, che poi sarà concretizzata dai piani annuali del turismo, ci sono elementi di continuità positiva con le precedenti impostazioni e gestioni del turismo nella nostra regione e anche delle innovazioni riferite a un quadro normativo nazionale, che grazie ai Governi di centro sinistra avevano dato maggiori autonomie ai livelli regionali e che oggi il Governo della destra annulla, vanifica e attacca. Perché è in atto, colleghi della destra che venite qui con interventi scritti senza sentire il dibattito e la relazione, un attacco centralistico rispetto alle questioni del turismo. A Giannotti non interessa quanto sto dicendo perché qualche associazione gli ha preparato l'intervento scritto, tuttavia è questa la realtà. E questa realtà rischia di far perdere i finanziamenti alle Regioni, tant'è che tutte le Regioni, quelle di centro-destra e quelle di centro-sinistra, giustamente hanno protestato verso il Governo nazionale.
Mi pare che, al contrario, questo piano triennale interviene anche con delle forzature positive di tipo istituzionale, perché accelera, accentua, individua i soggetti attuatori di nuovi sistemi turistici locali ed individua nel sistema delle autonomie locali nonché in una serie di soggetti privati gli attori protagonisti del nuovo turismo nelle Marche.
Condivido la necessità di una riflessione, se necessario anche critica, rispetto alla normativa attuale, e mi riferisco alla legge 53 che tuttavia interveniva anche su degli obblighi che allora c'erano, come la necessità di individuare l'unificazione delle vecchie Apt.
Noi siamo in una fase nuova, che in qualche modo deve essere governata, ma questa fase nuova che richiama la necessità di migliorare il rapporto tra turismo costiero e quello dell'entroterra deve essere affrontata calibrando le risorse economiche, perché la finanza locale più in generale è sempre più deficitaria rispetto alle necessità, c'è sempre una forbice maggiore tra possibilità e necessità e la sintesi positiva che viene cercata in questo piano va colta. Se mai dovremo fare uno sforzo attuativo per quanto riguarderà il prossimo piano annuale del turismo, semplificando maggiormente, dando maggiore incisività ad un sistema turistico delle Marche che non è di retroguardia ma anzi, a livello nazionale siamo tra le prime regioni sia come flussi, sia come quantità, sia come qualità, sapendo che soprattutto nel turismo e verso i turismo l'ente pubblico ha un ruolo di programmazione, di sostegno, perché il grosso, la quasi totalità è appannaggio del settore privato, per cui possiamo dire che nelle Marche le gestioni regionali di queste esperienze hanno dato un sostegno innovativo ma anche di sostanza a questo intervento privato del turismo.? E' anche per questa politica seria che oggi siamo ai primi posti a livello nazionale.
Sono questi i motivi sostanziali che fanno dare al gruppo dei Comunisti italiani un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Non ho partecipato alla Commissione perché non ne faccio parte, ma ho seguito i problemi della politica turistica e in particolare le circostanze eccezionali che si stanno verificando negli ultimi mesi, tenendo presente che per quanto riguarda l'annualità in corso le vicende di settembre hanno un'influenza minore rispetto ad altre aree geografiche.
Il primo aspetto che vorrei mettere in risalto è che ci troviamo in una condizione per cui alcune cifre che sono state recensite ultimamente in termini positivi e che riguardano la nostra regione vengono da una serie di aspetti legati alla capacità di impatto turistico degli operatori e del nostro territorio. Se si fa oggi un'analisi dell'efficacia della legge sull'organizzazione regionale turistica vediamo due aspetti fondamentali. Il primo riguarda il fatto che l'organizzazione è tutt'oggi inadeguata e dotata di unità operative insufficienti rispetto agli obiettivi stessi della legge. Il secondo riguarda il fatto che le risorse, in relazione al territorio, agli abitanti e alla quantità di fatturato della nostra regione sono inferiori a quelle dell'Emilia Romagna che ha una tradizione fortissima...

GIULIO SILENZI. Dopo cinque anni vi è servito per capire... Però noi siamo avanti.

ROBERTO GIANNOTTI. No, noi la stiamo rincorrendo.

GIULIO SILENZI. Siamo avanti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli. Prego, consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Ci troviamo in una situazione in cui le risorse sono mediamente inferiori a quelle di Regioni che dal punto di vista del territorio e dal punto di vista del turismo presentano aspetti di analogia alla nostra.
Per esempio, perché il successo della politica del territorio interno della Toscana e dell'Umbria è molto superiore e più massiccio di quello delle Marche, in presenza di analogie culturali, di luoghi, di aree religiose?

GIULIO SILENZI. Forse la Toscana, ma l'Umbria non ha il mare, quindi le aree interne...

CARLO CICCIOLI. L'Umbria è tutta aree interne ma ha dei numeri — sempre in termini relativi — di capacità molto superiori alle nostre. La risposta superficiale — che potrebbe essere ghiotta — che propongo all'ex assessore Silenzi potrebbe essere "perché lì ha governato bene la sinistra". E' molto riduttivo, perché quando si va a parlare con gli operatori, che sono, in genere, politicamente molto distanti... Mi è capitato il caso di un operatore toscano che ha fatto un investimento su un antico centro, con il recupero di una parte edilizia di un castello. Per lo stesso intervento nelle Marche si è trovato in presenza di politiche di appoggio molto superiori nella sua regione, con politiche addirittura d disincentivazione nella nostra regione. Essendo stati gli investimenti sostanzialmente omogenei dal punto di vista temporale, nella nostra regione ci sono dei meccanismi che frenano rispetto ad altre situazioni.
In realtà il problema del terrorismo e degli eventi successivi all'11 settembre è una tematica che per quanto riguarda alcuni movimenti turistici della nostra regione, ci può paradossalmente venire addirittura in favore, in quanto il turismo internazionale ha avuto un crisi forte e ha danneggiato molti operatori turistici delle Marche, disincentivando il viaggio dei marchigiani verso l'estero, ma sta determinando un effetto di implementazione di tutte le nostre strutture dal punto di vista delle presenze. Se oggi uno cerca di prenotare nella nostra regione un qualsiasi periodo di vacanza tra Natale e i primi giorni dell'anno successivo, non c'è nessuna possibilità ulteriore di presenze, il tutto esaurito si è già verificato in tutte le attrezzature e gli agriturist nelle zone di maggiore concentrazione.
Quindi questo effetto dal punto di vista della nostra regione ci può venire a favore. Dobbiamo porci il problema di ripensare gli strumenti con i quali promuovere la nostra organizzazione in termini di sussidiarietà, termine che abbiamo molto sbandierato negli ultimi tempi in tutte le aree politiche ma che di fatto deve essere praticata. Sussidiarietà significa mettere in condizione gli operatori stessi, che sono quelli che conoscono di più le esigenze del mercato in termini di promozione, in termini di presenza e sostenerli nelle loro azioni. Ci sono aree, come la riviera del Conero, ma non è l'unica, in cui gli operatori si sono dovuti fare da soli pubblicazioni e investimenti per promuoversi, quando attraverso un sostegno modesto si poteva moltiplicare l'efficacia di ciò che viene prodotto, perché è chiaro che la stessa cosa prodotta in proprio da un'associazione o da un gruppo di privati ha un'efficacia modesta, mentre sponsorizzata attraverso l'intervento finanziario della Regione può avere... (Interruzione). Basta mettersi in contatto con gli operatori per conoscere le deficienze che ci sono nel meccanismo.
Capisco che Silenzi difenda le proprie creature, in particolare la legge di cui è stato promotore, ma a distanza di qualche tempo dall'approvazione della legge, dell'Apt unica regionale notiamo l'insufficienza del disegno organizzativo, l'impossibilità dei Comuni a svolgere un ruolo forte. Abbiamo un problema organizzativo e di sostegno di risorse. Poi si può dire che tutto va bene, ma questo non è assolutamente.
I numeri positivi non stanno a indicare che le cose vanno complessivamente bene, perché molto spesso i numeri sono derivati dalla capacità autoorganizzativa degli operatori.
Secondo me le Marche devono spingere soprattutto su due aspetti. Primo, tranquillità e qualità della presenza nel periodo di vacanza rispetto alle stazioni di esagerata concentrazione turistica; Secondo, l'aspetto della qualità del cibo. Quindi promuovere soprattutto questo aspetto che viene citato nella relazione ma che deve essere proposto con maggiore efficacia. Cosa chiede il turista quando fa una prenotazione o vuole andare in un posto? Chiede tranquillità, cibo buono e le proposte che si fanno dal punto di vista di cose nuove e belle da vedere. Le Marche possono vantare una tranquillità abbastanza sostenuta, una qualità del cibo notevole e a questo punto aggiungo anche l'amenità dei luoghi: il paesaggio, la storia, i giacimenti storico-culturali che hanno peso. Spingere ulteriormente in questa direzione significa proporsi per il turismo di fascia medio-alta per il futuro, in maniera significativa, senza ovviamente mancare di essere presenti in tutti quei segmenti in cui siamo già presenti e che costituiscono la memoria storica dell'industria turistica marchigiana.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,35