Resoconto seduta n. 71 del 16/01/2002
La seduta inizia alle 11;05



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno,, il processo verbale della seduta n. 70 del 18 dicembre 2001.

(E' approvato)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 100, in data 19 dicembre 2001, ad iniziativa dei consiglieri Amati, Agostini, Mollaroli e Luchetti:: «Modificazioni alla tabella “A” allegata alla l.r. 2 agosto 1985 n. 20 “Disciplina delle indennità spettanti agli amministratori degli enti pubblici operanti in materia di competenza regionale e ai componenti di Commissioni, Collegi e Comitati istituiti dalla Regione o operanti nell’ambito dell’Amministrazione Regionale”», assegnata alla II Commissione in sede referente,
— n. 101, in data 19 dicembre 2001, ad iniziativa dei consiglieri Avenali, Moruzzi, Ascoli, Procaccini e Tontini: «Proroga dei termini previsti dalla l.r. 25 luglio 2001 n. 17 “Norme per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei e conservati”», assegnata alla III Commissione in sede referente.



Proposta di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E' stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 80, in data 11 gennaio 2002, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: «Bilancio di previsione del Consiglio Regionale per l’esercizio finanziario 2002», (iscritto all’ordine del giorno della seduta odierna);



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 165 del consigliere Amagliani: «Adesione all’appello per salvare Safiya Husseini Tungar-Tudi»;
— n. 166 del consigliere Novelli: «Provvedimenti per agevolare i connazionali in Argentina ed il loro eventuale rientro in Patria»;
— n. 167 ad iniziativa dei consiglieri Massi e Grandinetti, “Censura del comportamento del rappresentante della Regione Marche nel consiglio di amministrazione dell’università di Macerata”.




Promulgazione di leggi regionali

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
— n. 34, in data 18 dicembre 2001: «Promozione e sviluppo della cooperazione sociale»;
— n. 35, in data 19 dicembre 2001: «Provvedimenti tributari in materia di addizionale regionale all’IRPEF, di tasse automobilistiche e di imposta regionale sulle attività produttive»;



Impugnazione leggi regionali

PRESIDENTE. Il Governo della Repubblica ha impugnato avanti la Corte Costituzionale le seguenti leggi regionali:
— n. 25, in data 13 novembre 2001: «Disciplina regionale in materia di impianti fissi di radiocomunicazione al fine della tutela ambientale e sanitaria della popolazione»;
— n. 26, in data 13 novembre 2001: «Sospensione della terapia elettroconvulsivante della lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Grandinetti, Procaccini e Mattei.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Amagliani. Ne ha facoltà.

MARCO AMAGLIANI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza e la discussione della mozione da me presentata riferita all'adesione all'appello per salvare Safiya Husseini.



Comunicazioni dei consiglieri

PRESIDENTE. Ha chiesto fare una comunicazione il consigliere Gasperi. Ne ha facoltà.

GILBERTO GASPERI. Più che un intervento vorrei fare una comunicazione, visto che nell'ultima seduta del 18 dicembre si è verificata una situazione incresciosa riguardante l'intervento delle forze dell'ordine. Ho fatto una richiesta al Presidente Minardi e al Presidente D'Ambrosio di conoscere chi, in occasione dell'ultima seduta del Consiglio regionale ha fatto intervenire le forze dell'ordine. Su tutti i giornali c'è oggi una presa di posizione netta e concreta, attraverso una mozione votata da tutti i consiglieri che riguarda il Consiglio della Regione Liguria per un intervento contro il fumo chiesto da alcuni cittadini, e siccome nel nostro Consiglio è avvenuta una cosa particolarmente grave, che non era mai accaduta, mi sembra giusto che si debba dare una riposta alla mia richiesta, perché credo che sia un diritto di tutti i consiglieri, indipendentemente dall'appartenenza alla maggioranza o all'opposizione, di conoscere in concreto ciò che è avvenuto, perché — lo dico come esponente di un partito di minoranza, ma a nome di tutto il fronte della minoranza — ritengo che sia stata fatta una intimidazione nei confronti dei consiglieri che svolgono la loro attività.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'esercizio 2002» Ufficio di Presidenza (80)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 80, ad iniziativa dell'Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, consigliere Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Il bilancio del Consiglio regionale che oggi viene sottoposto all'esame dell'Assemblea si basa sulla nuova organizzazione in termini di distribuzione delle risorse in seguito all'entrata n vigore del decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76 che ha disposto nuove norme in materia di bilancio e di contabilità delle Regioni.
Le Regioni debbono uniformarsi ai principi del citato decreto legislativo entro e non oltre il 31 dicembre 2001. La Regione Marche ha approvato la nuova legge di contabilità regionale n. 31 dell'11.12.200>1, recependo gli indirizzi dettati dal decreto legislativo.
La struttura del bilancio regionale risulterà modificata rispetto al passato. Le previsioni infatti dovranno essere articolate, per le entrate e le spese, in unità previsionali di base, determinate con riferimento ad aree omogenee di attività.
Con la nuova legge di contabilità regionale, la struttura consiliare è stata considerata come unica area omogenea di attività e nel bilancio regionale è stata istituita tra le spese un'unica unità previsionale di base per le esigenze funzionali del Consiglio. Sostanzialmente non avremo più sei capitoli come precedentemente avevamo per l'allocazione delle risorse in relazione a voci di spesa definite e predeterminate, ma un'unica unità previsionale di base per tutte le spese e per tutte le esigenze del Consiglio regionale.
Conseguentemente la deliberazione consiliare di approvazione del bilancio di previsione del Consiglio per l'anno 2001 verterà esclusivamente sull'ammontare complessivo dello stanziamento dell'unità previsionale di base-Consiglio regionale.
Successivamente all'approvazione del bilancio di previsione da parte del Consiglio, l'Ufficio di presidenza provvederà, con propria specifica deliberazione, alla ripartizione in capitoli del fondo iscritto nell'unità previsionale di base di spesa. Questo significa che la somma che andremo a individuare come somma necessaria per le spese di funzionamento e per l'attività del Consiglio regionale, successivamente, con atto interno dell'Ufficio di presidenza sarà redistribuita in capitoli di spesa in piena autonomia, nel senso che potrà esserci una variazione anche del numero dei capitoli di spesa, una individuazione di voci differenziata rispetto al passato e una possibilità di modulare le risorse tra un capitolo e l'altro a seconda delle esigenze che si incontreranno nel corso dell'esercizio finanziario.
L'Ufficio di presidenza, tenuto conto di quanto sopra esposto, ha predisposto nella seduta n. 55 del 5.12.2001 lo schema di bilancio per l'esercizio finanziario 2002 e lo ha sottoposto all'esame della Conferenza dei presidenti dei gruppi. In considerazione tuttavia dell'esigenza di realizzare nell'anno 2002 un contenimento della spesa, l'Ufficio di presidenza, nella seduta del 19.12.20901, ha elaborato una nuova proposta che prevede un'ulteriore riduzione degli stanziamenti del bilancio di previsione del Consiglio per il nuovo anno.
La Conferenza dei presidenti dei gruppi, nella riunione dell'8.1.2002, ha esaminato la proposta di bilancio ed ha accolto le ulteriori proposte del Presidente, formulate a seguito di un confronto sulle linee programmatiche del bilancio regionale per l'anno 2002.
La presente proposta di bilancio, pertanto, è stata elaborata in conformità delle determinazioni assunte nella riunione predetta. Dall'esame della struttura del bilancio di previsione del Consiglio si evince innanzitutto che la spesa complessiva incomprimibile è di £. 23.110.800.000, pari all'85,5% dello stanziamento definitivo del 2001, intendendosi per incomprimibili le spese derivanti da precise disposizioni legislative, da contratti, convenzioni con effetti economici anche nell'esercizio 2002. Cioè tutta la struttura del bilancio che precedentemente era elaborata in capitoli e che ora sintetizziamo in un'unica unità previsionale di base, è composta per l'85% da spese incomprimibili, che derivano da norme, dall'applicazione di leggi, da contratti, dalle spese per il personale, tutte quelle spese che hanno effetto anche nell'anno 2002 in relazione a queste disposizioni.
Fermo restando che, secondo quanto auspicato dalla stessa Conferenza dei presidenti dei gruppi e dall'Ufficio di presidenza, deve essere condotta un'analisi accurata di tutte le spese, comprese le cosiddette incomprimibili, al fine di razionalizzare ed ottimizzare l'uso delle risorse, al momento resta il dato che l'ammontare delle somme "comprimibili" è alquanto ridotto.
Prendendo infatti come base di raffronto il bilancio definitivo dell'anno 2001, le somme comprimibili sono pari a circa £. 3.919.000.000, e nel loro ambito sono comprese spese che non possono essere ridotte oltre una certa misura (ad esempio spese telefoniche, postali, per cancelleria).
Se ne deduce pertanto che la riduzione di £. 516.000.000 rispetto al bilancio dell'anno 2001, proposta dall'Ufficio di presidenza per l'anno 2002, è superiore al 13% dell'ammontare comprimibile. Nel momento in cui andremo a fare una nuova azione di rigore sul bilancio complessivo della Regione Marche, con un provvedimento-stralcio, quello dell'approvazione del bilancio del Consiglio, che non è il bilancio della Regione che quindi può vedere impegnata la maggioranza e non impegnata la minoranza ma riguarda tutti, riguarda la struttura, riguarda il funzionamento dei gruppi consiliari, degli uffici del Consiglio regionale, si darà un primo esempio in positivo rispetto a questa necessità di razionalizzare la spesa della Regione, comprimendo del 13% le spese rispetto al bilancio assestato del 2001.
Si propone di sottoporre all'Assemblea regionale, per l'approvazione, la presente deliberazione amministrativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Non è la prima volta che interveniamo su questo argomento. In passato i colleghi di Alleanza nazionale, in più di una occasione hanno fatto presente che queste problematiche dovevano essere affrontate con più determinazione e lamentavano la mancanza di una loro presenza nell'Ufficio di presidenza. Quindi, due aspetti: l'aspetto politico, con l'auspicio che entro l'anno riusciamo a sanare questa anomalia di rappresentanza; dobbiamo inoltre evidenziare che ancora una volta, come gruppo di Forza Italia, non siamo d'accordo su questo tipo d'impostazione che è stata illustrata.
Non sono stati fatti i dovuti tagli, a nostro avviso ci sono ancora spese eccessive che sicuramente dovranno essere riviste, come per esempio alcuni servizi televisivi e stampa per 370 milioni, come stampa e pubblicazione di manifesti per 250 milioni, come l'acquisto e l'abbonamento a libri, giornali e pubblicazioni varie per 350 milioni, per un totale di circa un miliardo.
Se facciamo un "conto della serva", sicuramente un abbattimento del 30-40% si poteva tranquillamente fare su queste voci. Non riusciamo a capire come mai l'Ufficio di presidenza, nonostante i ripetuti solleciti che noi facciamo da questi banchi non abbia tenuto conto della nostra preoccupazione.
Quindi, alla luce di quanto esposto e dalla documentazione in nostro possesso non possiamo dare un voto favorevole, nonostante possiamo essere criticati di incoerenza come gruppo, avendo rappresentanti nell'Ufficio di presidenza, ci asterremo. E' un'astensione critica, non positiva nei confronti dell'Ufficio di presidenza e ci auguriamo che in futuro, perlomeno le tre cifre che abbiamo citato e che si aggirano attorno al miliardo, vengano abbattute nella misura del 30-40%.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, colleghi, ho partecipato alla Conferenza dei capigruppo nella quale il bilancio del Consiglio è stato presentato e nella quale sono emersi diversi punti, sia critici, che costruttivi e propositivi. Il mio gruppo ribadisce qui la necessità, in un periodo di particolare austerità che si impone per la situazione generale, di invitare l'Ufficio di presidenza a un contenimento della spesa nelle forme possibili.
Ho notato lo sforzo positivo a presentare delle voci comprimibili e compresse rispetto alla gestione precedente. M permetto di sottolineare che ci sono delle perplessità da parte del personale del Consiglio regionale, perché vi sono anche voci che riguardano la gestione del personale stesso che risultano compresse nell'esercizio che andiamo a votare. Chiedo all'Ufficio di presidenza di valutare con realismo questa situazione e a prendere impegno — l'impegno sicuramente c'è, ma mi pare che debba ribadirlo, come consigliere, anche per la collaborazione che il mio gruppo ha notato e di cui è stato gratificato con il personale del Consiglio regionale — affinché il personale stesso sia rassicurato per quanto riguarda questa voce.
Circa il resto ho ascoltato l'intervento d'ufficio del collega Brini, un intervento per forza imbarazzato dalla situazione contingente della costituzione e della struttura dell'Ufficio di presidenza in cui Forza Italia è presente in forze e con una schiacciante maggioranza relativa. Lo registro come apporto relativo a mi compiaccio dell'astensione su questa gestione. Al di là della battuta, credo che l'attività di diffusione, di promozione nella società civile marchigiana, nella comunità regionale di quella che definiamo "immagine del Consiglio" — ma qui ci troviamo di fronte a uno di quei casi in cui, con l'immagine, si vuole sottolineare la sostanza — possa essere condivisa. Infatti condivido le azioni promozionali dell'immagine e della funzione del Consiglio fatte finora presso i giovani, presso le scuole, presso le diverse attività e posso dire che anche i cittadini l'hanno condivisa. naturalmente va perfezionata, migliorata e su questo il mio gruppo è a disposizione offrendo piena collaborazione, perché credo che la comunità marchigiana oggi, di fronte a tutto questo nuovo movimento — federalismo, devolution — chieda di conoscere quei punti fermi uno dei quali è rappresentato con prestigio dal Consiglio regionale. Lo dico non solo perché ne faccio parte, ma perché il cittadino oggi ha individuato nel Consiglio regionale, forse anche per le vicende drammatiche che toccano le sua tasche, un organo di grande riferimento per la propria vita e per la propria qualità della vita. Io chiedo invece di continuare le attività di promozione. Naturalmente se tagliamo di taglio agli sprechi sulla sanità e su tutte le altre gestioni non possiamo non chiederlo anche per le attività dell'Ufficio di presidenza e della promozione stessa, però chiedo che i gruppi assumano responsabilmente l'impegno di gestire questa fase delicata, di non abbandonare il rapporto privilegiato con la comunità marchigiana, con un senso di responsabilità e di austerità al proprio interno e nel rapporto di collaborazione tra i gruppi e l'Ufficio di presidenza. Forse si può tagliare qualche consulenza, forse abbiamo gratificato troppo certi tipi di studi che magari non ci serviranno, ma questo lo dico senza alcuna polemica, con uno spirito costruttivo che ribadisco, perché mi pare di aver capito nella Conferenza dei capigruppo che questa è veramente l'intenzione di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Siamo di fronte al bilancio preventivo, il documento al quale dovremo attenerci nell'anno che verrà.
L'aspetto istruttorio dell'atto è relativo alla suddivisione fra le cosiddette "spese incomprimibili", cioè quelle per le quali comunque si debbono attrezzare i capitoli di spesa, perché si tratta di spese quali le indennità di carica e di funzione dei consiglieri regionali, le spese per gli stipendi, i compensi ed altre cose, le locazioni, e le "spese comprimibili", cioè spese che noi decidiamo di fare ma che comunque non sono obbligatorie.
Una parte del bilancio è fissa, quindi su quella qualunque fosse stato l'orientamento dell'Ufficio di presidenza difficilmente si potevano cambiare le cifre. Un'altra parte del bilancio è invece quella su cui si può intervenire e io credo che la crisi finanziaria della Regione, quindi la crisi complessiva del bilancio regionale, ma manovra che avete varato nei gironi scorsi come maggioranza, relativamente agli aspetti della sanità ma non solo, ha risvegliato la sensibilità del Consiglio sul problema che sicuramente è minore come impatto ma che ha molti risvolti importanti: quello delle spese di funzionamento dell'organo consiliare stesso.
Credo di avere dato un contributo alla ristrutturazione del bilancio nella Conferenza dei capigruppo e sicuramente ci presentiamo in questo bilancio preventivo con meno richieste di fondi rispetto al bilancio del 2001, quindi c'è stato un taglio specifico di spesa. Su alcune cose c'è stata una larghissima convergenza da parte di tutti i gruppi consiliari e dell'Ufficio di presidenza stesso; rimangono delle voci sulle quali riteniamo di appuntare le nostre attenzioni in maniera negativa. Cito la più importante, perché si tratta di un aspetto politico: le spese per le locazioni. Tra le spese dichiarate incomprimibili c'è la spesa di locazione di una serie di immobili che servono in quanto il Consiglio regionale non ha ancora una sua sede generale, quindi alloggia in una serie di proprietà private in vari edifici del centro della città. Su questo aspetto noi riteniamo che ulteriori economie possano essere fate attraverso l'utilizzazione dell'immobile di via Cialdini: una parte di palazzina acquistata per una spesa abbastanza significativa da oltre dieci anni, per la quale sono stati anche fatti dei lavori obbligatori e che da dieci anni non viene utilizzata per il Consiglio regionale. Ci troviamo di fronte a una responsabilità oggettiva. Ricordo che quando facevo parte dell'Ufficio di presidenza nella scorsa legislatura, presidenza Amati, più volte posi il problema dell'acquisto della vecchia sede della federazione provinciale dell'allora Pci, all'inizio degli anni '90, pagata con i soldi del Consiglio per intervenire su una crisi finanziaria dello stesso Pci. Fu un'operazione dell'Ufficio di presidenza di tre legislature fa. Questa sede presenta spazi abbastanza ampi, ma non è mai stata utilizzata per scomodità, e nella precedente legislatura l'assessore al patrimonio Berionni disse che sarebbe stata venduta, quindi realizzati dei soldi che sarebbero andati nel bilancio generale. Questa sede non è stata mai venduta perché nessuno ha proposto cifre significative per acquistarla, nessuno se l'è presa in carico, noi continuiamo ad avere questi locali vuoti da dieci anni e contemporaneamente paghiamo l'affitto per centinaia di milioni in altri immobili. Credo che questo sia scandaloso, è un problema posto più volte all'attenzione. E' stato visto nella scorsa legislatura che anche l'asta è andata deserta, che nessuno è disponibile ad acquistare questo immobile: utilizziamolo come Consiglio regionale e dismettiamo alcuni contratti che abbiamo in appartamenti del centro. Tra l'altro la sede di via Cialdini è limitrofa al parcheggio che la Regione utilizza per i consiglieri regionali ed altri, quindi presenta anche una sua comodità. Noi dobbiamo pagare anche i lavori di condominio, le varie tasse, quindi è veramente scandaloso che spendiamo centinaia di milioni comunque, senza utilizzare l'immobile.
Il secondo aspetto riguarda l'acquisto di libri, giornali, riviste, pubblicazioni varie, una voce minore se vogliamo. Ma la biblioteca del Consiglio regionale è molto qualificata: una serie di pubblicazioni sono di frequente consultazione, poi ci sono alcune centinaia di pubblicazioni che non sono state mai consultate, addirittura tempo fa ne trovai alcune ancora a volte nel cellophane della spedizione. Occorre fare un taglio, anche perché si accumula una quantità enorme di materiale cartaceo che, oltre a non essere utilizzato, occupa un volume sempre maggiore che tra un po' ci impedirà tecnicamente di stare in quei locali. Bisogna iniziare a fare un discorso di valutazione tra le cose che effettivamente servono — gli abbonamenti da confermare, le riviste da mantenere — e una serie di cose che praticamente conosce solo chi le stampa. Lo stesso vale per alcune pubblicazioni del Consiglio: alcune sono oggetto di attenzione da parte di altri enti locali, delle persone ecc., altre sono pubblicazioni che vengono forzosamente regalate perché a nessuno interessano. Anche qui c'è da fare un ulteriore taglio, così come le spese per missioni e corsi di aggiornamento del personale. Io non sono pregiudizialmente contrario, anzi dico che alcune missioni all'estero e alcuni corsi sono molto utili, però ci sono poi altre missioni e altri corsi che sono delle vacanze: bisogna discriminare tra le cose importanti che vanno fatte e quelle che sono solo vacanze e che non servono neanche ad arricchire il personale o i consiglieri regionali dal punto di vista delle loro conoscenze.
Il terzo ed ultimo punto è un aspetto politico. Esiste un vero e proprio pregiudizio politico nei confronti di questo Ufficio di presidenza da parte di Alleanza nazionale, perché — me ne dolgo — a causa della forza politica a noi alleata, con la quale condividiamo tantissime battaglie politiche, ci troviamo in una situazione di totale isolamento rispetto all'Ufficio di presidenza. Prima il consigliere Massi ha detto una cosa vera: nell'Ufficio di presidenza vi sono cinque componenti, di cui due fanno parte del gruppo di Forza Italia e rappresentano il 40% dello stesso Ufficio di presidenza, e ciò significa un peso. Due consiglieri un po' "vivaci" di Alleanza nazionale — cioè il 40% — collocati in Ufficio di presidenza non voglio dire che avrebbero avuto l'egemonia, però un peso lo avrebbero avuto sicuramente. Non credo che Forza Italia non abbia un peso all'interno dell'Ufficio di presidenza, quindi questo problema è politico. Occorre — uso un termine brutto, addirittura di derivazione politica della cultura dell'Unione Sovietica — una "normalizzazione". Il terzo gruppo consiliare per numero di componenti — ne ha sette Forza Italia, 10 i Ds — non può essere escluso. Che poi ci siano a volte una serie di colloqui è vero, anche questa mattina abbiamo ragionato abbastanza serenamente su alcune cose dei lavori della prossima seduta, su alcune cose dell'Ufficio di presidenza, però ai fini del corretto funzionamento del Consiglio è opportuno che ci sia una rappresentanza di un gruppo consiliare di questa consistenza. E' una cosa che comunque, in questa fase, si sconta. Accoglierei con grande apertura se un componente dell'Ufficio di presidenza di Forza Italia si dimettesse, dando immediatamente origine a un ricambio per permettere di normalizzare la cosa. Mi sembra però che l'orientamento non sia questo. Se fosse questo, porte spalancate, mettiamoci a tavolino e coinvolgiamo tutti i gruppi. Però questo è un aspetto improprio, perché l'Ufficio di presidenza non dovrebbe avere un'opposizione in quanto è un organo condiviso, istituzionale, ma oggettivamente noi ci sentiamo all'opposizione di questo Ufficio di presidenza. Quindi, senza andare al discorso sulle persone che sarebbe diminutivo, questo aspetto non è ininfluente rispetto al nostro voto su questo documento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intanto volevo cogliere l'occasione della discussione sul bilancio per esprimere l'amarezza per le conclusioni dell'ultima seduta del Consiglio del 2000, perché secondo me è stato commesso un abuso nei confronti dei consiglieri di minoranza, attraverso un'interpretazione ingiusta del regolamento consiliare. In sostanza si è utilizzato il regolamento per coprire un'operazione relativa a un dibattito importante, qualificato, quale quello sulla manovra finanziaria e questo ci deve far riflettere.
La seconda premessa è quella che è stata richiamata dal consigliere Brini, relativa all'assetto istituzionale dell'Ufficio di presidenza, rispetto al quale credo che siano maturate le condizioni — e in questo senso rispondo anche al consigliere Ciccioli — perché si possa discutere all'interno dei gruppi di opposizione un equilibrio più consono alla realtà delle opposizioni regionali. La scadenza di novembre è vicina, si tratta di attrezzarsi per arrivare a quella scadenza con un giudizio che recuperi una complessiva unità di intenti dei gruppi di opposizione. Credo che le condizioni ci siano, e noi siamo d'accordo per andare fino in fondo a questa verifica.
Ma il nodo vero che a noi interessa richiamare in occasione dell'approvazione di questo strumento finanziario è quello legato ad un bilancio dell'attività di questo Consiglio regionale dopo un anno e mezzo di sua vita, e siamo fortemente preoccupati del livello di chiusura politica di questa maggioranza nei confronti del ruolo, dell'iniziativa ispettiva, dell'iniziativa legislativa delle opposizioni. Non ci stancheremo mai di elevare la nostra denuncia per questa arroganza della maggioranza di centro-sinistra, per questa chiusura dell'Esecutivo regionale che non consente la piena agibilità politica del Consiglio regionale, che non consente il rispetto del regolamento per quanto riguarda il procedimento legislativo, che non garantisce il rispetto della norma regolamentare per quanto riguarda la soddisfazione delle richieste di sindacato ispettivo. Ci sono tempi precisi per le risposte alle interrogazioni e alle interpellanze, ci sono tempi e modalità definiti per la discussione delle mozioni, tempi che vengono normalmente disattesi dalla Giunta regionale, che oltre a essere poco prolifica, è anche muta, cioè anche incapace di rispondere nel modo dovuto e nei tempi dovuti.
Questo ha creato una situazione di oggettiva difficoltà. Noi abbiamo realizzato una ricerca sulle inadempienze istituzionali della Giunta regionale nel mese di dicembre, che compie una lettura della situazione dall'inizio di legislatura alla fine di novembre e viene fuori un quadro allarmante della situazione, rispetto al quale non si può pensare che le opposizioni rimangano zitte e inermi, ma reagiranno. Hanno cominciato a farlo, intanto pretendendo che i consiglieri di maggioranza si guadagnino il loro stipendio stando in aula e garantendo loro il numero legale, perché è loro la responsabilità di garantire il sostegno a questo Esecutivo, noi non lo faremo più. Agostini, non lo faremo più, sia chiaro, però preoccupatevi di sapere che per i prossimi due anni e mezzo dovrete lavorare il doppio di quello che avete lavorato fino adesso. Siccome fino adesso non avete combinato nulla, perché come diceva giustamente il mio amico Silenzi non siete nemmeno in grado di convocare i Consigli regionali perché non c'è materia di discussione, perché siete incapaci di produrre atti, provvedimenti e iniziative preoccupatevi, perché nei prossimi due anni dovrete lavorare il doppio e guadagnarvi veramente lo stipendio che prendete. Non faremo più sconti, né in Giunta né in Commissione. Chiederemo un'applicazione rigorosa della norma regolamentare, perché non ci stiamo a questo gioco del massacro, non è pensabile che un gruppo come il nostro, ma le opposizioni in generale, propongano a questo Consiglio dieci proposte di legge di contenuto sulla famiglia, sulla scuola, sulla sicurezza, sull'infanzia, proposte di legge che questa maggioranza vergognandosi e dovendo coprire i rapporti con larghe fette della società marchigiana, non ha nemmeno il coraggio di bocciare. Perché il problema è questo: se veniste in Commissione o in aula e ci bocciaste la legge sulla famiglia, almeno potremmo dire "abbiamo fatto una proposta, la maggioranza non condivide la nostra apertura al mondo cattolico, ha chiuso su questo piano". Invece non avete il coraggio, non volete bocciare la legge sulla famiglia, non volete discutere di sicurezza, sostanzialmente non volete che questa opposizione eserciti un diritto. Sapete che abbiamo chiesto, rispetto a questo — e vorrei richiamare il Presidente e l'Ufficio di presidenza, anche qui, al rispetto — una proposta di modifica del regolamento consiliare avanzata dal gruppo di Forza Italia, una proposta che, in analogia a quanto avviene alla Camera e in altri parlamenti regionali, destina il 30% del tempo dell'attività legislativa alle iniziative dei gruppi di opposizione. Ci auguriamo che questa proposta possa essere discussa e approvata.
Seconda considerazione politica. Assisto con una malcelata sofferenza alla impropria assunzione di ruoli e di iniziative da parte della presidenza del Consiglio regionale. Mi riferisco ad un giudizio relativo all'attività del forum delle autonomie locali. Noi avevamo già detto una volta che aveva senso immaginare un momento di confronto sulle problematiche dello Statuto diverso da quello che è lo strumento che insieme abbiamo scelto, cioè la Commissione ad hoc, ma non avremmo immaginato e comunque non siamo assolutamente d'accordo che questo divenga uno strumento permanente. Sarei contento che fosse presente ad ascoltare il consigliere Amati, perché credo che questo voglia dire mettere in campo una indebita forma di pressione politica sull'attività di questo organismo, sull'attività della Commissione Statuto e del Consiglio regionale. E' inaccettabile sul piano politico. Io non accetto la pressione della piazza politica rispetto alle competenze mie, nostre, del Consiglio e dei membri della Commissione. Quindi il forum non è cosa che deve continuare, non deve diventare — l'abbiamo sempre detto — un organo permanente politico.
Sulla gestione politica è stato già detto da parte di Brini ma lo ripeto anch'io. Se tu andassi a leggere gli atti Massi, ti leggeresti conto che il consigliere Cesaroni il bilancio non l'ha votato, che il consigliere Grandinetti questo bilancio non l'ha votato. Quindi, quando diamo giudizi cerchiamo sempre di acquisire giudizi di acquisire elementi di informazione in maniera che poi facciamo figure adeguate. Questo a dimostrazione che un malessere rispetto ad alcune modalità di gestione c'è e questo sarebbe ingiusto non riconoscerlo. Mi risulta fra l'altro che è stata anche rinviata la conferenza stampa che la presidenza doveva fare, forse a giustificazione di questa situazione. Un malessere che viene espresso, che è stato espresso e che, se mi è consentito, è anche salutare. Perché, anche qui, non abbandoniamoci a luoghi comuni: è vero che l'Ufficio di presidenza è l'organo di regolazione dell'attività del Consiglio, ma proprio perché è organo di regolazione è anche un organo pluralistico, come non potrebbe non essere. E siccome è un organo pluralistico non ci può essere una unanimità di intenti su tutto, anzi mi preoccuperebbe, e su questo, consigliere Ciccioli, credo che il nuovo organismo non si è discostato molto da quello che ha fatto il vecchio organismo, quindi cerchiamo di recuperare questa partecipazione critica che esprime una diversità politica che esiste in questo Consiglio regionale, che giudica gli atti per quelli che sono, approva quelli giusti, quelli che tengono conto di queste esigenze ed evidentemente si dissocia o comunque si astiene sugli altri.
Più rigore, Presidente. Se lei e l'Ufficio di presidenza aveste osato di più, credo che sarebbe stato un segnale importante, un contributo ad un'opera di risanamento del complesso della spesa regionale che in qualche modo la Giunta dovrà compiere. E' importante questo, perché credo che occorra una migliore utilizzazione di alcuni strumenti e un rapporto più sinergico con altri organismi. La pubblicità istituzionale è una partita grande che in qualche modo doveva poter vedere Giunta e Consiglio insieme compiere scelte che avrebbero consentito anche un risparmio di risorse finanziarie.
Come ha già detto il consigliere Brini, non ci asterremo su questo bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Debbo registrare i singolari interventi dei rappresentanti di Forza Italia. prendo atto di una sfiducia nei confronti dei vostri rappresentanti nell'ufficio di presidenza rispetto a dissociazioni che non sono conosciute, che non hanno caratterizzato nessun atto importante del lavoro dell'Ufficio di presidenza, che non hanno promosso iniziative diverse anche per quanto riguarda il contenimento della spesa rispetto a quanto avevamo deciso anche alla Conferenza dei presidenti di gruppo e convenuto sul taglio di 500 milioni di un bilancio che in molti capitoli non può subire ridimensionamenti.
E' singolare la posizione di un gruppo che si astiene o muove critiche rispetto a un organismo di cui quasi la metà dei rappresentanti siede regolarmente e partecipa costantemente e unanimemente decide tutte quelle azioni che fino ad oggi sono state portate avanti dal Presidente e dall'Ufficio di presidenza. Reputo quindi strumentali gli interventi dei consiglieri di Forza Italia, a meno che questo non sia un preludio di un giudizio che si avvia oggi per poi portare a considerazioni politiche al giro di boa di metà legislatura. Però queste critiche fatte oggi dopo la Conferenza dei presidenti di gruppo, dopo che approviamo un bilancio che si diminuisce di 500 milioni, dopo che sono state prese iniziative e attività che sono state pienamente condivise, rispetto alle quali non c'è stata dissociazione alcuna, mi si permetta di dire che è quanto meno strumentale.
Per tutto il resto rispondiamo quello che abbiamo sempre risposto a Giannotti: la maggioranza, per quanto riguarda i lavori delle Commissioni e del Consiglio non deve dipendere dalle decisioni dell'opposizione, siamo autosufficienti per garantire il numero legale e i lavori delle Commissioni e del Consiglio, come abbiamo sempre garantito. Il problema forse riguarda le presenze e le troppe assenze che caratterizzano i lavori dei consiglieri del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Stiamo parlando del bilancio di previsione del Consiglio regionale. Per rispetto a quanto detto nella Conferenza dei presidenti di gruppo non farò la proposta che volevo fare perché non ho partecipato alla riunione precedente nella quale era stato deciso di andare avanti con questi tempi e quindi ritengo rispettoso da parte mia attenermi alle decisioni della Conferenza dei presidenti di gruppo anche quando sono assente, altrimenti avremmo anche potuto pensare a una coincidenza di tempi tra bilancio di previsione regionale e bilancio di previsione del Consiglio. Però ci rinuncio per effetto della Conferenza stessa.
Non entro nel merito delle polemiche interne alla gestione dell'Ufficio di presidenza: non ne facciamo parte come Ccd-Cdu, non vi entro. Debbo dire onestamente una cosa: non possiamo addebitare al presidente e alla presidenza alcunché, perché il Presidente è fin troppo attento e rispettoso alle esigenze di tutti. Se io fossi stato al su posto avrei perso molto più spesso la pazienza. Di questo gli devo dare atto ufficialmente, anche se appartiene alla maggioranza, ma credo che sia questo un rispetto che ci si debba come persone.
Nel merito della questione — ma forse attiene più al discorso del bilancio generale — vorrei proporre che per il futuro gli uffici di presidenza, gli uffici dei gruppi, gli uffici della Giunta, tutti gli uffici regionali potessero essere concentrati in un solo edificio, in una sola struttura. Questo consentirebbe dei risparmi enormi per quanto riguarda gli affitti — spendiamo circa 5 miliardi l'anno — ma consentirebbe anche risparmi enormi per quanto riguarda le vetture, gli autisti che debbono circolare in continuazione per servire noi stessi e per servire le varie esigenze. Quindi credo che se si fa un ragionamento economico, con un rateo di 3 miliardi l'anno per dieci anni si possono acquistare immobili del valore di oltre 30 miliardi, il che consentirebbe un risparmio netto di alcuni miliardi sulla spesa annua per l'affitto e una efficienza maggiore per tutti nella gestione della cosa pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. Solo per una replica ad alcune osservazioni sul bilancio, non intendendo intervenire sulle osservazioni di natura politica interne ai gruppi di opposizione che sono state sollevate dai consiglieri di Forza Italia e di Alleanza nazionale, né, più in generale, sui meccanismi che regolano le attività del Consiglio regionale rispetto alla necessità che tutti avvertiamo di un adeguamento del regolamento consiliare, ma probabilmente un adeguamento complessivo. Non dimentichiamoci che all'inizio di questa legislatura è stata istituita la Commissione Statuto con una doppia competenza: quella della formulazione della proposta sullo Statuto, che mi auguro verrà in aula entro il termine di questo anno e, successivamente, dell'esame da parte della Commissione Statuto, della proposta di modifica del regolamento che sarà predisposta dall'Ufficio di presidenza nella sua interezza.
Per quanto riguarda le osservazioni che sono state fatte al bilancio le distinguerei. Alcune sono state osservazioni anche oggettive rispetto ad una necessità di migliorare il funzionamento del Consiglio e in termini di organizzazione del Consiglio con spazi adeguati, con migliore utilizzo degli spazi stessi, quindi con la necessità di rendere più visibile l'attività del Consiglio all'esterno: mi riferisco agli interventi in particolare Massi e Viventi. Altre osservazioni sono più sui singoli capitoli di spesa, e magari cercherò di dare delle risposte in questo senso.
A Massi volevo ricordare che non c'è alcuna compressione della spesa per il personale, tant'è che io ho parlato di una unità previsionale di base unica, così come previsto dalla nuova legge di contabilità, che poi ripartiremo in diversi capitoli, ma posso già anticipare che per quanto riguarda il personale è previsto un incremento di 150 milioni, quindi abbiamo assolutamente intenzione di dare corso alle "contrattazioni", così come sono state definite, quindi a tutti gli incentivi che sono previsti con le contrattazioni stesse. Quindi non c'è una compressione ma c'è un aumento della dotazione finanziaria per far fronte agli oneri previsti dalle modifiche contrattuali.
Per quanto riguarda la locazione degli immobili, l'osservazione del collega Ciccioli è storia vecchia, nel senso che l'immobile di via Cialdini è stato acquistato nell'ultima parte della legislatura 1990-95, poi nella precedente legislatura non mi pare che, pur essendo stato Ciccioli impegnato per cinque anni nell'Ufficio di presidenza si sia riusciti a trovare una soluzione. Il problema è più generale, è quello che pone il collega Viventi: noi dobbiamo decidere l'ubicazione del Consiglio regionale in un unico stabile, possibilmente, o nella zona dove c'è già la struttura della Giunta regionale o in un'altra area all'interno della città di Ancona, ma il problema vero è anche in relazione agli spazi possibili che possono essere recuperati sul mercato immobiliare. Attualmente abbiamo un utilizzo di circa 9.000 metri quadri per l'attività del Consiglio, per l'attività delle Commissioni, per l'attività dei gruppi, per gli uffici e per i servizi del Consiglio stesso. C'è l'ipotesi di acquisto di un immobile adiacente all'immobile della Giunta regionale ma con una disponibilità complessiva di circa 6.000 metri quadri. Noi, comunque, dovremmo tenere in piedi, qualora fosse questa la scelta, altri 3.000 metri quadri di immobili in locazione in altre parti della città. Oppure si decide che si concentra tutta l'attività del Consiglio in uno stabile adeguato all'interno della città di Ancona, ma in questo senso sono già stati avviati dei contatti con il sindaco della città per capire quale può essere un immobile che, opportunamente adeguato e ristrutturato, possa offrire queste opportunità. E' quindi una discussione che stiamo approfondendo. E' chiaro che l'investimento che potremmo fare, potrebbe in parte essere coperto dai canoni di locazione che oggi rappresentano comunque un onere fisso.
Rispetto invece ad altri interventi che ci sono stati faccio rapidissimamente alcune osservazioni.
Si è parlato delle pubblicazioni del Consiglio, alcune di rilevanza, di qualità che sono utilizzate, che vengono anche diffuse e altre di minore opportunità e soprattutto di conoscenza. Debbo dire che, come abbiamo sperimentato la promozione del sito Internet del Consiglio nei grandi centri commerciali della regione, abbiamo anche potuto constatare che ci sono state centinaia di richieste delle pubblicazioni del Consiglio regionale, quindi, probabilmente, non era tanto il fatto che le pubblicazioni non fossero utili, era una carenza di informazione e di conoscenza da parte dei cittadini marchigiani di tutto ciò che il Consiglio regionale aveva prodotto in termini di pubblicazioni avvalendosi anche del centro stampa del Consiglio stesso. Credo che questo spazio aperto sarebbe inopportuno chiudere proprio in relazione ad una necessità che il Consiglio ha di dialogare con la società marchigiana, e mi pare che proprio in questo momento sia stato colto con la promozione del sito del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la partecipazione alle missioni e ai corsi prevediamo, nella ripartizione dei capitoli di bilancio, di effettuare un taglio di circa il 50% delle missioni rispetto a quelle consolidate negli anni passati, fermo restando che questo non si può riferire alle missioni, alle presenze e ai corsi all'interno del territorio nazionale. Ci sarà quindi una riduzione — definiremo i criteri all'interno dell'Ufficio di presidenza — delle partecipazioni alle missioni delle delegazioni miste di Giunta e di Consiglio nelle presenze alle fiere, alle iniziative, ai convegni e ai corsi a livello internazionale.
Le osservazioni che sono state fatte dal collega Brini sono state un po' parziali — mi consenta il collega Brini, anche per un'antica amicizia che ci lega, di usare questo termine — perché egli ha detto "c'è un costo eccessivo dei servizi televisivi, c'è un costo eccessivo dei giornali e pubblicazioni, c'è un servizio eccessivo sui manifesti". Queste voci però non sono esatte per come sono articolate nei capitoli di spesa dell'ex 103 che ora, probabilmente, diluiremo in tre diversi capitoli, cioè 103, 104 e 105, perché i servizi televisivi non sono solo quello. La voce è: "Servizi Ansa, televisivi e stampa". Se i gruppi consiliari e i consiglieri ci chiedono, come ci hanno chiesto, di avere le postazioni Ansa in ogni gruppo, poi non si può dire che quello è un costo eccessivo, perché c'è un abbonamento con una quota fissa per ogni postazione. Non è comprimibile questa spesa, ma è una spesa fissa, a meno che i gruppi non decidano di creare degli intergruppi e di ridurre le postazioni. In questo senso credo dobbiamo essere corretti nell'individuare le voci circa la possibilità di compressione o meno.
Come pure si è fatto riferimento all'abbonamento ai giornali, ma la voce è: "Abbonamento ed acquisto libri, giornali e pubblicazioni varie". La nostra biblioteca è tra le migliori d'Italia in senso assoluto per quanto riguarda la dotazione di libri e riviste e probabilmente la più aggiornata in senso assoluto. Stiamo predisponendo anche un progetto per trasferire la biblioteca — perché dove è allocata ci sono dei problemi anche di natura statica — nel Palazzo del Mutilato e quindi la renderemo anche più fruibile. C'è uno studio che è stato effettuato dai giorni scorsi dal dirigente del servizio della biblioteca, per cui il 75% degli ingressi che ci sono stati nell'aula di via Oberdan nell'anno 2001 è stato di cittadini che sono andati a consultare la biblioteca del Consiglio regionale. Non credo che dobbiamo comprimere le risorse da mettere a disposizione della biblioteca quando è così qualificata e quando gli accessi che abbiamo al Consiglio regionale, per i tre quarti sono collegati proprio alla fruizione delle pubblicazioni che nella biblioteca esistono.
Come pure, per quanto riguarda la richiesta di Brini di ridurre ulteriormente la voce relativa alla stampa dei manifesti, la dizione esatta è "Stampa, pubblicazioni e manifesti", quindi torno al discorso che facevo inizialmente, cioè: o le pubblicazioni le vogliamo valorizzare perché divengano un momento di confronto fra i cittadini e il Consiglio regionale, oppure questo Consiglio regionale vivrà sempre in un cono d'ombra. Queste opportunità che abbiamo di far conoscere gli studi, gli approfondimenti, le ricerche, i convegni, le iniziative anche pubblicando i Quaderni del Consiglio, credo che sia un'opportunità forte che fa parte di questo nuovo elemento, di questo nuovo canale di comunicazione che invece mi pare, per la verità, il collega Francesco Massi intendeva, come intendiamo noi, enfatizzare e rendere ancor più significativo, proprio perché, oltretutto, dà ancora più ruolo, significato, immagine e dignità a quest'aula parlamentare che oggi si appresta a votare non il bilancio della maggioranza ma di tutto il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 80.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Per mera dimenticanza non ho messo in votazione la discussione nella seduta odierna della mozione n. 165, così come deciso nella Conferenza dei presidenti di gruppo.
Pongo in votazione questa proposta.

(Il Consiglio approva)



Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la nomina dei revisori del conto del Consiglio regionale — tre consiglieri regionali.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29. Hanno ricevuto voti: Pistarelli n. 9, Luchetti n. 8, Silenzi n. 12. Sono eletti revisori del conto del Consiglio regionale.
Prego di distribuire le schede per la nomina della Commissione per la vigilanza sulla biblioteca del Consiglio regionale — tre consiglieri regionali.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29, schede bianche n. 1, voti validi n. 28. Hanno ricevuto voti: Mollaroli n. 9, Massi n. 12, Moruzzi n. 7. Sono eletti componenti della Commissione per la vigilanza sulla biblioteca.
Prego di distribuire le schede per un rappresentante nella Federazione mondiale delle città unite (FMCU) — Comitato nazionale italiano.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 30, schede valide n. 30. Hanno ricevuto voti: Romagnoli n. 13, Amagliani n. 17. Proclamo eletto il consigliere Marco Amagliani.



Mozioni (Discussione e votazione proposta di risoluzione):
«Sostegno della campagna di Amnesty International "non sopprimiamo la tortura"» Giuseppe Ricci (119)
«Sostegno della campagna di Amnesty International "non sopprimiamo la tortura"» Moruzzi, Trenta, D'Angelo, Massi, Silenzi, Amagliani, Luchetti, Benatti e Procaccini (120)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le mozioni n. 119 del consigliere Giuseppe Ricci e n. 120 dei consiglieri Moruzzi, Trenta, D'Angelo, Massi, Silenzi, Amagliani, Luchetti, Benatti e Procaccini.
E' stata presentata una proposta di risoluzione unitaria. Se non vi sono interventi, la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)



Mozione (Discussione e votazione proposta di risoluzione): «Adesione all'appello per salvare Safiya Husseini Tungar-Tudi» Amagliani (165)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 165 del consigliere Amagliani, che ha la parola per illustrarla.

CARLO CICCIOLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Si può fare solo in sede di votazione. In questo momento siamo in fase di illustrazione della mozione.
Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Pensavo, al momento della presentazione di questa mozione, che non ci fosse necessità di aprire un dibattito, perché davo e do ancora per scontato che l'aula al completo sia d'accordo con il senso di questo appello, peraltro lanciato dal noto giornalista Ettore Masina a difesa e per salvare la vita della signora nigeriana Safiya Husseini. Come voi sapete questa ragazza sta rischiando la vita per l'unico motivo di essere stata violentata — perché di questo si tratta — e perché da questa violenza fisica è nato un bambino.
La sua vita è legata solo ed esclusivamente al fatto che deve allattare questo bambino e quindi, ovviamente, i suoi giorni sono contati. Credo che quest'aula debba mostrare tutta la sua maturità, innanzitutto nel denunciare quello che sta accadendo, nel denunciare una pratica che si usa in quei Paesi a fronte della religione che là impera. C'è quindi la possibilità che questo Consiglio regionale, intervenendo sul nostro Governo nazionale, sull'ambasciata, possa davvero evitare questa forma estrema di professione di una religione e quindi possa salvare la vita a questa ragazza che di nessuna colpa si è macchiata e che avrebbe una morte orrenda.
Ritengo che non si debbano usare altre parole se non quelle della condanna e quindi mi auguro un voto unanime di quest'aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. C'era una mozione firmata dalle donne del Consiglio...

PRESIDENTE. Questa mozione è stata iscritta in aula questa mattina su richiesta del consigliere Amagliani. Se ci sono altre iniziative che possono essere abbinate non ho alcun problema.

GILBERTO GASPERI. Qui ci sono delle considerazioni totalmente diverse rispetto a quello che è realmente successo. Non è problema di maschilismo, sono le leggi di quel Paese che contemplano questa cosa.

PRESIDENTE. Lei pone un problema rispetto ad un'altra mozione che voglio capire se è stata depositata. E' agli atti del Consiglio un'altra mozione in questo senso? Mi si dice che non c'è un'altra mozione.

GILBERTO GASPERI. Presidente, la stanno preparando...

PRESIDENTE. Questa è una mozione illustrata in questo momento dal consigliere Amagliani. Se c'è una proposta di risoluzione, magari unitaria come io auspico, credo che si possa utilizzare il tempo della discussione per predisporre un documento unitario su cui alla fine l'aula possa votare.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Mentre il tema mi trova estremamente sensibile, viceversa l'articolazione del testo mi lascia molto perplesso. E' chiaro che un appello internazionale di protesta nei confronti di questa tragica vicenda mi sembra più che utile. Tra l'altro non sarà efficace quello del nostro Consiglio regionale, comunque tende a creare una cultura in noi molto importante, perché il contatto tra la nostra società e il mondo islamico diventerà molto più forte nei prossimi mesi. Vorrei qui ricordare l'episodio di Staffolo, che è un primo esempio di come, a pochi chilometri da Ancona la cultura islamica integralista si scontra con le nostre tradizioni, la nostra cultura perché i figli di una famiglia islamica con un atteggiamento di fedeltà stretta e fondamentalista alle regole, vengono invitati nelle nostre scuole, entrano in contatto con i figli degli altri cittadini di quel paesino, ne assorbono le abitudini e i costumi che, riportati in casa, entrano in grave conflitto fino al fatto che il tribunale dei minorenni di Ancona ha temporaneamente sottratto alla potestà dei genitori due ragazzine di 13 e 14 anni, affidandole a una famiglia del posto, perché il padre — che tra l'altro mi dicono è persona dabbene — riteneva opportuno reprimere la richiesta delle figlie di uscire con i compagni di scuola attraverso vessazioni fisiche, tanto che segnalato dalle insegnanti ai carabinieri e al tribunale dei minorenni hanno portato all'allontanamento dalla famiglia di queste due ragazzine che vivevano in sé questo conflitto fortissimo tra le abitudini della loro cultura di tradizione e l'integrazione, con successo, nella nostra cultura.
Ciò significa che questi problemi non sono così lontani ma diventano vicini, anche se per fortuna un problema come quello di questa ragazza nigeriana accade nel suo Paese e non certamente nella nostra nazione.
Nella parte finale della mozione si dice "non possiamo rimanere ai bordi della fossa a contemplare l'ennesimo delitto del maschilismo". Cerchiamo di stare con i piedi per terra. Non è possibile ascrivere a una cultura maschilista l'applicazione di regole di quella cultura, di quella tradizione legislativa, di quel "diritto", e non so se è un diritto, se non nelle loro leggi. Mi sembra questa una violenza anche al buon senso e al libero pensiero.
Mentre ritengo che questa mozione possa essere parzialmente condivisibile, direi che una parte non possa essere accettata, quindi chiedo che venga votata per parti separate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Come donne del Consiglio regionale noi abbiamo prodotto un testo che sta per arrivare e che abbiamo già diffuso sulla stampa e inviato a numerosissime associazioni femminili e Consigli comunali della nostra regione. Tra l'altro moltissimi Consiglio comunali della nostra regione si sono pronunciati su quel testo, l'hanno fatto proprio e noi potremmo proporlo oggi come risoluzione, se il Consiglio è d'accordo. Quindi ritirare questa mozione e presentare il nostro testo come risoluzione.
Aggiungo una mia assoluta valutazione personale: ritengo che sia opportuno che ci sia un pronunciamento unitario del Consiglio regionale su questo tema, e se la nostra risoluzione, che è già frutto di una elaborazione comune delle donne del Consiglio, può sostituire questa mozione, mi sembrerebbe la soluzione più idonea e opportuna.
Se vogliamo entrare nel merito di questa singola mozione, ovviamente ne condivido i contenuti, perché si tratta di un contesto culturale complicatissimo, però il maschilismo ha una valenza universale e in alcune culture è molto più forte che nella nostra. Esprimo una mia valutazione personale rispetto a questo; ribadisco che preferisco che il Consiglio assuma una posizione unitaria su questo, e mi pare che la proposta delle donne che presenteremo come risoluzione possa essere la soluzione ottimale. Non si può, pure in un contesto culturale complicatissimo, anche molto lontano dalle nostre culture, non riconoscere che esiste una cultura maschilista che permea ancora le nostre culture, anche se fortunatamente nell'occidente stiamo conquistando la battaglia dell'emancipazione... (Interruzione) C'entra. Non è possibile non tener conto che esiste anche questo dato. Non possiamo non tener conto che questo dato culturale esiste, che in certe culture, grazie a delle conquiste storiche delle donne sta regredendo, ma in un contesto culturale come quello del mondo islamico è invece ancora molto presente e causa non soltanto di situazioni sociali ma ispira anche istituzioni, culture e politiche. Quindi non possiamo eludere questa questione.
Detto questo, stiamo per produrre la nostra risoluzione che spero il Consiglio possa approvare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Su questa mozione di adesione all'appello per salvare Safiya Husseini faccio una proposta concreta. Chiedo al Presidente della Giunta D'Ambrosio che si prepari un provvedimento di adozione per madre e figlio, perché voglio mettere la questione sul diritto internazionale. Capisco di trovare il dissenso di Alleanza nazionale... (Interruzione del consigliere Gasperi).

PRESIDENTE. Collega Gasperi, lei potrà fare poi il suo intervento. Sta intervenendo un collega e c'è la necessità di rispettare questo collega. (Interruzione).

UMBERTO TRENTA. Io sto qui quando ritengo di essere presente, e non devo giustificare niente a te, se non al mio capogruppo.

PRESIDENTE. Collega Gasperi, la invito a rispettare l'intervento del collega Trenta. Poi, potrà fare il suo intervento. (Interruzione). Collega Gasperi, ogni consigliere risponde delle dichiarazioni che rende. Lei potrà fare il suo intervento dopo.

UMBERTO TRENTA. Dico grazie anche al consigliere Gasperi, che forse non ha interpretato bene, pur conoscendolo, il contenuto. Non si riferiva alla protesta internazionale, alla protesta in Consiglio: a questo ci ha abituato dall'inizio, quindi chiedo scusa anche per lui. E andiamo avanti.
Inviterei tutti quanti al dialogo tra le religioni che il Santo Padre farà il giorno 24 e che io ho anticipato a domenica 20 ad Ascoli Piceno, ringraziando fin da adesso la presenza dei Presidenti del Consiglio e della Giunta e dell'assessore Agostini, oltre che di tutti i consiglieri.
Come pensiamo noi di interferire in un problema che riguarda il fondamentalismo islamico? Quando si chiede la protesta internazionale su questo fatto che è la negazione della vita, dobbiamo capire qual è l'interpretazione che dà il fondamentalismo islamico al concetto di essere donna. Non è quindi concetto di maschilismo internazionale, che è superato. Il dono della vita è universale, è questo il messaggio compiuto dentro le fedi religiose. Le fedi religiose hanno progetti di pace e non di sventura. Luchetti, che contrasta la proposta di legge che cerca di parlare di universalità della pace, è uscito, ma quando parliamo di queste cose dobbiamo capire che la pace che nasce dalla libertà dà un senso diverso a questi fatti e per quanto riguarda questi fatti dobbiamo metterci nella condizione di capire anche l'11 settembre che ha cambiato la storia del mondo. Chi arriva a negare la vita di una madre — mater, la terra che germoglia la vita, che genera la vita, il figlio frutto della vita — ci fa capire che forse l'Islam ha un concetto diverso su questa cosa. Quindi il confronto, ma se necessario anche lo scontro. Ecco perché dico che noi siamo per la vita, la nostra cultura occidentale è per la vita.
Ritengo di poter proporre al Presidente di fare un atto vero, compiuto presso il governo nigeriano, affinché si faccia una proposta internazionale di adozione di madre e figlio. Ribadiamo cioè il concetto di appartenenza alla vita e non di negazione alla vita. Poi apriremo tutte le altre cose. Quindi, grazie ancora una volta, Marco Amagliani. Non è un grazie politico di parte, ma ribadire il concetto del dono della vita che è sacro ovunque, come la libertà individuale è sacra ovunque. Questo è il processo di internazionalizzazione della solidarietà e della cultura di pace. Grazie anche a chi non mi ha ascoltato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

SERGIO NOVELLI. Non entro tanto nel merito della questione che pure sarebbe interessante. E' un caso triste come ce ne sono decine di migliaia al mondo, forse milioni di persone che, al di là dell'evento drammatico dell'esecuzione capitale, vengono private della vita per una serie di vicissitudini. Mi sento molto vicino alle persone, per esempio, che hanno perso la vita o perderanno la vita in Argentina a seguito per i noti motivi, ma in termini tecnico-giuridici rispetto al documento preparato dal collega Amagliani, forse risalente a qualche giorno, ho visto su Internet che c'è stata una duplice novità sulla vicenda. Il tribunale islamico ha ammesso l'istanza di appello della condannata e credo che valga anche lì, come vale qui, il principio che in pendenza di giudizio non ci può essere la grazia. La grazia in Italia, ma in tutti i Paesi del mondo presuppone l'esistenza di una sentenza definitiva. Lì l'appello è una facoltà, per questo era già in attesa di esecuzione: ora che l'appello è stato ammesso, forse più che chiedere la grazia bisognerebbe chiedere un intervento.
Ho anche letto che il marito che l'aveva ripudiata e che non dovrebbe essere il padre del figlio, si è dichiarato disposto a riprenderla e a riconoscere il figlio e lei ha ritrattato la confessione di adulterio, per cui la vicenda dovrebbe avere una soluzione di questo tipo. Forse sarebbe il caso di adattare il nostro documento.
Mi rendo conto che è molto difficile seguire una cosa con procedure diverse, Paesi diversi ecc., ma forse questa è anche la misura di quanto sia non voglio dire presuntuoso, ma un po' "eurocentrico" andare a tagliare sul nostro metro di misura e di interpretazione vicende che invece seguono altre dinamiche. In particolare, se effettivamente c'è un giudizio ancora pendente, più che la grazia sarebbe da chiedere attenzione e sensibilità in sede di giudizio di gravame.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

FRANCA ROMAGNOLI. Per confermare quanto detto dalla mia presidente Mollaroli: che noi, prima di Natale abbiamo unitamente abbiamo preso posizione su questo fatto. Forse l'unica volta che davvero insieme tutte noi donne del Consiglio abbiamo firmato qualcosa che io ritenevo fosse una mozione e ho appreso ora che era soltanto una lettera che poi abbiamo indirizzato al Governo e ad altre associazioni. Unitamente perché la richiesta ci ha trovato davvero concordi.
Occorre puntualizzare un aspetto che a mio avviso in questa proposta di mozione sfugge, che se ben ricordo è più presente nella lettera, quindi in quella che potrebbe diventare la proposta di risoluzione di questo Consiglio, cioè l'aspetto della scelta che andiamo a fare chiedendo che venga salvata la vita di Safiya, a fronte di un'analoga scelta che lei ha fatto, quella di non abortire. Ci troviamo di fronte ad una donna che viene a pagare, al di là dello stupro e al di là della questione della fattibilità giuridica del nostro intervento, una scelta di vita perché ha ritenuto di non abortire, di non doversi disfare del bambino. E' un principio che mi piacerebbe ora, come in altri casi, venisse da noi riaffermato. La scelta di vita è anche quella di non voler abortire, non solo quella di evitare la lapidazione ad una donna innocente o addirittura martire, perché così può apparire, così è nel momento in cui viene — anche bene — dipinta dal ritratto che fa Ettore Masina.
Cerchiamo quindi di far sì che questo nostro messaggio sia davvero universale, sia univoco, non distingua la morte dei feti, dei neonati da quella della madri che, proprio in nome della salvezza del proprio figlio, affrontano la loro condanna a morte.
Riguardo alla polemica sul maschilismo, sicuramente il maschilismo è una componente delle culture e di legislazioni — perché cultura religiosa e legislazione purtroppo si sovrappongono — soprattutto dei Paesi arabi e dei Paesi islamici. E' pur vero che indicando la parola maschilismo — solo quella — nella mozione di Amagliani, diventa quasi la causa principale, la causa diretta di un comportamento. non è così: è una componente di una cultura che andiamo sicuramente a criticare, però se non faremo nostra la proposta di risoluzione occorre che questo testo venga rivisto, perché così com'è, in maniera riduttiva va ad indicare come causa di questa condotta, seppure imposta dal loro diritto — è il solito problema che si pone sulla eticità, sulla giustezza delle norme di diritto — un atteggiamento che bisogna contestare, che bisogna denunciare e che però non vede esclusivamente nella matrice maschilista la propria causa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Non avrei voluto fare questo intervento. Siccome sapevo che le rappresentanti femminili del nostro Consiglio erano già intervenute su un argomento così delicato e di un certo rilievo, avevo suggerito non di non votare questa mozione ma di dare ampio spazio a ciò che le nostre rappresentanti femminili avevano già sollevato diverso tempo fa. Chiedo scusa se mi sono adirato, ma questo mio intervento fuori luogo è dovuto a un fatto: che sulla vita non accetto minimamente che ci siano delle speculazioni, perché la vita è qualcosa che ci viene dato, non possiamo togliercelo, ma non possiamo assolutamente condividere che vi siano delle speculazioni.
Nello specifico della mozione ci sono alcune parti che non mi trovano d'accordo per un motivo molto semplice: perché non dobbiamo fare delle speculazioni per quanto riguarda il diritto alla vita, poiché non c'entra assolutamente niente il problema del maschilismo con ciò che è avvenuto nei fatti e con quello che sta avvenendo a livello istituzionale in un Paese che ha una sua legislazione, ma soprattutto ha un suo costume. E' giusto che il collega Amagliani ci abbia sollecitati con questa mozione — riconosco che se non ci fosse stata questa sua sollecitazione in Consiglio non l'avremmo discussa — ma non c'entra assolutamente niente che noi stiamo sul fossato come maschilisti per veder morire una donna che, oltre ad avere subito un affronto nella sua intimità — la violenza sessuale — vuol salvaguardare il diritto alla vita di questo suo figlio ed è disposta a subire anche una condanna a morte attraverso la lapidazione per salvare la vita di suo figlio e la sua dignità di donna.
Ecco perché mi ero adirato per ciò che era avvenuto, perché mi sembra giusto che nei lavori di quest'aula ci sia un rispetto e se uno è assente o chiede una spiegazione o chiede che cosa è avvenuto prima, ma non può assolutamente fare un intervento di propaganda politica su qualcosa che invece è serio, profondo e riguarda la dignità di una madre, di una donna e la vita di un bambino.

PRESIDENTE. A questo punto ho due proposte: una di Amagliani e una di Giannotti-Gasperi. Se c'è una proposta di risoluzione vi invito a consegnarmela.
Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Cari colleghi, quando ho presentato questa mozione la situazione era quella che è qui descritta. Non potevo tener conto di quello che stava accadendo e che sta accadendo nelle ultime ore. Ma al di là dei sofismi giuridici è altrettanto del tutto evidente che la mia intenzione era quella di sollevare un problema sul piano politico che in qualche modo contribuisse, insieme ad altre posizioni, a salvare la vita di questa ragazza. Quindi, qualsiasi posizione venga — e in questo senso l'appello delle donne del Consiglio regionale — è utile. Però, non è un problema che possa riguardare solo le donne, perché il problema della salvaguardia della vita umana, il problema della contrarietà alle atrocità che accadono in questo mondo è un problema complessivo di quest'aula. Ma detto questo non ho problemi: mi auguro che l'unanimità di quest'aula sia a supporto di una risoluzione che contribuisca a salvare la vita di questa ragazza e del suo bambino.
A volte, nella disattenzione generale anche le cose che sono scritte non vengono tenute nel debito conto. Infatti, non si tratta di un mio appello, ma di un appello — come qui è scritto — di Ettore Masina. E il riferimento al maschilismo era legato al fatto che il tribunale di quella nazione, completamente formato da maschi, aveva ovviamente salvato l'incolumità di quel signore che ha violentato questa ragazza e aveva condannato a morte la ragazza stessa. Quindi, "ennesimo esempio di maschilismo" è legato solo ed esclusivamente a questo concetto. Da qui si è arrivati a concezioni estreme come sempre accade, per la verità, ma il succo di questa mia iniziativa che sta diventando iniziativa di tutta l'aula — e di questo sono soddisfatto — era solo quello che ho descritto inizialmente.
Qui sono state prodotte esagerazioni da alcuni consiglieri, si è parlato di cose che non attengono a quanto io avevo proposto. In questo senso accetto la proposta di risoluzione presentata dal consigliere Mollaroli, a firma di tutte le donne del Consiglio regionale.
Credo che questa risoluzione che sostituisce quella che io ho presentato, debba diventare mozione a firma di tutti i consiglieri e di tutta l'aula.

PRESIDENTE. Viene ritirata anche la proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Giannotti e Gasperi, quindi pongo in votazione la proposta di risoluzione unitaria a firma Mollaroli, Romagnoli e Cecchini.

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Ciccioli. Ne ha facoltà.

CARLO CICCIOLI. Prima di passare all'ultima parte dell'ordine del giorno ritengo opportuno che il Presidente della Giunta D'Ambrosio comunichi in aula i cambiamenti di deleghe della Giunta regionale stessa. Noi abbiamo appreso dai giornali che in questi giorni sono state modificate le deleghe che erano state date con la mozione programmatica approvata in quest'aula consiliare circa un anno e mezzo fa e che secondo una riflessione, una valutazione interna della Giunta, ritirate e ridistribuite. Chiediamo che questa comunicazione sia fatta in aula e sia esplicitata una riflessione del Presidente D'Ambrosio sulle motivazioni che l'hanno portato a questo atto che non è stato notificato a questo Consiglio e ai consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Dato che il Presidente D'Ambrosio non era presente quando il consigliere Ciccioli ha iniziato il suo intervento, faccio una breve sintesi. Il consigliere Ciccioli sollecita una comunicazione al Presidente della Giunta per dare comunicazione ufficiale all'aula delle motivazioni per le quali sono state attribuite nuove deleghe. Le chiedo, Presidente, se lei ritiene di dare questa comunicazione...

CARLO CICCIOLI. Mi dispiace di avere parlato quando il Presidente D'Ambrosio non era in aula, ma avevo già chiesto la parola e mi è stata data in quel momento.
Terminato l'ordine del giorno di cui la Conferenza dei presidenti di gruppo si era impegnata a parlare, passiamo adesso alle interrogazioni. Prima di iniziare le interrogazioni ho chiesto che il Presidente della Giunta comunicasse all'aula del cambio di deleghe agli assessori e delle eventuali motivazioni, o comunque delle scelte che hanno portato il Presidente a questo atto. Non so se è un decreto o una delibera. La richiesta, ovviamente, è a nome di tutti i gruppi di minoranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non ho nessuna difficoltà a comunicare il decreto. La motivazione è semplicemente quella di una distribuzione di deleghe che ritengo possa rendere più efficace il lavoro complessivo della Giunta, non ci sono altre valutazioni da parte mia.

PRESIDENTE. La procedura è che a fronte di una comunicazione del Presidente della Giunta o della Giunta c'è un breve dibattito e, conseguentemente, se il dibattito si prolunga c'è una seduta fissata appositamente. In questo caso non c'è una comunicazione spontanea della Giunta, c'è una richiesta di comunicazione alla Giunta stessa, quindi è chiaro che l'eventuale dibattito e l'eventuale seduta sono in relazione alla disponibilità che la Giunta dà a trattare questo argomento, non c'è un diritto che deriva dalla norma regolamentare.

ROBERTO GIANNOTTI. La richiesta è che formalmente il Presidente venga al prossimo Consiglio — se vuole noi siamo pronti anche oggi pomeriggio — e riferisca. A me sembra che dire, come ha atto in maniera molto sbrigativa il Presidente, "è un problema di efficienza" non sia sufficiente, anche se rispetto a questo qualcosa da dire noi abbiamo. Quindi chiediamo alla presidenza di regolare l'attività del Consiglio in maniera tale che nel pomeriggio di oggi o nella prossima seduta si trovi il tempo per discutere del rimpasto dell'Esecutivo.

PRESIDENTE. Continuo a confermare che se c'è un'iniziativa della Giunta — una comunicazione — il regolamento disciplina le modalità con cui essa si svolge; se c'è una richiesta di un gruppo, di più gruppi affinché la Giunta comunichi è chiaro che non è obbligo per la Giunta, e non è obbligo per la presidenza fissare modalità e tempi. Se il Presidente della Giunta intende aderire alla richiesta vedremo le modalità; se il Presidente ritiene che non debba aprirsi il dibattito o non intenda fare comunicazioni politiche, non può essere, la richiesta dei gruppi, una automatica equiparazione al regolamento per quanto riguarda le comunicazioni che la Giunta autonomamente ed ufficialmente fa all'aula.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Vorrei non creare un problema di conflitto su questo, ma la richiesta è politica. La redistribuzione delle deleghe non è un atto trascurabile e di nessuna importanza. A nostro parere è stato un atto politico di un certo spessore. Su questo ci aspettavamo questa mattina un qualche tipo di comunicazione. Non c'è stata, prima di andare alla parte terminale della seduta volevamo sentire se il Presidente ritiene oggi o a nuova seduta di comunicarci non la fotocopia del decreto, che ovviamente è un atto a cui ha accesso chiunque di noi, avendolo comunque letto sui giornali, ma una valutazione su quello che è stato un rimpasto della Giunta stessa. Anche se non ha visto un cambiamento di uomini, ha però visto un cambiamento importante e significativo degli equilibri interni della Giunta. Su questo noi possiamo presentare una mozione come gruppi di opposizione e iscriverla all'ordine del giorno della prossima seduta. Se invece di arrivare a un atteggiamento così conflittuale si arriva a una comunicazione e, su questo, agli interventi dei gruppi, credo che sia più lineare, più scorrevole.

PRESIDENTE. Purtroppo devo intervenire di nuovo. E' chiaro che questo tema andava posto alla Conferenza dei presidenti di gruppo, cosa che non è stata fatta. Voglio comunque ricordare che si torna a parlare di un potere discrezionale, quello del Presidente della Giunta di assegnare o ritirare deleghe e di dare o non dare comunicazione in aula, per cui anche una eventuale mozione non può interferire con un potere discrezionale.
Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Se fossi stato avvertito sarebbe stato meglio, comunque il mio discorso è molto semplice, nel senso che la prima volta che ho attribuito le deleghe non ho comunicato le ragioni, la seconda volta che ho distribuito le deleghe la ragione è quella, non ho altro da dire. E' chiaro che il Consiglio può poi dire tutto quello che pensa, ma le ragioni sono queste.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Abbiamo detto di dare valore ai lavori della Conferenza dei presidenti di gruppo ed è singolare che questa richiesta venga fatta in aula, a chiusura di seduta, come se qualcuno si fosse ricordato di questo problema e nella Conferenza dei capigruppo odierna e della volta scorsa questa richiesta non è stata avanzata, mentre il presidente del gruppo di Forza Italia ha avanzato richiesta di una comunicazione sui problemi sanitari, questa mattina, da farsi nelle prossime sedute. Questo primo aspetto attiene non al merito ma a un modo di lavorare alquanto singolare a cui ci sottopongono i colleghi dell'opposizione.
La seconda questione è nel merito. La diversa attribuzione delle deleghe non è un rimpasto ma è una prerogativa esclusiva del Presidente. Il Presidente ha dato una risposta, in aula, che può essere valutata positivamente o negativamente dai colleghi, ma è quella la risposta. Se il decreto di diversa attribuzione delle deleghe, prerogativa del Presidente, è stato dallo stesso firmato in quanto ritiene che vi sia una maggiore efficacia, efficienza nel lavoro collegiale della Giunta, la motivazione può essere giudicata come vogliamo, ma questa è la risposta che il Presidente deve dare. Non capisco quale altra motivazione si possa richiedere al Presidente quando ha questo potere conferito dalla legge e ci dà questo tipo di risposta.
Nel merito, sia della risposta che della situazione nuova che si determina con una diversa attribuzione delle deleghe, ci può essere una valutazione politica che lascia libero ogni consigliere di esprimere la sua valutazione. Ma farne un caso nei confronti del Presidente o della conduzione dei lavori dell'aula mi sembra fuori posto: si faccia una mozione, si metta un punto all'ordine del giorno del prossimo Consiglio e si discuta di questo problema, se questa è una vostra esigenza. Il Presidente D'Ambrosio ha dato una risposta di cui io prendo atto, e debbo aggiungere che è in coerenza con la risposta che ha dato appena insediata la prima Giunta ed è in coerenza con quanto ha fatto, nel senso che è una valutazione di efficacia all'interno della collegialità di un organo qual è la Giunta. Non so quale altra comunicazione gli si vuol chiedere. Se ci sono valutazioni politiche, ci confronteremo e voi avete gli strumenti per attivare un dibattito. Faccio però rilevare che fino a due ore fa non avete attivato questo dibattito nella Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari, e questo mi si permetta di farlo notare. Siccome dite che la maggioranza non è tempestiva o alcune volte è latitante nella risposte, faccio presente che alcune volte, invece si è latitanti nel sottoporre problemi che potevano essere sottoposti e potevano trovare un'accoglienza e un dibattito diversi che non un impegno addirittura consiliare.

PRESIDENTE. Problemi di merito non attengono alla posizione di questa presidenza; problemi procedurali sì. L'eventuale presentazione di una mozione non impegna minimamente la discussione su quella mozione. Voglio ricordare che quando si è insediata la Giunta regionale noi non abbiamo approvato mozioni come avveniva in passato, perché ai sensi della legge costituzionale 1/99 il Presidente ha, tra le sue prerogative, quella di nominare e di revocare la Giunta regionale, tant'è che il Presidente ha fatto, come sua iniziativa, una comunicazione rispetto al programma che intendeva attuare la Giunta regionale e non rispetto alle deleghe che aveva attribuito e su quella sua comunicazione noi non abbiamo nemmeno votato perché non è competenza del Consiglio esercitare il proprio diritto di voto rispetto a delle prerogative che sono proprie del Presidente.
Continuo ad insistere che la richiesta di un gruppo o di più gruppi non impegna automaticamente il Presidente a dare spiegazioni, motivazioni, argomentazioni o a fare discussioni in aula. Se la Giunta regionale ritiene di dover, con propria iniziativa, attivare una discussione in aula per una comunicazione con la quale rendere ragione ad alcuni gruppi o a tutta l'aula delle proprie scelte ben venga, ma se una mozione sollecita, rispetto ad un potere proprio del Presidente, un'iniziativa assembleare, l'assemblea non ha potere di intervento. Questo dal punto di vista procedurale.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Vorrei mettere dei punti fermi sul dibattito che stiamo svolgendo, che mi sembra comunque importante e di rilievo politico.
Primo, da parte nostra c'è stata la richiesta al Presidente di comunicazioni. Il Presidente quest'oggi, rispondendo, anche seppure sinteticamente, dice che non ne intravede la necessità perché è un atto che rientra... Mi pare di avere capito questo, cioè che non vuole fare una comunicazione formale, al di là delle parole laconiche che ha già riferito in aula. Se così è, noi annunciamo determinate iniziative; se così non è, lasciamo aperto questo tipo di possibilità di iscrivere comunicazioni formali da parte del Presidente, al di là delle poche parole che ci ha detto oggi e che sono chiaramente parole lasciate cadere in aula ma che non convincono sotto un profilo politico. Quando il Presidente, neppure a metà legislatura, ma a fine anno 2001 modifica un assetto e lo modifica sostanzialmente, questo è un atto politico, non è un atto di ordinaria amministrazione. Su questo chiediamo un chiarimento.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Rispondendo al consigliere Pistarelli vorrei fare alcune precisazioni. Il primo dato è che accetto di fare, per senso di cortesia istituzionale verso il Consiglio, la comunicazione sulla diversa distribuzione delle deleghe, quindi non sul rimpasto. Quando mi si chiede la comunicazione, la comunicazione mia è quella: l'ho fatto perché, sulla base dell'esperienza, delle prospettive e delle cose io ritengo che così si lavori meglio e quindi si risponda meglio alle esigenze del Governo regionale. Al di là di questo mi pare molto difficile che io possa entrare, perché è nell'esercizio di un potere discrezionale indicare le ragioni di fondo, dopodiché il dibattito spetta al Consiglio ed è potere del Consiglio, non è nel mio ambito. Per cortesia istituzionale io comunico e do questa motivazione. Al di là di questo, io personalmente non ho altro da dire, ma non ritengo di essere scortese verso il Consiglio. Poi, nel dibattito sulla mozione si può anche ritenere che io sia scortese verso il Consiglio, ma questo mi pare di poter e di dover dire. Quindi non mi sottraggo, do la motivazione. Se volete posso scrivere anche una pagina, ma il succo è sempre quello. Quindi, siccome mi pare di essere una persona seria, questo è il motivo per cui lo dico.

FABIO PISTARELLI. Lei, con questo annuncio ha risposto?

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sostanzialmente, per me sì.

FABIO PISTARELLI. Noi ritenevamo che in un'altra seduta, magari con una breve comunicazione...

PRESIDENTE. Essendoci stata la comunicazione del Presidente con la quale si dà informativa all'aula delle sue decisioni, a questo punto noi possiamo aprire un breve dibattito che, se si dovesse prolungare il Consiglio, quindi i presidenti di gruppo, decideranno in quale sede trattare. Dato che sono le 13,28 credo che sia difficile fare un dibattito questa mattina.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, non so se alle 16 riuscirò ad essere presente o meno. A meno che le strade siano bloccate dalla neve, costringendomi a rimanere qui. Chiedo quindi al Consiglio di valutare insieme a me se farlo nella prossima seduta. Oggi dovrei essere a Roma nel pomeriggio.

PRESIDENTE. C'è un problema di tempi. Il regolamento dice "se il dibattito si prolunga si fissa un'apposita seduta". Siccome sono le 13,30, se il Consiglio vuol fare una serie di brevi interventi possiamo dire che proroghiamo la seduta fino alle 14 e si va avanti. Se invece c'è la necessità di fissare apposita seduta perché il dibattito si prolunga, allora subentra il secondo discorso, quello di fissare un punto specifico all'ordine del giorno.

FABIO PISTARELLI. Possiamo prevedere un primo punto all'ordine del giorno del prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Possiamo fissare un punto al prossimo Consiglio regionale, che preveda le comunicazioni ufficiali del Presidente della Giunta, con il quale apriamo i lavori e successivamente inizia il dibattito. E' chiaro che la Conferenza dei presidenti di gruppo dovrà deliberare le modalità con cui svolgere il dibattito in questo senso.

Interrogazione (Svolgimento): «Finanziamenti della Regione Marche al progetto di ricerca sulla soggettività di genere nelle università marchigiane» Ciccioli (386)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'interrogazione n. 386 del consigliere Ciccioli. Per la Giunta risponde l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Leggo la risposta:
«Il POR della Regione Marche prevede, in coerenza con il Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006 per l'Ob. 3, una misura specifica relativa alla promozione di pari opportunità, soprattutto mirata a migliorare l'accesso e la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, a favorire la conciliazione tra vita lavorativa e vita extra lavorativa per donne e uomini e la partecipazione delle donne alle attività imprenditoriali.
In data 23/2/2001 il Ministro per le Pari Opportunità e il Presidente della Regione Marche hanno sottoscritto un Protocollo d'Intesa che, secondo quanto prevede l'art. 3 del suddetto Protocollo, "impegna le parti a promuovere azioni ed interventi di concerto tra le due Amministrazioni, sia nell'ambito dei programmi sostenuti dai Fondi comunitari che nella programmazione nazionale e regionale, con particolare riguardo ad alcune priorità" (v. comma 1-4-6 dell'allegato).
Nell'ambito delle priorità, le due Amministrazioni promuoveranno progetti pilota ed azioni di sistema comuni, con lo scopo di quanto previsto dal successivo art. 4 (v. all.), per integrare il mainstreaming di genere e l'empowerement femminile.
In data 17/4/2001, La Regione Marche ha sottoscritto una Convenzione con l'Università di Camerino per la realizzazione di una ricerca sulla soggettività di genere nelle università delle Marche. Il lavoro di ricerca, sia sul corpo docente, sia sugli studenti che sulle studentesse, mirato alla conoscenza dei bisogni, delle domande e delle offerte formative del nostro sistema universitario, permette alla Regione di avere una banca dati, comparabile con i dati degli altri paesi d'Europa, perché inserita all'interno della ricerca Eurostudent, che monitorizza ogni tre anni il sistema universitario europeo. Da ciò deriva, per la nostra Regione, la possibilità di dotarsi di uno strumento efficace, moderno, tanto più necessario in questa fase di profondi cambiamenti nell'ordinamento universitario e per una puntuale la programmazione degli interventi, di sua competenza, in materia.
I primi risultati, quanti/qualitativi, che emergono dai rapporti presentati, ci confermano della giustezza della scelta fatta e nella necessità di proseguire nel lavoro che i dati ci consegnano.
In data 22/5/2001, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione Marche e l'Università di Camerino, sottoscrivono un Protocollo d'Intesa per la realizzazione di un Progetto di ricerca e formazione sulla soggettività di genere nelle università marchigiane, denominato "UNIDIVERSITA'. E' questo, uno strumento attuativo del Protocollo, del dicembre 1999, tra il Ministro per le Pari Opportunità e la Conferenza dei Rettori delle Università italiane, che mira a "realizzare corsi di studio (laurea, laurea specialistica, dottorato di ricerca), anche mediante il concorso di più facoltà o più università, indirizzati a soddisfare le esigenze di formazione di base e specialistica nel settore degli studi di genere e delle culture delle differenze, nonché le esigenze di nuove professionalità, con particolare riguardo al settore innovativo degli studi e delle politiche di pari opportunità".
"UNIDIVERSITA", primo e, fino a questo momento, unico progetto in Italia, con le sue caratteristiche, si sostanzia dei seguenti obbiettivi: interviene sull'intero sistema universitario delle Marche; si sviluppa nell'arco di cinque anni; prevede il monitoraggio della sperimentazione, per verificarne l'efficacia; attua una metodologia di lavoro interdisciplinare, interattiva ed orizzontale, rivolta alla popolazione studentesca e docente, sia maschile, sia femminile; promuove, valorizza e rafforza la comunicazione, lo scambio, la collaborazione tra le esperienze didattiche e formative ed il territorio e la capacità di lettura critica dei processi socio-economici che al suo interno si manifestano. La collaborazione con la Commissione regionale per le P.O. è uno strumento per costruire un'efficace sinergia tra i rispettivi ambiti di lavoro, sostanziata dall'attiva partecipazione della medesima ai gruppi di ateneo ed alle attività del Comitato scientifico, oltre che alla condivisione delle iniziative di promozione del progetto.
L'interesse scientifico e le attese sono notevoli, come dimostrano i numerosi contatti (oltre l600 dal 7 agosto 2001) ricevuti tramite la pagina web, appositamente predisposta e contenuta nel sito dell'Università di Camerino, le disponibilità a collaborare, da parte di alcune decine di docenti, delle quattro università marchigiane, che stanno formando una rete regionale, con la costituzione di gruppi d'ateneo e, da ultimo, la sollecitazione ad entrare nel progetto Athena 2, coordinato dall'Universita di Utrecht, ateneo capofila in Europa. Il Comitato scientifico di UNIDIVERSITA' ha deciso di aderire al progetto europeo e, da gennaio 2002, le università delle Marche potranno, anche per questa via, rafforzare gli scambi culturali e scientifici, con evidenti benefici sia per i/le docenti, sia per gli/le studenti.
Il progetto ha una previsione di budget di £.1.723.000.000, per la durata complessiva di cinque anni, di cui: £. 200.000.000, per le attività di ricerca (aprile 2001-aprile 2002), cofinanziati dalla Regione Marche e dal F.S.E (Ob. 3 Asse E/1); £.445.000.000, per lo studio di fattibilità, la verifica dei risultati e la rimodulazione dell'offerta formativa universitaria, cofinanziati dal Ministero per le P.O. e F.S.E., nell'ambito PON "Azioni di sistema" Ob. 3 2000-2006, a titolarità del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Praticamente, un anno finanzia la Regione Marche, un anno finanzia il Ministero per le pari opportunità. Inoltre, da ripartire fra noi e il Ministero le £.1.078.000.000, non finanziate. ma necessarie per i tre anni di sperimentazione delle nuove attività formative. Ai finanziamenti potranno accedere le università delle Marche che parteciperanno ai bandi per la realizzazione dei progetti previsti dal piano di fattibilità.
A tutt'oggi risulta accreditato, all'Università di Camerino, soltanto il 25% dei 200 milioni previsti dalla Convenzione con la Regione Marche, pari a £.50.000.000, IVA inclusa.
Infine, si precisa che nessuna componente il Comitato scientifico fa parte della Commissione regionale per le Pari Opportunità, mentre è invitata a parteciparvi la Consigliera regionale di Parità.
Le attività di ricerca, che hanno prodotto i primi rapporti presentati il 6 dicembre ad Ancona presso la facoltà di economia e commercio, hanno coinvolto fin qui giovani ricercatrici disoccupate, coordinate da docenti delle quattro università componenti il comitato scientifico e hanno coinvolto tutti gli atenei nazionali.»
Se il consigliere Ciccioli ha piacere, potremo direttamente fornirgli questa ricca documentazione. E' molto voluminosa perché si è lavorato tanto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Ho ascoltato la risposta all'interrogazione che, devo dire, è molto ricca e integrativa. Oggi vengono coniati nuovi termini di "euroscettico", "euroentusiasta", in questo caso io sono "europerplesso", perché 1.700 milioni per questo studio di asimmetrie e diseguaglianza tra uomini e donne mi sembrano una cosa esagerata. Capisco che si tratta di vedere quali sono le linee di tendenza, perché uno va in una facoltà invece che in un'altra, perché uno frequenta determinati centri invece che altri, perché uno segue determinati corsi di studio invece che altri. In linea di massima può essere interessante, ma se guardiamo all'università di Camerino vediamo che l'istituto di biologia piange, che due o tre filoni importantissimi di ricerca scientifica biologica veramente importanti, che potrebbero far fare passi avanti addirittura all'università italiana vengono bloccati perché mancano 130 milioni di risorse, e poi diamo per questo studio 1.700 milioni, per quanto abbia uno spessore sociologico mi lascia perplesso.
Non voglio entrare di nuovo in polemica, però sottolineo che, pur trattandosi di fondi europei — in Commissione a suo tempo mi è stato detto "i fondi non sono della Regione, se non in minima parte" — sono comunque soldi pubblici, soldi che l'Italia versa alla Commissione europea e che l'Europa redistribuisce secondo i vari filoni. In questo caso, questo filone mi lascia molto perplesso. Non voglio negare che sarà opportuno fare una pubblicazione per analizzare le tendenze delle asimmetrie e diseguaglianza di genere tra uomini e donne, ma a me sembra esagerato questo aspetto di frattura fra uomini e donne; a me sembra che sempre di più c'è un'integrazione forte, con tendenze sollecitate di volta in volta da aspetti sociali, aspetti economici, aspetti culturali e via di seguito che sicuramente vanno analizzati e approfonditi, ma un investimento di 1.700 milioni per questa roba mi sembra veramente che grida vendetta rispetto al non investimento di 130 milioni per una ricerca sulle cellule neoplastiche che è bloccata perché non ci sono 130 milioni. Credo che esistano delle valutazioni, delle esigenze, delle priorità e su queste priorità non porto questa ricerca, ne porto altre. Senza togliere che sarebbe opportuno dare quattro borse di studio di 25 milioni a quattro giovani ricercatori universitari che imparano a fare ricerca e poi fanno un'analisi sociologica su questa cosa. Ma un conto è una spesa contenuta, un conto questa spesa così significativa, anche se distribuita in cinque anni. Per l'anno in corso vi sono 445 milioni. I soldi pubblici non sono di nessuno ma sono di tutti, quindi andrebbero spesi, secondo me, con oculatezza. Lo dico anche ai docenti universitari che, qualche volta, secondo me sono contenitori di scienza ma forse peccano di essere contenitori di buon senso.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.


La seduta è sospesa alle 13,40