Resoconto seduta n. 72 del 16/01/2002
La seduta riprende alle 16,15



Interrogazione (Decadenza): «Sentenza giudice del lavoro tribunale di Fermo condanna Asl 11» Romagnoli (259)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 259 del consigliere Romagnoli.
Non essendo presente il consigliere Romagnoli, l’interrogazione decade. Non decade invece la successiva interrogazione n. 260 in quanto non è pronta la risposta.



Interrogazione (Svolgimento): «Declassamento vini doc Falerio e Rosso Piceno» Castelli (267)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 267 del consigliere Castelli.
Risponde, per la Giunta, il Vicepresidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Do lettura della risposta: «Con decreto 22.09.97 è stato modificato il disciplinare di produzione del vino D.O.C. "Rosso Piceno" e "Rosso Piceno Superiore" al fine di migliorare le caratteristiche organolettiche dei due vini. Le modifiche hanno riguardato fra l'altro la composizione dei vitigni, in particolare Sangiovese e Montepulciano, le cui percentuali di utilizzo sono state variate.
L'art. 3 del decreto di riconoscimento concedeva tre anni di tempo per adeguare gli impianti al nuovo disciplinare. Lo stesso art. 3, comma 2° stabiliva che allo scadere di detto periodo transitorio i vigneti saranno cancellati d'ufficio dal rispettivo albo, qualora i produttori interessati non avessero provveduto ad apportare a detti vigneti le modifiche necessarie.
Parimenti, con decreto 5/9/97 è stato modificato il disciplinare di produzione del vino DOC "Falerio dei Colli Ascolani" sempre al fine di conseguire un prodotto con migliori caratteristiche qualitative.
Si precisa che all'anno 1999, la superficie iscritta all'albo dei vigneti DOC "Rosso Piceno" ammontava ad ettari 2.592, per una produzione potenziale di vino DOC pari ad ettolitri 181.000, mentre la superficie iscritta all'albo del "Falerio" ammontava ad ettari 587 per una produzione potenziale di vino DOC pari ad ettolitri 53.500.
Dai dati forniti dai Servizi Decentrati Agricoltura e Alimentazione emerge che solo una modesta percentuale dei viticoltori iscritti agli albi hanno adeguato i loro impianti (circa 450 ettari per il Rosso Piceno e circa 130 ettari per il Falerio) e di conseguenza i due vini rischiano seriamente la scomparsa o comunque un brusco ridimensionamento con un inevitabile danno di immagine per l'intero settore vitivinicolo marchigiano che negli ultimi anni ha conseguito ambiti riconoscimenti.
Le cause del mancato adeguamento degli impianti sono da ricondurre principalmente a difficoltà finanziarie delle aziende costrette a dover ristrutturare i loro vigneti in soli tre anni di tempo mentre dapprima il Ministero aveva sempre concesso una proroga di sette anni. Per di più i costi di impianto di un vigneto sono oggi lievitati e superano anche i 50 milioni l 'ettaro.
L'Assessorato all'Agricoltura della Regione si è fatto portavoce delle difficoltà dei produttori vitivinicoli ed assieme alle Associazioni, Vitivinicole ha predisposto un nuovo disciplinare di produzione, sia per il vino DOC "Falerio" che per il "Rosso Piceno".
La Regione ha fatto proprie le richieste di modifica pervenute dalle Associazioni con due distinte delibere di Giunta, la D.G.R n. 1040/01 e la 1041/01, ed ha trasmesso gli atti al Comitato Nazionale Vini DOC presso il Ministero delle Politiche Agricole cui compete il riconoscimento ufficiale della modifica dei disciplinari dei vini a DOC.
Le modifiche proposte consentono da un lato di salvaguardare quei produttori che si sono votati alla qualità adeguando i loro impianti, dall'altro consentono a coloro che non si sono adeguati di poter produrre sempre vino DOC, ma con nuove tipologie.
Questo Assessorato, consapevole del fatto che l'iter burocratico per l'accoglimento delle richieste di modifica dei disciplinari è alquanto lungo e complesso, ha fatto presente al Ministero la gravità del problema ed ha chiesto allo stesso di adottare una procedura di urgenza
Inoltre il Servizio Agricoltura della Regione, d'intesa con le Camere di Commercio di Ascoli Piceno, Ancona e Macerata, ha elaborato una circolare con lo scopo di semplificare la reiscrizione, anche parziale, dei vigneti che allo scadere della proroga triennale non avevano effettuato l'adeguamento degli impianti.
Il Servizio Agricoltura ha chiesto perciò la massima collaborazione alle Camere di Commercio, ai Consorzi di tutela ed ai rappresentanti dei produttori affinché nella regione si possa continuare a produrre e vendere Rosso Piceno e Falerio dei Colli Ascolani oltre che ad incrementare il livello qualitativo di questi ottimi vini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. La Giunta e l’assessore in particolare hanno sostanzialmente condiviso la bontà delle argomentazioni che avevo inserito nell’interrogazione, che per l’appunto traeva spunto da una situazione davvero grottesca che si era in qualche modo andata a definire. I nostri produttori non erano messi in grado, per l’esiguità del tempo concesso loro ai fini della modifica dei vigneti, di poter provvedere e si erano trovati nella non possibilità poter iscrivere i propri vigneti ai fini della produzione di Falerio e Rosso Piceno doc. E’ una situazione estremamente grave che; bisogna darne atto all’assessore all’agricoltura, si è cercato di affrontare con la giusta forza e determinazione. Spero che anche da parte del gruppo politico che rappresento ci possa essere una forte sensibilità affinché l’iter di modifica del disciplinare possa essere rapidamente concluso. Quindi non posso che ritenermi soddisfatto, anche perché le premesse che indicavo nella mia interrogazione sono state sostanzialmente condivise. Va da sé che questa situazione, anche da parte della Regione dovrà essere ulteriormente seguita, in maniera tale che, con uno sforzo comune, si possano rapidamente ridefinire i codici dei disciplinari dei vini, che comunque rappresentano una importante voce dell’economa e anche, se vogliamo, della tradizione economica, in particolare della provincia di Ascoli Piceno.




Interrogazione (Svolgimento): «Situazione economica e finanziaria della Regione Marche che emerge dalla proposta di legge n. 68 ad iniziativa della Giunta regionale “Approvazione del rendiconto generale dell’Amministrazione per l’anno 2000» Ceroni (297)
Interrogazione (Decadenza) «Situazione debitoria dell’ente Regione Marche» Favia (185)


PRESIDENTE. Per quanto riguarda l’interrogazione n. 268 è stato chiesto il rinvio da parte del Presidente; per la 272 manca la risposta, per la 286 manca la risposta.
L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 297 del consigliere Ceroni e l’interrogazione n. 185 del consigliere Favia, che sono abbinate. Non essendo presente il consigliere Favia, la n. 185 decade.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. La risposta, fornisce solo le informazioni inerenti la sanità, conseguentemente non vengono trattati gli argomenti relativi al bilancio regionale e non si approfondiscono le questioni legate a scelte della Giunta regionale la cui discussione è ancora in corso:
Relativamente al punto 2, il deficit della sanità fino all’anno 1999 trova copertura con oneri a carico del bilancio dello Stato e, per la parte residua, mediante accensione di un mutuo di 250 miliardi già previsto nella legge regionale 7.5.2001, n. 11 (legge finanziaria 2001).
La proposta ministeriale della quota spettante alle Marche non è a tutt’oggi nota, tuttavia risulta che il Ministero dell’economia e delle finanze ha predisposto un documento in cui individua criteri di massima che andranno valutati e discussi ai fini dell’intesa prevista in sede di Conferenza Stato-Regioni.
Per quanto riguarda il punto 4, il deficit della sanità fino all’anno 2000 non può trovare riscontro nel bilancio di previsione 2001, in quanto i tempi previsti dalle leggi per la predisposizione di tali documenti non sono coincidenti.
Il bilancio di previsione regionale viene predisposto molto in anticipo rispetto alle scadenze previste per le aziende sanitarie dalla legge 47/1996 per la predisposizione dei bilanci consuntivi. Anche per il deficit dell’anno 2000 è prevista la copertura con oneri a carico dello Stato, che ad oggi si stima siano pari a 76 miliardi e la restante quota sarà posta a carico del bilancio regionale mediante mutuo.
Questa è la risposta predisposta all’interrogazione n. 297 a firma del consigliere Remigio Ceroni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. E’ una risposta preparata, però sarebbe stato utile avere la somma di queste cifre, visto che ormai siamo in grado di dire qual è il deficit della sanità del 1999, qual è quello del 200 e qual è quello del 2001. Sommando i deficit della sanità degli ultimi tre anni con quelli dell’extra sanità avremmo potuto conoscere se è vero che siamo arrivati quasi a quota 3.000 miliardi, perché la manovra che abbiamo approvato prima di natale è servita in parte ad evitare che si arrivasse a 3.000 miliardi: 250 miliardi di quella manovra servono per coprire il deficit della sanità per l’anno 2001, quindi se facciamo i conti al 31 dicembre 2001 questa Regione è stata in grado di produrre quasi 3.000 miliardi di deficit. Mi dispiace che la risposta arrivi così in ritardo, perché dal gruppo di Forza Italia avremmo potuto suggerire alla maggioranza di prendere alcune iniziative specialmente nel settore della sanità ma anche negli altri settori.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 343 del consigliere Favia decade in quanto è assente lo stesso consigliere. Per quanto riguarda invece le interrogazioni n. 335, 396, 398 e 400 manca la risposta.



Interpellanza (Svolgimento): «Nomina direttore sanitario della Asl n. 12 di San Benedetto del Tronto» Castelli (28)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 28 del consigliere Castelli, che ha la parola per illustrarla.

Guido CASTELLI. L’interpellanza trae spunto da una vicenda che riguarda la Asl 12 di San Benedetto del Tronto. In particolare, il 15 gennaio 2001 sono state rassegnate da parte del dott. Persiani le dimissioni dall’incarico che precedentemente aveva rivestito di direttore sanitario della Asl stessa. Successivamente sono state formulate delle candidature, in particolare è risultato vincitore un soggetto che, come attestato dal proprio curriculum posto a fondamento della candidatura, indicava una esperienza di dirigente di primo livello maturata attraverso la Asl n. 2 del Piemonte dall’1.1.1997 al 31.1.2000 e successivamente un’esperienza di dirigente di secondo livello, sempre presso la Asl n. 2 del Piemonte, a far data dall’1.2.2.2000.
Ho ricordato queste date per un semplicissimo motivo: l’art. 3, comma 7 del D. Lgs. 502 del 1992 prescrive che per l’assunzione dell’incarico di direttore generale di una Asl è condizione necessaria l’aver svolto per almeno cinque anni qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria in enti o strutture sanitarie pubbliche o private di media o grande dimensione.
Dalla lettura del curriculum che poi è risultato assegnatario dell’incarico a me non sembra che possa valutarsi sussistente a beneficio dell’aspirante quel periodo di esperienza quinquennale. Ripeto, un semplicissimo calcolo consente di dire che questa esperienza significativa non ha superato quel termine quinquennale, sicché il senso dell’interpellanza è proprio quello di ottenere un parere, un’opinione, un intervento, se possibile, da parte della Giunta regionale relativamente alla validità, che io sostengo e credo essere insussistente, di una nomina che è stata adottata dalla dirigenza sanitaria della Asl 12 in evidente violazione dell’art. 3, comma 7 del D. Lgs. 502 del 1992. E’ noto come proprio in questi ultimi tempi si sono addensate parecchie nubi sull’operatività della Asl 12 di San Benedetto, non è sicuramente questa la sede per poter argomentare al riguardo, ma certo è che anche questo tipo di operazioni, anche queste attività si inscrivono in una più generale e condivisa valutazione di insufficienza che, ripeto, è stata oggetto di valutazione anche da parte della Giunta regionale la quale si appresta nei prossimi mesi a passare in rassegna quelle che sono state le esperienze dei diversi direttori generali delle Asl, che per l’appunto al proprio interno hanno prodotto, spesso e volentieri, soluzioni e situazioni ai limiti del rispetto della legge o contro la legge, come nel caso che ho appena esposto, che indubbiamente hanno determinato un senso di sfiducia e di disorientamento anche da parte degli operatori della sanità che, anche in occasione delle vicende relative alle dimissioni del direttore sanitario della Asl, si sono concentrate e se possibile rafforzate. Quindi chiedo che la Giunta regionale valuti e soprattutto risponda in ordine ai quesiti appena posti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Vicepresidente Spacca.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. «Il Consigliere Castelli, con l'interpellanza n.28/01, richiamato l’art. 3, comma 7, del D. Lgs. n. 502/92 che prescrive come requisito per il conferimento dell'incarico di Direttore sanitario di una Azienda Sanitaria "l'avere svolto per almeno 5 anni qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria in enti o strutture sanitarie, pubbliche o private, di media o grande dimensione", sostiene che la nomina dell'attuale Direttore Sanitario della ASL. n. 12 di S. Benedetto del T. sarebbe avvenuta senza il rispetto dei suddetti requisiti e conseguentemente intende sapere se il Presidente della Giunta Regionale 1. ritenga valida, e per quali motivi, la nomina del nuovo Direttore Sanitario della ASL. n. l2 avvenuta in data 15.01.2001; 2. Quali iniziative intenda assumere presso la Direzione della ASL. n. l2 per ovviare alla problematica appena descritta.
Al riguardo, occorre innanzitutto precisare che la nomina del Direttore Sanitario rientra nell'ambito delle competenze esclusive del Direttore Generale al quale, ai sensi di legge, fa capo ogni conseguente responsabilità in merito.
Ad ogni buon conto, sulla base di quanto rappresentato nella interpellanza in oggetto, il Servizio Sanità ha provveduto a richiedere all'Azienda USL. n. l2 ogni opportuno chiarimento.
In proposito il Direttore Generale della suddetta Azienda, con nota del 15 gennaio u.s., nel trasmettere copia del curriculum della Dott.ssa Mara FANI' ha precisato quanto segue: "dal curriculum presentato dalla Dott.ssa Mara Fanì risulta che ha svolto funzioni di responsabile di servizio di unità operativa autonoma presso la USSL n. 27 di Ciriè, confluita per accorpamento nell'AUSL. N.6 (Ciriè) nei periodi di seguito riportati: dal 24/01/1991 al 31/12/1994, anni 3 mesi 11; dal 01/09/1997 al 31/01/2000, anni 2 mesi 5; dal 01/02/2000 al 15/12/2000, anni 0 mesi 10. Totale anni 7 mesi 2.
Quindi risultano rispettate le prescrizioni dettate dall'art. 3, comma 7, D.Lgs. 502/92, e successive modifiche ed integrazioni.
Risulta, peraltro, rispettata anche la condizione della Specializzazione in Igiene e Sanità Pubblica in quanto la Dott.ssa Fanì ha conseguito nell'anno 1988 presso l'Università di Torino la specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva con orientamento in Sanità Pubblica, con il massimo dei voti e lode, e nell'anno 1994 la specializzazione in Sicurezza Sociale e Organizzazione Sanitaria presso l'Università di Siena con il massimo dei voti e lode.
Alla luce di quanto sopra esposto e per le suddette motivazioni, si ritiene dunque . che la nomina del nuovo Direttore Sanitario della Azienda USL. n. l2 debba essere ritenuta valida».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. Parlare di fatti che riguardano le singole persone è sempre fastidioso, anzi siamo ai limiti delle valutazioni da farsi a porte chiuse, però non è, evidentemente, un motivo di acrimonia nei confronti del singolo soggetto ad ispirare una valutazione che non può portarmi ad essere consenziente rispetto alla valutazione che non ho ben capito se è espressa dalla Giunta o è stata semplicemente riferita dalla Giunta come relata refero della nota del dott. Angelone.
La realtà è molto semplice: può rinvenirsi il requisito della direzione tecnico-sanitaria, come dice pure il dott. Angelone, nell’avere svolto responsabilità di unità operativa? A mio modo di vedere non è e non può essere così. Non so se è il caso di esprimersi in termini di giurisprudenza consolidata, certo è che gli organigrammi e le articolazioni organizzative del servizio sanitario nazionale prevedono ruoli di dirigenza di primo e di secondo livello relativamente ad organismi che la dott.ssa in questione ha in qualche modo gestito e assunto come responsabilità per periodi inferiori al quinquennio. Sicché il problema si sposta squisitamente sul profilo formale e giuridico, sulla possibilità di riconoscere e di qualificare come attività di direzione tecnico-sanitaria proprio nell’unità operativa. Oggi prendiamo atto del fatto che secondo la Giunta regionale l’unità operativa è organo, articolazione della struttura sanitaria sufficiente a far riconoscere il grado, il ruolo di alta direzione tecnico-sanitaria.
Io credo che così non sia: nell’articolazione delle Asl anche le stesse direzioni di primo livello, probabilmente, per il grado di ridotto margine di autonomia non possono essere considerate e valutate alla stregua delle caratteristiche richieste dall’art; 3, comma 7 del D. Lgs. 592 e devo dire anche un’altra cosa. Noi ci approssimiamo alla rivisitazione, ove ritenuto necessario, degli incarichi aziendali delle Asl: ove fosse ritenuto sufficiente, ai fini del curriculum, ciò che è stato ritenuto sufficiente nella Asl di San Benedetto, a mio modo di vedere apriremmo comunque un varco abbastanza preoccupante per quanto riguarda la specializzazione, l’attendibilità manageriale degli stessi incarichi di direzione.
Pertanto, oltre che ritenermi assolutamente insoddisfatto della risposta proprio perché sono convinto dell’insufficienza dell’incarico di responsabile di unità operativa ai fini di quanto richiesto dall’art. 3 del D. Lgs., sono insoddisfatto anche perché, nella stagione dei rinnovi degli incarichi prendiamo atto del fatto che oggi la Giunta, in qualche modo ha validato un criterio che ne fa un unicuum in tutto il territorio nazionale, nel senso che l’unità operativa, in quanto tale è stata oggi fatta assurgere ad articolazione la cui esperienza è sufficiente per l’assunzione degli incarichi. Credo che non sia solo sbagliato ma sia anche assolutamente sconveniente infrangere, o comunque logorare il profilo di professionalità che deve essere richiesto per le direzioni sanitarie, quindi non posso che auspicare che il caso della Asl 12 rimanga episodico e che invece le successive nomine si ispirino, più convenientemente e più razionalmente, a dei criteri di professionalità. La persona è degnissima, bravissima e non voglio in questa sede opinare circa le qualità professionali e scientifiche del soggetto. Parlando invece di metodo non posso che ritenermi sconcertato, oltre che insoddisfatto, della circostanza che, ripeto, vede i direttori generali delle Asl gestire nomine importanti come quelle dei direttori amministrativi e sanitari, con quella che io non esito a definire una disinvoltura che, probabilmente, faremmo bene tutti quanti, in tempi di richiesta di specializzazione e razionalizzazione della spesa sanitaria, a fugare come anche semplice tentazione, nel giro di nomine che dovrà avviarsi nel giugno di questo anno.



Interpellanza (Svolgimento): «Completamento e adeguamento ospedale di Fermo» Ceroni (40)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 40 del consigliere Ceroni, che ha la parola per illustrarla.

Remigio CERONI. Rinuncio ad illustrarla.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, il Vicepresidente Spacca.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. «In riferimento all'interpellanza emarginata si espone quanto segue.
1. Come correttamente richiamato nella premessa, in data 18.09.2001 la Giunta Regionale ha approvato l'aggiornamento dello Studio di fattibilità per il completamento e adeguamento dell'Ospedale di Fermo unitamente al progetto preliminare del 5° stralcio. Tale aggiornamento si è reso necessario per rendere il complesso ospedaliero il più possibile conforme agli attuali criteri organizzativo-funzionali dell'attività ospedaliera (basti pensare alla dipartimentalizzazione, all'organizzazione dell'emergenza, alla predisposizione dei diversi percorsi, al mutato quadro di riferimento infrastrutturale con particolare riguardo alla viabilità, al rispetto dei requisiti minimi strutturali organizzativi varati nel gennaio 1997 e ulteriormente modificati dalla recente legge regionale in merito all'autorizzazione e all'accreditamento delle strutture sanitarie, ecc.) nonché per garantire un'opportuna sinergia tra le diverse linee di finanziamento, diversificate per destinazione ed obiettivi, che nel tempo erano venute attivandosi (finanziamenti relativi a: art. 20 L. 67/88, art. 2 L. 135/90, A.A. 261/99 per interventi di messa in sicurezza della rete ospedaliera). Il ripensamento della struttura benché opportuno e sicuramente motivato, ha comportato una rilevante attività che, già abbozzato in grandi linee al momento in cui è stato predisposto l'Accordo di Programma - sottoscritto in data 28 giugno 2000 - si è protratta per alcuni mesi successivi. Ulteriori cause di ritardo sono ragionevolmente da imputarsi sia ad un effetto domino di ritardi dovuti alla concreta interconnessione tra i diversi interventi localizzati nel complesso ospedaliero, sia alle comprensibili difficoltà che si vengono a creare operando su una struttura sanitaria funzionante.
2. Non sono riscontrabili difficoltà nell'utilizzo delle risorse sia da parte dello Stato sia da parte della Regione dal momento che l'allora Ministero del Bilancio, sottoscrivendo l'Accordo di Programma, si è impegnato a rendere disponibili le risorse così come ripartite nei diversi esercizi finanziari di vigenza dell'Accordo stesso. Per quanto riguarda le risorse regionali esse vengono impegnate, secondo quanto previsto dalle procedure, nel momento in cui vengono approvati i progetti esecutivi; ad oggi non si è verificato alcun caso di impossibilità di avvio degli interventi per carenza dei finanziamenti previsti. Per quanto attiene, infine, alle responsabilità attribuibili al Direttore generale - così come citate con riferimento al punto 2 del dispositivo della DGR n. 410/2000 - si precisa che - come previsto dalla normativa vigente - anche l'attività svolta dal medesimo Direttore, in ordine al perseguimento degli obiettivi di investimento, è stata assoggettata alla valutazione così come previsto dalla DGR n. 537/00 con la quale è stato nominato.
3. In merito alla futura tempistica dei lavori relativi al 5°, 6° e 7° stralcio dell'Ospedale alla luce delle riunioni avvenute con l'Azienda ed in considerazione dei prevedibili tempi tecnici, per lo più incomprimibili, ad oggi il quadro di riferimento si può prevedere come segue: per il 5° stralcio il progetto definitivo potrebbe essere disponibile entro il prossimo mese di aprile; trattandosi di appalto integrato l'avvio della procedura di finanziamento avverrà in base al progetto definitivo in quanto la redazione dell'esecutivo è a carico della ditta aggiudicataria; per il 6° stralcio il progetto esecutivo potrà essere disponibile entro il gennaio 2003; per il 7° stralcio il progetto esecutivo potrà essere disponibile entro il dicembre 2003».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Remigio CERONI. Sono parzialmente soddisfatto. Innanzitutto sottolineo che se la Giunta regionale desse risposte in tempi più rapidi alle interpellanze dell’opposizione, sicuramente in questo Consiglio ci potrebbe essere un rapporto diverso. Questa interpellanza è stata fatta a settembre e prendo atto che l’assessore risponde con coraggio facendo chiaramente capire che non ci sono responsabilità da parte del Governo nell’attribuzione delle risorse, né ci sono responsabilità da parte della Regione in quanto, come previsto dall’accordo di programma, le risorse sono immediatamente spendibili non appena i progetti esecutivi sono approvati.
Voi sapete che la sanità del fermano si trova in grande difficoltà. Non c’è alcuna altra Asl delle Marche che si trovi in questa situazione, qui siamo a una mobilità quasi vicina al 50%: su 31.000 persone che hanno bisogno di ricoverarsi in ospedale, ben 13.500 si ricoverano in altre Asl. Significa che la fiducia che i cittadini del fermano hanno rispetto alla Asl è al minimo: ben 70 miliardi di lire vengono pagati dalla Asl di Fermo per le prestazioni di cui i cittadini usufruiscono in altre Asl. Questo deriva probabilmente da una serie di cause, ma quello che mi interessava sottolineare è il fatto che anche la struttura ha la sua parte: l’ospedale è un cantiere da 25 anni e per accedervi si entra non dal pianoterra ma dal primo piano; è difficile parcheggiare l’auto; dove si sommano alla scarsa credibilità dell’ospedale stesso anche le difficoltà logistiche.
E’ importante, nel momento in cui ci sono le risorse — perché ci sono 19 miliardi fermi che possono essere utilizzati per completare la struttura — che questi progetti vadano avanti. Purtroppo, emerge anche dalla risposta che il quinto stralcio di questo progetto di completamento doveva essere disponibile già per la primavera del 2000, siamo arrivati al 2002 e manca ancora il progetto esecutivo. D’altra parte questo ritarda anche il sesto e settimo stralcio.
La mia insoddisfazione deriva dal fatto che mi pare che un progetto di 6-7 miliardi non può avere necessità di un anno e mezzo per essere preparato. Quando c’è un progettista che conosce la struttura, che ha già i rilievi fatti perché sta lavorando su questo progetto, mi sembrano un po’ troppi 4 mesi di tempo per fare un progetto di 5-6 miliardi. Solleciterò il commissario provvisorio della Asl di Fermo, perché probabilmente anche a causa di questa incapacità a produrre il progetto esecutivo c’è stato l’esonero (qui viene detto chiaramente che la responsabilità del direttore è stata sottoposta a valutazione ed è risultato che il commissario straordinario non è stato confermato) e non è possibile aspettare dicembre 2003 per fare il settimo stralcio dobbiamo assolutamente accelerare i tempi, visto che i progetti sono già disponibili, per rendere l’ospedale operante.
Chiederò poi all’assessore di farsi carico di questo problema perché la sanità del fermano non può assolutamente attendere.



Interpellanza (Svolgimento): «Rideterminazione dei criteri per l’assegnazione dei contributi a sostegno dei privati danneggiati dall’alluvione del 9.7.1999 — zona di Montegiorgio e altri comuni» Massi Gentiloni Silveri (29)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 29 del consigliere Massi. Dato che l’interpellante rinuncia all’illustrazione, per la Giunta risponde il Vicepresidente Spacca.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. «La commissione nominata con la DGR n.362/00, con la decisione assunta nella seduta del 6 aprile 2000, stabiliva che le amministrazioni richiedessero ai soggetti danneggiati la documentazione comprovante l'entità del danno subito al solo scopo di quantificare l'importo del contributo assegnabile ai singoli soggetti.
Una volta definiti gli importi dei singoli contributi (Delibera G.R. n. 2104/00), tutti i comuni, e quindi anche il comune di Montegiorgio, nel mese di giugno 2000 hanno comunicato a tutti i soggetti l'ammissione al contributo e la necessità di presentare idonea documentazione, atta a comprovare l'effettuazione della spesa, e quindi l'erogazione del contributo stesso.
La presentazione della documentazione di spesa è quindi richiesta solo per la erogazione del contributo, che avviene in tempi rapidi.
Tutti i beneficiari sono stati messi in condizione di effettuare le riparazioni e/o gli acquisti in un periodo di sei mesi dopo la comunicazione di ammissione a contributo e quindi anche soggetti indigenti, sulla base del credito costituito dalla comunicazione di ammissione al contributo stesso, avrebbero avuto modo di ripristinare i beni danneggiati.
L'erogazione del contributo a fronte della sola quantificazione del danno subito non è giuridicamente possibile in quanto ricadrebbe non sotto la fattispecie di contributo per favorire un rapido ripristino delle normali condizioni di vita, ma sotto quella del semplice ristoro del danno, che non risponde alla lettera ed allo spirito dell'ordinanza».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Sono soddisfatto della risposta.



Interpellanza (Svolgimento): «CERMIS Centro ricerca e sperimentazione per il miglioramento vegetale — drastica diminuzione delle entrate per l’anno 2001» Massi Gentiloni Silveri (30)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 30 del consigliere Massi. Ha la parola, per la risposta, il Vicepresidente Spacca.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. «La L.R. 37/99 che disciplina i Servizi di Sviluppo del sistema agroalimentare, prevede il sostegno attraverso specifici finanziamenti delle attività di assistenza tecnica e di ricerca attraverso un programma annuale dove stabilire appositi criteri di selezione dei progetti da attuare e da sottoporre al parere del Consiglio Regionale.
Per quanto riguarda il settore della ricerca e sperimentazione la DGR, che è attualmente all'esame del Consiglio Regionale, prevede la presentazione da parte dell'ASSAM di un progetto unitario di sperimentazione agricola che raccolga e coordini le attività sperimentali dei vari enti che, in continuità con il passato, fino ad oggi si sono occupati di attuare nella Regione Marche come il Cermis la sperimentazione nel campo agroalimentare.
Per la ricerca invece la stessa DGR prevede la presentazione di progetti secondo uno specifico bando pubblico, nel rispetto delle norme europee. Al bando potranno prendere parte tutti gli Enti di ricerca compreso il Cermis, per l'attuazione di attività su specifiche tematiche con la partecipazione ed il cofinanziamento di privati.
Con molta probabilità se la DGR di cui sopra sarà licenziata dal Consiglio entro giugno i progetti sia sperimentali sia di ricerca potranno essere presentati entro il mese di agosto. In ogni caso per i progetti ammessi è previsto il riconoscimento delle spese dal 1 gennaio 2001.
Si ricorda che nel bilancio regionale del 2001 per le attività di R e S sono previsti 800 milioni che la DGR ripartisce al 50% per le due tipologie, mentre nel 2000 il bilancio prevedeva. 1000 milioni poi aumentati a 1.200 milioni con l’assestamento di bilancio».

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per dichiararsi soddisfatto o meno.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non ho capito se nel frattempo quella delibera è stata presa, dalla Giunta.

Gian mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. E’ un atto amministrativo che deve essere portato all’approvazione del Consiglio per la sua esecutività.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Sono soddisfatto.



Interpellanza (Svolgimento): «Autorizzazioni regionali per l’insediamento di impianti per la produzione di energia eolica» Massi e Viventi (38)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 38 dei consiglieri Massi e Viventi.
Ha la parola, per illustrare l’interpellanza, il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. L’interpellanza è stata dettata dalla necessità di chiarire l’orientamento della Regione in merito alle autorizzazioni alla installazione degli impianti di energia eolica. In alcuni territori dell’entroterra marchigiano, alcuni insediamenti hanno avuto forti difficoltà ad ottenere l’autorizzazione e soprattutto gli ostacoli sono stati di tipo urbanistico, cioè i richiedenti si sono sentiti replicare che l’attuale normativa urbanistica, il Ppar in particolare, impedisce questo tipo di installazione. La contraddizione sta nel fatto che abbiamo sempre considerato l’energia eolica un’energia pulita ed alternativa, e al momento in cui anche il piano energetico nazionale dà direttive precise per quanto riguarda l’installazione di questo tipo di impianti per produrre almeno il 6% di energia sul territorio nazionale, la Regione non facilita questo tipo di impianti.
Questi impianti potrebbero effettivamente turbare la visione di un certo paesaggio però è chiaro che se parliamo di salute e di pulizia dell’ambiente, questa è un’energia che anche le stesse associazioni ambientaliste hanno sempre sostenuto e sollecitato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’assessore Ottaviani.

Roberto OTTAVIANI. Ringrazio il consigliere Massi perché mi dà l’opportunità di dire cosa stiamo facendo, come Regione. Siamo una delle prime Regioni che ha affrontato questo problema in maniera organica, come ci è stato riconosciuto anche in un recente incontro avuto presso il Ministero dell’ambiente insieme con gli altri Ministeri competenti.
Leggo la risposta: «La responsabilità dei procedimenti di autorizzazione all'installazione di impianti eolici è del Servizio Tutela e Risanamento Ambientale.
Al momento sono depositati quattro progetti per procedura di VIA regionale e per uno di questi è stata già svolta una conferenza di servizi per l'esame e la valutazione.
Non è stato mai rilasciato nessun atto di diniego alla realizzazione di tali impianti.
La Giunta Regionale, con DGR n° 1828 del 31.07.01 ha dato mandato al Servizio Tutela e Risanamento Ambientale di costituire un gruppo di lavoro con il compito di elaborare entro quattro mesi riferimenti normativi e di indirizzo, sulla base dei quali potesse essere possibile valutare sotto il profilo tecnico-amministrativo e dell'impatto paesistico-ambientale i progetti di realizzazione di "impianti industriali per la produzione di energia mediante lo sfruttamento del vento". La necessità di attivare tale gruppo di lavoro è stato determinata da: a) l'assenza di un quadro di riferimento programmatico; b) il proliferare di istanze di autorizzazione per l'installazione di tali impianti, dai quali emerge una difficoltà oggettiva nella valutazione degli impatti, non tanto dei singoli progetti industriali dalle più svariate dimensioni e potenzialità energetiche, quanto del loro insieme, in modo tale da non provocare squilibri irreversibili del sistema paesaggistico e naturalistico, compromettendo inutilmente il valore che l'immagine delle Marche rappresenta, anche in termine di risorsa economica.
Il gruppo di lavoro, esaminate le varie problematiche, ha redatto un documento di sintesi finale costituito da una relazione agli aspetti: giuridico-amministrativo; tecnico-scientifico-ambientale; paesaggistico-naturalistico; acustico-elettromagnetico.
Inoltre sono compresi anche i contributi delle due Soprintendenze: Archeologica e ai Beni Culturali e del Paesaggio.
Da tale lavoro risultano anche indicazioni che consentono il superamento giuridico dei vincoli posti dal PPAR. Sono inoltre in via di definizione indirizzi per la stipula di convenzioni che prevedano un indennizzo ai Comuni che ospitano tali impianti, nonché agli altri Comuni eventualmente coinvolti.
Il lavoro sull'eolico svolto dalla Regione Marche è il primo in Italia per la completezza con cui affronta la tematica.
E' stato presentato giovedì 10 gennaio presso il Ministero dell'Ambiente a Roma, alla riunione indetta dal coordinamento tra il Ministero dell'Ambiente, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero dei Beni e le Attività Culturali.
In quella sede, i ministeri hanno presentato una bozza di documento che, partendo da alcune considerazioni di carattere generale sulla situazione energetica nazionale e sulle azioni da intraprendere per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra nel rispetto anche del protocollo sottoscritto da tutti i presidenti delle regioni italiane a Torino il 5 giugno 2001, stabilisce alcuni impegni comuni e indica procedure autorizzative da seguire.
La stessa bozza prevede l'emanazione di un documento più puntuale che possa fungere da linee guida per la verifica della compatibilità ambientale. da emanare entro tre mesi dalla sua approvazione.
Per la stesura di tale documento che faccia da linee guida per tutte le regioni, è stato costituito un apposito gruppo di lavoro di cui fa parte (insieme alla Campania e all'Abruzzo) anche la nostra Regione, in quanto si è dotata di un documento che contiene valide indicazioni, condivise dal Servizio Inquinamento Atmosferico e Rischi Industriali del Ministero dell'Ambiente.
Nelle more dell'emanazione di tali linee guida è intenzione di questo Assessorato procedere ad ulteriori approfondimenti con gli enti locali interessati e alle prime autorizzazioni».
Noi intendiamo procedere ugualmente, in attesa anche che il Ministero dia le sue linee-guida, rispettando quei tempi che ci eravamo dati con le stesse aziende che avevano chiesto le autorizzazioni. Questo in armonia anche e soprattutto con i sindaci e le amministrazioni locali, però ritenevamo opportuno questo passaggio ministeriale che è stato fatto.
Il lavoro è costituito da una mole notevole di riflessioni tecnico-scientifiche sull’argomento. Il documento di sintesi il servizio lo sta mettendo a punto. Verrà recepito con una delibera di Giunta che sarà di indicazione, per ora, per il servizio per la VIA dei progetti già presentati e noi contiamo di mettere queste nostre linee-guida, integrate fra tre mesi, eventualmente, da quelle del Ministero, nella proposta di legge di VIA che l’assessorato sta elaborando. La proposta ha un suo corpus di articoli e un suo regolamento. Nella parte regolamentare verranno inserite queste linee guida che sono gli strumenti più attuativi della valutazione. Però ripeto, nessun ritardo, nessun blocco, un piccolo rallentamento concordato con le aziende perché la problematica della nostra regione e la tutela di questo paesaggio è un argomento delicatissimo. Contiamo al più presto — mi auguro a fine mese, primi di febbraio — di incontrare le autonomie locali con il documento di sintesi e con loro mettere a punto quella che sarà la delibera regionale, per ora di Giunta e presto, mi auguro, con legge regionale come regolamento allegato alla proposta di impatto ambientale, che poi diventi norma ufficiale per tutto quello che si svilupperà nella nostra regione.
Mi auguro che anche la revisione del piano energetico possa far parte di questo pacchetto, perché nel piano energetico dovremo indicare, anche come Consiglio, quali sono gli obiettivi dell’eolico che vogliamo far pesare nella strategia di sviluppo della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi per dichiararsi soddisfatto o meno.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Mi dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE. Non essendovi le risposte pronte per le altre interpellanze, concludiamo i lavori del Consiglio.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 17,15