Resoconto seduta n. 86 del 17/04/2002
La seduta inizia alle 10,25


Proposte di legge (Seguito discussione generale, esame degli articoli e votazione):
«Provvedimento generale di rifinanziamento e modifica di leggi regionali per la formazione di bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2002)» Giunta (117);
«Approvazione del bilancio di previsione per l'anno 2002 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2002-2004» Giunta (118)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le proposta di legge nn. 177 e 118, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.
In occasione dell'approvazione del bilancio, che ritengo ancora l'atto più importante a cui è chiamato questo Consiglio, ritorna in ballo in pieno il discorso politico.
Il mio intervento sarà settoriale e vorrei riprendere la politica rispetto a tutta la problematica del welfare che qui è stata affrontata dai colleghi con sfumature diverse. Ritengo che oltre all'aspetto politico il bilancio debba dare segnali concreti rispetto alla soluzione e al modo con cui si affrontano i problemi delle persone che sono più in difficoltà. Con la riforma nazionale 328 sui servizi sociali e con il nostro piano sociale che finalmente partirà fra 10-15 giorni — perché tutto l'iter è stato completato, alcuni coordinatori di ambito sono stati nominati, altri sono in via di nomina da parte della conferenza dei sindaci — prenderà il via questa importantissima fase. Sono partito proprio dalla 328 del 2000 per puntualizzare, non in maniera polemica, alcune cose dette soprattutto dai componenti dell'opposizione rispetto alla non attenzione da parte di questa maggioranza ai problemi del sociale.
Vorrei anzitutto fare una sintesi molto sintetica di quello che sta succedendo a livello nazionale nel campo del welfare, richiamando le posizioni che questo Governo sta prendendo rispetto a tale problematica, per poi andare alla concretizzazione dei programmi di questa Giunta e di questa maggioranza rispetto allo stesso welfare.
Vi ho trasmesso una integrazione alla relazione di bilancio, che non fa parte dei documenti che questo Consiglio voterà, proprio per cercare il più possibile di uscire dalla genericità rispetto all'affronto delle problematiche. Si tratta di iniziative che si stanno concretizzando e che nelle prossime settimane ci vedranno impegnati in Commissione e, per alcuni atti in questo Consiglio, a discutere argomenti che forse vanno più verso la concretezza che verso la genericità.
Vorrei ricordare alcuni atti che in questa prima fase di attività questo Governo ha posto in essere, cominciando dal ritardo nell'applicazione della riforma nazionale dei servizi sociali in quei pochi atti che rimanevano da istruire rispetto all'applicazione completa della riforma che il precedente Governo aveva con molta velocità portato avanti.
Questo Governo sta portando a termine la nuova legge sull'immigrazione che qui non vede soltanto una diversità ideologica ma settori, anche i più moderati, molto titubanti a dare il via ad una legge che ha di tutto, meno che la difesa della dignità della persona come principio generale, al di là del particolare. Questo Governo ha approvato dei livelli essenziali sanitari che stanno scaricando sui bilanci dei Comuni molte spese che sono invece a carattere sanitario, tornando ad una distensione tutta teorica e ridividendo l'intervento sulla persona fra sociale e sanitario in modo molto netto, compromettendo l'unitarietà dell'intervento rispetto a questa questione. Un Governo che si appresta ad affrontare la riforma sui diritti dei minori e sul tribunale dei minori, considerando non più una diversità fra il minore e chi ha raggiunto la maggiore età. Un Governo che poche settimane fa ha stralciato 100 miliardi dalla 328 (fondo unico per i servizi sociali) per destinarli al ripristino del mancato guadagno dei produttori in base al famoso discorso "mucca pazza". Un Governo che si dimentica di rifinanziare il discorso dell'handicap grave e dell'assistenza domiciliare che era stato un fiore all'occhiello del precedente Governo. Un Governo che con quattro lire ripropone il discorso degli asili nido esclusivamente aziendali, agganciati alle aziende. Un Governo che costringe il volontariato all'autoconvocazione — sabato 20, a Roma — rispetto a una non concertazione sulla riforma della 266 (legge sul volontariato). Un Governo che taglia ulteriormente tutta la problematica sanitaria relativa alle carceri, un problema più volte denunciato. Un Governo che sta riaffrontando tutta la normativa sull'impresa sociale, snaturando la storia e le motivazioni con cui era nata l'impresa sociale e con cui sta andando avanti.
Ho voluto fare questo breve elenco che non è un elenco elettorale ma dati di fatto che messi uno dietro l'altro fanno cadere l'attacco che si sta facendo e che si è fatto rispetto al bilancio che la Regione Marche presenta, in particolare tutta la parte sociale.
Nonostante questo, nonostante le difficoltà che vengono dal livello nazionale, nonostante le difficoltà economiche che nessuno nasconde e che ha questa Amministrazione regionale, noi ci approntiamo non solo a mantenere i trasferimenti ai Comuni sul sociale agli stessi livelli e standard dell'anno passato, ma grazie ad un razionale e programmato utilizzo delle risorse, anche nazionali, nelle prossime settimane ci dovremo confrontare con una sperimentazione che abbiamo in anime e che è ad una avanzata progettazione: l'"assegno servizi" nella regione Marche già definito nei suoi contenuti discussi ai diversi livelli istituzionali regionali. Si tratta di una proposta per prestazioni sociali e sanitarie domiciliari, a sostegno della sanità familiare per la cura delle persone anziane e dei bambini, da sperimentare su alcuni territori. interverrà anche sulla qualificazione dell'offerta delle prestazioni sociali domiciliari attraverso percorsi stabiliti di qualificazione...

Roberto GIANNOTTI. L'abbiamo già chiesto altre volte...

Marcello SECCHIAROLI. Se voi chiedete e noi facciamo, è l'inverso di noi che chiediamo al Governo e il Governo taglia. L'atteggiamento, Giannotti, è molto diverso. Tu devi confutare l'elenco che ho fatto dicendo che non è vero che abbiamo fatto queste cose. Non è possibile confutare questi che sono atti scritti e pubblicizzati. Un Governo che si riempie la bocca sul ruolo della famiglia e che rispetto alla legge sull'immigrazione fa di tutto per evitare i ricongiungimenti delle famiglie di immigrati. Questa è l'incoerenza e la linea che questo Governo propone come servizio alla persona e alla famiglia, che è una cosa seria e non uno slogan elettorale. (Interruzione). Se mi lascia finire, può darsi che sentirà qualche altra cosa che sta predisponendo la Giunta regionale rispetto all'aiuto e al supporto alla famiglia. Quello che sto dicendo, per chi ha un anziano non autosufficiente o un bambino non autosufficiente in casa, credo riguardi molto la famiglia. Oppure "famiglia" è soltanto una definizione teorica? (interruzione). E' meglio non entrare sul tipo di famiglia che abbiamo, perché ci sarebbe molto da discutere. Ma anche su questo avremo modo di parlare.
Questo assegno di servizi intende sostenere progetti costruiti con il concorso delle persone anziane, dei cittadini, degli operatori sociali e culturali, del volontariato e delle organizzazioni sindacali, delle fondazioni, delle Ipab, dei Comuni e delle Province, affrontando la problematica degli anziani, oltre che dal punto di vista del problema, anche dal punto di vista dell'anziano come risorsa, un problema che spesso dimentichiamo o che tiriamo fuori soltanto a livello demagogico, visto che gli anziani non sono solo quelli che stanno male ma ci sono moltissimi anziani che possono costituire una ricchezza rispetto alle loro esperienze, al loro vissuto, quindi rispetto anche a tutto il rapporto intergenerazionale.
Abbiamo — presto arriverà in questo Consiglio — formulato una nuova legge in ordine al sistema integrato dei servizi per l'infanzia, per lo sviluppo di politiche a favore degli adolescenti, per il sostegno alla genitorialità e alle famiglie.
Andando nello specifico dei bisogni e non nel generico e nella dissipazione e disgregazione delle poche risorse a disposizione, arriverà — e do atto all'opposizione di aver già presentato la legge — la legge ad iniziativa della Giunta sul garante per l'infanzia e l'adolescenza, con la quale si istituirà un organo di garanzia in grado di effettuare un controllo dell'effettivo rispetto della normativa vigente e dei diritti dei minori. Si sta terminando la proposta di atto di indirizzo per lo sviluppo di una rete di servizi che garantisca livelli adeguati di intervento in materia di adozione nazionale ed internazionale affido familiare e residenzialità protetta per minori fuori della famiglia e si è lavorato anche su un "progetto ascolto giovani", cercando di rovesciare la logica che spesso ci vede, come adulti, essere protagonisti di un protagonismo che invece è tutto loro.
Stiamo portando avanti tutta la partita della prostituzione e della tratta utilizzando i progetti europei che ci sono e cercando di affrontare nel miglior modo possibile, tentando di rispettare appieno la dignità della persona, in alcune zone della nostra regione dove questo fenomeno sta diventando veramente qualcosa di molto preoccupante.
Prevediamo l'istituzione dell'ufficio di mediazione penale per i minori, cercando di andare contro corrente rispetto alle proposte di questo Governo che individua nella giustizia minorile un qualcosa di uguale a tutto il resto. I minori sono una specificità sia negli interventi che nel modo di affrontare la problematica e secondo me è veramente strumentale prendere esempio da casi eclatanti che la Regione ci fa vedere per parificare tutto quello che gira intorno al minore e all'adolescenza come un qualcosa che non va distinto da quello che può essere il mondo degli adulti e dal crimine adulto. Credo che questo sia veramente un tentativo di appiattire diversità e specificità che non possono essere accettate.
Insieme alla sanità — forse sarà un progetto sul quale tante famiglie troveranno una prima risposta — stiamo predisponendo un progetto sull'autismo, una particolarità dell'handicap grave che colpisce tante famiglie e che vede tante famiglie prive di un riferimento preciso dove trovare un orientamento e vede tante famiglie, anche della nostra regione, girare il mondo per trovare una soluzione o un qualcosa che attutisca la convivenza con un soggetto in situazione di autismo.
Per la prima volta stiamo terminando l'informativa con i sindaci e con i territori: nel campo degli investimenti questo bilancio presenta, nel sociale, un primo segnale tangibile rispetto alle strutture socio-assistenziali e a tutto il discorso delle cifre in conto capitale. Abbiamo fatto uscire il bando dell'Obiettivo 2 per le zone ivi ricadenti, abbiamo fatto uscire il bando dei famosi 100 miliardi, di 3 dei quali usufruisce la Regione Marche per quanto riguarda le piccole strutture residenziali del "dopo noi" che sono state rifinanziate per il 2002 da questo Governo per la metà (50 miliardi). Questo, giusto per dire che l'elenco che ho fatto all'inizio risponde ad atti concreti di questo Governo e non soltanto a demagogia che si può fare. Questi progetti, che riguardano esclusivamente le associazioni e il privato sociale vanno ad aggiungersi alla sperimentazione già in atto, di piccole strutture sempre per soggetti in situazione di handicap grave privi della famiglia o che hanno famiglie in situazioni molto compromesse.
Dopo l'approvazione di questo bilancio andremo al bando per gli investimenti della nostra ex legge 49 sempre per le strutture socio-assistenziali. E' un investimento che va a completare territorialmente quello sugli investimenti nel sociale e riguarderà tutte quelle zone che non rientrano nell'Obiettivo 2.
Da ultimo, come investimento che si aggancia alla nuova legge sull'infanzia e l'adolescenza e alla riforma della nostra vecchissima legge sugli asili nido, i 4 miliardi per gli investimenti sugli asili nido che la Commissione ha recuperato nell'emendamento come intervento sugli arredi e sul materiale didattico degli asili nido, che si aggiungerà al discorso delle spese di gestione che questa nuova legge prevede anche per forme alternative di asili nido. Sapete tutti che a livello nazionale l'asilo nido aziendale è stato introdotto con un articolo della finanziaria molto parziale, che ancora una volta va a favore delle aziende e meno si preoccupa delle famiglie. Su questo il dibattito è aperto, tanto è vero che nella Commissione della Camera è ripreso il dibattito per una legge complessiva e sicuramente la nostra Regione, che sta andando avanti su questa proposta di legge, forse anticiperà l'approvazione di quella nazionale che vede posizioni molto diversificate e contrapposte.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Provo a concludere la discussione generale sul bilancio di previsione 2001 avendo assunto da qualche mese e nel pieno delle difficoltà, la delega al bilancio che penso di poter onorare partendo proprio dal confronto e dal dibattito che in questo Consiglio si è sviluppato. Ho seguito con molta attenzione le argomentazioni della maggioranza, a sostegno del bilancio e della minoranza. Vi sono stati toni aspri, critici, ma ho ascoltato con molto interesse, perché credo che il confronto su uno strumento così importante possa segnare uno dei punti più alti del dibattito nell'aula che rappresenta l'istituzione Regione in questo caso.
Vorrei partire da alcune brevissime considerazioni fatte dal consigliere Massi proprio sui toni del dibattito, che lui dice essere stati accesi e fuori luogo nella presentazione della relazione al bilancio. Quindi assumo questo richiamo e poi spiegherò anche i termini crudi di alcune parole che non vogliono essere propaganda o non devono assumere i toni propagandistici. Spiegherò la crudezza di quelle parole e assumo anche il richiamo che il consigliere Massi faceva rispetto a questo, invitandolo però ad essere, nel suo richiamo, intellettualmente onesto e il più oggettivo possibile.
Voglio ricordare al consigliere Massi, che ha usato parole importanti nell'identificare i toni del confronto e del dibattito, la sera del 18 dicembre, quando in quest'aula volavano fogli, volavano pacchi di carta dalla minoranza e toni esagerati rispetto a un'azione amministrativa che in quest'aula si stava consumando. Così come credo la stessa accentuazione rispetto a toni a parole usati da alcuni consiglieri di minoranza, anche in relazione al confronto sul bilancio a me sono sembrati più comizi di propaganda, a volte mal riusciti piuttosto che un confronto serio di merito sulle argomentazioni che qui venivano portate avanti. Ma nonostante ciò assumo il richiamo fatto e spiegherò il senso di alcune parole che sono state definite esagerate.
L'abbiamo scritto perché pensiamo che la critica al Governo nazionale parta da una considerazione: nel momento in cui questo Paese si avviava verso il federalismo, verso una nuova identificazione del federalismo e delle sue articolazioni istituzionali si sta ora tornando a un nuovo centralismo. E' questo il senso di alcune parole usate nella prima parte della relazione. Noi vogliamo mettere in evidenza questo pericolo che le Regioni e il sistema delle autonomie locali vivono in questo momento, cioè che si possa tornare a un nuovo centralismo da parte dello Stato, dopo che erano stato avviato, con le "Bassanini" prima e con il referendum sul titolo V poi, un percorso importante.
Sono questi alcuni aspetti che abbiamo voluto evidenziare nella parte più politica della relazione. Così come il nuovo centralismo che noi critichiamo, questo pericolo di ritorno a un nuovo centralismo che noi critichiamo, è suffragato dal fatto che alcuni provvedimenti, che pure erano stati assunti o programmati dal precedente Governo oggi vengono assunti con decreto. Penso al problema della sanità: certo che il debito non poteva essere più ripianato con mutui, certo che può andar bene il parametro di riferimento dei posti letto del 4 per mille, ma non si contesta il merito, si contesta il metodo con cui queste azioni sono state prodotte: per decreto, imponendo alle Regioni, con immediatezza, alcuni provvedimenti drastici e non con il consenso, con la discussione, con il confronto, con un'azione progressiva, coinvolgendo le Regioni nelle azioni di merito.
Queste sono le argomentazioni che ci hanno portato a formulare alcune parole che sono sembrate esagerate nella critica al Governo, questa riproposizione di un nuovo centralismo che non vogliamo e che faremo del tutto che non avvenga, sul piano politico.
Voglio riprendere alcune considerazioni che il consigliere Giannotti faceva dicendo "ci proponiamo ad essere alternativa di governo". Nel gioco democratico dell'alternanza ci sta tutta, l'affermazione del consigliere Giannotti, ma io penso che nella discussione di uno fra i più importanti documenti che questo Consiglio deve approvare, il bilancio di previsione, si debbano vedere i contenuti del progetto alternativo che invece non ho visto, né nel confronto in Commissione, dove l'unico emendamento è stata la proposta che evidenziava il Papa Siccone di Rapagnano... (Interruzione). Non ho interrotto e non consento che mi interrompano.
Così come dal relatore di minoranza ci si invitava ad affrontare con più coraggio alcuni strumenti come il project-financing. Il servizio programmazione ha istituito un apposito gruppo di lavoro per studiare che tipo di effetto può produrre un simile strumento nella realtà marchigiana, ma se questo strumento viene sbandierato, così come il nuovo "messia delle Marche", il viceministro Baldassarri fa per le infrastrutture, ipotecando le risorse e i beni dei Comuni, ebbene a me pare che sia la strada più sbagliata.
Voglio dire al relatore di minoranza, che in una relazione di minoranza debbano essere evidenziati progetti alternativi di governo. Non ci si può limitare ad affermare quelle che sono state alcune dichiarazioni, pur critiche, di dirigenti del centro-sinistra, sarebbe troppo semplice per me e per noi pensare di poter utilizzare le parole dei presidenti delle Regioni nei confronti del Governo centrale, dal presidente della Conferenza Stato-Regioni Ghigo a Storace e a quello che dice nei confronti di Tremonti, "giù le mani dal malloppo". Queste sono affermazioni che fa Storace a Tremonti. Sarebbe troppo semplice, per noi... (Interruzione). Se le battute sono queste, prendiamo esempio del nuovo linguaggio, del nuovo lessico...

Gilberto GASPERI. ...io posso citare duemila frasi di lei assessore, ma devo farlo in un contesto.

Luciano AGOSTINI. Questa mattina assumo dal consigliere Favia che il linguaggio tra Governo e Regioni avviene in un clima familiare in cui il presidente Storace dice al ministro Tremonti "giù le mani dal malloppo". Sarebbe troppo semplice per noi poter dire ciò che ha detto il ministro Lunardi in un incontro con il sottoscritto e il presidente D'Ambrosio, quando, leggendo i parametri socio-economici di questa regione, a un certo punto ha interrotto e ha detto "presidente, lei vive in un eden". Non lo dice il sottoscritto né lo dicono i comunisti, lo dice il ministro Lunardi, e chieda al viceministro Badassarri che era presente e ai funzionari. (Interruzioni). Oppure le affermazioni — lei le ha ascoltate — del ministro La Loggia sulla nostra Regione, sul Governo di questa Regione e su come viene condotto il governo di questa Regione. Questo lo hai ascoltato, Giannotti, e te ne sei anche pubblicamente risentito!

Roberto GIANNOTTI. La Loggia ha detto che D'Ambrosio, a Roma, si comporta bene, non altro.

Luciano AGOSTINI. Noi non avevamo dubbi su questo, Giannotti. Era il consigliere Brini che nel precedente Consiglio metteva in discussione questo. noi non avevamo dubbi e La Loggia lo ha confermato. Tu te ne sei risentito pubblicamente. Quindi non lo dicono i comunisti né lo dico io, lo dicono autorevoli esponenti di questo Governo di centro-destra.
Il nostro confronto e il nostro dibattito non possono limitarsi ad argomentare o a sviscerare dichiarazioni di questo o di quel dirigente delle rispettive coalizioni. Noi abbiamo impostato questo bilancio partendo dall'approvazione della manovra fiscale che abbiamo considerato — l'abbiamo sempre sostenuto, anche in momenti di difficoltà e di contrasto sociale, quando venivamo tacciato di essere quelli che mettevano più tasse di altri — fosse formulata per le esigenze e le motivazioni che qui non riprendo ma che sono state ampiamente argomentate dai consiglieri che sono intervenuti, che era equa e che colpiva chi aveva di più. Tant'è che l'articolo comparso su Repubblica — e vorrei dire a Ciccioli di non leggere solo Il Sole 24 Ore, o meglio di leggere tutto de Il Sole 24 Ore che afferma come in alcune regioni il debito della sanità si sta evidenziando, come la regione Lazio, la regione Lombardia — che riprende uno studio nazionale fatto dalla Cna che ci dice come la manovra colpisce solo il 29% dei contribuenti.

Roberto GIANNOTTI. E' una notizia falsa.

Luciano AGOSTINI. Tu la considererai falsa, ma se valgono le argomentazioni che si leggono su Il Sole 24 Ore, tanto più possono essere commentate le argomentazioni che compaiono su Repubblica.
Quindi sostengo ancora con più forza l'equità della nostra manovra che ha tutelato le fasce più deboli della nostra società, così come ha tutelato le imprese nei settori più a rischio della nostra economia.
Partendo da questa manovra, dalle considerazioni politiche che abbiamo fatto, vogliamo aprire una grande stagione di risanamento finanziario che possa, attraverso anche gli strumenti, la reiscrizione del titolo V della Costituzione e il processo federalista in corso, identificare e portare nel triennio alla costituzione della nuova Regione che vogliamo, partendo con questo primo, importante atto. La nuova Regione, le nuove Marche, istituzione che programmerà di più e gestirà di meno. Queste sono le due parole d'ordine che ci imponiamo nella strada che oggi apriamo per la costruzione della nuova Regione.
Oltre alla manovra fiscale abbiamo incardinato questo strumento su due leggi di riforma importanti che qui non sono state evidenziate. Vorrei ricordare le due grandi leggi di riforma che questo Consiglio ha approvato: la legge sulla organizzazione della regione; la legge della nuova contabilità. Sono due leggi di riforma portanti nella costruzione della nuova Regione che, con l'atto del bilancio di previsione 2002 abbiamo voluto iniziare a praticare. Quindi, questo atto l'abbiamo incardinato per la prima volta su queste due leggi di riforma.
Abbiamo creato i dipartimenti, abbiamo nominato i direttori di dipartimento che stanno lavorando per riempire di contenuti i dipartimenti stessi. Così come la legge sulla contabilità: per la prima volta abbiamo utilizzato strumenti nuovi. E non sono parole indecifrabili, Giannotti, sono parole che daranno contenuto alla programmazione di questa Regione. Dpefr, se non lo sai te lo dico, significa documento di programmazione economica e finanziaria regionale. Il bilancio pluriennale, la relazione al bilancio, il Poa sono tutti strumenti che possono dare una maggiore visibilità all'azione del Governo regionale in un lavoro di programmazione. La legge di contabilità che abbiamo approvato a ottobre, consigliere Ceroni, abbiamo iniziato a praticarla con il bilancio di previsione, ma non poteva prevedere per quest'anno l'approvazione del Dpefr, visto che la legge stessa lo prevede per il luglio dell'anno precedente.
Voglio fare ora delle rapidissime considerazioni di merito. Qui è stata chiamata in causa la gestione del presidente D'Ambrosio in quanto presidente di una coalizione politica non solo degli ultimi due anni, quindi vorrei far rilevare come, a partire da quella gestione politica nelle Marche non siano mai aumentate le entrate, non sia mai stata messa mano alla fiscalità, dal 1995 in poi. Mentre possiamo argomentare che da quella data è partita una maggiore capacità di spesa nelle Marche. Oggi arriviamo a spendere l'80% di quanto impegniamo. Nel 1985 questa Regione spendeva il 20% di quanto impegnava, e questa nuova capacità di spesa significa maggiore funzionalità dell'ente, significa maggior flusso di aiuto e di sostegno al sistema economico e sociale della Regione. Così come gli impegni pluriennali sono aumentati considerevolmente, dando certezze al sistema economico e sociale di questa regione. Impegni pluriennali aumentati a partire dal 1995, sempre garantendo lo stesso flusso finanziario. Abbiamo aumentato gli impegni pluriennali di carattere finanziario che in qualche modo hanno ingessato parte del bilancio e nello stesso tempo è sempre stato garantito lo stesso flusso finanziario sul sistema.
Come non ricordare l'avvio del piano sanitario approvato nel 1997, che ha portato a un più elevato livello di servizi? Non dico che questa Regione spende troppo, spendiamo troppo poco, ma arrivano troppo pochi soldi rispetto alle esigenze del servizio sanitario, questo è il punto su cui dobbiamo e vogliamo costruire anche un'azione politico-istituzionale. Noi non spendiamo troppo per la sanità, e abbiamo costruito un servizio sanitario più forte in questi anni.
All'interno del bilancio e del risanamento finanziario che dicevo, abbiamo comunque previsto delle azioni sulla sanità, alcuni strumenti strutturali che partono dalla sanità, che vanno al personale, alla riconsiderazione delle agenzie, alla rivalorizzazione del patrimonio, alla rilettura delle leggi di spesa per dare più flessibilità e meno ingessatura al bilancio, più investimenti e meno spesa corrente. Questa sarà la nostra linea di condotta.
C'è stata una critica di mancanza di obiettivi politici e alcuni ci hanno detto, forse anche giustamente, che per un governo di centro-sinistra questi erano obiettivi scontati. E' vero, ma li abbiamo voluti riaffermare e lo vogliamo riaffermare con forza, perché pur nella riorganizzazione finanziaria di questa Regione gli obiettivi politici del sociale, l'equilibrio tra protezione sociale e sviluppo economico e governo del territorio sono stati mantenuti inalterati. E siccome i numeri non sono opinione, noi vogliamo evidenziarlo.
Mi scuso per la disorganicità del mio intervento, ma per il richiamo al tempo devo essere veloce. Per quanto riguarda le aree protette si è sviluppato un dibattito esagerato e fuori luogo, a mio modo di vedere. Quella sulle aree protette è stata l'unica voce rispetto alla quale abbiamo mantenuto la stessa capacità di spesa sulla spesa corrente: 4 miliardi. Mentre c'è stata una riduzione nella capacità d'investimento solo ed esclusivamente per la motivazione che negli anni precedenti non avevano speso tutto, e qui riaffermo e confermo l'impegno che la Giunta regionale ha preso in Commissione: qualora in fase di assestamento le aree protette abbiano impegnato tutta la spesa per investimenti, a quel punto riconfermeremo una spesa aggiuntiva.
Così come al consigliere Viventi dico che la sinergia tra le diverse fonti finanziarie non è un gioco di prestigio. Aveva ragione il vicepresidente quando ha detto "sulle risorse per il settore economico tagliamo il 40% delle risorse regionali, ma il flusso finanziario che questa Regione porrà sulle leggi ordinarie di spesa sarà maggiore all'anno precedente", perché per la prima volta siamo riusciti a costruire sinergie tra le diverse fonti finanziarie e indirizzarle sulle leggi ordinarie di spesa. Così come abbiamo evidenziato che il fondo unico del 2002 ancora non possiamo ripartirlo perché il Governo non lo ha concesso. E' un altro elemento di debolezza del sistema e su questo non si possono fare giochi di prestigio. Così come abbiamo previsto nuove leggi: l'unione dei piccoli Comuni e apposite e specifiche poste di bilancio di cui i Comuni sono ampiamente soddisfatti... (Interruzione). Questo forse ti dà un po' fastidio Giannotti, ma hanno anche fatto un convegno in cui hanno riconosciuto alla Giunta regionale questa sensibilità. Così come la nuova legge sulla cooperazione e la sicurezza.
Il confronto con le forze sociali. Noi non riteniamo che la stagione della concertazione sia finita, anzi la riaffermiamo con più forza, non solo come strumento di lavoro e di confronto con le parti sociali, ma, così come abbiamo tenuto ad evidenziare nel programma di legislatura, riteniamo la concertazione non solo uno strumento ma un valore nell'azione del Governo regionale. Quindi non l'abbandoniamo. La concertazione la vogliamo fare con tutti, partendo dalla considerazione che la concertazione è quello strumento che si mette in atto perché ognuno porti il proprio punto di vista sui problemi e, una volta trovata la soluzione di quei problemi, ognuno se ne assuma la responsabilità. Quindi con tutte le parti sociali riaffermeremo il valore e lo strumento della concertazione, anche con chi i questi mesi, trincerandosi dietro un proprio egoismo, ha voluto rifiutare lo strumento della concertazione e del confronto nel merito delle questioni. E su questo dico alla Confindustria che noi chiediamo una discussione di merito sui problemi, non di mera propaganda che sembra ormai più avviata verso sponde di sostegno politico piuttosto che di merito e di rappresentanza sociale.
Così come crediamo ancora che siano utili gli strumenti della programmazione negoziata, e li sosterremo nel confronto con il Governo nazionale. Riteniamo che questi strumenti hanno prodotto nelle Marche e nel mezzogiorno d'Italia importanti risultati: i patti d'area, i patti territoriali, i patti territoriali sull'agricoltura continueremo a sostenerli, perché si basano su due principi che condividiamo, cioè la sussidiarietà e la solidarietà nello sviluppo economico.
Voglio anche dire a Procaccini — ovviamente non tocca a me parlare di questa cosa — che quando lui parla di "verifica fatta non sulle poltrone ma sul merito e sulle argomentazioni, oggi, con l'approvazione di questo bilancio apriamo la strada della costruzione di una nuova Regione federalista, e dentro questa strada c'è bisogno di nuove idee, di idee che innovino, che trovino attraverso lo strumento del riformismo, una nuova e più forte Regione. Così come il confronto con il sindacato e le nuove deleghe non sono pannicelli caldi, non sono acqua calda, ma affinamento del lavoro e la ripresa del confronto sindacale è assolutamente importante.
Per noi il riferimento è sugli impegni assunti con il sindacato, quando abbiamo sottoscritto il documento insieme, gli impegni con le categoria artigiane quando abbiamo sottoscritto un documento insieme, gli impegni che il Presidente della Giunta ha sottoscritto con la "lettera aperta" ai marchigiani. In questi tre anni ci impegniamo sulla strada della riorganizzazione finanziaria, nella costruzione della nuova Regione, e pensiamo, così come abbiamo evidenziato nel bilancio pluriennale, di restituire nel 2004 ai marchigiani quello che oggi abbiamo chiesto, o una parte di quello che oggi abbiamo chiesto, con minori tasse o con maggiori servizi.
Concludo ringraziando di cuore la maggioranza, perché in una situazione così difficile il senso di responsabilità e di appartenenza al progetto politico di "Marche democratiche" ancora una volta non è venuto meno.

PRESIDENTE. E' concluso il dibattito generale. Passiamo alla votazione delle proposte di legge, iniziando dalla proposta di legge n. 117.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Subemendamento 001 a firma Giannotti. Se passa decade lo 01 a firma Mollaroli.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L'emendamento è chiaro. Parte da uno dei "regali" che ci ha fatto l'assessore Agostini. Non voglio polemizzare con l'assessore al bilancio e potrei farlo usando i riferimenti giornalistici di un noto esponente del Partito repubblicano di Fano, Alberto Berardi, che nel contestare l'intervento finanziario destinato ad una importante manifestazione della nostra regione cita la grave omissione del Carnevale di Fano, che pure rappresenta una iniziativa significativa e importante. Mi dispiace di essere costretto a fare questo, consigliere Mollaroli, ma visto e considerato che il Polo, su questa questione si era fatto carico come lei del problema, avremmo gradito che lei ci avesse sentito prima di presentare questa proposta di emendamento. Per marcare rispetto all'opinione pubblica di quella città la nostra coerenza...

Adriana MOLLAROLI. Non c'eri...

Roberto GIANNOTTI. Su questo noi abbiamo fatto una interrogazione urgente al presidente della Giunta: l'impegno sul Carnevale di Fano e sulla grande manifestazione di Urbino ci sembrava non adeguato, per questo abbiamo voluto ribadire, con un subemendamento modificativo della posta definita, il nostro giudizio negativo su alcune scelte della Giunta regionale e l'esigenza che almeno si tenti questo recupero. Mi auguro che ci sia, oggi in aula, un soprassalto di responsabilità da parte dei consiglieri della mia provincia e degli assessori della mia provincia, ma credo di tutto il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Pur recependo le argomentazioni del consigliere Giannotti, sono d'accordo con l'emendamento presentato dal consigliere Mollaroli, soprattutto perché si riconosce l'importanza del carnevale storico di Fano ma di tutti i carnevali storici. Non è un intervento a ripetere ma un intervento sugli investimenti. Non credo quindi che possa essere accolto il subemendamento di Giannotti, proprio perché la maggioranza intende accogliere quello del consigliere Mollaroli.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore.

Fausto FRANCESCHETTI. Personalmente, in linea di principio sono contrario a tutti gli emendamenti fondati sulla furbizia, perché il consigliere Giannotti ha presentato un emendamento simile a quello della collega Mollaroli aumentando di un euro soltanto per poterlo anticipare. Per questa ragione, al di là del merito sono contrario e sono per respingere il subemendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Chiedo la sospensione per la riunione dei gruppi consiliari di maggioranza su alcune questioni che attengono le modalità di prosecuzione del Consiglio.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 11,30,
riprende alle 12,00

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Intendo ritirare l'emendamento 01 per una scelta fatta nella maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Ritiro l'emendamento 1.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 001.
Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Chiedo la votazione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Giannotti e Ciccioli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Vorrei fare una dichiarazione di voto, valevole per questi subemendamenti e per gli altri che dovremo affrontare, nel senso che gli emendamenti della maggioranza vengono ritirati non perché i problemi sollevati con gli emendamenti non esistano; esistono, tanto è vero che sono stati sollevati da consiglieri della maggioranza, ma li vogliamo affrontare in un quadro più complessivo, soprattutto quando sarà il momento dell'assestamento. In quel caso affronteremo complessivamente i problemi e a quei problemi daremo una risposta univoca senza sfilacciare la discussione sul bilancio in una serie di interventi che necessitano invece di un ragionamento comune. Questo è il solo motivo per cui gli emendamenti vengono ritirati, non altro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Prendo atto di quanto dichiarato dal relatore Franceschetti, però bisogna rendersi conto che nel dibattito che c'è stato nella giornata di lunedì e questa mattina si è parlato di compattezza della maggioranza, si è detto che il bilancio aveva un suo indirizzo. Vedo adesso che c'è compattezza perché è arrivato un ordine dall'alto, ma qui c'è una incapacità di intendere e di volere: nel momento in cui vi sono colleghi che presentano emendamenti, improvvisamente viene fatta una riunione, viene dato ordine che si devono ritirare, quindi o non c'è autonomia di questi consiglieri, oppure essi hanno preferito operare in un altro modo perché il contentino viene dato sotto un'altra forma.
Mi sembra che questa serietà e volontà di far vedere la maggioranza compatta, la volontà della Giunta di risolvere le problematiche, di raggiungere gli obiettivi prefissati, oggi non solo fa a pugni nel pieno della discussione, ma addirittura ci sono situazioni che ledono significativamente l'autonomia e la dignità di ciascun consigliere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Come Forza Italia siamo d'accordo sul subemendamento e rafforziamo questa nostra volontà di voto anche con l'ordine del giorno che ci è stato consegnato a firma Mollaroli, Tontini e Benatti. Non riusciamo a capire come mai questa marcia indietro, nonostante il positivo e accalorato intervento dell'assessore Agostini, che giustamente ha spiegato come è stato predisposto questo bilancio. Notiamo questa insofferenza da parte di alcuni assessori. L'altro giorno Rocchi è stato il primo a dichiararsi contrario a questa impostazione di bilancio e oggi vediamo che c'è uno scollamento che lo stesso relatore Franceschetti non è riuscito a contenere. Purtroppo ne dovete prendere atto. Non è che bloccando i tuoi consiglieri, Franceschetti, risolvi il problema, dobbiamo discutere di queste cose. Mi auguro che l'ordine del giorno che dovremo discutere non sia dettato da spirito elettoralistico o campanilistico ma da una volontà politica e amministrativa.
Il presidente D'Ambrosio e la sua Giunta sono quindi ancora una volta carenti sotto l'aspetto della programmazione, altrimenti non assisteremmo a questi problemi. Manca la capacità propositiva. Abbiamo appreso della novità con tutte quelle sigle ma nella sostanza non trovate quella coesione politica necessaria per andare avanti. Il problema del Carnevale di Fano non è secondario ma riguarda il tessuto, il territorio della regione Marche, ma alla pari del Carnevale di Fano ci sono altre manifestazioni che magari non sono state prese in considerazione. Invitiamo a una programmazione seria sul turismo, sulla cultura, non ci stancheremo di dirlo. Tornare indietro forse non fa male, rivedere i propri errori, ammettere le proprie scelte sbagliate in politica qualche volta paga. invece persistere è diabolico e sicuramente non porterà niente di nuovo e di positivo.
L'assessore Agostini parlava di verifiche ecc. Perché, presidente D'Ambrosio, lei si ostina a non voler parlare in quest'aula di questi problemi? Una volta i Verdi, una volta il Pdci, una volta la Margherita, una volta Rifondazione comunista con addirittura le dimissioni di un assessore. Perché non parliamo di questi problemi in quest'aula? Forse superando lo scollamento politico che c'è all'interno della sua maggioranza, presidente, si andrebbe a favorire la regione Marche e i cittadini. E' grave che lei non lo percepisca, perché noi dell'opposizione lo palpiamo. I malumori di Rocchi l'altro giorno per quanto riguarda il bilancio li abbiamo sentiti noi. Lei deve mettere mano a questa situazione una volta per tutte, per iniziare poi insieme a fare ciascuno la propria parte. E basta a dire sempre che la colpa è del Governo Berlusconi. Sono sette anni che lei governa la regione Marche, presidente. L'assessore Agostini e l'assessore Secchiaroli, quando c'erano i ragazzi delle scuole che ascoltavano, hanno parlato di "mancanza di entrate da parte dello Stato"...

Marco LUCHETTI. E tu non ci hai fatto fare bella figura...

Ottavio BRINI. Bella figura non la fate mai, perché avete poco rispetto di chi arriva puntuale. Bisogna fare come fa il presidente Berlusconi: il Presidente D'Ambrosio vi dovrebbe regalare un bell'orologio. Sicuramente non lo prenderebbe nessuno della maggioranza, per quanto riguarda le presenze. (Interruzione). Stai calmo Luchetti, e ragiona, perché ti fa bene ragionare. Ultimamente sei un po' appannato.
Basta a dare sempre le colpe al Governo Berlusconi. Una volta la colpa era sempre della Democrazia cristiana, e oggi con alcuni democristiani ci governate. Questi sono i "puri" della Dc, quelli che sono i più puliti, i santoni, quelli che non hanno connivenze con nessuno, la parte buona del governo della società civile, sono loro, noi siamo gli appestati!
Bisogna che cominciamo a ragionare e a parlare anche di politica qui dentro, perché molto spesso si parla di verifica ma nessuno ha il coraggio di affrontare il problema. E non ci stancheremo mai di dirlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Voglio rilevare due aspetti. Primo, la strumentalità dell'opposizione. E' strumentale al massimo, e questa volta è semplice dimostrarlo. Se c'è una centralità di alcune iniziative — si parla del Carnevale di Fano, dello Sferisterio o di quant'altro — l'opposizione poteva, con uno sforzo minimo di energia prendere una penna e scrivere emendamenti ad hoc. Presentare ora un emendamento che aumenta di un euro è strumentale. Se una cosa è importante ci si fa un discorso politico, se invece ci si aggancia ad altri emendamenti per aumentare di un euro è strumentale. Quando c'è una strumentalità così evidente, permettete alla maggioranza di farlo rilevare, perché ci vuol poco a scrivere un emendamento, si spende una caloria di energia.
La seconda questione riguarda il fatto che la maggioranza ha presentato un bilancio difficile, perché parliamo di ridurre la spesa su scelte qualificanti, sui problemi del sociale, sui problemi dello sviluppo economico, sui trasferimenti agli enti locali. Dovete riconoscere la serietà con cui ci apprestiamo a votare il bilancio dove la maggioranza si riconosce nonostante un passaggio difficile, un dibattito serrato che c'è stato proprio per definire le linee da dare ala nuova Regione federale.
Abbiamo ritenuto che su alcune questioni specifiche — la revisione del contributo per lo Sferisterio, per il Carnevale di Fano, per le altre questioni che avevano visto, all'ultimo, emendamenti degli assessori e dei consiglieri — assumiamo le problematiche sollevate per dare una risposta organica, complessiva, con atti specifici. Questo è ciò che la maggioranza ha condiviso in tutti i suoi esponenti, e mi sembra una ulteriore dimostrazione di serietà e anche di volontà di discutere nel merito. Ecco l'ordine del giorno e gli atti che verranno presi dalla maggioranza e dal Consiglio rispetto alle problematiche che sono state segnalate.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Vorrei cogliere la provocazione del presidente del gruppo Ds Silenzi, che ha fatto riferimento a un'operazione di filibustering del consigliere Giannotti. Io ci sto, è vero: la monetina aveva evidentemente un significato politico, però altrettanto politicamente non ci possiamo dimenticare che la fisiologia dei rapporti che corrono tra maggioranza e minoranza ha trovato un punto di frattura e di non ritorno in occasione della famosa seduta quando si dovette approvare la manovra finanziaria. Da un punto di vista politico dobbiamo dirla tutta, perché nei rapporti che ci sono tra maggioranza e minoranza, a mio modo di vedere pesa come un macigno una strategica che da un punto di vista meccanicistico è pari pari a quella adottata dal "buon" consigliere Giannotti il quale in "zona Cesarini", quindi a tempo scaduto e con il "quarto uomo" che indicava i sei minuti di recupero, ha voluto far emergere quella che è però una contraddizione politica di un consigliere della maggioranza non rispetto a una grande tematica amministrativa ma rispetto al Carnevale di Fano, e noi siamo frequentatori di quello di Offida, quindi, absit iniuria verbis, siamo consapevoli dell'importanza del carnevale. Questa, secondo me è un'impostazione seria, ma andiamo oltre. La realtà vera è che se a questa valutazione si abbina la valutazione di quello che è accaduto dopo, ovvero la grande rinuncia di tutta la maggioranza rispetto ai propri emendamenti c'è da fare una valutazione ulteriore: che nella nostra regione si va evidenziando con sempre maggiore sistematicità il comportamento di costruire provvedimenti e comunque di negoziare il governo regionale fuori dall'Assemblea consiliare. Questa è la realtà. In Commissione Statuto siamo tutti convinti della centralità del Consiglio, che ci dobbiamo chiamare Parlamento, che siamo tutti "deputatini". La realtà è che il nostro ruolo di "deputatini", la nostra dignità di Parlamento regionale li si dovrebbero conquistare giorno per giorno affermando l'autonomia dei consiglieri e dell'Assemblea. Questo bilancio, così come la manovra sono stati costruiti e negoziati con un sistema di concertazione sociale che può andar benissimo, ma la concertazione ha una caratteristica: le parti sociali si mettono d'accordo, ma dopo è l'assemblea politica che fa propria, corregge, emenda, modula la risposta delle parti sociali. Invece qui, purtroppo, la sensazione che ho è che tutto si svolga fuori, che tutto, spesso e volentieri, si svolga non contemperando gli interessi della Regione Marche e della società marchigiana ma cercando un spesso impossibile equilibrio fra esponenti ed elementi della sinistra. Quindi non è solo un carattere "extraparlamentare" — così come si diceva delle crisi negli anni '70 — ma addirittura un carattere extraparlamentare che svilisce tanto più la nostra funzione se si considera che spesso e volentieri l'obiettivo della concertazione è la sistemazione delle questioni interne alla sinistra.
Il mio invito, al di là di strumentalizzazioni facili, è che comunque ci sia una maggiore consapevolezza di questa Assemblea verso gli importanti appuntamenti che dovremo in qualche modo affrontare. Non so chi, mi pare Max Weber, diceva che il politico è sempre stretto fra due etiche: l'etica della convinzione, che è l'etica di fare ciò che è giusto, e l'etica della responsabilità che è quella che conduce chi, facendo parte di un organismo, deve abbinare ciò che è giusto a ciò che è opportuno e necessario in una logica di maggioranza. Ma purtroppo tutto questo mi sembra non affiorare dall'atteggiamento della sinistra, che invece continua a risolvere i problemi con liturgie che a mio modo di vedere si rendono sempre più esenti dai veri problemi della nostra maggioranza.
Brini faceva riferimento alle consegne degli orologi del presidente Berlusconi: sicuramente una boutade, ma non vorrei essere offensivo se dico che il vostro atteggiamento di rimandare tutto all'assestamento in qualche modo denota un atteggiamento non vicino a quello del presidente Berlusconi ma più vicino a quello del presidente Achille Lauro, che aveva il costume di iniziare le campagne elettorali consegnando una scarpa destra agli abitanti dei "bassi" napoletani e dei "quartieri spagnoli" — come dicono loro — mentre la scarpa sinistra veniva consegnata a risultato ottenuto. E' la stessa cosa, Giulio Silenzi, sei un "laurista", abbiamo scoperto che tu sei l'epigono di Achille Lauro: oggi consegni alla Mollaroli la scarpa destra, ma dai l'assicurazione che la suola — nel senso non metaforico del termine — arriverà all'assestamento. Non credo che sia un modo opportuno e giusto di fare, soprattutto denota il fatto che siamo ben lontani dall'essere deputati, ma siamo probabilmente membri di un grande Consiglio comunale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Sarebbe sufficiente quello che ha detto il collega Brini, e a questo punto credo che veramente varrà la pena, questa volta, valutare, come gruppi, se chiedere di sospendere questa seduta del Consiglio per decidere di abbandonare l'aula o meno rispetto ad un fatto gravissimo accaduto poc'anzi e che non riguarda il Carnevale di Fano. Sul Carnevale di Fano siete ridicoli, perché chi ha compiuto l'affronto alla maggioranza e all'istituzione è il consigliere Mollaroli che fa parte di questa maggioranza e che, raccogliendo le proteste della città di Fano rispetto alle scelte della Giunta regionale ha presentato una proposta emendativa. Siccome su questa questione la Casa delle libertà ha espresso in più di un'occasione il proprio punto di vista, l'unica possibilità che avevo, consigliere Silenzi — studiati il regolamento — era di fare un subemendamento modificativo di una lira, altrimenti non avrei potuto intervenire sulla materia. (Interruzione). Ti rispondo, Silenzi.

Giulio SILENZI. I consiglieri lavorano e si confrontano in Commissione.

Remigio CERONI. Ma quando le fate le Commissioni, quando?

Giulio SILENZI. Il Carnevale di Rapagnano ha lo stesso valore di quello di Fano!

PRESIDENTE. Consiglieri, per favore...

Roberto GIANNOTTI. Vorrei dire al mio amico-nemico Silenzi, che siccome siamo un gruppo serio e non un gruppo che "vuole farsi prendere per il c..."...

PRESIDENTE. Consigliere, non può...

Roberto GIANNOTTI. Chiedo di essere anche censurato, per questa affermazione.
Abbiamo deciso, in questa occasione, di non presentare emendamenti rispetto alla blindatura che avete fatto su tutto... (Interruzioni). Silenzi, mi stai a sentire o no?
Il gruppo di Forza Italia ha deciso di non presentare emendamenti a questo bilancio, vista la fine che avete fatto fare agli emendamenti in altre occasioni. Ha presentato solo emendamenti che sostengono le proprie proposte di legge, altrimenti ci avreste accusato di essere incoerenti se non avessimo sostenuto queste proposte con un emendamento che garantisse la copertura finanziaria.
Il subemendamento è stato solo una risposta politica alla strumentalizzazione del consigliere Mollaroli che ha voluto mettere in piazza un'esigenza legittima, che fra l'altro noi condividiamo. Non è questa la partita, questo è il torroncino, il biscotto. E' grave quello che è avvenuto in questa riunione, cioè la decisione di ritirare tre emendamenti pesanti, questi sì, sul piano politico, sul piano sostanziale, questo è un fatto grave! Leggo che il consigliere Cecchini ha deciso di ritirare tre proposte emendative che riguardano gli emendamenti 4, 5 e 7. Tre proposte di una gravità, sul piano politico, eccezionale. Un emendamento esonerava dal pagamento dell'Ilor previsto, dalla manovra finanziaria, solo per le imprese del trasporto pubblico locale. Uno scippo di un miliardo e mezzo per i marchigiani!

Giulio SILENZI. Per fare un provvedimento...

Roberto GIANNOTTI. Lascia stare... Un emendamento che interveniva rispetto alle politiche della casa, dimenticandosi di affrontare il problema rappresentato dalla graduatoria delle domande per la prima casa. Un emendamento che interveniva sul problema delle tariffe particolari per il trasporto. Tre proposte emendative rispetto alle quali c'era stata una controproposta di Forza Italia formalizzata con subemendamenti, che serviva a mettere in luce l'incoerenza della maggioranza su queste questioni. Con un colpo di spugna, cercando di far dimenticare ai marchigiani che stanno pagando nelle tasse di quest'anno, si è voluto eliminare dalla contesa tre proposte che certamente oggi avrebbero sollevato scandalo.
Personalmente, per me la seduta sul bilancio finisce qui, nel senso che varrebbe la pena veramente di andarsene. Rimango solo per la responsabilità che ho di coordinamento dei lavori del mio gruppo perché voglio rispondere al consigliere Agostini.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Mi sono sentito in obbligo di fare questo intervento perché ritengo che debba essere messa fine, o almeno denunciato pubblicamente un modo di fare politica, di speculazione ignobile di fare politica. Emendamenti che variano di un euro sono una speculazione politica ignobile. E non è la prima volta, Giannotti. Ma vi ricordate che come Forza Italia e come gruppo di opposizione avete fotocopiato la legge sull'elettrosmog presentata dal sottoscritto e non avete cambiato nemmeno una virgola? Questo non è l'inizio, è una constatazione. Voi fate speculazione di bassa risma politica. Ripeto, sull'elettrosmog avete copiato la lettera che avevo presentato io. Questo è il vostro modo di fare politica. (Interruzione). Chiedilo a Giannotti, che adesso è uscito. Gli ho detto "Giannotti, almeno potevi cambiare una parola". Questo è il vostro modo di fare politica.
Esiste una seconda Commissione e già da tempo avevamo detto che gli emendamenti sul bilancio dovevano passare in seconda Commissione e che si sarebbero mandati indietro fogli, foglietti e quant'altro. Alcuni vostri emendamenti, condivisi dalla maggioranza sono stati approvati. Vuoi che te li dica? Vedi che non c'è un'opposizione per l'opposizione ma è una questione di metodo. perché questi emendamenti non sono stati presentati in seconda Commissione? Per lo stesso motivo gli emendamenti della maggioranza sono stati ritirati, perché dovevano essere discussi in Commissione. Questo non significa che i contenuti non sono validi e importanti, pertanto li ripresenteremo con atti, con provvedimenti che verranno discussi in questo Consiglio. Quindi non c'è irresponsabilità ma c'è solamente la precisazione di un metodo per raggiungere un risultato finale efficace e per evitare un modo di fare politica strano, di persone che tirano in tutte le direzioni senza poi raggiungere un obiettivo.
Questa è la motivazione per cui l'emendamento di Giannotti va rigettato, anche perché se la deve far finita di fare politica in questo modo ignobile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Credo che non sfugga a nessuno che ci troviamo di fronte a un black-out nella normale dialettica democratica. Non volevo fare questo intervento a commento sugli emendamenti e subemendamenti ma a commento della procedura dell'ordine del giorno presentato legittimamente dai colleghi Mollaroli, Tontini e Benatti. Ci sono emendamenti anche di un assessore, ci sono emendamenti di consiglieri anche della maggiorana, che non giudico assolutamente patologici, se vogliamo dare al Consiglio la giusta considerazione, c'è qualcosa che è davanti agli occhi di tutti, cioè un non coordinamento, una non compattezza delle politiche strategiche all'interno della maggioranza che porta a questa carenza e a questo svilimento delle funzioni del Consiglio. Questo non può sfuggire a nessuno.
Non si può rimproverare di filibustering un gruppo di opposizione, perché ci sono stati dei blitz ordini dalla maggioranza in passato che non possono essere dimenticati.
Siccome il presidente del gruppo Ds Silenzi, facendo proprio questo ordine del giorno che approvo fin d'ora ha detto "noi siamo pronti a discutere, siamo aperti anche alla politica strategica che riguarderà l'assestamento", se la disponibilità c'è ad entrare nel merito anche di questi ordini del giorno, lo colgo in maniera positiva e annuncio che per le 16 presenteremo altri dieci ordini del giorno di contenuto simile e spero che la maggioranza li accolga.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno è ritirato.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ho ascoltato le motivazioni della polemica con molta attenzione. La polemica è il sale del Consiglio regionale. Se dobbiamo fare uno sforzo dobbiamo tornare alle ragioni della politica, e le ragioni della politica sono le seguenti. In Commissione non è stato accolto niente. Sono state accolte le briciole delle briciole... (Interruzione del consigliere D'Angelo). Al posto tuo mi sarei sentito umiliato dell'emendamento da te proposto e fattoti ritirare dalla maggioranza, sui parchi. Mi sarei sentito molto umiliato. Così come tutti gli altri emendamenti sono stati praticamente saltati. Un mio "spicciolo" di emendamento su quella sciocchezza del fine trattamento al personale è stato ammesso, ma si tratta veramente di ritocchi minimali. La struttura portante del bilancio non è stata minimamente toccata. (Interruzione). Se uno ha un po' di onestà intellettuale bene, altrimenti si possono dire le cose che si vogliono. Agostini è stato inflessibile con noi ma anche con voi della maggioranza, ha tenuto sempre una posizione fortissima dicendo "questo è il bilancio, questo si può fare". Quando c'era qualcosa che non quadrava, diceva "lo rivedremo in sede di assestamento", e l'assestamento diventa veramente il collettore che dovrebbe recuperare tutte le cose che sono irrecuperabili, perché sull'assestamento dovremo cercare di arrivare a completare alcuni capitoli dove non ci sono i soldi, dove non si arriva a fine anno. Non si possono vendere cose che non sono vere.
Mi permetto di dire qual è stato il disegno, e questo è il mio parere, ma poi ci sono anche i tecnici, la stampa, le persone che capiscono. Credo che la gente capisca. Ebbene, la Giunta ha presentato un articolato e ha ritenuto di fare delle scelte , dei tagli ed è stata inderogabile. Poi, su alcuni passaggi poco significativi non è stato ammesso niente, né di maggioranza né di minoranza. Simpaticamente, quando ho detto "ma allora sulle cinque voci che chiedo (le fiere, la difesa della costa, il turismo, l'Apt, cose rivendicate addirittura da gente che si colloca nella sinistra) qual è la risposta?". Mi hanno detto "la risposta è quella di rimanere fermi sulle posizioni di partenza". Simpaticamente, tu hai aperto la porta della stanza e hai detto "l'apertura che noi facciamo è questa porta". E' stata una battuta simpatica e che ho accolto come tale, però quello era il senso dell'atteggiamento. Ci sono dei motivi forti che la Giunta conosce per i quali non può derogare da quella manovra, da quelle cifre, da quell'impostazione, però niente è stato cambiato. In quest'aula succede ormai da sempre che la minoranza ha il ruolo di essere testimone delle scelte della maggioranza. Questo è un Consiglio regionale dimezzato in cui la Giunta fa delle scelte, le comunica alla maggioranza e alla minoranza e il passaggio istituzionale è formale. Su questo noi ci ribelliamo, la minoranza deve fare il suo gioco, è giusto che il collega Gasperi faccia proprio l'emendamento di un consigliere della maggioranza che non siede in Giunta, è giusto che Giannotti faccia anche qualche tiro mancino, è giusto che in qualche modo noi cerchiamo di svolgere il lavoro di consiglieri regionali, altrimenti non siamo i testimoni osservatori, privilegiati di un'Assemblea svuotata di ogni possibilità di mediazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Illustri colleghi consiglieri, ritengo che il momento del bilancio sia di grosso rigore istituzionale. Potrei non condividere le scelte operate e potrei condividerle in toto, ma questa mattina, all'inizio della seduta erano presenti, nella parte riservata alla società civile, dei bambini. Hanno salutato l'ingresso del Presidente D'Ambrosio con un applauso. Mi sono permesso di dire, in confidenza: "Presidente, forse non conoscono ancora la nostra manovra di bilancio" e il presidente mi ha risposto "non pagano ancora le tasse". E' una battuta semplice, ma come le parabole ha un suo fondo di verità. Poi ci siamo rituffati nei lavori di Consiglio e si è toccato il tasto della famiglia. C'è stato un qui pro quo dell'assessore Secchiaroli rispetto alla legge sulla famiglia , e io ho fatto una battutina, il che ha provocato un richiamo nei miei confronti del Presidente Minardi: "limita le tue battutine perché suscitano ilarità". Cosa c'entra questo con il bilancio? Il momento del bilancio è di grosso rigore e noi consiglieri regionali, al di là di certe battute, al di là del normale dibattito in aula tra le diverse posizioni, non dovremmo mai dimenticare che è il nostro vero esempio che si legge all'esterno.
Debbo rispondere al consigliere D'Angelo quando dice che la proposta di legge da noi presentata è un limite. Lo è perché forse questa maggioranza l'aveva dimenticato e noi, ritenendola una legge condivisibile — ecco "dalla protesta alla proposta" — l'abbiamo sottoposta a questo Consiglio regionale, ma sempre con garbo ed educazione.
Per quanto riguarda il giudizio in generale, noi consiglieri di opposizione avremmo fatto forse meglio, pur nella continuità amministrativa dei sette anni di Amministrazione D'Ambrosio, questo tipo di bilancio? Nel momento in cui si va verso una riforma generale dello Statuto — e negli statuti vengono inserite nuove, significanti ed importanti norme — questa settima legislatura doveva essere l'esempio importante per far sì che le diverse parti contribuissero a una reale risoluzione delle problematiche collegate al bilancio. Ecco dove l'opposizione non è stata coinvolta, pur capendo le emergenze: nella proposta, nella condivisione delle diverse posizioni ideologiche anche del mio assessore Agostini, alacre lavoratore, perché vi dovrebbe essere una lettura del bilancio meno aspra nei toni, più permeante, più forte, più incisiva nelle proposizioni. Quindi non posso non dire umilmente che mi sento corresponsabile, forse per una mia, purtroppo, fresca esperienza di consigliere, nella proposizione.
Tra le cose ho letto che non c'è poi questo incisivo contributo sull'internazionalizzazione di questa Regione.

Roberto GIANNOTTI. Ci pensa Spacca.

Umberto TRENTA. Spacca è come noi, stessa matrice Dc... Non attacchiamo Spacca...
Presidente D'Ambrosio, il momento di rigore lo condiviso e su questo mi sbilancio ancora un po' di più dicendo di esserle vicino, perché capisco che nel momento in cui si parla di tasse si creano momenti di tensione, ma su questo confrontiamoci, sminuiamo le posizioni, smussiamo gli angoli e troviamo la vera ragione di certe proposte di legge, come quella sugli usi civici, come quella sul coinvolgimento alla pace, come quelle che innescano sistemi intelligenti di grossa proposizione della regione all'esterno. Perché il bilancio non va letto analiticamente secondo l'analisi, peraltro oculata, del consigliere Ceroni. Cambiando l'ordine degli addendi non cambia la somma; cambiando l'ordine dei fattori non cambia il prodotto. Questo significa che posso prendere i dirigenti, modificare, ma la filosofia del bilancio è sempre quella. Su questo voglio richiamare la vostra attenzione, perché abbiamo tre anni davanti che ci legheranno su certe cose. Da questo, coinvolgiamo e vediamo la reale capacità dei presidenti di gruppo dell'opposizione a contribuire al bilancio della Regione. Questo è il momento di sintesi, di osservazione, della VII legislatura che rivede lo Statuto ed è il momento del federalismo che va visto in una proposizione anche di collegamento interregionale. Qui voglio lanciare questa proposta, e lei Presidente, si dovrebbe far parte attiva nel coinvolgere, nei bilanci della "macroregione" dell'Italia centrale, in una programmazione che veda, nei confini, il progetto di condivisione e di cofinanziamento. Su questo noi daremo una vera risposta senza creare un nord, un sud, un est e un ovest. Le potrei richiamare la discarica di Amatrice ma sarebbe fuori luogo perché poco attinente, ma qui c'è stata una programmazione interregionale, in questo senso: ad est della regione Lazio, a sud della regione Marche, a nord della regione Abruzzo tutte le autorizzazioni, di là noi non possiamo fare ispezioni ed ecco il gioiellino della mega-discarica dell'Italia centrale. Poniamo attenzione a queste cose, e su questo mi rendo disponibile e le dico, per quello che può servire, che posso anche arrivare a condividere il modus operandi di questo bilancio, nell'emergenza, ma non sia l'emergenza dei prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Grandinetti.

Fabrizio GRANDINETTI. Se fosse stata evitata la piccola provocazione ricevuta dal consigliere Giannotti all'inizio del Consiglio si sarebbe evitato il teatrino cui abbiamo assistito oggi, con parole anche esagerate, per il gusto proprio di intervenire.
Al di là di questo passiamo alla sostanza di quello che è successo. Sono molto perplesso sull'emendamento che è stato ritirato, presentato da un assessore in modo specifico e vorrei spiegazioni da parte dell'assessore sulla questione dei trasporti: un miliardo e mezzo di agevolazioni alle grandi aziende, private e pubbliche, dei trasporti. Questo è sinonimo di una politica che ha visto sempre la sinistra, a livello regionale e nazionale, sposare le grandi aziende pubbliche e private, dimenticando che la spina dorsale di questa nazione, di questa regione sono le piccole e medie aziende. Ritengo di avere il diritto, per come ho posto il quesito, di una risposta da parte dell'assessore.
E' una cosa grave, perché dopo una penalizzazione fiscale così forte di cui sono stati oggetto i marchigiani — la manovra più potente, in senso negativo, che si è verificata nelle Regioni italiane secondo l'inserto Centro-Nord di Sole 24 Ore, giornali economico famoso e più venduto — saremmo andati a penalizzare con un altro miliardo e mezzo le casse pubbliche, dunque, ancora una volta, i nostri corregionali. Vorrei una risposta su questo quesito che ritengo sia il più importante.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Francheschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Su questo due subemendamenti si è scatenata una discussione di carattere più generale che è propria della dichiarazione di voto sulla legge piuttosto che su un emendamento. Capisco la smania dell'opposizione di voler recuperare un po' di terreno rispetto all'inconsistenza che avete dimostrato lunedì nel dibattito generale. Voglio ribadire come relatore quello che ho detto all'inizio, cioè che noi facciamo propri i problemi che sono stati posti con questi emendamenti e subemendamenti, li vogliamo affrontare in una soluzione organica con atti che vogliamo portare all'attenzione delle Commissioni e del Consiglio regionale nel prosieguo della nostra attività nelle prossime settimane.
Non può passare sotto silenzio il fatto che si dicano cose che non corrispondono a verità. Nella Commissione noi abbiamo discusso approfonditamente e sono state apportate modifiche numerose al bilancio. Se l'opposizione si aspettava che la Commissione stravolgesse il bilancio proposto dalla Giunta la cosa non poteva essere, perché quella proposta di bilancio è approvata dalla Giunta, è venuta al Consiglio dalla Giunta ma è propria di tutta la maggioranza, non è il frutto del lavoro della Giunta punto e basta ma di tutti i gruppi, di tutte le forze politiche che fanno parte e sostengono questa maggioranza. Però modifiche sono state fatte a livello normativo e anche a livello di cifre. Ricordava il collega D'Angelo che sull'ambiente sono state inserite modifiche che riguardano il rifinanziamento dei contributi per i tetti fotovoltaici, è stato approvato un altro emendamento per combattere l'inquinamento acustico, sono stati apportati altri emendamenti riguardo all'impiantistica sportiva e all'artigianato e anche riguardo alle proposte avanzate dall'opposizione, che erano poche per la verità: alcune sono state approvate perché avevano il consenso unanime, compresa la maggioranza. Non è che quelle valgono meno perché le condivideva la maggioranza. Sono questioni che ho ripreso e ho detto anche nella relazione, che riguardavano aspetto anche importanti, come ad esempio la gestione associata da parte dei piccoli Comuni degli asili nido, la questione del personale ex Esam che in questo modo abbiamo definitivamente chiuso e risolto. Su altre questioni come quelle dei parchi e dell'Aptr abbiamo detto "facciamo un momento di riflessione, riaffronteremo queste questioni con l'assestamento di bilancio se quei rischi, quelle questioni di difficoltà che sono state paventate in sede di audizione o in altri modi si dimostreranno realmente tali. Quindi non è vero che la Commissione non ha discusso e non ha affrontato e risolto questioni poste dalla stessa opposizione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento 001.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione il subemendamento n. 01, fatto proprio dal consigliere Gasperi, che ha la parola.

Gilberto GASPERI. Avevo chiesto di intervenire prima, e quando vi racconterò come sono andate le cose, forse qualcuno potrebbe pentirsi di quello che ha detto.
Sui giornali, tempo fa c'è stato un intervento di Alberto Berardi di Fano che ha attaccato l'assessore Agostini perché nel bilancio ci sono i soldi per la Quintana, e ha detto "per quale motivo non ci sono anche i soldi per il Carnevale di Fano che è il più antico e più grosso della riviera adriatica?". Siccome io vengo dalla goliardia, mi piace a volte divertirmi e scherzare anche sulle cose serie, quindi, visto e considerato come sono andate le cose quando c'è stato l'assestamento di bilancio visto come sono andate le cose con la legge sulle cave — avete azzerato tutto in entrambe le occasioni — a Giannotti ho detto "facciamo una scommessa". Ho detto "senz'altro il rappresentante di Fano — la collega Mollaroli — farà un emendamento all'emendamento che ha proposto l'assessore Agostini, che è esattamente il n. 1". Difatti il consigliere Mollaroli ha presentato l'emendamento e immediatamente Giannotti — non è scandaloso avere aumentato di un euro — lo ha subemendato proprio per dimostrare che le cose sarebbero andate come sono andate oggi, perché e in politica voi aveste un senso anche di tranquillità e non di rigidità come state dimostrando in questo bilancio, avreste potuto tranquillamente votare contro il subemendamento di Giannotti e a favore del subemendamento del consigliere Mollaroli, perché l'emendamento presentato da Agostini era chiaro che sarebbe stato approvato, perché è l'assessore al bilancio.
La dimostrazione che non si vuole assolutamente entrare nelle risoluzioni o nelle richieste, dico che la cosa più importante è che ci sono emendamenti presentati da assessori. Siccome l'emendamento presentato dall'assessore Agostini si sapeva già che sarebbe stato approvato, dopo il sub-subemendamento di Giannotti, un assessore di Rifondazione comunista dichiara di ritirare gli emendamenti nn. 4, 5 e 7. E allora, cari signori, i casi sono di due tipi. Un assessore che propone degli emendamenti dopo che c'è stata una discussione in Giunta, dopo che viene portata in Commissione una proposta della Giunta, poteva presentare gli emendamenti alla Commissione e non li ha presentati. Significa che c'è anche dissidio in Giunta, significa che l'assessore di Rifondazione comunista ricattava la Giunta, con questi emendamenti. E' venuto fuori in modo lapalissiano e chiaro dopo che è stata fatta un'operazione di un euro. La vostra dignità costa un euro, perché per un euro potevate bocciare il sub-subemendamento di Giannotti e votare quello della Mollaroli, per un euro. La rigidità politica che avete voluto dimostrare non era nei confronti della Mollaroli, ma dell'assessore Cristina Cecchini la quale ha fatto una dichiarazione che sembra quasi un atto notarile: "La sottoscritta dichiara di ritirare". E' una cosa veramente assurda. Ili gioco è venuto fuori grazie a una scommessa, dimostrando che questi signori per un euro sono capaci di affossare un carnevale. Chiederò alla città di Fano, di fare il "pupo" per il prossimo carnevale, e il "pupo" sarà la maggioranza del Consiglio regionale, perché è assurdo che si sia discusso su una cosa che è nata per dimostrare che non solo non c'è una linea univoca, ma addirittura c'è dissidio nell'ambito della maggioranza tra il governo della Giunta e il Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

Andrea RICCI. Ho chiesto di intervenire perché non si può continuare ad ascoltare fandonie come quelle che attualmente ho ascoltato dal consigliere Gasperi rispetto alla questione degli emendamenti presentati dall'assessore Cecchini. Mi pareva che il consigliere Giannotti avesse compreso il contenuto di questi emendamenti. Questi emendamenti sostanzialmente andavano ad intervenire su questioni che necessitano di un intervento. Alcune si sono sviluppate successivamente alla presentazione del bilancio, sono importanti e verranno affrontate in sede di Consiglio regionale con altri atti che la Giunta preparerà. Non c'è nessun dissidi politico tra Rifondazione e la Giunta, tra l'assessore e la Giunta, tra il Consiglio e la Giunta come il consigliere Gasperi a sproposito ha dichiarato, quindi il mio intervento è solo di precisazione e di invito a proseguire il dibattito nel merito degli emendamenti, altrimenti credo che difficilmente potremo arrivare costruttivamente a definire il provvedimento di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Sono d'accordo sull'ultima parte dell'intervento di Andrea Ricci, andiamo avanti spediti a parlare di bilancio e a votare. Io sono stato zitti perché non sono di quelli che vanno ad attizzare il fuoco, perché cerco di dare la possibilità al Consiglio di lavorare seriamente sugli argomenti, però un assessore ai trasporti che prepara il bilancio e in Consiglio regionale viene a presentare un emendamento sul proprio settore per esentare dalle tasse i trasporti pubblici e privati è cosa da vergognarsi. Ma un po' di serietà... Come si fa? L'assessore competente... Così sono bravi tutti a fare politica, amico Ricci. Domani chiamerà tutti questi che lavorano nel settore trasporti, dirà "io la proposta l'ho fatta, gli altri della maggioranza mi hanno detto di no", scaricando la colpa sulla Giunta e sugli altri componenti della maggioranza. Non si può fare politica così. Io sto all'opposizione ma in questo senso prendo le difese della Giunta, se mi permettete. E noi nemmeno ci mettiamo a speculare su queste cose, sono fatti non dignitosi per il Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Noi votiamo a favore dell'emendamento Mollaroli, perché crediamo a quello che abbiamo sostenuto nei primi interventi, quindi siamo coerenti e non ci facciamo intimidire dagli attacchi del presidente del gruppo Ds che cercava di giustificare tutto con un euro. Bene ha fatto Giannotti, perché mettendo un euro ha provocato quel dissenso da parte del capogruppo Silenzi che invece di riflettere si è scagliato contro Giannotti stesso. La precisazione del consigliere Andrea Ricci per noi non è soddisfacente. Non la penso come l'amico Viventi che dice che non bisogna speculare e bisogna andare avanti. Noi vogliamo l'assessore Cecchini in aula a riferire, a spiegare, perché l'ha fatto e perché l'ha ritirato. E' un fatto gravissimo che l'assessore Cecchini non sia qui in aula, e non è la prima volta, Presidente, che lei non ci abbia voluto far parlare: una volta delle sue dimissioni, oggi di questo atto. Non vorremmo che le dimissioni fossero rientrate ma ancora esistesse questo rapporto, tra lei e la Cecchini, di non fiducia, come non c'è il rapporto tra l'assessore Cecchini e l'attuale maggioranza. La invitiamo, Presidente, a far sì che l'assessore Cecchini venga in aula, relazioni e spieghi ai consiglieri perché ha prima presentato gli emendamenti e poi li ha ritirati.
Chiedo la votazione per appello nominale, anche a nome dei colleghi Giannotti e Gasperi.

PRESIDENTE. Vorrei però richiamare la vostra attenzione su una questione non secondaria. Se continuiamo a fare discussioni di carattere generalissimo su ogni emendamento non arriviamo in fondo, per cui toglierò la parola a tutti i consiglieri che non si atterranno alla discussione.
Prego di procedere alla votazione per appello nominale, a partire dal n. 12.

Marco AMAGLIANI, Consigliere segretario: Procedo alla chiama:
Ciccioli sì
D'Ambrosio no
D'Angelo no
Donati no
Favia sì
Franceschetti no
Gasperi sì
Giannotti sì
Grandinetti sì
Luchetti no
Martoni no
Massi sì
Melappioni no
Minardi no
Mollaroli no
Moruzzi no
Novelli sì
Pistarelli sì
Procaccini no
Ricci Andrea no
Ricci Giuseppe no
Rocchi no
Romagnoli sì
Secchiaroli no
Silenzi no
Spacca no
Tontini no
Trenta sì
Viventi astenuto
Agostini no
Amagliani no
Amati assente
Ascoli assente
Avenali no
Benatti no
Brini sì
Castelli sì
Cecchini assente
Ceroni sì
Cesaroni assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 1, fatto proprio dal consigliere Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 2, a firma A. Ricci, Mollaroli e Rocchi. Ha la parola il consigliere Ricci.

Andrea RICCI. Questo emendamento, che sarà ritirato come gli altri presentati dai consiglieri di maggioranza, nasce dalla seguente questione. Nel bilancio dell'anno scorso abbiamo stanziato 150 milioni per le associazioni protezionistiche e di volontariato che gestiscono canili e che svolgono un servizio pubblico. Quei 150 milioni non sono stati erogati a seguito di un palese errore del dirigente del servizio.
L'emendamento viene ritirato, però quello stanziamento su cui le associazioni che gestiscono i canili contavano — e noi tutti sappiamo, per essercene occupati più volte in questa sede, negli anni passati, il servizio oneroso che questi soggetti svolgono per l'intera collettività, a loro intero carico — bisogna che sia riconsiderato e bisogna che simili incidenti non accadano più, perché è arrivato in V Commissione un atto amministrativo sbagliato che la V Commissione non ha ritenuto di dover approvare, dando indicazione che si potesse procedere all'erogazione dei fondi stanziati in bilancio attraverso un decreto del dirigente che, nonostante che siano passati mesi e mesi, non c'è mai stato, fino ad arrivare alla decadenza di questo contributo. L'emendamento viene ritirato, però invito la Giunta e l'assessore competente ad occuparsi di questa questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Facciamo nostro l'emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 3 a firma Viventi. Se non passa decade il n. 27. lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 7. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Il dibattito che c'è stato su questa materia, al di là delle battute fuori luogo di D'Angelo...

Pietro D'ANGELO. perché fuori luogo?

Roberto GIANNOTTI. Perché lei sapeva, era stato informato da me, che rispetto alla latitanza della Giunta regionale — e la sfido a dire il contrario, sono disposto anche a chiedere un giurì d'onore, su questo — e alla volontà di non approvare questo atto il nostro gruppo ha ripreso il vecchio atto sull'elettrosmog presentato nella precedente legislatura e l'ha riprodotto. Lo abbiamo sempre ammesso alla luce del sole, dando un contributo sostanziale, concreto in Commissione perché fosse definito un provvedimento adeguato.
Rispetto al resto credo che il dibattito abbia consentito, se non altro, di mettere in chiaro che se c'è qualcuno che deve vergognarsi non è l'opposizione ma la maggioranza che è divisa, che non coglie le esigenze del territorio, che deve far fronte alle proteste della "città rossa" di Fano, dopodiché c'è la possibilità di fare promesse e di recuperare questo sgarbo in un altro modo. Prendiamo atto che comunque, anche grazie alla nostra battaglia il Carnevale di Fano avrà il giusto riconoscimento. Rimane un problema grande posto da altri colleghi che riguarda la complessità delle manifestazioni. Quello che non è stato detto è che dovete smetterla di fare clientelismo, perché se c'è una cosa che va detta è che la tanto decantata "legge Silenzi 53" sul turismo ha permesso a questa Giunta di fare il più sfrenato clientelismo, elargendo contributi e denari solo alle iniziative che più aggradano. Rispetto a questo c'è invece una nostra proposta di mettere a regime, una proposta di legge che i consiglieri Ceroni e Brini hanno sapientemente elaborato rispetto alle revocazioni, su cui si può discutere. Caro Agostini, è nei fatti una capacità di proposta del gruppo di Forza Italia, ma direi dell'intera opposizione, che anche in questo dibattito ha segnalato una maturità, una crescita politica alla quale, forse, la maggioranza non era abituata ma alla quale dovrà abituarsi e pensare che presto verrà il momento anche di lasciare il posto.
Rimane però un problema politico che è stato posto: tre emendamenti pesanti, che hanno una grande valenza politica, che sono stati di fatto, dopo quella riunione di maggioranza, cancellati, tolti dal tavolo della discussione su cui noi vi avremmo inchiodato perché avevamo già fatto delle proposte alternative.
D'Angelo mi deve dire se condivide l'emendamento della Cecchini, se condivide di togliere 2 di quei 20 miliardi destinati dalla manovra al ripiano del disavanzo per rifondere gli amici delle aziende pubbliche e gli amici delle aziende private di trasporto. Il consigliere D'Angelo, che si sciacqua sempre la bocca dei potentati prenda posizione su quell'atto, dopodiché prenderò atto che la maggioranza avrà avuto un soprassalto, ma si sarà aperto un problema politico. Ha detto giustamente il consigliere Brini: non può passare inosservato e rimanere senza esito il fatto che per la seconda volta un assessore di questa Giunta compie un atto, nella sua qualità di assessore ai trasporti, gravissimo, non condiviso dalla Giunta regionale, spero, non condiviso dalla maggioranza. Questa cosa deve poter avere un momento di chiarimento politico in questo Consiglio regionale. Per questi motivi voteremo contro l'articolo 7.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. credo che la decenza, anche sul piano politico abbia un limite. Non aggiungo altro. Vorrei solamente invitare i colleghi consiglieri e la stampa a fare un conto di quanto incida l'autoriduzione dell'indennità di funzione che la Giunta si è determinata come risposta alla pesante situazione finanziaria della Regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 8.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Emendamento 3 bis a firma Franceschetti, che ha la parola.

Fausto FRANCESCHETTI. Questo emendamento è proposto dalla Commissione e riguarda l'acquisto della Rocca della Cittadella, perché nella proposta originaria è stato scritto "come sede da destinare a servizi della Giunta e del Consiglio regionale", poi si fa riferimento alla legge 579 e all'atto approvato dal Consiglio nel 1996, dove invece si parla di "sede di rappresentanza". Ci è sembrato giusto ridefinire il tutto facendo solo riferimento alla legge 579 e all'atto del Consiglio n. 51/96 senza specificare la destinazione.

PRESIDENTE. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Essendo l'emendamento sostitutivo dell'intero articolo, quest'ultimo si ritiene approvato.
Articolo 10 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11 bis, introdotto dall'emendamento 4 a firma Cecchini, che è stato ritirato. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Mi è stato detto che il ritiro di questo emendamento ha assunto rilevanza politica, quindi vorrei spiegare perché è stato ritirato. Deve essere chiaro a quest'aula che non esistono questioni politiche fra Rifondazione, l'assessore, la Giunta. La questione è molto semplice: dobbiamo rendere compatibile il rinnovo del contratto del personale del trasporto pubblico locale, su cui è in corso una trattativa fra Governo e Conferenza Stato-Regioni. Risolvere anticipatamente da parte nostra significava di fatto indebolire una trattativa nazionale fra le Regioni e lo Stato, quindi riteniamo che questa trattativa debba essere definita e ben valutata dalle aziende di trasporto pubblico locale. Quindi torneremo in questo Consiglio regionale qualora ci fosse un problema di definizione più chiara anche dal punto di vista della norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Presidente, se l'emendamento c'era, esisteva anche il mio subemendamento, quindi avevo diritto di parlare prima della Cecchini. Lei ha dato la parola alla Cecchini, comunque interverrò in sede di dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Il problema è preliminare: se nessuno fa proprio l'emendamento decade il subemendamento, quindi l'articolo 11 bis.
Sono le 13,30. Dobbiamo votare la prosecuzione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Silenzi. Ne ha facoltà.

Giulio SILENZI. Proporrei ai colleghi e al Presidente di porre in votazione la prosecuzione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5. E' stato ritirato dal consigliere Cecchini, ma viene fatto proprio dal consigliere Giannotti.
C'è un subemendamento, a firma sempre del consigliere Giannotti, che ha la parola.

Roberto GIANNOTTI. Il subemendamento dice chiaramente che questa Regione ha fatto i conti con una grande domanda di case da parte dei marchigiani. l'ultimo bando fatto dalla Giunta per contribuire all'acquisto della prima casa ha avuto un grandissimo successo, a testimonianza di un'esigenza forte. Un bando che ha consentito di soddisfare in maniera assolutamente marginale la richiesta. Non so quante siano state le domande accolte, ma certamente pochissime. Se si considera che quel bando è stato possibile solo grazie all'utilizzo delle economie dei finanziamenti statali e quindi non è stata una scelta pesante per la Giunta regionale che non ha speso di proprio, tanto vale il senso di questa proposta che chiede di destinare le economie derivanti da una serie di iniziative legislative per finanziare interventi in favore delle giovani coppie. In sostanza, la proposta che abbiamo formulato e formuliamo è che si possa utilizzare quella graduatoria, ma se non è possibile fare il nuovo bando che consenta di destinare alle giovani coppie risorse finanziarie importanti senza disperderle in altre direzioni che sarebbero del tutto marginali rispetto a questa esigenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

Cristina CECCHINI. Assicuro che stiamo per presentare una proposta di legge organica su tutti i fondi dell'edilizia. L'edilizia è diventata materia di competenza esclusiva della Regione, stiamo lavorando con le altre Regioni italiane per avere ulteriori finanziamenti a disposizione, perché il termine della Gescal non ha consentito alle Regioni di avere risorse, però abbiamo una grande possibilità: quella di programmare 100 miliardi di risorse Erp. Credo quindi che questo Consiglio debba ritornare adeguatamente nella programmazione dell'intero plafond di risorse e in quella sede discutere anche per il fondo relativo al canone delle famiglie meno abbienti. In questo senso riteniamo il subemendamento superato, anzi ci impegniamo come Giunta regionale a presentare un documento di programmazione generale che ci consenta di fare la discussione non solo sul canone di locazione per le famiglie non abbienti ma su tutto (famiglie degli emigrati, giovani coppie, sfrattati, lavoratori in mobilità territoriale per lavoro).

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'emendamento n. 5. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L'assessore Cecchini non ha detto nulla rispetto a quello che ci saremmo aspettati. Al di là di una regressione verbale, insignificante sul piano politico, non ha detto nulla.
Non ho capito perché dobbiamo rifondere le grandi aziende del trasporto pubblico locale, sia pubbliche che private, di un costo, guarda caso andando ad attingere da quello che abbiamo spremuto alle imprese marchigiane. Lascio ai colleghi consiglieri, quelli più sensibili, e alla stampa ogni valutazione, perché il senso della sua proposta era questo. Prendo atto che la maggioranza di questo Consiglio ha ancora le idee a posto, è sana, le ha impedito questo nuovo affronto alla realtà marchigiana, dopodiché ognuno farà i conti che vuole, in casa propria, al momento opportuno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 5.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 13 Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 6 a firma Viventi e Massi, a cui è stato presentato il subemendamento 06, sostitutivo. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Abbiamo voluto presentare questo emendamento per una questione morale nella gestione della politica delle entrate. Abbiamo preso una categoria che più delle altre, forse una delle poche, forse l'unica, per un meccanismo tutto interno del proprio lavoro evade di meno. Avremmo voluto, da parte dell'Esecutivo, un'attenzione diversa nei confronti di chi, per i propri meccanismi di lavoro ha una possibilità di evasione minore. poteva essere un incentivo, se non vogliamo considerare sempre tutti uguali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. L'emendamento non può essere accolto perché va a intervenire sulla manovra tributaria e fiscale che abbiamo fatto a dicembre e mi apre che le motivazioni portate a sostegno non siano delle più congrue. Il fatto che ci sia una categoria che a detta di Massi evade meno degli altri non può essere un motivo di premio ma dovrebbe essere nella normalità. Per queste ragioni l'emendamento non può essere accolto. Quando è stata approvata quella manovra, si è fatta una scelta di tutelare alcune fasce imprenditoriali, quelle che lavorano nel sociale, l'agricoltura, i contoterzisti del tessile e abbigliamento e altri che non ricordo, quindi si è fatta una scelta ponderata rispetto a chi privilegiare all'interno di quella manovra.
Il risparmio che voi otterreste con questo vorreste metterlo nell'Upb che riguarda le consulenze, quando tanti emendamenti dell'opposizione, compresi alcuni di Massi e Viventi vanno proprio a pescare nell'Upb delle consulenze per finanziare altre scelte.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il subemendamento n. 06.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Emendamento a firma Franceschetti, che ha la parola.

Fausto FRANCESCHETTI. E' un emendamento della Commissione su indicazione del servizio artigianato e industria. Riguarda una finalizzazione sulla legge dell'artigianato che erroneamente era stato scritto che si riferiva alla lettera a) per quanto riguarda la prima parte del comma dell'art. 4, invece si riferisce alle lettera a) e b) e per quanto riguarda la finalizzazione, invece che alla lettera b) ci si deve riferire alle lettere c) e d).

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. L'articolo riguarda il finanziamento alle imprese dell'artigianato tramite l'Artigiancassa e serve a coprire tute le voci previste nella convenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Si dice che è previsto uno stanziamento di 25.000 euro per il Museo della Resistenza di Caldarola. Ci può spiegare cosa c'entra con l'Artigiancassa?

PRESIDENTE. Adesso stiamo parlando del comma 4, consigliere Brini.
Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento 7 ter a firma Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Lo ritiro, perché è giusta l'indicazione dell'Upb come venuta dalla Giunta.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 9 a firma Mollaroli. E' ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 15 emendato. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo articolo è lo specchio di come sono state concepite questa manovra di bilancio e questa finanziaria regionale. Troviamo di tutto, dagli artigiani a Cuba, a Caldarola, alla Resistenza, alla città di Betlemme. Infatti è stata inserita dalla Commissione una somma di 50 milioni per l'ambulatorio medico per la lotta al diabete della città di Betlemme in collaborazione con il centro antidiabetico Inrca Marche. E' molto difficile ragionare con questa impostazione. Come facciamo a distinguere aspetti che riguardano scelte strutturali come quella sulla legge 33 dell'artigianato, con altri aspetti che sono assolutamente residuali ma messi dentro lo stesso calderone? E' molto difficile seguire la logica e l'impostazione della maggioranza e dell'Esecutivo nella stesura fisica, letterale del bilancio. Siamo non solo insoddisfatti di come il dibattito che ha preceduto quello dell'aula, i lavori che hanno fatto da fase istruttoria alla stesura definitiva del bilancio si sono svolti, ma anche di come si stanno svolgendo tutta una serie di passaggi in aula. Ditemi voi cosa significa "le future iniziative di cooperazione e collaborazione con la Polonia, l'Eritrea e i Paesi ..."? E' veramente una cosa che grida scandalo, perché ritengo che su Ascoli Piceno sia stato un intervento territoriale da parte di qualche consigliere e di qualche consigliere, inserito nella cooperazione internazionale che era un fatto da correggere, perché strategicamente nel futuro della politica regionale debba comunque essere seguita e incentivata un'attività di cooperazione internazionale che fino ad oggi è stata lasciata solo ad interventi frammentari. Così frammentiamo e frantumiamo ancora di più la politica regionale. Queste non sono scelte di bilancio, sono scelte di piccole o grandi parti di maggioranza o di Esecutivo inserite confusamente. E' una serie di coriandoli che vengono tirati su in quest'aula e che ricadranno in una pioggerellina tanto divertente quanto inutile, perché questa non è politica regionale, è veramente follia e assolutamente insensatezza di scelte. Pertanto votiamo contro l'impostazione e le politiche sostanziali sottese.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Intervengo sulla riserva naturale della Sentina per una ragione logica. Questa è l'unica area regionale che ha un interesse incredibile. In questo preciso punto si mescolano le acque salmastre con quelle dolci. Siamo alla foce del fiume Tronto. Vorrei ricordare al consigliere D'Angelo come a tutti i consiglieri del Piceno, che in quest'area strategica vengono destinate delle somme. Non vi deve sfuggire che questa è la foce del fiume Tronto. Alla sorgente del fiume Tronto stanno facendo la megadiscarica interregionale di sei regioni. Mi dovete spiegare che senso ha destinare qui una somma di questo genere, quando prima non abbiamo risolto il problema a monte. Si mescola questa grande riserva naturale nella illogica impostazione amministrativa di non aver voluto vedere, il 13 maggio 1999, con l'autorità di bacino — presente un funzionario della Regione Marche, un funzionario della Provincia di Ascoli Piceno e il segretario facente funzioni che rappresentava l'autorità di bacino — quello che succedeva. Oggi destiniamo 500 milioni. Ma che programmazione c'è? Ecco il dato oggettivo: prima di procedere a questo definitivo, conclusivo stanziamento nel bilancio vi prego di rivedere le cose a monte, perché secondo me questo è un provvedimento scellerato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Pistarelli è stato bravo a dire in pochissimo tempo quello che noi stiamo tentando di dire inutilmente da questa mattina. Questo articolo è la fotografia esatta di questo bilancio. C'è un puzzle che cerca di mettere insieme i più diversi interessi che ci sono in questa maggioranza, quindi c'è il contentino al rappresentante dei Comunisti italiani, il contentino al rappresentante dei Verdi, il contentino alla smania europea di D'Ambrosio. Mi riferisco al centro di documentazione permanente sui problemi dello sviluppo nord-sud, una cosa fondamentale per la nostra Regione! Le scelte di politica internazionale tanto care al compianto, sul piano politico, Berionni, le scelte cioè delle grandi aree mondiali rispetto alle quali le Marche devono rapportarsi per esprimere solidarietà: Polonia, Eritrea e Cuba. Evito qualche altro riferimento diretto, perché già è entrato largamente nel corso del nostro dibattito questa mattina, quindi non voglio tornarci.
Questo tentativo dell'assessore Spacca mi fa sempre più tenerezza, perché gli avete fatto digerire una manovra finanziaria che non voleva e che ha certamente rigettato. Se qualche giornalista si prendesse la briga di andare a vedere com'è composto questo articolo, si renderebbe conto di quella che è la capacità dell'Esecutivo regionale di costruire i bilanci, come di non costruire una politica per le Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Il collega Trenta dice "non sono d'accordo sul comma 9 che è una finalizzazione per quanto riguarda la riserva naturale della Sentina". Posso capirlo, non lo condivido perché si tratta di una finalizzazione ma la riserva naturale è già stata decisa ed è all'interno del Ptrap approvato a suo tempo. Quello che non si capisce invece, è tutta questa disquisizione sul fatto che dentro questo articolo ci siano commi che riguardano materie diverse. Primo, perché questo rientra nella natura della legge finanziaria, non è la prima volta. Tutte quelle finalizzazioni che la Giunta ha deciso di definire fin da adesso debbono andare in un articolo apposito. E' chiaro che riguarda argomenti diversi, non può essere altro che così, non perché c'è la volontà di accontentare questo o quell'altro ma perché così è, così è sempre stato nella nostra finanziaria e in quella nazionale. Anche quella che la Casa delle libertà ha approvato recentemente in Parlamento. Ci sono articoli della finanziaria nazionale che finalizzano determinate spese che sono contenute nel bilancio. Non vedo in questo nessuno scandalo, nessuna approssimazione nel modo di concepire il bilancio. Il bilancio è stato concepito benissimo. tra l'altro, quello che fa ancora più meraviglia è che si attacca nel merito una scelta come quella di intervenire per il centro antidiabete di Betlemme, quando appena una settimana fa questo Consiglio regionale all'unanimità ha votato una mozione sui fatti della Palestina, in cui si elencavano le iniziative che noi come Regione dovremo prendere a sostegno di quel popolo, tra cui è indicato in maniera chiara il centro antidiabete di Betlemme.
Rimango quindi allibito, perché o questa è una volontà di prendere spunto comunque su ogni cosa per fare una critica che non ha fondamento, oppure se rimettiamo in discussione una cosa che abbiamo deciso appena una settimana fa, ditemi voi come lo potete definire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Vorrei solo invitare i colleghi consiglieri di opposizione a rileggere le finanziarie dei Governi di questi anni: in genere arrivano al comma 320, 330.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sul fatto dei numeri mettiamoci d'accordo prima, perché se qualcuno deve andare a mangiare un panino e deve stare con un piede di qua e uno di là, allora diciamocelo, non facciamoci gli agguati, perché credo che quello sia un segno di scarsa serietà. (Interruzione). Il discorso è di serietà e di apertura alle esigenze di tutti. Se invece vogliamo per forza aggravarci facciamolo.

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Vorrei fare un intervento positivo, nel senso che prendo atto dello sforzo fatto attraverso l'articolo 7 che abbiamo integrato in Commissione con la concessione di contributi ai Comuni singoli e associati per l'acquisto di materiali di arredo e didattici per gli asili nido pubblici e privati convenzionati. E' una spesa di 4 miliardi che può servire a ridare lustro agli asili nido delle Marche. Circa l'articolo 17 mi pare positivo l'emendamento relativo alla definizione del 4% per contributi aggiuntivi agli asili nido gestiti in forma associata. E' una buona cosa che c'era anche l'anno scorso.
Penso che il contributo per bambino autorizzato negli asili nido in questi anni si sia troppo assottigliato: su un costo di 12 milioni per ogni bambino in asilo nido il contributo della Regione è di 1.550 euro (1.500 e 1.400 per i Comuni sopra i 15.000 abitanti). Negli anni, oltre a una perdita del potere di acquisto di questa quota si determina anche l'inadeguatezza del contributo. Dobbiamo cercare di implementare questa somma, tenuto conto che sono solo 70 i Comuni delle Marche che hanno un asilo nido. Se il contributo sarà così limitato, qualche altro asilo nido salterà, quindi non solo non ne apriremo altri e non garantiremo questo importante servizio, ma finiremo anche per vedere qualche asilo di piccolo comune chiuso, quindi nella finanziaria del prossimo anno dovremmo prevedere una somma più consistente.
Prendo quindi atto delle cose positive, ma non posso non segnalare che bisognerà aumentare questa quota che negli anni si sta riducendo in maniera notevole.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Nel mio intervento nella discussione generale, ho detto che prima dell'estate la Giunta invierà al Consiglio la nuova proposta di legge sul sistema integrato dei servizi sociali rivolto anche alla genitorialità e alla famiglia, al cui interno c'è la riforma della nostra vecchia legge degli asili nido, più forme alternative. Sono previste risorse, contrariamente alla esiguità degli stanziamenti per gli asili nido della legge nazionale dove si sono stanziati appena 50 miliardi per tutta Italia. Noi stanziamo in conto gestione per gli asili nido 9.600 milioni di lire, inoltre ci sarà la nuova legge che utilizzerà i fondi della 285, parzialmente, per incrementare questo discorso degli asili nido, aggiungendo forme alternative di partecipazione e di coinvolgimento delle famiglie. Non siamo però per fare in via esclusiva una politica sugli asili nido riguardante soltanto le aziende. Questo l'ho annunciato prima e lo ribadisco adesso: prima dell'estate il Consiglio avrà la nuova legge sull'infanzia nella quale ci sarà anche la nuova legge sugli asili nido che prevederà finanziamenti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 17.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 10 a firma Viventi e Massi. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Questo emendamento lo sottoponiamo all'attenzione dell'Assemblea per l'approvazione, ma anche per le politiche che l'assessore, nel riordino della legge dovrà adottare, quindi ci sembrerebbe un segnale politico importante per quel dialogo di cui parlavo prima che in alcune fasi è mancato. Se si potesse approvare questo emendamento, si potrebbe rapportare la capienza potenziale della struttura alla percentuale delle assenze. Le assenze dei bambini condizionano la capienza potenziale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Sono perfettamente d'accordo, anche perché a volte la percentuale degli assenti è addirittura del 25-20%, quindi se si potesse utilizzare la differenza fra il 30% e il 15% fisiologico, credo che sarebbe già una cosa buona per la comunità, pur lasciando una percentuale assenti che c'è comunque.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Ho capito benissimo lo spirito di questo emendamento, però altrettanto chiaramente bisogna che ci ragioniamo. La nuova legge sarà affiancata da un regolamento complessivo che affronterà questo delicato problema che va ad intrecciarsi con i contratti di lavoro. Visto che prima dell'estate arriveranno la nuova legge e il regolamento, all'interno di questo potremo discutere, riprendendo questo tipo di discorso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 18, emendamento n. 11 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Questo emendamento che ho presentato in termini generici, richiama un tema che sto per sottoporre a questo Consiglio in termini di modifica della legge 31. Credo che un grosso debitore debba in qualche misura cercare di agguzzare l'ingegno sulle forme per reperire meccanismi per fronteggiare la situazione debitoria e ridurre il costo della propria esposizione. La relazione di bilancio allegata agli atti che stiamo votando afferma con soddisfazione che il rating di questo ente, come debitore è stato ritenuto dall'agenzia di valutazione soddisfacente e siamo ritenuti debitori abbastanza affidabili. In questo contesto va posto il problema di ricercare forme di collocamento del debito, anzitutto meno onerose, perché è ovvio che il collocamento sul sistema bancario comporta un aggio per le banche che collocano all'asta, quindi sui Bor un qualcosa che viene pagato va a remunerare le banche.
Chi ha fatto numismatica ricorda che il primo buono del tesoro emesso dal Regno d'Italia per finanziare la guerra con l'impero ottomano nel 1911 era un disco di metallo con scritto "lire 5" uguale alla moneta da lire 5 d'argento, che visto che finiva nelle collezioni numismatiche aveva in effetti una circolazione tutto sommato eguale a quella della moneta, perché l'affidamento che aveva nei confronti dell'utente era uguale rispetto al mezzo di pagamento vero e proprio. Ovviamente il buono obbligazionario non è un mezzo di pagamento, però fa parte della massa monetaria M2, cioè viene custodito e accettato, al limite anche in permuta. Va detto — e per questo stavo studiando la legge 31 per coordinarla con il sistema normativo nazionale — che il titolo del debito pubblico statale non può più essere altro che elettronico e nominativo per una serie di valutazioni di politica economica e non solo, il che ha comportato, in qualche misura, un cambio anche degli orientamenti dei risparmiatori, perché è noto — l'abbiamo visto in maniera palese negli ultimi mesi — che una parte del risparmio si indirizza con preferenza verso forme di risparmio addirittura per contante: lo si è visto con la conversione obbligatoria lira-euro, che ha visto una serie di acquisti di beni durevoli fatti con grosse tranches di pagamento in contati, perché qualcuno preferisce mantenere una forma molto liquida, molto frazionabile, molto gestibile di risparmio. In questa logica, un buono obbligazionario regionale incorporato su un titolo materiale e con girata in bianco, consentirebbe non solo un risparmio sulla collocazione all'ente Regione, ma soprattutto di recuperare su tutte quelle frazioni del debito che, per essere custodite materialmente nei portafogli dei risparmiatori o utilizzate anche per pagamenti in permuta... Questa esperienza è stata fatta a livello di enti locali in America. In Italia c'è stato anche un tentativo da parte di un docente di teoria generale del diritto che ha portato a pronunce della Corte di Cassazione in sede di riesame, che hanno portato all'affermazione di validità di un'obbligazione cartolare.
Credo che sarebbe opportuno, per la Regione, valutare la possibilità di fare un esperimento di un buono obbligazionario tangibile che possa poi avere l'efficacia della local money sperimentata in America e consentire quindi da un lato di collocarlo in forme estremamente libere e semplici ed economiche, dall'altra, essendo materiale cartolare che in parte viene conservato, non interamente viene escusso a scadenza, in parte di disperde. Io avevo nella mia collezione alcuni Bot del 1911 e il Regno d'Italia non ha ripagato quelle 5 lire. Credo che la cosa possa essere quanto meno approfondita e studiata, perché non c'è un divieto nella normativa statale per le obbligazioni degli enti locali, la normativa regionale può essere adeguata: potrebbe essere un meccanismo per consentire di collocare il buono obbligazionario regionale in maniera più economica e risparmiare qualche soldo sugli interessi, alla fine finanziando, anche se in tempi medi, l'ente Regione.
L'emendamento è unicamente prodromico, perché la materia andrebbe approfondita in sede normativa, però spero che possa servire, almeno, come elemento per avviare una riflessione sul punto che, comunque, mi farò carico di approfondire.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva )

Pongo in votazione l'articolo 18.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 ter. Emendamento n. 12 a firma Giannotti e altri.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L'assessore Melappioni ha tutta la mia solidarietà per il compito difficile che ha iniziato di bonifica di una struttura amministrativa difficile, complicata rispetto ai guasti quasi irrecuperabili realizzati dal precedente assessore alla sanità. Un settore in crisi, un settore alle prese con tante difficoltà che nell'intervento fatto sul bilancio abbiamo detto avrebbe richiesto una riforma con la "R" maiuscola, quindi un disegno globale di riordino di tutta la materia che aggredisse le questioni vere le quali non sono solo quelle dell'articolazione territoriale del livello di responsabilità, perché la situazione sanitaria non può ridursi alla ristrutturazione delle Asl o alla nuova articolazione dei presidi ospedalieri, ma giustamente, come è stato posto, ci sono tante altre questioni, in primo luogo quella della riduzione del debito sanitario pesantissimo, che ha una rilevanza eccezionale sul bilancio.
Sono partito da questo per dire che capisco l'esigenza di risolvere il problema del dualismo tecnico che in qualche modo ha pervaso il settore della sanità. La dott.ssa Materazzi è stata allontanata o ha scelto di autoallontanarsi e andare a fare il direttore amministrativo presso l'azienda sanitaria di Camerino, il dott. Di Stanislao credo sia sul piede di partenza, anche perché io mi permetto di sottolineare che c'è una palese situazione di incompatibilità, essendo oltre che dirigente della Asl anche docente universitario a Macerata. C'è l'arrivo di un nuovo manager, mi dicono, a cui voglio fare gli auguri, ringraziandolo del grande peso che ci dà, perché ha detto "mi hanno chiamato i miei amici Ds perché devo impedire che questa Regione passi nelle mani del centro-destra". Il nuovo dirigente del servizio sanità. Credo che questo dimostri che abbiamo colpito nel segno, cioè che abbiamo visto bene quando abbiamo richiamato il fatto che sulla sanità, così come sulle tasse questa Giunta è caduta, ha perso credibilità e sarà costretta a segnare il passo.
Posso capire tutto, che lei voglia darsi una struttura, però consentirle di fare quello che lei vuol fare mettendolo addirittura nella finanziaria non mi sembra una cosa conveniente, cioè la possibilità di acquisire direttamente dalle Asl tutto un insieme di professionalità per farne struttura dell'assessorato. Mi sembra un po' troppo, assessore, rispetto al fatto che già ha fattola scelta di un esterno e che in questo modo sta cominciando a fare, perché se non vado errato è arrivata la signora Taras, che pure era alla vigilanza, è arrivato Maffei, stanno arrivando tante professionalità. Quanto meno, facciamo in modo che l'esigenza sua, che può essere legittima, che noi non consideriamo politicamente accettabile, non vada però a dispregio della situazione finanziaria delle Asl. Quindi, ci può anche andar bene, a patto che le unità di personale che lei utilizza e toglie dal servizio sanitario non vengano sostituite attraverso prove concorsuali.
L'emendamento ha quindi il senso di richiamarla ad un rigore che credo sia quanto mai necessario in questo momento.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.

Presidenza del Vicepresidente
GIUSEPPE RICCI

Augusto MELAPPIONI. Rispondo al consigliere Giannotti ma credo che sia utile chiarire come stanno le cose. Stiamo riorganizzando il servizio in un'ottica di professionalità che non avevamo. Più volte ho sentito in questo Consiglio regionale al richiesta di non appesantire la lista delle consulenze con soggetti esterni al sistema, anzi molto spesso ho sentito in quest'aula dedicare dall'opposizione un'attenzione particolare a utilizzare le risorse che il sistema ha. Quello che chiediamo con questa proposta è proprio di evitare il rituale delle consulenze esterne, il rituale di chiamare soggetti che potrebbero poi sembrare solo collegati all'assessore, però vogliamo introdurre nel sistema-assessorato figure che non c'erano. Il dott. Maffei è direttore sanitario di un'azienda, un competente di materia ospedaliera, un soggetto che viene dal sistema sanitario. Noi pensiamo che questo percorso di mettere in rete le capacità delle aziende con quelle dell'assessorato in un'ottica anche di circuitazione e di conoscenza significa anche questo: il sistema territoriale conosce meglio le problematiche, le difficoltà della struttura che ha la responsabilità regionale, dall'altra parte la struttura regionale non è qualcosa di arroccato, lontano dal sistema, quindi diventa un'osmosi, che credo tutti avete chiesto, come noi abbiamo chiesto, evitando che arrivassero soggetti esterni. E' ovvio che dove manca un direttore sanitario lo dobbiamo sostituire con un direttore sanitario perché ce lo richiede la norma. Non credo che le poche unità che vogliamo far entrare nel sistema dell'assessorato debbano obbligatoriamente trovare un rimpiazzo, poi, sul territorio. Una trasformazione radicale del sistema che proporremo nei prossimi mesi ci darà anche l'opportunità di ottimizzare queste risorse.
Ecco perché abbiamo fatto questa proposta in Commissione: perché ne abbiamo estrema urgenza, in quanto in sanità non c'è soltanto un problema di far bene le cose ma di farlo anche velocemente.

Roberto GIANNOTTI. ...a condizione che i posti vacanti non vengano coperti con nuove assunzioni. Mi sembra una cosa ragionevolissima.

Augusto MELAPPIONI. Il problema per il dott. Maffei si pone. Un direttore sanitario di un'azienda come Torrette non lo sostituiamo?

Roberto GIANNOTTI. Il direttore sanitario, cosa c'entra?

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 12.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 19 ter. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Rilevo questa difficoltà della maggioranza nel cogliere lo spirito, anche quando, come in questo caso, ha un rilievo squisitamente tecnico. Si possono apportare miglioramenti, però dire che non si vuole mettere dei paletti perché comunque non si possa abusare di questa cosa a me sembra troppo. Siamo contrari a questo articolo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 19 ter.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 quater. Emendamento n. 13 a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Quanto inchiostro, quante parole abbiamo speso sulla situazione finanziaria delle Asl? Quanto tempo abbiamo perso a segnalare il fatto che gli sprechi rappresentano uno dei limiti di fondo di questo sistema? In questa regione abbiamo avuto 17 assessori alla sanità: ogni direttore generale si costruiva e gestiva la sua politica. Uno dei provvedimenti che abbiamo visto con maggiore interesse, anche se va nel senso del centralismo, ma in una situazione di emergenza, e che si giustificava, era la riduzione di tutta questa partita degli incarichi e degli appalti che sono uno dei mali della sanità. Era stata introdotta una norma di centralismo regionale che era l'unica norma che condivido, perché consentiva un pre-controllo in quanto demandava alla Giunta regionale l'ultima parola rispetto a gare d'appalto che superassero un certo importo. Oggi, attraverso una norma della finanziaria si chiede di aumentare questo importo, di fare in modo che fino a 200.000 euro non ci sia nessun vincolo, nessun paletto. Vuol dire che qualsiasi direttore generale di azienda o Asl possa fare appalti fino a 400 mila euro senza essere sottoposto a nessun vaglio di giudizio preventivo. Non sono un esperto di appalti, ma mi dicono che basta dividere per 4 un appalto da un miliardo... Basterebbe che l'ingestibile direttore generale della Asl di Urbino, invece di fare l'appalto che lei giustamente gli ha bocciato perché è andato contro la legge, che riguarda tutti i presidi ospedalieri della sua Asl — credo 1.200 milioni di importo — lo articolasse per presidi — Urbino, Cagli, Sassocorvaro — e avrebbe superato questo vincolo. Rispetto a ciò crediamo che questa norma non sia assolutamente pertinente e non corrisponda all'esigenza di rigore che lei in qualche modo ha tentato di recuperare in queste ultime settimane.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.

Augusto MELAPPIONI. E' indubbio che quando si fanno delle norme bisogna anche verificarne l'applicabilità e l'operatività. Il risultato di questo percorso lasciato a sé ha determinato da parte delle aziende una sovrapressione sul sistema dell'assessorato, per cui quando si è trattato di decidere anche questioni di non rilevanza economica ma con un minimo di responsabilità politica, ci siamo visti riempire gli uffici di richieste di autorizzazione.
Questo aveva un significato fino a ieri. Perché è cambiato il percorso? Perché dal 14 gennaio abbiamo fatto sottoscrivere ai direttori generali un budget che è un livello di spesa. Questo dice la 517 che prevede che ci sia un'autonomia. Abbiamo previsto un livello che è quello che hanno normalmente le aziende in giro per l'Italia. Con i criteri che abbiamo individuato sulle caratteristiche di una consulenza e lasciando il telaio del binario all'interno del quale le aziende si muovono, questa limitazione ha soltanto rallentato le risposte e l'operatività di un'azienda. Se mettiamo un tetto anche più basso, frammentando ulteriormente gli appalti, si può fare tutto anche fino alla lira. Noi riteniamo che questo percorso è stato valido in un momento. Oltretutto ci sono state interrogazioni sul fatto che si è rallentata l'operatività delle aziende. In questo momento di trasformazioni noi riteniamo che sia importante controllare la spesa. Rimane questo strumento e noi facciamo un controllo direttamente anche dentro le singole aziende, ma riteniamo che questa era una maglia troppo stretta che inchiodava le aziende e le deresponsabilizzava.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 19 quater.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 14 a firma Grandinetti e altri. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Qui ci si riferisce all'assicurazione che oggi è obbligatoria. Introducendo una facoltà, di fatto, se il numero dei consiglieri che rinuncia è alto, significa che quell'offerta che è stata fatta è ancora valida o no? In Commissione avevamo detto non di accantonare questo emendamento ma di fare un'ulteriore riflessione e verifica. Se viene fuori che quell'assicurazione non si regge più, non è più facoltativo, diventa un obbligo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 15 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. L'emendamento si illustra da solo, nel senso che limiterebbe, nella portata, una previsione che modificherebbe la legge regionale sul trattamento di fine mandato dei consiglieri, perché così come proposta la modifica dell'art. 8 della legge 23/95 creerebbe un meccanismo di privilegio non giustificabile rispetto ad altre categorie di lavoratori. L'indennità dei consiglieri è equiparata alla corresponsione di emolumenti per lavoro dipendente, il fine mandato non è un Tfr, però è una forma di retribuzione differita sottoposta a risparmio forzoso. Il pagamento anticipato toglie la ragion d'essere del prelievo, però la possibilità di anticipazioni sulle previsioni per il fine mandato è prevista anche per i Tfr dei normali trattamenti di lavoro subordinato a certe condizioni, perché se è prelevabile ad nutum, non ha proprio senso andare a fare un risparmio forzoso che non è tale.
Per questo, per evitare di introdurre un privilegio che al limite sarebbe non spiegabile nei confronti del trattamento di fine rapporto di altre categorie di lavoratori, ho pensato di subordinare la possibilità di avere l'anticipazione sulla indennità di fine mandato a determinate condizioni. Mi permetto di far presente che c'è anche una ragione contabile. Mi dicono che il trattamento di fine mandato è commisurato all'ultima annualità di indennità, quindi il mero accantonamento matematico di un dodicesimo dell'indennità per ogni mese di presenza nella compagine consiliare, per gli anni precedenti porterebbe a una somma algebrica inferiore rispetto all'indennità che verrà effettivamente erogata quando cesserà il mandato dopo alcuni anni.
Ovviamente questo gap può essere recuperato solo con i frutti civili dell'accantonamento che viene operato anni prima, quindi produce dei frutti civili che compensano la maggiore indennità, in ragione degli anni, che andrebbe erogata.
Credo che nella forma licenziata dalla Commissione questa previsione di possibilità di liquidazione anticipata venga a costituire un privilegio non spiegabile e quindi fortemente censurabile. Quindi, attenzione sul voto all'emendamento e all'articolo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 20.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 23. Soppresso.

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 25. Emendamento n. 16 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Anche questa questione mi pare che sia da valutare con attenzione, perché questo un bilancio non generoso nei confronti delle iniziative economiche, delle attività produttive, del turismo, di tutta una serie di settori importanti. E' restrittivo su tutte le spese, diventa invece generoso nei confronti dei gruppi consiliari... (Interruzione). Sì, però è sopravvissuto a 14 anni di non adeguamento Istat del finanziamento. Mi rendo conto che l'adeguamento Istat è un mantenimento di una posizione, più che un'elargizione generosa, però che dopo 14 anni, proprio l'anno di "sudore e lacrime" sia l'anno in cui si procede all'adeguamento mi sembra un passo abbastanza inopportuno e mi sembra che sia anche impropria la valutazione che qualcuno ha fatto dicendo "rientrerebbe nella valutazione dei fondi dell'ufficio di presidenza", perché l'ufficio di presidenza ha la spada di Damocle di recepire prima o poi gli adeguamenti delle diarie dei consiglieri che, venendo da una legge comportano l'automatismo, per cui non conteggiarlo prima o poi ci porterà a far emergere questi costi. Quindi non farei una valutazione su un risparmio contingente e ritengo che sarebbe molto opportuno e coerente con l'imposizione di austerità che il Consiglio ha fatto nei confronti di altre categorie, mantenere l'impostazione di differimento dell'adeguamento Istat che è stata fatta in questi 14 anni intercorsi tra il 1988 e il 2002. Differirla quindi dal gennaio 2002 al dicembre 2002 vorrebbe dire aggiungere un quindicesimo anno di differimento dell'aumento Istat. I gruppi consiliari sopravviveranno, anche perché non mi sembra che l'attività che si è vista come convegnistica e altro sia stata talmente voluminosa. Se per il maggiore gruppo la dotazione dei gruppi consiliari è prioritaria rispetto alla protezione civile per carità, siamo un organo politico, ognuno lo chiarisce con il voto, poi lo spiega anche a coloro che danno voti diretti. Mi sembra che, al di là dell'automatismo che può essere giusto, fatto ic et nunc mi sembra che sia una scelta assolutamente poco opportuna e difficilmente condisivibile i marchigiani che sono rappresentati dai 40 consiglieri che siedono qui.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 17 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Mi pare che andare a cumulare all'adeguamento dei contributi ai gruppi dopo 14 anni, anche uno stanziamento per la convegnistica sia poco opportuno. Unire entrambe le cose sembra veramente che c'è stata una preoccupazione molto focalizzata su questo aspetto. Ribadisco che grandi convegni non li ho visti. Questo comma aggiunto in Commissione che introduce circa 100.000 euro di ulteriore dotazione rispetto alla previdenza per i gruppi adeguata con l'Istat mi sembra non condivisibile, per cui ne chiedo lo stralcio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Questa proposta l'abbiamo approvata in Commissione a firma mia, dei consiglieri Ciccioli, Ceroni e Luchetti. La cosa chiara, se non si vuol fare demagogia di piccolo cabotaggio, è che noi non incrementiamo il costo dell'attività del Consiglio regionale, perché questa autorizzazione di spesa sta dentro i capitoli del Consiglio. Faremo un convegno in meno come ufficio di presidenza, ne faremo tre di più come gruppi.
Ad esempio, Alleanza nazionale ha un contributo, in Toscana, che oscilla dai 600 ai 650 milioni all'anno, come gruppo consiliare, poi è chiaro che per gli altri gruppi è tutto proporzionale. Ritengo che sia giusto che i gruppi consiliari regionali affrontino le questioni amministrative regionali sul territorio avendo un minimo di disponibilità finanziaria. Siccome non vogliamo gravare di più sul bilancio della Regione, questo articolo ci mette nella condizione di dire all'ufficio di presidenza "tagliamo qualcos'altro per trovare queste risorse".

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Chiedo il coordinamento tecnico rispetto alla formulazione complessiva del comma.
Pongo in votazione l'articolo 25.

(Il Consiglio approva)

Articolo 26. Emendamento n. 18 a firma Tontini, che ha la parola.

Roberto TONTINI. L'emendamento serve a ulteriormente specificare un comma della vecchia legge 33, al fine di rendere più chiara l'applicazione di questa parte dell'articolato, rendendo espliciti ulteriori finanziamenti per ogni unità lavorativa intesa come nuova assunzione. Quello che mi interessa mettere in evidenzia relativamente al complesso dell'articolo 26 è l'importanza di questo articolo stesso che, modificando la vecchia legge 33, interviene a rendere più corposo e ancora di più efficace il lavoro delle cooperative artigiane di garanzia.
E' uno strumento che ormai da anni viene utilizzato in tutto il nostro Paese, in particolare nella nostra regione, è lo strumento che più di ogni altro permette con un procedimento abbastanza flessibile di erogare crediti alle imprese artigiane della nostra regione e ci rendiamo conto di quanto questo sia importante, e negli anni è dimostrato quanto sia stata utile la sua utilizzazione per l'incremento delle imprese artigiane. A questo proposito voglio sottolineare quanto sia corretta l'attenzione che si mette a questo comparto, anche in considerazione delle ultime notizie che proprio oggi il telegiornale diffondeva: siamo in presenza, a livello nazionale, di un ulteriore calo dell'occupazione nella grande impresa e nella nostra regione, caratterizzata dalla piccola impresa e dall'artigianato siamo in presenza di un aumento occupazionale.
Con questo emendamento si va a potenziare l'attività delle cooperative artigiane di garanzia che oggi potranno operare anche nell'ambito del leasing mobiliare, ma ancora di più potranno essere aiutate nel loro modo di operare attraverso il finanziamento alle operazioni di riassicurazione delle cooperative, il che significa moltiplicare le potenzialità delle stesse nella erogazione dei finanziamenti alle imprese artigiane della nostra regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 26 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 29. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 30. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 31. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21. Emendamento n. 19 a firma Spacca, che ha la parola.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. E' intervenuto un accordo con le Province per cui tutti i procedimenti che riguardano le competenze alle stesse attribuite da parte della Regione vengono gestite dalle Province. L'eventuale contenzioso nei confronti di provvedimenti adottati dalla Regione, viene posto a nostro carico. Mi pare corretto che nel momento in cui le Province hanno avuto risorse umane e finanziarie, gestiscano anche i procedimenti rispetto a cui la Regione non sarebbe più organizzata.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'art. 32 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 33. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 34. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 35. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Come concordato, si sospende il voto finale su questa legge e sugli ordini del giorno, in modo che si possa fare una dichiarazione congiunta alla fine.
Iniziamo quindi la discussione della proposta di legge n. 118.
Le dichiarazioni finali saranno su ambedue gli atti e sugli ordini del giorno che riguardano sia la legge finanziaria sia il bilancio, quindi si procederà con voti separati rispettivamente sulla proposta di legge n. 117 e sulla proposta di legge n. 118.
Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge n. 118.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Emendamento n. 1 della Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 7 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Emendamento n. 2 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 3 a firma Novelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 4 a firma Novelli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 5 a firma Viventi e Massi. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Non chiedevo di illustrarlo per rispetto dell'intelligenza di tutti i consiglieri, nel senso che avendo io presentato una proposta di legge, chiedo che venga previsto un finanziamento per la stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questo emendamento è una copertura aggiuntiva, perché la legge sulla famiglia è coperta, ci sono ,e miliardi ogni anno. Vorrei capire se è una proposta aggiuntiva di finanziamento. E' in più? Sono d'accordo, allora, al di là delle battute polemiche del consigliere Luchetti che probabilmente ha qualche problema di coscienza. Luchetti, io e te siamo credenti: alla fine Gesù Cristo vede e provvede, quindi il fatto che tu dica le bugie non cambia. Alla fine, quando faremo la resa dei conti saprà chi si è battuto veramente perché ci si facesse carico di corrispondere alle esigenze delle famiglie marchigiane o meno. Purtroppo, nella brutta compagnia che ti sei cercato, solo D'Ambrosio ti salva, nel senso che è l'unico cristiano della compagnia. Lo dico perché sono rimasto molto colpito ad una partecipazione di preghiera del Presidente D'Ambrosio l'altro giorno, rispetto alle mummie istituzionali della mia provincia che stavano lì e sembrava che si parlasse dell'Islam. Questo, in occasione dell'inaugurazione di una casa di riposo.
Esprimo quindi tutta la mia condivisione sulla proposta emendativa del consigliere Viventi, richiamando questo Consiglio regionale ad una serietà sul piano politico. Vi ho già detto vi ripeto oggi: abbiate il coraggio di assumervi le vostre responsabilità. La legge regionale sulla famiglia attualmente in vigore è una burla, è di stampo assistenziale e non accompagna il percorso. Rispetto a questa legge il nostro gruppo, come primo atto della legislatura ha formulato una proposta di modifica. Sono passati due anni e mezzo e ancora quella proposta non è stata licenziata dalla Commissione. Non vi chiedo di approvarla, non posso pretendere che Andrea Ricci approvi la legge sulla famiglia, so come la pensa, ma abbiate il coraggio di assumervi la responsabilità di bocciarla, almeno in questo modo si pone fine ad un modo di procedere che è antipatico, oltre che scorretto. Se c'è un gruppo che formula delle proposte sul piano legislativo, la maggioranza che non condivide le deve bocciare. Questo è assumersi la responsabilità. Tenerle in un cassetto come è stato fatto per la legge sulla famiglia è un fatto grave, che segnala ai marchigiani la sensibilità di questa Giunta regionale rispetto ai problemi della famiglia, cioè zero.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

Andrea RICCI. La proposta di legge sulla famiglia presentata dal gruppo di Forza Italia non è più all'esame della Commissione, in quanto alla scadenza del termine stabilito dallo Statuto il gruppo promotore della legge ha chiesto l'iscrizione in Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Oltre i chiarimenti tecnici già dati dal collega Ricci, dico che sono d'accordo con Giannotti nel dire che l'attuale legge sulla famiglia non funziona. L'ho sempre detto e, se ben ricordo non l'ho votata, quindi, per non cadere di nuovo in una brutta legge, dico che possiamo anche iniziare un confronto su questa problematica, ma non corriamo lo stesso rischio di avere lo stesso risultato, cioè una brutta legge sulla famiglia come quella che attualmente abbiamo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 a firma Viventi e Massi. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questa è la partita contabile dei fondi globali ed è l'unico aggancio che le opposizioni hanno. D'Angelo fra qualche settimana dirà che abbiamo copiato la proposta di legge dall'Udc. Credevo, D'Angelo, di avere da te un atto di riconoscenza: "caro Giannotti, devo darti atto che mi hai aiutato a stanare la Giunta e a vincere una battaglia", che sono convinto hai vinto tu e non noi.
Comunque, anche questo è un altro terreno rispetto al quale crediamo debba essere esercitata da parte della regione una responsabilità, e siccome è noto a tutti il ruolo che hanno svolto e svolgono comunque gli oratori parrocchiali, il ruolo e le difficoltà che oggi incontrano rispetto a una ristrettezza di risorse finanziarie, tutta una serie di problemi legati alle iniziative, ha senso questa proposta. La cultura comunista che accompagna lo sviluppo di questa regione non è che non si è mossa su questo piano, non si è mossa sul piano del sostegno a centri di aggregazione, a-confessionali...

Marco LUCHETTI. La cosa grave è che i comunisti sono venuti fuori proprio dagli oratori.

Roberto GIANNOTTI. So che il tuo riferimento è a Mascioni, ma è passato il tempo. A nessuno può sfuggire che oggi le Marche devono fare i conti con una realtà di centri sociali organizzati su tutto il territorio marchigiano, nella maggior parte dei casi operativi solo grazie alla partecipazione finanziaria degli enti locali. Parto dalla mia città dove comunque i centri sociali, grazie a Marcello Secchiaroli, hanno avuto strutture, servizi, anche se non tanti soldi. Rispetto a questa scelta cultura della sinistra, che è stata capace di costruire, non capisco perché un atteggiamento diversità debba essere assunto nei confronti di punti di riferimento, presidi di aggregazione che sono in qualche modo promossi dalle associazioni del mondo cattolico.
Da questo punto di vista credo sia importante che queste due proposte di legge, quella di Viventi e la nostra, abbiano seguito un percorso in Commissione e che il Consiglio regionale possa approvare un atto che consenta di valorizzare questo grande patrimonio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Visto che Giannotti fa ormai l'ermeneutica alle mie proposte, quindi vorrei approfittare per ufficializzargli la delega, altrimenti lo farebbe in maniera illegittima e impropria.

Roberto GIANNOTTI. Avete deciso di confluire in Forza Italia, tu e Massi?

Luigi VIVENTI. No, c'è una presa di coscienza che le mie iniziative sono condivise anche da Forza Italia. Questo mi fa estremamente piacere. La mia non voleva essere una proposta strumentale, perché credo obiettivamente che gli oratori possano essere centri di aggregazione da tenere in evidenza. Mi rendo altresì conto che nelle difficoltà attuali del bilancio regionale non sia semplice trovare delle somme per finanziare queste iniziative, però credo che debbano essere prese in considerazione seriamente, anche per i futuri prossimi che ci auguriamo migliori degli attuali.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Secchiaroli.

Marcello SECCHIAROLI. Questo problema sollevato da Viventi e ripreso da Giannotti in altre Regioni come il Lazio hanno visto leggi specifiche ("legge Storace"). Voglio però ricordare a tutti che stiamo partendo con un piano sociale, con delle leggi specifiche che abbiamo sull'infanzia e l'adolescenza, con i progetti della 285. Nella problematica della rete integrata dei servizi nessuno disconosce il ruolo degli oratori in un lavoro integrato nel territorio. Quindi, più che fare ulteriori leggi specifiche su interventi di prevenzione, questi sono considerati a tutti gli effetti soggetti attivi nella rete dei servizi della prevenzione dell'infanzia, dell'adolescenza. Questo, più che andare ad una legge specifica che non fa altro che acuire la divisione che diventerebbe solo ideologica e non di contenuti.
Non è stata una scelta ideologia del Comune di Pesaro quella di fare dei centri di aggregazione, ma è stato fatto con una concertazione che alcune realtà, territori e oratori hanno accettato, altri per libera scelta hanno accettato di non integrarsi. Credo che l'unità va fatto sull'obiettivo che ci pone sotto l'aspetto educativo e preventivo dei minori, al di là di chi governa in quella città.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 7 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 8 a firma Viventi e Massi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 9 a firma Viventi e Massi.

Luigi VIVENTI. E' l'ultima proposta di legge sul biodiesel che ho presentato che credo sarà interessante discutere nelle forme e nei modi opportuni in Commissione, perché sarà uno degli argomenti del futuro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 10 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Mentre i precedenti emendamenti proponevano di aumentare stanziamenti finalizzati, questo si prefigge di dotare in maniera più congrua i fondi globali, altrimenti l'attività di questo Consiglio per i prossimi mesi verrà stretta nel letto di procuste, non essendoci soldi per far nulla. Mi sono permesso di indicare, anche con qualche difficoltà perché il bilancio mi sembra scritto in turco sotto il profilo dell'intelligibilità, una fonte di riduzione di costi nelle somme non affatto lievi, tuttora indicate come adesioni, spese di rappresentanza, convegnistica della Giunta, circa un milione di euro, per la partecipazione a uffici tipo quello della sede delle Regioni a Bruxelles o la partecipazione a una pletora di associazioni varie, iniziative, Onlus ecc. Nel momento in cui si assumono le funzioni di protezione civile si dovrebbe aumentare la dotazione strumentale per svolgere queste funzioni che sono indifferibili.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 11 a firma Giannotti e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 12 a firma Giannotti. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. La proposta di legge sulle rievocazioni storiche non è stata ancora discussa in Commissione, né tanto meno qui in Consiglio. Attraverso questo emendamento volevamo avere a disposizione i fondi necessari a finanziare questa proposta di legge che prevede una somma di 500 milioni di lire.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 13 a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Prendo atto della dichiarazione formale fatta questa mattina in aula che la Giunta regionale si appresta a licenziare, dopo tantissimo tempo, un provvedimento che prevede interventi a favore dell'infanzia. Debbo far rilevare all'assessore di avere omesso una cosa gravissima. La Giunta ha infatti detto questo ma non si è preoccupata di garantire la copertura finanziaria di un intervento di questa natura. Il nostro emendamento vi chiede un sacrificio, che non credo sia eccessivo.
Il tema dell'infanzia violata, il tema dell'infanzia che vive una condizione di grave preoccupazione è un ma rispetto al quale si parla da tanto tempo ma che non è mai stato accompagnato da interventi concreti. Il senso della nostra proposta di legge era questo. Ci riesce strano capire l'atteggiamento della Giunta che per tanto tempo è stato di chiusura rispetto a questa che pure sembrava una proposta che andava nel verso giusto e che incontrava anche la comprensione dei commissari, della maggioranza in seno alla prima Commissione consiliare. Abbiamo dato un contributo, abbiamo formulato una specifica proposta di legge, siamo comunque pronti a questa sfida della maggioranza, quindi a discutere in Commissione la proposta e vorremmo che le parole dell'assessore fossero confortate da una iniziativa tempestiva e che non dovessimo aspettare un altro anno e mezzo come abbiamo aspettato per cominciare a discutere di un intervento che credo abbia senso e abbia ragione di essere assunto, considerando che su questa materia proprio nelle settimane scorse c'è stata un'iniziativa parlamentare di grande rilievo che potrebbe garantire, forse, una copertura finanziaria indiretta. Quindi prendiamo atto di avere raggiunto questo obiettivo che in qualche modo sentiamo di doverci riconoscere e do anche atto ai miei consiglieri di avere lavorato per questa proposta e di avere raggiunto, almeno su questo piano, l'esito che avevamo sperato.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 14 a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Avremo da faticare molto nella prossima legislatura, perché approvare tutte le leggi che oggi ci bocciate sarà cosa difficile: speriamo di avere la maggioranza necessaria, così come avvenuto in altre Regioni del nostro Paese per affermare questa battaglia di civiltà. Questa è una di quelle, è la battaglia perché anche nelle Marche le famiglie si vedano riconosciuto il diritto di poter scegliere l'opzione educativa più idonea ai propri figli.
La proposta che abbiamo presentato vuole garantire alle famiglie marchigiane questa possibilità. Anche qui c'è da lamentare che da parte della maggioranza c'è una chiusura preconcetta, una chiusura pregiudiziale rispetto a un movimento che comunque è in atto nel nostro Paese. Non debbo far fatica a sottolineare che tantissime Regioni italiane si sono già mosse in questo senso, e cito la Regione Lombardia, la Regione Veneto, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Regione Piemonte, la Regione Lazio, la Regione Puglia di recente. Tante Regioni italiane hanno cominciato questo percorso per affermare questo diritto delle famiglie a scegliere l'opzione educativa più adatta alle loro convinzioni.
La nostra è una proposta organica, che tiene conto dell'esigenza di tutte le famiglie marchigiane, sia quelle che hanno scelto la scuola pubblica statale che quelle che hanno scelto la scuola pubblica non statale, privata senza fini di lucro, e credo che anche questo sia un segno di libertà che in qualche modo deve essere trasmesso ai marchigiani e che rappresenta uno dei pilastri della nostra proposta politica. Quando lei, assessore Agostini, questa mattina si stracciava le vesti per richiamare il fatto che da parte delle opposizioni non veniva indicato un diverso modello di sviluppo della nostra regione sbagliava sapendo di sbagliare, perché basterebbe rileggersi le proposte di iniziativa legislativa presentate sui più disparati argomenti per rendersi conto che i caratteri di una proposta organica, alternativa a quella della Giunta sono in essere, nei fatti, nelle cose che abbiamo fatto. Questa è una di quelle, cioè il diritto di libertà dei genitori di poter scegliere quale scuola per i loro figli.
La proposta di legge ed il finanziamento ad essa collegato, intendono rispondere a questa esigenza e credo che spendere 5 miliardi per le famiglie marchigiane e per la scuola marchigiana non sia una richiesta troppo esosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Il voto all'emendamento è non favorevole, non perché non condividiamo la previsione che è anzi condivisibile, ma andare a finanziare questo spostamento di 1.117.000 euro con la riduzione di tre capitoli, uno dei quali riguarda l'Arpam, già penalizzato con la sottrazione di circa 4 miliardi rispetto alla dotazione dell'anno precedente, perché c’erano una serie di altre voci che potevano essere oggetto di decurtazione, meglio che non l’Arpam. Quindi mi asterrò, non perché non ritenga oppotuno finanziare la proposta di legge, ma perché questo capitolo in particolare non dico l’avrei risparmiato, ma non l’avrei assoggettato a ulteriori penalizzazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Dopo l’illustrazione del presidente del gruppo Giannotti, come sempre chiarissimo e puntuale, per quanto riguarda la proposta di legge sui provvedimenti a favore delle famiglie degli studenti frequentanti scuole statali e non statali, spiego la mia posizione come firmatario, non solo per dovere di partito ma perché sono fermamente convinto che se si insiste per una scuola impostata su una ideologizzazione marcata e volutamente ricondotta a una differenza che di fattonon c’è, non posso essere d’accordo. L’antica origine di appartenenza, Presidente Giuseppe Ricci, era il vero fondamento della nostra formazione partitico-politica. Richiamo la sua attenzione perché so che di fatto condivide la mia posizione: quei bambini che questa mattina stavano nell’aula del Consiglio e applaudivano il Presidente D’Ambrosio, erano coscienze ingenue... (Interruzione). Luchetti, pure tu hai la stessa matrice democristiana, qui parliamo di dottrina sociale della Chiesa. Proprio perché si parla di scuola pubblica, chiedere un sostegno che non sia un mercanteggiare o un elemosinare la prebenda — qualcuno diceva “giù le mani dal malloppo”, ma questa frase è stata estrapolata da un discorso più generale del presidente della Regione Lqzio — mi pare ovvio. Presidente D’Ambrosio, quando parliamo degli interventi a favore della famiglia — e so che lei è una persona moralmente ineccepibile, perché la osservo dall’esterno con curiosità quando lei va dal suo “diacono” e non fa come il mio presidente di gruppo, che magari prende la scorciatoia per parlare con il prete della parrocchia, lei va diritti li, manifestando quel convincimento che io stesso, quando firmavo questa proposta di legge... (Interruzione). Allora parlo dell’assoluto e del relativo. Sapevo che la mia provocazione avrebbe portato a questa discussione. Qui siamo nell’assoluto pieno. L’educazione delle giovani leve, di quelli che saranno gli uomini del futuro non può subire la nostra relatività di uomini ormai smaliziati. In questo, Presidente D’Ambrosio, non esistono differenze. Ecco perché sia Giuseppe Ricci, che Spacca, che Donati, che Luchetti, che Benatti non possono fare questa differenza ideologica, non è condivisibile. Quindi l’animosità del nostro caro presidente di gruppo, che noi affettuosamente chiamiamo “padre Brown”... (Interruzione). Lui nella sua figura di credente e praticante, il resto sono coloro che dicono di credere ma poi operano strumentalmente in una diversa posizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Credo che questa materia del rapporto tra scuola pubblica e privata sia troppo delicata per essere affrontata in maniera così disinvolta come alcuni consiglieri stanno facendo. E’ bene ricordare a questo consesso che è stato grazie al Governo di centro-sinistra che finalmente in Italia abbiamo una legge che regolamenta i rapporti tra scuola pubblica e scuola privata, una legge sulla parità che ha dato non soltanto regolamentazione, quindi regole certe, criteri ai quali deve attenersi l’intero sistema ma anche risorse. E se nelle Marche — possiamo esprimere su questo anche idee diverse — c’è una cosa che non può essere messa in discussione è che qui esiste una scuola ancora pluralistica, fortemente pluralistica. Se solo pensiamo al ruolo degli enti locali nella gestione delle scuole dell’infanzia siamo in una Regione dove questo sistema, il pluralismo, in particolare per alcuni settori, quelli delicatissimi per la prima infanzia, c’è nei fatti. Ricordo a questo consesso che il Governo di centro-destra sta drasticamente tagliando le risorse alla scuola pubblica ed ha approvato anche provvedimenti incredibili come quelli della parificazione del rapporto di lavoro, quindi del riconoscimento del periodo trascorso nelle sucole private, che ha lo stesso riconoscimento, in termini di punteggio,rispetto alla scuola pubblica.
Avremo tempo per affrontare queste questioni, visto che siamo in regime di concorrenza legislativa tra Regione e Stato, avremo occasione di parlarne con molta serietà, quindi lasciamo a una dialettica anche abbastanza povera queste questioni, riprendiamole in contesti più seri e attrezziamoci per gestire alcune partite. Mi pare che in questo momento ciò che deve preoccupare tutti noi è la messa in discussione del mantenimento della scuola pubblica, visto la scarsa disponibilità di risorse che questo Governo ha messo a disposizione, sapendo quale funzione la scuola pubblica svolge in un Paese a democrazia moderna.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento n. 14.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 15 a firma Giannotti e altri. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Rispetto a quest’altra materia che afferisce sempre alla scuola ma che coinvolge la scuola materna il discorso si fa più particolare. Vorrei richiamare il senso della nostra iniziativa e fare poi un appello al Presidente della Giunta. E’ un dato indiscutibile che su questo versante le ragioni del dissenso ideologico non hanno significato. Nemmeno le valutazioni di carattere politico, cioè il tentativo di scaricare sul Governo la responsabilità di non andare incontro alle esigenze della scuola pubblica non statale. Addirittura si arriva al paradosso di segnalre come fatto di grande civiltà che sia stato il Governo di centro-sinistra a corripsondere a questa esigenza di parità. Tutti sanno che le cose sono leggermente diverse; almeno non è la parità sulla quale non Giannotti ma il Papa insiste. Io c’ero all’incontro romano, in piazza San Pietro, dove il Santo Padre ha espresso preoccupazione e ha rivolto un appello sincero perché si recuperassero i tempi perduti rispetto a questa partita.
Su questa materia non esiste questo contenzioso. La realtà della scuola materna nella nostra regione è una realtà particolare, una realtà che ancora non soddisfa la richiesta dell’utenza dei cittadini marchigiani, perché sappiamo che non tutti i bambini delle Marche hanno la possibilità di usufruire di questo servizio. Nelle Marche c’è una fetta, di circa il 20-30% di bambini che non sono in grado di vedere soddisfatta la loro richiesta, di poter usufruire di un servizio, pur essendo di fronte a tre fornitori del servizio, perché c’è la scuola materna statale, c’è la scuola materna comunale e c’è la scuola materna pubblica non statale e non comunale, gestita nella maggior parte dei casi da volontari o da religiosi. Come gruppo abbiamo fatto una ricerca e siamo in grado di segnalare la grande incidenza della scuola materna pubblica non statale e non comunale rispetto a questo servizio. Un terzo dell’utenza marchigiana è soddisfatta da questo ramo di scuola.
Siccome non ci sono problemi ideologici che tengano, perché questa scuole svolgono un ruolo di supplenza rispetto all’opera dello Stato e dei Comuni, non capiamo questa insistente opposizione della maggioranza rispetto ad un provvedimento legislativo che va incontro alle esigenze delle famiglie, perché voi sapete meglio di me che la mancanza di interventi pubblici per andare incontro alla gestione difficilissima di queste scuole sit raduce in un aumento delle rette, quindi in un ulteriore onere per le famiglie, creando una disparità e facendo sì che molte famiglie pagano due volte il costo della frequenza alla scuola dei loro figli: con le tasse per gestire la scuola pubblica e per tenere in piedi la scuola pubblica non statale, non comunale. Se questo è vero, se qui non c’è una valenza ideologica, se qui c’è un dato og gettivo di un servizio reso, non capisco perché la Regione da sette anni è sorda al richiamo dell’opposizione. Non solo, ma mi risulta, signor Presidente, che lei abbia incontrato una delegazione dei vescovi marchigiani...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Un vescovo che parlava a nome dei vescovi marchigiani.

Roberto GIANNOTTI. Lei ha incontrato il responsabile dei vescovi marchigiani, che a loro nome le ha chiesto una legge su questa materia, che le ha chiesto di superare questa difficoltà, che le ha chiesto un gesto di grande disponibilità. Le chiedo quindi un gesto di coraggio, così come lo chiedo ai miei amici ex democristiani, perché qui non è una scelta ideologica. Anche per ridare dignità al nostro lavoro, credo che sia importante l’assunzione di responsabilità, per evitare che su questo piano, così come avvenuto per la famiglia, ci si trovi di fronte ad una mobilitazione che mi sembra imminente, del mondo cattolico, per sollecitare la Regione Marche a fare una legge per la scuola materna.
Un atto di coraggio, un atto di responsabilità. Noi abbiamo previsto risorse limitatissime per consentire l’avvio, ma credo che la cosa importante sia un gesto di buona disponibilità e un gesto di buona disponibilità potrebbe essere rappresentato anche dal pronunciamento del Presidente della Giunta che dice “adesso non ci sono le condizioni, però la mia risposta può essere quella che la Giunta è disponibile a individuare insieme alle opposizioni, alla realtà delle Marche un percorso che consenta di andare incontro a questa esigenza” che, ripeto, è solamente la risposta ad un bisogno della comunità regionale, non è una scelta di destra, non è la scelta di affermazione di una ideologia, non è nemmeno discorso di parità. E’ per dare a tutti i marchigiani un servizio che altrimenti non avrebbero.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. E’ vero che esiste questo problema della difformità con la quale il servizio della scuola dell’infanzia — gradirei che cambiassimo anche nome: questo è un servizio per bambini e “materna” richiama soltanto a una funzione dei genitori che è quella della madre, mentre è bene che torniamo a ridare centralità di responsabilità, nel processo di educazione, anche ai padri — viene corrisposto. C’è un servizio profondamente difforme, non in tutto il territorio regionale i bambini di quetsa fascia di età possono usufruire di questo servizio, ma è chiaro che è fortemetne garantito un sistema pluralistico. La generalizzazione della scuola dell’infanzia è un obiettivo che spero anche questo Governo mantenga, anche se con i tagli degli insegnanti che vi sono stati solo pochissime ore fa, non mi pare che ci sia un impegno del Governo a generalizzare questo servizio. Sono stati tagliati moltissimi insegnanti, 230 nella nostra regione, e una parte consistente rigaurda proprio le scuole dell’infanzia. Le scuole statali hanno liste di attesa nella nsotra regione, invece con molto pragmatismo riconosco che nel tempo dovremmo garantire e mantenere questa situazione di offerta del servizio pluralistica, quindi una parte offerta dallo Stato, una parte offerta dai Comuni e una parte offerta anche dal cosiddetto privato che può essere sociale o confessionale. Questo è un regime che dovremo mantenere in tempi lunghi.
Occorre però essere molto chairi e onesti tra di noi: le scuole dell’infanzia che si richiamano al privato nella nostra regione utilizzano comunque risorse pubbliche, spazi pubblici, luoghi pubblici che sono in gran parte messi a disposizione dai Comuni e tu lo sai bene, Giannotti. Occorre quindi riconoscere che questo è un dato di fatto, però non si può dire che non esistano risorse pubbliche che consentano il mantenimento di questo servizio anche per quanto riguarda la parte cosiddetta privata.
Se davvero ritenete che questa sia una fascia di età per la quale occorre aumentare il numero dei posti-bambino, vi invitiamo a mettere a disposizione più insegnanti. Oggi governate voi la scuola pubblica, il ministro Moratti è ministro dell’istruzione, e se vuole ridurre il deficit relativo all’impossibilità per tutti i bambini di utilzizare il servizio della scuola dell’infanzia nella fascia da tre a sei anni, investite di più nella scuola dell’infanzia, mettete a disposizione più risorse, perché oggi avete la possibilità di farlo. Nelle Marche tante risorse degli enti pubblici, Comuni e Province, aiutano fortemente le scuole private anche confessionali, riconosciamo questo dato. Quindi vi sfidiamo: quando voi metterete a disposizione più risorse, noi affronteremo il problema relativo alal necessità o meno di avere una legge regionale che garantisca questo sistema pluralistico.

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

Umberto TRENTA. Quella della Mollaroli mi sembra una non risposta, perché c’è una carenza generale sul problema specifico, tipica della Regione Marche.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 16 a firma Agostini. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Questi soldi sono indispensbaili per quanto riguarda il co-finanziamento dei programmi comunitari, quindi debbono essere inseriti in bilancio e parimlenti va aumentato anche l’importo del capitolo relativo al mutuo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento 017 a firma Pistarelli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendmaento n. 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 018. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 18. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 019. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 20 a firma Novelli, che ha la parola.

Sergio NOVELLI. Questo emendamento vorrebbe raccogliere un grido di dolore del Corpo forestale dello Stato. Ricorderanno i ciolleghi l’emergenza-incendi che si è avuta in Italia e in parte anche nella nostra regione. Il Corpo forestale segnala che le funzioni delegate alle Regioni la manutenzione e gli interventi statali sono a carico delle Regioni. Il capitolo che dicono essere stato insufficiente per il 2001, viene ulteriormente ridotto quest’anno addirittura a 12.400 euro che dovrebbero sopperire agli straordinari per 310 unità di personale e alle necessità di 100 automezzi destinati alla prevenzione degli incendi. Siccome anche a me sembra che la cifra sia, icto oculis, insufficiente, credo che sia opportuno raddoppiarla, proponendo la somma di 30.000 euro.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 21 a firma Ciccioli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendmaento n. 22 a firma Ciccioli e altri. Lo pongo inv otazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 023. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 024. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 25. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 026. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 26. E’ inammissibile. Emendamento n. 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 29. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 30 Inammissibile.
Pongo in votazione l’articolo 14. Ha la parola il consigleire Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questo è il “salvadanaio” che poteva essere utilizzato dalle opposizioni per localizzare le risorse finanziarie necessarie ad accompagnare le proprie iniziative legislative e le proprie proposte alternative alle scelte amministrative della Giunta regionale. Su questo articolo sono state presentate tutta una serie di proposte emendative che hanno lo scopo di segnalare al Consiglio, all’opinione pubblica e alle forze sociali il senso e il significato dell’iniziativa delle opposizioni, un’iniziativa che non mi stancherò mai di ripetere, almeno nella fase iniziale di dibattito ha evidenziato una capacità e uno spirito di proposta di rilievo.
Devo prendere atto che rispetto a queste proposte si è verificato quello che avevamo detto questa mattina, una blindatura totale da parte della maggioranza, che cerca in questo modo di nascondere le proprie divisioni interne. Si può essere duri, rigidi nel contrasto, ma si è duri e rigidi nel contrasto solo se si ha la consapevolezza di essere profondamente divisi sulle scelte di valore e di fondo.
La Giunta con questa chiusura, con il rifiuto alla discussione dimostra la propria incapacità di confrontarsi con le opposizioni e con la realtà sociale delle Marche. Questo è il dato politico di fondo. Dopodiché, rispetto a un grandissimo numero di proposte di legge abbiamo voluto segnalare quelle che avevano bisogno della copertura finanziaria, anche per evitare che il solito avvoltoio di turno facesse rilevare che la minoranza non aveva nemmeno chiesto la copertura finanziaria delle proposte di legge che aveva presentato, a dimostrazione di una non volontà.
Circa le proposte di legge che abbiamo presentato siamo fortemente consapevoli delle difficoltà, ma siamo altrettanto consapevoli che sono proposte giuste per le Marche, che devono essere prese in considerazione e che rappresenteranno il pnunto di riferimento del lavoro legislativo della prossima legislatura quando la Casa delle libertà guiderà questa Regione. Mettetelo nel conto, preparatevi a discutgere di queste cose: noi faremo queste cose, cioè una legge per la famiglia che affronti e curi veraemnte la famiglia, una legge per la parità scolastica che metta le famiglie nella condizione di affrontare e fare quelle scelte, una legge per la sicurezza e via dicendo, perché questo è il cammino e il gioco della democrazia.
Vi chiediamo e preferiremmo una stessa assunzione di responsabilità da parte della maggioranza, in modo che si dica senza mezzi termini qual è la vostra posizione senza paura di doverlo dire anche ai marchigiani, quindi di dover assumere la reazione popolare rispetto a queste cose. La cosa che mi dispiace è che rispetto al complesso delle iniziative legislative che abbiamo presentato ce ne sono alcune che non hanno un valore ideologico e che potevano essere prese in consdierazione, discusse e approvate anche con il vostro contributo. L’ho detto prima per la legge sul garante per l’infanzia, rispetto alla quale mi auguro che prima dell’estate si possa arrivare a una conclusione positiva, lo dico per la proposta di legge sull’adozione a distanza. Anche questa è una materia culturlae sulla quale, forse, la sinistra ha fatto più del mondo cattolico, più di noi: siamo scesi sul vostro terreno, vi abbiamo provocato sul vostro terreno e nemmeno una legge a sostegno dell’adozione a distanza. Avete voluto in qualche modo favorire garantendo la copertura finanziaria. Questo ci dispiace, perché dimostra la volontà di trasformare questo Consiglio non in un luogo di confronto ma in un ring dove, purtroppo, l’arbitro sta con voi e siccome a menare siete in due, noi le prendiamo sempre. Speriamo che alla fine l’arbitro torni a fare l’arbitro e in una sfida alla pari possa vincere il migliore, cioè chi ha maggiore capacità di proposdta, maggiore capacità di iniziativa e soprattutto chi è in grado di intercettare meglio degli altri le esigenze vere dei marchigiani. Noi crediamo di essere da quella parte, voi avete preso una grandissima occasione per essere da quella parte.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 14.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 18. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 20. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 22. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Fin dall’approvazione del primo bilancio di questa legislatura nel marzo 2001 vevamo fatto presente la grave situazione finanziaria della Regione Marche. Spesse volte siamo stati accusati di creare un clima allarmistico ingiustificato. Questi due articoli rendono giustizia a quanto abbiamo sostenuto in questi anni, in particolare per quanto riguarda la sanità, tra il 1995 e il 2001 questa Regione ha speso 2.000 miliardi in più di quanti ne aveva a disposizione: 1.751 fino al 2000, 250 nell’anno 2001, forse altri 200 nel 2002. Se vogliamo accorciare il periodo di tempo, dal 1999 al 2002 questa Regione ha speso più di quanto poteva, 1.450 miliardi. Quelli che concediamo attraverso il rinnovo delle autorizzazioni relative agli articoli 22 e 23 sono 1.100, mentre 350 sono maggiori entrate che abbiamo disposto di incassare attraverso la manovra di fine anno. Quindi, tra il 1999 e il 2002 questa Regione ha speso 1.450 miliardi in più. In pratica, se dividiamo per 4 sono 350 miliardi in più ogni anno, senza che questa maggiore spesa e questi mutui siano stati giustificati da investimenti. Non ci sono investimenti significativi, perché 1.450 miliardi possono trovare giustificazione per degli investimenti seri che possano promuovere lo sviluppo delle Marche, e a me non risulta che nell’azione di governo della Regione ci siano cose così importanti che meritavano di contrarre mutui così pesanti. Penso che la buona amministrazione, a cominiciare da quella delel famiglie si debba fare carico di avere tante uscite quante sono le entrate. Purtroppo questa è la dimostrazione della cattiva amministrazione della Regione Marche.
Vorrei dal Presidente un impegno. Sono convinto che anche il bilancio 2002, per le ragioni che ho illustrato ieri è non a pareggio. Vorrei sfidare sulla parola il Presidente per fargli dire “se a fine anno sarà necessaria una ulteriore manovra, sono disposto a dare le dimissioni”. Questa è una sfida che il gruppo di Forza Italia lancia alla maggioranza: questo bilancio contiene dubbi e incertezze grandissimi, ci troveremo a fine anno a fare un’altra manovra pesante come quella precedente. Voi sostenete che non è vero, noi ne prendiamo atto, ma qualora fosse necessario ci attenderemmo un egsto di serietà.

Pongo in votazione l’articolo 22.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 25. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 26. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 29. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 30. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 31. L’emendamento n. 30 è inammissibile. Pongo in votazione l’articolo.

(Il Consiglio approva)

Articolo n. 32. Si tratta della dichiarazione d’urgenza. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto congiunte per la proposta di legge n. 117, il relativo ordine del giorno e la proposta di legge n. 118.
Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Mi aspettavo di più, dopo che a dicembre èstata approvata quella pesante manovra finanziaria con 360 miliardi di nuove tasse a carico di cittadini e imprese. Credevo che a distanza di oltre quattro mesi la maggioranza portasse in discussione una proposta di riordino generale, in particolare di quel settore che, occupando da soo circa due terzi del bilancio regionale, ne costituisce di fatto il primo problema. Questa proposta di riorganizzazione e di riordino è totalmente assente. In particolare non vedo correzioni in quei meccanismi che creano i disavanzo. Analizzando le tabelle che avete presentato, il fondo sanitario aumenta in continuazione, quindi il disavano non si riesce a capire come possa diminuire.
Sul bilancio pluriennale siamo in assenza di programmazione: se confrontate le stesse cifre per le entrate sono peviste per tutti e tre gli anni 2002-2004. C’è un fatto che ho già sottolineato all’apertura di questo dibattito, che crea sconcerto in me, non mi pare in voi. Voi state per approvare un bilanci pluriennale che si basa, almeno per quanto riguarda la voce delle entrate eccezionali, su quei famosi 360 miliardi che sono stati consentiti alle Regioni, a quetsa Regione in particolare, dalla legge 405, articolo 4. Sotto questo aspetto capite che il bilancio pluriennale risulta, di fatto, del tutto inattendibile. Le altre considerazioni relative ai tagli che da parte del Governo centrale sono stati decisi a danno della Regione, risultano poi essere smentiti dalla cifre incontestabili del bilancio. Per la sanità ci sono 160 miliardi in più rispetto all'anno scorso, per le attività produttive circa 15 miliardi in più ecc. E questo serve anche per sfatare una volta per tutte la diceria che consente di coprirsi dietro le spalle del Governo centrale, di coprire responsabilità che invece sono proprie di questa maggioranza.
Ovviamente, con il rispetto che abbiamo verso le istituzioni, quindi con la forma educata che sempre noi teniamo in queste circostanze, non possiamo dare un giudizio favorevole a questo bilancio, pertanto il nostro voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Quando si svolgono le elezioni i cittadini delegano una maggioranza a portare avanti un'azione di governo e i perdenti quella di controllo, verifica ed eventualmente proposta. Le istituzioni funzionano quando esiste una dialettica tra maggioranza e opposizione e ci sono possibilità di far permeare proposte dall'una o dall'altra parte in qualche modo, mantenere un dialogo aperto pur nei rispettivi ruoli.
Da tempo questo Consiglio regionale è ingessato, l'opposizione non ha sostanzialmente spazi per poter impostare un discorso di proposta, se vogliamo di integrazione e la maggioranza ritiene opportuno portare avanti una sua linea politica. Se il governo è illuminato questo consente di guidare al meglio la società. Quando il governo, invece, non centra gli obiettivi, in genere come ricaduta si hanno situazioni catastrofiche sul bilancio o difficoltà di gestione delle cose. Questo sta accadendo alla regione Marche. Da ormai più di un anno noi stiamo affrontando i problemi della finanza regionale che è in difficoltà non tanto per quanto riguarda il problema dei trasferimenti dello Stato quanto perché all'interno del bilancio regionale ci sono delle fonti di spesa così forti che non fanno quadrare i conti. In questo quadro nessuna proposta dell'opposizione viene colta. Aggiungo: nessuna proposta di coloro che siedono in maggioranza ma non hanno il privilegio di sedere in Giunta viene proposta, anzi viene imposto di ritirarla. Sostanzialmente siamo nella situazione di ingessatura, addirittura di non permeabilità tra coloro che hanno deleghe di governo e coloro che siedono nell'Assemblea.
Cosa si può fare? Il problema si sposta all'esterno di quest'aula, nel consenso in mezzo ai cittadini-elettori, nell'insieme;e della società con le sue articolazioni e corpi sociali, con le associazioni di categoria e quant'altro, che si ritrovano il più delle volte a far fronte comune con l'opposizione. Non è un caso che la manovra di dicembre di questa Giunta che era diretta a far prevenire in qualche modo il deficit di bilancio, lo sbilancio, ha trovato un'opposizione forte che andava dagli imprenditori agli artigiani, dai sindacati Cgil-Cisl-Uil alle associazioni dei commercianti, a quelle degli agricoltori e via di seguito. Più o meno la stessa cosa, in questa occasione, con l'allargamento a tutta una serie di istituzioni di secondo grado, che in seguito alla vittoria elettorale delle sinistre sono governate da uomini espressione di questa maggioranza Mi riferisco all'Iacp, all'Aptr, all'Arpam. Sostanzialmente l'intero sistema regionale si trova all'opposizione rispetto al governo. Le regole democratiche impongono a chi governa di poter mantenere, attraverso i suoi rappresentanti eletti, il timone della Regione ancora per qualche anno, però sostanzialmente all'opposizione a questo punto c'è la gente, tutto ciò che c'è fuori di questo Consiglio regionale. Questo il quadro. Io ho citato nel mio intervento introduttivo dichiarazioni di uomini politici, di uomini di associazioni economiche che non si riconoscono politicamente nel centro-destra, ma che ugualmente assumono un atteggiamento di totale dissenso rispetto alle scelte.
Credo che questo bilancio troverà la sua estrema espressione il prossimo anno, non tanto quest'anno in cui la coda di precedenti finanziamenti di trasferimenti maggiori da parte dello Stato ed altre cose non mettono ancora in luce il vero scenario. Il prossimo anno ci sarà lo scenario vero e saremo chiamati in quest'aula a dare un giudizio. Oggi diamo un pre-giudizio e diciamo che le cose, così, hanno una prospettiva assai negativa. La stessa cosa diciamo per quanto riguarda le non scelte che ci sono state.
Era stato detto che accanto al bilancio ci sarebbero stati una serie di interventi politici forti sulla politica che riguardava la riorganizzazione sanitaria e in sede di bilancio andava annunciato cosa si vuol fare per mettere a regime, rispetto alle risorse finanziarie, la sanità marchigiana, cosa si vuol fare per quanto riguarda le agenzie e tutte le strutture intermedie che costano e tante altre cose.
Nulla di tutto questo è stato detto, nulla è stato fatto, addirittura c'è un deficit di prospettiva politica.
Per quanto riguarda il comportamento nei confronti degli stessi consiglieri di maggioranza, è stato un atteggiamento, da parte del Governo regionale, fortemente vessatorio. L'impossibilità da parte dei consiglieri della maggioranza di esprimere emendamenti è una cosa di una gravità incredibile. Una volta si diceva che questo avveniva in Bulgaria; non è più Bulgaria, perché in Bulgaria governa il centro-destra, però che i consiglieri di maggioranza non possano portare loro contributi in qualche parte a modificare, a verificare, a mettere a regime la Giunta non è assolutamente condivisibile, perché c'è una testa sola pensante, quella testa esprime tutto, benissimo. Se non fossi marchigiano direi che questo va benissimo, "state lavorando bene per noi". Però sono marchigiano, vivo qui, abbiamo le nostre radici, il fatto che lavoriate così male mi dispiace, è una magra soddisfazione politica, una grave insoddisfazione dal punto di vista complessivo.
Con questo spirito dico che l'atteggiamento di respingere addirittura emendamenti richiesti e condivisi da settori importanti della maggioranza, come quello dell'organizzazione turistica regionale o quelli di modificare in meglio le quote per quanto riguarda leggi vigenti, per esempio sull'artigianato, sul credito, sono stati atteggiamenti di grande chiusura. Non possiamo non votare contro questo bilancio e il giudizio politico che diamo è pesante. Lo esprimeremo in tutte le lingue, però in fondo tutto quello che accade in quest'aula alla fine conta assai poco, le decisioni sono state prese evidentemente altrove, andiamo avanti ma i risultati li vedremo di qui a presto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Presidente, faccio una dichiarazione di voto, riconoscendomi pienamente in quanto detto dal mio capogruppo. Siccome su questo bilancio c'è una situazione particolare che nel corso del dibattito non è venuta fuori, vorrei far presente alcune considerazioni.
Dopo una grossa discussione avvenuta in aula, che riguardava le imposizioni fiscali a carico dei cittadini marchigiani — questa dichiarazione serve da oggi a domani per vedere se c'è netta convinzione, cosa che non sembra da come è stato impostato in bilancio per la restituzione dei soldi chiesti ai cittadini marchigiani — occorre ricordare che il prelievo fiscale è stimato costante per il triennio, cioè 353,80 miliardi per ciascuno dei tre anni e viene utilizzato per ridurre il disavanzo crescente, stimato in -143,8 miliardi nel 1992, in -203,8 miliardi nel 1993 e in -285,8 miliardi nel 1994. Il disavanzo crescente stimato per gli anni 2001-203 nel sistema sanità è di 210 miliardi per il 2002, 150 per il 2003 e 108 per il 2004.
Questo prelievo fiscale non è sufficiente, di per sé, a rientrare dal disavanzo e quindi si prevede di aumentare il già notevole indebitamento che è di 144,5 miliardi nel 2002, 184, 15 nel 2003 e 144,15 nel 2004. C'è stata una dichiarazione, da parte del Presidente D'Ambrosio, che c'era la volontà di restituire ai cittadini marchigiani una parte di questi soldi, e difatti nel bilancio sono stati posti in accantonamento 30 miliardi circa nel 2003 e 70 miliardi nel 2004. I casi sono allora due: se realmente c'è volontà di restituire questo prelievo fiscale ai cittadini marchigiani, o era indispensabile prorogare di un giorno questa discussione per fare una legge per prevedere nel 2003, o fare un ordine del giorno per prevedere nel 2003 la restituzione di questi soldi, oppure questi prelievi dovevano andare a ridurre il mutuo che la Regione ha fatto per il pagamento del deficit sanitario.
Siccome questo non viene fatto, ritengo che i prelievi che vengono fatti nel 2002, nel 2003 e nel 2004 non verranno restituiti ma verranno impegnati. Già dal prossimo anno si andrà ad affievolire questo ragionamento e probabilmente nel 2004 si dirà "viste le conseguenze del Governo Berlusconi o di situazioni particolari siamo obbligati a non ridare indietro ciò che era stato promesso nel 2001", in modo particolare ribadito nella relazione di questo bilancio.
Proprio per dare una risposta concreta, non solo voteremo contro, ma quello che è stato detto lo andremo a verificare, perché verba volant, scripta manent.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Vorrei svolgere brevi considerazioni di tipo politico rispetto a questo dibattito serrato sul bilancio che ha in qualche modo illustrato la parte tecnica, ha indicato una prospettiva difficile per uscire da una situazione di federalismo fiscale senza risorse. Alcuni esponenti del Polo che spesso si sono caratterizzati, come il consigliere Massi, per una correttezza istituzionale e per pacatezza, in questa circostanza hanno detto che i toni usati nel dibattito sono stati fuori luogo, che addirittura agevolerebbero il terrorismo.
Noi diciamo che questi toni sono appropriati, perché in realtà questo Governo attacca i diritti sul lavoro, sulla scuola, sulla sanità, i diritti degli immigrati. In secondo luogo vorrei dire con altrettanta pacatezza, che è inaccettabile dire che questa analisi che noi riconfermiamo agevoli il terrorismo. Non c'è qui bisogno di dire che il Partito comunista italiano è stato in prima linea contro il terrorismo, tant'è che il terrorismo in Italia, nei massimi livelli, con l'uccisione di Moro non veniva perché agevolato dai comunisti ma proprio per impedire, allora, al Pci di avvicinarsi al Governo. Ed oggi noi — lo diciamo con altrettanta pacatezza — non accettiamo lezioni da nessuno nella lotta contro il terrorismo.
Il bilancio e la sua concretizzazione sono dentro questo contesto, dentro un contesto difficile di un federalismo senza risorse. Qui la sinistra e noi stessi dovremo compiere un'autocritica rispetto al pregresso, per non aver compreso che un federalismo come quello che si andava delineando avrebbe potato, di fatto in una prospettiva medio-lunga ad una selezione tra un Paese ricco ed un Paese povero, tra Regioni più dotate e Regioni meno dotate di risorse. Oggi questa condizione pone la Regione Marche di fronte alla necessità di fare una discussione seria, una riconversione seria, perché il Governo nazionale scarica sulle Regioni, anche sulle Marche, il peso della continuazione dell'esistenza dei servizi pubblici, a partire dalla sanità. Questa continuità dei servizi pubblici collettivi oggi è messa in discussione, proprio perché le condizioni generali sono pesanti a livello nazionale, perché il bilancio di previsione, oltre a caratteristiche di tipo autonomo della Regione, porta con sé questi fortissimi connotati di emanazione nazionale. I vincoli della compatibilità, la riduzione dei posti letto per la sanità, la liberalizzazione sanitaria rispetto alla "riforma Bindi" sono connotati che oggi, solo oggi appaiono in embrione, ma in una prospettiva breve saranno devastanti per tutto il tessuto connettivo delle Marche e più generale.
Quindi il bilancio è composto da caratteristiche soggettive di tipo regionale e da caratteristiche oggettive pesanti di tipo nazionale.
Prendiamo atto come Comunisti italiani che l'assessore al bilancio Agostini ha detto che dopo questo bilancio partirà la nuova Regione. Ne prendiamo atto, perché la nostra richiesta di verifica è oggettiva, programmatica oltre che politica. Bisogna rilanciare il programma con un'azione tesa a rivederlo e ad aggiornarlo. Ma è anche un'azione politica, perché la gestione programmatica rinnovata senza una gestione più forte, più seria rischia di lasciare il tempo che trova. La gestione del programma, rispetto alla quale più di una volta si è usciti dal binario con operazioni di tipo assessorile che in qualche caso abbiamo rivisto qua e là anche in questa occasione, deve essere più credibile, si deve aprire una nuova fase affinché alle parole seguano i fatti.
In che consiste la verifica che chiedono i Comunisti italiani? In primo luogo una rivisitazione del programma, un rafforzamento di chi dovrà gestire la nuova fase. In secondo luogo una verifica di tipo politico, affinché la rivisitazione programmatica possa avere una concretizzazione certa, forte. Una verifica, quindi "per" e non "contro"; una verifica per riprendere l'azione riformatrice delle Marche, per ricercare fiducia tra istituzioni e cittadini, per affermare e rafforzare il centro-sinistra nelle Marche contro una destra aggressiva che proprio in questa regione-laboratorio cerca una rivincita che, viceversa, dobbiamo impedire.
Prendiamo atto di un bilancio difficile, ma che noi sosteniamo; di un bilancio difficile ma che, all'interno della sua difficoltà non trascura i punti chiave. Tre ne abbiamo indicati come Comunisti italiani ma come maggioranza. In primo luogo i servizi sociali, il mantenimento di risorse certe alle fasce più deboli della popolazione. In secondo luogo certezza di finanziamento agli enti locali, alle Province, ai Comuni, alle Comunità montane, perché la politica del sociale si declina attraverso un ruolo di attori principali di tutto il sistema degli enti locali. In terzo luogo lo sviluppo economico, uno sviluppo economico da rivedere nelle sue priorità, uno sviluppo economico sul quale oggi la Regione ha competenze rinnovate con risorse ristrette, uno sviluppo di tipo multifunzionale, non più unipolare, basato quasi esclusivamente sui distretti industriali ma più sviluppi, perché oggi vediamo che dentro la globalizzazione, se ogni sistema industriale od ogni agglomerato economico si fa la concorrenza rischia di perdere tutto il sistema. Viceversa occorre uno sviluppo che veda la Regione Marche come attrice complessiva e dentro questo modello occorre un ruolo pubblico, non di oppressione dell'economia ma un ruolo pubblico che deve assecondare, accompagnare quelle politiche tese a creare e a qualificare l'occupazione nella nostra regione.
Paradossalmente, oggi più che mai c'è bisogno di una presenza pubblica dentro l'economia. Sembrerà un paradosso ma è così, perché se non si fa una politica seria di programmazione il sistema rischia di implodere. Se non si fa una programmazione seria, con strumenti seri, non ripetitivi, lo sviluppo economico delle Marche apparirà, come quello nazionale, dentro un sistema della giungla: vincerà il più forte.
Bisogna recuperare ritardi e lentezze. Dentro questo giudizio critico ma positivi che diamo al bilancio, occorre avere questa assunzione di responsabilità, Presidente D'Ambrosio e colleghi della Giunta. Bisogna recuperare ritardi e lentezze, bisogna, come Giunta essere vincolati a decisioni di tipo collettivo e non continuare una politica assessorile. Sui punti strategici si continua a sottovalutare questo fatto. Abbiamo fatto riferimento, nell'illustrazione della nostra posizione sul bilancio, l'altro ieri, al fatto che ad esempio, sull'Aerdorica si è compiuto un grave errore, non perché gli esiti potessero essere in qualche modo evitati — una privatizzazione strisciante, visto che il rifinanziamento necessario a quella società pubblico-privata non avrebbero finanziamenti certi — ma perché anche se questo obiettivo è difficile da raggiungere, non possiamo rinunciarci all'inizio. Occorre, viceversa, fissare l'obiettivo ed orientare le scelte politiche, ad esempio si poteva lavorare per la ricapitalizzazione di parte pubblica dell'Aerdorica attraverso la sensibilizzazione degli altri Comuni capoluogo delle Marche, per un rifinanziamento più forte delle Province, di altri Comuni, sperimentare forme di azionariato popolare. Invece c'è ormai una privatizzazione di fatto.
Occorre che questi punti politici che noi abbiamo posto in diverse occasioni, nel futuro non siano sottovalutati, nel senso che non tanto si potrebbero perdere pezzi di maggioranza, seppure marginali per i numeri ma sostanziali per serietà e rigore — e questo non è il nostro obiettivo — ma perché, se si dovesse in prospettiva continuare con il tran-tran della politica assessorile si acuirebbe quel solco tra società ed istituzioni. Noi non vogliamo questo e mi auguro che anche voi, altre forze della maggioranza, Presidente della Giunta, tutti i consiglieri eletti nella lista di "Marche Democratiche" non vogliate questo. Per questi motivi dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare più sodo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L’assessore Agostini ha detto questa mattina che l’opposizione, in particolare Forza Italia non ha una capacità di proposta alternativa. Credo che questo dibattito sul bilancio ma soprattutto la storia di questi primi due anni di legislatura abbiano dimostrato nettamente il contrario. Certo, se l’assessore Agostini pretendeva che presentassimo un bilancio alternativo, evidentemente percorre scenari futuristici che non ci appartengono, non sta a noi fare questo e soprattutto non ci sottovaluti così, perché lo sforzo che abbiamo fatto solamente per garantire la copertura finanziaria alle nostre leggi è stato sistematicamente piegato dalla forza bruta dei numeri, quindi non poteva pretendere che oltre a questo ci assumessimo la responsabilità di prendere un’iniziativa quale quella che abbiamo preso sulla manovra finanziaria e che avete piegato solo grazie ad una falsa interpretazione del regolamento consiliare che ci ha impedito di riprodurre i 2.000 emendamenti che avevamo presentato, e di rendere vana la vostra azione di “pirateria fiscale”, perché è stata un’azione di pirateria fiscale che ha colpito la stragrande maggioranza dei marchigiani.
Assessore Agostini, lei è molto bravo nel giustificare l’impossibile, anche perché, probabilmente, ha un percorso politico interno al suo partito che la rende immune dai temporali emotivi, ma portarci questa mattina, come riferimento, l’inchiesta fatta da Il Sole 24 Ore sulle “manovre” in Italia per dire che le Marche è una Regione seria mi sembra una posizione ridicola, perché leggere la manovra finanziaria delle Marche solo attraverso il giudizio sull’Irpef è sbagliato. La manovra finanziaria che la Giunta regionale ha fatto a dicembre si dispiegava in tre direzioni: il bollo ha colpito tutti e non credo non abbia colpito chi ha un reddito inferiore a 30 milioni, dal pensionato al capitalista, l’Irap ha colpito indistintamente tutte le aziende delle Regioni, fatto salvo qualche fascia marginale, l’Irpef ha avuto quello che è stato detto. Avete salvato i santuari del potere diessino in questa regione, cioè avete cercato di salvare i grandi interessi corporativi che questo partito che esprime la maggioranza all’interno della Giunta cerca di rappresentare.
Le proposte, il contributo dato a questo dibattito è il contrario di quello che lei ha affermato rispetto alla nostra capacità di ipotizzare uno scenario politico diverso. L’ho detto questa mattina e glielo ripeto: basta solo leggere le proposte legislative presentate dai gruppi di opposizione per avere chiari i caratteri di una proposizione alternativa a quella della Giunta. Certo non sarà definita nei particolari ma credo che quello rappresenti un punto di partenza interessante, tanto che ho detto prima che ci aspetta un compito immane: il compito fra due anni e mezzo, quando saremo al governo della Regione, di mettere mano a tutta una serie di riforme importanti che vadano in quella direzione, cioè rendere “carne” le proposte d’iniziativa che abbiamo.
Così come è falso il suo tentativo di accreditare a questa Giunta benemerenze, addirittura scomodando giudizi lusinghieri espressi da rappresentanti autorevoli del Governo. L’ho detto questa mattina: i rappresentanti autorevoli del Governo hanno espresso il riconoscimento che il Presidente D’Ambrosio, nella Conferenza Stato-Regioni dimostra doti di equilibrio rispetto all’impostazione ideologica di altri presidenti di Regione. Considerato che il Presidente D’Ambrosio è indipendente io mi sarei aspettato questo ed altro da lui. Fra questo e cercare di confondere le acque e accreditare la tesi che questo significa un giudizio positivo del Governo nei confronti della Giunta D’Ambrosio mi sembra che un po’ di acqua ci passi.
Vorrei anche dire al consigliere Franceschetti il quale accentuava questo dato della grande capacità propositiva dell’Esecutivo regionale, che il “decreto Bassanini” e la legge 12 approvata dal Consiglio regionale, prevedevano che entro il febbraio 2001 il Consiglio dovesse determinare gli ambiti ottimali per l’esercizio delle funzioni associate da parte dei Comuni. La Giunta regionale è in ritardo di un anno rispetto a questa cosa. Certo, si può oggi dire tutto e il contrario di tutto, le devo però richiamare il fatto che anche rispetto a questa questione sono state formulate proposte e c’è un atto legislativo depositato per iniziativa del nostro gruppo che sollecita interventi in questa maniera. Prendiamo atto che finalmente si è arrivati a questo capolinea, ma da lì a confonderlo come un grande risultato ce ne corre. Io non sono così ottimista come l’assessore Agostini rispetto alla validità della concertazione. Noi l’abbiamo detto negli interventi che abbiamo fatto: ci sembra che la concertazione, così come viene realizzata e soprattutto il rapporto univoco con...

Marco LUCHETTI. Tu sei per il dialogo sociale...

Roberto GIANNOTTI. Sono per il dialogo sociale, non un dialogo a senso unico, non un dialogo solo con il sindacato ma un dialogo con la realtà sociale delle Marche intesa nel suo complesso. Il dato di fatto politico è un altro: che siete sempre più isolati dalla realtà sociale delle Marche. (Interruzione). Tu che sei un sindacalista potresti dare una spiegazione sulla reale convinzione dei partecipanti. (Interruzione). Ascoli, la sento con piacere oggi, a conclusione di questa giornata: avrei preferito sentirla prima, però se il suo contributo sui lavori del Consiglio regionale è quello sull’art. 18 va bene.
Voglio solamente fare tre brevissime considerazioni rispetto alle cose che abbiamo detto, perché sono state spese tantissime parole in quest’aula, quindi non credo che ci sia da insistere molto. Una è quella politica, rispetto alla quale il consigliere Brini interverrà, anche perché credo che le dichiarazioni del consigliere Procaccini aprono uno scenario che noi conoscevamo ma che merita un giudizio. (Procaccini). No, Procaccini è una persona seria, quindi quando dice delle cose bisogna starlo a sentire. Mi dispiace che non tutti siano stati a sentirlo, soprattutto i suoi partner della maggioranza.
Intanto abbiamo sventato oggi un tentativo: quello di realizzare un’operazione che avrebbe preso in giro i contribuenti marchigiani, e io spero che questo tentativo sia stato allontanato del tutto: distogliere 2 dei 200 miliardi “rapinati” alle imprese marchigiane per rifondere — si è detto — delle spese contrattuali le aziende di trasporto pubblico locale. Sarebbe stata una pessima operazione finanziaria, sarebbe stata una pessima operazione politica. Grazie anche alla nostra vigilanza, questo tentativo, che non è solo dell’assessore Cecchini ma che aveva ben altri padrini, ben altri padroni è stato sventato. Quindi la proposta di mettere ad esonero le grandi imprese del trasporto pubblico e privato delle Marche non è passata. Ne prendiamo atto e ce ne assumiamo il merito.
Così come prendiamo atto degli impegni, poveri, assunti questa mattina a conclusione della Giunta regionale. Sostanzialmente l’assessore Agostini, rispetto a tutte le cose che abbiamo detto ha posto tre obiettivi. Ha detto “noi ci impegneremo alla riorganizzazione finanziaria della Regione, alla restituzione delle tasse e alla costruzione di un nuovo modello di Regione”. Rispetto a tutte le accuse-slogan che ci sono state rivolte oggi, a me sembra che questo sia veramente poco per segnalare la capacità propositiva dell’Esecutivo regionale che esce male da questa vicenda, così come esce male questa maggioranza con tanti silenzi che abbiamo rilevato durante il dibattito di oggi.
Noi crediamo invece che la Giunta regionale debba assumere due impegni rispetto ai marchigiani. Il primo, rientrare dalla pesantissima situazione di deficit, imboccando la strada del rigore che non mi sembra sia stata percepita come la ricetta migliore per affrontare questa situazione se, come è successo, due emendamenti di pochissimo rilievo, quello che si riferiva alla possibilità di utilizzare da parte dell’assessorato alla sanità personale delle Asl e quello che raddoppia la possibilità di non essere sottoposti al controllo preventivo della Giunta per gli appalti sono stati approvati con estrema leggerezza da parte dell’Esecutivo. C’è l’esigenza di rientrare da questa pesantissima situazione finanziaria che avete creato e da cui dipende non solamente la fine di questa legislatura ma anche la prossima legislatura, che purtroppo noi dovremo gestire. La seconda sfida è quella della sanità. Non è possibile continuare in questo stillicidio di notizie, informazioni, denunce, costituzione di comitati, assemblee. Occorre che su questo piano la Giunta regionale si assuma fino in fondo le proprie responsabilità e ci dica che sistema sanitario vuol dare ai marchigiani. Noi non crediamo che la strada da percorrere sia quella della riduzione dell’articolazione amministrativa, non è solo quello il problema ma la manovra deve essere molto più organica, molto più complessa e crediamo che comunque un principio debba essere fatto salvo: che va difeso il diritto alla salute di tutti i cittadini, al di là del loro luogo di residenza, perché non è giusto che il cittadino che di Casteldelci, che abita a 50 chilometri da Novafeltria e quindi vive in una condizione di rischio-salute molto più elevato non abbia le stesse opportunità di cura di Roberto Giannotti che abita a cinque minuti dall’ospedale di Pesaro. Quindi, dentro questa logica devono essere ricondotte le proposte di riforma che vanno fatte, che devono essere fatte, che devono essere assunte dalla Giunta regionale ma che devono salvaguardare questo principio.
Noi non voteremo questo bilancio perché lo consideriamo il bilancio delle tasse, il bilancio delle non scelte, il bilancio della difesa dei privilegi e degli sprechi. Un bilancio di questa natura non può essere approvato dal gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Voglio anzitutto chiarire, per dovere di correttezza e di stima, un passo del consigliere Procaccini all'inizio del suo intervento. Ho parlato di linguaggio che, scritto su atti, può fomentare e dare l'impressione di una non correttezza delle istituzioni nei confronti reciproci di altre istituzioni. Lo dico perché Cesare Procaccini ricorderà che quando abbiamo fatto la commemorazione di Marco Biagi ho esplicitamente ricordato come negli anni '70 due uomini come Luciano Lama ed Enrico Berlinguer si schierarono subito, senza esitazioni, contro il terrorismo portando con loro le posizioni della Cgil e del Pci. Non era questo quello che pensavo e credo che tu l'abbia capito, Cesare Procaccini. Mi riferivo invece a un passo che era nella relazione di questo bilancio, un passo apparso subito scritto di getto, quindi non ne faccio una colpa eccessiva all'estensore, però se lo rileggete definisce il Governo nazionale quasi usurpatore della sua posizione. Ho quindi detto, e lo ripeto, che non ritengo ci siano usurpatori nel sistema democratico italiano, né che i cittadini si siano sbagliati. Mi dispiace dire che si sono sbagliati votando D'Ambrosio o si sono sbagliati votando Berlusconi. Vedremo alla fine dei rispettivi mandati se si sono sbagliati o no. Questo per chiarire il rapporto che deve esserci tra di noi, perché tengo particolarmente a un rapporto, fra l'altro proficuo, sempre auspicato, tra maggioranze di colori diversi che reggono in questo caso, in questo momento, la Regione e il Governo nazionale.
Tolto questo accenno all'ideologia del dibattito che ha caratterizzato sicuramente questi due giorni, annuncio ed esprimo il voto contrario per due concetti che ripeto qui, tralasciandone altri che altri colleghi hanno puntualmente e dettagliatamente riportato.
Il punto primo è che mancano in questo bilancio, ma nella preparazione del bilancio e quindi anche nella previsione delle sue conseguenze, i meccanismi di controllo dei macro dirigenti, i meccanismi di interazione, integrazione tra i macro dirigenti e manca il nucleo di valutazione dei dirigenti. Lo so che nel regolamento è previsto, che devono essere attivati ecc., però dato che c'è stato un prelievo imponente sulle famiglie e sulle imprese in questa regione, la migliore garanzia che si può dare ai soggetti che sono penalizzati da questo prelievo è il far vedere, il dimostrare, l'organizzare un forte controllo di gestione, un controllo della spesa. Questo oggi non c'è, non appare, quindi non è per sfiducia, però invito la Giunta ad affrontare questi aspetti che sono dell'azienda di tipo pubblico di cui tutti hanno parlato.
La seconda cosa è che non ho condiviso l'enfasi di questo bilancio, perché questo era un bilancio da presentare non con enfasi ma con tutta tranquillità come un bilancio di transizione, di contenimento, diciamo anche di difficile promozione dello sviluppo. E' un bilancio che penalizzerà, in qualche modo, anche l'aumento dei consumi. L'enfasi con cui è stato presentato non la condivido, perché in fondo l'unico messaggio che si lancia è che ci si aspetta di sopperire alla fase di contenimento con i finanziamenti europei. Mi auguro che i finanziamenti europei vengano, siano costruiti, richiesti e progettualmente strutturati per non perdere neanche un euro.
Il voto contrario è motivato da questo. Colgo invece dall'intervento di Procaccini — a parte l'incomprensione iniziale è stato un intervento che ho molto apprezzato — la richiesta di contenere le politiche eccessivamente assessorili, che sono quel sottile virus che colpisce tutte le amministrazioni. Questo indifferentemente, ma se colpisce l'Esecutivo regionale ci preoccupa particolarmente. E' un appello che mi sento di condividere, a cui bisogna far fronte con un'attività politica interna di coordinamento, di coesione che auguro all'Esecutivo, ma che oggi, non essendoci, non avendola vista ci induce senza indugio a esprimere voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il documento che questa sera la maggioranza si accinge ad approvare è un documento politico-programmatico. Gli interventi che oggi dai banchi dell'opposizione abbiamo fatto, hanno cercato di evidenziare le problematiche che da mesi a questa parte pubblicamente veniamo denunciando di volta in volta sul turismo, sulla sanità, sulla sicurezza. Purtroppo non abbiamo avuto risposte esaurienti e sufficienti. Silenzio totale sul tema del turismo, abbiamo registrato oggi divergenze su semplici emendamenti quale quello riguardante un carnevale. Una maggioranza che non riesce a trovare coesione su un tema così semplice, tanto è vero che si è cercato di sminuire la portata di questa problematica parlando di un euro.
Quello che è più grave — e qui ci rivolgiamo al presidente del gruppo Ds — è che ci si è sottratti da tempo al dibattito politico, tanto è vero che anche oggi si è cercato di dare risposte sul bilancio, su quello che le opposizioni stanno evidenziando, tacciandoci di demagogia, ma sul tema specifico del problema politico il presidente dei Ds e il Presidente della Giunta D'Ambrosio non hanno mai dato, ancora, una risposta. Gliene diamo atto perché in un paio di occasioni era in trasferta, era fuori da quest'aula, quando si è parlato delle dimissioni della Cecchini, effettivamente era fuori delle Marche e quindi non ha potuto partecipare al dibattito, però oggi approfittiamo della sua presenza...

Giulio SILENZI. Ti sbagli... C'ero.

Ottavio BRINI. Ti sbagli. Due volte abbiamo parlato di questo problema. La prima volta stavi facendo la "settimana bianca".
Quello che oggi chiediamo con forza e con insistenza, è una risposta che pretendiamo, soprattutto dal Presidente D'Ambrosio, alla luce anche dell'intervento del presidente del gruppo Comunisti italiani Procaccini; un intervento critico ma moderato, non fuori dalle righe che dall'altra sponda, dalla maggioranza ha cercato di evidenziare con osservazioni e riflessioni giuste quello che l'opposizione, con toni duri e aspri cerca di mettere in luce in questa assise.
Quindi un Pdci molto critico, che chiede puntualmente una verifica, la chiede in sede di bilancio quindi non potete sottrarvi da un dibattito politico. Come non potete negare che ci sono dei distinguo seri, precisi da parte del gruppo Verdi su temi giusti, che puntualmente in quest'aula vengono evidenziati, ma che puntualmente vengono trascurati. Non potete rimanere sordi a queste problematiche. Come non potete negare che c'è ambiguità fra l'assessore Cecchini e la propria Giunta. E' un rapporto molto ambiguo sul quale non c'è ancora chiarezza. Non potete quindi negare che ci siano contrasti all'interno di questa maggioranza. Non puoi glissare, Silenzi, facendo la politica dei due forni: da una parte cerchi di denunciare problemi che non esistono, ma dove hai la possibilità — e hai questa possibilità reale — di palpare, di verificare non lo fai. E' un compito ingrato che hai, perché gestire questa maggioranza non è facile. Siamo in tema, perché oggi si parlava di carnevale, di coriandoli: è veramente una maggioranza variopinta e molto difficile da gestire. Questa mattina ho detto al consigliere Luchetti che era stanco, e continua ancora a parlare facendo finta di non capire: la Margherita è diventata margarina.

Marco LUCHETTI. Questa ti è venuta male...

Ottavio BRINI. Vedrai nel tempo.
E' grave che questa maggioranza puntualmente, con il Presidente D'Ambrosio in testa, rifiuti il dibattito, rifiuti il confronto, un confronto democratico, civile, nelle proprie diversità. Oggi voi varate uno strumento molto importante qual è il bilancio, ma con un indirizzo politico-programmatico. Questo è un bilancio che non è di tutta la maggioranza, non potete negare questo, quindi confrontiamoci su queste cose. Bisogna dare atto all'assessore Agostini dello sforzo che questa mattina ha fatto per tenere su un bilancio che tiene e non tiene, con un assessore che lo contesta, Rocchi... (Interruzione dell'assessore Rocchi). Non dire bugie, perché non le hai dette mai.
Come oggi c'è stata una caduta di stile nell'emendamento del consigliere Mollaroli, che non rientra nei panni del presidente del gruppo Ds Silenzi.
E' pur vero che questa Giunta è debole per gli appetiti di qualcuno, per qualcuno che ha appetiti da 40 anni, che pensa solo alle poltrone, gente come questa che ha vita corta e che rifiuta sempre il confronto e il dibattito, pensa solo ai posti, non pensa a una politica regionale, pensa a sistemare l'amico dell'amico, a dare il contributo all'amico dell'amico, a piazzare l'amico in qualche presidenza.

Marco LUCHETTI. Questo lo fai tu: c'è un giornale, lì, che parla chiaro...

Ottavio BRINI. Questa Giunta è debole, perché i presidenti dei gruppi importanti non hanno la statura politica per poter portare avanti i problemi della collettività.

Marco LUCHETTI. Adesso vai sul greve, Brini...

Ottavio BRINI. Luchetti è mezz'ora che cerca di interrompere, ma non ci riesce... Io parlo per lui, ha capito che parlo per lui. Anche per il modo goffo come vuol portare avanti un gruppo che si presenta come gruppo Margherita, ma diviso in tanti rami, cercando di gestire il personale in modo sempre diverso: modi goffi, da prima Repubblica. Bisogna quindi che ci confrontiamo e siamo leali fino in fondo.
Abbiamo posto un problema politico, caro presidente Silenzi: può rispondere dicendo che saranno le solite offese, le solite menzogne, le solite opportunità, la solita demagogia. Non abbiamo certo chiesto noi le dimissioni della Cecchini, non abbiamo chiesto noi a Procaccini di fare quell'intervento, oggi. Non chiediamo noi a consiglieri dei verdi di fare certi tipi d'intervento. E' una realtà, questa. Quando un partito della maggioranza chiede una verifica, cosa deve fare il partito dell'opposizione? Deve stare zitto o deve fare il suo mestiere?
Consentiteci, almeno, di fare il nostro mestiere. Noi cerchiamo di mettere in luce quelle contraddizioni che vengono evidenziate dai gruppi della maggioranza, non ci si deve scandalizzare, perché questo è l'abc della politica, che è esistito sempre e sempre esisterà. Ragioniamo sui problemi, non cerchiamo di scherzare e di svilirli. Il Presidente D'Ambrosio abbia il coraggio di affrontare un tavolo di verifica, almeno una volta per tutte sapremo i limiti di questa maggioranza.
Lei Presidente, ha fatto una Giunta debole. E oggi ne paga le conseguenze, lo ripeteremo all'infinito. Le mancano quei personaggi-leader che in passato hanno portato avanti quel progetto quella linea che lei con la sua maggioranza stava portando avanti.
Se noi continuiamo sempre a ripetere le stesse cose, la figuraccia alla fine la fate voi, perché vivete alla giornata. Quello slancio, quella forza propositiva, organizzativa, di radicamento nel territorio, nella società civile che sempre avete sbandierato e che sbandierate, dove sono? Qualcuno è in buona fede, perché si sente dallo stato d'animo con cui evidenzia alcune problematiche, che ad altri entrano da un orecchio ed escono dall'altro.

Gilberto GASPERI. D'Angelo, solo D'Angelo...

Ottavio BRINI. D'Angelo, Procaccini...

Roberto GIANNOTTI. Martoni...

Ottavio BRINI. Gli interventi si sentono. Anche le prese di posizione dell'assessore Cecchini, bisogna dargliene atto: almeno le fa. Anche la lamentela che ha fatto l'assessore Rocchi, che io ho sentito, è stata fatta.
Non facciamo sì che ci troviamo sempre a dire che il consigliere Procaccini chiede la verifica, parliamone una volta, fissiamo una seduta del Consiglio. A Roma, un'infinità di riunioni: si chiede al ministro di riferire, si chiede al presidente Berlusconi di riferire, si chiede, si chiede, si chiede... Qui invece non si parla, non si discute.
Ecco l'appello che facciamo al presidente Silenzi: dia anche a noi la possibilità di discutere su queste problematiche. Se non volete discutere con noi, discutetene voi, perché se il consigliere Procaccini ha posto un problema in quest'aula, in questo Consiglio regionale, un problema c'è. Non rifiutate il problema, perché il problema esiste. Lo volete rinviare a novembre quando ci sarà la nomina della presidenza del Consiglio? Benissimo, rinviamo tutto a quella scadenza.
Non possiamo che dare un giudizio negativo sul documento, sia politico che programmatico.
Mi dispiace assistere a questa insofferenza da parte di qualche consigliere. Questo è un sistema democratico, bisogna saper ascoltare, quindi se c'è qualche consigliere insofferente, esca, vada a prendere un caffè, però questa insofferenza continua non è tollerabile. Un caffè lo possiamo offrire anche noi: Silenzi oggi ha tirato fuori un euro, lo possiamo tirar fuori anche noi per far stare tranquilli questi insofferenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Siete la nostra fortuna...
Come gruppo consiliari di maggioranza, nel corso del dibattito abbiamo espresso le valutazioni sul bilancio e riteniamo un fatto estremamente significativo che a nome dei gruppi della maggioranza ci sentiamo impegnati nell'intervento che il Presidente D'Ambrosio farà, a conclusione del dibattito e che rappresenterà anche tutti i gruppi della maggioranza. Questo sta a significare che su un bilancio così importante abbiamo trovato unità e coesione e vogliamo che la risposta sia evidente nelle conclusioni che il Presidente della Giunta farà a nome di tutti i consiglieri di maggioranza che stanno sostenendo lo sforzo di governo della Giunta regionale delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Presidente, chiedo a priori un po' di pazienza ai colleghi consiglieri: essendo l'unico che parla per la maggiorana qualche minuto in più lo prenderò, anche perché ho taciuto per tutto il lungo articolarsi del dibattito ma alcune cose vanno dette.
Consigliere Massi, lei sa che ascolto tutti, anche per vecchia deformazione professionale: per 28 anni ho ascoltato gli avvocati, quindi ascolto sempre, però l'unica cosa che trovo nella premessa, sul Governo, è "la situazione diventa del tutto eccezionale se si considerano i pesanti effetti finanziari determinati... dalle scelte del Governo nazionale, che in un anacronistico ed ingiustificabile disegno neo centralistico ha ridotto in molti settori le risorse messe a disposizione delle Regioni". L'altro capoverso recita: "Particolarmente devastanti sono state le conseguenze della politica del Governo in campo socio-sanitario". Non trovo esagerazioni lessicali, per una ragione molto semplice. Possiamo anche andare avanti con il dizionario dei sinonimi, ma una cosa che volevo dire ai colleghi consiglieri — se non mi credono posso farmi carico di far arrivare a tutti loro copia dei verbali delle sedute della Conferenza Stato-Regioni-Città — è che nel corso del primo incontro che noi abbiamo avuto con il presidente Berlusconi, nell'ottobre 2001, la voce che più esplicitamente ha chiesto al Governo di provvedere a trasferire le risorse che manteneva sul bilancio centrale, che erano di competenza della Regione perché riguardavano materie della Regione è stato il presidente Formigoni, non un pericoloso sovversivo o un nemico del Governo. L'altro presidente che lo ha detto in maniera colorita come sanno coloro i quali lo conoscono — e qui dentro ci sono soggetti che lo conoscono — è stato il presidente Storace. certo, nel verbale non c'è scritto "giù le mani dal malloppo", ma la verità è che il presidente Storace aveva inteso alludere alle stesse, identiche cose che sono quelle, e poi farò un paio d'esempi concreti.
Qui non si tratta di contrapposizione aprioristica, ma scendendo nel merito come diceva prima il consigliere Brini, ci troviamo di fronte ad una politica governativa che ha fatto mancare al sistema complessivo delle autonomie — quindi di centro-destra, di centro-sinistra, liste civiche ecc. — una somma grosso modo pari a 20-25 mila miliardi che non sono stati trasferiti, che sono rimasti.

Remigio CERONI. Cosa sono 20.000 miliardi, Presidente...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Ceroni, lo so che lei è abituato a maneggiare altre cifre, ma questa non è una cifra secondaria, è una cifra abbastanza robusta per il sistema delle autonomie. Tanto è vero che tutte le nostre sedute di Conferenza sono destinate, per una buona metà, a contrapposizioni, richieste, ammissioni imbarazzate da parte del Governo o di personaggi del Governo di questo tipo di politica. Siamo arrivati al punto di dover impugnare davanti alla Corte costituzionale una finanziaria che, partita a settembre, quando non era ancora vigente il titolo V della Costituzione perché non c'era stato il referendum confermativo, ha mantenuto, nelle poste del bilancio governativo delle risorse che si riferiscono a materie diventate di nostra esclusiva competenza, che nel frattempo non ci sono ancora state trasferite.
Vi faccio tre esempi, poi dirò in che cosa siamo politicamente diversi rispetto al Governo nazionale.
Fondo unico produttivo che è di nostra competenza e che il Governo tarda ancora a trasferirci, sulla cui entità tarda ancora ad essere preciso: sono circa 1.500-1.800 miliardi.
Fondo unico sul turismo. Sulla base della legge quadro sul turismo approvata nel marzo 2001, quando si poteva fare, lo ha fatto il Governo Amato ecc., sono previste risorse per il turismo che non possono che essere di competenza assoluta nostra...

Roberto GIANNOTTI. Sono per i sistemi turistici.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Giannotti, non vorrei fare una disquisizione giuridica, lungi da me, ma non è più questo, perché quella legge dettava norme in materie che ormai sono diventate di nostra esclusiva competenza, quindi quella legge in quanto tale è come se non esistesse più, viene ad essere cancellata. Non è per i sistemi turistici locali, ma anche se fosse per i sistemi turistici locali siamo noi che ne dobbiamo disporre, e non ci sono ancora stati trasferiti i fondi. Per la Regione Marche sono fra i 7 e i 7,5 milioni di euro.
Sull'agricoltura, altra materia di nostra competenza, nell'ultima seduta della Conferenza unificata, abbiamo con il Governo constatato una nostra — di tutte le Regioni, non di centro-sinistra — posizione di fermo contrasto alla tesi governativa che sostiene di non doverci trasferire, su 600 miliardi circa, 31 miliardi perché ritiene che siano relativi a trasferimenti di personale non effettuati o effettuati, tutta una complicata vicenda al termine della quale la verità è che il Governo trattiene 31 miliardi, che non ci trasferisce, sulla base di una sua tesi la cui fondatezza è quanto meno contestata da tutte le Regioni.
L'ultimissimo esempio. Sull'art. 70 della finanziaria, che prevede una diretta competenza del Governo per la distribuzione dei fondi per gli asili nido, il sottosegretario al Ministero dell'istruzione, una parlamentare di Forza Italia di Arezzo, Sestini, ha detto espressamente "è vero che la competenza è vostra, è nostra, non si sa, ma dato che si tarda a distribuire i fon di, mettiamoci d'accordo e facciamo una distribuzione concordata con le Regioni".
Non è quindi un'invenzione mia o di questa Giunta, o di questa maggioranza. La verità è che i rapporti con questo Governo sono particolarmente difficili perché questo Governo ha assunto una posizione di neo centralismo forte e di invasione di campo, tanto è vero che ci sono ricorsi nostri contro il Governo e ricorsi del Governo contro leggi regionali, non solo delle Giunte di centro-sinistra ma leggi regionali in generale, per cui la Corte costituzionale ha davanti a sé una trentina circa di ricorsi dall'una e dall'altra parte e non riusciamo a capire come andremo avanti nella costruzione di una difficile figura di federalismo in cui il potere viene allocato sempre più in basso in base al principio di sussidiarietà, che però viene accompagnato dal principio di efficienza, di efficacia ecc., per evitare che alla fine si polverizzino le cose e il cittadino, che alla fine è quello che ne deve avere un vantaggio maggiore, ne abbia invece uno svantaggio. Questo è un elemento innegabile.
Questo elemento innegabile ha comportato in questo bilancio una serie di difficoltà che non sono ancora finite, perché noi siamo ancora in attesa di trasferimento di risorse che sono nostre, che non sappiamo con precisione quante sono, né quando ci verranno trasferite. Questo mi pare un atteggiamento che ai governi sul territorio rende difficilissima la gestione ordinaria. E questo è tanto vero che le Regioni si trovano in difficoltà, e si troveranno ancora più in difficoltà nella difficilissima gestione della materia sanitaria ma i Comuni, per dichiarazione del presidente dell'Anci Dominici — non omogeneo a questa maggioranza — e del direttivo che è diviso esattamente a metà, dicono che non riusciranno a chiudere i bilanci. Questo è un dato oggettivo. Vogliamo dire che il Governo sta attraversando anch'egli una fase di difficoltà economico-finanziaria? Può darsi benissimo che anche il Governo stia attraversando questa fase. Quello che è sicuro è che noi abbiamo, da parte del Governo, un atteggiamento che è centralistico, invasore di competenze e soprattutto una politica della lesina micidiale, scelta come politica di bilancio di questo Governo nazionale. Questo ha contraccolpi enormi sui bilanci di tutti noi.
Al ministro della salute Sirchia che è venuto nella sede della Conferenza dei presidenti delle Regioni con gesto di grande sensibilità, ad esporre le linee guida del suo piano nazionale, alla fine ho detto "ministro, lei è venuto qui, ne prendiamo atto, la ringraziamo ma ci manca un interlocutore, cioè il ministro dell'economia". La risposta del ministro Sirchia è stata: "non esiste al mondo sistema in cui alle richieste della sanità si fa fronte esclusivamente con risorse pubbliche, c'è ormai il sistema delle assicurazioni". Noi siamo in totale disaccordo, non solo noi, ma quando si è parlato della diminuzione delle liste di attesa che è problema di tutta Italia, l'assessore alla sanità della Regione Lombardia, che non è sicuramente di centro-sinistra — Borsano, bravo assessore di An — ha risposto sui giornali al ministro dicendo "dacci i soldi, altrimenti le riforme senza soldi non le possiamo fare".
Questi sono dati concreti su cui abbiamo dovuto costruire un bilancio difficile, questi sono dati innegabili. E' quindi un elemento che va tenuto presente, perché questa politica governativa penalizza pesantemente tutti: penalizza noi ma penalizza anche voi e penalizza i marchigiani, perché alla fine di tutto abbiamo visto che nell'ambito della costruzione di una risposta diventa complicato e difficile non fare ricorso alla leva fiscale.
Noi abbiamo cercato — io personalmente ho cercato — di mantenere un atteggiamento istituzionalmente responsabile. I ministri che sono venuti a visitare questa Regione non sono amici miei o gente che conoscevo da prima, né credo che siano venuti a dire "splendida figura di politico, votatelo", perché sarebbe stato sciocco e ci saremmo messi a vicenda in imbarazzo. Credo soltanto che abbiano dato atto della correttezza istituzionale della mia posizione, che è sempre estremamente rigorosa, rigida, dura nella sostanza ma corretta nella forma, perché nel rapporto istituzionale io sono convinto che la forma vada sempre salvaguardata. Questo non significa che politicamente non sia una cosa completamente diversa da loro. Questo non significa che ieri, andando alla manifestazione che c'è stata qui ad Ancona io non abbia sentito con grande piacere un'enorme quantità di persone che condividevano progetti, proposte, percorsi, traiettorie diversi da quelli di questo Governo, e che sono quelli che questa maggioranza ha invece ritenuto di dover scrivere sul suo programma e di dover tenere presente anche nel fare il bilancio. Perché abbiamo salvaguardato alcune priorità. E qui sono state dette alcune cose non esatte, ma nella polemica sul bilancio quasi tutto è consentito. Qualche volta si è un po' scaduti di livello, ma se non si esagera anche quello è comprensibile.
Noi abbiamo mantenuto, sostanzialmente, la nostra attenzione, che si traduce in quantità di risorse, verso il mondo dei servizi sociali, verso il welfare se volete o verso un modello di società che a noi sta bene perché è un modello di società solidale, che si fa carico delle fasce più deboli, che tiene, che ha una forte coesione, e questo ci sembra necessario mantenere, sottolineare e continuare a finanziare. Tanto è vero che su questo abbiamo raggiunto un accordo e abbiamo siglato un accordo con le forze sindacali che sì, non rappresentano tutta la società ma rappresentano una parte importante della società e che, partite da posizioni di pesante critica sono poi arrivate a firmare con noi un protocollo d'intesa. Ma non lo abbiamo firmato soltanto con loro, l'abbiamo firmato con tutte le organizzazioni artigianali. E allora, questo significa che abbiamo tenuto conto anche di un'altra caratteristica: quella di una società la cui economia è strutturata non solo sul "piccolo è bello" ma su un certo tipo di presenza di piccole e medie imprese, di distretti, di collegamento a rete ecc. che è fondamentale, che sappiamo quanto sia importante mantenere e che siamo riusciti a mantenere. Questo è un altro elemento che mi pare importante.
Con le difficoltà dei nostri interlocutori altri governi sul territorio — Province, Comuni e Comunità montane — con le difficoltà che avevano, che hanno, che sono state aumentate da questa politica, siamo riusciti, nonostante tutto, con difficoltà, a non aumentare le loro difficoltà e credo che questo sia stato riconosciuto anche dall'insieme delle altre istituzioni sul territorio.
Queste sono le principali priorità di questo bilancio, e si riconoscono queste priorità. Poi ci sarà stato qualche cosa di più che si poteva fare? Al meglio non c'è mai fine. Credo che nessuno possa ritenere di aver fatto il meglio possibile, salvo qualcuno malato di presunzione sconfinata, e sicuramente da questo banco, in questa sedia questo è un difetto che manca. Ma abbiamo cercato di costruire con attenzione un bilancio, poi essendo un bilancio non facile, di rigore, in cui ci sono state diminuzioni pesanti, è chiaro che il senso di responsabilità della maggioranza ha comportato che alla fine fosse "blindato". Voi pensate veramente che ci siano persone, qua dentro, che si facciano imporre delle cose di cui non siano convinte? Ma nemmeno per sogno: saranno convinte e saranno convinte di recuperare anche eventuali momenti non tutti in linea con questa precisa scelta di rigore, di omogeneità e di metodologia nel metodo, perché su alcuni di questi problemi non abbiamo detto o agli emendamenti perché non siamo convinti dell'esattezza dei problemi, ma abbiamo detto no perché metodologicamente abbiamo scelto una linea di rigore e di coerenza, per cui nel bilancio andavano quelle cose che nel confronto con la minoranza e l'opposizione ritenevamo dovessero andare, e del resto ci faremo carico andando avanti. Non perché, come è stato detto qui, si negozi al di fuori di quest'aula, non è vero affatto. Sappiamo tutti che la costruzione del bilancio è un momento estremamente complicato, nel quale vengono alla luce le richieste e le esigenze che non debbono necessariamente trovare risposta proprio lì ma debbono trovare risposta se sono fondate. Le riesamineremo e troveranno risposta se sono fondate, in momenti successivi, con strumenti che non siano quelli della politica di bilancio rigorosa. Così come non si danno risposte a problemi di notevole complessità con un emendamento al bilancio.
Queste sono state le necessità, unite a quelle di cui ho parlato prima — non sappiamo quanti soldi ci arriveranno, di quanto si farà carico il Governo e quando ci arriveranno — per cui alcuni emendamenti presentati anche da componenti della Giunta sono stati ritirati, restando inteso che il tema verrà affrontato e deciso con gli strumenti tipici del Consiglio regionale, cioè con le norme o con l'atto amministrativo come quello che andremo ad approvare successivamente.
Queste mi pare siano le linee di questa "due giorni" di dibattito che emergono dal bilancio. Io e il consigliere Giannotti abbiamo la stessa anzianità di consiglieri regionali, sette anni. Non mi è mai capitato che l'opposizione mi approvasse un bilancio, quindi mi troverei in difficoltà se l'opposizione approvasse un bilancio.

Ottavio BRINI. A Caldarola è avvenuto.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Forse il bilancio del Comune di Caldarola presentava qualche complessità in meno...
Faccio poi presente un'altra cosa, consigliere Brini: la "blindatura" del bilancio è soltanto il senso della maggioranza di far parte di una maggioranza ed è uno dei momenti forti in cui, non essendo previsto nella legislazione regionale il voto di fiducia a cui i governi nazionali fanno ricorso per stroncare anche i dibattiti lunghissimi sulle finanziarie nazionali, che sono ben altra cosa di questa — qui sono solo 35 articoli, ma le finanziarie nazionali sono di due articoli, e il secondo articolo arriva al comma 389 —... Ormai è invalso quest'uso: purtroppo le Camere — questo è un paradosso ed una degenerazione del sistema parlamentare — sono ridotte soltanto ad occuparsi di una volta all'anno, ma per vari mesi, di una legge che è diventata la legge-omnibus, dentro la quale si mette tutto, dal finanziamento del terremoto al finanziamento, se volete, del lotto o di altre cose del genere.
Quindi non è una maggioranza blindata, è una maggioranza che ascolta, ma poi il bilancio non l'abbiamo partorito in una stanza in otto e poi agli altri 17 della maggioranza diciamo "prendere o lasciare". L'abbiamo costruito con fatica, con difficoltà, lungamente. In questa Regione, consigliere Ceroni, non c'è un bilancio che sia stato approvato in termini cronologici previsti dallo Statuto, perché tutti sanno che quel termine è stato tranquillamente sempre superato. (Interruzione). Consigliere Ceroni, lei mi deve spiegare una cosa, ed essendo una persona di buon senso credo che avrà difficoltà a farlo: mi deve spiegare come faccio io a presentare il Dpf entro luglio, essendo adesso aprile e dovendo approvare il bilancio per il 2000... Anzi, da un lato lei mi contesta di essere in ritardo e dall'altro mi contesta di non avere presentato un atto che devo presentare entro luglio. Mi sembrerebbe difficile tenere sul piano della logica queste osservazioni. La polemica è simpatica perché, finalmente, ci stimola anche a superare i vincoli della logica che a volte sono stringenti e si possono superare soltanto nella foga — mi permetta di dirglielo — un neofita che affronta un tema di grande spessore per la prima volta e quindi dice "voi l'avete presentato in ritardo, non avete presentato il Dpefr". Non è così.
Sulla riforma della sanità, ho sentito delle affermazioni che mi sembrano un pochino fuori dall'esperienza minima. Pensate che sia possibile riformare la sanità senza passare qua dentro? Pensate che la riforma della sanità si possa fare nel chiuso delle stanze della Giunta o della maggioranza? Si potrà impostare, si potrà pensare, si potrà costruire, certo che lo faremo. (Interruzione del consigliere Gasperi). Quelli sono stati i suoi concittadini, perché il senatore ex assessore Mascioni è del suo collegio elettorale. Personalmente avrei qualche perplessità a ritenere che passare da una Giunta regionale al Senato sia una retrocessione, però si può anche pensare questo e va bene, nella dialettica e nella polemica.
Comunque, visto che siamo in un clima sdrammatizzato vorrei rispondere a un'obiezione forte che l'altro ieri ha fatto il consigliere Castelli, morbida nella forma ma forte nella sostanza, quando ha detto "non può essere che Berlusconi sia il male assoluto". No, non è il male assoluto. Primo, il concetto di assoluto è talmente difficile e complicato che lo maneggio sempre con molta attenzione. Secondo, lo riservo al campo del trascendente; sul contingente non è il male assoluto il Governo Berlusconi, è un Governo che a me non piace. E' stato eletto democraticamente, e non lo mette in dubbio nessuno, credo, io meno che meno. Ha un progetto politico che a me non piace. In alcuni passaggi potrebbe fare qualche cosa che potrebbe andare, e su questi passaggi personalmente credo di avere dato prova più volte di essere disponibile. Ripeto, non è un gioco delle parti né una commedia quella con alcuni esponenti di questo Governo, non pochi. Quando ci si misura sulle cose concrete, se ci sono momenti in cui si può condividere, chi li nega aprioristicamente? Solo che questi momenti sono pochi. Quindi non è il male assoluto il Governo Berlusconi; è un Governo che ha un progetto diverso dal mio, che io politicamente contrasto e che, nel concreto banale di fare i conti ha quell'atteggiamento che io ho appena indicato e che sono pronto a documentare, se volete con una serie di riscontri oggettivi e documentati.
Se questo è, oggi l'approvazione del bilancio segna per questa maggioranza un'assunzione di responsabilità, come diceva questa mattina l'assessore al bilancio, ed io mi rifaccio a lui per non ripetere. Stiamo costruendo — e a questo siamo chiamati tutti a rispondere, maggioranza e opposizione — la nuova Regione, e non sarà facile costruire una nuova Regione che deve smettere di gestire, che deve cambiare mentalità, che deve funzionare in maniera diversa come pubblica amministrazione. Consigliere Massi, lei faceva presente che sono problemi di tutte le pubbliche amministrazioni, quanto meno in Italia, quindi noi stiamo facendo contemporaneamente queste cose. Ci misureremo, ci confronteremo sui progetti, sui programmi, su quello che il consigliere Procaccini chiama "verifica" e che io chiamo "contestualizzazione dei programmi e dei progetti", perché quello che nel 2000 andava bene adesso va aggiornato, non perché sono passati due anni ma perché è cambiato il contesto, perché c'è una riforma del titolo V della Costituzione, perché bisogna andare avanti, perché bisogna costruire lo Statuto, perché bisogna avere in mente un progetto di Regione che sia in grado di governare e che non sia — perché questo io non lo voglio, come responsabile politico di questa maggioranza — un esempio di neo centralismo regionale. Come me, alcune Regioni, e sono sempre di più. Questo è inammissibile, inaccettabile e noi non lo vogliamo.
Su questo ci misureremo, su questo, sul nuovo modo di fare il bilancio, sul nuovo funzionamento della regione ci misureremo, sui testi unici ci misureremo, sui progetti ci misureremo, sulla casa, sull'adolescenza, sulla gioventù, su tutto ci misureremo.

Roberto GIANNOTTI. Ci sono un po' di cose da fare...

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Giannotti, non siamo stati con le mani in mano, fino ad ora.
Voglio chiudere con una piccolissima osservazione, perché quando finiscono queste giornate ognuno fa un micro bilancio personale. Io ritengo che questa maggioranza abbia fatto un enorme lavoro per impostare le trasformazioni che ci vengono richieste; che questa Giunta abbia fatto questo; che stia facendo questo; che il nostro progetto comincia, si basa sul passato, cresce sul passato e si allungherà e si proietterà per il futuro. Se volessi fare una battuta direi a Giannotti che se lui è preoccupato di dover fare tante cose, possiamo togliergli questa preoccupazione e farlo studiare ancora altri cinque anni, perché questo è quello che ci auguriamo noi: che per altri cinque anni ancora il consigliere Giannotti maturi queste cose.

Gilberto GASPERI. Si vede che siete stati nello stesso gruppo...(in riferimento all'appartenenza dei consiglieri Giannotti e D'Ambrosio, nella precedente legislatura, al gruppo misto: ndr)

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Sì, ci siamo stati, ma per la verità con contatti ridotti al minimo: nemmeno separati in casa, ma proprio non visti.
Abbiamo terminato questa sessione, con fatica di tutti. Abbiamo terminato con una reciproca posizione credo rafforzata sulla giustezza delle proprie tesi, e questo è il bello della politica, perché non è qua dentro che ci dobbiamo convincere; qua dentro facciamo un certo tipo di lavoro, ma è fuori di qui che dobbiamo convincere i marchigiani che i nostri progetti, quelli della maggioranza, sono migliori e per voi i vostri sono migliori di quelli nostri.
Credo che il bilancio di oggi ci aiuterà in questo senso. Ripeto, attenzione assoluta alle richieste della minoranza, nessuna chiusura istituzionale, soltanto una diversità politica che va tranquillamente accettata, sottolineata e anche non esasperata, comunque non va mai annacquata. Per il resto, continueremo a vederci e a confrontarci, qui e fuori di qui.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'ordine del giorno sulla proposta di legge 117, che ha come primo firmatario il consigliere Favia.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione la proposta di legge n. 117.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di legge n. 118.

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. La Conferenza dei presidenti di gruppo ha chiesto di discutere e votare la proposta di atto amministrativo n. 84 ad iniziativa della Giunta.
Pongo in votazione la proposta di iscrizione all'ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 84.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Integrazione del programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto sulla base degli ulteriori finanziamenti previsti dalla legge finanziaria 2002» Giunta (84)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 84, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore, consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. L'atto all'esame del Consiglio concerne una integrazione al programma finanziario di ripartizione delle risorse assegnate alla Regione Marche ai sensi della legge n.61/98 recante interventi in favore delle zone colpite dal sisma del 1997.
Nel programma vengono individuate le priorità dell'intervento con particolare riferimento agli obiettivi di assicurare il rientro nelle abitazioni, la ripresa delle attività produttive ed il recupero della funzionalità delle strutture pubbliche e del patrimonio culturale.
Come prima detto, trattasi di integrazione al programma finanziario approvato con deliberazione del Consiglio n. 279 del 1999, successivamente integrato con deliberazione n. 31 del 14.3.2001, che si è resa necessaria per effetto dell'ulteriore finanziamento previsto dalla legge finanziaria 2002. La quota spettante alla Regione Marche viene stimata in Euro 231.372.690,79 applicando un interesse del 6%.
L'andamento dei tassi di interesse comporta anche una rideterminazione della stima delle risorse già disponibili.
La convenzione già stipulata con le banche per il finanziamento delle opere della ricostruzione post-terremoto del 26 settembre 1997, prevedeva l'erogazione dell'importo massimo di 1.291.142.247,72.
L'importo massimo è stato stimato sia in base agli stanziamenti di fondi assegnati alla Regione dallo Stato, sia in base all'andamento dei tassi d'interesse, valutati al momento della stipula della convenzione medesima. L'andamento dei tassi e il tipo di convenzione stipulata hanno consentito di effettuare la raccolta ad un tasso variabile aumentato dello spread di 0,25%, sensibilmente più basso rispetto ad un qualsiasi tasso fisso applicato ad una operazione di durata ventennale.
Questa scelta ha permesso di ottimizzare la raccolta ma, allo stesso tempo, non può essere conservata nel tempo, in quanto eventuali aumenti dei tassi dovrebbero essere posti a carico della Regione.
Per questi motivi, a partire dall'anno 2001, tutti i mutui saranno trasformati a tasso fisso con oneri a carico del solo bilancio dello Stato.
Ciò comporterà, a tassi costanti ora in vigore, una sensibile diminuzione del capitale raccolto.
Pertanto le risorse per la ricostruzione, provenienti dai mutui a carico dello Stato, possono essere cosi stimate:
- Mutui contratti, euro 1.327.773.066,56;
- Mutui da contrarre, euro 765.905.581,35;
Totale mutui, euro 2.093.678.647,91.
- Fondi Commissario delegato/quota DCD 121/1997, euro 31.146.999,13
- Fondi Unione Europea Docup 5B, euro 308.741.033,02;
- Fondi edilizia residenziale pubblica, euro 73.595.108,12;
Totale generale, euro 2.507.161.788,18.
Le risorse finanziarie provenienti da mutui, come sopra stimate, ammontano quindi a complessivi euro 2.093.678.647,91, dei quali euro 1.971.832.440,72 già ripartiti con il programma finanziario approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 31 del 14.3.2001.
Le maggiori risorse disponibili per l'anno 2002 provenienti dai mutui ammontano pertanto ad euro 121.846.206,88. Ad esse vanno aggiunte le somme previste nel programma finanziario 2001 non utilizzate destinate all'anticipazione delle spese di progettazione per euro 7.746.853,49.
Le maggiori risorse disponibili per complessivi euro 129.593.060,37 vengono così ripartite: per la riparazione e ricostruzione degli edifici privati vengono destinati euro 62.181.410,65 finalizzati in particolare al finanziamento del maggior costo di riparazione o ricostruzione degli immobili privati rispetto al contributo concesso, nonché per l'ammissione di ulteriori interventi; euro 25.822.844,95 destinati ai piani per le opere pubbliche (edifici, infrastrutture, dissesti idrogeologici); euro 51.645.689,91 per il piano beni culturali; si prevede inoltre un accantonamento di euro 3.615.198,29 per le spese di progettazione dei beni culturali;
Agli altri interventi viene assegnato un ulteriore finanziamento di euro 12.033.455,75.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta, relatore di minoranza.

Umberto TRENTA. L'atto all'esame è arrivato in Consiglio dopo un attento studio e una valutazione generale che forse avrebbe meritato un esame complessivo più attento. Sostanzialmente lo dobbiamo condividere, ma per una ragione logica: perché si tratta di misure urgenti e comunque destinate a risolvere le problematiche dell'emergenza-sisma del 1997. Le priorità degli interventi, quando si fanno i riferimenti più immediati, più dovuti riguardano il rientro nelle abitazioni. In questo abbiamo visto che la parte del programma finanziario di ripartizione sugli interventi già ammessi a finanziamento riguarda la ripartizione dei fondi provenienti da mutui, finanziamento complessivo degli interventi, previsione di impiego delle risorse finanziarie provenienti dai mutui, infine la previsione di impiego delle risorse finanziarie complessive disponibili.
In questo è intervenuto un concetto che non posso non valutare criticamente. Da una prima analisi sull'immediatezza, quando c'era la corsa alla segnalazione, quindi la ripartizione per i vari Comuni, abbiamo assistito ad un saliscendi sulla "quotazione di borsa" del sisma: è uscito fuori anche il sisma di Fabriano, forse dovuto all'allora posizione governativa proprio di personaggi autorevoli che potevano determinare l'oscillazione sismica. Poi è iniziata quella che io definisco "caccia alle streghe", su cui mi riserverò di fare una proposta di commissione d'inchiesta, perché conosco bene questo artifizio anche dal punto di vista strumentale. E siccome bisogna essere obiettivi nelle nostre considerazioni e valutazioni, dico che sostanzialmente è un atto dovuto così come ce lo ha spiegato benissimo in IV Commissione un dirigente degno della nostra considerazione e stima quale il dott. Conti. E' un atto che ci viene sollecitato dalle Amministrazioni comunali, ma a differenza della valutazione che ho fatto sul sisma dell'Umbria, in molte di queste considerazioni sull'emergenza ho potuto constatare che c'è una diversa interpretazione nei concetti di risoluzione finale, cioè nella limitatezza dell'intervento, e cito ad esempio i programmi di recupero. Con piacere i programmi di recupero della Regione Marche, così come individuati dai funzionari competenti, sono stati esposti, se non vado errato, alla IV Rassegna nazionale di urbanistica all'Accademia di Venezia e questo mi ha fatto molto piacere, perché nei progetti selezionati e valutati da osservatori attenti, competenti ma esterni, è emerso un dato: che in quei programmi di recupero la Regione Marche aveva individuato nn solo la finalizzazione del recupero del fabbricato dal punto di vista abitativo, funzionale-statico e quindi della messa a sicurezza dell'edificio, ma aveva valutato un investimento come risorsa di centro storico da recuperare, nella sua interezza, che aveva poi un futuro come riqualificazione urbana e quindi come fruizione dall'interno per l'esterno e viceversa.
Perché questo mi ha colpito? Perché sono soldi spesi bene in quel senso. Quindi c'era una previsione in questo investimento e va dato onore al merito di chi aveva intuito che la "risorsa-sisma" doveva poi avere, nel futuro, un richiamo per quell'opera che si era così restituita alla fruibilità del cittadino, del turista, quindi del patrimonio regionale nella sua interezza.
Vengo ad un'altra osservazione. Oggi si è parlato di bilancio e io ho ascoltato la sua relazione finale, Presidente. Logicamente il mio ruolo di opposizione mi porta a dire no. E' andato via Ceroni... Io non ho quel livore amministrativo, perché dico sempre che il giorno in cui siederò al suo posto come Presidente della Regione — è una autocandidatura, una cosa spiritosa — non vorrei avere gli stessi problemi che ha affrontato lei. In questo momento di rigore, di intelligenza, si deve capire veramente quanto sono importanti queste risorse e come vanno utilizzate. Ma faccio un'altra osservazione: la Regione Marche ha 1.350.000 abitanti circa. Nella ripartizione, in alcuni casi ho sorriso relativamente al livello di danneggiamento dei Comuni, perché esistono due livelli sismici, S1 ed S2. Quando si presenta una progettazione ai sensi della legge per il cemento armato, si deve fare riferimento ad S1 ed S2. Mi sorprende vedere che il Comune di Fermo abbia avuto 11.750 edifici danneggiati, di cui 117, pari all'1% non agibili. Questo è un dato simpatico, perché sembra che il sisma si sia concentrato particolarmente a Fermo. E' "gettonato", va di moda, sarà provincia, ma una provincia sismica, quindi potrebbe essere una provincia ballerina. Questo lo vedremo quando farò gli ulteriori accertamenti che sto facendo in prima persona.
Poi arrivo a una sensibile diminuzione del capitale raccolto, e questo lo aggancio, sempre per il rimbalzo di responsabilità amministrative, al non dialogo tra il Governo centrale e il Governo regionale, però è una notazione a margine e la chiudo.
Vengo alle maggiori risorse disponibili per l'anno 2002 provenienti dai mutui, a cui vanno aggiunte le somme previste nel programma finanziario 2001 non utilizzate e destinate alle anticipazioni delle spese di progettazione. Anche qui vale il concetto di cui poc'anzi: signori, quando si progetta il recupero di un sisma bisogna capire che esistono diverse finalizzazioni delle risorse: quella dell'emergenza, gestita per riportare dentro casa i cittadini, e mi sembra la cosa più importante, però restano fuori... (Interruzione). Sei venuto dove volevo andare io: non vorrei che si fosse "progettato il sisma", non l'intervento di recupero.
Se leggiamo la carta idrogeologica delle Marche, non doveva arrivare il sisma del 1979 per capire dove dovevamo intervenire, quindi nella cronologia di queste affermazioni, di questi dissesti idrogeologici vediamo che la casualità del sisma ha messo il dito in una delle emergenze di questa regione.
Il Presidente ha prima fatto un'osservazione sull'assoluto e il relativo. Io non vorrei tornare su questo, però c'è tutto un patrimonio delle chiese che andrebbe visto con un occhio diverso.
Agli altri interventi viene assegnato un ulteriore finanziamento, però complessivamente, nella valutazione avrei gestito diversamente questa questione. Non posso però non annunciare il voto favorevole a questo provvedimento, sostanzialmente giusto, anche se con le piccole osservazioni che ho voluto portare in aula.
Un pensiero ultimo mi deve essere concesso e riguarda quella task force alla quale dovrebbe essere espresso un riconoscimento tangibile: quelle persone che si sono occupate, in emergenza, con tutte le difficoltà a doversi preparare per dare delle risposte immediate — era il supporto tecnico alle Amministrazioni comunali — non vadano chiuse nel discorso che ha stravolto il personale della Regione con i trasferimenti ecc. Le faccio un accorato appello, Presidente, che vorrei il Consiglio condividesse: preoccupiamoci che non siano assunzioni temporanee, anzi rendiamo conto a queste persone con una gratificazione, perché potrebbero essere utili come prevenzione. E' un personale addestrato, oggi altamente professionalizzato, e le professionalità non debbono essere mortificate, ma anzi valorizzate e deve essere data loro una speranza certa. Su questo si potrebbe completare il discorso della legge sismica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Un atto di questo genere meriterebbe un grande intervento di approfondimento e di riflessione. In realtà è un atto in gran parte già scritto, viene scritto dai Comuni e addirittura non viene scritto a livello politico-amministrativo ma soprattutto a livello tecnico e di strutture.
Dobbiamo fare una riflessione. L'intervento complessivo dello Stato sul terremoto è di circa 5.000 miliardi per le Marche, di cui 2.000 sono stati spesi e 3.000 già accreditati, in corso di spesa. Poi ci sono i futuribili.

Vito D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Il costo complessivo previsto è di 7.400 miliardi circa.

Carlo CICCIOLI. Di questi, la parte governabile in questo momento è costituita dai 2.000 miliardi già spesi e dai 3.000 miliardi che sono in entrata. E' evidente che si tratta del più grosso intervento di investimenti sulla nostra regione rispetto a tutto il resto, perché se pensiamo che la manovra di bilancio votata questa sera è per tre quarti relativa ad atti dovuti e gli investimenti rimangono un segmento piccolissimo, qui abbiamo invece un impegno di grande valore che coinvolge in maniera diversificata edifici privati ed edifici pubblici, edifici monumentali, opere d'arte, strutture, attività produttive. Veramente, per il territorio coinvolto rappresenta la più grossa occasione di investimento.
Alla vigilia di Natale, quando ho partecipato all'inaugurazione della recuperata e ristrutturata cattedrale di Fabriano — erano presenti il Presidente, il Vicepresidente della Giunta, il sottoscritto e qualche altra autorità — uno dei custodi della stessa cattedrale, persona che aveva passato una vita dietro quella struttura, ha detto "il più grosso evento negativo è stato il terremoto, ma si è risolto in un grandissimo affare per la qualità stessa del recupero". La cattedrale di Fabriano è stata restituita alla comunità innanzitutto con una messa in sicurezza (mi parlavano del distacco del timpano che era avvenuto già in parte prima del terremoto, che il terremoto ha poi completamente dissestato), ma lo stesso recupero delle arti figurative interne c'è stato solo perché si sono avuti più di 10 miliardi di investimento sull'opera d'arte che li meritava. Tantissimi edifici e centri storici recuperati dal terremoto sarebbero andati in assoluto disfacimento se non ci fosse stato il terremoto, perché nessuno avrebbe investito in quella maniera. L'investimento c'è stato proprio perché ci sono state queste somme disponibili, poi è intervenuto il capitale privato e quando c'è un'occasione si mette in moto tutto un volano.
Su questo è stata lasciata, giustamente, mano libera ai Comuni sulle richieste che sono poi transitate attraverso i Com. Alcune cose erano così ovvie, urgenti e inderogabili che neanche c'era un margine di scelta. Oggi che sono state fatte le cose più evidenti, più appropriate, per la parte residua di questi 3.000 miliardi che stiamo per spendere c'è una discrezionalità che consente di operare delle scelte, perché è la coda, quella sulla quale si può discutere. Credo che sia inderogabile, nei tempi e nei modi dovuti, fare un dibattito che è prima di tutto tecnico, da parte dei funzionari che hanno seguito l'operazione, da parte delle strutture, ma anche politico da parte nostra, per vedere quali sono gli indirizzi ulteriori per arrivare al completamento dell'opera, perché una massa così forte di investimenti in queste aree, purtroppo danneggiate, non c'era mai stata e quindi, proprio su questa parte su cui possiamo operare delle scelte secondo me sarà il caso di fare un convegno pubblico o un Consiglio regionale aperto.
E' un'occasione importante e noi daremo il nostro voto favorevole. Ci sono Comuni e Amministrazioni del centro-destra che spingono. Non dico che vi sia stata una forzatura, però abbiamo messo in coda a questa seduta un atto che doveva andare a un'altra seduta già prevista. La ricostruzione in tempi veloci interessa tutti, interessa la popolazione marchigiana e non credo che vi sia una forza politica che possa essere contraria, però su questa che non voglio chiamare coda — perché ancora siamo alla parte centrale — credo che un punto e un indirizzo siano utili sia per chi governa, sia per chi sta nei Comuni, sia per gli operatori. In fondo una parte dell'intervento è realizzata attraverso studi professionali privati che operano, attraverso imprese che operano, a cui anche il pubblico si rivolge. Superate queste cose più importanti, credo che sia inderogabile fare un punto centrale.
Voto favorevolmente, perché la richiesta viene anche dalle nostre Amministrazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli.

Sergio NOVELLI. Non credo che si possa esprimere voto contrario al finanziamento dell'intervento di riparazione post-terremoto, anche se questo non deve essere inteso come un giudizio di adesione sull'intera condotta della vicenda.
Chi mi ha preceduto ha accomunato, per il volume dimensionale, la ricostruzione sismica con il bilancio, forse perché freudianamente aleggia nell'aula la convinzione che la manovra di bilancio sia una calamità tipo quella del sisma del 1997. Ma al di là di questo, quello che è accaduto nella vicenda della ricostruzione è che è stata sostanzialmente ultimata la fase della ricostruzione "leggera", gli interventi privati ecc., ma oggettivamente esiste un collo di bottiglia sui programmi di recupero, e una segnalazione che mi sento di fare riguarda la vicenda della formazione delle schede GNDT attraverso gli UDD di Fabriano e Muccia. Credo che oggettivamente questa vicenda stia cominciando a palesare qualche limite. Ho visto una serie di schede GNDT e moltissime vengono fatte con il solo esame esterno. Nell'ultima parte del quadro, "accuratezza dell'indagine", ci sono cinque caselle —  "estremamente accurata", "accuratezza scarsa", e spessissimo ho visto — e spessissimo ho visto che venivano licenziate schede con l'esame solo esterno e l'autocertificazione di "scarsa accuratezza" nella scheda.
Personalmente ne ho impugnate tre, poi il Tar delle Marche chiama a verificare l'ufficio omologo della Regione Umbria e viceversa avviene fra Tar Umbria e Regione Marche. Il problema è acuito dalla delibera della Giunta regionale del 1999 che ha reso obbligatoria la verifica del nesso di causalità in tutti i comuni dove l'incidenza degli edifici lesionati dal sisma è inferiore al 5%. Capisco che quando si va, a distanza di quattro anni, a vedere un immobile mal ridotto — e ce ne sono anche dove il terremoto non c'è stato — che magari dista 100-150 chilometri dal sisma, la necessità di approfondire c'è, ma approfondire non significa "io ti dico di no e chi ha voglia mi fa ricorso e vediamo quello che succede"; approfondire vuol dire fare un esame anche interno, eventualmente anche con sondaggi. Mi dicono che c'era all'esame la possibilità di sostituire alla scheda GNDT fatta dall'ufficio decentrato, un qualcosa di strutture tecniche della Regione, quanto meno quando la richiesta di approfondimento è reiterata dal Comune di competenza, perché queste schede di accuratezza sedicente scarsa sono oggetto di denuncia penale obbligatoria da parte degli uffici della Regione che devono segnalare alla procura della Repubblica "questo signore ha chiesto i soldi e a noi risulta che non c'è il nesso causale", con provvedimenti disciplinari contro gli ingegneri, e poi magari, quando c'è la verificazione risulta che il nesso c'era, però per molta gente il solo fatto di avere una denuncia penale, è cosa molto antipatica. Tra l'altro, una procedura di istruttoria di pratica che viene bloccata per uno, due o tre anni comporta non solo il problema di trovarsi indagati — e per alcuni è una vicenda drammatica a livello psicologico — ma anche altri problemi, perché perdere tre anni su una stima d'intervento quantificata allora, fa sì che addirittura l'intervento viene ad essere molto più costoso.
Credo che con il trascorrere degli anni stia emergendo una valutazione su alcune scelte di pianificazione che quattro anni fa potevano essere più lungimiranti. Per esempio è condivisibile la scelta di arrivare all'acquisizione dei prefabbricati in legno — si sono spesi circa 8 milioni di euro per ovviare la situazione delle famiglie ancora nei Mam — ma allora, prefabbricato per prefabbricato, si potevano anche comperare nel 1998 e queste famiglie non si sarebbero fatte quattro anni di Mam. Non dico "varrà per il prossimo sisma" che speriamo non ci sia, però se la prospettiva è che la cosa si risolve in 6 mesi-un anno, come si lesse sui giornali nel 1997 va bene, altrimenti tanto valeva prendere subito il fabbricato come si è fatto in Friuli, per esempio.
Il Presidente parlando della manovra di bilancio ha detto che tutto è perfettibile e quindi di nessun lavoro si può dire "questo è il migliore possibile", per cui al di là di una serie di margini di miglioramento che è nostro dovere segnalare, sperando che ci sia l'attenzione per andare a verificare ed eventualmente per incidere, complessivamente è chiaro che la condivisione sul rifinanziamento in quanto tale c'è. Accanto a questo segnalo che, mentre sui programmi di recupero c'è stata una forte incisività del controllo, non dico penetrante ed accurato, ma il controllo c'è stato sul discorso degli interventi diretti di 60 milioni c'è stata una fase delegata ai Comuni in cui i 60 milioni non si sono veramente negati a nessuno. Ci sono vicende di gente che abitava fuori da decenni, di case che erano già dichiarate inagibili, eppure arrivavano i contributi. Da questo punto di vista, qualche correzione di rotta o limatura c'è da fare; per il resto ho già annunciato il voto favorevole del gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Come Forza Italia diamo voto favorevole e teniamo a precisare che anche noi abbiamo chiesto l'anticipazione di questo punto che è molto importante, poiché molti Comuni sono in attesa, a prescindere dal colore politico. Ribadisco quindi il voto favorevole di Forza Italia.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

(Il Consiglio approva all'unanimità)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 18,30