Resoconto seduta n. 90 del 29/05/2002
La seduta riprende alle 16,50


Mozioni (Seguito discussione e votazione proposta di risoluzione):
«Scuola di talassemia» Gasperi, Castelli e Romagnoli (174)
«Scuola di talassemia» Giannotti, Trenta, Brini, Favia, Ceroni, Cesaroni e Grandinetti (175)
Interrogazione (Svolgimento):
«Scuola internazionale di talassemia di Pesaro» Giannotti e Gasperi (486)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione sulle mozioni n. 174 e 175 e sull’interrogazione n. 486.
E’ iscritto a parlare il consigliere Castelli. Ne ha facoltà.

GUIDO CASTELLI. Vorrei replicare ad alcune osservazioni fatte soprattutto dal collega consigliere Andrea Ricci, perché ritengo che la ricostruzione delle esigenze economiche, delle provvidenze economiche che la scuola di talassemia rende necessaria deve essere più corretta e soprattutto più confacente anche alla stessa ricostruzione che era contenuta nella famosa delibera dell’azienda ospedaliera ospedale San Salvatore del 14 novembre 2001.
Mi corre l’obbligo di precisare come la ricostruzione contenuta nella premessa della delibera sia sostanzialmente, se non diversa, meritevole di una precisazione.
E’ vero che nel corpo della delibera si fa riferimento ad una integrazione della quota di spesa corrente da parte della Regione Marche ma è altrettanto vero — ed è giusto precisarlo e ricordarlo per compiutezza di esposizione — che questa integrazione “debba intendersi come riequilibrio delle assegnazioni delle risorse regionali e non come costo aggiuntivo”. Si parla quindi di una integrazione che fa riferimento al fondo di adeguamento correlato al piano di adeguamento approvato dalla Regione Marche, con decreto 2904 del 22.11.1999, quindi si tratta di una prenotazione di risorse a valere su un fondo relativo alla quota di spesa corrente che fa riferimento a risorse e disponibilità che la Regione Marche dovrebbe comunque riconoscere in favore dell’azienda ospedaliera. Credo che questo non sia di secondaria importanza, mentre invece le affermazioni del consigliere Ricci, prima di essere così apodittiche e perentorie nell’affermare che la Regione dovrebbe farsi carico di un progetto di valenza internazionale necessitano prima di sapere con esattezza qual è l’impegno della Regione a fronte di questo progetto.
Per quanto mi consta — ma ne parlavo anche con il collega Giannotti — non sono a conoscenza di quella che sia l’ufficiale posizione della Regione in merito. Leggo di una lettera molto generica dell’8 febbraio 2002 rivolta dal Presidente Vito D’Ambrosio al ministro della salute Girolamo Sirchia in cui si manifesta un vivo interesse della Regione per l’istituzione presso l’azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro della scuola di talassemia e si dice “nei prossimi giorni procederemo alla convenzione, come d’accordo, tra i soggetti interessati all’iniziativa per definire tempi, modalità e procedure di finanziamento”. Quindi, da un lato la ricostruzione di Ricci non è completa perché non ha dato conto della ragione e dell’inquadramento economico-finanziario di quell’insieme di risorse — 50 miliardi — che, da quel che leggo, dovevano intendersi non come costo aggiuntivo ma riequilibrio di assegnazione di risorse regionali. Poi possiamo andare a valutare nel merito se questo riequilibrio debba essere considerato dovuto o meno, ma questa era l’impostazione. In secondo luogo, prima di poter pensare e dire che la Regione dovrebbe accollarsi un onere improprio non dal punto di vista morale ma della mission istituzionale della Regione a dispetto di un progetto di natura internazionale, dovremmo sapere se e quanto la Regione intende investire e spendere in questo progetto.
Non vorrei essere particolarmente polemico, però devo dire che abbiamo avuto la sensazione che l’interventismo governativo su questo progetto e su questa iniziativa abbia in qualche modo scosso e imbarazzato il Governo regionale. Ripeto, probabilmente scado nella polemica politica, ma è giusto farlo se è vero che tanta parte della sinistra marchigiana ha ritenuto quasi azzardato, improprio, strumentale l’intervento del Governo, che addirittura ha imbarazzato anche perché assunto a margine del G8 che tanta parte delle polemiche estive dell’anno scorso ha sortito per altri fatti.
Una cosa è certa: il Governo si è impegnato in maniera concreta e consistente per quanto riguarda un progetto che anche da parte di Rifondazione comunista è stato definito meritevole di apprezzamento, e questo è un dato concreto. Quindi una volta tanto il Governo non ha assunto una posizione equivoca, se è vero che il ministro Baldassarri, a più riprese, è stato protagonista di chiarimenti resi necessari anche dai dubbi che qualcuno avanzava sulla concretezza di questo stanziamento che c’è, l’abbiamo fotografato e l’abbiamo individuato.
Quindi il Governo non è sempre il “patrigno” che lascia la Regione Marche in brache di tela, ma da questo punto di vista ha stanziato 70 miliardi su un progetto solidaristico. Lo vogliamo dire che un Governo e un ministro — il ministro Baldassarri a cui va, per questo motivo, anche il nostro ringraziamento — hanno voluto impegnarsi rispetto a un’iniziativa che non può essere certo considerata ispirata dal liberalismo e dal darwinismo sociale che solitamente la sinistra riannette alle attività del Governo nazionale?
Un’ultima considerazione la vogliamo fare in riferimento a quello che comunque è il beneficio che la stessa azienda ospedaliera San Salvatore potrebbe ricavare da una simile iniziativa. Voglio dire questa cosa anche per confutare l’assunto di Andrea Ricci secondo il quale è eccessiva la compartecipazione della Regione, la compartecipazione della Regione è ingiustificata proprio per il carattere di cooperazione internazionale dell’iniziativa stessa. Mi pare di capire invece che dal progetto allegato alla delibera che richiamavo prima, una parte consistente degli investimenti dovrebbe riguardare e sostenere delle tecnologie impiantistiche e diagnostiche che in realtà costituiscono un arricchimento dell’azienda e comunque della struttura sanitaria pesarese, al di là di quella che è la precisa finalizzazione del procedimento, perché quando si dice che gli investimenti — 18 miliardi di vecchie lire — riguardino tecnologie diagnostiche digitali, tecnologie interventistiche, sistemi di rete locale e geografica, sviluppo di sistemi informatici e informativi si fa riferimento, comunque, a investimenti di cui verrebbe onorata l’intera struttura sanitaria pesarese. Quindi, da questo punto di vista non ritengo che la riflessione di Ricci possa essere meritevole di accoglimento.
Dopo avere svolto queste riflessioni forse un pochino frettolose faccio riferimento allo strano destino che ha avuto questa delibera del 14 novembre 2001, perché da quel che consta al sottoscritto, cinque giorni dopo questa delibera è stata revocata. Credo che questa vicenda meriti la fantasia del “Lucarelli minore”, più che del “Lucarelli maggiore”, cioè del figlio giallista, se è vero che il 14 novembre viene approvata una delibera che precisa un progetto e un piano di utilizzo delle risorse, cinque giorni dopo viene revocata, l’8 febbraio la Giunta regionale manifesta vivo interesse verso il progetto, tuttavia dopo mesi e dopo che le risorse statali sono state quantificate con più precisione e rese disponibili e prenotate, ancora non si sa con esattezza cosa e quanto la Regione voglia investire su questo progetto. Colmo dei colmi, il giorno stesso in cui, in pompa magna, i politici salutano l’arrivo simbolico dei bambini israeliani e palestinesi si legge delle valutazioni sull’inopportunità che il dott. Gardi mantenga la responsabilità della scuola. Diciamo che intorno a questa vicenda ci si muove secondo quello che un osservatore esterno, ma fino a un certo punto, può ritenere e pensare, in modo un pochino traballante, in modo forse poco chiaro per ragioni che spero possano essere chiarite e affrontate in questa sede.
Penso che dalla discussione di questa mozione si possa finalmente chiare tutto un insieme di coni d’ombra che si sono sedimentati a margine del progetto della scuola di talassemia e perlomeno penso, proprio per garantire la giusta, doverosa disponibilità di tutti noi verso un progetto che comunque ritengo meriti la nostra attenzione umana e sociale, che si possa capire quali sono lo sforzo e il grado di convinzione che la Regione Marche ha maturato rispetto a questo progetto. Se vogliamo che questa discussione non sia il solito flatus vocis che consente magari la parata delle nostre opinioni ma non la concretizzazione di un ragionamento politico, mi aspetto che perlomeno, da chi dirige la sanità in questa nostra regione si possa arrivare ad un punto fermo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Alcune brevi considerazioni su un aspetto che è stato già discusso in questo Consiglio diverse volte e che ora ritorna anche con aspetti più particolari, perché la situazione viene conosciuta meglio anche nei dettagli.
Noi diciamo con forza che occorre mantenere la scuola di talassemia, estenderla, che deve essere specializzata sia a Pesaro e soprattutto per la formazione e la specializzazione, ma che questo non ha nulla a che vedere con le parate, con le spettacolarizzazioni ed anche con alcune scene che vanno oltre gli aspetti umanitari e sanitari, cose veramente, quelle sì, di poco gusto.
C’è stata la speculazione: dopo le promesse del Governo, che ovviamente non sono mantenute né su questo aspetto né su altri, oggi tutto il Polo, in particolare alcuni esponenti del pesarese, con una sorta di ricatto scaricano sulla Regione il fatto che il Governo, in realtà avrebbe i soldi ma poi non li tira fuori.
Noi abbiamo una posizione molto diversa dalle due che abbiamo sentito qui: da un lato una sorta di provincialismo e di localismo, dall’altro uno schematismo che poco ha a che vedere con la risoluzione di questo problema. I Comunisti italiani hanno una posizione originale. Noi diciamo che né il Governo da solo può fare questa cosa, né la Regione da sola, occorre una compartecipazione regionale da verificare, e questo dovrebbe avvenire, secondo noi, all’interno di una discussione più complessiva che riguarda la verifica del piano sanitario regionale, la sua attivazione, la stabilizzazione delle eccellenze — questa è una di esse — e al tempo stesso la risoluzione di quegli aspetti che non sono stati realizzati e che erano tuttavia previsti nel piano sanitario regionale. Una discussione complessiva ed una verifica ed anche la ricerca, con le risorse necessarie, di una compartecipazione seria, significativa.
Perché la Regione deve compartecipare dentro la scuola di talassemia in una operazione mista? In primo luogo perché le Regioni hanno competenza, hanno attinenza con la necessità di orientare lo sviluppo e la cooperazione, un tema sanitario, un tema della solidarietà più complessiva verso il medio oriente ed in primo luogo verso la Palestina. In secondo luogo — e questo è l’aspetto politico che è stato sottovalutato — credo che proprio in questa fase, in questo contesto sia necessaria la compartecipazione regionale per esercitare un controllo pubblico, serio, democratico, di tipo politico, perché noi non ci fidiamo delle politiche sociali del Governo, del ministro Sirchia soprattutto nella sanità. Non ci fidiamo delle risoluzioni di questi problemi che in realtà non sono risoluzioni ma vanno nel segno delle privatizzazioni, verso cosiddette fondazioni o comunque verso l’attivazione di proposte nelle quali il pubblico si disinteressa gradualmente, con la scusa o con la realtà che non ci sono risorse, e da questo punto di vista ci sarà una privatizzazione strisciante.
In terzo luogo, gli aspetti tecnici della direzione sanitaria dovrebbero, debbono attenersi esclusivamente alla professionalità, senza accavallamenti di responsabilità, proprio perché la scuola di talassemia è una cosa seria, molto seria che dovrebbe, secondo noi deve sfuggire ad una logica campanilistica, localistica, provinciale che nulla ha a che vedere con la scuola di talassemia stessa. Quindi discutiamo della necessità di una compartecipazione, facciamo una riflessione, giungiamo ad una sintesi istituzionale e politica sulle politiche della sanità nelle Marche ed al tempo stesso in prospettiva, non solo per questa scuola ma in generale, visto che siamo in presenza di un federalismo senza risorse, prepariamoci tutti insieme a discutere di bilanci di tipo nuovo, vale a dire di una riconversione economica seria verso lo Stato sociale, verso la sanità.
Queste sono proposte da discutere, non i localismi e non gli schematismi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. La mozione presentata sul tema della talassemia si presta a una discussione più generale su tutta la questione della sanità della nostra regione, o meglio sulla questione che, più che definire “della sanità”, la definirei “della salute”, perché spesso perdiamo di vista che quello che è in gioco in questo momento è la salute dei cittadini, la quale va garantita certamente con il sistema sanitario, ma quando parliamo di sistema sanitario spesso incentriamo la nostra attenzione soltanto sul sistema curativo.
In realtà la salute dei cittadini e il sistema sanitario vanno garantiti con interventi articolati, non soltanto nelle materie di competenza dell’assessore alla sanità, quindi cura e prevenzione, ma su tutta una serie di altri interventi che riguardano altre competenze, l’uso del territorio, l’alimentazione.
Oggi la spesa sanitaria sta monopolizzando l’attenzione della nostra Regione, sta monopolizzando anche l’attenzione delle forze politiche e io credo che si debbano sdrammatizzare alcuni elementi, alcune riflessioni che nella nostra regione vengono fatte. La sanità nella nostra regione ha anche altri aspetti, diversi da quelli che noi affrontiamo e che giustamente affronteremo anche con le prossime scadenze, ma questioni che vanno affrontate in maniera congiunta e non disgiunta.
Il tema della talassemia ci pone un interrogativo a cui ciascuno di noi deve dare una risposta non demagogica: un servizio come questo, sicuramente importante ma che non riguarda direttamente la cura o la prevenzione della salute dei cittadini marchigiani, può e deve essere finanziato con le risorse del sistema sanitario nazionale destinate alla Regione Marche? La risposta non può che essere negativa. E chi dice no all’utilizzo delle risorse, che oggi non sono neanche sufficienti per il sistema sanitario regionale, per tutta la strutturazione della cura e della prevenzione non può essere additato alla pubblica opinione come nemico di questo o l’altro servizio, nemico della sanità marchigiana, del sistema dei servizi sanitari marchigiani. Questa è la preoccupazione che voglio manifestare e lo faccio con grande serenità.
I verdi hanno espresso delle forti perplessità anche e soprattutto nella provincia di Pesaro, assumendosi la responsabilità di una posizione chiara su questa vicenda, esprimendo una richiesta negli stessi termini di quella che io ho formulato: se questo è un settore di ricerca con una ricaduta che va ben oltre la nostra regione, è giusto e legittimo che ci siano delle risorse per questo tipo di attività, ma è giusto e legittimo che queste risorse non vengano sottratte a quel monte di trasferimenti destinati alla sanità marchigiana.
Nel dibattito che c’è stato in questa regione è stato appurato, accertato che il deficit della nostra regione deriva certamente dalla mancanza di economia su alcune spese, su alcuni settori ma innanzitutto da una sottostima nello stanziamento a favore della Regione Marche per il sistema sanitario regionale. Basta confrontare i dati con altre Regioni o basta confrontare i dati della spesa sanitaria italiana rispetto al prodotto interno lordo, rispetto alla spesa tedesca, alla spesa francese per accorgersi che per ogni abitante lo Stato italiano destina delle risorse più basse di quelle che destinano Francia e Germania. Da qui scaturisce il deficit, anche se, ripeto, questo non significa che non si debba combattere contro spese inutili e ricercare ogni spreco, ogni diseconomia per eliminarle.
Inserire la talassemia in una situazione di questo genere, a mio avviso è strumentale a una battaglia politica che non aiuta né la risoluzione dei problemi della sanità né le legittime richieste di chi vuole una scuola di talassemia di altro livello, di riconosciuta autorevolezza internazionale, di chi vuole una struttura di questo genere nel nostro territorio. La nostra regione è ben fiera di poter ospitare una struttura di questo genere, mi sembra che anche nel dibattito politico che c’è stato recentemente sulle modalità con cui la Regione marche intende intervenire nei conflitti che in questo momento si sono sviluppati in medio oriente, una delle modalità di intervento è proprio quella di valorizzare la presenza di questa struttura, di queste conoscenze per accogliere bambini colpiti dalla talassemia, formare personale in grado di affrontare queste malattie direttamente sul posto e questo fa sì che sia chiaro ed evidente l’atteggiamento che questo Consiglio regionale all’unanimità ha assunto nei riguardi di questa attività, ma deve essere altrettanto chiaro che pensare di poter finanziare questa attività rendendo ancor più difficile il quadro di compatibilità finanziaria della Regione Marche in materia di sanità, risulta un’operazione puramente demagogica, fortemente speculativa, un’azione politica che non può essere condivisa dal gruppo Verdi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Il dibattito sulla istituzione della scuola di talassemia finisce per diventare una contrapposizione politica fra gruppi, fra schieramenti, tra gruppi di poter politico e gruppi di potere sanitario. Mi sembra che tutto sommato sia una prospettiva molto avvilente per l’ente Regione, per il Consiglio regionale e anche per l’iniziativa che si deve sviluppare.
Sono stati sollevati in questa sede dei problemi che indubbiamente vanno posti, ma io credo che i tre aspetti più importanti sono che per questa iniziativa lanciata a Genova nei giorni del G8, accettata complessivamente dalle nazioni più industrializzate e che il Governo italiano deve realizzare, c’è una prospettiva.
La Regione Marche si trova nella condizione di avere la competenza scientifica necessaria, quella del prof. Lucarelli che già in passato ha avuto responsabilità specifiche e che è stato uno dei pionieri di nuove tecniche, c’è una disponibilità del Ministero della sanità, c’è una disponibilità del Ministero delle finanze e in particolare del Bilancio, cioè di coloro che concretamente, attraverso i soldi devono realizzare l’iniziativa. Tutto questo non basta? Potrebbe essere che la competenza medica, le disponibilità del Ministero della sanità e di quello delle finanze siano insufficienti rispetto allo sviluppo immediato dell’iniziativa, però ne sono il presupposto. E allora, se ci sono dei problemi anche riguardo alle risorse finanziarie ritengo opportuno di prospettarli, di metterci insieme tutte le forze politiche, complessivamente, e poi dare una soluzione ai problemi stessi. Credo che con una pressione complessiva di questo Consiglio regionale, di tutte le forze politiche, cominciando da Rifondazione comunista e dai Comunisti italiani, che generalmente del sostegno alla causa palestinese, in questo caso alle problematiche sanitarie di una quota significativa di bambini del mondo arabo fanno una loro bandiera, si possano dare delle risposte. Quindi, pur con le problematicità che possono esserci sviluppiamo il percorso. Il percorso è da correggere? Correggiamo il percorso. Ci sono da introdurre elementi nuovi? D’accordo. Però non credo che ciò che si chiede è di inserire nella spesa sanitaria marchigiana questa iniziativa, sarebbe veramente residuale, riduttivo, non è questo il problema. Il problema è se ci sono delle disponibilità. Se non ci sono delle disponibilità prendiamone atto, vorrà dire che la stessa iniziativa sarà realizzata in un’altra regione italiana, in un altro contesto, con altri attori. Non credo che questo sia un grande successo per la Regione Marche in materia di solidarietà, in materia di cooperazione internazionale, nell’aspetto della crescita culturale e scientifica e in questo caso nella crescita della cultura medica nella nostra regione. Credo che un segnale la Regione in questo senso può e deve darlo.
Alcuni dicono che si tratta di un’iniziativa trasversale di potentati accademici, economici, di politica estera. Ci saranno anche spinte da questo versante, ma c’è un obiettivo complessivo. Perché perdere questa occasione? Perché dire comunque no? Perché le Marche, in tante opportunità che capitano dicono comunque no?
Se c’è l’atteggiamento di dire sì, tutti insieme possiamo correggere nel progetto alcuni aspetti che non vanno. Facciamo una delegazione unitaria di tutti i gruppi consiliari, rechiamoci al Ministero della sanità a dire i problemi che abbiamo, insieme alla Giunta, anzi accompagnati dal Presidente della Giunta regionale, con tutti i gruppi consiliari, quelli che qui sono in minoranza ma che sono in maggioranza al Governo regionale, quelli che qui sono in maggioranza ma che non hanno la continuità politica a Roma. Tutti insieme apportiamo al progetto complessivo quelle modifiche che riteniamo opportune per farlo funzionare meglio, per farlo decollare, per non farlo pesare sul meccanismo sanitario marchigiano. Ma non può essere questa un’appendice del meccanismo sanitario marchigiano, bensì si integrerà con le strutture marchigiane, quindi darà anche alle strutture marchigiane qualcosa, perché poi avere un certo tipo di eccellenza dà qualcosa anche a noi, che per fortuna di queste problematiche siamo assolutamente marginali.
Mi sembra che l’integrazione su questo non sia un peso ma sia una risorsa. Si parla sempre di risorsa, qui è una risorsa. Poi, sul percorso economico, finanziario discutiamo, chiediamo tutti insieme di più. Credo che con la disponibilità del Ministero della sanità, di quello delle finanze possiamo ottenere quello che in altre occasioni non può essere ottenuto.
Con questo spirito credo sia opportuno proporsi di risolvere in positivo il problema e non in negativo. Sono veramente stupefatto dell’atteggiamento estremamente limitato di dire “meglio non farlo, meglio altrove, ci sono problemi”. Questo spirito che non viene mai posto in mille altre occasioni, casualmente viene posto solo per la talassemia, per un progetto di politica internazionale che dovrebbe invece andare proprio nella direzione della solidarietà che sempre viene sbandierata da alcuni in questo Consiglio.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Secchiaroli.

MARCELLO SECCHIAROLI. Sono d’accordo con chi diceva che questa è un’occasione da non perdere, però bisogna che noi, come istituzioni, quindi il Consiglio nel suo complesso, ci isoliamo da molte strumentalizzazioni che vi sono state in questa vicenda, fatte da tutti, che la stampa ha raccolto a modo suo, ha riferito a modo suo come ha voluto, alimentando forse poca chiarezza e poca serenità rispetto ad una progettazione, ad una programmazione di un evento che sta assorbendo l’interesse di una città intera e di una regione intera, perché chi conosce Pesaro e tutta la parte dell’accoglienza che c’è stata rispetto ai trapianti di talassemia che si sono fatti in tanti anni, sa che per decenni la città è stata solidale a tutti i livelli per il discorso, se non altro, dell’accoglienza per rendere più umana possibile la permanenza di tutte le persone che hanno questo problema. E’ stata una solidarietà che si è sviluppata in decenni tramite l’AIL (Associazione italiana leucemie) ai vari livelli, dai più piccoli, dalle feste degli asili nido alle scuole materne, alle scuole elementari, alle scuole superiori, alle iniziative sportive. Per decenni si sono raccolti fondi rispetto a una situazione e a uno spirito di solidarietà nei confronti di questa partita.
Ora si presenta questa occasione che va chiarita nei minimi particolari, perché un progetto di scuola di talassemia così come presentato non è uno scherzo e aumenta la presenza, secondo i flussi previsti di bambini e delle rispettive famiglie e donatori di organi, in maniera notevole. Il problema dell’accoglienza è quindi forse il principale problema rispetto a tutto il resto, che era l’oggetto della famosa riunione, molto contestata, ripresa da molti interventi, che c’è stata giovedì scorso presso la Regione, a cui erano presenti i rappresentanti dell’azienda sanitaria, i rappresentanti del Comune di Pesaro e il dirigente dell’area della sanità e servizi alla persona. In tale occasione si è fatto il punto su questo progetto, partendo dal problema dell’accoglienza, perché credo che non sia una cosa da poco. La città è solidale, il volontariato da anni ha avuto una sperimentazione molto attiva rispetto a questo problema, però le dimensioni del problema aumenteranno e non è un discorso che si può affrontare soltanto ed esclusivamente delegandolo completamente al discorso del volontariato. Questa riunione era stata fatta principalmente per questo problema, per cui in quella riunione non si è deciso assolutamente chi doveva gestire il progetto, se doveva essere gestito a livello regionale o a livello locale.
E’ chiaro che in riunioni di questo genere vengono fuori tanti problemi e tanti dubbi e forse un po’ di chiarezza in più va fatta rispetto ai particolari del progetto.
E’ intenzione — credo che nessuno lo possa proibire — della città di Pesaro andare alla costituzione di una fondazione. Vorrei tranquillizzare Procaccini: una fondazione a maggioranza pubblica con la presidenza del sindaco pro-tempore della città, con la presenza degli enti Provincia, Comune e Regione, della fondazione della Cassa di risparmio già disponibile ad entrare. Dovrà essere questo lo strumento per utilizzare i fondi necessari alla gestione di questa scuola di talassemia che, non dobbiamo dimenticare, farà anche trapianti, e il trapianto non si fa in una scuola ma dovrà essere agganciato per forza al reparto di ematologia e trapianti di cui è primario il dott. Visani.
Tutta questa partita sanitaria è ben rapportabile anche ad interventi precisi, con una possibilità certa di programmare e quantificare la potenzialità, perché credo che tutta questa partita della scuola di talassemia, a parte l’aggancio sanitario con il reparto di ematologia, necessariamente, per i trapianti, ha un valore soprattutto di cooperazione e sviluppo, perché c’è il Tesoro interessato perché dovremo capire come andranno distribuiti i fondi e quante risorse si potranno trovare nel territorio, extra bilanci pubblici; c’è il Ministero della sanità per la parte sanitaria; c’è il Ministero degli esteri per la parte della cooperazione e sviluppo; c’è poi tutta la parte sociale che riguarda l’accoglienza. Tutti questi intrecci di settore dovranno essere, da parte della Regione, un’altra integrazione forte rispetto al tipo di intervento e di integrazione che si intende fare.
Penso che se riusciamo a non perdere questa occasione, lavorando più sulla concretezza dei problemi che ci aspettano, potremo arrivare a una conclusione. Questo era l’argomento di quella famosa riunione tanto contestata e dalla quale sono uscite cose decise da nessuno e indicate in nessun atto.
Qualcuno diceva che né il Governo né la Regione da soli riusciranno ad affrontare un problema di questo tipo. Io penso che tanto meno una città, da sola, riesca ad affrontarlo, anche se la città, al di là di chi è amministrata, è intenzionata ad andare avanti su questo problema con una integrazione economica da parte della Comunità europea che è interessata a questo progetto, nella figura del presidente Prodi.
Su tutta questa partita credo che ognuno debba cedere delle proprie posizioni, anche spettacolari, per mettersi attorno a un tavolo e affrontare i problemi uno vicino all’altro. Credo ad esempio che il problema dell’accoglienza non sia di secondaria importanza, soprattutto per un discorso di cooperazione e sviluppo e per una solidarietà che la città di Pesaro e la regione Marche hanno sempre avuto nei confronti degli stranieri, soprattutto quando questi sono bambini e soprattutto quando questi sono malati.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Credo che sia opportuno ripartire dalle parole del collega Secchiaroli, che con serenità e chiarezza ha spiegato qual è il percorso e quindi, implicitamente, ha chiarito una volontà politica rispetto a una problematica che ha comportato una strumentalizzazione politica che credo sia ora di cessare. Mi dispiace dire questa cosa ma nelle urla di qualche collega vedo molto poco del sostegno alla cooperazione, mentre vedo invece intenzioni e obiettivi ben diversi.
Collega Gasperi, non sono affatto d’accordo che rispetto a questo percorso che ci qualifica sul sistema internazionale dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista morale ed umano, si debba parlare di benefici economici. Io non ci sto a questo sovrapporre, nel correggere una patologia così importante il pensiero che dietro ci sia, come dice lei, un beneficio economico. Credo che questa non sia la strada per presentarci a popoli che sono in difficoltà e a esseri umani che hanno bisogno del nostro sostegno. Credo quindi che in quest’ottica sia estremamente opportuno discutere e confrontarci su un problema, cioè sul progetto.
Sappiamo che un progetto sta nascendo e si sta costruendo adesso, siamo stati attenti e disponibili fin dal primo momento, anche nell’incontro con il ministro Sirchia, dando piena disponibilità a portare avanti attenzione e impegno nei confronti di questo progetto e il ministro ci ha confermato l’attenzione del Governo e ci ha prospettato un’ipotesi di lavoro comune che stiamo portando avanti.
Dire “l’azienda ha deciso questo, ha fatto questo, ha fatto quest’altro” era indubbiamente fuori tempo rispetto a quello che adesso si sta maturando. Credo che il sottosegretario Baldassarri abbia fatto delle affermazioni che non siamo in grado di criticare né di giudicare in termini negativi, dico solo che un mese fa si era impegnato con l’Inrca per coprire gli stipendi degli operatori e se non intervenivano le Regioni Calabria e Marche questo percorso non sarebbe andato in porto e qui fuori avremmo avuto i dipendenti che ci avrebbero chiesto lo stipendio.
Da parte del Governo regionale c’è quindi stato un impegno serio e concreto anche nella oggettiva responsabilità istituzionale di chi ha l’onere della spesa e a quella deve fare particolare attenzione. Credo quindi che sia ormai chiaro a tutti — fino a poco tempo fa non lo era — che il problema della spesa per la scuola di talassemia riguarda il bilancio regionale e non i fondi che a livello nazionale vengono ripartiti alla Regione Marche per curare i marchigiani. Dico questo non perché voglia negare un sostegno rispetto a chi soffre di questa malattia ma perché ci sono responsabilità precise, oggettive rispetto a chi amministra, e sono preoccupato delle spese che sono state fatte fino ad oggi dall’azienda rispetto a questa funzione. Sono convinto che siano state messe in un capitolo a parte e che al momento opportuno verranno ridefinite dentro il progetto complessivo, proprio perché ci sono percorsi diversi che riguardano le competenze e le responsabilità.
Credo anche che la Regione Marche abbia sostenuto adeguatamente lo sforzo che ha fatto l’azienda di Pesaro. Non per niente nel 1998 abbiamo speso 134 miliardi per l’azienda di Pesaro, ben 187 nel 2001 e, nell’ambito dell’assegnazione dei budget per il 2002 l’azienda che ha avuto di più in questa regione è l’azienda di Pesaro, proprio consapevoli che dentro c’era un percorso di crescita. E’ indubbio, colleghi Castelli e Ciccioli, che qualsiasi arricchimento di un’azienda poi si riflette sul sistema, però dobbiamo capire se in questo momento, in questa contingenza economica della sanità marchigiana queste riflessioni sono appropriate, se politicamente ci possiamo permettere queste riflessioni. Certo, in termini generali chi nega che dare 20 miliardi in più a un’azienda significa sostenerla? Mi domando però se nell’ambito di una situazione difficile, per la quale continuamente ci si chiede di spendere di meno, sia possibile poi liberare da un’altra parte decine e decine di miliardi in una certa direzione come c’era in quella delibera. Quindi, per essere breve credo che nella sostanza questo Governo regionale abbia sostenuto, senza clamori — certi casi in silenzio e sopportando anche improprie critiche — un percorso che vuol dare il giusto ruolo internazionale ad una struttura scientifica e professionale di questa regione, come la scuola del prof. Lucarelli, sulla quale non abbiamo mai negato un sostegno adeguato e su cui abbiamo avuto anche rispetto nel momento in cui c’era un processo che ricordo non era semplice da portare avanti, proprio perché in quel momento abbiamo protetto la scuola separando problematiche ben diverse. Credo quindi che non ci sia ambiguità, ci sia una disponibilità della Regione in questa regione, ovviamente con competenze economiche che stanno dentro il bilancio regionale di cui dovremmo farci carico tutti capendo che cosa significa questo, in un percorso molto virtuoso, che va ad onore della città di Pesaro, come ricordava prima il collega Secchiaroli. Se c’è stato un incontro ha avuto il chiaro scopo di dare importanza e operatività all’operazione in atto, che è quella di interessarci non soltanto del semplice e pur qualificato aspetto professionale e scientifico, ma sapendo quanto è complessa una macchina del trapianto, quanto significa non soltanto interessarci del ragazzino o della ragazzina coinvolti ma del gruppo di familiari che debbono essere sottoposti ad analisi ed eventualmente anche ad intervento, era per questo presente anche il responsabile delle politiche comunitarie. In quell’occasione abbiamo riflettuto sull’opportunità non di spogliare Pesaro di un patrimonio, ma di farci più partecipi nel momento in cui decidiamo di entrare nel percorso della fondazione che ritengo che sia il più opportuno, la strada più chiara, quella che toglie le speculazioni, quella che dà più operatività, e rivendico il primato di aver detto un anno e mezzo fa questa cosa al sindaco di Pesaro. Poi ci sono le convenzioni che consentono tranquillamente di mettere insieme gli obiettivi sociali e gli obiettivi scientifici e sanitari. Mettere insieme queste due cose credo che sia la modalità più limpida e chiara anche per il ruolo che deve avere questa Regione, evitando di confondere un obiettivo, quello di curare i marchigiani, con quello ugualmente importante dal punto di vista scientifico e quanto mai dignitoso dal punto di vista umano, di aiutare anche chi, fuori e lontano dal nostro Paese, ha queste esigenze sanitarie a cui noi siamo in grado di dare risposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Credo che sia ora di fare un po’ di chiarezza su una questione, sbarazzando il campo da strumentalizzazioni. Rimango molto stupito da questo tipo di cose, perché il comportamento della Regione è stato fin dall’inizio lineare e continua ad essere lineare. Fin dall’inizio, quando è cominciata questa campagna per cui pareva che tutto fosse già stato stabilito fino alla virgola e si diceva “cosa fa la Regione?”, abbiamo assunto la posizione di dire “vorremmo sapere che cosa è stato stabilito, dove, da chi, quali sono le prospettive, perché. E’ chiaro che un progetto così ci interessa ma vorremmo sapere questo tipo di dichiarazione di intenti in quale contesto cala”.
Questo atteggiamento della Regione è stato poi formalizzato in una lettera che ho scritto io personalmente, che ho dati ai consiglieri due giorni dopo l’incontro con il ministro Sirchia che mi aveva detto “a noi basta una dichiarazione di interesse della Regione”. Tanto è vero che perfino il consigliere Giannotti disse “la prima parte è discutibile, ma la seconda finalmente è quello che aspettavamo”. Questo l’8 febbraio. Da allora, a livello governativo non si è saputo niente se non ricorrenti assicurazioni del viceministro Baldassarri, orali, alle quali credo e a cui continuo a credere perché non ho ragioni per dubitare della sua personale parola, ma non ho nemmeno ragioni per credere, sulla sua personale parola, allo stanziamento di miliardi, perché lo stanziamento di miliardi non si fa sulla parola. Tanto è vero che lo stesso viceministro Baldassarri, dopo questa prima fase in cui sembrava che tutto fosse stato stabilito disse “per correttezza dobbiamo aspettare la finanziaria”.
Ricordo per restare un ultimo secondo su questo terreno, che non mi piace, che la polemica più dura non l’ha fatta Lusetti ma il senatore Tomassini presidente della Commissione sanità del Senato che, se non sbaglio, appartiene a Forza Italia e non all’opposizione.
Tralascio i discorsi delle delibere poi revocate, queste sono tappe di un percorso che non mi interessa, perché non è quello il percorso che io voglio fare, io voglio fare un percorso diverso: lo ribadisco, lo formalizzo, l’ho già formalizzato, non credo di dover dire altro.
Quando è stato il momento in cui si sono resi concreti o concretizzabili i presupposti dell’azione reale anche della Regione, ho assunto una posizione che è stata sempre quella di dire “voglio sapere cosa fa il Governo, ma ciò premesso, per tutto quello che riguarda l’intervento a favore dei bambini la Regione non si fa nessun problema, interverrà e se l’intervento verrà ritenuto rientrante nell’ambito della cooperazione allo sviluppo bene, vuol dire che avremo anticipato le somme, se non sarà quello non c’è nessun problema, la Regione si fa carico con suoi fondi”.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo lo dice solo oggi. A Pesaro non l’ha detto.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L’ho detto, Giannotti, ed è stato anche riportato.

GILBERTO GASPERI. L’importante è che lo abbia detto...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Giannotti, Gasperi, il punto è questo: o noi insieme concordiamo che questo tipo di cosa è un’iniziativa di forte valenza e di forte significato, non di cooperazione allo sviluppo ma di solidarietà concreta con popolazioni svantaggiate, sfortunate, e su questo mi troverete accanto a voi, qualunque sia il vostro colore, oppure facciamo un discorso diverso di tirare volate, di predisporre parate ecc., ma questo non mi interessa. Poi, su quei piani sono in grado di difendermi abbastanza bene e su quei piani, fra l’altro, pare che gli elettori marchigiani in quest’ultima tornata non abbiano seguito nessuno.
Questo tipo di atteggiamento è il piano della prospettiva su cui sarò sempre. Aggiungo una cosa: sono arrivati questi bambini, non si sa a carico di chi. Comunque, io ho detto “saranno a carico della Regione Marche se nessun altro assumerà questo impegno”, perché questo tipo di discorso l’avevo già fatto con il ministro Sirchia il quale aveva detto “sulla scuola la Regione non ha nessun tipo di intervento da fare: l’intervento che potrà fare la Regione, se vorrà, sarà quello di assumere a proprio carico l’intervento sui bambini anche in base ad una convenzione con l’azienda ospedaliera”. Io risposi che doveva stare assolutamente tranquillo perché sarei intervenuto con la massima disponibilità in quest’ambito. Del resto l’abbiamo fatto, lo stiamo facendo, lo faremo. C’è un bambino di Sarajevo segnalato da una serie di soggetti che domani arriverà alla nostra azienda ospedaliera pediatrica Salesi, affetto purtroppo da una gravissima malattia, per sostenere un intervento urgente, che probabilmente sarà superfluo ma che è necessario, e lì non c’è problema di sorta, perché quei problemi lì vengono assunti e quelle spese vengono assunte a carico della Regione senza alcun problema, nemmeno di rispondere contabilmente, perché a rispondere contabilmente a una cosa del genere non ho nessunissima remora.
Dopodiché, quando appariva concreta l’ipotesi di poter fare questo tipo di cose ho preso rapporti e contatti direttamente con il Governo e l’ho detto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio il quale mi ha scritto dicendo “sono disponibili i fondi della cooperazione allo sviluppo sul bilancio del Ministero degli esteri, in fase di registrazione alla Corte dei conti”, a metà aprile circa. Sono i famosi 9 miliardi. Ho saputo che sono stati registrati, che non c’è ancora la disponibilità per complicazioni burocratiche interne ai due Ministeri, tanto è vero che l’incontro ultimo con il viceministro Baldassarri è servito anche a chiarire questo, dopodiché ha assunto l’impegno di intervenire perché queste procedure venissero accelerate, io non ho nessun dubbio che saranno accelerate, quindi da questo punto non ci sono e non ci saranno problemi.
Il discorso successivo della scuola di talassemia va fatto con molta chiarezza, altrimenti continueremmo a rimpallarci cose stucchevoli. Che nelle Marche si faccia una scuola di talassemia di alto livello che serva non tanto a dare la risposta ai circa 300.000 bambini che nell’ambito del bacino del Mediterraneo sono affetti da questo male, ma che serva soprattutto a diffondere in quelle zone la conoscenza attraverso un’opera di addestramento, di formazione professionale dei medici che poi dovranno venire lì, è una cosa che a noi interessa, perché nel Mediterraneo ci siamo anche noi, perché siamo convinti che il Mediterraneo è una zona nella quale più si interviene a livello umanitario e meno ci saranno ulteriori bagliori di guerra che purtroppo non cessano e perché siamo comunque convinti che questo è veramente il compito fondamentale dei Paesi avanzati rispetto ai Paesi che avanzati non sono.
Inoltre, se questa scuola di talassemia dovesse servire, come noi ci auguriamo, anche per sviluppare una serie di protocolli medici di alto livello qualitativo-scientifico, va meglio, perché cresce tutta la sanità marchigiana, quindi noi abbiamo interesse a che questo accada e abbiamo interesse a fare la nostra parte, però sia ben chiaro che la nostra parte è la parte di chi vuol sapere come intervenire, come fare sinergia per quello che è un progetto che il nostro Governo ha assunto, che ci fa piacere che abbia assunto, che siamo contenti che abbia assunto e che pensi di destinare alla Regione Marche, anche se il Consiglio dei ministri del 24 maggio non ha ancora preso questa decisione, perché la decisione è altra e diversa come dal sito Internet del Governo italiano in cui si dice testualmente “il provvedimento sarà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni con la quale sarà concordata, a legge approvata, l’ubicazione della predetta struttura, previa relazione del ministro Sirchia”. Tanto è vero che questo tipo di cosa...

GUIDO CASTELLI. E’ un po’ cavillosa...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non è cavillosa, consigliere Castelli. E’ talmente poco cavillosa che sono intervenuto subito per avere chiarimenti e per sapere come stanno le cose, ricevendo una risposta ufficiosa, non ufficiale, che dice “probabilmente la destinazione sarà quella, ma prima che la legge venga fatta non si può parlare di destinazione”.

GUIDO CASTELLI. E’ un fatto formale.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Consigliere Castelli, io non sto dicendo che non voglio la scuola, sto dicendo che la voglio talmente tanto, che mi sto dando da fare con il Governo italiano per averla. Credo che questo sia il dato.

GUIDO CASTELLI. Sollevare dubbi di natura formale non contribuisce a rasserenare gli animi.

PRESIDENTE. Colleghi, vi invito a lasciar completare l’intervento al Presidente.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Il punto è che, secondo me con fatica e in un lavoro in progress, non sicuramente già stabilito dal luglio dell’anno scorso, si sta arrivando ad una conclusione che potrebbe essere la conclusione a cui tutti noi puntiamo. E la conclusione a cui puntiamo non è di mettere una medaglietta e di dire “com’è stato bravo chi l’ha fatto”. Lo possiamo fare, lo possiamo dire. Mi pare che nell’intervento che ho fatto a Pesaro l’altro ieri sono stato molto chiaro: raccogliendo una esplicita dichiarazione in questo senso del viceministro Baldassarri che diceva “di fronte a queste cose non ci sono divisioni politiche” io ho risposto che questo è uno dei classici casi nei quali la divisione politica non ha ragion d’essere, perché non ha ragion d’essere una divisione politica nel momento in cui ci si impegna in favore di popolazioni, bambini e, senza fare la mozione degli affetti, questo è il dato politico vero, significativo. E questo ha un senso e un significato ulteriore quando poi pensiamo a tutto quello che ho detto, cioè il discorso della ricaduta, non economica ma a livello di innalzamento complessivo di qualità del sistema sanitario marchigiano con una struttura del genere.
Questa è la situazione attuale. A giorni credo di avere un incontro a livello governativo — dico “credo” perché stiamo tutti quanti correndo dietro le date — per stabilire concretamente cosa si fa, come si fa, come si va avanti, quando sarà il “momento di...”. La verità è che non c’è soltanto l’interesse della Regione Marche e non c’è soltanto l’interesse dell’azienda di Pesaro, ma ci sono vari interessi, in Italia, per questo tipo di cose, quindi noi dobbiamo, in sedi nelle quali ci sono anche altre Regioni che vorrebbero questo, altre istituzioni di ricerca che vorrebbero questo, mantenere la nostra posizione. Questo è l’elemento.
Cosa significa ciò? Significa che stiamo lavorando per questo e finora i fondi spesi — sono contabilità separate ma sono soldi dell’azienda ospedaliera San Salvatore — sono 428.573,50 euro. Questi, per ora sono solo fondi nostri. Ci verranno rimborsati? Può darsi. Non ci verranno rimborsati? Vedremo.
Questo è il dato vero, reale, questi sono gli elementi concreti, dopodiché questa scuola verrà diretta dal prof. Lucarelli? Molto probabile data la sua capacità, la sua professionalità che noi abbiamo sempre riconosciuto e il fatto che lui si impegni e sia conosciuto a livello concreto per l’attività che ha svolto è un dato estremamente positivo. La direzione sarà del direttore generale dell’azienda ospedaliera San Salvatore? Lo vedremo con calma. Se si riportano sugli organi di stampa indicazioni e riflessioni ad alta voce di momenti che sono tutt’altro che decisivi, vuol dire che si innesca una polemica che non ha ragion d’essere: costruiremo questa scuola quando ci sarà la prospettiva, in accordo. Non credo che serva a nessuno una scuola che giochi contro qualcuno, perché non è quello il tipo di obiettivo a cui noi miriamo.
Questo è il dato, questo è l’elemento. Si farà una fondazione? Verrà chiesto alla Regione di aderire a una fondazione? Può darsi. Si sta lavorando in questo senso. Il discorso di cui ci faremo carico è sicuramente quello di intervenire nel momento dell’accoglienza, perché quello è fondamentale, è un momento nel quale bisogna dare una risposta immediata, a prescindere poi da chi pagherà, alla fine, il tutto.
Il rafforzamento delle strutture sanitarie pesaresi? Certo, per quello che sarà necessario sicuramente rafforzeremo le strutture sanitarie pesaresi. Perché non dobbiamo rafforzarle? Le rafforzeremo nel momento in cui sarà funzionale, nell’ambito della sanità regionale, per tutto quello che ho detto prima.
Per quello che riguarda l’accoglienza siamo sull’ambito di prospettive concrete di impegnarci, di vedere come fare, che cosa, che tipo di risposta dare a questi soggetti che sono soggetti deboli, poveri. Questi sono gli elementi, questo è l’atteggiamento della Regione Marche, questo è stato e questo continuerà ad essere l’atteggiamento della Regione Marche al di fuori, ripeto, di prospettive di gagliardetti o di meriti che in un discorso del genere mi sembrano venire dopo. Non dico che siano trascurabili, secondari ecc., ma mi sembrano venire dopo. Assicuriamoci prima che sia data la migliore risposte alle esigenze di quasi 300.000 bambini nell’ambito del Mediterraneo, di avere persone che siano in grado di intervenire sulla loro pesante patologia. Questo è uno degli strumenti ai quali noi vogliamo contribuire, vogliamo partecipare.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale, nella quale è stata ricompresa anche la risposta all’interrogazione n. 486 a firma Giannotti-Gasperi.
E’ stata presentata una proposta di risoluzione dai gruppi di minoranza nella loro interezza.
Ha chiesto di parlare il consigliere Gasperi per replicare rispetto alla risposta all’interrogazione n. 486. Ne ha facoltà. (Interruzione)
Nella discussione che c’è stata si è anche risposto all’interrogazione presentata dai consiglieri Giannotti e Gasperi. L’interrogante ha diritto di replica per dichiararsi soddisfatto o meno. Ne ha facoltà, consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Presidente, la ringrazio. Non a caso viene da una cultura politica diversa rispetto alle richieste di spiegazione, perché la disinformatia è una cosa ben acquisita e assorbita. Non a caso la garanzia la dovreste avere, perché il direttore generale che avete nominato all’azienda ospedaliera di Pesaro si chiama Ilja, quindi le garanzie le avete viste prima e le dovreste vedere anche dopo.
Vorrei chiarire una cosa molto semplice, Presidente. Sarà un diritto-dovere della minoranza pubblicare tutti gli interventi che ci sono stati già dal 1997 nell’ambito del Consiglio regionale sulle problematiche della scuola di talassemia riguardanti la realtà di Gardi, così vedremo se qualcuno della minoranza ha fatto speculazioni o se qualcuno della maggioranza ha fatto speculazioni cambiando colorazione, andando in un altro partito e ottenendo dei risultati premianti ancora più alti. Perché qui noi siamo sotto ricatto di una parte politica che si chiama Rifondazione comunista.
Voglio subito chiarire che non c’è assolutamente una speculazione e, come diceva prima l’assessore Melappioni, il discorso fondamentale non è quello economico, però è normale, caro assessore, che quando si fanno degli investimenti, delle operazioni la base non è solo quella umanitaria. La base è umanitaria senz’altro, ma c’è sempre un ritorno quando ci sono dei rapporti tra Regione e Regione, tra Stato e Stato, ma soprattutto, come in questo caso, tra Italia e le altre nazioni del nord Africa o addirittura tra l’Europa e le nazioni extraeuropee. Non a caso a Genova il tutto è nato dal Ministero degli esteri, non è nato dal “Ministero delle buone intenzioni”. E’ nato tutto dal Ministero degli esteri, attraverso il quale si iniziano dei rapporti particolari e privilegiati con i Paesi cosiddetti “sottosviluppati”.
Lei, Presidente, ha detto “è ora di fare chiarezza rispetto alle speculazioni”. Sono perfettamente d’accordo. Facciamo allora immediatamente chiarezza su questa situazione. Anzitutto è stata fatta una delibera da parte dell’azienda ospedaliera fatta ritirare quattro giorni dopo, altrimenti si sarebbe rimosso seduta stante il direttore generale. Assessore, non voglio fare speculazioni, perché poi passerò su certe operazioni che sono state fatte anche con i cambi della guardia a livello di dirigenza regionale sulla sanità.
Quando è stata fatta quella delibera, le uniche spese concrete erano i 18,6 miliardi di lire che riguardavano un una tantum da parte della Regione. Se vado a vedere questi 18,6 miliardi rispetto a quanto ha fatto spendere l’assessore Cecchini quando ha fatto fermare i lavori della bretella di Urbino — oltre 35 miliardi a fondo perduto — sono una bazzecola. Così come vorrei sapere — farò un’interrogazione in proposito —...

PRESIDENTE. Collega Gasperi, voglio ricordarle che per la replica ha cinque minuti. Poi ha la possibilità di dichiarare il voto sulla risoluzione.

GILBERTO GASPERI. Vorrei finire il discorso.
La questione che le voglio rammentare, Presidente, è che non solo non c’è stata speculazione, ma addirittura lei sa — e faremo una interrogazione — che cosa ha speso la Regione Marche quando ha trasferito i dipendenti alle Province ai quali l’assessore Cecchini ha aumentato la qualifica. Si tratta di una spesa attorno ai 25-30 miliardi di lire. In questo caso è tutto regolare? Non mi sembra. Così come mi sembra assurdo l’intervento che ha fatto prima il presidente del gruppo verdi quando ha detto che su queste cose non si deve fare speculazione. Mi sembra immorale che il presidente del gruppo verdi alla Provincia di Pesaro abbia detto che è assurdo che a Pesaro venga fatta una scuola di talassemia, visto e considerato che la talassemia nella provincia di Pesaro e nella regione Marche non è presente. E’ scritto sui giornali. Basta fare chiacchiere.

PRESIDENTE. Collega Gasperi, la invito a chiudere, anche perché lei può reintervenire immediatamente per dichiarazione di voto.

GILBERTO GASPERI. Chiedo di utilizzare tutto il tempo adesso.

PRESIDENTE. Io le concedo altri tre minuti, però non reintervenga dopo.

GILBERTO GASPERI. Però Presidente, quando vedrò qualcuno della maggioranza che sforerà, inzierò una bagarre particolare.

PRESIDENTE. Collega Gasperi, lei ha diritto di replica per cinque minuti: sono otto minuti che parla. Lei ha la possibilità di reintervenire immediatamente dopo. Se finisce ora il suo intervento, è evidente che non le ridarò poi la parola.

GILBERTO GASPERI. D’accordo. Finisco l’intervento.
Innanzitutto, nel progetto per la talassemia che nessuno ha voluto menzionare, a pag. 2 si dice “La Talassemia International Federation nel suo Guide Lines for the clinical management of talassemia e nel suo Internet indica il centro di Pesaro come riferimento internazionale per i talassemici che devono effettuare il trapianto di midollo osseo e per i medici che vogliono effettuare training clinico-scientifico nel settore del trapianto di midollo osseo. Si segnala inoltre che i programmi di ricerca scientifica a Pesaro, nel contesto del trapianto di midollo osseo nelle emoglobinopatie sono stati condotti in collaborazione con l’università dello Stato di Washington, il Cancer Center di Seattle, prof. Thomas, Premio Nobel per la medicina e con altri prestigiosi centri di livello internazionale”. E’ allora immorale solamente pensare che il Governo italiano non abbia messo Pesaro.
Quando ci sono stati gli incontri a Pesaro, lei Presidente ha parlato di qualcosa a livello di diabetici. Me lo ricordo perché soffro anch’io di quella malattia. Ma non ha parlato della talassemia, non ha preso impegni ben precisi a Pesaro.
A me sembra una cosa assurda, perché è normale che lo Stato italiano con la legge non indichi già il centro, proprio perché c’è già stata una carenza a monte, da parte della Regione la quale non ha dato le indicazioni per questa scelta. Esattamente nel primo intervento che ha fatto quando si trattava di questo problema, dieci giorni prima che il prof. Lucarelli fosse assolto dal tribunale di Pesaro, lei Presidente ha detto “tutto ciò non ha nulla a che vedere con quanto la Giunta ha deciso in ordine all’opportunità di attendere gli esiti processuali che vedono il professore imputato per il noto evento epidemico, prima di conferirgli l’incarico professionale”. E’ normale — lei lo sa, perché dirige la Regione Marche — che le cose non si possano fare in tempi brevissimi, ci sono dei tempi tecnici. Pertanto il nome non è stato messo. Ma il viceministro Baldassarri e lo stesso ministro Sirchia lei hanno detto che ci sono la Regione Sicilia, la Regione Puglia, la Regione Sardegna, la Regione Piemonte e la Regione Lombardia che vedono in questo non solamente un “fare del bene”, perché il bene lo si fa, lo si attua la mattina quando ci si alza. E’ allora normale che una comunità, una Regione, uno Stato, una realtà economica — perché sia nella provincia, che nel comune, che nella regione, che nello Stato o c’è la realtà economica — veda anche quello che è il successivo problema, cioè il ritorno economico, perché non esiste, in modo particolare nel campo medico, un’azione singola autonoma. Addirittura, anche quando si fanno interventi la specializzazione si ottiene, e nel momento in cui si ottiene la specializzazione lei sa che tipo di ritorno c’è non solamente per le strutture, ma anche a livello privatistico.
E allora, per quale motivo non andiamo a dare delle risposte concrete, quando il Comune di Pesaro ci sta gia pensando? Ricordatevi che nel progetto c’è scritto chiaramente che il centro di Pesaro dal 17.12.1991 al maggio 2000 ha continuato la sua esperienza con il trapianto di midollo osseo nella talassemia in più di 1.350 casi. C’è già una realtà e sul piano prettamente economico il Comune di Pesaro, attraverso l’azione delle fondazioni ha già sostenuto economicamente le spese per coloro che venivano direttamente nel nostro centro. Non a caso la scuola di talassemia può essere fatta solo ed esclusivamente a Pesaro, e l’ha detto lo stesso prof. Lucarelli nell’intervista di giovedì, nell’incontro ufficiale. Non c’è mai stato un incontro partitico-politico. L’incontro politico è stato fatto a livello ufficiale tra il sindaco di Pesaro, il presidente della Provincia di Pesaro, il presidente della Regione e il ministro Baldassarri in cui hanno discusso e portato avanti le risoluzioni di questi programmi. Il Comune di Pesaro ha sempre sostenuto le spese, quindi non vedo perché dobbiamo fare delle promesse quando queste cose non ci sono.
Detto questo, non si vogliono fare discussioni per essere i primi della classe o prepararci per le prossime elezioni politiche. L’ha fatto solamente una signora che era del vostro partito, dei Ds e non a caso quando era segretario regionale aveva fatto votare che i Bronzi di Pergola dovevano restare in Ancona, poi, siccome è passata a Rifondazione comunista, ha detto “i Bronzi devono tornare a Pergola”. Questa signora ha fatto campagna elettorale proprio sulle disgrazie che si erano avute all’interno del reparto di ematologia di Pesaro, con il risultato che oggi non ha più possibilità di poter parlare, proprio perché... (Interruzione del consigliere Silenzi).

PRESIDENTE. Colleghi, un minimo di ordine va garantito. Non credo che noi possiamo censurare il contenuto dell’intervento del collega Gasperi. Il fatto è che il collega Gasperi in questo momento sta superando il tempo che gli era consentito sia per dichiararsi soddisfatto o meno rispetto alla risposta alla sua interrogazione, sia per la dichiarazione di voto sulla risoluzione. Quindi la invito a chiudere, consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Però se mi interrompono in considerazione...
Comunque concludo, dicendo che se il ricatto che c’è dal 1997 deve continuare da parte di un partito che ha basato la sua campagna elettorale nel pesarese volendo dimostrare che il prof. Lucarelli è stato un bandito, che il prof. Lucarelli ha operato in difformità dalla coscienza etica e soprattutto dalla capacità professionale, volendo far vedere che all’interno di quel reparto sono avvenute le cose più negative ed obbrobriose, allora cari signori facciamoci un esame di coscienza, andiamo a vedere in concreto che cosa è successo fino ad oggi, ma uniamoci su una cosa, per dare un nuovo indirizzo, una nuova scelta alla realtà della medicina marchigiana, non guardando solamente alla gestione quotidiana ma cercando di fare degli investimenti per ciò che potremmo ottenere in futuro, perché in futuro i ritorni, a differenza di quello che diceva l’assessore, ci saranno. Altrimenti dovrei chiedere all’assessore per quale motivo ha dato un incarico al dott. Zuccatelli, quando mi si dice che tanti anni fa ha fatto un patteggiamento in quel di Ferrara su problemi... (Interruzione). Se non è vero...

PRESIDENTE. Collega Gasperi, la invito a chiudere il suo intervento.

GILBERTO GASPERI. Farò una interrogazione, comunque... (Interruzione). Non sto “sparando”, sto dicendo delle cose e credo che ci sia diritto di poter parlare. Dopodiché vedremo, anche perché è indispensabile sapere perché all’ultimo minuto è stato fatto un cambio.

PRESIDENTE. Gasperi, la invito a chiudere l’intervento. Se vuol parlare, dia atto a tutti gli strumenti che le sono consentiti dal regolamento.

GILBERTO GASPERI. Sono state fatte delle indagini, sono state date documentazioni, è stata fatta un’operazione e quando sono andato all’assessorato non mi sono stati dati i documenti, perché stanno lavorando, sembra, addirittura con la finanza.

PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il consigliere Mollaroli.

ADRIANA MOLLAROLI. Chiedo una sospensione di cinque minuti per verificare se su questo tema delicatissimo ed importante esistono le condizioni per una mozione unitaria, cosa che credo interessi tutti i gruppi consiliari. Vedremo quali sono le condizioni e quali impegni possiamo chiedere alla Giunta regionale.

PRESIDENTE. C’è una richiesta di interruzione per cinque minuti per verificare se ci sono le condizioni per una risoluzione unitaria. Normalmente la sospensione si concede. Il tempo che viene concesso è limitatissimo.
Nel merito del suo intervento, collega Gasperi, mi permetto semplicemente di dire che lei ha fatto delle accuse nei confronti di una persona, che in questo caso è un collaboratore della Regione: giustamente il Presidente l’ha interrotta per dire che esistono forme, modi e altri strumenti che il regolamento le consente per accertare se le cose a cui lei fa riferimento sono veritiere o meno. Non mi sembra che debbano essere introdotte in forma indiretta nel corso di un dibattito.
La seduta è sospesa per cinque minuti.

La seduta, sospesa alle 18,20,
riprende alle 19,15

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

MARCO LUCHETTI. Dopo la sospensione che doveva servire a raggiungere un accordo su una risoluzione unitaria, riteniamo che sia doveroso, data l'importanza della materia che stiamo discutendo, chiedere un'ulteriore sospensione per una riunione della maggioranza per discutere nel merito della questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Il regolamento va rispettato, Presidente. Noi abbiamo sospeso la seduta per consentire ai rappresentanti dei gruppi di verificare la possibilità di un'intesa. Questa intesa è stata trovata da alcuni gruppi e non da altri. Capisco le preoccupazioni di copertura politica, però mi si consenta di dire che rispetto alla organizzazione complessiva dei lavori di questa giornata, questo rinvio è inopportuno, scorretto, intanto nei confronti dei tuoi colleghi, Silenzi, che hanno partecipato alla discussione, che avevano concordato un sto di risoluzione che in qualche modo teneva conto dell'esigenza complessiva e che aveva registrato un dato. Certo, una dissociazione palese, aperta da parte di Rifondazione comunista che quel documento ha detto che non l'avrebbe mai votato. Si tratta di dire all'opinione pubblica...

PRESIDENTE. Giannotti, non possiamo entrare nel merito. Qui c'è una richiesta di sospensione della seduta. Lei può intervenire a favore o contro.

ROBERTO GIANNOTTI. Siccome tutto il Consiglio sa che io devo partecipare come relatore ad un convegno alle 20,30 a Pesaro e non ho le ali né l'aeroplano, mi si impedisce, di fatto, di partecipare alla prosecuzione della discussione e di votare, quindi mi consenta di dire almeno poche parole.
Comunque, in questo modo si va contro l'affermazione della verità e della giustizia e si riconduce tutto ad una logica di equilibrio politico. Questo mi dà fastidio sul piano politico e mi dà un certo disagio anche sul piano umano, perché credo che il tentativo che abbiamo fatto era un tentativo serio, la Casa delle libertà aveva rinunciato a tantissime delle sue posizioni, oggi questa chiarezza di impostazione che riconosceva un fatto oggettivo viene sacrificata sull'altare degli equilibrio politici, perché la Giunta vuol mantenere il proprio assetto. Quindi sono contro la richiesta di sospensione della seduta.

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, c'è stato un intervento contro la richiesta di sospensione. Se lei deve chiedere la parola sull'ordine dei lavori è un contro, altrimenti do la parola solo a un relatore a favore.

GUIDO CASTELLI. E' sull'ordine dei lavori, Presidente. Visto che sono le 19,18 è necessario procedere a votare la prosecuzione della seduta, altrimenti alle 19,30 si scioglie la seduta.

PRESIDENTE. Questa è un'incombenza della presidenza, non si preoccupi.
Ha la parola, sull'ordine dei lavori, il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Quando ci siamo riuniti è stato prodotto un documento, quindi vorrei la copia di quel documento.

PRESIDENTE. Collega Gasperi, è un documento che non ho agli atti, quindi non posso darglielo.
Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Debbo rilevare che è la prima volta, in tredici anni che sto in Consiglio regionale, che prendo atto che un consigliere si alza per parlare contro la richiesta di sospensione.

ROBERTO GIANNOTTI. Non dire questo.

GIULIO SILENZI. Giannotti, dico quello che è. A te può non essere gradito, ma vorrei che tutti i consiglieri ritenessero che i lavori che noi portiamo avanti e le regole che questo Consiglio regionale si dà valgono sempre, in ogni occasione. C'è una richiesta di sospensione che viene ampiamente motivata, nel senso che è vero che alcuni gruppi hanno dissentito, per cui non c'è un documento unanime, è vero che a quella riunione l'assessore non ha partecipato, per cui mancava il livello della Giunta regionale. Abbiamo quindi l'esigenza, proprio perché c'è una non condivisione di ben quattro gruppi consiliari, di voler discutere. E' ammissibile che un collega presidente di un gruppo dell'opposizione dica di essere contro la sospensione? Non si è mai verificato, perché abbiamo sempre detto che quando un gruppo chiede la sospensione questa è automatica.
Poi non c'è una motivazione politica con quello che dicevo? Il limite di quella riunione è che non c'è stata la partecipazione nella elaborazione di quel documento e si apre un problema per cui quattro gruppi consiliari non condividono un lavoro fatto. Possiamo ragionare...

ROBERTO GIANNOTTI. Chi sono?

GIULIO SILENZI. Sono quattro gruppi: socialisti, comunisti, verdi e Rifondazione. Possiamo valutare congiuntamente i motivi e portare tutti a conoscenza... Tra l'altro, anche il Presidente della Giunta chiede un momento di confronto della maggioranza su una materia delicata. Faccio rilevare, Giannotti, che alcune volte non bisogna prendere il controllo...

ROBERTO GIANNOTTI. Questa è sfiducia nei confronti dei tuoi colleghi.

GIULIO SILENZI. Tu puoi dire quello che ti pare. Io ripongo un problema tanto chiaro che tu lo puoi elaborare in maniera strumentale come sempre fai. Non è un problema di fiducia, qui si apre un problema di valutazione politica della maggioranza e del Governo, il Presidente della Giunta ci chiede questo momento di confronto, è paradossale che qualcuno di noi si possa alzare... (Interruzione). Anch'io lo chiedo, certo. E' anche una mia esigenza, perché si foste tornati con un documento unanime non ci sarebbe stata esigenza politica. Io voglio valutare insieme alla maggioranza perché c'è un problema. E' come quando voi non vi eravate messi d'accordo su alcune questioni e qualcuno di voi si è alzato per chiedere la sospensione: questo è successo diverse volte e mai qualcuno della maggioranza ha detto "sono contro". Ma scherziamo, Giannotti? Ti invito a controllarti e a non superare i limiti. Ultimamente stai debordando, dal punto di vista istituzionale.

PRESIDENTE. Abbiamo avuto una richiesta di sospensione, ci sono stati un intervento a favore e uno contro, prima di mettere in votazione la proposta di sospensione pongo in votazione la prosecuzione in seduta notturna.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di sospensione della seduta.

Il Consiglio approva

La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,25,
riprende alle 20,50

PRESIDENTE. E' stata presentata una proposta di risoluzione. Ha la parola, sull'ordine dei lavori, il consigliere Procaccini. Ne ha facoltà.

CESARE PROCACCINI. Visto che è stata presentata una proposta di risoluzione da parte del Presidente D'Ambrosio, ritiro quella presentata dal nostro gruppo a firma del sottoscritto e del collega Martoni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Inizialmente avevamo chiesto una sospensione per trovare un accordo sulla risoluzione che avevamo presentato. A questo punto la maggioranza rientra, ci presenta la proposta di risoluzione e neanche ci hanno chiamato?

PRESIDENTE. La prima sospensione era stata chiesta per presentare una proposta unitaria, si è preso atto che non si era trovato l'accordo, su richiesta vostra è stato invitato il gruppo di maggioranza relativa a chiedere una sospensione della maggioranza. La seconda sospensione è stata concessa per una riunione della maggioranza.

GILBERTO GASPERI. Forse non mi sono spiegato. Ho detto che quando siamo usciti la prima volta era stato chiesto di trovare un accordo. Successivamente, quando siamo rientrati e l'accordo si era trovato...

PRESIDENTE. Non si era trovato.

GILBERTO GASPERI. Lo dirò dopo, nel mio intervento.
Comunque, si è detto "chiedo una sospensione per una riunione della maggioranza". Sono rientrati con una proposta di risoluzione. O questa risoluzione è completamente votata dalla maggioranza, altrimenti bisognerà chiedere alla minoranza di condividerla.

PRESIDENTE. Nel merito non sono in condizioni di dire come si svolgerà la discussione e la votazione, posso solo dire che c'è una proposta di risoluzione a firma del Presidente D'Ambrosio, come ce n'era un'altra precedentemente depositata a firma dei gruppi del Polo. Se poi c'è la possibilità di convergere sulla proposta di risoluzione presentata dal Presidente D'Ambrosio, che non è firmata da nessun gruppo, tanto meglio. Se i gruppi di minoranza che hanno già presentato una loro proposta di risoluzione vogliono convergere su quella del Presidente D'Ambrosio credo non ci sia nessun problema ad una firma congiunta, in modo tale che possa risultare come risoluzione complessiva dei gruppi di quest'aula.
Prego il Presidente D'Ambrosio di dare lettura della proposta di risoluzione.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Leggo la proposta di risoluzione: "Il Consiglio regionale, premesso che una esperienza eccellente della sanità marchigiana dovuta all'impegno di una prestigiosa équipe medico-scientifica guidata dal prof. Lucarelli ha dato origine al progetto di realizzazione di una scuola di talassemia, per la quale il governo ha annunciato lo stanziamento di 69 miliardi; nella consapevolezza che la realizzazione della scuola rappresenta una risorsa per l'intero sistema sanitario regionale e soprattutto uno strumento concreto di solidarietà per le popolazioni del Mediterraneo; alla luce della dichiarata volontà del governo di sostenere la realizzazione di una scuola per la cura della talassemia, il Consiglio impegna la Giunta a richiedere al governo la massima chiarezza nella concretizzazione, a favore di Pesaro, di quanto annunciato; a disporre i provvedimenti necessari di sua competenza per l'avvio dell'attività della scuola dopo l'approvazione della legge relativa; a compartecipare con risorse proprie alle spese per la cura e l'assistenza dei pazienti nonché l'accoglienza delle famiglie; a tale scopo, ad autorizzare l'azienda ospedaliera San Salvatore alla stipula delle necessarie convenzioni".

PRESIDENTE. A questo punto abbiamo due proposte di risoluzione. Se c'è convergenza su quella del Presidente ne mettiamo in votazione soltanto una, altrimenti le votiamo nell'ordine in cui sono state presentate.
Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Alla luce di quanto emerso, come Forza Italia chiediamo una sospensione di cinque minuti per una riunione dei capigruppo della minoranza e verificare se possiamo essere d'accordo su questa proposta di risoluzione.

PRESIDENTE. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 20,55,
riprende alle 21,10

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Il gruppo di Forza Italia è d'accordo sulla proposta fatta dal Presidente D'Ambrosio con una piccola modifica. Proponiamo: "il Consiglio impegna la Giunta a richiedere al governo la massima celerità nell'attivazione dei fondi a favore di Pesaro".
Il resto va tutto bene e ringraziamo dello sforzo fatto per arrivare a una mozione unitaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Abbiamo intravisto in questo testo un aspetto riduttivo rispetto al testo precedentemente concordato, però conveniamo che dalla Regione Marche debba arrivare un impegno unitario affinché il Governo centrale faccia una scelta geografica e una scelta di investimento sulla nostra Regione e di concretizzazione delle risorse già presenti sul territorio per realizzare questo progetto.
E' evidente che non possiamo votare un testo in cui diciamo che il Governo non ha chiarezza nelle proposte concrete, quindi chiediamo la massima celerità del Governo nell'attivazione delle risorse necessarie. Noi vogliamo cogliere questo aspetto positivo: per la prima volta la Giunta regionale, la maggioranza, l'intero Consiglio mette nero su bianco il fatto di compartecipare alla scelta del Governo centrale per la nostra Regione. Questo è il dato politico che riconosciamo come un grosso passo in avanti dell'intero Consiglio, quindi su questo, al di là delle perplessità, votiamo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Presidente, una cosa deve essere chiara. Non è così semplice come ha detto il collega Ciccioli. Condivido tutto, ma c'è una questione fondamentale: è indispensabile che la Giunta ci dica anche quello che ha intenzione di stanziare.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non è una delibera, è una mozione.

GIULIO SILENZI(al consigliere Gasperi). Non la votare, allora.

GILBERTO GASPERI. Scusa, ma voi avete chiesto un quarto d'ora di sospensione e siete stati fuori due ore: ho il diritto di parlare. Se non ti va non mi ascoltare.

GIULIO SILENZI. Chi ti ha detto niente...

GILBERTO GASPERI. E' indispensabile che ci sia massima chiarezza Presidente, altrimenti vengono fuori delle situazioni ambigue. Non è che lo votiamo ma lo sosteniamo, oltre che votarlo, perché riteniamo che sia ormai giunto il momento di fare concretamente un qualcosa per la sanità marchigiana e soprattutto per l'azienda ospedaliera di Pesaro. Qui non viene riportato quello che era scritto già nelle precedenti risoluzioni che riguardavano il prof. Lucarelli, perché il tutto era dovuto a una dichiarazione fatta qui in aula. Pertanto votiamo, ma ci sia massima chiarezza soprattutto per quanto riguarda le operazioni che verranno fuori successivamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Vorrei solo evidenziare che la mozione presentata è chiara negli intendimenti e per quanto riguarda le risorse della Regione per la cura dei pazienti, dei bambini e l'accoglienza dei familiari, è stata sempre una posizione espressa dal Governo regionale. Quindi non rappresenta una novità sotto questo aspetto. Il problema è che la scuola, in quanto struttura, in quanto gestione complessiva va realizzata con il finanziamento dello Stato, poi la Regione compartecipa per la cura dei bambini e i servizi ai familiari. Questa è la posizione che il Governo regionale ha sempre espresso. Quindi la risoluzione è chiara, noi siamo d'accordo, perché questo è il punto di sintesi sulla problematica. Inserire altre cifre, altre richieste non mi sembra opportuno, perché una mozione non deve contenere il livello di spesa che si dovrà raggiungere quando ancora c'è una legge da fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Volevo solo riprendere l'intervento di Silenzi, anche per capire se nell'idea della maggioranza questa forma di compartecipazione escluda alla radice la possibilità che cammin facendo la Regione possa anche compartecipare alle spese per investimento all'interno della scuola. Questa è una chiarezza che chiedo. (Interruzione). Quindi non si prevede la possibilità di una compartecipazione, ad esempio, alle spese necessarie per l'acquisto di attrezzature tecnologiche? Siccome nella prima delibera, quella revocata, si era anche ipotizzato un intervento in conto capitale, volevo sapere se questa era la volontà politica della maggioranza o meno. Credo che proprio perché ancora il tracciato di questa operazione presenta dei coni d'ombra nei tempi e nei modi di attivazione delle risorse e quant'altro, potrebbe essere più utile e giusto prevedere il principio della compartecipazione e basta, cioè l'impegno della Regione senza tipizzarlo in forme che potrebbero essere di per sé escludenti altre forme che allo stato possiamo anche non ipotizzare, non sapere. Perché limitarsi a questo? Potremmo dire "a compartecipare con risorse proprie alle spese necessarie alla realizzazione del progetto".

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Il collega Andrea Ricci nel suo intervento ha posto la questione della natura dell'intervento regionale. Rifondazione comunista, infatti, ha sempre pensato che questo intervento per la scuola di talassemia deve viaggiare così come è nato. Era un progetto transnazionale, figlio del G8, un progetto non governabile a scala locale, un progetto che trascende la sanità regionale e anche quella nazionale. Voglio ricordare che per fortuna non abbiamo malati talassemici nelle Marche e quasi per niente in Italia e nemmeno in Europa, quindi è un'operazione di cooperazione internazionale sulla quale il nostro Paese si è impegnato.
Per questa ragione il Governo italiano deve essere conseguente con l'impegno che si è preso in sede di G8. Questa è l'operazione alla quale siamo impegnati. Non siamo impegnati a nessun'altra operazione se non quella di cooperazione internazionale. Quindi Castelli dice bene quando afferma "spiegate che cosa intendete per compartecipazione". La compartecipazione che noi intendiamo è quella di cooperazione internazionale: la cura ai bambini talassemici, l'accoglienza alle famiglie. Siccome nel dibattito si è parlato di tutto, si è parlato di investimenti, si è parlato di costruire la struttura, si è parlato di innovazioni tecnologiche di alto livello, di come si costruiscono le camere sterili, tutte queste cose la Regione Marche non intende pagarle, proprio perché intende fare un'operazione di cooperazione internazionale e su questa si vuol impegnare. Dopodiché si misurerà quanto il Governo nazionale è coerente con le questioni poste al G8, in Italia, a Pesaro e quindi noi chiediamo che lo stanziamento di 69 miliardi sia fatto per Pesaro, perché non è detto che in Parlamento la questione si risolva così, è bene che questo Consiglio lo sappia, quindi vogliamo misurare il Governo nazionale. Poi vogliamo fare la nostra parte relativamente ai bambini talassemici del Mediterraneo. Questa è la questione sulla quale si conviene e solo questa, proprio perché le autorizzazioni sono verso l'azienda San Salvatore, esclusivamente nella direzione di questo intervento.
In questo modo, questo intervento ha il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Il gruppo dei Comunisti italiani voterà questa mozione presentata dal Presidente D'Ambrosio che raccoglie la sintesi di una discussione lunga, impegnativa da cui esce una risoluzione unitaria che rafforza i livelli di eccellenza della sanità pubblica delle Marche. Noi riteniamo che anche questa necessità della scuola di talassemia è in continuità e nasce proprio da questi livelli di eccellenza della sanità pubblica regionale. Ribadiamo che proprio la funzione di tipo internazionale, quella della cura, della ricerca, della formazione professionale e specialistica dei medici di quelle zone più svantaggiate del mondo, deve essere di tipo pubblico e nazionale, quindi deve essere lo Stato, in larghissima parte, a finanziare e realizzare i progetti verso queste soluzioni.
All'interno di questa impostazione segnaliamo tre necessità. In primo luogo la compartecipazione della Regione Marche è necessaria, perché attiene ad un concetto di cooperazione e di sviluppo internazionale e questo è uno dei primi compiti che la Regione si deve assumere anche in virtù delle nuove competenze. In secondo luogo la compartecipazione presente nella mozione è finalizzata ai trapianti, all'assistenza delle famiglie. Forse i colleghi del Polo, un po' distratti — ma ringrazio quelli rimasti perché garantiscono una presenza a questa discussione — dicono dal punto di vista tecnico che questa presenza oggi non è visibile, non è quantificata. In realtà, se si legge bene la mozione, questo impegno finanziario delle Marche è elevato, è un impegno continuo, perché attiene ad una parte operativa, quella più delicata, quella più costosa. In terzo luogo noi ribadiamo che la compartecipazione è necessaria proprio in questo contesto caratterizzato da politiche liberiste anche nella sanità, portate avanti a livello europeo, ma a livello italiano anche dal Governo della destra: garantire una presenza istituzionale di tipo democratico che possa controllare al massimo la realizzazione di questi progetti.
Ecco i motivi, sintetici, per i quali il gruppo dei Comunisti italiani voterà a favore della mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Esprimo una profonda soddisfazione, perché mi sembra che siamo riusciti, alla fine di una giornata faticosa e complicata per tutti noi, a resistere ai rischi di cadere in strumentalizzazioni reciproche e abbiamo scelto la strada, che mi sembra la migliore di tutti, di chiarezza, unanimità di impegno e soprattutto — questo lo vedo come un dato estremamente significativo — attenzione alle esigenze di popolazioni che sono comunque in condizioni economicamente, fisicamente molto deteriorate. Credo che questo sia il dato fondamentale. Abbiamo dato atto che va a merito di un gruppo della sanità marchigiana di aver fatto nascere questo progetto, diciamo che questo è in favore di tutti i Paesi del Mediterraneo e mi sembra importante perché sono tutti Paesi del Mediterraneo che hanno bisogno di questo, il che non significa escludere altri Paesi.
Il dato ulteriore è quello di un impegno della Regione che ribadisco qui ma che ho sempre detto, a farsi carico, compartecipando, alle esigenze di cura, di assistenza dei bambini, perché sono i bambini quelli che hanno la maggiore necessità di essere accolti, curati e restituiti ai loro Paesi, in attesa di poterci mandare i medici che siano in grado di fare queste cose.
Questo è il dato fondamentale, il più importante di tutti. Quanto metteremo? A priori non lo posso sapere. Quanti bambini verranno? Non lo sappiamo. Abbiamo fatto un conto: più o meno, a regime potrebbe esserci una necessità di accoglienza di 100-150 persone, fra tutti.
Il documento non è una delibera di Giunta, perché nella delibera di Giunta si specifica, ma questo è un documento politico che dice "la Regione Marche, per parte sua si fa carico di contribuire in prima persona con le sue risorse", quelle compatibili, quelle che ci saranno, ma le troveremo. Cooperazione allo sviluppo mi sembra un po' svilire questa cosa, questa azione concreta di solidarietà umana. Io la sento così, spero che così sia sentito da tutti, mi dispiacerebbe sentire altre interpretazioni fuori, ai mezzi di comunicazione, mi dispiacerebbe molto perché significherebbe che abbiamo lavorato per tanto tempo ma corriamo il rischio di arrivare a una conclusione che invece, lasciata così com'è, credo che sia la migliore per questo Consiglio regionale tutto.
Così credo che avremo la certezza di non avere invano consumato un intero pomeriggio a parlare e discutere.
Per il resto, per rendere possibile l'intervento della Regione credo che ci siano sufficienti garanzie in quello che abbiamo fatto, in quello che abbiamo detto, in quello che faremo, in quello che diremo. Pertanto sono molto soddisfatto di avere, alla fine di una giornata faticosa, trovato, su una proposta equilibrata ed attenta alle esigenze di solidarietà umana, anche la convergenza dei colleghi della minoranza. Trovo un dato molto positivo questo, e vorrei che restasse come un segno forte di questa giornata.

PRESIDENTE. Sono terminate le dichiarazioni di voto, però il collega Gasperi dice che viene mantenuta la proposta di risoluzione che io pensavo fosse riassorbita da quella del Presidente D'Ambrosio. Il gruppo di Forza Italia ritira la proposta di risoluzione, ma Gasperi l'ha firmata e la mantiene.
Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Gasperi sulla propria proposta di risoluzione.

GILBERTO GASPERI. Chiarezza si è fatta dopo l'intervento del presidente del gruppo Ds, perché se ci si fosse spiegato all'inizio cosa intendeva questa risoluzione le cose sarebbero andate diversamente. E' un progetto dello Stato italiano e se nella legge non viene indicata la città di Pesaro, è normale che entriamo nel circuito a livello nazionale. La Regione che mette più soldi è quella che si prende la scuola di talassemia. Noi dobbiamo essere chiari. ella proposta di legge è scritto chiaramente che il tutto viene demandato al rapporto tra Stato e Regioni.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Io non partecipo ad aste, su questa materia.

GILBERTO GASPERI. Non è un'asta, Presidente. Lei ha sempre detto con chiarezza che la Regione Marche non mette una lira. Tra l'altro lei sa che i contributi per l'accoglienza dei giovani sono dati dal Comune di Pesaro, come avvenuto dal 1981 fino ad oggi. Il Comune di Pesaro, nella delibera che ha fatto ritirare, c'è scritto chiaramente che il Comune di Pesaro dà due miliardi per pagare le spese dei bambini e degli accompagnatori. Se questa risoluzione riguarda solamente quella piccola spesa — pure importante — di sollievo ai bambini che vengono qua mi sembra una cosa ridicola, perché giustamente, come diceva prima l'assessore Secchiaroli, nel caso in cui ci sia bisogno di una Tac... (Interruzione). Prima parlavamo con gli assessori Secchiaroli e Melappioni. Si diceva "nel caso in cui ci sia necessità di una Tac chi la paga?". E' questo il problema.

UGO ASCOLI. C'è scritto "compartecipa alle cure".

GILBERTO GASPERI. L'assessore Melappioni ha detto "no".

AUGUSTO MELAPPIONI. Con quei soldi si paga la prestazione.

GILBERTO GASPERI. Ma quali soldi?

AUGUSTO MELAPPIONI. Quelli della convenzione e quelli del Governo.

GILBERTO GASPERI. Il Governo deve pagare la Tac alla Regione... A questo punto non è più discorso della scuola, ma questo è un artificio identico a quello...

AUGUSTO MELAPPIONI. Tu sai che esiste la Corte dei conti? La Tac, con i soldi del sistema sanitario non la puoi dare a tutti quelli che capitano nel mondo.

GILBERTO GASPERI. Sono d'accordo con te e ammiro la tua franchezza, però se questa scuola si vuol fare, la Regione Marche cosa mette di contributo? Se non mette niente lo dica apertamente, non c'è bisogno che dica che dà un contributo per accogliere i bambini, poteva scrivere che accoglieva solo ed esclusivamente i bambini palestinesi. E' assurda una cosa di questo genere.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Melappioni.

AUGUSTO MELAPPIONI. Questa è la dimostrazione evidente che non c'è un progetto e non c'è chiarezza, per cui fino adesso non abbiamo potuto decidere. Neanche tu conosci il progetto Gasperi, perché la maggior parte di questi soldi, nell'ottica della cooperazione servono per curare i bambini, non per fare le strutture. Ben pochi ne servono per fare le strutture e per insegnare, la maggior parte di quei finanziamenti servono per curare i bambini. Con che cosa si pagano le cure? Con quei soldi, e noi partecipiamo a quella spesa per la cura dei bambini. Tu non conosci il progetto, perché il progetto ancora non c'è. Aspettiamo il progetto per decidere le cose nel dettaglio. E' inutile che discutiamo la Tac sì, la Tac no. Se non c'è il progetto, come facciamo a discutere questa cosa?

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Comunque sia, questo Consiglio regionale è chiamato a votare una mozione di indirizzo o risoluzione, che non è l'approvazione di un progetto. In questo momento stiamo dando delle linee generali in cui si deve muovere la Regione, tenendo presente le risorse che possono essere a disposizione dal Governo e che auspichiamo celermente ci siano sottoposte.
E' vero che io sono un inguaribile ottimista e prendo sempre delle grosse fregature, però stabilito questo colgo l'aspetto positivo: che il Consiglio regionale nel suo insieme, la Giunta specificatamente mette a disposizione la volontà di realizzare questa struttura, lo Stato deve dare le risorse che ha già stabilito nella finanziaria di quest'anno e per tre anni per fare la struttura. Occorrono i soldi per il funzionamento della struttura, su questo ci sono delle risorse dello Stato centrale, c'è la disponibilità della Regione a compartecipare. Noi facciamo una scelta politica di fondo. La scelta va definita con atti successivi del Governo e della Regione, però questa sera la disponibilità del Governo viene recepita dalla disponibilità della Giunta regionale, andiamo avanti.
E' chiaro che la mozione sottoscritta da Gasperi era più dettagliata, più individuata, però abbiamo un risultato unitario sul quale credo sia opportuno che ci esprimiamo. Io mi sento, con ottimismo forse sciocco, di votare questo atto e su questo credo che noi possiamo convenire tutti. E' chiaro che l'atto firmato da Gasperi era migliore e perfettibile, era molto più dettagliato, ma noi siamo un Consiglio politico che esprime un indirizzo: vogliamo cogliere questo. Su questo mi sento, sprovvedutamente, di dare la mia fiducia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini, per dichiarazione di voto.

OTTAVIO BRINI. Noi avevamo presentato, come Casa delle libertà una mozione che, dopo un incontro fatto come gruppi Casa delle libertà, Ccd-Cdu — parlo a nome anche del consigliere Massi che mi ha detto "c'è il voto favorevole anche del nostro gruppo" —... (Interruzione). Invitiamo il consigliere Gasperi a ritirare questa mozione, perché abbiamo raggiunto con molto spirito costruttivo, senza polemiche, senza demagogie, un accordo. Stiamo parlando di cose molto serie e penso che non sia un problema di lana caprina: c'è un impegno di tutti, prendiamo atto che l'intero Consiglio regionale questa sera all'unanimità, su un problema così serio e delicato che ci aveva visto all'inizio divisi, si trova unito. E' un grande successo che il Consiglio ottiene, quindi rivolgo un invito caloroso a Gasperi a ritirare la mozione, ritrovandoci tutti insieme sulla proposta fatta, perché è un atto significativo, importante, che ci permette di fare un salto di qualità e di non dividerci su problemi molto seri. Quindi Forza Italia e il gruppo della Casa delle libertà danno un voto favorevole. Ci auguriamo che Gilberto Gasperi faccia altrettanto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi sull'ordine dei lavori.

GILBERTO GASPERI. La mozione che ho fatto mia, era mio diritto presentarla...

PRESIDENTE. Abbiamo discusso sulla mozione tutto il pomeriggio, Gasperi.

GILBERTO GASPERI. No, abbiamo discusso sulla seconda, non sulla prima. Se ho parlato, ho parlato sulla seconda e non sulla prima.
Prendo atto e riconosco una cosa fondamentale: che questo è un progetto che ha fatto solamente il Governo e la Regione non entra nemmeno in minima parte su questo progetto. Attendiamo e prendo atto che la Regione non dà nessuno stanziamento, perché il discorso della spesa è un problema che riguarda, eventualmente, gli aiuti e i contributi che devono essere dati al Comune di Pesaro.
A questo punto ritiro la risoluzione che avevo presentato.

PRESIDENTE. A questo punto, rimane una sola proposta di risoluzione alla quale è stato presentato un emendamento.
Pongo in votazione l'emendamento a firma Brini-Ciccioli-Gasperi, che propone la seguente frase: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta a richiedere al Governo la massima celerità nell'attivazione dei fondi a favore di Pesaro".

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di risoluzione così emendata.

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Chiedo di trasmettere domani mattina presto una comunicazione sull'avvenuta votazione all'unanimità su questa vicenda. Siccome la Rai nel servizio delle 19,30 è incorsa in uno "scivolone" di informazione, uno scivolone professionale dicendo che si sarebbe andati ad un'approvazione di maggioranza, e siccome questa è disinformazione... (Interruzione). Non difendete la Rai, abbiate pazienza. Io ho ricevuto delle telefonate, anche da Pesaro. Dato che è stata votata una risoluzione all'unanimità, i marchigiani sappiano che questo evento è stato dato... Riteniamo che alle 14 di domani vi debba essere una correzione dell'informazione data alle 19,30 che non era del tutto pertinente.

PRESIDENTE. Posso dirle che in questo momento è presente il collaboratore del Consiglio regionale che lavora al servizio stampa: immediatamente trasmetteremo una comunicazione alla Rai e domani mattina a tutti i mezzi di informazione in questo senso. A questo punto penso che possiamo chiudere la seduta.

UMBERTO TRENTA. Presidente, siccome abbiamo votato la seduta notturna, chiedo la discussione della legge sulla pace.

PRESIDENTE. Collega Trenta, sono molto comprensivo nei suoi confronti, ma lei può...

UMBERTO TRENTA. Non mi importa: sto qui fino a domani. Lei le regole non se le deve fare come le pare.

PRESIDENTE. Collega Trenta non faccio le regole come mi pare.

UMBERTO TRENTA. Allora, lo metta al primo punto dell'ordine del giorno...

PRESIDENTE. Sono le 21,45...

UMBERTO TRENTA. No, no, Presidente: lei si impegni sulla sua parola...

PRESIDENTE. Collega Trenta, un conto è porre un problema rispetto all'ordine del giorno, per cui lei chiede che al prossimo ordine del giorno un argomento non trattato venga messo con ordine di priorità, un conto è chiedere di proseguire la seduta perché è nella sua volontà di stare qui fino a domani mattina. La seduta la conduco io e decido io quando si chiude. Se vuol porre un problema, lo ponga nei termini dovuti.

UMBERTO TRENTA. Complimenti per il concetto di democrazia, Presidente. Lei decide e io obbedisco.

PRESIDENTE. Dica quello che deve dire.

UMBERTO TRENTA. Chiedo che venga discussa la legge sulla pace questa sera.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi sulla richiesta del collega Trenta.

GIULIO SILENZI. Invito il consigliere Trenta ad accogliere la proposta che sentivo venire dai banchi consiliari: impegniamoci affinché al primo punto della prossima seduta si discuta della legge sull'università per la pace, poi procederemo con De Rita come concordato.

CARLO CICCIOLI. Mi associo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo che ogni consigliere abbia la facoltà e il diritto di chiedere la prosecuzione dell'ordine del giorno e possa avere anche il diritto e la garanzia che questo possa essere messo ai voti. Ma a parte questo aspetto di democrazia reale, non solo formale, credo che sia meglio discutere la legge sulla pace al primo punto del prossimo Consiglio per dare maggiore dignità a quell'atto che è impegnativo e significativo, in modo da dare a quest'aula, nella sua pienezza delle presenze una cognizione di quello che si discute, altrimenti dal punto di vista formale potevamo andare avanti anche questa sera.

PRESIDENTE. Collega Procaccini, è evidente che lei richiama questa presidenza ad una conoscenza del regolamento che è ben nota per quel che riguarda la richiesta di eventuale prosecuzione dei lavori, non la pretesa di prosecuzione dei lavori, perché se legge il regolamento in tutti i suoi aspetti è il Presidente che convoca la seduta ed il Presidente stesso che la chiude.
Il buon senso che è stato invocato dall'intervento di Silenzi, condiviso da Procaccini stesso e da Ciccioli credo che possa essere condiviso anche dal collega Trenta e dal gruppo di Forza Italia, quindi possiamo impegnarci per il prossimo Consiglio regionale, dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio a seguito della relazione che farà il prof. De Rita, a non intervenire nel merito dell'argomento che in quel senso verrà trattato, limitandoci quindi ad ascoltare la relazione del prof. De Rita e del Presidente del Consiglio regionale, inscrivendo al primo punto la proposta di legge sulla pace.
Mi pare che vi sia condivisione, quindi così rimane stabilito. La seduta è tolta.


La seduta termina alle 21,50