Resoconto seduta n.1 del 02/05/2005
La seduta inizia alle 10,20


PRESIDENTE. Signori consiglieri, in qualità di consigliere regionale pi anziano di età assumo, ai sensi del comma 3 dell'art. 12 dello Statuto regionale, la presidenza provvisoria del Consiglio e dichiaro aperta la prima seduta dell'ottava legislatura regionale.
Ai sensi della disposizione citata svolgono le funzioni provvisorie di segretari i due consiglieri più giovani di età, che sono Altomeni Michele e Comi Francesco.
Comunico che sulla base dei verbali delle operazioni elettorali della consultazione elettorale del 3-4 aprile 2005, trasmessi dall'ufficio centrale regionale, risultano proclamati eletti i 40 consiglieri della Regione Marche nelle persone di: Agostini Luciano, Altomeni Michele, Amagliani Marco, Badiali Fabio, Benatti Stefania, Binci Massimo, Brandoni Giuliano, Brini Ottavio, Bucciarelli Raffaele, Bugaro Giacomo, Capponi Franco, Castelli Guido, Ceroni Remigio, Cesaroni Enrico, Ciccioli Carlo, Comi Francesco, D'Anna Giancarlo, Donati Sandro, Favia David, Giannini Sara, Giannotti Roberto, Lippi Leonardo, Luchetti Marco, Mammoli Katia, Massi Francesco, Mezzolani Almerino, Minardi Luigi, Mollaroli Adriana, Ortenzi Rosalba, Petrini Paolo, Pistarelli Fabio, Procaccini, Cesare, Ricci Mirco, Rocchi Lidio, Romagnoli Franca, Santori Vittorio, Solazzi Vittoriano, Spacca Gian Mario, Tiberi Oriano, Viventi Luigi.
Signori consiglieri, mi è gradita l'occasione della presidenza provvisoria della prima seduta del Consiglio, per rivolgere agli eletti della VIII legislatura il più cordiale benvenuto, con l'augurio di buon lavoro, auspicando che questa VIII legislatura regionale veda impegnate le forze politiche e i singoli consiglieri in un lavoro serio, segnato da una serena dialettica tra maggioranza e minoranza, che abbia come scopo prioritario la soluzione dei problemi e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle cittadine di questa nostra bellissima regione.
Passando alla trattazione dell'ordine del giorno, ricordo che le elezioni del Presidente del Consiglio, dei Vicepresidenti e dei consiglieri segretari sono disciplinate dall'art; 13 del nuovo Statuto regionale; Esse avverranno a scrutinio segreto, apponendo il voto su apposite schede che saranno di volta in volta distribuite.
Non sono ammesse dichiarazioni di voto, come non è prevista alcuna discussione, essendo il Consiglio riunito in funzione di seggio elettorale per procedere a votazioni a scrutinio segreto.
Un consigliere segretario effettuerà la chiamata dei consiglieri secondo l'ordine alfabetico.
Ciascun consigliere quindi per maggiore riservatezza, potrà compilare la scheda di voto nella zona retrostante la presidenza dove è stato allestito un seggio, e successivamente deporre la scheda nell'urna sistemata alla mia sinistra, sul tavolo della presidenza Prego pertanto i consiglieri segretari di vigilare sulla regolarità delle operazioni di voto.





Elezione del Presidente del Consiglio (art. 13 , comma 2, Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, al punto 1: Elezione del Presidente del Consiglio (art. 13 , comma 2, Statuto regionale).
Informo che per l'elezione del Presidente del Consiglio, ai sensi del comma 2 dell'art. 13 dello Statuto regionale, nelle prime due votazioni è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti assegnati al Consiglio e cioè 21 voti. Alla terza votazione è sufficiente la maggioranza relativa di voti validi espressi. In caso di parità si dovrà procedere ad ulteriori scrutini.
Prego di distribuire le schede.

Francesco COMI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.

(Segue la votazione, per appello nominale
e a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 40, schede bianche n. 14, schede nulle nessuna, schede valide n. 26. Hanno ricevuto voti: Minardi n. 24, Bucciarelli Raffaele n. 2. Proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale il consigliere Luigi Minardi, a cui cedo la presidenza.

(Applausi dei consiglieri)

Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Nel fare un breve saluto voglio ringraziare chi mi ha votato che, nel farlo, ha dimostrato di avere nei miei confronti la fiducia che merita una persona che deve rappresentare l'intera aula, tutti i consiglieri.
Voglio ringraziare chi mi ha votato e voglio rassicurare chi non lo ha fatto che io intendo interpretare il ruolo di Presidente del Consiglio nel permettere l'espressione dell'intera dialettica delle posizioni che ci sono in aula, nel rispetto di tutte le parti in causa e nella consapevolezza che siamo di fronte, tutti, ad una grande responsabilità: quella di far accrescere la dignità del ruolo di consigliere e delle istituzioni, dialettica seria e ferma, senza dimenticare mai che parliamo ai marchigiani non soltanto attraverso i contenuti delle nostre azioni, ma anche attraverso i modo con il quale noi esprimiamo questa dialettica e dobbiamo impegnarci a far sì che emerga la volontà e la disponibilità a un lavoro costruttivo sui progetti, piuttosto che il desiderio di delegittimare l'altra parte. Soltanto così credo che ridaremo dignità alle istituzioni e riconquisteremo giorno per giorno, un pezzo alla volta, la fiducia che meritano le istituzioni.
Nel porgere un saluto beneaugurante al Presidente Gian Mario Spacca, ai consiglieri e a tutti gli assessori, esprimo un ben ritrovati a coloro che sono già stati in quest'aula e anche un ben arrivati a coloro che sono alla loro prima legislatura.
Si tratta di un Consiglio largamente rinnovato, un Consiglio che per la situazione che stiamo vivendo e che ci pone nella condizione di adattare le istituzioni al grande cambiamento che c'è nella società marchigiana — cambiamento economico, sociale, culturale, politico — non è certo un difetto. Avere un Consiglio fortemente rinnovato può metterci nella condizione di avere una maggiore disponibilità alla innovazione. Può essere un vantaggio, mi auguro che sia un vantaggio. A tutti auguro un buon lavoro.
Credo che tre possano essere i pilastri della nostra azione di questa legislatura e mi avvio rapidamente ad accennarli, perché voglio essere assolutamente breve.
Il primo pilastro. Credo che dovremo lavorare per mettere i consiglieri, tutti i consiglieri nella condizione di svolgere sempre meglio il loro lavoro, migliorando intanto l'assistenza tecnica nel loro lavoro, che è sempre più necessaria per svolgere bene la loro funzione istituzionale e politica, la dotazione tecnologica — molto abbiamo già fatto nella legislatura precedente — e anche la logistica, completando l'acquisizione della nuova sede che abbiamo già programmato nella legislatura precedente.
Credo che dobbiamo, come secondo pilastro, riempire di nuovi contenuti l'azione del Consiglio regionale. C'è una crisi di tutte le assemblee elettive e noi dobbiamo essere assolutamente impegnati a riempire di nuovi contenuti 'l'azione del Consiglio regionale. Credo che sia ormai superata, finalmente, l'idea che l'Assemblea debba contendere al Presidente il potere di nomina: accantoniamo questa discussione che ci ha preso per troppo tempo, ci ha tolto troppe energie. Si tratta di individuare le modalità di una nuova cooperazione tra Consiglio ed Esecutivo, che mantiene ovviamente distinte le funzioni ed assegna al Consiglio quella di consultazione, di concorrere alla definizione degli indirizzi e di praticare finalmente il monitoraggio dei risultati raggiunti, che è una delle azioni che ci permette di accompagnare la programmazione in una società molto mobile come quella nella quale viviamo.
Il terzo pilastro è quello di dialogare sempre meglio con la società marchigiana. Anche qui intendo ricordare quattro questioni che dovremmo portare avanti: dobbiamo comprendere sempre meglio quell'attività della legislatura precedente che ha dato origine all'Atlante sociale che credo debba essere assolutamente confermata; dobbiamo completare il processo di riforme avviate (c'è uno Statuto da concretizzare, tutte le forme della nuova partecipazione devono essere in questa circostanza messe a fuoco e sperimentate e in questo caso credo che quelle energie fresche che arrivano in Consiglio in questa circostanza, dato, per di più, che gran parte di loro hanno già fatto l'esperienza di sindaci e quell'esperienza ha già rinnovato la politica istituzionale nel decennio precedente, ha avviato questo rinnovamento, quindi siamo in grado di produrre una discussione, e un ragionamento maturo sulla discussione tra Esecutivo ed Assemblea elettiva può aiutarci nel portare a termine questo processo di definizione delle nuove forme di partecipazione, prevedendo, con queste, un modo originale di legare alla istituzione Regione le rappresentanze territoriali, quindi i territori e l'associazionismo economico-sociale che merita di essere preso nella massima considerazione per costruire quello che da più parti viene chiamato "sistema Marche"); dobbiamo migliorare la questione con i cittadini e io credo che sempre più dovremmo investire risorse per dotare il Consiglio degli strumenti necessari per dialogare ed informare sempre meglio i cittadini marchigiani; infine quella che ritengo debba essere una novità, e la novità credo debba caratterizzare la nostra legislatura: se siamo di fronte a una fase di grande cambiamento, molto spesso nel grande cambiamento ci succedono fatti sistematicamente nuovi e rispetto ai fatti nuovi non è possibile basarsi solo sulla tradizione, abbiamo bisogno di innovazione, quindi non possiamo pensare di costruire una nuova Regione nell'assoluta, o quasi, indifferenza delle generazioni più giovani. Mi auguro che questa legislatura possa essere spesa per colmare quello scarto che esiste tra le istituzioni e le giovani generazioni. Abbiamo bisogno del loro contributo, della loro partecipazione, della loro freschezza, della loro disponibilità e credo che non debba essere retorica questa, ma debba essere sostanziata di scelte precise e deve essere un obiettivo preciso quello di legare sempre più le giovani generazioni alla nostra Regione, in modo che l'obiettivo di sentirci tutti sempre più marchigiani riguardi tutte le generazioni dei marchigiani, comprese, se non a partire, le generazioni più giovani che possono darci un contributo di creatività assolutamente necessaria per dare alla politica e alle istituzioni una nuova fiducia che serve per guardare con coraggio verso il futuro.
Vi ringrazio quindi del voto e della fiducia che mi avete concesso, mi auguro che nel futuro mi stiate vicino e mi aiutiate a sbagliare meno possibile. Questo, ovviamente, è tanto più facile quando il confronto è su posizioni precise, distinte sì, ma non pregiudizialmente antagoniste e assolutamente fuori da una buona educazione istituzionale. I cinque anni precedenti hanno detto che questo è possibile, siamo avviati su quella strada, credo che in questi cinque anni faremo ancora meglio. Vi ringrazio.




Elezione dei Vicepresidenti del Consiglio (art. 13, comma 3, Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, al punto 2: Elezione dei Vicepresidenti del Consiglio (art. 13, comma 3, Statuto regionale). Ricordo che la scheda di voto è unica e ciascun consigliere può votare un solo nome. Ai sensi dell'art. 13 dello Statuto regionale, risulteranno eletti coloro che avranno riportato il maggior numero di voti ed in caso di parità, i consiglieri più anziani di età.
Prego di distribuire le schede.

Francesco COMI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.

(Segue la votazione, per appello nominale
e a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 38, schede bianche n. 2, schede nulle nessuna, schede valide n. 36. Hanno ricevuto voti: Favia David n. 21, Giannotti Roberto n. 15. Proclamo eletti Vicepresidenti del Consiglio regionale i consiglieri Favia e Giannotti, che invito ad assumere posto nel tavolo della presidenza.

(Applausi dei consiglieri)




Elezione dei consiglieri segretari (art. 13, comma 3, Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, al punto 3: Elezione dei consiglieri segretari (art. 13, comma 3, Statuto regionale).
Diversamente da quanto stabilito per la precedente votazione, in caso di parità risulteranno eletti segretari i consiglieri più giovani di età.
Prego di distribuire le schede.

Francesco COMI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.

(Segue la votazione, per appello nominale
e a scrutinio segreto)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 37, schede bianche n. 1, schede nulle nessuna, schede valide n. 36. Hanno ricevuto voti: Altomeni Michele n. 20, Castelli Guido n. 16. Proclamo eletti consiglieri segretari del Consiglio regionale i consiglieri Altomeni e Castelli, che invito ad assumere posto nel tavolo della presidenza.

(Applausi dei consiglieri)



Illustrazione del programma di governo e presentazione degli assessori da parte del Presidente della Giunta regionale (art. 7, comma 2 Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, al punto 4: Illustrazione del programma di governo e presentazione degli assessori da parte del Presidente della Giunta regionale (art. 7, comma 2 Statuto regionale).

Ottavio BRINI. Presidente, chiedo la parola sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Ottavio BRINI. Chiedo se dopo l'intervento del Presidente Spacca i consiglieri possono intervenire. Se così fosse, saremmo disposto a rimanere in aula. Penso non sia corretto sciogliere il Consiglio dopo l'intervento del Presidente stesso. Invito i presidenti dei gruppi a prendere una decisione in tal senso.

PRESIDENTE. Visto la proposta del consigliere Brini, direi di attenerci al regolamento. Il regolamento recita che sulle comunicazioni del Presidente si può aprire una breve discussione. Ove vi fosse un dibattito prolungato ed esteso, si fissa una seduta apposita. Per quello che posso capire, avendo ascoltato alcuni consiglieri, c'è un desiderio di partecipare a questa discussione e non credo che dobbiamo cominciare limitando la partecipazione alla discussione, ma fissando una nuova data per la discussione stessa in modo che tutti possano prendere la parola e conoscere approfonditamente le dichiarazioni del Presidente che sono inedite per tutti noi. Siamo reduci da una campagna elettorale, però il Presidente illustrerà il programma in modo molto più particolare e particolareggiato, con il suo intervento di oggi. Mi pare quindi opportuno rinviare questa discussione all'11 maggio.

(Così rimane stabilito)

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. Signor Presidente, signori consiglieri, rivolgo a Voi tutti un saluto affettuoso, con l’augurio che l’VIII legislatura sia caratterizzata da una grande capacità di analisi, di riflessione, e da un forte impegno in grado di favorire la crescita della nostra comunità.
Dobbiamo, tutti insieme, saper trasformare il dibattito politico che si svolgerà in questa aula in un elemento di crescita reale per le Marche.
E’ un augurio forte, quello che formulo, affinché prevalgano il confronto, il ragionamento, l’azione, con lo stile, la pacatezza, e la determinazione, che devono caratterizzare il lavoro di istituzioni attente soprattutto a rispettare la fiducia dei cittadini.
E, allora, il primo impegno di oggi è quello di ringraziare i cittadini che ci hanno offerto questa fiducia.
Essi hanno premiato il progetto de L’Unione per le Marche, perché ha saputo interpretare il bisogno di unità e di coesione, la sua corrispondenza alle necessità reali della nostra comunità.
Ma, in questo confronto si sono anche evidenziate le argomentazioni della Casa delle Libertà, che certamente saranno utili e di stimolo nell’azione di governo, alimentando la dialettica tra maggioranza ed opposizione.
Sintesi, coesione, unità, è quanto vogliono i marchigiani da tutti noi.
Non ci chiedono, certamente, di annullare le differenze e le sensibilità culturali che esistono. Ma di essere dentro i problemi, lontani da una politica che li aggira e li rinvia.
I marchigiani ci chiedono di essere uniti, per svolgere con serenità, serietà, compostezza, il compito che ci hanno affidato: governare le Marche e mettere mano ai problemi che giornalmente li assillano, creando ansia e inquietudine.
Serenità e compostezza!
Senza cedere a polemiche che conquistano la ribalta della cronaca, ma ci allontanano dal nostro lavoro, quello di una saggia e corretta amministrazione.
La ribalta deve rimanere “sulle cose da fare”.
Tante volte in campagna elettorale abbiamo detto che bisogna “accorciare la distanza tra il dire e il fare”: questo è il compito delle Istituzioni. E da oggi dobbiamo iniziare a farlo davvero.
Più sicurezza e garanzie sociali; più tutela del lavoro; più crescita economica e culturale; più ambiente. In una frase: “sostenere una comunità, dove ognuno possa scoprire e coltivare la sua più autentica vocazione personale, lungo il sentiero dove si uniscono diritti e doveri”.
Non è uno slogan, è la via maestra che offre dignità alla nostra attività quotidiana e la riconduce ai valori, e, dunque, ad una vera prospettiva etica.
La politica è la dimensione dove si affrontano i problemi che si frappongono allo sviluppo della persona e della comunità.
Questo è il punto più sensibile: il grado di coerenza tra i valori e il concreto agire politico. E’ qui che si annida la crisi più profonda, è qui che nascono i problemi, le deviazioni ed anche le illegalità.
Niente può impedire comportamenti scorretti o devianti se manca l’unità, la coesione, quel riconoscersi dentro un’anima dove i comportamenti positivi vengono sostenuti e quelli negativi rigettati. E’ quest’anima che, mi auguro, ispiri il lavoro dell’VIII legislatura ed il cammino di ciascuno di noi.
Il nostro patto con i cittadini delle Marche nasce da qui. Non soltanto dalla concordanza di scelte di carattere progettuale, ma dalla condivisione di un autentico sistema di valori.
Lo abbiamo chiamato “carta delle garanzie” che richiama grandi impegni per: la pace, la partecipazione, la libertà, la sicurezza, la coesione e la giustizia sociale, l'uguaglianza dei diritti e l’equità nella distribuzione delle risorse, i diritti della famiglia, il lavoro e l’imprenditorialità, la promozione della qualità ambientale, lo Stato di diritto.
Su questi valori si fonda il nostro patto di fiducia e collaborazione con l’intera comunità marchigiana.
In queste settimane si è chiuso un ciclo amministrativo di dieci anni caratterizzato da razionalizzazioni, comprensione dei vincoli finanziari e nuovo sviluppo regionale. I risultati politici e amministrativi ci consentono di guardare avanti con serenità.
Credo sia giusto rivolgere, in questo momento, un ringraziamento a Vito D’Ambrosio per il suo grande impegno.
Il risultato del 3 e 4 aprile è netto ed è per noi fonte di grandi aspettative e responsabilità. Vogliamo farcene carico con rigore e determinazione, svolgendo le funzioni di governo, a garanzia di tutti i marchigiani e di tutte le realtà territoriali.
Abbiamo la convinzione che una efficace azione di governo richieda che tutte le Marche siano messe in condizione di riconoscersi e sentirsi pienamente rappresentate nell’istituzione regionale, attraverso il metodo dell’ascolto, dell’interpretazione dei bisogni, dell’equità nella destinazione delle risorse.
Questo, perché vogliamo fare di tante Marche una regione.
La squadra di governo che oggi presentiamo ha i requisiti per esprimere al meglio tale indirizzo di governance. Questa squadra è nata su tre criteri: competenza, rappresentanza territoriale e rispetto degli accordi sottoscritti tra le forze politiche della maggioranza.
Erano i criteri che avevamo fissato per la formazione della Giunta regionale. E questi criteri oggi sono stati integralmente rispettati onorando gli impegni assunti e confermando l’unico principio che può essere alla base di un duraturo equilibrio della coalizione: le regole si fissano insieme e si rispettano insieme.
La composizione della Giunta regionale dunque nasce dal rispetto dei patti sottoscritti dalle liste che hanno dato vita all'Unione per le Marche. Essi sono stati tre: quello sottoscritto fra le forze di Uniti nell'Ulivo (Ds, Margherita, Sdi e Repubblicani europei); quello sottoscritto tra le sette liste che hanno composto l'Unione per le Marche e quello sottoscritto al momento della composizione del premio di maggioranza, secondo cui chi avesse avuto un posto nel listino non sarebbe entrato in Giunta, tranne il caso in cui avesse superato i 32.000 voti. Questi patti sono qui e se qualche consigliere se li è dimenticati li può consultare. Accanto a questi accordi tra i partiti delle Marche sono stati considerati prioritari e stringenti gli impegni assunti in campagna elettorale che hanno la natura di un vero e proprio patto con i cittadini. Il primo è stato la corrispondenza con i territori. E così ogni area provinciale ha avuto la sua rappresentanza nel governo regionale. Il secondo è stato il richiamo a una forte competenza tecnica su aree chiave quali cultura, welfare, economia e finanza. Il rispetto rigoroso di questo percorso si è imposto, si è reso necessario, da una parte per sostenere l'urto delle pressioni romane che richiamavano intese e accordi sottoscritti in sedi non regionali, dall'altra per rispondere al riposizionamento delle richieste dei partiti presenti nel listino, seguita all'imprevedibile risultato, straordinariamente positivo, del confronto elettorale che ha determinato il dimezzamento del premio di maggioranza.
Il quadro che si è così composto ha determinato una oggettiva penalizzazione di alcuni partiti della coalizione: del Pdci, dei Socialisti democratici italiani e di L'Italia dei Valori. Non sono questi il luogo e il tempo per avviare un approfondimento di questa vicenda che pure si renderà necessario, ma si può soltanto esprimere una vera e profonda comprensione per la delusione e il rammarico che vengono manifestati. Ma si deve anche sottolineare la rigorosa coerenza delle scelte compiute, unitamente al fermo impegno di tutta la maggioranza a recuperare l'unità operativa della coalizione nelle fasi che seguiranno, secondo una modalità che dovrà farsi carico anche delle ragioni di tutti, anche di quelle degli altri 'e non soltanto delle proprie.
Le ragioni forti, i valori straordinari della nostra coalizione ci spingono, comunque, a guardare avanti, al lavoro da fare insieme per rafforzare il centro-sinistra anche in vista del prossimo appuntamento elettorale che riguarderà l'Italia intera e la sua necessità di uscire dalla morsa della crisi e della sfiducia in cui è stata spinta dall'attuale Governo.
In questa sfida ogni risorsa sarà preziosa e determinante e dunque sono convinto che troveremo le forme e le modalità per valorizzare tutte le sensibilità e ciascun patrimonio di esperienza.
Non c'è frammentazione nella nostra squadra di governo, l'unità del gruppo è assicurata dal rispetto del principio della collegialità e dalla sottolineatura delle aree strategiche: pubblica amministrazione; welfare e sicurezza sociale; finanza ed economia; cultura ed identità regionale.
Su queste aree sono state richiamate competenze tecniche di valore, che svolgeranno anche un lavoro di raccordo all’interno della Giunta regionale, offrendo un riferimento certo alle esigenze di concertazione poste dalla categorie sociali ed economiche.
La squadra la vedete, è qui accanto a me: Luciano Agostini (Vicepresidente), Marco Amagliani, Ugo Ascoli, Gianluca Carrabs, Gianni Giaccaglia, Pietro Marcolini, Almerino Mezzolani, Paolo Petrini, Loredana Pistelli, Giampiero Solari.
Tutti quanti noi sappiamo che saranno cinque anni impegnativi. Le sfide che ci attendono saranno pressanti, la posta in gioco impegnativa e non potremo perderci in dibattiti sterili e rituali.
La nostra principale preoccupazione dovrà essere quella del futuro. Di come cambia la società e di come vogliamo accompagnare questo veloce mutamento, per offrire alla nostra comunità quelle certezze che ravvivino davvero una nuova speranza e la fiducia nel domani.
Anche nelle Marche, infatti, il momento presente segna uno snodo tra passato e futuro: molte esperienze lungamente maturate sembrano non avere più validità di fronte alle prospettive che ci si presentano, e le nuove realtà ci richiedono comportamenti nuovi e inediti.
E, tuttavia, anche le grandi opportunità offerte dai mutamenti in corso non possono essere colte proponendo modelli astratti e alieni dalla cultura e dalle tradizioni di una comunità e di un territorio.
La nostra regione esprime oggi una posizione di eccellenza tra le regioni italiane per livelli di sviluppo, di benessere, di qualità della vita.
Ciò è frutto di un lungo percorso di sviluppo sociale, economico e civile, alla base del quale sono state - e sono tuttora - le doti d’indipendente intraprendenza, di senso profondo della vita civile, di stretto legame con il territorio e la realtà locale, che sono proprie della gente delle Marche.
E’ su queste doti, rilanciandole e adeguandole alle nuove realtà, che noi proponiamo di costruire il futuro delle Marche.
La nostra non è una posizione di chiusura o di conservazione, ma piuttosto una decisa riaffermazione dell’identità indispensabile a misurarci positivamente con un contesto divenuto estremamente complesso nei suoi aspetti economici, politici, sociali, e a non esserne irreparabilmente relegati ai margini.
Il quadro che offrono le Marche oggi – si è detto - è positivo, soprattutto se lo si confronta con la situazione generale del Paese e di molte regioni d’Europa.
Non si possono, però, ignorare le ansie e le preoccupazioni che suscita la prospettiva di un futuro nel quale s’intravedono le possibilità di un rallentamento se non di un arresto della vigorosa crescita economica che ha caratterizzato la regione, di una riduzione del benessere, di contrazione delle occasioni di lavoro e di reddito, di arretramento dagli alti livelli di vita civile raggiunti.
Non si tratta soltanto di un pessimismo di maniera - anche questo, per certi versi, proprio delle nostre tradizioni - quanto, piuttosto, della percezione del fatto che sono cambiate le condizioni esterne che sono state, anch’esse, alla base del nostro sviluppo.
C’è, già, nella realtà di oggi di un mondo globale, il duro attacco competitivo dei Paesi, non più “emergenti”, segnatamente dell’Asia, che colpisce direttamente alcune nostre produzioni, particolarmente rilevanti nell’economia della regione, come quelle del comparto TAC (tessile-abbigliamento calzature).
C’è l’inserimento, nelle logiche di riequilibrio dell’Unione Europea, dei “nuovi entranti”, che indubbiamente si tradurrà in una riduzione delle risorse destinate alla nostra regione; ma che rappresenterà comunque anche un formidabile allargamento dei mercati mondiali verso Est.
C’è la sfida della dematerializzazione, che fa assumere alla conoscenza, in ogni campo, il ruolo di fattore propulsivo della crescita.
E, poi, la sfida del cambiamento veloce e della frammentazione, che pone in discussione la coesione sociale e la sicurezza delle opportunità di lavoro nella nostra comunità.
C’è anche una politica del Governo centrale che tende a mortificare le realtà locali attraverso la contrazione dei mezzi finanziari ad esse destinate, con la pretesa di rilanciare lo sviluppo del Paese tagliando le spese, riducendo il carico fiscale sui ceti più agiati e ridimensionando le conquiste sociali, anziché potenziando la produttività generale del sistema.
In questa situazione, noi intendiamo riconfermare la nostra fiducia nelle capacità dei marchigiani di trasformare le difficoltà in successi.
Sulla base di questa fiducia, rifiutiamo decisamente qualunque ipotesi di arretramento dalle conquiste sociali ed economiche raggiunte.
Ci proponiamo, anzi, di ampliarle e rafforzarle, avviando un rinnovato sentiero di crescita che offra alla nostra comunità nuove certezze e continui a fare del modello marchigiano un esempio di coesione sociale, competitività e qualità della vita per l’intero Paese e per le realtà internazionali.
Nelle sue linee fondamentali, il nostro progetto per le Marche si propone di: salvaguardare ed elevare la qualità della vita in tutti i suoi aspetti; creare e rafforzare le condizioni affinché tutte le forze vitali della regione possano esercitare appieno, e senza vincoli impropri, il loro ruolo nella creazione dello sviluppo sociale ed economico; garantire la più ampia estensione dei benefici dello sviluppo, contrastando le disparità sociali e le situazioni di povertà e di emarginazione; riconoscere il ruolo dei nuovi protagonismi che possono offrire nuova energia alla crescita delle Marche, con particolare attenzione alle donne ed ai giovani.
Per raggiungere queste finalità abbiamo individuato - come detto - quattro linee di intervento fondamentali: pubblica amministrazione; sviluppo; sicurezza; ambiente.
In questa prospettiva si colloca l’idea di uno sviluppo sostenibile e duraturo, che non è solo legato all’andamento dell’economia, ma anche alla cultura, all’organizzazione dei saperi, all’utilizzo delle conoscenze, al diritto alla salute ed al lavoro, alla mobilità, alla sicurezza, alla salvaguardia del territorio.
Siamo consapevoli che ciò sarà possibile soltanto se i nostri intendimenti saranno sostenuti dal consenso più ampio e diffuso dei territori e delle varie componenti protagoniste della società regionale: la partecipazione e la condivisione progettuale della governance regionale sono i cardini del nostro progetto.
Potremo realizzare gli obiettivi delineati attraverso una Regione sempre più capace di confrontarsi sul territorio con le forze sociali ed economiche, e con il sistema delle autonomie, governando la realtà plurale e policentrica della nostra comunità senza sovrapporsi o sostituirsi ad essa. Valorizzando le autonome iniziative di collaborazione progettuale, come ad esempio il recente accordo tra le parti sociali sullo sviluppo del sistema-Marche.
Puntiamo, quindi, su una Regione capace di aprirsi, ascoltare e consolidare il policentrismo sociale, economico e istituzionale, esercitando una funzione di governo, di sintesi e di indirizzo, e delegando le attività più propriamente gestionali alle autonomie locali e funzionali.
Una funzione di governo che vogliamo esercitare con una forte capacità di selezione e decisione, attraverso una azione collegiale spinta per assicurare i principi di massima omogeneità e unitarietà, sia di indirizzo politico che di attuazione tecnica.
Impegno che nasce dalla consapevolezza che dobbiamo tenere insieme la nostra comunità con politiche coerenti ed integrate, in grado di conciliare crescita e solidarietà. Le politiche sociali non sono un lusso, non sono un freno alla crescita: il welfare, la sicurezza sociale, sono una condizione, una componente, un motore dello sviluppo da rafforzare con una strategia integrata e da condividere.
Vogliamo anche esercitare una forte capacità di rappresentanza nelle sedi nazionali ed europee di partecipazione e di concertazione: le Marche debbono contare con sempre maggiore forza là dove si compiono le scelte strategiche per il nostro futuro.
Vogliamo, dunque, istituzioni più disponibili all’ascolto, più semplici, più sburocratizzate, più trasparenti, agevoli nell’accesso, più presenti nella società quotidiana.
Con una pubblica amministrazione regionale più vicina a cittadini, famiglie e imprese, capace di un consistente aumento di produttività e motivazione per utilizzare efficacemente risorse sempre più limitate. Per realizzare un’azione sinergica sul territorio con le forze sociali ed economiche, le autonomie locali e funzionali, le università, il sistema bancario, in un quadro di precisa definizione di compiti e responsabilità.
Perché la vera sfida che abbiamo innanzi è di passare da una concertazione "formale" e omnicomprensiva, ad una concertazione selezionata e impegnativa, con un’autentica e concreta condivisione progettuale, sia a livello regionale che locale, in cui ogni soggetto vitale della comunità è disposto a rischiare e mettersi in gioco su obiettivi e progetti comuni.
Questo profilo di governo che vogliamo realizzare è favorito dal nuovo Statuto delle Marche: esso introduce significative e profonde innovazioni che chiameranno il Consiglio regionale ad un’intensa attività per adeguare il complesso della legislazione regionale.
Lo sviluppo economico è un prerequisito essenziale dello sviluppo sociale, ma, a sua volta, esso è condizionato dalla competitività, che si svolge, inevitabilmente, su una dimensione globale.
Caduta la possibilità di competere attraverso la svalutazione della moneta, ridotta quella di competere attraverso i prezzi, la via da percorrere appare quella dell’elevazione della qualità del sistema produttivo.
Qualità del sistema produttivo significa, in primo luogo, qualità delle risorse umane.
Intendiamo promuovere la diffusione degli strumenti di formazione ai più alti livelli, tale da costruire una forte classe dirigente, senza peraltro escludere l’attrattività del nostro sistema verso apporti qualificati dall’esterno, anche attraverso l’immigrazione di “cervelli”.
Per una società della conoscenza che offra a tutti uguali strumenti di crescita e pari opportunità di partecipazione, a partire dalle donne e dai giovani. Qualità del sistema produttivo significa innovazione.
Il sistema marchigiano ha saputo realizzare un’innovazione pervasiva e non codificata attraverso l’impegno quotidiano nel miglioramento dei processi e nella ricerca di soluzioni originali per la realizzazione dei prodotti.
Ciò non appare più sufficiente, nel momento in cui le tecnologie avanzate e un incessante progresso dominano l’intera società.
Siamo consapevoli delle difficoltà che hanno, soprattutto le piccole imprese, ad accedere alle fonti della ricerca: intendiamo promuovere il collegamento fra ricerca e applicazione produttiva attraverso più intense relazioni fra impresa e università, anche sostenendo progetti di ricerca mirati.
Anche in questo caso, ci sembra opportuno agevolare, quando necessario, l’inserimento dall’esterno di imprese innovative che rappresentino poli di diffusione dell’innovazione tecnologica.
Qualità del sistema produttivo significa internazionalizzazione.
Intendiamo con questo termine non la “fuga” delle imprese dalle Marche alla ricerca di un basso costo del lavoro, ma piuttosto l’affermazione di una presenza stabile e forte delle nostre imprese sui mercati internazionali: riteniamo essenziale, a tale scopo, lo sviluppo di un sistema informativo organico e specifico sui possibili sbocchi delle nostre produzioni, accompagnato da una decisa azione di promozione dei nostri marchi e della nostra immagine, anche rivolgendo una particolare attenzione alle indicazioni che ci provengono dalle parti sociali ed economiche che hanno sottoscritto, in proposito, un documento originale.
Nel confermare - e nel condividere - la prevalente vocazione manifatturiera della nostra economia, riteniamo che più ampi spazi debbano essere aperti a tutte le forme possibili d’impresa, alle quali va dedicata una rinnovata attenzione in termini di sostegno e, soprattutto, di razionalizzazione.
Riteniamo fondamentale sostenere e sviluppare l’artigianato, espressione prima del rapporto fra impresa e territorio, al quale sono affidati, in particolare, la custodia e il potenziamento delle nostre tradizioni di regione operosa. E con esso procedere alla valorizzazione del comparto agro-alimentare che lega le produzioni all’ambiente, ai beni culturali ed alla valorizzazione delle tipicità regionali. Ampliando la nostra capacità ricettiva per essere all’altezza di attrarre i grandi flussi turistici internazionali. Utilizzando al massimo la validità anche economica del nostro grande patrimonio di bellezze naturali e artistiche: su questo piano, un impegno particolare ci compete nell’agevolare la scoperta e la valorizzazione di risorse ancora solo parzialmente inesplorate, in particolare nell’entroterra.
Riteniamo del pari fondamentale sviluppare il turismo, il commercio e la cooperazione. Sostenendo il piccolo commercio, soprattutto nei centri storici, con interventi finanziari, fiscali e normativi capaci di agevolarne la crescita e la modernizzazione. Valorizzando i valori di mutualità e coesione sociale alla base delle iniziative cooperative, capaci di creare nuova e qualificata occupazione, soprattutto giovanile e femminile.
E tuttavia, in un sistema economico che ha fra i suoi requisiti essenziali quello della mobilità e dell’accesso rapido ai mercati più lontani, le infrastrutture di comunicazione e di trasporto giocano un ruolo determinante.
Per questo intendiamo affrontare con decisione il problema antico, ma sempre, purtroppo, attuale, rappresentato dalle infrastrutture di base, dalle strade, alle ferrovie, al porto, all’aeroporto, e complessivamente al sistema logistico della nostra regione.
Del pari essenziali consideriamo le infrastrutture di information, comunication, technology, per le quali è necessario colmare le carenze esistenti in molta parte del territorio ed in una gran parte del nostro sistema produttivo: ci proponiamo, a tal fine, di realizzare un’efficace politica di incentivi, accompagnata da adeguati processi di formazione.
Ma, nel parlare di sviluppo, non possiamo limitarci a considerarlo solo in termini di economia.
Sviluppo vero, nella nostra accezione, è quello che accompagna la crescita economica con l’attenzione alle sue componenti sociali.
In coerenza con i principi ideali che ispirano la nostra concezione della politica, consideriamo nostro impegno contrastare le disparità sociali attraverso interventi di sostegno del reddito e d’assistenza a situazioni di particolare disagio, di attenzione ad ogni forma di fragilità.
Un capitolo particolare, nell’ambito degli interventi sociali, sarà dedicato alla integrazione degli immigrati, che nella nostra regione rappresentano una quota rilevante sulla popolazione effettiva.
Si pongono, in questo campo, problemi relativi alle strutture abitative, all’assistenza, all’inserimento culturale, che intendiamo affrontare in modo equilibrato, consapevoli che gli immigrati rappresentano una risorsa importante anche per la nostra comunità.
Sviluppo, infine, è un termine del nostro impegno anche sul piano della cultura.
Occorre, infatti, osservare che l’immagine della nostra regione non merita di essere confinata alla pur notevole validità della sua economia. Disponiamo, ad esempio, di un patrimonio di beni e bellezze culturali, ambientali e paesaggistiche, che va utilizzato appieno e promosso con grande energia. Proiettando l’identità culturale delle Marche in Italia e nel mondo.
L’eccellenza delle Marche dovrà proporsi anche in termini di iniziative culturali, secondo una politica di eventi, non episodica, di occasioni di riflessione sui grandi temi del momento presente, capaci di attivare nuove energie, investimenti ed occupazione.
Diamo subito un esempio concreto di questo impegno. La nuova Giunta, come primo atto, ha deciso di realizzare nelle prossime settimane, in collaborazione con la Provincia ed il Comune di Ancona, l’esposizione in Ancona del capolavoro di Leonardo da Vinci “La Vergine delle rocce”, che sicuramente sarà in grado di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, sensibilizzata su questo grande capolavoro anche dal best seller di Dan Brown "Il codice Da Vinci"
E’ anche questa una leva che può sostenere l’attrattività della nostra regione, che deve essere non solo “luogo di viaggi e vacanze”, ma anche, e soprattutto, fonte di spunti originali di pensiero.
Naturalmente dovremo anche avere più orgoglio e consapevolezza del nostro essere marchigiani. Vorremmo pertanto istituire nel calendario una giornata dedicata specificamente alla identità delle Marche, per sviluppare in collaborazione con le istituzioni culturali, le scuole e tutta la società regionale, una riflessione sulla memoria, sull’identità e sulle prospettive della nostra regione.
Un altro pilastro del nostro programma è la sicurezza.
Siamo consapevoli che la sicurezza è una condizione essenziale per guardare con fiducia al futuro, e che l’esigenza di sicurezza deve avere un posto di rilievo. Ma il termine “sicurezza” si coniuga in vari modi.
Sicurezza è essere liberi dai disagi, talvolta drammatici, della solitudine e dell’emarginazione, soprattutto per un numero non secondario di persone anziane; intendiamo potenziare e razionalizzare un’efficiente rete di servizi alla persona, anche in collaborazione con le forze di tutto il terzo settore, a partire dal volontariato.
Sicurezza è poter contare sulla tutela della propria salute, indipendentemente dal reddito disponibile. Attraverso un sistema sanitario pubblico, equo, solidale e universalistico, integrato pienamente con il settore sociale e con il sistema formativo, disegnando un moderno sistema di welfare capace di tutelare e promuovere i diritti fondamentali della persona, della famiglia e della comunità.
Abbiamo fatto molto su questo piano, intendiamo continuare sulla strada intrapresa, eliminando le eventuali inefficienze e colmando le possibili carenze.
Sicurezza è anche sicurezza del lavoro; in particolare nelle situazioni di ristrutturazione d’azienda, intendiamo così affrontare questo problema sia attraverso interventi di mediazione fra impresa e rappresentanza dei lavoratori, sia promovendo processi di riqualificazione della forza lavoro, sia promuovendo l’allargamento della rete degli ammortizzatori sociali per tutelare tutti i lavoratori.
Sicurezza è sicurezza dell'occupazione; significa contrastare con grande energia le tendenze alla precarizzazione dei rapporti di lavoro ed aumentare il peso della occupazione stabile.
Sicurezza è sicurezza sul lavoro; su questo piano, siamo impegnati ad esercitare un’azione di prevenzione e di controllo, affinché chi lavora non debba essere costretto a confrontarsi anche con i rischi per la sua persona e cancellando un triste primato che la nostra regione oggi possiede.
Sicurezza è anche la salvaguardia dai possibili disastri naturali; questo ci impone di porre in atto una politica di monitoraggio e di collaborazione con la protezione civile, capace di lavorare sulla previsione, sulla prevenzione e sull’efficacia degli interventi.
Sicurezza è, infine, la possibilità di vivere la qualità della nostra vita privata e sociale, senza pericoli per la persona e per i beni; su questo piano, intendiamo promuovere interventi che rimuovano le tensioni e diano ampi spazi al controllo sociale.
Infine, ma non da ultimo, il pilastro dell’ambiente.
L’ambiente naturale è, in un certo senso, la nostra casa comune, il luogo entro cui viviamo e lavoriamo, il luogo in cui dovranno vivere e lavorare le generazioni di marchigiani che seguiranno la nostra.
Fino al momento presente, abbiamo saputo coniugare, in modo abbastanza soddisfacente, la salvaguardia dell’ambiente con lo sviluppo economico, al contrario di quanto è avvenuto in altri luoghi d’Italia e del mondo.
Riteniamo tuttavia che, di fronte all’ambiente non possiamo tenere un atteggiamento indifferente o passivo.
Dobbiamo, infatti, considerare che l’ambiente è una delle risorse che definiscono l’identità della nostra regione e la rendono particolarmente attrattiva e gradevole.
Ci proponiamo, quindi, una politica attiva dell’ambiente, diretta a curare la sua manutenzione, a contrastare gli abusi, ad impedire che le logiche dello sviluppo economico prevalgano sulla tutela di questo patrimonio.
Ma, proprio perché l’ambiente è la nostra casa comune, intendiamo valorizzare al massimo il suo corretto uso, senza alterare la natura dei luoghi.
Da questi indirizzi strategici nascono le nostre scelte operative di governo che abbiamo riassunto in dieci passi: "dieci passi verso il futuro delle Marche". Questi passi si condensano in quattro assi fondamentali che prima abbiamo ricordato sono la pubblica amministrazione, lo sviluppo, la sicurezza e l'ambiente.
Decliniamo questi assi in “dieci passi” verso il futuro delle Marche, intorno a cui organizzare le principali azioni di governo: più garanzie sociali come protezione da ogni forma di fragilità, pari opportunità nel lavoro e nella società; più salute, sostenuta da una sanità attenta ai bisogni reali dei cittadini; più cultura, scuola, Università, formazione, più diritto allo studio, più reti dei saperi; più sicurezza del lavoro e sul lavoro; più ambiente come risorsa per la crescita e la qualità della vita; più qualità e innovazione nell’organizzazione, nella tecnologia e nei processi; più finanza per lo sviluppo locale e una politica fiscale più equa; più internazionalizzazione e più immagine Marche nel mondo; più infrastrutture per una efficace rete della mobilità; più vicini a cittadini, famiglie e imprese, con una Pubblica Amministrazione amica.
Il welfare assume un ruolo fondamentale nel nostro progetto: nessuno deve restare solo e tutti debbono avere una adeguata protezione rispetto alle situazioni di fragilità.
Puntiamo a sostenere elevati livelli sicurezza sociale della comunità marchigiana, attraverso: la piena attuazione della riforma delle politiche sociali (L. 328/00, Piano Sociale Regionale) ed una efficace programmazione territoriale sociale condivisa; l’attuazione del Piano casa 2004-2005 e la programmazione delle risorse di edilizia residenziale per il periodo 2006-2010; il sostegno e la promozione della famiglia; lo sviluppo di un sistema innovativo di welfare, con forme integrate di programmazione tra politiche sociali, politiche attive del lavoro, interventi di formazione professionale, politiche scolastiche, inquadrando le politiche sociali come parte integrante delle politiche di sviluppo della nostra regione; un forte impulso a favore delle politiche per gli anziani, innanzitutto per prevenire, contrastare, ridurre ed accompagnare la non autosufficienza; la qualificazione dell’intervento sanitario nelle strutture protette, al fine di assicurare un adeguato ed uniforme sistema di prestazioni a tutela della salute degli anziani; il potenziamento dell’area dei servizi domiciliari, al fine di mantenere più a lungo possibile la permanenza dei soggetti fragili presso il loro domicilio; la riqualificazione delle strutture sociali attraverso il proseguimento del processo di riqualificazione edilizia ed organizzativa delle strutture stesse, per garantire standard elevati ed uniformi adeguati agli effettivi bisogni dell’utenza; il rafforzamento delle politiche per l’infanzia e la riorganizzazione del sistema regionale di intervento sulle tossicodipendenze; una particolare attenzione alle problematiche delle persone disabili.
Puntiamo sul potenziamento del sistema sanitario pubblico e universalistico, in grado di garantire a tutti i cittadini marchigiani, al di là del loro reddito o del luogo in cui vivono, pari livelli di assistenza, equità di accesso e di ripartizione delle risorse, appropriatezza delle prestazioni attraverso un impegno forte nei confronti dell'integrazione dei servizi di medicina generale con le specialistiche per la riduzione delle liste di attesa; il pieno sostegno ai processi di integrazione socio-sanitaria, sia a livello di programmazione regionale sia a livello di integrazione tra ambiti sociali, zone territoriali e distretti sanitari; il consolidamento dell’assetto istituzionale del sistema sanitario regionale, secondo le indicazioni della L.R. 13/2003; il consolidamento della “via marchigiana” all’organizzazione sanitaria, secondo il modello sempre più apprezzato anche a livello nazionale, come recentemente evidenziato dalle ricerche dell’Università Bocconi, e caratterizzato dalla diffusione spinta sul territorio dei servizi sanitari vicini al cittadino, dalla stretta integrazione socio-sanitaria, e dall’accentramento delle funzioni amministrative comuni; la conferma del percorso programmato di riduzione del deficit sanitario, in un quadro nazionale di garanzia degli stanziamenti programmati ed effettivamente trasferiti dal Fondo sanitario nazionale; la definizione di uno specifico presidio organizzativo per la politica del farmaco; l’integrazione tra organizzazione sanitaria territoriale ed ospedaliera per il potenziamento dell’attività di prevenzione e di emergenza; la partecipazione sul territorio degli enti locali, dei cittadini, del terzo settore, nella definizione degli obiettivi di salute socio-sanitari della propria comunità.
Vogliamo rilanciare la cultura e la conoscenza quali fattori propulsivi di identità e di crescita personale e comunitaria. Per guidare il cambiamento attraverso: il consolidamento della cooperazione tra i vari livelli istituzionali per fare delle Marche un laboratorio modello di politica culturale unitaria e integrata, capace di proiettare l’identità della nostra regione in Italia e nel mondo; la definizione di un progetto di valorizzazione, anche economico, dell’ingente patrimonio culturale marchigiano; la definizione di un Piano per la ricerca e l’innovazione; la valorizzazione della ricerca scientifica e del rapporto con le Università a sostegno del trasferimento tecnologico, con particolare attenzione alla diffusione dei risultati; l’avvio di politiche formative innovative che spazino dall’intervento lungo tutto l’arco della vita fino alla formazione continua, per far fronte ai fenomeni di disagio e fragilità lavorative (disoccupazione, soprattutto femminile e giovanile secolarizzata; esclusione sociale dei soggetti appartenenti a categorie svantaggiate o anziani; ridotta quota di popolazione in età lavorativa coinvolta in attività formative; limitata adattabilità dei lavoratori e delle imprese); il sostegno alla autonomia scolastica ed a una programmazione scolastica pienamente condivisa; il rafforzamento delle politiche contro la dispersione scolastica; una particolare attenzione al rapporto tra scuola e mercato del lavoro; il sostegno alla innovazione nella didattica; la predisposizione di una proposta di legge regionale in materia di integrazione tra istruzione e formazione professionale; il sostegno ad efficaci politiche per l’orientamento; un forte raccordo con le Università per una razionalizzazione delle politiche di insediamento nel territorio regionale; il sostegno ad un effettivo diritto allo studio; un’azione politica rivolta ai giovani, per coglierne le aspettative, valorizzando non solo la loro formazione, ma anche il loro tempo libero, favorendo iniziative culturali, sportive e di aggregazione. Per questo è stata anche istituita una specifica delega alle politiche giovanili, che è nata dall'incontro che abbiamo fatto con la nostra comunità e dalle richieste pressanti che abbiamo avuto dai cittadini della nostra regione.
Le esigenze di flessibilità non si debbono trasformare in precarietà, che non offre speranza e certezze sul futuro, soprattutto dei giovani e dei soggetti più deboli della società. Vogliamo sostenere politiche del lavoro innovative attraverso: l’attuazione della recente normativa regionale sul lavoro; la promozione di politiche attive di intervento, volte a contrastare la precarizzazione del mercato del lavoro; il sostegno alla formazione continua, per favorire l’adattamento ai mutamenti del mercato del lavoro ed il rafforzamento del sistema di orientamento professionale; la definizione della nuova programmazione dei fondi strutturali; il rafforzamento degli interventi a favore della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche con la piena operatività del documento unico di regolarità contributiva.
Vogliamo rafforzare l’ambiente ed il territorio per garantire la qualità della vita e investire sul futuro, attraverso: l’integrazione ambientale nelle politiche regionali; la tutela della salute della popolazione e della qualità di acqua, aria e suolo da ogni forma di inquinamento; una decisa azione integrata di riequilibrio territoriale a favore della montagna e delle aree interne più svantaggiate, valorizzando le Comunità Montane e anche con un impegno finalizzato rivolto agli Appennini; l’attuazione di alcuni piani di settore (piano gestione integrata delle aree costiere, piano assetto idrogeologico); l’attuazione e verifica annuale del piano energetico ambientale regionale; la definizione di strumenti di programmazione (piano tutela delle acque; piano regionale dei porti; piano regolatore generale degli acquedotti); il monitoraggio del piano regionale attività estrattive e dei piani provinciali; la semplificazione dei procedimenti AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), VIA (Valutazione Impatto Ambientale), l’applicazione della direttiva Seveso-Energia mediante unica procedura autorizzativa; la valorizzazione del sistema regionale naturalistico; l’ottimizzazione del sistema regionale di gestione dei rifiuti; la definizione dei nuovi prezziari regionali in materia di lavori pubblici, sicurezza e salute dei lavoratori.
Affrontiamo la sfida della competizione globale puntando su qualità, innovazione e sviluppo locale, attraverso: la definizione di un nuovo Piano per le attività produttive 2006-2010; il consolidamento della politica di sostegno a favore dei settori del TAC (tessile-abbigliamento-calzature); il potenziamento della politica territoriale distrettualizzata, anche con l’aggiornamento delle aree a valenza distrettuale; l’avvio del progetto “distretto del mare”; il completamento della fase sperimentale e la messa a regime delle ARSTEL (Agende regionali per lo sviluppo territoriale e locale); il sostegno all’aggregazione in rete delle piccole imprese; lo sviluppo della qualità e dell’internazionalizzazione delle produzioni agricole; l’integrazione tra agricoltura e territorio, con il sostegno alla diversificazione dell’economia rurale; la promozione e qualificazione del commercio, dei servizi e della cooperazione.
Un capitolo importante è quello che riguarda la finanza per lo sviluppo locale e una politica fiscale più equa. Lo sviluppo del tessuto imprenditoriale ha bisogno di un sistema finanziario che investa nelle Marche il risparmio dei marchigiani, garantendo risorse adeguate per un progetto complessivo e innovativo di crescita della comunità regionale. Opereremo per: il potenziamento degli accordi Regione-sistema finanziario per il sostegno dello sviluppo locale, degli investimenti produttivi e dell’internazionalizzazione; il massimo ricorso a risorse statali e comunitarie con progetti altamente qualificati; il sostegno agli interventi di garanzia e la costruzione di un sistema di rating, fondamentali per la crescita delle micro e piccole imprese soprattutto nello scenario di Basilea 2; l’attivazione di strumenti di finanziamento internazionali, per ampliare i canali di reperimento delle risorse; l’attivazione di forme di venture-capital, per rafforzare la capitalizzazione delle piccole imprese e favorire la nascita di nuova imprenditorialità.
Anche la finanza pubblica regionale dovrà svolgere il ruolo di volano dello sviluppo, con: una politica fiscale equa verso le famiglie e che non penalizzi il lavoro, l'investimento, la competitività delle imprese; il contenimento delle spese per ridurre il debito e non aggravare la pressione fiscale, pur garantendo servizi di qualità a favore della comunità marchigiana; la piena realizzazione di una azione di gestione attiva del debito; il consolidamento del sistema di certificazione della affidabilità finanziaria ed economica dell’Ente, e la definizione del “bilancio sociale” regionale; la razionalizzazione del sistema di riscossione dei tributi regionali, anche attraverso un’azione più incisiva per la riduzione dell’evasione; il reperimento di nuove risorse attraverso la ottimizzazione della gestione del patrimonio immobiliare disponibile.
Nello scenario attuale e futuro, la crescita della nostra comunità dipenderà sempre più dalla nostra capacità di intercettare nuovi flussi della domanda internazionale ed attrarre nuovi investimenti.
Rafforziamo dunque l’immagine e la proiezione estera del sistema-regione e del tessuto economico attraverso: il sostegno a progetti di valorizzazione sinergica del sistema-Marche sui mercati internazionali, integrando l’offerta delle produzioni con le risorse turistiche, culturali e naturali; il sostegno a progetti di proiezione internazionale stabile, strutturata e “senza fratture” con il contesto locale, capaci di generare le risorse da investire nel territorio regionale per accrescere occupazione ed investimenti; l’ampliamento dei mercati di sbocco anche in nuove aree geografiche ad alto tasso di sviluppo o con potenziali di crescita interessanti nel medio-lungo periodo; la valutazione della possibilità di costituire l’Agenzia Regionale per l’Internazionalizzazione; la definizione di uno specifico “progetto attrattività” del sistema-Marche, con la promozione del territorio marchigiano a livello internazionale attraverso un’azione di marketing territoriale valorizzando i tanti punti di forza al fine di rendere la nostra regione interessante per gli investimenti imprenditoriali di altri paesi; la qualificazione del patrimonio ricettivo, per potenziare l‘offerta turistica regionale; la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed economiche della montagna e della fascia costiera.
Vogliamo superare in questa legislatura il ritardo nelle infrastrutture strategiche attraverso: la rinegoziazione dell’Intesa istituzionale di programma; la realizzazione ed il completamento delle infrastrutture viarie fondamentali per le Marche e dei relativi svincoli (terza corsia dell’A-14; Fano-Grosseto; raddoppio SS 77 e SS 76, Pedemontana); il raddoppio della ferrovia Orte-Falconara; il potenziamento dell’Aeroporto di Falconara e dell’Interporto; la realizzazione del collegamento tra il Porto di Ancona ed il territorio regionale; l’adesione alla Società Quadrilatero, in accordo con la Regione Umbria, a condizione di salvaguardare le prerogative di Comuni, Province e Regione in materia di programmazione territoriale e di garanzia da parte dello Stato circa il finanziamento completo delle opere; il miglioramento della gestione del trasporto persone, e la razionalizzazione del trasposto merci e della logistica.
Ci impegniamo per realizzare una decisa azione di innovazione istituzionale, organizzativa e di riordino normativo, per garantire la semplificazione e la razionalizzazione della legislazione, migliorando la trasparenza della Pubblica Amministrazione. Questo attraverso: la piena e rapida attuazione del nuovo Statuto regionale; l’istituzione del Consiglio delle autonomie locali e del Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro, nonché lo sviluppo di forme permanenti di raccordo e di collaborazione con le forze sociali; l’aggiornamento degli strumenti programmatici regionali (Intesa istituzionale di programma, Piano regionale di sviluppo, Piano inquadramento territoriale, L.R. .46/92); la definizione di una nuova Intesa di programma Regione-Governo per il completamento della ricostruzione; la revisione ed il perfezionamento della struttura organizzativa regionale, per assicurare un più stretto raccordo istituzionale, la riduzione della frammentazione amministrativa, la massima integrazione e omogeneità di azione per il raggiungimento degli obiettivi; la riduzione delle spese di funzionamento attraverso una ulteriore azione di riorganizzazione e razionalizzazione; lo sviluppo della digitalizzazione con la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (pubblica amministrazione elettronica) sia nei rapporti tra le amministrazioni che tra le stesse ed i privati, accompagnato anche da interventi formativi; la riorganizzazione del sistema delle partecipazioni e delle agenzie regionali; la redazione di testi unici in materie di particolare complessità, quali la sanità, i servizi sociali, il turismo ed il commercio; la revisione della disciplina regionale in alcuni specifici settori di intervento, quali il governo del territorio, le risorse idriche, la bonifica, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza; il completamento del processo di attuazione del decentramento amministrativo, con specifico riguardo all’agricoltura; il sostegno alla collaborazione istituzionale, attraverso nuovi interventi per la promozione dell’esercizio associato delle funzioni e dei servizi da parte dei Comuni; il rafforzamento dell’assistenza amministrativa e tecnica a favore degli enti locali, con particolare riguardo per quelli di minore dimensione demografica.
Ci troviamo alla vigilia di scelte fondamentali per la nostra regione.
L’essere una regione piccola – il 2,5% della popolazione italiana - ci espone al rischio di essere considerati un’entità trascurabile nell’ambito delle grandi questioni della politica nazionale e di essere relegati al margine delle grandi correnti di investimento e di sviluppo.
Una prospettiva che non ci piace e che respingiamo, come già questi giorni abbiamo dimostrato di saper fare. Il risultato elettorale ha sicuramente aumentato il nostro peso e la nostra forza contrattuale.
Vogliamo utilizzare questa forza per il bene delle Marche, con un forte spirito di leale collaborazione istituzionale con tutte le Autonomie locali ed il Governo nazionale, dentro l’unità della Nazione ed i valori della Costituzione repubblicana.
Mettiamo a disposizione questo nuovo ruolo per la crescita delle Marche, per diventare una regione-laboratorio dove si sperimenta un modo diverso di essere “grandi”: dove una piccola dimensione sa pensare in grande attraverso la forza della propria capacità progettuale.
Così vogliamo continuare ad essere nelle posizioni di testa della comunità nazionale ed europea, e confermare di essere la regione italiana “dove si vive di più e con una eccellente qualità della vita”.
Guidati dai valori della nostra storia, della nostra terra, della gente delle Marche.
Valori che richiamano il senso di responsabilità, l’orgoglio della propria identità, la tenacia e la determinazione, la concretezza e la laboriosità.
E’ un cammino da compiere tutti quanti insieme, per consegnare ai nostri figli le Marche, così come i nostri padri attraverso il duro lavoro dei nostri padri, che le hanno costruite per noi.
E’ questo il nostro impegno. Un impegno da onorare insieme. Per dare tranquillità al nostro futuro. Per fare la nostra regione, più serena, più forte, più bella. Tutti insieme.

(Applausi dei consiglieri)

PRESIDENTE. Ringrazio il Presidente Spacca.
Se siete d'accordo fisserei per la discussione la giornata dell'11 maggio, aggiornando i nostri lavori a quella data.

(Così rimane stabilito)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 12,35