Resoconto seduta n.101 del 20/05/2008
Seduta n. 101 del 20 maggio 2008


La seduta inizia alle ore 10,15


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Innanzitutto diamo il benvenuto all’Associazione Cultura folcloristica Ortensia di Ortezzano e al Centro Arancia di Tolentino che oggi hanno voluto farci visita.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 100 del 22 aprile 2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 233, in data 17 aprile 2008, ad iniziativa del Consigliere Silvetti, concernente: “Disposizione in materia di incompatibilità fra la carica di Assessore regionale e quella di Consigliere regionale”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 234, in data 9 maggio 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Ortenzi, concernente: “Norme relative all’impiego dei fondi assegnati alla Regione ai sensi dell’articolo 2, comma 107, lettera e) della legge 24 dicembre 2007, n. 244 ‘Disposizioni per la formulazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 235, in data 9 maggio 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Giannotti, Santori, Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Bugaro, Brini, Tiberi, concernente: “Agevolazioni per il pagamento dei mutui contratti dalle famiglie per la prima abitazione”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e alla V Commissione per il parere di cui all’art. 68 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di deliberazione:
- n. 8, in data 8 maggio 2008, ad iniziativa del consigliere Bugaro, concernente: “Federalismo fiscale: ‘Nuove norme per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione”, assegnata alla II Commissione in sede referente.
- n. 9, un data 15 maggio 2008, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Consiglieri Luciano Agostini e David Favia: contestazione della causa di incompatibilità prevista dall'articolo 4, primo comma, della legge 23 aprile 1981, n. 154”, iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 91, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Definizione dei criteri e delle modalità degli interventi a favore delle persone disabili per l’anno 2008 ai sensi dell’articolo 26 della legge regionale n. 18/1996 e successive modificazioni”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 260, ad iniziativa del Consigliere Massi: “1909 – 2009 centenario del movimento futurista: i futuristi marchigiani”.
- n. 261, ad iniziativa dei Consiglieri Altomeni, Binci, Brandoni, Procaccini, “Distribuzione gratuita nei consultori familiari di contraccettivi ormonali”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 6, in data 29 aprile 2008: “Proroga delle funzioni del Garante per l’infanzia e l’adolescenza”;
- n. 7, in data 29 aprile 2008: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 10 agosto 1988 n. 34 ‘Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari”;
- n. 8, in data 29 aprile 2008: “Interventi di sostegno e promozione del commercio equo e solidale”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 26 marzo 2008:
- n. 411 “Art. 44, comma 1, della l.r. n. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate e riscosse nell’anno precedente. €. 1.034.087,48”;
- n. 412 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - €. 220.000,00”;
- n. 413 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 43.891,68”;
- n. 414 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 8.000,00”;
- n. 415 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 3.310.280,64. Modifica al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007”;
- n. 416 “Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 25, comma 2 della l.r. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 35.000,00”;
- n. 417 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 Art. 25, comma 2 della l.r. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte della Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 128.000,00”;
- n. 418 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa. €. 30.001.279,50”;
- n. 419 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale per l’anno 2008. €. 65.000,00”;
- n. 420 “Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 112.000,00. Modifica al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007”;
- n. 421 “Art. 44, comma 2 della l.r. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 9.000,00”;
- n. 422 “Art. 44, comma 1 della l.r. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione ed a stanziamenti del Fondo Sanitario Regionale. €. 673.074,06”;
- n. 423 “Art. 44, comma 1, della l.r. n. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 474.756,77”;
- n. 424 “Art. 44, comma 2 della l.r. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 39.000,00”;
- n. 425 “Art. 44, comma 1 della l.r. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 1.595.361,19. Modifica al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”;
- n. 426 “Art. 44, comma 1 della l.r. n. 19/2001 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 63.791,40”;
- n. 427 “Art. 29 della l.r. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa di €. 1.067.923,03”;
- n. 428 “Art. 29 della l.r. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588/2007 e sue successive modificazione ed integrazioni. €. 333,43”;
- n. 429 “Art. 29, comma 1 della l.r. 31/2001 – Art. 25 comma 1 della l.r. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 352.440,00”.
In data 14 aprile 2008:
- n. 531 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa di euro 380.000,00”;
- n. 532 “Art. 44, comma 1, lettera a) della l.r. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di euro 383.935,00”;
- n. 534 “Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 1.813,66 e modifica tecnica al Poa 2008”;
- n. 535 “Art. 44, comma 1 della l.r. n. 19/2007 e art. 44, comma 1 della l.r. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate e riscosse nell’anno precedente e modificazioni al Poa di maggiori entrate accertate e riscosse nell’anno precedente e modificazioni al Poa 2008. €. 56.603,00”;
- n. 536 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1 della l.r. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e dell’Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 4.752,00”;
- n. 537 “Art. 25 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della solidarietà Sociale per il finanziamento di progetti per la diffusione della lingua italiana per cittadini extracomunitari legalmente presenti in Italia. €. 196.000,00”;
- n. 538 “L.r. n. 20/2001 art. 3 – Ccnl area dirigenza del 23/12/1999, art. 32, art. 25, comma 2 della l.r. 20/2007. Distribuzione compenso inerente Convenzione tra il Ministero della salute e la Regione Marche ai fini dell’attività Sives ed iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti dall’assegnazione dei relativi fondi”.
In data 30 aprile 2008
- n. 590 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa di euro 19.800,00, e modificazioni tecniche al Poa 2008”;
- n. 591 “Art. 44, comma 2, della l.r. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. €. 6.000,00”;
- n. 592 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 660.360,00”;
- n. 593 “Art. 25 della l.r. n. 20/2007 Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi per il progetto nazionale “Nuovi comportamenti di consumo: prevenzione e riduzione dei rischi” e relativi impieghi. €. 20.000,00”;
- n. 594 “Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007- Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 531,25”;
- n. 595 “Art. 29 comma 4 bis e art. 22 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa di cassa al Programma operativo annuale approvato con dgr n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 11.286.334,60”;
- n. 596 “Art. 44, comma 1, della l.r. n. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 300.625,36 modifica al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588 del 27.12.2007”;
- n. 597 “Art. 44 della l.r. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 13.597.539,68. Modificazioni al Programma operativo annuale 2008”;
- n. 598 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale per l’anno 2008. €. 580.225,53”;
- n. 599 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 89.879,51”;
- n. 600 “Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con Dgr n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 3.358,31. Modifica al programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007”;
- n. 601 “Art. 29 della l.r. 20/2007 – Variazione compensativa di €. 600.000,00 e rettifica dgr 418/2008”;
- n. 602 “Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 e art. 25, comma 1 della l.r. 20/2007 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recupero e iscrizione della relativa spesa. €. 468,20”;
- n. 603 “Art. 44 comma 1 della l.r. n. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. €. 1.549.370,90”;
- n. 604 “Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2001 e art. 25 comma 1 della l.r. 20/2007- Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.440.000,00”;
- n. 605 “Art. 29 comma 2 della l.r. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 59.336,41”;
- n. 606 “Art. 44, comma 2 della l.r. 19/2008 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. €. 488.067,00”;
- n. 607 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con dgr n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 500.000,00”;
- n. 608 “Art. 22 della l.r. 31/2001 – Prelevamento dal fondo di riserva di cassa per l’integrazione dello stanziamento di cassa per l’integrazione dello stanziamento di cassa ai capitoli di spesa del bilancio 2008. €. 163.648,49”.
In data 8 maggio 2008
- n. 636 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa di euro 44.221,00, e modificazioni tecniche al Poa 2008”;
- n. 637 “Art. 44, comma 2, della l.r. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. €. 19.527,56”;
- n. 638 “Art. 44, comma 1, lettera a) della l.r. n. 19/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione. Importo €. 1.900,00”;
- n. 639 “Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 1.200,00”;
- n. 641 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001, art. 25, comma 1 della l.r. 20/2007 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. €. 129.117,02 – Modifica al Programma operativo annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”;
- n. 642 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa di cassa al Programma operativo annuale approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 116.667.,61”;
- n. 643 “Art. 44, comma 1, della l.r. n. 19/2007 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 3.171.960,00”;
- n. 644 “Art. 20, comma 3 della l.r. 31/2001 – Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 4 ‘spese dichiarate obbligatorie’ del bilancio 2008. €. 3.505,84 ”;
- n. 645 “Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001, art. 25 della l.r. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti dall’assegnazione da parte dello Stato della compartecipazione al gettito dell’accisa sul gasolio da autorizzazione. €. 21.456.745,87”.


Interrogazione n. 960
del Consigliere Brini
“Grave situazione reparto di ortopedia Ospedale di Civitanova Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 960 del Consigliere Brini. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa è una interrogazione datata per la quale abbiamo chiesto il quadro al Direttore di Zona.
In merito alla carenza di organico il direttore precisa che il personale in servizio relativo all'Unità operativa di Ortopedia fino al 30 aprile 2005 era pari a 7 unità mediche (1 direttore di Unità operativa e 6 dirigenti medici). Con le dimissioni volontarie di un dirigente medico dal 1° maggio 2005 l'organico si è ridotto a 1 direttore e 5 dirigenti medici.
Con il decesso del direttore dell'Unità operativa (21 dicembre 2007) il personale che oggi opera nell'Unità operativa di Ortopedia è pari a n. 6 dirigenti medici dei quali uno ha assunto le funzioni di Direttore pro-tempore della stessa Unità operativa ed uno ha un incarico libero-professionale
E' inoltre in corso di perfezionamento la procedura di conferimento di un ulteriore incarico di dirigente medico per sostituzione per maternità.
Infine, nel corso dell'anno 2008 verranno iniziate le procedure per la sostituzione del Direttore.
Si segnala per completezza che nessuna attività chirurgica veniva o viene espletata presso gli ambulatori di Recanati e Trodica; mentre solo per un brevissimo periodo di qualche mese a titolo sperimentale è stata espletata un’attività di day surgery presso l'Ospedale di Recanati.
Pur risultando ad oggi immodificato l'organico dall'anno 2005, la Zona territoriale potrà procedere a nuove assunzioni, compatibilmente con i dettati delle leggi finanziarie e con la compatibilità di spesa per il personale nell'ambito del budget assegnato in questi giorni alla Zona territoriale 8.
In merito al piano di interventi sulle attività ortopediche, così come previsto dal nuovo Piano sanitario regionale, occorre prevedere, anche attraverso le cabine di regia istituite e che stanno lavorando, un progetto ortopedico che riguarda l’intera Area Vasta 3.
Gli attori di questo progetto debbono essere in primo luogo, a discendere dalle indicazioni del Piano sanitario, le strutture pubbliche ove sono collocate le Unità operative di Ortopedia (Camerino, Macerata, Civitanova Marche), le strutture private che svolgono attività ortopediche (Villa Pini a Civitanova Marche) e in seconda istanza i presidi ospedalieri viciniori all'Area vasta 3 ove operano altre due Unità operative (Ortopedia di Fermo e di Loreto).
Mentre vi è una cronica carenza su tutto il territorio della regione Marche di attività chirurgica protesica e ortopedica – tanto che è uno dei nostri primi fattori di mobilità passiva –, l'Area vasta 3, vista la presenza di struttura privata accreditata ed ospedali pubblici viciniori, potrebbe svolgere un duplice ruolo di soddisfazione del fabbisogno locale per la chirurgia protesica e l’allargamento dell'attività per altri residenti extra Area vasta, in modo da ridurre la mobilità passiva intra ed extra regionale.
E’ questo il lavoro che si sta facendo dentro le cabine di regia.
Alla luce degli elementi forniti si spera di aver esaurientemente risposto all'interrogazione del Consigliere Brini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Pur stimando l’Assessore Mezzolani mi dispiace che non sia neanche potuto arrampicare sugli specchi e non so chi gli abbia preparato questa risposta. Una risposta che offende sia chi ha presentato questa interrogazione, che chi a suo tempo ha evidenziato questo problema. Penso che su questa problematica, Assessore, che riguarda un problema molto serio e delicato, sarebbe dovuto stare più attento alle risposte che predispongono gli uffici.
Ora le darò solo alcune cifre e date che dovrebbero farla riflettere su come sta andando la sanità a livello regionale. Mi riferisco alla sanità pubblica, vanto per la sinistra che quando parla di pubblico dice: “Noi rappresentiamo il pubblico, mentre Berlusconi rappresenta il liberismo sfrenato dove si sperpera denaro, ecc.”. Oggi, invece, le parti sono inverse.
Le cito alcune lettere con le quali il primario dott. Sabatucci, ora purtroppo defunto, il 4 dicembre sollecitava quell’assunzione per quel posto vacante di cui lei diceva, ma che, guarda caso, anziché assumere una persona lo avete trasformato per un’altra figura.
Purtroppo c’è stato il decesso del primario che però già aveva evidenziato con una lettera tutte le problematiche.
Ciò che deve farla riflettere, Assessore, è quello che gli uffici fanno, in quanto su alcuni passaggi sicuramente non solo lei non ne ha preso visione ma nemmeno conoscenza.
Dicevo, dunque, che siamo a conoscenza di una lettera che riguarda l’ortopedia complessiva, nella quale si dice che la Regione Marche ha come oggetto il potenziamento di attività della chirurgia ortopedica presso la casa di cura Villa dei Pini.
Consigliere Procaccini, la casa di cura Villa dei Pini è privata, non è pubblica, quindi voi con i soldi della Regione potenziate le cliniche private. Prendiamo atto che Berlusconi vi ha insegnato qualcosa, state andando sulla strada giusta, però, Consigliere Procaccini, compagno delle sinistre, che sbraitate e urlate contro i Governi liberisti e liberali e contro la politica di Formigoni della Lombardia, state imparando oppure è un incidente di percorso?!
Io non ho sentito negli ultimi cinque-sei mesi da parte dell’Assessore una parola in tal senso. Io sto ai fatti. L’Assessore ha detto: “vedremo a fine anno”. Ma non vi vergognate che dopo un anno dite di iniziare la procedura! Date i soldi della Regione Marche alle cliniche private anziché potenziare le attività pubbliche!
Devo ringraziare tutto il personale del reparto di ortopedia di Civitanova Marche per l’immenso lavoro che fa seppur tra mille difficoltà.
Sapete qual è, caro Assessore Mezzolani, la direttiva per la quale avete fatto questa operazione? Lo avete fatto perché volete evitare che le persone vadano in Emilia Romagna e in Abruzzo. Ma vi rendete conto di quello che dite e di quello che fate!
Caro Assessore l’ha invito ancora una volta a riprendere in mano la situazione e a potenziare l’ospedale di Civitanova Marche e non a smantellarlo.
Sui giornali addirittura a volte abbiamo letto: “non c’è nessun caso ortopedia, nessuno favorisce i privati”.

PRESIDENTE. Consigliere, ha esaurito il suo tempo a disposizione.

Ottavio BRINI. Certo, Presidente, ma questo è un argomento che richiede molta attenzione e una riflessione molto seria.
Le domanda che vi pongo, Consigliere Procaccini, sono queste: è cambiata la politica sanitaria della Regione Marche? Avete finalmente capito che serve anche il privato? Oppure bisogna potenziare le strutture pubbliche?
Questo dovrebbe essere un tema di discussione in quanto è un problema molto serio e delicato. Si parla che si vuole fare l’area vasta, poi non si vuole fare l’area vasta, questo smantellamento serve per fare l’area vasta?

PRESIDENTE. La prego, Consigliere, concluda.

Ottavio BRINI. Vado a conclusione Presidente, comunque visto che non ho avuto una risposta sarò costretto in futuro ad intervenire di nuovo su questa problematica.
Pertanto per i motivi che ho esposto mi dichiaro non soddisfatto
Assessore voglio sapere, ripeto, se il privato oggi sostituisce la struttura pubblica, perché il risultato attuale è questo. Se vuole le faccio vedere anche la documentazione che lei purtroppo non ha, caro Assessore, perché questa lettera non era indirizzata a lei e mi pare anche molto strano che lettere del genere non vengano indirizzate all’Assessore competente.


Interrogazione n. 868
dei Consiglieri Mammoli, Rocchi
“Situazione di penalizzazione dei pazienti sulle modalità di richiesta delle analisi cliniche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 868 dei Consiglieri Mammoli, Rocchi. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito all’interrogazione in oggetto si fa presente quanto segue.
Le modalità di utilizzo dei ricettari del Servizio sanitario nazionale sono stabilite da specifiche normative nazionali, non modificabili a livello regionale, che i medici prescrittori (medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici specialisti) sono tenuti a conoscere ed applicare, questo anche in base agli Accordi collettivi nazionali che disciplinano il loro lavoro.
Questo Servizio al momento dell'introduzione dei nuovi ricettari ha provveduto, con la collaborazione con le Zone territoriali, ad una capillare attività informativa e formativa nei confronti dei medici prescrittori, diffondendo tutte le indicazioni necessarie al fine di una corretta applicazione della normativa.
La maggior parte dei medici prescrittori ha una gestione informatizzata dei propri pazienti e quindi ha piena conoscenza della situazione sanitaria di ognuno di loro, e comunque ogni cittadino esente ha ricevuto dalla propria Zona territoriale il tesserino con l'indicazione della tipologia di esenzione e delle relative prestazioni esenti.
Si evidenzia, inoltre, che per le prestazioni di laboratorio analisi non esistono liste di attesa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Ringrazio l’Assessore della puntuale risposta e soprattutto mi fa piacere che in essa sia stato messo in evidenza che si cerca in tutti i modi di passare l’informazione non soltanto ai medici di base ma anche ai cittadini utenti.
Effettivamente devo dire che in prima battuta problemi ce ne sono stati, anche a me si sono rivolte alcune persone, io stessa in un’esperienza con il medico curante mi sono trovata a dover far rifare una richiesta di analisi in quanto non era stata predisposta come richiede la legge.
Quindi penso che attraverso questa informativa capillare predisposta non soltanto nei confronti dei medici, ma anche nei confronti dei pazienti, sicuramente queste prime difficoltà verranno superate.
Pertanto mi dichiaro soddisfatta.


Interrogazione n. 418
del Consigliere Castelli
“Liste d’attesa e difficoltà dell’accesso alle cure nell’ambito della zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto con particolare riferimento ai minori in età evolutiva”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 418 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con precedente nota prot n. 806/06 in data 18 luglio 2006 si è dato riscontro all’interrogazione n. 413/06 a firma del Consigliere Santori che rappresentava la medesima istanza.
Rispetto alla nota citata, relativamente all'assistenza ai minori nella Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto, si sono effettuate le seguenti modifiche organizzative:
1. Nell'ottobre 2007 è stato nominato responsabile della Struttura semplice Umee, incarico ricoperto dall'ottobre 2003 dal Direttore del Distretto, il dott. Alfredo Fioroni, dirigente medico della Unità operativa di riabilitazione.
2. Dal 2 gennaio 2007 l'attività di neuropsichiatria infantile, in precedenza assicurata da medici "con incarico temporaneo" per quindici ore settimanali, è assicurata da un dirigente medico specialista in neuropsichiatria infantile, dott.ssa Tiziana Capriotti, con una pluriennale esperienza presso l'Ospedale pediatrico Salesi di Ancona da cui e stata acquisita per mobilità dopo che nel 2007 era stata effettuata una variazione della dotazione organica.
3. Attualmente l'organico dell'Umee è così composto:
a) responsabile della struttura Alfredo Fioroni - Dirigente medico Unità operativa medicina fisica e riabilitazione specialista in pediatria e medicina fisica e riabilitazione, per una riorganizzazione della Unità Operativa in senso interdisciplinare: progetti e programmi riabilitativi mirati e la possibilità di gestire, insieme alla Unità operativa di medicina riabilitativa, tutta la filiera riabilitativa, requisito indispensabile per garantire efficacia ed appropriatezza dell'intervento. L'Unità multidisciplinare età evolutiva svolge un'attività di servizio territoriale in risposta ai bisogni di prevenzione, di diagnosi, terapia e riabilitazione dei problemi psicofisici dell'età evolutiva e comunque dei soggetti diversamente abili che indipendentemente dall'età anagrafica frequentano scuole di ogni ordine e grado.
b) L'Umee è una struttura operativa semplice afferente alla macrostruttura Servizi territoriali-distretto diretta dalla Dott.ssa Giovanna Picciotti.
Con lo scopo di migliorare l'efficacia clinica e la struttura organizzativa, in linea con le indicazioni della macrostruttura Servizi territoriali-distretto, I'Umee sviluppa sinergie e collaborazioni con pediatri di libera scelta, medici di medicina generale, servizi sociali dei Comuni, scuole, strutture riabilitative private convenzionate e non, associazioni sportive, associazioni dei disabili, centri socio-sanitari ecc. Quindi nell'ottica di migliorare l'integrazione sociale di persone diversamente abili sarà sempre più strategica la collaborazione con l’Umea.
Ad ogni buon fine si rappresenta di seguito l'attuale organizzazione dell'assistenza ai minori nella Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto.
Sede: Ospedale di San Benedetto del Tronto c/o Palazzina A piano 2° (ex Pediatria).
Operatori: psicologa, psicopedagogista, logopedista, psicomotricista, fisioterapista, assistente sociale, neuropsichiatria infantile.
Attività ambulatoriale diretta di diagnosi e cura: presa in carico del minore e della sua famiglia, formulazione della diagnosi ed indicazione del trattamento terapeutico.
Attività psicodiagnostica su minori con disturbi psicopatologici e comportamentali, con particolare attenzione ai soggetti in età scolare ed adolescenziale.
Attività di consulenza alle strutture socio-sanitarie di base ed educative territoriali.
Collaborazione con le scuole per lo sviluppo di programmi psico-pedagogici individualizzati relativamente ai minori in carico al servizio.
Partecipazione stabile ai cosiddetti "gruppi H" indetti dalle scuole di ogni ordine e grado articolata in: progettazione e verifiche dei progetti educativi generali della scuola per favorire l'integrazione degli alunni diversamente abili; raccolta di richieste di eventuali figure di sostegno per i minori in carico al servizio territoriale di Npi; corretta informazione sul funzionamento del servizio e modalità operative per le nuove segnalazioni.
Valutazione neuropsichiatrica, neuropsicologica e psicodiagnostica mirata alla formulazione della diagnosi funzionale sui minori portatori di handicap in carico al Servizio, a norma della legge 104/92;
Attività psicoterapica individuale.
Consulenza e sostegno alle famiglie dei minori in carico al Servizio.
Riabilitazione motoria, psico-motoria e logopedica di minori in carico al servizio.
Progetti educativi individuali o di gruppo finalizzati a: generalizzazione ed ampliamento degli apprendimenti; promozione delle autonomie sociali; incremento dell'autostima; sostegno alle famiglie per quanto riguarda gli strumenti educativo -pedagogici.
II Centro è attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 08.00 alle 14.00 e nei pomeriggi di lunedì e mercoledì dalle ore 14.00 alle ore 18.00. Il Sabato dalle 08.30 alle 11.30 vengono svolte attività programmate.
Come si accede al servizio: le visite neuropsichiatriche infantili e le valutazioni psicodiagnostiche vengono effettuate nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 09.00 alle ore 12.00, prenotabili telefonando dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08.30 alle ore 13.00 al Centro unico di prenotazione (Cup) 0735/793888 o rivolgendosi direttamente agli sportelli abilitati (Cup e farmacie Zona territoriale n. 12). Al 29 febbraio 2008 il tempo di attesa per visita neuropsichiatrica era di 42 giorni.
In seguito a richiesta telefonica del pediatra di libera scelta è garantita consulenza neuropsichiatrica entro pochi giorni, in tutte le situazioni di urgenza.
Documenti necessari: impegnativa con richiesta di Visita specialistica neuropsichiatria infantile e/o di valutazione psicodiagnostica, rilasciata dal pediatra di libera scelta o dal medico di medicina generale compilata in modo completo e ricevuta del relativo pagamento ticket o firma per esenti; documentazione clinica e radiologica (Rx, Tac, Rm, Eeg) in possesso; eventuale lettera di accompagnamento del pediatra o del medico di medicina generale con la formulazione dei quesiti oggetto di consulenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Ringrazio l’Assessore della risposta che documenta come è stata affrontata la segnalazione, risalente al maggio 2006, in ordine alla lunghezza delle liste di attesa nell’ambito della Zona territoriale n. 12 di San Benedetto del Tronto.
Questa interrogazione nasceva proprio dalla segnalazione allarmata di molte associazioni di consumatori e di tutela del cittadino che avevano evidenziato i ritardi con cui il sistema pubblico e convenzionato assicurava i minori in età evolutiva le necessarie assistenze nel caso di disturbi cognitivi, relazionali e di comportamento.
Una segnalazione fondata solo se seguita da interventi, di cui prendo atto con soddisfazione, che hanno ricondotto la situazione a limiti di accettabilità.
Il problema dei minori è stato oggetto di una disamina approfondita e scientificamente appropriata in occasione di un convengo che l’Ufficio di Presidenza, d’intesa con il Tribunale dei minori, ha dedicato proprio a questo argomento.
Si tratta di uno dei temi su cui la Regione è chiamata a dare delle risposte che colgono l’attesa e l’aspettativa di buona parte delle famiglie marchigiane, famiglie che espongono una situazione tutt’altro che idilliaca e che richiede al welfare regionale di dare risposte tempestive.
Va ricordato, infatti, che questa problematica si sviluppa adiacentemente alle riduzioni che purtroppo, aihmè, lo Stato ha effettuato anche rispetto alle ore di sostegno in favore dei giovani diversamente abili. Giovani che purtroppo lamentano una riduzione importante, non voglio dire drastica - recentemente ne abbiamo parlato anche con l’Assessore Ascoli –, rispetto a questi disturbi relazionali e cognitivi, che in una regione degna di raggiungere livelli di civiltà adeguati devono poter essere considerati al centro della propria azione.
Al di là di tutto questo ringrazio l’Assessore della risposta e prendo atto del fatto che la situazione nella Zona territoriale n. 12 sia stata affrontata con l’urgenza del caso.
Auspico che interventi similari vengano fatti anche nelle altre Zone dove sono state lamentate lacune di questo genere. Infatti anche ad Ascoli Piceno qualche giorno fa ho riscontrato come alcuni genitori lamentassero la lunghezza delle liste di attesa anche per quanto riguarda le prestazioni logopedistiche e similari.
Dunque spero, anche nella prospettiva dell’integrazione tra Zona n. 12 e Zona n. 13, che si possano assicurare livelli di interventi e di assistenza consoni alle aspettative delle famiglie.


Elezione dei Consiglieri David Favia e Luciano Agostini alla Camera dei deputati: adempimenti conseguenti

PRESIDENTE. Comunico che con note in data odierna, distribuite a tutti i colleghi, il Consigliere Agostini Luciano e il Consigliere Favia David hanno rassegnato le dimissioni dalla carica di Consigliere regionale.
Quindi l'Assemblea legislativa regionale, ai sensi del sesto comma dell'articolo 15 del Regolamento interno, deve procedere alla presa d'atto e alla sostituzione dei due Consiglieri dimissionari.
Quanto alle dimissioni dal mandato consiliare, come è noto, queste sono motivate per entrambi dalla volontà di optare per il mandato parlamentare, ricevuto nella recente consultazione elettorale del 13 e 14 aprile 2008, incompatibile con la carica di Consigliere regionale ai sensi dell'articolo 4, comma 1 della legge 23 aprile 1981, n. 154.
La presa d'atto delle dimissioni dei Consiglieri Agostini Luciano e Favia David rappresenta un adempimento obbligatorio da parte dell'Assemblea e non richiede una votazione esplicita, in considerazione della motivazione posta alla base delle dimissioni stesse.
Prima di procedere alla presa d'atto delle dimissioni do la parola al Vicepresidente David Favia per un saluto che sicuramente vorrà fare all'Assemblea.

David FAVIA. Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghe e colleghi, è con commozione dopo otto anni che lascio quest’Aula in cui si è svolta gran parte – di sicuro la più importante – della mia vita politica e istituzionale.
Voglio ringraziare e salutare tutti indistintamente perché dal rapporto con ognuno di voi ho ricevuto un arricchimento umano e intellettuale, così come - voglio ricordarli - dai Consiglieri della scorsa legislatura non più presenti in quest'Aula.
Ringrazio e saluto per tutti, nominativamente, il Presidente Spacca, per la particolare stima che ho per lui e per la straordinaria capacità politica e di governo che gli riconosco e della quale mi sono arricchito nel rapporto intrattenuto con lui.
Ringrazio e saluto tutto il personale dell'Assemblea legislativa e della Giunta, attraverso la dott.ssa Santoncini e il dottor Conti, personale che in questi anni ha supportato la nostra attività e saluto, ovviamente, anche i pensionati.
Un saluto particolare ai miei collaboratori e soprattutto a coloro che non mi seguiranno.
Lascio quest'Aula perché Antonio Di Pietro e gli elettori mi hanno voluto alla Camera dei Deputati grazie allo straordinario risultato elettorale conseguito da Antonio Di Pietro e dall'Italia dei Valori.
Passo ad un ruolo di opposizione con grande preoccupazione per il drammatico momento e per i rischi istituzionali che il Paese corre, ma conscio, proprio per questo, della particolare responsabilità che anche su di me incombe.
Lascio quest'Aula, dicevo, ma non la regione, per la quale continuerò a lavorare, in stretto contatto col Presidente Spacca, con la Giunta e assieme agli altri Parlamentari marchigiani, anche dal ruolo di componente della Commissione trasporti che reputo sicuramente importante e un premio per la nostra regione. Lavorerò anche per i nostri enti locali, per le nostre province, per la mia città e per tutte le città delle Marche, affinché le principali questioni aperte (infrastrutture, agenzia della terza età, porto, aeroporto ferrovie e logistica, sevizi, cultura e tutto ciò che ben sappiamo) si chiudano e forniscano quanto necessario per la continuazione e il completamento del migliore sviluppo economico e intellettuale della nostra regione.
Auguro buon lavoro a tutti voi e in particolare all’amico Franco Sordoni che mi sostituisce. Grazie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Credo sia doveroso salutare i Consiglieri Agostini e Favia che vanno in Parlamento in quanto eletti dalla nostra comunità regionale. E’ doveroso ringraziarli per il contributo di idee e azioni che hanno offerto con il loro lavoro in Consiglio regionale per la crescita della nostra Regione.
Credo siano giuste e appropriate le parole che ha detto ora con grande passione e grande senso di responsabilità il Vicepresidente, cioè che non termina un rapporto tra di noi proprio perché abbiamo voluto interpretare il nostro mandato di rappresentanza dei cittadini in una logica di filiera istituzionale che comprende il Comune, la Provincia, la nostra Regione e anche il Parlamento e il Governo nazionale. Quindi proseguiremo in questo rapporto per affrontare i problemi della nostra regione e trovare soluzioni.
Il rapporto con il Governo nazionale è stato particolarmente proficuo in questa legislatura e ci auguriamo che possa proseguire. Abbiamo già fatto un incontro con tutta la delegazione dei Parlamentari della regione Marche, abbiamo definito un’agenda di impegni, dunque vogliamo lavorare insieme anche in questa nuova legislatura per cercare concretamente di affrontare le questioni che ci riguardano e dare alle Marche soluzioni ai problemi reali.
Credo che con l’impegno dichiarato dal Vicepresidente Favia e con le parole che ho avuto modo di scambiare con il Vicepresidente Agostini, questa linea di condotta si rafforzerà. Abbiamo due figure importanti che conoscono dall’interno i problemi della realtà regionale in quanto vissuti in questa Assemblea e che pertanto potranno rappresentarli adeguatamente in Parlamento.
Buon lavoro David, buon lavoro Luciano.

PRESIDENTE. Dichiaro, quindi, a nome dell'Assemblea legislativa regionale, la presa d'atto delle dimissioni dalla carica dei Consiglieri regionali di Agostini Luciano e Favia David.
Ovviamente anch’io mi unisco ai ringraziamenti che ha pronunciato il Presidente Spacca sia per il Vicepresidente Agostini che per il Consigliere Favia con il quale ho lavorato all’interno dell’ufficio di Presidenza.
Credo di interpretare anche i vostri sentimenti nel dire che sono due personaggi che hanno sicuramente dato un contributo e la loro presenza si è sempre fortemente notata all’interno del Consiglio. Sono convinto, così come ha detto anche Favia, che il loro attaccamento a questa nostra regione li porterà a rappresentare al meglio le nostre esigenze.
Quindi auguro loro buon lavoro nella certezza che l’esito di questo loro buon lavoro ricadrà su questa regione. Auguri e grazie.
Ricordo, inoltre, ai Consiglieri che in materia di surrogazioni l'articolo 16, primo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 stabilisce che il seggio rimasto vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto.
Dalle risultanze del verbale delle operazioni elettorali dell'Ufficio centrale circoscrizionale della Circoscrizione elettorale regionale di Ascoli Piceno relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 3 e 4 aprile 2005, si evince che nella lista n. 7, con contrassegno Uniti nell'Ulivo, stessa lista e circoscrizione di elezione del Consigliere dimissionario Agostini Luciano, il candidato che segue immediatamente l'ultimo eletto è il signor D'Isidoro Antonio.
Mentre dalle risultanze del verbale delle operazioni elettorali dell'Ufficio centrale circoscrizionale della Circoscrizione elettorale regionale di Ancona, relativo alle elezioni per il Consiglio regionale del 3 e 4 aprile 2005, si evince che nella lista n. 8, con contrassegno Udeur, stessa lista e circoscrizione di elezione del Consigliere dimissionario Favia David, il candidato che segue immediatamente l’ultimo eletto è il signor Sordoni Franco.
Anche la decisione relativa alla sostituzione, rivestendo carattere di accertamento tecnico, non darà luogo, secondo prassi costante ed in assenza di contestazioni, ad una votazione esplicita.
L'Assemblea legislativa regionale procede, pertanto, all'attribuzione del seggio rimasto vacante a seguito delle dimissioni del Consigliere Agostini Luciano al signor D'Isidoro Antonio e del seggio resosi vacante a seguito delle dimissioni del Consigliere Favia David al signor Sordoni Franco.
Pertanto prego tali Consiglieri, ove presenti, di prendere posto nei banchi dell'Assemblea legislativa regionale.

(Entrano in Aula i Consiglieri D’Isidoro Antonio e Sordoni Franco)

Diamo il benvenuto ai Consiglieri D’Isidoro e Sordoni. Siamo convinti che si inseriranno facilmente nei lavori dell’Assemblea legislativa regionale, siamo anche convinti che vorranno partecipare con forte motivazione alla maturazione delle decisioni che l’Assemblea stessa prenderà.


Proposta di legge n. 209
della Giunta regionale
“Modifica dell’articolo 2 della legge regionale 2 agosto 1984, n. 20 recante disciplina delle indennità spettanti agli amministratori degli enti pubblici operanti in materie di competenza regionale e ai componenti di commissioni, collegi e comitati istituiti dalla Regione o operanti nell’ambito dell’amministrazione regionale”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 209 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo non sia necessaria una relazione particolare in quanto questa proposta di legge è un adeguamento ad un decreto legislativo.
Prevede, come i Consiglieri possono vedere nell’articolo 1, che l’adeguamento dell’indennità nelle commissioni di gara è previsto e commisurato alla quantità della gara stessa.
È un adeguamento, ripeto, a un decreto legislativo, quindi di non molto si tratta se non di un atto quasi dovuto.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. Dopo aver dato il tempo necessario ai nuovi Consiglieri di ambientarsi e ai vecchi Consiglieri di esprimere la loro affettuosa partecipazione, do ora la parola al relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Approfitto per dare anch’io, e penso anche a nome di tutti i miei colleghi, quindi non solo del gruppo di An ma dell’intera opposizione, il benvenuto ai nuovi Consiglieri. L’augurio è quello di un buon lavoro nell’interesse della comunità marchigiana e sono sicuro che questo ispirerà l’azione dei Consiglieri subentrati all’Assessore Agostini e il Vicepresidente Favia.
Entrando nel merito della proposta di legge il relatore Brandoni ha già accennato che è una proposta che adegua il trattamento indennitario e di rimborso delle spese della nostra normativa, relativa ai rappresentanti della Regione negli enti pubblici operanti in materia di competenza dell’Istituzione regionale, a quella che è la normativa generale. Perciò essendo solo una questione di natura tecnica non comporta entrare nel merito dell’intervento in quanto, appunto, è solo un adeguamento della nostra normativa a quella più generale.
Esprimo come abbiamo fatto già in Commissione, il voto favorevole a questa modificazione.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola, passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 209. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Chiedo il rinvio della proposta di legge n. 221 alla giornata di domani. Questo in considerazione del fatto che in Commissione avevamo predisposto la necessità di accompagnare questo atto con un ordine del giorno, inoltre per alcuni gruppi – il mio tra questi – si era evidenziata la necessità di presentare emendamenti a tale proposta di legge. Quindi il rinvio a domani consente tutto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Sono d’accordo al rinvio alla seduta di domani, però la lettura che dà il Consigliere Brandoni sul fatto che tecnicamente si possono presentare emendamenti mi lascia perplesso. Saranno gli uffici a sciogliere il nodo, però mi sembra che avendo iscritto oggi all’ordine dei lavori questo punto si potevano presentare gli emendamenti solo entro le ore 13,00 di ieri. Ripeto, saranno gli uffici a verificare questo nei termini del regolamento, in quanto la discussione deve essere il democratica possibile soprattutto su punti come questo che riguardano un approccio assolutamente di sostanza, come quello che abbiamo avuto sia in Commissione e che spero ci sia anche domani in Aula.
Come relatore di minoranza dico che domani comunque questa proposta di legge dovrà essere posta in discussione senza ulteriori rinvii, perché tocca un tema molto delicato e importante in quanto trattasi dell’inserimento di un tributo nuovo che era assolutamente inadeguato alla realtà dei fatti quindi delle imprese toccate da questo tipo di tributo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Vorrei utilizzare gli argomenti che sono già stati impiegati dal Consigliere Pistarelli. Infatti, per consentire la più ampia discussione mi sembra sarebbe stato meglio discutere tutto stamattina, in quanto l’argomento è ormai in Consiglio, in Commissione da tanto tempo.
L’esigenza rappresentata comunque mi pare del tutto legittima, pertanto l’impegno è quello di discuterla al massimo domani mattina, atteso però il fatto che domani mattina una parte del Consiglio sarà impegnata, a partire dalle ore dodici, in un lavoro consiliare in Commissione su un importante tema, proprio richiesto dal Presidente della II Commissione, che riguarda debiti e derivati.
Quindi deve esserci un impegno ad iniziare la discussione domani mattina prima delle dodici, questo per evitare il rinvio di un punto molto importante all’ordine del giorno oltreché per riuscire ad esaurire questa discussione.

PRESIDENTE. Ricordo ai Consiglieri che gli emendamenti devono essere presentati per iscritto con le firme del proponente o dei proponenti alla Presidenza almeno 24 ore prima dell’esame degli articoli a cui si riferiscono e vengono subito distribuiti ai Consiglieri. Quindi non è un problema perché di routine noi accettiamo gli emendamenti 24 ore prima della discussione. Magari fissiamo un termine che propongo sia entro le ore 12.00.
Pongo in votazione tale richiesta.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 179
del Consigliere Ricci
“Prime Disposizioni in materia di controllo degli impianti termici degli edifici”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 179 ad iniziativa dei Consigliere Ricci. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Finalmente dopo qualche mese di attesa riusciamo a discutere in Aula questa proposta di legge. Penso sia una legge importante perché riguarda un tema che tocca tutte le famiglie di questa regione, cioè il controllo dell’efficienza degli impianti termici nelle abitazioni e non.
Con questa legge diamo un segnale chiaro rispetto alla riduzione della burocrazia per le famiglie. Diamo la possibilità, attraverso l’autocertificazione dell’efficienza del proprio impianto, di limitare al massimo i costi. Allo stesso tempo, ed è uno degli elementi che in questi mesi è stato anche oggetto di polemica nelle Province, si dà la possibilità di armonizzare all’interno della regione Marche gli orientamenti fra le singole Province rispetto al tema del controllo per l’efficienza energetica degli impianti termici.
E’ stato oggetto di polemiche in particolare nella mia Provincia che è intervenuta direttamente con un regolamento; un regolamento che definisce i tempi degli interventi in due anni per 35 chilowatt di potenza di focolare e in quattro anni sotto i 35 chilowatt.
Questa proposta di legge in qualche modo va in quella direzione. E’ evidente che continueranno ad esserci i controlli a campione per coloro che apporranno il famoso bollino verde nei certificati di autocertificazione, ma sarà un controllo gratuito. Anche il bollino verde che testimonia, appunto, l’autocertificazione sarà gratuito per l’utente.
Questa proposta di legge, che è una prima disposizione in attesa di una disciplina organica, era necessaria. Tenete conto che la questione che riguarda l’efficienza degli impianti di civile abitazione risale al 1991-1992. Ci sono state le direttive comunitarie, il decreto n. 412 e le successive leggi e decreti regionali, quindi un tempo molto lungo nel quale molto spesso si è lavorato attraverso provvedimenti di carattere provinciale.
Queste sono prime disposizioni in attesa di una proposta di legge organica che fra l’altro dovrebbe prevedere – in parte anche questa proposta lo prevede - anche il famoso catasto degli impianti termici di civile abitazione.
Comunque con queste prime disposizioni siamo in grado, da un lato di dare segnali molto chiari in termini di armonizzazione dei controlli degli impianti termici fino a 35 chilowatt e superiori, dall’altro, attraverso l’autocertificazione e l’apposizione gratuita di un bollino verde che certifica l’autocertificazione stessa, riusciamo a ridurre la burocrazia e i costi di questi controlli sulle famiglie marchigiane.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. La legge in discussione è stata abbondantemente discussa a livello di Commissione. Ci siamo impegnati a cercare di produrre un testo semplice, un testo condiviso, un testo che non appesantisse la burocrazia per il cittadino e soprattutto non comportasse ulteriori spese a carico delle famiglie.
Personalmente sono soddisfatto del risultato raggiunto, questo anche grazie alle proposte che i Gruppi di opposizione hanno portato avanti e che sono state recepite in questa normativa. Tra le più salienti c’è il discorso della gratuità dell’apposizione di questo bollino e la definizione di una tempistica di controllo non pesante per il cittadino. I due e i quattro anni previsti per gli impianti sotto ai 35 e sopra 35 chilowatt sono il peso minore che la legge poteva portare come aggravio di incombenze per l’utente.
Certamente la legge deve essere applicata, noi auspichiamo che le Province e i Comuni sopra i 40 mila abitanti la attuino rapidamente.
Sappiamo che le risorse a disposizione della legge sono poche ed è per questo abbiamo presentato un emendamento per aumentarle almeno di un po’ rispetto alle incombenze che le Province dovranno supportare. Le Province, infatti, se rispetteranno quanto indicato dalla legge, avranno la possibilità di irrorare sanzioni a tutte quelle situazioni che non sono a norma con il discorso relativo alle emissioni e al perfetto funzionamento degli impianti.
Ora quindi la palla passa alle Province, noi abbiamo messo anche una norma di valutazione dell’impatto di questa nuova regolamentazione. Ci auguriamo che, anche attraverso il primo rapporto che le Province faranno dopo un anno dall’applicazione, possano essere date indicazioni anche per ulteriori correzioni che siano soprattutto in termini di praticità e di semplificazione per il cittadino e quindi non di un ulteriore aggravio di spese a carico, appunto, degli utenti stessi.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere

Luigi VIVENTI. Voglio esprimere su questa proposta di legge la mia soddisfazione personale e del gruppo dell’Udc.
Alcuni mesi fa avevo fatto una richiesta proprio in tal senso in quanto avevo preso visione dei provvedimenti che in particolare nella provincia di Ancona erano stati presi su questo argomento. Cioè che cittadini che avevano fatto regolare manutenzione dei propri impianti e che quindi erano perfettamente in regola con tutto venivano controllati e per questo controllo dovevano comunque pagare 50 euro. Chiaramente era una cosa ingiusta e un aggravio del tutto ingiustificato.
Quindi la necessità che la Regione Marche approvasse una legge che armonizzasse i provvedimenti in tutte le Province per creare una situazione di equità anche nei confronti del cittadino, credo sia una cosa buona e positiva.
Il contenuto della legge è soddisfacente perché prende atto di quelle che erano state le richieste più razionali e sensate che avevamo avanzato.
L’unica osservazione che vorrei fare è che nella proposta probabilmente manca una norma transitoria, norma che sarebbe stata necessaria in quanto sino ad ora gli enti competenti, come dicevo prima, si sono comportati in maniera differente l’uno dall’altro.
Comunque la legge nel suo complesso è giusta in quanto dà una risposta, ripeto, ad un problema che avevamo sollevato. Pertanto voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Finalmente riusciamo a concretizzare un qualcosa di positivo. Questo argomento che nelle scorse settimane e mesi è stato alla ribalta della cronaca in quanto molti cittadini, pur avendo regolarizzato la loro posizione, erano comunque stati puniti, e questo ovviamente ha comportato malumori, esborso di denaro, ecc..
Sicuramente con questa proposta di legge si chiude un capitolo che aveva creato oltre a tantissimi malumori anche molta confusione sul territorio.
La cosa importante è che non c’è un aggravio di spese, innanzitutto perché non sarebbe stato giusto e poi perché la situazione che stanno vivendo le famiglie certamente non consente ulteriori aggravi.
Come è stato già detto tutto passa alle Province, quindi l’auspicio è che la legge venga applicata così come è stata concordata in Commissione.
Sicuramente l’apporto dell’opposizione, oltre quello della maggioranza, è stato fondamentale per chiudere un capitolo, capitolo che se fosse rimasto aperto avrebbe creato una maggiore disaffezione nei confronti dei rappresentanti del popolo, infatti il nostro ruolo è quello di cercare di togliere di mezzo, quando ci sono, e ce ne sono tante, tutte quelle occasioni di confusione nella gestione del territorio.
Pertanto il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Con questo atto iniziamo solo una procedura in quanto assolviamo soltanto ad un atto parziale. Che è necessario – come ha ricordato il mio capogruppo – per regolarizzare le vessazioni che la pubblica amministrazione a volte fa sui cittadini, ma che è solo propedeutico a quello che servirà per organizzare e ottimizzare le procedure della verifica degli impianti termici e soprattutto di tutto quel contesto che va nella direzione, indicata anche dal Pear, di risparmio energetico. Quel risparmio energetico che è fondamentale visto anche il trend ormai quotidiano della bolletta energetica. Certamente le politiche che dovranno iscrivere nella programmazione nel futuro dovranno essere indirizzate al totale risparmio di questa bolletta energetica.
Il controllo va sì nella direzione della tutela della salute e soprattutto della vita umana, ma insieme a questo dobbiamo far coesistere quelle indicazioni di risparmio energetico, questo per assolvere sia ai fabbisogni del protocollo di Kioto che, soprattutto, che per il maggiore onere che ogni famiglia italiana sta subendo come detrazione dal reddito proprio.
Questo è il primo passo che è stato fatto unanimemente in Commissione, è stato fatto con un lavoro di concertazione attiva e di dialogo con le organizzazioni dei lavoratori e dei cittadini che rappresentano i consumatori. Speriamo che questo percorso possa proseguire anche nei nuovi provvedimenti di legge che ci vedranno impegnati per potere completare tutto l’iter.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Voglio esprimere l’appoggio in favore di questo provvedimento, che già in occasione dell’ultima seduta fu oggetto di una certa attenzione. Si ricorderà, infatti, che avevamo cercato di sollecitare una rapida approvazione di una proposta di legge, che devo dire oggi giunge, dopo il lavoro della Commissione, anche migliorata per effetto di quanto previsto dall’articolo 3 in materia di autocertificazione. E’ stato tra l’altro accolto un emendamento che avevo predisposto proprio per garantire il cittadino consumatore, che nelle più moderne politiche di attenzione che varano i sistemi istituzionali viene considerato esattamente il punto centrale dell’attività legislativa.
Quindi in particolare l’elemento migliorativo, a mio avviso, è l’aver espressamente qualificato come gratuito il sistema di autocertificazione che si realizzerà attraverso la possibilità di procurarsi il bollino verde senza oneri per il consumatore. Sarebbe stata una profonda antinomia prevedere delle tasse e dei balzelli occulti a carico delle procedure di autocertificazione. In alcune province delle Marche questa anomalia si era verificata.
Ritengo che questa legge sia buona anche perché, oltre al dettaglio tecnico che ha illustrato il relatore di maggioranza, interviene con chiarezza stabilendo un principio: con l’aumento delle complessità, che doverosamente il legislatore esprime e prescrive quando si verte di attività – come nel caso di specie – che espongono anche a rischi la pubblica incolumità, è bene che gli interventi si realizzino senza aggravi particolari per il cittadino.
Quindi da questo punto di vista credo che siamo di fronte ad una buona legge.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Emendamento n. 1 dei Consiglieri Capponi, Bugaro:
Al comma 2 le parole “In mancanza della documentazione necessaria per il rispetto delle tempistiche definite dai numeri citati, le operazioni di controllo e manutenzione degli impianti termici sono svolte in occasione dei controlli di efficienza energetica di cui al comma 3” sono sostituite con le parole “In mancanza della documentazione necessaria per il rispetto delle tempistiche definite dai numeri citati, le operazioni di controllo e manutenzione degli impianti termici si effettuano ogni anno e possono essere svolte in occasione dei controlli di efficienza energetica di cui al comma 3”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo emendamento tende a recepire delle istanze che erano state avanzate dalle organizzazioni professionali (Confindustria, Confartigianato, Cna). Tali istanze dicevano che noi abbiamo dato una sorta di agevolazione quasi a chi non tiene in regola i registri relativi alle caldaie, in quanto se non si trova la documentazione attestante tutto l’impianto e i controlli, poi obblighiamo a fare un controllo ma dentro la normativa che abbiamo indicato.
Questa segnalazione per noi era sufficientemente motivata, infatti su quegli impianti che non hanno a disposizione una documentazione che attesti l’età di costruzione, i sistemi di funzionamento o quali sono le pratiche di manutenzione che devono essere svolte nel tempo, prescriviamo – e normalmente si riferisce a impianti molto vecchi per cui non c’è a disposizione la documentazione – che i controlli vadano fatti ogni anno e non nella tempistica che abbiamo individuato.
Questa è la nostra proposta che è anche emendabile, nel senso che il problema è quello, ma la soluzione può essere sia questa di un anno oppure magari della riduzione del 50% della temporalità, cioè due anni per quelli sotto i 35 chilowatt e un anno per quelli sopra.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. E’ un emendamento ragionevole, però la preoccupazione è che conoscere quale impianto sarà privo di documenti potrà essere – per scimmiottare una grande opera letteraria – uno, nessuno e centomila, nel senso che non sappiamo a cosa andremo incontro.
Quindi è ragionevole ma diventa complicato, potrebbe anche venir fuori che chi ha dimenticato o gettato la documentazione sarebbe sì da sottoporre a un controllo annuale, ma non abbiamo un quadro in percentuale che possa rappresentare quello che sarà.
Capisco che questo può accadere, per cui potrebbe essere ragionevole pensare ad un anno, però l’impressione è che possiamo andare incontro a un numero anche molto alto di gente che ha buttato o non trova più il documento della caldaia, al che abbiamo fatto la legge, ma di fatto l’abbiamo elusa con un emendamento che riporta ad un anno la verifica.
Mi sembra che siamo in una situazione tale da non poter ancora avere un quadro preciso, quindi questo motivo non ci permette di accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Emendamento n. 2 del Consigliere Giannotti:
Al comma 2, lettera a), dopo le parole “35 chilowatt” aggiungere le seguenti “e per gli impianti con potenza nominale del focolare inferiore a 35 chilowatt con una anzianità di installazione superiore a otto anni”.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. E’ un perfezionamento tecnico. Colgo comunque l’occasione per esprimere la soddisfazione in quanto in ogni caso la legge recepisce un’esigenza, che anche se richiamata dalla legislazione non aveva storicamente ancora fatto chiarezza.
Il fatto che oggi con una legge regionale sia affermi che l’autocertificazione è a titolo gratuito, secondo me, è un grande messaggio che diamo ai marchigiani.
Rispetto alla organizzazione di questo servizio c’è stata tantissima protesta delle popolazioni locali, quindi credo che oggi, nel dare questo segnale importante ai cittadini della nostra regione, compiamo il nostro dovere.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2 (se non viene approvato decade l’emendamento n. 3). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3 del Consigliere Giannotti. Decaduto.

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Emendamento n. 4 dei Consiglieri Capponi, Bugaro:
Al comma 3, dopo le parole “Le Autorità competenti effettuano” è aggiunta la parola “annualmente”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo emendamento cerca di esplicitare un contenuto che è implicito nella legge, cioè che le Province effettuano il 5% dei controlli a campione, non c’è scritto “annualmente”, quindi qualcuno potrebbe interpretare che è una cifra non definita magari con un programma che determina l’Amministrazione procedente.
Pertanto questo emendamento esplicita che il controllo a campione sul 5% avviene annualmente e non per periodi diversi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 ter. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 quater. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 quinquies. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5 sexies. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Emendamento n. 5 dei Consiglieri Capponi, Bugaro:
Al comma 1, la cifra “50.000,00” è sostituita con la cifra “100.000,00”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. L’unico vulnus che le Province potrebbero trovare su questa proposta di legge è il fatto che non prevede il pagamento di nessun contributo a carico dell’utente, infatti il bollino verde è gratuito, ma poi comunque le Province dovendosi accollare l’onere del controllo devono sostenere una spesa.
La proposta di legge prevede soltanto 50 mila euro di contributo alle Province. Il costo calcolato per esse è invece notevolmente superiore.
Quindi abbiamo messo una clausola valutativa che consentirà alle Province di relazionarsi negli anni successivi sull’effettivo costo di gestione di questo servizio.
Mi preoccupo di questo perché probabilmente in futuro alcune Province verranno governate dal centro-destra, quindi questo è un emendamento bipartisan.
Questo emendamento riconosce un’ulteriore minima parte di contributo alle Province per far sì che possano iniziare questi controlli. Siccome c’è il rischio che le Province adducano alla carenze delle risorse l’eventuale mancato avvio di queste procedure, pertanto in questa fase si vuole dare segno di una minima attenzione. La legge rinvierà poi al bilancio annuale della Regione l’eventuale copertura integrale o parziale anche integrata dalle multe che le Province irroreranno ai soggetti che non risulteranno a norma.
Quindi questo vuole essere uno stimolo a far sì che le Province inizino subito questo percorso e non rinviino l’entrata in vigore di questa legge proprio per carenza di risorse.
L’emendamento successivo n. 6 non lo illustro perché è conseguente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Chiedo al Consigliere Capponi di ritirare l’emendamento. Visto che questa legge avrà efficacia per il prossimo anno potremo impegnarci a fare in modo che con l’assestamento si definisca un passaggio che implementi le risorse per questa legge. Stringerlo dentro un emendamento si può anche fare, però se siamo d’accordo, ripeto, lo potremo fare in una fase successiva piuttosto che irrigidire con un emendamento questo impianto normativo.
Quindi il buon senso sarebbe quello di trovare un accordo per farlo in una fase nella quale si possa definire meglio anche la risorsa per implementare questa proposta di legge.

Franco CAPPONI. Anche con molti altri emendamenti, come quelli della proposta di legge successiva alla variazione di bilancio inerente la tassazione delle acque minerali, avevamo proposto questa cosa, poi sistematicamente questo Consiglio è dovuto ricorrere a norme aggiuntive e quindi successivamente addivenire sulle nostre posizioni.
Nel dire che a volte prevenire è meglio che curare, ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Non me ne voglia il collega Capponi, ma io sono esattamente dell’avviso contrario al suo, cioè quello che la Regione non deve trasferire alcunché alle Province, che ritengo oggi siano gli enti forse meno utili ma i più ricchi.
Quindi sono a favore del fatto che in questa legge non ci debbano essere contributi per le Province.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5, conseguente all’emendamento n. 6. Ritirati.
Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 179. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Chiedo di anticipare il punto 9) dell’ordine del giorno di cui sono il relatore, poterlo discuterlo quindi prima del punto 8). Chiesto questo perché se la discussione dovesse essere posticipata a domani non potrò essere presente per motivi familiari. Tra l’altro su questo atto non ci sono problemi

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di anticipo del punto 9).

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 87
della Giunta regionale
“Legge regionale 23 dicembre 1999, n. 37 – Proroga del programma obiettivo triennale 2003-2005 dei Servizi di Sviluppo del sistema agroalimentare regionale e linee di indirizzo per il programma annuale 2008”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 87 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo atto, che è il programma obiettivo 2008 dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare, di fatto è una proroga del programma triennale 2003-2005.
La maggior parte dei servizi di sviluppo, in esecuzione della legge n. 37 del 1999, saranno realizzati tramite Misure del nuovo Piano di sviluppo rurale, in particolare le Misure 1.1.1., 1.1.4, e le azioni di informazione e formazione previste negli Assi 3 e 4.
Questo programma operativo darà continuità a tutte quelle tipologie di servizi che non sono attivate tramite il nuovo Psr. In particolare l’assistenza tecnica specialistica nel sistema allevatoriale, la divulgazione dei dati agrimeteo per l’assistenza agronomica e fitosanitaria e l’assistenza al miglioramento genetico e funzionale degli allevamenti da latte.
Gli obiettivi per l’assistenza tecnica e specialistica nel sistema allevatoriale sono: fornire agli agricoltori un sistema continuo di trasferimento delle conoscenze scientifiche, aumentare la qualità delle produzioni zootecniche, introduce e diffonde i sistemi informatici, facilita l’introduzione dei sistemi di qualità di processo e garantisce il consumatore circa la salubrità delle produzioni zootecniche marchigiane.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Binci, se gli argomenti in discussione non sono interessanti possiamo anche sospendere la seduta. Quindi un po’ di attenzione perché da qui non riesco a sentire quello che dice il relatore e credo che neanche voi possiate farlo.

Massimo BINCI. Riguardo all’assistenza per il miglioramento genetico e funzionale degli allevamenti da latte, l’azione ha lo scopo di assicurare agli allevatori delle Marche una struttura di riferimento e di indirizzo per il processo di miglioramento genetico e funzionale degli allevamenti.
Sulla divulgazione dei dati agrometeorologici per l’assistenza tecnica agronomica e fitosanitaria, i servizi di assistenza agrometeorologica e fitosanitaria sono costituiti da un complesso di attività che prendono avvio dalla rilevazione dei principali parametri meteo-climatici di interesse specifico per l’agricoltura, prevedono la diffusione giornaliera dei dati meteoclimatici tramite sito internet.
L’Assistenza agrometeorologica, inoltre, risulta funzionale, oltre che direttamente alle aziende specie per la definizione delle proprie strategie di difesa integrata, per la programmazione dei turni di irrigazione, delle lavorazioni, e anche al resto del sistema dei servizi di sviluppo agricolo.
Un riferimento lo voglio fare rispetto alle previsioni di spesa per l’anno 2008. Per l’assistenza tecnica specialistica con elevato contenuto scientifico e innovativo al sistema allevatoriale la spesa pubblica sarà di 250 mila euro, per la divulgazione dei dati agrometeo per l’assistenza agronomica e fitosanitaria la spesa pubblica prevista è di 340 mila euro e per l’assistenza al miglioramento genetico e funzionale degli allevamenti da latte sono previsti 175 mila euro, per un totale di spesa pubblica, previsti da questo piano di interventi 2008, di 765 mila euro.
Voglio leggere, infine, un ordine del giorno, presentato congiuntamente da tutti i membri della Commissione, in merito al progetto di riassetto organizzativo e funzionale di tutto il personale dei consorzi fitosanitari:
“Il Consiglio regionale, presa visione del programma obiettivo servizi di sviluppo del sistema agralimentare regionale 2008, volto, attraverso il sostegno ai produttori, ad intensificare il processo di qualificazione e competitività del sistema agricolo ed agroalimentare marchigiano;
Considerati i risultati ottenuti dall'attività di assistenza agrometeorologia e fitosanitaria nel miglioramento delle tecniche colturali relativamente all'impatto ambientale e alla riduzione dei trattamenti fitosanitari;
Considerato che tale attività, ai sensi della l.r. 9/97, è svolta dall'Assam con la collaborazione dei consorzi fitosanitari;
Tenuto conto che i consorzi fitosanitari svolgono principalmente l'attività di divulgazione attuando le iniziative previste dai loro specifici progetti;
Tenuto conto, inoltre, che negli ultimi anni le risorse concesse ai consorzi sono state progressivamente ridotte e che non è stato loro liquidato il saldo relativo agli anni 2005, 2006 e 2007;
Ritenuto essenziale garantire la continuità del servizio svolto dai consorzi fitosanitari
Impegna la Giunta regionale a predisporre un progetto di riassetto organizzativo e funzionale di tutto il personale dei consorzi fitosanitari”, di cui è previsto il trasferimento all’Assam.
Ciò che qui viene posto è anche riconoscere il lavoro svolto nell’ultimo decennio da dodici operatori dei consorzi fitosanitari e di prevederne il loro totale utilizzo se possibile all’interno dell’Assam.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Su questo atto vorrei fare un’obiezione di fondo, mentre nel merito non ho da farne di specifiche.
Sapete che la legge regionale n. 37 del 1999 prevede che la Giunta regionale predisponga il programma obiettivo triennale dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare e poi il Consiglio lo approvi. Infatti questo piano è stato predisposto e poi approvato dal Consiglio nel 2003, nel 2006-2007 sono state fatte delle proroghe e ora nel 2008 siamo alla terza proroga.
Quindi l’obiezione di fondo è sulla modalità di procedere, in quanto la proroga una volta va bene, ma quando sono due o tre diventa - come diceva un mio collega prima - il decreto delle mille proroghe.
Quindi c’è un’obiezione in questo senso, per cui dico che se il compito è quello di fare il piano, ormai è ora di farlo.
Nel merito – questa è un’obiezione tecnica – non ho ritorni di informazione sulla efficacia dei provvedimenti che sono stati approvati da questo Consiglio e di cui hanno beneficiato le categorie. Probabilmente non ce le ho anche per una mia carenza personale, quindi non sono in grado di dire se quanto approvato nel 2003 e successivamente prorogato ha prodotto sempre degli effetti positivi o meno.
I settori che vengono toccati sono quelli dell’assistenza tecnica al sistema allevatoriale, quello dell’assistenza per il miglioramento genetico dell’allevamento del latte e quello di una divulgazione dei dati dell’assistenza agronomica o fitosanitaria, ma se per questi provvedimenti ci sia stata poi un’efficacia o meno, ripeto, non sono in grado di stabilirlo, magari lo potrà fare poi l’Assessore.
Quindi su questo atto ci asterremo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Soltanto per dire che condivido le perplessità del relatore di minoranza Viventi, in quanto stiamo parlando – lo ricordo sommessamente – di un programma 2003-2005. Una proroga rispetto ad un programma che aveva una valenza temporale dell’annualità ben definita e che ormai risale a tre anni or sono è chiaro che lascia perplessi.
Ovviamente ci sono delle motivazioni – ora anche l’Assessore entrerà nel merito -, in quanto stiamo parlando di questioni che riguardano la funzionalità dello strumento, quindi dovendo arrivare all’obiettivo per raggiungerlo occorre anche un tempo ulteriore. Infatti stiamo parlando di cose che con questa ulteriore proroga andranno, spero, a favore dei soggetti beneficiari di determinate misure.
Il problema però è che dilatiamo ancora una volta un programma operativo che doveva vedere una puntuale applicazione temporale e sostanziale.
Mi fermo dicendo che anche noi, guardando non solo alla nota negativa che ho sottolineato ma anche all’aspetto positivo, ci asterremo rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Le critiche emerse anche dal relatore di minoranza sono sicuramente supportate da molti fatti. Questo piano era stato prorogato già per l’anno 2006 – c’era un problema di vacatio del Consiglio regionale per il rinnovo, ecc. – ed anche per il 2007, su cui noi avevamo avanzato delle critiche. Ora prorogarlo anche per il 2008 mi sembra un’azione poco rispondente alle strategie che la Regione vuole portare avanti sia nel settore dell’agroalimentare che nel sistema produttivo zootecnico.
Voglio sottolineare che in questo periodo è avvenuto anche un cambiamento della politica agricola comunitaria. In questo consesso abbiamo approvato già nell’estate scorsa il primo documento relativo al nuovo Psr, un piano che ha delle nuove strategie, che contempla nuove azioni e che mette in risalto alcune peculiarità dell’agricoltura marchigiana.
Certamente questo è un atto dovuto, quindi lo voteremo perché il settore delle associazioni agricole e dei servizi che gestiscono queste operazioni di sostegno e di assistenza tecnica devono proseguire, ma riteniamo anche che oggi questa prosecuzione non sia funzionale a un nuovo modello di agricoltura che guarda alla qualità, alla filiera corta o che guarda alla qualificazione delle nostre produzioni anche attraverso una filiera lunga che è comunque altamente specializzata.
L’azione di questo atto portata avanti dall’Assessorato è poco incisiva. Noi riteniamo che la proroga dei programmi sia una prassi sempre da rifiutare, soprattutto quando si è in presenza di sostanziali e importanti cambiamenti come quelli che ho descritto in premessa.
Nella presentazione dell’Assessore gradirei capire quali saranno le risorse che andranno in campo, cioè quali saranno quelle previste dal bilancio regionale e quelle previste dal nuovo Piano di sviluppo rurale. E’ una compenetrazione tra i fondi previsti dalla Regione e il fatto di utilizzare dei nuovi fondi previsti nel Psr, ma che ha una filosofia estremamente diversa da quella del precedente Psr 2000-2006.
Quindi penso che anche in questo caso sia indispensabile un’azione di ammodernamento, di ristrutturazione e quella di contemplare nuove misure e nuovi servizi più specifici per il settore agricolo marchigiano.
In questi anni, Assessore, abbiamo assistito ad un declino del sistema agricolo, c’è stato soprattutto per quanto riguarda l’agroalimentare, con un aumento, quindi, del peso del Pil regionale nel settore agricolo.
Noi pensiamo che oggi, visto lo scenario mondiale, vista la nuova attenzione dei mercati mondiali ai mercati della qualità e del settore agroalimentare, che tutto questo debba essere rilanciato.
Pertanto, Assessore, per l’immediato futuro ci aspettiamo un cambio di rotta totale. Questo lo dico anche alle associazioni di categoria, perché probabilmente anche il loro impegno dovrà essere rivolto in un’altra direzione, addirittura dovrà essere stimolo per un cambio di marcia e di indirizzo rispetto a un modo di fare del passato che non ha risposto sempre a quegli obiettivi e a quelle strategie che la Regione nelle sue enunciazioni aveva detto di voler perseguire.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Vorrei fare un breve intervento in linea con quelli dei Consiglieri nostri gruppi intervenuti prima di me.
Questa piccola modifica di atto amministrativo determina proprio una forma di non considerazione del settore che stiamo trattando.
Giustamente tutti abbiamo avuto pressioni, come le ha avute lei Assessore dal suo direttivo, quindi certamente non è giusto che rimanga sospesa in quanto c’è chi sta aspettando per poter operare.
In ogni caso è determinante, come ho detto prima, il comportamento con il quale ci si rivolge a questo settore. E’ un settore che quando ci vogliamo riempire la bocca o quando vogliamo fare bella figura, lo esaltiamo, lo facciamo sentire come il trainante, come quello che in un certo senso è il nostro specchio, le nostre tradizioni, il nostro modo di fare, poi dentro queste Aule, luogo che il cittadino e l’operatore quotidiano vive in modo molto distaccato, viene bistrattato e quasi trascurato.
Non è giusto, Assessore, che una proposta così importante, determinante e quotidiana venga poi utilizzata per poter prendere soltanto del tempo.
Su questo mi riaggancio al discorso fatto dal nostro Capogruppo, pertanto condivido di acconsentire all’approvazione di questa proroga, ma vorrei comunque sottolineare ancora una volta l’attenzione per un settore che ci rappresenta, un settore che in Europa e nel mondo vuole riacquistare una certa immagine e anche un certo sostegno economico, quindi un settore che non va assolutamente trattato con così tanta leggerezza.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi do la parola all’Assessore Petrini per l’intervento conclusivo.

Paolo PETRINI. Tutti voi conoscete il dibattito sul futuro della politica agricola comunitaria che è in atto da diverso tempo in sede europea. Anche di recente è stato fatto un atto, chiamato health check, proprio per fare il punto della situazione e dare delle prospettive.
Comunque la questione importante che voglio mettere in luce oggi è che la politica agricola comunitaria dovrà giustificarsi non certo sulla base dei sussidi agli agricoltori, ma sulla base dei benefici che tutta la comunità europea ricaverà da questo contributo che il bilancio europeo così pesantemente dedica a questo settore.
Quindi la fiducia dei cittadini e dei consumatori si baserà sempre di più su quello che è il beneficio collettivo, a cominciare dalla tutela dell’ambiente - pensiamo ad esempio alla condizionalità -, e per quel che riguarda il discorso di oggi in particolare alla qualità e alla sicurezza degli alimenti.
Quindi nel merito - e come giustamente richiamava il Consigliere Viventi ogni volta dovremmo capire a quali risultati ci porta il provvedimento che andiamo ad approvare - possiamo dire che questo provvedimento in maniera oggettiva ha contribuito, contribuisce e contribuirà al conseguimento di risultati in ordine alla qualità e alla sicurezza degli alimenti.
Nell’ultima rilevazione fatta lo scorso anno per quel che riguarda il servizio agrometeo abbiamo potuto constatare che nelle Marche il 70% della produzione convenzionale non ha residui da fitofarmaci, quindi di fatto è uguale a quella biologica, il 27% è assolutamente al di sotto dei parametri di legge – sempre come residui di fitofarmaci – e solo il 3% ha dei leggeri sforamenti.
Questo significa che il sistema del controllo, della divulgazione e dell’assistenza agli agricoltori relativamente all’utilizzo dei concimi chimici ha funzionato e continua a funzionare.
Stesso discorso riguarda anche il latte dove, attraverso il laboratorio Ara, abbiamo potuto continuare ad avere una qualità molto alta che, appunto, con il latte di alta qualità ci ha potuto far utilizzare il marchio Qm, quindi qualità garantita dalle Marche.
Anche nella qualità delle carni abbiamo potuto continuare, non solo anche qui attraverso l’utilizzo del marchio Qm, ma anche attraverso una commercializzazione che è sempre più “griffata”, cioè certificata a spingere la nostra produzione di carni bovine e a seguire, come avverrà nel prossimo futuro, anche delle carni suine e avicole.
Questo è nel merito per quelli che sono i risultati che la legge consegue.
Nel metodo. Noi abbiamo prorogato quello che nel precedente Programma obiettivo si diceva, perché in attesa dell’approvazione del Programma di sviluppo rurale mantenevamo quelle indicazioni che poi avrebbero trovato un diverso accoglimento. In particolare in due misure del piano, la 1.1.1 e la 1.1.4, dove sono contenuti circa 20 milioni di euro e dove, al di là della generica attività di informazione comunque necessaria per poter far sì che gli operatori possano al meglio cogliere l’opportunità di questo strumento importante, mentre il resto, in particolare la misura consulenza 1.1.4 è molto più finalizzata di quanto non fosse attraverso i contenuti del Programma obiettivo della legge n. 37. Questo perché si collega in maniera molto forte a quelle che saranno le azioni concrete che gli agricoltori metteranno in campo nel momento in cui coglieranno l’opportunità del Programma di sviluppo rurale attraverso l’insediamento di giovani agricoltori o anche attraverso gli investimenti che gli stessi agricoltori produrranno.
Ma poi la verità vera del fatto che il Programma obiettivo sia stato prorogato per queste attività in particolare, è che queste sono attività che fanno parte di funzioni che noi facciamo gestire in maniera sussidiaria. E la gestione sussidiaria di queste funzioni non ha funzionato in quanto gli organismi che se ne sono occupati nel tempo non sono riusciti a gestire al meglio la propria sopravvivenza, non sono riusciti neanche – vedi i consorzi fitosanitari – a riprodurre e rigenerare quello che è il loro sapere. Quindi una volta che, facendo l’esempio concreto dei consorzi fitosanitari, quei bravi tecnici che vi lavorano andranno in pensione noi avremo il nulla, in quanto i consorzi fitosanitari, a parte queste attività che svolgono sotto la direzione dell’Assam che ha la funzione agrometeo, non hanno la capacità di assumerne altri, di prepararli per il prossimo futuro – lo stesso possiamo dire per il laboratorio Ara del latte – e non hanno poi la capacità organizzativa e finanziaria di poter avere delle prospettive.
E’ per questo che siamo avviati ad un completo assorbimento di queste funzioni. Ci stiamo organizzando attraverso l’Assam che svolgendo appieno queste funzioni riceverà dalla Regione dei fondi per ristrutturare il laboratorio agrochimico di Jesi, cosa che permetterà non solo di svolgere al meglio le funzioni che già svolge, ma anche di svolgere la funzione di laboratorio del latte per le analisi, permetterà anche di assorbire il personale del laboratorio Ara e di svolgere completamente le funzioni agrometeo assorbendo i tecnici funzionali a questa azione.
Quindi, come credo potete ben capire, se sotto il profilo teorico possiamo svolgere una critica, sotto il profilo pratico di critiche proprio non ce ne sono, perché di fatto con questo Programma obiettivo pagheremo delle persone che svolgono questa funzione dall’esterno e la funzione non cambierebbe con un nuovo Programma obiettivo, tra l’altro nel breve arco di quest’anno affideremo ad altri questa funzione.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alla votazione.

E’ stato presentato un ordine del giorno dai Consiglieri Rocchi, Cesaroni, Ciriaci, Badiali, Binci, D’Anna, Donati, Procaccini, Solazzi, Viventi, di cui ha già dato lettura il relatore di maggioranza Consigliere Binci. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 87. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 217
del Consigliere Ricci
“Interpretazione autentica dell’articolo 2, comma 1, lettera a) della legge regionale 29 ottobre 2004, n. 23 “Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 217 ad iniziativa dei Consigliere Ricci. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questa proposta di legge trattasi di una interpretazione autentica della legge regionale e anche se è composta di un unico articolo ha richiesto un approfondimento abbastanza lungo e impegnativo. Per questo ringrazio tutti i tecnici e i funzionari della seconda e della quarta Commissione che su un tema del genere hanno dovuto conoscere anche le esperienze a livello nazionale. Parliamo, infatti, di una materia non semplice, parliamo di sanatorie di abuso edilizio in area a vincolo ambientale, quindi si è cercato di sviscerarla fini in fondo. Ecco perché ci abbiamo messo un po’ di tempo e, ripeto, nonostante sia un articolo unico ha richiesto un lavoro serio, un lavoro di verifica con orientamenti, atteggiamenti e interpretazioni diverse rispetto a un tema così spinoso.
La seconda questione che voglio evidenziare è di carattere politico più in generale.
Penso che i condoni non siano una buona politica, penso che siano, quando possibile, da evitare. Tuttavia quando una legge nazionale lo rende possibile è giusto che le interpretazioni sulle leggi che tendono a sanare questi condoni siano interpretazioni non viziate da approcci di principio o, ancor peggio, da approcci ideologici.
Ho ritenuto che nelle Marche andava fatta chiarezza su un tema di fondo. Cioè sul fatto che rispetto a questo tema delicato e spinoso a distanza di alcuni anni – nel 2003 la Finanziaria nazionale fece la legge sul condono, nel 2004 ci fu la legge regionale – nelle Marche ci siamo trovati di fronte a migliaia di pratiche di richiesta di condono edilizio bloccate nei Comuni. Peraltro con un aggravante in più, cioè che le interpretazioni che danno gli uffici tecnici dei Comuni sono diverse; da un lato ci sono alcuni Comuni che all’indomani della legge regionale hanno proceduto celermente a sanare i condoni, quindi hanno già incassato le risorse e rilasciato i pareri favorevoli, dall’altro, invece, alcuni Comuni, applicando la direttiva nazionale, non hanno concesso pareri favorevoli, poi ci sono anche Comuni che sono in standby, sono cioè in attesa e preoccupati di sapere quello che succederà.
C’era dunque la necessità di fare chiarezza su questo punto. C’è stato espressamente chiesto in sede di audizione con l’Upi, l’Anci, l’Uncem ed altri soggetti, non tanto la possibilità di formulare una loro proposta di risoluzione del problema, quanto di avere chiarezza dal Consiglio regionale.
Penso che la chiarezza possa essere fatta attraverso, appunto, una interpretazione autentica della legge regionale che a quel tempo intendeva dare una risposta in termini di pareri favorevoli in relazione alla legge dell’anno precedente sul condono edilizio in aree protette, in modo tale da garantire il superamento delle pratiche delle istanze presentate.
Nel 2004 potevamo fare anche un altro passaggio, cioè con una legge regionale si poteva declinare in maniera più precisa e puntuale la tipologia di abuso edilizio. Molte Regioni lo hanno fatto, mentre la Regione Marche ha dato un parametro generale di riferimento di 750 metri cubi al di sopra del quale non si può condonare, quindi abbiamo già un atteggiamento molto prudente rispetto ad altre Regioni. Comunque la legge non aveva specificato tipologia per tipologia gli abusi in maniera approfondita.
Al di là di questo aspetto oggi comunque ci troviamo di fronte ad una necessità di chiarezza. Credo che questa interpretazione autentica colga in maniera chiara e netta la legge regionale, facendo una precisazione, cioè che la possibilità di sanare un abuso edilizio in area a vincolo ambientale sia riferita a tutti quegli abusi su cui non sussiste il vincolo di inedificabilità assoluta. Ed è evidente che questa è una soglia discriminante, perché laddove c’e un vincolo di inedificabilità assoluta non c’e il rischio di concedere nulla in quanto non si può fare nulla. Comunque in questo quadro abbiamo bisogno di dare chiarezza.
Tenete conto che i tre quarti – dico una cifra alta ma più o meno siamo lì – del territorio regionale è vincolato dal punto di visto ambientale, dal dissesto idrogeologico ad altri vincoli ambientali. In qualche comparto di alcuni comuni sussiste questa ambiguità, nel senso che alcuni interventi edilizi vengono concessi con prescrizioni rispetto a quel tipo di vincolo, altri invece semplicemente perché abusi di piccola dimensione verrebbero negati.
Quindi in questa regione, ripeto, ci sono interventi di Sindaci difformi tra di loro, pertanto era necessario fare chiarezza.
Questa proposta di legge, che punta semplicemente ad una interpretazione autentica, ci sembra la soluzione migliore per fare chiarezza rispetto alla legge e per mettere in condizione gli uffici tecnici dei Comuni di non stare preoccupati rispetto al tema dei condoni e degli abusi. Tema su cui, essendo anche materia penale, molti uffici tecnici sono terrorizzati dal muovere qualcosa.
Credo che con questa interpretazione potremo rendere chiara una norma della Regione Marche già scritta nel 2004 e di fatto ineccepibile per la chiarezza della stessa norma.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Condivido gran parte delle analisi fatte dal relatore di maggioranza. Forse – permettetemi la battuta – su questa proposta di legge ci siamo posti con meno preconcetti e con meno condizionamenti.
Ritenevamo opportuna questa interpretazione autentica perché era il territorio che ce lo chiedeva, era una necessità, un’impellenza che questa Regione doveva soddisfare quanto prima. Lo doveva fare non solo per il contesto civilistico-penalistico che interessava e preoccupava la figura amministrativa, ma anche perché era opportuno restituire al territorio una chiarezza normativa che purtroppo da tempo non esisteva proprio per quei preconcetti di cui dicevo, in quanto qualcuno accusava questa interpretazione di essere eccessivamente estensiva rispetto ad una restrittiva precedente.
Ritengo che la precedente interpretazione fosse ambigua e in qualche modo preclusiva. Quindi inquadrare meglio, come è stato fatto, le fattispecie che possono andare in sanatori, darà modo a chi sta sul territorio di lavorare meglio, di lavorare con più tranquillità, sapere quindi quello che si deve e non si deve fare in base ad una norma che è assolutamente chiara a livello nazionale che, peraltro, a suo tempo abbiamo anche condiviso.
Dunque da parte nostra oltre ad esserci stata la disponibilità ad interpretare, come ha detto il relatore di maggioranza, c’è anche la disponibilità di votarla favorevolmente.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Credo che serva un supplemento di riflessione su questa proposta, bisogna ritornare un attimo al quadro dal quale nasce la legge.
Questa legge nasce dall’ennesimo condono edilizio – sul quale adesso non trovo aggettivi – votato dal Governo Berlusconi, cioè è stata l’ennesima prova che nello Stato italiano quando si fanno le leggi si fanno per finta, quindi è stato l’ennesimo segnale ai cittadini che al di la di ciò che dicono le leggi si può fare tranquillamente ciò che si vuole perché tanto prima o poi arriverà una sanatoria, un condono, ecc.. Facendo anche passare il messaggio chiaro che noi sul fronte di un settore specifico come quello della devastazione del territorio, attraverso le pratiche urbanistiche, scherziamo.
Su quel condono nazionale le Regioni furono chiamate a legiferare. La Regione Marche tentò addirittura di legiferare in controtendenza, infatti insieme ad altre tentò di impugnarla, ma poi perse il contenzioso in quanto naturalmente lo Stato era legittimato, purtroppo, sul piano formale – meno su quello politico – a fare questa legge. Allora la Regione Marche dentro questa azione disse: “va bene, facciamo ciò che è possibile, diamoci una legge restrittiva che in qualche modo possa regolamentare”.
La legge che il Consiglio regionale votò in effetti aveva degli elementi migliorativi rispetto al condono. Se andate a leggere il dibattito dell’approvazione in quel Consiglio trovate la contrapposizione tra il centro-destra e il centro-sinistra, dove il centro-destra difendeva la legge condono del Governo Berlusconi mentre il centro-sinistra la criticava in quanto contrario ai condoni, agli abusi, ecc. e quindi chiedeva di fare una legge diversa. Era un dibattito nel quale, nello spirito reale che circolava nella maggioranza di quel Consigli, si diceva: “diamoci una legge restrittiva perché i condoni non ci piacciono, gli abusi non ci piacciono, quindi non possiamo legittimarli continuamente”:
Credo che dentro quel dibattito ci sia stato un atto di distrazione e rispetto alla questione di oggi sull’interpretazione di quell’articolo ci sia stata una sottovalutazione reale, perché lo spirito reale che circolava nel dibattito di quel Consiglio era quello di restringere rispetto all’ipotesi di condono.
Oggi ci troviamo, anche se i pareri degli organi della Giunta sono discordanti, in una situazione dove oggettivamente nella regione si è creato un problema di interpretazione, infatti se andiamo a leggere la lettera di quello che c’è scritto nella legge il ragionamento del Consigliere Ricci non fa una piega. L’interpretazione autentica della lettera è quella che noi diamo con questa legge.
Il problema è che cosa dobbiamo interpretare. Se, come penso, lì era stata fatta una sottovalutazione quando in realtà la volontà del Consiglio era un’altra – questo, ripeto, si evince dal dibattito –, credo che vada scelto qual è il tipo di interpretazione che vogliamo dare. Dico questo perché le interpretazioni rispetto a questa cosa sono articolate, infatti se chiedete pareri ai diversi organi della Giunta regionale questi non coincidono.
Sostanzialmente oggi con questa legge scegliamo di legittimare l’errore che venne fatto allora, cioè siamo in una normativa addirittura più estensiva rispetto a quella nazionale. Poi vedremo se questa cosa sarà impugnata o se, come era già stato fatto all’epoca, verrà tranquillamente legittimata.
Però sul piano politico resta il problema di chi continua a credere che i condoni sono una pratica sbagliata; quindi con l’ipotesi di mediazione, se i condoni ci sono, cerchiamo almeno di non farli in maniera estensiva rispetto a quanto non lo siano già.
Ripeto, la legge regionale in sé contiene degli elementi restrittivi, e l’articolo specifico del quale oggi ci occupiamo, quindi la corretta interpretazione sul piano formale di quell’articolo, è un’interpretazione che rischia di essere estensiva rispetto all’interpretazione reale.
Tra l’altro in Commissione non siamo riusciti a fare un’analisi reale dell’impatto, abbiamo sempre parlato in maniera molto vaga di piccoli abusi e di questioni sulle quali anch’io oggettivamente non mi sento di creare problemi (lo spostamento di una finestra, l’allargamento di una porta), anzi, credo che probabilmente sono anche materie nelle quali dovremmo in qualche modo semplificare la vita ai cittadini. Quindi magari parliamo di una piccola percentuale, ma poi non abbiamo il dato reale dell’impatto che questo potrebbe avere sugli abusi di altra entità, anche se ci sono i limiti cubatura, ecc..
Ebbene, questa interpretazione se da una parte sicuramente ha il valore di risolvere gli intasamenti reali che ci sono nei Comuni, dall’altra rischia anche di legittimare quegli abusi che, all’interno dello spirito originario della maggioranza che votò la legge, non dovrebbero essere legittimati.
Condivido sul piano formale questa interpretazione – tra l’altro non si capisce perché sia nato questo problema, infatti se i funzionari dei Comuni avessero letto in maniera giuridica il testo della legge non avrebbero avuto bisogno della nostra interpretazione - in quanto sia sul piano del diritto che della lettura della norma non fa una piega, ma è un’interpretazione che sul piano politico lascia tutti i problemi di cui ho parlato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Condivido nella sostanza le argomentazioni del Consigliere Altomeni. Tra le altre cose questa proposta di legge è anche fuori fase, nel senso che in Parlamento si sta discutendo di diverse proposte e di una sintesi di legge urbanistica quadro, quando poi a livello regionale in Commissione c’è una proposta della Giunta regionale sull’urbanistica ed oggi il Consiglio dovrebbe approvare una leggina sull’interpretazione autentica degli abusi edilizi.
Secondo noi questa è un’impostazione sbagliata che dà un errato messaggio agli enti locali e nella nostra regione non dà neppure la possibilità di una regolamentazione seria del settore dell’urbanistica.
La legge regionale n. 23 del 2004 agiva dentro una deregolamentazione proposta dal Governo nazionale, e questa legge cercava, con una giusta filosofia, di limitare i danni delle sanatorie. Infatti cercò di limitare al massimo tale sanatoria in primo luogo per una difesa della legalità, in secondo luogo anche per una correttezza e difesa di uno sviluppo equilibrato e serio dell’urbanistica. Pertanto in questo contesto la legge venne accolta con serietà dal sistema degli enti locali.
Oggi questa leggina riapre un varco, perché con essa si impedisce la sanatoria solo a quelle possibilità che impediscano l’esecuzione di opere in maniera assoluta.
Questa formulazione così semplice, e quasi ingenua, in realtà potrebbe essere devastante, nel momento in cui, invece, cerchiamo di sviluppare l’edilizia, l’urbanistica, i centri storici in maniera ordinata, con uno sviluppo serio e funzionale anche rispetto ad un assetto di equilibrio urbanistico e territoriale più complessivo.
Per questi motivi chiediamo al presentatore di ritirare questa proposta per poterla discutere meglio in Commissione, in caso contrario i Comunisti Italiani voteranno contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo che questo testo, che tra l’altro non dovrei neanche difendere perché non è di nostra provenienza, la Commissione lo abbia valutato molto attentamente, sono state fatte audizioni con tutti i responsabili delle Province in merito alla situazione in essere riferita al condono del 2003 e interpretato dalla Regione nel 2004.
Vorrei sottolineare, se non è un aspetto ideologico, al Consigliere Altomeni e Consigliere Procaccini, che con questo articolo non si riapre nessun condono nelle Marche, si va a sostenere un’interpretazione che l’Ufficio legislativo della Regione aveva dato alle Province e sulla quale le Province si sono attenute per esprimere i pareri di conformità sul condono edilizio.
Quindi questa oggi diventa una legge di equiparazione su tutto il territorio della regione di quei comportamenti delle amministrazioni locali e provinciali che su questo tema hanno dovuto esprimere un parere di congruità e di condonabilità.
Ritengo, come abbiamo potuto appurare dopo diverse audizioni e anche dopo diversi approfondimenti fatti anche dal nostro gruppo, che sia una norma che riporta nella nostra regione una trasparenza nell’applicazione della legge.
Certo, il paradosso sarebbe se l’interpretazione fosse contraria a quella avvenuta sul territorio, cioè quella che hanno utilizzato tre Province per assentire i condoni edilizi che quindi semmai dovrebbero essere annullati, addirittura è stato fatto per fabbricati che hanno avuto successivamente degli interventi di messa a norma attraverso prescrizioni fatte puntualmente dagli enti. Quindi il contenzioso che potrebbe nascere da una diversa interpretazione dell’applicazione di questa norma sarebbe devastante in questa regione perché, ripeto, dovrebbe essere rivista tutta l’applicazione della normativa almeno su più di mille casi che, invece, sono stati puntualmente autorizzati e chiusi.
Questa posizione è di estrema responsabilità, Consigliere Altomeni, perché non si concedono ulteriori attentati, come lei li chiama, al territorio e all’ambiente, ma si sostanzia una procedura amministrativa che già è stata applicata sul territorio e che ha già dato un suo responso.
Soltanto una Provincia ha manifestato, oggi, una certa dubbiosità, probabilmente postuma, sull’applicazione di questa norma, questo perché alcune sentenze verificatesi in Italia avevano paventato un’interpretazione diversa.
A mio avviso l’interpretazione che viene proposta da questo testo è responsabile, è una proposta che fa chiarezza ed equipara come trattamento tutti i cittadini delle Marche, perché la legge che sottendeva al condono era una legge regionale e non era una interpretazione localistica delle Province o dei Comuni.
E’ per questo che voteremo a favore e siamo assolutamente contrari a qualsiasi norma di rinvio o di ritiro.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Trattandosi di proposta di legge composta di un solo articolo procediamo alla votazione finale.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 217. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 133
dei Consiglieri Bucciarelli, Giannotti, Favia, Altomeni, Castelli
“Disciplina del Consiglio regionale dell’economia e del Lavoro (Crel)"

Proposta di legge regionale n. 127
dei Consiglieri Santori, Capponi, Brini, Bugaro, Cesaroni, Tiberi
“Istituzione del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro"

(abbinate)
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 133 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giannotti, Favia, Altomeni, Castelli e la proposta di legge n. 127 ad iniziativa dei Consiglieri Santori, Capponi, Brini, Bugaro, Cesaroni, Tiberi, abbinate. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. La costituzione e disciplina del Crel rappresenta una tappa importante del processo di completamento delle riforme istituzionali che dalla scorsa legislatura sta impegnando la nostra Regione.
Il testo oggi all'esame dell'Aula è il frutto dell'abbinamento di due proposte di legge che danno attuazione all'articolo 40 del nuovo Statuto regionale con il quale viene istituito il Consiglio regionale dell'economia e del lavoro quale organismo di consultazione delle organizzazioni più rappresentative del mondo economico e del lavoro. Siamo in Italia la settima Regione a darsi questo organismo.
Il Crel costituisce, in particolare lo strumento essenziale che lo Statuto ha individuato per assicurare efficaci forme di raccordo tra Regione e forze economiche e del lavoro al fine di elaborare politiche di sostegno allo sviluppo della comunità marchigiana.
Il testo che si propone all'approvazione dell'Assemblea è stato sottoposto ad un'ampia consultazione di tutti i soggetti interessati e anche di altri le cui osservazioni sono state tenute in attenta considerazione dalla Commissione e hanno ispirato anche le modifiche introdotte in questo testo che abbiamo oggi in Aula .
Quali sono le principali problematiche affrontate dalla proposta licenziata dalla Commissione? Sono la composizione del Crel, le funzioni dell'organismo, le modalità del loro esercizio e la durata in carica.
Per quanto attiene la composizione il primo nodo che la Commissione ha dovuto sciogliere è stato quello di individuare quali fossero le organizzazioni rappresentative del mondo economico e del lavoro che dovevano comporre il Crel. In particolare ci si è chiesti se l'organismo potesse essere integrato da soggetti come le università, il terzo settore, le organizzazioni di volontariato ecc - alcune di queste questioni ritorneranno nel dibattito in quanto ci sono emendamenti presentati dal Consigliere Massi -.
Si è ritenuto opportuno che nel Crel fossero rappresentate prevalentemente le categorie produttive (imprese industriali, agricole, imprese del commercio, del turismo e dei servizi, imprese artigiane), rappresentanti dei lavoratori, delle cooperative, dei consumatori, rappresentanti del mondo bancario e rappresentanti delle Camere di commercio.
Perché questo? Perché si è ritenuto che queste fossero le caratteristiche delle associazioni più rappresentative, così come il Crel è previsto dal nostro Statuto.
Sapendo, tra l’altro, che la nostra Assemblea legislativa in sede di approvazione del Cal si è assunta anche l’impegno con uno specifico ordine del giorno di dar vita ad una legge sulla partecipazione. Quindi una legge che possa prevedere anche la rappresentanza del mondo dell’associazionismo così ricco nella nostra regione, una terza gamba – anche se non è prevista dallo Statuto – per completare il processo della partecipazione democratica che io credo sia uno strumento non informale ma formalizzato.
Credo, infatti, che nel mondo di oggi, in epoca di una democrazia matura quale la nostra, ci sia assolutamente bisogno di questi altri strumenti.
La legge, quindi, fissa alcuni paletti: la definizione di organizzazioni maggiormente rappresentative (quelle con il maggior numero di iscritti a livello regionale); l'obbligo di designare soggetti che rivestano nelle rispettive organizzazioni cariche direttive, al fine di dare autorevolezza a questo organismo, così come abbiamo fatto per il Cal; garantire l'equilibrata presenza di entrambi i generi. Credo che questo sia un elemento particolarmente importante in quanto, in particolare in una regione come la nostra, c’è percentuale significativa di donne che lavorano e che sono anche imprenditrici – vediamo i dati del settore commercio, artigianato, industria e anche agricoltura – .
Questi sono i paletti e le indicazioni forti che la legge dà.
Passo alle funzioni del Crel e alle modalità del loro esercizio.
La prima problematica affrontata è stata l'individuazione delle tipologie di atto su cui il Crel è chiamato ad esprimere parere, evitando un’eccessiva esposizione dell’organismo o duplicazioni.
In particolare si è previsto che il Crel esprima pareri sia obbligatori che facoltativi all’Assemblea legislativa regionale e anche la possibilità di pareri facoltativi sia alla Giunta..
I pareri obbligatori riguardano atti rilevanti (bilancio, atti di programmazione economica e finanziaria, atti di programmazione e pianificazione generale e settoriale, atti assembleari di indirizzo alla Giunta regionale nelle materie economiche e del lavoro).
I pareri facoltativi possono essere richiesti sia dalla Giunta che dall’Assemblea legislativa.
La legge prevede, inoltre, che anche il Crel possa essere sentito sia su proposte di legge che su atti amministrativi diversi da quelli su cui è richiesto il parere obbligatorio.
Quindi c’è un’ampia possibilità da parte dell’Assemblea legislativa e della Giunta di attivare forme di partecipazione e di consultazione anche informali.
Al fine di evitare duplicazioni di funzioni la legge dispone l'abrogazione del Ces (Comitato economico sociale), mentre mantiene in vita altre forme di partecipazione (Commissioni, Consulte) previste da leggi regionali specifiche, quindi per settori di specifica competenza. Pertanto il Crel non sostituisce tutto, sostituisce solamente il Ces, che ovviamente viene abrogato, e lascia in vita per forme di partecipazione previste da leggi di settore e da leggi specifiche.
Questo perché il Crel è considerato dallo Statuto – e ovviamente la legge fa tesoro di questo – un organismo di consultazione su provvedimenti di rilevanza generale e non su atti settoriali, per cui restano valide le altre forme di consultazione attualmente vigenti.
Per quanto attiene i rapporti tra consultazione e concertazione – altro grande tema – si è ribadito che la concertazione compete alla Giunta che, attraverso la legge, ha anche l'onere di informare il Crel, tramite l’Assemblea legislativa, dell'avvio delle fasi di concertazione e del loro esito.
C’è un apposito articolo – lo ricordo perché è un tema di particolare rilevanza – che riguarda la consultazione (art. 5) con il quale riteniamo che la Giunta è sì sovrana nell’esercitare l’attività di concertazione, ma che su atti che devono poi essere approvati dall’Assemblea legislativa è bene che, appunto, l’Assemblea legislativa venga informata dell’avvio della fase di concertazione e del suo esito, e che la stessa Assemblea legislativa possa informare il Crel.
Quanto alle modalità per l'espressione dei pareri la legge le rinvia al regolamento interno. Abbiamo ritenuto - anche perché siamo in una fase in cui nella nostra Assemblea legislativa lavora un’apposita Commissione che si fa capo della rivisitazione del suo regolamento interno - che il Cal possa darsi uno specifico regolamento interno e che poi anche questa rivisitazione dell’intero regolamento assembleare approfondisca e perfezioni alcuni percorsi.
Quindi la Commissione ricevuto il parere del Crel procede al suo esame ed approva definitivamente il testo. Per quanto riguarda il funzionamento del Crel per ora abbiamo mantenuto in piedi, prima del completamento del suo regolamento interno e del regolamento dell’Assemblea legislativa, che le modalità di espressione del parere siano le stesse previste anche per il Cal.
Il parere del Crel è allegato al testo approvato dalla Commissione e il relatore della proposta illustra all’Assemblea legislativa sia le decisioni della Commissione che il parere del Crel.
Per quanto attiene i pareri richiesti dalla Giunta abbiamo ritenuto opportuno modificare il testo dando qualche giorno in più, quindi non quindici ma venti giorni per fissare il termine di espressione del parere sui testi proposti dalla Giunta.
La proposta di legge, infine, attribuisce al Crel il potere di iniziativa legislativa, il potere di effettuare studi ed indagini nelle materie di competenza e di partecipare alla valutazione degli effetti delle politiche. Queste ci sono parse funzioni profondamente innovatrici, alcune richieste anche nella fase di consultazione. Ovviamente per quanto riguarda gli studi e le ricerche diciamo con chiarezza che non devono esserci oneri aggiuntivi, diciamo che il Crel può utilizzare anche quegli istituti – che tra l’altro nella nostra Regione sono previsti – che operano per il settore bancario, per le Camere di commercio, per il settore delle Università, quindi tutti organismi ed istituzioni già esistenti che svolgono questo lavoro. Quindi senza oneri per la Regione in quanto siamo consapevoli che la partecipazione va codificata, rivisitata, aggiornata, ma che deve comunque fare i conti con la grande questione dei costi della politica.
Per quanto attiene alle modalità di assunzione delle decisioni a garanzia dell'autonomia dell'organismo esse sono state rimesse ad un apposito regolamento interno. E' stato solo stabilito che il Crel, salva diversa disposizione del regolamento interno, deve assumere le sue decisioni a maggioranza ed abbiamo anche precisato che cosa vuol dire maggioranza, cioè quando i voti favorevoli superano i contrari. Qui abbiamo adottato una modalità prevista anche dal Regolamento della Camera, modalità che supera l’obbligo della presenza e anche del numero dei componenti, ma che serve a dare efficacia e snellezza alle decisioni che il Crel deve assumere.
Altra questione è la durata in carica del Crel. Abbiamo optato per la scelta che l’organismo deve durare in carica cinque anni, quindi per tutta la legislatura, ovviamente in fase di prima applicazione la durata sarà limitata. Questa discussione l’avevamo avuta anche a proposito del Cal quindi grosso modo abbiamo adottato le stesse modalità.
Mi auguro che oggi questa Assemblea legislativa approvi questo atto. Atto con il quale la nostra Regione si arricchisce di uno strumento di consultazione importante. Infatti la nostra è una Regione che ha fatto di un equilibrato sviluppo economico uno dei suoi punti di forza, e pertanto che le decisioni che dovranno essere assunte in questo settore vengano portate avanti con il massimo di partecipazione possibile dei soggetti interessati, autorevoli e competenti.
Credo che con questa seconda legge, che completa l’articolo 40 del nostro Statuto, saremo una Regione più attenta, che crede con convinzione nella partecipazione e soprattutto che inizia ad operare in questo senso.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Vorrei aggiungere delle riflessioni a quelle espresse dalla relatrice di maggioranza nonché Presidente della I Commissione. Ritengo che come al solito abbiamo fatto un ottimo lavoro, un lavoro di paziente audizione dei soggetti interessati più o meno al Crel e credo anche che abbiamo fatto una completa riflessione tra noi.
Siamo di fronte ad un organismo che è previsto nel nostro Statuto e che portiamo in Aula con un po’ di ritardo. Un organismo di fronte al quale ci siamo chiesti se c’era o no una giusta attesa da parte di quel mondo economico interlocutore diretto della Regione, intesa come Esecutivo e come Assemblea legislativa, per quanto riguarda le materie della programmazione economica e più ampiamente in tutto l’intervento dell’economia, dello sviluppo, delle infrastrutture e anche del lavoro.
Sappiamo che il tentativo è stato quello di ricalcare in qualche modo lo schema del Cnel a cui mi pare ci siamo attenuti un po’ tutti, sia le forze politiche che i rappresentanti delle categorie.
Nella fase di avvicinamento al lavoro assembleare sono state presentate due proposte, quella della Giunta e quella del gruppo di Forza Italia. Se devo dare un giudizio abbastanza sereno, non di parte, dico che la proposta di legge presentata dal gruppo di Forza Italia si presentava sicuramente più specifica, più tecnicamente accurata nell’attenzione al focus di quegli aspetti che sono particolarmente reclamati dalla società civile, quella società che si occupa di economia.
Ci siamo chiesti, nel confronto tra queste due proposte di legge, quale fosse quella più rispondente, anche perché – assistete spesso a certi tipi di prediche – il mondo dell’impresa spesso rimprovera all’autorità in genere, in questo caso a noi della Regione, lungaggini, scarsa attenzione, scarsa capacità di ascolto, incapacità di dare risposte in termini concreti e rapidi.
E’ chiaro, quindi, che il legislatore costituente parlamentare, e in questo caso anche noi, dobbiamo dare una risposta a questo mondo che ci chiede un meccanismo un po’ più razionale di consultazione su quegli interventi che come Regione ci vedono protagonisti, in quanto l’intervento nell’economia della Regione è consistente, occupa gran parte del nostro bilancio.
Quindi siamo andati a vedere quali sono i punti che questi soggetti dell’economia hanno sottolineato, peraltro ravvisando anche alcune contraddizioni. La prima viene proprio dai rappresentanti del mondo dell’economia e dell’impresa - mi dispiace dirlo, ma lo abbiamo detto nelle audizioni anche abbastanza francamente -. Molti degli esponenti di categoria ci hanno chiesto la possibilità della delega, cioè se non può partecipare il presidente partecipa uno qualunque che rappresenta la categoria. Noi a questo abbiamo detto no, anzi, abbiamo chiesto, se vogliamo che il Crel sia un organismo autorevole, che ci fosse la massima rappresentanza istituzionale della categoria. E’ chiaro quindi che le categorie si devono sentire impegnate con la massima rappresentanza e se questo non sarà possibile la rappresentanza fissa nell’organismo deve essere data da chi comunque riveste una carica di vertice. Su questo non ci intendevamo con il mondo dell’economia che però a sua volta ci richiedeva autorevolezza, eravamo anche un po’ stupiti di questo modo di ragionare.
Altre impostazioni, invece, sono state accolte. Debbo dire che il testo che è oggi in Aula ha tagliato un po’ troppo quello che Forza Italia aveva previsto. Ripeto, non lo dico con spirito di parte però, ad esempio, doveva esserci più precisione sulle materie di confronto, credo che poteva essere più utile inserire un elenco.
Ho cercato di inserire alcuni emendamenti a correzione del testo, che vi elenco in rapida successione.
Chiedo una correzione del numero, quello che propongo è a metà, quindi non è una mediazione solo di comodo, tra il testo di Forza Italia e quello dell’Ufficio di Presidenza, porto a 27 i componenti e inserisco i rappresentanti delle associazioni dei consumatori. Questo ce lo hanno chiesto in molti. D'altronde credo che il mondo dell’economia e del lavoro con l’organismo che lo rappresenta debba essere giustamente attento a quello che è il prodotto sia della produzione che dei servizi pubblici regionali e sul territorio. Sapete che anche i principali sindacati e le principali categorie hanno le loro organizzazioni dei consumatori, quindi mi pare sia giusto e razionale poter aumentare questa rappresentanza.
Inoltre ci sono i rappresentanti delle infrastrutture. Forza Italia aveva previsto giustamente i rappresentanti delle autorità portuali io ho aggiunto, nonostante le polemiche, quello dell’aeroporto. Credo, al di là di chi gestisce, che il rappresentante della società, appunto, che gestisce il nostro aeroporto regionale debba stare nel Consiglio dell’economia e del lavoro regionale.
Lo stesso dicasi per il mondo dell’università almeno quelle che hanno al loro interno le facoltà ad indirizzo economico. Visto che spesso ci riempiamo la bocca di ricerca sul territorio, dei mercati, della produzione, innovazione di progetto, innovazione di prodotto, credo che un rappresentante delegandolo all’università debba essere previsto.
Inoltre un paio di emendamenti riguardano la funzione politico-programmatica del Crel. Quindi una precisazione tra le competenze anche alle proposte di interventi di programmazione e finanziamento da rivolgere allo Stato e all’Unione europea. Cioè il Crel potrebbe proporre all’Esecutivo, all’Assemblea legislativa o in fase di Docup un tipo di intervento che magari non è stato previsto o sul quale non è stato consultato. Il Crel potrebbe attivarsi per questo, dopotutto parliamo di un organismo al quale abbiamo assegnato la prerogativa dell’iniziativa legislativa. Quindi mi pare che su questo una precisazione in più potremo inserirla.
Un’altra mia proposta vuole essere un meccanismo. Dovremmo precisare che l’iniziativa legislativa quando parte dal Crel dovrebbe poi essere approvata almeno dalla metà dei componenti assegnati.
Infine, ultima cosa, che non è una tutela dei Consiglieri di minoranza come potrebbe apparire, ma può essere anche di un gruppo di Consiglieri bipartisan, di maggioranza e minoranza, e anche all’interno della stessa maggioranza – tranquillizzo l’Assessore Marcolini –, è l’inserimento di un emendamento che ha la ratio di dare la possibilità a dieci Consiglieri regionali, quindi un quarto dell’Assemblea legislativa, di consultare il Crel su uno specifico argomento, questo al di fuori anche della Commissione o dei gruppi politici. Dieci Consiglieri possono chiedere al Crel un parere su una proposta precisa che può riguardare la finanza, la spesa, la programmazione economica, gli interventi sul territorio e sulle infrastrutture. Parliamo sempre di dare un po’ più potere alla nostra Assemblea, quindi diamo la possibilità a dieci Consiglieri, che si aggregano sotto qualunque tipo di colore o bandiera o anche prescindere da questo, di chiedere al Crel un pronunciamento.
Cosa ci aspettiamo da questo organismo? Questa è una palla che rilancio alle categorie. Credo che le categorie si impegneranno sul Crel, siamo nelle Marche, possiamo dire abbastanza confidenzialmente che nonostante l’organizzazione delle nostre categorie i nostri imprenditori nella loro interlocuzione con il potere fanno molto da soli. Più che il gioco di squadra conta molto cercare l’Assessore, il Presidente; siamo in politica da tempo e questo lo sappiamo. Allora, ci interessa che lì dentro facciano un gioco di squadra, che il messaggio e anche la loro richiesta, la loro visione della programmazione, del governo e della legislazione regionale venga fuori da lì. Poi noi abbiamo ottimi imprenditori che sanno fare anche da soli e che non hanno bisogno sicuramente di noi, però credo che la comunità marchigiana dal più piccolo al più grosso imprenditore e poi dal più piccolo al più grosso utente e consumatore abbia bisogno di un gioco di squadra chiaro.
Dunque il Crel può dare questo messaggio chiaro, poi naturalmente sta a noi a recepire o criticare. Noi non siamo succubi, abbiamo detto – e questo lo diciamo con un po’ di gelosia per la nostra funzione – che non ci faremo espropriare dalle funzioni, ma siamo contenti che sia un organismo che ha l’iniziativa legislativa, come ce l’ha il Cal, quindi cercheremo di essere autorevoli interpreti dei messaggi e anche dei bisogni della nostra comunità.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La proposta che oggi è in Aula finalmente affronta la questione della disciplina di un organismo previsto dal nostro Statuto. Dico finalmente perché lo Statuto ormai da molto tempo in vigore era rimasto inapplicato nella parte relativa al Crel.
Questa proposta, appunto, colma quel vuoto normativo, arriva con un po’ di ritardo e soprattutto arriva dopo che almeno in un paio di passaggi ci si era trovati nella imbarazzante condizione di non avere né il vecchio organismo, che era di consultazione obbligatoria anche se non vincolante, né quello nuovo previsto dal recente Statuto della Regione Marche, statuto che si data a seguito delle importanti modifiche costituzionali.
Questo lo dico perché tutti abbiamo sentito questo vuoto di concertazione con il mondo produttivo e del lavoro che tutti indistintamente indichiamo come soggetto motore, come soggetto importante sia di relazione che di interlocuzione per quanto riguarda le decisioni che la Giunta e l’Assemblea legislativa mettono in atto con le loro proposte, soprattutto con quelle di bilancio e di misure finanziarie.
Però la normativa nel colmare il vuoto, a mio avviso, lo fa cercando di accontentare tutti, quindi alla fine mettendo anche un po’ a rischio quell’obiettivo che avevamo indicato in Statuto quando pensammo al Crel.
Dico questo perché nella composizione del Crel – in Commissione questo punto è stato dibattuto – si sono individuati soggetti che non hanno in maniera diretta e stretta le caratteristiche che erano proprie dell’organismo, questo perché è stata soprattutto privilegiata la parte della sensibilità sociale e territoriale più che la parte della istituzione.
Nella realtà economica e sociale di questa regione sono ben definite le associazioni di categoria, che la filosofia dello Statuto, prima, e la filosofia del Crel, dopo, aveva invitato a unirsi in un unico organismo che fosse di confronto, luogo nel quale spendere in maniera istituzionale energie e intelligenze per concertare e concordare al meglio i passaggi più importanti soprattutto della politica di bilancio di questa Regione, portare poi a un unicum quelle che sono le realtà consolidate nel territorio, realtà che, appunto, si riferiscono alla rappresentanza di categoria, cioè le sigle che formano le associazioni degli imprenditori e le associazioni dei lavoratori.
Quindi si sono inseriti altri soggetti, parlo della cooperazione, dei consumatori, delle istituzioni bancarie; lascio da parte le Camere di commercio perché queste hanno una specifica valenza che effettivamente fa ritenere la loro presenza importante, cioè hanno una individualità ben definita e marcata. Sulle altre, invece, le perplessità ci sono, perché nell’accezione dei consumatori inseriamo anche – come giustamente dovrebbe essere fatto – il concetto generale dei cittadini marchigiani – perché chi è che non ha la caratteristica di consumare e avere un rapporto diretto con il mondo del commercio o della produzione –, allora già sotto questo profilo vediamo che inserire questo elemento come una specificità da dover sommare ad altre specificità, a nostro avviso è sembrata una cosa che è andata oltre alle indicazioni della legge costituzionale e della nostra legge statutaria.
Stesso discorso per la cooperazione. Le cooperative fanno comunque parte del sistema delle imprese. E’ vero che hanno una fiscalità diversa, però hanno un rapporto diretto con le categorie e con le associazioni di categoria, siano esse di livello imprenditoriale, siano esse di livello inferiore.
Queste sono un po’ le mie perplessità. Perché? Abbiamo già visto con il Cal certe funzioni, che sono comunque funzioni di natura anche paralegislativa in quanto sono consultazioni obbligatorie che si innestano in iter legislativi, funzionano nel momento in cui c’è un organismo che è il più possibile snello, capace di assumere decisioni in maniera veloce, di entrare nel merito delle questioni in maniera rapida e di offrire spunti di dibattito, di riflessione o di confronto per modificazioni o aggiunte. Invece qui abbiamo allargato il numero dei componenti, sono arrivati a ventuno e abbiamo visto che nella loro somma vi sono forti rappresentanze numeriche dei lavoratori dipendenti e una divisione capillare delle rappresentanze delle associazioni degli imprenditori, siano essi artigiani, agricoli, commercianti o industriali. Questo non so se riuscirà ad offrire quello strumento che tutti auspichiamo, cioè uno strumento di rapida, efficace, forte ed approfondita consultazione, oppure rallenterà in quanto abbiamo in realtà costituito un parlamentino più che un organismo di consultazione.
Questa è una perplessità che spero sia superata nei fatti, sia superata nella prassi, sia superata nell’azione e nel lavoro che il Crel svolgerà assieme alle nostre Commissioni e assieme a questa Assemblea legislativa regionale.
L’altra questione che voglio segnalare è che sulle indicazioni spero che prevalga anche un pluralismo delle idee e degli orientamenti soprattutto per quanto concerne le associazioni dei lavoratori, perché gli otto componenti sono un numero ampio in grado di dare anche a quella parte del Crel una rappresentanza pluralistica. La definizione di organizzazioni maggiormente rappresentative a livello regionale è una definizione che dovrà calarsi nella realtà e essere anche verificata nella sua portata. Questo perché a livello regionale sta a noi il compito di verificare se tutte le organizzazioni, anche quelle autonome, anche quelle non maggiormente rappresentative a livello nazionale, dovranno essere coinvolte nella fase di designazione dei loro rappresentanti.
Questo secondo me è un altro passaggio che è importante sottolineare, con l’auspicio che questo organismo possa produrre i risultati di quell’obiettivo prefissato, appunto, in questo organismo di natura statutaria. Quindi è un organismo di livello più alto tra quelli che vengono definiti da noi legislatori regionali, oltre questo non c’è nessun altro livello di riconoscimento e di importanza di organismi che potrebbero essere costituiti dalla Regione Marche.
Pertanto auspico che questo organismo possa essere veramente sì un luogo di confronto, ma anche agile e veloce, perché il confronto vero non deve essere fatto tanto all’interno di questo organismo ma all’esterno, perché esso deve produrre quella funzione di stimolo, di correzione e di modificazione di atti e di attività che sono propri di questa Assemblea legislativa. Quindi non deve essere solo quel luogo interno di confronto e di definizione delle linee, quanto un luogo dal quale partono strumenti e indicazioni le più efficaci possibili per stimolare e portare il dibattito regionale verso gli obiettivi migliori per la comunità marchigiana.
Questo quindi è il mio auspicio, spero che in questa scelta di composizione non sbagliamo, perché è una scelta che potrebbe forse favorire più le dialettiche all’interno di quell’organismo che le dialettiche esterne, cioè verso l’istituzione regionale nel suo complesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni perché questa discussione, che sta evolvendo tutta sul numero e quasi su una declinazione tecnica, in realtà richiederebbe una discussione sulla fase in cui questi organismi vengono contestualizzati. E’ la fase di un federalismo senza risorse, di un antagonismo tra livelli interistituzionali dove addirittura organismi che dovrebbero essere tecnici assumono in virtù di questa regola aspetti quasi istituzionali e di tipo legislativo. E’ la fase della legislazione a materia concorrente, si spezza in questo contesto una unità statuale non intesa in senso nazionalistico, ma intesa come solidarietà e non solo come opportunità ma come diritti, dove si inserisce il concetto della concorrenza, della supremazia di un organismo sull’altro.
Noi non condividiamo per cultura un’impostazione di questo tipo, tuttavia chi vuole il federalismo e chi vuole la semplificazione dovrebbe essere più coerente, nel senso che occorrerebbe sul serio una semplificazione maggiore. Oltre all’abolizione della Conferenza delle autonomie locali e all’istituzione del Crel in realtà altri organismi, che in questo contesto diventano delle sovrastrutture, andrebbero sciolti.
A parte questa considerazione di tipo più generale mi preoccupa un fatto, che senza assumere una riflessione seria sulle prospettive in cui il nostro Paese andrà incontro e sulle potestà regionali, ci si adagia senza colpo ferire rispetto ad una logica che invece in qualche modo deve essere fermata.
Ad esempio, sulla composizione dell’articolo 2, quando parliamo di otto rappresentanti dei lavoratori dipendenti è sbagliato riferirsi alla rappresentanza che si evince a livello regionale. E’ vero che parliamo di un organismo della regione Marche, tuttavia – lo dico in particolare agli amici del Partito Democratico – essendo in atto un attacco al contratto nazionale di lavoro è sbagliato mettere la rappresentanza all’interno dei rapporti di forza di tipo regionale. E’ un assist alla concezione che ha la destra, perché si vede il regionalismo spinto come una sorta di staterello che si contende le risorse rispetto allo Stato centrale. E’ una concezione molto sbagliata, quindi sarebbe più opportuno invertire la logica in quanto altrimenti perderemo di vista quella unità di tipo sostanziale.
Ecco allora che sarebbe più importante rivedere la composizione dell’articolo 2. Inoltre quando si dice, all’articolo 3, comma 4, che ai fini della presente legge si prevede la rappresentanza di organizzazioni con maggior numero di iscritti in ambito regionale, questo oggi non cambierebbe la sostanza rispetto allo scenario, ma domani potrebbe cambiarla perché è in atto una deregolamentazione complessiva.
Quindi come per altre leggi, visto che siamo dentro il sistema della Costituzione e quindi questo federalismo un po’ pasticciato ci potrebbe portare fuori strada, sarebbe più giusto dire: maggiormente rappresentate a livello nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Abbiamo due proposte di legge all’esame che riguardano lo stesso oggetto, cioè l’istituzione del Crel. Siamo in ritardo nella istituzione di questo importantissimo organismo previsto dallo Statuto ed indispensabile per la vita economica e per la legislazione della nostra Regione.
Questo istituto, come è stato già accennato da altri, dovrebbe rappresentare al massimo la parte economica e finanziaria del nostro Paese
Vedo però che la proposta di legge n. 133 non prevede la partecipazione dell’Università degli studi di Ancona o di altri territori. L’università invece è importantissima soprattutto per quella annessa funzione di ricerca.
Non vedo il rappresentante delle Autorità portuali. Attenzione, nella nostra regione sono presenti due porti importantissimi addirittura a livello nazionale e noi non inseriamo neppure il rappresentante dell’Autorità portuale, dimenticando con un sol colpo che attraverso questi due porti passa il 60% di tutta l’economia del nostro territorio regionale.
Non è stato inserito il rappresentante delle associazioni iscritte al registro regionale delle associazioni per la promozione sociale.
In ordine al funzionamento l’articolo 6 della proposta di legge n. 133 rinvia a un successivo regolamento interno che rende di fatto inattuabile la legge fino all’approvazione del regolamento stesso. Quindi un’ulteriore inutile perdita di tempo, un rinvio alla funzionalità dell’organo.
Non è stato determinato il compenso dei componenti e neppure si prevede la gratuità delle prestazioni dei componenti stessi.
Per contro abbiamo la chiarezza del testo dettagliato anche nelle funzioni indicate nell’articolo 4 della proposta di legge n. 127. La completezza in generale della proposta di legge n. 127 dovrebbe suggerirci di aderire direttamente alla stessa senza perdere ulteriori tempi, quei tempi necessari a dare al nostro territorio un risveglio e un rilancio che tutti i cittadini si attendono.
Quindi invito i colleghi a prendere posizione ed aderire alla proposta di legge n. 127, che non è assolutamente una proposta di legge di parte, ma è una proposta volta a migliorare le istituzioni. E’ una proposta sulla quale non ci sono effettive controindicazioni e non ce ne possono essere in quanto si tratta di una proposta molto simile a quella presentata dalle altre Regioni. Infatti prima di presentarla ci siamo adattati e guardati intorno e quindi credo sia quanto di meglio al momento potevamo offrire.
Vi invito, ripeto, a valutare questa proposta di legge n. 127 abbandonando la proposta di legge n. 133.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. L’attuale proposta di legge fa seguito, come diceva il Consigliere Santori, ad una indicazione statutaria che decise l’individuazione di questo organismo dopo un dibattito abbastanza serrato dove si era messa in luce la sua funzione. Questo dibattito avvenne dopo una valutazione contestuale dell’esperienza che la legge n. 46 di programmazione, peraltro ancora in vigore nella nostra regione, aveva individuato come organo consultivo il Comitato economico sociale (Ces). Dopodiché, proprio nel dibattito che si fece a livello di Commissione statuto, si individuò un nuovo organismo presso il Consiglio per decretare un’esperienza, appunto quella del Comitato economico sociale, che non aveva dato quei risultati che ci si aspettava.
Il Comitato economico sociale era un organismo non tanto di partecipazione quanto di consultazione, tant’è che eravamo sempre alle prese sui tempi che si dava a questo organismo che solitamente era chiamato ad esprimere un suo giudizio negli ultimi momenti dell’allestimento del bilancio Tale esperienza di consultazione fu dichiarata, per gli stessi soggetti che ne facevano parte, oggettivamente non adeguata, perché si surrogava i processi concertativi con il governo della Regione attraverso questo organismo che in sostanza non aveva altro che una funzione consultiva.
Una riflessione che si fece in Commissione statuto fu quella di modificare a livello istituzionale quelli che erano gli strumenti di ulteriore inclusione nella governance complessiva della Regione Marche e quindi si addivenne alla costituzione del Crel.
Sappiamo che a livello nazionale abbiamo un’altra esperienza di questa natura, il Cnel, anch’esso un organo consultivo, un organo partecipativo che in tutti questi anni, da quando la Costituzione lo ha previsto, non è stato mai di pungolo eccessivamente rilevante su quelli che sono i processi di decisione a livello di Governo e di Parlamento. Ora ci accingiamo a fare un’esperienza analoga pur avendo in quella un punto di riferimento.
Tengo qui a ribadire che questo strumento di oggi, così come era stato pensato nella Commissione statuto, ha un sapore innovativo sul piano di quel ruolo che i singoli soggetti sociali hanno nella formulazione delle decisioni. Questo è un fatto fondamentale, perché chi dovesse scambiare il Crel per un assetto concertativo sbaglia.
Qui siamo alle prese con un aspetto prettamente istituzionale dove per la prima volta i corpi sociali della nostra comunità regionale entrano a far parte della decisionalità. Non solo, c’è anche una potestà di proposta che dà la possibilità a chi lo volesse di sollecitare l’Assemblea legislativa a prendere quelle decisioni in merito ai vari aspetti della vita economica e sociale della regione.
Questo è un dato che va al di là della mera esperienza del Cnel nazionale e che si pone come elemento di stimolo alla legislazione regionale. E anche se, ripeto, i connotati sono similari, però diciamo che la stessa composizione del Crel è tale che potrebbe in qualche modo assomigliare ad un tavolo regionale che vede i protagonisti seduti per affrontare le varie problematiche della nostra comunità.
Questo non è un fatto secondario anche perché momenti di sintesi – in questo caso come può essere il Crel – nella governance della nostra Regione ce ne sono stati pochi, e anche per le dinamiche istituzionali dei vari governi locali – dobbiamo sottolineare che abbiamo istituito anche il Cal – indubbiamente hanno fatto risentire un po’ del funzionamento di queste esperienze.
Oggi ci accingiamo a decretare la nascita di questo organismo, ma guai a noi se fosse un organismo di rimbalzo o quanto meno incidentalmente utilizzato per i pareri sull’attività amministrativa e legislativa della nostra Regione.
Pertanto sono a sottolineare un carattere più alto per quanto ho detto in questo momento, cioè quello la dare la possibilità ai vari soggetti di essere protagonisti nella vita della nostra regione.
Si parla spesso delle dinamiche della nostra democrazia a livello nazionale e a livello europeo e in molte occasioni stiamo annaspando rispetto ad una partecipazione asfittica dei cittadini. Credo che solo una rivitalizzazione dei corpi intermedi, così come la Costituzione ha segnalato e ha impostato la vita democratica del nostro Paese, potrà in qualche modo rinverdire la partecipazione e rilanciare la presenza dei vari soggetti nella vita democratica della nostra comunità.
Questa dunque per le Marche è un’occasione che definirei quasi storica e a cui dobbiamo dare tutto il nostro apporto. Sicuramente potranno esserci dei difetti, penso che sarà l’esperienza a dirci se sarà un organismo efficace o se riuscirà a rappresentare quel tavolo di discussione e di analisi delle traiettorie dello sviluppo della nostra realtà sia in campo economico che in campo sociale, ma certamente questa realtà potrà essere considerata un riferimento anche per la possibilità della partecipazione. Infatti è uno strumento di partecipazione oltre che uno strumento di analisi e di promozione.
Oggi variamo definitivamente questa struttura e spero che essa possa costituire, non solo per l’Assemblea legislativa ma anche per il Governo, un momento di confronto, un momento di stimolo rispetto ad una modalità amministrativa e di governo che sempre più risente della fatica della complessità della nostra società. Questo momento, proprio perché vede una partecipazione ampia, potrà recuperare quelle difficoltà che fino ad oggi abbiamo registrato.
Certo, dovrebbe essere supportato adeguatamente da una struttura che in qualche modo gli dia le gambe operative, altrimenti il rischio potrebbe essere quello di sbrigare solo pratiche burocratiche, questo perché in tale organismo fanno parte i massimi rappresentanti delle forze rappresentate che potrebbero avere momenti di difficoltà per il tempo a disposizione. Pertanto è ovvio, dicevo, che questo strumento deve essere supportato adeguatamente. Lo stesso discorso potrebbe essere per gli enti locali, dove gli amministratori, già oberati della loro funzione, difficilmente riescono a dar vita ad un organismo che, purtroppo, per quanto riguarda la sua funzione esige tempo e dedizione.
Comunque credo che rispetto a queste difficoltà oggettive sia più importante ciò che significa in sé questo organismo, un organismo che rappresenta, ripeto, tutta la società civile impegnata rispetto allo sviluppo economico e sociale.
Pertanto penso che debba essere considerato a tutto tondo come un pezzo fondamentale delle nostre Istituzioni, che possa dare il segno di una diversa integrazione nella governance complessiva. Credo che se a tale organismo riusciremo a dare tutto ciò che sarà necessario affinché funzioni adeguatamente potrà costituire anche per l’Assemblea legislativa un punto di riferimento ineludibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Desidero fare due riflessioni estremamente sintetiche, richiamandomi anche a quanto detto dal Consigliere Luchetti.
Innanzitutto abbiamo giustamente voluto dare corso a una richiesta che da parte sindacale veniva mossa al Consiglio regionale delle Marche affinché potesse essere attivata questa istituzione, quella richiesta che risponde alle esigenze che sono state descritte dagli interventi che mi hanno preceduto.
Una cosa che però vale la pena di ricordare è che il Crel non può essere considerato un fine, ma deve essere considerato uno strumento per il miglioramento complessivo del processo legislativo. Quella che potrebbe sembrare un’ovvietà in realtà è una considerazione che parte dal presupposto che negli ultimi anni, nelle Marche in particolar modo ma non solo, ciò che ha subìto una profonda crisi è stata proprio la rappresentanza politica intesa come la capacità di rappresentare gli interessi in sede politica. Questo è un discorso che facciamo spesso, dobbiamo riconoscere a noi stessi che la politica ha sempre meno la capacità di intercettare gli interessi diffusi sapendoli poi metabolizzare e farne buon uso in sede finale, cioè è quella che occupiamo, l’Assemblea legislativa regionale.
Spesso ci rendiamo conto che sono le interferenze, le pressioni, le opinioni che salgono dalle categorie, a rappresentare il 95% della nostra valutazione politica. Questo è da un lato è un fatto positivo, che noi sistematizziamo attraverso l’individuazione di questo organismo, dall’altro però ci deve far comprendere che quell’organismo non potrà di per sé risolvere quel deficit di politica che dobbiamo saper colmare come Consiglieri regionali. Richiamo ad esempio le vicende patologiche che hanno riguardato questa Regione in occasione dell’approvazione di alcuni tra i più significativi atti di programmazione, mi riferisco alla rottura che pure vi è stata in diverse occasioni dei rapporti di concertazione sindacale, mi riferisco al fatto che esaurita la funzione del Ces, almeno negli ultimi due anni, i bilanci e gli atti di programmazione economica sono stati sempre sforniti di una valutazione preventiva da parte dei soggetti tenuti a esprimere i loro pareri.
Quindi, in sostanza, abbiamo ravvisato come ultimamente la politica nella nostra Regione abbia imboccato il piano inclinato di un automatismo approvativo che dobbiamo cercare di affrontare e risolvere non solo disponendo di un organismo come quello del Crel, che rappresenta certamente una delega giusta, doverosa, costituzionalmente qualificata rispetto alla nostra attività, ma cercando anche di ridare alla politica quella capacità decisionale che non deve esserci solo nei momenti in cui la politica riesce ad avere il ruolo che deve svolgere. Questo dipende dal fatto che l’Aula assembleare spesso non riesce ad essere all’altezza del proprio compito. Non ci riesce per un semplice motivo, perché le decisioni spesso corrono fuori da quest’Aula quindi la nostra decisione arriva ad essere il punto di arrivo terminale di un processo che troppo spesso ci vede come soggetti marginalmente capaci di contribuire alla confezione del testo normativo.
Al di là del funzionamento del Cal e del Crel, che rappresentano quelle pietre significative dell’organizzazione regionale, da domani dovremmo comunque approvare questa legge, lavorare affinché il protagonismo dell’Assemblea possa essere in qualche modo valorizzato. Dipende da noi, però credo che il rischio che l’Assemblea legislativa possa svolgere una funzione solo marginale rispetto alle grandi dinamiche è un rischio molto, molto concreto, e questa non è una caratteristica solo delle Marche. Speriamo comunque che anche grazie al rapporto fecondo con il Crel si possa raggiungere questo obiettivo.
Personalmente ritengo che gli emendamenti, quelli in particolare proposti dal Consigliere Massi, arricchiscono questo testo in maniera giusta e significativa. Credo che anche quello proposto in relazione al diritto di iniziativa legislativa sia un passaggio importante e significativo, cioè rafforzare le maggioranze necessarie affinché il Crel possa rendersi promotore di iniziative di carattere normativo.
Spero quindi che con questi accorgimenti si possa finalmente disporre di un ulteriore strumento per migliorare la produzione legislativa dell’Ente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Chiedo ai Presidenti dei gruppi assembleari di valutare questa mia proposta. Visti i numerosi emendamenti che sono stati presentati e che rischiano di farci lavorare magari senza poter avere una visione d’insieme di questa proposta, chiedo il rinvio di questo punto alla prossima seduta assembleare del 3 giugno.

PRESIDENTE. Ricordo ai Consiglieri che è stato già votato il rinvio a domani della proposta di legge n. 221, pertanto l’Assemblea legislativa rimane convocata.

Franco CAPPONI. Chiedevo di rinviarlo alla seduta del 3 giugno in modo da poter trovare una sintesi sulle varie proposte che sono in atto e che sono anche da concordare.
Non penso che questa sia un’Istituzione da votare a maggioranza, se possiamo intendiamo trovare una condivisione che questa mattina ci sfugge in quanto non conosciamo gli emendamenti che sono stati presentati. Quindi a questo punto la rivisitazione dovrebbe essere complessiva e non solo per richiesta da parte di un gruppo o di un altro. Altrimenti dovremmo sostenere tutti gli emendamenti che abbiamo presentato.

PRESIDENTE. C’è questa proposta di rinvio del Consigliere Capponi e visto che tra l’altro dobbiamo anche deliberare se proseguire oltre le ore 13,30, faccio un’altra proposta confrontata anche con i Capigruppo dei partiti maggiori. Cioè, se rinviamo al giorno 3 giugno questo atto sarà ovvio interrompere ora la seduta per riprendere domani con l’esame della proposta di legge n. 221.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Consigliere Capponi, con molta sincerità non condivido questa sua proposta. Noi ci abbiamo lavorato molto seriamente, abbiamo assunto come testo quello dell’Ufficio di Presidenza, un testo rappresentativo delle forze politiche di maggioranza e minoranza. La Commissione ha scelto di assumere questo come testo base proprio perché è quello proposto da un organismo istituzionale rappresentativo di tante forze politiche – meno il Pd ma non c’è problema – e che quindi ha in sé maggioranza e minoranza.
Abbiamo ascoltato il mondo delle associazioni rappresentative e non solo ed hanno convenuto che questo dovesse essere il testo per la composizione, per le funzioni (…) L’Assemblea legislativa è sovrana quindi deciderà, ma io voglio dire la mia in qualità di relatrice di maggioranza. Non si può impedire alla relatrice di maggioranza di mettere a disposizione dell’Assemblea alcune informazioni aggiuntive del lavoro fatto.
Su alcune questioni mantengo anche delle riserve, ad esempio che nel Crel debba starci l’autorità portuale, e allora non perché le autorità dell’aeroporto o quelle delle ferrovie dello stato. Quindi mi sembra, Consigliere Santori, che non abbiamo compreso bene il senso di cosa vuol dire istituire questo organismo.
Comunque mi rimetto al volere di questa Assemblea legislativa, ma non si può dire che siamo in ritardo in quanto credo che si sta costruendo un organismo in maniera ponderata, valutata e ragionata. Io non ho problemi, voglio mettere a disposizione di tutti i Consiglieri queste mie informazioni e poi, ripeto, essendo l’Assemblea legislativa sovrana deciderà. Però che sia possibile fare una sintesi aggiungendo le università non è possibile. L’università è luogo di studio e di ricerca, il Crel si avvarrà dell’università così come fa la Regione, l’università non è un soggetto economico e sociale.
Credo che ci siano delle questioni sulle quali è bene approfondire, ma noi questo lo abbiamo già fatto e ponderato. Comunque non voglio introdurre elementi di giudizio che darò nella sede dove sarà possibile farlo.
Ripeto, volevo soltanto mettere a disposizione dell’Assemblea legislativa ulteriori informazioni, abbiamo scelto come testo base quello dell’Ufficio di Presidenza sia perché è l’Ufficio di Presidenza e anche perché abbiamo ritenuto che la composizione e le funzioni indicate fossero quelle più fedeli allo spirito dello Statuto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio del punto 8) dell’ordine del giorno alla seduta del 3 giugno.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,40