Resoconto seduta n.103 del 03/06/2008
Seduta n. 103 del 3 giugno 2008
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto i processi verbali rispettivamente della seduta n. 101 del 20 maggio 2008 e della seduta n. 102 del 21 maggio 2008, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 236, in data 12 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale: "Approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione per l'anno 2007", assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 239, in data 13 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana dell'Esino - Frasassi Zona F, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'art. 2 commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle Autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 240, in data 26 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Valutazione degli interventi di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico", assegnata alla II Commissione in sede referente e alla VI Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 241, in data 26 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Disciplina degli interventi regionali in materia di spettacolo", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio, al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4 e alla III Commissione per il parere di cui all'art. 68 del regolamento interno;
- n. 242, in data 16 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana dei Monti Azzurri, Zona L, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'art. 2, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 243, in data 27 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Norme in materia di Comunità Montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali", assegnata I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 244, in data 16 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana di Camerino, Zona 1, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità ai sensi dell'art. 2, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 245, in data 19 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana del Catria e Cesano, Zona D2, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi art. 2, commi 17 e 18, legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 93, in data 26 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Reg. CE 320/06 - Programma nazionale di ristrutturazione del settore bieticolo - saccarifero. Piano di azione regionale", assegnato alla III Commissione in sede referente, alla VI Commissione per il parere ai sensi dell'art. 69 del Regolamento Interno e al Consiglio delle Autonomie Locali, per l'espressione del parere ai sensi del comma 2, lett. c) dell'articolo 11, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 2.
E' stata presentata la seguente mozione:
- n. 262, presentata dai consiglieri Brandoni, Altomeni. Binci: "Integrazione dei migranti".
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 20 maggio 2008, le seguenti deliberazioni:
- n. 674 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da ulteriori assegnazioni del Ministero della solidarietà Sociale al Fondo Nazionale per le Politiche sociali e relativi impieghi. € 668.854,54";
- n. 675 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da ulteriori assegnazioni per i progetti di ricerca finalizzata ai sensi degli artt. 12 e 12 bis del d.lgs. 502/92 e relativi impieghi . € 85.000,00";
- n. 676 "Art. 44 - comma 2 - della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 - Importo € 81.386,10";
- n. 677 "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. 20/2007 -Variazione compensativa di € 8.960,00";
- n. 678 "Art. 29 della l.r. 31/2002 - Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 1.405.330,99. Modifica al Poa annuale approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007";
- n. 680 "Art. 29 della l.r. 31/2002 - Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dell'Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto EIE EASY - Importo € 6.999,51 ";
- n. 681 "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 2.156,70";
- n. 682 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da restituzione di contributi in conto capitale da parte dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Ospedali Riuniti" e relativi impieghi. € 6.742.226.21 ";
- n. 683 "Art. 29 comma 2 della l.r. 31/2002 - Variazione compensativa al Poa annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27.12.2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 982.113,83";
- n. 684 "Art. 29 comma 2 della l.r. 31/2002 - Variazione compensativa al Poa annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27.12.2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 300.000,00";
- n. 685 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Importo € 4.105,12";
- n. 686 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 3.000,00";
- n. 687 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 261.576,65";
- n. 688 "Art. 22 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva di cassa per l'integrazione dello stanziamento di cassa ai capitoli di spesa del bilancio 2008 - € 303.608,55";
- n. 689 "Art. 44, comma 1 della l.r. n. 19/2007 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 30.400,00 e modificazioni tecniche al Poa 2008";
- n. 690 "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 146.000,00";
- n. 691 "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. 20/2007 -Variazione compensativa di € 50.000,00".
La comunicazione che mi accingo a fare concerne l'adempimento di cui all'articolo 6, comma 2, della legge regionale 3 marzo 1984, n. 4 "Norme per la pubblicità della situazione patrimoniale dei Consiglieri regionali e dei soggetti indicati nell'art. 15 della Legge 5 luglio 1982, n. 441", a norma del quale il Presidente dell'Assemblea legislativa regionale dà notizia dell'eventuale inadempienza degli obblighi di pubblicità previsti dalla legge medesima.
Quindi per completare il regime di pubblicità relativamente agli anni 1995/1999 darò lettura dei nominativi dei Consiglieri regionali che non hanno adempiuto in maniera parziale o totale agli obblighi richiamati.
Nell'anno 1995 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1994 sono stati: Belfatto Nicola, Boltri Roberto.
Nell'anno 1996 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1995 sono stati: Belfatto Nicola, Boltri Roberto, Borghi Ugo, Cleri Bonita, Corvatta Bruno, Costamagna Ivo, Formica Gianfranco, Foschi Ferdinando, Girelli Giorgio, Marucci Giuseppe, Mentrasti Edoardo, Micucci Galliano, Recchi Gaetano.
Nell'anno 1996 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1996 sono stati: Boltri Roberto, Borghi Ugo, Cleri Bonita, Corvatta Bruno, Formica Gianfranco, Foschi Ferdinando, Mentrasti Edoardo, Micucci Galliano, Recchi Gaetano.
Nell'anno 1997 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1996 sono stati: Bartolomei Dante, Berionni Emilio, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Marucci Giuseppe, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1997 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1997 sono stati: Bartolomei Dante, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea, Secchiaroli Marcello.
Nell'anno 1998 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1997 sono stati: Bartolomei Dante, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1998 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1998 sono stati: Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo.
Nell'anno 1999 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nell'anno 1998 sono stati: Bartolomei Dante, Berionni Emilio, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1999 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1999 sono stati: Bartolomei Dante, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea, Secchiaroli Marcello.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Chiedo all’Assemblea legislativa di discutere una mozione presentata dal nostro gruppo sulla crisi del gruppo Merloni di Fabriano.
PRESIDENTE. Come da regolamento, comunico che è stata depositata con il n. 263 una mozione a firma del Consigliere Procaccini “Crisi di un importante Gruppo industriale ‘A. Merloni ‘”, per la quale è stata ora richiesta la discussione che pertanto pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Discuteremo la mozione n. 263 del Consigliere Procaccini dopo la mezzora prevista per le risposte alle interrogazioni
Interrogazione n. 653
del Consigliere Giannotti
“Sequestro ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 597
del Consigliere D’Anna
“Centro di raccolta, stoccaggio e riutilizzo di pneumatici all’ingresso di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 753
del Consigliere Giannotti
“Principio d’incendio in una ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 790
del Consigliere Giannotti
“Ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 959
del Consigliere Giannotti
“Ripresa attività di una ditta di Sassofeltrio”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 653 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 597 del Consigliere D’Anna, l'interrogazione n. 753 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 790 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 959 del Consigliere Giannotti, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. Nel merito all’attività svolta dalla ditta Ecopfu di Sassofeltrio (Pu) e delle connesse problematiche sono state presentate le suddette interrogazioni. In generale si tratta di argomenti riguardanti il controllo presso l'impianto, appunto, della ditta Ecopfu srl di Sassofeltrio (Pu).
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 597/06 D'Anna del 4 dicembre 2006 è già stata data risposta scritta il 13 febbraio 2007, prot. n. 25431.
In particolare è stato precisato che non essendo la Regione competente in materia di autorizzazioni per impianti di gestione dei rifiuti, delegate alle Amministrazioni provinciali con la legge regionale 10/99, si erano chieste informazioni alla Provincia di Pesaro Urbino e all'Arpam competente territorialmente. La Provincia di Pesaro Urbino con nota ricevuta il 14 novembre 2006 prot. 252720 e I'Arpam, Dipartimento provinciale di Pesaro Urbino, con nota ricevuta il 27 novembre 2006 prot. 260805, hanno comunicato le informazioni richieste che si possono riassumere nelle seguenti argomentazioni:
- la ditta svolge la propria attività di recupero di rifiuti ai sensi dell'art. 216 del d.lgs. 152/06 (procedure semplificate). Nella fattispecie si tratta del recupero di rifiuti di gomma, consistenti in particolare di pneumatici usati;
- per quanto riguarda la quantità massima stoccabile di rifiuti, operazione R 13, nel caso delle gomme è pari a 7.680 tonnellate;
- per quanto riguarda il pericolo incendi la Provincia ha verificato direttamente, pur non riguardando le proprie competenze, l'esistenza di un sistema antincendio di nuovissima concezione e costruzione;
- la Provincia ha anche imposto la prescrizione della copertura delle gomme, tale condizione però, come asserito dalla stessa Amministrazione provinciale, non essendo cogente per non essere prevista dalle norme, non può essere sanzionata e la ditta Ecopfu l'ha accettata su base volontaria e si è detta disposta a rispettarla;
- I'Arpam ha svolto un sopralluogo in data 20 novembre 2006 durante il quale è stata resa edotta la ditta che le prescrizioni dell'allegato 5 al d.m. 186/2006 sarebbero entrate in vigore a partire dal 3 dicembre 2006.
Successivamente a tale data la loro inottemperanza avrebbe pertanto costituito violazione alle prescrizioni autorizzatorie.
Al fine comunque di completare il quadro delle informazioni richieste risultò opportuno chiedere, con nota n. 20401 del 6 febbraio 2007, alle competenti autorità di controllo (Provincia ed Arpam) notizie circa i paesi di provenienza dei copertoni trattati e l'esistenza o meno di un certificato di disinfestazione per evitare il diffondersi della zanzara tigre. La Provincia di Pesaro Urbino, con nota ns. prot. n. 32439 del 21 febbraio 2007, comunicava che la ditta riceveva dall'estero unicamente i copertoni provenienti dalla Repubblica di San Marino che dista circa sei chilometri dall'impianto di recupero.
Per quanto riguardava i trattamenti antizanzara la stessa Provincia aveva specificato che gli stessi erano eseguiti ogni sabato e ogni quindici giorni erano trasmessi campioni all'Università di Bologna per verificare l'efficacia dei trattamenti.
Da informazioni assunte in quel periodo sia la Provincia che Arpam, competenti in materia di controlli, hanno assicurato il loro costante interessamento alla questione.
Relativamente all'interrogazione n. 653/07 del Consigliere Giannotti che chiedeva, a seguito dell'ispezione dell'Arma dei Carabinieri in data 31 gennaio 2007 e correlato sequestro, di conoscere i motivi all'origine della svista attribuita agli altri organi di controllo (Provincia ed Arpam), si può presumere, non avendo le strutture regionali partecipato direttamente alle suddette ispezioni, che le motivazioni possano forse ricercarsi nei tempi diversi degli accertamenti. Al proposito occorre ricordare che le strutture regionali non possono svolgere un ruolo di controllore degli organi di controllo e pertanto, salvo si dimostri il contrario tramite una specifica contestazione (ad esempio dell'Arma dei Carabinieri), l'Amministrazione regionale deve far riferimento alle dichiarazioni di Provincia ed Arpam.
In relazione all'interrogazione n. 753/07 del Consigliere Giannotti, che chiede di conoscere le cause che hanno prodotto l'incendio del 18 maggio 2007, è stato possibile accertare tramite la nota della Provincia n. 139077 del 4 luglio 2007 che la causa è stata la fusione di un nastro trasportatore in gomma. La fusione del nastro, che ha prodotto soprattutto fumo piuttosto che fiamme vive, si è verificata per la caduta sullo stesso dalla macchina granulatrice della gomma di alcuni pezzi metallici incandescenti. L'inconveniente è stato determinato dalla lavorazione del materiale di gomma stoccato nell'impianto, vale a dire da quello che è il normale processo produttivo della ditta.
Il surriscaldamento dell'acciaio presente nei pneumatici durante la fase di granulazione è un problema a conoscenza della ditta che nel luglio 2007 già stava cercando di risolvere. Per quanto comunicato dalla Provincia di Pesaro Urbino si rileva che è stato installato un dispositivo ad azoto liquido il quale, una volta in funzione, avrebbe dovuto garantire una temperatura costante nel granulatore non superiore a 56 gradi centigradi, tale quindi da evitare qualsiasi ulteriore incidente di fusione del nastro trasportatore. Dalla comunicazione della Provincia di Pesaro Urbino (29 giugno 2007) si apprende che il sistema doveva ancora essere collaudato, ma non era previsto il riavvio della macchina granulatrice fino a che il sistema di raffreddamento non fosse stato in grado di funzionare. La Provincia di Pesaro Urbino ha interpellato i Vigili del Fuoco che hanno confermato di essersi recati sul luogo, ma di non essere intervenuti in quanto l'incendio era già spento. Nel merito si è anche a conoscenza che il Comune di Sassofeltrio ha inviato una diffida alla ditta intimando il rispetto della prescrizioni dei Vigili del fuoco e il Consiglio Comunale ha approvato due mozioni che chiedono alla Provincia di integrare le autorizzazioni con le prescrizioni dei Vigili del fuoco.
L'interrogazione n. 790/07 del Consigliere Giannotti chiede al Presidente della Giunta se non ritenga, sulla base dei fatti avvenuti, di dover chiedere all'Amministrazione provinciale di disporre l'assunzione di provvedimenti urgenti. Analoga argomentazione è stata ripresa nell'interrogazione n. 934/08 del 3 gennaio 2008 e 959/08 del 23 gennaio 2008. Per questi aspetti si precisa che è stata già data risposta con la nota del 27 febbraio 2008 n. 58401, ma ad ogni buon conto si riferisce che:
Con determinazione n. 309 dell’8 febbraio 2008 la Provincia di Pesaro Urbino ha diffidato la ditta Ecopfu ad emettere odori molesti che possono causare inconvenienti agli abitanti che vivono nei pressi della ditta oltre ad imporre la richiesta di informazioni e l'installazione di eventuali dispositivi atti ad eliminare il fenomeno.
Con la determinazione di cui sopra viene chiesto ad Arpam di realizzare un programma di verifica delle emissioni odorigene secondo linee guida nazionali emanate da Apat.
Inoltre con la nota n. 14548-1 del 10 marzo 2008 la Provincia di Pesaro Urbino ribadisce "che il potere inibitorio che la legge attribuisce alla Provincia è esercitatile soltanto nel caso in cui l'attività non si conformi alle prescrizioni stabilite. Si veda a questo proposito la sentenza Tar Toscana, sez. Il - 14 dicembre 2007, n. 4841 laddove essa recita: "La norma, come è stato rilevato (cfr. Tar Lazio lì 21 gennaio 2004 n. 593) è chiara nel condizionare l'operatività della potestà inibitoria della Provincia al fatto che l'interessato non adotti un comportamento conformativo nel termine in proposito assegnato”'. Nella fattispecie, sempre la Provincia di Pesaro Urbino, fa presente che la ditta Ecopfu ha dimostrato di essersi adeguata alle prescrizioni dei Vigili del fuoco in materia di antincendio, pertanto la Provincia stessa non può adottare alcun provvedimento restrittivo dell'attività.
Infine I'Arpam ci ha recentemente informato che le problematiche principali relative all'impianto in questione attengono, per quest'ultimo anno, a: 1) emissioni odorigene; 2) rumore; 3) rischio incendio.
Per il primo e secondo punto siamo stati informati dalla Provincia che il 18 marzo sarà condotto uno specifico controllo da parte di una ditta certificata con strumenti adeguati non in possesso degli organi di controllo.
Per il rischio incendio risulta che la Provincia, su istanza dei vigili del fuoco, ha sospeso ad Ecopfu per alcuni mesi la possibilità di ricevere pneumatici al fine di far diminuire la quantità di gomma in giacenza nel perimetro della ditta e poi nel revocare tale disposizione ha subordinato la possibilità di ricevere ancora pneumatici alla diminuzione in assoluto dei quantitativi stoccati in ditta.
Da quanto illustrato è evidente che tutta la materia attiene a specifiche competenze di organi di controllo (Arpam e Provincia) ai quali è possibile direttamente far riferimento e che sono a disposizione per ogni precisazione nel merito dell'argomento trattato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Riprendo l’assunto finale dell’Assessore all’ambiente, dice cioè che sostanzialmente la competenza dei controlli è della Provincia e dell’Arpam. E’ come dire che la Giunta regionale si comporta come Ponzio Pilato ed io aggiungo che è come ipotizzare che l’Erode della situazione sia l’Amministrazione provinciale in quanto l’Arpam è un organo tecnico.
Mi sembra che questa risposta faccia il paio con questo atteggiamento di insipienza della Giunta regionale che in tutte le vicende degli ultimi tempi sta dimostrando la propria incapacità di affrontare e gestire i problemi del territorio, lo sta dimostrando dalle grandi scelte strategiche regionali a queste stupidaggini.
Potremmo parlare della crisi del sistema sanitario, dei problemi dell’emergenza, del 118, potremmo quindi allargarci, però mi voglio limitare soltanto a questo per esprimere la mia piena insoddisfazione della risposta dell’Assessore. Perché? Perché la Giunta regionale, pur avendo delegato la materia dei rifiuti ad un ente diverso come l’Amministrazione provinciale, non può non esercitare un controllo.
Assessore, il controllo lei non lo può fare solo quando due Consiglieri regionali – nella fattispecie Giannotti e D’Anna – glielo chiedono, ma lo deve fare perché farlo è suo dovere.
L’ho visto tanto attento a favorire l’insediamento della centrale di biomasse di Schieppe, e se avesse la stessa solerzia nel controllare fatti di altra natura probabilmente oggi non saremmo qui a discutere.
Qui c’è una struttura aziendale che polverizza le gomme e che è posta al di sotto di un centro abitato. Se lei non lo avesse ancora fatto la invito – se vuole la porto io domani mattina – a visitare il Comune di Sassofeltrio. L’azienda è sotto il centro abitato, basta un filo di fumo per mettere in allarme la cittadinanza; il fumo sale e la gente ci sta di casa!
Voglio dire che c’è una preoccupazione dell’opinione pubblica rispetto al fatto che questa azienda ha operato in un regime di semilibertà, infatti ci sono incendi, il mancato rispetto delle condizioni di stoccaggio, cioè quella quantità di materiale stoccato allocato che andrebbe assiepato in un capannone e che invece viene allocato nel piazzale, ci sono rapporti con il comando dei vigili del fuoco che non avevano autorizzato la prevenzione incendi. Insomma tutta una serie di fatti che giustamente hanno allarmato l’opinione pubblica e che hanno messo l’Amministrazione comunale di Sassofeltrio nella condizione di sollecitare fortemente la Provincia. E la Provincia di Pesaro è inadempiente.
Quindi l’esercizio della delega va esercitato, è suo dovere sempre e comunque richiamare l’Amministrazione provinciale a fare il proprio. Non mi sembra, invece, che la Provincia abbia fatto il proprio dovere e che lei, Assessore, abbia fatto il suo nel richiamarla a svolgere questa funzione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. E’ vero, come dice l’Assessore, che la competenza è passata alle Province, comunque alla Regione restano le funzioni di programmazione e di indirizzo. Ed è evidente che al di là delle funzioni di programmazione e di indirizzo ci deve essere anche la difesa del territorio della nostra regione. Ancora, fino a prova contraria, nonostante il referendum che c’è stato nella zona del Montefeltro, la stessa cittadina di cui stiamo parlando fa ancora parte della regione Marche, regione che si vanta di essere una chicca dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.
Il collega Giannotti ha già evidenziato che la scelta del posizionamento di questa sorta di discarica – perché di questo si tratta – di copertoni usati sicuramente non fa una bella presentazione di un territorio che, invece, meriterebbe molto di più dal punto di vista dell’immagine e dell’attenzione all’ambiente.
Se è vero, come è vero, che ci sono delle prescrizioni, evidentemente queste non sono state rispettate. Infatti il sopralluogo che ho fatto con tanto di documentazione fotografica nel periodo in cui ho presentato l’interrogazione dimostra che i copertoni non erano assolutamente coperti, ed è noto – e lo è anche a livello internazionale – che soprattutto nel periodo caldo sui copertoni lasciati incustoditi prolifera la zanzara tigre.
Assessore, lei dice che per quanto riguarda i trattamenti antizanzara la Provincia aveva specificato che erano stati eseguiti ogni sabato e ogni quindici giorni e poi trasmessi campioni all’Università di Bologna per verificare l’efficacia dei trattamenti, però non sappiamo che risultati hanno ottenuto questi trattamenti; anche perché ci sono diversi tipi di trattamento, ci sono quelli larvicida o quelli adulticida, quindi bisognerebbe specificare meglio quale tipo di trattamento è stato effettuato.
Pertanto le prescrizioni non sono state assolutamente rispettate, tanto è vero che non c’è una sola interrogazione relativa a questo argomento. Invece c’è addirittura una interrogazione parlamentare, Assessore, del gruppo del Partito Democratico – se non ricordo male a nome dell’onorevole Vannucci, quindi non è una presa di posizione solo del Pdl ma anche dei suoi colleghi di schieramento – che si dice preoccupato per una situazione che dal punto di vista paesaggistico e ambientale non garantisce alla gente che vive in queste zone quella tranquillità tale da poter offrire ai turisti la migliore accoglienza.
Credo che – ne riparleremo anche con la relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta sui rifiuti – il discorso dei controlli debba essere effettuato non in virtù delle interrogazioni che fanno i Consiglieri regionali, ma come prassi abitudinaria e quotidiana, perché quello che sta succedendo nel territorio nazionale e anche sul nostro – vedi l’inchiesta Arcobaleno ancora in piedi – ci dice che la fase dei controlli è quella che dimostra più carenza.
Pertanto non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta. Credo che al di là delle competenze che sono passate alla Provincia la Regione deve conservare la programmazione che oltre ad essere un suo diritto è anche un suo dovere.
Pertanto il nostro territorio, se veramente gli vogliamo dare una vocazione turistica e se vogliamo puntare su prodotti di qualità, è incompatibile con discariche o impianti come questo di cui abbiamo citato, quindi vanno assolutamente evitati i permessi ad impianti del genere.
Interrogazione n. 942
del Consigliere Lippi
“Agevolazioni su gasolio e Gpl zone montane”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 942 del Consigliere Lippi. Per la Giunta risponde l’Assessore Giaccaglia.
Gianni GIACCAGLIA. L'agevolazione per l'utilizzo di gasolio e Gpl, uso riscaldamento, nei Comuni montani non metanizzati è regolato, come cita l'interrogante, dall'art. 8 comma 10 lettera c) della legge 448/98.
Con successiva legge 30 novembre 2001, n. 418 dette agevolazioni sono state incrementate per un primo periodo (1° ottobre 2001 - 31 dicembre 2001), mentre con provvedimenti successivi l'incremento è stato prorogato per altri periodi.
Con legge 244/2007 (finanziaria 2008) è stata disposta l'applicazione della legge 418/01 anche per tutto l'anno 2008 senza però fare riferimento esplicito alle frazioni dei Comuni non metanizzati ricadenti nelle zone montane classificate come zona climatica E, a cui in precedenza veniva esteso il suddetto beneficio.
Detta incongruenza è stata comunque colmata con il decreto legge 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito con legge 28 febbraio 2008 n. 31 - decreto milleproroghe) che all'art. 38 ha esteso detti benefici anche alle "frazioni parzialmente non metanizzate dei comuni ricadenti nella zona climatica E".
Con l'approvazione dell'ultimo decreto la questione riguardante l'agevolazione sull'utilizzo di gasolio e Gpl nei Comuni montani e frazioni non metanizzate è stata pertanto risolta.
In ogni caso è da notare che l'agevolazione in questione, essendo basata su una riduzione delle accise sui prodotti petroliferi, non è di competenza regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Devo ringraziare l’azione fatta dal Presidente Spacca nei confronti del Governo precedente, questo grazie all’interessamento sollecitato da questa interrogazione congiuntamente all’interrogazione presentata dal sen. Ciccanti al Governo. E’ stata recepita immediatamente la sollecitazione pervenuta dalle forze politiche e quindi si è riusciti a recuperare un disguido nella Finanziaria, in quanto questo capitolo era saltato proprio nella scrittura della Finanziaria stessa.
Pertanto l’azione nei confronti del Governo, partita dietro sollecitazione sia da parte delle forze di minoranza che di quelle di maggioranza della Regione Marche, è riuscita a superare questo divario.
Purtroppo sono sempre i più disagiati a venire meno, quindi non è stato difficile far riconoscere questa agevolazione per le popolazioni della montagna che hanno già aggravi sufficienti nel poter vedere garantiti i servizi, l’imprenditoria e anche la stessa sussistenza delle popolazioni.
Un’azione congiunta a volte è positiva dunque benvenga. E’ per questo che mi dichiaro soddisfatto di quello che ha prodotto questa mia interrogazione.
Mozione n. 263
del Consigliere Procaccini
Crisi di un importante gruppo industriale “A. Merloni”
(Discussione)
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 263 del Consigliere Procaccini che ha la parola per l’illustrazione.
Cesare PROCACCINI. Voglio fare un’illustrazione breve perché il problema occupazionale, di cui la mozione tratta, del gruppo Antonio Merloni è grave. Si parla di oltre 1.000 posti di lavoro a rischio in un contesto dove il comparto della meccanica e dell’elettrodomestico ha creato un’occupazione indotta. Quindi in quel distretto industriale delle Marche, ma anche dell’Umbria, sono a rischio oltre 1.000 posti di lavoro del gruppo principale e questo perché anche l’indotto rischia di essere spazzato via.
Oggi non è all’ordine del giorno discutere del perché si è giunti a questa situazione, ma se è possibile istituzionalmente dovremmo dare un contributo alla risoluzione del problema.
Questo è un contesto dove il mercato dell’elettrodomestico è saturo e dove il gruppo di cui parliamo è privo a tutt’oggi di una strategia per uscire dalla crisi. Ci sono stati tentativi, non tanto di internazionalizzazione, che se fatta in maniera virtuosa può essere anche positiva, quanto di vere e proprie delocalizzazioni sia verso altre parti dell’Italia che verso l’estero.
In questa situazione non esiste a tutt’oggi un piano né strategico né industriale di cui sono a conoscenza le parti sociali e gli stessi lavoratori che sono in lotta e ai quali questa Assemblea legislativa credo dovrebbe manifestare la propria solidarietà.
Abbiamo appreso questa mattina che il Presidente Spacca, l’Assessore al lavoro e la Giunta tutta, sono impegnati – e noi condividiamo – per un incontro rapido con la dirigenza di quel gruppo, tuttavia sarebbe opportuno, anche per un segnale verso la città di Fabriano, verso il distretto industriale e soprattutto verso le lavoratrici e i lavoratori, che la Giunta, così come ha fatto per altre occasioni, facesse proprio sui luoghi di lavoro una riunione apposita e straordinaria.
Inoltre ci sono gli effetti della globalizzazione. Oggi non abbiamo il tempo per analizzare questo fatto, in ogni caso vediamo che esiste una doppia globalizzazione, quella dei grandi e grandissimi gruppi multinazionali che si accaparrano, o tentano di accaparrare, gruppi significativi come quelli di cui stiamo parlando, poi c’è una globalizzazione interna, cioè quella che ha spazzato via un tessuto artigianale autonomo che oggi non ha più nessuna possibilità di esistere e di sussistere in maniera significativa.
Tranne lodevoli eccezioni siamo in presenza di una trasformazione dell’attività autonoma ad indotto. Vediamo oggi che il gruppo Merloni, e non solo quello di cui parliamo ma anche le altre due branchie della famiglia, hanno creato sul territorio delle Marche, dell’Umbria e in altre parti d’Italia e del mondo, società collaterali, pertanto trasformandosi per lo più in produzioni a società di capitali e al tempo stesso hanno parcellizzato il processo produttivo.
In questo contesto, quindi, non possiamo parlare più di attività autonoma, ma di terzisti al servizio della grande casa madre.
Una riflessione da questo punto di vista andrebbe fatta, perché il rischio è che nelle Marche, a differenza di quello che è accaduto in altre parti d’Italia e soprattutto nel sud, si possa andare ad una marginalizzazione del sistema di sviluppo.
Pertanto, a conclusione di questa mia breve illustrazione, penso che sarebbe opportuno che le grandi famiglie capitalistiche delle Marche insieme alle proprie strategie mondiali facessero anche una riflessione più bassa, più terra terra, per salvare non solo se stesse, ma soprattutto per salvare le famiglie che ivi lavorano. Quindi anziché annunci di acquisti miliardari, come quello della General Electric che di per sé è lodevole, farebbero bene a pensare a quello che accade in casa propria.
Ecco perché il nostro gruppo ha voluto sollecitare – in passato anche altri gruppi lo hanno fatto – un problema così serio che rischia di mettere in pericolo molti posti di lavoro.
L’impegno che chiediamo, sia al Presidente Spacca che a tutta l’Assemblea legislativa, è quello di una riflessione seria sulle possibilità istituzionali degli strumenti di ammortizzatori sociali e soprattutto una riflessione per il futuro del meccanismo, visto che ormai la Regione ha competenze di politiche industriali su come vengono allocate le risorse. Molto spesso abbiamo visto che le partecipazioni statali hanno chiuso, ma al contempo abbiamo anche visto fiumi di milioni di euro che sono stati devoluti dallo Stato e dalle Istituzioni alle grandi centrali produttive ed queste non solo hanno assolto, ma hanno chiuso le fabbriche – ad esempio come la Fiat – trasformandosi da produttori di beni, di materiali e di merci a società di capitali.
Ecco allora che oltre alla presenza direttamente a Fabriano, che è il cuore del distretto industriale della nostra regione, credo ci debba essere anche un segnale del Governo. Ovviamente per quello che può fare perché sappiamo che le competenze dell’ente Regione non sono eccelse, tuttavia può dare un’indicazione. Ripeto, soprattutto dovrebbe dare, anziché discutere di altre cose, un segnale per cercare di attuare i piani che potrebbero in qualche modo costituire, come quello energetico, un’occasione per diversificare il modello di sviluppo.
Per questo chiediamo una discussione seria insieme ai sindacati, alle istituzioni, ai Comuni e alle Province, alla Regione Umbria ed anche alle associazioni degli industriali e degli artigiani affinché ci sia un tavolo da cui possano scaturire delle proposte significative.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Do atto al collega Procaccini di aver portato in seno all’Assemblea legislativa un problema estremamente sentito, uno di quei problemi di cui questa Assemblea legislativa insieme alla Giunta penso si dovrà occupare nel prossimo futuro. Dico, e sottolineo ahimè, che certamente è una questione difficile ed importante che caratterizzerà la politica nei prossimi anni.
Per questo abbiamo presentato un emendamento con il quale si chiede di impegnare non solo la Giunta regionale ma anche l’Assemblea legislativa; mi auguro che ci sia la sensibilità fra i colleghi Consiglieri di accogliere questa semplice richiesta di modifica.
Mi sento di fare alcune riflessioni in quanto fummo noi, all’inizio della legislatura, a tentare di aprire un dibattito sul problema della crisi del modello industriale nella nostra regione. Allora venimmo un po’ messi ai margini, tant’è che il nostro tentativo quasi abortì in quanto non si aprì neppure la discussione. Sapevamo però che il focolaio della crisi stava sotto le ceneri ardendo ed eccoci che stiamo arrivando al collo di bottiglia.
La cosa più strana è che questa Giunta regionale, che ha caratterizzato, Presidente, il suo percorso con un’autoreferenzialità spiccata e anche spinta, non abbia mai accettato, nemmeno negli ultimi tempi, e forse è stata complice la presenza della campagna elettorale, di discutere su questi problemi.
E’ stato detto che nelle Marche tutto quanto va bene, che nelle Marche il sistema produttivo è quel modello che tutti quanti abbiamo conosciuto, è stato detto che a Fabriano, dove – come ricordava il collega Procaccini – si concentra il maggior numero di grandi aziende delle Marche, tutto è in regola, cosa che invece, ahimé, così non è.
Questo è un rilievo e, Presidente, una colpa che lei porta nei confronti dell’informazione politico-istituzionale di questa Regione. E’ evidente che c’è stato un tasso – userò una parola forte, ma che non vuole suscitare alcuna ilarità – di omertà rispetto alle dinamiche politico-industriali che si sviluppano nella nostra regione segnatamente a Fabriano.
Non so quali saranno gli sviluppi però mi auguro che venga superata la crisi in cui versa non solo la Antonio Merloni ma anche quelle altre aziende che hanno gli stessi problemi, aziende che sono probabilmente meno famose, di dimensioni meno ridotte, ma che sono altrettanto importanti, in quanto poi la ricaduta non è solo quella diretta ma c’è anche quell’indotto frastagliato un po’ su tutto il territorio regionale che viene colpito dalla crisi diretta del capofila.
Questo è un problema importante, è un problema su cui tutti quanti dovremmo produrre uno sforzo in quanto le notizie non sono delle più buone. Soprattutto c’è la possibilità che per un legittimo salvataggio qualche azienda cessi il ramo di azienda nella sua presenza regionale e concentri la sua produzione in altre parti d’Europa. E questo non è solo il caso della Antonio Merloni, ma probabilmente potrebbe essere anche il caso di altri gruppi più o meno collegati, più o meno simili, più o meno con gli stessi nomi; questo non lo so e non voglio essere l’uccello del malaugurio, ma da rumors di corridoio – e spesso i rumors di corridoio diventano fatti concreti – sembrerebbe esserci proprio un piano di ristrutturazione per alcuni e di salvataggio per altri, che porta a fare le produzioni in altre parti più convenienti d’Europa e lasciare i nostri lavoratori, le nostre aziende, le nostre maestranze, le nostre professionalità e il nostro know how praticamente morto nella nostra regione.
Tutto questo chiaramente squilibrerebbe anche con quella coesione sociale che ha sempre caratterizzato le Marche, di cui voi spesso – consentitemi di dirlo – vi siete riempiti la bocca.
Non è possibile affrontare il problema quando è giunto a suo compimento, ovvero quando è esploso. Il problema è giacente ed è sul territorio regionale da anni ed oggi arriva il bubbone che erutta, quindi con questo dobbiamo fare i conti.
Penso che sarà un argomento che caratterizzerà la nostra attività nei prossimi mesi e questa volta credo ci sarà la necessità di dare uno sforzo alto, non propagandistico, come troppo spesso invece la politica in questa Regione ha fatto.
Infatti quel patto politico-istituzionale e quel patto politico-economico che ha retto la Regione mi sembra stia incominciando a fare delle crepe profonde e certamente su questo renderà conto lo sviluppo della nostra attività.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Condivido la mozione presentata dal Consigliere Procaccini perché mette in evidenza un problema che esiste in una realtà, che esiste in un’azienda. Mentre non condivido assolutamente l’intervento del Consigliere Bugaro che evidenzia che tutto il problema è scaturito dal lavoro di questa Regione o del suo Presidente Gian Mario Spacca. Come Esecutivo e come Consiglio regionale per quanto riguarda lo sviluppo di questa regione abbiamo lavorato per una politica di incentivo all’internazionalizzazione, all’ammodernamento, abbiamo lavorato per creare know how e per dare sviluppo alle nostre imprese.
Pertanto chi ha fatto questo sicuramente ora non si trova nella situazione in cui versa la Antonio Merloni che, invece, non lo ha fatto, infatti non ha un marchio, non ha internazionalizzato, non ha aggredito i mercati esteri, è rimasta su questo territorio; oggi sappiamo che la crisi prende chi non ha un marchio vero, chi non ha fatto una ristrutturazione e chi non ha competenze tali da poter riuscire a competere con il mercato globale mondiale.
Su tale questione dobbiamo stare attenti e dobbiamo impegnarci. Ho visto che per questo pomeriggio c’è già l’impegno del Presidente della Giunta regionale ad incontrare l’azienda per affrontare questo settore così delicato. Un settore che è sì dell’Antonio Merloni, ma che riguarda anche un indotto che va oltre l’azienda stessa e che coinvolge la regione Umbria con gli stabilimenti di Gaifana.
Quindi do atto al Presidente che si sta muovendo su questa questione e penso che l’incontro di questa sera dovrà essere il primo di una serie di altri incontri che possano portare a termine un’operazione di salvaguarda dei posti di lavoro.
Come Assemblea legislativa dobbiamo essere vigili su questo, sono anche d’accordo di fare una seduta specifica, ma senza strumentalizzare, dobbiamo soltanto guardare la visione per quella che è e dare delle risposte ai problemi sorti sì in quel territorio, ma che sono di quell’impresa, perché il problema è di quell’impresa e basta.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Penso che il gruppo dei Comunisti Italiani abbia in questa giornata opportunamente proposto questa mozione. A me pare che l’Assemblea legislativa debba affrontare ora e in prospettiva i problemi di questa crisi, ma credo debba esserci anche una riflessione più generale sulla nostra azione in campo di iniziativa e di programmazione di politica economica.
A me pare che la crisi dell’Antonio Merloni, e credo che ognuno di noi sapesse, non è di oggi e nemmeno di ieri, c’è da lungo tempo, basterebbe seguire le rassegne stampa per vedere che questo problema è all’ordine del giorno. Per i lavoratori ci sono stati lunghi periodi di cassa integrazione, ci sono stati diversi tentativi di riorganizzazione produttiva o interventi di diverso spessore.
Quello che nei prossimi giorni l’Assemblea legislativa dovrà affrontare dovrà essere il tentativo di imparare dalle difficoltà. La crisi dell’Antonio Merloni non è una difficoltà specifica, ovviamente sta dentro un contesto più articolato e più complicato, infatti la crisi produttiva nel nostro Paese è di larghe dimensioni.
Proprio ieri l’altro il Governatore della Banca d’Italia nella sua relazione per una parte molto interessante e da molti versanti troppo incensata e accompagnata da una serie di tabelle molto interessanti, ma che poi ha dimenticato di ricordarne qualcuna e tra queste quella che segnava in particolare il calo rovinoso degli investimenti nei settori produttivi.
E’ questo il compito e la riflessione che tocca e toccherebbe alla politica. Credo che nei confronti di alcune situazioni produttive del nostro territorio l’azione di Governo ha peccato di troppa fiducia e di troppa funzione vicaria.
Penso che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovremmo, alla luce di una riflessione che riguarda un’impresa importante del nostro territorio, fare il possibile dal punto di vista del contributo e dell’aiuto per salvare questo comparto importante, lo dovremmo fare in quelle forme e possibilità che toccano ad una Istituzione, e non certo in termini di supplenza o pensando ad interventi che non stanno dentro il nostro ruolo e la nostra funzione, quindi può essere una riflessione importante.
In diversi interventi ho sentito parlare dei problemi dell’indotto. I problemi dell’indotto in un sistema come il nostro stanno anche nel fatto che troppe volte non abbiamo aiutato – o non l’abbiamo fatto con la forza adeguata o non abbiamo riflettuto con il dovuto impegno – ad autonomizzare questi settori. Alcuni indotti hanno queste caratteristiche, sono ricchi di particolari qualità tecnologiche – penso per esempio a tutto il settore degli stampi che sta dietro le attività industriali di questo tipo –, quindi dovremmo pensare che questo indotto può diventare, per dimensioni e per forme, un comparto autonomo.
Pertanto una riflessione complessa rispetto a questi due modelli di economia da proporre e rispetto a questa crisi ci richiama a questo.
E’ stato proposto da alcuni Consiglieri un emendamento con il quale si chiede che anche l’Assemblea legislativa possa trovare l’occasione a Fabriano o qui di dedicare una iniziativa di riflessione e di impegno oltre che su questa crisi anche sulle vicende successive che riguardano il nostro lavoro nel settore dell’incentivazione delle attività produttive ed economiche della nostra regione. Penso che questo invito debba essere accolto, penso che il Consiglio nelle prossime settimane possa, magari costruendo un lavoro più articolato attraverso la Commissione, affrontare su questo versante sia un monitoraggio attento che una riflessione, un confronto più largo con pezzi importanti della società marchigiana. In particolar modo penso ai sindacati, alle rappresentanze dei lavoratori, alle Rsu che in tanti settori e in tante imprese sono un concentrato di sapere, di proposta e di riflessione che ci possono permettere di avere un quadro più attento e forse anche migliore anche di quei numerosi centri studi che ci raccontano la nostra realtà produttiva.
Sull’immediato penso che la mozione del Consigliere Procaccini debba essere sostenuta e che l’azione del Presidente, che ha tempestivamente trovato l’opportunità di incontrare la direzione e l’impresa, è un segnale positivo. Tutto insieme e tutti insieme, però, abbiamo bisogno di questo scatto di riflessione e di iniziativa dentro un quadro, quello dell’economia e della crisi economica che stiamo affrontando, che meriterebbe, appunto, un’azione e un impegno più incisivo da parte dell’Assemblea legislativa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.
Enrico CESARONI. Concordo con la mozione presentata dal Consigliere Procaccini, magari forse presentata anche in ritardo. Infatti nell’intervento del Consigliere Bugaro c’è una parte di verità, ha detto che in quel territorio c’è un’ampia crisi di diverse aziende e non solo dell’Antonio Merloni, per la quale, secondo me, ormai l’intervento è anche troppo tardivo, non so cosa possiamo ancora salvare; in ogni caso il Presidente questo pomeriggio si renderà conto di ciò che sarà possibile fare.
Come gruppo abbiamo fatto un emendamento con il quale chiediamo che tutta l’Assemblea legislativa sia a conoscenza e interprete di questa situazione che è abbastanza seria, Presidente, in quanto sappiamo tutti che ci sono diverse aziende che hanno persone in cassa integrazione, che non hanno commesse e non hanno futuro. Quindi per queste aziende che non sono più competitive sul mercato o che non possono più reggere la concorrenza bisogna trovare qualche alternativa.
Sicuramente voteremo la mozione del Consigliere Procaccini per cercare di coinvolgere l’Assemblea legislativa, però chiediamo anche al Governo regionale di intervenire subito in questa situazione di crisi in cui versano diverse aziende, per cercare di portare avanti in quel territorio anche qualche nuova tecnologia o qualche contributo affinché le aziende possano trasformare l’indirizzo produttivo e quindi si possa garantire l’occupazione; Presidente, a Fabriano il problema occupazionale è gravissimo, lo è oggi ma lo sarà anche fra sei mesi.
Quindi dobbiamo tutti insieme cercare di cambiare l’indirizzo produttivo delle aziende per poter ridare posti di lavoro a quelle persone che purtroppo lo stanno perdendo a causa di quelle difficoltà che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Chiedo che tutta l’Assemblea legislativa sia partecipe a questa situazione dell’Antonio Merloni in quanto è la più urgente e la più grave, quindi quella su cui dobbiamo intervenire urgentemente.
Inoltre chiedo che la Giunta segua il problema del fabrianese e della Vallesina, questo perché c’è un indotto che da Fabriano scende, appunto, fino a tutta la Vallesina. Occorre pertanto intervenire su tutte quelle aziende che sono più in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Il dibattito che stiamo facendo giunge da una parte in ritardo, come sottolineava sia il collega Cesaroni che il collega Bugaro, ma dall’altra in anticipo rispetto a quelle che sono le informazioni sulla questione. Oggi in via d’urgenza inseriamo all’ordine del giorno una questione che riguarda un’azienda, riguarda un comparto, riguarda un territorio, però non mi pare che tutta l’Aula sia messa nelle condizioni di valutare la situazione reale.
Quindi sarebbe opportuno, a mio avviso, sospendere il dibattito sulla sostanza – magari lasciarlo sulla forma, per carità – considerato che il Presidente oggi pomeriggio dovrebbe incontrare l’azienda e avere ulteriori informazioni, per poi riprendere il dibattito nella sostanza, cioè nel merito, quando avremo acquisito ulteriori informazioni e quindi poterlo fare con l’Assemblea legislativa tutta.
Condivido l’appunto che il gruppo di Forza Italia ha fatto alla mozione presentata dal Consigliere Procaccini, cioè che non è solo la Giunta – anche se ovviamene lo potrà fare sempre, infatti oggi il Presidente Spacca ha l’incontro –, ma è anche l’Assemblea legislativa che deve parlare delle strategie di sostegno, di difesa di quelli che sono stati i distretti più importanti della nostra regione e che oggi obiettivamente vedono un declino. Infatti non è solo il fabrianese, ma anche tutto l’ascolano – qui faccio gli auguri per la delega ricevuta dall’Assessore Marcolini – e il piceno che ogni giorno hanno a che fare con questioni di impatto notevole sotto il profilo occupazionale, ecc., quindi sicuramente notizie di crisi e non di ripresa.
Certo parlare di questo significa fare il nostro dovere come Consiglieri regionali, perché non è soltanto il caso singolo che ci deve vedere sicuramente presenti e attenti, quanto un ragionamento di carattere generale su quello che può essere messo subito in campo sia come iniziativa istituzionale che attraverso gli strumenti normativi e legislativi, quindi facendo anche il punto su quella che è la situazione fino ad oggi. Infatti non veniamo dall’anno zero, ci sono attività, atti, procedure, finanziamenti, misure, leggi e normative che da tempo hanno affrontato o hanno tentato di affrontare la situazione. Allora, a che punto siamo? Sono state virtuose? Hanno ottenuto dei risultati? Hanno fallito almeno in parte il loro obiettivo? Pertanto occorre fare una riflessione a tutto tondo.
Oggi mi sembra che anticipare una cosa che era già in agenda – infatti la visita del Presidente era in agenda – è voler coinvolgere l’Assemblea legislativa su una questione più formale che sostanziale. La forma, per carità, la dobbiamo salvaguardare, votiamo tutti l’impegno affinché questa sessione si faccia, ma con le carte sotto e avendo dei punti di riferimento per una riflessione che non sia solo di generico richiamo ad una solidarietà territoriale o ad una difesa in generale dell’occupazione. Queste sono parole che, a mio avviso, oggi non hanno più senso in quanto siamo dentro ad una situazione di difficoltà oggettiva non di un’azienda, ma di una serie di eccellenze che sono presenti nel nostro territorio e che vivono un momento di crisi e di difficoltà di mercato.
Mi fermo qui, mi sembra di aver dato un contributo di riflessione, le forme le troveremo, ma se vogliamo votare l’impegno fissiamolo nel momento in cui avremo tutti le condizioni per poter fare una riflessione a tutto tondo su quella che è stata l’attività regionale fino ad oggi e su quella che come istituzione regionale vorrà essere la nostra iniziativa verso questo tipo di problematiche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Noi siamo particolarmente interessati a questa situazione che si sta delineando in alcune aziende importanti della nostra regione, ma che coinvolgono direttamente anche l‘azione politica e amministrativa dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale.
Da tempo vi avevamo messo in guardia, Presidente Spacca, su una situazione che non è così rosea come lei l’ha descritta in questi ultimi tempi. Le avevamo contestato quell’enfasi della generalizzazione, del tutto va bene che lei ha portato avanti anche attraverso la comunicazione diretta ai cittadini. Era un’informazione generalista, non sostenuta da dati effettivi, parliamo del Pil e della spesa regionale, lei riportava risultati di diverse agenzie di indagine, aveva dati dell’Istat ma anche altri dati – oggi non pensavo di dover affrontare questo discorso, poi glieli porterò, magari li posso anche scrivere -.
Ricordo quei manifesti, costati a questa Regione più di 50 mila euro, di cui però anche la situazione a livello elettorale non le hanno dato ragione, cioè i marchigiani hanno capito che la situazione non era come quella che lei descriveva in quei manifesti.
Noi vogliamo stare molto attenti a tutti quei processi che questa gestione regionale mette in campo, soprattutto lo vogliamo fare in questo momento in cui questa azienda intende avviarsi verso un processo di trasformazione e di ricapitalizzazione.
Diciamo che in questo momento in qualche modo potremo invertire la nostra azione riconvertendo i principali strumenti che abbiamo a disposizione. Mi riferisco al Por ma anche al Piano delle attività produttive, mi riferisco al fatto che probabilmente va reindirizzato il nostro bilancio regionale che non libera direttamente nessuna risorsa per le attività produttive. E’ un momento di grandi difficoltà e la situazione dell’Antonio Merloni è un iceberg, infatti ce ne sono altre che ancora non siamo in grado di valutare, ma che sul tessuto socio-economico di questa regione hanno la stessa portata.
Quindi le azioni che possiamo mettere in campo sono molte e non sono solo quelle della Giunta regionale, infatti riteniamo che di questa difficoltà vadano interessate tutte le agenzie che in questa nostra Nazione si interessano di sviluppo e di processi di trasformazione economica, oggi anche il Governo è molto attento a ciò che avviene alla Antonio Merloni.
E’ per questo che chiediamo che l’Assemblea legislativa debba essere coinvolta in tutta questa discussione. Riteniamo che l’autosufficienza – e non perché, Presidente, la vogliamo mettere sotto osservazione – dimostrata dalla Giunta nelle scelte nei campi economici, infrastrutturali e di rilancio del modello Marche non abbia poi prodotto quello che da tempo viene propagandato.
E’ per questo che chiediamo un’assunzione e un coinvolgimento forte di responsabilità dell’Assemblea legislativa.
Mi sembra che nella stagione del dialogo, quello che state propinando a questa regione e che noi assecondiamo perché è per il bene di tutti, vada avviata una fase di attenzione, e l’autosufficienza che dimostrate non sta producendo i risultati che le Marche si attendono. E questa debolezza è sempre più evidente agli occhi di tutti e soprattutto dei marchigiani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.
Luigi VIVENTI. Stavo valutando se era il caso o meno di prendere la parola, poi essendo persona informata dei fatti ho ritenuto opportuno di dover dare con poche parole il mio piccolissimo contributo.
Ha ragione il collega Pistarelli quando dice che oggi pomeriggio ci sarà un incontro tra il Presidente e l’amministratore delegato dell’azienda convocato già la scorsa settimana, quindi è evidente che il Presidente su tale seria questione potrà aprire un dibattito e riferire all’Aula soltanto dopo questo incontro e non prima.
La sollecitazione di questo argomento con una mozione da parte del collega Procaccini è giusta in quanto è sicuramente un problema enorme, c’è un problema occupazionale di grande rilevanza, quindi è opportuno che il Consiglio l’approvi, però comunque ha bisogno di un paio di precisazioni doverose.
Questa mozione, ripeto, che sollecita giustamente l’opportunità di affrontare un problema, in una sua parte dice che non esiste un piano industriale. Vorrei invece chiarire al collega Procaccini e a tutti i Consiglieri regionali che un piano industriale c’è ed è stato approvato dalle organizzazioni sindacali, dal Ministero delle attività produttive e dal Ministero del lavoro, pertanto nella mozione non si può scrivere che non c’è perché è una cosa errata.
Inoltre, all’interno di questo piano industriale c’è una previsione, proprio per affrontare il problema di liquidità dell’azienda, che riguarda la cessione di alcuni assets non ritenuti più strategici dal gruppo, tipo quello della produzione di serbatoi per Gpl. Quindi la cessione di questo comparto fa parte di una strategia che c’è e non di una strategia che non c’è e che quindi è inserita all’interno del piano industriale. Poi che questo piano possa dare gli esiti sperati o meno è un dubbio che averlo è legittimo in quanto la situazione è particolarmente difficile, però non possiamo sicuramente dire che non c’è, quantomeno dobbiamo dire le cose come stanno.
Mi fermo qui perché non credo che oggi sia giusto entrare nel merito in quanto, ripeto, credo sia più corretto rispettare che il Presidente si incontri con l’amministratore delegato e poi sia esso a riferire all’Aula ed eventualmente aprire un dibattito sulla questione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Ascoli.
Ugo ASCOLI. Credo che tutte le persone di buon sento abbiano capito che sarebbe meglio parlare di questo argomento dopo aver avuto gli elementi di conoscenza di prima mano per poter dire le cose come stanno, quindi ora stiamo qui a discutere al buio, basandoci su articoli di stampa o rumors – come dice il Consigliere Bugaro -.
In ogni caso confondere la crisi di una grande azienda, come quella dell’Antonio Merloni e il suo indotto, con la crisi del modello di industrializzazione delle Marche è una sciocchezza e chi la dice se ne prende tutta la responsabilità. In realtà sappiamo perfettamente che ci sono problemi differenti nelle varie aree e settori della nostra regione a seconda delle diverse strategie industriali che sono state portate avanti.
In quest’Aula della cassa integrazione ne abbiamo già parlato proprio in occasione di una interrogazione del Consigliere Viventi.
Sappiamo che nel caso dell’Antonio Merloni, pur essendoci un piano industriale accettato e fatto proprio dei Ministeri, piano indispensabile per poter rilasciare le ore di cassa integrazione a più di 400-500 lavoratori, purtroppo c’è il forte sospetto che ci troviamo di fronte ad una strategia industriale complessivamente miope, non al passo con i tempi e che si sta rivelando sbagliata nei confronti dei problemi a cui oggi ci chiama l’internazionalizzazione e la globalizzazione.
Quindi qui ci sono tutti gli elementi per discutere, la Regione sta seguendo da tempo questa vicenda, ci sono state varie riunioni, è in preparazione, oltre all’incontro che il Presidente ha convocato per oggi pomeriggio alle ore 15,00, un altro incontro che l’Assessore all’industria dell’Umbria Mario Giovanetti ed io stesso con l’Assessore Giaccaglia stiamo cercando di organizzare coinvolgendo anche i Presidenti delle Province e il Sindaco di Fabriano. Quindi per quanto ci concerne c’è tutta una mobilitazione che sta a dimostrare l’importanza che la Giunta attribuisce alla questione Antonio Merloni.
Sapete tutti che ci sono in ballo direttamente 3.600 posti di lavoro, più altre centinaia di posti nelle aziende piccole terziste dell’indotto, quindi figuriamoci, come tutti del resto sanno, se la Giunta sottovaluta questa problematica e se la lascia da parte per qualche sciocchezza di analisi.
Pertanto ci teniamo a precisare che fare di tutta un’erba un fascio è, ripeto, opera sciocca e sbagliata, cioè il confondere il ritiro di una multinazionale da Ascoli Piceno con la crisi di Antonio Merloni e con la crisi della piccola e media industria delle Marche è un’operazione che dimostra una totale non conoscenza dei fatti o quanto meno una maligna voglia di parlar male per forza quasi perché tanto a parlar male si gode.
Inoltre credo che sia del tutto sbagliata la proposta di emendamento alla mozione presentata dal Consigliere Procaccini, è come se noi adesso dovessimo fare un’apposita seduta assembleare legislativa a Fabriano sulla problematica di Antonio Merloni. Inoltre credo che il Consigliere Capponi sbagli anche l’uso delle parole, perché chiama con autosufficienza quella che è la responsabilità di governo, perché una cosa è una Giunta che affronta nella sua responsabilità una questione, altra cosa è quella che lui chiama con autosufficienza, sarebbe come se il Parlamento chiedesse al Presidente Berlusconi di non essere autosufficiente nei suoi Consigli dei Ministri e poi chiedere di coinvolgere tutto il Parlamento quando c’è un problema ritenuto importante da un onorevole o un deputato. Quindi, una cosa sono le responsabilità, sulle quali naturalmente l’Assemblea legislativa è chiamata a pronunciarsi ogni qual volta lo ritenga opportuno, una cosa invece sono le accuse di autosufficienza che rispediamo al mittente in quanto sono del tutto gratuite ed infondate.
Posso rassicurare i Consiglieri che la Giunta segue con la massima attenzione la questione, ne è consapevole, abbiamo un piano delle attività produttive che è stato approvato a gennaio con un solo voto contrario, abbiamo tutti gli strumenti degli ammortizzatori per affrontare i momenti di difficoltà, peraltro come già stiamo facendo da due anni, abbiamo già una concertazione interregionale per affrontare in modo specifico la questione Antonio Merloni. Questione, ripeto, che non ha nulla a che fare con le problematiche complessive della crescita industriale di questa regione, crescita che continua ad esserci e che continua a registrare primati anche da quelle agenzie che sono state malamente evocate dal Consigliere Capponi, agenzie che in realtà sono sia l’Istat, la società di statistica, che altre di autorevole prestigio e che pertanto non possono essere accusate di aver prodotto dati a nostro favore.
Mi pare, quindi, che la discussione abbia preso una brutta piega, una piega non seria, una piega di strumentalizzazione esibita tanto per parlar male di qualche cosa. Mi pare, invece, che l’Assemblea legislativa meriti molto di più, meriti Consiglieri più informati, meriti Consiglieri più intelligenti, meriti Consiglieri che sappiano quello di cui parliamo.
Pertanto credo che il discorso debba essere fatto ancora e sicuramente quando ci saranno gli elementi di conoscenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA. Credo anch’io che sarebbe opportuno fare questo dibattito immediatamente dopo l’incontro che avremo oggi pomeriggio con la direzione dell’Antonio Merloni, perché così il mio intervento e il nostro dibattito potrebbe essere maggiormente approfondito sulle questioni reali e concrete che riguardano questa vicenda.
Quindi da parte mia posso soltanto annunciare quale sarà la strategia dell’incontro di oggi pomeriggio. Sarà un incontro teso soprattutto a conoscere quali saranno le strategie industriali del gruppo, a conoscere le strategie finanziarie del gruppo Antonio Merloni a sostegno di queste strategie di carattere industriale, infine per conoscere quali saranno – questo è un argomento che ci preoccupa particolarmente – i supporti di carattere organizzativo e manageriale che possano dare corpo e sostanza a questa strategia produttiva, industriale e finanziaria.
Queste saranno le tre domande che porremo all’amministratore delegato di questo gruppo, ma con un obiettivo che ci vogliamo proporre e che ci è proprio, cioè quello di salvaguardare i livelli occupazionali che insistono sul territorio delle Marche e dell’Umbria.
Quindi l’obiettivo che ci poniamo sicuramente al primo posto è quello di tutelare il lavoro di 3.500 lavoratori – forse sono anche di più – e altrettante famiglie. Non abbiamo altri obiettivi.
Poiché il dibattito si è allargato e ha trasbordato – non essendoci elementi concreti su cui soffermarsi – su considerazioni di carattere generale, mi preme l’obbligo di dover rispondere ad alcune valutazioni estremamente offensive in quanto non correlate alla verità di un dibattito, dibattito che pure abbiamo sviluppato per anni ed anni in quest’Aula.
Non è possibile, se vogliamo davvero instaurare questo nuovo clima di rapporti positivi tra maggioranza e opposizione e creare risposte concrete che nascono da questa Assemblea a servizio della nostra comunità, tollerare un dibattito di questo livello.
Non è possibile parlare di autosufficienza della Giunta regionale – lo ha detto molto bene l’Assessore Ascoli – quando siamo in presenza dell’esercizio di una funzione di responsabilità. Una responsabilità, che tra l’altro stiamo conducendo in collaborazione con un’altra Regione, che non ci porta poi a non capire che sulle azioni concrete che dovremo sviluppare, e che non saranno tutte ad appannaggio della Giunta regionale, ci dovrà essere una forte condivisione dell’Assemblea legislativa. Ma questo solo nel momento in cui sapremo che cosa fare, perché allo stato attuale dei fatti gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono molti, molto dipenderà proprio dall’evoluzione di questa vicenda di cui ancora non sappiamo e che speriamo di comprendere questa sera.
La seconda questione è che non è accettabile un dibattito in notturna, a fari spenti, in piena notte e dove i tutte le vacche sono nere. Dobbiamo fare un dibattito alla luce del sole dove ognuno si prende le proprie responsabilità senza fare di tutta un’erba un fascio o una grande confusione. Non è possibile addebitare alla Giunta regionale la responsabilità di una strategia di politica industriale in cui da lungo tempo non si sia evidenziato, perché abbiamo martellato anche con tanta insistenza al punto da diventare noiosi e quindi non più e totalmente comprensibili, e forse è proprio questa la ragione. Infatti è da sempre che diciamo che la strategia della politica industriale della nostra regione deve essere orientata a processi di internazionalizzazione, innovazione e controllo delle reti di distribuzione. Ed è su questo che abbiamo organizzato la nostra strategia di politica industriale.
Abbiamo sempre detto che chi non avrebbe innovato o internazionalizzato sarebbe andato fuori mercato o chi ricercava una strategia sulla competitività di costo sarebbe finito male. Lo abbiamo detto in tutte le maniere, in tutte le occasioni e in tutte le circostanza.
Allora non si può addebitare alla Giunta regionale di non aver avvertito il proprio sistema produttivo di quale fosse il trend fondamentale dell’economia della nostra regione, un’economia che non è monolitica, è un’economia molto articolata, è fatta di cluster differenti, per cui esistono luci ed ombre, ed anche questo l’abbiamo sempre detto.
Chi invece si è posto nel senso dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della strategia di commercializzazione nella catena del valore posizionandosi a valle della stessa, sicuramente ha trovato possibilità di alimentare quel processo di costruzione dell’economia regionale dove noi oggi siamo relativamente soddisfatti. E questo ce lo dicono le fonti fondamentali e gli osservatori fondamentali del nostro Paese. Ce lo dice l’Istat prima di tutto, poi la Banca d’Italia – che è un osservatorio credo al di sopra di ogni sospetto – nell’ultima relazione del suo direttore sulla situazione complessiva dell’economia della nostra regione che, ripeto, è fatta di situazioni di luci e di ombre, rispetto alle quali poi emerge una deriva complessiva comunque positiva per l’economia regionale.
Altra osservazione che non è accettabile è il fatto che ci sia un blocco sociale connesso con la politica industriale di questa Regione, è per due questioni.
Prima questione. I Consiglieri dovrebbero sapere – e se non lo sanno glielo dico io – che per gli strumenti a disposizione la politica industriale della nostra Regione è completamente orientata alla micro e piccola impresa, non abbiamo strumenti a disposizione per la grande impresa, non abbiamo – nonostante le interrogazioni del Consigliere Bugaro, che si ripetono nel tempo e forse solo per alimentare un dibattito vuoto e fine a se stesso – gli strumenti a disposizione della grande impresa che è appannaggio dello Stato ovvero del Governo centrale.
Seconda questione. Non è accettabile parlare di un blocco sociale politicamente omogeneo quando all’interno dello stesso gruppo di persone e dello stesso gruppo Merloni ci sono imprenditori che hanno opinioni radicalmente differenti, ci sono imprenditori di destra e imprenditori di sinistra.
Quindi per queste due ragioni non esiste un blocco sociale politico che in qualche modo si colleghi alla politica industriale di questa Regione. Sgombriamo il campo da questa ipotesi. Ripeto, all’interno dello stesso gruppo Merloni abbiamo imprenditori differenti, ci sono imprenditori di destra – di cui oggi stiamo parlando – e imprenditori di sinistra o di centro sinistra.
Inoltre, vorrei anche dire che la linea di conduzione del nostro Governo regionale ricerca insistentemente un rapporto coerente sulla filiera istituzionale. Lo abbiamo ricercato nella passata legislatura e lo stiamo ricercando anche in questa. Il primo incontro che abbiamo fatto con i Parlamentari di centro-destra e di centro-sinistra lo dimostra, perché al centro della nostra azione c’è la ricerca di soluzioni concrete per la nostra comunità.
Quindi noi vogliamo proseguire su questo sentiero di filiera istituzionale e non vorremmo che il principale ostacolo alla collaborazione tra Istituzioni differenti (Comuni, Province, Regione e Stato centrale) venisse proprio dall’Assemblea legislativa delle Marche, sarebbe un errore imperdonabile. Quindi mettiamoci su questa linea di collaborazione e facciamolo con grande serietà e con grande senso di responsabilità.
Auspico quindi che questo dibattito, che dovremmo riprendere perché non si esaurisce questa mattina, sia la prova concreta di una nuova collaborazione tra maggioranza e opposizione e tra Governi che hanno profili differenti. Perché la soluzione di questo problema concreto, particolarmente grave e pesante per la nostra comunità e per un particolare territorio – perché si concentra su un solo territorio – deve trovare e può essere risolto soltanto attraverso la collaborazione sulla filiera istituzionale e in modo particolare tra il Governo regionale e il Governo nazionale. Questa sarà la prova del nove, al di là delle parole e delle enunciazioni, che verificherà la possibilità di una collaborazione su un piano positivo tra maggioranza e opposizione in questa Assemblea legislativa.
Spero sinceramente che questo avvenga, lo spero proprio per salvaguardare i livelli occupazionali e il lavoro di tante persone e di tante famiglie.
PRESIDENTE. Alla mozione n. 263 del Consigliere Procaccini sono stati presentati tre emendamenti che porrò alla discussione e al voto per ordine testuale. Prima però devo mettere in votazione la proposta di rinvio fatta dal Presidente Spacca. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Certo che se la richiesta di rinvio è stata fatta dal Presidente saremo ovviamente rispettosi di questa necessità. Comunque vorrei dire che l’Assessore Ascoli, ma anche altri Consiglieri, quando intervengono dovrebbero misurare le parole, perché non solo non è di buon senso rinviare o non discutere questa cosa, ma è stato di grande buon senso discuterla questa mattina. Intanto perché abbiamo appreso che l’incontro di questo pomeriggio avverrà con quelle caratteristiche che ci ha detto il Presidente e che, per quello che può valere, ha anche un mandato in più dell’Assemblea legislativa.
Quindi la nostra non è stata una mozione di una forza che è una scheggia impazzita rispetto allo scenario istituzionale e sociale, ma è stata una mozione che vuole porre l’attenzione su un problema serissimo che non si può liquidare con fastidio.
Secondo me – lo dico ai colleghi della minoranza anche se apprezzo comunque il tentativo di coinvolgere l’Assemblea legislativa in una discussine di questo tipo – è sbagliato porre una trattativa con una riunione in loco cioè di fare a Fabriano anche una seduta dell’Assemblea legislativa. L’Assemblea legislativa deve discute in questa Aula altrimenti potrebbe esserci il rischio di strumentalizzare tutto il problema. Questo perché la situazione è difficile da molte parti, quindi è opportuno che semmai sia la Giunta regionale a fare una riunione operativa a Fabriano e non l’Assemblea legislativa. Condivido, invece, la proposta fatta dal Consigliere Badiali di fare una discussione monotematica sul modello di sviluppo.
Pertanto siamo disponibili ad accettare il rinvio come richiesto dal Presidente Spacca, però come contributo alla discussione e alla risoluzione del problema e non perché averlo presentato oggi con questa mozione era una proposta di non senso, in quanto invece era una proposta molto sensata. Quindi la prossima volta, Assessore Ascoli, misuri i termini!
PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Presidente Spacca di rinvio della votazione della mozione n. 263.
(L’Assemblea legislativa approva)
Elezione dei Vicepresidenti dell’Assemblea legislativa regionale ai sensi dell’articolo 6, secondo comma, del Regolamento interno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione dei Vicepresidenti dell'Assemblea legislativa regionale. Ricordo i Consiglieri che il voto è limitato ad uno, ci sarà un’unica votazione e saranno eletti i due Consiglieri che otterranno il maggior numero dei voti.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
Comunico il risultato della votazione: votanti n. 37, schede bianche n. 2, schede valide n. 35. Hanno ricevuto voti: Stefania Benatti n. 27, Vittorio Santori n. 13. Proclamo eletti Vicepresidenti dell’Assemblea legislativa delle Marche la Consigliera Stefania Benatti e il Consigliere Vittorio Santori, che invito a prendere posto nei banchi della Presidenza.
Sono convinto che l’Ufficio di Presidenza continuerà nella sua collegialità, ovviamente ringrazio il Consigliere Antonio Giannotti per il contributo dato in questi anni con grande slancio nel lavoro.
(I Consiglieri Benatti e Santori prendono posto nei banchi della Presidenza.
Applausi dei Consiglieri)
Proposta di legge n. 97
dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Altomeni, Binci
“Gestione del trasporto sanitario. Modificazioni e integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36 ‘Sistema di emergenza sanitaria’ ”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 197 ad iniziativa dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Altomeni, Binci. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Oggi arriva finalmente in Aula questa importante proposta di legge. Mi auguro che la discussione, arricchita anche dal percorso sugli emendamenti, possa concludere oggi questa vicenda. Sono qui presenti anche un’ampia rappresentanza dei soggetti interessati.
La proposta di legge n. 97 compie un‘ampia opera di manutenzione della l.r. n. 36/98, al fine di adeguarla al mutato quadro normativo nazionale e comunitario, risolvere alcune problematiche emerse nel corso della sua applicazione, rivisitarne i contenuti alla luce degli obiettivi posti dalla nuova pianificazione sanitaria regionale.
Il nucleo centrale della proposta è costituito dalle disposizioni inerenti il trasporto sanitario che attualmente viene effettuato dalle aziende sanitarie e dall’Inrca con mezzi e personale propri o affidato a terzi e in modo non uniforme nel territorio regionale.
Diversa, infatti, è la situazione presente nelle varie province. Infatti, mentre nelle province di Macerata, Ancona ed Ascoli Piceno è molto vivace la presenza di associazioni di volontariato e della Cri che svolgono il servizio sulla base di convenzioni, nella provincia di Pesaro Urbino è minore la presenza del volontariato e l’affidamento del servizio si provvede mediante procedure concorsuali (bandi di gara).
Ho dei dati, che posso brevemente elencarvi, messi a disposizione dall'Agenzia sanitaria: nella provincia di Macerata il servizio è garantito con 7 mezzi di trasporto dell’azienda sanitaria e 13 mezzi convenzionati, nella provincia di Ascoli il servizio è garantito con 6 mezzi dell’azienda sanitaria e 20 mezzi convenzionati, nella provincia di Ancona il servizio è fornito da 9 mezzi dell’azienda sanitaria e 22 mezzi convenzionati, nella provincia di Pesaro il servizio è fornito da 10 mezzi dell'azienda sanitaria mentre i mezzi convenzionati sono inferiori a 2 quindi scarsissimi.
Pertanto c'è una situazione particolarmente differenziata sul territorio regionale e per questo è necessario – e con la legge speriamo di farlo – dare uniformità a questo servizio.
Per quanto riguarda il trasporto programmato l’affidamento avviene in maniera differenziata. In alcune Zone si procede mediante procedure ad evidenza pubblica, in altre vengono stabilite turnazioni tra vari operatori pubblici, associazioni di volontariato e privati, in altre ancora la turnazione è assicurata solo dagli operatori pubblici e dalle associazioni di volontariato. In alcuni casi, infine, l’organizzazione del servizio di trasporto programmato viene effettuata dalle centrali operative con il supporto dei volontari, in altri dalle centrali operative senza l’ausilio delle associazioni di volontariato, in altri ancora l’organizzazione della turnazione è gestita direttamente dalle associazioni di volontariato e dalla Cri.
La legge che ci accingiamo ad approvare, quindi, si pone l’obiettivo fondamentale che è quello di omogeneizzare il sistema innalzando la qualità dei servizi resi e garantendo la sostenibilità economica per la Regione nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti.
La conciliazione di queste esigenze (innalzamento della qualità, garantire la omogeneità e sostenibilità economica), che sono apparentemente contrapposte, è perseguibile nella nostra regione proprio grazie alla presenza prima evidenziata della Cri e di numerose associazioni di volontariato che effettuano il trasporto sanitario con l’ausilio di volontari, cioè quel personale non retribuito che opera con grande spirito altruistico, competenza ed abnegazione. Tali associazioni, come è noto, svolgono il servizio a titolo gratuito salvi i rimborsi spesa.
Questa è per noi una grande risorsa, siamo riconoscenti al servizio svolto dai volontari e dalle loro associazioni, infatti la legge lo riconoscerà in maniera abbastanza precisa.
Dunque la proposta punta a valorizzare, anche sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale, il ruolo di queste associazioni tenendo conto delle peculiarità proprie del tipo di trasporto in discorso, inestricabilmente connesso all’attività di soccorso sanitario e parte integrante della rete dei servizi di emergenza-urgenza.
In particolare la proposta prevede che il trasporto sanitario venga svolto direttamente dalle Aziende sanitarie e dall’Inrca. Nel caso però – come ho già dimostrato e detto – che ciò non sia possibile la legge dispone che il servizio sia affidato in via prioritaria alle associazioni di volontariato e alla Cri o ad altri enti pubblici sulla base di un contratto non oneroso, cioè con una convenzione che preveda il solo rimborso delle spese effettivamente sostenute, calcolate sulla base di principi di economicità ed efficienza. Tale tipo di affidamento rappresenta, come è ovvio, un grosso vantaggio economico per l’ente pubblico e nel contempo supporta e riconosce il valore civile e sociale dell’attività delle associazioni di volontariato, alle quali riconfermiamo la nostra gratitudine in un servizio delicatissimo come è quello dell’emergenza sanitaria e del trasporto sanitario inteso in tutte le sue articolazioni.
La legge dispone, infine, che il servizio di trasporto sanitario, nel caso in cui non possa essere svolto direttamente dalle Aziende sanitarie e dall’Inrca o per tramite dei soggetti convenzionati (Cri, associazioni di volontariato, enti pubblici), sia affidato a terzi nel rispetto della normativa vigente in materia di appalti e forniture, cioè del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce).
Il sistema di affidamento e gestione del trasporto sanitario contenuto nella legge ha anche l’obiettivo, come prima ho accennato, di innalzare la qualità del servizio reso, servizio che costituisce uno snodo essenziale per il buon funzionamento dell’intera rete di emergenza ed urgenza. Come sappiamo quando parliamo di emergenza sanitaria parliamo di casi in cui spesso è a rischio la vita dei nostri cittadini, quindi parliamo di un trasporto assolutamente delicatissimo.
Per tale motivo la legge prevede che il trasporto a carico del servizio sanitario regionale possa essere svolto solo da soggetti autorizzati ed accreditati, cioè da questi soggetti in possesso di requisiti organizzativi, tecnologici e professionali di qualità, stabiliti dalla legge regionale con regolamento.
Quindi sì al volontariato e sì alla qualità attraverso il percorso dell'autorizzazione e dell'accreditamento che la legge prevede, proprio per il particolare e delicatissimo servizio che si svolge in questa materia.
Sappiamo che nel trasporto sanitario c'è dentro di tutto, c'è l'emergenza-urgenza, ci sono i servizi programmati e altri servizi ausiliari, ma la delicatezza del servizio, e ovviamente in particolare per quello che riguarda l'emergenza-urgenza, è sotto gli occhi di tutti.
Lo stesso regolamento dovrà anche determinare i requisiti necessari per svolgere l’attività di trasporto sanitario non a carico del servizio sanitario regionale, questo al fine di garantire la sicurezza di questo servizio di interesse generale.
In sintesi la legge prevede che l’attività di trasporto sanitario sia soggetta ad autorizzazione e che l’esercizio dell’attività di trasporto sanitario a carico del servizio sanitario regionale possa essere svolta solo da soggetti autorizzati ed accreditati.
I provvedimenti di autorizzazione e di accreditamento non sono atti discrezionali, ma sono accertamenti tecnici relativi al solo possesso dei requisiti prescritti.
Abbiamo scelto di rinviare ad un regolamento, come la Regione ha fatto per la gestione anche di altri servizi, sia sanitari che sociali, proprio per garantire questa qualità ed omogeneità sul territorio regionale e certezza nell'assegnazione di questi servizi.
Inoltre la legge individua la Giunta come soggetto per l'emanazione di questo regolamento e fissa anche dei tempi abbastanza certi entro i quali deve essere previsto.
Alcune modifiche della legge n. 36, come prima ho detto, sono state dettate anche da un mutato quadro normativo nazionale e regionale.
Mi riferisco in particolare al fatto che la l.r. n. 36/98 fa ancora riferimento alle aziende Usl. Sappiamo che dal 1998 ad oggi la nostra Regione – e non solo nella nostra – ha introdotto modifiche molto significative per quanto riguarda la normativa del nostro sistema sanitario, quindi la nuova legge n. 13, i nuovi assetti, due nuovi piani sanitari sono passati in questo decennio, ovviamente alcuni aggiustamenti sono tecnici e sono di adeguamento del nuovo assetto.
La legge regionale n. 36, inoltre, fa riferimento ad accordi collettivi del personale sanitario superati da altri accordi nazionali, quindi alcune abrogazioni e alcune modifiche riguardano anche questo, cioè rinvii agli accordi collettivi nazionali vigenti,
La legge n. 36 prevede ancora sanzioni amministrative in lire. Magari questi sono dettagli, ma è per dirvi come la rivisitazione oltre ad aver voluto dare garanzie e certezze al nostro sistema, individuando i soggetti che di trasporto sanitario si occupano, ha voluto anche adeguarla rispetto al mutato contesto normativo.
La l.r. n. 36 individuava il personale da adibire alle centrali operative fissando parametri rigidi, non permettendo di tener conto dell’evolversi della normativa di riferimento. Si è pertanto affidata, non più ad una legge come la n. 36 e a questa nostra modifica (pdl n. 97) ma ad un atto amministrativo consiliare, l’individuazione dei criteri sulla base dei quali il comitato del dipartimento di emergenza individua il personale da adibire alla centrale operativa. Inoltre in tale maniera sarà possibile attuare gli indirizzi del piano sanitario che prevede l’adeguamento della dotazione organica delle centrali operative in funzione del rispettivo ruolo a livello regionale e di area vasta.
La legge n. 36 individuava i mezzi con cui vengono effettuate le operazioni di soccorso. Quindi una legge molto dettagliata nella quale venivano indicate, come ricordavo, le caratteristiche del personale e dei mezzi tecnici. Oggi abbiamo ritenuto che questi aspetti si debbano affrontare con un regolamento, con uno strumento più snello che consente anche di modificare e raccogliere più rapidamente le eventuali evoluzioni tecniche che possono essere previste.
L’ultima questione che voglio affrontare è la rivisitazione della legge n. 36 in relazione agli obiettivi del nuovo Piano sanitario.
Il Piano sanitario al capitolo X.3 prevede “la riorganizzazione per aree vaste del sistema 118 inteso come sistema operativo e sistema di emergenza territoriale”.
Tale riorganizzazione non contrasta con l’attuale assetto delle centrali operative, che viene pertanto confermato però apportando alla l.r. n. 36 quegli aggiustamenti necessari a consentire un’individuazione nell’ambito di operatività delle quattro centrali operative più facilmente rapportabile ad un bacino di utenza di area vasta.
Si è limitata al massimo l’individuazione in legge delle attività che debbono essere svolte a livello zonale. In primo luogo perché le Zone sono ormai prive di personalità giuridica, in secondo luogo per garantire, in ottemperanza alle prescrizioni del Piano sanitario, un governo della sanità più duttile, volto cioè ad individuare l’ambito ottimale di esercizio delle funzioni (Zona, Area vasta, Asur) in relazione ai bisogni sanitari e all’epidemiologia.
Questa legge arriva in Aula dopo un percorso abbastanza complicato, abbiamo ascoltato con attenzione le esigenze del sistema e anche dei soggetti che in questo sistema operano e ci auguriamo che venga approvata nella mattinata di oggi.
Sono stati presentati alcuni emendamenti sottoscritti sia da Consiglieri di maggioranza che dai Consiglieri di minoranza. In particolare ci sono quelli che vogliono riconoscere che sia la legge e non un atto di indirizzo della Giunta quello del sistema di priorità che ci diamo, cioè chi deve svolgere questi servizi dando la priorità alla gestione diretta e dopo questa il protagonismo alle associazioni di volontariato.
Come relatrice di maggioranza ritengo, e lo anticipo nella discussione in modo tale che sia chiara qual è davvero la volontà della maggioranza, che gli emendamenti che vanno in questo senso, quello cioè del riconoscere il sistema di priorità che la nostra Regione si dà e che lo possiamo fare tranquillamente per legge; così anche le associazioni che ci stanno ascoltando in questo momento siano più tranquille e serene.
Così era anche nel testo arrivato in Aula, ma se con l’emendamento al famoso articolo 6 si preferisce la garanzia che sia la legge a stabilire le priorità, io non ho assolutamente nulla in contrario. Questo perché vorremmo che questa vicenda finisse proprio per poter dare tranquillità ai nostri cittadini marchigiani e alle associazioni di volontariato che svolgono un ruolo estremamente significativo e per dare più ordine ed omogeneità. Quindi gli emendamenti che vanno in questa direzione potranno essere accolti.
Nel concludere, l’augurio davvero sincero che faccio è che oggi in Aula si possa essere quella maggioranza che consenta l’approvazione di questa legge.
Ho visto che la minoranza ha presentato – diversamente da quanto è avvenuto in una discussione abbastanza in sintonia in Commissione – alcuni emendamenti che puntano a cancellare il percorso di autorizzazione ed accreditamento. Quindi invito la minoranza a ritirare questi emendamenti e a trovare una convergenza sul nostro testo. L’autorizzazione e l’accreditamento, come sapete, sono previsti da decreti nazionali, questo è un percorso che la Regione si è data per tutto il sistema sanitario e sociale e che dà molte garanzie per poter svolgere questo servizio secondo criteri omogenei e di qualità.
Tra l’altro la legge prevede che finché non sarà emanato il regolamento da parte della Giunta regionale potranno ritenersi autorizzate le associazioni che già operano, quindi c’è un’apertura e un interesse a dare a tutti tempi e modi per arrivare ai criteri di accreditamento.
Quindi invito la minoranza, ripeto, a rivedere le proprie posizioni e a fare in modo che questo testo possa uscire dall’Aula non soltanto con il voto di maggioranza, ma se possibile anche con un voto quanto meno di astensione e sarebbe anche meglio se lo si volesse condividere fino in fondo. Questo perché credo che ci guarda l’intero sistema regionale, ci guarda il mondo delle associazioni, ci guardano i tanti cittadini e cittadine marchigiane che hanno assolutamente bisogno di tale servizio e che sanno che anche attraverso questo noi potremo garantire una qualità adeguata ai loro bisogni.
Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Inizio esprimendo lo stesso auspicio che ha fatto la collega Mollaroli. Infatti noi vorremmo dare un giudizio positivo su questa legge, ma lo faremo solo se gli emendamenti qualificanti che abbiamo presentato verranno accolti.
Non rifaccio nuovamente l’illustrazione del testo perché devo dire che lo ha fatto bene e in maniera abbastanza equilibrata la collega, dico soltanto che con questi emendamenti noi abbiamo semplicemente cercato di migliorare ed esplicitare quegli aspetti che qualificano e salvaguardano sempre di più il mondo dell’associazionismo in seno a questo settore e abbiamo cercato di presentarli in maniera tecnica e non strumentale.
Quindi il nostro giudizio è sospeso in quanto soltanto a seguito dell’approvazione di questi emendamenti trarremmo la posizione politica definitiva.
Certo il nostro auspicio è quello di votare a favore della legge, ma solo se chiaramente conclama in maniera inequivocabile quel grande patrimonio di impegno e di solidarietà che caratterizza soprattutto la provincia di Ancona. Perché, Consigliera Mollaroli, è vero quello che ha detto lei, cioè che in altre parti della regione la presenza del mondo dell’associazionismo è più sporadica e c’è un diverso rapporto, mentre nella provincia di Ancona, questo grande patrimonio di impegno e di solidarietà si è sedimentato negli anni e riveste anche un aspetto culturale. Pertanto questo grande patrimonio non può in nessun modo essere messo in dubbio da una legge che probabilmente deve essere modificata in alcuni aspetti proprio per esplicitare in maniera definitiva questo tipo di indirizzo che l’Assemblea legislativa oggi si appresta a dare.
Se non ci sono altri colleghi che vogliono intervenire, direi di iniziare l’esame del testo normativo e degli emendamenti, così potrete sapere quale sarà la nostra posizione.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questa è una discussione molto delicata che il Consiglio, secondo me, approccia con un’eccessiva disinvoltura.
Abbiamo appreso dalla relatrice di maggioranza Mollaroli che si è d’accordo – anche noi siamo lo siamo – a prevedere che deve essere una legge a fissare i criteri, e non il regolamento, per stabilire i requisiti alle imprese private per accedere alla possibilità di fare il trasporto sanitario. Ma se tale esigenza è giusta perché questa mattina approviamo una leggina per poi doverne fare un’altra?
In tutto ciò credo che ci sia un’ipocrisia consapevole, nel senso che è vero che esiste una sentenza della Corte di Giustizia del 29 novembre 2007 che equipara anche il trasporto sanitario a qualsiasi merce e quindi dovrebbe essere messa a gara, ma dico “dovrebbe” perché nel sistema del federalismo che tutti elogiano, una direttiva europea e anche una sentenza non devono essere prese per forza per oro colato.
Nel senso che in questa visione liberalizzatrice, nella migliore concezione della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione di tutti i servizi quindi anche quelli essenziali, c’è la possibilità, ad esempio, per una impresa che oggi svolge il proprio lavoro e la propria attività nel settore magari delle pompe funebri, domani con questa legge potrebbe fare anche il trasporto sanitario.
Ma non è solo questo. Si parla della ricerca della qualità, dell’ossessione della competizione, si parla del ruolo del volontariato che con questa legge in realtà per alcuni aspetti viene anche gratificato, ma che poi nella sostanza rischierà, compresa la Croce Rossa, di essere spazzato via. Questo perché c’è una concezione che mette anche il trasporto sanitario all’interno dei rapporti di forza economici e non nella necessità di quello che dovrebbe essere il servizio primario, come quello della salute, e quindi del trasporto dell’emergenza sanitario, un trasporto che dovrebbe essere appannaggio delle strutture pubbliche, ma che invece viene messo a gara.
Infatti questa proposta di legge equipara le associazioni di volontariato ad aziende, stravolge il contesto di priorità dell’emergenza sanitaria e in qualche modo anche la visione dei proponenti; voglio ricordare all’Assessore Mezzolani e a tutti noi che questa proposta non è della Giunta regionale, ma è di alcuni Consiglieri che però in alcune parti è più realista del re, declassa la Croce rossa che è un ente pubblico e dunque una parte concreta dello Stato e che in quanto tale dovrebbe essere essa stessa in primo luogo ad avere l’affidamento in house.
Quindi anziché potenziare il servizio pubblico delle aziende sanitarie, dei presidi ospedalieri e anziché stabilizzare i lavoratori precari e coinvolgere in una rete virtuosa il grandissimo movimento del volontariato, al contrario si avvia un processo di privatizzazione.
Infatti nell’articolo 6, che voglio leggere nelle sue parti essenziali, al comma 2 si dice che il trasporto sanitario con quelle caratteristiche è assicurato dalle aziende sanitarie e dall’Inrca, ecc., e dal proprio personale. Però la lettera b), che qui non è stata menzionata, compie il discorso inverso. Quindi invito l’Assessore Mezzolani e tutta la Giunta a fare una proiezione economica di quanto costerà la previsione di questa lettera b), infatti si dice che: l’affidamento del trasporto sanitario ai soggetti diversi da quelli indicati alla lettera a) è effettuato nel rispetto della normativa vigente e a tal fine ci saranno bandi di gara nelle procedure aperte… omissis. Significa che attraverso i criteri che saranno fissati dalla Giunta regionale o meglio ancora da una legge, i soggetti privati diversi dal volontariato, dalla Croce rossa e dalle aziende ospedaliere, come per esempio – volendo estremizzare – il servizio di pompe funebri che comprerà l’ambulanza, potrà fare anch’esso il servizio per l’emergenza sanitaria.
Ecco perché, Assessore, a nome del gruppo dei Comunisti Italiani, la invito a chiedere ai proponenti un rinvio in Commissione e a fare una legge complessiva, visto che ci sono i Consiglieri che hanno presentato la medesima legge e che chiedono di fare un’altra legge per fissare i criteri, in modo tale che ci possa essere una visione seria e rigorosa affinché il servizio sanitario soprattutto dell’emergenza, ma anche quello sanitario in generale, non sia appannaggio di chicchessia, questo perché la logica del mercato deve avere un limite.
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
PRESIDENTE. Consigliere Procaccini, se ho ben compreso propone al Consiglio il rinvio in Commissione?
Cesare PROCACCINI. Sì.
PRESIDENTE. Quindi prima di proseguire con la discussione dobbiamo votare la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 97. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Noi siamo contrari al rinvio perché è da troppo tempo che stiamo discutendo questa proposta di legge e c’è stato anche un accordo in Commissione di portarla oggi in Aula. Quindi mi sembra eventualmente anche venir meno ad un percorso politico istituzionale che abbiamo coltivato in questo periodo e che, secondo me, deve essere portato a compimento. Inoltre, mi sembrerebbe anche quanto mai offensivo nei confronti degli operatori se continueremo a farli stare in questa sorta di limbo che non è produttivo per nessun soggetto.
Di conseguenza chiediamo di poter discutere oggi la legge e possibilmente, come ho detto prima, anche di migliorarla.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Ritengo che sia sbagliato far tornare ancora una volta in Commissione questo testo. La Commissione ha avuto un tempo lunghissimo di discussione, l’ha esaminato in tutti i suoi aspetti e il Consigliere Procaccini come tutti è stato messo nelle condizioni di partecipare. Abbiamo condiviso anche con la minoranza alcuni principi fondamentali ispiratori di questa legge, quindi oggi il rinvio mi sembra un atto veramente sbagliato nei confronti del lavoro che abbiamo svolto tutti insieme e nei confronti di chi aspetta certezze da questa legge, perché ci sono convenzioni da sistemare e pertanto serve dare garanzie a chi lavora. Dunque rinviare sarebbe un grande errore.
Oggi siamo qui, il testo è ampiamente conosciuto, è stato emendato e sugli emendamenti c’è una possibilità di convergenza. Quindi invito veramente il Consigliere Procaccini a ritirare questa proposta di rinvio perché significherebbe che il Consiglio non conclude mai quelle questioni che invece credo siano state approfondite come poche. Sono sette anni che faccio la Consigliera regionale e devo dire che una legge che ha avuto una lente di ingrandimento e un percorso di partecipazione e discussione come questa non l’ho mai gestita, non sono stata mai messa nelle condizioni di discutere con l‘approfondimento e i tempi che abbiamo dedicato a questa legge.
Pertanto concludiamo il nostro lavoro perché la nostra funzione di legislatore è anche quello di portarlo a termine e credo che oggi l’Aula sia nelle condizioni di poterlo fare.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 97.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Dunque riprendiamo la discussione. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Vorrei partire dalle ultime parole appena espresse dalla Consigliera Mollaroli, cioè dal fatto che questa è una legge che è stata con dovizia di approfondimenti esaminata in Commissione.
E’ una proposta di legge partita da un’esigenza manifestatasi ormai quasi tre anni fa, cioè è partita dall’urgenza di arrivare ad una regolamentazione considerata la procedura di infrazione che l’Europa aveva aperto nei confronti della Toscana e visti alcuni procedimenti giudiziari che anche nella nostra regione avevano interessato dei funzionari delle nostre Zone.
Quindi era urgente dare una parola di chiarimento alla normativa attuale, la legge n. 36/98, che pure esprimeva una scelta di campo a favore del mondo del volontariato.
Credo, e lo dico come prima firmataria della proposta di legge, che ognuno di noi quando scrive una legge e poi quando si arriva a votarla, collega Procaccini, vorrebbe che quella sua legge fosse la migliore possibile. La politica però significa anche arrivare ad una legge che possa essere condivisa da quante più persone possibili e da quanti più esponenti dell’Assemblea legislativa. Quindi credo che dobbiamo cogliere un’occasione importante, cioè che questa legge possa essere votata all’unanimità dall’Assemblea legislativa. E credo meriti attenzione anche la disponibilità e il lavoro fatto dall’opposizione in Commissione.
Noi siamo nelle condizioni di fare una legge che dovrà essere sì applicata dalla Giunta quindi in questo senso ridiamo il testimone all’Assessore Mezzolani, però lo ridiamo con due elementi fondamentali, una maggiore chiarezza normativa in quanto abbiamo affermato che il trasporto sanitario è un’attività di interesse generale e non è un servizio nella nostra regione e che si regola questa attività con il solo rimborso spese e non con altre modalità che potevano preludere ad una sovra-compensazione dei costi e quindi anche ad un utile. Trattiamo sia il trasporto d’urgenza che il trasporto programmato e nella regione Marche tutti hanno cittadinanza, cioè le associazioni di volontariato e il privato, dove la Regione Marche fa una scelta di campo per il volontariato. Quindi in via prioritaria affida questo servizio al volontariato, gli affida sia il trasporto di emergenza che quello programmato, perché è giusto che le associazioni di volontariato abbiano un equilibrio del loro bilancio interno, e noi sappiamo che la sola emergenza non coprirebbe i costi. Ma questo sevizio ce l’ha anche il privato, perché laddove il volontariato non può arrivare non si deve inventare un volontariato per esplicare un servizio, non si deve istigare a una forma promiscua che può creare problemi come è successo in qualche caso in questi ultimi anni. Quindi il privato ha spazio laddove il volontariato non arriva.
Per raggiungere questi obiettivi la Commissione ha lavorato, ha modificato la legge, ha introdotto il criterio di accreditamento, criterio che nei confronti dell’opinione pubblica credo sia una garanzia maggiore, forse sarà più faticoso da un punto di vista burocratico però potrà dare una maggiore garanzia.
Ritengo, quindi, che oggi voteremo una buona legge, che non è conclusiva, ma già l’Assessore ha espresso la volontà di arrivare in tempi brevi ai regolamenti e soprattutto la volontà di confrontarsi su questo testo con tutti. Lo potrà fare con gli stessi operatori, ma a questo punto con piena cognizione di causa lo potrà fare anche con la Commissione competente. Infatti questa Commissione in questi mesi ha studiato anche oltre il dovuto, per cui è pienamente consapevole delle questioni, della necessità di snellire il più possibile la burocrazia e della necessità di mettere sotto controllo questo settore affinché siano scovate le mele marce e quindi non vadano ad inquinare, soprattutto da un punto di vista dell’immagine, tutti gli altri.
Pertanto credo che abbiamo tutte le condizioni per concludere bene una vicenda che ha visto l’Assemblea legislativa svolgere pienamente il proprio lavoro e continueremo, anche attraverso la Commissione, a collaborare con l’Assessorato in modo tale che anche nelle modalità attuative questo obiettivo venga centrato.
Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 02. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1. Ci sono due emendamenti identici fra loro, quindi se passa l’emendamento n. 1 decade l’emendamento n. 2.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: “Dopo il comma 12 dell'articolo 6 della l.r. n. 36/1998 aggiungere il seguente comma: '12 bis. Il coordinamento del trasporto sanitario è garantito dalle Centrali operative e dall'Asur, per le rispettive competenze, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale' ”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Propongo di bocciare questo emendamento perché la legge n. 36 prevede che il coordinamento sia mantenuto in capo alle centrali operative e lì, a nostro parere, deve rimanere.
PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Chiedo all’Assessore di esprimersi in quanto il senso di questo emendamento è che la legge n. 36 già demanda il coordinamento del trasporto sanitario alle centrali operative e questa cosa peraltro non è stata realizzata.
Il problema in teoria si pone in questi termini: le centrali operative ora, nel momento in cui parliamo di un unico trasporto sanitario sia di urgenza che programmata, sono in grado ed è opportuno che assolvano anche al coordinamento della programmata?
Quindi abbiamo messo un termine generico per dire che per le rispettive competenze le centrali operative seguiranno l’urgenza e l’Asur nelle articolazioni che riterrà opportune, ed è per questo che vi abbiamo messo anche “secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale”, perché, appunto, la Giunta valuti a chi darle, se all’Asur centrale o alle Zone.
Non è una questione fondamentale, ma mi sembra che potrebbe aiutare.
Quindi chiedo all’Assessore di aiutarci in questo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. La legge n. 36 ritiene che le centrali operative debbano avere il coordinamento sia del trasporto di emergenza-urgenza che quello programmato. Noi vogliamo che lo svolgano, questo è il senso, ritorniamo all’autorevolezza della legge n. 36. E’ questa la ragione per cui non abbiamo ritenuto opportuno modificare.
Se poi questo non è stato fatto lo si dovrà fare adeguatamente, diamo con autorevolezza questa funzione alle centrali operative.
Prendiamo atto di un percorso complicato, però riconfermiamo il valore della centrale operativa come luogo di coordinamento. Se poi si ritiene di fare altro mi affido alla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Solo per pedanteria volevo far osservare che il dibattito sugli emendamenti giustificava di per sé il rinvio in Commissione per migliorare questa legge e per ottenere quell’unanimità necessaria che il confronto ha richiesto.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Consigliere Brandoni, io la penso esattamente all’opposto, nel senso che la discussione dimostra, invece, che dobbiamo chiudere questa vicenda per una ragione molto semplice, perché questo percorso si inquadra in una vicenda più profonda del riordino del sistema sanitario.
La proposta che è stata fatta è equilibrata, tiene conto dei molteplici interessi difficili da conciliare, e parte da un presupposto, cioè che il primo interesse a cui rispondere è quello del cittadino, un cittadino che ha diritto ad avere un sistema qualificato, cosa che avviene attraverso la legge che è in discussione, e ha diritto ad avere un sistema omogeneo e uguale su tutto il territorio regionale, cosa che oggi non è. Dentro questo tale normativa esalta tutti quei pezzi che stanno lavorando bene dentro il sistema e offre un’opportunità di riqualificazione.
Credo che questo sia l’oggetto. Si ispira a dei principi solidi in quanto dice – naturalmente semplifico, ma questo è il dato –: laddove sono in grado e devo tutelare il sistema sanitario regionale, e i miei cittadini attraverso questo sistema, lì opero io, laddove invece non arrivo privilegio in linea di principio tutte le associazioni di volontariato che stanno dentro, che ci danno una mano enorme e senza delle quali con ogni probabilità non ce la faremmo a reggere il sistema sanitario nemmeno sul piano finanziario, ma dove queste non ci sono a quel punto accedo ad altri soggetti attraverso le gare.
Questa è la filosofia ed il principio.
C’è stata una discussione enorme e dentro questa mi pare che si tutelino gli interessi, e siccome parliamo di omogeneizzazione – vengo al quesito che poneva la Consigliera Benatti – sono d’accordo con la Consigliera Mollaroli e dico che se non è stato esercitato questo fino adesso credo però che debbano essere le centrali operative a regolamentare il trasporto in quanto questo rende più omogeneo l’indirizzo di questo sistema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Mi rivolgo ai Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti e Badiali. Questa legge se verrà approvata – mi auguro accada oggi – di fatto determinerà un ritrattare tutte le questioni che riguardano il trasporto sanitario. Per cui anche chi aveva compiti con la vecchia legge e non lo ha fatto oggi dovrà farlo.
L’impegno politico è questo, siamo tutti d’accordo che le centrali operative mantengano questa funzione e noi modifichiamo la legge n. 36. Gli si daranno i giusti input politico e si faranno delle verifiche tecnico-politiche per consentire questo, ma senza sub-emendare.
Abbiamo capito qual è il senso, l’Assessore lo ha capito, siamo tutti d’accordo, quindi vi prego di ritirare questo emendamento.
Ripeto, siamo d'accordo che ciò che le centrali operative non hanno fatto fino ad oggi lo facciano. Questo per forza della politica e di un’azione che credo tornerà ad essere autorevole e forte dopo l’approvazione di questa legge. Sub-emendandola non cambiamo la sostanza, se siamo d’accordo su questo gli organi tecnico-amministrativi faranno in modo che ciò che fino ad ora non è stato fatto lo si faccia.
Credo che questa sia la strada più breve per risolvere il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.
Sara GIANNINI. Però su questa questione insisto nel dire che se questo coordinamento non è stato fatto fino ad ora penso che ci sia pure un motivo, immagino che probabilmente ci sia un motivo tecnico o organizzativo.
Allora, quali sono i modi attraverso i quali possiamo recuperare questo mancato coordinamento che crea difficoltà di gestione di un servizio essenziale e che mette anche in difficoltà l’aspetto finanziario economico? Infatti se non c’è coordinamento si spende di più, si spende male, si investono male le risorse che si hanno a disposizione.
Siccome fino adesso la legge n. 36 lo prevedeva e non è stato fatto, basta allora l’impegno politico e amministrativo che questo venga garantito? Perché se qui ci sarà l’impegno da parte dell’Assessore rispetto a questo fatto ovviamente non metterò in discussione la sua parola, comunque ribadisco che ci deve essere un metodo immediato che prevede il coordinamento e che mette immediatamente nella disponibilità delle centrali operative il mezzo per poterlo fare, questo per evitare che ci siano disguidi, difficoltà e sprechi di risorse.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Consigliera Mollaroli diamogli il tempo, diciamo che ci muoviamo lungo questa linea, quindi ci diamo sei mesi di tempo e se non lo facciamo poi diamo in mano all’Asur.
PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Ritirato.
Emendamento n. 2 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
Dopo il comma 1 dell’articolo 1 è aggiunto è il seguente comma: “ Dopo il comma 12 dell’articolo 6 della l.r. 36/1998 aggiungere il seguente comma: ’12 bis. Il coordinamento del trasporto sanitario è garantito dalle Centrali operative e dall’Asur, per le rispettive competenze, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale’ “.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 bis.
Emendamento n. 3 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
L’articolo 1 bis viene soppresso.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Propongo di non votarlo. Francamente non ho capito perché lo volete sopprimere visto che questo articolo rispetto alla legge n. 36 modifica soltanto il linguaggio.
Con l'articolo 1 bis diciamo che le postazioni territoriali di soccorso possono essere organizzate con personale e con mezzi messi a disposizione sia dal servizio sanitario che dal volontariato.
Non capisco la ragione per cui volete sopprimere questo articolo che tra l'altro registra la realtà. Esistono potes nella nostra regione che sono ospitate presso sedi del volontariato, presso sedi delle Cri; riconosciamo il grande ruolo del volontariato, poi nel momento in cui una potes ha sede presso la sede di un'associazione invece non la riconosciamo. Non ne vedo il senso. Tra l'altro le modifiche apportate sono soltanto tecniche, quindi invito a ritirarlo o comunque alla maggioranza di non votarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Non lo ritiro e quindi chiedo di voltarlo per un motivo molto semplice, perché l'articolo 16 della legge 36 funziona e quindi non c'è necessità di porre mano ad un articolo che funziona. E anche se non si modifica nella sostanza non vedo perché dobbiamo comunque modificarlo visto che nella legge n. 36 l'articolo funziona, c'è soddisfazione da parte di tutti, sia del volontariato che dalla parte dei privati.
Purtroppo in Italia siamo bravissimi a complicarci le cose, quindi chiedo di lasciare una cosa che funziona, punto, e questo è molto più semplice e razionale di quanto vogliamo farlo apparire.
Adriana MOLLAROLI. La sostanza non cambia.
Giacomo BUGARO. La sostanza non cambia, ma è comunque una cosa funziona, quindi le squadre che vincono non le cambio! Non mi convince Consigliera Mollaroli.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Forse quello che doveva essere meglio chiarito dell'articolo 7 della legge n. 36 sono proprio le postazioni. Ricordo che nel 1998, anno della legge sull'emergenza-urgenza, c'era stato un impegno da lì a qualche mese di completare l'individuazione delle postazioni della regione Marche. Ma qualcosa non è avvenuto a distanza di dieci anni. C'è un elenco, che la legge porta con se in appendice, che doveva essere la specificazione delle postazioni, il luogo e la localizzazione, pertanto la messa a regime. Sono passati dieci anni e ancora non abbiamo questa cosa, siamo ancora nel transitorio.
Quindi se l'articolo 7 deve essere modificato semmai lo deve essere sotto questo profilo. Anzi, annuncio che a fine dibattito con un ordine del giorno chiederò di impegnare la Giunta affinché queste postazioni vengano finalmente definite e stabilizzate, perché poi alla fine ci sono realtà che non è che non sono andate avanti, tutt’altro, hanno funzionato a dovere, certo ce ne sono altre che nella provvisorietà si sono mosse meno bene perché hanno sempre l'incertezza del futuro. Quindi facciamo queste scelte, definiamole e assolviamo anche a quello che era un impegno di legge e che quindi non era un impegno generale e generico.
Pertanto con un ordine del giorno chiederei di impegnare sotto questo profilo la Giunta affinché l'articolo 7 venga migliorato, cioè che le postazioni di emergenza devono essere finalmente stabilizzate e allineate alla disposizione normativa generale.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento n. 4 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
I commi 2, 3 e 4 dell’articolo 9 della l.r. 36/1998 così come costituiti dal comma 1 sono soppressi.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Sub-emendamento n. 05 del Consigliere Bugaro:
Sostituire le parole “organizzazioni nazionali riconosciute” con le seguenti “organizzazioni regionali e nazionali riconosciute negli appositi albi”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 5 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
Inserire comma 1 bis all’articolo 10 della l.r. 36/1998, così come sostituito dal comma 1: “Requisito per la partecipazione è l’appartenenza ad organizzazioni nazionali riconosciute”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6.
Emendamento n. 6 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Al comma 2 dell'articolo 10 bis, inserito dal comma 1, sostituire le parole “sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale” con le parole “sulla base dei seguenti principi”.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Secondo me questo articolo rappresenta il cuore della legge e contrasta, anche una volta applicato, con le dichiarazioni qui fatte, cioè quelle di voler razionalizzare il sistema sanitario.
Quando una struttura pubblica vuole razionalizzare un sistema in primo luogo dovrebbe guardare due cose, assicurare il servizio e mantenere i costi sotto controllo.
Una volta applicata questa legge, se dovesse passare così com'è, costerebbe al sistema sanitario regionale, Assessore Mezzolani e Assessore Marcolini, 11 milioni in più.
Questa legge si inquadra in una visione non di riqualificazione del sistema, ma avvia la procedura della privatizzazione di una branca essenziale della sanità.
Pertanto 11 milioni in più fuori dal sistema pubblico è una colossale mobilità passiva che il sistema, senza colpo ferire, avvia.
Voglio che queste affermazioni del gruppo dei Comunisti Italiani siano messe a verbale in modo tale che nel proseguo della riorganizzazione sanitaria si tenga conto dell'equilibrio finanziario e del mantenimento del servizio.
Perché nella sanità pubblica ed universalistica come quella italiana certo che il privato deve avere una possibilità di sussidiarietà, tuttavia equiparare il trasporto pubblico ad appannaggio di settori privati è il contrario, Vicepresidente Benatti, del voler sostenere il volontariato, è tutto l'inverso. Perché nella prospettiva e nel rapporto economico che si determinerà il volontariato, la Croce rossa ed anche le strutture operative pubbliche rischieranno di essere residuali in quanto ci saranno delle cordate colossali – ed è così per l'acqua, per i trasporti, per la gestione dei servizi essenziali – che spazzeranno via il sistema locale, regionale oggi e nazionale domani.
Sapete che cosa è successo per la pulizia delle scuole? E' successo che l'Ufficio scolastico regionale delle Marche ha fatto un'asta per la pulizia di tutte le scuole e degli istituti di competenza superiori e questo appalto per milioni di euro se lo è aggiudicato una cooperativa di Bologna. Il resto delle cooperative delle Marche è stato spazzato via.
Quindi sarà così ed è per questo che avevamo chiesto di rinviare la legge in Commissione, era cioè per avere criteri certi.
Infatti i primi commi dell’art. 6 determinano le modalità e le possibilità del trasporto, ma successivamente si apre a procedure aperte di gara.
Questa è una forte contraddizione, quindi con pacatezza dobbiamo dire che non è vero che questa legge guarda al volontariato. Qualcuno potrebbe essere anche contrario ad una visione pubblica, ma dobbiamo sapere che questo apre alla privatizzazione del servizio del trasporto sanitario, compresa l'emergenza, a soggetti privati. Ripeto, questa modalità costerà alla sanità pubblica, che sta razionalizzando con fatica e con difficoltà i propri servizi, oltre 11 milioni di euro.
Una impostazione di questo tipo non è della Giunta regionale, vorrei far riflettere che qui non c'è nessuna disciplina della maggioranza, anzi, se ci fosse una coerenza al programma che dice “sanità pubblica e universalistica”, credo che nessuno della maggioranza avrebbe dovuto proporre una legge di questo tipo.
Tuttavia c'è ed è quindi ovvio che noi voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Visto che c’è stato emendamento identico presentato sia dai Consiglieri del Pd che dai Consiglieri di Forza Italia, quindi sarà accettato; di fatto sarà la legge ad indicare quali saranno i principi e le priorità dei soggetti che operano nella gestione del trasporto sanitario.
Noi ritenevamo opportuno che ci fosse un indirizzo della Giunta, ma l'emendamento sopprime questo ed assegna alla legge questa funzione. E come ho già detto nella mia relazione c'è un'apertura totale perché l'intenzione ovviamente della maggioranza e della Commissione era di riconoscere questo, quindi se si ritiene che sia più opportuno farlo assumendo i contenuti dell'emendamento noi siamo d'accordo.
Pensiamo che sia pleonastico, ma credo lo si possa fare se questo è ciò che richiedono sia le associazioni di volontariato che i due gruppi maggiori di maggioranza e minoranza.
PRESIDENTE. Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 7 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 6). Decaduto.
Emendamento n. 8 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Al comma 3 dell'articolo 10 bis inserito dal comma 1 sopprimere le parole “Gli indirizzi di cui al comma 2 sono approvati nel rispetto dei seguenti principi”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. E' una conseguenza del voto favorevole all'emendamento n. 6.
PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 9 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 8). Decaduto. Emendamento n. 10 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Alla lettera a) del comma 3, dell'articolo 10 bis inserito dal comma 1, dopo la parola “affidamento” sostituire le parole “del trasporto sanitario” con le parole “di tutti i servizi del trasporto sanitario a carico del Servizio sanitario regionale”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 11 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 10). Decaduto.
Articolo 6 così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 quater. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 quinquies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 quater. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 quinquies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 sexies.
Emendamento n. 12 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Ritirato.
Articolo 7 sexies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 septies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 opties. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 nonies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 decies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8 bis. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. In sede di coordinamento tecnico all’art. 8 bis dovrà essere soppresso il comma 4, infatti credo non abbia più ragione di esistere essendo stato modificato l'articolo 6.
PRESIDENTE. Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Ha la parola il Consigliere Brandoni per dichiarazione di voto.
Giuliano BRANDONI. Non sono riuscito a seguire la procedura delle votazioni articolo per articolo, per cui mi sono riservato di annunciare il mio voto di astensione in sede di dichiarazione di voto.
Credo che questa legge nasceva da un'esigenza in particolare – come diceva prima l'Assessore Mezzolani – cioè quella di tutelare il cittadino in primo luogo. Ma vorrei ricordare all'Assessore Mezzolani che in campo sanitario tutelare il cittadino in primo luogo vuol dire rafforzare al massimo e nella maniera più adeguata le strutture pubbliche, almeno questo è il mio punto di vista.
Credo che questa legge abbia in sé la necessità di valorizzare anche quello che rappresenta nel nostro territorio quel tessuto ampio, lodevolissimo e forte del volontariato.
Ma è anche possibile, come ha dimostrato il Consigliere Procaccini nel suo intervento, che il principio della sussidiarietà rischi di dare grandi possibilità all'intervento privato in un settore così delicato come quello del trasporto sanitario; un trasporto che è tout court sanitario, in quanto non è una branca della sanità, ma è una parte importante, significativa, decisiva, è quella che la fa funzionare per tanti aspetti e in tante situazioni.
Quindi, dicevo, se questa legge rischia o lascia spazio a questa possibilità e non come ultima ratio, ma come possibilità che può introdurre anche elementi di forza o di oligopolio in questo settore – io ho avuto modo di ricordare anche in altre occasioni l'esercizio vero dell'eterogenesi dei fini, cioè quando una legge nasce per tutelare alcune questioni, in questo caso il volontariato e i cittadini, che poi invece rischia di favorire passaggi e spazi al privato – avrebbe meritato un ulteriore approfondimento proprio per togliere questo dubbio, limarlo, e lì si sarebbe potuta ottenere quell'unanimità che è stata richiesta più volte in alcuni interventi.
Questo non è stato e la discussione sugli emendamenti ha dimostrato quanto e come questo passaggio in Commissione fosse necessario, anche perché da come si è svolto il dibattito immagino che questi emendamenti la Commissione non li abbia mai visti e quindi mai affrontati.
C'è una questione ulteriore che vorrei richiamare a tutti i Consiglieri e le Consigliere, cioè la questione del valore del dibattito in Aula.
Il dibattito in Aula non dovrebbe essere esercizio ininfluente rispetto alle decisioni che dobbiamo prendere, le considerazioni e le riflessioni che il dibattito in Aula porta e consiglia a volte vengono sacrificate ad altari per alcuni aspetti stucchevoli per come sono evocati e per come sono richiamati, come ad esempio quelli dell'efficienza; ma l'efficienza è fare le leggi bene non è solo fare le leggi, e fare le leggi bene richiede il confronto, l'attenzione, la pazienza, la riflessione e soprattutto, quando vengono dichiarati atteggiamenti e intenzioni, bisogna farle corrispondere a quegli atteggiamenti e a quelle intenzioni. E se quegli atteggiamenti e quelle intenzioni rischiano, come qui ho ascoltato, o peggio favoriscono, come qualcuno ha temuto negli interventi che ha fatto, esattamente il contrario di quello che si vuol proporre, credo che sarebbe stato molto più saggio e molto più intelligente e avrebbe fatto piacere alle associazioni che oggi ci hanno dato l'opportunità di essere qui presenti e di ascoltarci, poter avere una legge che garantisca tout court.
Ecco perché, nonostante apprezzi parte di questa legge, nonostante penso che sia opportuno dare una risposta su questo versante, ritenevo che un ulteriore passaggio in Commissione avrebbe evitato questi rischi. Quei rischi cioè che mi inducono ad un prudente atteggiamento di astensione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Voglio dichiarare il nostro voto di astensione perché alcune questioni sono rimaste troppo inespresse, una di queste è anche l'individuazione e la stabilizzazione delle postazioni di emergenza, che sono un importante tassello che riguarda proprio questo tipo di aspetto dell’emergenza sanitaria, che è appunto la gestione del trasporto. Questo dipende anche dall'organizzazione territoriale.
E' vero che molto dipende dai controlli, dalla gestione complessiva – discussione che abbiamo fatto con l’emendamento ritirato -, se accentrarla o se lasciarla decentrata; tutto bene, si può discutere sia dall'una che dall'altra parte della questione, però il perno a mio avviso di tante questioni passa attraverso la rete territoriale e la sua stabilizzazione. Perché la realtà c'è, non è che stiamo navigando a vista, ma è una realtà che ha bisogno di certezze per il futuro e queste certezze passano anche attraverso non solo la definizione migliore e puntuale della gestione del trasporto, pertanto del coinvolgimento di tutti i soggetti del volontariato, pubblici e privati che operano ogni giorno con grandi sacrifici, grande impegno e grande senso di responsabilità, ma soprattutto passa attraverso quella garanzia legislativa di organizzazione che deve essere data ad un sistema che ha troppe zone di chiaroscuro. Zone non definite, nelle quali si inseriscono interpretazioni, letture che oscillano da un aspetto ad un altro, da una risoluzione ad un'altra, creando quelle difficoltà che sono proprie dell'analisi del quotidiano, ad esempio, dai rimborsi alla responsabilizzazione di ruoli e di funzioni.
Tutto questo deve essere considerato in una riflessione ulteriore e questo è il significato del nostro voto di astensione. Un voto di astensione legato anche ad un ordine del giorno che abbiamo presentato e che impegna la Giunta entro tre mesi di approntare questo atto che ci trasciniamo dietro ormai da dieci anni. Ci sono gruppi di lavoro da tempo impegnati, quindi penso che quello dei tre mesi sia un lasso di tempo sufficiente per portare in Commissione e poi in Aula l'atto relativo alle postazioni territoriali di emergenza sanitaria, le cosiddette Potes.
Pertanto credo che anche questo tassello debba far parte della discussione odierna in quanto il trasporto è legato alle variabili e a quelle questioni che proprio per spiegare i motivi del nostro voto di astensione ho sollevato poc'anzi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Il gruppo del Partito Democratico vota a favore della proposta di legge, nella consapevolezza che la stessa Assemblea legislativa abbia portato una parola di chiarezza in una normativa complessa e che necessità – non sfugge a nessuno – di una revisione complessiva.
Il sistema di emergenza è molto più ampio della questione del trasporto sanitario, quindi merita una revisione complessiva che non può che essere di iniziativa della Giunta. Con una iniziativa consiliare abbiamo voluto comunque cercare di portare chiarezza e semplificare la materia.
Tengo a ribadire che è evidente che anche da questa proposta di legge la responsabilità del trasporto sanitario rimane saldamente in capo al pubblico, che avvalendosi del volontariato lo esercita per due motivi fondamentali. Innanzitutto per la qualità del servizio, perché in settori come quello della sanità e della sanità di emergenza riteniamo che l'apporto del volontariato dia una qualità maggiore soprattutto al rapporto con i cittadini, quindi quest'attività merita che venga svolta anche dal volontariato. E non sfugge a nessuno che è anche per il valore economico del fatto che questa attività incide in maniera significativa nel bilancio regionale, infatti l'azione del volontariato, che come dicevo prima comporta solo un rimborso spesa, porta un beneficio anche alle casse della Regione.
Solo in terza battuta interviene il privato e ricordo a tutti i colleghi che il privato già opera in questa regione, non lo introduciamo con questa legge, ma lo regolamentiamo, diciamo che nessuno si potrà più permettere di presentarsi in un ospedale e caricare un paziente autorizzato dal primo che passa e portarlo in giro. Lo regolamentiamo tramite l'appalto e quindi con un sistema che dà garanzia di trasparenza.
E’ con queste motivazioni che dichiariamo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Il nostro sarà un voto di astensione sulla legge perché la riteniamo una posizione corretta della minoranza.
C'è stato il recepimento dell'emendamento più importante, questo è quello che volevamo, perché con questo abbiamo sgombrato il campo rispetto alla posizione delle associazioni di volontariato che intendevamo salvaguardare. Questa è la motivazione che ci porta alla decisione di astenerci sull'intera legge.
Una legge che finalmente viene approvata e che sostanzialmente ratifica una situazione aprendo – auspichiamo questo – ad un miglioramento del servizio sia nell'emergenza che del programmato e più in generale per gli interessi della nostra comunità.
Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. Questa nuova normativa che voteremo tenta di portare chiarezza in una realtà abbastanza complicata. Nella elaborazione di questo testo ci siamo confrontati anche con il Ministero della sanità e abbiamo potuto appurare che in ambito nazionale esiste, soprattutto dopo la sentenza della Corte europea, molta incertezza e confusione.
Con questa indicazione speriamo di aver dato un contributo. E’ un’indicazione che tiene conto di diversi aspetti e con l’obiettivo di tutelare soprattutto i volontari. Quei volontari che quotidianamente danno il loro apporto sia nel nostro sistema di sicurezza che in quei momenti di grande criticità come ad esempio gli eventi di calamità, ecc.. Pertanto da parte nostra era un atto dovuto nei riguardi delle associazioni di volontariato.
Ma il problema è stato che abbiamo dovuto tenere insieme in maniera abbastanza organica il trasporto di emergenza con il trasporto programmato, un obiettivo che mette il volontariato nelle condizioni di poter agire.
Speriamo che questa legge abbia successo perché al Ministero alcune obiezioni ce le ha poste e non vorremmo che intervenisse pesantemente sulla nostra normativa. Questo perché la sentenza della Corte europea tenta di scindere la problematica dell'emergenza con la problematica del trasporto programmato, perché si tende a dire che il trasporto programmato è un'attività di carattere economico.
Ripeto, il ricondurre ad unitarietà questo settore è stato uno degli obiettivi principali della legge e speriamo che questo principio passi, anzi, sotto questo aspetto potrebbe fare un po' da apripista anche in campo nazionale.
Il principio dell'accreditamento, inoltre, credo sia una garanzia soprattutto per chi opera nel volontariato in maniera appropriata. Ci sono degli esempi eccezionali sul nostro territorio, infatti l’intraprendenza e la buona volontà di tanti dirigenti del volontariato è riuscita a determinare strutture molto adeguate.
Naturalmente ci sono anche delle situazioni da rivedere e il principio dell'accreditamento – cioè ciò che qualifica maggiormente il servizio sanitario al di là dell'autorizzazione –, e che la Giunta dovrà individuare soprattutto in campo formativo in quanto la professionalità in questo ambito è d'obbligo, credo sia una condizione che permetterà una crescita complessiva del sistema dell'associazionismo, cioè di coloro che dedicano la loro opera in questo settore.
Questa normativa la dobbiamo vedere, sulla base del Piano sanitario, nell'ambito di una revisione della emergenza-urgenza. Voglio dire che al di là della legge n. 36/98 e al di là dell'individuazione o meno delle Potes, quello che si chiede è plausibile. Non so cosa ne pensi l'Assessore, ma credo sia possibile individuare un termine entro cui mettere un po' d'ordine, rispetto all'attuale situazione, al sistema di urgenza e del trasporto sanitario, in modo da poter ridefinire quella rete che dovrà tenere conto non soltanto della realtà attuale, ma anche di ciò che potrebbe derivare da nuove scelte come quella, ad esempio, del secondo elicottero, così come si è detto nel Piano.
Quindi la rete di urgenza-emergenza va ridefinita rispetto anche alle condizioni in cui oggi gli stessi dipartimenti di urgenza-emergenza sono organizzati.
Su questo sappiamo che nel territorio c'è già una dialettica su chi far dipendere i dipartimenti di urgenza-emergenza; c’è una divaricazione tra quelli che dipendono dalle Zone – come quelle di Macerata ed Ascoli – e quelli che dipendono dalle Aziende ospedaliere che organizzano al proprio interno i dipartimenti di urgenza-emergenza.
Quindi anche su questo dovremmo chiarirci come organizzarci al meglio in modo che ci sia, visto che abbiamo fatto la scelta di mettere tutto nell'ambito di una stessa dimensione organizzativa, anche un coordinamento del 118 che dovrebbe essere attrezzato per affrontare una organicità nell'ambito del settore del trasporto sanitario. E questa non sarà una cosa semplice, nel senso che in qualche modo dovremo rideclinare le autorizzazioni che attualmente non sono organizzate e programmate correttamente.
Infine sottolineo il fatto che la situazione dell'urgenza-emergenza definisce anche la qualità del nostro sistema sanitario.
Abbiamo parlato di qualità e di riorganizzare e questo potrà comportare anche un’ulteriore modificazione della legge n. 36, perché dopo la decisione che scaturirà dalla cabina di regia dovremo verificare quello che servirà in questo nuovo sistema. Così come dovrà essere definita la realtà che esiste presso alcune Aziende ospedaliere dove quei dipendenti attualmente dediti al trasporto e che andranno in pensione poi non vengono ricoperti nei loro posti. Pertanto anche da questo punto di vista dovremo fare chiarezza; ad esempio il Comitato regionale addetto a queste cose non è stato più riunito.
Quindi penso che dovrà essere rivitalizzato anche un monitoraggio continuo di questo settore altrimenti il rischio sarà di finire di nuovo fra un po' di tempo nella stessa realtà in cui ci ritroviamo oggi.
Questo, pertanto, è un momento importante che riguarda soprattutto la funzionalità dell'Assessorato. Bisogna, Assessore, che si metta subito le mani nella implementazione della legge in quanto essa dà uno specifico mandato alla Giunta di organizzare alcuni momenti importanti, ed è chiaro quindi che non è pensabile che fatta la legge poi si proroghi alle calende greche tutta la relativa organizzazione.
Bisognerà mettere nelle condizioni le Zone, l'Asur e le Aziende ospedaliere di poter far fronte agli impegni del convenzionamento, perché se questa legge dovesse bloccare la funzionalità del servizio ricadremmo in fenomeni, come quelli di cui siamo stati testimoni pochi mesi fa, di chi – in prima istanza parlo delle associazioni – non può avere rimborsi o non può vedere riconosciuta la propria attività, portando così alla paralisi l'intero sistema.
Questo non è avvenuto perché c'è una consapevolezza diffusa da parte delle associazioni del volontariato, però non possiamo neanche tirare più di tanto la corda per evitare, appunto, quei ritardi così come si sono verificati.
Concludo con una chiosa che faccio sull'intervento del Consigliere Brandoni. Quando si parla di sanità c'è sempre una gran paura dell'intervento del privato, e questo non vale solo nel campo dell'emergenza-urgenza o del trasporto programmato, ma anche in altre realtà. Ma sappiamo bene che nel nostro sistema pubblico il privato pesa pochissimo, ci sono solo alcuni aspetti che riguardano il convenzionamento, che tra l'altro sappiamo – parlo della riabilitazione – che è molto conveniente rispetto, ad esempio, ad una ristrutturazione pubblica della riabilitazione. Quindi, facciamola finita!
Quando si parla di sussidiarietà il principio è affermato all'articolo 118 della Costituzione. Pertanto dobbiamo fare in modo che laddove il pubblico non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità – e francamente qualche volta il pubblico ha dimostrato cattiva volontà di coprire alcuni settori, o meglio, neanche ce l'ha fatta – non possiamo che sperare che questa sussidiarietà possa riportare alla società non solo la sua responsabilità, ma possa anche far funzionare meglio i servizi pubblici.
Per cui facciamocela finita una volta per tutti con questa diatriba che nelle Marche non ha senso e andiamo avanti su un funzionamento del pubblico servizio, certo, ci deve essere anche il relativo controllo specifico delle funzioni pubbliche svolte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Voglio esprimere su questa legge il voto favorevole del gruppo Sinistra Democratica.
E' una legge che riconosce l'importanza del trasporto sanitario nelle situazioni di urgenza-emergenza e il ruolo che in questo settore svolge sia la Regione tramite il servizio sanitario che le associazioni di volontariato, quelle associazioni che garantiscono questo servizio in tante zone della nostra regione.
Questa legge, nonostante le normative europee, è volta a normare e a rendere compatibile la continuazione di questo servizio. Vuole dunque annullare il rischio di cui alle normative europee riferito alla liberalizzazione di un servizio, vuole quindi vuole permettere alle associazioni di volontariato di continuare a fare quel servizio che così meritoriamente hanno svolto sino ad ora.
Vorrei anch’io evidenziare che sono poche le zone del nostro territorio che non sono coperte dal servizio pubblico o dal servizio di volontariato che in via prioritaria ha l'assegnazione del trasporto sanitario.
Inoltre, vorrei segnalare all'Assessore che la programmazione sanitaria, in un discorso anche di miglioramento dei conti economici del settore della sanità regionale, potrebbe andare verso un investimento in macchine e in personale per il trasporto sanitario, considerato che questa è un’emergenza all'interno delle strutture ospedaliere; anche attraverso una mia interrogazione ho segnalato che presso l'ospedale di Torrette per il pronto soccorso ci sono mezzi obsoleti o addirittura presi in affitto.
Pertanto nella sanità regionale c’è la necessità di un investimento per le funzioni di trasporto sanitario presso gli ospedali, per cui dovrebbe essere fatta una programmazione per potenziare il trasporto sanitario svolto anche dal servizio pubblico.
Ribadisco il voto favorevole a questa legge del gruppo Sinistra Democratica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Solo una brevissima dichiarazione di voto, ringraziandola, Presidente, perché penso si sia già compreso come la penso su questa legge. In ogni caso vorrei sgombrare il campo da alcune affermazioni di tipo ideologico come quelle fatte dal Consigliere Luchetti che dice che bisognerebbe farla finita per il fatto che tutto deve essere appannaggio del pubblico e in particolare nella sanità.
Noi siamo d'accordo ad una sussidiarietà di tipo verticale anche nel rapporto con la sanità, ma l'esempio che ha fatto il Consigliere Luchetti sulla riabilitazione non è proprio, perché nei 26 milioni di euro all’anno (50 miliardi di lire) che la Regione paga di mobilità passiva – mi correggano se sbaglio l'Assessore Marcolini e l'Assessore Mezzolani –, una parte di questo debito è proprio derivato dalla privatizzazione totale della riabilitazione, che ormai ha una data molto lunga.
E' chiaro che per una spesa consolidata se ora ci si mettesse a competere con la riabilitazione privata costerebbe di più, ma siccome la Regione ancora paga le rate degli interessi passivi per i mutui, è evidente che a parità di tempo e a parità di intervento forse la sanità pubblica in un sistema competitivo in quelle condizioni avrebbe potuto fare di più e meglio.
Quindi non dovete essere ideologizzati rispetto alla privatizzazione, ma dovete guardare alla sostanza.
Chi approverà questa legge deve sapere che nel trasporto non andrà a risolvere il problema di carenza, che potrà esistere in particolare nell'emergenza sanitaria, ma creerà una domanda artificiale che costerà al servizio sanitario svariati milioni di euro, inoltre metterà il volontariato in una sorta di snaturamento e soprattutto aprirà al mercato privato.
Quindi non è vero che si garantirà il volontariato, perché se passa ciò che sta passando in tutti i servizi, dove ci sono colossi nazionali e multinazionali – e non lo si può vietare perché addirittura la legge lo agevola –, il volontariato sarà spazzato via. Questo deve essere chiaro, è inutile che ci giriamo intorno perché, ripeto, non è vero che si garantisce il volontariato.
Per questi motivi sarebbe stato più opportuno che la legge quanto meno contenesse i criteri per l'accreditamento. Questo perché tali criteri possono essere funzionali ad una salvaguardia, una salvaguardia che è difficile e quasi impossibile, avete aperto un varco in quanto partite da un presupposto ideologico, siete stati ubriacati dal criterio della privatizzazione.
Anche per quanto riguarda l'emergenza sanitaria non vi accorgete che stiamo buttando i soldi dalla finestra. E questa in modo scientifico è altra mobilità passiva. E' ovvio che lo diciamo con pacatezza, perché in politica e nella rappresentanza istituzionale avere ragione, ma senza i numeri non conta niente. Tuttavia questa battaglia di sensibilizzazione la vogliamo fare con una forte cultura di governo, questo perché non vogliamo essere corresponsabili di ulteriori passività per la sanità pubblica, dove il sistema è costretto da un lato a razionalizzare, giustamente, le strutture ospedaliere e dall'altro, invece, poi si buttano i soldi dalla finestra.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione dell’ordine del giorno presentato sulla proposta di legge n. 97.
Ordine del giorno a firma dei Consiglieri Pistarelli, Capponi, Ciriaci, D'Anna, Silvetti, Romagnoli, Bugaro, Cesaroni, Massi, Lippi, Castelli “Definizione ed individuazione del numero e della localizzazione delle Potes nel territorio”:
L’Assemblea legislativa delle Marche,
Vista la pdl 97/06 ed il dibattito svoltosi in Aula assembleare nella seduta odierna;
Considerato come la l.r. 36/1998, all'odierno modificata nella parte della gestione del trasporto sanitario, non ha avuto sino ad oggi completa applicazione, in particolare nella parte relativa alla individuazione delle Potes nell'intero territorio regionale;
Per quanto premesso, impegna la Giunta regionale a definire ed individuare nel numero e nella localizzazione le Potes nel territorio regionale con apposito atto amministrativo da sottoporre entro tre mesi dalla data odierna al Consiglio regionale, dando così completa applicazione alla l.r. 36/98.
Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 97 così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Consiglieri, visto il protrarsi della discussione sulle materie che abbiamo finora affrontato, propongo di concludere ora la seduta e rinviare alla prossima settimana gli altri argomenti iscritti all’ordine del giorno, in considerazione anche del fatto che alle ore 15.30 sono convocate le audizioni della I Commissione indette sulle proposte di legge concernenti le Comunità montane.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14.00.
La seduta inizia alle ore 10,25
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Do per letto i processi verbali rispettivamente della seduta n. 101 del 20 maggio 2008 e della seduta n. 102 del 21 maggio 2008, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 236, in data 12 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale: "Approvazione del rendiconto generale dell'Amministrazione per l'anno 2007", assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 239, in data 13 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana dell'Esino - Frasassi Zona F, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'art. 2 commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle Autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 240, in data 26 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Valutazione degli interventi di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico", assegnata alla II Commissione in sede referente e alla VI Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 241, in data 26 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Disciplina degli interventi regionali in materia di spettacolo", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio, al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4 e alla III Commissione per il parere di cui all'art. 68 del regolamento interno;
- n. 242, in data 16 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana dei Monti Azzurri, Zona L, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'art. 2, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 243, in data 27 maggio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Norme in materia di Comunità Montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali", assegnata I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle Autonomie Locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 244, in data 16 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana di Camerino, Zona 1, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità ai sensi dell'art. 2, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 245, in data 19 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana del Catria e Cesano, Zona D2, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi art. 2, commi 17 e 18, legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 93, in data 26 maggio, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Reg. CE 320/06 - Programma nazionale di ristrutturazione del settore bieticolo - saccarifero. Piano di azione regionale", assegnato alla III Commissione in sede referente, alla VI Commissione per il parere ai sensi dell'art. 69 del Regolamento Interno e al Consiglio delle Autonomie Locali, per l'espressione del parere ai sensi del comma 2, lett. c) dell'articolo 11, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 2.
E' stata presentata la seguente mozione:
- n. 262, presentata dai consiglieri Brandoni, Altomeni. Binci: "Integrazione dei migranti".
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 20 maggio 2008, le seguenti deliberazioni:
- n. 674 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da ulteriori assegnazioni del Ministero della solidarietà Sociale al Fondo Nazionale per le Politiche sociali e relativi impieghi. € 668.854,54";
- n. 675 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da ulteriori assegnazioni per i progetti di ricerca finalizzata ai sensi degli artt. 12 e 12 bis del d.lgs. 502/92 e relativi impieghi . € 85.000,00";
- n. 676 "Art. 44 - comma 2 - della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 - Importo € 81.386,10";
- n. 677 "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. 20/2007 -Variazione compensativa di € 8.960,00";
- n. 678 "Art. 29 della l.r. 31/2002 - Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 1.405.330,99. Modifica al Poa annuale approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007";
- n. 680 "Art. 29 della l.r. 31/2002 - Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dell'Unione europea vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Progetto EIE EASY - Importo € 6.999,51 ";
- n. 681 "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 2.156,70";
- n. 682 "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da restituzione di contributi in conto capitale da parte dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "Ospedali Riuniti" e relativi impieghi. € 6.742.226.21 ";
- n. 683 "Art. 29 comma 2 della l.r. 31/2002 - Variazione compensativa al Poa annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27.12.2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 982.113,83";
- n. 684 "Art. 29 comma 2 della l.r. 31/2002 - Variazione compensativa al Poa annuale 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27.12.2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 300.000,00";
- n. 685 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - Importo € 4.105,12";
- n. 686 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 3.000,00";
- n. 687 "Art. 29 comma 1 della l.r. 31/2002 - Art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 261.576,65";
- n. 688 "Art. 22 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva di cassa per l'integrazione dello stanziamento di cassa ai capitoli di spesa del bilancio 2008 - € 303.608,55";
- n. 689 "Art. 44, comma 1 della l.r. n. 19/2007 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 30.400,00 e modificazioni tecniche al Poa 2008";
- n. 690 "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27/12/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 146.000,00";
- n. 691 "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. 20/2007 -Variazione compensativa di € 50.000,00".
La comunicazione che mi accingo a fare concerne l'adempimento di cui all'articolo 6, comma 2, della legge regionale 3 marzo 1984, n. 4 "Norme per la pubblicità della situazione patrimoniale dei Consiglieri regionali e dei soggetti indicati nell'art. 15 della Legge 5 luglio 1982, n. 441", a norma del quale il Presidente dell'Assemblea legislativa regionale dà notizia dell'eventuale inadempienza degli obblighi di pubblicità previsti dalla legge medesima.
Quindi per completare il regime di pubblicità relativamente agli anni 1995/1999 darò lettura dei nominativi dei Consiglieri regionali che non hanno adempiuto in maniera parziale o totale agli obblighi richiamati.
Nell'anno 1995 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1994 sono stati: Belfatto Nicola, Boltri Roberto.
Nell'anno 1996 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1995 sono stati: Belfatto Nicola, Boltri Roberto, Borghi Ugo, Cleri Bonita, Corvatta Bruno, Costamagna Ivo, Formica Gianfranco, Foschi Ferdinando, Girelli Giorgio, Marucci Giuseppe, Mentrasti Edoardo, Micucci Galliano, Recchi Gaetano.
Nell'anno 1996 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1996 sono stati: Boltri Roberto, Borghi Ugo, Cleri Bonita, Corvatta Bruno, Formica Gianfranco, Foschi Ferdinando, Mentrasti Edoardo, Micucci Galliano, Recchi Gaetano.
Nell'anno 1997 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1996 sono stati: Bartolomei Dante, Berionni Emilio, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Marucci Giuseppe, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1997 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1997 sono stati: Bartolomei Dante, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea, Secchiaroli Marcello.
Nell'anno 1998 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nel 1997 sono stati: Bartolomei Dante, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1998 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1998 sono stati: Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo.
Nell'anno 1999 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della dichiarazione dei redditi conseguiti nell'anno 1998 sono stati: Bartolomei Dante, Berionni Emilio, Carassi Mario, Cecchini Cristina, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea.
Nell'anno 1999 i Consiglieri regionali che non hanno depositato copia della situazione patrimoniale per l’anno 1999 sono stati: Bartolomei Dante, Cleri Bonita, Mentrasti Edoardo, Pacetti Massimo, Ricci Andrea, Secchiaroli Marcello.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Chiedo all’Assemblea legislativa di discutere una mozione presentata dal nostro gruppo sulla crisi del gruppo Merloni di Fabriano.
PRESIDENTE. Come da regolamento, comunico che è stata depositata con il n. 263 una mozione a firma del Consigliere Procaccini “Crisi di un importante Gruppo industriale ‘A. Merloni ‘”, per la quale è stata ora richiesta la discussione che pertanto pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Discuteremo la mozione n. 263 del Consigliere Procaccini dopo la mezzora prevista per le risposte alle interrogazioni
Interrogazione n. 653
del Consigliere Giannotti
“Sequestro ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 597
del Consigliere D’Anna
“Centro di raccolta, stoccaggio e riutilizzo di pneumatici all’ingresso di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 753
del Consigliere Giannotti
“Principio d’incendio in una ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 790
del Consigliere Giannotti
“Ditta di Sassofeltrio”
Interrogazione n. 959
del Consigliere Giannotti
“Ripresa attività di una ditta di Sassofeltrio”
(abbinate)
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 653 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 597 del Consigliere D’Anna, l'interrogazione n. 753 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 790 del Consigliere Giannotti, l'interrogazione n. 959 del Consigliere Giannotti, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. Nel merito all’attività svolta dalla ditta Ecopfu di Sassofeltrio (Pu) e delle connesse problematiche sono state presentate le suddette interrogazioni. In generale si tratta di argomenti riguardanti il controllo presso l'impianto, appunto, della ditta Ecopfu srl di Sassofeltrio (Pu).
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 597/06 D'Anna del 4 dicembre 2006 è già stata data risposta scritta il 13 febbraio 2007, prot. n. 25431.
In particolare è stato precisato che non essendo la Regione competente in materia di autorizzazioni per impianti di gestione dei rifiuti, delegate alle Amministrazioni provinciali con la legge regionale 10/99, si erano chieste informazioni alla Provincia di Pesaro Urbino e all'Arpam competente territorialmente. La Provincia di Pesaro Urbino con nota ricevuta il 14 novembre 2006 prot. 252720 e I'Arpam, Dipartimento provinciale di Pesaro Urbino, con nota ricevuta il 27 novembre 2006 prot. 260805, hanno comunicato le informazioni richieste che si possono riassumere nelle seguenti argomentazioni:
- la ditta svolge la propria attività di recupero di rifiuti ai sensi dell'art. 216 del d.lgs. 152/06 (procedure semplificate). Nella fattispecie si tratta del recupero di rifiuti di gomma, consistenti in particolare di pneumatici usati;
- per quanto riguarda la quantità massima stoccabile di rifiuti, operazione R 13, nel caso delle gomme è pari a 7.680 tonnellate;
- per quanto riguarda il pericolo incendi la Provincia ha verificato direttamente, pur non riguardando le proprie competenze, l'esistenza di un sistema antincendio di nuovissima concezione e costruzione;
- la Provincia ha anche imposto la prescrizione della copertura delle gomme, tale condizione però, come asserito dalla stessa Amministrazione provinciale, non essendo cogente per non essere prevista dalle norme, non può essere sanzionata e la ditta Ecopfu l'ha accettata su base volontaria e si è detta disposta a rispettarla;
- I'Arpam ha svolto un sopralluogo in data 20 novembre 2006 durante il quale è stata resa edotta la ditta che le prescrizioni dell'allegato 5 al d.m. 186/2006 sarebbero entrate in vigore a partire dal 3 dicembre 2006.
Successivamente a tale data la loro inottemperanza avrebbe pertanto costituito violazione alle prescrizioni autorizzatorie.
Al fine comunque di completare il quadro delle informazioni richieste risultò opportuno chiedere, con nota n. 20401 del 6 febbraio 2007, alle competenti autorità di controllo (Provincia ed Arpam) notizie circa i paesi di provenienza dei copertoni trattati e l'esistenza o meno di un certificato di disinfestazione per evitare il diffondersi della zanzara tigre. La Provincia di Pesaro Urbino, con nota ns. prot. n. 32439 del 21 febbraio 2007, comunicava che la ditta riceveva dall'estero unicamente i copertoni provenienti dalla Repubblica di San Marino che dista circa sei chilometri dall'impianto di recupero.
Per quanto riguardava i trattamenti antizanzara la stessa Provincia aveva specificato che gli stessi erano eseguiti ogni sabato e ogni quindici giorni erano trasmessi campioni all'Università di Bologna per verificare l'efficacia dei trattamenti.
Da informazioni assunte in quel periodo sia la Provincia che Arpam, competenti in materia di controlli, hanno assicurato il loro costante interessamento alla questione.
Relativamente all'interrogazione n. 653/07 del Consigliere Giannotti che chiedeva, a seguito dell'ispezione dell'Arma dei Carabinieri in data 31 gennaio 2007 e correlato sequestro, di conoscere i motivi all'origine della svista attribuita agli altri organi di controllo (Provincia ed Arpam), si può presumere, non avendo le strutture regionali partecipato direttamente alle suddette ispezioni, che le motivazioni possano forse ricercarsi nei tempi diversi degli accertamenti. Al proposito occorre ricordare che le strutture regionali non possono svolgere un ruolo di controllore degli organi di controllo e pertanto, salvo si dimostri il contrario tramite una specifica contestazione (ad esempio dell'Arma dei Carabinieri), l'Amministrazione regionale deve far riferimento alle dichiarazioni di Provincia ed Arpam.
In relazione all'interrogazione n. 753/07 del Consigliere Giannotti, che chiede di conoscere le cause che hanno prodotto l'incendio del 18 maggio 2007, è stato possibile accertare tramite la nota della Provincia n. 139077 del 4 luglio 2007 che la causa è stata la fusione di un nastro trasportatore in gomma. La fusione del nastro, che ha prodotto soprattutto fumo piuttosto che fiamme vive, si è verificata per la caduta sullo stesso dalla macchina granulatrice della gomma di alcuni pezzi metallici incandescenti. L'inconveniente è stato determinato dalla lavorazione del materiale di gomma stoccato nell'impianto, vale a dire da quello che è il normale processo produttivo della ditta.
Il surriscaldamento dell'acciaio presente nei pneumatici durante la fase di granulazione è un problema a conoscenza della ditta che nel luglio 2007 già stava cercando di risolvere. Per quanto comunicato dalla Provincia di Pesaro Urbino si rileva che è stato installato un dispositivo ad azoto liquido il quale, una volta in funzione, avrebbe dovuto garantire una temperatura costante nel granulatore non superiore a 56 gradi centigradi, tale quindi da evitare qualsiasi ulteriore incidente di fusione del nastro trasportatore. Dalla comunicazione della Provincia di Pesaro Urbino (29 giugno 2007) si apprende che il sistema doveva ancora essere collaudato, ma non era previsto il riavvio della macchina granulatrice fino a che il sistema di raffreddamento non fosse stato in grado di funzionare. La Provincia di Pesaro Urbino ha interpellato i Vigili del Fuoco che hanno confermato di essersi recati sul luogo, ma di non essere intervenuti in quanto l'incendio era già spento. Nel merito si è anche a conoscenza che il Comune di Sassofeltrio ha inviato una diffida alla ditta intimando il rispetto della prescrizioni dei Vigili del fuoco e il Consiglio Comunale ha approvato due mozioni che chiedono alla Provincia di integrare le autorizzazioni con le prescrizioni dei Vigili del fuoco.
L'interrogazione n. 790/07 del Consigliere Giannotti chiede al Presidente della Giunta se non ritenga, sulla base dei fatti avvenuti, di dover chiedere all'Amministrazione provinciale di disporre l'assunzione di provvedimenti urgenti. Analoga argomentazione è stata ripresa nell'interrogazione n. 934/08 del 3 gennaio 2008 e 959/08 del 23 gennaio 2008. Per questi aspetti si precisa che è stata già data risposta con la nota del 27 febbraio 2008 n. 58401, ma ad ogni buon conto si riferisce che:
Con determinazione n. 309 dell’8 febbraio 2008 la Provincia di Pesaro Urbino ha diffidato la ditta Ecopfu ad emettere odori molesti che possono causare inconvenienti agli abitanti che vivono nei pressi della ditta oltre ad imporre la richiesta di informazioni e l'installazione di eventuali dispositivi atti ad eliminare il fenomeno.
Con la determinazione di cui sopra viene chiesto ad Arpam di realizzare un programma di verifica delle emissioni odorigene secondo linee guida nazionali emanate da Apat.
Inoltre con la nota n. 14548-1 del 10 marzo 2008 la Provincia di Pesaro Urbino ribadisce "che il potere inibitorio che la legge attribuisce alla Provincia è esercitatile soltanto nel caso in cui l'attività non si conformi alle prescrizioni stabilite. Si veda a questo proposito la sentenza Tar Toscana, sez. Il - 14 dicembre 2007, n. 4841 laddove essa recita: "La norma, come è stato rilevato (cfr. Tar Lazio lì 21 gennaio 2004 n. 593) è chiara nel condizionare l'operatività della potestà inibitoria della Provincia al fatto che l'interessato non adotti un comportamento conformativo nel termine in proposito assegnato”'. Nella fattispecie, sempre la Provincia di Pesaro Urbino, fa presente che la ditta Ecopfu ha dimostrato di essersi adeguata alle prescrizioni dei Vigili del fuoco in materia di antincendio, pertanto la Provincia stessa non può adottare alcun provvedimento restrittivo dell'attività.
Infine I'Arpam ci ha recentemente informato che le problematiche principali relative all'impianto in questione attengono, per quest'ultimo anno, a: 1) emissioni odorigene; 2) rumore; 3) rischio incendio.
Per il primo e secondo punto siamo stati informati dalla Provincia che il 18 marzo sarà condotto uno specifico controllo da parte di una ditta certificata con strumenti adeguati non in possesso degli organi di controllo.
Per il rischio incendio risulta che la Provincia, su istanza dei vigili del fuoco, ha sospeso ad Ecopfu per alcuni mesi la possibilità di ricevere pneumatici al fine di far diminuire la quantità di gomma in giacenza nel perimetro della ditta e poi nel revocare tale disposizione ha subordinato la possibilità di ricevere ancora pneumatici alla diminuzione in assoluto dei quantitativi stoccati in ditta.
Da quanto illustrato è evidente che tutta la materia attiene a specifiche competenze di organi di controllo (Arpam e Provincia) ai quali è possibile direttamente far riferimento e che sono a disposizione per ogni precisazione nel merito dell'argomento trattato.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.
Roberto GIANNOTTI. Riprendo l’assunto finale dell’Assessore all’ambiente, dice cioè che sostanzialmente la competenza dei controlli è della Provincia e dell’Arpam. E’ come dire che la Giunta regionale si comporta come Ponzio Pilato ed io aggiungo che è come ipotizzare che l’Erode della situazione sia l’Amministrazione provinciale in quanto l’Arpam è un organo tecnico.
Mi sembra che questa risposta faccia il paio con questo atteggiamento di insipienza della Giunta regionale che in tutte le vicende degli ultimi tempi sta dimostrando la propria incapacità di affrontare e gestire i problemi del territorio, lo sta dimostrando dalle grandi scelte strategiche regionali a queste stupidaggini.
Potremmo parlare della crisi del sistema sanitario, dei problemi dell’emergenza, del 118, potremmo quindi allargarci, però mi voglio limitare soltanto a questo per esprimere la mia piena insoddisfazione della risposta dell’Assessore. Perché? Perché la Giunta regionale, pur avendo delegato la materia dei rifiuti ad un ente diverso come l’Amministrazione provinciale, non può non esercitare un controllo.
Assessore, il controllo lei non lo può fare solo quando due Consiglieri regionali – nella fattispecie Giannotti e D’Anna – glielo chiedono, ma lo deve fare perché farlo è suo dovere.
L’ho visto tanto attento a favorire l’insediamento della centrale di biomasse di Schieppe, e se avesse la stessa solerzia nel controllare fatti di altra natura probabilmente oggi non saremmo qui a discutere.
Qui c’è una struttura aziendale che polverizza le gomme e che è posta al di sotto di un centro abitato. Se lei non lo avesse ancora fatto la invito – se vuole la porto io domani mattina – a visitare il Comune di Sassofeltrio. L’azienda è sotto il centro abitato, basta un filo di fumo per mettere in allarme la cittadinanza; il fumo sale e la gente ci sta di casa!
Voglio dire che c’è una preoccupazione dell’opinione pubblica rispetto al fatto che questa azienda ha operato in un regime di semilibertà, infatti ci sono incendi, il mancato rispetto delle condizioni di stoccaggio, cioè quella quantità di materiale stoccato allocato che andrebbe assiepato in un capannone e che invece viene allocato nel piazzale, ci sono rapporti con il comando dei vigili del fuoco che non avevano autorizzato la prevenzione incendi. Insomma tutta una serie di fatti che giustamente hanno allarmato l’opinione pubblica e che hanno messo l’Amministrazione comunale di Sassofeltrio nella condizione di sollecitare fortemente la Provincia. E la Provincia di Pesaro è inadempiente.
Quindi l’esercizio della delega va esercitato, è suo dovere sempre e comunque richiamare l’Amministrazione provinciale a fare il proprio. Non mi sembra, invece, che la Provincia abbia fatto il proprio dovere e che lei, Assessore, abbia fatto il suo nel richiamarla a svolgere questa funzione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. E’ vero, come dice l’Assessore, che la competenza è passata alle Province, comunque alla Regione restano le funzioni di programmazione e di indirizzo. Ed è evidente che al di là delle funzioni di programmazione e di indirizzo ci deve essere anche la difesa del territorio della nostra regione. Ancora, fino a prova contraria, nonostante il referendum che c’è stato nella zona del Montefeltro, la stessa cittadina di cui stiamo parlando fa ancora parte della regione Marche, regione che si vanta di essere una chicca dal punto di vista naturalistico e paesaggistico.
Il collega Giannotti ha già evidenziato che la scelta del posizionamento di questa sorta di discarica – perché di questo si tratta – di copertoni usati sicuramente non fa una bella presentazione di un territorio che, invece, meriterebbe molto di più dal punto di vista dell’immagine e dell’attenzione all’ambiente.
Se è vero, come è vero, che ci sono delle prescrizioni, evidentemente queste non sono state rispettate. Infatti il sopralluogo che ho fatto con tanto di documentazione fotografica nel periodo in cui ho presentato l’interrogazione dimostra che i copertoni non erano assolutamente coperti, ed è noto – e lo è anche a livello internazionale – che soprattutto nel periodo caldo sui copertoni lasciati incustoditi prolifera la zanzara tigre.
Assessore, lei dice che per quanto riguarda i trattamenti antizanzara la Provincia aveva specificato che erano stati eseguiti ogni sabato e ogni quindici giorni e poi trasmessi campioni all’Università di Bologna per verificare l’efficacia dei trattamenti, però non sappiamo che risultati hanno ottenuto questi trattamenti; anche perché ci sono diversi tipi di trattamento, ci sono quelli larvicida o quelli adulticida, quindi bisognerebbe specificare meglio quale tipo di trattamento è stato effettuato.
Pertanto le prescrizioni non sono state assolutamente rispettate, tanto è vero che non c’è una sola interrogazione relativa a questo argomento. Invece c’è addirittura una interrogazione parlamentare, Assessore, del gruppo del Partito Democratico – se non ricordo male a nome dell’onorevole Vannucci, quindi non è una presa di posizione solo del Pdl ma anche dei suoi colleghi di schieramento – che si dice preoccupato per una situazione che dal punto di vista paesaggistico e ambientale non garantisce alla gente che vive in queste zone quella tranquillità tale da poter offrire ai turisti la migliore accoglienza.
Credo che – ne riparleremo anche con la relazione conclusiva della Commissione d’inchiesta sui rifiuti – il discorso dei controlli debba essere effettuato non in virtù delle interrogazioni che fanno i Consiglieri regionali, ma come prassi abitudinaria e quotidiana, perché quello che sta succedendo nel territorio nazionale e anche sul nostro – vedi l’inchiesta Arcobaleno ancora in piedi – ci dice che la fase dei controlli è quella che dimostra più carenza.
Pertanto non mi ritengo assolutamente soddisfatto della risposta. Credo che al di là delle competenze che sono passate alla Provincia la Regione deve conservare la programmazione che oltre ad essere un suo diritto è anche un suo dovere.
Pertanto il nostro territorio, se veramente gli vogliamo dare una vocazione turistica e se vogliamo puntare su prodotti di qualità, è incompatibile con discariche o impianti come questo di cui abbiamo citato, quindi vanno assolutamente evitati i permessi ad impianti del genere.
Interrogazione n. 942
del Consigliere Lippi
“Agevolazioni su gasolio e Gpl zone montane”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 942 del Consigliere Lippi. Per la Giunta risponde l’Assessore Giaccaglia.
Gianni GIACCAGLIA. L'agevolazione per l'utilizzo di gasolio e Gpl, uso riscaldamento, nei Comuni montani non metanizzati è regolato, come cita l'interrogante, dall'art. 8 comma 10 lettera c) della legge 448/98.
Con successiva legge 30 novembre 2001, n. 418 dette agevolazioni sono state incrementate per un primo periodo (1° ottobre 2001 - 31 dicembre 2001), mentre con provvedimenti successivi l'incremento è stato prorogato per altri periodi.
Con legge 244/2007 (finanziaria 2008) è stata disposta l'applicazione della legge 418/01 anche per tutto l'anno 2008 senza però fare riferimento esplicito alle frazioni dei Comuni non metanizzati ricadenti nelle zone montane classificate come zona climatica E, a cui in precedenza veniva esteso il suddetto beneficio.
Detta incongruenza è stata comunque colmata con il decreto legge 31 dicembre 2007, n. 248 (convertito con legge 28 febbraio 2008 n. 31 - decreto milleproroghe) che all'art. 38 ha esteso detti benefici anche alle "frazioni parzialmente non metanizzate dei comuni ricadenti nella zona climatica E".
Con l'approvazione dell'ultimo decreto la questione riguardante l'agevolazione sull'utilizzo di gasolio e Gpl nei Comuni montani e frazioni non metanizzate è stata pertanto risolta.
In ogni caso è da notare che l'agevolazione in questione, essendo basata su una riduzione delle accise sui prodotti petroliferi, non è di competenza regionale.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Devo ringraziare l’azione fatta dal Presidente Spacca nei confronti del Governo precedente, questo grazie all’interessamento sollecitato da questa interrogazione congiuntamente all’interrogazione presentata dal sen. Ciccanti al Governo. E’ stata recepita immediatamente la sollecitazione pervenuta dalle forze politiche e quindi si è riusciti a recuperare un disguido nella Finanziaria, in quanto questo capitolo era saltato proprio nella scrittura della Finanziaria stessa.
Pertanto l’azione nei confronti del Governo, partita dietro sollecitazione sia da parte delle forze di minoranza che di quelle di maggioranza della Regione Marche, è riuscita a superare questo divario.
Purtroppo sono sempre i più disagiati a venire meno, quindi non è stato difficile far riconoscere questa agevolazione per le popolazioni della montagna che hanno già aggravi sufficienti nel poter vedere garantiti i servizi, l’imprenditoria e anche la stessa sussistenza delle popolazioni.
Un’azione congiunta a volte è positiva dunque benvenga. E’ per questo che mi dichiaro soddisfatto di quello che ha prodotto questa mia interrogazione.
Mozione n. 263
del Consigliere Procaccini
Crisi di un importante gruppo industriale “A. Merloni”
(Discussione)
PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 263 del Consigliere Procaccini che ha la parola per l’illustrazione.
Cesare PROCACCINI. Voglio fare un’illustrazione breve perché il problema occupazionale, di cui la mozione tratta, del gruppo Antonio Merloni è grave. Si parla di oltre 1.000 posti di lavoro a rischio in un contesto dove il comparto della meccanica e dell’elettrodomestico ha creato un’occupazione indotta. Quindi in quel distretto industriale delle Marche, ma anche dell’Umbria, sono a rischio oltre 1.000 posti di lavoro del gruppo principale e questo perché anche l’indotto rischia di essere spazzato via.
Oggi non è all’ordine del giorno discutere del perché si è giunti a questa situazione, ma se è possibile istituzionalmente dovremmo dare un contributo alla risoluzione del problema.
Questo è un contesto dove il mercato dell’elettrodomestico è saturo e dove il gruppo di cui parliamo è privo a tutt’oggi di una strategia per uscire dalla crisi. Ci sono stati tentativi, non tanto di internazionalizzazione, che se fatta in maniera virtuosa può essere anche positiva, quanto di vere e proprie delocalizzazioni sia verso altre parti dell’Italia che verso l’estero.
In questa situazione non esiste a tutt’oggi un piano né strategico né industriale di cui sono a conoscenza le parti sociali e gli stessi lavoratori che sono in lotta e ai quali questa Assemblea legislativa credo dovrebbe manifestare la propria solidarietà.
Abbiamo appreso questa mattina che il Presidente Spacca, l’Assessore al lavoro e la Giunta tutta, sono impegnati – e noi condividiamo – per un incontro rapido con la dirigenza di quel gruppo, tuttavia sarebbe opportuno, anche per un segnale verso la città di Fabriano, verso il distretto industriale e soprattutto verso le lavoratrici e i lavoratori, che la Giunta, così come ha fatto per altre occasioni, facesse proprio sui luoghi di lavoro una riunione apposita e straordinaria.
Inoltre ci sono gli effetti della globalizzazione. Oggi non abbiamo il tempo per analizzare questo fatto, in ogni caso vediamo che esiste una doppia globalizzazione, quella dei grandi e grandissimi gruppi multinazionali che si accaparrano, o tentano di accaparrare, gruppi significativi come quelli di cui stiamo parlando, poi c’è una globalizzazione interna, cioè quella che ha spazzato via un tessuto artigianale autonomo che oggi non ha più nessuna possibilità di esistere e di sussistere in maniera significativa.
Tranne lodevoli eccezioni siamo in presenza di una trasformazione dell’attività autonoma ad indotto. Vediamo oggi che il gruppo Merloni, e non solo quello di cui parliamo ma anche le altre due branchie della famiglia, hanno creato sul territorio delle Marche, dell’Umbria e in altre parti d’Italia e del mondo, società collaterali, pertanto trasformandosi per lo più in produzioni a società di capitali e al tempo stesso hanno parcellizzato il processo produttivo.
In questo contesto, quindi, non possiamo parlare più di attività autonoma, ma di terzisti al servizio della grande casa madre.
Una riflessione da questo punto di vista andrebbe fatta, perché il rischio è che nelle Marche, a differenza di quello che è accaduto in altre parti d’Italia e soprattutto nel sud, si possa andare ad una marginalizzazione del sistema di sviluppo.
Pertanto, a conclusione di questa mia breve illustrazione, penso che sarebbe opportuno che le grandi famiglie capitalistiche delle Marche insieme alle proprie strategie mondiali facessero anche una riflessione più bassa, più terra terra, per salvare non solo se stesse, ma soprattutto per salvare le famiglie che ivi lavorano. Quindi anziché annunci di acquisti miliardari, come quello della General Electric che di per sé è lodevole, farebbero bene a pensare a quello che accade in casa propria.
Ecco perché il nostro gruppo ha voluto sollecitare – in passato anche altri gruppi lo hanno fatto – un problema così serio che rischia di mettere in pericolo molti posti di lavoro.
L’impegno che chiediamo, sia al Presidente Spacca che a tutta l’Assemblea legislativa, è quello di una riflessione seria sulle possibilità istituzionali degli strumenti di ammortizzatori sociali e soprattutto una riflessione per il futuro del meccanismo, visto che ormai la Regione ha competenze di politiche industriali su come vengono allocate le risorse. Molto spesso abbiamo visto che le partecipazioni statali hanno chiuso, ma al contempo abbiamo anche visto fiumi di milioni di euro che sono stati devoluti dallo Stato e dalle Istituzioni alle grandi centrali produttive ed queste non solo hanno assolto, ma hanno chiuso le fabbriche – ad esempio come la Fiat – trasformandosi da produttori di beni, di materiali e di merci a società di capitali.
Ecco allora che oltre alla presenza direttamente a Fabriano, che è il cuore del distretto industriale della nostra regione, credo ci debba essere anche un segnale del Governo. Ovviamente per quello che può fare perché sappiamo che le competenze dell’ente Regione non sono eccelse, tuttavia può dare un’indicazione. Ripeto, soprattutto dovrebbe dare, anziché discutere di altre cose, un segnale per cercare di attuare i piani che potrebbero in qualche modo costituire, come quello energetico, un’occasione per diversificare il modello di sviluppo.
Per questo chiediamo una discussione seria insieme ai sindacati, alle istituzioni, ai Comuni e alle Province, alla Regione Umbria ed anche alle associazioni degli industriali e degli artigiani affinché ci sia un tavolo da cui possano scaturire delle proposte significative.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Do atto al collega Procaccini di aver portato in seno all’Assemblea legislativa un problema estremamente sentito, uno di quei problemi di cui questa Assemblea legislativa insieme alla Giunta penso si dovrà occupare nel prossimo futuro. Dico, e sottolineo ahimè, che certamente è una questione difficile ed importante che caratterizzerà la politica nei prossimi anni.
Per questo abbiamo presentato un emendamento con il quale si chiede di impegnare non solo la Giunta regionale ma anche l’Assemblea legislativa; mi auguro che ci sia la sensibilità fra i colleghi Consiglieri di accogliere questa semplice richiesta di modifica.
Mi sento di fare alcune riflessioni in quanto fummo noi, all’inizio della legislatura, a tentare di aprire un dibattito sul problema della crisi del modello industriale nella nostra regione. Allora venimmo un po’ messi ai margini, tant’è che il nostro tentativo quasi abortì in quanto non si aprì neppure la discussione. Sapevamo però che il focolaio della crisi stava sotto le ceneri ardendo ed eccoci che stiamo arrivando al collo di bottiglia.
La cosa più strana è che questa Giunta regionale, che ha caratterizzato, Presidente, il suo percorso con un’autoreferenzialità spiccata e anche spinta, non abbia mai accettato, nemmeno negli ultimi tempi, e forse è stata complice la presenza della campagna elettorale, di discutere su questi problemi.
E’ stato detto che nelle Marche tutto quanto va bene, che nelle Marche il sistema produttivo è quel modello che tutti quanti abbiamo conosciuto, è stato detto che a Fabriano, dove – come ricordava il collega Procaccini – si concentra il maggior numero di grandi aziende delle Marche, tutto è in regola, cosa che invece, ahimé, così non è.
Questo è un rilievo e, Presidente, una colpa che lei porta nei confronti dell’informazione politico-istituzionale di questa Regione. E’ evidente che c’è stato un tasso – userò una parola forte, ma che non vuole suscitare alcuna ilarità – di omertà rispetto alle dinamiche politico-industriali che si sviluppano nella nostra regione segnatamente a Fabriano.
Non so quali saranno gli sviluppi però mi auguro che venga superata la crisi in cui versa non solo la Antonio Merloni ma anche quelle altre aziende che hanno gli stessi problemi, aziende che sono probabilmente meno famose, di dimensioni meno ridotte, ma che sono altrettanto importanti, in quanto poi la ricaduta non è solo quella diretta ma c’è anche quell’indotto frastagliato un po’ su tutto il territorio regionale che viene colpito dalla crisi diretta del capofila.
Questo è un problema importante, è un problema su cui tutti quanti dovremmo produrre uno sforzo in quanto le notizie non sono delle più buone. Soprattutto c’è la possibilità che per un legittimo salvataggio qualche azienda cessi il ramo di azienda nella sua presenza regionale e concentri la sua produzione in altre parti d’Europa. E questo non è solo il caso della Antonio Merloni, ma probabilmente potrebbe essere anche il caso di altri gruppi più o meno collegati, più o meno simili, più o meno con gli stessi nomi; questo non lo so e non voglio essere l’uccello del malaugurio, ma da rumors di corridoio – e spesso i rumors di corridoio diventano fatti concreti – sembrerebbe esserci proprio un piano di ristrutturazione per alcuni e di salvataggio per altri, che porta a fare le produzioni in altre parti più convenienti d’Europa e lasciare i nostri lavoratori, le nostre aziende, le nostre maestranze, le nostre professionalità e il nostro know how praticamente morto nella nostra regione.
Tutto questo chiaramente squilibrerebbe anche con quella coesione sociale che ha sempre caratterizzato le Marche, di cui voi spesso – consentitemi di dirlo – vi siete riempiti la bocca.
Non è possibile affrontare il problema quando è giunto a suo compimento, ovvero quando è esploso. Il problema è giacente ed è sul territorio regionale da anni ed oggi arriva il bubbone che erutta, quindi con questo dobbiamo fare i conti.
Penso che sarà un argomento che caratterizzerà la nostra attività nei prossimi mesi e questa volta credo ci sarà la necessità di dare uno sforzo alto, non propagandistico, come troppo spesso invece la politica in questa Regione ha fatto.
Infatti quel patto politico-istituzionale e quel patto politico-economico che ha retto la Regione mi sembra stia incominciando a fare delle crepe profonde e certamente su questo renderà conto lo sviluppo della nostra attività.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.
Fabio BADIALI. Condivido la mozione presentata dal Consigliere Procaccini perché mette in evidenza un problema che esiste in una realtà, che esiste in un’azienda. Mentre non condivido assolutamente l’intervento del Consigliere Bugaro che evidenzia che tutto il problema è scaturito dal lavoro di questa Regione o del suo Presidente Gian Mario Spacca. Come Esecutivo e come Consiglio regionale per quanto riguarda lo sviluppo di questa regione abbiamo lavorato per una politica di incentivo all’internazionalizzazione, all’ammodernamento, abbiamo lavorato per creare know how e per dare sviluppo alle nostre imprese.
Pertanto chi ha fatto questo sicuramente ora non si trova nella situazione in cui versa la Antonio Merloni che, invece, non lo ha fatto, infatti non ha un marchio, non ha internazionalizzato, non ha aggredito i mercati esteri, è rimasta su questo territorio; oggi sappiamo che la crisi prende chi non ha un marchio vero, chi non ha fatto una ristrutturazione e chi non ha competenze tali da poter riuscire a competere con il mercato globale mondiale.
Su tale questione dobbiamo stare attenti e dobbiamo impegnarci. Ho visto che per questo pomeriggio c’è già l’impegno del Presidente della Giunta regionale ad incontrare l’azienda per affrontare questo settore così delicato. Un settore che è sì dell’Antonio Merloni, ma che riguarda anche un indotto che va oltre l’azienda stessa e che coinvolge la regione Umbria con gli stabilimenti di Gaifana.
Quindi do atto al Presidente che si sta muovendo su questa questione e penso che l’incontro di questa sera dovrà essere il primo di una serie di altri incontri che possano portare a termine un’operazione di salvaguarda dei posti di lavoro.
Come Assemblea legislativa dobbiamo essere vigili su questo, sono anche d’accordo di fare una seduta specifica, ma senza strumentalizzare, dobbiamo soltanto guardare la visione per quella che è e dare delle risposte ai problemi sorti sì in quel territorio, ma che sono di quell’impresa, perché il problema è di quell’impresa e basta.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Penso che il gruppo dei Comunisti Italiani abbia in questa giornata opportunamente proposto questa mozione. A me pare che l’Assemblea legislativa debba affrontare ora e in prospettiva i problemi di questa crisi, ma credo debba esserci anche una riflessione più generale sulla nostra azione in campo di iniziativa e di programmazione di politica economica.
A me pare che la crisi dell’Antonio Merloni, e credo che ognuno di noi sapesse, non è di oggi e nemmeno di ieri, c’è da lungo tempo, basterebbe seguire le rassegne stampa per vedere che questo problema è all’ordine del giorno. Per i lavoratori ci sono stati lunghi periodi di cassa integrazione, ci sono stati diversi tentativi di riorganizzazione produttiva o interventi di diverso spessore.
Quello che nei prossimi giorni l’Assemblea legislativa dovrà affrontare dovrà essere il tentativo di imparare dalle difficoltà. La crisi dell’Antonio Merloni non è una difficoltà specifica, ovviamente sta dentro un contesto più articolato e più complicato, infatti la crisi produttiva nel nostro Paese è di larghe dimensioni.
Proprio ieri l’altro il Governatore della Banca d’Italia nella sua relazione per una parte molto interessante e da molti versanti troppo incensata e accompagnata da una serie di tabelle molto interessanti, ma che poi ha dimenticato di ricordarne qualcuna e tra queste quella che segnava in particolare il calo rovinoso degli investimenti nei settori produttivi.
E’ questo il compito e la riflessione che tocca e toccherebbe alla politica. Credo che nei confronti di alcune situazioni produttive del nostro territorio l’azione di Governo ha peccato di troppa fiducia e di troppa funzione vicaria.
Penso che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovremmo, alla luce di una riflessione che riguarda un’impresa importante del nostro territorio, fare il possibile dal punto di vista del contributo e dell’aiuto per salvare questo comparto importante, lo dovremmo fare in quelle forme e possibilità che toccano ad una Istituzione, e non certo in termini di supplenza o pensando ad interventi che non stanno dentro il nostro ruolo e la nostra funzione, quindi può essere una riflessione importante.
In diversi interventi ho sentito parlare dei problemi dell’indotto. I problemi dell’indotto in un sistema come il nostro stanno anche nel fatto che troppe volte non abbiamo aiutato – o non l’abbiamo fatto con la forza adeguata o non abbiamo riflettuto con il dovuto impegno – ad autonomizzare questi settori. Alcuni indotti hanno queste caratteristiche, sono ricchi di particolari qualità tecnologiche – penso per esempio a tutto il settore degli stampi che sta dietro le attività industriali di questo tipo –, quindi dovremmo pensare che questo indotto può diventare, per dimensioni e per forme, un comparto autonomo.
Pertanto una riflessione complessa rispetto a questi due modelli di economia da proporre e rispetto a questa crisi ci richiama a questo.
E’ stato proposto da alcuni Consiglieri un emendamento con il quale si chiede che anche l’Assemblea legislativa possa trovare l’occasione a Fabriano o qui di dedicare una iniziativa di riflessione e di impegno oltre che su questa crisi anche sulle vicende successive che riguardano il nostro lavoro nel settore dell’incentivazione delle attività produttive ed economiche della nostra regione. Penso che questo invito debba essere accolto, penso che il Consiglio nelle prossime settimane possa, magari costruendo un lavoro più articolato attraverso la Commissione, affrontare su questo versante sia un monitoraggio attento che una riflessione, un confronto più largo con pezzi importanti della società marchigiana. In particolar modo penso ai sindacati, alle rappresentanze dei lavoratori, alle Rsu che in tanti settori e in tante imprese sono un concentrato di sapere, di proposta e di riflessione che ci possono permettere di avere un quadro più attento e forse anche migliore anche di quei numerosi centri studi che ci raccontano la nostra realtà produttiva.
Sull’immediato penso che la mozione del Consigliere Procaccini debba essere sostenuta e che l’azione del Presidente, che ha tempestivamente trovato l’opportunità di incontrare la direzione e l’impresa, è un segnale positivo. Tutto insieme e tutti insieme, però, abbiamo bisogno di questo scatto di riflessione e di iniziativa dentro un quadro, quello dell’economia e della crisi economica che stiamo affrontando, che meriterebbe, appunto, un’azione e un impegno più incisivo da parte dell’Assemblea legislativa.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.
Enrico CESARONI. Concordo con la mozione presentata dal Consigliere Procaccini, magari forse presentata anche in ritardo. Infatti nell’intervento del Consigliere Bugaro c’è una parte di verità, ha detto che in quel territorio c’è un’ampia crisi di diverse aziende e non solo dell’Antonio Merloni, per la quale, secondo me, ormai l’intervento è anche troppo tardivo, non so cosa possiamo ancora salvare; in ogni caso il Presidente questo pomeriggio si renderà conto di ciò che sarà possibile fare.
Come gruppo abbiamo fatto un emendamento con il quale chiediamo che tutta l’Assemblea legislativa sia a conoscenza e interprete di questa situazione che è abbastanza seria, Presidente, in quanto sappiamo tutti che ci sono diverse aziende che hanno persone in cassa integrazione, che non hanno commesse e non hanno futuro. Quindi per queste aziende che non sono più competitive sul mercato o che non possono più reggere la concorrenza bisogna trovare qualche alternativa.
Sicuramente voteremo la mozione del Consigliere Procaccini per cercare di coinvolgere l’Assemblea legislativa, però chiediamo anche al Governo regionale di intervenire subito in questa situazione di crisi in cui versano diverse aziende, per cercare di portare avanti in quel territorio anche qualche nuova tecnologia o qualche contributo affinché le aziende possano trasformare l’indirizzo produttivo e quindi si possa garantire l’occupazione; Presidente, a Fabriano il problema occupazionale è gravissimo, lo è oggi ma lo sarà anche fra sei mesi.
Quindi dobbiamo tutti insieme cercare di cambiare l’indirizzo produttivo delle aziende per poter ridare posti di lavoro a quelle persone che purtroppo lo stanno perdendo a causa di quelle difficoltà che oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Chiedo che tutta l’Assemblea legislativa sia partecipe a questa situazione dell’Antonio Merloni in quanto è la più urgente e la più grave, quindi quella su cui dobbiamo intervenire urgentemente.
Inoltre chiedo che la Giunta segua il problema del fabrianese e della Vallesina, questo perché c’è un indotto che da Fabriano scende, appunto, fino a tutta la Vallesina. Occorre pertanto intervenire su tutte quelle aziende che sono più in difficoltà.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Il dibattito che stiamo facendo giunge da una parte in ritardo, come sottolineava sia il collega Cesaroni che il collega Bugaro, ma dall’altra in anticipo rispetto a quelle che sono le informazioni sulla questione. Oggi in via d’urgenza inseriamo all’ordine del giorno una questione che riguarda un’azienda, riguarda un comparto, riguarda un territorio, però non mi pare che tutta l’Aula sia messa nelle condizioni di valutare la situazione reale.
Quindi sarebbe opportuno, a mio avviso, sospendere il dibattito sulla sostanza – magari lasciarlo sulla forma, per carità – considerato che il Presidente oggi pomeriggio dovrebbe incontrare l’azienda e avere ulteriori informazioni, per poi riprendere il dibattito nella sostanza, cioè nel merito, quando avremo acquisito ulteriori informazioni e quindi poterlo fare con l’Assemblea legislativa tutta.
Condivido l’appunto che il gruppo di Forza Italia ha fatto alla mozione presentata dal Consigliere Procaccini, cioè che non è solo la Giunta – anche se ovviamene lo potrà fare sempre, infatti oggi il Presidente Spacca ha l’incontro –, ma è anche l’Assemblea legislativa che deve parlare delle strategie di sostegno, di difesa di quelli che sono stati i distretti più importanti della nostra regione e che oggi obiettivamente vedono un declino. Infatti non è solo il fabrianese, ma anche tutto l’ascolano – qui faccio gli auguri per la delega ricevuta dall’Assessore Marcolini – e il piceno che ogni giorno hanno a che fare con questioni di impatto notevole sotto il profilo occupazionale, ecc., quindi sicuramente notizie di crisi e non di ripresa.
Certo parlare di questo significa fare il nostro dovere come Consiglieri regionali, perché non è soltanto il caso singolo che ci deve vedere sicuramente presenti e attenti, quanto un ragionamento di carattere generale su quello che può essere messo subito in campo sia come iniziativa istituzionale che attraverso gli strumenti normativi e legislativi, quindi facendo anche il punto su quella che è la situazione fino ad oggi. Infatti non veniamo dall’anno zero, ci sono attività, atti, procedure, finanziamenti, misure, leggi e normative che da tempo hanno affrontato o hanno tentato di affrontare la situazione. Allora, a che punto siamo? Sono state virtuose? Hanno ottenuto dei risultati? Hanno fallito almeno in parte il loro obiettivo? Pertanto occorre fare una riflessione a tutto tondo.
Oggi mi sembra che anticipare una cosa che era già in agenda – infatti la visita del Presidente era in agenda – è voler coinvolgere l’Assemblea legislativa su una questione più formale che sostanziale. La forma, per carità, la dobbiamo salvaguardare, votiamo tutti l’impegno affinché questa sessione si faccia, ma con le carte sotto e avendo dei punti di riferimento per una riflessione che non sia solo di generico richiamo ad una solidarietà territoriale o ad una difesa in generale dell’occupazione. Queste sono parole che, a mio avviso, oggi non hanno più senso in quanto siamo dentro ad una situazione di difficoltà oggettiva non di un’azienda, ma di una serie di eccellenze che sono presenti nel nostro territorio e che vivono un momento di crisi e di difficoltà di mercato.
Mi fermo qui, mi sembra di aver dato un contributo di riflessione, le forme le troveremo, ma se vogliamo votare l’impegno fissiamolo nel momento in cui avremo tutti le condizioni per poter fare una riflessione a tutto tondo su quella che è stata l’attività regionale fino ad oggi e su quella che come istituzione regionale vorrà essere la nostra iniziativa verso questo tipo di problematiche.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Noi siamo particolarmente interessati a questa situazione che si sta delineando in alcune aziende importanti della nostra regione, ma che coinvolgono direttamente anche l‘azione politica e amministrativa dell’Assemblea legislativa e della Giunta regionale.
Da tempo vi avevamo messo in guardia, Presidente Spacca, su una situazione che non è così rosea come lei l’ha descritta in questi ultimi tempi. Le avevamo contestato quell’enfasi della generalizzazione, del tutto va bene che lei ha portato avanti anche attraverso la comunicazione diretta ai cittadini. Era un’informazione generalista, non sostenuta da dati effettivi, parliamo del Pil e della spesa regionale, lei riportava risultati di diverse agenzie di indagine, aveva dati dell’Istat ma anche altri dati – oggi non pensavo di dover affrontare questo discorso, poi glieli porterò, magari li posso anche scrivere -.
Ricordo quei manifesti, costati a questa Regione più di 50 mila euro, di cui però anche la situazione a livello elettorale non le hanno dato ragione, cioè i marchigiani hanno capito che la situazione non era come quella che lei descriveva in quei manifesti.
Noi vogliamo stare molto attenti a tutti quei processi che questa gestione regionale mette in campo, soprattutto lo vogliamo fare in questo momento in cui questa azienda intende avviarsi verso un processo di trasformazione e di ricapitalizzazione.
Diciamo che in questo momento in qualche modo potremo invertire la nostra azione riconvertendo i principali strumenti che abbiamo a disposizione. Mi riferisco al Por ma anche al Piano delle attività produttive, mi riferisco al fatto che probabilmente va reindirizzato il nostro bilancio regionale che non libera direttamente nessuna risorsa per le attività produttive. E’ un momento di grandi difficoltà e la situazione dell’Antonio Merloni è un iceberg, infatti ce ne sono altre che ancora non siamo in grado di valutare, ma che sul tessuto socio-economico di questa regione hanno la stessa portata.
Quindi le azioni che possiamo mettere in campo sono molte e non sono solo quelle della Giunta regionale, infatti riteniamo che di questa difficoltà vadano interessate tutte le agenzie che in questa nostra Nazione si interessano di sviluppo e di processi di trasformazione economica, oggi anche il Governo è molto attento a ciò che avviene alla Antonio Merloni.
E’ per questo che chiediamo che l’Assemblea legislativa debba essere coinvolta in tutta questa discussione. Riteniamo che l’autosufficienza – e non perché, Presidente, la vogliamo mettere sotto osservazione – dimostrata dalla Giunta nelle scelte nei campi economici, infrastrutturali e di rilancio del modello Marche non abbia poi prodotto quello che da tempo viene propagandato.
E’ per questo che chiediamo un’assunzione e un coinvolgimento forte di responsabilità dell’Assemblea legislativa.
Mi sembra che nella stagione del dialogo, quello che state propinando a questa regione e che noi assecondiamo perché è per il bene di tutti, vada avviata una fase di attenzione, e l’autosufficienza che dimostrate non sta producendo i risultati che le Marche si attendono. E questa debolezza è sempre più evidente agli occhi di tutti e soprattutto dei marchigiani.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.
Luigi VIVENTI. Stavo valutando se era il caso o meno di prendere la parola, poi essendo persona informata dei fatti ho ritenuto opportuno di dover dare con poche parole il mio piccolissimo contributo.
Ha ragione il collega Pistarelli quando dice che oggi pomeriggio ci sarà un incontro tra il Presidente e l’amministratore delegato dell’azienda convocato già la scorsa settimana, quindi è evidente che il Presidente su tale seria questione potrà aprire un dibattito e riferire all’Aula soltanto dopo questo incontro e non prima.
La sollecitazione di questo argomento con una mozione da parte del collega Procaccini è giusta in quanto è sicuramente un problema enorme, c’è un problema occupazionale di grande rilevanza, quindi è opportuno che il Consiglio l’approvi, però comunque ha bisogno di un paio di precisazioni doverose.
Questa mozione, ripeto, che sollecita giustamente l’opportunità di affrontare un problema, in una sua parte dice che non esiste un piano industriale. Vorrei invece chiarire al collega Procaccini e a tutti i Consiglieri regionali che un piano industriale c’è ed è stato approvato dalle organizzazioni sindacali, dal Ministero delle attività produttive e dal Ministero del lavoro, pertanto nella mozione non si può scrivere che non c’è perché è una cosa errata.
Inoltre, all’interno di questo piano industriale c’è una previsione, proprio per affrontare il problema di liquidità dell’azienda, che riguarda la cessione di alcuni assets non ritenuti più strategici dal gruppo, tipo quello della produzione di serbatoi per Gpl. Quindi la cessione di questo comparto fa parte di una strategia che c’è e non di una strategia che non c’è e che quindi è inserita all’interno del piano industriale. Poi che questo piano possa dare gli esiti sperati o meno è un dubbio che averlo è legittimo in quanto la situazione è particolarmente difficile, però non possiamo sicuramente dire che non c’è, quantomeno dobbiamo dire le cose come stanno.
Mi fermo qui perché non credo che oggi sia giusto entrare nel merito in quanto, ripeto, credo sia più corretto rispettare che il Presidente si incontri con l’amministratore delegato e poi sia esso a riferire all’Aula ed eventualmente aprire un dibattito sulla questione.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Ascoli.
Ugo ASCOLI. Credo che tutte le persone di buon sento abbiano capito che sarebbe meglio parlare di questo argomento dopo aver avuto gli elementi di conoscenza di prima mano per poter dire le cose come stanno, quindi ora stiamo qui a discutere al buio, basandoci su articoli di stampa o rumors – come dice il Consigliere Bugaro -.
In ogni caso confondere la crisi di una grande azienda, come quella dell’Antonio Merloni e il suo indotto, con la crisi del modello di industrializzazione delle Marche è una sciocchezza e chi la dice se ne prende tutta la responsabilità. In realtà sappiamo perfettamente che ci sono problemi differenti nelle varie aree e settori della nostra regione a seconda delle diverse strategie industriali che sono state portate avanti.
In quest’Aula della cassa integrazione ne abbiamo già parlato proprio in occasione di una interrogazione del Consigliere Viventi.
Sappiamo che nel caso dell’Antonio Merloni, pur essendoci un piano industriale accettato e fatto proprio dei Ministeri, piano indispensabile per poter rilasciare le ore di cassa integrazione a più di 400-500 lavoratori, purtroppo c’è il forte sospetto che ci troviamo di fronte ad una strategia industriale complessivamente miope, non al passo con i tempi e che si sta rivelando sbagliata nei confronti dei problemi a cui oggi ci chiama l’internazionalizzazione e la globalizzazione.
Quindi qui ci sono tutti gli elementi per discutere, la Regione sta seguendo da tempo questa vicenda, ci sono state varie riunioni, è in preparazione, oltre all’incontro che il Presidente ha convocato per oggi pomeriggio alle ore 15,00, un altro incontro che l’Assessore all’industria dell’Umbria Mario Giovanetti ed io stesso con l’Assessore Giaccaglia stiamo cercando di organizzare coinvolgendo anche i Presidenti delle Province e il Sindaco di Fabriano. Quindi per quanto ci concerne c’è tutta una mobilitazione che sta a dimostrare l’importanza che la Giunta attribuisce alla questione Antonio Merloni.
Sapete tutti che ci sono in ballo direttamente 3.600 posti di lavoro, più altre centinaia di posti nelle aziende piccole terziste dell’indotto, quindi figuriamoci, come tutti del resto sanno, se la Giunta sottovaluta questa problematica e se la lascia da parte per qualche sciocchezza di analisi.
Pertanto ci teniamo a precisare che fare di tutta un’erba un fascio è, ripeto, opera sciocca e sbagliata, cioè il confondere il ritiro di una multinazionale da Ascoli Piceno con la crisi di Antonio Merloni e con la crisi della piccola e media industria delle Marche è un’operazione che dimostra una totale non conoscenza dei fatti o quanto meno una maligna voglia di parlar male per forza quasi perché tanto a parlar male si gode.
Inoltre credo che sia del tutto sbagliata la proposta di emendamento alla mozione presentata dal Consigliere Procaccini, è come se noi adesso dovessimo fare un’apposita seduta assembleare legislativa a Fabriano sulla problematica di Antonio Merloni. Inoltre credo che il Consigliere Capponi sbagli anche l’uso delle parole, perché chiama con autosufficienza quella che è la responsabilità di governo, perché una cosa è una Giunta che affronta nella sua responsabilità una questione, altra cosa è quella che lui chiama con autosufficienza, sarebbe come se il Parlamento chiedesse al Presidente Berlusconi di non essere autosufficiente nei suoi Consigli dei Ministri e poi chiedere di coinvolgere tutto il Parlamento quando c’è un problema ritenuto importante da un onorevole o un deputato. Quindi, una cosa sono le responsabilità, sulle quali naturalmente l’Assemblea legislativa è chiamata a pronunciarsi ogni qual volta lo ritenga opportuno, una cosa invece sono le accuse di autosufficienza che rispediamo al mittente in quanto sono del tutto gratuite ed infondate.
Posso rassicurare i Consiglieri che la Giunta segue con la massima attenzione la questione, ne è consapevole, abbiamo un piano delle attività produttive che è stato approvato a gennaio con un solo voto contrario, abbiamo tutti gli strumenti degli ammortizzatori per affrontare i momenti di difficoltà, peraltro come già stiamo facendo da due anni, abbiamo già una concertazione interregionale per affrontare in modo specifico la questione Antonio Merloni. Questione, ripeto, che non ha nulla a che fare con le problematiche complessive della crescita industriale di questa regione, crescita che continua ad esserci e che continua a registrare primati anche da quelle agenzie che sono state malamente evocate dal Consigliere Capponi, agenzie che in realtà sono sia l’Istat, la società di statistica, che altre di autorevole prestigio e che pertanto non possono essere accusate di aver prodotto dati a nostro favore.
Mi pare, quindi, che la discussione abbia preso una brutta piega, una piega non seria, una piega di strumentalizzazione esibita tanto per parlar male di qualche cosa. Mi pare, invece, che l’Assemblea legislativa meriti molto di più, meriti Consiglieri più informati, meriti Consiglieri più intelligenti, meriti Consiglieri che sappiano quello di cui parliamo.
Pertanto credo che il discorso debba essere fatto ancora e sicuramente quando ci saranno gli elementi di conoscenza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.
Gian Mario SPACCA. Credo anch’io che sarebbe opportuno fare questo dibattito immediatamente dopo l’incontro che avremo oggi pomeriggio con la direzione dell’Antonio Merloni, perché così il mio intervento e il nostro dibattito potrebbe essere maggiormente approfondito sulle questioni reali e concrete che riguardano questa vicenda.
Quindi da parte mia posso soltanto annunciare quale sarà la strategia dell’incontro di oggi pomeriggio. Sarà un incontro teso soprattutto a conoscere quali saranno le strategie industriali del gruppo, a conoscere le strategie finanziarie del gruppo Antonio Merloni a sostegno di queste strategie di carattere industriale, infine per conoscere quali saranno – questo è un argomento che ci preoccupa particolarmente – i supporti di carattere organizzativo e manageriale che possano dare corpo e sostanza a questa strategia produttiva, industriale e finanziaria.
Queste saranno le tre domande che porremo all’amministratore delegato di questo gruppo, ma con un obiettivo che ci vogliamo proporre e che ci è proprio, cioè quello di salvaguardare i livelli occupazionali che insistono sul territorio delle Marche e dell’Umbria.
Quindi l’obiettivo che ci poniamo sicuramente al primo posto è quello di tutelare il lavoro di 3.500 lavoratori – forse sono anche di più – e altrettante famiglie. Non abbiamo altri obiettivi.
Poiché il dibattito si è allargato e ha trasbordato – non essendoci elementi concreti su cui soffermarsi – su considerazioni di carattere generale, mi preme l’obbligo di dover rispondere ad alcune valutazioni estremamente offensive in quanto non correlate alla verità di un dibattito, dibattito che pure abbiamo sviluppato per anni ed anni in quest’Aula.
Non è possibile, se vogliamo davvero instaurare questo nuovo clima di rapporti positivi tra maggioranza e opposizione e creare risposte concrete che nascono da questa Assemblea a servizio della nostra comunità, tollerare un dibattito di questo livello.
Non è possibile parlare di autosufficienza della Giunta regionale – lo ha detto molto bene l’Assessore Ascoli – quando siamo in presenza dell’esercizio di una funzione di responsabilità. Una responsabilità, che tra l’altro stiamo conducendo in collaborazione con un’altra Regione, che non ci porta poi a non capire che sulle azioni concrete che dovremo sviluppare, e che non saranno tutte ad appannaggio della Giunta regionale, ci dovrà essere una forte condivisione dell’Assemblea legislativa. Ma questo solo nel momento in cui sapremo che cosa fare, perché allo stato attuale dei fatti gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono molti, molto dipenderà proprio dall’evoluzione di questa vicenda di cui ancora non sappiamo e che speriamo di comprendere questa sera.
La seconda questione è che non è accettabile un dibattito in notturna, a fari spenti, in piena notte e dove i tutte le vacche sono nere. Dobbiamo fare un dibattito alla luce del sole dove ognuno si prende le proprie responsabilità senza fare di tutta un’erba un fascio o una grande confusione. Non è possibile addebitare alla Giunta regionale la responsabilità di una strategia di politica industriale in cui da lungo tempo non si sia evidenziato, perché abbiamo martellato anche con tanta insistenza al punto da diventare noiosi e quindi non più e totalmente comprensibili, e forse è proprio questa la ragione. Infatti è da sempre che diciamo che la strategia della politica industriale della nostra regione deve essere orientata a processi di internazionalizzazione, innovazione e controllo delle reti di distribuzione. Ed è su questo che abbiamo organizzato la nostra strategia di politica industriale.
Abbiamo sempre detto che chi non avrebbe innovato o internazionalizzato sarebbe andato fuori mercato o chi ricercava una strategia sulla competitività di costo sarebbe finito male. Lo abbiamo detto in tutte le maniere, in tutte le occasioni e in tutte le circostanza.
Allora non si può addebitare alla Giunta regionale di non aver avvertito il proprio sistema produttivo di quale fosse il trend fondamentale dell’economia della nostra regione, un’economia che non è monolitica, è un’economia molto articolata, è fatta di cluster differenti, per cui esistono luci ed ombre, ed anche questo l’abbiamo sempre detto.
Chi invece si è posto nel senso dell’innovazione, dell’internazionalizzazione e della strategia di commercializzazione nella catena del valore posizionandosi a valle della stessa, sicuramente ha trovato possibilità di alimentare quel processo di costruzione dell’economia regionale dove noi oggi siamo relativamente soddisfatti. E questo ce lo dicono le fonti fondamentali e gli osservatori fondamentali del nostro Paese. Ce lo dice l’Istat prima di tutto, poi la Banca d’Italia – che è un osservatorio credo al di sopra di ogni sospetto – nell’ultima relazione del suo direttore sulla situazione complessiva dell’economia della nostra regione che, ripeto, è fatta di situazioni di luci e di ombre, rispetto alle quali poi emerge una deriva complessiva comunque positiva per l’economia regionale.
Altra osservazione che non è accettabile è il fatto che ci sia un blocco sociale connesso con la politica industriale di questa Regione, è per due questioni.
Prima questione. I Consiglieri dovrebbero sapere – e se non lo sanno glielo dico io – che per gli strumenti a disposizione la politica industriale della nostra Regione è completamente orientata alla micro e piccola impresa, non abbiamo strumenti a disposizione per la grande impresa, non abbiamo – nonostante le interrogazioni del Consigliere Bugaro, che si ripetono nel tempo e forse solo per alimentare un dibattito vuoto e fine a se stesso – gli strumenti a disposizione della grande impresa che è appannaggio dello Stato ovvero del Governo centrale.
Seconda questione. Non è accettabile parlare di un blocco sociale politicamente omogeneo quando all’interno dello stesso gruppo di persone e dello stesso gruppo Merloni ci sono imprenditori che hanno opinioni radicalmente differenti, ci sono imprenditori di destra e imprenditori di sinistra.
Quindi per queste due ragioni non esiste un blocco sociale politico che in qualche modo si colleghi alla politica industriale di questa Regione. Sgombriamo il campo da questa ipotesi. Ripeto, all’interno dello stesso gruppo Merloni abbiamo imprenditori differenti, ci sono imprenditori di destra – di cui oggi stiamo parlando – e imprenditori di sinistra o di centro sinistra.
Inoltre, vorrei anche dire che la linea di conduzione del nostro Governo regionale ricerca insistentemente un rapporto coerente sulla filiera istituzionale. Lo abbiamo ricercato nella passata legislatura e lo stiamo ricercando anche in questa. Il primo incontro che abbiamo fatto con i Parlamentari di centro-destra e di centro-sinistra lo dimostra, perché al centro della nostra azione c’è la ricerca di soluzioni concrete per la nostra comunità.
Quindi noi vogliamo proseguire su questo sentiero di filiera istituzionale e non vorremmo che il principale ostacolo alla collaborazione tra Istituzioni differenti (Comuni, Province, Regione e Stato centrale) venisse proprio dall’Assemblea legislativa delle Marche, sarebbe un errore imperdonabile. Quindi mettiamoci su questa linea di collaborazione e facciamolo con grande serietà e con grande senso di responsabilità.
Auspico quindi che questo dibattito, che dovremmo riprendere perché non si esaurisce questa mattina, sia la prova concreta di una nuova collaborazione tra maggioranza e opposizione e tra Governi che hanno profili differenti. Perché la soluzione di questo problema concreto, particolarmente grave e pesante per la nostra comunità e per un particolare territorio – perché si concentra su un solo territorio – deve trovare e può essere risolto soltanto attraverso la collaborazione sulla filiera istituzionale e in modo particolare tra il Governo regionale e il Governo nazionale. Questa sarà la prova del nove, al di là delle parole e delle enunciazioni, che verificherà la possibilità di una collaborazione su un piano positivo tra maggioranza e opposizione in questa Assemblea legislativa.
Spero sinceramente che questo avvenga, lo spero proprio per salvaguardare i livelli occupazionali e il lavoro di tante persone e di tante famiglie.
PRESIDENTE. Alla mozione n. 263 del Consigliere Procaccini sono stati presentati tre emendamenti che porrò alla discussione e al voto per ordine testuale. Prima però devo mettere in votazione la proposta di rinvio fatta dal Presidente Spacca. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Certo che se la richiesta di rinvio è stata fatta dal Presidente saremo ovviamente rispettosi di questa necessità. Comunque vorrei dire che l’Assessore Ascoli, ma anche altri Consiglieri, quando intervengono dovrebbero misurare le parole, perché non solo non è di buon senso rinviare o non discutere questa cosa, ma è stato di grande buon senso discuterla questa mattina. Intanto perché abbiamo appreso che l’incontro di questo pomeriggio avverrà con quelle caratteristiche che ci ha detto il Presidente e che, per quello che può valere, ha anche un mandato in più dell’Assemblea legislativa.
Quindi la nostra non è stata una mozione di una forza che è una scheggia impazzita rispetto allo scenario istituzionale e sociale, ma è stata una mozione che vuole porre l’attenzione su un problema serissimo che non si può liquidare con fastidio.
Secondo me – lo dico ai colleghi della minoranza anche se apprezzo comunque il tentativo di coinvolgere l’Assemblea legislativa in una discussine di questo tipo – è sbagliato porre una trattativa con una riunione in loco cioè di fare a Fabriano anche una seduta dell’Assemblea legislativa. L’Assemblea legislativa deve discute in questa Aula altrimenti potrebbe esserci il rischio di strumentalizzare tutto il problema. Questo perché la situazione è difficile da molte parti, quindi è opportuno che semmai sia la Giunta regionale a fare una riunione operativa a Fabriano e non l’Assemblea legislativa. Condivido, invece, la proposta fatta dal Consigliere Badiali di fare una discussione monotematica sul modello di sviluppo.
Pertanto siamo disponibili ad accettare il rinvio come richiesto dal Presidente Spacca, però come contributo alla discussione e alla risoluzione del problema e non perché averlo presentato oggi con questa mozione era una proposta di non senso, in quanto invece era una proposta molto sensata. Quindi la prossima volta, Assessore Ascoli, misuri i termini!
PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Presidente Spacca di rinvio della votazione della mozione n. 263.
(L’Assemblea legislativa approva)
Elezione dei Vicepresidenti dell’Assemblea legislativa regionale ai sensi dell’articolo 6, secondo comma, del Regolamento interno
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione dei Vicepresidenti dell'Assemblea legislativa regionale. Ricordo i Consiglieri che il voto è limitato ad uno, ci sarà un’unica votazione e saranno eletti i due Consiglieri che otterranno il maggior numero dei voti.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
Comunico il risultato della votazione: votanti n. 37, schede bianche n. 2, schede valide n. 35. Hanno ricevuto voti: Stefania Benatti n. 27, Vittorio Santori n. 13. Proclamo eletti Vicepresidenti dell’Assemblea legislativa delle Marche la Consigliera Stefania Benatti e il Consigliere Vittorio Santori, che invito a prendere posto nei banchi della Presidenza.
Sono convinto che l’Ufficio di Presidenza continuerà nella sua collegialità, ovviamente ringrazio il Consigliere Antonio Giannotti per il contributo dato in questi anni con grande slancio nel lavoro.
(I Consiglieri Benatti e Santori prendono posto nei banchi della Presidenza.
Applausi dei Consiglieri)
Proposta di legge n. 97
dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Altomeni, Binci
“Gestione del trasporto sanitario. Modificazioni e integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36 ‘Sistema di emergenza sanitaria’ ”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 197 ad iniziativa dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Altomeni, Binci. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Oggi arriva finalmente in Aula questa importante proposta di legge. Mi auguro che la discussione, arricchita anche dal percorso sugli emendamenti, possa concludere oggi questa vicenda. Sono qui presenti anche un’ampia rappresentanza dei soggetti interessati.
La proposta di legge n. 97 compie un‘ampia opera di manutenzione della l.r. n. 36/98, al fine di adeguarla al mutato quadro normativo nazionale e comunitario, risolvere alcune problematiche emerse nel corso della sua applicazione, rivisitarne i contenuti alla luce degli obiettivi posti dalla nuova pianificazione sanitaria regionale.
Il nucleo centrale della proposta è costituito dalle disposizioni inerenti il trasporto sanitario che attualmente viene effettuato dalle aziende sanitarie e dall’Inrca con mezzi e personale propri o affidato a terzi e in modo non uniforme nel territorio regionale.
Diversa, infatti, è la situazione presente nelle varie province. Infatti, mentre nelle province di Macerata, Ancona ed Ascoli Piceno è molto vivace la presenza di associazioni di volontariato e della Cri che svolgono il servizio sulla base di convenzioni, nella provincia di Pesaro Urbino è minore la presenza del volontariato e l’affidamento del servizio si provvede mediante procedure concorsuali (bandi di gara).
Ho dei dati, che posso brevemente elencarvi, messi a disposizione dall'Agenzia sanitaria: nella provincia di Macerata il servizio è garantito con 7 mezzi di trasporto dell’azienda sanitaria e 13 mezzi convenzionati, nella provincia di Ascoli il servizio è garantito con 6 mezzi dell’azienda sanitaria e 20 mezzi convenzionati, nella provincia di Ancona il servizio è fornito da 9 mezzi dell’azienda sanitaria e 22 mezzi convenzionati, nella provincia di Pesaro il servizio è fornito da 10 mezzi dell'azienda sanitaria mentre i mezzi convenzionati sono inferiori a 2 quindi scarsissimi.
Pertanto c'è una situazione particolarmente differenziata sul territorio regionale e per questo è necessario – e con la legge speriamo di farlo – dare uniformità a questo servizio.
Per quanto riguarda il trasporto programmato l’affidamento avviene in maniera differenziata. In alcune Zone si procede mediante procedure ad evidenza pubblica, in altre vengono stabilite turnazioni tra vari operatori pubblici, associazioni di volontariato e privati, in altre ancora la turnazione è assicurata solo dagli operatori pubblici e dalle associazioni di volontariato. In alcuni casi, infine, l’organizzazione del servizio di trasporto programmato viene effettuata dalle centrali operative con il supporto dei volontari, in altri dalle centrali operative senza l’ausilio delle associazioni di volontariato, in altri ancora l’organizzazione della turnazione è gestita direttamente dalle associazioni di volontariato e dalla Cri.
La legge che ci accingiamo ad approvare, quindi, si pone l’obiettivo fondamentale che è quello di omogeneizzare il sistema innalzando la qualità dei servizi resi e garantendo la sostenibilità economica per la Regione nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali vigenti.
La conciliazione di queste esigenze (innalzamento della qualità, garantire la omogeneità e sostenibilità economica), che sono apparentemente contrapposte, è perseguibile nella nostra regione proprio grazie alla presenza prima evidenziata della Cri e di numerose associazioni di volontariato che effettuano il trasporto sanitario con l’ausilio di volontari, cioè quel personale non retribuito che opera con grande spirito altruistico, competenza ed abnegazione. Tali associazioni, come è noto, svolgono il servizio a titolo gratuito salvi i rimborsi spesa.
Questa è per noi una grande risorsa, siamo riconoscenti al servizio svolto dai volontari e dalle loro associazioni, infatti la legge lo riconoscerà in maniera abbastanza precisa.
Dunque la proposta punta a valorizzare, anche sulla base del principio di sussidiarietà orizzontale, il ruolo di queste associazioni tenendo conto delle peculiarità proprie del tipo di trasporto in discorso, inestricabilmente connesso all’attività di soccorso sanitario e parte integrante della rete dei servizi di emergenza-urgenza.
In particolare la proposta prevede che il trasporto sanitario venga svolto direttamente dalle Aziende sanitarie e dall’Inrca. Nel caso però – come ho già dimostrato e detto – che ciò non sia possibile la legge dispone che il servizio sia affidato in via prioritaria alle associazioni di volontariato e alla Cri o ad altri enti pubblici sulla base di un contratto non oneroso, cioè con una convenzione che preveda il solo rimborso delle spese effettivamente sostenute, calcolate sulla base di principi di economicità ed efficienza. Tale tipo di affidamento rappresenta, come è ovvio, un grosso vantaggio economico per l’ente pubblico e nel contempo supporta e riconosce il valore civile e sociale dell’attività delle associazioni di volontariato, alle quali riconfermiamo la nostra gratitudine in un servizio delicatissimo come è quello dell’emergenza sanitaria e del trasporto sanitario inteso in tutte le sue articolazioni.
La legge dispone, infine, che il servizio di trasporto sanitario, nel caso in cui non possa essere svolto direttamente dalle Aziende sanitarie e dall’Inrca o per tramite dei soggetti convenzionati (Cri, associazioni di volontariato, enti pubblici), sia affidato a terzi nel rispetto della normativa vigente in materia di appalti e forniture, cioè del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/Ce e 2004/18/Ce).
Il sistema di affidamento e gestione del trasporto sanitario contenuto nella legge ha anche l’obiettivo, come prima ho accennato, di innalzare la qualità del servizio reso, servizio che costituisce uno snodo essenziale per il buon funzionamento dell’intera rete di emergenza ed urgenza. Come sappiamo quando parliamo di emergenza sanitaria parliamo di casi in cui spesso è a rischio la vita dei nostri cittadini, quindi parliamo di un trasporto assolutamente delicatissimo.
Per tale motivo la legge prevede che il trasporto a carico del servizio sanitario regionale possa essere svolto solo da soggetti autorizzati ed accreditati, cioè da questi soggetti in possesso di requisiti organizzativi, tecnologici e professionali di qualità, stabiliti dalla legge regionale con regolamento.
Quindi sì al volontariato e sì alla qualità attraverso il percorso dell'autorizzazione e dell'accreditamento che la legge prevede, proprio per il particolare e delicatissimo servizio che si svolge in questa materia.
Sappiamo che nel trasporto sanitario c'è dentro di tutto, c'è l'emergenza-urgenza, ci sono i servizi programmati e altri servizi ausiliari, ma la delicatezza del servizio, e ovviamente in particolare per quello che riguarda l'emergenza-urgenza, è sotto gli occhi di tutti.
Lo stesso regolamento dovrà anche determinare i requisiti necessari per svolgere l’attività di trasporto sanitario non a carico del servizio sanitario regionale, questo al fine di garantire la sicurezza di questo servizio di interesse generale.
In sintesi la legge prevede che l’attività di trasporto sanitario sia soggetta ad autorizzazione e che l’esercizio dell’attività di trasporto sanitario a carico del servizio sanitario regionale possa essere svolta solo da soggetti autorizzati ed accreditati.
I provvedimenti di autorizzazione e di accreditamento non sono atti discrezionali, ma sono accertamenti tecnici relativi al solo possesso dei requisiti prescritti.
Abbiamo scelto di rinviare ad un regolamento, come la Regione ha fatto per la gestione anche di altri servizi, sia sanitari che sociali, proprio per garantire questa qualità ed omogeneità sul territorio regionale e certezza nell'assegnazione di questi servizi.
Inoltre la legge individua la Giunta come soggetto per l'emanazione di questo regolamento e fissa anche dei tempi abbastanza certi entro i quali deve essere previsto.
Alcune modifiche della legge n. 36, come prima ho detto, sono state dettate anche da un mutato quadro normativo nazionale e regionale.
Mi riferisco in particolare al fatto che la l.r. n. 36/98 fa ancora riferimento alle aziende Usl. Sappiamo che dal 1998 ad oggi la nostra Regione – e non solo nella nostra – ha introdotto modifiche molto significative per quanto riguarda la normativa del nostro sistema sanitario, quindi la nuova legge n. 13, i nuovi assetti, due nuovi piani sanitari sono passati in questo decennio, ovviamente alcuni aggiustamenti sono tecnici e sono di adeguamento del nuovo assetto.
La legge regionale n. 36, inoltre, fa riferimento ad accordi collettivi del personale sanitario superati da altri accordi nazionali, quindi alcune abrogazioni e alcune modifiche riguardano anche questo, cioè rinvii agli accordi collettivi nazionali vigenti,
La legge n. 36 prevede ancora sanzioni amministrative in lire. Magari questi sono dettagli, ma è per dirvi come la rivisitazione oltre ad aver voluto dare garanzie e certezze al nostro sistema, individuando i soggetti che di trasporto sanitario si occupano, ha voluto anche adeguarla rispetto al mutato contesto normativo.
La l.r. n. 36 individuava il personale da adibire alle centrali operative fissando parametri rigidi, non permettendo di tener conto dell’evolversi della normativa di riferimento. Si è pertanto affidata, non più ad una legge come la n. 36 e a questa nostra modifica (pdl n. 97) ma ad un atto amministrativo consiliare, l’individuazione dei criteri sulla base dei quali il comitato del dipartimento di emergenza individua il personale da adibire alla centrale operativa. Inoltre in tale maniera sarà possibile attuare gli indirizzi del piano sanitario che prevede l’adeguamento della dotazione organica delle centrali operative in funzione del rispettivo ruolo a livello regionale e di area vasta.
La legge n. 36 individuava i mezzi con cui vengono effettuate le operazioni di soccorso. Quindi una legge molto dettagliata nella quale venivano indicate, come ricordavo, le caratteristiche del personale e dei mezzi tecnici. Oggi abbiamo ritenuto che questi aspetti si debbano affrontare con un regolamento, con uno strumento più snello che consente anche di modificare e raccogliere più rapidamente le eventuali evoluzioni tecniche che possono essere previste.
L’ultima questione che voglio affrontare è la rivisitazione della legge n. 36 in relazione agli obiettivi del nuovo Piano sanitario.
Il Piano sanitario al capitolo X.3 prevede “la riorganizzazione per aree vaste del sistema 118 inteso come sistema operativo e sistema di emergenza territoriale”.
Tale riorganizzazione non contrasta con l’attuale assetto delle centrali operative, che viene pertanto confermato però apportando alla l.r. n. 36 quegli aggiustamenti necessari a consentire un’individuazione nell’ambito di operatività delle quattro centrali operative più facilmente rapportabile ad un bacino di utenza di area vasta.
Si è limitata al massimo l’individuazione in legge delle attività che debbono essere svolte a livello zonale. In primo luogo perché le Zone sono ormai prive di personalità giuridica, in secondo luogo per garantire, in ottemperanza alle prescrizioni del Piano sanitario, un governo della sanità più duttile, volto cioè ad individuare l’ambito ottimale di esercizio delle funzioni (Zona, Area vasta, Asur) in relazione ai bisogni sanitari e all’epidemiologia.
Questa legge arriva in Aula dopo un percorso abbastanza complicato, abbiamo ascoltato con attenzione le esigenze del sistema e anche dei soggetti che in questo sistema operano e ci auguriamo che venga approvata nella mattinata di oggi.
Sono stati presentati alcuni emendamenti sottoscritti sia da Consiglieri di maggioranza che dai Consiglieri di minoranza. In particolare ci sono quelli che vogliono riconoscere che sia la legge e non un atto di indirizzo della Giunta quello del sistema di priorità che ci diamo, cioè chi deve svolgere questi servizi dando la priorità alla gestione diretta e dopo questa il protagonismo alle associazioni di volontariato.
Come relatrice di maggioranza ritengo, e lo anticipo nella discussione in modo tale che sia chiara qual è davvero la volontà della maggioranza, che gli emendamenti che vanno in questo senso, quello cioè del riconoscere il sistema di priorità che la nostra Regione si dà e che lo possiamo fare tranquillamente per legge; così anche le associazioni che ci stanno ascoltando in questo momento siano più tranquille e serene.
Così era anche nel testo arrivato in Aula, ma se con l’emendamento al famoso articolo 6 si preferisce la garanzia che sia la legge a stabilire le priorità, io non ho assolutamente nulla in contrario. Questo perché vorremmo che questa vicenda finisse proprio per poter dare tranquillità ai nostri cittadini marchigiani e alle associazioni di volontariato che svolgono un ruolo estremamente significativo e per dare più ordine ed omogeneità. Quindi gli emendamenti che vanno in questa direzione potranno essere accolti.
Nel concludere, l’augurio davvero sincero che faccio è che oggi in Aula si possa essere quella maggioranza che consenta l’approvazione di questa legge.
Ho visto che la minoranza ha presentato – diversamente da quanto è avvenuto in una discussione abbastanza in sintonia in Commissione – alcuni emendamenti che puntano a cancellare il percorso di autorizzazione ed accreditamento. Quindi invito la minoranza a ritirare questi emendamenti e a trovare una convergenza sul nostro testo. L’autorizzazione e l’accreditamento, come sapete, sono previsti da decreti nazionali, questo è un percorso che la Regione si è data per tutto il sistema sanitario e sociale e che dà molte garanzie per poter svolgere questo servizio secondo criteri omogenei e di qualità.
Tra l’altro la legge prevede che finché non sarà emanato il regolamento da parte della Giunta regionale potranno ritenersi autorizzate le associazioni che già operano, quindi c’è un’apertura e un interesse a dare a tutti tempi e modi per arrivare ai criteri di accreditamento.
Quindi invito la minoranza, ripeto, a rivedere le proprie posizioni e a fare in modo che questo testo possa uscire dall’Aula non soltanto con il voto di maggioranza, ma se possibile anche con un voto quanto meno di astensione e sarebbe anche meglio se lo si volesse condividere fino in fondo. Questo perché credo che ci guarda l’intero sistema regionale, ci guarda il mondo delle associazioni, ci guardano i tanti cittadini e cittadine marchigiane che hanno assolutamente bisogno di tale servizio e che sanno che anche attraverso questo noi potremo garantire una qualità adeguata ai loro bisogni.
Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Inizio esprimendo lo stesso auspicio che ha fatto la collega Mollaroli. Infatti noi vorremmo dare un giudizio positivo su questa legge, ma lo faremo solo se gli emendamenti qualificanti che abbiamo presentato verranno accolti.
Non rifaccio nuovamente l’illustrazione del testo perché devo dire che lo ha fatto bene e in maniera abbastanza equilibrata la collega, dico soltanto che con questi emendamenti noi abbiamo semplicemente cercato di migliorare ed esplicitare quegli aspetti che qualificano e salvaguardano sempre di più il mondo dell’associazionismo in seno a questo settore e abbiamo cercato di presentarli in maniera tecnica e non strumentale.
Quindi il nostro giudizio è sospeso in quanto soltanto a seguito dell’approvazione di questi emendamenti trarremmo la posizione politica definitiva.
Certo il nostro auspicio è quello di votare a favore della legge, ma solo se chiaramente conclama in maniera inequivocabile quel grande patrimonio di impegno e di solidarietà che caratterizza soprattutto la provincia di Ancona. Perché, Consigliera Mollaroli, è vero quello che ha detto lei, cioè che in altre parti della regione la presenza del mondo dell’associazionismo è più sporadica e c’è un diverso rapporto, mentre nella provincia di Ancona, questo grande patrimonio di impegno e di solidarietà si è sedimentato negli anni e riveste anche un aspetto culturale. Pertanto questo grande patrimonio non può in nessun modo essere messo in dubbio da una legge che probabilmente deve essere modificata in alcuni aspetti proprio per esplicitare in maniera definitiva questo tipo di indirizzo che l’Assemblea legislativa oggi si appresta a dare.
Se non ci sono altri colleghi che vogliono intervenire, direi di iniziare l’esame del testo normativo e degli emendamenti, così potrete sapere quale sarà la nostra posizione.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Questa è una discussione molto delicata che il Consiglio, secondo me, approccia con un’eccessiva disinvoltura.
Abbiamo appreso dalla relatrice di maggioranza Mollaroli che si è d’accordo – anche noi siamo lo siamo – a prevedere che deve essere una legge a fissare i criteri, e non il regolamento, per stabilire i requisiti alle imprese private per accedere alla possibilità di fare il trasporto sanitario. Ma se tale esigenza è giusta perché questa mattina approviamo una leggina per poi doverne fare un’altra?
In tutto ciò credo che ci sia un’ipocrisia consapevole, nel senso che è vero che esiste una sentenza della Corte di Giustizia del 29 novembre 2007 che equipara anche il trasporto sanitario a qualsiasi merce e quindi dovrebbe essere messa a gara, ma dico “dovrebbe” perché nel sistema del federalismo che tutti elogiano, una direttiva europea e anche una sentenza non devono essere prese per forza per oro colato.
Nel senso che in questa visione liberalizzatrice, nella migliore concezione della direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione di tutti i servizi quindi anche quelli essenziali, c’è la possibilità, ad esempio, per una impresa che oggi svolge il proprio lavoro e la propria attività nel settore magari delle pompe funebri, domani con questa legge potrebbe fare anche il trasporto sanitario.
Ma non è solo questo. Si parla della ricerca della qualità, dell’ossessione della competizione, si parla del ruolo del volontariato che con questa legge in realtà per alcuni aspetti viene anche gratificato, ma che poi nella sostanza rischierà, compresa la Croce Rossa, di essere spazzato via. Questo perché c’è una concezione che mette anche il trasporto sanitario all’interno dei rapporti di forza economici e non nella necessità di quello che dovrebbe essere il servizio primario, come quello della salute, e quindi del trasporto dell’emergenza sanitario, un trasporto che dovrebbe essere appannaggio delle strutture pubbliche, ma che invece viene messo a gara.
Infatti questa proposta di legge equipara le associazioni di volontariato ad aziende, stravolge il contesto di priorità dell’emergenza sanitaria e in qualche modo anche la visione dei proponenti; voglio ricordare all’Assessore Mezzolani e a tutti noi che questa proposta non è della Giunta regionale, ma è di alcuni Consiglieri che però in alcune parti è più realista del re, declassa la Croce rossa che è un ente pubblico e dunque una parte concreta dello Stato e che in quanto tale dovrebbe essere essa stessa in primo luogo ad avere l’affidamento in house.
Quindi anziché potenziare il servizio pubblico delle aziende sanitarie, dei presidi ospedalieri e anziché stabilizzare i lavoratori precari e coinvolgere in una rete virtuosa il grandissimo movimento del volontariato, al contrario si avvia un processo di privatizzazione.
Infatti nell’articolo 6, che voglio leggere nelle sue parti essenziali, al comma 2 si dice che il trasporto sanitario con quelle caratteristiche è assicurato dalle aziende sanitarie e dall’Inrca, ecc., e dal proprio personale. Però la lettera b), che qui non è stata menzionata, compie il discorso inverso. Quindi invito l’Assessore Mezzolani e tutta la Giunta a fare una proiezione economica di quanto costerà la previsione di questa lettera b), infatti si dice che: l’affidamento del trasporto sanitario ai soggetti diversi da quelli indicati alla lettera a) è effettuato nel rispetto della normativa vigente e a tal fine ci saranno bandi di gara nelle procedure aperte… omissis. Significa che attraverso i criteri che saranno fissati dalla Giunta regionale o meglio ancora da una legge, i soggetti privati diversi dal volontariato, dalla Croce rossa e dalle aziende ospedaliere, come per esempio – volendo estremizzare – il servizio di pompe funebri che comprerà l’ambulanza, potrà fare anch’esso il servizio per l’emergenza sanitaria.
Ecco perché, Assessore, a nome del gruppo dei Comunisti Italiani, la invito a chiedere ai proponenti un rinvio in Commissione e a fare una legge complessiva, visto che ci sono i Consiglieri che hanno presentato la medesima legge e che chiedono di fare un’altra legge per fissare i criteri, in modo tale che ci possa essere una visione seria e rigorosa affinché il servizio sanitario soprattutto dell’emergenza, ma anche quello sanitario in generale, non sia appannaggio di chicchessia, questo perché la logica del mercato deve avere un limite.
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
PRESIDENTE. Consigliere Procaccini, se ho ben compreso propone al Consiglio il rinvio in Commissione?
Cesare PROCACCINI. Sì.
PRESIDENTE. Quindi prima di proseguire con la discussione dobbiamo votare la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 97. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Noi siamo contrari al rinvio perché è da troppo tempo che stiamo discutendo questa proposta di legge e c’è stato anche un accordo in Commissione di portarla oggi in Aula. Quindi mi sembra eventualmente anche venir meno ad un percorso politico istituzionale che abbiamo coltivato in questo periodo e che, secondo me, deve essere portato a compimento. Inoltre, mi sembrerebbe anche quanto mai offensivo nei confronti degli operatori se continueremo a farli stare in questa sorta di limbo che non è produttivo per nessun soggetto.
Di conseguenza chiediamo di poter discutere oggi la legge e possibilmente, come ho detto prima, anche di migliorarla.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Ritengo che sia sbagliato far tornare ancora una volta in Commissione questo testo. La Commissione ha avuto un tempo lunghissimo di discussione, l’ha esaminato in tutti i suoi aspetti e il Consigliere Procaccini come tutti è stato messo nelle condizioni di partecipare. Abbiamo condiviso anche con la minoranza alcuni principi fondamentali ispiratori di questa legge, quindi oggi il rinvio mi sembra un atto veramente sbagliato nei confronti del lavoro che abbiamo svolto tutti insieme e nei confronti di chi aspetta certezze da questa legge, perché ci sono convenzioni da sistemare e pertanto serve dare garanzie a chi lavora. Dunque rinviare sarebbe un grande errore.
Oggi siamo qui, il testo è ampiamente conosciuto, è stato emendato e sugli emendamenti c’è una possibilità di convergenza. Quindi invito veramente il Consigliere Procaccini a ritirare questa proposta di rinvio perché significherebbe che il Consiglio non conclude mai quelle questioni che invece credo siano state approfondite come poche. Sono sette anni che faccio la Consigliera regionale e devo dire che una legge che ha avuto una lente di ingrandimento e un percorso di partecipazione e discussione come questa non l’ho mai gestita, non sono stata mai messa nelle condizioni di discutere con l‘approfondimento e i tempi che abbiamo dedicato a questa legge.
Pertanto concludiamo il nostro lavoro perché la nostra funzione di legislatore è anche quello di portarlo a termine e credo che oggi l’Aula sia nelle condizioni di poterlo fare.
PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 97.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Dunque riprendiamo la discussione. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Vorrei partire dalle ultime parole appena espresse dalla Consigliera Mollaroli, cioè dal fatto che questa è una legge che è stata con dovizia di approfondimenti esaminata in Commissione.
E’ una proposta di legge partita da un’esigenza manifestatasi ormai quasi tre anni fa, cioè è partita dall’urgenza di arrivare ad una regolamentazione considerata la procedura di infrazione che l’Europa aveva aperto nei confronti della Toscana e visti alcuni procedimenti giudiziari che anche nella nostra regione avevano interessato dei funzionari delle nostre Zone.
Quindi era urgente dare una parola di chiarimento alla normativa attuale, la legge n. 36/98, che pure esprimeva una scelta di campo a favore del mondo del volontariato.
Credo, e lo dico come prima firmataria della proposta di legge, che ognuno di noi quando scrive una legge e poi quando si arriva a votarla, collega Procaccini, vorrebbe che quella sua legge fosse la migliore possibile. La politica però significa anche arrivare ad una legge che possa essere condivisa da quante più persone possibili e da quanti più esponenti dell’Assemblea legislativa. Quindi credo che dobbiamo cogliere un’occasione importante, cioè che questa legge possa essere votata all’unanimità dall’Assemblea legislativa. E credo meriti attenzione anche la disponibilità e il lavoro fatto dall’opposizione in Commissione.
Noi siamo nelle condizioni di fare una legge che dovrà essere sì applicata dalla Giunta quindi in questo senso ridiamo il testimone all’Assessore Mezzolani, però lo ridiamo con due elementi fondamentali, una maggiore chiarezza normativa in quanto abbiamo affermato che il trasporto sanitario è un’attività di interesse generale e non è un servizio nella nostra regione e che si regola questa attività con il solo rimborso spese e non con altre modalità che potevano preludere ad una sovra-compensazione dei costi e quindi anche ad un utile. Trattiamo sia il trasporto d’urgenza che il trasporto programmato e nella regione Marche tutti hanno cittadinanza, cioè le associazioni di volontariato e il privato, dove la Regione Marche fa una scelta di campo per il volontariato. Quindi in via prioritaria affida questo servizio al volontariato, gli affida sia il trasporto di emergenza che quello programmato, perché è giusto che le associazioni di volontariato abbiano un equilibrio del loro bilancio interno, e noi sappiamo che la sola emergenza non coprirebbe i costi. Ma questo sevizio ce l’ha anche il privato, perché laddove il volontariato non può arrivare non si deve inventare un volontariato per esplicare un servizio, non si deve istigare a una forma promiscua che può creare problemi come è successo in qualche caso in questi ultimi anni. Quindi il privato ha spazio laddove il volontariato non arriva.
Per raggiungere questi obiettivi la Commissione ha lavorato, ha modificato la legge, ha introdotto il criterio di accreditamento, criterio che nei confronti dell’opinione pubblica credo sia una garanzia maggiore, forse sarà più faticoso da un punto di vista burocratico però potrà dare una maggiore garanzia.
Ritengo, quindi, che oggi voteremo una buona legge, che non è conclusiva, ma già l’Assessore ha espresso la volontà di arrivare in tempi brevi ai regolamenti e soprattutto la volontà di confrontarsi su questo testo con tutti. Lo potrà fare con gli stessi operatori, ma a questo punto con piena cognizione di causa lo potrà fare anche con la Commissione competente. Infatti questa Commissione in questi mesi ha studiato anche oltre il dovuto, per cui è pienamente consapevole delle questioni, della necessità di snellire il più possibile la burocrazia e della necessità di mettere sotto controllo questo settore affinché siano scovate le mele marce e quindi non vadano ad inquinare, soprattutto da un punto di vista dell’immagine, tutti gli altri.
Pertanto credo che abbiamo tutte le condizioni per concludere bene una vicenda che ha visto l’Assemblea legislativa svolgere pienamente il proprio lavoro e continueremo, anche attraverso la Commissione, a collaborare con l’Assessorato in modo tale che anche nelle modalità attuative questo obiettivo venga centrato.
Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 01. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 02. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1. Ci sono due emendamenti identici fra loro, quindi se passa l’emendamento n. 1 decade l’emendamento n. 2.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Dopo il comma 1 dell'articolo 1 è aggiunto il seguente: “Dopo il comma 12 dell'articolo 6 della l.r. n. 36/1998 aggiungere il seguente comma: '12 bis. Il coordinamento del trasporto sanitario è garantito dalle Centrali operative e dall'Asur, per le rispettive competenze, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale' ”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Propongo di bocciare questo emendamento perché la legge n. 36 prevede che il coordinamento sia mantenuto in capo alle centrali operative e lì, a nostro parere, deve rimanere.
PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Chiedo all’Assessore di esprimersi in quanto il senso di questo emendamento è che la legge n. 36 già demanda il coordinamento del trasporto sanitario alle centrali operative e questa cosa peraltro non è stata realizzata.
Il problema in teoria si pone in questi termini: le centrali operative ora, nel momento in cui parliamo di un unico trasporto sanitario sia di urgenza che programmata, sono in grado ed è opportuno che assolvano anche al coordinamento della programmata?
Quindi abbiamo messo un termine generico per dire che per le rispettive competenze le centrali operative seguiranno l’urgenza e l’Asur nelle articolazioni che riterrà opportune, ed è per questo che vi abbiamo messo anche “secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale”, perché, appunto, la Giunta valuti a chi darle, se all’Asur centrale o alle Zone.
Non è una questione fondamentale, ma mi sembra che potrebbe aiutare.
Quindi chiedo all’Assessore di aiutarci in questo.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. La legge n. 36 ritiene che le centrali operative debbano avere il coordinamento sia del trasporto di emergenza-urgenza che quello programmato. Noi vogliamo che lo svolgano, questo è il senso, ritorniamo all’autorevolezza della legge n. 36. E’ questa la ragione per cui non abbiamo ritenuto opportuno modificare.
Se poi questo non è stato fatto lo si dovrà fare adeguatamente, diamo con autorevolezza questa funzione alle centrali operative.
Prendiamo atto di un percorso complicato, però riconfermiamo il valore della centrale operativa come luogo di coordinamento. Se poi si ritiene di fare altro mi affido alla maggioranza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Solo per pedanteria volevo far osservare che il dibattito sugli emendamenti giustificava di per sé il rinvio in Commissione per migliorare questa legge e per ottenere quell’unanimità necessaria che il confronto ha richiesto.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Consigliere Brandoni, io la penso esattamente all’opposto, nel senso che la discussione dimostra, invece, che dobbiamo chiudere questa vicenda per una ragione molto semplice, perché questo percorso si inquadra in una vicenda più profonda del riordino del sistema sanitario.
La proposta che è stata fatta è equilibrata, tiene conto dei molteplici interessi difficili da conciliare, e parte da un presupposto, cioè che il primo interesse a cui rispondere è quello del cittadino, un cittadino che ha diritto ad avere un sistema qualificato, cosa che avviene attraverso la legge che è in discussione, e ha diritto ad avere un sistema omogeneo e uguale su tutto il territorio regionale, cosa che oggi non è. Dentro questo tale normativa esalta tutti quei pezzi che stanno lavorando bene dentro il sistema e offre un’opportunità di riqualificazione.
Credo che questo sia l’oggetto. Si ispira a dei principi solidi in quanto dice – naturalmente semplifico, ma questo è il dato –: laddove sono in grado e devo tutelare il sistema sanitario regionale, e i miei cittadini attraverso questo sistema, lì opero io, laddove invece non arrivo privilegio in linea di principio tutte le associazioni di volontariato che stanno dentro, che ci danno una mano enorme e senza delle quali con ogni probabilità non ce la faremmo a reggere il sistema sanitario nemmeno sul piano finanziario, ma dove queste non ci sono a quel punto accedo ad altri soggetti attraverso le gare.
Questa è la filosofia ed il principio.
C’è stata una discussione enorme e dentro questa mi pare che si tutelino gli interessi, e siccome parliamo di omogeneizzazione – vengo al quesito che poneva la Consigliera Benatti – sono d’accordo con la Consigliera Mollaroli e dico che se non è stato esercitato questo fino adesso credo però che debbano essere le centrali operative a regolamentare il trasporto in quanto questo rende più omogeneo l’indirizzo di questo sistema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Mi rivolgo ai Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti e Badiali. Questa legge se verrà approvata – mi auguro accada oggi – di fatto determinerà un ritrattare tutte le questioni che riguardano il trasporto sanitario. Per cui anche chi aveva compiti con la vecchia legge e non lo ha fatto oggi dovrà farlo.
L’impegno politico è questo, siamo tutti d’accordo che le centrali operative mantengano questa funzione e noi modifichiamo la legge n. 36. Gli si daranno i giusti input politico e si faranno delle verifiche tecnico-politiche per consentire questo, ma senza sub-emendare.
Abbiamo capito qual è il senso, l’Assessore lo ha capito, siamo tutti d’accordo, quindi vi prego di ritirare questo emendamento.
Ripeto, siamo d'accordo che ciò che le centrali operative non hanno fatto fino ad oggi lo facciano. Questo per forza della politica e di un’azione che credo tornerà ad essere autorevole e forte dopo l’approvazione di questa legge. Sub-emendandola non cambiamo la sostanza, se siamo d’accordo su questo gli organi tecnico-amministrativi faranno in modo che ciò che fino ad ora non è stato fatto lo si faccia.
Credo che questa sia la strada più breve per risolvere il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.
Sara GIANNINI. Però su questa questione insisto nel dire che se questo coordinamento non è stato fatto fino ad ora penso che ci sia pure un motivo, immagino che probabilmente ci sia un motivo tecnico o organizzativo.
Allora, quali sono i modi attraverso i quali possiamo recuperare questo mancato coordinamento che crea difficoltà di gestione di un servizio essenziale e che mette anche in difficoltà l’aspetto finanziario economico? Infatti se non c’è coordinamento si spende di più, si spende male, si investono male le risorse che si hanno a disposizione.
Siccome fino adesso la legge n. 36 lo prevedeva e non è stato fatto, basta allora l’impegno politico e amministrativo che questo venga garantito? Perché se qui ci sarà l’impegno da parte dell’Assessore rispetto a questo fatto ovviamente non metterò in discussione la sua parola, comunque ribadisco che ci deve essere un metodo immediato che prevede il coordinamento e che mette immediatamente nella disponibilità delle centrali operative il mezzo per poterlo fare, questo per evitare che ci siano disguidi, difficoltà e sprechi di risorse.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.
Almerino MEZZOLANI. Consigliera Mollaroli diamogli il tempo, diciamo che ci muoviamo lungo questa linea, quindi ci diamo sei mesi di tempo e se non lo facciamo poi diamo in mano all’Asur.
PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Ritirato.
Emendamento n. 2 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
Dopo il comma 1 dell’articolo 1 è aggiunto è il seguente comma: “ Dopo il comma 12 dell’articolo 6 della l.r. 36/1998 aggiungere il seguente comma: ’12 bis. Il coordinamento del trasporto sanitario è garantito dalle Centrali operative e dall’Asur, per le rispettive competenze, secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale’ “.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 bis.
Emendamento n. 3 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
L’articolo 1 bis viene soppresso.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Propongo di non votarlo. Francamente non ho capito perché lo volete sopprimere visto che questo articolo rispetto alla legge n. 36 modifica soltanto il linguaggio.
Con l'articolo 1 bis diciamo che le postazioni territoriali di soccorso possono essere organizzate con personale e con mezzi messi a disposizione sia dal servizio sanitario che dal volontariato.
Non capisco la ragione per cui volete sopprimere questo articolo che tra l'altro registra la realtà. Esistono potes nella nostra regione che sono ospitate presso sedi del volontariato, presso sedi delle Cri; riconosciamo il grande ruolo del volontariato, poi nel momento in cui una potes ha sede presso la sede di un'associazione invece non la riconosciamo. Non ne vedo il senso. Tra l'altro le modifiche apportate sono soltanto tecniche, quindi invito a ritirarlo o comunque alla maggioranza di non votarlo.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Non lo ritiro e quindi chiedo di voltarlo per un motivo molto semplice, perché l'articolo 16 della legge 36 funziona e quindi non c'è necessità di porre mano ad un articolo che funziona. E anche se non si modifica nella sostanza non vedo perché dobbiamo comunque modificarlo visto che nella legge n. 36 l'articolo funziona, c'è soddisfazione da parte di tutti, sia del volontariato che dalla parte dei privati.
Purtroppo in Italia siamo bravissimi a complicarci le cose, quindi chiedo di lasciare una cosa che funziona, punto, e questo è molto più semplice e razionale di quanto vogliamo farlo apparire.
Adriana MOLLAROLI. La sostanza non cambia.
Giacomo BUGARO. La sostanza non cambia, ma è comunque una cosa funziona, quindi le squadre che vincono non le cambio! Non mi convince Consigliera Mollaroli.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Forse quello che doveva essere meglio chiarito dell'articolo 7 della legge n. 36 sono proprio le postazioni. Ricordo che nel 1998, anno della legge sull'emergenza-urgenza, c'era stato un impegno da lì a qualche mese di completare l'individuazione delle postazioni della regione Marche. Ma qualcosa non è avvenuto a distanza di dieci anni. C'è un elenco, che la legge porta con se in appendice, che doveva essere la specificazione delle postazioni, il luogo e la localizzazione, pertanto la messa a regime. Sono passati dieci anni e ancora non abbiamo questa cosa, siamo ancora nel transitorio.
Quindi se l'articolo 7 deve essere modificato semmai lo deve essere sotto questo profilo. Anzi, annuncio che a fine dibattito con un ordine del giorno chiederò di impegnare la Giunta affinché queste postazioni vengano finalmente definite e stabilizzate, perché poi alla fine ci sono realtà che non è che non sono andate avanti, tutt’altro, hanno funzionato a dovere, certo ce ne sono altre che nella provvisorietà si sono mosse meno bene perché hanno sempre l'incertezza del futuro. Quindi facciamo queste scelte, definiamole e assolviamo anche a quello che era un impegno di legge e che quindi non era un impegno generale e generico.
Pertanto con un ordine del giorno chiederei di impegnare sotto questo profilo la Giunta affinché l'articolo 7 venga migliorato, cioè che le postazioni di emergenza devono essere finalmente stabilizzate e allineate alla disposizione normativa generale.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 1 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 1 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 2.
Emendamento n. 4 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
I commi 2, 3 e 4 dell’articolo 9 della l.r. 36/1998 così come costituiti dal comma 1 sono soppressi.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa non approva)
Articolo 2. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 3. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4.
Sub-emendamento n. 05 del Consigliere Bugaro:
Sostituire le parole “organizzazioni nazionali riconosciute” con le seguenti “organizzazioni regionali e nazionali riconosciute negli appositi albi”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 5 dei Consiglieri Bugaro, Capponi:
Inserire comma 1 bis all’articolo 10 della l.r. 36/1998, così come sostituito dal comma 1: “Requisito per la partecipazione è l’appartenenza ad organizzazioni nazionali riconosciute”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6.
Emendamento n. 6 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Al comma 2 dell'articolo 10 bis, inserito dal comma 1, sostituire le parole “sulla base degli indirizzi impartiti dalla Giunta regionale” con le parole “sulla base dei seguenti principi”.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Secondo me questo articolo rappresenta il cuore della legge e contrasta, anche una volta applicato, con le dichiarazioni qui fatte, cioè quelle di voler razionalizzare il sistema sanitario.
Quando una struttura pubblica vuole razionalizzare un sistema in primo luogo dovrebbe guardare due cose, assicurare il servizio e mantenere i costi sotto controllo.
Una volta applicata questa legge, se dovesse passare così com'è, costerebbe al sistema sanitario regionale, Assessore Mezzolani e Assessore Marcolini, 11 milioni in più.
Questa legge si inquadra in una visione non di riqualificazione del sistema, ma avvia la procedura della privatizzazione di una branca essenziale della sanità.
Pertanto 11 milioni in più fuori dal sistema pubblico è una colossale mobilità passiva che il sistema, senza colpo ferire, avvia.
Voglio che queste affermazioni del gruppo dei Comunisti Italiani siano messe a verbale in modo tale che nel proseguo della riorganizzazione sanitaria si tenga conto dell'equilibrio finanziario e del mantenimento del servizio.
Perché nella sanità pubblica ed universalistica come quella italiana certo che il privato deve avere una possibilità di sussidiarietà, tuttavia equiparare il trasporto pubblico ad appannaggio di settori privati è il contrario, Vicepresidente Benatti, del voler sostenere il volontariato, è tutto l'inverso. Perché nella prospettiva e nel rapporto economico che si determinerà il volontariato, la Croce rossa ed anche le strutture operative pubbliche rischieranno di essere residuali in quanto ci saranno delle cordate colossali – ed è così per l'acqua, per i trasporti, per la gestione dei servizi essenziali – che spazzeranno via il sistema locale, regionale oggi e nazionale domani.
Sapete che cosa è successo per la pulizia delle scuole? E' successo che l'Ufficio scolastico regionale delle Marche ha fatto un'asta per la pulizia di tutte le scuole e degli istituti di competenza superiori e questo appalto per milioni di euro se lo è aggiudicato una cooperativa di Bologna. Il resto delle cooperative delle Marche è stato spazzato via.
Quindi sarà così ed è per questo che avevamo chiesto di rinviare la legge in Commissione, era cioè per avere criteri certi.
Infatti i primi commi dell’art. 6 determinano le modalità e le possibilità del trasporto, ma successivamente si apre a procedure aperte di gara.
Questa è una forte contraddizione, quindi con pacatezza dobbiamo dire che non è vero che questa legge guarda al volontariato. Qualcuno potrebbe essere anche contrario ad una visione pubblica, ma dobbiamo sapere che questo apre alla privatizzazione del servizio del trasporto sanitario, compresa l'emergenza, a soggetti privati. Ripeto, questa modalità costerà alla sanità pubblica, che sta razionalizzando con fatica e con difficoltà i propri servizi, oltre 11 milioni di euro.
Una impostazione di questo tipo non è della Giunta regionale, vorrei far riflettere che qui non c'è nessuna disciplina della maggioranza, anzi, se ci fosse una coerenza al programma che dice “sanità pubblica e universalistica”, credo che nessuno della maggioranza avrebbe dovuto proporre una legge di questo tipo.
Tuttavia c'è ed è quindi ovvio che noi voteremo contro.
PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Visto che c’è stato emendamento identico presentato sia dai Consiglieri del Pd che dai Consiglieri di Forza Italia, quindi sarà accettato; di fatto sarà la legge ad indicare quali saranno i principi e le priorità dei soggetti che operano nella gestione del trasporto sanitario.
Noi ritenevamo opportuno che ci fosse un indirizzo della Giunta, ma l'emendamento sopprime questo ed assegna alla legge questa funzione. E come ho già detto nella mia relazione c'è un'apertura totale perché l'intenzione ovviamente della maggioranza e della Commissione era di riconoscere questo, quindi se si ritiene che sia più opportuno farlo assumendo i contenuti dell'emendamento noi siamo d'accordo.
Pensiamo che sia pleonastico, ma credo lo si possa fare se questo è ciò che richiedono sia le associazioni di volontariato che i due gruppi maggiori di maggioranza e minoranza.
PRESIDENTE. Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 7 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 6). Decaduto.
Emendamento n. 8 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Al comma 3 dell'articolo 10 bis inserito dal comma 1 sopprimere le parole “Gli indirizzi di cui al comma 2 sono approvati nel rispetto dei seguenti principi”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. E' una conseguenza del voto favorevole all'emendamento n. 6.
PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 9 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 8). Decaduto. Emendamento n. 10 dei Consiglieri Giannini, Ricci, Benatti, Badiali:
Alla lettera a) del comma 3, dell'articolo 10 bis inserito dal comma 1, dopo la parola “affidamento” sostituire le parole “del trasporto sanitario” con le parole “di tutti i servizi del trasporto sanitario a carico del Servizio sanitario regionale”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Emendamento n. 11 dei Consiglieri Bugaro, Capponi (identico al n. 10). Decaduto.
Articolo 6 così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 quater. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 6 quinquies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 ter. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 quater. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 quinquies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 sexies.
Emendamento n. 12 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Ritirato.
Articolo 7 sexies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 septies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 opties. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 nonies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 7 decies. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Articolo 8 bis. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. In sede di coordinamento tecnico all’art. 8 bis dovrà essere soppresso il comma 4, infatti credo non abbia più ragione di esistere essendo stato modificato l'articolo 6.
PRESIDENTE. Articolo 8 bis. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Ha la parola il Consigliere Brandoni per dichiarazione di voto.
Giuliano BRANDONI. Non sono riuscito a seguire la procedura delle votazioni articolo per articolo, per cui mi sono riservato di annunciare il mio voto di astensione in sede di dichiarazione di voto.
Credo che questa legge nasceva da un'esigenza in particolare – come diceva prima l'Assessore Mezzolani – cioè quella di tutelare il cittadino in primo luogo. Ma vorrei ricordare all'Assessore Mezzolani che in campo sanitario tutelare il cittadino in primo luogo vuol dire rafforzare al massimo e nella maniera più adeguata le strutture pubbliche, almeno questo è il mio punto di vista.
Credo che questa legge abbia in sé la necessità di valorizzare anche quello che rappresenta nel nostro territorio quel tessuto ampio, lodevolissimo e forte del volontariato.
Ma è anche possibile, come ha dimostrato il Consigliere Procaccini nel suo intervento, che il principio della sussidiarietà rischi di dare grandi possibilità all'intervento privato in un settore così delicato come quello del trasporto sanitario; un trasporto che è tout court sanitario, in quanto non è una branca della sanità, ma è una parte importante, significativa, decisiva, è quella che la fa funzionare per tanti aspetti e in tante situazioni.
Quindi, dicevo, se questa legge rischia o lascia spazio a questa possibilità e non come ultima ratio, ma come possibilità che può introdurre anche elementi di forza o di oligopolio in questo settore – io ho avuto modo di ricordare anche in altre occasioni l'esercizio vero dell'eterogenesi dei fini, cioè quando una legge nasce per tutelare alcune questioni, in questo caso il volontariato e i cittadini, che poi invece rischia di favorire passaggi e spazi al privato – avrebbe meritato un ulteriore approfondimento proprio per togliere questo dubbio, limarlo, e lì si sarebbe potuta ottenere quell'unanimità che è stata richiesta più volte in alcuni interventi.
Questo non è stato e la discussione sugli emendamenti ha dimostrato quanto e come questo passaggio in Commissione fosse necessario, anche perché da come si è svolto il dibattito immagino che questi emendamenti la Commissione non li abbia mai visti e quindi mai affrontati.
C'è una questione ulteriore che vorrei richiamare a tutti i Consiglieri e le Consigliere, cioè la questione del valore del dibattito in Aula.
Il dibattito in Aula non dovrebbe essere esercizio ininfluente rispetto alle decisioni che dobbiamo prendere, le considerazioni e le riflessioni che il dibattito in Aula porta e consiglia a volte vengono sacrificate ad altari per alcuni aspetti stucchevoli per come sono evocati e per come sono richiamati, come ad esempio quelli dell'efficienza; ma l'efficienza è fare le leggi bene non è solo fare le leggi, e fare le leggi bene richiede il confronto, l'attenzione, la pazienza, la riflessione e soprattutto, quando vengono dichiarati atteggiamenti e intenzioni, bisogna farle corrispondere a quegli atteggiamenti e a quelle intenzioni. E se quegli atteggiamenti e quelle intenzioni rischiano, come qui ho ascoltato, o peggio favoriscono, come qualcuno ha temuto negli interventi che ha fatto, esattamente il contrario di quello che si vuol proporre, credo che sarebbe stato molto più saggio e molto più intelligente e avrebbe fatto piacere alle associazioni che oggi ci hanno dato l'opportunità di essere qui presenti e di ascoltarci, poter avere una legge che garantisca tout court.
Ecco perché, nonostante apprezzi parte di questa legge, nonostante penso che sia opportuno dare una risposta su questo versante, ritenevo che un ulteriore passaggio in Commissione avrebbe evitato questi rischi. Quei rischi cioè che mi inducono ad un prudente atteggiamento di astensione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Voglio dichiarare il nostro voto di astensione perché alcune questioni sono rimaste troppo inespresse, una di queste è anche l'individuazione e la stabilizzazione delle postazioni di emergenza, che sono un importante tassello che riguarda proprio questo tipo di aspetto dell’emergenza sanitaria, che è appunto la gestione del trasporto. Questo dipende anche dall'organizzazione territoriale.
E' vero che molto dipende dai controlli, dalla gestione complessiva – discussione che abbiamo fatto con l’emendamento ritirato -, se accentrarla o se lasciarla decentrata; tutto bene, si può discutere sia dall'una che dall'altra parte della questione, però il perno a mio avviso di tante questioni passa attraverso la rete territoriale e la sua stabilizzazione. Perché la realtà c'è, non è che stiamo navigando a vista, ma è una realtà che ha bisogno di certezze per il futuro e queste certezze passano anche attraverso non solo la definizione migliore e puntuale della gestione del trasporto, pertanto del coinvolgimento di tutti i soggetti del volontariato, pubblici e privati che operano ogni giorno con grandi sacrifici, grande impegno e grande senso di responsabilità, ma soprattutto passa attraverso quella garanzia legislativa di organizzazione che deve essere data ad un sistema che ha troppe zone di chiaroscuro. Zone non definite, nelle quali si inseriscono interpretazioni, letture che oscillano da un aspetto ad un altro, da una risoluzione ad un'altra, creando quelle difficoltà che sono proprie dell'analisi del quotidiano, ad esempio, dai rimborsi alla responsabilizzazione di ruoli e di funzioni.
Tutto questo deve essere considerato in una riflessione ulteriore e questo è il significato del nostro voto di astensione. Un voto di astensione legato anche ad un ordine del giorno che abbiamo presentato e che impegna la Giunta entro tre mesi di approntare questo atto che ci trasciniamo dietro ormai da dieci anni. Ci sono gruppi di lavoro da tempo impegnati, quindi penso che quello dei tre mesi sia un lasso di tempo sufficiente per portare in Commissione e poi in Aula l'atto relativo alle postazioni territoriali di emergenza sanitaria, le cosiddette Potes.
Pertanto credo che anche questo tassello debba far parte della discussione odierna in quanto il trasporto è legato alle variabili e a quelle questioni che proprio per spiegare i motivi del nostro voto di astensione ho sollevato poc'anzi.
PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente Benatti.
Stefania BENATTI. Il gruppo del Partito Democratico vota a favore della proposta di legge, nella consapevolezza che la stessa Assemblea legislativa abbia portato una parola di chiarezza in una normativa complessa e che necessità – non sfugge a nessuno – di una revisione complessiva.
Il sistema di emergenza è molto più ampio della questione del trasporto sanitario, quindi merita una revisione complessiva che non può che essere di iniziativa della Giunta. Con una iniziativa consiliare abbiamo voluto comunque cercare di portare chiarezza e semplificare la materia.
Tengo a ribadire che è evidente che anche da questa proposta di legge la responsabilità del trasporto sanitario rimane saldamente in capo al pubblico, che avvalendosi del volontariato lo esercita per due motivi fondamentali. Innanzitutto per la qualità del servizio, perché in settori come quello della sanità e della sanità di emergenza riteniamo che l'apporto del volontariato dia una qualità maggiore soprattutto al rapporto con i cittadini, quindi quest'attività merita che venga svolta anche dal volontariato. E non sfugge a nessuno che è anche per il valore economico del fatto che questa attività incide in maniera significativa nel bilancio regionale, infatti l'azione del volontariato, che come dicevo prima comporta solo un rimborso spesa, porta un beneficio anche alle casse della Regione.
Solo in terza battuta interviene il privato e ricordo a tutti i colleghi che il privato già opera in questa regione, non lo introduciamo con questa legge, ma lo regolamentiamo, diciamo che nessuno si potrà più permettere di presentarsi in un ospedale e caricare un paziente autorizzato dal primo che passa e portarlo in giro. Lo regolamentiamo tramite l'appalto e quindi con un sistema che dà garanzia di trasparenza.
E’ con queste motivazioni che dichiariamo il voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Il nostro sarà un voto di astensione sulla legge perché la riteniamo una posizione corretta della minoranza.
C'è stato il recepimento dell'emendamento più importante, questo è quello che volevamo, perché con questo abbiamo sgombrato il campo rispetto alla posizione delle associazioni di volontariato che intendevamo salvaguardare. Questa è la motivazione che ci porta alla decisione di astenerci sull'intera legge.
Una legge che finalmente viene approvata e che sostanzialmente ratifica una situazione aprendo – auspichiamo questo – ad un miglioramento del servizio sia nell'emergenza che del programmato e più in generale per gli interessi della nostra comunità.
Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. Questa nuova normativa che voteremo tenta di portare chiarezza in una realtà abbastanza complicata. Nella elaborazione di questo testo ci siamo confrontati anche con il Ministero della sanità e abbiamo potuto appurare che in ambito nazionale esiste, soprattutto dopo la sentenza della Corte europea, molta incertezza e confusione.
Con questa indicazione speriamo di aver dato un contributo. E’ un’indicazione che tiene conto di diversi aspetti e con l’obiettivo di tutelare soprattutto i volontari. Quei volontari che quotidianamente danno il loro apporto sia nel nostro sistema di sicurezza che in quei momenti di grande criticità come ad esempio gli eventi di calamità, ecc.. Pertanto da parte nostra era un atto dovuto nei riguardi delle associazioni di volontariato.
Ma il problema è stato che abbiamo dovuto tenere insieme in maniera abbastanza organica il trasporto di emergenza con il trasporto programmato, un obiettivo che mette il volontariato nelle condizioni di poter agire.
Speriamo che questa legge abbia successo perché al Ministero alcune obiezioni ce le ha poste e non vorremmo che intervenisse pesantemente sulla nostra normativa. Questo perché la sentenza della Corte europea tenta di scindere la problematica dell'emergenza con la problematica del trasporto programmato, perché si tende a dire che il trasporto programmato è un'attività di carattere economico.
Ripeto, il ricondurre ad unitarietà questo settore è stato uno degli obiettivi principali della legge e speriamo che questo principio passi, anzi, sotto questo aspetto potrebbe fare un po' da apripista anche in campo nazionale.
Il principio dell'accreditamento, inoltre, credo sia una garanzia soprattutto per chi opera nel volontariato in maniera appropriata. Ci sono degli esempi eccezionali sul nostro territorio, infatti l’intraprendenza e la buona volontà di tanti dirigenti del volontariato è riuscita a determinare strutture molto adeguate.
Naturalmente ci sono anche delle situazioni da rivedere e il principio dell'accreditamento – cioè ciò che qualifica maggiormente il servizio sanitario al di là dell'autorizzazione –, e che la Giunta dovrà individuare soprattutto in campo formativo in quanto la professionalità in questo ambito è d'obbligo, credo sia una condizione che permetterà una crescita complessiva del sistema dell'associazionismo, cioè di coloro che dedicano la loro opera in questo settore.
Questa normativa la dobbiamo vedere, sulla base del Piano sanitario, nell'ambito di una revisione della emergenza-urgenza. Voglio dire che al di là della legge n. 36/98 e al di là dell'individuazione o meno delle Potes, quello che si chiede è plausibile. Non so cosa ne pensi l'Assessore, ma credo sia possibile individuare un termine entro cui mettere un po' d'ordine, rispetto all'attuale situazione, al sistema di urgenza e del trasporto sanitario, in modo da poter ridefinire quella rete che dovrà tenere conto non soltanto della realtà attuale, ma anche di ciò che potrebbe derivare da nuove scelte come quella, ad esempio, del secondo elicottero, così come si è detto nel Piano.
Quindi la rete di urgenza-emergenza va ridefinita rispetto anche alle condizioni in cui oggi gli stessi dipartimenti di urgenza-emergenza sono organizzati.
Su questo sappiamo che nel territorio c'è già una dialettica su chi far dipendere i dipartimenti di urgenza-emergenza; c’è una divaricazione tra quelli che dipendono dalle Zone – come quelle di Macerata ed Ascoli – e quelli che dipendono dalle Aziende ospedaliere che organizzano al proprio interno i dipartimenti di urgenza-emergenza.
Quindi anche su questo dovremmo chiarirci come organizzarci al meglio in modo che ci sia, visto che abbiamo fatto la scelta di mettere tutto nell'ambito di una stessa dimensione organizzativa, anche un coordinamento del 118 che dovrebbe essere attrezzato per affrontare una organicità nell'ambito del settore del trasporto sanitario. E questa non sarà una cosa semplice, nel senso che in qualche modo dovremo rideclinare le autorizzazioni che attualmente non sono organizzate e programmate correttamente.
Infine sottolineo il fatto che la situazione dell'urgenza-emergenza definisce anche la qualità del nostro sistema sanitario.
Abbiamo parlato di qualità e di riorganizzare e questo potrà comportare anche un’ulteriore modificazione della legge n. 36, perché dopo la decisione che scaturirà dalla cabina di regia dovremo verificare quello che servirà in questo nuovo sistema. Così come dovrà essere definita la realtà che esiste presso alcune Aziende ospedaliere dove quei dipendenti attualmente dediti al trasporto e che andranno in pensione poi non vengono ricoperti nei loro posti. Pertanto anche da questo punto di vista dovremo fare chiarezza; ad esempio il Comitato regionale addetto a queste cose non è stato più riunito.
Quindi penso che dovrà essere rivitalizzato anche un monitoraggio continuo di questo settore altrimenti il rischio sarà di finire di nuovo fra un po' di tempo nella stessa realtà in cui ci ritroviamo oggi.
Questo, pertanto, è un momento importante che riguarda soprattutto la funzionalità dell'Assessorato. Bisogna, Assessore, che si metta subito le mani nella implementazione della legge in quanto essa dà uno specifico mandato alla Giunta di organizzare alcuni momenti importanti, ed è chiaro quindi che non è pensabile che fatta la legge poi si proroghi alle calende greche tutta la relativa organizzazione.
Bisognerà mettere nelle condizioni le Zone, l'Asur e le Aziende ospedaliere di poter far fronte agli impegni del convenzionamento, perché se questa legge dovesse bloccare la funzionalità del servizio ricadremmo in fenomeni, come quelli di cui siamo stati testimoni pochi mesi fa, di chi – in prima istanza parlo delle associazioni – non può avere rimborsi o non può vedere riconosciuta la propria attività, portando così alla paralisi l'intero sistema.
Questo non è avvenuto perché c'è una consapevolezza diffusa da parte delle associazioni del volontariato, però non possiamo neanche tirare più di tanto la corda per evitare, appunto, quei ritardi così come si sono verificati.
Concludo con una chiosa che faccio sull'intervento del Consigliere Brandoni. Quando si parla di sanità c'è sempre una gran paura dell'intervento del privato, e questo non vale solo nel campo dell'emergenza-urgenza o del trasporto programmato, ma anche in altre realtà. Ma sappiamo bene che nel nostro sistema pubblico il privato pesa pochissimo, ci sono solo alcuni aspetti che riguardano il convenzionamento, che tra l'altro sappiamo – parlo della riabilitazione – che è molto conveniente rispetto, ad esempio, ad una ristrutturazione pubblica della riabilitazione. Quindi, facciamola finita!
Quando si parla di sussidiarietà il principio è affermato all'articolo 118 della Costituzione. Pertanto dobbiamo fare in modo che laddove il pubblico non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità – e francamente qualche volta il pubblico ha dimostrato cattiva volontà di coprire alcuni settori, o meglio, neanche ce l'ha fatta – non possiamo che sperare che questa sussidiarietà possa riportare alla società non solo la sua responsabilità, ma possa anche far funzionare meglio i servizi pubblici.
Per cui facciamocela finita una volta per tutti con questa diatriba che nelle Marche non ha senso e andiamo avanti su un funzionamento del pubblico servizio, certo, ci deve essere anche il relativo controllo specifico delle funzioni pubbliche svolte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Voglio esprimere su questa legge il voto favorevole del gruppo Sinistra Democratica.
E' una legge che riconosce l'importanza del trasporto sanitario nelle situazioni di urgenza-emergenza e il ruolo che in questo settore svolge sia la Regione tramite il servizio sanitario che le associazioni di volontariato, quelle associazioni che garantiscono questo servizio in tante zone della nostra regione.
Questa legge, nonostante le normative europee, è volta a normare e a rendere compatibile la continuazione di questo servizio. Vuole dunque annullare il rischio di cui alle normative europee riferito alla liberalizzazione di un servizio, vuole quindi vuole permettere alle associazioni di volontariato di continuare a fare quel servizio che così meritoriamente hanno svolto sino ad ora.
Vorrei anch’io evidenziare che sono poche le zone del nostro territorio che non sono coperte dal servizio pubblico o dal servizio di volontariato che in via prioritaria ha l'assegnazione del trasporto sanitario.
Inoltre, vorrei segnalare all'Assessore che la programmazione sanitaria, in un discorso anche di miglioramento dei conti economici del settore della sanità regionale, potrebbe andare verso un investimento in macchine e in personale per il trasporto sanitario, considerato che questa è un’emergenza all'interno delle strutture ospedaliere; anche attraverso una mia interrogazione ho segnalato che presso l'ospedale di Torrette per il pronto soccorso ci sono mezzi obsoleti o addirittura presi in affitto.
Pertanto nella sanità regionale c’è la necessità di un investimento per le funzioni di trasporto sanitario presso gli ospedali, per cui dovrebbe essere fatta una programmazione per potenziare il trasporto sanitario svolto anche dal servizio pubblico.
Ribadisco il voto favorevole a questa legge del gruppo Sinistra Democratica.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Solo una brevissima dichiarazione di voto, ringraziandola, Presidente, perché penso si sia già compreso come la penso su questa legge. In ogni caso vorrei sgombrare il campo da alcune affermazioni di tipo ideologico come quelle fatte dal Consigliere Luchetti che dice che bisognerebbe farla finita per il fatto che tutto deve essere appannaggio del pubblico e in particolare nella sanità.
Noi siamo d'accordo ad una sussidiarietà di tipo verticale anche nel rapporto con la sanità, ma l'esempio che ha fatto il Consigliere Luchetti sulla riabilitazione non è proprio, perché nei 26 milioni di euro all’anno (50 miliardi di lire) che la Regione paga di mobilità passiva – mi correggano se sbaglio l'Assessore Marcolini e l'Assessore Mezzolani –, una parte di questo debito è proprio derivato dalla privatizzazione totale della riabilitazione, che ormai ha una data molto lunga.
E' chiaro che per una spesa consolidata se ora ci si mettesse a competere con la riabilitazione privata costerebbe di più, ma siccome la Regione ancora paga le rate degli interessi passivi per i mutui, è evidente che a parità di tempo e a parità di intervento forse la sanità pubblica in un sistema competitivo in quelle condizioni avrebbe potuto fare di più e meglio.
Quindi non dovete essere ideologizzati rispetto alla privatizzazione, ma dovete guardare alla sostanza.
Chi approverà questa legge deve sapere che nel trasporto non andrà a risolvere il problema di carenza, che potrà esistere in particolare nell'emergenza sanitaria, ma creerà una domanda artificiale che costerà al servizio sanitario svariati milioni di euro, inoltre metterà il volontariato in una sorta di snaturamento e soprattutto aprirà al mercato privato.
Quindi non è vero che si garantirà il volontariato, perché se passa ciò che sta passando in tutti i servizi, dove ci sono colossi nazionali e multinazionali – e non lo si può vietare perché addirittura la legge lo agevola –, il volontariato sarà spazzato via. Questo deve essere chiaro, è inutile che ci giriamo intorno perché, ripeto, non è vero che si garantisce il volontariato.
Per questi motivi sarebbe stato più opportuno che la legge quanto meno contenesse i criteri per l'accreditamento. Questo perché tali criteri possono essere funzionali ad una salvaguardia, una salvaguardia che è difficile e quasi impossibile, avete aperto un varco in quanto partite da un presupposto ideologico, siete stati ubriacati dal criterio della privatizzazione.
Anche per quanto riguarda l'emergenza sanitaria non vi accorgete che stiamo buttando i soldi dalla finestra. E questa in modo scientifico è altra mobilità passiva. E' ovvio che lo diciamo con pacatezza, perché in politica e nella rappresentanza istituzionale avere ragione, ma senza i numeri non conta niente. Tuttavia questa battaglia di sensibilizzazione la vogliamo fare con una forte cultura di governo, questo perché non vogliamo essere corresponsabili di ulteriori passività per la sanità pubblica, dove il sistema è costretto da un lato a razionalizzare, giustamente, le strutture ospedaliere e dall'altro, invece, poi si buttano i soldi dalla finestra.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione dell’ordine del giorno presentato sulla proposta di legge n. 97.
Ordine del giorno a firma dei Consiglieri Pistarelli, Capponi, Ciriaci, D'Anna, Silvetti, Romagnoli, Bugaro, Cesaroni, Massi, Lippi, Castelli “Definizione ed individuazione del numero e della localizzazione delle Potes nel territorio”:
L’Assemblea legislativa delle Marche,
Vista la pdl 97/06 ed il dibattito svoltosi in Aula assembleare nella seduta odierna;
Considerato come la l.r. 36/1998, all'odierno modificata nella parte della gestione del trasporto sanitario, non ha avuto sino ad oggi completa applicazione, in particolare nella parte relativa alla individuazione delle Potes nell'intero territorio regionale;
Per quanto premesso, impegna la Giunta regionale a definire ed individuare nel numero e nella localizzazione le Potes nel territorio regionale con apposito atto amministrativo da sottoporre entro tre mesi dalla data odierna al Consiglio regionale, dando così completa applicazione alla l.r. 36/98.
Lo pongo in votazione.
(L'Assemblea legislativa approva)
Proposta di legge n. 97 così come emendata. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)
Consiglieri, visto il protrarsi della discussione sulle materie che abbiamo finora affrontato, propongo di concludere ora la seduta e rinviare alla prossima settimana gli altri argomenti iscritti all’ordine del giorno, in considerazione anche del fatto che alle ore 15.30 sono convocate le audizioni della I Commissione indette sulle proposte di legge concernenti le Comunità montane.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 14.00.