Resoconto seduta n.105 del 17/06/2008
Seduta n. 105 del 17 giugno 2008


La seduta inizia alle ore 10,00


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 104 del 10 giugno 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 246, in data 3 giugno 2008, ad iniziativa della Comunità montana dei Sibillini, zona M, con sede a Comunanza, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'articolo 2, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 247, in data 10 giugno 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Assestamento del bilancio 2008", assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 248, in data 28 maggio 2008, ad iniziativa della Comunità montana dell'Alta Valmarecchia, zona A, con sede a Novafeltria, concernente: "Riordino istituzionale delle Comunità montane ai sensi dell'articolo, commi 17 e 18 della legge 244/07", assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2, lett. b) dell'articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 95, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Proroga per l'anno 2008 del programma degli interventi a favore dei giovani (anni 2001/2003)", assegnata alla I Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 268, presentata dalla Consigliera Ortenzi: "Istituzione del dipartimento provinciale dell'Arpam presso la Provincia di Fermo";
- n. 269, presentata dai Consiglieri Lippi, Silvetti: "Realizzazione bacini di accumulo e impianti irrigui";
- n. 270, dei Consiglieri Rocchi, Ciriaci, Binci, Donati, Viventi, Solazzi, Procaccini, Cesaroni, D'Anna, Badiali: "Crisi settore della pesca".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri D’Anna e l’Assessore Mezzolani.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Chiedo, se è possibile, di anticipare la discussione della mozione n. 270 “Crisi settore della Pesca” in quanto credo sia molto importante.

PRESIDENTE. Consigliere, l’Assemblea legislativa deve prima votare l’iscrizione dopodiché l’eventuale l’anticipo.

Lidio ROCCHI. Va bene.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’iscrizione e l’anticipazione, dopo la mezzora del tempo concesso agli atti ispettivi, della discussione della mozione n. 270.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho depositato ieri un’interrogazione che riguarda un gravissimo episodio di inquinamento avvenuto presso l’acquedotto di Tolentino. Siamo in presenza di un evento di intossicazione di proporzioni antiche, nelle Marche infatti non si verificava da decenni. Pertanto ho depositato questa interrogazione per chiedere alcune cose al Presidente riferite anche all’intervento della protezione civile regionale.
L’intera comunità, e non solo io, vorrebbe avere delle risposte in quanto la situazione è davvero grave, ricordo che ci sono oltre cento persone intossicate gravemente a causa di un fortissimo inquinamento.

PRESIDENTE. Appena arriverà l’Assessore con delega all’ambiente chiederemo delucidazioni su quanto sta facendo la Giunta e magari vedremo se è anche nelle condizioni di fare una comunicazione.


Interrogazione n. 1007
del Consigliere Pistarelli
“Aeroporto di Falconara concessione Enac”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 1007 del Consigliere Pistarelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli, che ringraziamo per la puntuale presenza.

Loredana PISTELLI. Rispondo all’interrogazione del Consigliere Pistarelli con una buona notizia – che avrete letto già sui giornali –, cioè che la settimana scorsa è stata data la concessione all’Aeroporto di Falconara.
Tale concessione ha avuto un iter molto lungo. Il piano è stato presentato nell’anno passato e in Consiglio di amministrazione, dopo che la verifica tecnica aveva dato più volte parere positivo, si sono sempre sollecitati ulteriori approfondimenti.
Quindi questo piano è stato analizzato in tutte le sue parti e in tutte le sue articolazioni. Certamente nel tempo che va dalla sua presentazione fino a quando a stata discussa la concessione si sono modificate alcune cose relative al piano di volo, cioè i voli riguardanti sia la Club Air che Alitalia, inoltre su nuovi voli inseriti all’interno in questo periodo e su i nuovi quattro voli previsti per il cargo.
Ritengo molto positiva la discussione e il confronto che c’è stato, come pure il risultato importante che oggi registriamo e che rispetto al passato ci mette nelle condizioni di poter fare più tranquillamente un piano di investimenti per lo sviluppo e il potenziamento dell’aeroporto e anche per avere un rapporto diverso nei confronti delle banche per quanto riguarda rispetto quella esposizione debitoria molto consistente che ancora ha l’aeroporto.
Quindi ho voluto rappresentare all’Assemblea legislativa questa nuova fase per l’aeroporto e anche quello che comporterà rispetto alle scelte e ad una valutazione più ampia e complessiva del piano di investimenti, del piano di sviluppo e del piano della promozione dei voli. E ciò riguarda anche il lavoro che sta facendo il Consiglio di amministrazione e il direttore rispetto all’incrementazione dei voli e anche i rapporti che si stanno tenendo con tutte quelle compagnie che potranno darci questi risultati.
In questi giorni c’è anche la fiera dell’Ata dove l’aeroporto di Falconara è presente, un momento importante per poter prendere contatti e realizzare investimenti e percorsi futuri per quanto riguarda le nuove destinazioni.
Quindi è un lavoro in itinere che sta andando avanti e che a mio avviso sta dando anche delle buone possibilità.
Certo, rispetto all’anno passato in questa fase si è anche registrata una caduta sull’aumento dei passeggeri dovuta, come ho detto prima, sia alla situazione Alitalia che alla cancellazione del volo su Liverpool. Però, come avete visto, la Ryanair la settimana scorsa ha annunciato un nuovo volo su Dusseldorf, che rispetto all’anno passato porterà senz’altro ad un dato positivo nell’incremento dei passeggeri.
Tutto questo certamente lo dico anche con tutte le incognite che può comportare l’aumento del gasolio e del carburante, aumento che potrà avere delle ripercussioni negative, quindi non escludo anche per il trasporto aereo, del resto sta inficiando anche tutti gli altri trasporti e dunque l’economia della nostra regione e del nostro paese.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. L’Assessore ha naturalmente ripetuto in Aula quanto già dichiarato sia da lei che dal Presidente Spacca relativamente alla concessione che l’Enac ha finalmente rilasciato in favore dello scalo di Falconara.
E’ sicuramente un elemento di novità rispetto all’interrogazione che era di marzo. E’ un momento di novità sopraggiunto pochi giorni or sono che però, Assessore, non ci esime dall’entrare nel merito delle questioni poste dall’interrogazione. Lei invece lo ha fatto solo parzialmente, pertanto dichiaro la mia insoddisfazione.
La risposta infatti non si è articolata sulle due questioni che nell’interrogazione sono state sollevate, una è la questione degli equilibri di bilancio, l’altra è il piano industriale. Non si è dato neanche un cenno di riscontro a questioni che sono ancora aperte. Addirittura Club Air è stata impedita nella operatività dall’Enac stessa, quando invece era il nostro punto di riferimento di rilancio di Falconara. Da chi sarà sostituito ancora non lo sappiamo, quale sarà il vettore di riferimento? Ryanair, come lei ha detto, ha ridotto la sua frequenza di voli su Liverpool, Alitalia è partita aperta e doveva essere sostituita ad Orio al Serio per avere una valida alternativa rispetto a Malpensa e soprattutto a Linate dopo la cancellazione del collegamento con Milano.
Il bilancio 2007, almeno nelle sue macrovoci, non è certo migliore rispetto a quello degli anni passati, le perdite sono consistenti, l’impatto dei costi fissi è più alto rispetto al piano di risanamento e rispetto agli altri aeroporti - soprattutto quelli limitrofi e concorrenziali - e i voli sono percentualmente in diminuzione per quanto riguarda il numero dei passeggeri.
Bene, oggi abbiamo la concessione Enac, ne siamo felici, è da un po’ che seguivamo con attenzione questa questione. Questione annunciata più volte e più volte smentita, addirittura si era arrivati ad ipotizzare – la questione era abbastanza grave e rilevante perché lo diceva la stessa Giunta regionale – un’autorizzazione data in proprio dall’Istituzione regionale all’Aeroporto.
Fortunatamente è arrivata la concessione, però oggi dovremmo anche dire quali sono i pilastri di quel recupero del ruolo dell’Aeroporto che tutti diciamo essere fondamentale, ma che oggi vede un vettore di riferimento che non c’è più, vede una riduzione di passeggeri, vede equilibri di bilancio ancora tutti da venire malgrado i grossi investimenti fatti da questa Regione.
Ritorneremo su queste questioni, spero a breve, per conoscere più in dettaglio quello che non è un piano industriale ma che dovrà comunque essere un nuovo programma, quello già definito dal direttore Morriale e annunciato in Commissione. Questo nuovo programma in parte è stato assolutamente stravolto perché Club Air non c’è più e di cui è stato revocato anche il contratto. Quindi dobbiamo riaggiornare tutti i dati perché dobbiamo andare in controtendenza rispetto ad una cosa negativa, cioè un abbassamento della nostra capacità di attrazione di voli, di passeggeri e di risposte per il traffico turistico e commerciale.

Interrogazione n. 1023
della Consigliera Ciriaci
“Mancata eliminazione di barriere architettoniche e uscita di sicurezza non regolare nell’ufficio decentrato agricoltura di Fermo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 1023 della Consigliera Ciriaci è rinviata per assenza dell’Assessore competente.

Interrogazione n. 431
del Consigliere Castelli
“Mancata utilizzazione dei fondi per la telefonia per anziani – Bilancio 2005”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 431 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In risposta alla interrogazione di cui all'oggetto si precisa quanto segue.
La somma di € 135.245,00, assegnata alla Regione Marche ai sensi dell'articolo 8 della Legge 388/2000 è stata trasferita solo con ordine di riscossione 2671 del 12 novembre 2003. La sua utilizzazione comunque si è resa disponibile solo nel 2004.
Bisogna tener presente che i fondi non hanno come destinatari diretti gli anziani, bensì come enunciato nel decreto 28 febbraio 2002, n. 70: articolo 3 " Destinatari " 1) i contributi disciplinati dal presente regolamento sono destinati ai seguenti organismi, iscritti nei rispettivi albi regionali qualora esistenti: organismi non lucrativi di utilità sociale; organismi della cooperazione; organizzazioni di volontariato; associazioni ed enti di promozione sociale; fondazioni; enti di patronato; altri soggetti privati.
Vale a dire soggetti, organismi, organizzazioni, associazioni, ecc. per i quali andavano rilevate le caratteristiche possedute in riferimento a quanto previsto all'articolo 6 dello stesso decreto. Aspetti questi tutt'altro che marginali in riferimento al bando che avrebbe dovuto essere predisposto ed emanato.
D'altro canto, finanziato con risorse proprie regionali, era in atto il progetto regionale "L'anziano come risorsa" avviato nel febbraio 2003 e prorogato fino al novembre 2004, in cui fra le possibili iniziative erano previste quelle azioni (quali segretariato sociale, spesa a domicilio, acquisto farmaci, servizi assistenziali, ecc) che il decreto n. 70/02, relativo alla telefonia per gli anziani voleva raggiungere.
Vanno tenuti presente inoltre altri aspetti: la dislocazione non omogenea sul territorio dei possibili destinatari delle risorse; la poca opportunità di avviare iniziative di cui non era garantita alcuna continuità sia per quanto attengono le risorse finanziarie che per i mezzi tecnici da affrontare; lo stanziamento di specifiche risorse regionali per servizi di assistenza domiciliare rivolti agli anziani residenti nella generalità dei Comuni della regione, e ulteriormente incrementati per i comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti; il fatto che era in atto anche il progetto Elios per interventi rivolti agli anziani in difficoltà, in particolare nel periodo estivo.
L'attivazione degli Ups (Uffici di promozione sociale) collegati con gli altri sportelli di segretariato sociale effettuati da soggetti del privato sociale.
Di responsabilità contabili non se ne ravvisano tenuto conto che le somme rimangono assolutamente disponibili. Anzi dei funzionari addetti va rilevata l'attenzione per un utilizzo più adeguato ed efficiente delle risorse perché non si avviassero iniziative disorganiche rispetto ad azioni ed attività già presenti e soprattutto volte ad evitare un uso poco più che occasionale di risorse sempre più limitate.
Con una rilevazione più opportuna delle iniziative in atto e con il consolidamento dei servizi territoriali già avviati e sperimentati, si potrà procedere in tempi relativamente brevi alla formulazione di bandi meno generici e più mirati valutando con molta attenzione l'avvio di iniziative per le quali non è certa la continuità delle risorse.
Quindi le finalità che saranno indicate dal bando stesso presenteranno collegamenti diretti tra i servizi telefonici rivolti agli anziani, gestiti dalle associazioni previsti dall'articolo 3 del decreto citato, e quelli delle strutture del territorio che sono stati avviati con i progetti regionali al fine di realizzare un efficiente rete di servizi integrati a livello di ambito sociale.


Interrogazione n. 1035
del Consigliere Brandoni
“Patrocinio e finanziamento dell’iniziativa Poiesis”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1035 del Consigliere Brandoni. Per la Giunta risponde l’Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Il Consigliere Brandoni interroga circa l’iniziativa che c’è stata a Fabriano dal 23 al 25 maggio chiamata Poiesis. Sostanzialmente vuole sapere tre cose: la prima se si tratta dell’attività culturale di interesse regionale, la seconda, con quale percorso è stata inserita, la terza, se ci saranno successivi appuntamenti che nel tempo si distribuiranno in altre località.
La prima risposta è abbastanza semplice, nel senso che non è inserita nelle iniziative di carattere regionale, ma è inserita nell’Apq culturale “Giovani ricercatori di sensi”. Come sapete questa Apq è stata finanziata grazie alla sottoscrizione di un accordo di programma quadro con il Ministero delle politiche giovanili. Siamo stati la prima Regione perché la Puglia ce l’aveva già. Abbiamo fatto molto in fretta nel fare questo perché temevamo l’instabilità del Governo – cosa che successivamente si è effettivamente realizzata – e nella parte programmatica abbiamo inteso raccogliere tutti i progetti che erano stati indicati nella Conferenza programmatica di Fiastra. Successivamente, proprio per dare maggiore spazio ai territori, sono state convocate le Province, inoltre a tutti i Comuni della nostra regione è stata inviata una lettera per fare in modo che tale partecipazione potesse far emergere le necessità o le volontà del territorio. Abbiamo chiesto ai Comuni di avanzare dei progetti e abbiamo chiesto alle Province di farsi carico dell’organizzazione dei progetti del loro territorio.
Inoltre abbiamo chiesto direttamente ai piccoli Comuni di partecipare ad una serie di progetti che valorizzassero le loro iniziative culturali rispetto a tre linee: l’immissione della tecnologia all’interno di piccoli comuni per fare in modo che con una web tv si potessero circuitare iniziative fatte nei comuni principali e nelle principali istituzioni culturali della regione; un’animazione dei musei in modo che raggruppandosi i comuni stessi potessero godere di personale specializzato adatto alla gestione dei musei; infine, la valorizzazione di quei teatri recuperati che oggi sono sotto utilizzati.
La valutazione di tutte queste forme ci ha portato a prendere in considerazione le proposte che sono arrivate dal territorio, sottoscritte quindi dalle Province e dai Comuni.
Tra le varie questioni il Comune di Fabriano ci ha fatto la richiesta di finanziare Poiesis. Come dotazione questo ci porta una forte disponibilità di un privato che interviene. In questo senso l’inserimento di Poiesis nell’Apq “Giovani ricercatori di senso” non avviene con risorse regionali, ma avviene essenzialmente con risorse locali e del Ministero.
Ci è parso valorizzare questo tipo di disponibilità perché in questo ci vediamo una continuità della possibilità di coinvolgere sempre più i privati nelle politiche culturali della nostra Regione e quindi dare anche soddisfazione a quei privati che possono iniziare a provare il gusto di partecipare con noi a qualche iniziativa di rilievo.
Terza questione. Si ferma qui o ci sono successive iniziative nel tempo e nello spazio? Abbiamo inteso fare in quest’area particolare della regione, la provincia di Ancona e segnatamente quest’area nord della provincia di Ancona, diverse iniziative sempre con l’Apq giovani “Ricercatori di senso”. Ad esempio vogliamo fare a Senigallia un’iniziativa che riguarda la fotografia, visto che Senigallia è la città di Giacomelli, e anche un’iniziativa che riguarda la poesia, che abbiamo chiamato “Per il verso giusto”. Nella Valle dell’Esino vogliamo fare un’iniziativa che abbiamo chiamato cohabitat e che ha coinvolto moltissimi comuni in compartecipazione con la Provincia di Ancona. Vogliamo fare con il Comune di Jesi un osservatorio sui giovani e la letteratura, cioè sui giovani scrittori marchigiani impegnati in questo settore. Ovviamente vogliamo anche fare iniziative in altre realtà, proprio perché sono tante le città che ci hanno chiamato per lavorare sui tre filoni che sono stati individuati.
Mi pare di poter dire che c’è stata un’attenzione diffusa sul territorio, nella fase successiva – ovviamente nella prima fase abbiamo cercato di bruciare le tappe – c’è stato anche un coinvolgimento del territorio. Quindi oggi abbiamo una soddisfazione abbastanza ampia rispetto agli obiettivi che ci eravamo dati.
Con questo credo di aver risposto a ciò che voleva sapere il Consigliere Brandoni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Certamente apprezzo lo sforzo partecipativo con cui l’Assessorato ha inteso promuovere e valorizzare quell’accordo di programma con il Governo, quindi penso che l’attenzione e l’ascolto del territorio sia stato un elemento importante. Tuttavia – e la sua risposta contiene questa considerazione – mi pare di aver capito che il ruolo e la funzione dell’Assessorato regionale sono stati particolarmente propositivi. Infatti in alcuni casi l’Assessorato è riuscito a stimolare i Comuni e le Province, insieme, a produrre, dentro una riflessione più complessiva, un’azione di attività culturali specificatamente individuate nei giovani.
Comunque per una questione particolare avevo fatto una domanda precisa, lei invece ha dato una risposta molto articolata dentro la quale non ho sentito – lo approfondiremo in seguito – nominare nessuna cifra, infatti intendevo anche conoscere quale era la quantità finanziaria dentro una vicenda come Poiesis.
La sensazione che mi rimane dopo la sua risposta è che mentre in tutto il resto l’azione dell’Assessorato è stata fatta come protagonista, nel caso in specie mi pare – come ho avuto già occasione di dire illustrando questa interrogazione alla stampa – che ci sia stato un atteggiamento di subordinazione a quello che io considero un mecenatismo provinciale. Perché credo, ancorché scintillante e rutilante, che l’iniziativa di Poiesis sia per alcuni aspetti decontestualizzata dall’azione più articolata - che lei ci ha descritto e che io condivido - della costruzione di questo accordo quadro, che mi pare voglia fare emergere dal territorio, dalle sue potenzialità e dalle sue intelligenze gli elementi di valorizzazione anche culturale della nostra regione.

Mozione n. 270
dei Consiglieri Rocchi, Ciriaci, Binci, Donati, Viventi, Solazzi, Procaccini, Cesaroni, D'Anna, Badiali
“Crisi settore della pesca”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 270, di cui poc’anzi l’Assemblea legislativa ha approvato l’iscrizione e la relativa discussione, ad iniziativa dei Consiglieri Rocchi, Ciriaci, Binci, Donati, Viventi, Solazzi, Procaccini, Cesaroni, D'Anna, Badiali. Per l’illustrazione ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Questa mozione è stata predisposta in terza Commissione dopo aver ascoltato in audizione le associazioni dei pescatori. Quindi non so se è il caso che la illustri oppure se è possibile votarla subito all’unanimità, visto che è una mozione importante che serve proprio ad impegnare il Governo regionale affinché intervenga in aiuto di questa categoria. Quindi, Presidente, vorrei sapere se possiamo votarla subito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La mozione è unitaria, e al di là del fatto che non c’è la firma di tutti i Consiglieri, comunque quelli che l’hanno sottoscritta lo hanno fatto perché è prodotto dell’incontro che abbiamo avuto la scorsa settimana con la delegazione dei rappresentanti della pesca.
Questa mozione unitaria sottoscrive un problema molto grave che ha visto le marinerie marchigiane, insieme a quelle di tanti altri luoghi d’Italia, organizzare uno stato di agitazione molto forte che tra l’altro non è ancora chiuso.
Nelle Marche ci sono stati incontri nei quali le marinerie hanno spiegato che ormai soprattutto la questione dell’impatto del costo del gasolio rispetto all’attività che svolgono non è più rinviabile, non si può più lasciarla alle fluttuazioni del mercato perché sta mettendo in discussione la vitalità di questo comparto.
Quindi abbiamo deciso di prendere in questa Assemblea legislativa una posizione unitaria e collegiale affinché sia messo in atto un pacchetto di proposte che partano proprio dalla nostra responsabilità, dalle nostre possibilità di intervento regionale, per poi giungere a dar forza a quelle richieste che le stesse marinerie hanno detto essere quanto meno di livello nazionale se non di livello di Unione europea.
La nostra parte vuole dare la possibilità di una riduzione – ma si potrebbe pensare ad un provvisorio sgravio totale - dell’Irap per le imprese della pesca.
Le altre questioni, come il de minimis e quello che è nella riflessione del punto 3, sono relative ad aiuti, sostegno, possibilità di modificazione di un quadro normativo che fino ad oggi ha sicuramente retto e sostenuto il settore, ma che da oggi può non essere più sufficiente.
La questione è sicuramente complessa, non può riguardare una parte in contrapposizione ad un'altra – anche questo è stato detto, Presidente Rocchi, e ne faccio comunicazione all’intera Aula –, cioè non si può parlare di fronti di contrapposizione partitica. Infatti il caro gasolio in sé e tutta la serie di meccanismi di sostegno del comparto non sono questioni di parte, sicuramente sono questioni che devono riguardare l’unità degli intenti affinché, attraverso il nostro Ministero delle politiche agricole, si possa giungere ad un approfondimento e ad una soluzione delle problematiche anche a livello di Unione europea.
Quindi sgombriamo il campo dalle polemiche. Sarebbe facile noi da una parte fare la polemica a livello regionale e dall’altra qualche altro gruppo a livello nazionale, ma poi tutti quanti siamo dentro lo stesso pentolone dove cucina l’Unione europea! Pertanto non deve essere così, il fronte vero è proprio quello del rapporto internazionale delle regole europee sul commercio nel settore della pesca. Settore che è un aspetto specifico e molto particolare rispetto all’aspetto più complessivo del commercio, dell’agricoltura e del settore ittico in generale. Perché poi il comparto vede proprio l’Europa, e soprattutto l’Europa mediterranea, applicare certi tipi di meccanismi.
Pertanto al di là delle prese di posizione demagogiche siamo qua a sostenere in maniera fattiva, attraverso l’impegno della Giunta, a studiare forme di agevolazioni (almeno l’Irap) e a dare la possibilità di modifiche del quadro normativo nazionale ed europeo.
Vogliamo approvare questa mozione affinché nei fatti si possa dimostrare una vicinanza, un sostegno e una partecipazione ad una problematica che è reale nei bilanci delle tante imprese della pesca. Imprese che anche in questa regione fanno la loro parte nella produzione di reddito nel dare la possibilità di occupazione e nel dare sviluppo e prospettive future a tante famiglie e realtà costiere della nostra regione.
Quindi vogliamo sostenere le richieste che vengono dalle marinerie, le facciamo proprie, chiediamo che in questo momento difficile l’Assessore recepisca, almeno per quella che sarà la nostra possibilità regionale, questo tipo di istanze di aiuto e di sostegno. Sperando che la vertenza nazionale ancora aperta, contraddistinta da scioperi e da astensioni al lavoro molto lunghe che stanno provocando molti disagi, possa essere risolta nel più breve tempo possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questo problema della pesca riferito al caro gasolio è molto grave e purtroppo non investe solo il settore della pesca. Ieri il prezzo del gasolio ha raggiunto un nuovo record, sia avvia verso i 200 euro al barile. Questo rischia di indebolire tutte le attività economiche, dal settore della pesca al settore dell’autotrasporto pubblico e privato, dai settori primari come quello dell’agricoltura a tutti quei settori che ruotano attorno al sistema energetico basato sul gasolio.
In questo contesto, dove le competenze della Regione sono purtroppo limitate, oggi riflettiamo con una sorta di impotenza in quanto le dinamiche dello sviluppo capitalistico rischiano di spazzare via le economie marginali.
Se guardiamo all’impennata del costo del gasolio ci accorgiamo che essa è stata repentina e continua dopo la guerra all’Iraq. Oggi sembra che la cronaca abbia rimosso questo fatto, e non solo sui morti che ogni giorno sono sempre di più, ma anche sugli effetti economici disastrosi che ha sulle economie mondiali.
Che cosa possiamo fare come Regione Marche? Crediamo che questa mozione unitaria illustrata dal Presidente Rocchi, frutto di una discussione nella terza Commissione, frutto di audizioni con delegazioni dei pescatori, ad iniziare da quella con il Presidente del Consiglio regionale e con l’Assessore Petrini, sia di grande equilibrio, sia un segnale per quello che come ammortizzatore sociale può fare un ente locale e soprattutto la Regione Marche.
Non possiamo agire sul costo del gasolio, questo è ovvio, tuttavia al pari di quello che la Regione ha fatto per altri comparti, come la calzatura, il tessile, il settore delle acque minerali, che prima ha visto un’impennata della tassazione e poi un riequilibrio a favore degli imbottigliatori delle acque minerali, penso che questa mozione sia realistica nel punto che chiede una possibilità - così come assunto in quella riunione di cui ho fatto riferimento - di riduzione dell’aliquota Irap. E non parliamo di azzerarla in quanto questo introdurrebbe un effetto domino verso tutti quei settori che ho citato prima.
Quindi in ogni caso dobbiamo dare un segnale, dobbiamo concretizzare quegli impegni in modo tale che attraverso questo atto concreto della Regione Marche il Governo nazionale non possa e non debba sottrarsi ad una iniziativa incisiva e soprattutto non possa e non debba sottrarsi anche l’Unione europea. E visto che il comparto della pesca e le marinerie d’Europa contribuiscono ad un settore primario, è riduttivo dire che si deve ridurre il problema della pesca attraverso la drastica diminuzione del numero dei pescatori e dei pescherecci. In prospettiva diciamo che questa potrebbe essere una sorta di autoregolamentazione, di rinnovamento, di un turnover del settore delle pesca, ma non può essere fatto per legge falcidiando uno dei settori primari ed azzerando una parte importante dell’economia.
Concludo dicendo che il gruppo dei Comunisti Italiani voterà questa mozione perché è di equilibrio, è concreta e seria e può dare un segnale al Governo nazionale e all’Unione europea.

PRESIDENTE. In attesa che il Consigliere Capponi rientri in Aula, ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Prendo la parola perché pur condividendo questa mozione – non potrebbe essere diversamente – lo spirito e la ratio che vi stanno dietro esprimono una preoccupazione che guarda oltre la volontà di dare una risposta ad una legittima protesta.
Lo scenario che abbiamo di fronte non può essere analizzato in modo pressapochistico o con superficialità, ed io non sono pessimista.
Questo aumento esplosivo del costo del petrolio sconta probabilmente una serie di ragioni che in parte attengono a manovre speculative e in parte ad una non ideale produzione, sconta anche il fatto di una crescente domanda, ci sono cioè una serie di concause che operano su questa impennata. Però l’analisi che facciamo di questa impennata, se dovesse proseguire nel tempo, ci porterebbe sicuramente a fare considerazioni molto preoccupanti per il sistema mondiale. Credo che se sul fronte dell’aumento esponenziale di questo prodotto non ci sarà un’inversione di tendenza si rischia veramente di far saltare il sistema a livello non solo nazionale ma anche internazionale e direi anche mondiale.
Le preoccupazioni saranno grandi se tutti i Governi non si impegneranno a governare in modo serio questo problema. Non ci può essere solo, Consigliere Pistarelli, l’appello alla trasversalità delle risposte a questo tema, qui la trasversalità non attiene all’Assemblea legislativa delle Marche, ma attiene a tutti i grandi Paesi del mondo. Perché, ripeto, se dovesse proseguire questa pazza corsa del costo del petrolio lo scenario che ci troveremo di fronte sarebbe uno scenario sconvolgente per l’intero sistema.
Parto da così lontano per dire che per quanto da più vicino ci riguarda come sistema paese, credo che la prima cosa da fare sarebbe che il Governo nazionale dovrebbe attivarsi in due sensi: primo impegno, promuovere a livello internazionale, soprattutto fra i Paesi più industrializzati, cioè quelli che hanno più ascolto a livello mondiale, un tavolo permanente per trattare questo tema e per cercare le possibili soluzioni, se ce ne sono, ma comunque il tentativo va fatto; secondo impegno assolutamente possibile, cercare nell’immediato di dare una riposta univoca su tutto il territorio nazionale. Mi chiedo se è serio che ogni Assemblea legislativa, ogni Provincia, ogni Comune o Comunità montana debba dare una riposta. Cerchiamo di essere seri!
Vorrei anche rendere edotti tutti su un fatto. Oggi tentiamo di dare una risposta con questa mozione e magari anche con provvedimenti che prenderà la Giunta, ma domani questa stessa domanda arriverà probabilmente anche dagli autotrasportatori, dopodomani dai rappresentanti di commercio, dopodomani ancora, o forse prima di tutte le altre, arriverà dai nostri concessionari del trasporto pubblico locale. Cosa faremo per ognuno di questi pezzi di domanda?! Daremo una risposta in termini che andranno ad incidere anche sul nostro bilancio o in termini finanziari per l’Ente?!
Credo dunque che sia più serio fare un ordine del giorno in cui si richiama il Governo alle proprie responsabilità su una scelta che valga su tutto il territorio nazionale e che tenti di dare una riposta alla congiuntura attuale e soprattutto alla prospettiva di forte preoccupazione che ci sta di fronte. Ma che razza di serietà dimostriamo mettendo una cingomma su una falla che ha delle dimensioni enormi! Guardate, non dico questo perché non sono d’accordo - figuriamoci, vengo da una zona di mare, potrei dire di essere di famiglia che viene da questo settore - però non possiamo abolire l’intelligenza e la serietà ogni volta che abbiamo un problema davanti. Altrimenti rabbrividisco!
Votiamo pure una mozione anche con la disponibilità di fare qualche sacrificio come Regione in termini finanziari, ma che si inserisca in un quadro di riferimento di una scelta nazionale di risposta a queste problematiche. Problematiche che oggi riguardano una categoria, e so quanti problemi ha, ma che oggi già riguarda anche altre categorie.
Credo che una mozione vada fatta per garantire il nostro impegno in un quadro di scelte nazionali per affrontare il problema, però invitando il Governo a prendere una linea unica sia dal un punto di vista internazionale che dal punto di vista di provvedimenti nazionali per un sostegno a situazioni in così gravi difficoltà.
Questo aumento esagerato del costo del petrolio incide su tutti i comparti dell’economia, incide anche su chi è costretto giornalmente, magari per questioni di lavoro, a fare centinaia e centinaia di chilometri. Quindi lo dobbiamo affrontare in maniera più sistematica e non in maniera occasionale solo con una risposta alla singola istanza, fare cioè soltanto un singolo provvedimento a spot come purtroppo avviene troppo spesso da molto tempo a questa parte. Questa non è politica e non è nemmeno amministrazione è solo un pressappochismo che non ci porterà da nessuna parte.
Facciamo una mozione più pesante, più rigida, con grande disponibilità anche da parte nostra, ma in un quadro di scelte nazionali che vada ad affrontare seriamente il problema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Capisco il Consigliere Solazzi per questo suo sfogo che forse è anche perché oggi c’è un altro Governo. Ritengo che la crisi colpisca sia i settori primari come l’agricoltura, che quelli collaterali come la pesca – che è comunque da inserire nel contesto dei settori primari –, la chimica e il trasporto, settori che da anni hanno problematicità e criticità molto ampie.
Sono d’accordo che occorre una strategia nazionale, ma come lei sai, Consigliere Solazzi, soprattutto in questi settori noi dobbiamo riferirci ad una legislazione non tanto nazionale quanto comunitaria, perché almeno finché faremo parte dell’Unione europea è questo che ci è consentito.
Penso che questa mozione dia dei compiti a noi come Regione di valutare se alcune imposte che mettiamo al settore, principalmente l’Irap possa essere ridotta anche per un periodo temporaneo, peraltro come abbiamo già fatto per altri settori in crisi. Pertanto questo è il primo obiettivo.
Certamente la Comunità europea starà valutando questa situazione. E’ di pochi giorni fa una comunicazione con la quale si dà mandato al Consiglio d’Europa di valutare la possibilità di autorizzare le singole autorità nazionali ad intervenire con delle agevolazioni specifiche, quindi ad aprire un sorta di trattamento di favore per alcune categorie fortemente interessate dalla crisi di cui stiamo parlando. E i settori, come dicevo, non sono solo quelli della pesca, ma sono anche quelli dell’agricoltura, del trasporto su gomma, della chimica, che è anche alla base dell’aumento dei costi di questi settori.
Pertanto questa mozione dà a tutti un indirizzo di responsabilità, noi siamo disponibili a sostenerla e a sostenere quanto in essa è contenuto anche per quanto riguarda il bilancio e l’assestamento della Regione, e se la Giunta non provvederà noi in conseguenza di quanto stiamo dicendo proporremo delle misure agevolative almeno di livello regionale.
In merito alla discussione politica allontano dall’idea di qualcuno che questo Governo non stia facendo la sua parte in tema di economia, è stato invece il Governo Prodi che per due anni ha abbandonato il discorso del sostegno all’economia e il discorso della analisi di dove questo Paese deve andare. Di questo sono certo e poi lo hanno anche certificato i cittadini con la loro espressione di voto.
Questo Governo certamente si impegnerà per rilanciare l’economia, perché è nel dna della nostra azione politica, Consigliere Solazzi, il voler creare ricchezza per poi riuscire a distribuirla.
Quindi rimando le affermazioni che ho sentito di scarsa attenzione, noi siamo al Governo solo da un mese e penso che già stiamo facendo molto per risollevare l’Italia. Voi avete avuto più anni di tempo per farlo e non avete fatto nulla, tra l’altro questo è uno di quei risultati negativi che quel tipo di Governo e quel tipo di impostazione hanno dato al nostro Paese.
Sul settore della pesca, ad eccezione del rinvio delle decisioni dove certamente non ha colpa nessun Governo, né questo né l’altro, c’è una situazione congiunturale che deriva anche dall’appartenenza ad un sistema europeo che ci obbliga e ci ingabbia a dei comportamenti.
L’importanza della marineria marchigiana per questa Regione è importante e strategica nel contesto nazionale e noi dobbiamo fare del tutto per sostenerla con tutti i mezzi possibili.
Una carenza che anche la Regione ha avuto è quella di accettare un riparto del fondo Fep che penalizza pesantemente. Come sa, Consigliere Solazzi, due terzi del fondo Fep va alle Regioni meridionali e soltanto un terzo al centro-nord. Questa è una ripartizione che ha deciso il Governo precedente e che penalizza fortemente il nostro modello, ci rende sicuramente meno competitivi e ci mette a disposizione meno risorse per poter rilanciare il settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. A volte dibattiti come questi assumono momenti stucchevoli e inutilmente retorici.

Franco CAPPONI. L’interrogazione di prima su Poesis è stata una comica reale, questa invece è una cosa seria!

Giuliano BRANDONI. Infatti non ho detto che non è una cosa seria e la invito a leggere domani, visto che forse l’ascolto in quest’Aula non è particolarmente favorito e favorevole, la mia replica alla risposta all’Assessore, lì troverà tutti gli elementi di serietà e di riflessione utili anche a lei nel proseguo della ricerca in quell’ambito.
Ritorno alla motivazione per cui ho chiesto la parola. Ringrazio il Presidente e i membri della terza Commissione che così celermente ed efficacemente hanno portato una risoluzione concreta al dibattito di questa Assemblea legislativa. Risoluzione che nasce dalla mobilitazione importante dei lavoratori della pesca che in queste settimane e in questi mesi hanno vissuto momenti drammatici e che in prospettiva vivranno momenti difficilissimi.
Credo che dovremmo riflettere sulla qualità di questa mozione valutando quello che è accaduto alcuni giorni fa in un’altra nazione europea, l’Irlanda. In Irlanda è stato bocciato – e non è accaduto solo lì – il trattato europeo. A me pare che le difficoltà della nostra pesca stiano anche dentro quella rigidità del partito di Maastricht che non conosce o non vuole conoscere, ossequioso ai dettami del neoliberismo, la natura e la cultura che c’è in tante economie, e l’economia della pesca è una delle specificità dell’Europa, e soprattutto di quella Mediterranea. E questa specificità non si riconosce e si risponde a quei lavoratori in maniera brutale; quello che è accaduto a Bruxelles e quello che è accaduto ai nostri pescatori nelle settimane scorse è una risposta chiarissima a come si vuole liquidare il mondo di un’economia e dietro a quel mondo anche un pezzo di civiltà.
Credo che dovremmo rispondere, e la mozione in qualche modo contiene la caratteristica di questa risposta, con un atteggiamento di conflitto dialettico alle ottusità di Maastricht.
La questione che contiene questa mozione, quando cioè dà alla Regione l’impegno di una azione immediata, è per alcuni aspetti anche conflittuale nei confronti dei dettami europei, perché si dice “voi non volete gli aiuti, noi pensiamo che la nostra marineria sia una risorsa non solo economica ma anche sociale del nostro territorio e rispetto a questo vogliamo intervenire e vogliamo difenderla”.
Penso che questo sia l’elemento politico significativo di questa mozione e credo che se l’Assemblea legislativa, come immagino, la voterà all’unanimità farà un atto importante che andrà al di là dell’impegno concreto ad un problema immediato come quello della pesca.
Come in tanti casi può accadere anche che qualche avversità diventi, invece, un elemento di crescita e di costruzione. Credo che in seguito dovremmo riflettere – ho ascoltato l’Assessore nell’incontro con i pescatori e mi è parso conscio, consapevole e motivato a questa più generale riflessione – sugli interventi più complessivi che dobbiamo al mondo della pesca, a quelle attività, all’indotto che ci vive intorno, alla valorizzazione anche dal punto di vista turistico e culturale che questo mondo rappresenta.
Questo è il senso della battaglia e dell’iniziativa che oggi facciamo, questo è il senso della mozione che andremo a votare. Dentro questo è chiaro che si passa un crinale, una faglia, una discussione di ordine politico che supera le dimensioni territoriali regionali, va oltre, rimette in discussione e fa riflettere su quello che tanto tempo fa, o forse non molto tempo fa, era un senso comune diffuso. Cioè l’idea di un’Europa che oggi sta perdendo e che non è quella che hanno immaginato i nostri padri fondatori – penso a Spinelli –, la loro idea era quella di un’Europa solidale, un’Europa costruita sui popoli e sulle culture e non quindi un’Europa costruita sulla moneta e sul mercato. Quell’Europa oggi sta perdendo, dobbiamo riflettere e rispetto a questo dobbiamo agire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Il problema è ampio, deriva da una situazione internazionale estremamente complessa e che colpisce vari settori e più in generale un Paese che oggi sul fronte dell’energia è particolarmente in difficoltà. Ricordo quando nella prima crisi energetica - era l’inverno 2005-2006 e c’era lo scorso Governo Berlusconi - un inverno particolarmente rigido e le tensioni di carattere politico in Russia misero in seria difficoltà l’Italia, anzi, posero – forse i cittadini non lo sanno perché non conoscono i retroscena – quasi il rischio di vederci chiudere i rubinetti del gas e quindi il riscaldamento. E quello fu il primo segnale.
Oggi viviamo una situazione differente dovuta a speculazioni e a un disequilibrio che caratterizza l’intero mercato internazionale dove c’è un costo del petrolio che è difficilmente sostenibile.
Penso che il Governo stia prendendo in mano la situazione. Domani i pescatori e gli agricoltori italiani avranno una gradita sorpresa perché il Governo varerà un decreto che ridurrà l’Iva del 5%, ci sarà un calo di 4,1 centesimi al litro per la pesca e di 4,5 centesimi al litro del gasolio per l’agricoltura. Questo decreto sarà valido da qui fino alla fine dell’anno.
Ritengo sia una prima forte risposta rispetto ad un problema che non è nazionale ma internazionale, le cui soluzioni non possono essere affidate solamente alla buona volontà di un esecutivo nazionale in quanto la valanga è così ampia che non è possibile imputare a questo o a quel Governo, a prescindere dal colore, la responsabilità di risolvere la questione.
La questione si risolve in sede internazionale con una concertazione di tutti i Paesi industrializzati che devono ristabilire quell’ordine che oggi sicuramente è saltato. E questo non riguarda soltanto la Comunità europea - adesso non vale la pena neanche di approfondire - ma riguarda tutto il mondo produttivo, dalla Cina, all’Asia, ecc..
Il Governo italiano in questo momento di particolare emergenza per i due settori fondamentali, quali quello della pesca e dell’agricoltura, ha già predisposto delle misure tampone che potranno consentire di nuovo alle nostre marinerie di affrontare il loro lavoro, di tornare in mare, e da qui alla fine dell’anno poter almeno avere una certa dose di tranquillità, a meno che il petrolio continui la sua galoppata che alcuni analisti intravedono ormai rivolta verso i 200 dollari al barile.
Questa chiaramente in termini di risposte non sarà una condizione che spetterà a noi affrontare, noi abbiamo solo il compito di sollecitazione. E mi pare che rispetto alle pressioni che tutti abbiamo fatto nei giorni scorsi, recependo le paure e le ansie del settore della pesca, una prima risposta arriverà domani. Penso sia una risposta concreta, seria, puntuale, certamente non risolutiva, ma comunque di tampone rispetto ad una situazione estremamente preoccupante.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Le Regioni giovedì scorso hanno incontrato il Ministro Zaia per valutare una prima serie di proposte finalizzate ad agevolare la situazione del settore pesca che ad oggi rimane ancora molto complicata e difficile.
Come sapete ieri a Verona c’è stato un incontro del Ministro con i pescatori dove di fatto sono state ribadite le stesse proposte illustrate alle Regioni, e oggi il Ministro incontra la Francia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia per elaborare altri provvedimenti.
Di fatto si va verso una drastica riduzione dello sforzo di pesca che è soprattutto finalizzato non tanto a diminuire le giornate di pesca attraverso fermi tecnici o fermi biologici, ma a demolire imbarcazioni in misura molto elevata. Tant’è che il Ministro ha proposto una misura molto forte, cioè il pescatore che decide di avvalersi del fermo pesca temporaneo, quindi di recepirne il contributo, non potrà poi avvalersi del provvedimento relativo alla demolizione. Ed essendo la demolizione una sorta di “pensionamento” del pescatore questa risulta una proposta molto dura. Per questo periodo di programmazione significherebbe che i pescatori che godranno del fermo pesca ogni anno, così come è avvenuto nel corso degli ultimi anni, nel momento in cui andranno in pensione, quindi vedranno demolire la propria imbarcazione con una buonuscita di parecchie decine di migliaia di euro, a volte centinaia, vedranno svanire quella possibilità che esisteva precedentemente.
Questo è proprio per concentrare quante più risorse possibili per la demolizione delle imbarcazioni ed è il provvedimento più importante che è stato presentato che, al di là della crudezza, io mi sento di condividere. Ad oggi infatti esiste una quantità di imbarcazioni eccessivamente numerose rispetto alla capacità di sostenere l’attuale sforzo di pesca soprattutto nel nostro mare. Anche se certamente questo non può essere l’unico modo per ristrutturare il settore in maniera utile, crediamo che con molto più equilibrio si possa utilizzare questo strumento delle demolizioni accoppiandolo anche a quello del fermo pesca tecnico che permetterebbe di diminuire le giornate di pesca.
Accanto a questo il Ministro ha proposto altre cose, che stanno anche all’interno di questa mozione, a partire da una parificazione di questo settore con quello dell’agricoltura, prima di tutto quello che riguarda l’Iva agricola, infatti lo stesso Governo potrebbe mettere in atto provvedimenti fiscali - come il Consigliere Bugaro ha annunciato - e non ultimo una cassa integrazione, cioè quegli ammortizzatori sociali che ad oggi per i marinai imbarcati non esistono.
Il Ministro ha poi fatto un’altra proposta quella di creare una minoranza di blocco in Europa tra i Paesi del Mediterraneo per avere degli aiuti diretti sul gasolio. Credo che questo rimanga un pronunciamento che copre il tempo di un annuncio, perché fare una minoranza di blocco su una questione come quella dell’aumento del costo dei carburanti rischierebbe di vederci pagare in maniera molto più salata su altri fronti. Pertanto penso che questo non avverrà se non al di là di una maggiore insistenza verso un cambiamento del de minimis che potrebbe consentire al Governo di dare un momentaneo ossigeno a queste attività.
Comunque la modalità più veloce per poter intervenire è quella contenuta negli strumenti europei, tant’è che si prospetta un fermo biologico più lungo di quello degli scorsi anni; il fermo come sapete è remunerato e quindi è un’entrata netta per l’armatore, tra l’altro è l’unica possibile non solo perché le risorse europee sono già stanziate, ma anche perché quelle ad appannaggio dello Stato sono immediatamente spendibili, cosa che invece non è per le Regioni.
Per quello che riguarda le attività che noi potremmo mettere proficuamente in campo, credo, anche a seguito dei diversi incontri che ho avuto con le marinerie, che gli strumenti che abbiamo a disposizione e che la Comunità europea già ci offre, come quello del piano di gestione locale, siano gli strumenti migliori che possiamo mettere a disposizione, strumenti che poi dobbiamo riempire di contenuti. Quei contenuti presenti all’interno del Fondo europeo per la pesca – per inciso dico che questa volta come l’altra volta è stato diviso tra Regioni del centro-nord e del centro-sud, perché ci sono Regioni in convergenza che quindi hanno una quantità di finanziamenti maggiori e non per scelta del Governo Prodi, anzi, il Governo Prodi ha poi destinato maggiori risorse alla gestione delle Regioni, decentrando in maniera più opportuna molte di quelle misure –, cioè quelle misure utilizzate all’interno di un piano di gestione locale che potranno meglio aiutare il settore in quanto determinano non solo una più grande varietà di interventi e quindi di coerenza alle diverse situazioni, ma anche perché spingono verso comportamenti virtuosi da parte dei pescatori.
Dico questo perché mentre con il piano di gestione locale potremmo, ad esempio, spingere il pescatore ad assumere un determinato comportamento magari nella riduzione volontaria delle giornate di pesca e andandogli incontro con una sorta di remunerazione che passa attraverso provvedimenti della formazione, provvedimenti di ammortizzatori sociali e anche altro che il Fep contiene come potrebbero essere le misure della diversificazione, invece un intervento cieco sulla struttura dei costi, come quello dell’Irap, non ci consentirebbe di intervenire sul pescatore chiedendogli di assumere un comportamento virtuoso proprio perché questo si spalmerebbe su tutti gli operatori a prescindere dal comportamento che assumeranno.
Quindi non ci sembra lo strumento migliore per intervenire e anche se certamente può essere valutato insieme agli altri non ci sembra sia quello da cui necessariamente partire, in quanto potremmo utilizzare meglio queste risorse all’interno di un piano con il quale potremo chiedere un determinato comportamento e non una assoluta non attività da parte del pescatore.
Con queste brevi considerazioni concludo dicendo che il problema del settore pesca si risolve dando nell’immediato ossigeno alle aziende che stanno soffocando, ma si risolve anche con misure strutturali e non ultima quella della semplificazione. Oggi i pescatori sono ancora costretti ad andare a Roma per poter rinnovare una licenza di pesca, e Roma è stata sempre molto gelosa nel mantenere tutte queste funzioni.
Credo che la chiave, secondo me, di un possibile rilancio del settore della pesca debba passare attraverso un diverso approccio che bisogna strutturare al suo interno. Certamente come modalità di pesca, come utilizzo delle attrezzature della pesca, come qualità anche delle imbarcazioni e dei motori che si utilizzano per andare a pesca e come stimoli che la Regione può mettere a disposizione proprio per spingere gli stessi pescatori verso determinate traiettorie evolutive di questo settore. Quelle traiettorie che riteniamo più positive e non ultima proprio quella della riduzione volontaria delle giornate di pesca, una riduzione che avrebbe bisogno di risorse diverse da quelle che l’Irap, ripeto, in maniera cieca, metterebbe a disposizione degli stessi pescatori.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della mozione. E’ stato presentato un emendamento a firma del Consigliere Ricci:
Nel dispositivo al punto n. 1 sostituire le parole “a partire da” con le parole “valutando anche”.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Per sicurezza ho chiesto la trascrizione della riunione che è stata fatta nella sala dei Capigruppo alla sua presenza, Presidente, e a quella dell’Assessore Petrini. Perché secondo me è vero che l’Assemblea legislativa è sovrana, ma si deve anche rispettare la relazione esterna che si fa con il mondo del lavoro, altrimenti si rischia di aumentare il distacco tra le Istituzioni e quello che noi chiamiamo il popolo.
Questa Assemblea legislativa discutendo del contesto più generale, che io condivido, ha detto che il caro gasolio interviene in una filiera molto vasta che è addirittura mondiale.
Ci sono due possibilità di ammortizzatori sociali. In primo luogo quella nazionale, la cui competenza è del Governo e dell’Unione europea, che riguarda l’Iva, la riduzione del costo del gasolio, la cassa integrazione, ecc.. La seconda riguarda una sorta di ammortizzatore sociale di tipo regionale, ed era quella possibilità, su cui c’era stato un impegno unanime, di riduzione e non di azzeramento dell’addizionale Irap per il mondo della pesca.
Se ora cambiamo questa mozione anche se è vero che l’Assemblea legislativa è sovrana si delegittima, si annacqua, si diluisce e si depotenzia una trattativa che è stata fatta alla presenza dell’Assessore e dei Capigruppo consiliari e che in qualche modo è stata realizzata attraverso questa mozione. Infatti lì non si è chiesto di azzerare l’Irap.
Adesso nella trascrizione vedremo quello che è stato detto, però dobbiamo dare un segnale al Governo. Tra l’altro dobbiamo farlo anche al di là della propaganda, Consigliere Capponi, perché quando è al Governo Prodi tutti i mali sono di Prodi, quando è al governo Berlusconi, anche se è da un mese, si dice che i suoi processi li ha azzerati per dare la possibilità di fare quegli degli altri. Non possiamo voler sempre le cose giuste a casa d’altri! Le Istituzioni sono luoghi di democrazia, sono luoghi rigorosi anche in quella stessa sovranità e autonomia che ha l’Assemblea legislativa regionale.
Invito quindi il Capigruppo del partito democratico Ricci a ritirare l’emendamento perché secondo me è penalizzante verso la battaglia e verso la vertenza che viene portata avanti, la indebolisce.
Questo effetto domino – e noi lo abbiamo detto prima di tutti in tempi non sospetti, ma in politica e nelle istituzioni chi non ha i numeri, anche se ha ragione, conta poco – non possiamo solo registrarlo, c’è l’agricoltura, c’è l’autotrasporto pubblico e privato, prima c’era la calzatura, poi il settore tessile, tutti settori in crisi, quindi non possiamo intervenire con la riduzione Irap per la pesca.
Se ragionassimo in questo modo secondo me sarebbe un fatto negativo. Noi dobbiamo assumere, in una battaglia nazionale e internazionale, anche le nostre responsabilità senza per questo depotenziare una previsione più generale dell’equilibrio del bilancio, che noi condividiamo appieno e sul quale abbiamo dato il nostro contributo a realizzarlo. Però dire che questa cosa è stata solo funzionale a sopportare la vertenza in quel momento ed oggi in qualche modo rivediamo quella posizione, mi pare una cosa sbagliata.
E’ per questo che voteremo il testo della mozione così com’è, respingendo dunque questa proposta di modifica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Il dibattito mi fa capire che su questa mozione alla fine ci sarà un voto unanime, perché l’Assemblea legislativa la considera in direzione di un sostegno alla categoria dei pescatori che hanno davvero bisogno di interventi mirati per sostenere quella fase difficile che l’Assessore Petrini ha ricostruito anche attraverso i contatti con il Governo e con il Ministro.
Questa proposta di emendamento non vuole assolutamente condizionare questo orientamento, anzi, siamo tutti convinti che questa categoria vada sostenuta nelle forme e nelle articolazioni che indicava l’Assessore Petrini.
Credo comunque che sia anche giusto usare la leva dell’Irap per dare una risposta a questo settore. Potrebbe essere solo di un centesimo o anche tutta, ma nel momento in cui con questa mozione l’Assemblea legislativa chiede alla Giunta di studiare una serie di misure tese a dare una risposta positiva a questa importantissima categoria per le Marche in crisi, sono convinto che sia più opportuno valutare la possibilità di intervenire nell’una o nell’altra direzione piuttosto che partire da.
La mia convinzione è che quando si parte da una cosa poi ci si ferma a quella perché già quella è una risposta in se. Penso che studiare un pacchetto di provvedimenti che tengano conto anche della possibilità – alla fine si andrà in quella direzione – di usare la leva fiscale sia una cosa da fare. E’ bene però che la Giunta abbia dall’Assemblea legislativa una indicazione più larga, dunque, ripeto, l’Irap potrebbe essere toccata per un centesimo o per un millesimo ovvero anche tutta come abbiamo fatto in precedenza anche con altre categorie economiche delle Marche. Certo c’è anche il rischio – lo dico in maniera chiara e netta – che possano arrivare richieste anche da altri settori economici in crisi.
Quindi un conto è alleggerire la pressione fiscale in generale e in modo particolare ai settori in sofferenza, altro conto è offrire alla Giunta una proposta netta che potrebbe fermarsi a quel punto e non continuare uno studio su una serie di interventi specifici per il settore.
L’indicazione che dà l’emendamento ha a che fare con una possibilità più ampia e più larga nel sostenere i settori della pesca e in modo particolare quelli delle Marche.
Quindi, ripeto, soluzioni differenziate e mirate potrebbero risolvere e dare un contributo migliore su questo settore. Guai se qualcuno pensasse che questo emendamento vuole indebolire l’orientamento politico dell’Assemblea legislativa, assolutamente non è così. Pertanto chiedo anche al Consigliere Procaccini di votare questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Stavo riflettendo se si trattava di una disputa da concilio di Nicea, in realtà mi è parso proprio di no. Perché dentro questo emendamento c’è un elemento che vorrei fosse valutato appieno. Noi pensiamo che l’intervento fiscale nella sua natura sia un intervento che c’è un elemento può essere utilizzato solo sul versante della riduzione. Ricordo che in sede di discussione di bilancio alcuni gruppi, il mio tra questi, produssero una serie di interventi ed emendamenti affinché sull’Irap si ragionasse non solo in termini di agevolazioni, ma anche in termini di ulteriori esenzioni in settori che producessero – l’avevamo fatto per quanto riguarda le aziende non rispettose dei parametri della sicurezza – su questo versante anche forme di penalizzazione di atteggiamento.
In questo caso non si tratta di dire “in tutte le situazioni dove c’è difficoltà interverremo con l’Irap”. Nella mia relazione iniziale dicevo che la questione e la caratteristica di questo intervento ha una valenza politica ben superiore alla quantità economica per la quale andremo ad alleviare eventualmente i pescatori.
Se su questo versante facciamo un ragionamento più complessivo e diciamo che in un settore come questo la riduzione di Irap c’è e può essere compensata, allora lo studio è più articolato, attraverso un saldo non negativo, Voglio cioè dire che se la riduzione dell’Irap per il settore della pesca è necessaria ed urgente, quella stessa riduzione all’interno dell’azione dell’Irap va eventualmente ricercata e modulata attraverso l’intervento di maggiorazione per alcuni altri settori. Settori che, invece, rispetto alla questione politica complessiva che ho narrato nell’intervento iniziale, cioè i vantaggi e gli svantaggi che le forme di economia neoliberista producono nella nostra regione, viene in qualche modo favorita. Ci sono aziende, per esempio quelle che producono prodotti petroliferi – stando al caso specifico -, che in questo caso si trovano ad avere vantaggi comparativi importanti e significativi, quindi potrebbero essere loro, attraverso l’Irap, a finanziare la riduzione che noi vogliamo offrire ai pescatori.
Pertanto su questo versante direi che non c’è preoccupazione di dire che l’Irap è la cassa aperta per tutte le crisi, l’Irap purtroppo è uno dei pochi strumenti che ha la Regione dal punto di vista finanziario per intervenire dentro il sistema economico reale.
Quindi se non è un sofismo ed è un’altra cosa moduliamola come io penso, altrimenti lo sforzo grammaticale fatto dalla terza Commissione credo sia sufficientemente chiaro per essere votato così com’è.

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti

PRESIDENTE. Non ci sono altri interventi.

Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione

(L’Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 270, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 133 (tb)
dei Consiglieri Bucciarelli, Giannotti, Favia, Altomeni, Castelli
“Disciplina del Consiglio regionale dell’economia e del Lavoro (Crel)”

Proposta di legge n. 127
dei Consiglieri Santori, Capponi, Brini, Bugaro, Cesaroni, Tiberi
“Istituzione del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro”

(abbinate)
(Segue discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 133 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Giannotti, Favia, Altomeni, Castelli e la proposta di legge n. 127 ad iniziativa dei Consiglieri Santori, Capponi, Brini, Bugaro, Cesaroni, Tiberi, abbinate.
Su questo argomento nella seduta assembleare n. 101 del 20 maggio u.s. sono già state svolte le relazioni di maggioranza e di minoranza ed era iniziata anche la discussione generale che ora riapriamo.
Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Voglio innanzitutto far rilevare un primo problema che secondo me è importantissimo. Rilevo che la proposta di legge n. 133 oggi all’esame di questa Assemblea legislativa è inammissibile in quanto manca della copertura finanziaria. Questa proposta contiene la nomina di undici persone come componenti il Crel senza preoccuparsi minimamente di definirne i compensi. In nessun articolo si dice che se questa prestazione è remunerata oppure gratuita. A questo punto allora ci dobbiamo all’’ordinamento giuridico italiano che dice che tutte le prestazioni comunque rese si intendono a titolo oneroso.
Pertanto se queste devono essere a titolo oneroso, come ritenuto dall’ordinamento giudiziario, la mancata previsione della copertura finanziaria ne rende inammissibile la discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. La proposta di legge ha una disposizione finanziaria all’articolo 8 che dice che il finanziamento degli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge si discuteranno nel bilancio regionale. Non sono assolutamente previsti oneri per le rappresentanze, sarà l’Assemblea legislativa che dovrà mettere a disposizione i servizi.
Quindi, Consigliere Santori, non è assolutamente vero ciò che lei ha detto perché l’articolo 8 prevede che sia il bilancio ad indicarlo e l’intenzionalità del legislatore è quella di non prevedere assolutamente titoli onerosi per i componenti, come non è così anche per quelli del Cal. Questa legge infatti ricalca la stessa modalità prevista per il Cal dove nessuno ha posto una questione di legittimità. Pertanto, ribadisco ancora, che non sono previsti titoli onerosi per i componenti e sarà l’Assemblea legislativa che metterà a disposizione risorse e soprattutto servizi.
Consigliere Santori, è questo il senso di questa proposta di legge, certo, se deve essere precisato lo faremo, ma comunque ricalca esattamente le modalità del Cal.
Quindi credo non sia assolutamente tacciabile di legittimità visto che all’articolo è prevista la disposizione finanziaria. Di questo risponderanno anche i tecnici, ma dal nostro punto di vista tale questione è irrilevante. Comunque do la parola a chi su questo se ne intende più di me.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla discussione e votazione degli emendamenti e dell’articolato.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 001 del Consigliere Pistarelli:
Il comma 1 è così modificato: “Il Consiglio regionale dell’Economia e del lavoro (Crel) ha sede presso il Consiglio regionale ed è costituito da diciotto componenti dei quali:
a) cinque rappresentanti dei lavoratori dipendenti;:
b) tre rappresentanti delle imprese industriali;
c) sei rappresentanti delle imprese dell’artigianato, dell’agricoltura e del commercio;
d) quattro rappresentanti delle cooperative.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 01 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Bugaro, Brini, Cesaroni, Tiberi:
Al comma 1, lettera b), la parola “due” è sostituita dalla parola “quattro”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. L’impostazione di questo organismo è sì orientato al mondo del lavoro ma soprattutto al mondo produttivo, questo perché le scelte che la Regione fa sono soprattutto nelle materie di sua competenza quale il sostegno economico. Quindi riteniamo che la tipologia di categoria rappresentate dentro il Crel debbano avere un peso maggiore di partecipazione. E se questo dovesse appesantire l’azione del Crel abbiamo pensato anche ad un sistema di votazione più semplice dove non occorre raggiungere la maggioranza semplificando ulteriormente le decisioni.
Quindi rispetto agli otto rappresentanti dei lavoratori dipendenti pensiamo che anche il mondo produttivo debba esprimere un maggiore pluralismo. La vostra formulazione non riesce neanche a rappresentare tutte le presenze del mondo sindacale e soprattutto quelle del settore dell’artigianato. Infatti ci si è premuniti di salvaguardare alcune presenze, ma non di salvaguardare tutte le presenze del mondo imprenditoriale.
Nei nostri emendamenti non c’è granché di diverso da questa impostazione Però questo potrebbe essere un regolamento chiuso, e semmai non so neanche per quale motivo sia chiuso o per quale motivo debba essere usata la forza in queste occasioni, quando invece non ne dimostrate nemmeno un briciolo quando ci sono cose più importanti da discutere.
Penso che questo poteva essere un campo dove maggioranza e minoranza potevano confrontarsi, ma se così non fosse ne prenderemo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Una breve considerazione rispetto a ciò che ha già detto il Consigliere Capponi e che condivido.
L’emendamento presentato dal gruppo di Forza Italia, che è stato ricalcato in maniera identica dal Capogruppo Pistarelli di Alleanza Nazionale, ha un senso soprattutto se facciamo riferimento al numero previsto dei rappresentanti dei lavoratori dipendenti all’interno del Cal.
Nessuno vuole rinverdire polemiche desuete che potrebbero far riaffiorare tematiche di classe e quant’altro, però a fronte di otto rappresentanti dei lavoratori dipendenti, misura che immagino sia stata ipotizzata in relazione al carattere sicuramente composito delle rappresentanze sindacali, mi pare sia invece squilibrato il rapporto che alla lettera b) prevede solo due rappresentanti delle imprese industriali.
Qui dobbiamo fare anche uno sforzo culturale, e confermo trenta volte che nessuno di noi vuole iscriversi al partito dell’impresa che dovrebbe fantasmagoricamente fronteggiare il partito dei lavoratori dipendenti, non è così, dico però che risalta uno squilibrio obiettivo di rappresentanza. Questo soprattutto se si assume con precisione il compito, che poi sarà devoluto al Crel stesso, di intervenire sulle questioni inerenti proprio alle vicende economico-sociali.
Quindi espungere di fatto i rappresentanti degli industriali da una giusta caratura di presenze all’interno del Crel credo sia un atto sostanzialmente sbagliato.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Nella nostra formulazione è prevista una rappresentanza paritaria del mondo del lavoro, ci sono otto rappresentanti dei lavoratori dipendenti, così come ci sono due rappresentanti delle imprese industriali, due delle imprese agricole, due dei servizi, due delle imprese artigiane – e sono otto –, poi ci sono due rappresentanti del mondo della cooperazione ecc.. In Italia tutti gli organismi simili hanno questa equiparazione.
Non mi ponete la questione del peso altrimenti veramente vi dico che non siete voi, ma che è la Confindustria che vi suggerisce questo con quella lettera che tutti abbiamo avuto.
Dobbiamo tornare a questo tipo di rappresentanza per censo?! Consigliere Castelli, lei è un uomo moderno, io non torno per censo a prima della rivoluzione francese, non torno al peso di Confindustria, del fatturato, del contributo al Pil, no!
Otto lavoratori dipendenti garantiscono il pluralismo sindacale e anche il pluralismo dei lavoratori dipendenti, in quanto sono dipendenti delle imprese agricole, delle imprese artigiane e del mondo della cooperazione. Penso che qui sia ponderato bene.
Peraltro in sede di audizione la questione non è stata posta se non da parte degli artigiani. Sottolineo inoltre che il mondo dell’impresa nella nostra regione è un gran parte formato da piccola impresa – lo diciamo ogni volta – quindi che adesso devo rappresentare di più Confindustria perché contribuisce di più con il suo fatturato non mi sembra equilibrato.
In sede di audizione neanche Confindustria ha mai posto questo problema, è stata ascoltata sia dal Presidente che da noi, quindi questo rigurgito improvviso a me francamente sembra esagerato.
Pertanto i numeri previsti nella composizione sono senz’altro equilibrati e dentro i quali è possibile garantire pluralismo sindacale, pluralismo imprenditoriale e pluralismo di appartenenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho ascoltato con un po’ di nostalgia l’intervento della Consigliera Mollaroli. Ha detto che il centro-destra si fa portatore delle istanze di Confindustria. Questo, Consigliera Mollaroli, è giustissimo in tutt’Italia, ma un po’ meno nella Regione Marche, dove sappiamo - parlando all’Esecutivo regionale - che la rappresentanza di Confindustria è pregnante. Certamente la collega Mollaroli ha fatto un intervento lineare e coerente, facevo solo presente che all’interno del panorama europeo e non solo italiano, il caso delle Marche a proposito di Confindustria è tutto particolare e specifico – passatemi questa battuta –.
Ora vorrei esprimere solo un rammarico. In Commissione abbiamo fatto sicuramente un buon lavoro, ci siamo confrontati approfonditamente anche con le categorie. E’ vero che le categorie dell’impresa grande e piccola hanno chiesto un riequilibrio rispetto ai rappresentanti dei lavoratori dipendenti, quindi forse avevamo bisogno di un supplemento di consultazione tra noi, perché poi ognuno di noi ha fatto emendamenti – condivisi o non condivisi – che riguardano università, consumatori, rappresentanti di porti e aeroporti. Certo, su questo abbiamo opinioni diverse.
Adesso sottolineiamo un limite, cioè che quando facciamo a botta secca la votazione su questo, forse togliamo qualcosa al dibattito e all’approfondimento. Ecco perché chiedo, come ha fatto il Consigliere Capponi, se la maggioranza ritiene blindati alcuni articoli oppure no. A me sembrava di aver capito, Presidente Mollaroli, che c’era la disponibilità di vedere su alcuni articoli una convergenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Che il Consiglio regionale si divida su un problema di tale portata è banale visto che è già una composizione mastodontica.
Secondo me bisogna che in questa fase la politica riemerga, bisogna avere coraggio, non dobbiamo essere tossicodipendenti dei sindacati, degli industriali o della piccola impresa. La politica la dobbiamo fare noi, questo lo dobbiamo capire, non dobbiamo sempre delegare pensando che gli altri sono migliori di noi. È ora che ce la facciamo finita!
Negli enti più importanti hanno spazio solo quelle persone che magari non fanno politica o che non mettono la propria faccia, percependo anche – non è questo il caso – fior di quattrini alla barba di tutti, alla barba anche dei cittadini, e poi fanno anche i moralisti. E’ ora che questa gente la smetta!
Quindi per principio e per quello che penso voterò contro questa composizione, e lo faccio non per il numero ma per quello che ho detto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 01 bis, identico al n. 01, del Consigliere Pistarelli. Decaduto.

Emendamento n. 1 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, alla lettera e), la parola “due” è sostituita dalla parola “quattro”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. E’ sullo stesso principio di prima. Ci sono le categorie degli industriali e degli artigiani che per il peso del Pil che rappresentano in questa regione secondo noi sono sottodimensionate a livello di rappresentanza. E’ su questo che abbiamo impostato i nostri emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Per integrare quanto detto dal collega Capponi. Sembra quasi che la questione numerica sia una questione politicamente isterica, invece credo che non si sia adeguatamente compreso un fatto che non è solo politico. Qui si parla di piccole imprese che molte volte vivono di lavoro proprio, e di grandi imprese che rappresentano non solo grandi interessi particolari ma soprattutto le posizioni di centinaia di lavoratori. Quindi è chiaro che l’andamento della piccola e della grande impresa risponda ad esigenze diverse e a trend diversi.
L’aumento che avevamo chiesto prima non era tanto per fare un dispetto e tanto più questo che ha illustrato ora il collega Capponi. E’ un emendamento che in realtà, secondo noi, ha un riscontro oggettivo.
E’ chiaro che l’aumento da due a quattro non è soltanto un gioco di numeri, è un gioco che secondo noi non va posto all’attenzione dell’Assemblea legislativa nella misura in cui viene posta una questione sostanziale, una questione seria, cioè una questione di rappresentanza.
Nelle finalità dell’articolo 1 c’è un chiaro riferimento al lavoro e all’economia e i rappresentanti dell’economia sono gli imprenditori, i rappresentati del lavoro, ovviamente i sindacati, quindi i lavoratori.
Pertanto secondo noi la composizione prevista all’articolo 2 è assolutamente squilibrata, quindi chiediamo che almeno in questo emendamento venga preso in seria considerazione l’aumento da due a quattro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questo mio intervento mi serve anche per dichiarare il voto favorevole all’articolo 2, al di là dei criteri che sono alla base della conformazione numerica.
Nella discussione generale avevamo detto che riferire le rappresentanze solo alla dimensione regionale è un fatto negativo, nel senso che rischiamo di involgere in un provincialismo di tipo regionalistico in quanto oggi i problemi sono nazionali ed internazionali.
Ora voglio far riflettere sia il Consigliere Capponi che i presentatori sul fatto che in realtà questo emendamento ha un equilibrio perché le rappresentanze delle organizzazioni datoriali sono anch’esse otto – lo voglio dire senza polemica perché mi interessa questa discussione –, ma se entrassimo nella disquisizione della grandezza di ogni rappresentanza la Cgil, Cisl o Uil, ad esempio, ne dovrebbero avere ognuna otto, sei e quattro, e questo sarebbe abnorme rispetto all’equilibrio.
Penso che questa previsione dello Statuto sia un poco discutibile - noi votammo contro in sede di Commissione Statuto a una previsione secca del Crel come organismo – perché rischia di far assumere alle rappresentanze economiche una sorta di contraltare istituzionale, ma che comunque ormai c’è. Però il Crel non esaurisce la fase della consultazione infatti sulle proposte di legge sia la Giunta che tutte le Commissioni, ad iniziare dalla prima, poi fanno audizioni con gli industriali, i sindacati e gli artigiani.
E’ per questo che invito la politica, tutti noi, centro-destra e centro-sinistra, a dare un messaggio educativo, nel senso che dobbiamo esprimere sobrietà nella organizzazione delle strutture che altrimenti rischiano di diventare sovrastrutture.
Quindi sono otto le rappresentanze dei sindacati e dovrebbero essere otto quelle dei datori di lavoro, sono queste le rappresentanze, più quelle della cooperazione, ecc…, è in questo senso che secondo me va assunta, ma io comunque avrei affrontato una discussione più sull’utilità o meno del Crel.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Al Consigliere Procaccini devo dire per parte mia mi sono limitato a chiosare solo sulla questione del numero, che sicuramente non è la più importante, ma che credo però, visto che per una serie di ragioni non abbiamo fatto una discussione introduttiva, che le questioni da lui poste siano dirimenti. Infatti non vi è dubbio che un organo di questa fatta in tempi normali di politica forte dovrebbe essere un organo che svolge funzioni istruttorie e che predispone l'Assemblea regionale ad una decisione sulla base anche di quanto indicato dal Crel.
Il vero problema oggi, nel discutere questa legge, è che il Crel in tempi di politica debole, soprattutto per quanto riguarda l'Assemblea legislativa, rischia invece di avere una funzione surrogatoria della politica. Questo è il punto.
Quando fu concepito il Crel - eravamo verso la riforma del Titolo V - probabilmente non si erano fatti i conti in maniera sufficiente con la situazione.
Quindi il vero problema è che nella Regione Marche ci troviamo a ragionare con una Istituzione che rischia di essere, è vero, una sovrastruttura, oppure di essere l'elemento sostitutivo dell'Assemblea legislativa. Il rischio vero che si profila all'orizzonte è quello di una versione ancillare dell'Assemblea legislativa rispetto alla decisione politica.
Il secondo punto, non ce lo dimentichiamo, è che effettivamente questa Regione ha avuto dei problemi in materia di negoziato sociale. Voglio ricordare che a corrente alternata sia la Confindustria che il sindacato – la triplice, come si diceva una volta – hanno interrotto addirittura le relazioni.
Quindi che vi sia un problema di relazione sociale fra la Giunta e le parti sociali è vero, tanto che a più riprese ci sono stati fenomeni di diserzione dalla concertazione obbligatoria su alcuni atti fondamentali come il bilancio e il consuntivo. Voglio ricordare che la funzione del Comitato economico sociale agli inizi della mia esperienza di Consigliere regionale aveva un senso, perché dai pareri del Ces si desumevano elementi utili alla discussione sugli strumenti di contabilità, via via ho assistito a un deperimento delle relazioni sociali. Ed è per questo che il Crel potrebbe essere un elemento importante.
Quindi anche le questioni numeriche diventano importanti da questo punto di vista e una discussione doverosa ma superficiale non ci consente di cogliere questo punto. Ovvero, no a un Crel che si sostituisca all'Assemblea legislativa – questa è la mia posizione – sì a un Crel che sopperisca al deficit di relazione che secondo me connota la Giunta regionale.
Credo dunque che necessariamente dovremmo articolare, con qualche correzione, la proposta, perché la politica non deve soccombere rispetto ai rischi di questa istituzione.
Questo è secondo me è il punto, non so neanche se poi sarà sufficiente confezionare una legge impostata correttamente dal punto di vista normativo, perché poi sarà la politica che ci deve mettere del suo.
Non vorrei continuare con questo tormentone, ma quando si parla di Crel è inaudito che non ci sia il Presidente della Giunta regionale. Signori miei, quando dico che la politica è fragile mi riferisco anche al fatto – e vi assicuro che non c'è nulla di biecamente partitico in tutto questo – che stiamo attrezzando una Istituzione che è sbagliato affrontare e disciplinare in assenza del Presidente della Giunta regionale. E' vero che il Crel è una diramazione dell'Assemblea legislativa, ma voglio ricordare che in occasione dell'ultimo bilancio, o forse di due bilanci fa, la Cgil, Cisl e Uil ce lo posero proprio in termini ultimativi, addirittura era tra le richieste, evidentemente dietro il Crel c'è un problema più ampio che è politico.
Mi dispiace – ancora una volta lo devo dire – che il primo a testimoniare della funzione ancillare e bagatellare dell'Assemblea legislativa è il massimo esponente dell'Esecutivo.
Quindi possiamo fare tutti gli organismi che vogliamo, ma a latitare è la politica, è la rappresentanza. Ha ragione il Consigliere Brini che ha detto che si rifiuta anche di partecipare. Però in realtà il problema è un altro, cioè che siamo noi rappresentanti politici che dobbiamo richiamare noi stessi alle funzioni e ai doveri che dobbiamo esercitare.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 del Consigliere Massi:
Al comma 1, alla lettera g) sostituire “un rappresentante dei consumatori” con “quattro rappresentanti delle associazioni dei consumatori”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Sulla presenza dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori c'è stato un ulteriore dibattito nelle audizioni e anche in Commissione.
Se pensiamo al nostro sistema produttivo dei vari settori (primario, secondario, terziario) della pubblica amministrazione, sappiamo che il destinatario finale è il consumatore. Pensiamo sempre alla qualità, alla ricerca, all'innovazione, quindi credo che la rappresentanza dei consumatori debba essere ampliata.
Tante associazioni sindacali e non si sono caratterizzate nella costruzione dei servizi ai consumatori e nel monitoraggio dei prodotti, quindi mi pare un non senso limitare ad uno solo la rappresentanza dei consumatori.
Questa è la ratio di questo emendamento, ce lo hanno chiesto diverse associazioni.
Ci vantiamo sempre della nostra qualità, dall'enogastronomica, all'alimentare, alle calzature, alla moda e a tutti gli altri settori, pertanto mi pare che non sia vergognoso ampliare questa rappresentanza.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 del Consigliere Altomeni:
Aggiungere una lettera: “l) n. 1 rappresentante del terzo settore e dell'economia solidale”.
Ha la parola il Consigliere Altomeni.

(discussioni in Aula sull'esito della votazione precedente)

PRESIDENTE. Scusate Consiglieri, siamo in sede di illustrazione di un emendamento. Prego, Consigliere Altomeni, lo illustri.

Michele ALTOMENI. L'emendamento è molto semplice, si tratta di aggiungere un rappresentante di queste due categorie che sono... Presidente, rinuncio all'illustrazione…!

(Continuano le discussioni in Aula)

PRESIDENTE. L'Assemblea legislativa è sospesa per cinque minuti e invito i Presidenti dei gruppi consiliari ad un incontro presso il mio ufficio.

La seduta è sospesa alle ore 12,00

La seduta riprende alle ore 12,40

PRESIDENTE. Comunico intanto ai Consiglieri e agli Assessori che la prossima seduta assembleare è stata fissata per il giorno 26 p.v. anziché per il 27 come inizialmente previsto.
Ora riprendiamo i lavori dall’emendamento n. 3 del Consigliere Altomeni, che ha la parola per illustrarlo.

Michele ALTOMENI. L’emendamento vuole aggiungere la rappresentanza di una componente che ormai è riconosciuta anche in altri organismi di questo tipo, quindi credo sia opportuno farlo.
E’ una componente che sta a cavallo tra mondo economico e il mondo sociale.
Con questo emendamento si riconoscono due rappresentanze, una del terzo settore e una dell’economia solidale. E visto che nella nostra regione ci sono organismi rappresentativi di entrambe le categorie, credo sia giusto inserirli in questa legge come portatori di un’idea diversa e particolare dell’economia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Volevo chiedere al Consigliere Altomeni se intende un solo rappresentante e non uno del terzo settore e uno dell’economia solidale.

Michele ALTOMENI. Sì, uno.

Guido CASTELLI. Volevo fare una sintetica riflessione. Se ho ben capito – non conosco molto il mondo dell’economia solidale – l’economia solidale afferisce a un modello culturale non dissimile dal no profit, anzi, se è economia solidale evidentemente è un’economia che non si finalizza al profitto. Quindi credo che sia tautologico prevedere la dizione dell’economia solidale.
Personalmente non sono contrario che ci sia un rappresentante del terzo settore, e non per un atteggiamento semplicemente rispettoso del mondo del volontariato, ma perché il terzo settore, tutto, è un pilastro della stratificazione sociale e non solo della regione Marche.
Fare il riferimento all’economia solidale in sé, e parlo a titolo personale, credo sia sintomatico di un mero riferimento nominalistico.
Quindi non so se è possibile votare questo emendamento per parti separate, perché sarei dell’avviso di limitare l’indicazione al rappresentante del terzo settore e basta, ritenendo il settore dell’economia solidale compreso già nel terzo settore.
Volevo sapere se il proponente e la relatrice sono di questo avviso. Ripeto, il terzo settore è una cosa estremamente seria, quindi penso sia pleonastico aggiungerlo, forse fare riferimento all’economia solidale potrebbe nascondere un atteggiamento solo più strettamente ideologico. Quindi non ho nulla in contrario ma è tutto terzo settore.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Vorrei chiedere al Consigliere Altomeni di subemendare in questo senso. Sono per mantenere la linea del rigore sul numero ventuno sul quale spero potremo tornare presto, anche se dopo il voto sull’emendamento precedente per correggerlo sarà necessario predisporre un nuovo testo di legge.
Su questo, anche alla luce delle considerazioni che ha fatto il Consigliere Castelli, inserirei un rappresentante del terzo settore tra il punto f). Quindi il mondo della cooperazione e del terzo settore, così non cambiamo il numero e manteniamo un pluralismo all’interno delle due rappresentanze del punto f).
Pertanto per coerenza con le indicazioni che sono state date fino ad ora, invito a subemendarlo. Se vogliamo chiamarlo solo terzo settore o economia solidale sentirei meglio il proponente, però la richiesta che faccio al proponente stesso, è di subemendarlo e di inserire nel punto f) “due rappresentanti della cooperazione e del terzo settore”. Se il Consigliere Altomeni è d’accordo mi sembra più coerente rispetto all’impostazione che fino ad ora abbiamo dato alla legge stessa.

PRESIDENTE. Sulla base della discussione il Consigliere Altomeni ha presentato all’emendamento n. 3 un subemendamento n. 03:
Al comma 1 modificare la lettera f con:
“f) n. 1 rappresentante delle imprese cooperative;
f bis ) n. 1 rappresentante del terzo settore e dell’economia solidale”.
Inoltre il Consigliere Castelli ha presentato al subemendamento n. 03 un subemendamento n. 003:
Sopprimere le parole “dell’economia solidale”.
Ha chiesto la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Introduciamo il rappresentante del terzo settore individuandolo fra i due che erano riservati al mondo della cooperazione, e la mia proposta è quella di limitarsi al riferimento terzo settore, cioè senza la dicitura economia solidale che mi sembra ricompresa già nel concetto di terzo settore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Sono per non accogliere la proposta del collega Castelli perché siamo di fonte, nel caso dell’economia solidale, ad un movimento abbastanza recente. Ha radici storiche molto profonde, ma che solo di recente si identifica con la denominazione di economia solidale. Ha trovato una sua rappresentanza all’interno di un’associazione che è nata alcuni anni fa - sta anche collaborando con la Regione per alcuni progetti - i cui componenti però non si ritrovano ancora nell’organismo ufficiale del terzo settore. Anche se, premetto fin da oggi in quanto li ho consultati, che loro non hanno mai chiesto un rappresentante a testa e si sono dichiarati assolutamente disponibili ad individuare, proprio perché hanno delle aree di confine, un rappresentante comune.
Se questo però diventa solo il rappresentante del terzo settore tagliamo fuori tutto il mondo della finanza etica, del commercio equo, del turismo responsabile, di forme di autoproduzione, ecc., che per vari motivi non rientrano nel terzo settore. Infatti per sua natura il terzo settore rappresenta soprattutto associazioni e cooperative che si occupano specificatamente di sociale inteso come servizi sociali e non di sociale intesto come sostenibilità ambientale, ecc..
Pertanto io sarei per tenerlo visto che tra di loro c’è un accordo ad individuare un rappresentante comune. In questo modo non ci chiudiamo una possibilità in più.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Subemendamento n. 003. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 03. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3. Decaduto.

Subemendamento n. 04 dei Consiglieri Capponi, Massi. Ritirato.

Emendamento n. 4 del Consigliere Massi:
Al comma 1 dopo la lettera i) aggiungere le seguenti: “l) un rappresentante della società che gestisce l'aeroporto regionale; m) un rappresentante dell'Autorità portuale; n) un rappresentante delle Università delle Marche - facoltà ad indirizzo economico”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Su questo emendamento aspettavo una indicazione della maggioranza. Mi sembra di aver capito dalla relatrice di maggioranza che c’erano problemi per l’accoglimento a causa della presenza dei rappresentanti delle infrastrutture. Dentro questa Aula facciamo grandi discussioni su porti e aeroporti pertanto non mi pare che sia da non contemplare la loro rappresentanza all’interno del Crel, visto che tanti investimenti e tante strategie economiche sono delle infrastrutture.
Sono ovviamente d’accordo anche per le rappresentanze delle università, io ne avevo proposto una, ma con l’emendamento n. 7 se ne propongono due.
Quindi ritiro il mio emendamento così discutiamo con i successivi emendamenti dell’inserimento dei rappresentanti dell’aeroporto, dei porti e delle università.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4. Ritirato.

Emendamento n. 5 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, dopo la lettera i) è aggiunta un'ulteriore lettera con il seguente contenuto: “un rappresentante della Società che gestisce l'aeroporto regionale;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, dopo la lettera i) è aggiunta un'ulteriore lettera con il seguente contenuto: “un rappresentante dell'Autorità portuale;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, dopo la lettera i) è aggiunta un'ulteriore lettera con il seguente contenuto: “due rappresentanti delle Università delle Marche, Facoltà ad indirizzo economico-turistico-formazione;”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Abbiamo ritenuto che l'incontro tra le università delle Marche e il mondo del lavoro dovesse avvenire anche a questo livello. Abbiamo autorevoli esponenti e facoltà che si interessano di economia, pensiamo debbano essere presenti all'interno di questo contesto per recepire e dare qualche suggerimento e chiarimento. Molte volte infatti la interconnessione dei bisogni con le strategie delle imprese e delle università non combaciano. Dunque pensiamo che possa essere un completamento.
Tra l'altro su questo faccio anche un appello alla maggioranza, perché se rifiutate qualsiasi dialogo e qualsiasi impostazione che su quanto chiede la minoranza, da questo momento in questa Assemblea legislativa inizierà un'altra stagione che sarà diversa da quella che abbiamo avuto fino ad oggi, sarà più responsabile a valutare tutte quelle prerogative che state negando alle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In effetti la questione posta dal Consigliere Capponi, al di là dei toni così ultimativi e spigolosi, non è peregrina. In un primo momento anch’io credevo che la presenza delle università fosse necessaria e anche doverosa. Tuttavia con una riflessione che ho fatto insieme anche ad altri Consiglieri per dare un’interpretazione seria di quello che deve essere il Crel, ora ritengo che sarebbe sbagliato inserire le università. Questo perché la stessa università e il mondo dei saperi rischierebbero di essere il terminale della necessità del mondo produttivo, quando invece devono avere un ruolo umanistico e generalista. Quindi piegarle alla contingenza sarebbe un rischio.
E’ per questo che vi prego di riflettere e non come se fosse una negazione ad una questione seria posta.
Le università delle Marche, ripeto, dovrebbero avere un altro ruolo e non stare all'interno di un organismo che fa parte della trattativa politico-istituzionale-economica, se le mettiamo qui rischiamo di indebolirle in quanto le mettiamo in un circuito di competizione tra colossi dell'informazione. E questo sarebbe sbagliato.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, dopo la lettera i) è aggiunta un'ulteriore lettera con il seguente contenuto: “tre esperti in materia economica nominati dall’Assemblea legislativa, la cui elezione avviene con un unico voto di preferenza per ciascun Consigliere;”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. C'è la necessità di collegare maggiormente le attività del Crel anche alla operatività dell'Aula assembleare regionale, riservandoci, appunto, come Assemblea legislativa di nominare tre esperti di questi settori da immettere anche a completamento dell'organizzazione che ci siamo dati. La ritengo un'esigenza più che altro di rapporto e di conoscenza delle attività, sapendo che molte volte l'Assemblea legislativa non può partecipare a questi lavori. Quindi avere un referente all'interno di questa struttura potrebbe determinarne una maggior funzionalità e una maggior relazione.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2, così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 8 bis del Consigliere Pistarelli:
Al comma 4 dopo le parole “cariche direttive.” aggiungere le parole “, o loro delegati.”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. E' fondamentale come correzione all'articolato che stiamo verificando che è ampiamente insufficiente.
La presenza esclusiva delle cariche direttive dei rappresentanti che andranno a comporre il Consiglio dell'economia e del lavoro – lo hanno detto con note autorevoli anche le stesse categorie – impedisce che su argomenti specifici possano essere delegati coloro che dentro la stessa associazione di categoria, sindacale o quant'altro sono esperti di quella materia oggetto del parere del Crel.
Quindi con l’aggiunta delle parole “o loro delegati” si dà la possibilità alle associazioni stesse di mandare fisicamente coloro che in realtà poi sono quelli che fanno l'istruttoria su un certo argomento, legge o regolamento oggetto del parere del Crel.
E' un'elasticità che a me sembra essere non solo opportuna ma anche logica. Anche perché di fatto la utilizziamo in tutti gli aspetti della vita istituzionale della nostra Regione dove ci sono i delegati che possono andare a rappresentare altrettanto autorevolmente una associazione, una categoria e quant'altro.
Allora visto che lo applichiamo in tutti gli aspetti non vedo perché il Crel debba avere una rigidità nel vedere solo il dirigente dell'associazione. Nel lavoro concreto mi sembra una cosa penalizzante.
Quindi insisto affinché questa modifica venga valutata in maniera veramente attenta.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Voglio riferire al Consigliere Pistarelli, che non fa parte della nostra Commissione quindi non ha seguito tutti i passaggi, che nel testo originario si indicava il termine “vertice” che ovviamente per le organizzazione era più restrittivo; per vertice infatti si può intendere segretario, presidente, segreteria. Quindi abbiamo cambiato con “direttive” consentendo così di ampliare la possibilità della rappresentanza. Pertanto siamo già andati incontro a questa esigenza.
Noi volevamo impedire il meccanismo della delega per il rischio che perdesse di autorevolezza, io ho questa preoccupazione. Quello che qualcuno ci ha scritto e che oggi il Consigliere Pistarelli ha rappresentato è magari anche una versione nobile, ma in realtà con lo strumento della delega poi si potrebbe accedere in maniera un po' troppo diffusa con il rischio che l'organismo stesso, ripeto, potrebbe perdere di autorevolezza.
Comunque questo argomento non è blindato, per cui se la maggioranza ritiene di accoglierlo, però, ripeto, siamo comunque arrivati a “direttivo” dopo tutto un grande ragionamento.
Quindi prego tutti voi di valutarlo. Poi la competenza la si può portare, per esempio se Confindustria oppure i consumatori oltre ai rappresentanti previsti vorranno portare anche un loro esperto non credo che nessuno gli chiuda le porte. Comunque valutiamo con attenzione proprio perché dietro c’è preoccupazione del rischio che si deleghi a chiunque.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Quando abbiamo fatto le audizioni in Commissione effettivamente eravamo rimasti un po' tutti perplessi circa la richiesta di consentire la delega che ci hanno rivolto alcune categorie.
Pur comprendo la ratio di quello che dice il Consigliere Pistarelli, noi abbiamo replicato in questo modo, cioè abbiamo chiesto la presenza della rappresentanza dei massimi livelli per impedire deleghe a personale di seconda o terza fascia. Ripeto, eravamo rimasti perplessi proprio perché erano state le stesse categorie a chiederci ciò che è il contenuto di questo emendamento, Consigliere Pistarelli, però la nostra convinzione è rimasta quella di sollecitare le categorie a partecipare con la massima rappresentanza. Perché se vogliamo che tale organismo ogni volta non si svuoti completamente ognuno poi deve prendersi la responsabilità di far partecipare il vertice.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 del Consigliere Altomeni:
Al comma 4 dopo le parole “dall’Associazione bancaria italiana e dall’Unione camere di commercio delle Marche tra coloro che rivestono cariche direttive.” Inserire le seguenti: “Il rappresentante del terzo settore e dell’economia solidale è designato congiuntamente dall’associazione Forum permanente del terzo settore e dall’associazione Rete di economia etica e solidale delle Marche”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 10 del Consigliere Pistarelli:
Al comma 1 modificare la prima frase con la seguente: “Il Crel svolge le funzioni di cui all’articolo 13 commi 6, 7, 8 della legge regionale 5 settembre 1992, n. 46 (Norme sulle procedure della programmazione regionale e locale) e le seguenti funzioni:”
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10 bis del Consigliere Pistarelli:
Al comma 1, lettera b) dopo le parole “esprime pareri” aggiungere la parola: “obbligatori”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non è un emendamento pleonastico. Con il meccanismo dei venti giorni se il Crel non si riunisce e non esprime il parere si va avanti comunque, scrivere invece “obbligatorio” significa che non si può licenziare un atto se non si ha allegato negli atti istruttori anche il parere del Crel. Pertanto penso sia importante perché o riteniamo che i pareri del Crel siano un corredo essenziale, importante e di rango statutario oppure pensiamo che se ci sono va bene, se non ci sono non fa nulla. Così però svuotiamo quella stessa autorevolezza invocata anche sul discorso delle deleghe o non deleghe.
Quindi il parere deve essere obbligatorio perché se un atto arriva in Aula in assenza di tale parere è un atto mancante di un elemento considerato essenziale dell'atto stesso.
E’ questo ciò che significa inserire il termine “obbligatorio” nelle funzioni dell'articolo 4.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Consigliere Pistarelli, per noi anche se diamo dei tempi il parere si intende obbligatorio. Se lo vogliamo aggiungere non è un problema, ma la tempistica deve essere comunque rispettata. Ovviamente potrà esserci anche una discrezionalità nell'accertare i tempi, ma l'obbligatorietà deve essere espressa dentro dei termini. Comunque, ripeto, non ho problemi, se si vuole votare a favore di questo emendamento sono d'accordo, però ribadisco che anche nella ratio della legge si intendeva assolutamente parere obbligatorio.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 11 del Consigliere Massi:
Al comma 1, alla lettera c), al quinto rigo aggiungere: “ed anche in merito alle proposte di interventi di programmazione e di finanziamento da rivolgere allo Stato e all'Unione europea”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Gli emendamenti n. 11 del Consigliere Massi e n. 12 del Consigliere Capponi ed altri vogliono aggiungere una funzione del Crel anche sulle questioni che riguardano le politiche comunitarie. A me pare formulato meglio – il Consigliere Massi spero non si offenda – quello del Consigliere Capponi.
Quindi chiedo al Consigliere Massi di ritirare il suo per votare poi quello del Consigliere Capponi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Va bene.

PRESIDENTE. Emendamento n. 11. Ritirato.

Emendamento n. 12 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1, alla lettera c) è aggiunta in coda la seguente frase: “Fra questi pareri sono ricompresi anche quelli riguardanti gli atti di programmazione, di piano e di programma operativo regionale concernenti l'attuazione delle politiche comunitarie”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 13 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
Al comma 1 è aggiunta la seguente lettera d): “esprime parere sulla contrattazione integrativa decentrata rispetto ai contratti collettivi nazionali di lavoro relativi al personale della Regione Marche”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questa è una materia che abbiamo sottratto troppo spesso alla visibilità pubblica, soprattutto quella che riguarda la contrattazione della pubblica amministrazione.
I contratti o almeno le loro linee generali possono far parte di un parere di questa commissione. Questo perché ritengo che sia strategica la trasparenza che oggi deve esserci nelle operazioni che fa il pubblico rispetto a tutto il sistema dell'economia delle Marche. Non possiamo sganciare gli obiettivi della pubblica amministrazione da quelli delle imprese, cioè sul bisogno di semplificazione o di responsabilità, come pure di una corretta gestione della contrattualistica pubblica che oggi in questa Regione è in mano soltanto a pochi eletti e soprattutto riservata esclusivamente all'Assessorato competente.
Sui livelli di trasparenza della contrattazione che oggi non c’è vi insisteremo in seguito anche nelle proposte di legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 13. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 4, così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 14 del Consigliere Massi:
Al comma 3 al quarto rigo dopo la parola “contrari” aggiungere “tuttavia le proposte di legge del Crel debbono ottenere la maggioranza assoluta dei componenti assegnati”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non penso di creare grossi problemi. Abbiamo dato l'iniziativa di legge al Crel, quindi credo che dobbiamo ancorare questa possibilità ad un meccanismo che preveda la maggioranza assoluta dei componenti assegnati. Parliamo di iniziativa di legge, cari colleghi, quindi questa è una correzione doverosa al testo principale.

PRESIDENTE. Emendamento n. 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 14 bis del Consigliere Pistarelli:
Dopo il comma 3 inserire il seguente comma: “I pareri espressi dal Crel senza l’unanimità dei consensi, sono trasmessi con l’indicazione delle posizioni diverse emerse in seno alla discussione.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 14 ter del Consigliere Pistarelli:
Al comma 5 dopo le parole “del Crel.” aggiungere la seguente frase: “, che verranno definite con apposito regolamento da emanarsi entro novanta giorni dalla data di pubblicazione del presente atto nel Bur.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 15 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Brini, Cesaroni, Tiberi:
E’ aggiunto il seguente comma: “L’Assemblea legislativa regionale e la Giunta regionale, ciascuno per gli atti di rispettiva competenza, dovranno indicare le motivazioni per le quali l'atto viene comunque approvato laddove si discosti dal parere espresso dal Crel”.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Capisco la maggioranza che all'interno della Commissione che ha licenziato l'atto avrà avuto le proprie ragioni per non prendere in considerazione questa proposta che viene ripresentata dal gruppo di Forza Italia, ma in ogni caso a me sembra un emendamento molto sensato. Tra l’altro sulla disponibilità o meno della maggioranza di accogliere questo emendamento riusciamo ad intravedere che cosa la maggioranza stessa si aspetta dal Crel.
Oggi stiamo consumando un rito che ci viene imposto dalla legge nazionale diretto a prevedere comunque questo organismo e anche se in maniera più o meno stanca lo istituiamo…

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri, non interferite, fate concludere.

Guido CASTELLI. Se è stato ritenuto ammissibile l'emendamento devo ritenere che una previsione del genere non sia inserita nell'articolato. Quindi dico, se abbiamo del Crel un'idea alta allora è giusto che rispetto alle modalità con cui i componenti del Crel esercitano le loro funzioni ci dobbiamo porre il problema di argomentare sul fatto che abbiamo ritenuto di disattendere le indicazioni del Crel stesso.
L'emendamento infatti è finalizzato a consentire un rapporto proficuo fra ente politico e organo Crel, in maniera tale che le eventuali disarmonie e divergenze possano arricchire ed alimentare un rapporto alto tra Crel e istituzione politica, se poi ci sono dei motivi che altrove nell'articolato consentono di raggiungere lo stesso obiettivo, chiaramente nulla quaestio. Però si tratta di evitare che le argomentazioni espresse dal Crel, che ha una composizione ricca e composita e così altamente rappresentativa delle forze sociali e del lavoro delle Marche, possano essere disattese nel rispetto delle argomentazioni e della dignità di quell'istituto. E’ questo che intendo dire, non credo quindi che si interrompa in maniera radicale il modello che la maggioranza ha voluto definire.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. In attesa che il regolamento dell'Assemblea legislativa disciplini meglio questa questione qui si dice che il parere del Crel, qualunque esso sia ma in particolare nel caso in cui non venga accolto, il relatore deve riferire in Aula. L'articolo 9, comma 2, lettera c) così recita: “…omissis…Il parere del Crel è allegato al testo approvato dalla commissione assembleare. II relatore designato dalla commissione illustra all’Assemblea legislativa le decisioni della stessa in ordine al parere del Crel e le motivazioni di un eventuale non accoglimento”. Quindi è già previsto nella norma transitoria e successivamente il regolamento dell'Assemblea legislativa lo potrà fare anche meglio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In un’ottica di Consigli contrapposti, quello che ha detto il Consigliere Castelli ha fondamento. Nella fase istruttoria e conclusiva della votazione, in un'ottica di “pari dignità” negli atti si dovrebbe dar conto delle motivazioni per cui si approva o si respinge e se si respinge si devono indicare le considerazioni dell'altro organismo. Però in questa ottica – voglio far riflettere anche il Consigliere Castelli che comunque dà sempre un contributo anche di merito – secondo me diamo un rango di ente locale al Crel. Ad esempio questa modalità non la adottiamo per il Cal, che comunque è rappresentato da amministratori locali.
Dunque penso che questa cosa andrebbe evitata perché se è vero, come diceva il Consigliere Castelli, e che io condivido, che per certi versi la politica appare debole, non è che poi possiamo risolvere la malattia con una cura che uccide il malato, ma dobbiamo cercare di recuperare una “sovranità” democratica e virtuosa dell'Assemblea legislativa senza nessuna volontà dirigista.
All'interno della pubblicazione dell'atto della Giunta o dell'Assemblea legislativa, al di là delle competenze, nel Bur non si devono mettere ad esempio le motivazioni per le quali non si è accolto il parere del Crel o del Cal, ma questa dialettica farà parte di un senso comune della politica e dell'istituzione mentre si rapporta con il mondo dell'economia.
Quindi, secondo me, mettere questa camicia di forza è sbagliato.
Ritengo che questa previsione sia pericolosa per l'Assemblea legislativa - uso volutamente questo termine – in quanto indebolisce di più.

PRESIDENTE. Emendamento n. 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 6. così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 16 del Consigliere Massi:
Dopo il comma 2 aggiungere il seguente: “Dieci Consiglieri regionali possono chiedere al Crel di riunirsi per discutere su uno specifico argomento concernente le politiche economico-finanziarie e del lavoro della Regione per la formulazione del relativo parere.”.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. È una prerogativa in più per i Consiglieri regionali. C'è un numero, i Consiglieri regionali possono aggregarsi anche al di fuori dei gruppi e chiedere al Crel un parere specifico. Credo sia un supporto legittimo alla nostra attività. Se costituiamo un organismo di questo genere mi pare che non sia uno scandalo che si possa adire il Crel per darci un parere qualificato, soprattutto serve anche per la nostra attività.

PRESIDENTE. Emendamento n. 16. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 17 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Cesaroni:
E' aggiunto il seguente comma 2 bis: “Un quinto dei Consiglieri regionali possono chiedere al Crel di riunirsi per discutere su uno specifico argomento concernente le politiche economico-finanziarie e del lavoro della Regine per la formulazione del relativo parere”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 18 del Consigliere Pistarelli:
Il comma 3 è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 19 del Consigliere Pistarelli. Decaduto

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo ora alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. A noi dispiace che l'andamento della discussione e delle votazioni sia stato contraddistinto da una sostanziale chiusura del contributo che voleva essere dato in Aula dai banchi dell'opposizione. Ci dispiace perché stiamo parlando di un argomento di valenza statutaria sul quale a nostro avviso ci doveva essere il massimo degli sforzi per giungere a delle sintesi condivise. Questo non è stato, è venuto fuori un pasticcio che sarà soprattutto pregiudizievole della funzionalità dell'organismo.
Non voglio ora entrare nei particolari di quella che è stata la composizione, le procedure, la possibilità dell'istituto della delega – una cosa scontata in tutti gli altri enti, organismi e istituzioni – la mancata apertura alle considerazioni sulla obbligatorietà sancita da un meccanismo chiaro di ricaduta anche sugli atti che devono avere il parere obbligatorio del Crel. Tutte queste questioni purtroppo depongono a sfavore di questa proposta di legge.
Annuncio che per senso dell’istituzione stessa non esprimeremo un voto contrario, ma non parteciperemo al voto.
In sé il Crel abbiamo più volte detto che è un tassello importante del nuovo Statuto della Regione che ormai ha qualche anno di vita. Perciò sul Crel c’è la nostra massima condivisione della scelta che è stata fatta nello Statuto. Purtroppo però i meccanismi concreti di applicazione di questo istituto dentro la vita istituzionale regionale depongono a sfavore della funzionalità, della rappresentanza vera e della autorevolezza che si vorrebbe dare ai lavori consultivi del Crel.
Pertanto tutto questo non ci permette di condividerne la scelta nel merito della costituzione dell'organismo. E non dell'organismo in sé perché, ripeto, è un organismo che vediamo con amplissimo favore proprio sotto un profilo di rapporti che lo stesso deve avere con il mondo economico e con il mondo del lavoro.
Non vorremmo essere ancora una volta – purtroppo lo siamo stati molto spesso – cassandre nel prevedere che questa cosa così come è articolata non funzionerà.
E’ per questo che riteniamo che non possa esserci una partecipazione al voto da parte dei gruppi dell'opposizione, quindi dichiariamo che al momento del voto abbandoneremo l'Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Per confermare quanto annunciato dal capogruppo di Alleanza Nazionale, cioè della nostra non partecipazione al voto. La motivazione è la stessa, è quella scaturita dalle contraddizioni che sono emerse in quest'Aula, tra l'altro su uno strumento che non ha una rilevanza politica di primo ordine, ma che vuole essere solo una dimostrazione della forza della maggioranza che viene esibita soltanto quando non serve.
E’ l'opposto di quello che dovrebbe essere la politica. E’ su queste norme generali che dovreste trovare la massima condivisione, mentre sulle cose particolari, dove ci sono diversità di vedute, potrete anche esprimere la vostra forza e anche esercitarla. Quindi non c’è un atteggiamento responsabile da parte della maggioranza.
Noi abbiamo motivato perché volevamo amalgamare di più questo organismo. Un organismo che secondo noi è importante, non neghiamo che sia strategico. E’ importante soprattutto perché in questi ultimi anni il rapporto con le categorie e il mondo del lavoro è stato intrattenuto in un modo espropriativo da parte della Giunta e non coinvolgente tutta la comunità marchigiana.
Quindi questo strumento è positivo perché rimette in gioco tutti quanti, aumenta la partecipazione, non blocca e non dovrebbe neanche bloccare l'attività dell'Assemblea legislativa e della Giunta regionale, però di fronte a questa dimostrazione di forza non motivata – quello che stiamo facendo è un discorso quasi pleonastico – ci vediamo costretti ad abbandonare l'Aula.
Diciamo anche che le uniche modificazioni che sono state accolte erano probabilmente quelle che magari non lo dovevano essere o dovevano essere compenetrate anche da una valutazione diversa.
Quindi per il fatto che esce una composizione del Crel estremamente sproporzionata rispetto ai pesi e all'importanza che volevamo dare, cioè quello del mondo del lavoro, del mondo produttivo come pure della relazione tra la società della formazione e la comunità della produzione marchigiana – cosa che ci è stato impedito di fare per una motivazione incomprensibile – non partecipiamo alla votazione dell’atto.
Siccome credo che la maggioranza dovrà rimettere mano a questa composizione, che a mio avviso non risponde ai quei bisogni che vogliamo far svolgere a questo comitato, ci rendiamo comunque disponibili a partecipare e a proporre qualcosa nella prossima legge di modifica che presenterete.
In ogni caso avete perso tempo e anche quell'opportunità di dialogare e di creare qualcosa che poteva andar bene a tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Come relatore di minoranza anch’io esprimo un rammarico e se mi consentite anche una sorpresa. Condivido quello che ha detto il Consigliere Capponi all'inizio del suo intervento. Infatti questi dovrebbero essere quei provvedimenti sui quali le separazioni nette ideologiche, se ci sono, tra i due schieramenti dovrebbero essere tranquillamente superate e passate in secondo piano. Invece ho visto che la maggioranza ha voluto marcare una divisione che poteva essere benissimo evitata.
Posso esprimere la soddisfazione che è stato accolto il mio emendamento sull'aumento della rappresentanza delle associazioni dei consumatori, però sono anche realista nel sottolineare che è scaturito da un momento di confusione interna alla maggioranza e quindi non ad una convinzione.
Quindi, cari colleghi, penso che si potevano trovare punti di convergenza tranquilli, invece avete bocciato un emendamento che voleva portare a due i rappresentanti delle facoltà ad indirizzo economico. Qui ci riempiamo sempre la bocca con l'innovazione, la ricerca, le funzioni e l'università, poi su un punto di questo genere viene bocciato un emendamento. Non capisco qual è la discussione politica interna che avete fatto. Posso capire quello che riguardava i consumatori, che comunque aveva una sua ratio perché anche qui parliamo di eccellenze, qualità dei nostri prodotti e dei nostri servizi, ma bocciare così sic et simpliciter tra maggioranza e minoranza mi pare sia qualcosa di deludente, si poteva sicuramente superare.
Avete bocciato l'emendamento sul meccanismo della richiesta obbligatoria della maggioranza assoluta degli assegnati per presentare un'iniziativa di legge. Questo era il minimo, nel senso che un'iniziativa di legge non la può avere qualunque numero, magari anche di sole cinque persone. Quindi sono abbastanza perplesso.
Alla Presidente Mollaroli - con la quale in Commissione abbiamo fatto un buon lavoro come con tutti gli altri colleghi - mi sento di chiederle, come a tutta la maggioranza, che tipo di riflessione è stata fatta.
Avremo sbagliato come Commissione? Non credo, Consigliere Luchetti. Allora adesso voglio dire una cosa che mi piace sottolineare spesso, cioè che il clima del corridoio e delle Commissioni qua dentro cambia soltanto per una divisione politica, e questo di fronte ai cittadini non è una bella cosa. Veniamo qua dentro dopo aver parlato tra di noi, sì, anche nel corridoio; io dico sempre che “san corridoio” ha salvato spesso la democrazia in Italia, infatti quelle manovre di corridoio tanto vituperate spesso portano i rappresentanti dei diversi schieramenti a parlarsi, a convergere e condividere tante cose, ma poi in Aula scatta la divisione politica e non si capisce su cosa.
Quindi anche qui non riesco a capire che tipo di strategia sia stata attuata. Il rammarico è solo questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Mi ricollego per quanto riguarda il voto a quanto detto dal mio capogruppo, quindi non parteciperò alla votazione.
Non posso non rimarcare che mai come in questo caso vi è stata una fattiva collaborazione della minoranza alla realizzazione del Crel.
La proposta di legge n. 127, che vedete allegata alla proposta n. 133, da sola fa capire quanto abbiamo lavorato e che per primi – infatti la nostra proposta di legge è stata presentata prima - ci siamo posti il problema di realizzare questa struttura .
Quello che vedo oggi è la realizzazione di qualcosa che è a mezz'aria, non realizza quelle che dovrebbero essere le prerogative di una struttura così importante ed efficiente come vorrebbe l'articolo 40 dello Statuto e che è anche necessaria sia per il lavoro dell'Assemblea legislativa che della Giunta.
Questa struttura di per sé quanto a figure rappresentative e a esperti doveva essere ampliata al massimo per consentire quel servizio di consulenza proprio del Crel e per consentire quel tavolo permanente di concertazione che, come si è detto, è mancato nelle trattative dei vari problemi economici e finanziari della Regione.
Su questo ancora una volta abbiamo perso un'occasione, dico abbiamo ma da parte della minoranza si è fatto anche troppo.
Si è partiti, non si sa per quale ragione, da una proposta di legge molto, molto diversa, la n. 133, senza esaminare minimamente la n. 127. In Commissione le due proposte potevano essere fatte anche insieme, cioè sovrapporre le due norme e far uscire un testo unitario. Non si è voluto fare questo e a suon di emendamenti siamo arrivati ad avvicinarci a qualcosa che assomiglia alla proposta di legge n. 127, ma che da essa è ancora molto distante perché non è stata inserita l'università, non è stato inserito il mondo del volontariato e rimane anche forte il dubbio della copertura finanziaria.
Il rinvio ad un regolamento interno come si prevede all'articolo 8 farà sì che questa normativa non andrà in vigore in quanto probabilmente passerà un altro anno prima che il regolamento venga messo a punto, pertanto arriveremo alla fine della legislatura con un Crel non ancora in funzione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Col voto di questo atto completiamo la costruzione di due organismi di consultazione molto utili, il Cal e il Crel, in modo particolare quest'ultimo che riguarda il mondo dell'economia e del lavoro.
Ci arriviamo con un percorso che sarebbe sbagliato considerarlo esaurito sia in Commissione che in quest'Aula.
Diverso tempo fa sul Crel come sul Cal facemmo iniziative pubbliche di approfondimento – allora Presidente era Minardi – dove si riuscì in qualche modo a promuovere al di là delle sedi istituzionali questa proposta di Crel e di Cal.
Credo che comunque proprio attraverso l’impegno della Commissione sia stato fatto un lavoro molto equilibrato, e con una battuta un po' ironica dico che l'unico elemento di squilibrio è proprio quell'emendamento che è passato per sbaglio, perché aggiunge quattro rappresentanti dei consumatori che mettono in difficoltà la struttura stessa dell'organismo.
Questi sono organismi di consultazione quindi, al di là di chi pensa che un emendamento possa migliorare – qualche volta lo può anche fare – un testo di legge sia che provenga dalla maggioranza che dall'opposizione, mi pare esagerato lo stupore di alcuni Consiglieri che hanno detto che questo organismo è stato indebolito proprio perché non è stato accolto un emendamento.
C'è stata una discussione, la Commissione ne ha motivato il giudizio, su alcuni addirittura c’è stato un favore di accoglimento.
Quindi credo che l'obiettivo che oggi la Regione coglie introducendo di fatto nel proprio Statuto questo organismo sia un obiettivo molto importante che dà alle categorie la possibilità di formulare proposte di legge e di dare pareri sugli atti della Giunta relativi ai settori che riguardano l'economia e il lavoro.
Dunque mi sembra che abbiamo fatto un buon lavoro e non si può dire il contrario appellandosi al buonsenso della maggioranza. Un buon senso che secondo me c'è stato pienamente, c’è stato in modo particolare in Commissione, tant'è che in quella sede anche l’opposizione ha fatto un buon lavoro e ha dato, se non ricordo male, un giudizio di astensione e non di contrarietà.
Cercare di migliorare in Aula è sempre una cosa importante e utile, ma mi pare che questo organismo abbia già un suo equilibrio, sono convinto che funzionerà, è per questo che il nostro gruppo esprimerà un voto favorevole.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Proposta di legge n. 133. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,45