Resoconto seduta n.106 del 17/06/2008
Seduta n. 106 del 17 giugno 2008


La seduta inizia alle ore alle ore 14,40


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Proposta di legge regionale n. 224
della Giunta regionale
“Adesione della regione ad enti, fondazioni, associazioni, comitati ed altri organismi”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 224 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Questa proposta di legge era già stata illustrata e discussa nella precedente seduta del 10 giungo, dopodiché il Consigliere Procaccini ne aveva richiesto il rinvio ad oggi, tra l’altro ha anche presentato un emendamento che non so se vuole illustrare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. L'avevo già illustrato, Presidente, comunque ringrazio la relatrice Mammoli per questo atto di cortesia che ha voluto usare all'Assemblea legislativa e anche al sottoscritto.
L'emendamento è semplice, dice di aggiungere tra i requisiti anche le attività di valenza nazionale.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1 del Consigliere Procaccini:
Al comma 1, dopo le parole “con le finalità regionali” aggiungere “e nazionali”.
Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Prima non ho espresso nessun parere rispetto a questo emendamento perché mi sembrava logico che prima lo illustrasse il proponente, comunque anche la volta precedente il Consigliere Procaccini aveva detto da cosa scaturiva l'esigenza di tale modifica.
Al di là del concetto specifico che è sicuramente condivisibile, infatti partecipare ad enti e fondazioni che hanno una valenza sovraregionale potrebbe essere un arricchimento, e questo emendamento penso voleva ricalcare la legge precedente, però è anche stato presentato con una dicitura tale che secondo me sarebbe opportuno non approvarlo, anzi, se venisse ritirato sarebbe anche meglio.
Questo perché mentre nella legge precedente si parlava di organismi aventi rilievo regionale, nazionale e internazionale, nella legge che stiamo approvando ora l'articolo è stato un po' modificato, per cui non viene riproposta la stessa dizione, ma si dice che svolgono per Statuto attività di notevole interesse connesse con le finalità regionali e in coerenza con gli indirizzi della programmazione regionale.
Nell'emendamento si chiede di modificare “con le finalità regionali o nazionali”, però a noi sembra più opportuno lasciare regionali come finalità in quanto potrebbe esserci un ente che ha delle finalità di carattere nazionale e che magari non fa parte delle finalità della regione Marche.
Quindi formulato in questa maniera crediamo possa far confusione. Ripeto, al di là del concetto che l’emendamento potrebbe essere anche condivisibile, il testo comunque risulterebbe più chiaro senza il suo inserimento e pertanto dovrebbe essere ritirato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questa mia proposta rispetto al vecchio testo è anch’essa una mediazione, perché qui si passa da una visione addirittura di tipo internazionale ad una esclusivamente regionale. Quindi ripristinare almeno di valenza nazionale mi sembrava una cosa di buonsenso.
Non so se di questo come maggioranza della Commissione ne avete già discusso, ma penso che lasciare di valenza regionale e nazionale sia una cosa seria. Altrimenti passiamo da una legge che prevedeva l'adesione ad associazioni od organismi con valenza regionale e addirittura internazionale ad una involuzione di tipo provincialistico regionale.
Quindi non ritiro l’emendamento perché mi sembra sia una cosa di buonsenso.
Raccolgo invece la proposta della stessa relatrice Mammoli per il fatto che lo possiamo subemendare come meglio si coniuga con il testo. Veda lei, Consigliera Mammoli.

PRESIDENTE. Quindi l'emendamento è da ritenere ritirato o no?

Cesare PROCACCINI. Verrà subemendato.

PRESIDENTE. Allora sospendiamo per cinque minuti la votazione di questo emendamento, e di conseguenza della proposta di legge, per dare il tempo di preparare il subemendamento. Nel frattempo procediamo al successivo punto dell’ordine del giorno.


Proposta di legge regionale n. 238
della Giunta regionale
“Modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 15 “Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi”
(Inizio discussione e rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 238 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questa proposta di legge che la Commissione ha esaminato e accolto all'unanimità interviene su tariffe e contributi delle tariffe per i conferimenti in discarica.
Se qualcuno ha avuto l'opportunità di verificare la legge vigente si sarà accorto quanto fosse necessaria ed opportuna questa modifica. Intanto perché la legge esprime le tariffe addirittura in lire e poi, come la Commissione ha avuto occasione di verificare, eravamo al punto che la condizione tariffaria dei conferimenti nelle discariche di questa regione era a livello tariffario la più bassa e in alcuni casi favoriva anche l'arrivo di particolari rifiuti in questa regione. Quindi c'era anche una problematica di salvaguardia della qualità e della disponibilità delle nostre discariche.
La parte più innovativa di questa proposta di legge riguarda la possibilità e tutti gli interventi che sono premiali nei confronti dei consorzi e degli Ato che raggiungono le previste quantità di raccolta differenziata. Quindi da una parte si interviene a qualificare l'attività dei nostri impianti di discarica, che grazie fortunatamente ad un'attività sempre attenta e qualificata fanno delle Marche un territorio dove la gestione dei rifiuti può essere considerata per tanti aspetti ottimale dall'altra si individua anche attraverso l'uso della tariffa quei comportamenti virtuosi che con grande impegno vogliamo realizzare. Perché come noto e come tante cronache nazionali ci raccontano il rischio dell'emergenza e la gestione dei rifiuti può diventare uno dei problemi ambientali dei nostri anni.
Le caratteristiche di questa legge stanno in questi pochi articoli che hanno esattamente questo percorso, cioè l'adeguamento tariffario e all'interno di questo la rimodulazione che favorisce consorzi e atteggiamenti virtuosi da parte dei Comuni e di chi opera in questo ambito.
Mi pare che pur essendo di pochi articoli questa legge possa essere un contributo importante complessivamente al contesto dentro cui sta, cioè legge n. 15 che disciplina in tanta parte l'attività di gestione dei rifiuti nel territorio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei preliminarmente fare due rapidissime considerazioni sul senso di questa proposta di legge. Noi andiamo a rivedere il sistema dei tributi per il deposito in discarica dei rifiuti, un sistema consolidato dalla legge n. 15 del 1997. Nel senso che si vuole premiare quella che è l’indispensabile attività di recupero, di riduzione del rifiuto, del riciclo e quant'altro è attività virtuosa e, ripeto, indispensabile. Ciò viene fatto attraverso meccanismi di premialità anche per quanto riguarda coloro che raggiungono determinati livelli di differenziazione, di recupero, ecc..
Pertanto nell'impianto la Commissione ha valutato in maniera positiva l'adeguamento del nostro sistema tariffario, perché è un sistema che si compensa e che non ha ricadute negative sul cittadino.
E' vero che si aumentano sotto un certo profilo certi i tributi, ma solo per quelle ipotesi di non raggiungimento dei livelli di differenziazione di recupero o di raccolta sotto forma di servizio moderno e adeguato alle esigenze attuali, però è altresì vero che questa cosa viene compensata da ampi sconti per coloro che raggiungono quel tipo di obiettivi, che peraltro sono stabiliti dalla legge quindi non inventiamo nulla.
Pertanto sull'impianto siamo d'accordo.
Il problema, ed ecco perché ho voluto ridurre il mio intervento di minoranza ad una sinteticissima adesione all'impianto generale, è sulla specifica individuazione di tutte le fattispecie che realmente sono già patrimonio acquisito o di consorzi o comunque di “produzioni” del sistema del rifiuto. E senza questa specificazione andremo a calare una maglia teorica su un ambito che non è proprio, cioè andremmo a fare interventi che non raggiungerebbero l'obiettivo, quello di premiare le gestioni virtuose e “penalizzare” o “punire” le gestioni che invece non raggiungono quei livelli di ottimizzazione del ciclo dei rifiuti.
Allora faccio subito una proposta al relatore di maggioranza e a tutta l'Aula. Sotto questo profilo sono stati formalizzati, a firma del Consigliere Capponi ed altri, ma che io li faccio propri come interventi puntuali, alcuni emendamenti che sono di natura assolutamente tecnica e scevra da ogni tipo di considerazione diversa. Cioè anche questi emendamenti condividono l'impianto complessivo generale dell'intervento perché è dovuto ed è rafforzativo di un certo sistema. Un sistema che tra l'altro vede le Marche applicare delle tariffe abbastanza basse nella loro media. Pertanto se non vi sono dei meccanismi di controllo anche attraverso questo tipo di comparazione delle virtuosità rispetto alle penalizzazioni, le Marche potrebbero diventare possibile terra di “aggressione” di altri territori che potrebbero vedere appetibile portare rifiuti per destinarli ai nostri impianti.
Quindi questi emendamenti sono anche in linea con tale impostazione.
Premesso questo, cioè che si condivide l'impianto, dovremmo lavorare nel merito, colleghi, magari attraverso una congiunta riunione della II Commissione, che è quella titolare della materia tributi, e della IV Commissione perché si tratta anche di interventi sulle fasi specifiche di lavorazione e sulla tipologia delle lavorazioni che vengono effettuate sul rifiuto.
Quindi direi di rinviare questa proposta di legge ad una seduta apposita di Commissioni congiunte, II e IV, che potrebbe essere fatta nel giro di pochissimo tempo, per verificare la fattibilità tecnica di questi meccanismi di modificazione migliorativi affinché ci si cali nella realtà delle Marche, nella realtà della nostra attuale situazione e non rimanga solo nel teorico e nell'enunciazione di principio.
Chiedo, se siamo d'accordo, un rinvio alla prossima settimana, così nel frattempo le Commissioni II e IV si vedono quei quattro, cinque emendamenti che quest'Aula oggi penso non sia nelle condizioni di verificare sotto un profilo tecnico.
Quindi formalmente chiedo il rinvio alla prossima seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Nell’ambito delle attività che stanno tra questa seduta e la prima seduta di luglio, cioè prima delle ferie estive, se si tratta di un approfondimento in Commissione, considerato che alcuni emendamenti richiederebbero oltretutto la riconvocazione della II Commissione, mi pare un ulteriore, eventuale ed opportuno elemento di contributo e di riflessione. Quindi se sta dentro un quadro di questo tipo il rinvio in Commissione è un elemento di arricchimento. Considerato che tale proposta ci è stata presentata, come è e come è giusto che sia, per le questioni che ha detto anche il Vicepresidente Pistarelli cioè che ci troviamo in un deficit della protezione tariffaria del sistema Marche che prima lo facciamo e meglio è. Ma se tutto questo comportasse un allungamento sine die della questione saremmo contrari.
Quindi si può fare sì un rinvio, ma definendo sin d'ora la data della convocazione delle Commissioni.

PRESIDENTE. Faccio presente all'Assemblea legislativa che nella prossima seduta è volontà unanime dei Presidenti dei gruppi consiliari discutere esclusivamente della legge sulle Comunità montane, quindi questa proposta di legge eventualmente slitterebbe.
Pertanto pongo in votazione la proposta di rinvio della proposta di legge n. 238 alla prima seduta del mese di luglio.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 224
della Giunta regionale
“Adesione della regione ad enti, fondazioni, associazioni, comitati ed altri organismi”
(Votazione)

PRESIDENTE. Riprendiamo la votazione della proposta di legge n. 224.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Dopo un ulteriore confronto con la relatrice Mammoli ritiro l'emendamento n. 1 ritenendo più opportuno, se l'Assemblea legislativa è d'accordo, sostituirlo con un breve ordine del giorno che così recita:
“L'Assemblea legislativa delle Marche,
preso atto che la proposta di legge n. 22/08 modifica la precedente normativa in materia di partecipazione della Regione ad associazioni, fondazioni o enti di vario genere.
Impegna la Giunta regionale alla adesione ad organismi che prevedano tra le proprie attività anche quelle nazionali e internazionali”.
Questo è nello spirito dell'articolo 1.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Ritirato.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo ora alle dichiarazione di voto. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La dichiarazione di voto è per motivare la nostra astensione.
Prima di tutto si modifica un principio, cioè quello che l'Assemblea legislativa votava attraverso le leggi, addirittura, l'adesione ad associazioni e comitati, invece in questo caso si demanda alla Giunta.
Quindi questo principio in generale a noi non piace, comunque se può essere colta almeno la filosofia del riequilibrio di questo potere, che viene affidato direttamente alla Giunta, con il fatto che vi sono degli obblighi dei soggetti a cui abbiamo aderito di portare delle relazioni entro ogni anno - e che pertanto possono essere conosciute dall'intera Assemblea legislativa – e che vi sono degli obblighi presso la Giunta regionale di istituire un elenco - cosa che invece oggi non era e doveva essere letto nelle pieghe del bilancio -, dunque se consideriamo questo allora il potere che viene demandato alla Giunta da parte di questa Assemblea legislativa viene riequilibrato da questo tipo di doveri. E fin qui va bene.
Solo che abbiamo delegato un potere agli Esecutivi, cosa che a noi in genere non piace come impostazione, perché quest'Aula è essa stessa rappresentativa della Istituzione regionale tutta, lo è soprattutto quando assume l'onore e l'onere di essere parte di un'associazione, di un comitato o di un ente esterno.
E’ per questo che il nostro voto non può essere favorevole. Consideriamo il riequilibrio fatto da tutti quei doveri e allora stiamo valutando, come l’abbiamo valutata nell'articolato, l'astensione. Perché dico che stiamo ancora valutando? Perché ci si deve ancora spiegare la realtà attuale di cui non abbiamo parlato.
Oggi, colleghi, sappiamo a che cosa abbiamo aderito e quali sono state le risultanze di questa adesione? Sappiamo quali sono stati i nostri apporti, ma anche quei benefici che nelle adesioni di solito si prospettano per fare in modo che la Regione dia la sua partecipazione ad enti, comitati e associazioni? Chiedo questo perché ci sono, insieme a cose di pregevole interesse e valenza, anche altre cose che non riesco a capire. Per esempio, aderiamo a tante associazioni e queste sono di varia natura: si parte dalla rassegna di musica sacra Virgo Lauretana per arrivare a quella di musica contemporanea, quindi il sacro insieme al contemporaneo; si parla della fondazione “Le città del teatro” con sede in Ancona però si parla anche del cinema con la fondazione “Pesaro nuovo cinema onlus”.
Quindi dico, un punto della situazione, se adesso demandiamo alla Giunta il compito di predisporre gli elenchi, può essere fatto alla luce delle nuove finalità? Infatti la presente legge disciplina l'adesione a organismi senza fini di lucro che svolgono per statuto attività di notevole interesse connesse alle finalità regionali. Allora “Pesaro nuovo cinema onlus” che attività di interesse regionale propone? Nuovi autori regionali, una cinematografia territoriale, cioè dov’è l'aggancio?
Quindi ci sono dei punti interrogativi, allora, magari con l'impegno di ritornare a discuterne, metterei a disposizione di tutti entro breve quella relazione prevista dall'articolo 3 sulle finalità raggiunte e sugli scopi che sono stati realizzati o sono da realizzarsi per le associazioni. Cioè in questi ultimi sei mesi la Giunta che faccia una relazione e già per il 31 gennaio ci dica quali sono state le produzioni e le attività svolte in seno a queste associazioni.
Questo mi pare un controllo serio proprio perché già spendiamo come adesione 440 mila euro annui. Si va dai 100.000,00 euro e più per il Cinsedo, la quota massima che abbiamo in bilancio, fino ai poveri 516,00 euro per l'Istituto di Macerata “Matteo Ricci” – che poi dovrebbe essere “Padre Matteo Ricci”, forse c'è una dicitura sbagliata – per le relazioni con l'Oriente.
Quindi per “Padre Matteo Ricci” mi sembra sia un po' poco, anche perché, ripeto, aderiamo al “Pesaro nuovo cinema onlus” con 15.500,00 euro; e non mi pare che “Pesaro nuovo cinema” sia meno di “Padre Matteo Ricci” di cui tra l'altro saranno celebrate fra due anni le gesta, le attività e la sua opera che è di grandissimo rilievo.
Con questo ho spiegato il nostro atteggiamento e la nostra posizione rispetto a questa proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Le considerazioni del Consigliere Pistarelli, secondo me non sono peregrine, perché al di là di chi sarà la competenza, cioè se della Giunta o dell’Assemblea legislativa, si impone una verifica rispetto a queste adesioni. Nel senso che per quello che oggi è siamo in una situazione di adesione ad associazioni e enti che non hanno più ragione di essere. Quindi non è la competenza in sé che crea problemi ma è la finalità, cioè se questa legge aderisce o no ai criteri per la quale viene istituita o era istituita.
Per quanto riguarda il controllo dell'Assemblea legislativa mi pare che l'articolo 2 chiarisca, infatti è la commissione assembleare che deve dare il proprio parere rispetto alla proposta della Giunta regionale, quindi non ne vedo una sua espropriazione.
Bisogna, invece, e l'ordine del giorno va in questo senso, dare maggiore rigore all'adesione della Regione ad organismi che abbiano un rilievo, che abbiano una progettualità alta e non di piccolo cabotaggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Voglio esprimere una sostanziale contrarietà a questa proposta di legge, che è avanzata come un atto semplice, quasi dovuto e semplificativo. Invece essa racchiude in sé un grosso pericolo per l'Assemblea legislativa, quello cioè di essere ulteriormente espropriata delle proprie funzioni. Infatti questa è un'altra legge delega alla Giunta delle funzioni specifiche dell'Assemblea legislativa.
Tra l'altro la dicitura delle possibilità per la Giunta regionale di aderire a enti, associazioni e altri organismi, il fatto cioè che uno svolge attività di interesse connesse con le finalità regionali, mi sembra molto vasta. Pertanto si potrebbe generare una ressa di domande di partecipazione proprio perché in molti casi la partecipazione della Regione indirettamente significa finanziamento dell'attività delle stesse associazioni o enti. Questo dunque potrebbe generare una richiesta inverosimile di tutte le associazioni; non penso che le onlus che lavorano in questa regione abbiano finalità contrarie agli interessi della Regione, penso che abbiano tutte natura generalista e obiettivi sensibili per questa Regione, e magari poi tutte hanno la possibilità e i requisiti per potervi accedere.
Il problema è che noi stabiliamo una discrezionalità che potrebbe diventare del tutto ristretta o personalistica quale quella della Giunta.
Ritengo che molte associazioni non abbiano presentato una domanda di adesione della Regione perché, ritenendo l'Assemblea legislativa deputata all'approvazione di questa adesione, probabilmente hanno sentito il peso che quell'attività avrebbe potuto avere un respiro localistico o un respiro non generalistico o altro. Se però questo screening diventa possibile a livello personalistico e comunque alle volontà ristretto alla Giunta e poi all'Assessorato competente, penso che ci saranno difficoltà di gestione di questa normativa.
Pertanto voteremo contro questa legge perché va contro tutte quelle nostre indicazioni, che peraltro aveva dato anche lo stesso Presidente Spacca, riferite alla massima trasparenza della partecipazione dell'Assemblea legislativa specialmente nell'iniziativa di carattere generalista come la legge dichiara di perseguire.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. La discussione che oggi si è aperta è anche un po’ la dimostrazione di quanto succede quando si illustra una legge regionale in una seduta e poi la si vota in un’altra. Infatti sono state fatte delle osservazioni, alcune anche condivisibili, che però possono derivare anche dal fatto che le spiegazioni date al momento della illustrazione sono magari un po’ passate di mente.
L’altra volta avevo detto che questa in proposta di legge d'amblée c’è sicuramente una competenza che passa dall'Assemblea legislativa alla Giunta, ma io penso anche – questa è una mia posizione politica ma che è pure condivisa dalla Commissione visto che lì è stata approvata – che la competenza dell'Assemblea legislativa non debba essere tanto quella di dover intervenire nei piccoli elementi, quanto quella di intervenire, quando è possibile, nella grande programmazione. Nelle piccole scelte, che saranno sicuramente più rapide se fatte all'interno della Giunta, l'Assemblea legislativa deve invece intervenire con l'altro potere che ha e cioè con quello del controllo.
Come diceva giustamente il Consigliere Pistarelli, questa delega data alla Giunta nei confronti di competenze che aveva l'Assemblea legislativa in un certo senso è stata tamponata dalla Commissione. Infatti all'Assemblea legislativa è stata lasciata la competenza non solo dell’espressone di parere rispetto alle proposte di adesione presentate, ma è stato messo anche un elemento in più con il quale addirittura si chiede che ogni anno venga depositato presso la Presidenza dell'Assemblea legislativa l'elenco dei soggetti a cui la Giunta decide di partecipare, inoltre, anche quanto annualmente la stessa Giunta dà a questi soggetti; questa cosa in precedenza qualche Consigliere la poteva richiedere sicuramente in forma personale, ma comunque non era portata a conoscenza di tutta l'Assemblea legislativa.
Quindi da un lato è vero che abbiamo delegato alla Giunta, ma dall'altro è anche vero che abbiamo messo altre forme di controllo.
Inoltre questa proposta nasce anche dal fatto che si è voluto accorpare una legge e un regolamento, atti che seguivano competenze parallele e che non si connettevano l'uno con l'altro. Pertanto una legge unica consente di semplificare la procedura e di connettere insieme le due leggi, quella della partecipazione della Regione ad enti, fondazioni, ecc. e quella del regolamento dell'iscrizione dei soggetti esterni.
Tra l'altro nella proposta della Giunta si diceva che la Giunta stessa avrebbe dovuto fare entro tre anni la verifica dei soggetti a cui aderisce. La proposta che ha fatto il Consigliere Pistarelli è sicuramente interessante, lui dice che entro sei mesi si dovrebbero conoscere i risultati di questa verifica, e per rispondergli dico che la sua richiesta è molto vicina a quella che ha previsto la Commissione, infatti è stato richiesto che non sia entro tre anni, ma entro centottanta giorni.
Abbiamo anche dato più competenza alla Commissione e all'organo politico piuttosto che all'organismo tecnico rispetto alla scelta nel caso di sostituzioni o di annullamento di partecipazione da parte della Regione.
Quindi la legge è vero che propone di togliere parte del potere all'Assemblea legislativa per darlo alla Giunta, però in alcuni articoli si riportano in maniera congrua le competenze che gli spettano.
Vorrei anche dire che qui sembra che l'Assemblea legislativa non faccia clientelismo – usando un termine plateale - e che invece lo faccia la Giunta. Credo che non ci sia differenza, infatti penso che alcune delle appartenenze della Regione ad alcuni enti non so quanto scaturiscano da esigenze della Giunta o quanto da esigenze territoriali di alcuni Consiglieri. Quindi su questo le cose non cambieranno molto, credo però che la serietà politica debba stare comunque sia dalla parte dell'Esecutivo che parte dell'organismo politico quale è l'Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione della legge.
Proposta di legge n. 224. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge regionale n. 240
della Giunta regionale
“Valutazione degli interventi di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 240 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. La Regione Marche ha attivato ormai da diverso tempo alcuni interventi finalizzati alla promozione della ricerca industriale e dell'innovazione. In questi anni sono stati degli strumenti che hanno incentivato le piccole, medie e grandi imprese ad investire e lavorare sul fronte dell’innovazione, della ricerca e della sperimentazione tecnologica.
La proposta di legge che arriva dalla Giunta sostanzialmente pone un problema rispetto al percorso dei sistemi di valutazione per la selezione dei progetti presentati sui quali viene chiesto il finanziamento.
Peraltro già in questi primi mesi dell'anno alcuni bandi sono stati pubblicati e quindi c'è la necessità di adottare il sistema migliore per la valutazione di questi progetti. E’ da qui che scaturisce in sintesi estrema la proposta della Giunta di predisporre un avviso pubblico per costituire un elenco di persone che hanno esperienza in questi settori di riferimento. In sostanza, ci sarà un bando con il quale si determina l'importo per la prestazione di questa attività e l'inserimento in questo albo, da cui verranno attinte le personalità, naturalmente a seconda delle specializzazioni rispetto ai progetti che verranno presentati, per la selezione dei progetti migliori.
Questa in sostanza è la proposta della Giunta su cui la Commissione ha comunque fatto una piccola modifica. Cioè, laddove si diceva che la Giunta regionale determina i criteri e le modalità in base ai quali verranno selezionati gli esperti da includere in questo elenco, è stato leggermente modificato dicendo che la Giunta, previo parere della Commissione competente, stabilirà i criteri e le modalità in base ai quali verranno selezionati gli esperti da includere in questo elenco.
Debbo aggiungere, per completezza di informazione, soltanto il fatto che la legge contiene una norma transitoria, perché fino a quando non sarà emesso il bando, quindi fino a quando non verranno selezionati coloro che andranno a comporre questo elenco, non si potranno valutare i progetti già presentati in questi primi mesi dell'anno. Quindi la norma transitoria prevede che questi esperti, sino a quando non si costituirà questo elenco, verranno individuati dall'albo del Ministero dell'università e della ricerca, nonché dall'elenco dei valutatori dell'Unione europea per il settimo programma quadro per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico.
Per completezza di informazione va detto che c'è stata qualche perplessità da parte di alcuni componenti della Commissione sul fatto che si sia adottato lo strumento normativo della legge anziché altri strumenti normativi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Questa è una norma dovuta per la struttura e la valutazione degli elaborati che arrivano in Regione sia nel caso dei bandi sia in altri casi. Quindi era doveroso provvedere con un testo.
E’ una proposta che ha trovato anche il consenso dell'opposizione che fa soltanto una piccola critica sul fatto che si poteva evitare di fare un elenco nostro visto che già gli esperti potevano essere attinti, come di fatto è previsto nell'articolo 2, dall'albo del Ministero dell'università e della ricerca. Era dunque una norma che poteva rimanere a carattere generale, ma se vogliamo continuare a fare un po' di burocrazia possiamo anche fare un nostro elenco!

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendo atto di una valutazione sostanzialmente positiva fatta dalla Commissione, seppur in questa proposta di legge rilevo un altro tentativo di politicizzare il più possibile il corpo tecnico di gestione delle materie dello sviluppo tecnologico e del sistema degli incarichi.
Secondo me non c'era neanche bisogno di una legge in quanto bastava solo un buonsenso propeso verso una gestione di trasparenza degli incarichi.
Questa legge non porta trasparenza nella gestione degli incarichi in quanto, per quello stesso modello ormai consolidato in questa Regione – avviene così anche per la sanità -, in pratica si fanno degli albi e poi qualcuno sceglierà quello più adatto al modello politico di aderenza.
Ciò va contro a quel modello che tutti stiamo rincorrendo, cioè quello della meritocrazia, dell’imparzialità e della correttezza dell'azione amministrativa.
Quindi, secondo me, questo è un altro passo per consolidare un modello che è già stato dichiarato superato. E’ superato a livello nazionale, è superato a livello europeo. Voi invece state perseguendo ancora questo potere politico attraverso il potere della gestione della macchina burocratica e amministrativa. Ma come abbiamo visto questo modello non funziona e quindi rischierà di ingoiare insieme a voi la vostra impostazione. E noi ci auguriamo anche che questo avvenga.
Quindi su questa norma do un giudizio sospensivo in quanto vorrò vedere come sarà applicata. Anche perché su questa materia stiamo attendendo una legislazione nazionale che sia molto più trasparente di quella che intende dotarsi questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. In Commissione in realtà la discussione è stata articolata, lo ha ricordato poc’anzi il relatore di minoranza Santori. Personalmente avevo espresso quei dubbi che si sono poi palesati con un voto contrario.
Il primo dubbio è che le finalità di questi organismi di valutazione sono così ampie che teoricamente permetterebbero di essere utilizzate sempre.
Secondo, sono organismi di valutazione o sono consulenze? Cioè sono quelle persone che dovrebbero avere una specializzazione tale da poter valutare proposte, progetti, misure, domande che i soggetti beneficiari formulano agli uffici regionali? Allora se sono consulenti dovrebbero tutti rientrare in un meccanismo di trasparenza e pertanto un elenco ci vorrebbe come per tutti coloro che assumono incarichi di consulenza esterna.
Questo dubbio non è fugato neanche dal fatto che si è detto che questa era una necessità. Perché soprattutto nell'innovazione tecnologica vi sono delle particolarità tecniche che devono essere affrontate solo attraverso specifiche competenze.
I meccanismi consulenziali ci sono già, cioè quelli di adeguamento degli staff interni all'Assemblea legislativa se non riescono ad assolvere a tutte le loro funzioni.
Quindi questa proposta per certi aspetti è tardiva e per altri invece è limitante. Tardiva perché ci vorrebbe sempre un elenco e un meccanismo di trasparenza nella scelta di consulenti esterni, limitante perché entra negli aspetti dell’innovazione e del trasferimento tecnologico delle imprese e dello sviluppo, quando invece questi aspetti dovrebbero essere tutti ricompresi nella scelta di valutatori e di consulenti in grado di essere di supporto vero, reale ed effettivo.
Pertanto su questa proposta di legge esprimiamo sin d'ora un giudizio non positivo.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 240. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 92
della Giunta regionale
“Piano degli interventi per il diritto allo studio universitario nella Regione Marche per l’anno accademico 2008/2009. Legge regionale 2 settembre 1996, n. 38, articolo 4”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 92 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. L'urgenza dell'approvazione di questo piano è dovuta per il fatto che entro il 30 giugno gli Ersu devono poter essere in grado di predisporre i bandi per le borse di studio.
Ringrazio anche l'opposizione e in particolare la Consigliera Romagnoli la quale facendo parte della Commissione si è resa consapevole e responsabile del fatto che oggi questo piano, appunto, dovesse essere approvato dall’Assemblea legislativa.
Ogni anno il piano per il diritto allo studio deve essere riproposto e varia di poco in quanto in gran parte è di carattere tecnico e amministrativo relativo al dpcm nazionale. Quindi le scelte di carattere specificatamente politiche che possono fare la Giunta o l’Assemblea legislativa sono abbastanza scarse.
Il piano si compone di ventuno articoli che in gran parte, come ho già detto, sono di carattere tecnico. Comprendono le finalità del piano, i servizi e gli interventi non destinati a tutti gli studenti, come ad esempio le borse di studio, i prestiti d'onore e fiduciari, i servizi abitativi, i contributi per la mobilità internazionale.
Un altro articolo riguarda gli interventi dovuti alla generalità degli studenti, fra questi troviamo la ristorazione, l'informazione e l'avviamento al lavoro, i servizi editoriali, i servizi culturali, ricreativi, di trasporto sanitario, ecc., tutti servizi che gli Ersu devolvono verso gli studenti qualunque sia la loro condizione economica o la loro condizione di merito o di profitto.
Inoltre c'è l'elenco dei corsi di studio per i quali vengono concessi benefici e tra questi ci sono i corsi di laurea normali, i corsi di laurea specialistica e i corsi di dottorato.
Ci sono, altresì, le procedure e i criteri per valutare le condizioni economiche e del merito degli studenti, la consistenza degli interventi regionali, gli interventi a favore degli studenti stranieri, gli interventi a favore degli studenti diversamente abili, gli interventi per gli iscritti all'istituzione per l'alta formazione artistica, i prestiti fiduciari, infine, i fondi regionali e i criteri di riparto dei quattro Ersu regionali.
All'interno di questi ventuno articoli sulle materie e sulle competenze di cui abbiamo trattato poca è la parte di discrezionalità della Regione in quanto, ripeto, molte sono normative di carattere tecnico e burocratico che derivano da decreti nazionali.
I soggetti che interagiscono dal punto di vista economico e legislativo in questo piano sono lo Stato, la Regione e le Università.
Anche quest'anno dobbiamo riconfermare una carenza da parte dello Stato in quanto dobbiamo continuare a riferirci al dpcm del 2001 che, invece, si sarebbe dovuto revisionare ogni tre anni come la legge prevede, ma in realtà dal 2001 è sempre lo stesso e finché non ci saranno modifiche è a quello dobbiamo far riferimento.
Per quanto riguarda la situazione economica dello studente per l'accesso alle borse di studio qui la Regione applica una prima scelta di carattere politico. Prima la forbice entro la quale ci si poteva muovere era da un minimo di 13.900,00 euro fino a 18.550,00 euro, ora è stato scelto il minimo di 17.800,00 euro perché prima era troppo basso rispetto alla situazione economica che sta vivendo l'Italia. Insomma, ci sembrava poco opportuno, anche se anche alzarla troppo poteva anche essere utile dal punto di vista delle situazioni economiche, ma poteva diventare dannosa dal punto di vista della concessione delle borse di studio. Questo perché alzando il limite massimo c'è sì la possibilità che più studenti possano risultare idonei e quindi partecipare alle borse di studio, ma poi non si avrebbe il contributo finanziario necessario per rispondere a tutte le eventuali esigenze degli idonei. E’ per questo che è stato deciso di lasciarlo a 17.800,00 euro.
Per la situazione patrimoniale, invece, potendo scegliere tra una forbice che va dai 24.300,00 euro a 31.300,00 euro, abbiamo proposto il limite di 28.000,00 come lo scorso anno.
Si è deciso anche di non aggiornare l'importo delle borse di studio rispetto all'indice Istat. Anche questa è una scelta di carattere politico sempre per lo stesso motivo di cui ho già detto. Cioè se aumentiamo il valore delle borse di studio a minore gettito sicuramente daremo meno borse di studio, per cui si è preferito tenere il valore della borsa di studio più bassa, visto che ci sono altri servizi legati alle borse di studio, per cercare così di poterne dare il più possibile.
Quest’anno si prevede un numero, anche se per una quota minima, minore degli iscritti nelle quattro università marchigiane.
I trasferimenti da parte dello Stato, invece, saranno purtroppo come l'anno scorso non sufficienti a coprire tutte le esigenze degli Ersu e in particolare quelle delle borse di studio. Sono assenti all'appello circa 2 milioni di euro di mancati trasferimenti dello Stato, quando invece la Regione continua ad erogare lo stesso finanziamento degli anni precedenti. Quindi la Regione non ha tagliato niente, mentre purtroppo lo Stato ormai da qualche anno sì.
Lo scorso anno gli idonei non beneficiari in tutte le quattro università sono stati 630, di cui 363 ad Ancona, 267 ad Urbino, mentre Macerata e Camerino sono riusciti a corrispondere tutte le borse di studio. L'anno scorso c'è stata una grossa discussione su questo, perché qualche Ersu aveva fatto palesare alla Commissione il fatto che chissà come queste due università riuscivano a dare a tutti le borse di studio mentre le altre no, come se venissero utilizzati dei meccanismi poco congrui. Così però non è, il fatto è che gli idonei beneficiari sono rispetto al numero degli studenti più o meno della stessa percentuale delle altre università. Quindi bisognerebbe dire che le università di Ancona e di Urbino, cioè quelle che non riescono ad erogare tutte le borse di studio agli idonei, probabilmente hanno una quantità di studenti o più bravi – ma questo mi sembra strano – oppure in condizioni economiche più disagiate, questo forse anche per una maggiore presenza di stranieri.
I beneficiari delle borse di studio sono stati 1.189 ad Ancona, 728 a Camerino, 985 a Macerata, 1.535 a Urbino, quindi rispetto al numero degli studenti più o meno la percentuale non subisce grosse variazioni.
All'interno della Conferenza regionale del diritto allo studio la maggioranza ha dato parere favorevole a questo piano, e pur avendo fatto la proposta di aumentare l'iscrizione delle tasse universitarie poi chiedeva anche una corrispondenza molto elevata della Regione che dovrebbe sostituirsi a quei finanziamenti che non arrivano dallo Stato. Altre proposte particolarmente esaustive o risolutive sulla copertura di tutte le borse di studio non sono emerse, anche perché se manca il denaro è difficile trovare risposte diverse.
All’interno di questo piano è stata data un’ulteriore possibilità - proposta anche dai direttori degli Ersu e discussa molto in Commissione -, che nella proposta era rivolta soltanto agli stranieri e che noi abbiamo invece allargato a tutti perché non ci sembrava corretto, anche se effettivamente la maggiore difficoltà si vive con gli studenti stranieri. Cioè, a volte lo studente non può corrispondere agli obblighi per i quali ha ricevuto la borsa di studio – ed in genere è a causa della lontananza – quindi difficilmente riesce a restituire i servizi e i finanziamenti ricevuti, allora si è lasciata la possibilità agli Ersu di valutare, qualora sia il caso, di chiedere a questi studenti o una polizza fidejussoria oppure dare anche la possibilità di erogare i finanziamenti della borsa di studio non anticipatamente ma subito dopo che i crediti relativi alla stessa siano stati esigiti.
Per quanto riguarda gli interventi per la manutenzione ordinaria degli edifici, la cifra messa a disposizione dalla Regione non è molta, 350 mila euro, per cui il piano prevede di dividerla in parti uguali tra i quattro Ersu.
Invece è molto consistente quest'anno il finanziamento dei fondi Fas, pertanto penso che potremo intervenire per opere di straordinaria manutenzione o di ristrutturazione importante. E questa sicuramente è una notizia positiva che troviamo in questo piano.
Per quanto riguarda i prestiti fiduciari rimane lo stesso problema degli anni precedenti. Questi prestiti non decollano, però sappiamo anche che le banche non fanno niente per farli decollare, anzi a volte – questa è stata una testimonianza all'interno della Commissione – si vede questa richiesta anche con un senso disinteresse, quindi da un lato non c'è interesse e dall'altro le banche non fanno in modo che tale interesse ci sia.
Il personale dell'Ersu di Urbino da solo – lo abbiamo già detto negli anni precedenti - è pari al numero degli addetti degli altri tre Ersu messi insieme. Purtroppo, però, la legge non consente lo spostamento di personale, per cui la situazione rimarrà tale fino a che non ci saranno pensionamenti o finché non si intenderà portare avanti il discorso dell'Ersu unico, che non potrà darà immediatamente una risposta, ma in prospettiva potrà far fare una valutazione più generale.
Infine vorrei dire che è stato posto in essere un gruppo di lavoro finalizzato alla definizione di una reportistica periodica che consenta di conoscere i costi veri degli Ersu nei vari servizi, perché negli Ersu a servizi uguali poi ci sono costi diversi. Quindi è opportuno andare ad approfondire per capire dove è possibile risparmiare e quali potranno essere i meccanismi che possano consentire di dare un servizio idoneo spendendo di meno. Questo potrà permettere di distribuire al meglio i servizi non solo all'interno dei quattro Ersu, ma anche all'interno di uno stesso Ersu che poi potrà avere a disposizione finanziamenti maggiori per una distribuzione più ampia di servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Innanzitutto è vero che questo atto è urgente, del resto come lo è ogni anno, però la normativa ci imporrebbe di presentarlo all'Assemblea legislativa entro il 31 maggio, mentre puntualmente andiamo sempre a ridosso del 30 giugno, cioè quando già scadono i bandi per gli Ersu. Insomma è un po' come quello che avviene per la programmazione scolastica a novembre. Quindi ci vuole una maggiore solerzia e attenzione sull'argomento scuola, che ha pieno titolo è materia della Regione, in modo che si possa discutere più agevolmente.
Quello che la relatrice di maggioranza definisce una sorta di tecnicismo insito nell'atto è vero, per cui c'è anche poco da discutere. E’ vero pure comunque che la legge ci consente, nell'esplicazione delle notevoli facoltà e competenze che attribuisce, di entrare più nel merito, di poter essere più incisivi e di far sì che questo diventi un atto di programmazione vero e proprio. Questo atto invece è solo una sorta di assegnazione di borse di studio e che ogni anno quasi pedissequamente ricalca gli stessi criteri.
Buona parte dell'atto, infatti, ricalca il precedente. I direttori - che avrei gradito sentire in incontri in Commissione, mi hanno invece riferito i dirigenti che dalla Giunta sono stati sentiti – hanno fatto le solite richieste. Cioè quelle di avere più fondi a disposizione in particolare per la copertura delle borse di studio e per far sì che le graduatorie degli idonei vengano pienamente coperte. Infatti sono anni che la Regione stanzia la stessa cifra, pertanto, se le iscrizioni aumentano e se le graduatorie vengono ad essere parzialmente coperte ed in particolare quella del nord delle Marche, dovrebbe stanziarne di più.
Prendo spunto anche da un ordine del giorno che il Consigliere Brandoni ha presentato dove si dice espressamente che le risorse sono insufficienti a tal punto che non vengono erogate le borse di studio agli aventi diritto. Lo Stato avrà fatto i suoi tagli però è vero che ripetere ogni anno questa filippica con la quale si dice che non diminuiamo poi è come dire che diminuiamo dal momento che gli aventi diritto, le iscrizioni e il mondo universitario – ben venga, per carità - si allarga e di conseguenza l'accesso allo studio e i ragazzi che si iscrivono sono sempre di più.
Quindi equivale, a nostro avviso, ad una mancanza di volontà nel voler investire con più risorse.
Passo all'ultima cosa che è stata anche oggetto di discussione in Commissione e che è stata accennata dalla Consigliera Mammoli.
Ritengo che la Regione abbia (vedi pagina 18, punto 10) scelto di non decidere, di non scegliere. La questione è stata espresso benissimo dai direttori degli Ersu ed è stata anche dibattuta e fattaci caldamente presente dal dirigente regionale. Il problema è che oltre alla mancanza di fondi sufficienti per coprire tutte le borse di studio, quelle che vengono erogate, incappano in un’ulteriore notevole problematica, quella dell’impossibilità in tanti casi (si parla del 30-35%) di procedere alla revoca della borsa di studio. Cioè gli aventi diritto che percepiscono la borsa di studio il primo anno devono poi avere una serie di crediti (una volta erano gli esami) per poter mantenere il diritto altrimenti sono soggetti a revoca. Ci si dice che il 30% perde il diritto e addirittura che c'è l’impossibilità, da un punto di vista proprio di esecuzione, di poter recuperare questi soldi. Questo perché sono tutti studenti extracomunitari che una volta introitata la borsa di studio e non i regola con gli esami magari cambiano domicilio e quindi c’è l’impossibilità di recuperare queste somme.
Il problema è grosso infatti anche i direttori degli Ersu chiedevano a viva voce almeno il recupero di queste somme, cioè ci hanno detto che visto che non è aumentato il budget almeno trovate il modo di recuperare questo 30%, che ovviamente sono anche tanti soldi.
Presumo che se questo rimarrà il testo poi si deciderà anche di non decidere, perché in pratica si rimanda la palla agli Ersu. Cioè il nostro testo non prevede cosa si dovrebbe fare.
E nonostante questa indagine epidemiologica porti a dire che la maggior parte di questa impossibilità di recupero è dovuta a studenti extracomunitari che non si rendono reperibili, è impossibile e difficile e probabilmente non giusto discriminare in tal senso, ma ritengo altrettanto ingiusto che si faccia un calderone e che quindi venga differito al momento della fine dell'anno e non all'inizio dell'anno il conferimento e l'erogazione della borsa di studio per tutti, pagando il giusto per il peccatore, togliendo alle famiglie di tutti gli studenti, anche di quelli italiani e marchigiani che sono in regola, la possibilità di spendere questa borsa di studio fin da ottobre. E' pur vero che i servizi, il vitto, l'alloggio, ecc., viene comunque erogato, però è pur vero che mille o duemila euro in mano ad una famiglia fin dal mese di ottobre è utile.
Faccio presente che con questo comma 10 non si decide nulla, si rimanda la palla agli Ersu che invece avevano chiesto alla Regione di farsi carico di questi problemi.
Non so se ci saranno emendamenti o una modifica, quindi, facendo anche una anticipata dichiarazione di voto, lo riteniamo un atto piratesco che non possiamo condividere.

PRESIDENTE. La discussione generale è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questo è un atto che merita di essere valutato molto bene anche perché in una discussione più complessiva sulle risorse in occasione del bilancio regionale furono votati degli ordini del giorno che andavano nel senso della razionalizzazione. Quindi penso che tutte le proposte che vanno nel segno del rafforzamento delle strutture per il diritto allo studio vadano sostenute.
Questo è un atto amministrativo che non può entrare nei dettagli, tuttavia di fatto siamo di fronte a situazioni che rischiano di vanificare le risorse messe a disposizione dalla Regione Marche per quanto riguarda il finanziamento degli Ersu e quindi delle mense scolastiche, degli alloggi, delle mense universitarie, ecc..
E' vero che il giudice ha bocciato il ricorso fatto da alcuni sindacati sulla esternalizzazione dei servizi dell'Ersu di Urbino, tuttavia un problema di questo tipo emerge. Questo perché non possiamo investire risorse e avere in molti casi personale precario, e al tempo stesso permettere l'esternalizzazione dei servizi. Questo a lungo andare dequalifica e riduce la qualità del servizio medesimo e tra l’altro a conti fatti costerà anche di più.
Non vorrei ritornare sull'appalto delle pulizie delle mense scolastiche, dove cooperative dell'Emilia Romagna hanno vinto l'appalto e hanno dovuto fare ribassi milionari per entrare all'interno della logica del massimo ribasso, ma anche su questo siamo in presenza di una esternalizzazione non di tipo virtuoso, vale a dire interno su interno, regione su regione – qui bisognerebbe aprire una parentesi per far sì che il mondo della cooperazione locale si mettesse insieme per poter fare massa critica –, ma ancora più negativa. In quanto è una esternalizzazione appannaggio di colossi di tipo nazionale che spazzano via la cooperazione e il mondo imprenditoriale delle Marche, acquisiscono gli appalti in virtù della loro possibilità di fare massimi ribassi, poi per rientrare all'interno dei costi fanno la loro rivalsa sul costo di esercizio, sui lavoratori e sulle lavoratrici.
Questo atto è ovvio che lo dobbiamo approvare in quanto scaturisce da una esigenza di dare continuità al flusso delle risorse, però dobbiamo anche fare una riflessione sul modello di sviluppo economico che ruota attorno al diritto allo studio. Altrimenti rischiamo di buttare i soldi dalla finestra perché in un sistema misto, anche competitivo tra pubblico e privato, occorre che il privato stia attento a fare la propria parte perché, diversamente, il rischio sarebbe quello di un servizio di minore qualità e a costi più alti.
Concludendo dico che noi dobbiamo guardare non già alle strutture come sono conformate degli Ersu, ma dobbiamo guardare ad una fase nuova dove ci sia una gradualità per andare ad un effettivo riequilibrio delle risorse.
Ho visto presentare degli ordini del giorno che colgono alcune necessità, ma sono comunque parziali, nel senso che dobbiamo andare ad un riequilibrio rigoroso, scientifico, che dica tot risorse per tot servizi erogati a fronte di un numero ics di studenti, altrimenti questa guerra tra poveri non la potremo più sopportare perché il sistema rischia non già di implodere ma di finire per inerzia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei soltanto riferire all'Assessore Ascoli, sicuramente ne sarà al corrente, della situazione segnalatami riguardo le borse di studio dell’Università Politecnica di Ancona, dove solo il 70% degli aventi diritto riesce a vedere finanziate le borse di studio. Solo nel 2006-2007 si è potuto, grazie ad una integrazione del Ministero, coprire la totalità, per quest'anno invece la stessa percentuale si attesta in maniera cronica dando, appunto, un finanziamento inferiore rispetto alle necessità degli aventi diritto.
Quindi volevo segnalare questa discrepanza rispetto alle altre sedi universitarie dove invece le borse di studio vengono coperte al 100%.
Un'altra questione è relativa ad una segnalazione che riguarda la condizione degli studentati. C'è stata da parte dei rappresentanti degli studenti la produzione di un fascicolo, consegnato credo all'Assessore Ascoli e al Presidente dell'Ersu, dove si documenta la situazione delle strutture residenziali che vengono usate come studentato ad Ancona e nelle quali ci sono condizioni igieniche e sanitarie che addirittura non permettono di utilizzare tutti i posti disponibili.
Pertanto si evidenzia la necessità di una maggiore attenzione per quanto riguarda sia la manutenzione che gli investimenti su queste strutture.
Mi sentivo di segnalare queste due situazioni, che senz'altro l'Assessore conosce essendo membro dell'Università politecnica, per sapere se questo corrisponde al vero e se ci sono previsioni per interventi volti a garantire la copertura delle borse di studio per gli aventi diritto e soprattutto riguardo la gestione degli studendati che è compito primario degli Ersu.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Solo per ricordare che ho accompagnato, insieme ad altri Consiglieri, questo atto amministrativo. Un atto, che come qui è stato ricordato, è per molti aspetti un atto dovuto, ma che per tanti altri è un esercizio di costruzione delle forme con cui gli studenti che vengono nelle Marche possono esercitare il diritto allo studio nella forma più piena. Quindi è anche una riflessione su come organizziamo la nostra offerta per l'esercizio di questo importante settore.
Anche perché, come è evidente quando si parla di diritto allo studio e credo dovremmo rifletterlo anche come luogo di investimento sociale, culturale ma anche economico, si parla moltissimo di riqualificazione, di trattenere le nostre eccellenze intellettuali e la costruzione di un'organizzazione nel sistema degli studi che abbia caratteristiche di eccellente qualità, e non solo ha questa opportunità, cioè quella di dare la possibilità ai nostri giovani di poter stare nel nostro territorio a esercitare, sviluppare e qualificare le loro potenzialità culturali, ma può essere anche luogo di attrazione e di intelligenze che oggi sono, a me pare, un elemento portante e decisivo della crescita economica di un territorio.
Aggiungo queste considerazioni perché con altri colleghi si diceva che volevamo accompagnare questo atto con un impegno alla Giunta. E' stato ricordato anche in maniera perentoria sia dalla relatrice di maggioranza che da quei Consiglieri che mi hanno preceduto, che pur impegnando notevolissime risorse sono tanti, anzi troppi, gli studenti che non riescono a poter esercitare questo diritto, diritto di vedere riconosciute quelle borse di studio che consentono poi una tranquilla e proficua attività negli studi.
Nell’ordine del giorno che abbiamo presentato chiediamo che la Giunta rifletta e trovi le risorse necessarie a dare soddisfazione piena a tutte le domande che ci sono, quindi a dare agli Ersu le opportunità di svolgere le loro funzioni anche nella pienezza delle possibilità finanziarie.
Perché, dunque, questa riflessione così organizzata? Perché quando parliamo di diritto allo studio penso non si tratti solo di un intervento di welfare, non si tratta solo di un intervento che riguarda l'esercizio di un diritto sociale, di un diritto più generale, ma si tratta di qualcos'altro, cioè si tratta anche, e direi soprattutto, di una riflessione sullo sviluppo economico di questo territorio.
La scuola e il settore della conoscenza è oggi un settore determinante per la crescita economica di un territorio, quindi avere università che attraggono, che abbiano servizi adeguati che possano dare importanti attenzioni anche sul versante dei diritti primari per chi frequenta, è un vero e proprio investimento.
Dunque lo spirito per cui abbiamo presentato questo ordine del giorno è quello di segnalare anche su questo versante un impegno importante da parte della Giunta.
Quante volte in tante situazioni cerchiamo risorse che contribuiscono allo sviluppo economico del nostro territorio. Lo facciamo in via diretta o indiretta attraverso la destinazione delle risorse europee, ma lo potremmo fare anche pensando alla scuola, in particolare e in primo luogo all'università, come elemento portante del nostro sistema economico.
E’ in questo senso, insieme ai Consiglieri Altomeni e Binci, che ho presentato un ordine del giorno posto in relazione a questo atto amministrativo e che si vuole che l'Aula – dico l'Aula più che i Consiglieri visto che in questo momento la loro presenza non è completa – lo esamini con attenzione.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. A conclusione di questo dibattito vorrei precisare alcune cose. Innanzitutto che c'è una profonda insoddisfazione da parte della stessa Giunta nell'aver dovuto scrivere questo piano in questo modo, proprio perché sul finire della vecchia legislatura avevamo spinto con il Ministro dell’università affinché si provvedesse a una riforma di questo tema.
Come avete sottolineato il diritto allo studio universitario è un tema importantissimo, è un tema che spetta alle Regioni, ma essendo anche un tema di larghissima qualità dovrebbe essere affrontato con ben altri mezzi a livello nazionale. Tanto è vero che si stava predisponendo una riforma nazionale in modo da rendere questo diritto un diritto di cittadinanza vero per tutti quegli studenti che si vengono a trovare nella nostra università e anche per poter premiare di più i meritevoli al di là del discorso dei redditi, cioè senza contare le priorità per i meritevoli e i bisognosi.
Come sapete questa legislatura si è interrotta prima che la riforma potesse essere portata a livello parlamentare, di conseguenza ora ci troviamo a ragionare con le stesse regole insoddisfacenti che ci sono a livello nazionale. Per di più ci troviamo a ragionare con una riduzione, come ha già messo in evidenza la relatrice Mammoli, di trasferimenti dallo Stato alle Regioni. Sapete perfettamente che il diritto allo studio universitario è un diritto che viene garantito soprattutto con risorse nazionali oltre ovviamente a quelle regionali.
Di conseguenza siamo insoddisfatti di come abbiamo dovuto – insisto su questo verbo – scrivere il nostro piano per l'anno accademico a venire, in quanto avremmo voluto, e lo stavamo facendo, ragionare su una base diversa di lavoro. Purtroppo non ci sono state alternative, a meno che la Regione non avesse deciso autonomamente di sopperire con stanziamenti straordinari di bilancio al taglio delle risorse nazionali.
Questo problema è stato posto dai direttori degli Ersu, ne abbiamo discusso nella conferenza regionale per il diritto allo studio dove c'è stata anche un'animata discussione, assai più vivace degli altri anni, origine di una serie di ritardi che portano a discutere questo atto – ha ragione la Consigliera Romagnoli – in vicinanza della scadenza e quindi con poco tempo per approfondire i temi.
Nel dibattito accesosi all'interno dei diversi Ersu – ne è traccia il verbale della Conferenza regionale per il diritto allo studio – è stata fatta una richiesta esplicita discussa anche in Giunta, cioè se c’era la possibilità – e non dico la volontà – di fare uno stanziamento straordinario in assestamento di bilancio per poter coprire le esigenze che rimanevano scoperte. Questo perché, come avete messo in evidenza, ci sono alcune centinaia di ragazzi che rimangono probabilmente fuori dalla fruizione della borsa pur essendo idonei e quindi già potendo avere alcuni diritti e alcune prestazioni, ma che poi non vedono soddisfatto questo diritto fondamentale.
Questo stanziamento non è stato possibile farlo, quindi la Regione nel prendere l'impegno di lavorare in futuro per migliorare la situazione delle borse di studio, contemporaneamente ha aumentato la quota di risorse originariamente prevista per la manutenzione straordinaria degli Ersu.
Quello che ricordava prima la relatrice Mammoli è esattamente così. Comunque in conseguenza dell’impossibilità di raggiungere un investimento che consentisse di conferire la borsa di studio a tutti gli studenti che ne avessero diritto, siamo riusciti a prevedere all'interno del Fas risorse aggiuntive per poter consentire di mettere mano allo stato di salute di tutti gli alloggi degli studenti universitari in tutti e quattro gli Ersu.
Questo ha fatto sì che per la prima volta da molti anni possiamo stanziare oltre 6 milioni di euro (oltre dodici miliardi delle vecchie lire) per tutti e quattro gli Ersu, questo per cominciare a migliorare lo stato di salute degli alloggi che, come noto, in alcune situazioni è assai precario. Ha ragione il Consigliere Binci a dire che in particolare ad Ancona – ma la stessa cosa potrebbe essere detta per alloggi di altri Ersu – c'è una situazione di grave carenza che andrebbe affrontata e quindi lo si farà in modo assolutamente spedito.
Quindi so per certo che i quasi 7 milioni di euro che sono stati messi nel Fas e che varranno per i prossimi tre anni, saranno esplicitamente dedicati a tutti e quattro gli Ersu in misura equa proprio per migliorare la qualità dei servizi degli alloggi.
Non dimentichiamo, però, che mentre l'Ersu di Ancona ha problemi quali quelli che il Consigliere Binci prima enunciava, lo stesso Ersu è anche in difficoltà per l'acquisizione del Buon Pastore e per i nuovi alloggi studenteschi, e per questo sta tentando di utilizzare anche questo finanziamento.
La situazione è dunque complicata, è una situazione che deve essere riformata a livello nazionale in modo radicale, e spero che si possa arrivare prima o poi ad un Governo che effettivamente ponga in priorità il discorso del diritto allo studio e del diritto allo studio universitario.
La Regione non può sopperire con proprie risorse ai tagli statali, quindi siamo costretti a varare un piano per il diritto allo studio che non ci consente di essere completamente soddisfatti proprio perché non consente di affrontare il tema di tutti gli aventi diritto alle borse.
Il precariato che il Consigliere Procaccini evocava come negativo – e naturalmente tale è – per fortuna tocca pochissime unità in tutti e quattro gli Ersu delle Marche. Possiamo dire che i cosiddetti precari, cioè quei lavoratori a termine e in somministrazione, non sono più di 20 tra i 440 dipendenti degli Ersu. Quindi il precariato è una categoria poco visibile e poco evidente, anche se poi di questi 20 la gran parte sono concentrati nell'Ersu di Urbino e quindi, certo, lì fanno problema.
Infine c’è il discorso delle fidejussioni da richiedere agli studenti e che la Consigliera Romagnoli ha criticato. Con il meccanismo che è stato approvato in Commissione si lascia di fatto la discrezionalità agli Ersu di affrontare il tema, ne convengo che si tratta di risorse rilevanti, ma non tanto quanto la Consigliera Romagnoli metteva in evidenza. Comunque essendo pur sempre un problema rilevante avevamo individuato una strada che, seppur un po' sgradevole, forse consentirebbe di impedire questi sprechi. Speriamo di poterli superare dinamicamente in questo modo e speriamo di poter trovare altrettanti meccanismi che ci garantiscano di non sprecare risorse visto che sono già così scarse.
Volevo fare anche un appunto. La situazione degli Ersu non si determina perché c'è una discriminazione nell'allocazione di risorse da parte della Regione, non è che noi allochiamo risorse in modo differentemente proporzionale a un Ersu piuttosto che ad un altro. La differenza che in un Ersu ci siano idonei che hanno diritto alla borsa e che poi non la percepiscono, mentre in un altro ci sono idonei che invece la percepiscono, non deriva dalla carenza o da una cattiva distribuzione delle risorse, ma deriva dalle diverse caratteristiche delle popolazioni studentesche. Perché è evidente che laddove ci sono più studenti fuori corso, più studenti stranieri, più studenti che stanno al di sotto di una certa soglia, lì si aumenta la platea degli aventi diritto alle borse e probabilmente lì si fa più fatica a far fronte a queste risorse. Certo, se io immettessi nel sistema qualche milione di euro potrei coprire le esigenze di tutti, però la differenza non deriva da una discriminazione di alcune situazione piuttosto che di altre, cioè non la si recupera mettendo qualche posta in più in un Ersu e qualche posta in meno in un altro, ma dipende dalle diverse antropologie degli studenti universitari. Questo significa che anche se si registra una diversità fra idonei e borse di studio questa non la si può risolvere con una questione di ridistribuzione fra gli Ersu.
Vi pongo all'attenzione anche il senso dell'ordine del giorno che è stato presentato, che così com’è vorrebbe dire che la Regione dovrebbe aggiungere risorse, pari ad almeno a 2 milioni di euro, per poter concedere, stante le cose così come stanno, le borse a tutti gli idonei in tutti e quattro gli Ersu. E' un'azione che abbiamo già affrontato in Giunta, pertanto vi rendo noto che questi 2 milioni non ci sono e quindi non è possibile affrontarlo in questo modo. E pur cercando per modificare la situazione di far sì che questo problema abbia a finire nel tempo, e quindi metteremo in campo tutti gli strumenti indispensabili fin dal prossimo anno accademico, compatibilmente con la riforma nazionale, comunque non è pensabile che oggi, allo stato delle cose, si possano trovare sic standibus 2 milioni nel bilancio regionale per sopperire ai tagli di 2 milioni dello Stato o quanto meno alle risorse carenti che ci sono.
Pertanto volevo mettervi in guardia da questa specie di corto circuito contenuto nell'ordine del giorno, anche se ovviamente c’è un problema di cui la Giunta è consapevole e su cui cercheremo di lavorare da adesso e per i prossimi mesi.

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La relatrice di minoranza Romagnoli ha già illustrato le criticità di questo atto. Un atto che per senso di responsabilità permettiamo oggi di far concludere il suo iter in tempi utili, affinché gli Ersu comunque possano disporre delle risorse di cui tutti ci lamentiamo essere insufficienti, quindi sperando anche che ci sia un intervento strutturale.
Oggi siamo qui per permettere che gli Enti regionali per il diritto allo studio possano dare quei servizi e quelle erogazioni di concreta applicazione del principio di diritto allo studio. Un principio che essendo di valenza costituzionale non dobbiamo ulteriormente mettere in discussione con lungaggini o addirittura con intempestivi interventi legislativi. Quello dei criteri è un atto dovuto affinché si sblocchino le risorse che sono a disposizione.
Apertis verbis dico anche che dobbiamo ricreare le condizioni, riferendomi all'Ersu di Macerata, affinché l'integrità di questo organismo possa assolvere le sue funzioni nella pienezza dei poteri e nel plenum della sua articolazione di organo.
L’auspicio che tutti facciamo è che gli Ersu, ma soprattutto le Regioni, prima ancora che delle loro articolazioni regionali e territoriali, possano essere in grado di guardare al diritto allo studio nella sostanza fatta anche della sufficienza degli strumenti messi a disposizione. Infatti tanta domanda rimane inevasa per quei studenti capaci e meritevoli e di basso reddito cioè per quelli che sono comunque nelle condizioni di legge per accedere ai benefici.
Parlo delle borse di studio, ma parlo anche degli alloggi messi a disposizione. Sappiamo che mediamente le domande sono triple rispetto alle disponibilità; questo è il numero che conosco per l’Università di Macerata, magari gli altri numeri degli altri Atenei potrebbero riequilibrare un po’ meglio, ma la situazione è comunque questa.
Quindi facciamo in modo che le nostre politiche siano effettivamente politiche attive e che ci sia un tavolo concertato tra le Regioni anche verso coloro che fanno delle scelte di politica nazionale di finanziamento degli strumenti a disposizione del diritto allo studio, affinché vi siano risorse sufficienti per dare risposte a coloro che fanno ogni anno domanda essendo titolari appieno del diritto di veder sostenuti i propri studi.

PRESIDENTE. Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci:
L'Assemblea legislativa delle Marche, viste le linee del piano di interventi per il diritto allo studio universitario nella regione Marche per l'anno accademico 2008/2009 contenute nella proposta di atto amministrativo n. 92/08;
considerato che nella Conferenza regionale sul diritto allo studio universitario del maggio scorso è stato evidenziato come le risorse destinate alle borse di studio per gli Ersu, in particolare di Ancona ed Urbino, non siano sufficienti a coprire tutto il fabbisogno degli aventi diritto;
impegna la Giunta regionale a provvedere allo stanziamento delle risorse necessarie a garantire l'accesso al beneficio per tutti gli studenti aventi diritto.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. A seguito alle risposte dell'Assessore vorrei emendare l’ordine del giorno. L’Assessore nella sua relazione ha detto che ci saranno disponibilità di risorse dal Fas - anche se sappiamo che questo Fondo è un po’ come il pozzo di San Patrizio –, viene anche riconosciuta la necessità di questi fondi dovuta da tagli nazionali e da difficoltà di reperimento di risorse.
Quindi con l’emendamento nella parte descrittiva si vuole sopprimere il riferimento agli Ersu, cioè le parole “(in particolare di Ancona ed Urbino), quindi diventa: “ …omissis… considerato che nella Conferenza regionale sul diritto allo studio universitario del maggio scorso è stato evidenziato come le risorse destinate alle borse di studio per gli Ersu non siano sufficienti a coprire tutto il fabbisogno degli aventi diritto …omissis”.
Inoltre, dopo le parole “impegna la Giunta regionale” anziché un secco “a provvedere allo stanziamento”, si vuole così modificare: “a verificare la possibilità di aumentare le risorse”.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1 presentato all'ordine del giorno dei Consiglieri Binci, Solazzi. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 92. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 16,15