Resoconto seduta n.108 del 26/06/2008
Seduta n. 108 del 26 giugno 2008


La seduta inizia alle ore 14,45


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Proposta di legge regionale n. 243 (tb)
della Giunta regionale
“Norme in materia di Comunità Montane e di esercizio associato di funzioni e servizi comunali”

Proposta di legge regionale n. 195
dei Consiglieri Giannotti, Tiberi
“Modifiche alla legge regionale 16 gennaio 1995, n. 12 (Ordinamento delle Comunità Montane) come modificata dalla legge regionale 28 dicembre 1995, n. 66 e dalla legge regionale 20 giugno 1997, n. 35”

Proposta di legge regionale n. 239
della Comunità montana dell’Esino – Frasassi zona F
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

Proposta di legge regionale n. 242
della Comunità montana Monti Azzurri zona L
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

Proposta di legge regionale n. 244
della Comunità montana di Camerino zona I
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

Proposta di legge regionale n. 245
della Comunità montana del Catria e Cesano zona D2
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

Proposta di legge regionale n. 246
della Comunità montana dei Monti Sibillini zona M
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

Proposta di legge regionale n. 248
della Comunità montana dell’Alta Val Marecchia zona A
“Riordino istituzionale delle Comunità Montane ai sensi dell’articolo 2, commi 17 e 18 della legge 24 dicembre 2007, n. 244”

(Abbinate)
(Segue discussione e votazione)

PRESIDENTE. Riprendiamo la discussione, iniziata nella seduta n. 107 sempre in data odierna, della proposta di legge relativa alle Comunità montane. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Devo ammettere, Presidente, che non è incoraggiante parlare a quest’Aula, non è incoraggiante vedere che è assente l’Assessore che ha portato avanti tutta questa riorganizzazione e che sono vuoti anche quasi tutti i banchi della maggioranza.
Ho partecipato – e per questo aspetto parlo a titolo personale – a moltissime riunioni di sindaci di Comunità montane che mi hanno invitato a discutere su questa legge di riforma. Penso che così avrebbero dovuto fare sia l’Assessore che gli esponenti della maggioranza in quanto, obiettivamente, questa proposta di legge non rispetta nessuno dei principi che sono stati indicati dai sindaci sia di centro-destra che di centro-sinistra.
Pertanto questa è una legge che pecca di una congiuntura, o meglio, è arrivata in una congiuntura politica in cui c’era una certa caccia alle streghe e l’istituzione Comunità montana è stata quella che ne ha fatto le spese prima di tutte.
Una certa riforma, secondo me, oggi andrebbe fatta su tutta l’organizzazione della macchina burocratico-amministrativa, specialmente questa Regione che ha avviato una serie di processi di decentramento, ma che non ha mai ultimati e che ha mantenuto una confusione di ruoli non facilmente riscontrabile in nessun’altra Regione di questo Paese.
Prima di tutto vorrei ribadire che gli interventi fatti dagli altri colleghi, mi riferisco ad esempio a quelli dei Consiglieri Giannotti e Brini, hanno un senso soprattutto perché vissuti sulla loro pelle come una specie di privazione dei diritti che la maggioranza e soprattutto il centro-sinistra in questa Regione si è arrogata nei confronti di tutto il territorio. Lo ha fatto soprattutto in quelle province dove attraverso una posizione politica dominante ha pensato di poter fare e disfare tutto quello che riteneva opportuno, utilizzando questi enti come palcoscenico per imporre le scelte di personaggi legati alla politica piuttosto che affrontare i veri temi che contraddistinguono le difficoltà delle aree interne.
Questa legge contiene troppi compromessi, Presidente, Assessore che non c’è. Il primo è quello di non scontentare nessuno. Il discorso della inclusione di tutti i vecchi Comuni che facevano parte delle Comunità montane è verosimilmente indirizzato a non scontentare nessuno, e nell’immaginario collettivo si pensa che il fatto di appartenere ad una Comunità montana ci siano poi privilegi diretti da parte di singoli, di privati e di aziende. Non siamo stati capaci in questi anni di far capire a coloro che risiedono nelle aree montane che una cosa sono i benefici fiscali individuali che sono regolati con legge e un’altra cosa è appartenere alla Comunità montana. Forse questa frammistione di ruoli ha fatto comodo alla maggioranza, ma che ha comunque distorto il pensiero dei cittadini.
Questo a noi non darebbe neanche tanto fastidio se venisse approvato un emendamento che abbiamo proposto nel quale si dice che il fondo per la montagna in termini di investimenti e di servizi deve essere speso solo all’interno delle aree veramente montane. Questo comporterebbe che anche i Comuni contermini non interessati, quindi con un certo surplus rispetto all’idea che abbiamo di montanità, potrebbero stare dentro solo qualora siano interessati a connettersi con i Comuni montani per lo svolgimento di servizi. E non è negativo il fatto che un Comune più grande che ha più capacità stia insieme a Comuni che hanno più difficoltà e che sono marginali, in questo modo metteremo insieme le positività e non le negatività.
Questo andava scritto quindi con un emendamento sostanziale definiamo un’impostazione che certamente sarà da rivedere nel breve periodo, ma che comunque oggi potrebbe accompagnarci in un periodo transitorio di buonsenso; tra l’altro non capisco perché questa maggioranza usa i muscoli quando non serve e non li usa quando serve, è il contrario di quello che avviene in qualsiasi altra istituzione.
Il discorso di non scontentare nessuno è stato fatto anche sul versante politico. Io mi sono letto tutte le leggi delle altre Regioni e invito anche voi a farlo perché troverete delle cose molto interessanti. Ad esempio leggete la legge della Liguria, di sinistra, dell’Emilia Romagna, di centro-sinistra, quella della Lombardia, di centro-destra, praticamente viene dato un ruolo importante ai Sindaci. Quindi non c’è tutta questa organizzazione mastodontica della politica, fatta per liste partitiche con due o trecento consiglieri comunali che andranno a votare il presidente e i consiglieri. In questa Regione invece è stato fatto così solo per accontentare la sinistra radicale che in pratica con questo contentino gli si dice che potrà stare nell’assemblea della Comunità montana, ma il giorno dopo che avrà eletto la giunta non conterà assolutamente più nulla.
Quindi è un contentino, lo dico alla sinistra largamente rappresentata in questo consesso, è una legge che non vi garantisce la rappresentatività che vi viene venduta. Oggi la gente avrebbe capito, magari l’opinione pubblica è stata pompata male o non male, accetto anche delle valutazioni di sovraesposizione mediatica di questi aspetti, comunque tutto questo non l’abbiamo tirato fuori noi, gli amici Stella e Rizzo non sono iscritti né a Forza Italia né ad Alleanza Nazionale, hanno cominciato a mettere in evidenza tutti gli sperperi che avvengono e certamente l’80% di sperperi li fa il centro-sinistra perché governa l’80% degli enti, soprattutto di quelli di secondo grado come questi.
Pertanto questo è un altro contentino alla politica, scimmiottiamo un grande parlamento per eleggere un topolino, infatti la Comunità montana andrà a gestire 200 mila euro di risorse libero oppure 100 mila euro in futuro o 50 mila nel 2009 perché la riduzione sarà a step.
Questa legge non affronta, invece, i veri problemi della montagna, noi avremmo partecipato molto più volentieri ad un discorso di riorganizzazione delle funzioni della Comunità montana.
Voi della sinistra addirittura avevate proposto la legge di modifica delle risorse idriche proprio per dire che le zone montane dovevano essere risarcite del ruolo che avevano di difesa della risorsa idropotabile, ma a quattro anni da quando l’avete approvata in questa Assemblea legislativa non è stato fatto nulla. E su come risarcire chi difende la risorsa idropotabile era un argomento da affrontare in una legge di riordino delle Comunità montane.
Avete eliminato i sistemi turistici locali con una delibera di Giunta, è stata una delibera devastante per l’organizzazione del turismo in questa regione in quanto poi non è stato costituito più nessun sistema turistico provinciale perché non funzionava, perché come dicevamo noi la Provincia non sarebbe riuscita a mettere insieme tutti i Comuni. Quindi oggi affrontando un ruolo nuovo e più strategico per una zona montana abbiamo anche questa limitazione, cioè le Comunità montane non possono neanche autorganizzarsi per promuovere un progetto di sviluppo turistico delle aree interne perché non hanno questa funzione.
Non hanno neanche una funzione di cabina di regia, la grande difficoltà che abbiamo riscontrato nel maceratese, non c’è una cabina di regia che dica che magari nella Comunità montana chi fa l’impianto eolico si può mettere d’accordo con quello che vicino aveva investito per fare un turismo di qualità, con cui va in contrasto generando così delle guerre locali di bassissimo profilo. Questo non viene affrontato, ognuno rimarrà libero di fare quello che vuole.
Invece era giusto pensare che la Comunità montana avesse potuto esercitare un ruolo di cabina di regia in cui si dice che si possono fare investimenti per le energie rinnovabili però si debbono concordare, e se si dovesse decidere di offrire al territorio anche questo sacrificio lo si distribuisca equamente fra tutti. Perché non è possibile che un Comune possa montare un impianto eolico e riscuotere le risorse che derivano da quell’impianto mentre quelli vicini non possono neanche più fare un progetto di sviluppo turistico perché ormai quella zona è compromessa.
Questo era il livello su cui volevamo affrontare la questione.
Tra l’altro devo dire che nei pochi tavoli istituzionali che ci sono stati questa problematica l’abbiamo posta, però la maggioranza aveva già fatto una sua architettura, aveva raggiunto la mediazione politica e quindi ci ha presentato questa schifezza, infatti la mediazione politica che è stata raggiunta su questa legge è di bassissimo profilo.
Quindi non possiamo partecipare alla votazione di una norma di siffatta generazione a patto che verranno approvati i nostri emendamenti sostanziali che vogliono modificare ciò che abbiamo detto.
Il Consigliere Comi ha rimproverato il fatto che non è stata presentata alcuna proposta alternativa, invece negli emendamenti che abbiamo presentato c'è una proposta totalmente alternativa alla legge che la maggioranza ci propone oggi è una proposta totalmente alternativa che poi vi sapremo dettagliare ulteriormente.
La massima perversione della legge di elezione del presidente e dei vicepresidenti in siffatto modo sta solo nella considerazione che ora voglio farvi. Probabilmente verrà eletto per via politica un presidente di Comunità montana che magari era il candidato sindaco perdente di un Comune, quindi voglio capire qual è la sinergia che può nascere da un candidato sindaco, che ha perso le elezioni e che va a fare il presidente di una Comunità montana, nei rapporti con quel Comune che ha una maggioranza e che esprime delle proprie volontà e delle proprie strategie. Allora, se pensate che questa sia una legge logica e corretta dal punto di vista istituzionale, voglio che mi rispondiate su questo.
Di quello che vi abbiamo proposto non è difficile accoglierne tutte le bontà perché vanno nel senso della semplificazione politica amministrativa, vanno nella riduzione della spesa. Abbiamo messo che un sindaco non può optare per prendere l'indennità dalla Comunità montana, questo perché chi prende un incarico molte volte preferisce, anche se è un piccolo Comune, non pagarsi lo stipendio col proprio Comune e poi recepire quello che genera alla Comunità montana. Abbiamo scritto specificatamente che questo non può avvenire perché uno stipendio di un sindaco per un piccolo Comune genera una grande disparità di entrate e di uscite dal proprio bilancio.
Inoltre ci sono tutta una serie di critiche venute anche dai miei colleghi, tutte motivate e giustificate per i territori in cui vivono, in quanto non tutte le Marche sono uguali, e la relazione del Consigliere Pistarelli è stata quella più ficcante perché ha messo in evidenza quali sono le disparità del funzionamento delle Comunità montane di questa regione.
Non è vero che si può fare di ogni erba un fascio, infatti ci sono Comunità che vanno discretamente bene, che gestiscono bene i loro bilanci, che non hanno entrate di un grande livello, che non hanno un'organizzazione mastodontica, come ce l'ha qualcuna che è diventata un vero e proprio ministero, sono comunque Comunità montane che hanno risposto ai bisogni della loro comunità senza gravare sui costi della politica.
Invece ci sono realtà, come quelle descritte, che gridano vendetta, e allora in questo caso sicuramente il costo della politica e la denigrazione popolare può prendere piede facilmente.
Oggi siamo chiamati a iniziare un percorso virtuoso per questa regione. Se la legge passasse con questa versione sarebbe il peggiore inizio che possiamo portare avanti, quindi vi chiediamo di accogliere come contributo gran parte di quello che abbiamo fatto. Noi lasciamo l’impostazione sulle zonizzazioni che avete corretto in modo restrittivo, quindi apprezziamo anche lo sforzo positivo che è stato fatto, però vogliamo che venga cambiata tutta l’impostazione sull’elezione e sul funzionamento degli organi e il discorso della destinazione specifica dei fondi solo nelle zone montane. Addirittura noi abbiamo esteso questa possibilità alle zone Sic e Zps che con una legge specifica sono state introdotte come zone a diretta gestione delle Comunità montane. Quindi a queste vogliamo dare il minimo di risorse indispensabili per essere gestite per il minimo di tabellazione. Oggi sono solo sulla carta, sono stati fatti i vincoli delle Sic e Zps, ma senza mettere la tabellazione, quindi molte volte il cittadino che viene multato non sa neanche che sta dentro una zona Sic o Zps proprio perché non è stata tabellata. E questo è un compito delle Comunità montane alle quali, però, per svolgere questo compito abbiamo dato soltanto 50 mila euro che prenderanno, se va bene, nel bilancio 2009.
Termino perché interverrò per illustrare ogni specifico emendamento, ma prima volevo dare un senso logico a tutto quello che abbiamo proposto. Infatti i nostri emendamenti non sono delle singole modifiche, ma nel loro insieme propongono una nuova versione più ragionata e più efficace dell'attuazione di questa riforma che recepisce già quello che in futuro probabilmente dovrà avvenire, un'ulteriore contrazione dei sistemi di gestione politica di questi enti. Quindi è assurdo costruire oggi tutto questo ambaradam, come se fossimo a un grande circo della politica, e poi doverlo ridurre fra sei mesi a una cosa minimalista, ciò che probabilmente dovremmo fare per limitare i costi della politica che forse porterebbe a una migliore e più comprensibile gestione da parte dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto ringrazio chi ha lavorato a questa proposta di legge, se non altro per l'intensità dei tempi ristretti con cui tutti abbiamo dovuto farlo, ma soprattutto la Presidente della I Commissione Consigliera Mollaroli e l'Assessore che ha presentato la proposta.
Con questo atto alcuni obiettivi sono stati raggiunti, come quello della semplificazione degli organi avvenuta con una forte riduzione dei componenti pur mantenendo e garantendo l’importante rappresentanza democratica e i territori.
Altra questione che viene affrontata in maniera certa è quella della diminuzione dei costi, soprattutto c’è la riduzione degli amministratori retribuiti che passano da 107 a 20. Anche se credo che con l'ipotesi a nove o a dieci qui presentata, la riduzione dei costi previsti dalla Finanziaria viene parzialmente raggiunta, sicuramente bisognerà incidere anche su altri aspetti.
La mia riflessione, che annunciai fin da subito, non è legata né al populismo né a un discorso di sola riduzione dei costi verso una semplificazione amministrativa, gestionale e programmatoria, infatti nella fase iniziale di discussione di questa legge la mia prima proposta si orientava verso una riduzione delle Comunità cioè una per provincia. Questo perché ero partito dal fatto che grandissime risorse venivano assorbite dal funzionamento e anche perché l'ambito attuale delle Comunità montane è troppo ristretto per adempiere alle loro stesse funzioni.
Qui si parla – come tanti hanno detto – solo degli organismi, ma le Comunità montane non esistono solo per dare spazio agli organismi di rappresentanza, ma hanno delle funzioni proprie. Concordo con chi ha detto che nella discussone non si è parlato degli interessi e non si è riflettuto su che cosa occorre cambiare per l'organizzazione delle Comunità montane, ma si è riflettuto solo sulle rappresentanze.
Le funzioni delle Comunità montane (articolo 5) riguardano le gestioni demaniali, le gestioni silvo-colturali della zootecnia, dell'agricoltura e del turismo legate all’economia delle zone montane, riguardano inoltre gli interventi sulla montagna, quindi tutto quello che è orientato verso la prevenzione degli incendi boschivi, la prevenzione e la gestione del dissesto idrogeologico, la gestione della risorsa acqua delle nostre montagne.
Però tutto questo necessita di una programmazione e la programmazione necessita di interventi e investimenti che con le dimensioni attuali sono interventi e investimenti minimi, inesistenti, non strutturalmente in grado di gestire il territorio della montagna.
Pertanto è su questo che andrebbe spostata la riflessione, ed è anche il motivo per cui ho presentato emendamenti con cui propongono, appunto, una Comunità montana per provincia, questo per meglio programmare e gestire. Inoltre, prendendo atto delle riflessioni che ci sono perché non vivo sulla luna, ho presentato anche un subemendamento che le riduce a sette.
Un'altra questione importante su cui ho presentato un emendamento è sul fatto che il riparto delle risorse destinate ai territori montani, quindi i fondi per la montagna, dovrebbero essere ripartiti diminuendo fortemente il peso della popolazione sulla ripartizione delle risorse. Non è pensabile che sui parametri di ripartizione delle risorse incida il peso della popolazione. Infatti ho messo il limite dei 3.000 abitanti in quanto credo sia il numero massimo dei territori classificati montani dei Comuni che sono all’interno negli ambiti di questa legge.
In questa fase è difficile una riflessione sulla composizione dei territori, quindi manteniamo quelli che ci sono. Lasciamo che i territori più popolosi, come Fabriano o Urbino, facciano da capofila, da traino, da fornitori di servizi, al contempo però non possono drenare le risorse dei territori montani. Questo perché di fatto chi ha veramente bisogno della gestione associata dei servizi sono i piccoli Comuni che hanno un territorio sparso e scollegato tra loro e che pertanto hanno bisogno di gestire in maniera associata gli asili nido, i centri diurni per i disabili o altri servizi associati come ad esempio quello dei vigili urbani.
La gestione associata, dunque, serve realmente su quei piccoli Comuni montani che non hanno possibilità di essere gestiti, e di conseguenza la funzione di supporto dei grandi Comuni deve essere gratuita, essi devono essere semplicemente soddisfatti del fatto che fanno da riferimento economico in quanto la loro economia trae vantaggio proprio da quei territori montani che fanno capo loro per gli acquisti e per molte altre cose.
Accolgo l'invito che occorre tornare a riflettere sull'organizzazione complessiva degli ambiti ottimali dei territori montani. Ambiti che possono essere diversi, è un po' come il discorso dell'area vasta che è a seconda dei servizi, magari per gli asili nido sarà necessaria una vicinanza di 4, 5 o 6 chilometri, mentre per altri servizi potrà esserci anche un'associazione intercomunitaria.
Quindi dovremmo mettere in campo certamente azioni di integrazione, ma anche favorire e prendere come punto di partenza la situazione che verrà fuori, andare cioè ancora di più verso l'accorpamento.
Ritengo che la paura verso la riduzione delle Comunità montane sia immotivata, per esempio all'interno di una stessa Comunità montana a livello provinciale ci potrebbero essere dei sottoambiti di aggregazione dei servizi con la necessità di un minimo di risorse.
Secondo me questa riflessione che abbiamo iniziato è aperta al contributo di tutti. Speriamo che questo contributo ci sia e che l'amministrazione regionale prenda questa partenza come momento di riflessione su cui organizzare il futuro dei territori e degli abitanti delle nostre aree montane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Non ripeterò quello che ha detto il mio Capogruppo di quando cioè ha specificato i motivi per i quali abbiamo assunto un certo tipo di comportamento, mi permetterò di allargare un po' il discorso.
Qualche anno fa dopo un terremoto in Turchia ci fu un'associazione che iniziò a raccogliere fondi per i terremotati, ma dopo qualche tempo si venne a sapere che in Turchia non era arrivata una lira perché tutti i soldi raccolti erano stati spesi per pubblicizzare la raccolta stessa.
Non dico che nelle Comunità montane succede la stessa cosa però qualche aspetto simile sicuramente ce lo troviamo, e molto spesso lo ritroviamo anche nelle Province e in quei tantissimi enti che in questi anni sono cresciuti e si sono moltiplicati. E quando poi gioco forza ci si rende conto che alcune cose non funzionano, allora si cerca di porre rimedio, come in questo caso che lo si è fatto con una legge che alla fine però – come si dice dalle mie parti – gira, mista e imbroglia, praticamente cambia poco se non addirittura niente.
Sulla legge l'impatto visivo che ci sia qualcosa che non funziona si vede subito dall'articolo 1 quando si dice che “la Regione persegue l'obiettivo del riequilibrio territoriale riconoscendo come finalità di preminente interesse regionale la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree montane e interne”.
Parliamo della Regione Marche o parliamo di qualche altra Regione?! A me non sembra che in passato per le infrastrutture, la sanità e per tante altre problematiche ci sia stata questa attenzione con o senza le Comunità montane. Se è vero che questa è una Regione che è attenta alla valorizzazione e allo sviluppo delle aree montane e interne qualcuno mi deve spiegare perché qualche mese fa alcuni Comuni hanno votato per andare con l'Emilia Romagna e lo hanno fatto con l'80% dei consensi. Dove sta questa valorizzazione?! Questa valorizzazione si è fatta in modo tale che potesse impedire a una parte del territorio di proporre di andarsene con un'altra Regione?! Con questa legge si è cercato di salvare capre e cavoli e allora si è detto fino a quando questi Comuni non se ne andranno rimarranno nelle Comunità montana. E' un pastrocchio senza fine che non pone assolutamente rimedio a una situazione di seria difficoltà.
Chiedo scusa ai colleghi, ma è tutto il giorno che me ne sto zitto quindi vorrei che se qualcuno ha voglia di parlare vada fuori perché qui questo chiacchiericcio è insopportabile. Presidente, mi scusi se le rubo il lavoro, ma non ne posso più, va a finire che tiro fuori la scarpa come Krusciov e la sbatto sul tavolino! A parte il mercato delle vacche che non si vede, ma almeno facciamo finta che in questa Aula c’è qualcuno che ascolta o almeno che si faccia parlare chi deve parlare. E questo, Presidente, è anche suo compito, quindi per favore lo ribadisca di volta in volta, altrimenti non è possibile continuare così!

PRESIDENTE. Il Presidente non può fare il maestro d'asilo, lo ripeto ancora una volta, per cui più che richiamare all'attenzione non posso fare.

Giancarlo D'ANNA. Allora rinuncio a parlare e in questo modo protesto per il comportamento che i Consiglieri purtroppo continuano a tenere in questa Aula da due anni e mezzo che sono qua dentro. Questo è veramente insopportabile, come è insopportabile che ci siano delle persone che arrivano, firmano e se vanno via. E’ veramente scandaloso e vergognoso! Quindi chiedo ufficialmente che bisogna prendere dei provvedimenti anche per queste situazioni sulle quali si vuole una verifica, magari si decurtano le indennità o qualunque altra cosa perché io mi rifiuto di parlare in queste condizioni!

PRESIDENTE. Ovviamente non posso che condividere la protesta perché è proprio difficile anche da quassù assistere a tutto questo. Vi chiedo veramente, Consiglieri, di rispettarvi un po' di più, quindi quando uno parla che gli altri ascoltino!
Ha la parola il Consigliere Lippi.

(Discussioni in Aula)

PRESIDENTE. Consigliere D'Anna, per cortesia, si sieda, lasciamo parlare il Consigliere Lippi, perché se non c'è tolleranza tra di noi...Consigliere Binci, per favore, non servono le provocazioni, serve ascolto per tutti.
Prego Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Presidente, grazie del permesso di intervenire. Non perdiamoci in questi dibattiti sterili, andiamo sulla sostanza...

Giancarlo D'ANNA. Io parlo qua dentro, non è che vado a fare quegli inciucini come fa qualcuno che poi qui viene a parlare di discorsi sterili, capito!

Leonardo LIPPI. Non era riferito a lei, Consigliere D’Anna, non era riferito a nessuno.

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Lippi, continui il suo intervento.

Leonardo LIPPI. Ovviamente la partecipazione del Consigliere D'Anna nessuno la può mettere in dubbio, è il più presente.
Ora voglio tornare al nostro argomento che è fondamentale, ma visto anche l'interesse dei cittadini marchigiani posso dire che è zero. Noi parliamo agli addetti ai lavori e se gli addetti ai lavori, che sono qua dentro e che sono i referenti delle parti politiche o quant'altro, poi non lo faranno in modo approfondito, di conseguenza il messaggio nei confronti dei cittadini sarà assolutamente negativo.
Quindi a questa legge diamo un aspetto positivo affrontando serenamente e seriamente il suo contenuto.
Siamo arrivati a un dibattito strozzato e concentrato all'ultimo minuto perché di mezzo ci sono state le elezioni, nessuno lo può nascondere, ma su questo tema comunque la paura era il consenso. In Italia si ragiona solo con il consenso, invece per questa legge si dovrebbe mettere da parte e si dovrebbe mettere come obiettivo quello del riequilibrio delle risorse da destinare a quei territori più deboli in termini politici e in termini di risorse economiche, quindi affinché si possano garantire quei servizi a cittadini che hanno pari dignità degli altri.
Questo è l'obiettivo primario e un'Aula come questa non può permettersi di disattendere un dibattito su questo tema.
Quindi la riforma deve essere la base sulla quale portare un riequilibrio e soprattutto per portare risorse certe e definite a questi enti, se devono esistere, dal 1° gennaio di ogni anno e non due anni dopo che hanno fatto i bilanci di previsione e i consuntivi.
Questo è un elemento fondamentale che quest’Aula deve assumersi come responsabilità. Se devono essere enti istituzionali allora dobbiamo garantire loro anche risorse certe e non risorse incerte che non si sa quando arrivano.
Un elemento che quest'Aula con la riforma deve assumere, oltre ai provvedimenti legislativi, è anche quello del sostegno e del trasferimento delle risorse.
I cittadini della montagna sono seri, corretti, sono cittadini che hanno il senso del sacrificio e non hanno neppure il coraggio di chiedere perché sanno che il loro potere contrattuale è zero. A volte però in quest'Aula ci sono dei rappresentanti che cercano di far capire alla massa dei cittadini di questa regione che la montagna non è un problema, che non è un costo ma una risorsa.
Non tutte le Regioni stanno affrontando il tema della riforma delle Comunità montane, noi invece ci siano assunti la responsabilità di dare una risposta e di riformularle. E questo è drammatico perché se entra in vigore il dispositivo che la Ministra Lanzillotta con il Governo precedente ha proposto nella Finanziaria le Regioni che non attivano una riforma legislativa un domani dovranno fare l'analisi dei costi regionali complessivi. Noi certo saremo una Regione che ha dato una risposta, ma se la daremo in modo scorretto potrebbe essere cassata e quindi eliminata dal norme finanziarie proprio perché il riordino in termini economici non è stato rispettato. Quindi la sicura conseguenza è che diventerà facile giustificare all'attuale Governo il rinvio di una legge che non è conforme e che non rispetta le norme di risparmio della spesa pubblica.
Sulla base di quali presupposti dico questo? Che con dati ufficiali il Ministero delle finanze ha comunicato all'inizio del 2008 che si è fatto già un taglio preciso sulla spesa storica delle Regioni per le Comunità montane ed è stato fatto in modo proporzionale. C’è un 33% di taglio dettato, appunto, dalla norma finanziaria, l'ulteriore 33% lo si taglierà il prossimo anno 2009. Questi sono atti concreti, quindi sono 33 milioni, ma già il Ministro Brunetta ha previsto un taglio di 60 milioni, il doppio, pertanto andremo non a 33 e 66, ma a 33, 66, 90.
Dunque se non diamo una risposta seria e concreta al riordino avremo si e no le risorse per far respirare con l'ossigeno quei pochi 124 dipendenti delle strutture che rimarranno delle Comunità montane e in quei territori non avremo più nessun modo di fare una politica di riequilibrio. Quindi tenere questi dipendenti in Regione e pagarli o tenerli dentro quegli enti e pagarli, però senza dare l'operatività per le funzioni che esplicano, sarebbe un fallimento per tutti.
La proposta emendativa presentata è mirata ad individuare le reali esigenze di quei territori e servizi di cittadini che risiedono in aree realmente marginali e che hanno oneri economici aggiuntivi. E' vero, come diceva il Consigliere Comi, che il maggior numero di aziende artigiane stanno sulla montagna, ma questi artigiani del settore edile o di altri settori la mattina si alzano, partono e vanno a lavorare sulla costa, sul fondovalle e sulle città. Per esempio da Cingoli partono circa 5.000 persone, ci sono circa 600 imprese artigiane singole, sono tutti artigiani ambulanti che mettono la benzina e il gasolio pagando con un’accisa aumentata e tra l’altro sono quelli che per avere la garanzia dei trasferimenti non possono neanche usufruire di mezzi pubblici.
Quindi quando facciamo queste azioni dobbiamo essere certi che le risorse che sottraiamo a questi cittadini poi siamo anche capaci di restituirle con i benefici dei servizi fondamentali.
Questa proposta che discutiamo oggi è viziata anche del consenso elettorale, quindi dobbiamo avere il coraggio di trasformarla in una risposta che destini risorse a quei territori che hanno basso impatto politico, quindi che non portano voti. Voglio dire che se vogliamo dare pari dignità a questi cittadini in quest'Aula dobbiamo cominciare a distribuire i soldi in maniera inversamente proporzionale al consenso elettorale. Sono anni che ripeto che non ci sono cittadini di serie A, serie B e serie C, dunque i cittadini della montagna non sono di serie C, li dobbiamo trattare tutti alla stessa stregua, dunque se vogliamo fare questo dobbiamo destinare risorse inversamente proporzionali al consenso che si riporta sulla politica. Questo è un atto fondamentale.
Con l'occasione, tanto per farvi un esempio concreto, vi invito tutti domani a una manifestazione dove gli attori sono i diversamente abili di tutti i centri delle Marche (sono oltre 40). Questa manifestazione, la settima, si chiama “Giochi senza barriere” ed è il risultato di un investimento di risorse che dalla costa e dalla collina vanno verso la montagna. In questa sede siamo riusciti a dimostrare che togliere questi ragazzi alle famiglie anche per poche ore – ragazzi che sono un problema per le famiglie, ma che per la società sono una risorsa fondamentale, non sono un problema complessivo – significa restituire anche per un solo minuto il sorriso sia direttamente a questi ragazzi che alle loro famiglie che hanno avuto la fortuna di ospitarli, perché non è una disgrazia, è una fortuna.
Quindi il senso di responsabilità lo dobbiamo assumere destinando risorse a quegli obiettivi fondamentali volti al riequilibrio di tutti i cittadini, per metterli cioè alla stessa stregua.
La nostra proposta emendativa, che illustrerò durante la discussione degli emendamenti, è quella di dare un assetto territoriale concepito sulla base della sostenibilità economica per poter dare una garanzia di sopravvivenza a questi enti e di conseguenza non farceli tagliare dal Ministro Brunetta di turno o dalla Ministra Lanzillotta di turno.
Grazie per questa vostra attenzione, che devo dire che c'è stata, ed io proseguirò a dare un contributo come è il mio stile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Anch’io credo che in questi lavori si possa votare una proposta della Giunta, poi passata in Commissione, che alla fine può essere anche ulteriormente migliorata dagli emendamenti presentati. Prima di me lo hanno detto molti Consiglieri e non solo quelli di maggioranza. Credo comunque che fondamentalmente possa essere considerata una buona legge di riforma, questo lo dico soprattutto al Consigliere Capponi che è l'unico che ha fatto un riferimento al dibattito che c’è stato a livello nazionale su questo tema molto articolato.
Ci sono alcune Regioni che hanno già affrontato questa riforma, ma nessuna di queste ha pensato di semplificare, come penso nemmeno questa Assemblea legislativa voglia fare, il problema delle Comunità montane riducendole per forza di numero o azzerandone la funzione.
Ci sono Regioni che sono arrivate al 50% di riduzione del numero, invece altre come la Lombardia e il Veneto sono in gravi difficoltà proprio perché sono delle vere regioni montane.
In questo campo, dunque, il dibattito è molto articolato e credo che se questa Regione uscirà con una proposta di legge che ridurrà in percentuale abbastanza importante il numero di Comunità montane e i Comuni aderenti, cioè risparmierà, alla fine farà comunque un buon lavoro.
Comunque non credo che il dibattito sulle Comunità montane debba essere solo riferito al risparmio, è una questione principale ma non è la sola. Se così fosse potevamo anche non passare attraverso la riforma, ma attraverso le indicazioni della Finanziaria nazionale che è una norma che detta parametri molto rigidi e dove le Comunità montane vengono ridotte in quanto c'è il parametro secco dell'altitudine.
Noi, invece, abbiamo scelto un'altra cosa, abbiamo scelto di ragionare sulla funzione di questi enti locali, abbiamo scelto di considerare ancora le aree interne una debolezza per questo territorio, ovvero una ricchezza – cerchiamo di intenderci – , quindi abbiamo cercato di capire fino in fondo la funzione delle Comunità montane.
Credo che le Comunità montane del nostro territorio hanno dimostrato molti limiti da loro stesse riconosciuti, nello stesso tempo però possono essere anche rafforzate nelle loro funzioni e questa legge lo fa, anche se è chiaro che bisogna tener conto di quanto è stato fatto nei territori delle aree interne.
Anch’io sono d'accordo su quanto detto dalla Presidente Mollaroli – che per portare in Aula questa legge ha svolto un lavoro non semplice insieme all'Assessore –, cioè che le Comunità montane hanno svolto un buon servizio sui territori montani e sulle aree interne di questa regione, lo hanno fatto in termini di servizi associati, in termini di gestione dei sistemi sanitari locali, in termini di interventi sulle filiere agricole o agroalimentari.
Tuttavia ci sono limiti profondi sui quali bisogna ragionare. C'è una vecchia battuta che circola in Parlamento, cioè che molto spesso arriva dai banchi di un'università o da un foro del Csm qualcuno che diventa Deputato ma che poi non conosce il territorio. Infatti penso che per ragionare di riforma delle istituzioni bisogna non solo puntare al risparmio e alla semplificazione, ma bisogna conoscere profondamente il territorio altrimenti è difficile solo pensare di proporre qualcosa di alternativo o di diverso.
Credo che sulle Comunità montane, ovvero sulle Unioni di Comuni, qui siamo in grado di farlo proprio perché conosciamo il territorio, quindi conosciamo sì i limiti delle Comunità montane, ma allo stesso tempo sappiamo che quelle strutture hanno anche dato in termini di servizi un risultato alla popolazione delle aree interne.
La legge c.d. Lanzillotta o le leggi regionali non hanno discusso soltanto in termini di risparmio o in termini di montanità, hanno ragionato su quale servizio le Comunità montane possono dare in modo particolare alle aree interne e allo stesso tempo di come alleggerirle, di come renderle più funzionali e di come ridurle nel numero. L'Emilia Romagna è riuscita a dimezzarle del 50%, la Lombardia è passata, se non ho capito male, da 30 a 27, nel Veneto c'è una proposta della Lega che non le riduce ma che vorrebbe andare con più forza ad una riforma più consistente.
Insomma è un dibattito molto articolato che, secondo me, deve stare dentro ad un ragionamento serio di ciò che deve essere un ente locale per le aree interne, però inquadrato anche in un dibattito che riguarda la riforma complessiva delle Istituzioni di questo Paese.
Si discute anche di Province, di Comunità montane, probabilmente dovremo discutere tra qualche tempo anche di come andare a verificare l'esistenza o meno di alcuni Comuni, insomma c'è un dibattito davvero molto complicato.
Oggi credo che questa riforma non completi il suo percorso, presto questo Governo farà – o almeno lo ha annunciato – un ragionamento sul testo unico degli enti locali. Ci saranno quindi ulteriori passaggi di approfondimento.
Ora voglio cogliere alcuni punti, il primo è quello del risparmio. Mi pare che la proposta che ha portato la Giunta coglie il punto del risparmio, è notevole, ci sono circa 2 milioni di euro. Vengono ridotte le Comunità montane di quasi il 50%, c’è qualcosa in più in alcune province perché erano di più, quindi Pesaro può dire che passando da tre a sei arriva al 50%, mentre altre province non possono dirlo, però complessivamente il numero viene ridotto.
Penso che bene o male abbiamo commesso anche un errore per il fatto che con questa legge non abbiamo voluto anticipare l’altra questione che è quella delle Unioni di Comuni. Penso infatti che le risposte alle aree interne potrebbero arrivare lo stesso anche attraverso le Unioni di Comuni, anche se certamente per alcuni temi specifici in alcune aree particolari è più forte la Comunità montana proprio perché esercita il ruolo di ente locale, un ruolo di coordinamento di una politica di indirizzo e di programmazione. Quindi in alcune realtà davvero lontane la Comunità montana è più forte perché ha quella struttura e quella funzione.
Questo è un dibattito che non si fermerà qui, verrà ripreso anche rispetto alle iniziative che prenderà il Governo, ma se potessimo trovare una soluzione di equilibrio fra Comunità montane e Unioni di Comuni, riducendo le prime e rafforzando le seconde, potremo arrivare davvero ad un bel punto di equilibrio.
In conclusione, accanirsi troppo sulle Comunità montane, come qualcuno in questo dibattito ha fatto capire, come se fossero il centro dello spreco, mi pare esagerato, anche se comunque c'è una necessità, quella di cogliere i limiti in cui oggi si trovano le Comunità montane anche in termini di risorse.
Questa proposta di legge coglie alcuni obiettivi mentre altri li rinvia, , ma nell'insieme si può dire che la Regione Marche si inserisce nel quadro di quelle Regioni che sono state in grado di accettare la sfida di una riforma delle Comunità montane, e non solo di accettarla ma di portarla in Aula anche con un equilibrio che possiamo sostenere. Ripeto, c'è una riduzione consistente del numero dei Comuni, delle Comunità montane, e viene colto pienamente il punto riferito al risparmio delle risorse, allo stesso tempo c'è anche la garanzia per il personale dove tra l’altro non ci sono grandi difficoltà.
Pertanto rimaniamo in attesa di un dibattito più ampio che ci coinvolgerà anche rispetto al nuovo codice delle autonomie che dovrebbe arrivare, anche se ho sentito dire, per esempio dal Consigliere Lippi, che il Ministro Brunetta probabilmente taglierà. E per questo sono preoccupato perché, attenzione, dai segnali che arrivano da questo Governo i tagli riguarderanno anche la sanità e quindi non solo le Comunità montane.
Pensavo che in questa Finanziaria venisse trovato qualcosa per la riforma delle Istituzioni pubbliche, ma e' stato rinviato. Voglio dire cioè che bisogna discutere sul tema delle Comunità montane, che sono sì enti indeboliti, che vanno rafforzati, che vanno ridotti, che però sono comunque strutture consolidate nel territorio da trent'anni.
Non è facile per nessuno, né per le Marche, né per l'Emilia Romagna, né per la Lombardia, né per il Veneto, affrontare una riforma che poneva come paletto principale l'altitudine e che in quella maniera tagliava così le Comunità montane. Noi abbiamo fatto un ragionamento che coglie sì quelle indicazioni ma le trasferisce nella realtà delle Marche, e così hanno fatto anche altre Regioni.
Ecco perché credo che al di là delle difficoltà e delle lacune questa legge è riuscita a cogliere gli obiettivi principali ed è riuscita a determinare una riforma e quindi ad includere le Marche tra quelle Regioni che sono riuscite a farla, anche se sappiamo, ripeto, che saremo chiamati a verificare l'iniziativa di questo Governo per quel che riguarda il nuovo codice delle autonomie.
Pertanto dovremo ancora discutere sulla riforma degli enti locali, ma penso che questa Assemblea legislativa sarà pronta, come del resto lo sarà oggi quando voterà, credo almeno la maggioranza, questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola per l'ultimo intervento l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Voglio iniziare ringraziando indifferentemente tutti i colleghi per il contributo che hanno dato alla legge, sia coloro che si sono cimentati con i problemi sia coloro che hanno scelto una via apparentemente demagogica e forse anche populista, ma comunque tutti hanno indicato alcuni punti che la legge doveva affrontare e quindi hanno indicato il percorso e la strada per il suo miglioramento.
Voglio dirlo perché nel dibattito di questa mattina ho sentito dire che la legge ha avuto progressivi e successivi cambiamenti, qualcuno li ha chiamati “balletti degli ambiti”, guardate, migliore apprezzamento non potevo riceverlo. Infatti è stato un balletto semplicemente perché c'è stato un ascolto continuo a tutto ciò che veniva dal territorio, dalle associazioni, dai sindaci, dai consiglieri di maggioranza e di minoranza, ed ogni ascolto ha prodotto un miglioramento della legge. Quindi “balletto” per me non è un termine dispregiativo, ma è l'attenzione che abbiamo messo a tutto ciò che si muoveva.
Noi abbiamo fatto – sottolineo abbiamo – e dobbiamo esserne orgogliosi proprio perché siamo l'Assemblea legislativa della nostra regione. Noi che viviamo per la politica dobbiamo smettere questo gioco di parlar male della politica, dobbiamo assumerci anche i meriti di ciò che facciamo e non necessariamente dobbiamo per forza denigrare la politica sperando di andare a raggranellare a destra e sinistra qualche preferenza in più, perché in realtà poi riusciamo soltanto – mi permetta il Presidente di dire – “sputtanare” la politica e le Istituzioni. Dobbiamo cominciare a stare sulle questioni con l'orgoglio di aver fatto il nostro compito fino in fondo. Ve lo voglio dire in numeri perché questi numeri sono importanti, non trovo niente che ha un senso più forte di ciò che condensa un numero.
Mi auguro che gli emendamenti che ho proposto saranno appoggiati da tutti coloro che volevano una legge più forte e più restrittiva. Questi emendamenti individuano otto ambiti. Chiaro! Nessuno si può permettere di dire – e se lo dice lo fa per demagogia – che manteniamo una soluzione pasticciata, è una soluzione chiarissima, limpida, ripeto, gli ambiti sono otto. Questo significa passare da 13 presidenti a 8 presidenti, da 86 assessori a zero assessori, da 359 consiglieri a 143 consiglieri. Risparmiamo – e qui c'è anche un limite ma che non è nostro – quasi 3 milioni di euro. Siamo contenti di questo? Io dico che dobbiamo esserlo proprio perché non è vero che abbiamo fatto un semplice e leggero aggiustamento.
Non conosco in questo Paese riforme che si fanno per taglio, ho sempre conosciuto riforme che si fanno per aggiunta, in gergo si dice “il cotto sopra il bollito”, aggiungiamo, aggiungiamo, aggiungiamo.
Invece qui abbiamo semplificato, lo abbiamo fatto insieme, e chiedo di portare all'Assemblea tutta, compresa la minoranza, la consapevolezza e l'orgoglio di aver fatto un buon lavoro. Smettiamo di denigrare ciò che facciamo altrimenti non possiamo neanche pretendere che i cittadini ci diano un crescente consenso – un applauso no perché non lo vuole nessuno –. Abbiamo deciso, non ci ha obbligato nessuno, di fare i pastori e non i cani randagi. Il cane randagio è colui che sbranca, che mette paura al gregge e che lo fa correre in tutte le direzioni, lo fa finire affamato anche nel burrone, invece il pastore è colui che si prende cura del gregge, lo conduce per i percorsi giusti e fa in modo che si nutra bene.
Questa è una nostra responsabilità dunque cerchiamo di assumerla.
Voglio anche dirvi che abbiamo operato in condizioni quasi impossibili. Ero presente la mattina dell'ultima riunione della Commissione – anch’io voglio sottolineare la sua attenzione, la sua costanza, la sua meticolosità, l'impegno col quale ha lavorato e la sua serietà – convocata alle nove del mattino e con una riunione del Cal convocata alle 11 della stessa giornata. E' chiaro in che condizioni ha lavorato la Commissione, in che condizioni ha prodotto gli emendamenti, con quale concitazione e con quale difficoltà! Perché non riconoscere che questo è un merito in più? Io dico sicuramente che è un merito in più.
Quando abbiamo ricevuto questo incarico tutti sapevamo che ci è scomparso il soggetto principale, siamo stati in campagna elettorale, si è rinnovato un Governo, un nuovo Ministro tre giorni prima si era presentato dicendo “cancellerò le Comunità montane” e non solo ha ritratto questo impegno ma lo ha addirittura procrastinato a settembre, per cui non sappiamo neppure cosa farà a settembre. Pensate che questo abbia semplificato il nostro lavoro oppure pensate che lo abbia complicato?!
In questo quadro cangiante chi era capace di fare di più e di meglio mi dispiace che non sia stato messo nella condizione di farlo, però il clima era il clima.
Il sistema della rappresentanza nel suo complesso – guardate i dibattiti che ci sono stati nel Paese e nella nostra Regione e anche dentro gli organismi – ha dimostrato gran parte della sua gracilità. La maggior parte di coloro che dovrebbero rappresentare i rappresentati nelle pubbliche riunioni si sono espressi in contrasto con i loro rappresentanti. Pensate, dunque, che sia facile costruire un processo di riforma con questo quadro assolutamente mutevole?!
Voglio dirvi con un piccolo esempio una cosa che forse con la politica non c'entra, ma che probabilmente riesce a far capire il clima più generale. Io sopra mi sono sentito un “cavallino selvaggio” – lo dicevo questa mattina anche al Consigliere Castelli – e un cavallino selvaggio è un elemento formidabile per la sua bellezza in quanto è assolutamente imprevedibile, è assolutamente nervoso, ma è anche assolutamente pericoloso per se stesso; domenica sul Catria un cavallino è caduto in un abbeveratoio e si sarebbe affogato se io non fossi stato lì insieme a tre allevatori, l'abbiamo legato con una corda e l'abbiamo tirato fuori. Quindi il cavallino selvaggio è bellissimo ma pericoloso non solo per chi lo monta ma anche per se stesso.
Quindi a un “toro” come me, che ama la sicurezza e il controllo della situazione, un “cavallino selvaggio” nervoso ha insegnato tante cose. Vi devo dire che è stato entusiasmante perché ho avuto la possibilità di imparare che con l'ascolto e senza fissarsi sulle proprie idee si può utilizzare il contributo di tutti, a partire dalla minoranza.
Una minoranza che ci chiedeva attenzione ad alcune questioni fondamentali ed in particolare no a pasticci sugli ambiti, sì all'attenzione all'equilibrio nel considerare la politica. E questo è stato fatto.
Se abitassi in Ancona non avrei idea di cosa sono le Comunità montane e di cosa sono i Comuni montani e probabilmente, spinto da un impeto di grande riforma, potrei anche sostenere che non approverò mai una legge che riduce le Comunità montane, ma approverò invece una legge che le annulla, le cancella, perché questo, apparentemente, è più bello, più efficace, più razionale. Ma le Comunità montane stanno su un territorio abitato da 308 mila abitanti, le cui città hanno una media di 2.500 abitanti e la densità in quest'area è di 53 abitanti per chilometro quadrato, mentre il resto della nostra regione è di oltre 300 abitanti per chilometro quadrato. E quando le Comunità montane le avremo cancellate tutti che cosa ci mettiamo a fare in quell'area?! Il problema della polverizzazione delle nostre città, della dispersione dei nostri cittadini, come lo risolviamo? Facciamo 25 Unioni di Comuni! Forse costano di meno e forse è più razionale? Non credo che costino di meno e che sia più razionale!
Allora stiamo al tema. Di cosa stiamo discutendo? Stiamo discutendo di una questione. Ve la posso indicare?! Perché ho ascoltato e a dire la verità mi è dispiaciuto anche un po’ in quanto ho ritenuto ingenerosa una critica che ha detto “guardate che voi siete stati così poco innovativi e così tanto conservativi che questa legge non la si capisce”. Ma sapete di cosa stiamo discutendo?! Stiamo discutendo di un problema strutturale della nostra regione che è fatto di una piccola dimensione ovunque e queste piccole città somigliano un pochino – e non so se ho già dato questa lettura – al problema che ha avuto l'agricoltura nel momento della sua massima trasformazione. La piccola proprietà contadina era un problema per la nostra regione e per un certo periodo si era pensato di risolverlo favorendo l'accorpamento fondiario. E' stato un fallimento totale. Di fatto la piccola proprietà contadina è stata superata da coloro che lavorano per conto terzi.
E la piccola proprietà contadina trasformata nel problema istituzionale municipale ha lo stesso problema, è inutile che pensiamo alle fusioni, dobbiamo pensare a nuove città funzionali. E lo stanno facendo già, come facciamo a non accorgerci delle grandi novità che ci sono nella nostra regione, cioè quando più Comuni rinunciano alla bandiera del proprio campanile e si mettono a gestire insieme i servizi. Questo è l'accorpamento che sta avvenendo e questo è quello che sta avvenendo anche nelle Comunità montane, infatti stiamo discutendo di queste nuove città funzionali. Chiaro!
Quindi è una grande novità che stiamo accompagnando, altro che lavoro a ribasso e conservativo! Stiamo accompagnando una trasformazione che porterà città di mille, duemila abitanti a gestire quasi prevalentemente, se non esclusivamente, la bandiera della propria identità, punto. E questo con i servizi che andranno a un livello superiore e nelle nostre realtà sarà un livello sovracomunale, saranno le Comunità montane che mi auguro di aver liberato da tanti ricordi, perché sono nate trent'anni fa e in questo arco di tempo il mondo è cambiato. Non potevamo pensare di tenere le Comunità montane così come erano dunque le abbiamo cambiate e mi auguro che in questa regione possano essere di nuovo un elemento di riforma istituzionale importante.
Sono contento, e vorrei che lo foste anche voi, perché abbiamo fatto una grande riforma senza dire basta con la politica ed oggi è facile dire che la politica deve andare a casa. Noi, invece, abbiamo detto la politica doveva fare un passo indietro per far fare ai sindaci un passo avanti, e non l'abbiamo fatto sulla base di una visione ideologica, l'abbiamo fatto perché se stiamo costruendo una nuova città funzionale poi le città devono trasferire i loro servizi alle Comunità montane. E tanto più sarà facile trasferire i servizi alle Comunità montane quanto più saranno i Sindaci che seguiranno quei servizi, senza che si spoglino di quei servizi, che li deleghino ad altri organi o ne subiscano soltanto i danni oppure che si augurino una gestione avveduta e fortunata.
I sindaci devono essere i protagonisti, ma lo devono essere fino ad un certo punto perché i sindaci non possono essere contro la politica. E quell'integrazione che è stata messa non è un patto col diavolo, è semplicemente perché dobbiamo comprendere che stiamo facendo la legge sulle Comunità montane, non stiamo riformando surrettiziamente la politica e quindi dobbiamo espellere dalle Comunità montane la rappresentanza politica. Se avessimo accentrato tutto sui sindaci avremmo avuto praticamente un bicolore nei consigli e avremmo avuto un bicolore dentro le giunte. Ed io non sono per niente convinto che quella è una riforma salutare per la politica, sono più convinto, invece, che questa nuova forma che abbiamo trovato porti i sindaci nella condizione, indipendentemente dalla bandiera...(…) Per favore, Consigliere, capisco che non riesce a trattenersi però...(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Giannotti, lei è stato ascoltato e non disturbato!

Luigi MINARDI. Si inaugurerà una nuova stagione politica nelle Comunità montane dove sarà il fare e i progetti a distinguere nella giunta i comportamenti delle persone e dei sindaci e non l'appartenenza ad una bandiera. Una casacca che negli ultimi anni ha fatto danni enormi, quindi se il portatore di una casacca deve dire “a” il portatore della casacca opposta deve dire “z” o viceversa, e poi ci lamentiamo che i cittadini non ci capiscono. Ma perché dovrebbero capirci?!
Quindi mettiamoci insieme a lavorare sui progetti e sfidiamoci sui progetti. E’ questo che indica la riforma delle Comunità montane e basta avere voglia di comprendere che questa trasformazione è stata già avviata, questo perché alla politica diciamo di fare un passo indietro per permettere ai sindaci di fare un passo avanti e non di eliminarsi a vicenda. Questo credo sia un elemento importante.
Quanti sono gli ambiti? Visto che siamo tutti per la riduzione e per le soluzioni non pasticciate, c'è un emendamento che dice che sono otto, non nove più uno o dieci o chissà quanti, sono otto, è razionale e pulito. Mi auguro che diate una mano.
Ed aggiungo, siccome ho sentito nel dibattito una certa disponibilità ad accentuare il risparmio che dovremmo produrre, ho presentato anche un emendamento che dice che da quando la legge sarà approvata le Comunità montane saranno commissariate, diventerà commissario il presidente della Comunità montana, non ci saranno consigli, non ci saranno giunte, avremo così un risparmio immediato. Tutti coloro che chiedevano un risparmio da domani – ho preso nota nei vostri interventi – credo che voteranno questo emendamento, penso che la coerenza sia il primo punto che ci deve contraddistinguere, è per questo che sono convinto che tale emendamento possa avere il consenso della maggioranza e della minoranza.
C’è il problema delle città. Non era semplice, ci siamo posti un certo tipo di ragionamento sul quale abbiamo cercato di costruire la legge. Cioè, abbiamo interesse a ridurre al massimo il numero delle città? Qual è l'interesse a tenere basso il numero delle città? Non c'è, perché tutte le città che allontaneremmo dalla nostra riforma poi organizzerebbero necessariamente un nuovo ente, chiamiamolo Unione di Comuni o in qualche altro modo, e così aumenteremmo i costi della nostra organizzazione, non li ridurremmo. Allora se alle nuove città abbiamo pensato di aggregare il più possibile è perché ci siamo mossi nella logica del risparmio, ma anche nella logica di garantire i servizi e l'unico modo per farlo era quello di includere e non di escludere. È troppo facile l'esclusione, è più difficile ma importante l'inclusione.
Le città più importanti che sono dentro le Comunità montane è chiaro che possono essere portatrici di pro e di contro ed è per questo che qualcuno dice “perché c'è dentro Fabriano o perché c'è dentro Urbino?”. E’ per un motivo semplice, perché i pro sono superiori ai contro. Quali sono i pro? I pro sono che ogni territorio ha una città leader capace di organizzarlo, ogni città leader ha una capacità di utilizzare e di mettersi a disposizione per i servizi. Voglio fare un esempio, io vivo in una città come Cagli dove solo lì c’è il corpo dei vigili urbani, non ce l'hanno le città limitrofe. Quindi avere una città importante dentro significa utilizzare per i servizi anche la sua tecnologia, la sua tradizione. Dove sta il vantaggio di fare una ciambella col buco portando via da quel buco tutti i servizi per il territorio?!
La stessa cosa vale per lo sviluppo. Se abbiamo detto che le Comunità montane devono avere una funzione sullo sviluppo locale perché togliere la città traino?! Cercheremo invece di lasciare la città traino.
Qual è il limite dell'avere città più grandi nelle Comunità montane? Il limite è la capacità di drenare risorse. Perché allora vogliamo mettere a disposizione loro risorse improprie o eccessive? Ebbene, noi abbiamo ridotto, perché le contiamo in 10.000 abitanti. Vogliamo ridurre ancora? Facciamolo, infatti quelle confinanti le abbiamo ridotte fino a 3.000. In questo modo abbiamo attenuato l'elemento “contro” rispetto all'elemento “vantaggio”.
Quindi credo che anche sulle città abbiamo fatto un buon lavoro.
Ovviamente sono sì contento ma non sono ipercontento. Mi pare che l'orientamento della minoranza sia quello di stare attenta agli emendamenti che ho presentato, mi auguro che li giudichi senza pregiudizi, quindi possiamo anche migliorare insieme questa legge. Consiglieri della minoranza vi dico anche che alcuni emendamenti che vi stavano a cuore dovete riconoscere che sono stati presentati da me e non da voi, quindi l’attenzione c'è stata.
Restano comunque in piedi alcuni problemi. Prendiamo ad esempio la provincia di Pesaro in quanto i veri problemi stanno in questa provincia. Non vi sarà sfuggito che la provincia di Pesaro ha iniziato questo percorso con sei Comunità montane e lo sta concludendo con due, nessun'altra provincia ha avuto la capacità di fare uno sforzo di questo tipo. Quindi tutti quelli, anche quelli con le massime responsabilità, che ritengono la nostra legge troppo aperta e permissiva non si sono permessi di avanzare una proposta di riduzione nelle loro province, vi sarebbe piaciuto, diversamente diventa complicato valutare il senso del discorso. Allora, nella provincia di Pesaro è chiaro che ci sono problemi e vorrei che tutta l’Assemblea legislativa se ne facesse carico in quanto è la provincia che ha dato di più in questo percorso.
C'è il problema della specificità della Valmarecchia che non vogliamo disconoscere, però c'è un'indicazione chiara anche per la Valmarecchia. C'è un problema di vocazione di una città, Pergola, che più che montana è di valle e ovviamente ha avuto una sistemazione di valle. C'è un problema di una integrazione fatta “all'ultimo minuto” tra Cagli e Urbania che ovviamente ci porrà dei problemi di gestione. Allora questi problemi di gestione ce li vogliamo assumere come problemi dell'intera Assemblea legislativa, della politica tutta. Quindi li gestiamo oppure vogliamo cavalcarli sperando di conquistare qualche consenso in più, con l'obiettivo poi di perdere davvero il consenso alla politica e alle Istituzioni?
Concludo dicendovi che considero questo processo avviato, non lo considero concluso. Credo anche che dovremmo presentare, mi auguro insieme, un ordine del giorno che deve assolutamente prevedere che chi in situazioni speciali si troverà a gestire le Comunità montane da domani fino alla prossima formazione delle nuove Comunità montane, si deve trovare anche nella condizione di avere un mandato dall'Assemblea legislativa, e il mandato non può che essere di istruire un percorso che riguarda il nuovo insediamento, le aggregazioni, la predisposizione degli statuti. Questo ordine del giorno, ripeto, dovremmo cercare di farlo insieme per dare anche un’indicazione precisa rispetto ai tempi necessari proprio per avere quei risparmi che si devono raggiungere.
Volete sapere qual è il mio punto di vista sul vero punto debole della legge Lanzillotta? La legge Lanzillotta ha un punto di debolezza e un punto di forza enorme. Il punto di forza consiste nel fatto che senza la legge Lanzillotta noi non avremmo fatto la riforma, e questo è indiscutibile, il punto di debolezza è che quei 3 milioni circa che stiamo risparmiando non ci vengono dati per i servizi al nostro territorio, ma ci vengono sottratti per far cassa a livello nazionale. E questa è una battaglia che abbiamo perso tutti, indipendentemente dal centro-destra o dal centro-sinistra, perché non è che il milione e seicento in più che risparmiamo ci viene dato da distribuire alle Comunità montane, ci viene trattenuto. Ma noi invece che un milione e sei risparmiamo tre milioni. E' questo il vero punto debole, altro che conservatorismo e quant'altro.
Voi siete stati così bravi da avermi dato una quantità di spunti notevoli, potrei continuare, e vorrei che non si offendesse quel Consigliere regionale che non ha trovato nella mia risposta una considerazione ad una sua osservazione, però avremmo sicuramente occasione per continuare a costruire insieme la riforma del sistema istituzionale regionale della governance. Intanto rinnovo i ringraziamenti per il vostro contributo.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Al comma 1 dopo le parole “Le Comunità montane sono” aggiungere le seguenti: “Unioni di comuni montani,”.
Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. In base alle norme della Finanziaria la Regione deve definire il nuovo assetto del territorio, però deve essere evidente che non si è mutata la natura istituzionale della Comunità montana. Le norme della Finanziaria sono ad integrazione di quanto previsto dall'articolo 27 del d.l. 267/2000. Quindi non viene riconosciuta la natura giuridica di tali enti perché per definirli la proposta di legge li qualifica come enti locali.
Se con la legge non definiamo anche le Unione dei comuni montani come enti locali costituiti per l'esercizio associato delle funzioni che invece svolgono, noi facciamo un'omissione. Questo è riconosciuto anche dalle sentenze della Corte Costituzionale che ora non cito. Pertanto è necessario per le funzioni che svolgono reinserire anche questa voce.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Ripeto ai Consiglieri che quando si vota devono alzare la mano e devono anche prestare attenzione onde evitare quello che è accaduto poc’anzi.

Emendamento n. 2 dei Consiglieri Capponi, Giannotti, Cesaroni, Massi, Bugaro, Ciriaci, Santori:
Al comma 1 dopo la parola “valorizzazione” aggiungere le parole “e lo sviluppo”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Subemendamento n. 03 del Consigliere Binci:
Al comma 1 dopo le parole “non superiore a” sostituire le parole “una per provincia” con il numero “7 (sette)”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo emendamento è modificativo anche della proposta iniziale che prevedeva una Comunità montana per provincia, che secondo me rimane ancora l’auspicio di una prossima riflessione su quella che sarà l’organizzazione dopo questa legge, e limita il numero delle Comunità montane a sette in tutto il territorio regionale.

PRESIDENTE: Subemendamento n. 03. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Rinnovo il richiamo all’attenzione dei Consiglieri e quando siamo in fase di votazione chi è favorevole, contrario o astenuto per cortesia alzi la mano perché verranno contate soltanto le mani alzate.

Emendamento n. 3 del Consigliere Binci:
Al comma 1 dopo le parole “non superiore a” sostituire il numero “nove” con “una per provincia”.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. La gestione delle funzioni vede un ambito ottimale all’interno di un territorio più vasto. Non è possibile programmare le funzioni di gestione del bosco, antincendio, coordinamento dei servizi su un ambito di dieci Comunità come prospettato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Durante il mio intervento la mia condivisione su queste cose l’ho detta in termini molto provocatori. Credo veramente che se l’Assemblea legislativa – lei, Consigliere Solazzi, ha una grande possibilità – dovesse approvare questo emendamento ci rimettiamo a discutere da zero in quanto si dà veramente un’altra impronta alla legge.
Volevo anche cogliere l’occasione per replicare…

PRESIDENTE. Consigliere lei può parlare solo contro.

Roberto GIANNOTTI. Infatti sto parlando per motivare il no, Presidente, mi faccia dire il perché. Credo che dopo l’intervento dell’Assessore Minardi …

PRESIDENTE. Non può farlo adesso, lo farà in dichiarazione di voto.

Roberto GIANNOTTI. Mi lasci dire, Presidente, io devo giustificare il perché dico sì a questa proposta. Dico sì perché – c’è una connessione, Presidente, il regolamento lo conosco anch’io! – non posso accettare il tarlo che l’Assessore ha tentato di metterci nella testa, cioè quello sulla connessione tra le Comunità montane, la difesa del territorio e dell’identità. Non è così. Come credo che sia caduto in disgrazia lessicale quando ha detto che il problema del risparmio è legato alle indennità. Il problema del risparmio, Assessore, è legato alle spese di gestione che è pari al 60% nelle Comunità montane.
Così come non accetto il richiamo alla leadership. Se la riforma delle Comunità montane doveva portare alla leadership del Comune di Cagli sulle Comunità montane unificate… e poi è una bugia, lei non può prendere in giro l’Assemblea legislativa, le Comunità montane della provincia di Pesaro sono tre, non due, una è in bilico. Oggi votiamo la permanenza di tre Comunità montane, non due, perché la Comunità montana del Marecchia continua ad esistere fino a quando lo Stato non deciderà diversamente.
Comunque voterò a favore dell’emendamento Binci perché credo sia una grande semplificazione del sistema.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Decaduto.

Subemendamento n. 05 dei Consiglieri Lippi, Viventi:
Dopo il comma 3 aggiungere i seguenti commi:
“3 bis. I Comuni di cui al comma 3 entrano a far parte della composizione del Consiglio della comunità montana con le modalità di cui all'articolo 10.
3 ter. I Comuni esclusi dagli ambiti territoriali a seguito del riordino di cui alla presente legge, possono tramite convenzione, delegare alla Comunità montane l'esercizio di funzioni e servizi comunali.
La rappresentanza di detti Comuni è garantita all'interno della Conferenza dei sindaci, organismo di consultazione permanente, che esprime parere obbligatorio e vincolante in ordine ai provvedimenti inerenti la gestione associata dei servizi.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Sostituire i commi 2 e 3 con i seguenti:
“2. Possono far parte della Comunità montana i Comuni che sono situati per almeno il 30 per cento della loro superficie al di sopra di 400 metri di altitudine sopra il livello del mare. Questi Comuni, data la conformazione geografica della regione, associano al dato dell’altitudine anche gli indicatori di tipo socio-economico e del livello dei servizi, che li riconducono ad una condizione di marginalità rispetto ai Comuni al di sotto di tale limite che sono situati nella fascia medio/bassa collinare.
3. Non possono comunque far parte della Comunità montana i Comuni che, pur rientranti per l’altimetria nella tipologia di cui al comma 2, hanno la maggior parte della popolazione residente nel centro abitato collocato al di sotto dei 400 metri sul livello del mare e che per il livello dei servizi e la presenza di attività produttive non sono configurabili come marginali, di questi Comuni verrà incluso nell’ambito della Comunità montana solo la porzione di territorio più marginale costituito dalle piccole frazioni che abbaino i requisiti altimetrici di cui al comma 1 e dalla superficie appartenente al demanio forestale regionale.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2 sostituire la parola “quattro” con la parola “tre”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
Al comma 2 sostituire le parole “aventi almeno il 30 per cento della superficie territoriale al di sopra dei 400 metri di altitudine sul livello del mare” con le parole “aventi almeno l’80 per cento della loro superficie al di sopra dei 500 metri di altitudine sopra il livello del mare”.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. E’ una delle questioni di fondo di tutta la discussione di oggi. Ho ascoltato attentamente l’Assessore Minardi, lui ce l’ha messa tutta per tentare di giustificare l’impossibile, ma non ci è riuscito, almeno per quanto mi riguarda.
Credo che la legge abbia mancato nell’aver in maniera molto testarda voluto difendere il piccolo potere dei Comuni medi della provincia ribadendo e facendo passare una nuova forma di vassallaggio. Sostanzialmente, Assessore, lei ha annunciato il ruolo di leadership di alcuni grandi centri rispetto ai piccoli Comuni, evidentemente pensando alla città in cui dimora e questa è una cosa che le può essere in qualche modo giustificata considerando l’affetto che credo abbia per Cagli.
Ma il problema di fondo è che lo spirito della legge non era quello del risparmio, ma quello della razionalizzazione che riconoscesse il ruolo fondamentale della montagna e dei Comuni montani. Il non aver applicato la legge e aver trovato un escamotage per abbassare il livello previsto, così come è stato fatto nella legge, non corrisponde al requisito fondamentale.
Questo emendamento intende riproporre il criterio indicato dalla Finanziaria, cioè che in Comunità montana ci debbono andare solo i Comuni che hanno il requisito della montanità.
Anche qui l’appello è di votare questa proposta emendativa in quanto può rovesciare completamente l’impostazione della legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 del Consigliere Solazzi:
Al comma 3 prima delle parole “Comuni confinanti” sostituire le parole “gli ambiti territoriali sono formati altresì dai” con le parole “previo assenso dei Comuni interessati l’Assemblea legislativa regionale può prevedere che negli ambiti territoriali di cui al comma 2 siano compresi anche i”.
Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. E’ un’opportunità per i Comuni cosiddetti confinanti. L’articolo recita: ”gli ambiti territoriali sono formati altresì dai Comuni confinanti” e con il mio emendamento dico che questa classificazione può avvenire soltanto dopo che c’è stato un assenso dei Comuni interessati, cioè i Comuni possono esprimere l’adesione e poi l’assemblea decide in base alla decisione dei Comuni interessati. A me questo pare il minimo, non si vede perché un Comune, che peraltro può essere non montano ed è semplicemente confinante, che decide di non stare in quell’ambito non possa farlo. Mi sembra una cosa vessatoria nei confronti del Comune, quindi ho proposto questo emendamento e prego l’Assemblea di approvarlo perché mi sembra doveroso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Volevo solo dare un chiarimento più che un’osservazione critica all’emendamento.
La richiesta del Consigliere Solazzi è legittima però mette in crisi tutto il progetto in quanto sovverte il principio di adesione alla Comunità montana. Se dovessimo scegliere questo principio, sul quale si è meditato a lungo ed è un principio legittimo, apriremmo una fase di consultazione, perché il singolo Comune dovrebbe fare la richiesta, l’Assemblea legislativa dovrebbe riunirsi per valutarla. Quindi sottoporremmo l’adesione o meno di un Comune non a un criterio legislativo oggettivo che abbiamo sancito, ma ad un criterio anche di opportunità politica. Questo rischia di aprire vertenze con i territori.
Dunque secondo me la scelta fatta magari non è ottimale, ma è quella che apre meno conflittualità.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
Il comma 3 è sostituito dal seguente: “3. Gli ambiti territoriali sono formati altresì dai Comuni confinanti classificati montani qualora siano situati per almeno il 50% della loro superficie al di sopra dei 400 metri di altitudine sul livello del mare.”.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questo emendamento è il completamento della proposta di prima, cioè abbiamo detto che dobbiamo acquisire il criterio della montanità previsto dalla legge Finanziaria. Cosa che voi non volete fare, il grande riformatore Minardi non ha voluto adeguarsi alla legge Finanziaria. E’ chiaro che ciò vuole dire creare ambiti territoriali di una certa dimensione in quanto, Assessore, ad esempio, quanti Comuni entrano nella sua proposta complessiva? Sono 150?

Luigi MINARDI. Voglio dire perché non può esserci una Comunità montana per provincia. Di Comuni ce ne sono 36 a Pesaro, 10 ad Ancona, 30 a Macerata, 9 a Fermo, 10 ad Ascoli. Ecco perché non se ne può fare una per provincia.

Roberto GIANNOTTI. Dunque con questa proposta di legge abbiamo 100 Comuni partecipanti, invece se avessimo applicato il principio previsto dalla Finanziaria avremmo ridotto, facendo una riforma seria, la partecipazione alle Comunità montane a 50 Comuni, quindi rendendo anche impossibile un’articolazione territoriale diversa. Il senso della nostra proposta è proprio questo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 10 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci, Giannotti:
Al comma 3 dopo le parole “della normativa statale” aggiungere le parole: “e comunitaria”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 11 (aggiuntivo) del Consigliere Minardi:
Dopo l’articolo 4 è inserito il seguente:
“Art. 4 bis (Settimana della montagna)
1. L’Assemblea legislativa entro il 31 marzo di ogni anno redige un rapporto contenente la valutazione dell’impatto della legislazione regionale sulle aree montane.
2. La Regione, in collaborazione con le associazioni rappresentative degli enti locali, organizza annualmente nel mese di maggio una settimana dedicata a seminari di studio, convegni, manifestazioni ed altre iniziative, allo scopo di raccogliere ed elaborare dati ed informazioni relativi alla situazione e alle problematiche del territorio montano.
3. Entro il 31 maggio l’Assemblea legislativa regionale è convocata in apposita seduta alla quale partecipano i componenti del Cal e del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel), per l’esame delle tematiche relative alla montagna.”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Ho presentato un subemendamento.

PRESIDENTE. Alla Presidenza non lo abbiamo.

Adriana MOLLAROLI. Lo deposito adesso.

PRESIDENTE. Allora sospendiamo per la produzione di questo subemendamento.

Adriana MOLLAROLI. Intanto vorrei illustrarlo. Invece di istituire la settimana della montagna il mio subemendamento n. 011 prevede:
“1. La Giunta regionale presenta all'Assemblea legislativa, entro il 31 marzo di ogni anno, un rapporto contenente la valutazione dell'impatto della legislazione e delle politiche regionali sulla montagna.
2 L'Assemblea legislativa è convocata, in apposita seduta, per l'esame del rapporto. Alla seduta possono essere invitati a partecipare, senza diritto di voto, i componenti del Cal e del Crel.”.
A me sembra una proposta più convincente e che consente alla nostra Assemblea legislativa di fare una valutazione non soltanto sulla legislazione che facciamo a favore della montagna, ma anche sull’insieme delle politiche regionali che riguardano questo settore.
Quindi chiedo di votare questo subemendamento se l’Assessore lo ritiene ben fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Questo tema non è stato trattato nel mio intervento. Pertanto brevemente dico che credo che questa legge esprima il desiderio di far sì che sulla montagna non si facciano soltanto leggi di principio cioè leggi senza finanziamenti. Ci sono almeno due parti di questa legge che invitano a finanziare in modo preciso gli interventi sulla montagna e c'è da recuperare una discussione sulle aree interne della nostra regione.
Quindi se la chiamiamo settimana della montagna o diversamente non ho niente in contrario, purché sia partecipata da tutto il sistema delle autonomie locali, da tutto il territorio regionale, che liberi la disponibilità dei territori a dare il meglio di sé e che si concluda in un'Assemblea, in un Consiglio, quello che è, ma l'importante è che ci sia un luogo nel quale si possa discutere seriamente tutti gli anni del problema della montagna.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non ho ancora il testo del subemendamento della collega Mollaroli, comunque mi sembra di aver capito che è la Giunta che deve produrre un rapporto e poi in Aula si dovrebbe discutere attorno a quel documento di rendiconto delle politiche della montagna.
Esprimo il mio voto favorevole e con me il voto del gruppo ma spero che questa norma venga poi applicata. Infatti vorrei chiedere di fare, e lo chiedo all'Ufficio di Presidenza e al Presidente dell’Assemblea legislativa, una ricognizione su quante norme di questo tenore non sono state mai applicate. Molte volte come Assemblea legislativa abbiamo chiesto alla Giunta un rapporto annuale o quanto meno periodico ma questo poi non arriva mai.
Perciò oggi voto l'ennesima richiesta, la voto convintamente, però chiedo che si faccia, non solo su questo ma in generale, la verifica di quelli che sono gli obblighi della Giunta che fino ad oggi non sono stati rispettati. Ripeto, molte volte attendiamo documenti scritti nelle norme che poi non essendo applicati non arrivano mai in Aula assembleare per la discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Voglio confermare il voto favorevole a questo emendamento perché era un impegno dell'Assessore Minardi in quanto, come garante dei territori montani, ovviamente alle parole devono seguire i fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Voglio fare solo una raccomandazione. Cioè che per eseguire questo rapporto della situazione non si dovranno spendere risorse impropriamente come avviene spesso, e che ci sia anche la partecipazione di tutti.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 011. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 11. Decaduto.

Articolo 5.
Emendamento n. 12 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Ciriaci, Giannotti, Santori:
Al termine del comma 2 aggiungere la seguente frase: “Della volontà di realizzare tale convenzionamento nel rispetto dei principi di trasparenza del procedimento amministrativo e di concorrenza, ne viene dato avviso pubblico con indicati tutti gli estremi dell’atto, per almeno trenta giorni, in tutti gli albi dei Comuni facenti parte.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Il discorso del convenzionamento in molti casi viene male interpretato dalle Comunità montane in quanto non vengono rispettate le norme sulla trasparenza e sulla concorrenza.
Pertanto penso che questo richiamo debba essere proprio fatto perché il convenzionamento per svolgere servizi e funzioni deve essere fatto nel rispetto del procedimento amministrativo e nel rispetto del principio di concorrenza. Quindi questa non è una deroga alle norme sulla concorrenza.
Inoltre di questi convenzionamenti deve essere dato conto a tutti i cittadini dei Comuni della Comunità montana e non solo all'albo della stessa.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Mi scuso ma nella concitazione non ho informato che su questo emendamento vorrei presentato un subemendamento che raccoglie il senso della preoccupazione espressa.
La questione alla quale si fa riferimento è una dizione del comma 2 che dice che le Comunità montane possono convenzionarsi con soggetti pubblici e privati allo scopo di gestire i patrimoni.
L'emendamento del Consigliere Capponi va nel senso di dire che debbono essere garantite...

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliera, siccome il suo subemendamento non è a conoscenza dei Consiglieri sospendo per cinque minuti la seduta affinché possa essere distribuito dopo aver fatto le fotocopie. Questo perché non è possibile che per ogni emendamento viene formulato un subemendamento che l'Assemblea legislativa non conosce!
Quindi la seduta è sospesa per cinque minuti.

La seduta è sospesa alle ore 16,40

La seduta riprende alle ore 16,47

PRESIDENTE. Il subemendamento n. 012 della Consigliera Mollaroli è stato distribuito e così recita:
Al comma 2 aggiungere la seguente frase: “nel rispetto dei principi di pubblicità e non discriminazione”.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Condivido la proposta della Consigliera Mollaroli di specificare meglio, tuttavia sia il sub che l'emendamento secondo me sono in contrasto con la legge sulla montagna regionale e nazionale e se vogliamo dare una garanzia di questo tipo lo dobbiamo fare riferito a queste. Nei territori montani ci sono delle norme di salvaguardia e possibilità per i Comuni associati e per le Comunità montane di dare per servizi appalti a cooperative per certi importi anche senza gare di evidenza pubblica.
Se passa una cosa di questo tipo non solo non è in coerenza con quelle normative, ma stravolge anche una visione di servizi per la montagna. Faccio sempre un esempio che potrebbe sembrare anche strano, cioè quello che è accaduto nella gara fatta per la pulizia delle scuole, dove otto milioni di euro se li è aggiudicati una cooperativa di Bologna.
Pertanto in virtù del rapporti di forza economici se viene una cooperativa forte che fa un prezzo stracciato tutto il tessuto montano verrebbe spazzato via dal punto di vista economico e sociale.
Quindi invito a ritirare tutti e due gli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei chiarire che il subemendamento Mollaroli non sostituisce il mio emendamento, perché io richiamo il fatto che di queste convenzioni devono essere avvisati tutti i Comuni e poi devono essere affisse all'albo, una procedura corretta e obbligatoria, però qui sembra possa essere superata da altre forme.
Sono anche molto preoccupato di questo articolo, perché in questa regione, vedi per esempio tutta la politica dei parchi, della gestione delle aree protette, ecc., è stata fatta tutta con convenzionamenti che addirittura in molti casi sono in contrasto con la normativa nazionale che vi siete dati voi.
Quindi penso che questo debba essere recuperato alla legalità. Peraltro faremo dei controlli su quello che faranno le Comunità montane proprio perché questo spirito di autonomia molte volte ha generato delle grandi sperequazioni e discriminazioni.

PRESIDENTE. Credo che il subemendamento n. 012 possa essere considerato come non sostitutivo dell'emendamento n. 12, quindi li metterò in votazione entrambi.
Subemendamento n. 012. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 13 dei Consiglieri Ricci, Badiali:
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. Le Comunità montane possono affidare l’esecuzione di lavori e di servizi attinenti alla difesa e alla valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, quali i lavori selvicolturali, l’afforestazione, la riforestazione, il riassetto idrogeologico e la sistemazione idraulico-forestale, i lavori inerenti la tutela e la valorizzazione delle foreste e dei territori montani, anche tramite apposite convenzioni, ai soggetti di cui all’articolo 17, comma 2, della legge 97/1994 e all’articolo 2, comma 134, della legge 244/2007, nonché ai soggetti di cui all’articolo 15 del d.l. 228/2001 e a quelli iscritti agli albi regionali di cui all’articolo 9 della l.r. 6/2005.”.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questo emendamento ripristina il testo della Giunta e recupera un'esperienza precedente, cioè la possibilità da parte delle Comunità montane di affidare lavori che riguardano interventi sul paesaggio, sull'ambiente, sulla forestazione. Quindi recupera un rapporto consolidato fra Comunità montane e cooperative forestali.

PRESIDENTE. Emendamento n. 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 14 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 5 aggiungere il seguente comma:
“6. In sede di definizione degli obiettivi di programmazione regionale a favore dei territori montani, è effettuata annualmente la ricognizione delle funzioni conferite dalla Regine alle Comunità montane e la valutazione dell’appropriatezza delle stesse, in termini di sussidiarietà, completezza, omogeneità e unicità della responsabilità amministrativa, dell’efficienza ed economicità del procedimento così come previsto dallo Statuto regionale e dalla l.r. 17 maggio 1999, n. 10.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 15 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci, Giannotti, Santori, Giannotti. Ritirato.

Emendamento n. 16 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci, Giannotti. Ritirato.

Emendamento n. 17 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci,
Al comma 2 sostituire le parole “almeno 10 anni” con le parole: “almeno 5 anni”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 18 del Consigliere Solazzi:
Dopo il comma 2 inserire il seguente comma 2 bis:
“2 bis. La Regione può prevedere che i benefici di cui al comma 1 siano concessi anche nel caso di Comuni non compresi nell’ambito di Comunità montane.”.
Consigliere Solazzi, questo emendamento verrà inserito in termini di coordinamento nell’articolo giusto in quanto quello indicato non è esatto.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. (accensione tardiva del microfono)... nella parte che riguarda le Comunità montane e fa riferimento al comma precedente, quindi deve comunque essere riformulato. Pertanto recepiamo lo spirito ma visto che deve essere inserito in un'altra parte va anche modificato.

PRESIDENTE. Appunto, verrà sistemato in sede di coordinamento tecnico.
Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. La ragione di questo emendamento attiene alle cose che ho provato a dire questa mattina, cioè che questa legge è profondamente lacunosa perché non ha approfittato di fare un'opera sistematica di governo del sistema delle autonomie. Tant'è che ci ritroviamo con l’articolo 7 che prevede a favore di alcuni Comuni delle agevolazioni mentre altri Comuni che sono nelle stesse condizioni, cioè quelle di essere comuni marginali che per di più non hanno il beneficio di stare in una Comunità montane, sono esclusi anche da questo ulteriore beneficio previsto, appunto, in questo articolo.
Pertanto chiedo che valgano gli stessi parametri, cioè 2.000 abitanti, per cui quei Comuni marginali, periferici che pur non rientrando nella Comunità montana almeno che possano avere gli stessi benefici previsti da questo articolo.
Certo non c'era bisogno di questo emendamento se fosse stata una legge che in qualche modo avesse cercato di governare tutto il sistema delle autonomie. Così non è stato, e secondo me questo emendamento è accoglibilissimo. Anzi, questa Assemblea legislativa farebbe torto ai Comuni più piccoli se li discriminasse rispetto al fatto di essere o non essere in una Comunità montana. Infatti sappiamo benissimo che ci sono alcuni Comuni che pur non avendo il requisito della montanità vivono grandi difficoltà rispetto alla carenza di servizi, rispetto alla marginalità, rispetto allo spopolamento che hanno subìto in questi anni e rispetto al processo di smantellamento dei servizi.
Quindi questo potrebbe essere un contributo per aiutare i Comuni che non fanno parte di Comunità montane.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Vorrei dare un brevissimo contributo perché le questioni poste dal Consigliere Solazzi non sono peregrine, però secondo me andrebbero inserite al comma 2 dell'articolo 1 sulle finalità. Qui, e invito l'Assessore Minardi a prestare attenzione, non so se potremo dire che dopo l’approvazione di questa legge potremo garantire ai Comuni che non fanno parte delle nuove Comunità montane fondi – a parte quelli regionali che potremo dare, quindi lì andrà inserito quello che dice il Consigliere Solazzi –i dell'Unione europea e delle leggi statali. Secondo me ci vendiamo una cosa di cui non disponiamo e pertanto credo sia rischioso vendersi su cose di competenza non regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Il senso di questo emendamento del Consigliere Solazzi è condivisibile, infatti non va a modificare la distribuzione delle risorse attingendo del fondo ordinario della montagna, dal fondo per le spese del personale, dal fondo per l'ammortamento dei mutui dei Comuni che hanno inserito le Comunità montane, ma si tratta di altre risorse.
La legge Finanziaria all'articolo 2, comma 19, stabilisce per noi l'impegno a ridurre di un terzo la spesa corrente. Mentre fa questo specifica che i criteri con i quali dobbiamo prevedere la riduzione dei costi non rilevano in ordine ai benefici e agli interventi speciali per la montagna stabiliti dall'Unione europea e dalle leggi statali e regionali. Pertanto è la stessa legge Finanziaria che dice che oltre a questi tre fondi ci possono essere anche altre leggi speciali e queste non possono essere messe in discussione. Significa che se si fa una legge speciale regionale, europea o statale che riguarda i piccoli Comuni poi questa non pregiudica i Comuni che non fanno parte delle Comunità montane.
Al momento, è utile chiarirlo, non ci sono queste leggi speciali, ma semmai ci fossero non sarebbero pregiudicate. Questa è una previsione, ripeto, che sta nella Finanziaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Questa è un'esigenza, come è apparso lungamente nel dibattito che si è svolto su una legge nazionale, finalizzata soprattutto ad una ristrutturazione della spesa, ad una razionalizzazione e ad un contenimento.
L'Assemblea legislativa mi deve spiegare qual è la ratio di questo emendamento e come si inserisce nel dibattito che stiamo svolgendo.
Se esiste un problema relativo ai piccoli Comuni, al di fuori di quelli compresi nell'area montana, ed è urgente – e penso che ci sia questo problema – credo sia molto più corretto, molto più responsabile, molto più onesto prevederlo con un dispositivo legislativo nell'assestamento di bilancio che faremo tra qualche settimana.
Che cosa c'entra in questo testo mettere un provvedimento che oltretutto è dissociato e schizzofrenico rispetto al dibattito che stiamo facendo!

PRESIDENTE. Consigliere Solazzi, se a questo punto vuole evitare la votazione o presenta un ordine del giorno o ritira l’emendamento. Quindi la prego di esprimersi.

Vittoriano SOLAZZI. Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 18. Ritirato.

Emendamento n. 19 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 2 aggiungere il seguente comma 2 bis:
“2 bis. La Regione Marche, in sede di approvazione del proprio bilancio di previsione, può introdurre agevolazioni per le attività insediate nei comuni montani con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, concedendo una riduzione delle aliquote Irap proporzionali, rispetto alla percentuale di assunzioni a tempo indeterminato, effettuate nel corso dell’anno precedente, nonché alla effettiva realizzazione del ricambio generazionale.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Abbiamo degli emendamenti che vogliono quasi realizzare un minimo di piattaforma per le agevolazioni che possono essere concesse a determinate situazioni che favoriscono l'insediamento delle imprese in zona montana e nonché il ricambio generazionale.
Questo emendamento recita che nei Comuni montani sotto i 5.000 abitanti la Regione può, in sede di approvazione del bilancio di previsione, prevedere delle agevolazioni dell'Irap per quelle aziende che si impegneranno all'assunzione a tempo indeterminato di dipendenti oppure se nell'anno precedente ci sarà stato il ricambio generazionale.
E' una norma di principio che altre Regioni si sono date e volevamo che questo potesse avvenire anche nella regione Marche. Non impegna nessuno ma ci dà una piattaforma su dove poter intervenire a livello di agevolazioni.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 20 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 2 aggiungere il seguente comma:
“4. La Regione Marche, in sede di approvazione del proprio bilancio di previsione, può introdurre agevolazioni per le attività insediate nei comuni montani con popolazione inferiore a 5.000 abitanti, concedendo una riduzione delle aliquote Irap con particolare riferimento ai settori dell’agricoltura, caccia, pesca e silvicoltura, nonché per il settore turistico, le cooperative sociali di cui alla legge 381/1991, nonché per le imprese di nuova costituzione in possesso dei requisiti di ammissibilità ai benefici previsti dalla normativa nazionale e regionale per l’incentivazione all’imprenditoria giovanile, femminile e delle fasce deboli sul mercato del lavoro.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 21 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 2 aggiungere il seguente comma:
“3. La Regione Marche, in sede di approvazione del proprio bilancio di previsione, può introdurre agevolazioni per le attività insediate nei comuni montani alle imprese per le quali sia stato dichiarato lo stato di crisi aziendale ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigente (legge 1223/1991 e successive modificazioni), ecc..”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Constatate alcune problematiche che si stanno verificando nelle aree montane di grandi crisi aziendali, si potrebbe prevedere che in sede di approvazione del bilancio potesse essere concessa un'agevolazione soltanto per quelle aziende dichiarate in stato di crisi. Questo per evitare che ci sia una generalizzazione delle agevolazioni anche per aziende che non sono in crisi o in riconversione industriale.
Credo che questo sia anche un momento particolare per parlare di questo, mi riferisco all'Antonio Merloni di cui abbiamo già parlato, ma ci sono anche altre aziende che sono in questa condizione.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Questi emendamenti non sono provvedimenti che possono essere inseriti in questo testo, lo faremo in sede di bilancio. La nostra è una legge particolare – ormai lo abbiamo capito tutti, Consigliere Capponi –, per cui pur apprezzandolo ne merito questo provvedimento, ripeto, non può essere inserito nel testo della legge sulle Comunità montane.

PRESIDENTE. Emendamento n. 21. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 22 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 2 aggiungere il seguente comma:
“6. La Regione Marche, in sede di approvazione del proprio bilancio di previsione, può introdurre agevolazioni per le attività in materia di accise e addizionali (benzina, gas metano, tassa di circolazione automobilistica) di propria competenza per i prodotti energetici distribuiti, a vantaggio dei cittadini residenti e delle imprese che abbiano la propria sede legale nei comuni montani con popolazione inferiore ai tremila abitanti.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prima di tutto voglio controbattere la Presidente della Commissione Mollaroli perché questi emendamenti sono tutti pertinenti a questa legge. Le dico anche che molte altre Regioni, comprese quelle di centro-sinistra, li hanno messi nell’articolato proprio perché danno alla legge anche il compito di verificare nella predisposizione dei bilanci, rispetto alle problematiche più emergenti nei territori montani, se queste situazioni sono presenti nelle aree montane.
Molte altre Regioni hanno previsto per le zone montane un diverso peso delle accise rispetto alla normalità del territorio regionale.
Con questa norma non c'è una quantificazione – andrà quantificata in sede di bilancio – ma introduciamo una ponderazione e un esame da fare obbligatoriamente prima di approvare il bilancio.
Questo discorso era già preesistente, infatti nel passato anche sull'accisa del gas metano c'era una diversa imposizione e che poi con l’ultimo bilancio in questa regione è stata cancellata.
Quindi chiediamo che venga fatta una verifica in sede di approvazione del bilancio, dato che il problema della zona montana è quello di avere servizi lontani e dover pagare più degli altri cittadini, sull’accisa per avere servizi sul territorio.
Dunque è solo per affermare un principio, poi la maggioranza farà quello che vuole, come fate spesso e volentieri, però per responsabilità noi l'abbiamo comunque voluto mettere.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 22. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7, così come emendato,. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 23 del Consigliere Solazzi. Ritirato

Emendamento n. 24 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 1 aggiungere il seguente comma 1 bis:
“1 bis. La Regione Marche per favorire il diritto allo studio dei giovani residenti nei comuni montani con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, può prevedere nel proprio bilancio forme di incentivazione e sostegno per abbattere i costi sostenuti dagli studenti per il trasporto scolastico svolto dai Comuni e per gli abbonamenti di trasporto pubblico locale quando essi sono costretti a recarsi in un altro comune per la frequenza dei corsi di scuola media secondaria di primo e secondo grado.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Parliamo sempre di un altro principio. Per noi è una specie di vademecum di riflessione nel momento dell'approvazione del bilancio.
Sappiamo che l'offerta scolastica e il diritto allo studio nelle zone montane è carente, addirittura in alcuni Comuni si verifica che studenti di scuola media inferiore sono costretti ad andare fuori comune e pagare servizi di trasporto scolastico.
Con questo emendamento introduciamo il principio della verifica per cercare di abbattere il costo per questi studenti che per l'accesso al diritto allo studio non vengono messi nella stessa condizione degli altri studenti delle Marche. E questo vale anche per quelli che non trovano in questi comuni i servizi della scuola media superiore.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 24. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa no approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 25 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
L’articolo 10 è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Per accelerare farò un'illustrazione complessiva degli emendamenti che abbiamo predisposto sugli organi.
Ho già detto che la prima proposta che avevamo fatto era l'applicazione del principio della montanità, l’avete respinto, ne prendiamo atto, e questo giustifica il mio dissenso pieno della proposta e il fatto che pur non partecipando alla votazione riaffermo la mia contrarietà a questa proposta di riordino.
La seconda questione riguarda gli organi. Noi abbiamo proposto degli organismi snelli che potrebbero recuperare lo spirito originario della legge istitutiva delle Comunità montane.
Le Comunità montane non sono organi elettivi, sono organi di secondo grado, cioè a derivazione comunale. Quindi ci sembra giusto riproporre l'esigenza che gli organi della Comunità montana siano composti dai sindaci delle amministrazioni comunali in carica.
La struttura che abbiamo ipotizzato è quindi: un consiglio comunitario composto solo da un rappresentante delle maggioranze dei Comuni – non ho paura della uniformità, Presidente, la provincia di Pesaro è tutta rossa, se lei mi trova un assessore del mio partito le pago la cena sul Catria questa sera! –. (…) Consigliera Mollaroli, lei non è la più titolata a parlare visto che nella sua città è tombè alla grande! Così come dico al Consigliere Comi che non deve preoccuparsi perché le prossime elezioni…

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, per cortesia, illustri l'emendamento e voi, Consiglieri, non interrompetelo.

Roberto GIANNOTTI. Le Comunità montane della provincia di Pesaro sono gestite tutte dal centro-sinistra, anche dove non c'è il numero per governare. Nel caso della Comunità dell'Alto Metauro un sindaco che non è certamente di sinistra è il punto di sfogo della... Comunque, dicevo, che abbiamo previsto un consiglio comunitario composto da un rappresentante per ogni Comune, il presidente deve essere un sindaco eletto all'interno di questo organismo, una giunta comunitaria composta da sindaci e che deve essere sempre all’interno di questo organismo, un'articolazione limitatissima delle Giunte, tre membri nelle Comunità montane fino a cinque Comuni e cinque membri nelle Comunità montane superiori. Non abbiamo previsto la figura anacronistica – dico così per non dire altro – dei vicepresidenti, che è stata introdotta quasi a segnalare una lottizzazione politica che non ci sta assolutamente. Così come non è ammissibile questa complicatissima macchina organizzativa che si vuole mettere in moto per eleggere gli organismi, cioè l'assemblea generale dei consiglieri che si riunisce in seggio elettorale per eleggere ecc..ecc., mi sembra che sia una complicazione delle complicazioni.
La nostra proposta, contenuta negli emendamenti dal n. 25 a seguire, è invece una proposta migliorativa e semplificativa delle procedure.
Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei Consiglieri Tiberi e Cesaroni.

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, voto per appello nominale partendo dalla lettera M.

Guido CASTELLI. Procedo alla chiama:
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi no
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini assente
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi no
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni assente
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci sì
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D'Isidoro assente
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 26 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
L’articolo 10 è sostituito dal seguente:
“Art. 10 (Composizione del Consiglio)
1. Il Consiglio comunitario è composto dai Sindaci dei Comuni partecipanti o da loro delegati, scelti dai sindaci tra gli assessori o i consiglieri dei rispettivi comuni.
2. Dopo ogni tornata elettorale i Sindaci dei Comuni provvedono entro trenta giorni dall’insediamento dei Consigli comunali a trasmettere al Presidente della comunità montana il nominativo del proprio rappresentante.
3. Il Presidente provvede alla convocazione del Consiglio comunitario, che è regolarmente costituito, quando siano pervenuti i nominativi di almeno i tre quarti dei rappresentanti.
4. La convocazione della prima seduta dei Consigli delle costituende Comunità montane è disposta entro trenta giorni dalla pubblicazione del decreto di costituzione dal consigliere più giovane di età, che la presiede.
5. Il Presidente non è rieleggibile per più di due mandati consecutivi.
6. In caso di cessazione dalla carica, nei casi previsti dalla legge, del Presidente o dei due componenti della giunta, il consiglio provvede alla loro rielezione nei successivi trenta giorni.
7. Il Consiglio può revocare il Presidente in seguito a proposta motivata e sottoscritta da almeno un terzo dei componenti il Consiglio, con il voto palese della maggioranza dei componenti ad esso assegnati.
8. Gli organi di cui al comma 1 restano in carica fino all’elezione dei nuovi.”.
Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Vorrei illustrare questo emendamento che praticamente ricalca l'intervento precedente del Consigliere Giannotti.
Noi vogliamo riorganizzare questi enti e allo stesso tempo dare una risposta ai costi della politica. Quindi avere un organismo snello, non farraginoso e rappresentativo anche istituzionalmente, infatti i sindaci vengono eletti a maggioranza dal popolo e quindi nella rappresentanza non si lede il diritto dei cittadini.
Voglio inoltre sottolineare un aspetto fondamentale. Noi stiamo parlando di riorganizzare e ridurre questi organismi per risparmiare sul costo della politica, ma poi in contemporanea ci sono provvedimenti già pronti per istituire nuovi organismi, organismi che saranno fonti di spesa e tra l'altro con consigli di amministrazione molto costosi.
Questo non ci fa onore in quanto andiamo a tagliare degli organi istituzionali e contemporaneamente in questo consesso regionale fra qualche giorno andremo ad istituire nuovi organismi addirittura più costosi dell'intero pacchetto delle Comunità montane, mi riferisco ad esempio ai parchi, alle riserve naturali, ecc..
Ripeto, non ci fa onore tagliare da una parte le istituzioni e dall'altra istituire cose nuove, dunque è bene che cominciamo a dare una risposta concreta e seria.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Volevo chiedere alla segreteria se è possibile votare per parti separate in quanto il comma 1, per quanto ci riguarda, è condivisibile.

PRESIDENTE. Non è possibile in quanto l'emendamento è totalmente sostitutivo dell'articolo 10.
Emendamento n. 26. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Con questa non approvazione decadono i connessi emendamenti n. 40, 41, 42, 43, 44, 45, 48, 83, 84.

Emendamento n. 27 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
L’articolo 10 è sostituito dal seguente:
“Art. 10 (Composizione e funzionamento del Consiglio comunitario)
1. Il Consiglio comunitario è composto dal Sindaco di ciascun Comune facente parte della Comunità oppure da un assessore o da un consigliere da lui nominato entro la prima seduta utile del Consiglio comunitario.
2. Il Consiglio comunitario della Comunità montana è regolarmente costituito quando sono presenti la maggioranza dei consiglieri e delibera a maggioranza dei voti, salvo nei casi previsti dalla presente legge.
3. Il Consiglio comunitario adotta un regolamento interno per disciplinare il proprio funzionamento.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei lavorare anche per l'economia di questa Assemblea legislativa però l'aria che si respira qui dentro non ci permette di indirizzarci verso una posizione morbida da parte nostra, infatti sono stati bocciati degli emendamenti per puro spirito di critica e non per contenuto, quindi fondamentalmente alla fine uno può giocare tutto quello che vuole.
Vorrei spiegare, come hanno fatto anche gli altri Consiglieri, quella che è l'ossatura senza poi dover intervenire sui successivi dodici emendamenti.
Questi emendamenti, Assessore, sono un po’ l'architettura di quella che voleva essere la nostra proposta, quella su cui volevamo aprire un confronto e una trattativa, cioè quella della semplificazione soprattutto in questo momento di grande incertezza sul futuro di questi enti. Qui si va a costituire tutto un ambaradam, si spostano duecento consiglieri comunali che dovranno votare delle liste partitiche dove c’è un candidato presidente e un candidato vicepresidente e i consiglieri del consiglio della comunità montana, quindi una cosa astronomica su qualcosa, invece, dove la politica dovrebbe avere una piccola importanza.
Noi pensiamo che i sindaci dei Comuni che sono stati legittimamente eletti dai propri concittadini debbano avere la dignità e la responsabilità di rappresentare gli interessi del Comune all'interno di un ente che è di secondo grado come struttura e che lo sarà sempre di più. Tra l'altro lo è molto di più perché non avete approvato nessun emendamento che modifica le funzioni delle Comunità montane, quelle che lasciate voi sono praticamente zero, magari il commissario potrebbe andar bene per gestire quelle pochissime risorse che oggi ci sono a disposizione.
Questa è la nostra impostazione in attesa di una riforma complessiva che il Governo si è impegnato a produrre. Vedremo quale sarà questa decisione, probabilmente sarà una decisione che darà massima autonomia ai Comuni di aggregarsi anche in modo spontaneo. Quindi che almeno ci venga data l'opportunità come Regione di individuare degli ambiti ottimali per la costituzione di aggregazioni dei Comuni.
Su questa impostazione diciamo di andare ad un progetto soft che in questo momento non crea questa grande macchina burocratica politica per eleggere il consiglio di amministrazione di un ente che gestirà, se va bene, 200 mila euro o poco di più.
Tutti i successivi articoli da noi emendati portano a questo risultato, diamo un'impostazione compiuta su come si eleggono i sostituti qualora essi decadano. E’ assurdo che si prevede che quando decade un vicepresidente si deve ritornare a fare l'assemblea generale dei 200 consiglieri. E' una impensabile, pazzesca, però qui c'è comunque scritto che dobbiamo, appunto, riconvocare tutto questo ambaradan.
Questa è la nostra impostazione, ma visto che -siamo considerati appestati e quindi quello che proponiamo non ha nessuna legittimità in questo consesso, continueremo a batterci e probabilmente tra qualche mese ci darete ragione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. La riflessione che ha fatto il collega Capponi è giusta. Volevo aggiungerne soltanto una cosa, anche per rispondere alla sfida ideologica che ci ha lanciato l'Assessore quando ha detto che non bisogna tagliare la politica, anzi, qui non si taglia la politica, si affida ai Sindaci la suprema missione della programmazione. La programmazione è mediazione, la mediazione è la funzione più alta della politica, quindi prevedere un consiglio comunitario fatto dai sindaci era proprio la santificazione della politica e non il contrario. Poi ci si risponde in maniera chiusa, pregiudiziale e senza approfondire questo argomento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 27. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 28 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci:
Sostituire il comma 1 con il seguente:
“1. Il Consiglio comunitario è costituito dai Sindaci dei Comuni appartenenti alla comunità montana ed elegge, al proprio interno, il presidente del Consiglio stesso.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 29 dei Consiglieri Ciriaci, Massi:
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. Il Consiglio comunitario ed il presidente sono eletti nel suo seno da una assemblea formata dai consiglieri dei Comuni appartenenti alla Comunità montana.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 30 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci:
Al comma 2 dopo la prima frase aggiungere: “ed è costituita da tre consiglieri comunali (due di maggioranza e uno di minoranza) per ciascuno dei Comuni che fanno parte della Comunità montana.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 31 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci:
Il comma 3 è sostituto dal seguente:
“3. L’assemblea si riunisce unicamente con la funzione di seggio elettorale ed è validamente costituita con la presenza di due terzi dei suo componenti.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 32 dell’Assessore Minardi:
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. L’elezione del Consiglio comunitario, del presidente e di uno dei vicepresidenti avviene sulla base di liste concorrenti che prevedono quote di rappresentanza femminile, sottoscritte da almeno un quinto dei componenti l’assemblea. E’ eletto altresì all’altra carica di vicepresidente il candidato alla carica di presidente che ha conseguito un numero di voti validi immediatamente inferiore a quello del candidato eletto presidente.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 33 dei Consiglieri Ciriaci, Massi:
Al comma 3, secondo rigo, sopprimere la parola “vicepresidenti”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 34 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci. Decaduto.

Emendamento n. 35 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. L’elezione di cui al comma 3 è effettuata con li sistema proporzionale con premio di maggioranza pari al 60 per cento, da attribuire alla lista prevalente. Ala seconda lista andranno attribuiti il 40 per cento dei seggi, nonché l’elezione del capolista, candidato Presidente, ad una delle due vicepresidenze previste per la Comunità montana.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 36 dei Consiglieri Ciriaci, Massi:
Al comma 7, secondo rigo, sopprimere “o di un vicepresidente”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 37 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Al comma 7 dopo le parole “nei casi previsti dalla legge”, sostituire “l’assemblea elegge il sostituto entro i successivi sessanta giorni” con: “succedono i consiglieri più votati che vengono immediatamente dopo nella graduatoria della medesima lista di appartenenza degli eletti cessati”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questa è una norma di semplificazione. Voi prevedete di riconvocare tutta l'assemblea quando decade uno dei consiglieri o dei vicepresidenti, mentre penso sia di buon senso prevedere lo scorrimento della graduatoria delle liste presentate. Questo sarebbe un aiuto che vogliamo darvi, ma fate voi.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. C'è il problema per coloro che succedono, in quanto dovremmo avere la garanzia che sono rappresentati tutti i Comuni. Come facciamo? Se gli statuti garantiranno che tutti i Comuni devono essere rappresentati anche in caso di decadenza allora va bene.

PRESIDENTE. Il problema è stato evidenziato quindi verrà aggiustato in sede di coordinamento tecnico.
Emendamento n. 37. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Voglio fare una dichiarazione di voto, Presidente, perché questo articolo 10 e poi il successivo articolo 21 costituiscono il cuore di questa proposta di legge. Per la verità il dibattito si è incentrato più sul numero, su cui ritornerò dopo per una brevissima e telegrafica dichiarazione di voto, tuttavia l'articolo 10 definisce la rappresentanza delle nuove Comunità montane.
Con la normativa attuale il consiglio comunitario è rappresentato all'interno di un pluralismo che ogni Comune definisce attraverso una modalità snella, però il consiglio comunitario che si prevede non avrà più una conformazione come l'attuale in quanto sarà eletto da tutti i consiglieri comunali dei Comuni appartenenti alla Comunità montana.
Vorrei far notare – lo dico per un’esigenza generale – che per chi come il sottoscritto o altri di noi rappresenta partiti piccoli – piccoli numericamente e non minoritari nelle idee -, questa forma va verso il bipartitismo. Perché le forze minori che in quell'ambito sono o saranno rappresentate magari da poche unità poi con il meccanismo delle liste contrapposte non avranno nessuna possibilità di rappresentanza, verranno spazzate via sia dal consiglio come opposizione sia dal consiglio comunitario come maggioranza. Per non parlare che oggi c'è la certezza matematica che non faranno parte di nessuna giunta comunitaria.
Colleghi, compagni e amici delle forze democratiche, invito a riflettere su una clima di questo tipo. Perché oggi tocca alle Comunità montane, ma domani in questo vortice di semplificazione si rischia di andare verso altre assemblee più significative.
E' per questo motivo che per senso di responsabilità ci asterremo su questo articolo e se non si modificasse ci asterremmo anche sulla legge, ma questo lo dirò dopo.

PRESIDENTE. Articolo 10, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 38 (aggiuntivo) dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci, Giannotti:
Dopo l’articolo 10 è inserito l’articolo 10 bis:
“Art. 10 bis (Ineleggibilità, incompatibilità, decadenza dei consiglieri)
1. Ai componenti il Consiglio comunitario della Comunità montana si applicano in materia di ineleggibilità, incompatibilità e decadenza le norme previste per i consiglieri comunali.
2. Il componente del Consiglio decade dalla carica ala scadenza del mandato di Sindaco o di assessore o di consigliere comunale o in caso si scioglimento del Consiglio comunale.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 39 (aggiuntivo) dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo l’articolo 10 è introdotto l’articolo 10 bis:
“Art. 10 bis (Insediamento del Consiglio)
1.Il Consiglio comunitario è convocato in occasione della tornata elettorale in cui viene rinnovata la maggioranza dei consigli dei comuni appartenenti alla Comunità montana.
2.La convocazione della prima seduta del Consiglio comunitario della costituita Comunità montana è disposta entro trenta giorni dalla determinazione di cui all’articolo 21, comma 6 della presente legge, dal consigliere comunitario più giovane di età.
3.Nella prima riunione il Consiglio generale si pronuncia sulla regolarità della propria composizione, ai sensi degli articoli 10 e 10 bis.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11.
Gli emendamenti n. 40 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci, Giannotti, n. 41 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci, n. 42 dei Consiglieri Massi, Capponi, Ciriaci, n. 43 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi, n. 44 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi, n. 45 dei Consiglieri Ciriaci, Massi, sono tutti connessi all’emendamento n. 26 non approvato. Decaduti.

Emendamento n. 46 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
Il comma 2 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 47 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
I commi 4, 5, 6 sono sostituiti dai seguenti:
“4. Il Consiglio svolge funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo e delibera i seguenti atti fondamentali:
a) elezione del Presidente, dei membri della Giunta e del Revisore dei conti;
b) lo statuto ed i regolamenti di cui all’articolo 15;
c) la deliberazione programmatica di cui all’articolo 17, il bilancio di previsione e le relative variazioni, i piani economico-finanziari ed il conto consuntivo;
d) gli indirizzi per la nomina e la revoca dei rappresentanti della Comunità montana preso altri enti;
e) la disciplina generale delle tariffe per la fruizione di beni e servizi;
f) la disciplina generale delle tariffe per la fruizione di beni e servizi.
5. Ciascun componente del Consiglio comunitario ha diritto di presentare interrogazioni e mozioni.
6. I componenti del Consiglio comunitario hanno diritto di accesso agli atti, ai dati e alle informazioni in possesso della comunità.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 48 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi (connesso all’emendamento n. 26 non approvato). Decaduto.

Emendamento n. 49 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
L’articolo 12 è sostituito dal seguente:
“Art. 12 (Presidente e vicepresidente)
1. Il Presidente della Comunità montana rappresenta l’ente, convoca e presiede il Consiglio e la Giunta esecutiva, sovraintende al funzionamento degli uffici e all’esecuzione degli atti.
2. Il Presidente nomina e revoca i rappresentanti della Comunità montana presso gli altri enti sulla base degli indirizzi del Consiglio comunitario.
3. Il Presidente è sostituito dal vicepresidente in caso di assenza o di impedimento.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 50 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Il comma 3 è abrogato.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 51 dei Consiglieri Ciriaci, Massi:
Il comma 3 è sostituito dal seguente:
“3. Il Presidente è coadiuvato ed è sostituito in caso di assenza o di impedimento da un vicepresidente eletto dalla Giunta tra i suoi componenti.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento n. 52 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
L’articolo 13 è sostituito dal seguente:
“Art. 13 (Composizione, competenze, elezione e durata della Giunta comunitaria)
1. La Giunta esecutiva è composta da un numero di membri, compreso il Presidente e il vicepresidente, pari a tre, elevatile fino a cinque, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, per le Comunità montane costituite da più di dieci comuni.
2. La Giunta esecutiva compie tutti gli atti di amministrazione che non siano attribuiti dalla legge e dallo Statuto ad altri organi della Comunità montana.
3. La Giunta esecutiva dura in carica per un massimo di 5 anni e comunque sino al rinnovo del Consiglio comunitario.
4. Il Presidente ed i membri della giunta esecutiva sono eletti dal Consiglio sulla base di una o più liste ognuna recante il nominativo del candidato Presidente ed i nominativi degli altri membri. Per l'assegnazione alle liste della rappresentanza si attua un sistema proporzionale, con premio di maggioranza pari al 60% dei componenti della giunta, compreso il Presidente, per la lista prevalente ed il 40% alla seconda lista.
5. Risulterà eletto presidente il candidato della lista prevalente, risulterà eletto vice Presidente il primo della lista seconda classificata.
6. La lista dei consiglieri candidati alla carica di Presidente e membro di Giunta dovrà essere sottoscritta almeno da un quinto dei consiglieri comunitari.
7. Non può essere eletto Presidente chi ha già ricoperto la carica per due mandati consecutivi, qualunque si stata la durata degli stessi.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Rispetto alla formulazione presente nella legge questa è leggermente più rappresentativa. Vorrei soprattutto illustrare il comma 7 dove si dice “per due mandati” e poi non si precisa l'entità, invece noi proponiamo anche se questi mandati non fossero svolti per l'intero periodo. Cioè vale anche qualora sia stato svolto per un solo periodo. Su un ente così frammentato la successione di presidenti può essere molto rapida – finora è stato così – quindi si dice che i due mandati possono essere anche non pieni.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario

PRESIDENTE. Emendamento n. 52. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 53 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Ritirato.

Emendamento n. 54 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
L’articolo 13 è sostituito dal seguente:
“Art 13 (Giunta comunitaria)
1. La giunta comunitaria è eletta dal Consiglio comunitario, a maggioranza assoluta dei componenti assegnati, tra i sindaci e gli assessori in carica dei comuni facenti parte della comunità montana, sulla base di una o più liste recanti i nominativi dei membri. Si procede con le stesse modalità al rinnovo dell'intera giunta in caso di dimissioni o di cessazione dalla carica per qualsiasi causa del presidente o di oltre la metà dei componenti della giunta. In caso di cessazione per qualsiasi causa di un membro della giunta, diverso dal presidente, si fa luogo allo scorrimento della medesima lista; in caso di esaurimento della lista, l'assemblea provvede alla sostituzione a maggioranza assoluta dei componenti assegnati.
2. La Giunta è composta da tre membri, compreso il presidente, nelle comunità montane formate da un numero di comuni pari o inferiore a cinque, e da cinque membri, compreso il presidente, nelle altre comunità.
3. La Giunta esercita ogni attività di governo della comunità montana non espressamente attribuita dalla presente legge alla competenza del consiglio o del Presidente.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 55 dei Consiglieri Ciriaci, Massi:
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. La Giunta comunitaria è formata dal Presidente e dai Sindaci dei Comuni appartenenti alla Comunità montana in numero non superiore ad un terzo dei componenti il Consiglio comunitario compreso il Presidente.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 56 dei Consiglieri Massi, Ciriaci. Decaduto.

Emendamento n. 57 dell’Assessore Minardi:
Dopo il comma 2 è inserito il seguente comma:
“2 bis. La distribuzione delle competenze tra i componenti della Giunta comunitaria e il funzionamento della stessa sono disciplinati dallo statuto di cui all’articolo 15, al fine di consentirne la funzionalità e l’efficienza.”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. La distribuzione delle competenze tra i componenti della giunta della Comunità montana penso sia materia di statuto e di regolamento e quindi non dovrebbe essere prevista in una legge.
Pertanto la invito, Assessore Minardi, a ritirare questo emendamento.
L'articolo 15, comma 1, lettera b) dice chiaramente che “la disciplina degli organi degli enti, nel rispetto delle disposizioni contenute nella presente legge”, quindi ci sembra pleonastico. Pertanto questo emendamento non serve in quanto è già scritto in questo.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Voglio sottolineare che non c'è contrasto come diceva la Consigliera Mollaroli. Non c'è una norma contrastante con l'altra, serve semplicemente per specificare ancora meglio come affrontare uno dei problemi reali. Siccome le Comunità montane avranno come organo di giunta tutti i Sindaci – c'è per esempio una Comunità montana che ne ha 22 – più un presidente e due vicepresidenti, è chiaro che una giunta di 25 potrebbe avere limiti di funzionalità.
Quindi diamo il compito a chi gestirà le Comunità montane di organizzarsi con lo statuto, e non tanto per dare le deleghe ma quanto per organizzare il funzionamento della giunta. Quindi compresi anche i modi di organizzarsi, modi che snelliscano il lavoro senza pensare che tutti e i 25 debbano essere sempre presenti a tutte le giunte.
Pertanto è semplicemente una forma di agevolazione e di snellimento del lavoro.
Allora, visto che non è contrastante con quanto recita giustamente la Consigliera Mollaroli, mi pare sia opportuno confermarlo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 57. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 58 (aggiuntivo) dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo l’articolo 13 inserire il seguente articolo:
“Art. 13 bis (Casi di decadenza della Giunta esecutiva e dei suoi componenti)
1. L'intera Giunta esecutiva decade e il Consiglio comunitario procede a nuove elezioni nella seduta successiva, da tenersi entro 20 giorni, nei seguenti casi: a) in caso di cessazione del Presidente;
b) in caso di cessazione della maggioranza dei suoi componenti;
c) in caso di cessazione dei due terzi dei componenti del Consiglio comunitario,
2. In caso di cessazione dalla carica di consigliere o assessore comunale, l'assessore della giunta comunitaria decade.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 14.
Emendamento n. 59 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Ritirato.

Emendamento n. 60 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
L’articolo 14 è sostituito dal seguente:
“Articolo 14 (Indennità e rimborso spese)
1. AI Presidente, al vicepresidente ed ai componenti della Giunta comunitaria è attribuita un'indennità di funzione mensile pari rispettivamente a quella percepita dagli organi dei comuni con popolazione inferiore a tremila abitanti in deroga a quanto previsto dall'articolo 82 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e successive modificazioni.
2. Le indennità di funzione previste dal presente articolo non sono cumulabili con altre indennità di funzione percepite dai medesimi soggetti, ed è esclusa la facoltà di opzione di caricare sulle comunità montane i costi delle indennità.
3. L'indennità di cui al comma 1 è dimezzata per i lavoratori dipendenti che non abbiano richiesto l'aspettativa.
4. E' fatto divieto alle Comunità montane di istituire altre forme di emolumenti per la partecipazione a organismi costituiti nei propri ordinamenti.
5. Ai componenti del Consiglio comunitario e della Giunta esecutiva che, per ragioni connesse all'espletamento del loro mandato, si rechino in missione fuori dal Comune ove ha sede la Comunità montana è dovuto esclusivamente il rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. L'articolato presente nella legge è assolutamente troppo sintetico, non dà conto di quali sono le norme a cui dobbiamo riferirsi, e nel 267 non c'è riferimento a indennità degli amministratori delle Comunità montane.
In questo caso facciamo riferimento prima di tutto al fatto che non è concessa la facoltà di opzione di prendere l'indennità dalla Comunità montana invece che dal Comune. Quindi tutti i presidenti e i vicepresidenti prenderanno l'indennità dal loro Comune se sono sindaci o assessori e non la prenderanno in Comunità montana, e questo per non aggravare e discriminare il peso sui bilanci degli altri Comuni. Scriviamo che qualora sia un lavoratore dipendente, come è scritto per gli altri, l'indennità venga dimezzata.
Inoltre diciamo di vietare l'istituzione di nuovi enti e organismi all'interno della Comunità montana per evadere da questa ristrettezza a cui si condanna la Comunità montana.
Nell'articolato della legge ci sono alcuni riferimenti molto vaghi alla costituzione di associazioni intercomunali o intercomunitari, è come se si dovesse sottendere che si può svicolare da qualche parte e creare qualche altro organismo retribuito.
In questo modo noi tagliamo la testa al toro, cioè non ci sarà nessun altro organismo retribuito che potrà essere costituito all'interno delle Comunità montane.
Chiariamo anche ciò che deve essere dato come rimborso spese ai componenti del consiglio comunitario e della giunta qualora si rechino fuori Comune. Riteniamo inoltre che per gli eletti che si recano a svolgere il compito in Comunità montana non ci debba essere nessun emolumento, penso sia una cosa dovuta.

PRESIDENTE. Emendamento n. 60. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 61 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
I commi 1 e 2 sono abrogati.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 62 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi. Decaduto.

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15.
Emendamento n. 63 dell’Assessore Minardi:
Dopo il comma 1 è inserito il seguente:
“1 bis. La disciplina di cui al comma 1, lettera b), prevede, per le Comunità montane derivanti da aggregazioni di Comunità montane soppresse ai sensi della presente legge, modalità decisionali che garantiscono pari dignità tra le varie componenti.”.
Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Provo ad essere sintetico. Uno dei problemi che si sono manifestati negli accorpamenti tra Comunità montane in Comunità montane più ampie deriva dal fatto che le Comunità montane esistono da più di trent'anni, hanno una personalità giuridica, e non solo, hanno ormai una forte tradizione. Ovviamente nel mettersi insieme con altre Comunità montane temono di venire non soltanto accorpate, ma addirittura assorbite e sminuite nella loro autonomia e questo impedisce l'aggregazione. Significa cioè che se una Comunità montana di sette Comuni si deve unire con una Comunità montana di quindici Comuni, poi quella di quindici, per cui i sette Comuni arrivano e non contano niente.
Quindi bisogna trovare le modalità, indichiamo la strada nello statuto, cioè si segnalano quali sono le modalità con le quali decidono in modo che anche i sette si sentano di avere una autonomia e una dignità pari ai quindici.
Se nella nuova Comunità montana prevalesse il principio dei numeri potrebbe essere annichilita anche la Comunità montana che si aggrega.
Così, invece, ci si aggrega fra pari e non ci si aggrega con “il cappello in mano”.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Voglio invitare l'Assessore a ritirare questo emendamento perché penso non sia da sostenere. Noi dobbiamo favorire in altro modo l'aggregazione tra le future Comunità montane. Per cui, che cosa significa mantenere all'interno pari dignità tra le componenti? Perché lì ci saranno consiglieri, sindaci, presidenti e vicepresidenti. Quindi mi pare francamente incomprensibile questo emendamento, invito a non votarlo.
Ci sarà una fase transitoria in cui commissarieremo, nel futuro ci saranno delle aggregazioni più ampie nelle quali si troveranno, con la regola della maggioranza e della minoranza, le giuste conduzioni delle scelte.
Quindi non ne comprendo francamente la ratio se non quella di mantenere all'interno delle Comunità montane che abbiamo accorpato un particolarismo delle ex Comunità montane. Dovremmo, semmai, fare uno sforzo a favorire questa crescita complessiva e l'assestamento delle nuove Comunità montane.
Quindi non sono favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Questo emendamento lo considero fondamentale, altrimenti qualcuno mi deve spiegare come facciamo a fare le aggregazioni!
Avverrebbero aggregazioni nella diffidenza reciproca, per cui una Comunità montana addirittura potrebbe essere di ostacolo all'aggregazione, cioè da qui all'andare in regime avremmo dei rifiuti dell'aggregazione.


PRESIDENTE. Passiamo alla votazione (…) Consigliere Solazzi, ha chiesto la parola? Bene, passiamo alla votazione (…) Consigliere Solazzi, sono tre volte che le chiedo se vuole la parola e non ha mai risposto, ma se lei parla con il Consigliere Donati, visto che nessuno di noi è un Padreterno, poi non può sentire quello che dice il Presidente!
Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Non ho sentito, Presidente, e non mi pare neppure di aver fatto una cosa grave per cui mi devo cospargere il capo di cenere! Non esageriamo! (…) Non sono nervoso, ma le cose devono essere fatte cum grano salis.
Per esempio, neanche questo emendamento mi sembra sia stato fatto con sale in zucca. L'Italia dovrebbe essere la culla del diritto ed io sfido qualcuno a dirmi che cosa significa inserire in un testo di legge un emendamento di questo tipo. Una frase del genere è la negazione del diritto. Di cose originali in questo testo ne ho viste molte, ma questa è la più originale di tutte!
Si dice: “La disciplina di cui al comma 1, lettera b), prevede, per le Comunità montane derivanti da aggregazioni di Comunità montane soppresse ai sensi della presente legge, modalità decisionali che garantiscono pari dignità tra le varie componenti.”. Che cosa vuol dire?! Quale contenuto giuridico ha?!
E' un obbrobrio, quindi voterò contro. Penso che per dignità del testo che stiamo componendo dovrebbe essere ritirato, e questo è un emendamento che non ha dignità giuridica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei dire al Consigliere Solazzi che rispetto a questo emendamento ne ho viste di peggio, perciò non lo additerei come la causa di tutti i mali.
Se la volontà dell'Assessore Minardi è quella di dire a quest'Aula che nelle aggregazioni deve comunque esserci la distribuzione paritetica di ruoli, di funzioni, ecc., suggerirei di inserire tra le varie componenti la parola “territorio”, in effetti componenti in sé non si sa quale significato vuole assumere, cioè se è una componente di parte, ecc.. Immagino che la volontà sia quella di veder rappresentato tutto il territorio che sta facendo lo sforzo di unirsi.
Quindi magari subemendando attraverso l'inserimento della parola “territorialità” si potrebbe capire un po' di più la volontà. Mi pare che la ratio sia questa, altrimenti sarebbe una cosa non tanto scandalosa quanto pleonastica. Infatti quando si integrano nuovi organi è chiaro che deve esserci lo spazio per tutti di poter essere espressione della comunità che rappresenta.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Il Consigliere Pistarelli chiede di precisare l’emendamento aggiungendo la parola “territoriale”. Credo che questa definizione sia senz'altro più puntuale e precisa, per cui il subemendamento può essere accolto.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 063 del Consigliere Pistarelli:
Aggiungere infine all'emendamento n. 63 la parola “territoriali”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 63, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento n. 64 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Il comma 1 bis è sostituito dal seguente:
“1 bis. Per favorire una omogeneità di revisione dei conti e del controllo interno, di cui al d.lgs. 30 luglio 1999, n. 286, la Regione può istituire, entro novanta giorni dall’approvazione della presente legge, un unico organo di revisione composto tra tre revisori dei conti, nominati dall’Assemblea legislativa regionale con voto limitato ad uno e di un organo di controllo interno nominato con lo stesso sistema. Gli organi così nominati resteranno in vigore fino al rinnovo dell’Assemblea legislativa regionale.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Volevamo introdurre questo concetto. Pensiamo possa essere previsto un unico organo di revisione regionale a servizio delle otto nuove Comunità montane. Prima di tutto per creare una certa omogeneità nella valutazione dei bilanci e delle operazioni che fanno le Comunità montane e per un risparmio in termini di utilizzazione di questo organo e soprattutto per dare completezza a questa valutazione. Comunque è sicuramente comprensibile quello che c’è scritto nell’emendamento

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Avevo già indicato la possibilità che le Comunità montane, sempre ai fini del risparmio, per quanto riguarda i revisori potessero associarsi e avere un revisore unico.
Mi rimetto alla maggioranza, non ho una posizione prevenuta, mi preoccupo soltanto dell’efficacia di questa possibilità in quanto di fatto così si costituisce una sorta di comitato di controllo regionale delle Comunità montane.
Non ho problemi, si deve capire che cos'è, produce un risparmio. Però, produrrà quell'attività di controllo serio che voi auspicate? E’ di questo mi preoccupo.

Franco CAPPONI. Questo emendamento addirittura rinvia a una decisione regionale, la Regione può istituire prima dell'entrata in vigore della legge. Quindi quando volete, basta però che questa possibilità ci sia.

Adriana MOLLAROLI. Però che si sappia che di fatto costituiremo un organo di controllo regionale unico...

Franco CAPPONI. Da istituire entro novanta giorni.

Adriana MOLLAROLI. Certo, posso dire che questo potrebbe anche favorire un processo di uniformità. Quindi per me si può accettare.

PRESIDENTE. Emendamento n. 64. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18.
Emendamento n. 65 dell’Assessore Minardi:
Dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti commi:
“1 bis. Una quota del fondo, pari a trentamila euro, è assegnata annualmente alla delegazione regionale dell’Unione nazionale comuni, comunità, enti montani (Uncem), quale contributo alle spese per il funzionamento e la realizzazione di studi ed iniziative a sostegno degli enti locali della montagna.
1 ter. Una quota del fondo è destinata alla realizzazione degli interventi di cui all’articolo 4 bis.”.
Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Illustro brevemente il senso di questo emendamento. Fra l'altro a me dispiace discutere prima il mio che praticamente è simile all’emendamento del Consigliere Lippi e che per una sorta di regola procedurale ci vedrà costretti a farlo decadere. Mi auguro che il Consigliere Lippi non viva questo fatto come un tentativo di impedire un suo contributo all'Assemblea legislativa.
Perché è stato inserito questo tipo di emendamento? Perché crediamo nell'associazionismo.
L'associazionismo in questa vicenda si è comportato in maniera tale che ha messo in evidenza grande difficoltà di rappresentare il territorio.
Nel mio intervento non ho richiamato il contributo che l'Uncem ha dato a questa legge. Non è stato un contributo semplice perché l’Uncem ha avuto un comportamento combattivo, a volte anche ostico, però sempre leale. E’ stato un comportamento che ci ha permesso di governare questo difficile sentiero fino alla fine. Spesso ci siamo scontrati, ma alla fine anche incontrati. L’Uncem ha svolto un ruolo reale e devo sinceramente dire che è stata l'unica associazione delle autonomie locali che è stata sul campo con una dignità meritevole di attenzione.
Dunque, come è possibile togliere ciò che aveva dopo un comportamento di questo genere? Infatti era previsto anche nella legge precedente, non diamo niente di più, fanno parte del fondo della montagna, non li prendiamo da altre parti del bilancio.
Quindi credo debba essere assolutamente confermato.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Riconosco il ruolo che l'Uncem ha svolto in questa vicenda, ma non mi pare che di questo si stia discutendo.
Per coerenza anche con quanto ho affermato precedentemente, dico che questa è una legge che lavora per ridurre le risorse quindi preferirei che il ripristino di questo emendamento venga bocciato.
Credo che dobbiamo essere franchi, l'Uncem è sostenuta dalle singole Comunità montane, quindi non è possibile che si camuffi con questo emendamento una realtà.
Gli studi sulla montagna credo li debba fare la Regione. Capisco che questa è una materia delicata, non si vuole disconoscere nessuno, né si vuole dare l'impressione che si premia chi è a favore.
Ritengo che in questa legge sia improprio questo contributo.
Questo è il mio punto di vista, ma la maggioranza voterà in piena libertà e coscienza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Ci tenevo a chiarire che questa non è una nuova cifra, è una cifra che sta all'interno del fondo. Approvando o meno questo emendamento queste risorse le abbiamo messe comunque per la gestione dei servizi delle Comunità montane. Già ci sono, non andiamo a toglierle. Però con questo emendamento diciamo che una parte di queste risorse servono per il funzionamento. È bene sapere che servono per pagare l'unica dipendente dell'Associazione regionale delle Comunità montane.
Secondo me un disegno riformatore, ambizioso e alto non passa attraverso l'impossibilità di gestire le proprie risorse per pagare l'unica dipendente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Vorrei porre una mediazione. Subito dopo c'è l'emendamento a mia firma che è neutro e non riporta somme e risorse. Il Consigliere Comi ricordava che è un fondo già stabilito quindi non andiamo a cristallizzare una somma, e in una legge non è bene specificare una cifra precisa quando questa potrebbe modificarsi nel tempo anche in relazione al fondo nazionale.
Pertanto chiedo, in qualità di vicepresidente dell'Uncem – in quest’Aula sono anche questo – di sostenere, visto che è neutro, il mio emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Il Consigliere Lippi fa la proposta di mettere in votazione il suo emendamento piuttosto che il mio. Perché il mio è più rigido in quanto prevede 30 mila euro che potrebbero diminuire o aumentare a seconda della situazione finanziaria, mentre il suo, non prevedendo una cifra, ovviamente è più flessibile e più duttile.
Pertanto sono anche disponibile a ritirare il mio. Nel fare la legge ci siamo sempre attenuti nell'indicare un principio senza incastrarci. Potremmo disporre anche di più risorse nel tempo o di meno, perché allora dovremmo ritornarci con una legge!
Quindi se togliamo le parole “30 mila euro” penso ci sia un vantaggio di gestione.
Ritiro il mio emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 65. Ritirato.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Mi devo togliere un sassolino che non sono mai riuscito a togliermi. Nella elezione del Cal, l'Uncem si è proposta quasi come un intermediario politico e questo non va bene assolutamente in quanto il centro-destra, che aveva garantito un rappresentante nella normativa del Cal, è stato frodato della sua rappresentanza. Questo perché l'Uncem non ha procrastinato un'elezione di un giorno e quel giorno non era presente un presidente delle Comunità montane di centro-destra.
Quindi mi tolgo questo sassolino per dire che questo funzionamento un po’ di parte è una cosa che non mi soddisfa molto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 66 del Consigliere Lippi:
Dopo il comma 1 inserire il seguente comma:
“1 bis. Una quota del fondo è assegnata alla delegazione regionale dell’Unione nazionale Comuni, Comunità, Enti montani (Uncem), quale contributo alle spese di funzionamento e la realizzazione di studi ed iniziative a sostegno degli enti locali della montagna.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 67 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Le lettere a) e b ) del comma 3 sono sostituite dalle seguenti:
“a1) per il 25 per cento in proporzione diretta all’estensione di territorio classificato montano e svantaggiato ai sensi della direttiva Cee 268/75, articoli 3 e 4 e dei territori classificati Sic, Zps, Zsc di cui al d.p.r. 357/97 ed aree demaniali;
a2) alla popolazione residente con limitazione a 10.000 abitanti per ogni singolo comune della Comunità montana;
b1) per il 25 per cento in proporzione inversa alla densità demografica;
b2) per il 25 per cento in proporzione inversa al reddito medio pro-capite provinciale.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. E’ una precisazione dovuta e a cui penso possa aderire anche la maggioranza.
Nella proposta di legge si dice di ripartire il fondo della montagna utilizzando quattro parametri, ma nel dispositivo non vengono neanche specificati i pesi, si dice il 50% per due punti e l'altro 50% per i successivi due.
Abbiamo specificato – c'è solo un refuso, manca il 25% su una classificazione, però con il coordinamento tecnico potrebbe essere recuperato – che il 25% venga ripartito in proporzione al territorio classificato montano ai sensi della 268/75 che è l'unica classificazione che esiste per definire un territorio montano e non montano. Addirittura ci spingiamo oltre inserendo anche le aree Sic, Zps e le aree demaniali. Questo perché abbiamo fatto una legge che attribuisce alle Comunità montane la gestione delle Sic e Zps poi non abbiamo dato, ripeto, le risorse necessarie per poterle gestire.
Questo emendamento corregge anche un difetto di impostazione, perché la zonizzazione che stiamo facendo squilibra notevolmente le Comunità montane.
Se voi vedete bene nella legge Lanzillotta quali sono le aree più montane e quali invece le altre aree, così come abbiamo impostato il territorio... però se nessuno ascolta più mi fermo perché non so a chi devo dire quello che ho scritto! Presidente! Stavo dicendo che se devo illustrare un emendamento chiedo di poterlo illustrare, finalizzare e anche poter dire che questa eventualmente è giustizia per quelli che si riempiono la bocca nel dire che vogliono aiutare le aree effettivamente montane. Perché con la zonizzazione e con la divisione che voi proponete non si fa giustizia del criterio di montanità, criterio che è possibile individuare soltanto ricorrendo ad una classificazione già approvata, quella del 268/75.
Noi abbiamo esteso il peso delle aree per ogni Comunità montana anche alle aree Sic, Zps e aree demaniali perché una specifica legge della Regione – mi sembra la modifica della legge n. 7 – prescrive che le Comunità montane devono accollarsi la gestione anche delle aree Sic e Zps per la tabellazione e addirittura per i piani di gestione.
Quindi su questo chiediamo che ci sia un'attenzione particolare.
E' un emendamento a cui teniamo particolarmente perché rappresenta un momento di qualificazione della legge. Nella vostra proposta è la politica che ha deciso quali sono i territori montani, mentre in questo caso lo decide una legge che già c'è e non dobbiamo neanche motivarlo sufficientemente in quanto, appunto, già esistente ed è una classificazione anche rispondente.
Addirittura abbiamo ipotizzato, con una mozione che stiamo scrivendo, che la Regione proponga una rivisitazione alla Comunità europea della classificazione delle aree degli articoli 3 e 4 della direttiva n. 268, questo perché è molto datata e sul territorio queste situazioni sono notevolmente modificate. Infatti va ad incidere sul Psr, sulle maggiorazioni e addirittura sui punteggi delle priorità stabiliti nei vari bandi del Piano di sviluppo rurale.
Quindi, ripeto, facciamo riferimento a una normativa certa e questo evita discriminazioni di carattere politico.
Inoltre specifichiamo, all'interno degli altri criteri, 25% per ognuno, quindi non che uno pesi 10 ed un altro 40, e visto che questo non era specificato non ci fidavamo dell'interpretazione successiva.

PRESIDENTE. Emendamento n. 67. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 68 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Alla lettera a) del comma 3 eliminare le parole “con limitazione a 10.000 abitanti per ogni singolo Comune”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 69 del Consigliere Binci:
Alla lettera a) del comma 3 dopo le parole “limitazioni a” sostituire il numero “10.000” con il numero “3.000”.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Chiedo la possibilità, Presidente, di subemendare l'emendamento Binci sostituendo il numero 3.000 con il numero 5.000.

PRESIDENTE. Deve presentarlo per iscritto.

Francesco COMI. Lo faccio subito.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 069 del Consigliere Comi:
All'emendamento n. 69 sostituire la parola “3.000” con “5.000”.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Abbiamo detto, lo ha spiegato l'Assessore Minardi nella sua relazione, che dobbiamo utilizzare al meglio la presenza dei grandi Comuni senza consentire a questi di assorbire la gran parte delle risorse. Per cui l'articolo 18, coerentemente stabilisce che nei Comuni della fascia A si assegnano le risorse fino a 10.000 e nei Comuni della fascia B fino a 3.000.
Accogliendo l'emendamento Binci uniformiamo la fascia A con la fascia B. In questo caso manteniamo la differenza e allo stesso tempo abbassiamo la possibilità di attrarre contributi da parte dei grandi Comuni
Quindi va nella direzione auspicata da tante persone nel corso di questo dibattito.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Riallacciandomi al subemendamento del Consigliere Comi, voglio dire che se alla lettera a) viene abbassata da 10.000 a 5.000 poi alla lettera b) bisogna portare da 3.000 a 5.000 in modo che su questa questione ci sia equilibrio.

PRESIDENTE. Quindi propone un ulteriore subemendamento.

Fabio BADIALI. Sì.

PRESIDENTE. Allora lo predisponga.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Ho cercato di ascoltare con attenzione l'intervento del Consigliere Badiali e credo di aver capito questo. Siccome ci sono Comuni che hanno un differente peso rispetto alla popolazione reale, quelli interni noi li consideravamo fino a 10.000 e quelli esterni fino a 3.000. Per cui per trovare una compensazione il Consigliere Badiali dice di ridurre gli interni e far crescere gli esterni. Mi pare una compensazione accettabile.
I Comuni confinanti avevano come limite di conteggio i 3.000, lui propone di portare a 5.000 quelli e facciamo scendere quelli che sono interni ma grandi fino a 5.000.
Il Consigliere Badiali, ripeto, propone una mediazione che mi pare ragionevole. Serve per non sbilanciare dentro le Comunità montane. Siccome ci sono Comuni che hanno un certo peso e Comuni in entrata, quindi manteniamo il livello non troppo difforme. Pertanto lo abbassiamo e nello stesso tempo dobbiamo cercare di ricompensare con quelli contigui e quelli contigui visto che sono pochi non saranno in molti a utilizzare questa norma.

PRESIDENTE. Scusate, Consiglieri, credo ci sia un problema generale. L'emendamento n. 69 parla dell'articolo 18, comma 3, lettera a) e basta.
Consigliere Badiali, la sua proposta produce un subemendamento o no?

Massimo BINCI. Il subemendamento è del Consigliere Comi, quello da 3.000 a 5.000.

PRESIDENTE. Allora c’è solo quello del Consigliere Comi? Consiglieri, penso che in questo momento in Aula ci sia troppa confusione!

(Discussione in Aula)

PRESIDENTE. Il subemendamento del Consigliere Comi si intende ritirato.
Emendamento n. 69. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 70 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 3 inserire il seguente comma:
“3 ter. La Regione Marche, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, effettua una ricognizione in merito all'attuazione delle iniziative previste dall'articolo 9, lettera f) della l.r. 22 giugno 1998 n. 18 in tema di "disciplina delle risorse idriche" e in particolare delle iniziative messe in atto dalle Autorità di ambito sulla determinazione, modulazione e aggiornamento delle tariffe e delle agevolazioni per le aree montane in rapporto alle fasce altimetriche e alla marginalità socio¬economica. Qualora tale disposizione non sia stata attuata, la regione attiverà un apposito prelievo, da effettuare a cura dell'ambito, almeno pari al 3% del valore della risorsa idrica distribuita nelle aree non montane che andrà a confluire nel fondo per la montagna di cui all'articolo 18 e reinvestito per la difesa e la valorizzazione delle risorse idropotabili.”.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario, ma potrebbe essere trasformato in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Se viene trasformato in ordine del giorno il Consigliere Capponi deve ritirarlo.

Franco CAPPONI. Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 70. Ritirato.
Emendamento n. 71 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 3 inserire il seguente comma:
“3 ter. Le Comunità montane in sede di utilizzo delle risorse di cui all’articolo 18., privilegiano nella realizzazione degli interventi previsti dalla presente legge, le aree classificate montane e svantaggiate, ai sensi della direttiva Cee 268/75, nonché delle aree individuate Sic, Zps, Zsc di cui al d.p.r. 357/97 e aree demaniali regionali.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. L'Assessore Minardi mi ha detto che era distratto quando prima è stato bocciato l'emendamento n. 67 sostanzialmente collegato a questo.
L'impostazione che abbiamo dato come centro-destra a questa legge era quella di fare una legge seria, però purtroppo con quanto avvenuto in Aula probabilmente non lo sarà più perché si privilegiano alcuni territori e se ne danneggiano altri.
Questa è la limitatezza, Assessore, di questa proposta. Voi avete voluto non identificare dei parametri certi per la ridistribuzione del fondo per la montagna, così come non date delle indicazioni certe per l'utilizzo del fondo per la montagna.
Su questo proporremo una legge di modifica oppure ricorreremo, perché avvantaggia impropriamente dei territori e crea problemi ad altri.
Con l'emendamento n. 67 che ci avete bocciato – non abbiamo capito per quale motivo perché quando uno si sente dire di no vorrebbe anche capirne la motivazione – dicevamo che la ripartizione del fondo per la montagna andava fatta per una parte in base alle aree svantaggiate che sono state determinate con legge dello Stato in riferimento a una direttiva comunitaria.
Così come proponiamo che l'utilizzo del fondo per la montagna debba avvenire per le aree effettivamente montane e non per tutte le aree che abbiamo messo in campo con l’ampliamento della zonizzazione. Se non c'è concentrazione nella destinazione delle risorse non c'è neanche effetto nella zona montana, perché le risorse sono pochissime e una diluizione anche su tutti i Comuni non montani sarebbe devastante, insipiente il nostro modo di operare.
Su questo vi chiediamo un'altra riflessione, una risposta meditata, dato che volete collaborare con tutta l'Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 71. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 18, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19.
Emendamento n. 72 del Consigliere Solazzi:
Al comma 1 dopo le parole “La Regione promuove” aggiungere le seguenti parole: “le Unioni di Comuni,”.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 72. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20.
Emendamento n. 73 del Consigliere Solazzi:
Alla lettera b) del comma 1 sopprimere le parole “Le Comunità montane e”.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Vorrei intervenire su questo emendamento, Presidente, perché vorrei che oggi non consumassimo troppe ingiustizie.
Non è possibile depennare nelle risorse della legge n. 2 le Comunità montane, però sarà necessario che ci impegniamo a distribuire le risorse – magari potremo farlo con un ordine del giorno –, perché dopo questa riforma le Comunità montane ridotte, con più risorse dal fondo della montagna per gli interventi e non per la gestione, dovranno avere meno risorse dalla legge n. 2. La legge n. 2 dovrà dare più risorse alle altre forme di associazione dei Comuni, comprese le Unioni di Comuni. Unioni che tra l'altro vogliamo favorire come forma associativa per la gestione dei servizi per quelle realtà che non avranno più le Comunità montane.
Chiedo un impegno solenne, non possiamo accettare l'emendamento Solazzi perché non è possibile, però lo faremo con serietà in sede di bilancio, in sede di discussione di risorse da destinare alla legge n. 2 o nel famoso piano di riordino, che mi auguro faccia l'efficiente Assessore Minardi – che per me non è un pastore ma è una volpelupo! –.
Ripeto, non si può accettare l'emendamento Solazzi, ma deve esserci un impegno solenne di questa Assemblea legislativa, bisogna tenere conto che il fondo per la montagna vada davvero alle Comunità montane, le altre risorse destinate all'associazionismo vadano davvero all'associazionismo. Mi auguro anche che l'Uncem, così solerte, lo sarà anche nel riconoscere che su questo punto bisogna dare un taglio e aprire una nuova stagione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Collega Mollaroli, devo intervenire per ragioni di chiarezza. Due minuti fa avete bocciato l'emendamento n. 71 a firma del Consigliere Capponi ed altri che andava proprio nella direzione di cui lei ha parlato, cioè esattamente nell'attribuire le risorse secondo le direttive Cee. Adesso in questa sede legislativa si chiedono maggiori garanzie, cioè qualcosa che dovrebbe venire da questa stessa legge.
Questo modo di confrontarsi con la minoranza mi sembra assurdo, quindi chiedo soprattutto di portare avanti un discorso legislativo corretto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Faccio riferimento a ciò che ha detto la collega Mollaroli. La ratio di questo emendamento, ripeto, è la stessa ratio degli altri emendamenti.
Ho detto nel mio intervento iniziale che questa legge registra purtroppo una forte carenza. E’ stato un errore madornale quello di non aver approfittato di questa occasione per fare un lavoro sistematico sulle autonomie locali. Sono anche convinto che questa Regione pagherà cara questa carenza che denuncio per l'ennesima volta.
L'emendamento lo posso tranquillamente ritirare, anche dopo aver sentito le cose dette dalla collega Mollaroli che è persona perbene e Presidente della I Commissione. Lo faccio per agevolare un percorso, ma certo è che questa Assemblea legislativa si deve far carico degli strumenti associativi delle autonomie locali. Se ne doveva fare carico anche in precedenza e ne doveva approfittare con questa legge. Non è stato fatto ma in futuro lo dovremo fare. E lo dobbiamo fare anche in considerazione delle cose che ho detto nell'intervento precedente, cioè che per i Comuni sarà sempre più difficile gestirsi senza forme associative, sarà sempre più complicato.
La scure dei provvedimenti della finanza centrale renderà sempre più drammatica la vita soprattutto dei piccoli Comuni. Allora non si può non far finta di niente, è cieca quella politica che non si registra con questi cambiamenti e che non intravede nelle forme associative (Comunità montane e anche Unioni di Comuni) delle forme che vanno non solo incentivate ma privilegiate.
Cosa deve fare un'istituzione come la Regione se non quella di agevolare, di trovare tutte le possibilità per far sì che i Comuni si mettano insieme, che possano raggiungere le economie di scala, che possano gestire insieme i servizi.
Questi sono processi dove un'istituzione come la Regione non può essere assente, non può far finta di niente, non possiamo approvare provvedimenti legislativi che cancellano di fatto queste forme associative.
L'intento era solo questo, lo ribadisco ancora, ringrazio la Consigliera Mollaroli per la sensibilità che ha mostrato intervenendo a favore, pur rendendoci conto delle strettoie che ci sono e che non va creato neanche lontanamente un conflitto tra Comunità montane e Unioni di Comuni. Sono forme associative, una ha una natura di un certo tipo, l’altra di un altro tipo, ma l'attenzione ci deve essere.
Finora in questo consesso ho registrato disattenzione, ho registrato atteggiamenti di tipo lobbistici, che tutto hanno a che fare meno che con il senso delle istituzioni. Istituzioni che invece guardano al momento associativo dei Comuni come uno snodo fondamentale in un Paese come il nostro. Paese che perdendo in mille rivoli le poche risorse disponibili rischia di mandare – vedrete se questo accadrà – nel giro di qualche anno a “pallino” gran parte dei suoi Comuni. Così sarà e ci renderemo conto a posteriori che forse avremo dovuto fare ciò che fino adesso non abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 73. Ritirato.
Emendamento n. 74 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Il comma 2 è soppresso.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Adriana MOLLAROLI. L’emendamento n. 74?

PRESIDENTE. E' stato già votato.

Adriana MOLLAROLI. Chiedo di ripetere il voto perché avrei chiesto di votare a favore.

PRESIDENTE. La ripetizione la possiamo anche ripetere, però non è possibile che non si segua l'ordine dei lavori.

Adriana MOLLAROLI. Presidente, tutto mi può dire tranne che non seguo l'ordine dei lavori!

PRESIDENTE. Consigliera Mollaroli, l'Assemblea legislativa è sovrana, ma visto che esercita appieno poi non ascoltando (...) Consigliera Mollaroli, se il Presidente parla e lei non ascolta – e non solo lei – credo che alla fine voteremo una legge e poi si chiederà cosa abbiamo votato!
All'articolo 20 l'emendamento n. 74 è stato votato, comunque se volete, visto che l'Assemblea legislativa è sovrana, possiamo ripetere la votazione. Ribadisco però che l'Assemblea legislativa esercita la piena sovranità solo se sta attenta, altrimenti non è possibile.

Adriana MOLLAROLI. Presidente, mi scusi, ma su cento emendamenti mi sono distratta solo una volta!

PRESIDENTE. Evidentemente non state attenti, per fortuna qui ci sono testimoni al di sopra delle parti!
Emendamento n. 74. Prego, Consigliere Capponi. Comunque le faccio presente che lei stava parlando con un Consigliere quando l'ho chiamata. Io guardo sempre i presentatori degli emendamenti!

Franco CAPPONI. Era il Consigliere Comi che mi era venuto ad “importunare”!
Questa formulazione del comma 2 dell'articolo 20 è una di quelle norme un po' vaghe contenute in questa legge dove sembra che le Comunità montane possono istituire nuovi organismi, nuove associazioni, quasi per scavalcare un po' la rigidezza a cui le abbiamo costrette con la normativa che è carente di fondi, ecc..
Ecco perché ho fatto questo emendamento, perché gli altri organismi che vengono costituiti per fare promozione, ecc., non sono retribuiti.
Non si può pretendere che gli altri seguano questo nostro filo logico, però tutto quello che abbiamo fatto noi aveva un filo logico, oppure chiedevamo l'azzeramento di questo passaggio, perché non ci risulta chiaro a quale finalità si debba perseguire. Anche perché nella normalità l'ente Comunità montana si può associare con chi vuoi perché la normativa lo consente. Non andava scritto in questo articolato, è quasi quasi un suggerimento oppure un contentino a qualcuno che chiedeva qualcosa di differente per salvarsi.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Mi va di dire alcune cose perché l’intervento del Consigliere Capponi è ben argomentato ma io non sono d'accordo.
Non sono d'accordo ma ovviamente non resisto a difendere a tutti i costi questo comma, anche se toglierlo lo ritengo un errore. Mi pare che l'Aula abbia bisogno di ricomporsi nella sua serenità e nella sua tranquillità quindi rinuncio a fare una difesa di questo comma.
Non si può però nello stesso tempo dire che le Comunità montane si devono aggregare, che hanno una funzione di sviluppo economico e poi non le aiutiamo a costituire delle agenzie di sviluppo che sono ormai le forme con le quali gli organismi sovranazionali intervengono nei territori. Noi non li aiutiamo a farle, le faranno loro senza il nostro aiuto, non c'è problema, non mi va di stressare ancora con voti sistematici l'Aula. Quindi mi attengo alla riduzione di questa nostra funzione rispetto alle Comunità montane e anche se la ritengo una cosa non giusta mi adeguo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 74. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Votiamo di nuovo l’articolo 20, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 20 bis.
Emendamento n. 75 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Al comma 3, dopo la lettera d) aggiungere la seguente lettera:
“d) la definizione dei criteri di concessione dei contributi regionali alle forme associative per l'esercizio di funzioni e servizi di cui all'articolo 20 con regolamento regionale, che disciplina altresì la durata del contributo e le modalità di erogazione e di revoca, nei limiti delle disponibilità di bilancio. Per l'erogazione dei contributi e per la determinazione della relativa entità, il regolamento tiene conto di:
1) numero e tipologia dei servizi associati,
2) la gestione associata per tutti i comuni che compongono le Comunità montane verranno considerate gestione associata qualora siano svolte almeno 3 delle seguenti funzioni e servizi:
- sistemi informativi
- organizzazione dell'offerta turistica, della promozione e della commercializzazione on-line di pacchetti turistici del territorio,
- uffici tecnici,
- gestione economica-finanziaria, polizia locale,
- urbanistica e gestione associata del territorio,
- servizi sociali d competenza comunale,
- organizzazione e gestione del personale,
- gestione dei tributi,
- altri servizi individuati Giunta regionale con il coinvolgimento del Cal e della Commissione assembleare competente.
3) densità della popolazione residente nei comuni aderenti,
4) differenze demografiche e di capacità tributaria, modalità di gestione che prevedano l'affidamento dell'erogazione o del controllo del servizio ad un ufficio unico dei comuni associati,
5) livello di efficienza della gestione,
6) adeguate soluzioni info-telematiche coerenti con le disposizioni di cui al d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82 "Codice dell'amministrazione digitale.”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Nella nostra proposta di visione di questa normativa che riguarda le Comunità montane c'era anche una ridefinizione dei compiti, ma soprattutto quella di una premialità esclusivamente a quelle Comunità montane che magari si occupano di integrare effettivamente i servizi.
Abbiamo visto che altre Regioni hanno legiferato in tal senso, cioè hanno detto che la Comunità montana può chiedere di avere risorse per la gestione associata dei servizi almeno quando ne associa due, tre, quattro. Noi proponevamo questa scalettatura di servizi da gestire in modo associato e tra questi identificare le Comunità montane virtuose, quelle che almeno ne svolgessero tre.
Questa era una nostra propensione, così come quella di condizionare il contributo per i servizi associati con criteri che guardassero anche alla densità della popolazione, alle differenze demografiche e delle capacità contributive dei territori e al livello di efficienza di questa gestione. Perché non intendo dare contributi a chi si associa per gestire i servizi, ma che sono diseconomici rispetto ad altri. Questa valutazione bisogna iniziare a farla quindi chiediamo che ci sia anche questo requisito.
Ritengo che oggi il discorso minimo dell'adeguamento delle soluzioni infotelematiche al Codice delle amministrazione digitale sia uno dei primi servizi e modelli di integrazione che dovevano avere questi territori.
E' un emendamento che rafforza la funzione delle Comunità montane e dà una prospettiva di un percorso di sviluppo dei servizi.
Può essere preso anche a se stante all'interno della normativa che finora è stata approvata in quanto non va a pregiudicare nessun'altra decisione già presa.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Riteniamo che nella legge sia troppo dettagliato questo articolato anche se nel merito alcune questioni sono vere e condivisibili. Pensiamo che saranno il programma di riordino e i criteri di finanziamento che potranno assumere i contenuti espressi dal Consigliere Capponi.
Per come è ormai fatta la nostra legge non possiamo più modificarla in questo senso, quindi ne accoglierei il merito rinviandolo ad altri atti.
Pertanto propongo di votare contro.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Ho ascoltato bene il Consigliere Capponi. Penso che questo suo contributo non vada votato, ma è comunque un contributo utile da portare sul tavolo della gestione associata dei servizi al quale siederanno non solo le Comunità montane ma anche le Unioni dei Comuni. Cioè i metterlo come contributo a disposizione di questo tavolo di lavoro e poi collegialmente si deciderà come e cosa accogliere.

PRESIDENTE. Emendamento n. 75. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 20 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 21.
Emendamento n. 76 dell’Assessore Minardi:
AI comma 1 dell'articolo 21 dopo le parole "dall'articolo 23" sono aggiunte le parole: ", fatto salvo quanto previsto ai commi 3 e 3 bis.".
Il comma 3 dell'articolo 21 è sostituito dai seguenti:
"3. Dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli organi rappresentativi ed esecutivi delle Comunità montane decadono dalle loro funzioni e i loro componenti cessano dalle rispettive cariche.
3 bis. Le funzioni degli organi di cui al comma 3 sono svolte dal Presidente della Comunità montana in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, che assume le funzioni di commissario straordinario dell'ente e provvede, altresì all'effettuazione della ricognizione della consistenza patrimoniale, del personale in servizio e dei rapporti giuridici pendenti.”.
Il comma 7 ter è sostituito dal seguente:
"7 ter. Fino all'entrata in vigore della legge statale per l'aggregazione dei Comuni marchigiani di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Sant'Agata Feltria, San Leo e Talamello alla Regione Emilia Romagna ai sensi dell'articolo 132, comma secondo, della Costituzione e comunque non oltre il 31 dicembre 2009, le Comunità montane "A" e "B" di cui alla I.r. 12/1995 non sono soppresse e i Comuni in esse ricompresi non entrano a far parte della Comunità montana corrispondente all'Ambito 1 dell'allegato A alla presente legge.".
Ha la parola la Consigliere Mollaroli

Adriana MOLLAROLI. Chiedo all'Assessore di illustrarci questo emendamento perché di fatto per la prima parte dell'emendamento propone il commissariamento, dice “Dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli organi rappresentativi ed esecutivi delle Comunità montane decadono dalle loro funzioni e i loro componenti cessano dalle rispettive cariche”. Cioè nel momento in cui la legge è approvata le funzioni degli organi, quindi delle giunte e dei consigli, sono svolte dal presidente della comunità montana che assume la funzione di commissario straordinario.
E' un emendamento di forte rilevanza politica. In Commissione abbiamo discusso a fondo di questa questione, avevamo anche suggerito all'Assessore – c'è stata una fase in cui è stato preso anche in seria considerazione –, viste le difficoltà di questo testo di legge, che si dovesse procedere ad un commissariamento delle tredici Comunità montane, mantenere i tredici ambiti e commissariale per dare il segno che si risparmiava davvero sui costi della politica. E così ci potevamo prendere del tempo per formulare una legge costruita con un percorso anche più partecipato e condiviso da parte dei territori.
Però questo percorso non venne accettato, siamo andati avanti con il testo che oggi discutiamo, ma ora ci si ripropone il commissariamento. Certo, lo leggo come una opportunità per ridurre veramente i costi, ma vorrei sinceramente che l’Assessore ce lo illustrasse.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi.

Luigi MINARDI. Si tratta di un unico emendamento molto complesso per cui chiedo ai Consiglieri di valutare i diversi argomenti ivi contenuti.
C'è una prima parte che ci mette in sicurezza. Le Comunità montane che stiamo istituendo andranno a regime fra qualche mese e prevedibilmente dopo il voto. E non potendo costituire le Comunità montane un mese prima del voto, si voterà a primavera, tutto quello che ci sarà da fare è chiaro che slitterà, appunto, dopo il voto.
Nel rapporto con le nostre necessità e con i vincoli che ci sono stati dati dal livello nazionale, se non procediamo in questa direzione non riusciremo a risparmiare un euro fino a quel momento. E le Comunità montane con i propri organi resteranno tutte, quindi se non faremo questo rischieremo di inficiare la nostra legge e avremmo lavorato per nulla.
Vi assicuro che altre Regioni, parlo della Toscana e dell’Umbria, hanno proceduto allo stesso modo. Vi assicuro che il Ministro Brunetta sta lavorando in questa direzione.
Quindi non riesco a comprendere considerato che la maggior parte dei Consiglieri hanno sostenuto che c'è da produrre subito un risparmio, perché oggi dobbiamo apparire all'opinione pubblica come quelli che vogliono a tutti i costi tutelare il ceto politico in una fase in cui non serve.
Credo pertanto sia opportuno fare come le altre Regioni.
Ovviamente i commissari saranno i presidenti delle Comunità montane e non possono che essere loro, e questo per un motivo semplice, perché conoscono vita, morte e miracoli delle Comunità montane e noi dovremmo fare in modo che si adopereranno in questa direzione.
La seconda parte dell'emendamento riprende quanto ha fatto la Commissione nel suo ultimo lavoro. Questo emendamento non lo abbiamo presentato prima, ma si inserisce nel lavoro della Commissione e precisa alcune cose. Cioè che rispetto alla Comunità montana del Carpegna e della Valmareccha la destinazione dipende dalla nostra volontà e dal Parlamento. Ovvero se il Parlamento dovesse decidere che la Valmarecchia deve essere aggregata all'Emilia Romagna resterà un ambito fatto solo del Carpegna, se il Parlamento non dovesse decidere niente con questo emendamento potremo decidere noi in quanto diciamo che entro il 31 dicembre 2009 si accorperanno.
Il limite della soluzione precedente è quello che non è fissata nei tempi la destinazione finale, in questo modo, invece, la precisiamo e che il Parlamento decida o non decida saranno otto e non di più.
Questa soluzione a me sembra positiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Visto che ci avviciniamo alla conclusione di questo dibattito prima che sciogliamo le righe voglio fare con tutto cuore due dediche in particolare. La prima è rivolta alla Presidente della I Commissione, in altri tempi l’avremmo definita passionaria, si diceva così di donne di sinistra molto impegnate. Dico questo perché qui ha dimostrato tutta la sua passione e abnegazione di coalizione e lo ha fatto anche in momenti difficilissimi, quindi capisco anche il suo stress.
L'altra dedica, invece, la voglio fare all'Assessore perché ha veramente avuto coraggio, esprimo a lui rispetto e stima perché non è facile presentare un emendamento di questo tipo.
La riflessione che faccio conseguente a questo attestato di stima è la seguente. Se il commissariamento l'avesse proposto il Governo Berlusconi voi avreste bloccato l'autostrada!
Io capisco tutto quello che è necessario, il taglio, il risparmio, però non voterò questo emendamento, Assessore, proprio per quello che lei ha detto prima. Infatti, io anche per soli cinque minuti non mi sentire di commissariare la politica, il criterio del commissariamento non mi piace.
Ripeto, capisco tutte le ragioni, capisco il motivo del taglio – la nostra diatriba è stata anche a chi taglia di più perché lei, Assessore, ha previsto un taglio e noi abbiamo detto tagliamo di meno però manteniamo, con il criterio dei nostri emendamenti, un organismo politico che gestisce l'esecutivo al di fuori dei Sindaci che sono le istituzioni ma anch'essi sono politici –, capisco il coraggio, ma non me la sento di votare questo emendamento che anche se è per una fase transitoria è molto difficile da approvare. Non l'accetto come principio.
Ribadisco, l'avreste detto voi se l'avesse proposto Berlusconi, lo propone Minardi voglio vedere se lo accettate!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Volevo portare a conoscenza dell'Aula come hanno operato altre Regioni. Ad esempio ho sottomano la legge della Regione Umbria approvata il giorno 23 scorso, che dice: “Al fine di procedere all'attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge a raggiungimento degli obiettivi la Regione può, con decreto del Presidente della Giunta regionale, disporre dello scioglimento del consiglio delle Comunità montane istituite ai sensi.... omissis... (la decorrenza va dalla pubblicazione del decreto del Presidente). Il commissario straordinario subentra nei compiti del presidente della giunta, del consiglio delle Comunità montane e resta in carica fino a…(si mette una data). Il decreto di cui al comma 1 è emanato previa deliberazione della Giunta regionale dopo l'acquisizione del parere del Consiglio delle autonomie locali (quindi fa un passaggio con le autonomie locali). Il decreto è pubblicato sul bollettino...omissis ... Il Commissario straordinario si avvale per la sua attività e lo svolgimento dei compiti affidati nell'atto di nomina di tutto il personale in servizio presso la comunità montana.”.
Allora noi dobbiamo trovare una formula che possa dare un ampio respiro e soprattutto che dia un mandato al Presidente della Giunta, perché se lo mettessimo nella legge già domani subentrerebbe il commissario, quindi sarebbe complicato.
Il Ministro Brunetta sul Dpf ha già scritto che i compensi degli amministratori verranno azzerati. Quindi se vogliamo la politica per me non cambia niente se ci saranno commissari o amministratori senza compenso, però sappiate, ripeto, che il Ministro Brunetta ha già scritto che gli amministratori non prenderanno compenso.
Dunque, scegliete la formula, per me va bene qualsiasi cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo, come ha detto anche il Consigliere Massi, che l’emendamento dell’Assessore Minardi sia coraggioso, ma più che coraggioso direi che è necessario. Come “necessario” intendo il senso scientifico della parola, perché su questo emendamento si poggia tutta la ratio legis e le motivazioni con cui stiamo affrontando questo dibattito.
Una delle condizioni che ci hanno indotto a produrre questa iniziativa è quella del contenimento della spesa e dentro questa quella della riorganizzazione delle Comunità montane, tuttavia credo ci sia stata anche la preoccupazione di costruire il passaggio attraverso il consenso.
Io non penso che l'Assemblea legislativa debba vicariare una sua potestà, penso la debba assumere con una delibera diretta attraverso la legge. Quindi non vicariare questa nostra potestà e allo stesso tempo capire che è necessario un percorso che accolga temporalmente questo passaggio.
Pertanto vorrei proporre un subemendamento con cui si dice che invece della perentorietà del “dalla data in vigore” ci sia “entro sessanta giorni dalla data in vigore”. Ve lo leggo: “Entro sessanta giorni dalla data in vigore della presente legge gli attuali organi rappresentativi ed esecutivi delle Comunità montane decadono dalle loro funzioni e vengono sostituiti dai nuovi organi”. Quindi un impegno alla costruzione dei nuovi organi e con i poteri sostitutivi il commissariamento diretto da parte dell'attuale presidente, e ci sono sessanta giorni per rimodulare
Pertanto costruendo così l'emendamento potremo dare anche una velocizzazione al percorso dei nuovi ambiti e delle nuove Comunità montane.
Siccome io non ho preoccupazioni elettorali, ho invece una preoccupazione di tipo politico e legislativo, penso che questo emendamento possa essere la una soluzione. Quindi lo propongo e lo metto al vaglio dell'Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Anch’io reputo abbastanza coraggiosa la proposta dell’Assessore Minardi, però è una proposta che a noi non convince. Tanto più che oggi in questo momento di trasformazione probabilmente c'è più bisogno del contributo di tutti piuttosto che commissariare e chiudere l'ente al contributo di Comuni e quant'altro.
Noi riteniamo di dover subemendare questo emendamento dicendo che gli organi delle Comunità montane devono adeguare i compensi alle effettive disponibilità, quindi diciamo che se queste dovessero finire possono continuare a svolgere – e anche il presidente – le loro funzioni, qualora lo vogliano, in termini di volontariato. Questa sarebbe una situazione democraticamente molto più sostenibile.
So che non avete capito nulla della mia proposta però…!

PRESIDENTE. A questo punto non essendo le proposte unanimi credo che l’Assessore debba esprimere la sua valutazione.

Luigi MINARDI. Ho valutato con molta attenzione e considero tutto quello che è stato detto nell’assoluta intenzione di migliorare il processo, però vorrei fare una panoramica del tutto.
Il Consigliere Lippi sostiene che piuttosto del mio emendamento si prenda la parte contenuta nella legge della Regione Umbria e si faccia un subemendamento con cui si rinvia il commissariamento al decreto del Presidente. Su questo però non è d'accordo la maggior parte dell'Assemblea legislativa perché sono intervenuti diversi Capigruppo e tutti hanno sostenuto l'intenzione di far assumere questa responsabilità all'Assemblea legislativa.
Dopodiché ci sono altre due proposte, una del Capogruppo Brandoni che dice di fare in modo che non sia così perentorio cioè che non sia dal giorno in cui entra in vigore la legge, ma che ci sia un arco di tempo sufficiente ad organizzarsi. Questa prima parte, secondo me, può andar bene. Mentre la seconda parte, quella di nominare i nuovi organi, secondo me ci mette in un percorso molto tortuoso e rischioso. Perché per un arco di tempo lungo resteranno 13 Comunità montane – ecco il perché le commissariamo –, le costringeremmo ad assumere – anche quelle che spariranno – già gli organi della nuova legge, quindi sarebbe un percorso ingestibile. Inoltre fare nuovi organi qualche mese prima delle elezioni, secondo me, non sarebbe opportuno.
C'è una terza ipotesi, quella avanzata dal Consigliere Capponi, con la quale si dice di non commissariare niente e che si dovrebbe intervenire soltanto sulle indennità degli organi che già ci sono. Per quanto riguarda invece l'azzeramento degli stipendi, penso sia una proposta demagogica. Perché si dovrebbe costringere un assessore a fare il suo servizio a zero euro, questo non può essere un obbligo!
Perché era più razionale la mia ipotesi? Perché noi non abbiamo nessuna intenzione di inventare nuovi commissari, non ci sostituiamo alla politica, non è assolutamente vero che emarginiamo la politica. I presidenti diventano automaticamente commissari perché assumono le funzioni del consiglio e della giunta, per cui la politica continua ad esserci, certo, nelle forme espresse dalla politica precedentemente.
A questo punto farei un'ipotesi di subemendamento di questo tipo: del Consigliere Brandoni prenderei la prima parte, quella di non dire domani è automatico, ma entro sessanta giorni. Questo eviterebbe di dare la sensazione che vogliamo cambiare tutto il mondo da domani mattina, sarebbe sbagliato dare questa sensazione.
Quindi il subemendamento del Consigliere Brandoni secondo me va accolto nella parte relativa ai sessanta giorni di tempo per il commissariamento. Voglio poi specificare che sono i presidenti e non altro.

PRESIDENTE. Siccome le proposte avanzate sono molteplici, sospendo la seduta per cinque minuti affinché si possa predisporre il subemendamento proposto dall'Assessore e magari ritirati gli altri.

La seduta è sospesa alle ore 19,15

La seduta riprende alle ore 19,30

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, sono stati presentati alcuni subemendamenti all’emendamento n. 76. Prego i Consiglieri di prendere posto.
Subemendamento n. 00076 della Consigliera Mollaroli:
Le parole “Dalla data di entrata in vigore” sono sostituite dalle parole: “Decorsi sessanta giorni dall'entrata in vigore”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 0076 dei Consiglieri Capponi, Massi, Santori:
Dopo le parole “esecutivi delle Comunità montane” sostituire il contenuto successivo con: “adeguano i loro compensi proporzionalmente alle disponibilità dell'ente.
La stessa giunta adotta tale determinazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge. Qualora entro tale termine non abbiano provveduto le funzioni degli organi di cui al comma 3 sono svolte dal presidente della Comunità montana in carica alla data di entrata in vigore della presente legge, che assume le funzioni di commissario straordinario dell'ente e provvede, altresì, all'effettuazione della ricognizione della consistenza patrimoniale, del personale in servizio e dei rapporti giuridici pendenti.”.
Ha la parola il Consigliere Brandoni.


Sull’ordine dei lavori

Giuliano BRANDONI. Chiedo la parola, Presidente, non sull'emendamento ma sull'ordine dei lavori.
Come è evidente la giornata è stata particolarmente intensa e impegnativa e lo si vede da alcuni atteggiamenti in Aula. Ma non ho certamente chiesto la parola per reprimere alcuni atteggiamenti, l’ho chiesta perché il gruppo di Rifondazione Comunista non aveva previsto, ahi noi!, la durata così lunga di questa seduta. Quindi chiedo di poter prorogare la seduta nella giornata di lunedì proprio perché il gruppo di Rifondazione Comunista alle ore 21,00 ha una iniziativa molto lontano da qui e quindi si vede costretto ad abbandonare l'Aula.
E’ per questo motivo che chiedo all'Assemblea legislativa il rinvio a lunedì dell'ulteriore fase dei lavori.

PRESIDENTE. Se l'Assemblea legislativa è orientata ad aggiornare la seduta a lunedì 30 è evidente che prima dobbiamo concludere la parte riguardante l'articolo 21, dopodiché eventualmente ci aggiorneremo. Questo lo dobbiamo fare anche perché abbiamo già votato un subemendamento. Oppure possiamo decidere di votare gli altri due subemendamenti all'emendamento n. 76 e poi aggiornare la seduta.

(Discussioni in Aula sull’ordine dei lavori)

PRESIDENTE. Bene, allora alle ore 19,45 faremo il punto della situazione.
Sul Subemendamento n. 0076 ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Le giunte delle varie Comunità montane adeguano i loro compensi proporzionalmente alle disponibilità dell'ente. La stessa giunta adotta tale determinazione entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge.
Poi subentra tutto l'articolato del commissariamento. Qualora entro tale termine le giunte non abbiano provveduto, per i motivi più disparati, mancanza di risorse, perché non vogliono più fare gli assessori, perché non vogliono più fare i presidenti, diciamo che le funzioni degli organi dovranno essere svolte dal presidente che assume la figura di commissario straordinario. Diamo un minimo di autonomia decisionale alle giunte, non espropriamo immediatamente questo potere senza che loro possano mettere in campo le strategie che vorranno e potranno adottare.

PRESIDENTE. Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Contrario.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 0076. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 076 dei Consiglieri Bugaro, Cesaroni:
Dopo il comma 3 bis è aggiunto il seguente:
“Dalla data di entrata in vigore della presente legge sono soppresse le indennità previste dalla normativa vigente per i componenti degli organi delle Comunità montane di cui alla l.r. 12/1995.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Prima di passare alla votazione dell’emendamento n. 76 vorrei specificare che essendo composto di due parti e la seconda richiama l'allegato A che non abbiamo ancora approvato, metterei ora in votazione la prima parte dell'emendamento così come emendata, mentre la seconda parte la voteremo, appunto, dopo l'approvazione dell'allegato A.
Prima parte dell'emendamento n. 76, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 77 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
“2. In relazione ai rapporti giuridici patrimoniali e finanziari inerenti il patrimonio, in essere nelle Comunità montane soppresse e non ricostituite, succedono in relazione alla nuova collazione, i Comuni appartenenti alle stesse.”.
Ha la parola il Consigliere Tiberi.

Oriano TIBERI. Visto che è perfettamente uguale all'emendamento n. 78 presentato dal collega Solazzi, ritiro il mio nella speranza che un emendamento presentato da un esponente della maggioranza possa avere più possibilità di essere approvato che non quello del sottoscritto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 77. Ritirato.

Emendamento n. 78 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2 sostituire le parole da “Alle” a “succedono” con le parole: “In relazione ai rapporti giuridici, finanziari, patrimoniali, amministrativi, e di lavoro in essere nelle Comunità montane soppresse dalla presente legge succedono, in relazione alla nuova collocazione dei comuni appartenenti alle stesse,”.
Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. E' un emendamento semplicemente tecnico, perché per come è stilato l'articolo 21, riguardo ai rapporti patrimoniali e giuridici, lascia adito a diverse interpretazioni, quindi con questo emendamento ho provato a stringere un po' di più l'interpretazione.
Sostanzialmente si dice che i rapporti giuridici, finanziari, patrimoniali, amministrativi e di lavoro in essere nelle Comunità montane soppresse dalla presente legge succedono in relazione alla nuova collocazione dei Comuni appartenenti alle stesse, poi si continua, cioè le Comunità montane, le Unioni dei Comuni e i Comuni.

PRESIDENTE. Emendamento n. 78. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 79 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Alla fine del comma 4 bis, prima del punto aggiungere le parole: “, e la Commissione assembleare competente.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 80 del Consigliere Lippi:
Dopo il comma 4 bis inserire il seguente comma:
“4 ter. Nei Comuni ove è ubicata la sede delle Comunità montane soppresse, sono istituiti, all’interno delle sedi municipali, uffici decentrati operativi delle costituende comunità montane, per facilitare l’accesso dei cittadini utenti ai servizi relativi all’espletamento delle funzioni previste all’articolo 5, con personale assegnato ai sensi dell’articolo 21, comma 4 bis.”.
Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Visto che questa materia verrà regolata negli statuti, lo ritiro con la previsione di parlarne successivamente.

PRESIDENTE. Emendamento n. 80. Ritirato.

Emendamento n. 81 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci. Ritirato.

Emendamento n. 82 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci. Ritirato.

Emendamento n. 83 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Decaduto.

Emendamento n. 84 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi. Decaduto.

Emendamento n. 85 dei Consiglieri Massi, Ciriaci:
Al comma 6, ultimo rigo, sopprimere le parole “e dei vicepresidenti”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 86 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Ritirato.

Emendamento n. 87 dell’Assessore Minardi:
Al comma 7, l'allegato A è così sostituito:
“Allegato A . Individuazione degli ambiti territoriali (articolo 21, comma 7)
Ambito 1: Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, Sant'Agata Feltria, San Leo, Talamello, Auditore, Belforte all'Isauro, Carpegna, Frontino, Lunano, Macerata Feltria, Mercatino Conca, Monte Cerignone, Montecopiolo, Monte Grimano Terme, Piandimeleto, Pietrarubbia, Sassocorvaro, Sassofeltrio, Tavoleto – 22 Comuni
Ambito 2: Acqualagna, Apecchio, Cantiano, Cagli, Frontone, Piobbico, Serra Sant'Abbondio, Borgo Pace, Fermignano, Mercatello sul Metauro, Peglio, Sant'Angelo in Vado, Urbania, Urbino – 14 Comuni
Ambito 3: Arcevia, Cerreto d'Esi, Cupramontana, Fabriano, Genga, Mergo, Rosora, Sassoferrato, Serra San Quirico, Staffolo – 10 Comuni
Ambito 4: Apiro, Castelraimondo, Cingoli, Esanatoglia, Fiuminata, Gagliole, Matelica, Pioraco, Poggio San Vicino, San Severino Marche, Sefro, Treia – 12 Comuni
Ambito 5: Acquacanina, Bolognola, Camerino, Castel Sant'Angelo sul Nera, Fiastra, Fiordimonte, Monte Cavallo, Muccia, Pievebovigliana, Pieve Torina, Serravalle di Chienti, Ussita, Visso – 13 Comuni
Ambito 6: Belforte del Chienti, Caldarola, Camporotondo di Fiastrone, Cessapalombo, Colmurano, Gualdo, Loro Piceno, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Ripe San Ginesio, San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano, Serrapetrona, Tolentino – 15 Comuni
Ambito 7: Amandola, Comunanza, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Santa Vittoria in Matenano, Smerillo – 9 Comuni
Ambito 8: Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Appignano del Tronto, Castignano, Force, Montegallo, Palmiano, Roccafluvione, Rotella, Venarotta – 10 Comuni.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 88 del Consigliere Solazzi. Decaduto.

Emendamento n. 89 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi. Decaduto.

Emendamento n. 90 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi. Decaduto.

Emendamento n. 91 del Consigliere Solazzi. Decaduto.

Emendamento n. 92 dei Consiglieri Ciriaci, Massi. Decaduto.

Emendamento n. 93 dei Consiglieri Ciriaci, Massi. Decaduto.

Emendamento n. 94 del Consigliere D’Isidoro. Decaduto.

Emendamento n. 95 della Consigliera Ortenzi. Decaduto.

Emendamento n. 96 della Consigliera Romagnoli. Decaduto.

Emendamento n. 97 del Consigliere Solazzi:
Al comma 7 bis sostituire le parole “può rideterminare, ove necessario,” con la parola “ridetermina”.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 97. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Prima di votare l'emendamento n. 98 dobbiamo votare la seconda parte dell'emendamento n. 76 dell'Assessore Minardi.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Presidente, c'è un problema, ho bisogno di tornare un attimo alla tabella di cui all’emendamento n. 87.

PRESIDENTE. Va bene.

Adriana MOLLAROLI. C'è la questione dei Comuni di Force e Rotella che noi, anche su suggerimento del Cal, dovevamo ricomprendere nell'ambito 8, ma ora l'ambito 8 credo sia l'ambito 7. Pertanto, considerato che devono restare nella Comunità dei Sibillini, che in sede di coordinamento si recuperi questa cosa.

PRESIDENTE. A questo punto vorrei far presente che prima non ho messo in votazione l’emendamento n. 96 bis della I Commissione in quanto non si trovava al posto giusto nella numerazione degli emendamenti, quindi lo votiamo adesso.
Emendamento n. 96 bis:
All'allegato A “Individuazione degli ambiti territoriali (art. 21, comma 7)”.
Nell'ambito 7 aggiungere i Comuni di Force e Rotella.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ora, come avevo iniziato a dire poc’anzi, prima di passare alla votazione dell'emendamento n. 98 dobbiamo votare la seconda parte dell'emendamento n. 76 dell'Assessore Minardi.
Seconda parte dell'emendamento n. 76. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 98 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi. Decaduto.

Emendamento n. 99 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Al comma 10 sostituire la frase “una quota non inferiore al 10 per cento” con la seguente: “una quota non inferiore al 30 per cento”.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Credo che vada mantenuta la proposta originale della Giunta.

PRESIDENTE. Emendamento n. 99. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 100 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 10 inserire il seguente comma:
“10 bis. La Regione Marche, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, effettua una ricognizione in merito all'attuazione delle iniziative previste dall'articolo 9, lettera f) della l.r. 22 giugno 1998 n. 18 in tema di "disciplina delle risorse idriche" e in particolare delle iniziative messe in atto dalle Autorità di ambito sulla determinazione, modulazione e aggiornamento delle tariffe e delle agevolazioni per le aree montane in rapporto alle fasce altimetriche e alla marginalità socio¬economica. Qualora tale disposizione non sia stata attuata, la Regione attiverà un apposito prelievo, da effettuare a cura dell' ambito, almeno pari al 3% del valore della risorsa idrica distribuita nelle aree non montane che andrà a confluire nel fondo per la montagna di cui all'articolo 18 e reinvestito per la difesa e la valorizzazione delle risorse idropotabili.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 101 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 10 inserire il seguente comma:
“10 ter. Una quota pari al 50 per cento degli introiti previsti dall’articolo 17, comma 8, lettera b) di cui alla legge 1 dicembre 1997, n. 71, è assegnata alle Comunità montane per il recupero ambientale di cave dimesse, la bonifica di aree inquinate, le operazioni di valorizzazione boschiva e delle aree demaniali nonché per il miglioramento e la difesa della qualità delle risorse idropotabili.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 102 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Massi, Bugaro, Santori, Ciriaci:
Dopo il comma 10 inserire il seguente comma:
“10 bis. Per lo sviluppo di sistemi turistici montani, le Comunità montane, anche in associazione tra loro o ad altre Unioni di comuni, possono costituire sistemi turistici locali, in deroga ai criteri stabiliti dall’articolo 8, comma 6, della legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa non approva)

Articolo 21, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 103 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Dopo l’articolo 21 inserire i seguenti articoli:
“Art. 21 bis ( Scioglimento delle Comunità montane)
1. Il presente articolo disciplina il procedimento di scioglimento delle Comunità montane soppresse ai sensi del precedente art. 21, commi 1, 2 e 3.
2. Dall'entrata in vigore della presente legge il Presidente delle Comunità montane costituite con la l.r. n. 12/95 assume la funzione di Commissario straordinario e gli organi di governo della Comunità montana e gli organismi di controllo cessano dalle rispettive cariche.
3. La Comunità montana continua ad operare secondo le disposizioni del presente articolo. 4. Il Commissario straordinario esercita con propri decreti ogni attività di governo della Comunità montana.
5. Il Commissario predispone entro il termine di novanta giorni un piano per la successione nei rapporti attivi e passivi e per il subentro nelle funzioni esercitate dall'Ente, che deve individuare:
a) lo stato patrimoniale
b) il personale dipendente a tempo indeterminato della Comunità montana appartenente alla dirigenza e alle categorie del comparto Regioni ed autonomie locali, da trasferire; i rapporti di lavori a tempo determinato e gli altri rapporto di lavoro e di collaborazione coordinata e continuativa in corso presso la Comunità montana, non rientranti tra quelli di cui alla successiva lettera c)
c) i rapporti in corso relativi all'esercizio delle funzioni e dei servizi associati, sia quelli di lavoro stipulati a tempo determinato per l'esercizio di dette funzioni, che i contratti per l'acquisizione di beni e servizi per l'esercizio e la gestione dei medesimi servizi
d) le altre funzioni esercitate dall'Ente, le attività, le passività ed i rapporti giuridici in essere derivanti da detto esercizio, ed i beni e le risorse strumentali necessari al loro svolgimento
6. Il piano è trasmesso alla Giunta regionale ai fini del comma 4 dell'articolo 21.
7. Fino a che non siano costituite le Comunità montane istituite ai sensi della presente legge, le Comunità montane di cui alla l.r. n. 12/95 provvedono al corretto svolgimento dell'attività amministrativa ordinaria, a questo fine il Commissario provvede affinché sia assicurato il pagamento delle spese obbligatorie, in particolare le retribuzioni del personale e quelle derivanti da obbligazioni assunte.
Art. 21 ter (Effetti dello scioglimento delle Comunità montane, successione nei rapporti e subentro nelle funzioni)
1. La Giunta regionale adotta il provvedimento di scioglimento delle Comunità montane, a decorrere dal quale succedono le Comunità montane istituite con la presente legge in tutti i rapporti attivi e passivi, in quelli patrimoniali, nei rapporti di lavoro del personale a tempo indeterminato e determinato, e subentrano nell'esercizio delle funzioni esercitate dalle Comunità montane soppresse.
2. Il provvedimento di scioglimento delle Comunità montane dispone l'assegnazione delle risorse regionali e statali alle nuove Comunità montane.
3. Il personale dipendente a tempo indeterminato, appartenente alla dirigenza e alle categorie del comparto Regioni e autonomie locali delle Comunità Montane soppresse è alla data del provvedimento di scioglimento trasferito nella dotazioni organiche delle nuove Comunità montane, d'ufficio o a domanda degli interessati, fermo restando la qualifica ed il trattamento giuridico ed economico in godimento.
4. Al fine di garantire la continuità dell'azione amministrativa, il trasferimento del personale, anche a seguito delle consultazioni e/o accordi con le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali, il provvedimento di scioglimento delle Comunità montane soppresse può prevedere il differimento dei termini previsti ai commi 3 e 6 dell'art. 21.
5. Il provvedimento di scioglimento delle Comunità montane di cui alla l.r. n. 12/95 costituisce titolo per le trascrizioni, volture catastali ed ogni altro adempimento inerente il subentro delle nuove Comunità montane in tutti i rapporti giuridici e ad ogni altro effetto, anche processuale, ed in relazione alle obbligazioni si applicano i principi della solidarietà attiva e passiva.
6. La Regione trasmette al Ministero dell'Interno e dell'Economia il provvedimento di scioglimento ai fini della rideterminazione e trasferimento delle risorse finanziarie erogate dal Ministero a titolo di fondo consolidato e di contributo per investimenti alle Comunità montane istituite con la presente legge.
Art. 21 quater (Disciplina conseguente al decreto di cui al l'art. 2 comma 21 legge n. 244/2007)
1. Qualora il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri non accerti il conseguimento degli obiettivi delle riduzioni di spesa di cui all'art. 2 comma 17 della legge. n. 244/2007, si applicano le disposizioni previste ai precedenti articoli 21, 21 bis e 21 ter.”.
Se siete d’accordo proporrei di fare una votazione unica (…) Bene.
Parere della Commissione.

Adriana MOLLAROLI. Il parere è contrario perché noi abbiamo recuperato tutta questa partita della successione delle Comunità montane prevedendo che sia l'Assemblea legislativa ad occuparsene con un atto amministrativo.
Quindi mi pare ci siano state tutte le attenzioni alle quali fate riferimento in questo emendamento. Avremo occasione di discuterne nel dettaglio perché, ripeto, tutti i passaggi legati alle successioni torneranno con un atto amministrativo in Assemblea legislativa.

PRESIDENTE. Emendamento n. 103. Ritirato.

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 24 (dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno dell'Assessore Minardi, su “Valutazione, entro il 31 dicembre 2008, delle proposte che perverranno dai presidenti delle Comunità montane in merito ai nuovi ambiti territoriali”:
- Considerato che l'allegato A alla presente legge prevede, in via transitoria, n. 8 ambiti per la costituzione delle nuove Comunità montane;
- Considerato altresì che per facilitare delle nuove entità, i presidenti delle attuali Comunità montane dovranno, oltre ai compiti assegnati dalla presente legge, istruire insieme ai sindaci del territorio, il percorso di insediamento e di aggregazione delle nuove Comunità montane;
- Ritenuto necessario per il buon fine del processo che l'istruttoria predetta si concluda entro il 31 dicembre 2008;
Impegna la Giunta e l'Assemblea legislativa regionale a tenere conto, per gli adempimenti di competenza delle proposte che perverranno dai presidenti delle Comunità montane entro il 31 dicembre 2008.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Alla Presidenza non sono stati presentati altri ordini del giorno, ma visto che sia il Consigliere Lippi che il Consigliere Solazzi avevano l’intenzione di presentarne altri chiedo loro cosa vogliono fare.

(Discussione in Aula)

PRESIDENTE. Bene, Il Consigliere Lippi rinuncia all’ordine del giorno. Consigliere Solazzi, anche lei rinuncia? Se rinuncia magari può prendere la parola per dichiarazione di voto.

Vittoriano SOLAZZI. Prendo la parola per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Consigliera Mollaroli, come?!

Adriana MOLLAROLI. A me non avete dato neanche il tempo di leggere l’ordine del giorno dell’Assessore Minardi. Scusate, veloci sì, ma Speedy Gonzales no! Io devo emendarlo.

PRESIDENTE. Allora torniamo all'ordine del giorno dell'Assessore Minardi. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Con questo ordine del giorno la Giunta regionale si assume degli impegni per sostenere il percorso delle nuove Comunità montane negli otto ambiti, ma noi con questa legge abbiamo fatto anche altre cose.
Abbiamo detto che la Giunta regionale deve accompagnare, altresì, quei pezzi del territorio che non hanno più le Comunità montane. In particolare mi riferisco – lo dico, tanto non c'è problema – alle zone di Fossombrone e di Pergola.
Quindi ritengo che debbano essere citati anche i commi 5 bis e 5 ter dell'articolo 21 perché la regione deve essere la regione di tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Mi ripromettevo di prendere la parola in riferimento all'emendamento che avevo presentato per quanto riguarda la Comunità montana di Pergola, ma l'approvazione dell'emendamento n. 87 a firma dell'Assessore Minardi ha eliminato tutti gli emendamenti e quindi anche quello.
Comunque prendo l'occasione di questo ordine del giorno per sottolineare quello, appunto, che avrei voluto dire in sede di emendamento. Cioè che pur con tutte le perplessità che ho espresso su questa legge nelle diverse occasioni di questa giornata, c'è il mio parere favorevole, ma con la condizione che questa sottolineatura la faccio propria – riprendo anche le parole della Presidente Mollaroli – rispetto al sacrificio che alcune aree territoriali su questa legge sono costrette a pagare.
Faccio esplicito riferimento – lo faccio esplicito affinché il tutto avvenga nella chiarezza – alla Comunità montana di Pergola, che per scelte assunte da questo consesso purtroppo ne esce con dei problemi. Si smembra una realtà territoriale che era omogenea, quella della vallata del Cesano, collocando alcuni Comuni in un ambito e altri in un altro.
Mi auguro soltanto che la sensibilità, l'attenzione e anche la consapevolezza del prezzo che quest'area territoriale è costretta a pagare ci orienti rispetto ad alcuni articoli – mi riferisco in modo particolare all'articolo 5 ter – affinché non rimangano lettera morta. E questo discorso vale anche per altre realtà, per altri sacrifici che in qualche modo sono stati pagati per quest’opera di razionalizzazione.
Opera di razionalizzazione che mi crea tante perplessità e tanti dubbi, però spero, con questa sottolineatura, che l'Assemblea legislativa nella sua interezza, al di là delle appartenenze ai rispettivi partiti, abbia la sensibilità di rendere effettivo quanto previsto nell’articolo 21.
Questo me lo auguro perché se non fosse così mi riprometto di assumere altre decisioni ed altre iniziative.

PRESIDENTE. Per dichiarazione di voto ha chiesto la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Voglio fare una breve dichiarazione di voto, sempre che il Consigliere Bugaro, quando avrà finito di parlare, me lo permetta!
Qui è stato detto che esiste una differenza tra le forze politiche. Cioè, esiste una differenza tra la maggioranza? Certamente, ma va premesso che nella fase di questo federalismo ognuna delle forze politiche ha un suo punto di vista e sulla riforma dello Stato esistono punti di vista diversi.
In generale secondo noi – vorrei un attimo di attenzione – si sta passando senza colpo ferire dalla Repubblica delle autonomie prevista dalla Costituzione ad un federalismo senza risorse, un nuovismo che porta ad un conflitto permanente tra enti locali ed enti istituzionali.
Oggi su La Stampa di Torino l'ex Presidente del Senato Marini ha detto che siamo nella fase del nuovismo furioso ed io condivido questa definizione. Quindi queste differenze non vanno drammatizzate.
Il nostro punto di vista rappresenta e costituisce una ricchezza rispetto ad un pensiero esclusivamente tecnocratico della rappresentanza politica ed istituzionale.
Quindi non c'è nessuna disciplina di maggioranza a cui dover sottostare. Tra l'altro a breve, come si è detto, sulla legge dovremmo ritornarci in quanto ce lo impone la decisione non ancora assunta da parte del Governo.
Riteniamo necessario che la riforma vada fatta e si deve partire dal decreto Lanzillotta e sue modificazioni, ma il dibattito si è incentrato più sul numero delle Comunità montane. Secondo noi la proposta iniziale di sette Comunità montane assunta dalla Giunta era una modifica seria. Questo perché teneva conto delle due specificità, quelle della provincia di Ascoli e della provincia di Fermo da un lato e dall’altro quelle di Macerata e di Pesaro Urbino, mentre la Comunità montana di Ancona rimaneva così com'era.
Dunque, dicevo, abbiamo parlato poco di come si declinano nella logica della semplificazione i nuovi organi della Comunità montana. Ho già detto di quello che è accaduto per il consiglio e per la giunta, ma al tempo stesso il consiglio non conterà di molto visto che la giunta della Comunità montana sarà rappresentata esclusivamente dai Sindaci nonché, ovvio, dal presidente e due vicepresidenti.
Sul numero ho già parlato, ma voglio sottolineare che c'è un’ambiguità di fondo, si rimanda agli otto ambiti (otto Comunità montane) a un tempo a venire.
Si è detto che per la specificità di Novafeltria i Sindaci hanno dato l'assenso a questa composizione, ne prendiamo atto, tuttavia per una visione di realizzazione anche del protocollo che la Regione Marche ha sottoscritto con quella realtà, sarebbe stato meglio un accorpamento fatto ora, questo per realizzare quel protocollo e far diventare la Valmarecchia e in particolare Novafeltria il fulcro di una nuova politica.
Si dice che dobbiamo dare, lasciandola, l'autonomia a quella Comunità montana e semmai toglierla quando il Governo deciderà e comunque entro il 31 dicembre 2009. Questo secondo me aprirà nuovi conflitti per cui sarebbe stato meglio adoperare una decisione condivisa in questa fase e lavorare sin da subito per una nuova Comunità montana, e non di tipo transitorio, ma con una massa critica molto significativa e con risorse certe. Quindi da questo punto di vista, lo dico con rispetto, non capisco quell’ “assenso” dato dai Sindaci di quella realtà. Questo perché i conflitti non sono stati risolti, ma sono stati solo rinviati.
Sono questi i motivi – non voglio dilungarmi ancora perché l'Assemblea legislativa è disattenta – per i quali il gruppo dei Comunisti Italiani si asterrà su questa legge.

PRESIDENTE. Riprendiamo il punto riguardante l'ordine del giorno dell'Assessore Minardi.
Emendamento della Consigliera Mollaroli:
Aggiungere dopo il primo trattino: “Considerata la nascita di Unioni dei Comuni o aggregazioni sperimentali in sostituzione di Comunità montane soppresse o parzialmente modificate”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno, così come modificato.

(L'Assemblea legislativa approva)

Sempre per dichiarazioni di voto sulla legge ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Voglio ringraziare il Presidente della prima Commissione e l'Assessore Minardi per il lavoro che hanno svolto e ovviamente ringrazio anche gli uffici che per portare fino in fondo la legge e per dare sostegno ad ogni singolo emendamento hanno dovuto lavorare tanto.
Credo che con questa proposta di legge la riforma la otteniamo, forse è anche più consistente di quello che ci si aspettava, perché di fatto ci saranno a regime tra qualche tempo otto Comunità montane. E' vero che un paio sono transitorie in quanto scatteranno alla fine di un percorso, ma è comunque un percorso fissato.
Quindi otteniamo una riforma abbastanza consistente anche se non risolve tutto, lascia aperte alcune questioni.
Diciamo che la riforma sta nell’approvazione – ce ne siamo accorti tutti – dell'emendamento n. 76 dell'Assessore Minardi e dell’ordine del giorno. E’ qui che sta la riforma. Perché gli emendamenti in pratica individuano il numero delle Comunità montane a regime e intervengono sul risparmio, che è un risparmio consistente.
L'emendamento che cosa fa? L’emendamento ci richiama ad un'attenzione particolare sulle Unioni dei Comuni, cioè su quelle forme di aggregazione che vanno al di là delle Comunità montane.
Abbiamo affrontato il tema della riforma delle Comunità montane non perché è intervenuta la legge Lanzillotta, ma le riflessioni sulla trasformazione di queste Comunità montane in Unioni dei Comuni era un dibattito ancora precedente.
Noi dobbiamo fare in modo che le Comunità montane sopravvivano sia nelle forme previste da una riforma come quella che oggi in qualche modo otteniamo, che rispetto ad un dibattito che dovrà continuare anche in base a ciò che farà il Governo.
E' evidente che ci sono forme associative, come le Unioni dei Comuni, che vanno rafforzate e vanno sostenute allo stesso modo delle Comunità montane. Anzi, forse la tendenza era quella di andare direttamente all'Unione dei Comuni, ma poi ci siamo resi conto che per tenere sul territorio montano in aree marginali e periferiche enti locali che potessero coordinare alcune politiche utili ai problemi della montagna le Comunità montane in misura ridotta erano opportune.
Penso che gli interventi dei Consiglieri Mollaroli e Solazzi, che richiamano l'attenzione all'articolo 21, comma 5 ter, riferito ad alcune realtà che perdono la funzione di Comunità montana e che sono caratterizzate da difficoltà particolari, come quella dell'occupazione, del lavoro o quella di tenere rispetto allo sviluppo economico, sia un'attenzione particolare che dobbiamo garantire. L'emendamento finale votato poco fa dà questa indicazione di carattere politico molo specifica.
Quindi oggi, Assessore Minardi, anche se non è il massimo, abbiamo fatto un discreto lavoro, Pertanto il gruppo del Partito Democratico voterà questa riforma.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho pieno rispetto di quegli atti che si chiamano ordini del giorno, ma sappiamo che delle buone intenzioni degli ordini del giorno ne sono piene le soffitte e gli scantinati di questa Regione. Quindi onore e rispetto a chi li approva e a chi li propone, però vorrei vedere un giorno una statistica sugli ordini del giorno che trovano attuazione in questa Assemblea legislativa. Non voglio dire non ci portiamo in giro, dico solo non ci illudiamo.
E' passato il commissariamento fra sessanta giorni. L'intento dell'Assessore sul risparmio ovviamente ci vedeva d'accordo e si poteva parlare anche sulle modalità di attuazione. Abbiamo proposto un emendamento che vedeva il commissariamento come forma sanzionatoria in caso di inadempimento, cioè riduzione dell'indennità, dimezzamento, azzeramento, anche quello potevamo vedere. Ma con il commissariamento credo che ci troviamo di fronte ad un atto, al di là della questione risparmio, Assessore, che coarta veramente in maniera estrema quella che è la funzione politica.
Credo che questo crei qualche problema. Uno si pone anche il fatto di quanti staranno a guardare questo atto e quanti lo giudicheranno ed io non so quanti amministratori potranno accettare questa impostazione! Ripeto con una battuta, se lo avesse presentato il Governo del centro-destra ne avremmo viste veramente di tutti i colori!
Questo è il motivo per cui non è assolutamente possibile votare questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. La nostra posizione è assolutamente responsabile in quanto manteniamo il numero legale per l'approvazione di questo atto e mi sembra che già sia uno sforzo immane rispetto al trattamento che è stato tenuto nella chiusura della maggioranza rispetto ad una norma che doveva regolare tutti i territori delle Marche e non solo quelli che fanno capo al centro-sinistra.
Nell'espandersi della discussione abbiamo visto che non eravate liberi nel decidere le sorti delle Comunità montane in modo autonomo, ma che eravate condizionati dal potere politico che ancora vuole essere esercitato. Non è vero, Assessore Minardi, che con questa legge lei toglie al potere politico la possibilità di interferire sul giusto e corretto rapporto tra i territori, non è così. Questa è una legge che influisce fortemente, addirittura con la destinazione delle risorse squilibra in modo non proporzionale al territorio montano che ogni singola Comunità montana avrà a disposizione. Quindi avete snaturato anche questo aspetto.
Questa è una legge che non risponde a nessuno dei bisogni della montagna, non dà funzioni specifiche alla montagna e distribuisce su tutti i tagli, quindi capite che quando si distribuiscono i tagli è difficile poi prevedere autonomamente nuove strategie e nuovi orizzonti.
Noi avevamo proposto uno schema del tutto alternativo, non è stato assolutamente accolta neanche come prospettiva di realizzazione di un testo condiviso che avrebbe portato a una maggiore responsabilizzazione delle forze politiche sul territorio.
La cosa più sconcertante è che il raggiungimento degli obiettivi della legge Lanzillotta in pratica lo si raggiunge solo con il commissariamento! Questo è il problema di fondo che sta alla base di questa legge. Fino ad oggi ci avete fatto discutere su un testo dove si prevedeva un ammortamento del sistema per arrivare a una condivisione anche dei tagli e dei sacrifici, invece il “cacio sui maccheroni” lo avete portato questa sera con l’emendamento sul commissariamento di tutte le Comunità montane. Diceva bene il Consigliere Massi, cioè che se l'avessimo fatto noi avreste chiuso l'autostrada per otto giorni!
Noi abbiamo proposto un'alternativa con la quale autonomamente le giunte si potevano autodeterminare, magari con la riduzione degli emolumenti, ma comunque potevano partecipare a concludere questa fase di esperienza non sicuramente esaltante ma dove si vedevano coinvolti gli enti locali.
Questa sera chiudiamo addirittura con un dictact di un commissariamento immediato neanche preannunciato alle Comunità montane e questa è la cosa più distorsiva che abbiamo approvato oggi.
Riteniamo incongrua la divisione del fondo della montagna, un fondo ridistribuito in modo sperequativo per via politica e non per effettiva montanità del territorio. Questa è la principale distorsione di questo atto.
La seconda, ripeto, è quella del commissariamento, la terza è quella del non dare alle Comunità montane nessuna prospettiva per sviluppare da sole le funzioni di gestione dei servizi associati e di farlo con una scelta strategica indicata in una legge che dovrebbe essere concepita come ripartenza e non come tomba di tutta l'esperienza della valorizzazione delle aree montane.
Noi abbiamo partecipato fattivamente, siamo fieri delle idee che abbiamo portato su questo tavolo, l'abbiamo fatto, Assessore, responsabilmente e non subdolamente, quindi pensiamo di stare nel giusto.
Nei prossimi mesi bisognerà riaffrontare questo problema. Devo dire che questa sera ho un'assicurazione sulla vita perché qualsiasi cosa faccia il Governo Berlusconi farà meglio di quello che avete fatto voi! Mi avete tolto un grande peso dallo stomaco, io avevo qualche preoccupazione, ma ora non sono più preoccupato di nulla!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La legge che esce dall'Aula è una legge, come temevamo in discussione generale, sbagliata. L'impianto della legge si conferma privo di visione d'insieme dove ci sono state spinte molto forti, anche se questo politicamente lo capisco.
La maggioranza, infatti, ha portato in Aula un testo che è stato emendato nelle parti più essenziali ed importanti e questo è segno di un disagio, di una non condivisione. Per esempio nella parte del commissariamento il testo è stato modificato in Aula. Segno del fatto che fino ad ora non vi è stata una condivisione di un percorso in quanto fino all'ultimo ci sono state gravi difficoltà da parte di questa maggioranza, difficoltà che continuano ad essere evidenti anche dai banchi di questa stessa maggioranza.
Dico, ripetendo i due concetti che ho esternato in discussione generale, che questa poteva essere l'occasione per parlare dell'associazionismo degli enti territoriali, degli enti collegati, di un nuovo assetto che si poteva dare alla complessiva questione delle articolazioni territoriali delle istituzioni. Istituzioni che promanano da noi, perché nascono e derivano da deleghe o da leggi dirette che la Regione ha fatto nel corso del tempo.
Il nostro è un voto di contrarietà in quanto l'operazione non è neanche nel senso indicato dalla norma finanziaria 2008, non coglie gli aspetti di razionalizzazione e semplificazione, anzi, complicherà, a nostro avviso, proprio la vita dell’istituzione comunitaria. Un’istituzione lasciata in piedi con l'ossigeno, è stato fatto un copia-incolla che ha fatto sì che gli ambiti non sono le Comunità, che le Comunità non sono quelle dichiarate ma sono anche quelle non dichiarate. Quindi secondo noi si è fatta una sintesi non accettabile.
Ne perde la montagna, ne perde l'entroterra, ne perde soprattutto quella visione d'insieme e quel coraggio che non c'è stato.
Le cose si fanno quando possibili, per cui mi rendo anche conto che forse la maggioranza non ha potuto fare altrimenti, ne prendiamo atto, però certamente non possiamo esultare. Anche perché nel riparto dei fondi, nei flussi di finanziamento e di sostegno vero all'entroterra non penso ci saranno possibilità nuove rispetto ad una istituzione che deve essere potenziata, semplificata e razionalizzata quando fa servizi e non nelle sue burocrazie oppure negli interessi partitici o politico-territoriali particolari.
La nostra critica è questa, è stata questa dall'inizio, la riconfermiamo con il nostro voto fortemente negativo. È un voto di rammarico rispetto a quello che doveva essere e che invece non è stato.
La discussione di oggi doveva aprire, essendo una convocazione di natura straordinaria dell’Assemblea legislativa, uno scenario nuovo, ma lo scenario che si apre, soprattutto attraverso la forma del commissariamento, non so se potrà soddisfare, ovviamente nei fatti e non a parole, la possibilità di dare quegli assetti, quelle spinte e quelle energie nuove e giuste a difesa dell'entroterra.
Ribadisco, pertanto, il nostro voto di contrarietà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio annunciare il voto di astensione su questo atto in quanto chiedevo un po' più di coraggio e una maggiore estensione per lavorare effettivamente sulle funzioni e sulle programmazioni delle aree montane, anche se mi rendo conto che il tempo non c’era.
In ogni caso c'è stato uno sforzo per andare incontro all’adeguamento richiesto dalla Finanziaria di cui verificheremo gli effetti.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Minardi per l'intervento conclusivo.

Luigi MINARDI. Prendo la parola semplicemente per fare alcune considerazioni non politiche. Non ho niente da aggiungere rispetto a quello che ho detto, ho già parlato troppo, oggi ho parlato più di tutti gli otto anni della mia esperienza in questa Assemblea legislativa.
Quindi non voglio aggiungere niente dal punto di vista delle considerazioni politiche se non sottolineare che sono fermamente convinto che ognuno di noi ha dato il meglio di se ed per questo che voglio ringraziarvi qualunque sia il vostro voto, lo dico molto sinceramente.
Il fatto che anche in Aula abbiamo continuato ad emendare significa che ci siamo ascoltati, io lo vedo come un aspetto assolutamente positivo e non negativo.
Vi ringrazio anche perché è stata un'esperienza importante per la mia vita, non è retorica, vi prego di prenderlo in considerazione.
Quindi chiudo semplicemente ringraziandovi per ciò che tutti siamo stati capaci di fare.
Credo che la sintesi sia sempre quella più avanzata possibile, a me hanno sempre insegnato che il troppo storpia, quindi siamo arrivati fino a dove era possibile farlo. Qualcuno dice che siamo stati coraggiosi, se siamo stati coraggiosi – non io, tutti insieme – vuol dire che avevamo la forza per esserlo e lo abbiamo fatto, ripeto, fin dove potevamo arrivare.
Siccome il mondo non finisce oggi, siccome dobbiamo accompagnare questo processo, ognuno metterà a disposizione ciò che potrà e quindi tutti insieme potremo anche migliorare ciò che abbiamo fatto oggi, ma io già oggi sono contento di quello che abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 243. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 20,45