Resoconto seduta n.109 del 08/07/2008
SEDUTA N. 109 DELL'8 LUGLIO 2008


La seduta inizia alle ore 10,20


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto i processi verbali delle sedute n. 107 e 108 del 26 giugno 2008 i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell'articolo 29 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 251, in data 26 giugno 2008, ad iniziativa della Consigliere Mollaroli, concernente: "Modifiche alla lett. b) del comma 4 dell'art. 6 della Legge regionale 10 agosto 1988 (Finanziamento dell'attività dei gruppi consiliari)", assegnata alla I Commissione in sede referente, (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
- n. 252, in data 26 giugno 2008, ad iniziativa del Consigliere Viventi, concernente: "Disposizioni sulle terapie complementari", assegnata alla V Commissione in sede referente ed alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 253, in data 16 giugno 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Ortenzi, Corni, concernente: "Partecipazione della Regione Marche alla `Rete europea degli Enti locali e regionali per l'attuazione della convenzione europea del paesaggio (recep)" , assegnata alla I Commissione in sede referente ed alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 254, in data 26 giugno 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Benatti, Mollaroli, Romagnoli, Mammoli, Massi, Giannotti, Binci, Brandoni, Lippi, Sordoni, D'Isidoro, concernente: "Istituzione dell'autorità per la garanzia della legalità e della trasparenza", assegnata alla I Commissione in sede referente ed alla II Commissione per il parere obbligatorio.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 97, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: "Rendiconto del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2007" (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 274, del Consigliere Procaccini: "Incidenti sul lavoro";
- n. 275, dei Consiglieri Brandoni e Altomeni: "Promozione del trasporto integrato treno bicicletta".;
- n. 276, del Consigliere Lippi: "Realizzazione della centrale a ciclo combinato da 580 mw. nello stabilimento Api di Falconara e di un rigassificatore off-shore per alimentare la centrale e la rete di distribuzione";
- n. 277, del Consigliere D'Anna: "Criteri e modalità di attuazione degli interventi e assegnazione delle risorse per l'assistenza domiciliare indiretta".
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 13, in data 10 giugno 2008: "Gestione del trasporto sanitario. Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 1998, n. 36 "Sistema di emergenza sanitaria";
- n. 14, in data 17 giugno 2008: "Norme per l'edilizia sostenibile";
- n. 15, in data 26 giugno 2008, "Disciplina del Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (Crel)";
- n. 16, in data 26 giugno 2008: "Valutazione degli interventi di ricerca, sviluppo, innovazione e trasferimento tecnologico";
- n. 17, in data 26 giugno 2008: "Adesione della Regione ad enti, fondazioni, associazioni, comitati ed altri organismi".
Ha chiesto congedo la Consigliera Giannini.


Interrogazione n. 428
del Consigliere Castelli
“Gestione risorse relative all’area servizi alla persona e alla comunità – Bilancio 2005”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 428 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. All’interrogazione in oggetto concernente la "Gestione delle risorse relative all'area servizi alla persona ed alla comunità - Bilancio 2005", dove il Consigliere Castelli prospetta "macroscopiche ed inquietanti anomalie", per dovere di completamento si forniscono risposte sia in riferimento al periodo in cui l'interrogazione è stata presentata (nel lontano luglio 2006) sia in riferimento alla data odierna (giugno 2008).
Rispetto alla prima anomalia, che riguarda il mancato impiego di 2,5 milioni di euro assegnati dallo Stato relativi alla gestione liquidatoria per il ripiano dei disavanzi dell'anno 2001, nel luglio 2006 lo stanziamento finale di € 2.512.861,57 del bilancio 2005 afferisce alla gestione liquidatoria cioè l'attività svolta dille ex Unità sanitarie locali fino al 31 dicembre 1994. Pertanto la disponibilità, come invece asserito nell'interrogazione, non può essere utilizzata per ripianare i disavanzi dell'anno 2001 che tra l'altro già sono stati interamente coperti.
La somma di € 2.512.861,57 è ancora a disposizione in quanto potrebbe servire a far fronte alle necessità derivanti dalla definizione e dalla chiusura del contenzioso legale in corso ormai da lungo tempo tra la Regione Marche e l'Istituto Mater Dei di Fabriano.
Allo stato odierno lo stanziamento è attualmente disponibile per € 109.508,00.
Per quanto riguarda l’anomalia 2, che riguarda il mancato impiego di 20,7 milioni di euro assegnati dallo Stato per il parziale ripiano dei disavanzi degli anni 2001, 2002, 2003 e di 1,5 milioni di euro (anno 2002) per gli obiettivi prioritari, nel luglio 2006 la somma di € 20.690.097,00, assegnata dallo Stato alla Regione Marche per il parziale ripiano dei disavanzi degli anni 2001, 2002, 2003, è stata riscossa dalla Regione Marche il 5 dicembre 2005. La stessa somma è stata interamente assegnata alle aziende sanitarie con decreti dirigenziali del maggio e giugno 2006.
La somma di € 1.517.452,00 è la residua disponibilità del finanziamento complessivo di € 29.743.853,00 per gli obiettivi di rilievo nazionale dell'anno 2002 assegnato alla Regione Marche dallo Stato nel luglio 2003 e riscossi nel corso del 2004. Con decreto dirigenziale del dicembre 2003, ma con cassa anticipata dalla Regione, è stata pagata in acconto la somma di € 28.226.401,00.
La residua disponibilità di € 1.517.452,00 è stata ripartita ed assegnata alle aziende sanitarie nel 2005 per il finanziamento dei progetti di sviluppo. L'importo a ciascuna azienda spettante viene erogato ad avvenuta presentazione della relativa relazione consuntiva finale.
Allo stato attuale, per quanto riguarda il punto primo, la somma di € 20.690.097,00 è stata pagata, punto secondo, la somma attualmente disponibile di € 1.003.940,03 sarà interamente utilizzata ad Assestamento 2008 approvato.

Per quanto riguarda l’anomalia 3 sulla mancata erogazione di 95,2 milioni di euro stanziati con il gettito della supertassazione regionale per il disavanzo 2002", nel luglio 2006 la somma di € 95.203.849,37, assegnata alle aziende sanitarie con decreto dirigenziale del marzo 2004 per ripianare le perdite dell'esercizio 2002, non è stata pagata in quanto lo Stato deve ancora trasferire per cassa alla Regione Marche il relativo ammontare.
Per ripianare le perdite dell'esercizio 2001, il gettito fiscale previsto di € 108.455.948,81 è stato anticipato dalla Regione con risorse proprie per 107 milioni di euro, non avendo ancora trasferito lo Stato alla Regione alcun importo anche per questo esercizio.
Alla data odierna la somma di € 95.203.849,37 è stata pagata.
Sulla anomalia 4 riguardante la mancata erogazione, come sopra, di 70 milioni di euro per il disavanzo 2003", nel luglio 2006 anche l'imposizione aggiuntiva per ripianare le perdite dell' esercizio 2003 deve essere ancora trasferita dallo Stato alla Regione.
L'assegnazione di € 70.000.000,00 alle aziende sanitarie è comunque avvenuta con decreto dirigenziale del novembre 2004.
Allo stato attuale la somma di € 70.000.000,00 è stata pagata.
Sulla anomalia 5 riguardante il mancato impiego, degli oltre 50 milioni di euro quale ripiano per il disavanzo 2004",nel luglio 2006 la somma di € 50.039.284,29 per ripianare le perdite dell'esercizio 2004 è stata assegnata alle aziende sanitarie con decreto dirigenziale del mese di giugno 2006.
Non è stato possibile attribuirla anzitempo in quanto si è dovuto attendere che i bilanci di esercizio 2004 delle aziende sanitarie fossero stati tutti approvati dalla Giunta regionale, organo di controllo preposto. Infatti l'ultimo bilancio di esercizio 2004 approvato risale allo scorso mese di aprile.
Allo stato delle cose la somma di € 50.039.284,29 è stata pagata.
Sulla anomalia 6 riguardante il mancato utilizzo dei fondi per l'esclusività del rapporto dirigenziale del ruolo sanitario (anni 2000-2001 e 2003) per oltre 2.1 milioni di euro", nel luglio 2006 le somme relative al finanziamento dell'esclusività per gli anni 2000-2001 pari a complessivi € 2.169.774,38 sono state assegnate alle aziende sanitarie con decreto dirigenziale del dicembre 2002 e pagate nel febbraio 2003. La somma di € 1.084.887,19 relativa al finanziamento dell'esclusività per l’anno 2003 è stata assegnata alle aziende sanitarie con decreto dirigenziale dell'aprile 2004 e pagata nel luglio 2005.

Sulla anomalia 7 riguardante la mancata erogazione alle aziende di circa 170 milioni di euro relativi all'anno 2003 e di altri 58 milioni di euro circa relativi all'anno 2004", nel luglio 2006 la somma di € 169.737.188,07, relativa alla chiusura per cassa dell'esercizio 2003, è stata assegnata alle aziende sanitarie con decreto dirigenziale del dicembre 2004. Non è stata pagata in quanto lo Stato non ha ancora trasferito il relativo importo alla Regione Marche.
La somma indicata come "altri 58 milioni di euro" relativa all'anno 2004 è in effetti di 48 milioni di euro, per l'esattezza 47.997.400,00. Si tratta di quota parte dell'assegnazione alle aziende sanitarie per il mese di dicembre 2004, non pagata in quanto, ad oggi, lo Stato non ha ancora trasferito il relativo importo alla Regione Marche.
Allo stato delle cose la somma di € 169.737.188,07 è stata pagata per € 69.737.188,07. Il pagamento del saldo di €100 milioni è previsto entro l'anno in corso.
Sulla anomalia 8 riguardante la mancata erogazione del fondo di riequilibrio per gli anni 2004 e 2005 (oltre 164,5 milioni di euro), nel luglio 2006 la somma complessiva di € 45.000.000,00, relativa al fondo di riserva per il riequilibrio dell'anno 2004, è stata pagata alle aziende sanitarie quanto ad € 18.300.000,00 nel dicembre 2004 mentre il residuo stanziamento di € 26.700.000,00 è stato impegnato interamente e pagato per € 4.213.913,98 nel corso del 2005. Con decreto dirigenziale del febbraio 2006 è stato richiesto il pagamento del residuo passivo di € 22.486.086,02. II pagamento avverrà compatibilmente con le disponibilità della tesoreria regionale.
Il fondo di riserva per il riequilibrio dell'anno 2005 di € 108.000.000,00 potrà essere utilizzato solo successivamente alla avvenuta chiusura dei bilanci di esercizio dello stesso periodo ed alla loro avvenuta approvazione da parte della Giunta regionale. Il termine di scadenza per l'invio dalle aziende sanitarie alla Regione di detti documenti contabili è il 15 luglio 2006.
Allo stato delle cose, le somme di € 45 e di 108 milioni sono state pagate.
Anomalia 9 sul mancato utilizzo di risorse per il finanziamento dei livelli assistenziali 2004 e 2005 per 24,5 milioni di euro, nel luglio 2006 la somma complessiva suddetta non risulta al Servizio salute. Infatti il bilancio registra la disponibilità di € 9.217.596,97 per il finanziamento Lea 2004 ma nessuna per l'anno 2005 in quanto il relativo stanziamento è stato interamente consumato entro il dicembre dello stesso anno. Per l'esattezza residuano 0,54 centesimi di euro.
La disponibilità di € 9.217.596,97, a breve potrebbe essere parzialmente utilizzata ove si concludesse positivamente la proposta transattiva dell'Asur alla Fondazione Don Gnocchi, Istituto Bignamini, circa la situazione debitoria in essere. La disponibilità che residuerà sarà mantenuta per fare fronte alla imminente richiesta da parte dei Ministeri della salute e dell'economia e delle finanze di saldare la mobilità passiva interregionale dello stesso anno 2004.
Allo stato delle cose la somma di € 9.217.596.97 è stata interamente assegnata alle aziende sanitarie e da queste registrate nei loro bilanci. E' ancora sospeso il pagamento di € 7,4 milioni che si prevede di effettuare entro il corrente anno.
Anomalia 10 sulla mancata utilizzazione di circa 117.000,00 euro per iniziative di prevenzione della cecità e la creazione di nuovi centri per l'educazione e la riabilitazione, nel luglio 2006 i contributi erogati dallo Stato fino alla competenza dell'anno 2003, tra questi anche il suddetto importo di € 117.000,00, sono stati utilizzati completamente ed erogati al Presidio di alta specializzazione "G.Salesi" titolare del finanziamento.
La Regione Marche ha riscosso dallo Stato l'ultimo contributo di € 67.677,00 il 23 dicembre 2005, relativo alla competenza dell'anno 2004.
La procedura di iscrizione in bilancio di detta risorsa si è già conclusa e sono in corso gli atti di ripartizione e di assegnazione del relativo ammontare.
Allo stato delle cose la somma di € 117.000,00 è stata pagata così come tutte le altre somme trasferite dallo Stato. L'ultimo anno finanziato finora è il 2006.
Anomalia 11 sulla mancata utilizzazione di circa 337.400,00 euro per le tecniche di fecondazione assistita, nel luglio 2006 la Regione Marche ha riscosso il 31 dicembre 2004 il primo trasferimento statale di € 168.706,00 relativo alla competenza dell'anno 2004 e nel mese di aprile 2005 il secondo trasferimento statale di € 168.706,00 relativo alla competenza dell'anno 2005.
L'ammontare complessivo di € 337.412,00 è stato iscritto nel bilancio 2005 nel mese di novembre dello stesso anno.
Gli atti di ripartizione per l'assegnazione dell'intero ammontare sono iscritti all'ordine del giorno della seduta della Giunta regionale del 27 giugno scorso.
Ad oggi la somma è stata interamente pagata.
Anomalia 12 sugli sbandierati progetti di integrazione socio-sanitaria registrano risorse non erogate per oltre 1,6 milioni di euro ed economie per circa 336 mila euro, nel luglio 2006 la somma di € 1.606.156,25 assegnata ed impegnata nel 2005 non è stata ancora pagata per insufficiente liquidità di cassa. L'economia di € 336.000,00 è stata riscritta nel bilancio 2006 e sono in corso gli atti di riparto ed assegnazione dello stesso importo.
Ad oggi la somma di € 1.606.156,25 è stata pagata. L'economia di € 336.000,00 è stata anch'essa impegnata e pagata.
Si forniscono, infine, le seguenti risposte alle ulteriori domande poste nell’interrogazione:
Domanda 1 “Il dettaglio delle difficoltà di gestione sopra descritte che si ripercuotono sul sistema territoriale di assistenza e di prestazione dei servizi".
A luglio 2006 le difficoltà di gestione erano dovute esclusivamente alla mancata erogazione da parte dello Stato alla Regione Marche dei trasferimenti ad essa spettanti per legge.
Infatti, fino all'anno 2005, la situazione creditoria delle Marche ammonta complessivamente ad € 893.910.000,00 - pari a 1.731 miliardi delle vecchie lire - di cui € 427.910.000,00 - pari a 829 miliardi delle vecchie lire - relativi alla contribuzione fiscale aggiuntiva degli anni 2001, 2002 e 2003 già da tempo versata nelle casse statali. Se la Regione avesse già usufruito, come suo legittimo diritto, di tale enorme massa di liquidità le difficoltà gestionali non esisterebbero e le ripercussioni sfavorevoli sul sistema territoriale di assistenza e di prestazione dei servizi sarebbero nulle. Inoltre la Regione e le aziende sanitarie non ricorrerebbe all'anticipazione di tesoriere in misura molto più contenuta e non sarebbero costrette a pagare gli interessi passivi prodotti da cause ad essa non imputabili cioè dal ritardo dello Stato nel trasferimento delle somme spettanti alla Regione Marche.
Ad oggi le difficoltà di gestione si sono molto attenuate in quanto nel corso del biennio 2006-2007 lo Stato ha trasferito alla Regione Marche, per il Sistema sanitario, quota parte dei finanziamenti pregressi per oltre 650 milioni di euro. Ciò ha consentito al Servizio sanitario regionale la continuità nella erogazione delle prestazioni sanitarie senza ridurne la qualità.
Domanda 2 "Quali azioni si intendono attivare per rendere più efficiente ed efficace un sistema che registra così macroscopici affanni operativi".
A luglio 2006 si riteneva che le risposte finora fornite dimostrino che "macroscopici affanni operativi" non esistono. Non si può nascondere la difficoltà del sistema a fronteggiare la carenza di cassa le cui motivazioni sono già state precedentemente espresse e non sono assolutamente imputabili alla Regione. E' comunque innegabile che le azioni migliorative sono sempre da ricercare e praticare ed in tal senso il Servizio salute ed il Servizio bilancio stanno già da tempo unitariamente operando.
Ad oggi si ribadisce quanto risposto alla domanda precedente, il Sistema sanitario marchigiano non è in affanno. Le perdite di esercizio a tutto il 2006 sono state ripianate e l'anno 2007 si è chiuso con un risultato positivo.
La Regione Marche ha sempre superato sia il tavolo di monitoraggio relativo all'andamento economico finanziario che sia il tavolo di monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza, istituiti presso il Ministero dell'economia e delle finanze. Lo ha certificato lo stesso Ministero che ha incluso le Marche tra le Regioni virtuose classificandole al secondo posto nella graduatoria nazionale.
Domanda 3 "Quali obiettivi non dichiarati sottenda la mancata erogazione degli stanziamenti preordinati ai ripiani sanitari finanziati sia con risorse statali aggiuntive che con la maxi manovra fiscale del dicembre 2001".
A luglio 2006 non esistono e non possono esistere obiettivi sottintesi.
Si ribadisce che le risorse finanziarie assegnate per il ripiano delle perdite di esercizio dal 2001 al 2005, qualunque sia la loro provenienza, non sono state pagate alle aziende sanitarie a causa della loro mancata erogazione da parte dello Stato alla Regione. Si ricorda che, ad oggi, l'ammontare complessivo del credito regionale è di quasi 894 milioni di euro.
Ad oggi, nel corso del biennio 2006-2007, lo Stato ha trasferito alla Regione Marche quota parte delle risorse finanziarie ad essa spettanti di circa 650 milioni, per l'intero fino all'anno 2005. Sono sospesi i saldi del Fondo sanitario regionale del 2006 e del 2007 pari al 3% per ciascun anno, così come stabilito dalla legge finanziaria 2006. Tale incasso di risorse da parte della Regione destinato al Sistema sanitario regionale ha consentito di orientare la gestione economico-finanziaria sul binario della tempestività dei pagamenti. I fornitori sono stati soddisfatti nel pagamento del pregresso ed attualmente la gestione di cassa rispetta il termine di legge stabilito per i pagamenti del fatturato. Nel 2008, fino ad oggi, non si registrano interessi passivi maturati a carico dei bilanci aziendali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. E’ evidente che una risposta così complessa e ponderosa richiede anche un’analisi maggiore di quella che ci consentono i tempi assembleari. Tra l’altro questa risposta dell’Assessore Mezzolani risente – ma non è una sua responsabilità – del ritardo con cui giunge.
Tale mia iniziativa traeva spunto da una constatazione espressa nel maggio 2006 - due anni sono sicuramente molti per una vicenda politica - che ha il carattere del paradosso, ovvero che a fianco della vituperata esiguità delle risorse, di cui il Servizio sanitario marchigiano dispone, allora si notava – e in parte si nota anche adesso – una certa stagnazione nelle casse della stessa Regione di risorse che una volta ottenute dallo Stato non venivano riassegnate al circuito sanitario e al territorio.
La mia era una valutazione che riguardava l’inefficienza del sistema.
Il problema – e lo voglio sottolineare anche in periodi in cui sembra che le cose contabili della sanità marchigiana vadano meglio – non è solo avere le giuste risorse, ma è anche spenderle. Evitare cioè che nelle secche delle disfunzioni burocratiche del sistema si arenino quelle risorse che potrebbero essere anche insufficienti, ma che di per sé dovrebbero essere indirizzate con tempestività al territorio.
Mi sembra di poter arguire dalla risposta – dico arguire non perché l’Assessore Mezzolani sia stato poco chiaro, ma perché effettivamente non è facile percepire con esattezza il portato dei numeri – che una certa mole di denaro tardi ad essere riversata sul territorio proprio perché lo Stato tarda nell’assegnare queste risorse. Quindi c’è un problema di cassa che deriva dai ritardi dello Stato.
Però vi è da dire che in altri casi sono iniziative tutte riferibili alle Regioni e che segnano il passo. Quindi prendo atto con soddisfazione del fatto che alcuni stanziamenti, tipo quello in materia di fecondazione assistita o di prevenzione dell’ipovisione siano stati, successivamente alla mia interrogazione, effettivamente erogati, ma mi interessa che a fronte della complessità del nostro sistema spesso e volentieri sul territorio vengono lamentate delle carenze di risorse che probabilmente nascono da un certo grado di farraginosità che ancora permea di sé la Regione.
Detto questo, e rimandando ad una più esaustiva considerazione della risposta che mi è stata data dall’Assessore Mezzolani, arrivo al giudizio finale.
Abbiamo letto, Assessore, dalle stesse rivelazioni fatte nelle conferenze stampa dalla Giunta regionale, che i conti della sanità marchigiana andrebbero meglio. Uso il condizionale non perché voglia essere per forza in cattiva fede, se è così siamo contenti, e inviterei il presidente della V Commissione a dedicare una sessione della Commissione stessa all’analisi di tutto ciò, ma non credo sia buona norma fare annunci sulla stampa e privare poi i Consiglieri regionali della possibilità di valutare esattamente le dimensioni del risultato conseguito.
Tempo fa polemizzai con lei dicendo “Spacca fa bene a dire che i risultati vanno meglio, però farebbe bene anche a dire che i meriti sono pure dei cittadini e delle imprese marchigiane che per sei anni hanno versato circa 1.000 milioni di euro aggiuntivi nelle tasche della Regione”. Dico questo anche per correttezza, perché visto che l’aggettivo “partecipato” appartiene al glossario del centro-sinistra, tanto meglio quando poi la partecipazione è misurata e data proprio dal grado di contributo che i cittadini e le imprese danno a questi risultati.
Pertanto, Assessore, al di là del grado di soddisfazione che posso avere rispetto a un dato che è indubbiamente condizionato dalla vetustà dell’interrogazione stessa, chiederò al Presidente della V Commissione di fare, magari con l’Assessore Marcolini che è sempre così puntuale nel fornire indicazioni e delucidazioni, una seduta della V Commissione per capire cosa ha inciso sul verificarsi di questo rendimento migliorato delle performance della sanità. Io, ad esempio, ipotizzavo vi fossero stati dei benefici dovuti a dei meccanismi di alienazione del patrimonio immobiliare dell’Umberto I. Vi ricorderete del cartellino giallo dell’anno scorso, eravamo a rischio ammonizione, per carità, legittimamente lo evitammo attraverso un’operazione di carattere straordinario sulla quale, però, è bene avere l’esatta misura per evitare di ingolfare l’Assemblea legislativa con richieste di chiarimenti che potrebbero essere più convenientemente e più generalisticamente offerti alla V Commissione.


Interrogazione n. 1023
della Consigliera Ciriaci
“Mancata eliminazione di barriere architettoniche e uscita di sicurezza non regolare nell’ufficio decentrato agricoltura di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1023 della Consigliera Ciriaci. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Penso che l’interrogazione obiettivamente abbia un fondamento in quanto, come spesso capita per i palazzi di antica utilizzazione, anche per gli uffici pubblici non sempre l’eliminazione delle barriere architettoniche è proceduta in termini di adeguamento con la necessaria velocità.
Il nostro Servizio provveditorato economato e contratti ha acquisito in locazione dal Consorzio di bonifica del Tenna i locali da destinare a sede dell'ufficio decentrato agricoltura di Fermo. Era un motivo di utilizzo del patrimonio pubblico.
Già in sede di sottoscrizione del contratto il locatore ha certificato che l'immobile, tenuto conto della sua destinazione d'uso, era in regola con le vigenti norme urbanistiche, edilizie, igieniche e sanitarie, nonché con quelle stabilite dal decreto legislativo 626/94.
Tale dichiarazione è stata successivamente verificata dal datore di lavoro della Giunta regionale che per il tramite del dipartimento di energetica dell'Università di Ancona ha provveduto ad effettuare i sopraluoghi ed alla stesura del documento di Valutazione di rischi, come previsto da citato decreto 626/94.
Dal documento, redatto in data 28 giugno 2007, non si rilevano criticità per quanto attiene le uscite di sicurezza, mentre su altri aspetti evidenziati in materia di sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro (cartellonistica, maniglione antipanico) si è provveduto agli adeguamenti richiesti.
Per quanto attiene l'eliminazione delle barriere architettoniche, occorre rilevare che l'immobile si trova in un edificio condominale quindi non di proprietà esclusiva della Regione, per cui è necessario – come potrete capire - acquisire le necessarie autorizzazioni prima di realizzare interventi strutturali. A parte il fatto dell’accollo delle spese occorre avere per le regole del regolamento condominiale l’assenso a opere che possono essere dichiarate necessarie e indifferibili.
Quindi verrà montato quanto prima un servo scala, anche se l'intervento risulta abbastanza complesso per distribuzione degli spazi nella struttura, non è di facile ricostruzione del percorso. Considerato il costo dell'impianto si è ritenuto utile prevedere l'utilizzo di una apparecchiatura appena dismessa da un altro immobile rilasciato dalla Regione Marche. Qualora ciò non fosse possibile tecnicamente o non vantaggioso economicamente, si procederà all'acquisto di un nuovo impianto per il quale verrà approvata capienza economica.
Nelle more della installazione eventuali servizi a soggetti svantaggiati – il problema che immagino animasse l’interrogante –, che peraltro risulta siano molto sporadici, potranno essere utilizzati attivando un "front office" specifico nei locali situati al piano terra dello stesso immobile e tale accesso può essere richiesto tramite il citofono già installato al piano terra.
Quindi nelle more dei tempi tecnici per l’installazione dell’impianto, dal pianterreno si richiamerà l’erogazione del servizio a terra.
Penso che questa soluzione possa diventare anche definitiva se troviamo gli spazi adeguati al pianterreno, evitando così la costruzione dell’impianto del servo scala di cui parlavo prima. Questo consentirebbe anche la contemporanea realizzazione, sempre al piano terra, di un servizio igienico per portatori di handicap. Quindi una ristrutturazione complessiva del pianterreno.
E' da rilevare che l'attuale presenza di barriere architettoniche già da adesso non è pregiudizievole per l'attività dei dipendenti regionali impiegati nella struttura.
Comunque il problema è reale, la preoccupazione è condivisa, quindi sono già stati messi in moto i meccanismi di correzione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Innanzitutto ringrazio l’Assessore per la celerità con cui mi ha dato questa risposta, però ciò che ho voluto sottolineare è che la situazione non è certamente un’ubicazione momentanea, ma è una destinazione che si protrae già da qualche anno.
E’ sicuramente giusto il suo appunto riferito all’adeguamento che dovrà esserci da adesso in poi, però credo che ci sia stato comunque un comportamento non rispettoso nei confronti di chi ha dovuto subìre umiliazioni nel momento in cui ha avuto bisogno di interloquire con l’ufficio.
Altra cosa importantissima che vorrei sottolineare in questa Aula è l’immagine che un ufficio pubblico dà riguardo al rispetto di una legge. Abbiamo parlato della legge n. 626, ma questa legge è partita sin dal 1994, parla chiaramente delle responsabilità a carico del datore di lavoro, in questo caso è un ente pubblico, parla dell’accessibilità a gente inabilitata, gente a cui bisogna dare rispetto proprio per questa inabilità.
Lei diceva, Assessore, di creare un front office con cui si può chiamare la persona o il tecnico del quale si ha bisogno. Le posso garantire che questo è già successo, ma che non è assolutamente una posizione di rispetto, non è neanche rispettosa della professionalità né di chi ci lavora né di chi va lì ad interloquire o a chiedere qualcosa.
Altro punto che vorrei sottolineare riguarda la parte economica. Ho visto che nel bilancio precedente della Regione Marche, l’ho visto sottolineato anche nel bilancio che tra qualche giorno avremo qui in Aula, ci sono diversi fondi per queste ristrutturazioni ed interventi. Allora, Assessore, ribadisco di nuovo che certamente la ringrazio per la sua chiara risposta, però ho l’impressione che venga fatta una gestione quasi un po’ più da privato “facciamo come si può fare meglio” .
Questa non credo sia l’immagine di ciò che rappresentiamo in quest’Aula, per primo dovremmo dare l’esempio del rispetto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Sui giornali leggiamo sempre degli incidenti, delle morti bianche, tutti ci riempiamo la bocca sul fatto che bisogna rispettare le regole e quant’altro, poi, Assessore, facciamo un ufficio pubblico dove una porta a vetro non apre neanche verso l’esterno!
L’ufficio di Fermo è stato il motivo principale, perché è il territorio in cui abito, ma le garantisco che avendo fatto un’indagine più allagata non è l’unico ufficio che dà un esempio di umiliazione al cittadino e di ciò che rappresentiamo in quest’Aula.


Sull’ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli sull’ordine dei lavori.

Fabio PISTARELLI. Considerato che abbiamo fatto solo due interrogazioni chiedo che venga ripristinata l’ora per gli atti ispettivi. Considerato anche che l’Assemblea legislativa, tranne nella giornata scorsa, nelle precedenti dieci sedute ha chiuso i suoi lavori alle ore 14,00, lavorando così mezza giornata alla settimana. Come ritmo di lavoro dell’Assemblea legislativa, Presidente, mi sembra un po’ poco! Mi sembra un po’ poco lavorare mezza giornata in una settimana, cioè quattro mezze giornate al mese. Mi sembra poco per le funzioni che svolgiamo, per le indennità che percepiamo e per le materie che attendono di essere affrontate.
Le interrogazioni, le interpellanze, le mozioni, gli atti che sono all’ordine del giorno sono di una rilevanza straordinaria per la comunità marchigiana, quindi lavorare mezza giornata in una settimana è scandaloso!
Oggi siamo convocati sia alle ore 10,00 che in seduta pomeridiana alle ore 15,00, pertanto chiedo di ripristinare per gli atti ispettivi l’ora piena come da regolamento.

PRESIDENTE. Prendo atto della richiesta del Capogruppo Pistarelli, ricordo soltanto che prima di ogni seduta i Presidenti dei gruppi consiliari concordano sempre l’andamento dei lavori, gli orari previsti per i lavori e le materie da discutere e da approvare. Questi sono incontri ai quali lo stesso Consigliere Pistarelli partecipa, a meno che non vi partecipi perché non è presente alle riunioni alle quali è convocato. Però nulla toglie, Consigliere, che possiamo sempre modificare le decisioni prese in quanto l’Assemblea legislativa è sovrana.

Fabio PISTARELLI. Chiedo la parola per fatto personale.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Pistarelli.


Fabio PISTARELLI. Presidente, se lei vuole la polemica allora la farò fino in fondo.
Infatti dico che è altrettanto scandaloso fare frettolose Conferenze dei Capigruppo che durano dai cinque ai dieci minuti circa per non parlare di nulla.
Le faccio l’ultimo esempio. Ieri c’è stata un’importante conferenza sullo stato della legislazione della Regione alla quale non ha potuto partecipare la stragrande maggioranza di questa Assemblea legislativa in quanto erano presenti solo dieci Consiglieri regionali. Sa perché questo? Perché non ne abbiamo mai parlato né in Conferenza dei Capigruppo, né con i gruppi o coinvolgendo le Commissioni, magari facendo un report di quella che è la situazione della legislazione delle Marche, facendo un monitoraggio e arrivando ad un convegno, affinché non fosse solo una cosa teorica, affidata a tre consulenti, a collaboratori esterni o a persone, certo anche importanti, come il Segretario generale della Camera dei Deputati.
Tutto questo, Presidente, è nelle sue responsabilità.
Quindi se in questa Aula vogliamo fare qualche cosa di serio facciamolo, ma facciamolo in maniera sostanziale e non formale, sostanzialmente significa che dobbiamo affrontare i problemi veri, andare fino in fondo e senza fare le polemicucce.
Questa mattina, Presidente, mi trovavo all’uscita dell’autostrada di Ancona in una colonna di auto – come tutti possono verificare – e le avevo chiesto solo tre minuti! Alla Conferenza avrei detto le stesse cose.
L’Aula comunque, anche lei lo ha ricordato, è sovrana, quindi è l’Aula che decide e non una frettolosa Conferenza dei Capigruppo, alla quale, se vogliamo andare fino in fondo alla polemica, vorrei vedere anche lì quanti Capigruppo vi hanno partecipato, vorrei vedere il verbale!
Ritornando sul punto, ripeto, è scandaloso che lavoriamo mezza giornata la settimana. Che la stampa scriva pure che l’Assemblea legislativa delle Marche lavora mezza giornata la settimana!

PRESIDENTE. Ripeto, ora c’è una richiesta e l’Assemblea legislativa è sovrana, dico solo che questa mattina la Conferenza dei Presidenti dei gruppi consiliari si è riunita alle ore 10,00, dopo essere stata convocata alle ore 9,30, e il Consigliere Pistarelli era assente.

(contestazioni dai banchi dell’Aula del Consigliere Pistarelli)

PRESIDENTE. Infatti, quando è convocata alle ore 9,30 i Presidenti dei gruppi devono essere lì.
(continuano le contestazioni del Consigliere Pistarelli)

PRESIDENTE. Ho detto che l’Aula voterà, ma quando lei è convocato faccia il suo dovere!

(continuano le contestazioni del Consigliere Pistarelli)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere, si sieda, prenda posto e faccia continuare i lavori. Io non offendo, ma anche lei non si permetta di fare gli show.
C’è una proposta di continuare i lavori, contrariamente a quanto deciso dalla Conferenza dei Capigruppo di questa mattina, oltre le ore 14,30, pertanto su tale proposta l’Assemblea legislativa è chiamata a votare.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. E’ tutto legittimo, ma la questione mi sembra un po’ esagerata, anche se do atto al Consigliere Pistarelli che è quasi sempre puntualmente presente alle Commissioni e che questa mattina non c’era per le questioni che ha motivato.
Questa mattina i Capigruppo hanno semplicemente deciso, Consigliere Pistarelli, che considerato che alcune proposte di legge iscritte erano solo da votare in quanto già discusse, forse era sufficiente stare qui fino alle ore 14,30. Comunque sapete bene che possiamo stare qui fino a tarda sera o fare l’Assemblea legislativa anche domani. Quindi non è una questione di voler lavorare o meno, si è reso solo opportuno fare questa scelta perché, ripeto, molte proposte le abbiamo già discusse, sono solo da votare, alcune sono state aggiustate anche accogliendo emendamenti dell’opposizione, in modo particolare quella sui tributi dei rifiuti, per cui si è preso atto che era possibile andare velocemente al voto. E’ per questo motivo che si è detto che forse era sufficiente starei fino alle ore 14,30.
Dopodiché ha ragione, Consigliere Pistarelli, che l’Aula può decidere di andare ad oltranza o aggiungere anche altri atti, però, ripeto, accanto alla legittimità delle sue affermazioni il tono mi è sembrato leggermente esagerato, anche se le do atto, ribadisco, che non è vero che non arriva, anzi anche in Commissione – e le Commissioni lavorano tutte le settimane - è sempre tra i primi.
Insomma, se si vuole discutere in Aula il ripristino dell’orario va benissimo, non c’è nessun problema ma, ripeto, il ragionamento fatto dai Capigruppo – erano presenti anche due o tre Consiglieri dell’opposizione – è stato quello di dare questo orario perché alcune proposte di legge erano state già largamente discusse. Era su questa base che è stato deciso di fare fino alle ore 14,30 e non certamente per mortificare l’Aula ne tanto meno il dibattito.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta del Consigliere Pistarelli di interrompere i lavori alle ore 13,30 e riprendere con la seduta pomeridiana.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Relazione finale, ai sensi dell’articolo 99 del regolamento interno, della Commissione d’inchiesta concernente la verifica della correttezza e regolarità dei provvedimenti regionali autorizzatori degli impianti di smaltimento e l’impatto della gestione dei rifiuti nella provincia di Pesaro e Urbino sulla salute, sull’ambiente e sull’economia.
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la relazione finale della Commissione d'inchiesta concernente la verifica della correttezza e regolarità dei provvedimenti regionali autorizzatori degli impianti di smaltimento e l’impatto della gestione dei rifiuti nella provincia di Pesaro e Urbino sulla salute, sull’ambiente e sull’economia. Ha la parola il relatore Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Questa Commissione d’inchiesta, che ha chiuso i lavori qualche settimana fa, era stata richiesta da diversi Consiglieri a seguito di numerose problematiche verificatesi nelle Marche e con particolare riferimento alla provincia di Pesaro Urbino.
La Commissione in data 17 luglio 2007 ha deciso di circoscrivere la propria attività di indagine soprattutto su alcune situazioni come l’ex cava di argilla ubicata in località Carrara in quanto in questa realtà ci sono state diverse problematiche…

PRESIDENTE. Per cortesia, dai banchi della minoranza un po’ di attenzione, Consiglieri Capponi e Consiglieri Pistarelli. Consigliere Pistarelli c’è un suo collega di gruppo che sta relazionando, ascoltiamolo. Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. L’attenzione si è concentrata soprattutto sull’ex cava di Carrara però senza trascurare altre discariche come quella di Monteschiantello a Fano, di Ca’ Mascio a Montecalvo in Foglia, di Ca’ Lucio a Urbino e di Ca’ Rafaneto a Barchi.
La Commissione ha ascoltato i dirigenti e funzionari regionali del Servizio ambiente e paesaggio, la Provincia di Pesaro-Urbino, il dipartimento Arpam provinciale di Pesaro, il responsabile della Zona territoriale 3 dell’Asur Marche dipartimento di prevenzione igiene e sanità pubblica, il Comune di Fano, il Noe di Ancona Comando dei Carabinieri per la tutela dell’ambiente e l’Avvocatura regionale. Inoltre sono stati ascoltati i rappresentanti del Coordinamento dei Comitati, infine il Presidente del Comitato “Ridateci la Vita” di Cuccurano di Fano.
Il materiale è stato tantissimo, alcuni documenti non ci sono pervenuti perché è in corso un’indagine da parte dei Carabinieri del Noe con quella che viene denominata “L’operazione arcobaleno”.
Per quanto riguarda il quadro normativo di riferimento negli ultimi decenni la materia dei rifiuti è stata oggetto di una complessa evoluzione normativa. Questo mutamento ha interessato anche i procedimenti autorizzatori relativi agli impianti in oggetto.
Per quanto riguarda l’ex cava di argilla sita in località Carrara di Fano, a parte la dichiarazione di compatibilità paesistico-ambientale con conseguente rilascio di autorizzazione paesaggistica, la prima autorizzazione viene rilasciata alla ditta Solazzi sulla base della normativa sopra richiamata.
Invece gli impianti di Monteschiantello e di Cà Rafaneto originariamente erano stati autorizzati dalla Regione sulla base di una normativa ancora più datata e cioè il d.p.r. n. 915/1982.
Ora concentrerò il mio intervento sulla questione della cava d’argilla.
L’ex cava di argilla è situata in località Carrara di Fano a ridosso di alcune abitazioni della frazione. La complessità della vicenda ha ingenerato un diffuso allarme sociale tra la popolazione residente nelle zone circostanti, registrando l’intervento dell’Autorità giudiziaria di Pesaro con un provvedimento di sequestro penale dell’area interessata dal recupero ambientale e sia per la complessa e voluminosa documentazione pervenuta a tale proposito.
Perché ci siamo concentrati sulla questione di Carrara? Perché il Comitato, guidato da un sacerdote, continua ad evidenziare alcuni casi di malformazione in quell’area e alcune altre problematiche sempre relative alla salute.
Per questo motivo ci siamo rivolti all’Asur n. 3 di Fano la quale ha fatto un’opera di mappatura per verificare se in quell’area, rispetto al resto del territorio del Comune di Fano, ci sono dei casi di tumore o di altre malattie collegabili a problematiche ambientali.
Questo studio fatto dall’Asur n. 3 può tranquillizzare anche se questi dati ancora una volta sono stati contestati dal sacerdote.
Quindi certamente sarebbe più opportuno entrare nel merito più scientificamente proprio per togliere di mezzo tutti i dubbi rimasti.
Quello che abbiamo notato come Commissione è che alcune autorizzazioni come quella all’ex cava sono state autorizzate dalla Regione il giorno prima che la competenza passasse alla Provincia.
Questo ha creato qualche perplessità perché i tempi e i modi di concessione di questa autorizzazione ci dicono che la cosa poteva e doveva essere gestita meglio. Questo ce lo confermano anche gli interventi fatti nelle diverse audizioni, ad esempio quello del rappresentante dei Carabinieri del Noe e quelli di altre autorità preposte ai controlli.
Da una prima autorizzazione, che prevedeva l’uso di materiali derivanti dall’attività di recupero, si autorizzava la ditta ad esercitare l’attività R13 (messa in riserva) e R10 (spandimento sul suolo a beneficio dell’ecologia) di diversi rifiuti speciali. Poi i codici ammessi a questo ripristino sono stati aumentati e questo ha creato quei problemi di cui sono sicuramente a conoscenza tutti i cittadini di quell’area.
C’è da dire che ancora il problema non è stato risolto completamente.
Ci sono stati diversi controlli, però la cosa che abbiamo notato è che questi controlli sono stati sollecitati dai cittadini. Quindi da parte delle autorità competenti c’è carenza di controlli e anche gli interventi che hanno portato al sequestro del sito sono stati eseguiti su segnalazione dei cittadini della zona.
Abbiamo valutato anche la situazione di Monteschiantello nel comune di Fano, di Cà Mascio nel comune di Montecalvo in Foglia, di Cà Lucio nel comune di Urbino e di Cà Rafaneto nel comune di Barchi.
Abbiamo evidenziato che sono discariche pubbliche di ex 1° categoria (oggi, smaltimento rifiuti non pericolosi) e tutte sono state destinatarie di autorizzazioni regionali sia per quanto riguarda l’approvazione dei progetti, sia per la connessa realizzazione degli impianti di smaltimento e recupero.
Abbiamo approfondito con il Maresciallo Di Venere la questione dell’ “Operazione Arcobaleno” che è quella che ha creato allarme in tutta la regione. Dalle dichiarazioni fatte dal Maresciallo – invito i colleghi a leggere i documenti allegati alla relazione – emerge una situazione abbastanza preoccupante per quanto riguarda la nostra regione. Infatti egli dice: “Abbiamo messo una lente su queste organizzazioni – sta parlando dell’operazione Arcobaleno – e abbiamo visto che attraverso vari soggetti stava avvenendo un vero e proprio assalto alla conquista della regione Marche. Per esempio nella Provincia di Ancona, parallelamente a Pesaro, abbiamo intercettato un altro impianto che faceva gestione di rifiuti, che asseriva unicamente a fare il giro di bolla, quindi a cambiare i documenti ambientali in modo che formalmente risultassero in regola per poi fare invece defluire rifiuti speciali nelle discariche dei rifiuti urbani”.
Questo credo sia molto grave, ci dice che dovrebbe essere suggerito un diverso tipo di controllo. Perché se si vanno ad analizzare solo i documenti e se all’origine il documento è falso, è evidente che tutta la filiera poi si basa su autorizzazioni o documenti falsi.
Su questo il maresciallo Di Venere è stato molto chiaro, tanto è vero che dice: “Tutta questa mole di rifiuti viaggiava con un unico codice, codice 15.0106 imballaggi misti, ma in realtà di imballaggi non c’era niente. Questo imballaggio è un materiale che consente un recupero e un guadagno, quindi è ovvio che da Venezia e dalla Lombardia o da altre regioni d’Italia non venivano certo a portarci e pagarci un rifiuto che potenzialmente era denaro. In realtà il sistema era che questi rifiuti già di per sé erano rifiuti da discarica, quindi non avevano nessuna capacità di poter essere recuperati. Erano già rifiuti o residui, comunque miscele di rifiuti di ogni genere che in modo fraudolento venivano classificati come imballaggi per poter accedere negli impianti di recupero delle Marche. Poi un semplice cambio di bolla, si aveva un nuovo codice, cioè residui di attività di recupero di rifiuti derivanti da trattamento meccanico dei rifiuti venivano portati nelle Marche, come se l’identità dei rifiuti diventasse marchigiana perché transitava in un impianto di recupero. Di fatto era tutto un sistema di falsi dall’origine fino alla discarica”.
Ecco perché tra i vari suggerimenti che la Commissione ha dato c’è anche quello di un prezzo diverso per i rifiuti da conferire in discarica, perché una delle motivazioni che portava poi alcune ditte a scegliere le Marche era proprio quella del costo inferiore del conferimento in discarica.
Per quanto riguarda le considerazioni conclusive a cui è arrivata la Commissione, prima di tutto dovevamo verificare la correttezza e la regolarità dei provvedimenti autorizzatori regionali, inoltre dovevamo verificare l’impatto della gestione dei rifiuti nella Provincia di Pesaro Urbino sulla salute, sull’ambiente e sull’economia.
A questo punto voglio ringraziare ufficialmente la dott.ssa Buglioni per l’ottimo lavoro svolto perché sicuramente è stato enorme.
La Commissione di inchiesta ha esaminato con particolare riguardo le procedure autorizzatorie relative all’ex cava Solazzi, non evidenziando per gli altri impianti oggetto della presente indagine particolari problematiche sotto tale profilo di analisi.
Per quanto riguarda la correttezza vorrei evidenziare quanto sottolineato dall’avv. Costanzi dell’Avvocatura regionale, il quale dice: “il procedimento autorizzatorio in esame non va censurato sotto il profilo della legittimità, essendo stato condotto nel rispetto della normativa vigente, ma può essere oggetto di valutazioni di opportunità, convenienza, efficacia”. Credo che questo sia un segnale importante.
Per quanto riguarda le autorizzazioni ci sono delle perplessità nella fase istruttoria preliminare, perché in base al decreto n. 157/2002 non sono state recepite alcune indicazioni.
Per esempio il dirigente del Comune di Fano ci dice che i rifiuti ammessi alle operazioni di recupero della cava avrebbero dovuto essere inerti e non avere una composizione organica così elevata. Questo è uno problemi sollevati.
L’Arpam dice: “Questo ufficio esprime forti perplessità in ordine alla tipologia dell’intervento richiesto che è stato denominato ‘Sistemazione ambientale dell’area di cava sita in località Carrara del Comune di Fano mediante l’utilizzo di rifiuti speciali non pericolosi’; infatti una tale attività potrebbe essere configurata come una deposizione sul suolo (leggi: discarica), rientrando quindi tra le operazioni di smaltimento espressamente previste nell’allegato B del d.lgs. n. 22/1997”
Il Comune di Fano, nel parere inviato alla Regione, sempre ad integrazione del verbale della Conferenza di servizi del 30 gennaio 2002, contenente le prescrizioni da inserire nell’atto autorizzativo dice: “Nell’autorizzazione dovrà essere espressamente indicato che la stessa non sostituisce le procedure di valutazione di impatto ambientale a cui il progetto dovrà essere assoggettato”.
Qui ritorniamo al discorso della fretta con cui è stata concessa questa autorizzazione e che ha causato tutte quelle problematiche oggetto anche dell’indagine della Commissione.
Il provvedimento autorizzatorio in esame, quindi, pur essendo stato emanato nel rispetto della normativa vigente, si palesa generico e carente di prescrizioni puntuali e dettagliate in grado di offrire le dovute cautele.
A conferma di quanto sopra esposto il Comandante del Noe di Ancona, ascoltato dalla Commissione d’inchiesta, a tale proposito affermava: “Ritengo che un maggior rigore nella fase istruttoria preliminare al rilascio dell’autorizzazione sia necessario ed indispensabile. Se mi consentite una critica, voglio dire che se nella fase istruttoria (conferenza di servizi) si fosse chiesto uno studio idrogeologico dell’area prima del rilascio dell’autorizzazione, senza dubbio tutto questo non sarebbe successo”.
Passando ad esaminare il secondo profilo dell’indagine affidato alla Commissione, cioè l’analisi dell’impatto della gestione dei rifiuti sulla salute, per quanto attiene all’ex cava Solazzi si evidenzia, in primo luogo, che il dipartimento provinciale dell’Arpam di Pesaro ha fatto pervenire alla Commissione d’inchiesta una documentazione voluminosa al riguardo, spesso di non facile comprensione, contenente le risultanze analitiche dei controlli effettuati.
Infatti il programma di investigazione ambientale concordato tra il Comune di Fano e l’Arpam di Pesaro, da realizzare anche con l’ausilio dell’Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino, risultava molto articolato e comprendeva il campionamento di numerosi pozzi privati, la caratterizzazione delle acque interne all’area di cava, l’esecuzione di un indagine geoelettrica, l’esecuzione di vari sondaggi e una campagna topografica di dettaglio.
A tale proposito il dirigente dell’Arpam, intervenuto in audizione, ha dichiarato: “In questo sito ci siamo impegnati in modo assolutamente non usuale, nel senso che non abbiamo mai investigato un sito nella Provincia di Pesaro con i mezzi e le energie che abbiamo dedicato alla cava Solazzi”. Questa, invece, dovrebbe diventare la prassi, nel senso che quello della carenza dei controlli è uno dei problemi che la Commissione ha verificato, peraltro è stato evidenziato anche da molti degli appartenenti ai vari enti o organismi di controllo che hanno collaborato con la Commissione.
Senza entrare molto nel dettaglio, che comunque lascio a tutti i Consiglieri, vorrei dire che sui possibili danni di natura ambientale e sanitaria derivanti dall’attività di smaltimento rifiuti compiuta nelle altre discariche oggetto della Commissione d’inchiesta, si evidenzia quanto segue. Per quanto riguarda l’impianto sito in località Monteschiantello le analisi compiute dall’Arpam sul percolato della discarica, i cui esiti sono stati depositati presso la segreteria della Commissione, hanno dimostrato che: “si è in presenza di un percolato con valori dei parametri indagati mediamente bassi rispetto ai dati conosciuti di altre discariche della provincia di Pesaro Urbino, con l’assenza di composti pericolosi come idrocarburi clorurati e/o aromatici”. Ancora: “si è in presenza di un percolato comunque diluito con assenza di concentrazioni significative di sostanze inquinanti pericolose, con oscillazioni nella composizione in dipendenza della piovosità del periodo in cui si effettua il campione”.
Per quanto attiene la discarica di Rafaneto, sita nel comune di Barchi – anche questa sotto indagine della Magistratura –, si precisa che l’Arpam di Pesaro, durante l’audizione del 27 settembre 2007, ha dichiarato: “abbiamo una ragionevole sicurezza che da quell’impianto non esce niente di nocivo proprio perché abbiamo monitorato aria, acqua e superficie e abbiamo verificato che, se pur ci siano sostanze inquinanti, esse rimangono all’interno della discarica. E’ un compromesso assolutamente accettabile sia per l’ambiente che per la salute delle persone”.
Forse su questo si dovrebbe un pò approfondire.
Dalla documentazione depositata a tale proposito dall’Arpam di Pesaro alla segreteria della Commissione emerge che: “i campioni di acque sotterranee analizzati, presi a monte e a valle della discarica, non mostrano segni di contaminazione o di peggioramento della qualità a causa della discarica e il campione di percolato, essendo un liquido contaminato per definizione, evidenzia valori del tutto nella norma per un simile tipo di rifiuto”.
In data 29 marzo e 13 aprile 2007 venivano eseguite, inoltre, due serie di prelievi di acque superficiali e sotterranee e misure di radiocontaminazione superficiale. All’esito di tali analisi l’Arpam comunicava che: “gli esami sin qui condotti non evidenziano criticità a carico delle matrici ambientali indagate né rilevano la presenza di sostanza pericolose a livelli superiori a quanto sia lecito attendersi in situazioni similari“. Veniva effettuata da parte dell’Arpam una ricerca di fibre di amianto nel percolato della discarica in esame con esito negativo. Questa ricerca specifica era perché c’erano state delle segnalazioni in tal senso.
Passando ad esaminare la discarica di Cà Mascio sita in Montecalvo in Foglia si evidenzia che la Provincia di Pesaro Urbino, durante l’audizione del 27 settembre 2007, ha evidenziato quanto segue: “La discarica ha subìto diverse ispezioni da parte dell’Apat (Agenzia per la protezione ambientale e servizi tecnici) – dipartimento difesa del suolo e da parte del Ministero dell’Ambiente che, a fronte degli studi effettuati, …omissis … hanno dovuto ammettere che in effetti non ci sono elementi per stabilire che si tratta di sito contaminato”.
Per quanto riguarda la discarica di Cà Lucio, ubicata nel comune di Urbino, si evidenzia che tutti i documenti depositati dall’Arpam di Pesaro presso la segreteria della Commissione si riferiscono ai noti episodi di sversamento di percolato, proveniente dall’impianto, nelle acque circostanti risalenti agli anni 2002-2003 e che, in ogni caso, non hanno alcun collegamento con i fatti riscontrati nella c.d. “Operazione Arcobaleno”.
Dai sopralluoghi effettuati, a seguito di segnalazioni provenienti dalla popolazione residente nell’area prossima alla discarica, il Corpo forestale dello Stato-Comando Stazione di Urbino e poi anche l’Arpam eseguivano numerosi campionamenti di acque dai quali risultava: “è stata rilevata la presenza di percolato nel dreno che recapita nel fosso sottostante la discarica. I valori dei parametri ricercati mostrano che il contenuto di ammoniaca e sostanze organiche è elevato e supera i valori tabellari per le acque di scarico recapitanti in acque superficiali”.
Ed ancora: “dagli esiti analitici degli esami effettuati si può concludere che il Fosso Pian dei Lombardi a valle della discarica presenta valori di inquinamento di natura organica molto elevati e presumibilmente riconducibili allo sversamento di percolato dalla discarica”.
Dalle analisi di due pozzi privati circostanti la discarica emergeva che: ”in entrambi i casi è stata segnalata una colorazione anomala dell’acqua del pozzo in concomitanza con gli eventi del maggio 2003, periodo nel quale si è avuto lo sversamento di percolato nelle acque superficiali circostanti”.
Si precisa, inoltre, che per quanto sopra esposto l’impianto di Cà Lucio è stato oggetto di un provvedimento di sequestro preventivo da parte della Procura della Repubblica di Urbino la quale ha poi provveduto al dissequestro dell’impianto medesimo.
In conclusione, questa Commissione ritiene doveroso offrire alcune sollecitazioni utili in materia in relazione alla situazione emergente dalla presente attività di indagine, affinché nei futuri interventi legislativi ed amministrativi siano posti come prioritari i seguenti obiettivi:
- limitare il più possibile nel territorio regionale o addirittura evitare operazioni di recupero ambientale di ex cave con rifiuti, in quanto esse possono facilmente “mascherare” una vera e propria attività di smaltimento non autorizzata. Su questo ci sono alcune indicazioni precise da parte di alcuni tecnici che abbiamo ascoltato. Un tale convincimento è stato espresso anche da tutti i soggetti intervenuti in audizione. La Commissione d’inchiesta, infatti, concordando con quanto sostenuto dall’Apat (Agenzia per la protezione ambientale e servizi tecnici) e ribadito anche dal dipartimento provinciale dell’Arpam di Pesaro, ritiene che le operazioni di ricomposizioni ambientali sono “operazioni molto sospette”. Infatti, andare a ricomporre una cava con dei rifiuti “non è una procedura molto pacifica in quanto, nonostante si dettino prescrizioni in ordine ai codici Cer, prescrizioni in ordine alla composizione del materiale, e si prevedano test di cessione favorevoli, esiste sempre la possibilità, in un momento in cui il controllo non è attento, che possa succedere qualcosa di illecito. C’è quindi anche una grossa discussione a livello nazionale, cioè se considerare l’attività di recupero ambientale un recupero o un vero e proprio smaltimento”;
- potenziare nella nostra regione il sistema di raccolta differenziata;
- aumentare l’importo delle polizze fideiussorie previste a garanzia di eventuali danni ambientali. Infatti quella richiesta all’ex cava è pari ad euro 77.469,00 e si è rivelata insufficiente a coprire le spese da sostenere per la rimozione dei rifiuti depositati nella ex cava e la bonifica del sito inquinato;
- sollecitare gli organi tecnici (ad esempio l’Arpam), chiamati ad esprimere pareri nella fase istruttoria preliminare al rilascio delle autorizzazioni in materia di rifiuti, a svolgere tale funzione non mediante semplici suggerimenti, ma dettando indicazioni prescrittive e rigorose, nonché, quando necessario, esprimendo pareri contrari;
- aumentare gli strumenti e le risorse destinati al miglior esercizio della funzione di controllo degli impianti di smaltimento rifiuti da parte degli organi a ciò deputati;
- contrastare efficacemente l’afflusso dei rifiuti provenienti da altre regioni, facendo leva sulla modulazione del tributo per il deposito in discarica.
Oggi discuteremo di tale argomento e questo proprio a testimonianza che il lavoro svolto dalla Commissione oltre ad essere stato molto corposo ha dato anche i suoi primi frutti.
Volevo ancora una volta ringraziare della collaborazione oltre alla dott.ssa Buglioni anche i componenti della stessa Commissione. Naturalmente questa relazione finale è a disposizione di tutti Consiglieri, come sono a disposizione tutti gli interventi svolti nelle varie audizioni fatte nel corso di questi mesi di intenso lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Naturalmente non farò un’illustrazione così precisa e ampia come ha fatto il Presidente della Commissione, però vorrei fare alcune valutazioni di carattere politico rispetto alla vicenda, al lavoro svolto dalla Commissione e rispetto ai risultati emersi.
Sicuramente il fatto che ci sia stato un approfondimento così ampio, che ha avuto una mole di incartamenti, di incontri e di verifiche rispetto alle situazioni che c’erano nel pesarese, ritengo possa costituire almeno una sorta di maggiore tranquillità da parte dell’Assemblea legislativa. Mi auguravo anche di una maggiore tranquillità da parte della popolazione, però mi sembra, da quanto ha detto il presidente D’Anna qualche istante fa, che da parte della popolazione continuano le fibrillazioni e le preoccupazioni.
Mi riferirò ora alle conclusioni dell’atto della Commissione d’inchiesta per fare alcune valutazioni.
Credo che una grandissima attenzione vada posta al recupero delle ex cave, che dovrebbero essere un recupero ambientale, ma che invece diventano un’ulteriore discarica.
Da un lato c’è da valutare che dal punto di vista dei proprietari o dei gestori delle zone questo significa che in quella zona per due volte c’è un guadagno di chi gestisce quella situazione. Prima perché sono cave e poi perché quando dovrebbe esserci un impegno economico per ripristinare lo stato dei luoghi, così come prima dell’estrazione della ghiaia, poi non solo non c’è questo impegno economico, ma in realtà c’è un ulteriore guadagno. Infatti quelle stesse cave diventano fonte di guadagno perché sappiamo che il conferimento ha un interesse abbastanza elevato.
C’era inoltre da verificare un altro fatto, cioè che vengono fatte delle ferite al territorio. D’altro canto il materiale ghiaioso o altro è comunque un materiale necessario, per cui nonostante i vari Piani cava e i controlli fatti esse continuano a rimanere aperte. Quindi bisognerebbe fare una valutazione ancora più approfondita per capire se è caso di utilizzare queste cave nel modo in cui alcune vengono già utilizzate o se, invece, purtroppo, sia più opportuno aprire un’altra ferita sul territorio.
Però quello che ci dobbiamo chiedere, qualora si decidesse di aprire altri contenitori per discariche, è se il sito sarebbe stato lo stesso.
Credo che a volte ci sia una scelta, una decisione, una condivisione spinta più da una scelta già fatta o da un interesse economico specifico, piuttosto che da una scelta oggettiva per il territorio.
Sulle valutazioni fatte a conclusione della Commissione d’inchiesta sono d’accordo sul fatto che si chiedano polizze fideiussorie più elevate perchè sono abbastanza ridicole, infatti se il lavoro fatto non corrisponde e l’ente pubblico dovesse intervenire a volte nemmeno le polizze riescono a coprire le spese che poi deve coprire lo stesso ente pubblico.
Sono d’accordo anche su prescrizioni più rigorose, anche se ritengo che a volte sono molto rigorose. Quindi il problema non è tanto la prescrizione rigorosa, quanto la serietà di chi riceve dall’altra parte le prescrizioni. Per alcuni che lavorano seriamente forse sono troppo rigorose e allungano i tempi in dismisura, per chi invece lavora non seriamente potremo mettere le prescrizioni più rigorose di questo mondo ma cercherà sempre di trovare il modo per poterle eludere
Pertanto l’unica modalità vera è quella dei controlli. Secondo me è su quegli enti e su quei soggetti deputati ai controlli che bisogna intervenire fortemente, dotandoli di finanziamenti e di personale affinché questi controlli vengano fatti.
Sono d’accordo ovviamente sul fatto che se non si ritiene che certi siti possano essere utilizzati per questo tipo di smaltimento, ci vuole il coraggio e la forza politica di dire di no.
Si parla tanto di raccolta differenziata. Chi non è d’accordo con questo?! Molti Comuni la stanno attivando e quindi siamo tutti d’accordo, però non prendiamoci in giro e non ci facciamo prendere in giro dalla popolazione e dai vari comitati – poi ne parlerò – che pensano che con la raccolta differenziata si risolve tutto. Naturalmente il problema sarà meno forte, ma non si risolve tutto, perché comunque le discariche o gli inceneritori saranno necessari lo stesso.
Quindi dire che la raccolta differenziata risolve tutti i problemi non è vero, spesso è un alibi della popolazione che protesta.
Voglio chiedere anche – lo chiedo anche a me stessa - quanto le Commissioni di inchiesta che vengono sollecitate siano poi effettivamente utili. Diciamo che possono servire, come in questo caso, per cercare di far stare più tranquilli coloro che hanno sollevato queste Commissioni d’inchiesta, ma che siano molto utili non ne sono del tutto convinta. Perché il lavoro è stato lunghissimo e non tanto quello fatto dai Consiglieri che comunque questo lavoro lo devono fare, quanto quello degli uffici e di tutti quei soggetti che hanno interloquito con questa Commissione e che hanno dovuto produrre una grande mole di documenti. Temo, e naturalmente non è solo un mio convincimento in quanto è stato detto anche da loro – che purtroppo si è trascurato l’altro tipo di lavoro che è altrettanto necessario.
Da questa Commissione d’inchiesta emerge che gli atti amministrativi tutto sommato erano corretti, quindi non ci sono state grosse discrasie dal punto di vista amministrativo sia da parte della Regine, della Provincia e dei Comuni interessati, casomai doveva esserci un discorso di controllo per verificare gli atti e le autorizzazioni prodotte.
Quello che mi ha non dico meravigliata, perché oggi giorno non ci meraviglia più niente, ma in un certo sento sollecitata è stato da che cosa derivasse la richiesta di questa Commissione e da che cosa derivasse tutto quello che stava vivendo questo territorio.
Io non sono né del territorio pesarese né del territorio di Fano, quindi mi sono avvicinata sicuramente con spirito aperto ed oggettivo a questa Commissione d’inchiesta e agli incontri che abbiamo avuto con tutti i soggetti, non avevo pregiudiziali, cercavo solo di capire ciò che era successo. Dunque credo che tutto questo, come è stato ribadito anche dal Consigliere D’Anna, sia nato – al di là dei controlli che devono esserci sempre e che secondo me ci sarebbero stati lo stesso anche senza la Commissione d’inchiesta – da una sollevazione della popolazione e da alcuni capipopolo, qui è stato detto un sacerdote, non lo conosco, non me ne importa, poteva essere anche un cittadino qualunque. Comunque nelle sollevazioni popolari ci sono sempre questi capipopolo e questo perché c’è sempre minor fiducia nella politica e c’è sempre minor fiducia nelle Istituzioni. Purtroppo quando la politica e le istituzioni seguono i capipopolo e seguono le sollevazioni delle popolazioni credo che la fiducia nella politica e nelle istituzioni venga meno.
E’ vero che la politica segue il consenso, ma la politica non può seguire solo il consenso, non può seguire soltanto quei capipopolo che in quel momento magari hanno quel consenso. Addirittura si era anche parlato di una gallina che ha avuto una malformazione, sinceramente a quel punto mi ero chiesta se partecipare ancora a questa Commissione d’inchiesta, infatti penso si era andati al di là, anche da parte della popolazione, di quello che era logico, legittimo e compatibile.
Tutto questo non succede soltanto in queste vicende, ma succede ogni volta che la politica o le Istituzioni cercano di prendere una decisione, pertanto ciò che sta accadendo credo sia estremamente grave ed estremamente pericoloso.
Fino a poco tempo fa sia a Fermo che a Jesi eravamo tutti preoccupati per la situazione della Sadam, adesso ci troviamo con piccoli comitati che non vogliono la riconversione, penso che l’Assessore Petrini lo possa confermare. Allora ricominciamo con i capipopolo e ricominciamo con i vari atteggiamenti territoriali che niente accettano, e lo fanno sia che riguardi le discariche oppure gli impianti compatibili o qualunque tipo di decisione politica fatta sul territorio.
Così ci troviamo che la provincia di Ancona, che avrebbe dovuto determinare un sito o per l’inceneritore oppure per le discariche, non ha ancora deciso e magari si crede che si possano risolvere i problemi dei rifiuti portando tutto alla discarica di Maiolati, e questo perché si pensa che ovunque le popolazioni non vogliono questi tipi di impianti.
Penso che questa vicenda da un lato ci sia servita per approfondire e per fare chiarezza, però dall’altro spero anche ci serva politicamente ed istituzionalmente per capire che quando le decisioni e le scelte si devono fare bisogna farle e che al di là della sollevazione delle popolazioni, quando questa è pretestuosa e guidata per motivi politici o per una paura a volte incomprensibile, la politica deve tenersi al di fuori di tutto.


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Intervengo in qualità di Vicepresidente della Commissione d’inchiesta però va chiarito che la relazione del Presidente è unitaria, è condivisa da tutta la Commissione, quindi non entrerò nello specifico di essa che naturalmente mi vede totalmente d’accordo.
Credo che dovremmo fare lo sforzo a fare tesoro di questa… Se disturbo mi fermo!

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia.

Michele ALTOMENI. Dicevo, credo che l’Assemblea legislativa dovrebbe – mi pare che invece non lo stia facendo! - fare tesoro di questa esperienza.
La Consigliera Mammoli metteva quasi in discussione l’utilità della Commissione d’inchiesta, mentre io credo che se sapremo coglierla – anche se sono poco fiducioso su questo – avrà una grossa utilità.
Infatti chi ha seguito in maniera costante – e devo dire non tutti – i lavori di questa Commissione sicuramente ne è uscito arricchito e con una conoscenza molto più dettagliata. Quindi, al di là dell’attenzione di oggi e dell’attenzione avuta durante i lavori della Commissione, inviterei i commissari che non l’hanno fatto a dedicare dieci minuti alla lettura della relazione. Una relazione che è una sintesi delle informazioni che abbiamo raccolto e che ci servono a capire diverse cose che riguardano i rifiuti ma non solo, riguardano anche la gestione della cosa pubblica, la modalità con cui ci si organizza per truffare la collettività e procurare danno ai cittadini.
La lettura della relazione credo sia una cosa utile e sarà ancora più utile, quando riusciremo – speriamo a breve - ad integrarla con una lettura che sarà forse ancora più interessante di questa, che riguarderà l’atto di accusa che uscirà dall’indagine della Magistratura rispetto all’operazione Arcobaleno. Lì ovviamente ci saranno informazioni che motivi oggettivi e legali la Commissione no ha potuto raccogliere, quindi verranno descritte in maniera molto più dettagliata le modalità con cui ci si organizza per devastare l’ambiente e trarne profitto. Soprattutto emergerà quello che dal lavoro di questa Commissione comunque non poteva uscire, cioè i nomi di persone che all’interno di istituzioni piuttosto che all’interno di imprese private hanno partecipato a quella che credo si possa definire – questo lo lasciamo dire a chi è del mestiere – una vera e propria organizzazione a delinquere. Quindi vedremo dove saranno le complicità.
La cosa che in qualche modo già emergeva dal lavoro della Commissione rispetto a questo aspetto, per quel poco di dati che ci potevano essere forniti, è che ci confrontiamo – e questo forse con i cittadini, con i comitati, con chi in qualche modo si interessa di queste cose è il messaggio che dovremmo riuscire a far passare – non con un sistema complessivamente malato e corrotto e quindi con degli enti che organizzano forme di criminalità, ma con un sistema che per come è organizzato bastano solo due o tre criminali per far crollare tutto quello autorizzativo, dei controlli, ecc..
Faccio un esempio, senza fare nomi, che in qualche modo usciva anche dai lavori della Commissione. Un direttore di discarica, che ha la competenza di gestirla e che ha le chiavi dei cancelli, anche senza aver alcun rapporto con un politico o mafioso o camorrista, può prendere una mazzetta di tot mila euro per aprire i cancelli di notte e in assoluta autonomia fa scaricare dei camion che non dorrebbero essere scaricati lì.
Allora, il sistema può essere perfetto per quanto vogliamo, ma questa cosa non riusciamo a contrastarla più di tanto.
Questo mi fa riflettere su un altro aspetto, quello dei comitati. Io ho simpatie variabili sui comitati, di alcuni ho contribuito a farli nascere mentre altri li digerisco con più difficoltà, ma è un problema di intolleranza alimentare! In generale, però, senza entrare nello specifico, a volte è proprio grazie all’attenzione dei cittadini, di un singolo parroco, di quattro persone che vedono dei movimenti sospetti, se poi nascono delle indagini della Magistratura, delle Commissioni d’inchiesta e se quei criminali che inquinano il sistema forse vengono, speriamo, assicurati alla giustizia.
Pertanto sarei più cauto, pur avendo le mie diffidenze e sapendo le difficoltà di interloquire che abbiamo oggi come istituzioni - su cui forse, anche qui, dovremmo fare indagini e esami di coscienza su quanto il clima che c’è oggi in questo Paese, che tutti vorremmo vedere cambiati - nasca in realtà per responsabilità anche nostre cioè su come abbiamo esercitato le nostre funzioni in questi anni.
Quindi c’è anche un problema di responsabilità individuale e un problema di responsabilità collettiva che ha a che fare con le disattenzioni o con le sottovalutazioni, per cui non necessariamente con la mala fede. Ripeto, sulla malafede risponde il singolo individuo, che sia il funzionario, che sia il politico, spero che gli atti di accusa e poi le sentenze dell’indagine dell’Operazione Arcobaleno assicurino alla giustizia quanti devono essere assicurati ad essa, però c’è anche un problema sulle procedure, sull’attenzione e sulle scelte che dobbiamo fare a monte.
Quindi l’utilità vera di questa Commissione d’inchiesta secondo me sta tutta nel raccogliere una serie di informazioni che ci servono, infatti nelle ultime due pagine in dieci punti sostanzialmente diamo delle indicazioni che sono sufficienti. Altre ne potrebbero venir fuori continuando a ragionarci, ma sostanzialmente in sette, otto, dieci punti diciamo cose concrete che possiamo fare per provare a ridurre – anche se il mio ottimismo è relativo – i problemi che abbiamo incontrato e che già in qualche modo venivano citati.
L’aspetto del recupero delle cave secondo me è fondamentale, c’è un dibattito a livello nazionale, infatti le cave non possono essere recuperate attraverso lo smaltimento di rifiuti, lo diceva anche la Consigliera Mammoli, non si può garantire un surplus di guadagno.
Rispetto al fatto che se non utilizziamo quei siti poi dovremmo aprire altre discariche, questo è un caso specifico dove il paragone non regge. Perché qui ci troviamo di fronte a una cava che sta a dieci, venti, trenta metri da abitazioni, per cui se come cava può funzionare e non avvelenare i cittadini che ci abitano quasi dentro, come discarica il discorso credo sia ben diverso. Quindi l’automatismo cava-discarica dovrebbe essere evitato.
Pertanto direi, alla luce dell’esperienza e del dibattito che c’è a livello nazionale, non solo l’automatismo ma in generale questa cosa dovrebbe essere evitata.
Per quanto riguarda la raccolta differenziata è vero che non risolve il problema, come diceva la Consigliera Mammoli, però è anche vero che la dovremmo fare seriamente e non per finta come alcune amministratori fanno perché hanno già in tasca i contratti per costruire l’inceneritore. Adesso brutalizzo ma spesso è così, perché chi gestisce gli inceneritori poi magari finanzia le campagne elettorali e quindi è utile che si arrivi all’emergenza rifiuti per poter arrivare a costruire l’inceneritore, che sappiamo è sempre a bilancio economico negativo per le istituzioni però a bilancio economico molto positivo per chi li costruisce e li gestisce. Sostanzialmente funzionano e vanno avanti perché li sovvenzioniamo pagando tasse che poi vengono girate agli inceneritori attraverso il cip 6 e non solo. Non voglio fare un discorso ambientalista ed ecologista, ma quando parliamo di inceneritori mi piacerebbe parlare di soldi contanti, di come si sostiene economicamente un inceneritore. L’inceneritore si sostiene perché, al di là di quello che si incamera con la tariffa di smaltimento poi si percepisce sovvenzioni e prebende di ben altro tipo che consentono di fare profitto, per cui due volte a spese della collettività.
Dunque, senza metterci l’ambiente o l’inquinamento, parliamo prima di soldi e di sostenibilità economica.
Rispetto alla raccolta differenziata, dicevo, è vero che se la facciamo seriamente, quindi non partendo da questa idea che la dobbiamo fare per finta in modo che dopo facciamo gli inceneritori, riusciremo ad abbattere di due terzi la produzione di rifiuti per cui riusciremo a garantire una durata delle discariche che è ben diversa da quella che riusciamo a garantire oggi.
Poi ci sarebbero da introdurre ulteriori meccanismi di riduzione a monte, ma questo non è oggetto della discussione di oggi.
Un altro aspetto venuto fuori che secondo me va rimarcato e che è un problema di cui ce ne dobbiamo far carico come Regione, che spesso è un ente che fa valutazione di impatto ambientale, è che abbiamo creato un’architettura che diciamo che funziona e dove possiamo mettere in conto la buona fede di tutti salvo il discorso che facevo prima, però c’è un problema, cioè che ci sono degli enti, degli organismi di questa regione chiamati a dare pareri tecnici che però per vari motivi, per volontà loro o per pressioni di politici – io ci metto sempre la responsabilità nostra in primo luogo come membri delle istituzioni e come politici –, sono chiamati a dare dei pareri tecnici. Poi perché c’è questa “sana” abitudine in questo Paese di dare pareri non vincolanti in modo che si possa trovare sempre la scappatoia spesso a beneficio del politico, si danno delle indicazioni più che dei pareri.
Questa è una cosa che alcuni, tra cui anche l’avvocato della Giunta, ci facevano notare. Cioè se l’Arpam o altri enti, chiamati a dare pareri non dicessero “sarebbe meglio fare”, ma cominciassero a dire “questa cosa no”, quindi cominciassero loro ad assumersi le responsabilità e noi per primi le nostre - spesso questo non avviene infatti quando ci fa comodo gli organi tecnici sono il nostro paravento -, avere cioè il coraggio e la forza di dire “no” quando su una cosa è meglio dire di no, probabilmente le istanze successive agirebbero di conseguenza.
Il problema, invece, è che qui si innesca un meccanismo per cui uno dice “sarebbe meglio di no”, quell’altro lo interpreta come “ma, allora significa che forse si può fare”, per cui si arriva alla conclusione del processo dove cose che sarebbe meglio non fare alla fine si fanno e poi la responsabilità non è di nessuno. Infatti abbiamo fatto l’audizione con l’organo tecnico che dice “ma io avevo detto che era meglio di no” e quell’altro “sì, ma non mi hai detto che era proprio no, mi hai detto che era meglio di no, quindi volendo…”.
Pertanto, a partire da noi, ad ognuno il suo pezzo di competenza.
L’altra questione, volendo ancora cogliere l’aspetto positivo, è che questa Commissione, al di là della relazione e dell’aspetto formativo, per tutti noi ha già svolto un risultato positivo, lo ha già ottenuto. Cioè che all’ordine del giorno oggi abbiamo la realizzazione di una delle cose che la Commissione ha suggerito, ossia abbiamo detto che si doveva trovare il modo che non dovevano venire più o il meno possibile i rifiuti da fuori, questo perché si prestano a quei tipi di marchingegni descritti nella relazione quindi anche a fenomeni di criminalità organizzata. Siccome non possiamo vietarlo perché dobbiamo sottostare ad una legge nazionale, l’unica cosa che potevamo fare, appunto, era modificare la tariffa di conferimento dei rifiuti e in particolare per quelli che vengono da fuori. Questo perché era molto appetibile il giochino che è stato fatto in questa regione, motivo di una nostra tariffa di smaltimento molto più bassa rispetto ad altre discariche e soprattutto a quelle del nord Italia.
Nei prossimi punti all’ordine del giorno torneremo su questo tema dove auspichiamo la convergenza di tutti nell’approvare tale aumento di tariffa.
L’altra cosa che questa Commissione ha prodotto, sulla quale c’è stato un inizio di riflessione anche all’interno della IV Commissione, è il fatto che diverse discariche probabilmente andranno ad esaurimento in tempi brevi, ma noi abbiamo l’impressione che il piano dei rifiuti regionale da parte delle Province e dei Comuni non sia stato attuato, quindi andiamo verso l’esaurimento. Questo è un problema importante perché significa che tra due o tre anni rischiamo di trovarci in una situazione analoga a quella che c’è in Campania.
Quindi la IV Commissione ha deciso di avviare una sorta di riflessione per verificare questo aspetto e capire se come Regione possiamo farci portatori di un’accelerazione rispetto ad una diversa gestione dei rifiuti e ad una maggiore raccolta differenziata, o comunque quali possono essere gli interventi da assumere rispetto a un piano dei rifiuti che c’è e che dice delle cose e rispetto agli enti locali che non lo applicano.
Questo per cogliere i due aspetti che sono già o in dirittura di arrivo o in fase di partenza.
Su tutto il resto invito l’Assessorato competente e la IV Commissione di cui faccio parte a tenere sott’occhio le indicazioni che sono giunte dalla relazione, in quanto credo che potremmo farne tesoro e ridurre, se non evitare, i problemi che abbiamo vissuto e che con questa Commissione d’inchiesta abbiamo potuto approfondire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Il lavoro di questa Commissione d’inchiesta è stato unitario e voglio anche riconoscere la serietà e l’equilibrio del Presidente D’Anna, devo riconoscere anche la competenza nell’atto istruttorio del lavoro fatto dagli uffici dell’Assemblea legislativa e della stessa Commissione. In una situazione delicata c’è stata un’impostazione di imparzialità volta alla conoscenza dei fatti.
E’ una situazione nella quale la Magistratura sta ancora compiendo la sua autonoma fase di ricognizione ed è per questo che il sottoscritto aveva posto alcune perplessità rispetto all’istituzione di tale Commissione d’inchiesta, tuttavia va ricordato che è sempre un atto di garanzia dell’Assemblea legislativa e di tutti i Consiglieri.
Per quanto riguarda l’oggetto farò poche considerazioni perché agli atti c’è un volume molto corposo di segnalazioni, di audizioni con gli enti locali e con tutti i soggetti interessati, con i funzionari e con i comitati dei cittadini. Comitati ai quali in questo caso va riconosciuta la sensibilità di aver segnalato fin dall’inizio alle autorità preposte alcune presunte anomalie, verso i quali però andrebbe spesa una parola, oggi non ne abbiamo il tempo, ma voglio dire che non è che una volta si possono sposare i comitati e poi la volta successiva li si disprezza.
Una parte di questa Assemblea legislativa qualche mese fa, per andare incontro ad esigenze secondo me ingiuste di alcuni comitati, per bloccare un’autorizzazione per una centrale di biomasse addirittura fece una legge ma che per fortuna venne bloccata anche per il contributo del voto contrario del gruppo dei Comunisti Italiani.
Voglio dire che dobbiamo avere equilibrio, da un lato dobbiamo porgere l’ascolto ai cittadini, ma dall’altro anche alle prerogative istituzionali della programmazione e di conseguenza alla realizzazione delle scelte.
Siamo in una situazione delicata perché in Italia più dell’80% dei consigli comunali sciolti dal Presidente della Repubblica avviene per l’intreccio malavitoso nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Noi non siamo in un quadro – lo si dice anche nella relazione – di emergenza o di dramma come sta avvenendo in altre parti del nostro Paese, tuttavia dobbiamo tenere sotto controllo la situazione per superare le difficoltà e gli abusivismi che ci sono stati e che ancora ci sono.
Gli abusivismi si combattono da un lato con la repressione, ma dall’altro occorre anche completare e realizzare il piano regionale per lo smaltimento del ciclo dei rifiuti e soprattutto i piani provinciali dello smaltimento dei rifiuti. Questo perché in diversi ambiti, anche tra i più significativi della nostra regione, non vengono rispettati gli impegni sulla localizzazione e realizzazione delle discariche di appoggio. Un conto è la raccolta differenziata, che deve essere sempre al primo posto nelle scelte, ma sappiamo pure che il sistema, anche con il più sofisticato impianto per smaltire rifiuti ed anche con una percentuale altissima di raccolta differenziata, ogni tanto ha bisogno della discarica di appoggio.
Poi, però, in alcuni ambiti si vogliono le cose giuste a casa d’altri, cioè si vuole che la discarica si faccia in termini di popolazione nell’ambito più piccolo, più debole e più rarefatto.
Tutto questo in primo luogo lo si combatte realizzando la programmazione regionale, poi, è ovvio, anche con la repressione, ma non è ammissibile in via generale che si ricompongano le cave dismesse con la trasformazione di queste in discariche più o meno regolari.
Da questo punto di vista credo che la Commissione d’inchiesta abbia dato un contributo di un’ulteriore e maggiore sensibilizzazione della politica, delle istituzioni e anche dei cittadini.
Infatti occorre un maggiore rigore, occorrono maggiori controlli e soprattutto occorre che si dia seguito alla programmazione regionale e provinciale con un sistema virtuoso degli enti locali e con una capacità di ascolto. Un ascolto anche dei comitati dei cittadini attuato né senza paternalismi né senza rifiuti, ma comunque alla fine le istituzioni debbono compiere la giusta sintesi e la giusta scelta.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Brevissime considerazioni perché mi pare che gli interventi che mi hanno preceduto, in particolare quelli del Presidente e Vicepresidente della Commissione d’inchiesta, siano stati sufficientemente esaurienti.
Ho fatto parte di questa Commissione e credo di averci lavorato con molta serietà ed impegno, penso sia stato fatto un buon lavoro, un lavoro pacato, sereno, ma anche rigoroso ed approfondito.
Per poter avere davvero un quadro serio delle questioni che stavamo trattando sono stati ascoltati moltissimi soggetti pubblici e privati.
Esprimo quindi soddisfazione per le modalità con le quali abbiamo lavorato e che sono frutto di una collaborazione serena e davvero seria anche tra maggioranza e minoranza che sono state sollecitate soltanto dal rispondere positivamente ad alcune forti preoccupazioni che emergevano dal territorio.
Voglio esprimere soddisfazione perché mi sembra che le conclusioni siano positive, infatti sono state fugate quelle preoccupazioni relative alle condizioni di salute che avevano i comitati locali e i cittadini.
Queste preoccupazioni sono state espresse e non sono stati dimostrati collegamenti diretti tra alcune condizioni di salute dei cittadini che potevano aver avuto origine da inquinamenti ambientali.
Quindi tali preoccupazioni sono state assolutamente fugate, però è stato anche evidenziato che pericoli ne abbiamo corsi, ma che poi le istituzioni hanno avuto in sé gli anticorpi per reagire.
Mi auguro che le indicazioni precise emerse dalla relazione conclusiva vengano prese seriamente in considerazione dall’Esecutivo e dagli organi di controllo che abbiamo. Mi pare che l’esame di questo caso dimostri come gli strumenti per evitare che in futuro si possano produrre situazioni di pericolo sono tutti nelle mani delle pubbliche amministrazioni, nella Regione, nella Provincia e negli organi di controllo di cui siamo dotati. Quindi non possiamo dire che la prevenzione e i pericoli da evitare sono nelle mani di altri, e la relazione dà indicazioni precise su che cosa fare.
Mi auguro che si faccia tesoro – vedo qui anche l’Assessore all’ambiente - di questo lavoro puntuale ampiamente illustrato, su cui non torno in quanto ampiamente illustrato nei dettagli sia dal Presidente che dal Vicepresidente, però sottolineo che queste indicazioni debbono diventare azioni concrete e costanti della nostra Regione. Ripeto, gli strumenti per prevenire e controllare li abbiamo, non possiamo responsabilizzare altri, sono nelle nostre mani, questo è il mandato che l’Assemblea legislativa e la Commissione d’inchiesta mette nelle mani dell’Esecutivo e dei suoi organi di controllo.
Esprimo soddisfazione anche perché le questioni hanno riguardato quasi esclusivamente il territorio della mia provincia, alcune questioni anche della città dalla quale provengo, quindi sono contenta di aver contribuito a fare chiarezza, a fugare le preoccupazioni, a fornire strumenti per evitare che nel futuro si possano ricreare simili situazioni di ambiguità. Mi pare che come Consiglieri anche della città di Fano – peraltro anche il Presidente e il Vicepresidente appartengono a quel territorio – abbiamo fatto un lavoro molto utile nell’interesse dei cittadini e un lavoro utile anche per l’amministrazione pubblica (Regione e a Provincia) avendo fornito indicazioni di lavoro futuro di cui, ripeto, l’Esecutivo e gli organi di controllo ne dovrebbero far tesoro.
Concludo soprattutto con la soddisfazione di aver fugato quelle preoccupazioni espresse nelle forme dei comitati dalla cittadinanza fanese. Credo che la dialettica tra le istituzioni e i movimenti sia sempre positiva e che lo sia stata anche in questo caso.
Penso che questa attenzione, questo ascolto e questo orecchio sul territorio sarebbe bene lo tenessimo sempre aperto e vigile.


Proposta di atto amministrativo n. 97
dell'Ufficio di Presidenza
“Rendiconto dell'esercizio finanziario 2007 dell'Assemblea legislativa regionale delle Marche”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 97 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. L’Ufficio di Presidenza presenta il rendiconto dell’esercizio finanziario 2007 dell’Assemblea legislativa delle Marche.
La gestione dei fondi assegnati nel 2007, come si evince dalla relazione allegata allo stesso rendiconto, è stata condotta in base agli indirizzi che l’Ufficio di Presidenza ha indicato e nel rispetto del documento di programmazione presentato dal direttore generale e approvato con il bilancio di previsione.
Come i Consiglieri potranno vedere il rendiconto ha prodotto un avanzo di amministrazione pari a 227.055,20 euro che corrisponde a circa l’1,27% dello stanziamento totale del bilancio dell’Assemblea legislativa regionale.
L’ammontare definitivo delle somme iscritte a bilancio per le spese di funzionamento dell’Assemblea legislativa è risultato pari a 17.816.910,00 euro, questo nel rispetto del patto di stabilità che indicava per l’anno 2007, per quanto di competenza dell’Assemblea legislativa, il limite massimo del fabbisogno finanziario in 17.858.581,00 euro.
Intensa è stata l’attività dell’Assemblea legislativa nel 2007 e della struttura amministrativa che la sostiene.
Come ben sanno i Consiglieri regionali il 2007 è stato caratterizzato in gran parte dal trasferimento di parte degli uffici nella nuova sede di Piazza Cavour e questo ha prodotto non solo una grande attività per la organizzazione degli uffici stessi, ma nell’immediato ha anche prodotto una migliore funzionalità della nostra struttura e anche una serie di economie di gestione per il benefico influsso dell’accorpamento degli uffici.
Le altre attività che hanno interessato le strutture dell’Assemblea legislativa sono state la costituzione del Consiglio delle autonomie locali e la definizione, con l’intesa delle organizzazioni sindacali, del nuovo sistema di valutazione del personale del comparto della dirigenza con l’effettuazione delle progressioni verticali, la copertura di alcuni posti vacanti e soprattutto la realizzazione del nuovo centro stampa digitale.
I Consiglieri potranno verificare come la gestione del 2007 è stata caratterizzata da una sostanziale sobrietà, si è continuato in una contrazione delle spese.
Rispetto al bilancio di previsione ci sono state delle variazioni degli stanziamenti, in alcuni capitoli sono state previste maggiori entrate che hanno necessitato di maggiori risorse e quindi c’è stata una contrazione su altre voci.
Scorrendo un po’ il bilancio e anche la relazione balza agli occhi una sostanziale riduzione delle spese previste in due capitoli del bilancio e che attengono all’Ufficio di Gabinetto del Presidente e alla previsione di spese per consulenze e comitati. Rispetto allo stanziamento di previsione abbiamo una riduzione pari a complessivi 242 mila euro, si sono avuti effetti benefici anche rispetto alla riduzione delle spese complessive per il personale.
Si è verificata anche una riduzione delle spese per le compartecipazioni che sono scese di 45 mila euro rispetto a una previsione iniziale di 200 mila euro. Questa riduzione è stata in parte recuperata con una maggiore iniziativa da parte dell’Assemblea legislativa, infatti di questi 45 mila euro 33 mila sono stati impegnati per iniziative pubbliche, convegni e congressi di iniziativa della stessa Assemblea legislativa.
I diversi capitoli, come dicevo, prevedono aumenti in alcune parti e riduzioni in altre. Abbiamo un parziale aumento delle spese per le indennità di carica e di missione dei Consiglieri regionali, ricordo ai colleghi che assommano a circa il 62,20% dell’intero bilancio dell’Assemblea legislativa. Questa voce ha avuto un incremento di spesa per effetto del pagamento di alcuni arretrati dovuti e per adeguamenti delle stesse indennità.
Immutata è rimasta la cifra di 40 mila euro per le spese di rappresentanza dell’Assemblea legislativa. Una significativa riduzione l’abbiamo avuta per le spese postali, telefoniche e di cancelleria, per la documentazione e biblioteca, per i servizi di informazione e di economato, e questo per effetto di una razionalizzazione dovuta anche ai nuovi uffici.
Quindi rispetto all’esercizio 2006 per queste voci abbiamo una riduzione sostanziale dell’8,53%.
Ulteriori risparmi, dovuti al trasferimento degli uffici dell’Assemblea legislativa, li abbiamo avuti nelle spese per locazione, manutenzione, sistemazione e adeguamento degli impianti e per la sorveglianza e le pulizie.
Nel 2007 c’è una riduzione generale di minor spesa pari allo 0,83%. Questo risparmio è di una cifra bassa, sono circa 1.537,00 euro, ma in realtà i risparmi solo per le locazioni ammontano a 123 mila euro dal 2006 al 2007. Una parte significativa di questo risparmio, circa 82 mila euro, è stata impegnata per spese di carattere straordinario derivate dal trasferimento degli uffici. Quindi di fatto il saldo non dà conto di tale significativo risparmio in quanto una parte ha interessato spese di carattere straordinario. Spese che prevediamo non si ripeteranno per l’anno prossimo, pertanto questo risparmio sulle locazioni è una cifra che rimarrà nel tempo.
Una maggiore spesa, tant’è che i capitoli sono stati incrementati da 578.817,00 a 802.000,00, la si è avuta per altre di carattere straordinario come gli acquisti di apparecchiature informatiche, scaffalature per la biblioteca e per il completamento degli arredi di piazza Cavour. Questa è una voce che ha interessato la variazione, come dicevo prima, rispetto al bilancio di previsione; anche questa è una voce con carattere straordinario e che pertanto non verrà ripetuta.
L’Ufficio di Presidenza propone all’Assemblea di destinare la quota dell’avanzo di amministrazione relativo all’anno 2007, al netto dei residui perenti che ammonta a 201.055,00 euro, per esigenze di funzionamento dell’Assemblea legislativa e che poi verrà meglio dettagliato in sede di assestamento di bilancio.
Credo che l’Assemblea legislativa regionale possa con convinzione approvare questo rendiconto. E’ un rendiconto che sostanzialmente conferma una gestione sobria e oculata da parte dell’Ufficio di Presidenza, va verso l’ottimizzazione delle risorse che sono, a partire da quelle del personale, fortemente ridotte rispetto alla media nazionale delle altre Regioni.
La relazione ha avuto anche il parere favorevole unanime del collegio dei revisori dei conti.
Quindi credo che possiamo esprimere un giudizio positivo rimandando alla discussione del bilancio di previsione del 2008 i programmi dell’Assemblea legislativa che credo saranno oggetto di un’attenta valutazione. Una valutazione che l’Ufficio di Presidenza sta discutendo proprio in questi giorni, cioè su come continuare da una parte una gestione sobria e dall’altra, come ha evidenziato anche l’incontro di ieri, il potenziamento dei propri servizi – è questo uno di quegli obiettivi che l’anno prossimo dovremmo mettere in campo – per far meglio svolgere all’Assemblea legislativa le funzioni di indirizzo e di controllo che gli competono e che è nostra intenzione incrementare a partire dall’anno prossimo.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Mi rendo conto che è un po’ inusuale intervenire sulla materia di cui vi dirò, però lasciando da parte la valutazione sul complesso dell’intervento finanziario dell’Assemblea legislativa rispetto al quale poi ognuno interverrà, volevo richiamare una situazione particolare che, secondo me, merita una riflessione e che mi induce fra l’altro a una posizione personale che esprimerò a conclusione di questa vicenda.
L’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa assunse tempo fa un orientamento rispetto allo strumento informativo da privilegiare. Fu fatta la scelta della web tv, una scelta sulla quale personalmente ho sempre diffidato. Rispetto a questo argomento ci fu una discussione anche abbastanza accesa che si concluse con il mantenimento delle posizioni da parte di ognuno, cioè, le preoccupazioni da parte mia rispetto ad una scelta sbilanciata e la ostentazione da parte di altri per il fatto che era una scelta che andava nella direzione della modernità.
Oggi mi permetto di ribadire in Assemblea legislativa che è stata una scelta sbagliata, nel senso che quel tipo di scelta è indirizzata solo a un tipo di informazione per esperti e che non coglie la realtà delle Marche. I marchigiani ancor oggi sono abituati a leggere sui giornali e a guardare la televisione, chieder loro di usare lo strumento tecnico, cioè di usare lo strumento internet per andare a vedersi la trasmissione, anche se curata in maniera egregia dal nostro personale, credo che non ci stia.
Quindi fu una scelta di campo sbagliata che ha portato ad una definizione di priorità rispetto al riassetto dell’ufficio stampa dell’Assemblea legislativa, una scelta sostenuta fortemente dal dirigente dell’area informazione di quel momento.
Nel dibattito e anche con il concorso degli altri colleghi dell’Ufficio di Presidenza questa scelta è stata recuperata attraverso l’agenzia che dovrà partire, cioè attraverso altri strumenti più tradizionali.
Quindi spero che nei prossimi mesi si possa in qualche modo recuperare la dimensione piena di questa scelta che non mi sembra sia stata attuale ed intelligente.
L’altro aspetto sul quale mi permetto di esprimere dissenso è sulla organizzazione dell’area informazione dell’Assemblea legislativa.
Ricostruisco per i Consiglieri la storia. Fino a qualche tempo fa ci siamo avvalsi di un dirigente - rispetto al quale non voglio esprimere giudizi, fra l’altro non svolge più questa funzione – e a un certo punto della storia dell’Assemblea emerge, guarda caso, che questo dirigente è costretto a dare le dimissioni per assumere una responsabilità analoga presso la Repubblica di San Marino. Quindi se ne va costringendo ovviamente l’Ufficio di Presidenza a valutare la situazione che si veniva a determinare.
Il sottoscritto e alcuni membri dell’Ufficio di Presidenza in quell’occasione posero l’esigenza che intanto bisognava inquadrare bene il problema, cioè che si stava parlando del dirigente dell’area informazione e comunicazione, quindi andava valutato l’aspetto preminente di questa vicenda che richiamava l’opportunità di scegliere un giornalista e dunque una persona esperta nel campo dell’informazione scritta.
Su questo c’è stato un dibattito e la maggioranza dell’Ufficio di Presidenza non ha ritenuto di cogliere questa nostra richiesta che avrebbe portato al recupero di un “dirigente in sonno”, infatti noi abbiamo alcuni dirigenti dell’Ufficio di Presidenza non utilizzati o utilizzati scarsamente.
Il ragionamento che il Consigliere Castelli ed io facemmo in quell’occasione fu: “scusate, ci sono dirigenti dell’Assemblea legislativa pagati e poco utilizzati, mettiamone uno a capo di questa area e così potremo anche valorizzare alcune figure professionali, alcuni giornalisti che nell’ufficio stampa ci sono e che potrebbero svolgere bene questa funzione”. E’ stato risposto: “No, bisogna fare il bando”.
Sapete quindi meglio di me che la maggioranza dell’Ufficio di Presidenza ha concepito l’idea di un bando pubblico e abbiamo fatto una selezione. Rispetto anche a questa selezione sempre il collega Castelli ed io avevamo espresso grandissime perplessità, e non tanto per la scelta di un professionista targato politicamente e per il quale era paventabile la non utilizzazione in un ruolo così delicato, mettere il capogruppo del Pd del consiglio comunale di Senigallia a capo di un’area informazione non ci sembrava una cosa giusta, ma non ci sembrava una cosa giusta sopratutto perché mancavano i titoli professionali.
Quindi non si poteva mettere a capo dell’ufficio stampa il direttore della Mediateca regionale che ha una competenza parziale nel campo dell’informazione, quando c’erano invece fior di giornalisti della carta stampata e dei media che potevano vantare…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Giannotti, credo che in base al regolamento se parliamo di persone dovremmo tenere la seduta in forma segreta.

Roberto GIANNOTTI. Lasci stare, Presidente, non credo che ci sia materia perché stiamo parlando di un dirigente. Comunque, per carità, però guardi bene, non credo ci siano gli estremi.

PRESIDENTE. Ora verifichiamo.

Roberto GIANNOTTI. Comunque, rispetto alla scelta ci fu una protesta dell’ordine dei giornalisti e noi dicemmo che era una scelta dalla valenza politica.
Dunque, scelta fatta, dirigente nominato, ma leggo oggi un decreto del Presidente dell’Assemblea legislativa che nomina il vecchio dirigente dell’area informazione come portavoce dell’Assemblea legislativa. Ma scherziamo! Insomma, abbiamo fatto un bando per una vacanza che si è verificata, sono stati impegnati 70 mila euro l’anno per un dirigente dell’area e poi scopro che quel funzionario che fino a ieri aveva svolto l’incarico di dirigente oggi viene riassunto! Ma dove siamo, in un consiglio comunale di un paese dell’Africa!
Questo è un atteggiamento assolutamente improponibile, assolutamente inaccettabile, che dequalifica lo strumento contabile che ci avete proposto.
Sono profondamente indignato di questa cosa, il gruppo consiliare di Forza Italia oggi esprimerà un dissenso pieno su questa materia. Non è possibile che nel momento in cui il Presidente Spacca lancia segnali di trasparenza, oculatezza e di corretta gestione amministrativa, poi si fanno queste scelte che di corretta gestione amministrativa non hanno nulla a che vedere.
Quindi l’invito che faccio al nuovo Ufficio di Presidenza è di raddrizzare la barca, di non consentire queste cose e di valutare nel complesso l’offerta nel campo dell’informazione e della comunicazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Siamo di fronte al rendiconto del 2007, un rendiconto che è stato distribuito nella sua forma sintetica e non analitica, questo è quello che dice la norma interna, quindi si evincono solo le macrovoci e non le specifiche voci del bilancio.
Ho quelle aggiornate alla fine del 2006 perché quelle al 2007 non mi sono state ancora fornite, ci ritorneremo nelle prossime settimane, ma già dal 2006 si evidenziavano degli aspetti legati ad una logica variabile di valutazione. Mi riferisco soprattutto alle tre questioni principali, apertamente sollevate anche negli anni passati, cioè la gestione dei cosiddetti patrocini, le missioni dei Consiglieri e le consulenze o prestazioni professionali dunque le consulenze e gli incarichi esterni.
Sono le tre questioni che riguardano gli aspetti più pratici, diretti ed immediati di impiego delle risorse per quanto riguarda il lavoro dell’Assemblea legislativa.
Queste questioni sono state poste ripetutamente, abbiamo trovato una convergenza formale, però con l’analitico verificheremo nei fatti se quei criteri di valutazione oggettivi sono poi stati applicati nella pratica. Perché nel rendiconto analitico del 2006 abbiamo visto passare associazioni di amicizie Italia-Cuba, circoli culturali Africa, moto raduni Bmw, tutte cose che c’entrano un po’ poco l’una con l’altra e anche prese tutti assieme.
Questa analitica descrizione la forniremo nelle prossime settimane perché vorremmo vedere se queste anomalie risultate nei bilanci precedenti sono state corrette oppure se sono ancora presenti nel bilancio attuale.
La stessa cosa è per le missioni dei Consiglieri, alcune sono legate al lavoro diretto di Commissione e di Aula o a interessi specifici e precipui dei Consiglieri e dell’Assemblea legislativa su materie di competenza, altre invece sono legate a non meglio specificate a missioni a Roma o in altre parti che non hanno diretta descrizione dell’oggetto dell’incontro o del dibattito che vedeva la partecipazione di quel Consigliere che chiedeva il rimborso.
La cosa più importante di questo bilancio – ripeto, riservandoci di ritornare quando avremo la descrizione analitica delle macrovoci delle compartecipazioni e delle missioni – è la scelta consulenziale esterna per quanto riguarda l’Ufficio di comunicazione e informazione dell’Assemblea legislativa.
Già il collega Giannotti ha descritto bene la vicenda legata al fatto che non vi era più la possibilità di proseguire il rapporto con il giornalista Simone Socionovo in quanto impossibilitato a seguire quella che era stata la sua funzione. Una funzione svolta anche con passione, lo abbiamo visto più volte impegnato a fianco delle Commissioni e dell’Assemblea legislativa per coordinare questo aspetto della vita istituzionale, aspetto importante proprio perché riguarda il rapporto esterno.
Questa esigenza, scaturita dal fatto che non vi era più la possibilità di proseguire, è sfociata nella scelta di una figura che non è un giornalista, è una figura politicamente impegnata in quanto il Comune di Senigallia è un comune importante della nostra regione, è Capogruppo del Partito Democratico di quel Comune, però è una figura che non essendo legata ad un profilo professionale specifico e diretto ha lasciato perplesso non dico l’intero Ufficio di Presidenza, ma almeno la metà o quasi. Infatti i due Consiglieri che ne facevano parte, Giannotti (anche se ora non ne fa più parte) e Castelli espressero a verbale la loro opinione contraria. Un’opinione motivata non solo dal fatto che non si tratta di una figura professionale specifica attagliata a quel ruolo, ma soprattutto per il fatto che si andranno a spendere 70 mila euro quando, invece, ci sono professionalità consolidate nel tempo in grado di essere a capo di un ufficio. Un ufficio che deve essere assolutamente di livello istituzionale in quanto deve interfacciarsi con tutti i gruppi al di là dell’appartenenza e al di là del ruolo di maggioranza o di opposizione. E qui ci sono figure professionali che hanno per esperienza o per competenza specifica la possibilità di assolvere a un ruolo di coordinamento di un lavoro.
Questo è stato il dubbio più forte, dubbio che è diventato certezza nel momento in cui si è riaffacciata una collaborazione che, per carità, è sotto l’appartenenza al Gabinetto del Presidenza, per cui con un altro incarico e diverso ruolo, però si è riaffacciata comunque quella collaborazione che aveva fatto scaturire la necessità di sostituzione del ruolo di coordinatore e responsabile dell’ufficio informazione e comunicazione dell’Assemblea legislativa delle Marche.
Questa è una scelta che indichiamo apertamente come sbagliata, censurabile, non in grado di essere sostenuta – a meno che non ci siano novità in questo dibattito da parte degli altri Consiglieri o dello stesso Presidente – da ragioni e considerazioni condivisibili.
Ciò inficia la validità dell’impianto costruito sulle voci di bilancio e di spesa dell’Assemblea legislativa, fino al punto di mettere in discussione tutto. Ciò sarà valutato nel dettaglio di quelle scelte, come prima dicevo, legate ad altre voci e ad altri incombenti che l’Assemblea legislativa vuole sostenere e finanziare.
Certamente questo è un peso grande posto in una situazione dove tutti si prodigano con appelli alla moralità sul comportamento, l risparmio, taglio di costi inutili e superflui, cioè sul fatto di essere comunque morigerati e in grado di ridurre quelle che sono state considerate dai più spese e costi inutili della politica.
Ovviamente tra i costi e le spese inutili della politica vi sono anche tante altre voci, compresa quella della capacità di produzione che le istituzioni devono avere dei propri atti, delle proprie proposte, delle proprie leggi, cioè capacità di essere efficaci e puntuali negli interventi.
Quindi i misuratori che si devono mettere in campo sono vari, però non mi pare che questi misuratori siano nel loro complesso e nel loro specifico positivi.
Ecco perché siamo fortemente critici rispetto all’andamento di questa gestione e soprattutto sotto il profilo complessivo.
Nello specifico quando avremo tutti i dati analitici entreremo con le analisi di quelle voci e di quelle scelte che verranno senz’altro svolte.
Quindi il giudizio non è tecnico, non è formale, è un giudizio sostanziale negativo di come si stanno gestendo le questioni, di come si stanno gestendo i rapporti tra tutti i soggetti. Quei soggetti che devono garantire la vita istituzionale e che devono garantirla al meglio, cioè che devono svolgere fino in fondo il proprio ruolo e il proprio compito, cosa che non è né per i tempi né per la sostanza negli atti e nelle attività svolte. Quindi è una cosa che non possiamo assolutamente ritenere accettabile e che deve essere immediatamente corretta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Dopo tre anni passati qui dentro credo che alcuni colleghi mi riconoscano il fatto che non sono un amante della polemica, però sono state fatte delle affermazioni che richiedono una risposta e un atto di onestà.
Non sarei nemmeno intervenuto, di solito arriviamo a questo punto con una approvazione unanime proprio perché la gestione è assolutamente condivisa, però prendo atto che ancora ci sono delle ferite aperte rispetto a scelte che non ha fatto la maggioranza ma che ha fatto la minoranza e che in qualche modo producono sangue e pertanto anche un cambiamento di atteggiamento rispetto al clima che si è creato.
Mi dispiace che non sia in Aula il collega Castelli, visto che è una persona corretta e che ha collaborato e con il quale ho lavorato molto bene in questi anni di Ufficio di Presidenza, mi sarebbe piaciuto avere una sua visione.
Nel merito parto dai dati oggettivi dell’aspetto dell’informazione, che oggi pare appassionare tanti ma negli scorsi mesi tutta questa passione in quello che abbiamo costruito io non l’ho vista. E’ comunque uno di quei temi che in qualche modo possano solleticare e quindi capisco che venga utilizzato.
Quando l’ex Vicepresidente ci dice che non ha condiviso la scelta della web tv, prendiamo in mano gli atti – perché io parlo con gli atti – e vediamo che la scelta della web tv sta dentro una delibera dell’Ufficio di Presidenza votata all’unanimità, e l’ex Vicepresidente Giannotti ha votato quel progetto dove c’era anche la web tv, non ha proposto emendamenti, non ha proposto di togliere la web tv, non c’è stata astensione, ecc..
Dice anche che con delle scelte avremmo costretto l’ex dirigente Socionovo ad andarsene. Su questo credo non ci sia nemmeno bisogno di una replica, di Socionovo tutti abbiamo riconosciuto i meriti…

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Giannotti, nessuno è stato interrotto. Per cortesia, Consigliere tutti, non interrompete!

Michele ALTOMENI. Dicevo che questo sicuramente non è, ha avuto un incarico di prestigio e noi, nostro malgrado, abbiamo compreso la scelta di passare questo incarico e ovviamente poi abbiamo dovuto sopperire ad una carenza.
C’era un progetto che verteva in maniera consistente sulla comunicazione attraverso i nuovi mezzi di informazione, oggi il Consigliere Giannotti ci dice che era meglio puntare sulla carta stampata. Certo in un mondo dove anche i quotidiani ormai tendono a trasferirsi sulla telematica noi dovevamo puntare sulla carta stampata!
Credo, invece, che abbiamo fatto una scelta giusta, anche perché il progetto della web tv in realtà è collegato ad una serie di altri progetti che fanno sì che l’Assemblea legislativa diversamente dal passato sia presente, ad esempio, sulle emittenti televisive di questa regione con un programma curato appositamente da noi. Spesso ci lamentiamo della capacità di comunicare quindi abbiamo cercato di dare una rappresentanza a questa Assemblea legislativa e a chi ne fa parte. Credo che lo abbiamo fatto con grande equilibrio e grande rispetto anche delle posizioni, come è tradizione dell’Ufficio di Presidenza.
Abbiamo scelto un nuovo dirigente che avesse queste caratteristiche. Ricordo il dibattito dove il Consigliere Giannotti era contrario alla scelta di un esterno perché proponeva un interno e ricordo bene che lo stesso Consigliere Giannotti aveva individuato un nome e un cognome.
Quindi oggi o le cose ce le diciamo tutte dall’inizio alla fine, cioè chi sponsorizzava chi e quali erano le prospettive, altrimenti facciamo demagogia e ci raccontiamo delle mezze verità.
La questione vera è che in qualche modo è rimasta frustrata una proposta del Vicepresidente che piuttosto che l’esterno voleva valorizzare uno specifico interno.
La scelta che è stata fatta, proprio perché si richiedevano delle competenze che all’interno non c’erano, cioè quelle competenze capaci di portare avanti quel progetto che tutti noi avevamo votato che comprendeva la web tv, l’utilizzo di nuovi media, è ricaduta su un dirigente esterno ma con un accordo ben chiaro. E cioè che questo dirigente esterno ci servisse a fare proprio la cosa che diceva il Consigliere Giannotti e farla in maniera non strumentale. Internamente sicuramente ci sono delle capacità che comunque devono essere valorizzate e che hanno bisogno di una fase di transizione che solo attraverso la collaborazione di un dirigente esterno avremmo potuto costruire. Questo è stato esattamente lo spirito. Quindi abbiamo fatto un contratto annuale e questo anno ci serve a far crescere le competenze interne e poi con queste portare avanti il progetto a cui avevamo dato vita.
Questo è anche il motivo per cui Simone Socionovo all’interno del Gabinetto del Presidente rimane comunque collegato alla struttura dell’Assemblea legislativa, è una scelta assolutamente autonoma perché è un progetto che nasce interamente dalle sue riflessioni ed è giusto che abbia una fase di accompagnamento e di traduzione che in questo modo si esplica.
Sull’altra questione posta dal Consigliere Pistarelli io auspico veramente che faccia quanto ha detto, cioè che prenda in mano le delibere e i dati e su quelle faccia le sue valutazioni. Vi noterà che da un po’ di tempo a questa parte ci sono state delle forti trasformazioni negli atteggiamenti e nelle scelte dell’Ufficio di Presidenza proprio rispetto ai costi e alle modalità di spesa.
Partiamo dai patrocini che è un tema che appassiona molti. Vi invito ad andare a prendere la storia della spesa rispetto ai patrocini e andare a vedere qual è stata la valutazione. Questo è un Ufficio di Presidenza che per la prima volta, da quando questo istituto dei patrocini è stato istituito, si è dato un regolamento su come darli. Devo dire che è un regolamento che in una prima istanza era molto stringente, ma alcuni componenti dell’Ufficio di Presidenza, e non il sottoscritto, sulla stringenza di alcuni di quei criteri che ci avrebbero permesso una maggiore selezione hanno avuto da obiettare.
Oggi con la diversa composizione dell’Ufficio di Presidenza non abbiamo nessuna difficoltà con gli attuali componenti – che sia chiaro – ad introdurre criteri di maggiore selettività.
Quindi forse non è un problema dei tre che c’erano prima e che ci sono ancora oggi, e qui mi fermo! Comunque vedremo il regolamento che uscirà e il modo in cui sarà applicato.
Guardate sempre anche lo storico della spesa, guardatelo da cinque anni a questa parte e guardatelo da oggi e fra due anni, alla fine faremo i conti su questa cosa.
Sulle missioni idem, anche su queste andate a vedere lo storico della spesa e andate a vedere anche le spese. Magari partendo dal presupposto – e non lo dico a mia difesa, perché in questa legislatura ho fatto tre missioni in Italia e una all’estero, in Croazia, che è costata all’Assemblea legislativa 200 euro per quattro giorni, ma lo dico per l’Ufficio di Presidenza nel suo complesso – che i membri dell’Ufficio di Presidenza qualche incarico di rappresentanza in più ce l’hanno, ma pur partendo dal netto di questo fatto andiamo a vedere le spese dei singoli Consiglieri. Su questo non ho problemi, però anche in questo caso dobbiamo andare a vedere l’evoluzione, quindi quali sono i meriti e le colpe di questo Ufficio di Presidenza, dobbiamo andare a vedere chi si è impegnato a ridurre questi costi. Alla prima seduta del nuovo Ufficio di Presidenza abbiamo rivisto in maniera stringente il regolamento, abbiamo rivisto i criteri rispetto ai quali si possono autorizzare le missioni, i criteri per la spesa, i viaggi in prima classe o meno, viaggi con gli aerei, la scelta degli alberghi, ecc..
Anche sulle consulenze vi invito a prendere i dati, lo storico, l’evoluzione che c’è stata e la situazione di oggi.
Il Consigliere Pistarelli sollevava delle obiezioni, diceva “voglio andare a vedere i dati”. Spero che il Consigliere Pistarelli, tutto il gruppo e anche il Consigliere Giannotti, che di quelle scelte ha fatto parte per un po’ di tempo, vadano realmente a vedere i dati e su questo si faccia un report e si diano dei voti ai vari Consiglieri che si sono alternati nelle due ultime legislature nell’Ufficio di Presidenza, ovvero, chi ha fatto delle scelte, chi ne ha fatte altre, chi ne ha potuto fare alcune e chi non ne ha potute fare altre.
Credo che l’attuale Ufficio di Presidenza non abbia nulla da rimproverarsi.
Questo è quanto dovevo come correttezza di informazione, neanche come difesa, perché a difesa, appunto, valgono i dati. Una correttezza di informazione doverosa che doveva essere data a quest’Aula seppur, mi rendo conto, nella durezza che non mi è consueta di questo mio intervento. Pertanto occorreva un’informazione rispetto a delle cose che sono state raccontate da un certo punto di vista e che avevano bisogno anche di un punto di vista più complesso e più articolato che ha preso in considerazione varie sfaccettature.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. In merito al conto consuntivo 2007 abbiamo rilevato delle criticità. Probabilmente è una nostra sensazione, ma da parte dell’opposizione, che conta come conta la maggioranza, è una sensazione forte. Ci sentiamo poco valutati e le decisioni non vengono circuitate e condivise dai gruppi.
La questione del responsabile all’informazione dell’Assemblea legislativa è una delle vicende che ci fa sentire a disagio anche perché – questo è stato veicolato dalla stampa e non da noi - era emersa questa eccessiva politicizzazione delle figure che lo vanno a comporre.
Certamente sappiamo che queste sono le ultime poltrone disponibili per la lottizzazione, perché in questa Regione non ce ne sono più sono proprio le ultime, dunque pensiamo che questo sia stato proprio un cattivissimo esempio che l’Ufficio di Presidenza ci ha dato. Noi, invece, volevamo più trasparenza su questa nomina.
Devo precisare anche un altro passaggio della relazione, a pag. 19 si dice che per le spese del personale dell’Assemblea legislativa ci sarà una riduzione di 36 mila euro dovuta a risparmi per le collaborazioni. Però non è così, ne spiego il motivo, e questa è anche una delle rimostranze maggiori che sto portando avanti, ma che non vengono comprese. Sono cose emerse platealmente anche nel convegno di ieri sulla qualità della normazione, inoltre è soprattutto inerente al fatto della possibilità di ricercare con l’attuale regolamento e l’attuale legge la scelta che sottende al personale del gruppi. Infatti quella cifra è ascrivibile a Forza Italia che non ha ancora potuto trovare all’interno dei dipendenti della Giunta – perché posso scegliere solo tra questi – un laureato in legge che venisse a lavorare in Assemblea legislativa per valorizzare quella attività che voi volete sempre più precisa, che volete sempre più di controllo, di proposta e di qualità della normazione. Noi abbiamo questa grande difficoltà ed è una limitazione alla democrazia il fatto che l’Ufficio di Presidenza con la sua autorevolezza non ha, dopo le numerose segnalazioni, ancora provveduto a risolvere.
Sono questi i fatti per i quali dimostriamo una sudditanza assoluta alla Giunta. Abbiamo un regolamento che addirittura parla di categorie prima, seconda, terza, quarta, quinta, sesta, settima, ottava (esistono D1, D2, D3, ecc.), categorie che sono state abolite dal nostro ordinamento da decine di anni. Addirittura non abbiamo gli stipendi parametrati alle figure che dobbiamo scegliere, quindi teoricamente chi viene da me per prendere quell’incarico dovrebbe fare il partime a 32 ore e non a 36.
Questa è una cosa che prima abbiamo fatto sentire delicatamente, Presidente, ma sono passati tre anni quindi riteniamo che oggi dobbiamo far sentire la nostra voce e lo faremo ancora di più nel futuro.
Ho apprezzato il fatto che ci sia un regolamento per la concessione dei contributi, ma anche di questo non era solo l’Ufficio di Presidenza che doveva essere coinvolto, ma lo dovevano essere anche i Capigruppo in quanto poteva esserci anche un contributo da parte dei partiti.
Voglio ribadire che chiederemo anche una puntuale attenzione a come verranno formati i format promozionali o di diffusione dell’immagine dell’attività dell’Assemblea legislativa. Questo perché come opposizione ci sentiamo relegati in un angolino, nel senso che io sono sempre l’ultimo ad essere intervistato e poi devo anche accettare l’argomento che mi propone il Presidente, molte volte non ho neanche il tempo di preparare una risposta che sia consona.
Pertanto il funzionamento dell’Ufficio informativo della Regione va codificato e regolamentato.
Per questi motivi quest’anno voteremo contro al rendiconto dell’Assemblea legislativa regionale, auspicando che per il futuro ci sia una rivisitazione complessiva di tutta la materia e anche quella maggiore trasparenza che sta venendo meno.
Ci sono molti lati oscuri in questo modo di rapportarsi tra la Giunta e l’Assemblea legislativa, noi pensavamo che almeno la nostra Assemblea potesse dotarsi di una struttura che ci potesse vedere lavorare unitamente.
Questa Assemblea legislativa, non ce lo scordiamo, rappresenta il voto dei marchigiani, infatti i quaranta eletti che stanno qua dentro sono stati eletti con il voto di preferenza e tutti i giorni devono rendicontare il loro operato, quindi devono avere lo spazio per la loro rendicontazione e devono avere anche la dignità di non sentirsi penalizzati dalla politica, quella politica con la “p” minuscola che sta prendendo piede anche dentro questa Assemblea legislativa e il suo Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Ha la parola il Consigliere Giannotti per dichiarazione di voto.

Roberto GIANNOTTI. Mi sarei aspettato dal Consigliere segretario Altomeni un atteggiamento diverso, ma se lui se la sente di fare l’utile idiota e quindi farsi carico di rappresentare il punto di vista che altri non sono in grado di rappresentare sono scelte sue.
Quello che mi dispiace è la ricostruzione malevola della questione. Io sono stato chiarissimo, sono intervenuto su un aspetto specifico della questione che riconfermo.
L’aspetto specifico è chiaro, si è fatta un’operazione costata alla Regione 70 mila euro e la si poteva evitare mettendo a capo della struttura – questa era la proposta, non era una proposta diversa così come si è cercato invece di farla passare – recuperando uno dei dirigenti non utilizzati – se volete in altra sede facciamo nomi e cognomi – (…) Io non li faccio i nomi, non le do questa soddisfazione, non c’è nessuna normativa su queste cose, quindi, Vicepresidente, stia calma!
La proposta era mettere a capo dell’ufficio stampa un giornalista che avesse i requisiti per svolgere quella funzione e non funzionari con la tessera in tasca.
Si è voluto fare diversamente, per fare un bando si è preso atto delle dimissioni di un dirigente, si è scelta la persona che aveva maggior gradimento sul piano politico e oggi, guarda caso, si dà l’incarico – mi sono guardato l’atto – a quel signore che ha avuto non l’incarico per fare l’informazione del Gabinetto, ma per seguire le cose che seguiva prima. E’ per questo che lei dice il falso, Consigliere Altomeni!
Il decreto stabilisce che l’incarico, oltre agli specifici compiti, dovrà fare da supporto specialistico in maniera giornalistica, televisiva e radiofonica, multimediale e fa riferimento a funzioni che lui svolgeva prima e che invece dovrebbero essere svolte dal nuovo dirigente dell’area, allora questo vuol dire che il nuovo dirigente dell’area informazione non è in grado di svolgere queste funzioni, punto!
Consigliere Altomeni, parliamo di missioni, prima vada a vedere le missioni e poi venga in Assemblea legislativa a riferire! Ci sono membri dell’Ufficio di Presidenza della maggioranza, e non Consiglieri di opposizione, che addirittura hanno dovuto rimborsare l’Assemblea legislativa regionale, quindi si documenti prima di parlare altrimenti eviti di farlo!
Certo, io sono contrario alla riduzione dell’opportunità che viene data ai Consiglieri di fare viaggi di studio, così come è successo, per esempio non ero d’accordo quando il Presidente ha detto di no al Consigliere Massi, poi magari altri membri dell’Ufficio di Presidenza viaggiano per il mondo e viaggiano anche tantissimo.
Quindi non mi faccia scendere sul campo della polemica, rimaniamo alle scelte strategiche, lasciamo da parte le elemosine, su cui se vuole possiamo fare anche un confronto pubblico magari vengo anche a Fano oppure lo facciamo in questa Assemblea legislativa. (…) Lasci stare, è meglio per lei, Consigliere Altomeni, perché sono in grado, se vuole, di dare anche un giudizio su tutte le esperienze dell’Ufficio di Presidenza, ci sarebbe da ridere anche per il suo partito. Quindi si calmi e stia buono, dia retta a me!
L’Ufficio di Presidenza dove sono stato è uno dei primi dove ci sono tantissime dissociazioni e voti in diversità rispetto ad una abitudine comune di un voto unanime. E questo è significativo di un modo di porsi e di essere.
Il mio dissenso è stato espresso rispetto alle scelte fatte per l’area stampa e informazione. Secondo me c’è stato un gravissimo errore della maggioranza dell’Ufficio di Presidenza e della maggioranza dell’Assemblea legislativa regionale. Su questo non credo che servano atti di killeraggio come lei ha tentato di fare in maniera molto, molto, molto, ridicola.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. A nome del gruppo di Forza Italia volevo aggiungere delle proposte sulle quali invito anche i nostri rappresentanti di portarle avanti all’interno della Presidenza.
Se dovesse permanere questa attuale situazione chiederemo, Consigliere Santori, che le funzioni di stampa e di divulgazione delle iniziative vengano separate tra maggioranza e opposizione in modo che ognuno possa liberamente svolgerle e farle con quegli uffici che riterrà di dover costruire.
Prima mi ero dimenticato di fare una puntualizzazione al Consigliere Altomeni, cioè quella della scelta di viaggiare in seconda o in terza classe che può essere tranquillamente fatta perché tutti riusciamo a sopportare questo disagio, però deve essere concordato. Questo è un atto che dovrà andare in Assemblea legislativa regionale quindi anche gli esponenti della Giunta che viaggeranno dovranno avere lo stesso trattamento. Questo perché, Consigliere Altomeni, io non accetto nessun trattamento differenziato e non parificato a quello degli esponenti della Giunta. Quindi quel regolamento lei lo dovrà portare in Assemblea legislativa regionale, lo approveremo e varrà per tutti e due gli Organi, non potrà valere solo per i Consiglieri regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sulla composizione del bilancio, di cui ho avuto verbalmente le specificazioni, volevo evidenziare che nell’assestamento c’è la previsione di un adeguamento delle indennità e dei vitalizi degli ex Consiglieri regionali. Lo avevamo affrontato già l’anno scorso, in quella sede avevamo detto che il vitalizio dei Consiglieri è legato alle indennità, quindi non è pensabile che gli ex Consiglieri prendano solo gli aumenti delle indennità dei Consiglieri. Pertanto essendo il vitalizio legato a tali indennità allora nel caso, come quello attuale, in cui ci siamo attestati una detrazione del 10% dell’indennità poi anche il vitalizio deve essere mantenuto sulla nostra indennità.
Non è possibile essere agganciati ai Consiglieri solo per gli aumenti e non con le detrazioni.
Non è in questo bilancio, è solo nella previsione, ma in questo senso mi sento rassicurato. In ogni caso in questa sede volevo far emergere la possibilità di una discussione che dovremmo comunque affrontare in sede di assestamento, e su cui sono contrario anche per un fatto di legge.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 97. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Propongo all’Aula l’anticipo della discussione della proposta di legge regionale n. 238, è già iscritta da diverse sedute quindi è opportuno approvarla quanto prima.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di anticipo della proposta di legge n. 238.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 238
della Giunta regionale
“Modifica alla legge regionale 20 gennaio 1997, n. 15 recante disciplina del contributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 238 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Come l’Aula ricorderà questa proposta di legge era già stata iscritta all’ordine del giorno di una precedente Assemblea legislativa regionale e su richiesta di alcuni Consiglieri, in particolare del Consigliere Capponi, è occorso un ulteriore confronto soprattutto nella Commissione ambiente.
Questo perché tale proposta di legge pur essendo una proposta di carattere tariffario riguarda in alcuni passaggi anche gli indirizzi, le strategie o il contributo degli indirizzi e le strategie all’attività e alla disciplina relativa alla materia dei rifiuti, in particolare il rapporto tra rifiuti e discariche.
La proposta di legge è abbastanza semplice ancorché importante. Chi ha avuto l’opportunità di verificare il vecchio testo avrà scoperto che tutte le tariffe erano addirittura espresse in lire. Quindi in primo luogo si tratta di una legge di adeguamento delle tariffe per il conferimento in discarica che era fermo da molto tempo e che in alcuni casi rischiava di diventare un’opportunità per il conferimento nelle discariche marchigiane di rifiuti che provenivano da altre regioni, essendo le condizioni finanziarie di abbancamento molto favorevoli.
Oltre a questa caratteristica dell’intervento legislativo ci sono altre questioni che riguardano due aspetti.
Il primo è quello dell’introduzione di un meccanismo premiante per quei Comuni e quei consorzi che conferiscono in discarica e favoriscono attraverso questo percorso la realizzazione della raccolta differenziata. Più sarà alta la raccolta differenziata, più saranno avvicinati, anzi, conquistati gli obiettivi europei. Obiettivi che sono un obbligo, ma sono anche un percorso virtuoso quindi più saranno avvicinati e più ci saranno occasioni di riduzione delle tariffe.
L’altro elemento che caratterizza questa proposta di legge è il fatto che si trovano le opportunità organizzative all’interno delle norme per favorire le forme consortili.
Quindi questa legge consta di tre elementi insieme, il primo è un adeguamento necessario oltre che di protezione del nostro sistema di smaltimento dei rifiuti, gli altri due sono valorizzare e favorire anche attraverso la tariffa i comportamenti virtuosi dei Comuni sia sul versante della raccolta che sul versante delle forme organizzative che la prevedono.
Nei lavori di Commissione abbiamo valutato e valorizzato, per quanto possibile, in forma comune alcune proposte emendative, firmate da me e dalla Presidente Ortenzi, ma che hanno avuto anche il contributo – occorre riconoscerlo – del Consigliere Capponi, il quale tuttavia ha predisposto un’ulteriore serie di emendamenti, che sarà lui ad illustrare e il dibattito a deciderne l’esito.
Evidenzio inoltre, e questo a testimonianza che l’ulteriore passaggio in Commissione è stato un elemento ulteriore di arricchimento e precisazione, che in questo passaggio alcuni degli elementi di riflessione di chi aveva chiesto il ritorno in Commissione sono stati accolti e oggi fanno parte del corpus di questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Coloro che avevano chiesto il rinvio in Commissione erano stati sollecitati da me, Presidente Brandoni, due sedute fa dell’Assemblea legislativa regionale. Questo perché vi erano delle proposte emendative tecniche che il collega Capponi aveva confezionato e che meritavano un approfondimento.
Questo approfondimento c’è stato nelle Commissioni congiunte IV e II le quali hanno prodotto un lavoro di sintesi. Un lavoro di sintesi che però ancora non vedo agli atti dell’Assemblea legislativa regionale, infatti il Presidente Brandoni avrebbe dovuto firmare due o tre proposte modificative che in effetti erano non solo accoglibili, ma in grado di migliorare il contenuto della proposta legislativa.
Queste sono le sintesi delle Commissioni assembleari riunitesi congiuntamente e a queste ci atterremo anche per quanto riguarda il lavoro di votazione dell’articolato. Esse sono accoglibili, migliorative e anche in linea con i dettami legislativi nazionali delle leggi quadro vigenti in materia.
Perché si pone mano ad una proposta modificativa della legge n. 15 del 1997 che disciplina il contributo speciale per il deposito in discarica di rifiuti? Perché vi è la necessità di allineare la nostra Regione a scelte fatte anche in altri territori. Facendo questo si limita la pericolosità di quelle scelte che portano nella nostra regione rifiuti da fuori, infatti essendo meno gravoso il deposito in discarica si potrebbe incentivare un pericoloso circuito in questo caso vizioso e non virtuoso di commercio e di traffico di rifiuti, che nella liceità potrebbe però vedere le Marche essere terra che riceve più di quello che ha come capacità di abbancamento.
La seconda questione era per allineare la nostra legislazione anche a tutte le novità che derivano dagli obiettivi nuovi da raggiungere in tema di raccolta differenziata, in tema di comportamenti virtuosi da parte delle varie amministrazioni e dei consorzi che devono gestire la materia.
Approfitto per fare un cenno a questo. C’è ancora da definire bene l’intero assetto istituzionale della gestione del ciclo dei rifiuti, quindi non facciamo errori. Ci sono ad esempio situazioni come quella del consorzio che si è formato già in provincia di Macerata e che anche altre realtà si stanno apprestando da tempo a formare, perché è un consorzio obbligatorio che gestisce l’intero territorio insieme a tutti i Comuni che ne fanno parte. Ripeto, non facciamo errori, non facciamo papocchi, perché ci sono tentativi di espropriare questo tipo di attività diretta, come autorità di ambito – questa è la nuova definizione di consorzio obbligatorio –, ci sono tentativi di espropriarla.
Allora, attenzione, non facciamo errori, perché abbiamo visto che quando i Comuni si mettono insieme e cercano di fare cose virtuose poi se vogliono ci riescono, e se hanno veramente la volontà fino in fondo, al di là e al di sopra delle appartenenze dei campanili, gestiscono una cosa, che sicuramente non può essere gestita in proprio, ma neanche dall’esterno, questo perché la legge rimane comunque quella nazionale che affida questi poteri ai Comuni.
Quindi non facciamo errori nel modificare questo tipo di assetto perché ne andrebbe anche della capacità di esprimere sul campo questi comportamenti virtuosi che anche con questa legge vogliamo migliorare.
Un ultimo appunto. L’Aula è abbastanza sguarnita quindi chiederò all’inizio della votazione il numero legale. Pertanto se ci sarà il numero legale, spero ci sia, l’Assemblea legislativa regionale potrà proseguire in maniera dignitosa fino alle ore 14,00. Già è solo fino alle ore 14,00, poi se nemmeno per quell’ora si riesce a fare una seduta assembleare in maniera dignitosa ditemi voi se la discussione che abbiamo avuto all’inizio di questa seduta era infondata oppure no!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendo la parola soltanto per dire che i gruppi di Forza Italia, di Alleanza Nazionale e dell’Udc da almeno tre anni presentano nella discussione al bilancio una strategia di premialità per coloro – parliamo di Comuni – che si impegnano enormemente verso lo sviluppo della raccolta differenziata.
Penso che questo a parole e probabilmente anche nei fatti sia anche intenzione della Giunta regionale e questo atto dimostra che c’è una certa unanimità di vedute in questa direzione.
Magari critichiamo un po’ il ritardo con cui questo atto è stato presentato, anche perché non riusciamo a capire perché mai, Assessore, i nostri emendamenti sono stati sistematicamente bocciati e poi oggi si sta portando avanti una proposta di modifica legislativa che sostanzialmente ripercorre quella proposta.
Abbiamo presentato degli emendamenti - ringrazio la Commissione di aver avuto la disponibilità di approfondire addirittura in due anche se rapide sedute - per due o tre motivazioni sostanziali.
Una è quella che obiettivamente oggi il 152 pone degli obiettivi di raccolta differenziata a livello nazionale abbastanza alti. Dobbiamo parlare così pensando alla situazione marchigiana che alti non sono alti, ma lo sono rispetto alla situazione di partenza che abbiamo in questa regione, dove superiamo di poco il 20% e la prima asticella del 152 è posta a 45%.
Avevamo ipotizzato che la premialità prevista per la riduzione dell’abbancamento in discarica dei rifiuti tal quali, ma anche dei sovvalli derivanti dal trattamento, dovesse essere quanto più avvicinata alla situazione che abbiamo. Questo per dare maggior stimolo ai Comuni che si sono incamminati con difficoltà sulla strada del potenziamento della raccolta differenziata, passando anche a sistemi di raccolta del tutto innovativi e che nella fase di transizione comportano anche dei grandi aumenti dei costi di gestione del servizio. Parlo del porta a porta e di qualsiasi altra iniziativa che tende a creare le condizioni per invogliare il cittadino a fare la raccolta differenziata con iniziative premiali, con abbattimento della tassa sui rifiuti e quant’altro. Cioè una grande politica che molti Comuni si sono avviati a fare e che rende il loro compito strategico.
Condivido anche l’appello che ha fatto il Consigliere Pistarelli quando ha detto che oggi dobbiamo definire l’organizzazione dell’Ato previsto dal 152. Ricordo all’Assessore che il termine è scaduto per definire da parte della Regione chi sarà il soggetto chiamato a gestire la costruzione dell’Ambito territoriale ottimale. Su questo sosteniamo – e lo ribadiamo già da oggi – una organizzazione che privilegi la libera associazione dei Comuni che così tanti risultati hanno dato, non hanno invece funzionato le altre organizzazioni che prevedevano modelli estremamente diversificati e modelli in cui si prevedeva l’esproprio della gestione dei servizi agli enti locali a vantaggio di fantomatiche mega società partecipate in borsa.
Quindi diciamo che l’obiettivo di questa norma è giusta, noi abbiamo cercato di correggerla perché a nostro avviso c’erano delle condizioni poco chiare. Inoltre abbiamo cercato di abbassare leggermente l’asticella, con l’emendamento 6 bis si prevede di cominciare a dare un sostegno a questi comuni quando si raggiunge il primo obiettivo del 45% e non come prevede la nostra proposta in discussione, cioè che questa premialità scatta quando si raggiunge il 45% per il 2009 - ma poi è 55-65% - addirittura più il 10% che significa 49,5%.
Quindi come Regione che ha un numero di Comuni ancora non eccessivamente alto e che si stanno avvicinando a questo risultato diamo uno stimolo maggiore affinché lo facciano.
Anche perché, Assessore, lei lo sa più di me, che quando uno supera la soglia del 45% significa che ha messo in atto delle azioni che automaticamente lo porterà ad arrivare a traguardi ben maggiori. Quindi questo sostegno va dato proprio in quella fase di scarto che noi pensiamo possa contraddistinguere la gestione dei rifiuti in questa regione.
Seppure pensiamo che a breve debbono essere affrontati anche altre criticità come quella della individuazione dei siti di discarica e di una forte responsabilità dell’Assemblea legislativa regionale e delle forze politiche che non cerchino questo come terreno di conquista politica, ma si mettano a disposizione per la soluzione dei problemi.
Ad eccezione dell’emendamento n. 6 bis, che non ritiro, tutti gli altri emendamenti da me presentati si intendono ritirati in quanto sono stati fatti propri dalla parte preponderante della Commissione.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alla votazione.

Art. 1.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 1 bis del Consigliere Capponi. Ritirato

Emendamento n. 1 ter delle Commissioni IV e II:
Il comma 2 dell’Art. 2 (Determinazione del tributo) è sostituito dal seguente: “Gli scarti, nonché i rifiuti urbani stabilizzati e i sovvalli derivanti da operazioni di recupero effettuate sui rifiuti solidi urbani tramite selezione meccanica o compostaggio, svolte in impianti funzionalmente collegati alla discarica, sono soggetti al pagamento del tributo nella misura del 20% dell’ammontare di cui al comma 1, lettera e), nel rispetto di standard operativi ed applicativi determinati dalla Giunta ragionale”
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato.

Emendamento n. 3 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 4 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 4 bis delle Commissioni II e IV:
Al comma 2 dell’Art. 2 (Determinazione del tributo) dopo le parole “tramite selezione meccanica o compostaggio” sono aggiunte le seguenti “o riciclaggio”
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Art. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Art. 2.
Emendamento n. 5 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 6 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 6 bis dei Consiglieri Capponi e Bugaro:
Al comma 1 Art. 2 bis, il comma 1 è così modificato: sotto le colonne ‘Superamento del livello Rd rispetto alla normativa statale’ e ‘Riduzione del tributo’ sono aggiunte le seguenti parole: ‘Superamento de livello di Rd rispetto alla normativa statale da 0,01 per centro fino alla percentuale inferiore al 10 per cento – Riduzione del tributo 30 per cento’ ”
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Io non ho detto all’Aula che l’articolo 1 prevede un aumento del 33% del tributo per l’abbancamento in discarica, quindi già partiamo con una implementazione del gettito a vantaggio del bilancio della Regione. Diciamo che questo può essere solo intaccato dall’aumento della raccolta differenziata e penso che sia un fatto positivo. Dicevo, però, che la prima asticella che i Comuni oggi dovrebbero superare con la proposta è quella del 45%, invece noi pensiamo, siccome la legge non lo vieta, che questo possa partire dal superamento del livello previsto per arrivare a 45,001 tanto per dare un numero funzionale alla legge.
Lo pongo in votazione
(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato
Emendamento n. 7 bis delle Commissioni II e IV:
Al comma 2 dell’art. 2 bis le parole: “l’ammontare del tributo è calcolato sul livello raggiunto dell’Ato di riferimento, nel caso in cui questo sia maggiore del livello raggiunto dal Comune” sono sostituire dalle seguenti: “l’ammontare del tributo è calcolato sul livello raggiunto dall’Ato di riferimento, solo nel caso in cui questo sia maggiore del livello raggiunto dal singolo Comune”
Lo pongo in votazione
(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 8 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 8 bis delle Commissioni II e IV:
Alla fine del comma 2 dell’art. 2 bis è aggiunto il seguente periodo: “Per i Comuni che hanno raggiunto un livello di raccolta differenziata superiore a quello dell’Ato di riferimento, l’ammontare del tributo è calcolato ai sensi della tabella di cui al comma 1, in base al livello di raccolta differenziata del singolo Comune”
Lo pongo in votazione
(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 9 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Emendamento n. 9 bis delle Commissioni II e IV:
Il comma 6 dell’art. 2 bis è abrogato
Lo pongo in votazione
(L'Assemblea legislativa approva)

Art. 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Art. 3.
Emendamento n. 10 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Art. 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Art. 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Art. 5 (Dichiarazione d'urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Pistarelli

Fabio PISTARELLI. Più che una dichiarazione di voto, che in pratica ho già fatto, vorrei richiedere la verifica delle presenze dei Consiglieri in Aula. Considerato che questa mattina è stato votato di rimanere qui sino alle ore 14,30 vogliamo vedere chi almeno fino a quell’ora sarà presente.
Quindi chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri D’Anna e Romagnoli.

PRESIDENTE. Si proceda alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera C. Prego, Consigliere segretario Altomeni.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci sì
Francesco Comi sì
Giancarlo D’Anna sì
D’Isidoro Antonio sì
Sandro Donati sì
Sara Giannini assente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti sì
Katia Mammoli sì
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli sì
Rosalba Ortenzi sì
Paolo Petrini sì
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini sì
Mirco Ricci sì
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi sì
Franco Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni sì
Marco Amagliani sì
Fabio Badiali sì
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli sì
Gacomo Bugaro sì

Prima di passare alla votazione finale pongo in votazione la prosecuzione della seduta oltre le ore 13,30.
(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 238. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 249
delle Consigliere Mollaroli, Mammoli, Benatti
“Modifiche alla deliberazione legislativa “Istituzione del Consiglio regionale dell’economia e del lavoro (Crel)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 249 ad iniziativa delle Consigliere Mollaroli, Mammoli, Benatti. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Questa modifica di fatto tende a ripristinare una sola rappresentanza nel Crel per quanto riguarda l’associazione dei consumatori. La volta scorsa credo sia stato un incidente quello di votare un emendamento del Consigliere Massi che prevedeva il passaggio da uno a quattro dei rappresentati di questa associazione.
Dunque con questa modifica, ripeto, si ripristina la proposta originaria che prevedeva un solo rappresentante. Ciò non vuol dire penalizzare questo tipo di associazionismo, però l’equilibrio che ci siamo dati punta a mantenere nel Crel ventuno rappresentanti, quindi credo sia più consona questa numerazione. Ne abbiamo discusso molto seriamente anche in Commissione, quindi la maggioranza non vuole riaprire questa partita del quantitativo delle rappresentanze all’interno del Crel, vuole invece arrivare a far lavorare presto questo organismo. Vedremo nei tempi se saranno necessarie alcune aggiustature, ma credo che la legge con questa modifica sia abbastanza equilibrata.
Non mi sento di aggiungere altro se non quello di chiedere all’Aula un atto di attenzione approvando questa proposta di legge e dunque di consentire al Crel di costituirsi e di lavorare.
Credo che potrà essere solo questo, così come sta avvenendo anche per il Cal, che ci darà il segno che tale organismo con quella composizione quantitativa sarà pronto ad operare e poter svolgere una funzione veramente utile per la nostra regione in quanto è autorevolmente rappresentata dai soggetti del mondo economico e sociale il cui contributo sarà veramente indispensabile per tante iniziative legislative.
Pertanto chiedo all’Assemblea legislativa regionale di approvare questa modifica che consente, appunto, di mettere il Crel nelle condizioni di costituirsi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Una breve riflessione nel merito e un’altra sul metodo, però a questo vorrei anche fare una brevissima introduzione complessiva.
Non so se sentirmi commosso di questa attenzione tempestiva della maggioranza, su un emendamento che sicuramente è passato in un momento concitato, di presentare dopo quattro giorni una modifica di legge, ciò mi riempie veramente di orgoglio! Il fatto che la minoranza abbia tutto questo interesse in questa legislatura è un fatto abbastanza curioso.
Comunque, a parte la battuta, l’emendamento da me presentato certamente ha usufruito di un momento di sconcerto della maggioranza e mi rendo anche conto che forse - ed entro nel merito - nel numero c’era anche una provocazione perché poteva anche risultare eccessivo. Però, secondo me, era pienamente legittimo in un organismo come il Crel, ne spiegai il perché. Cioè se questo organismo deve essere rappresentativo di tutto il mondo economico della nostra regione, credo che due rappresentanti delle associazioni che rappresentano i consumatori, cioè quelli che verificano la qualità dei nostro prodotti e dei nostri servizi, non era certamente uno scandalo. Invece è stato visto come uno scandalo e come una provocazione. Bene, ora riaccettiamo la provocazione di questa riflessione, però come minoranza abbiamo presentato degli emendamenti collettivi che riteniamo idonei come lo erano anche allora.
L’altra volta ci eravamo forse un pò rilassati nell’ultima parte del dibattito di questa proposta di legge, però credo che questo organismo possa essere ben riequilibrato. Noi sicuramente puntavamo ad un aumento delle rappresentanze delle categorie produttive, quindi i nostri emendamenti parlano di industria ed artigianato. C’è un emendamento per un aumento in più dei posti da assegnare al movimento cooperativo, penso che per le cooperative rosse bianche o chiamatele come volete di questa regione sia legittimo per ciò che hanno rappresentato.
Quindi, come al solito, due sono le soluzioni. Prima, la maggioranza si blinda e non accetta niente, quindi quella provocazione non verrà raccolta e il mondo esterno rimarrà così insoddisfatto. Quello che dispiace è che oltre alla disattenzione nei confronti di questo organismo c’è, peggio ancora, anche il fatto che non abbiamo soddisfatto le categorie. Questo, al di là delle speculazioni politiche, non giova a nessuno, non giova né alla minoranza né alla maggioranza. Allora, ripeto, se la maggioranza si blinda consegneremo alla nostra comunità regionale un organismo che in questo momento non soddisfa nessuno. Mentre se la maggioranza non si blinda le ipotesi, Consigliera Mollaroli, sono o una breve riflessione in Aula che porterà ad accogliere gli emendamenti oppure se ci vogliamo ancora riflettere li rimandiamo in Commissione. Tutto questo con l’impegno che prima delle ferie concluderemo tale procedimento.
Io con la provocazione di quell’emendamento dicevo quattro ora dico due, ma voi dovete fare un passo avanti sulle cooperative artigiane ed industriali. Con questo dovremmo essere soddisfatti tutti quanti, non rimane fuori nessuno.
Ho anche visto che c’erano state alcune perplessità sui rappresentanti delle facoltà economiche delle università, allora ragioniamo anche su questo. Se apriamo il confronto saremo tutti senza pregiudiziali pertanto noi aspettiamo controproposte.


PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Farò pochissime considerazioni in quanto la discussione generale sulla composizione e sulla concretizzazione del Crel l’abbiamo già svolta. Il Crel è una diramazione nazionale prevista negli statuti regionali che appartiene ad una stagione che vuole agevolare la partecipazione. Questo, secondo me, crea sovrastrutture e potrebbe creare conflitti fra i livelli istituzionali. Comunque questo attiene più ad una visione culturale della declinazione degli assetti dello Stato.
Ora vorrei porre con brevità una questione di metodo. Oggi l’Assemblea legislativa regionale nella sua sovranità assume su di sé una decisione rispetto ad un atto che l’Assemblea stessa ha già approvato, però, a mio modo di vedere, tale sovranità va contro la medesima Assemblea. Infatti al di là del merito, e qui siamo d’accordo di ripristinare il testo originario, non è possibile che a seconda della soddisfazione o dell’insoddisfazione e a seconda dei rapporti di forza, poi l’Assemblea legislativa regionale debba rivedere, senza colpo ferire, una legge che ha approvato solo una settimana prima.
Questo crea uno strappo istituzionale, pertanto penso che dovrà essere la prima e l’ultima volta che succede una cosa del genere, altrimenti andremo in una situazione di svilimento dell’Assemblea legislativa regionale che non può essere certamente condivisibile.


PRESIDENTE. HA la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. La nascita del Crel non è stata contrassegnata da quella serenità e condivisione che meriterebbe uno strumento come quello di cui vogliamo dotarci.
Alcune imposizioni fatte dalla maggioranza ora giungono al pettine, quindi riteniamo che oggi si possa ridefinire in modo più realistico e sereno una corretta composizione di questo organismo.
Noi abbiamo proposto alcuni emendamenti che riteniamo irrinunciabili sotto il profilo della rappresentanza mentre non abbiamo ripresentato quelli che magari potevano essere ugualmente funzionali ma borderline rispetto alle materie di cui il Crel dovrebbe occuparsi e che tendevano a costruire una visione complessiva del rapporto tra le organizzazioni dei lavoratori e dei gestori delle grandi infrastrutture economiche e produttive delle Marche.
Pensiamo che su questo atto di responsabilità possa costruirsi una struttura più funzionale e più equamente distribuita delle rappresentanze del Crel. E’ per questo che richiedevamo una discussione più approfondita degli emendamenti che potrebbe avvenire in Commissione per vedere se si riesce a trova un accordo. Altrimenti significa che la maggioranza vuole imporre all’intera Assemblea legislativa una sua impostazione che noi per atti fondamentali come questo non condividiamo assolutamente. Su questo anche la maggioranza penso debba fare una riflessione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La relazione introduttiva svolta dalla Consigliera Mollaroli è omissiva.
Dopo neanche quindici giorni dall’approvazione del Crel ritorniamo in Aula su questo argomento, se facciamo così lo potremmo fare anche all’infinito. Infatti se ad ogni legge che si approva in Assemblea legislativa, magari approvata con un articolo che non è piaciuto perché la maggioranza di quel momento si era formata attraverso un certo tipo di consenso, poi deve essere modifica per restituire un errore di ortodossia, allora potremo farlo per tutti gli atti.
Quindi la prima cosa è l’incapacità c di riprodurre un atto in grado di raccogliere e sintetizzare al meglio tutti i fattori che si dovevano portare alla nascita del Crel, organo di natura statutaria della nostra Regione.
La seconda cosa è che nel merito siamo ancora in completo disaccordo, perché se volete correggere la parte relativa ai consumatori e poi non accogliere neppure in parte le istanze venute dai nostri banchi, cioè quelle relative al sottodimensionamento di alcune categorie produttive o di altre categorie, allora siamo ancora punto e a capo.
Questo che cos’è?! E’ un’altra volta un colpo di maggioranza fatto su un qualcosa che, invece, dovrebbe riunirci in quanto è una cosa che riguarda, appunto, il nostro Statuto? Se è questo non ci siamo!
Quindi a maggior ragione, alla luce di tutto quello che abbiamo detto, questa Assemblea legislativa regionale non è in termini di efficienza, presenza, efficacia e tempestività degli interventi. Guardate anche in che spettacolo andiamo a discutere nuovamente di questa questione! Non mi pare sia dignitoso neppure sotto il profilo formale fare un’altra volta in questa maniera la discussione sul Crel.
Penso che la cosa migliore dovrebbe essere quella di rinviare in Commissione questa materia cercando di accogliere le istanze di tutti e non fare un colpo di maggioranza su una questione votata in quest’Aula e volerla correggere immediatamente in quanto non è nell’ortodossia e non è in quella linea scelta a suo tempo dal testo arrivato in Aula.
Quindi faccio la proposta di rinviare in Commissione la modifica di oggi.

PRESIDENTE. Sulla richiesta di rinvio in Commissione della proposta di legge regionale n. 249 ha chiesto la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Faccio una proposta, formulata anche come un sub emendamento, che cerca di dare una risposta che mi auguro possa essere unanime e che ci possa consentire quindi di chiudere dignitosamente questa partita. Cioè si vuole aumentare in maniera assolutamente contenuta il numero dei rappresentati, ci facciamo carico di avere un rappresentante delle associazioni dei consumatori in più, un rappresentante del mondo della cooperazione, dell’artigianato e degli imprenditori in più.
A me pare che rafforzando (sono venticinque componenti) queste categorie si mantiene comunque un sostanziale equilibrio. Questo ci consente di chiudere questo organismo con un voto unanime per dare così un bel messaggio alla società marchigiana. Un ulteriore rinvio in Commissione a me sembra francamente eccessivo.

PRESIDENTE. Ha chiestola parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Visto che mi sembra che la richiesta della relatrice Mollaroli verrà condivisa anche dal gruppo di Forza Italia e dal Popolo delle libertà, noi esprimiamo un giudizio critico e indi voteremo contro un’impostazione di questo tipo.
Perché si cambia la legge senza colpo ferire con uno strappo in Assemblea legislativa regionale per dire di no ad una votazione legittima su una proposta del Consigliere Massi che introduceva tre-quattro figure in più, mentre adesso per non sbagliarsi l’Assemblea addirittura ne vuole introdurre sei! Quindi si introduce una normativa che squilibra un organismo che già va senso della degenerazione della concertazione e che agevola il corporativismo della società.
Secondo me l’Assemblea legislativa regionale non si rende conto di quello che sta facendo! Pertanto se passa un’impostazione di questo tipo no voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Oggi mi aspettavo non certo una modifica ad una legge passata quindici giorni fa in questa Assemblea legislativa, ma il regolamento previsto dalla stessa legge sul Crel per poter attuare tale normativa almeno per il prossimo anno 2009. Invece siamo addirittura tornati a discutere su quante persone potranno far parte del Crel, se alcune categorie ne hanno una in più o una in meno.
Penso che ai cittadini non importi se ci saranno quattro, uno, tre rappresentanti dei consumatori, e comunque già c’è stata una grave inadempienza a livello di scuola, infatti abbiamo fatto fuori l’università e non abbiamo rappresentanti autorevoli del nostro tessuto sociale. Ma passi questo, oggi torniamo in Assemblea legislativa per parlare ancora di queste cose.
Penso che ci sia stato un atto irriverente nei confronti della minoranza che aveva una sua proposta concreta, all’inizio è stata fatta una forzatura e oggi c’è la prova che questa forzatura è stata fatta in danno di una proposta di legge valida per il territorio. Tanto è vero che oggi la maggioranza la sta emendando sconfessando anche, come ha assunto il Consigliere Procaccini, la stessa autorità dell’Assemblea legislativa che dopo quindici giorni smentisce un atto che ha votato poco prima.
Parlando a titolo personale e non a titolo del gruppo di Forza Italia per il quale si è espresso il Capogruppo, ritengo che ancora una volta stiamo dimostrando un’incapacità latente e soprattutto stiamo dimostrando ai cittadini che non vogliamo realizzare il Crel. Perché se volessimo realizzare davvero questo organismo dovremmo immediatamente provvedere con un regolamento in quanto questa legge è carente proprio delle parti esecutive. Tra l’altro questa cosa nella proposta di legge della minoranza era esattamente prevista, quindi potevamo fare un lavoro migliore assommando gli sforzi della minoranza e della maggioranza su un unico testo.
Quindi sono assolutamente contrario a questa modifica.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Questo non è sicuramente un tema su cui fare una battaglia ideologica. Pero l’altra volta era stata fatta una discussione sul numero di questo organismo su cui tutto sommato concordavamo, tanto è vero che alcuni avevano proposto di aggiungere delle categorie che non erano previste e a fronte di questa aggiunta abbiamo sottratto ad altro proprio per non alterare gli equilibri. Oggi decidere di aumentare in maniera così consistente mi lascia un po’ perplesso.
Comunque se questo serve a comporre gli equilibri ci rimetteremo alla volontà, però se prima facciamo delle scelte su cui troviamo un accordo e per un errore poi dobbiamo tornare su questa legge, alla fine rischiamo anche di non essere coerenti con le cose che avevamo detto l’altra volta.
Comunque, ripeto, mi rimetto alla volontà.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei esprimere una parziale soddisfazione alla conclusione di questo iter, seppur condivido le precisazioni e le riflessioni fatte dal Consigliere Santori del mio gruppo.
Ritengo che una conclusione che possa portare ad un voto unanime su uno strumento come questo sia un auspicio che vuole veder comporre tutta questa organizzazione.
Nella fase di come era stata composta purtroppo abbiamo dovuto parlare dei numeri della composizione che penso non sia il fatto fondamentale e più strategico di questo strumento, ma che comunque pone questa fase di avvio su un piano di tranquillità e di serenità che permetta poi di far partire questo lavoro almeno con questo auspicio iniziale.
Quindi siamo soddisfatti, ripeto, magari non totalmente, ma comunque lo siamo in quanto si è voluto trovare una soluzione condivisa. E’ per questo che appoggeremo questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Penso che la nostra proposta, quella cioè di discuterne cercando di migliorare e trovare una sintesi nel testo uscito fuori dall’Aula quindici giorni fa, sia stata raccolta dalla Presidente della Commissione Mollaroli che ha formulato, insieme al Consigliera Romagnoli, un emendamento in questo senso.
Quindi ritiro la mia proposta di rinvio in Commissione in quanto, appunto, c’è questa proposta che è molto modificativa rispetto al testo arrivato oggi in Aula, dando così un migliore segnale attraverso questa ultima composizione.
Certo, nei meccanismi del Crel ci sono anche altri limiti che ci lasciano perplessi, lo abbiamo detto nella discussione fatta l’altra volta, però quei limiti pur permanendo oggi sono stati almeno in parte colmati da una migliore rappresentatività dell’organismo che speriamo sia foriera di un buon lavoro a fianco dell’Istituzione assembleare regionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Voglio fare una dichiarazione di voto e questo anche per agevolare gli organi di informazione.
Noi questa sera non votiamo l’istituzione del Crel, questo perché l’Assemblea legislativa regionale, anche con il nostro voto favorevole, aveva deliberato l’istituzione del Crel qualche seduta fa, oggi invece questa istituzione regionale si stravolge.
Infatti con l’introduzione di una ulteriore rappresentanza, ad esempio quella del mondo delle imprese, si è alterata un’impostazione di equilibrio, in particolare la maggioranza del Partito democratico se ne è assunta la responsabilità arrivando ad una mediazione seduta stante insieme a Forza Italia. La realtà è questa.
Quindi per un motivo di sostanza, per il metodo e anche per il rispetto della dignità dell’Assemblea legislativa regionale noi voteremo contro.

PRESIDENTE. Gli uffici mi dicono che si sta provvedendo a scrivere il subemendamento proposto, quindi dal momento che mi hanno detto che c’è un accordo unanime, proporrei di discutere la proposta di legge n. 251.

Proposta di legge n. 251
della Consigliera Mollaroli
“Modifica all'articolo 8, comma 4, della legge regionale 10 agosto 1988, n. 34 “Finanziamento dell'attività dei gruppi consiliari”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge regionale n. 251 ad iniziativa della Consigliere Mollaroli. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Questo atto si tratta di una modifica alla lett. b del comma 4 della l.r. n. 34/88.
Se parliamo in una forma puramente tecnica e legislativa riusciremo a capirci poco. In realtà con il decreto legislativo 175 del 2001, poi ribadito attraverso la Finanziaria del 2008, si prevedeva che qualunque incarico di carattere coordinato e continuativo doveva essere dato soltanto a titolari di laurea escluso il personale politico degli enti locali e dei Ministeri, quindi all’interno di questo la Regione ovviamente non figura in quanto non fa parte né del Ministero, né degli enti locali. Quindi siamo l’unico soggetto pubblico che si trova ad incappare all’interno di questo decreto poi ribadito dalla Finanziaria.
Il 29 aprile del 2008 avevamo presentato una proposta di legge, a firma del Consigliere Rocchi e mia, che riguardava le modalità di finanziamento dei gruppi consiliari e quindi anche della dotazione del personale, avevamo utilizzato quella proposta di legge per correggere ciò che ritenevamo una svista posta nel decreto legislativo nazionale. Sennonché questa nostra modifica venne impugnata davanti alla Corte Costituzionale, quindi oggi siamo stati costretti a riportare un’ulteriore modifica, in questo caso concordata con il dirigente nazionale del settore, in modo che si possa andare avanti con la dotazione dei gruppi consiliari.
Faccio presente che qualora questa modifica non venisse recepita e continuasse ad andare avanti il decreto legislativo e la Finanziaria, significherebbe che quasi tutto il personale esterno in dotazione dei gruppi consiliari dovrebbe essere cancellato e sostituito con altro personale proprio perché gran parte di esso non ha la laurea.
Quindi per poter mantenere il personale che oggi abbiamo nei gruppi – io non ho personale esterno, ma quasi tutti i gruppi ne hanno – questa modifica dovrebbe essere accolta. Penso comunque che difficoltà non ce ne saranno in quanto, ripeto, è stata già concordata con l’ufficio legislativo nazionale.

PRESIDENTE. Il Consigliere di minoranza Massi rinuncia alla relazione e se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. Trattandosi di proposta di legge composta di un solo articolo procediamo alla votazione finale.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge regionale n. 251. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Comi sull’ordine dei lavori.

Francesco COMI. Ci sono i punti n. 8 e n. 9 all’ordine del giorno sui quali c’è la convergenza di tutta la Commissione, quindi potremo limitarci alle sole relazioni di maggioranza e approvarle con grande velocità.

PRESIDENTE. Dunque la proposta è di fare brevi relazioni di maggioranza sulla proposta di legge n. 234 e sulla proposta di atto amministrativo n. 88, su cui c’è accordo. (…) Bene, allora lo facciamo soltanto sulla proposta di legge n. 234.

Proposta di legge n. 234
dei Consiglieri Comi, Ortenzi
“Norme relative all'impiego dei fondi assegnati alla Regione ai sensi dell'articolo 2, comma 107, lettera e), della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 234 ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Ortenzi. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questa proposta è composta di un solo articolo di due commi, è un’opportunità che diamo di utilizzare il fondo per il terremoto destinato a quei Comuni che hanno utilizzato in questi anni personale a tempo determinato. Questo fondo di fatto diventa uno zainetto per il lavoratore che in questo modo può essere stabilizzato anche da altri enti che ne faranno richiesta, quindi per gli anni di finanziamento della legge si avrà a disposizione il vantaggio di questo tipo di finanziamento.
E’ una legge semplice che ha un articolo altrettanto chiaro, ma di sicura importanza in quanto interviene su lavoratori che ormai da diversi anni operano nelle amministrazioni pubbliche, amministrazioni che hanno avuto la necessità di queste figure e con queste caratteristiche. Figure che oggi attraverso questa norma legislativa trovano l’opportunità di una collocazione stabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questa proposta nasce dal fatto che mancano ancora, a completamento di un ciclo avviato anni or sono, le stabilizzazioni nei Comuni di alcune figure di personale che erano state già inserite in graduatorie degli idonei, ma che non hanno ancora avuto una collocazione definitiva. Il personale è quello degli uffici preposti alle pratiche della ricostruzione post-terremoto, sisma che ha colpito la nostra regione quindici anni fa. Sono poche unità a cui può essere dato questo tipo di indicazione, o meglio, dato ai Comuni e agli enti territoriali locali (Asl o enti collegati alle Regione, Provincia e quanto altro).
A questi enti si vuole dare un’opportunità ulteriore per definire in maniera stabile il rapporto con queste poche unità rimaste a collaborare a tempo determinato nelle pratiche post-terremoto. Cioè si vuole offrire la possibilità di utilizzare i fondi che ogni anno in Finanziaria lo Stato destina all’implementazione di personale extra pianta organica che può assolvere a quelle funzioni che un singolo Comune non avrebbe potuto assolvere sin dall’inizio della crisi post-terremoto in quanto ci sono pratiche tecniche, pratiche legate a leggi di finanziamento per la ricostruzione.
Spostare queste risorse significa dare una mano a quel personale non prettamente di enti da cui proviene, ma di altri enti che, appunto, hanno necessità di assumere.
Quindi ciò è a sostegno di questo tipo di opzione su cui abbiamo espresso parere favorevole in quanto si tratta di destinare risorse in maniera mirata a coloro che in effetti poi rendono stabile il rapporto.
Qual è l’unica preoccupazione. Primo, che i finanziamenti dei prossimi anni andranno a decrescere e quindi saranno di minore appetibilità per coloro che vorranno utilizzare questo tipo di norma.
Secondo, il fatto che comunque stabilizziamo un rapporto al di fuori del meccanismo concorsuale, anche se qui comunque una selezione c’è stata perché c’è stata una graduatoria di idonei che ha dato la passibilità di verificare se vi erano titoli. Comunque è certamente vero che non vi è stato un bando di gara per questa o quella tipologia di collaborazione amministrativa, tecnica o quant’altro.
La terza preoccupazione, infine, è che nel frattempo alcune situazioni, ormai superate le incombenze del post-terremoto, sono state stornate verso altre incombenze, ad esempio una figura potrebbe essere stata utilizzata per altro tipo di mansioni. Questa relazione di per se non è negativa, ma si potrebbero anche assumere delle figure anomale, cioè figure con certe funzioni che però si sono specializzate per altre. Quindi sarà un po’ difficile verificare che quel tipo di figura sia effettivamente rispondente alle esigenze di un qualsiasi altro Comune.
Comunque le preoccupazioni non superano le positività di questo tipo di scelta anche perché, ripeto, si vanno a destinare risorse per il personale in maniera mirata cioè a favore di rapporti più stabili e più duraturi nel tempo.
Quindi riteniamo che questa proposta possa essere accolta.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. Trattandosi di proposta di legge composta di un solo articolo procediamo alla votazione finale.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

Proposta di legge regionale n. 234. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Presidenza dellal Vicepresidente
Stefania Benatti

Riprendiamo ora il punto relativo alla proposta di legge regionale n. 249.

Art. 1.
Subemendamento n. 001 delle Consigliere Mollaroli e Romagnoli:
Il subemendamento 01 è così sostituito: prima delle parole “quattro rappresentanti delle associazioni dei consumatori” sono inserite le seguenti “due rappresentanti delle imprese industriali, due rappresentanti delle imprese artigiane, un rappresentante delle imprese cooperative” . La parola “ventuno” è sostituita con “venticinque”. Dopo la parola “ventuno” sono inserite le seguenti parole “tre rappresentanti delle imprese industriali, tre rappresentanti delle imprese artigiane, due rappresentanti delle imprese cooperative”. Le parole “un rappresentante dei consumatori” sono sostituite dalle seguenti “due rappresentanti delle imprese dei consumatori”.
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Sub emendamento n. 01 del Consigliere Massi. Ritirato

Emendamento n. 1 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni. Decaduto
Emendamento n. 2 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato
Emendamento n. 3 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato
Emendamento n. 4 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni. Ritirato

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1 bis (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione
(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge regionale n. 249. La pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)

(L'Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ora visto che l’accordo preso questa mattina era di arrivare sino alle ore 14,30 chiedo all’Assemblea il suo intendimento. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Credo anche a nome della maggioranza che si debbano continuare i lavori per poter discutere, come prima chiedevo, la proposta di atto amministrativo n. 88.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Ad inizio di seduta di questa mattina la prosecuzione era stata bocciata!

PRESIDENTE. Comunque, visto che c’è la richiesta del Consigliere Comi di proseguire i lavori per discutere della proposta di atto amministrativo n. 88, la devo mettere in votazione. Ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La mia dichiarazione è a favore, caro Consigliere Comi, così il teatrino è completo! Ora siano arrivati alle ore 14,35 e vogliamo votare la prosecuzione, quando questa mattina era stato deciso che alle ore 14,30 la seduta doveva terminare.
Quindi abbiamo proprio fatto una bellissima espressione di grande capacità di lavoro istituzionale alacre ed efficace!
Comunque alla proposta del Consigliere Comi voterò a favore, voglio proprio vedere se in quest’Aula ci saranno i numeri!

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di prosecuzione della seduta.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 88
della Giunta regionale
“Piano telematico regionale per lo sviluppo della banda larga e il superamento del digital divide”
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 88 ad Comi.

Francesco COMI. Voglio ringraziare i Consiglieri di maggioranza e di minoranza per aver accettato di discutere brevemente questo punto. Voglio ricordare, lo dico senza alcuna vena polemica, che lo avevamo rinviato già fin dall’ultima seduta assembleare, e questo rischia di produrci qualche danno per l’avvio dei lavori che ad esso sono collegati.
Nell’ultimo decreto legge presentato dal Governo, nel recuperare le risorse che dovranno andare a finanziare lo sgravio fiscale dell’Ici per la prima casa, oltre al tanto annunciato taglio per i trasporti pubblici locali, c’era anche il taglio di 50 milioni di euro per i fondi che riguardano il sostegno alla banda larga.
Quindi c’è il rischio che la Regione perda parte del finanziamento contenuto nella Finanziaria scorsa.
Ora relazionerò molto brevemente nel rispetto dell’Aula e del tempo concessomi.
Questo atto non è rituale, ha un valore politico molto importante. Il livello dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica, quindi anche il livello di arretratezza dello sviluppo di una regione, sono testati, appunto, dal livello di innovazione tecnologica e quindi dal livello di diffusione della banda larga sul territorio.
Su questo tema nella nostra Nazione stiamo recuperando i tempi persi, stiamo recuperando l’iniziale ritardo e quindi il relativo gap infrastrutturale. Però dobbiamo dire che malgrado il tentativo lodevole di recupero, il contesto finanziario stagnante e il rallentamento generale soprattutto negli ultimi tempi negli investimenti rischiano di accentuare quel divario che c’è tra i territori per la differente dotazione tecnologica. Quindi rischiano di aumentare il divario di competitività che c’è anche nel nostro territorio regionale.
L’Unione europea sta investendo molto in questa direzione - non voglio ribadire questo concetto -, lo ha fatto soprattutto attraverso le risorse impiegate nei fondi strutturali.
Comunque c’è un dato, cioè che accanto agli investimenti che molti soggetti, anche privati, stanno producendo sul territorio, poi le difficoltà finanziarie che riguardano i processi di privatizzazione e di liberalizzazione rischiano di lasciare dei vuoti sul territorio. Quindi in un certo senso obbligano la politica a prendere l’iniziativa di investire su quelle zone che altrimenti i finanziamenti europei, regionali e statali, lascerebbero scoperte.
Dunque riuscire a garantire la diffusione delle infrastrutture nelle reti di telecomunicazione è essenziale per il superamento del digital divide. Inoltre perché attraverso queste infrastrutture si diffondono i servizi multimediali avanzati che consentono poi lo sviluppo dell’entroterra.
La Regione Marche, grazie anche ad un accordo di programma sottoscritto con il Ministero delle telecomunicazioni, è riuscita ad impegnare oltre 21 milioni di euro, che derivano 13 milioni della Finanziaria e 8 milioni dai Fas, oltre ai 24 milioni di euro che derivano dai fondi strutturali.
Con queste risorse ci poniamo l’obiettivo ambizioso – lo avrete sentito anche sulla campagna mediatica di questi giorni – di arrivare nel 2010 a garantire la copertura di tutto il territorio regionale per quello che riguarda i quattro megabyte al secondo. Si parte dai 70 Comuni che hanno una maggiore arretratezza tecnologica per poi gradualmente proseguire fino al 2010 alla copertura di tutti i 147 Comuni che altrimenti rischierebbero di rimanere scoperti.
Con le risorse che rimangono a disposizione, circa 14 milioni di euro, al 2012 l’obiettivo sarà quello di coprire tutto il territorio regionale con i 20 megabyte al secondo.
Mi rendo conto che l’attenzione dell’Aula è scarsa, mi rendo conto che la presenza di molti Consiglieri sia di maggioranza che di minoranza è limitata, però questo è sicuramente uno degli atti più importanti prodotti dalla Regione. E’ un atto del quale nei prossimi anni ne riusciremo a verificare gli effetti e l’azione tangibile sul territorio, riusciremo a verificarlo soprattutto quando parleremo di sviluppo e della necessità di recuperare quel gap che c’è tra l’entroterra e la costa, due fasce territoriali che camminano ancora oggi a due velocità.
Mi spiace non poter approfondire la questione, voglio lasciare la discussione all’Aula, comunque ritenevo assolutamente sbagliato non approvare oggi questo atto.
Voglio accennare, e lo ribadisco senza alcuna vena polemica – lo dico ai Consiglieri Capponi e Pistarelli -, che parte di questo progetto, il primo piano telematico regionale che viene realizzato, poggia oltre che sui fondi europei e regionali anche sui fondi statali previsti dalla Finanziaria. Osserviamo con particolare timore e con una certa malcelata preoccupazione il decreto di questi giorni che per sostenere lo sgravio derivante dal recupero dell’ici, rischia di mettere a repentaglio anche il progetto dei 50 milioni del piano della banda larga. Ciò è preoccupante perché il Governo nel cercare affannosamente di mantenere un serio impegno e nel tentativo di recuperare risorse poi non interviene sulla spesa corrente, ma va ad incidere direttamente sugli investimenti ed in particolare su quelli che riguardano l’innovazione e quindi il futuro.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ad eccezione dell’ultima parte della relazione del Consigliere Comi, che poi confuterò anche con documentazioni specifiche, su questo programma che stiamo esaminando vorrei dire quel è la valutazione dell’apposizione.
Questo è un piano che adotta una strategia di analisi del tutto condivisibile sulla situazione del divario tecnologico (c.d. digital divide) tra le are della nostra regione.
Certamente, come sapete, c’è un interesse economico delle compagnie telefoniche di aver diffuso nelle aree ad alta concentrazione residenziale questo servizio e di non averlo sviluppato nelle aree dove c’è maggior difficoltà e soprattutto con ingenti costi di investimento per la fornitura di questo servizio.
Il digital divide in questa regione ha due sfaccettature. Una è quella socio-economica, infatti ci sono realtà che non hanno questo servizio e realtà invece che ce l’hanno. Ci sono studi condotti da diversi università che ci dicono che oggi il digital divide potrebbe addirittura rappresentare un aumento dell’1,6% del Pil nazionale qualora con questa tecnologia coprisse l’intero territorio nazionale. Comunque ci sono anche studi che dicono il contrario, per esempio in Inghilterra sostengono che non sia così assiomatico il fatto di avere una copertura totale di questo tipo.
Noi però nelle Marche abbiamo uno svantaggio che si somma anche ad altri. Oggi le aree meno servite sono quelle interne e ad eccezione di quelle Comunità montane che hanno investito su questa tecnologia e hanno creato sistemi autonomi di banda larga, per il resto c’è stato un totale disinteresse sia della Regione, Consigliere Comi, che del privato che non ha investito in quanto non era conveniente farlo.
Allora come ne possiamo uscire? E perché contesto le ultime affermazioni del Consigliere Comi? Il Governo nella Finanziaria d’estate ha messo la banda larga come obiettivo strategico nazionale, quindi non c’è la possibilità di attaccarlo su questo. Certamente lo ha fatto con strumenti…(…) non è vero, Assessore, lei qualche volta deve ascoltare anche noi invece di dare sempre giudizi! Tra l’altro domani ho visto che andate a parlare con il Ministro Letta, eventualmente sarà lui a chiarirvi la situazione!
Dicevo, il Governo Berlusconi nella Finanziaria – che nessuno chiama così perché è stata posta anzitempo, ma è una vera e propria Finanziaria per il 2009, è stata già approvata dai due rami del Parlamento – stabilisce che la banda larga sarà un progetto strategico nazionale. Però il nostro Governo ha posto in essere altre condizioni che sono quelle relative alla agevolazione della posa in opera delle infrastrutture per la trasmissione e per la realizzazione delle reti. Questo, da una stima sommaria fatta dal Ministero, comporterebbe
Quindi non è un nostro obiettivo il fatto di non sviluppare la banda larga, perché probabilmente l’obiettivo è quello sì di sviluppare la banda larga ma con il concorso dei privati. In questa regione non si capisce mai chi deve fare delle cose, secondo me ci occupiamo di troppe cose che non sono di nostra competenza proprio perché vogliamo intrometterci in tutte queste questioni soprattutto di natura politica.
La proposta che fa oggi il Governo è quella di sostenere nella realizzazione il privato e non di sostituirsi ad esso. Anche perché il collegamento tra pubblico e privato pensiamo sia una delle strategie vincenti, sostenere cioè l’investimento privato quando esso non è opportunamente enumerato dal mercato.
Questa è un’affermazione contenuta proprio nel dispositivo della legge finanziaria.
Quindi la nostra indicazione era quella – l’abbiamo detta anche alla Conferenza dei Capigruppo – di ritardare questo piano, un piano che non è neppure strategico in quanto domani si attua ciò che ci proponete oggi, ma che poi avrà bisogno di tutti quegli strumenti successivi di realizzazione.
Voi volete approvare questo piano soltanto per avere le mani libere e per poter fare tutto quello che volete da domani mattina, pertanto su questo non ci stiamo!
Questa è dunque la nostra impostazione. Inoltre vorremmo anche conoscere come verranno fatte le gare, vogliamo delle ulteriori strategie perché oggi siamo molto preoccupati della situazione economica di questa regione. Le aziende del settore dei lavori pubblici in modo particolare ci stanno richiedendo un’attenzione perchè oggi in questa regione non essendo dotata di nessuna legge di protezione del sistema delle imprese locali per l’affidamento dei lavori pubblici, rischiamo che dal nostro territorio venga tutto assorbito dall’esterno.
Quindi vogliamo che prima ci sia una norma che sancisca le regole per i subappalti, vogliamo che ci sia una regola per l’affidamento dei lavori, frazionare quanto possibile gli appalti per far si che le imprese marchigiane possano partecipare e non vengano escluse dalla competizione; certo, oggi le nostre imprese sono piccole e magari non si sono aggregate nel passato, ma quello era ed è il nostro substrato economico e sociale.
Pertanto vorremmo che oggi su tutte le forme di investimento sostenute da contributi della Regione Marche, prima venga fatta una netta specificazione di come ci si vuole comportare. Su questo faremo delle battaglie che comunque abbiamo già iniziato.
Dunque questi sono i motivi strategici per cui volevamo rinviare questo piano, vogliamo che la Regione innanzitutto si doti di una chiara normativa sugli affidamenti dei lavori in quanto comporta il contributo pubblico di 30 milioni di euro su cui voi poggiate di nuovo un’altra fase dei Fas; tra l’altro questi Fas non sono stati programmati da nessuno e invece dovevano essere programmati dall’Assemblea legislativa regionale, e ogni volta che noi chiediamo qualche cosa ci sentiamo rispondere che lo si farà con i Fas. Quindi diciamo che ciò che avete previsto che deve essere risolto con i Fas sono sostanzialmente quasi tutte le opere pubbliche che necessitano in questa regione. Però secondo me non c’è capienza, quindi bisognerà che prima ci presentiate il piano, e non che mettiamo prima nel piano e poi facciamo il piano dei Fas. Prima bisogna fare il piano dei Fas e poi le somme che potranno essere messe in questo piano del digital divide ce le metteremo.
Voi non potete accusare l’opposizione di una scarsa attenzione perché per quanto riguarda il Por l’implementazione delle risorse per la banda larga l’abbiamo proprio messa noi con un emendamento. Quindi su questo, Consigliere Comi, non siamo attaccabili.
Vorremmo sapere, perché da qui non si evince, quale sarà il sistema della Regione Marche. Ci sarà un sostegno al sistema privato della realizzazione delle reti infrastrutturali del digital divide oppure ci saranno altre formule che oggi non conosciamo? Su questo vogliamo dire la nostra in quanto è di competenza dell’Assemblea legislativa regionale, quindi non vogliamo essere espropriati delle nostre prerogative.
Inoltre inviterei la Giunta di cercare ormai di programmare gli investimenti per questa regione con l’ottica anche di difendere il sistema economico in essa insediato e non come avviene oggi per i lavori della Quadrilatero o come sta avvenendo per i lavori dei consorzi di bonifica che hanno fatto mega appalti e poi questi appalti hanno espropriato dalla possibilità di partecipazione tutto il sistema delle imprese delle Marche.
Dunque, Assessore, voglio capire qual è la difesa del sistema Marche di cui tutti i giorni parlate e ci riempite le pagine dei giornali!
Noi vogliamo lavorare in questa direzione e credo sia una direzione su cui potrà anche esserci una grande condivisione, però vogliano che vengano messi ad hoc gli strumenti che servono e non soltanto l’apparenza o il proclamare un comportamento e poi accorgersi che su tutti gli atti di programmazione nulla c’è di questa strategia.
Noi avevano chiesto ai Presidenti dei gruppi di poter rinviare l’approvazione di questo piano in quanto non c’è nessuna urgenza, anche perché il Governo sta riprogrammando su questo settore, quindi probabilmente dovrete rivedere questo piano anche alla luce di quello che prevederà il Governo nella semplificazione della pubblicità delle reti che verranno realizzate con le risorse pubbliche. Cioè le reti non potranno essere di proprietà di qualcuno in quanto in Italia c’è concorrenza, allora potrebbero essere anche gestite da qualsiasi gestore.
Insomma noi vogliamo che su questo piano innanzitutto ci sia tutto questo, altrimenti non lo voteremo e non per la strategia, infatti quella la vogliamo costruire noi, ma perché prima di tutto vogliamo capire quegli aspetti che non sono sanciti in questa proposta. Tra l’altro devo dire che come Consigliere regionale di opposizione preferirei avere le carte ferme e avere a disposizione lo strumento operativo del Governo Berlusconi dove vi è stata messa un’enorme quantità di risorse per il digital divide e vedere se magari noi stiamo facendo qualcosa che potrebbe anche precluderci l’ottenimento di ulteriori risorse da parte dello stesso Governo. Addirittura il Governo potrebbe fare una struttura dorsale di tutto il sistema appenninico magari anche con un’unica grande operazione che naturalmente richiederebbe anche meno risorse a differenza di fare invece tante piccole situazioni locali.
Quindi su tutto questo non abbiamo la risposta, tra l’altro ho visto che il Presidente Spacca domani ha chiesto un incontro al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Letta di cui uno degli argomenti è proprio questo, allora non capisco perché oggi ci sia tutta questa fretta di approvare questo piano sulla banda larga.
Dunque riteniamo che oggi questo strumento debba essere procrastinato, e non rimandato, in quanto noi dell’opposizione che siamo al Governo nazionale vorremmo vedere se si amalgama, appunto, con la strategia del Governo.
Peraltro penso che sia nell’intenzione e nella volontà di tutti di avere questo amalgama e questa strategia complessiva di livello nazionale. Devo anche dire che bisognerebbe rivedere le spine e i fabbisogni alla luce della semplificazione che il Governo ha portato con la legge finanziaria e che consente, come recita la relazione allegata, un risparmio di circa il 60%, ci sono infatti notevoli risparmi in termini di concessione e notevoli risparmi anche per le imprese che devono realizzare questa infrastruttura.
Quindi vi chiediamo se non c’è nessun’altra urgenza, e nel caso ce la dovete dimostrare, di soprassedere in attesa di avere le idee più chiare. Certamente se andrete avanti con un piano che poi non dovesse rispondere alla programmazione nazionale e che andrà in contrasto con questa, disperdendo così delle risorse invece indispensabili, ve ne dovrete assumere tutte le responsabilità con le dovute conseguenze.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei chiedere innanzitutto dov’è il Presidente Spacca, prima ancora di chiedergli se nell’incontro con il Ministro ci sarà come oggetto anche questo argomento! Dov’è il Presidente Spacca in questa discussione! E’ stato tanto veloce a nome della Giunta a fare manifesti in tutta la Regione Marche, ha detto che già abbiamo il piano e che arriveremo con le due fasi fino al 2013. E’ stato tanto veloce a promuovere in tutta la regione un atto ancora solo licenziato dalla Giunta, infatti ancora non è stato approvato dall’Assemblea legislativa regionale. Quindi dovrebbe essere altrettanto solerte ad essere qua e difendere questo suo piano! E quella di vedere un’Aula in ascolto delle ragioni della Giunta e viceversa eventualmente non sarebbe soltanto una cortesia istituzionale, anzi dovrebbe essere dovere sia politico che istituzionale, qui invece proseguiamo in uno spettacolo veramente indecoroso. Ripeto, ci troviamo di fronte ad un atto che prima è stato propagandato e poi portato in Aula per la discussione, ma è un Aula che vede quattro persone della maggioranza ed una sola persona in rappresentanza, pur autorevole, della Giunta.
Non so se questa sia una cosa che deve fare indignare oppure se è sciocco chi si indigna! A me pare che stiamo invertendo la realtà delle cose, quindi ancora una volta ribadisco il fatto che siamo in condizioni assolutamente inaccettabili di lavoro.
Sul merito. Se la Giunta non viene a specificare quelli che sono stati gli argomenti riportati dal Consigliere Capponi e che userò anch’io, cioè di come si allineano questi tipi di interventi con le nostre risorse, in quanto il Fas sembra il pozzo di San Patrizio o il cappotto di Napeolene - volendo usare termini gergali ma che sono anche più diretti -. Questo Fas me lo ritrovo a tutti i livelli, oggi su tutti i giornali c’è il discorso che Pesaro, città ferita perché il suo territorio aveva avuto di meno, sarà sicuramente destinataria di gran parte di Fas a nostra disposizione. E questo sta diventando altro che il pozzo di San Patrizio, mi sembra stia diventando la pietra filosofale!
Qui ampiamente si utilizza il Fas, anche se non è solo Fas ci sono anche altri interventi, però non è accettabile se non lo allineiamo anche con le disposizioni normative nazionali che prevedono precise procedure.
Io ho qui la manovra finanziaria c.d. d’estate, manovra di sviluppo economico, semplificazione, competitività, stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria. Vedete che c’è tutta una grossa parte iniziale proprio legata a questo: Art. 2 Capo I, titolo II, Innovazione e banda larga, con tutta una copiosa serie di commi. Poi c’è l’art. 3 sullo star-up, cioè la partenza di questo tipo di questioni. L’art. 4 sono gli strumenti innovativi di investimento legati a questo tipo di intervento.
Allora, primo, come si allineano queste nostre questioni pensate prima di tale decreto? Secondo, quali sono gli strumenti di sostegno finanziario? Terzo, quali saranno le scelte che verranno effettuate in concreto sul territorio? Io ho letto di tutto, nel passato si è parlato di un grande parco tecnologico nella nostra regione, nel presente si è parlato di hub nella regione Marche che avrebbe a raggiera tutta una serie di rapporti anche intereattivi e quanto altro.
Dunque leggo di tutto, ma poi mi rendo conto che la realtà è quella che in contrada Corneto di Macerata, che praticamente è centro in quanto si trova a due passi dall’ospedale civile, non c’è la Adsl, quindi ci sono tutta una serie di operatori che devono lavorare senza Adsl! Questo è a due passi dal centro, se dopo il semaforo invece di prendere per l’ospedale, girate a destra e prendete quella via che va verso le zone nuove di Macerata, ecco quella zona non è servita da Adsl, sono mesi forse anni che i cittadini raccolgono firme!
Quindi la realtà delle Marche mi pare sia più questa che quella degli annunci, dei grandi manifesti dove si dice “fonderemo il gap tecnologico di questa regione con un progetto e un processo che abbiamo già fatto”, quando invece oggi che dobbiamo discuterlo, affrontarlo, analizzarlo, poi lo facciamo in assenza dei più importanti interlocutori, in primis il Presidente della Giunta Spacca e poi l’Assessore Giaccaglia che ha la delega alla innovazione, mi sembra sia stato lui a fare quelle illustrazioni nella stampa locale di tutto quello splendore e di tutto quel ben d’Iddio che è il vostro piano di sviluppo telematico e delle reti innovative!
Mi fermo qui, ma a questo punto chiedo la verifica del numero legale in quanto un’Aula in queste condizioni non mi sembra dignitosa. E’ un’Aula tra l’altro che è stata portata in queste condizioni perché se facevamo quel lavoro già stabilito dall’ordine del giorno forse potevamo essere più presenti ed essere in grado di partecipare tutti quanti alla votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. L’ultima dichiarazione del Consigliere Pistarelli era scontata, infatti la verifica del numero legale sarebbe stata richiesta anche fossero state le ore 9,00 di questa mattina e questo perché la contrarietà politica a questo atto da parte del Popolo della libertà è stata manifestata anche in sede dei Presidenti dei gruppi assembleari dove avevate già detto che questo atto non doveva essere discusso e che doveva essere rinviato.
MI sembra che sui contenuti e sulla necessità della nostra regione rispetto alla programmazione per l’abbattimento del digital divide previsto da questo piano telematico, nessuno abbiamo avuto, e neanche l’opposizione, niente da ridire.
Io non ho sentito una sola critica a questo piano, non ho sentito una sola critica rispetto alla necessità in questo territorio di abbattere il digital divide. Nessuna critica neanche sulla strategia adottata da questo piano, quella cioè di passare entro il 2010 ai quattro megabyte su tutto il territorio regionale ed arrivare poi all’attivazione dei 20 megabyte entro il 2012.
La questione evidenziata dal Consigliere Pistarelli di una zona di Macerata è la stessa questione che nel piano viene analizzata anche per altre zone, ad esempio in Ancona c’è lo stesso problema. E’ una questione che viene risolta con il potenziamento delle reti, con il posizionamento della fibra ottica per la realizzazione delle dorsali e con tutti gli altri interventi qui previsti.
All’interno dell’ultimo decreto che parla anche di banda larga – lo dico sia al Consigliere Capponi che al Consigliere Pisarelli – c’è solo un unico riferimento non ai finanziamenti, ma all’uso del territorio rispetto alla proprietà delle reti, quindi la proprietà pubblica rispetto all’uso dei passaggi delle reti ecc.. L’unica cosa, e penso che sia questo il motivo dell’incontro di domani con il Governo, è sul taglio previsto e che va ad incidere sull’accordo quadro con il Ministero in quanto andrebbe a ridurre risorse e ad inficiare il progetto gestito tramite Infratel.
Motivo del piano è che sul nostro territorio c’è questa necessità sia per i cittadini che per i Comuni e le imprese. Questo intervento per essere funzionale deve finanziare principalmente la riduzione del digital divide delle imprese e a caduta dovrà essere anche per gli enti locali e per i cittadini. Si ridurrà il digial divide in ogni zona del nostro territorio, è una cosa importantissima ancora più importante delle infrastrutture viarie di cui si parla e di cui certamente non riusciremo mai ad avere tutte le risorse.
In una logica di programmazione e all’interno di risorse che al momento sembrano disponibili, se non ci saranno tagli dal Governo nazionale, questo piano permetterà alla nostra economia e alle nostre imprese di poter stare all’interno di un mondo globalizzato.
Dunque mi sembra molto azzeccato il messaggio fatto dalla Giunta regionale che ha parlato di una “regione Marche, regione globale”. Questo messaggio, dove vengono riportate anche date precise, mi sembra voglia essere un impegno sia della Giunta che di questa maggioranza.
E prendersi un impegno ha un certo significato - non è che solo Berlusconi può andare da Vespa e fare il patto davanti agli italiani! Tra l’altro lui non si preoccupa neanche di rispettarlo! - e la Giunta regionale ha preso questo impegno con i cittadini per un certo tipo di intervento all’interno di questo settore.
Questo credo sia un banco di prova importante e una responsabilità che si prende anche questa maggioranza.

PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti a parlare quindi, come richiesto dal Consigliere Pistarelli, passiamo alla verifica del numero legale partendo dalla lettera C. Prego Consigliere Altomeni.


Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna assente
D’Isidoro Antonio assente
Sandro Donati presente
Sara Giannini assente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi presente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli presente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci assente
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi presente
Franco Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani presente
Fabio Badiali presente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni presente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente

PRESIDENTE. Manca il numero legale, quindi la seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,15