Resoconto seduta n.115 del 30/09/2008
SEDUTA N. 115 DEL 30 SETTEMBRE 2008


La seduta inizia alle ore 10,35


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 114 del 23 settembre 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'art. 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate, in data 25 settembre 2008, le seguenti proposte di legge:
- n. 264 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Disposizioni in materia di organizzazione del Consorzio per la industrializzazione delle Valli del Tronto, dell'Aso e del Tesino", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Cal per il parere facoltativo;
- n. 265 ad iniziativa della Giunta regionale concernente: "Modifiche ed integrazioni alla l.r. n. 20/2003, Testo unico delle norme in materia industriale, artigiana e dei servizi alla produzione", assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 266 ad iniziativa della Giunta regionale concernente: "Riordino degli enti e delle agenzie operanti in materia di competenza regionale", assegnata alla I Commissione in sede referente e alle Commissioni III e IV per il parere di cui all'articolo 68 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 289 del Consigliere Brandoni: "Attività degli Ersu";
- n. 290 dei Consiglieri Rocchi, D'Isidoro: "Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione".
Comunico inoltre che ho provveduto, con decreto n. 31 del 24 settembre 2008, all'emanazione di un avviso pubblico rivolto alle associazioni e organizzazioni più rappresentative del mondo economico e del lavoro per la costituzione del Crel.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 16 settembre:
- n. 1207: "Attuazione dell'art. 10 della l.r. 29 aprile 2008, n. 8 concernente "Interventi di sostegno e promozione del commercio equo e solidale", Art. 21 comma 3 della l.r. 3/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese impreviste. €. 50.000,00".
in data 22 settembre
- n. 1215 "Art. 29, comma 2, della l.r. 31/2001 Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 55.000,00";
- n. 1216 "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 18.215,44";
- n. 1217: "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. €. 193.114,27";
- n. 1218: "Attuazione della l.r. n. 9/2008 concernente: "Disposizioni in materia di controllo degli impianti termici degli edifici";
- n. 1219: "Art. 23 e 26 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. €. 2.000.000,00";
- n. 1220: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1 della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 786.720,00";
- n. 1221: "Art. 25 della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni sulla base del protocollo di intesa Inail Marche e Regione Marche e relativi impieghi e modificazioni tecniche al Poa 2008. €. 1.700,00 ";
- n. 1222: "Art. 20, comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell'elenco n. 4 "Spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2008. €. 8.312,72";
- n. 1223: "Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 50.000,00";
- n. 1224: "Art. 29, comma 2, della l.r. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 100.000,00".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Lippi e Minardi.


Interrogazione n. 871
dei Consiglieri Brandoni, Binci
“Convocazione della Conferenza dei servizi tra Regione Marche, Anas, Quadrilatero Spa e comune di Chiaravalle indetta per mercoledì 24 ottobre 2007”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 871 dei Consiglieri Brandoni, Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Premetto innanzitutto che questa interrogazione è di un anno fa.
Per quanto riguarda la richiesta di convocazione della Conferenza dei servizi tra Regione Marche, Anas, Quadrilatero e Comune di Chiaravalle, faccio presente che non esistevano motivazioni di urgenza, bensì di opportunità, in quanto il Comune di Falconara Marittima aveva già sottoscritto in data 1° ottobre 2007 l'Accordo di Programma con la Regione Marche e la Quadrilatero Spa per la realizzazione dell'Area Leader AL5 che interessa il territorio comunale sia di Falconara Marittima sia quello di Chiaravalle.
La convocazione della Conferenza di Servizi rappresentava la conclusione di numerosi incontri politici e tecnici svoltisi nei mesi di settembre ed ottobre 2007, per trovare una soluzione alle richieste formulate dal Comune di Chiaravalle con d.c.c. n. 74/2005 e parzialmente recepite sia dalla d.g.r. n. 1620/05 sia dalla delibera Cipe n. 101/06.
In particolare la soluzione ai quesiti tecnici era stata trovata nel corso dell'ultimo incontro tenutosi presso il Comune con la presenza anche dei tecnici della Quadrilatero Spa.
L'accordo tecnico era stato raggiunto sui seguenti punti, con un notevole impegno finanziario a carico dell'esecutore:
1. nel progetto vanno escluse le aree già oggetto di lottizzazione e già edificate in adiacenza alla strada comunale via Ruffilli;
2. il raccordo dell'area con la viabilità territoriale esistente dovrà garantire il collegamento diretto per il traffico pesante tra l'area leader e l'aeroporto tramite adeguamento per tale traffico del sottovia esistente;
3. dovrà essere prevista la realizzazione della rotatoria di distribuzione per il traffico locale lungo la strada provinciale per Castelferretti per collegare l'attuale viabilità alla complanare a raso ed all'Area Leader;
4. in merito alla richiesta relativa all'utilizzo del ponte ferroviario sull'Esino, si evidenzia che la Regione Marche, con d.g.r. n. 1673 del 1 dicembre 2003, aveva già previsto, in accordo con R.F.l., tale assetto nell'ambito del progetto del "Nodo ferroviario di Falconara".
Alla Conferenza per il Comune di Chiaravalle, alla quale ero presente, si prendeva atto delle soluzioni tecniche illustrate, ma il Comune ritenne che non fosse stata data risposta in merito all'entità della cattura di valore (punto f) della d.c.c. 74/05) e alla richiesta di avere la possibilità di individuare aree produttive sul proprio territorio da realizzare e gestire anche in deroga ai vincoli previsti dagli strumenti urbanistici, degli Enti sovraordinati (punto e) della d.c.c. 74/05).
Venne rappresentata l'impossibilità della Regione ad attivarsi per le richieste di cui al punto f) della sopracitata d.c.c. 74/2005 in quanto la materia non è più di competenza regionale ma della Provincia di Ancona (tali prescrizioni non sono state accolte né dalla d.g.r. 1620/05 né dalla delibera Cipe 101/06).
La sottoscritta concludeva la Conferenza precisando che la richiesta di cui al punto e) della d.c.c. 74/05 trovava risposta negli Accordi di Programma già firmati tra Regioni, Quadrilatero e Comuni e che non sono prevedibili altri accordi al di fuori di questi. Inoltre venne data risposta orale alla richiesta del Comune di ottenere un ulteriore attraversamento del fiume Esino in prossimità dell'abitato assicurando che tale necessità è già stata prevista e risolta con le prescrizioni inserite nella d.g.r. n. 1673/03 concernente: "Nodo ferroviario di Falconara Marittima e nuovo scalo di smistamento per l'interporto di Jesi" con la quale RFI Spa. concederà l'uso a fini pubblici della parte del ponte ferroviario sull'Esino che verrà dismessa ai fini di un nuovo attraversamento del fiume Esino.
Si precisa che l'unica convocazione della Conferenza dei servizi è stata quella del 24 ottobre 2007 e preceduta da contatti telefonici necessari per concordare tale data.
In merito al punto 2 dell’interrogazione, nella Conferenza di servizi è stata acquisita la posizione del Comune della non adesione per il momento all'Accordo di Programma, rimandando la decisione al Consiglio comunale, che si è poi espresso in data 29 ottobre con d.c.c. n. 76/07.
La predetta d.c.c. 76 impegna il Sindaco e la Giunta a tener aperto, attraverso la Conferenza dei Capigruppo, un canale di confronto costante con il Consiglio Comunale per valutare in tempo reale l'evoluzione della situazione, l'opportunità di resistere contro atti o provvedimenti volti ad esautorare la competenza dell'Amministrazione comunale in materia di programmazione e gestione del territorio, e le eventuali proposte avanzate da Quadrilatero Spa o da altri soggetti istituzionali.
Dopo numerosi incontri tecnici e politici il Comune di Chiaravalle, ha approvato la delibera consiliare n. 75 del 15 settembre 2008 avente ad oggetto: "Approvazione accordo di programma tra Regione Marche, Comune di Chiaravalle e Quadrilatero Marche-Umbria Spa e approvazione accordo attuativo tra Comune di Chiara valle e Quadrilatero Marche-Umbria Spa". Il 30 settembre 2008 saranno firmati l'Accordo di programma e l'Accordo attuativo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. La ringrazio, Assessore, e la prego di fornirmi una copia di questa sua risposta che poi guarderò con più attenzione. Comunque a me pare che dalle sue parole il problema in questione emerga in maniera inequivocabile.
I passaggi che hanno portato l’Amministrazione comunale di Chiaravalle da una posizione di attenta critica ad una posizione di condivisione senza sé e senza ma – come il linguaggio di oggi consiglia – hanno evidenziato – e l’interrogazione serviva a questo nonostante avesse una datazione, come ha ricordato bene lei, di un anno fa, quindi molta acqua è passata sotto i ponti – che ci sono stati momenti opachi – per usare un termine evocato ultimamente in quest’Aula – che non riescono a chiarire le novità tecniche amministrative. Cioè quelle che hanno portato l’Amministrazione comunale a condividere un’operazione che aveva criticato in forma aperta, quindi quelle novità tecniche che riguardano azioni che lei dice essere di particolare onere per la società Quadrilatero. Però vorrei ricordare che queste afferiscono in gran parte a enti terzi, infatti le rotatorie che lei ha ricordato riguardano gli accordi tra Anas e Provincia per i lavori che interessano la realizzazione della terza corsia, come le questioni che riguardano le infrastrutture ferroviarie attengono e attingono alle risorse che sono dedicate da Trenitalia.
Quindi quest’onere finanziario non mi pare particolarmente cospicuo, però l’importante è che tali opere si realizzino, e se lo saranno comunque lo sarebbero state indipendentemente da quell’accordo.
Ora l’accordo sarà firmato, ma restano sia i dubbi e le perplessità di chi aveva formulato l’interrogazione, oltre che il plauso a chi è stato capace, ma debbo dire non con passaggi limpidi, di costruire quella condivisione che ab ovo il Comune di Chiaravalle non aveva dimostrato di mantenere.
Per ora tutto qui, ma alle prossime puntate, perché sulla vicenda Quadrilatero toccherà a me e a qualche altro Consigliere il compito che aveva nel Senato romano Catone censore, cioè quello di riaccendere i riflettori su un’operazione che merita l’attenzione e la vigilanza delle istituzioni pubbliche.


Interrogazione n. 434
del Consigliere Castelli
“Illecito utilizzo da parte del comune di Grottammare di un lavoratore socialmente utile”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 434 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. L'attività in regime di LSU si è configurata come lavoro "atipico" e quindi non di tipo contrattuale, essa è disciplinata esclusivamente dalla normativa e dalle disposizioni ministeriali.
Dalla interrogazione n. 434 e dalla relativa nota del comune di Grottammare, si evince che il comune è stato chiamato a risarcire la mancata corresponsione dell’integrazione salariale per le ore prestate in più, rispetto al valore dell'ASU (Assegno socialmente utile erogato dall’Inps. Va precisato inoltre che per un Ente è possibile cambiare in "corso d'opera" una tipologia di progetto e quindi di utilizzo del lavoratore previo un iter amministrativo interno (delibera o determina dell'ente utilizzatore), previa autorizzazione della CRL (Commissione regionale lavoro).
Non si esclude che variazioni di mansione possano essere avvenute di fatto, con il consenso delle parti, anche al di fuori di un certo iter formale, ma l'aspetto di maggior rilievo risulta essere quella della corretta retribuzione del lavoratore rispetto alle ore effettivamente prestate cioè l’integrazione salariale a carico dell'Ente).
Problemi del tipo di quelli riscontrati a Grottammare (utilizzo in mansioni diverse da quelle originariamente previste a progetto), che comunque nel caso specifico hanno riguardato lavori di tipo impiegatizio di un determinato settore piuttosto che di un altro, a memoria, non hanno mai comportato particolari problemi.
Si precisa, inoltre, che la Regione non è stata mai chiamata in causa per tale questione, perché il caso ha riguardato un aspetto bilaterale del rapporto (cioè il corretto pagamento dell’integrazione salariale). Si ricorda che sino a venti ore settimanali la retribuzione è coperta dall'ASU e quindi non c'è integrazione.
Inoltre: - la Regione, dal momento che le sono state passate le competenze (dal Ministero) della gestione del mercato del lavoro, quindi anche della vicenda LSU, ha svolto un importante ruolo di coordinamento, di punto di riferimento (anche per la corretta applicazione della normativa) e soprattutto di implementazione di interventi volti a favorire la stabilizzazione di tali lavoratori. Ma non ha svolto compiti di vigilanza, i quali sono rimasti di competenza del Ministero del lavoro; il Comune di Grottammare ci risulta abbia stabilizzato tre dei cinque lavoratori LSU utilizzati a tempo indeterminato; in tutta la regione i soggetti non stabilizzati (mediante i meccanismi di incentivazione) sono risultati di ventitré unità.
I lavoratori LSU stabilizzati, grazie anche agli incentivi erogati dalla Regione con fondi ministeriali, sono stati di circa cinquecento unità. La maggior parte di queste stabilizzazioni è stata conseguita mediante contratti a tempo indeterminato (oltre quattrocento unità). Le "stabilizzazioni" tramite co.co.co. sono risultate sessantasette.
La vicenda LSU nella Marche si è conclusa complessivamente in modo positivo. La Regione ha fatto quanto nelle sue possibilità per concludere nel migliore dei modi tale vicenda. Tra l'altro ha stabilizzato tutti i "suoi" LSU che erano circa una cinquantina.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Credo che questa situazione rappresenti davvero un paradosso, che però può stupire solo chi non conosce come vanno le cose all’interno delle amministrazioni.
Tre parole, un LSU che per due mesi – e mi rivolgo soprattutto ai colleghi di sinistra – viene utilizzato quanto a tempo e quanto a denaro conformemente al progetto e che, invece, per quattro anni quanto a tempo e quanto a denaro viene sfruttato. Quindi lavorando quasi il doppio di quello che era tenuto a lavorare, però poi retribuito la metà di quello che aveva diritto a percepire.
Questa è una pagina che ha riguardato il Comune di Grottammare, che fra l’altro è un Comune particolarmente noto alle cronache per il progressismo che domina, che informa e che ispira questa iniziativa politica.
Ma non è finita qui! Dopo aver sfruttato il lavoratore cosa fa il Consiglio comunale? Questa cosa, signori, è grandiosa! Resiste alla pretesa del lavoratore di avere la differenza retributiva.
Pertanto il Comune di Grottammare la prima sberla la riceve dal Tribunale di San Benedetto, che infatti lo condanna al pagamento in favore di questa persona per 32 mila euro. Ma non è finita qui! Perché uno potrebbe dire: “Va bene, abbiamo fatto una stupidaggine, ci siamo fatti prendere la mano”, invece no, dopo aver sfruttato il lavoratore, dopo aver imposto al lavoratore di lavorare il doppio, il Comune resiste anche in appello! Sapete come è andato a finire l’appello? Che oltre ai 32 mila euro ne hanno dovuti dare altri 18 mila! Il Comune di Grottammare, i cittadini di Grottammare, compreso il mio amico Vittorio Santori, hanno dovuto tirar fuori dalle loro tasche 50 mila euro perché – non vorrei fare polemiche – da sinistra e anche dalla sinistra estrema – il sindaco era l’attuale Presidente della Provincia Massimo Rossi – i lavoratori socialmente utili erano utilizzati in questi termini.
Questa è una denuncia chiara e forte che faccio a questa Amministrazione, e pur riconoscendo all’Assessore Ascoli una squisita correttezza della gestione di questi rapporti – l’Assessore lo sa e glielo riconosco –, lo invito a dedicare veramente una particolare attenzione a questa vicenda. Perché è vero che spesso e volentieri i Comuni devono ricorrere a contratti atipici – non facciamo retoriche, è così –, ma vedere che dopo esservi stati costretti poi si resiste pervicacemente in giudizio per due volte fino ad ottenere una condanna è da matti!
Pertanto qui non si tratta di polemica politica, anzi, considerate esclusa la mia appartenenza, però credo che sia venuto il momento di concentrarsi in maniera non ideologica nei confronti della precarietà, questo perché mi sembra che ancora il ricorso massivo ai contratti atipici o alla precarietà sia importante.
Recentemente ho denunciato il caso di ventuno collaboratori co.co.co assunti in tre mesi dall’Asur, e anche se sono certo e lo ha detto anche l’Assessore Mezzolani che rispondono a delle esigenze obiettive, però o ci si muove per la stabilizzazione oppure si eviti di alimentare forme di precariato che alla lunga pongono la questione di un intervento sociale di stabilizzazione.
Questa è una grande contraddizione, per cui invito l’Assessore Ascoli a dedicare un’attenzione riservata e mirata alle problematiche della gestione degli atipici e dei contratti provvisori, altrimenti si rischia di svuotare il mare con un secchiello bucato.


Interrogazione n. 952
della Consigliera Mammoli
“Modifica di consultazione dei numeri telefonici inerenti le aziende sanitarie locali nell’elenco telefonico 2007/2008”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 952 della Consigliera Mammoli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa interrogazione è datata, infatti risale a molto tempo fa.
In proposito si evidenzia come la scelta – questa è la risposta che passa attraverso la direzione Asur – di introdurre negli elenchi telefonici l'apposito inserto, non era tanto dettata da un intento autoreferenziale dell'Azienda, ma voleva, almeno nell’intento, corrispondere ad una precisa esigenza di semplificazione, cercando quindi di dilatare il più possibile la chiarezza, la trasparenza; e ovviamente, se questo era l’intento, di conseguenza ne sarebbe derivato un beneficio per l’utenza.
La tipologia e la grafica dell'inserto sono tese, a partire da questi principi, a favorire una consultazione semplice, completa oltre che più veloce. Quindi ha lo scopo di rendere più agevole le fruizione di servizi e prestazioni negli ambiti territoriali cui gli elenchi telefonici si riferiscono.
Pertanto la scelta in parola la si ritiene non solo utile, ma rispondente ad un preciso bisogno riguardo all'attuale organizzazione aziendale, nonché alla conseguente logistica erogazione/fruizione delle prestazioni sanitarie.
Questo è l’intento che ha animato questa scelta, è su questo che si è preso tale orientamento, quindi nulla a che vedere con una logica autoreferenziale o, peggio ancora, accentratrice.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Ringrazio l’Assessore per questa risposta e in un certo senso mi scuso anche di avergli posto questa interrogazione, in quanto è evidente che una scelta di carattere così tecnico e non eccessivamente importante non dovrebbe passare attraverso le sue competenze, e sicuramente l’Assessore risponde per altri che hanno deciso.
Tuttavia, Assessore, la risposta non è convincente. Infatti nel momento in cui una struttura, sia di carattere sanitario o di qualunque altro tipo, si trova su un territorio poi è illogico che nell’elenco telefonico non venga riportata sul territorio di competenza. Che si dica che per l’utente è più semplice e facile da trovare, proprio perché si sono messe insieme tutte le varie unità sanitarie locali in uno stesso fascicolo, sinceramente non sta molto in piedi.
Peraltro le voglio dire che anch’io in prima battuta ho avuto difficoltà a trovare le pagine, è da qui che è nata l’interrogazione, proprio perché sono andata a cercare un numero telefonico di un ufficio della mia città, appunto, nell’elenco della mia città, mi sembrava logico.
Quindi capisco che da un lato magari c’è l’esigenza di dimostrare che c’è un’Asur unica, però non credo sia questo il modo di dimostrarlo, cioè mettendo tutto all’interno di uno stesso comparto.
L’elenco telefonico è usato da tutti i cittadini quindi la consultazione deve essere la più semplice possibile.
A mio avviso è illogico, ripeto, che non sia stata fatta la scelta di lasciare i numeri telefonici delle strutture nei territori in cui si trovano. Sarebbe come – Assessore mi perdoni il paradosso che magari è anche un po’ diverso – non ci fosse bisogno di mettere i numeri telefonici per ogni singolo Comuni perché, intanto, stanno tutti sotto la Provincia o sotto la Regione.
Dunque penso sarebbe sicuramente più semplice se ritornasse tutto nei territori di competenza.


Interrogazione n. 453
del Consigliere Castelli
“Consulenze presso Zona territoriale 13 di Ascoli Piceno”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 453 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito alle richieste poste dal Consigliere Castelli, abbiamo chiesto una relazione dettagliata, accompagnata anche da tabelle che riguardano, ovviamente, le consulenze.
Il direttore della Zona n. 13 di Ascoli Piceno, con una nota del 3 agosto 2006, ha infatti trasmesso dei prospetti riepilogativi delle annualità 2003-2005 e del primo semestre 2006 relativi alle consulenze remunerate, distinte per tipologie di prestazioni sanitarie richieste. Inoltre in datata 1 agosto 2006 ha trasmesso una relazione, a firma della dott.ssa Diana Sansoni (direttore medico del presidio Ospedaliero Mazzoni di Ascoli Piceno), contenente le precisazioni e informazioni sopra richieste.
Faccio quindi solo un commento a questa tabella, che credo debba sgomberare le preoccupazioni. Peraltro credo che dovrà essere aggiornata negli anni a seguire, infatti sarebbe interessante vedere – magari anche attraverso interrogazioni – quanto diminuiranno nel tempo.
C’è stato un picco nell’anno 2005 però già il primo trimestre 2006 ci indica una diminuzione del dato; in merito ai costi sostenuti per le consulenze mediche negli anni 2003-2006 si allega la scheda trasmessa dalla direzione zonale.
Per quanto riguarda il secondo punto dell'interrogazione, con la relazione del direttore del presidio ospedaliero di Ascoli Piceno viene precisato quanto segue:
- nell'anno 2006 non vi sono state modifiche nel numero dei posti letto presso il Presidio ospedaliero Mazzoni; probabilmente, nell'interrogazione si fa riferimento alla chiusura di un'ala di degenza chirurgica, anche in relazione alla ridotta attività programmata nel periodo estivo, che si ripete regolarmente ormai da anni;
- relativamente all'attività chirurgica organizzata su cinque giorni, vi è una proposta al vaglio del comitato di Dipartimento chirurgico intesa ad attivare un'ala di chirurgia programmata breve su cinque giorni dedicata agli interventi programmati già effettuati con soli due-cinque giorni di ricovero dalle unità operative di chirurgia e ginecologia.
In merito alle precisazioni fornite dalla Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno non si hanno rilevi da formulare e conseguentemente neanche osservazioni da aggiungere.
Comunque questa lettura andrebbe riaggiornata perché mi sembra molto datata.
Tabella allegata: Costo consulenze rispettivamente per gli anni 2003, 2004, 2005, 2006 e totali.
Inrca, Nutrizione artificiale ospedaliera e territoriale: 52.259, 52.259, 52.300, 12.340, totale 169.158;
Ospedali riuniti, Neuroradiologia: 0, 29.580, 27.950, 6.700, totale 64.230;
Ospedali riuniti, Chirurgia: plastica, toracica, vascolare: 0, 95.700, 54.150, 14.713, totale164.563;
Ospedali riuniti, Neurochirurgia: 0 , 138.500, 157.800, 28.000, totale 324.300;
Azienda di Teramo, Neurochirurgia di urgenza: 62.363, 77.885, 98.307, 24.460, totale 263.015;
Ospedali riuniti, Chirurgia pediatrica: 17.100, 8.600, 14.700, 4.300, totale 44.700;
Ospedali riuniti, Genetica clinica: 12.680, 16.588, 22.900, 1.340, totale 53.508;
Medici dr. X, dr. Y, Sorveglianza medica protezione radiazioni ionizzanti: 10.482, 13.189, 21.202, 0 , totale 44.873;
Asur Zona n. 12, Gastroenterologia: 19.885, 41.500, 40.600, 0 , totale 101.985:
Asur Zona n. 12, Servizio protezione e prevenzione: 21.520, 22.000, 21.500, 0, totale 65.020;
Medico dr. Z, Anestesia pediatrica: 0 , 0 , 14.780, 4001, totale 18.781;
Azienda ospedaliera Parma, Occasionali cardiologia: 0 , 0 , 6.000, 6.000, totale 12.000;
Anno 2003. totale 196,289; Anno 2004: totale 495.801; Anno 2005: totale 532,189; Anno 2006: totale 101.854; Totale generale 1.326.133.
Ulteriore tabella allegata
Macerata/Teramo, Anestesiologiche: conto anno 2003, 486.658; conto anno 2004, 356,137; conto anno 2005, 339.310, conto anno trimestre 2006, 106.741; totale 1.288.846.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Se l’Assessore Mezzolani è d’accordo posso anche evitare di fare un’altra interrogazione, per velocizzare i lavori dell’Assemblea legislativa magari mi ci mette una parola buona affinché dalla Zona 13 mi diano i dati in tempi non biblici.
Ora vorrei fare solo tre considerazioni. La prima è sul fatto che è troppo ampio il discorso sulla sanità di confine. Vi do due dati: ieri il mio amico di pianerottolo all’Ospedale Mazzoni di Ascoli ha chiesto di fare un’ecografia al ginocchio, gli hanno detto di passare a marzo – sei mesi per un’ecografia al ginocchio sono troppi! –, ma il mio amico aveva bisogno di questa ecografia e quindi ha detto: “Va bene, allora pago 85 euro”, e questa mattina mentre io parlo di lui gli stanno facendo l’ecografia al ginocchio.
Questo, senza qualunquismo, è uno dei problemi che determina un pregiudizio fortissimo all’appeal complessivo del nostro servizio sanitario regionale, e di liste di attesa si parla da tantissimo.
Dobbiamo anche dire che questa Regione è in ritardo rispetto al previsto piano di contenimento delle liste di attesa. Proprio in questi giorni le Zone sono state chiamate – credo il termine scadeva il 25 settembre – per fare dei regolamenti, però nel complesso si avverte comunque una difficoltà fortissima a dare una risposta a tale argomento.
Quindi bene i conti che dovrebbero essere stati messi a posto, bene i giudizi – giustamente sostengono al dott. Ruta e l’Assessore Mezzolani – che riferiscono di performance non deprimenti dal punto di vista finanziario del nostro sistema, però la salute del cittadino si misura soprattutto da quei sei mesi che, ahimè, lamenta il mio amico che abita nel mio stesso pianerottolo.
Concludo invocando – perché il problema della trasparenza, secondo me, è un elemento costitutivo della democrazia – una maggiore trasparenza nel fornire i dati sui tempi di attesa.
Purtroppo nell’implementazione delle direttive nazionali in materia di tempi di attesa abbiamo assistito ad un sostanziale occultamento di quei report che fino a tre anni fa ricevevamo senza difficoltà su tutta la casistica dei tempi di attesa. Una volta c’erano le tabelline e sapevi quanto mediamente serviva per fare una scintigrafia o quanto per un’eco mammaria, ecc., ora purtroppo se si va all’Urp di ciascun ospedale della nostra regione si ha una difficoltà estrema.
Io sono particolarmente attento al problema della trasparenza perché parto da un principio, cioè che l’Assemblea legislativa regionale non deve certo impicciarsi della gestione, però ha anche il diritto di sapere tutto sulla gestione.
Quindi se insieme riusciamo a ricordarci e a normare questo principio probabilmente daremo anche una mano al mio concittadino del pianerottolo. Perché? Perché solo attraverso una vigilanza assoluta sui tempi di attesa si suscita quell’attenzione primaria del decisore del problema delle liste di attesa. Invece si è preferito mettere la polvere sotto il tappeto e far finta che i tempi di attesa erano sostanzialmente, non dico risolti, ma che rifluivano quel meccanismo che tarda a vedere la luce.


Interrogazione n. 962
del Consigliere Rocchi
“Spa unica di gestione per poli fieristici marchigiani”
(Rinvio)

Interrogazione n. 746
dei Consiglieri Tiberi, Santori, D’Anna, Ciriaci, Giannotti, Silvetti, Lippi, Bugaro, Brini, Capponi, Massi
“Bonifica delle strade urbane ed extraurbane fiancheggiate da alberi”
(Rinvio)

Interrogazione n. 901
del Consiglieri Brandoni
“Sul tema dell’immagine delle Marche nella produzione culturale e di intrattenimento”
(Rinvio)

Interrogazione n. 817
del Consiglieri Lippi
“Situazione osservatorio turistico regionale
(Rinvio)

Interrogazione n. 1052
del Consiglieri Rocchi
“Situazione osservatorio turistico regionale
(Rinvio)

Interpellanza n. 51
della Consigliera Giannini
“Fatturazione servizi energetici ”Situazione osservatorio turistico regionale
(Rinvio)

PRESIDENTE. Per le interrogazioni n. 962 del Consigliere Rocchi, n. 746 dei Consiglieri Tiberi, Santori, D’Anna, Ciriaci, Giannotti, Silvetti, Lippi, Bugaro, Brini, Capponi, Massi, n. 901 del Consigliere Brandoni, n. 1052 del Consigliere Rocchi e per l’interpellanza n. 51 della Consigliera Giannini, è stato chiesto da parte degli Assessori il rinvio per motivi tecnici. Mentre l’interrogazione n. 817 viene rinviata in quanto il Consigliere Lippi ha chiesto congedo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Volevo sapere il motivo del rinvio delle mie interrogazioni, è per caso scaduto il tempo?

PRESIDENTE. No, il tempo non è scaduto. L’Assessore chiede il rinvio per motivi tecnici in quanto gli uffici non gli hanno ancora preparato le risposte; d’altra parte è stato nominato poco tempo fa, quindi non è nelle condizioni di rispondere.

Lidio ROCCHI. Va bene.

Proposta di legge regionale n. 211
della Giunta regionale
“Sistema regionale integrato degli interventi a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposta a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e a favore degli ex detenuti”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta legge n. 211 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Questa proposta di legge è un atto molto importante e significativo non solo da un punto di vista giuridico ma anche sul piano formale.
La Regione Marche – tra le prime Regioni d’Italia –, sfiorando anche i confini delle proprie competenze, si pone l’obiettivo di individuare una legge che possa tutelare gli ex detenuti e tutti i soggetti, adulti e minorenni, sottoposti a misure restrittive della libertà da parte dell’autorità giudiziaria.
E’ una legge importante, è il risultato di un lungo lavoro che ha messo a frutto l’esperienza acquisita dal nostro sistema regionale per aiutare tutti i soggetti più deboli.
Occorre fare una breve considerazione. Forse pochi sanno delle condizioni in cui versano i circa 55 mila detenuti nel nostro Paese, 938 dei quali reclusi nei sei istituti marchigiani. E’ una realtà poco nota all’opinione pubblica, di carcere e di detenuti i mass media informano raramente, lo fanno soltanto nei casi di evasione, di rivolte o eventualmente nel caso di detenuti eccellenti.
Il vissuto quotidiano dei reclusi, ma anche il lavoro impegnativo, snervante e a volte poco gratificante del personale a loro addetto (agenti di polizia penitenziaria, educatori, medici, infermieri, funzionari), sfugge in gran parte all’attenzione dei cittadini e degli eletti nelle istituzioni.
Tale scarsa attenzione rende spesso difficile il controllo del rispetto della legge e dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali.
Voglio anche dire che non sembrano sufficienti, e a volte hanno un mero valore simbolico, per quanto utili e significative, le sporadiche visite di Parlamentari o di Consiglieri regionali consentite dalla legge presso questi istituti; a queste visite abbiamo preso parte anche noi, con il Consigliere Altomeni abbiamo visitato molti istituti penitenziari della regione Marche.
Quindi, partendo da questa considerazione, la Regione Marche, anche in attuazione della legge n. 328, ha ritenuto opportuno riordinare e mettere a sistema l’insieme dei servizi pubblici e del privato sociale presenti su tutto il territorio regionale a favore dei soggetti adulti e minorenni sottoposti a misure limitative della libertà personale. Ha mantenuto fede al principio, tra l’altro munito di presidio costituzionale, della funzione riabilitativa della pena. Ha mantenuto fede alla speranza di tutti coloro che hanno commesso un reato o che si sono macchiati di infrazioni nei confronti di diritti principali di avere diritto a reintegrarsi una volta espiata la loro pena.
Occorre porsi l’obiettivo ambizioso di tutelare i soggetti interessati attraverso azioni di recupero delle qualità individuali e dello sviluppo della consapevolezza della dignità della persona.
Con questa legge la Regione Marche può dire di essere una Regione all’avanguardia.
La legge è il frutto di una lunga concertazione, di una lunga collaborazione con il Governo – debbo dire con quello della scorsa legislatura –, con le istituzioni penitenziarie e con le Commissioni dell’Assemblea legislativa regionale che tutte hanno dato parere favorevole.
Quali sono i contenuti dell’atto che meritano un’attenzione e una precisa consapevolezza da parte dell’Assemblea legislativa regionale? Innanzitutto, qual è il compito della Regione? La Regione, nell’ambito del suo obiettivo, quello di costruire un sistema regionale integrato di servizi a favore degli ex detenuti e delle persone sottoposte a misure limitative della libertà, ha una funzione di programmazione, di indirizzo e di coordinamento. Una funzione di indirizzo e di coordinamento che esercita avvalendosi di un comitato regionale di coordinamento e di indirizzo (articolo 3).
Più precisamente. La Regione ogni anno entro il mese di marzo definisce un programma annuale contenente gli indirizzi e individua le risorse per il sostegno a tali iniziative. Questo programma avviene nell’ambito delle precise attribuzioni e competenze che ci sono consentite. Deve essere necessariamente concordato con l’amministrazione penitenziaria e con il centro per la giustizia minorile e deve essere raccordato con la programmazione degli istituti penitenziari.
Con questa legge istituiamo anche un comitato di indirizzo la cui composizione è stata vagliata e valutata molto attentamente, è composto dalla rappresentanza politica e dalla rappresentanza amministrativa della Regione e dei livelli territoriali.
In tutto questo sistema facciamo perno sull’esperienza acquisita e sul ruolo principale degli enti locali, in particolare degli ambiti sociali che dovranno adottare, all’interno del loro piano d’ambito, una specifica programmazione che riguarda gli interventi per questo settore.
La legge è importante perché prevede una serie di misure, della quali la Regione Marche potrà vantare in rapporto ad altre Regioni.
Ci sono misure di accoglienza e di dimissione dei detenuti. Misure di accoglienza perché la Regione e l’Asur promuoveranno, concordandolo con le istituzioni che ho prima specificato, tutte le comunicazioni necessarie alla persona che viene accolta nell’istituto carcerario per la fornitura di materiali che gli consentano di acquisire informazioni necessarie a favorire il suo inserimento.
La Regione, inoltre, insieme all’Asur, una volta dimesso il detenuto si porrà il problema di promuovere accordi con il provveditorato regionale e con l’amministrazione penitenziaria per l’individuazione di misure che consentano agli interessati di disporre di autonomia sufficiente, almeno per le 48 ore successive all’uscita dal carcere, per un graduale inserimento sociale.
Con questa legge andiamo a garantire innanzitutto il diritto alla salute, estendendo le prerogative, le garanzie e i diritti assicurati dal nostro sistema regionale sanitario a tutti i detenuti. Adottiamo iniziative concrete per consentire la prosecuzione dell’esercizio del diritto allo studio di tutti i detenuti. Garantiamo così un’istruzione formale ed informale con percorsi di educazione culturale, fisica e sanitaria, finalizzati da un lato all’adempimento dell’obbligo scolastico, dall’altro alla prosecuzione dei percorsi di studi e al conseguimento eventuale di qualifiche professionali necessarie a un successivo reinserimento lavorativo.
Con questo atto andiamo a prevedere una serie di misure che potranno garantire lavoro e integrazione nel mondo del lavoro.
Tutto ciò avviene sostenendo l’avvio e lo sviluppo di attività di orientamento, consulenze e motivazione nel carcere, individuando forme di incentivazione alle imprese che assumono soggetti ammessi al lavoro esterno, proponendo e sperimentando strumenti ed iniziative propedeutiche all’impiego, quali stages, tirocini, percorsi individuali volti al reinserimento nel mercato del lavoro a quei soggetti i cui diritti, nell’arco della loro detenzione, si sono affievoliti.
Inoltre è una legge che mira a garantire e a ridurre il pericolo di recidività e di emarginazione di coloro che una volta detenuti rischiano di trovarsi in una condizione di emarginazione sociale all’esterno.
Con questa legge andiamo a garantire il necessario sostegno economico e finanziario a tutti quegli istituti e strutture residenziali volti a dare ospitalità alle persone sottoposte a misure alternative alla detenzione.
Inoltre diamo sostanza economica alle comunità per minori, favorendo cioè l’inserimento di minori sottoposti a procedimento penale nelle strutture di tipo comunitario.
Concludo con la previsione che riguarda l’opportunità di finanziamento e di formazione congiunta di tutti gli operatori del sistema penitenziario.

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere Comi. Consiglieri, per cortesia, questo non è un luogo dove generalmente si ascoltano risate, può anche accadere, ma dove si ascolta soprattutto chi parla!

Francesco COMI. Credo che questa legge sia motivo di orgoglio e di vanto di tutta l’Assemblea legislativa regionale, visto anche il rapporto di collaborazione che c’è stato in Commissione tra il sottoscritto, relatore di maggioranza, e quello di minoranza, Consigliere Castelli. Spero che questo atto possa trovare una condivisione ampia.
Nell’ultima seduta assembleare abbiamo dovuto procedere al rinvio dell’atto in quanto emersero alcune obiezioni, alle quali ora vorrei dare una risposta – mi rivolgo anche al Consigliere Castelli relatore di minoranza perché ne possa prendere atto –.
Era stato sollevato un primo problema che riguardava l’eventuale intreccio di competenze e di attribuzioni tra il comitato regionale di coordinamento e il difensore civico recentemente istituito con la legge n. 23/08. Cioè si è posto il problema dell’inserimento del difensore civico regionale all’interno del comitato regionale di coordinamento previsto da questa legge.
Da un attento esame della normativa e delle competenze si è arrivati alla conclusione, tra l’altro ampia e condivisa, che il difensore civico è un organo di garanzia, è un organo super partes che deve svolgere una funzione di tutela dei diritti degli utenti dei servizi pubblici regionali e delle loro attività connesse. Quindi l’eventuale inserimento all’interno di un organo di coordinamento regionale che esercita funzioni di amministrazione attiva, non è semplicemente inopportuno ma rischia di essere addirittura illegittimo. Perché occorre comunque marcare la distinzione tra la funzione amministrativa attiva e la funzione di garanzia che il difensore civico deve salvaguardare ponendosi al di sopra anche dello stesso comitato regionale di coordinamento.
Inoltre c’è un emendamento dell’Assessore Amagliani con il quale si pone la necessità di garantire un trattamento economico a quegli operatori a cui non è assicurato, ed è per alcune mansioni che riguardano non attività di volontariato ma prestazioni di carattere professionale e intellettuale.
Questa norma non ha ravvisi di illegittimità e di inopportunità, per cui ritengo possa essere accolta. Credo che con essa, anche nello svolgimento delle mansioni che abbiamo previsto, potremmo garantire un servizio più qualificato e una maggiore equità.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Questa legge rischia di essere soltanto una legge cornice, è una legge che esprime principi difficilmente non condivisibili, quale che sia la formazione di provenienza di chi parla, tuttavia non possiamo non ricordare e valutare come sostanzialmente la legge si concretizzi in una serie di auspici, in una serie di impegni e nella definizione di una serie di coordinamenti che dobbiamo concorrere a formare nella maniera più rapida possibile e più efficace.
Quindi dobbiamo entrare in questo ordine di idee, cioè che si tratta di una legge che rischia di essere considerata come una sorta di manifesto che esprime sì valori difficilmente confutabili, ma dove poi, come legislatori, abbiamo tutti l’obbligo di valutare se l’impianto normativo ha la capacità di dare attuazione a quei principi. Perché altrimenti sarebbe bastata soltanto una mozione.
Allora il rischio, relatore di maggioranza Consigliere Comi, pur avendo valutato in maniera serena l’articolato, è che effettivamente siamo di fronte a una legge che rischia, ripeto, di appagare sì il bisogno teorico di esserci, ma che alla prova dei fatti aumenta la complessità degli organismi e delle persone deputate a gestire la problematica senza dare risposte concrete.
Gli indici sintomatici di questo dubbio sono due.
E’ una legge che non prevede un euro per alimentare le finalità, gli obiettivi e le attività che si dovrebbero mettere in campo per realizzare tali interventi. Se andiamo a vedere, negli articoli 8, 9 e 18, cioè quelli che rimandano a una realizzazione concreta, si fa riferimento a iniziative di formazione che tuttavia saranno presumibilmente previste dal Fondo sociale europeo. Non a caso il rappresentante del Cal, il Sindaco di Fermo Di Ruscio, ha giustamente osservato che nell’ambito del Fondo sociale dovrà essere chiaro che i soldi che serviranno per finanziare questa attività formativa dovranno essere imputati alla parte regionale e non provinciale. Lo dico semplicemente per ricordare come ciò che stiamo legiferando probabilmente potrà avere una sua concretizzazione solo se e solo quando il Fondo sociale europeo, limitatamente alla formazione, metterà questo denaro.
L’imbarazzo che si è avvertito in Commissione è che sembrava quasi che questa legge dovesse fare da pendant ad altre iniziative legislative ideologicamente imputabili ad altro modo di sentire le cose all’interno della Giunta. Mi riferisco alla legge sugli oratori.
La sensazione netta che ho avuto è che vi fosse stata – e non voglio usare la parola scambio perché è temine volgare – una considerazione collegiale sull’opportunità di affiancare alla legge sugli oratori, quella che il Consigliere Luchetti da uomo della Margherita ha giustamente sostenuto. Qui mi sia consentita la mia unica cattiveria della giornata, ovvero, una settimana prima del voto politico eravamo tutti come gli schiavi del faraone che venivano frustati, infatti bisognava per forza fare entro la settimana dal voto questa legge che però ancora non vediamo. Infatti sono cinque mesi che attendiamo che la legge sugli oratori venga in questa Assemblea legislativa regionale, però non ci viene. E questo perché? Perché – attenzione bene – il Presidente della Commissione bilancio, Consigliere Brandoni, absit iniuria verbis, non dà il parere sul piano finanziario, quando invece è venuta in quinta Commissione la funzionaria della seconda Commissione a dirci che le poste finanziarie quadravano.
Sicché, dopo aver detto alla Conferenza episcopale marchigiana che eravamo pronti come tanti piccoli San Giovanni Bosco a dare i soldi agli oratori, ancora dopo cinque mesi – guardo i laici socialisti che giustamente immagino vedano con sospetto queste cose – non la vediamo. Però poi, con una rapidità degna di miglior causa, è arrivata quest’altra legge.
Una legge su cui, ripeto, sono d’accordo per quanto riguarda i principi che esprime, ma sono molto meno d’accordo per le modalità; tanto è vero che una legge di questa fatta, così impegnativa quanto a finalizzazione e obiettivi amministrativi, non è passata in seconda Commissione proprio perché non prevede una lira.
Tra l’altro curiosamente – e lo dico ai tecnici di ragioneria – all’intero di questa legge – vi consiglio di guardare l’articolo 18 – c’è stata l’introduzione di una nuova perifrasi che dovrebbe in qualche modo evocare l’impegno finanziario ma che non appartiene alla contabilità pubblica.
L’articolo 18 – ed è bellissima questa frase, noi italiani abbiamo contribuito moltissimo alla crescita semantica delle illusioni! – dice: “La Regione …omissis… sostiene finanziariamente gli oneri economici per il potenziamento quantitativo di educatori professionali …omissis”. Che vuol dire questo se poi il sostegno non trova una corrispondenza all’interno della norma finanziaria?! La norma finanziaria dice che a decorrere dal 2009 la Finanziaria metterà dei soldi su questo, e tecnicamente questa formulazione è ineccepibile, però, di che stiamo parlando?! Stiamo parlando dello scambio con la legge sugli operatori oppure di qualcosa di serio?!
Questo non lo so, anche perché c’è pure un altro articolo che suggerisce prudenza nella valutazione della concretezza e della fattibilità della legge. Infatti l’ultimo articolo 19 bis dice che gli indirizzi applicativi di questa legge sono devoluti alla Giunta. Quindi non siamo nell’ambito di una delle frequenti riconduzioni alla Giunta di obblighi regolamentari. Obblighi regolamentari che spettano all’Assemblea legislativa regionale, ma che a volte nelle nostre leggi deleghiamo perché spesso diciamo che il regolamento di cui al comma ics viene demandato alla Giunta, una prassi secondo me corretta, salvo poi verificare se i regolamenti la Giunta li fa. Altrimenti continueremo a sfornare leggi manifesto, continueremo a demandare alla Giunta il compito di fare regolamenti, ma poi i regolamenti non ci sono e le leggi rimangono manifesti, magari da comunicare istituzionalmente previo pagamento del denaro necessario alle redazioni!
Al di là di questa cattiveria, non capisco cosa voglia dire demandare alla Giunta non un regolamento ma la definizione di indirizzi. Attenzione bene, qui c’è qualcosa che non quadra! Perché la competenza regolamentare rimanda all’obbligo di emanare una normativa di dettaglio, che per la sua complessità tecnica, per la sua specificità minuta, richiede quelle competenze che magari in sede politica assembleare non sono presenti. Qui invece demandiamo addirittura gli indirizzi.
Quindi l’impianto non è malvagio in sé, ci mancherebbe altro, e questo ha motivato anche una nostra attenzione, anche se il dubbio politico resta, cioè quello dello scambio oratori-detenuti, però al di là di questa greve battuta, devo dire che mi colpisce di più il fatto che in questa legge non ci sia un euro e che gli indirizzi applicativi siano demandati alla Giunta.
E’ per questa ragione che inviterò i gruppi di minoranza ad astenersi, ed è anche per evitare che qualcuno possa obiettare che ci sia una contrarietà ideologica verso il destino di queste persone.
Io personalmente sono di formazione cattolica, quindi credo che se c’è una comunità che fa molto per i detenuti e gli ex detenuti è, ringraziando il Signore, proprio la comunità religiosa, che attraverso la Caritas e tante associazioni di volontariato reale assicura a queste persone disgraziate il sostegno che meritano di avere per essere giustamente reintegrati nell’alveo della comunità civile.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Romagnoli

Franca ROMAGNOLI. Premesso, a scanso di equivoci, che sono convinta che il livello di civiltà anche giuridica di un’assise legislativa si misuri prevalentemente, se non esclusivamente, dall’attenzione che dedica ai più deboli e agli ultimi. Quindi è giustissimo parlare di questo, anzi, mi permetto di dire che in tal senso abbiamo preso iniziative personali proprio per far sì che il nostro ruolo non si risolva solo nelle famose prerogative di cui tanto si parla. Peraltro una delle nostre prerogative è proprio quella di visitare gli istituti penitenziari. Quindi io mi sono permessa di farlo – li ho visitati quasi tutti, me ne mancano un paio –, e non solo come avvocato, perché un conto è andare a visitare il proprio cliente, un conto è fare una visita con i direttori che devono, in forza del nostro mandato assembleare, aprirci tutto, quindi farci visitare i luoghi di integrazione, le docce, le celle e parlare con tutti i detenuti. Mi riservo anche di incontrare il difensore civico che in questo senso ha chiesto un incontro proprio perché sapeva che stavo svolgendo questo giro negli istituti penitenziari.
Premesso questo, ritengo che forse questa legge taciti la coscienza di qualcuno, quindi non posso non denunciare quella che mi risulta essere una forte latitanza della Regione nei confronti delle problematiche degli istituti penitenziari.
Lo stato dei nostri istituti penitenziari non è dei migliori, anche se sicuramente ci sono degli istituti che stanno lavorando bene; e il bene è soprattutto lo spazio e le risorse che si dedicano alle attività di rieducazione, alle attività integrative, alle attività che non sono soltanto legate all’espiazione della pena ma alla rieducazione, quindi al lavoro, alla cultura, all’istruzione, al tempo libero, cioè a tutto quello che deve migliorare il soggetto per fare in modo che possa essere rieducato e pronto ad affrontare nuovamente la società.
Tutto questo, dicevo, in alcuni istituti sta avvenendo, anche se a fatica – cito tra tutti l’istituto penitenziario di Ancona che sicuramente è all’avanguardia e ben strutturato –, ma in altri non avviene. Ci sono quelle carenze che le vostre associazioni, quelle di estrema sinistra, hanno denunciato e che denunciano costantemente – basta andare su internet –, inoltre lo fa anche la Caritas, le persone volontarie che vanno a far visita, e la Chiesa, insomma tutti lanciano questo grido di allarme.
Alcuni carceri delle Marche sono veramente arretrati, i detenuti riescono a svolgere una minima attività lavorativa e la rieducazione non avviene.
Inoltre la Regione – e qui lancio una forte denuncia – è fortemente in ritardo nell’applicazione della riforma sul sistema sanitario nazionale. Addirittura, in occasione del decesso del detenuto Costantini di Marino del Tronto, ne parlai con un’interrogazione della scorsa legislatura.
Il sistema convenzione sanitario è ancora applicato nei nostri istituti. Infatti la nostra regione è una delle poche rimaste a convenzione – ci sono medici che gli istituti assumono –. rispetto a quello che invece la legge impone da anni. Per carità non è avvenuto in tutta Italia ma in molte Regioni pilota sì. La nostra è decisamente indietro, ogni anno si parla dell’ottobre dell’anno dopo, ora si parla di fine anno, ma penso sia ancora tutto in alto mare quel carico della sanità degli istituti penitenziari in capo al servizio sanitario e quindi all’Asur. Questo è determinante, e anche se, certo, probabilmente creerà dei problemi, bisognerà farlo comunque con la testa, in maniera condivisa con gli attuali medici convenzionati oppure istituendo magari un ruolo per questi, ecc.. Tutte cose che altre Regioni hanno fatto, perché ci sono specialità e competenze di medici che stanno veramente in trincea. Vi invito a sentire i medici degli ospedali che vanno lì in prima linea, sono dei tuttologi.
Inoltre c’è anche da dire che le unità operative, ovvero gli ambulatori negli istituti penitenziari, a causa certo anche dei fondi nazionali, ma soprattutto a causa di questa negligenza regionale, stanno diminuendo.
Ad esempio, negli anni scorsi il carcere di Marino del Tronto aveva dodici, tredici, quattordici specialisti (parlo di cardiologia, odontoiatra, traumatologia, ecc.) ora ne ha solo tre o quattro. Il Sert va solo una volta la settimana a dare le medicine ai malati di Aids, l’esame per la sieropositività è facoltativo, certo, più ce ne sono e più è difficile seguirli, però una volta a settimana, a fronte di Ancona dove l’operatore del Sert ci va due volte, è una disparità che non può essere tollerata. Ripeto, i medici convenzionati sono davvero come i medici in prima linea che vediamo in televisione, fanno di tutto, però le liste di attesa si lievitano comunque. Noi parliamo delle nostre liste di attesa, ma voi non potete immaginare cosa significa questo per i detenuti! C’è anche uno sperpero di denaro, perché a causa di queste lunghe liste di attesa capita molto spesso che i detenuti sono costretti a simulare malattie varie, ictus, malattie cardiovascolari; immaginate nel carcere di Marino del Tronto cosa comporta lo spostamento fuori presso l’ospedale a Ponticelli, o dove altro sia, perché dentro non c’è la traumatologia o l’unità coronaria, ecc..! I medici ci sono di giorno e non di notte, sono due, così come due sono gli educatori psicoterapeutici.
Quindi piccole unità veramente essenziali, operative e complete di tutto dovrebbero essere presenti dappertutto. Però a Montacuto ci sono ma non negli altri istituti marchigiani, e questo significa scorta, significa spostamento, significa una maggiore facilità di simulazione di malattie o di emergenze, e significa anche, purtroppo – se ci andate le vedete –, persone che quando vedono i Consiglieri, gli Onorevoli o quelle persone che si dovrebbero occupare di loro richiedono dalle sbarre le visite mediche che magari hanno chiesto già da un mese e mezzo, uno detenuto addirittura, essendosi fratturato, ha detto che l’osso gli si stava rinsaldando ma ancora non era stato mai visitato. Questo accade in molti istituti penitenziari di questa nostra regione.
I medici convenzionati operano in una situazione di emergenza e insostenibile, e certamente vanno mantenuti nelle loro specialistiche in un futuro passaggio al servizio sanitario regionale e nazionale, perché ovviamente nel campo hanno acquisito una dimestichezza che non è facile trovare in un medico di prima laurea o in un medico qualsiasi, occorre saper trattare con questa gente, occorre essere quasi dei psichiatri, proprio perché lo psichiatra non c’è e se c’è ci va solo una volta la settimana. Quindi sono professionalità che dobbiamo salvare, ma è anche ora che la Regione prenda in carico la sanità di questi istituti, sono anni che lo deve fare. Se non erro la legge è del 2001 o 2002, molte Regioni questa cosa l’hanno fatta, mentre a me non risulta che nessun nostro assessorato alla sanità o assessorato alle politiche sociali ci stia studiando, e da quando inizierete a studiarci a quando lo farete passeranno sicuramente altri mese, se non anni.
Mi chiedo, quindi, quale sarà l’effetto placebo di questa legge. E’ una legge ideologica, è una legge che serve per fare uno spot elettoralsociale. Ripeto, è una legge che non ci vede contrari perché in linea di principio denota un’attenzione, anche se non denota una presa in carico del problema, quindi sicuramente ci asterremo per il rispetto di questo tema, ma è anche una legge che istituisce un’ulteriore autorità che va a duplicare quella che abbiamo unificato qualche giorno fa. Perché se da un lato unifichiamo il difensore civico e tutto il resto, poi non possiamo riaprire il discorso delle singole autorità con il garante dei detenuti. Tra l’altro i direttori degli istituti – vi invito a sentirli perché non mi risultano siano state fatte audizioni con loro – non lo vogliono in quanto, ringraziando Iddio, se si vogliono applicare già ci sono leggi premiali per la tutela dei detenuti. Loro dicono che già si rapportano con il Magistrato di sorveglianza che, appunto, dovrebbe sorvegliare, poi magari o non lo fa o l’iniziativa non è sempre corretta, ma questo è un altro discorso. In ogni caso non vogliono questo ulteriore pletorico istituto.
Quindi auspichiamo che la Regione finalmente decida di mettere mano al problema degli istituti penitenziari che sono decisamente dimenticati. Ad esempio per le scuole solo Ancona istituisce diplomi di terza media e addirittura di scuole superiori. Sarà per una illuminata gestione o perché riesce ad intercettare meglio i fondi?! Ci sono diplomati di scuola media superiore che è lì dentro che hanno preso il diploma, quindi è veramente una scuola perfetta e di eccellenza. Dalle altre parti, invece, ci sono corsi fantasma, vi fanno visitare quella che ritengono sia l’aula informatica, ma poi i computers hanno le ragnatele perché sono anni che nessuno li usa, così pure la tipografia, la lavanderia, cioè tutti quei corsi che dovrebbero funzionare.
Quindi da una parte auspichiamo che questo sia l’inizio di un’attenzione vera, reale e solidale nei confronti di questi che sono, per chi come me crede, i nostri più sventurati fratelli, o comunque cittadini delle Marche, ma dall’altra riteniamo che in questa legge che andiamo oggi a varare ci sia una totale inadeguatezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Nessuno di noi dal punto di vista pratico si sognerebbe di contestare la bontà dell’indirizzo che questa legge apparentemente pone in campo, cioè quello di avere un occhio di riguardo verso le persone detenute e quindi rendere il carcere più vicino a quella funzione prevista dalla nostra Carta costituzionale, ovvero la funzione di riabilitazione del soggetto caduto in un reato.
Però, guardando attentamente il testo, ci accorgiamo della totale vaghezza delle finalità previste dall’articolo 1, infatti la legge prevede una serie di garanzie senza determinarne i mezzi reali per raggiungerle. Inoltre il rinvio alla Giunta regionale, sentita la Commissione assembleare, per gli indirizzi applicativi della presente legge, è un abuso totale a vantaggio della Giunta regionale e anche l’ennesimo atto di avvilimento di questa Assemblea legislativa regionale, unico organo adatto e previsto dalla legge per deliberare sugli indirizzi e sulla programmazione.
Il testo legislativo mantiene una linea diseducativa nei confronti di chi si è reso responsabile di reati, perché non prevede il necessario risarcimento del danno cagionato alla collettività o al singolo individuo – e questo me lo sarei aspettato –, che è la base principale per quei cittadini che appartengono ad una Repubblica fondata sul lavoro. Tutti devono lavorare, è bene che anche i detenuti lavorino e che quindi attraverso il lavoro risarciscano poi la collettività o il singolo individuo che sono stati lesi dal loro operato.
Però questa legge non prevede quell’obbligo lavorativo per i detenuti che serve poi per poter accedere, ripeto, a quei benefici previsti per chi si trova in una Repubblica fondata sul lavoro.
Non viene recepita la proposta di legge della minoranza sulla giustizia riparativa per i minori nella competenza del giudice di pace, proposta che a sua volta recepiva una normativa nazionale volta alla non applicazione del carcere a determinate condizioni per i minori, e tra le condizioni previste dalla norma nazionale vi era, appunto, il risarcimento del danno.
Mi sarei aspettato una proposta di legge su materie più urgenti e necessarie, ad esempio su interventi per il riequilibrio territoriale dei servizi sanitari, oppure interventi sulla disoccupazione giovanile e femminile che nel nostro territorio in alcune province è ferma da anni al 12%.
La previsione di spesa a decorrere dal bilancio 2009 mostra con evidenza che anche questa legge non troverà applicazione in questo mandato elettorale, quindi sarà più utile alla maggioranza sotto il profilo del messaggio pubblicitario, anziché utile dal punto di vista pratico.
Pertanto, per ciò che ho detto, Il mio giudizio è abbastanza negativo, comunque per quanto riguarda il voto mi atterrò alla linea di indirizzo del Capogruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questa proposta di legge, come già illustrato dai colleghi Consiglieri dell’opposizione, risponde a quei valori e a quei principi a cui facciamo riferimento e per i quali vogliono promuovere interventi a favore delle persone costrette negli istituti penitenziari o a favore di quelle che hanno in esecuzione una pena oppure acquisito lo status di ex detenuti.
Ad esempio c’è il problema del reinserimento sociale, della formazione o il discorso dello svolgimento di attività lavorative. Io personalmente non sono molto a conoscenza del sistema, però so, da persone che mi hanno raccontato delle difficoltà negli istituti penitenziari, che tutte le forme di recupero che avvengono, ad esempio con la costituzione di gruppi di lavoro che partecipano a progetti insieme a cooperative sociali e organizzati anche da enti pubblici, possono dare delle valide risposte di reinserimento nella società civile normale.
Certamente con questa legge si arriva in ritardo. Ritengo che il discorso – valutazione fatta anche dai miei colleghi della minoranza – di essere sempre più pragmatici nella soluzione dei problemi invece che solamente idealistici, debba essere perseguito. Infatti molte volte la praticità nella soluzione dei problemi dà più risposte rispetto ad un atteggiamento di semplice assistenza, qual è molte volte l’indirizzo di questa amministrazione regionale.
All’interno dei vari piani di settore – parlo del piano sanitario regionale e del piano sociale – avevamo già degli interventi specifici per questa materia, ma che poi non hanno avuto quel respiro, soprattutto di attenzione e di risorse, che ne potesse modificare l’atteggiamento e l’approccio.
Tutta l’impostazione della legge più che altro pecca di una specie di pressappochismo dell’intervento, si riconnette soltanto ad un concetto ideale degli interventi da fare, ma senza tradurli. Vediamo infatti che si rinvia alla Giunta la creazione di strategie, progetti e programmi, una cosa che si fa – e qua avviene sempre – quando non si hanno le idee chiare, poi neanche la Giunta ha le idee chiare e quindi si disattende all’attuazione degli interventi che si sono pensati.
Il nostro atteggiamento è di estrema attenzione ai principi generali di questa norma, ma non siamo soddisfatti della parte applicativa e non siamo assolutamente soddisfatti del rinvio al bilancio 2009 della predisposizione di un minimo di risorse, in quanto potevano essere trovate all’interno dei piani attuativi degli altri settori di cui ho parlato prima.
Ho apprezzato le valutazioni del Consigliere Santori perché soprattutto ci ha ricollegato a quel fenomeno, che in questa legge non è stato sufficientemente valutato, che riguarda il fatto che più del 50% della popolazione carceraria è extracomunitaria. Pertanto in molti casi, data la diversità di cultura, di lingua e di propensione ai valori attivi nella nostra società, bisognerebbe pensare a tanti micro interventi piuttosto che ad interventi di natura generalista.
Riteniamo che la Commissione abbia fatto un lavoro migliorativo rispetto alla proposta originaria, comunque rimaniamo attendisti e quindi oggi non possiamo dare una valutazione senza vedere quale sarà l’applicazione reale sul campo.
I progetti non devono essere soltanto circoscritti agli ambiti dove gli istituti penitenziari sono inseriti – parlo di ente locale, di Asur, ecc. – ma, visto che parliamo in molti casi di ex detenuti e addirittura di misure diverse dalla detenzione per il recupero, questi progetti, come i microprogetti, dovrebbero interessare sia quei comuni dove il fenomeno è più evidente, sia tutti quei comuni dove, appunto, ci sono ex detenuti o coloro che scontano pene diverse dalla detenzione, addirittura con l’inserimento lavorativo in aziende specifiche che si renderanno disponibili a questo.
Quindi sostanzialmente abbiamo una valutazione attendista. C’è certamente una valutazione di apprezzamento e di condivisone nei principi, ma i nostri valori – come ha detto il Vicepresidente Santori – sono anche altri, quelli legati alla responsabilità sociale complessiva del soggetto ex detenuto.
E’ per tutto questo che il voto del gruppo di Forza Italia sarà di astensione, è un’astensione molto attenta e anche critica rispetto a quello che avverrà nel futuro da parte della Giunta. Peraltro questa è una Giunta – come qualche collega ravvisava – estremamente in ritardo su tutti i settori. In questi primi tre anni di legislatura abbiamo legiferato quasi cento leggi e neanche il 40% degli atti approvati dalla maggioranza e demandati alla Giunta sono stati poi realizzati. E questo è tutto dire! Abbiamo anche una statistica che presenteremo in questi giorni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Non vorrei dissociarmi dal gruppo, ma voterò contro questa proposta di legge perché, ascoltando gli interventi dei miei colleghi, se avevo delle perplessità queste sono ulteriormente aumentate.
L’articolo 1, comma 2, così recita: “La Regione promuove, altresì, interventi per il recupero e il reinserimento sociale dei soggetti di cui al comma 1 e degli ex detenuti.”.
Sia il Capogruppo Capponi che la Consigliera Romagnoli hanno evidenziato alcune lacune in questa norma. Perché è vero che le mura delle carceri sono quelle di trent’anni fa, gli edifici sono stati ristrutturati, sono stati rinfrescati, ma dentro queste mura è cambiato il detenuto, quello di trent’anni fa per molteplici aspetti non è certo quello di oggi.
Allora perché su questo non è stato fatto uno studio, un’analisi attenta, una valutazione? L’extracomunitario prima non era tra i detenuti italiani, mentre oggi, purtroppo, è diventato uno degli elementi che riempie le nostre carceri.
Come pensate di recuperare chi ha una cultura, una mentalità, un ambientamento diverso dal nostro?!
Quindi credo che prima di approvare una legge, magari soltanto per dire che l’abbiamo, dovrebbe essere fatto uno studio più attento su come recuperare questi soggetti, e non invece mandare allo sbando i Comuni per un reinserimento. Qui si dice: “mandiamoli a tagliare l’erba, mandiamoli a fare i servizi scolastici”. Ma saranno idonei per fare questi servizi?! Chi lo stabilisce?
Pertanto ritengo che questa legge debba essere approfondita da uno studio specifico. Non vi servono delle medagliette per dire che la sinistra rispetto alla destra è più sensibile su queste problematiche, non è vero! Perché quando si parla di detenuti ne parliamo tutti, quando si parla di immigrazione ne parliamo tutti, però quando si parla di delinquenza sembra che dobbiamo stare attenti; con l’indulto, ad esempio, si sono fatti uscire certi delinquenti, poi tutti urlano dicendo che è sbagliato fare l’indulto, però l’ha chiesto il Santo Padre…!
Quindi prima di varare leggi così importanti su queste problematiche facciamo una valutazione attenta e magari anche senza dividerci.
Dunque è per questi motivi che voterò contro, non è una buona legge, ma poteva essere una base di partenza per una valutazione e per un approfondimento che quest’Aula, se veramente tiene al recupero di questi detenuti, aveva il diritto e il dovere di fare.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Innanzitutto ringrazio quest’Aula per l’attenzione riservata, nel bene e nel male, a questa proposta di legge.
Non so se questa legge sia il migliore dei lavori o il migliore dei mondi possibili attorno alle questioni di cui stiamo ragionando, però è una legge assolutamente borderline, è frutto del lavoro di più di un anno – in quest’Aula ci sono diversi laureati in legge che conoscono bene le competenze della Regione, dello Stato e del Ministero dei grazia e giustizia –, è frutto del lavoro congiunto dei nostri uffici, dei rappresentanti del Ministero di grazia e giustizia, del Tribunale dei minori, delle Cooperative sociali, dell’Asur, cioè di tutti coloro che hanno un minimo di competenza attorno a tali questioni.
Dunque vi assicuro – e, ripeto, su questo alcuni miei colleghi possono sicuramente più di me e meglio di me articolare le motivazioni – che non potevamo andare oltre a quello che abbiamo scritto. Se su questa legge c’è un demandare ad ulteriori atti e ulteriori provvedimenti è proprio perché non potevamo scrivere altro se non quello che abbiamo scritto.
Non so se arriviamo in ritardo, probabilmente questa azione attorno a questa proposta di legge dovevamo già farla forse ad inizio legislatura, ma posso dire che è la prima norma in questo senso che c’è in Italia, e ci viene riconosciuto anche dai rappresentanti del Ministero di grazia e giustizia che assieme a noi vi hanno lavorato.
Attorno a questa norma ho potuto vedere che c’è stato anche un pieno interesse di tutti i direttori dei penitenziari delle Marche, che hanno dato un giudizio positivo e il loro benestare definitivo.
Prima la Consigliera Romagnoli è entrata nel merito delle questioni. Infatti è vero che c’è un problema delle altre carceri che dobbiamo risolvere, c’è il problema del rapporto tra le nostre carceri, le nostre case circondariali e il sistema sanitario regionale. E questo è un problema. Avendo visitato, credo più di altri, le carceri di questa nostra regione, sono andato diverse volte – per ovvi motivi – in quello di Ancona, sono andato nel pesarese, dell’ascolano, quindi penso che il problema maggiore sia riferito esattamente all’intervento immediato e adeguato della cura da parte del servizio sanitario nei confronti di coloro che si trovano in determinate condizioni. Tant’è che con questa legge ci poniamo il problema di rafforzare, poi è chiaro che i modi e le forme non potevamo scriverli al suo interno, quindi dobbiamo in qualche modo concertare un intervento.
Svolgo questo ruolo da tre anni e tra le competenze che ho nella delega di Assessore ai servizi sociali c’è anche quella riferita alle carceri, per la quale, avendovi trovato un capitolo vuoto dal punto di vista finanziario, ho cercato di dargli dignità.
Voglio aggiungere anche che i diplomi che vengono consegnati in carcere – io per il secondo anno consecutivo nelle carceri anconetane ho consegnato davvero con orgoglio diplomi sia di scuola media inferiore che di scuola media superiore – sono il frutto del lavoro di alcuni insegnanti eccezionali che volontariamente prestano la loro opera, e lo fanno sulla base di progetti specifici che di volta in volta presentano o al provveditorato regionale alla pubblica istruzione oppure alla Regione Marche. Alcune volte abbiamo finanziato noi, infatti tutte le volte che ho visto progetti in questo senso ho ritenuto opportuno che ci fosse un finanziamento adeguato, mentre altre volte è stato finanziato dal sistema scolastico regionale. E’ questa la motivazione.
Dobbiamo rafforzare un intervento in questo senso? Assolutamente sì! Per esempio al carcere di Fossombrone per quanto riguarda il lavoro abbiamo un protocollo con l’Asur e con la Zona territoriale di quel carcere per fare in modo che di far svolgere alcuni lavori dai detenuti. E questo non solo ci dà un ritorno in termini economici, perché svolgono un lavoro ed è un recupero del detenuto, quindi della persona che si trova in determinate condizioni, ma per la verità ci danno anche un contributo per quel che riguarda l’osservatorio regionale delle politiche sociali; cioè quell’osservatorio con il quale riusciamo a capire qual è l’esigenza della nostra regione, infatti anche attraverso un ricettario dei detenuti, che viene in qualche modo controllato, riusciamo a capire quali sono le patologie e dunque a poter svolgere un lavoro in questo senso.
Ma è chiaro che non possiamo ragionare esclusivamente su questo. Per esempio il Consigliere Capponi diceva che oltre il 50% della popolazione carceraria è fatta di extracomunitari, ma, guardate, io dico che addirittura ci sono punte dell’80%. Allora se vuoi, non dico risolvere ma almeno porti il problema, bisogna che agisci su due livelli, il primo è la risposta che si dà con questa proposta di legge. Una legge ancorché insufficiente, ma dove l’insufficienza, ripeto, deriva dal fatto che dobbiamo agire sul livello di competenza che è questo e non un altro. Sull’altro non possiamo intervenire, pena il rischio – e questo il Ministero di grazia e giustizia ce lo ha detto molto chiaramente – che questa proposta di legge possa essere messa in discussione o che venga addirittura annullata, quindi se si vuole intervenire lo si deve fare all’interno delle proprie competenze.
Ritornando ai detenuti extracomunitari, oggi porto questa proposta di legge ma tra poco ne porterò un’altra che riguarda il piano triennale sull’immigrazione. Quindi è chiaro – rispondendo anche al Consigliere Brini – che ci poniamo anche il problema del recupero del detenuto che, ancorché extracomunitario, è cittadino italiano, per cui una volta uscito dal carcere ci si deve porre il problema di quali risposte dare a questo cittadino che comunque vive sul nostro suolo.
Pertanto le risposte si danno preventivamente attraverso il piano triennale sull’immigrazione, e si daranno poi quando si recupererà quel fenomeno che comunque esiste.
Peraltro mi auguro – non voglio fare alcuna polemica, lo dico in maniera molto chiara – di poter mantenere queste risorse. Può essere criticabile o meno, ma io ho ritenuto opportuno attivare i fondi nei confronti del problema dell’immigrazione per tutte quelle risposte dal punto di vista della salute, della casa, dell’istruzione che gli enti locali debbono dare per arginare il fenomeno dell’immigrazione e per far sì che un bisogno non diventi una patologia in senso delinquenziale.
Quindi occorrono delle risorse che facciamo, appunto, attraverso il piano triennale dell’immigrazione, un piano che parla di interculturalità, di scuole, di casa, di salute. Queste sono le risposte che cerchiamo di dare.
Pertanto credo che stiamo seguendo un filo logico che attraversa i diversi segmenti della nostra società. Anche lo stesso garante per i detenuti, che abbiamo approvato in precedenti Assemblee legislative e che abbiamo inserito all’interno dei compiti del difensore civico, sta dentro un quadro che si pone il problema e che cerca di dare quelle risposte che siano minimamente sufficienti a far sì che un essere umano, che sta là e che esce da là, le trovi adeguate alla sua condizione.
Tra l’altro il lavoro che questi uomini e donne svolgono all’interno di questi istituti il più delle volte poggia su risorse di carattere regionale. E’ così che stanno le cose.
Il Ministero di grazia e giustizia o non ha o non vuole avere o non dà risposte adeguate a quelli che sono i bisogni, le esigenze di una popolazione carceraria. Una popolazione carceraria che per quello che riguarda la nostra regione, ancorché anch’essa interessata dal fenomeno del sovraffollamento, è in una condizione sicuramente più adeguata rispetto a quella di altri istituti del nostro Paese. Tant’è che su questo è uscito un libro documentario fatto da chi studia il fenomeno da tempo e che riconosce questo tipo di situazione.
Vi ringrazio per l’attenzione che avete avuto e vorrei ringraziare anche tutti coloro che in questo lungo anno hanno lavorato attorno a questa proposta di legge. Mi auguro che la stessa possa essere approvata anche con quei voti di astensione che in qualche modo sono voti di fiducia rispetto a ciò che potrà accadere. Dunque vi ringrazio di questo.
E’ un qualcosa che consegno all’Aula e alla comunità marchigiana proprio perché penso che ci sia necessità di una risposta a questo fenomeno. E più il fenomeno avrà una risposta larga, più potrà essere risolto, infatti, guardate, non vivo tutto questo come una questione chiusa né tanto meno come una questione di carattere ideologico.
Questa mia proposta di legge – vorrei tranquillizzare il Consigliere Castelli – ha percorso un suo binario che nulla aveva a che fare con la legge sugli oratori, parliamo di cose assolutamente diverse; io stesso ho vissuto la mia infanzia dentro gli oratori, quindi, se dovessimo parlare di questo, credo che indubbiamente hanno una loro funzione educativa, così come ho vissuto la mia adolescenza e la mia giovinezza in altri luoghi che mi hanno formato culturalmente e politicamente.
Comunque, ripeto, vi assicuro che il percorso che abbiamo fatto con questa proposta legge non ha nulla a che fare con la questione degli oratori.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 16.
Emendamento n. 1 (sostitutivo) dell’Assessore Amagliani:
Sostituire l'articolo 16 con il seguente:
“Articolo 16 (Centro per la mediazione penale minorile)
1. Al fine di favorire la responsabilizzazione dei minori autori di reato e la riconciliazione con le vittime, la Regione ed il Centro per la Giustizia Minorile, d'intesa con gli enti locali, le Università e l'Azienda Sanitaria Unica Regionale, promuovono attività di mediazione anche attraverso il Centro per la mediazione penale minorile delle Marche.
2. II Centro è istituito nell'ambito del servizio della Giunta regionale competente in materia di politiche sociali.
3. II Centro si avvale dei soggetti iscritti in apposito elenco.
4. La Giunta regionale determina le modalità per l'iscrizione nell'elenco di cui al comma 3, per l'utilizzo dei soggetti iscritti nello stesso elenco nonché il compenso ad essi spettante per le attività di mediazione svolte.
5. Nell’elenco di cui al comma 3 possono essere iscritti anche i dipendenti delle pubbliche amministrazioni diverse dalla Regione indicate al comma 1. In tale caso gli stessi, previo consenso dell'amministrazione di appartenenza, possono essere distaccati presso il Centro per la mediazione penale minorile delle Marche e percepiscono oltre al trattamento economico già in godimento, i cui oneri restano a carico della amministrazione di appartenenza, una indennità per le attività di mediazione svolte, determinata dalla Giunta regionale".
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

\Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Articolo 19 bis. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 211. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 220
della Giunta regionale
“Disciplina delle attività regionali in materia di commercio estero, promozione economica ed internazionalizzazione delle imprese e del sistema territoriale”
(Rinvio in Commissione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta legge n. 220 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola l’Assessore Giaccaglia.

Gianni GIACCAGLIA. Su questa proposta di legge chiedo un rinvio di seduta perché ho necessità di fare un approfondimento tecnico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Sono d’accordo a ritirare questa proposta di legge anche se in Commissione, data la sua importanza, l’abbiamo discussa molto in profondità. E’ stata inoltre discussa anche in seconda Commissione.
Quindi non vorrei che l’Assessore Giaccaglia non fosse al corrente di questa legge, anche perché nel momento in cui la Giunta la proponeva alla valutazione della Commissione si poteva sicuramente modificare. Dunque, Assessore, se è così credo sia stato fatto un grosso errore.
Per questa legge, che racchiude importanti settori della vita politica di questa regione, abbiamo già perso tre o quattro mesi e sicuramente ne perderemo ancora, quindi ognuno si dovrà assumere le proprie responsabilità.
In ogni caso se l’Assessore ha deciso di ritirarla siamo d’accordo.

PRESIDENTE. Consigliere Rocchi, la proposta non è di ritiro, ma di rinvio alla prossima seduta, quindi è su questo che l’Assemblea legislativa dovrà pronunciarsi.

Lidio ROCCHI. No, perché ci sono emendamenti importanti che devono essere discussi in Commissione. Chiaro!

PRESIDENTE. La richiesta dell’Assessore è per un rinvio alla prossima seduta. Se poi esistono problemi di altra natura lo vedrà la Commissione per quanto di competenza, ma ora l’Assemblea legislativa deve pronunciarsi sulla proposta dell’Assessore.

Fabio PISTARELLI. Un conto è il rinvio ad altra seduta, un conto è il rinvio in Commissione. Quindi a me pare che il Presidente Rocchi chieda il rinvio in Commissione.

PRESIDENTE. Il Presidente Rocchi fa un’altra proposta?

Lidio ROCCHI. Sì, chiedo che questa proposta di legge venga riportata in Commissione per poter esaminare gli emendamenti che ho visto questa mattina.

PRESIDENTE. Allora, se l’Assessore è d’accordo, la proposta sarà quella del Presidente Rocchi, altrimenti rimarrà la richiesta di rinvio alla prossima seduta assembleare. Ha la parola l'Assessore Giaccaglia.

Gianni GIACCAGLIA. Premesso che vorrei tranquillizzare il Consigliere Rocchi che la legge è perfettamente di mia conoscenza.
Considerato però che questo mandato ce l’ho dal 29 agosto, alcuni passaggi di questa legge, che ho avuto modo di leggere, li conosco, ma ho anche bisogno di approfondire ulteriormente in un unico passaggio. Quindi se il Consigliere Rocchi ritiene più opportuno che questa proposta di legge ritorni in Commissione – e probabilmente non ci sarà neanche bisogno di ulteriori emendamenti – non ho nessuna difficoltà.

PRESIDENTE. Bene, quindi pongo in votazione il rinvio in Commissione della proposta di legge n. 220.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 95
della Giunta regionale
“Proroga per l’anno 2008 del Programma per gli interventi a favore dei giovani (anni 2001-2003)”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 95 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Si tratta dell’atto di proroga per l’anno 2008 del programma degli interventi a favore dei giovani e che sono ormai alcuni anni che viene prorogato. L’anno scorso la proroga è stata richiesta in quanto nel 2007 attraverso l’Apq si sono potuti introitare una serie di finanziamenti cospicui su progetti abbastanza consistenti, però, seppur con questa proroga, abbiamo voluto fare anche un intervento più complesso per illustrare che cosa si stava determinando all’interno delle politiche giovanili.
La legge n. 46/95 richiede ormai una verifica piuttosto approfondita, visto che, a nostro avviso e anche ad avviso della Giunta, non è più in linea con i tempi. Infatti allora si riteneva di verificare le politiche giovanili considerando i giovani dal punto di vista del disagio sociale, quindi con interventi di carattere sociale, mentre oggi le concezioni sulle politiche giovanili sono completamente diverse.
Inoltre, grazie ai finanziamenti che sono stati introitati l’anno scorso con l’Apq giovani e anche grazie ad un cambiamento di sensibilità e di settore assessorile, sulle politiche giovanili si è intervenuti più nel settore delle politiche culturali piuttosto che su quelle del disagio sociale. Tuttavia nemmeno questo è stato sufficiente per ricomprendere appieno il settore delle politiche giovanili.
Considerata la legge n. 46/95 – ripeto, ormai fortemente datata e che partiva da concetti non più condivisibili – con il precedente Assessore Minardi erano state aperte una serie di incontri di ascolto dei giovani per poter capire da loro che cosa effettivamente vogliono dalle politiche giovanili e quindi, di conseguenza, come ristrutturare questa legge.
Nel maggio 2008 c’è stato un primo incontro e le previsioni furono che per ottobre 2008 sia la consulta che gli incontri si sarebbero dovuti completare, si sarebbero dovute tirare le somme di questa campagna per poi poter proporre questa nuova legge.
Ora c’è stato un cambio di competenze quindi i tempi non saranno più questi, però rimane comunque impellente e improrogabile la necessità di modificare questa legge.
Pensare di modificare un piano senza partire dalla modifica della legge n. 46/95, significherebbe riproporre più o meno quelle cose che attualmente vengono proposte in questo piano.
Quindi come Assemblea legislativa e come Commissione auspichiamo che il prima possibile si possa portare in discussione questa nuova legge, in modo che da questa ne derivi poi un piano triennale che possa rispondere meglio alle esigenze dei giovani.
Per quanto riguarda la situazione attuale vorrei fare una breve valutazione rispetto ai finanziamenti che sono stati erogati nel 2007 – nel 2008 dovremo erogarli in base ai progetti che sono stati presentati –.
Si tratta di circa 400 mila euro – la cifra non è così consistente da poter pensare di fare seriamente delle politiche giovanili –: alla Provincia di Pesaro Urbino sono stati erogati circa 93 mila euro, alla Provincia di Ancona circa 114 mila euro, alla Provincia di Macerata 79 mila euro e alla Provincia di Ascoli 97 mila euro. Inoltre una parte di questo finanziamento è stato utilizzato per l’Apq delle politiche giovanili.
Nonostante siamo tutti concordi che sia la legge che il piano vadano modificati ed aggiornati perché atti come questi non sono più sostenibili, dobbiamo comunque dire, come aspetto positivo, che questi finanziamenti – che, appunto, non sono consistenti – hanno messo in moto anche tutta una serie di iniziative, di richieste, di proposte e di progetti che sono partiti oltre che dagli enti pubblici, anche e soprattutto da associazioni giovanili. E questo sicuramente ha messo in moto una serie di idee e progettualità su cui bisogna dare un giudizio positivo.
Naturalmente non tutti i progetti si sono potuti realizzare, naturalmente i finanziamenti sono stati di molto inferiore rispetto alle richieste fatte, però in ogni caso significa che i giovani si sono messi insieme per presentare alcuni progetti. In alcune realtà si è trattato soprattutto – questo è derivato in particolare da scelte degli enti istituzionali – di informagiovani e di centri di aggregazione giovanile.
Voglio aggiungere, inoltre, che sono stati messi in moto convegni, ricerche, spettacoli dedicati e fatti dai giovani, gruppi musicali, cioè tutta una serie di attività che hanno dato la possibilità ai giovani di stare insieme, di pensare insieme, di progettare insieme.
Per cui, al di là della proroga che, ripeto, sono ormai anni che si rinnova, possiamo dire che questa legge sicuramente ha messo in moto anche qualche intervento positivo.
Quindi da parte della Commissione e presumo anche da parte di tutta l’Assemblea legislativa c’è l’invito all’Assessore Donati, appena subentrato – e dunque non poteva certamente portare avanti né un piano né una proposta di legge diversa –, di seguire un percorso che per il prossimo anno possa portare o una legge o un piano diverso.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Su questo piano si evidenzia la difficoltà dell'Esecutivo regionale di esprimere una linea adeguata. Dunque se c'è un giudizio da dare è quello di registrare un’insufficienza dell'azione del Governo regionale sulle politiche giovanili.
E ne abbiamo testimonianza da questo provvedimento che deriva, come diceva la relatrice di maggioranza, dall'iniziativa legislativa n. 46/95 che è una legge assolutamente inadeguata, lo abbiamo detto e lo abbiamo verificato, è una legge datata che non tiene conto dei cambiamenti che sono intervenuti, è una legge che non ha una copertura finanziaria adeguata. Infatti spendere 400 mila euro per i giovani delle Marche è un'offesa alla nostra intelligenza e all'intelligenza di tutti i giovani marchigiani, è significativa dell'attenzione e dell'interesse che ha la maggioranza di centro-sinistra per questo mondo, per questa sensibilità che tanto valore ha.
Il fatto che si venga a proporre la tredicesima proroga – Consigliere Procaccini è inutile che si arrampichi sugli specchi per sostenere il contrario – è significativa della inconcludenza e della incapacità di questo Esecutivo regionale, e non solo di gestire una politica ma anche di revisionare un atto legislativo importante – almeno a parole, sentendovi nelle piazze quando parlate con i giovani! –.
Quindi è scandaloso registrare questo fatto, e il non essere stati capaci di gestire l'intervento e addirittura di adeguare la legge alla nuova realtà che vive la nostra regione è significativo della inconcludenza di questo Esecutivo regionale.
Assieme a questo registriamo anche il fatto che il vecchio Assessore qualche risorsa in più l'aveva destinata a questo settore grazie all'accordo di programma quadro. Accordo a rischio perché permane questa ambiguità di fondo dell'Esecutivo, che poi non è un'ambiguità, ma ormai è un errore proprio nell'assegnazione delle deleghe, perché mi risulta che i due Assessori hanno già detto che non c'è volontà di comunicazione fra di loro. Quindi un errore che si persevera nella diversificazione delle iniziative.
Il risultato probabilmente è che i giovani marchigiani dovranno aspettare la nuova legislatura e un nuovo Governo regionale, che molto probabilmente sarà fondato su una nuova maggioranza politica, per avere un provvedimento che recepisca e soddisfi le esigenze giovanili dei marchigiani.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni perché non voglio contestare le critiche di nessuno. In effetti rispetto al problema della partecipazione dei giovani dobbiamo aggiornare una riflessione sia di tipo culturale che di tipo normativo. Quindi se le critiche sono costruttive, secondo me, vanno assunte, proprio perché questo è un settore che implica dal punto di vista culturale, economico, sociale ed istituzionale, il futuro di una nazione e quindi anche della nostra regione.
E’ ovvio che noi voteremo questo atto amministrativo che è la proroga di quelli precedenti, tuttavia vogliamo cogliere l'occasione per sollecitare di nuovo la prima Commissione di discutere anche della proposta di legge presentata dai Comunisti Italiani sulla questione giovanile in maniera organica. Da quella prima presentazione sono ormai passate due legislature, quindi in questa legislatura tale nostra proposta di legge è stata reiterata ed aggiornata, abbiamo anche scritto diverse lettere alla Presidente della prima Commissione. Colgo l'occasione per dire che nella prossima riunione della Commissione, secondo noi, si dovrebbe, anzi si deve calendarizzare questa proposta di legge
La partecipazione e il protagonismo delle giovani generazioni va assunto con un atteggiamento di tipo inclusivo e non esclusivo. Spesso – e questa discussione la faremo –, tranne eccezioni lodevoli, le giovani generazioni si sentono e sono lontane dalle istituzioni stesse proprio per colpa delle istituzioni stesse.
Quindi dobbiamo invertire questa modalità e trovare forme di partecipazione attiva.
Le leggi c.d. Bassanini, che secondo me sono tra le cause peggiorative della disgregazione dei diritti solidali dell'Italia perché hanno introdotto una competizione tra istituzioni, hanno formalizzato organismi che sono obbligatori nella consultazione che però sono già sanciti dalle istituzioni, mi riferisco al Cal, al Crel o ad altre strutture e sovrastrutture.
Noi, invece, dovremmo pensare ad un'operazione che esca all'esterno delle istituzioni e dove ci sia soprattutto la partecipazione delle giovani generazioni.
Dunque quando si discutono le proposte di legge i giovani devono essere ascoltati, le Commissioni preposte debbono consultare le associazioni dei giovani con una partecipazione attiva e non passiva.
Quindi rinnovo l'invito alla Presidente Mollaroli di calendarizzare la prossima Commissione e mettere all'ordine del giorno, tra le altre, anche la proposta di legge del gruppo dei Comunisti Italiani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Condivido con quanto già espresso dal relatore di minoranza che questa è un’ennesima proroga a cui credevamo non dover arrivare. Ogni volta abbiamo ritenuto che fosse l'ultima ma evidentemente non c'è limite al senso del ridicolo. Questa proroga è la conferma della totale noncuranza con cui l'argomento giovani viene affrontato da questa Amministrazione.
Sottolineo che qualora non ci fosse stato il cosiddetto rimpasto e qualora i giovani e i temi di questo tipo avessero avuto la priorità su altre logiche e su altre esigenze, che sono meramente di segreteria partitiche come abbiamo già sottolineato nelle scorse sedute, la Consulta regionale dei giovani in ottobre si sarebbe riunita, avrebbe avuto seguito il lavoro che da tempo si stava portando avanti per rifare il piano giovani, addirittura era prevista la presenza del Ministro alle politiche giovanili Meloni.
Però tutto è stato annullato, c’è stato uno stop enorme – ora non entro nel merito se le cose bene o male erano state fatte – che i giovani hanno dovuto subire a causa di priorità di altro tipo, che però sono lontane da loro e dalla gente marchigiana.
Addirittura c’è stato uno sdoppiamento delle deleghe, ed ora ci troviamo ad approvare per l'ennesima volta un piano che, come dice il relatore Giannotti, è datato. Dirò di più, è una visione dirigista, che ci vide già contrari nel 2002, che non va ad aiutare e a finanziare quel giovane che vuol fare, che vuole essere, ma lo sposta come un problema, come un disagio nei centri, lo rinchiude anziché considerarlo una risorsa.
E' dunque un'immagine superata dalle nostre nuove visioni culturali, ma anche la stessa Ministra Melandri, predecessore del Ministro Meloni, parlava del giovane in tutt'altra accezione. Qui, invece, ci ritroviamo a perpetuare questa visione ideologica e di coincidenza soltanto come spunto di disagio del giovane.
Speriamo, anche se non siamo fiduciosi, che la cosa venga risolta il prima possibile, però rimane comunque anche un caos di competenze.
Pertanto accogliamo l'invito del Consigliere Procaccini, ma dubito che la Presidente della mia Commissione sia in condizioni di affrontare questo problema di fronte ad una totale assenza di programmazione e di idee chiare da parte della Giunta regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Donati.

Sandro DONATI. Solo per riaffermare che la legge, giustamente, deve essere rivista, quindi c'è l'impegno da parte della Giunta e anche da parte mia di rivederla in breve tempo. C'è già una bozza predisposta dall'Assessore precedente e per la quale si sono sentite le scuole, i centri di aggregazione giovanili, gli enti e i giovani amministratori dei Comuni.
Quindi spero che nel 2009 si possa presentare questa legge, magari confrontandola con quella dei Comunisti Italiani, che naturalmente voglio apprendere come una cosa in più per lavorare insieme e per far sì che si possa uscire al meglio possibile. Come lo fu per quella del 1995, legge pioniera rispetto a tutte le altre Regioni, infatti siamo stati tra i primi ad averla.
Quindi, con l'Assessore alla cultura, ci auguriamo che possa essere una legge con fondi notevoli che ci permettano di intervenire maggiormente su un settore particolare come quello dei giovani.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 95. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 262
dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci
“Integrazione dei migranti”
(Votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 262 dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci. Dobbiamo solo votare ed eventualmente discutere i tre emendamenti presentati.
Emendamento n. 1 della Consigliera Mollaroli:
Sopprimere da “stigmatizza” a “non accertati”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 del Consigliere Procaccini:
Dopo le parole “xenofobia e razzismo.” Aggiungere: “L’integrazione deve avvenire in un contesto di diritti e di doveri uguali per tutti.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 dei Consiglieri Brandoni, Altomeni:
Alla fine del testo aggiungere: Aderisce, condividendone le motivazioni, alla “Marcia per la convivenza. Vivere insieme si può” promossa da numerose organizzazioni della società civile marchigiana, con il patrocinio della Regione Marche, che si terrà sabato 4 ottobre ad Ancona.”.
Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 262, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 274
del Consigliere Procaccini
“Incidenti sul lavoro”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 274 del Consigliere Procaccini, che ha la parola.

Cesare PROCACCINI. Questa mozione va a sostegno delle politiche regionali per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Dal 1° gennaio di quest'anno ad oggi ci sono stati già 500 morti sul lavoro, 490 mila infortuni e 12.300 invalidi.
L'Inps e l'Inail hanno pagato oltre 40 miliardi di euro per il risarcimento assicurativo degli infortuni sul lavoro.
Quindi l'impegno che l'Assemblea legislativa regionale demanda alla Giunta regionale, che rispetto a queste questioni ha già lavorato in quanto ci sono degli accordi con l'Inail, è quello di dare piena attuazione a quanto previsto dalla legge n. 123 del 3 agosto 2007 del precedente Governo. Un Governo che tra le altre cose nei decreti attuativi prevedeva una maggiore possibilità ed obbligo per gli enti locali e in primo luogo per le Regioni di coordinare le politiche di prevenzione sui luoghi di lavoro. Quei luoghi di lavoro intesi sia come lavoro subordinato dipendente che come lavoro autonomo; infatti, ad esempio nel settore dell'agricoltura, si interviene anche sulla sicurezza del lavoro autonomo.
Pertanto sicurezza nei luoghi di lavoro e anche salute nei luoghi di lavoro.
Mi auguro che l'Assemblea legislativa regionale voglia approvare questa mozione e che in una seduta prossima l'Assessore Ascoli o il Presidente della Giunta Spacca possano relazionare sullo stato di questa problematica nella Regione Marche, visto peraltro che diversi soggetti e diversi attori, ad esempio con nuove regole per gli appalti pubblici, sono protagonisti della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti

PRESIDENTE. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 274. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 267
dei Consiglieri Pistarelli, Capponi, Massi
“Commissariamento Consorzi di Bonifica del Musone, Potenza, Chienti ed Alto Nera”

Interrogazione n. 1053
del Consigliere Pistarelli
“Commissariamento Consorzi di Bonifica del Musone, Potenza, Chienti ed Alto Nera”

abbinate
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 267 dei Consiglieri Pistarelli, Capponi, Massi, abbinata all'interrogazione n. 1053 del Consigliere Pistarelli.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Innanzitutto chiedo se quest'Aula è in grado di proseguire i suoi lavori, perché mi pare ci sia un clima di chiusura della seduta. Dunque se la risposta è affermativa sono pronto ad illustrare la mozione, chiedendo all'Assessore se ha tutti gli elementi per rispondere anche alle domande contenute nell'interrogazione collegata alla stessa.
E’ una questione molto delicata e importante.

PRESIDENTE. I Consiglieri sono o in Aula o nei corridoi, e per questi invito i Capigruppo a farli rientrare, però credo ci siano le condizioni e il numero legale per continuare.
Ha la parola l'Assessore Petrini per la risposta all'interrogazione n. 1053.

Paolo PETRINI. In relazione a questa interrogazione, articolata in tre punti, do una risposta altrettanto articolata.
Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, ai sensi dei commi 35 e 36 dell'art. 4 della legge finanziaria 2004, di concerto con i Ministeri delle politiche agricole e forestali, delle infrastrutture e i trasporti, dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, ha presentato al Cipe il Programma nazionale degli interventi nel settore idrico, che indica le risorse finanziarie assegnate ai singoli interventi e ne definisce la gerarchia delle priorità.
Il Programma si compone di quattro allegati tecnici, tra cui l'allegato 4 comprendente il quadro dei fabbisogni del comparto irriguo, predisposto dal Ministero delle politiche agricole e forestali.
Nell'allegato 4 risultano inseriti per la Regione Marche diciannove interventi per un importo totale dei progetti di € 204.500.000,00; tra gli interventi proposti dall'Amministrazione regionale risulta la realizzazione di un nuovo sbarramento di ritenuta in località Bivio Ercole sul Fiume Potenza in Comune di Fiuminata per un importo progetto di € 42.700.000,00.
Il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, sulla base delle previsioni della legge finanziaria 2004, sta richiedendo all’Amministrazioni regionali di aggiornare il programma delle opere irrigue da inserire nel Piano irriguo nazionale. Nella riunione del 7 maggio 2007, avente per oggetto la programmazione 2010 degli interventi irrigui, il Ministero dell’agricoltura ha invitato i partecipanti ad attivarsi per la programmazione futura, che riguarderà opere realizzabili dopo il 2010, suggerendo di rivedere le priorità adottate nel precedente periodo, in rapporto alle variazioni climatiche degli ultimi anni, e anche prevedendo la costruzione di nuovi invasi.
A differenza di quanto è avvenuto in passato, il Ministero ha rappresentato che finanzierà esclusivamente opere irrigue di sua competenza, dighe e adduttrici primarie, le altre opere dovranno essere a totale carico delle Regioni competenti territorialmente.
Nel corso della stessa riunione sono state affrontate problematiche attinenti la vecchia programmazione. Nel merito il Ministero ha comunicato che dovrebbero trovare copertura finanziaria anche i progetti compresi nell'allegato 4 della delibera Cipe n. 74/05, già approvati in via programmatica e individuati nell'elenco riportato nella tabella allegata e che comunque avrebbe inviato una nota ufficiale relativa al vecchio periodo di programmazione.
Relativamente al vecchio periodo di programmazione lo stesso Ministero ha rappresentato la necessità di avere, nel momento in cui verrà comunicata la disponibilità finanziaria, progetti esecutivi immediatamente cantierabili.
Il ruolo della Regione è quello di coordinare i Consorzi interessati per predisporre progetti esecutivi completi degli atti autorizzativi previsti dalle normative vigenti in materia ambientale, paesaggistica, edilizia e di difesa del suolo, ciò per non rischiare di perdere le somme previste per i progetti programmati.
L'invaso di Fiuminata non risulta cantierabile, occorre infatti valutare, in relazione agli obiettivi dell'intervento (in precedenza solo irriguo), gli impatti sulle componenti ambientali e sugli attuali usi delle acque in relazione agli obiettivi di qualità delle acque e tenuto conto del bilancio idrico.
Per la creazione dell'invaso di Fiuminata il Consorzio ha avviato la procedura di valutazione ambientale statale, alla Regione spetta l'espressione del parere ai fini della stessa procedura di valutazione una volta definiti gli obiettivi dell'intervento e valutati gli elementi ed i dati acquisiti per l'espressione del parere.
Relativamente al successivo quesito, al Commissario straordinario è stato assegnato l'incarico di rinnovare gli organi del Consorzio.
Spetta all'Amministrazione regionale, alla luce delle disposizioni della legge finanziaria e dell'atto di indirizzo che dovrà essere predisposto di concerto con le Amministrazioni regionali, riorganizzare le attività dei tre Consorzi regionali.
In relazione alle funzioni dei Consorzi si richiamano le disposizioni adottate dall'Amministrazione regionale. Con la d.g.r. n. 2994 dell'11 dicembre 2001 è stato ridefinito il ruolo residuale dei Consorzi sulla base delle competenze conferite alle Amministrazioni provinciali con la legge regionale n. 13/99 in materia di difesa del suolo.
I Consorzi di Bonifica non sono quindi titolari di funzioni ma solo concessionari.
La riorganizzazione dei Consorzi non potrà comunque prevedere la loro soppressione, ciò in relazione alle funzioni svolte dagli stessi consorzi per soddisfare "l'interesse particolare" dei propri consorziati.
Aggiungo che da circa un anno tutte le Regioni sono bloccate in quanto è in essere l'iter per l'emanazione delle linee guida per la riforma degli stessi Consorzi. Quei consorzi che la precedente legge finanziaria intendeva dare la possibilità di sopprimere e che il decreto milleproroghe ha fatto riemergere. Come pure la necessità, nel caso le Regioni volessero operare al loro riordino e riorganizzazione, di attenersi a linee guida di carattere nazionale. Queste linee guida sono state approvate non più di due settimane fa dalla Conferenza Stato-Regioni.
Quindi solo oggi, dopo quasi un anno, ritorniamo nelle nostre facoltà di poter intervenire sui Consorzi, per i quali possiamo far tutto tranne che sopprimerli, anche perché le loro funzioni sono assegnate in concessione, pertanto sono funzioni regionali.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La risposta fornita dall'Assessore all'Aula all'interrogazione che ho presentato il 10 giugno scorso porta ulteriori elementi di chiarificazione ad una vicenda che, colleghi, è a dir poco singolare, quella del Consorzio di bonifica del Musone, Potenza, Chienti e Alto Nera. E’ un consorzio di bonifica di grande estensione territoriale e di grande importanza soprattutto per la provincia maceratese ma ha anche una parte di territorio dell'anconetano in quanto è incluso il fiume Musone. Dicevo che è una vicenda singolare in quanto è dal 2005 che detto consorzio è commissariato. Tale commissariamento fu disposto dalla Giunta regionale per un anno – così diceva la delibera di Giunta – e al commissario si attribuivano le funzioni di ricostituire gli organi del Consorzio stesso.
Che cosa è successo? Da quella delibera del 18 dicembre 2005 sono scaturite altre disposizioni di Giunta che hanno prorogato il commissariamento per tutto il 2007 e anche per tutto il 2008. Siamo in una situazione nella quale il commissario è da tre anni che riveste questa veste e che pertanto vede il consorzio di bonifica privo dei suoi organismi di normale conduzione amministrativa.
Questa situazione non ha prodotto quei risultati che già la prima delibera indicava come obiettivo, cioè la ricostituzione degli organi o la soppressione del consorzio.
Oggi l'Assessore dice che abbiamo atteso che la normativa generale si evolvesse. Perché? Perché si sono chiariti due punti, uno, che i Consorzi non possono essere soppressi, rimarranno nelle loro funzioni seppur soltanto concessionariati, due, le Regioni devono attenersi a quelle linee guida che sono finalmente giunte due settimane orsono.
Certo, Assessore, per ora la ringrazio per questi chiarimenti di natura tecnica, ne prenderemo buona nota leggendo tecnicamente gli atti che sono stati compiuti, quelli della Conferenza Stato-Regioni e della legislazione generale (leggi finanziarie e altro), però un interrogativo rimane: il commissario nella sua veste commissariale aveva poteri in grado di far partire una progettazione, seppur di massima? Infatti non ci si è limitati a valutazioni di impatto o a verifiche di natura soltanto preliminare, ma da quel che conosciamo si è andati avanti illustrando un progetto di nuovo invaso in territorio di Fiuminata al confine Umbria-Marche, e addirittura di realizzazione di condotte che forzosamente spostavano quantità notevoli di risorsa idrica fino all'invaso di Castreccioni, già esistente in località Cingoli. Pertanto la progettazione è andata avanti, seppur di massima e in grado di essere sottoposta agli organi di valutazioni del caso.
Quindi, questo tipo di attività rientra oppure no nei poteri – e questo è il cuore dell'interrogazione e anche della mozione che ho conseguentemente predisposto e proposto al lavoro dell'Assemblea legislativa regionale – del commissario?
Io ho molti dubbi, anzi, ritengo che questa cosa sia oltre il mandato affidato al commissario. Perché tutte e tre le delibere di Giunta regionale, la prima che formalizzava il commissariamento e le altre due che prorogavano il termine del commissariamento, dicevano che si doveva trattare di atti di ordinaria amministrazione per la ricostituzione dell'organo o la sua soppressione se vi fosse stato il chiarimento nazionale, cioè, se fosse stato nei poteri della Regione, quello di sopprimere i consorzi di bonifica; questione annosa che ricordo essere stata affrontata da questa Assemblea legislativa regionale con un tentativo di soppressione con legge specifica e poi bocciato a livello di Consulta, proprio perché i consorzi di bonifica erano consorzi di natura statuale e pertanto sottratti ai poteri soppressivi delle Regioni.
Questo mi pare un punto da mettere nella questione, perché un commissario, tra l'altro in una veste in grado di essere autoreferenziale in quanto è l'unico organismo che c'è – non vi infatti è un consiglio di amministrazione e non vi sono tutti i soggetti che per legge devono far parte dei consorzi di bonifica (presidente, direttore, consiglio di amministrazione con tutte le categorie che devono essere rappresentate), che si spinge a predisporre atti e attività di questa natura (che con simili progettazioni immagino siano anche onerose), ritengo sia oltre i limiti di legge. Quei limiti di legge che sono di natura generale per quanto riguarda gli stati di commissariamento di qualsiasi organo, ma in particolare per un consorzio di bonifica che per sua natura deve essere concessionario e quindi non può essere attore di opere di questa entità, come gli invasi e le deviazioni di acqua di portata notevole che vanno a impattare in maniera evidente sul territorio.
Allora questo è un punto da mettere.
Per amor di verità devo dire anche che vi è stato uno stop a questo tipo di procedura, cioè lo stesso commissario, avendo incontrato le realtà locali e avendo fatto dei confronti, seppur di natura informale e conoscitiva, ha dichiarato il blocco della progettazione e dell'iter relativo al nuovo ipotetico invaso di Fiuminata. Però tutte le attività svolte fin qui hanno comunque visto inerte il Governo regionale che non poteva non avere avuto conoscenza di determinati atti e attività e quindi avrebbe dovuto fermare prima questo tipo di attività essendo, appunto, fuori da quel mandato concesso al commissario.
Oggi la progettazione è ferma, abbiamo le linee guida per i consorzi di bonifica, perciò immagino che la Giunta regionale provvederà, nei tempi immediatamente successivi alla decisione della Conferenza Stato-Regioni, ad approntare la nuova fisionomia dei consorzi di bonifica.
Pertanto la mozione, che nel secondo punto impegna la Giunta ad indicare un termine perentorio entro il quale devono essere predisposti gli atti di ricostituzione degli organi consultivi, credo vada in linea con quello che è avvenuto da ultimo.
Questa è una cosa assolutamente di rilievo, perché ricostituire gli organismi consortili, quindi la normalità e l’integrità della condizione e della situazione del Consorzio di bonifica più importante del territorio maceratese, sono decisioni che devono essere assunte in maniera molto rapida, al fine di superare un'anomalia di condizione che ha portato ai fatti che ho descritto.
La mozione nel primo punto chiede di sospendere gli atti predisposti dal commissario di consorzio di bonifica, cioè il programma delle attività 2008/2010 che prevedevano l'invaso di Fiuminata, ecc., che di fatto sono già stati sospesi, ma in ogni caso ora la Giunta, a mio avviso, con l'impegno dell'Assemblea legislativa regionale, ha un elemento in più per definire meglio il quadro e riportare alla normalità una situazione anormale.
Nel secondo punto chiede di indicare il termine perentorio entro il quale devono essere predisposti gli atti della Giunta di ricostituzione dei consorzi e dei suoi organismi. Anche questo rientra in quel discorso che ha fatto anche l'Assessore, cioè che oggi siamo nelle condizioni di intervenire.
Si sanerebbe così una situazione che ha creato non solo stupore e scalpore, perché improvvisamente è venuto fuori un grande progetto che non era né conosciuto né stato confrontato da alcuno, e si ricostituirebbe un’integrità di funzioni di un organismo che per legge deve rimanere e che quindi deve essere inserito nella programmazione complessiva regionale, cioè non può essere addirittura uno stato a sé con un commissariamento che si proroga sine die.
Il commissariamento scade al 31 dicembre, dunque ritengo che la mozione, se approvata oggi, darà la possibilità alla Giunta di intervenire e chiarire immediatamente le linee entro cui dovranno essere ricostituiti i consorzi, il consorzio in oggetto e le funzioni che devono essere assolte.
Ringrazio l'Aula se presterà attenzione a questa questione, in quanto nella vallata del Potenza questo progetto ipotizzato e prospettato ha veramente portato ad una sollevazione anche di natura popolare proprio perché questa indicazione avrebbe sconvolto un’intera vallata, bloccando il fiume Potenza …

PRESIDENTE. Consigliere Pistarelli, per cortesia concluda, sono quindici minuti che parla, quando invece ne ha a disposizione dieci.

Fabio PISTARELLI. Presidente, se lei la mette sempre sul piano del rispetto del regolamento io le faccio presente che dovrei avere il tempo per la replica alla risposta della mia interrogazione e il tempo della mozione. Quindi se assommiamo i dieci minuti di mozione più i dieci di risposta all'interrogazione sono assolutamente nei tempi.

PRESIDENTE. Consigliere, allora li ha già superati, perché sono cinque minuti per l'interrogazione e dieci per la mozione.

Fabio PISTARELLI. Visto che non abbiamo grandi punti all'ordine del giorno credo che su questo argomento di rilievo una trattazione completa sia comunque necessaria.
In ogni caso ho concluso, chiedo che l'Aula si esprima favorevolmente sulla mozione ripristinando così legalità e legittimità degli atti da compiere e compiuti nel consorzio di bonifica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo che i chiarimenti e le posizioni espresse dal Consigliere Pistarelli possano essere ricomprese in quello che poteva essere il mio intervento.
Certamente, Assessore Petrini, riteniamo che tutta questa operazione sul consorzio di bonifica di Macerata sia stata fatta in un modo illegittimo. Prima con l'azzeramento dei vertici legittimamente eletti e che legittimamente esercitavano le loro funzioni, poi con un commissariamento che è durato addirittura tre anni e durante il quale tutta la programmazione di questo consorzio di bonifica è stata totalmente espropriata al territorio.
Quindi tutto quello che si è detto sulla progettazione della diga di Fiuminata, ora progetto accantonato e addirittura bocciato dalla Commissione ministeriale, che si è recata in due occasioni a Fiuminata, potrebbe anche configurare un danno nei confronti del territorio della regione e, secondo me, anche della Regione Marche, la quale avrebbe dovuto presentare, per i finanziamenti destinati all'uopo, un progetto condiviso dal territorio. Voi, invece, avete voluto insistere in tutta questa operazione, quella di un commissariamento strano, non comprensibile, peraltro reiterato anche dopo le dimissioni del commissario.
In questo periodo di gestione del consorzio sono successi molti fatti negativi, primo fra tutti quello che la dotazione finanziaria per progetti che aveva lasciato la vecchia amministrazione era talmente consistente da aver giustificato la vostra scelta di commissariamento. Ma devo dire anche che quelle gare un po' strane svolte nella provincia di Macerata, fatte cioè con il massimo ribasso o a progetto economicamente più vantaggioso includendo la costruzione dei ponti in tempi miracolistici o addirittura fantomatici, ci lasciano moltissimi sospetti sul perché avete fatto il commissariamento.
Ad esempio, l'affidamento dei 20 milioni di euro per lavori che il commissario ha fatto, guarda caso – magari è tutto regolare –, si è ottenuto il 57% di ribasso, oggi invece si sta già pensando di fare una modifica prezzi.
Spero che la Magistratura faccia il suo corso come sempre. Ma in questa regione, purtroppo, vediamo che le tante denunce che facciamo non hanno rilevanza della Magistratura, e non c'è in questo caso l'obbligatorietà dell'azione penale come invece i giudici poi in questo Paese vanno rivendicando.
Riteniamo che questo commissariamento non sia stata la scelta giusta che lei ha fatto, Assessore, – mi sembra sia stato lei a proporre questo atto –, è stata una scelta che non ha prodotto nessun risultato.
Probabilmente sono state sperperate delle risorse per la progettazione senza che prima ci sia stata una concertazione con i territori che, invece, avrebbero potuto far decidere diversamente l'uso di tali risorse con una progettazione più adatta alla soluzione del problema e condivisa, appunto, dal territorio, e quindi poter assurgere al finanziamento nazionale.
Ora ci sono le linee di indirizzo, quindi aspettiamo con ansia la proposta della Giunta su come vorrà riorganizzare i servizi della bonifica in questa regione, ma penso che non si possa non accendere un faro su ciò che è avvenuto. Noi lo faremo continuamente, andremo a vedere tutti gli atti realizzati in questo periodo per verificarne la trasparenza, per vedere se ci sono stati danni erariali nei confronti della Regione e se ci siano stati danni gravissimi a quel territorio che, ripeto, non ha ottenuto i finanziamenti che, invece, avrebbe potuto ottenere.
Su questo, Assessore, siamo sempre disponibili a dialogare e a fare le cose per bene, ma, purtroppo, anche in questo caso, quando noi davamo suggerimenti voi avete tolto la palla, cioè non si è giocato perché avete voluto commissariare.
Questa Regione sta commissariando praticamente tutto, allora spero che il commissario arrivi anche qua perché obiettivamente mi sembra la soluzione più giusta e più equa!

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Riguardo la legittimità del commissariamento del consorzio di bonifica di Macerata i presupposti che hanno portato a quella scelta non sono mai stati impugnati da nessuno, credo ci siano stati solo rari rilievi di natura politica che comunque sono rappresentabili in una documentazione che è a disposizione di tutti.
Riguardo alla proposta fatta dal commissario per le migliori opportunità che volevano farsi conseguire al suddetto consorzio in relazione al piano irriguo nazionale, credo sia anch'essa una scelta pienamente legittima.
Dove finisce il potere di un commissario? E' come la liquidazione di un'azienda – se posso divagare – non è che il liquidatore ha solo il dovere di vendere al miglior prezzo tutto quello che è nel patrimonio dell'azienda, se ha l'occasione di valorizzarlo prima di venderlo lo fa. Dunque è così anche per il commissario. Infatti un commissario non ha semplicemente il compito di ricostituire gli organi e nel frattempo far perdere opportunità o non creare i presupposti per far sì che questo consorzio possa avere un miglior funzionamento e, in generale, una vita migliore successivamente.
Noi possiamo dare giudizi di valore sul progetto nello specifico, possiamo giudicarlo non adatto a quel territorio, possiamo giudicarlo invasivo, possiamo dire che non è stato adeguatamente condiviso, rappresentato, pubblicizzato, ma certamente non possiamo dire che il commissario non poteva fare una proposta in relazione alla possibilità di reperire risorse di finanziamenti nazionali che metteva a disposizione il piano irriguo.
Credo che su questo non ci siano particolari temi da discutere. Certo, la traiettoria evolutiva che quel progetto ha poi intrapreso ha dimostrato la sua non perfetta appropriatezza rispetto alle esigenze del territorio, ma certamente partiva da obiettivi, quelli sì, assolutamente condivisibili anche da parte della Regione, in relazione cioè a quello che è il migliore approvvigionamento idrico possibile.
Che cosa succederà in futuro? Bene, ora abbiamo le linee guida nazionali. Come ricordavo poc'anzi i consorzi svolgono delle funzioni in regime di concessione, allora potremmo svuotarli completamente di quelle che sono le funzioni ovviamente pubblicistiche, facendo sì che questi continuino a svolgere quelli di natura privatistica, ma non potremo certamente sopprimerli.
C'è un dibattito ancora in corso ma queste linee approvate dalla Conferenza Stato-Regioni sicuramente accelereranno. E noi saremo in una situazione di dover scegliere – questo credo sarà il dibattito dell'Assemblea legislativa regionale tra non molto tempo – se svuotare i consorzi delle residue funzioni di carattere pubblicistico, che si risolvono nella gestione dell'irriguo, oppure far sì che anche l'irriguo vada ad integrarsi ad altre realtà che gestiscono funzioni simili; parlo del ciclo integrato delle acque, dove in passato, per ciò riguarda la regimazione dei fiumi e tutte quelle attività attinenti alla tutela del territorio, la Regione Marche intese affidare alle Province.
In conclusione, i presupposti che hanno portato al commissariamento sono assolutamente legittimi e validi e non sono stati fonti di controversia.
Per quel che riguarda l'attività del commissario, senza dare giudizi di valore sul progetto specifico, era nella piena legittimità di poterlo fare.
Per quel che riguarda l'evoluzione ora abbiamo tutti gli elementi per dare un definitivo assetto alle funzioni dei consorzi ed eventualmente, perché no, anche riorganizzarli, pur non potendo sopprimerli, riducendone magari il loro numero da tre ad uno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli per dichiarazione di voto.

Fabio PISTARELLI. Voglio fare, Assessore, una dichiarazione di voto sulla mozione con una preliminare considerazione.
A mio avviso i consorzi di bonifica non possono fare dighe. Le dighe sono compito dell'Enel o dei grandi gruppi, i consorzi di bonifica non mi pare abbiano la funzione principale di intervenire nel delicatissimo compito di creare nuovi invasi e perciò mettere il territorio in una condizione di vedere realizzata un'opera di grande ingegneria come quella, appunto, delle dighe, dei laghi artificiali.
Questo compito storicamente è sempre stato affidato a grandi gruppi pubblici o a grandi società in genere a capitale misto che hanno, in Italia, nelle Marche in particolare e soprattutto in provincia di Macerata, creato tutta una rete di interventi sotto un profilo di produzione energetica. Infatti sappiamo che le dighe e gli invasi artificiali della nostra regione sono soprattutto a scopi, oltreché di gestione irrigua, di produzione energetica (Fiastra, Polverina, Caccamo, quanti esempi possiamo fare solo della provincia di Macerata).
Questa è una considerazione di natura preliminare, cioè ritengo che l'avvio di progettazioni, incarico, ecc. non possa essere un compito affidato ad un commissario. Anzi, su questo voglio anticipare a quest’Aula che con il collega Capponi abbiamo in animo di chiedere quale è stata l'attività svolta dal commissario, quale è stato l'impatto di natura economica, quali affidamenti ci sono stati, quali gruppi sono stati coinvolti, quali i progettisti, quali i tecnici. Questo per chiarezza e per trasparenza di una conduzione che ha visto in qualche passaggio, e soprattutto in questo, un'opacità di atti, di dati, di informazioni.
Nel merito possiamo ritenere che allo stato degli atti – certo, c'è stato lo stop delle Commissioni preposte – ci siano tutte le condizioni per rivedere: primo, il piano complessivo delle attività predisposto dal commissario, perché in quel piano di attività era inserito questo tipo di intervento che non mi sembra abbia avuto l'accoglimento anche sotto il profilo tecnico, perciò quel piano deve essere congelato e rivisto; secondo, ci sono tutte le condizioni per ripristinare la normalità degli organi del consorzio che potranno rivedere il piano di attività, come è da compito statutario, e predisporlo per il futuro, e in linea con il quadro complessivo normativo e quello che sarà l'assetto che la Regione Marche vorrà dare ai consorzi stessi.
Ritengo, pertanto, che la mozione possa essere accolta e che possa essere di stimolo alla Giunta per predisporre e poi sottoporre al vaglio delle Commissioni competenti e dell'Aula il nuovo assetto dei consorzi di bonifica, e non solo quello del Musone, Chienti e Potenza, ma anche degli altri del territorio marchigiano, ripristinando così, ripeto, un’integrità di funzioni nella chiarezza di quei compiti che devono essere affidati ai consorzi di bonifica stessi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Non intervengo sulla parte della mozione o dell'intervento del Consigliere Pistarelli che si riferisce all'assetto istituzionale, ma un punto secondo me va colto.
A parte il fatto specifico della diversa opzione politica – che del resto la Regione aveva già fatto, perché c'era una legge sull'abolizione dei consorzi di bonifica che secondo noi andrebbero superati in una logica di funzionalità e di semplificazione istituzionale – si è introdotto anche un elemento non tecnico ma bensì politico. Cioè che il commissario nominato – questo lo condivido – non può stravolgere o introdurre nuovi aspetti programmatici di tipo significativo e sconvolgente come la diga, la costruzione di un invaso che insiste tra le province di Perugia, Macerata e Ancona, in quel groviglio di confine. Una previsione di questo tipo sarebbe da demandare prima che ad organi tecnici, seppur qualificati, a scelte politiche.
Avremo modo di entrare nel merito di questa eventualità, ma è logico che debba esserci uno stop politico rispetto a una previsione di questo tipo. Noi l'abbiamo detto prima di voi, Consigliere Capponi, ma voi avete una cassa di risonanza che non è paragonabile alla nostra! Quando noi facevamo iniziative per sensibilizzare le popolazioni – perché in politica se non hai i numeri hai pure torto anche se hai ragione – voi siete arrivati terzi o quarti, ma la stampa poi vi ha dato udienza. Ma è giusto che sia così perché la notizia è notizia se poi c'è anche la massa critica di chi la pone.
Quindi noi avevamo criticato questa operazione già in tempi non sospetti. Pertanto da questa discussione, secondo me, dovrebbe venire uno stop politico che dica di bloccare tutto, perché tra l'altro contrasta con il piano di inquadramento provinciale nonché con il programma elettorale del centro-sinistra sia delle Marche che dell'Umbria.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Mozione n. 267. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 237
dei Consiglieri Giannotti, Capponi, Bugaro, Cesaroni, Lippi, D’Anna, Santori, Brini, Ciriaci, Viventi, Pistarelli, Tiberi, Silvetti, Castelli, Romagnoli, Rocchi e Massi
“Condanna degli atti di violenza contro le Comunità Cristiane e gli altri gruppi religiosi nel mondo”

Mozione n. 283
dei Consiglieri D’Anna, Castelli, Romagnoli, Silvetti, Pistarelli
“Situazione cristiani in India”

Mozione n. 288
dei Consiglieri Capponi, Santori, Ciriaci, Giannotti, Brini, Tiberi, Cesaroni
“Appello per far cessare l’inaudita violenza anticristiana in India”

abbinate
(Votazione risoluzione)

PRESIDENTE. L'Assemblea legislativa si era assunta l'impegno di approvare la mozione n. 237 dei Consiglieri Giannotti, Capponi, Bugaro, Cesaroni, Lippi, D'Anna, Santori, Brini, Ciriaci, Viventi, Pistarelli, Tiberi, Silvetti, Castelli, Romagnoli, Rocchi e Massi abbinata alla mozione n. 283 dei Consiglieri D’Anna, Castelli, Romagnoli, Silvetti, Pistarelli e alla mozione n. 288 dei Consiglieri Capponi, Santori, Ciriaci, Giannotti, Brini, Tiberi, Cesaroni. E l'impegno era anche quello che i Consiglieri avrebbero prodotto un documento unitario. Infatti è stata presentata una risoluzione “Appello per far cessare l'inaudita violenza anticristiana in India” a firma dei Consiglieri D'Anna, Capponi, Giannini, Benatti, D'Isidoro, Pistarelli, Mammoli, Ricci, Tiberi, Sordoni, Massi “Appello per far cessare l'inaudita violenza anticristiana in India”, che così recita:
“L'Assemblea legislativa delle Marche
Premesso:
che continua a manifestarsi con violenza la furia anticristiana nello Stato nord orientale indiano dell'Orissa dove si susseguono le notizie di un vero e proprio pogrom che colpisce gente inerme, suore, sacerdoti e semplici fedeli;
che tra i recenti tragici episodi si possono ricordare una missionaria laica di 22 anni che è stata arsa viva, un orfanotrofio che è stato incendiato, le Missionarie della Carità che sono state assaltate, chiese e scuole cattoliche e di altre confessioni cristiane che sono state devastate da una parte all'altra dell'Orissa;
che questo è il tragico bilancio della nuova ondata di violenza che sta scuotendo lo Stato orientale dell'india che è già stato al centro, a Natale, delle violenze anti-cristiane che provocarono sette vittime, con migliaia di persone costrette a scappare nella foresta;
Ritenuto:
che tali fatti impongono una mobilitazione ad ogni livello – diplomatico, politico, di presa di coscienza dell'opinione pubblica – affinché le autorità politiche indiane proteggano le comunità cristiane e, i responsabili religiosi delle varie confessioni condannino senza riserve questa vera e propria caccia ai battezzati;
che non ci possono essere alibi per chi sobilla o tollera manifestazioni di fanatismo con omicidi e devastazioni delle chiese;
che una ferma condanna tocca anche l'omicidio del leader religioso indù, usato come alibi per una vera e propria pulizia etnica a base religiosa;
che qualunque uomo che ami la pace e la libertà deve unirsi all'appello del Papa per la fine della furia anticristiana che sta attraversando la regione di Orissa;
che devono essere fermamente condannati i gesti di violenza di tale entità poiché essi non rientrano nelle pratiche di pacifica convivenza e tolleranza che caratterizzano la democrazia indiana;
che attaccare la libertà religiosa significa attaccare la libertà di tutti, anche di chi non parte dall'esperienza religiosa;
Per le motivazioni di cui in premessa
Impegna il Presidente della Giunta Regionale ad adoperarsi ad ogni livello – istituzionale, diplomatico, politico, di presa di coscienza dell'opinione pubblica – perché venga rivolto al Premier Monmohan Sing un appello affinché il suo grande Paese utilizzi tutte le sue risorse per bloccare l'inaudita violenza che, se non adeguatamente combattuta, non potrà che minare l'immagine positiva dell'india e le sue relazioni con il nostro Paese.
Impegna il Presidente dell'Assemblea Legislativa a trasmettere la presente risoluzione al Parlamento Europeo ed ai singoli Euro-parlamentari eletti in Italia, affinché anche l'Europa metta in campo analoghe iniziative di condanna delle persecuzioni anticristiane in India.”.
La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,30