Resoconto seduta n.120 del 11/11/2008
SEDUTA N. 120 DELL’11 NOVEMBRE 2008


La seduta inizia alle ore 10,15


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Salutiamo innanzitutto la Scuola secondaria Donatello dell’Istituto comprensivo “Archi Cittadella Sud” di Ancona. Buongiorno e benvenuti.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 119 del 5 novembre 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate, in data 7 novembre, le seguenti proposte di legge:
- n. 277, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2009)”, assegnata alla II Commissione in sede referente e alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l’espressione del parere di cui all’art. 70 del Regolamento interno e al Consiglio delle Autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2 dell’articolo 11 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 278, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Bilancio di previsione per l’anno 2009 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011", assegnata alla II Commissione per il parere obbligatorio e alle Commissioni I, III, IV, V e VI per l’espressione del parere di cui all’art. 70 del Regolamento interno e al Consiglio delle Autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2 dell’articolo 11 della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4.
E’ stata presentata, in data 6 novembre, la seguente proposta di regolamento:
- n. 14, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Regolamento in materia di attività funebri e cimiteriali ai sensi dell’art. 11 della l.r. n. 3/2005", assegnata alla V Commissione, in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui all’art. 11, comma 2 della l.r. n. 4/07.
Hanno chiesto congedo la Consigliera Ciriaci e l’Assessore Ascoli.


Interrogazione n. 746
dei Consiglieri Tiberi, Santori, D’Anna, Ciriaci, Giannotti, Silvetti, Lippi, Bugaro, Brini, Capponi, Massi
“Bonifica delle strade urbane ed extraurbane fiancheggiate da alberi”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 746 dei Consiglieri Tiberi, Santori, D’Anna, Ciriaci, Giannotti, Silvetti, Lippi, Bugaro, Brini, Capponi, Massi. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Premetto, in merito all’interrogazione n. 746, che nelle Marche vi sono circa 6.000 chilometri solo di strade provinciali, comprensive delle strade ex Anas e delle strade provinciali preesistenti.
Allo stato attuale non è possibile conoscere puntualmente la condizione delle piantumazioni lungo le strade extraurbane e tanto meno urbane della regione, però si sta avviando proprio in questi giorni la formazione del catasto delle strade provinciali che conterrà tale informazione.
Inoltre non vi sono dati Istat che rilevano la percentuale di incidenti stradali ove sono coinvolti alberi nelle Marche.
La riduzione della percentuale di incidenti non dipende dalla eliminazione di alberi o dalla messa in opera delle barriere protettive, il cui effetto può solo ridurre in certi casi la gravità dell’incidente, ma dipende da una modifica sostanziale dei comportamenti di guida anche in funzione della presenza di alberature che comporta una riduzione della velocità.
Tuttavia da notizie assunte verbalmente presso le sole Province marchigiane si è potuto appurare quanto segue:
1. dall’entrata in vigore del nuovo Codice della strada (1992), fuori dai centri abitati, non sono state effettuate piantumazioni di essenze arboree ad una distanza inferiore a quella di legge (6 metri). Per quanto riguarda le strade precedentemente alberate, dove esiste pericolo e dove è stato possibile, sono stati apposti guard-rail o adeguate barriere protettive. Inoltre molte specie arboree sono protette e non possono essere abbattute, se non con procedure complesse ed in casi estremi;
2. lo stato di manutenzione delle barriere protettive esistenti è giudicato “discreto” dai tecnici responsabili delle Province, che sono comunque impegnati a sostituirli ed integrarli, ove necessario;
3. la presenza di alberature stradali non è considerata dall’Istat concausa dell’incidentalità, che per circa il 95% è invece da ascrivere al comportamento scorretto del conducente alla guida e solo per il 2% allo stato delle infrastrutture:
4. i provvedimenti relativi agli interventi sulle strade provinciali o comunali sono di totale competenza delle Province e dei Comuni, pertanto spetta esclusivamente a tali Enti assumere decisioni puntuali, pur restando questa Regione contraria a provvedimenti generalizzati per eliminare i filari alberati lungo le strade, che rappresentano un elemento significativo del paesaggio marchigiano. Viceversa sono condivisi interventi di variante di tracciato che permettano di mantenere i filari esistenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Tiberi.

Oriano TIBERI. Assessore, non posso far altro che dichiararmi completamente insoddisfatto di questa sua risposta e i motivi sono vari.
E’ vero che per le strade marchigiane gli alberi sono un elemento architettonico paesaggistico, ma dovrebbero stare nei boschi e non ai lati della strada dove rappresentano veramente un pericolo.
Circa un anno fa sono stato motivato da questa interrogazione per una semplice constatazione. Io abito a Sassocorvaro, un paesino dell’entroterra pesarese, da Sassocorvaro a Casinina sono dieci chilometri, ebbene in questi dieci chilometri insistono sulla strada ben 203 alberi che rappresentano un pericolo per chi percorre tale strada.
Anche in tantissimi altre strade marchigiane gli alberi rappresentano un pericolo, dove, checché ne dica l’Istat, avvengono decine e decine di morti; penso che ognuno di noi abbia parenti, amici e conoscenti finiti contro gli alberi.
Io sono un biologo, amo la natura, amo gli alberi, dunque ritengo che gli alberi devono stare nei boschi e non vicino alle strade dove rappresentano veramente un pericolo.
E’ vero che sono gli enti locali e la Provincia che devono tutelare ed eventualmente rimuovere gli alberi ed è anche vero che per fare questo ci vogliono soldi, quindi come gruppo di opposizione abbiamo presentato in questi giorni una proposta di legge di indirizzo per i Comuni che tende a voler utilizzare i proventi derivanti da quell’odiosa multa degli autovelox per il 50% a favore delle vittime della strada e per il 50% per le migliorie della strada, e tra le migliorie della strada la messa in sicurezza degli alberi sarà sicuramente una cosa da fare.
Qui peraltro non stiamo parlando del nulla se non del fatto di prevenire, quindi diminuire le cause delle morti.
Un anno e mezzo fa quando feci l’interrogazione contai gli alberi in quel tratto di strada tra Sassocorvaro e Auditore, erano 203, e questa mattina, sapendo che sarebbe stata discussa in quest’Aula, li ho di nuovo ricontati, sono sempre 203, ed è sempre in quel tratto, ripeto, che ci sono state decine e decine di morti.
In maniera propositiva invito tutta l’Assemblea legislativa ad appoggiare questa semplicissima proposta di legge, che vuole destinare una parte dei proventi derivanti dalle multe dell’autovelox per la messa in sicurezza di questi alberi, e conseguentemente di farla arrivare in Aula il prima possibile.


Interrogazione n. 1083
dei Consiglieri Giannotti, Cesaroni, Tiberi, Bugaro, Ciriaci, Santori, Capponi, Brini, Massi
“Acquisto delle azioni CEMIM da parte della Società Interporto Marche Spa e approvazione del Bilancio di esercizio 2007 della S.C.P.A. CEMIM in liquidazione”
(Svolgimento)

Interrogazione n. 1119
del Consigliere Silvetti
“Situazione Interporto Marche Spa”
(Rinvio)

(abbinate)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1083 dei Consiglieri Giannotti, Cesaroni, Tiberi, Bugaro, Ciriaci, Santori, Capponi, Brini, Massi e l’interrogazione n. 1119 del Consigliere Silvetti, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli, la quale, come lei dirà, risponderà solo all’interrogazione n. 1083 in quanto l’interrogazione n. 1119 ha bisogno di ulteriori approfondimenti.

Loredana PISTELLI. Come ha detto ora il Presidente chiedo al Consigliere Silvetti di poter rispondere alla sua interrogazione n. 1119 nella prossima seduta in quanto devo acquisire dati ulteriori, ora risponderò soltanto all’interrogazione n. 1083.
Il decreto dirigenziale n. 267 del 13 settembre 2006, nel disporre l’erogazione in favore della società Interporlo Marche S.p.A. della somma di 1 milione e 500 mila euro, di cui all’art. 7 della l.r. n. 13 del 2 agosto 2006, ha stabilito i criteri sulla base dei quali la suddetta società doveva utilizzare la somma medesima.
Tra questi vi era quello che impegnava Interporlo Marche a dare seguito agli impegni assunti dalla Regione con le convenzioni sottoscritte nell’anno 2005 e nell’anno 2006, di validità di due anni, con i soci della Soc. Cemim, in virtù delle deliberazioni della Giunta regionale n. 477 del 27 aprile 2004 e n. 224 del 6 marzo 2006.
Con detti ultimi provvedimenti, in sintesi, l’amministrazione ha assunto l’onere di presentare una proposta di concordato fallimentare, all’esito della quale ai soci del Cemim era garantita la possibilità della restituzione delle rispettive quote di capitale sociale, da soddisfare in parte con il residuo attivo del fallimento (stimato all’epoca, sulla base di documenti provenienti dalla curatela fallimentare, in oltre 900 mila euro), in parte con la cessione di azioni della Soc. Interporlo (di cui la gran parte dei soci Cemim sottoscrittori degli accordi erano a loro volta soci).
E’ appena il caso di notare, come la Soc. Interporlo è stata costituita con la l.r. 1 febbraio 1994 n. 6 per procedere alla realizzazione del centro intermodale di Jesi, a seguito del fallimento della Soc. Cemim, dichiarato nel mese di Gennaio 1994.
L’iniziativa assunta dalla Regione ha avuto la finalità di impedire manovre speculative a suo danno, perché volte ad ottenere il pagamento della quota dei contributi pubblici non erogati nell’anno 1992, nonché il risarcimento di presunti danni subiti dal Cemim in conseguenza della mancata percezione dei contributi stessi.
Infatti, allorché nell’anno 1992 l’autorità giudiziaria penale intraprese un procedimento penale a carico di soggetti all’epoca amministratori e dirigenti della società consortile Cemim, la Giunta regionale decise di sospendere l’erogazione del contributo delle vecchie Lire di 8 miliardi e 500 mila (Euro 4.389.883,64) assegnato con la deliberazione n. 7210 del 30 dicembre 1991 (delibera n. 3214 del 5 ottobre 1992).
Del recupero del contributo in argomento si era già fatta carico la curatela fallimentare che però si era limitata all’invio di un atto formale di diffida a scopo interruttivo della prescrizione nel mese di ottobre 2002.
Con l’emanazione della sentenza della Corte di Cassazione n. 1081 del 25 novembre 2003 – 11 giugno 2004, la quale aveva definitivamente deliberato l’inesistenza di un diritto della Regione alla ripetizione dei contributi già versati negli anni 1988 – 1991 (Euro 8.578.116,03), la pretesa di richiedere all’ente le provvidenze di cui alla deliberazione n. 7210 del 1991 ha ripreso vigore.
Dal mese di febbraio 2004, e sino al mese di maggio 2006, l’allora liquidatore della società consortile ha convocato una serie di assemblee sociali aventi lo scopo di far approvare una proposta di concordato che si dichiarava avanzata da un terzo soggetto del quale però non veniva indicato il nominativo.
In epoca successiva è risultato che il proponente era uno dei creditori ammessi al passivo fallimentare.
L’intendimento del soggetto suddetto era evidente: acquistare la società fallita, concludere la procedura concorsuale, intraprendere l’azione di recupero a carico della Regione.
Venuta meno siffatta possibilità, stante l’adesione dei soci del Cemim all’iniziativa regionale, il creditore ha intrapreso una azione giudiziaria nei confronti dell’ente, avanti il Tribunale civile di Ancona, in asserita surrogatoria della curatela fallimentare.
Il liquidatore, per parte sua, con istanza dell’1 settembre 2006 (prima che Interporlo ricevesse i fondi regionali) ha chiesto che il Tribunale dichiarasse la chiusura del fallimento, lamentandone l’eccessiva durata, non giustificata, stante l’entità dell’attivo ed evidenziando profili di pregiudizio conseguenti per i soci.
Allorché la società Interporlo ha presentato nel mese di dicembre 2006 l’istanza di concordato, si era così maturata la situazione idonea a determinarne il rigetto. Invero, ricorreva la fattispecie prevista dall’art. 118 del r.d. n. 267/1942 (L.F.) ed il liquidatore della società aveva manifestato la volontà dei soci di ritornare “in bonis” e perciò la loro sostanziale contrarietà a proposte concordatarie.
Ciò è puntualmente avvenuto con il decreto del Tribunale di Ancona pubblicato nel mese di marzo 2007.
In realtà Interporlo Marche nell’attività svolta nella vicenda ha dato attenta esecuzione al mandato ricevuto.
Non risponde a verità che l’istanza di concordato sia stato presentata in modo strumentale. L’istanza è stata bocciata perché il liquidatore del Cemim, nella sua qualità di legale rappresentante dei soci, ha rammentato agli organi fallimentari la sussistenza della condizione per addivenire alla chiusura della procedura.
Nel contempo la Soc. Interporlo ha proseguito l’iniziativa regionale dando attuazione alla convenzione conclusa nel mese di marzo 2005 in scadenza nel mese di marzo 2007.
Un’attenta lettura delle scritture private concluse con la C.C.I.A.A. di Ancona, la Banca delle Marche, la Banca Popolare di Ancona e la Banca Unicredito consente di afferma la vantaggiosità in quanto: è stata recuperata la somma anticipata dalla Regione nell’anno 2005; è stata soddisfatta la richiesta dell’ente camerale e degli istituti di credito mediante la cessione di azioni e cioè con un investimento di costoro nella società acquirente; è stata nuovamente ostacolata la manovra speculativa in danno delle casse regionali.
E’ appena il caso di notare che nonostante fossero intercorse trattative in epoca antecedente in concreto le scritture private sono state sottoscritte nel mese di maggio 2007, ovvero in epoca successiva al decreto del Tribunale.
Quanto sin qui esposto rappresenta la giustificazione della successiva scrittura privata conclusa fra la Regione e la Soc. Interporto in data 7 maggio 2007, con la quale la somma di euro 1 milione e 500 mila è stata assegnata, quale anticipazione, alla società secondo modalità da stabilirsi di comune accordo (aumenti di capitale sociale e conti riferiti alla liquidazione del Cemim) e con obbligo di rendicontazione.
Siffatto impegno, pur tenendo conto dei fatti sopravvenuti non è divergente né dal decreto dirigenziale n. 267 del 2006 né dalla norma di legge.
Infatti, a prescindere dalla terminologia adoperata dal legislatore regionale, è evidente che lo scopo perseguito è stato quello di assegnare alla Soc. Interporto una dotazione finanziaria che consentisse la definizione della vicenda Cemim.
Ciò che all’epoca non era effettivamente conoscibile è la pervicace ostinazione con la quale l’allora liquidatore, lungi dall’avvantaggiarsi dell’opera di Interporto che avrebbe sostanzialmente agevolato l’attività di liquidazione, ha frapposto ostacoli intendendo perseguire altre finalità.
Vengono in evidenza i dati di seguito esposti.
La chiusura del fallimento, diversamente dal percorso concordatario comporta che i creditori hanno la possibilità di pretendere dal Cemim gli interessi maturati sui rispettivi crediti, con decorrenza dalla data del fallimento (ex art. 120 L.F.), i quali ammontano ad oltre 2 milioni di euro.
Con lettera raccomandata dell’1 giugno 2007, il liquidatore ha comunicato che la consistenza del patrimonio del Cemim ammontava ad oltre 11 milioni di euro, di cui oltre 9 milioni di euro erano rappresentati dal contributo regionale dell’anno 1991 e dal risarcimento danni. Il valore di ciascuna azione della società veniva così dichiarato in Euro 2,216.
Nel corso del periodo di tempo nel quale non si è perfezionata l’acquisizione delle azioni da parte di Interporlo, le somme pervenute dalla curatela fallimentare (oltre 1 milione di euro) sono state utilizzate per pagare gli interessi di uno solo dei creditori sociali (oltre 600 mila euro), nonché i compensi del liquidatore e del collegio sindacale. E’ appena il caso di notare come, sulla base delle affermazioni del liquidatore, la Soc. Interporlo, acquistando le azioni Cemim, al valore nominale (1 euro), avrebbe addirittura concluso un “affare”.
La revoca dell’incarico al liquidatore nell’assemblea sociale del 18 dicembre 2007 è stata decisa non da Interporlo ma dai precedenti soci.
Alla luce di quanto sin qui rappresentato è possibile pervenire alle conclusioni di seguito esposte.
La Soc. Interporlo allo stato attuale risulta avere un patrimonio stimato in oltre 20 milioni di euro e sta realizzando una infrastruttura strategica per la Regione.
La Soc. Interporlo ha dato compiuta esecuzione all’incarico ricevuto dalla Regione per la definizione della liquidazione della Soc. Cemim.
La Soc. Interporlo, nell’espletare il compito affidato, ha trovato ostacolo nell’azione svolta dall’allora liquidatore.
La Soc. Interporlo, da un esame oggettivo della documentazione contabile, si è trovata di fronte ad una situazione patrimoniale della società del tutto diversa da quella rappresentata dal liquidatore, che ha comportato la necessità di esperire azione di responsabilità nei suoi confronti.
Le somme anticipate alla Soc. Interporto sono andate a beneficio del patrimonio della stessa e non hanno violato lo scopo perseguito dalla norma regionale.

Sull’ordine del lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti sull’ordine dei lavori.

Daniele SILVETTI. Apprendo questa mattina dall’Assessore che non sarà possibile ascoltare la risposta alla mia interrogazione n. 1119, depositata ormai sessanta giorni fa, ed ho riflettuto un attimo su ciò che mi ha preannunciato.
Le richieste formulate nella mia interrogazione sono assolutamente legittime, richiedo cioè l’elenco dei contratti fin qui stipulati da Interporto e le eventuali convenzioni, quindi le vorrei semplicemente ricordare che sono atti dovuti e non vorrei ancora una volta ricorrere al Tar per avere, appunto, accesso ad atti dovuti.
Siccome in passato è già avvenuto per altre interrogazioni, il collega Castelli ha recentemente vinto un ricorso al Tar, io vorrei evitare di fare un ennesimo ricorso al Tar.
Quindi dica a Pesaresi – mi dispiace farle fare da ambasciatore –, visto che in questo momento non si è dannato l’anima nella sua attività, che per lo meno si prodighi nel dare i documenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro

Giacomo BUGARO. Vede, Collega Silvetti, Pesaresi è avvezzo a performance di vario tipo. Egli dopo essere stato uno dei corresponsabili del fallimento del Comune di Falconara non si capisce perché continui a ricoprire ruoli, inoltre dove si fa interprete delle sue azioni produce sempre risultati altamente al di sotto delle aspettative.
Assessore, ho ascoltato con attenzione la lettura dell’atto che gli uffici le hanno predisposto, è una risposta articolata molto incentrata sul tecnicismo e sulla tecnicalità giuridica, ma a quest’Aula non può sfuggire il risvolto politico che sta dietro a tale vicenda. E’ una vicenda per la quale, rispetto a un precedente intervento di un paio di anni fa, si sono cambiate le sorti di questa regione. Alcune persone hanno subìto sulla propria pelle la furia giacobina delle sinistre e soprattutto la furia dei giudici, e poi a distanza di anni si è verificato che tutto questo era inconsistente, non c’erano le basi. Tant’è, come lei ha ricordato, che nel marzo 2007 il Cemim è tornato in bonis, perché la richiesta di fallimento non trovava una giustificazione posto che i crediti erano molto superiori ai debiti.
Ricordo a quest’Aula – Presidente le faccio una richiesta ufficiale – che avevamo istituito la Commissione d’inchiesta sul Cemim che però venne sospesa con la motivazione che dovevamo attendere di verificare se il Cemim tornasse in bonis oppure no. Il Cemim è tornato in bonis, quindi la prego ufficialmente, Presidente, di attivare la Commissione che quest’Aula aveva deliberato. E’ una prerogativa di quest’Aula, è statutariamente previsto, bisogna che lei, Presidente, dia corso all’istituzione di questa Commissione d’inchiesta sul Cemim, viceversa avrà leso le prerogative dei Consiglieri, le prerogative di quest’Aula e calpestato in malo modo lo Statuto e il Regolamento dell’Assemblea legislativa regionale. Presidente, ripeto, le chiedo ufficialmente, visto che si è superato il motivo per il quale era stata bloccata la Commissione d’inchiesta, che questo passo venga fatto.
E’ del tutto stravagante, Assessore, che il Presidente dell’Interporto acquisti il Cemim con un aumento di capitale di 1,5 milioni di euro, salvo azzerarlo poi in pochi giorni. Non so come questo possa trovare giustificazione dal punto di vista contabile ma soprattutto come la Corte di Conti possa sottacere su un’azione di artificio contabile siffatta.
Altrettanto mi sembra assolutamente in conflitto di interessi, una volta che il Cemim è diventato di proprietà dell’interporto, che il Presidente Pesaresi, controllore e controllato, rinunci al credito vantato di 8 miliardi e mezzo di vecchie lire rispetto alla Regione Marche, che rinunci a pretendere il pagamento delle aree in proprietà che non sono state alienate, e che invece di contro rilanci attività. Sono anni che fa interviste nelle quali dice che si farà l’Interporto e che si metterà in funzione, sono anni che dice che nascerà il raccordo ferroviario, ma io dico che il raccordo ferroviario se non ha un vero e proprio terminal non servirà a nulla, sarà una semplice tradotta.
Sul Cemim state calpestando, non so se – uso un termine molto forte – in concorso con Corso Mazzini, mettiamola così, le basilari fondamenta della giurisdizione e state andando alla sistemazione di un grave danno che avete combinato anni fa – quando uno la fa sotto la neve prima o poi viene fuori! -.
Già il fatto che il tribunale abbia revocato il fallimento, nonostante le fortissime pressioni che ci sono state, la dice lunga su come si sia consumata questa vicenda.
Quindi le risposte sono assolutamente insoddisfacenti rispetto alle domande che abbiamo posto, ma soprattutto è insoddisfacente la gestione di quell’area, perché è una gestione che non esiste, è una gestione che mai come in questo momento poteva essere a supporto dell’economia regionale.
Il Presidente Spacca, intervenendo al teatro Gentile da Fabriano, aveva detto che in questa regione vanno implementate le infrastrutture. E’ vero, Presidente, per essere attrattivi in questa regione vanno implementate le infrastrutture, vanno implementati i servizi a supporto dell’economia, dunque se avessimo operato in questo senso probabilmente oggi avremmo avuto argomenti più forti per contrastare la crisi economica, invece avete continuato a tenere il Cemim in questa condizione e il porto di Ancona in un’altra condizione, infatti l’uscita dal porto è rimasta lettera morta.
Avete fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la Quadrilatero semplicemente perché era stata proposta da un Governo di centro-destra. Insomma, avete bloccato ogni tipo di progettualità, il saldo politico rispetto alle infrastrutture di quindici anni di governo di centro-sinistra è sotto gli occhi di tutti. Tanto eravamo nel 1995 tanto siamo oggi, questa è la verità, e l’Interporto non sfugge a questo quadro desolante in cui avete ridotto la nostra regione.


Interrogazione n. 1124
del Consigliere Binci
“Dati regionali PM 10 e PM 2,5 dal 1 gennaio 2008 al 31 luglio 2008, mancato funzionamento centralina Falconara”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1124 del Consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani. Che però in questo momento non vedo in Aula, quindi, per cortesia, chiamate l’Assessore Amagliani. In attesa che arrivi sospendo la seduta.

La seduta è sospesa alle ore 10,35

La seduta riprende alle ore 10,50


PRESIDENTE. Ora visto che abbiamo superato la mezzora prevista per le interrogazioni passiamo ai punti dell’ordine del giorno.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Questa Assemblea legislativa sta diventando una farsa...

PRESIDENTE. Consigliere, lei può chiedere la parola per l’andamento dell’ordine del giorno.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, ieri lei ci ha mandato cortesemente un ritaglio di giornale nel quale veniva evidenziato il comportamento dei Consiglieri in Aula, è già la seconda volta che questa cosa avviene. Allora visto che non mi voglio riconoscere in quel personaggio che viene descritto dagli alunni delle scuole, quindi serriamo le fila e facciamo le cose serie, compreso il rispondere alle interrogazioni, altrimenti questa è una pagliacciata!
Mi sono stancato, dopo anni che faccio delle interrogazioni, a non avere una risposta, una volta manca quello, una volta manca quell’altro, un’altra volta perché i Capogruppo hanno cambiato idea. Cosa ci stiamo a fare in quest’Aula, Presidente!
Io vorrei stare qui dall’inizio alla fine per seguire i lavori e qualche volta bisognerebbe farlo anche in silenzio. Sarà pure opportuno che questi cavoli di telefonini li togliamo di mezzo, qui dentro non si capisce niente! Chi vuole seguire quello che succede non è messo in condizione di farlo.
Soprattutto, Presidente, bisogna che alle interrogazioni si risponda. Si manda un papier di ordine del giorno, uno sta a casa o in ufficio a guardarsi le cose poi arriva qui e l’Assessore se ne va via, quell’altro non c’è, non si risponde e passano gli anni!
Insomma, se vogliamo fare le cose serie cerchiamo di organizzarci in modo diverso, altrimenti, ripeto, questa è una pagliacciata!

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, sarà cura del Presidente dell’Assemblea legislativa rivolgersi al Presidente della Giunta e agli Assessori tutti affinché rispettosamente, così come prevede il Regolamento, siano puntuali alle convocazioni della seduta e restino in Aula.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che la funzione ispettiva delle interrogazioni sia importante e che valorizzi il ruolo sia dei Consiglieri regionali che della stessa Giunta e dell’Amministrazione.
In questa seduta sono state svolte soltanto due interrogazioni, quindi non è possibile! Tenuto conto che non ci sono state risposte multiple, infatti le repliche sono state di due soli Consiglieri.
Chiedo che venga inserita la certezza di risposta almeno di un certo numero di interrogazioni.
I Consiglieri hanno diritto a cinque minuti di replica, quindi chiedo che gli stessi interventi degli Assessori non superino i tre minuti, anche perché la loro relazione è scritta, devono rispondere a due o tre quesiti, dunque che sia incentrata su questi. Penso che lo spazio per gli atti ispettivi non debba essere utilizzato come una vetrina.
Quindi ora chiedo di poter andare avanti con le interrogazioni, perché ritengo che due sole interrogazioni non possono aver consumato la mezzora prevista, oltretutto il tempo dell’interruzione che abbiamo fatto non dovrebbe essere computato.

PRESIDENTE. Escludendo il tempo dell’interruzione la mezzora è comunque passata.
Ora pongo in votazione, visto che c’è una proposta da parte del Presiedente della Giunta, di anticipare il punto 4) all’ordine del giorno.

(L’Assemblea legislativa approva)

Massimo BINCI. Presidente, però non si può non tener conto delle osservazioni che vengono fatte congiuntamente sia dalla maggioranza che dalla opposizione!

PRESIDENTE. Abbiamo tenuto conto di tutto, Consigliere Binci.


Proposta di atto amministrativo n. 102
della Giunta regionale
“Approvazione delle linee di indirizzo per la predisposizione del programma attuativo regionale (PAR) del FAS 2007/2013”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 102 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. L’atto che andiamo ad esaminare, che ha avuto un percorso di confronto sia in Commissione ma precedentemente anche con i soggetti sociali e istituzionali di questa regione, ha innanzitutto una riflessione da mettere in conto.
E’ un atto che oggi arriva in Aula grazie all’iniziativa dell’Assemblea legislativa. Non ovunque e non sempre l’organizzazione dei fondi Fas passa all’esame attento delle Assemblee legislative. Questo credo sia una prerogativa, un elemento, una caratterizzazione che va massimamente valorizzata, perché consente a questa Assemblea, visto che il dibattito che ha testé preceduto questo punto all’ordine del giorno in qualche modo ne costituiva richiesta, la possibilità di seguire a monte e a valle un percorso di utilizzo di fondi importanti dal punto di vista della quantità e soprattutto dal punto di vista della collocazione e delle forme di utilizzazione.
Il documento ci riporta ai sei anni precedenti dove il quantitativo di risorse dedicato ai Fas, che era di 218 milioni di euro, ha movimentato qualcosa come 614 milioni di euro, quindi tre volte tanta la massa che qui oggi andiamo a destinare. Soprattutto, come è chiaro ed evidente, è una disponibilità finanziaria che, intervenendo a sostegno, a valorizzare, a recupero delle parti più sottoutilizzate sia dal punto di vista degli interventi specifici sia dal punto di vista degli interventi territoriali, ci permette insieme al bilancio regionale di poter costruire per la comunità marchigiana proposte, iniziative, azioni che, in una fase sociale ed economica difficilissima come questa (vi è la crisi finanziaria mondiale, la crisi finanziaria nazionale e in mezzo ci sono le difficoltà specifiche dell’economia regionale), possono essere tamponate da interventi di questo tipo.
Questa è la seconda riflessione che ci deve permettere un esame non burocratico di questo documento. Anche perché oggi la capacità dell’intervento pubblico dentro i settori che riguardano il sistema economico può essere un elemento di controtendenza di una crisi che, come tutti riconoscono, si sta rivelando drammatica e dagli esiti non sicuramente certi.
Il documento è composto di sei Assi che sono tutti collegati alla possibilità di iniziativa nei settori strutturali dell’economia della nostra regione.
Il primo Asse è quello che riguarda le azioni sull’economia della conoscenza, il secondo riguarda il rafforzamento della competitività del sistema economico marchigiano, il terzo riguarda gli interventi territoriali di carattere ambientale e paesaggistico per – così lo abbiamo definito – un uso sostenibile delle risorse in questo settore. Inoltre la parte più importante e cospicua riguarda gli interventi sulla mobilità e sulla logistica, mentre il quinto punto riguarda i beni culturali, la ruralità e la qualità della vita, da ultimo, ma non per ultimo, ci sono gli interventi che dovranno essere indirizzati sul sistema sanitario e sulla sicurezza sociale.
Come si può notare è un impianto a 360 gradi che mette insieme, sia gli interventi più propriamente economici, che gli interventi di carattere sociale che sono elemento di contributo non solo alla valorizzazione economica del territorio ma anche alla valorizzazione complessiva della nostra regione.
Le partite di questi sei Assi sono articolate, la parte più cospicua, come ho già detto, riguarda il settore delle infrastrutture e della mobilità. E’ un impegno molto importante che riguarda più del 40% dei 240 milioni di euro complessivi di questa disponibilità esentale, precisamente sono 97 milioni 239 mila euro.
Gran parte di queste quote sono dedicate all’intermodalità e alle strutture ferroviarie.
Proprio in questi giorni c’è stato un dibattito molto importante e un’attenzione significativa dell’opinione pubblica regionale sulle questioni che riguardano le possibilità e le necessità del sistema ferroviario regionale. E’ stato un dibattito che ha coinvolto tante amministrazioni comunali, tante associazioni, tanti gruppi di cittadini. Ora è chiaro che in questo percorso finanziario c’è l’impegno e la dimostrazione di una risposta a questo tipo di domanda.
L’altra parte significativa di questo documento, che riguarda un impegno di 25 milioni di euro, è prettamente dedicato al sostegno del sistema economico marchigiano, alla promozione e alla qualità della sua competitività. Questione oggi tanto più importante e necessaria dentro una fase che danno – sono dati di ieri – dell’economia nazionale, e purtroppo anche dell’economia regionale, tutta una serie di segni negativi.
Quindi un intervento di questo tipo è elemento sostanziale di aiuto, di indirizzo e di collaborazione.
Dentro questa vicenda anche le questioni dei beni culturali e dei servizi sociali stanno a valorizzare un’idea di insieme. Le risorse lì dedicate sono importanti, ci sono 48 milioni di euro dedicati al miglioramento del sistema complessivo regionale a partire dalla riorganizzazione dei beni culturali.
Questo percorso e la determinazione di questo strumento, come noto, ha coinvolto per parte anche le altre istituzioni regionali, in particolare le Province. Come il documento sottolinea c’è una quota specifica importante di 75 milioni di euro che le Province delle Marche hanno avuto l’opportunità di costruire ed utilizzare insieme alla Regione.
E’ un percorso che è una possibilità e per alcuni aspetti anche bisognevole di ulteriori passaggi di disponibilità e forma partecipativa. Che le Province, insieme alla Regione, usino una partita importante dal punto di vista finanziario, come quella dei Fas, per costruire un disegno unitario dell’azione e dell’intervento pubblico nei settori economici e non solo, è sicuramente elemento utile, anzi, importante.
Inoltre che le Province lo facciano coinvolgendo, dove è successo, le Amministrazioni locali è altrettanto decisivo, perché insieme si costruisce una visione generale di indirizzo con una minuta attenzione agli obiettivi particolari del territorio.
Tuttavia successivamente bisognerà costruire un insieme più partecipato. Infatti la partecipazione non è solo il fatto che a qualcuno vengano assegnate le risorse, ma essa significa anche che dentro gli assi indirizzati elementi di coerenza e di scelta siano insieme discussi e insieme condivisi. Altrimenti si rischia una parcellizzazione – chiamiamola così – delle risorse, tanto più perché una fase come questa, dove i tempi di nascita della destinazione di queste risorse, e l’oggi segnano una differenza notevole e di grande preoccupazione.
Prima di qualche mese fa i segnali sul versante economico erano diversi e meno preoccupanti di oggi, invece oggi quei segnali ci indicano altre priorità, ci indicano un’attenzione e un monitoraggio alle quelle risorse che oggi andiamo a destinare. Sarà un monitoraggio che richiederà anche un percorso di verifica, non basta destinare i fondi, ci sarà bisogno che questi fondi si attivino quanto prima, ci sarà bisogno che i soggetti, indicati a partecipare con noi a questo processo, vengano attivati adeguatamente, ci sarà bisogno – e qui ci sono anche le risorse – di un sistema e di un aiuto di governance importante.
E’ chiaro che l’Assemblea legislativa regionale su questo percorso dovrà ritornarci, è evidente che il voto di oggi è il primo passaggio, ma avremo successivamente passaggi di verifica del triennio e dentro questi dovremo riflettere con attenzione sull’efficacia di quanto fatto e sull’indirizzo di quanto si dovrà fare.
Per il resto parli mi sembra che il documenti parli che da solo e lo fa anche dal punto di vista delle indicazioni più minute.
C’è un ulteriore elemento che sottende a questo documento, il Dup, uno strumento di indirizzo più generale che qui è stato discusso e votato. In questo starà il dibattito che oggi faremo e il voto sul Fas sarà un risultato importante e sicuramente significativo dell’azione amministrativa e politica di questa Regione, un segnale che l’Assemblea legislativa è elemento decisivo nell’indirizzo complessivo.

PRESIDENTE. Prima di passare la parola al relatore di minoranza Consigliere Pistarelli, invito i Consiglieri che desiderano intervenire ad iscriversi, perché alla fine dell’intervento del Consigliere Pistarelli la riterrò.
Prego Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Mi rammarico innanzitutto dell’assenza del Presidente Spacca e dell’Assessore Marcolini. Oggi stiamo parlando di un intervento che nel sessennato comporterà un impiego di risorse pari a 560 milioni di euro, non credo che questa cifra possa essere ritenuta normale, ordinaria se non, invece, foriera di un grande rispetto e di una grande attenzione.
Mi rammarico anche perché su questo punto sto per sollevare – chiedo che venga messo a verbale perché in questo si innesca una procedura specifica prevista dal Regolamento – una questione pregiudiziale e sospensiva (ex articolo 39 del Regolamento), che ora motiverò con la mia relazione.
Il programma attuativo regionale che stiamo discutendo non rispetta le indicazioni che questa Assemblea legislativa regionale ha dato il 29 luglio 2008, quindi come atto in sé non è ricevibile.
Inoltre non sono state rispettate le procedure previste dalla concertazione tra enti, in particolare tra la Regione e le Province. Questo perché l’interlocutore delle Province è stato il presidente o un suo delegato, cosa che non è in linea con le procedure previste dai programmi e dalle linee di indirizzo quali quelle, appunto, discusse e votate il 29 luglio che dovevano essere recepite da questo programma attuativo.
Infatti, per quanto concerne gli enti quando si tratta di linee strategiche e di linee di programma deve essere coinvolta l’Assemblea legislativa, pertanto alla luce dei principi del 29 luglio 2008 nelle Province doveva essere fatto un passaggio in Consiglio provinciale per approvare ciò che era stato definito e discusso tra la Regione Marche e i Presidenti delle Province o loro delegati; delegati incontrati due volte, le date sono quelle riportate nella relazione a pag. 29, ovvero, 26 marzo 2008 e 17 giugno 2008. Questi due passaggi, invece, non sono stati né preceduti né seguiti da un voto consiliare provinciale.
Sul primo punto: il programma attuativo non rispetta le linee di indirizzo che questa Assemblea legislativa ha votato il 29 luglio. Mi si dica, ad esempio, che cosa c’entra con il punto 5.2.1 affidare alla Regione Marche – cioè a noi stessi – la produzione e la programmazione di spettacoli culturali. Siamo una società che gestisce spettacolo e produzione artistica oppure siamo un ente pubblico che favorisce la produzione, che la mette in relazione con i soggetti che fanno attività culturale, teatrale e i soggetti che possono fare promozione turistica?! Possiamo essere noi in grado di produrre direttamente e sostituirci a soggetti che professionalmente fanno questo tipo di attività?!
Questo è uno solo uno degli esempi di macroscopico discostamento del programma attuativo rispetto alle linee di indirizzo votate da questa Assemblea legislativa.
Quindi ritengo che la discussione debba essere sospesa e che l’intero documento debba essere rinviato in Commissione per essere ridiscusso.
Ripeto, che cosa c’entra la produzione e la programmazione di spettacoli culturali affidata ad un soggetto che si chiama Regine Marche, cioè noi, con la linea di intervento 5.2.1 che è il miglioramento e la valorizzazione, il recupero, il potenziamento dell’offerta dei beni e delle attività culturali anche a fini turistici! Dunque quando si è fatta la scelta non si è rispettato un indirizzo dato da questa Assemblea legislativa.
Seconda motivazione profonda rispetto alla richiesta di questione pregiudiziale ex articolo 39 del regolamento: mi si dica che cosa c’entra con la valorizzazione delle aree sottoutilizzate (questo è il fondo Fas ovvero 560 milioni di euro in sei anni) il recupero del Palazzetto di Senigallia! Mi si dica che cosa c’entra l’area urbana del centro della città di Ancona! Se il centro della città di Ancona è un’area sottoutilizzata è bene che oggi chiudiamo questa Assemblea legislativa, consegniamo le chiavi al Commissario prefettizio per riconvocarci quando qualche cosa di meglio potrà essere prodotto da questa Regione! Perché se il centro di Ancona è stato trascurato e poi può essere definito un’area sottoutilizzata, ritengo che non solo abbia fallito questa Regione ma che abbiano fallito anche tutti coloro che l’hanno rappresentata in questi anni.
La cosa non è vera ovviamente, il mio è un paradosso, infatti il centro di Ancona è stato assolutamente valorizzato, dovrà esserlo di più, ma era per dire che non è questo lo strumento, perché questo è il fondo per le aree sottoutilizzate, quelle che sono in crisi. Una crisi che è davanti a tutti e di cui, purtroppo, sempre in maniera più dettagliata ne stiamo definendo i contorni. Infatti non è cronaca di un anno fa ma solo di qualche giorno fa dove si legge: “sfilano in cinquemila per difendere il lavoro, “Ascoli, la crisi inghiotte un paese alla volta”, “Sos Banch’Italia, l’azienda Marche si è fermata, il 95% del campione di imprese esaminato ammette la stagnazione, mai così male dal 2003". Questa purtroppo è la cronaca che tutti i giorni leggiamo nei nostri giornali locali.
Noi abbiamo un Fas di 560 milioni di euro, poi andiamo a recuperare la palazzina Baviera di Senigallia, il centro urbano di Ancona!
Assessore, ritengo che chi ha esteso questa proposta non abbia rispettato le linee di indirizzo date da questa Assemblea legislativa e prima ancora non abbia rispettato la filosofia e l’impostazione di un fondo di 560 milioni. Quel fondo che noi, in un momento di così grave crisi, stiamo disperdendo in rivoli che non servono assolutamente a nulla, anzi, peggioreranno il senso di inadeguatezza della politica e delle istituzioni rispetto a quella che oggi è l’attuale situazione economica, finanziaria e soprattutto sociale. Perché certamente in tutto questo la ricaduta è sociale!
L’inadeguatezza, infatti, cari colleghi, sta tutta in quello che stiamo assistendo in questi giorni: Spacca che elogia l’esempio della Benelli. Ma di che parliamo! La Benelli è stata comprata dai cinesi! Ancora: Spacca e Vitali – mi dispiace perché Vitali è Presidente di Confindustria e dovrebbe rappresentare tutti – che dicono “Evviva, abbiamo aperto uno stabilimento in Cina e abbiamo fatto importanti accordi commerciali”. Ma se si chiude qui e si porta tutto in Cina il lavoro qui chi lo difende, chi lo farà?! Se si difende il lavoro qui facendo in modo che i cinesi comperino le nostre industrie, anche quelle storiche, chi difenderà l’italianità, chi difenderà il made in Marche o il made in Italy?! Il dirigente cinese! Egli potrà anche prevedere, caro Consigliere Cesare Procaccini, di chiudere un investimento che magari non sarà foriero di chissà quale…

Cesare PROCACCINI. Alla Benelli è aumentata l’occupazione.

Fabio PISTARELLI. Certo, ma la proprietà è cinese! Le faccio una domanda, Consigliere Procaccini: facciamo comprare dalla Cina? Ma domani mattina potrebbero anche decidere di diversificare i propri investimenti e chiudere.
La globalizzazione si vince, Consigliere Procaccini, se tu riesci ad essere più internazionale degli altri, se tu riesci ad essere più aggressivo e vincente degli altri nei mercati, e non invece se i mercati ti mangiano i tuoi prodotti, anche quelli storici.
Spacca cita l’esempio della Benelli come esempio virtuoso: vendiamo noi, comperano i cinesi! Ma siamo seri!
Dunque tutto questo impone una riflessione di tale natura e di tale segno. E non vorrei proseguire in esempi di quelle scelte inadeguate, fatte assolutamente non in linea, ripeto, con la legge, dunque scelte illegittime perché non in linea con i dettami che avevamo stabilito in Assemblea legislativa.
Non sono state rispettate né le linee di indirizzo dell’Assemblea legislativa né, ripeto, l’impianto complessivo del Fas, che è un’altra cosa.
Il Fas, infatti, dovrebbe vedere questa Assemblea legislativa finalmente volare alto, con il quale veramente, con una visione d’insieme, dovrebbe esserci uno sforzo comune per utilizzare una fortuna che abbiamo, cioè quella di avere a disposizione in questo momento 560 milioni di euro per dare le prime risposte all’economia marchigiana, che in qualsiasi modo la giriamo respira aria di crisi e di repressione.
Quindi rispetto a questo non è proprio possibile reggere certi interventi, non è proprio possibile inventarsi certe scelte che sono a dir poco clientelari, a dir poco di basso livello, a dir poco per accontentare questa o quella zona, questo o quel personaggio amico di partito, ovunque in grado di dare a qualcuno qualche consenso in più o di tenerlo o di mantenerlo! Questa purtroppo è stata la logica.
E’ dunque su questi che pongo una questione pregiudiziale e sospensiva, ai sensi dell’ex articolo 39, punti che ho cercato di riassumere in questa mia relazione che ritengo comunque svolta, affinché prima della discussione l’Assemblea possa esprimersi, appunto, su tale questione pregiudiziale e sospensiva.
La richiesta è quella di ritornare in Commissione come d’altronde avevamo già chiesto all’Assessore Marcolini, per ciò non è uno show, non è un colpo di teatro dell’ultima ora. La scorsa settimana in Conferenza dei capigruppo avevamo chiesto (eravamo tutti presenti, c’erano sia Capponi che Massi e Viventi) all’Assessore Marcolini di ritornare in Commissione per ridiscutere alla luce di quello che sta avvenendo nel fabrianese, nel piceno, nel maceratese, da ultimo, a Matelica dove molti addetti sono stati coinvolti nella crisi Merloni, ovvero la cassa integrazione per la Merloni termosanitari e non l’Antonio Merloni, e l’Indesit.
In ogni caso non si deve parlare solo di Antonio Merloni o di un distretto o di una industria, ma si deve parlare di un sistema, invece noi, rispetto a tutto questo, parliamo della palazzina di Senigallia. Siamo seri!
Dunque oggi potremo essere seri se decideremo di rinviare in Commissione per rimodulare, entro quindici giorni magari con un lavoro certosino fatto tutti i giorni, gli strumenti e gli interventi del Fas solo per quattro cose essenziali e fondamentali per le Marche.
Questa è la serietà, questa è la politica alta, questo è quello che dobbiamo e siamo chiamati a fare come Assemblea legislativa regionale, facciamolo tutti con un po’ di coraggio e con un po’ si serietà.

PRESIDENTE. Siccome il relatore Pistarelli ha posto la questione pregiudiziale per poter proseguire i lavori ora l’Assemblea legislativa si deve pronunciare, quindi può parlare un Consigliere a favore ed uno contro con un tempo massimo di cinque minuti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Aggiungo un argomento che voglio sottoporre all’attenzione dei Consiglieri di maggioranza. E’ evidente che le valutazioni che ha esposto il relatore Pistarelli, che sottoscrivo pienamente, attengono ad una valutazione proveniente dalla minoranza che qualcuno potrebbe definire critica ma in essa c’è un ulteriore argomento molto importante.
Non più tardi di venti giorni fa Gian Mario Spacca ha espressamente chiesto e auspicato una rimodulazione del piano per i fondi Fers, testualmente citando che: dall’anno scorso ad oggi lo scenario è così radicalmente cambiato che si reputa opportuno modificare l’azione strategica che questa Regione aveva sagomato sulla base di un mondo diverso.
Oggi come oggi, visto che il programma che stiamo per approvare è l’ultimo tram per poter sostenere lo sviluppo di questa regione, concepito, attenzione bene, sulla base di un Documento unico di programmazione che ormai attiene a sette mesi fa, e facendo mie le valutazioni di Gian Mario Spacca volendo evitare di dare luogo ad un comportamento per certi versi schizoide, dico con molta tranquillità e serenità, Capogruppo Pistarelli, che così come ci apprestiamo ad una rimodulazione del Fers (documento inserito anche nella pianificazione finanziaria che leggete a pag. 5 del piano di oggi), la maggioranza valuti anche la possibilità di aderire ad un invito che proviene, primo che da altri, proprio dal Presidente della Giunta regionale.
Prima di concludere vorrei ricordare ancora una cosa, ovvero che non più tardi di quattro giorni fa in Conferenza Stato-Regioni sei Regioni del sud hanno opinato alcuni argomenti, che martedì scorso, diciamo indebitamente, l’Assessore Marcolini aveva fatto proprie, infatti ci ha detto che è il Governo che vuole tagliare i Fas. Ma non è così, perché in Conferenza Stato-Regioni c’era stata un presa di posizione – è bene sapere le cose come stanno – con la quale sei Regioni, la Sicilia di centro-destra e le altre cinque di centro-sinistra, hanno sostenuto che si deve fare un attimo di attenzione proprio per quelle stesse ragioni oggi esposte dal Consigliere Pistarelli e dette anche dal Presidente Spacca.
Quindi la richiesta può essere valutata legittimamente anche da chi individua nel Presidente Spacca il faro della propria azione politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Petrini.

Paolo PETRINI. La questione pregiudiziale è stata posta per due motivazioni di fondo. La prima riguarda il fatto che il nostro confronto con le Province avrebbe dovuto prevedere un mandato dei rappresentanti delle stesse Province che provenisse dai rispettivi Consigli provinciali, ma questo credo sia facilmente ribattibile. Infatti noi facciamo una concertazione quotidiana su tutta una serie di provvedimenti regionali, quindi sta all’autonomia dei singoli enti trarre mandato dalla principale fonte della sovranità di quel territorio oppure se gestirsi in altro modo. Ritengo quindi non sia un’attenzione né della Giunta né, credo, dell’Assemblea legislativa dover disquisire sulle modalità attraverso le quali gli enti intendono procedere al confronto.
Per ciò che riguarda invece l’aspetto più di merito, cioè che il programma attuativo non rispetterebbe le linee di indirizzo votate dall’Assemblea legislativa, credo che la discussione debba essere più approfondita.
Ricorderete certamente che il Fas, al di là del nome (Fondo aree sottoutilizzate), viene programmato attraverso le stesse modalità già individuate dal quadro strategico nazionale. Un quadro che ha delineato dieci obiettivi a cui anche gli altri fondi comunitari devono sottoporsi. Tra l’altro, ricordo a tutti, che la divisione di questi fondi è avvenuta simultaneamente agli altri fondi comunitari.
Voglio dire cioè, anche per essere più immediato nella comprensione, che il fondo aree sottoutilizzate viene utilizzato laddove il Fers, in particolare, non può essere speso. Esempio concreto: mentre nel precedente Docup gli investimenti relativi ai servizi idrici o alle modalità di smaltimento dei rifiuti potevano trovare accoglienza ora con i fondi del Fers questo non è più possibile. Quindi in maniera sostitutiva il fondo aree sottoutilizzate, prescindendo dal luogo, cioè dallo svantaggio strutturale sotto il profilo economico o da altri parametri di questo genere, individua l’investimento da fare in maniera sostitutiva. Però a volte lo fa anche in maniera rafforzativa, perché il fondo aree sottoutilizzate potrebbe essere utilizzato per rafforzare determinate linee presenti nel Fers, come quella dell’innovazione e della ricerca nei distretti industriali, quindi nelle aree maggiormente sviluppate della regione. Anche perché la valutazione, quindi se utilizzarlo per rafforzare le locomotive dello sviluppo o per sostenere i vagoni che devono seguire le locomotive, è un dibattito che non sconta nulla sotto il profilo della possibilità, infatti sta alla libera scelta politica dell’Assemblea legislativa.
Inoltre non vedo neanche alcuna contraddizione sulle questioni citate dal Consigliere Pistarelli. Perché all’interno dell’obiettivo della promozione, che deve essere fatta in maniera coordinata per tutto il territorio e di cui lo spettacolo ne è parte integrante, la Regione Marche, che si è assunta il compito di coordinare queste politiche ovviamente attraverso il confronto con tutti gli altri soggetti, penso possa operare attraverso misure chiuse, che a volte possono anche migliorare l’efficacia dei provvedimenti che si portano avanti.
In definitiva non credo serva insistere sull’aspetto dell’utilizzo del Fas nelle aree dove si vedono emergere i maggiori problemi, perché ovviamente non sempre si riesce a rispondere esattamente a quello di cui abbiamo bisogno. E’ così dappertutto. Andate a vedere, ad esempio, che utilizzo fanno del fondo aree sottoutilizzate le Regioni Lombardia o Emilia Romagna. Peraltro tale utilizzo si fa proprio laddove ci sono le città più popolose o le aree più industrializzate che devono maggiormente sopportare i maggiori problemi di una caduta di produzione industriale come questa.
Per esempio se l’80% dell’effetto serra viene prodotto dalle città, che consumano poi il 70% dell’energia, è la che si devono fare, anche in maniera privilegiata, gli investimenti in energie rinnovabili, dunque non nelle aree montane. Bisogna sempre ancorare i provvedimenti alla genesi dei problemi o laddove ve ne è la maggiore esplosione, che non sempre è nell’area dove chiude una fabbrica, perché magari può darsi che quella risoluzione passi attraverso altre modalità…(…)

PRESIDENTE. Per favore non interrompete!

Paolo PETRINI. Consigliere Pistarelli, una delle modalità per cavarcela nel prossimo futuro sarà proprio quella di puntare sulla identità territoriale. Per profilare al meglio la nostra identità territoriale dovremmo farla con ogni mezzo, altrimenti in questo mercato indifferenziato non emergeremo, quindi se potremo riuscirci anche con spettacoli che possano dimostrare la differenza e la qualità delle Marche benvengano misure chiuse a questo proposito.
Inoltre di questi strumenti (del Fas come degli altri) ci sono delle revisioni di medio termine che permettono, appunto, una revisione nel caso debbano essere rimessi su binari diversi da quelli su cui li appoggiamo in questo momento. E sarà attraverso un monitoraggio attento, che farà la Giunta e ancor di più l’Assemblea legislativa, che provvederemo ad operare queste correzioni.
Pertanto invito l’Assemblea legislativa a non accogliere questa pregiudiziale che a me non sembra assolutamente fondata.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale, a nome dei Consiglieri Pistarelli, Capponi e Massi, della richiesta di sospensiva di cui all’art. 39 del Regolamento interno. Partendo dalla lettera M, prego Consigliere Altomeni

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi no
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi no
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi sì
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini sì
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no

(L’Assemblea legislativa non approva)

PRESIDENTE. Quindi proseguiamo la discussione. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Questa programmo attuativo PAR-FAS arriva oggi in Assemblea legislativa per la prima volta. Arriva a seguito della richiesta fatta dalla stessa Assemblea legislativa in data 29 luglio di quest’anno che chiese, appunto, di discutere in questa Aula tali linee di indirizzo. La seconda parte della richiesta chiedeva che la Giunta successivamente deve comunicare alle Commissioni assembleari competenti la specifica degli interventi direttamente programmati dalle Province.
Vado ora al primo punto dell’intervento del collega Pistarelli. Da un lato va benissimo ciò che è stato richiesto, perché nel momento in cui le linee guida per la programmazione generale vengono deliberate dall’Assemblea legislativa è opportuno che venga poi discussa, approvata e verificata anche la prosecuzione degli stessi indirizzi generali.
A volte però, come spesso accade, i tempi non coincidono. Tanto è vero che se oggi il Consigliere Pistarelli ha potuto fare osservazioni sulle scelte delle Province, è perché la condivisione rispetto alle divisioni dei finanziamenti e alla programmazione si sarebbe dovuta fare a monte, cioè prima che le Province deliberassero. Infatti oggi che parliamo di programmazione abbiamo già la deliberazione delle Province.
Quindi visto che i tempi non coincidono, sarebbe opportuno che quando vengono prese le scelte dall’Assemblea legislativa poi anche i lavori della Giunta e delle Commissioni possano avvenire in modo che anche i tempi coincidano.
In ogni caso, anche se i tempi non hanno coinciso, non è negativo che oggi possiamo discutere di questo atto, e non fosse stato richiesto dall’Assemblea legislativa non avremmo potuto farlo. Quindi magari non sarà indirizzo ma sicuramente controllo sì.
La seconda osservazione – sempre rispondendo al Consigliere Pistarelli – è sulle scelte fatte dalle Province o come le stesse si sono mosse al loro interno.
Su questo ha già risposto l’Assessore, noi non possiamo intervenire su quanta democrazia le Province esprimono al loro interno, certo vorremmo magari ce ne fosse di più, ma in ogni caso non è competenza nostra, ma certamente potremo – un’osservazione che abbiamo fatto molto spesso – chiarire meglio qual è il ruolo della Regione rispetto ai soggetti territoriali.
A me sembra, e non è la prima volta che lo dico, che in certi casi il ruolo è forse un po’ troppo delegato agli enti territoriali, quindi poi ci possiamo trovare in situazioni dove assumiamo le decisioni degli altri enti (che siano Province o Comuni) e come tali le approviamo.
Dunque un confronto maggiore, e non di accettazione ma effettivo, sarebbe necessario.
Entrando nel merito, io trovo questo atto condivisibile, pur con le comprensibili osservazioni fatte sulle scelte che possono essere fatte nei vari settori.
E’ vero che si potrebbero scegliere, così come è stato proposto, solo tre o quattro grossi progetti, ma è anche vero che essendo progetti abbastanza consistenti in essi vi sono già distribuiti fondi notevoli.
Inoltre c’è da fare un’ulteriore osservazione. Nella distribuzione dei finanziamenti fatta nei fondi Fas dell’anno precedente era ancora più consistente il finanziamento per le infrastrutture, mentre quest’anno vi è stata una distribuzione che ha tenuto conto di altre necessità e di altre sensibilità.
Quest’anno ci sono (l’anno scorso non erano previsti) 9,7 milioni di euro per i contributi agli Ersu e all’edilizia delle università. Bene, oggi forse potremo anche dire che magari non servivano visto che si erano buttati da un’altra parte, ma in qualche Assemblea legislativa fa, invece, abbiamo detto che si doveva intervenire anche rispetto ai collegi universitari e alle strutture universitarie perché è un’esigenza su cui la Regione deve spendersi.
E’ vero che oggi, presi dalla crisi economica che stiamo vivendo soprattutto in certi comparti e in certe aree territoriali, potremo anche pensare che alcuni finanziamenti potrebbero apparire meno utili, ma poi mi chiedo se, invece, non sia utile un finanziamento che poi consente agli studenti universitari, che sono il nostro futuro, di studiare con diverse strutture tecnologiche, con servizi…

PRESIDENTE. Mi scusi Consigliera Mammoli, ma in quest’Aula c’è un brusio che impedisce l’ascolto. Per cortesia, Consiglieri, prestate attenzione.

Katia MAMMOLI. Stavo dicendo che trovo assolutamente utile il finanziamento devoluto agli Ersu sia per residenze studentesche che per laboratori didattici e dotazione strumentale.
Quindi il fatto che oggi viviamo una crisi gravissima non ci deve certamente non far pensare al futuro. Infatti nella distribuzione di questi fondi FAS, come pure in altri strumenti, vedo, oltre ad una connotazione legata alla situazione attuale, devoluta agli Ersu una prospettiva riguardo a ciò che deve essere il futuro, non potrebbe essere diversamente.
Quindi pensiamo ancora che non ci sia bisogno di quei finanziamenti devoluti per un ammodernamento alle strutture delle pubbliche amministrazioni ?!
Magari in questo momento saremo anche presi da altre esigenze, ma le pubbliche amministrazioni hanno comunque la necessità, sia con tecnologie che con salti culturali, di sburocratizzare le procedure – anche questo l’avrò detto cinquantamila volte -. E’ un’esigenza che nei momenti di crisi è ancora più evidente. Infatti quando le cose vanno bene la piccola impresa che vuole aprire – ce ne fossero oggi – deve sì magari aspettare qualche giorno in più ma non succede niente di grave, invece in fase di crisi se la burocrazia impedisce – questa mattina abbiamo avuto un incontro dove ci è stato detto delle tante lungaggini delle pubbliche amministrazioni – o fa annullare un intervento perché magari le commesse non ci sono più, non credo che si sia fatta una buona scelta per il futuro.
Piattaforme logistiche, infrastrutture. Se un’azienda sceglie di venire su questo territorio – magari venissero – e se un’azienda può continuare a viverci è anche perché ci sono le infrastrutture, sia tecnologiche che le piattaforme logistiche come l’Interporto, come pure ci sono le strade o tutto quello che è necessario per un’opportunità lavorativa del territorio. Diversamente significherebbe che guardiamo la situazione del momento e non quella che serve in prospettiva e per l’interesse del nostro territorio.
Dell’aeroporto abbiamo parlato tante volte e della viabilità vi ho accennato.
Riguardo alle ferrovie per giorni tutti quanti nei Comuni e qui dentro abbiamo parlato delle difficoltà che dobbiamo fronteggiare: ci tagliano le corse, ci tagliano le fermate, chiudono le nostre stazioni. Quindi anche su questo è necessaria una forte decisione politica, che da un lato intervenga con i fondi che sono di nostra competenza, quindi per poter ammodernare certe strutture, certe carrozze, certi treni, e altro, dall’altro un forte impegno a livello nazionale, perché i nostri sforzi sarebbero inutili se poi ci vediamo tagliare le gambe.
Per l’attività turistica mi collego anche a quanto è stato detto sull’attività culturale. Se si continua a pensare che l’attività culturale di una Regione, la programmazione e soprattutto la produzione di spettacoli sia soltanto un quid in più che non serve a nessuno significa che non abbiamo capito niente. Non solo non abbiamo capito – e credo che nella popolazione ci voglia anche una crescita sociale, civile e culturale – ma non abbiamo neanche capito che sono questi gli aspetti che danno lavoro. I finanziamenti che si mettono in una stagione lirica o in un qualsiasi altro tipo di spettacolo significano lavoro per le masse, lavoro per le orchestre, lavoro per chi produce le scene, i costumi, ecc.. E’ lavoro, è una piccola impresa.
Si è letto che la Regione si mette a produrre, ma se così è stato scritto male, perché ovviamente non è la Regione che produce, sono quegli enti che già stanno facendo produzione sul territorio.
Vorrei tranquillizzare il Consigliere Pistarelli che in prima Commissione stiamo esaminando la legge sullo spettacolo dal vivo, ci stiamo orientando a fare in modo che tutto ciò che sarà possibile possa andare agli enti che già stanno facendo produzione su questo settore. Quindi non è, come qualcuno pensa, che la Regione fa spettacoli.
Turismo. Ieri sera abbiano sentito che all’interno della regione il turismo è calato soltanto – dico soltanto perché pare che gli altri settori stiano peggio – del 4%.
Ci saranno anche cali maggiori, e non perché non lavoriamo bene ma perché la contingenza è tale che si deve rinunciare comunque a qualcosa, ma in ogni caso il settore del turismo deve essere un investimento. E lo deve essere rispetto al fatto che il settore del manifatturiero non avrà sempre le stesse percentuali di lavoratori, quindi per forza di cose dovremo orientarci anche su altri settori, quei settori che fino ad ora non abbiamo valorizzato al meglio o addirittura che abbiamo trascurato.
E certamente il turismo è uno di questi, ma anche sul turismo vorrei mettere la mia nota critica. Cioè, non possiamo continuare a pensare di andare avanti nella stessa maniera, non possiamo continuare a pensare che nella regione Marche il turismo sia soltanto quello marino. Qui si dice che dobbiamo orientarci su altre cose ma poi c’è sempre solo quello marino. Sicuramente è giusto e necessario aiutare le strutture alberghiere e ricettive, che devono essere ammodernate ed essere dotate di tutti gli strumenti, ma la promozione vera e propria, a mio avviso, va fatta anche su altri tipi di turismo: il turismo dei nostri piccoli centri storici, il turismo della nostra campagna, il turismo dei beni culturali. E’ questo che in seguito sarà il turismo che all’interno della regione Marche tirerà di più.
Tante volte è stato detto che la Toscana è stata scoperta mentre le Marche si stanno scoprendo. Quindi va benissimo che vi sono stati messi i finanziamenti, perché dobbiamo pensare ad una prospettiva economica che non può essere soltanto quella del mantenimento dell’esistente.
Le nostre imprese sono venti anni che sapevano che ci sarebbe stata questa recessione, così come lo sapevano anche le forze politiche, però adesso ci troviamo come ci troviamo! Quindi bisogna guardare in prospettiva.
L’altro strumento molto interessante che ho trovato è il settore delle discariche, dei rifiuti. Anche su questo è interessante la valutazione fatta, da un lato c’è la disponibilità di finanziamenti in quanto la raccolta differenziata deve essere sempre maggiore, purtroppo però ci stiamo muovendo adesso quindi non siamo a livelli molto alti, ma è comunque vero che le discariche, i termovalorizzatori o qualunque cosa sia ci serviranno.
E’ dunque su questo che richiamo l’impegno politico sia della maggioranza che dell’opposizione. Non dobbiamo soltanto criticare le Province o gli enti territoriali quando chiedono finanziamenti su cose che non riteniamo utili, ma dobbiamo anche criticarle quando sul loro territorio non vogliono certi tipi di strutture sperano magari che lo facciano i territori più deboli.
Una valutazione voglio farla anche rispetto ai finanziamenti legati alle politiche giovanili e alle politiche per gli anziani.
Da tempo è stata affermata e confermata la necessità di intervenire a favore delle strutture a supporto degli anziani, siano esse case di riposo che altre, così come per i giovani. Dalla Giunta, dall’allora Assessore Minardi, venne approvata l’Apq giovani, cioè il protocollo d’intesa con lo Stato sulle politiche giovanili, e già allora per portare avanti tale protocollo erano stati investiti e utilizzati i finanziamenti dei Fas.
Pertanto oggi ci ritroviamo qui proprio perché questa era la scelta fatta, però anche sui giovani è necessario non tanto un finanziamento distribuito a pioggia quanto piuttosto un coordinamento di politiche che riguardino tutti i settori delle politiche giovanili.
Un’ultima annotazione. Al di là delle scelte specifiche che le varie Province hanno fatto, su cui possiamo anche non concordare, la suddivisione dei finanziamenti, che rappresentano circa il 31,4% per le quattro Province, e il fatto che i finanziamenti concessi alla Provincia di Ascoli Piceno siano quasi il doppio rispetto a quelli delle altre Province, considerando anche che è un’area territoriale non estremamente vasta, mi trova d’accordo. Perché se parliamo di crisi dell’ascolano e del fermano, da un lato è necessario dare finanziariamente un segnale positivo, dall’altro, visto che le due Province dovranno scindersi, è evidente che quando ci sarà l’avviamento di nuove procedure di carattere amministrativo bisognerà partire con una dotazione finanziaria che consenta di dar vita, appunto, a questa nuova programmazione.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Registro ora la presenza dell’Assessore Marcolini, assolutamente necessaria in questo momento, ma egli non sa che abbiamo posto una richiesta pregiudiziale di sospensione di questi lavori. E’ un peccato che non l’abbiamo approvata, evitando così di cogliere una riflessione fatta prima che dalla minoranza dallo stesso Presidente Gian Mario Spacca il quale, non più tardi di un mese fa, aveva auspicato una modifica della modulazione dei fondi Fers proprio in ragione di un quadro assolutamente modificato e cambiato e che aveva dettato la redazione del Dup.
Quindi, secondo me, abbiamo perso un’occasione importante, sarebbe stato meglio rimettere le bocce al loro posto e capire che la giustamente enfatizzata crisi di Fabriano e dell’Ascolano avrebbe consigliato una rivisitazione di quanto già deciso, Assessore Marcolini. Perché al di là delle le valutazioni di pragmatica che ciascun Consigliere di maggioranza farà in seno a questa Assemblea legislativa, una cosa è certa, che è tutto già deciso, quindi quello di oggi è solo un passaggio che rappresenta una tautologia amministrativa, un di più, è l’assolvimento di un rituale democratico privo di qualsiasi possibilità di incidere sulla situazione.
Questo è chiaro e si evince anche dalla lettura di una delle frasi inserite dal Presidente Binci a margine della valutazione del Documento condotta dalla sua Commissione, dove in maniera candida nella premessa si dice che non si parla, e non si allegano, delle schede con la specifica degli interventi, esse verranno successivamente comunicate, ovvero quando l’Assessore Marcolini ha già trasmesso alle Commissioni la specifica degli interventi. Quindi siamo, secondo quello che sembra davvero un gioco delle parti, alla trasmissione in sede istruttoria delle schede contenenti gli interventi, per poi però addirittura tacere l’evidenza degli stanziamenti nell’atto che dovrebbe contenerle.
Quindi male non aver sospeso l’atto, chiesto non per amore di rinvio ma per amore del bisogno di dare una risposta concreta alla crisi gravissima del nostro sistema.
Caro Presidente – spesso il Presidente è l’Assessore Marcolini! – questo atto mi fa pensare agli emuli di Robert Redford e di Paul Newman nella “Stangata”. Questa infatti è la grande stangata che la maggioranza di centro-sinistra sta cercando di portare a termine attraverso un processo di concertazione che, a dispetto di questa Assemblea legislativa, sta ormai sviluppando da mesi, ripeto, da mesi! A febbraio, a marzo, prima delle elezioni politiche, si sono susseguiti gli incontri e i negoziati fra i Presidenti delle Giunte provinciali e Presidente della Giunta regionale. Lo sanno tutti. In provincia di Ascoli Piceno addirittura sortì un’enorme polemica fra Spacca e il Presidente Rossi che a vicenda si accusavano di non essere coerenti con le promesse fatte. Tutte promesse che erano state siglate negli scantinati della politica e non nelle sedi opportune.
Allora che cosa ne è venuto fuori? Ne è venuto fuori un meticcio amministrativo che porta a questa situazione, ovvero una parte delle risorse se le tiene la Regione, un’altra parte, 75 milioni di euro, si spalmano in maniera assolutamente iniqua fra le Province.
E’ davvero questa la strumentazione più adatta per rispondere al bisogno di sostegno delle aree sottoutilizzate? È un punto interrogativo pesante come il piombo che rivolgo all’Assessore Marcolini prendendo spunto da quello che ho sentito dal Commissario agli affari regionali Danuta Hubner una settimana fa quando mi trovavo a Bilbao a sentir parlare di politica di coesione. La Hubner ha confermato la necessità di garantire la destinazione propria e specifica delle risorse finalizzate al sostegno delle aree in declino pena, questo sì, la sanzione dell’Unione europea. Quindi i fondi Fas, con buona pace dell’Assessore Petrini, sono sì, attenzione, risorse aggiuntive, e non, come dice lui, risorse aggiuntive che devono in qualche modo coprire il fabbisogno delle aree diverse da quelle destinatarie dei fondi europei Fers, ma risorse aggiuntive che lo Stato ci mette del suo per garantire alle aree sottoutilizzate il destino di quelli che sono i fondi della politica di coesione.
Vi dice qualcosa la politica di coesione, di cui oggi stiamo cercando di scrivere in sede nazionale una parte? La politica di coesione, secondo i principi di concentrazione, connessione e cooperazione, è la politica che da sempre ispira l’Unione europea nel tentativo di garantire le pari opportunità ai territori che sono in ritardo e in declino.
Il fatto che la programmazione 2007-2013 abbia abbandonato il criterio della zonizzazione, come strumento forse vittima di un automatismo esagerato, per individuare le aree in crisi, non esime nessuno dal considerare quei territori prioritari destinatari delle risorse Fas. Quelle risorse che, invece, vengono letteralmente scippate dai grandi stangatori Marcolini e Spacca a danno delle aree che, attenzione bene, non sono solo quelle del piceno, ma anche quelle del fabrianese, dell’entroterra. Ovvero, caro Assessore Petrini, sono di tutti quei territori per i quali il Dup dell’Emilia Romagna – per citare il Dup dell’Emilia Romagna, che è un faro di luce solo quando fa comodo ma non è un faro di luce quando non ci si adegua a quello che prevede – testualmente dice che le risorse Fas vanno prioritariamente destinate proprio a quelle zone che stanno soffrendo l’esclusione dei benefici previsti dalla precedente programmazione per le aree obiettivo 2.
Questa è la realtà, altro che cocktail di chiacchiere per cercare di finanziare ciò che non è possibile finanziare con questo! Io non sindaco sull’università di Urbino, viva l’Università di Urbino! Ma non è con i fondi Fas che si cerca di coprire i buchi, il profondo rosso di cui ieri era pieno il maggior quotidiano nazionale.
Questa è la realtà. Noi oggi stiamo deliberando 2 milioni di euro per la sistemazione degli studentati, sui cui sono d’accordissimo, viva Urbino, mi ci iscrivo per prendere la mia seconda laurea se servono anche le mie tasse scolastiche, ma è assolutamente irrituale e assolutamente fuori luogo – come leggiamo dalla scheda trasmessa dall’Assessore Marcolini alle Commission –, che 2 milioni di euro vadano per cercare di sopperire alla cattiva gestione del Rettore dell’Università di Urbino, che ai danni, ripeto, di Fabriano, dell’entroterra fermano, dell’entroterra anconetano, dell’entroterra pesarese e dell’entroterra ascolano oggi si vedono scippati da soldi orientati da una finalità politica.
Vorrei che gli studenti di Urbino oltre che scioperare contro la Gelmini scioperassero anche contro chi gestisce così male il loro Ateneo da farlo diventare argomento della prima e seconda pagina de “Il Sole 24 ore”.
Vogliamo sapere che cosa ci fate con questi soldi! Altro che intervenire per il diritto allo studio, qui si interviene per garantire il diritto di sopravvivenza a gestori delle risorse pubbliche incapaci di gestirle, e questo è l’unico diritto che si può garantire con una simile allocazione delle risorse.
Vogliamo parlare dell’Inrca?! Viva l’Inrca e viva il polo della salute per gli anziani! Io non mi faccio fregare da dichiarazioni che qualcuno potrebbe pensare che non vadano bene in questo senso, perché io voglio l’Inrca, io voglio che sia il centro per la terza età, voglio tutto, però non può essere il Fas che alimenta questo genere di investimento. E non lo dice Castelli, ma lo dice la delibera n. 166 del 2007 con la quale il Cipe ha stabilito i requisiti per l’utilizzo dei fondi Fas, che sono quelli del riequilibrio territoriale e che sono anche quelli della non addizionalità delle risorse rispetto ad altre forme di finanziamento previste dallo Stato.
Questo vuol dire che i soldi per l’Inrca vanno presi non dal Fas, ma da quella programmazione che, fra l’altro, un mese fa la Giunta ha annunciato con un’altra delibera furbesca, che sarebbe veramente da rendere oggetto nel museo delle cere di Madame Tussauds come esempio delle facce di cera che governano la nostra sanità! Ovvero è stato annunciato un accordo di programma per 540 milioni di euro, ebbene, di questi 540 milioni l’accordo di programma copre 111 milioni. Pensate che 111 milioni afferiscono a programma effettivamente siglato, gli altri 400 appartengono al futuribile e anche ai fondi Fas.
Quindi non vado oltre, cito solo quello che è stato il martirologio dei fondi Fas una volta che la processione guidata da Spacca lo ha condotto da Ascoli fino a Pesaro a negoziare l’utilizzo di quei 75 milioni di euro. Ci sta di tutto e di più! Si vociferava anche della possibilità che concorressimo alla realizzazione della nuova sede della Provincia di Ancona. Viva Iddio, certo, anche Ancona ha un suo diritto, ma se devono andare a questo tipo di assegnazione che non vadano almeno nelle sedi istituzionali. Mi dicono che questa cosa è stata corretta, che non è più così, adesso si parla di una realizzazione che riguarda qualcosa; perché se andiamo a vedere le schede di Marcolini esse sono precise quando le finalità sono confessabili, sono immediatamente opache quando le finalità fanno affiorare un forte rossore nelle gote del nostro Assessore! Assessore lei sa che la stimo anche se al contempo la detesto, che c’è un rapporto di odio e amore, lo dico pubblicamente, ma quando lei urla contro il premier Berlusconi sul conflitto di interesse fa il suo mestiere, però lei con l’Università di Urbino qualche rapporto lei ce l’ha! Quindi anche su questo, come dice l’antico adagio “la moglie di Cesare non solo deve essere pura, lo deve anche sembrare” e visto che lei sicuramente è puro, Assessore Marcolini, dico: il Fas è veramente luogo eletto per dare un finanziamento all’Università di Urbino?!
Credo che faremmo tutti miglior figura se davvero restituissimo al Fas quello che Danuta Hubner, e non Guido Castelli, Giancarlo D’Anna o Franca Romagnoli, ha ritenuto essere il vero obiettivo.
Siamo dunque in un scenario internazionale disperante, dove c’è una crisi come quella di Fabriano che si aggiunge a quella dell’ascolano e dell’entroterra più in generale, dove c’è la necessità di vedere cosa oggi i piccoli e medi imprenditori hanno bisogno di fare rispetto al rilancio delle aree sottoutilizzate, poi noi, invece, usiamo uno schema stantio, vecchio, superato, dove ancora si assegnano soldi ai centri servizi, dove ancora si danno fondi agli intermediari che dovrebbero, in una filiera obbrobriosa, asciugare le risorse che, invece, mi sembra rischino di andare altrove.
L’ultima considerazione la voglio fare su Ascoli, la devo dire perché mi sta proprio nel gozzo. Dopo che la Regione Marche ha fatto, giustamente, il collegio di Fermo, quindi tenendo anche amministrativamente distinto Ascoli da Fermo, e dopo che i primi bandi dei fondi Fesr prevedono, giustamente, un’allocazione per Fermo e una per Ascoli, ecco che il prestigiatore Spacca, quando elenca la suddivisione delle assegnazioni fra le diverse Province, riaggrega Fermo ad Ascoli, questo per far risultare che i 27 milioni di euro in realtà sono il doppio di quello che prendono le altre Province.
Insomma, il mago Silvan la deve smettere, almeno quando è in Assemblea legislativa! Perché non vedo il motivo per cui non si chiarisca che in realtà, secondo la vulgata dell’Assessore Marcolini, ad Ascoli vanno 14 milioni di euro e a Fermo 13, quindi prendono la stessa cifra. Però, come ci insegnavano un tempo, trattare in modo uguale situazioni disuguali, vuol dire consumare una disuguaglianza. Quindi i 13 milioni di Fermo sono pochi rispetto alla situazione fermana, i 14 milioni di Ascoli sono pochi rispetto alla proprietà che dovrebbe essere tipica e connotata dei fondi Fas.
E’ per questo che ho presentato un emendamento che nasce proprio dalla considerazione che mi fa parlare ancora con più forza della stangata. Attenzione bene, e questa è forse la cosa più ignobile che viene consumata ai danni del sud della Regione, i 14 milioni che vengono dati alla Provincia di Ascoli servono a coprire degli interventi che dovrebbe fare Rfi, quindi non sono fondi che vengono attribuiti, come per le altre Province per la realizzazione di infrastrutture e di iniziative che sarebbe competenza della provincia fare, no, qui si svolge una funzione surrogatoria rispetto a Rfi. E’ giusto, lo condivido Assessore, però mi si deve spiegare perché quei fondi non stanno nella parte generale, ma vengono invece addebitati alle attività proprie della Provincia. Non mi sta bene! Per quale motivo lo studentato di Urbino o le ristrutturazioni di Urbino sono a carico di tutto il fondo mentre quello che dovrebbe fare addirittura il gestore nazionale delle reti ferroviarie viene attribuito agli ascolani?! Me lo spiegate il perché!
Attenzione bene, io sono convinto che De Carlo ecc., tutto vero, viva Urbino, mi metto proprio una patacca con su scritto “Sono per l’Università di Urbino”, però non è questo il luogo, e dare 2 milioni di euro (4 miliardi di lire) alla Provincia, perché poi Ucchielli si possa far bello magari prima delle europee e poter dire “abbiamo salvato dalla mala gestio di qualcuno l’Ateneo di Urbino “, è cosa sbagliatissima.
E soprattutto chiedo che venga distolta dalla provvista in favore di Ascoli un intervento finanziario che è ignobile addebitare! Molto male ha fatto il Presidente Rossi, che evidentemente dovendo pietire la sua ricandidatura ha mollato in cambio del sostegno, che pure c’è stato, del Presidente Spacca. Queste cose fatevele, ma non fatele con i soldi che dovrebbero andare a beneficio di chi ha meno.
Nel concludere vi dico solo questo. In un anno la cassa integrazione straordinaria guadagni nelle aree del territorio ascolano è aumentata del 1.033%. Noi ancora non valutiamo l’impatto, in termini di percentuale o di disoccupazione, degli effetti della cassa integrazione, perché se la gente è in cassa integrazione poi non viene valutata ai fini della disoccupazione.
Noi siamo veramente come un’anatra zoppa sull’orlo di un vulcano, ma nonostante questo vi perdete nella ristrutturazione di sedi istituzionali o nell’aiuto al nuovo teatro di Fossombrone!
Io sono per il nuovo teatro di Fossombrone, sono per la pista ciclabile, tutto vero, ma se l’operaio deve andare in bicicletta la domenica sulla pista ciclabile, gli vogliamo anche garantire la possibilità di andare a lavorare e quindi di potersi comprare la bicicletta! Questo vi chiedo! E’ giusto che tutti si acculturino, ma se la domenica lo stesso operario deve andare al nuovo teatro di Fossombrone, dal lunedì al venerdì gli diamo almeno la possibilità di mangiare!
Allora, considerato che i termini della questione sono questi, rinnovo la richiesta saggia e giusta fatta dal mio Capogruppo Pistarelli di rinviare questo atto. Un atto che va rivisto completamente per ragioni formali, sostanziali e democratiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Dopo il Consigliere Castelli è difficilissimo prendere la parola per cercare di fare ulteriori considerazioni, in ogni caso credo sia doveroso farlo.
Definirei questa delibera una nube oscura che si sta agirando per il territorio regionale da qualche mese. Ha fatto bene il Consigliere Castelli a citare il tour propagandistico fatto dal Presidente della Giunta regionale lungo il territorio della regione, una passeggiata clientelare che ha consentito di promettere risorse finanziarie eccezionali, di grande rilievo – mai concesse dalla Regione – per soddisfare qualunque tipo di esigenza. Mi sarei aspettato di leggere che c’era la disponibilità a lastricare anche qualche viale del lungomare delle città più colpite dal fenomeno della prostituzione. Tanto per far capire il tipo di esigenza a cui si è corrisposto.
Condivido il giudizio di fondo del Consigliere Castelli quando dice che questo è uno strumento clientelare. (…) Consigliere Brandoni, ho solo voluto dire che con questo provvedimento si fa di tutto, il senso era questo, nulla di particolare, ho detto che si possono asfaltare anche le strade di qualunque tipo, quelle percorse dai cavalli, dai cittadini normali e dai cittadini particolari. Credo che il senso non debba scandalizzare nessuno.
C’è stata una confusione che ha prodotto alcune distorsioni anche sul piano della sfera istituzionale, ne cito soltanto una, l’intervista di qualche giorno fa del Capogruppo del Pd alla stampa, il Consigliere Ricci ha dichiarato: “il Partito Democratico trova i soldi per l’interquartieri e la Fiera di Pesaro”. Siamo a questo paradosso! C’è un utilizzo delle istituzioni a fini di parte che definire scandaloso è poco.
Condivido la premessa fatta dal Capogruppo di Alleanza Nazionale, Consigliere Pistarelli, che nel richiamare gli aspetti fondamentali, come il mancato rispetto degli indirizzi fissati dall’Assemblea legislativa o i dubbi sulle modalità e sui tempi di approvazione, ha posto anche un giudizio sulla legittimità dell’atto.
Oggi la maggioranza ha voluto usare i muscoli, ha dimostrato, seppur con qualche rattoppo, di poter garantire una presenza maggioritaria in Aula, quindi ha respinto una richiesta legittima di rinvio dell’atto, ma questo fatto comunque rimane.
Si può fare tutto, però credo che la maggioranza, in modo particolare, si sia incamminata lungo una china difficile, tortuosa, non priva di ostacoli. Lo dico perché è proprio la lettura del provvedimento che fa emergere questa sensazione.
Parlare di finalità della Misura, contraddette poi dalla delibera regionale, è ormai una questione completamente superata rispetto a quello che abbiamo richiamato.
Questo è un atto fuorilegge dal punto di vista istituzionale perché non interpreta lo spirito della Misura. Hanno ragione i Consiglieri Pistarelli e Castelli quando richiamano con forza l’esigenza di corrispondere alle finalità della legge, cioè fare in modo che le risorse siano finalizzate a superare le grandi emergenze, quelle peraltro richiamate.
Infatti vorrei capire quanto siano attinenti i tanti interventi previsti con lo spirito riportato dallo stesso atto, che individua alcuni specifici settori di intervento a cui però non si corrisponde, come: costruire un’economia delle conoscenze e incrementare la qualità del lavoro, accrescere la competitività del sistema economico marchigiano, proseguire la tutela e l’uso sostenibile delle risorse ambientali, territoriali e paesaggistiche, ecc..
Non mi sembra che gli interventi che ci è dato di conoscere sulla base dell’ampia delega data alle Amministrazioni provinciali, a cui appunto è stato affidato il compito di individuare ed elencare gli interventi, siano stati corrisposti.
Fra l’altro a me sembra che il ruolo delle Province, se lo si può considerare, più che colpevole lo definirei omissivo. Nel senso che non ho colto nella predisposizione di questo atto e nell’avvio della procedura una concertazione reale delle Amministrazioni provinciali con lo strumento di rappresentanza delle Assemblee elettive, che è la Conferenza delle Autonomie, mentre invece rilevo che anche qui c’è stata una scelta interessata di soddisfare esigenze particolari, frutto appunto di una scelta clientelistica.
Non mi sembra che l’intervento previsto per la provincia di Pesaro Urbino, al di là dell’affermazione del Consigliere Ricci che ne ha fatto motivo di campagna elettorale (…) Lasci stare, caro compagno Consigliere Ricci, sugli oratori le ho già risposto, si può riempire la bocca di tutto quello che vuole, ma le ricordo che proprio sugli oratori, quando lei non era ancora in Consiglio comunale c’era già qualcuno che vi faceva la battaglia. Quindi lei mente sapendo di mentire, dice delle stupidaggini!

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompete.

Roberto GIANNOTTI. E no, Presidente, lei interrompa a chi interrompe! Le dico anche, Consigliere Ricci, che se va a leggersi le date di presentazione delle proposte di legge, si renderà conto che tra la presentazione della proposta di legge dell’Udc, di Alleanza Nazionale e di Forza Italia e quella della Giunta c’è un anno e mezzo di tempo.
Certo, prendo atto della sua conversione all’oratorio come strumento educativo, però non venga qui a darci lezioni di coerenza! Ha giocato questa carta in termini elettorali, non so quanto le potrà servire, tra l’altro poteva fare uscire suo cugino come difensore!
Quindi cerchiamo di fare le polemiche sulle cose serie! E le cose serie sono che il pacchetto del fabbisogno della provincia di Pesaro è stato costruito dal Pd e dalla Provincia in termini clientelari! (…) Certo, anche da lei e dal suo compagno di partito Ucchielli. Si è corrisposto ad una serie di esigenze che sono risibili, che sono in contrasto con le finalità della legge e che non corrispondono alle attese della popolazione della provincia di Pesaro. Questo è il dato! Venire a dire che spendete 2 milioni di euro per comperare il palazzo dell’Ersu dall’Università…

Pietro MARCOLINI. Non è così!

Roberto GIANNOTTI. Allora toglietelo.


Pietro MARCOLINI. Sta dicendo delle inesattezze.

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompete!

Roberto GIANNOTTI. No, non sto dicendo delle inesattezze, Assessore Marcolini, sto dicendo quello che era stato scritto sui giornali dove gli esponenti del suo partito hanno detto che l’acquisto del collegio Tridente di Urbino viene fatto con un’anticipazione di 15 milioni di euro da parte della Giunta regionale e 2 milioni di euro attraverso il Fas. Così è stato detto!

Pietro MARCOLINI. Per ricerca scientifica ed innovazione tecnologica.

Roberto GIANNOTTI. Bene, allora faccia la smentita, io ne sarò contento, domani gliela firmerò, dove dovrà dire che chi ha fatto pubblicamente quelle affermazioni ha detto delle sonore panzanate.
Ho parlato dell’università, ma potrei anche dire del teatro di Pergola, potrei parlare della stazione ferroviaria di Fossombrone… – (…) Ma ha visto i provvedimenti! Ha visto le scelte! –, potrei parlare dei 250 mila euro per Villa Caprile. Certo, tutte cose legittime, tutti interventi che in un’ottica diversa, cioè rimessi all’iniziativa politica regionale, non fanno una piega, voglio dire cioè che se la Regione vuole finanziare queste cose, benissimo, lo faccia attraverso i fondi correnti, però, Consigliere Ricci, contesto il fatto che la Giunta regionale utilizza i fondi Fas per interventi a pioggia di stampo clientelare e che quindi non corrispondono ad una strategie globale di intervento.
Questa è la contestazione che faccio, quindi domani non si venga a dire che siamo contrari ai Fas. Noi siamo solo contrari all’utilizzo clientelare e propagandistico di questo strumento, al tal punto, peraltro, che ne abbiamo fatto una provocazione positiva. Cioè abbiamo fatto un emendamento dicendo che i 16 milioni e 750 mila euro destinati alla Provincia di Pesaro – ovviamente parlo per la mia provincia, ma sapete bene che i soldi sono finalizzati ad ognuna – possiamo utilizzarli, se vogliamo essere seri, per un grande progetto di sistemazione della rete stradale provinciale, una rete che vive una condizione di degrado da terzo mondo e che voi del centro-sinistra non siete stati capaci di affrontare. Dunque utilizziamo questi soldi, perché servono e potrebbero essere utili, per realizzare una prima tranche di sistemazione della rete stradale provinciale.
Questo sarebbe il segnale da mandare alle popolazioni della provincia di Pesaro, sarebbe una misura che concretamente concorrerebbe a diminuire il divario che c’è nella provincia di Pesaro fra costa e entroterra, determinato appunto da una rete stradale obsoleta, insufficiente e inadeguata.
Quindi se lei fosse un politico accorto dovrebbe dire sì a questa proposta che potrebbe far iniziare un’altra era.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto vorrei ringraziare sia il Capogruppo Pistarelli che il Consigliere Castelli per i loro interventi che sicuramente sono stati molto attenti e lucidi.
Oggi, come spesso accade quando ci sono degli appuntamenti importanti come questo, stanno venendo fuori alcuni aspetti che o non appaiono oppure appaiono prima sulla stampa che in Assemblea legislativa.
Il collega Giannotti ha fatto vedere un articolo di giornale riguardante il collega Ricci, dove si dice che i soldi di tutti vengono addirittura identificati con i soldi del Pd. Certo, i titoli degli articoli sui giornali li fanno i giornalisti però se mettiamo in mano loro un argomento del genere è chiaro che poi si corre il rischio di fare delle brutte figure. Voglio dire cioè che è opportuno discuterne prima in Assemblea legislativa o nelle sedi opportune e poi magari annunciare quello che è stato votato.
Questi annunci sulla stampa e sui media troppo spesso – non è il caso del Capogruppo Ricci – vengono fatti anche a pagamento, e troppo spesso vi è una visibilità sui media a cui poi corrisponde un’assenza in Assemblea legislativa regionale. In questa Aula, infatti, in tante occasioni è mancato il numero legale, in più occasioni il Presidente per una serie di motivi non è stato presente, e all’esterno poi le cose sembrano diverse da quelle che sono.
Nel merito. Queste linee di indirizzo sono delle scelte precise ma che, sentito anche il dibattito di questa mattina, non sono state apprezzate per una serie di motivi sia dalla maggioranza che dall’opposizione.
Vorrei entrare subito su un aspetto che mi ha colpito, ovvero quello di 9 milioni di euro previsti per l’assistenza tecnica. In una situazione come quella che stiamo vivendo, ma anche se non ci trovassimo in una crisi così importante, vedere che 9 milioni di euro vanno per la gestione, il controllo e il monitoraggio, la rendicontazione e la valutazione, mi sembra francamente esagerato.
Come mi sembra che nella distribuzione per alcuni provvedimenti presi per le varie Province, anche se concordato, non ci sia stata una logica giustificabile, perché per alcuni progetti c’è praticamente una copertura al 100%, e non credo sia giusto e corretto. Per esempio se andiamo a verificare ciò che è per la strada delle barche di Fano, che puntualmente viene tirata fuori in Comune, in Provincia, in Regione, a livello nazionale, possiamo vedere che su un impegno di 13 milioni e 300 mila euro vengono dati soltanto 3 milioni di euro.
Il collega Castelli ha citato l’università di Urbino, che anch’io mi permetto di dire che è una delle nostre risorse più importanti e belle, dove da tantissimo tempo ci sono dei problemi, ma lì c’è una copertura pressoché totale dell’intervento per rinnovare i locali, la cui consistenza è quasi simile a quella prevista per la strade delle barche di Fano.
Dunque in un momento di crisi economica, dove anche la cantieristica incomincia a soffrire fortemente alcuni problemi, andiamo a dare un cifra simile solo per ristrutturare un edificio quando invece esiste il problema serio di alcune imprese che lavorano nella cantieristica, che hanno difficoltà a portare in mare quello che è considerata una risorsa, che non è solo dell’indotto di Fano ma di tutta la regione. A meno che anche qui ci sia la volontà che questo importante fenomeno economico della provincia di Pesaro Urbino venga ridimensionato a vantaggio di altre realtà.
Quindi questo sistema non va assolutamente bene. Sono stati citati anche altri esempi ed è sempre antipatico dire che sarebbe opportuno ridimensionare risorse economiche assegnate a certi progetti, ma comunque deve esserci una priorità.
In un momento come quello che stiamo vivendo bisogna concentrare l’attenzione su alcune cose; il collega Giannotti e il collega Tiberi, anche provocatoriamente, hanno fatto un emendamento nel quale si dice che tutti i fondi per la provincia di Pesaro Urbino li dobbiamo dare alle strade. Certamente vuole essere un segnale per dire: “attenzione, miriamo a qualcosa di concreto…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere D’Anna, ma ogni seduta per almeno tre o quattro volte devo richiamare l’attenzione dei Consiglieri al rispetto dei colleghi che stanno parlando e questo lo faccio molto malvolentieri.

Giancarlo D’ANNA. A questo punto, Presidente, interrompo per un secondo il discorso sui Fas per leggere ai Consiglieri che non l’avessero fatto la lettera, che lei gentilmente ci ha fatto pervenire, degli studenti del liceo Rinaldini che sono stati in quest’Aula il 7 ottobre, dice: “Delusi dai nostri politici …”. Magari vi leggo pure tutto quello che era stato scritto anche l’anno scorso, perché, Presidente, non è possibile, qui evidentemente i messaggi che lei ci manda non arrivano! Gli studenti hanno detto che in quest’Aula sembrava di assistere a ciò che succede loro quando hanno l’ora buca. Io però non mi riconosco in quest’ora buca – semmai ce l’avevo 30-40 anni fa! -, quindi chiedo di fare silenzio. Ma qui succede anche un fenomeno strano, cioè che quando parla l’interessato questo chiede a tutti di star zitti, poi quando parlano altri tutti parlano. Allora, per cortesia, abbiamo la bontà di ascoltare, poi è chiaro che questo è anche un momento di socializzazione ma che si abbia la bontà di farlo cinque minuti fuori dall’Aula, dove ci si può raccontare, telefonare…

PRESIDENTE. La prego, Consigliere, continui.

Giancarlo D’ANNA. Abbia pazienza, Presidente, altrimenti non facciamo le cose serie!
L’intera proposta è peraltro anche in contraddizione con la politica che sta attuando la nostra Regione, con particolare riferimento al Presidente Spacca. Perché? A pagina 9 si parla di accrescere la competitività del sistema economico marchigiano, potenziando questo, quello o quell’altro, e poi sulla stampa si esalta il modello cinese, prendendo a riferimento – come ha detto prima il collega Pistarelli – quello che è avvenuto con la Benelli. Adesso cantiamo vittoria ma credo che l’economia se volete anche spregiudicata della Repubblica Popolare Cinese non ci potrà garantire una continuità in eterno. Peraltro anche questo abbraccio mortale con la Cina a me personalmente non è che piace tanto!
Il nostro Presidente è stato fuori, parla di apertura di fabbriche, ma è un qualcosa che abbiamo già visto, invece dovremmo tutelare l’occupazione del nostro territorio, perché è già molto tempo che quella che veniva chiamata l’internazionalizzazione è diventata delocalizzazione. Non è da oggi che si è andati in Vietnam, in India, Ariston, Ariston, Ariston, per carità, siamo contenti, però un conto è andare lì e produrre per lì, un altro conto è andare lì e poi qua non si produce più niente!. Questo è un fenomeno che oggi si trova nel suo momento peggiore, quindi ora tutti sono a difesa di qualcosa che però è già superato e che, consapevolmente o inconsapevolmente, la Regione ha contribuito a creare.
Quindi a mio avviso c’è una contraddizione tra le cosiddette scelte o linee di indirizzo e la pratica.
C’è ancora un ulteriore aspetto, citato anche dalla collega Mammoli. Il discorso del turismo, a mio avviso, in passato non ha avuto l’attenzione dovuta, quindi oggi ci dà dei risultati deludenti. Risultati troppo facili da giustificare quando si dice che visto che in Italia nel complesso si è perso il 10% noi siamo fortunati perché abbiamo perso solo il 4%. Però conosciamo anche il problema della rilevazione dei dati, ovvero, su cosa basiamo questo calo del 4%? Su qualcosa che tutti contestiamo perché ci rendiamo benissimo conto che non funziona.
Comunque credo che anche sul turismo non si sia voluto affrontare il discorso in modo intelligente e continuativo. Quando le nostre imprese vanno fuori a delocalizzare e visto che sono comunque cresciute in questo territorio credo che una contropartita ci debba essere. Se un settore non tira più dovremmo fare in modo che ci sia un impegno, e non solo formale, ad reinvestire sul territorio italiano, e magari farlo sul turismo, sempre se ci crediamo e soprattutto se creiamo le condizioni per fare in modo che abbia un vero sviluppo.
Si parla che il turismo è una grande risorsa, abbiamo l’enograstronomia, ma tanto ormai ci copiano tutto, a Las Vegas hanno ricostruito Venezia, Roma, mezzo mondo. Però è tutto falso, anche se poi ricostruiscono anche dal vero, ad esempio in Michigan ci sono villaggi dove addirittura hanno smontato case antiche in Europa e rimontate lì.
Quindi se ci crediamo veramente facciamo un discorso organico che preveda le infrastrutture, ma non con le cosiddette marchette da quattro soldi all’amico, all’università o a qualsiasi altra cosa. Ovvero, approfittiamo del momento di crisi per concentrare l’attenzione e soprattutto gli investimenti su qualcosa di veramente strutturale. Altrimenti quando si riaffaccerà un rilancio dell’economia – ci auguriamo nel più breve tempo possibile – non saremo nuovamente pronti, perché avremo perso tempo nel mandare una serie di messaggi contraddittori fra di loro, di non investimento o di investimenti di facciata, che non ci aiuteranno nella risalita di quella china che inevitabilmente nei prossimi anni dovrà venire fuori.
Dunque, ritornando al discorso che ho fatto all’inizio sulle quote distribuite nelle varie Province, ritengo che ciò non sia accaduto, perché si è usato il vecchio sistema, quello di dare un po’ a tutti, e in alcuni casi non era assolutamente necessario, infatti si sono tolte risorse a situazioni importanti. Un esempio è quello della strada delle barche di Fano di cui parlavo prima – su questo ho presentato anche un sub emendamento – ma anche nelle altre province, leggendo i vari progetti, sicuramente è stato utilizzato lo stesso sistema. Cioè quello di cercare di tamponare solo qualche buco, senza uno slancio verso il futuro, verso quel momento quando l’economia riprenderà, che se ci troverà impreparati saremo qui a piangerci addosso per altri anni ancora.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Avrei preferito, Presidente, parlare con la presenza di coloro che hanno redatto questo documento, ovvero la nostra Giunta regionale. Quindi oggi posso fare un’affermazione forte, mi piace questa opposizione. Perché di fronte alla fuga di responsabilità della maggioranza su un atto strategico e determinante per il futuro di questa regione i Consiglieri presenti della stessa maggioranza non sono in grado di rispondere e di proporre qualcosa di diverso se non questo atto. Un atto misero dal punto di vista strategico, con grandi contenuti politici, nel senso che si sono voluti risolvere tanti piccoli problemi promettendo risorse a destra a manca, tra l’altro neanche nel rispetto delle finalità del FAS.
Ribadisco quindi che mi piace l’opposizione, un’opposizione che voleva che fosse discussa prima la risoluzione sulla crisi sull’Antonio Merloni e sul sistema economico marchigiano in crisi, mentre il FAS doveva essere una discussione successiva. E se da quella discussione portavamo qualcosa di nuovo nel nostro modo di ragionare, a mio avviso il FAS doveva essere una conseguenza.
Sulla stampa diciamo grandi cose, interveniamo, chiediamo al Governo dei grandi sacrifici, chiediamo alle forze sindacali di starci vicino, poi la risposta è un atto di non coraggio, è un atto di vecchio stampo, diciamo di stampo populistico ma neppure tanto, perché poi visto che le risorse sono poche andate a beneficiare soltanto 20 realtà, quando in questa regione ci sono 250 Comuni che attendono come tutti gli altri le risoluzioni ai loro problemi.
Voglio ora andare un po’ più a fondo in alcune valutazioni specifiche delle varie Misure che avete proposto.
Prima di tutto critico il fatto che l’Assemblea legislativa aveva chiesto alla Giunta di portare in Aula l’atto di programmazione, ma non doveva essere una specie di regalo per questa Assemblea, farlo era un obbligo per la Giunta. Infatti è un diritto-dovere dell’Assemblea legislativa studiare e approvare gli atti di programmazione, la Giunta li deve solo proporre.
Peraltro questo non è un atto di programmazione specifico, perché è un atto larghissimo che lascia un’ampia possibilità di discrezione che poi l’Assemblea legislativa non può assolutamente verificare, non può assolutamente reindirizzare, perché è una delega in bianco che diamo alla Giunta.
Se avete assistito ai lavori del Cal avrete verificato che questo organismo certamente non ha espresso un parere positivo su questo documento…(…) non ha espresso parere ma ha dato comunque delle indicazioni dicendo: “ci sembra che non siamo stati coinvolti, ci sembra che non ci avete detto cosa volete fare, ci sembra che le Province, che addirittura hanno programmato interventi mirati e puntuali, non abbiano ascoltato nessuno”.
Quello che hanno scritto le Province su questa paginetta – come proposta la metà è inverosimile – non è stato condiviso da nessuno, ad esempio c’è una Conferenza delle autonomie locali ma che le Province non rispettano più come tale.
E’ un momento di grande difficoltà, ecco perché chiedevo di parlare prima dell’idea che abbiamo di soluzione della crisi, dei tanti interventi mirati e dell’utilizzo dei fondi del FAS per moltiplicare le poche risorse di questo momento.
Invece cosa ci inventiamo? Ci inventiamo una marea di interventi a pioggia, tra l’altro cofinanziati al 100%. Non si è mai visto che un ente locale che voglia ristrutturare il proprio teatro non vi partecipi con fondi propri! Normalmente le nostre risorse dovrebbero essere aggiuntive di uno sforzo che dovrebbe essere fatto localisticamente, e certamente questo sarebbe servito a moltiplicare le risorse che vogliamo spendere sul territorio, che vogliamo mettere in campo immediatamente, perché c’è bisogno di realizzare opere e c’è bisogno di creare occupazione sul territorio.
Quindi la strategia non è convincente, però molte volte apprezzo anche i discorsi del Presidente Spacca, perché parte da una visione industriale, da una visione responsabile dell’economia delle Marche. Però quest’atto del FAS, Presidente, non va in quella direzione, smentisce tutto quello che lei tutti i giorni va dicendo sulla stampa e nelle riunioni pubbliche.
Peraltro speravo che qualcuno avesse apprezzato il fatto che non abbiamo presentato con emendamenti un intervento mirato, potevamo farne 250, potevamo sentire ogni Comune di ciò che avevano bisogno, oggi magari la maggioranza ce li bocciava ma ci facevamo una bella campagna elettorale. Quindi non abbiamo fatto quello che avete fatto voi, ma potevamo farlo. Abbiamo solo fatto degli emendamenti che dicono: guardate, probabilmente alcune di queste risorse andrebbero gestite diversamente.
Voglio farvi alcuni esempi che vogliono essere un contributo magari anche rivedibile, cioè nel senso che se qualcuno mi convince del contrario non ho nessuna fissazione nel portare avanti una cosa che non è sostenibile. La Provincia di Macerata propone un intervento di 10 milioni di euro per la risoluzione del problema del traffico in una località che si chiama Villa Potenza, e in questa Assemblea legislativa ne abbiamo parlato più volte. La Provincia di Macerata, che aveva 14 milioni di euro dei fondi Anas per questo, li ha sperperati per creare una strada di lottizzazione a un mega centro commerciale, poi oggi con il FAS ci chiede di risolvere quello stesso problema che non ha risolto con i 14 milioni di euro che la Regione gli aveva già dato. Questo è quello che c’è scritto dentro questo documento!
Sui 6 milioni di euro per l’adeguamento di impianti idrici, ecc., voglio portare una riflessione a quest’Aula. Oggi abbiamo esternalizzato per legge tutti i servizi, in ogni ambito c’è un gestore che attraverso i propri bilanci fa scaturire anche nella tariffa ciò che serve per gli investimenti. Diciamo che con qualsiasi intervento che facciamo a vantaggio di un ambito o di un altro creiamo poi una grande sperequazione in quanto andiamo a modificare le tariffe dell’utenza perché abbiamo industrializzato questo servizio.
Quindi di questi 6 milioni non c’è bisogno proprio perché ognuno ha le capacità attraverso una legge che dice che gli investimenti vanno caricati sulla tariffa. Poi ognuno sarà più bravo o meno bravo, ma voglio capire come farà la Regione a dire “interveniamo in un ambito che ha dei problemi”. Semmai questo lo dovremmo valutare in base alla sperequazione delle tariffe, cioè se in una zona l’acqua costa il triplo rispetto ad un’altra, ma non possiamo farlo in questo modo, ovvero con interventi puntuali, magari per darli agli amici degli amici che non vogliono tirar fuori dal cittadino una lira in più perché hanno paura del risultato elettorale!
Ripeto, questi 6 milioni di euro non servono, possono solo servire se prendiamo un grande plafond di risorse e in percentuale lo diamo in ugual misura a tutti. Così facciamo una cosa uniforme su tutto il territorio della regione e a tutti gli ambiti. Altrimenti questo intervento potrebbe essere anche impugnato, altrimenti questa cosa non si configura, cioè non ha una valenza strategica ma ha soprattutto una valenza di sperequazione.
Posso andare avanti parlando di altri dieci interventi e più che generano soltanto degli squilibri.
Non so quale priorità, Presidente o Assessore, sia stata presa, o quale valutazione strategica sia stata presa perché bisogna fare un teatro in una certa città o perché bisogna fare il corso alla città di Ancona. Cioè non capisco quale sia la giustizia rispetto a tutti gli altri enti locali che hanno tutti dei grandi problemi.
Quando abbiamo parlato di Comunità montane ci siamo sganasciati nel dire che le aree interne hanno dei grandi problemi, allora eventualmente dovevamo intervenire in quella direzione, cioè verso chi sta peggio e non verso chi sta meglio. E questa sarebbe stata una scelta.
Io non ho la presunzione di dire che ho ragione su tutto, faccio soltanto delle valutazioni da ex amministratore e soprattutto da persona responsabile che sta qui non per scaldare la sedia ma che lavora dalla mattina alla sera per cercare di dare un contributo.
Certamente oggi a voi non interessa il contributo dell’opposizione – ma nel tempo credo potrà anche interessarvi – quindi ci sentiamo anche mortificati del lavoro che facciamo e del misconoscimento che avviene all’interno della maggioranza e del Governo regionale.
Non crediamo nella rimodulazione, Consigliere Ricci, ma questo spettro della rimodulazione che aggiusta tutto in questo caso è inesistente perché voi fate degli interventi puntuali. Quando avete promesso un intervento puntuale poi che rimoduliamo? Rimoduliamo l’intervento puntuale, togliamo i soldi a chi li abbiamo dati! Senza un’adeguata programmazione sarebbe un danno ancora maggiore di quello che stiamo facendo.
Quindi ritengo immorale e scorretto quell’atteggiamento della Giunta che in questo periodo ha cercato di scaricare le colpe sul Governo nazionale, cioè quando dice che c’è un ritardo, i fondi sono pochi, gli interventi sull’Antonio Merloni sono stati tardivi, i fondi non si sa se ci saranno, che si vogliono estendere i benefici del comparto industriale anche alla piccola e media impresa, però poi con quale faccia, Presidente, andiamo dal Governo a chiedere tutto e di più perché stiamo facendo una strategia politica di alto profilo, quando poi con i nostri fondi, invece, ci giochiamo a tre sette con un Sindaco e con un Presidente della Provincia!
Come possiamo dire a un Ministro “stai sbagliando”, come possiamo addivenire ad una proposta seria di interdizione nei confronti del Governo dicendo: “guardate noi stiamo vicino alla Giunta regionale perché abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili e immaginabili, tutto quello di superfluo l’abbiamo tolto dallo scenario perché ci vogliamo impegnare” e poi si va a sostenere un’azione dove si dice “Governo mi devi dare tutto e di più” ma poi lo si attacca! E i fondi di questo FAS, ma parlo anche di Por e di altri fondi del Fse, devono essere tutti rimodulati peraltro come stanno facendo tutte le altre Regioni. Nei giornali c’è scritto che la Regione Toscana, la Regione Piemonte, la Regione Sicilia stanno facendo le rimodulazioni di tutti i fondi perché c’è l’emergenza economica, tutte stanno facendo azioni responsabili.
Quindi non possiamo aderire, anche se nel nostro profondo vorremmo dire sì a un documento che va a spendere 240 milioni di euro – tutti ci riempiamo la bocca di questi 240 milioni di euro e a tutti fa piacere essere nella lista di quelli che votano a favore –. Voteremo contro perché dentro quest’atto non c’è nessuna responsabilità dell’Amministrazione regionale, non c’è nessuna assunzione di buon senso.
Al Presidente Spacca abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare ad un tavolo speciale o a una commissione straordinaria che vorrete costituire, perché questa crisi è più grossa di quella del terremoto.
Abbiamo fatto delle cose strabilianti, ci siamo impegnati, abbiamo coinvolto gli amministratori, però dobbiamo far capire agli amministratori del territorio che questo è un momento difficile, lo è, ripeto, più di quello del terremoto. Ce ne accorgeremo nel 2009 cosa succederà! Non possiamo dire che tutto va bene, poi ti do una pacca sulle spalle, ti do 2 milioni di euro per ristrutturare il teatro che solo due anni fa abbiamo finito di ristrutturare con i fondi del terremoto! In questo momento è sbagliato, è assurdo, è immorale!
Quindi vi chiediamo, assumendoci responsabilmente i nostri gesti e la nostra posizione, di rinviare questo atto e di mettere a disposizione di questa Regione la vostra disponibilità a lavorare insieme. Ve lo abbiamo ribadito più volte e questa è l’ultima volta che vi diciamo che vogliamo lavorare insieme, ma la risposta spetta a voi e non a me.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Credo che con questo passaggio in Assemblea legislativa mettiamo a disposizione della comunità marchigiana una risorsa molto consistente. L’opportunità che ci dà il settennio 2007-2013 è di grande rilievo, sono tante le risorse sulle quali c’è un’enorme aspettativa.
Posso fare anche una critica a questa proposta, come ricordava il Consigliere Capponi, che è contrario quasi su tutto quindi non su tutto, in ogni caso c’è comunque una grande possibilità, cioè in un momento di crisi economica generale, che tocca un po’ tutto il Paese e non solo, avere la possibilità di gestire bene questi fondi può essere un aiuto importante per il mondo economico, per gli enti locali, per una serie di interventi che si possono fare sul territorio.
Se dico che c’è grande aspettativa è perché come voi abbiamo dei canali, dei contatti, ci viene detto di fare presto, di consolidare quella programmazione, di mettere le risorse a disposizione, di dare una mano al settore del mondo economico, di dare una mano al mondo delle imprese, di far ripartire e aiutare l’economia anche attraverso una buona gestione di questi fondi. Che non sono solo i fondi FAS, quella parte importantissima che votiamo oggi, ma sono anche il Fers (i fondi strutturali più in generale), il Fondo sociale europeo, il Fondo per la pesca, e molti di questi verranno utilizzati attraverso bandi, ma non voglio dire cose che già sapete.
In questa regione abbiamo fatto bene anche un’altra cosa, come l’hanno fatta bene anche molte altre regioni, cioè quell’indicazione dell’impianto strategico nazionale che ci invita a non disperdere le risorse, ci invita ad orientarle in maniera corretta verso obiettivi comuni e di grande respiro, ci invita a mettere insieme le risorse che vengono dalla Comunità europea, dal Governo di questo Paese, dalle Regioni, quindi intrecciare queste risorse con i bilanci regionali e con i contributi che vengono al di fuori della Regione.
Questo percorso l’abbiamo fatto e l’abbiamo fatto bene, non per niente abbiamo approvato in questa Assemblea legislativa il Documento unitario di programmazione.
C’è un’attenzione che in parte ritroviamo anche nel FAS, dove, fra l’altro, vengono proposti i famosi dieci criteri indicati anche nelle direttive comunitarie che sono il filtro per usare queste risorse.
Mi rendo conto che ci sono anche dei punti deboli, ma è chiaro che nell’economia, nella gestione di una risorsa in un ambito regionale, anch’io che sono di Pesaro – poi, Consigliere Giannotti, dirò come la penso su certe questioni – mi chiedo se forse pensavo ad un equilibrio diverso. Tuttavia riconosco alcune particolarità e alcune emergenze che sono sotto gli occhi di tutti e che riguardano il mondo dell’occupazione e del lavoro del sud delle Marche e del fabrianese, su cui ovviamente va riposta un’attenzione maggiore.
Per me questo è certamente un problema, però capisco e colgo le emergenze, e credo che la Giunta faccia bene a sostenere quelle difficoltà, a rendere in alcuni territori una prospettiva di ripresa anche attraverso risorse superiori.
L’altra cosa che mi preoccupa, Consigliere Giannotti, è quello che lei ha detto adesso, però bisogna cogliere i progetti fino in fondo, bisogna conoscerli. In questa proposta di FAS – ecco perché, Consigliere Capponi, la rimodulazione a mezzo termine è un’operazione importante – se pongo un problema il rischio è che ci potrebbero essere anche possibili frammentazioni, possibili parcelizzazioni, possibili finanziamenti di piccoli progetti che potrebbero rimanere solo sulla carta. Ed il problema esiste. Purtuttavia, Consigliere Giannotti, la ciclabile a cui lei si riferisce non è altro che il completamento di un intervento che riguarda due grandi realtà. E lei sa bene che collegare – perdonatemi se parlo della mia provincia – il porto di Pesaro con il Porto di Fano con una ciclabile della lunghezza di 15 chilometri, la più lunga in Europa, che è un tratto mancante che alimenta e sostiene uno sviluppo turistico – sa bene che è così – è sicuramente anche questo un intervento che sostiene lo sviluppo turistico. Ma non voglio parlare di cose particolari, quindi lasciamo perdere.
Credo che sia complicato per chi sta all’opposizione, come lo sarebbe per me se fossi in Lombardia o altrove, trovarsi di fronte a un programma, a un progetto concertato. Assessore, penso che nella gestione di una programmazione complessiva il rapporto con le Province e con i Comuni sia utile ed importante, penso che diano il loro contributo, qualche Provincia forse l’ha fatto meglio di altre ma certamente è utile. Sono ovvie anche, essendo le quattro Province di questa regione tutte di centro-sinistra, le difficoltà di relazioni che possono esserci, ma ciò che è apparso nei giornali, Consigliere Giannotti, non sono cose che mi sono inventate, sono le schede-progetto della Provincia di Pesaro presentate in Regione.
Le ho anche detto tante volte – ci siamo visti a Urbino e in Provincia – guardi che i 2 milioni del FAS che poniamo su Urbino non sono per acquistare un niente perché sono orientati al sostegno della ricerca e dell’innovazione. E per una realtà come la nostra che ha bisogno che quell’Ateneo vada a sostegno dell’economia di un territorio, facciamo secondo me un ottimo investimento e un’ottima previsione.
In una parte importante del FAS, orientata dalla Giunta piuttosto che dalle Province, ci sono risorse molto interessanti su quattro-cinque temi che anche voi avete segnalato. Anche qui potremmo discutere dell’opportunità o meno del come dare un contributo al problema delle risorse idriche, dell’ambiente, dei rifiuti, dove vi sono risorse consistenti e dove c’è una grande necessità di intervenire.
Lo stesso vale per i trasporti, ci sono 34 milioni di euro che sostengono interventi su gomma e su rotaia.
Inoltre ci sono interventi sul turismo, dove non mi si può dire, visto che nel documento strategico regionale diciamo che il sistema cultura, turismo e ambiente rappresenta una novità, un volano nuovo del sostegno economico di una realtà, che è un intervento sbagliato e illegittimo perché non risponde ai criteri del Documento di programmazione strategica di questa Regione.
Insomma ci troviamo di fronte ad un voto su un atto amministrativo che contiene risorse molto consistenti e la maggior parte sono orientate per realizzare e completare infrastrutture di grande rilievo, certo anche con alcune differenze tra realtà e realtà, mi rendo conto.
La mia Provincia, e non dovrei dirlo perché rappresento un gruppo a livello regionale, forse ha orientato meglio le risorse che altre, ma credo comunque che ogni Provincia, con le schede mandate in Regione, abbia rappresentato quelle necessità che da tempo aspettano una risposta.
Non dobbiamo dimenticarci che i fondi FAS sono un’opportunità fondamentale, ed è perché è una risorsa molto consistente che la si tira in tutti i versi. In decine di incontri a cui ho partecipato i FAS venivano sempre evocati e tra me e me riflettevo: “ma tanto prima o poi i fondi FAS finiranno, la coperta sarà quasi finita!”. In realtà è così, ma questo è perché è un’opportunità formidabile. Quando ad esempio si sostiene – lo dico perché è stato citato in quest’Aula – la strada delle barche a Fano è, appunto, perché i fondi FAS sono un’occasione. Si potrebbe trovare un altro finanziamento? Può darsi, ma questo progetto costa 13 milioni di euro, per cui i fondi FAS sono un contributo fondamentale anche se coprono solo una parte; peraltro in alcuni casi queste risorse vengono attivate con cofinanziamenti, in questo caso del pubblico, ma in altri casi con i bandi anche del privato.
Allora questa opportunità oggi la possiamo cogliere, mi rendo conto delle difficoltà a condividere fino in fondo tale impianto, ma questa è una risposta che la regione Marche si aspetta, ovvero, gli enti locali, il mondo economico, il sistema delle imprese, proprio perché, come diceva il relatore di maggioranza, ci sono risorse destinate a 360 gradi, si toccano tanti campi che nell’insieme sono utili per la crescita del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Innanzitutto mi voglio complimentare per gli interventi precedenti che ho ascoltato attentamente, tutti sono andati in un’unica direzione, quella di dare una soluzione ai problemi della nostra regione e del nostro paese in generale.
Vorrei però anche sottolineare che mentre l’Assemblea legislativa regionale e i Consiglieri sono attenti, non è altrettanto così per il Governo regionale, dal quale certamente vorremmo un’attenzione e dunque che sia capace di sintetizzare tutte le proposte che vengono da quest’Aula in un provvedimento che dovrebbe essere rivisto rispetto alle priorità, infatti ciò che manca sono proprio priorità specifiche.
Le risorse possono essere distribuite, allocate o quant’altro, ma in un momento di difficoltà come questo bisogna dare delle priorità di intervento, e magari gli interventi citati dai Consiglieri colleghi che mi hanno preceduto potrebbero scendere in ultima posizione per dare spazio alle risorse fondamentali e per dare risposte concrete, corrette e rapide ai quei cittadini che stanno aspettando gli stipendi che non riscuotono da qualche mese o a quei cittadini che hanno famiglie da mantenere, quindi che hanno una prospettiva poco rosea dello scenario futuro sia a livello locale che a livello nazionale e internazionale.
La politica è come un’azienda, se non produce crea disavanzi e a fine anno potrebbe fallire. Quindi se non vogliamo far fallire la politica dobbiamo fare in modo che le risorse umane investite di responsabilità democratica e di rappresentanza di tutta la collettività siano capaci di fare una sintesi di tutte le iniziative e di tutte le voci espresse sia in quest’Aula che da tutte le rappresentanze delle istituzioni locali.
Il Consigliere Capponi ha ricordato che da parte della Conferenza delle autonomie non vi è stato un parere favorevole proprio perché c’è stato poco coinvolgimento nell’azione di formazione di questi programmi.
Se vogliamo dare le priorità è giusto che tutti vengano coinvolti, perché nell’emergenza dobbiamo fare quadrato, dobbiamo togliere di mezzo le bandiere e mettere, invece, le risorse disponibili, sia a livello economico che umano, per poter raggiungere un unico obiettivo, ovvero quello di risolvere i problemi.
Dunque la tempestività degli interventi è fondamentale.
La politica a volte distribuisce risorse economiche in programmi di sviluppo, in programmi, come questo, di azione strategica per le aree sottoutilizzate, ma essa dovrebbe anche accelerare procedure che svincolino quei lacci e i laccioli che a volte mette proprio nello sviluppo economico. Se non si produce ricchezza diventa difficile garantire l’economia di un Paese e se poi questa ricchezza viene dirottata verso altre Nazioni questo è ancora più drammatico. Dovremmo invece portare sul nostro territorio risorse esterne, che provengono dall’azione di sviluppo del settore del turismo, della cultura, di tutto quello che può fare incoming di denaro esterno al nostro sistema produttivo e che permette poi di attivare altre precise iniziative nello sviluppo economico.
Certo, non vogliamo tornare al dopoguerra, anche se questa potrebbe essere la fase che ci si prospetta, dove tutti erano indifferenti, dove l’economia era povera e la gente si accontentava del poco. Non possiamo permetterci che i nostri figli vadano nelle università a fare parcheggio, perché non produrrebbero nessun effetto di qualità nello scenario nazionale e internazionale. Quindi tutti insieme dobbiamo mettere le nostre disponibilità di risorse umane per poter attivare un’iniziativa certa e concreta per il superamento di questo momento di crisi.
Pertanto chi governa questa Regione deve ascoltare e cogliere le indicazioni di ognuno per poterne poi fare una sintesi. Devo dire che il Capogruppo Ricci ha la volontà, dimostrata più volte anche nei suoi interventi sia in Commissione che in altre sedi, di accettare suggerimenti, però poi non viene ascoltato da chi, appunto, amministra questa Regione.
Chiediamo quindi con forza alla Giunta regionale di essere più attenta al lavoro che si produce in quest’Aula e nelle Commissioni, in modo che possa fare una sintesi ed evitare questo dibattito increscioso di contrapposizione che in questo momento non serve né alla nostra regione né alla nostra nazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini per la replica.

Pietro MARCOLINI. Penso che la passione con cui è stato affrontato questo tema sia più che giustificata, non soltanto per l’importanza degli importi delle risorse, ma perché il FAS e il Documento unico di programmazione rappresentano un’occasione di riflessione generale sul momento che stiamo attraversando e sulla proiezione programmatica dell’azione regionale.
Certo, come diceva ora il Consigliere Lippi, se non vogliamo tornare all’Italia dell’inchiesta Jacini oppure del Viaggio in Italia di Piovene di cinquant’anni fa, è opportuno che tutte le Istituzioni si affianchino l’un l’altra per cercare di contrastare l’impatto di una crisi di cui abbiamo, purtroppo, le prime anticipazioni che sono particolarmente minacciose.
Il FAS innanzitutto è importante per la necessità che ci mette dinnanzi di riprogrammare e di rivedere tutte le opportunità a disposizione della Regione, quelle comunitarie, quelle nazionali e quelle regionali.
Mi soffermerei su questo per evitare di concentrare l’attenzione sulle misure episodiche ed isolate, che pure ci sono, ma che non sono la stragrande o la prevalente maggioranza degli interventi, lo diceva poco fa il Capogruppo del Pd Ricci. Ovvero, su 240 milioni di stanziamento 10 milioni sono destinati all’assistenza tecnica, 75 milioni sono riservati alle province riconosciute come ambito di area vasta di co-programmazione e co-decisione, dei 165 milioni al netto dell’assistenza tecnica rimangono a disposizione degli interventi regionali 97 milioni per grandi cifre e soltanto 60 milioni distribuiti in maniera dispersa lungo il resto degli interventi.
Si poteva far meglio? Onestamente penso di sì, però bisogna riconoscere, con la stessa onestà che ci viene chiesta, che in quest’Aula abbiamo dovuto risentire, comprensibilmente, la rappresentazione degli interessi e non il confronto con le possibilità. Una parte si è lamentata dell’eccesso delle risorse su Ascoli Piceno, una parte si è lamentata di una concentrazione implicita su Ancona, una parte si è lamentata dell’intervento frammentario di una provincia, un’altra parte ancora si è lamentata della concentrazione su un’unica linea di intervento, come a Macerata per le infrastrutture, e di una consultazione democratica insufficiente.
Mi rendo conto che essendo i Comuni, le Province, le Regioni e lo stesso Stato allo stremo di fronte a incombenze di una crisi lancinante, si rischia di cogliere ogni occasione per precipitare l’insieme dei bisogni sulla discussione del momento. Questo però vi assicuro che non ci aiuta, inoltre non c’è nessuna volontà di spiazzamento o di gestione riservata o misteriosa delle opportunità.
La sollecitudine che abbiamo richiamato deriva dal fatto che la Giunta ha presentato questa proposta il 4 luglio e dal 29 luglio è in Assemblea legislativa. Quindi di fronte alle denunce, che qui sono arrivate copiose, circa la mancanza di discussione, vorrei dire che su questo atto si sono pronunciati tutti, in Assemblea legislativa, in Giunta, con le audizioni e con le consultazioni. Anzi, se devo essere proprio sincero, forse in sede di Assemblea legislativa regionale avremmo potuto adottare un atto di indirizzo più asciutto, lo dico con la responsabilità della Giunta su cui però penso che l’Assemblea legislativa avrebbe potuto seguire. E di questo sono il primo ad assumere una responsabilità, però vorrei cominciare a dire che è un po’ più chiaro e il lavoro che è stato fatto di traguardare le opportunità e le necessità mette in condizioni, chiunque lo voglia seriamente, di vedere quali sono gli obiettivi strategici, quali sono gli Assi, quali sono le Azioni, quali sono le Misure su cui ci stiamo spostando, tranne una porzione limitata che rappresenta l’emergenza o la straordinaria ed isolata azione rispetto a un territorio.
Due sono le eccezioni che escono fuori dal coro. La prima è quella ascolana, ed io aggiungo doverosamente, tanto è vero che alcuni emendamenti sono stati presentati per accentuare l’indirizzo delle risorse sull’area ascolana. L’altra è quella fabrianese, dato che per Fabriano nel documento – quello che mi auguro più tardi voteremo insieme – non si parla soltanto di ristrutturazione ma anche di riconversione soprattutto sul secondo pilastro. Pertanto dico che gli interventi di riorganizzazione produttiva ma anche di potenziamento dell’attività ricettiva, turistica, alberghiera dell’Asse turismo, beni culturali, vanno nella direzione giusta, quindi il fabrianese deve essere guardato non come una privilegiata area di intervento ma come una necessitata azione rispetto a un’area critica.
Vorrei ora dare un aggiornamento e due considerazioni specifiche.
L’aggiornamento riguarda le risorse del FAS, che come voi sapete ha una dotazione di 63 miliardi per il Mezzogiorno d’Italia, 9 miliardi e mezzo per il centro-nord, di cui effettivamente ripartiti 5,5 miliardi tra le Regioni per poi finire a 240 milioni per la Regione Marche, di cui 10 (230+10) per l’assistenza tecnica.
Il tema purtroppo quanto mai attuale – dopodomani verrà trattato in Conferenza Stato-Regioni – è il problema di una limatura ulteriore del 6% delle cifre già programmate a favore delle Regioni e ciò in contrasto con un protocollo, firmato dal Presidente Berlusconi e dal Presidente della Conferenza delle Regioni Errani, che escludeva che per la provvista di nuovi provvedimenti finanziari (in modo particolare Roma e Catania) si dovesse fare una raccolta rapinosa sugli interventi direttamente o indirettamente riguardanti le Regioni. Ma così, purtroppo, in parte non è, quindi sulla dotazione dei 240 milioni dovremo fare i conti con una limatura di circa 15 milioni.
Ora tutte le Regioni stanno insistendo affinché questo taglio venga evitato o che almeno venga messo in coda alla programmazione finanziaria. Quindi, in considerazione del fatto che rinunce e revoche ammontano a 15-20%. che almeno il 6% possa essere assorbito.
(…) Consigliere Cesaroni, la discriminazione delle risorse politiche in questo momento è grottesca! In anticipazione di federalismo 500 milioni vengono assegnati stabilmente al Comune di Roma ed è la Regione Lombardia, capofila delle Regioni, che se ne fa interprete, dunque mi lasci dire che è grottesco! 140 milioni a Catania e 500 milioni, ripetuti e non una tantum, stabilizzati a Roma, rappresentano esattamente il rovescio di quello che sta dicendo!
Venendo più direttamente alle osservazioni, qualcuna venuta anche dalla discussione, vorrei rassicurare – e su questo l’atteggiamento del Consigliere Giannotti mi è sembrato più di stupore che di denuncia – riguardo al finanziamento che la Provincia ha destinato all’Università di Urbino. La titolazione ufficiale è “promozione della ricerca per l’innovazione e la promozione sociale e la qualificazione del territorio”, ci sono 2 milioni che la Provincia destina a ricerca e innovazione tecnologica. Sono convinto che il Consigliere Giannotti non sia tra coloro che vogliono affossare l’Università di Urbino né che goda delle sue difficoltà, ed il riferimento alla mala gestio forse è stata un’uscita involontaria, me ne dispiace, sortita dalle labbra del Consigliere Castelli...

PRESIDENTE. Per cortesia non interrompete.

Pietro MARCOLINI. In termini generali si può comprendere la preoccupazione, ma sono convinto che non ci sia un giudizio tombale sulle nostre università, quelle sì individuate in maniera politica mirata. Siena è oggetto di ammirazione in tutta Europa, e Camerino e Urbino, fortunatamente, come hanno potuto affermare serenamente i due Rettori, hanno le carte in regola e non temono nessuna ispezione ministeriale. Quindi mi permetto di dire che fra noi e il centro-destra c’è unanime consenso per dare forza alle nostre università, ovviamente sul versante del rigore ma anche della qualificazione, della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica.
Era doveroso dirlo perché non vorrei che i ripetuti interventi fossero di conferma o addirittura di richiamo per un intervento censorio o persecutorio nei confronti delle nostre università.
La cosa su cui dobbiamo riflettere – fortunatamente è iniziata anche la sessione di bilancio – è traguardare l’impiego dei fondi strutturali, Fers, Psr, Feasr, Fep, Fse, Fas, con le risorse nazionali delle intese istituzionali di programma, gli accordi di programma quadro e il bilancio regionale. Si è aperta la sessione di bilancio, questo intreccio è possibile effettuarlo, quindi penso che alcune delle risposte che qui sono state richieste possano concretamente materializzarsi, appunto, nella discussione per il bilancio.
L’ultima osservazione che voglio fare è di carattere politico. Se c’è la preoccupazione di riprogrammare secondo le nuove emergenze non soltanto il FAS ma anche tutti gli altri fondi strutturali, penso che questa sia un’occasione da cogliere – mi rivolgo al Consigliere Capponi che l’ha chiesto espressamente –, penso che sia un terreno da coltivare insieme qui in Assemblea. (…) Consigliere, parlo di una revisione che verrà preparata esattamente nella metà del 2009 e per l’inizio del 2010, quindi se vogliamo cogliere l’occasione di una riprogrammazione sistematica dobbiamo essere convinti di andare verso quella direzione fin da adesso.
Vedremo materialmente quello che è già partito, penso primo fra tutti al Fse, penso al Fers e al Psr. Vedremo anche il Fondo delle aree sottoutilizzate che partirà realisticamente non prima della fine della primavera del 2009, perché queste nostre deliberazioni verranno recepite sul piano nazionale e rese operative tra il mese di gennaio e febbraio e gli impegni con le prime erogazioni penso non prima dell’estate.
Quindi c’è il tempo, c’è il modo e la volontà politica per cogliere l’occasione della revisione di mezzo termine da un lato, ma se ci dovessero essere delle urgenze o delle incombenze preoccupanti, dall’altro anche con i comitati di sorveglianza per rimodulare gli interventi secondo le necessità incombenti.
L’ultima delle mie osservazioni fa riferimento a un criterio che può essere giudicato opinabile. Abbiamo scelto un coinvolgimento delle Province come livello di area vasta, e in molti emendamenti ci viene presentato un coinvolgimento di tutti, Comunità montane, Comuni, Province. Quindi richiamo alla valutazione dell’Assemblea legislativa regionale che l’Aula abbia la possibilità di integrare gli indirizzi su obiettivi qualificati e selezionati e che pertanto nel percorso di co-decisione, nel percorso di governance di un fondo importante come il FAS ci sia anche il bisogno di scelte selezionate che, appunto, vadano verso la concentrazione degli interventi e non verso la dispersione. Questo può significare stilizzare, asciugare, dimagrire le procedure programmatiche concentrandole su un numero di punti e di snodi inferiori.
Penso, infine, che ci siano le possibilità per migliorare l’atto, ma quello che presentiamo ha assolutamente la dignità di un ottimo quadro programmatico come risultante anche delle scelte dei fondi strutturali europei di cui ho già parlato.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo all’esame e alla votazione degli emendamenti.
Prima di proseguire l’Assemblea legislativa deve votare il proseguimento per la seduta oltre le ore 13,30.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 dei Consiglieri Castelli, D’Isidoro:
A pag. 3 nell’ambito della Premessa, dopo il terzo capoverso è inserito il seguente capoverso: “Sulla scorta dei principi fissati dalla delibera Cipe 166/2007, si ritiene che le modalità di attuazione degli indirizzi di cui al presente documento debbano garantire prioritariamente una fuoriuscita graduale dei benefici goduti in forza della precedente programmazione comunitaria (obiettivo 2) dei territori attualmente ricadenti nel perimetro della nuove provincia di Ascoli Piceno.”.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Richiamando il testo pressoché letterale di un paragrafo contenuto nel Dup dell’Emilia Romagna proponiamo, in senso addizionale rispetto a quanto già previsto nella premessa del documento, chiediamo che venga inserito un principio che è la traduzione esatta di quanto, fra le altre cose, viene previsto dalla delibera Cipe n. 166 del 2007. Ovvero che le modalità di attuazione degli indirizzi, quindi quanto previsto nella parte generalista cioè quella in cui viene imputata la titolarità della Regione, siano tali affinché si garantisca prioritariamente la destinazione delle risorse in modo che si garantisca la fuoriuscita graduale dei benefici goduti in forza della precedente programmazione in capo ai territori ricadenti nel perimetro della nuova provincia di Ascoli Piceno. Quindi ha lo scopo di richiamare ad una funzione propria del FAS.
E’ un emendamento che non promana dall’istinto localistico ma è una sottolineatura di un aspetto che, ripeto, dovrebbe già essere contenuto nel provvedimento.
Ne chiedo il voto per appello nominale a nome anche dei Consiglieri D’Anna e Pistarelli.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera D.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro sì
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi sì
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi no
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, la voce 2.3.1. della colonna “Linee di intervento FAS regionale” è soppressa.
Conseguentemente la cifra 2.500 ad essa correlata va ad implementare di pari importo la cifra imputata alla voce 2.4.1 di 6,000.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo e i successivi sono una serie di emendamenti che tentano soprattutto di dare più forza alle azioni che riguardano il potenziamento delle attività economiche e produttive della regione. Dai piani di insediamenti produttivo – che noi più che altro chiamiamo riqualificazione perché oggi non c’è bisogno di mangiare nuovo territorio ma di riqualificare quello che già abbiamo destinato alle attività produttive – da destinare soprattutto all’innovazione e al potenziamento dei distretti.
Riteniamo che in questa regione la somma destinata agli interventi per l’innovazione nella pubblica amministrazione abbia avuto già un’attenzione massima, nel senso che abbiamo sperperato molte risorse ma poi non siamo arrivati a costruire il sistema.
Non prevedo che questo sistema possa essere a breve così definito, e secondo me va realizzato utilizzando gran parte delle risorse che abbiamo internamente. Ricordo al Consigliere Altomeni, che ci ha fatto una testa così presentando interrogazioni e risoluzioni sul tema della nostra gestione informatica, che questi fondi non sono specificatamente destinati, quindi non vorrei che servissero per dare degli incarichi a qualcuno, che poi magari non completa nessun intervento strutturale che migliori la funzionalità della pubblica amministrazione.
Pertanto ritenendo che siano soldi sprecati pensiamo debbano andare a potenziare le attività inerenti lo sviluppo, il potenziamento e la nascita di nuove imprese.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Pistarelli e Massi.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera G.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, punto 2.4.1 della colonna “Linee di intervento FAS regionale”, le parole “Sviluppo di Piani di Insediamento Produttivo” sono sostituite con le parole: “Sviluppo di Piani di Insediamento Produttivo e riqualificazione PIP esistenti”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo emendamento rappresenta quello che ho già illustrato in sede della mia relazione. L’intervento previsto per il miglioramento della qualità e dell’efficienza del servizio idrico a mio avviso non compete al FAS, ma in questo momento soprattutto non compete alla Regione, dato che su tutti gli ambiti c’è un gestore che ha delle competenze ben specifiche comprese quelle di realizzare gli investimenti.
Ritengo che questo possa essere, in un’ottica di collaborazione, un emendamento accoglibile, ma se così non fosse staremo molto attenti come verranno spesi questi fondi, che rischiano in molti casi di essere illegittimi e di distorcere l’equità sociale che questa Regione, per prima, dovrebbe garantire.
Chiedo il voto per appello nominale a nome anche dei Consiglieri Pistarelli e Lippi.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera P.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini assente
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Per il risultato di questa votazione decade l’emendamento n. 11.

Emendamento n. 4 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, la cifra di “6,000” imputata alla voce “3.1.1. Miglioramento dell’offerta, della qualità e dell’efficienza del servizio idrico” è sostituita con la cifra “2,000”.
Conseguentemente la cifra 4,000 va ad implementare la voce 2.4.1.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 05 dei Consiglieri Massi, Capponi, Pistarelli, Lippi:
Sostituire l’emendamento n. 5 con il seguente: “nella Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, punto 5.2.1. della colonna “Linee di intervento FAS regionale” dopo le parole “con finalità di miglioramento dell’offerta ai fini turistici” sono aggiunte le parole: “per il tempestivo intervento di ricostruzione del teatro Vaccaj di Tolentino”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, punto 5.2.1. della colonna “Linee di intervento FAS regionale” dopo le parole “con finalità di miglioramento dell’offerta ai fini turistici” sono aggiunte le parole: “e soluzione per emergenze centri storici delle Marche”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
La Tabella di cui al punto “3.2 Schema finanziario per linea di intervento”, pagina 9, è così modificata: la cifra di “8,080” della colonna “FAS 2007-2013 Del. Cipe 166/07” è sostituita con la cifra “4,040”. Conseguentemente la cifra di 4,040 va ad implementare la voce 2.4.1. della stessa tabella.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo emendamento dice di togliere la metà dei fondi a disposizione per la gestione del controllo, il monitoraggio e la valutazione, quindi la gestione delle risorse che è spropositata proprio in riferimento, appunto, alla gestione.
Siccome più della metà di queste risorse sono chiuse, cioè vanno attribuite direttamente ad un esecutore, penso che l’organizzazione della gestione amministrativa sia assolutamente esorbitante e scandalosa rispetto all’incidenza sull’intero delle somme da spendere con bando.
Chiedo il voto per appello nominale anche nome dei Consiglieri Cesaroni e Bugaro.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera F.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti:
A pag. 9 di 36, Tabella “Linee guida per il PAR FAS 2007/2013” ultimo riquadro “Assistenza tecnica FAS” la cifra di 8,080 milioni di euro” viene portata a 5,080 milioni di euro” e la differenza viene assegnata al punto UNO aggiungendo il punto: “- 1.1.2 – progetti pilota “formazione dei giovani nelle aziende” per 3,000 milioni di euro”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo è il meccanismo con il quale la Giunta regionale, il Presidente Spacca e l’Assessore Marcolini, dicono in pubblico che le spese di consulenza calano, ma poi in realtà le spese di consulenza vengono nascoste nelle pieghe dei vari strumenti a disposizione della Regione.
Queste voci sono difficilmente rintracciabili perché non sono voci di consulenza, sono voci diverse che rientrano nei Fas, quindi l’opinione pubblica queste spese non riesce a controllarle e tante volte neppure noi, ed esse in realtà sono in aumento.
Con questo emendamento denunciamo tale meccanismo, perché sul FAS 9 milioni di euro si accantonano per consulenze, infatti assistenza tecnica significa questo, consulenze esterne. E 9 milioni di euro è una somma enorme e sproporzionata, è il 4% delle intere risorse.
E’ vero che siamo ai limiti del tetto previsto da questi strumenti, però dovrebbe essere fino a, mentre noi usiamo il massimo e lo mettiamo a disposizione di scelte che ad oggi sono incomprensibili.
Nel documento si dice che tutti gli strumenti di verifica e di controllo vengono fatti con risorse interne, si dice che tutte le commissioni che saranno costituite per la predisposizione dei bandi, per la definizione delle misure nel loro dettaglio, la selezione delle domande, dei soggetti, ecc., verranno fatte con risorse interne.
Non capiamo come si giunge ad una stima pari a 9 milioni di euro, ovvero 8 milioni del FAS 2007-2013 più 1 milione e mezzo di recupero di somme del precedente sessennato.
Con questo emendamento, che è simbolico, è sicuramente per porre la questione, diciamo di diminuire almeno di 3 milioni di euro, cioè lasciare a 5 milioni di euro, a 10 miliardi di vecchie lire. Non so se questa può essere una voce sufficiente per fare assistenza tecnica e controllare le procedure del FAS! Quante consulenze dobbiamo dare!
Quindi destinare alla Misura 1 3 milioni di euro. Nell’emendamento abbiamo fatto l’esempio dei progetti pilota per la formazione dei giovani nelle imprese, per fare in modo che un giovane possa essere direttamente formato per sei mesi o un anno di attività da svolgere in azienda e così poter uscire con un anno di esperienza sul campo. E’ un esempio dei tanti che potrebbero essere gli interventi virtuosi a favore delle imprese marchigiane.
Ma il fulcro del nostro ragionamento è l’altro, ovvero non mettiamo risorse che nascondono consulenze, incarichi esterni, ecc., e che sono in aumento e non in diminuzione come dice la propaganda fatta dalla Giunta con comunicati stampa roboanti o come dicono i titoli dei giornali.
Dobbiamo fare in modo che questa cosa venga assolutamente ricondotta in canali seri ed ordinari e quindi non sottrarre risorse ad interventi propri del FAS.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Penso che le preoccupazioni del Consigliere Pistarelli pur essendo comprensibili siano in questo caso fuori luogo. Infatti non si tratta soltanto di progettazione, si tratta anche, come ben chiaro, di gestione, di controllo, di monitoraggio, di rendicontazione, di valutazione. Sappiamo bene, proprio dall’andamento dei tre periodi di programmazione precedente, che dall’esistenza di una struttura ad hoc dipende il pieno impiego delle risorse e spesso l’impiego deve essere esterno proprio per non rendere permanente la struttura applicata al sessennio, altrimenti rischiamo di irrigidire la struttura allargandola per funzioni che prescindono dal concreto utilizzo.
Capisco la preoccupazione, verrà rendicontata analiticamente, si tratta di parte di progettazione ma la parte prevalente è di buon andamento, di controllo e di monitoraggio delle misure che vanno a compimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli per dichiarazione di voto.

Fabio PISTARELLI. Chiedo che l’Assemblea legislativa, sperando che venga raccolto il ragionamento, un voto favorevole a questo emendamento, sarebbe un bel segnale.
A pag. 31 del documento abbiamo “governance, modalità di attuazione”. Gli organismi previsti paragrafo 5.2 sono: organismo responsabile della programmazione e attuazione (OdG), organismo di certificazione (OdC), organismo audit e comitato di sorveglianza. Il paragrafo continua dicendo: “La collocazione delle responsabilità sopra individuate, discende dall’assetto normativo che disciplina l’organizzazione all’interno del Amministrazione. “, dice “all’interno dell’Amministrazione”. Proseguendo troviamo l’organismo di gestione, l’organismo di certificazione (c’è scritto struttura organizzativa interna), l’organismo di audit “La Regione Marche intende avvalersi della medesima struttura organizzativa interna che svolge la funzione di audit per FESR ed FSE.”. Questo lo scrivete voi! Allora come mai ci sono 8 milioni di euro accantonati, se la struttura portante è interna! Questo lo dite voi! Dico anche giustamente, perché nella Regione Marche abbiamo più di 2 mila dipendenti. Però qui leggo: “organizzazione interna che svolge la funzione per FESR e FSE”. Cioè, siamo all’interno, giustamente, della valorizzazione delle risorse nostre.
Con questo emendamento su 8 milioni ne lasciamo 5, non è che togliamo tutto, ne liberiamo 3 per fare un intervento sul punto 1 dei nostri interventi, cioè quello relativo alle imprese.
Questo mi sembra un segnale in linea con quanto predicato anche da voi stessi, ovvero la moralizzazione o la diminuzione delle spese e degli incarichi esterni a questa Amministrazione.
E’ per questo che chiedo all’Aula un voto favorevole.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 8 della Consigliera Mollaroli:
A pag. 11, nella tabella, nella colonna “Tipologie dei beneficiari” è aggiunta la parola: “Province”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamenti n. 9 e n. 10 della Consigliera Mollaroli. Ritirati

Emendamento n. 11 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro. Decaduto.

Emendamento n. 12 della Consigliera Mollaroli:
A pag. 17 linea di intervento 3.1.2, nella tabella, nella colonna “Tipologie dei beneficiari” sono aggiunte le parole: “Unione dei Comuni, Comunità montane, società per la gestione dei rifiuti”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Si tratta della gestione dei rifiuti. Sulle Unione dei Comuni può anche darsi che abbia fatto un errore, chiedo ai tecnici di verificare, ma sulle Comunità montane no perché gestiscono discariche.
Però nella nostra regione ci sono casi dove le Comunità montane gestiscono discariche, ma alcune di esse, ai sensi della legge n. 18, non sono più tali e potranno diventare Unione dei Comuni, è per questo che ho scritto anche Unione dei Comuni.
Se volete faccio anche nomi e cognomi, ma non mi sembra il caso. Dunque ho usato questa formulazione perché prevede sia le attuali Comunità montane sia le Unioni dei Comuni futuri, perché in alcune realtà, ripeto, abbiamo soppresso quelle Comunità montane che attualmente gestiscono discariche. E’ questa la ragione per cui ho usato tutte e due le formulazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Invito la Consigliera Mollaroli a ritirare questo emendamento altrimenti il nostro gruppo voterà contro.
Noi siamo in presenza della necessità di una gestione molto oculata del ciclo dei rifiuti. Abbiamo tre livelli istituzionali, due programmatori (Regione e Provincia) e uno di gestione che riguarda i Comuni attraverso gli Ambiti, le Province. Quindi se alimentiamo un altro livello creeremo confusione, in più daremo a questi enti di secondo grado non un onore ma un onere in più, disperderemo le risorse. Inoltre in questo emendamento ci sono anche alcune parole sibilline perché si parla anche di Società per la gestione dei rifiuti.
Penso che dovremmo stare al punto, ovvero guardare all’utilizzo delle risorse finalizzate ad obiettivi precisi e non ad una gestione dispersiva.
Quindi, ripeto, invito la Consigliera Mollaroli a ritirarlo altrimenti invito tutta l’Assemblea a votare contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Anch’io ho perplessità. Che significa “Unione dei Comuni, Comunità montane, Società per la gestione”, società anche private?
Noi, Consigliera Mollaroli, siamo di fronte a un quadro normativo, stiamo preparando la nostra legge sui rifiuti, alla luce anche della normativa nazionale, proprio per affidare a soggetti precisi e ben individuati la questione della gestione del ciclo, infatti stiamo parlando non di una discarica o di un impianto ma della gestione del ciclo.
La linea è quella che stiamo definendo in Commissione con la legge sui rifiuti, e che poi dovrà venire in Aula, quindi mi sembra fuorviante o comunque non chiarito il contenuto di questo emendamento se il ventaglio dei soggetti beneficiari deve essere esteso anche all’Unione dei Comuni o addirittura a Comunità montane o a società, non ben definite se pubbliche o private, di gestione dei rifiuti.
Qui stiamo parlando della gestione del ciclo dei rifiuti e non di una gestione ad hoc specifica di un punto perciò, ripeto, dobbiamo riferirci alla normativa nazionale e a quella regionale che è in via di evoluzione con la proposta arrivata dalla Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. La Consigliera Mollaroli in verità ha motivato molto bene il suo emendamento ma, Consigliera, noi nella Commissione che faremo domani cominceremo a discutere proprio dell’articolato della legge sui rifiuti, quindi penso sia un’occasione per chiarire meglio questo aspetto che secondo me è abbastanza rilevante almeno nella provincia di Pesaro Urbino, cioè discutere sulla divisione degli appalti al privato o al pubblico oppure sulle società di gestione private e miste. L’opportunità della Commissione è proprio per domani per cui, Consigliera Mollaroli, le chiedo uno sforzo, e mi rendo anche conto che è uno sforzo.

Adriana MOLLAROLI. Va bene, ritiro l’emendamento, poi per la verifica vedremo quando questo atto arriverà in Aula se ci saranno ancora le condizioni affinché i beneficiari siano i soggetti qui indicati.

PRESIDENTE. Emendamento n. 12. Ritirato.

Emendamento n. 12 bis dei Consiglieri Comi, Rocchi, Capponi, Lippi, Massi, Pistarelli:
Aggiungere a pag. 22 alle “Linea di intervento 5.1.2 – Incremento delle possibilità di fruizione delle principali attrattive naturali in un’ottica di sostenibilità ambientale” dopo le parole “anche con un’ottica di destagionalizzazione delle presenze.”:
“Per questo si intende valorizzare la risorsa naturale costituita dal bacino idrografico del Lago di Cacciamo, dal 1999, senza soluzioni di continuità, teatro di gare internazionali e campionati italiani di canoa-kajak che hanno registrato un afflusso di 46.000 persone. Occorre per questo investire in strutture e servizi adeguati per una migliore fruizione in tutte le stagioni dell’anno, puntando ad un maggiore sviluppo turistico-sportivo considerando che il Lago di Cacciamo è tra i pochi laghi italiani dove si svolgono eventi agonistici di carattere internazionale.”.
Di conseguenza di questo emendamento occorre aggiungere a pag. 24 nella tabella tipologie di interventi “Linee di intervento 5.1.2.” sotto “messa a norma degli impianti di risalita” aggiungere: “Investimenti sul Lago di Cacciamo” e di lato nelle tipologie di beneficiari aggiungere “Comuni interessati”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Nell’ambito delle linee di intervento della misura 5.1.2 chiediamo di inserire delle risorse, che poi spetterà alla Giunta regionale valutare e verificare, per sostenere la promozione turistica e sportiva presso il Lago di Caccamo, un bacino idrografico artificiale che è dal 1999 la sede principale non solo nelle Marche ma in tutto il centro Italia di eventi sportivi molto significativi. Considerate che annualmente sul luogo hanno ospitato circa 46 mila persone per la partecipazione a gare internazionali e a tutti i campionati italiani di canoa e kajak, hanno attirato atleti, operatori, turisti, cittadini.
Però questa grande risorsa è inadeguata in quanto a strutture ricettive. Non ha bisogno di grandi investimenti ma soltanto di una migliore sistemazione.
Esiste la possibilità di individuare qualche risorsa quindi con questo emendamento non vogliamo precluderci tale possibilità, senza però dettagliare la cifra che deleghiamo alla Giunta regionale.
Prima avevo chiesto se poteva illustrarlo il Consigliere Rocchi in quanto Presidente della Commissione terza e quindi conosce bene questa realtà che anche in passato l’ha seguita in veste di Assessore alle attività sportive.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Si tratta di una infrastrutturazione importante, ma siamo in forte sofferenza sulla Misura proposta, quindi colgo la richiesta fatta dal presentatore dell’emendamento cioè quella di valutare in sede di Giunta nella rimodulazione della Misura di trovare uno spazio che dia attenzione al problema sollevato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Capisco tutto ma la critica la dobbiamo svolgere in maniera seria ed uniforme sia alle cadute di stile dell’opposizione e qualche volta anche in senso autocritico.
Condivido in pieno quello che ha detto il Consigliere Comi, ma semmai si sarebbe dovuto predisporre un ordine del giorno, non può essere un emendamento altrimenti mettiamo in difficoltà la Giunta regionale.
Consigliere Comi, conosco bene il problema e come questo ce ne sono centinaia. Anch’io, come lei, provengo da quelle zone, quindi la invito a ritirare l’emendamento e farne oggetto di un ordine del giorno, perché secondo me non va bene proprio rispetto al profilo che deve avere un atto significativo come quello che stiamo discutendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Spero che il Consigliere Comi non ritiri l’emendamento, perché credo che sia un problema importante che riguarda il turismo di questa regione. Questa Assemblea legislativa deve saper venire incontro anche alle esigenze dei tanti presidenti delle associazioni sportive che lavorano in quel territorio.
Spero e sono convinto che l’Assessore allo sport Donati possa votare questo emendamento.
In questi luoghi ci sono state già 46 mila presenze, pertanto credo che la Regione Marche debba intervenire finanziariamente al sostegno delle società interessate.
Il Lago di Caccamo è una ricchezza che non possiamo perdere, allora, visto che spendiamo molti soldi per fare promozione turistica, spendiamo anche qualche soldo in più per questo lago, che credo possa significare un momento di rilancio del territorio della provincia di Macerata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Soltanto per dire che mantengo l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. All’emendamento Comi, che ha un po’ preoccupato l’Assessore Marcolini, si sono aggiunte le firme dei colleghi Capponi e Pistarelli oltre alla mia e a quella del Consigliere Rocchi. Perché esso rappresenta un sollecito, una raccomandazione, un’istanza del territorio, ora illustrata molto bene dal collega Rocchi.
Se su qualche aspetto che riguarda la promozione del nostro territorio ci sono istanze trasversali e legittime credo che l’Assemblea legislativa debba rallegrarsene, e qui parliamo di un’istanza forte per una zona che ha una forte vocazione per lo sviluppo turistico dello sport.
Questo è il motivo per cui i Consiglieri Capponi, Pistarelli e Massi, insieme anche a quelle del collega Rocchi e del collega Comi, hanno aggiunto le loro firme.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me in condizioni normali l’intervento e le firme annunciate dal collega Massi avrebbero fatto perdere qualsiasi causa, ma visto che non siamo in condizioni normali allora il non avere inserito la cifra in questo emendamento è anche peggio, perché poi tutto dovrebbe essere risolto, in un’ipocrisia consapevole, nella trattativa trasversale tra alcuni Consiglieri e alcuni amministratori che andranno a chiedere.
Condivido l’intervento del Presidente Rocchi quando dice che quella è una importante infrastruttura turistica, quindi del Lago di Caccamo dovremmo discuterne con serietà quando parleremo del Piano del turismo, e non invece in una forma del tutto estemporanea che nulla ha a che vedere con questo atto.
Sono questi i motivi per i quali voteremo contro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 12 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 13 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella a pag. 24, colonna “Tipologie di interventi – Linea di intervento 5.1.1”, dopo le parole “Interventi di qualificazione delle strutture ricettive mediante contributi in conto interesse” sono aggiunte le parole: “anche a riduzione o abbattimento tassi BEI”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 14 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
Nella Tabella a pag. 24, colonna “Tipologie di interventi – Linea di intervento 5.1.2”, dopo le parole “Messa a norma degli impianti di risalita” sono aggiunte le parole: “e completamento degli stessi nonché per la realizzazione di sistemi di gestione comprensoriale degli impianti”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Chiediamo, se possibile, di aggiungere una frase. In pratica i beneficiari di questa Misura, come illustrata, hanno bisogno anche di realizzare una integrazione della gestione di tutto il sistema del comprensorio sciistico del sarnanese. E’ quindi un’aggiunta soltanto nella definizione.
Però visto che siamo scoraggiati non ce ne importerà assolutamente nulla di come voterete.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Voterò favorevolmente a questo emendamento perché la linea di intervento è limitata se solo riferita alla messa a norma di impianti di risalita. E’ bene scrivere, come giustamente proposto, completamento degli stessi, perché ci sono delle opere importanti già in fase di realizzazione che quindi devono essere completate nel loro lotto ulteriore funzionale. Altre opere, invece, devono essere realizzate per quanto riguarda la gestione dell’impianto, non solo la messa a norma. Perciò si chiede di ampliare la possibilità del bando per poi verificarla in sede tecnica, non si tratta di cambiare le risorse o le destinazioni.
Ritengo quindi assolutamente accoglibile e di buonsenso questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 15 della Consigliera Mollaroli:
A pag. 24, Linea di intervento 5.1.2. nella tabella, nella colonna “Tipologie dei beneficiari” dopo le parole “Enti Parco”, sono aggiunte le parole: “Riserve naturali”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli

Adriana MOLLAROLI. Chiedo di reinserire tra i beneficiari le riserve naturali, perché la linea di intervento vuole favorire la fruizione delle principali attrattive naturalistiche in un’ottica di compatibilità ambientale.
Ritengo che, al di là della natura giuridica diversa per la qualità ambientale naturalistica, tra un ente parco ed una riserva naturale non c’è differenza.
Quindi credo che sia stato corretto togliere i siti della rete natura ma le riserve naturali hanno la stessa rilevanza naturalistica ambientale degli enti parco anche se ovviamente cambia il soggetto gestore.
Ritengo quindi questa mia proposta assolutamente coerente.

PRESIDENTE. Emendamento n. 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 16 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro:
La Tabella a pag. 24, colonna “Tipologie di interventi – Linea di intervento 5.2.1” è così sostituita:
Colonna “Tipologie di interventi”: Linea di intervento 5.2.1: a) Interventi per il recupero e la valorizzazione di siti di particolare valore storico-artistico e di luoghi della cultura” ed emergenze centri storici, anche con finanziamenti in c/interessi su mutui e fondi BEI; b) Produzione e programmazione di spettacoli culturali; attività per i giovani.
Colonna “Tipologia dei beneficiari”: Regione Marche, Comunità montane e Comuni; Regione Marche.
Colonna “FAS (mln €)”: a) 16,000; b) 1,765
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo emendamento tende ad attribuire alle diverse iniziative un peso specifico.
Dato che la programmazione è stata carente, nel senso che non si definisce per ogni intervento quale sia la somma ma si mette una somma complessiva, e siccome ritenevamo molto più importanti, sulla la valorizzazione dei siti di particolare valore storico artistico, i luoghi della cultura e i centri storici, abbiamo attribuito una somma a questo e una somma alla produzione di spettacoli.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Cesaroni e Bugaro.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera P.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli no
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no

(L’Assemblea legislativa non approva)


Sull’ordine dei lavori
(contestazione sull’esito di una precedente votazione)

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi sull’ordine dei lavori

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho chiesto la parola sull’ordine dei lavori, Presidente, ma non so a livello regolamentare come possa chiamarsi questa mia richiesta di intervento. Infatti mi riferisco alla proclamazione che lei ha fatto sulla votazione dell’emendamento n. 12 bis che penso sia stata fuorviata da un momento di confusione. Lei ha proclamato bocciato un emendamento sul quale chiaramente c’erano mani alzate nettamente a favore e non erano solo quelle della minoranza ma anche di una larga fetta della maggioranza. Non le faccio, Presidente, una colpa particolare perché c’era confusione ma guardi che le mani alzate erano a favore dell’emendamento.

PRESIDENTE. Ricordo al Consigliere Massi e a tutti i Consiglieri che ripetutamente sono costretto a richiamare attenzione al momento del voto.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Su questo ha ragione.

PRESIDENTE. Dopodiché il Regolamento dice che la votazione per alzata di mano è soggetta a controprova se richiesta da un Consigliere immediatamente dopo la proclamazione del risultato.
Quindi ora è impossibile, in base al Regolamento, ripetere la votazione, dunque proseguiamo.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Però se l’Aula è d’accordo può correggere.

PRESIDENTE. Il regolamento è regolamento!

Francesco COMI. Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE. Consigliere Comi, se è sullo stesso tema ho già risposto.

Francesco COMI. Allora devo fare una mozione d’ordine per poter intervenire su questo!

PRESIDENTE. Verificheremo, ma naturalmente se il Regolamento lo permette, certo, le consentirò la parola.

Emendamento n. 17 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti:
A pag. 24 di 36, Tabella. Nel riquadro “tipologie di interventi – linea di intervento 5.2.1” sono soppresse le parole: “Produzione e programmazione di spettacoli culturali”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Il precedente emendamento prevedeva la definizione di 17 milioni di euro tra interventi sui centri storici, beni culturali e la programmazione e produzione di spettacoli culturali, aveva la bontà di dire 16 milioni per una cosa, la stragrande maggioranza di risorse, e 1,7 milioni per la voce produzione di spettacoli culturali. Qui andiamo più avanti, ovvero diciamo che questa voce non c’entra assolutamente nulla con la programmazione delle attività culturali e con la loro relazione col turismo, perché la produzione e la programmazione di eventi culturali non spetta certo alla Regione Marche, è uno degli elementi di illegittimità di questo atto, perciò attenzione!
Quindi eliminiamo questa voce, lasciamo integralmente 17,7 milioni per gli interventi di recupero e valorizzazione di siti di particolare valore storico e artistico e luoghi della cultura, che è la finalizzazione vera del fondo FAS. Togliamo questa incombenza della Regione Marche che non c’entra assolutamente niente con le nostre finalità, con il nostro compito, con le nostre attività.
Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Capponi e Massi.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera R.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 18 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti:
A pag. 24 di 36, Tabella. Nel riquadro “tipologie di interventi – linea di intervento 5.2.1” sono soppresse le parole: “- Regione Marche”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Altra riflessione sempre su questo punto. Se l’Assemblea legislativa è d’accordo sulla produzione e programmazione di spettacoli culturali non mettiamo come soggetto solo la Regione Marche, lasciamolo almeno come bando aperto. Facciamo in modo che ci siano sinergie, intelligenze, coinvolgimento di soggetti. Perché solo la Regione Marche tra i soggetti destinatari?! Se guardate tutta la Misura dell’intervento i soggetti descritti sono Regione Marche, Comunità montane, Comuni e di nuovo Regione Marche, perciò tutto sul pubblico. Almeno togliere Regione Marche su questo secondo punto, così avremo un intervento che potrebbe essere fatto anche con una pluralità di soggetti e di professionalità che devono essere coinvolte. Non mi pare che all’interno della struttura della Regione Marche ci siano professionalità vocate o votate alla produzione di eventi teatrali e di spettacoli.

PRESIDENTE. Emendamento n. 18. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 19 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella “Linea di intervento 6.1.1. – Innalzamento dei livelli di conoscenze, abilità e competenze dei giovani e degli adolescenti e promozione della partecipazione sociale” – pag. 25 – dopo le parole “finalizzate allo sviluppo della partecipazione e del protagonismo giovanile” sono aggiunte le parole: “e al sostegno delle famiglie”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 20 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella “Linea di intervento 6.1.1. – Innalzamento dei livelli di conoscenze, abilità e competenze dei giovani e degli adolescenti e promozione della partecipazione sociale” – pag. 25 –le parole “luoghi di confronto, anche intergenerazionale, al fine di dare voce a tutti e rendere possibile una ampia partecipazione attiva alla vita della comunità” sono sostituite con le parole: “luoghi di confronto, incontro e svago responsabile, quali gli oratori e centri di aggregazione giovanile, finalizzati alla promozione, all’accompagnamento e al supporto della crescita armonica degli adolescenti e giovani”.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Su questo argomento chiedo un minimo di attenzione, perché il FAS è stato redatto prima che avessimo adottato in questa Regione la legge sulla valorizzazione degli oratori.
Quindi questo emendamento, ad integrazione di quello previsto cioè i centri di aggregazione giovanile, aggiunge anche gli oratori, che con la legge abbiamo messo sullo stesso piano.
Pertanto invito la maggioranza di leggere l’emendamento e di aderire per la stessa finalità della legge che ha votato, altrimenti non si avrebbe la stessa opportunità per entrambe le istituzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Consigliere Ricci, lei ha oggi la possibilità di dimostrare concretamente di essere veramente dalla parte dell’intervento a favore di strumenti educativi come gli oratori, per il quale ha accusato me e il collega Tiberi di una indebita interferenza. Debbo ricordarle che su questa materia c’è uno storico che segnala una posizione, ovvero nella scorsa legislatura, quando lei non c’era, era ancora ragazzo e faceva l’assessore ai lavori pubblici della Provincia di Pesaro, il gruppo di Forza Italia e il gruppo dell’Udc presentarono una proposta di legge specifica. In questa legislatura, prima di Spacca, i Consiglieri Giannotti, Tiberi, D’Anna e Viventi hanno presentato una specifica proposta di legge sulla materia. Spacca ha copiato, ha preso atto, probabilmente è stato bravo ad interpretare gli umori, si è fatto carico di questa problematica e quindi l’Assemblea legislativa ha approvato un atto abbinato.
Dunque non è impropria la rivendicazione della promozione perché siamo stati noi i promotori di una legge sugli oratori, quindi lei ha detto una bugia nel contestare questa cosa. Oggi ha l’occasione di riscattarsi, voti questo emendamento dando agli oratori parrocchiali la prospettiva di qualche risorsa finanziaria in più.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Gli oratori sono organismi troppo seri da essere rimpallati e strumentalizzati come è stato fatto in questi giorni in maniera trasversale. Secondo me, se uno ha un minimo di riflessione storica, neanche la Democrazia Cristiana, un grande partito in confronto agli attuali, nei suoi obiettivi non aveva mai fatto una simile strumentalizzazione.
Quindi invito l’Assemblea legislativa regionale alla sobrietà, al rispetto e anche a guardare le cose come stanno.
La Misura 6.1.1 del FAS di fatto non esclude, al pari di altri, i centri di aggregazione come gli oratori, ma in maniera testarda voler strumentalizzare gli oratori come state facendo voi secondo me si fa solo un danno agli oratori stessi come ad altri organismi cattolici.
So che la bramosia elettoralistica pervade tutti, ma invito la maggioranza e il Partito Democratico a non cadere di nuovo in questa trappola.
Con insistenza si è voluta quella legge, che anche noi avremmo votato con una dotazione più equilibrata, senza antagonismi con la legge sulle donne, ebbene quella legge, che una parte della maggioranza ha voluto, è stata votata in maniera trasversale. E voi in particolare di Forza Italia avete ricattato la maggioranza e il Pd dicendo “se passa l’emendamento dei Comunisti Italiani voteremo contro”. Quindi cadendo in questo tranello il messaggio che è passato è che la legge non è stata fatta dalla maggioranza bensì dal centro-destra, ecco i risultati!
Dunque è per questo che invito con serietà, come abbiamo fatto per altre cose, a mantenere un profilo di livello adeguato a questa Assemblea legislativa regionale e di votare contro questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Chiedo la votazione per appello nominale anche a nome dei Consiglieri Pistarelli e Massi.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera C.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi assente
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 21 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella “Linea di intervento 6.1.1. – Innalzamento dei livelli di conoscenze, abilità e competenze dei giovani e degli adolescenti e promozione della partecipazione sociale” – pag. 26, 1° riga – dopo le parole “la Regione intende promuovere” è aggiunta la parola: “anche”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 22 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti:
A pag. 27 di 36, Tabella, nel riquadro “tipologie di interventi – linea di intervento 6.1.1” sono soppresse le parole: “Potenziamento dei Centri di aggregazione giovanile (GAG)”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 23 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella Tabella a pag. 27, colonna “Tipologie di interventi – Linea di intervento 6.1.1.” dopo le parole “Potenziamento dei Centri di aggregazione giovanile GAG” aggiungere le parole “e degli oratori”.
Nella colonna “Tipologie di beneficiari” della stessa linea di intervento 6.1.1. dopo la parola “Comuni” aggiungere le parole: “enti religiosi”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 24 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella tabella a pag. 27, colonna “Tipologie di interventi – linea di intervento 6.1.2.” dopo le parole “Costruzione, ristrutturazione, adeguamento” sono aggiunte le parole: “, risparmio energetico e produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 24 bis delle Consigliere Mollaroli, Benatti:
A pag. 27 nella tabella “Tipologie di interventi”, nella descrizione della “Linea di intervento 6.1.2” dopo le parole “strutture socio-educative” aggiungere le parole: “per bambini”.
Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Credo che sia soltanto un emendamento esplicativo. Abbiamo notato che nel testo a pag. 26 dove si illustra la linea di intervento 6.1.2. si dice chiaramente che possono attingere a queste risorse i soggetti pubblici per servizi e strutture socio-educative per bambini e socio assistenziali per anziani. Poi nella tabella, quando si riporta in sintesi la tipologia degli interventi, per quanto riguarda i servizi socio-educativi non si ripete “per bambini”. Secondo me è bene ripeterlo perché sappiamo che dietro ci sono servizi delicatissimi come i nidi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 24 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 25 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro:
Nella tabella a pag. 27, colonna “Tipologie di interventi – linea di intervento 6.1.2.” dopo le parole “anche in cofinanziamento con risorse BEI” sono aggiunte le parole: “e per l’abbattimento tassi di interesse”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 026 della Consigliera Giannini:
Nella Tabella a pag. 27, colonne “Tipologie di interventi – Linea di intervento 6.1.3.” e “FAS (mln €)” – la linea di intervento 6.1.3 è così sostituita:
Colonna “Tipologie di interventi”: Linea di intervento 6.1.3: Potenziamento e sviluppo dei servizi per l’accessibilità a prestazione socio-sanitarie rivolte alla popolazione in età avanzata e abbattimento tassi di interesse compresa la ristrutturazione e/o ricostruzione dei Centro riabilitativo dell’Inrca di Appignano.
Colonna “Tipologia dei beneficiari”: Inrca Ancona Appignano.
Colonna “FAS (mln €)”: 6,000.
Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. A pag. 27 viene prevista una linea di intervento nella quale si prevedono 6 milioni di euro con beneficiario l’Inrca.
In questo momento l’Inrca sta affrontando un’emergenza che riguarda la sede di Appignano che era soggetta ad una ristrutturazione ma a seguito di approfondimenti tecnici si dovrà probabilmente procedere alla totale ricostruzione.
E’ in itinere un accordo di protocollo, che dovrà essere sottoscritto dall’Assessore regionale, dal Comune e dall’Inrca, nel quale dovranno essere previste le modalità e le somme.
Ora per far sì che ci sia comunque la possibilità di finanziare la parte residua dell’eventuale ricostruzione, su un progetto ancora da definire quindi facciamo un’ipotesi, occorre eventualmente poter consentire – e in questo momento ancora non si sa se sarà necessario – al direttore dell’Inrca di utilizzare queste risorse, che comunque l’Assessore regionale ha già garantito anche per altre strade.
Presento questo subemendamento perché vorrei evitare che ci siano somme rigide, come avanzato nell’emendamento n. 26 a firma dei Consiglieri Capponi ed altri, che potrebbero mettere in difficoltà sia il direttore dell’Inrca che l’eventuale utilizzo delle risorse complessive.
Quindi chiedo, sia nella tipologia di interventi che nella tipologia di beneficiari, di individuare l’Inrca di Appignano oltre alle utilizzazioni che si farà per l’Inrca in generale, e chiedo di tenere unita la somma per consentire una maggiore libertà di azione al direttore visto che il progetto di nuova costruzione di Appignano non è ancora definito, non ne conosciamo ancora l’esatta quantità delle necessarie risorse.
Mi auguro anche, visto l’impegno che l’Assessore ha assunto in una riunione ufficiale avuta con il Sindaco di Appignano, che le risorse vengano reperite anche per altre vie in modo che non sarà necessario utilizzare i fondi del FAS.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Chiedo un chiarimento tecnico. Che differenza c’è tra questo subemendamento n. 026 e il nostro emendamento n. 28?

PRESIDENTE. Consiglieri, devo informare l’Assemblea legislativa che qualora venisse approvato questo subemendamento decadono gli emendamenti n. 26, n. 27 e n. 28 perché parlano della stessa cosa.

Fabio PISTARELLI. E no!

PRESIDENTE. Questo è quello che mi dicono gli uffici.

Fabio PISTARELLI. Allora con questo meccanismo uno copia un emendamento precedente e lo numera magari 028 e poi più nessun emendamento può essere discusso?!
Questo subemendamento è uguale al n. 28.

PRESIDENTE. No, il subemendamento è stato fatto all’emendamento n. 26.

Fabio PISTARELLI. Ma non mi importa dove è agganciato! Nel mio emendamento n. 28 dico la stessa cosa della collega Giannini, quindi o si accorpano e si votano insieme oppure non lo si ammette, è uguale! Ma no che decade il mio!
Io infatti scrivo Inrca Appignano, come pure dice la collega Giannini che scrive Inrca Ancona e Appignano, quindi oltre Ancona c’è anche Appignano.

PRESIDENTE. Consigliere Pistarelli, l’Assemblea ha sempre lavorato sulla base del lavoro predisposto dagli uffici che hanno utilizzato sempre gli stessi criteri, quindi credo che dovremmo basarci su questo.

Sara GIANNINI. Nell’emendamento n. 28 si parla di aggiungere Appignano, e nella proposta originaria di FAS non è distinto Ancona, quindi votando l’emendamento di Pistarelli diventerebbe Incra Appignano e basta.

PRESIDENTE. Ora metterò a votazione il subemendamento n. 026, sostitutivo dell’emendamento n. 26, informando al contempo l’Assemblea legislativa che se viene approvato decadono gli emendamenti n. 27 e n. 28.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. In primo luogo vorrei dire alla Consigliera Giannini che non può ritenersi vincitrice di nulla, perché lei non aveva neanche pensato di presentare un emendamento di questo tipo. Quindi, Consigliera Giannini, la sua sensibilità è postuma, deve ringraziare la minoranza che ha pensato che le promesse da marinaio che avete fatto ad Appignano dovevano in qualche modo essere recepite. E questo lo ha fatto l’opposizione. Poi lei oggi ha voluto fare questa sveltina all’Assemblea, quindi ha presentato questo sub emendamento.

Sara GIANNINI. Parli con rispetto a me e alle istituzioni!

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia.

Franco CAPPONI. Ho sicuramente detto un termine sbagliato, ma per sveltina volevo significare svelta nel fregare ad altri le loro idee. Tra l’altro dopo otto ore di una seduta di questo tipo non ho neanche pensato che potesse essere un termine offensivo.
Quindi il voler annientare anche quegli emendamenti dell’opposizione che vanno nella stessa direzione è stata una furbata di bassissimo profilo. A noi però questo non interessa, a noi interessa solo il fatto che siamo stati noi ad averli proposti. Sapevamo che comunque c’era una grandissima difficoltà, quindi abbiamo voluto consolidare le promesse da marinaio che avete fatto ad Appignano con una proposta che avesse un senso. Perché ad Appignano la maggioranza, Assessore, anche a suo nome ha detto...

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Capponi. Consiglieri, se dobbiamo interrompere la seduta perché qualcuno deve fare riunioni a parte chiedetelo e si interrompe, altrimenti prestate attenzione e rispettate i vostri colleghi, che comunque la pensino debbono poter esprimere le loro idee. Questo credo sia l’abc della politica e della democrazia e siccome siamo nel luogo della democrazia abbiate la cortesia di ascoltarvi.
Prego, Consigliere Capponi, concluda pure.

Franco CAPPONI. Ho terminato, Presidente, perché sono anche deluso del metodo portato avanti sull’esame di questo FAS per il quale voteremo comunque contro. Però a questo emendamento ci tenevamo proprio perché era una promessa specifica fatta ad Appignano dal responsabile regionale dei DS a nome della Giunta, quindi non essendo previsto in nessuno degli atti annunciati come possibili, abbiamo pensato bene di ricordarvelo. Era soltanto questo, pertanto lo abbiamo fatto.

Sara GIANNINI. Intanto ringrazio il Consigliere Capponi che mi dice che devo mantenere la parola, ma sapevo mantenerla da sola!
Nella Commissione bilancio, nella quale lei è capitato per caso, avevamo concordato che se non ci fosse stato l’accordo di programma io sarei stata d’accordo ad approvare un emendamento al FAS che riguardava Appignano. Poi nessuno ha pensato, visto che siete voi che avete presentato l’emendamento, di sentire anche la mia disponibilità.
Aggiungo anche, visto che l’Aula non lo sa, che prima di presentare il subemendamento glielo ho fatto vedere. Ed io ho presentato questo subemendamento, ripeto, perché era un impegno che in Commissione bilancio avevamo preso insieme, quindi non ho voluto fare una furbata ma soltanto consentire che quelle somme non venissero bloccate inutilmente.
Quindi non si preoccupi dell’esito di Appignano!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Al di là della forma ritengo che le questioni poste dalla Consigliera Giannini e dal Consigliere Capponi non sono peregrine, tuttavia come metodo sul FAS se c’era la condivisione un emendamento del genere l’avrebbe dovuto presentare la Giunta.
Quindi in linea con quanto abbiamo detto prima i Comunisti Italiani su questo emendamento si asterranno.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 026. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 26 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Tiberi, Santori, Bugaro. Decaduto.

Emendamento n. 27 dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Santori, Tiberi, Cesaroni, Bugaro. Decaduto.

Emendamento n. 28 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Decaduto.

Emendamento n. 29 dei Consiglieri Castelli, D’Isidoro:
La tabella di pag. 29 è sostituita dalla seguente:
Amministrazione provinciale: Pesaro e Urbino; Importo FAS (milioni di euro) 16.750;
Amministrazione provinciale: Ancona; Importo FAS (milioni di euro) 15.700;
Amministrazione provinciale: Macerata; Importo FAS (milioni di euro) 16.000;
Amministrazione provinciale: Fermo; Importo FAS (milioni di euro) 13.000;
Amministrazione provinciale: Ascoli Piceno; Importo FAS (milioni di euro) 27.029;
Totale (milioni di euro) 88.479;
La modifica della tabella è finanziata dalle seguenti riduzioni di stanziamento: pag. 11 (linea di intervento 1.1.1.) riduzione dello stanziamento di 2 ml euro; pag. 15 (linea di intervento 2.1.1.) riduzione dello stanziamento di 2 ml euro; pag. 20 (linea di intervento 4.1.1.) riduzione dello stanziamento di 1 ml euro; pag. 27 (linea di intervento 6.1.3.) riduzione dello stanziamento di 2 ml euro; pag. 28 assistenza tecnica l’importo previsto in riferimento alla delibera CIPE 166/2007 (FAS 2007-2013) passa da meuro 8,080 a meuro 2,080 (correggere corrispondentemente il totale) per una riduzione complessiva dello stanziamento di 6 ml euro.
Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Ho apprezzato alcuni passaggi dell’intervento dell’Assessore Marcolini riguardanti l’estrema criticità in cui si trova il territorio del Piceno. D’altra parte che l’Esecutivo avesse contezza di tutto ciò è dimostrato dal fatto che è stato anche istituito un assessorato con una delega specifica che dovesse individuare anche provvedimenti per cambiare il trend che si sta verificando, appunto, nel mio territorio.
Soprattutto mi ha sollevato da una situazione imbarazzante e imbarazzata, quella di essere in un certo sento assimilato ai tardi seguaci del più vieto localismo. Io non sono tale, inoltre detesto chi a un certo momento parla a sproposito di trasversalismo, perché mi reputo – probabilmente sarò arrogante ed ambizioso – di essere un po’, come dicono alcuni acuti politologi, o per lo meno mi sforzo di esserlo, un politico post moderno, che cerca una sintesi politica laddove ci sono, al di là degli schieramenti ideologici, problemi che io definisco sanguinosi e sanguinanti.
I dati sono incontrovertibili perché tra le altre cose l’indebitamento nel mio territorio è aumentato dell’8,6%. Avete visto anche gli ultimi dati riguardanti la media regionale riferita alla cassa integrazione ordinaria e straordinaria, siamo a quota +282,7%.
Aggiungo inoltre un dato molto importante, cioè che addirittura adesso risentiamo anche di quegli effetti a macchia d’olio che gli addetti ai lavori hanno chiamato una sorta di piccolo Vietnam del farmaco – parlo in modo particolare della Fiber, azienda leader del nostro territorio –. Abbiamo visto che la crisi sta attraversando tutto il mondo delle imprese e dell’occupazione del settore farmaceutico, tant’è che in questo giorni al Ministero dovrebbe esserci un incontro tra Farmindustria e i sindacati per addivenire a un accordo comune.
Ritenevo quindi che non fosse assolutamente frutto del pazzo di casa dire che si poteva cambiare quella tabella allegata al FAS e destinare al territorio di Ascoli Piceno 27 milioni di euro.
Se questo non sarà possibile richiamo comunque l’attenzione di tutti all’insufficienza degli attuali provvedimenti per fronteggiare una situazione di estrema criticità nel territorio.
Un’ultima cosa, per favore non si diano lezioni di metodiche e di etica politica, penso che qui nessuno sia autorizzato a darla a chicchessia!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Sine ira et studio mi insegnerebbe il prof. D’Isidoro! Aggiungo una riflessione a quello che ho già detto prima.
Primo punto. Non si può parlare di finanziamento raddoppiato rispetto a quello delle Province per una ricostituita provincia di Ascoli Fermo. Non capisco perché si straccino le vesti coloro i quali dicono “ah! Ascoli prende 27 milioni”. No, perché Fermo ne prende 13 e Ascoli 14. Questo è scritto, però diciamo che è scritto in una scheda underground, quella carsica, quella che tutti conoscono ma che nessuno oggi esibisce.
Quindi, ripeto, il finanziamento di Fermo è di 13 e il finanziamento di Ascoli è di 14 , le due aree più in crisi prendono questo.
Punto secondo. Quando questa Regione sul Bur del 16 o 18 agosto ha pubblicato gli stanziamenti per i primi bandi del FESR ha distinto Ascoli Fermo. Evidentemente in quel caso non si voleva evidenziare quello che oggi viene dissimulato. Ma la cosa più grave sapete qual è? Che in realtà – e questo rende l’emendamento assolutamente legittimo e non propagandistico o populista – i 14 milioni di euro per l’elettrificazione della Ascoli-Porto D’Ascoli dovevano essere ricompresi nell’indirizzo strategico 4, potenziare le infrastrutture per la mobilità e la logistica.
E’ quello il ruolo, è quello l’ambito, Assessore Marcolini, di quei 14 milioni che vengono assegnati virtualmente e teoricamente alla Provincia di Ascoli. Quello è un intervento che farà Rfi. Quindi è un intervento che è stato in maniera furbesca, surrettizia e vagamente da presa per i fondelli, inserito nel salvadanaio di Ascoli Fermo, ma realmente avrebbe dovuto essere gestito e trattato alla stessa stregua del finanziamento per l’Inrca, del finanziamento per gli studentati, per tutto quello che è stato convenientemente reinserito nella parte generale.
E’ qui la truffa! Ovvero avete truffato sia la Provincia di Fermo che la Provincia di Ascoli. Questa è la realtà. Perché quei 14 milioni di euro sono stati assegnati solo perché il Presidente della Provincia Rossi per ragioni sue, che non sono ispirate alla gestione collegiale e democratica del consesso che presiede, ha inserito di fare la parte. E’ stata espunta ad esempio, Consigliere Santori, la bretella di San Benedetto Santa Lucia che invece era prevista.
Quindi che cosa è successo? Che ancora una volta, al di là dei proclami, al di là delle evidenze mediatiche, c’è stata quella che io ho chiamato una stangata gravissima.
Noi tappezzeremo Ascoli, San Benedetto, Grottammare, Spinetoli, questa volta non ve la faremo passare liscia! Perché quello che fate è un furto ai danni delle comunità ascolana e fermana. Voi date a Rfi 14 milioni di euro e non li date alla Provincia di Ascoli, ed è l’unico caso dove la titolarità dell’intervento non è quella prevista dal protagonismo provinciale ma è reinserita in un alveo diverso che andrà a beneficio, ripeto, sicuramente di Rfi, sicuramente del territorio, ma che doveva essere inserita nell’obiettivo specifico 4.1 riguardante il miglioramento della qualità delle infrastrutture di trasporto intermodali della regione e della mobilità urbana.
Oppure le ferrovie del sud sono diverse da quelle del nord?! Chiaritemi questa cosa! Oppure esiste una Rfi ascolana diversa dalla Rfi che giustamente state interrogando affinché paghi e finanzi la ristrutturazione della rete Roma-Ancona?! C’è qualcosa di diverso? Questa Giunta quando va a sedersi sui binari per protestare contro i tagli, giustamente, della tratta di Fabriano, non si dovrebbe anche sedere sui binari di Ascoli?!
E’ questo che vorrei chiedere e mi dispiace essere strapaesano, ma io con questo emendamento chiedo semplicemente che venga ripristinato un minimo di legalità.
Parlo di legalità perché quando sono andato a reperire i fondi per sostanziare questo riequilibrio, sono andato ad attivarmi proprio cercando di risagomare le dotazioni che si prestano in maniera più evidente a delle critiche di natura virgolettata, prendendo in parte dall’assistenza tecnica e prendendo in parte, attenzione bene, dalle provviste finanziarie per l’Inrca.
Va benissimo che la Regione faccia l’Inrca ma non è questo il luogo e non è questo il provvedimento che avrebbe dovuto alimentare le risorse che fino a ieri il dott. Ruta sosteneva che erano assicurate nell’accordo di programma dal Ministero della salute. Allora qui siamo veramente alla truffa mediatica oltre che a quella amministrativa!

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Vorrei rassicurare il Consigliere D’Isidoro che non c’è nessun intento ritorsivo in termini politici, anche se nella presentazione delle istanze legittime del territorio un perimetro politico altrettanto francamente è sempre segnalato.
A parte questo vorrei rimanere alla sostanza degli emendamenti.
Intanto, come ha ripetuto per la seconda volta il Consigliere Castelli, Rfi non ha ne aveva alcuna intenzione di finanziare questo tratto. Quindi il problema rappresentato dal territorio piceno di elettrificare quella tratta poteva conoscere tante alternative. I Comuni e la Provincia consultati ci hanno indicato quella tratta e quella noi abbiamo finanziato. In assenza di questa volontà Rfi non avrebbe fatto niente e l’efficientamento della linea Porto D’Ascoli-Ascoli sarebbe stata fortemente minacciata.
Per quello che riguarda la parte generale ripeto per la seconda volta che anche la Provincia di Pesaro nella parte a se dedicata destina le discutibili risorse di 2 milioni all’Università di Urbino, cioè per quella parte riferita speciale alla ricerca. Quindi sono indicazioni negli Assi generali che le Province si sono sobbarcate.

Guido CASTELLI. Urbino sta anche negli Assi generali, manutenzione straordinaria delle residenze. Lei deve dire la verità, Assessore, non ci può dire bugie!

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, per cortesia, non interrompa.

Pietro MARCOLINI. Consigliere Castelli, gli Ersu sono quattro e non riguarda quello specifico di Urbino. Il finanziamento a cui lei fa riferimento di 6,4 milioni riguarda tutti e quattro gli Ersu esistenti nelle Marche e se ne avessimo avuto un quinto ad Ascoli ci sarebbe stato anche quello di Ascoli. Voglio differenziare la differenza della Provincia di Pesaro e Urbino che è quella riferita ai 2 milioni per l’Università che lei prima impropriamente confondeva. Quella è separata esattamente come si è sobbarcato l’onere della proposta la Provincia di Ascoli.
Nel merito della discussione di cui i due presentatori si fanno carico, questa è presentissima al Governo e alla maggioranza. Domani l’Assessore al Piceno farà una riunione di tutti i servizi e proporrà un aggiornamento del Piano per il Piceno che sintetizzerà le azioni sviluppate e da proporre.
Ne voglio segnalare due, che sono quelle in corso di istruttoria, prima fra tutti quella che riguarda i siti inquinati con un grande progetto regionale di circa 112 milioni di investimenti. Non voglio però anticipare cose che poi dopodomani l’Assessore con delega al Piceno avrà modo di aggiornare, quindi spiegherà, come nel passato, lo sforzo per esempio fatto sugli ammortizzatori in deroga, cioè quelli sotto il limite percentuale dei dipendenti e l’applicazione settoriale, per oltre 20 milioni, andato dove doveva andare perché lì era la crisi. Così come altri interventi assegnati in quella provincia, compreso non soltanto l’elettrificazione ma anche l’importante sottopasso della statale, che costituisce un altro elemento fortemente voluto dal territorio.
L’indicazione di questo emendamento tra l’altro pesca laddove purtroppo ci imprigioneremmo, secondo una logica che sicuramente non appartiene al Consigliere D’Isidoro, ovvero abbassando le risorse per l’assistenza tecnica peggioreremmo la qualità complessiva del FAS.
Quindi le dico, Consigliere D’Isidoro, amichevolmente – una volta si sarebbe detto fraternamente – che siamo tutti quanti impegnati secondo i principi e secondo i vari livelli di intervento a sostenere lo sforzo da lei auspicato.

PRESIDENTE. Emendamento n. 29. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 30 dei Consiglieri Giannotti, Tiberi:
Nel capitolo 4 (Contributo delle amministrazioni provinciali alla programmazione FAS”, paragrafo 4.1 “Iniziative progettuali delle province”, dopo al tabella relativa all’allocazione delle risorse tra le amministrazioni provinciali è inserito il seguente periodo: “Le risorse previste per la Provincia di Pesaro e Urbino, pari a 16,750 milioni di euro, saranno interamente destinate alla riqualificazione ed adeguamento delle infrastrutture viarie”.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Intanto chiedo al Vicepresidente Santori di controllare l’orario, perché il tempo che ho vorrei utilizzarlo senza essere disturbato.

PRESIDENTE. Chiedo al Consigliere Giannotti di rispettare, quando si rivolge alla Presidenza, tutta l’Assemblea legislativa regionale! Quindi faccia il suo intervento, Consigliere Giannotti, che semmai è il Presidente che si preoccupa a controllare il rispetto delle regole, non ha bisogno di “cattivi consiglieri”!

Roberto GIANNOTTI. Se viene accolto questo emendamento voterò in dissociazione dal mio gruppo, caro Consigliere Ricci. Cioè se questo emendamento venisse accolto dalla maggioranza sono disposto a dissociarmi dalla posizione della minoranza ed esprimere un voto di astensione critica.
Per le motivazioni che ho addotto questa mattina non condivido l’atto per nulla, però se ci fosse un segnale di buona disponibilità, specialmente dal Consigliere Ricci, potrei considerare la possibilità di trasformare questo voto da negativo in un voto di astensione critica.
(…) Lei probabilmente, Consigliere Luchetti, questa mattina non ha colto, perché chi frequenta la provincia di Pesaro, cosa che evidentemente non le è molto cara, conosce la realtà della situazione della viabilità provinciale. Una delle deleghe principali dell’Amministrazione provinciale non è mai soddisfatta. La colpa è di Ucchielli oggi ma anche di Ricci Mirco che fino a ieri ha fatto l’Assessore ai lavori pubblici!
La situazione della viabilità è disastrosa, pensiamo alla Cesanense, alla Marecchiese, alla Fogliense, alla Metaurense, c’è una situazione da paese del terzo mondo!
Collega Mollaroli, lei non gira come il collega Luchetti, quindi venga più spesso!
Voglio dire che è un’emergenza vera e propria che non aiuta lo sviluppo e che contrasta con la possibilità di una mobilità effettiva da parte dei cittadini e degli imprenditori.
Per questo ritengo che meglio di altre cose corrisponda all’esigenza di destinare l’intero complesso delle risorse FAS previste per la provincia di Pesaro, che sono discrete, per la realizzazione di un primo stralcio di lavori di sistemazione della rete di strade provinciali della provincia di Pesaro.
Se mi consentite è un’altra cosa rispetto a quello che è stato previsto dalla Provincia di Pesaro, cioè non so a quanto servono i 5 milioni di euro previsti per l’interquartieri, oppure i 3 milioni di euro per il quartiere fieristico che non funziona e che potrebbe realizzare economie più concrete, ancora, la realizzazione del parcheggio di scambio a Urbino che impegna 1 milione di euro o il recupero funzionale della piazza di Fossombrone di 1 milione di euro. L’unico intervento che potrebbe giustificarsi è quello relativo alla zona di collegamento di Fano. L’esempio della pista ciclabile fatto questa mattina è addirittura risibile.
Rispetto a questo la risposta è secca, spendiamo questi soldi per la sistemazione della rete stradale. L’emendamento vuol dire questo.
Voglio però chiarire velocemente un’altra cosa su Urbino. Assessore Marcolini, la stimo perché so che è una persona che studia e le cose le dice con cognizione di causa, ma la invito per favore a rileggere le polemiche sulla stampa rispetto all’acquisto del Tridente e vedrà che ha ragione il sottoscritto. Perché impropriamente alcuni Consiglieri e alcuni Assessori hanno segnalato i 2 milioni di euro che oggi decideremo di stanziare come quota di integrazione per l’acquisto del collegio da aggiungere alle risorse regionali. Queste sono state le affermazioni, oggi prendo atto che intelligentemente avete usato un altro punto di riferimento, che è più attinente alla norma, ma il resto, mi consenta, devo rigettarlo al mittente.
Non c’è nessuna volontà di intimidazione, c’è lo sdegno mio, segretario e cittadino e del Pdl di Urbino per il fatto che un Rettore di università, Assessore, non può permettersi di andare in piazza e cavalcare gli studenti al grido “il Governo affossa l’università”, sapendo che lui per primo ha responsabilità gravissime nella situazione finanziaria dell’Università di Urbino! Io sono per lo sviluppo degli studi universitari, sono per il risanamento, però il Rettore avrebbe fatto meglio quel giorno a rimanere in aula e fare lezione!
Chiedo la votazione per appello nominale unitamente ai colleghi Tiberi e Massi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ovviamente questo emendamento è da respingere perché è una provocazione bella e buona. Proporre di trasferire tutte le risorse dalle attuali previsioni di quelle otto schede progetto sulle strade è da considerare solo una provocazione.
Non si può non vedere che di quei 16 milioni, 5 più 3 sono sulla viabilità, dove 5 sono per l’interquartieri di Pesaro e il Consigliere Giannotti sa benissimo che il completamento di quella strada favorisce l’accesso più veloce e più rapido al polo sanitario di Muraglia in quanto collega l’autostrada con l’ospedale. Delle otto schede progetto, per sua informazione, Consigliere Giannotti, è certamente quella più avanzata, quindi lei non conosce neanche i progetti!
Sulla strada delle barche ci sono altri 3 milioni di euro. Quindi in realtà su quei 16 milioni che vanno a Pesaro, 8 sono sulla viabilità.

Roberto GIANNOTTI. E allora?!

Mirco RICCI. Allora va benissimo!

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompete.

Mirco RICCI. Io l’assessore l’ho fatto in Provincia di Pesaro Urbino quindi sono consapevole di come sono le nostre arterie stradali, sono messe male, ma ne siamo consapevoli a Pesaro, ad Ascoli, a Macerata, un po’ ovunque.
Volevo essere serio ma siccome lei, Consigliere Giannotti, non me lo consente, allora le dico che il suo atteggiamento è semplicemente in previsione della prossima campagna elettorale. Ha scelto questo canale, vada avanti su questo! Quindi se vuole che le parli di come è la situazione della viabilità lo faccio per la mia esperienza, ma se vuole fare campagna elettorale sulla viabilità lo faccia pure, ma si scontrerà, perché questa proposta nel Fas vanno in sette schede progetto che sono considerate un’aspettativa formidabile dalla città e dalla provincia di Pesaro. Quindi sta sbagliando tattica.
L’emendamento pertanto è da respingere.

PRESIDENTE. Invito tutti i Consiglieri ad essere educati. Educazione significa saper ascoltare gli altri senza interrompere. L’Aula dell’Assemblea legislativa delle Marche non è luogo dove si possono fare i battibecchi, è un luogo dove si confrontano le idee.
Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Sicuramente l’impostazione del Consigliere Giannotti è condivisibile. Il problema della viabilità nella provincia di Pesaro Urbino è molto grave, è stato ammesso anche dallo stesso Capogruppo del Pd Ricci, dunque c’è un problema serio.
Questa mattina durante la discussione abbiamo detto che sarebbe opportuno fare delle azioni mirate per risolvere i problemi, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale, quindi credo che la proposta del Consigliere Giannotti ci sta.
Allo stesso tempo mi asterrò su questo emendamento perché il gruppo di Alleanza Nazionale con l’emendamento successivo chiede di ridefinire gli interventi programmati dalle Province. Perché sia alla luce del dibattito che della non condivisione di alcune scelte fatte direttamente dall’Amministrazione provinciale, credo sia opportuno rivisitare gli interventi programmati.
Quindi il mio voto di astensione è dovuto a questo, pur condividendo in linea di massima l’emendamento proposto dal Consigliere Giannotti.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera B.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi assente
Giancarlo D’Anna assente
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori sì
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 031 del Consigliere D’Anna:
Aggiungere all’emendamento n. 31 la seguente frase: "Con particolare riferimento alla cosiddetta strada delle barche di Fano prevedendo un aumento consistente delle risorse.”.
Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Come stavo dicendo qualche istante fa, credo che nell’assegnazione alle varie Province non si sia tenuta nella debita considerazione una priorità. Se è giusto intervenire su più fronti, se è vero che da più parti ci sono delle richieste per sanare varie problematiche, credo che necessariamente debba essere data una priorità.
Il discorso della famosa strada delle barche credo sia condiviso anche dalla Regione, ne abbiamo sentito parlare anche durante il Fano yacht festival durante gli incontri del distretto del mare. In quella situazione ci sarebbe dovuta essere più attenzione dal punto di vista dei fondi.
Come ho già evidenziato questa mattina ci sono alcuni interventi finanziati al 100% o comunque con percentuali molto alte. Qui si lascia sul groppone del Comune oltre 10 milioni di euro, questo non consente di dare una continuità a quest’opera che tutti considerano necessaria.
Questo mio subemendamento e il successivo emendamento dicono non solo di ridefinire gli interventi ma anche di prestare particolare attenzione alla cosiddetta strada delle barche prevedendo un aumento consistente delle risorse.
Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei Pistarelli Romagnoli.

PRESIDENTE. Prego, Consigliere Altomeni, partiamo dalla lettera D.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Giancarlo D’Anna sì
Antonio D’Isidoro no
Sandro Donati no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Franco Sordoni no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente
Michele Altomeni no
Marco Amagliani no
Fabio Badiali no
Stefania Benatti no
Massimo Binci no
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi assente

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 31 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti:
A pag. 29 di 36 – Cap. 4.1. Iniziative progettuali delle Province, dopo la tabella inserire il seguente periodo: “Sulla base di quanto da ultimo emerso (crisi economica che ha coinvolto il territorio marchigiano e le imprese) si ritiene necessario dover convocare nuovamente il tavolo di concertazione con le Amministrazioni provinciali per ridefinire gli interventi programmati dalle Province.
Pertanto la Giunta regionale è impegnata a riconvocare le Amministrazioni provinciali e a definire entro sessanta giorni dal presente atto, previo parere della seconda Commissione assembleare, gli interventi per ogni singolo territorio provinciale.”.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non penso sia necessario illustrare in maniera approfondita questo emendamento perché è chiaro anche nella sua dicitura.
Lasciando l’impianto del fondo così com’è chiediamo in maniera formale che la Giunta nei sessanta giorni prossimi, cioè entro la fine dell’anno ed entro la programmazione di quest’anno – anche l’Assessore Marcolini diceva che era necessario farlo, noi condividiamo – si possa riconsiderare il lavoro delle Province, cioè i 75 milioni, alla luce dell’attuale condizione di intervento della Regione Marche con i fondi FAS.
Questo è un emendamento che aiuta anche la discussione. Non so se ormai ci sono più i margini politici, e non tecnici, ma secondo me questo potrebbe essere un’ottima via d’uscita per le problematiche più stringenti che abbiamo sollevato e più non in linea con i discorsi che abbiamo tutti detto dover essere propri della Regione.
E’ un emendamento che può permettere questo tipo di meccanismo, non so però, ripeto, se ci sono le condizioni politiche per poterlo fare.

PRESIDENTE. Emendamento n. 31. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Ordine del giorno n. 1 della seconda Commissione:
L’Assemblea legislativa delle Marche, preso atto della programmazione FAS;
Valutate le indicazione espresse dal CAL;
Ritenuto che il confronto e la partecipazione siano strumenti necessari ed efficaci per la valorizzazione sinergica delle azioni previste e proposte dalle amministrazioni ai vari livelli;
Impegna la Giunta regionale
- ad indire preventive conferenze per l’illustrazione delle proposte di allocazione delle risorse a gestione diretta da parte della Regione stessa alle quali siano invitati Comuni e Province per raccoglierne indicazioni e proposte;
- a produrre il documento definitivo al parere del CAL.

Su questo ordine del giorno è stato presentato un emendamento dai Consiglieri Capponi e Bugaro:
Al primo punto dell’impegno per la Giunta regionale, dopo la frase “Regione stessa” inserire la frase “e da parte delle Province”.

Sull’ordine del giorno ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questo ordine del giorno di fatto raccoglie una serie di raccomandazioni inserite nel parere del CAL. La Commissione ha ritenuto che queste raccomandazioni valessero come strumento ulteriore del percorso del FAS, per cui l’ordine del giorno ha due punti molto semplici, il primo riguarda quello di mantenere aperto nelle forme della partecipazione questo rapporto con i Comuni e con le Province, il secondo riguarda quello di tenere aperto dentro questo percorso il lavoro del CAL.
Quindi le fasi sono due, quella della consultazione aperta a tutti gli enti locali e quella della valorizzazione del CAL come parere sul documento di indirizzo. Pertanto raccoglie le raccomandazioni che il CAL aveva espresso dopo la valutazione del documento.

PRESIDENTE. Sull’emendamento ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Alla stregua di quello che deve fare la Regione anche le Province devono informare almeno le Conferenze delle Autonomie locali sull’allocazione delle risorse.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1, così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 dei Consiglieri Ricci, Brandoni, Procaccini, Rocchi, D’Isidoro:
L’assemblea legislativa delle Marche, nell’approvare nella seduta dell’11 novembre 2008 le linee di indirizzo per la predisposizione del Programma attuativo regionale (PAR) del FAS 2007/2013,
Considerato che è prevista una verifica del livello di attuazione degli interventi individuati dalla programmazione regionale nella cosiddetta “revisione di mezzotermine”
Impegna la Giunta regionale a predisporre la verifica in maniera tale da mettere l’assemblea regionale nelle condizioni di testare il reale stato di avanzamento dell’attuazione delle scelte fatte, e degli effetti settoriali e territoriali in riferimento alle scelte oggi in approvazione, al fine di rendere possibile una diversa utilizzazione delle risorse,dando priorità nel caso, a interventi di sostegno e promozione del lavoro e delle attività produttive, qualora se ne verificasse la opportunità.

Su questo ordine del giorno è stato presentato un emendamento a firma Mollaroli:
Sostituire le parole “nella cosiddetta ‘revisione di mezzotermine’ “ con le parole “entro luglio 2009”.

Sull’ordine del giorno ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Nel corso del dibattito abbiamo colto da parte di molti interventi la necessità di procedere ad una verifica dell’utilizzo corretto dei fondi FAS in relazione alle previsioni di medio termine previste anche dalle direttive comunitarie.
Credo molto a questo proprio perché molti progetti presentati, tra l’altro, sono schede progetto, molte delle quali può anche darsi non vadano a buon fine. Quindi una verifica di revisione di mezzotermine credo sia giusto e opportuno che la Giunta la faccia, c’è un emendamento che fissa nel luglio 2009 questo tempo. Questo ci può permettere di rivedere la situazione dello stato di attuazione e di avanzamento dei progetti e verificare delle possibilità di riallocare risorse sia da un punto di vista di alcuni settori particolari, che indichiamo insieme agli altri firmatari, quali le attività produttive e le questioni del lavoro, sia dal punto di vista di un maggiore equilibrio territoriale, ove possibile e ove necessario.
Confido che ciò sia possibile farlo, anche se attraverso lo strumento dell’ordine del giorno che può essere considerato più o meno solido.
Se questo ordine del giorno verrà approvato la Giunta sarà chiamata a dare riscontro di ciò che è una necessaria verifica del triennio di attuazione dei fondi strutturali europei, in modo particolare dei fondi FAS. Se riusciamo a farlo entro la prossima estate sarà l’anticipo di un certo periodo di tempo rispetto al triennio che scade alla fine del 2009. Questo anticipo lo chiediamo con l’emendamento della Consigliera Mollaroli.
E’ chiaro che chiamiamo la Giunta e gli uffici a mettersi a lavorare un po’ prima ma è per rendere possibile questa verifica dello stato di attuazione e di avanzamento dei progetti relativi al finanziamento dei fondi FAS.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Ricci, anche per aver illustrato l’emendamento.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo ordine del giorno è un po’ ambiguo, perché se soltanto fra quattro-cinque mesi dobbiamo iniziare la discussione della riprogrammazione, allora non capisco perché non è stata accolta la nostra proposta, cioè quella di fare subito un tavolo più approfondito e poi destinare diversamente.
Consigliere Ricci, se vuole le spiego anche qual è la vostra strategia, sarà quella di arrivare alle elezioni con questa “lista della spesa” che avete portato a ogni Comune delle Marche e avvenute le elezioni rimangiarvela perché ci sarà la crisi e bisognerà farlo. Io non sono un profeta, ma riparleremo sicuramente di quello che avverrà da qui ad aprile-maggio 2009.
Quindi su questo ordine del giorno ci asteniamo in quanto lo riteniamo non funzionale agli obiettivi che ci stiamo detti e anche a quelli che peraltro mettete anche nelle premesse dell’atto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2, così come modificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico proposta di atto amministrativo n. 102. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sono aperte le dichiarazioni di voto. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei solo ripercorrere le cose che non sono riuscito a dire nell’intervento iniziale, del quale comunque confermo tutto perché immaginavo che la discussione sarebbe andata in questa direzione, ovvero nessun accoglimento delle nostre proposte, neanche di quelle più semplici e più realistiche o addirittura di quelle che miglioravano l’atto. E’ un atto di autonomia della Giunta, della maggioranza, che non ascolta nessuno, va avanti dritta per la sua strada, ma questo potrebbe essere anche un atteggiamento che a noi va bene.
Abbiamo chiesto un rinvio di quest’atto per le motivazioni che abbiamo già esposto, abbiamo chiesto inoltre un’attivazione di una riconsiderazione alla luce della grande crisi sopravvenuta.
Ci sono alcuni indirizzi che condividiamo, come quelli che riguardano la valorizzazione del turismo, in quanto è una cosa di prospettiva, oppure il discorso fatto su alcuni settori critici come quelli della raccolta dei rifiuti, mentre critichiamo la bassa disponibilità di risorse destinate alle attività produttive, all’innovazione, alla riqualificazione e alla nascita di nuovi insediamenti.
Solo per rendervi edotti, perché probabilmente qualcuno non lo ha letto, su 242 milioni di euro ci sono circa 10-12 milioni di euro, a seconda di come uno li interpreta, destinati alle attività produttive. Quindi su 242 sono 12. Ritengo che da un’Assemblea legislativa responsabile ciò non sia sostenibile.
Tra l’altro l’uso di questa “lista della spesa” è assolutamente discriminatoria, infatti al suo interno non siamo riusciti a rinvenire un comune o un’amministrazione di centro- destra. Forse è un caso, probabilmente ci sbagliamo, ma tutto questo stracciamento di vesti dei nostri governatori che dicono che lo Stato toglie...

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri, quante volte devono essere ripetute le stesse cose! La prego, Consigliere Castelli, concluda pure.

Franco CAPPONI. Concludo anche perché con questo brusio non è facile neanche tenere il filo. Stavo dicendo che la nostra posizione rimane fortemente critica, di questo documento apprezziamo soltanto una piccolissima parte, tutto il resto riteniamo debba essere ricontrattato a breve. E siccome oggi una discriminante nell’intervento della crisi è il fattore tempo, noi stiamo perdendo tempo. Questo però non è addebitabile alla colpa dell’Assemblea legislativa regionale, tanto meno dell’opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Brevemente soltanto per dire che è un’occasione che stiamo perdendo come Regione, come sistema, come analisi e riflessione sull’attualità della condizione economica e sociale del nostro territorio, chiaramente nel quadro più ampio e complessivo della crisi internazionale, una crisi che investe pesantemente anche l’Europa e l’intero nostro Paese.
Perdiamo dunque un’occasione importante. Ci è stato detto che a metà percorso si farà una valutazione e una riflessione sullo stato di attuazione degli interventi. E’ un pannicello caldo ma speriamo comunque possa essere l’occasione di una correzione in corso d’opera che, a nostro avviso, ha necessità di avere l’impianto complessivo di questi interventi.
Interventi di cui, peraltro, abbiamo la fortuna di discutere in un momento in cui veramente c’è una difficoltà di reperimento delle risorse, essi arrivano a oltre 600 milioni di euro. Ed è veramente il rammarico che ci porta a dire questo. Anche perché tale tipo discorso non l’abbiamo fatto solo in Aula, dove magari può essere difficile farsi comprendere, l’abbiamo fatto per tempo più di una volta in Commissione e nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi. Dunque non siamo giunti all’ultimo momento indicando emendamenti o modifiche necessarie e indispensabili, pertanto non dando tempo alla maggioranza, alla sua variegata composizione e ai suoi vari gradi di sensibilità di trovare convergenze almeno su qualche punto.
Allora diteci voi quale deve essere lo strumento, il modo, la modalità di un confronto che dovrebbe volare, per forza di cose, più alto rispetto alle puntiformi necessità, invece dell’accontentare questo o quello per tenere tutto assieme. La casa mi pare stia “bruciando”, e naturalmente non è la Regione, ma è il sistema complessivo della nostra realtà economica e sociale.
Il Fondo FAS dovrebbe essere votato e vocato a questo tipo di necessità, abbiamo la fortuna, ripeto, di discuterlo in un momento sfortunato – scusate il gioco di parole – ma non lo abbiamo fatto.
Questo è il nostro rammarico ed ecco perché con preoccupazione vogliamo sollevare la questione dando un voto negativo. Perché è l’intero impianto che è inficiato dalla sua impostazione, dalla sua base, che tra l’altro riteniamo non in linea con i dettami che tutti ci eravamo dati quando nel luglio scorso avevamo fatto le linee programmatiche.
Anche nelle procedure il lavoro con i territori non può essere demandato ad un’interlocuzione con i Presidenti delle Province o a chi interpreta un ruolo apicale, e che dovrebbe essere di sintesi della dialettica, del dibattito e del confronto delle varie sensibilità territoriali. Non si è discusso nemmeno nella Conferenza delle autonomie provinciale, e questo è assolutamente un vulnus.
Quando si dice “verificheremo”, ripeto, è solo un pannicello caldo. Quindi anche sull’ordine del giorno ci siamo astenuti perché si vuole verificare quando ormai la delega è stata data completamente agli uffici e agli organismi di gestione e di governance dello strumento FAS.
Pertanto a nome del gruppo di AN, a nome del Popolo delle Libertà, dichiariamo il nostro voto negativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Solo un minuto per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico che è anche un voto molto convinto. E’ convinto proprio perché c’è la necessità di sostenere questa regione attraverso una collaborazione e un coordinamento fra i vari enti, sia a livello progettale che a livello di risorse.
Oggi questo atto libera risorse, le fissa su moltissimi interventi, credo sia un’opportunità da cogliere adesso, potremmo non riuscire più nel prossimo futuro ad avere le stesse possibilità.
Questo sessennio – siamo a metà strada – può permetterci di realizzare interventi finalizzati così come li prevede il FAS.
Non sono abituato a far polemica ma sono quasi costretto a farla, perché il Consigliere Capponi ha richiamato un certo “elenco della spesa” delle Province, e a me questa affermazione, peraltro ripetuta più volte, sembra molto offensiva. Quell’elenco, invece, ha una dignità, perché è un elenco di progetti presentati, condivisi prima di tutto dai sindaci di quei territori. Non si può ritenere l’allocazione di 75 milioni di euro un “elenco della spesa”!
Tra l’altro vorrei sapere se – visto che è stato richiamato il fatto che non ci sono Comuni di centro-destra, cosa che non è neanche vera – sarebbe di centro-sinistra intervenire sull’università di Urbino, se è di centro-sinistra intervenire sull’interquartieri di Pesaro che serve il polo ospedaliero, se restaurare la fiera di Pesaro è da considerare un intervento in favore dell’una o dell’altra parte oppure se l’intervento sulla strada delle barche di Fano favorisce l’una o l’altra parte politica! Questi sono tutti interventi essenziali per lo sviluppo di un territorio, così come la Mezzina al sud delle Marche.
Quindi richiamare un’allocazione di risorse su base elettorale è un errore gravissimo! Credo che questo forse sarà anche pagato da chi oggi ne fa un elemento di campagna elettorale.
Queste sono risorse che probabilmente potevano anche essere limate o aggiustate meglio e magari anche con un lavoro diverso, ma in ogni caso sono risorse che largamente riguardano la grande aspettativa che c’è nei territori delle province.
Abbiamo messo in evidenza questioni di fondo che si riferiscono all’occupazione e al lavoro, al fermano, all’ascolano, al fabrianese, e questo documento le riconosce in maniera chiara, potrei dire forse in maniera anche troppo chiara.
Così come c’è una grande attenzione con risorse consistenti, circa 60 milioni di euro, che riguardano il sociale.
Insomma criticare è normale e legittimo ma certamente questo pacchetto di risorse risponde in maniera adeguata ed efficace alle esigenze poste dal nostro territorio regionale e lo fa sulla base di tantissime sensibilità legate al mondo del lavoro, al sociale, all’economia, all’impresa.
Quindi oggi in questa Assemblea legislativa regionale abbiamo senz’altro un passaggio importante per allocare in maniera adeguata i fondi FAS.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Solo per dare, a conforto di quanto già sostenuto dai Consiglieri Pistarelli e Capponi, una lettura politica di quello che è accaduto. Perché quando si parla delle Province, non si parla delle circoscrizioni provinciali, si parla solo di nomi e di cognomi. E il protagonismo che ha avuto il Consigliere Ricci rispetto a questa vicenda ci fa pensare che tutta la composizione di queste schede di ripartizione si sposi a quella che è stata la gestione politica della crisi di Gian Mario Spacca. Nessuno ha detto che dietro il FAS si cela la lunga notte di questa primavera-estate che per il Presidente Spacca è stata sicuramente difficile. Vi ricordo, infatti, che la primavera-estate di Spacca si conclude con il grande patto di Pesaro quando, rotolando la testa giù per la strada delle barche di Fano dell’Assessore Minardi, Gian Mario Spacca si presenta alla manifestazione di apertura della Festa dell’Unità e dove d’incanto, coloro che secondo il gossip regionale dovevano essere i candidati futuri e possibili alla presidenza della Regione del 2010, inopinatamente si scambiano baci e abbracci, pulendosi poi le mani, ripeto, dalle chiazze di sangue politico dell’Assessore Minardi, e soprattutto siglando le schede che non a caso ci vengono riferite cronologicamente alle date 14 luglio e 4 agosto.
Quindi è fra il 14 luglio e il 4 agosto che di fatto le Province, quelle forti, quelle toste, gestiscono questo scambio, che non è solo uno scambio tra territori ma anche tra i referenti politici dei territori, ovvero, Ucchielli, Casagrande, Silenzi, Rossi.
La storia di questo FAS, a vederla in filigrana, altro non è che il tentativo del Presidente Spacca di dire: “Guardate, 75 milioni li utilizziamo per garantire il territorio ma anche me stesso, quindi facciamo a fette il FAS, per un attimo evitiamo di concentrarci sulle ragioni dell’industrializzazione, della crisi socio-economica, delle fragilità” e poi contentava dicendo: “comunque vi do alimento sufficiente – come diceva il collega Capponi – a fare campagna elettorale, ecc.”.
Chiaramente è fra luglio e agosto che si sono evidenziate tutte le maggiori discrasie rispetto alle componenti minoritarie. L’onorevole Agostini attacca Rossi e attacca in parte anche la Giunta regionale e recentemente l’onorevole ha attaccato anche l’Assessore Mezzolani. Ormai l’onorevole Agostini assomiglia a quei tori della Plaza de toros che hanno sì tante banderillas sul dorso ma che poi si muovono abbastanza scriteriatamente. Quindi Agostini arriva sì addirittura ad attaccare Mezzolani, ma attacca poi il compagno di partito? No! Attacca Spacca reo di aver dato la provvista finanziaria ad Agostini. E queste sono le conseguenze del FAS, è bene leggerlo!
Invece per parte pesarese ormai lì stanno tutti a guardare se passerà o meno – ma sembra non passi – la legge di riforma per le europee. In effetti a luglio sembrava che togliessero le preferenze, quindi la pace di Augusta, quella siglata sulla piazza grande di Pesaro, sembrava ormai sistemata in tutti i suoi tasselli. Ora sembra, però, che le preferenze le lascino, dunque non so se ci saranno ritocchi del FAS in relazione al grado di incavolatura che si potrebbe anche evidenziare qualora il cardinale Ucchielli entrasse papa nel conclave europeo e uscisse di nuovo cardinale. Allora ne vedremmo delle belle ma probabilmente arriveremmo a una rimodulazione.
Sullo sfondo c’è anche il potente Giulio Silenzi, non vi sarà sfuggito che qualche piccolo tentativo di indipendenza e di giudizio l’ha proprio alimentato Francesco Comi, suo fiero avversario interno, il quale ha perso la battaglia di Caccamo ma ha vinto la battaglia della presenza, della vitalità. Infine Rossi non si sa che fine faccia.
Quindi il mio voto contrario non è solo per quello che ho detto e che abbiamo detto insieme, ma perché è evidente che dietro le risorse FAS c’è il tentativo di un grande accordo tra l’uscente e presumo ricandidato Presidente della Giunta regionale e le satrapie regionali.
I quattro satrapi sono lì, pronti ad accordare il loro sostegno qualora abbiano nella scarsella le giuste risorse. Ed è anche per questo, rivolgendomi idealmente verso il sud della regione, che non posso che rimpiangere come i soldi che dovevano servire a ridare speranze ai disoccupati, agli operai, a lumpenproletariat della vallata del Tronto e non solo, prendano la strada mesta della campagna elettorale dei satrapi provinciali che, in accordo con Gian Mario Spacca, hanno ritenuto di ridurre i FAS ad una sorta di rimembranza di Achille Lauro.
Ormai il laurismo regionale vince e opera, con buona pace del mesto Assessore Marcolini che ritrova solo nei lumicini di Urbino un motivo di vitalità e di ottimismo.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 102, così come modificata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Comunicazioni della Giunta regionale in ordine alla crisi occupazionale nelle Marche con particolare riferimento alla crisi del gruppo “Antonio Merloni spa”
(Discussione e votazione risoluzione)



PRESIDENTE. Passiamo ora al punto 3) dell’ordine del giorno sulle comunicazioni della Giunta regionale e poi svolgeremo il punto 5) di cui alla proposta di legge n. 184.
Ora, visto che la Giunta nella seduta precedente ha già svolto la comunicazione, apro la discussione. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Non prendo la parola con gusto, perché certamente avrei preferito evitare questo punto all’ordine del giorno, e non perché non voglia trattarlo ma perché avrei preferito che nella regione questi eventi non si fossero mai verificati.
La crisi dell’Antonio Merloni si innesta in un quadro più ampio di difficoltà di carattere generale che sta vivendo l’economia, il che non fa che aggravare la situazione del nostro territorio. Un territorio che in queste ore si sta caratterizzando con un pesante aggravio della bilancia commerciale, infatti i dati di oggi, che segnalano un meno del 3,6% della produzione industriale nell’ultimo trimestre, ne sono ahimè la conferma.
Quindi, Presidente Spacca, il mio intervento non vuole essere assolutamente un intervento di polemica, ma certamente alcuni passaggi potranno essere più acuti.
Ritengo, infatti, che la Giunta regionale non dico che porti delle responsabilità ma che comunque è responsabile di una sottovalutazione del caso. Non lo dico con tono polemico, però quando nel mese di maggio 2005 dicevamo: “tsunami occupazionale, Forza Italia lancia l’allarme” oppure “crisi Antonio Merloni, Bugaro incalza la Regione”, ci fu risposto che stavamo gettando soltanto allarme e che eravamo uccelli del malaugurio.
Questo fatto ci aveva abbastanza colpito perché in quei nostri atti ispettivi volevamo sollecitare la Giunta regionale a non mettere la polvere sotto il tappeto ma iniziare un percorso che potesse prevedere alcune azioni utili a tamponare una valanga che comunque sarebbe arrivata.
Purtroppo, infatti, la valanga è arrivata, come dicevo all’inizio del mio intervento, in un momento di particolare difficoltà dell’economia nazionale e internazionale. E’ arrivata in un territorio come il nostro che è a forte vocazione manifatturiera e che quindi risente in maniera forte la contrazione dei mercati, specialmente in un luogo come quello di Fabriano dove sappiamo perfettamente che è presente un distretto monosettoriale con tutto ciò che ne consegue.
Quindi oggi auspico, Presidente Spacca, che su questo punto ci sia quella convergenza che possa produrre un documento comune. Perché in questo momento i cittadini marchigiani e i lavoratori delle aziende Merloni, gli imprenditori e i lavoratori delle aziende fornitrici e sub fornitrici si aspettano dall’Assemblea legislativa delle Marche, quindi da tutti noi, un atteggiamento responsabile, un atteggiamento che metta da parte la contrapposizione politica e che cerchi di trovare soluzioni condivisibili per portare un contributo utile alla soluzione della crisi.
E’ questo, secondo me, Presidente, lo spirito che ci dovrebbe animare.
Ho letto il documento che avete predisposto e debbo dire che in larga parte lo condivido, penso sia la traccia giusta per iniziare un confronto con il Ministero e che alla fine possa portare ad un accordo di programma robusto.
In questo momento c’è un fattore imprescindibile, il fattore tempo, fondamentale per risolvere la crisi e per far sì che i clienti dell’Antonio Merloni non si rivolgano ad altri. Sappiamo perfettamente che aziende concorrenti, soprattutto del mercato turco, stanno aggredendo la clientela dell’Antonio Merloni, quindi riattivare le fabbriche è fondamentale ai fini di soddisfare le commesse già in house da parte dell’Antonio Merloni e per tutte le ricadute che potrebbe provocare nell’indotto.
Utilizzo questo mio intervento per fare anche una richiesta, una sollecitazione, un appello ai commissari. I commissari Confortini, Rizzi e Montaldo non possono in questo momento comportarsi da giuristi, non possono comportarsi da professori universitari, ma devono comportarsi da imprenditori e devono capire che dovranno produrre il piano industriale nel minor tempo possibile, anche per mettere nelle condizioni utili le Istituzioni affinché possano dare delle risposte rapide e concrete. Senza un piano industriale prodotto dall’Azienda le Istituzioni dal punto di vista giuridico non possono muoversi, quindi è un appello che faccio ai tre, perché senza questo atto è inutile che stiamo qui a parlare.
Noi siamo già nel precipizio del fallimento dell’azienda e quindi i termini di legge che prevedono centottanta giorni per la produzione del piano industriale sono over time, sono assolutamente fuori da quello che dovrebbe essere un range accettabile per un tentativo di salvataggio, ovvero per costruire un piano, anche finanziario, nei confronti delle aziende fornitrici e sub fornitrici da parte delle Istituzioni – quando parlo delle Istituzioni intendo soprattutto la Regione e il Ministero dello sviluppo economico –.
So che il Ministero dello sviluppo economico – è notizia di queste ore – varerà un fondo di garanzia di 650 milioni di euro, chiaramente è su base nazionale ma è comunque una cifra importante. E’ una cifra dalla quale, mi auguro, potremo attingere in maniera cospicua, posto comunque che l’emergenza non è solo del nostro territorio ma sta esplodendo anche in tante le altre regioni.
Il meccanismo messo in piedi dalla Regione, cioè quello dello stanziamento di 10 milioni di euro, che producono in rapporto uno a venti 200 milioni di euro per il fondo di garanzia, lo ritengo uno strumento positivo, peraltro già collaudato con l’emergenza dell’alluvione che ha caratterizzato due anni fa la zona dell’Aspio, però, Presidente, lo ritengo anche ottimistico. Perché il rapporto uno a venti è corretto quando si tratta di parlare di investimenti per le aziende, ma qui stiamo parlando di sofferenza, di crisi, quindi non penso che siamo su un rapporto uno a venti ma molto più realisticamente potremmo essere sulla base dell’uno a cinque, quindi dieci milioni di euro, cinquanta milioni di euro di garanzie per il Confidi.
Penso che i dieci milioni di euro potranno venire quasi essenzialmente dalle casse regionali, perché difficilmente le Camere di commercio, al di là delle dichiarazioni di qualcuno, potranno avere risorse sufficienti per esporsi diciamo con una cifra attorno ai 500 mila euro, inoltre reputo difficile reperire fondi anche presso le fondazioni bancarie perché i loro statuti non lo consentono.
Abbiamo fatto una proposta, cioè quella di una sorta di moratoria del debito nelle aziende minori coinvolte nella crisi della Merloni, quindi vorremmo che su questa direzione la Giunta regionale potesse studiare formule utili per poterla concretizzare. Perché in questo momento bisogna non solo riattivare la produzione della Merloni ma anche tamponare la crisi profonda e lo sconforto profondo che caratterizza quelle piccole e piccolissime aziende che stanno intorno alla casa madre – chiamiamola così -. Parliamo di un qualcosa come 1.200-1.300 aziende tutte localizzate in un raggio di meno di 50 chilometri, un dato così rilevante che soltanto a pensarlo fa tremare i polsi.
Presidente, bisogna pensare anche a formule non solo di tamponamento della crisi della Merloni ma anche a formule che possano consentire il rilancio, la riqualificazione e la diversificazione in quel distretto.
Oggi sicuramente – io l’ho ascoltato molto attentamente, Presidente, quando è intervenuto al Teatro Gentile – dobbiamo diventare attrattivi, ma nel diventare attrattivi di nuovi investimenti da parte di aziende che oggi non operano nel territorio regionale bisogna anche saper proporre cose che ci possano rendere realmente attrattivi, quindi formule fiscali e strumenti urbanistici che possano prevedere l’insediamento di nuove aziende.
Certamente, ahimè – ed è un fatto che oggi ci porta al collo di bottiglia – oggi il ritardo ormai diventato endemico che c’è nelle infrastrutture in questa regione non può che pesare ulteriormente nella crisi che stiamo vivendo. Mi riferisco ai ritardi e alle difficoltà che la vostra parte politica ha creato nello start-up della società Quadrilatero. Uno per tutti è il ricorso alla Corte Costituzionale che ha fatto perdere del tempo e comunque ha inficiato l’inizio di quel tipo di percorso. Mi riferisco – ne abbiamo parlato questa mattina anche in occasione di una interrogazione – all’Interporto Marche, oggi di fatto soltanto un interporto di facciata e non una piattaforma logistica intermodale realmente collegata con un porto che dovrebbe avere un suo sviluppo, un suo collegamento con la maggiore arteria che taglia la regione, quindi con l’autostrada A14. Inoltre manca un aeroporto che possa dare sicurezza di partenza e di arrivo a quegli imprenditori che decidono di venire in questo territorio.
Oggi tali deficienze sicuramente nel nostro territorio non favoriscono l’attrazione di nuovi capitali, quindi su questo dovremmo concentrare in maniera seria non solo le nostre attenzioni ma anche gli investimenti.
E’ per questo motivo che oggi abbiamo fato una forte critica all’uso dei fondi FAS.
Presidente, non penso che in un momento di così grande difficoltà dare 3 milioni e 800 mila euro per la ristrutturazione della biblioteca di Fabriano sia stato un atto utile per la ripresa e il sostegno dell’economia locale. Avrei preferito, siccome lei è persona di buon senso, che quei soldi venissero utilizzati in un’altra maniera, ovvero anch’essi inseriti, se possibile da un punto di vista legale, nel fondo di garanzia.
Voglio dire che oggi tutte le risorse regionali devono essere spese verso quel tipo di problema. Dunque cercare di gratificare gli enti locali, cercare di fare cassetta o marchetta di carattere politico-amministrativo per le prossime elezioni amministrative non è un fatto che qualifica la vostra Giunta regionale. Glielo dico, Presidente, con tutto il cuore e con la spontaneità che spesso mi contraddistingue.
Chiudo questo mio intervento con l’auspicio che la Giunta regionale possa proporre a quest’Aula, alla terza Commissione, anche altre formule come quella ad esempio di carattere fiscale, una sorta di Tremonti regionale, per cercare di attrarre nuovi capitali e per cercare di stimolare gli investimenti degli imprenditori. Quegli imprenditori che sono sempre stati un vanto della nostra regione e che nei momenti di crisi hanno sempre tirato fuori delle idee e hanno saputo portare in alto il nostro territorio.
Sono altresì convinto che siamo ad una svolta epocale di passaggio generazionale di alcuni grandi imprenditori, che hanno fatto sì la storia economica della nostra regione ma che oggi, per fatto anagrafico aggravato anche dalla crisi economica, sono probabilmente alla fine di un percorso. E chi si interessa di processi industriali sa bene quanto sia difficile un passaggio generazionale e quali sono gli scogli che nel ricambio devono essere superati
Oggi dunque siamo di fronte a questioni di una vastità tale che segneranno necessariamente la storia di questa nostra regione non solo dal punto di vista economico ma anche sociale e politico.
Dall’azione che il Governo regionale saprà sviluppare di concerto con quella nazionale avremo i risultati di questa crisi. Una crisi così preoccupante che auspico possa trovare linee di condivisione e non sempre e solo linee di scontro.
Il mio non è un discorso buonista o teso a quella parola che io rifiuto sempre, ovvero l’inciucio, perché ritengo che la politica debba sì significare confronto e spesso anche scontro aspro, ma deve significare soprattutto sintesi. Quindi gli amministratori in questo momento devono dimostrarsi di un livello tale per trovare necessariamente una sintesi su formule che possano dare un rilancio al nostro territorio.

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Innanzitutto il gruppo regionale dei Comunisti Italiani vuole esprimere la solidarietà ai lavoratori in lotta e alle loro famiglie nella difesa del posto di lavoro. Questa è una crisi enorme che ha ripercussioni gravissime per migliaia di persone.
La crisi dell’Antonio Merloni, anche se tra le più ampie, purtroppo non è l’unica, è in generale e quindi anche nelle Marche. La provincia di Ascoli Piceno – ne abbiamo discusso prima – ha visto migliaia di licenziati nei diversi settori produttivi, e prima ancora vi è il fermano che ha visto la crisi del settore della calzatura.
In questo contesto il modello Marche ha bisogno di essere innovato, altrimenti per la sua altissima percentuale di manifattura rischia di subire un declino definitivo e quindi di essere spazzato via.
La crisi dell’Antonio Merloni non è solo di tipo regionale, ma anche nazionale. Attiene inoltre alle dinamiche mondiali della globalizzazione del capitalismo, dove il meccanismo della delocalizzazione interna ed internazionale della produzione ha distrutto la dimensione intermedia della produzione medesima che è diventata indotto.
La globalizzazione, altresì, ha ridotto a piccole nicchie le produzioni di qualità, con la ricerca ossessiva della massima flessibilità dei lavoratori e delle loro forme di tutela.
Molti colossi industriali hanno preferito far produrre a terzi i loro marchi, hanno ridotto i livelli occupazionali, hanno licenziato, come ha fatto ad esempio la Fiat, trasformando così le industrie di produzione in società di capitali e in sistemi bancari.
In questa regione la crisi dell’Antonio Merloni chiude in via definitiva una storia industriale di grande rilievo.
Questa crisi non c’è dubbio che ha origini soggettive, è una crisi dovuta ad una discutibile strategia che non ha voluto un suo autonomo marchio di elettrodomestico e forse è anche una crisi dovuta ad una discutibile direzione manageriale. Ma a determinare questa crisi non è neanche la cosiddetta carenza di infrastrutture, perché questa mattina la stampa parla di industrie ubicate proprio a ridosso dell’A14 dove centinaia e centinaia di lavoratori sono stati messi in mobilità. Dunque le infrastrutture non c’entrano niente o c’entrano molto poco.
Quindi in questa crisi c’è sì una questione di soggettività, di originalità, ma sarebbe sbagliato pensare che è delimitata soltanto alla gestione dell’Antonio Merloni.
Purtroppo, infatti, come abbiamo detto, questa crisi investe un modello che rischia di non avere più nessuna alternativa né sul territorio marchigiano né su quello nazionale. Si è spezzato per sempre uno sviluppo che era abbastanza armonico.
Il tessuto delle piccole e medie imprese nel corso degli anni ha perso quasi per intero la propria autonomia di produzione e di commercializzazione. Le aziende autonome artigiane e le piccole industrie sono state inglobate in un meccanismo di produzione dispersiva e di committenza diffusa e parcellizzata. Il sistema artigianale di piccole imprese è diventato il cosiddetto indotto.
Siamo in presenza di una doppia flessibilità e precarietà, in primo luogo c’è quella dei lavoratori, molti dei quali non avranno né garanzie di cassa integrazione né ricollocazione sul mercato del lavoro, appunto i lavoratori dell’indotto, in secondo luogo ci sono le precarietà delle imprese e dell’indotto molte delle quali si sono sciolte o sono sconosciute.
Nella riunione di Roma abbiamo inteso che i tre commissari nominati dal Governo fanno difficoltà alla tracciabilità di fornitori dell’Antonio Merloni, che in molti casi sono stati costretti a fare investimenti milionari senza nessuna garanzia sulle commissioni di lavoro e, peggio ancora, su lavori mai pagati.
La produzione e la riproduzione capitalista ha bisogno sempre di un pesce più grande dell’altro!
Secondo noi bisogna ripensare ad un nuovo modello di società con al primo posto il diritto al lavoro. Non stiamo certo ad invocare la statalizzazione dei mezzi di produzione, tuttavia occorrono nuove politiche statali a sostegno del lavoro e dello stato sociale.
In anni lontani e in tutt’altro contesto Enrico Berlinguer parlava della necessità di una terza via. Oggi forse più realisticamente dobbiamo parlare di una seconda via, perché il capitalismo è riproduttore di crisi e peggio ancora di guerre.
Oggi con il modello unico e con i federalismi fiscali intere regioni e nazioni rischiano la marginalizzazione, quindi anche le localizzazioni hanno un connotato di marginalità e di disperazione.
I Comunisti Italiani sostengono in pieno l’accordo di programma Regioni-Stato e dunque il progetto speciale Marche-Umbria proposto dalla Giunta regionale e dal Presidente Spacca per il distretto della meccanica Marche Umbria, perché occorre uno spettro ampio che guardi alla crisi ma anche al territorio, allo sviluppo che per forza di cose deve avere una sua svolta, e già le linee di bilancio che discuteremo dovranno avere, secondo noi, questo profilo.
Insieme ai tavoli tecnici deve esserci anche l’impegno di tutto il sistema istituzionale. Possiamo dire che la Regione Marche sta affrontando questa crisi nel modo giusto, senza antagonismi tra i diversi territori e con la previsione, quella ovviamente nei limiti del possibile, di risorse significative per lo sviluppo.
Inoltre il rapporto con il sistema bancario non deve essere sovvenzionato dallo Stato, deve essere funzionale allo sviluppo del territorio. Questo accordo e fondo di solidarietà, che già potrà produrre 36 milioni di finanziamenti agevolati, va nel verso di una possibile risoluzione di aiuto al fine di diversificare il modello di sviluppo.
Queste risorse regionali seppur significative da sole ovviamente non basteranno, occorre un impegno altrettanto serio e proporzionale in termini di risorse del Governo nazionale che, appunto, deve mettere i soldi per un nuovo sviluppo, per una nuova politica industriale. Occorre che il Governo riapra la legge n. 61 del terremoto per la parte che atteneva e deve attenere allo sviluppo agricolo, artigianale, commerciale e dunque anche a quello industriale, e deve prevedere la riduzione della parte statale dell’Irap e dell’Iva per le imprese dell’indotto, come già a suo tempo per sua parte ha fatto anche la Regione Marche.
Dobbiamo lavorare per la ripresa industriale e al tempo stesso per dare risorse certe agli ammortizzatori sociali e in primo luogo con la cassa integrazione anche per l’indotto. Ma la cassa integrazione non può e non deve essere il fine dei lavoratori, è soltanto il finanziamento dell’emergenza perché la finalità strategica deve essere senz’altro quella di una ripresa della produzione industriale.
Certo non siamo in grado di prevedere il lavoro finale dei tre commissari, ma secondo noi è una scelta debole e sbagliata, perché diluisce in una mediazione, che potrebbe essere anche più politica e non di profilo industriale, tutta la necessità della ripresa. Quindi sarebbe stato meglio un commissario unico, di grande spessore e dalle mani libere per poter indicare un nuovo progetto di sviluppo e un nuovo piano industriale.
Inoltre: dobbiamo finalizzare il sostegno alle imprese per mantenere l’occupazione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, e per il controllo occorre un organismo statale, si pensi ad esempio ad una nuova e moderna Iri, come si fece proprio in quel distretto per le allora Cartiere Miliani che furono assunte dall’Istituto poligrafico dello Stato.
Al tempo stesso occorrono leggi serie che permettano alle Istituzioni e allo Stato di fare questi controlli e di vedere restituiti i soldi pubblici da parte di quelle imprese che pur in presenza di questi contributi hanno chiuso, hanno licenziato i lavoratori e le lavoratrici e poi hanno delocalizzato in altre nazioni d’Europa e del mondo, bisogna farlo fino alla confisca dei beni privati. Solo così lo Stato e la sua articolazione potrà essere all’altezza della nuova sfida.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Abbiamo presentato una risoluzione che sostanzialmente condivide il percorso avviato dalla Giunta regionale con la predisposizione dell’accordo di programma quadro tra la Regione Marche, le altre due Regioni e il Ministero delle attività produttive, ma non ci siamo soltanto limitati a condividere, abbiamo anche voluto dare ulteriori indicazioni all’interno della nostra sensibilità e responsabilità. Alcune motivazioni le abbiamo anche illustrate durante la discussione dell’atto precedente. In tutte le altre Regioni sta a avvenendo la riprogrammazione dei fondi del FSE, del FERS e delle aree sottosviluppate, infatti è in questa direzione che va anche quell’ordine del giorno approvato dall’Aula che indica, appunto, questo percorso anche per le Marche.
Ritengo di dover illustrare i punti ma lo farò sommariamente perché non mi va di far perdere ulteriore tempo visto che era già un documento scritto.
Chiediamo all’Aula e alla maggioranza che entrambe le risoluzioni presentate vengano approvate nei punti concordanti. Abbiamo visto ricompresi nell’emendamento alla risoluzione n. 1 a firma Spacca alcune indicazioni che abbiamo riportato anche nel nostro documento, quindi vado velocemente a dire che cosa ci interesserebbe che rimanga nel documento che abbiamo predisposto.
Deve esserci una maggiore reattività della Regione e una maggiore sensibilità alla crisi che è in atto oltre che con interventi chirurgici – l’accordo di programma quadro che facciamo tra Regioni e Ministero è un intervento chirurgico che va a intervenire su una crisi specifica, quella di una grande azienda e del suo indotto –, chiediamo che non vengano lasciate a sé tutta una serie di debolezze, che oggi si stanno trasformando in crisi grave anche di altri settori delle Marche. Quindi chiediamo di estendere e programmare alcuni interventi che vadano nella direzione del consolidamento delle garanzie presso gli istituti bancari e la trasformazione del debito a breve in debito a medio, come peraltro ha già avviato la Regione con una prima tranche di finanziamento ma che però deve essere assolutamente potenziato.
Dentro questa proposta c’è anche un invito all’interno delle azioni che dobbiamo mettere in campo, ovvero quello di sollecitare anche il Governo su alcune questioni specifiche. Qui è stato detto del terremoto.
Noi riteniamo, concordando sul fatto che bisogna intervenire in un settore che inizia ad avere una grave crisi che si consoliderà ancor di più nell’immediato futuro, ovvero quello dell’edilizia, che occorrano strumenti magari diversi da quello del fondo perduto al 100% e che potrebbero interessare quel patrimonio di 8.000 seconde case come pure quei beni culturali che ancora non è stato possibile recuperare.
Chiediamo un’accelerazione, magari con un accordo di programma integrativo, con la società Quadrilatero, affinché alcune opere possano essere ulteriormente accelerate o addirittura avere un accordo da parte del Governo di procedure ulteriormente semplificate per l’affidamento e per la gestione dei lavori. Ad esempio potrebbe essere interessante in questo momento l’inizio dei lavori della Pedemontana a Fabriano o Muccia, e questo anche per una utilizzazione alternativa di tante risorse umane oggi disattivate.
Alcune azioni che la Regione sta portando avanti, come quelle inerenti la ricerca sostenuta sia dalla legge Sabbatini che con altre leggi, nonché quelle avviate con il POR 2007-2013, dove ci sono dei bandi che non hanno visto l’esaurimento delle graduatorie preesistenti, pensiamo che con opportuni aggiustamenti potrebbero essere rimpinguate di ulteriori risorse. Questo anche per accelerare gli interventi, perché se soggetti a nuovo bando quindi a nuova progettazione poi con i tempi di realizzazione potrebbero andare troppo in là nel tempo.
La nostra idea era quella di poter dare avvio alle famose aree leader, principalmente quelle innestate nel contesto delle aree di crisi e poi puntare tutto lì per creare dei poli di effettiva innovazione dei distretti su cui andremo ad intervenire per garantire uno sviluppo.
Come si evince nel documento della Giunta c’è un fondo per delle controgaranzie bancarie per circa 200 milioni di euro, noi dunque riteniamo, con uno sforzo da trovare in tutte le possibili maglie del nostro bilancio, di andare oltre, ovvero anche con l’aiuto delle fondazioni, delle Camere di commercio, nonché di qualsiasi altra istituzione compreso il Governo centrale.
Su questo, Consigliere Procaccini, il Governo nazionale non sta con le mani in mano, penso che anche lei legga i giornali quindi saprà che c’è un intervento proprio nella direzione che lei auspicava, ovvero il discorso dell’IVA che dovrà essere pagata quando verrà riscossa. E’ una misura intelligente e soprattutto va a risolvere alcune importanti questioni che attengono anche alla crisi dell’Antonio Merloni.
Il Governo sta potenziando, addirittura triplicando, il fondo per la ristrutturazione delle abitazioni e il risparmio energetico delle abitazioni – su questo avevo chiesto al Presidente Spacca di presentare un’idea per far confluire su questa strategia la possibile risoluzione del problema delle seconde case del terremoto –, la legge finanziaria infatti prevede circa 1,8 miliardi di euro per l’attivazione di una serie importante di investimenti.
Così come l’aumento del fondo per la cassa integrazione guadagni e il rifinanziamento, con 1,5 milioni di euro, della legge industria 2015.
Presidente, visto che il documento che abbiamo presentato è probabilmente eccessivo rispetto alla focalizzazione su cui l’accordo di programma punta tutta la sua iniziativa, siamo disponibili a togliere quelle parti che si riterranno ridondanti e che possono confondere l’obiettivo principale, ma erano una serie di puntualizzazioni su cui intendevamo focalizzare la nostra attenzione per cercare di affrontare nel migliore dei modi una crisi che riteniamo non sia leggera e di breve periodo e che quindi ci deve indurre ad essere preventivamente pronti per affrontare tutta l’emergenza economica e occupazionale che vi è in essa.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Ho letto con attenzione le due stesure del progetto speciale della Regione Marche per l’accordo di programma Regione-Governo. Le apprezzo perché in esse si trova non soltanto la necessità di dare risposte immediate ad una gravissima situazione, ma anche una prospettiva di carattere più ampio rispetto a quello che potrebbe avvenire in futuro nel nostro territorio.
Le valutazioni di questo progetto per l’accordo di programma è importante che siano stato redatte con l’assenso di tre Regioni, quindi dal punto di vista politico ha sicuramente un valore più grande che se fosse stato frutto di una sola Regione.
Anche le due risoluzioni presentate – quella della maggioranza più scarna in quanto fa riferimento ai contenuti di questo progetto di accordo di programma quadro e quella più articolata della minoranza che riprende alcuni progetti per questo accordo di programma quadro – sono elementi molto importanti.
In questo momento tutte queste proposte servono, sono necessarie, sono assolutamente insostituibili per una situazione così grave come quella che si sta vivendo nel fabrianese, ma temo che le stesse proposte e gli stessi elementi li dovremo rivalutare in quanto potrebbero esserci utili, purtroppo, anche per altri territori della regione.
Sicuramente la crisi del fabrianese, che si evidenzia con quella grande mole di lavoratori in difficoltà, difficilmente la troveremo in altre situazioni regionali, tuttavia è anche vero che negli altri territori ci sono situazioni più parcellizzate, però alla fine facendo la somma di tutto non saremo distanti dalle cifre del fabrianese.
E’ bene quindi che il progetto sia articolato con interventi nell’immediato e nel breve e nel lungo termine. L’immediato naturalmente riguarda gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, le indennità di mobilità, il programma per il reimpiego dei lavoratori in mobilità, la cassa integrazione, gli aiuti alle assunzioni e tutto quanto sarà necessario – speriamo che venga condiviso dal Governo nazionale – per questa situazione di grandissima difficoltà.
Nella nostra regione non soltanto le grandi imprese ma anche le piccole e piccolissime imprese stanno subendo delle crisi sempre più evidenti. Nella stessa vallesina, che sembrava uno dei territori ancora abbastanza garantiti, stiamo assistendo giorno per giorno alla messa in cassa integrazione di lavoratori, impiegati e operai, e sembra che nei prossimi giorni avremo altre notizie altrettanto gravi e pesanti.
All’interno della necessità e della richiesta al Governo nazionale da parte della Regione dell’impegno affinché si intervenga nell’immediato in questa situazione, troviamo anche altri tipi di operazioni assolutamente condivisibili e auspicabili. Vediamo il sostegno alla creazione di nuove imprese, i prestiti d’onore, il fatto che si possa intervenire sul territorio mettendo a disposizione aree per imprese con prezzi agevolati anche con l’intervento dei Comuni; anche se questo sarà difficile perché gli enti locali come un po’ tutti sono in grossissima difficoltà, ma sicuramente il fatto che si possa urbanizzare anche aree industriali per poter rendere più appetibili le aree stesse, quindi portare nel nostro territorio investimenti, è sicuramente una cosa da seguire e che condivido completamente.
In questo c’è anche un’osservazione un po’ critica da fare rispetto ai nostri enti locali, ovvero fino a pochi anni fa c’erano tante richieste e noi facevamo un po’ i difficili, adesso invece queste richieste le rincorriamo, speriamo che arrivino, altrimenti avremmo trascurato quello che avevamo e dunque con il rischio ora di non avere altro.
Si interviene anche per lo sportello unico, ma non è perché – l’ho detto prima a proposito dei fondi FAS – si riescono a mettere in rete tutti gli enti attraverso le infrastrutture telematiche dello sportello unico, ma perché si può far recepire quella mentalità attraverso la quale la sburocratizzazione e la semplificazione delle procedure amministrative potranno essere un sostegno enorme per quelle imprese che possono investire. Potrà essere un sostegno ancora più forte di quei finanziamenti che si recepiscono qua e là. Voglio dire che dove ci sarà una qualche possibilità lavorativa dobbiamo semplificare ovvero rendere possibile le attività lavorative che vogliono intervenire nel nostro territorio.
All’interno di questi documenti ho trovato anche un’ulteriore valutazione assolutamente condivisibile. A me sembra che dove c’è un settore mono produttivo – in questo caso parliamo della meccanica ma potremo parlare del mobile per Pesaro, poco tempo fa abbiamo parlato della calzatura nel fermano e ascolano – se la crisi arriva, arriva in maniera violentissima. Invece dove è maggiormente distribuita l’imprenditorialità, magari con settori o produzioni diverse, la crisi arriva allo stesso ma forse si riesce a gestirla un po’ meglio perché arriva in maniera differenziata.
Ci sono territori dove la produzione è diversificata, mentre in altri territori il settore è di un prodotto in particolare allora qui la crisi si sente più fortemente. Forse anche su questo dovremmo fare una valutazione.
Condivido completamente quando si dice che non potremo pensare per il futuro di riavere la stessa percentuale di produzione e di impiego di lavoratori nel settore manifatturiero. Eravamo la regione in Italia con la più alta percentuale, ma la crisi è globale, non è solo della regione Marche. Ma è forse proprio perché ne risentiremo di più che in futuro nei nostri territori avremo la necessità di diversificare anche in altri tipi di economia, quindi non soltanto quella manifatturiera. Allora qui troviamo il discorso del turismo, della cultura, anche se, certo, con questi settori non potremo compensare tutte le risposte che avevamo con il manifatturiero, però potremmo garantirne almeno un minimo.
Faccio presente – ma lo sapete certamente meglio di me – che cosa è successo a Torino. Torino era la Fiat! Però Torino ha capito in tempo che non poteva essere più la Fiat, allora ora a Torino c’è la Fiera del Gusto, la Fiera del Libro, la Film commission e tanti altri interventi. Interventi fatti attraverso un marketing territoriale che hanno predisposto prima ancora delle Olimpiadi proprio perché volevano approfittare di quell’opportunità per rilanciare la città cercando di trasformarla, appunto, in qualcosa di diverso che non fosse solo Fiat.
Credo che noi dovremo cominciare a fare questo e nel documento trovo qualcosa, non mi invento niente. Penso non con tutti gli interventi qui illustrati, qualcuno ha fatto cenno ad esempio alla biblioteca o al castello di Piticchio, forse c’è da ragionarci un po’ di più, ma questi magari erano quelli già pronti quindi non si è stati costretti ad andare ad inventarsi qualche altra cosa.
Ritengo però che su questo tutti insieme dovremo fare una valutazione seria perché credo che sia un percorso ormai incontrovertibile. Sicuramente tutti quanto auspichiamo e faremo del tutto affinché il manifatturiero continui ad essere la valvola più importante nel nostro territorio, ma dovremo anche pensare ad altre linee.
Colgo inoltre la grande disponibilità di tutti, anche della minoranza, che non è questo il momento che deve vederci divisi, non è questo il momento di fare i primi della classe, non è questo il momento di metterci un emendamento in più, non è questo il momento di litigare sui giornali magari se viene delegato l’onorevole tal dei tali oppure un altro, di questo non ci importa.
Soprattutto credo non importi a quei lavoratori che in questo momento stanno perdendo il posto di lavoro, a tutti interessa che la politica di sinistra o di destra, anzi, a tutti interessa che le Istituzioni pensino effettivamente per il territorio e che dunque in questo momento lascino da parte le divisioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Già in sede di riunione congiunta dei Consigli comunali e provinciale di Matelica e di Macerata ebbi modo di dire che certo la crisi non nasce oggi, che non c’erano solo segnali ma anche indicazioni molto forti, però oggi si innesta in un momento in cui il mondo veramente sta cambiando e sta rivedendo tante “certezze”. Questo rende più difficile tutto, sia le riflessioni che possiamo fare sia le soluzioni, i percorsi.
Faccio solo un riferimento, ovvero il sistema bancario e il ruolo che questo sistema può avere nei momenti di difficoltà aziendale, industriale, di distretto e di territorio. Ed oggi anche il sistema bancario è coinvolto nel ripensamento, nelle riflessioni degli strumenti, delle politiche, degli interventi della impostazione di quella che è l’attività delle aziende di credito. Questa è un’obiettiva difficoltà.
In quell’occasione ebbi modo di dire che dovevamo fare anche un tavolo di concertazione con gli istituti di credito del territorio, e non solo quelli che hanno sede legale nel territorio, che hanno testa, ma anche quelli che nel territorio hanno comunque un impatto importante e forte, cioè i tanti sportelli che ci sono nella nostra regione delle aziende di credito nazionali. Perché se confrontiamo i volumi dell’uno e dell’altro, ovvero le aziende di credito marchigiane e quelle nazionali, vediamo che c’è un rilevante ruolo anche delle aziende nazionali.
Questo in parte è stato fatto, sono stati avviati colloqui e incontri che hanno prodotto ulteriori riflessioni, quindi dobbiamo proseguire su questa strada perché la rigidità dell’accesso al credito deve essere una delle cose da affrontare proprio per rimuoverla il più possibile, inoltre il ruolo delle aziende stesse nell’ambito della gestione delle crisi più evidenti.
Un’altra riflessione da fare è sul sistema del credito agevolato, cioè il ruolo che possono avere i nostri consorzi di garanzia, perché l’indotto è anche artigianato, non solo industria.
Quindi occorre ripensare anche il ruolo che possono giocare i consorzi di garanzia in questo momento per aiutare le imprese in difficoltà con l’accesso al credito con le aziende di credito, quel ruolo che debbono saper continuare a svolgere come funzione di sostegno alla produzione.
Questa, ripeto, è una di quelle riflessioni che deve essere messa in campo, ma così è solo stato in parte, dobbiamo proseguire anche coinvolgendo i territori provinciali e le articolazioni dei consorzi fidi del territorio, penso alle cooperative di garanzia artigiana e a quanti altri soggetti ci sono nelle articolazioni territoriali.
Oggi il nostro compito è quello di dare impulso a tutto questo e al processo di riflessione già avviato tra Stato e Regioni, quindi non solo le Marche. Il Governo centrale, infatti, ha già fatto delle scelte politiche molto forti; scelte peraltro criticate da tanta parte di sinistra, questo senza polemica lo dobbiamo dire. Quando Tremonti a maggio-giugno aveva anticipato una manovra finanziaria, quella che oggi ci ritroviamo, tutti avevano preso quella cosa come un atto quasi di supponenza se non di prepotenza. Quanto, invece, è stata lungimirante e anticipatoria quel tipo di impostazione che ha voluto evitare che si disperdessero in mille e un rivolo le pochissime risorse che si possono mettere in campo.
Ora si attende la seconda fase, proprio quella che deve affrontare di petto la crisi economica. Anche oggi i giornali annunciano che dopo l’approvazione della Finanziaria, che avverrà con un dibattito parlamentare senza blindatura di voto di fiducia e che ha una impostazione che tutti i gruppi sia di maggioranza che di minoranza condividono, ci saranno ulteriori riflessioni e ulteriori strumenti.
Arrivo alla crisi dell’Antonio Merloni. Le risoluzioni le do per lette, sia la sua, Presidente Spacca, che la nostra, quella del Popolo delle Libertà, modificata, integrata, sfrondata anche da quegli elementi che vanno oltre la questione specifica, che però mi sembra comunque da considerare un contributo di riflessione. Perché? Perché dobbiamo anche rivedere i nostri strumenti di programmazione, mi riferisco al FAS e agli altri.
Ecco perché oggi in quest’Aula abbiamo dato questo tipo di presenza politica. La riflessione di oggi non è servita solo per il FAS ma anche a tutto il resto della programmazione finanziaria, infatti dovremmo certamente riaggiornare nelle loro modalità di attuazione i nostri strumenti di programmazione.
Questo deve essere un punto di convergenza comune, che abbiamo scritto e individuato nei nostri documenti ma che mi pare possa essere ripreso anche nei documenti finali di questa discussione.
Un altro punto di convergenza è quello di accompagnare il processo della legge Marzano, avviato sulla crisi specifica dell’Antonio Merloni. Accompagnarlo come? Riagganciandoci alle riflessioni che facevo all’inizio – peraltro non è importante che i commissari siano uno o tre, l’importante è essere in grado di andare al dunque. Anzi, penso che uno non possa risolvere la questione, meglio tre collaborazioni, differenziando gli interventi per territori e per aree di presenza dell’azienda. Quindi per me è stata una scelta lungimirante in quanto credo che la strategia deve essere comunque ramificata -, ovvero verso il sistema delle aziende di credito, verso il sistema delle garanzie agganciato, appunto, al discorso dell’Antonio Merloni ma anche a tutto l’indotto, perché è questo il discorso! Perché la solidarietà deve andare sì ai lavoratori della Merloni ma anche ai tanti lavoratori dell’indotto, che sono veramente stati trascinati dentro ad una crisi. Una crisi che sicuramente non è nata nella loro azienda artigiana o nella loro azienda di produzione, ma è nata a capofila di una serie di ragnatele di relazioni produttive che sono del fabrianese. Ma dobbiamo anche ricordare che il problema della forte crisi riguarda anche l’alto maceratese.
Termino dicendo che se queste riflessioni saranno patrimonio comune certo daremo un bel segnale. Noi siamo qua e mi pare che l’abbiamo dimostrato anche con l’atteggiamento tenuto fino ad oggi. Quindi cerchiamo, oggi, di fare in modo che questo segnale ci sia e sia corale in tutta l’Assemblea legislativa regionale.
Anche perché oggi certamente non è tempo di divisioni, lo dicevano i colleghi di Forza Italia come i colleghi della maggioranza, ma non è neppure il tempo di entusiastici appelli o comunicazioni come abbiamo più volte visto anche in queste ultime settimane e in questi ultimi giorni.
Presidente Spacca, del suo viaggio in Cina penso ci riferirà anche questa sera, se vorrà, penso sia stato foriero anche di ulteriori scambi commerciali, però vedere la Benelli comprata dai cinesi, vedere le nostre imprese che chiudono qua per aprire là, quelle più fortunate e più di vertice perché hanno fatto innovazione, tecnologia e sviluppo, che sono di certe dimensioni e che, appunto, possono permettersi di aprire gli stabilimenti là – vedi quella del Presidente Vitali ma anche prima quella di Merloni Mts e Indesit –, tutto questo non è che ci dà la stura a delle valutazioni entusiastiche, perché sono comunque preoccupazioni che dovremmo avere. Perché? Quale sarà il lavoro qua? Come difenderemo l’occupazione?
Questo dunque è il ragionamento che noi vorremmo che si faccia anche in questa occasione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Molte cose sono state già dette. Credo che la risoluzione presentata dal Presidente Spacca, con l’emendamento che l’ha completata, possa essere approvata da tutti.
Ho saputo ora dal Consigliere Capponi che c’è anche un documento della minoranza, pensavo però fosse meglio fare uno sforzo con un documento unico, non capisco perché su una risoluzione che riguarda un tema come questo non si riesca a trovare una sintesi. Peraltro se potessimo riuscire in questa impresa che sembra essere eccezionale dimostreremmo anche quello che tutti abbiamo detto, cioè che in questi casi un’Assemblea legislativa regionale dovrebbe rimanere unita.
Peraltro pur essendo la risoluzione presentata molto schematica in allegato, con l’emendamento, contiene tutta una strategia molto opportuna ed articolata che credo possa offrire sicuramente una pista per affrontare questa situazione.
Vorrei sottolineare soltanto un aspetto per chiosare alcune osservazioni che sono state fatte.
Il Consigliere Bugaro ha detto che già nel 2005 affrontammo il problema della situazione dell’Antonio Merloni ma se andiamo indietro nel tempo questo accadde anche negli anni novanta.
Voglio dire però che questa è la dimostrazione del fatto che non c’è stato confronto tra imprenditori e forse sociali. E qui nessuno ha detto che questa questione se non l’affrontiamo, appunto, con gli imprenditori e con le forze sociali non ne verremmo fuori.
La dovremmo dunque affrontare in termini di collaborazione e di cooperazione tra gli imprenditori, proprio perché sono loro che fanno l’economia, al di là dei FAS o del discorso infrastrutturale, sia in termini telematici che in termini trasportistici. Quindi se non c’è la buona volontà da parte di chi ha in mano le leve produttive diventa tutto più difficile.
Pertanto il fatto che con un’impresa come questa non si sia mai avuto un dialogo sul piano strategico ci ha portato a queste conseguenze, cioè ad avere un mastodonte dentro casa, ovvero il più grande terziario del mondo delle lavatrici che nel momento in cui il mercato prende una certa piega non trova più spazio.
In questa fase è dunque fondamentale che i soggetti, sia la Confindustria, sia le organizzazioni artigiane, sia le altre organizzazioni del terziario, come pure i sindacati, abbiano quella capacità di mettersi insieme per cercare strade comuni.
Una di queste strade non può non essere, per esempio, la formazione dei lavoratori. Qui nessuno l’ha sottolineato, ma per quanto riguarda la diversificazione – e potremo diversificare fino a un certo punto perché sono sempre gli imprenditori che devono trovare le strade –, se non abbiamo una manodopera che sorregge questo cambiamento duttile e flessibile poi diventa complicato.
Per cui l’elevazione culturale della nostra manodopera non solo dovrà essere congeniale a quanto si potrà fare nella diversificazione, ma dovrà anche corrispondere a ad una elevazione della qualità produttiva, che è l’unica strada che ci può consentire un’internazionalizzazione che potrebbe essere la salvezza di questa nostra regione.
Sottolineo che nel 2001 il Presidente Spacca e l’Assessore alle attività produttive inaugurarono in questa regione una strategia con l’innovazione e l’internazionalizzazione, secondo me è stata una delle poche questioni programmatorie vincenti in questa nostra regione. Su questo percorso ricordo però che molti non erano d’accordo, era sottovalutato, ma che sicuramente, invece, ci ha portato a dei risultati.
Che ancora qui non ci capisca che l’internazionalizzazione non è delocalizzazione, è un’altra cosa strategicamente più adeguata, è grave. Infatti gli imprenditori che hanno internazionalizzato sono proprio quelli che si stanno salvando in termini di tessuto produttivo che si eleva nel mercato interno e che quindi riesce a conquistare i nuovi mercati.
Il documento presentato parte dalla preoccupazione della tutela dei lavoratori e dell’attuazione della legge Marzano. E qualcuno qua parlava del fondamentale piano industriale. Quindi sono d’accordo con quanto ha detto il Consigliere Procaccini, presente con me all’incontro con i commissari dove c’erano pure i colleghi Bugaro e Brandoni, cioè che abbiamo avuto il cattivo sentore che i tre commissari non avessero un approccio industriale, infatti sono rimasto molto male nell’apprendere che i commissari non sapevano che potevano avere una proroga dei vigili del fuoco per lo stabilimento umbro. Perché? Perché ovviamente “bisogna stare sul pezzo”, come si dice in gergo, per saper affrontare le urgenze di un’azienda. Un’azienda che comunque fortunatamente ha ripreso e che speriamo attraverso un piano industriale adeguato possa andare avanti.
L’accordo di programma, inserito nell’emendamento presentato alla risoluzione, e che anche quello della minoranza prende in considerazione in termini positivi, si articola in tre capitoli fondamentali: difesa del lavoro e del reddito, attivazione degli investimenti, rilancio e la reindustrializzazione dell’economia locale. Inoltre c’è tutto il discorso collegato delle azioni che la Regione ha predisposto per sorreggere questo accordo di programma.
E’ chiaro che il Governo dovrà fare il suo ruolo, però vedo anche stonata tutta questa faccenda della nomina dei tre commissari. Ricordo, Consigliere Bugaro, che lei ci aveva annunciato, visto che è molto amico del Ministro, la presenza di un commissario di alto livello, e tutti abbiamo presente l’esperienza fatta dalla Parmalat – altra cosa, per carità! – però indubbiamente poteva darci una diversa impostazione.
Un’altra cosa che viene sufficientemente messa in evidenza dalla risoluzione è il discorso del tavolo interregionale. Ovvero le tre Regioni interessate potranno esercitare una pressione più forte nei confronti del Governo affinché svolga il suo ruolo, a cominciare anche dalla modifica della 181, perché quella modifica così come già impostata nel progetto di legge potrà risolverci molte altre questioni.
Inoltre credo debba essere sottolineato il gruppo di lavoro per il monitoraggio, che secondo me è essenziale per seguire passo passo un po’ tutto lo svolgimento dell’azione di recupero, così come dovremo stare molto vicini alle parti sociali proprio per far svolgere loro un ruolo primario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Innanzitutto devo presentare le scuse del Consigliere Viventi che è dovuto andare perché deve preparare il lavoro preparatorio per l’incontro di domani mattina presso il Ministero del lavoro dove dovranno essere concordati tutti gli ammortizzatori sociali.
Le sue indicazioni sono quelle di chiedere a quest’Aula l’autorevolezza necessaria per accelerare tutte le procedure, in quanto occorre un intervento rapido ed immediato per poter dare delle riposte concrete a problemi contingenti e da risolvere dove, appunto, è necessaria l’autorevolezza del Presidente della Giunta regionale, supportata da tutta l’Assemblea unanime, affinché venga fatta pressione.
Il Consigliere Viventi mi ha detto che addirittura ci sono 8 milioni di euro di fatture con aziende solide come l’Eni, la Liquigas o la Butangas, ma che poi il sistema delle banche locali regionali non riesce a scontare. Quindi è necessario un intervento presso tali istituti bancari, e non solo quelli regionali ma anche dei quelli dei grossi gruppi che ci sono nel nostro territorio, proprio perché si tratta di liquidità, dove sapete che le banche vi guadagnano.
Addirittura le aziende non riescono a comperare le lamiere per le forniture commissionate già da tre mesi, quindi questa liquidità si rende necessaria sia per pagare gli stipendi arretrati degli operai che per attivare la procedura.
Qualche iniziativa locale si sta già attivando, ma spero che una forte azione del Presidente della Giunta e di quest’Aula possa essere fondamentale per poter dare una risposta concreta ed immediata al fine di rendere operative di ulteriori tre mesi le commesse già consolidate.
L’altro aspetto riguarda le importantissime risorse umane, in esse ci sono padri di famiglia ecc., sulle quali come Istituzioni non possiamo disattendere una particolare attenzione.
La crisi è seria. Negli anni passati i famosi metalmezzadri diventarono metalmeccanici, pertanto non li facciamo diventare di nuovo mezzadri e quindi imprenditori in agricoltura.
In questo nostro contesto sociale dobbiamo attivare, nessuna esclusa, tutte quelle procedure che possano poi realizzare opportunità di lavoro o quant’altro.
Noi abbiamo un substrato di risorse umane irripetibile, abbiamo persone che da tempo sono abituate a cambiare lavoro, a modificare il loro atteggiamento, sono così anche senza la formazione degli FSE, è la loro indole, ce l’hanno nel dna.
Pertanto abbiamo degli eccezionali elementi di opportunità su cui lavorare, non possiamo abbandonarli.
E’ per questo che con forza chiediamo un’azione concreta e attiva e soprattutto quell’azione autorevole che con il consenso unanime di quest’Aula potrà venire dal Presidente, il quale dovrà avvalersi anche di un tavolo forte e continuo di concertazione ove poter ascoltare tutte le iniziative necessarie da eseguire. Su questo la risoluzione entra nei particolari.
Voglio ringraziare certamente quello che è stato fatto, ma la sollecitazione che voglio fare ora a questo consesso è che ciò che dobbiamo fare dovrà essere fatto molto velocemente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Chiedo se nella Risoluzione che verrà votata ci sarà un impegno a garantire che le misure doverose e giuste in favore del distretto di Fabriano saranno ritenute tendenzialmente applicabili e replicabili anche nell’area del sud delle Marche.
Una prima positiva indicazione in questo senso è contenuta nel provvedimento sul fondo di garanzia, quindi ritengo che la crisi di Fabriano debba essere vista e valutata come il modello di intervento rispetto alle aree in crisi ma senza dimenticarsi che c’è anche quella di Ascoli. Questo non per suddividere la torta ma perché quel canovaccio dell’intervento possa essere rappresentato come linea maestra, ripeto, anche per la crisi dell’ascolano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Poche considerazioni perché già tante ne sono state dette, voglio però sottolineare che la crisi dell’Antonio Merloni segna un vero e proprio cambio di fase, che anche la concomitanza di questa crisi così grave con una crisi più generale dal punto di vista finanziario, che temo abbia nei prossimi mesi ripercussioni più forti sul versante dell’economia reale, impone uno sforzo vero di un cambio di mentalità. Perché? Perché l’azione della politica in questa fase non può che essere quella più propria, quella del governo, quella della direzione, dell’indirizzo e della programmazione.
Ciò che è necessario in questa crisi è che l’azione della Regione, per quello che le compete e per quello che ha fatto fino adesso – e sottolineo che finora lo ha fatto bene e mi auguro continuerà a farlo –, non può essere solo quella di un accompagnamento ancillare in una vicenda che richiede anche la ridefinizione del profilo economico e produttivo di un intero territorio.
Qui è stato ricordato come la percentuale manifatturiera di quel territorio per tanti aspetti è stata punto di eccellenza mentre oggi è elemento di problematicità ulteriore.
Credo che dentro questo sforzo di cambio di mentalità, anche alcuni idolafora vadano messi a critica, a riflessione. Il Consigliere Procaccini ha ricordato il fatto che di per sé le strutture infrastrutturali hanno in qualche modo virtù taumaturgiche.
Quindi avremo bisogno di uno sforzo di programmazione, di indirizzo e di partecipazione ben più forte.
Il documento approntato dovrebbe, ed ha per alcuni aspetti, cogliere questa filosofia, ovvero un cambio di azioni. Anche perché se alziamo lo sguardo nella crisi mondiale questo racconta della incapacità del pensiero neoliberista di affrontare la crisi.
Nelle ultime settimane si sono messi a ruolo cifre importantissime, ci sono migliaia di milioni di euro o di dollari tutti in gran parte finalizzati a sostenere lo status quo, quello status quo che segna il passo.
Oggi non c’è una distanza di spazio e di tempi, c’è invece una modalità di affrontare la crisi attuale.
Vorrei qui sottolineare quanto sia rivoluzionario – nelle settimane scorse il Presidente ha avuto la possibilità di vedere la Cina nei suoi due aspetti – l’intervento cinese dentro questa crisi. La Cina ha indirizzato in maniera importante le sue risorse dentro un’idea di sviluppo che guarda alle opere, che guarda alla produzione e soprattutto al lavoro. Nell’affrontare questa crisi bisogna anche riflettere sulle potenzialità che ha e potrà avere successivamente sul lavoro questo bacino.
Quindi quando pensiamo alla programmazione in quel settore dobbiamo valorizzare una risorsa che c’è, quella di un mondo produttivo che contiene aspetti che potrebbero essere valorizzati positivamente, e per farlo abbiamo bisogno di un ruolo da protagonisti.
La politica, in questo caso la Regione, ha la possibilità di avere un ruolo da protagonista, l’ha fatto indirizzando addirittura l’azione di Governo. Un’azione che per molti aspetti è stata timida, titubante, confusa, un’azione di un Governo che aspettava e non capiva, dove però la Regione, la nostra maggioranza e direi più in generale la comunità marchigiana, hanno avuto la forza di un protagonismo.
Nella risoluzione che approveremo mi auguro che questo protagonismo resti tutto, perché è di questo che oggi ha bisogno questa crisi e soprattutto questa drammatica fase economica e sociale.

PRESIDENTE. Ha la parola per la replica il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Ringrazio i Consiglieri per le loro riflessioni che sicuramente saranno utili in questa fase di costruzione della strategia complessa di risposta alle difficoltà della congiuntura economica che stiamo vivendo. Infatti il dibattito di questa sera, al di là della risoluzione che tra poco approveremo, si è esteso molto anche su aspetti che afferiscono alla congiuntura di questo momento.
Molto brevemente vorrei distinguere questa replica in tre parti, lo faccio anche in risposta alle sollecitazioni qui venute: la prima più urgente ed importante è quella che si riferisce alla situazione di crisi dell’Antonio Merloni, la seconda riguarda la crisi del sistema economico nel suo complesso e quindi anche nella nostra regione a seguito della situazione finanziaria che stiamo vivendo, la terza sarà una brevissima informativa sulla missione che abbiamo fatto in Cina.
Vorrei dire al Consigliere Castelli che non stiamo predisponendo misure eccezionali per la crisi dell’Antonio Merloni, perché rispetto a tutte le situazioni di difficoltà vissute sotto il profilo industriale e artigianale nella nostra regione stiamo utilizzando le stesse misure già applicate anche nel piceno, niente di più e niente di meno.
In questo momento gli interventi immediati sono soprattutto due, uno è quello che riguarda l’applicazione per l’indotto che non gode dei benefici della legge Marzano e che quindi segue un percorso tutto suo, ovvero la cassa integrazione in deroga per le imprese al di sotto dei quindici dipendenti, sperimentata per la prima volta in Italia proprio nell’area del piceno. Infatti l’area del piceno lo scorso anno ha potuto usufruire, come diceva prima l’Assessore Marcolini, di circa 26 milioni di euro per le situazioni di difficoltà di quel territorio.
Quindi la prima cosa che abbiamo ricercato è la prosecuzione anche per il territorio fabrianese di quella misura applicata già per il territorio piceno.
Naturalmente la situazione di difficoltà attuale è talmente grave sul contesto nazionale che non possiamo pensare di ottenere le stesse cifre che abbiamo ottenuto lo scorso anno per il territorio del sud delle Marche.
Domani alle ore 15,00 è previsto un incontro con il Sottosegretario Viespoli del Ministero del Welfare dove definiremo un documento, in aggiunta alle risorse che avevamo già, proprio con specifico riferimento alle situazioni di crisi del territorio toccato dalla Antonio Merloni. Si parla di circa 4-6 milioni di euro che comunque saranno utili per alleviare le sofferenze dei lavoratori delle imprese e dei lavoratori delle imprese minori del sistema della subfornitura dell’Antonio Merloni.
Domani sera speriamo di poter chiudere questo accordo e dunque intervenire sul territorio fabrianese alla stessa maniera di come abbiamo fatto e stiamo facendo nel piceno.
Naturalmente queste risorse non sono vincolate ad un solo territorio ma servono per tutta la realtà della regione Marche e per tutte le imprese in difficoltà.
Come pure per il fondo di garanzia, che ha una sua specifica destinazione territoriale ma che opera su tutto il territorio regionale, quindi opera sul fabrianese come sul piceno, non abbiamo fatto altro in questa fase di maggiore difficoltà che implementare di ulteriori risorse il fondo che già esisteva.
Quindi il fondo di garanzia deliberato ieri dalla Giunta regionale per 1 milione e 800 mila euro utilizza un canale che già preesisteva. Va ad alleviare le situazioni di difficoltà delle imprese attraverso quel meccanismo di controgaranzia, anche da voi evidenziato, che non è di garanzia diretta ma è di garanzia sui consorzi fidi che comunque consente di accendere il plafond accettato dalle banche. Ed è molto importante che le banche abbiano accettato quel plafond complessivo, che verrà definito non soltanto dal milione e 800 mila euro deliberato ma anche da quelli che saranno previsti nel bilancio 2009, perché sicuramente sarà di sollievo per le piccole e piccolissime imprese che si trovano in situazione di difficoltà.
La cosa sarà ancora più interessante perché, come voi stessi avete detto, questo nostro fondo di garanzia, che è già operativo, potrà integrarsi con quello previsto dal Ministero dello sviluppo economico che agisce alla stessa maniera.
Quindi le nostre imprese potranno godere delle sinergie dei due fondi, quello nazionale e quello regionale, e dunque trovare ulteriori possibilità di sollievo per le loro situazioni.
Questi sono i due strumenti che abbiamo immediatamente predisposto per l’indotto, perché invece l’Antonio Merloni è garantita dall’applicazione della procedura della legge Marzano.
Quindi come Regione per l’Antonio Merloni non abbiamo fatto niente, perché in questo momento sia l’azienda che i lavoratori sono garantiti dall’applicazione dell’amministrazione straordinaria prevista dalla legge Marzano, ma stiamo facendo tutto per il sistema delle piccole imprese e per i loro lavoratori che costituiscono l’indotto e il sistema della subfornitura. Non stiamo facendo niente di nuovo rispetto a quello che già esisteva, ovvero non stiamo inventando strumenti nuovi rispetto a quelli già stati applicati per il piceno.
Naturalmente potranno nascere altri strumenti sulla base del piano industriale che i commissari stanno predisponendo. Anche questa è una riflessione che avete fatto, quindi non la riprendo più di tanto, dico solo che stiamo cercando di spingere i commissari a lavorare al più presto a questo piano industriale. Perché la responsabilità di redigere un piano industriale credibile nella situazione industriale che il mercato definisce è una responsabilità grave che deve essere risolta, peraltro già sollecitata dalle organizzazioni sindacali e dalle istituzioni ancor prima dell’applicazione della procedura dell’amministrazione straordinaria in quanto era comunque il punto di caduta attraverso cui organizzare l’azione di sostegno al territorio.
Quindi ancor più oggi si richiede la necessità di redigere il piano industriale ed è la richiesta formulata in modo forte ai tre commissari.
In questo momento sapete che sono attivi due tavoli dove potremo portare anche le riflessioni da voi prodotte.
Uno è un tavolo operativo con una sede permanente a Fabriano, è costituito dai tre commissari, dalle quattro organizzazioni sindacali e dalle tre Regioni impegnate da questa crisi. Inoltre con deliberazione nella prima riunione di questo stesso tavolo abbiamo aggiunto anche le associazioni di categoria, ci sembrava opportuno ci fossero in quanto l’indotto è soprattutto costituito da artigiani e industriali.
Dunque questo è il tavolo operativo che dovrà definire le misure aggiuntive qualora ne nascesse la necessità.
Poi c’è il tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico nel quale si costruisce l’accordo di programma. L’accordo di programma definisce quelle misure che sono allegate alla riflessione che vi ho riprodotto nell’ultima Assemblea legislativa. Crediamo che tali misure non siano improvvisate in quanto nascono dal confronto con il territorio e dalla necessità di seguire i tre passi che riguardano la tutela del lavoro, la reindustrializzazione di quel territorio e la diversificazione economica.
Mi soffermo soltanto un attimo sul discorso del FAS e della biblioteca di Fabriano. Nel senso che questo intervento ha una caratteristica comunque anticongiunturale. Non dimentichiamo mai che siamo entrati nei benefici dell’ultimo sessennio delle risorse europee perché abbiamo avuto il terremoto del 1997. Non ci dimentichiamo che l’Europa ci ha riconosciuto l’obiettivo 2 e l’obiettivo del phasing out soltanto perché abbiamo avuto il terremoto del 1997, infatti i nostri indicatori di sviluppo non ci avrebbero consentito di avere quei benefici avuti in termini finanziari. Ripeto, siamo entrati nell’obiettivo 2 perché i nostri indicatori hanno beneficiato del terremoto, altrimenti nel processo di rimodulazione degli obiettivi europei non ci saremmo entrati. Questo fa parte della storia amministrativa della nostra Regione.
Vorrei anche ricordare che su tutto il territorio regionale abbiamo spalmato anche quei benefici che direttamente sono venuti dalla legge n. 61 per il terremoto. Ovvero, con le risorse dei beni culturali del terremoto abbiamo recuperato beni culturali che vanno da Gabicce Mare fino ad Acquaviva Picena. Le mura di Acquaviva Picena per 7-8 milioni di euro sono state recuperate con in fondi del terremoto, mentre non sono stati recuperati i beni culturali che si trovano nel cuore della città di Fabriano, come il convento di San Francesco dedicato a biblioteca. Allora, prima ancora di questa crisi, ci era sembrato opportuno che questo riconoscimento dovesse avvenire anche per questa città, appunto come è avvenuto per Camerino e per tutte le altre aree colpite direttamente dal terremoto, in modo tale che un bene che sta nel cuore della città e che ne costituisce un elemento identitario potesse essere recuperato.
Quindi il FAS è stato utilizzato per compensare una cosa percepita dalla città come una ferita e che ora acquista anche il significato di una misura che in qualche modo vuole promuovere la diversificazione della città stessa.
Chiudo questa parentesi – che è stata anche fin troppo lunga, non avrei dovuto farla – dicendo che su questo piano ritengo sia utile che stasera si levi una voce unitaria dell’Assemblea legislativa, come peraltro detto da più parti.
Penso che gli emendamenti (maggioranza e minoranza) presentati alla risoluzione possano integrarsi, però credo che a quello proposto dalla minoranza dovrebbe essere apportata una piccola correzione, ovvero: “incrementare le disponibilità finanziarie previste per la concessione di garanzie in regime de minimis sul fondo di garanzia appositamente ricostituito anche con gli auspicati interventi finanziari...”, va bene? Ed integrarla nella risoluzione della maggioranza per approvarla all’unanimità, che credo sia il miglior viatico per proseguire nella costruzione della risposta a queste situazioni di crisi.
Passando al secondo punto, cosa differente è il discorso della crisi economica complessiva che sta attraversando la nostra regione, che è completamente diversa dalla vicenda dell’Antonio Merloni che era comunque destinata ad andare in crisi indipendentemente da quello che sarebbe successo sui mercati internazionali per problemi che afferiscono alla sua strategia e alla sua impostazione di politica industriale.
Non possiamo nascondere che stiamo attraversando una crisi spaventosa, è una crisi che colpisce il sistema finanziario internazionale, è una crisi che colpisce soprattutto le economie che hanno affidato alla finanza le loro sorti e che colpisce anche economie come la nostra, seppure un po’ meno perché sono ancorate solidamente al sistema manifatturiero. Tant’è, come sicuramente ricordate, che uno degli slogan sorti immediatamente dopo la crisi, anche da parte di autorevolissimi esponenti dell’attuale Governo nazionale, era “torniamo alle fabbriche”.
Ma noi dalle fabbriche non siamo mai usciti anche se certamente non possiamo non pensare che nei prossimi mesi ci saranno sicuramente delle difficoltà. Ricordatevi che dopo la crisi del 1929 la caduta della domanda mondiale fu del 50%, certo, ora siamo in una situazione completamente diversa, ma comunque dovremo affrontare un periodo di recessione. Quindi è prevedibile che su tutto il territorio della nostra regione ci saranno situazioni di sofferenza molto estese, rispetto alle quali dovremo essere attenti e sicuramente attivi. Inoltre dovremo chiamare a raccolta tutto il sistema della comunità economica regionale, a partire dalle banche, con le quali stiamo intrattenendo un confronto e a cui stiamo chiedendo uno sforzo per comprendere le difficoltà di questo momento e quindi non far mancare la liquidità al nostro sistema produttivo.
Dovremo proseguire su questo ma non ci possiamo fare delle illusioni, perché all’interno dei nostri distretti industriali ci saranno processi di selezione molto dura come pure ci saranno all’interno del sistema produttivo regionale. Rispetto a cui, comunque, chi sopravvivrà sarà più forte di prima e probabilmente godrà anche di possibili espansioni di un mercato che si avranno in ogni caso su un piano internazionale.
Rispetto a questa situazione abbiamo fatto forti azioni di governo, non dimentichiamo che 120 milioni di euro di fondi europei sono stati messi tutti sull’innovazione del nostro sistema produttivo.
L’altra linea che stiamo seguendo è quella della internazionalizzazione.
Accanto a queste due linee, che ormai sono cardini della nostra azione di governo rispetto a una strategia di difesa attiva del nostro sistema manifatturiero, stiamo anche cercando di interpretare il fattore finanza. Su questo cercheremo di dialogare insieme alle altre Regioni con il Governo nazionale affinché sinergicamente si sommino gli interventi del Governo nazionale e dell’Europa in una logica concordata.
Abbiamo avuto anche la fortuna che la Conferenza delle Regioni ha affidato alla nostra Regione il dialogo con il Governo nazionale rispetto a tutte le situazioni di crisi economica che si verificheranno, quindi avremo la possibilità di manifestare direttamente questo nostro progetto di strategia attiva contro una crisi che, appunto, possa passare attraverso questi tre fattori, innovazione, internazionalizzazione e finanza.
Sul tema dell’internazionalizzazione – arrivo alle conclusioni e quindi anche alla riposta al Consigliere Pistarelli – credo ci sia da fare un approfondimento su che cosa significano per noi alcuni Paesi, perché abbiamo delle immagini e degli stereotipi che non corrispondono alla realtà. Ad esempio nel recente viaggio fatto in Cina piccoli e piccolissimi imprenditori, soprattutto del settore calzaturiero, hanno potuto verificare che in Cina è possibile entrare anche avendo dimensioni molto ridotte o un settore di prodotto maturo e tradizionale come la calzatura.
In realtà questi sono mercati in forte espansione e lo saranno ancor più negli anni a venire. Infatti quello che abbiamo verificato è che la Cina non potendosi permettere l’arresto del processo di produzione del proprio sistema manifatturiero ed avendo a disposizione risorse finanziarie cospicue nell’ambito delle proprie riserve, come ha detto il Consigliere Brandoni, farà un programma di investimenti fortissimi per sostenere la propria domanda interna, i propri consumi interni proprio nel momento in cui il sistema internazionale non sarà più in grado di recepire i prodotti cinesi. Quindi per le nostre imprese sarà una grande opportunità poter esportare o produrre in Cina.
E in Cina in questo momento non ci sono solo Guzzini, Merloni, Vitali e le grandi imprese, ma ci sono anche tantissime piccole imprese del settore ambientale o del settore delle calzature che hanno ottenuto successo proprio perché sono andate lì non per delocalizzare ma per produrre per quel mercato, per conquistare quote di mercato e quindi riportare i flussi di cassa nelle Marche.
Tant’è che nelle esperienze che ho verificato e che abbiamo vissuto in questi giorni tutte le imprese che stanno lì non è che hanno diminuito i loro occupati nelle Marche ma li hanno incrementati. Questo perché non riportano in Europa o in Italia i prodotti che fanno in Cina ma li lasciano lì, li vendono lì, hanno dei margini, creano così quei flussi di cassa che ritornano alle Marche e avvantaggiano la nostra occupazione in termini di qualità e in termini di quantità.
C’è uno studio fatto dal prof. Sterlacchini dell’Università di Camerino che testimonia che l’internazionalizzazione è un fattore che rafforza le possibilità di crescita della nostra economia. E su questo potremo anche fare una riflessione più ampia.
Volevo inoltre dire che in questo momento in Cina si sta assistendo ad un fattore strano, quello della delocalizzazione della Cina. Ovvero le imprese che sono andate lì per delocalizzare, quindi per produrre e riportare in Italia o in Europa, viste le condizioni del mercato cinese stanno abbandonando la Cina e stanno andando in Vietnam. Pertanto in Cina ormai restano soltanto le imprese che vendono su quel mercato, perché non è più strategico il costo della manodopera ma è strategico il mercato, non è più strategico il fattore di produzione ma è strategico il fattore di commercializzazione.
A me ha fatto enormemente piacere che tutti i sette imprenditori calzaturieri, che tra l’altro hanno simpatie molto esposte verso l’area della minoranza, abbiano potuto non solo vedere ma anche concludere con dei distributori cinesi delle opportunità sia per produrre in Cina attraverso commesse già concordate con loro, sia per avere canali di distribuzione del prodotto fatto nelle Marche. Voi capite che avendo un marchio che comincia a girare su segmenti di mercato differenti e su volumi molto più ampi significa poi valorizzare quel marchio e avere molte più potenzialità.
Credo che se andiamo avanti con questa logica di piccoli passi decisi e risoluti, con la logica dell’internazionalizzazione, potremo dare delle risposte alla crisi. Una crisi che comunque dovremo attraversare e dove non dobbiamo farci illusioni che ci risparmierà, ma dove sicuramente riusciremo a preservare l’anima manifatturiera del made in Italy nella nostra regione.
Inoltre si deve anche riconoscere che da parte nostra non c’è stata una sottovalutazione di quello che ci sarebbe accaduto, non dimenticate che nel programma di governo della nostra Regione presentato nel 2005, quindi in tempi non sospetti, c’è scritta una cosa molto precisa. Ovvero da una parte vi è sì la difesa attiva del sistema manifatturiero delle Marche, perché è la nostra storia, è il nostro made in Italy, attraverso linee di internazionalizzazione ed innovazione, ma dall’altra c’è anche scritto che dobbiamo dotarci di un secondo motore di crescita e di sviluppo perché il manifatturiero non riuscirà a reggere tutta l’economia della nostra regione.
Dunque questo è quello che stiamo cercando di fare e lo facciamo attraverso il processo di integrazione tra paesaggio, ambiente, agricoltura, turismo.
Certamente sarà un percorso molto lungo proprio perché significa cambiare pelle all’identità della nostra regione, però abbiamo iniziato a farlo e lo abbiamo fatto fin dal primo giorno di questa legislatura.
Pertanto, ripeto, non c’è stata una sottovalutazione di quello che ci sarebbe accaduto, c’è stata soltanto la capacità di tenere il passo con una situazione che è sì enormemente difficile ma lo è enormemente di più per altri che non per noi, che però è certamente difficile anche per noi e ne siamo consapevoli.
Ma questa consapevolezza ci dà anche la forza per proseguire su un terreno che abbiamo già inquadrato nelle sue prospettive e che dobbiamo continuare a tenere fermo nelle azioni da intraprendere secondo la linea che vi ho cercato di descrivere.

PRESIDENTE. A questo punto, visto è stato raggiunto l’accordo, direi di passare alla votazione dell’emendamento n. 1 proposto dal Presidente Spacca, poi all’emendamento n. 2 proposto dalla minoranza, quindi alla risoluzione eventualmente emendata.

Proposta di risoluzione del Presidente Spacca:
L’assemblea legislativa delle Marche, premesso
- che lo stato di crisi del Gruppo A. Merloni coinvolge migliaia di lavoratori in tre Regioni, concentrati soprattutto nell’entroterra marchigiano ed umbro;
- che tale situazione di crisi si riflette negativamente sull’indotto diretto e indiretto di piccole imprese del territorio, con tensioni fortissime sul piano finanziario che rischiano di generare effetti a catena e pesanti riflessi occupazionali;
- che la Regione esprime la massima solidarietà e vicinanza a tutti i lavoratori coinvolti in tale crisi ed alle loro famiglie;
Considerato:
- che l’Azienda A. Merloni, come anche auspicato dalle Regioni, dagli Enti locali e dalle Forze sociali ed economiche, ha attivato presso il Ministero allo Sviluppo Economico le procedure della legge Marzano, e che sono stati nominati dallo stesso Ministero tre Commissari straordinari;
- che il progetto di Accordo di Programma elaborato da Regioni, Enti locali, Forze sociali, e presentato al Ministero allo Sviluppo economico, definisce risposte adeguate e di qualità per garantire la salvaguardia dei lavoratori e la tenuta dell’indotto di piccole imprese e del territorio, con strumenti regionali, nazionali ed europei, lungo tre principali filoni di intervento: difesa del lavoro e del reddito; attrazione di nuovi investimenti per la reindustrializzazione; rilancio e diversificazione dell’economia locale del distretto;
- che il Governo nazionale è ora chiamato a definire risposte concrete e reali impegni finanziari rispetto ai contenuti di tale proposta di Accordo di programma;
- che tra queste risposte la concessione di un adeguato fondo di ammortizzatori sociali in deroga per le piccole imprese rappresenta un’esigenza fondamentale per il sostegno del reddito e della coesione sociale dei territori interessati;
Tenuto conto:
- dell’importanza del coinvolgimento dell’intera filiera istituzionale su tale vicenda, che finora ha visto la costituzione del tavolo interregionale di cui fanno parte le Regioni Marche, Umbria ed Emilia Romagna, le Province di Ancona, Macerata, Perugia e Reggio Emilia, i Comuni sede degli stabilimenti; del gruppo di lavoro con sede a Fabriano istituito per monitorare la situazione creatasi a seguito della crisi; del tavolo nazionale per costruire lo strumento fondamentale dell’Accordo di programma tra Governo centrale e Regioni;
- della necessità indifferibile della presentazione del piano industriale di rilancio dell’A. Merloni per la tutela delle prospettive occupazionali, sociali ed economiche del territorio, con la salvaguardia dei siti produttivi nazionali, la realizzazione di un ampio confronto sociale ed istituzionale, il rifiuto di scelte e operazioni di natura finanziaria o speculativa;
- della funzione fondamentale di garanzia del “Fondo di solidarietà per il lavoro e le piccole imprese” attivato dalla Regione, soprattutto in una fase come quella attuale caratterizzata da una crisi finanziaria internazionale che rischia di avere pesanti ricadute anche sull’economia reale;
- dell’impegno attivo e propositivo del Sindacato e delle Categorie economiche, accanto a quello delle Istituzioni, per favorire una soluzione positiva di tale crisi;
Impegna la Giunta regionale a proseguire nell’impegno positivo finora espresso per la tutela del lavoro dell’A. Merloni, delle piccole imprese, del territorio, in coerenza con gli obiettivi e le azioni del progetto di Accordo di Programma predisposto dallo stesso Governo regionale.

Emendamento n. 1 del Presidente Spacca:
Al 2° capoverso del “Considerato”, dopo la frase: “che il progetto di Accordo di programma elaborato da Regioni, Enti locali, Forze sociali”, viene inserita la frase: “le cui misure operative sono contenute nei documenti che si allegano alla presente Risoluzione della quale costituiscono parte integrante e sostanziale”;
Il testo coordinato del 2° capoverso risulta perciò il seguente: “che il progetto di Accordo di Programma elaborato da Regioni, Enti locali, Forze sociali, le cui misure operative sono contenute nei documenti che si allegano alla presente Risoluzione della quale costituiscono parte integrante e sostanziale, e presentato al Ministero allo Sviluppo economico, definisce risposte adeguate e di qualità per garantire la salvaguardia dei lavoratori e la tenuta dell’indotto di piccole imprese e del territorio, con strumenti regionali, nazionale ed europei, lungo tre principali filoni di intervento: difesa del lavoro e del reddito; attrazione di nuovi investimenti per la deindustrializzazione; rilancio e diversificazione dell’economia locale del distretto;”.

Allegato:

Crisi A. Merloni Spa
PROGETTO SPECIALE PER IL TERRITORIO:
ACCORDO DI PROGRAMMA REGIONI-GOVERNO
(Roma, 22 ottobre 2008)

Indice
IL SISTEMA DEGLI INTERVENTI:
- Accordo di programma Regioni-Governo nazionale: sintesi
- Accordo di programma Regioni-Governo nazionale: schede progettuali

ACCORDO DI PROGRAMMA REGIONI-GOVERNO NAZIONALE
Nei giorni scorsi l’azienda A. Merloni ha chiesto di poter beneficiare dell’amministrazione straordinaria prevista dalla Legge Marzano. Marche, Umbria ed Emilia-Romagna, tenuto conto dello stato di crisi che ne consegue, chiedono al Governo di adottare misure urgenti di sostegno all’occupazione e al rilancio delle attività produttive dell’intero territorio.
La preoccupazione riguarda sia la collocazione geografica degli stabilimenti produttivi in aree appenniniche, sia la rete di fornitori e sub-fornitori che rappresenta uno degli assi fondamentali su cui si articola l’economia dei territori interessati.
Le Regioni Marche-Umbria-Emilia Romagna, infatti, intendono reagire con prontezza alla grave crisi che si viene delineando, che riguarda non solo l’Azienda ma anche i lavoratori e le piccole imprese dell’indotto e dei territori coinvolti.
La dimensione sovraregionale della crisi produttiva richiede in primo luogo la definizione di un tavolo nazionale, di natura istituzionale e tecnica, aperto al confronto anche con enti locali, sindacati ed associazioni di categoria, istituti di credito, che, nel rispetto delle prerogative e delle funzioni che la legge assegna ai commissari straordinari incaricati della gestione dell’azienda ed al Ministro dello Sviluppo Economico, possa consentire il monitoraggio e l’informazione costante dei soggetti interessati rispetto alle prospettive di ristrutturazione produttiva dell’azienda e alle conseguenti ricadute territoriali, nonché l’individuazione di strumenti, progetti e risorse finanziarie per affrontare la situazione di emergenza che si è creata attraverso un apposito Accordo di Programma.
L’Accordo di Programma Regioni-Governo rappresenta lo strumento fondamentale e imprescindibile per sostenere con forza i livelli occupazionali, il tessuto produttivo ad alta specializzazione costituito dal vastissimo indotto della A. Merloni, le piccole imprese e le famiglie coinvolte, nonostante la concomitante situazione di turbolenza sui mercati finanziari e tenendo conto delle limitate risorse proprie delle regioni coinvolte.
Obiettivi dell’Accordo sono quelli di sostenere il reddito dei lavoratori, attrarre nuovi investimenti nell’area, accelerare la disponibilità dei finanziamenti e degli incentivi, garantire alle imprese l’accesso al credito in modo da ridurre gli impatti negativi e sostenere lo sviluppo locale.
La proposta che si avanza al Governo nazionale, già discussa a livello tecnico, in analogia a quanto già posto in essere nelle Marche ed in Umbria con l’Intesa Istituzionale di Programma ai sensi della legge 61/98 e con il Patto di Territorio per Terni del 2005 così come in altre Regioni e territori (nota: ad esempio l’accordo di programma sottoscritto il 26 luglio 2006 tra il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Sardegna, il Consorzio ASI di Ottava e la Società Nuoro Servizi Srl, per il riordino delle infrastrutture e dei servizi nell’area di crisi di Ottava, nella misura di 7 milioni di euro alla Regione Sardegna; l’accordo di programma per la crisi industriale in Riva di Chieri, sottoscritto il 10 luglio 2005 tra il medesimo Ministero, la Regione Piemonte, le province di Torino e di Asti, i comuni di Riva presso Chieri e di Chieri, nella misura di 5 milioni di euro alla Regione Piemonte; l’accordo di programma per la crisi industriale nell’area di crisi di Acerra, nella misura di 8 milioni di euro alla Regione Campania per gli interventi integrativi, anche infrastrutturali, nell’ambito dell’iniziativa di reindustrializzazione di cui all’articolo 8, comma 11 della Legge 15 maggio 2005 n. 80, a sostegno degli investimenti di PMI che si insediano nelle aree o distretti industriali rese disponibili dalla dismissione delle imprese in crisi) è di stipulare un apposito Accordo di programma che costituisca la base per tutte le iniziative a sostegno del lavoro e delle attività economiche nelle aree coinvolte dalla crisi.

A tal fine potranno essere utilizzate le previsioni di cui all’AO 1441 ter (scheda A) che definisce l’Accordo quale strumento di programmazione ed integrazione delle iniziative di reindustrializzazione nelle aree o distretti di crisi industriale, da porre in essere con un’ attività coordinata tra Ministeri Regioni, gli Enti locali e gli altri soggetti pubblici e privati interessati.

L’opportunità di poter far confluire risorse finanziarie derivanti dai bilanci di istituzioni diverse, unitamente all’armonizzazione dei procedimenti amministrativi, da la possibilità di articolare nell’Accordo un pacchetto di misure diverse, con l’apporto di molteplici soggetti, secondo le 5 principali linee di intervento già individuate dalle Regioni e discusse, per quanto di competenza, a livello tecnico con il Ministero dello Sviluppo Economico.

1. DIFESA DEL LAVORO E DELL’OCCUPAZIONE SUL TERRITORIO, RIQUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
A. Sostegno al reddito dei lavoratori
- concessione di un plafond adeguato di ammortizzatori sociali in deroga per le imprese fino a 15 dipendenti. Gli interventi attivabili potrebbero essere i seguenti:
a) concessione del trattamento di CIGS per i lavoratori delle aziende in crisi operanti nella filiera produttiva della meccanica;
b) concessione dell’indennità di mobilità ai lavoratori licenziati da aziende operanti nella filiera della meccanica e che si iscrivono alle liste di mobilità di cui alla legge 236/2003;
- attivazione del Fondo Globalizzazione (FEG) istituito dall’UE nel 2006 con una dotazione di € 500 ml annui. Il Fondo può intervenire con un sostegno finanziario nei casi in cui oltre 1000 lavoratori in una azienda o in un settore produttivo regionale siano licenziati a causa di cambiamenti strutturali importanti neri flussi commerciali mondiali, comportando in uno specifico comparto produttivo, un sostanziale aumento delle importazioni nell’UE ovvero un rapido declino delle quote di mercato;
B. Sostegno al salvataggio e alla ristrutturazione delle imprese con più di 50 dipendenti
- utilizzazione del Fondo per il salvataggio e le ristrutturazione delle imprese di cui alla legge 80/2005 (disponibilità 15 milioni di euro per l’anno 2007 e di 35 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 - bozza di delibera di attuazione CIPE in via di definizione)
2. ATTRAZIONE DI NUOVI INVESTIMENTI A.
A. Revisione della Carta degli aiuti a finalità regionale.
La creazione di condizioni per una reale attrattività economica dei territori interessati dalla crisi della Merloni che nelle Marche ed in Umbria stanno scontando una soppressione graduale degli incentivi per il riequilibrio delle disparità economiche regionali, giustifica intensità di aiuto più elevate a fronte degli investimenti delle imprese.
Si sottolinea quindi la necessità di richiedere alla Commissione Europea dal 1 ° gennaio 2010 la revisione della Carta degli Aiuti a finalità regionale per l’Italia - aiuto di stato n. 324/07 - per l’applicazione delle percentuali di aiuto previste nelle aree assistite ai sensi dell’art. 87.3.c. del Trattato U.E ( es.il 30% per gli investimenti delle piccole imprese e il 20 % per le medie imprese).
Un’opportunità ulteriore è rappresentata dalla possibilità di istituire, nelle aree 87.3.c., senza obbligo di notifica alla Commissione, regimi di aiuti alle nuove imprese, esclusivamente se di piccola dimensione (fino a 50 dipendenti), con un limite massimo di € 1 ml di aiuto per ogni impresa e una percentuale di contribuzione del 25% delle spese ammissibili nei primi tre anni e del 15 % nei due anni seguenti.
B. Applicazione degli incentivi di cui alla legge 181/89
Si tratta di estendere gli incentivi per il sostegno alla localizzazione di nuove attività produttive nelle aree di crisi industriale previsti dalla legge 181/89 come già previsto contemplato dall’AO 1141 ter sopra citato (scheda A)

3. RILANCIO E DIVERSIFICAZIONE DELL’ECONOMIA LOCALE
A. Interventi per la riconversione del tessuto produttivo
- orientare i prossimi bandi a valere sul programma “Industria 2015” verso ambiti settoriali con un forte impatto anche sul territorio colpito dalla crisi produttiva (ad esempio lo sviluppo delle tecnologie legate all’ “abitare”, inclusa la sicurezza, quale la demotica, l’efficienza energetica delle abitazioni, nuovi materiali e tecnologie per la progettazione innovative);
- finanziamento di un pacchetto di interventi integrati a sostegno della localizzazione di imprese nelle aree interessate dalla crisi (scheda B) utilizzando le nuove disposizioni dell’AO 1441 ter ovvero la delega al riordino degli incentivi per derogare al limite minimo di investimento di € 40 ml per i contratti di programma a fronte di coerenti azioni di sostegno poste in atto dalle regioni interessate;
- tenuto conto della vasta rete di rapporti di sub-fornitura esistenti nell’ambito del distretto della meccanica e in generale nei settori produttivi inerenti il “Made in Italy” identificare uno strumento metodologico che consenta una maggiore conoscenza e monitoraggio delle filiere produttive, indipendentemente dall’appartenenza o meno a distretti riconosciuti sul territorio nazionale per identificare azioni-sistema idonee a rafforzare nel breve le filiere e nel medio, termine creando le condizioni per aggregare le filiere “locali” in filiere “lunghe” al fine di aumentarne la competitività e quindi la tenuta in caso di crisi produttive (scheda C).
Sui tutti e tre i filoni di azione le Regioni hanno elaborato ulteriori e specifici strumenti di intervento per i rispettivi territori, ad integrazione dei progetti che potrebbero essere oggetto dell’Accordo di programma, anche per sviluppare sinergie e meccanismi di cofinanziamento.
B. Benefici fiscali e previdenziali.
Per le piccole imprese dell’indotto, come per l’intero territorio, sarebbe semplice nelle modalità, rapido e significativo negli effetti, un intervento di vantaggio legato a specifici benefici fiscali e previdenziali, già richiesti dalle Regioni, da prevedere attraverso la legge finanziaria 2009: ad esempio, benefici e restituzioni IVA; revisione studi di settore legati alla crisi del territorio.
C. Localizzazione di funzioni istituzionali.
Altrettanto importante è l’opportunità di prevedere da parte del Governo nazionale la localizzazione di specifiche funzioni istituzionali ad impatto occupazionale nei territori coinvolti dalla crisi, come già stanno procedendo le Regioni.
D.Revisione delle modalità di restituzione delle imposte e contributi sospesi nelle Regioni Umbria e Marche relativi al sisma 1997-98.
La Legge Finanziaria 2008, all’art. 2, comma 109 ed il decreto legge 8 aprile 2008 n. 61 all’art. 2 prevedono la restituzione in misura ridotta al 40% degli oneri fiscali e previdenziali sospesi in seguito al sisma del 1997, dilazionando lo stesso in 120 rate mensili senza aggravio di interessi.
Le Regioni Marche ed Umbria con nota congiunta al Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 settembre scorso hanno già richiesto:
• che il versamento della prima rata abbia decorrenza dal primo mese successivo a quello di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del DPCM che stabilirà le modalità di restituzione degli oneri sospesi;
• che siano confermate le modalità di restituzione già individuate, evitando il cumulo iniziale di rate;
• che sia innalzata la quota di esonero dalla restituzione degli oneri sospesi dal 60% almeno fino all’80-90% quale ulteriore modalità di intervento per alleviare gli effetti depressivi dell’attuale situazione di crisi prevedendo appositi stanziamenti nella Legge Finanziaria 2009.
E. Accesso al credito
Un tema di grande rilevanza è quello delle garanzie del sistema bancario, per evitare fenomeni di razionamento del credito e agevolare finanziamenti costanti e regolari soprattutto alle piccole imprese.
In questa direzione, ad esempio, la Regione Marche costituisce nell’immediato un fondo di solidarietà per sostenere il lavoro e le PMI (scheda D), mirato ad alleggerire l’esposizione finanziaria delle imprese a breve termini attraverso la concessione di garanzie su un plafond di intervento da parte del sistema bancario di € 200 milioni.
Parimenti la Regione Umbria sta predisponendo un provvedimento finalizzato all’istituzione di un fondo di garanzia (scheda F) che veda anche la partecipazione degli istituti di credito finalizzato al sostegno di operazioni di consolidamento dell’esposizione finanziaria a breve termine delle PMI regionali. Tale strumento sarà operativo presso la società finanziaria regionale Gepafin Spa
Gli interventi previsti dalle Regioni potrebbero integrarsi ed interagire con strumenti analoghi che sembrerebbero allo studio anche da parte del Governo nazionale per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale.

Scheda A)

Disegno di legge n. 1441 ter
Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in
materia di energia

Art. 5
(Riforma degli interventi di deindustrializzazione, agevolazioni a favore di ricerca, sviluppo e innovazione e altre forme di incentivi)
1. Al fine di assicurare l’efficacia e la tempestività delle iniziative di reindustrializzazione nelle aree o distretti di crisi industriale, nei casi di situazioni complesse nonché con impatto significativo sulla politica industriale nazionale, nei quali si richieda l’attività integrata e coordinata di regioni, enti locali ed altri soggetti pubblici e privati e amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, ovvero la confluenza di risorse finanziarie da bilanci di istituzioni diverse e l’armonizzazione dei procedimenti amministrativi, l’iniziativa è disciplinata da appositi accordi di programma, promossi anche ai sensi delle vigenti disposizioni in materia.
2. L’accordo di programma è l’atto di regolamentazione concordata con il quale sono regolati il coordinamento delle azioni di rispettiva competenza dei soggetti sottoscrittori, le modalità di esecuzione degli interventi da parte di ciascuna amministrazione partecipante, il controllo dell’attuazione di essi, la verifica del rispetto delle condizioni fissate, l’individuazione di eventuali ritardi o inadempienze, l’eventuale revoca del finanziamento totale o parziale e l’attivazione di procedure sostitutive, le modalità di promozione del reimpiego delle risorse di lavoro rimaste inoccupate. Con riferimento alla specifica iniziativa e nei limiti delle potestà proprie delle istituzioni partecipanti, fermo restando quanto stabilito al comma 8, l’accordo di programma costituisce fonte regolamentare per gli interventi e gli adempimenti previsti.
3. All’attuazione degli interventi di agevolazione degli investimenti produttivi nelle aree o distretti di crisi, nel rispetto della normativa comunitaria in materia di aiuti di stato, provvede, secondo le direttive emanate dal Ministro dello sviluppo economico ai sensi del comma 8, l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A, di seguito indicata in breve Agenzia, mediante l’applicazione del regime di cui al decreto-legge lo aprile 1989, n. 120, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 maggio 1989, n. 181, e successive modificazioni ed integrazioni.
4. La concessione di finanziamenti agevolati mediante contributo in conto interessi per la incentivazione degli investimenti di cui alla legge 15 maggio 1989, n. 181, è applicabile in tutto il territorio nazionale, fatte salve le soglie di intervento stabilite dai regolamenti comunitari per i singoli territori.
5. Nell’ambito degli accordi di programma si provvede, d’intesa, ove possibile, con enti ed organismi locali competenti, alla realizzazione di interventi di infrastrutturazione e di risanamento di aree o distretti industriali dimesse da destinarsi ai nuovi investimenti produttivi.
6. All’individuazione delle aree o distretti di crisi nelle quali realizzare gli interventi di cui al presente articolo, per i quali si applicano le disposizioni di cui al decreto ministeriale 3 dicembre 2007, n. 747, recante agevolazioni ai sensi degli articoli 5, 6, 7 e 8 della legge 15 maggio 1989, n. 181, e successive modificazioni, provvede con proprio decreto il Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro del lavoro e della previdenza sociale. Ogni altra modalità di individuazione di aree o distretti di crisi produttiva, prevista da norme precedenti, è soppressa. Le disposizioni vigenti che prevedono modalità di individuazione di aree o distretti di crisi industriale diverse da quella prevista dal presente comma sono abrogate.
7. Il coordinamento dell’attuazione dell’accordo di programma di cui al comma 2 è assicurato dal Ministero dello sviluppo economico, sentito il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. A tal fine il Ministero dello sviluppo economico può avvalersi dell’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A.
8. Il Ministro per lo sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, definisce con proprio decreto da emanare entro 60 giorni dalla entrata in vigore della presente legge, le modalità di attuazione degli interventi di cui al comma 3 del presente articolo ed impartisce le direttive all’Agenzia.
9. Il fondo di cui all’articolo 1, comma 30, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, istituito per garantire la prosecuzione degli interventi volti alla risoluzione delle crisi industriali nelle aree o distretti di cui alla legge n. 181 del 1989 e successive integrazioni, è destinato all’attuazione dei seguenti accordi di programma, eventualmente integrati ai fini della coerenza con la normativa di cui al presente articolo: accordo di programma sottoscritto il 26 luglio 2006 tra il Ministero dello sviluppo economico, la Regione Sardegna, il Consorzio ASI di Ottana e la Società Nuoro Servizi Srl, per il riordino delle infrastrutture e dei servizi nell’area di crisi di Ottana, nella misura di 7 milioni di euro alla Regione Sardegna; accordo di programma per la crisi industriale in Riva di Chieri, sottoscritto il 10 luglio 2005 tra il medesimo Ministero, la Regione Piemonte, le province di Torino e di Asti, i comuni di Riva presso Chieri e di Chieri, nella misura di 5 milioni di euro alla Regione Piemonte; accordo di programma per la crisi industriale nell’area di crisi di Acerra, nella misura di 8 milioni di euro alla Regione Campania per gli interventi integrativi, anche infrastrutturali, nell’ambito dell’iniziativa di reindustrializzazione di cui all’articolo 8, comma 11 della Legge 15 maggio 2005 n. 80, a sostegno degli investimenti di PMI che si insediano nelle aree o distretti industriali rese disponibili dalla dismissione delle imprese in crisi.
10. Le risorse di cui all’articolo 2, comma 554, della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, sono prioritariamente destinate agli interventi individuati dal Ministro dello sviluppo economico in relazione alle seguenti aree o distretti di intervento:
a) dell’internazionalizzazione, con particolare riguardo all’operatività degli Sportelli Italia ed all’attivazione di misure per lo sviluppo del «Made in Italy», per il rafforzamento del piano promozionale dell’ICE e per il sostegno alle esportazioni da parte di enti, consorzi e camere di commercio all’estero;
b) degli incentivi, per l’attivazione di nuovi contratti di sviluppo, nonché di altri interventi di incentivazione a sostegno delle attività imprenditoriali;
c) dei progetti di innovazione industriale di cui all’articolo 1, comma 842, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
d) degli interventi nel settore delle comunicazioni con particolare riferimento a esigenze connesse con lo svolgimento dell’evento G8 da tenersi in Italia nel 2009.
11. Allo scopo di assicurare lo sviluppo dei progetti di innovazione industriale a favore della crescita e della competitività del sistema produttivo, nel rispetto degli obiettivi della Strategia di Lisbona, in aggiunta alle aree o distretti tecnologiche di cui alla lettera c) del comma 10, sono individuate quelle relative all’ICT, all’industria aerospaziale e all’ambiente.
12. Gli interventi di cui al comma 10 sono realizzati a valere direttamente sulle risorse disponibili come accertate con decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 febbraio 2008 registrato dalla Corte dei Conti e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 2 luglio 2008.


Scheda B)

POLITICHE DI ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI


Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento generale di esenzione per categoria n. 800/2008, tutti i regimi di aiuto sotto riportati possono essere attivati automaticamente dagli Stati membri, ivi incluse le Regioni, mediante semplice comunicazione alla Commissione europea entro 20 gg. dall’entrata in vigore degli stessi (ad es. data di adozione dell’atto con cui si approva il bando), cioè senza la procedura di notifica. Tali interventi, in linea di principio applicabili a tutto il territorio regionale, potrebbero essere resi selettivi individuando criteri prioritari e premiali collegati al piano di rilancio/riconversione dei territori interessati.

INTERVENTI INTEGRATI A SOSTEGNO DI PROGRAMMI
DI LOCALIZZAZIONE PER LE PMI

Gli interventi seguenti possono essere combinati in un pacchetto integrato di agevolazioni, in quanto si tratta di regimi di aiuto che finanziano tipologie progettuali/voci di spesa differenti, con il regime di aiuto a) che dovrebbe costituire il nucleo portante dell’investimento produttivo materiale e immateriale.

A) AIUTI AGLI INVESTIMENTI
Tipologia di progetto finanziabile: Progetto di investimento in attivi materiali e immateriali: creazione di nuovo stabilimento, estensione di stabilimento esistente, diversificazione della produzione di uno stabilimento, anche mediante prodotti nuovi aggiuntivi, trasformazione fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente
Soggetti Proponenti e beneficiari: Piccole e medie imprese
Importo complessivo degli investimenti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria
Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: investimenti materiali (terreni, fabbricati, impianti/macchinari) e investimenti immateriali (spese derivanti da trasferimenti di tecnologie)
Intensità di aiuto: piccole imprese: 20 - medie imprese: 10

B) AIUTI PER L’ASSUNZIONE DI LAVORATORI SVANTAGGIATI (2)
Soggetti Proponenti e beneficiari: tutte le imprese
Costi ammissibili: costi salariali durante un periodo massimo di 12 mesi successi all’assunzione (24 mesi nel caso di lavoratori molto svantaggiati - categoria da definire)
Intensità di aiuto: 50 % dei costi ammissibili

C) FINANZIAMENTO DI STUDI DI FATTIBILITÀ PER ORIENTARE I PROCESSI PRODUTTIVI
Soggetti Proponenti e beneficiari: Piccole e medie imprese
Importo complessivo dei progetti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: Servizi forniti da consulenti esterni, quali predisposizione di studi di fattibilità
Intensità di aiuto: 50% per piccole e medie imprese

D) AIUTI ALLE PMI PER SERVIZI DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO CHE RAFFORZINO LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE DEL DISTRETTO Soggetti Proponenti e beneficiari: Piccole e medie imprese
Importo complessivo dei progetti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: consulenza gestionale e in materia di acquisizione, protezione e commercializzazione dei diritti di proprietà intellettuale, nonché sull’uso delle norme, assistenza tecnologica, servizi di trasferimento di tecnologie, formazione; costi relativi a banche dati, locali per ufficio, ricerche di mercato, biblioteche tecniche, etichettatura di qualità, test e certificazione.
Intensità di aiuto: importo massimo di € 200.000 per beneficiario su un periodo di tre anni se il prestatore di servizi ha una certificazione nazionale o europea (cumulabile con regime “de minimis”).

(2) espulsi dai processi produttivi o ultracinquantenni in stato di disoccupazione ovvero disoccupati da almeno 12 mesi sotto forma di integrazioni salariali

Scheda C)

Progetto multi-regionale per la sperimentazione delle azioni infrastrutturale a supporto dei processi di trasformazione dei distretti e delle filiere produttive

Nessuna ipotesi di riconversione del tessuto produttivo dei territori coinvolti dalla crisi può prescindere dalla necessità di approfondire la conoscenza relativamente alla consistenza e all’articolazione delle filiere produttive quale evoluzione dei distretti produttivi di riferimento.
Al riguardo la regione Marche ha presentato al MISE una ipotesi di progetto a valenza nazionale a valere sui dei fondi di cui al DM 28.12.07 “Progetti a favore dei distretti industriali” pubblicato sulla GU n. 70 del 22.03.2008. Il decreto infatti prevede che una quota pari a € 10 milioni venga assegnata al ministero per agevolare lo sviluppo di progetti a carattere nazionale “...finalizzati alla realizzazione di infrastrutture materiali ed immateriali diretti a sviluppare collegamenti e servizi di supporto ai distretti.. .in particolare mediante l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni...” nonché “...la realizzazione di forme di collaborazione fra distretti in ambito multiregionale... “.
In sintesi la proposta progettuale si candida a ottenere i seguenti risultati:
a) tracciare le filiere produttive di settori chiave del Made in Italy (indipendentemente dall’appartenenza o meno a distretti “riconosciuti”);
b) elaborare un rating di rischio/potenziale di riconversione alla luce delle dinamiche competitive che interessano le grandi imprese locali;
c) elaborare delle azioni-sistema capaci di rafforzare nel breve le filiere (attraverso l’implementazioni di progetti pilota mirati) e nel medio termine creando le condizioni per l’aggregazione di tali filiere “locali” in filiere “lunghe” di carattere nazionale capaci di candidarsi ala fornitura per gruppi/attori al di fuori dei distretti abituali;
d) implementare azioni di sostegno alla riconversione di dette filiere (nel caso in questione territorio di Marche e Umbria) attraverso il supporto all’innovazione di prodotto/processo e verso il supporto attivo al “go-to­market” verso altri acquirenti di sub-fornitura;
e) elaborazione di un modello/strumento informatico di comune accessibilità da parte delle altre regioni Italiane (gestito dal Mise, attraverso INVITALIA ex SVILUPPOITALIA) interessate dal fenomeno della conversione delle filiere produttive, capace di replicare/sostenere azioni omologhe per settori e territori connotati dalla stessa identità produttiva (trasferibilità delle azioni pilota).
Il fine ultimo del progetto è quindi quello di dare immediata risposta alle esigenze di “tenuta” dei sistemi produttivi locali coinvolti dalla crisi dei main contractor, attraverso l’erogazione di azioni e strumenti capaci di “ri-aggregare” porzioni qualificate di dette filiere ed orientarle verso nuovi ambiti di domanda, agendo al contempo sulla competitività complessiva dei settori merceologici individuati agendo in logica multi regionale, evitando la perdita di competitività ed occupazione anche al di fuori di singoli casi imprenditoriali interessati da crisi produttive.

Scheda D)

REGIONE MARCHE: FONDO DI SOLIDARIETA’ PER SOSTENERE L’OCCUPAZIONE, IL LAVORO E LE PMI COINVOLTE NELLE CRISI DI FILIERA E DI TERRITORIO
Obiettivo:
L’intervento mira a sostenere, nell’immediato, i livelli occupazionali, il lavoro e la competitività delle PMI coinvolte nelle crisi delle filiera produttive, dei territori e dei distretti. In considerazione dell’attuale turbolenza dei mercati finanziari è da valutare l’estensione di tale strumento.
L’intervento si propone di alleggerire l’esposizione finanziaria delle PMI a breve termine. Lo strumento è la concessione di garanzie mediante costituzione di un apposito fondo dedicato su un plafond di intervento da parte del sistema bancario di € 200 milioni. Potrebbero essere così concesse garanzie che, nel rispetto del regime di aiuto del “de minimis”, diano copertura anche oltre la normale prassi ed in situazioni di criticità ma comunque non pregiudizievoli del futuro dell’impresa garantita. Tale intervento deve avere la precisa finalizzazione del consolidamento e non deve sovrapporsi o intersecarsi con gli altri strumenti di sostegno all’accesso al credito che restano nella loro validità ed efficacia.
Occorre predisporre la strumento in tempi estremamente ristretti in considerazione che, ai sensi delle disposizioni di Basilea 2, il ritardo nei pagamenti da parte delle imprese, prima del default, non può essere superiore ai 180 gg. e che la criticità può essere datata a partire dal mese di settembre 2008.
Funzionamento del Fondo:
- le Banche/Fondazioni bancarie e le Camere di Commercio partecipano, insieme alla Regione, alla costituzione di un Fondo di complessivi €10 ml.
- il Fondo potrà essere utilizzato per rilasciare garanzie di II grado a favore di tutti i Confidi marchigiani che rilascino garanzie di I grado a favore delle banche, che aderiscono al plafond di € 200 ml, e nell’interesse delle PMI regionali come sopra specificato.
- tale garanzia di I grado dovrà coprire il 60% del finanziamento relativo riducendo il rischio del sistema bancario rispetto alla usuale garanzia; la garanzia di Il grado coprirà invece il 70 % della garanzia di I grado rilasciata dal Confidi.
- il Fondo interverrà sino ad esaurimento della propria dotazione ed opererà fino al 31.12.2010.
- ogni azienda garantita non potrà avere finanziamento a valere su questa iniziativa superiore a € 1 ml.

Scheda F)

REGIONE UMBRIA: FONDO DI GARANZIA PER IL CONSOLIDAMENTO DELLE PASSIVITA’ A BREVE TERMINE DELLE PMI
Obiettivo:
L’intervento si propone di alleggerire l’esposizione finanziaria delle PMI a breve termine attraverso operazioni di consolidamento a medio termine delle passività a breve.
Il fondo opererà attraverso la concessione di garanzie che potranno consentire l’attivazione di un plafond di intervento da parte del sistema bancario stimato tra i 100 ed i 150 milioni di euro.
Potrebbero essere così concesse garanzie che, nel rispetto del regime di aiuto del “de minimis”, diano copertura anche oltre la normale prassi ed in situazioni di criticità ma comunque non pregiudizievoli del futuro dell’impresa garantita.
Tale fondo non si sovrappone con gli strumenti regionali già esistenti finalizzati a favorire l’accesso al credito e la capitalizzazione delle imprese a fronte di programmi di sviluppo ed investimento.
Funzionamento del Fondo:
- Il fondo sarà gestito dalla società finanziaria regionale Gepafin Spa e potrà vedere la partecipazione di istituzioni creditizie ad altri soggetti pubblici.
Modalità di funzionamento previste:
a) rilascio di garanzie dirette a favore di istituti di credito
b) partecipazioni ad operazioni di cogaranzia con Confidi e Cooperative Artigiane di Garanzia;
c) rilascio di garanzie di II grado a favore di tutti i Confidi che rilascino garanzie di I grado a favore degli istituti di credito.
- Le percentuali di garanzia, cogaranzia e controgaranzia saranno modulate in funzione della tipologia e della durata delle operazioni di consolidamento sottostanti.
- Il Fondo interverrà sino ad esaurimento della propria dotazione iniziale, ma avrà carattere rotativo in funzione delle volume delle risorse impegnate che via via si libereranno per effetto della riduzione nel tempo dell’ ammontare garantito.
- Il limite massimo di garanzia per ciascuna impresa non potrà superare i 500.000 euro


PROGETTO SPECIALE PER IL DISTRETTO
DELLA MECCANICA UMBRO-MARCHIGIANA
(Ancona, ottobre 2008)

Indice
IL SISTEMA DEGLI INTERVENTI:
1. Interventi per la difesa del lavoro e per la formazione
2. Interventi per l’attrazione di insediamenti e investimenti
3. Interventi per il rilancio e la diversificazione dell’economia
4. Integrazioni ulteriori per l’Accordo di programma

IL SISTEMA DEGLI INTERVENTI

1. INTERVENTI PER LA DIFESA DEL LAVORO E PER LA FORMAZIONE

AMMORTIZZATORI SOCIALI IN DEROGA (CIGS E MOBILITA’) PER LE PICCOLE AZIENDE IN CRISI NELLA FILIERA DELLA MECCANICA.
La Regione Marche ha già richiesto al Sottosegretario di Stato al Welfare la somma di 6 meuro quale addendum sulle risorse già assegnate con l’accordo governativo del 5 marzo 2008. Ulteriori fondi saranno richiesti sulla base delle esigenze che si determineranno. Gli interventi attivabili potrebbero essere i seguenti:
- concessione del trattamento di CIGS per i lavoratori delle aziende in crisi operanti nella filiera produttiva della meccanica;
- concessione dell’indennità di mobilità ai lavoratori licenziati da aziende operanti nella filiera della meccanica e che si iscrivono alle liste di mobilità di cui alla legge 236/2003 (mobilità senza indennizzo).

PROGRAMMA PA.RI.: PROGRAMMA D’AZIONE PER IL REIMPIEGO DI LAVORATORI SVANTAGGIATI.
Il programma attiva interventi finalizzati al reinserimento di lavoratori in mobilità, in cassa integrazione o fuoriusciti dal mondo del lavoro: progetti specifici potranno essere attivati per il distretto di Fabriano. Le azioni riguardano:
- aiuti alle assunzioni di soggetti svantaggiati;
- la realizzazione di azioni di reimpiego finalizzate al rientro nel mercato del lavoro di persone che percepiscono ammortizzatori sociali o altri sussidi;
- il potenziamento dei servizi per il lavoro, anche in funzione della riforma degli ammortizzatori;
- il monitoraggio dei lavoratori percettori di ammortizzatori sociali e di altri sussidi e della relativa spesa.
- lo sviluppo di luoghi di governance delle politiche attive del lavoro, che favoriscano la cooperazione fra attori istituzionali, l’integrazione e l’attivazione di politiche e risorse;
Dotazione finanziaria su scala regionale: 6 meuro.

COSTITUZIONE DI UN FONDO DI SOLIDARIETA’ PER L’OCCUPAZIONE, IL LAVORO E LE PMI.
Sostegno nell’immediato dei livelli occupazionali e della competitività delle PMI coinvolte nella crisi del distretto e del territorio attraverso il finanziamento di operazioni di trasformazione dei debiti a breve termine in debiti a medio termine. Costituzione di un Fondo di garanzia con la partecipazione di Regione, Camere di Commercio, Banche/Fondazioni bancarie, con il coinvolgimento della Società Regionale di Garanzia. Previsione di priorità per le iniziative localizzate nei Comuni del distretto umbro­ marchigiano della meccanica. Dotazione finanziaria del Fondo: 10 meuro.

FORMAZIONE PER LAVORATORI DI AZIENDE IN CRISI.
Interventi formativi che consentono, nei casi di crisi aziendali certificate attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali, di finanziare automaticamente le richieste legate a specifici progetti di formazione. Dotazione finanziaria: 1 meuro.

SOSTEGNO ALLA CREAZIONE D’IMPRESA.
Finanziamenti per interventi di sostegno alla creazione di impresa attraverso contributi anche a fondo perduto, per spese di costituzione, investimenti, formazione e consulenze tecniche a soggetti occupati o disoccupati che intendano avviare un’attività imprenditoriale autonoma. Risorse FSE 2007-2013, gestite tramite l’intervento delle Province.

PRESTITI D’ONORE.
Finanziamento a tasso agevolato e misure di formazione-tutoraggio per l’avvio di impresa a favorire la nascita di nuove iniziative imprenditoriali. Previsione di priorità per le iniziative localizzate nei Comuni del distretto di Fabriano. Dotazione finanziaria su base regionale: 3 meuro.


2. INTERVENTI PER L’ATTRAZIONE DI NUOVI INSEDIAMENTI E INVESTIMENTI PRODUTTIVI

INCENTIVI PER LA LOCALIZZAZIONE DI NUOVI INSEDIAMENTI PRODUTTIVI. Costituzione di un fondo alimentato con risorse regionali ed europee, da destinare al finanziamento di opere di urbanizzazione primaria e secondaria di aree per nuovi insediamenti produttivi di PMI.
L’azione si sviluppa in modo complementare con l’attivazione di un plafond di finanziamenti agevolati della BEI, volti ad agevolare l’accesso al credito per lo sviluppo di nuovi progetti di investimento.
Gli interventi mirano a produrre esternalità positive in termini di vantaggi localizzativi nel territorio del distretto, per incentivare nuovi insediamenti produttivi e creare opportunità occupazionali aggiuntive.
Le modalità di intervento, complementari tra loro, sono le seguenti:
1. Fondo per abbattere una quota degli oneri di urbanizzazione legati a progetti di nuovi insediamenti produttivi localizzati nel distretto, da attivare con il coinvolgimento degli Enti locali;
2. Fondo agevolato BEI su mutui contratti per l’acquisto di lotti di nuove aree produttive, da attivare con il coinvolgimento degli istituti di credito locali.
Entrambi gli interventi potranno riguardare solo progetti che prevedono incrementi di occupazione rispetto a quella esistente.
Dotazione finanziaria iniziale: Fondo per oneri di urbanizzazione 5 meuro; finanziamenti agevolati BEI 30 meuro.

PIASTRA LOGISTICA E INCUBATORE DI IMPRESE.
Previsti due interventi nelle Aree Leader del progetto Quadrilatero: -Piastra logistica delle merci e ricettivo, valore di 30,8 meuro;
- Incubatore di imprese per attività produttive, valore di 9,5 meuro.
I progetti mirano a potenziare due fattori chiave di competitività del distretto: la logistica delle merci, per abbattere i costi di trasporto; l’avvio di nuove attività economiche, favorendo la formazione di apprendisti imprenditori soprattutto nella fase di star-up aziendale.

POTENZIAMENTO INFRASTRUTTURA DI SERVIZI MECCANO
Potenziamento delle attività di assistenza tecnica di Meccano su progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico al sistema delle piccole imprese, e delle relative politiche di rete per coordinare iniziative di sistema volte a favorire l’attrattività insediativa del distretto per nuove attività produttive.

SVILUPPO INFRASTRUTTURE DI BANDA LARGA.
Progetti per eliminazione del digital divide di prima e seconda generazione entro il 2012, con l’infrastrutturazione completa del territorio del distretto. Beneficiari Enti locali del territorio e loro enti strumentali, imprese private di telecomunicazioni. Dotazione finanziaria per i Comuni interessati dal distretto: circa 2 meuro.

RIPRISTINO AREE PRODUTTIVE DISMESSE, RISTRUTTURAZIONE DI LOCALI DESTINATI ALL’ATTIVITA’ ARTIGIANALI E TUTELA DELL’ARTIGIANATO ARTISTICO.
Interventi finanziati con la Legge Regionale n. 20/2003. Finanziamento di progetti di recupero delle aree, di ristrutturazione di locali in proprietà o in locazione o spese di primo impianto ed avviamento di attività imprese di artigianato artistico, tradizionale e tipico di qualità. Previsioni di priorità per le iniziative localizzate nel distretto di Fabriano. Dotazione finanziaria: dotazione regionale 1,1 meuro.

POTENZIAMENTO SPORTELLO UNICO PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE.
Potenziamento dello Sportello Unico alle Attività Produttive (SUAP) per erogare al tessuto economico servizi telematici, informativi e interattivi di supporto allo sviluppo economico e produttivo. Dotazione finanziaria su base regionale: 2,2 meuro.


3. INTERVENTI PER IL RILANCIO E LA DIVERSIFICAZIONE DELL’ECONOMIA LOCALE

LEGGE 181/89: REINDUSTRIALIZZAZIONE E RILANCIO DELLE AREE COLPITE DA CRISI DI SETTORE.
Interventi della legge 181/89, strumento agevolativo per le imprese che finanzia la reindustrializzazione e il rilancio delle aree industriali colpite da crisi di settore. I fondi sono gestiti dall’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo Sviluppo d’impresa Spa (già Sviluppo Italia), che ha l’incarico di valutare i progetti ed erogare le agevolazioni. I destinatari della legge 181/89 sono le piccole, medie e grandi imprese economicamente e finanziariamente sane e operanti nei -seguenti settori delle attività manifatturiere, estrattive e della fornitura di servizi. Le agevolazioni, nella misura del 25 a fondo perduto, sono riservate a progetti aziendali di nuove unità produttive, investimento, ammodernamento, ampliamento, ristrutturazione che producano nuova occupazione rispetto a quella esistente.
Possono usufruire dei benefici gli investimenti da realizzarsi nelle aree di crisi individuate con norme emanate nel corso degli anni. Al momento nessun territorio della Regione Marche è stato individuato a questo fine, è necessaria una apposita delibera CIPE ai sensi della legge 289/02. Lo strumento prevede una soglia minima di investimento di 40 meuro: necessario prevedere (con delibera CIPE) la possibilità di utilizzo dello strumento anche per importi inferiori.
Tuttavia è in corso una revisione della 181/89. Con ddl AC 1441 ter è stata prevista, all’art. 5, la riforma degli interventi di reindustrializzazione che introdurrebbe importanti e sostanziali novità quali la stipula con le Regioni di specifici programmi di reindustrializzazione finalizzati a promuovere iniziative per la riqualificazione delle aree interessate da complesse situazioni di crisi. Tra le misure previste anche l’attrazione degli investimenti nonché incentivi per il riposizionamento competitivo delle imprese esistenti e la promozione e creazione di nuove iniziative imprenditoriali.

LEGGE 296/06, COMMA 852 (LEGGE FINANZIARIA 2007): MISURE DI SOSTEGNO OCCUPAZIONALE.
Misure a sostegno dei livelli occupazionali in caso di crisi economica dell’impresa di rilevanti dimensioni. E’ prevista l’istituzione, d’intesa con il Ministero per lo sviluppo economico, di un' apposita struttura al fine di contrastare il declino dell’apparato produttivo e salvaguardare e consolidare le attività ed i livelli occupazionali delle imprese di rilevanti dimensioni che versano in crisi economico finanziaria. Per la valutazione dei casi di crisi aziendale è costituita una unità tecnica presieduta dal Ministero dello sviluppo economico d’intesa con il Ministero del lavoro su segnalazione dell’azienda interessata o della Regione nel cui ambito si verificano le situazioni di crisi d’impresa oggetto d’intervento.

FONDO PER IL SALVATAGGIO E LA RISTRUTTURAZIONE DELLE IMPRESE IN DIFFICOLTA’.
Presso il Ministero allo Sviluppo Economico opera il Fondo per il finanziamento degli interventi consentiti dagli Orientamenti UE sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà. Disciplina e modalità procedurali del fondo sono state in parte ridefinite dai commi 852, 853 e 903 della legge 296/06. A tali modifiche è stata data attuazione con delibera CIPE e successivo decreto ministeriale, pubblicato il 4 luglio 2007 in G.U, riguardante le procedure concernenti l’iter istruttorio delle domande per l’accesso al Fondo. E’ stato infine adottato il disciplinare dei rapporti tra MISE e Agenzia per l’attrazione degli investimenti, che è soggetto istruttore degli interventi. La misura di aiuto, che ha una dotazione annua di 35 meuro, consiste nella concessione di garanzia dello Stato sui finanziamenti ottenuti dalle imprese in difficoltà nella forma di aiuto al salvataggio ovvero di aiuto alla ristrutturazione. Le modalità di funzionamento sono parametrite alle disposizioni contenute negli Orientamenti comunitari che disciplinano gli aiuti di stato alle imprese in crisi; trattandosi di interventi in favore soprattutto di grandi imprese, ciascun intervento deve essere preventivamente autorizzato dalla Commissione Europea. Anche in questo caso è in corso una revisione della disciplina che dovrebbe prevedere un tetto più basso alla dimensione delle imprese (50 addetti rispetto ai 200 attuali).

PROGRAMMA “JESSICA”
I regolamenti comunitari 2007-2013 consentono l’avvio dello strumento finanziario JESSICA (Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle aree urbane).
Lo strumento è attivabile nella forma di “fondo di rotazione” per sostenere iniziative di risanamento e sviluppo urbano sostenibile, che coniughi i contributi finanziari dei Programmi Operativi 2007-2013 con altre forme di finanziamento pubbliche e private (mutui bancari, garanzie, investimenti privati, ecc.). A livello nazionale il referente operativo è la Cassa Depositi e Prestiti. Lo strumento potrebbe contribuire a finanziare progetti pubblici o pubblico-privati nell’ottica di valorizzare e promuovere il patrimonio, i beni, le attività culturali, il recupero di siti industriali dismessi, per lo sviluppo dell’attrattività del territorio, dei servizi e della qualità della vita.

PROGETTI DI INNOVAZIONE PER IL DISTRETTO DI FABRIANO.
Finanziamenti specifici per il sistema produttivo locale di Fabriano, riguardanti progetti di ricerca industriale, trasferimento tecnologico, sviluppo delle conoscenze, diffusione di servizi logistici, di tecnologie dell’informazione e del risparmio energetico. I progetti dovranno coinvolgere almeno tre imprese e potranno vedere la partecipazione di università e centri di trasferimento tecnologico. Contributo massimo erogabile pari al 50 delle spese sostenute, in relazione a dimensione aziendale e tipologie di spesa. Per il distretto di Fabriano stanziati 440 mila euro.

OFFERTA DI SERVIZI TECNOLOGICI AVANZATI.
Finanziamento di progetti presentati da PMI erogatrici di servizi alla produzione ad alto contenuto tecnologico per le seguenti tematiche: design ed ecoprogettazione, tecnologie “energy saving” e fonti energetiche rinnovabili, ‘lean production’ e processi produttivi “snelli’, nanomateriali e nano rivestimenti. Priorità per le iniziative localizzate nei Comuni del distretto di Fabriano. Dotazione finanziaria su base regionale 4,2 meuro.

RECUPERO DELL’EREMO DI VAL DI SASSO A FINI DIREZIONALI E TURISTICI.
Progetto di recupero e valorizzazione ai fini turistici, direzionali e di attrattività territoriale di un sito di particolare valenza storica e culturale situato nella Valle Eremita. La finalità è di valorizzare le potenzialità di servizi e di attrattività turistica di questa struttura a vantaggio dell’intero territorio del distretto. Dotazione finanziaria: 3 meuro.

CONTRIBUTI IN CONTO INTERESSI ALLE IMPRESE TURISTICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE STRUTTURE RICETTIVE.
L’intervento mira al miglioramento degli standard qualitativi dell’offerta ricettiva, per rafforzare l’attrattività del territorio per lo sviluppo. In particolare, sono previsti contributi una-tantum in forma attualizzata, con il coinvolgimento della BEI, pari al concorso sugli interessi nella misura del 4%. I contributi sono finalizzati alle seguenti tipologie di interventi: ristrutturazione, ampliamento, costruzione, riuso, ammodernamento, adeguamento di sicurezza, straordinaria manutenzione, adozione di sistemi di gestione ambientale, arredamento, attrezzature, impianti anche di natura sportiva. L’ammontare dei contributi concessi alle imprese localizzate nel distretto di Fabriano è già stimata, al momento, in circa 200 mila euro, per investimenti attivati di circa 2 meuro.

PROGETTO INTEGRATO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE DEI LUOGHI DELLA CULTURA: NUOVO POLO BIBLIOTECARIO E DELLE ARTI VISIVE.
L’intervento è mirato alla valorizzazione turistica del patrimonio artistico storico e contemporaneo del comprensorio del distretto, attraverso la creazione di un innovativo polo bibliotecario nel Comune di Fabriano, interventi per la valorizzazione del patrimonio architettonico di Fabriano, la creazione del museo dell’arte sacra di Genga e la realizzazione di un centro per esposizioni artistiche a Sassoferrato. L’obiettivo del Polo è di creare una rete tra strutture e servizi innovativi, capace di avere un ruolo propulsivo nella valorizzazione del patrimonio culturale e turistico del distretto. Dotazione finanziaria: 3,8 meuro.

SVILUPPO DEI “CENTRI COMMERCIALI NATURALI”
L’iniziativa mira al rilancio del Centro storico della città, quale autentico “centro commerciale naturale”, attraverso progetti in rete di piccoli operatori del commercio, turismo, artigiano e servizi volti alla conservazione, recupero e rivitalizzazione del centro urbano. La finalità è di attivare forme associative tra istituzioni ed i vari operatori, al fine di adottare azioni di promozione e sviluppo comuni per rafforzare l’attrattività del centro storico e contrastare la desertificazione commerciale e l’indebolimento del tessuto socio-economico. E’ prevista la realizzazione di progetti integrati realizzati nell’area del centro storico rivolti sia ai Comuni, sia alle PMI del commercio, turismo, artigianato e servizi, coordinate dai Centri di assistenza tecnica autorizzati.
Sono previste priorità per i progetti del distretto di Fabriano. Sono stati già erogati contributi ai Comuni di Fabriano e Cerreto d’Esi, mentre con il nuovo bando regionale sono già in graduatoria per i finanziamenti Matelica e Arcevia.

CONSOLIDAMENTO E VALORIZZAZIONE DEL CASTELLO DI PRECICCHIE Progetto di recupero funzionale di alcuni locali all’interno dell’edificio principale ed alla sistemazione delle corti comuni degradate al fine di favorire l’uso pubblico dei sistemi locali e per consentire manifestazioni collaterali. Dotazione finanziaria: 600 mila euro.

ITINERARI DELLE PIEVI, ABBAZIE, MONASTERI TRA MARCHE ED UMBRIA.
Il progetto specifico prevede azioni mirate all’analisi del patrimonio ed alla realizzazione di itinerari di fruibilità turistica a valenza interregionale che reinterpretino, in chiave di turismo ecosostenibile, gli antichi itinerari della fede. La Regione Marche è capofila del progetto. Dotazione finanziaria: 134 mila euro.

4. INTEGRAZIONI PER L’ACCORDO DI PROGRAMMA REGIONI-GOVERNO NAZIONALE
Alcuni approfondimenti/integrazioni al progetto di Accordo di programma, proposti e in discussione a livello tecnico con il Ministero allo Sviluppo Economico

Proposte di intervento (competenza MISE e Min.Welfare):
Sull’Azienda:
- Modifica del decreto legge “Alitalia” in conversione prevedendo, tra i criteri di accesso, anche le situazioni di crisi aziendale ad alto impatto occupazionale. Dopo l’articolo 2 inserire il seguente:
“2bis. Le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 si applicano anche alle imprese diverse dalle società operanti nei servizi pubblici essenziali nel caso di situazioni di crisi aziendale con alto impatto occupazionale sulle aree territoriali connesse individuate con delibera CIPE” Previa delibera CIPE, le condizioni previste (servizi pubblici essenziali) possono essere estese alle situazioni di crisi aziendale con alto impatto occupazionale sulle aree territoriali connesse”.
-Rapido ripristino dell’operatività del Fondo per il salvataggio e le ristrutturazione delle imprese (disponibilità € 35 ml annui - bozza di delibera CIPE in via di definizione, sono previsti interventi anche a favore delle imprese con più di 50 dipendenti).
Sulla difesa del lavoro e dell’occupazione del territorio, sulla riqualificazione professionale:
- Ammortizzatori sociali in deroga per le imprese fino a 15 dipendenti. La Regione Marche ha chiesto al Min. Lavoro la somma addizionale di 6 meuro quale addendum sulle risorse già assegnate con l’accordo governativo del 5 marzo 2008. Gli interventi attivabili potrebbero essere i seguenti:
- concessione del trattamento di CIGS per i lavoratori delle aziende in crisi operanti nella filiera produttiva della meccanica; concessione dell’indennità di mobilità ai lavoratori licenziati da aziende operanti nella filiera della meccanica e che si iscrivono alle liste di mobilità di cui alla legge 236/2003 (mobilità senza indennizzo).
- Attivazione del Fondo Globalizzazione (FEG) istituito dall’UE nel 2006 con una dotazione di € 500 ml annui. Il Fondo può intervenire con un sostegno finanziario nei casi in cui oltre 1000 lavoratori in una azienda o in un settore produttivo regionale siano licenziati a causa di cambiamenti strutturali importanti neri flussi commerciali mondiali, comportando in uno specifico comparto produttivo, un sostanziale aumento delle importazioni nell’UE ovvero un rapido declino delle quote di mercato comunitarie (sono stati già richiesti interventi a valere su questo fondo da parte di Sardegna, Piemonte, Lombardia e Toscana nel settore tessile/abbigliamento).
Sull’indotto di piccole imprese e sui territori coinvolti dalla crisi produttiva per attrazione di investimenti, rilancio produttivo e diversificazione dell’economia locale:
- Richiesta di revisione della Carta degli aiuti a finalità regionale, sostenuta da un idoneo percorso programmatico con la Commissione, dal 1° gennaio 2010 per l’applicazione degli aiuti previsti nelle aree assistite ai sensi dell’art. 87.3.c. del Trattato U.E. Nell’anno di transizione, da oggi alla modifica della Carte degli aiuti, si potrebbero erogare aiuti per l’assunzione di lavoratori svantaggiati sotto forma di integrazioni salariali per un periodo massimo di 12 mesi successivi alla assunzione.
In questi territori, che stanno scontando una soppressione graduale degli incentivi per il riequilibrio delle disparità economiche regionali, è possibile istituire nuovi regimi di aiuti per investimenti iniziali, cioè finalizzati sia alla realizzazione di nuovi stabilimenti produttivi e all’ampliamento di quelli esistenti, sia alla diversificazione della produzione in nuovi prodotti aggiuntivi o all’introduzione di un cambiamento fondamentale del processo di produzione complessivo. Rispetto ai tassi ordinari previsti per le piccole e medie imprese, l’esigenza di fronteggiare una crisi produttiva/occupazionale giustificherebbe intensità di aiuto più elevate, il 30% per le piccole imprese e il 20% per le medie imprese.
Un’opportunità ulteriore nelle zone sfavorite del territorio regionale è rappresentata dal quadro normativo prefigurato dal nuovo regolamento generale di esenzione per categoria n. 800/2008 dello scorso agosto: è prevista la possibilità di istituire, nelle aree 87.3.c., senza obbligo di notifica alla Commissione, regimi di aiuti alle nuove imprese, esclusivamente se di piccola dimensione (fino a 50 dipendenti), con un limite massimo di € 1 ml di aiuto per ogni impresa e una percentuale di contribuzione del 25% delle spese ammissibili nei primi tre anni e del 15 % nei due anni seguenti.
L’allegato A), oltre a prevedere l’opportunità di rimodulazione del POR FESR 2007/13 in presenza di mutamento delle condizioni socio-economiche a metà periodo (2010), presenta una duplice ipotesi di lavoro per il polo produttivo di Fabriano:
• la prima, immediatamente attivabile su tutto il territorio regionale, potrebbe individuare priorità per il polo produttivo di Fabriano, attraverso un atto di indirizzo della Giunta;
• la seconda, essendo attivabile esclusivamente nelle aree 87.3.c., richiede una revisione della Carta degli aiuti come sopra richiamato.
- Orientare i prossimi bandi a valere sul programma “Industria 2015” verso ambiti settoriali con un forte impatto anche sul territorio colpito dalla crisi produttiva (ad esempio lo sviluppo delle tecnologie legate all’ “abitare”, inclusa la sicurezza, quale la demotica, l’efficienza energetica delle abitazioni, nuovi materiali e tecnologie per la progettazione innovative)

- Nell’ambito della delega per la riforma degli incentivi di cui all’AO 1441 ter inserire la possibilità di derogare al limite minimo di investimento di 40 ml per i contratti di programma a fronte di coerenti azioni di sostegno poste in atto dalle regioni competenti.
- Estensione alle aree geografiche umbro marchigiane attualmente non ricomprese (Umbria: comuni di Valtopina, Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Valfabbrica, Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro, Scheggia, Gubbio, Marche comuni di Fabriano, Genga, Cerreto d’Esi, Matelica, ecc.) delle agevolazioni previste dalle leggi 181/89 e 593/93.
Sulle filiere produttive di piccole imprese:
- Nessuna ipotesi di riconversione del tessuto produttivo dei territori coinvolti dalla crisi può prescindere dalla necessità di approfondire la conoscenza relativamente alla consistenza e all’articolazione delle filiere produttive quale evoluzione dei distretti produttivi di riferimento.
Al riguardo la regione Marche ha presentato al MISE una ipotesi di progetto a valenza nazionale a valere sui dei fondi di cui al DM 28.12.07 “Progetti a favore dei distretti industriali” pubblicato sulla GU n. 70 del 22.03.2008. Il decreto prevede che una quota pari a € 10 milioni venga assegnata al ministero per agevolare lo sviluppo di progetti a carattere nazionale.
In sintesi la proposta progettuale si candida a ottenere i seguenti risultati:
a) tracciare le filiere produttive di settori chiave del Made in Italy (indipendentemente dall’appartenenza o meno a distretti “riconosciuti”);
b) elaborare un rating di rischio/ potenziale di riconversione alla luce delle dinamiche competitive che interessano le grandi imprese locali;
c) elaborare delle azioni-sistema capaci di rafforzare nel breve le filiere (attraverso l’implementazione di progetti pilota mirati) e nel medio termine creando le condizioni per l’aggregazione di tali filiere “locali” in filiere “lunghe” di carattere nazionale capaci di candidarsi ala fornitura per gruppi/ attori al di fuori dei distretti abituali;
d) implementare azioni di sostegno alla riconversione di dette filiere (nel caso in questione territorio di Marche e Umbria) attraverso il supporto all’innovazione di prodotto/processo e verso il supporto attivo al “go-to­market” verso altri acquirenti di sub-fornitura;
e) elaborazione di un modello/strumento informatico di comune accessibilità da parte delle altre regioni Italiane (gestito dal Mise, attraverso INVITALIA ex SVILUPPOITALIA) interessate dal fenomeno della conversione delle filiere produttive, capace di replicare/sostenere azioni omologhe per settori e territori connotati dalla stessa identità produttiva (trasferibilità delle azioni pilota).


Allegato A)

POLITICHE REGIONALI DI ATTRAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
IPOTESI DI LAVORO PER IL POLO PRODUTTIVO DI FABRIANO

1. QUADRO DEI REGIMI DI AIUTI ATTIVABILI IMMEDIATAMENTE
Quelli che seguono non sono strumenti agevolativi già esistenti, bensì basi giuridiche attivabili per istituire nuovi strumenti di sostegno agli investimenti con risorse regionali/nazionali/comunitarie. Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento generale di esenzione per categoria n. 800/2008, tutti i regimi di aiuto sotto riportati possono essere attivati automaticamente dagli Stati membri, ivi incluse le Regioni, mediante semplice comunicazione alla Commissione europea entro 20 gg. dall’entrata in vigore degli stessi (ad es. data di adozione dell’atto con cui si approva il bando), cioè senza la procedura di notifica.
Tali interventi, in linea di principio applicabili a tutto il territorio regionale, potrebbero essere resi selettivi individuando criteri prioritari e premiali collegati al piano di rilancio/riconversione del territorio. A tal fine potrebbe essere predisposto un atto di indirizzo da parte della Giunta che fissi i principi ispiratori delle nuove misure.

INTERVENTI INTEGRATI A SOSTEGNO DI PROGRAMMI DI LOCALIZZAZIONE PER LE PMI
Gli interventi seguenti possono essere combinati in un pacchetto integrato di agevolazioni, in quanto si tratta di regimi di aiuto che finanziano tipologie progettuali/voci di spesa differenti, con il regime di aiuto a) che dovrebbe costituire il nucleo portante dell’investimento produttivo materiale e immateriale.

A) AIUTI A GLI INVESTIMENTI
Tipologia di progetto finanziabile: Progetto di investimento in attivi materiali e immateriali: creazione di nuovo stabilimento, estensione di stabilimento esistente, diversificazione della produzione di uno stabilimento, anche mediante prodotti nuovi aggiuntivi, trasformazione fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente
Soggetti Proponenti e beneficiari: Piccole e medie imprese
Importo complessivo degli investimenti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria Agevolazioni concedibili : Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: investimenti materiali (terreni, fabbricati, impianti/macchinari) e investimenti immateriali (spese derivanti da trasferimenti di tecnologie)
Intensità di aiuto: piccole imprese: 20% medie imprese: 10%

b) AIUTI PER L’ASSUNZIONE DI LAVORATORI SVANTAGGIATI ( espulsi dai processi produttivi o ultracinquantenni in stato di disoccupazione ovvero disoccupati da almeno 12 mesi sotto forma di integrazioni salariali)

Soggetti Proponenti e beneficiari: tutte le imprese
Costi ammissibili: costi salariali durante un periodo massimo di 12 mesi successi all’assunzione (24 mesi nel caso di lavoratori molto svantaggiati - categoria da definire)
Intensità di aiuto: 50 % dei costi ammissibili

C) FINANZIAMENTO DI STUDI DI FATTIBILITÀ PER ORIENTARE I PROCESSI PRODUTTIVI
Soggetti Proponenti e beneficiari : Piccole e medie imprese
Importo complessivo dei progetti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria
Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: Servizi forniti da consulenti esterni, quali predisposizione di studi di fattibilità Intensità di aiuto : 50% per piccole e medie imprese

D) AIUTI ALLE PMI PER SERVIZI DI TRASFERIMENTO TECNOLOGICO CHE RAFFORZINO LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE DEL DISTRETTO
Soggetti Proponenti e beneficiari : Piccole e medie imprese
Importo complessivo dei progetti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria
Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: consulenza gestionale e in materia di acquisizione, protezione e commercializzazione dei diritti di proprietà intellettuale, nonché sull’uso delle norme, assistenza tecnologica, servizi di trasferimento di tecnologie, formazione; costi relativi a banche dati, locali per ufficio, ricerche di mercato, biblioteche tecniche, etichettatura di qualità, test e certificazione.
Intensità di aiuto: importo massimo di € 200.000 per beneficiario su un periodo di tre anni se il prestatore di servizi ha una certificazione nazionale o europea (cumulabile con regime “de minimis”).

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2. QUADRO DEI REGIMI DI AIUTI ATTIVABILI A SEGUITO DI REVISIONE DELLA CARTA DEGLI AIUTI A FINALITA’ REGIONALE A FAR DATA DALL’ 01/01/2010

Con la revisione della Carta degli aiuti a finalità regionale a far data dal 2010, il regime di aiuti agli investimenti di cui al precedente punto A) potrebbe essere attivato con le medesime caratteristiche, ma con percentuali di aiuto più favorevoli (30% per le piccole imprese e 20% per le medie imprese), in quanto le aree del polo produttivo di Fabriano andrebbero nuovamente qualificate quali aree assistite ai sensi dell’art. 87.3.c., ferma restando la possibilità di utilizzare il restante pacchetto di interventi integrati a sostegno di programmi di localizzazione per le PMI.
In aggiunta al pacchetto di agevolazioni integrate sopra proposto, potrebbe essere varato uno strumento di sostegno alla costituzione di nuove piccole imprese tra i lavoratori espulsi dai processi produttivi avente i seguenti requisiti:
Tipologia di progetto finanziabile: Creazione di nuova impresa
Soggetti Proponenti e beneficiari: Piccole imprese
Importo complessivo degli investimenti: non ci sono limiti previsti dalla disciplina comunitaria
Agevolazioni concedibili: Contributo a fondo perduto
Costi ammissibili: spese legali, amministrative, di consulenza connesse alla costituzione della piccola impresa; interessi sui finanziamenti esterni; tasse diverse dall’IVA e dalle imposte sul reddito d’impresa, spese di affitto di impianti/apparecchiature di produzione, energia, acqua, riscaldamento, ammortamento, contributi assistenziali per figli e familiari e altri costi purché effettivamente sostenuti nei primi 5 anni di costituzione dell’impresa.
Intensità di aiuto: 25% dei costi ammissibili dei primi 3 anni dalla costituzione dell’impresa, 15% nei due anni successivi

3. QUADRO DEGLI INTERVENTI ATTIVABILI A SEGUITO DI RIPROGRAMMAZIONE DELLE MISURE DEL POR
Ferma restando la conferma delle priorità strategiche imposte dall’agenda di Lisbona alla programmazione dei Fondi strutturali 2007/13, che nel caso delle Marche consentono di sostenere i livelli di competitività delle nostre produzioni, si potrebbe altresì valutare l’opportunità in occasione della verifica di metà percorso (2010):
• di rimodulare i contenuti di alcune linee di intervento del POR FESR Marche, ad esempio per stimolare la nascita di nuove imprese innovative che gemmano da precedenti esperienze aziendali;
• di introdurre criteri premiali, volti a privilegiare territori sottoposti a crisi produttive e occupazionali



Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 proposto dai Consiglieri Capponi, Bugaro, Pistarelli, Lippi, Romagnoli, Santori, D’Anna, Castelli, Tiberi, Massi:
Nel preambolo, dopo l’ultimo capoverso, sono aggiunti i seguenti:
“Visto che in merito alla richiesta avanzata dall’azienda A. Merloni è possibile beneficiare dell’amministrazione straordinaria prevista dalla legge Marzano, Marche, Umbria ed Emilia-Romagna, a causa dello stato di crisi che mette gravemente a rischio migliaia di posti di lavoro (3-4.000 lavoratori) presenti nella A. Merloni S.p.A. ed inoltre nelle centinaia di aziende dell’indotto per altre 3-4 mila persone a vario titolo impegnate (aziende indotto, trasporti, servizi, ecc.) che rischia inoltre di essere aggravata dalla grave crisi finanziaria di portata mondiale ma che si riverbererà sull’economia reale anche della Regione Marche data la consistente riduzione di domanda che rischia di coinvolgere molte altre aziende del settore manifatturiero e del Made in Italy (vedi settori del tessile-abbigliamento-calzatura, del mobile d’arredamento, della meccanica;
Visto che gli obiettivi dell’Accordo del tavolo tecnico nazionale saranno quelli di sostenere il reddito dei lavoratori, attrarre nuovi investimenti nell’area e nelle aree limitrofe, accelerare la disponibilità dei finanziamenti e degli incentivi, garantire alle imprese l’accesso al credito in modo da ridurre gli impatti negativi e sostenere lo sviluppo locale.
Riconosciuto che lo strumento dell’Accordo di Programma Regioni-Governo rappresenta lo strumento fondamentale e imprescindibile per sostenere con forza i livelli occupazionali, il tessuto produttivo ad alta specializzazione costituito dal vastissimo indotto della A. Merloni, le piccole imprese e le famiglie coinvolte, nonostante la concomitante situazione di turbolenza sui mercati finanziari, tenendo conto delle limitate risorse proprie delle regioni coinvolte.
Rilevata la necessità di mettere in campo azioni che affrontino le varie situazioni di crisi diversificando azioni specifiche per l’epicentro della crisi (i territori dell’area interna Anconetana e Maceratese) adottando misure urgenti di sostegno all’occupazione e al rilancio delle attività produttive preesistenti o sostitutive;
Ravvisata l’opportunità dì predisporre un ampliamento del raggio di azione dell’ombrello protettivo (soprattutto attraverso l’alleggerimento dell’esposizione finanziaria a breve termine e il sostegno alla riconversione e all’innovazione) alle altre piccole e medie imprese in crisi estendendo gli interventi a tutti i distretti interessati da fenomeni di marginalizzazione e calo di competitività.
Ritenuto che il riferimento che il documento predisposto dalla giunta richieda l’utilizzo delle previsioni di cui all’AC 1441 ter d’iniziativa del Governo “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia che definisce l’Accordo quale strumento di programmazione ed integrazione delle iniziative di reindustrializzazione nelle aree o distretti di crisi industriale, da porre in essere con un’ attività coordinata tra Ministeri Regioni, gli Enti locali e gli altri soggetti pubblici e privati interessati.
Vista la necessità inoltre fare sinergia con altre possibili risorse finanziarie derivanti dai bilanci di istituzioni diverse (Fondazioni, Comuni, Provincie) oggi impossibilitati a causa di specifiche leggi di destinazione o patti di stabilità diversi ci porta a richiedere con forza al Governo Nazionale di accelerare la ricontrattazione dell’uso dello strumento degli aiuti di Stato, anche oltre l’importante risultato di semplificazione e ampliamento delle opportunità di sostegno al sistema delle PMI conseguito con l’approvazione del regolamento UE 800/2008 ed inoltre di modificare da subito le norme relative al patto di stabilità degli Enti locali, soprattutto della parte relativa alla “cassa” in modo da poter sostenere tutte le iniziative inerenti la riconversione e riqualificazione delle aree produttive ed anche la possibilità di mettere a disposizione aree destinate ad insediamenti produttivi a minor costo. Unitamente a quanto sopra e’ auspicabile l’individuazione di strumenti di pianificazione urbanistica e armonizzazione dei procedimenti amministrativi, per rispondere con celerità all’emergenza.
Vista la crisi del settore dell’edilizia, in atto in tutta la regione;
Considerato che nelle aree interne, colpite anche dalla citata crisi occupazionale dei settori tradizionali, è in atto una recessione economica conseguente anche l’interruzione del flusso di fondi legati alla ricostruzione post-sisma 1997 e data la consistenza ancora degli edifici di valore storico-culturale-turistico da recuperare nonché tutto il patrimonio edilizio privato (più di 8000 case) classificabile seconde case;
Condiviso nelle linee generali il documento predisposto dalla Giunta delle Marche unitamente alle regioni Umbria ed Emilia Romagna con le richieste per la definizione dell’Accordo di Programma e prioritariamente i temi indicati relativi alla:
1. difesa del lavoro e dell’occupazione sul territorio dove opera l’azienda Merloni inteso nell’accezione più ampia in riferimento alla rete dei territori interessati anche dall’indotto anche con interventi di riqualificazione professionale;
2. attrazione di nuovi investimenti;
3. rilancio e diversificazione dell’economia locale.
Nel dispositivo, dopo il primo capoverso sono aggiunti i seguenti:
- a eseguire una anagrafe di tutte le aziende coinvolte così da conoscerne con precisione il numero, gli addetti, il volume d’affari totale e di ogni singola società, la percentuale di fatturato legato alla A. Merloni, l’ esposizione a breve e lungo periodo.
- a realizzare un accordo di programma con la Soc. Quadrilatero per una accelerazione dei lavori relativi alla realizzazione del tratta della pedemontana Fabriano-Muccia, delle trasversali San Severino-Tolentino e delle interconnessioni della viabilità ordinaria del capoluogo Maceratese con la Superstrada Valdichienti e la Valpotenza in cambio di un impegno della Regione alla accelerazione delle procedure di cattura di valore relativa alle aree Leader. Analogamente andrà sollecitato l’inizio dei lavori già finanziati relativi alla realizzazione dell’uscita del Porto e dalla Città dì Ancona e il completamento dei lavori relativi all’interporto di Monsano.
- a richiedere al governo all’interno all’accordo di programma un impegno preciso in merito alla realizzazione di indispensabili grandi opere e tra esse:
1. il completamento della Fano-Grosseto
2. la realizzazione del completamento della Mezzina nel tratto Civitanova Marche - Montecosaro - Fermo - Ascoli - Teramo
3. finanziamento della “mare-monti “ P.S. Elpidio - Servigliano.
- a sollecitare la concessione di opportune deroghe da parte del Ministero del Tesoro magari limitatamente alla situazione concomitante, onde far fronte alla difficoltà delle Fondazioni che obiettano di non poter partecipare stante i vincoli statutari che impongono loro di operare solo sul territorio di propria competenza.
- a stabilire un coordinamento stabile con il Ministero delle Attività Produttive in modo da differenziare o condensare gli interventi della Regione con quelli in corso di programmazione da parte dello stesso Ministero per la creazione del “Fondo Centrale di garanzia per le imprese” in modo evitare sovrapposizioni e ingorghi amministrativi assolutamente dannosi e più mirati gli interventi;
- a richiedere al Governo la modifica del Patto di stabilità degli Enti locali in modo da consentire di eliminare il rispetto del vincolo di cassa consentendo da subito la liquidazione di quanto dovuto alle aziende fornitrici di servizi e appalti di lavori pubblici.
- a consentire agli Enti Locali, in deroga al rispetto del patto di stabilità, lasciando il solo vincolo del pareggio di bilancio e non sforamento degli indici prestabiliti di indebitamento, di partecipare alle azioni di rilancio del sistema economico locale attraverso la realizzazione di nuovi investimenti rivolti prioritariamente all’apprestamento di nuove aree produttive e soprattutto alla riqualificazione delle opere di urbanizzazione dei PIP esistenti e della riconversione dei siti produttivi dimessi.
- a studiare forme di sostegno al completamento della ricostruzione post-terremoto, con ulteriori specifici plafond nazionali per il recupero dei beni culturali e forme di sostegno al recupero delle seconde case studiando uno specifico fondo creato con fondi BEI, FAS per abbattimento interessi, contributi nazionali anche a valere, in estensione, dei benefici previsti dalle varie leggi finanziarie in tema di ristrutturazioni edilizie ( Bonus 36% e riduzione IVA) e di riqualificazione energetica (bonus 55% detrazioni) anche in modifica delle disposizioni attuali in modo da ampliare il plafond dei possibili beneficiari e stabilirne altri unitari e più adeguati, tenuto conto che tale iniziativa è tanto più vantaggiosa in vista di ulteriori tagli al tasso BCE a cui si i costi di provvista BEI.”.

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Risoluzione, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 184
della Giunta regionale
“Norme in materia di costi per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute nei cantieri temporanei o mobili”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 184 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Sarò velocissimo perché su questa proposta di legge, sulla quale c’è stato un lungo confronto sia in Commissione che credo dentro la Giunta regionale e con le parti sociali, con tutti i Consiglieri della Commissione si è trovata una sintesi, quindi credo che la discussione possa essere agile e breve.
Questa legge riguarda la sicurezza nei cantieri. Considerando che in forza della modifica del Titolo V della Costituzione, in forza del d.lgs. n. 163 del 2006, il cosiddetto Codice dei contratti pubblici relativi a lavori e servizi e forniture, e in forza del decreto presidenziale n. 222 del 2003 (Regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri temporanei e mobili), la Regione ha la potestà normativa in merito al tema della sicurezza del lavoro.
Non interveniamo in un vuoto legislativo ma interveniamo per definire bene un quadro che altrimenti sarebbe incerto, perché fino all’applicazione delle norme di competenza regionale rimane in vigore la normativa nazionale che è più complessa e se vogliamo anche più contraddittoria.
Con questa legge facciamo chiarimento anche rispetto alle disposizioni che l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori e servizi e forniture ha adottato e che quindi non agevolavano il lavoro di sintesi normativa ovvero di applicazione delle norme nei cantieri regionali.
Secondo l’Autorità venivano determinati gli oneri della sicurezza in tre categorie: oneri contrattuali, oneri ex lege e oneri generali.
Solo i primi rientrano a pieno titolo nella sfera di applicazione del decreto del Presidente della Repubblica n. 222/2003 e sono oggetto di stima analitica da parte della stazione appaltante e non sono soggetti allo sconto di affidamento (il cosiddetto ribasso).
I secondi, invece, rientrano nella sfera di applicazione del decreto legislativo 626/1994 e trovano il loro riferimento progettuale nel Piano operativo della sicurezza (POS) redatto dall’appaltatore Essi non comportano costi aggiuntivi, sono compensati nell’ambito delle spese generali del prezzo contrattuale e, come tali, sono soggetti allo sconto di affidamento.
Tali impostazioni, di cui eravamo costretti a tener conto, non erano condivise, dunque oggi le abbiamo potute superare con questa proposta di legge che disciplina, nell’ambito della nostra competenza, la materia della sicurezza nei cantieri e chiarisce agli operatori pubblici e privati aspetti inerenti sia la fase della progettazione che la fase dell’esecuzione.
Con questa proposta di legge si fa chiarezza su un quadro normativo complesso, in essa vengono infatti precisate meglio attività, compiti e responsabilità connesse alla progettazione della sicurezza con particolare riferimento alla stima dei relativi costi. Allo stesso modo vengono precisate attività, compiti e responsabilità connesse alla realizzazione dei lavori in sicurezza con particolare riferimento alla contabilizzazione, liquidazione e pagamento dei relativi oneri.
La proposta di legge ne prevede l’applicazione a tutti i lavori pubblici di interesse regionale, appositamente definiti dalla Giunta, inoltre, limitatamente agli aspetti fondamentali della stima e della contabilità, anche ai lavori privati.
Oggi tale proposta di legge, già profondamente modificata dalla Commissione, è oggetto di alcuni emendamenti sia da parte della maggioranza che della minoranza.
Gli emendamenti presentati soprattutto dai Consiglieri di minoranza nascono da un dubbio di applicazione rispetto a richieste legittime poste dalla Confindustria, ma credo che con gli emendamenti di oggi a firma della Presidente Ortenzi e del sottoscritto venga raccolta la sintesi anche dei Consiglieri di minoranza.
Quindi propongo al Consigliere Capponi di ritirare i suoi emendamenti e di approvare quelli sottoscritti dalla Presidente della Commissione, considerato che essi sono stati assorbiti dalla proposta che ci è arrivata dalla Giunta elaborata d’intesa con Confindustria.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza Consigliere Silvetti quindi apro la discussione. Ha la parola al Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questa proposta di legge è stata abbondantemente esaminata dalla Commissione, in essa abbiamo recepito tutta quell’intensa attività di suggerimento pervenuta sia dal mondo sindacale che dal mondo dell’industria e dell’artigianato.
L’unica indeterminazione era sulla questione relativa alla possibilità di mettere a gara i costi della sicurezza non implicita, quindi gli emendamenti che abbiamo presentato, peraltro quasi identici a quelli presentati dalla maggioranza, servono a dare una innovatività anche di livello nazionale, questo perché nessuno dei costi della sicurezza viene ritenuto soggetto a ribasso d’asta.
Tra l’altro la responsabilità del committente, specialmente quando trattasi di privato, viene responsabilizzata ancor più attraverso la possibilità di avere il supporto di tecnici specializzati.
Quindi ritenendo che i nostri emendamenti sono identici ai vostri, Consigliere Comi, quando c’è prima il suo si approva questo se invece c’è prima il nostro, per una correttezza istituzionale, si approva il nostro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Condivido nella sostanza la relazione del Consigliere Comi, quindi il mio intervento è soltanto su i due ordini del giorno presentati a questa proposta di legge.
Ricordo all’Assemblea legislativa regionale che tre sedute fa venne approvata una mozione molto analitica, presentata dal gruppo dei Comunisti italiani, sul problema della sicurezza nei luoghi di lavoro e che potrebbe essere di aiuto alla Giunta regionale. Tale documento era in ottemperanza con le linee guida del Governo di allora, inoltre aiutava a sostenere un atto legislativo di questo tipo soprattutto in attuazione degli accordi e delle convenzioni con l’Inail.
Con questa memoria di cronaca invito i Consiglieri e il Vicepresidente Petrini, in rappresentanza della Giunta, a tenere in rilievo questo atto approvato, appunto, dall’Assemblea legislativa e dove vengono riassunte le problematiche anche in maniera di dettaglio tecnico.
Peraltro se l’Assemblea legislativa fosse stata attenta avrebbe capito che un ordine del giorno di questo tipo non serviva. In ogni caso lo voteremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Presidente, ritiro gli emendamenti presentati dal nostro gruppo e adottiamo quelli presentati dalla Presidente Ortenzi e dal Consigliere Comi, anche se, ribadisco, sostanzialmente sono identici.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
L’art. 3 è sostituito dal seguente: “Art. 3 (Compiti del committente)
1. Il committente individua i costi della sicurezza inclusa e quelli della sicurezza aggiuntiva.
2. La determinazione dei costi della sicurezza inclusa avviene in conformità agli articoli 5 e 7.
3. I costi della sicurezza aggiuntiva sono determinati dal coordinatore per la progettazione (CSP) nell’ambito del piano di sicurezza e coordinamento in conformità agli articoli 6 e 7. 4. I costi della sicurezza inclusa e di quella aggiuntiva non sono assoggettati al ribasso di gara. 5. II committente stabilisce altresì le modalità di contabilizzazione dei costi della sicurezza inclusa, prevedendo alternativamente:
a) modalità conformi a quelle stabilite dalle vigenti disposizioni per le lavorazioni, tramite iscrizione in atti contabili separati da quelli riguardanti la contabilità ordinaria delle lavorazioni;
b) modalità forfettarie stabilite in conformità all’articolo 12.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4.
Emendamento n. 4/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Emendamento n. 7/2 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
Il comma 1 è sostituito dal seguente: 1. le stime dei costi della sicurezza inclusa e di quella aggiuntiva devono essere indicate distintamente nel quadro economico del progetto e non sono soggette a ribasso di gara”
Lo pongo in votazione.
(L’Assemblea legislativa approva)



Articolo 7, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 8/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Emendamento n. 8/2 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
La lettera b) del comma 1 è sostituita dalla seguente:
“b) i costi della sicurezza inclusa non soggetti a ribasso di gara;”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 10/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 11.
Emendamento n. 11/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 12/1 dei Consiglieri Silvetti, Capponi. Ritirato.

Emendamento n. 12/2 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
Il comma 2 è sostituito dal seguente:
“2. Il direttore dei lavori, al fine di non assoggettare a ribasso i costi della sicurezza inclusa, provvede alla loro contabilizzazione in conformità alla scelta effettuata dal committente ai sensi del comma 5 del medesimo articolo 3.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 12, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13.
Emendamento n. 13/1 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
Il comma 1 è sostituito dal seguente:
“1. Nell’ipotesi di contabilizzazione forfetaria, l’indice della sicurezza inclusa, in occasione della redazione e approvazione di varanti in corso d’opera, è rideterminato sulla base delle disposizioni di cui alla presente legge.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 13, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che il tema della tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro rappresenta una delle priorità assolute dell’azione regionale, a causa del numero consistente delle c.d. “morti bianche” registrato nel nostro territorio;
Considerato che con la pdl n. 184/2007, anche in attuazione del recente testo unico in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (d.lgs n. 9 aprile 2008, n. 81), il legislatore regionale si propone di soddisfare tale esigenza, disciplinando in modo dettagliato la materia sotto il profilo dei costi per la prevenzione degli infortuni e per la tutela della salute nei cantieri temporanei o mobili diretti alla realizzazione di lavori pubblici o opere pubbliche di interesse regionale;
Preso atto che il suddetto d.lgs. n. 81/2008 conferisce dignità normativa al principio della “corresponsabilità delle parti sociali” nel promuovere ed attuare la massima tutela in tema di salute e sicurezza sul posto di lavoro, peraltro già contenuto nella normativa di matrice comunitaria ed internazionale (cfr. convenzione OIL n. 197/20061a quale, nell’ambito del quadro promozionale per la salute e sicurezza sul lavoro, pone in generale a carico degli Stati membri l’onere di promuovere una politica di consultazione con le parti sociali e direttiva n. 89/391/ce che, per la prima volta, ha definito ed istituzionalizzato la figura del “ rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”). Ciò in quanto le garanzie della sicurezza possono scaturire solo da un serio confronto tra le organizzazioni del lavoratori e dei datori di lavoro su un piano di rappresentanza paritetica, al fine di raccogliere le istanze degli effettivi destinatari della normativa.
In particolare il suddetto testo unico attribuisce un ruolo centrale, rispetto alla normativa previgente (art. 9 della legge n. 300/1970 art. cfr. artt. 18 e 20 del d.lgs n. 626/1994 e legge delega n. 123 del 3 agosto 2007), ai c.d. “organismi paritetici” costituiti ad iniziativa di una o più associazioni dei datori e prestatori di lavoro, definendoli, tra l’altro, quali sedi privilegiate per lo sviluppo di azioni inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro con funzioni anche di supporto nella individuazione di soluzioni tecniche ed organizzative atte a migliorare la sicurezza sul lavoro;
Impegna la Giunta regionale:
- a promuovere, nella fase precedente l’avvio di opere pubbliche di interesse regionale particolarmente rilevanti o complesse, incontri con le parti sociali interessate al fine di definire accordi preventivi diretti ad agevolare, anche mediante l’intervento degli organismi paritetici per la sicurezza sopra menzionati, la corretta realizzazione delle opere;
- a definire, anche in accordo con le organizzazioni sindacali più rappresentative a livello regionale, un piano di misure straordinarie finalizzate a prevenire e controllare le condizioni di sicurezza e regolarità del lavoro.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 2 dei Consiglieri Ortenzi, Comi:
L’Assemblea legislativa delle Marche
Premesso che l’art. 30 del nuovo testo unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (d.lgs. 9 aprile 2008, n.81) introduce una norma specifica sul sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro delle imprese. Le aziende che adotteranno questo modello dovranno adempiere a tutti gli obblighi giuridici riguardanti l’analisi dei rischi; la definizione, documentazione e messa in atto del sistema di gestione della sicurezza e delle relative modalità di misurazione e controllo; il riesame periodico relativamente alla gestione ed agli incidenti occorsi, nonché la definizione e gestione degli obiettivi e programmi di miglioramento;
Considerato che l’implementazione di tale sistema organizzativo permette alle aziende una più facile gestione degli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza legati alle attività svolte, oltre che eliminare o minimizzare il rischio nei confronti dei dipendenti o di altre parti interessate potenzialmente alla esposizione ai rischi sul luogo di lavoro;
Ritenuto che l’adozione di un tale sistema è volontario e non si sovrappone in alcun modo alla legislazione in materia di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, aggravando gli oneri a carico delle imprese, ma ne favorisce la naturale osservanza, semplificando di fatto la “vita” delle imprese stesse ;
Considerato, infine, che gli articoli 2, comma 2 e 69 del Codice dei contratti pubblici (decreto lgs. 163/2006) consentono di prevedere nei bandi di gara particolari condizioni per la esecuzione del contratto quando ciò sia dettato da esigenze sociali, ovvero dalla necessità di salvaguardare la salute o l’ambiente;
Impegna la Giunta regionale a prevedere nelle future iniziative legislative in materia di contratti pubblici, nonché nei bandi di gara regionali, specifiche premialità per le aziende in possesso della certificazione sui sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro di cui all’art. 30 del decreto n. 81/2008.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Ha chiesto la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Vorrei far notare che ancora una volta grazie alla presenza della minoranza, che è stata qui fino all’ultimo, si è garantito il numero legale.
Per la prossima volta vorrei pregare il Presidente di tenere conto di questo tipo di comportamento anche quando al mattino ci sono da discutere le interrogazioni, anzi, farò anche una proposta per richiedere di discuterle alla fine della seduta, così molti Consiglieri non potranno sgattaiolare via come è accaduto anche questa sera.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, non ho difficoltà a prendere atto di quanto ha dichiarato, vorrei solo ricordarle che i tempi di discussione degli atti ispettivi vengono concordati prima dell’inizio di ogni seduta con tutti i Presidenti dei gruppi.

Proposta di legge n. 184. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Voglio ringraziare il personale per l’encomiabile dedizione con cui ci ha assistito in Aula.

La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 18,00.