Resoconto seduta n.125 del 15/12/2008
SEDUTA N. 125 DEL 15 DICEMBRE 2008


La seduta inizia alle ore 10,20



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 124 del 9 dicembre 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 281, ad iniziativa dei Consiglieri regionali Capponi, Bugaro, Santori, Cesaroni, Brini, Ciriaci, Giannotti, Tiberi, Massi, Pistarelli, concernente: “Modifica alla legge regionale 13 maggio 2003, n. 9 concernente: “Disciplina per la realizzazione e gestione dei servizi per l’infanzia, per l’adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie” e modifica della legge regionale 12 aprile n. 46 concernente “Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore dei giovani e degli adolescenti”, assegnata alla V Commissione in sede referente.
E stata presentata la seguente mozione:
- n. 312, dei Consiglieri Lippi, Viventi: “Problematiche relative alla protezione della costiera marchigiana”.
Ha chiesto congedo il Consigliere Silvetti.

Consiglieri, non ho un grande desiderio di gridare per cui vi prego di ascoltare… (…) Allora chiedete il numero legale e semmai sospenderò la seduta. (…) Bene, quindi la seduta non può iniziare in quanto, così come previsto dal Regolamento, al momento non è presente nessun rappresentante della Giunta.

La seduta è sospesa alle ore 10,20


La seduta riprende alle ore 10,22


Proposta di legge n. 277
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2009)”

Proposta di legge n. 278
della Giunta regionale
“Bilancio di previsione per l’anno 2009 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2009/2011"

(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 277 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 278 della Giunta regionale, per le quali, così come prevede il Regolamento, la discussione è unificata mentre la votazione avverrà in momenti separati.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Grazie Presidente. Capitò a persone molto più illustri di me di parlare in aule poco frequentate, all’ultimo congresso del PCUS toccò addirittura a Giancarlo Paglietta.
Non è possibile riflettere sul bilancio di previsione senza tenere conto del nuovo, drammatico, difficilissimo quadro economico e finanziario internazionale. Siamo di fronte a una crisi economica e finanziaria di natura strutturale, è una crisi considerata da tutte le parti inedita e preoccupante.
La difficoltà di questa crisi è già insita ed evidente anche nel nostro documento di bilancio. Chi lo ha letto avrà visto che i dati, che pure sono di poche settimane or sono, sembrano, pur nella loro struttura certamente non festosa, sicuramente ottimistici rispetto alla realtà che abbiamo di fronte, e quella che abbiamo di fronte è una fase recessiva di lunga durata e di proporzioni inimmaginabili.
Anche gli stessi scenari che abbiamo di fronte non sono solo scenari di numeri, ma invitano ad una riflessione e ad una azione particolarmente nuova e diversa.
Per segnalare il tutto ne richiamo soltanto una. Io non so chi sei mesi fa poteva immaginare che la discussione degli Stati Uniti d’America vertesse sulla nazionalizzazione del comparto industriale dell’auto, e questo fa capire quanta necessità di immaginazione, di coraggio, di innovazione si impone in una vicenda come questa. Quindi nel nostro piccolo dovremmo fare altrettanto.
In questo senso discutere oggi, cioè nei tempi determinati del bilancio di previsione, è già un atto politico dal doppio valore, il primo è perché di fronte a una vicenda come quella che ho descritto è intervenuto con rapidità, il secondo perché è il sistema in generale che ha bisogno di certezze e di fatti.
Pertanto il documento che scaturirà da questo dibattito e da questo voto sarà un elemento in qualche modo positivo che potrà rassicurare la nostra economia regionale.
Certo, è un’economia regionale in gravissima difficoltà, voglio dire che al cupo quadro generale che abbiamo di fronte si aggiungono le nostre difficoltà particolari.
In questa Aula abbiamo dibattuto più di una volta della vicenda della crisi di una delle imprese più importanti della nostra regione e non solo, cioè la Merloni, ma sappiamo bene quanto i distretti industriali delle Marche e quelli più particolarmente importanti anche dal punto di vista produttivo e occupazionale soffrano di difficoltà specifiche.
Dunque in questo quadro, in questa definizione, in questa necessità, la riflessione di un bilancio che abbia l’opportunità e l’intelligenza di cogliere queste difficoltà è già di per sé un elemento di qualche rassicurazione.
Intanto il nostro bilancio prova a fare due cose. La prima è quel percorso iniziato già da qualche anno che riguarda la riduzione del debito. Anche quest’anno, infatti, il conto ci parla di una riduzione del debito, per quanto piccola, abbastanza importante. Il nostro debito passa da 1.277.855.368 euro a 1.272.822.010. E’ in qualche modo il segno di un trend mantenuto in una situazione difficile, in un momento in cui l’economia regionale richiede interventi, risorse, possibilità di azione.
A questo aggiungasi l’attenzione alla copertura dei perenti che passano dal 45% al 49%, dunque anche questa una quota non solo di assoluta garanzia in quanto, lo sanno bene coloro che si occupano in maniera articolata e dettagliata di bilanci, la soglia della copertura di questo tipo di debiti è ben inferiore, è sufficiente un 30% mentre qui siamo addirittura al 49%. Quindi c’è un elemento di sicura tranquillità.
Elemento di sicura tranquillità è anche la capacità delle risorse che verranno messe a disposizione del sistema. Tali capacità saranno messe a disposizione in un combinato disposto algebrico che vede i ridotti trasferimenti statali essere compensati dalle risorse comunitarie e da uno sforzo più generale, che il bilancio contiene, di risorse che saranno mantenute.
Dove saranno mantenute queste risorse? Saranno mantenute in particolare nel sistema delle garanzie sociali. Ridefinire cioè una gerarchia di priorità e in essa ridefinire la possibilità di risorse su questo versante è particolarmente importante. Ed è particolarmente importante anche quando a livello statale i trasferimenti sono sensibilmente ridotti su questo settore ma anche su altri come quello dei trasporti e della sanità. Tutti settori vitali non solo dell’economia ma anche della qualità della vita di un territorio.
Detto questo è importante sottolineare che il bilancio contiene una riflessione sulla fase non congiunturale ma strutturale di crisi. E’ un intervento che riprende l’idea di un’azione programmatoria dell’attività della politica. Ovvero un’azione che intanto passa nell’individuazione di un fondo particolare, quello di garanzia per le imprese che dovrà essere articolato e nominato in un’attentissima visitazione della situazione occupazionale del nostro territorio. E senza il legame tra il sostegno all’impresa e il mantenimento dei livelli occupazionali ogni politica economica in questo momento sarebbe carente, anzi, fallimentare.
Il quadro regionale da questo punto di vista non è né ottimistico né buono.
Abbiamo un incremento dei lavoratori in cassa integrazione vertiginoso, abbiamo un incremento dei lavoratori in mobilità pari al 25% e abbiamo sterminato, non lo sappiamo ancora, la quantità di lavoratori e lavoratrici che hanno vissuto tempi più o meno lunghi di precarietà e che pensavano che la precarietà fosse un pezzo e una possibilità di passaggio tra una difficoltà di lavoro e un lavoro stabile e sicuro. Oggi questi lavoratori scoprono, invece, esattamente il contrario, cioè che dalla precarietà si passa alla disoccupazione. Pertanto è evidente che su questo versante ci deve essere una chiara attenzione nel bilancio.
Stavo dicendo che nel fondo a sostegno dell’impresa c’è una parte che guarda anche alla solidarietà sociale dove è opportuno individuare e nominare questo pezzo del versante prodotto dalla crisi. Cosa che, tra l’altro, il bilancio fa e prova a fare – come tutti i Consiglieri avranno avuto occasione di leggere – anche sul versante interno.
Infatti dentro il documento di bilancio abbiamo avuto l’attenzione di studiare norme che possano garantire quel processo di statizzazione dei lavoratori precari di cui l’Amministrazione regionale ha fatto uso. Quindi è dentro questa possibilità che dobbiamo ragionare più in generale sulla risposta.
Direi che questo bilancio ha una quota di risorse anticicliche che il dibattito in Assemblea legislativa dovrà costruire meglio e meglio nominare, in quanto è l’elemento che caratterizza, è il segnale politico che si dà alla società marchigiana che su questo versante ha bisogno di una forte attenzione.
Il documento di bilancio è stato valutato anche dagli Enti locali che oggi ci segnalano la difficoltà dell’amministrare in un quadro di risorse sempre più ridotto e che non garantisce quelle opportunità di azioni amministrative che in alcuni casi sono addirittura doverose. Penso alla richiesta per sostenere l’infanzia non accompagnata, oppure a quelle risorse che dovranno sostituire il taglio pesantissimo dell’ICI.
Tutto questo ci impone una riflessione ulteriore e più articolata.
Il quadro complessivo dal punto di vista dell’economia generale è cupo, fosco e difficile che non può che essere governato attraverso un percorso politico di gestione attiva del bilancio. Dunque una gestione che passa anche attraverso una rivitalizzazione del ruolo dell’Assemblea legislativa e delle Commissioni. E in una fase come questa senza una rivitalizzazione del ruolo dell’Assemblea e delle Commissioni difficilmente troveremo l’opportunità di governare quei momenti di crisi, in alcuni casi anche imprevista, che la fase stessa ci consegna.
E’ pertanto in questo schema che il bilancio è stato pensato. Come vedete quest’anno dal punto di vista documentale è un bilancio più snello e meno farraginoso.
Penso quindi che dovremmo continuare – è un elemento di riflessione che consegno all’Aula – a percorrere un passaggio virtuoso che dovrà trasformare il documento di bilancio per quello che è e per quello che i regolamenti gli consegnano. Cioè un documento di discussione delle vicende economiche e finanziarie della Regione sempre meno orbato e soprattutto infarcito di norme di carattere estemporaneo, che in alcuni casi hanno l’elemento e la necessità dell’urgenza, in molti casi rischiano, come sarebbe potuto accadere, di contenere e di semplificare un dibattito che, invece, merita l’attenzione non solo dell’Aula e delle Commissioni ma anche un’attenzione più complessiva dell’opinione pubblica regionale. Penso alle questioni che riguardano alcune norme di carattere urbanistico.
Questa dunque è la mia riflessione sul nostro bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Presidente, vorrei chiederle però di sospendere la seduta in quanto non vi è né il Presidente della Giunta, né il Vicepresidente, né l’Assessore al bilancio. Volevo richiederlo anche prima, magari anche interrompendo il relatore di maggioranza Brandoni, poi ho visto che comunque stava procedendo...

PRESIDENTE. Consigliere scusi se la interrompo ma è proprio perché accolgo la sua richiesta.

La seduta è sospesa alle ore 10,40

La seduta riprende 10,45

PRESIDENTE. Essendo entrato in Aula l’Assessore al bilancio riprendiamo la seduta. Per cortesia, colleghi Consiglieri, prestate la minima attenzione dovuta al relatore. Prego, Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Grazie, Presidente, non posso però non sottolineare l’assenza del Presidente della Giunta e del Vicepresidente in una sessione come quella del bilancio che dovrebbe essere, anzi, sicuramente lo è, una sessione tra le più importanti della vita istituzionale della Regione.
Sul bilancio 2009 e documenti di contorno – non ho difficoltà anche a lasciare uno scritto che riassume quello che sto per dire in sede di relazione di minoranza – la prima impressione che abbiamo avuto già in sede di Commissione è che si è al solito copione.
Per la mancata fase di concertazione e partecipazione c’è stata una forte protesta delle parti sociali non coinvolte nelle scelte definitive di bilancio, ascoltate solo in un incontro di fine ottobre quando le carte erano ancora in giro e le questioni erano ancora da definire.
A proposito di carte ritroviamo nei documenti di bilancio i soliti trucchetti che nascondono sotto al tappeto problemi e problematiche e fanno emergere solo trovate di spot. Oggi, siamo alla fine 2008, e per il 2009 si parla – ne stiamo parlando tutti, ne parlano anche i giornali – di un fondo a sostegno dell’occupazione, di un fondo sociale che come misura anticrisi dovrebbe integrare anche le attività socio-assistenziali.
Perché dico che è il solito fondo trucchetto dialettico, perché è sulla scia di quello che abbiamo già visto.
Chi non ricorda l’intesa per lo sviluppo, oppure i fondo per la creazione delle Arstel! Tutte iniziative roboanti, ben reclamizzate per trovare ogni anno il viottolo, per coagulare un percorso di approvazione dei bilanci e per evitare discussioni ed approfondimenti, ma tutte iniziative i cui risultati, gli obiettivi, i traguardi non sono dati a sapere, colleghi della maggioranza, Assessore Marcolini. Perché nessuna relazione di argomento o progetto è stato mai portato in Aula, nessun rendiconto è stato fatto.
Quindi non vorremo che anche questa sia un’ulteriore trovata non seguita da concretezza.
Prima di entrare nel campionario delle altre questioni già viste, come le entrate sovrastimate, quelle pregresse insussistenti, le spese sottostimate, le risorse e i mutui impropriamente utilizzati, i debiti nascosti o fuori bilancio, vorrei accennare ad un’altra questione che quest’anno ha occupato il dibattito tenendo alto un clima di apprensione.
Cioè si è parlato di tagli, l’Assessore Marcolini come questione politica ha aperto proprio su questo la sua prima audizione in Commissione. Però man mano che il tempo trascorreva la drammaticità dei tagli è svanita o si è molto ridotta per l’anno 2009, è rimasta solo una coda, anch’essa sempre un po’ velenosa e insinuante, per quanto concerne la prospettiva 2010-2011.
Però anche questa questione si rivelerà un ballon d’essai, in quanto il bilancio pluriennale dello Stato è sicuramente, primo, un po’ più serio rispetto a quello che stiamo facendo noi a livello di pluriennale, secondo, sicuramente da qui la prossima Finanziaria modificherà ulteriormente certi assetti.
Allora perché dico che l’impostazione del nostro bilancio è un po’ meno seria? E’ vero che abbiamo inserito un accenno al pluriennale 2010-2011, Assessore Marcolini, ma è un documento assolutamente inattendibile sotto tutti i punti di vista. Cioè non comprendiamo come si può pensare di parlare di una parte preoccupante o preoccupata di tagli futuri o di difficoltà future quando nel nostro bilancio anche i suoi contenuti più banali, le sue macrovoci, vedi il pluriennale, i costi di gestione, il personale, il costo del debito, sono identiche sia a legislazione corrente che nella versione programmatica. E’ una vera e propria presa in giro, è un atto dovuto, formale, senza nessun tipo di credibilità.
Quindi evitiamo di scrivere queste cose, di fare questi scivoloni, ne va anche del decoro sul piano istituzionale.
Torno alle questioni che ci riguardano. Dicevo prima degli spot pubblicitari che osannano presunte virtù rispetto ad una situazione di difficoltà dovuta al cattivo governo nazionale, uno spauracchio che viene sempre agitato per dire “ci stanno togliendo il terreno da sotto i piedi”. Ma quando, invece, faremo un ragionamento serio sulla vera e reale situazione finanziaria della Regione!
Certamente non ci facciamo illusioni, già in questo bilancio stiamo intravedendo una rincorsa per la campagna elettorale del 2010. Colleghi, vedrete cosa succederà già nella prossima estate con il bilancio vero, ovvero con l’assestamento! Avremo ancora un peggioramento di questa impostazione, fatta più di finzioni sceniche che di vera partecipazione, fatta di scelte nelle segrete stanze piuttosto che con la concertazione.
E oggi, purtroppo, in questo bilancio è già così. È un bilancio fatto soprattutto per prospettare promesse finanziarie per questo o quel territorio, per questo o quel soggetto, per questa o quella associazione più o meno amica o vicina, quindi senza una reale e vera analisi, senza una reale e vera sintesi, cioè senza una proposta, una prospettiva, un progetto politico.
Ora entro nel merito. Primo aspetto. Si usa in maniera spregiudicata la stima delle entrate aumentandola a dismisura rispetto alla realtà. Ci sono oltre 35 milioni di sovrastima che gonfiano l’entrata a fronte della quadratura di spesa.
Le alienazioni degli immobili. Gli immobili non si sono riusciti a vendere ed oggi si tenta di permutarli, ma in questo modo certamente non si potrà alimentare l’entrata in maniera reale, è un imbellettamento, è un trucco.
Ci sono poi i recuperi d’imposta stimati con ottimismo, ci sono entrate eventuali e diverse che ogni anno si gonfiano in sede di previsione e si afflosciano in sede di rendiconto. Lo vediamo anche quest’anno, non ultimo lo abbiamo visto anche con gli emendamenti presentati in Commissione nell’ultima giornata utile. C’è stato addirittura un recupero di quasi 6 milioni di euro. Dunque un’impostazione che denota tutti i suoi limiti già da qualche anno, non solo quest’anno.
Questo lo vediamo, appunto, nel rapporto tra bilancio di previsione e rendiconto.
Altro aspetto, residui attivi. Sono buchi di entrata, sono residui attivi che a pre-consuntivo nel periodo 1988-1996 sono di 30 milioni, non riscossi da anni se non qualche euro per ogni anno che passa, ma ogni anno che passa significa allontanare la speranza di monetizzarli.
Anche il periodo successivo, cioè dal 1996 ad oggi, presenta parecchie situazioni di questo tipo che ormai sono di un rischio che sta diventando reale perché sono residui attivi che mancheranno all’appello.
Sulle spese potremmo richiamare i vissuti precedenti, cioè quando regolarmente per effetto delle solite manovre – li chiamammo i saccheggi dei perenti – nell’assestamento si ritrova il solito baule del tesoro dei pirati, quindi la spesa si espande dei soliti 70-90 milioni di euro.
Però visto che non vogliamo essere accusati di fare processi alle intenzioni citerò soltanto tre cose a cui speriamo si diano le risposte nel dibattito.
Dov’è la copertura dell’aumento di capitale dell’Interporto? Dove troviamo i fondi per ricapitalizzare la SVIM? Dove sono le risorse per i buchi di Aerdorica e di altre partecipate in deficit? Su queste tre questioni vorremmo delle risposte.
Inoltre vi è l’altro capitolo che riguarda la capacità di indebitamento. Una delle domande che posi in Commissione in una delle prime sedute fu questa: “Come si arriva ai 431.700 euro di entrate proprie per tributi da prendere a base di partenza per il calcolo della capacità di indebitamento ulteriore di questa Regione (quadro 3 allegato al bilancio)?”.
In sede di audizione l’Assessore e il dirigente del Servizio bilancio ci hanno dichiarato che sono le stesse del prospetto che troviamo nella precedente pag. 40 rispetto alla pag. 49 che indica tale cifra. Esse sono costituite dalla somma di 325 milioni per tributi disponibili di cui al Titolo I del bilancio delle entrate e di 106 milioni quale gettito della manovra fiscale regionale.
Assessore, su questo abbiamo fatto una riflessione. Infatti non è sostenibile il fatto che da un lato si preveda l’accensione di prestiti trentennali e poi si pensi nella spesa di coprire le rate pluriennali di ammortamento con entrate una tantum, cioè come sono i ricavi dei prestiti. Dovremmo farlo, invece, con entrate continuative ricorrenti, ovvero con la giusta impostazione tecnica delle nostre leggi contabili.
Assessore, tra i 431 milioni le entrate una tantum sono 18 milioni, quindi la tabella deve essere rifatta spiegando quali tassi sono stati ipotizzati per l’indebitamento, per quanti anni è stato previsto, poi partire da una base vicino a 414 e non 431 milioni edulcorati, appunto, da quel tipo di entrate che non devono essere correttamente indicate, e da qui accertare la capacità di indebitamento, dopo le autorizzazioni richieste già per 500 milioni di prestiti.
Questa capacità non è di 90 milioni ma diventa di 35 milioni, cioè pressoché esaurita. Quindi è un limite che dobbiamo riconoscere.
La stessa distorta applicazione deve cessare per la spesa. L’entrata una tantum derivante dall’indebitamento non può finanziare spese pluriennali come i contributi in conto interessi, che nel prospetto n. 1 (spese finanziate a mutuo) pesano per 21,3 milioni, cioè per il 37% del mutuo previsto a pareggio per il bilancio. Queste spese sono di natura corrente. Senza tacere, peraltro, che a un mutuo occorrerebbe finanziare spese durevoli nel tempo e non certamente, come purtroppo si abusa, per manutenzioni ordinarie, vedi le prevenzioni incendi, i censimenti di formazioni vegetali, di somme urgenti per il ripascimento degli arenili, spese che non tengono neppure per una stagione balneare, come sta accadendo ed è accaduto in questi giorni e in queste settimane.

PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere. Informo i Consiglieri che al termine dell’intervento del Consigliere Pistarelli saranno chiuse, così come da regolamento, le iscrizioni per parlare nella discussione generale. A tuttora ho quattro iscritti quindi prego, a chi volesse intervenire, di provvedere. Prego Consigliere.

Fabio PISTARELLI. Altro capitolo, i debiti nascosti. Quando si ostenta una riduzione del debito non si può fare solo riferimento ai debiti accesi con gli istituti di credito, Assessore, Vicepresidente, peraltro senza presentare un documento sugli andamenti che, appunto, stiamo ancora aspettando a completezza della documentazione richiesta, e soprattutto sugli andamenti degli swap, un incubo, un’ipoteca ancora da chiarire fino in fondo.
I debiti sono anche quelli verso i creditori titolari di debiti sanciti dagli atti regionali. Ricordo a chi ne avesse perso memoria che in sede di rendiconto sono stati cancellati dalle scritture debiti regionali per circa 90 milioni a cui si fa fronte con stanziamenti annuali sotto le mentite spoglie di controversie.
Questi sono anche i debiti per i prestiti a carico dei fondi per la ricostruzione del terremoto del 1997 – è almeno la terza volta che lo diciamo –. Ad oggi nella loro complessiva entità dovrebbero essere – ma uso il condizionale – non meno di 150 milioni.
Altro capitolo riguarda le opacità, i limiti, le solite manovre di questo bilancio. I debiti fuori bilancio fanno il paio con i debiti nascosti, riguardano i diritti dei creditori inclusi nei residui passivi perenti. La stima che consegue, da quanto affermato dalla Giunta nella relazione di bilancio dove la copertura dei perenti è indicata nel 48,8, è di circa 165 milioni. Anche di questo ne dobbiamo parlare!
I disavanzi. Nell’ultimo decennio i conti annuali della Regione hanno registrato un crescendo che però pare non abbia allarmato il Governo della Regione che ha continuato a sostenere e diffondere il concetto che i conti regionali sono a posto, anzi, che godono di ottima salute. Nonostante che, invece, le impostazioni di bilancio siano alchimie che vengono poste in essere ogni anno al fine di poter sostenere che c’è un rientro del deficit.
Voglio rammentare a quest’Aula che il volume del disavanzo nell’ultimo triennio nel 2005 era di 144,3 milioni, nel 2006 di 142,4 milioni, nel 2007 di 140,9 milioni. Di quanto sarà quest’anno? Quali accorgimenti verranno attivati per nascondere quello che, invece, è un vero e proprio disavanzo?
Il deficit del 2007 è pari a circa il 25% delle entrate proprie di ciascun anno, compreso il gettito della tassazione aggiuntiva regionale al netto di questa pari a un terzo delle entrate proprie.
Carenze documentali. Anche questo argomento lo abbiamo accennato in Commissione, ne prendiamo atto, però dobbiamo dire che il documento di programmazione economico e finanziario è un’obbligatorietà di legge ormai superata nei fatti, allora togliamola dalle nostre previsioni legislative. Il Dpf non si è visto, non è nemmeno stato abbozzato, è nei fatti, lo era già negli anni precedenti anche se si provava comunque ad indicarlo e ad allegarlo nei documenti di bilancio. E non si sono viste neppure le relazioni sugli obiettivi, le attività, i programmi, gli adempimenti delle singole strutture regionali.
La relazione al bilancio, quindi, non deve essere un sintesi dell’ovvio, cioè dieci pagine dedicate alla criticità della situazione che non illustrano nulla, glissano sui veri nodi finanziari, affidano gli stanziamenti ai rebus delle attività di governo. E’ impossibile entrare nella impenetrabilità delle offerte che sono più che promozionali della Regione piuttosto degli entusiastici messaggi messi all’attenzione dell’opinione pubblica con titoli di giornali e niente altro.
Su tale impostazione c’è un malcontento diffuso che purtroppo attraversa tutto il tessuto sociale ed economico di questa regione.
I contenuti. La legge finanziaria ormai ha contenuti che riguardano la struttura di certe operazioni, di certe prospettive che vogliono essere portate avanti. Ma anche qui c’è una verità. La legge finanziaria ha ormai un articolo che riguarda il bilancio e tutti gli altri riguardano norme sostanziali e di natura programmatoria che dovrebbero passare al vaglio delle Commissioni in quanto sono interventi di sostanza, non riguardano soltanto la nostra manovra economico-finanziaria. Ci sono norme che ormai sono tutte “intruse” – l’anno scorso in sede di assestamento avevo chiesto un parere al legislativo –, forse solo, ripeto, uno o due articoli riguardano la legge di bilancio e l’osservanza dell’articolo 5 alla legge regionale n. 31.
Quindi con questo quadro è certamente difficile commentare il contenuto della manovra previsionale 2009. I tempi stretti non ci permettono neppure di fare un’analisi e delle considerazioni che dovrebbero, invece, avere tempi più ampi di dibattito.
Ora la parte conclusiva del mio ragionamento la voglio dedicare alla questione politica.
C’è una continua promessa di un confronto a tutto campo, ma spero, Assessore, che almeno riusciremo a farla entro la legislatura, ma a questo momento la si sta rinviando sul debito, sui derivati, sul deficit, sull’andamento complessivo. Quindi oggi almeno dovremmo ragionare su una questione, cioè se queste risorse sono poche, bastevoli, scarse, congrue rispetto allo stato attuale della nostra economia, dei nostri interventi nel sociale.
Voglio quindi affidare le mie conclusioni ad una riflessione. Ritengo che queste risorse sono purtroppo in mano ad un Governo regionale incapace di una gestione vera. Non lo dico io, non lo dice un oppositore, un soggetto come me, vicepresidente della Commissione, rappresentante dei gruppi di minoranza, ma lo dicono gli stessi uffici regionali.
Di che cosa parlo? Parlo del rapporto di gestione che è sempre lasciato nel clima di omertà, è nascosto, non viene mai discusso fino in fondo. Questi rapporti che obbligatoriamente vi sono ogni anno hanno ampiamente dimostrato un’incapacità di gestire le pur dichiarate poche risorse a disposizione.
Gli indicatori sull’utilizzo delle risorse, guardando l’ultimo rendiconto approvato del 2007, dimostrano: indice di capacità di spesa del 63,9%, indice di capacità di impegno del 76%, rapporto pagamenti-stanziamenti del 66%, indice di smaltimento dei residui passivi di appena il 48%, indice di accumulazione dei residui passivi del + 27%.
La situazione è ancora più tragica se guardiamo all’efficienza finanziaria suddivisa tra spese correnti e investimento per categorie economiche e gradi di vincolo. Spese correnti libere: impegni 89%, pagamenti 84%; spese correnti vincolate: impegni 72%, pagamenti 34%; spese di investimento: impegni 79%, pagamenti 30%; spese di investimento vincolate: impegni 34%, pagamenti 14%.
Ciò che è sconcertante non è soltanto il silenzio ma anche il mancato tentativo di analisi per capire quali sono le cause di questo grosso limite che Forse è addirittura un fallimento gestionale. Dipende dalla legislazione che deve essere modificata? Dipende dall’incapacità? Dipende dalle procedure? Dipende dalla burocrazia che ostacola? Dipende dall’inadeguatezza organizzativa, dall’inettitudine della dirigenza? Dipende da altri fattori? Su questo nessuna risposta, nessuna analisi.
Le risorse, colleghi Consiglieri, signori della Giunta, ci sono ma sono in mano ad un Governo regionale inadeguato, privo di bussola politica, incapace di analisi e proposte, incapace di dare risposte a queste domande, quindi incapace di dare un progetto che guardi avanti, che concentri la sua azione in pochi mirati interventi strutturali.
Perché dico inadeguato? Perché per far ciò occorre la politica, ma qui una politica non c’è, una politica a sinistra non c’è più! Da tempo non c’è più un progetto, c’è solo una propaganda vuota di contenuti, non c’è nessun fatto.
Le risorse annidate in bilancio sono un altro bilancio annuale, colleghi, parlo di centinaia di milioni di euro. Ma queste risorse si devono mettere in circolo. Si dice che il 2009 sarà un anno orribilis, così ha detto il Presidente Spacca nella Giornata delle Marche, così hanno ripreso i giornali.
La smetta questa maggioranza e questa Giunta a pensare ai rimpasti, agli assetti politici pre-elettorali, che dia invece un’occhiata ai dati di pre-consuntivo 2008 che non promettono nulla di buono per tutto quello che ho detto.
Dove sono gli Assessori, soprattutto quelli che hanno deleghe e funzioni per interventi territoriali e produttivi?! Alcuni li vediamo attivi solo quando ci sono incombenze di parata o convegni.
In questi settori a fine novembre 2008 l’utilizzo delle risorse disponibili erano rispettivamente del 42% e del 33%, i pagamenti solamente del 28% e del 12%.
L’altra grave stortura, indicata anche dalle categorie, sono ad esempio in alcune misure come la ricerca e l’innovazione. La domanda registrata sui bandi POR-FSR con graduatorie scoperte: disponibilità del bando per la ricerca di filiera 8 milioni di euro, domande già ammesse per 25 milioni di euro. Il bando PIA innovazione: dotazione 4 milioni di euro e pratiche ammesse per oltre 21 milioni di euro.
Su questo che riflessione è stata fatta? Nessuna! Ritardiamo i pagamenti, non diamo ai bandi quel fondo adeguato alle domande. Quindi che si spieghino queste cose ai marchigiani, non servono frasi ad effetto o promesse di interventi milionari per conquistarsi il titolo dei giornali!
La Regione oggi è un ostacolo ai pagamenti, abbiamo visto nel pre-consuntivo quali sono le percentuali, ovvero 28% e 12% sulle attività produttive e sugli interventi di settore, interventi territoriali, e dall’altra parte ci sono bandi che non sono neppure la metà della metà rispetto alle domande.
E’ così che si aiuta un’economia che nel 2009 ha in prospettiva un anno orribilis?! La riflessione dov’è?! Le risposte quali sono?!

PRESIDENTE. Consigliere, la prego veramente di concludere.

Fabio PISTARELLI. Ciò è molto grave, occorre cambiare l’impostazione, ridare a questa Regione progetto e bussola politica per interventi pochi, seri e strutturali che riguardino il futuro e lo sviluppo, occorre farlo soprattutto in questo momento di estrema difficoltà di tanti distretti, di tante imprese e di tante famiglie.
Il Popolo della Libertà, Alleanza Nazionale, Forza Italia e tutti i gruppi dell’opposizione lo dicono e lo diranno a gran voce, ovvero che occorre, ripeto, un forte ed immediato cambiamento di impostazione, di bussola politica, di progetto.
Tutto questo per le Marche non c’è più quindi lo vogliamo restituire ai marchigiani, cittadini che se lo meritano per tutto quello che hanno fatto in questi anni con le loro forze malgrado le grandissime debolezze e l’inadeguatezza di questo Governo regionale.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Ho ascoltato la relazione del Presidente della seconda Commissione Brandoni che conferma che oggi siamo tutti consapevoli della preoccupante crisi economico-finanziaria che sta investendo non soltanto il nostro Paese ma l’intero scenario internazionale.
E’ all’interno di tale sconfortante cornice che ci accingiamo a discutere ed approvare – almeno spero – le proposte di bilancio di previsione 2009 e pluriennale 2009-2011.
Nella nostra regione a novembre i numeri della cassa integrazione ordinaria volano verso vette insolite e particolarmente scoraggianti, nelle Marche infatti si viaggia su un +253% rispetto allo stesso periodo del 2007, si passa da 147.747 ore a 522.820. E’ un picco considerevole che conferma una tendenza già in atto nei primi nove mesi dell’anno.
La gravità della situazione ci impone che vengano adottati provvedimenti urgenti ed efficaci che, capaci di operare un intervento di sistema, siano in grado di andare incontro ai bisogni dei lavoratori, delle famiglie e delle imprese.
A tale riguardo la necessità di un’azione comune e condivisa non può prescindere, a nostro parere, da un coinvolgimento diretto di tutti gli attori del sistema economico regionale. Mi riferisco alle associazioni di categoria, ai sindacati, alle banche, alle fondazioni, alle università.
Credo che negli ultimi tempi il Presidente Spacca abbia già convocato un tavolo di questo genere.
L’obiettivo di attenuare il peso della crisi va realizzato continuando a mantenere gli impegni sul territorio, altrimenti ci troveremo in grandi difficoltà, ed evitando che la stessa si traduca in una severa contrazione dei flussi di credito all’economia che inevitabilmente vanificherebbe lo sforzo delle piccole e medie imprese marchigiane, ripercuotendosi con effetti drammatici sull’economia reale.
A tale scopo si rende quanto mai opportuno il potenziamento delle attività di aggiornamento e controllo sulle dinamiche del sistema economico regionale. Questo sia sul versante della liquidità bancaria che del conseguente afflusso di credito alle imprese intervenendo affinché gli istituti di credito locali s’impegnino a garantirne continuità nell’erogazione, mantenendo così gli impegni già assunti. In questi ultimi tempi vediamo con grande preoccupazione che molte banche hanno chiuso i crediti mettendo in difficoltà moltissime piccole imprese.
Sul tema un’ipotesi potrebbe essere quella della costituzione con le banche marchigiane di un fondo di garanzia regionale allo scopo di agevolare l’accesso al credito delle piccole imprese e di rivedere al ribasso (almeno del 25%) i limiti di garanzia dei confidi regionali, un ulteriore modo per liberare credito da valersi a favore delle imprese medesime.
La crisi in atto, come non hanno mancato di ribadire autorevoli esponenti degli organismi finanziari internazionali, sta colpendo in particolar modo le famiglie e i lavoratori con effetti drammatici verso le fasce sociali più deboli e quindi maggiormente esposte alle conseguenze dei turbamenti dell’economia.
Il costante monitoraggio del fenomeno costituirà la misura degli interventi che dovranno operarsi, sia in termini di aumento delle risorse a disposizione della collettività, sia di riduzione della pressione fiscale – anche se sento continuamente che le tasse non sono state aumentate da parte del Governo regionale – sui redditi più bassi e di aiuto ai più deboli, che di capacità di offrire un potenziamento delle garanzie per l’accesso al credito e la tutela occupazionale.
Per questo motivo il fondo straordinario di sostegno alle piccole e medie imprese e di solidarietà sociale per l’anno 2009 che è di euro 10.000.000 milioni dovrebbe essere aumentato tenendo conto dell’estendersi sul territorio di una crisi occupazionale di grandi dimensioni, aggiungendo magari, se possibile, Assessore, i fondi dell’aumento della benzina a suo tempo determinati.
Sul punto non possono che essere accolte favorevolmente le iniziative a tal fine proposte nel documento approvato dall’Esecutivo con l’istituzione di un fondo sociale, sia per la garanzia di contenimento delle rate di mutui e canoni delle famiglie a reddito medio-basso che lo stesso offre, sia per il supporto alle fasce deboli della popolazione che rappresenta.
Parimenti positivo si rivela l’impegno al sostegno degli investimenti strutturali attraverso l’accordo programmatico sviluppato con la BEI e anch’esso finalizzato alla promozione di un’azione a supporto a cittadini, a famiglie, a imprese ed enti locali.
A ciò va aggiunta la necessità, da noi sostenuta, sia di una semplificazione delle procedure e velocizzazione degli investimenti di fonte comunitaria per le esigenze più immediate, che un maggiore coinvolgimento di Comuni e Province verso un’accelerazione dei piani di realizzazione di strutture edilizie e infrastrutture, stradali, marittime e delle ferrovie, che sono, secondo il gruppo Socialista, essenziali allo sviluppo stesso del tessuto economico delle piccole e medie imprese.
A questo evidentemente non può aggiungersi che un forte impegno e una forte azione che miri a una strutturazione delle tutele dei lavoratori, con particolare attenzione alle imprese a rischio chiusura, come purtroppo registrato recentemente, con hanno maggiore incidenza nelle aree di Ancona e di Ascoli Piceno, ma che purtroppo va estendendosi su tutto il territorio marchigiano.
Il rilevante taglio dei finanziamenti statali non depone di certo favorevolmente verso una facile realizzazione degli obiettivi e delle azioni precitate, ma nonostante questo il gruppo Socialista auspica che l’approvazione di questo bilancio possa costituire l’occasione per un’eventuale costituente economico-sociale che con coesione e senso di responsabilità sia in grado di offrire adeguate speranze e opportunità anche per il tempo a venire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Se c’è una cosa che può essere affermata è che questo sia bilancio fotocopia di quello dell’anno scorso, è un bilancio senza alcuna novità di rilievo, è un atto che certifica l’immobilismo di questa Giunta regionale che male si coniuga con l’evolversi di quella situazione economica che anche nella nostra regione è in rapido peggioramento.
Assistiamo ad un qualcosa di surreale, cioè da una parte vediamo esplodere la cassa integrazione (le Marche sono una delle prime regioni in Italia) e la messa in mobilità di migliaia di lavoratori con fenomeni deindustrializzazione di intere aree (mi riferisco al Piceno, al Fermano e al Fabrianese) e con distretti industriali in profonda crisi (calzaturiero, mobile e metalmeccanico), ma poi chi ci governa, ovvero la Giunta regionale delle Marche, si attarda ancora in slogan propagandistici. Mi sembra di essere nel paese del bengodi, cioè girando per le Marche, leggendo i giornali, sembra di vivere una situazione idilliaca come se fosse il paese delle fate e delle grandi meraviglie. (…) Ma vede, caro Assessore Mezzolani, c’è una differenza sostanziale di tocco e di mano, infatti rilevo che rispetto al quadro regionale l’enfasi con cui vi autoincensate tutti i giorni mi sembra eccessiva anche al di là della vergogna del costo economico che produce questo impegno promozionale sulle tasche dei marchigiani. Sono slogan propagandistici velleitari e che peraltro millantano risultati che non ci sono o addirittura che sono di segno opposto, e questo è ancor più grave. Perché, vedete, se uno promuove i meriti che ha è una cosa, ma se uno promuove i meriti che non ha sul piano dell’etica politica è molto peggio.
Invece di essere presenti nelle Istituzioni, invece di lavorare in uno sforzo comune ed unitario, si continuano a spendere centinaia di milioni per le missioni all’estero, c’è un continuo di delegazioni nei posti più disparati per promuovere, si dice, le Marche, però se questi sono i risultati sarebbe meglio che i soldi di queste costosissime visite venissero amministrati in modo più oculato proprio qui nelle Marche, ovvero dove i problemi esistono.
Su tutto questo, Assessore Marcolini, incombe la questione dei derivati su mutui contratti dalla Regione Marche coinvolti nel fallimento della Lehman. Non si tratta di una partita di poco conto, colleghi Consiglieri, vista la mole delle cifre in campo che sono capaci di dare un altro colpo alle casse di un bilancio regionale già molto asfittico.
Da quella data sono passate oltre tre mesi ma ci sono state solo le rassicurazioni verbali dell’Assessore che ha dichiarato che tutto era a posto e tranquillo.
Noi vorremmo, invece risposte tecnicamente qualificate da parte degli studi professionali incaricati dalla Regione da un paio di mesi, cioè lo studio legale Chiomenti di Roma e il britannico Skadden, Arps, Slate Meagher§Flom, che peraltro ci sono costati 50 mila euro.
E’ molto meglio per tutti, ripeto, che si faccia chiarezza subito e che non rimangano zone d’ombra per non dover poi fra qualche tempo piangere tutti insieme dovendo constatare effetti devastanti per il bilancio regionale.
Dicevo prima che è un bilancio fotocopia che ha i problemi di sempre e che sono ancora più evidenti e non risolti. Le risorse veramente disponibili sono poche. E’ un bilancio ingessato e sempre condizionato dalla forte spesa corrente. La spesa sanitaria e quella sociale la fanno da padrone. Tutto l’altro, invece, è rimesso all’erogazioni dello Stato e dell’UE, le quali, vista la situazione oggettivamente critica, non potranno che diminuire.
Ma per ora la situazione regge perché le erogazioni statali – mi dispiace collega Rocchi di dissentire dal suo intervento – non sono diminuite, come da più parti strumentalmente lamentato, ma direi tutte confermate se non addirittura aumentate (vedi il diritto allo studio, la scuola, la sanità).
Quindi accampare oggi storie sui tagli, come mi sembra si voglia fare, è una scusa che non tiene se non per coprire i mancati tagli, quelli sì, che la Giunta regionale non ha realizzato all’improduttivo, all’inefficiente, agli alti stipendi nella sanità e nel sociale e a tutta una serie di costi della politica e delle consulenze, che se non penalmente rilevanti lo sono eticamente.
Si sta tagliando poco. La casta dei tecnici d’area, la cosiddetta sinistra salottiera “salmone e champagne” ancora viene foraggiata generosamente da questa Giunta con prebende ed incarichi multimilionari che non si giustificano non fosse altro per quei risultati a volte pessimi.
Vorrei ora fare alcune osservazioni nel dettaglio.
La pressione fiscale in questa regione rimane tra le più alte in Italia. La sinistra si contraddice due volte, a Roma dove non governa chiede meno fisco, mentre qui mantiene livelli di tassazione esorbitanti. Invece aveva promesso – lo ricordo ai Consiglieri che stavano con me nei banchi dell’Assemblea legislativa nella scorsa legislatura e a quelli nuovi – che gli aumenti sarebbero stati temporanei ed addirittura che i soldi sarebbero stati restituiti ai contribuenti marchigiani. Tutto falso, è stato tutto dimenticato.
Nella sanità permangono i problemi di sempre, quelli gravi delle lunghissime liste di attesa oppure quelli del non miglioramento della qualità delle prestazioni diffuse su tutto il territorio regionale, mantenendo così fasce di squilibrio gravissime al sud e nord delle Marche. Basti pensare ai 148 milioni di mobilità passiva, di cui 76 nei confronti della Regione Emilia Romagna in particolare soltanto per l’ortopedia.
Rimangono irrisolti anche i problemi dell’efficienza della burocrazia regionale che non riesce a sveltire il suo lavoro, ci sono procedure lente, processi di spesa che arrivano con difficoltà ed enorme ritardo ai comparti produttivi che, invece, in tempi certi ne hanno bisogno specie in una congiuntura difficile come l’attuale che necessita di massimizzare al massimo l’efficacia dell’intervento pubblico.
Come non parlare poi degli Ersu, enti per il diritto allo studio, dove si è dimostrato concretamente la non verità sulla ipotesi dei tagli del Governo. L’unico pericolo per gli Ersu, colleghi Consiglieri, è la proposta di legge dell’Assessore Ascoli che vuole l’Agenzia unica, che porterà poco risparmio e tanti problemi e che soprattutto non riconosce la specificità dell’autodeterminazione dei livelli istituzionali locali nella gestione degli Ersu.
Comunità montane e Unione dei Comuni. Anche su questo regna una confusione sovrana. Siamo ancora in mezzo ad un guado dove la maggioranza non riesce ad essere credibile in quanto non riesce ad avanzare una proposta supportata da adeguate risorse per la necessaria riforma del sistema delle autonomie locali.
Sui trasporti pubblici e sulle FS c’è ancora tanto da fare. Per prima cosa occorre procedere alla razionalizzazione e al miglioramento dei servizi e poi verificare concretamente i risultati e i benefici delle spese. In questa Regione non è possibile continuare a registrare i disservizi del servizio ferroviario che sono frutto di enorme disagio per i cittadini.
Sul tema delle infrastrutture dopo anni di immobilismo della maggioranza qualcosa di positivo di sta muovendo solo grazie al nuovo Governo Berlusconi. La strada della collaborazione unitaria su questi problemi è quella che deve essere percorsa con convinzione nell’interesse generale.
Su questo mi sia consentito di rilanciare una proposta che abbiamo già fatto nella scorsa legislatura, cioè quella di un tavolo istituzionale che coinvolga maggioranza e opposizione per una tutela romana più adeguata. Non potete continuare a mortificare il contributo e il ruolo che le opposizioni possono svolgere in questa Assemblea legislativa. C’è un interesse comune rispetto al quale ci può essere una convergenza, quindi si tratta di legittimare e di riconoscere tale convergenza. Altro che tema caldo, specialmente in questi giorni, quello dell’erosione della costa, perché sono anni che la Regione stanzia tanti soldi e molto spesso per danni nelle medesime località di mare.
L’impressione che si ha è che i problemi o sono irrisolvibili oppure che le opere progettate ed attuate non siano state fatte a regola d’arte. Forse su tutta la partita andrebbe fatta un’indagine conoscitiva – questa la chiediamo, Assessore Carrabs – per rimodulare gli interventi e per consentire un’azione che consenta veramente di affrontare alla radice il problema e di salvaguardare uno dei settori del nostro territorio che ha un’incidenza rilevante rispetto all’economia regionale.
Ultima annotazione la voglio fare sul settore primario dell’agricoltura, un settore che beneficia con difficoltà di risorse pubbliche comunitarie e non. Anche qui bisogna accelerare e migliorare le procedure, soprattutto bisogna adeguare la legislazione regionale all’esigenza di investire su nuove forme di occupazione giovanile.
Siamo al quindicesimo bilancio di questa maggioranza. Prima si andava avanti a piccoli passi, poi si è rallentato, ora addirittura si va indietro.
In questi anni si è fatto molto in annunci e poco in riforme. Riforme spesso cambiate in corsa, basti pensare alla sciagurata follia dell’ente unico regionale per il turismo, basti pensare alla drammatica scelta dell’ente unico regionale per la sanità, ovvero due fallimenti annunciati, due fallimenti che hanno prodotto guasti forse irreparabili nel territorio. Dunque solo riformette che non hanno mai dato i risultati promessi.
Stiamo arrivando a conclusione di un’esperienza fallimentare che fa rimpiangere a tanti, a me in modo particolare, gli anni della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista, cioè gli anni di quando questi partiti governavano il Consiglio regionale. Erano partiti e coalizioni che avevano una loro proposta riformista e una loro dignità amministrativa, requisiti del tutto assenti da questa compagine e malandata maggioranza di governo.
Colleghi Consiglieri, ai cittadini delle Marche non bastano gli spot pubblicitari a pagamento sui giornali, le promozioni cinematografiche, televisive, ai cittadini non basta la campagna pubblicitaria dei manifesti (tutti pagati dal contribuente marchigiano), né tanto meno la compiacenza di una comunicazione pubblica che troppo spesso si adagia e sale sul cavallo del proprietario del vapore, in questo caso della Giunta regionale.
Per quanto riguarda l’esposizione del Presidente della Giunta regionale rispetto a quello che produce in termini di attività legislativa, debbo ricordare che questa è la legislatura che meno ha prodotto sul piano della capacità propositiva legislativa. Se fate un confronto fra questa legislatura e quelle del passato vi renderete conto che la capacità di produzione della Giunta ha raggiunto un livello bassissimo e la media viene tenuta alta soltanto dal grande impegno delle opposizioni, alle quali però è precluso ogni percorso per la vostra volontà di non far passare nulla al di fuori di quello proposto dalla Giunta regionale.
Comunque di questo atteggiamento non ci scandalizziamo più di tanto, anche perché, amici Consiglieri, la parola ormai spetta agli elettori. Fra cinque mesi gli elettori delle Marche avranno la possibilità di dare il loro giudizio sulla gestione del sistema delle autonomie locali, quindi anche con un occhio rivolto anche alla Regione. Pertanto presto avranno la possibilità, come pure in occasione di elezioni regionali decisive per realizzare quel processo di cambiamento che in tanti auspicano, di dare lo stesso giudizio negativo che diamo noi della Giunta regionale e della maggioranza di centro-sinistra che la sostiene.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Oggi all’interno di questa Assemblea legislativa regionale si respira un’aria di campagna elettorale e non so sia per le prossime elezioni regionali che avverranno fra circa un anno e mezzo oppure per le provinciali e le amministrative che ci saranno invece fra pochi mesi. Quindi il bilancio che oggi discutiamo serve più per valutazioni di carattere politico – ma del resto serve per questo – piuttosto che per entrare nel dettaglio di un bilancio in quanto tale.
Sia sulla stampa che noi stessi definiamo questi tre-quattro giorni di lavoro una maratona in quanto il bilancio è sicuramente l’atto che comporta un più lungo termine di discussione ed approvazione ed un maggior numero di emendamenti. E’ anche vero, però, che oggi parliamo nello specifico di una cifra di circa 600 milioni di euro, una cifra minima rispetto al resto del bilancio regionale, o meglio, rispetto ai finanziamenti che la Regione gestisce attraverso interventi di carattere infrastrutturale, economico, sanitario, ecc..
Se il dibattito sul bilancio regionale e sugli interventi economici della Regione si caratterizzasse soltanto con la discussione che facciamo oggi certamente daremmo un quadro poco chiaro del contesto generale degli interventi regionali. Però considerato che già nei mesi precedenti o addirittura nei giorni precedenti, con il cambiamento delle modalità usate in questa Assemblea legislativa, abbiamo potuto approfondire sia il discorso dei finanziamenti europei, che il discorso sui fondi FAS o di altri finanziamenti e politiche rispetto ai fondi strutturali gestiti da questa Regione, credo che anche con la discussione di oggi il quadro generale possa diventare più chiaro.
In ogni caso tutta l’enfasi che oggi metteremo nella discussione credo che forse sia più utile usarla in contesti più specifici, perché tra variazioni di bilancio, assestamento, modifiche di capitoli, modifiche di finanziamenti che arrivano dai livelli nazionali o europei, poi ci troviamo con emendamenti che discuteremo sì con tanta forza e passione ma che diventano poco. Quindi alla fine ci troveremo, quando andremo a verificare gli atti successivi, con bilanci abbastanza diversi da quelli che si approvano.
Pertanto ciò che dovremmo fare oggi – come è stato detto anche dai colleghi dell’opposizione – è una valutazione più approfondita sulle situazioni di carattere generale piuttosto che entrare nelle singole cifre.
La situazione della Regione Marche, come è stato detto dai colleghi sia di maggioranza che d’opposizione, non ci consente di vivere momenti sereni né di guardare al futuro con tranquillità – e mi auguro che sia una situazione di breve periodo – sia in Italia che nelle Marche, una regione che forse più delle altre risente di questa crisi proprio per la sua tendenza spiccatamente manifatturiera.
Però non saremmo seri se non giudicassimo anche l’atmosfera con cui stiamo approvando questo bilancio. Perché anche se la situazione è grave – e di questo ne sono estremamente convinta – quest’anno stiamo approvando il bilancio di previsione e il bilancio pluriennale con maggiore tranquillità. Voglio dire che i timori che abbiamo avuto l’anno scorso, tanto che si è dovuta aggiungere un’accisa sulla benzina che ha suscitato gravissimi contrasti e addirittura difficoltà di accordo all’interno della stessa maggioranza, quest’anno non li abbiamo.
L’anno scorso avevamo fortissime preoccupazioni e perplessità per il debito sulla sanità, temevamo di essere considerati allo stesso livello e con lo stesso metro di giudizio economico delle cosiddette Regioni canaglia, quelle cioè che avevano debiti enormi sulla sanità, che però a differenza di noi potevano aumentare l’Irap, quindi noi potevamo trovarci in una situazione gravissima. Quest’anno, invece, non abbiamo questo problema perché dal livello nazionale sono arrivati alcuni finanziamenti.
Quindi è merito del livello nazionale oppure è merito della Regione che è andata a contrattare riuscendo a raggiungere risultati? A me, però, non interessa sapere di chi sia il merito ma solo poter dire che stiamo approvando un bilancio con una tranquillità diversa da quella dello scorso anno.
C’è un recupero dell’evasione fiscale che non è una cosa di poco conto, vi è una cifra in più, anche se modesta, da ridistribuire attraverso leggi con cui rifinanziamo interventi, ci sono cioè 9 milioni di euro in più.
Abbiamo ulteriori finanziamenti sulla sanità, quindi c’è anche un miglior controllo, infatti in una situazione di drammaticità è difficile controllare mentre è sicuramente più facile in una situazione di maggior tranquillità.
Quindi sul bilancio della Regione vi è tutta una situazione che, a mio avviso, è sicuramente migliorativa.
Come pure abbiamo migliorato la nostra potenzialità di attrazione dei fondi comunitari che ci consente di ridistribuire sul territorio quello che abbiamo ottenuto attraverso un’efficiente ed efficace negoziato regionale.
Ripeto, c’è una tendenza costante anche se lieve alla riduzione del debito, quindi è un metro positivo.
Certamente abbiamo una situazione generale di grossissima difficoltà che non ci fa vivere sogni tranquilli, ma non possiamo dire che oggi affrontiamo questa sessione di bilancio con le stesse preoccupazioni con cui l’abbiamo affrontata l’anno scorso, proprio perché la situazione è assolutamente migliorata.
Ora fatte le poche valutazioni di carattere politico in merito alla proposta di legge n. 277 credo occorra andare anche alle modifiche e proposte che troviamo al suo interno.
E’ un segnale assolutamente positivo il fatto che si continui con la stabilizzazione del personale, sia quello impegnato presso la Giunta regionale che quello impegnato presso il servizio sanitario – io avevo visto la proposta della Giunta regionale da dieci anni in poi, modificata dalla Commissione da sei anni in poi -. Ma su questo vorrei rivolgere un appello all’Assessore e a tutta la Giunta, cioè che la stabilizzazione è sicuramente un segnale positivo, non possiamo continuare a tenere persone senza dar loro la garanzia del contratto di lavoro e senza una garanzia di assunzione, però qui non si parla affatto di concorsi.
Questo dunque è un settore su cui dovremmo intervenire fortemente. Perché è vero che questi giovani e meno giovani hanno il diritto, che confermiamo con questa proposta di legge, di vedere il lavoro a tempo determinato trasformato in lavoro a tempo indeterminato, ma chi è fuori completamente e non ha possibilità di entrare in altri settori, perché in questo momento pochi assumono, saranno ancora più penalizzati di quelli che comunque il lavoro ce l’hanno.
Quindi bisogna mettere in campo i concorsi previsti e dei quali sono state fatte le domande – in Assemblea legislativa so che addirittura ci sono 600 domande per due o tre posti –, altrimenti facciamo sì un’opera meritevole ma fatta a metà, proprio perché la facciamo soltanto nei confronti di quelli meno penalizzati rispetto ad altri.
Sempre nella pdl n. 277 si dice che l’attività di agricoltura e di turismo rurale deve comunicare le proprie presenze, giustissimo, lapalissiano, anzi, forse non c’era nemmeno la necessità di metterlo all’interno di una legge di bilancio. Certo, è vero che il turismo non è fatto soltanto di presenze nella costa o nella montagna ma anche di presenze negli agriturismo – e anche se la percentuale è minima rispetto al resto vanno comunque conteggiate, perché un turismo che modifica il proprio trend ha diritto di attenzione -, però sappiamo anche che i dati non arrivano puntuali, non arrivano completi, non arrivano in modo da consentire un’analisi effettiva sul settore del turismo e sulla sua capacità attrattiva o meno. Peraltro abbiamo delegato le Province affinché raccogliessero attraverso gli IAT questi dati.
Voglio dire che questo è un altro settore su cui la Regione deve intervenire fortemente per capire a chi deve far capo tutto questo, in che termini e in che modi. Tenendo conto non tanto della distribuzione di deleghe, che una volta date è difficile ritirare, quanto dell’efficienza e dell’efficacia di ciò che si sta facendo.
L’altra proposta che trovo interessante su cui deve essere fatta una valutazione è la richiesta da parte dei Comuni – l’ho letta nella relazione del CAL – della monetizzazione delle aree per standard urbanistici.
In un primo momento leggendo la proposta mi sono meravigliata, infatti sembrava che non si potessero monetizzare le aree per standard urbanistici qualora questi non esistevano, ma in realtà poi si poteva fare. Quindi presumo che ciò che vuole dire la modifica di questa proposta sia quella che la monetizzazione non avviene con il valore degli espropri ma con il valore delle aree vicine. Naturalmente parliamo delle zone A e B, quindi delle zone più abitate, più densamente edificate, i centri storici e le aree limitrofe.
Sicuramente questa proposta è necessaria, anche se costituirà un ulteriore aumento dei costi dell’edificato, però considerato che il settore edile oggi è quasi completamente fermo forse non era il momento di presentarla, anche se, ripeto, è assolutamente giusto il fatto che si tenga conto dei prezzi veri di mercato.
Tra l’altro alla fine degli anni ottanta, primi anni novanta, abbiamo vissuto fasi dove i piani regolatori erano piani di fantasia. Cioè più il piano regolatore metteva standard urbanistici, più metteva piazze, più metteva parchi, più metteva servizi sportivi, più il piano regolatore era bello, non ci si preoccupava minimamente che gli standard venissero attuati o che i comuni avessero la disponibilità per poterli attuare. Quindi tale proposta, anche se in forma minima, va incontro a tale richiesta, ovvero che si facciano cose che si possano poi realizzare piuttosto che voli pindarici che non si possono fare.
Attenzione, però, io temo anche un’altra cosa – l’ho ribadito più volte –, cioè che la legge urbanistica è ferma in Commissione e non so quando potrà arrivare in Assemblea legislativa. Noi attraverso emendamenti o proposte di legge specifiche stiamo modificando la legge urbanistica. Oggi lo facciamo con questa, qualche tempo fa lo abbiamo fatto attraverso l’edilizia eco compatibile e con quella che interveniva sul tutto territorio, quindi anche sul centro storico dove abbiamo consentito il 22% – io votai contro – in più di edificazione. Allora su questo per forza serviranno quegli standard di cui oggi chiediamo i soldi in più.
Quindi le cose, a mio avviso, non possono essere viste una per una ma in un contesto generale che possa rendere più chiara la situazione.
Anche sull’alienazione dell’immobile di Tolentino è necessario fare una valutazione seria piuttosto che correre il rischio di svendere un immobile che, invece, ha un valore abbastanza consistente sia dal punto di vista ambientale per il territorio dove è collocato, sia dal punto di vista strutturale e architettonico dello stesso.
Sul fondo per la montagna e il fondo per la gestione associata dei comuni il CAL propone, appunto, la gestione associata, però poi trovo nel bilancio che le comunità montane tra piccoli e grandi finanziamenti si cerca comunque sempre di garantirle, mentre non c’è lo stesso impegno per garantire la gestione associata dei comuni. Occorre, invece, poter avere una gestione associata efficace, non soltanto fatta per interventi minimali tanto per prendere finanziamenti ma per una gestione che possa consentire ai comuni di abbattere le spese anche dal punto di vista amministrativo.
Un’ultima valutazione la vorrei fare sull’articolo 28 delle disposizioni finanziarie per il bilancio. Prima ho detto che oggi discuteremo tanto ma alla fine anche con poca sostanza, perché tante sono le possibilità di modifica, tante sono le possibilità di finanziamenti che possono più o meno arrivare, però oggi abbiamo un articolo in più. Quindi coerentemente con quanto ho detto lo approvo, ma con questo articolo deleghiamo ulteriormente la Giunta ad apportare modifiche al bilancio. Io l’approvo proprio perché ho detto che rischiamo di fare una ragionamento sui microsistemi piuttosto che sui macrosistemi, e a me non interessa il ragionamento sulle piccole cifre, abbiamo fatto discussioni importanti sui finanziamenti e sui fondi importanti da distribuire all’interno della regione, però, ripeto, questo articolo ci dice che deleghiamo ulteriormente la Giunta ad operare sul bilancio in maniera autonoma rispetto all’Assemblea legislativa. Questo va detto.
Mi auguro che nel maxi emendamento che verrà presentato questi problemi verranno risolti, quanto meno che ci sia un impegno politico affinché possano essere risolti magari in una prossima variazione di bilancio o in assestamento.
Inoltre in questo bilancio vediamo che per il Difensore civico, tutta la difesa civica e il Corecom vi sono a disposizione soltanto cifre per la sussistenza e non per le attività, ma sicuramente questo non ha senso, infatti è inutile che creiamo strutture se poi non diamo loro i finanziamenti per poter operare.
Abbiamo, altresì, 2 milioni di euro per impianti di risalita e innevamento. Mentre si fa appena accenno – ma so che su questo ci sono contributi nei fondi FAS e altri – ai gravissimi danni verificatisi in questo periodo sulla costa, dove invece servirebbe un impegno forte anche di carattere politico. Quindi deve essere verificato se i piani prodotti sono utili a risolvere o a tamponare fortemente i problemi. In questo, secondo me, occorre un intervento forte non soltanto per le aree definite nella legge di bilancio ma anche per quelle più vaste che si trovano in situazioni di gravissima difficoltà.
Ci sono 80 mila euro per gli interventi a tutela dei beni immobili e degli affreschi, una cifra assolutamente minima a cui mi auguro si possa aggiungere qualche cosa, questo perché – lo diciamo tante volte – dobbiamo conservare il patrimonio culturale, storico e artistico che abbiamo. Quindi è un settore su cui la Regione deve intervenire e credere, pertanto 80 mila euro sono pochi.
Inoltre ci sono 40 mila euro per la catalogazione dei beni culturali. Anche questi sono residuali, l’anno scorso avevamo 80 mila euro. E’ vero che questa cifra è andata man mano diminuendo mentre la catalogazione dei beni culturali è aumentata, quindi ci sarà rimasto un po’ meno da fare, in ogni caso valutare la cifra necessaria per completare tale catalogazione sarebbe certamente utile.
Il fondo per la gestione delle controversie dei creditori a me sembra abbastanza notevole perché mi auguro che le controversie non siano tante, quindi che possa essere ridistribuito. Peraltro se dovesse servire tutto significherebbe che qualcosa non funziona sia dal punto di vista politico che amministrativo. Quindi, ripeto, mi auguro che non servano ma se dovessero servire dovrà essere fatto un approfondimento.
Ci sono, inoltre, due cifre abbastanza consistenti, una riguarda la sensibilizzazione della cultura della pace, diritti umani e cooperazione, l’altra è per favorire lo sviluppo della cooperazione. Io proprio per carattere sono più per l’intervento piuttosto che per la chiacchiera, ma temo che la prima cifra serva per le chiacchiere. Quindi considerato che neanche la cultura della pace e della collaborazione si fa con la chiacchiera ma con gli interventi, sono d’accordissimo sulla seconda e un po’ meno sulla prima.
Concludo sulla comunicazione istituzionale che se serve per far conoscere ai cittadini quello che si fa, va benissimo, quindi è giusto mettere ciò che occorre dal punto di vista economico, se invece serve solo per fare propaganda credo porti più danno che vantaggio perché alla fine i cittadini si accorgeranno di ciò che si dirà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Caro Presidente della Giunta, che non c’è, quindi cari Assessori e cari colleghi della maggioranza. Altre volte ho usato questo termine come battuta e stavolta lo dico dopo un esame più approfondito della situazione che c’è nel cartaceo che ci avete fornito ma soprattutto di quello che c’è fuori da quest’Aula. Non ve lo dico con cattiveria ma con stimolo, affinché la vostra azione possa in qualche parte rettificarsi o comunque susciti in voi – e questa non è più una battuta – almeno il desiderio di confrontarsi in maniera più aperta – come hanno sia i colleghi Pistarelli e Giannotti che altri colleghi intervenuti – sia con noi dell’opposizione che con tutta la realtà marchigiana.
Quindi non ve ne abbiate a male se vi dico che la vostra Giunta e la vostra coalizione purtroppo assomiglia nei difetti al crepuscolo della Democrazia Cristiana.
Il Consigliere Giannotti ha esaltato un certo modo di fare governo, che anch’io condivido nelle sue parti migliori, però quelli che erano i difetti e i vizi della fine della prima Repubblica, se permettete, voi li avete presi tutti. Ho detto più volte che siete stati contaminati non so da chi e come, però ce li avete tutti. A cominciare da quell’autoreferenzialità e da quel narcisismo tutto di palazzo incapace di dare permeabilità al rapporto tra la società e l’amministrazione. Questi erano i vizi gravi di quella prima Repubblica che volgeva al tramonto. Quindi voi siete purtroppo così e senza una minima capacità di reazione.
Vorrei iniziare dalla relazione del relatore di maggioranza Consigliere Brandoni al quale riconosco totale onestà intellettuale in quanto oggi si è astenuto dal fare demagogia – e dalla sua posizione poteva farla anche più di altri –, non ha fatto cenno a polemiche sul Governo centrale. Quindi l’ho apprezzato tantissimo perché è rimasto al suo ruolo di Presidente di Commissione e di relatore di maggioranza.
Cari amici e compagni quando oggi trionfalmente sottolineate che le spese per gli incarichi sono diminuite rivolgete un pensiero al Presidente D’Ambrosio, infatti oggi dite che gli incarichi sono stati tagliati. Allora quello che dicevamo durante la presidenza D’Ambrosio era vero, e se volessimo spendere quello che voi spendete con i soldi pubblici sui manifesti potremmo metterlo in un manifesto; però certamente lo potremmo fare di tasca nostra e probabilmente lo faremo.
Abbiamo avuto una certificazione eccessivamente tardiva ma comunque è venuto fuori che nelle Marche in molti anni di gestione del centro-sinistra lo spreco negli incarichi è stato colossale. Lo avete sancito voi nelle relazioni.
Avete una totale incapacità a fare austerità. Qui faccio appello a una persona che è cara a tutti, è nel cuore di tutti e che prima di tutto deve essere nel vostro cuore. Il Presidente Napolitano ha richiamato tutte le pubbliche amministrazioni d’Italia a rivedere nella costruzione di un bilancio la scala dei valori. Il Presidente Napolitano ha fatto un appello forte, ha detto “riazzerate le strategie e le convenienze negli obiettivi e rimettetevi al tavolo per rivedere la scala dei valori”.
In questo bilancio trovo una scala di valori o trovo ancora quello che il collega Pistarelli ha evidenziato, cioè un intervento a pioggia fortemente caratterizzato da spinte geografiche o di potere locale?
E’ stato detto che la pubblicità rientra in quell’autoreferenzialità. Ma credo che i colleghi siano stati fin troppo buoni, io invece ne dico una cattiva, mi dispiace ma me ne prendo la responsabilità. E cioè che il vostro non è neanche un intento di fare pubblicità perché con la pubblicità che spendete sulla carta stampata c’è una captatio benevolentia mirata, eccessiva, strategica e negativa per le tasche dei cittadini. Fate pubblicità anche quando non serve, fate pubblicità anche quando il Presidente si reca per motivi istituzionali dovuti nell’ordinaria amministrazione. Non si deve da sottolineare ogni sciocchezza, e parlo in termini di ordinarietà e normalità che fa la pubblica amministrazione in quanto è quello che si devi fare. Se il sindaco va a visitare un quartiere non occorre il manifesto, lo deve fare.
Allora basta per tutto quello che spendete sui giornali, magari sperando che le società editoriali e pubblicitarie vi dicano grazie. Lo sappiamo già che avete questa benevolentia! Infatti nei media di questa regione, chiunque ne sia il padrone, la percentuale tra maggioranza e minoranza va dal 90% al 10%. Non si verifica in nessun altra regione d’Italia! E parlo innanzitutto dalla carta stampata, ma non ce l’ho con i giornalisti, in questo ho esperienza per capire quello che è accaduto in certi giornali da febbraio ad oggi. (…) Nelle reti di Berlusconi parlano persone di tutti i colori mentre non ci capitano nel Tg3, che appunto dovrebbe prendere esempio dalle reti di Berlusconi!
Partecipate a tutti i convegni, finanziate tutti i convegni. Quali sono i report di questi convegni?! Cosa portiamo a casa?! A che cosa serve tutto il presenzialismo e tutta la spesa sulla convegnistica che fate?! A che cosa servono tutte le passerelle che affrontare?! Serve a fare coraggio? Bene, se è questo è una bella missione, ma ci sono altri motivi per farlo, vedi ad esempio le missioni internazionali.
Qui si è parlato di “ministri degli esteri”, credetemi che è stata una battuta benevola, però ora lo chiedo dal punto di vista tecnico, cioè, si può avere un report dell’utilità di tante missioni e di tanti viaggi? Si può sapere quante imprese hanno aperto un outlet o uno showroom all’estero? Si può sapere quanti sono gli investimenti che a seguito di quelle missioni vengono qui nelle Marche, come i cinesi, indiani, brasiliani, sudamericani, canadesi, australiani, statunitensi? Oppure facciamo come lo Sferisterio, quando amministratori maceratesi e della nostra provincia, spesso accompagnati da quelli regionali, hanno detto “siamo andati negli Stati Uniti e in Canada a vendere i biglietti dello Sferisterio”! Ma quanti sono gli statunitensi e i canadesi che vengono allo Sferisterio?! Non portiamoci in giro!
Dunque anche su questo c’è bisogno di austerità. Il Presidente Napolitano lo ascoltate o no! Ci vuole un taglio e un’austerità anche sull’autoreferenzialità e il narcisismo pubblicitario che vi ha contaminato, che vi ha pervaso, che vi ha occupato la testa, vedete solo quello!
Datevi una regolata e guardate anche le vostre Regioni, quelle rosse; nei convegni, nelle missioni, nei manifesti pubblicitari, negli inserti dei giornali, che cos’è che dite?! Creatività, ingegno, meriti! L’Emilia Romagna ha investito milioni di euro nella figura di temporary manager. Ne avete mai sentito parlare? Ha fatto una scelta strategica, ha selezionato centinaia di giovani e se non li aveva li ha formati – parlo dell’Emilia Romagna, che non è governata dal centro-destra ma è governata dai vostri compagni –. Ovvero ha preso dei giovani in grado di orientare le imprese, li ha poi mandati nelle piccole imprese – perché le grosse imprese i grandi consulenti strategici se li pagano – ma che poi sono comunque pagati dalla Regione stessa. Cioè come in passato ha fatto la Spagna con i fondi europei quando ha mandato 2000 giovani a formarsi a Bruxelles e a Strasburgo.
Pertanto su questo vorrei un segnale dalla sinistra. Ripeto, la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione delle piccole imprese dei giovani per dare orientamenti strategici, un lavoro che non può fare né il commercialista né il revisore dei conti, né un altro tipo di figura ovvero qualcuno che orienta sulle clientele o sui mercati da trovarsi in più.
Peraltro in un momento drammatico di ansia e di preoccupazione questo è un modo di stare vicino alla piccola impresa. Infatti le imprese non si incoraggiano con il convegno o portando degli artigiani a Pechino o a Sidney, non basta, non è quello! Perché poi non tutti ci possono venire, non tutti si riferiscono alle proprie categorie.
Quindi per dare coraggio c’è bisogno di un contatto maggiore tra istituzione e piccola impresa.
Quante volte abbiamo parlato nei convegni della drammatica situazione che si crea nelle imprese nel passaggio da padre in figlio? Ci avete fatto un sacco di convegni, nel cassetto ci sono pubblicazioni a chili, poi che fate?! E dove non riesce il passaggio di padre in figlio l’impresa al 90% chiude.
E’ stato detto che si voleva sostenere l’impresa con queste figure ma su questo non ho visto un intervento.
Sulla riorganizzazione ne hanno parlato molto bene i colleghi di maggioranza, oltre alla corretta onestà intellettuale del Consigliere Brandoni. Si è parlato del mancato obiettivo della riorganizzazione del sistema della governance. Tante volte lo abbiamo detto.
Quali sono le Province, ovvero gli enti principali che nella loro funzione avevano la riorganizzazione dei servizi sul territorio – e non quelli obbligatori come rifiuti o acqua ma tutti gli altri servizi comunali – che hanno fatto progetti su questo? Dov’è il ruolo della Regione oltre quelle miserie su cui ogni anno ci dobbiamo dividere per le Unioni dei Comuni o le Comunità montane?! Su questo infatti ci sono miserie, magari discutiamo sei ore su 500 mila euro!
Cosa abbiamo fatto nell’organizzazione della governance e di tutto quello che c’è dalla Regione in giù?! Non c’è bisogno di scomodare il federalismo perchè questo era già nelle nostre competenze, però probabilmente non vogliamo toccare tutti gli interessi che ci sono tra crinali, colline e campanili allora ci siamo fermati fuori dalla porta di questa missione!
E se chiedete in giro ai rappresentanti degli ordini professionali, con i quali tutti avete un feeling, con i quali fate tanti convegni, quelli che vi applaudono quando arrivate in pompa magna ai loro convegni, quelli che sponsorizzate nei convegni, però questi sono i capi. Ma quando parlate con gli affiliati delle categorie professionali di tutti i colori, anche del vostro, pensate che non ci sia la percezione del fatto che avete attuato in questa regione una imponente occupazione politica in tutti gli ambiti della pubblica amministrazione?! Avete la percezione che questo non sia vero?! Avete la percezione che giovani professionisti dicono che in Regione ci sono sempre i soliti canali per avere rapporti con la pubblica amministrazione?! Ce l’avete questa percezione o fate come quelli della prima Repubblica che dicevano “tutto bene, ci amano tutti, state tranquilli, non succede niente” ma che dopo un anno sono “morti” tutti! Ricordatevelo! Io ce l’avevo dentro la DC quelli che dicevano “stai tranquillo, tutto a posto, tutto rinnovato, tutto bene, ci vogliono tutti bene”, ma dopo sei mesi non ci stavano più!
Attenzione, ve lo dico come stimolo e non certo per cattiveria.
Rapporti con i giovani e l’occupazione, il precariato, altra regole nei vostri comizi e nei vostri interventi politici. Qual è la linea strategica per la stabilizzazione? Ho apprezzato moltissimo che nella sanità ce ne sono state tantissime, però le troviamo nell’Arpam ma non nell’Assam. In quest’Aula abbiamo approvato una mozione, presentata dal Consigliere Rocchi ma votata da tutti, con la quale abbiamo chiesto alla Giunta regionale di predisporre un piano di stabilizzazione anche per l’Assam. Allora qual è la razionalità per cui sanità sì, Arpam sì, Assam no? Cosa avete dipendenti co.co.co, co.co.pro., part time, a tempo determinato, di serie A e di serie B?! Un piano l’avete fatto? Io non lo vedo! Qui, Assessore Petrini, ha perso lei, nel suo settore le stabilizzazioni non ci sono, e se mi potrà smentire ne sarò contento.
Inoltre mi pare che l’occasione del bilancio sia anche programmazione, ma qui non sento parlare di piano energetico. Vedo l’Assessore Giaccaglia che è sempre vicino all’Assessore Amagliani, quindi il sacro e il profano, o a parti inverse secondo i propri valori sono vicinissimi e in contraddizione fra loro, però vorrei capire quali sono le linee strategiche tra chi dice lasciamo tutto oppure forse qualcosa bisognerà cambiarlo. Il Governatore Spacca, che si barcamena con imbarazzo tra di voi, non prende posizione su niente, quindi stiamo tutti tranquilli! Un sistema anche questo un po’ da vecchia Repubblica.
Per quanto riguarda la sanità molti dei conti hanno cominciato a quadrare con la vendita dei “gioielli di famiglia”. E questo lo abbiamo già detto.
Per quanto riguarda, invece, le altre strategie, la lotta feroce degli ultimi giorni tra l’Asur e l’area vasta è ora che emerga, su questo occorre una cura omeopatica. Vorrei capire qualcosa tra chi dice che l’area vasta – faccio l’esempio della provincia di Macerata – è concessa. Ma poi le competenze, lei le ha viste, Consigliere Pistarelli?! Queste competenze le definiamo o no?! E chi comanda la sanità, l’Assessore Mezzolani o Malucelli?! E’ ora che lo diciamo in quest’Aula! Da cittadino voglio sapere se la direzione strategica della sanità ce l’ha l’organo politico oppure il supremo dirigente!
Un anno fa abbiamo approvato i progetti speciali di sperimentazione della sanità, ne abbiamo approvato anche uno con l’Inrca sull’ozono terapia ma che poi la Regione dopo un anno lo ha annullato. Vorrei capire come andiamo in Commissione e in Assemblea legislativa su queste vicende.
Però questo argomento (c’erano 70 mila euro di progetti) lo voglio chiudere in quanto è oggetto anche di una mia interrogazione, anche se ancora non mi è stato risposto.
Dicevano molto bene il Consigliere Rocchi e la Consigliera Mammoli – qui esprimo un certo feeling con la parte laica della vecchia Repubblica e della nuova –, ovvero che l’altra frontiera dalla quale in questo momento vi tenete lontani è lo snellimento burocratico. Non capisco come ogni volta ci si trovi di fronte a barriere che chiamiamo pure burocratiche – io per mestiere sono un burocrate quindi certamente non ce l’ho con i burocrati –. Cioè, come si fa a scrivere delle norme che poi intralciano sempre i cittadini e le imprese.
Con il PSR, a scadenza 19 gennaio, si chiede la concessione edilizia. Ma voi ditemi quale Regione prescrive la concessione edilizia! A chi vogliamo fare il dispetto! Perché con quindici giorni di feste natalizie credo che parecchi imprenditori saranno tagliati fuori.
Ma vogliamo imparare dalle altre Regioni, anche quelle vostre, quelle rosse! Queste scrivono che non occorre la concessione edilizia, basta la dichiarazione del sindaco sulla destinazione urbanistica dell’area interessata all’intervento, quindi saprai se ci potrai fare un capannone o se non ce lo potrai fare, semmai lo metterai come condizione risolutiva, cioè se non presenti la concessione edilizia entro il termine successivo non hai possibilità di accedere al finanziamento. Ci vuole tanto a metterlo! Solo nelle Marche si richiede la concessione edilizia! E questo ve lo hanno chiesto le categorie, ma poi partecipate a convegni con le categorie!
Sto parlando di operazioni di buonsenso, quindi cerchiamo di copiare qualcuno che è più bravo di noi, ed io non avrei difficoltà ha copiare anche dalle vostre Regioni rosse quando hanno impostazioni positive, anzi, pensavo che i primi foste stati voi.
Ultima questione, sempre tornando sull’appello del Presidente Napolitano.
Come minoranza abbiamo presentato emendamenti che riguardano la famiglia, le imprese, la cultura, lo sport, la scuola, tutte cose che qui diciamo sempre, quindi adesso è il momento di dare segnali. Essi riguardano la qualità della vita, riguardano la coesione sociale di cui tanto parlate, quindi se dimostrerete buona volontà su questi emendamenti ve lo riconosceremo.
Riuscirete ad avere una volta tanto anche un’apertura politica?! Sarebbe un segnale, questo sì, di autorevolezza di una maggioranza che governa la Regione e del soggetto Regione che arriva al cuore dei marchigiani. Far vedere cioè che vi è meno polemica politica e che passano anche emendamenti della minoranza migliorativi e che vanno nella direzione che voi stessi avete spesso dichiarato. Non è nulla in contrario a ciò che avete dichiarato, quindi sarebbe una prova che va dalle parole ai fatti.
Inoltre molti nostri emendamenti colpiscono anche quello spreco fatto con quel vostro narcisismo pubblicitario in cui in questo momento purtroppo siete caduti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Qui sono state richiamate regioni rosse che non esistono più e nostalgie per vecchie Giunte DC in larga parte spazzate via dalla questione morale, ma in realtà oggi i bilanci delle Regioni sono in una fase difensiva rispetto alla messa in discussione dei livelli essenziali dello stato sociale, primo tra tutti il lavoro.
In questo contesto la crisi economica causata da proporzioni gigantesche a livello mondiale assume una prospettiva difficilissima. L’imminente federalismo fiscale di ispirazione leghista del Governo sembra essere l’ultima frontiera neoliberista che spezza l’unità statale intesa come solidarietà e come diritti, ma dove i diritti vengono declassati ad opportunità.
Infatti l’obiettivo delle forze conservatrici non è quello di attuare la Costituzione ma è quello di cambiarla per poter poi avere le mani libere per mettere in mora le forme della rappresentanza sociale e della rappresentanza politica; come il sindacato, in particolare la CGIL, che al contrario venerdì ha dato una grande risposta di massa, e le forze più piccole, in particolare quelle della sinistra e i Comunisti, che attraverso leggi elettorali capestro rischiano di non avere più neanche un minimo di diritto di tribuna.
Si regala l’Alitalia a pochi amici, si regalano soldi ai banchieri, ma il tutto con le risorse dei cittadini.
Le Regioni sono o saranno costrette, ma ovviamente senza riuscirvi, a sostituirsi allo Stato per il funzionamento dei principali servizi.
In questo contesto la proposta di bilancio presentata dalla Giunta regionale cerca di approfondire ed affermare un’impostazione diversa, in primo luogo per l’emergenza della crisi dei distretti produttivi (per ultimo quello del fallimento dell’impresa Antonio Merloni), in secondo luogo, se possibile, per la prospettazione di un percorso che indichi la possibilità di modificare il modello Marche. Quel modello che una sottovalutazione più ideologica che reale aveva esaltato senza prevederne i limiti e le difficoltà future.
Dunque la proposta di bilancio ha il necessario profilo sociale che avevano indicato anche i partiti della sinistra, e in particolare alcune proposte dei Comunisti italiani che sulla crisi hanno svolto diverse iniziative in tutte le Marche, l’ultima, riuscitissima, è quella svoltasi a Fabriano con il segretario del partito Diliberto.
Ci sono 10 milioni del fondo di solidarietà, di cui 5 milioni dedicati al sostegno delle piccole e medie imprese e al mantenimento all’occupazione. Non è più pensabile che le imprese che percepiscono soldi pubblici possano delocalizzare e chiudere senza colpo ferire.
Oggi abbiamo sentito che la destra vuole fare la politica della sinistra ed in effetti potrebbe essere anche vero, perché forse le forze della sinistra, quelle che oggi non sono più in Parlamento, debbono riappropriarsi di un progetto, debbono avere la possibilità di far conoscere le proposte che vogliono avanzare e che in larga parte sono proposte serie.
Molto spesso, come qui è stato detto – ma ora non voglio intervenire nel merito di tale questione – la stampa ne parla poco. Questo perché anche il meccanismo dell’informazione, che in larga parte è precariata, censura le forze minori in quanto, secondo loro, hanno un basso livello di opinione pubblica da far valere. In realtà, invece, sono stati i partiti piccoli, ed in particolare i Comunisti Italiani, a sollevare sia nell’Assemblea legislativa delle Marche che in tutta Italia la necessità di andare al rinnovo del contratto nazionale della stampa. Una stampa che rischia di essere immessa in un meccanismo di dipendenza eccessiva, di subalternità agli editori e alle loro linee politiche.
Ci sono piccoli artigiani e piccole imprese che non hanno mai preso una lira, un euro, quindi non è giusto che i soliti noti prendano le risorse e poi decidono di chiudere e licenziare.
Quindi è importante che la Regione chieda da questo punto di vista l’unica garanzia oggi possibile nell’erogazione delle risorse, ovvero il mantenimento dell’occupazione.
Inoltre vi è la previsione di 47 milioni per gli ammortizzatori sociali in deroga per la cassa integrazione per le piccole e piccolissime imprese e per i loro lavoratori dell’indotto. Quei lavoratori messi in ginocchio dalla crisi e dalla chiusura delle industrie principali, quindi un indotto costretto ad investire sulla promessa di commesse che poi non è stata onorata.
Questi lavoratori senza l’impegno della Regione e del sistema degli Enti locali rischiano di non avere più nessuna garanzia, però anche questo corposo impegno senza la prospettiva di un lavoro sarà un impegno lodevole ma sicuramente a termine.
La legge Marzano per la cassa integrazione guadagni dell’Antonio Merloni e l’impegno regionale per l’indotto è essenziale, però la cassa integrazione non deve essere l’ultima spiaggia.
Ci sono 5 milioni del fondo sciale dedicati alla spesa sociale, oltre al fondo regionale ordinario per il sociale che stanzia 32,5 milioni, un segnale di forte attenzione verso la possibilità di diversificare il modello di sviluppo, ed è essenziale che ciò vada fatto con d’intesa con il sistema degli Enti locali.
La cultura federalista anziché cercare di riunire rischia di ancor di più di dividere, e ciò anche per responsabilità e sottovalutazione – lo diciamo in termini autocritici – delle forze democratiche.
Questo fatto sta portando ad un conflitto tra i livelli istituzionali, è in atto un vero e proprio antagonismo tra Istituzioni, che la bozza Calderoli se approvata accentuerà. Le Regioni contro lo Stato, i Comuni contro le Province, le Province contro la Regione.
Al contrario, invece, occorre un sistema unitario per affermare sia una nuova politica cofinanziata per una reindustrializzazione nella nostra regione, sia per differenziare, se possibile, lo sviluppo (agricoltura, cultura, turismo, commercio).
Occorre trovare nuove occasioni di riconversioni industriali attraverso l’energia rinnovabile. Ad esempio l’Italia importa il 100% di pale per l’eolico e il 75-80% dei sistemi per le biomasse (tipo le caldaie), importa gran parte dei pannelli solari dalla Cina.
L’industria meccanica, che nelle Marche è in crisi, con un progetto regionale, nazionale ed europeo potrebbe produrre sistemi per l’energia rinnovabile con una modalità di formazione per la vecchia e la nuova occupazione.
E’ per questo che è importante l’accordo con il sistema degli istituti di credito e con le banche che potrà permettere mutui agevolati per 36 milioni di euro.
Occorre però, in virtù di questo, ricontrattare con le Province e i Comuni il fondo triennale del piano casa – lo abbiamo detto al Presidente Spacca e all’Assessore Marcolini –, che ha una dotazione di 125 milioni, ricontrattare cioè per nuovi e più selettivi criteri per l’accesso all’alloggio.
Su questo apro e chiudo una parentesi. Un ordine del giorno unitario proporrà all’Assemblea legislativa regionale di riaprire i termini della legge n. 61 del 1998 per le prime case non sottoposte a finanziamento, con criteri più selettivi per gli alloggi pubblici e privati dando priorità alle nuove generazioni.
Occorre quindi, nel limite del possibile, rafforzare il tessuto connettivo. L’integrazione, la scuola pubblica – il decreto Gelmini quando avrà la sua realizzazione chiuderà nelle Marche decine e decine di scuole elementari e medie e di istituti di scuola media superiore –, la sanità pubblica, i trasporti, la ricerca scientifica, una ricerca con la quale l’università si troverà a fare i conti sempre con minori risorse perché le università saranno trasformate in fondazioni.
Inoltre c’è il tema del lavoro. Occorre stabilizzare, come sta facendo la Regione Marche, il più possibile, dovendo anche accelerare su tale linea, i lavoratori precari di competenza pubblica. Questo potrà avere una ricaduta positiva verso l’impresa privata. Quell’impresa che oggi è costretta o invogliata ad assumere il precariato perché ha o avrebbe meno oneri. Ma questo fatto è un cane che si morde la coda, perché un lavoratore, un tecnico, un giovane e anche una persona di media età, che oggi fa l’imbianchino domani fa il tecnico, dopodomani fa un altro lavoro, in questo modo non imparerà mai nulla.
Da questo punto di vista il colpo mortale lo avrà certamente il lavoratore e il suo salario ma anche il sistema in generale, che così non sarà mai competitivo – come dite voi – in quanto non potrà ma essere all’altezza della sfida.
Infine sulle culture della pace, in un mondo regolato da guerre, occorre che la Regione investa di più. Che sono tematiche solo all’apparenza immateriali in quanto poi attengono alla connessione di un tessuto che oggi ha minori squilibri rispetto alla crisi proprio perché le amministrazioni locali hanno avuto un atteggiamento di inclusione democratico e non egoistico.
A conclusione voglio dire che non esiste e forse non esisterà mai un bilancio ideale, perché le necessità saranno sempre maggiori rispetto alle possibilità economiche, tuttavia i Comunisti Italiani apprezzano di questo bilancio il profilo generale e il rigore. E’ dunque su questa linea, seppur nel loro limite, che i Comunisti italiani hanno agito sia nell’Assemblea legislativa regionale che nelle altre istituzioni e nella società delle Marche.
Speriamo che questo rigore e questo profilo sociale non venga indebolito in corsa d’opera con scelte localistiche che oggi non servono a nessuno.

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Nella discussione di bilancio capita di avere posizioni contrapposte ma una premessa la vorrei fare.
In quest’Aula è da tanto tempo che manca il Presidente della Giunta Spacca, quindi o ha un’allergia o ha altri problemi, in quanto non riusciamo a capire il perché di questa assenza in un momento importante come quello di oggi. Peraltro chi programma la discussione del bilancio in Aula è proprio la Giunta, allora se il Presidente Spacca aveva un altro impedimento sarebbe stato opportuno organizzare diversamente in modo che anche lui, se non altro per rispetto, potesse ascoltare i vari interventi. Tra l’altro quando quelle poche volte viene in Aula è sempre distratto, pensa sempre ad altro, magari pensa al viaggio a Dubai o in Brasile o che deve portare le imprese all’estero. Voglio dire che non ha più quella sensibilità che a mio avviso, conoscendolo, aveva in passato.
Fatta questa premessa, mi auguro che almeno lei, Assessore Marcolini, si faccia portavoce – spero che il Presidente Spacca almeno partecipi ai lavori della Giunta – di quanto l’Assemblea legislativa, ed ognuno per la propria appartenenza, evidenzi tale assenza, poi se il Presidente Spacca recepirà, bene, altrimenti andrà avanti per la sua strada ma che non è sicuramente quella che noi gradiamo.
Assessore Marcolini, quest’anno ho la sensazione che lei, anche se persona molto preparata, capace, intelligente, che di bilancio se ne intende, è molto bravo con i numeri, abbia purtroppo fatto più un bilancio con diverse marchette. Quando, invece, in un momento di crisi come questo che stiamo vivendo, come evidenziato da molti Consiglieri, forse serviva più coraggio e meno marchette.
Faccio solo alcuni esempi. Molto spesso capita di ascoltare interviste dove vi riempite la bocca con la povertà, la famiglia, le piccole e medie imprese, però poi nella sostanza preferite dare 150 mila euro di contributo per il funzionamento dell’Istituto musicale Pergolesi anziché dare i soldi alle famiglie povere. Oppure finanziate per 250 mila euro – come ha detto prima il collega Massi – per convegni, manifestazioni e come se non bastasse anche per l’immagine del Presidente; peraltro credo per la sua personale, perché come vedo un giornale o una televisione c’è sempre il suo faccione, ma poi in Aula non viene mai!
Si sono stanziati 450 mila euro per riviste e notiziari della Giunta regionale e nello stesso tempo 164 mila euro per il piano di comunicazione. Questa è una vergogna, altro che marchetta!
Consigliere Procaccini, quando si vuole fare un ragionamento serio noi siamo sempre disponibili.
Oggi in Italia ci sono tre grandi emergenze: la povertà e la famiglia, la sanità, il mantenimento delle piccole e medie industrie.
Ma poi la politica del Presidente Spacca è quella di portare le aziende all’estero anziché mantenere nel tessuto del nostro territorio queste piccole aziende che certamente oggi soffrono ma che comunque danno un grande contributo a tutta la regione Marche.
Oggi, infatti, non abbiamo più quel modello marchigiano di cui tutti parlavano, siamo un modello che esporta le industrie all’estero. Può essere una risorsa, ma su questo ci pensa Spacca. Però qual è il problema? E’ che con la sua comunicazione non fa sapere niente a nessuno proprio perché comunica solo la sua immagine, senza dare nessuna possibilità all’opposizione di dire ai cittadini marchigiani: “guardate che questo spende 600 mila euro per dare notizie e notiziole solo sui propri fatti”. Dunque non c’è democrazia, Consigliere Procaccini, non c’è la possibilità di far conoscere ai marchigiani, come ha detto prima il Consigliere Massi, il pensiero delle opposizioni che non ha i mezzi. Il Presidente Spacca ha un carro armato mentre noi non abbiamo neanche un fucile! Questa è una disparità che non succedeva neppure ai tempi della Russia! Lì c’era qualcuno che mandava in Siberia ma c’era anche qualcuno che ogni tanto provava con qualche volantino a far capire che tutto non andava bene – passatemi questa battuta -.
Sulla sanità, secondo me, Consigliere Massi, mantengono gli stipendi d’oro ai loro burocrati perché così fanno quello che gli comandano loro, senza questi stipendi non lo avrebbero fatto. Però non si ha poi il coraggio e il pudore di ammettere che spende del denaro pubblico.
Faccio un esempio. Nel 2007 il Ministero della salute ha dato circa 6 milioni di euro per nuove apparecchiature per le liste di attesa, ma dopo un primo lieve miglioramento la situazione non è solo peggiorata ma è addirittura precipitata. Quindi si sono dati i soldi ma le liste di attesa sono aumentate. Ma qui fanno tutti finta di niente. Quando va bene per una visita normale ci vogliono quattro-cinque-sei mesi-un anno, però se vai a pagamento te la fanno subito, non c’è problema, perché se paghi prima costa di meno. Però costa di meno alla Regione Marche e non al povero cittadino che guadagna 1.000 euro al mese e che è costretto a pagare 80 o 100 euro a seconda se va dall’assistente o dal primario.
Che cosa sta facendo la Regione Marche su questo problema?! Avete controllato, Assessore, per che cosa sono stati utilizzati e i risultati che hanno dato questi 6 milioni di euro? E se poi non ci sono i risultati questi dirigenti dovete cacciarli, e non invece mantenerli dove poi ognuno ha il suo amico nella propria zona. Certo, è importante avere un amico nella propria zona e voi sapete il perché!
Su questo non ho mai sentito un richiamo, non ho mai visto una segnalazione. Noi facciamo interrogazioni ma alla fine ci rispondete sempre “bravi, avete evidenziato il problema ma il problema rimane perché c’è carenza di personale, ecc.”.
A questo proposito voglio fare un esempio banale e mi assumo la responsabilità di quello che dico. A Civitanova oggi l’importantissimo controllo eseguito attraverso l’holter pressorio non viene più effettuato. Quindi l’Assessore si informi se è vero ciò che sto dicendo e sul perchè non viene più effettuato. Ma glielo devo dire io o dovrebbe essere lui a conoscere la situazione delle varie Asl! Che devo fare la sentinella! Devo sempre essere io che devo denunciare e poi la Consigliera Giannini mi dice sempre che ce l’ho con il Direttore o con la Asl! E poi magari arriva il medichetto di turno nominato primario, che non si sa da dove viene, che magari ringrazia la Consigliera Giannini. Ma grazie a chi se questo non funziona! Vergognatevi!
Questa cosa, Assessore, volevo dirgliela, però non ci date mai la possibilità di farlo. Al Consigliere Rocchi un giorno avete dato una risposta con la quale sembrava che la sanità nelle Marche fosse la migliore, meglio anche della Lombardia!
Assessore Marcolini, lei è una persona sensibile quindi queste cose le recepisce, ma purtroppo è prigioniero come, forse, lo saremmo stati anche noi, voglio essere obiettivo. Questo è sì un momento difficile, ma tanto poi ognuno fa la sua marchette! Lei, Assessore, purtroppo si trova incastrato e a volte non può fare a meno. Non è che non ha coraggio, lei ne ha tanto, ma è costretto a mantenere gli equilibri richiesti dalla politica.
Condivido e sottoscrivo quello che hanno detto i Consiglieri Massi, Rocchi e Procaccini. Questo, infatti, è il momento del coraggio, bisognava investire di più sulle piccole e medie imprese, sulla sanità, sulle povertà.
Oggi certamente è difficile cambiare un bilancio ormai fatto, ma per il futuro occorre un’analisi un po’ più attenta. Assessore, le sto preparando un’interrogazione sul fatto che le ho detto quindi avrà tempo di verificarlo.
Nelle scelte ci vuole più coraggio, magari al Presidente Spacca ditegli che anziché spendere 300 mila euro per la sua immagine che si limiti a spenderne solo 50 mila, che sono sempre tanti, ma almeno 250 mila li potremo dare a quei poveri che da mangiare non hanno neppure un panino.
Qui mi sembra di essere diventato comunista, Consigliere Procaccini, non ci capisco più niente! Qui sta cambiando la situazione, il mondo, i comunisti diventano cattolici, a noi ci dicono che siamo diventati meno cattolici. Sta cambiando tutto, siamo d’accordo, però almeno su certi valori teniamo la barra ferma.
Assessore, ora le vorrei fare una raccomandazione, cioè che quando il prossimo anno si farà il bilancio bisogna prestare maggiore attenzione almeno a queste voci. Perché se toglievamo 300 mila euro dal capitolo 10503 e li mettevamo nel capitolo della povertà sicuramente trovavamo le porte aperte. Su questo sarebbe stato facile fare demagogia e strumentalizzazione, ma il mio intervento vuole solo far riflettere se veramente siamo sensibili su questi problemi.
Fare quattro emendamenti per poi ad andare a dire in giro “guarda, ci ho provato ma la Giunta…”, non conta niente, è tutta aria fritta, perché nei momenti di difficoltà, nei momenti crisi bisognerebbe fare scelte condivise.
E questa a mio avviso è una crisi molto, molto difficile, quindi con serenità e serietà alcune problematiche, almeno quelle che riteniamo più importanti, devono essere affrontate e se non possono essere risolte che si dia almeno quella molla per il futuro che permetta veramente di garantire un momento meno difficile per chi ha bisogno.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che negli interventi finora susseguitesi dei Consiglieri di centro-destra non ci siano stati argomenti volti a critiche sostanziali rispetto a questo bilancio. Anche quando nella sua conclusione il Consigliere Brini ha parlato di sanità e di sociale, non si può negare che proprio in questi settori ci sono stati i migliori risultati raggiunti da questa Giunta e da questa maggioranza regionale.
Per la sanità, infatti, c’è un bilancio di pareggio e un miglioramento dei servizi e per il sociale sono stati mantenuti tutti i fondi. Peraltro senza quel taglio del 10% che si è dimostrato obbligatorio negli altri settori a seguito di un taglio superiore sui trasferimenti governativi. E su questi tagli fatti dal Governo non mi sembra sia stato fatto nessun riferimento.
Quando il centro-destra parla di propaganda e non di politica, mi fa sorridere. Nelle passate elezioni siamo stati letteralmente inondati dalla propaganda del centro-destra, una propaganda a fronte poi di fallimenti economici di questo Governo… (…) Infatti sto parlando sicuramente del nostro bilancio dovuto proprio a quel non governo nazionale che non sa fronteggiare, non sa confrontarsi con (…) Ma ci io sto volentieri fuori dal Parlamento, io sto sicuramente volentieri per strada!

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri, non interrompete.

Massimo BINCI. Sto solo rispondendo al Consigliere Pistarelli, al Consigliere Brini e al Consigliere Massi che hanno parlato di propaganda e non di politica. Ritengo, infatti, che il Governo di centro-destra è sulla propaganda che sta portando avanti la sua programmazione. È un Governo che di fronte ai fallimenti porta avanti le paure, come quelle del diverso, è un Governo che crea divisioni tra i poveri. Il Consigliere Massi addirittura ha parlato di narcisismo della Regione Marche, a fronte poi del Presidente del Consiglio dei Ministri che tutti i giorni si presenta, e lo fa anche con il suo privato, in una maniera quasi vignettistica…

PRESIDENTE. Per favore, Consiglieri, imparate ad ascoltare, ognuno è libero di dire quello che vuole.

Massimo BINCI. Poi qualcuno del centro-destra viene qui a parlare del narcisismo del palazzo delle Marche!
Negli interventi è stato richiamato anche lo spreco negli incarichi. Ma voglio ricordare che questa Giunta ha diminuito sia gli enti che i componenti, ha fatto quindi ciò che era nelle sue competenze, anzi, c’è stato un forte impegno proprio in questa direzione.
Si è parlato, inoltre, di convegni e a che cosa servono. I convegni servono a rendere pubblica l’attività di programmazione e di legiferazione sia dell’Assemblea legislativa regionale che della Giunta regionale. Permettono a tutti i cittadini di accedere ai fondi regionali, infatti senza i convegni, senza la pubblicità degli atti, ci sarebbe, qui sì, il paternalismo. I cittadini si vedrebbero costretti di andare all’interno degli assessorati a mendicare canali privilegiati sia per avere i fondi che per avere i finanziamenti.
Tutto questo, invece, in questo momento non succede, proprio perché i fondi comunitari sono on line, quindi chiunque vi può accedere e chiunque può richiedere al nostro personale spiegazioni sugli interventi che vengono fatti.
Sulla ricerca e innovazione il Consigliere Pistarelli ha detto che non ci sono fondi sufficienti. Qui innanzitutto valuterei il fatto che è positivo che in un momento di così grande difficoltà le nostre imprese abbiano la forza e la struttura economica per investire in ricerca e innovazione. Questo è un dato positivo della situazione economica e strutturale delle nostre imprese che certamente deve essere valorizzato e che dovrà essere colto – qui mi rivolgo agli Assessori competenti – anche nella seconda fase di metà programmazione. Una fase dove potremo rimodulare i fondi e quindi dove dovranno essere per forza date risorse a questo settore, certamente assieme all’altra importante questione che è quella dell’emergenza occupazionale venutasi a creare.
Voglio inoltre ricordare che abbiamo anche un altro fondo – mi dispiace che in questo momento non ci sia l’Assessore Ascoli –, cioè il FSE. La Provincia di Ascoli ha già indirizzato il 100% dei fondi del FSE per la ricollocazione e riqualificazione dei lavoratori espulsi dalle imprese e per quelle imprese che assumono nuovo personale. Su questo invito la Giunta ad indirizzare anche i fondi comunitari.
Dunque la politica di orientamento delle imprese con i fondi europei la troviamo sicuramente all’interno della programmazione comunitaria della Regione Marche con l’Assessore Ascoli in prima fila. Quindi troviamo sia la programmazione, come pure la volontà di affrontare l’emergenza delle imprese in difficoltà.
Pertanto la Regione Marche sta svolgendo il suo lavoro in maniera soddisfacente.
All’interno di uno degli articoli della proposta di legge n. 277 vi è anche l’intervento sulla stabilizzazione dei precari, una politica coraggiosa fatta all’interno degli equilibri di bilancio.
Pertanto, seppur con una finanziaria nazionale che ha messo in atto tagli notevoli, la Regione Marche è riuscita a proporre comunque un percorso di stabilizzazione dei precari utili. E dico utili perché la stabilizzazione nella sanità è un intervento che si deve fare e che viene richiesto da più parti. La riduzione delle liste di attesa, infatti, non si può fare se non con un utilizzo del personale e un aumento delle dotazioni del fondo sanitario, riguardo la possibilità di un maggiore impiego, almeno il doppio nell’arco di una giornata, dei macchinari utilizzati per i vari esami richiesti.
Solo in questo senso si potrà andare ad una riduzione delle liste di attesa, dove mi sembra ci sia anche un impegno dell’Assessore – magari dopo ne parlerà –.
I Consiglieri Massi e Brini vogliono sapere chi comanda nella sanità, se l’Assessore Mezzolani o il dott. Malucelli.
Sono due anni che il dott. Malucelli ha il compito di raffreddare la spesa sanitaria per raggiungere e mantenere il pareggio di bilancio che permette di fare investimenti nelle direzioni indicate sia dalla programmazione che dal Piano sanitario. Quindi è logico che il dott. Malucelli ha una certa visibilità quando dice “no questo non si può fare”, in quanto questo il suo compito principale. Mentre il compito di programmazione e di direzione degli interventi è per la maggior parte un ruolo politico dell’assessorato. Quindi c’è una suddivisione dei compiti.
La Regione, inoltre, ha già messo in atto moltissime norme per la semplificazione – sicuramente su questa importante richiesta risponderà anche l’Assessore Marcolini –. Tra l’altro nella scorsa seduta assembleare abbiamo approvato la legge comunitaria e il recepimento della direttiva comunitaria dove si prevedono anche interventi per la semplificazione burocratica per le imprese, quindi un obiettivo che facilita la formazione e la vita di nuove imprese, dunque anche l’occupazione.
Per la comunicazione due anni fa, in un periodo di vacche più grasse, eravamo partiti con 850 mila euro mentre ora tra comunicazione e stampa siamo scesi complessivamente a 350 mila euro, quindi abbiamo ridotto del 60%. Questa è la realtà, è inutile che si continui a fare propaganda! (…) Certo, per i poveri siete voi che state facendo molto con la vostra social card, sono 40 euro al mese che non si sa chi li prenderà! Poi dopo chi fa front office a chi è in difficoltà, a chi rischia di avere luce, acqua e gas staccati non è il Governo nazionale ma sono i Comuni, cioè quegli enti a cui, invece, dovrebbe essere favorita la direzione dei finanziamenti di fonte nazionale. E’ troppo facile dire “io ho dato 40 euro” perché per uno Stato i 40 euro rispetto ad una situazione di grave povertà sono meno dell’euro che do ad un povero davanti la chiesa.
Quindi il discorso dei dirigenti-amici è un discorso di pura propaganda.
Mi fa sorridere anche quando il Consigliere Brini parla del fatto che si è detto che la sanità marchigiana sembra sia meglio anche di quella lombarda. Certo, dopo l’episodio del Santa Rita spero proprio di sì, una sanità privata, questa, che vende e inventa le operazioni sulle persone.
Quindi il sistema sanitario pubblico nelle Marche funziona e ho paura delle dichiarazioni fatte da Berlusconi quando a giugno ci ha detto “adesso toccherà anche alla sanità”. La sanità non deve essere toccata, perché poi non ci sarà social card per andare in ospedale, perché se avrai malattie gravi dovrai ritornare a casa o andare alla mensa del povero per essere assistito! (…) Consigliere Brini, non mi ha promesso niente nessuno, però quando la propaganda vuota del Governo nazionale viene riproposta qui, come se foste i salvatori dell’universo, mi viene spontaneo affermare le ragioni e i valori del centro-sinistra che, appunto, sono quelli del mantenimento nella sanità di servizi pubblici e socio-sanitari adeguati.
Questo è ciò che sta portando avanti la Giunta, quindi è di questo che la ringrazio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa Santori.

Vittorio SANTORI. In questo momento di crisi finanziaria e di parziale recessione economica i cittadini marchigiani si attendono il massimo sforzo della Regione, che in una azione concertata con lo Stato e gli Enti locali si muova concretamente a sostegno delle piccole e medie imprese presenti sul territorio mediante agevolazioni fiscali, finanziamenti per l’ampliamento o l’acquisto di nuovi macchinari. Si attendono anche investimenti per la realizzazione delle infrastrutture da anni carenti e norme chiare in ogni settore in grado di eliminare tanti inutili passaggi burocratici.
Attraverso il potenziamento delle piccole e medie imprese e la loro ricapitalizzazione, infatti, può attivarsi lo sviluppo dell’economia locale in grado di consentirci di uscire in tempi brevi dalla crisi e comunque in grado di garantire il salario e l’occupazione. Attende altresì da un decennio l’eliminazione di quelle gravi differenze qualitative e quantitative esistenti nel territorio nella erogazione dei servizi sanitari e soprattutto nell’affrontare le urgenze ed il soccorso immediato.
Il bilancio di previsione 2009 costituiva per l’Amministrazione in carica l’ultima occasione per impostare un programma di scelte coraggiose ed innovative rispetto al passato e in grado di incidere veramente sui bisogni collettivi più urgenti, ma anche stavolta si è preferito non raccogliere né valutare le tante iniziative legislative della minoranza, volgendo l’attenzione agli equilibri interni del potere, ai rimpasti di Giunta, piuttosto che ai bisogni reali del territorio.
E’ un documento nato senza confronto con le parti sociali e non apprezzabile né per metodo né per merito, è fortemente legato al mantenimento dello status quo e degli equilibri già esistenti. Mentre tutto attorno cambia molto rapidamente, questo bilancio affronta il futuro senza priorità e senza intervenire sulle criticità, prevedendo la solita distribuzione capillare e frammentaria delle risorse tra l’altro rimessa spesso all’arbitrio della Giunta regionale.
Questo bilancio rappresenta un passo indietro anche rispetto al documento unico di programmazione che aveva individuato 10 misure in 6 aree generali di intervento. E’ riferibile più ad un Ente locale come la Provincia limitato spesso al ruolo di ente di transizione nella distribuzione delle risorse che ad una Regione munita di potestà legislativa propria e quindi con capacità di programmazione finanziaria ed economica.
La Giunta Spacca ha esautorato l’Assemblea legislativa delle funzioni di programmazione di indirizzo, di guida della economia locale, di individuazione delle priorità per affidarle ai dirigenti dei settori. Il risultato conseguito è la precarietà e la tardività degli interventi, l’inefficacia degli strumenti adottati sul territorio ancora oggi in attesa di risposte ed azioni adeguate.
In questo bilancio sono riscontrabili tutti i difetti e le carenze dell’Ente Regione. L’attività legislativa è di fatto relegata ad uso esclusivo delle proposte di legge della Giunta e dei consiglieri di maggioranza.
Nel merito tale attività appare incapace di regolamentare importanti settori come quello della pesca, del trasporto, del turismo, della caccia, dell’energia, della polizia locale (la legge di riforma di quest’ultima è ferma di cinque anni).
Appare spesso lacunosa, confusionaria ed in conflitto con altre norme, tant’è che è frequente il ricorso ad interventi correttivi o integrativi. Anche quest’anno in Commissione bilancio abbiamo visto Assessori che emendano autonomamente la legge di bilancio proposta dalla Giunta della quale fanno parte.
Dopo aver licenziato il documento con il parere e trasmesso il bilancio al CAL abbiamo visto giungere in Commissione un maxi emendamento della Giunta che comportava variazioni rispetto al documento discusso per circa 6 milioni di euro. Poi la Commissione ha aperto la discussione su tale documento che non era ricevibile in tale fase. Perché l’emendamento avrebbe dovuto essere presentato direttamente in Assemblea legislativa, peraltro non era neppure ammissibile perché conteneva interventi normativi in materie diverse dalla legge di bilancio in violazione dell’articolo 28 bis del Regolamento regionale.
Qui non c’è alcun rimedio al fallimento del Piano sanitario regionale, che non solo non ha eliminato gli sprechi e le sacche di inefficienza, ma non è stato in grado neppure di ridurre i tempi di attesa per le visite e la diagnostica che di fatto sono aumentati ulteriormente.
In questo documento non vi sono indicazioni né su come migliorare la qualità dei servizi sanitari né su come intervenire per eliminare i 128 milioni di euro della mobilità passiva. Al pari prendiamo atto che è svanita ogni speranza di istituire l’area vasta provinciale come Ente dotato di personalità giuridica e pertanto in grado di controllare e gestire attentamente la spesa a livello provinciale.
Gli investimenti infrastrutturali previsti sono risibili rispetto alle gravi carenze esistenti nel territorio regionale ed in particolare nell’area Picena e comunque legati per lo più ai fondi FAS che oltre ad essere impropriamente utilizzati nei settori musicali e del teatro vengono attivati per lo più nel settore pubblico, per cui potranno incidere solo in via indiretta e mediata sull’economia locale.
Con preoccupazione ho rilevato che la Società Quadrilatero, nata per la realizzazione delle grandi infrastrutture regionali, non risulta affatto finanziata per l’anno 2009.
Non vi è alcun cenno alla detassazione di alcuni settori o alla riduzione delle imposte locali. Anzi viene istituita, con forti dubbi sulla legittimità costituzionale dell’operato, la nuova imposta regionale dell’IRAP, peraltro senza che il Parlamento abbia determinato i criteri e le linee quadro generali a cui riferirsi per garantire una sorta di condizioni similari al cittadino su tutto il territorio nazionale.
Non vi sono risorse economiche per premiare i migliori studenti che frequentano le nostre università o i corsi di specializzazione.
Gli incarichi e le consulenze vengono affidate ad amici di partito (vedasi la società Asteria ed altre).
Nessuna azione civile di responsabilità è stata promossa nei confronti di Wendler in relazione al contratto capestro che lo stesso stipulò con il vettore, contratto rescisso per eccessiva onerosità dall’attuale amministratore di Aerdorica
Nessuna azione di rivalsa è stata mai promossa contro il dirigente dell’ASUR per colpa in vigilando nei casi di condanna della sanità regionale o di condanna in solido con il professionista che ha operato all’interno della struttura.
Perché la Regione è così distratta e non esercita i propri diritti e i necessari controlli? E’ il caso di chiedersi nell’interesse di chi questa Amministrazione gestisce la cosa pubblica?
Non ho letto un solo rigo nella relazione allegata al bilancio dedicato alla programmazione del rilancio del settore turismo, un settore che quest’anno ha chiuso con un -5% di presenze straniere.
Il documento tace completamente sul riordino della polizia locale e sulla sicurezza nelle nostre città e sui luoghi di lavoro.
Il trasporto aereo assorbe energie continue della Regione sulla base di un piano industriale che vede i propri obiettivi ormai in gran parte irraggiungibili o decisamente smentiti dai fatti.
Nessuna società partecipata dalla Regione presenta tempestivamente i propri bilanci annuali, ciò nonostante, in violazione delle norme statutarie, viene mantenuta la partecipazione.
Così come nessun rappresentante della Regione Marche nell’ente partecipato ha presentato la propria relazione sulla gestione annuale né in Assemblea legislativa né nella Commissione competente.
Lunga e dettagliata è la relazione al bilancio che si sofferma per 38 pagine sulla situazione economica generale, ben più ristretta di sole 10 pagine è la parte dedicata al bilancio regionale 2009 che potremmo definire più realisticamente il bilancio delle mancate previsioni.
Completamente dimenticata è la lotta alla burocrazia, uno dei fondamentali obiettivi nel programma del governo Spacca. La burocrazia anziché essere combattuta ha già avuto il sopravvento sull’attuale Amministrazione; tutti avrete notato come gli ordini del giorno dell’Assemblea legislativa all’inizio della legislatura fossero composti da una o due pagine mentre oggi sono di sette-otto pagine.
I Consiglieri fanno enormi fatiche per ottenere le informazioni dagli uffici regionali preposti e qualcuno ha dovuto diffidare per iscritto il dirigente del settore o addirittura rivolgersi al TAR Marche.
Mediamente i tempi di risposta alle interrogazioni scritte sono di circa un anno, per non parlare delle risposte orali che sono di almeno tre anni.
I dati e le informazioni richieste dai gruppi assembleari e dai singoli Consiglieri per poter valutare l’attendibilità e la corretta impostazione del bilancio non sono stati forniti.
Altre informazioni, come quella relativa a conoscere l’ammontare del contenzioso in essere della Regione Marche nei confronti dei terzi, sono davvero inaccettabili. La lacunosa risposta fornita dall’ufficio, giustificata dalla carenza di personale, dimostra che la Regione non ha neppure lontanamente l’idea di quanto ammonti la sua esposizione debitoria verso terzi.
I 2.900 processi pendenti al TAR ed i 5.100 procedimenti civili pendenti dinanzi ai Tribunali e le Corti di Appello dimostrano la palese inconguenza ed incapienza della previsione di bilancio che è pari a 2,6 milioni di euro. Dimostrano, altresì, come totalmente inveritiera sia la valutazione fatta dall’ufficio in mancanza di dati precisi circa l’ammontare dei risarcimenti cui la Regione è ad oggi esposta, stimati dall’ufficio in 10 milioni di euro per tutti gli 8.000 procedimenti. Quando in realtà solo il ricorso promosso dalla soc. IPG di Ascoli al TAR Marche e quello della Waferzoo di Orciano espongono la Regione al rischio di risarcire oltre 45 milioni di Euro.
Ecco su quali elementi è stato costruito il bilancio di previsione!
La media dei tempi di rimborso della tassa automobilistica ha raggiunto i quattro anni!
Il bilancio tende a perpetrare nel futuro esercizio tutta una serie di errori e di gravi lacune, tra le quali la mancanza di ogni controllo sulle società partecipate da parte della Regione che ha consentito a queste di dissipare e distruggere risorse ingenti che avrebbero potuto essere meglio e più efficacemente impiegate (mi riferisco al centro Agroalimentare Piceno ed al Consind).
Inoltre le future gestioni regionali vengono aggravate dal peso di interessi e debiti ulteriori, come quelli relativi ai prodotti finanziari derivati. Operazioni che, pur apportando all’inizio qualche vantaggio, nel brevissimo periodo si sarebbero tramutate in lacrime e sangue negli anni successivi.
Il fallimento per mano della Giunta regionale degli obiettivi e degli scopi della soc. Irma, che avrebbe dovuto gestire tutti i beni immobili della regione mentre ad oggi risulta intestataria solo del palazzo delle ferrovie, è un altro passaggio dimenticato dalla previsione 2009.
Altro fallimento che non trova alcuna correzione è l’azione per il contenimento dei prezzi al consumo, tanto pubblicizzata dalla Regione Marche per quanto inefficace nel conseguimento di risultati.
Segue l’illusione della Provincia di Ascoli con le tante promesse del passato mai mantenute e la sceneggiata della delega per il Piceno, conferita da ultimo all’Assessore Donati, su un territorio ove la disoccupazione giovanile e femminile è ormai incontrollata (gli ultimi dati si attestano intorno al 20%).
L’articolo 28 bis del Regolamento Regionale viene ogni anno puntualmente violato con l’introduzione nel testo della legge di bilancio di norme relative a materie del tutto estranee e sprovviste del carattere dell’urgenza.
Gli articoli 11, 12, 14, 15 e 16 della pdl n. 277 sono perciò palesemente illegittimi per contrasto con il Regolamento regionale. La loro presenza nel testo della legge di bilancio è un’evidente usurpazione delle funzioni e dei compiti delle commissioni permanenti dribblate nel loro compito di istruire ed esprimersi sulle materie di propria competenza.
Sono presenti scelte discutibili come quella della stabilizzazione di circa 1000 precari nella sanità e che appaiono palesemente protettrici di soggetti assunti senza una selezione aperta ma con criteri di appartenenza politica. Scelte che lontano dalla regola del concorso pubblico di fatto favoriscono persone già favorite, quindi in danno di tutti gli altri giovani che confidano in un posto di lavoro nel rispetto delle regole e dell’azione imparziale della pubblica amministrazione. Una sorta di carità pelosa che oltre a produrre effetti perversi nella società crea oggi nell’opinione pubblica l’idea di una struttura sanitaria regionale più vicina ad uno stipendificio anziché intenta a reperire personale competente.
Questo nostro bilancio è più interessato al presente che volto al futuro, quindi non potrà essere certo lo strumento di guida per il 2009 delle nostre attività produttive o della nostra società.

Leonardo LIPPI. Con questo mio intervento vorrei tutelare la questione del riequilibrio delle risorse. Sappiamo che il momento del bilancio è il momento più forte dove si esercitano due azioni, la divisione e la contrapposizione tra chi governa e chi controlla.
Quindi bisogna richiamare l’attenzione di chi attua le politiche di gestione delle risorsa pubblica nei vari programmi di intervento. In particolar modo mi riferisco alle aree più disagiate e depresse, le aree montane. Perché una situazione di taglio generalizzato delle risorse agli enti locali, ai comuni e alle comunità montane – parlo del disastro operato sulle comunità montane da parte del governo centrale – fa sì che in quest’Aula possiamo oggi programmare una certa forma di riequilibrio.
Pertanto faccio un appello a chi governa a cui chiedo un forte segnale per queste aree maggiormente svantaggiate. Aree che proprio in questi giorni subiscono il drammatico problema dei cambiamenti climatici, cambiamenti che peraltro sono legati anche alle azioni che l’uomo fa nei confronti dell’ambiente. Quindi dobbiamo prevenire anche ciò che la natura a volte può esercitare nei confronti dell’uomo in modo drammatico e che sicuramente non si deve tradurre con perdite di vite umane.
Il discorso del cambiamento climatico influisce sulle regioni a clima temperato in modo difforme. Nelle regioni del nord con lo scioglimento dei ghiacci si ha la preoccupazione dell’invasione delle terre emerse sui litorali, nelle regioni sub tropicali, invece, si ha un cambiamento nelle precipitazioni, cioè la concentrazione di piogge in periodi ristrettissimi dell’anno, causa poi della desertificazione successiva perché l’acqua non viene più invasata nelle falde idriche. Questo provocherà che nei lunghi mesi caldi con giornate ad alta temperatura non avremo a disposizione l’acqua e quindi si pregiudicherà tutto il settore agricolo e della produzione delle derrate alimentari.
Pertanto è necessario riscrivere un forte patto con queste aree marginali, aree montane dove l’accumulo della riserva deve essere fatta in bacini di contenimento. Su questo vi faccio un banalissimo esempio ma che sicuramente è concreto. Avete visto, oltre all’erosione della costa, quante aree dei fondovalle delle Marche in questi giorni hanno subìto l’esondazione di fiumi a carattere torrentizio, e questo perché a monte non ci sono bacini di contenimento e di laminazione di queste acque. Uno degli unici, insieme a quello di Sassocorvaro, è quello della diga di Castreccioni. Pensate che nei giorni di pioggia questo bacino accumula 30 metri cubi al secondo, quindi Villa Musone che veniva costantemente allagata quando il fiume Musone esondava ora invece non subisce più questo effetto. Addirittura il lago poteva salire anche di 14 centimetri all’ora, quindi volumi immensi di acqua contenuti e trattenuti con l’effetto laminazione. Però quest’acqua sarà importante domani, ovvero quando verrà restituita a fondovalle per usi alimentari e per usi irrigui.
Ecco allora che un’azione di questo tipo deve essere programmata a lungo termine negli investimenti e soprattutto in quelle forme di progettazione che devono essere fatte per la montagna. La restituzione in questi termini eviterà in montagna problemi di dissesto idrogeologico, quindi per proteggere le fonti di approvvigionamento saranno necessarie misure di contenimento delle frane, degli smottamenti, ecc..
Pertanto questo patto con la montagna verso la costa diventa fondamentale per costruire anche un nuovo processo economico di sviluppo in queste aree, avendo così a garanzia per le nuove generazioni anche il futuro di sussistenza e permanenza a livello idropotabile alimentare e agroalimentare.
Queste cose vanno dette con forza proprio perché siamo in un momento in cui il pianeta in toto si sta mettendo in discussione, e forse anche i quattro maggiori produttori di carbonio in atmosfera (Russia, Cina, India e Stati Uniti) cominciano a capire questo tema.
Questa panoramica che ho voluto fare all’interno del bilancio regionale significa che occorre dare una risposta concreta alle popolazioni dell’entroterra in termini di servizi e di permanenza, perché se l’uomo desertifica queste aree tutti i processi andranno vanificati, mentre la permanenza dell’uomo in queste aree garantisce anche la sussistenza di infrastrutture necessarie per dare le opportunità.
Dunque chiedo con forza a chi governa, poi lo farò anche con un ordine del giorno, che alcune risorse di questo bilancio vengano destinate esclusivamente al riequilibrio di servizi in tali aree. Questo significherà dare una risposta di permanenza a quelle popolazioni esigue che non hanno potere contrattuale politico, che non hanno nessuna forma di rappresentanza e di difesa nelle forme di governo, ma che però hanno una forte propensione al sacrificio. E nei momenti difficili le popolazioni temprate e cresciute con spirito di sacrificio sono una risorsa fondamentale per superare le difficoltà generali.
Di questo dobbiamo prendere esempio e trarre uno spunto per evitare ciò che potrà succedere nei momenti di crisi maggiore. Infatti il preludio del 2008 sulla crisi generalizzata nel sistema economico finanziario mondiale non fa prevedere per il 2009 grandi riprese economiche.
Avremo quindi un quinquennio di difficoltà che potrà essere superato solo se ci sarà una questione morale – come quella citata nei confronti dei politici – di tutti i cittadini. Cioè che ogni cittadino sappia, in ogni luogo dove esercita la sua professione o la sua attività, che il momento difficile si supera solo se tutti quanti porteranno una goccia del proprio contributo sia in termini di risparmio – perché le risorse da infinite sono diventate finite – che in termini di produttività e ingegno, al fine di poter dare risposte concrete alla soluzione di problemi che possono essere risolti solo con la costruzione di nuovi scenari.
Ecco perché chiedo con forza non una divisione dentro quest’Aula che non porterà a nulla ma un dialogo competitivo per costruire un percorso insieme a forte valenza di risoluzione dei problemi di emergenza. Peraltro in questa logica siamo abili, infatti quando c’è l’emergenza dalla politica e dalla società civile si sanno tirare fuori le migliori risorse umane e economiche.
Concludo dicendo che tutti dobbiamo prendere esempio da chi è debole, da chi è disagiato, da chi è depresso economicamente, perché sicuramente saprà darci la soluzione per superare i momenti di difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Grazie Presidente, anche se in questo momento in Aula non sono presenti tutti coloro che hanno posto questioni riguardanti specificamente le deleghe a me assegnate. In ogni caso cercherò brevemente di precisare alcune questioni che sono state rappresentate in maniera non vera.
La prima riguarda la capacità di spesa, che a dire il vero è stata rimproverata non solo per il settore agricoltura – su questo ricordo che alcuni dati sono facilmente riscontrabili mentre altri più recenti possono rappresentare un’utile informazione -.
Per quanto riguarda le performance di spesa il settore agricoltura della Regione Marche, relativamente al PSR 2007-2013, nel rapporto con tutte le altre Regioni d’Italia ha la migliore performance nazionale 2007.
Per il 2008 alla luce degli ultimi invii fatti ad AGEA la settimana scorsa, consolidati e verificati anche da specifiche riunioni con le organizzazioni di categoria che ne hanno preso atto in maniera entusiasta, abbiamo inviato più di quanto si poteva ottimisticamente rappresentare. Quindi, a parte notizie che ad oggi non ho, saremo la Regione che anche nel 2008 avrà la performance migliore nella spesa riguardo al Programma di sviluppo rurale.
Di questo non ne faccio tanto un attestato di stima a me stesso o alla Giunta, quanto un ringraziamento alla struttura, quindi al Servizio regionale e in particolare ai Servizi decentrati che sono riusciti a lavorare in maniera diametralmente opposta a quella che qualcuno è abituato a rappresentare sotto il termine di “fannulloni”. Posso quindi ogni tanto ben rappresentare che la struttura pubblica è fatta anche da personale molto responsabile, che riesce a sacrificare sabati, domeniche e giorni festivi nei momenti in cui la flessibilità delle urgenze richiede una particolare attenzione e un particolare lavoro.
Agganciandomi a questo aspetto legato all’agricoltura vorrei anche rispondere al Consigliere Massi riguardo l’ASSAM, che peraltro negli ultimi mesi è oggetto di una particolare attenzione proprio perché verrà rafforzata con delle unità suppletive per le funzioni fitosanitarie oltre che di laboratorio. Comunque per quanto riguarda l’articolo 8 della nostra finanziaria, laddove più specificamente si fa riferimento all’ARS e all’ARPAM, e non all’ASSAM, tengo a precisare che l’ASSAM sta negli enti dipendenti, e negli enti dipendenti ci stanno tutti. Si specificano ARS e in particolare ARPAM perché questi hanno un contratto a parte, anche l’ARPAM ha il contratto della sanità, quindi deve essere messo in evidenza in maniera del tutto diversa a quello che la locuzione enti-dipendenti ci permette al primo capoverso di quella modifica alla legge finanziaria.
Riguardo in particolare al FERS, e riguardo anche gli esiti dei primi bandi pubblicati in questa Regione, credo che malgrado la preoccupazione verso il futuro sia enorme e forse anche drammaticamente reale in particolari settori politici e sociali di questa regione, questo è uno di quegli aspetti che devono invece farci sperare e regalarci un po’ di ottimismo. Perché i primi bandi meritoriamente fatti dal Servizio industria in relazione agli aspetti legati all’innovazione e alla ricerca sono andati ben al di là di ogni previsione fatta e sperando il meglio.
Abbiamo avuto, infatti, una risposta assolutamente positiva, ma la preoccupazione era sicuramente fondata in quanto credevamo che gli orientamenti della Comunità europea mal si conformavano al nostro tessuto produttivo. Un tessuto produttivo molto focalizzato sui settori maturi e soprattutto sulle micro imprese, quindi poco abituato a ragionare in termini innovativi e in termini di redazione di ancoraggio a quelli che sono i centri di ricerca e università, che invece in questo caso possono dare quel contributo per poter fare decisivi passi avanti.
Quindi mi sembra che molti aspetti qui rappresentati – mi limito ai miei, e non in qualità di Vicepresidente ma in qualità di Assessore di alcune deleghe che mi sono state affidate – siano stati rilievi ingenerosi, che molte volte sono per una mancanza di informazione ma altre volte sono assolutamente falsi e strumentali.

PRESIDENTE. Bene, grazie a tutti per l’attenzione. Domani mattina i lavori riprenderanno con la residua lista degli iscritti a parlare (quattro Consiglieri più qualche Assessore) dopodiché passeremo alle votazioni.
La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,35