Resoconto seduta n.128 del 29/12/2008
SEDUTA N. 128 DEL 29 DICEMBRE 2008


La seduta inizia alle ore 10,30



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. E’ stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 282, ad iniziativa dei Consiglieri regionali Luchetti, Giannotti, concernente: “Interventi della Regione Marche per lo sviluppo e la diffusione delle attività culturali. Contributi regionali annuali a favore di Deputazione di storia patria per le Marche di Ancona e Fondazione ente Olivieri di Pesaro”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla Il Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 313, del Consigliere D’Anna: “Erosione marina”;
- n. 314, dei Consiglieri Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Castelli: “Autorizzazione a rimborso spese e assistenza malati S.L.A.”;
- n. 315, dei Consiglieri Brandoni, Procaccini: “Licenziamento di un macchinista di Trenitalia e rappresentante lavoratori per la sicurezza”;
- n. 316 dei Consiglieri Brandoni, Procaccini “Sospensione dei pagamenti dei mutui dei lavoratori in c.i.g.”
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 35, in data 4 dicembre 2008: “Riordino del Consorzio di sviluppo industriale delle valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino”;
- n. 36, in data 16 dicembre 2008: “Legge comunitaria regionale 2008”.
Comunico, inoltre, che ho provveduto con decreto n. 41 del 12 dicembre 2008 alla seguente sostituzione di un rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione dell’ERAP di Macerata.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni sull’ordine dei lavori.

Giuliano BRANDONI. Presidente, lei ha ora annunciato due mozioni presentate dai Gruppi Rifondazione e Comunisti Italiani per le quali vista la loro urgenza chiedo che vengano discusse nella seduta odierna. La prima riguarda interventi immediati a favore dei lavoratori del gruppo Merloni, la seconda riguarda la sospensione dei pagamenti dei mutui dei lavoratori in c.i.g..
Inoltre chiediamo che venga discussa anche un’altra mozione che abbiamo presentato e che è ancora più urgente in quanto riguarda i massacri che in queste ore continuano nelle terre di Palestina. Oltre a questo credo sia necessario che l’Assemblea legislativa segnali in maniera importante, anche con un minuto di silenzio, la solidarietà e la vicinanza a quelle popolazioni che ancora una volta stanno drammaticamente soffrendo un vero e proprio genocidio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di discutere e votare le mozioni n. 315 e n. 316.

(L’Assemblea legislativa approva)

Per quanto riguarda la mozione sui fatti della Palestina appena sarà stata numerata la comunicheremo. Intanto, accogliendo la richiesta di osservare un minuto di silenzio, invito tutta l’Assemblea legislativa ad osservarlo.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Non ho ricevuto, come altri colleghi, l’avviso di convocazione dell’Assemblea legislativa di questa mattina, infatti della seduta odierna l’ho appreso soltanto dalla stampa e dalla televisione e poi mi è stato confermato ieri sera alle ore 11,00 dal collega Giannotti. Quindi ritengo, visto che l’argomento all’ordine del giorno è molto importante e delicato – anche se non avendolo ricevuto non so di che cosa dobbiamo parlare questa mattina, al di fuori di quello che ho appreso dalla stampa – sarebbe stato più corretto, considerate le feste natalizie, non addossare la responsabilità di questo mancato avviso di convocazione alla posta ma semmai usare il telefono – una volta per cose giuste e di servizio si può fare – in modo che oggi potevamo essere messi nelle condizioni di poter affrontare gli argomenti dibattuti.
Innanzitutto vorrei un chiarimento, ovvero se dopo la comunicazione del Presidente ci sarà un dibattito sulla problematica, e semmai in base a questo ognuno avrà un proprio comportamento e atteggiamento. Perché se il dibattito verrà fatto dopo Capodanno avrà una valenza, se invece si discuterà sui provvedimenti del Governatore “Ministro degli esteri” questa mattina anche noi diremo qualche cosa.
In ogni caso chiedo alla dott.ssa Santoncini di verificare se in base allo Statuto la seduta odierna è valida o meno, a seguito della sua risposta deciderò se rimanere o uscire dall’Aula. Per cui se sarà valida anche senza aver ricevuto la convocazione rimarrò, altrimenti se non sarà valida uscirò dall’Aula ed eventualmente farò ricorso a chi di competenza per questo disguido che vorrei capire se è stato a livello postale oppure se c’è stata inadempienza nella comunicazione. Una comunicazione che, ripeto, poteva essere fatta anche per telefono, visto che siamo in periodo natalizio e ognuno di noi aveva preso impegni con le famiglie.
Ma nonostante questo oggi ci troviamo qui in Aula per ascoltare le comunicazioni – speriamo! – del Presidente.

PRESIDENTE. Consigliere Brini, le comunico che gli uffici, così come previsto dall’articolo 28 del Regolamento, hanno inviato comunicazione a tutti Consiglieri con posta celere il 24 dicembre. Oltre a questo è stato trasmesso un invito tramite e-mail a tutti i Consiglieri e alle rispettive segreterie. Peraltro i Consiglieri hanno in dotazione un computer portatile quindi la stessa sua presenza credo…(…) si può anche fare questo, ma gli uffici lavorano secondo le leggi.
In riferimento alla sua domanda circa lo svolgimento dei lavori le preciso che quando il Presidente della Regione avrà svolto le sue comunicazioni ovviamente si aprirà la discussione e tutti Consiglieri potranno intervenire.


Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale ai sensi dell’articolo 8 dello Statuto. Modificazioni della composizione della Giunta regionale

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.


Gian MARIO SPACCA. Non farò comunicazioni molto lunghe perché sono la seconda parte di un dibattito già iniziato lo scorso agosto, quindi gran parte delle motivazioni che portano ad una rimodulazione del Governo regionale nascono dalla stessa riflessione che facemmo in quel periodo. Anzi, la facemmo a settembre perché in agosto l’Assemblea legislativa era in ferie, una condizione che non si ripete in questo momento anche se il periodo, come diceva il Consigliere Brini, è delicato in quanto dedicato ad altre riflessioni e ad altre attività. Ma era importante essendosi verificate quelle condizioni che già allora evidenziammo, cioè che si arrivasse al più presto alla conclusione di un confronto politico che porta alla definitiva rimodulazione del Governo regionale.
Allora ci lasciammo con un impegno preso nei confronti di una componente dell’attuale maggioranza, la componente socialista, dicendo che se da parte di questa componente fosse emersa un’indicazione unitaria per poter rappresentare la propria esperienza all’interno del Governo regionale tale disponibilità avrebbe trovato accoglienza.
Così è stato, infatti nelle prime settimane del mese di dicembre è arrivata questa indicazione, noi l’abbiamo recepita e quindi oggi la coalizione completa le sue forme di rappresentanza, rafforza la propria compattezza, la propria coesione e il proprio impegno rispetto al programma di governo. Un programma che nel mese di agosto è stato rivisto, approfondito e rimodulato per l’ultima fase della legislatura.
Pertanto è un’esigenza di rafforzare la coesione della nostra coalizione, che peraltro, vorrei ribadire, come già dicemmo ad agosto, non è chiusa in se stessa ma disponibile a recepire ulteriori sensibilità ed esperienze.
Non siamo una coalizione che si arrocca di fronte ad un mondo che cambia velocemente o di fronte a molte contraddizioni che appaiono nella realtà che viviamo quotidianamente, ma siamo aperti ad ulteriori contributi che possano arricchire la nostra esperienza di governo, e nell’ultima parte della legislatura la nostra coalizione lavorerà anche per questa prospettiva.
L’esigenza di allargare la rappresentanza della nostra coalizione non nasce soltanto da un’esigenza propria della funzione amministrativa regionale, ma nasce anche, come dicemmo a suo tempo, da un migliore raccordo con i territori.
Questa riflessione ha portato ad interpretare questo rimpasto in una logica forse più ampia rispetto alle previsioni di molti. Nel senso che l’esigenza di migliorare il rapporto tra il Governo regionale e i territori ha portato all’ipotesi – che questa mattina si sta verificando e che dopo il dibattito assembleare troverà la sua consacrazione – di rafforzare il rapporto con la comunità della provincia di Ancona, che come accadde qualche tempo fa per quella picena, oggi si trova in un periodo di particolare sofferenza per differenti ragioni.
Quindi il rimpasto o la rimodulazione del Governo regionale oggi non avviene semplicemente con il cambiamento di un Assessore con il rappresentante del gruppo del partito socialista, ma avviene in una dimensione leggermente più ampia che tocca anche l’esigenza, già a settembre evidenziata, di un rafforzamento più forte delle relazioni con i territori.
Quindi escono dalla Giunta regionale Ugo Ascoli, Gianni Giaccaglia e Loredana Pistelli, che ringrazio per l’altissimo contributo e per la dedizione che hanno manifestato nella loro quotidiana azione di governo.
A differenza delle argomentazioni che sono circolate in questi giorni tale rimodulazione non nasce da un decadimento del rapporto di consenso tra l’Istituzione regionale e la comunità regionale, tutt’altro, oggi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri viene pubblicato il sondaggio fatto nel mese di novembre dalla società Tecne da cui risulta che il gradimento della comunità regionale nei confronti del governo regionale sfiora il 63%.
Inoltre questa mattina è uscito un articolo su Il Sole 24 Ore – che tutti quanti voi potete leggere e che credo sia un giornale che viene qualificato come di grande credibilità – da cui emerge la forte crescita del territorio della nostra regione in tutte le sue componenti geografiche. Nella graduatoria tutte le province delle Marche entrano nelle prime trenta province italiane, Macerata è al 14° posto e guadagna 4 posizioni, Ascoli Piceno sale al 21° posto e nonostante lo consideriamo un territorio in crisi guadagna 36 posizioni, Ancona è al 23° posto e guadagna 7 posizioni, Pesaro Urbino è al 28° posto e guadagna 12 posizioni.
Capisco che questa situazione nasce in una fase di grande sofferenza del Paese, infatti chi sta soffrendo in questo momento è il Paese ma di questo non è responsabile il Governo regionale.
Se la nostra regione si trova in una posizione leggermente migliore rispetto a quella che la congiuntura ci offre dobbiamo ringraziare la nostra comunità regionale, dobbiamo ringraziare il fatto che la comunità regionale è fortemente coesa e solida nel suo profilo economico. Dobbiamo ringraziare anche il modo in cui noi tutti ci raccordiamo sulla filiera istituzionale, fatto con un rapporto fecondo e collaborativo che riguarda gli enti locali – indipendentemente dal profilo politico che rivestono – le Province, la Regione e devo dire anche il Governo nazionale. Infatti molte soluzioni che in questo momento abbiamo trovato per la nostra regione, e che alimentano quel rapporto di fiducia che prima ho citato, nascono da un elemento di forte collaborazione, riconosciutoci anche in sede nazionale, proprio per la nostra capacità di raccordo e di concertazione sulla filiera istituzionale.
Pertanto l’esigenza di avere ancora un raccordo maggiore con i territori si consegue anche attraverso una modalità che porta tre Consiglieri regionali ad entrare nel Governo regionale. E il fatto che ci sia una maggiore sovrapposizione Assemblea legislativa e Governo regionale in un momento come quello che stiamo vivendo vorrei che fosse una considerazione attentamente valutata.
Significa che le fasi cambiano, che esistono momenti in cui è più importante avere competenze di carattere tecnico per costruire quei progetti avviati e che portano la nostra regione all’attuale sua configurazione.
Esistono dei momenti in cui bisogna adattare il profilo della governance, più che del Governo, alle fasi che si vivono, e il fatto di adattarsi non è il riconoscimento di un errore ma è il riconoscimento della velocità del cambiamento in cui siamo immersi e la capacità di interpretare le differenti situazioni che si vivono.
In questo momento stiamo attraversando una crisi particolarmente complicata, che tocca la nostra regione meno che altre parti del paese ma che comunque la tocca. Infatti se guardiamo gli indicatori che considerano l’ultimo trimestre dell’anno e che si riferiscono alla tenuta dell’occupazione, alla cassa integrazione, all’andamento del commercio con l’estero, verificheremo che esiste una flessione che naturalmente è correlata alla fase di recessione che stiamo vivendo e rispetto alla quale dobbiamo comunque attrezzarci con un’azione di governo capace di interpretare le difficoltà che dovremo vivere.
Queste difficoltà – come già abbiamo detto nella costruzione del bilancio di previsione 2009 e come l’Assessore al bilancio ripetutamente ha confermato nel suo intervento – potranno essere affrontate anche attraverso il continuo adattamento alle esigenze che dovremo affrontare, e questo adattamento richiede una maggiore flessibilità e un maggior rapporto tra Governo regionale e Assemblea legislativa, richiede minori doti tecniche e maggiori disponibilità politiche.
Gran parte dell’efficacia delle soluzioni deriverà dalla velocità con cui adotteremo le misure che abbiamo programmato nel bilancio di previsione. Ovvero i fondi che abbiamo previsto, cioè il fondo per le famiglie meno abbienti, il fondo per i giovani, il fondo per i cittadini in fase di difficoltà, inoltre, gli ammortizzatori sociali previsti e programmati con la possibilità di utilizzare il fondo sociale europeo, il fondo per le imprese, i fondi di garanzia, il piano per le infrastrutture, la stessa politica che stiamo intraprendendo con la Banca europea degli investimenti e la stessa rimodulazione, se necessaria, del Fas e delle iniziative lì comprese. Tutto questo comporterà la necessità di un raccordo più stretto tra Assemblea legislativa e Governo regionale, e dalla velocità con cui intraprenderemo le scelte dipenderà l’efficacia dei provvedimenti che assumeremo.
Quindi era quanto mai importante e fondamentale avere Consiglieri regionali che in questa fase fossero anche Assessori, affinché ci fosse una maggiore sovrapposizione tra l’Istituzione Assemblea legislativa e quella di Governo esecutivo.
Credo di non dover aggiungere molto alla breve riflessione che vi ho proposto e alle motivazioni che hanno portato a questo rimpasto, se non il nome dei nuovi Assessori che entreranno nel Governo regionale, che saranno – come certamente sapete, perché ormai veramente viviamo in una casa di vetro dove anche i nostri pensieri vengono raccontati sugli organi di informazione – Stefania Benatti, Lidio Rocchi e Fabio Badiali. Naturalmente, anche sulla base del dibattito che si svolgerà, riprofileremo il Governo regionale in modo che possa rispondere agli obiettivi che ci proponiamo.
L’anno che verrà, come ho già detto, sarà un anno particolarmente difficile, l’abbiamo definito l’anno horribilis, ma ci siamo organizzati per affrontarlo nella modo migliore e riteniamo che anche questo adattamento del Governo regionale corrisponde a questa esigenza.
Nonostante le grandi difficoltà potremo affrontare l’anno che verrà con fiducia proprio per i motivi che ho detto poc’anzi. Siamo all’interno di una comunità coesa, di una comunità solida economicamente, una comunità che ha un fortissimo senso di responsabilità. Siamo fortunati ad avere un’economia fatta soprattutto di imprese familiari che non sono quotate in borsa, che non sono sotto l’alea della finanza ma che possono, proprio in funzione del fatto che sono familiari, intraprendere strategie di lungo periodo, accettando anche di soffrire per un anno perché non debbono rendere conto con le trimestrali dell’andamento dei loro conti agli azionisti.
Quindi siamo in una condizione che nonostante le difficoltà ci fa essere fiduciosi rispetto a quello che accadrà nel 2009.
Con questa fiducia auguro a tutti voi un buon 2009, e lo faccio ora perché magari potrei non avere l’occasione se qualcuno di voi abbandonerà l’Aula. Ma spero che non lo facciate e che ci sia invece un dibattito che prenda atto dell’onestà e della serietà dei propositi che ci hanno animato anche in questo passaggio politico.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Il Presidente ha ripetuto più volte le parole “l’anno che verrà” e mi ha evocato il testo di una famosa canzone, quindi di fronte all’anno che verrà dico “caro Presidente ti scrivo”! Pertanto farò due o tre riflessioni molto rapide.
Il Presidente ha tutti i poteri per designare e costruire la propria squadra, e il sistema presidenziale chi più chi meno lo abbiamo voluto a tutti i livelli, dal nazionale al Sindaco, quindi non mi scandalizzo se il Presidente muove sulla propria scacchiera gli Assessori come le pedine o i soggetti degli scacchi.
Quindi nessun problema per me, né come Consigliere regionale né come semplice cittadino, sono abituato a vedere Sindaci e Presidenti di Provincia, di Regione e di Assemblea legislativa muovere le pedine secondo la loro convenienza.
Però, Presidente, avrei preferito – e questo è l’inizio della lettera che le scrivo – che ci avesse detto “ho mosso le pedine secondo la mia convenienza”, punto! Sarebbe stata una comunicazione forse più trasparente rispetto a tutta la comunità regionale.
Invece il Presidente ha deciso di condire questa manovra con alcune valutazioni che fanno emergere contrasti e contraddizioni. Rapidamente ne dirò tre o quattro.
Il Presidente nelle sue dichiarazioni ha parlato di risparmio – (…) Presidente, sarà stata colpa dell’ufficio stampa?! Non lo so, però è emerso – perché le tre figure degli Assessori coincideranno con figure che sono in Assemblea legislativa. Ed io ricordo che all’inizio di questa legislatura noi dell’opposizione sottolineammo l’abnormità del numero degli Assessori esterni, ma la maggioranza disse che era un fatto normale.
Ormai in quest’Aula siamo abituati ad avere qualche ragione dopo un po’ di tempo. Ricordo che in tutte le dichiarazioni che avete messo a corredo dei bilanci degli ultimi esercizi finanziari avevate detto “abbiamo ridotto le spese delle consulenze, rispetto a quelle del Presidente D’Ambrosio le abbiamo ridotte addirittura del 300%”. Quindi siete stati voi che avete certificato che sotto D’Ambrosio – molti di voi erano in quella Giunta – c’era uno spreco per le consulenze esterne, inoltre oggi si certifica che c’è stato uno spreco anche per pagare gli Assessori esterni. Quindi siamo abituati al fatto di avere qualche ragione dopo un po’ di tempo, sarà poco ma è comunque una minima soddisfazione.
Presidente, il suo è stato un arroccamento totale secondo le sue convenienze di coalizione. E questo era meglio dirlo, cioè che vi arroccate perché all’interno della maggioranza c’è stata la convenienza.
Prego il Presidente di una cosa, anche qui, non confondiamo gli aspetti dinamici e strategici della Giunta con i cambiamenti della società e della realtà socio economica del Paese che sta soffrendo. Non c’entra niente. Mica vorremmo dire che i cambiamenti che si fanno oggi c’entrano con la sofferenza del Paese o del tessuto socioeconomico! Non scherziamo! Questo è solo un cambiamento che serve all’interno della maggioranza, perché al cittadino della strada, all’artigiano che soffre, al cassintegrato della Merloni non gliene importa proprio niente del cambiamento che avviene qui questa mattina!
Altro punto è il contrasto. Presidente, sempre fermo restando che lei fa quello che ritiene giusto nel suo potere, il contrasto c’è con le esaltazioni che sono state fatte in precedenza, cioè di quando il Presidente e tutta la maggioranza esaltano i soggetti. Chi viene dalla prima Repubblica – questo dobbiamo dircelo – sa che l’esaltazione nessuno l’ha mai avuta. Presidente, per esempio penso che sia io che lei a turno abbiamo contestato Forlani, Andreotti, De Mita, forse anche Moro, Fanfani, ecc., lo abbiamo fatto senza problemi ma anche senza esaltazioni. Quando invece voi esaltate certi personaggi e poi li sprofondate all’improvviso allora qui vi è contrasto.
Giaccaglia viene portato in tutti i convegni con Confindustria e con il mondo dell’economia come l’uomo del possibile cambiamento sull’energia rispetto all’Assessore Amagliani. Qui peraltro ho sempre contestato una contraddizione dentro la Giunta – adesso voglio parlare solo un attimo di programma, e questa mattina non c’è nulla sui cambiamenti del programma, quindi almeno non portiamoci in giro! -, cioè che tra Amagliani e Giaccaglia c’era un evidente contrasto. Ma Giaccaglia è stato usato molto bene dal Presidente – le faccio i complimenti, ma non lo dico con ipocrisia, è vero –, infatti tutti gli imprenditori credevano che Giaccaglia era l’uomo che impersonava il possibile cambiamento nella strategia energetica di questa Regione, invece Amagliani viene mandato ai comitati dei no per rassicurarli, e l’importante è che come interna corporis tutto ritorni a blindare ed arroccare la maggioranza. Però avete esaltato Giaccaglia come l’uomo del cambiamento ed ora viene accantonato, Ugo Ascoli è stato esaltato come l’uomo della cultura del lavoro, delle nuove professioni, del rilancio dei meriti, ecc., ma ora è stato sprofondato in un attimo. Complimenti!
Quindi le contraddizioni le create voi, i contrasti di immagine li create voi.
Ultimo punto. Presidente, noi non crediamo che sia un dibattito che parte da agosto, lasciamo stare! Venti giorni fa abbiamo fatto un bilancio e di questo dibattito non c’era assolutamente niente! Quindi, ripeto, bisognava dire semplicemente che c’è una crisi interna alla maggioranza, che avete una sofferenza che deriva da tutto il piano nazionale – non entro nelle sofferenze altrui, non sono abituato né ad augurare le disgrazie né a gioire dei problemi giudiziari degli altri -, e di questo non mi scandalizzo, voglio solo dire che avrebbe dovuto fare una dichiarazione di trenta secondi, ci davamo la mano in maniera molto leale e sarebbe stato più semplice per tutti noi.
A conclusione voglio dire una cosa per rispetto nei confronti dei colleghi vecchi e nuovi, quelli della prima Repubblica e quelli che sono qui, rispetto alle lunghe militanze che abbiamo avuto.
C’è un PD in sofferenza sulla questione giustizia – e mi auguro che non tocchi alle Marche cioè che sta avvenendo in altre regioni, ci tengo alla mia terra, al mio popolo, alla società civile di cui faccio parte -. Che cosa voglio dire? Se dieci persone di un partito vengono arrestate io non sono abituato a dire che quel partito è disonesto, ma sono abituato a dire che dieci persone che militano in quel partito si sono rivelate disoneste a conclusione dell’iter giudiziario. Questo lo dico perché anche qua dentro abbiamo vissuto fasi della prima Repubblica, cioè quando sono stati liquidati partiti come mascalzoni e disonesti, senza precisare che i mascalzoni e disonesti erano alcune persone e non le idee e non i partiti. Quindi per quell’educazione a cui sono abituato voglio dire qui al PD – che oggi vive una crisi grave che auguro superi in nome di quel bipartitismo e di quel bipolarismo a cui in molti abbiamo creduto – che non saremo noi a dire che il PD è disonesto. E lo dico a quelli che quindici anni fa brindavano quando qualcuno andava in galera – cioè qualche disonesto che giustamente è andato in galera e quindi ha pagato – e poi dicevano che uno o più partiti o addirittura alcune idee democratiche, pilastri di questo paese, erano disoneste.
Quindi che mediti chi quella volta ha brindato troppo frettolosamente!

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo che al di là di disguidi telefonici o di avviso questa sia oggi per l’Assemblea legislativa, e l’Assemblea così dovrebbe viverla, una giornata particolarmente importante. Perché discutere di un passaggio politico e amministrativo, come quello che oggi il Presidente ci ha proposto, in una giornata in qualche verso considerata prefestiva dice due cose molto importanti.
La prima è che la fase sociale ed economica che abbiamo di fronte è difficile e articolata, ed è in questo senso che interessa alla comunità marchigiana più che il suo più significativo livello istituzionale, ovvero l’Assemblea legislativa che lavora e prova a lavorare anche in giornate come questa.
La seconda, appunto, è che si ridà – era nelle parole del Presidente – all’Assemblea legislativa un ruolo, una funzione e un’articolazione che da tempo l’Assemblea stessa rivendica, quindi è giusto sia indicata. Questo mi pare un elemento decisivo ed importante.
Aggiungo a queste mie riflessioni il fatto che ci è stato dato un percorso che porterà alla soluzione, che il Presidente ci ha prospettato alla fine del suo intervento, di una lunga gestazione iniziata ad agosto e che sta – vorrei fosse chiaro a tutti noi – tra il rosa dei sondaggi e il grigio dei dati drammatici di una situazione economica e sociale preoccupante e drammatica comunque e che richiede una riflessione politica complessiva ed importante. Una riflessione politica – e assumo il passaggio di oggi in questo – che rafforzando il perimetro di questa maggioranza, e rafforzandolo attraverso la partecipazione di tutte le forze che la compongono all’interno dell’Esecutivo, sarà capace di costruire nell’azione programmatica e nell’indirizzo strategico quella egemonia dentro la quale sarà possibile trovare alle articolazioni quei contributi ulteriori dell’intera comunità.
Non possono esistere situazioni di variabilità dentro una prospettiva politica di carattere strategico, quindi assumo questo passaggio come una prospettiva. E mi auguro che questo passaggio possa essere la condizione dove questa maggioranza sarà capace di affrontare le prossime scadenze politiche e sociali. Dico politiche e sociali perché abbiamo di fronte una stagione complessa e complicata da entrambi i punti di vista.
Banco di prova di questi passaggi sarà l’articolazione, la nominazione, l’individuazione delle cose che siamo stati capaci di fare con il bilancio di previsione. La Regione Marche è stata tra le prime ad averlo fatto, oggi ci troviamo di fronte ad una situazione nuova, siamo stati capaci di inserire quei fondi di solidarietà che lei, Presidente, ci ha ricordato. Dunque la loro articolazione, la loro nominazione, la loro implementazione, perché avremo bisogno di rivisitare con attenzione e di disarticolare con intelligenza la stessa struttura del bilancio di fronte a una crisi che quotidianamente si rivela per le sue tinte più drammatiche.
Il gruppo che rappresento, insieme a quello dei Comunisti italiani, proprio oggi ha presentato una mozione, che illustreremo dopo, che nasce, vorrei ricordarlo, non da una sperimentazione esogena delle vicende sociali ma da un semplice fatto, ovvero, il Consigliere Procaccini ed io siamo stati nella tenda dei lavoratori della Merloni e lì abbiamo sentito un pezzo di quella sofferenza, ed è quella sofferenza abbiamo tentato di tramutare in un’iniziativa amministrativa.
Dentro questo contesto il passaggio odierno può diventare un elemento di rafforzamento per la comunità marchigiana proprio perché la sua maggioranza trova una solidificazione strategica, e aggiungo, la trova quando nel contesto complessivo nazionale questi passaggi, invece, assumono una antologica articolazione dialettica.
Dunque dobbiamo anche su questo versante essere di esempio.
Nel suo intervento, Presidente, lei ha ricordato che non da ultimo questo passaggio riguarda anche la capacità di una sobrietà e morigeratezza della politica nei suoi costi. Quindi le annuncio sin d’ora che da parte mia e del mio gruppo ci sarà l‘occasione per misurare questa volontà, ci sarà anche con altri passaggi e proposte di legge che riguarderanno un’indicazione di sobrietà e di morigeratezza per l’intera Assemblea.
Mi auguro che il metodo con cui questo passaggio è stato affrontato possa aiutare questa maggioranza in Assemblea legislativa e fuori dall’Assemblea legislativa, che possa dare capacità e motivo di riflessione e di indirizzo alle forze politiche che la compongono in tutto il territorio regionale e che possa produrre un’attenzione e una capacità di azione politico-amministrativa che sarà complicata e difficile.
Infine auguro buon lavoro ai nuovi Assessori che verranno nominati. Sarà importante costruire una struttura degli impegni che dia un ulteriore rafforzamento a questo passaggio.
Inoltre ringrazio soprattutto gli Assessori uscenti per la loro pazienza e per la loro capacità e volontà di lavoro. Con alcuni da parte del gruppo c’è stata una articolazione dialettica dei vari punti di vista e dentro questa abbiamo sempre trovato volontà e impegno, dunque qui vogliamo riconoscerlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. La convocazione di questa seduta assembleare dimostra che l’ex Presidente dell’Assemblea legislativa e ex Assessore Luigi Minardi aveva ragione. Quando si è discusso della sua eliminazione politica, Consigliere Minardi, il sottoscritto aveva ribadito che la procedura adottata era sbagliata, e tale concetto venne poi ripreso anche da lei. Oggi, 29 dicembre, questo viene dimostrato perché ci ritroviamo in quest’Aula, però dico che sbagliare è umano ma perseverare è diabolico!
Quindi, Consigliere Minardi, sotto questo aspetto lei è stato bravo, però ora chi la risarcirà di quello che le è stato fatto?!
Allora noi esprimiamo di nuovo tutta la solidarietà, la stima, l’amicizia umana e personale, ma i fatti rimangono, quindi sarà il tempo a decidere e dare risposte in merito; poi se Minardi farà ricorso oppure no sarà un suo problema.
Entro ora nel merito della discussione sollevata dal Presidente Spacca, su cui, a mio avviso, l’aspetto politico è quello più importante da evidenziare.
Credo che il Presidente non abbia avuto il coraggio di dire che ha voluto rompere definitivamente con quel passato che forse gli faceva ancora un po’ ombra, cioè quello di D’Ambrosio. Dalla analisi che abbiamo fatto riteniamo che questo è il Governo che Spacca ha voluto quattro anni fa ma visto che non è un leone ci ha messo quattro anni per avere il coraggio di raggiungere quello che ci ha detto oggi.
Però non ha posto un problema, Presidente, cioè se il suo programma elettorale non è stato portato avanti dagli Assessori che lei ha cambiato, oppure se il responsabile è lei che non è mai in Aula e poi altri hanno dovuto pagare!
Luigi Minardi prima era Presidente dell’Assemblea legislativa poi Assessore e oggi Consigliere regionale, quindi rispetto al passato della Giunta D’Ambrosio è rimasto solo Amagliani, che tocca ferro ma c’è un anno e mezzo per la fine legislatura quindi c’è ancora tempo per un altro rimpasto!.
Presidente, bisogna darle atto che ha voluto rompere definitivamente con il passato, però questa mattina avrei preferito che dicesse “mi ricandiderò la prossima volta ma con i miei uomini e non più con quelli di D’Ambrosio”. Questa sarebbe stata una scelta politica della quale ne avremo preso atto anche se magari fatta con ritardo.
Comunque, battute a parte, questa è una realtà che è sotto gli occhi di tutti, cioè che oggi D’Ambrosio è scomparso definitivamente da quest’Aula, sia a livello di presidenza dell’Assemblea legislativa sia a livello di Giunta. Oggi quindi abbiamo la Giunta Spacca, una Giunta però che non ha più alibi, perché mentre dice che le province vanno bene, poi i Consiglieri Brandoni e Procaccini presentano delle mozioni in quanto ci sono fabbriche che chiudono e operai e famiglie che soffrono. Presidente Spacca, magari stando troppo all’estero forse ha perso di vista qual è la situazione marchigiana! E’ una situazione dove ci sono troppe famiglie in stato di disagio, ci sono lavoratori a rischio e aziende che stanno chiudendo. Quindi serve uno scatto e non del trionfalismo dicendo che siamo i migliori o che le province aumentano. Ma che aumentano, se la gente non arriva più neanche alla terza settimana!
Pertanto, Presidente, non si può cullare nel dire che stiamo bene quando invece ci troviamo in una situazione difficile. Lei ha detto che ha il 63% di gradimento, ma forse questo sondaggio lo hanno fatto all’estero!
Voglio farle una domanda, Presidente. Con tutte queste missioni all’estero, Dubai, Brasile e quant’altro, c’è qualche azienda marchigiana che ha ottenuto benefici all’infuori di quelle di Fabriano?! In quest’Aula vogliamo parlare una volta per tutte dei risultati ottenuti o quali investimenti sono stati fatti! Sui giornali leggiamo sempre che è stato nominato presidente uno che è di Pesaro, oppure di un altro che fa parte di quello o di quell’altro, un altro ancora lo metti di qua, poi c’è Fabriano che prende tutto dalla Russia con furore e con amore. Insomma, bisogna smetterla! Presidente, lei deve stare in Aula e deve riferire puntualmente qual è il criterio quando va all’estero con il quale sceglie gli imprenditori o le aziende. Certamente deve darsi un criterio perché oggi i momenti difficili sono per tutti, vanno da Pesaro ad Ascoli. Quindi bisogna avere molta più attenzione e vendere meno fumo perché, ripeto, dobbiamo prendere atto che oggi la situazione è difficile per tutti.
Un’ultima battuta, me la consenta, Presidente. Se in quest’Aula ci fosse stata Striscia la notizia sicuramente Staffelli le avrebbe dato il tapiro d’oro. Per quale motivo? Perché è il miglior “fornaio”! Lei è riuscito a fare in quattro anni tre rimpasti, penso sia l’unico nella storia. Magari sto esagerando, semmai mi aggiornerà, comunque come “fornaio” è uno specialista perché almeno nella seconda Repubblica penso sia in assoluto il primo che ha fatto tre rimpasti. Allora non si pone la domanda che forse è anche lei ad avere qualche problema a portare avanti questa squadra! In ogni caso il tapiro se lo è già veramente meritato!
Assessore Amagliani, tanti auguri, tenga duro! All’inizio di seduta le ho detto che due-tre anni fa aveva un carattere un po’ più agitato ora invece si è calmato. Ha sì un paio di proposte di legge, come quella ad esempio del Consmari, però è bene che le portiate in Aula perché sono importanti, ci sono infatti tutte le società partecipate che sono bloccate, checché ne dica Spacca.
Adesso però la Giunta è nuova quindi portate avanti questi problemi e vediamo veramente, come ha detto prima il Consigliere Brandoni, di fare meno trionfalismo e di stare con i piedi per terra.
Presidente Spacca, se lei va in giro per il mondo e poi dice che quattro industriali lavorano, non significa che le Marche vanno bene. Vada nelle realtà, vada con Procaccini e Brandoni nelle tendopoli e verifichi veramente qual è lo stato d’animo di chi prende 500 euro al mese e che non riesce a mantenere neppure i figli a scuola.
Quindi meno entusiasmo e più realtà. Ringrazi Iddio che ha un buon Assessore come Marcolini che riesce a far quadrare i conti facendo i miracoli, nonostante quello che afferma che a volte è il contrario di ciò che si dice in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola la Vicepresidente dell’Assemblea Benatti.

Stefania BENATTI. Presidente dell’Assemblea, Presidente della Giunta, cari colleghi, questa mattina in questa sede sento giusto condividere con voi alcune riflessioni che hanno affollato la mia testa in queste giornate.
Solo due settimane fa avrei scommesso che avrei terminato questa legislatura nel ruolo che in questi otto anni più mi ha gratificato. Presiedere l’Assemblea e rappresentarla come Vicepresidente è stato per me un grande onore ed un’esperienza che non dimenticherò.
In poco più di sei mesi ho affrontato così tante questioni e maturato una consapevolezza dell’importanza del ruolo della nostra Assemblea che hanno arricchito non poco il mio bagaglio culturale e politico.
Di questo ringrazio tutti voi, l’Assemblea legislativa delle Marche nel suo complesso.
Il confronto sulle modalità di interpretare il nostro ruolo di Consiglieri attraverso l’attività quotidiana e il dibattito nella Commissione regolamento, pur nella differenza delle posizioni, senza dubbio rappresenta un momento alto della vita di questa Istituzione. E’ un peccato che di questo aspetto a servizio della comunità tutta i cittadini abbiano poca cognizione e ci vedano piuttosto come rappresentati di fazioni contrapposte.
Ringrazio il Presidente Bucciarelli e i colleghi dell’Ufficio di presidenza con i quali il rapporto ha superato la collaborazione per trasformarsi in poco tempo in stima e fiducia sul piano personale. E con particolare gratitudine voglio salutare tutto il personale dell’Assemblea legislativa, una per tutti, la dottoressa Santoncini, per il tanto lavoro avviato in questi mesi, tante ore impegnate a cercare le soluzioni migliori mettendo insieme esperienza politica e competenze amministrative.
La mia – ormai lo sapete – è una vera passione per le Assemblee legislative e parlamentari ed è anche per questo principale motivo che pur ricevendo più volte la proposta di partecipare alla Giunta regionale ho sempre rifiutato e vi confesso senza mai essermene pentita.
Allora mi sono chiesta, ed anche altri mi hanno rivolto la stessa domanda in questi giorni, perché mai stavolta ho preso in considerazione la proposta del Presidente Spacca fino al punto da accettare?
La risposta l’ho trovato dentro di me dopo aver brevemente ma intensamente riflettuto e l’ho poi ritrovata nelle parole di tanti che in questi giorni con telefonate, sms e poste elettroniche hanno voluto esprimermi l’incoraggiamento e l’augurio di buon lavoro.
Due riflessioni mi hanno guidato nella individuazione della risposta.
La prima è che in poco tempo, settimane o pochi mesi, il mondo intero è cambiato; vengono meno le certezze, i cittadini temono per il futuro, la politica non sembra all’altezza del compito. Questa società fragile interpella chi come noi ha responsabilità istituzionali e ci chiama ad un supplemento di impegno, ad un lavoro straordinario di interpretazione del cambiamento e di individuazione di strumenti nuovi per uscire dalla crisi; mi riferisco a progetti, piani, risorse, ma anche a comportamenti più rigorosi, ad una maggiore sobrietà, a vivere con piena consapevolezza la delega di amministratori della cosa pubblica.
La seconda riflessione, legata alla prima, è che oggi più che mai chi fa politica per passione e animato da ideali non può fare calcoli, non può servire il bene comune a partire da una valutazione su cosa gli conviene per il proprio destino personale.
A partire da questi pensieri in questo momento di crisi ho scelto di mettermi in gioco.
E’ con nostalgia, come dicevo, che lascio l’impegno diretto in Assemblea; sono convinta che a partire da qui si ricostruisce la democrazia, a partire dalla ridefinizione delle regole e da una nuova applicazione dei compiti di indirizzo e di controllo. Ma sento che in questo momento c’è una emergenza nuova e per questa mi metto a disposizione. I cittadini hanno bisogno di concretezza, di risposte immediate.
Entro in questa Giunta a meno di un anno e mezzo dalla conclusione della legislatura con una grande voglia di lavorare. Raccolgo un testimone importante, frutti positivi seminati da coloro che ci hanno preceduto. Il mio compito sarà quello di proseguire sulla strada tracciata accelerando la definizione delle soluzioni e operando con una grande capacità di ascolto, di quanti dentro e fuori dalla Regione sono da anni impegnati nei settori che mi verranno affidati.
Mi propongo di mettere la passione politica che mi guida da tanti anni al servizio di un rinnovato patto di fiducia tra cittadini e Regione.
Molti mi hanno incoraggiato, quasi tutti mi hanno però ammonito: “non cambiare!” Come se, entrare nel governo, diventare maggiormente di parte, possa implicare un più elevato rischio di perdersi. Ho pensato anche a questo. Mi sono risposta che potrei non farcela a realizzare tutti gli obiettivi, ma è impossibile per me cambiare, non a questa età, non dopo aver fatto così tante esperienze politiche. Inizio dunque questa nuova avventura per come sono, per come il Presidente Spacca, per primo, mi conosce da tanti anni. In primo luogo con un forte sentimento di lealtà verso il Presidente, la maggioranza e l’intera Assemblea.
Mi muove la volontà di portare un contributo alla crescita della nostra Regione e intendo farlo con trasparenza, coerenza, rigore morale e perseguendo per quanto mi sarà possibile, una specifica competenza nei settori che seguirò.
Questi valori non sono compatibili con una pratica della gestione della cosa pubblica improntata alla propaganda o agli interessi di parte.
Per questo mi auguro e mi adopererò per sperimentare un rapporto nuovo con l’opposizione più incentrato nel merito delle questioni e magari più serrato ma rivolto alla crescita della regione.
Mi impegnerò, altresì, per un migliore rapporto tra Giunta e Assemblea legislativa, affinché le molteplici risorse presenti in quest’Aula, in termini di idee, proposte e realizzazioni, diventino parte integrante non solo del governo ma anche di un patrimonio comune che superi le maggioranze del momento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli. Durante l’intervento del Consigliere chiuderò le iscrizioni e vi informo che al momento ho undici Consiglieri iscritti.

Guido CASTELLI. Mi rivolgo, Presidente, alla Vicepresidente Benatti, con la quale ho lavorato, che stimo e che ha detto parole dalle quali si arguisce il peso e la responsabilità che una persona così impegnata ed onesta avverte su di se. In particolare ho apprezzato il richiamo al bisogno di non ridurre la politica a propaganda. La Consigliera sa quanto ci siamo trovati quando ci siano interrogati reciprocamente su questo tema che è uno dei grandi temi che però purtroppo aleggia in quest’Aula.
Non entrerò molto nel merito delle sue scelte, Presidente Spacca, però ci sono dei dati oggettivi. Primo, se la Giunta si cambia vuol dire che la Giunta non va bene. Secondo, se la Giunta si cambia a un anno e mezzo dalle elezioni i nuovi Assessori hanno obiettivamente poco tempo per migliorare la qualità del lavoro per ragioni indipendenti dalla loro volontà. Terzo è che ci sono cambi continui e per certi versi inopinati, perché quando ad agosto il Presidente Spacca ricordava che la Giunta avrebbe ripreso il cammino forte, rafforzata e irrobustita, nessuno poteva pensare che a distanza di tre mesi sarebbe successo quello che stiamo celebrando oggi.
Peraltro non ha funzionato neanche l’apporto esterno degli esperti di cui pure questa Giunta si era circondata. Ad esempio voglio ricordare, visto che siamo quasi in coda di legislatura, alcune figure rispetto alle quali il Presidente Spacca aveva riposto una buona e importante fiducia. Mi riferisco ai consulenti in materia urbanistica – evito ovviamente di dire i nomi -, però ancora la legge urbanistica non si vede. Mi riferisco al lavoro inconsistente e gassoso prodotto dall’amico ex Assessore Solari. Mi riferisco al coup de théatre che portò Gian Mario Spacca a riciclare addirittura il direttore Zuccatelli negli enti locali.
Dunque mi sembra che nel complesso da parte del Presidente vi sia un’idea debole della Giunta e della squadra, ma queste sono cose che rimetto più che al dibattito alla riflessione di ciascuno.
Invece quello che mi sembra politicamente grave è che il Presidente oggi sia venuto in Aula dando i nomi ma non indicando le deleghe. Questo è l’aspetto scivoloso che non mi aspettavo da parte del Presidente Spacca. Sappiamo che chi fa politica deve ammettere, quindi lo riconosco, che ci possono essere esigenze di risagomatura, di modellature, non facciamo i sepolcri imbiancati, può succedere, mi sembra però davvero strano che il Presidente addirittura sia stato preso da questo bisogno di cambiare in fretta e furia sotto Natale la Giunta come se vi sia qualcosa di non detto.
Ho la sensazione, Presidente, al di là del discorso delle deleghe che è il sintomo di un’operazione ancora in divenire, in fieri, non definita dal punto di vista del tema amministrativo, che oggi in quest’Aula vi sia qualcosa di inespresso.
Voi sapete benissimo che il gossip affolla le cronache e i sottoscala della Regione, c’è una versione minimalista, Presidente, di questa crisi, ovvero c’è chi dice che ci sono scricchiolii e che bisogna risistemare il patchwork della politica del centro-sinistra anconetano perché c’è un bisogno di evitare che la diga crolli verso il centro.
La crisi del PD, che aveva avuto una risposta molto forte da parte del Presidente Spacca ad agosto con l’ingresso massivo di uomini dell’ex Margherita che avevano sostituito uomini del PD, oggi non sembra aver prodotto gli effetti sperati, se è vero che quel genere di linea direttrice viene addirittura irrobustita attraverso una scelta forte.
Dunque la versione massimalista è quella a cui tutti pensate; il Presidente Spacca ha parlato di una tempesta perfetta che starebbe per abbattersi sulla nostra regione, un termine secondo me un po’ sinistro che potrebbe aprire la strada a suggestioni di vario tipo. Qual è la perfezione di quella tempesta – io so a cosa alludeva e da quale tipo di letteratura traeva il Presidente Spacca questo genere di considerazione -? C’è chi vocifera che possano esserci attenzione esterne sull’operato della Giunta? Ci sono complotti e teoremi giudiziari che riguardano anche questa nostra amministrazione? Lo dico con il punto interrogativo perché a me non costa, non lo so, non ho questa capacità, certo è che questa crisi cade in un momento delicato. Allora bisognerebbe dissipare questo dubbio, che sicuramente è un pettegolezzo ma rispetto al quale auspico, Presidente Spacca, che lei dica parole forti e chiare; ad esempio che non ci sono esigenze particolari del centro-sinistra regionale di recidere il legame profondo che aveva sancito l’ingresso in Giunta di Giaccaglia e Pistelli, gli Assessori del patto con il Sindaco del Comune di Ancona Sturani.
C’è qualcosa di anconetano in tutta questa crisi? Lo vogliamo sapere! E’ un momento in cui sine ira et studio, in maniera totalmente serena dobbiamo sgomberare il campo dalle molte illazioni che si stanno affollando in quest’Aula e che con la voce abitualmente stentorea del Presidente Spacca chiediamo e desideriamo vengano completamente eliminate.
E’ un auspicio che faccio senza voler vedere dal buco della serratura, ma se vogliamo, come auspicava la Vicepresidente Benatti, che vi sia la trasparenza del caso, penso che rassicurazioni di questo genere, Presidente Spacca, lei ce le deve dare e ci deve chiarire se per caso questa fretta deriva dalla possibilità che possano esserci interferenze esterne sull’azione di questa Giunta.
Concludo sull’elemento forse più scabroso e mi scuso fin d’ora se questa volta mi toccherà fare nomi e cognomi.
Non vi sarà sfuggito che non ci sia altro uomo come Gian Mario Spacca – subito dopo Berlusconi c’è lui – che ha sviluppato il concetto della democrazia plebiscitaria. E’ un uomo moderno, e lo dico senza ironia, è un uomo che cerca il contatto diretto con l’elettorato invocando e utilizzando anche le più moderne forme di comunicazione istituzionale. Conosciamo bene il suo impegno forte cercando di raggiungere direttamente l’elettorato, saltando spesso l’Assemblea legislativa e i partiti, va ascritto al suo merito, è moderno in questo, è moderno dal punto di vista telematico e delle comunicazioni.
Ma cosa ha fatto per motivare politicamente questo rimpasto che, ripeto, è ingiustificabile politicamente? Ha detto una cosa che ha preso direttamente dal suo arsenale telematico, ovvero, il sondaggio. Però, attenzione, il sondaggio è la massima forma di democrazia plebiscitaria e carismatica, si va a cercare il responso, si va scovare dentro casa l’elettore e se del caso si utilizza quel tipo di conferma per portare ex post la conferma del proprio operato. E questo ha fatto, con un coup de théatre, il Presidente Spacca.
Allora dobbiamo sapere – lo ricordo a me stesso prima che a voi – che esistono due forme di sondaggio, o meglio due ausili che la politica può trarre dai sondaggi. Il primo è il sondaggio che si fa riservatamente, quasi in casa, per capire qual è il termometro dell’operato politico, normalmente lo si tiene riservato, lo si fa per capire se sto andando bene o meno, quindi questo sondaggio non va in stampa. Poi ci sono i sondaggi che, invece, hanno la funzione, un po’ come quello delle streghe di Macbeth, di inverare e di far capire all’esterno quello che si vorrebbe.
Quindi, Presidente Spacca, credo che il sondaggio della Tecne sia di questo secondo tipo e ne ho le prove, perché il sondaggio della Tecne è stato fatto da una società il cui amministratore è il sig. Carlo Buttaroni che è un suo membro del Gabinetto di Presidenza, è un suo sottoposto. Il sondaggio del 63%, lo dico ufficialmente, è prodotto da una società amministrata da un dipendente pagato da questa Regione con 4.916,16 euro al mese.
Allora siamo davvero sicuri che quel 63% non sia un 63 taroccato! Siamo davvero sicuri che quel sondaggio su cui si regge la credibilità politica di questa operazione sia suffragato dalla giusta robustezza e dalla giusta credibilità!
Vi dico solo questo e concludo davvero, Presidente, cioè che quella società, che è amministrata, ripeto, da un membro del Gabinetto del Presidente Spacca, ha preso attività vincendo un contratto di appalto il 30 maggio 2006 di 170 mila euro e da allora ne ha guadagnati altrettanti per sondaggi di cui però nessuno conosce niente. Quanti altri sondaggi sono stati fatti? Perché sono stati secretati quelli? E’ legittimo che vengano fatti sondaggi con soldi pubblici per sostenere l’azione politica di chi fa rimpasti di questo genere? E’ questo che chiedo.
Lei, caro Presidente Spacca, mi pare che abbia fatto ricorso, un po’ come fece, ahimé, prima di Ekaterinburg, lo zar Nicola II ricorrendo al suo Rasputin. Ognuno ha il suo Rasputin, però voglio dirle attenzione a scegliersi il Rasputin!
Il Rasputin di Spacca – Consiglieri Binci, Brandoni, Procaccini – Carlo Buttaroni, prima del 13 aprile 2008, cioè prima delle elezioni politiche, diceva: “Fino a pochi mesi fa molti erano convinti che in caso di elezioni il centro-destra avrebbe vinto di larga misura, ora qualcosa è cambiato, non è più Berlusconi a dettare l’agenda. Sì, sembra proprio che il vento sia cambiato. La mossa più riuscita di Veltroni è quella di far correre il PD da solo”.
Pertanto finché Veltroni continuerà a dettare temi e tempi della politica il PD potrà giocarsi alla pari con il PDL la leadership del Paese, ma se quel 63% di Spacca fa parte di questo arsenale possiamo sicuramente, noi del PDL, essere stracontenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Intanto ci dovremmo fare comunque gli auguri di buon anno, al di là delle posizioni, perché credo saremmo tutti d’accordo che il prossimo anno sarà veramente duro e difficile. E gli auguri li facciamo anche al nuovo Governo regionale.
Le valutazioni che siamo chiamati a fare questa mattina sono di duplice natura. La prima riveste l’aspetto istituzionale. Il gruppo dell’UDC ha dichiarato da subito agli altri colleghi dell’opposizione che sarebbe rimasto in Aula per il rispetto che ha delle Istituzioni e per il rispetto che ha del ruolo del Governo regionale e dell’Assemblea legislativa. Quindi è in Aula che vogliamo esprimere le nostre considerazioni.
Questo è il terzo cambiamento del Governo regionale che evidentemente è alla ricerca di un equilibrio politico – altrimenti non ci sarebbe il cambiamento -, infatti è una fase dove l’asse portante di questa maggioranza, il Partito Democratico, sta incontrando nel Paese notevoli difficoltà.
L’obiettivo credo sia quello di un rafforzamento della coalizione di centro-sinistra, che ritengo un obiettivo legittimo perché chiunque governi una Istituzione deve far in modo che il suo governo funzioni al meglio. Dunque questo è il tentativo che il Presidente e la maggioranza hanno ritenuto di dover fare in questo periodo.
C’è anche un recupero, non evidenziato dai colleghi che mi hanno preceduto, infatti in questa logica di rafforzamento nell’Esecutivo è stato recuperato un rappresentante del partito Socialista che forse anche un po’ inspiegabilmente all’inizio non era stato chiamato a far parte – ovviamente parlo del partito socialista e non del rappresentante – della compagine governativa, probabilmente anche nell’ipotesi che il nuovo Partito Democratico sarebbe stato in grado di riassorbire anche quelle posizioni politiche.
Dunque anche questa decisione va nella logica del tentativo di ricomporre quella coalizione di centro-sinistra così come si era presentata nel 2005.
Di tutto questo, al di là di cambiamenti così frequenti, non ci sarebbe niente da scandalizzarsi, ma certo è che per fare tali aggiustamenti qualche preoccupazione in più ci dovrebbe essere stata. Conosco il Presidente da tanti anni e so che è una persona attenta e intelligente, quindi sa benissimo che fare un terzo rimpasto non è un messaggio positivo per la comunità.
Quindi se è stato costretto a farlo evidentemente ci sono motivi che lui e la sua maggioranza hanno ritenuto validi, altrimenti in una fase di difficoltà come questa forse sarebbe stato meglio fare magari un aggiornamento programmatico o un’apertura politica di ampio respiro rispetto a un rimpasto che va a risistemare alcune posizioni che giocano tutte all’interno dei vecchi gruppi.
Il Consigliere Castelli ha ipotizzato che questo rimpasto possa essere la conseguenza di preoccupazioni che gravano sull’Amministrazione comunale di Ancona, che sono preoccupazioni anche di tipo giudiziario. Questo non lo sappiamo né lo possiamo dire, altrimenti faremo la ricerca delle intenzioni, ma comunque un motivo valido e forte per fare questo terzo aggiustamento in questa fase ci deve pur essere e probabilmente non ci è stato neanche dichiarato tutto.
In ogni caso, al di là delle motivazioni più vere, come UDC questo cambiamento, ripeto, lo abbiamo motivato come il tentativo di un rafforzamento di quella coalizione che si era presentata alle elezioni nel 2005 e staremo comunque attenti a quella che sarà l’azione di governo di questa maggioranza. Ci comporteremo come abbiamo fatto nel passato, ovvero rimanendo all’opposizione nel nostro ruolo, quindi votando contro i provvedimenti che riterremo non buoni e votando anche a favore, senza alcun pregiudizio, su quei provvedimenti che questo Governo sarà in grado di portare avanti nell’interesse della comunità.
Questa è sempre stata la nostra posizione quindi lo sarà anche con il nuovo Governo.
Approfitto dell’occasione per salutare gli Assessori uscenti e per augurare buon lavoro ai colleghi Consiglieri che diventeranno Assessori, con la speranza anche di conoscere a breve le deleghe che verranno loro assegnate.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Svilupperò poche considerazioni in quanto anch’io ritengo che la seduta dell’Assemblea legislativa odierna sia importante. Ed è importante anche perché poi discuteremo di due mozioni, una sulla strage in atto in Palestina, l’altra sulla crisi del distretto dell’Antonio Merloni e non solo.
Il Presidente Spacca ha svolto una comunicazione generale, quindi il rimpasto sta nelle prerogative del Presidente stesso, sta nella norma, è un atto soggettivo che è nella logica sia della legislazione in corso che di quella futura; tant’è che ormai la stampa e il dibattito più complessivo annoverano i Presidenti delle Regioni come governatori.
Il Presidente Spacca ha detto che questo rimpasto rafforza. Per la verità il gruppo dei Comunisti Italiani al Presidente Spacca aveva svolto una riflessione diversa. Infatti questo rimpasto non è frutto di un ragionamento collettivo di tutta la maggioranza, noi abbiamo tenuto una posizione differente in quanto riteniamo che le esigenze che le Marche hanno oggi dinanzi sono quelle che nel programma regionale devono avere maggiore incisività.
Comunque, Presidente Spacca, questa necessità del rafforzamento della maggioranza la vogliamo cogliere, ma la vogliamo cogliere se essa prelude anche ad una necessità più complessiva. In primo luogo quella di attuare quel programma che ha eletto questa Giunta regionale nel 2005, inoltre se serve, in virtù della crisi che si preannuncia nel 2009 più grave di quella che c’è, per dare coesione ai governi democratici di centro-sinistra nel sistema degli enti locali.
Dunque se questa è una necessità complessiva e non riferita solo all’Ente Regione va colta. Il centro-sinistra ha bisogno di portare anche nelle amministrazioni locali elementi di forte socialità e di rifuggire da mediazioni interne impartite da alcuni partiti che molto spesso ricadono e si fanno ricadere sulle istituzioni democratiche.
Anche noi vogliamo augurare ai nuovi Assessori un buon lavoro in quanto le considerazioni critiche che abbiamo svolto derivano dalla nostra profonda cultura unitaria. Quindi, al di là della giusta rappresentanza politica sancita dal voto – e secondo noi l’ingresso del partito Socialista nella Giunta regionale era doveroso – c’era comunque la necessità di rafforzare la parte della sinistra all’interno della Giunta regionale.
Fatta questa giusta considerazione sulla rappresentanza democratica, la priorità deve essere assegnata al programma che nel 2005 elesse Spacca Presidente della Regione, un programma impegnativo da completare e in alcune parti da realizzare a fondo.
Molto è stato fatto con il bilancio regionale. Oggi tutti danno per scontato che il bilancio regionale sia stato solo un fatto formale, in realtà non è stato così, perché questo passaggio ha sancito due cose. In primo luogo la coesione della maggioranza che lì si è realizzata e che secondo noi non aveva bisogno di ulteriori forme per essere evidenziata. In secondo luogo il fatto che il bilancio regionale ha la possibilità di dare un segnale all’emergenza e soprattutto di intravedere la possibilità di una modificazione del modello di sviluppo delle Marche.
Dunque priorità ai programmi, mentre sulle persone e sugli Assessori, secondo me, è meglio mantenere sobrietà e distacco.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. La data che avete scelto per queste comunicazioni è significativa e anche indicativa. Oggi è il giorno 29 e in questi mesi il 29 è un numero tornato alla ribalta a ricordare una crisi che, a nostro avviso, investe anche questa Giunta. Infatti, proprio per ricordare la crisi che stiamo vivendo in questi giorni, i sondaggi, nonostante quelli citati dal Presidente Spacca, ricordano un po’ quelle agenzie di rating che qualche giorno prima del grosso scandalo davano proprio alla Lehman Brothers la massima affidabilità. Quindi, alla luce di quello che ha detto il collega Castelli, ovvero di come sono stati gestiti questi sondaggi, mi sembra che il parallelismo sia abbastanza azzeccato.
Ricordo che durante la scorsa campagna elettorale il Presidente Spacca si vantò di aver fatto una campagna di ascolto, allora sarebbe forse curioso sapere cosa gli hanno detto i cittadini e gli imprenditori. Perché nel corso di questi anni abbiamo visto una continua rimozione, fatta anche in modo brutale, di alcuni Assessori; non ultima l’esclusione di Luigi Minardi che aveva ragione quando disse, come ha ricordato il collega Brini, che prima si sarebbe dovuto fare un passaggio in Assemblea legislativa, cosa peraltro che ha fatto sì che oggi possiamo qui discutere di queste scelte o imposizioni fatte in prima persona dal Presidente Spacca.
Comunque credo che ancora una volta l’obiettivo non sia stato focalizzato. In una situazione come questa, fermo restando il fatto che in passato avevamo fortemente criticato la presenza di Assessori esterni – peraltro anche per una questione di risparmio, oggi si dice che una delle motivazioni è quella di risparmiare, e se così fosse non si capisce perché altri due rimangono, quindi ritengo sia una giustificazione che non ha dei veri fondamenti – la realtà è che questa Giunta sta vivendo una crisi che si trascina fin dall’inizio, e questo nonostante le operazioni di facciata e le operazioni di marketing pubblicitario elettorale che più volte abbiamo contestato; di recente c’è stata l’approvazione del bilancio, trenta secondi dopo su tutti i quotidiani locali ci si vantava di aver approvato un bilancio che a detta della stessa comunicazione avrebbe dovuto risolvere buona parte dei problemi di questa regione.
In ogni caso i problemi non sono stati assolutamente risolti. Se è vero, ed è così, che buona parte del bilancio, come abbiamo verificato nei giorni scorsi, va per la sanità, in questi anni non c’è stato assolutamente nessun miglioramento come, ad esempio, per una riduzione sensibile delle liste di attesa.
Ritengo che questi siano i problemi che interessano la gente e non, invece, lo spostamento di pedine all’interno di un meccanismo che è sempre più distante dai cittadini. Alla fine operazioni come queste non aiutano, anzi, vanno ad allargare il divario che c’è tra i cittadini e le Istituzioni. Sono dei segnali bruttissimi, sono dei segnali con cui ci si gioca la fiducia dei cittadini, il voto dei cittadini, le speranze dei cittadini.
Pertanto questo è un segnale bruttissimo al di là delle persone coinvolte; peraltro a me oggi personalmente avrebbe fatto piacere vedere anche gli Assessori che sono stati esclusi, un fatto anche questo che ritengo sintomo di una crisi. Se è vero che Giaccaglia, Ascoli e Pistelli hanno contribuito fortemente a far sì che questa Giunta operasse bene allora non si capisce perché non ci avete dato la possibilità di salutarli in quest’Aula che li ha visti presenti negli scorsi anni.
Dunque la loro assenza è la certificazione che c’è molto che non funziona, non è solo una questione, come è stato detto prima, di uno sganciamento dalla amministrazione regionale precedente.
Ritengo che, nonostante i sondaggi, questo segnale di crisi sia forte e va ad inserirsi in un momento di crisi economica e sociale di estrema difficoltà che necessiterebbe, invece, di segnali forti che questo rimpasto, come è stato detto più volte, sicuramente non soddisfa.
Prima dicevo dei problemi irrisolti, oltre a quello della sanità ce ne sono tantissimi altri che questa Giunta non ha neppure affrontato.
Ad esempio il turismo in questi anni è stato fortemente trascurato. La nostra presenza nelle fiere necessita di un gps per trovare lo stand delle Marche all’interno di questi mega complessi, e rispetto ad altre regioni ci vede nettamente in difficoltà. E’ un settore, ripeto, fortemente trascurato – mi auguro che l’esperienza che l’Assessore Solazzi ha avuto presso la Provincia di Pesaro Urbino e la sua conoscenza dei problemi contribuisca a colmare il grosso gap che abbiamo rispetto ad altre regioni -, siamo ad un livello bassissimo rispetto al passato, quindi vedremo se nelle prossime settimane l’intenzione sarà quella di andare incontro ad un settore che si definisce sempre fondamentale ma che poi continua ad essere trascurato.
Ma tutto questo è responsabilità di quella stessa Giunta che quando si parlò per la prima volta della Quadrilatero non solo mise i bastoni ma addirittura mise le travi in mezzo a quel progetto, che una volta avviato ha invece visto in prima fila quanti all’inizio lo avevano osteggiato.
Quindi è una Giunta dalle operazioni di facciata, una Giunta che sicuramente non si rafforza con questa operazione, infatti i malumori, anche se più o meno velati, si sono sentiti già in quest’Aula.
C’è bisogno di un maggior coinvolgimento non solo delle forze politiche di maggioranza ma anche di quelle di opposizione o di minoranza, se vi piace di più il termine, per cercare di affrontare veramente e seriamente alcune problematiche.
Problematiche come quelle della sanità, del turismo e anche del credito – le imprese e le famiglie stanno registrando in questi mesi forti problemi per la riduzione del credito, che vede le banche chiudere i rubinetti proprio a chi ha consentito di farle crescere nel corso degli ultimi anni – vanno affrontate con molta decisione.
In una fase come questa sarebbe opportuno, ripeto, un coinvolgimento importante dell’opposizione per cercare di risolvere tali problemi, che poi sono quelli più sentiti dalla gente. Tutte le altre operazioni, invece, creano soltanto un ulteriore distacco tra le Istituzioni e i cittadini.
Per concludere, tornando a quello che ho detto prima, avete scelto la data giusta per comunicare questo rimpasto, ma il numero 29 non credo che vi potrà portare fortuna.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Luigi MINARDI. Mi associo agli auguri che sono stati pronunciati dai tanti intervenuti. Auguri che voglio rivolgere il modo assolutamente particolare ai tre Assessori chiamati oggi ad assumere un nuovo compito. E’ un augurio di buon lavoro che faccio in modo molto sereno e tranquillo, perché so che hanno bisogno di questi auguri, perché dovranno lavorare cercando di padroneggiare rapidamente una macchina complessa che non è facile da padroneggiare in un periodo di crisi e, ahimé, ma è una mia previsione, per pochissimo tempo che secondo me sarà breve per un lavoro sereno e tranquillo.
So che tutti gli Assessori sono consapevoli di questo, quindi dobbiamo metterli nella condizione di dare il meglio di sé. Per quello che mi riguarda sono a disposizione, però mi auguro non abbiate bisogno di me, il che significherà che tutte le cose andranno per il verso giusto. Comunque questa mattina i nuovi Assessori meritano senz’altro un incoraggiamento.
Seconda cosa, la comunicazione è un atto del Presidente e noi quindi stiamo giudicando il Presidente ed io lo faccio con due aggettivi: intelligente e reticente. Ora cercherò di spiegarli.
Intelligente perché poteva arroccarsi come lo aveva fatto a settembre, invece non si è arroccato, ha scelto una strada diversa, quella del venire in Assemblea legislativa piuttosto che dire che è una cosa che riguarda lui, ha accettato il dibattito, e anche se poi nel dibattito può essere stato reticente, non importa, essere reticente è un suo diritto. Questo lo accetto e vi dico che l’ho anche apprezzato molto.
Perché, come potete ben immaginare, non è per niente facile, ve lo garantisco, fare ricorso su un fatto che riguarda la propria vita all’interno di un’Assemblea legislativa. E’ stato un combattimento con me stesso, quella parte di me che voleva stare alla tradizione e che ha combattuto fino all’ultimo minuto mi ha creato diversi problemi, però ho scelto una strada diversa.
A differenza di quel che pensa il Consigliere Massi, che ascolto sempre con molta attenzione, non è vero che la forma di governo è quella forma che sancisce la presenza di un monarca che può stabilire quello che vuole. La forma di governo nuova, ovvero l’elezione diretta, dà al Presidente un potere in più ma lo deve condividere.
Lo sforzo che è stato fatto dal legislatore nella scorsa legislatura è stato quello della ricerca di un equilibrio di sistema formidabile, certosino, addirittura potremmo anche sfiduciare un Assessore. Figuriamoci quindi se non abbiamo la possibilità di dire la nostra rispetto alla composizione di una Giunta.
Il fatto che in questa legislatura costruiremo la costituzione materiale, che formalmente è stata formata nella legislatura precedente, ci impegna a non essere superficiali nelle cose che facciamo e ci impegna a rispettare quei giusti equilibri che danno sì al Presidente una maggiore operatività ma danno anche all’Assemblea, portatrice della totalità degli interessi, il potere di intervenire, di indirizzare, di controllare, addirittura di revocare. Chiaro!
Quindi dobbiamo sforzarci, sapendo che non c’è mai una forma di governo perfetta e che ogni situazione nuova richiede un nuovo equilibrio, una nuova intelligenza. Ritengo, ripeto, che i Consiglieri, e principalmente quelli di maggioranza, abbiano la responsabilità della qualità della vita istituzionale.
E’ per tutte queste motivazioni che alla fine ho deciso di fare ricorso e non ho chiesto la sospensiva per evitare che il Presidente potesse essere danneggiato. Perché una sospensiva, anche se accettata, avrebbe dato comunque un giudizio su un operato che, invece, merita una sentenza definitiva e rapida. Quindi non ho chiesto la sospensiva proprio per evitare un danno casuale che poteva capitare.
Però ritengo che il gesto che ho fatto intanto oggi ci ha portato in Aula e di questo sono contento, perché il dibattito non è mai una perdita di tempo, e se così lo considerassimo allora avremmo percorso un lungo tratto di quella strada che va a finire in un burrone.
L’ho detto tante volte e voglio ripeterlo, siamo in una fase nella quale può vincere la cultura del fare. Lo ripeto perché è lo stesso Presidente che la esalta spesso. La cultura del fare ha il vantaggio del rompere le regole, però non è una cultura positiva come si vorrebbe, perché essa è esercitata da quel potere che nel cambiamento non è più capace di giustificare se stesso, di legittimarsi, allora passa per le spicce. Questo lo vediamo nelle famiglie con i padri che non sono più autorevoli con i figli, lo vediamo nei consigli dove le maggioranze non sono più autorevoli con le minoranze, lo vediamo nei partiti per lo stesso motivo.
E’ più facile evitare la discussione se non si hanno argomenti della situazione nuova, ma ogni scorciatoia porta soltanto all’esaltazione del potere. Infatti nella situazione prefascista aveva vinto la cultura del fare. Quindi, attenzione, ce l’abbiamo di fronte.
Dunque oggi nella nuova situazione invito l’Assemblea legislativa a considerare non solo l’esaltazione di ciò che sta accadendo e di cui stiamo discutendo, ma anche una situazione nuova, perché ogni situazione nuova merita una discussione.
Oggi avremo undici Consiglieri in Giunta su 24 di maggioranza e questo ci imporrà la ricerca di un nuovo equilibrio. Alcuni Consiglieri lasceranno le Commissioni quindi si dovrà reimpostare il lavoro al loro interno. Perché le Commissioni non possono avere un programma di fine legislatura?! Ovvero un programma nel quale le Commissioni potranno cominciare a padroneggiare una loro autonomia, una loro capacità di proposta, senza essere l’ultimo anello che deve giudicare il lavoro di chi sta prima e basta, oppure che sta lì solo per ricevere una pappa già bella e fatta.
E’ chiaro che se non usciamo dalla logica della prima Repubblica, nella quale la maggioranza doveva comunque difendere l’azione della Giunta della quale era un continuous, noi non avremo mai la possibilità di fare i Consiglieri pienamente e di far svolgere all’Assemblea legislativa quella funzione che svolgono anche le moderne Assemblee. Non mi pare che Bush pur avendo la maggioranza nei suoi organi poteva comunque passeggiare sugli organi stessi ma solo se gli organi glielo permettevano.
La crisi delle Assemblee legislative è mondiale, non è solo marchigiana, però dipende da noi se vogliamo o no mettere i primi passi e questo dipende dalla maggioranza. Perché è evidente che i numeri ce li ha la maggioranza, la minoranza può soltanto lamentarsi. Per cui è chiaro che siamo noi che in questa legislatura dobbiamo farci carico di costruire la nuova costituzione materiale dell’Assemblea legislativa, quella formale è già stata fatta, adesso non la possiamo stravolgere ma continuiamo a costruire pezzi nuovi. In Assemblea legislativa per far questo ci sono le energie e quindi dobbiamo farlo.
La maggioranza è interessata perché dalla competizione leale migliora l’azione di governo, perché in una prossima legislatura o in un’altra ancora potrebbe essere essa stessa in minoranza. Quindi la qualità della Istituzione deve essere un qualcosa che non riguarda l’azione strumentale di quel momento ma che riguarda la costruzione di una prospettiva. E’ nella dialettica degli interessi che si fanno gli interessi della globalità, e non invece nelle stanze chiuse in cui non si ha il coraggio di dire ciò che si decide e dove si prendono le decisioni per la globalità. Quelle soluzioni sono di parte e quindi vanno dichiarate di parte.
Il dibattito pubblico e la democrazia non sono ideologie ma è il modo migliore di allocare le risorse.
Vado alla conclusione ma prima devo dire qualcosa anche sul reticente di cui dicevo prima. Ho detto intelligente perché il Presidente ha accettato di venire ammettendo un errore, ma dico anche reticente. Perché? Perché la scelta di oggi non mi convince, ed ovviamente non ho intenzione di entrare nelle tante contraddizioni che ci sono, dico soltanto una cosa, e su questo il ragionamento fatto dal Consigliere Viventi ha centrato la questione. Non c’è nessuna motivazione politica all’interno della maggioranza per fare questa azione, a differenza di quello che pensa la minoranza che dice che la maggioranza è in crisi, perché l’ultimo passaggio politico è stato recentissimo, quello del bilancio, e la maggioranza non ha fatto una piega. Quindi non è quello il motivo.
Inoltre, se è vero che c’è il 63% di consenso della Giunta nei confronti della società marchigiana, non c’è neanche il motivo dello scollamento con essa, e se è vero che è un passaggio non positivo per farlo è stato scelto il 29 dicembre. E questo nell’azione del Presidente continuo a notarlo, perché quando fa il cambiamento di Giunta lo fa o il 28 agosto o il 29 dicembre, quando la gente è in ferie, come se fosse nella condizione di “meno si discute e meglio è”.
Ma se invece fosse una cosa molto positiva, che rafforza, rilancia, potenzia, allora perché non spiegarlo bene quando tutti possono essere nella condizione di ascoltarlo e di seguirlo con attenzione.
Allora dico reticente perché la motivazione di questa scelta la sa solo il Presidente. E’ giusto, si prende la responsabilità, allora viene in Assemblea legislativa e dice “non vi dico perché lo faccio, è una mia scelta”, quindi io la rispetto perché lui ha rispettato la mia cioè quella di ascoltare tale reticenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Innanzitutto vorrei dire che qui possiamo arrivare ad una conclusione sul piano dei sondaggi perché qualcuno dice le bugie. Le bugie le dice o il sondaggista che dà un gradimento superiore al 60% al Presidente della Giunta Spacca – c’è chi ha citato riferimenti e ha parlato di un sondaggio che esprime una simpatia e un’affinità quanto meno professionale dell’estensore rispetto al Presidente della Giunta – oppure sono sbagliati i sondaggi in nostro possesso che, per esempio, danno un indice di gradimento del PDL nelle Marche superiore al 50%. Qui c’è qualcosa che non torna.
Quindi realisticamente credo che sia questi sondaggi che l’enfasi con cui il Presidente della Giunta regionale ha oggi commentato il terzo sondaggio, quello del Il Sole 24 Ore, siano un’enfatizzazione della situazione marchigiana.
Il dato vero, lo ha detto anche qualche collega, è che il modello marchigiano scricchiola, la nostra regione non è più l’isola felice del passato. E’ un dato di fatto, è una constatazione. Il Sole 24 Ore dice alcune cose ma non legge una situazione del passato, in ogni caso colloca le Marche nel mezzo del Paese. Le Marche è una regione uscita sì da una gravissima situazione di arretramento ma certamente non può vantare di dati ottimali. Infatti la situazione delle Marche di oggi registra un deficit occupazionale rilevantissimo e vive una difficoltà operativa del tessuto industriale mai constatata in passato.
L’altro aspetto che è stato riportato con enfasi dal Presidente della Giunta è l’ingresso di tre Consiglieri nell’Esecutivo regionale. Ma oggi in Assemblea non si è avuta la faccia tosta di dire che questo serve a risparmiare qualche lira rispetto al bilancio, gli si è data qualche altra motivazione.
Penso che la scelta fatta dal Presidente sia un passaggio positivo nella prospettiva elettorale, per la quale ha fatto bene perché ha scelto di mettere dentro la Giunta i capi bastone. Cioè ha messo da parte chi non conta niente sul piano elettorale e ha recuperato il Consigliere dello SDI, che comunque esprime sul piano del consenso. Ha recuperato il punto di riferimento della corrente opposta alla sua dentro il vecchio schema della Margherita, ovvero il numero due dei prodiani delle Marche al posto dell’Assessore sempre prodiano che poco conta sul piano del consenso, e si è ben preoccupato di legittimare la propria presenza nella provincia di Ancona scegliendo un uomo dell’apparato del Partito Democratico che è espressione di un ambito territoriale abbastanza preciso.
E’ una scelta elettoralmente positiva per Spacca ma è una sconfitta politica. Infatti oggi non si ha il coraggio di ammettere che tale scelta rappresenta la sconfitta di quella fatta da Spacca ad inizio legislatura. Il fatto che oggi più del 50% dei membri di quell’Esecutivo non c’è più è la dimostrazione di un fallimento di un modello di governo. Un fallimento che è sotto gli occhi dei marchigiani; si possono cambiare le persone ma i fatti rimangono, anzi, i misfatti lasciati da questo Esecutivo.
Ora provo a dire alcune cose che mi sembrano banali ma che vanno ricordate. Colleghi Consiglieri, devo richiamarvi che in questa legislatura per la prima volta nella sua storia le Marche hanno dovuto prendere atto di una lacerazione territoriale che porterà un pezzo di questa regione in Emilia Romagna per una scelta popolare, per un giudizio politico del fallimento di questo modello. La scelta di andarsene dei cittadini del Marecchia non è una scelta di affinità geografica o altro, è un giudizio politico sulla lontananza del motore istituzionale regionale, io dico anche provinciale, rispetto ai problemi di quel territorio. Questo non era mai successo.
La crisi industriale è un fatto evidente che non può essere disconosciuto, è la dimostrazione di un fallimento delle politiche della Regione rispetto a questo settore. Non basta fare assistenzialismo, non basta, come ha detto qualcuno, fare una promozione targata cioè finalizzata a sostenere grandi complessi industriali più che il ricco pluralismo delle attività che esistono.
Dunque il segnale negativo del fatto che solo a conclusione della legislatura si mette mano ad una delle esigenze più importanti del settore produttivo, quella della creazione del polo fieristico regionale, è la dimostrazione di una difficoltà, di un fallimento annunciato. Un fallimento annunciato che ha una cartina tornasole nella lettura degli ordini del giorno di convocazione dell’Assemblea legislativa.
Inviterei la stampa a leggere gli ordini del giorno dell’Assemblea legislativa dall’inizio legislatura ad oggi per prendere atto che in questa Regione non si produce più nulla sul piano legislativo. Sono tre anni e mezzo che ci riuniamo per discutere di mozioni, interrogazioni o di atti formali, non c’è più una produzione legislativa concreta. Anche perché debbo ripetere a tutti – per rendervene conto guardate le statistiche – che tutto quello che di positivo c’è in questo campo, cioè le proposte legislative dell’opposizione, viene come sempre accantonato e messo in un cassetto.
Il fallimento della sanità. Presidente Spacca, dove sta il riequilibrio del sistema sanitario regionale? Dove sta il polo nord e il polo sud del sistema sanitario tanto annunciato e ripreso come scelta fondamentale? I fatti dimostrano che anche su questo piano si registra la mancata realizzazione di alcuni obiettivi che venivano definiti qualificanti, in modo particolare per quanto riguarda la provincia di Pesaro.
Per la cultura, i giovani, la scuola, niente. Sulla scuola, tra l’altro, si sta aprendo una sfida interessante. Qui vorrei rivolgere un appello al nuovo Assessore Benatti. Facciamo in modo che il confronto sulla nuova proposta di legge che dovremo elaborare sulla scuola sia meno ideologico e più rispettoso del pluralismo che esiste nella nostra regione.
Presidente Spacca, è vero, la comunità marchigiana è una comunità coesa, alla quale però non corrisponde una responsabilità coesa a livello regionale.
Soprattutto credo che in quest’ultima seduta dell’anno i marchigiani si aspettassero una maggiore concretezza da parte dell’Esecutivo. Cioè politiche reali nei confronti delle difficoltà delle famiglie, politiche reali nei confronti delle difficoltà delle aziende, quindi, invece del rimpasto, forse il messaggio di ottimismo e di speranza per aiutare a superare la crisi poteva essere un provvedimento che diminuiva l’imposizione fiscale.
Pertanto il segnale più grande della Giunta poteva essere quello della diminuzione dell’addizionale Irpef, di cui non si parla oggi perché evidentemente non c’è la voglia di parlarne.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Innanzitutto voglio ringraziare il Presidente per la chiarezza con la quale ha esposto le motivazioni di questo nuovo assetto della Giunta. Inoltre voglio ringraziare gli Assessori uscenti per il buon lavoro, in certi casi ottimo, che hanno prodotto in questi tre anni e mezzo di legislatura.
In modo particolare voglio ringraziare l’Assessore Giaccaglia in quanto negli ultimi mesi ha aderito al gruppo del PD. Per il mio partito raccogliere adesioni e consenso corrisponde, in una dimensione più larga, a come il centro-sinistra in questa regione cerchi costantemente di consolidarsi. E questo è uno degli aspetti contenuti nella relazione del Presidente Spacca.
Credo anche che questo nuovo assetto di Giunta non corrisponde ad un elemento di crisi, tutt’altro, è una necessità, perché da qui al 2010 vogliamo completare il programma di governo. La Giunta si impegnerà per questo, quindi al di là dei sondaggi – che pure sono importanti in quanto segnano una tendenza, alcune volte sono rivolti alla verifica del consenso, altre volte sono rivolti a cogliere sui vari aspetti della società marchigiana la crescita o la diminuzione di un settore rispetto ad un altro – pensiamo che questo governo abbia tutte le carte in regola per presentarsi adeguatamente come centro-sinistra all’appuntamento del 2010.
Con l’ultimo bilancio c’è stato un segnale importantissimo e le cose stanno insieme. Infatti un bilancio che per la comunità si presenta per il 2009 con un aumento di risorse penso che sia di per sé uno degli elementi più significativi rispetto alla crisi complessiva che c’è nel Paese, e che ovviamente, non bisogna nasconderlo, tocca anche le Marche.
Dunque la situazione complessiva è difficile sia qui che altrove, però penso sia altrettanto sbagliato segnalare situazioni evocando soltanto paure o difficoltà eccessive. La difficoltà c’è, bisogna intervenire, bisogna muoversi in una certa direzione, ma cercando di evitare, se possibile, l’evocazione di una situazione drammatica.
Ieri in maniera adeguata ho raccolto anche il suggerimento del Presidente del Consiglio di questo Paese che ha detto “attenzione, la crisi è complicata però forse…”.
Quindi con un’iniziativa adeguata in una filiera istituzionale corretta, Stato, Enti locali, Regioni, si può davvero riuscire a far cambiare tendenza, seppur collocato in una dimensione internazionale, anche al sistema economico in crisi.
Pertanto ritengo che ci presenteremo con le carte in regola.
Credo, inoltre, che aver messo in relazione la Giunta con i territori sia una cosa molto interessante ed utile.
Ho sempre pensato che le prerogative – lo ha detto poc’anzi il Consigliere Massi, infatti il dibattito per alcuni tratti è stato molto convincente – del Presidente dell’Assemblea legislativa o della Giunta regionale oppure di un Sindaco o di un Presidente di Provincia sono da mantenere intatte rispetto anche alla nomina o alla revoca della squadra di compagine. Però credo che una riforma della legge elettorale anche regionale si potrebbe fare. Certamente ritengo utile trovare anche la presenza di personalità esterne all’Assemblea legislativa su temi specifici, molto tecnici, molto particolari, tuttavia porrei un limite.
Questo l’ho sempre pensato anche quando ho fatto un’esperienza a livello più basso nella Provincia di Pesaro Urbino, cioè di quando ci si rendeva conto che un ruolo, una funzione, il lavoro di una Giunta, che molte volte non può neanche votare gli atti che produce, molto spesso poteva diventare un limite.
Quindi la possibilità in futuro di vedere una presenza di esperti particolari in Giunta credo possa essere un elemento importante ma certamente in un numero indicato prima, magari più ridotto. Comunque tale questione possiamo portare ad un dibattito successivo.
La ricerca costante e continua di rafforzare la coalizione, di rafforzare il centro-sinistra non è in sé un fatto che serve a quest’Aula ma serve alle Marche.
Noi siamo convinti che in questi anni questo centro-sinistra abbia realizzato un buon governo e questo lo verificheremo nel 2010 al di là delle tendenze che segnano i sondaggi. Ed ovviamente per fare in modo che il centro-sinistra abbia la sua forza e possa essere rappresentato ci sono anche quei passaggi che a volte costano sacrifici e la difficoltà di trovare equilibri e quadri anche molto complicati.
Ultime due questioni. La prima è che in certi casi la politica deve riprendere un ruolo più alto e deve essere in grado di segnare il cammino, indicare, proporre e continuare a farlo. In una situazione difficile come quella che stiamo vivendo il ruolo delle istituzioni e della politica in primo luogo deve tornare a dare un contributo di alto spessore.
In parte questa mattina l’Assemblea legislativa era partita bene rispetto ad una comunicazione del Presidente che ha proposto la modifica della sua Giunta, che è una prerogativa sua e che quindi poteva anche evitare di fare. Tuttavia il taglio sia dell’intervento del Presidente che dell’Assemblea ha dato la possibilità di approfondire sul piano politico alcune questioni che sono al centro del dibattito nazionale proprio perché sono di grande rilievo, quale la crisi economica più in generale.
L’ultima questione è per rispondere al Consigliere Giannotti. Innanzitutto credo che sulla Valmarecchia il Parlamento dovrebbe decidere in fretta, ce lo aspettiamo tutti. La Regione Marche qualche anno fa ha fatto il suo lavoro votando una risoluzione; ovviamente il centro-sinistra non voterà il distacco della Valmarecchia, per cui il Parlamento deve fare una scelta. Sceglierà o no di staccare un pezzo delle Marche? Spero e confido che vada in analogia con quanto abbiamo fatto noi, con quanto io ho fatto in questa Assemblea legislativa che ho cercato il più possibile di fare in modo che la secessione non ci sia. Comunque vedremo chi voterà in Parlamento per la secessione, ma l’importante è che decida in fretta e si assuma questa responsabilità.
Il Consigliere Giannotti non può non rendersi conto che oggi la regione Marche è una comunità molto uniforme e che ha cominciato a crescere e continuerà a farlo in maniera organica, nel senso che si troveranno risposte adeguate anche per il nord di questa regione, la provincia di Pesaro Urbino.
Lei, Consigliere Giannotti, ha citato in maniera del tutto fuori luogo e sbagliata la sanità, perché è invece da questo settore strategico che si può cogliere come la provincia di Pesaro Urbino, se darà una mano anche lei, potrà trovare risposte diverse dal passato. Quindi è evidente che la sua campagna elettorale si dovrà scontrare con dati di fatto oggettivi che non si potranno controbattere.
In questi tre anni e mezzo di esperienza regionale ho colto nel lavoro della Giunta un’inversione di tendenza talmente forte al punto che oggi possiamo dire che i territori delle Marche stanno crescendo per la prima volta tutti insieme.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Vorrei in primis ringraziare i Consiglieri di opposizione presenti a questo dibattito, perché per come era stata proposta la cosa non era abbastanza seria, invece tutti con un grande senso di responsabilità hanno accettato di interloquire e di portare il proprio contributo.
Perché ho detto che la cosa non era abbastanza seria? Questo avvicendamento -forse è stato sottolineato anche da qualche membro della maggioranza -, che significa certamente crisi di un modello organizzativo di gestione del potere regionale e proposta di un modello sostitutivo, è stato presentato, come sempre sotto tono, in estate e poi nel periodo di ripensamento natalizio – per lo meno per noi cristiani è così – di ricarica morale e intellettuale per poter proseguire la propria iniziativa.
Noi avevamo proposto – il rispetto dell’opposizione in questo caso, Presidente, non c’è stato – che questa discussione avvenisse in un momento più adeguato, cioè quando la comunità marchigiana sarebbe stata più attenta. E questo perché immaginavamo che lei, Presidente, oltre a presentare questa nuova squadra ci avrebbe presentato anche il cambiamento di una strategia.
Ma nelle sue parole di oggi non abbiamo colto questa incombenza, questa necessità, lei non sente di dover modificare nulla del programma. Ed io parlo anche del bilancio che ultimamente abbiamo approvato e che segna l’ultima fase della sua legislatura, almeno per quello che possiamo capire.
Lei certamente ha dei buoni consulenti in termini di immagine, penso che abbia un selezionatore di sondaggi, ovvero uno che ogni giorno decide quali sono i sondaggi da far uscire e quali quelli da non far vedere.
Sappiamo delle grandi difficoltà che ci sono nel nostro sistema, siamo indietro per molti altri aspetti, Il Sole 24 Ore – che bisognerebbe leggere sempre e non solo quando riporta notizie che fanno comodo – ci mette in allarme, siamo nel centro Italia la regione che accumula una diminuzione della forza lavoro e del numero degli occupati e dove aumenta a dismisura il tasso di disoccupazione.
Probabilmente questi temi sono aggiuntivi rispetto all’esame di una strategia che la vecchia Giunta aveva fatto, e a mio avviso il cambiamento di composizione, ripeto, doveva portare anche ad un cambiamento di strategia.
Avevamo pensato di intervenire in questa Assemblea dicendo cosa ci sembrava non corretto e quali erano i punti di forza e di debolezza di questa sua strategia, purtroppo però non abbiamo visto punti di forza, se non quello di aumentare il numero dei partiti che entrano nella coalizione di Governo; un po’ come quella di prodiana memoria dove otto-nove partiti facevano parte della maggioranza e poi governavano.
E’ da questo che nasce, secondo me, la vostra debolezza, cioè quella di non avere un programma strategico, ma di avere tante mediazioni che nel momento che stiamo attraversando non sono funzionali.
Da parte dell’opposizione normalmente si parla bene degli Assessori quando non ci sono più, però, facendo un esame di ciò che è avvenuto in Aula in questi tre anni e mezzo, ho verificato che noi dell’opposizione abbiamo votato quasi tutti gli atti proposti da Giaccaglia. Con lui avevamo anche un dialogo aperto – come credo anche tutta la comunità marchigiana – nella constatazione del fallimento del Pear, quindi una discussione aperta per trovare una strategia per rilanciarlo. Avevamo condiviso un progetto di internazionalizzazione nuovo, infatti anche con un nostro contributo avevamo lavorato al Por apportando delle modifiche per votare questo strumento di programmazione.
Ricordo, inoltre, anche altri passaggi positivi che abbiamo condiviso con l’Assessore Ascoli, per esempio quello di un nuovo modello di formazione professionale che doveva far strada in questa regione, ovvero non fare più la formazione per i formatori come era avvenuto sino ad oggi.
Anche sul Fondo sociale europeo, seppur non attuato, furono recepiti alcuni nostri emendamenti che andavano in questa direzione.
Abbiamo condiviso anche il fatto che il dimensionamento scolastico non dovesse essere più di favoritismo politico come avvenuto fino a poco tempo fa.
Abbiamo condiviso alcune di queste strategie e quindi riteniamo che la sostituzione di queste persone sia anche un cambiamento del programma, ovvero di quella strada che si stava avviando e che recepiva ciò che propone la società marchigiana; infatti noi dell’opposizione stiamo qui per proporre quello che ci viene sollecitato dalla società marchigiana. Quindi questo cambiamento lo ritengo un errore.
Certamente non dubito che i nuovi Assessori potranno continuare e addirittura rafforzare questa strategia, infatti ancora stiamo aspettando, Presidente Spacca, che si apra quella collaborazione che lei a volte ha paventato – ma solamente in determinate occasioni speciali come il bilancio –, ovvero quella con l’apporto dell’opposizione per alcuni temi strategici di questa Regione. Però a tre anni e mezzo da questa promessa non possiamo apprezzare nessuna apertura, ma non stiamo neanche a pietire è soltanto per andare in contro ad una situazione di difficoltà e per paragonare il nostro atteggiamento a quanto sta avvenendo a livello nazionale.
Il governo nazionale guidato dal Presidente Berlusconi sta realizzando e trainando anche la sua immagine, Presidente Spacca, nel senso che l’azione poderosa e strategica del governo nazionale fa sì che tutti i governi, qualora non facciano delle scemate incredibili, vengano tenuti nella dovuta considerazione dalla popolazione, in quanto stiamo affrontando una crisi enorme e percepita ma che certamente viene affrontata bene.
Probabilmente quello che viene percepito non è la grandezza del governatore Spacca ma la grandezza del Governo nazionale, ovvero di un governo che sta lavorando bene; infatti Berlusconi ha il 72% di gradimento e dunque non mi meraviglia che Spacca ne abbia il 63%, e anche se noi abbiamo sondaggi politici che dicono il contrario ci fa comunque piacere.
Quindi cercheremo di consolidare tali sondaggi attraverso risultati futuri, però non vogliamo vincere a tavolino ma sicuramente confrontarci nella sede politica che verrà.
Concludo dicendo che non siamo soddisfatti, Presidente Spacca, del modo con cui ci ha presentato questa crisi, non siamo soddisfatti neppure di come è stata affrontata metodologicamente. Nel senso che non c’è nessuna strategia, non c’è nessun progetto alternativo diverso o modificativo. In quello che lei sta facendo, Presidente, non c’è nessuna maggiore condivisione richiesta alla società marchigiana, c’è solo una pratica di equilibrismo politico che tenta di tenere a unità questa grande variabilità di posizioni e di strategie della sua maggioranza.
Noi siamo qui, Presidente, per dare un contributo positivo, lo facciamo anche recependo alcune perifrasi che lei ha detto. Infatti abbiamo proposto con forza la rimodulazione del FAS, abbiamo proposto con forza la rimodulazione del POR e del Fondo sociale europeo.
Lei questa mattina ci ha dato ragione e questo ci fa piacere, ma dovremmo vedere come, infatti questo era uno degli aspetti che avremmo gradito sentire nella seduta odierna.
Probabilmente i marchigiani avrebbero gradito vederci impegnati in un progetto che potesse affrontare ciò che sta avvenendo. Un progetto che io non chiamerei crisi perché è una parola che non dobbiamo più usare, sarebbe meglio dire trasformazione, ovvero una rimodulazione che deve essere accompagnata da un’energica azione politica delle politiche del sociale, delle politiche di sviluppo e di trasformazione industriale della nostra società.
Auguro buon lavoro ai nuovi Assessori indicati dal Presidente e ribadiamo la nostra disponibilità a lavorare soltanto per progetti seri.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Sono d’accordo con quanto ha detto il Consigliere Minardi, cioè che questa discussione è stata utile indipendentemente dal giorno che è stato scelto, ci consente di affrontare con maturità un passaggio certamente difficile in quanto si tratta di una rimodulazione della Giunta regionale.
La proposta affrontata nella maggioranza regionale deriva dalla discussione, avviata nel mese di luglio, sui contenuti del programma amministrativo della Giunta regionale precipitato poi in buona parte nel bilancio dove si è registrata una grande coesione dei gruppi assembleari e dei partiti che compongono la stessa maggioranza e che ora trova compimento politico con l’entrata di un partito. Oggi tutti hanno parlato del PD, esercizio ormai diventato una grande palestra per tutti, invece io vorrei sottolineare il fatto che oggi nella Giunta si compie l’entrata del Partito Socialista. Un’entrata che ritengo significativa, indipendentemente dal numero dei Consiglieri regionali, per la storia e per l’importanza che questa forza politica riveste nella maggioranza regionale. Tra l’altro è una richiesta avanzata con ancora più forza e determinazione all’inizio di quella discussione programmatica e politica affrontata nella scorsa estate da una parte significativa e sostanziosa della nostra maggioranza.
Pertanto rivendico una posizione di responsabilità e di generosità del Partito Democratico, il più grande partito della coalizione. Nell’atteggiamento che ha tenuto c’è un grande senso di responsabilità rispetto agli interessi innanzitutto delle Marche e poi dell’efficacia del governo regionale, inoltre c’è un senso di generosità nei confronti di un equilibrio di coalizione che ci consente di affrontare il prossimo anno, definito da molti come l’anno horribilis, l’anno difficile e complicato che dovremo vivere.
Non credo che l’Assemblea legislativa delle Marche e il Governo regionale delle Marche possano essere risolutori di una crisi mondiale di così grande importanza, però la stabilità e il senso delle istituzioni possono essere un pezzo importante per contribuire a dare soluzione ai grandi problemi che abbiamo di fronte, e in ogni caso a rendere utile la nostra permanenza nell’Assemblea legislativa e nell’esercizio del governo, che non è esercizio di potere ma di governo.
Il Partito Democratico non esercita il potere tanto per farlo, ma esercita il governo perché vuole affrontare e risolvere, insieme alle forze che governano questa Regione, i problemi dei cittadini.
Ci tengo a dire questo in quanto respingo le illazioni, un po’ da Novella 2000 o da gossip, avanzate da qualche Consigliere che riguardano le preoccupazioni sottese alla modifica della Giunta regionale. Una modifica che non ha niente a che vedere con gli equilibri di altre Amministrazioni, non ha niente a che vedere con le vicende qui richiamate dell’Amministrazione comunale di Ancona.
Il Partito Democratico esprime una forte fiducia nell’azione e nella correttezza della Magistratura, come esprime una fiducia forte in tutti i suoi amministratori e amministratrici, una fiducia fino all’ultimo Consigliere.
Questi amministratori e amministratrici fanno un lavoro delicato ed importante per le Marche, quindi noi come Partito Democratico è a loro che affidiamo la nostra storia, il nostro nome e i nostri valori, dunque saremo altrettanti rigorosi con chi questa fiducia la vìola o non la onora.
Ritengo che questo debba essere il comportamento di un partito che vuole affrontare le garanzie e le questioni personali con correttezza, serietà e trasparenza.
Peraltro io non ero tra chi nel 1992 brindava quando le persone venivano incarcerate, e non brindavo neppure quando venivano incarcerate per atti compiuti contro i cittadini e gli enti che dovevano rappresentare. Non è mio costume farlo, non l’ho mai fatto, e dunque ritengo sia un atteggiamento che in politica debba essere il più diffuso possibile.
Nel prossimo periodo, come ha detto prima il Consigliere Capponi, dovremo affrontare una trasformazione, ma credo che le cose bisogna chiamarle con il loro vero nome così saremo anche in grado di affrontarle. E’ un po’ la teoria che ho sentito dire dal Presidente del Consiglio, cioè si dice di spendere per evitare che la crisi ci colpisca ma per spendere bisogna avere i soldi, quindi se crisi c’è bisogna chiamarla crisi e non trasformazione. Pertanto questo deve essere un momento dove il Governo regionale, i partiti che lo sostengono e anche i partiti che rappresentano le opposizioni, dovranno assumere responsabilmente una funzione più alta e produttiva di quanto fatto finora, ovviamente ognuno nelle nostre funzioni, ognuno nel ruolo che i cittadini ci hanno assegnato.
Credo che molti di noi abbiano visto quell’imprenditore piangere alla trasmissione Ballarò, penso che egli con quel pianto riservato quasi a vergognarsi di quell’espressione di personale difficoltà, rappresenti un po’ tutte le Marche. Io so bene, perché sono figlia di artigiani, che cosa significa non dormire la notte quando le banche non danno il fido, quando le ricevute bancarie tornano indietro insolute, oppure quando si lavora venti ore al giorno e magari si rinuncia alle ferie, alla cena fuori, quando si mette in ballo la propria vita, la propria casa, il proprio nome, la storia della propria famiglia. Dunque credo che quell’imprenditore abbia rappresentato gli imprenditori e i lavoratori delle aziende delle Marche che oggi sono in grande difficoltà.
Prima il Presidente Spacca ci ha illustrato alcuni dati e certamente in un momento di difficoltà dove gli altri stanno male il fatto che noi andiamo un po’ meglio non ci consola, ma credo sia significativo in quanto dimostra che abbiamo degli strumenti che ci consentono di reagire meglio e più di altri alle difficoltà che abbiamo di fronte.
Dunque le Istituzioni devono dimostrare ai propri cittadini questo senso di responsabilità. E credo che questo sia anche il significato – e nella discussione di oggi l’ho riscontrato anche nelle posizioni che non ho condiviso – che il Presidente della Giunta vuole dare con questa modifica del governo regionale. Inoltre ciò significa responsabilizzare anche l’Assemblea legislativa, valorizzare il ruolo degli eletti, di coloro che i cittadini hanno scelto affinché venissero rappresentati in questa sede.
Questa maggioranza ancora una volta nel momento del bilancio – ha ragione il Consigliere Minardi – ha dimostrato una grande coesione
Dunque valorizzare chi viene eletto, utilizzare le maggiori competenze che si hanno a disposizione è l’espressione vera ed alta della politica. Concordo con il nostro Capogruppo quando dice che forse dovremmo affrontare anche il tema di una riforma della legge elettorale che tenga conto sia di questi aspetti che di altri.
Questo è un momento importante per il Partito Democratico. Qui si è parlato dei DS, della Margherita, dei prodiani dentro la Margherita, dei popolari, ognuno di noi ha una storia e una cultura, e il Partito Democratico nasce per crearne una nuova. Per cui le appartenenze del passato, importanti per la nostra storia, non possono essere usate come una clava né internamente né esternamente per la politica attuale. La funzione che oggi abbiamo è quella di rendere effettivamente vero e reale il cambiamento che il Partito Democratico ha voluto introdurre nella politica italiana, tanto che il PDL nasce proprio perché nasce il PD.
Questo è il significato di un passo nuovo, di una responsabilità nuova che il Partito Democratico assume complessivamente, e ciò è scaturito anche dalle parole che prima ha espresso la Consigliera Benatti.
Infine vorrei esprimere un ringraziamento e un pensiero sincero e non rituale – chi mi conosce sa che non sono una persona che fa ragionamenti o complimenti se non li pensa davvero – agli Assessori che vengono sostituiti, Giaccaglia, Pistelli e Ascoli. Essi con il loro lavoro hanno contribuito a produrre i benefici, i vantaggi e le soluzioni positive attuate dal governo regionale in questi anni, hanno lavorato nell’interesse delle Marche.
Inoltre voglio esprimere un ringraziamento e un augurio di buon lavoro agli Assessori che entrano in un momento complicato per la vita della nostra regione ed entrano a poco più di un anno dalla fine della legislatura. Hanno di fronte un impegno importante, ovvero quello di rendere ancora più produttivo il lavoro del governo regionale. A loro va tutto l’appoggio del mio partito e va quel contributo che sapremo dare qui in Assemblea legislativa affinché i problemi vengano risolti con efficacia ed immediatezza.
E’ vero che non si deve discutere solo della politica del fare in quanto dovremmo discutere anche di quello che intendiamo prevedere per la nostra regione.
Credo che il senso di responsabilità, che oggi ho riscontrato anche in alcuni interventi dell’opposizione, e questo nuovo passo potrà consentire di dare ai cittadini quella sensazione che seppure nelle difficoltà che oggi viviamo ci sia un governo regionale e delle Istituzioni all’altezza delle aspettative e dei bisogni della nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. La scelta della data del 29 dicembre dà pienamente ragione alle manifestazioni che fece il Consigliere Minardi nel mese di settembre quando per la sua sostituzione in Giunta non era stata indetta l’Assemblea legislativa. Quindi penso che quello che è stato fatto in precedenza sia scorretto.
Questa è la terza legislatura che sono in questa Assemblea legislativa quindi posso dire che il Presidente Spacca ha fatto sì un intervento intelligente ma non ci ha riferito del perché ha fatto questo cambio di Giunta.
Lei, Presidente, ci ha detto che questo Governo vuole lavorare con il territorio, ed è senz’altro giusto, però si accorge solo dopo quattro anni che manca il territorio?! In questi quattro anni, Presidente, chi ha governato?! Ha governato una maggioranza senza territorio! Io condivido le scelte fatte degli Assessori per il territorio, ma questi Consiglieri vi servono solo ora ad un anno prima delle elezioni?! Quindi è perché ad un anno dalle elezioni servono Consiglieri che portano consensi. Infatti non dobbiamo sottovalutare i consensi che portano Badiali, Rocchi e Benatti.
Dunque il Presidente Spacca si è ricordato soltanto ad un anno dalle elezioni rischiando così un blocco amministrativo, in quanto il passaggio da un Assessore ad un altro significa anche ritardare i tempi per le esigenze delle attività economiche.
Il Presidente, inoltre, ha fatto una relazione di ottimismo e trionfalismo quando invece abbiamo una realtà, come ha detto il Consigliere Brandoni, di forte crisi. Nessuno ha il coraggio di dire la verità sul fatto che oggi ci troviamo veramente in un momento di forte difficoltà. Soprattutto nella provincia di Ancona ci sono dei territori che si trovano in una situazione molto grave per il fatto che vi operano industrie di una certa rilevanza; addirittura oggi si sostituisce l’Assessore all’industria, quindi si devono ricominciare da capo le iniziative già prese per questo territorio rischiando così di rallentare ulteriormente i tempi.
Quindi è una situazione veramente preoccupante perché la crisi, come ha detto anche la Consigliera Giannini, oltre a coinvolgere le grandi aziende tocca anche tanti artigiani e tanti lavoratori che anch’essi hanno gravissime difficoltà perché magari si ritrovano con ricevute bancarie che ritornano indietro oppure, ancora peggio, che devono scontare quelle fatture che non vengono pagate dalle aziende.
Questi sono i problemi reali dei cittadini marchigiani.
Il Presidente Spacca ci ha detto che dai dati del Il Sole 24 ore risulta che la Regione Marche va bene, però se questa regione va bene non è merito dell’Amministrazione regionale ma è merito dei lavoratori, è merito di quelle imprese a conduzione familiare che hanno portato l’economia marchigiana a questi livelli. Quindi il merito della situazione economica non è né maggioranza né dell’opposizione ma solo dei grandi lavoratori marchigiani.
Pertanto il discorso trionfalistico fatto dal Presidente Spacca che ci dice che va tutto bene non può essere fatto. Io al suo posto avrei ammesso che sono stati fatti degli errori e che allora bisognava cambiare qualcosa. Quindi non è possibile dire, ripeto, che va tutto bene quando poi si cambiano tre Assessori ad un anno dalle elezioni. Per cui qualcosa non ha funzionato anche perché fino a dieci giorni fa avete votato un bilancio con una maggioranza compatta.
Comunque do atto al Presidente Spacca di aver fatto una cosa giusta, cioè di aver messo all’angolo un partito importante, un partito come quello che rappresenta a livello nazionale, ovvero l’Italia dei Valori. Mi complimento con lui perché ha capito com’è la situazione. Penso che tante Regioni e pure il livello nazionale dovrebbero prendere esempio dal Presidente Spacca per la scelta che ha fatto nei confronti dell’Italia dei Valori, ovvero quel partito che sta cercando di denigrare tutti e persino i suoi alleati.
Per quanto riguarda i sondaggi il Presidente Spacca ci ha parlato di quelli che danno il 63% a favore di questa maggioranza, mentre noi abbiamo dei sondaggi che diversamente dicono che il PDL supera il 50%. Peraltro, Presidente Spacca, i sondaggi non si possono far fare da un responsabile o da un dipendente oppure da chi ha un incarico avuto dalla Regione Marche o addirittura di qualcuno che viene pagato. E’ come gli articoli sulla carta stampata, finché si pagano ovviamente si parlerà bene.
La stessa cosa, quindi, dovrebbe essere per i sondaggi. Peraltro quelli veri bisogna vederli alla fine. Senz’altro il Presidente Spacca ha fatto questo cambiamento perché i sondaggi non sono quelli che ha riportato pubblicamente ma quelli che lui riservatamente ha nelle sue tasche, che sono quindi risultati diversi che gli hanno imposto velocemente un cambio di rotta.
Altra cosa che non riusciamo a capire è come si fa a mantenere lo stesso programma amministrativo quando si cambiano sei Assessori. Allora precedentemente sono stati fatti sempre degli errori, altrimenti non è possibile che uno stesso programma amministrativo possa essere portato avanti con la stessa forma da tutti.
Voglio infine riferirmi al Pear. L’Assessore Giaccaglia stava portando avanti tutto un discorso nuovo sull’energia per cercare di svilupparne a livello territoriale la produzione. Ora non capisco se Giaccaglia è stato esonerato dall’incarico per il problema Api, oppure se c’è un problema di contrasto in Giunta con l’Assessore Amagliani; infatti avevano un Assessore propenso a certe iniziative a favore delle centrali mentre un altro era contrario. Presidente Spacca, bisogna avere il coraggio di dire se le centrali si fanno o non si fanno, e bisogna dirlo chiaramente, non che una volta si dice sì e poi successivamente si dice no, una volta si dice vedremo, oppure una volta decide Roma e un’altra volta decide la Regione.
Concludo formulando un caloroso augurio di buon lavoro ai tre Consiglieri che entrano in Giunta perché sicuramente sono rappresentativi del territorio e sono anche certo che svolgeranno bene il loro lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In quest’Aula non intervengo molte volte ma vorrei cogliere questa occasione per alcune riflessioni. Prendo spunto da alcune cose dette dal Consigliere Brini sulla mia persona e sulla mia presunta mitezza, ha detto che l’Assessore Amagliani è l’ultimo rimasto della Giunta D’Ambrosio e che negli anni è diventato più mite, più tranquillo, più sereno.
Certamente gli anni passano per tutti e probabilmente portano anche ad una grande saggezza, si riescono a vedere le cose forse con più distacco e disincanto, ma credo di poter dire che in me nulla si è modificato nell’atteggiamento politico amministrativo. Probabilmente lo ho esternato con modi diversi ma ho avuto la possibilità – di questo ringrazio sia l’ex Presidente D’Ambrosio che l’attuale Presidente Spacca – di seguire grandi questioni e le ho seguite come ho saputo farlo.
Vorrei ricordare a tutti e anche alla stampa e ai mezzi mediatici che alle volte sono un po’ disattenti, che io ho avuto la possibilità di seguire la questione riguardante – ero appena Assessore e in qualche modo l’ho voluto – il rinnovo della concessione alla raffineria Api di Falconara Marittima, ponendo quei paletti ad una concessione che nulla poteva bloccare, che era già scritta nelle cose, il capo dipartimento non poteva che controfirmare visti tutti i pareri positivi dei Ministeri competenti. Ho voluto mettere qualche paletto in più che potesse fissare ancor meglio quel concetto di sicurezza sia interna che esterna alla raffineria. Ci siamo riusciti, non ci siamo riusciti, non lo so, molte cose ci sono ancora da fare, ma questo è stato.
La questione Quadrilatero, mi ricordo che era il luglio 2003, l’attuale Presidente Spacca, l’ex Presidente D’Ambrosio ed io incontrammo Lunardi e Baldassarri a Roma e ci presentarono per la prima volta il progetto Quadrilatero Spa, e sul fatto che la congruenza delle strade che si incontrano e formano il quadrilatero si dovesse fare eravamo tutti d’accordo. Mi ricordo che per questo ci incontrammo e ci confrontammo ma alla fine prevalse non l’estremismo ma quel buonsenso che ci portò ad inviare una lettera finale che riportava allo Stato italiano – allora governato dal centro-destra – tre grandi questioni, il rispetto dell’autonomia degli enti locali, la certezza dei finanziamenti e ove questi non ci fossero stati arrivare al punto che fosse lo Stato centrale a garantirli.
Poi c’è l’altra grande questione che qui è stata citata – per questo prendo la parola, diverse volte infatti è stato fatto il mio nome, dal Consigliere Massi, dal Consigliere Brini ed ora per ultimo dal Consigliere Cesaroni – del Piano energetico ambientale regionale.
Per tutti noi l’esperienza amministrativa finirà, a me è rimasto poco, ma vorrei essere ricordato per il Piano energetico ambientale regionale del quale si è tanto parlato, tanto sparlato e si continua a parlare non conoscendone né i fatti, né gli antefatti, né i risultati. Però su una cosa vorrei fare un momento di chiarezza – e non lo dico perché siamo alla sostituzione del mio collega Giaccaglia, che saluto con calore così come caloroso è sempre stato il nostro rapporto – cioè che la presunta o presupposta divisione tra me e Giaccaglia è stato più un fatto mediatico che un fatto reale.
Allora probabilmente la stampa è un po’ disattenta quindi colgo proprio questa occasione per dire che alcuni giorni fa in quel di Falconara ho presentato l’indagine epidemiologica fatta su quella città e sui territori circostanti, ebbene a fronte di quella presentazione la Rai delle Marche su tale questione non è riuscita a farmi dire una sola parola al suo microfono. Una questione che il sottoscritto ha voluto, ha portato avanti, ha presentato. Ho contattato telefonicamente il caporedattore delle Marche, dott.ssa Sodano, che mi ha detto “ma, insomma, in base all’osservatorio di Pavia i politici parlano troppo”. Per cui siamo al famoso pollo di Trilussa, c’è chi parla quattro volte e chi non parla mai.
Ma anche questa è una legge della democrazia anche se un po’ zoppa in quanto non mette tutti nelle stesse condizioni di far sapere.
Faccio un altro esempio. Il Sindaco di Falconara a fronte di un dato che dice che esistono qualitativamente elementi di rischio ma quantitativamente ancora non riusciamo a identificarli fino in fondo per cui c’è la necessità di un ulteriore approfondimento dell’indagine, e il centro tumori di Milano che ha seguito questa indagine ha detto addirittura che l’avrebbe finanziata, si permette di dire che quel dato è irrealistico perché il 50% non ha risposto. Pensare, invece, che è un dato fornito dal Centro tumori di Milano, il maggior centro d’Italia, un centro riconosciuto in tutta Europa e forse anche un po’ più in là. Ebbene il giorno dopo mando un comunicato a tutta la stampa locale, lo mando alla Rai, ma di questo comunicato non c’è traccia, forse avrei dovuto fare un manifesto!
Tutto questo per dire, cari colleghi, che in tutti questi anni è più ciò che si è fatto percepire attraverso una falsa informazione che quello che c’è stato, perché sul Pear la questione è chiusa e l’abbiamo chiusa a luglio, Consigliere Massi, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!
Questa maggioranza si è incontrata e in quel momento ha detto che cosa ne pensava, ha detto cosa pensava nel corso degli anni in cui il Pear è stato vigente, ha presentato i risultati di questo piano energetico e ha detto chiaro e tondo che si era raggiunta una sintesi all’interno della maggioranza che ci ha portato a dire “confermiamo la filosofia di questo piano energetico ambientale regionale con alcuni aggiustamenti che si rendono necessari”. Punto! Non c’era una questione tra me e Giaccaglia. Certo, veniamo da culture diverse, ma chi lo nega! Chi nega che Giaccaglia ed io veniamo da culture diverse!
La politica alta a cui molti si sono riferiti è o no la ricerca di quel consenso necessario per fare in modo che una maggioranza composita qual è la nostra trovi un punto alto di sintesi?!
Per me sobrietà e morigeratezza della politica significa no alla politica urlata, significa no alla demagogia e al populismo. Questa è la morigeratezza di quest’Aula e, consentitemi, di questa Assemblea legislativa delle Marche. Un’Assemblea, peraltro, che anche sotto il profilo dei suoi costi – perché è vero che c’è un costo minore come qui è stato sollevato – credo non debba dimostrare alcunché, perché questa Assemblea legislativa delle Marche è la più morigerata d’Italia insieme a quella dell’Umbria. Quindi non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, dobbiamo dire le cose per come effettivamente sono.
Ho voluto cogliere questa occasione per dire che gli atti e i fatti su cui dovremmo essere giudicati sono esattamente questi e non altri.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. E’ stato detto quasi tutto quindi sarò breve davvero, anche perché il Presidente Spacca mi ha intimato di esserlo, diversamente sarebbe fare una super replica.
Nonostante che l’occasione per la minoranza sia succulenta, infatti non è di tutti i giorni un rimpasto – e già lo stesso termine di “rimpasto” nella passata legislatura mi sembra fu Prodi che disse di non usarlo più, voi invece ne avete abusato; il termine evoca prassi da prima Repubblica, si dovrebbe invece chiamare verifica, confronto, quindi voi addirittura siete stati più genuini dello stesso Prodi –, siamo stati responsabilmente civili ed abbiamo evitato speculazioni e strumentalizzazioni di ogni tipo, questo perché il momento è serio e grave.
Sicuramente di questa seduta i marchigiani non se ne occuperanno e di sicuro non apporterà nulla ai problemi delle Marche, ma nonostante questo, proprio nel rispetto di quello che stiamo passando, cerchiamo di contenere la nostra euforia di minoranza di fronte a quello che si è consumato.
Ma non posso non dire come mi siano suonate strane (ma fino ad un certo punto) le parole del Consigliere Brandoni che ha detto che questo è un momento importante che indica un passaggio politico significativo. Più onesto, invece, è stato il discorso del Consigliere Procaccini. Però quelli che erano i rivoluzionari di una volta prima avrebbero definito questo rimpasto “balletto da prima Repubblica”, “puro balletto di poltrone”. Qui infatti non si parla né di deleghe né di competenze, ma viene definito comunque importante, quando invece non è programmatico, non è nulla, è solo qualcosa, come è stato sottolineato, consono e funzionale al Presidente Spacca.
Concordo sicuramente sul fatto, invece, che è un rafforzamento, si dà più peso. Ogni volta si mettono dentro dei partiti, qui ad esempio – è anche per questo che penso a Prodi che aveva messo dentro tutti i referenti dei partiti, però non gli portò bene – ci sono ex segretari regionali. Insomma diciamo che la Margherita la fa da padrona in quanto è sicuramente più che rappresentata.
Queste operazioni sono blindature, sono segni di debolezza, certo, sono anche segni inequivocabili di rafforzamento, sicuramente sarete più forti perché le segreterie e i territori lavoreranno magari di più, ma questo porta a delle conseguenze, o meglio, svela delle contraddizioni insite. Perché se ora vi trovate così di sicuro fino ad oggi questa Giunta è stata debole, di sicuro questa Giunta con il ricorso agli esterni non ha brillato né per particolari competenze né per particolari indirizzi e sterzate. Peraltro è così che in un guizzo di autonomia credo voleva fare il Presidente Spacca.
Su questo apro e chiudo una parentesi. Ascolto sempre con attenzione le parole del Consigliere Minardi che in un certo senso si è anche quasi proposto di poter accogliere la presidenza della Commissione regolamento che rimane vacante per il nuovo incarico della Consigliera Benatti. Lui ha ben seguito i lavori ai tempi dello Statuto, ci ha parlato della legge elettorale e di altre cose sulle Commissioni. Certo, è vero che presidenzialismo vuol dire concertazione, è vero che non significa absolutus, disciolto da tutti, ma è anche vero che se qualcosa significa allora avrebbe dovuto significare sciolto dai condizionamenti dei partiti e dai condizionamenti più bassi delle segreterie. Qui invece abbiamo avuto il dictact delle segreterie.
Quindi credo che è in questo che forse il Presidente Spacca ha subìto tale momento, perché è comunque uomo del fare, è uomo di formazione aziendale moderna, e non ritengo – lo si vede dalla sua faccia – che sprizzi felicità, è contrariato da quello che ha dovuto fare. E’ dunque in questo senso, ripeto, che la legge elettorale dovrebbe consentire più libertà e più decisionismo e meno resa dei conti nei confronti dei partiti.
Si è voluto condire il tutto con i sondaggi. Di sicuro i sondaggi una cosa l’hanno indicata, excusatio non petita, accusatio manifesta, fatto di averli posti pubblicamente quasi a scudo di questa manovra indica quanta incertezza e quanta debolezza sottende ad essa.
Io non credo che ognuno debba avere i suoi sondaggi, e voglio andare anche oltre, so che oltre ai sondaggi svelati – ammesso che siano veri, perché o sono tutti falsi o sono tutti veri – la stessa società e lo stesso funzionario ne ha svolti altri che invece vi mettono in grande affanno alle prossime provinciali. Quindi forse è per questo che vi siete ulteriormente blindati. Addirittura mettono al primo turno la Provincia di Fermo al centro-destra e le altre in volo contro il centro-sinistra, vi rimane probabilmente Pesaro, mi dispiace per il Consigliere D’Anna, però anche lì è tutto da vedere.
Pertanto se ci limitiamo a vedere soltanto questi ultimi sondaggi, che pure i suoi hanno fatto, Presidente, perché tutti li abbiamo visti, li abbiamo letti, tutti ne parlano, essi sembrano davvero sondaggi di regime.
Penso che in primavera si giocherà il 63% alle prossime provinciali e da lì vedremo come si andrà per le prossime regionali.
Concludo dicendo che è grave, a mio avviso, che non si sia parlato di deleghe, e ciò svela quanto non sia legato alle competenze e io dico neanche ai territori – mi permetto di fare una sottolineatura, non vedo Assessori maceratesi in questo riequilibrio e sicuramente Ancona è quella che la fa da padrona –, cioè il fatto che non siano state date le deleghe preoccupa perché fa capire quanto secondaria sia l’attenzione alle competenze di ognuno.
Da un altro punto di vista, però, questo mi consente di esprimere dei desiderata e di fare degli auspici. Auspico che l’Assessore Petrini prenda finalmente una delega importante come quella del lavoro e dell’industria. E faccio i desiderata in base alle competenze. (...) Ma voi volete la collaborazione e non essere attaccati quando vi fa comodo! Esprimo i miei desiderata in base a quelle che ritengo siano le competenze.
Siccome le aspettative della mia zona sono queste – lo dico perché Petrini ha già sicuramente raccolto l’eredità di Agostini – allora auspico che l’unica donna in Giunta non abbia la delega – che a mio avviso se fosse solo questa sarebbe avvilente di per sé – delle pari opportunità, quindi mi auguro che ci sia una valorizzazione della Consigliera Benatti.
Anch’io saluto gli Assessori entranti perché li rispetto tutti ed in particolare sono contenta che rimanga una presenza femminile e qualificata come quella della Benatti. Però auspico anche che non ci sia la mortificazione di qualche uscente, ad esempio l’Assessore Ascoli ha sicuramente svolto con professionalità e competenza il suo ruolo nella scuola, perché così è stato e così quasi a tratti tutti abbiamo vissuto la sua figura come l’anti Gelmini o l’anti Moratti.
Quindi che non ci siano le mortificazioni dei cosiddetti contentini successivi e che davvero il mercimonio delle cariche successive non ci faccia ricredere sulla parvenza di serietà che vogliamo ancora attribuire a questo rimpasto.
Come pure mi auguro che la competenza di Rocchi, già Assessore al turismo, non venga dispersa e che Rocchi possa rivestire questa delega e non per toglierla a Solazzi.
Tanto va detto per dimostrarvi quanto abbiamo buona volontà di credere nel rispetto delle competenze, delle professionalità e delle territorialità che mi pare anche il Presidente Spacca abbia evocato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Come il Consigliere Brandoni anch’io voglio riferirmi alla precedente seduta su alcune considerazioni che emersero in occasione della discussione sul bilancio.
In quell’occasione ho ascoltato giuste parole di ansietà e di preoccupazioni e delle ponderate riflessioni per quanto riguarda la crisi economica e finanziaria. Una crisi che impone una politica di rigore, una politica di austerità ma sempre collegata, secondo me, dal varo di leggi sistema. Nello stesso tempo anche dalla consapevolezza che ad un certo momento non possiamo più andare avanti, come capita per esempio molte volte a livello nazionale, con annunci roboanti oppure con abbozzi di riforme – Galli Della Loggia addirittura parlava di riforme facoltative – oppure di provvedimenti ridotti a performance mediatiche o a spot televisivi.
Ritengo, invece, che vada difesa – mi rifaccio ad un passaggio, ma non so se ancora la memoria mi regge, che ho molto apprezzato dell’Assessore Marcolini –, ovvero, di fronte al rischio di un arretramento del nostro benessere si era parlato delle ragioni del rinsecchimento sociale, va difesa sicuramente la filosofia politica propria a questa maggioranza, quindi va difesa qua, ed è stato ottenuto a livello di welfare, quando è stato ottenuto a livello di servizi sociali e di sanità, perché, se non erro, sono giustamente considerati prerequisiti di una crescita economica armoniosa del territorio.
Nello stesso tempo, però, ritengo che dovremmo evitare comportamenti erratici – scusatemi l’espressione –, in quanto ci troviamo di fronte a settori fortemente penalizzati, feriti, quindi i cittadini hanno bisogno di non essere frastornati ma di avere almeno delle ragionevoli certezze.
Secondo me dovremmo anche avere un’informazione più adeguata e capillare e direi anche saper parlare nuovi linguaggi. Mi sembra che questo sia un paese caratterizzato dalla proliferazione di quelli che io chiamo “i campioni di patafisica”, cioè quelli che fanno credere di sapere o che parlano senza cognizioni.
Quindi come centro-sinistra dobbiamo difendere la nostra visione del futuro della Regione. Anche qui sono d’accordo con l’Assessore Marcolini – lo cito spesso perché lo apprezzo moltissimo –, cioè dell’incontro selettivo e mirato con la minoranza, penso infatti che ciò rientri in quello stile empatico e sobrio di cui ha parlato il Presidente Spacca.
Allo stesso tempo ho apprezzato moltissimo quando si è parlato di maggiori disponibilità politiche e meno doti tecniche. Infatti in una società come la nostra che invecchia in fretta le competenze, come ad esempio la tecnologia, diventano subito obsolete. Quindi direi che ci dovrebbero essere sì competenze ma accompagnate da prospettive d’insieme e anche da un contributo di creatività da offrire a tutta la società.
Ho apprezzato, inoltre, il miglior raccordo con i territori, ovvero questa disponibilità partecipativa con gli enti territoriali. Ritengo sia necessario mettersi in mezzo tra flussi e luoghi, assumendo il territorio come nuovo spazio di azione intermedio e quindi accompagnare le società locali nel metabolizzare culturalmente i cambiamenti. Il nodo fondamentale, secondo me, è fare in modo di costruire una società locale capace di aprirsi al mondo e di agganciarsi al globale.
Una classe politica che non ha legami stabili, che non ha legami simbolici con i propri cittadini non è soltanto un ceto politico autoreferenziale, che manca quindi di rappresentatività, ma è anche il segno di una preoccupante trasformazione oligarchica della rappresentanza democratica.
Non penso che nei confronti di noi socialisti ci sia stato un atto di generosità, sarebbe veramente riduttivo, penso, invece, che ci sia stata una certa attenzione. Probabilmente vivo o veleggio verso le isole dell’utopia, ma secondo me il tempo del socialismo e della socialdemocrazia è tutt’altro che passato. E’ un’ideologia definita, in maniera sbrigativa e spregiativa, ottocentesca ma che, invece, continua a sprigionare impulsi propulsivi, continua a consentire adattamenti avanzati, continua a garantire miglioramenti e ad interagire con un alto senso civico.
L’ultima cosa la vorrei dire sul sondaggio. Per favore, non ne parliamo più! Anche perché il sondaggio, secondo il mio punto di vista, è un meccanismo perfetto per livellare il gusto del pubblico e per produrre conformismo anche a livello di convinzioni politiche, è una macchina in grado di spezzare ogni differenza, di tacitare ogni spirito critico, di cancellare ogni pensiero originale.
Ora mi resta soltanto da augurare buon lavoro ai nuovi Assessori e ringraziare di cuore con stima e riconoscenza, anche se li ho conosciuti per poco tempo, gli Assessori uscenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Vorrei innanzitutto ringraziare personalmente la Vicepresidente Stefania Benatti per il suo intervento, ha saputo indicare nei valori, nei principi e nelle regole la vera azione amministrativa in grado di superare e risolvere i problemi.
Tre rimpasti in quattro anni sono troppi, Presidente. Pur riconoscendo il diritto ad operare la revoca e la sostituzione degli Assessori, è altrettanto evidente che tale operazione non può non contenere un giudizio fortemente negativo nei confronti dei componenti sostituiti.
Un buon Assessore non si cambia ad un anno dalla fine del mandato in quanto tale modo di operare non depone a favore dell’efficienza e della celerità degli interventi sul territorio.
A me sembra, invece, che la necessità di sostituire spesso gli Assessori nasconda una più grave situazione di incapacità generale della stessa Amministrazione.
Abbiamo assistito in questi anni al fallimento, l’uno dopo l’altro, di tutti i piani e i programmi intrapresi. Mi riferisco al clamoroso fallimento del Piano sanitario regionale che puntava su due elementi fondamentali, l’area vasta e l’eliminazione delle liste di attesa; l’area vasta come soggetto dotato di personalità giuridica non è stata mai realizzata e le liste di attesa sono ancora più lunghe di quelle precedenti.
Segue il fallimento nel campo dei trasporti con Aerdorica Spa, ancora oggi in fase di grave recessione nonostante i cospicui finanziamenti regionali. Il fallimento della società Irma, creata per gestire tutto il patrimonio immobiliare della Regione ma che oggi è proprietaria unicamente del Palazzo delle Ferrovie. E così via, come il progetto per il contenimento dei prezzi al consumo, la delega per il Piceno – che cosa hanno prodotto fino ad oggi? –, la riforma della polizia locale è ferma da cinque anni.
Il guaio è che nella Regione Marche chi programma, chi detta linee di indirizzo e di priorità non è l’Assemblea legislativa ma il singolo dirigente di settore.
Il bilancio 2009, infatti, lungi dall’essere un bilancio di previsione per il futuro, è un documento formulato dalla necessità disperata di tappare i buchi e di intervenire sui vecchi ed annosi problemi mai risolti, mediante distribuzione delle risorse a pioggia sul territorio e senza alcuna scelta di priorità.
Non un solo euro è stato stanziato per la società Quadrilatero, non un solo intervento è stato previsto, a breve, per ricondurre ad equità il grave squilibrio esistente tra il nord e il sud delle Marche, sia in termini di servizi (scuola, trasporto, sanità) che in termini di infrastrutture.
Completamente ignorati sono i settori del turismo, della pesca, dell’energia nucleare e della grave disoccupazione giovanile e femminile specie nell’area ascolana.
Mentre da un lato l’Amministrazione Spacca si vanta di perseguire il contenimento della spesa, dall’altro assume senza concorso 1.300 precari solo nel comparto sanità, dimostrando chiaramente di essere più interessata a mantenere in tale settore lo status quo, quello di stipendificio pubblico, piuttosto che interessata alle esigenze dei servizi, cioè ai criteri di merito nelle assunzioni e al rispetto dei diritti dei lavoratori privi di tessere di partito.
La mancanza di ogni forma di partecipazione nella fase della formulazione del bilancio è stata denunciata da tutti i rappresentanti sindacali, dalle associazioni dei settori produttivi e perfino dal CAL.
Mentre tutto introno a noi cambia, Presidente, con una velocità impressionante, l’Amministrazione naviga a vista nella nebbia, ma purtroppo ad infrangersi negli scogli saranno i cittadini marchigiani è l’economia locale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. In alcuni interventi dei Consiglieri di centro-destra si elencano una serie di sfortune che secondo loro dovrebbero capitare a questa Regione, ma non ho sentito né motivazioni e soprattutto neppure dati.
Certamente situazioni di difficoltà ci sono state ma sono state affrontate con strumenti adeguati e i risultati sono certificati anche dalla graduatoria delle province marchigiane apparsa su Il Sole 24 Ore.
Sono stati inoltre elencati una serie di problemi tecnici che riguardano il cambio fatto ad un anno e mezzo dal termine della legislatura e soprattutto rispetto al fatto che non sono state date le deleghe, ma per questo dovremmo aspettare solo fino a domani o al massimo un paio di giorni.
Il Consigliere Castelli, invece, ha parlato di democrazia plebiscitaria, guidata dai sondaggi, che sembrerebbe sorgere nelle Marche. A me sembra però, visto il Governo Berlusconi, una riflessione fatta un po’ davanti allo specchio.
Il Consigliere D’Anna ha parlato della crisi e della necessità di dare segnali forti. Ma qui il segnale forte c’è stato, infatti la graduatoria de Il Sole 24 Ore indica che le misure che la Regione Marche ha portato avanti vanno nella direzione giusta.
Il Consigliere Cesaroni ha indicato anche un altro fattore, l’unico che ho condiviso nelle argomentazioni del centro-destra, quello che i marchigiani sono dei lavoratori, la nostra economia ha una struttura elastica, quindi anche questo aiuta ad affrontare la crisi.
In quest’Aula si è parlato anche di malumori, però nella maggioranza non ci sono. E’ una maggioranza che ha condiviso questo passaggio, ha aspettato l’indicazione dei socialisti e quando è arrivata ha deciso di inserirli. Quindi non condivido la critica fatta dal Consigliere Minardi riguardo la reticenza del Presidente, in quanto questo ulteriore adeguamento della Giunta non è una scelta del Presidente bensì una scelta della maggioranza.
E’ stato anche detto che la sanità, il turismo e il credito sono punti di crisi, io ritengo, invece, siano settori nei quali la Giunta sta caratterizzando il suo operato ed impegno, e questo lo abbiamo visto anche con il bilancio.
Il Consigliere Giannotti ha posto due indicatori che, secondo me, non sono molto validi, ovvero la quantità delle leggi prodotte e la questione della secessione della Valmarecchia; riguardo alle leggi prodotte c’è un impianto legislativo forte, siamo all’ottava legislatura, quindi servono solo leggi qualificate e non invece un appesantimento burocratico.
Nella sanità non vedo una crisi, considerato che c’è pareggio di bilancio e che abbiamo un aumento della qualità dei servizi ai cittadini ed un efficientamento nella organizzazione.
Il Consigliere Capponi ha parlato di avvicendamento e di crisi di un modello. A me sembra, invece, sia soltanto un semplice cambio di Assessori deciso congiuntamente da tutta la maggioranza.
Addirittura il Consigliere Capponi prima parla di debolezza per il fatto che la Giunta non ha un programma, quando invece ha il programma di legislatura che sta seguendo, poi fa i complimenti agli Assessori uscenti perché il programma che hanno portato avanti andava bene.
Quindi un programma c’è, è stato portato avanti sia dagli Assessori uscenti e verrà portato avanti anche da tutti gli Assessori che rimarranno, e la Giunta certificherà anno per anno i risultati raggiunti.
Vorrei richiamare, infine, quando si è detto che i risultati della Regione Marche riflettono dell’azione del Governo che illumina i governi regionali. Certamente la collaborazione istituzionale ci deve essere perché non si può arrivare ad un così basso livello di scontro politico, ma credo che ognuno abbia il merito per ciò che riesce a raggiungere per i rispettivi territori.

PRESIDENTE. Ha la parola per la replica il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Con la stessa sobrietà con cui ho introdotto il dibattito questa mattina vorrei replicare ad alcune osservazioni, quello che lo meritano, che sono state fatte nel dibattito appena svolto.
Mi pare sia stato condiviso che in via sostanziale da parte del governo regionale si sia accolto, come del resto era stato già annunciato ad agosto, un confronto aperto senza limiti rispetto a questo passaggio politico, al di là degli adempimenti formalmente previsti dallo Statuto. Però non mi potere chiedere ancora di più proprio nel rispetto della sostanza dunque non della forma. Perché è lo Statuto che chiede a me di venire in Aula a dirvi quali sono le motivazioni che portano al rimpasto e a seguito del dibattito definire poi le competenze che vengono assegnate ai nuovi Assessori.
Quindi sia dal punto di vista formale che dal punto di vista sostanziale, Consigliera Romagnoli e Consigliere Castelli, vi prego di astenervi dal dare un giudizio negativo su questo dibattito per il fatto che è mancata l’indicazione delle deleghe che, invece, nel rispetto della forma e della sostanza sarà proprio successiva al dibattito che questa mattina abbiamo svolto.
Mi dispiace moltissimo che il Consigliere Brini sia andato via in quanto è la quarta volta che utilizza una serie di argomenti ed io è la quarta volta che replico ai suoi argomenti; è scritto agli atti dell’Assemblea legislativa e quindi lui evidentemente non li legge, infatti il Consigliere Brini sistematicamente mi ripropone le stesse questioni.
Dunque, se vogliamo fare un dibattito sull’internazionalizzazione, che tra l’altro abbiamo fatto surrettiziamente e specificatamente nel momento in cui è stata approvata la legge, lo potremmo anche fare, ma rispetto alle cose che lui dice questa mattina di fronte a lui, che per la quarta volta viene meno, avrei volentieri replicato in maniera chiara e stringente. Lo farò quando sarà possibile questa occasione, ma non credo che sia corretto impedire al Presidente i propri bisogni fisiologici perché sia presente e poi non attendere neanche le repliche sugli argomenti che si propongono nel dibattito assembleare.
Questa mattina non mi sono soffermato sugli elementi della strategia di programma perché ad agosto è stata già chiarita in maggioranza, come pure le scelte fatte. Allora avevamo proposto la rivisitazione della nostra mozione programmatica, quindi non è che tutte le volte o tutti i mesi rivisitiamo la nostra mozione programmatica. L’elemento di novità che c’è, oltre all’azione strategica che abbiamo definito nel lungo periodo, è la crisi congiunturale, la crisi finanziaria del sistema economico nazionale ed europeo, e rispetto a questo abbiamo cercato un adattamento della nostra strategia e che è stato definito nel bilancio di previsione in modo chiarissimo.
Se questa mattina vi ho dato dei dati sulla classifica de Il Sole 24 Ore non è per fare del trionfalismo perché sono io per primo che vi ho detto quali sono i nuovi indicatori che ci fanno preoccupare. Esiste, infatti, una grande preoccupazione per l’evoluzione della crisi della nostra economia, io per primo ho utilizzato la definizione anno horribilis e poi anche il vostro Presidente del Consiglio dei Ministri ha detto che sarà un anno terribile. Insomma siamo tutti dentro questo scenario.
Quindi se Il Sole 24 Ore ci offre queste statistiche non è trionfalismo, è solo l’evidenziazione di una cosa che abbiamo sempre detto, cioè che la nostra comunità regionale è migliore di altre comunità regionali e di altri paesi. Perché i nostri cittadini e anche in tutte le Istituzioni – ‘è anche una proiezione su questo – vi è un impegno, in termini di attenzione, al bene comune. E non parlo solo della Regione Marche ma di tutte le istituzioni politiche, parlo delle autonomie di diritto pubblico, delle università, delle camere di commercio, delle associazioni di categoria, delle forze sociali, e parlo anche delle banche, certo, perché in questa nostra regione anche le banche si comportano in maniera differente rispetto a quelle di altre realtà territoriali.
Esiste, quindi, una coesione di comunità che fa la differenza e che può fare la differenza anche nell’anno che ci aspetta. Questo è quello che ha significato commentare le statistiche de Il Sole 24 Ore, quindi non trionfalismo ma soltanto l’accentuazione di quella differenza che dipende dal principio di responsabilità che anima i cittadini di questa regione in modo diffuso, senza appartenenze politiche, sono i cittadini delle Marche, cittadini né di destra né di sinistra né di centro, sono i marchigiani.
L’altra questione qui emersa e che vorrei chiarire è quella che riguarda il sondaggio. Ho citato il sondaggio – e ne avrei volentieri fatto a meno perché sono comunque notizie riservate che aiutano l’Amministrazione a svolgere il proprio compito – perché siete voi che me lo avete chiesto. L’opposizione sulla stampa e in via formale ha chiesto la diffusione degli esiti dei sondaggi che facciamo, quindi d’ora in poi lo faremo.
Tale sondaggio è pubblicato da questa mattina sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è un sondaggio che risponde a criteri di carattere scientifico, è fatto su categorie assolutamente oggettive. Sfido chiunque a dimostrare il contrario, ma se voi avete altri sondaggi pubblicateli alla stessa maniera e poi confrontate le metodologie come richiede il sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri .
Che io abbia nella sfera dei miei Consiglieri uno dei membri della società che fa il sondaggio è una mia prerogativa che assumo e di cui mi prendo la responsabilità, perché la considero, proprio dal punto di vista della valutazione statistica, una delle migliori personalità – non a caso ha avuto anche delle recensioni sul Corriere della Sera e su altra stampa nazionale – che esistono nel nostro paese da questo punto di vista. Inoltre è legittimo che lui abbia sue opinioni personali, come io ho le mie. Quindi ci confrontiamo in maniera dialettica, anche perché i Consiglieri si scelgono non perché devono dare ragione a quello che il Presidente dice ma perché devono contrastare anche le sue opinioni. Dunque il confronto che ho con lui appartiene alla costruzione del pensiero strategico che poi viene assunto all’interno di questa Regione, ma non è che io aderisco a quelle che sono le opinioni asetticamente dei personaggi che offrono la loro consulenza alla Regione Marche. La sintesi la facciamo in sede politica, la fa il Presidente con la sua Giunta e con la sua maggioranza.
Noi strategicamente siamo andati, se ci fate caso, Consigliere Castelli, in una direzione opposta a quella che Buttaroni ha definito nell’articolo che lei hai citato.
Voglio anche dire che se Buttaroni può essere discutibile sul piano delle opinioni politiche, poi non lo è proprio dal punto di vista statistico. Dico di più – perché la trasparenza con cui ci confrontiamo in quest’Aula anche sotto il profilo personale ci deve portare anche ad esprimere questo tipo di argomentazioni -, io conosco Buttaroni da molti anni, prima ancora che lui facesse questa attività in una società organizzata, la faceva infatti da studente e da professionista, quindi in più occasioni ho avuto modo di confrontarmi con i suoi sondaggi, e non erano sondaggi della Regione Marche ma erano sondaggi che venivano costruiti sulla base di domande personali e private. Quindi un autorevolissimo e più volte parlamentare di questa regione ha perso la possibilità di una sua rielezione perché non ha creduto a un sondaggio fatto da lui, in relazione a una fase di passaggio dalla prima alla seconda Repubblica, che dava una riclassificazione dei consensi ai partiti politici in maniera profondamente differente dal passato.
Dico, inoltre, che Buttaroni sulla base di una richiesta di carattere personale che gli abbiamo fatto nella scorsa legislatura ha costruito il sondaggio per le elezioni regionali del 2005 e l’ultimo sondaggio, che non è stato diffuso perché non si poteva, fatto la settimana precedente alle elezioni ha sbagliato il risultato elettorale dello 0,1%.
Dunque la mia fiducia rispetto alla professionalità di questa persona e del gruppo di cui fa parte è completa, quindi al sondaggio attribuisco un valore, che non è un valore assoluto ma un valore indicativo, e che avrei volentieri fatto a meno di darvi se, ripeto, non foste stati voi, Consigliere Capponi e Consigliere Bugaro, a chiedermelo.
D’ora innanzi tutti i sondaggi che faremo li pubblicheremo sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Così ci sarà un dato oggettivo che potrete anche contestare, ma che lo farete su basi scientifiche e non su argomentazioni politiche, perché il sondaggio è costruito secondo metodi statistici che appartengono alla scienza e non alla soggettività.
Ora vorrei dire soltanto tre cose di merito, in quanto credo ci sia la necessità di riconoscere il lavoro di chi veramente si è impegnato, e non è soltanto un dato che appartiene alla politica e alle istituzioni ma appartiene anche all’amministrazione di questa Regione.
Il primo dato è quello della sanità. Il terzo report, che non è il report della Regione Marche ma è quello del Ministero della salute e del Ministero dell’economia del 2008, quindi stiamo parlando dell’ottobre 2008, pone la nostra sanità – non è un’opinione ma è un dato oggettivo – in testa alle Regioni italiane per equilibrio dei conti. E tutto questo avviene senza una perdita del profilo della produzione dei servizi sanitari, anzi, con un incremento della qualità.
Questo va a merito non nostro, che comunque abbiamo dato alcune indicazioni e abbiamo fatto alcune delibere che potevano, come altre volte è accaduto, non essere interpretate e non essere seguite, ma va a merito di tutta la struttura amministrativa e di tutto il personale del servizio sanità regionale che ha assunto l’onere di affrontare questa partita con grandissima determinazione.
L’altra partita, chiariamoci una volta per tutte, è quella del turismo. Non è che voi potete prendere i bilanci della Regione Marche, ovvero il bilancio delle risorse proprie della Regione Marche, per dire che non è stato messo il turismo in una prospettiva strategica, quando invece nel nostro programma di governo c’è scritto che ne facciamo il secondo motore di crescita e di sviluppo.
Voi sapete, perché l’abbiamo detto mille volte, che la costruzione della strumentazione finanziaria della nostra Regione utilizza le risorse regionali come volano finanziario e co-finanziamento per attivare altre risorse in campo nazionale, europeo e perfino finanziario di banche. Quindi quando abbiamo fatto l’operazione con la Banca europea degli investimenti per mettere a disposizione 100 milioni di euro per migliorare il sistema di accoglienza nella regione Marche, voi non lo trovate nei fondi propri ma lo trovate nel bilancio complessivo della Regione Marche. Quindi quando fate una valutazione di carattere politico bisogna che fate riferimento al complesso della struttura finanziaria del bilancio regionale.
Come pure dovete tenere attentamente in considerazione la trattativa – e questo è l’ultimo argomento di merito che metto sul tavolo della riflessione – che abbiamo fatto con la Banca europea degli investimenti. In questo momento abbiamo una credibilità unica con la Banca europea degli investimenti. Non credo ci sia un’altra regione d’Europa che abbia una credibilità nata nel modo con cui abbiamo gestito le risorse quando c’è stata la ricostruzione post-terremoto; la BEI allora scommise di fare questa prova per vedere quello che sarebbe successo. Il modo con cui sono state gestite quelle risorse, corretto, trasparente, senza contenziosi giuridici, ha convinto la BEI a proseguire in questo tipo di sperimentazione e che adesso applicherà anche ad altre Regioni.
Oggi noi abbiamo cinque progetti con la Bei, essi riguardano il turismo, il sistema di accoglienza, il ciclo idrico delle acque, i rifiuti, il discorso della crisi economica per il sostengo alla piccola e media impresa e il discorso della protezione delle nostre coste. Questi non li trovate sul bilancio regionale ma li trovate nella strategia complessiva finanziaria che tante volte abbiamo annunciato. Quindi ci dobbiamo confrontare su tutto.
Non dico altre cose perché avevo promesso che sarei stato brevissimo, vorrei soltanto chiudere per ringraziare nuovamente, ma in modo non formale, come tutti quanti abbiamo fatto, gli Assessori che vengono avvicendati.
Abbiamo detto che ormai la complessità del mondo che viviamo è tale che non possiamo più parlare di governo con assegnazioni di ruoli che rimangono immutati nel tempo ma di governance, in modo tale che ognuno di noi possa dare il meglio di se stesso nel ruolo che gli viene assegnato secondo una logica di squadra. Un ruolo che può prevedere anche funzioni che cambiano e si modificano, ma l’importante è che rimanga questa funzione di squadra con la chiarezza degli obiettivi e l’efficacia della risposta verso i cittadini e verso la comunità che amministriamo, quindi non verso i partiti o qualcun altro. E in questa logica di governance esistono delle valorizzazioni e dei momenti di sacrificio.
Dunque oggi il nostro augurio va a quelle persone che sicuramente faranno benissimo per l’esperienza che hanno, quindi a Fabio Badiali, a Lidio Rocchi e a Stefania Benatti – ma soprattutto oggi c’è da ringraziare Loredana Pistelli, Gianni Giaccaglia e Ugo Ascoli per quello che hanno dato, in periodi più o meno lunghi, per la costruzione di quel disegno che comunque dà alla nostra Regione una base di solidità, di coesione e di sicurezza. E noi vogliamo proseguire secondo la logica di preservare questa coesione, sicurezza e solidità della nostra comunità regionale.
Questo è il nostro disegno, tutte le altre argomentazioni che avete introdotto in questo dibattito non ci appartengono, non appartengono a me, non appartengono a questa maggioranza. Voi potete fare tutte le costruzioni che volete, potete avere tutte le riserve mentali che riterrete di avere, ma la vera motivazione di questo rimpasto sta nei tre grandi capitoli che vi ho detto nella mia introduzione. Sta in quelle ragioni lì, non ce ne sono altre! Quindi replico in questo senso anche le cose che hanno detto i Consiglieri di opposizione.
Vi ringrazio per l’attenzione e vi chiedo scusa se questo passaggio è venuto in un periodo che sicuramente non è tra i più favorevoli, ma credo che per il bene della comunità il ruolo dei Consiglieri regionali – degli Assessori no perché non vanno mai in vacanza – sia quello di partecipare al confronto politico in qualsiasi momento.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Come concordato passiamo alla discussione della mozione n. 315 “Licenziamento di un macchinista di Trenitalia e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza” dei Consiglieri Brandoni e Procaccini. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Presidente, noi però richiediamo con urgenza la discussione della mozione n. 316 che riguarda gli interventi nei confronti dei lavoratori della Merloni Spa.

PRESIDENTE. Va bene.


Mozione n. 316
dei Consiglieri Brandoni, Procaccini
“Sospensione dei mutui dei lavoratori in c.i.g.”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Apriamo quindi la discussione sulla mozione n. 316. Leggo il dispositivo: “Impegna il Presidente della Giunta regionale ad avviare un confronto con gli Istituti di credito operanti sul territorio ed in particolare con quelli con cui la Regione intrattiene rapporti finanziari, al fine di ottenere la sospensione fino a diciotto mesi delle rate dei mutui per il lavoratori in cassa integrazione guadagni senza che agli stessi vengano applicati maggiorazioni o oneri aggiuntivi.”.
Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questa mozione come vedete porta la firma del Consigliere Procaccini e la mia e debbo dire inopportunamente, infatti dovrebbe portare la firma dei tanti lavoratori che da diverse settimane occupano il presidio permanente davanti agli stabilimenti Merloni di Fabriano.
Perché dovrebbe portare la loro firma? Perché è nata dal confronto e dalla sollecitazione e direi anche dal sondaggio che anche noi facciamo in maniera un po’ più artigianale e con qualche professionalità in meno ma con la pazienza dell’ascolto e con l’attenzione dovuta a questioni di questo tipo.
Le questioni di questo tipo dal punto di vista politico ci dicono quanto un programma, per quanto ben congegnato e ben strutturato, debba avere la forza di essere modificato e di modificarsi al vento degli eventi.
Questa è la motivazione per cui abbiamo ritenuto urgente, anzi urgentissimo, che quest’Aula potesse confrontarsi anche su questa vicenda.
Il dispositivo che abbiamo costruito ci parla della difficoltà ulteriore che c’è nel rapporto tra crisi economica e struttura del credito, anche quello regionale, anche quello che in molti casi sembra e dovrebbe essere diverso. Certo non tutto, certo articolato in maniera larga, ma che in tante situazioni non è, invece, così amico e solidale con il territorio, ovvero amico e solidale con i problemi e con i bisogni dei cittadini di questa regione come dovrebbe essere.
Quindi l’azione della Giunta regionale non solo è necessaria ma è urgente. La Provincia di Ancona, la Provincia di Perugia e su altri settori la Provincia di Ascoli Piceno hanno mostrato un impegno, costruendo quegli anticipi sulla cassa integrazione che consentono ai lavoratori di poter affrontare con qualche angoscia in meno un periodo lungo e difficile come quello che li ha colpiti, che rischia di essere vanificato dalla necessità del mondo finanziario, in questo caso delle banche.
L’autorevolezza, l’impegno, l’azione dell’Assemblea legislativa, e soprattutto della Giunta che sollecitiamo ad intervenire, può essere la condizione.
C’è anche la soluzione, come vedete non è solo una nostra proposta, che soprattutto è la riflessione e la proposta che viene da quei lavoratori.
Inoltre vorrei ricordare che proprio ieri l’altro Monsignor Tettamanzi, Arcivescovo di Milano, ha indirizzato e proposto la costruzione di un fondo largo di solidarietà nei confronti dei lavoratori che saranno colpiti da questa crisi.
Penso che esperienze di quel tipo dentro queste vicende debbano essere attentamente valutate e subitamente raccolte.
Questo è il senso della politica, quindi anche il dibattito che ha preceduto la discussione di questa mozione deve, ovviamente, tenerne largamente conto.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Faccio poche considerazioni perché condivido l’analisi, seppur rapida, svolta dal collega e compagno Brandoni.
Mi dispiace che tutta l’opposizione e anche gran parte della maggioranza se ne sia andata, e questo non solo per rispetto di una delegazione di lavoratori e lavoratrici che ha assistito alla nostra discussione, ma anche perché è un fatto concreto che prova a coniugare in questa mozione ciò che si è detto questa mattina, vale a dire la necessità di una sintesi tra il sistema delle regole, quindi il dire, cioè le parole, e il fare.
Questa mattina i giornali aprono con due grandi fatti.
In primo luogo la strage israeliana contro il popolo palestinese ed in particolare contro il Quartier generale di Hamas. I Comunisti Italiani non condividono tutte le scelte di quel governo, però è un governo liberamente eletto, ma in quella strage sono morti donne e bambini.
La seconda notizia è che dopodomani, 31 dicembre 2008, due milioni di lavoratori e lavoratrici non avranno più il contratto rinnovato, quindi perderanno il lavoro. Questi lavoratori precari si andranno ad aggiungere ai tanti altri che perderanno il lavoro quando la crisi finanziaria del sistema mondiale, del tanto decantato capitalismo reale, ricadrà sull’economia reale, quindi sulle fabbriche che saranno costrette a chiudere e sui tanti indotti dei quali non si conosce neanche il numero, e che saranno gli effetti in carne ed ossa della crisi medesima.
Dunque si chiede all’Istituzione regionale di fare con il sistema bancario una cosa, cioè dire, visto che il sistema stesso ha avuto molto dal territorio, sospendiamo le rate dei mutui che i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, molti dei quali non avranno la prospettiva dello stipendio, debbono pagare per aver contratto i mutui medesimi.
Si deve fare un’azione diplomatica istituzionale forte affinché quello che è stato fato in alcuni casi da qualche banca possa essere fatto da tutto il sistema bancario. Ovvero la sospensione per almeno diciotto mesi dei tassi di interesse, quindi non rinuncia al pagamento ma sospensione e rimessa al termine del pagamento degli stessi mutui.
Credo che questo sia un atto dovuto in quanto abbiamo approvato il bilancio con due parti per il fondo sociale di solidarietà, il fondo per l’occupazione e quello per le piccole imprese. Tuttavia c’è il rischio che nel concreto questi atti andranno a declinarsi a medio e lungo periodo, quindi nel concreto purtroppo per i lavoratori e le lavoratrici in carne ed ossa il rischio è che non vada nulla.
Questo poco, dunque, potrebbe essere un segnale forte del sistema istituzionale e del mondo finanziario che va in aiuto all’occupazione, che va in aiuto al superamento di questa crisi. Infatti le Marche con il loro modello negli anni passati hanno attutito gli effetti di una crisi mondiale, mentre oggi, forse proprio in virtù di quel modello senza difese, rischiano di essere le prime a pagare i guasti di un meccanismo devastante che se non modificato potrebbe spazzare via un intero tessuto connettivo.
Quindi chiedo a questi pochi volenterosi colleghi rimasti, come ha detto anche il Consigliere Brandoni, un atto di serietà esprimendo con un voto se possibile unanime in direzione di questa richiesta.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi pongo in votazione la mozione n. 316.

(L’Assemblea legislativa approva)

Auguro buon anno a voi tutti e alle vostre famiglie. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,15