Resoconto seduta n.133 del 26/02/2009
SEDUTA N. 133 DEL 26 FEBBRAIO 2009


La seduta inizia alle ore 10,20


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 132 del 17 febbraio 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 299/09, in data 16 febbraio 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Santori, Altomeni, Castelli, concernente: “Modificazioni all’art. 10 della l.r. 24 dicembre 2008, n. 37", assegnata alla II Commissione in sede referente (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna);
- n. 300/09, in data 11 febbraio 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Castelli, Massi, Romagnoli, Capponi, D’Anna, Bugaro, Sordoni, Minardi, Pistarelli, Ciriaci, Tiberi, D’Isidoro, Giannotti, Lippi, Ricci, Giannini, Mammoli, Ortenzi, Mollaroli, Santori concernente: “Istituzione della rete escursionistica della Regione Marche”, assegnata alla IV Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 4 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007;
- n. 301/09, in data 11 febbraio 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Giannotti, Santori, Cesaroni, Ciriaci, Brini, Tiberi, concernente: “Istituzione fondo di emergenza per le famiglie vittime di incidenti mortali del lavoro”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 302/09, in data 17 febbraio 2009, ad iniziativa della Giunta regionale concernente: “Norme in materia di tutela dei consumatori e degli utenti”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 303/09, in data 17 febbraio 2009, ad iniziativa della Giunta regionale concernente: “Testo unico in materia di commercio”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 2 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007;
- n. 304/09, in data 11 febbraio 2009, ad iniziativa dei consiglieri regionali Capponi, Ciriaci, Brini, Cesaroni, Giannotti, Santori, Tiberi, concernente: “Norme per la tutela e la promozione della famiglia, della maternità e agevolazioni per le donne in gravidanza”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 305/09, in data 13 febbraio 2009, ad iniziativa del Consigliere Massi, concernente: “Norme per la istituzione del Parco storico rievocativo della battaglia della Rancia – Tolentino 1815”, assegnata alla I Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 4 dell’articolo 11 della l.r. n. 4/2007;
- n. 306/09, in data 20 febbraio 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Capponi, Ciriaci, Cesaroni, Brandoni, Binci, D’Anna, Badiali, Mammoli, Lippi, Ortenzi, Ricci, Sordoni, Rocchi, Procaccini, Pistarelli, concernente: “Norme a sostegno del consumo dei prodotti agricoli di origine regionale”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 113/09, in data 5 febbraio 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Legge regionale 75/97 – Proroga e aggiornamento del piano regionale per i beni e le attività culturali – Anno 2009”, assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 327/09 del Consigliere Procaccini: “Situazione di crisi del Piceno”;
- n. 328/09 dei Consiglieri Romagnoli, Pistarelli, Castelli, Silvetti: “Legislazione sul cosiddetto testamento biologico”;
- n. 329/09 dei Consiglieri Binci, Altomeni: “Testamento biologico”;
- n. 330/09 dei Consiglieri Binci, Ortenzi: “Pacchetto sicurezza”.
Il Presidente della Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 9 febbraio:
- n. 171: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione e di maggiori entrate accertate nell’anno precedente- € 26.546.737,42;
- n. 172: Art. 43 comma 1 della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 15.617.957,45;
- n. 173: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 2.444.696,23;
- n. 174: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 2.774.501,29;
- n. 175: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 5.233.319,88;
- n. 176: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 50.644.920,46;
- n. 177: Art. 43 comma 1 della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 15.385.179,18;
- n. 178: Art. 43 comma 1 della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 5.769.107,69;
- n. 179: Art. 43 comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 818,325,64;
- n. 180: Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - € 25.000,00;
- n. 182: Art. 20 comma 3 della l.r. 31/2001- Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco “Spese dichiarate obbligatorie” - € 130.000,00;
- n. 183: Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 – Art. 26 comma 1 della l.r. 38/2008 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Spese di personale € 191.391,42 – Modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008".
In data 16 febbraio 2009:
- n. 202: “Art. 43, comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di maggiori entrate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 752.544,85 – Modificazioni al POA per l’anno 2009";
- n. 203: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 7.550.153,08";
- n. 204: “Art. 43, comma 1 della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 542.277,00";
- n. 205: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 3.171.960,00";
- n. 206: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 1.657.618,19";
- n. 207: “Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 2.812.943,32".
Ha chiesto congedo l’Assessore Mezzolani.
Consiglieri, scusate, ma se vogliamo iniziare la seduta chiedo di trasformare questa sede in una degna Aula assembleare!

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Su richiesta della Giunta e come concordato nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, oggi gli atti ispettivi verranno discussi in chiusura di seduta, mentre anticiperemo i punti 4), 5) e 6) dell’ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di regolamento n. 15
della Giunta regionale
“Modifica al regolamento regionale 24 ottobre 2008, n. 2: Criteri per il calcolo dei canoni locativi degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata. Attuazione dell’articolo 20 quaterdecies della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 15 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Con questa proposta di regolamento regionale l’Assemblea legislativa deve rimodulare i canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
E’ opportuno ricordare che già nell’ottobre scorso l’Assemblea legislativa con specifico regolamento approvò la riforma dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
Chiedo scusa ma non riesco a parlare!

PRESIDENTE. Consiglieri, non so più come rivolgermi all’Aula. Vi chiedo ancora una volta di prestare attenzione perché così è veramente impossibile lavorare! Prego, Consigliere Comi.

Francesco COMI. Grazie, Presidente. L’obiettivo della riforma dei canoni degli alloggi era, sia ad ottobre scorso come lo è ancora oggi, quello di assicurare agli enti gestori sufficienti risorse finanziarie per la copertura dei costi di gestione e per la manutenzione degli alloggi, nonché per cofinanziare il fondo regionale per le politiche abitative. Questo era un obiettivo importante e alla luce del quale l’Assemblea legislativa decise di aggiornare i criteri.
Inoltre, per garantire equità di trattamento a tutti gli inquilini degli alloggi pubblici, la legge regionale, sia allora che oggi, prevede che il canone venga commisurato al valore dell’immobile e alla capacità economica del nucleo familiare – attraverso l’indicatore ISEE (Indicatore socio economico equivalente) e non più per reddito imponibile – ed individua anche una fascia di protezione sociale per la quale il canone non può superare una determinata aliquota del reddito.
Malgrado queste misure siano state ampiamente dibattute e confrontate – e a suo tempo ricevettero l’adesione non solo degli ERAP ma anche delle parti sociali, delle organizzazioni sindacali e quelle degli stessi inquilini – il nuovo meccanismo non ha potuto esentarsi dall’aumentare i canoni – i cui criteri risalivano al 1997 e facevano delle Marche quella con i canoni più bassi – che hanno inciso negativamente e ulteriormente sulla crisi economica in atto.
L’Assemblea legislativa alla luce della valutazione di questa crisi, che non era stata ancora perfettamente delineata nella reale dimensione di intensità al momento dell’approvazione del regolamento nello scorso ottobre, ritiene di sospendere l’aumento dei canoni almeno fino a tutto il 2010, termine entro il quale gli indicatori economici prevedono il protrarsi dello stato di crisi.
La proposta in oggetto prevede, quindi, il blocco degli effetti degli aumenti, con il deferimento dell’efficacia del regolamento regionale n. 2 del 2008, al 1° gennaio 2011. Fino a tale data il canone di locazione degli alloggi di ERP è calcolato con le modalità e i criteri stabiliti dalla normativa previgente alla data di entrata in vigore del regolamento n. 2 del 2008.
In sostanza – anche perché sollecitata dal Presidente Spacca e dalla Giunta regionale – è un’ulteriore misura sociale di sostegno al reddito, quindi una misura per fronteggiare la crisi e tutelare le fasce più deboli della popolazione. Essa si aggiunge al sistema più ampio degli interventi anticrisi, con investimenti per oltre 7 miliardi, definiti dalla Regione stessa.
La IV Commissione ha recepito la proposta della Giunta e per poterla approvare unanimemente ha ritenuto opportuno presentare anche un ordine del giorno, che poi illustrerà il Capogruppo Ricci.
In tale ordine del giorno si mantiene una preoccupazione, si chiede all’Assemblea legislativa, quindi alla Giunta, un impegno. A suo tempo avevamo adottato questo regolamento dietro una sollecitazione soprattutto degli inquilini, quella di essere depositari di alloggi non sufficientemente e decorosamente mantenuti a causa delle scarse risorse messe disposizione per tale adempimento.
Gli ERAP non sono più in grado di manutenere ordinariamente e straordinariamente molti alloggi popolari, quindi occorre investire in tal senso e mettere maggiori risorse.
Con questo ordine del giorno chiediamo all’Assemblea legislativa di sollecitare la Giunta regionale a dedicare parte delle risorse del proprio bilancio agli ERAP, quindi alla manutenzione ordinaria degli alloggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Sulla questione di cui oggi discutiamo mi sembra anche quasi troppo semplice dire “noi l’avevamo detto”. Agli atti dei lavori di questa Assemblea legislativa, infatti, risulta che denunciammo che l’applicazione del nuovo regolamento avrebbe prodotto un tale disequilibrio ed impatto che ci saremmo dovuti tornare sopra di nuovo. Così è stato!
Condividiamo, Consigliere Comi, il fatto che sospendiate l’applicazione del regolamento, ma certamente è una sospensione strategica di tipo politico, nel senso che questi aumenti vengono rinviati a dopo le elezioni regionali, quindi entreranno in vigore automaticamente. Probabilmente questa Assemblea legislativa non avrà neppure il modo di intervenire di nuovo, perché qualora questo argomento non sarà sotto gli occhi dei riflettori della politica e dei contesti elettorali lo lascerete passare senza fare alcuna modifica; comunque spero che dopo il 2010 non governerete più la Regione, per cui ci attrezzeremo affinché ciò non accada.
Quello che questa maggioranza ha fatto è una cosa deprecabile, e lo è solo per il fatto che sono state messe in apprensione più di 15 mila famiglie alle quali è stato applicato un nuovo canone. Poi tutti, attraverso gli ERAP, si sono dovuti attivare con le organizzazioni di categoria per dire che i nuovi canoni non si riuscivano a pagare; in alcuni casi – lo dico per la stampa –, il che significa più del 10% delle situazioni, sono aumentati più del 200%.
Noi invece avevamo proposto un’applicazione di questi canoni in modo graduale e l’assunzione da parte della Regione di un accollo sociale delle maggiori entrate che si dovevamo assicurare agli ERAP.
Quindi ritengo che questo regolamento non risolve il problema ma lo rinvia per motivi elettorali. Basta!
Noi abbiamo delle proposte da fare, ma la maggioranza qui non ha il coraggio. Ad esempio con la legge n. 133 il Governo nazionale ha approvato una strategia per le dismissioni volontarie del patrimonio, con un valore parametrato ai canoni di affitto, rivolta agli inquilini che ne facessero parte. E noi in questo periodo – forse la maggioranza non lo ha fatto – abbiamo sentito moltissimi inquilini che ci hanno detto: “magari potessimo acquisire gli immobili a disposizione con un canone parametrato all’attuale rata di affitto!”.
Dunque ritengo che questo rinvio genererà ulteriori problemi alla gestione del patrimonio delle case popolari e degli alloggi ERAP di questa regione; un problema insormontabile.
Con l’ordine del giorno che abbiamo concordato in Commissione rinviamo all’assestamento di bilancio la copertura dei minori introiti agli ERAP, però non credo che la maggioranza abbia fatto i conti; infatti quel conto, Assessore Marcolini, è pari a circa 2,5 milioni di euro all’anno, non so dove potrà trovarli!
Sicché tutta questa tematica era da affrontare in tutt’altra modalità. Forse andava affrontata nel momento in cui avevamo chiesto che su questo regolamento – che non avevamo votato ma soltanto per questo aspetto – ci fosse un approfondimento maggiore e una strategia che non contestasse la politica nazionale. Questa regione, infatti, si ostina a non attuare quelle politiche che il Governo nazionale sta responsabilmente mettendo in campo. E la dismissione del patrimonio, per destinarlo alle manutenzioni straordinarie del patrimonio ERAP, è indispensabile, altrimenti nei prossimi anni attorno a questo problema ci attorciglieremo.
Pertanto noi siamo d’accordo per un blocco degli aumenti e su questa proposta di regolamento che mantiene – come auspicavamo e come avevamo suggerito alla Commissione – inalterati i vantaggi che con il nuovo regolamento una piccola fascia di inquilini, circa il 25%, aveva ottenuto. E’ giusto, infatti, che i parametri che oggi abbiamo a disposizione e che fanno riferimento all’ISEE vengano applicati, altrimenti si genererebbero delle incongruenze e dei vantaggi illegittimi. In questo caso sarebbero stati svantaggi.
Quindi l’impostazione va bene, ma non è giusto mettere la testa sotto la sabbia e non pensare che questo problema prima o poi verrà fuori. Il rinvio a dopo le elezioni regionali è strumentale, è una cosa che nessuno fa più, oggi bisogna essere responsabili nella gestione della cosa pubblica.
Cosa succederà il giorno dopo delle elezioni regionali – quelle che volete portare a compimento in modo tranquillo e rilassato -? Succederà che si creerà nuovamente quello stesso allarme sociale che si era creato anche con l’approvazione di questo regolamento. Un regolamento che la maggioranza aveva voluto per forza portare avanti in quei termini e che oggi è costretta a modificare proprio perché, come allora sostenevamo, si è dimostrato un atteggiamento del tutto sbagliato. Allora avevamo fatto anche il paragone – gli interventi sono agli atti – tra il fatto che la Regione Marche chiedeva un aumento dei canoni ERAP quando invece il Governo nazionale stava pensando a quella social card che ha poi realizzato. In pratica la Regione per queste famiglie si rimangiava quei vantaggi che il Governo nazionale gli aveva accreditato.
E questo è avvenuto e certamente politicamente ha un senso e un valore; mi rivolgo a quella sinistra che molte volte si definisce portatrice di difesa di tanti interessi, che invece in questo caso non ha assolutamente rispettato.
Pertanto il parere dal punto di vista degli effetti per noi è favorevole, ma siamo assolutamente contrari al metodo di rinvio dei problemi che si sta utilizzando. E l’impegno che la Giunta si deve assumere è così oneroso che dovrebbe essere affrontato sicuramente in altri termini.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Devo assolutamente fare alcune osservazioni sulle cose dette e sulle cose fatte e non fatte.
Ritengo che ci troviamo di fronte all’ennesimo pasticcio di questa Giunta, che in un primo momento ha costretto proprio lei, Consigliere Comi, a fare da relatore di maggioranza di una legge iniqua ed inopportuna per questo momento politico e sociale, è stato costretto a subìre anche degli insulti e delle pressioni non indifferenti. Ed oggi questa stessa Giunta… Mi scusi, Presidente, ma non riesco proprio a parlare!

PRESIDENTE. Consiglieri, vi prego, fate attenzione!

Daniele SILVETTI. Forse tutti stanno sottovalutando che la portata di questa modifica è sostanziale, è importante. Per carità, essa ci vede assolutamente favorevoli. Prima il collega Capponi si è anche riferito al più classico “ve l’avevamo detto”, ma non perché fossimo depositari della verità, quanto per il fatto che anche l’accordo con i sindacati – poi bisogna vedere anche quali! – non è che ci facesse stare molto tranquilli. Infatti al tavolo di concertazione ancora una volta in modo sistematico non venne chiamato un sindacato di riferimento importante, l’UGL, e per contro Assocasa che è parte di questa confederazione. Vi ricordo che UGL è per iscritti il secondo sindacato italiano.
Quindi continuate pure a fare questa discriminazione, ne prendiamo atto ma faremo in altre sedi una denuncia o qualsiasi altra cosa vorremmo fare. In ogni caso rimane una cosa molto grave.
Peraltro i sindacati non hanno consentito la necessaria informazione ai cittadini, perché questo blocco faceva salvi gli effetti positivi, cioè che il blocco era sì per gli aumenti ma garantiva comunque chi beneficiava del ricalcalo delle diminuzioni; io ho ricevuto decine e decine di telefonate, qualche volta anche di venerdì o di sabato, proprio perché si voleva sapere cosa comportasse questo blocco.
Voi avete fatto disinformazione anche in questo senso. Questa Giunta prima fa la proposta di aumentare poi sul blog del Presidente leggiamo che in realtà lui è il salvatore della patria perché è lui che blocca gli aumenti. Siamo di fronte veramente al paradosso! Prima impone – perché voi chiaramente avete dovuto sottostare ad un’imposizione – all’Assemblea legislativa l’aumento ed oggi appare come salvatore. Ma di che cosa? Di quell’aumento che voi stessi avevate proposto!
Noi è da diverso tempo che proponiamo lo sblocco della vendita degli immobili affinché si possa far cassa, si possano costruire nuovi alloggi popolari. Inoltre per mettere gli alloggi nelle condizioni di poter essere idonei, perché tali non sono, e ancora oggi i Comuni – cosa gravissima! – fanno assegnazioni di alloggi assolutamente inadeguati e inidonei.
Poi magari ci sentiamo accusare, come ha fatto l’altra volta l’Assessore Carrabs, che dobbiamo star zitti perché rispondiamo a logiche di lobbies – cosa detta e scritta anche sui giornali -. Insomma, anche qui siamo al paradosso, è una cosa vergognosa!
Vi siete resi protagonisti di una delibera assolutamente iniqua allora, e di una tragicommedia oggi. Siete stati costretti a farlo perché le elezioni regionali si avvicinano e i dati elettorali per voi non sono molto incoraggianti, e guarda caso, infatti, bloccate il tutto fino al 31 dicembre 2010, cioè ad elezioni regionali avvenute.
Altro che indicatori economici! Quella è una scusa e un paravento.
Certamente noi, in modo cosciente e coerente, voteremo favorevolmente a questo blocco di aumento dei canoni, però abbiate almeno un po’ di dignità nel dire che non siete voi i salvatori della patria e che siete stati costretti a retrocedere e quindi a ritirare gli aumenti dei canoni ERAP.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Non vedo tutta questa drammaticità in questo atto che stiamo per approvare, che peraltro io approvo con molto piacere.
Allora, infatti, quando venne deciso di aumentare i canoni di affitto avevo moltissime perplessità, e non lo dico oggi perché stiamo tornando indietro, ma lo dissi anche quella volta. Avevo moltissime perplessità non perché non fosse giusto aumentare – sappiamo bene che certi canoni d’affitto sono fermi da tanti anni, il loro livello è eccessivamente basso perché non sono stati più adeguati (certo, non dico al mercato, le case popolari sono fuori da questo) -, ma perché sarebbe stata un’operazione più di giustizia se si fosse tenuto conto di quella delibera e quindi di quel lieve aumento a cui si era pensato.
Quindi soltanto un discorso di appartenenza alla maggioranza mi aveva fatto votare a favore di quella proposta di aumento, ma che comunque non mi sembrava un segnale opportuno – anche se la scelta di per sé, ripeto, poteva essere anche giusta – in un momento dove la crisi economica è forte e dove le famiglie più disagiate hanno sempre più difficoltà ad arrivare alla fine mese.
Se la data riportata in questa proposta di modifica riguarda le elezioni regionali, lo vedremo, se invece sarà una data, me lo auguro, che rappresenterà un momento di ripresa della crisi economica, allora in questo caso potrebbe essere rivista anche una modifica degli affitti.
Il fatto che oggi andiamo ad approvare questa modifica sicuramente non significa che i problemi degli ERAP sono risolti o che non ci sono più immobili inadeguati che in momenti di grosse difficoltà vengono comunque utilizzati. Questo è molto tempo che lo sappiamo tutti.
Come è da molto tempo che tutti sappiamo che anche se l’ERAP avesse avuto qualche disponibilità in più per la costruzione di nuovi alloggi popolari, poi non soltanto non lo ha fatto perché non l’ha voluto oppure perché mancavano i finanziamenti, ma anche perché in certe città si preferiva concedere le aree alle cooperative piuttosto che agli ERAP. Voglio dire che ci portiamo dietro anche una politica sbagliata con la quale si preferiva avvantaggiare certi settori piuttosto che altri.
Sicché oggi ci troviamo con questi problemi, peraltro sappiamo anche che oggi in Italia le case popolari sono di molto inferiori alle esigenze reali.
Quindi, ripeto, il problema esiste. Esiste sia per la costruzione di nuove alloggi popolari, sia per una messa in sicurezza o per una miglioria degli alloggi in essere.
In ogni caso, ribadisco ancora, concordo con questa proposta di modifica che oggi arriva in Aula, perché un aumento approvato in un periodo storico di crisi economica come quello di oggi per le fasce più povere mi sembrava inopportuno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono favorevole a questo provvedimento perché è la presa d’atto di una situazione che fin da quando venne fatta la consultazione sugli aumenti non era ancora ben chiara.
Infatti, a fronte agli interventi della Giunta regionale rispetto alle industrie e ai territori in crisi, non si poteva non tenere conto anche alle difficoltà che con questi aumenti si potevano creare a chi usufruisce di un alloggio di edilizia pubblica. E ciò anche alla luce dei meccanismi che si sono verificati.
In quest’Aula dall’opposizione è stato detto che si è tornati indietro rispetto alla decisione dell’aumento solo dopo le proteste, però io ritengo che proprio chi modifica un comportamento, perché magari dai dati verifica che un provvedimento preso rischia di provocare danni, è una persona intelligente. …(forte brusio in Aula)

PRESIDENTE. Consigliere Binci, chiedo scusa. Consiglieri, vi prego di fare un po’ di silenzio, consentiamo al Consigliere Binci di intervenire! Prego, Consigliere.

Massimo BINCI. L’incremento medio doveva essere del 22%, però dai dati è emerso che ci sono stati incrementi addirittura del 60% per la maggioranza degli inquilini con reddito da lavoro dipendente o da pensione, mentre decrementi anche questi fino al 60% per inquilini con reddito autonomo.
Inoltre vi era anche la questione del carico delle quote arretrate che in questa situazione di difficoltà si riversava sulle famiglie.
Il Consigliere Capponi ha detto che noi vogliamo riproporre questo provvedimento alla prossima legislatura, ma questo non è vero. Infatti non si riproporrà il vecchio provvedimento proprio perché si terrà conto delle indicazioni emerse.
Sicché dovrà essere messo a punto un calcolo ISEE, simile a quello per le situazioni di crisi produttive, ovvero quello che in tempo reale tiene conto che si può perdere il posto di lavoro. Per cui ci dovrà essere la possibilità dell’aggiornamento del calcolo ISEE in tempo reale anche per le case popolari; e questo sarà oggetto di confronto sia con gli inquilini che con gli ERAP. Inoltre dovrà essere messo a punto uno strumento di verifica delle dichiarazioni ISEE rese, ad esempio, dagli inquilini con reddito autonomo. Non può essere, infatti, che anche quel 60% di diminuzione per chi ha il reddito autonomo non debba essere vagliato.
In ogni caso in tutta questa situazione gli ERAP hanno un paracadute, ovvero il non versamento dell’ICI, che in qualche modo è una risorsa aggiuntiva rispetto agli anni precedenti; il solo ERAP di Ancona ha 700 mila euro in più proprio perché non versa l’ICI comunale, quindi tutte risorse che si vengono a liberare.
Pertanto questo regolamento va bene, però sin da subito bisogna andare ad una verifica di quelli che sono stati gli effetti sulla popolazione di questo momento, seppur breve, di sperimentazione. Fare inoltre gli opportuni aggiustamenti affinché, nel momento in cui il regolamento verrà riproposto, si possa evitare di incidere in maniera forte su alcune situazioni e poi addirittura agevolare, invece, quelle di chi ha un reddito più alto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi. Però ancora una volta, visto tutti mi sembra siano impegnati a parlare a voce alta, chiedo cortesemente di offrire ai relatori la possibilità di esporre in serenità.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Grazie, Presidente, per questo richiamo. Innanzitutto voglio dire, e ovviamente nel merito condivido al cento per cento gli interventi fatti dai colleghi Capponi e Silvetti, che questo provvedimento è l’emblema dello stato della situazione che in questo momento vi riguarda. Ricorrere al trucco solito, vecchio, trito e ritrito di rifare la maggioranza e l’opposizione all’interno dell’area governativa, è un vecchio trucco. Spero vi vada bene, ma uno tira avanti e quell’altro tira indietro!
Siccome nella maggioranza e nella Giunta di democristiani ce ne sono parecchi, mi duole ricordarvi che tutto quello che vedo adesso l’ho visto al tramonto della DC. Veltroni e Franceschini insegnano. Quindi, in bocca al lupo! Ma è veramente ridicolo quello che avete fatto e quello che dite!
Fate un passo avanti, poi tre indietro, incarnate la protesta, fate i vessilliferi dell’avanguardia, poi fate i conservatori. E’ ridicolo! E questo non vale solo per questo atto ma lo sarò anche per altri di cui parleremo fra poco. Rivivo per voi il tramonto della DC, siete uguali!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni perché sul problema avevamo già svolto alcune argomentazioni.
Penso che questo atto sia opportuno, e il Presidente Spacca ha fatto bene ad assumere un’iniziativa anche in prima persona che si inserisce, appunto con atti concreti della Regione in un contesto di crisi.
Al di là delle chiacchiere, infatti, gli Enti locali debbono assolvere con atti concreti, quindi intervenire con il bilancio regionale, e rivedere se alcune impostazioni contrastano con una situazione di crisi.
E’ questo quello che oggi sta facendo l’Assemblea legislativa.
Occorre un accollo sociale rispetto al problema degli alloggi pubblici? Sì, noi siamo di questo avviso, ma non si può pensare di alimentare il patrimonio edilizio pubblico con i soli affitti. Ciò è impossibile già in una situazione di normalità, ma è soprattutto impossibile oggi che ci troviamo in una situazione di gravissima crisi economica, sociale, di perdita dell’occupazione, di attacco alle pensioni.
Dunque una simile politica è improponibile, perché significherebbe – da chiunque venisse portata avanti – aumentare gli affitti in maniera incontrollata. Sicché occorre adeguare gli affitti in base al reddito e con una logica di rigore.
Altrettanto rigorosa deve essere la verifica per vedere se esistono ancora i requisiti per occupare l’alloggio popolare.
Inoltre c’è un terzo problema che bisogna affrontare, ma che qui non viene detto perché è un problema che è stato assunto in maniera ideologica, ovvero quello della vendita del patrimonio degli alloggi pubblici. Occorre bloccare la vendita delle case popolari, che in molti casi si tratta di svendita; per costruire una nuova casa popolare ai costi attuali si devono vendere almeno 4,5 di queste case.
Noi Comunisti Italiani, insieme ad altri se la vorranno sottoscrivere, presenteremo una proposta di legge per bloccare le vendite delle case popolari, per adeguare gli affitti, per verificare la permanenza, affinché il patrimonio pubblico non si estingua in pochi anni, come vuole invece fare il centro-destra attraverso il federalismo fiscale.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Sono sbalordita di quello che ho sentito dire oggi in quest’Assemblea legislativa. Si è parlato di un atteggiamento e di un comportamento ridicolo da parte della Giunta e di condivisione di quei Consiglieri che fanno parte della maggioranza. Sono state fatte affermazioni ridicole che rigetto nella maniera più assoluta.
Infatti c’è ancora chi non capisce il momento di grave crisi che sta attraversando il nostro Paese. E non mi si venga a dire che la crisi viene avvertita solo in questa Regione. Oppure che le iniziative messe in atto dal Governo di destra, a cui appartengono alcuni colleghi qui intervenuti, siano sufficienti e che non siano, invece, solo pannetti caldi per coprire lo sperpero di soldi che viene fatto per tante altre situazioni. Voglio ricordare solo la social card – qualcuno l’ha accennata – che non mi pare sia una risposta adeguata, offre infatti solo pochissime assegnazioni per gli indigenti.
Qui è stato rivisto un regolamento che penalizzava gli inquilini delle case popolari. La ritengo quindi una situazione dignitosa e soprattutto un’iniziativa da parte del Presidente Spacca di tutto riguardo perché presa per coloro che soffrono questo momento di crisi.
Non mi sembra assolutamente ci sia nulla di strano. Queste cose possono avvenire, anzi, in questo caso debbono avvenire in quanto sono misure sociali che vanno a sostegno del reddito in un momento di crisi.
Voglio anche ricordare – e non per essere troppo benevola nei confronti della Giunta, perché se devo contrastare qualche comportamento e qualche delibera della Giunta regionale lo faccio sempre con molta tranquillità – che questa è una Regione virtuosa.
Dunque le risposte alla crisi che ha messo in atto la Giunta regionale delle Marche sono più che adeguate, tutte cose che in altre Regioni, soprattutto quelle governate dalla destra, non sono state applicate. Penso ai fondi di solidarietà ma anche a tante altre iniziative sviluppate da Regione per fronteggiare la crisi.
Questo non lo dice soltanto un Consigliere regionale del Partito Democratico, quindi della maggioranza, ma sono considerazioni che vengono fatte non solo dal mondo produttivo ma anche dagli stessi affittuari delle case popolari degli ERAP, che, certo, magari si troveranno in disagio quando si vedranno arrivare i bollettini, ma questi poi dovranno essere rivisti. Non credo che davanti ad uno sfacelo di Governo che pensa a mandare le ronde dentro le città per fare non si sa che cosa, questo sia il problema più importante!
Pertanto questa modifica che ci accingiamo ad approvare oggi è senz’altro opportuna. Ovviamente alla Giunta chiedo anche di provvedere affinché si trovino delle soluzioni, infatti con il minore introito dei canoni degli affitti agli ERAP ci si troverà certamente in una situazione di disagio, appunto, per le minori entrate, quindi minori risorse spendibili soprattutto per quanto riguarda le manutenzioni. Peraltro questa era un po’ l’ottica per la quale ad ottobre avevamo approvato quel regolamento, non era certamente per andare contro alle tante famiglie e ai tanti soggetti che in questa regione fruiscono dell’edilizia residenziale pubblica.
Quindi c’è il problema delle manutenzioni come pure quello delle vendite. Non credo, come dice qualcuno, che il problema della prima casa per le tante famiglie che in questo Paese ne hanno bisogno si possa risolvere con la vendita dell’edilizia residenziale pubblica, tutt’altro. Credo che si debba operare nell’ordine di una manutenzione giusta affinché le case vengano messe in sicurezza.
Peraltro dai colleghi di destra vorrei una risposta di quando parlano di un piano casa di questo Governo nazionale. Perché io non ho trovato, scusatemi, e mi auguro che qualcuno me lo possa chiarire, in Finanziaria una benché minima traccia di risposta al problema della casa per chi abbisogna di un aiuto, quindi per le giovani coppie, gli anziani indigenti oppure per le famiglie monoreddito.
Pertanto usare parole come “ridicolo” o “abbiamo toccato il fondo” lascia il tempo che trova.
Ringrazio la Giunta e anche il Presidente Spacca perché ha avuto questo coraggio, e sicuramente aveva previsto una reazione di questo genere da parte della minoranza. Ma il coraggio non tutti ce lo abbiamo, però se qualche volta riuscissimo ad applicarlo non ci farebbe male!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Non volevo intervenire nel dibattito perché quando si parla di canoni e di famiglie sarebbe preferibile il silenzio, in questo momento sarebbe molto più importante di ciò che è sta detto nell’ultimo intervento.
Penso che la Consigliera Ortenzi le cose che ha detto le avrà lette nel Corriere dei piccoli, oppure le ha sognate la notte o magari avrà visto Striscia la notizia o Scherzi a parte! Perché tutte le riflessioni che ha fatto non c’entrano niente con il tema in discussione all’ordine del giorno di oggi.
Voi sul tema delle famiglie, delle fasce più deboli, degli sgravi fiscali vi riempite la bocca a livello nazionale, locale, provinciale, poi oggi lei ha fatto, Consigliera Ortenzi, una difesa d’ufficio che in una udienza neppure l’ultimo avvocatello avrebbe fatto! Perché quello che oggi state facendo è indifendibile, quello che è stato detto su un tema così delicato è vergognoso! Penso che il “ministro degli esteri” Spacca per essere difeso avrebbe dovuto scegliere un altro avvocato. L’arringa che ha fatto, Consigliera, è fuori luogo, inopportuna ed offensiva. La invito a rileggere tutto quello che ha detto, in modo che la prossima volta eviterà di dire corbellerie e di non andare fuori tema! (…) A lei nessuno l’ha interrotta, quindi non lo faccia con gli altri! Peraltro lei parla di destra, ma noi non siamo la destra come lei non è comunista, altrimenti anch’io la chiamerò comunista! (…) Non si deve offendere, perché lei parla peggio di un comunista! Ha astio contro il Governo, contro tutti!
Insomma, governate la Regione Marche, governate tutte le Province, avete tutti i presidenti degli enti, poi di fronte a questo problema venite a fare la morale a noi, ci venite a dire che l’opposizione sta facendo demagogia e strumentalizzazione, vergognatevi! Alla televisione parlate solo di famiglie, sgravi fiscali e fasce deboli!
Quindi al posto vostro avrei fatto un mea culpa senza addossare sempre le colpe agli altri. E mi meraviglio che il Consigliere Procaccini, i Comunisti Italiani stiano ancora in questa maggioranza. Di sinistra questa maggioranza non ha più niente! Una volta era centro, trattino, sinistra, poi è diventato centro sinistra, oggi è rimasto solo centro. Consigliere Procaccini, mi dispiace dirlo, di sinistra nelle poche scelte che fate non c’è più nulla! E dico poche scelte perché in tre-quattro anni al massimo si sono approvate una-due-tre leggi, e questo la Consigliera Ortenzi neppure lo sa, non se ne preoccupa! In quest’Aula si fanno sedute ma senza legiferare nulla, si parla solo di aria fritta, poi qualcuno, addirittura, ha il coraggio di dire che siamo una Regione virtuosa. Ma di cosa! Ma non vedete in giro quanti operai ci sono – come dice sempre il Consigliere Procaccini – in cassa integrazione, quante fabbriche chiudono! Regione virtuosa! Beh, forse sì, se lo ha letto sul Corriere dei piccoli! (…) Ma lasci perdere Berlusconi, pensi a Spacca!

PRESIDENTE. Vi prego, Consiglieri.

Ottavio BRINI. Concludo, Presidente, perché non c’è possibilità di dialogo, quindi non vorrei offendere nessuno, non è mia usanza e mio stile, però chi mi vuol capire mi ha capito!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Solo poche considerazioni. La Prima. Quando la politica ascolta la società è sempre un bene, quindi il fatto che oggi proviamo a modificare un regolamento che in qualche modo ha prodotto difficoltà e problemi soprattutto in quei settori sociali che sono stati aggrediti in questi mesi da una crisi gravissima – certo per tutti ma più grave per loro – è un segno di intelligenza e un segno che nella politica non c’è autismo. Quindi questa modifica l’Aula dovrebbe salutarla unanimemente come un segno importante.
Sullo specifico, però, dobbiamo fare attenzione perché si potrebbe rischiare di fare come: “la gatta frettolosa che fa i gattini ciechi”.
Questo rischio c’era stato quando dentro la Finanziaria avevamo fatto la modifica a questo regolamento, infatti oggi ci siamo trovati di fronte alle proteste, in molti casi giuste e sempre giustificate, degli inquilini delle case popolari. Per cui potremo rischiare di farlo anche oggi. Rischiamo di farlo perché sulla questione dell’edilizia pubblica popolare forse ci sarebbe bisogno di una discussione più attenta e più larga di un’inchiesta profonda della situazione attuale del patrimonio di edilizia popolare, di come si è modificato in questi anni, di quali bisogni soddisfa, di quali vantaggi in alcuni casi rischia di favorire. Questo perché le situazioni cambiano, perché magari sono cambiate anche le condizioni economiche, fortunatamente, di tante famiglie che hanno usufruito di case popolari, a volte i regolamenti rischiano di favorire alcuni vantaggi che la legge, invece, non vorrebbe realizzare.
Il rischio dei “gattini ciechi” in questa modifica del vecchio regolamento purtroppo sta nel fatto che sospendendo gli aumenti e concedendo le esenzioni ciò produce anche, nei confronti degli ERAP e di chi dovrà gestire il patrimonio pubblico, una significativa riduzione di risorse. Dopodichè questa riduzione potrebbe, oggi e domani, produrre questioni e problemi complicatissimi. Il primo è quello che si potrebbe riaprire la spinta alla vendita del patrimonio pubblico, che, invece, è uno strumento importante di assoluta garanzia affinché la casa resti un diritto e non divenga un privilegio.
Quindi in questa vicenda forse sarebbe stato necessario un percorso più meditato che avesse solo azzerato il vecchio regolamento, che avesse quindi evitato di rappresentare, ancorché giusto (infatti le esenzioni previste nel regolamento in vigore guardavano ai bisogni sociali), un elemento che potrebbe scivolare nella demagogia.
La Commissione ha prodotto anche un ordine del giorno che riflette sulle richieste delle risorse di cui abbisognano gli ERAP, ma credo che ciò non basti. L’ordine del giorno così come costruito non è del tutto sufficiente, è un documento purtroppo che non ha tempi e non ha cifre. Credo, invece, che questo ordine del giorno debba avere tempi e cifre, solo in questo agli ERAP potrebbe veder garantita la certezza di poter continuare ad operare, la certezza di programmare, la possibilità di guardare al patrimonio pubblico -questa è la funzione degli ERAP – con le modalità per difenderlo, per realizzarlo, per tutelarlo. Questa è la nostra preoccupazione.
Certo, questo regolamento lo voteremo, perché in questi momenti è evidente che l’aver ascoltato la società è stato un atto importantissimo, è stato un ascolto generale. E credo che le riflessioni pubbliche del Presidente della Giunta siano il raccogliere collettivo dei problemi che in tanti avevamo posto dopo aver visto la legge in azione. Tutti ci eravamo resi conto dei problemi, quindi tutti insieme avevamo sollecitato questa riflessione.
Il Presidente l’ha colta come punto collettivo di rappresentanza di questa Assemblea, è in questo senso che saluto positivamente la sua scelta. Non credo ci sia stata né una volontà autoreferenziale né una volontà monocratica, ma un atteggiamento di ascolto anche delle esigenze dell’Assemblea che portava ovviamente le esigenze della società.
Quindi sull’ordine del giorno chiederei di arrivare ad una riflessione in modo da renderlo più cogente, più efficace e più rassicurante anche per gli stessi operatori dell’ERAP che guardano con preoccupazione, seppur in alcuni aspetti con condivisione, questo percorso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Credo che se ci fosse prestata più attenzione, oltre che di rispetto, nei confronti dei Consiglieri che sono intervenuti, ci si sarebbe resi conto che il Consigliere Capponi come pure il Consigliere Silvetti hanno dichiarato che questo atto lo voteremo. Quindi non riesco a capire perché stiamo andando avanti da più di mezz’ora per giustificare quella che si deve considerare comunque una classica marcia indietro.
In alcuni interventi si è voluto evidenziare il principio che solo gli imbecilli non cambiano idea, però è altrettanto vero che il cambiare idea non corrisponde all’assegnazione del Premio Nobel!
In passato ci furono delle prese di posizione del Popolo delle Libertà che hanno dimostrato quello che poi la Giunta ha recepito o per lo meno che vuole rinviare.
Ritengo che alcuni discorsi fatti oggi in quest’Aula non c’entrano assolutamente niente con l’argomento in discussione. E’ stato detto che il Governo nazionale è allo sbando, peraltro detto da chi rappresenta il Partito Democratico mi sembra proprio una burla a carnevale finito!
Certamente resta un problema serio, ovvero quello dell’edilizia popolare.
Non credo che in questi anni ci sia stata una politica adeguata alle esigenze della popolazione e soprattutto delle fasce più deboli. L’argomento infatti per diverso tempo è stato confinato e solo in parte con l’ultima legge si è cercato di rimediare ad un problema serio. Quello, ad esempio, dell’assegnazione di case popolari a persone extracomunitarie, che favorisce o per lo meno ha favorito nettamente gli extracomunitari rispetto agli italiani. Questo è un problema serio che la legge affronta solo in parte.
Come Alleanza Nazionale in passato avevamo presentato una precisa proposta che stabiliva un’assegnazione del 75% delle abitazioni di edilizia popolare agli italiani e il resto agli extracomunitari. E questo non per una questione, come si vorrebbe far credere, di razzismo, bensì per una questione obiettiva che vede, appunto, un’assegnazione in percentuale ad una minoranza a cui si attribuisce, invece, la maggioranza delle abitazioni di edilizia popolare.
Ritengo che anche questo sia un problema da tenere in considerazione. Anche perché ci sono interi paesi di piccole dimensioni che stanno diventando delle enclave, in alcuni casi, a mio avviso, anche pericolose. Però poi la Regione Marche da una parte evidenzia l’orgoglio della marchigianità, dall’altra addirittura delega a persone che non fanno parte del nostro territorio di occupare interi quartieri o interi paesi.
Questi, dunque, sono i problemi da affrontare, come pure quello di fare in modo che anche le imprese si assumano la responsabilità di contribuire al problema dell’edilizia popolare; non è possibile che da una parte ci siano delle abitazioni di edilizia popolare – che anche a mio avviso andrebbero vendute per poterne creare altre nuove -, però poi gli alloggi non sono sufficienti, allora si crea un mercato parallelo con dei costi incredibili, che in un momento di crisi come questo mette tutti in difficoltà; primi tra tutti i Comuni perché ci sono persone che non riescono a pagare una casa e quindi poi si rivolgono ai servizi sociali.
Il problema della casa è serissimo e quindi deve essere affrontato in modo diverso. Per cui se in quest’Aula da parte dell’opposizione c’è la disponibilità a votare questa modifica di regolamento, non riesco a capire perché non si debba affrontare il discorso in modo diverso, ovvero quello di chiudere questo capitolo e subito dopo iniziarne uno che veda in concreto, soprattutto in un momento di crisi come questo, un rilancio della politica della casa. Questo significherebbe da una parte creare occupazione, dall’altra riuscire a dare delle risposte precise ad una fascia di popolazione sempre più crescente che si trova in difficoltà.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Velocissime considerazioni. Credo che correggersi non sia un difetto bensì un pregio. Tra l’altro ritengo sia bene che anche il Governo Berlusconi si prepari a questo, perché anche l’accordo firmato con la Francia sul nucleare probabilmente – non voglio anticipare troppo – prevederà dei dietro front molto interessanti. Ma di questo ne riparleremo a suo tempo.
L’operazione fatta dalla Giunta regionale la ritengo giusta, tra l’altro è stata concordata sia con le organizzazioni sindacali che con le organizzazioni degli inquilini.
Ora vorrei sottolineare solo due questioni.
La prima riguarda la necessità che il patrimonio dell’ERAP debba risorse per le manutenzioni, e credo che questi maggiori introiti a questo sarebbero serviti. Infatti manutenere il patrimonio pubblico significa anche far lavorare molte imprese edili locali che oggi si trovano in grandi difficoltà. E’ quella operazione di keynesismo nostrano che dovrebbe ispirare la nostra azione anche per risolvere la crisi, perché la crisi non si risolverà soltanto dall’alto ma anche dal basso.
Per cui l’unico dubbio che avevo su questa operazione era di questa natura.
Inoltre, Assessore Marcolini e Presidente Spacca, vorrei lanciarvi un altro messaggio. L’operazione che la Giunta regionale ha fatto nei confronti dell’ERAP, Presidente Spacca, andrebbe fatta anche verso i privati, nei confronti dei quali servirebbe una grossa iniziativa politica, ovvero chiedendo loro intanto di affittare le case sfitte – che in questa regione sono notevoli, soltanto nella città di Fano ci sono 3.000 appartamenti sfitti –. quindi di metterle a disposizione, e di calmierare i prezzi.
Questa operazione oltre ad essere importante è anche facile attuarla perché il patrimonio pubblico è nelle nostre mani. Mentre un’operazione un po’ più hard, ma molto importante politicamente, sarebbe quella di chiedere ai proprietari di mettere i tanti appartamenti sfitti della nostra regione a disposizione delle famiglie che ne hanno necessità, prevedendo anche un accordo che serva a calmierare i prezzi.
Quindi attendo da parte della Giunta regionale iniziative in tal senso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Sono stato anticipato per certi aspetti dalla Consigliera Mollaroli, ma vorrei comunque evidenziare una questione di metodo, anche se sono sempre refrattario ad intervenire proprio perché non vorrei incorrere in polemiche. Quindi lascio da parte il Corriere dei piccoli – le provocazioni del Consigliere Brini sono state da me ascoltate con empatica attenzione – perché come adulto leggo Pirandello. Infatti mi sembra che qualche volta nelle sedute assembleari incorriamo nell’errore dei consiglieri del paesino di Milocca, che per mesi e mesi sono rimasti in riunione per decidere il tipo di lampadine da mettere sui lampioni, ma nel frattempo il paese rimaneva al buio perché senza luce.
Quindi è inutile che facciamo delle analisi di carattere dietrologico, perché questo, secondo me, è un ordine del giorno legato ad una legislatura dominata da una crisi di cui dobbiamo far conto, e soprattutto che tiene conto delle esigenze e delle preoccupazioni dell’ERAP.
Tuttavia le osservazioni fatte dai Consiglieri Procaccini e Brandoni in gran parte devono essere accolte ed essere motivo di riflessione da parte nostra. E’ evidente, infatti, che quando si fa un ordine del giorno poi dobbiamo anche dargli le gambe, quindi parlare di cifre e di tempistica. E soprattutto accolgo l’invito a considerare finalmente il principio della casa come un diritto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Sarò molto breve perché al di là delle motivazioni dove ciascuno ha cercato di rappresentare la propria interpretazione di parte di questa vicenda, credo che nella sostanza siamo tutti d’accordo sul provvedimento, che è dunque l’elemento più importante da sottolineare.
Vorrei soltanto, per onore della verità, fare alcune considerazioni sulle cose che sono state dette.
L’attuale regolamento venne approvato dall’Assemblea legislativa un anno fa. L’Assessore Carrabs ed i soggetti responsabili di questa attività avevano sviluppato un lavoro di concertazione e di confronto molto lungo che poi ha portato a quel regolamento, approvato, appunto, da questa Assemblea legislativa.
La crisi è intervenuta successivamente. Quindi la crisi che ha colpito in maniera molto profonda anche la nostra regione – come ormai indicano tutte le previsioni – nelle Marche è partita alla fine del mese di ottobre ed è cominciata ad esplodere nel mese di novembre.
Quindi l’onore della verità vuole che questo provvedimento si iscriva davvero in quella manovra anticrisi, anticongiunturale, anticiclica intrapresa dall’Assemblea legislativa e dal suo Governo.
Una crisi profonda, come quella che ieri abbiamo descritto al tavolo con gli operatori finanziari, economici e con le forze sociali della nostra regione – che prevede una caduta del 2,8% del Pil nel 2009, un incremento della disoccupazione da 4,6% nel 2008 e al 6,8 nel 2009 – richiede misure eccezionali, appunto, come quelle che abbiamo messo in cantiere. Ci sono 22,4 milioni di euro di risorse finanziarie a disposizione dei cittadini e delle imprese in difficoltà nella nostra regione, nel cui ambito si iscrivono anche i soggetti depositari di canoni di edilizia pubblica residenziale sovvenzionata.
Dunque questa manovra oggettivamente si iscrive in questo quadro di azioni che, ricordo: prevede 10 milioni di intervento per solidarietà nei confronti dei cittadini che incontreranno in questo periodo provvedimenti di licenziamento o di mobilità o di cassa integrazione e per le loro famiglie; 5,6 milioni che riguardano questi canoni; 6,8 milioni per le imprese che dovranno consolidare i loro debiti e quindi sostenere provvedimenti di carattere occupazionale e di sostegno alla propria attività produttiva.
E’ una manovra che abbiamo illustrato tante volte, su cui non mi soffermo.
Siamo consapevoli che questo provvedimento della Giunta, che oggi l’Assemblea legislativa approverà sulla base delle dichiarazioni che avete fatto, peserà per 5,6 milioni di euro sul nostro bilancio, però li assumiamo con questo spirito. Sappiamo che vengono bloccati gli aumenti per coloro che ricevevano un incremento dei loro canoni e che i benefici che il regolamento prevedeva si manterranno tutti, Consigliere Silvetti. Li assumiamo nel nostro bilancio proprio con la finalità di dare respiro e sostegno a quelle famiglie che sono in condizioni di maggiori difficoltà nell’ambito della vita di comunità della nostra regione e che avranno bisogno di una particolare attenzione.
Però siamo anche consapevoli della necessità che questo settore debba evolversi e che inoltre richiede anche un’attività di investimento e di manutenzione.
Per cui entro un anno faremo la verifica del possesso dei requisiti soggettivi dei soggetti assegnatari degli alloggi e faremo anche una manovra finanziaria, compatibilmente con l’evoluzione della situazione economica che stiamo monitorando nel corso del 2009, che tenga conto delle esigenze dell’edilizia residenziale sovvenzionata.
Non dimentichiamo che in questa Assemblea legislativa quando abbiamo approvato il bilancio ci eravamo dati un impegno, ovvero che l’Assemblea legislativa e il suo Governo dovevano essere flessibili rispetto all’evoluzione della crisi. Quindi non ci sono ripensamenti e autocritiche, Consigliera Mollaroli, c’è semplicemente la flessibilità e la lettura di una situazione che è in profonda evoluzione, rispetto alla quale il Governo regionale adotta poi i suoi provvedimenti. Provvedimenti che oggi mi sembrano siano condivisi nella sostanza da tutta l’Assemblea legislativa, che dunque, ripeto, credo sia la cosa più importante ed utile per i cittadini delle Marche.
Vorrei dirvi, infine, un’ultima cosa importante in modo che tutta l’Assemblea legislativa ne sia consapevole. Nell’ambito dei provvedimenti che stiamo adottando proprio come manovra anticrisi e anticiclica, oltre a questo sostegno ai redditi delle famiglie in maggiori difficoltà e dei lavoratori che saranno toccati dalla crisi quindi da provvedimenti di licenziamento, mobilità e cassa integrazione, si iscrivono altre iniziative, come il FAS o l’accordo con la Banca europea per gli investimenti, ma anche l’accelerazione delle procedure di realizzazione delle infrastrutture e il reperimento di nuovi strumenti finanziari. E il rapporto positivo che abbiamo intrapreso con il Governo nazionale ci ha portato ad una revisione dell’intesa generale, proprio sulle infrastrutture e quindi riguarda ferrovie, strade e sistema logistico, che domani mattina sarà sottoscritta a conclusione dei lavori del Consiglio dei Ministri con il Presidente del Consiglio Berlusconi e con il Presidente della Regione Marche.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1 del Consigliere Ricci. Ritirato.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Ordine del giorno n. 1 presentato dalla Commissione:
L’Assemblea legislativa delle Marche,
Premesso che la Regione, in attuazione dell’art. 20 quaterdecies della legge regionale n. 36/200 “Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”, ha definito con il regolamento regionale n. 2 /2008 i nuovi criteri di calcolo dei canoni locativi degli alloggi di ERP sovvenzionata, commisurandoli al valore dell’immobile ed alla capacità economica del nucleo familiare (indicatore ISEE e non più reddito imponibile);
Considerato che la riforma dei suddetti canoni era finalizzata a determinare, a livello regionale, un aumento complessivo del gettito pari a circa il 15% , in modo da assicurare agli enti gestori risorse sufficienti per la copertura dei costi di gestione e manutenzione degli alloggi popolari e cofinanziare il fondo regionale per le politiche abitative;
Preso atto che, al fine di impedire che il nuovo meccanismo di calcolo dei canoni incida negativamente sulla crisi economica attualmente in atto in tutto il Paese, pregiudicando le fasce più deboli della popolazione, con la proposta di regolamento n. 15/2009 si propone di differire l’efficacia del regolamento regionale n. 2/2008 al 1° gennaio 2011, dato che gli indicatori economici prevedono il protrarsi dello stato di crisi per tutto 112010, disponendo che sino a tale data il canone di locazione in questione venga determinato in base alla normativa previgente salvo il caso in cui l’applicazione dei nuovi criteri di calcolo comporti un canone più favorevole per gli assegnatari;
Rilevata la necessità di assicurare agli ERAP un adeguato livello di risorse finanziarie da utilizzare per la manutenzione e la riqualificazione dell’edilizia popolare;
Impegna la Giunta regionale
- a reperire risorse adeguate per fronteggiare le esigenze di manutenzione e riqualificazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, da destinare agli ERAP a compensazione dei mancati proventi derivanti dal differimento dell’efficacia del regolamento regionale n. 2/2008.

A questo ordine del giorno è stato presentato l’emendamento n. 1 del Consigliere Capponi:
Dopo il punto “- a reperire risorse adeguate per fronteggiare le esigenze di manutenzione e riqualificazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, da destinare agli ERAP a compensazione dei mancati proventi derivanti dal differimento dell’efficacia del regolamento regionale n. 2/2008" è aggiunto il seguente:
“- a predisporre ulteriori atti di indirizzo per gli ERAP al fine di promuovere iniziative finalizzate all’incremento della disponibilità di risorse proprie da destinare alla realizzazione di nuovi alloggi e alla manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio esistente, anche attraverso l’alienazione degli alloggi disponibili in favore degli occupanti muniti di idoneo titolo ai sensi degli art. 11-12-13 della legge 133/2008.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In analogia con la discussione sugli alloggi pubblici, chiedo all’Assessore Marcolini, se lo riterrà opportuno, di dare anche un’informativa rispetto ad una cosa analoga come modalità ma diversa come soggetto, ovvero quella delle entrate per i Comuni derivanti dalle attività estrattive.
Siccome ci sono stati degli errori che hanno visto perdere risorse da parte dei Comuni, ora c’è una grave difficoltà a chiudere i bilanci.
Pertanto se l’Assessore Marcolini vorrà dare un’informazione su questo sarebbe molto utile.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Ciò che richiede il Consigliere Procaccini credo sia molto utile. Come voi sapete, rappresentanti dell’Assemblea legislativa sia della maggioranza che dell’opposizione sono stati coinvolti circa l’attualità e l’urgenza del problema posto da alcuni Comuni nella redazione del bilancio che si sono trovati di fronte ad una riduzione potenziale del gettito dei tributi derivanti dall’attività di escavazione.
Penso che la sollecitazione che ci è stata ora presentata dal Consigliere Procaccini debba essere accolta. E sulla scorta di due criteri penso che la Giunta possa essere in grado già da lunedì di parlarne e martedì, in occasione dell’Assemblea legislativa e prima della convocazione della Commissione che ha in discussione la legge sulle cave, formulare una proposta con questi due presupposti: primo, l’invarianza del gettito derivante dall’escavazione per i Comuni, secondo, una revisione dei criteri che riguardano l’escavazione, da aggiungere ai meccanismi sanzionatori e alle percentuali proporzionali da applicare alle attività eccedenti l’autorizzato.
C’è materia di discussione, e la cosa che vogliamo riaffermare è che la Regione con l’aumento dei tributi ha giustificato il finanziamento alle Comunità montane non solo pari a quello dell’anno scorso, ma addirittura superiore e ha integrato anche i fondi delle politiche sociali.
E’ del tutto evidente che insieme al principio di rassicurazione dei Comuni per il gettito da tributi per l’escavazione collegato anche al danno ambientale, ci sia l’esigenza di mantenere intatta la previsione in capo alle finanze regionali.
Attorno a questi due aspetti penso che entro lunedì – martedì ci sarà la prossima seduta dell’Assemblea legislativa – potrò presentare una proposta da discutere in Commissione, secondo appunto quelle preoccupazioni annunciate ora dal Consigliere Procaccini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Intervengo sull’ordine del giorno che abbiamo confezionato in Commissione e di cui ora abbiamo anche approvato un emendamento.
Ricomprendendo anche un minimo di discussione generale, riteniamo, Presidente Spacca, che dovremmo intervenire sulla modifica di questo regolamento, riguardante determinazione dei canoni ERAP, non rinviando di due anni gli effetti, che poi sarebbero ulteriormente devastanti – non penso che le categorie di persone di cui stiamo parlando in questi due anni avranno un sollievo della loro situazione reddituale -, ma metterci subito le mani. Quindi ciò che chiediamo è una riorganizzazione complessiva del funzionamento degli ERAP.
In questa Regione gli ERAP li abbiamo un po’ narcotizzati. Mentre altre Regioni, per esempio, hanno optato per trasformarli in società di diritto privato per l’edilizia pubblica e che poi riescono a gestire all’interno della loro operatività tantissime situazioni come l’acquisizione di finanziamenti destinati alla realizzazione degli alloggi…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere…

Franco CAPPONI. Sto parlando sull’argomento, Presidente.

PRESIDENTE. Certo, ne sono convinto, solo che a questo punto vorrei proporre di unificare le dichiarazioni di voto sia sull’ordine del giorno che sul regolamento.

Franco CAPPONI. Certamente, Presidente, poi su questo non interverrò più.

PRESIDENTE. Le sue, quindi, sono dichiarazioni di voto complessive, per cui poi voteremo l’ordine del giorno e il regolamento.

Franco CAPPONI. Va bene. Stavo dicendo che abbiamo narcotizzato l’operatività degli ERAP per una difesa strenua. Non concordo assolutamente con quello che ha detto il Consigliere Procaccini. Oggi il mondo economico ha una sua vitalità e deve esprimere tutte le sue potenzialità nella modernità, quindi non si possono ancorare a principi ideologici le funzioni di un ente che come unico obiettivo ha quello di fornire l’aumento della disponibilità di alloggi a qualsiasi titolo.
Non ritengo che sia un peccato, Consigliere Procaccini, che un cittadino diventi proprietario della sua abitazione. Quello che sostenete è un concetto arcaico. In pratica dalla dismissione e quindi la condivisione dell’attuale occupante dell’acquisizione del suo alloggio si può generare la costruzione di un’altra metà di alloggio che va destinato a un altro plafond di cittadini. E’ una formula matematica che si fa alle elementari, che ci consente di dare a questi enti una funzione ulteriore.
Certamente le risorse pubbliche per l’edilizia sono state minori in questi ultimi anni, con qualsiasi Governo ci sia stato, in ogni caso ritengo che la modifica della funzione degli ERAP possa comunque produrre qualcosa di positivo.
Sicché il metter la testa sotto la sabbia come se il problema non esistesse non mi pare opportuno. Non sono della maggioranza quindi potrei sfruttare per altri motivi tutto quello che sto dicendo e non per dare suggerimenti, tuttavia la strada da perseguire è l’alienazione volontaria. Anche perché il Governo sta accreditando e accordando vantaggi a chi riceverà l’acquisizione. Il 133 dice che la rata di affitto può essere trasformata in rata di mutuo, Consigliere Binci, quindi se uno volontariamente dovesse decidere di diventare proprietario della sua abitazione non vedo perché non dovremmo aderire a questa cosa, sarebbe una scelta di libertà e di tranquillità. Tra l’altro la casa darebbe a quella famiglia una possibilità maggiore, ad esempio spendere quel patrimonio per acquisire un mutuo o per fare un’altra scelta. Perché dobbiamo tarpare le ali ai cittadini?! E’ una vecchia concezione.
Io voglio aumentare il patrimonio dell’edilizia a disposizione dei cittadini, non del patrimonio ERAP. In questa regione c’è l’85% di cittadini che ha la casa di proprietà, non penso siano tutti mascalzoni, però vogliamo evitare che l’altro 15% la possa avere.
Mi pare assurdo, le tesi che portate avanti sono inconcepibili.
Concludo dicendo che l’emendamento che abbiamo apportato all’ordine del giorno indica che per superare questo momento delle difficoltà degli ERAP dobbiamo consentire un ulteriore avvio di dismissioni, che si deve fare la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio e anche realizzare nuove abitazioni, e soprattutto consentire, a chi legittimamente vuole aspirare alla proprietà, di avere una casa.
Voi non avete fatto questo conto, oggi con i canoni non riusciamo a pagare la manutenzione ordinaria, quindi per assurdo le case potremmo anche regalarle e l’ente pubblico ci guadagnerebbe.
Comunque correttezza e equità sociale fanno sì che dobbiamo comunque cedere l’alloggio con un canone o con una rata di mutuo proporzionata al reddito di chi lo occupa, dunque ciò che dice esattamente la legge n. 133, approvata da sei mesi che però non stiamo ancora attuando. Le altre Regioni invece lo fanno, non penso che siano sprovvedute, penso invece stiano dando una risposta in termini di residenze aggiuntive rispetto a quelle che hanno.
Gli ERAP sono società di capitali e quindi possono attingere anche dal mercato finanziario ulteriori risorse, oltre quelle che possiamo fare noi. Noi non possiamo attingere ad un indebitamento ulteriore della Regione perché abbiamo dei limiti del patto di stabilità, ma gli ERAP in quel caso non li avrebbe, perché ha già un capitale, quindi lo potrebbe fare. Emilia Romagna, Veneto e Lombardia hanno ragionato così, e sono Regioni né tutte rosse, né tutte bianche, né tutte nere, sono Regioni che stanno portando avanti strategie diverse dalle nostre e quindi stanno dando anche delle risposte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Anticipo subito che il gruppo di AN voterà favorevolmente alla proposta di regolamento e soprattutto all’ordine del giorno che riteniamo sia un correttivo idoneo. Credo anche che sia stato puntuale ritirare l’emendamento del Consigliere Ricci, che avrebbe suffragato una volta di più i nostri timori.
Le do atto, Presidente Spacca, che lei ha una buona visione del territorio, sicuramente ha fatto notevoli sforzi anche per allargare gli orizzonti della regione anche cercando credibilità all’estero. Ha fatto politiche importanti, glielo voglio assolutamente riconoscere, mi pongo però una domanda, visto che personalmente non la ritengo una persona così tanto di sinistra – questo è il mio pensiero –. Ovvero mi chiedo come fa a stare con delle persone che oggi hanno dichiarato che presto presenteranno una proposta di legge affinché si blocchi definitivamente – a meno che si possa fare – la vendita futura degli immobili. Ci chiediamo come fa ad avere in Giunta e in Assemblea legislativa il sostegno di queste persone!
Io tutto sommato la ritengo una persona illuminata, politicamente ha sicuramente il polso della situazione di questa regione, sa perfettamente qual è la crisi profonda che sta attraversando, quindi certamente i demeriti non sono tutti suoi perché ci sono delle difficoltà oggettive a livello nazionale, però ci chiediamo come fa ad essere sostenuto da forze politiche che sono responsabili di questa stagnazione sociale e dell’immobilismo del territorio.
Oggi sicuramente voteremo favorevolmente perché è questo un atto dovuto, ci mancherebbe, però guardiamo con grande preoccupazione il futuro di questa Regione e di questa Giunta. Ovviamente in quella circostanza verificheremo quale orientamento avrà questa Assemblea legislativa, ma abbiamo comunque una grande preoccupazione, perché vogliamo che questa crisi non si risolva in quel modo, anzi, così si andrà sicuramente a peggiorare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Voglio annunciare il voto favorevole del gruppo Partito Democratico, tenuto conto che sulla legge di riordino degli ERAP la Commissione ha sempre lavorato con una certa sintonia. Anche il dibattito di oggi lo rileva, nel senso che c’è molta tensione su questo tema quindi anche su questo regolamento che riordina i canoni rispetto all’iniziativa della Giunta, che ovviamente condividiamo, per entrare nel momento di crisi maggiore che dovremo vivere anche per i prossimi mesi.
Mi pare però che ci sia la necessità – e lo abbiamo ribadito con un ordine del giorno integrato anche da indicazioni della minoranza – di garantire attraverso risorse adeguate la possibilità per gli ERAP non solo di realizzare manutenzioni ordinarie e straordinarie, ma anche di veder garantita la dignità di un’abitazione adeguata a chi vi andrà a vivere, seppur il livello su cui stiamo lavorando riguarda una categoria che ha maggiori esigenze di altre.
Volevo dire semplicemente questo anche per anticipare un altro aspetto che in parte contiene le indicazioni degli interventi dei Consiglieri Capponi, Silvetti e di altri.
Ho presentato una proposta di atto amministrativo di modifica di una deliberazione amministrativa che riguarda il Piano casa, cioè la possibilità di non destinare le risorse soltanto alla pura e semplice locazione, ma poter orientare magari una quota parziale di risorse anche per chi potrebbe – anche se con un sacrificio importante – avere una locazione più un potenziale riscatto. Quindi penso sia una cosa normale dare la possibilità di poter sostituire la quota di canone con una quota di mutuo bancario per poi riuscire a riscattare.
Lo so, c’è una contraddizione, la verificheremo, però il punto è semplice, Consigliere Silvetti, e non è una polemica fra me ed altri amici e compagni della maggioranza. Faccio un esempio banalissimo: con il Piano casa c’è un contributo del 20%, se io chiedessi al potenziale cittadino un anticipo minimo del 10%, avrei la possibilità di avere il 70% da una banca con una rata di mutuo più o meno uguale al canone. Di fatto potrei avere la possibilità di avere un riscatto e diventare proprietario, e questo anche per fasce di cittadini meno abbienti. Insomma nel Piano casa questa possibilità la riconsidererei.
Altra cosa sono – su questo il Consigliere Procaccini ha introdotto un elemento di riflessione – le case popolari che sono un livello diverso rispetto al Piano casa.
Quindi starei attento nel dire di iniziare una politica di alienazione del patrimonio ERAP, perché parliamo di una categoria davvero marginale e particolare.
Credo, invece, che il Piano casa dovrebbe tener conto di questa possibilità. E’ per questo motivo, ripeto, che ho presentato recentemente una proposta di modifica di una deliberazione amministrativa votata da questa Assemblea legislativa qualche mese fa.
Credo che alla fine che con un voto unanime di questo atto daremo una risposta abbastanza importante, perché parliamo di ulteriori 5,6 milioni di euro che si aggiungono ai 16 del pacchetto anticrisi. Quindi possiamo dire che la Regione Marche dà un contributo forte e netto rispetto al fenomeno complicato della crisi economica che stiamo attraversando.

PRESIDENTE. Ordine del giorno, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento n. 15. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Chiedo di anticipare – mi sono confrontata tra maggioranza ed opposizione – il punto 9) all’ordine del giorno (Paa n. 106) senza fare né l’illustrazione e né discussione. Infatti in Commissione, dove è rimasto per diverso tempo, questo atto è stato approvato all’unanimità quindi non ci sono neppure emendamenti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta della Consigliera Mammoli di anticipare l’atto amministrativo n. 106 senza illustrazione e discussione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 106
della Giunta regionale
“Piano forestale (PFR) legge regionale 23 febbraio 2005, n. 6, articolo 4”
(Votazione)

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione finale della proposta di atto amministrativo n. 106, debbo porre in votazione il seguente ordine del giorno, presentato sull’atto medesimo dalla IV Commissione, avente ad oggetto “Incremento delle risorse finanziarie del Piano di sviluppo rurale 2007/2013 relativamente alle Misure 1,2,3. e 2,2,4. e contestuale diminuzione delle risorse stanziate per la Misura 2.2.7.:
L’Assemblea legislativa regionale delle Marche,
Tenuto conto che:
Attualmente le maggiori disponibilità finanziarie per l’attuazione degli obiettivi o delle azioni chiave del piano forestale afferiscono allo sviluppo rurale di cui al Reg. CE n. 1698/2005;
Le misure del PSR 2007-2013 sono in grado di attuare molte delle previsioni del piano forestale in questione;
Considerato che è necessario incrementare i finanziamenti delle misure inerenti la meccanizzazione forestale, indennità Natura 2000, al fine di garantire una migliore efficacia del programma forestale regionale;
Impegna la Giunta regionale a incrementare notevolmente le risorse finanziarie del PSR 2007/2013 in relazione alla misura 1.2.3, sottoazione b), (meccanizzazione forestale) e alla misura 2.2.4 (Indennità Natura 2000) e alla contestuale diminuzione delle risorse inerenti la misura 2.2.7 (Investimenti non produttivi forestali).
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 106. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 283
della Giunta regionale
“Modifica della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 concernente “Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 283 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questa proposta di legge presentata dalla Giunta si pone l’obiettivo di rendere più flessibile una norma della legge n. 20. Con questa proposta si tende a liberalizzare – uso questo termine per farmi capire – il trattamento economico dei dirigenti della nostra Regione qualora questi vengano chiamati ad incarichi di particolare importanza come quello, appunto, del coordinamento nazionale della Conferenza delle Regioni.
Questo provvedimento si inquadra nella necessità di andare incontro ad una situazione che si è creata allorché le Marche sono state chiamate a coordinare la Conferenza delle Regioni in materia delle attività produttive. Per cui essendoci questa necessità la Giunta ha ritenuto di proporre questa modifica alla legge n. 20.
In effetti questo è un problema che si pone nell’organizzazione più complessiva della nostra Regione, in quanto abbiamo una contrattazione, soprattutto sulla dirigenza, che molte volte rischia di non adattarsi a quelle che sono le esigenze delle strutture che abbiamo in essere.
Quindi questa modifica si propone di colmare quella necessità nella quale si trova la Regione proprio per questa responsabilità.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. La norma in esame vuole regolamentare una situazione di vuoto legislativo, ovvero di mancata previsione non in riferimento ad una situazione in atto, ma in riferimento a ipotetiche e future necessità.
Si tratta di un intervento di mero indirizzo che per statuto compete all’Assemblea legislativa e non alla Giunta regionale.
Tra l’altro detto provvedimento avrebbe dovuto essere contenuto nell’atto legislativo istitutivo della Commissione oppure nell’atto di recepimento della deliberazione della Conferenza delle Regioni o della Conferenza delle Province autonome, per l’inderogabile principio di indicare la copertura finanziaria in ogni provvedimento comportante onere o spesa a carico della collettività.
Siamo di fronte, quindi, ad una norma in bianco che elude la competenza dell’Assemblea legislativa ed incardina modalità irrituali e discutibili di affidare compensi di notevole entità e in palese controtendenza con la dichiarata linea programmatica di contenimento e riduzione della spesa pubblica regionale.
La norma in questione rappresenta l’ennesima emenda al contenuto della legge n. 20/2001 ed evidenzia i limiti di un’attività legislativa fatta di interventi plurimi e frammentari, inidonea a garantire una visione armonica ed una regolamentazione omogenea ed equa della materia.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 283. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 299
dei Consiglieri Comi, Santori, Altomeni, Castelli
“Modificazioni all’articolo 10 della legge regionale 24 dicembre 2008, n. 37 ‘Legge finanziaria 2009’ “
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 299 ad iniziativa dei Consiglieri Comi, Santori, Altomeni, Castelli.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questa proposta di legge è estremamente chiara, ha un solo articolo, propone la proroga fino al termine di questa legislatura di una sperimentazione attuata nel campo dell’informazione. La proroga ovviamente comporta la possibilità, per chi è stato incaricato di tale sperimentazione, di continuare il lavoro.
I Consiglieri, l’Assemblea legislativa, i cittadini delle Marche hanno avuto l’opportunità di verificare i risultati di questa sperimentazione, che abbisogna, in un complesso più articolato di organizzazione della comunicazione e dell’informazione dell’Assemblea legislativa, di queste sperimentazioni per poter produrre quella comunicazione, aggiungerei biunivoca, tra società e politica che tutti molte volte abbiamo definito come necessaria.
La proposta è dei Consiglieri Comi, Santori, Altomeni e Castelli dell’Ufficio di Presidenza. Quell’ufficio di Presidenza che ha avuto l’opportunità di verificare il risultato di questo lavoro. Quindi affido al voto dell’Assemblea legislativa la riflessione e il giudizio su questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questa proposta viene dall’Ufficio di Presidenza nella sua interezza, ne abbiamo parlato e discusso brevemente in Commissione. E’ una questione di natura assolutamente tecnica che riguarda i nostri addetti dell’Ufficio stampa che devono essere in grado di essere inseriti in una più ampia riflessione sulle procedure di completamento dei nostri organici e della nostra procedura di stabilizzazione del personale.
Pertanto siamo nella condizione di assoluta condivisione, visto che, appunto, è stata una riflessione ampia dell’Ufficio di Presidenza nella sua unanimità.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1 (aggiuntivo) del Consigliere Petrini:
Dopo l’articolo 1 è aggiunto il seguente:
“Art. 1 bis (Modifica dell’art. 9 della Lr. 3712008)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 9 della legge regionale 24 dicembre 2008, n. 37 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009/2011. Legge finanziaria 2009) è aggiunto il seguente:
“3 bis. Dall’anno 2009 è confermata la previsione di spesa contenuta nell’articolo 13 della legge regionale 23 ottobre 2007, n. 14 (Assestamento del bilancio 2007), alla quale è aggiunto, a decorrere all’anno 2008, l’importo di euro 191.000,00 per il finanziamento dell’indennità del personale regionale assegnato alla struttura di cui all’articolo 10, comma 1, della legge regionale 11 dicembre 2001, n. 32 (Sistema regionale di protezione civile). Gli oneri corrispondenti sono imputati nella UPB 2.07.01 “Stipendi, retribuzioni, indennità e rimborsi – corrente” del bilancio 2009 e pluriennale 2009/2011. Agli oneri per gli esercizi successivi si farà fronte con legge di bilancio.”
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 (aggiuntivo) del Consigliere Altomeni:
Dopo l’articolo 1 è aggiunto il seguente:
“Art. 2 (Modifica dell’art. 9 della l.r. 37/2008)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 9 della legge regionale 24 dicembre 2008, n. 37 (Disposizioni per la formazione del Bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009/2011. Legge finanziaria 2009) sono aggiunti i seguenti:
4. Al fine di continuare a sostenere il processo di riorganizzazione delle strutture amministrative dell’Assemblea legislativa, avviato con legge regionale n. 14 del 30.6.2003, e le iniziative volte all’incremento della produttività, al miglioramento quali-quantitativo dei servizi anche attraverso l’attività progettuale, sono confermate per gli anni 2008 e 2009 le risorse finanziarie di cui all’art. 31 dei contratto collettivo nazionale di lavoro 22 gennaio 2004 del personale del comparto delle Regioni e delle autonomie locali per il quadriennio normativo 2002/2005 ed il biennio economico 2002/2003, nella misura stabilita per l’anno 2004, oltre ai successivi incrementi contrattuali, per un importo complessivo pari ad 6 1.465.799,21 al netto degli oneri riflessi. Sono fatti salvi gli eventuali incrementi derivanti dall’applicazione del contratto collettivo nazionale di lavoro del personale dei comparto delle Regioni e delle autonomie locali quadriennio normativo 2006/2009 e biennio economico 2006/2007 e successivi.
5. Alla copertura della spesa di cui al comma 4 si è provveduto per l’anno 2008 mediante impiego di quota parte delle risorse iscritte neIl’UPB 10101 “funzionamento del consiglio regionale – corrente” del bilancio dì previsione per l’anno 2008; per l’anno 2009 si provvede mediante impiego di quota parte delle risorse iscritte nella medesima UPB 10101 del bilancio di previsione per l’anno 2009; per gli anni successivi l’entità della spesa sarà stabilita con le rispettive leggi di bilancio sulla base dei bilanci di previsione dell’Assemblea legislativa.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3 (aggiuntivo) del Consigliere Altomeni:
Dopo l’articolo 2 è aggiunto il seguente:
“Art. 3 (Dichiarazione d’urgenza)
1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza assoluta)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 299, così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 75
della Giunta regionale
“Organizzazione su area vasta dell’esercizio delle funzioni dell’azienda sanitaria unica regionale (ASUR), nell’ambito del servizio sanitario regionale”
(Segue votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 75 ad iniziativa della Giunta regionale, per la quale era già sta svolta la discussione generale nella precedente seduta assembleare, poi durante la votazione degli emendamenti l’Assemblea legislativa era stata sospesa per mancanza di numero legale.
Quindi riprendiamo dalla votazione.

Emendamento n. 1 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 1, secondo capoverso, l’espressione “possono essere” è sostituita dall’espressione “sono”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 2, quarto capoverso: sostituire l’espressione definita “dall’atto aziendale” con “dal piano di area vasta”.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Purtroppo nella complessità della discussione della giornata di oggi può anche sfuggire la possibilità di essere puntuali nel descrivere le ragioni di alcuni emendamenti.
Quello che avete appena bocciato, ad esempio, era un emendamento che condizionava addirittura la necessità di questo atto amministrativo. Ovvero volevamo stabilire che quello che abbiamo indicato come potenziale funzione dell’area vasta, fosse espressamente previsto e non ipoteticamente rimandato ad una valutazione che non si sa esattamente di chi.
Che cosa voglio dire? Voglio dire che da ora in poi andiamo ad approvare un atto amministrativo che in sé non ha nessuna efficacia giuridica, perché tutto ciò che andremo ad approvare è rimesso alla eventuale possibilità che qualcuno, non si sa chi, decida di inserire questi argomenti e queste previsioni.
Questo è un atto fantasma, è una specie di provvedimento nebulizzato, dove l’area vasta esprime definitivamente la sua assoluta inutilità, la sua assoluta inesistenza amministrativa. Perché – Udite! Udite! – questa Assemblea legislativa è chiamata ad esprimere la propria volontà su cose che eventualmente possono esser attribuite all’area vasta. Allora ci stiamo prendendo in giro! Perché è una cosa assolutamente insensata utilizzare i soldi del contribuente – che sta pagando la luce di quest’Aula! – per parlare di un provvedimento che non esiste, che non c’è e che è semplicemente una presa in giro!
L’area vasta non solo non è prevista nella legge n. 13, l’area vasta non solo non viene riempita dei contenuti che la minoranza, e non solo, aveva chiesto fossero riattribuiti a questa entità, ma addirittura arriviamo a disciplinarla facendo riferimento solo all’eventualità che possa o meno qualcuno, ripeto, non si sa esattamente chi, preveda, non si sa esattamente dove, che vi siano certi contenuti.
Penso che questa sia una cosa che renderebbe utile l’abbandono della Sala assembleare da parte della minoranza. Valutiamolo, io lo proporrò in sede di votazione finale. Perché questa è una presa in giro per i territori, perché in nome di una rinnovata attenzione verso le periferie si introduce una specie di pannicello caldo, una foglia di fico dietro la quale si vuole coprire le nudità del Direttore generale dell’ASUR. Che mentre noi stiamo a chiacchierare del nulla continua ad assumere persone, collaboratori, consulenti, professionisti; noi qui siamo a Roma e parliamo, mentre la Sagunto della buona amministrazione sanitaria viene espugnata. Questa è la realtà!
Sicché la poca attenzione che stiamo riservando a quest’atto è assolutamente meritata, perché è un atto fantasma e una presa in giro per la comunità marchigiana.
Ma non è finita qua! Questo secondo emendamento prevede che gli eventuali contenuti, che dovrebbero essere in qualche modo la spina dorsale della zona sanitaria, siano almeno previsti nel piano di area vasta.
Quindi con questo emendamento chiediamo che almeno sia il piano di area vasta a stabilire chi fa cosa nell’area vasta. Mentre nella proposta licenziata dalla Commissione è previsto che sia Malucelli a farlo – pensate un po’! -, con l’approvazione sì della Giunta, ma sempre sulla base di un atteggiamento autocratico, che è il vero grande limite del nostro sistema sanitario.
Quindi prima che si aggiunga un ulteriore colpo esiziale a questo atto amministrativo, chiediamo che le attività dell’area vasta siano almeno previste nel piano di area vasta e non quindi nell’atto aziendale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Il Consigliere Castelli dimentica che l’atto aziendale è approvato dalla Giunta, il che significa che la Giunta può inserire tranquillamente le direttive nell’atto aziendale e imporre all’azienda, qualora non lo facesse, la normativa presente in questa delibera. Quindi tutte le cose che si stanno dicendo sono infondate.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, il primo capoverso è abrogato.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Questa è una cosa che varrebbe la pena di escludere dall’atto amministrativo perché in sostanza c’è la definizione dell’area vasta. Credo sia almeno la quarta definizione di area vasta che nel fluire dei procedimenti normativi di questa Regione abbiamo il piacere di accogliere.
Vi ricordo che nella prima delibera del 2005 l’area vasta aveva un timido accenno alla possibilità che si potesse intendere come elemento, se non organizzativo, almeno di presenza e di presidio nell’articolato sistema della nostra organizzazione sanitaria.
Nel Piano sanitario, che dice tutto e il contrario di tutto, addirittura c’era scritto che l’area vasta era il luogo del governo delle decisioni sanitarie. Tanto è vero che mi ricordo una piacevole polemica con il Consigliere Procaccini il quale mi diceva: “guarda che il Piano dice una cosa che tu auspichi”. In realtà ci siamo resi conto che qui siamo come nella Bisanzio del terzo secolo d.C. dove è vero tutto e il contrario di tutto.
Oggi abbiamo l’ultima versione del deuteronomio della sanità marchigiana sull’area vasta: “L’area vasta costituisce un’entità esclusivamente funzionale di riferimento per l’ottimizzazione dei servizi e dei processi sottesi, in quanto ambito flessibile ed evolvibile nel tempo”. Cosa vuol dire questo? Nulla! Semmai vuol dire che l’area vasta è un’entità allo stato gassoso, quindi è rimessa, come il freon nell’elio, alla capacità di volare tra il pulviscolo nell’atmosfera.
A questo punto credo che nel momento in cui cerchiamo di dare contenuti amministrativi al freon o all’elio, stiamo semplicemente esercitando un’attività di autoreferenzialità dialogica – insomma, ci stiamo chiacchierando addosso! – in presenza di un chiaro tentativo di frode ai danni del cittadino marchigiano; domani, infatti, vedremo l’Assessore – che oggi non c’è – contrabbandare l’atto come un grande e importante segnale per i territori, perché certamente ci prenderanno anche in giro.
Quindi dal mio punto di vista, e credo anche da quello dei colleghi della minoranza, ritengo sia doveroso ed opportuno togliere completamente la nozione che rende gassoso il concetto di area vasta.

Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 4 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, secondo capoverso: abrogare le seguenti parole: “L’ASUR nell’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 5 della l.r. 13/2003".
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Qui si dice una cosa molto precisa, cioè che l‘ASUR, nell’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 5 della l.r. 13/2003, organizza tutto ciò che riempie i contenuti funzionali e programmatori della Zona.
Anche qui siamo di fronte ad un passaggio che attribuisce all’ASUR il diritto di vita e di morte su ciò che la stessa legge n. 13 sottrae alla competenza dell’ASUR. Perché nel momento in cui sono addirittura le sinergie interzonali ad essere stabilite da Malucelli invece che dai Direttori delle Zone, capiamo che anche la collaborazione e la cooperazione fra territori deve essere rimessa a prudente apprezzamento del Direttore generale dell’ASUR.
Quindi ripeto, come sopra, che siamo ad una decisione che addirittura renderà più difficile la cooperazione fra Zone, renderà più ostica la possibilità che vengano individuati percorsi comuni fra realtà limitrofe. Perché quando anche per creare una cooperazione fra laboratori di analisi deve essere necessaria l’approvazione di Malucelli, l’intervento del sultano, capite bene che le ragioni di efficacia, di efficienza e di rapidità vanno a farsi benedire. Perché si rende più complessa l’organizzazione, ovvero si rende più critica la possibilità di organizzare i sistemi.
Qui non solo siamo con l’area vasta gassosa, ma siamo con Zone rese schiave di quelli che sono le ucase, le direttive imperiali che provengono da Malucelli.
Quindi, a mio modo di vedere, in questo momento non solo stiamo tradendo le aspettative che sull’area vasta si erano in qualche modo formate da parte dei territori, ma stiamo addirittura creando dei livelli di complessità superiori che alle stesse Zone renderanno- più difficile il compito di parlarsi, di comunicare e di cooperare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego proceda, Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani presente
Fabio Badiali presente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni presente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna presente
Antonio D’Isidoro presente
Sandro Donati assente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi presente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci presente
Lidio Rocchi presente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi assente
Vincenzo Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente


PRESIDENTE. Il numero legale non è garantito, quindi sospendo la seduta. Riprenderemo i lavori, come da regolamento, alle ore 13,20.

La seduta è sospesa alle ore 12,15

La seduta riprende alle ore 13,35

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori partendo dalla votazione dell’emendamento n. 4. (…) Ma scusate, Consiglieri, era convocato per le ore 13,20 ed ora sono esattamente le ore 13,35, quindi si riprendono i lavori! (…) I Consiglieri lo sapevano! Quindi è compito del Presidente riprendere i lavori da dove eravamo arrivati.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego proceda, Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani presente
Fabio Badiali presente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni presente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna assente
Antonio D’Isidoro presente
Sandro Donati presente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi presente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli presente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci presente
Lidio Rocchi presente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi presente
Vincenzo Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente

PRESIDENTE. Il numero legale è garantito, quindi la seduta prosegue.
Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 5 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, secondo capoverso, sostituire la parola “organizza” con le parole “Sono organizzate”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 6 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, terzo capoverso, sostituire le parole “l’ASUR costituisce” con le parole “è costituita”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 7 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli. Decaduto.

Emendamento n. 8 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, quinto capoverso, dopo le parole “sopra indicate” aggiungere “, e quelle ulteriori che dovessero essere individuate nel Piano di area vasta, sono”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli. Decaduto.

Emendamento n. 10 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, dopo il sesto capoverso è aggiunto il seguente: “Sono inoltre gestite a livello di area vasta, anche tramite i dipartimenti sovra zonali di cui all’articolo 6 della l.r. 13/2003, le funzioni in materia di assistenza sanitaria previsti nei Piani di area vasta.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 11 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, nono capoverso, abrogare le parole “Direttore generale dell’ASUR, sentito il” ed aggiungere dopo la parola “vasta” le parole “su proposta del coordinamento funzionale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 12 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, punto 3, il decimo capoverso è così riformulato: “I responsabili dei dipartimenti sanitari sovra zonali rispondono al Coordinatore o al direttore di zona da lui delegato.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 13 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
In fondo al paragrafo 3 “Funzioni organizzate su area vasta”, dopo la frase “secondo le modalità stabilite dalla Giunta regionale” aggiungere la frase: “, previo parere della Commissione assembleare competente”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 0014 dei Consiglieri Luchetti, Giannini, Comi:
Dopo le parole Allegato A sostituire le parole “Punto 5 – sostituire con il seguente” con le seguenti parole: “Punto 6” (aggiungere al punto 5).
Si sopprimono le prime parole “In sede di prima applicazione”.
Alla terza riga dopo il numero 811/2008 aggiungere le parole “integralmente confermata”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Subemendamento n. 014 dei Consiglieri Comi, Giannini, Luchetti. Ritirato

Emendamento n. 14 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
All’allegato A, sostituire il punto 5 con il seguente:
“In sede di prima applicazione la Giunta regionale attua la sperimentazione di quanto previsto dal presente atto per un periodo non superiore a dodici mesi in attuazione della delibera di Giunta regionale n. 811/2008. Decorso tale termine la Giunta regionale comunica all’Assemblea legislativa regionale e al Consiglio delle Autonomie locali l’esito della sperimentazione effettuata e, sulla base degli eventuali indirizzi forniti dagli organi medesimi, provvede all’integrale attuazione del presente atto.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 15 di Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Silvetti, Romagnoli:
Al paragrafo 5 “Monitoraggio”, prima riga, dopo la frase “La Giunta regionale” cancellare la parola “effettua” ed aggiungere la frase: “presenta all’Assemblea legislativa delle Marche”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola il Consigliere Capponi per dichiarazione di voto.

Franco CAPPONI. Ringrazio il Consigliere Luchetti che ha voluto mettere un minimo di trasparenza su ciò che può generare quest’atto, sia rispetto alle competenze della Commissione, sia riferito a quel potere di controllo che l’Assemblea legislativa non ha potuto mai svolgere. Infatti sino ad oggi la Giunta non ha mai relazionato all’Assemblea legislativa sullo stato di avanzamento di quella riforma che, tra l’altro, avete votato già con il nuovo Piano sanitario regionale. Quindi è un’inadempienza enorme rispetto ai problemi che tutti quanti ci vantiamo di rappresentare in tema di organizzazione sanitaria di questa regione.
Non siamo d’accordo su questo atto perché non genera un’evoluzione positiva del sistema sanitario delle Marche, genera solo un certo disequilibrio sul territorio. Ovvero, mentre si ipotizza la realizzazione di nuove aziende ospedaliere, come quelle di Ascoli-San Benedetto e Pesaro-Fano, poi relega le altre Zone territoriali, in particolar modo la realtà maceratese, a vivere ulteriormente nel limbo. Questo atto doveva regolare l’area vasta e il suo funzionamento ma poi non la regola, anzi, addirittura dà delle regole incerte dando mandato al Direttore dell’ASUR di realizzare a suo piacimento e a suo volere tutto ciò che vuole.
Questa dunque è l’impostazione che è stata fatta e, ripeto, la penalizzazione che genera è soprattutto per l’area maceratese, che non sa quale sarà la sua destinazione e la sua organizzazione.
Questo atto all’interno delle strutture amministrative e direzionali delle ex aree territoriali genera anche un grande stress, in pratica non si sa chi rimarrà al proprio posto, a chi verrà mantenuta la sua funzione, a chi invece verrà stravolta, oppure a chi verrà riconosciuta la professionalità e a chi no. In questo atto non c’è nessuna indicazione.
Quindi si lascia, come sempre, le mani libere a qualcuno di decidere per altri cose che, invece, andavano decise con regole chiare prefissate e conosciute da tutti.
Ci stiamo incamminando in un’ulteriore impostazione oscurantista e criptica della gestione sanitaria della nostra regione.
Noi abbiamo manifestato più volte che il passo forte doveva essere quello di generare un’autonomia almeno di livello provinciale per l’organizzazione sanitaria. Su questo abbiamo dato anche più forza a quelle voci della maggioranza che ritenevano tale organizzazione quella che maggiormente doveva garantire un’equità di distribuzione sul territorio di servizi, un giusto riparto del fondo sanitario regionale e soprattutto che doveva garantiva che nella riorganizzazione dovessero essere protagonisti i territori con i loro sindaci e i loro amministratori che quindi avrebbero dovuto esprimere almeno un parere su quello che si andava a fare.
Così non è, il potere del territorio viene ancora una volta totalmente espropriato. Addirittura le Conferenze dei Sindaci dell’area vasta subiscono un ulteriore arretramento nelle funzioni e nelle competenze.
Pertanto il nostro giudizio su questo atto è totalmente negativo. Esso è un’ulteriore manovra involutiva con la quale si va a trattare in modo diverso territori che hanno le stesse problematicità. Ci saranno alcune situazioni che verranno premiate, che avranno una loro autonomia assoluta, quelle cioè dove ci sarà il controllo assoluto della politica del partito di maggioranza di questa Regione, mentre in altre zone, dove questa maggioranza non c’è, si manterrà un controllo a livello regionale in modo da poter gestire senza che nessuno possa influire nelle decisioni.
Quindi è un atto altamente lesivo degli interessi di molti territori, altamente lesivo dell’equo trattamento dei cittadini di questa regione, come pure dell’uguale possibilità dei territori di avere le stesse opportunità di organizzazione e di sviluppo.
Sicché avete ulteriormente tradito i marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Innanzitutto voglio esprimere l’espressione del mio voto favorevole su questo atto. Nel corso del dibattito avvenuto nell’ultima seduta assembleare non avevo avuto il modo di farlo visto che avevamo dovuto concludere il lavori improvvisamente, quindi ora, in dichiarazione di voto, vorrei fare alcuni riflessioni.
Questa proposta è stata definita ridicola, una presa in giro – l’ha manifestato anche ora il collega Capponi –, in quanto fondata su quella tesi, per esempio – così come affermato dalla collega Romagnoli nella scorsa seduta – che per la Zona 4 monozonale di Fermo non ha senso parlare di coordinamento e di tutte le funzioni ed attività di area vasta. E’ stato detto che questo atto è inutile, che si limita ad una fiction, che le aree vaste sono come scatole cinesi utili solo a gratificare ulteriori incarichi e a ratificare le scelte centralistiche dell’ASUR con conseguente svuotamento di capacità programmatorie dei territori. Si è detto, inoltre, che la legge regionale 13 del 2003 è un fallimento e che è ora di tornare ad un’ipotesi di ASL provinciali dotate di singola personalità giuridica.
Questo è stato un po’ il discorso della minoranza fatto in quest’Aula.
Io invece ritengo che questo documento abbia una buona valenza. Esso finalmente getta le basi per un chiarimento dei diversi livelli di competenza oggi non ancora definiti e che spesso sono fonte di conflittualità tra i diversi livelli direzionali del sistema sanitario regionale.
Ritengo, infatti, che l’Azienda sanitaria unica rappresenti un valore aggiunto per la sanità marchigiana. E’ uno strumento che consente di superare quel sistema che nei decenni scorsi ha visto le ASL provinciali l’una contro l’altra armata. Si è avuto un clima di feroce concorrenzialità e quasi di cannibalismo, alla spasmodica e non sempre trasparente ricerca di quelle posizioni di vantaggio utili ad attrarre l’utenza di altre ASL limitrofe. Il tutto in una filosofia che si può sintetizzare nel concetto di mors tu, vita mea, la principale causa, secondo me, degli squilibri che il territorio regionale registra ancora oggi; ad esempio Fermo viene un po’ schiacciata tra lo strapotere ascolano e quello maceratese, un’evidente dimostrazione da cui faticosamente si sta cercando di uscirne.
Infatti oggi, grazie alla legge n. 13 e all’unicità aziendale che la stessa ha introdotto, tutto questo fenomeno degenerativo è finito e quindi si può parlare di crescita equilibrata.
Caduta la concorrenzialità – che invece la destra invoca e auspica con il ritorno alle cinque ASL provinciali – si comincia a parlare di quello che ritengo sia l’elemento più importante che da prendere in considerazione, ovvero di collaborazioni e di intese del livello sovrazonale, di complementarietà piuttosto che di concorrenza.
Si badi bene che una delle peggiori conseguenze della concorrenzialità è stato l’appiattimento della qualità dei servizi, perché nella logica del tutto ovunque è seguito inevitabilmente un livello medio/basso delle strutture di erogazione.
Uno dei limiti del sistema marchigiano, infatti, probabilmente è la mancanza di eccellenze intese nel senso proprio del termine; certamente ne esistono, ma solo episodiche e quindi non punti di riferimento chiari ed evidenti per la popolazione regionale.
Per questi motivi ritengo che il documento di oggi sia un punto fondamentale della crescita del nostro sistema sanitario, è premessa concreta per un miglioramento della qualità e del livello dei servizi erogati a favore della popolazione assistita, che deve rimanere sempre il nostro punto di riferimento e di orientamento delle scelte.
Nel merito del documento, al fine di renderlo più aderente alle finalità di cui ho parlato, vorrei fare una calda raccomandazione, ovvero che nei regolamenti di adeguamento dell’organizzazione si eviti al massimo ogni riferimento geografico perimetrato – che secondo me è il punto più importante – e istituzionalizzato alle aree vaste, che sono e debbono restare ambiti e bacini di riferimento per la ricerca di intese tra zone, per l’ottimizzazione dell’offerta, quindi non bacini predeterminati e inamovibili che troppo somiglierebbero a quelle ASL provinciali qui invocate dai colleghi del centro-destra. Che siano, dunque, ambiti di riferimento variabili, a seconda delle tematiche di volta in volta oggetto di intesa o di accordo operativo, in una ricerca continua di efficienza e di appropriatezza – così come la volta scorsa hanno offerto alla riflessione dei colleghi sia l’Assessore che il relatore di maggioranza –.
Quindi preferirei non leggere termini e categorie che lasciano intendere organizzazioni strutturate e istituzionali, quali il coordinatore di area vasta, il piano di area vasta, il coordinamento di area vasta della Conferenza dei Sindaci, ma sono del parere che per favorire i processi di integrazione e poter gestire al meglio le funzioni in materia sanitaria siano più adatte le forme di intesa tra direzioni di zona (protocolli, accordi, ecc.) e gli strumenti gestionali che l’atto individua nei dipartimenti sovrazonali.
Discorso diverso, invece, sono le funzioni amministrative e tecniche, dove l’unicità aziendale può dispiegare al meglio le potenzialità sinergiche che l’ASUR contiene. Sicché vanno bene i centri di servizio, però se non sono intesi come un ulteriore livello di direzione bensì forme fluide di gestione aggregata di funzioni, che sarebbe inutile e dannoso replicarle su tutte e tredici le Zone territoriali oggi esistenti.
Da tutto quanto ho sin qui esposto emerge un quadro armonico e sistematico dove la Regione recupera il suo ruolo strategico di orientamento del sistema che esplicita attraverso il Piano sanitario regionale. La Direzione generale dell’ASUR assolve ad un ruolo di indirizzo, di coordinamento e di controllo. Le Zone territoriali assumono chiaramente i compiti di programmazione e gestione di livello locale, con l’obbligo di ricercare ed implementare intese operative di rilievo sovrazonale sia in materia sanitaria che tecnico amministrativa.
Dunque se questo è l’obiettivo comune che vogliamo raggiungere, credo che avremo la possibilità di migliorare sensibilmente il sistema sanitario marchigiano che così potrà vedere un grande vantaggio per la popolazione assistita.
Inoltre la titolarità della personalità giuridica resta all’ASUR – come prima asserito anche dal Consigliere Capponi –, e non credo debba essere continuamente messa sotto accusa se è vero, come ci dicono i dati, che è riuscita a concretizzare un serio risanamento del sistema sanitario regionale, se si pensa, peraltro, che solo due anni fa si trovava sull’orlo della crisi.
Inoltre salutiamo con soddisfazione sia la sottoscrizione dell’accordo di programma 2008-2010 sugli investimenti sanitari, che riporterà nelle Marche 240 milioni da destinare alla progettazione delle strutture e 112 milioni a supporto della rete sanitaria, come pure le iniziative in cantiere per l’abbattimento dei tempi legati alle liste di attesa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Mi dispiace che non ci sia l’Assessore Mezzolani, perché a lui avrei fatto un complimento e avrei dato un monito, però dopo aver fatto una premessa, ovvero che questo atto è superato, sia per quanto riguarda il senso della politica, sia per quanto riguarda il senso di questa legislatura. Esso è tardivo, esprime una posizione che ormai, fortunatamente, può considerarsi di retroguardia. Caro Presidente Luchetti, lei che è il primo condottiero del partito dell’ASUR non potrà essersi distratto nel registrare la volontà della Giunta regionale, che io per questo verso condivido, di provvedere alla costituzione di un’azienda ospedaliera Pesaro-Fano e di costituire un’azienda ospedaliera Ascoli-San Benedetto, che io, insieme al Consigliere D’Isidoro, ho già reso oggetto di una specifica iniziativa legislativa.
Questo lo dico perché la stessa Giunta regionale e lo stesso Assessore ci danno ragione nel ritenere il sistema ASUR aree vaste un modello superato. Quindi devo dire che per la prima volta, da quando siedo sui banchi dell’opposizione di questa Assemblea legislativa, mi sento più vicino all’Assessorato che non alla V Commissione, in quanto condivido l’impostazione che si sta sviluppando nel momento in cui si sta parlando del freon ovvero di quel gas che sarebbe l’area vasta.
Quindi stiamo andando verso i cinque hub, o i quattro hub, non lo so, ma devo farmi carico di una preoccupazione che potrebbe essere legittimamente espressa dai rappresentanti del territorio maceratese e fermano che in questo momento sono i grandi assenti – lo devo riconoscere perché sono Consigliere regionale senza vincolo di mandato – da quella che è la nuova planimetria, che io per impostazione e filosofia condivido. Infatti la scelta di fare l’azienda ospedaliera Pesaro-Fano e Ascoli-San Benedetto, che anche ieri l’Assessore Donati ha confermato, è una scelta giusta ma probabilmente inadeguata a dare una rappresentatività a tutto il territorio dal punto di vista della politica sanitaria.
Quindi cosa manca di quel canovaccio che al di là di tutto si sta tracciando? Manca una risposta alla parte centrale della regione. Perché dopo quello di Ancona, dopo quello di Pesaro-Fano e dopo quello che sarà, dicono ai primi di marzo, l’hub meridionale, poi il sistema sarà di tre aziende ospedaliere e l’ASUR. Un sistema che probabilmente andrà verso – mi dispiace per la Consigliera Ortenzi –, spero, le cinque aziende o quattro aziende più qualcosa, non lo so.
Certo è che oggi il partito dell’ASUR di Malucelli e Luchetti consegue una vittoria di Pirro. Per cui io mi iscrivo al partito di chi va verso il piano sanitario che parlava dei quattro hub e del nuovo ospedale di Fermo, una dignità strutturale, una dignità strategica ai territori.
Pertanto questo è un atto superato dalle cose che, come ho detto prima, non voteremo proprio per dare un segnale di serietà rispetto ad un provvedimento amministrativo che non ha una consistenza giuridica apprezzabile. Potrà essere propagandato in parte a Fermo e in parte a Macerata, ma sia a Fermo che a Macerata non si tarderà a considerare questo atto uno strumento assolutamente di poco pregio organizzativo.
Sicché spero che ci si possa muovere con velocità e con nettezza rispetto alla costruzione delle aziende ospedaliere. E spero che siano soprattutto vere e reali quelle risorse che l’Assessore Mezzolani si è impegnato a mettere nelle aziende, compresa quella Ascoli-San Benedetto che finalmente possa vedere la luce nei tempi non della politica ma in quelli di una seria amministrazione; l’Assessore Mezzolani parlava – e l’Assessore Donati lo ha confermato – di una delibera di Giunta che potrebbe essere approvata già a marzo, auspico quindi che l’Assessore Mezzolani e l’Assessore Donati mantengano questi impegni, che da parte mia avranno sicuramente il pieno appoggio.
L’importante, ripeto, è che ci si mettano le risorse, perché le cronache di questi giorni sono piene dell’eco che si propaga dalla prossima sottoscrizione dell’accordo di programma sulle infrastrutture.
Ho consigliato l’Assessore e lo stesso dott. Ruta circa l’opportunità di mantenere un atteggiamento sobrio su questi stanziamenti. Perché? Perché l’accordo di programma va sicuramente salutato come una cosa importante e significativa, ma è bene dirla tutta, infatti questo accordo di programma non aggiunge un euro a quei soldi che già erano stati assegnati al sistema Marche. Tanto è vero che dei 354 milioni di euro di cui si verte, poi 112 milioni c’erano stati tolti dal Ministero della salute nel 2005 perché non spesi, perché la nostra macchina amministrativa non era stata in grado di utilizzarli. Quindi questi 112 milioni sono soldi che risalgono ad anni fa, certo, va bene averli recuperati, però vantiamoci fino ad un certo punto, perché si tratta solo di aver recuperato, grazie al Governo che lo ha consentito, quei soldi che non avevamo speso. Gli altri, invece, sono denari delle finanziarie 2007/2008 già assegnati e che giacevano in economia, ed anche questi non erano stati confiscati ma si trovavano nel cassetto dell’inefficienza.
Pertanto, visto che ci sono i denari per tutto il sistema, è bene capire, consacrato il riconosciuto impegno recuperatorio di queste risorse esercitato dall’assessorato, che se l’ASUR deve funzionare poi deve farlo anche nella capacità di spendere. Perché quelle economie, ripeto, erano frutto dell’incapacità di spesa e di organizzazione burocratica dell’ASUR che nasce dal 2003, e che pertanto aveva permesso che si accantonassero come non spese risorse per più di 300 milioni di vecchie lire. Allora è questo il punto rispetto al quale la politica si dovrebbe confrontare.
L’ASUR, al di là dei principi autocratici in materia di assunzioni e di politiche sanitarie generali, dovrebbe anche esprimere una capacità di efficienza del sistema che, ahimè, non c’è! Infatti tutti sanno che il nostro sistema sanitario non sa spendere. Però addirittura è stata quasi anche la nostra fortuna, perché questa incapacità di spesa dell’ASUR paradossalmente ha consentito all’Assessore Marcolini di stimolare la leva virtuosa/non virtuosa di quei residui che ci hanno permesso di tirare avanti.
Ciò non di meno l’ASUR va comunque accusata di non aver capacità di spesa rispetto a fondi che, addirittura, sono stati assegnati negli anni scorsi proprio nel momento in cui alcuni marchigiani arrivavano a pagare il 4% di addizionale regionale IRPEF! Cioè il massimo della leva fiscale per le ragioni finalizzate al recupero del deficit sanitario e il minimo di capacità di spesa.
Sicché da questo punto di vista ci vuole serietà. Dunque il mio appello finale è rivolto a all’Assessore Mezzolani – che peraltro ho nobilitato anche di qualche complimento perché ho anche detto che è stato bravo a fare molte cose –, ovvero che il sistema ASUR deve muoversi, perché è intollerabile che fondi per centinaia di milioni di euro rimangano fissi e giacenti nelle nostre casse tanto da rendere necessario un accordo di programma per il recupero del non speso. E questo è l’accordo di domani, quindi spero che tutti mantengano la giusta sobrietà, non nell’annunciare la grande capacità di qualcuno, ma semplicemente nel tratteggiare la giusta e doverosa attività di chi ha recuperato ciò che non era stato in grado di spendere nell’interesse del cittadino.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Vorrei innanzitutto ricordare che oggi l’Assessore Mezzolani è a Roma proprio per sottoscrivere questo accordo che fortunatamente, nel riconoscere l’eccellenza e il risultato raggiunto nella sistemazione dei conti della sanità, garantirà il trasferimento di risorse molto consistenti.
Questo è un aspetto non secondario, quindi quando si fanno apprezzamenti bisognerebbe farli a tutto tondo piuttosto che speculare su una singola questione.
In questo dibattito io voglio cogliere, invece, un aspetto positivo, infatti colgo una grande convergenza sull’evoluzione o su una possibile futura riforma del sistema sanitario delle Marche. Nel senso che il passaggio dell’area vasta è sì un percorso che ci vede oggi votare uno strumento che riteniamo utile in questa situazione, ma che sarà uno strumento che potrà rendere possibile maggiormente nei territori un dialogo all’interno di un sistema rete.
Abbiamo detto che non deve avere personalità giuridica, quindi credo si possa pensare da qui ai prossimi anni ulteriori passi ed ulteriori evoluzioni verso una riforma più compiuta del sistema sanitario regionale.
Ritengo che non tutto possa essere valido per sempre. Oggi abbiamo la possibilità di dare una lettura precisa molto critica, riconoscendo il risultato della struttura attuale dell’ASUR, che quindi diventerà qualcosa di diverso. Siamo convinti che oggi il sistema stia funzionando, ma siamo altrettanto convinti che sia necessaria una “struttura” – lo dico tra virgolette perché una struttura non è – che funga da cuscinetto tra l’ASUR e l’esigenza di far dialogare in rete i territori delle province.
Questa è l’area vasta, questo è quello che ci apprestiamo a votare oggi, ma nessuno vuole considerare questa struttura un moloc intoccabile e che risolve tutti i problemi. Certo alcuni ne risolverà, ma da qui a qualche tempo dovrà esserci sicuramente una più approfondita discussione sul sistema sanitario di questa regione.
Quindi mi sembra che il dibattito sia andato correttamente verso una valutazione della situazione attuale e una possibilità nel corso dei prossimi mesi o comunque nella prossima legislatura di ragionare anche in termini diversi.
Oggi comunque l’area vasta è uno strumento utile, è un percorso positivo nell’evoluzione del nostro sistema sanitario regionale. E’ per questo che il gruppo PD voterà favorevolmente su questo atto. L’area vasta non è nient’altro che una struttura di coordinamento utile a garantire una relazione nei territori fra le varie strutture sanitarie, quindi è un elemento da considerare del tutto positivo, piuttosto che caricarlo di un significato che in questo momento non ha.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Il dibattito che già la scorsa settimana avevamo fatto su questa proposta di atto amministrativo ha visto da questi banchi sollevare due ordini di questioni.
La prima è la mancanza di coraggio da parte dell’Esecutivo di una scelta che, invece, era da fare perché i tempi erano maturi, ovvero quella delle cinque ASL territoriali, quindi del superamento di un modello che è fallito, lo sanno tutti, che si chiama ASUR.
Il secondo ordine di motivazioni è che questi orpelli – perché è così che saranno – andranno solo a lenire una situazione per certi versi grave, quella cioè di una continua conflittualità tra l’esigenza e la volontà delle Zone e il limite che le stesse Zone hanno, ovvero la mancanza di personalità giuridica e di un potere decisionale vero.
Questi sono orpelli che andranno addirittura ad appesantire il sistema, perché oltre alle direzioni di zona ci sarà una direzione sovraordinata del coordinamento zonale.
Oltre al piano aziendale della ASL ci saranno i piani di area vasta, oltre alle programmazioni ci saranno i dipartimenti sovrazonali, oltre al piano sanitario regionale ci saranno i coordinamenti strategici, le cabine di regia, i coordinamenti per area vasta della Conferenza dei Sindaci, ecc.. Uno schema che ho già percorso in maniera dettagliata nell’intervento che ho fatto durante la discussione generale.
La situazione più grave l’avremo a Macerata – lo ha detto bene il collega Castelli e prima di lui lo ha sottolineato anche il Consigliere Capponi –.
Perché? Perché parallelamente a questo passaggio, che non è nient’altro che un passaggio amministrativo, ci sono due ordini di operazioni: una è quella dell’azienda ospedaliera unica Pesaro-Fano, l’altra è quella del basso territorio marchigiano, cioè quella – o per lo meno è un’ipotesi – dell’azienda ospedaliera della valle del Tronto.
Macerata e Fermo sono invece in una zona grigia schiacciata da una parte dall’ASUR, dall’altra dalla sacrosanta organizzazione – che condividiamo – per aziende ospedaliere, delle due zone estreme nord e sud delle Marche.
Quindi manca assolutamente il tassello centrale, ovvero un’azienda ospedaliera che riguardi la zona di Macerata e Fermo. Senza questa il sistema non solo continuerà ad essere squilibrato, ma continuerà a vedere come vittima il territorio maceratese e fermano, che quindi avrà sempre una posizione di minorità rispetto alle decisioni di Ancona.
Ascoli con l’azienda ospedaliera si sottrae da questa trappola, Pesaro ha già l’azienda ospedaliera, invece Macerata e Fermo rischiano di aprire una stagione di aumento delle problematiche per il servizio ed il sistema sanitario.
Ecco dunque il pannicello caldo della sperimentazione, cioè si dà a Macerata un qualche cosa che possa lenire o diminuire le preoccupazioni. Per cui a Macerata si parte con una sperimentazione dell’area vasta con la quale si dice di concentrare su di essa le prime risorse ed energie non solo intellettuali ma anche materiali.
E’ un pannicello caldo che vogliamo denunciare apertamente in questa sede perché siamo assolutamente contrari a questo passaggio che non serve, anzi, copre i problemi.
Quindi siamo molto preoccupati di quello che succederà da qui in poi, quando cioè andranno avanti quelle strategie che abbiamo già ricordato.
Sicché il nostro voto oltre ad essere negativo è anche un voto legato ad una fortissima preoccupazione che, anzi, è certezza, che per il futuro la nostra organizzazione sanitaria regionale vivrà momenti di grande difficoltà e squilibrio accentuati proprio da questo tipo di scelte. E non sono certo gli appesantimenti di organizzazione amministrativa e burocratica che daranno linee di superamento di queste criticità. Anzi, siamo certi che se non apriremo subito una vertenza forte per il territorio centrale delle Marche, rischieremo di essere coloro che rimarranno non solo gli ultimi ma addirittura dimenticati rispetto agli altri territori e alla programmazione più complessiva.
Dunque questa se allo stato degli atti qualcosa non verrà subito modificato è una certezza.
Pertanto ritengo che da questa sede dovremmo aprire una fortissima vertenza. Farò appello alle forze di questa Assemblea legislativa, anche a quelle di rappresentanza territoriale, affinché questa problematica venga subito messa all’ordine del giorno e in cima all’agenda dei lavori assembleari, della Commissione e di tutte le strutture che tecnicamente dovranno seguire il percorso della programmazione sanitaria e degli interventi nel territorio marchigiano.
Voglio concludere questa mia dichiarazione di voto dicendo, a nome del gruppo ma credo di interpretare anche la volontà degli altri, che per sottolineare la nostra assoluta distanza rispetto a questa proposta non parteciperemo al voto. E’ una proposta che non serve a nulla, appesantisce, manca di coraggio, anzi, apre uno scenario assolutamente preoccupante, visto che parallelamente vi sono state decisioni pesanti per il nord e il sud delle Marche e ci si è scordati del pezzo centrale del territorio marchigiano, ovvero quello delle province di Macerata e Fermo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Credo che in generale, ed in particolare sulla sanità, sia un errore anteporre la programmazione all’organizzazione e l’organizzazione alla programmazione. Se commettessimo l’errore di perdere di vista i dettami del Piano sanitario ed incentrare la discussione sull’area vasta commetteremmo l’errore che facemmo quando l’ASUR fu drammatizzata (contenitore prima del contenuto).
Se questo atto, come qui è stato fatto in maniera impropria, venisse messo in relazione all’ASUR, quindi se la rafforza o la indebolisce, poi senz’altro in prospettiva lo stesso atto – come ha il Capogruppo del PD Consigliere Ricci – la indebolisce, proprio perché intravede un’organizzazione diversa rispetto alla prospettiva.
Non capisco la visione ideologica di alcuni Consiglieri, in particolare del Consigliere Castelli che pur essendo sempre curioso nella ricerca poi rimane prigioniero di una impostazione pregiudiziale.
L’area vasta secondo noi evolve l’organizzazione. In prospettiva come organizzazione indebolisce, ma non nel bene o nel male, bensì come dato di fatto. Infatti si prende atto che la stessa organizzazione centralizzata dell’ASUR non solo non ha limitato i campanilismi – abbiamo visto che sia dalla maggioranza che dall’opposizione addirittura si chiedono nuove aziende ospedaliere -, ma addirittura l’eccessiva centralizzazione ha aumentato la competizione e i conflitti dei territori.
Ecco il perché di una terza via, cioè occorre per l’organizzazione della sanità, come prevede il Piano, rafforzare la programmazione regionale, integrare sanità e sociale, andare ad aree vaste significative.
Quindi dentro il Piano le aree interne che più si devono integrare con il sociale devono avere delle funzioni... Presidente, mi scusi, ma con questo brusio non riesco a parlare!

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, se dovete fare una riunione vi invito ad accomodarvi fuori dall’Aula, altrimenti ascoltate, non siamo in una bettola! Prego, Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Grazie, Presidente. Stavo dicendo che altrimenti perderemo di vista la linea su cui si dovrebbe muovere una comunità per organizzare al meglio il servizio primario del diritto alla salute.
Allora che cosa è stato fatto? E’ stato fatto un discorso inverso da quello che si chiede oggi – e il relatore Luchetti, Presidente della V Commissione, ha fatto una battaglia da noi sostenuta appieno -, quindi non una guerra tra territori, ma con uno sforzo abbiamo unificato le due aziende ospedaliere che prima erano in Ancona (Torrette e Umberto I), inoltre è stato unificato il cardiologico, quindi sono stati creati gli Ospedali Riuniti per dare maggiore forza ad una specialità di tipo regionale che sia al servizio dei cittadini.
Le due aziende ospedaliere che oggi ci sono nelle Marche ( Ancona Ospedali Riuniti e San Salvatore di Pesaro) poi non so se entrambe potranno assolvere alla loro funzione. Secondo me no, tant’è che la mobilità passiva è aumentata non è diminuita.
Per cui chiedere oggi Fermo, che si lamenta perché è sopraffatta da Ascoli, e Macerata, che piange perché vuole una nuova azienda ospedaliera, è un suicidio!
I Comunisti Italiani saranno nettamente contrari ad un’ipotesi di questo tipo. Creare nuove aziende ospedaliere sarebbe una sciagura peggiore di quella di vendere le case popolari. Perché l’azienda ospedaliera si configura come azienda nell’azienda, come ASL dentro l’ASL, che andrebbe a distogliere le risorse al territorio senza risolvere, come abbiamo visto, il problema.
Sicché dobbiamo andare ad organizzare l’area vasta, nella quale deve esserci un sistema a pettine per verificare i poli ove svolgere la specialità, ove svolgere la chirurgia a ciclo breve, ove centralizzare l’amministrazione e integrare sanità e sociale, e soprattutto fare una valutazione, se ancora hanno ragione di esistere, sulle aziende ospedaliere che esistono nelle Marche. Questo è il discorso da fare.
Non voglio ora aprire una polemica, che semmai faremo dopo, però, anche se mi auguro di no, ci vuole comunque una discussione franca, e alcuni spunti, anche se critici, di ciò che hanno detto i Consiglieri Castelli e Pistarelli vanno assunti, perché dell’organizzazione non dobbiamo fare un qualcosa di inamovibile. Ma voglio dire in maniera trasversale che quando entrerà in vigore il federalismo fiscale – e su questo mi ci appassiono – i costi standard per la sanità non saranno fissati a Sassocorvaro, a Camerino o ad Amandola, ma saranno fissati a Pesaro, ad Ancona, a Civitanova e a San Benedetto. Questo significa che se non faremo prima un’organizzazione certa ed adeguata poi quelle zone non avranno più i servizi.
E’ questo, dunque, che deve fare un amministratore regionale a prescindere dal luogo che rappresenta. Pertanto con questo atteggiamento noi voteremo a favore dell’area vasta, e credo che ormai l’ASUR dovrebbe avere una sua funzione a termine.

PRESIDENTE. Prima di passare la parola al Consigliere Luchetti, vorrei rinnovare l’invito ai Consiglieri ad ascoltare, altrimenti sospenderò la seduta. Non è veramente possibile continuare in questo modo! Peraltro mi dispiace essere costretto a richiamare i Consiglieri quasi fossero scolaretti, ma non è possibile continuare a lavorare così!
Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Ho ascoltato tutte le posizioni rispetto a questo atto, quindi francamente devo dire che molte di esse (sia del Consigliere Castelli – che ora non vedo in Aula – che del Consigliere Capponi e del Consigliere Pistarelli) prescindono da una valutazione di ordine organizzativo della sanità.
Per carità, ci possono essere disparità di opinioni, però l’esperienza che ho fatto in V Commissione – e invito tutti i colleghi a valutarla in questo modo – mi insegna che la sanità, se vogliamo fare gli interessi dei cittadini, non deve essere affrontata in termini di aspirazioni, di emozioni o di orientamenti, che molte volte emergono da suggerimenti di persone che stanno sì nell’organizzazione ma che convogliano il consenso unicamente perché magari hanno una loro visione personale oppure per alcuni interessi specifici di bottega, insomma è una cosa complicata. Quindi se il decisore politico rispetto alla sanità non ha un orizzonte preciso di come stanno le cose in questo settore, poi il rischio forte è quello di prendere decisioni certamente tutte legittime ma sull’onda di valutazioni non completamente oggettive razionali e forti.
Per carità, in questa Assemblea legislativa ognuno di noi si è specializzato in un certo modo, ma comunque la raccomandazione che voglio fare è che in sanità, se veramente abbiamo a cuore gli interessi della gente, non possiamo decidere a cuor leggero. Anche alcune idee che si elaborano – e questo riguarda tutti, anche coloro che sono più addentro alle questioni della sanità e quindi di chi riesce a maturare anche più dettagliatamente -, se poi non filtrate e non appurate, se non confrontate razionalmente in un dibattito oppure in un confronto, se volete, anche tecnico – purtroppo c’è anche questo di mezzo – , è poi difficile assumere decisioni corrette e sempre nell’interesse della comunità.
Qui si parla di aziende ospedaliere, però dobbiamo sapere come si organizzano. Infatti le aziende ospedaliere non agiscono allo stesso modo di tutti gli altri ospedali, per esempio, per quanto riguarda la conduzione amministrativa, esse agiscono sulla base di DRG. Quindi già questo problema deve far capire che la costituzione di più aziende ospedaliere potrebbe comportare, nel caso non fossero all’altezza della loro funzione, sprechi che sarebbero inutili.
L’esperienza del San Salvatore di Pesaro – ecco perché il discorso dell’unificazione con l’ospedale di Fano a questo punto è proprio per arginare meglio e qualitativamente in modo significativo l’emorragia della mobilità passiva – fino ad oggi non ha avuto – come ha detto prima anche il Consigliere Procaccini – quel successo che ci aspettavamo. Perché? Perché la sanità viaggia sull’onda della capacità dei professionisti di svilupparla. Non basta fare una struttura e dire che con essa poi si raggiunge un tale obiettivo, perché non è così, la complessità della materia è tale che quindi è parte essenzialmente della capacità professionale di chi fa la sanità, ovvero dei professionisti.
Questi argomenti vanno quindi assolutamente valutati, altrimenti rischiamo di non intenderci e di non fare l’interesse vero.
L’area vasta, di cui abbiamo parlato tanto anche durante il dibattito in Assemblea legislativa sul Piano sanitario, non è nient’altro che un fattore organizzativo.
Sul pensiero delle cinque ASL – così come riproposto dalla minoranza, e lo dico al Consigliere Pistarelli che è molto legato a questa idea – anche in alcuni settori della maggioranza probabilmente si sta facendo luogo a qualche ripensamento in questa direzione. Ma, attenzione – e ve lo dice uno che era contro l’ASUR nel momento in cui la facemmo -, purtroppo non sono le strutture organizzative che ci fanno raggiungere gli obiettivi, infatti queste riescono comunque ad essere subordinate proprio alla capacità di chi le guida. Quindi nelle Marche è soprattutto con la sperimentazione che abbiamo condotto sulla sanità, che se volete ha ancora dei grandi limiti, che dobbiamo andare avanti fino in fondo. Su questo voglio sottolineare solo un dato, ovvero che nei cinque anni in cui abbiamo parlato di ASUR abbiamo visto cadere le battaglie di campanile sulla sanità.
(…) Consigliere Pistarelli, la qualità della sanità in periferia, ad esempio rispetto agli anni novanta, è aumentata, andate a valutare correttamente cosa stanno facendo i distretti sanitari e i plessi ospedalieri!
Certo, abbiamo un deficit di carattere specifico che va dai professionisti alla strutturazione, e che spero possa esser colmato attraverso scelte appropriate, quindi vediamo di risolvere anche il problema di Fermo dove urge sicuramente una soluzione – nell’accordo di programma si parla di nuovo ospedale, quindi spero che anche da questo punto di vista si possa fare un ragionamento di come realizzarlo – , ma al di là di questa realtà, poi in tutte le altre la sanità si è potenziata. Certo, sicuramente dobbiamo anche razionalizzarla, perché l’offerta rimane comunque superiore alla domanda, ma in ogni caso dobbiamo ulteriormente qualificare il nostro servizio sanitario.
Quindi questo atto è principalmente di carattere organizzativo, non c’è niente né di strutturale né di giuridico. Sicché mi dispiace sentir dire che a livello periferico le cose sono state mortificate. Peraltro sono proprio gli stessi Sindaci, nella loro espressione istituzionale del CAL, che hanno preso atto della possibilità di una maggiore integrazione tra i territori, sono loro che hanno definito il coordinamento di area vasta della propria rappresentanza.
Concludo dicendo che questo è un atto di indirizzo che può essere considerato positivo e credo che nel proseguo dell’applicazione del Piano potrà essere uno strumento di aiuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Non pensavo di essere proponente di qualcosa di sciagurato, quindi sull’azienda sanitaria discuteremo e ci confronteremo al momento opportuno, ma a dimostrazione che la ratio sottesa a quella proposta tutto era meno che una difesa di infecondi campanilismi, lo dimostra il fatto che su questo atto esprimerò un parere favorevole. Voglio soprattutto ricordare un passaggio che mi ha particolarmente colpito fatto dall’Assessore Mezzolani nella seduta precedente, egli ha detto: “non si può stare dentro la separatezza, ma occorre puntare sul sistema di rete”.
Quindi nonostante le mie perplessità inerenti un po’ alla vaghezza e alla genericità dell’atto, sono convinto che l’area vasta potrebbe essere – come ha detto il Consigliere Ricci – un ulteriore strumento di regolazione del sistema, ovvero uno strumento per una proficua pianificazione sanitaria che possa rispondere ai bisogni delle comunità. Pertanto anche la necessità di un modello per quanto possibile flessibile – scusatemi il gioco di parole – per evitare i doppioni e i cosiddetti – ricordando una metafora efficacissima del Consigliere Luchetti – ospedali polvere.
Dunque, ripeto, il mio voto sarà favorevole nonostante abbia alcune perplessità.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 75. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di atto amministrativo n. 103
della Giunta regionale
“Criteri di ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale – Fondo sanitario regionale dell’anno 2008. Spesa di parte corrente e istituzione di una commissione tecnica regionale per la selezione dei progetti speciali di competenza regionale. Fondo sanitario regionale dell’anno 2009"


Proposta di atto amministrativo n. 104
della Giunta regionale
“Integrazioni e modifiche alla d.g.r. n. 1379/2008 concernente: Proposta di deliberazione di competenza del Consiglio – Assemblea legislativa regionale concernente: “Criteri di ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale – Fondo sanitario regionale dell’anno 2008. Spesa di parte corrente e istituzione di una commissione tecnica regionale per la selezione dei progetti speciali di competenza regionale. Fondo sanitario regionale dell’anno 2009"

Nuova titolazione: “Criteri di ripartizione dei progetti di competenza regionale – Fondo sanitario regionale 2008 – Spesa di parte corrente”

(abbinate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 103, ad iniziativa della Giunta regionale, abbinata alla proposta di atto amministrativo n. 104 sempre ad iniziativa della Giunta regionale. (…) Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Consigliere D’Anna, la verifica del numero legale in base al regolamento può essere chiesta solo prima di una votazione. Quindi ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questo atto giunge con molto ritardo in Aula non tanto per le lungaggini della Commissione (è stato presentato il 30 ottobre) quanto per la sua tardiva presentazione, voglio infatti sottolineare che è un atto che dovrebbe essere realizzato entro il 31 marzo. Quindi sollecitiamo l’Assessorato affinché si mantenga questo termine entro il quale presentare i progetti speciali.
A parte questo la Commissione ha fatto comunque un notevole lavoro di risistemazione che porta fuori dall’atto tutta una serie di progetti – per la verità l’abbiamo fatto anche nello scorso anno – che non hanno più una caratteristica di progettualità bensì diventano curriculari rispetto alla budgettizzazione con cui si finanziano le strutture sanitarie e le Zone.
Quindi abbiamo estrapolato moltissima parte dei progetti proposti per rimandarli ai budget da assegnare alle singole Zone. Tant’è che abbiamo diviso l’atto in due parti, una prima parte riguarda i progetti che entreranno nel prossimo anno a far parte della spesa sanitaria e che pertanto andranno a regime, una seconda parte riguarda quelli di nuova proposta che, invece, avevano bisogno di un periodo che consenta di verificare l’opportunità o meno di procedere nella spesa sanitaria curriculare dei budget.
Per quanto riguarda la sistemazione di questi progetti con la Giunta abbiamo convenuto di dividere la progettualità in quattro aree, la prevenzione, l’assistenza, la formazione e l’informazione e comunicazione, in modo che si possa comprendere anche la natura dei progetti e di come realizzarli.
Quindi, al di là di quelli che già conosciamo e che sono diventati curriculari (allegato A), sottolineo nell’allegato B progetti specifici di notevole rilevanza, che purtroppo devono essere realizzati per gli accidenti che capitano nella nostra realtà comunitaria, vedi la prevenzione dalla zanzara tigre e dalle sue conseguenze, oppure gli screening e altre questioni, come la realtà dei centri per l’ipovisione, la cardiologia riabilitativa e anche – questo è un progetto che ci assumiamo anche per un dovere di accoglienza – le malattie e le cure dovute agli studenti che vengono a studiare nelle Marche.
Inoltre vi è l’area della formazione. Dovendo infatti formare i nostri operatori nel merito si sono fatte alcune scelte. Per esempio vengono previsti corsi di management sanitario che sempre più diventano importanti per il futuro della nostra organizzazione sanitaria. Così come quelli che riguardano il programma della cardiochirurgia pediatrica, uno dei fiori all’occhiello su cui stiamo investendo molto, orientato a poter dare al Lancisi di Ancona una strutturazione importante, appunto, per la cardiochirurgia pediatrica.
Quindi, nella speranza che l’Assessorato tenga conto delle sollecitazioni della Commissione a presentare i progetti in tempo congruo – ovvero entro 31 marzo 2009 –, chiedo che l’atto venga approvato così come proposto.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza, Consigliere Bugaro, è assente, quindi apro la discussione. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. La discussione su questi atti comincia a diventare imbarazzante perché in realtà – non credo che il Presidente Luchetti, che alza gli occhi al cielo, la pensi molto diversamente – accede ad un sistema che non funziona e che non va.
Da anni all’interno di questo elenco ritroviamo alcune attività che ormai hanno carattere routinario. Penso quindi di poter dire che la formazione del personale non possa rappresentare un progetto speciale, perché se c’è una cosa che non si può considerare speciale è proprio il sistema di aggiornamento dei nostri operatori. Non che l’aggiornamento non debba essere considerato un obiettivo del sistema, per carità, ma mi sembra eccentrico, rispetto alla finalizzazione doverosa e dovuta di questi fondi, il fatto di ricorrere, appunto, ai fondi dei progetti speciali che, invece, dovrebbero avere un carattere di specialità.
Mi duole constatare, peraltro, come ancora una volta la parte del leone – udite, udite! – la fa il capitolo relativo ai comitati, alle commissioni, ai convegni, alla stampa, alle pubblicazioni e agli incarichi.
E’ una cosa che non va bene, perché in questo modo i fondi che potremmo convenientemente destinare alle tantissime richieste di esigenze che il nostro sistema sanitario invoca, poi li usiamo, invece, per fare addirittura degli spot pubblicitari oppure per comperare spazi a pagamento sui giornali. Questo era successo già in occasione dell’approvazione del Piano sanitario quando scoprimmo che con i fondi dei progetti speciali venivano pagate le campagne di comunicazione.
Allora, se proprio comunicazione deve essere, perché nel sistema sanitario c’è anche bisogno di comunicazione, bisognerebbe che venisse privilegiata la comunicazione intesa come prevenzione; faccio un esempio, magari per la legge sul diabete potrebbe essere utile dare informazione sui comportamenti e i costumi da ritenersi provvidenziali ai fini del contrasto di questa malattia.
Invece qui abbiamo, su 722 mila euro, più di un terzo, quindi 280 mila euro di comitati, commissioni, convegni e stampa. Allora basta con questo atteggiamento, basta con questo finanziamento surrettizio all’immagine e alla memoria di questa Regione!
Caro Presidente Luchetti, penso che questo non sia un modo giusto e corretto di utilizzare tali fondi.
Questo, peraltro, è anche un provvedimento a sanatoria di soldi già spesi, perché si verte anche su progetti che ormai dovrebbero afferire alla competenza dell’anno 2008. Sicché, se da un lato non nascondo che molte di queste attività che finanziamo oggi sono assolutamente pregevoli ed importanti, vedi il progetto che riguarda l’educazione alla mobilità e alle attività motorie dell’Università di Urbino, che sicuramente è una cosa importante e significativa, dall’altro devo dire che ancora una volta questi atti manifestano una strumentalità spesso di utilizzazione delle risorse, che in qualche modo si ripete nel tempo rendendosi impermeabili anche alle decisioni della stessa Giunta.
Faccio un esempio e concludo, Consigliere Luchetti. Nelle Marche il progetto autismo viaggia in maniera quasi routinaria su dei binari che, a mio modo di vedere, non danno la giusta considerazione a quel centro importante e significativo sull’autismo infantile, ovvero il centro di Fano. Il centro di Fano, infatti, ha solo una parte di questi finanziamenti, che per metà vengono sbriciolati fra le Province che però poi non li usano. Quindi la realtà vera è che i soldi di Fano vengono usati ma non sono sufficienti, però tale centro è talmente ben strutturato da fornire indicazioni utili anche a quegli operatori che operano a livello periferico dopo, appunto, aver appreso a Fano la metodica.
Continuiamo a dare un sacco di soldi alle Province che però, non per colpa loro, non hanno le competenze e le strutture. Allora che senso ha! E soprattutto che senso ha tra le pieghe prenotare risorse per altri centri, collocati a nord di Ancona, che dovrebbero addirittura superare l’esperienza di Fano! Infatti mi dicono che quello che si sta predisponendo è a Jesi.
Quindi, oggi, a ritroso saniamo situazioni sull’autismo del 2008, facendo una scelta che non è adeguata al prestigio e all’importanza del centro di Fano che è un punto di riferimento per tutti, poi nel frattempo la Giunta opera delibere più o meno nascoste che aprono, invece, la possibilità che il centro di riferimento per l’autismo sia a Jesi. Sia chiaro che non ho nulla contro Jesi, però vogliamo almeno agire con un minimo di coerenza e con sistematicità!
Pertanto raccolgo le proteste di alcuni operatori che mi dicono che non è possibile che la Regione dia 200-250 mila euro – se non vado errato – a Fano e altrettanti alle Province, che però non li usano, e poi 25 mila euro a Jesi per aprire un discorso nuovo.
Sicché questo è il caso tipico di non omogeneità nella programmazione sanitaria o nella programmazione del sistema salute.
Per cui invoco all’Assessorato un atteggiamento meno spot su questi importanti denari, ovvero quei 700 mila euro che potrebbero rispondere meglio al bisogno di salute dei marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Stavo completando il conto complessivo dei finanziamenti che abbiamo destinato ai progetti speciali. Il quadro non è ancora completato, ma l’elenco ci sembra ormai piuttosto avanti. I soggetti coinvolti dai progetti speciali di competenza regionale sono: l’Azienda ospedaliera San Salvatore, l’Azienda ospedaliera di Ancona, l’Università di Urbino, l’ASUR, Fano, l’INRCA, il Zooprofilattico, l’Università di Ancona Politecnica delle Marche, Pesaro, inoltre, nell’ultima parte dell’atto, ci sono i nuovi obiettivi.
Quindi mi domando, primo, come mai in questo lungo elenco di soggetti coinvolti non troviamo ancora una volta molte parti del territorio? E’ forte il territorio di Pesaro però non mi sembra che il centro-sud delle Marche sia stato coinvolto da alcun progetto. Magari se il relatore me ne indica uno che può essermi sfuggito!
Di questo elenco, caro collega Luchetti, ho citato 12 soggetti. Li ripeto: le aziende ospedaliere di Pesaro e Ancona, l’Università di Urbino e di Ancona, l’INRCA, lo Zooprofilattico, l’ASUR, Fano, Pesaro e Urbino. Quindi a me pare che tutti questi progetti abbiano come capofila e come organizzatore o il territorio di Pesaro o il territorio di Ancona. Punto! Ma la regione Marche si ferma lì?! Non abbiamo altri centri che possono fare da pilota, da perno su nessuno degli argomenti?!
Allora le cose sono due, o si accentra, per cui questa parcelizzazione mi sembra assurda, quindi è giusto il richiamo fatto dal Consigliere Castelli, perché si inseriscono come progetti speciali regionali cose che non c’entrano niente, oppure se si parcellizza, se si distribuisce deve esserci un criterio territoriale di responsabilità.
Ecco perché all’atto precedente abbiamo fatto un richiamo per una situazione grave soprattutto per i territori centrali di questa regione. Ecco che questo richiamo diventa esplicitato da questo tipo di passaggi, diventa fotografia in questi passaggi.
Quindi se sommiamo tutto siamo non solo preoccupati, ma convinti che la china che si sta prendendo non solo non è condivisibile, non solo è da noi contrastata, ma ci vedrà protagonisti di una forte rivendicazione di riequilibrio. Quel riequilibrio che oggi non c’è, non c’è stato nel passato e che per il futuro si può addirittura acuire. Viste le scelte delle aziende ospedaliere territoriali delle province di Ascoli e Pesaro, visto il fatto che l’ASUR non si tocca, visto il fatto che le aree vaste sono pannicelli caldi, anzi, orpelli che forse peggiorano, visti anche i progetti speciali che vanno verso quelle destinazioni e verso quei soggetti.
Perché ribadisco, e concludo per non essere ripetitivo, o sono progetti regionali, e allora non si capisce per quali motivi tutti questi dodici soggetti, oppure, se sono così distribuiti, perché nelle scelte non c’è un equilibrio territoriale?! E’ una cosa scandalosa!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Mi dispiace che non ci sia l’Assessore Mezzolani, peraltro oggi c’erano degli atti molto importanti sulla sanità.
Comunque su questo atto salta subito all’occhio a pag. 8, aree di assistenza relative al progetto sull’autismo delle Marche, che tra i soggetti beneficiari c’è l’Amministrazione provinciale, per cui credo sia opportuno focalizzare meglio l’utilizzo delle risorse, non mi risulta infatti che le Province abbiano competenze nel mondo della sanità.
Quindi l’invito è quello di rivedere, di ripensare. Qui ci sono risorse per 500 mila euro che però soltanto per una quota minima vanno assegnate alla zona territoriale di Fano, mentre il restante 50% va alle Province.
Ritengo che sia una metodologia di assegnazione delle risorse sbagliata, anzi, credo non sia prevista da nessuna legge. Per cui chiedo che sul progetto dell’autismo delle Marche vengano concentrate tutte le risorse direttamente alle Zone territoriali.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 103 (abb. paa n.104). La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 287
della Giunta regionale
“Attività della Società di gestione dell’Aeroporto delle Marche di cui alla legge regionale 24 marzo 1986, n. 6"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 287 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Ortenzi

Rosalba ORTENZI. Chiedo il rinvio dell’atto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio della proposta di legge regionale n. 287.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 275
dei Consiglieri Rocchi e Ortenzi
“Modifiche alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9
“Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”

Proposta di legge regionale n. 146
del Consigliere Rocchi
“Integrazione alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”

Proposta di legge regionale n. 96
dei Consiglieri Giannotti, Brini, Castelli, D’Anna, Rocchi, Mollaroli, Ricci, Massi, Capponi, Solazzi, Tiberi
“Norme per l’esercizio del turismo in mare a finalità ittica”

Nuova titolazione: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 ‘Testo unico delle norme regionali in materia di turismo’ “

(unificate)
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 275 ad iniziativa dei Consiglieri Rocchi, Ortenzi, n. 146 ad iniziativa del Consigliere Rocchi, n. 967 ad iniziativa dei Consiglieri Giannotti, Brini, Castelli, D’Anna, Rocchi, Mollaroli, Ricci, Massi, Capponi, Solazzi, Tiberi, unificate.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Si tratta di una proposta di modifica e anche di arricchimento al testo unico sul turismo. Le proposte iniziali sono state presentate da diversi Consiglieri, poi sono state accorpate in un’unica proposta, quella che oggi portiamo in Aula, che è stata approvata all’unanimità dalla Commissione.
Con questa proposta si intende arricchire l’offerta turistica regionale consentendo alle imprese turistiche che fanno trasporto di passeggeri in mare a fini escursionistici e turistici di poter attivare la pesca anche di determinate specie.
Naturalmente è stato ben chiarito che questa pesca, che può essere attivata sia per turisti singoli che per gruppi di turisti, deve avvenire soltanto quando la barca è ferma, e questo nel rispetto delle leggi sulla pesca turistica, quindi il rispetto della distanza dalle coste, ecc., e la salvaguardia della sicurezza dei passeggeri che non stanno solo seduti a guardare ma esplicano un’attività.
Questa attività, ripeto, si può svolgere soltanto quando i mezzi sono fermi e con la canna da pesca, infatti essendo pesca da diporto non può essere attivata con altri strumenti.
Sono state anche specificate le specie ittiche che si possono pescare, come lo sgombro, la palamita, l’orata, il pagello e l’occhiata.
Tale proposta risponde al regolamento che riguarda la disciplina relativa alla pesca.
Questa attività può essere attivata, come ho già detto prima, soltanto dalle imprese turistiche che effettuano l’attività di trasporto in mare a fini escursionistici. Quindi lo riteniamo un arricchimento in quanto queste imprese turistiche possono portare i turisti non solo ad ammirare il paesaggio ma anche a far svolgere questo tipo di attività sportiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Nel 2006 avevamo presentato questa iniziativa relativa a questo tipo di turismo e ciò per andare incontro a diverse esigenze che venivano dal territorio della nostra regione.
Si è cercato di fare una sintesi, infatti il testo che è stato unificato dalla Commissione recepisce in buona parte quello che era stato proposto dai Consiglieri Castelli, D’Anna, Rocchi, Mollaroli, ecc..
Una delle differenze è che nel testo unificato dalla Commissione non viene citato che l’impresa turistica deve avere possesso delle autorizzazioni, ma credo sia dato per scontato, in quanto essendo impresa deve avere la licenza.
Dunque nel complesso in Commissione siamo riusciti a fare una sintesi, per cui il nostro voto sarà favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. Trattandosi di un articolo unico porrò in votazione direttamente legge.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposte di legge n. 275, n. 146, n. 96 – testo unificato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 112
delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli
“Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 112 ad iniziativa delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli.
Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. In Commissione eravamo d’accordo che questa proposta di legge dovevamo discuterla contemporaneamente a quella per le attività teatrali e dello spettacolo dal vivo, essendo però stata licenziata prima logicamente si è dovuto iscriverla all’ordine del giorno di oggi. Ne chiedo quindi il rinvio, appunto, per poterla discutere insieme all’altra proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. La situazione è sconcertante perché già è la seconda proposta che si rinvia. Se si organizzano dei lavori credo che sia opportuno che gli atti si facciano oppure non inserirli per niente all’ordine del giorno, altrimenti che ci stiamo a fare in quest’Aula!
Questa è una metodologia che a me non piace assolutamente.
Se questa è un’Assemblea legislativa che vuole operare innanzitutto i Consiglieri dovrebbero essere presenti, cosa che purtroppo non avviene. In ogni caso, anche per senso di responsabilità, l’opposizione, la minoranza continua a stare qui sia perché ci sono alcune leggi importanti, sia per dare un segnale…(…)

PRESIDENTE. Consigliere Binci, per cortesia non interrompa, non serve un Pierino della situazione! Tra l’altro la dignità di un Consigliere regionale credo sia un po’ più da tutelare. Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Stavo dicendo che credo sia doveroso – nonostante la presenza continua e costante del Consigliere Binci, a cui va tutta la nostra stima e affetto per essere sempre presente e puntuale dal primo all’ultimo momento – che quando si prende l’impegno di portare in Aula le proposte di legge poi bisogna anche discuterle e non ritirarle all’ultimo momento, atteggiamento che ritengo sia un insulto non solo verso l’Assemblea ma anche per i cittadini. Quindi sono contrario al ritiro.

PRESIDENTE. Sicuramente non sfugge ai Consiglieri il fatto che qualsiasi provvedimento licenziato dalla Commissione è dovere del Presidente iscriverlo all’ordine del giorno, dovere al quale ovviamente io non mi sottraggo, però poi l’Assemblea legislativa è sovrana, quindi può rinviare o non rinviare.
Per cui, visto che ora siamo in presenza di una richiesta di rinvio, la pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Nomina
Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale
n. 3 Consiglieri regionali (articolo 12 del regolamento interno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale.

Giancarlo D’ANNA. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego proceda, Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali assente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni presente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna presente
Antonio D’Isidoro assente
Sandro Donati presente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi presente
Paolo Petrini assente
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci presente
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi presente
Vincenzo Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, credo che condividerete con me l’idea che oggi non abbiamo scritto una pagina particolarmente bella della storia di questa Assemblea. Mi auguro quindi che ciò non si ripeta, è per la seconda volta che devo sospendere, anzi, questa volta sciolgo la seduta perché il numero legale non è garantito.

La seduta termina alle ore 15,10