Resoconto seduta n.136 del 24/03/2009
SEDUTA N. 136 DEL 24 MARZO 2009


La seduta inizia alle ore 10,20


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli




Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 135 del 10 marzo 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 309/09, in data 10 marzo 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Amagliani, concernente: "Istituzione del diritto al reddito sociale e di misure a sostegno deii soggetti precari espulsi dal lavoro", assegnata alla V Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e al Consiglio delle autonomie locali per il parere ai sensi del comma 4, dell'articolo 11, della legge regionale 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 310/09, in data 11 marzo 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Ulteriori modifiche all'articolo 9 della legge regionale n. 37/2008, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione (Legge finanziaria 2009)", assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 311/09, in data 10 marzo 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Giannotti, Brini, Capponi, Ciriaci, Lippi, Cesaroni, Bugaro, Tiberi, concernente: "Interventi regionali in favore delle associazioni storiche marchigiane", assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
E' stata presentata la seguente mozione:
- n 334/09 della consigliera Ciriaci "Assegnazione comuni di Fermo alla zona territoriale 11".
Comunico, inoltre, che ho provveduto, in data 11 marzo 2009 con decreto n. 15, alla seguente nomina:
- sostituzione di un componente nel Consiglio regionale dell'economia e del lavoro (CREL).
Comunico, altresì, che il Consiglio dei Ministri ha proposto ricorso avanti alla Corte Costituzionale per la dichiarazione della illegittimità costituzionale della legge regionale n. 37/2008 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2009 e pluriennale 2009-2011 della Regione - legge finanziaria 2009) nei commi 2 e 3 dell'articolo 9.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 9 marzo
- n. 363: "Art. 43 comma 1 lettera a) della d.g.r. n. 37/2008 - reiscrizione nel Bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 28.666,86";
- n. 364: "Art. 43 comma 1 della d.g.r. n. 37/200$ - reiscrizione nel Bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 13.138.428,38";
- n. 365: "Art. 29 comma 1 della d.g.r. n. 31/2001 - Art. 26 della d.g.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa - € 1.937,64";
- n. 366: "Art. 29 comma 2 della d.g.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 24.240,00";
- n. 367: "Art. 26 della d.g.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte del Ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali in applicazione dei decreti leg.vi 207 e 208 del 9 novembre 2007 e modificazioni tecniche al POA per l'anno 2009 - € 537.726,30";
- n. 368: "Art. 29 comma 4 bis e art. 22 della d.g.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa di cassa al POA approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 8.970,711,30";
- n. 369: "Art. 20 comma 3 della d.g.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell'elenco n. 2 "Spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2009 - € 40.000,00";
- n. 370: "Art. 43 comma 1 della d.g.r. n. 37/2008 - reiscrizione nel Bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 18.640,0 e modificazioni tecniche al POA per l'anno 2009";
- n. 371: "Art. 43 comma 1 lett. a) della d.g.r. n. 37/2008 - reiscrizione nel Bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 8.560.023,22";
- n. 373: "Art. 29 comma 1 della d.g.r. n. 31/2001 - Art. 26 della d.g.r. 38/2008 - Variazione integrativa nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 20.665,70";
- n. 374: "Art. 29 comma 2 della d.g.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Importo € 3.000,00".
In data 16 marzo
- n. 411 "Art. 43, comma 1 della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 150.312,727,74";
- n. 412 "Art. 29, comma 4 bis e art. 22 della l.r. 31/2001 -Variazione compensativa di cassa al Programma Operativo Annuale approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 143.692.355,89";
- n. 413 "Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dell'Istituto Superiore di Sanità per la realizzazione del progetto "Sorveglianza epidemiologica delle malattie prevenibili da vaccinazione e rinforzo del piano di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita" e relativi impieghi. € 3.360,00";
- n. 414 "Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte del Ministero del lavoro e della salute e delle politiche sociali per i settori trasfusionale e trapianto organi. €183.548,98";
- n. 415 "Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 3.603.580,40". Modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni;
- n. 416 "Art. 43, comma 1 lettera a), della I.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 786.123,94. Modifica al POA anno 2009";
- n. 417 "Art. 43, comma 1 lettera a), della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 635.028,97";
- n. 418 "Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. € 8.203,93";
- n. 419 "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. 38/2008 - Variazione compensativa di € 325.366,20";
- n. 420 "Art. 43, comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 4.246.336,08";
- n. 421 "Art. 43, comma 1 lettera a) della l.r. n. 37/2008 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. € 541.993,56. Modifica al POA anno 2009";
- n. 422 "Art. 29 della l.r. n. 31/01 e art. 27 della l.r. 38/2008 - Variazione compensativa di euro 130.000,00".
Prima di iniziare l’ordine del giorno salutiamo l’Istituto comprensivo Grazie Tavernelle Scuola Maggini di Ancona. Benvenuti, ragazzi ed insegnanti, nella sede dell’Assemblea legislativa delle Marche.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. In sede di Conferenza dei Capigruppo si è concordato di discutere e votare subito la mozione n. 332 “Cancellazione del segreto di Stato e accertamento dei fatti e alla riapertura dell’indagine giudiziaria sulla scomparsa di due giornalisti” dei Consiglieri Bucciarelli, Comi, Altomeni. Pongo in votazione tale richiesta.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 332
dei Consiglieri Bucciarelli, Comi, Altomeni
“Cancellazione del segreto di Stato e accertamento dei fatti e alla riapertura dell’indagine giudiziaria sulla scomparsa di due giornalisti”
(Votazione)

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Mozione n. 332. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 112
delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli
“Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 112 ad iniziativa delle Consigliere Mollaroli, Benatti, Mammoli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Questa proposta di legge era parte integrante della proposta di legge n. 241 sullo spettacolo dal vivo, anch’essa oggi in discussione. Poi in Commissione si è deciso di stralciare la parte relativa alla disciplina per la diffusione dell’esercizio cinematografico in quanto le competenze e le intenzioni delle due proposte di legge sono diverse. Sicchè si è voluto suddividere lo spettacolo dal vivo dallo spettacolo riprodotto, quello appunto dell’esercizio cinematografico.
Prima di passare all’illustrazione della legge vera e propria vorrei evidenziare alcuni punti. Innanzitutto con questa legge non intendiamo assolutamente porci, nè come l’Agis ha scritto in una sua relazione, nè in contrapposizione con la disciplina statale - non avrebbe senso, non sono queste le prerogative che vogliamo portando avanti - né vogliamo limitare la concorrenza. Anche in quest’ultimo caso, infatti, non ci sono i motivi del contendere, si tratta, invece, della necessità di evidenziare un quadro del settore dopo l’avvento dei multiplex.
Sappiamo bene che l’avvento dei multiplex ha portato ad un cambiamento sostanziale nell’ambito degli esercizi cinematografici. Attraverso la legge statale sui multiplex veniva erogato dallo Stato un finanziamento del 20% per la loro creazione, e questo ha fatto sì che sul territorio tali strutture siano nate in maniera considerevole.
Naturalmente nessuno è contrario ai multiplex, esse sono strutture che permettono un modo diverso della diffusione cinematografica. Le sale sono meglio attrezzate, ci sono parcheggi a disposizione, c’è una concentrazione dei servizi, nello stesso luogo è possibile avere varie proposte cinematografiche, quindi è un po’ come quello, volendo fare un esempio, che hanno voluto rappresentare i centri commerciali.
Inoltre queste strutture hanno portato anche ad una rivoluzione nel contesto dei fruitori del cinema. Prima i cinema erano soprattutto dislocati nei centri storici, ciò comportava una potenzialità diversa da parte degli spettatori oltre ad un compito diverso delle sale cinematografiche. Ora, invece, sono dislocati maggiormente al di fuori dei centri storici, hanno più parcheggi, sono strutture molto più grandi, quindi anche le abitudini degli spettatori si sono modificate. Ora, ad esempio, si può prenotare uno spettacolo anche tramite internet, oppure bisogna entrare all’inizio del film e non quando ci fa comodo come eravamo abituati a fare prima.
Sicchè non c’è assolutamente alcuna critica rispetto alla nascita dei multiplex, mentre c’è una critica – il motivo per cui ho voluto proporre questa proposta di legge – rispetto al fatto che c’è stato un monopolio di distribuzione cinematografica. E’ questa la cosa grave, quindi non tanto per la dislocazione di questi multiplex, quanto per il fatto che essendo quasi tutti in mano agli stessi soggetti, ed anche ci fosse in una città un solo multiplex con cinque o sei in mano ad uno stesso soggetto, significherebbe poi che questo soggetto farà la scelta (magari approvandone alcune e scartandone altre) di quale dovrà essere la proposta cinematografica.
Faccio soltanto un esempio. A Jesi ci sono sei sale cinematografiche (ce n’erano nove fino a pochi giorni fa, le tre del centro storico sono state chiuse), però in esse alcuni film non vengono mai dati, domenica scorsa sono dovuta andare a Falconara, qui c’è un’unica sala - credo gestita dalla Chiesa - che però proietta film che a Jesi non vengono dati.
Allora se proprio si vuole trovare un problema in questa proposta di legge è solo per il fatto che semmai doveva essere fatta prima. E la si sarebbe dovuta fare prima non solo a livello regionale, infatti ritengo che da parte dei livelli locali avrebbe dovuto esserci più sensibilità rispetto a quello che tutto ciò poteva comportare. In realtà così non è stato, tutti sono stati a guardare, non solo, si è pensato che l’avvento dei multiplex sarebbe stato soltanto un fatto positivo.
Nella mia città in quell’occasione feci una grande battaglia, ero convinta, infatti, che i cinema del centro storico avrebbero chiuso, situazione che avrebbe portato ad un’ulteriore impoverimento, appunto, dei centri storici. Così è stato, così succede, così succederà anche negli altri centri storici delle nostre città.
Pertanto le finalità della presente legge sono:
salvaguardare il patrimonio degli operatori cinematografici e delle sale, cioè di quelle che sono ancora rimaste in piedi;
consentire una migliore distribuzione nel territorio regionale, perché è evidente che nel momento in cui si accorpano molte sale cinematografiche lo si fa in bacini di utenza (quelli che per motivi vari possono attrarre un grande flusso di pubblico) e non quindi in tutti i Comuni. In questo modo, però, si impoveriscono non soltanto i centri storici, ma anche quei Comuni che prima la loro piccola sala ce l’avevano;
consentire il mantenimento delle sale nei centri storici, perché, ripeto, si sono avute, anche se in maniera minore, conseguenze simili a quelle che si sono avute con l’avvento dei centri commerciali rispetto ai negozi;
consentire una pluralità di scelte culturali, perché per la gran parte delle sale, come ho già accennato nella prima parte del mio intervento, c’è un monopolio;
consentire una maggiore e più variegata presenza di spettatori. Gli anziani e gli adolescenti che non guidano la macchina difficilmente possono usufruire di queste sale – magari i giovani vengono accompagnati dai genitori, mentre gli anziani ci rinunciano -. Infatti queste multiplex sono collocate nelle periferie delle città;
aiutare le sale cinematografiche nei loro rinnovamento tecnologico e nei loro arredi. Certamente non pensiamo di voler mantenere quelle sale dove ancora ci sono i banchi di legno, che non esistono neppure più, oppure quelle che magari non sono all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, bensì si vuole aiutare chi non riesce a portare avanti questo tipo di progetto.
Alll’articolo 2 si stabilisce che entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge finanziaria la Giunta regionale predispone un piano. Dunque un piano che analizzi la situazione attuale, perché per fare le scelte future bisogna fare prima una mappatura, appunto, della situazione attuale, un piano che proponga dei criteri per la concessione dei contributi alla programmazione di qualità. Chi segue un po’ il cinema avrà visto che in questi giorni, per esempio, il film di Ficarra e Picone ha avuto più spettatori rispetto ad altri film che in questo momento sono di livello culturale estremamente più elevato. Quindi dovremmo aiutare quei cinema che fanno una programmazione di qualità. Il piano, inoltre, propone, per poter avere finanziamenti, dei criteri per la presentazione di progetti, ovvero criteri per il sostegno di soggetti che organizzano festival, rassegne cinematografiche, premi cinematografici, ecc..
Dunque la legge riguarda complessivamente il discorso cinematografico, non intende penalizzare nessuno, intende ridare visibilità ed importanza anche a quei soggetti che sono già stati penalizzati.
L’articolo 3 riguarda le autorizzazioni. Le autorizzazioni per le nuove sale cinematografiche, l’ampliamento delle sale cinematografiche esistenti e la ristrutturazione devono tener conto, affinchè possano essere approvate, del riuso delle zone urbane, della riqualificazione sociale e culturale e della sicurezza. Nei tanti dibattiti televisivi di questi giorni, quando si è parlato di ronde, è stato detto che non servono, bensì occorre che le zone delle nostre città siano più frequentate, serve che la gente esca, che stia in giro. Se però non mettiamo gli strumenti affinché la gente possa usciere per andare in giro nelle nostre città, rischiamo la desertificazione. E’ lì che poi si vogliono le ronde o cose del genere! Una volta, infatti, proprio gli esercizi cinematografici erano un modo per fare uscire la gente, le città erano frequentate, quindi vi era una certa sicurezza.
Zone montane e Comuni minori svantaggiati. Ho detto prima che le multiplex per la loro stessa connotazione sorgono in aree dove c’è una grossa viabilità, dove c’è la possibilità di fare parcheggi, aree contestuali a vari Comuni, però in questa maniera i Comuni minori svantaggiati e i Comuni di montagna si trovano a non avere più neppure quella piccola sala cinematografica che magari il pomeriggio della domenica stimolava ad uscire.
Inoltre, sempre nel piano che la Giunta dovrà presentare, si dovrà favorire un equilibrato sviluppo tra le diverse tipologie di esercizio.
L’autorizzazione per l’apertura o la ristrutturazione delle nuove sale cinematografiche sarà comunale se queste conteranno dai 300 ai 500 posti, se i posti saranno di più, quindi se si tratterà di grandissime sale cinematografiche oppure di multiplex, l’autorizzazione dovrà essere regionale, in modo da poter avere una connotazione di tutto il territorio.
L’articolo 6 riguarda la Mediateca. Il compito dell’Associazione Mediateca, istituita con la legge n. 51/1997, è quello di svolgere attività di ricerca, raccolta, catalogazione, studio, conservazione dei supporti in pellicola e deposito legale degli audiovisivi. La Regione ne sostiene l’attività attraverso specifici finanziamenti.
Vorrei fare una piccola annotazione. La Mediateca vive tempi grami, purtroppo i finanziamenti sono sempre contenuti, più di tanto non si può fare, però con grande piacere abbiamo ascoltato rappresentanti di altre Mediateche italiane che hanno detto di aver preso spunto proprio dalla Mediateca delle Marche. Infatti la Mediateca delle Marche fu prima ad essere stata strutturata ed organizzata, le altre ci hanno copiato, però è anche vero che ora ci hanno superato.
Quindi su questo forse bisogna fare una maggiore attenzione, non soltanto dal punto di vista economico ma anche per quanto riguarda le competenze della Mediateca stessa. Perché se si pensa che essa debba fare di tutto e di più sbagliamo percorso. La Mediateca deve svolgere i compiti che si stabiliscono con questa legge però li deve fare con dignità e competenza.
All’articolo 7, e lo troveremo anche sulla legge sul turismo, si parla di film commission. Quest’araba fenice, di cui ormai si parla da quattro anni, sembra che finalmente trovi attuazione. In questa legge si dice che la film commission esiste e che la Regione entro sessanta giorni ne determina le modalità e l’istituzione, quindi a questo punto sta all’Assessore stabilire come e quando.
Sappiamo quanto sia importante la film commission, sappiamo che è un elemento di sviluppo turistico e lavorativo enorme, sappiamo che ci sono realtà che hanno portato avanti con grande forza e importanza questa situazione di cui hanno avuto dei riscontri assolutamente incredibili. Quindi deve essere fatto anche nella nostra regione.
Lo accenno adesso, ma ne parlerò anche quando discuteremo del programma turistico, cioè che creare nelle Marche la film commission varrà più di milioni di depliant. Ho sempre affermato che ci credo molto, lo riconfermo ora, dunque spero, visto che l’abbiamo inserito in questa legge, che l’Assessore gli voglia dare tutto lo sviluppo necessario.
In questa legge abbiamo concentrato tutti i finanziamenti che venivano erogati per le varie iniziative del settore cinematografico. Ad oggi, con il bilancio del 2009, siamo a 277 mila euro, che è la somma dei finanziamenti che nelle varie UPB venivano distribuiti per l’esercizio cinematografico. Sono accorpati tutti in questa legge, perché sapendo qual è la somma finale è più facile fare un progetto e poi distribuirli, sapere che il capitolo è uno solo è più facile per chi deve fare le richieste, la scadenza sarà una sola.
Soprattutto con questa legge si potrà dare un primo avvio, poi negli esercizi successivi sarà il bilancio stesso che ne determinerà il finanziamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questa proposta di legge, come ha già espresso la relatrice di maggioranza, è stata estrapolata dalla proposta di legge sullo spettacolo dal vivo e riprodotto che inizialmente conteneva entrambi gli aspetti. Peraltro è anche vero che abbiamo ricevuto la sollecitazione in tutte la audizioni, sia degli operatori cinematografici che di quelli dello spettacolo dal vivo, di tenere scisse queste due materie, che dovranno sicuramente camminare in parallelo, ma che presentano problematiche diverse.
Quindi così è stato fatto, peraltro lo si è fatto anche riprendendo una vecchia proposta di legge, sulla quale non abbiamo rifatto le audizioni, però, anche se sono stati fatti tagli e riduzioni, accanto a indicazioni che ci lasciano perplessi ce ne sono anche di positive, per lo meno vuole essere un tentativo di dare un riordino e un’organizzazione generale alla materia.
E’ comunque un tentativo non estremamente coraggioso, è per questo che ho detto che abbiamo alcune perplessità. Nelle audizioni - che forse erano da ripetere -, che facemmo in maniera cumulativa con gli operatori della cinematografi, ci venne detto che nel momento in cui si affrontava la materia del cinema la si doveva fare non solo in termini di promozione della diffusione, ma soprattutto in termini di promozione della produzione.
Le leggi più coraggiose - parliamo di leggi di Regioni di ogni colore, come la Sardegna o la Lombardia, parliamo della film commission, di cui parlerò meglio in seguito - mettono al primo posto la produzione. Quindi la Regione non deve solo diffondere ma anche aiutare a produrre.
Se vogliamo dare – e questa è stata un’iniziativa bipartisan delle Consigliere e di tutta la Commissione, che io stessa ho firmato e della quale mi compiaccio – una sterzata anche in favore delle produzioni minori, per cui non solo delle diffusioni minori - i problemi sono di vario tipo, c’è il problema della diffusione, dell’accesso alle copie, il problema che certe copie di film non vengono consentite alle sale minori proprio per l’esistenza di un monopolio del cinema maggiore e delle multisale -, quindi bisogna favorire la formazione di circuiti minori in grado anche di produrre.
Questo ce lo hanno chiesto gli esercenti delle sale cattoliche. Ce lo hanno chiesto gli esercenti minori, che non hanno soltanto il problema della diffusione ma anche quello di essere aiutati in un circuito più locale, più regionale, un circuito che favorisca – ed è questo il compito principale delle vere film commission, ed è questa la carenza di questa legge – anche chi vuol produrre localmente film di natura regionale.
Quindi l’aspetto della produzione, che in molte altre leggi è addirittura presente nel titolo e nel primo articolo, qui è carente. Però, ripeto, apprezziamo comunque lo sforzo di voler dare un riordino alla diffusione e soprattutto di consentire una diffusione più capillare, una diffusione che non escluda la possibilità di poter vedere film minori e film di qualità. E in questo senso, ripeto, abbiamo avuto la sollecitazione da più parti.
La scelta coraggiosa – ma siamo sempre nella diffusione –, su cui si è ben dilungata la Consigliera di maggioranza, è quella di far sì che le sale siano un momento sociale preciso e che rispondano a scelte di ubicazione ben precisa affinchè possano contribuire alla valorizzazione dei centri storici, dei piccoli centri e di un cinema, ripeto, legato a film di qualità che non hanno la possibilità di essere proiettati nei grandi spazi, perché i piccoli - il lamento è stato questo – chiudono, in quanto senza aiuti e senza sovvenzioni non riescono minimamente a reggere la concorrenza dei grandi.
Non nascondiamo, peraltro, che per questo abbiamo ricevuto segnalazioni, direi quasi diffide, del garante della concorrenza che ci ha messo in guardia – infatti anche questa legge potrebbe incontrare problemi di tale natura – sul compiere scelte che vadano, sia come finanziamenti, sia come altre forme di sostegno e agevolazioni, in favore delle sale minori e delle diffusioni minori, proprio perché viene vista come una lesione del principio generale di concorrenza.
Il proprietario delle più grandi sale multiplex della regione ci ha detto che se il mercato si indirizza verso le multisale, se è lì che c’è la maggior affluenza – e questo è vero -, essendo una legge di mercato non dobbiamo poi distorcerla con.
Abbiamo quindi fatto una scelta ben precisa, che io ho condiviso, ovvero quella culturale, quella di voler dare a questa legge anche una funzione di sostegno alla diffusione minore, quindi anche di aiuto alle piccole sale che in quanto tali sono collocate nei centri storici o in ubicazioni diverse.
Noi però chiediamo ancora più coraggio, quindi all’uopo abbiamo presentato degli emendamenti che vanno a favorire ancora di più le sale cosiddette di comunità, sale in buona parte ecclesiastiche che più di altre svolgono davvero una funzione sociale, di aggregazione, di rivalutazione di certe zone, e per questi motivi avrebbero più di altre bisogno di aiuti.
Chiediamo quindi l’approvazione di questi emendamenti per far sì che la visione di questa legge possa essere ancora migliore.
Ora vorrei velocemente soffermarmi su alcune novità. La film commission, sia chiaro, non c’è ancora, nonostante il Presidente qualche mese fa abbia fatto addirittura spot e pagine sui giornali in cui si affermava che nelle Marche nasceva la film commission, lo ha fatto addirittura quando ancora non avevamo neppure varato la legge in prima Commissione.
La film commission, ripeto, non c’è ancora, però è una scelta importante, è una scelta che le Regioni che ci hanno investito lo hanno fatto sotto forma di fondazione, cioè come ente a se stante che concertandosi con la Regione possa offrire mezzi e strutture forti e soprattutto promuovere la produzione. Non è solo un’indicazione turistica o di marketing turistico di questa o quella location, film commission significa far fare film nelle Marche alle case produttrici ma anche favorire la nascita e l’esistenza di produzioni proprie sul territorio regionale, per far sì che tutto si produca, resti e che si diffonda l’immagine delle Marche, dei nostri paesaggi, quindi che sia un volano per il turismo.
Dove questo è avvenuto – parlo di film commission importanti come quella di Torino, della Sardegna, quindi regioni di ogni colore – ci sono fondazioni, si fanno investimenti fortissimi di denaro, di personale e di strutture.
E la nostra film commission nelle Marche è ancora solo uno spot giornalistico, è una indicazione normativa solo perché è presente qui, provvisoriamente è appoggiata presso gli uffici della internazionalizzazione della Regione Marche; dovremmo dire ai nostri impiegati: “se ricevete telefonate di chi vuole girare i film nelle Marche accompagnateli sul Conero o a San Benedetto oppure nel maceratese o altrove”, ma non è questo, perché sarebbe veramente una dependance del turismo oppure prenderebbe il posto di un depliant.
Su questo, invece, occorre promuovere, occorre investire. E’ vero che si dice che ciò dovrà avvenire, ma dubito che possa avvenire in questo scorcio di legislatura.
In ogni caso non possiamo dire che abbiamo la film commission, perché ad oggi nelle Marche la film commission è soprattutto priva di finanziamento, priva di persone, di mezzi, di strutture, è solo un mero spot elettorale, e vorrei che come tale restasse. Auspichiamo che qualcosa di più si possa fare, ma dubito che ci riuscirete.
Fior fiori di avvocati che si occupano di cinematografia e che abbiamo ascoltato in Commissione ci hanno detto di stare in guardia, perché se la film commission non sarà qualcosa di serio potrebbe essere addirittura dannosa, potrebbe creare un’illusione e non andare così verso la vera indicazione, quella cioè di favorire la produzione.
Quindi stiamo attenti, buona è l’intenzione di farla, ma è solo un’intenzione, per ora non c’è, non l’abbiamo minimamente istituita, anzi, a mio avviso abbiamo dato più lavoro e più impegni agli uffici che probabilmente già ne avevano tanti, che non so come potranno riuscire, qualora qualcosa parta, a gestire questa cosa.
In conclusione ribadisco che chiediamo l’approvazione degli emendamenti che abbiamo presentato in direzione delle sale comunitarie. Riteniamo questa legge un buon tentativo, che però non è risolutiva del problema, avremmo preferito una maggiore determinazione, ripeto, sul campo del sostegno alla produzione piuttosto che solo per la diffusione.
In ogni caso questa ispirazione la accogliamo positivamente, speriamo che giuridicamente non ci dia problemi con eventuali ricorsi del garante della concorrenza.
E coraggiosamente facciamo nostra la sollecitazione a far sì che nelle Marche non sia solo la grande diffusione a farla da padrona. Gli operatori minori che abbiamo sentito in audizione ci hanno detto che se non normeremo diversamente l’accesso alle copie poi sarà difficile che il sostegno alla piccola diffusione possa avere effetto, ci hanno detto che addirittura c’è una sorta di aggiotaggio delle pellicole, a tal punto che essendo così potente il monopolista non vi è proprio nessuna possibilità di accesso alle pellicole stesse.
Quindi, secondo me, su questo versante bisognava essere più incisivi, seppur sia buono, ripeto, il tentativo di sostenere e di finanziare il piccolo – anche se le risorse in questa legge sono minime, quindi alla fine prenderà gli spiccioli – , non in danno, ma a fianco del maggiore che comunque si finanzia già bene da sé.

PRESIDENTE. La discussine è aperta. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Farò un intervento breve perché la legge a grandi linee riporta il pensiero un po’ di tutti anche se con sfumature diverse. Ma alcune riflessioni penso sia comunque opportuno farle.
Intanto vorrei sapere se è stato fatto un censimento dei cinema parrocchiali esistenti o di quelli che hanno chiuso per carenza di personale o di denaro pubblico. Diciamo sempre che le parrocchie hanno una funzione importante nel recupero dei giovani, nella vita politica, nel volontariato, ma poi nei momenti importanti, ad esempio di quando abbiamo parlato degli oratori, anche solo con piccole somme, ce le dimentichiamo sempre; certo, una legge sugli oratori è stata fatta, alcuni Comuni la stanno portando avanti anche bene, però c’è una forte carenza di educatori, quindi i Comuni devono intervenire.
Per cui anche riguardo ai piccoli cinema bisogna fare un censimento e salvaguardare quelli che esistono. Chi di noi durante la propria infanzia non è andato in un cinema parrocchiale! Ci siamo andati tutti, era un momento educativo che dava ai ragazzi la possibilità di incontrarsi.
Quindi se ancora crediamo veramente in questi valori credo sia opportuno intervenire in questo senso.
Il secondo aspetto riguarda la grande distribuzione, che non è vero che ha ammazzato i cinema dei centri storici o dei centri urbani, ma certamente è vero che ha tolto del denaro alle casse di quei cinema che prima potevano magari avere il monopolio delle pellicole. Ed oggi questo nella diversificazione potrebbe essere anche un bene, ma il male è che se uno vuol vedere un bel film, anche se magari uscito in prima edizione sei mesi prima, affitta una cassetta, se la vede tranquillamente a casa con la propria famiglia, così non ha problemi di fare la prenotazione o di quello che davanti o dietro ti mangia il popcorn.
Con questo voglio dire che bisogna trovare soluzioni per poter dare degli incentivi. Ad esempio a Civitanova – anche se non ne non voglio parlare come se fosse la capitale d’Europa – è stato applicato un forte abbattimento dei prezzi (dai 7-8 euro si è passati a 4 euro), questo ha comportato un alto boom di presenze, persino di famiglie.
Quindi, considerata peraltro anche l’attuale situazione economica, bisognerebbe rivedere anche i prezzi. Una famiglia di quattro persone che va al cinema al prezzo di 8 euro a biglietto poi in totale spende 32 euro, che per una famiglia è una spesa consistente. C’è gente che ha difficoltà ad andare a mangiare una pizza a fine settimana, figuriamoci a vedere un film con i propri figli, magari per risparmiare ci va solo il marito e non la moglie!
Bisognerebbe quindi non fare interventi a pioggia, bensì un censimento serio dei cinema ubicati nei centri storici, nei piccoli Comuni, insomma in quelle zone popolate soltanto da poche anime. Occorre inoltre dare un incentivo per fare in modo che possano avere pellicole che a loro volta riescano attirare gli spettatori.
Quindi, ripeto, occorre salvaguardare i cinema allocati nei centri storici e nelle zone urbane, occorre farlo anche con l’abbattimento dei prezzi; anche perché le multisala ubicate fuori dalle città hanno ampi parcheggi, bar, ristoranti, quindi è tutto un contesto che invita lo spettatore ad andarci. Peraltro per dimostrare che l’abbattimento dei prezzi serve non occorre fare un censimento, basterebbe telefonare al direttore di Civitanova che ci direbbe che abbassando i prezzi si raggiunge lo stesso obiettivo dell’incasso però con il doppio presenze. Questo permette a moltissimi cittadini di poter andare a vedere un film con la famiglia, perché rispetto a 30 euro 15 euro possono essere alla portata di tutti.
Quindi questa legge va bene però cerchiamo di migliorarla sotto questo aspetto. E questa non è né demagogia né speculazione politica, è solo una riflessione che ho voluto portare in quest’Aula per far capire, se vogliamo veramente mantenere questi piccoli cinema e non abbatterli completamente a favore delle mega e grandi strutture, che c’è un’esigenza reale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Prendo atto con un po’ di preoccupazione che in questa Assemblea legislativa, almeno sul versante della cultura, discutiamo dei residui minardiani, ovvero discutiamo finalmente, dopo un ritardo pauroso sul fronte della cultura, di alcune iniziative legislative che, appunto, se non vado errato, sono state messe in piedi dall’ex Assessore Minardi.
Dei ritardi ormai, Consigliere Ricci, non mi scandalizzano neanche più di tanto, vista l’incapacità e l’assoluta infecondità di questo Esecutivo di produrre atti legislativi adeguati, sia innovativi, sia di riforma di vecchi provvedimenti. Mi scandalizza semmai l’incapacità di realizzare una produzione adeguata, una produzione che possa raccogliere in se l’esigenza di modificare la situazione.
Questo provvedimento, oltre ad arrivare in ritardo, oltre a significare ciò che ho premesso, rappresenta il topolino partorito da qualcosa di più grande. Sicchè mi sembra una cosa molto, molto inadeguata, assolutamente insufficiente a recepire l’esigenza di sviluppo di un segmento del settore culturale quale quello del cinema.
Certo, alcune esigenze poste da tempo vengono richiamate, quella del riordino del sistema cinema marchigiano e quella della diffusione, ma sono soltanto richiami generici, non sostenuti da azioni e misure adeguate. In modo particolare mi riferisco alla problematica attualissima che riguarda un intervento in grado di favorire l’avvicinamento dei giovani al prodotto cinema, che però non mi sembra sia stato pienamente recepito.
Così pure, se non a parole, non mi sembra si sia voluto combattere quel monopolio cinematografico impersonificato dai grandi proprietari delle multisale, e si abbia avuto il coraggio di andare fino in fondo rispetto all’esigenza di sostenere la rete imprenditoriale che gestisce strutture minori ma diffuse su tutto il territorio regionale.
Quindi c’è anche l’’incapacità di fare una scelta coraggiosa, una scelta che riproponga la centralità di mantenere una presenza adeguata di sale cinematografiche su tutto il territorio regionale.
Peraltro continuo ad essere completamente in disaccordo rispetto ad una scelta, seppur slavata e ripresa nel testo, riguardo all’invadenza dello Stato, all’invadenza della Regione, cioè al fatto che lo Stato e la Regione assumano un ruolo di imprenditore di qualunque cosa. Io sono per il concetto “più società, meno Stato”, quindi sono per liberare le energie che ci sono nella società.
Per cui quando a Regione interviene, facendo per esempio l’orchestra regionale, oppure diventa manager culturale o addirittura, come in questo caso, immagina un centro di produzione cinematografica (è di questo che si tratta), mi vengono i brividi addosso, perché va contro gli interessi della libertà.
Devo comunque farmi carico che dall’altra parte di quest’Aula ci sono politici che hanno una cultura diversa, hanno una cultura statalista, forse memori delle tradizioni delle vecchie repubbliche sovietiche, del realismo socialista – vedo che il Consigliere Procaccini ha subito alzato il capo – e questo ovviamente ci divide.
Per mia fortuna, però, divide non soltanto la classe politica regionale, ma anche le coscienze degli italiani che in questo momento, fino a prova contraria, hanno le coscienze rivolte verso chi chiede libertà, pluralismo, verso chi chiede un ruolo diverso del pubblico rispetto allo spontaneismo privato.
Su questa proposta di legge c’è un emendamento presentato dalla collega Romagnoli che riguarda la salvaguardia di alcuni luoghi di proiezione fuori dal mercato del lucro, mi riferisco a tutta quella rete di sale parrocchiali o comunque di sale che vengono gestite spontaneamente sul territorio e che rappresentano un’integrazione. Se questo emendamento verrà recepito, cogliendo quindi una delle esigenze legate al mantenimento e alla diffusione delle opportunità di comunicazione cinematografica, potremmo valutare diversamente dal voto contrario l’atteggiamento da assumere nella votazione.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Aggiungo poco rispetto a quello che hanno detto i colleghi della mia coalizione e la relatrice di minoranza, ne condivido infatti tutti i contenuti, quindi faccio solo due riferimenti.
Il primo riguarda la film commission, sicuramente intuizione egregia, ma che secondo me si sarebbe dovuta disciplinare in maniera diversa e fuori da questo testo normativo, cioè avrei voluto una previsione normativa su meccanismi e procedure ben distinte.
L’offerta del nostro territorio o il marketing territoriale per quanto riguarda la produzione cinematografica sul nostro territorio credo sia cosa diversa rispetto alla fruizione del servizio cinematografico.
In questo testo, invece, si è voluto mettere tutto il pacchetto della film commission, però, ripeto, potevamo farlo con una programmazione specifica.
Secondo riferimento. Ho qualche perplessità – lo avevamo accennato anche in Commissione – sulla soppressione del comitato tecnico. Io non sono per le commissioni, sottocommissioni o organismi tecnici pletorici, per carità, ma ritengo che in questo settore la soppressione di questo comitato tecnico, che garantiva specializzazione e professionalità insieme a programmazione del territorio, visto che ne facevano parte rappresentanti dei Comuni e delle Province, forse non è stata una cosa saggia e non so neppure come si possa rimediare.
Anchi’io, infine, voglio sottolineare ciò che ha detto ora il collega Giannotti, cioè la salvaguardia di quella parte del servizio culturale offerto dal settore cinema in un aspetto meno mediatico, ma più sociale, più culturale, più vicino alle nostre comunità. Possono essere le cosiddette sale parrocchiali – anche se qualcuno potrà dire che c’è un aspetto confessionale, ma non è questo il problema –, che sicuramente offrono un aspetto di socialità e cultura, come abbiamo anche sancito con la legge sugli oratori, come altre sale di comunità di diverso aspetto sociale, culturale e credo religioso.
Quindi il nostro emendamento è volto a correggere questa parte del testo, un emendamento sul quale, come è avvenuto per gli oratori, chiedo una convergenza anche dei colleghi della maggioranza.
Inoltre c’è l’aspetto della Mediateca su cui abbiamo discusso a lungo, ne condividiamo la sua funzione, quindi è giusto l’inserimento in questo testo normativo.
Quindi vedo soltanto una collocazione logisticamente non razionale della film commission.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Anch’io intervengo brevemente per dire sostanzialmente tre concetti. E se volessi ironizzare ricorderei come il Presidente del Consiglio che ha governato l’Italia dal 22 ottobre 1922 fino al 25 luglio 1943 definiva il cinema l’arma più potente, la frase del cavaliere Benito Mussolini campeggiava nelle inaugurazioni di Cinecittà. Chissà se anche Gian Mario Spacca non si sia ispirato, nella sua idea di grandeur immaginifica, a quello che fu il monito dell’allora Presidente del Consiglio.
Viene da pensare questo perché non so quanti di voi si siano resi conto che qualche mese fa la Regione Marche ha già fatto irruzione nelle sale cinematografiche, ma non attraverso forme produttive o forme di intervento legislativo in favore del cinema. Infatti molti degli avventori dei cinema di Ancona e non entrando nella sala nel periodo che, come noto, anticipa la diffusione del film e che consente alle famiglie gli ultimi conciliaboli prima di concentrarsi sulla visione, hanno visto sventolare una bandiera europea sul grande schermo e sulle note di Allevi, mio concittadino, vedevano un raggiante Gian Mario Spacca che ricordava – sempre secondo il dettame del Presidente del Consiglio fra le due guerre – i grandi meriti della Regione Marche in materia di lavoro ed in particolare di economia. Però in pochi si sono resi conto che al termine di questo spot c’era un altro simbolino che individuava la provvista finanziaria che aveva consentito a Gian Mario Spacca di fare questo inno a se stesso, quello cioè del Fondo sociale europeo. Un Fondo, che prevede degli stanziamenti mirati in materia di divulgazione, informazione e comunicazione, che quindi, convenientemente, Gian Mario Spacca aveva dirottato, non tanto sulla divulgazione degli elementi che consentono, che so, agli operai espulsi dal ciclo produttivo di conoscere quali siano le occasioni formative che con il Fondo sociale europeo vengono loro garantite, quanto, giustamente, visto che è uomo della grande comunicazione, per comunicare quanto sia bravo e bello e quanto sia - io sono di ben altro avviso - efficace nella comunicazione.
Credo che se dell’attività cinematografica, se di questa legge Gian Mario Spacca e questa Giunta regionale ne faranno lo stesso uso ci sarà davvero da tremare. Non vorrei che soprattutto ciò che riguarda la film commission oggi venga utilizzato, visto che manca poco alle elezioni, come un altro grande mega spot.
Ed il dubbio è legittimo per il semplice motivo che la storia della film commission – lo ha detto giustamente anche il Consigliere Giannotti – è stata molto travagliata. Ricordo che quanto nel giugno di tre anni fa ci fu il siluramento di Minardi, la permanenza, chiaramente a carico del contribuente, nell’ambito della Regione Marche dell’ex Assessore fu giustificata proprio alla luce della necessità di gestire la film commission.
Certo, mi fa piacere che oggi finalmente formalizziamo l’istituzione della film commission, ma devo dire che tre anni fa - c’è molto da essere chiari da questo punto di vista - la film commission fu la foglia di fico per garantire un continuismo di presenza all’interno della struttura, e questo in nome di quella film commission che da allora non so che cosa abbia prodotto, ma che certo ieri, anche in abbinamento con la SVIM, aveva prodotto più risultato di calmierazione della situazione politica che non della produzione marchigiana di film.
Difatti vorrei chiedere all’Assessore Solazzi quali sono stati i rapporti tra film commission e SVIM, perché mi è dato sapere che la SVIM – lo leggiamo anche nel suo stesso sito della film commission – abbia alimentato in qualche modo la stessa film commission.
Quindi, visto che la istituiamo oggi vorrei che ci fosse una chiarezza. Perché di chiacchiere se ne sono fatte tante, allora, visto che non voglio abbeverarmi alle fonti del chiacchiericcio e del pettegolezzo, oggi l’Assessore Solazzi - terzo Assessore alla cultura, quindi Vittoriano terzo - deve dirci queste due cose. Innanzitutto cosa ha prodotto, cosa ha fatto e quanto ci è costato il membro del Gabinetto, addetto alla film commission, subito dopo il suo siluramento da Assessore. Inoltre, come e quanto la SVIM ha contribuito a questa vicenda che oggi istituiamo.
E questo perché parliamo di gestione del denaro pubblico. Spesso parlo con ironia e con sarcasmo, ma onestamente quella vicenda del Fondo sociale europeo utilizzato per gli spot di Spacca è una cosa davvero di cattivo gusto, e siccome la sensibilità sociale, lo dico con franchezza, di molti degli elementi che costituiscono l’attuale maggioranza credo che vada in chiaro contrasto, appunto, con questo utilizzo del Fondo social europeo, sarebbe davvero utile conoscere anche la loro opinione.
Non vorrei che sull’emendamento Romagnoli che riguarda le sale di comunità o ecclesiali – chiamiamole con il loro nome senza aver nessun tipo di timore – si riaccendesse lo scontro ideologico. Io già me lo sento, ci potrebbe essere addirittura una pretesa di revisione nominalistica di queste realtà. Che in realtà – scusate l’allitterazione – sono definite come tali dal decreto legislativo del 2004, che per l’appunto prevede come luoghi per la distribuzione cinematografica, proprio le sale di comunità o ecclesiali, le quali, attenzione bene, in qualche caso nei paesini svolgono un’apprezzabile significativa ed ineliminabile funzione sociale. Perché oggi al cinema ci si va nei centri commerciali o nelle grandi città, mentre nelle piccole realtà l’unica possibilità era proprio quella – anche se parliamo di altro mondo e di altra epoca – delle sale di comunità.
Peraltro, guardate, che le sale di comunità non esprimono soltanto una funzione sociale e culturale, ma esprimono anche una funzione di pluralismo culturale. E questo è un argomento che la sinistra prende come polemica con l’attuale Presidente del Consiglio, dimenticandosi, però, che il vero pluralismo – l’attuale Presidente del Consiglio, inteso come proprietario di sale, lo assicura sicuramente, l’ha sempre fatto anche sui film che lo prendevano in giro tipo Il Caimano – che bisogna garantire è quello relativo alle produzioni che non si allineano con il pensiero dominante culturale di sinistra.
Tanto per non andare lontano mi riferisco, – il Consigliere D’Anna se ne sta occupando da qualche mese – a quello che è il vero e proprio ostruzionismo che nelle sale cinematografiche, oggi, non quarant’anni fa, viene fatto al film di Andrzej Wajda sulla storia di Katin. E la storia di Katin è stata una delle pagine più vergognose del comunismo internazionale, cioè di quando per ordine di Stalin si fecero fuori 20 mila polacchi in tre notti, dando poi la colpa ai nazisti e alimentando i presupposti per altre tragedie. Tra quei 20 mila polacchi c’era il padre di Andrzej Wajda, che dopo sessant’anni da grande artista ha voluto dedicare un film a questa tragedia che appartiene all’ethos polacco. Ebbene, questo film non venne distribuito, non venne proiettato nelle sale ufficiali, venne solo dato nei cinema d’essai, nelle sale parrocchiali e poco altro.
Sicchè quando andremo a votare quell’emendamento dovremmo guardare, non tanto agli stereotipi culturali e ai soliti pregiudizi anticattolici, quanto a quelle possibilità che possono configurarsi come un argine davvero oggettivo rispetto a quella che è forse una delle più intolleranti forme di costrizione culturale, ovvero il pensiero unico, dominante, sinistrese, in materia non solo di spettacolo ma anche e soprattutto di storia.
Quindi mi auguro davvero che questa maggioranza, spero avvertita e consapevole delle ragioni che ho cercato di esprimere nel mio intervento, possa convintamente e senza riflessi pavloviani dare un voto che da parte della minoranza - come dicevano giustamente anche i Consiglieri Massi e Giannotti - potrebbe giustificare un atteggiamento complessivamente mutato sull’articolato.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Intanto ringrazio i relatori di maggioranza e di minoranza.
Questa proposta di legge nasce a seguito della delega da parte dello Stato alle Regioni relativamente alla regolamentazione dell’esercizio cinematografico, quindi era necessario produrre una legge che ottemperasse, appunto, a questa delega. Però opportunamente sia è colta questa occasione anche per andare oltre alla sola regolamentazione dell’esercizio cinematografico. Ed io ho cercato di dare un mio seppur modesto e parziale contributo – me ne rendo conto – anche attraverso una serie di emendamenti da me proposti e che sono all’attenzione di quest’Aula. A cominciare dal nome che dovrebbe essere dato a questa legge, ovvero, piuttosto che “disciplina dell’esercizio cinematografico” direi “sostegno del cinema e dell’audiovisivo”.
Vi sono inoltre una serie di emendamenti, che peraltro colgono alcune delle cose dette negli interventi che mi hanno preceduto, che riguardano il considerare elementi importanti la cultura cinematografica e le produzioni, come aspetto assolutamente importante è anche quello di considerare le potenzialità di un territorio rispetto alla possibile scelta di location per girare film o altro.
Certamente in una legge non può essere previsto tutto, non si possono esaurire tutte le cose che servono per centrare l’obiettivo. Un obiettivo, peraltro, che mi sembra condiviso, ovvero quello di promuovere la cultura cinematografica e di sostenere in qualche modo la produzione cinematografica soprattutto per quanto riguarda i giovani talenti, quindi l’obiettivo di agevolare un percorso che possa garantire in questo importante settore culturale una facilitazione a chi vuole – e ce ne sono tanti – operare in questo campo.
Ma c’è di più, come è stato sottolineato, ovvero c’è il riconoscimento sia del ruolo, che avviene molto opportunamente, della Mediateca, sia del ruolo della film commission.
Rispetto alla film commission ho ascoltato alcuni interventi, ma forse il più convinto sul fatto che possa costituire un investimento in grado di dare un ritorno immenso è proprio il sottoscritto. E quella di guardare la film commission come una grande opportunità non è una professione di fede o una semplice illusione, è una grande opportunità di promozione del territorio. Perché, non nascondiamocelo, i luoghi che passano in televisione o nei cinema poi nello spazio di pochissimo tempo diventano territori di attrazione e di attenzione. Peraltro la promozione di un territorio è costosissima e difficilissima con gli strumenti tradizionali di cui disponiamo (la pubblicità e quant’altro), quindi con questo strumento è assai meno costosa, si può avere una redention sicuramente diversa e più marcata.
Però oltre alla promozione territoriale c’è un ulteriore elemento. Ovvero che attraverso lo sviluppo di un circolo virtuoso di un territorio rispetto alle produzioni in loco cinematografiche può esserci la possibilità di creare nel settore un’economia che riguarda molti soggetti, a cominciare dagli artigiani. Perché se in questa regione inizia un flusso di produzione poi inizia anche un flusso di lavoro di quelle professionalità di cui dovranno disporre le produzioni che arriveranno in loco.
Ovviamente per le produzioni è assolutamente vantaggioso operare con le risorse professionali locali, allora bisogna andare a sistema, bisogna avere una film commission vera. E magari una film commission come ci suggeriscono le esperienze di altre regioni, mi riferisco prima di tutto al Piemonte che ha una film commission che sta producendo un ritorno in termini economici e turistici che non ha forse riscontri da nessun altra parte.
Ritengo comunque che queste potenzialità ci siano anche nelle Marche, una realtà che si presta ad essere luogo e occasione per una serie di esigenze di ripresa cinematografica.
Sul nostro territorio abbiamo professionalità assai diffuse, abbiamo una rete assolutamente sviluppata di occasioni culturali che potranno sicuramente costituire una ricchezza, così come abbiamo una rete altrettanto sviluppata di strutture ricettive che potranno anch’esse essere utili nel circolo virtuoso che dovrebbe partire.
Il Consigliere Castelli, che di solito è puntuale e preciso fino alla noia, mi ha posto delle domande, però credo abbia sbagliato l’indirizzo. Io infatti non posso rispondere né per la SVIM né per la film commission in quanto non sono di mia competenza.
Rispetto a queste osservazioni posso solo dire che condivido il fatto che la film commission potrebbe avere un ruolo importante e fondamentale. Peraltro, me ne è testimone la Presidente della Commissione, in questa architettura amministrativa regionale avevo suggerito di incardinare diversamente la film commission, proprio per valutare la possibilità di ottimizzare tutte le risorse. Così non è, quindi posso soltanto dire che sono assolutamente d’accordo, testimoniando con la legge che stiamo per approvare il riconoscimento della film commission.
Inoltre, insieme a voi, voglio anche contribuire dicendo che dovremmo dedicare del tempo anche per valutare quelle esperienze già maturate in altre regioni, dove l’esperienza funziona attraverso metodi gestionali efficaci, in molti casi si parla, per esempio, di fondazioni.
Certo, in questo percorso non sono indifferenti le disponibilità che saremo in grado di impiegare - le nozze con i fichi secchi non si riescono a fare mai! -.
Quindi c’è un problema di incardinamento della film commission, c’è un problema di trovare la veste giuridica che dia la possibilità, per esempio, di agire in regime di diritto privato soprattutto per quanto riguarda la speditezza nell’intervenire, infine vi è l’elemento fondamentale ovvero le disponibilità che si intendono mettere in tutto questo discorso.
Dobbiamo riconoscere il fatto che questa legge non si pone solo per regolamentare l’esercizio cinematografico, ma fa un ulteriore passo avanti, e lo fa anche con gli emendamenti, peraltro tutti concordati con la Presidente della Commissione.
Sicchè il primo passo da fare è quello di una attenzione nuova rispetto ad una legge che prima non c’era. Dunque ora sarà possibile cominciare un percorso nuovo, che, certo, non si esaurirà in questa legislatura, ma dovrà essere comunque fra le emergenze del discorso che intendiamo portare avanti, dove il turismo e la cultura potranno davvero rappresentare il secondo motore di sviluppo economico di questa regione. Ma lo potranno rappresentare solo se saremo consequenziali tra le cose che diciamo e gli atti che assumiamo.
La cultura ha bisogno di investimenti; un articolo molto interessante su Il Sole 24 Ore di qualche giorno fa diceva che se gli investimenti sono utilizzati in modo adeguato ed intelligente possono produrre, appunto, un ritorno di investimento, che in altri Paesi addirittura arriva a percentuali incredibili, nessun altro investimento ha questo tipo di riscontro.
Però dobbiamo crederci, deve essere un patrimonio comune, io per parte mia ne sono assolutamente convinto.
Ultimo aspetto rispetto alle cose che ho sentito - ribadendo ancora che ci sono emendamenti proposti da me in accordo con la Commissione -. Abbiamo anche cercato di andare incontro a quelle giuste e doverose esigenze dei piccoli circuiti delle sale minori, che hanno ancora un loro valore, una loro dignità, che devono avere una loro tutela, seppure le multisale hanno avuto anche dei meriti, forse anche quello di riportare molta gente nei cinema, cosa che fino a qualche anno fa non avveniva più.
Certo, possiamo avere anche qualche perplessità che tutto questo mondo si stia trasformando in un enorme ed infinito McDonald, dove magari è più importante il luccichio, i suoni, la messa in scena, rispetto alla sostanza, però è anche vero che se qualcuno pensa che possiamo fermare il mondo e che siamo in grado di bloccare tutto, sbaglia, non è così.
Quindi anche per quanto riguarda la grande distribuzione mi sono assunto l’onere di dire che dovremmo fermaci un attimo per poterci ragionare, magari blocchiamola per un anno per vedere quale potrà essere l’ottimale dislocazione fra domanda e offerta di questi esercizi. Sapendo, ovviamente, che sulla grande distribuzione non potremo fermarci, ma che andrà comunque salvaguardato anche il piccolo esercizio, elemento fondamentale soprattutto nei piccoli centri e nei centri storici.
Stesso discorso, quindi, vale per questo settore. Certamente sono consapevole che le multisale hanno rappresentato una svolta in questo nostro Paese per quanto riguarda il cinema, perché hanno creato un’attrattività, hanno riportato la gente al cinema, però sono altrettanto convinto che alcuni circuiti, alcune piccole sale, alcune realtà, vanno comunque difese.
Sicchè, ripeto, negli emendamenti che in accordo sono stati proposti cerchiamo di contemperare queste due esigenze.
Non credo che questa legge sia il massimo in tema di cinematografia, però a me è stato insegnato che a voler fare le cose perfette si rischia poi di non fare mai nulla.
Per cui se si vuole iniziare un percorso lo si fa facendo il primo passo, che noi stiamo facendo con la consapevolezza che sulla film commission e sul tema più in generale della diffusione della cultura cinematografica c’è ancora tanta strada da fare. Una strada che ritengo potremo fare anche senza divisioni, che in questo caso c’entrano ben poco.
Tutti infatti siamo convinti di alcuni indiscutibili assunti, come quello dell’importanza dell’esercizio cinematografico e più in generale dello spettacolo riprodotto, oltre alla possibilità di vedere valorizzare i territori attraverso strumenti, come questi, in grado di portare ricchezza ed attenzione.

PRESIDENTE. La discussione è chiusa. Passiamo alla discussione e votazione degli articoli e degli emendamenti.
Articolo 1
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Solazzi:
Il comma 1 dell’articolo 1 è sostituito dal seguente:
“1. La Regione, in attuazione delle proprie finalità statutarie e nel rispetto dei principi stabiliti dalla normativa statale, sostiene le attività cinematografiche, audiovisive e multimediali, e in particolare:
- incentiva l'attività di associazioni e circoli del cinema, per la promozione della cultura cinematografica nonché la conoscenza e la diffusione dell'audiovisivo e dei nuovi linguaggi della multimedialità:
- sostiene l'esercizio cinematografico e la circuitazione del cinema di qualità;
- favorisce l'incremento degli spazi idonei alla fruizione in tutto il territorio regionale;
- promuove la valorizzazione e conservazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo di interesse regionale;
- incentiva la produzione di opere cinematografiche nelle Marche al fine di rafforzare e qualificare le imprese locali, attrarre le produzioni nazionali e internazionali, favorire la crescita professionale degli operatori, del settore, diffondere la conoscenza del territorio
- sostiene la distribuzione di opere cinematografiche riguardanti le Marche, anche mediante iniziative rivolte alla promozione e alla diffusione;
- favorisce la formazione alle professioni del cinema e l'educazione all'immagine;
- valorizza e sostiene il piccolo esercizio di cui ai commi 9 e 10 dell’art. 2 d.lgs 28/2004 nonché le attività finalizzate alla formazione, del pubblico in particolare di quello giovanile.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1/2 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2, lettera c), dopo la parola “esercizio” è aggiunta la parola “cinematografico”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1/3 del Consigliere Solazzi:
Al comma 3 le parole “delle attività cinematografiche” sono sostituite con le parole “dell’esercizio cinematografico”
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento aggiuntivo n. 1bis/1 del Consigliere Solazzi:
Dopo l'articolo 1 è aggiunto il seguente articolo:
“Articolo 7 bis - Fondo per le attività cinematografiche
1. Per le finalità di cui all'articolo 7 comma 7 la Regione istituisce il Fondo per le attività cinematografiche.
2. Il fondo è alimentato dalle risorse regionali destinate al settore dello spettacolo, nonché da eventuali risorse conferite alla Regione dallo Stato, dall'Unione Europea o da altre istituzioni o enti pubblici e privati.
4. Le modalità di riparto del fondo sono stabilite dal Piano per le attività cinematografiche di cui all'articolo 2.
5. La Regione provvede all'attuazione delle finalità della presente legge anche attraverso collaborazioni e progetti comuni con lo Stato, altre Regioni, istituti, centri nazionali ed internazionali, in particolare nell'ambito dell'Unione europea.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Solazzi:
Prima del comma 1 è aggiunto il seguente comma 01:
“01. Il piano per le attività cinematografiche individua le priorità e le strategie dell’intervento regionale a sostegno del cinema e dell’audiovisivo.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/2 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2, lettera b), dopo le parole “sostegno della” sono aggiunte le parole: “circuitazione e della”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/3 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2 la lettera c) è sostituita dalla seguente:
“c) i criteri per la presentazione da parte di soggetti pubblici e privati di progetti destinati a promuovere e valorizzare il patrimonio e la cultura cinematografica, nonché la conoscenza e la diffusione dell’audiovisivo e dei nuovi linguaggi della multimedialità o di progetti di sostegno alla produzione e alla sceneggiatura.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/4 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2, lettera d), dopo le parole “soggetti che” sono aggiunte le parole: “senza finalità di lucro”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2/5 del Consigliere Solazzi:
Al comma 2 dopo la lettera d) è aggiunta la seguente lettera d bis):
“d bis) i criteri per la predisposizione di progetti a sostegno delle imprese cinematografiche così come definite dalla normativa statale ed iscritte ai relativi elenchi nazionali di produzione, distribuzione, esportazione e di industria tecnica, limitatamente a quelle con sede legale nel territorio regionale.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere Solazzi:
Al comma 01 le parole “compresa tra trecento e” sono sostituite con le parole: “fino a”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/2 del Consigliere Solazzi:
Al comma 1 dopo la parola “determina” sono aggiunte le parole: “sentiti gli organismi associativi del settore e il Consiglio delle autonomie locali”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/3 del Consigliere Solazzi:
Al comma 1, lettera c) dopo la parola “esercizi” è aggiunta la parola: “cinematografici”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 3/4 dei Consiglieri Massi, Capponi, Pistarelli, Brini:
Al comma 1, lettera e) dopo la parola “concorrenza” aggiungere le parole: “e favorire lo sviluppo delle sale di comunità o ecclesiali, come da articolo 2, comma 10 del d.lgs. n. 28/2004 nel rispetto delle specifiche finalità.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha chiesto la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Credo che la relatrice di maggioranza debba portare il parere della Commissione, certamente non può portare il suo personale, quindi visto che questi emendamenti in Commissione non sono venuti, ora sono un Consigliere qualunque anche se relatrice di maggioranza dell’atto, sicchè non credo possa arrogarmi il diritto di parlare per tutta la Commissione.

PRESIDENTE. Grazie per la delucidazione.
Articolo 4. Soppresso.

Articolo 5. Soppresso.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7. Soppresso.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 bis.
Emendamento n. 7bis/1 del Consigliere Solazzi:
Dopo le parole: “esigenze scenografiche” sostituire le parole da “con l’offerta” a produttivo” con le seguenti: “con l’offerta di servizi di supporto e facilitazioni logistiche e organizzative, di sostegno economico e di collaborazione alla realizzazione, durante il processo produttivo”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 della Consigliera Mollaroli:
Il comma 2 ter è sostituito dal seguente:
“2 ter. La Giunta regionale presenta all’Assemblea legislativa il piano di cui al comma 1 dell’articolo 2 entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Emendamento del Consigliere Solazzi:
Il titolo “Disciplina dell’esercizio cinematografico” viene sostituito in: “Sostegno del cinema e dell’audiovisivo”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Non avevamo preventivato di intervenire perché nel complesso, come ha detto l’Assessore Solazzi, questa è una materia delegata dal Governo e le Regioni devono ottemperare ad una regolamentazione della distribuzione cinematografica. Deve essere fatto con equilibrio, in quanto sappiamo che la realtà è compromessa da una modalità – lo ha detto lo stesso Assessore – difficile da fermare, dove la proiezione dei film è più che altro uno specchietto per le allodole per una sorta di centro commerciale dentro il centro commerciale, come appunto è diventata la multisala. Ed è così, ad esempio, anche per gli stadi, ormai i grandi club calcistici nazionali e internazionali si orientano non solo e non più nella promozione del calcio e dello sport, quanto proprio nella vendita dei prodotti (gadget ed altro).
A parte questa considerazione di ordine più generale, noi ritenevamo che questa legge fosse un atto di equilibrio, ma un blitz nel gioco delle parti, tra una parte della maggioranza e l’opposizione, l’ha snatura su un punto qualificante, l’articolo 3, comma 1, lettera e), dove addirittura con una forzatura si è voluto dare ai cinema parrocchiali il sinonimo di cinema di comunità.
E’ successo così per gli oratori come per altre cose.
Quindi invito la maggioranza, in particolare il gruppo più grande, ad essere avveduto in questa fase delicata della vita politica ed istituzionale, invito a non fare questi blitz con il centro-destra – che non ne ha bisogno, infatti già ha preparato il comunicato! – e di attenersi al testo condiviso.
E’ vero che l’Assemblea legislativa è sovrana, allora, proprio perchè è giustamente sovrana, il gruppo dei Comunisti italiani su questa legge non voterà a favore ma si asterrà.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Vorrei tranquillizzare - anche se non sta a me farlo, anzi io vorrei che si agitasse ancora di più - il Consigliere Procaccini. Con l’emendamento di cui ha fatto riferimento ci siamo rifatti ad un articolo della decreto legislativo n. 28 del 2004 che dà la definizione di sale di comunità o ecclesiali e le annovera nella stessa legge del 2004 che è una sorta di legge quadro dell’esercizio cinematografico. E qui stiamo esercitando un potere concorrente rispetto al potere statale (Titolo V della Costituzione). Sicchè, ripeto, nell’ambito della legge quadro dell’esercizio cinematografico c’è il riconoscimento proprio tra i soggetti di produzione e di diffusione cinematografica destinatari di finanziamenti per la funzione cinematografica e sociale che svolgono.
Capisco che la parola comunità forse evoca anche dell’altro, ma nell’emendamento è adoperata proprio come sinonimo di “o”. E’ soltanto un riconoscimento nazionale con il quale abbiamo compiuto questo emendamento, non è niente di sovversivo.
Mi dispiace che qui affiorino altri problemi della maggioranza, ma su questo non credo debba esserci scontro, blitz o comunicati stampa di particolare trionfalismi.
Noi, invece, apprezziamo questa presa d’atto, che ci permette di metterci in linea con la legge quadro nazionale. Inoltre confermiamo l’apprezzamento verso l’ispirazione della legge, ovvero quella di combattere il monopolio anche culturale, come ha aggiunto il Consigliere Castelli, anche se qui ci siamo limitati ad un discorso solo di dimensioni.
Peraltro l’emendamento dell’Assessore Solazzi riporta a 300 gli spettatori, quando noi in Commissione avevamo invece discusso affinchè fossero da 300 a 500. Perché ritenevamo che anche una sala da 500, non essendo enorme, dovesse andare nella ristrutturazione, proprio per far sì che si creasse tutto un mercato piccolo o intermedio rispetto a quello grande delle multiplex.
Comunque rispettiamo e siamo soddisfatti dell’orientamento che si è voluto dare alla legge. Auspichiamo, ripeto, che consenta anche la diffusione di cinema espulsi dalla grande diffusione per varie ragioni, magari perché non di cassetta oppure per ragioni culturali ed ideologiche.
Manteniamo, invece, le nostre perplessità sulla film commission. Peraltro perplessità non fugate neppure dalla risposta dell’Assessore che non ci ha detto come questa film commission, impersonata in un paio di impiegati presso gli uffici della Regione e soprattutto collegata, è vero, nelle triangolazioni “finanziarie” della SVIM, sia stata finanziata e su come abbia operato in questi mesi di rodaggio.
Abbiamo già spiegato che non è una film commission in senso tecnico, come invece è previsto ovunque, addirittura altre Regioni hanno previsto delle fondazioni, delle strutture esterne che la Regione aiuta ma che non possono e non devono essere gestite negli uffici regionali in prima persona, perché in questo modo si andrebbe a vanificare l’effetto di mercato, l’effetto propulsivo, l’effetto promozionale che la vera film commission deve avere.
Dunque sono queste le ragioni che ci inducono a mantenere, pur apprezzando l’ispirazione della legge, migliorata anche dalla modifica che abbiamo apportato, il nostro atteggiamento di astensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ho apprezzato molto la replica dell’Assessore Solazzi, ci ha fatto cogliere in maniera molto chiara che questa legge fa un passo in avanti e che lo fa in particolare sull’istituzione della film commission.
Io quando parlo non solo ascolto, perchè sulle riflessioni che si fanno ci medito anche, quindi in questa vicenda ho colto due forzature da entrambi i lati.
Quella di aver individuato un blitz rispetto ai cinema di comunità, nei quali, forse come lei, Consigliere Procaccini, ho imparato ad andare al cinema, quindi è un elemento che ci ha accompagnato.
L’altra cosa che non ho condiviso è la forzatura fatta dal Consigliere Castelli secondo il quale in questa nostra regione si prefigura addirittura un cinema di regime, un qualche cosa che abbia a che fare con una pressione culturale su alcuni aspetti sociali e storici di questa realtà.
Nel merito penso due cose. Alla fine degli anni ottanta c’è stata una riconosciuta crisi del cinema a livello nazionale. Il cinema ha assunto questa grande espressione culturale nei suoi vari aspetti (il cinema d’essai, il cinema impegnato), ma si è andati incontro anche ad una grande difficoltà di questo settore.
Ora i cinema multiplex, offrendo in maniera più marcata e più netta l’elemento della spettacolarizzazione, a prescindere che siano legati o meno ai centri commerciali, ha riportato le persone ad andare a vedere i film nei cinema.
Quindi è evidente che un’espressione culturale del genere trova risposta nei grandi cinema multisala. Essi, infatti, riescono a dare una grande qualità, riescono a riportare al cinema molte persone. Mentre il cinema d’autore si vede prevalentemente in famiglia con i dvd, come diceva il Consigliere Brini.
Allora in tutto questo purtroppo credo che la realtà dei cinema di comunità non abbia un grande futuro, quindi il mantenerli è una cosa importantissima. E’ un elemento con il quale ci si può ritrovare in un centro storico, oppure potrebbe essere un’esperienza parrocchiale.
Però se la tendenza della promozione cinematografica rimane dentro questo filone culturale così diversificato, mi pare che sia un emendamento giustamente votato ma che in fondo abbia un futuro abbastanza incerto.
La film commission, invece, oltre ad essere un’esperienza in una fase di avvio con questa legge, ritengo sia anche uno strumento molto importante per promuovere il territorio. E’ così che dobbiamo leggerla.
Io non faccio parte della prima Commissione, quindi proposte di legge di questo genere le vedo dal di fuori, però noto sempre di più che c’è un aumento di offerte di produzione. In particolare si vuole suggerire alle Regioni che ci debba essere la possibilità, attraverso queste produzioni, di promuovere in maniera diversa un territorio. Quindi sì un territorio visto come vettore di promozione dell’immagine, ma in questo ci sta anche la promozione più profonda degli aspetti culturali, sociali ed economici dello stesso territorio.
Quindi io alla film commission ci credo.
Le preoccupazioni che hanno alcuni Consiglieri di centro-destra, ma ce le ho anch’io, si riferiscono al che deve esserci una vera film commission – lo diceva anche l’Assessore Solazzi –, dotata di struttura come pure di risorse.
Dunque questa legge, anche con il contributo – se non ho capito male - in Commissione dei Consiglieri di minoranza, credo sia un buon passo verso la promozione – l’Assessore ha anche voluto modificarne il titolo – della cultura e verso la produzione di film e materiale audiovisivo. Sicchè mi sembra un buon lavoro che l’Assemblea legislativa si appresta a fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Dichiaro il mio voto favorevole rispetto a questo provvedimento, perché credo che l’azione della film commission possa favorire la promozione del nostro territorio.
Però al di là degli aspetti della visione, ovvero il mettere al corrente i nostri cittadini sulla produzione filmografica nazionale e internazionale, dall’Assessore Solazzi vorrei una spinta forte sulla promozione all’estero della nostra regione, che è la cosa più difficile. Infatti è necessario curare molto attentamente l’aspetto che riguarda la costruzione di film, di reality, insomma tutto ciò che può essere utile per promuovere il nostro territorio per far sì che il nostro potenziale turistico venga poi tradotto in termini economici fondamentali.
E’ quindi necessario che vengano interessati i migliori artisti sul mercato, affinchè si possa produrre la promozione all’estero dei nostri territori.
Gli altri Stati lo fanno sul nostro territorio, ad esempio il Belgio viene da noi a fare dei reality sulla costruzione di agriturismi per poi trasmetterli sulle loro reti televisive locali specifiche per la promozione di iniziative turistiche.
Quindi prendiamo esempio da chi, investendo addirittura in film commission, vuol far conoscere nella propria nazione il nostro territorio, semmai dovremmo essere noi più propensi a farlo.
Un’altra questione la voglio dire all’Assessore, cioè che è bene che costruisca un reality sullo svolgimento di quest’Aula, forse qualcuno se la finirà di fare il “piedino”, daremo così un segno di serietà ai marchigiani che rappresentiamo!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Vorrei chiarire il motivo del mio voto favorevole.
Su questa legge specifica, su quella del turismo e su quella dello spettacolo, colgo un aspetto molto importante, cioè che finalmente in esse vi è sottesa una filosofia molto interessante, ovvero vi sono delle politiche unitarie di promozione, infatti non basta soltanto una gestione efficiente.
Soprattutto in riferimento alla location per film – parlo come cittadino ascolano, penso ai Delfini e al Grande Black di Piccioni – occorre creare anche la città della cultura, quindi la cultura del fare. Tenendo conto soprattutto che la cultura è l’elemento fondamentale per rilanciare un minimo di fiducia, di ottimismo, è una risorsa per uscire dal degrado e per favorire anche un ritorno economico.
Nello stesso tempo, ed è la cosa che mi colpisce, non basta una politica specifica per, ma bisogna creare delle connessioni relative alla realtà economica, territoriale, sociale e culturale.
Siccome questo mi sembra sia lo spirito sotteso di questa legge, voterò favorevolmente.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 112. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 241
della Giunta regionale
“Disciplina degli interventi regionali in materia di spettacolo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 241 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Chiedo il rinvio di questa proposta di legge, come ho già proposto nella Conferenza dei Capigruppo e dei Presidenti di Commissione, alla prossima seduta, perché è necessario un approfondimento sereno.

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questa richiesta di rinvio la riteniamo una presa in giro per varie ragioni. Innanzitutto perché abbiamo rinviato dieci volte la proposta di legge sul cinema proprio per farla insieme a quella sullo spettacolo, oggi poi facciamo quella sul cinema ma vogliamo rinviare quella sullo spettacolo. Siamo quantomeno alla schizofrenia!
Questa proposta di legge sullo spettacolo, inoltre, ha avuto una genesi ed un parto travagliato per mille ragioni, in particolare per i cambi assessorili.
Quindi se ora c’è una motivazione forte per cui si chiede di rivedere, peraltro, non so cosa, allora mi permetto di chiedere che sia almeno un rinvio in Commissione. Perché la Commissione ha svolto diligentemente le sue audizioni sul testo originario, che era il cosiddetto testo Minardi, che però è stato stravolto completamente, direi riscritto quasi in toto – per carità, è legittimo che ogni Assessore cambi la sua politica e la sua visione –. Ma su questa seconda proposta non abbiamo rifatto audizioni, non abbiamo risentito gli operatori, richiamato gli Assessori provinciali, che probabilmente sono più contenti di prima visto che avevano gridato l’allarme per l’esproprio, ecc..
Allora se oggi si ritiene che questa proposta sia da rinviare, anche se a nostro avviso era matura per il voto, si faccia almeno una cosa seria e non solo una cosa di piccolo commercio di emendamenti o di ostruzionismi vari legati alle vicende di quei rimpasti che avete fatto e che abbiamo subito.
Quindi che ci sia un ritorno in Commissione, la riscriveremo per la terza volta, risentiremo le associazioni, gli operatori e gli Assessorati provinciali, che su questo nuovo testo, ripeto, non sono stati risentiti.
Diversamente se è matura tra una settimana lo può essere anche oggi.

PRESIDENTE. Quindi ora ci sono due proposte, una riguarda il rinvio alla prossima seduta, l’altra il rinvio in Commissione, a meno che l’Assemblea non trovi un intesa tra le due proposte.
Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me le obiezioni della Consigliera Romagnoli non sono peregrine, c’era infatti l’esigenza di una discussione unitaria. Però rimandarla in Commissione sarebbe sbagliato perché prima di sei mesi non si potrà più discutere in Aula. Quindi se la maggioranza condivide…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Procaccini, la interrompo per dirle che i sei mesi a cui lei si riferisce scattano solo in caso di bocciatura da parte dell’Assemblea legislativa di un qualsiasi provvedimento, se invece l’Assemblea rinvia in Commissione un atto può senz’altro discuterlo il martedì successivo

Cesare PROCACCINI. Però il rischio c’è, Presidente, quindi sarebbe meglio discuterla martedì prossimo.

PRESIDENTE. Ora se l’Assemblea legislativa a maggioranza voterà a favore del rinvio a martedì prossimo è chiaro che non metterò più ai voti il rinvio in Commissione.
Pongo in votazione il rinvio della discussione ed approvazione della proposta di legge n. 241 alla seduta assembleare prevista per martedì prossimo.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 111
della Giunta regionale
“Programma promozionale turistico regionale – Anno 2009”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 111 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Prima di passare alle azioni previste da questo programma promozionale turistico regionale del 2009, ritengo sia necessario fare una breve valutazione rispetto alla situazione nazionale ed internazionale.
Per quanto riguarda lo scenario internazionale si evidenzia che dopo cinquant'anni di crescita continua del settore turistico quest'anno per la prima volta si prevede una diminuzione. Infatti la situazione economica non riguarda soltanto l'Italia, ma tutto il mondo, quindi anche nel settore turistico ci sarà una contrazione.
La crescita continua del settore turistico in questi cinquant'anni, al di là della riscoperta delle possibilità economiche dei turisti, quindi dell'ingresso di nuovi paesi emergenti sul mercato economico e di conseguenza sul mercato turistico, ha portato ad un allargamento dell'interesse del settore. Ma questo, secondo me, deriva anche dai grandi investimenti che in esso sono stati fatti, soprattutto con la nascita di villaggi internazionali; sappiamo tutti che oggi con poche centinaia di euro è possibile farsi una vacanza d'inverno nei grandi centri turistici o nei villaggi turistici internazionali.
Per quanto riguarda l'Europa nel 2007 l'aumento nel settore turistico è stato in media del 4,2%: l'Europa mediterranea, di cui fa parte l'Italia, ha avuto un aumento più consistente del 7%, quella occidentale del 3,5%, quella del nord il 2% e quella dell'est dell'1,7%.
Inoltre c'è da fare un’altra valutazione, che poi ritroveremo sia nel turismo italiano che nel turismo marchigiano, ovvero che il mercato si concentra soprattutto sul turismo europeo e di questo l'87% viene dall'Europa, mentre soltanto il 13% deriva dalle grandi destinazioni internazionali tra cui l'America e l'Asia.
La situazione italiana è abbastanza strana in quanto risente della situazione di cui ho parlato prima, cioè, mentre in altre aree geografiche sono state creati questi grandissimi villaggi turistici, in Italia, sia per la connotazione territoriale, sia perché è stata fatta una politica diversa, non si sono realizzati questi enormi villaggi turistici. Si sono fatti, invece, interventi nel restauro di numerosissimi beni culturali e beni artistici, che imponendo ovviamente una grande mole di finanziamenti ha poi impedito il dirottamento in altri settori.
Quindi, mentre nella competitività l'Italia si trova al 33° posto, nell'interesse di carattere turistico è al 5° posto. Quindi la valutazione è chiara, c'è molto interesse a visitare l'Italia, però per motivi diversi (prezzi, trasporti ed altro) è collocata soltanto al 33° posto.
Infatti ciò che in Italia interessa di più riguarda il turismo storico-artistico, il turismo balneare, il turismo montano, il turismo naturalistico e termale, dove al primo posto troviamo proprio il turismo storico-artistico, quindi le grandi città d'arte.
Le Marche ormai da anni seguono una politica turistica, è stato fatto anche con riorganizzazioni delle aziende di promozione turistica, che prima erano enti, poi sono diventate aziende, prima erano 14 poi sono diventate 8, poi una sola, quella regionale, ora sono 5 come le Province. Ma qual era la connotazione di tutte queste aziende? Era: mare, entroterra, montagna, quindi tutto. Se si escludono Loreto o Frasassi, tutte queste aziende erano connotate con una promozione che partiva dal mare per inserirsi nell'entroterra, sicchè in controtendenza rispetto a quelle che sono le richieste del turismo in Italia.
E questo fin d’allora lo dovevamo capire. Certo, c'era chi l'aveva capito, ma questo è rimasto.
Tant’è che si spiegano bene anche gli altri dati che abbiamo nelle Marche: 7,2 giorni di permanenza pro-capite rispetto ai 3,9 in Italia. Perché? Se qui si è lavorato soprattutto su un turismo di carattere vacanziero balneare è evidente che il soggiorno, anche se più breve che in passato, è più lungo di quello che può essere nel resto d'Italia dove c’è un discorso di città d'arte.
In Italia gli stranieri sono il 44%, nelle Marche il 15%. Quindi ritorniamo al discorso di prima. Perchè se si viene nelle Marche soprattutto per un turismo di carattere balneare, ovviamente sono prevalentemente gli italiani che si spostano per venirci.
Diminuisce il turismo dalle località più lontane, Stati Uniti, Russia, ma c'è una buona aspettativa di turisti dalla Cina in occasione anche dell'anniversario di Padre Matteo Ricci.
Quindi il fatto che siano stati accorpati nello stesso assessorato cultura e turismo che cosa significa? Significa che turismo prende atto del fatto che anche nelle Marche non c'è solo un turismo balneare, ma che possono attirare anche altri tipi di turismo; se questo sarà l’obiettivo tale accorpamento avrà un senso, altrimenti non lo avrebbe. Io spero che lo avrà.
Tra gli interventi che prevede questo piano programmatico il primo è quello di una forte connotazione e ristrutturazione dell'Osservatorio regionale, un organismo che deve analizzare i flussi turistici e le prospettive del mercato turistico per poter avere azioni comuni e più mirate. E' evidente che deve esserci una gestione innovativa e una migliore organizzazione, perché è impossibile pensare di fare promozione e commercializzazione di carattere turistico se non si hanno gli strumenti adatti che possono far conoscere la situazione.
Per quanto riguarda il piano di comunicazione si parla della possibilità di un ricorso a soggetti esterni. Niente in contrario, anzi, sarò assolutamente d’accordo se ci sarà una forte professionalità esterna, però l'importante – lo dico all'Assessore, ma essendo esperto nel settore del turismo non credo abbia bisogno delle mie osservazioni o consigli – è non fermarsi lì.
Nella mia esperienza passata in Comune venivano decine di persone a proporre un piano promozionale turistico (depliant, cartellonistica, di tutto e di più), ma quando poi si chiedeva “a chi lo vendete?” era lì che cascava l'asino. Quindi, attenzione, va bene avere tutto un nuovo materiale di carattere promozionale turistico, più moderno, più bello, più aggiornato, però l'importante è che non rimanga fermo lì.
Sicchè tra le proposte per la commercializzazione occorre un piano di relazioni pubbliche e di campagne di comunicazione nazionale ed internazionale, che però non deve rimanere solo sulla carta.
Quindi certamente è corretto il discorso dei pacchetti integrati, degli itinerari tematici, il problema della destagionalizzazione, la fidelizzazione, i grandi eventi che bisogna mettere in campo per attirare turisti, offrire informazioni turistiche dettagliate affinchè sia più semplice prenotare, oppure facilitare prenotazioni tramite il web. Peraltro so che l'Assessore sul settore informatico si è mosso per poterlo rendere più semplice, più accessibile e anche più moderno. E questo va benissimo perché molti turisti ormai prenotano direttamente via internet.
Per quanto riguarda il materiale promo-pubblicitario, di cui accennavo prima, ci sono opuscoli completi, tematici, carto-guida, aggiornamento della fototeca sia in cartaceo che in informatico digitale, sistemi on line, siti web e il call center con il numero verde. Per cui per la parte informatica mi sembra che ci sia una speciale attenzione.
La distribuzione del materiale avviene attraverso la stampa, le linee aree, i mezzi di trasporto, si sposta la presenza dal settore fieristico a quello territoriale, si evita la dispersione degli interventi. Anche questo è giusto però sempre se verrà attuato,
Abbiamo avuto un grosso risultato alla BIT di Milano, ci fa molto piacere, la scelta è stata sicuramente azzeccata. Però è anche vero che non tutte le fiere sono utili alla promozione del settore turistico, a volte sono soltanto una vetrina. Quindi per poter promuovere il turismo marchigiano si potrebbero trovare anche altri modi, magari attraverso le piazze, attraverso i centri commerciali, che sicuramente sono modi nuovi o comunque più organizzati rispetto alla sola partecipazione alle fiere.
Riorganizzazione dei centri IAT. Su questo era stata fatta una proposta in Commissione passata all'unanimità, però poi ritirata perché l'Assessore nel frattempo aveva preso contatti con le Province, infatti sembra che finalmente questi centri IAT aprano e potranno essere quindi utilizzati per gli scopi per cui sono stati creati.
Sicuramente i centri IAT hanno una funzione importante e se vanno dislocati nei posti più visibili, anche con un'immagine più moderna e più all'avanguardia, siamo tutti d'accordo, l'importante, ripeto, è che funzionino.
Sistemi turistici locali. Questa per me è stata una battaglia persa, la ripropongo oggi, ma so comunque che sarà ancora una battaglia persa, anche perché facendo ormai parte del testo unico in materia di turismo, così si ripropongono.
Quando si dice che i sistemi turistici devono contenere per l'80% il territorio provinciale significa che si faranno cinque sistemi turistici provinciali. Io ho sempre contestato questa scelta, non la ritengo opportuna, sicuramente non poteva essere modificata all'interno del programma turistico, ma lo si doveva fare nel testo unico del turismo.
Ritengo sia una scelta sbagliata, perché rifacciamo le APT, rifacciamo le Aziende di promozione turistiche e poi dividiamo il territorio. Invece dobbiamo dividere per prodotto, non ha importanza che siano tre, quattro o cinque, ma che siano prodotti specifici, mare, città d'arte, entroterra, enogastronomia. E' lì che bisogna fare il sistema turistico, riunendo anche quei territori che non fanno parte della stessa provincia. Lo ripeto perché ne sono convinta e credo che in futuro mi si darà anche ragione, ora però so che è una battaglia persa; magari il nuovo Assessore su questo avrà una sensibilità diversa, ma secondo me, ripeto, quella scelta è comunque sbagliata.
Inoltre c’è il sostegno alla commercializzazione e soprattutto il sostegno agli operatori incoming, perché è evidente che il sostegno a chi non si muove per poter portare turismo nel nostro territorio sarebbe inutile darlo
.Ci sono incentivi anche a favore delle associazioni sedi di impianti termali, strutture che potrebbero avere uno sviluppo diverso. Così come ci sono incentivi per l'utilizzo di vettori aerei e incentivi per il vettore aereo-bus, in modo che chi porta incoming turistico nella nostra realtà marchigiana possa usufruire anche degli incentivi regionali.
Molto interessanti sono gli interventi a sostegno della ricettività. Non si può fare turismo se la ricettività non è all'avanguardia, se la ricettività non è adeguata alle richieste che i turisti oggi ci chiedono.
Sono state presentate 193 richieste per poter ottenere un contributo nella misura del 4% sugli interessi, ma non si è riusciti a soddisfarle tutte. Ora attraverso la Banca Europea si pensa di richiedere ulteriori 100 milioni di euro che consentiranno l'avvio di progetti di qualificazione delle strutture. Nel frattempo i fondi dell'Obiettivo 2, circa 13 milioni di euro, sono già disponibili e spendibili.
Si prevede il marchio di qualità per le strutture ricettive, in modo che dopo essere state riqualificate possano avere un riconoscimento regionale.
Per i progetti complementari parliamo dei gemellaggi. La stessa Giornata delle Marche potrebbe contribuire a portare nel nostro territorio i marchigiani emigrati all'estero. Ci sono poi i premi soggiorno nelle Marche che hanno avuto un grande successo alla BIT di Milano. Inoltre c’è il turismo enogastronomico, di cui ho già parlato, e la Cina con Matteo Ricci.
Su Marche film commission non ci ritorno sopra perché nella legge che abbiamo approvato prima ne abbiamo fatto una lunga discussione. Ho già detto che ne sono completamente convinta, spero che possa partire bene. Secondo me Marche film commission assieme ad uno spot televisivo – come quello che stiamo vedendo in questi giorni fatto dall'Umbria, dalla Calabria, dalla Toscana – potranno servire più di migliaia e migliaia di depliant. Ne sono fortemente convinta, quindi mi auguro che parte dei finanziamenti vada su questo, perché quelli arrivano bene e subito, mentre i depliant spesso vengono guardati ma subito buttati via.
Tra i progetti abbiamo quello del turismo scolastico, religioso, naturalistico, sportivo, le manifestazioni e le rievocazioni storiche.
Interessante è anche l'iniziativa degli chef marchigiani all'estero, che dovrebbero far conoscere i piatti italiani invogliando così a farli assaggiare proprio sul territorio marchigiano. Quindi sicuramente gli chef italiani all'estero potranno costituire un grande trend di promozione turistica.
Anche il turismo congressuale ha un bel successo nella nostra realtà.
Le terme e beauty center in questo momento hanno un successo enorme, perché le persone in una località turistica termale interessante possono passare oltre che dei giorni di riposo anche di sollievo fisico. Però nelle Marche di queste strutture non ce ne sono molte, quindi ritengo si dovrebbero sviluppare ulteriormente.
Il turismo di carattere sociale, infine, si rivolge agli anziani, alla fasce più deboli e soprattutto ai portatori di handicap. Peraltro le nostre città e le nostre spiagge proprio per la loro connotazione possono senza difficoltà ospitare questo turismo particolare. Non abbiamo strutture grandissime, non abbiamo una massa di turisti che potrebbe impedire qualunque tipo di rapporto umano, quindi sicuramente è un turismo su cui potremo muoverci.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. In questi anni si è più volte ribadito che il turismo riveste un'importanza fondamentale nell'economia della nazione e della nostra regione. Questo lo testimonia l’attenzione e la partecipazione che i Consiglieri hanno su di un argomento che, appunto, viene sempre considerato, almeno sui quotidiani, importante e fondamentale. Però vedo che qui non c'è nessuno che vuole ascoltare le relazioni della maggioranza e della minoranza!
A parte questo, però, il presentare il programma promozionale a marzo-aprile sembra sia diventato quasi solo un rito. E questo sarebbe bene evitarlo perché poi l'impatto immediato è proprio quello di un ritardo. Un ritardo, peraltro, che si accumula anche a quello avuto sia dalla nostra nazione in generale che dalla nostra regione per quanto riguarda lo stare in competizione con gli altri territori. Tra l’altro è un ritardo non giustificato neppure da novità, infatti questo programma promozionale è un po' la fotocopia di quello presentato negli anni scorsi.
E' un programma che vuole comprendere tutto, ma proprio l'Assessore Solazzi qualche istante fa ha detto che in una legge non può essere previsto tutto, qui, invece, non è così, quindi è un limite di questa proposta, oltre al ritardo. Nel senso che c’è stato messo di tutto e di più, ma poi le risorse, in particolare quelle regionali, nei fatti ci indicano che tutta questa attenzione e credere nel turismo non c'è, perché, a parte il ritardo, si dice, ripeto, il tutto è contrario di tutto.
Anche per quanto riguarda il discorso della comunicazione siamo in netto ritardo. Infatti gli strumenti scelti per comunicare le nostre proposte verso un mercato che si è allargato negli ultimi anni, sono molto limitati; ad esempio l'utilizzo del web è veramente ridicolo rispetto a... Scusate, Consiglieri, ma così non riesco proprio a parlare!

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Consiglieri, vi chiedo un po' di rispetto per il Consigliere D'Anna che ha diritto di fare la sua relazione con l’attenzione massima di tutti. Prego, Consigliere D’Anna, continui pure.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, magari poi uno se lo può anche leggere negli atti che verranno predisposti, ma ascoltare si tratta comunque di una questione di rispetto del lavoro che dobbiamo svolgere, di rispetto nei confronti di chi parla, di rispetto di chi lavora qui dentro. Però ci troviamo in una condizione nella quale non si può assolutamente lavorare!

PRESIDENTE. Consigliere Capponi, Consigliere Massi, Consigliere Brini, per cortesia prendete posto! (…) Se avete finito di borbottare il Consigliere D'Anna potrà continuare a parlare! (...) Consigliere Brini, se non vuole ascoltare in silenzio il Consigliere D'Anna la invito ad uscire dall'Aula!

Giancarlo D'ANNA. L'invito credo sia rivolto sia ai colleghi di maggioranza che ai colleghi di opposizione, perché quando uno fa un intervento deve essere messo nelle condizioni di poterlo fare! (…) Per cortesia, Consigliere Brini, ora sto parlando io, quindi o se ne sta zitto, oppure esca fuori! Non capisco questo atteggiamento!
Stavo dicendo che anche sull'utilizzo di uno strumento fondamentale di comunicazione, come quello di internet, c'è veramente poco. Già quattro-cinque anni fa si diceva che circa il 50% di chi prenota alberghi, villaggi turistici o agriturismo lo fa attraverso internet. Però oggi non abbiamo motori di ricerca tali da consentire nell'immediato, a chi digita magari “Marche”, “Pesaro” o “Ascoli, un'offerta variegata. In questo riescono molto più i privati degli agriturismo che magari si mettono in rete con delle agenzie estere, riuscendo quindi a portare complessivamente un valore aggiunto al territorio.
Non vengono citati più di tanto i risultati delle strategie precedenti.
Per quanto riguarda la formazione su tutto l'aspetto del turismo ritengo ci sia un deficit importante, sia verso l'accoglienza negli alberghi, sia verso l'accoglienza nei ristoranti, sia verso gli operatori del turismo (guide turistiche o accompagnatori turistici).
Abbiamo fatto una legge che io ho anche contestato, nel senso che la guida o l'accompagnatore turistico non possono essere persone che hanno una conoscenza del fenomeno storico e culturale solo del luogo, perchè nei confronti dell'ospite si deve avere anche un rapporto umano, diverso dall’approccio freddo di chi magari vende un prodotto qualsiasi. Infatti la fidelizzazione di cui tanto si parla si ottiene anche attraverso una professionalità che però nel complesso non è così diffusa.
Per esempio nei ristoranti o negli alberghi la difficoltà di reperire personale italiano complica un po'. Molto spesso, infatti, la stagionalità fa sì che, ad esempio, essendoci persone che non parlano bene la nostra lingua poi si possono creare incomprensioni con il turista italiano o straniero che sia.
Quindi bisogna puntare molto di più sulla formazione a tutti i livelli. Peraltro deve essere una formazione che serve a formare, non quindi per i formatori. Invece spesso accade che si fanno corsi di formazione che però sono più utili a chi fa formazione piuttosto che a chi deve apprendere.
Dobbiamo necessariamente puntare al discorso delle infrastrutture in quanto strettamente collegate al turismo.
Qui si è parlato tanto dell'aeroporto di Falconara, anche in questi giorni abbiamo visto le difficoltà in cui naviga. Ma ci sono anche altre infrastrutture che possono essere utili sia ai turisti che ai cittadini marchigiani, vedi ad esempio il discorso che riguarda la ferrovia Fano-Urbino, della quale certamente ho apprezzato molto il fatto che sia stata inserita in un discorso di rete. Quella rete, dunque, che può essere ben più efficiente ed efficace per dare la possibilità ai turisti di muoversi in modo diverso ed alternativo.
Un altro problema strettamente legato al turismo, per il quale non si stanno prendendo provvedimenti, è quello dell'erosione marina. Parliamo di turismo balneare, parliamo di bandiere blu, ma in alcune parti del territorio non abbiamo nemmeno il posto per piantare l'asta della bandiera blu! E questo sta succedendo proprio per una mancanza di programmazione degli anni scorsi, oltre ad una conquista selvaggia del territorio che fa in modo che poi l'erosione incida molto più rispetto a quello che potrebbe essere, appunto, se ci fosse una maggiore attenzione ed una maggiore organicità negli interventi.
Molto spesso gli interventi tampone che vengono fatti sulla costa bloccano una certa situazione ma subito dopo il problema magari si crea a valle, con il conseguente grave danno delle attività balneari; l'Assessore Solazzi conosce benissimo le problematiche della provincia di Pesaro Urbino, che è la fotocopia di ciò che accade nel resto del territorio marchigiano.
Quindi il problema dell'erosione marina è molto serio, mina anche la capacità di offrire nelle nostre spiagge un'accoglienza decente, creando così un grave danno agli operatori che ci sono.
Nel complesso, come ho già detto poc’anzi, c'è di tutto e di più, ma quello che manca sono proprio le risorse, che rispetto ai programmi, rispetto alle ambizioni, sono molto limitate.
Lo stesso atto ammette che il numero di arrivo e di presenze che si registrano non è adeguato alle potenzialità in termini di attrattiva turistica. Allora - signori miei! - questa è una notevole ammissione di una colpa.
L'Assessore Solazzi è intervenuto soltanto nelle ultime settimane, quindi si trova a fronteggiare una situazione che non ha costruito lui, ma sono sicuro che con l'esperienza che ha maturato nel settore, come Assessore al turismo della Provincia di Pesaro Urbino dove ha ottenuto anche buoni risultati, possa in prospettiva modificare questo trend che sicuramente non ci piace.
Inoltre anche la parte relativa alla riqualificazione delle strutture turistiche, che potrebbero darci un maggior appeal dal punto di vista dell’accoglienza, dovrebbe essere affrontato in modo molto più concreto. La collega Mammoli prima ha parlato delle nuove strutture costruite all'estero, questo perché i Paesi emergenti, quando sono stati intelligenti ed oculati, non hanno commesso i nostri stessi errori, hanno magari scelto di fare delle camere in modo diverso e con servizi più efficienti, ecc..
Certo, riqualificare gli alberghi nel complesso è sicuramente difficile, ma credo che i piani regolatori dei Comuni dovranno necessariamente avere una maggiore attenzione alle esigenze moderne.
Ad esempio ci sono moltissime nostre realtà dove gli alberghi non hanno le piscine. Un argomento serio da affrontare, infatti abbiamo anche un tipo di clientela che indipendentemente dal mare ha il piacere di passare parte della giornata in piscina. Però, ripeto, molti alberghi della nostra realtà non hanno una piscina, che è sicuramente un rifugio importante quando magari c'è il mare mosso o giornate diverse da quelle che uno si aspetta.
Questo programma, inoltre, trascura un aspetto assolutamente non secondario, ovvero quello dei giovani.
Tutte le analisi concordano sul fatto, come ho detto prima, che molti scelgono le vacanze attraverso internet e tra questi la maggior parte sono giovani. I giovani hanno una disponibilità economica generalmente limitata rispetto agli adulti, sono disponibili a viaggiare ma cercano delle strutture low cost.
Però anche su questo nella nostra regione, pur avendo gli spazi, pur avendo i luoghi, non abbiamo la capacità di aver una seria rete di ostelli della gioventù. Quando invece gli ostelli della gioventù possono essere sicuramente una promozione maggiore di tante altre, sono luoghi dove i giovani possono tranquillamente andare e avere così l'opportunità di conoscere il territorio e magari anche tornarci successivamente.
Questo da noi purtroppo non accade. Nel Comune di Pesaro fino a qualche anno fa c’era un ostello della gioventù ma che oggi è stato trasformato in qualcos'altro - peraltro andrò anche a verificare in che cosa si è trasformato e anche se è stato possibile trasformarlo in quel modo -, era l'unico ostello della gioventù che si trovava sulla costa nella provincia di Pesaro Urbino, ma oggi, ripeto, è una struttura che viene utilizzata per altri fini.
Moltissime strutture fanno parte del patrimonio dei Comuni, quindi sarebbe opportuno, Assessore, trovare magari delle forme di finanziamento o di co-finanziamento affinchè si possano sollecitare i Comuni stessi a trasformarle in ostelli della gioventù.
Questo ritengo possa essere uno strumento di promozione e un investimento nel tempo. Perché, ripeto, se daremo ad un giovane la possibilità di passare le sue settimane estive o non estive in un ostello della gioventù e far sì che a prezzi bassi conosca un territorio, faremo sicuramente un investimento sul futuro.
Su questo dobbiamo lavorarci, anche se potrebbe sembrare un aspetto secondario.
Insomma, dobbiamo puntare molto sulla comunicazione attraverso internet, sulla riqualificazione delle nostre strutture, sulla formazione, sull'attenzione al territorio con particolare riferimento all'erosione marina, ma non solo. Infatti bisogna prestare attenzione anche al quel territorio dell'entroterra dove esistono delle belle realtà agrituristiche, delle belle country house, per fare in modo che il territorio stesso non diventi un cocktail dove si può trovare di tutto e di più, magari dal capannone industriale alla fabbrica inquinante o addirittura le discariche.
Peraltro, per quelle costruzione di edifici, di strutture o di qualsiasi altra cosa che potrebbero andare a minare il territorio, bisognerebbe prevedere anche dei dinieghi.
Quindi nel complesso, ricapitolando, arriviamo in ritardo, ci sono investimenti insufficienti per le ambizioni che si prefigge il piano, non c’è attenzione verso un turismo giovane.
Sicchè, ad essere buoni, il nostro voto non può che essere di astensione, con l'auspicio che l'Assessore Solazzi il prossimo anno riesca a presentare un documento che tenga anche presente dei suggerimenti fatti, per cui che ci possano essere gli opportuni investimenti. Ed un segnale forte, che in questi anni non è stato dato, deve essere dato anche per quanto riguarda la tempistica.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questo tema è molto importante, quindi ringrazio i relatori di maggioranza e di minoranza perché ci hanno illustrato in modo approfondito il contenuto di questa proposta di atto amministrativo.
Oggi viviamo in un momento difficile, la crisi economica deve far aguzzare l'ingegno, per cui bisogna utilizzare tutti gli strumenti necessari affinché l'economia in generale possa essere sollecitata anche sotto l’aspetto del turismo.
Il turismo è una delle risorse che nella nostra regione è ancora da esplorare, esso può darci un potenziale enorme per produrre ricchezza per le attuali generazioni e per quelle che si stanno formando. E' necessaria, quindi, come ci ha ricordato il relatore Consigliere D'Anna, una riqualificazione forte di tutta l'offerta infrastrutturale affinchè si possa fornire un biglietto da visita a chi promuove i nostri territori all'estero, infatti il grosso dell’economia lo fa proprio la moneta estera che viene spesa, appunto, sul nostro territorio.
La gamma dell'offerta che possiamo dare è molteplice, di conseguenza a qualsiasi utente potremo dare una risposta. Naturalmente questo utente, che può arrivare da tutto il mondo, le risposte deve averle con strumenti agili, come potrebbero essere, ad esempio, i motori di ricerca del web, che oggi è il metodo certamente più veloce.
Dobbiamo anche dare l’opportunità di una fidelizzazione a quei promotori che si trovano all’estero e che nelle varie località forniscono i pacchetti turistici, in modo da poter garantire una continuità nella richiesta di pacchetti regionali. Quindi occorre dare delle opportunità a chi investe soldi propri in questo settore.
Inoltre è necessaria un'attenta e continua concertazione con tutti gli attori che si rivolgono a questo mercato. I rappresentanti istituzionali, quindi la politica, devono dare coesione, un elemento fondamentale per il futuro della nostra regione, ma anche della nostra nazione e di questa Europa vecchia e stanca, che non avendo più modelli di sviluppo stereotipati deve rivolgersi a nuovi concetti, per far sì che la ricchezza che ci hanno lasciato nei millenni i nostri predecessori rimanga una risorsa fondamentale per attrarre quella popolazione mondiale che chiede questa informazione.
Quindi tale garanzia deve essere data anche con una promozione forte, veloce e mediatica, che abbia strumenti di facile accesso e soprattutto che abbia strumenti che possano colpire l'attenzione. Però, in ogni caso, quando i turisti vengono nel nostro territorio devono poter trovare la qualità necessaria per godere dei paesaggi naturali, della ricchezza storica, insomma di tutto quello che è il concetto complessivo dell’offerta turistica regionale.
Il nostro voto di astensione, quindi, vuole essere un segnale positivo per dare modo all'Assessore Solazzi di lavorare in questo ultimo anno di legislatura, affinchè possa mettere in campo tutta la sua stravaganza. Dico questo perché l’Assessore Solazzi è un soggetto molto creativo, infatti abbiamo già visto che cosa è riuscito a fare alla BIT di Milano. Però lì si parla solo di italiani, noi, invece, vogliamo che anche gli stranieri riescano a portare nei nostri territori una ricchezza sonante. Quindi, Assessore, si attrezzati affinchè si riescano a portare molti stranieri su questo nostro territorio.
Inoltre dovremmo dare garanzie a quegli operatori turistici che, per superare le difficoltà e riqualificare le strutture necessarie per poter dare un’accoglienza concreta, chiedono risposte anche economiche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo programma promozionale turistico regionale è un atto molto importante, finora infatti ciò che è mancato al turismo regionale è stata proprio la programmazione. Però voglio subito partire con una critica, anche se i contenuti sono condivisibili, ovvero che sono stati previsti troppi interventi. Perché su 4 milioni e mezzo di euro disponibili la frammentazione degli interventi significa non raggiungere poi nessun obiettivo.
Nel campo turistico ci sono stati dei cambiamenti, il primo è stato quello di individuare nella strutturazione regionale i sistemi turistici locali, siamo passati da un tot di sistemi turistici locali ad uno per provincia. Questo permetterà per la prima volta un’interlocuzione degli operatori con gli assessorati sia provinciali che regionali.
Che cosa permette? Permette di programmare ed intervenire in maniera coordinata tra chi a livello pubblico (assessorati regionali, provinciali, comunali) e a livello privato (operatori, camere di commercio, sistemi turistici) lavora in questo settore.
Quindi il lavoro più grosso che dovrà fare l'Assessore regionale è quello di determinare degli obiettivi congiuntamente con gli operatori, gli assessorati, le camere di commercio, i sistemi turistici, altrimenti continueremo ad andare avanti con miriadi di iniziative che ognuno singolarmente porta avanti, di cui però nessuno si preoccupa di verificarne gli effetti. Anche se ritengo che seppure ci fosse una verifica gli effetti sarebbero zero o comunque 0,1.
Pertanto occorre concentrare le risorse, ma finora non c'è stata mai una politica omogenea. Quindi bene il marchio di qualità, bene il progetto di internazionalizzazione che insieme al turismo vede anche i prodotti e le imprese oltre a veicolare il marchio delle Marche, però non abbiamo sufficiente ricettività.
Abbiamo un aeroporto regionale che dovrebbe interagire ed essere funzionale allo sviluppo del turismo marchigiano, ma che non vi riesce per un semplice motivo, perché finora viene utilizzato solo in uscita, mentre in entrata i turisti che arrivano a Falconara non sanno dove andare, vagano per le Marche. I grossi operatori non convergono sull'aeroporto di Falconara e sulle Marche, perché da noi non abbiamo la possibilità di piazzare contemporaneamente duecento persone in uno stesso sito.
Quindi bisogna lavorare anche sui pacchetti turistici affinchè si possano dare tutta una serie di proposte operative.
Al momento sul turismo nelle Marche siamo all'anno zero, ma finalmente questa volta ci sono tutti gli strumenti.
Peraltro vorrei suggerire all'Assessore di instaurare il tavolo che è stato previsto all'interno del piano per l'internazionalizzazione. Ovvero un tavolo dove tutti gli operatori sia pubblici che privati, quindi un rappresentante della Regione, un rappresentante delle Province, un rappresentante dei Comuni, Camere di commercio, sistemi turistici e operatori privati, potranno concordare la politica turistica, valutarne i risultati, per poi andare avanti anno per anno in una politica programmatoria che deve poi essere attuata in piccoli passi proprio perchè ci sono poche risorse.
Ripeto, questi 4 milioni di euro sono pochissimi se visti nella logica portata avanti fino adesso dei contributi a pioggia, ma potrebbero significare qualcosa se riuscissero a spostare di qualche punto quel target che ancora dobbiamo andare a verificare, che è senz’altro quello dei turisti stranieri. E lo dovremmo fare almeno su un paio di prodotti, cioè - come giustamente ha detto la Consigliera Mammoli – con l'offerta della cultura (all’estero l'Italia è considerata al primo posto) e con la valorizzazione del territorio marchigiano; magari come ha fatto la Toscana, che per permettere in toto di godere delle sue bellezze, insieme alle caratteristiche del paesaggio ha affiancato una serie di prodotti tipici.
Da noi, invece, quei pochi che approfittano magari di viaggi low cost di ritorno su Falconara, vanno in giro isolatamente per Ancona, per Falconara o per i piccoli paesi, non sapendo neppure come potrebbero procurarsi una guida turistica.
Un'altra questione riguarda l'accoglienza, prima gestita direttamente dalla Regione ed ora demandata alle Province. Quindi chi ora deve organizzare l’accoglienza dovrebbe farlo proprio come se fosse quasi un front office, per poter quindi garantire un minimo di servizi ed un minimo di accoglienza oltre che coordinata anche omogenea in qualsiasi posto si trovi, dunque che sia al porto di Ancona o nella piazza di Urbino oppure che sia nella piazza di Fermo o in quella di Ascoli.
Bisognerebbe quindi coordinare i progetti finanziati con questo piano certamente assieme agli operatori privati, alle camere di commercio e agli enti locali che hanno competenze in questo senso, ma non con tutto il mondo. Sicchè occorre prevedere un tavolo, come quello previsto nella legge sull'internazionalizzazione, che attui la programmazione e che verifichi i risultati.
Le mie sono delle semplici proposte. E non dobbiamo pensare di essere bravi per il fatto che ci abbiamo messo tutto, bensì dobbiamo pensare al fatto che non siamo bravi perché abbiamo poco turismo, non siamo bravi perché offriamo un turismo di scarsa qualità, non siamo bravi perché presso i nostri punti di ricezione turistica i costi sono più alti che in qualsiasi altra parte d'Italia e soprattutto non siamo bravi perché non c'è nessuna minima garanzia.
Qui si è parlato di marchio di qualità, ma la prima cosa che un marchio di qualità dovrebbe fare è quella di garantire la trasparenza dei prezzi. Il turista ha paura di venire nelle Marche perché non essendoci neppure un'informazione preventiva si trova ad aver a che fare solo con l'operatore che, per carità, avrà i suoi costi, ma comunque il turista si sente lasciato solo.
Quello che voglio dire è che per poter essere lanciati come regione turistica la prima cosa, che peraltro deve passare anche attraverso la rete internet, è avere un prezzo trasparante, servizi trasparenti. Il numero verde va bene nel caso ad esempio che uno non sa più come uscire da una certa burocrazia turistica e magari rischia di andare incontro a qualche spiacevole sorpresa riguardo, che so, all'affitto della casa o dell'albergo, ma in ogni caso con un prezzo e dei servizi trasparenti non si rischia di andare incontro a delle sorprese.
Quindi bisogna concentrarsi su queste poche cose.
Riguardo all'accessibilità viene previsto qualcosa per i diversamente abili. La Regione stabilisce i criteri, che poi le Provincie devono verificare, per l'assegnazione delle stelle di qualità. All'interno di questo c'è anche l'accessibilità per l'handicap, per la quale, però, dovrebbero esserci delle note in più che permettano all'utente di sapere non solo se in un certo luogo ci sarà o meno un ascensore per disabili, ma anche, ad esempio, se la sala pranzo è al piano terra, se la piscina è usufruibile dai disabili, quante stanze hanno i bagni idonei per i disabili e a quale piano sono situate.
Sicchè si potrebbe ampliare la scheda già esistente predisposta per i servizi e per le stelle, per poter quindi dare una maggiore trasparenza a quella che dovrebbe essere realmente l'offerta per le persone disabili.
E’ bene che la Regione renda accessibile anche questo tipo di turismo.
Un'altra questione legata al settore dell’handicap riguarda la creazione di pacchetti turistici per le persone disabili. E questo è semplicissimo da fare, basta mettere una premialità sui bandi per la creazione di pacchetti turistici. Andare cioè a premiare i Comuni, gli enti o gli operatori privati che realizzano, appunto, un certo pacchetto turistico. Un pacchetto turistico dove magari si dice che un certo percorso naturalistico è accessibile a disabili con carrozzine, che ha una pendenza di un certo tipo, che ci sono i bagni, oppure che un certo percorso storico all'interno di una città è accessibile a persone disabili o che magari è sufficiente che siano accompagnate da qualcuno che spinga la carrozzina, ecc..
Questi sono alcuni piccoli contributi che ho ritenuto di dover dare su quello che è sì un buon piano turistico, ma che va concentrato e monitorato affinché possano essere raggiunti i risultati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Desidero intervenire proprio perché sul programma promozionale turistico siamo stati sempre propositivi e ci rendiamo conto che se la maggioranza avesse dato ascolto alle nostre proposte oggi non ci troveremmo a fare alcune riflessioni.
Prima di tutto mi permetto di dire che è piuttosto imbarazzante, come ogni anno, discutere del programma promozionale turistico con un ritardo cronico di mesi rispetto a quanto previsto dalla legge. E questo l'abbiamo sottolineato tutti, maggioranza e opposizione. Anche il CAL ha espresso questa raccomandazione, quindi spero che il nuovo Assessore ne tenga conto. Secondo me sulla tempistica si gioca molto della programmazione e del risultato, affinchè le nostre azioni, che non sono così determinanti ma che comunque sono di sostegno, possano produrre qualche effetto positivo.
Anche il budget, come abbiamo contestato in Commissione, è irrisorio rispetto alle necessità e al ritardo che portiamo nella definizione di un brand Marche e di iniziative che possano rafforzare la nostra presenza soprattutto sui mercati stranieri e sui bacini più importanti a cui si rapporta il nostro sistema turistico. In Italia tra tutte le regioni i 4,2 milioni di euro ci collocano, come in precedenza, all'ultimo posto per interventi di sostegno al settore turistico.
Se partiamo dai dati riferiti all'andamento turistico rileviamo che nel 2008 il calo degli arrivi e delle presenze è stato rispettivamente di circa il 2% e il 4%. E' un campanello d'allarme abbastanza preciso se consideriamo che ciò deriva soprattutto dal calo di turisti e di presenze straniere, che era un po’ la strada su cui ci eravamo incamminati.
Il movimento turistico locale molte volte è influenzato anche da fenomeni non così importanti e rilevanti dal punto di vista economico, infatti nel nostro sistema di arrivi e presenze conteggiamo anche i camperisti. Quindi, dicevo, qualora si riduca notevolmente l'afflusso dall'estero, il conteggio che facciamo delle presenze locali è meno rilevante dal punto di vista economico, per cui il calo è notevolmente più alto in termini economici di questo 2% e 4% in meno che registriamo.
Certamente il momento che stiamo attraversando non è dei migliori, è proprio per questo che abbiamo riservato la massima attenzione ad uno dei settori che riteniamo siano strategici per il rilancio della nostra economia, così come annunciato anche dalla maggioranza ma che poi non ha praticato.
Quindi è proprio sull'importanza di fare i sistemi che vorremmo realizzare una nuova politica; ed è per questo che il Presidente Berlusconi ha annunciato la creazione del nuovo Ministero del turismo addirittura entro il mese di aprile, su cui, a mio avviso, dovremmo inserirci per valutare quale contributo potremo portare nel programma strategico nazionale.
Come ogni anno ci aspettiamo un programma innovativo che abbia qualche illuminazione particolare, ma come sempre la proposta, come ha detto il Consigliere Binci, si sostanzia nei soliti e tanti piccoli rivoli, che probabilmente sono canali che fanno sicuramente una certa pressione sulla Giunta regionale, ma poi dovremmo anche verificare se ci sono altre vie e altri percorsi innovativi che potrebbero proporci soluzioni e risultati migliori.
La novità è che ci sono un po' meno fiere a favore della realizzazione di una campagna di comunicazione integrata e di servizi per la promozione al fine di rafforzare la promozione del brand Marche. Va bene, ma quando verrà fatto? Ci risulta, infatti, che per quest'anno non sia stata ancora espletata la gara. Quindi i ritardi che ci sono ravvisano quasi un ricorso alla Corte dei Conti, perché se spendiamo fuori tempo le risorse di questa Regione facciamo un danno enorme e l'efficacia delle somme che metteremo a disposizione sarà pressoché uguale al nulla.
Non vorrei che facessimo la promozione per i promotori e non invece per il turismo, questo è il rischio che corriamo tutti gli anni - almeno quest'anno arriviamo un mese prima, l'anno scorso l'abbiamo fatto a maggio quando già era avviata la stagione turistica -.
Riconosciamo all'Assessore Solazzi un po' più di vitalità, ma riteniamo che ci sia da porre attenzione anche alle proteste che Federalberghi ha presentato in questi giorni, a proposito dell'arrivo di 120 agenzie di viaggio provenienti dalla Russia, evidenziando la mancanza di coinvolgimento dei soggetti marchigiani interessati. La considerazione è stata quella di dire che la Regione fa tutto meno che svolgere un ruolo di coordinamento e di regia delle iniziative.
Consigliera Mammoli, lei ha criticato il fatto che i sistemi turistici locali non dovevano essere provinciali. Le ricordo che anche il centro-destra fece una battaglia enorme prorpio perché la riteneva una sciocchezza, sostenevamo che si doveva andare per prodotto. Però la Regione Marche, purtroppo, per questa sua mania di controllare tutto e di voler gestire politicamente tutto, ha voluto scegliere il sistema provinciale.
Devo anche denunciare il fatto che ad esempio nella provincia di Macerata non esiste nessun sistema turistico locale costituito – è assurdo! - e le risorse che sono state assegnate sono state spese dalla Provincia per iniziative del tutto effimere, iniziative di sola e mera propaganda per l'ambiente locale. Nessun risultato è stato portato a termine.
Ritengo che l'accorpamento dell'Assessorato al turismo con quello della cultura sia stata una buona scelta. In questa regione, infatti, abbiamo un turismo di nicchia e una valenza culturale diffusa sul territorio per tante piccole e grandi emergenze culturali, quindi è indubbio che i due modelli si debbano coniugare e ragionare insieme.
Però dentro il programma tale coniugazione non la vediamo. Ad esempio non si dice che l'iniziativa di Padre Matteo Ricci con la Cina può essere oltre che culturale, come si dice nell’atto, anche turistica, oppure non si danno stimoli in più alle grandi stagioni della cultura marchigiana, come la lirica o il Rossini Opera Festival, quindi non si producono pacchetti integrati tra cultura e offerta turistica.
Su questo ancora non ci siamo, ma certamente la Regione, condizionando i propri finanziamenti, potrebbe stimolare questi enti a mettersi insieme e a ragionare allo stesso modo.
Concludo qui la nostra critica, ricordando anche – concordo con quanto detto in altri interventi - che vi è un mancato coinvolgimento delle infrastrutture delle Marche. Quelle infrastrutture che noi abbiamo costantemente e abbondantemente sostenuto, come l'aeroporto e il porto di Ancona, per le quali le nostre risorse sono state spese senza nessuna destinazione. Semmai sarebbe stato meglio sostenere e dare incentivi all'aeroporto, magari finalizzati a far svolgere ad esso una funzione di incoming o di promozione, quindi rafforzare e richiamare un traffico aereo che potrebbe essere dettato soltanto da un discorso turistico. Potevamo inoltre dare incentivi finalizzati a non pagare a piè di lista i debiti che tali infrastrutture hanno generato nel bilancio della Regione.
Sono tutte cose, Assessore, che ritenevamo dover ancora rimarcare. Speriamo che nel tempo ci sia la voglia di ascoltare chi da questi banchi porta un contributo del tutto volontaristico e responsabile. Riteniamo infatti che la barca su cui stiamo viaggiando (la vostra e la nostra) sia la stessa, però non credo che azioni così poco mirate ci possano nel tempo far raggiungere obiettivi diversi da quelli del passato.
A mio avviso il nuovo Assessorato dovrebbe troncare con un certo modo di fare, ovvero con le rendicontazioni a piè di lista o con quella pletora di iniziative che a volte non produce risultati, ecc.. Pensavamo che questo, Assessore, potesse essere fatto, non lo è stato per quest'anno, ma speriamo lo sarà per il futuro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D'Isidoro.

Antonio D'ISIDORO. Vorrei rifarmi brevemente a quel vertice degli operatori turistici che c'è stato a Torino, mi sembra molto importante, in quell’occasione, infatti, sono state fatte delle osservazioni oltremodo interessanti. Soprattutto a proposito dei problemi reali del turismo italiano causati dai costi elevati di produzione, nonché da prelievi fiscali alti non sempre ai livelli della concorrenza, dalla mancanza di politiche pubbliche in grado di aiutare l'aggregazione delle imprese e l'affermarsi della concertazione.
Basterebbe pensare che l'organizzazione del turismo è formata quasi per il 90% da imprese molto piccole. Ecco perché per accompagnare questo processo occorrerebbe l'aggregazione, occorrerebbe sviluppare professionalità, allo stesso tempo occorrerebbero anche delle politiche in grado di individuare, come fattori di sviluppo, quelle sperimentazioni in atto sia nel nostro che in altri Paesi. Ad esempio la capacità di mutuare anche modelli di rete, parlo in modo particolare dei Paradores, le masserie spagnole, o dei Castelli della Loira. Per quanto riguarda il mio territorio penso, ad esempio, all'importanza di un itinerario per le Ville gentilizie molte delle quali versano in uno stato di degrado e di abbandono deplorevole.
Fatta questa premessa, mi sembra molto importante che si sia fatto anche riferimento ai Paesi concorrenti, che prima di noi si trovano nelle classifiche di successo, vedi la Francia dove le politiche sul turismo sono collegate ad azioni per uno sviluppo territoriale, culturale e sociale.
Infatti l'offerta turistica richiede un collegamento diretto all'identità del territorio, però che sia il risultato di una concertazione virtuosa tra pubblico e privato nel costruire degli specifici servizi di filiera e senso di appartenenza attiva delle popolazioni locali.
Ho fatto questa premessa perché mi sembra – e la cosa mi soddisfa – che l'impianto metodologico di questa proposta di atto amministrativo miri proprio a questo. Tra le altre cose, infatti, si parla anche dell'importanza della scelta dell'offerta e delle conseguenti nicchie di clienti da privilegiare, da fidelizzare con promozioni, si parla della conoscenza e della socializzazione delle positive esperienze manageriali, condotte magari da società di grandi dimensioni operanti nel nostro Paese.
Ma soprattutto si tiene conto delle iniziative che sono state realizzate dal basso, come la strada del vino, i percorsi gastronomici, i percorsi dei pellegrini, la scoperta della natura, la didattica verde, i sentieri, i percorsi dell'arte. Tutte iniziative che connotano un rapporto stretto tra turismo e territorio, oltre allo sviluppo di una capacità finalmente imprenditoriale vasta, pervasiva, diffusa sul territorio.
Sono stato contento prima quando si è parlato di un'efficace azione comunicativa. Auspicherei che ad un certo momento si informi anche su tutto ciò che la stessa Regione offre, quindi sui siti culturali, siti ambientali, eventi culturali, eventi di svago, forme di ricettività, come è stato detto prima dal Consigliere Binci come pure in alcune osservazioni fatte sia dal Consigliere Capponi che dal Consigliere D'Anna.
Tra le altre cose – ma non so se veleggio verso l'isola dell'utopia – mi piacerebbe che ci fossero delle linee guida secondo le quali in un determinato anno si potrebbe dire ai marchigiani quali attività di comunicazione si vuol fare, indicando magari anche il target di turismo al quale ci si rivolge.
Un’ultima osservazione. Forse bisognerebbe dire qualcosa, almeno come linee guida – ma fa bene l’Assessore Solazzi anche solo ad ammetterlo -, riguardo al turismo scolastico. Occorre soprattutto sviluppare tra le nuove generazioni una sensibilità culturale, per esempio il senso di appartenenza al luogo di origine; guardate, senza pane si muore di fame, ma senza cultura si muore di inedia, e una società priva di anima sarà sempre più arida!
Voglio ancora dare un dato. Per favore, non cospargiamoci il capo di cenere, teniamo soltanto presente che ora, nonostante le lacune e le manchevolezze opportunamente evidenziate, una proposta di programma c'è, quindi teniamo presente anche un dato eloquente, perché questa è storia, non è un'invenzione, ovvero, che 1 euro investito nella cultura corrisponde a 4 euro di indotto. Ritengo questo motivo di riflessione per tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Questa proposta di atto amministrativo è estremamente interessante, l'abbiamo elaborata attentamente anche in Commissione. Io mi soffermerò soltanto su una questione ricordata, seppur in maniera molto sintetica, anche dal collega D'Isidoro, ovvero quella che riguarda il turismo scolastico.
Con la riforma della scuola e con i tagli previsti dalla riforma Gelmini le opportunità per i viaggi di istruzione delle scuole saranno sempre più ridotte, anche in relazione al fatto, soprattutto per la scuola primaria, che saranno eliminate le compresenze e verranno ridotti gli organici.
Sfido chiunque – e parlo come insegnante – ad organizzare un viaggio di istruzione senza la possibilità di poter avere almeno uno o due colleghi che possano accompagnare i ragazzi per condividerne l’esperienza.
Secondo me i viaggi di istruzione hanno un grande valore formativo sia per la scuola primaria che per le scuole superiori. Sono momenti di arricchimento conoscitivo, culturale, umano, inoltre rappresentano sicuramente un contributo fondamentale alla didattica e alla formazione degli studenti.
Quindi ritengo che nella nostra regione – ho avuto modo di dirlo anche in Commissione –, ricca di luoghi di eccezionale bellezza storica, culturale e architettonica, si debba creare un'adeguata cultura del viaggio di istruzione. Una cultura rispettosa delle identità locali – è a questo che ha fatto riferimento il collega D'Isidoro – e protesa alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale delle Marche.
Sui progetti complementari, all'azione 6.3 dell’atto, dove si parla di turismo scolastico, si prevede il sostegno alle iniziative proposte da enti e da organismi pubblici e privati e da associazioni.
Con questo credo si vogliano stimolare nuove opportunità didattiche per spingere gli alunni a sentirsi maggiormente presenti e protagonisti della propria realtà locale attraverso la ricerca e la valorizzazione delle bellezze naturali, artistiche, architettoniche e culturali. E soprattutto per dare l'opportunità a studenti e docenti di cogliere al meglio gli aspetti dell'identità della regione comprendendone la cultura nel senso più ampio e profondo.
Ritengo che educare le nuove generazioni ad un turismo più equilibrato e sostenibile possa servire al miglioramento della qualità del territorio della nostra regione e al sostegno delle sue tradizioni locali.
Percorrere questi luoghi, conoscere la propria terra, promuovere comportamenti virtuosi, porterà sicuramente ad una cittadinanza attiva, estremamente importante per la formazione delle nuove generazioni.
Dunque ciò che ha offerto come riflessione il collega D'Isidoro, ripeto, è molto interessante. Dare infatti delle linee guida in questo senso è estremamente importante soprattutto per riempire di contenuto quello che viene offerto nell'azione 6.3, potendosi così creare una filiera tra la Regione, le Province, i Comuni ed i soggetti privati.
Ad esempio le incredibili bellezze del territorio che ci sono nella nuova provincia di Fermo, la mia terra, e che possono essere fruite da tutti, dai bambini fino agli anziani, penso debbano essere messe a sistema. Visitando solo i luoghi si potrebbe addirittura insegnare – un concetto che magari avete già sentito – la storia e la geografia senza prendere i libri in mano. Nella provincia di Fermo si potrebbe partire, ad esempio, dal tempio ellenico romano del II sec. a.C. di Monterinaldo per poi arrivare al campo di concentramento di Servigliano (durante la giornata del ricordo il 27 gennaio tutti i Consiglieri lo hanno potuto visitare). Dunque in queste zone, attraverso i paesi e le città, credo si possa sicuramente fare un excursus storico estremamente importante, attraversando i siti di era villanoviana fino ai luoghi dove ancora ci sono dei reperti romani bellissimi, per passare poi al medioevo, al rinascimento, ecc..
Quindi se come Regione oltre all’impegno ci mettessimo anche qualche opportunità consistente, con l'aiuto e la condivisione degli Enti locali, potremmo fare una buona opera e promuoveremmo un'azione innovativa anche rispetto al passato che potrebbe essere fruita dalle scuole, a favore dei ragazzi e di tutti noi cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Solazzi per la replica.

Vittoriano SOLAZZI. Ascoltando il dibattito su questo atto amministrativo le cose da dire, riprendendo gli spunti, i suggerimenti e le osservazioni fatte, sarebbero davvero tante, ma una cosa la voglio dire. Ritengo che quando si parla di una discrasia tra i tempi che sono necessari per affrontare i problemi e le lungaggini della pubblica amministrazione...

PRESIDENTE. Scusi, Assessore, se la interrompo, ma abbiamo un obbligo procedurale da svolgere. Dobbiamo votare il proseguimento della seduta oltre le ore 13,30 e se siete d'accordo dalle ore 14 alle ore 15 proseguiremo i lavori con lo svolgimento delle interrogazioni dopodiché riprenderemo con gli atti.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mi scusi, Assessore, prego, continui pure.

Vittoriano SOLAZZI. Stavo dicendo che purtroppo approviamo questo importante atto, che riguarda un settore assolutamente strategico, con un ritardo di circa tre mesi, che è il tempo dell’iter trascorso da quando il provvedimento è stato redatto e portato in Giunta.
Io mi pongo sempre degli obiettivi minimi, perché sono convinto che solo così si potranno fare dei passi avanti, sicchè uno di questi obiettivi è che un atto di questo tipo non può essere approvato con un tale ritardo. Quindi auspico che già dal prossimo anno potrà essere approvato prima della fine dell'anno o al massimo entro il mese di gennaio.
Questo perché è difficile affrontare una stagione turistica, con tutte le necessità che già ha questo settore, se si arriva ad approvarne il piano nel mese di marzo. E voglio aggiungere che pur avendo avuto l'assegnazione di questa delega a settembre ho cercato di portarlo prima della fine dell'anno, però mi sono reso conto che ci sono ritardi e passaggi. In ogni caso tutti dovremmo darci l'obiettivo di approvare questi atti in tempi più veloci. Perché la programmazione ha un senso se non avviene a tempo scaduto o nel mezzo del periodo, cioè quando non si dovrebbe più programmare bensì attuare ciò che si è programmato.
Ho detto questo perché lo ritengo un riferimento fondamentale.
La linea strategica di questo piano punta ad alcuni obiettivi.
Primo macro obiettivo. C'è la necessità da parte della Regione di creare quel brand Marche che oggi non esiste, dobbiamo dircelo, né a livello nazionale né a livello internazionale.
Le Marche sono una regione – lo avete detto tutti – che ha potenzialità enormi, è la regione dei più turismi, infatti abbiamo la fortuna di poter intercettare tutte le domande di turismo, da quella balneare a quella verde, a quella ambientale, della montagna, religiosa, scolastica, congressuale, culturale.
Quindi siamo in grado di coprire tutti i possibili segmenti, oltre alle nicchie, della domanda di mercato.
Il valore culturale di questa regione si esprime in una grande storia che ha dato i natali a grandi personaggi. Si esprime in una quantità di beni culturali, storici, artistici, architettonici e paesaggistici. Quindi si esprime in una vivacità culturale non solo di contemplazione di beni, ma anche con una vivacità che viene fuori nelle mille iniziative che nascono sui territori e nei mille mondi vitali, che sono quelle associazioni, quasi tutte di spirito volontaristico, che puntano a recuperare i valori, la tradizione, la storia, il legame con il territorio.
Quindi non ci manca assolutamente nulla, ma nonostante questo le Marche non hanno ancora un brand affermato, sia in Italia che all'estero, rispetto ad altre regioni, che pur avendo parzialmente i connotati e i valori della nostra hanno poi una visibilità superiore.
Il secondo macro obiettivo sembra contrastare con il primo, ma non è assolutamente così, proprio perché dobbiamo coprire due aspetti, ovvero, da una parte affermare il brand, perché oggi la gente sceglie sempre di più una regione in base all'immagine, al brand che è in grado di esprimere – sarà sempre di più così –, dall'altra, non in contrapposizione con questo, non fare più un'offerta di tipo generalistica, ma avere la capacità di intercettare la domanda lì dove si annida e con una proposta di tipo personalizzato.
Oggi lo sparare nel mucchio in tutti i settori e in qualsiasi attività imprenditoriale non serve più. Devi coprire i segmenti della domanda, devi fare un'offerta indirizzata non indistintamente a tutti ma in quel segmento di domanda. Addirittura devi essere in grado – e nel settore del turismo vale ancora di più che in altri - di fare un'offerta che va a coprire la domanda che si esprime attraverso le nicchie, perché in questo tipo di mercato nicchia più nicchia fa la differenza.
Dunque i due macro obiettivi sono: affermazione del brand e dare risposte alle domande e alle richieste. Come va fatto? Privilegiando alcuni tipi di promozione, alcuni tipi di intervento.
Siamo stati alla BIT e abbiamo dato una svolta che, tra l'altro, sta dando i suoi frutti in termini di interesse, ma non vogliamo essere presenti soltanto lì, saremo presenti, nonostante la cosa riguardi il Servizio agricoltura – ringrazio l'Assessore Petrini – anche ad una manifestazione importante come Vinitaly. Questo la dice lunga sulla capacità che cerchiamo di esprimere, ovvero quella di metterci insieme, perché quando si fa promozione la si deve fare a 360 gradi; che sorta di occasione perderebbe il turismo se non dovesse sfruttare una forte presenza dell'Assessorato all'agricoltura anche in una promozione turistica in una sede come quella del Vinitaly!
Saremo presenti anche alla Fiera del Libro, però non nel modo tradizionale, perché in queste situazioni, certo, affronteremo il tema che è proprio di quella manifestazione, ma faremo anche promozione turistica, perché, come dicevano bene i Consiglieri che hanno parlato da ultimo, sarebbe un errore non poggiare sul patrimonio culturale che dà redditività – è verissimo che sulle eccellenze che potremo produrre poi per ogni euro investito ce ne saranno quattro in termini di ritorno -.
Vanno però individuati i canali e gli strumenti, sui quali peraltro ci stiamo già impegnando.
Altro obiettivo strategico, inoltre, è quello di aumentare la quota di arrivi dall'estero. Non è possibile che questa regione su 100 turisti ne abbia soltanto 14 che provengono dall'estero.
Questi sono gli obiettivi specifici che ci siamo dati, obiettivi riportati anche nella redazione di questo strumento, ma che potrà essere farina del mio sacco solo se in esso ci sarà stato un confronto. Infatti quel tavolo di cui ha parlato il Consigliere Binci è già stato istituito. Ad esempio, non venivano ascoltate le associazioni di categoria, allora ho messo allo stesso tavolo le associazioni di categoria, ho messo allo stesso tavolo le università, gli assessori provinciali alla cultura e al turismo, con questi soggetti ho fatto addirittura dei focus group.
Sicchè tale proposta nasce da questo confronto. Comunque bisogna andare avanti, bisogna avere la capacità di fare sistema. Non può essere che ogni Comune oppure ogni Provincia vadano a presentare il proprio pezzettino all'estero o ogni associazione di categoria presenti il proprio tassello. Bisogna fare sistema, bisogna muoversi insieme. In una situazione di risorse calanti le economie di scala che siamo in grado di produrre, muovendoci insieme su progetti di sviluppo condiviso, fanno la differenza.
So che non è facile, siamo una regione dove i campanili sono una ricchezza ma talvolta rappresentano anche un limite. Ma questo rimane l'obiettivo sul quale mi sto muovendo.
Ogni volta che vado all'estero - altrimenti non ci vado - chiedo che siano presenti da un certo evento l'ENIT, l'ICE, i Marchigiani all'estero e l'Istituto italiano di cultura estera. Noi all’estero abbiamo questi quattro pilastri, quindi non si può partire per andare in un luogo, in una fiera, in una qualsiasi circostanza e non incontrarsi con questi quattro istituti.
Quindi anche su questo ci stiamo muovendo, sapendo che in alcune zone ci si va portando cultura, in altre ci si va propagandando un tipo di turismo, in altre ancora un altro tipo.
Inoltre stiamo diminuendo la spesa su alcuni versanti per poi indirizzarla su altri.
Io sono un assertore convinto - ma posso anche sbagliare – che gli educational sono solo un viaggio premio per chi, poi, non è in grado di portarti nessuno, si gode soltanto una vacanza.
Diverso è se si selezionano, come abbiamo fatto recentemente, soggetti qualificati. Penso ad esempio alla promozione che stiamo facendo con il Servizio marketing dell'Alitalia insieme all'ENIT degli Stati Uniti d'America, attraverso la quale, per poter venire qua, deve essere fatta una domanda, poi noi vaglieremo chi sono i tour operator che hanno fatto la domanda e li ospiteremo quattro giorni per far vedere loro le nostre eccellenze. Ma saranno interlocutori selezionati, non possiamo permetterci di ospitare chicchessia, dobbiamo selezionare i soggetti che vengono qua in base alla loro capacità di produrre esportazione del nostro turismo all'estero, ovvero di vendere il nostro territorio.
Questo è uno degli strumenti, l'educational selezionato, sul quale sono convinto dobbiamo puntare, perché questi tour operator o giornalisti di settore che verranno qua a scoprire le nostre eccellenze, secondo me, porteranno dei frutti.
Qualcuno ha parlato del marchio di qualità. Certamente è uno degli obiettivi su cui ho cominciato a lavorare da subito, perché nei prossimi anni la qualità farà la differenza, come la farà su tutti i comparti economici, infatti qualsiasi impresa, in un momento di grande crisi, se punta sulla qualità potrà salvarsi.
E questo vale ancor di più per il turismo, la qualità fa la differenza, il che non vuol dire che tutti potranno permettersi un albergo a cinque stelle. Perché la qualità è la capacità di rispondere all'acquisto di una vacanza coerentemente a quanto venduto, quanto promesso e quanto mantenuto, mentre se si tradisce la domanda, offrendo un servizio al di sotto dell'acquisto, si potrà pregiudicare tutto quel lavoro realizzato magari in tanti anni.
Questo è fondamentale, il marchio di qualità non vuol dire che devono esserci tutti alberghi da cinque stelle, vuol dire che si deve assicurare la qualità e soprattutto il preciso riscontro fra le stelle assegnate e il tipo di qualità a cui devono rispondere quelle stelle.
Questo è assolutamente fondamentale, perché, guardate, chi acquista una vacanza molto spesso è un anno che risparmia. La vacanza non è un acquisto di un qualsiasi bene fungibile, è l'acquisto di un'emozione, di un sogno, e nel momento in cui tradisci un sogno, tradisci un'emozione, ti sei giocato quel cliente. E la forza di ogni cliente che arriva è la forza di parlare o bene o male di noi, e nella misura in cui parla bene o male di noi questo amplifica o vanifica gli sforzi che si fanno in termini di pubblicità e di promozione del territorio.
Non è detto che si riesca a fare tutto e soprattutto ci vogliono i tempi, però sono anche convinto che tale sensibilità non è solo di un partito politico, perché le cose che ho ascoltato rispetto ai contenuti fondamentali dell'atto e ai suoi obiettivi non sono diverse tra quelle dette sia dal centro-destra che dal centro-sinistra.
In una situazione di profonda crisi come questa potrebbe sembrare addirittura assurdo pensare alla cultura e al turismo come momenti di grande investimento, ma pensare in questo modo è assolutamente sbagliato, perché la cultura e il turismo, non solo nella regione Marche ma in tutta Italia, possono rappresentare davvero il secondo motore dello sviluppo economico.
Non lo vogliamo fare? Significherebbe stare fuori dalla storia! Come stiamo fuori dalla storia quando pensiamo che il turismo si possa vendere come avveniva dieci anni fa. Come stiamo fuori dalla storia quando qualcuno pensa che c'è chi ancora prende la macchina da Torino e poi da Rimini in giù e comincia a vedere se c'è un posto in albergo.
Non è così che deve essere, ci sono strumenti nuovi, ci sono modalità nuove, ci sono mezzi nuovi con cui scegliere la vacanza, si passa attraverso i vettori, attraverso i tour operator, attraverso internet. Molti di noi, che siamo oggi in quest’Aula, probabilmente non vanno più in agenzia ma si comperano le loro vacanze da casa.
Sicchè abbiamo messo mano fin da subito al sito internet turismo della Regione, abbiamo già affidato l'incarico per rivederlo completamente in quanto era un sito non adeguato rispetto alla sfida di questi anni, dove il 50% delle persone scelgono ormai le località attraverso internet.
Abbiamo realizzato un video, di cui disponevano, l'abbiamo presentato alla BIT, tra l'altro ci viene richiesto continuamente. Stiamo lavorando alla predisposizione del passaggio da materiale cartaceo a materiale informatico per agevolare la divulgazione in maniera più accessibile e senza sforzi per coloro che vogliono avere un'immagine delle Marche in Italia e all'estero.
Stiamo lavorando su questa strada, ma credo che al di là dell'impegno, dello sforzo e delle idee, nessun obiettivo potrà essere raggiunto se non assumeremo la consapevolezza di tre elementi fondamentali: premere sull'acceleratore della promozione; la capacità di fare sistema, tutti gli enti locali insieme (Province, Regione, associazioni di categoria) per fare un unico sistema di promozione turistica; la qualità.
Rispetto a chi dice che sulla qualità abbiamo fatto un progetto che è giusto ma che deve essere supportato da un impegno economico, rispondo che la Regione Marche, mai come ora, ha stanziato, come abbiamo fatto quest'anno, 14 milioni di euro (30 miliardi delle vecchie lire) per l'abbattimento di quattro punti percentuali dei tassi per il miglioramento, la costruzione e il rinnovamento delle strutture ricettive. Sono state presentate 200 domande ed una provvista da parte della BEI di 100 milioni di euro si può dire che è andata esaurita.
In questo momento dobbiamo anche dare la possibilità alle piccole imprese di lavorare, per creare occupazione e creare un circuito virtuoso. Prima della fine dell'anno dovremo fare uno sforzo per ritrovare attraverso la BEI una provvista, che se non potrà essere di 100 milioni di euro come questa che comunque gli vada vicino. Inoltre dobbiamo trovare altre risorse per fare un abbattimento, che anche se non è di 4 punti percentuali – perché oggi i tassi sono molto calati – che sia almeno di qualche punto in meno, e questo può comunque estendere la possibile domanda di intervento di ristrutturazione degli esercizi e delle attività del turismo.
Credo che questa sia un'altra sfida che ci dobbiamo dare.
Chiudo con un altro aspetto sollevato che mi sembra corretto richiamarlo.
Gli IAT dal 1° maggio passano alle Province ed anche su questo me ne assumo la responsabilità, perché ho visto come era l'andazzo. Questi IAT, infatti, dovevano passare già da tempo alle Province, ma c'era una situazione stazionaria, e secondo me nella vita non c'è peggior cosa che rimandare una scadenza, far finta di niente, rimandare e rimandare.
Gli IAT, invece, dovrebbero essere lo specchio della Regione. E' giusto quello che ha detto il Consigliere Binci, devono omogeneità in termini di comunicazione, devono avere lo stesso layout, devono avere la possibilità di essere immediatamente percepiti come un unicum della regione che si manifesta nelle varie zone ma di cui se ne percepisce l'unitarietà. È fondamentale. Però oggi gli IAT non sono questo. Perché? Perché prima erano della Regione ma una legge ne ha previsto il passaggio alle Province, quindi la Regione non se ne è occupata più. Però poi, dovendo aspettare questo passaggio, neppure le Provincie se ne sono occupate.
Quindi dal 1° maggio gli IAT passeranno alle Province, che ne avranno dunque la responsabilità e saranno sicuramente in grado di fare un grosso lavoro su di essi.
Sicchè la promozione è importante, ma fondamentale è anche l'accoglienza, compito dei privati attraverso una prestazione di eccellenza delle loro strutture, ma anche compito del pubblico attraverso attività, immagine e soprattutto attraverso un'esauriente informazione al turista.
Dobbiamo dunque fare sistema, la frase è abusata, ma in questo settore credo sia indispensabile.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore, passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 111. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Nomina
Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale
Tre Consiglieri regionali (Articolo 12 del regolamento interno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali quali Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 26, schede bianche n. 1. Hanno ricevuto voti: Mirco Ricci n. 9, Katia Mammoli n. 8, Fabio Pistarelli n. 8. Proclamo eletti Revisori del conto dell’Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Ricci, Mammoli, Pistarelli.


Nomina
Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale
Tre Consiglieri regionali (articolo 13 del regolamento interno)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 22. Hanno ricevuto voti: Giuliano Brandoni n. 8, Graziella Ciriaci n. 7, Adriana Mollaroli n. 6, Antonio D'Isidoro n. 1. Proclamo eletti componenti nella Commissione per la vigilanza della biblioteca dell’Assemblea legislativa regionale i Consiglieri Brandoni, Ciriaci, Mollaroli.

Nomina
Fondazione Patrimonio Fiere – Sede di Pesaro
Un rappresentante del Consiglio generale (Statuto ente – art. 5, lett. d)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di un rappresentante del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere – Sede di Pesaro. Il voto di ciascun Consigliere è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.

(Segue votazione)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 20, schede bianche n. 2 schede nulle n.3. Hanno ricevuto voti: Gianfranco Foschi n. 15.
Ricordo che l'Assemblea legislativa regionale nel votare ha preso atto delle risultanze istruttorie contenute nel parere della prima Commissione assembleare e dell'accertamento relativo alle cause di ineleggibilità dei candidati.
Proclamo eletto rappresentante del Consiglio generale della Fondazione Patrimonio Fiere – Sede di Pesaro, il sig. Gianfranco Foschi.



La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,15