Resoconto seduta n.15 del 15/11/2005
La seduta inizia alle 11,00



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 14 dell’8 novembre 2005.

(E’ approvato)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 52 in data 9 novembre 2005, ad iniziativa del consigliere Mammoli: «Modifiche alla l.r. 4 ottobre 1999, n. 26 “Norme e indirizzi per il settore del commercio”»; assegnata alla III Commissione;
— n. 53 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa del consigliere Mammoli: «Norme per la regolamentazione dell’attività di phone center», assegnata alla III Commissione;
— n. 54 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa del consigliere Favia: «Modificazioni alla l.r. 22 luglio 1997, n. 44 “Norme in materia di assegnazione, gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e riordino del Consiglio di Amministrazione degli Istituti autonomi per le case popolari della regione”», assegnata alla IV Commissione;
— n. 55 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa dei consiglieri Brini, Giannotti, Ceroni, Cesaroni e Tiberi: «Modificazioni alla l.r. 8 marzo 1990, n. 13 “Norme edilizie per il territorio agricolo”», assegnata alla IV Commissione;
— n. 56 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa dei consiglieri Brini, Giannotti, Ceroni, Cesaroni e Tiberi: «Modifiche alla l.r. 22 luglio 1997 n. 44 “Norme in materia di assegnazione, gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e riordino del Consiglio di Amministrazione degli Istituti autonomi per le case popolari della regione”», assegnata alla IV Commissione;
— n. 57 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa dei consiglieri Brini, Capponi, Giannotti, Bugaro, Ceroni, Cesaroni, Santori e Tiberi: «Agevolazioni nel calcolo dei paramenti urbanistici per il miglioramento del comfort ambientale e del risparmio energetico negli edifici», assegnata alla IV Commissione;
— n. 58 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa dei consiglieri Brini, Capponi, Giannotti, Bugaro, Ceroni, Cesaroni, Santori e Tiberi: «Modifiche ed integrazioni alla l.r. 14 novembre 2001, n. 28 “Norme per la tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico nella Regione Marche”», assegnata alla IV Commissione;
— n. 59 in data 10 novembre 2005, ad iniziativa dei consiglieri Brini, Capponi, Giannotti, Bugaro, Ceroni, Cesaroni, Santori e Tiberi: «Norme per il recupero abitativo dei sottotetti esistenti», assegnata alla IV Commissione;
— n. 60 in data 8 novembre 2005, ad iniziativa del consigliere Bugaro: «Norme in materia di arti e discipline naturologiche e/o bio-naturali», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 42 del consigliere Favia: «Contributi e incentivi per le famiglie numerose»;
— n. 43 del consigliere Brandoni: «Utilizzo di armi non convenzionali contro la popolazione civile di Fallujah nel corso dell’offensiva statunitense nel novembre 2004».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Castelli, Mollaroli e Viventi.




Interrogazione (Rinvio): «Adeguamento circoscrizione dei tribunali di Ascoli Piceno e Fermo» Castelli (58)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 58 del consigliere Castelli.
L’interrogazione viene rinviata in quanto il consigliere Castelli è in congedo.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Capponi. Ne ha facoltà.

Franco CAPPONI. Chiedo di parlare in merito al verbale del Consiglio dell’8 novembre, annunciando anche il voto contrario di Forza Italia in quanto, ai sensi dell’art. 31 il Consiglio non si è riunito correttamente poiché non è stata votata la prosecuzione della seduta, quindi le mozioni 32, 6, 7, 167 discusse dopo la votazione dell’ultimo punto all’ordine del giorno non sono legittime, a nostro avviso. Quindi, invito a rivedere e ad annullare la parte del Consiglio illegalmente svolta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Nell’ultimo Consiglio regionale avevamo deciso di portare all’attenzione la mozione che riguarda i vigili del fuoco. Vedo che non si è tenuto conto della decisione che avevamo preso. Vogliamo mortificare ulteriormente questi lavoratori, o è ora di portarla all’attenzione di questo Consiglio?

PRESIDENTE. Cerco di rispondere rapidamente ad entrambi i consiglieri. Ricordo al consigliere Capponi che nella Conferenza dei presidenti di gruppo era stata decisa la prosecuzione in seduta continua dei lavori del Consiglio fino ad esaurimento dell’ordine del giorno. Comunque verificheremo la sua sollecitazione.
Invito invece il consigliere Rocchi a scorrere l’ordine del giorno della seduta odierna, punto n. 7 relativo alla mozione n. 39 che riguarda la questione dei vigili del fuoco. Questo è l’ordine stabilito dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. Se lei lo ritiene, dopo le nomine verificheremo l’ordine di trattazione delle mozioni.

Franco CAPPONI. Presidente, io non ho avuto risposta.

PRESIDENTE. Le ho risposto.

Franco CAPPONI. Ribadisco la nostra posizione soprattutto in merito all’andamento della seduta che non era quello previsto, dove c’è stata una interruzione addirittura di un’ora e un quarto per trovare un accordo che comunque è stata la negazione dei diritti di questo Consiglio e soprattutto della minoranza di questo Consiglio regionale. Quindi ritengo che quella prosecuzione andava votata, pertanto per noi è illegittimo tutto quello che è stato svolto dopo l’ultimo punto a cui abbiamo partecipato.

PRESIDENTE. Io continuo a dirle che da un certo punto di vista mi sento assolutamente tranquillo per una serie di motivi.
Il primo è che abbiamo già discusso l’argomento nella Conferenza dei presidenti di gruppo e si era concordato che si proseguiva e che si andava in seduta continua. Inoltre non c’è obbligo di voto alcuno tranne che per la continuazione in seduta notturna. Infine faremo ulteriori accertamenti, ma non c’è da votare niente questa mattina, né da annullare niente. La ringrazio comunque per l’osservazione.
Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Abbiamo una mozione sul sisma rinviata dalla scorsa seduta. Se i colleghi sono d’accordo, la metterei al primo punto dopo le interrogazioni e interpellanze e dopo la proposta di atto amministrativo n. 5. Questo punto ha una certa urgenza e penso di interpretare anche la sensibilità dei consiglieri colleghi di maggioranza, oltre che del mio gruppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. La scorsa seduta del Consiglio regionale si era interrotta al termine della discussione sulla mozione n. 6 relativa alle infrastrutture, in particolare ferrovie. Quindi prima di procedere ad altri punti all’ordine del giorno dobbiamo votare quella mozione che aveva visto, tra l’altro, una lunga discussione.

PRESIDENTE. Se siete d’accordo, visto che stiamo discutendo l’ordine di discussione delle mozioni, direi di non ripetere qui la discussione già avuta nella Conferenza dei presidenti di gruppo per cui, fatte le nomine, verifichiamo le modalità con le quali procedere, sapendo che esistono tre richieste. La prima di confermare come prima mozione, visto che c’è soltanto da fare le dichiarazioni di voto, la n. 6; poi la richiesta da parte del consigliere Rocchi di anticipare la mozione n. 39; quindi la richiesta da parte del consigliere Pistarelli di anticipare la mozione n. 19.

Cesare PROCACCINI. Si deve votare adesso, perché è la continuazione della discussione. Questo è l’ultimo punto che abbiamo lasciato. Non voglio polemizzare con lei Presidente, però noi abbiamo interrotto il Consiglio su una discussione, tant’è che anche le forze di opposizione hanno detto “riprendiamo questa discussione e votiamo alla prossima seduta utile”. Questo è l’abc, non possiamo adesso rimandare di tre ore, o addirittura a domani la discussione. La discussione si è svolta, si tratta di votare.

PRESIDENTE. Il consigliere Procaccini chiede di anticipare la mozione n. 6 al primo punto all’ordine del giorno, prima delle interrogazioni. Credo che sia assolutamente comprensibile da tutti i consiglieri il motivo per il quale la mozione n. 6 è stata posta al punto 4), perché era assolutamente prevedibile, visto i contenuti dell’ordine del giorno, che comunque la mozione n. 6 sarebbe stata trattata e votata in giornata. Il consigliere Procaccini chiede di anticipare le dichiarazioni di voto e il voto.

Lidio ROCCHI. Ma poi andiamo avanti con le mozioni, oppure si ritorna alle interrogazioni?

PRESIDENTE. Se non vogliamo perdere tempo rendendo del tutto inutile il lavoro della Conferenza dei presidenti di gruppo, chiederei di rispettare l’ordine del giorno, dopodiché l’aula è libera di modificare tutto quello che vuole. Possiamo anche decidere di non fare la Conferenza dei presidenti di gruppo e avviare in aula la discussione sull’ordine da seguire nei lavori, indipendentemente da quanto deciso nella Conferenza dei presidenti di gruppo.
Pongo in votazione la proposta di anticipare la discussione della mozione n. 6 al primo punto, prima delle interrogazioni.

Il Consiglio non approva



Interrogazione (Svolgimento): «Incarichi di consulenza esterna» Bugaro (84)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 84 del consigliere Bugaro. Per la Giunta risponde l’assessore Giaccaglia.

Cesare PROCACCINI. Presidente, chiedo la ripetizione della votazione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Giaccaglia per rispondere alla interrogazione n. 84.

Gianni GIACCAGLIA. La richiesta formulata dal consigliere Bugaro riguarda una questione, che è stata oggetto di puntuali approfondimenti anche nella precedente legislatura.
Per rispondere alla richiesta si è proceduto all'aggiornamento delle rilevazioni già effettuate pervenendo alla definizione del quadro degli incarichi conferiti negli anni 2004-2005 nonché degli impegni e delle erogazioni effettuati negli anni 2004 e 2005 riguardanti gli incarichi conferiti negli anni precedenti. In questo modo si dispone di un aggiornamento che risponde alle esigenze poste nell'interrogazione e che si concretizza negli elenchi allegati, elaborati con riferimento alle strutture esistenti prima della recente riorganizzazione. La rilevazione ha interessato 85 strutture comprese nel gabinetto del Presidente della Giunta regionale e nei cinque dipartimenti. Le strutture che hanno risposto alla rilevazione sono complessivamente 79, delle quali 39 hanno dichiarato l'insussistenza del fenomeno.
La rilevazione ha consentito di precisare, in corrispondenza di ciascun incarico riguardante un singolo soggetto o di ciascun gruppo di incarichi conferiti a più soggetti per la stessa finalità, la struttura interessata, il tipo di collaborazione attivata, la data di conferimento dell'incarico e la sua durata, il soggetto o i soggetti incaricati, il costo complessivo, i capitoli di spesa interessati distinti con riferimento alla provenienza delle risorse, gli impegni assunti e le erogazioni effettuate nel 2004 e nel primo semestre dell’anno 2005.
Nel periodo preso in considerazione sono stati rilevati complessivamente 344 incarichi o gruppi di incarichi per la durata indicata in corrispondenza di ciascuno e per lo svolgimento dei compiti sinteticamente richiamati nell'oggetto dell'incarico.
Occorre precisare che, secondo gli indirizzi della Corte dei conti (delibera 15 febbraio 2005 - sezioni riunite in sede di controllo), gli incarichi di collaborazione coordinata e continuativa non rientrano tra le “consulenze esterne" per le quali si devono intendere gli incarichi di prestazione d'opera intellettuale (consulenza, studio e ricerca). L'elenco delle collaborazioni coordinate e continuative viene tuttavia fornito per consentire di disporre di un quadro il più esaustivo possibile delle prestazioni fornite da parte di soggetti esterni.
Nell'ambito della rilevazione sono inoltre compresi: gli incarichi conferiti dal Presidente della Giunta regionale, ai sensi dell'art. 10 della legge regionale 20/01, con decreto presidenziale rinnovato anno per anno, attinenti lo svolgimento delle funzioni della Presidenza.
Gli incarichi conferiti per la costituzione dei seguenti Comitati previsti da leggi nazionali e regionali: Comitato tecnico consultivo per la legislazione; Nucleo Valutazione e Verifica degli in vestimenti pubblici; Comitato tecnico-scientifico per il SISTAR; Comitato tecnico-scientifico della programmazione; Comitato tecnico scientifico per le politiche integrate di sicurezza.
La costituzione dei suddetti comitati, prevista dalle norme vigenti, non si configura evidentemente come una vera e propria consulenza. Risponde d'altra parte ad un'esigenza derivante dall'attuazione delle stesse leggi e dei programmi regionali. In alcuni casi può contare sulla disponibilità di specifiche risorse finanziarie nazionali esplicitamente finalizzate a tali adempimenti.
Per quanto riguarda altri incarichi, non può essere dimenticata l'esigenza di rispondere a precisi obblighi di legge (come ad esempio nel caso degli incarichi disposti annualmente per l'attuazione degli adempimenti in carico al Datore di Lavoro, secondo le disposizioni della legge 626/94 riguardante la sicurezza nei luoghi di lavoro).
Sulla base di queste preliminari considerazioni si osserva come risulti fortemente contenuto, nel numero degli incarichi e negli importi dei compensi corrispondenti, il quadro delle consulenze disposte dalla nuova Giunta regionale in una fase che registra l'introduzione di significative innovazioni organizzative. Per evidenziare ancor meglio tale situazione si rende disponibile un'elaborazione riferita ai soli incarichi conferiti nel primo semestre dell'anno 2005, dei quali solo una ridottissima quota è in relazione a corrispondenti decisioni assunte dalla nuova Giunta regionale presieduta dal Presidente Spacca. Insieme a tale elaborazione viene fornito anche un breve commento dei dati riferiti ai singoli dipartimenti. Come si può constatare, il ricorso all'apporto consulenziale esterno risulta contenuto e comunque motivato da specifiche esigenze, escludendo comunque qualsiasi spreco di risorse. E' necessario invece affermare che proprio in questo modo è stato possibile garantire l'accesso all'utilizzazione di risorse a livello europeo e nazionale, a tutto vantaggio del sistema regionale nel suo complesso.
In conclusione, si ritiene di aver dettagliatamente illustrato il quadro degli affidamenti esterni disposti dalla Giunta regionale, nella piena trasparenza delle decisioni e nel rispetto delle procedure di legge, comprendendo in tale quadro le prestazioni non propriamente classificabili come vere e proprie consulenze ma piuttosto riferibili al catasto delle prestazioni svolte da personale esterno alla Regione, alle quali si è fatto ricorso con l'obiettivo di non allargare il numero dei dipendenti e di non irrigidire la struttura burocratica.
Si conferma la politica rivolta al contenimento delle spese per la remunerazione di tali affidamenti nell'ambito della strategia rivolta alla gestione sostenibile ed efficiente del vincolo finanziario. A tale proposito si ricordano le misure già adottate dalla Giunta per il contenimento e per il controllo delle spese di funzionamento (DGR 690 del 6 giugno 2005 e DGR 1079 del 19 settembre 2005). Ai fini del controllo e della riduzione delle spese di funzionamento si è infatti stabilito, unitamente ad altre misure, che le istruttorie relative agli incarichi di studio, consulenza o ricerca siano effettuate in modo centralizzato dal servizio organizzazione. Sono stati altresì stabiliti parametri di valutazione tendenti alla riduzione del fenomeno e all'utilizzo, ove possibile, di risorse interne. Anche se il breve periodo di attuazione di tali misure non consente di trarre conclusioni sull'efficacia delle stesse, è possibile evidenziare i miglioramenti introdotti. Con la stessa DGR 1079 del 19/09/2005 si è inoltre dato incarico al servizio organizzazione di creare e gestire una banca dati degli incarichi che verranno conferiti nel corso dell'VIII legislatura. Tale decisione faciliterà sensibilmente il monitoraggio della situazione. In aggiunta a tale indagine si ritiene utile istituire una banca dati sulle "competenze" dei dipendenti regionali, implementando la base dati già esistente. Tale banca dati potrà essere utilizzata anche per finalità ben più ampie, quali piani di aggiornamento e di riqualificazione, migliore allocazione delle risorse umane tra le diverse strutture ecc. Nell'ambito delle relazioni sindacali si intende infatti valorizzare una politica di medio periodo volta all'internalizzazione delle attività e all'utilizzo di personale interno per attività progettuali quantificabili come straordinarie ed ulteriori rispetto a quelle ordinarie, sostenute da forme di incentivazione per il personale effettivamente coinvolto nella realizzazione di tali progetti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Giacomo BUGARO. Non solo non mi ritengo soddisfatto della risposta, anche se do atto all’assessore di essere stato molto prolisso nell’esposizione, anche se manca un dato fondamentale, ma mi ritengo molto preoccupato dalla risposta. Oltre il 20% del personale, escluso quello della sanità, che ruota intorno alla Giunta e al Consiglio regionale è personale incaricato esterno, senza contare i “Co.Co.Co.”. Si tratta di 344 incarichi di cui non è stata definita nemmeno la cifra totale, un numero abnorme che noi contestiamo e rigettiamo nel metodo, perché questa è una scelta politica.
Va bene che ci sono delle imposizioni che derivano dall’aspetto legislativo, dalle leggi che impongono alla Giunta regionale di comporre delle Commissioni e quindi ricorrere spesso a incarichi esterni, ma noi riteniamo che questa sia una politica propria della Giunta, sia quella uscente, ma dai primi atti anche di quella insediata, e riteniamo che oltre il 20% calcolato sulla pianta organica regionale, di incarichi esterni, esclusi i “Co.Co.Co.”, sia un dato enorme. Gradirei conoscere anche la somma totale del costo di questi incarichi, perché riteniamo, in un momento in cui bisognerebbe fare finanza attenta, che la cifra che scaturisce sia oltre il livello di moralità nei confronti dei cittadini marchigiani.




Interrogazione (Svolgimento): «Servizio Rai-Marche su Falconara Marittima — Raffineria Api» Procaccini e Bucciarelli (119)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 119 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli. Per la Giunta risponde l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Le questioni poste con l'interrogazione toccano un tema molto delicato: le modalità di realizzazione di un servizio giornalistico televisivo. Tali scelte rientrano nella piena autonomia professionale del redattore (in questo caso dello stesso capo redattore di Rai Marche) che ha curato il servizio sulla raffineria Api di Falconara andato in onda sabato 13 agosto 2005 nell'edizione del TG3.
Ovviamente l'opinione pubblica (cittadini, gruppi sociali, associazioni, enti locali o le persone più direttamente coinvolte) può esprimere dissensi o valutazioni di varia natura sulla correttezza, l'oggettività delle notizie e sul servizio nel suo complesso.
Sulle critiche contenute nell'interrogazione la Giunta regionale ritiene di non esprimere alcuna valutazione politica, sia perché non ha competenze in questo delicatissimo problema sia perché ha sempre rispettato l'autonomia giornalistica di qualsiasi libera espressione mediatica, pubblica o privata che sia.
Le competenze in materia di comunicazione (potestà legislativa concorrente) derivanti dal nuovo Titolo V della parte seconda della Costituzione riguardano solo e soltanto i problemi di assetto dell’eminenza locale. Tale previsione esclude qualsiasi possibilità di interferire con l'autonomia delle redazioni giornalistiche.
Le critiche mosse all'indirizzo di Rai Marche potrebbero più opportunamente essere approfondite e discusse in seno al Corecom, organismo regionale per le garanzie nelle comunicazioni. Tale Comitato, pur non avendo una specifica funzione di vigilanza sui programmi e sui servizi televisivi è, per prassi ormai consolidata, un luogo di dialogo all'interno del quale sono stati avviati confronti proficui anche sui contenuti della comunicazione locale e regionale, confronti sempre rispettosi dei ruoli delle redazioni giornalistiche.
La Presidenza del Consiglio potrebbe quindi inviare l'interrogazione al Corecom, con la finalità di promuovere un dialogo tra il comitato regionale e la redazione del Tg3 delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Cesare PROCACCINI. E’ ovvio che non si tratta di esprimere una censura rispetto alla libera espressione degli organi di informazione, tuttavia parliamo del servizio pubblico, finanziato con il canone di tutti i cittadini, quindi il Consiglio regionale delle Marche da questo punto di vista deve dire come la pensa e non esprimere una neutralità del tutto fuori luogo. Non è che si vuol interferire con il lavoro della redazione, ma la cosa gravissima è stata che nel servizio fatto dentro la raffineria Api non si è menzionato, quando si parlava della sicurezza, il fatto che nell’arco di tre anni ci sono stati tre lavoratori morti in quello stabilimento. Da questo punto di vista richiamarsi alle questioni della correttezza tra istituzioni e al “correttamente politico” è del tutto sbagliato, perché non coglie il problema di una informazione che non sia parziale e che guardi i fatti, perché oggi avviene attraverso il meccanismo delle proprietà e domani anche della privatizzazione dell’informazione pubblica, per cui accade quello che si vede, non quello che succede. Ecco allora che noi abbiamo già inviato al Corecom l’interrogazione, abbiamo già proposto anche la modifica della legge che istituisce il Corecom stesso, proprio perché questo problema riguarda non solo la televisione pubblica ma anche la carta stampata.
E’ per questo, assessore, che non mi ritengo soddisfatto della sua risposta.



Interrogazione (Svolgimento): «118 per i servizi sociali e ufficio per l’Europa: aumento della confusione nelle competenze degli enti locali» Massi (115)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 115 del consigliere Massi. Per la Giunta risponde l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Il primo punto dell’interrogazione è dal nostro punto di vista vago, perché non si evidenziano quali eventuali attività di tale ufficio potrebbero risultare in collisione con quelle proprie della Regione.
In secondo luogo, tutte le iniziative che si propongono di avvicinare i cittadini all'Europa, in termini di informazioni e diffusione delle iniziative co-sostenute dalla Ue, sono ben viste e addirittura fortemente sollecitate dalla Commissione.
Quanto al merito del punto 1) dell'interrogazione si può comunque osservare che: la Regione determina finalità e criteri di utilizzo delle risorse comunitarie dei Fondi strutturali attraverso singoli documenti unici di programmazione o piani operativi, articolati in misure ed azioni; i singoli soggetti interessati, pubblici (Comuni compresi) e privati, in base alle ulteriori disposizioni emanate con i bandi attuativi dei diversi interventi, presentano le richieste di cofinanziamento corredate dei rispettivi progetti e di ogni altra documentazione necessaria; qualsiasi ulteriore fonte di informazione che, sul territorio, estenda l'ambito delle informazioni a ciò pertinenti è da ritenersi utile per la valorizzazione del ruolo dell'Unione europea e del raccordo programmatico tra questa e le singole Regioni europee.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Caro assessore Petrini, io capisco il ruolo che lei deve svolgere e la ringrazio tantissimo per l’impegno, perché un assessore designato alle attività produttive, all’industria viene smistato all’assessorato all’agricoltura e lei, veramente, sta facendo moltissimo. Debbo dire grazie per l’impegno che mette e glielo dico soprattutto da cittadino marchigiano, oltre che da rappresentante delle istituzioni, però lo sforzo che lei ha fatto questa mattina nel leggere la risposta all’interrogazione è veramente encomiabile...

PRESIDENTE. Consigliere Massi, sono a conoscenza ora che gli assessori si erano divisi la risposta.
Ha quindi la parola l’assessore Amagliani, per rispondere su quanto di sua competenza.

Marco AMAGLIANI. Con riferimento all’oggetto, dalle informazioni assunte presso la Provincia di Macerata si fa presente quanto segue.
Il progetto “118 sociale" si propone di promuovere azioni a favore delle persone anziane residenti nella provincia, al fine di migliorare la qualità della loro vita, di favorire il più possibile la loro permanenza nella propria abitazione e di garantire opportune informazioni sulle possibilità di socializzazione e valorizzazione delle loro esperienze.
Per quanto concerne il ruolo che la Provincia svolge all'interno del citato progetto, si evidenzia che la stessa non svolge competenze spettanti ai Comuni, bensì un ruolo di coordinamento, di promozione e di collaborazione per la realizzazione dell'intervento. Il riferimento normativo che permette lo svolgimento di tale ruolo si rinviene nell’art. 19 del testo unico degli enti locali, che riconosce, tra le funzioni provinciali, quella di collaborare con i Comuni, sulla base di programmi predisposti, per la promozione ed il coordinamento di attività e per la realizzazione di opere di rilevante interesse provinciale in diverse materie tra cui i servizi sociali.
Quindi, si ribadisce come la funzione della Provincia viene circoscritta alle forme di collaborazione, promozione e coordinamento di attività ed opere di rilevante interesse provinciale nel settore sociale, comunque di supporto alle azioni che in via prioritaria spettano ai comuni, singoli e associati negli ambiti territoriali sociali.
Occorre rammentare che. la stessa Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", all'art. 7 riconosce alle Province un ruolo essenzialmente di Concorso nella programmazione del sistema integrato dei servizi sociali, con preminente funzione di raccolta delle conoscenze e dei dati sui bisogni e sulle risorse presenti in un territorio, di analisi dell'offerta assistenziale e di promozione delle iniziative di formazione;
Di conseguenza il piano sociale regionale assegna alle Province le suddette funzioni.
Pertanto, si può concludere, ad avviso dello scrivente, che l'attività svolta dalla Provincia nell'ambito del "118 per i servizi sociali" non comporti la sostituzione o l'espropriazione di competenze spettanti per legge ai Comuni, bensì un'azione mirata alla tutela della persona di età superiore ai 64 anni, attraverso 5 sub- progetti: Promozione del recupero della memoria e dei ricordi; Non più soli; Un nome e una voce amica; Attivazione delle reti di solidarietà ed assistenza; Pronto intervento sociale. Quest'ultimo rappresenta uno dei progetti che si intendono realizzare sul territorio provinciale ed è tuttora in fase sperimentale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Riprendo dal ringraziamento a Petrini che ho fatto con ironia ma con affetto, come sempre, perché l’intervento dell’assessore Amagliani mi conferma lo stato d’animo con cui gli assessori della Giunta regionale debbono ormai affrontare l’assalto dei quattro “governatori provinciali” che intendono sostituirsi a voi. Io sollevo formalmente, in quest’aula, il problema di questo assalto, cari amici e compagni. Se non fermate la ruota per capire chi deve fare che cosa non ci si capisce più niente. Le Province vogliono sostituirsi ai Comuni e a voi e l’emblema di quello che sta avvenendo è in questa interrogazione che mi sono permesso di presentare, richiamando l’attenzione sui progetti dell’Ue e per i servizi sociali.
Voi avete elegantemente risposto, per “ragion di Regione e di coalizione”, in modo tale che la vostra coalizione, i vostri partiti vi debbano ringraziare per l’abnegazione e il sacrificio che affrontate, ma voi avete risposto che la Provincia fa un’azione di promozione informativa. Non è vero niente. Ad Amagliani — vorrei sottolineare l’impegno dell’assessore Secchiaroli — vorrei ricordare che i 24 ambiti che avete fatto, se ritenete che funzionino non possono avere esaurito la loro funzione e quello che vuol fare Silenzi a Macerata è un esproprio delle funzioni degli ambiti e dei Comuni. Vi dico anche, se serve per aiutarvi a governare, che io non sono pregiudizialmente contrario a che la Provincia si prenda i servizi sociali e spero di non dire una bestemmia, però inseriamo subito tutti gli ambiti e con i Comuni riprogrammiamo tutto, Regione, Province e Comuni riprogrammino le funzioni e le competenze. Responsabili di ambito ben pagati, 24, che in questo momento, a mio giudizio — se devo dare un giudizio da cittadino — in gran parte svolgono bene le funzioni. Sono troppi, sono troppo pagati? Si può vedere tutto, però hanno avviato un funzionamento apprezzabile e lo dico dall’opposizione. Adesso le Province cosa vogliono fare, creare ulteriore confusione?
Voi elegantemente dite “vogliono fare azione informativa”. Va bene, ma non è quello. Andatevi a leggere gli incarichi che la presidenza della Provincia di Macerata ha dato a consulenti, adesso anche sul turismo, perché la provincia di Macerata studia il turismo sul territorio, studia tutto, stampa tutto, programma tutto. Se a voi va bene questo...

Sara GIANNINI. Fa bene...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Allora era meglio che ci fossimo candidati in Provincia a portare le istanze della Regione sul territorio.
Vi chiedo di chiarirvi prima al vostro interno, perché si sta creando una confusione enorme. Lo dico agli amici del centro-sinistra: anche i vostri sindaci sono i primi ad essere preoccupati di questo assalto.
Spendere soldi per gli incarichi e le consulenze e studiare cosa la Provincia può fare sui servizi sociali e sul turismo è cosa che non sta scritta da nessuna parte e io lo considero uno spreco. Poi andiamo a protestare contro il Governo, ci vengo pure io, a livello nazionale, ma prima vediamo come si sprecano i soldi qui, nel conflitto di competenze continuo che c’è.
Dico all’assessore Petrini: la Provincia fa lo sportello informativo? Benissimo, allora non c’è bisogno di dare nessun altro incarico, il Sinp della Provincia c’è, c’è il sistema informatico multimediale, ognuno accede, informa, benissimo. Ma lì hanno dato incarichi per costruire progetti, espropriando in parte i Comuni, e voglio sottolineare che nella Conferenza delle autonomie non si è mai parlato di questi argomenti, Conferenza delle autonomie che quella Provincia sta svuotando completamente e questo lo voglio dire agli amici e compagni della precedente legislatura: avevo presentato una proposta di legge per modificare la legge 46 sulla programmazione e per dire che quando si riunisce la Conferenza delle autonomie nelle nostre Province sarebbe il caso, dato che parlano di programmi che poi sottopongono alla Regione, che noi consiglieri regionali, ognuno per il suo collegio provinciale, fossimo convocati, almeno come osservatori. Non so per quale motivo, forse per il solito gioco che se una cosa è proposta dalla minoranza bisogna bocciarla, anche se nei corridoi tutti voi eravate d’accordo, non è passata. I consiglieri regionali debbono partecipare alla programmazione che fanno le Province. Ci vogliamo collegare o no? Poi debbo dire, io che sono sempre molto critico nei confronti di Silenzi, che Silenzi stesso ha rimediato, a livello di gentlemen agreement, a questo fatto e adesso invita noi consiglieri regionali a partecipare, ma a titolo grazioso, non a titolo di partecipazione giuridica, anche se non chiediamo il voto.
Nella Conferenza delle autonomie, in nessuna seduta si è parlato di questi due problemi. Calmo i toni per dire che nell’ambito della riforma complessiva che volete fare degli enti, ponetevi il problema fondamentale del chi fa che cosa fra Regione, Province e Comuni. Io parlo della mia Provincia che mi è più vicina, ma mi pare che anche i presidenti Ucchielli, Rossi e Giancarli non scherzano: mettiamoci a tavolino per capire le competenze di ognuno, altrimenti non ci si capisce più niente e il primo a non capirci più niente è il cittadino.




Interrogazioni (Rinvio):
«Servizio Potes di Offida» Viventi (127)
«Rischio smantellamento Potes di Offida» Castelli (129)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 127 del consigliere Viventi e n. 129 del consigliere Castelli. Le interrogazioni vengono rinviate perché i consiglieri Viventi e Castelli hanno chiesto congedo.



Interrogazione (Svolgimento): «Stato della progettazione e della realizzazione della nuova banchina di allestimento navi e del nuovo edificio mensa-spogliatoi all’interno dell’area portuale in concessione alla Fincantieri» Brandoni (125)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 125 del consigliere Brandoni. Risponde l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Relativamente a questa interrogazione, la richiesta è stata avanzata da tempo dagli enti locali, dalla Regione, dal Comune e dalla Provincia, perché lo spostamento di questa banchina comporta anche una certa stabilità per quanto riguarda l’attività lavorativa del cantiere navale e perché lo stesso spostamento provoca anche un aumento di produttività che è stato stimato in circa l’8%, dando una garanzia anche per quanto riguarda l’acquisizione delle commesse future.
Naturalmente la realizzazione dell’opera è tutta a carico dell’autorità portuale. La stessa ha più volte sollecitato a realizzare questo tipo di intervento che è stato anche definito con un protocollo d’intesa tra Comune di Ancona e autorità portuale medesima. Il progetto è stato inserito nel Pot 2001-2005, nel piano triennale 2002-2004 e nell’ultimo presentato nel comitato portuale, 2004-2006.
Il progetto definitivo è stato presentato nel settembre 2005 ed è stato anche approvato dal Ministero. Quindi la gara d’appalto dovrebbe andare in esecuzione a fine anno-primi dell’anno prossimo e i lavori dovrebbero iniziare, sempre su comunicazioni date dal comitato portuale, nel primo trimestre del 2006. Tutto questo alla luce dei finanziamenti che erano disponibili precedentemente, perché questo intervento costa 7.500 milioni di euro e dovrà essere ulteriormente verificato anche rispetto ai tagli che la finanziaria ha imposto — spese non superiori al 2% — e tenendo conto anche del periodo di commissariamento del porto le possibilità di spesa sono molto più basse rispetto agli altri, quindi anche tutti gli interventi previsti potrebbero subire slittamenti, ritardi o rimodulazione per quanto riguarda la realizzazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Era ed è viva la preoccupazione, soprattutto da parte dei lavoratori della Fincantieri, per la realizzazione di quest’opera, quindi ho sentito come un dovere riportare anche in questo Consiglio l’interrogazione. Ad oggi — questo è il succo della sua risposta — l’impegno degli enti locali è stato assiduo e costante, c’è però un’incertezza grave: l’incertezza di una finanziaria che proprio questa mattina vediamo addirittura incostituzionale negli atteggiamenti e nelle scelte.
Penso che oltre a questa esposizione sarà necessario un impegno, un atteggiamento di costante attenzione soprattutto su un’attività complessa e complessiva, come quella del porto, che molte volte è oggetto di attenzioni faraoniche dal punto di vista delle proposte progettuali e poco, invece, in alcuni casi, di iniziative più piccole ma più efficaci. Questa è tuttavia un’iniziativa importante, quindi dichiarandomi soddisfatto dell’attenzione dell’assessore chiedo che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi questo intervento sia seguito con solerzia e caparbietà.



Interrogazione (Svolgimento): «Partecipazione degli utenti al costo dei servizi socio-assistenziali» Binci e Altomeni (145)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 145 dei consiglieri Binci e Altomeni. Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione all'interrogazione presentata dai Consiglieri Binci e Altomeni di cui all'oggetto si precisa quanto segue.
Le considerazioni espresse in premessa dall'interrogazione rispecchiano la situazione normativa di riferimento. Per quanto attiene l'azione della Regione in riferimento all'applicazione della norma a livello locale, pur rimanendo fermo quanto premesso dagli interroganti, vanno fatte una pluralità di considerazioni che sono alla base dell'agire dell'amministrazione.
Il decreto legislativo 109/98 anche dopo le modifiche apportate dal Decreto legislativo 130/2000 rimane immutato per quanto riguarda la competenza della sua applicazione che viene fatta risalire all'ente erogatore del servizio.
La Regione, in riferimento a quanto previsto dall'articolo 8, comma 3, lettera I, della legge n.328 del 8/11/2000, fin dal 2000 aveva istituito un gruppo di lavoro per la definizione dei criteri per la determinazione del concorso da parte degli utenti al costo delle prestazioni, sulla base dei criteri generali indicati dal Piano nazionale.
Rimane comunque fermo il principio che le persone e le famiglie possono essere chiamate a concorrere al costo dei servizi universali in base alla loro condizione economica, per salvaguardare il criterio dell'equità.
Va sottolineato, inoltre, che il previsto decreto del presidente del Consiglio dei ministri, non è stato ancora emanato, lasciando nel vagò l'applicazione complessiva della compartecipazione alle prestazioni sociali dei soggetti indicati nella presente interrogazione.
Il servizio politiche sociali, su richiesta dei Comuni, ha più volte espresso il proprio parere circa l'applicazione del D. L.vo 130/2000, ribadendo che il calcolo del reddito vada effettuato in modo individuale, e non del nucleo familiare, per i soggetti portatori di. disabilità e per gli ultra sessantacinquenni.
Inoltre, anche per quanto riguarda la compartecipazione dei familiari, si è precisato che, in base all'articolo 433 del codice civile, questa deve essere chiesta solo dall'interessato e non direttamente dall’ente erogante il servizio.
Peraltro va ricordato che ai sensi della L.R. 43/88, articolo 6, al soggetto istituzionalizzato deve comunque essere garantita la disponibilità personale di una somma pari al 60 % di una pensione sociale, e comunque non meno di lire 250.000 (anno 1988).
Ogni comportamento diverso da parte degli enti erogatori del servizio si configura come comportamento in contrasto con le norme vigenti.
Sul problema della compartecipazione alla spesa per prestazioni a richiesta individuale, presso il servizio politiche sociali, in accordo con i sindacati Cgil, Cisl e Uil, si stanno predisponendo i criteri per l'applicazione omogenea a livello regionale delle indicazioni espresse dalla L.328/00
Si sottolinea, tuttavia, che la mancata emanazione da parte dello stato della individuazione dei livelli essenziali di assistenza sociale (Liveas) validi a livello nazionale e sostenuti da adeguata copertura finanziaria, non facilita la emanazione di indirizzi omogenei a livello territoriale.
Non va sottaciuto inoltre che nella fase attuale, il Governo non solo non ha incrementato il fondo sociale per l'attuazione dei livelli essenziali di assistenza sociale, ma anzi ha tagliato del 50% (per la nostra Regione si tratta di 13.000.000,00 di euro su 26.000.000,00), il fondo per le politiche sociali già inadeguato per rispondere efficacemente alle necessità esistenti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Mi ritengo soddisfatto della risposta, nel senso che mi sembra di avere colto che la Regione Marche in qualche modo accoglie il principio che il reddito su cui deve essere commisurato il contributo sia quello dell’utente e che eventualmente la richiesta a una compartecipazione avvenga da parte dell’utente stesso e non dalle pubbliche amministrazioni. Sono anche soddisfatto che vengano stabiliti criteri omogenei per l’applicazione del concorso degli utenti alla ripartizione della spesa. Questo perché risulta che permane la prassi, da parte degli enti locali, di richiedere contributi ai parenti ricoverati, dietro minaccia di esclusione dal servizio o di recupero forzoso. Sono invece contento che l’assessore abbia stabilito che questo non è possibile e quindi non può intendersi nel senso che si permetta ai Comuni, singoli o associati, di pretendere contributi economici da parenti non conviventi o dai congiunti, anche se conviventi, di ultrasessantacinquenni non autosufficienti o di soggetti con handicap grave.
Sono quindi soddisfatto della risposta e comunque è importante anche un discorso di informazione, perché di fatto queste pressioni da parte degli enti e di molti istituti viene fatta sugli utenti.





Interrogazione (Svolgimento): «Accordo con le organizzazioni sindacali sulle residenze sociali e dotazione degli atti relativi alla riqualificazione delle residenze socio-sanitarie per anziani non autosufficienti» Capponi (142)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 142 del consigliere Capponi. Risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione all'interrogazione presentata dal Consigliere Capponi di cui all'oggetto si precisa quanto segue.
Con l'approvazione del decreto a firma congiunta dei dirigenti del servizio politiche sociali ed integrazione socio-sanitaria e del dirigente del servizio assistenza territoriale ed integrazione socio-sanitaria (n. 501 del 2.11.2005) si è provveduto ad assegnare e impegnare ai direttori di zona la spesa complessiva di euro 1.233.143,72 pari a 2/12 della somma complessiva già preventivata per l'anno 2005 per la riqualificazione dei posti letto nelle residenze protette nelle zone territoriali per i mesi di novembre e dicembre 2005.
In questo modo si è avviato, nel corso dell'anno 2005, e nelle modalità di confronto e concertazione previste dall'allegato D della DGR 323/05, il processo di riqualificazione dei posti letto.
Il percorso è frutto di un lavoro precedente che ha visto le seguenti tappe.
1) Approvazione della DGR n. 323105 del 2 marzo 2005 con la quale si è provveduto alla:
a) definizione dei criteri tariffari relativi alla compartecipazione alberghiera e ai criteri di esenzione dalla compartecipazione alberghiera in RSA e alla componente sanitaria e alberghiera delle RP;
b) schema di convenzione da sottoscrivere con gli enti gestori;
c) percorso di concertazione per la suddivisione dei posti letto a livello di zona.
2) Con successivo decreto a firma congiunta n. 289 del 21 luglio 2005 si è proceduto, in attuazione alle indicazioni della succitata DGR, all’approvazione della ripartizione dei posti letto in RSA e residenza protetta con la relativa allocazione delle risorse aggiuntive per area vasta. In quella sede si è provveduto a:
a) modificare parzialmente la tabella già riportata sul Piano Sanitario Regionale ed in particolare:
a) per il comparto delle .RSA aggiornando la ripartizione sulla base della popolazione residente all'1.01.2003 e in riferimento alle aree vaste;
b) per il comparto delle residenze protette utilizzando per la ripartizione, oltre le variabili riportate al punto precedente, anche i dati relativi ai posti letto già in essere presso le case di riposo nonché gli ospiti non autosufficienti. La ripartizione per area vasta è stata data come vincolante in sede di concertazione dei posti letto da parte dei soggetti istituzionali e degli attori sociali nelle varie zone territoriali e ambiti sociali/distretti sanitari;
c) a fronte delle modifiche ritenute opportune è stato ridefinito il quadro di riferimento della ripartizione dei posti letto:
b) definire i criteri complessivi di riparto delle risorse finanziarie aggiuntive di 10 milioni di euro prevedendo una alta intensità assistenziale (ex Nar e assimilabili) rivolta a quelle strutture che già offrono un livello di assistenza rapportato a 100 min. (120 per demenze) di cui è riportato l'elenco; media intensità assistenziale finalizzata al raggiungimento dei 50 min. di assistenza (infermieristica e OSS) con l'indicazione di posti complessi per area vasta da individuare attraverso un lavoro di concertazione territoriale; intensità assistenziale minima rivolta a quelle case di riposo che ospitano ancora, in fase di transizione, soggetti non autosufficienti. Si tratta di interventi finanziari aggiuntivi tali da garantire un minimo di assistenza sanitaria pari a 12 min. o accessi ADI comunque valutati dalle UVD; un incremento di posti letto in RSA.
3) Sulla base di questi due importanti atti è stato avviato un ulteriore confronto con i livelli territoriali da parte dell'Asur esplicitamente incaricata a "volgere funzioni di raccordo tra i direttori di zona di ogni area vasta per garantire il rispetto del vincolo complessivo previsto per area vasta e per annualità 2005 (DGR 323/05 allegato D);
4) A conclusione del percorso l'Asur ha fatto pervenire una nota riassuntiva del confronto con i direttori di zona definendo nel dettaglio i posti letto disponibili per ogni singola zona sulla base del calcolo regionale aggiornato alla situazione reale nell’ambito delle disponibilità calcolate dalla Regione per area vasta, quindi la nuova ripartizione Rsa è: 304 posti a Pesaro e Urbino, 421 ad Ancona, 269 a Macerata, 326 ad Ascoli Piceno, per un totale di 1.320 posti. Per ciò che riguarda le residenze protette, 574 a Pesaro e Urbino, 897 ad Ancona, 526 a Macerata, 503 ad Ascoli Piceno, per un totale di 2.500 posti.
5) Sulle indicazioni emerse dal confronto territoriale è stato adottato un ultimo atto-Decreto a firma congiunta n. 501 del 2.11.2005 relativo all'impegno di spesa per la riqualificazione dell'assistenza socio-sanitaria nelle residenze protette per anziani con il quale è stata assegnata e impegnata la spesa complessiva di euro 1.233.143,72 pari a 2/12 della somma complessiva già preventivata per l'anno 2005 per la riqualificazione dei soli posti letto nelle Residenze protette nelle Zone territoriali per i mesi di Novembre-Dicembre 2005 indicando l'articolazione dell'impegno per singola zona territoriale rinviando l'incremento previsto dei posti letto in RSA all'anno successivo perché, dalle informazioni pervenute dai direttori di Zona, non sono risultati prossimi all'avvio.
6) La somma è risultata così suddivisa:
a) zona territoriale n. 1 Pesaro - euro 87.940,50;
b) zona territoriale n. 2 Urbino - euro 138.918,17;
c) zona territoriale n. 3 Fano - euro 135.158,83;
d) zona territoriale n. 4 Senigallia - euro 122.487,33;
e) zona territoriale n. 5 lesi - euro 80.118,67;
f) zona territoriale n. 6 Fabriano - euro 64.284,17;
g) zona territoriale n. 7 Ancona - euro 12.472,40;
h) zona territoriale n. 8 Civitanova - euro 137.091,50;
i) zona territoriale n. 9 Macerata - euro 130.686,00;
j) zona territoriale n. 10 Camerino - euro 52.922,59;
k) zona territoriale n. lì Fermo l'importo di euro 64.583,40
1) zona territoriale n. 12S. Benedetto - euro 94.374,83;
m) zona territoriale n. 13 Ascoli Piceno - euro 112.105,33.
7) Con nota del direttore del dipartimento del 2 novembre 2005 il sopraccitato decreto è stato inviato ai presidente dei comitati dei sindaci, al direttore generale dell'Asur, ai coordinatori degli ambiti territoriali, al responsabile dei servizi di integrazione sociosanitaria, ai direttori delle zone territoriali con le seguenti indicazioni operative:
a) "Al fine quindi di procedere celermente all'attuazione delle indicazioni riportate negli atti e di monitorare il complesso percorso di attuazione delle stesse si comunica quanto segue. Entro il 15 novembre prossimo ogni direttore di zona deve far pervenire al direttore generale dell'Asur (che provvederà ad informare i servizi salute e politiche sociali della Regione) un prospetto con: il riepilogo della ripartizione del totale dei posti letto assegnati alla zona dal decreto n. 501 del 2.11.2005 per le strutture residenziali del territorio zonale interessate al processo di riqualificazione; le modalità individuate per attuare l'incremento della assistenza residenziale negli ultimi due mesi del 2005; per gli interventi di riqualificazione che prevedono l'integrazione della convenzione con strutture residenziali già convenzionate, ogni zona provvederà alla stipula di un atto integrativo in cui si preveda la specifica rendicontazione delle spese sostenute in relazione ai contributi aggiuntivi di cui al decreto n. 501 del 2.11.2005, secondo lo "Schema di budget/consuntivo" dell'allegato C della D.G.R.M. n. 323/05.; ogni direttore di zona, per i rinnovi di convenzione con le strutture residenziali con posti letto destinati a favore degli anziani non autosufficienti, dovrà utilizzare d'ora in poi lo "Schema di convenzione da sottoscrivere con gli enti gestori" di cui all'allegato C della D.G.R.M. n. 323/05; ogni direttore di zona che ancora non li avesse adottati è impegnato ad applicare, dal l° gennaio 2006, i criteri tariffari relativi alla compartecipazione alberghiera e ai criteri di esenzione dalla compartecipazione alberghiera in RSA e alla componente sanitaria e alberghiera delle RP di cui all'allegato B della D.G.R.M. n.323/05....".
8) Alla luce del percorso seguito quindi si fa presente che: l'utilizzo del finanziamento previsto per la riqualificazione dei posti letto in RP avverrà già a partire dall'anno 2005; le modalità di riparto e il percorso di concertazione permetteranno di monitorare il percorso attuativo della spesa e di verificare l'efficacia dell'utilizzo dei fondi pubblici nel dettaglio; l'avvio del percorso impegnerà la Regione nel garantirne la prosecuzione nell'anno
2006.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Di questa risposta noi avevamo avuto conoscenza a seguito dell’approvazione del decreto 501 del 2 novembre, che crediamo onorevolmente di avere stimolato, in quanto, in pratica, la Giunta si era scordata degli impegni che aveva preso sia con gli enti locali sia con le organizzazioni sindacali.
Questo programma di riqualificazione e sostegno alla non autosufficienza, soprattutto delle strutture che oggi sono caricate sulle spalle dei nostri enti locali, Comuni, Ircer, Ipab, era previsto da un protocollo che la Giunta aveva sbandierato già dalla fine del 2004. Abbiamo fatto conferenze stampa, convegni, promettendo agli enti locali che nel 2005 avremmo avuto a disposizione 10 milioni di euro, non risolutivi del problema ma certamente importanti per alleviare e riqualificare tutte le strutture.
Quindi ritengo che con questa interrogazione abbiamo smosso le acque e fatto decidere la Giunta regionale ad avviare con tempestività questa operazione.
Certamente riteniamo che l’atteggiamento della Giunta sia stato negativo per il sistema delle non autosufficienze per il 2005, in quanto le amministrazioni locali in molti casi, a seguito della firma dell’accordo, avevano provveduto ad adeguare le proprie strutture ai nuovi criteri che sono stati dettati dal regolamento.
Debbo dire anche che il fondo è stato decurtato di 2.500.000 euro da destinare alle Rsa, e nella stesura dell’accordo iniziale non era previsto. Quindi un ulteriore attacco, assurdo secondo me, alla organizzazione di servizi socio-assistenziali di questa regione, già carenti in quanto, nella divisione tra fondo sanitario regionale e fondo socio-assistenziale regionale, ad oggi tutte le risorse sono state destinate alla parte sanitaria e, se non in piccolissima parte, a quella sociale.
La nostra critica è sul ritardo con cui questa delibera prende avvio in questa regione e soprattutto non c’è la risposta, da parte dell’assessore, sul fatto che era previsto in questo accordo che nel 2006 avessimo a disposizione 20 milioni di euro e nel 2007 30 milioni di euro, proprio per l’assistenza alle persone non autosufficienti ospitate in strutture pubbliche e delle Ipab.
Quindi il nostro giudizio sull’operato della Giunta, anche di questa Giunta, oltre che di quella precedente, è assolutamente negativo proprio perché va a incidere su un settore che aveva estremamente bisogno di un’attenzione particolare. Le solite logiche della mancanza di risorse, che questa Regione ad ampie mani sperpera, come abbiamo visto in altre situazioni, come quella precedente, relativamente a 12 milioni di euro di incarichi, fanno sì che non svolgiamo i servizi per i nostri cittadini che invece, a norma delle leggi nazionali, sono prioritari e indispensabili per lo sviluppo delle condizioni di vita della nostra collettività, soprattutto gli anziani.
Continueremo ad insistere su questo argomento e a richiamare la Giunta alle proprie responsabilità, perché fino ad oggi queste responsabilità non si sono manifestate.




Interrogazione (Svolgimento): «Erogazione fondi del programma di sviluppo rurale Marche» Ciccioli (163)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 163 del consigliere Ciccioli. Per la Giunta risponde l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. L'assunto iniziale che la dotazione finanziaria dei futuri PSR ha come base di partenza quanto effettivamente speso nel periodo precedente dalla nostra Regione è privo di fondamento.
Per la prima volta in effetti, con il regolamento del Consiglio 1698/05 (base giuridica del nuovo PSR), è stato introdotto un parametro di riparto che premierà nella prossima assegnazione di fondi gli stati membri più efficienti, tuttavia questo è soltanto uno dei tre criteri di riparto e sarà un parametro che verrà applicato sul livello di spesa nazionale e non delle singole Regioni. A tal proposito la spesa italiana ad oggi, è stata pari al 106% della dotazione del periodo 2000-2005 e risulta essere tra i valori più alti in Europa.
Assolutamente incerti sono poi criteri di riparto che verranno utilizzati in sede nazionale, dove nulla è stato ancora stabilito. In ogni caso, anche qualora si decidesse di dare un peso al livello di efficienza della spesa effettuata dalle Regioni nel periodo 2000-2005, la nostra Regione si collocherebbe in una fascia di efficienza intermedia.
La situazione migliorerebbe poi ulteriormente nel caso in cui, come richiesto da alcune Regioni si apportassero parametri correttivi alla spesa agroambientale del 2005 che tengano conto della minore spesa di alcune Regioni determinata dall'inefficienza del nuovo sistema informatico Agea, introdotto inopportunamente dalla stessa agenzia a metà campagna 2005.
Riguardo alla spesa al 30 giugno 2005, la stessa non è inferiore di 12 milioni di euro ad una qualsiasi soglia di riferimento, in quanto l'unico obiettivo di spesa annuale è quello del 15 ottobre, ed è a tale data che si fa riferimento per la verifica della spesa annuale.
Il consigliere Ciccioli rileva inoltre che al 15 ottobre 2005 sarebbero stati inviati a pagamento premi per 19 milioni di euro di cui Agea ne avrebbe pagati soltanto 2 milioni. In realtà i dati relativi agli invii effettuati dalla Regione entro il 15 ottobre 2005 e quelli effettivamente pagati dall’Agea entro il 15 ottobre sono stati quelli che risultano nello schema riportato in questa risposta, cioè gli importi inviati a pagamento dal 16 ottobre 2004 al 15 ottobre 2005, escluse le misure E ed F ammontano a 38.706.340,37 euro; quelli effettivamente pagati da Agea sono 36.590.834,55 euro. Riguardo invece al dettaglio delle misure E ed F, su 4.197 domande ne sono state pagate 2.429 per un importo pagato di 9.159.476,60 euro, su un importo totale di 19.047.290,78 euro. In definitiva non sono stati ancora pagati 9.887.814,18 euro.

Carlo CICCIOLI. Più della metà.

Paolo PETRINI. Più della metà sulle misure E ed F.
Sono riportati con maggiore dettaglio e mantenuti distinti i dati relativi alle misure E ed F in quanto gli stessi evidenziano nettamente il problema determinato dal nuovo software Agea (che riguarda appunto soltanto le misure E ed F) introdotto ad aprile 2005 senza una consultazione preventiva delle Regioni.
In particolare, mentre nelle restanti misure risultano pagati il 95% degli importi inviati ad Agea, nel misure agroambientali la percentuale scende al 48%.
Il nuovo software Agea ha determinato le seguenti disservizi: soltanto il 3 novembre 2005 Agea ha inviato la lista delle correzioni da fare al fine di consentire i pagamenti delle domande. Una data successiva al 15 ottobre e quindi evidentemente non funzionale al pagamento degli aiuti entro il 15 ottobre stesso; le procedure informatiche Agea hanno bloccato tutte le domande che presentavano una singola anomalia anche nei casi in cui la stessa era ininfluente ai fini dell'importo da pagare. Per le Regioni che utilizzano il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (Sian) il blocco riguardava solo la particella anomala e non tutta la domanda. Questo è in aperto contrasto con la convenzione stipulata con Agea che prevede la messa a disposizione da parte di Agea o del software di gestione o di quello necessario all’interscambio dati.
Ora pur comprendendo che Agea ha concentrato tutti gli sforzi a favore delle 10 Regioni del sud prive di proprio sistema informativo e con tutte le risorse concentrate sulle misure E ed F, in quanto, il mancato pagamento delle misure agroambientali di queste Regioni avrebbe determinato realmente il mancato raggiungimento dell'obiettivo di spesa nazionale, non è sicuramente accettabile la penalizzazione subita dagli agricoltori marchigiani.
Infatti, appurato che non esistono rischi di perdite di fondi comunitari, rimane invece preoccupante il ritardo con cui gli agricoltori regionali, beneficiari delle misure E ed F, potranno percepire gli aiuti comunitari per l'anno in corso.
Al fine di limitare al massimo tale disagio, l'assessorato agricoltura ha sollecitato Agea a tutti i livelli, affinché acceleri al massimo il lavoro di adeguamento del proprio software al fine di evitare il ripetersi dei blocchi ingiustificati delle domande di aiuto.
Allo stesso tempo lo stesso assessorato ha coinvolto i centri di assistenza alle imprese agricole (CAA) nella risoluzione delle anomalie in questione affinché entro il 10 dicembre possano essere nuovamente inviate a pagamento le domande non ancora liquidate.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. E’ evidente che l’interrogazione non riguardava i 38 milioni di euro delle misure complessive, di cui sono stati pagati 36 milioni di euro, ma le misure E e F per 19 milioni di euro che io cito nell’interrogazione. Dei 19 milioni di euro, alla data dell’interrogazione, che era il 19 ottobre, avevo notizie dei dati fino al 10 ottobre: erano stati ammessi a pagamento solo 2 milioni di euro. La buona notizia è che da 2 milioni di euro si è passati a 9 milioni di euro, quindi da una cifra modestissima siamo arrivati al 48%. La cattiva notizia è che più della metà, cioè il 52%, pari a 10,2 milioni di euro non saranno pagati, a tutt’oggi. Adesso si è instaurato un contenzioso, però è evidente che quando su 4.197 domande ne vengono evase 2.400, pari a 9 milioni di euro, la Regione riesce a non condurre in porto più della metà delle pratiche delle aziende agricole. Tra l’altro sono 4.200 domande, di cui 2.400 evase, il che significa che la maggior parte delle aziende minori riescono ad arrivare a produrre una domanda, mentre quelle più grandi non riescono ad arrivare a produrre una domanda utile per la liquidazione. Questo ci fa pensare che c’è una fortissima insufficienza nella gestione.
Uno può dire “io sono un nuovo assessore, sono appena arrivato, sono qui da pochi mesi”, questo potrebbe essere anche un alibi per il nuovo assessore, però il dato politico è che l’assessorato all’agricoltura e i servizi all’agricoltura hanno qualcosa che non funziona, perché non è così per tutte le Regioni italiane: il piccolo Molise arriva addirittura al 90%. Così il Piemonte.

Paolo PETRINI. Hanno avuto il nostro stesso problema...

Carlo CICCIOLI. Su 19 milioni di euro a disposizione noi ne incassiamo 9 e ne perdiamo 10,2, sperando, con il contenzioso e con le correzioni che siano ammessi a pagamento, ma non è detto. L’Agea aveva messo come data ultima il 15 ottobre. Se decidono di dare ad altre Regioni che avevano la domanda in regola — è una delle opzioni — significa che ci saranno Regioni che avranno il 105, il 110, il 120% e noi rimarremo ai livelli bassi.
Ci lagniamo sempre, talvolta anche giustamente, che ci sono poche risorse, che ci sono riduzioni delle entrate finanziarie, invece questo è un caso in cui ci sono 19 milioni di euro di risorse e noi a tutt’oggi ne incassiamo 9 milioni. L’agricoltura è un settore debole, che non sta in piedi se non ha i contributi comunitari, le aziende agricole chiudono, conviene non lavorare la terra, conviene lasciare i campi incolti. Questa è una cosa estremamente grave e mi sento di sottolinearla. Non è possibile che la nostra Regione, nel settore dell’agricoltura, proceda in questo modo.
Nell’elenco delle nomine — e nulla ho da eccepire sulle persone — è stato messo al vertice dell’assessorato all’agricoltura una persona che non proviene da un’esperienza di agricoltura ma che proviene dagli uffici legali, dall’ufficio personale e quant’altro. Questo sarà un ulteriore motivo di inceppo nella vicenda. Se non ci sono persone che conoscono appieno l’agricoltura, con tutte le prassi, ormai consolidate, dei meccanismi comunitari, rischiamo veramente di fare un brutto servizio a questo comparto che per le Marche è importante, anzi un settore primario che teoricamente dovrebbe essere rilanciato.
Tra l’altro, in agricoltura ci sono sempre più braccia anziane, non c’è ricambio di giovani. Abbiamo tantissime aziende che funzionano con coltivatori diretti o lavoratori agricoli pensionati che lavorano dopo la pensione. Tra qualche anno avremo veramente la desertificazione delle aziende agricole o comunque aziende agricole non più gestite da italiani ma solo da lavoratori extracomunitari, spesso, tra l’altro, clandestini. Questo è un dato che voglio sottolineare.
Sono ovviamente insoddisfatto dell’andamento di queste procedure, per quanto riguarda la Regione Marche.




Interrogazione (Rinvio): «Liste di attesa per la frequenza e sul numero elevato di bambini/e nelle sezioni della scuola dell’infanzia della nostra regione ed in particolare sulla situazione della scuola materna del comune di Petriolo» Mollaroli, Giannini, Comi, Badiali e Ricci (155)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 155 dei consiglieri Mollaroli, Giannini, Comi, Badiali e Ricci.
Dovrebbe rispondere l’assessore Ascoli che in questo momento non è presente, quindi rinviamo la risposta a questa interrogazione, al momento in cui sarà presente in aula l’assessore Ascoli.





Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Criteri per la ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale — Fondo sanitario regionale anni 2004 e 2005 — Spesa di parte corrente» Giunta (5)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 5 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Sostanzialmente si tratta di un atto che tradizionalmente, anche in passato il Consiglio regionale approvava — qualche volta in concomitanza con l’approvazione del bilancio — riguardante alcune azioni e alcuni progetti che vengono finanziati con parte delle risorse del fondo sanitario. Sono fondi che vengono finalizzati a particolari attività e a progetti specifici inerenti il sistema sanitario.
Queste attività e questi progetti hanno una notevole importanza, soprattutto relativamente ad alcuni obiettivi che, una volta definiti in fase sperimentale, diventano poi azioni costanti dei servizi sanitari regionali.
E’ un atto unico sostanzialmente, che nel tempo è diventato anche un coacervo di finanziamenti non solo di progettazioni o di attività specifiche inerenti l’attività clinica, ma anche inerenti altre questioni. Ecco perché la Commissione, nel valutare la necessità di avere un’unica sede di decisione e di destinazione dei fondi che vengono finalizzati in modo specifico a particolari attività o progetti, ritiene opportuno di poter distinguere quelli che sono i veri e propri progetti speciali, che con questa dizione nel tempo si sono venuti a identificare anche con il finanziamento di altre attività, da attività che non attengono effettivamente a veri e propri progetti speciali. Ecco perché si ritiene opportuno realizzare un atto che distingua le finalità dell’utilizzo di questi fondi, distinguendo le attività routinarie che ci si trova di fronte ogni anno, cominciando dalla prima, l’attività ispettiva, che è un’attività definibile come routinaria nell’ambito di quelle che il servizio sanità viene a svolgere durante il percorso dell’anno, da quelli che sono veri e propri progetti, come ad esempio quelli sull’autismo, sul diabete, sulla prevenzione dei tumori ecc.
Pertanto è opportuna questa distinzione, proprio per non identificare, sotto le parole “progetto speciale”, quello che progetto, in fondo non è.
Ecco perché abbiamo suggerito che per gli anni successivi la Giunta sottoponga al Consiglio regionale l’approvazione preventiva dei progetti entro il 31 marzo dell’anno di riferimento, in modo tale che ci sia un monitoraggio più preciso della stessa progettualità.
Questo atto riguarda il finanziamento del 2004 e 2005, due anni che sono quasi finiti, pertanto diventa quasi una presa d’atto quella che stiamo facendo, pure se le attività qui ricomprese erano già state identificate negli anni scorsi e via via hanno trovato consolidamento nell’approvazione dell’atto stesso.
Dopo avere chiarito la raccomandazione che ha fatto la V Commissione, sottolineerei alcuni aspetti molto importanti dell’atto. Ho accennato prima al discorso dell’autismo, ma fanno parte di questo atto progetti come quello sul piede diabetico. Qui il finanziamento è in concomitanza di una collaborazione con l’Inrca. Ma ce ne sono altri come quelli del sistema sulle dipendenze patologiche su cui occorre fare un monitoraggio costante; il sistema di rilevazione degli incidenti domestici, un fatto pure molto importante, perché siamo venuti a conoscenza, negli ultimi tempi, di quanto è rilevante la sede domestica per quanto riguarda gli incidenti: così come la prevenzione degli incidenti stradali. Sono aspetti che non fanno parte della prevenzione tradizionale e che invece devono entrare a tutto tondo nell’attenzione del sistema sanitario, proprio per prevenire gli incidenti che vengono a riguardare la salute delle persone e, di conseguenza, lo sforzo che il sistema sanitario mette in campo per curare questi aspetti.
E’ quindi un atto composito, che può essere ridefinito per i prossimi anni entro il 31 marzo. La Commissione ha esaminato anche i contenuti dei singoli progetti, li ha verificati, li ha sottolineati per certi versi, altri dovrebbero essere meglio tarati, però complessivamente oggi ci troviamo ad approvare un atto, alla fine del 2005, che è sostanzialmente una presa d’atto, pertanto lo sottoponiamo all’approvazione del Consiglio con una valutazione positiva, per la definizione dei progetti fin qui portati avanti.
Ripeto, spero che entro il 31 marzo del prossimo anno siamo in grado di poter ridefinire più compiutamente questo aspetto con quelle suddivisioni e quei chiarimenti che ho sottolineato, sperando che per quella data ci sia la definitiva approvazione della ripartizione del fondo sanitario che, come sapete, ogni anno, per tutte le implicazioni nell’ambito della spesa pubblica, viene sottoposto a continui rinvii e a sospensione che fanno sì che il fondo non possa essere identificato e determinato in misura certa. Questa indeterminatezza speriamo possa essere superata per i prossimi anni. Ecco perché credo che la data del 31 marzo possa essere congrua rispetto alla necessità di dover definire per tempo i progetti stessi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Questo atto giunge piuttosto scontato, perché le spese del 2004 fanno il paio con la pronuncia della Consulta che interviene sul bilancio preventivo 2004 alla fine del 2005, il che ha un senso di messaggio politico e basta. Quindi nel momento in cui ci si presenta il rendiconto delle spese 2004 nulla quaestio, possiamo criticare per gli addetti ai lavori ma lì finisce.
Per quanto riguarda invece le spese del 2005, che tra l’altro sono state decretate solo qualche giorno fa, mi sento di dire che ci sono alcune cose ampiamente condivisibili e altre che contestiamo.
Per esempio la spesa di 164.000 euro, cioè circa 300 milioni per convegni e pubblicazioni per sponsorizzare se stessi, l’assessorato nel 2004, ridotta a 80.000 euro nel 2005, è comunque una spesa che on posso accettare tra i cosiddetti progetti speciali. Così come 108.000 euro per la certificazione di qualità dei laboratori delle Marche con l’ospedale Careggi di Firenze è un’altra spesa assolutamente inutile e accessoria. Io ho parlato con i primari ospedalieri: è un tipo di accertamento che avviene a posteriori, che spesso non è neanche certificato, cioè ci sono addirittura delle tarature che sembra siano inesatte, e che sostanzialmente consiste in un versamento di 108.000 euro all’ospedale Careggi di Firenze. E’ una specie di cortesia per incentivare quel laboratorio come laboratorio pilota nazionale invece di pensare che noi non abbiamo i reagenti nelle aziende, per fare analisi particolari che poi devono essere inviate, con tutte le spese di trasporto e i ritardi nella refertazione, ad altri laboratori.
Altro rilievo che mi sento di fare è quello che vengono ridotti i soldi per le borse della scuola di specializzazione. Molto spesso gli specializzandi sono la manovalanza che tiene in piedi intere strutture ospedaliere. Tagliare in questo settore a mio parere è un errore, nel senso che la Regione, compartecipando a una spesa che per il 90% ricade sui capitoli nazionali e noi incentiviamo con ulteriore incremento fa un atto positivo, soprattutto nella radiologia, nella rianimazione, nell’anestesia ecc. che ci consentono di migliorare la qualità dei servizi, nel senso che noi abbiamo più personale a disposizione, facciamo più indagini strumentistiche e le cose vanno complessivamente meglio, pagandole sotto prezzo.
Ultimo aspetto, ma è un rilievo in positivo, l’autismo. l progetto sull’autismo è un progetto positivo, però è centralizzato soprattutto sul nord delle Marche. Il problema è che deve essere spalmato su tutto il territorio. Mi si dice che, siccome è partito dalla provincia di Pesaro, in particolare da Fano, quindi storicamente ha una neuropsichiatria efficace. Questo mi sta benissimo e va premiato, però non può essere a discapito delle Province dove questo servizio non è stato esteso. Quindi il problema è sicuramente mantenere i livelli buoni dove ci sono, ma cercare di allargare il progetto per l’autismo ad alter zone della regione che invece sono sostanzialmente escluse, non hanno risorse.
Quindi complessivamente questo atto serve a tamponare le cose. Ne cito una a memoria: mi ha colpito molto che noi spendiamo un miliardo e mezzo per la carta dei ricettari, mettendolo in questo atto per i progetti speciali. Ma la stampa dei ricettari sarebbe un progetto speciale per la sanità nelle Marche? Infatti, nell’atto si dice “Acquisto e fornitura di ricettari unici standardizzati con modulo continuo”, 640.000 euro nel 2004, 740.000 euro nel 2005. Ma come, i ricettari vengono messi in un atto che si chiama “Criteri di protezione dei progetti speciali per il fondo sanitario regionale”? Questo è semplicemente tappare un buco, un deficit...

Marco LUCHETTI. Siccome riguarda il 2004-2005, si prende il dispositivo...

Marco LUCHETTI. Ma noi non possiamo dare un parere positivo tenuto conto che i fondi per i progetti innovativi sono, in parte, per la stampa dei ricettari, un miliardo e mezzo. Quindi il voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In effetti è stato già detto dal relatore e anche in Commissione, che più che criteri di riparto questo è un atto a consuntivo con una mobilitazione di circa 22 milioni di euro per progetti speciali. Fermo restando che le risorse sono sempre scarse in generale, fermo restando che atti di questo tipo si dovrebbero discutere all’inizio dell’anno, tuttavia occorre fare una riflessione sul concetto di progetti speciali, che in realtà avrebbero, ed in parte hanno, anche una organizzazione autonoma, a parte, quando in realtà ogni voce ed ogni iniziativa di questo atto amministrativo sono dentro la sanità “ordinaria”. Sono tutte cose che servono sempre, che non sono straordinarie e non debbono essere mai straordinarie, quindi pongo la riflessione all’assessore alla sanità e a questo Consiglio, che nella nuova discussione del piano sanitario e sociale delle Marche non si debba più andare a progetti di tipo speciale ma ad una dotazione complessiva della sanità pubblica. Per fare queste cose nella ordinarietà in maniera rapida, anche perché in alcuni punti discussi dalla Commissione c’è una contraddizione solo formale, voglio porre brevissime considerazioni.
Al punto 3, sulle borse di studi post laurea, è vero che c’è una dotazione di soli 23.000 euro, ma questi, in definitiva, costituiscono dei contributi aggiuntivi all’università, mentre con le università delle Marche ed in particolare con la facoltà di medicina esiste un preciso protocollo. Quindi il rischio è che la sanità pubblica distolga risorse, aggiungendo qualcosa che è già previsto nel protocollo.
Al punto 9 si stabiliscono 109.000 euro all’azienda ospedaliera Careggi di Firenze per il controllo sulla qualità dei laboratori. Abbiamo posto questo problema in Commissione e penso che questa cosa vada sospesa nella prospettiva, perché nelle Marche esistono istituiti tecnico-scientifici molto dotati, di alta qualità, che possono verificare sia la taratura sia la qualità dei nostri laboratori.
Al punto 12 si prevedono 310.000 euro per la formazione professionale a personale convenzionato, cose necessarie, tuttavia vi pongo un problema. La sanità pubblica, che pure soffre una carenza di risorse in generale, di fatto finanzia formazione di personale di aziende private.
Al punto 14, educazione degli adolescenti, passiamo da 35 a 29 mila euro. Si potrebbe fare uno sforzo per una dotazione pari al 2004, ma penso che nel nuovo atto dovremmo in qualche modo parificare.
Al punto 15 vedo una anomalia: 100.000 euro in più per la fornitura di ricettari, si passa da 640.000 a 740.000. Invito i servizi tecnici e l’assessorato a verificare questo aggravio.
Al punto 17, “Progetto vita” sull’autismo, si passa ad una minore distribuzione per 100.000 euro, da 500.000 a 400.000 e questo è un fatto negativo.
Il punto 18 è un punto qualificante della politica regionale. Per quanto riguarda l’informazione sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e infortuni domestici, ci sono 20.000 euro in meno rispetto alla già bassa cifra dell’anno scorso, cioè 140.000 euro a fronte di 161.000.
Al punto 20, prevenzione degli incidenti stradali, 24.000 euro in meno.
Al punto 22 vi sono 100.000 euro sul censimento per l’amianto: credo che siano pochi.
Noi votiamo questo atto perché l’impegno della Commissione ed anche del relatore è quello di rivedere l’impostazione per l’anno successivo e soprattutto poniamo l’esigenza politica di una discussione affinché ci sia una maggiore dotazione nella ordinarietà della sanità pubblica delle Marche, a partire dalla cura, dalla prevenzione, dalla diminuzione delle liste di attesa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Questo è un esempio di come opera male la maggioranza. Confermo in Consiglio il voto contrario che ho già dato in Commissione a nome del gruppo di Forza Italia, perché è veramente paradossale che questa delibera sia intitolata “Criteri di ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale”. Non ci sono progetti speciali, non ci sono criteri. Ben altri sono i progetti speciali che debbono avere i requisiti per essere tali.
Invito la maggioranza — penso che questa cosa l’assessore se la sia trovata tra i piedi appena entrato — a fare, in futuro, in maniera diversa. Ci possono essere dei progetti importanti che debbono essere approvati dal Consiglio: prima si fissano i criteri, all’inizio dell’anno. Se il bilancio lo approviamo a settembre e i criteri non facciamo in tempo ad approvarli, arriviamo in Consiglio con atti e provvedimenti a sanatoria, perché qui si tratta di sanare delle spese che sono state già fatte. D’altra parte non possono essere barattati come progetti speciali 6 milioni di euro per le attività ispettive. Il personale della Regione le attività ispettive le deve fare senza che ci siano progetti speciali, penso che sia compito della Regione destinare alcune unità di personale a fare le ispezioni che ritiene più opportuno. C’è una delibera che non ha senso nella maggior parte dei casi. C’è un discorso passato, chiudetelo, ma cominciamo, per l’anno prossimo, a stabilire quante sono le risorse da destinare a progetti speciali, fissiamo prima i criteri e il nostro voto potrà essere favorevole, condividendo, da parte nostra, quei progetti.
Confermo quindi il voto contrario a questo provvedimento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva



Nomine

PRESIDENTE. Prego di distribuire le schede per la elezione di un componente effettivo nel collegio dei revisori dei conti della Fondazione Orchestra regionale Marche.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 30, schede valide n. 25, schede bianche n. 5. Hanno ricevuto voti: Longarini Domenico n. 15, Postacchini Pierino n. 9, Scalpelli Oddo n. 1. Proclamo eletto Longarini Domenico.
Prego di distribuire le schede per la elezione di un componente supplente nel collegio dei revisori dei conti della Fondazione Orchestra regionale Marche.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 31, schede valide n. 18, schede bianche n. 13. Hanno ricevuto voti: Postacchini Pierino n. 18. Proclamo eletto Postacchini Pierino.
Prego di distribuire le schede per la elezione di un componente effettivo, con funzioni di presidente, nel collegio dei revisori dei conti del consorzio di bonifica del Foglia-Metauro-Cesano.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 32, schede valide n. 26, schede bianche n. 6. Hanno ricevuto voti: Biagiarelli Giorgio n. 17, Renzi Guido n. 8, Ortolani Andrea n. 1. Proclamo eletto Biagiarelli Giorgio.



Mozione (Votazione): «Trasporto ferroviario interno» Procaccini e Bucciarelli (6)

PRESIDENTE. Siamo alla mozione n. 6 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli. La discussione generale è già avvenuta, quindi ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Purtroppo i gruppi di minoranza, nella discussione, avevano abbandonato l’aula per altre motivazioni politiche che nulla avevano a che fare con questa mozione. Per quanto riguarda le ferrovie interne, mi sento di dire che le nostre aree interne spesso sono mal servite e hanno dei grossi problemi per quanto riguarda il trasporto locale. Detto questo però, è altrettanto vero che molte delle tratte interne sono assolutamente passive perché poco usate dalle persone, quindi è evidente che occorre un altro piano di intervento. Bisogna capire se rilanciare con forza le tratte minori, il che significa investire e fare orari che siano accessibili, con servizi numerosi, perché è chiaro che se il servizio è raro poche persone lo utilizzano e questo servizio diventa sempre più passivo. Altrimenti studiare altre forme di trasporto, perché se si tratta di tenere in piedi tratte che sostanzialmente servono a 10-15 persone per corsa, è un disservizio abbastanza oneroso per il pubblico e per lo Stato che siamo sempre noi cittadini.
Questa mozione contiene alcuni elementi che non condivido, quindi mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ero già intervenuto nella discussione generale per sostenere questa mozione. Le cose che diceva il consigliere Ciccioli si possono anche condividere, nel senso che il problema delle tratte ferroviarie interne è anche legato alla quota di utenza che poi le utilizza e dobbiamo riscontrare che in alcune di queste è abbastanza bassa. Però, come vale per il trasporto pubblico su gomma, il problema, molto spesso, è mantenere quanto meno i vettori, cioè incentivare i vettori alternativi alle auto, per cui il suggerimento contenuto nella mozione, cioè dire di investire ulteriormente sul trasporto ferroviario, è in questo caso, seppure con le risorse limitate che ci sono, anzi che sempre meno vengono destinate al trasporto ferroviario, è da favorire. Quindi la richiesta che si fa alla Giunta e al Presidente della Giunta di rafforzare gli investimenti e le iniziative per sostenere il sistema ferroviario, non può che trovarci d’accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. C’è un aspetto curioso, perché una delle mie prime interrogazioni era proprio relativa al ripristino della linea ferroviaria Fano-Urbino che riveste importanza anche per le altre tratte che sono citate da questa mozione. L’aspetto curioso è che la risposta dell’assessore, in quella fase, fu che lo studio della Svim diceva che era antieconomico. Non credo che ci siano situazioni antieconomiche se si va incontro a un percorso alternativo in tutti i sensi per quanto riguarda la viabilità. Credo che le ferrovie siano un elemento indispensabile, sicuramente una delle poche alternative al traffico su gomma, una delle poche soluzioni al problema delle polveri sottili, quindi credo che vadano incentivate al massimo.
Mi sento di votare la mozione, però se la Regione non si impegna... Sappiamo benissimo che la Regione spende ogni anno risorse ingenti per quanto riguarda i treni locali. Credo che nelle situazioni che sono citate da questa mozione — anche per conoscenza personale la linea Fano-Urbino è quella che negli anni è stata più penalizzata, proprio perché è stata chiusa in un momento particolare nel quale poche altre linee ferroviarie sono state chiuse — ci sia la possibilità, ancora inesplorata da parte della Regione, di cercare di coinvolgere il genio ferrovieri che qualche tempo fa era stato sollecitato a intervenire, perché compito del genio ferrovieri è quello di ripristinare vecchie ferrovie in disuso. Non capisco perché lo dobbiamo fare all’estero, come spesso accade e come sta accadendo anche nella vicina Albania e n on approfittare della possibilità per sollecitare — in questo caso è un appello che faccio al Consiglio regionale — il genio ferrovieri ad interessarsi di quella tratta che potrebbe sicuramente ridurre i costi.
Pur essendo favorevole a questa mozione, a titolo personale, credo che però la Regione debba fare molto di più, anche perché ha la possibilità di farlo, se ci crede. Il mio vuol quindi essere uno stimolo a percorrere la strada del recupero della ferrovia Fano-Urbino, allacciarsi a quella di Pergola cercando di darle un taglio diverso che potrebbe essere quello di una metropolitana leggera, tenendo anche in considerazione la possibilità di utilizzare queste tratte che dal punto di vista panoramico sono molto interessanti, anche sotto l’aspetto turistico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Condivido il contenuto della mozione. Vorrei approfittare dell’occasione di questa riflessione sul sistema dei trasporto per stimolare la Regione ad attualizzare il piano dei trasporti che è un piano vecchio, che non tiene conto degli affidamenti che saranno fatti per il trasporto pubblico locale su gomma e in qualche modo prevede alcune forme di integrazione che sono le cose più importanti. Per sviluppare i trasporti pubblici è importante sviluppare l’integrazione tra i vari mezzi di trasporto pubblico, quindi quelli su ferro e quelli su gomma. E’ importante la bigliettazione unica. E’ importante integrare i vari piani di bacino del trasporto pubblico locale che sono redatti su base provinciale. La Regione si dovrebbe per lo meno preoccupare che siano integrati tra loro e con le Regioni vicine, perché non è che negli spostamenti ci si ferma al limite della provincia. Osimo e Recanati, benché appartenenti a due province differenti, sono distretti vicinissimi. E così per tutta la parte che riguarda la provincia di Pesaro con l’Umbria o con l’Emilia Romagna. Altrettanto per la provincia di Ascoli Piceno con l’Abruzzo.
E’ quindi importante che l’assessore ai trasporti provveda alla redazione e attualizzazione del piano dei trasporti regionale e che si preveda un piano regionale della mobilità. Non c’è stata una riflessione approfondita sul tema dei trasporti e della mobilità delle merci e delle persone, oltretutto ci sono posizioni di questa maggioranza, di questo Consiglio regionale che andranno a interessare questioni come la “Quadrilatero” per quanto riguarda la realizzazione di opere stradali, però non possiamo andare a lavorare sulla necessità delle strade senza avere un assetto della mobilità, delle merci, delle persone e senza un monitoraggio dei bisogni e senza un tentativo di indirizzare verso il trasporto pubblico, perché le strade sono il trasporto privato: il camion, l’auto privata per lo spostamento privato. Noi verdi mettiamo in discussione questo approccio, sia per quanto riguarda l’uscita dal porto, sia per quanto riguarda la “Quadrilatero” con la futura strada statale 77, perché alla fine ci sono interventi pesanti che verranno fatti sul territorio e non c’è alcuna riflessione rispetto alla strategia, agli obiettivi e alla politica della mobilità e dei trasporti.
Quindi faccio un invito alla Giunta regionale e all’assessore competente ad iniziare un percorso di organizzazione, di studio e una riflessione con tutto il Consiglio regionale e con gli enti locali per andare a piani della mobilità regionali e provinciali e quindi a una spinta al trasporto pubblico e ai mezzi di trasporto pubblico, sia per le merci che per le persone.
C’è tutto il discorso legato ai trasporti dei distretti industriali che potrebbero essere benissimo organizzati in maniera tale da diminuire il volume dei mezzi, la logistica dei distretti industriali, c’è il discorso del potenziamento dei trasporti sia su ferrovia che il discorso del cabotaggio per una migliore utilizzazione dei porti. Legato al discorso dei trasporti ferroviari penso che questa Amministrazione regionale debba verificare la possibilità di recuperare i fondi per l’adeguamento della galleria di Cattolica perché è necessaria e fondamentale per l’indirizzo del trasporto dei camion che arrivano al porto di Ancona su ferrovia, altrimenti certi tipi di trasporti che arrivano al porto di Ancona non possono essere caricati su ferrovia perché non passano nella galleria di Cattolica.
Questo mi sembra uno dei tagli della finanziaria che più bloccano lo sviluppo dei trasporti su ferrovia nella regione Marche, quindi chiedo all’assessore di interessarsi per questo aspetto dei tagli della finanziaria che influisce sulla qualità della vita e sulla possibilità di un diverso modello di trasporto per le merci.

PRESIDENTE. Dato che sono le 13,25, direi di andare avanti con gli impegni che ci eravamo presi nella Conferenza dei presidenti di gruppo di esaurire tutte le mozioni.
Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Anch’io, a nome dell’Udc annuncio il voto favorevole a questa mozione e lo motivo come segue. Come uomo dell’economia dell’entroterra non posso che dire che una Regione che programma non si può permettere di abbandonare la programmazione delle risorse in termini di servizi per le zone più disagiate, depresse e svantaggiate, anche in vista della quantità di risorsa petrolifera disponibile nel futuro, visto che andiamo all’esaurimento di questa risorsa. Se non abbiamo un programma ben predisposto di viabilità alternativa e di mobilità alternativa per i prossimi 50 anni, andremo in crisi di mobilità nelle aree esterne, quindi non possiamo tralasciare nessuna strada. Pertanto, anche se oggi il conto economico non è conveniente, va a compensare i benefici che la montagna, l’entroterra danno alla costa e mi fa piacere che uomini della costa sostengano con forza anche questa iniziativa, in modo da essere unitariamente forti nel programmare queste richieste e quindi evitare che a livello di governo non si programmino risorse per queste forme di investimento. Naturalmente l’ecosostenibilità di questo mezzo di trasporto è fondamentale, l’efficienza deve essere migliorata e soprattutto le prospettive di sviluppo di questi territori interni in termini turistici non possono permettersi il lusso di non avere servizi di trasporto adeguati e rispondenti alle esigenze europee.
Ecco perché annunci il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Solo per riconfermare il voto favorevole del gruppo di Rifondazione comunista a questa mozione e cogliere di nuovo l’occasione di una riflessione sulla questione dei trasporti che mi pare appassioni anche il Consiglio. D’altronde pochi giorni fa c’è stato un convegno particolarmente interessante organizzato dalla Commissione e dall’assessorato, abbiamo toccato con mano le sofferenze e le difficoltà che il trasporto, soprattutto ferroviario, incontra nella nostra regione. Di fronte a una finanziaria che stava mettendo a rischio anche le tratte più deboli — penso alla Ascoli-Porto d’Ascoli e alla Pergola-Fabriano — di fronte a questo tipo di difficoltà oggi abbiamo l’esigenza di un rilancio vero del trasporto ferroviario anche come alternativa ad alcune scelte sul territorio, e penso ad alcune infrastrutture stradali che rischiano di sembrare a tutti gli effetti opere faraoniche. Ricordo che i faraoni scelsero sì grandi opere, ma le indirizzarono alla necessità del sempiterno e non esclusivamente alla vaporizzazione del territorio tout-court. Quindi scelte nuove, scelte più intelligenti ci arrivano da tempi lontani come 2.000 anni fa ed oltre.
Vorrei raccomandare una cosa al dibattito e alla riflessione del Consiglio e della Giunta, sulla questione del trasporto ferroviario, al di là della mozione: la logistica per il trasporto merci. L’ho detto nel dibattito, lo ripeto in sede di dichiarazione di voto: siamo fortemente a rischio, le Marche sono a rischio di un impoverimento logistico grave, anzi gravissimo per il trasporto merci, rispetto a quello che si sta muovendo sul territorio nazionale. Penso alla scarsità di rapporti tra porto di Ancona e infrastrutture ferroviarie, penso alla logistica che è stata via via chiusa, vedi Civitanova, Pesaro, San Benedetto del Tronto e la stessa Fabriano. Penso quindi alla necessità di riprendere con attenzione questo percorso. Vorrei ricordare che il 12 dicembre ci sarà il rinnovo dell’offerta ferroviaria merci: nelle Marche c’è stata una decurtazione del 60-70% dell’offerta di questo tipo di trasporto. Credo che questo Consiglio dovrebbe essere parimenti preoccupato rispetto anche alle questioni che riguardano il trasporto di persone.
Ho quindi usato questo tempo anche per lanciare un grido d’allarme che spero venga rapidamente accolto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. La mozione presentata è sicuramente condivisibile, anzi si innesta su un vecchio sogno che nelle Marche aveva ipotizzato Giorgio Fuà, che prevedeva addirittura una ferrovia che potesse collegare la provincia di Ascoli a quella di Pesaro e Urbino. Però credo che, sulla base anche delle valutazioni che sono state fatte nel dibattito relativamente a questa mozione, noi dobbiamo essere molto più attenti al fatto che quando parliamo di ferrovie interne per le Marche ci riferiamo essenzialmente al trasporto locale.
Un conto è parlare delle ferrovie come asse portante infrastrutturale del trasporto merci, oltre che persone, un conto è discutere di mobilità interna.
Sento dire che non ci sono studi. Penso che in questa regione abbiamo studiato moltissimo per quanto riguarda la mobilità interna: abbiamo dati, studi, approfondimenti. C’è un problema di fondo su cui dobbiamo discutere: che qualsiasi Regione, senza una programmazione concordata con le città probabilmente non riuscirà mai a risolvere i problemi della mobilità interna. E’ inutile parlare di mobilità su ferro per quanto riguarda la mobilità interna di persone, quando le città non fanno, parimenti, uno sforzo di adeguamento della propria realtà cittadina alla rete viaria e ferroviaria. Se agevoliamo il traffico delle auto all’interno delle città — perché si stanno facendo da tutte le parti parcheggi interni fino al centro — e non c’è un disegno specifico, strategico di salvaguardare non solo i centri storici ma i centri delle città con la possibilità di non far entrare le auto, è chiaro che la mobilità a livello territoriale non potrà che svolgersi su determinate vie di comunicazione. Oggi sappiamo che il costume principale del cittadino è quello di utilizzare l’auto propria e pertanto portarli su una cultura diversa richiede un disegno strategico che riguardi non solamente la riattivazione delle ferrovie, perché se noi riattiveremo le ferrovie, probabilmente le useranno solamente le scolaresche e non saranno sostenibili da un punto di vista economico, né basteranno gli investimenti che la Regione potrà essere in grado di fare, perché non avremo gli strumenti economici sufficienti. O colleghiamo questo con una strategia di mobilità che tenda ad educare diversamente la mobilità, altrimenti di cosa parliamo?
Ecco perché io ritengo che occorre fare una riflessione seria da questo punto di vista, per fare in modo che la ferrovia, che è uno strumento importante, perché ecologicamente rispetta le condizioni ambientali, si intrecci anche con una strategia di città. E’ inutile che parliamo di trasporto pubblico locale a prescindere dalla politica del trasporto pubblico locale all’interno delle città, non sarà mai raggiunto nessun obiettivo. Tra l’altro mi sembra che gli investimenti che stanno facendo città come Macerata, di ampliare i parcheggi al centro, siano indicativi. Per non parlare della situazione di Ancona che rischia inesorabilmente di chiudere poi i centri per le polveri sottili. Questo è un fatto ovvio, che sarà sempre più presente. Noi siamo fortunati perché abbiamo una rete cittadina estesa e non abbiamo dei grossi centri urbani, pure se sotto certi aspetti soffriamo delle stesse peculiarità di disgrazie dei centri metropolitani, ma non abbiamo le grandi megalopoli, quindi soffriamo fino a un certo punto, ma è indubbio che i guai che ci stanno creando i centri più grossi rispetto al problema ambientale, sono cose assolutamente serie.
Credo che non sia pensabile non accogliere un documento di questo genere, soprattutto relativamente alla razionalizzazione del monitoraggio che può essere fatto, perché quello che si è monitorato dieci anni fa non è più ciò che troviamo oggi, ma dobbiamo anche capire che o noi facciamo un discorso di programmazione concertata con gli enti locali, oppure il trasporto concepito sulla base di programmi svincolati da qualsiasi azione sinergia non avrà successo.
Termino riferendomi ad alcune valutazioni che sono state fatte per quanto riguarda il trasporto su merci. E’ ora che si riparli di piano nazionale dei trasporti. Le Marche hanno bisogno di questo. C’è bisogno di un piano nazionale così come era stato impostato negli anni ‘80, perché solo un piano nazionale può in qualche modo invertire la rotta di un trasporto merci che ancora oggi è quasi al 90% su gomma e al 10% su rotaia.
Il discorso di Cattolica fa parte del vecchio progetto del “corridoio adriatico”, era una delle priorità che le Ferrovie avevano sempre detto di voler sviluppare proprio per attivare e accompagnare il trasporto su ferrovia con quello del cabotaggio. Queste promesse non sono state rispettate e io credo che solo un piano nazionale dei trasporto può invertire questa tendenza che fino ad oggi è inesorabile e ne sappiamo qualche cosa qui ad Ancona dove, per far uscire i Tir si blocca un’intera città.

Carlo CICCIOLI. Presidente, nella mia dichiarazione di voto avevo detto che a nome del gruppo mi astenevo. Il consigliere D’Anna mi ha fatto notare che le mozioni presentate dal gruppo Comunista erano due, una sulle ferrovie più generale e questa particolare sul “caso Marche”. Poiché l’argomento del “caso Marche” individua semplicemente la situazione relativa a un quadro generale di analisi locale, concordo con il consigliere D’Anna ed annuncio quindi il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione.

Il Consiglio approva all’unanimità



Mozione (Votazione): «Crisi del settore manifatturiero» Favia, Badiali, Altomeni, Bucciarelli, Giannini, Rocchi, Solazzi, Bugaro, Massi e Comi (40)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 40 dei consiglieri Favia ed altri.
Se non vi sono interventi la pongo in votazione.

Il Consiglio approva all’unanimità



Mozione (Discussione e votazione proposta di risoluzione): «Situazione Iran-Israele» Bugaro, Rocchi, Massi, Solazzi, Favia e Ciccioli (41)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 41 dei consiglieri Bugaro ed altri.
Sono state presentate delle risoluzioni. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. La risoluzione ci sembrava un punto di equilibrio largamente condivisibile. Per questo era stato firmato da tutti. Se il documento è quello, i nostri gruppi lo votano.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Almeno un paio di risoluzioni si avvicinano molto alla mozione originaria, nel senso che abbiamo modificato alcune questioni che ci parevano più sobrie rispetto al punto posto, perché la solidarietà rispetto al “grave attacco del presidente dell’Iran” la condividiamo tutti. Ci era sembrato opportuno però essere più vicini alla risoluzione dell’Onu, nel senso che abbiamo richiamato due semplici questioni. Abbiamo fatto riferimento al popolo e allo stato palestinese, quindi su questo possiamo trovare una risoluzione che riteniamo largamente condivisibile.

Carlo CICCIOLI. Praticamente la stessa mozione, con l’aggiunta “due stati, due popoli” va benissimo, non ci sono problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ribadisco il concetto espresso da Ciccioli: che sulla mozione modificativa e integrativa presentata dai consiglieri Giannini, Ricci, Comi e Badiali il gruppo di Forza Italia concorda, così come il gruppo di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Il gruppo di Rifondazione comunista intanto ringrazia i presentatori di questa mozione, perché raccoglie un sentimento che noi condividiamo. E’ un vero orrore la dichiarazione del presidente dell’Iran nei confronti di Israele. Un vero orrore che ricorda, in verità, le cose che abbiamo ascoltato in anni più lontani. C’è un tono fascista, razzista in quelle dichiarazioni. Tuttavia, oltre a ringraziare, ritenevamo quella mozione sostanzialmente guardare l’effetto e non riflettere sulle cause, purtroppo, di questo rigurgito dei fondamentalismi in tutto il Medio Oriente, perché il problema riguarda tutto il Medio Oriente, non solo Israele.
Rispetto a questo avevamo pensato a una risoluzione più articolata, che tenesse conto appunto di quello che in quel quadrante del mondo sta avvenendo. Intanto le guerre drammatiche, ogni giorno più drammatiche. Rispetto a questo, dal giorno in cui quella mozione è stata depositata siamo stati tutti colpiti, più che dalle parole, dalle immagini. Le immagini che abbiamo visto in questi giorni sulle nostre televisioni, trasmesse, credo, per pietà umana, in maniera molte volte reticente, sono sconvolgenti. Le immagini di Falluja sono sconvolgenti. Avevo pensato, oggi, di accompagnare questa risoluzione con alcune foto che tutti possono reperire sui siti Internet, poi ho pensato che c’è anche un terreno di rispetto e di pietà umana che non ci consente di usare queste immagini così drammatiche, quindi immagino, penso che una risoluzione che si preoccupa delle dichiarazioni del presidente iraniano, non possa non parimenti preoccuparsi, indignarsi di fronte a quelle immagini che ci richiamano a riflettere su una guerra sbagliata e ingiusta, sulle guerre sbagliate come momento di gravi ingiustizie e ci riportano immediatamente a una riflessione più ampia.
Chiedo agli altri colleghi di riflettere su questo, perché non vorrei arrivare con due voti a questioni di questo tipo, o meglio, siccome ho visto che la mozione presentata dai consiglieri Ricci ed altri in qualche modo teneva conto di una questione immediata rispetto a quella risoluzione, teneva conto della mancanza del fatto che il problema del conflitto in Israele è il problema soprattutto del mancato riconoscimento ai palestinesi di uno stato e del diritto all’esistenza, anzi del mancato riconoscimento di tantissime risoluzioni dell’Onu che a questo richiamano e teneva conto del fatto che quelle vicende lì hanno radici e rispetto a questo ogni uomo e ogni istituzione preoccupata della pace non possono che ribadire, rispetto a questo la mozione che i consiglieri hanno presentato sono pronto a sostenerla, considerato che ogni voto unanime è un voto più forte, più deciso. Quindi sospendo gli aspetti della risoluzione che noi abbiamo presentato, però dico che questo Consiglio ha la necessità di inorridire di fronte a quelle immagini che ci richiamano immediatamente a un’azione più forte, perché quello che sta accadendo in Iraq è inimmaginabile e quindi occorre che la guerra in Iraq termini rapidamente, con il ritiro delle nostre truppe e del nostro contingente da quello scacchiere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Condivido la sintesi che l’ultima mozione proposta fa, perché fermarsi alle gravissime dichiarazioni del presidente iraniano sembra una questione parziale. Il problema è quello di prendere atto, come istituzioni internazionali, ma anche come Governo italiano e come Regione Marche, dell’esistenza di due popoli, di due stati e della loro necessità e del loro diritto di esistere, quindi si recupera un aspetto universale: l’esistenza del diritto alla pace.
Condivido in pieno l’intervento del consigliere Brandoni sulle questioni della guerra che, secondo noi, debbono essere oggetto di una discussione e di una presa di posizione del Consiglio regionale in una prossima seduta.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di risoluzione che è stata sottoscritta da tutti, intendendo ritirati tutti gli altri documenti.

Il Consiglio approva



Mozione (Discussione e votazione): «Stato di agitazione del comando provinciale vigili del fuoco di Ancona» Rocchi (39)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 39 del consigliere Rocchi che è assente dall’aula, ma ciò non ci impedisce di trattare la mozione, se l’aula è d’accordo.
Mi pare che l’aula sia d’accordo a trattare la mozione, quindi ha la parola il consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Il sottoscritto e il collega Badiali abbiamo presentato nella scorsa seduta alcuni emendamenti a questa mozione che posso illustrare. La ratio di questi emendamenti parte dalla situazione di crisi del comando provinciale di Ancona ed estende l’attenzione di questo consesso alla situazione generale dei vigili del fuoco della regione Marche.
In maniera esplicita noi proponiamo al secondo punto, dopo “preso atto”, dopo la parola “citati”, di aggiungere “che riguardano tutti i comandi provinciali delle Marche” e di sopprimere, dopo la parola “popolazione”, la parola “anconetana”, perché facciamo riferimento all’intera regione.
Al terzo punto, dopo la parola “fuoco” proponiamo di sopprimere le parole “sulla drammatica situazione anconetana” e dopo la parola “riscontrabile” proponiamo di sopprimere “in gran parte d’Italia” e di aggiungere “in tutta la regione Marche”.
Nella sostanza, per quanto riguarda il primo comma, nel denunciare la situazione del comando di Ancona estendiamo questa attenzione del Consiglio a tutti i comandi dei vigili del fuoco della regione Marche, perché — ci siamo confrontati anche con altri consiglieri — questo grido di allarme nasce in tutti i comandi provinciali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il proponente Rocchi che ha protestato più volte per la non discussione di questa mozione, al momento della discussione reale non è presente in aula. (Interruzione). Tutti abbiamo impegni, io ne ho tanti fuori. Alla fine bisogna essere contestuali nelle cose. Mi sento di dire che in quella che è una protesta, che è stata anche abbastanza eclatante nei giorni scorsi, ci sono elementi assolutamente fondati come la carenza degli organici che vengono compensati con ausiliari volontari, quindi con persone che, pur essendo nell’ambito dell’organizzazione hanno ruoli complementari, e come problemi organizzativi legati alla dislocazione delle sedi e alla viabilità che esiste nella regione Marche che purtroppo incide in tutti i settori, quindi anche in quello del soccorso. Vale per il 118 in alcune aree, che ha difficoltà a raggiungere porzioni di territorio anche importanti, come vale per il soccorso dei vigili del fuoco, sia nei confronti degli incendi che di grave calamità, come allagamenti, crolli ed altro. Questo è il caso specifico di Falconara che, essendo una porzione di territorio con oltre 30.000 abitanti residenti in un triangolo che dal punto di vista geografico è a distanza limitata sia da Ancona che da Senigallia che da Jesi, non ha un servizio locale di vigili del fuoco.
Questi temi estremamente fondati, sono “inquinati” da temi di battaglie interne per quanto riguarda il comando, le progressioni di carriera e quant’altro. Questo mette in ombra una situazione che invece deve essere all’attenzione non tanto del Consiglio regionale che può dare un indirizzo ma dello Stato. Come noto il Ministero degli interni, da cui dipendono i vigili del fuoco, è organizzato in tre sottosegretariati, uno dei quali ha la delega alle prefetture, uno alla polizia e il terzo alla protezione civile e vigili del fuoco per quanto non di competenza diretta della presidenza del Consiglio.
Credo che dobbiamo essere molto attenti nell’approvare un ordine del giorno. Concordo assolutamente per quanto riguarda la carenza di organico, la necessità organizzativa di potenziare i servizi, mentre per gli altri aspetti ritengo che drammatizzare su una situazione specificamente anconetana che invece non è assolutamente drammatica per quanto riguarda altri aspetti di tipo interno, non sia il caso. Se ci mettiamo in mezzo nelle beghe interne, organizzative di qualsiasi settore, è come se ci mettessimo in mezzo alle beghe interne in un comando o in un commissariato di polizia o di un’altra organizzazione dello Stato. Mi sembra che sarebbe estremamente riduttivo e non mi sento assolutamente di farlo.
Metterò a punto immediatamente una proposta di risoluzione che possa contenere questi elementi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Anche noi annunciamo il voto favorevole alla mozione condividendo gli interventi fatti, perché non possiamo entrare nel merito delle singole questioni ma dobbiamo tenere alta la programmazione di questo servizio all’interno di tutta la regione, in relazione anche al progetto “Venti minuti” del Ministero dell’interno. Nelle aree interne vi sono comuni in cui si superano i 90 minuti prima che i vigili del fuoco, chiamati con il “115” arrivino nel luogo ove occorre la loro opera. Noi vogliamo con forza che questo progetto “Venti minuti” venga concretamente realizzato e questo si concretizza con una migliore organico, con una maggiore presenza sul territorio per garantire tutti i cittadini alla stessa stregua e non avere, come al solito, cittadini che hanno garanzie di tutela e altri sprovvisti di questa tutela.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Su questa questione è già stato detto molto. Intervengo soprattutto per quanto diceva il consigliere Ciccioli, cioè che si è d’accordo su tutto, non si è d’accordo per quanto riguarda le beghe interne. Io non le chiamerei beghe interne, perché se abbiamo ascoltato la delegazione che insieme ai capigruppo ha discusso le problematiche legate ai vigili del fuoco, sono strategie, sono metodi che riguardano il modo di governare un corpo provinciale come quello dei vigili del fuoco di Ancona. Ci sono molti dubbi sulla certezza di questo governo. Però è vero, non dobbiamo entrare nel merito di questo argomento, anche se i vigili del fuoco hanno affrontato questa problematica con molta responsabilità, hanno cercato di informare i cittadini, lanciando un grido d’allarme sulla carenza di personale e di risorse, di mezzi e anche di dirigenza locale. Hanno anche cercato, poi, di coinvolgere le istituzioni, perché siamo noi istituzioni che dobbiamo sollecitare il Governo e la dirigenza nazionale dei vigili del fuoco.
Pertanto insieme al consigliere Solazzi ho firmato quell’emendamento che allarga la questione non soltanto ad Ancona ma alla regione Marche non parlando di dirigenti ma prendendo atto del documento che il comitato permanente di lotto ha messo in piedi, distribuendolo alla gente, alle istituzioni, dal prefetto al Presidente del Consiglio regionale, al Presidente della Giunta regionale, ai sindaci sui territori.
Non mi resta che dichiarare il voto favorevole a questa mozione così come modificata, dicendo che i vigili del fuoco svolgono un ruolo delicato e strategico, perciò, nell’interesse dei cittadini è doveroso che il Governo centrale e la dirigenza nazionale dei vigili del fuoco si facciano carico di garantire al meglio il loro servizio, rimuovendo le cause che generano le attuali problematiche che non sono soltanto del comando di Ancona ma che riguardano tutti i comandi della regione Marche e delle varie regioni italiane, perché se diamo più senso al soccorso dei cittadini, dobbiamo anche dare mezzi adeguati, persone adeguate, istruzione adeguata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il testo base, “ex Rocchi” lo integrerei, ove si dice “ormai ridotti ai minimi termini” con “che vengono necessariamente completati con vigili volontari non in organico”.
Poi si dice “drammatica situazione anconetana”. Che la situazione anconetana sia difficile è vero, ma “drammatica” dal punto di vista del vocabolario della lingua italiana ha un significato ben preciso. (Interruzione). Allora non ho il vostro testo.

PRESIDENTE. L’emendamento n. 3 recita: soppressione di “drammatica situazione anconetana”.

Carlo CICCIOLI. D’accordo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. La cosa che dal punto di vista politico dobbiamo non biasimare, è il fatto che una mobilitazione di questo tipo abbia prima visto la piazza e poi le istituzioni. Ritengo che questo non sia un comportamento idoneo a rappresentare uno stato di disagio. Avremmo preferito che fossero prima interessate le istituzioni di questo stato di disagio e poi, eventualmente, la piazza. Questo è un modo di fare ormai tutto italiano che sta coinvolgendo anche i corpi dello Stato e su questo ho qualche difficoltà a interpretare la situazione. Io ritengo che il corpo dei vigili del fuoco sia un corpo strategico e fondamentale per la difesa degli interessi dei cittadini e addirittura della loro incolumità e per questo mi accodo all’emendamento che è stato presentato per manifestare, sostanzialmente, un parere favorevole nel merito, ma un parere del tutto sfavorevole nei metodi con cui questa protesta è stata presentata alle istituzioni.
Il mio voto sarà quindi favorevole, con questo rammarico.

PRESIDENTE. Pongo in votazione gli emendamenti, in unica soluzione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la mozione come emendata.

Il Consiglio approva



Mozione (Discussione e votazione); «60° anniversario della Liberazione dal nazifascismo» Procaccini e Bucciarelli (5)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 5 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Su questo grande tema si è riunito il Consiglio regionale a Cantiano qualche settimana fa, tuttavia è opportuno che nella sua sede propria il Consiglio regionale delle Marche faccia sentire la sua voce rispetto al 60° anniversario della Liberazione. L’anno prossimo sarà il 60° anniversario della Costituzione repubblicana e la Liberazione costituisce il cardine della Costituzione medesima. Anche nelle Marche il Movimento di Liberazione e di Resistenza iniziò subito dopo l’8 settembre abbracciò il territorio regionale nel suo insieme ed ebbe quasi 1.000 morti fra partigiani e combattenti su un totale di 14.000 soldati, combattenti in armi. Quindi la risposta della Regione Marche a questo movimento più generale fu generosa, grande unitaria e proprio con lo spirito dell’unità che animò la Resistenza e che portò poi, nell’Assemblea Costituente, alla formazione della Costituzione, vanno ricercati valori di grande attualità, anzi di grandissima attualità, sia per l’oggi che per il futuro. Infatti noi non celebriamo, in questo istante, un museo polveroso ma qualcosa di alto, un compromesso tra le più grandi culture popolari del nostro paese, democratiche, che hanno portato alla liberazione e poi alla costituzione del nuovo stato unitario.
Questa discussione è stata svolta in maniera ampia nel Consiglio regionale aperto, è stata svolta anche in occasione dell’assestamento del bilancio, e in maniera opportuna sono state previste maggiori risorse per questo fatto di straordinaria portata. Il dispositivo della mozione richiama la partecipazione alle iniziative a sostegno della Resistenza, della Costituzione, a sostegno dell’Anpi e visto che i Comuni sono nella necessità e nella possibilità di spendere qualche euro da questo punto di vista, messo a disposizione dalla Regione Marche, non sarebbe male — ma sarà un fatto autonomo, se i Comuni lo riterranno opportuno — se insieme alle nuove generazioni e alle scuole si potessero organizzare dei viaggi presso i campi di concentramento che sono stati poi fatti anche più eclatanti dal punto di vista del numero e delle atrocità, sia nelle Marche dove c’erano campi di concentramento, ma anche viaggi presso i campi di sterminio nazisti. Non è un caso che 30.000 persone, in grandissima parte lavoratori, sono morti nei campi di sterminio e 600 militari sono stati sterminati in Germania perché si erano rifiutati di aderire all’esercito di occupazione.
Quindi il Consiglio regionale oggi svolte il suo compito, poi domani si discuterà anche di altri fatti, se il Consiglio regionale stesso lo riterrà opportuno, altri fatti gravi che sono avvenuti anche dopo la guerra in Italia e in altri paesi dell’Europa, tuttavia non è mai giusto mescolare chi ha causato morte, chi ha causato sterminio con gli aggressori e con coloro che hanno sacrificato la propria vita per ridare la libertà al nostro paese. Questi non possono essere messi sullo stesso piano dei carnefici e da questo punto di vista mi pare che il Consiglio regionale delle Marche più volte si è espresso e, anche se siamo in una fase residuale di presenza, penso che lo farà anche questa mattina.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi condividiamo gran parte delle osservazioni, non condividiamo assolutamente il metodo e le frasi che sono state riportate, come se i valori della Resistenza e i cardini della Costituzione fossero oggetto continuo, da parte nostra, di attacchi.
La Resistenza fu certamente un grande evento nella storia italiana e contribuì fortemente alla costituzione della nostra Repubblica. A sessanta armi di distanza è giunto però il momento di trovare una memoria comune condivisa per due motivi fondamentali.
In questi anni il lavoro degli storici più onesti, capaci di penetrare la storia senza preconcetti ma con metodo scientifico (Renzo De Felice su tutti), ha prodotto una inversione di tendenza negli studi della Resistenza concretizzati in alcun punti fermi da cui non si potrà più prescindere.
L'idea forte è che tra il '43 e il '45 ci fu una guerra civile, che l'Italia venne liberata soprattutto grazie agli interventi degli alleati (gli Stati Uniti d'America e l'Inghilterra, nazioni democratiche ferme e determinate nei loro valori di libertà) i quali sconfissero il nazi-fascismo con l'ausilio "fondamentale ma minoritario" della Resistenza armata italiana.
Va anche detto che la Resistenza non è stata la liberazione dall'imperialismo (antiamericanismo), né lotta di classe in chiave marxista degli operai da una parte e dagli oppressori borghesi dall'altra, ma lotta di liberazione da un regime dittatoriale, il fascismo, e da un'occupazione militare da parte di una potenza straniera come la Germania guidata anch'essa da un regime criminale come quello nazista.
Va aggiunta un'altra considerazione: che all'interno della Resistenza il progetto comunista, che pure costò la vita a centinaia di militanti, aveva fini ulteriori a quelli patriottici e che dopo la guerra, come ha scritto anche Pansa, i comunisti perpetrarono per vendetta massacri di notevoli proporzioni che costarono la vita a. colpevoli ma anche a molti innocenti, fatti che rimasero sepolti per decenni ma che la verità storica ha avuto recentemente il merito di far conoscere agli italiani.
Infine va ricordato che componenti importanti della guerra di liberazione furono lasciate in ombra mediante un’opera di egemonizzazione e di liturgizzazione di questa fase storica del nostro paese.
La scomparsa di gran parte di testimoni oculari, che giustamente avevano posizioni ferme e comprensibili senza alcuna giustificazione per il nemico, ha significato e porterà sempre più nel tempo a commemorazioni ed a valutazioni meno conflittuali in cui la riconquistata libertà e democrazia prevarranno sui fatti tragici di quel periodo, pur mossi da nobili ideali.
Solo se si andrà condensando una memoria comune per tutti gli italiani, senza prevalenze ideologiche di questa o quella parte politica democratica, la Resistenza sarà celebrata come festa di tutto il popolo italiano e vedrà noi di Forza Italia in prima fila; caso contrario non siamo disposti a partecipare a manifestazioni che si svolgono o possono svolgersi con intenti tesi a strumentalizzare la storia, a dividere invece di unire con comportamenti antidemocratici, ancor solo verbali, portatori di odio e non di pacificazione.
I valori della libertà e della democrazia si difendono e si sviluppano in un confronto civile e politico anche aspro, ma al di fuori di un "nuovo fascismo", da qualunque parte provenga, di cui l'Italia non ha certamente bisogno ed al quale ci opporremo democraticamente oggi come ieri e sempre.
E' altresì necessario che cessino comportamenti di demonizzazione e di odio verso gli Stati Uniti d'America, che furono al nostro fianco da liberatori nella cacciata dei tedeschi e del fascismo.
Coloro che pensano strumentalmente di poter distinguere il popolo americano dal proprio governo liberamente eletto, ispirandosi a posizioni preconcette che non trovano alcuna giustificazione in una società civile del nostro occidente, fanno una cosa molto grave. Una cosa è il dissenso politico, un'altra la discriminazione fondata su presupposti ideologici.
Forza Italia, infatti, non si sogna minimamente di demonizzare un eventuale governo americano guidato da un presidente appartenente al partito democratico, perché sa che gli USA sono una grande democrazia e la forza politica che esce vincente da un confronto elettorale ha il dovere ed il diritto di governare perché rappresenta tutto il popolo e deve avere il rispetto di quanti credono nei comuni valori della libertà e di un sistema politico democratico in cui maggioranza ed opposizione si alternano al potere pacificamente e con libere elezioni, nel rispetto degli uni e degli altri.
Infine, smettiamola una volta per tutte di considerare Resistenti, gli iracheni che lottano per riportare indietro le “lancette” della storia e ricondurre il loro paese verso l'oscurantismo ed il fanatismo religioso e la dittatura, che hanno significato centinaia di migliaia di morti ed il massacro di etnie come il popolo curdo. Essi vanno chiamati semplicemente terroristi e, nella migliore delle ipotesi, fascisti.
Al contrario, in nome della nostra Resistenza, dobbiamo sostenere, manifestare ed aiutare le donne irachene portatrici della vita a cui va tutta la nostra solidarietà e che costituiscono la vera Resistenza dell'Iraq. In fila sotto le bombe per esprimere pacificamente il loro dissenso totale e pacifico contro i portatori di morte: i terroristi, che intendono relegarle di nuovo in un ruolo di sudditanza antistorico ed antiumano.
La Resistenza significa dunque contribuire a ridare speranza nella dignità umana, nella libertà e nella democrazia a tutti i popoli oppressi, con comportamenti di vera solidarietà e di partecipazione a tutte quelle azioni che si muovono in questo senso ed accanto ai paesi che intendono operare su questa via.
Sono certo che il mio breve intervento contribuirà ad una migliore comprensione e riflessione sui valori comuni della Resistenza purché correttamente intesi, affinché possano divenire memoria di tutti nel segno della libertà, scevra da odi e da posizioni di egemonia politica e culturale.
Solo così questo eroico periodo della nostra storia, con le sue luci e con alcune ombre, consentirà di celebrare la Resistenza con spirito di concordia e di pace e potrà, il 25 aprile, continuare ad essere una data importante per il nostro popolo e non cadrà nell'oblio come altre date non meno significative sia per la costruzione dell'edificio unitario sia per la storia del popolo italiano.
Ci riferiamo: al 1861, annodi unità d’Italia; al 20 settembre 1870, la conquista di Roma che significò l'esclusione dei cattolici dalla vita pubblica per decenni; al 4 dicembre 1918, la fine e la vittoria nella prima guerra mondiale che costò all’Italia ben 600.000 morti; al 2 giugno 1946, referendum che segnò la vittoria della Repubblica sulla monarchia e che permise alle donne di divenire cittadini di serie A potendo come gli uomini fare le loro scelte.
Offrire dunque con la Resistenza, a tuffi gli italiani, una memoria collettiva capace di affermarsi come un orizzonte culturale in cui tutti possano e siano aiutati a riconoscersi.
Il cammino non è semplice ma se non vogliamo tradire lo spirito della Resistenza e di tutti coloro che hanno dato la vita per essa dobbiamo percorrerlo fino in fondo sempre nel rispetto della verità.
Per questo annuncio il nostro voto contrario alla mozione, perché non ripercorre lo spirito che ho testé illustrato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Presidente, faccio non un intervento ma una domanda. Che cosa significa il terzultimo capoverso, cioè “che i valori della Resistenza e i cardini della Costituzione sono oggetto di attacchi da parte delle forze di destra”? Chiediamo agli estensori di esplicitare questo terzultimo capoverso.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Intervengo per dichiarazione di voto e anche come possibilità offerta dal regolamento a chi propone mozioni.
In realtà occorrerebbe una maggiore solennità e anche una maggiore partecipazione a una discussione di questo tipo. Addirittura alcune Regioni, come l’Emilia Romagna, hanno fatto una legge per onorare il 60° della Resistenza e mi pare che il nostro Consiglio regionale con fastidio sopporta una discussione che sembra in qualche modo superflua.
La mozione non è ipocrita, perché in effetti è sotto attacco il valore in sé della Resistenza, è sotto attacco la Costituzione nata dalla Resistenza, in quanto c’è una legge proposta per modificarla e non è un caso che per la prima volta nella storia della Repubblica il capo del Governo non partecipa alle celebrazioni del 25 aprile e va al mare, perché vede questa data come superflua alla nuova concezione della Repubblica, fondata magari sull’impresa. Non è un caso che chi oggi propone di cambiare la Costituzione, di scardinarla, sono quelle forze che erano contrarie alla Costituzione stessa, che addirittura erano dalla parte dei tedeschi e dei fascisti.
Io sono un po’ sorpreso anche dalla veemenza del consigliere Capponi che di solito è persona pacata. Oggi ha letto un compito che secondo me non è tutto patrimonio suo, io mi auguro che non sia così, perché equiparare la Liberazione alla guerra civile è un falso storico, è un gravissimo falso storico. Dire che la Resistenza sia stata un fatto minoritario non fa giustizia dei tantissimi morti, torturati, periti dentro le carceri da parte del fascismo. Dal sud al nord vi sono stati non solo i grandi scioperi di Torino, Genova e Milano, ma “le 5 giornate di Napoli”, i carabinieri che sono passati con le forze della Resistenza, l’eccidio di Cefalonia ed equiparare i soldati di Salò che erano al servizio delle SS a coloro che sono caduti per la Resistenza, è un falso storico, oltre che una deriva politica gravissima, a mio modo di vedere.
Comunque non c’è bisogno di una pacificazione, perché dalla Resistenza è nata la libertà per tutti e quindi, oggi c’è la necessità di cogliere quel messaggio dell’unità per la democrazia e per la libertà che non sono mai dati acquisiti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Le spiegazioni che mi auspicavo non sono venute, pertanto ritengo che questa mozione sia in realtà un miscuglio di polemica politica rispetto a questioni storiche che debbono essere oggetto di diversa riflessione. Non mi pare che questo sia l’approccio per parlare di un periodo storico come quello della seconda guerra mondiale, mescolandolo con la polemica politica dell’attualità.
Io sono dell’idea che questo tipo di riflessione debba essere fatto senza mescolare o sfruttare la storia come clava da usare verso questo o quell’avversario o forza politica. A Cantiano abbiamo già avuto modo di dare, attraverso la relazione del consigliere Castelli, che è stata relazione di tutto il gruppo di An, un’impostazione, un taglio di riflessione che mi pare fosse stato ampiamente condiviso. Oggi con questa discussione ritorniamo indietro rispetto anche a quel dato e di ciò mi dispiace, lo dico come gruppo di An e lo dico perché non solo sui toni ma anche sulla pochezza numerica dell’aula non mi pare che questa mozione si stia affrontando nelle giuste maniere. Pertanto, se tutto rimane così com’è, neanch’io posso condividere questo tipo di documento e pregherei il consigliere Procaccini e il suo gruppo di rinviare ad altro tipo di data e di consesso, sotto un profilo anche numerico, la discussione su queste questioni, soprattutto tentando di rivedere un impianto che mi pare sia di pericolosissima commistione con una battaglia politica dell’attualità, della contemporaneità, che non debba vedere, invece, la storia usata contro l’avversario politico attuale.

Cesare PROCACCINI. Lo togliamo quel capoverso, Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questa era una proposta che intendevo fare, cioè togliere quel capoverso riferito a una attualità della politica e della battaglia politica che non deve riguardare riflessioni sulla liberazione d’Italia e sul periodo della seconda guerra mondiale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Comi.

Francesco COMI. Dicono, nei tribunali che frequenta il mio collega Pistarelli, quando l’avvocato deve sostenere la propria tesi, facere de albo nigrum, de quadrato rotundum. C’è sempre l’abilità, nella dialettica, anche politica, di cercare di confutare la realtà, di sostenere le proprie tesi. Penso che su alcune cose questo tentativo è abbastanza arduo, difficile. Sulla Resistenza, sui fatti storici non possiamo permetterci questo lusso. Capisco quindi il disagio del consigliere, capisco anche il disagio del capogruppo di Forza Italia Capponi che deve pur dimenarsi tra l’atteggiamento di un Presidente del Consiglio che il 25 aprile diserta le manifestazioni per la Liberazione e, al tempo stesso, il messaggio di pacificazione che vogliamo proporre alla collettività.
Noi dobbiamo svolgere un ruolo molto chiaro: ci sono dei valori che non possono essere trincerati in un periodo storico, che proiettiamo nel futuro e dei quali ci facciamo custodi. Rispetto a questi valori, rispetto a quei contenuti storici noi ci facciamo custodi autentici di quelle verità che non possono essere oggetto di strumentalizzazioni, di egemonizzazioni né di alcuna sorta di revisionismo storico. Ci dobbiamo fare custodi e al tempo stesso interpreti anche del messaggio che si voleva evocare, che i padri costituenti tutti hanno lanciato: quello della unità, del dialogo e della libertà. Rispetto a questo apprezzo le considerazioni, l’appello che ci vengono proposti dalle forze di questo Consiglio regionale, anche quelle di centro-destra. Penso che quell’appello lo possiamo raccogliere, per esempio emendando quella parte che viene ritenuta offensiva, poco realistica, relativa agli attacchi che ci sono alla Costituzione. Magari è una nostra considerazione, magari è utile promuovere un messaggio di unità che da questo Consiglio regionale possiamo sostenere tutti insieme. Credo al tempo stesso che questa iniziativa debba servire, sostanzialmente a promuovere alcuni comportamenti che voglio ribadire. Anzitutto farci promotori, oltre che custodi e interpreti, dell’educazione di questi messaggi alle nuove generazioni. Su questo, non in maniera rituale ma concreta, dobbiamo sostenere tutte le iniziative che nelle scuole servono a rievocare, a far rivivere quei valori sempre eterni della libertà, dell’uguaglianza, della democrazia, promuovendo anche iniziative istituzionali con le scuole, di visita nei luoghi che furono teatro tragico di quegli eventi. Dobbiamo sostenere non solo l’iniziativa degli enti locali ma anche degli istituti storici che sono custodi di quegli eventi, dobbiamo sostenere anche quelle associazioni come l’Anpi, l’Associazione Combattenti ed altre, che oggi sono la testimonianza più diretta di quei tragici fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Quella riga a cui si riferiva il collega Pistarelli ha creato anche a me qualche problema, perché posso capire le opinioni sul dibattito contemporaneo e anche la polemica politica, ma credo che i colleghi della sinistra debbano considerare il dibattito che c’è stato a Cantiano un dibattito con una fortissima vocazione unitaria e voglio richiamare l’attenzione di tutti sull’intervento che fece il consigliere Guido Castelli, molto apprezzato e che lui stesso ha definito un “intervento-confessione”, un “intervento-riflessione”. Credo che in questo Consiglio regionale non ci sia, oggi, alcuno che voglia in qualche modo sminuire i valori della Resistenza e anche i valori educativi di quello che è arrivato dalla Resistenza, a partire dalla Costituzione.
Chiedo solo una cosa e lo dico soprattutto al consigliere Comi, più che come collega, come concittadino, dato che veniamo dalla stessa città decorata per la lotta alla Resistenza, Medaglia d’Argento conferita nel 1993.
Oggi, caro collega Comi, dire che il presidente del Consiglio boicotta il 25 aprile non mi pare esatto. Tu sai che il ministro dell’interno ha presenziato a tutte le manifestazioni, compresa quella in piazza Duomo. Ci va a nome del Governo, non a nome personale.

Francesco COMI. Il presidente del Consiglio ha motivato perché non partecipa.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non l’ha fatto perché non crede alla Resistenza. Voi stessi una volta gli avete detto “socialista” e si può dire tutto ai socialisti, meno che non siano a favore della Resistenza. Un’altra volta gli avete detto “troppo liberale”, e i liberali hanno fatto la Resistenza. Dire adesso a Berlusconi “filo-fascista”, anche come battuta non mi pare che sia condivisibile. Quindi credo che la cosa possa essere archiviata con la volontà che ha espresso Procaccini. In questo modo, credo che possiamo votare tutti il documento.

PRESIDENTE. E’ stato presentato un emendamento. Nella parte ove si dice “considerato inoltre”, che recitava “che i valori della Resistenza e i cardini della Costituzione sono oggetto di attacchi da parte delle forze di destra”, l’emendamento cassa le parole “oggetto di attacchi da parte delle forze di destra”, sostituendole con “di attualità”.
Quindi il nuovo testo sarebbe “che i valori della Resistenza e i cardini della Costituzione sono di attualità”.
Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la mozione come emendata.

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola, sull’ordine dei lavori, il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Se l’aula è d’accordo, proporre di rinviare i rimanenti punti all’ordine del giorno, perché mi pare che non siamo nelle condizioni di svolgere una discussione compiuta. Fra l’altro, la mozione n. 19 riguarda una questione molto delicata che ritengo debba essere affrontata in maniera il più possibile unitaria.

PRESIDENTE. Anche il consigliere Procaccini, presentatore insieme al consigliere Bucciarelli, della mozione n. 15, è d’accordo al rinvio, pertanto, se non vi sono obiezioni, possiamo concludere in questo modo la seduta.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 14,35