Resoconto seduta n.152 del 13/10/2009
SEDUTA N. 152 DEL 13 OTTOBRE 2009


La seduta inizia alle ore 10,20


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letti i processi verbali delle sedute n. 150 e n. 151 del 6 ottobre 2009, i quali, ove non vi siano obiezioni, si intendono approvati ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di regolamento:
- n. 19/09, in data 29 settembre 2009, ad iniziativa del Consigliere Luchetti, concernente “Modifiche al regolamento regionale 4 agosto 2009, n. 5 “Disciplina della composizione e delle modalità di funzionamento dei comitati di partecipazione dei cittadini alla tutela della salute. Attuazione dell’articolo 24, comma 4, della legge regionale 20 giugno 2003, n. 3", assegnata alla V Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 372/09, della Consigliera Ortenzi “Potenziamento personale polizia autostradale e stradale nuova Provincia di Fermo”;
- n. 373/09, del Consigliere D’Anna: “Tutela dell’ambiente del paesaggio e per la regolamentazione degli impianti fotovoltaici”;
- n. 374/09 dei Consiglieri Brandoni, Procaccini “Adesione della Regione alla manifestazione No al Razzismo”.
Comunico inoltre che, con decreto n. 34 del 12 ottobre 2009, ho provveduto alla Ricostituzione del Consiglio delle autonomie locali (CAL).
Il Presidente della Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 28 settembre 2009:
- n. 1491 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 - approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 22.338,99";
- n. 1492 “Art. 20, comma 3 della l.r. n. 31 dell’11 dicembre 2001 - Prelevamento dal fondo di riserva perle spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco “Spese dichiarate obbligatorie”. €. 700.000,00";
- n. 1493 “Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31 dell’ 11 dicembre 2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dell’Unione Europa e soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 97.615,00";
- n. 1494 “Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali della quota di fondo nazionale per le politiche sociali e relativi impieghi e modificazioni tecniche al POA per l’anno 2009. €. 3.101.349,88";
n. 1495 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. 38/2008 - Variazione compensativa di €. 45.000,00 e modificazioni tecniche al POA per l’anno 2009'’;
- n. 1496 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 228.300,00. Modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008”.
in data 5 ottobre 2009:
- n. 1557 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 161.000,00”;
- n. 1558 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 173.000,00”;
- n. 1559 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 100.000,00”;
- n. 1560 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 988,59”;
- n. 1561 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 30.000,00 - modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 - UPB 53201 “;
- n. 1562 “Aggiornamento codici di riclassificazione dei capitoli dello stato di previsione della spesa - Modifica al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917 del 22 novembre 2008 e successive modificazioni”;
- n. 1563 “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 - variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - euro 30.000,00 - modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 - Upb 10503”;
- n. 1564 “Art. 29 comma l della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. 38/2008 - iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 1.266,74";
- n. 1565 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. 38/2008 - iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di enti a scopi specifici e delle relative spese - € 66.644,93";
- n. 1566 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. 38/2008 - iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 285.714,28";
- n. 1567 “Art. 29 comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 della l.r. 38/2008 - iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dell’Unione europea, da Enti e da soggetti terzi e delle relative spese - € 43.930,50 - modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni e integrazioni”;
- n. 1568 “Art. 43 comma 2 della l.r. n. 37/2008 variazione compensativa al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni - Spese di personale - € 2.159, 97”.
Ha chiesto congedo l’Assessore Mezzolani.



Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Chiedo di iscrivere, discutere ed approvare la mozione n. 374 sottoscritta dal Consigliere Brandoni e da me in merito all’adesione alla marcia contro il razzismo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta del Consigliere Procaccini di iscrivere e discutere, prima della chiusura dei lavori, la mozione n. 374, di cui ho dato poc’anzi comunicazione, concernente: “Adesione della Regione alla manifestazione ‘No al razzismo’ “

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 1237
del Consigliere Brandoni
“Affidamento del servizio di gestione dei fondi agevolati per le imprese artigiane”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1237 del Consigliere Brandoni è rinviata per assenza dell’Assessore competente. (…) Scusate Consiglieri, ma se non ci sarà un po’ di silenzio sospenderò la seduta, è veramente difficile lavorare con questo brusio che rende impossibile ascoltare ciò che viene detto.


Interrogazione n. 1326
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13 assunzione atti illegittimi e palese violazione CCNL”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1236 del Consigliere Natali è rinviata per congedo dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1229
del Consigliere Sordoni
“Approvazione del regolamento riguardante le modifiche dei criteri per il calcolo degli alloggi ERP sovvenzionata con riferimento all’attuazione dell’articolo 20 quaterdecies della legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36"
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1229 del Consigliere Sordoni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1324
della Consigliera Romagnoli
“Fondi POR-FESR CRO Marche 2007/2013 - Asse 5, Valorizzazione dei territori, Progettazione integrata, Interventi 5.1.1.50.01, 5.1.2.53.01, 5.1.3.53.01, 5.2.1.58.01, 5.2.2.58.01, 5.2.3.51.01, 5.2.3.56.01”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1324 della Consigliera Romagnoli decade perché assenza del Consigliere interrogante.


Interrogazione n. 1219
del Consigliere Comi
“Servizio idrico integrato”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1219 del Consigliere Comi è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1329
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13: modalità di attuazione articolo 32 d.lgs. 81/2008”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1329 del Consigliere Natali è rinviata per assenza dell’Assessore competente. (…) Consigliere Pistarelli, una interrogazione è stata rinviata perché l’Assessore Mezzolani ha chiesto congedo, una perché è assente l’interrogante e due perché sono assenti gli Assessori competenti. In ogni caso, visto che condivido quello che dice, chiedo al Vicepresidente Petrini di riferire alla Giunta – cosa che è stata già fatta nei confronti del Presidente Spacca – che sarebbe bene, quando si convocano le sedute dell’Assemblea legislativa, che gli Assessori siano presenti e puntuali.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Intervengo affinché sia messa a verbale la mia posizione.
Ritengo che se si apre la seduta dell’Assemblea legislativa e ancora manca oltre la metà della Giunta, credo sia chiaro si debba superare il primo punto all’ordine del giorno e andare al secondo. Altrimenti in questo modo tutte le interrogazioni, o quasi, sono impossibilitate di avere risposte. A meno che – ecco perché ho chiesto di intervenire sull’ordine del lavori – in vece degli Assessori competenti rispondano il Vicepresidente o il Presidente. Non è che debba rispondere per forza di cose l’Assessore alla sanità su una materia che riguarda il suo dicastero, può anche rispondere, appunto, il Vicepresidente o il Presidente. Ci si può organizzare affinché la Giunta abbia almeno uno degli Assessori, magari in particolare il Presidente o il Vicepresidente, che appunto possano rispondere, ripeto, in luogo degli altri.
Ora quindi propongo, se non si può rispondere alle interrogazioni, di aprire i lavori andando direttamente al secondo punto dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Condividendo pienamente ciò che ha detto, Consigliere Pistarelli, quindi rinnovo la richiesta fatta al Vicepresidente, affinché dunque gli Assessori siano presenti e puntuali per rispondere, che è anche un fatto di relazione e di rapporti tra il Governo regionale e l’Assemblea legislativa.
Detto questo passiamo al punto 2), in quanto sia l’interrogazione n. 1270 del Consigliere Brandoni che l’interrogazione n. 1315 del Consigliere Parrucci non possono essere soddisfatte per assenza degli Assessori.


Proposta di atto amministrativo n. 127
della Giunta regionale
“Istituzione del distretto culturale delle Marche”.
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 127 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Colleghi e colleghe Consiglieri, la Giunta regionale ha predisposto un atto, che la Commissione ha esaminato con la dovuta attenzione con un dibattito anche vivace ed interessante, con il quale si vuole promuovere la costituzione del distretto culturale nella nostra regione.
Esso si configura come un atto di indirizzo, sul quale depositeremo tra qualche minuto anche un ordine del giorno che tende a rafforzarne i contenuti, che ha l’obiettivo di rafforzare…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliera Mollaroli. Invito i Consiglieri a prestare attenzione all’illustrazione che sta facendo la relatrice su un punto molto importante.

Adriana MOLLAROLI. E’ un importante atto di indirizzo, stavo dicendo, che prevede la promozione del distretto culturale della nostra regione. Si configura come un atto di indirizzo, che ha l’obiettivo di rafforzare le politiche culturali della nostra Regione.
Le politiche culturali della nostra Regione sono state interessate in questo periodo da una serie di leggi nuove promosse dalla Giunta ed approvate dall’Assemblea legislativa. Una riguarda le politiche dello spettacolo, un’altra le politiche a sostegno delle attività cinematografiche, ed è in itinere una legge a sostegno dei beni e delle attività culturali della nostra regione. Atti quindi che lasceranno delle normative nuove di interesse significativo e quindi con esse si rafforzeranno le politiche culturali della nostra Regione.
Come si rafforzano? Si rafforzano in quanto si individua il percorso di promozione e di riconoscimento delle Marche come distretto culturale. Ciò significa che riconosciamo al settore della cultura, non solo le valenze note, ossia quelle attraverso cui si segna l’identità di una regione, quindi occasioni di crescita culturale, educativa e di formazione ai cittadini della nostra regione, il sostegno di quelle tradizioni che hanno avuto origine nella nostra regione, quelle legate all’attività della musica, quelle legate all’attività dell’arte che nei secoli passati hanno visto la nostra regione protagonista con espressioni e con personaggi di straordinario interesse. Ma oltre a questo si riconosce, in un annata attraversata da una profonda crisi economica, a questo settore una valenza strategica nella nuova economia, della quale spesso parliamo senza però produrre atti significativi, quindi si riconosce anche come settore economico, sociale e lavorativo.
La nostra regione sappiamo che ha moltissimi teatri, molti spazi culturali, dove attorno vivono e lavorano professionalità numericamente e straordinariamente significative (sono oltre 2000).
Quindi l’atto ha propria questa valenza, ossia quella di voler dare al settore delle politiche culturali un riconoscimento ed una rilevanza economica e sociale.
Con l’attivazione del distretto culturale delle Marche oltre a questo potremmo attingere a risorse nazionali ed europee che con la legislazione attuale non sempre è possibile intercettare. Questo è un altro obiettivo abbastanza significativo che dunque va reso evidente.
L’adesione al distretto è volontaria, possono aderire enti locali e associazioni con l’obiettivo di creare un network, una massa critica per poter rafforzare gli aspetti economico e sociali di questo settore.
La Commissione ci ha ragionato, ha evidenziato anche qualche difetto, come il fatto che l’atto è abbastanza generico. E’ per questo che l’accompagnerò, come dicevo, con un ordine del giorno che tende a dire che la Giunta dovrà comunque riferire in Commissione quali sono le azioni strategiche ed operative che vanno attivate e quali aspetti, di questo mondo complesso come quello della cultura, si vuole davvero rafforzare e a quali fonti di finanziamento si vuole attingere.
L’atto ha sicuramente una forte valenza ma con questo ordine del giorno, da me firmato a nome della Commissione, si può coinvolgere nuovamente l’Assemblea legislativa, attraverso lo strumento della Commissione, per poter dare un’operatività concreta e rendere più trasparenti e più condivise con l’Assemblea legislativa le azioni strategiche ed operative.
Per queste ragioni invito l’Assemblea legislativa ad approvare questo atto. Esso fa parte, ripeto, del rafforzamento delle politiche culturali della nostra Regione – cosa di cui abbiamo davvero bisogno –, ma soprattutto è per un riconoscimento economico e sociale ad un settore che può diventare davvero, come spesso si annuncia, un ulteriore motore di sviluppo della nostra regione.
E’ un atto con il quale tutto questo può diventare operativamente più cogente.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non ho remore nel definire questa proposta uno slogan della Giunta regionale per la fine della legislatura. Questa proposta, infatti, appartiene al pacchetto di cose effimere che la Giunta Spacca sta proponendo ai marchigiani. E’ l’esempio classico del taglio amministrativo che questa Giunta, incapace, infeconda, incompetente, vuol dare ai marchigiani. Rappresenta l’immagine speculare della situazione. Una Giunta che è costretta a ricorrere ad una grandissima campagna autoreferenziale, l’ultima è quella dei giorni scorsi con il reclutamento di un noto attore americano, costosissimo, in spregio alla situazione di difficoltà economica del Paese e della regione.
Nella proposta viene detto che anche la cultura può servire all’economia, ma si evita di dire come vengono declinati i distretti, come questa idea debba prendere corpo. Non viene detta né la forma che debbano avere, non vengono richiamati i tempi, non vengono soprattutto richiamate le risorse finanziarie che devono essere spese.
Per fare questo bastava una comunicazione formale dell’Assessore, ossia un atto di indirizzo meno formale, meno impegnativo.
Altra parentesi. Credo che anche questo atto rappresenti il tentativo di gettare il fumo negli occhi ai marchigiani per non prendere impegni in un settore pure importante quale quello della cultura. E, se mi è consentito, per far invece passare in silenzio…

PRESIDENTE. Scusi Consigliere. Consiglieri, se continua così sospendo la seduta! Per favore, Consigliere Silvetti. Consigliere Binci, per cortesia (…) Non si tratta di indisciplina, ma è un fatto di educazione nei confronti del Consigliere che parla! Quindi finché continuerete a disturbare con questo brusio io non farò riprendere la discussione. Se dovete parlare con i colleghi allontanatevi dall’Aula, non è possibile assistere a trenta riunioni contemporaneamente! Prego, Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Questo atto, dicevo, serve a far passare nel dimenticatoio alcune gravi inadempienze. Ora proverò a citarne due tanto per dare un’idea di quella che è la situazione nel campo delle politiche culturali.
Faccio riferimento ad una proposta di legge che prevedeva l’istituzione entro sessanta giorni delle Marche film commission. I sessanta giorni sono passati e questo provvedimento non è stato declinato in un atto concreto, come invece era necessario.
Altra perla che va ad aggiungersi alle inadempienze della Giunta regionale rispetto alla cultura, è la definizione dell’elenco dei PIR. Anche qui la legge richiamava il fatto che entro novanta giorni dovesse essere sentita la Commissione assembleare competente riguardo all’elenco dei soggetti culturali di primario interesse regionale. Sono componente della Commissione cultura, a me non mi risulta che una proposta di questo genere sia neppure agli atti.
Allora se invece di lanciare idee vuote, non sostenute dal nulla – su questo sono in completo disaccordo con la mia collega di maggioranza Mollaroli – sarebbe bene fare le cose che dobbiamo fare, ovvero quelle che per legge abbiamo scritto di fare.
Quindi non c’è soltanto un giudizio complessivo di insufficienza sulle scelte della politica culturale della Regione, ma c’è anche un giudizio di inadempienza rispetto ad aspetti di leggi che andavano applicati.
Questa proposta in sostanza è una scatola vuota, messa lì in vista delle elezioni per dire “abbiamo fatto anche i distretti culturali”. Quando bastava un semplice documento di indirizzo.
Pertanto, come ho detto anche in Commissione, sarebbe più dignitoso e più giusto che questa proposta venisse ritirata e che la Giunta la corredasse degli elementi che prima ho richiamato, cioè quegli elementi che in qualche modo consentano di identificare la forma, i tempi e le risorse finanziarie. Dopodiché sarà possibile esprimere un giudizio compiuto.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Vorrei focalizzare un attimo l’attenzione su un particolare che ha accennato anche il collega Giannotti. Verso la fine della legislatura abbiamo sempre una serie di proposte che possono risultare interessanti nel contesto generale ma che poi vanno anche focalizzate per capire meglio dove vogliamo andare.
E’ proprio di questi giorni la notizia dell’assegnazione di una gara per la pubblicità del prodotto Marche. Questo fatto francamente ha lasciato sconcertati in molti. Innanzitutto per il costo enorme, si parla di 1 milione e 800 mila euro, che da qualcuno potrebbe essere visto anche come un investimento, ma secondo me non è così per una serie di motivi che ora vado ad elencare.
In passato alcuni giovani registi della nostra regione, alcuni anche della mia città, fecero una proposta culturale, guarda caso proprio all’Assessore Solari che è quello che oggi dovrebbe avere la regia di questo spot, ai quali venne negata una qualsiasi possibilità di promuovere il territorio, peraltro da parte di chi lo conosce bene perché in esso vive.
Tra l’altro i fondi che verranno utilizzati per questo spot vengono anche dai FAS, ossia i fondi per le aree sottoutilizzate. Questo è grave, il fondo FAS non c’entra assolutamente niente con uno spot pubblicitario!
Quindi se vogliamo veramente partire con il piede giusto dobbiamo trovare una via che non vada a compromettere altre possibilità di finanziamento, appunto, come quelle dei fondi FAS.
Certamente si può anche essere d’accordo sul creare un distretto culturale, ma i contenuti di questa proposta sono molto fumosi, come ha accennato anche il collega che mi ha preceduto. Dà molto l’idea del solito provvedimento pre-elettorale che ha poca sostanza, poca convinzione, poca partecipazione, ma che risalta ancora una volta la volontà – come succede con lo spot con Hoffman – di favorire quando si presenta qualche opportunità per gli amici degli amici.
Una cosa di cui non si è stancata solo la gente ma credo anche la politica, quella con la P maiuscola, ossia quella che vorrebbe una volta tanto non solo parlare di meritocrazia ma che vuole anche metterla in pratica nel quotidiano, ad iniziare dalle opportunità che possono essere date o negate ad artisti come quello che ho citato prima.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Innanzitutto benvenga un confronto sull’idea della cultura intesa non soltanto come attività specialistica e come produzione artistica, ma anche come volano economico, come strumento peculiare della formazione umana, dei diritti culturali come elementi costitutivi di cittadinanza.
Soprattutto oggi, che è un momento difficile per tutti, è importante che si proponga l’istituzione di un distretto culturale delle Marche. In fondo con esso si vuole chiedere uno scatto, si vuole chiedere un sussulto, una ritrovata voglia di mettersi in gioco. Ma nello stesso tempo si vuole anche offrire delle nuove opportunità, risvegliare o se non altro rafforzare la sensazione di far parte di una comunità. Una comunità che si riconosce in alcuni princìpi, che si riconosce in alcuni valori, che si riconosce in un fortissimo senso di appartenenza, che si riconosce in una risorsa straordinaria quale appunto quella della cultura, congiunta con una proficua cooperazione, collaborazione.
Non c’è città, non c’è borgo, non c’è realtà sociale in cui non ci sia fermento creativo, una voglia di partecipazione. Ma questo si può avvertire solo scandagliano, con una sorta di palombari sociali, quel mondo sommerso che fa capo ad associazioni, a circoli, a gruppi formati soprattutto da giovani talenti che dialogano con il mondo globale, che rifiutano i surrogati fatti ad hoc per coloro che sono instupiditi dai media, ragazzi quindi che rifiutano l’effetto più vistoso del cosiddetto intrattenimento, che è la narcosi, è l’ottundimento delle capacità creative, della capacità di agire con consapevolezza.
E’ un rilancio anche dello spirito del fare, un fare sapiente che sia anche volano economico, che sia alimento di una cultura per esempio più civica, più attenta alla dimensione umana e alla qualità della vita. E soprattutto è un modo efficace di spiegare agli altri e a noi stessi cosa sono le Marche. E’ un motivare il proprio pensiero, è un motivare le proprie strategie, è un ritrovare i proprio senso e il senso degli altri.
Una debolezza però c’è. Noi continuiamo a dire che la cultura è un settore strategico prioritario, solo che la parola strategia è diventata ormai un termine abusato, un logoro luogo comune, perché non è possibile che si investa in essa, noi disinvestiamo lo 0,28% del bilancio statale. E la Regione Marche non è da meno.
Ritengo, quindi, che proprio perché la cultura è permanenza, poi non può essere un annuncio, non può essere caratterizzata dalla sindrome dell’evento per l’evento, che non ha nessun effetto a cascata sui vari territori e quindi non crea nessun vero tessuto culturale. Occorra che si sappia benissimo, nel momento in cui si accettano le linee di indirizzo, quali sono le risorse messe a disposizione, altrimenti ci limitiamo soltanto a delle generiche affermazioni.
Ecco perché ho questi dubbi e perché ho firmato quell’ordine del giorno, perché dobbiamo riflettere soprattutto affinché si crei veramente un vero distretto culturale e che finalmente abbia incidenza sull’intero territorio marchigiano.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Solazzi per la replica.

Vittoriano SOLAZZI. Prendo atto degli interventi che ho ascoltato su questa proposta di deliberazione, però sinceramente – lo dico in modo assolutamente tranquillo – mi aspettavo che una proposta di questo tipo si cogliesse per quella che è. Ossia che non è un atto programmatorio, non è un atto che determina degli impegni economici, ma è il primo passo di un percorso. Un percorso che se vogliamo passare finalmente dalle parole ai fatti non può non essere condiviso in una società dove tutti dichiarano cose, tutti fanno questioni di princìpi, dopodiché non si riesce mai a trovare la conclusione alle enunciazioni.
E’ vero o no che ci riempiamo la bocca dicendo che questo è un Paese che può trovare nella cultura e nel turismo il secondo motore dello sviluppo economico? E’ vero o no che diciamo che il patrimonio di beni artistici, storici, culturali di questo Paese non ha paragoni in nessun altro Paese del mondo? E’ vero o no che diciamo che spesso la cultura, nonostante le potenzialità che può esprimere anche da un punto di vista della capacità di costruire reddito, viene marginalizzata? Tant’è, al di là dei Governi che si susseguono – lo dico in modo sincero – quando c’è da far quadrare un bilancio si è molto propensi a tagliare proprio su ciò che non si dovrebbe tagliare, come appunto la cultura, la ricerca, la scuola. Purtroppo assistiamo a questo.
Partendo dunque da queste considerazioni molto semplici e lineari ho detto: “proviamo a sperimentare un percorso nuovo e facciamo il primo passo”.
In questa terra, le Marche, che è la terra dei distretti industriali ma che è anche la terra di un’enorme patrimonio di beni culturali, facciamo noi il primo passo. Cominciamo a rimettere al centro dell’attenzione la cultura, ma non come fatto marginale o come passione per pochi eletti o come quasi una casta di addetti ai lavori che si esercitano in voli pindarici, no, dobbiamo cominciare a considerare la cultura come un comparto economico da non sottovalutare, sul quale però molte volte facciamo retorica ma poi non siamo consequenziali.
Ci sono analisi a livello nazionale molto chiare e puntuali, contenute anche in questo atto, nelle quali sono stati individuati 138 settori di attività legati alla cultura. Questo per dire che potenziale può esprimere se non c’è disattenzione e se lo si tratta come gli altri comparti imprenditoriali.
Certo, me ne guardo bene dal non considerare la cultura nella sua accezione che è fuori dagli aspetti economici, ma d’altra parte non possiamo nemmeno non renderci conto che se la teniamo troppo fuori dagli aspetti economici, dalla capacità di intercettare risorse, al di là dei trasferimenti, finiremo per marginalizzarla noi.
Questo atto, come dice il Consigliere Giannotti, non contiene dati, non contiene impegni di spesa, certo, perché è un atto di indirizzo. E’ il primo documento sul quale l’Assemblea legislativa è chiamata ad esprimersi per dire se va bene questo nuovo percorso, questa novità di mettere al centro dell’attenzione dei vari aspetti dell’economia della nostra regione la cultura, con un approccio nuovo e con tutte le opportunità che partendo da una considerazione di questo tipo ne possono scaturire.
Perché mai, ad esempio, i lavoratori del settore attinenti alla cultura debbono avere meno possibilità di tutela di altri? Perché tutto ciò che attiene alla cultura, non facendo parte di un distretto, non può cogliere le stesse opportunità offerte ai distretti? Perché non valutare tutte le possibilità di accedere a finanziamenti che non fanno riferimento solo al bilancio ordinario ma anche a finanziamenti europei? E soprattutto, perché non valutare la possibilità di una nuova stagione, in cui sulla cultura c’è la capacità di attivare anche un percorso di confronto fra pubblico e privato?
E’ verissimo che abbiamo un immenso patrimonio culturale, però è anche vero che gran parte di esso è improduttivo, è sottoutilizzato, è anche vero che spesso tutto questo patrimonio non viene colto, ad esempio, per dare la possibilità di sviluppo di attività lavorativa a giovani, da cui arriva peraltro una grandissima richiesta.
Con questo atto il sottoscritto non vuole dire che si risolvono tutti i problemi per il solo fatto che si istituisce il distretto della cultura, ci mancherebbe altro. Inoltre non c’è nessuna volontà di espropriare l’Assemblea legislativa o chicchessia da un percorso che, invece, dobbiamo costruire insieme. Qui ringrazio la Commissione cultura, la relatrice di maggioranza Mollaroli, perché hanno capito che questo è un atto di indirizzo, che è il primo passo di un percorso. Un percorso, però, che per produrre scelte efficaci ha bisogno dell’apporto di tutti, ha bisogno della fantasia di tutti per inventarci una modalità diversa di approccio alla cultura come fattore di possibile sviluppo economico.
E’ un atto di intenti, è un atto di indirizzo, quindi chiedo anche alla minoranza di aderire. Guardate, sarebbe ben strano che la minoranza, molto spesso attenta a questi temi, rifiutasse un atto che non è di parte, è un atto che vuole essere di prospettiva. Allora come possono i gruppi di minoranza votare contro un atto che non può non essere condivisibile, perché cerca di rimettere al centro di un’attenzione diversa a tutti i livelli la cultura, ma non come fenomeno a se stante bensì come fenomeno in grado di produrre sviluppo economico.
Noi possiamo anche sottovalutare quest’atto – io d’altra parte essendo l’attore di questa vicenda non lo voglio neppure sopravalutare – ma la sua approvazione in questa Assemblea legislativa, credetemi, rimarrà comunque una cosa che si ricorderà nel tempo. Con esso, infatti, daremo una svolta alla possibilità di passare dalla retorica della cultura come grande momento della vita sociale di un paese, alla realtà di trattare la cultura potendo utilizzare tutti quegli strumenti che sono in grado di farla diventare davvero un elemento centrale e non subìre senza nulla fare il processo di marginalizzazione.
Quando sento che ogni anno con la Finanziaria vengono fatti tagli del 7-8-9-10%, qualche volta faccio una battuta, cioè, se si continua ad andare avanti in questo modo poi la prospettiva sarà lo zero dei finanziamenti! Magari è un estremismo, è un paradosso, ma quale responsabilità assumeremo se stiamo zitti, immobili, se continuiamo a dire che la cultura è importantissima ma non proviamo nemmeno a fare qualcosa per modificare questo stato di cose!
Quindi c’è la disponibilità piena ed assoluta da parte mia e dell’assessorato affinché questo processo, che comincia con l’approvazione di questo atto, possa andare avanti con l’apporto di tutti. Un apporto che deve essere anche di fantasia, di innovazione, di modalità diverse di gestione dei beni culturali e delle attività culturali. Con iniezioni forti di novità, con un discorso nuovo fra pubblico e privato, in cui il pubblico non è il depositario della gestione della cultura e dove il privato è il demone da scacciare perché sulla cultura non può dire niente. Questa è una politica cieca che non porta da nessuna parte, è minimalista.
Quindi bisogna valutare tutte le opportunità per rimettere al centro dell’attenzione un comparto che viene continuamente penalizzato, con le istituzioni che spesso assistono impotenti a questo processo e che si limitano a dire: “questa cosa non la posso fare perché c’è stato un taglio del 10%, questa cosa non la posso fare perché c’è stato un taglio del 5%”.
Però la gente non è più disponibile a valutare la politica, i Consiglieri, gli Assessori, come dei ragionieri che registrano i tagli e nulla fanno per invertire la rotta!
Questo non è un atto di ragioneria, non contiene numeri, è un atto politico e di prospettiva per cambiare le modalità con cui portare al centro dell’attenzione la cultura da un punto di vista della sua partecipazione all’economia di questa realtà regionale.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. E’ stato presentato su questo atto un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Mollaroli, D’Isidoro, Mammoli, Giannini:
“Premesso che la Commissione assembleare I, nella seduta dell’1 ottobre 2009 ha licenziato la proposta di atto amministrativo n. 127/09 concernente “Istituzione del distretto culturale delle Marche”;
Considerato che la proposta si configura come importante atto di indirizzo senza individuare però tempi e modalità per l’adesione al distretto medesimo, nonché indirizzi operativi per il suo funzionamento;
Impegna la Giunta regionale a riferire, alla Commissione assembleare competente le modalità e le procedure di adesione adottate nonché con quali risorse e con quali progetti verrà data concreta attuazione alle linee per lo sviluppo del Distretto culturale Marche.”.
Ha la parola il Consigliere Giannotti per dichiarazione di voto.

Roberto GIANNOTTI. La politica è una cosa seria, quindi credo che questo documento rappresenti la sfiducia all’Assessore alla cultura. Scusate, ma debbo interpretare io?!
Il documento firmato dai Commissari di maggioranza in seno alla Commissione dice: “Impegna la Giunta regionale a riferire alla Commissione assembleare competente le modalità e le procedure di adesione adottate nonché con quali risorse e con quali progetti verrà data concreta attuazione alle linee per lo sviluppo del Distretto culturale Marche”. Sostanzialmente è quello che ho detto io! Ovvero che questo è un oggetto privo di contenuto, che rimanda sine die la declinazione concreta. E’ l’opposto dell’affermazione dell’Assessore che dice: “bisogna passare dalle parole ai fatti”. Questa è un’affermazione parolaia e non certamente un passare ai fatti.
L’importanza delle politiche culturali credo sia un dato largamente acquisito sul quale non c’è nulla da obiettare, inoltre, che ci troviamo di fronte all’ennesimo fallimento della Giunta regionale è un altro dato largamente acquisito. Basta aprire i giornali di oggi e leggere le prese di posizione su alcune scelte di alcuni esponenti, non certamente targati politicamente – mi sembra Senigallia –, per rendersi conto della situazione di isolamento e di inconsistenza delle politiche regionali, che peraltro vanno al pari con il fallimento complessivo di questa Giunta.
Questa è una Giunta che vive sulla pubblicità, è costretta a ricorrervi per fare emergere meriti inesistenti, una Giunta che non si è certamente contraddistinta sul piano della concretezza.
Questa è un’idea, ripeto, sulla quale si può anche essere d’accordo, cioè di quando si dice che anche il settore culturale deve avere un risvolto economico. Certo, sono tantissime le aziende che lavorano in questo settore, ma, scusate, per fare un censimento delle aziende che operano nel campo della cultura c’è bisogno di un atto?! L’Assessore non ha gli strumenti per disporre la realizzazione di un censimento regionale di tutte le aziende impegnate in questo settore?! Faccia allora il censimento con gli strumenti e le strutture che ha e poi venga in Assemblea legislativa con le cose che ha detto l’opposizione di centro-destra, e che dicono anche i Commissari di centro-sinistra, riempia dunque di contenuto questa proposta. A quel punto la valuteremo.
Vedete la diversità di costume tra noi e voi! Noi, Assessore, l’abbiamo criticata vis-à vis, qualcun altro magari lo critica in maniera indiretta
Quindi noi, Assessore, non siamo disposti a darle una delega in bianco specialmente in questo settore, torni in Aula con una proposta corredata di tutti gli elementi di conoscenza, poi di fronte ad una cosa seria noi daremo un voto serio, altrimenti siamo costretti ad astenerci e a dare un giudizio negativo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Faccio mie tutte le osservazioni fatte dalla minoranza. Inoltre voglio rispondere all’Assessore che ci ha invitato a votare questo atto.
Noi atti di fiducia o posizioni non preconcette le abbiamo messe in essere da tempo, e lo abbiamo fatto soprattutto sulla cultura, però non possiamo non constatare come questa Giunta regionale, al momento delle dichiarazioni, al momento dell’annuncio, al momento di atti spot, atti manifesto come questo e come la legge sullo spettacolo, è magnanima, fa vedere che è concorde, difende la cultura, ma poi quando entra nello specifico, quando deve varare, appunto, il regolamento della legge spettacolo non ce la fa.
Non nascondiamoci che da mesi e mesi siamo fermi – guardo il Consigliere Minardi ma sappiamo quanti scontri su questa materia siano avvenuti –, la legge sullo spettacolo non è ancora attuata, non è applicata, ci rivolgiamo ancora alla legge 75, ai vecchi bandi e a tutto quello che volevamo cancellare. Non riuscite a fare il regolamento perché non vi mettete d’accordo su quali debbano essere i famosi PIR, elencarli, non elencarli, farne cinque, farne sette. Cioè su questo state litigando e credo che andrà a finire, visto lo scorcio di legislatura, che la legge non verrà applicata e che il regolamento non vedrà la luce. Il regolamento, infatti, non è venuto ancora in Commissione, in Giunta è stato rinviato cinque-sei volte, a luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre – andate a vedere gli ordini del giorno della Giunta regionale -, ogni volta lo riproponete ma ogni volta non trovate la sintesi.
Allora, Assessore, come possiamo fidarci di atti così generici, di atti spot, di manifesti o cambiali in bianco? Per cui è chiaro che questa è solo materia elettorale per chi ci crede. Questo è l’inno alla retorica della cultura, quindi, per favore, non parliamo di retorica, qui c’è davvero il contrario, questo non è certo il modo per uscire dalla retorica, semmai è il trionfo della retorica e non possiamo far finta che non sia accaduto niente.
Sulla cultura la sintesi non l’avete mai trovata, sulla legge dello spettacolo avete sacrificato un Assessore, sul proseguo vi siete nuovamente arenati. Quindi non vaniteci a raccontare che con questo atto si dà la svolta alla stagione e alla programmazione culturale della Giunta Spacca. Quella programmazione culturale priva di Assessore per anni e cenerentola di tutte le altre materie.
Non è sicuramente questo il modo per uscirne, anzi, riteniamo che sia l’ennesima beffa e portata in giro proprio perché ci avevamo creduto. Peraltro vi abbiamo anche collaborato lavorando molto in I Commissione. E la riprova di questo, come dice il Consigliere Giannotti, è il criptico ordine del giorno nei confronti della Giunta, non firmato dalla minoranza ma tutti i Consiglieri della prima Commissione, dove è insita la sfiducia. In esso si dice alla Giunta “facci vedere i soldi, facci vedere i fatti, perché siamo stufi in Commissione di dare queste deleghe in bianco e poi l’amministrazione si arena costantemente”.
Quindi non portiamoci in giro, non siamo noi che non collaboriamo, siete voi che non avete dimostrato di saper far seguire alle parole i fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Prendo la parola dopo gli interventi della minoranza per un necessario chiarimento e per amore di onestà.
Abbiamo discusso in Commissione questo atto, ne abbiamo individuato gli aspetti positivi, come il forte riconoscimento del settore della cultura come settore strategico.
Con questo atto, infatti, si rafforzano le normative esistenti della nostra Regione, alcune delle quali hanno avuto percorsi completati, altre invece hanno percorsi in itinere.
L’ordine del giorno nasce dopo un dibattito molto proficuo fatto in Commissione anche con la minoranza, con il quale abbiamo cercato di trovare un punto di sintesi – mi ero impegnata a fare questo ordine del giorno sperando che la minoranza lo sottoscrivesse –, questo perché nessuno di noi in Assemblea legislativa ha voluto mai rinunciare, in questo settore in particolare, ma anche in altri, alle sue prerogative.
Noi siamo tutti fautori dei poteri e del ruolo dell’Assemblea legislativa, allora cerchiamo di ripristinare con un ordine del giorno che ha questo significato, non è un atto di sfiducia nei confronti della Giunta ma neppure, giustamente, una delega totale alla Giunta.
Sapete che su questo la Commissione è stata coerente con tutti gli Assessori che ci sono stati, dal primo, al secondo, fino al terzo. Quindi non ci sono percorsi diversi, non si fanno sconti a nessuno, cerchiamo di riprenderci le nostre prerogative.
Questo è un atto importante, lo abbiamo riconosciuto, però è un atto che si configura come un atto di indirizzo, allora l’Assemblea legislativa vuole giustamente sapere in quali settori concretamente diventerà operativo.
Il senso dell’ordine del giorno è semplicemente questo, nessuno atto di sfiducia ma nessuna delega in bianco.
Credo che sia una modalità con la quale difendiamo l’onore dell’Assemblea legislativa, che è l’unico organo eletto che ha il dovere di sapere dove e come le politiche di indirizzo si concretizzano.
Questo è il senso con il quale l’abbiamo fatto, per cui manteniamo una nostra coerenza nell’azione di questi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Devo dire per onestà culturale che il chiarimento della Presidente Mollaroli si inquadra e prosegue quella linea portata avanti anche in Commissione. La Consigliera ha detto: “non sfiducia ma neppure delega in bianco”. E questo è vero, in Commissione si è espresso nel turbinio dei diversi Assessori presenti o assenti alla cultura a partire dall’anno 2000, anno in cui siamo stati eletti contestualmente, Consigliera Mollaroli.
Concordo nell’analisi quello che hanno detto i colleghi Giannotti e Romagnoli, vorrei invece sottolineare il fatto che qui l’Assessore Solazzi ha lanciato un grido di dolore per il modo con cui l’Assessorato alla cultura viene trattato nel riparto delle risorse – non so se il messaggio fosse per il Governatore o per l’Assessore Marcolini –.
Allora qui dobbiamo sottolineare due cose.
Primo, la cultura nelle Marche si promuove facendo la classifica delle eccellenze. Graduatoria che invochiamo da tempo ma che non si riesce ad avere. Non è possibile che tutte le manifestazioni e tutti i lodevoli sforzi di buona fede che fanno i nostri Comuni, le nostre proloco, le nostre associazioni, siano tutte sullo stesso livello. Non è così, ci sono iniziative che servono a soddisfare la sete e la fame di cultura dei nostri cittadini, mentre altre servono ad attirare nelle Marche – qui lo collego al turismo – altri cittadini d’Europa. Allora, Assessore, manca sempre questa graduatoria! Bisogna quindi avere il coraggio di stilarla e su questa definire le risorse.
Faccio un esempio – ci ritorno sopra perché ne abbiamo parlato qui tante volte quando parliamo di volano dell’economia, della possibilità di spostare gente nei nostri comuni –, per il Futurismo la vostra Giunta ha dato 20 mila euro, se ora vado a vedere per quali manifestazioni sono stati dati, vi dico che questa analoga somma è stata data per qualche sagra della salsiccia.
Però sapete, ad esempio, che un comune piccolo come quello di Caldarola, che non appartiene al mio colore politico, con pochi soldi ha convogliato in quattro mesi 50-60 mila visitatori. Allora noi avremmo potuto organizzare nelle Marche una grande mostra sul Futurismo (…). Come? Ne abbiamo fatte tante? (…) Assessore, non se le ricorda nessuno, certo, ce ne sono state di lodevoli, locali, piccole, veramente confinate in un piccolo perimetro, però per esempio non si è valutato (…) Quella è un’altra cosa, io sto parlando di investimento della Regione, ma se parliamo di investimento delle fondazioni sono d’accordo. Però per esempio le stesse fondazioni, tutte, da nord a sud, vi chiedono una programmazione che difficilmente la Regione riesce a dare, una programmazione sui macro obiettivi su cui indirizzare questi fondi lodevolmente concessi proprio dalle fondazioni.
Comunque, al di la di questo, io ho fatto l’esempio sul Futurismo per dire che forse non si è approfondito. E anche nella nostra Macerata – dato che l’Assessore al bilancio è di Macerata –, quel capoluogo così addormentato – Jimmy Fontana diceva “paese addormentato” –, si poteva fare molto di più. (…) Assessore, però noi l’adattiamo a Macerata.

PRESIDENTE. Per cortesia, Assessore, la prego di non interrompere.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho fatto un esempio solo per dire che abbiamo bisogno che l’Assessorato alla cultura e la Giunta nel suo complesso – ecco perché colgo il grido di dolore di Solazzi ed il suo appello – diano le dritte per la qualificazione della cultura con le graduatorie sulle eccellenze e sui meriti. Altrimenti non se ne viene fuori, altrimenti la grande manifestazione di cultura sarà equiparata alla sagra paesana, bella, ci piace, ma da fuori regione non ci porta un granché di nuovo quanto ad economia.
Quindi per questo motivo, come detto dai colleghi, questo distretto, caro Assessore, non è una cosa da prendere pregiudizialmente contro, ma è sicuramente un contenitore da riempire con contenuti sui quali la Giunta si deve impegnare per prima, anche recependo quello che in Commissione bipartisan abbiamo detto spesso.
Quindi concordo che non bisogna dare la delega in bianco e che sia uno stimolo, almeno a fine legislatura, affinché il messaggio delle Marche non sia solo Dustin Hoffman!

PRESIDENTE. Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di atto amministrativo n. 127. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di regolamento n. 18
della Giunta regionale
“Regolamento per la gestione e tutela dei molluschi bivalvi, in attuazione dell’articolo 13, comma 2, della legge regionale 13 maggio 2004, n. 11"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 18 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Oggi stiamo discutendo, dopo un periodo abbastanza concitato, questo regolamento regionale che riguarda la gestione e la tutela dei molluschi bivalvi.
La materia di cui si interessa questo regolamento è di competenza integrata tra Stato e Regioni. Né poteva essere diversamente, allo Stato compete la tutela dell’ambiente, dell’eco-sistema marino, la tutela della salute, dell’alimentazione, del commercio, ecc., mentre alla Regione compete la regolamentazione di dettaglio.
Questa osservazione è stata sollevata anche durante le audizioni, per cui ho voluto subito chiarire tale punto.
Certamente il confine tra le competenze dello Stato e della Regione è abbastanza labile, ma in questo specifico è intervenuta una sentenza del Tar Marche.
Inoltre, cioè che a mio avviso è quasi più importante dal punto di vista politico ed etico di una sentenza, è il fatto che il Governo regionale abbia sentito la necessità di regolamentare una materia sulla quale da ben venti anni lo Stato non era più intervenuto.
Quindi questo regolamento cerca di trovare una soluzione anche se in via transitoria.
Da cosa nasce quella problematica su cui oggi, attraverso questo regolamento, si cerca di trovare una soluzione?
Nasce innanzitutto dall’eccessivo numero delle vongolare e in genere di tutte le barche da pesca che è superiore rispetto al tratto di mare delle Marche e alla sua stessa pescosità. Però sappiamo che non riguarda soltanto le vongolare – anche se è quello che stiamo affrontando oggi – ma è un problema generale. Infatti la flotta peschereccia delle Marche è piuttosto consistente e il tratto di mare marchigiano non è così lungo da poter dare una risposta adeguata alle esigenze della flotta stessa.
Alcuni fanno risalire l’aggravamento di questa situazione al fatto che in passato – non so se per motivi politici, economici o perché magari non si era approfondito doverosamente quello che si stava facendo – sono state concesse troppe licenze nella zona sud delle Marche che hanno ulteriormente reso difficoltosa la situazione.
Oltre a questo, con il passare del tempo il mare è diventato più inquinato, in certe zone del mare Adriatico o non si può pescare oppure bisogna intervenire con altri strumenti. Inoltre c’è soprattutto una minore reperibilità del prodotto, tanto è vero che sempre più frequentemente si attua il fermo di pesca. Rispetto al passato, infatti, i giorni di pesca sono inferiori in quanto c’è meno prodotto. Sono anche previsti, o ci sono già, dei parchi marini, ossia zone protette in cui non è possibile pescare.
Da qui, dunque, la necessità di proporre questo regolamento.
Le aree A e B di Pesaro e di Ancona non vivono certo una vita tranquillissima, ma qui sicuramente vi sono minori difficoltà rispetto alle aree C e D del sud delle Marche.
Allora che cosa succede? Chi ha sempre lavorato in una zona più tranquilla poi guarda con grossa difficoltà la possibilità che anche altri possano andare ad intervenire in quella stessa zona, chi invece lavora in una zona più povera ovviamente spera di poter svolgere la propria attività in una zona dove il prodotto ancora è più abbondante – anche se, ripeto, non è sicuramente ricco – e soprattutto dove il tratto di mare è più lungo.
Quindi questo regolamento cerca di contemperare le varie esigenze, però avrà un senso se ad esso seguiranno determinate operazioni, in caso contrario rischieremo di tenere ferma la situazione senza andarla a risolvere, e quindi una volta scaduto il regolamento ci ritroveremmo con gli stessi problemi.
Questo regolamento è dunque transitorio, ha una scadenza temporale ben precisa, non è come una legge che vale per sempre.
La seconda questione importante è la necessità di mettere in campo studi e strumenti più approfonditi per esaminare quale potrebbe essere la soluzione finale.
Un terzo punto assolutamente necessario è quello di cercare accordi e finanziamenti tra Stato, Regione e Comunità europea, questo per procedere alla rottamazione del maggior numero di imbarcazioni. Perché se fra un anno e mezzo circa, quando il regolamento non avrà più il suo valore, ci ritroveremo con lo stesso numero di imbarcazioni, ci si ripresenterà nuovamente lo stesso problema.
Quarto punto. E’ stata proposta – non so se sarà possibile ma secondo me è una via da perseguire – la possibilità di poter vendere le licenze che oggi agiscono sulla costa marchigiana – che naturalmente non potremo fare da soli – in altre aree della costa italiana, in modo che gli operatori abbiano la possibilità di poter lavorare in zone meno impoverite della nostra.
Vado ora all’illustrazione in dettaglio dell’articolato del regolamento. Cercherò comunque di essere molto schematica.
L’articolo 1 è l’oggetto del regolamento. All’articolo 2 è previsto che il riconoscimento avviene in base compartimentale o sub compartimentale dei consorzi di gestione. Alla lettera b) si dice che il consorzio deve rappresentare almeno il 75% delle imprese che svolgono l’attività, perché se ci fosse un numero inferiore il consorzio non avrebbe senso. Quindi c’è una percentuale fissa di imprese per poter far sorgere un consorzio. E quel 75% di natanti che aderiranno al consorzio devono praticare soltanto la pesca di vongole.
Il consorzio deve essere inoltre regolamentato da uno statuto che prevede che deve esserci un’attività non solo di cattura del prodotto, ma che cerchi anche di incrementare la risorsa ittica attraverso il ripopolamento, il fermo di pesca, il riposo biologico, ecc.. Lo statuto prevede, inoltre, che deve esserci collaborazione tra i Consorzi e la Regione per una serie di studi e ricerche al fine di permettere una chiarezza maggiore della situazione e che ci sia una qualificazione professionale degli operatori e una valorizzazione della qualità del prodotto; questo ovviamente interessa non soltanto gli operatori ma tutta l’economia marchigiana. Il nostro prodotto è valido quindi deve essere valorizzato.
Seguono poi alcune indicazioni, che evito di illustrare, per quanto riguarda il riconoscimento del consorzio.
Nell’articolo 3 si parla della modalità di affidamento di revoca per la gestione dei molluschi bivalvi.
L’articolo 4 si riferisce invece ai compiti dei consorzi che sono quelli di definire, per lo svolgimento dell’attività i quantitativi, gli attrezzi, i tempi, ecc.. Come ho detto all’inizio, non è che ognuno può svolgere questa attività con gli attrezzi e i tempi che vuole, ma deve farlo attraverso il consorzio che insieme alla Regione definisce, appunto, i tempi, i modi ecc..
Viene stabilito che entro il 30 settembre di ogni anno – ci siamo resi conto che non era possibile programmare al dettaglio – i consorzi devono inviare alla Giunta un piano di gestione di massima per l’anno successivo. Poi la Giunta entro sessanta giorni dovrà dare risposta. Su questo in Commissione c’è stata un po’ di discussione in quanto si voleva accorciare il tempo di decisione, però poi si è visto che non si poteva strozzarlo. Quindi alla fine di una discussione abbastanza approfondita abbiamo accettato quello che era stato proposto dalla Giunta, ovvero il termine di sessanta giorni.
Importante è anche il fatto che il restante 25% di pescatori che non volessero aderire al consorzio possono comunque svolgere l’attività nell’area marchigiana ma devono rispettare le stesse normative tecniche stabilite dai consorzi; non è che il 75% si deve attenere mentre l’altro 25% può fare quello che vuole! E’ lapalissiano dirlo ma mi pare evidente che le cose potevano andare soltanto così.
L’articolo 5 riguarda l’individuazione, da parte della Giunta regionale, sentite le associazioni di categoria e con il parere della Commissione assembleare, delle aree di pesca e delle imbarcazioni.
L’articolo 6 stabilisce i criteri di mobilità da un compartimento all’altro, cosa possibile purché i consorzi siano d’accordo.
All’articolo 7 si parla del comitato di coordinamento, che la Commissione ha cercato di definire meglio. In esso ci sono vari rappresentanti, tre esperti di biologia marina con chiara esperienza, i comandanti delle capitanerie di porto, i presidenti dei consorzi di gestione e i rappresentanti delle quattro associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale. Ciò era stato chiesto dalle associazioni di categoria e la Commissione lo ha ritenuto utile. Questo comitato rischia di essere forse anche un po’ troppo numeroso, ma in una materia così delicata è comunque opportuno avere il confronto e l’assenso più ampio.
Il comitato approva il regolamento ed esprime parere sul piano di gestione.
Nell’articolo 9 viene stabilito che fino all’espletamento di tutte le procedure previste rimangono confermati i consorzi attuali. E qui arriviamo ai due punti dolenti.
La Commissione ha stabilito che in fase di prima applicazione questo regolamento ha una validità non oltre il 30 giugno 2011. Veniva chiesta una data certa, si poteva oscillare fra un anno, come chiedevano alcuni, o due anni, come chiedevano altri. E’ vero che per fare uno studio approfondito forse sarebbero stati utili due anni, ma è anche vero che con la buona volontà in un anno e mezzo è possibile farlo. Quindi si è deciso, tenendo conto delle opposte istanze da parte delle opposte aree territoriali, di mettere come termine ultimo il 30 giugno 2011.
Vengono poi individuate le seguenti aree di pesca, e questo è forse il problema più grosso: il compartimento di Pesaro, area A, va da Gabicce al Cesano, il compartimento di Ancona, area B, va dal Cesano a 1,1 km a nord della foce del fiume Potenza, l’area C, sempre compartimento di Ancona, va dall’1,1 km a nord della foce del fiume Potenza sino al Chienti, l’area D, compartimento di San Benedetto, va dal Chienti al Tronto.
Potete immaginare quanta discussione ci sia stata e quanta forse ce ne sarà oggi in quest’Aula.
Noi abbiamo ritenuto di riproporre l’area così come proposta nella delibera della Giunta la cui l’estensione – questo era il problema vero – dell’area B era stata calcolata con un termine matematico. A nostro avviso se avessimo spostato di un metro o di cento metri o di un chilometro a nord o a sud, rispetto alla proposta fatta su questo calcolo matematico, oggi sentiremo comunque la volontà di altre scelte, di altri calcoli. Certo, tutti legittimi, tutti approfonditi, tutti opportuni, tutti degni di rispetto, però noi abbiamo ritenuto che anche un solo metro di differenza sarebbe stato un segnale politico di privilegio nei confronti di una zona rispetto all’altra.
Qui gli animi sono molto accesi perché, ripeto, il problema è grosso, perché per vent’anni non si è voluto risolverlo. Comunque noi abbiamo fatto questa scelta con quella valutazione di carattere politico che vi ho detto.
E’ vero che non c’è un confine naturale, come qualcuno chiedeva, come è vero anche, e sono la prima ad esserne consapevole, che nessuno uscirà soddisfatto con questo regolamento. Ognuno sperava qualcosa di più, ma siccome il mare è quello, e non possiamo neppure fare come leggiamo in Fontamara quando l’acqua non bastava a tutti, quando cinquanta e cinquanta non bastava per tutti allora qualcuno ha detto: “vi do tre quarti e tra quarti”. In Fontamara però c’erano i cafoni che non capivano, qui invece capiamo che queste cose non si possono fare.
Quello dunque è il tratto di mare, certo, ognuno avrebbe bisogno di qualcosa in più, ognuno vorrebbe qualcosa in più, qualcuno peraltro avrebbe anche diritto ad avere qualche cosa in più, ne siamo consapevoli. In ogni caso il voto in Commissione non si è diviso né trasversalmente né per aree territoriali, lì ognuno di noi avrebbe potuto difendere la propria area territoriale, ma con grande senso di responsabilità abbiamo cercato di non farlo. Abbiamo invece pensato che forse un momento di pace sociale in questo settore era necessario.
Questo dunque è il concetto per cui si è arrivati a fare tale scelta.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Condivido l’illustrazione fatta dalla Consigliera Mammoli sugli articoli, però vorrei portare a conoscenza dell’Assemblea legislativa che la scelta fatta dall’Assessore non è molto gradita da nessuno. Davanti alla nostra sede di Piazza Cavour nei giorni scorsi c’è stata una manifestazione che addirittura ci ha visti costretti a rinviare la riunione di Commissione al giorno dopo.
Voglio dire che c’è malcontento, e c’è soprattutto per il fatto che a detta delle organizzazioni di categoria l’Assessore ha fatto questo regolamento senza interpellare le categorie stesse.
Questo, peraltro, lo possiamo constatare anche all’articolo 7 della proposta della Giunta in quanto nel comitato non era state inserite, appunto, proprio le organizzazioni di categoria. Ma in Commissione attraverso un emendamento ne abbiamo modificato la composizione. Quella era stata comunque una scelta voluta e portata avanti dall’Assessore.
Questo regolamento interessa tutto il territorio regionale allora non si capisce perché la lotta debba sempre avvenire tra Ancona e San Benedetto e invece Fano e Pesaro stanno tranquilli.
Assessore, io non so se qui ci sia un discorso di residenza, ma se è un discorso regionale, ossia se dobbiamo toccare tutto il territorio, non si capisce perché non si parli anche di Pesaro e Fano e lo scontro, ripeto, è sempre tra San Benedetto e Ancona.
Se dobbiamo dividere le imbarcazioni perché sono troppe, a causa del fatto che qualcuno a livello ministeriale ha dato troppe licenze, queste devono essere divise su tutto il territorio marchigiano; non c’è bisogno solo del fatto che quelle di San Benedetto vadano solo ad Ancona, perché quelle di Ancona potrebbero andare anche a Pesaro! Dobbiamo essere chiari! Non si può fare un regolamento che è regionale e poi si tocca solo San Benedetto e Ancona!
Peraltro Ancona in precedenza aveva già dato, infatti aveva preso delle imbarcazioni di San Benedetto per fare poi il nuovo distretto di Civitanova.
In ogni caso, al di là di questo, noi non possiamo essere d’accordo su un regolamento dove non c’è stato un confronto, dove si sono viste solo contestazioni – io per lo meno è quello che ho visto –, dove nessuno è d’accordo, secondo me credo non sia d’accordo neppure il Ministero.
Quindi non posso che votare contro questo regolamento perché scontenta tutti.
Si danno indicazioni dividendo le imbarcazioni in base alla lunghezza della costa, quando invece la pesca si fa all’interno, per cui semmai bisogna vedere quanto è profondo il mare e dove si può pescare.
Quindi vi è una situazione che deve essere rivista facendo un discorso sull’area reale e non quindi misurando la costa che, secondo me, è una suddivisione piuttosto superficiale.
Anche perché nell’area B che interessa Ancona rispetto a prima la pesca in alcuni tratti è stata limitata, ad esempio l’area Conero. Inoltre ci sono quattro allevamenti privati di molluschi che ovviamente portano via dello spazio marino alla pesca. Sicché tutto questo sul territorio della provincia di Ancona comporta per ogni imbarcazione una riduzione dell’area di pesca.
Ma con questo regolamento si vuole togliere alla provincia di Ancona un altro tratto di mare per allargare Civitanova. Certamente io sono pienamente d’accordo che Civitanova venga allargata in quanto ha poco spazio, però è anche vero se si allarga da una parte bisogna anche crescere dall’altra. Quindi secondo me si sarebbe dovuto allargare lo spazio di Ancona più verso quello di Pesaro.
Pertanto non è possibile accettare un regolamento fatto in questo modo. Peraltro anche in quest’Aula sull’articolo 9 molto probabilmente ci sarà una battaglia, in esso infatti sono stati presentati diversi emendamenti sia da parte della maggioranza che da parte della minoranza. Quindi è chiaro che non c’è accordo all’interno di entrambi gli schieramenti, dove ognuno vuole rappresentare il proprio territorio.
Per cui vedremo più avanti come verranno votati gli emendamenti, perché certamente se andrà avanti il regolamento come presentato dall’Assessore il mio voto sarà contrario, in quanto scontenta tutti e anche perché l’Assessore lo ha fatto da solo senza tenere conto delle organizzazioni di categoria.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Condivido soli in parte l’intervento del collega Cesaroni quindi molto probabilmente ci differenzieremo anche sul voto finale.
Io ho partecipato alla Commissione quando è stata affrontata questa problematica. Una problematica difficile, complessa – come ha detto il collega Cesaroni –, che però crea delle divisioni sia all’interno dei Gruppi che all’interno delle stesse categorie.
Sono molti anni che si parla di questa complessa problematica, un problema che a volte è stato affrontato anche con toni duri, aspri, molto animati. Peraltro dispiace che su un problema così serio e delicato a volte anche i rapporti personali di moltissimi di questi amici civitanovesi vengano messi in discussione.
Quindi è nostro compito e dovere cercare una soluzione condivisa la più ampia possibile per rasserenare gli animi e soprattutto affinché possa essere data soddisfazione a tutti. Che non ci sia dunque né vinti né vincitori ma solo una soluzione equa, una soluzione che permetta anche in futuro – questo è importante – di discutere serenamente su questo problema.
Il futuro lo deciderà la futura Assemblea legislativa, tutto infatti è demandato al 2011. Le posizioni di oggi, quindi, potranno eventualmente essere messe in discussione nella prossima legislatura, ma se facciamo un serio e buon lavoro sicuramente chi verrà dopo di noi prenderà atto che questa Assemblea legislativa ha legiferato non con la propria casacca politica bensì con il buonsenso.
Oggi ci troviamo a discutere di questo problema per una decisione del Tar, che ovviamente nessuno disconosce e che dobbiamo prendere tutti nella dovuta e massima considerazione.
In ogni caso, come ha etto il Consigliere Cesaroni, in quest’Aula si registrano posizioni differenti, ma secondo me questo deve essere inteso non come un problema ma come una risorsa per il dibattito, proprio perché stiamo affrontando un problema molto serio.
In Commissione ho potuto constatare che da parte di alcuni colleghi dell’attuale maggioranza – non me ne vogliano gli altri – ci sono state posizioni serie e ponderate, quelle dei Consiglieri Procaccini e D’Isidoro, che con serenità, con tranquillità e anche con la collaborazione del Presidente, hanno cercato di trovare una posizione di equilibrio, non un compromesso al ribasso. A volte, infatti, i compromessi possono essere anche onorevoli, di alto profilo; la parola compromesso non sempre è brutta, a volte serve a trovare le migliori soluzioni.
Quindi in Commissione c’è stato un dibattito positivo dove l’atteggiamento dei commissari è stato serio e corretto. Comunque anche noi dell’opposizione su questo problema ci siamo visti divisi, non per un fatto di campanilismo o di appartenenza al territorio ma quando, ad esempio, si è parlato di distanze, di imbarcazioni ecc.. Il professor D’Isidoro ci ha anche illustrato un suo studio approfondito fatto sul numero delle imbarcazioni. Quindi certamente è stato fatto un ragionamento serio, non ci siamo solo riuniti per dire: “chi è d’accordo alzi la mano e chi è contrario lo dica”, no, si è cercato di trovare una soluzione al problema dandone anche una giustificazione.
Oggi con gli emendamenti presentati ognuno cerca di dare un contributo per trovare la soluzione migliore, prendo atto di questa buona volontà, quindi mi auguro che l’Aula, appellandomi al buonsenso di tutti, faccia uno sforzo comune per trovare la maggioranza più ampia possibile per far sì che anche all’esterno si capisca che si è voluta una soluzione seria, dettata non da appartenenze politiche, ma una soluzione che cerca solo di risolvere un problema ventennale.
Questo, infatti, è un problema che da circa vent’anni vede scontrarsi – chiedo scusa se la parola è un po’ forte – anche gli amici, mettendo persino in difficoltà i rapporti tra le loro famiglie. Su questo dobbiamo riflettere. Quegli amici cresciuti insieme, quegli amici che hanno fatto una vita in comune, oggi magari si guardano in modo cagnesco proprio a causa di un problema, ma quale? Il lavoro! Qui infatti stiamo parlando del lavoro di persone che a fine mese cercano di portare alle proprie famiglie più soldi possibili. Non è che si fa un discorso egoistico dicendo “guadagno più io, oppure, guadagni meno tu”.
L’Assessore Solazzi, che ora non vedo, è un grande attore, potevamo metterlo al posto di Dustin Hoffman! Perché ho sentito dire, Presidente Ortenzi, una battuta che mi è piaciuta molto, ossia che “risparmiavamo quasi tre miliardi delle vecchie lire”!
L’Assessore Solazzi è quindi un grande attore, ma è stato anche un grande mediatore, un grande tessitore, gliene do atto, penso che se avesse fatto una promozione per il turismo al posto di Dustin Hoffman, magari poi il Presidente Spacca si sarebbe potuto trovare 3 milioni in più per farsi più pubblicità e più propaganda! Anche lo stesso Solazzi sarebbe stato contento…(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompete, vi prego di mantenere un livello della discussione adeguato ad un’Assemblea legislativa!

Ottavio BRINI. Consigliera Ortenzi, e concludo, ma tanto per essere chiaro, lei è bindiana, io berlusconiano! A me piacciono le donne, punto, non andiamo oltre!
Per tornare sull’argomento e anche placare un attimo l’atmosfera dell’argomento, visto che il Consigliere Cesaroni ha paventato in quest’Aula anche una battaglia, ritengo che qui deve esserci un ragionamento serio, questo è l’appello che faccio un po’ a tutti. Ci sono degli emendamenti, cerchiamo quindi di trovare una soluzione, che magari non soddisfi tutti ma che almeno sia la più giusta e la più equa possibile, in modo che questa Assemblea legislativa possa dare un segnale forte a tutta la comunità regionale

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Vorrei provare a definire di che cosa stiamo parlando. Proprio in queste ore i mezzi della capitaneria sono ancora alla ricerca di un marittimo disperso in mare. Quindi stiamo parlando di un lavoro, di una fatica, di un impegno che ha queste caratteristiche, dunque noi stiamo decidendo, attraverso questo regolamento, delle condizioni di vita di queste persone. Allora credo che dovremmo farlo con intelligenza e serietà. Dovremmo farlo anche tentando di operare con uno sguardo che eviti la prigionia del territorio e l’imminenza di alcune scadenze elettorali. Altrimenti a questi lavoratori faremmo, oggi e domani, un pessimo servizio, ma soprattutto rischieremmo di fare un pessimo servizio a noi, alla politica, che invece di assumersi le responsabilità ed il progetto rischia di accodarsi e vivere il contingente.
Dico questo in premessa perché ritengo che lo sforzo fatto dall’Assessore sia stato uno sforzo importante, una fatica vera dentro un contesto complicato proprio perché figlio di una lunga sequela di compromessi tartufeschi e qualche errore.
E’ un percorso, non di ieri ma di tanti anni fa, nato nella forma delle licenze facili, nella forma del ridisegno dei compartimenti a seconda delle spinte e delle necessità. Avendo anche la scarsissima attenzione di pensare che il mare è res comunitatis, cosa di tutti, che riguarda chi ci lavora ma complessivamente riguarda la tutela della fauna ittica, che è uno di questi obiettivi. Come pure riguarda la nostra comunità. Prima parlavamo di turismo, della necessità di promuovere il nostro territorio. E parlare di questo significa anche sapere che il nostro mare, i nostri prodotti, la loro salubrità, la loro qualità, rappresentano elementi di qualificazione seria ed importante.
Allora riuscire con quel retroterra a produrre ora, nell’assunzione di una responsabilità politica piena – perché solo ora alla Regione tocca una responsabilità politica piena –, un regolamento, credo sia cosa complicata e difficile. Esso richiedeva l’ascolto, tra l’altro è stato prodotto in un momento di straordinaria, difficilissima concitazione dove le emozioni hanno fatto pendant alle necessità e alle riflessioni.
Il regolamento che esce dalla Commissione è hegelianamente razionale. Un punto di equilibrio che però impone – ho presentato un ordine del giorno che lo illustrerò più tardi –un percorso che non si limiti qui ma che guardi altrove. Un percorso che prenda questo regolamento come punto di partenza, ma nella riflessione più generale dell’attività ittica che riguarda la pesca delle vongole, rifletta su come mantenere e valorizzare questo che, dati alla mano, è un comparto importante dell’economia regionale e, dati alla mano, fa della regione Marche una delle principali marinerie nazionali che si occupano di questa attività.
Allora è chiaro che occorre una riflessione più lunga che in qualche modo attivi studi e produca ulteriori riflessioni.
Mi permetto solo di dire una cosa, Assessore. In queste ore tutti abbiamo cercato di fare il nostro meglio per dare un contributo, io non ho presentato emendamenti e non intendo presentarli, perché, come dicevo, il suo sforzo è un punto di equilibrio che dovrebbe essere preso dall’Aula, nella sua unanimità, come elemento che ci consente di produrre un atto equo e di darci una possibilità di futuro dopo. Tuttavia mi permetto di osservare – gliel’ho comunicato con una lettera – che lo spazio di mare riguardante l’ex compartimento di Civitanova, entro il quale sono state ricostruite le misure, a mio giudizio – poi le fornirò i dati tecnici – ha una misurazione non corretta, tale per cui va ripristinata nella forma che le carte nautiche e la capitaneria potrebbero dare. Il tutto, Assessore, riguarda poche centinaia di metri, quindi non inficia l’equilibrio che costituisce il suo lavoro, semmai serve a sgomberare questo passaggio, così difficile per tutti noi e per lei in primo luogo, di ulteriori nuove polemiche. Quindi la invito a verificare questo dato, magari troviamo un secondo di tempo affinché possa tecnicamente verificarlo o farlo verificare dagli uffici, potrebbe darsi che il mio punto di vista non sia corretto, quindi eventualmente ripristinare nella forma possibile questa misurazione. Ripeto, si tratta di poche centinaia di metri, ma queste poche centinaia di metri eviterebbero, ora, polemiche per domani.
Per il resto credo che l’atto che la Commissione ha discusso e che ha faticosamente portato all’Aula ci consenta di passare in maniera equilibrata una difficile vertenza. Che ha portato alla Regione a nuove ed importanti competenze e responsabilità, in cui abbiamo, almeno per quello che mi riguarda, scoperto un mondo complicato e difficile, un mondo che non solo suda e lavora ma che rischia ogni giorno, come ho detto all’inizio, anche la propria vita in mare. Quindi dentro questo il rispetto e l‘attenzione non è solo dovuto ma è d’obbligo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto, visto che lo ha citato anche il Consigliere Brandoni, tutta la nostra solidarietà debba ora andare alla famiglia di Maurizio Fagone, disperso in mare nel fortunale di ieri pomeriggio.
Questa proposta di regolamento ha visto una serie di manifestazioni e di incontri. Ha visto una serie di toni abbastanza accesi anche in Commissione quando si è cercato di porre rimedio a quelle situazioni nate tanti anni fa. I cui responsabili sono ormai fuori ma che ci lasciano una decisione molto difficile proprio perché nel corso degli anni le problematiche si sono incancrenite.
Tali questioni vanno a toccare non solo i vari compartimenti ma anche gli interessi di quelle attività economiche nate e cresciute in questi anni, come pure riguardano differenti forme di pesca. Ad esempio c’è qualcuno che ha deciso autonomamente di fare certe scelte, magari fermi non obbligatori, oppure lanciare una sfida verso il futuro riguardo la coltivazione del prodotto, poi c’è anche qualcun altro che tutto questo lo ha fatto un po’ meno.
Oggi invece la questione del regolamento alla fine si concentra su quanto stabilito all’articolo 9 che riguarda la divisione – parliamoci chiaro! – dei vari spazi acqua. E logica vuole che sia proprio quello l’argomento del contendere.
Anche in Commissione come opposizione abbiamo presentato diversi emendamenti, alcuni dei quali sono stati firmati anche dal sottoscritto, alcuni sono stati recepiti altri no. Ad esempio non sono state recepite le indicazioni che venivano proposte addirittura dall’Ammiraglio Pasetti il quale voleva identificare in alcuni confini naturali alcune zone precise. Che poi sono quelle stesse zone che qui vedono diversi emendamenti, che però se accolti andrebbero ad inficiare buona parte di quel lavoro di sintesi fatto anche con una certa difficoltà. Alla fine questo testo, infatti, pur non condividendolo al 100%, forse è una delle soluzioni più accettabili.
Ma credo comunque che a questo regolamento resti il peccato originario, cioè un mancato coinvolgimento del Ministero. Consigliera Giannini, mi guarda! Ma io ho una preoccupazione, cioè che indipendentemente dal risultato che avremo in quest’Aula, poi si possa innescare un altro contenzioso con il Ministero, creandosi così un problema tra due burocrazie ma poi chi ci rimetterà come al solito saranno quelli che vivono di pesca. La mia preoccupazione è solo questa.
Perché allora, come ho proposto anche in Commissione, non lo coinvolgiamo prima? Vediamo di chiarire i punti non chiari e cerchiamo di anticipare quelli che potrebbero essere dei problemi futuri.
Questo è il lavoro che si sarebbe dovuto fare, ma purtroppo non è accaduto, forse per la pressione ed il coinvolgimento emotivo che hanno i vari Consiglieri rappresentanti di un territorio, che ovviamente sono più attenti alle problematiche del loro territorio perché logicamente le conoscono meglio.
Tutti hanno il diritto di andare a pescare, però se dobbiamo fare delle regole credo che sarebbe stato più opportuno concordarle con il Ministero per evitare che tutte queste settimane di discussione, di scontro, di coinvolgimento, di sconvolgimento alla fine vengano inficiate da un contenzioso con il Ministero.
Questo è un aspetto che secondo me è stato sottovalutato e trascurato, non vorrei – senza fare l’uccello del malaugurio – che poi si verifichi quello che ho appena detto, cioè che una volta approvato questo regolamento possano esserci dei contenziosi che rimettano in discussione tutto quanto. A quel punto sarebbe un lavoro sprecato, oltre ad essere un bruttissimo segnale, ovvero, dopo vent’anni si è messo mano a un regolamento che non si è potuto attuare perché si è fatta una scelta affrettata e senza tenere in considerazione le varie competenze.
Sicuramente condivisibile è il discorso fatto sulla riduzione delle barche, ma anche su questo il coinvolgimento del Ministero avrebbe potuto dare un segnale diverso e un’opportunità in più, perché dovremmo anche sapere quali realtà possono accettare le nostre vongolare in eccesso e chi vuole venderle. Non possiamo certo obbligare gli operatori a vendere la propria attività, per la quale potrebbero anche chiedere una cifra congrua al valore. Noi potremo anche dire tutto quello che ci pare ma: che intenzioni ha per il futuro il Ministero relativamente alle licenze? Rimangono quelle che sono o si va verso una liberalizzazione? Insomma potrebbe succedere di tutto.
Quindi sarebbe stato opportuno concordare non solo l’attuale momento, ma anche mettere dei puntelli sul futuro ed eventualmente trovare una soluzione definitiva, quindi non una temporanea che praticamente rimanda ad una successiva decisione che avverrà dopo le elezioni. E’ come dire: “Signori, non abbiamo il coraggio di decidere in modo definitivo quello che dobbiamo fare adesso perché ci sono le elezioni, poi chi arriva la prossima volta vedrà”. E magari lo si farà fra altri cinque anni a fine legislatura, trascinando così una situazione che sarà molto difficile da gestire. Perché, al di là della risorsa vongole, al di là delle varie problematiche, ci sono da tenere in considerazione centomila altre situazioni che in qualsiasi modo devono dare garanzia di continuità a questo tipo di lavoro. Un lavoro, appunto, che può essere messo a rischio quotidianamente anche da altri fattori, come ad esempio gli inquinamenti vari che potrebbero verificarsi.
Insomma avrei preferito un discorso molto più approfondito anche per quanto riguarda gli aspetti collaterali alla gestione della risorsa delle vongole. Soprattutto in prospettiva avrei fatto oltre ad uno studio sull’attuale possibilità di pesca anche uno studio per trovare soluzioni che guardano al futuro, ovvero di quando potrà verificarsi una scarsità di prodotto, questa volta da Pesaro fino a Civitanova.
Occorre tutto questo anche per dare un’indicazione a coloro che vogliono proseguire questo lavoro che, appunto, dovrebbero sapere come potrebbe essere l’evoluzione di un certo tipo di pesca. Senza sottovalutare, peraltro, anche aspetti di eventuali riconversioni su altre attività, come quella ad esempio dell’allevamento che potrebbe fungere da supporto in un momento di scarsità del prodotto ittico.
Concludo dicendo che in effetti è venuta fuori una sintesi accettabile se però non verranno approvati gli emendamenti che la metteranno in discussione. Anch’io avevo presentato un emendamento riguardo ai confini, che peraltro erano quelli che aveva consigliato l’Ammiraglio, ma non lo ripresento proprio per evitare di rimettere tutto in discussione. Invito quindi anche gli altri Consiglieri, indipendentemente dal territorio di appartenenza, di modificare il meno possibile il testo.
Fermo restando il giudizio finale sull’atto che secondo me, ripeto, ha un peccato originale di fondo, ovvero il fatto che ha avuto uno scarso coinvolgimento del Ministero.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Se ricordiamo bene quest’Aula tempo fa affrontò la problematica dei vongolari con un’interrogazione, l’Assessore segnalò all’Aula che aveva scritto più volte al Ministero, che però non ha mai risposto, riguardo la questione di elaborare una soluzione condivisa e specificatamente anche sull’aspetto, sottolineato prima anche dal Consigliere D’Anna, riguardante la dismissione e la regolarizzazione delle vongolare.
Ho seguito tale questione per molti anni, quasi per l’intera legislatura. In realtà la questione che oggi stiamo discutendo riguarda sì barche che hanno targhe che provengono dal comparto di San Benedetto e dal comparto di Ancona, ma principalmente riguarda persone residenti, famiglie e imprenditori, che lavorano nella città di Civitanova Marche. Persone che per più di dieci anni hanno tentato di ripristinare la situazione, creata proprio dal Ministero attraverso una regolamentazione forzosa dei consorzi.
I consorzi sono per definizione associazioni volontarie ma qui nelle Marche con una decisione ministeriale era stato deciso di creare un sub compartimento nel consorzio di Ancona per consentire al surplus di barche di San Benedetto di poter avere un tratto di mare nel quale la pescosità si pensava fosse più forte.
A parte l’esito della sentenza del Tar che è entrata nel merito delle competenze, ossia di chi dovesse fare il regolamento, oggi questo sub compartimento non ha ancora dato i frutti della sua sperimentazione. Una sperimentazione che riguardava la qualità delle vongole prodotte in quella zona, la modalità con la quale venivano pescate, il ripopolamento della zona, ecc..
Quindi credo che manchi proprio un quadro complessivo di ciò che è accaduto in questi anni.
C’è voluta una sentenza che definisse che la competenza sulla regolamentazione è della Regione, per cui giustamente l’Assessore l’esercita.
Ritengo che se si esce da quest’Aula con un regolamento che, come ha detto la relatrice di maggioranza, ha carattere temporaneo, poi il Ministero deve sostenerlo, e dovrebbe evitare di introdursi – magari per cambiare cose che non condivide - per non creare altri conflitti, deve dare quindi il tempo in questi due anni di poter definire tutte le necessarie attività di programmazione per evitare, appunto, la nascita di ulteriori conflitti.
I conflitti, che forse non valutiamo nella loro complessità, non riguardano soltanto le attività imprenditoriali in sé, in quanto le decisioni prese in passato hanno spaccato anche le famiglie, hanno creato difficoltà sociali. Dobbiamo farci carico di questo. E’ chiaro che ci sono persone esasperate, che organizzano corriere per venire ad Ancona o per andare a Roma, per essere ricevuti dal funzionario, dal sottosegretario, dal Ministro, dall’usciere, insomma da chiunque possa dare un contributo per risolvere il loro problema, come pure altri si vedono costretti a fare lo sciopero della fame.
Ho detto all’Assessore, e gli ho anche scritto, che le programmazioni non possono essere prese sotto la pressione di atti eclatanti, però dobbiamo anche comprendere perché si arriva a situazioni di esasperazione. Se uno non vede nessuno sbocco alla fine qualcosa deve pur fare!
Oggi arriviamo ad un regolamento e mi fa piacere che molto del suo contenuto sia mutuato, senza voler fare nessun tipo di sovrapposizione, da quella proposta che mi ero permessa di avanzare proprio per cercare una sintesi, una proposta anche poco rilevata ma che nei fatti, ripeto, è molto contenuta in questo regolamento. Quando le proposte sono di buonsenso, anche se non sono troppo pubblicizzate, alla fine fanno sempre prevalere la soluzione di buonsenso.
Ritengo che in questo momento abbiamo una necessità. Nella proposta che avevo fatto si parlava di un tratto di mare da assegnare ai 25 vongolari che in questo momento sono nel compartimento di San Benedetto in forza della sentenza ma che da anni pescano nel tratto di mare di Civitanova, un tratto che arrivasse fino alla linea naturale del fiume Musone. Questa proposta potrebbe essere approfondita, trattata, modificata, ma penso che se vogliamo risolvere in modo equilibrato il problema per questi due anni e metterci poi a ragionare su cosa fare di questa flotta in eccesso – l’abbiamo riconosciuto tutti e lo riconoscono anche i vongolari –, e come evitare che attività imprenditoriali vengano cancellate non attraverso un sostegno ma attraverso il fatto che non riescono a lavorare, dovremmo ragionare proprio sul tratto di mare che vogliamo assegnare a questi 25 vongolari. Questo peraltro è nell’interesse di tutti. E’ nell’interesse dei vongolari che ora operano nel compartimento di San Benedetto, come pure di quelli che operano nel compartimento di Fano e di Ancona.
Credo che solo fin quando ci sarà tranquillità in questo settore si potrà riuscire a mettere mano anche ad una scelta di prospettiva. Se questa tranquillità non c’è, perché magari fra cinque mesi abbiamo i 25 vongolari che ci dicono che non possono pescare perché non ci sono più le vongole o perché il tratto di mare non riesce a consentire di lavorare in modo utile al loro sostentamento, è chiaro che ritorneremo alla stessa difficoltà che abbiamo oggi. Avremmo quindi discusso senza però trovare nessun tipo di soluzione.
Abbiamo dato una soluzione temporanea, abbiamo detto che siamo tutti d’accordo nell’individuare un percorso che riduca il numero della flotta, dobbiamo chiedere al Ministero di essere positivo, di darci una mano e di contribuire ad evitare che ci siano articolazioni più forti. Allora credo che se assegnassimo un tratto di mare minimo, necessario per poter fare vivere tutto il settore in tranquillità per questi due anni, potremmo fare un regolamento che difficilmente chiunque potrà metterlo in discussione.
La preoccupazione del Consigliere D’Anna è anche la mia, quella cioè di evitare che si ritorni a discutere qui fra cinque mesi e magari vedere anche un’altra manifestazione eclatante. Allora facciamo un regolamento che consenta a tutti di sentirsi tutelati, che consenta a tutti per questi due anni di stare sereni nello svolgimento della propria attività lavorativa. Ci impegniamo anche noi a fare la nostra parte, il piano delle vongole, la riduzione della flotta, il sostegno a chi dismette, la possibilità di contattare le altre Regioni per capire se ci sono interessi rispetto all’acquisto delle licenze, un compito che deve fare la Regione insieme al Ministero. Però tutto questo lo potremo fare solo se ci renderemo conto che il tratto di mare non è una questione di puntiglio. Siccome so che l’Assessore è una persona di buonsenso e anche molto pragmatica sono convinta che rispetto a questa specifica situazione concordi sul fatto che occorre ottenere tranquillità del settore. E questo potrà rendere più facile anche il suo lavoro, un lavoro complicato e di cui gli do atto. Infatti dopo anni e anni che si era alla ricerca di una soluzione almeno ora in questa Assemblea legislativa si è arrivati a discutere una sintesi.
Ora però bisogna fare un passo in più per evitare, ripeto, che qualcuno possa mettere in discussione il regolamento. Credo anche che il Ministero per non sentirsi offeso debba essere parte attiva e diligente, quindi se un Assessore regionale chiede una collaborazione bisogna darla.
Pertanto questo regolamento, con quella modifica del tratto di mare – su questo ci sono emendamenti firmati dai Consiglieri di tutti i Gruppi – in definitiva credo possa risolvere la questione. Poi in due anni tranquillamente la Regione, insieme alla marineria interessata, al Ministero e le Associazioni di categoria, potrà trovare una soluzione definitiva che non metta in difficoltà le famiglie e le imprese e che consenta di ridurre la flotta e di metterla nelle condizioni di vivere più serenamente il proprio lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Al di là delle questioni di merito che sono molto interessanti credo ci sia una trasversalità che attiene più che altro ai territori, che vorrei si chiarisse in una riunione di maggioranza. Quindi, Presidente, chiedo quindici minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Bene, sospendo i lavori per quindici minuti.

La seduta è sospesa alle ore 12,20


La seduta riprende alle ore 13,15

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori della seduta. Invito i Consiglieri a prendere posto.
Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, vorrei capire se c’è un’indicazione della maggioranza, eventualmente parlerò dopo.

PRESIDENTE. Mi sembra una richiesta ragionevole. Ha la parola l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Prendo la parola appellandomi alla richiesta dell’Assemblea legislativa e dunque per chiarire alcune cose che avrei voluto fare in conclusione, ma probabilmente serve farlo ora. Certamente se dovessi rivalutare tutto quello che c’è dietro quest’atto dovrei fare un intervento molto lungo, ma considerata l’intelligenza e la conoscenza dei Consiglieri mi limiterò a fare solo alcune considerazioni.
Arrivare a questa proposta di regolamento non è stato assolutamente semplice. Avete vissuto anche voi le tensioni che si erano prodotte. Come gli interessi contrastanti da parte di soggetti che legittimamente rivendicano le loro volontà, le loro esigenze, le loro richieste, con un problema ad origine, da cui dunque dobbiamo partire, di cui l’Aula si deve far carico. Cioè, il problema dei problemi non è la ridelimitazione dopo la sentenza del Tar che ha scardinato il potere regolamentare che si era attribuito il Ministero, il tema non è quello, il tema è che purtroppo nella regione Marche c’è un numero di imbarcazioni dedite alla pesca delle vongole che è un terzo di tutta la flotta d’Italia. Sono state rilasciate troppe licenze!
Se non partiamo da qua e se nella prospettiva non troviamo soluzioni per il ridimensionamento della flotta, al di là dell’approvazione di questa proposta di regolamento, in questa nostra regione la tensione rimarrà persistente.
Ho sentito dire da qualcuno – e non voglio polemizzare con nessuno perché non sono ispirato dallo spirito di polemica –: “dobbiamo coinvolgere il Ministero, dobbiamo sentire il Ministero, dobbiamo concertare con il Ministero”. Ma che cosa?! Io ci ho provato in tutti i modi, ho testimonianze scritte, dai telegrammi alle lettere, a chiedere un intervento del Ministero, prima e dopo la sentenza. Quando ho assunto la responsabilità di questo Assessorato mi ero già reso conto che su questo problema le tensioni sarebbero scaturite indipendentemente dall’esito della sentenza. Se la sentenza avesse dato ragione alle 19 imbarcazioni che mettevano in discussione la legittimità dell’atto in quanto fuoriuscito dalla competenza del Ministero o se l’avesse respinto, le condizioni sarebbero state le stesse! Perché c’è un problema primario, ossia che la Regione da sola non è in grado di risolvere proprio perché la flotta è eccessiva.
Certamente c’è la necessità di avere un rapporto forte con il Ministero, quello che io continuo a cercare e che continueremo a cercare con i consorzi, con le associazioni, senza fare polemiche di nessun tipo, senza spiriti di parte che su queste questioni vanno aborrite, vanno allontanate, qui non c’è da difendere una casacca, un partito, una coalizione, qui c’è da risolvere un problema. Quindi è chiaro – e ne fa cenno anche questo regolamento – che c’è la necessità di concordare possibili azioni con il Ministero per diminuire la flotta nelle Marche. E ciò può avvenire in diversi modi, attraverso la rottamazione delle imbarcazioni, attraverso la possibilità di spostare alcune imbarcazioni che insistono sullo specchio acqueo delle Marche in altri compartimenti di altre regioni, e questo per spostamento o per acquisto. Non parlo di liberalizzazione ma parlo che all’interno del tetto previsto dal Ministero di autorizzazioni concesse si dia la possibilità di spostare alcune imbarcazioni o tramite spostamento fisico o tramite cessione, compravendita e quindi atto di alienazione.
Questa battaglia la dobbiamo cominciare insieme, maggioranza, minoranza, associazioni di categoria, deve cominciare da dopodomani ma in modo pacifico. C’è la necessità di costruire con il Ministero un percorso. Credo che alla fine se saremo tutti uniti, senza fare una battaglia fra le marinerie, si potrà aprire con il Ministero una pagina positiva.
Il problema diventa invece difficile se andiamo a parlare divisi, con le marinerie in subbuglio, con il caos, con la piazza piena, e se non siamo in grado di essere portatori di una visione unitaria.
Questa misura è contingente e non potrebbe essere diversamente. Qui nemmeno un prestigiatore potrebbe risolvere definitivamente il problema se rimaniamo nell’ambito delle competenze della Regione e non attiviamo un tavolo.
Questo è il quadro di fondo, quindi nel votare quest’atto vi prego di attenervi al fatto che non è un atto definitivo, è un atto che pacifica gli animi.
So benissimo di portare all’attenzione di questa Assemblea legislativa un atto che attira su di me le antipatie di tutti, in quanto in esso non c’è quella risposta che ognuno per proprio conto avrebbe voluto, non c’è una risposta di accoglimento in pieno di nessuna istanza, ma c’è una sintesi possibile.
Io sono profondamente rispettoso dell’attività del Consigliere, delle sue prerogative, io ero Consigliere e pur essendo di maggioranza presentavo emendamenti, facevo interrogazioni, quindi non demonizzo chi lo fa. Ma su un atto come questo! Quindi ringrazio il Consigliere D’Anna che non ha presentato emendamenti, anche se lui sapeva quali sono le richieste. Con questo non voglio dire che chi l’ha fatto ha sbagliato, per carità, però voglio dire che la sensibilità oggi ci deve far avere una percezione, ovvero quella che se andassimo a modificare questo testo anche di una sola virgola rischieremmo di ritrovarci di nuovo domani in una situazione di conflitto in quest’Aula o in Assessorato o in piazza.
Questa dunque è una proposta possibile ed è peraltro una proposta che fa riferimento ad alcune misure che dovranno essere prese.
La prima riguarda il rapporto con il Ministero per affrontare tutto il tema di questo comparto, l’altra è uno studio scientifico sulla pescosità del mare, sulla risorsa ittica. Inoltre c’è anche una scadenza, una temporaneità. Ossia ci sono una serie di elementi che oggi ci permettono di dire a questi operatori “continuate a lavorare”. L’impegno delle istituzioni ma anche il vostro sarà la prospettiva di migliorare le condizioni e di risolvere infine il problema.
Io non chiedo un atto di fiducia nei miei confronti né nei confronti di quest’atto. Anzi, fin dall’inizio alla Presidente della Commissione, che ringrazio infinitamente per il lavoro non facile che ha svolto, ho detto che se riusciva a trovare in Commissione qualche elemento che ci poteva consentire di portare a casa una sintesi migliore della mia, non solo non mi sarei offeso ma l’avrei anche ringraziata. E questo l’ho detto a tutti, cioè se qualcuno in quest’Aula è in grado di fare una sintesi migliore della mia, sia pure temporanea perché la prospettiva deve essere quella di un lavoro diverso su questo tema, benvenga.
Se invece diamo atto all’impazzimento degli emendamenti e alla lotteria del voto trasversale non fate un dispetto all’Assessore o all’Assessorato, si fa un dispetto all’intera categoria! Perché da domani non ci saranno più quelle condizioni di legalità affinché possano effettuare la pesca. Perché – badate bene – noi in questo momento siamo in assenza di un regolamento. C’è una vacatio legis perché c’è un Tar che ha detto che gli atti che ha fatto il Ministero con cui regolamentava gli spazi acqua non esistono in quanto il Ministero non aveva il potere di farlo.
Se la Regione non approverà il regolamento da domani i lavoratori non potranno andare a pesca, questo è il problema! In questo regolamento c’è anche un provvedimento che chiude lo spazio di interregno tra quella sentenza e l’adozione definitiva del regolamento, in cui si è data la possibilità comunque di andare in mare.
Poi, per carità, accetto raccomandazioni, osservazioni, per esempio quella sull’eventuale errore di calcolo, che mi impegno a verificare, insomma, tutto. Però, ripeto, questo non è un atto del sottoscritto, è un atto che alla fine è stato scritto come volontà media, che quindi non è la volontà di nessuno ma la sintesi possibile dei partecipanti. E non mi dite che non ho ascoltato tutti! Io ho ascoltato le associazioni di categoria, i consorzi, abbiamo passato giornate insieme a trattare la questione. (…) No, le associazioni lamentavano che nella commissione c’era una loro scarsa presenza, abbiamo preso atto di questa cosa e in Commissione assembleare abbiamo inserito tutte le organizzazioni a far parte, appunto, della commissione. Non dia retta, Consigliere, quella cosa che hanno detto era anche eccessiva, non rispetto alla veste politica di quella commissione ma rispetto alla veste tecnico-scientifica, però l’abbiamo accolta proprio per dare atto che non c’era una volontà di discriminazione.
Ma non si può proprio dire che non c’è stato un colloquio! Il colloquio c’è stato fino all’esaurimento, nel senso che abbiamo parlato sempre con i consorzi, con le associazione, siamo stati settimane qua dentro!
Guardate, ripeto, non è un voto su un’opera mia, è un voto su una sintesi che è nata dall’esigenza di pacificare temporaneamente, di dare la possibilità a tutti di lavorare. E lavorare insieme maggioranza e minoranza – che poi a livello di Governo è una maggioranza e minoranza inversa - su una proposta che possa dare a questo comparto un po’ di tranquillità. Non può essere, consentitemi, che un terzo delle vongolare d’Italia peschino davanti le Marche! E non è colpa di un Governo o di un altro. E’ questo il tema che dobbiamo affrontare!
Quindi faccio un appello a tutti i Consiglieri a ritirare gli emendamenti, ma credo che questa possibilità ci sia. Certo, qualcuno mi ha fatto presente che ci potrebbero essere degli errori di calcolo, li valuteremo, sarebbe molto grave ma anche ben strano. Avevo infatti raccomandato agli uffici la massima attenzione del calcolo, avevo chiesto la precisione fino al millimetro. E mi hanno anche detto: "Ma sa, Assessore, c’è un proverbio che dice ‘in campagna gode un metro’ ", allora vale anche per mare, e forse anche di più! Al di là delle battute, ripeto, un errore sarebbe ben strano, comunque anche fosse mi faccio carico di valutare.
Concludo, e vi ringrazio anche dell’attenzione, ma voglio dirvi che se andiamo oltre questa cosa io declino ogni possibilità di risolvere positivamente questo tema. Fin qua ci siamo riusciti con l’impegno e la responsabilità di tutti. In Commissione sotto la presidenza della Mammoli i Consiglieri hanno lavorato tutti con un grande spirito unitario e nella consapevolezza che non c’era una battaglia politica, c’era da prendere un provvedimento che guardava alla sua insita giustizia; non ci possono essere soggetti più o meno rappresentati politicamente che pagano e altri che riscuotono!
Quindi in Commissione si è creata questa sintesi grazie al lavoro e ad una grande disponibilità di tutti. Magari spesso mi sono anche scontrato con il Consigliere D’Anna, un uomo che fa opposizione abbastanza duramente, tant’è che nel suo intervento mi ha detto che dovevo far di più, che dovevo coinvolgere di più il Ministero, ma alla fine anche lui in Commissione si è adoperato come tutti per fare in modo che questo provvedimento passasse.
Ultima considerazione. Qui ho sentito nascere la preoccupazione sul fatto che questo regolamento non condiviso con il Ministero possa essere impugnato. Attenzione! Il Ministero non può impugnare questo regolamento! Perché questo regolamento è la risultante di una sentenza del Tar, e una sentenza del Tar in via amministrativa può essere appellata solo dal grado superiore, il Consiglio di Stato. Quindi il Ministero, che potrebbe averne ben donde di dire: “non riconosco alla Regione il potere regolamentare su questa materia perché me lo voglio tenere io”, semmai dovrebbe impugnare la sentenza del Tar in Consiglio di Stato, dicendo: “no, il potere non è della Regione ma del Ministero”. Pertanto se non farà questa impugnazione non potrà contrastare questo regolamento. Perché questo è un provvedimento cosiddetto necessitato, di fatto si è creata una vacatio legis con la sentenza del Tar che ha spazzato via il regolamento fatto dal Ministero, in quanto il Ministero non aveva il potere di entrare sul regolamento, cioè in base alla modifica della Costituzione il Ministero non può entrare sulle norme di dettaglio, mentre i compartimenti sono ancora competenza del Ministero.
Per carità, magari un’impugnativa della sentenza del Tar forse ci aiuterebbe ad avere una certezza al 200%, ma io non posso sollecitare il Ministero ad impugnare la sentenza del Tar. Se riterrà di farlo lo faccia, poi si vedrà lo sviluppo. Ma in ogni caso il Ministero non può impugnare un atto come questo che, ripeto, è un atto necessitato nella forma – nei contenuti ovviamente c’è la sovranità dell’Assemblea legislativa –, è un atto in conseguenza di una sentenza di un Tribunale amministrativo regionale italiano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Il destino della giornata è che siamo a recepire due sfoghi consecutivi dell’Assessore Solazzi! Il primo è avvenuto per quanto riguarda la cultura, il secondo per questo atto. Un architetto superiore ha ideato questa giornata, Assessore! E noi dell’opposizione qui non siamo i suoi carnefici, ne agitiamo il coltello nella piaga. Assolutamente!
L’appello alla saggezza e alla prudenza dell’Assessore è infatti un appello saggio. Voglio dire, davanti a tutti i colleghi, che l’Assessore ha vissuto momenti di grande tensione. Certamente per questo non può rimproverare gli operatori dei vongolari che stavano vivendo momenti particolari, ma, ripeto, ha comunque affrontato momenti di tensione con grande saggezza e con grande pazienza. Poi non so se una lode dalla minoranza possa portargli bene dentro la maggioranza! Qui il clima è tale che quando fai un complimento a uno di maggioranza non è visto molto bene. Ma credo che in questo caso non sia così, dovete però riconoscerci che sia lodi che critiche le facciamo in maniera serena.
Quindi l’appello dell’Assessore è giusto. Certamente bisogna dar tempo alla Regione per lo studio scientifico-biologico – non uso i termini appropriati ma ci siamo capiti –, per uno studio socio-economico sulle potenzialità di ogni operatore. Io infatti voglio capire quanto mi costa acquistare una vongolara ad Ancona e quanto mi costa se invece l’acquisto a Porto San Giorgio e a Civitanova, e se i prezzi dovessero essere sproporzionatamente diversi significa che ci sono diverse situazioni di trattamento, diverse situazioni di mercato, diverse situazioni di bacino di operatività.
La Regione non deve fare il giustiziere o il Robin Hood, però queste situazioni una volta scritte nero su bianco – la Regione avrà sempre più competenze, Assessore – devono portare a decisioni basate su dati un po’ più obiettivi di oggi.
E’ anche giusto l’appello per quanto riguarda la provvisorietà, ossia a valutare la fase di passaggio che stiamo attraversando.
Qui allora devo dire quello che ho percepito io, e faccio appello a quei Consiglieri regionali che si rifanno all’equità suggerita dall’ispirazione ad una certa dottrina. Ecco, posso dire che i toni da parte di alcuni operatori del centro-nord, in particolare di Ancona, mi hanno un po’ sorpreso. Io credo che i momenti difficili li stanno attraversando un po’ tutti, gli artigiani, i coltivatori, i commercianti, gli industriali, i professionisti. Insomma tutti invocano momenti di solidarietà e di riequilibrio. E qui tocco un tema anche caro alla sinistra con la quale facciamo spesso polemiche, ma quando si invoca una solidarietà, un riequilibrio, una ridistribuzione ritengo potremmo essere tutti d’accordo. Quindi a me ha colpito il tono di alcuni, usato alla Conferenza dei Capigruppo, all’audizione e altre volte in Commissione, che credo non soffrano di particolari condizioni economiche – lasciatemelo dire – nei confronti di chi, invece, si trova in situazione di preoccupazione, che rivendicavano una tutela integrale, totale, forever. E questo a prescindere dagli studi sulla pescosità reale e dagli studi socio-economici sul potenziale economico e di reddito di questa attività.
Detto questo, ripeto, il messaggio dell’Assessore è saggio. Quindi visto il regime provvisorio, ci sentiamo con tutti i colleghi, con i Capigruppo, ma credo ci sia la disponibilità a ritirare gli emendamenti.
Però, Assessore, qui serpeggia nei corridoi – santifico sempre il corridoio perché ha spesso salvato la democrazia italiana più dell’Aula, quindi non demonizziamolo – la percezione dell’uso di un certo metodo di computo – scusate, magari non è il termine tecnico, in Regione però si impara di tutto, devo dire che l’esperienza della Regione è bella proprio perché anche quello di cui non sei competente lo devi imparare per forza – per quanto riguarda le altezze, le foci dei fiumi, ecc.. Ad esempio, un computo precedente comportava un certo confine poi se ne viene usato un altro il confine può slittare più a nord. E’ vero questo? Si può lavorare su questo computo oppure no? Se ci si può lavorare potrebbe essere una parziale risposta, anche provvisoria, anche momentanea, come invocava l’Assessore. Vorrei capirlo. Perché con la precisazione di un metodo di calcolo, ovvero con una risposta tecnica data alla politica – anche se giustamente qualcuno suggeriva che la riposta deve essere anche politica e non solo tecnica – faremo un passo avanti.
Quindi su questo, Assessore, chiedo chiarimenti, poi credo ci sarà la disponibilità nostra a collaborare e a ritirare gli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Le poche considerazioni che farò serviranno anche come eventuale dichiarazione di voto se però andremo a deliberare il testo proposto dalla Giunta regionale ed in particolare dall’Assessore Solazzi.
In realtà questa proposta, che la Commissione ha in parte modificato, rappresenta una sintesi. L’Assessore Solazzi diceva che è una bozza di regolamento proposta all’Assemblea legislativa che nessuno assume del tutto e nessuno respinge del tutto. E’ una sintesi possibile che tiene conto della difficoltà che esiste nel comparto della pesca alle vongole, delle difficoltà che ha posto la sentenza del Tar e soprattutto delle difficoltà che scaturiscono da un conflitto di competenze tra Regione e Stato.
Qualche giorno fa anche il Presidente Berlusconi, riguardo al giudice del processo sul Lodo Mondadori, diceva che in futuro ne vedremo delle belle. Perché con il federalismo fiscale, quasi tutti vogliono, il conflitto si accentuerà, la guerra tra territori e i conflitti istituzionali saranno fortissimi, anzi saranno addirittura legalizzati.
Quindi dobbiamo attrezzarci ad avere una visione generale per quanto riguarda lo sviluppo economico della nostra regione in un settore, come quello della pesca ed in particolare della pesca alle vongole, dove le Marche hanno sempre posto un’attenzione. Anche qualche mese fa sul problema del caro gasolio le Marche hanno assunto delle decisioni in favore della pesca.
Tuttavia sappiamo che il problema è più vasto, attiene alla ristrettezza delle zone di mare del pescato e di converso alle troppe licenze autorizzate in precedenza.
Pertanto in questo contesto occorre una capacità di ascolto forte del lavoro svolto dall’Assessore Solazzi, dalla Giunta regionale, occorre valorizzare il lavoro unitario svolto dalla Commissione, seppure con pressioni diverse che ci sono state e che tuttora ci sono.
Che cosa fa in definitiva questa proposta? Non voglio comunque dilungarmi perché sulle questioni generali condivido quasi nella totalità l’intervento del compagno Brandoni, quindi il Gruppo dei Comunisti italiani, se il testo messo a votazione rimarrà quello, lo voterà.
Questa proposta modifica in parte ed in maniera sensibile rispetto alla vertenza in atto, una cosa che era diventata insopportabile, ossia la difficoltà da parte dei consorzi e dei compartimenti del sud delle Marche ad avere tante licenze e a pescare in una zona ristretta di mare.
Questa proposta in parte riequilibria, ma certo, non è ottimale, quindi ora l’Assessore si è impegnato a fare un’ulteriore verifica tecnica, e noi siamo a favore, che sposta più a nord la possibilità per pescare.
Non sarà una proposta ideale ma questo riequilibrio apre un varco, apre una possibilità allo studio che sarà fatto su base scientifica, ed anche, in tempi congrui, per verificare non solo la quantità di mare ma anche la qualità e la quantità del pescato della nostra fascia costiera.
E’ questa, pertanto, la soluzione su cui andare ad operare ulteriori modifiche legislative.
Ognuno rappresenta il suo territorio, e si dice che la rappresentanza del territorio e anche la sua divisione, con una motivazione per la verità un po’ ipocrita, sia una ricchezza. Ma se qui per assurdo passasse il rapporto di forza della rappresentanza territoriale di ognuno di noi, quale regolamento verrebbe fuori dopo la votazione in questa Assemblea legislativa? Credo che si scatenerebbe l’anarchia! Ovvero si acuirebbero le difficoltà e gli scontri tra le marinerie.
Allora è meglio lavorare per un regolamento magari non condiviso al 100% ma che è comunque una sintesi. Infatti la rappresentanza del territorio in questa fase, per forza o per fortuna, non porterebbe ad un riequilibrio più complessivo, farebbe solo un danno ai pescatori delle vongole, perché alcuni verrebbero favoriti mentre per altri si accentuerebbero le difficoltà. Si porterebbero dunque le Marche fuori da quell’obiettivo volto a salvaguardare l’economia delle pesca.
Quindi dobbiamo lavorare affinché la politica della rottamazione prevista in questo articolato abbia risorse certe dall’Unione europea e dallo Stato nazionale. E’ sicuramente giusto invocare la responsabilità del Ministero, tuttavia occorre dire che sia lo Stato, come l’Europa e la Regione Marche devono mettere per propria quota parte una mole di risorse affinché, come avviene per la rottamazione delle auto, ci sia una possibilità reale di rottamare ed una diminuzione delle licenze, che per i pescatori rappresenta l’economia, ma che non è solo loro e delle loro famiglie bensì di un’intera comunità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto voglio dire che condivido ciò che ha detto il Consigliere Procaccini sul fatto che un atto come questo, che va ad incidere sull’inserimento dei pescatori sui vari compartimenti nella nostra regione, non può essere rimandato a quelle nostre flessioni che arrivano dai territori che rappresentiamo.
Condivido, inoltre, la proposta qui portata dall’Assessore, scaturita dal confronto con le associazioni dei pescatori e dei vongolari dei vari compartimenti, che, come indicato dal regolamento stesso, è una soluzione temporanea. C’è infatti un anno e mezzo di tempo per poter mettere in atto una serie di interventi volti alla riduzione delle barche.
Tali interventi, a loro volta, presuppongono altri interventi, come ad esempio quello da parte del Ministero riguardo il minimo per la rottamazione. Quel minimo che nel caso delle vongolare è solo di 100 mila euro, e quindi bisognerebbe alzarlo, infatti bisogna riconoscere a questo comparto la sua insita specificità e i costi delle attrezzature che sono molto alti.
Peraltro, siccome questi accordi per la rottamazione all’interno dello SFOP sono stati concordati anche con la Comunità europea, di fatto essi impediscono di alzare quel tetto genericamente previsto per tutte le barche da pesca. Un limite che è sì sufficiente per una normale barca da pesca ma non certamente per una vongolara.
L’altro aspetto riguarda la necessità di vendere su altre parti del territorio nazionale le licenze di pesca e dunque le stesse vongolare.
Il regolamento, inoltre, parla anche di uno studio scientifico. Di fatto gli studi già ci sono, essi dovrebbero essere mirati a legare – come già fanno alcuni consorzi – le vongolare e i pescatori al compartimento, al fine del mantenimento della quantità minima di pesca, del rispetto dei tempi per la riproduzione. Inoltre che da parte del compartimento ci sia anche un’attenta valutazione biologica dei ritmi, che dunque veda l’applicazione di tempi di riposo di pesca, magari anche superiori a quelli previsti proprio per non rischiare un abbassamento del livello di pescosità.
Pertanto finora c’è stata un’autogestione da parte dei compartimenti. Per cui ora non so se per è per una eventuale cattiva gestione oppure no, ma in ogni caso in alcuni compartimenti c’è una buona pescosità mentre in altri è minore.
L’ultima questione che voglio sottolineare riguarda un dato storico. Ne ho preso conoscenza da un’associazione di vongolari che tramite una lettera così scrivono: “Tutto deriva dal rilascio di concessioni nel 1992-1993 di un numero spropositato di licenze per vongolara. Un numero a dir poco pazzesco frutto di un’azione non del tutto trasparente dell’allora Ministero. Una vergogna nazionale simbolo della politica poco trasparente e molto chiacchierata. Un aumento di prelievo di risorse che ha messo in ginocchio gli stock di molluschi bivalvi nell’area del piceno, è lì che si era concentrato il maggior numero di rilascio di licenza di pesca. Questa lobby ha permesso un numero abnorme di licenze di pesca, oltre 90, nel periodo 1992-1993, bypassando oltretutto il blocco delle licenze – il blocco delle licenze ha una ragione gestionale, considerava l’equilibrio tra le licenze di pesca e la potenzialità riproduttiva –. Quindi oltre 50 di queste nuove imbarcazioni finirono nel compartimento marittimo di San Benedetto del Tronto, allora già congestionato, sommandosi così alle già presenti 70 imbarcazioni, creando nel tempo la prevedibile, preannunciata e chiara a tutti situazione di crisi. Una densità di barche e potenzialità di prelievo impressionante. Le altre licenze finirono in altri compartimenti senza però avere, per la presenza di numeri di barche assai più basse, gli effetti del piceno. Dopo quattro anni, nel 1997-1998, il Ministero con un provvedimento ad hoc ritirò un certo numero di queste nuove licenze dall’area picena, pagando un rimborso di 250 milioni di lire ad autorizzazione. Licenze che erano state rilasciate gratuitamente pochi anni prima. Nessuno ha mai voluto vedere chiaro su questa faccenda, solo l’Unione europea ha aperto nel 2000 un fascicolo di infrazione sulla questione nei confronti dell’Italia. E’ falso quindi affermare che questa sia una questione della Regione Marche, non si possono creare problemi e scandali a livello ministeriale e poi socializzare le soluzioni. E’ falso affermarlo anche perché nella pesca dei molluschi bivalvi l’area gestionale è il compartimento e null’altro, non si possono creare arbitrariamente concetti diversi come la regione o l’area vasta. Nonostante i ritiri di licenze negli anni passati, la regione Marche ha ora un numero di barche operanti a vongole pari a un terzo dell’intera flotta nazionale, 220 barche su 675 a livello nazionale, troppe in confronto agli arenili di pesca e a stock di molluschi”.
Da questa nota dell’associazione dei vongolari si comprende che a fronte di 90 licenze date nell’arco di un anno contro ogni criterio di pescosità, c’era stato un intervento dell’allora Ministero attraverso il pagamento di 250 milioni per imbarcazione, per ritirarne 30.
Allora anche in questo caso ci dovrebbe essere un intervento di questo genere. Perché, non illudiamoci, al di là degli studi, entro un anno e mezzo bisognerà aver ridotto le barche operanti sul territorio di almeno 20 unità, altrimenti ovunque saranno dislocate risulteranno superiori alla capacità produttiva del nostro mare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Brevemente perché l’argomento è stato già opportunamente sviscerato. Però abbiamo una situazione da chiarire in alcuni aspetti importanti, ora ne sottolineerò due.
La Regione Marche contrariamente a quanto sostenuto dall’Assessore Solazzi, in realtà su questo argomento è stata vacante, tant’è vero che il Ministero è intervenuto in una materia non più di sua competenza. La sentenza del Tar ci dice questo. La Regione, infatti, in quel tratto di tempo aveva l’obbligo di intervenire e di regolamentare una materia che era sotto gli occhi di tutti.
Oggi ci troviamo a fare una cosa di corsa, temporanea, in attesa di quelle opportune ricerche che porteranno ad una situazione di equità e di riequilibrio delle varie autorizzazioni. Sono d’accordo, però dobbiamo darci almeno una regola fondamentale. Questo è un regolamento, quindi, come dice la parola stessa, regola nel dettaglio il modo operativo di come si dovrà svolgere l’attività di pesca. Per cui, come elemento essenziale, è giusto che in questo consesso assumiamo anche un indirizzo sulle modalità e sui criteri, che dovranno portare la futura Assemblea legislativa e la futura Giunta a rideterminare le aree di pesca. Sappiamo bene che oggi in questo non c’è equità, c’è infatti una situazione di forte penalizzazione tra soggetti che pescano. Perché? Perché le aree di pesca sono state determinate solo con riferimento ai metri lineari di estensione e non in riferimento all’effettiva pescosità delle singole zone. Non mi pare neppure che per determinare questo ci vogliano tempi lunghi, visto che il Ministero ha a disposizione una ricerca fatta tre o quattro anni fa che già delinea chiaramente la situazione da Ancona al sud delle Marche.
Posti questi problemi fondamentali, siamo d’accordo con lo sforzo fatto dall’Assessore al fine di regolare per il momento l’attività. Ma siamo anche certi che bisognerà comunque passare attraverso una rideterminazione generale secondo criteri di equità, altrimenti non daremo nessun servizio agli amici pescatori e non avremmo fatto neppure un buon regolamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Da parte mia l’apprezzamento per il lavoro e per l’impegno dell’Assessore Solazzi è ancora più convinto e più partecipato, ciò anche per la capacità di ascolto, di attenzione, per la sensibilità dimostrata.
L’ultimo intervento, infatti, mi induce a ritirare l’emendamento che avevo proposto, quello che riguarda la correzione da 1,1 chilometri a 1,1 miglia, proprio perché c’è un impegno a riconsiderare nei tempi debiti la perimetrazione del compartimento del sud delle Marche. Voglio però aggiungere, proprio perché voglio fugare il sospetto di essere uomo legato a gretti localismi e particolarismi, che non ritirerò l’emendamento relativo al procrastinare da giugno a dicembre 2011 lo status quo, soprattutto perché lo ritengo funzionale proprio a quella felice intuizione dell’Assessore riguardo ad un rigoroso studio scientifico. Quindi ricerche serie richiedono tempi appropriati, ossia i tempi propri della ricerca.
Voglio anche sottolineare che gli interventi che ho ascoltato finora hanno fatto capire che la ragione non è diventata né in Commissione né in quest’Aula razionalità calcolante, che lascio ai viscerali e agli spregiudicati all’ingrosso.
Per quanto riguarda l’ultima osservazione sulla pletora delle licenze ecc., vorrei che questo aspetto non si scaricasse sulle spalle dei pescatori di Civitanova e San Benedetto, perché ovviamente l’errore non è loro. Quindi anche in questo caso conta un’attenta riflessione all’insegna di quella serietà e di quell’equità a cui, da ultimo, ha fatto riferimento anche il Vicepresidente Santori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Apprezzo lo sforzo fatto dall’Assessore per raggiungere questa sintesi. L’unica sintesi ora possibile.
E’ ovvio che in un campo come questo, quando si cerca di costruire un percorso spostando zone di pesca, modificando le misure, magari togliere a chi ha già o dare a chi non ha, dove ci sono concessioni, autorizzazioni, il tutto è sempre molto molto complicato.
Quindi è chiaro che quando si cerca di trovare una sintesi su situazioni del genere quella sintesi deve essere molto alta, deve essere di un livello superiore.
L’Assessore nella sua replica ha dato questo segno, affidando in modo particolare a questo periodo transitorio per ciò che ha detto poc’anzi anche il collega D’Isidoro, che sono convitissimo che ha le caratteristiche per essere una personalità politica che non ha vocazioni territoriali eccessive e che parla sempre in termini generali.
Penso ci voglia tempo anche per poter costruire un percorso con un fronte più unito possibile verso il Ministero, che attivi su questo campo un momento di ricerca e di approfondimento, come pure una gestione migliore. Molto spesso, infatti, anche il calcolo numerico, ossia la divisione degli specchi acquei calcolati con il centimetro, potrebbe non corrispondere alla reale pescosità. Questo proprio perché in alcune aree si fa una buona gestione mentre in altre è peggiore.
Quindi affidare un tempo anche di sei mesi più lungo non sarebbe un problema, anzi, forse potrebbe essere utile per fare anche una verifica scientifica della situazione biologica di quelle aree rispetto al prodotto, per verificarne la buona e cattiva gestione.
Insomma ci sono i tempi e i modi per andare in quella direzione. Alcuni richiamavano, come lo stesso Assessore, il tema della rottamazione, il tema della riconversione, addirittura quello della vendita. E’ quindi una situazione che, secondo me, si può ancora migliorare.
Ritengo che l’Assessore regionale abbia condotto una mediazione e una sintesi che oggi possiamo definire la migliore che si poteva fare.
Gli emendamenti sono stati ritirati, questo è un buon segno, e spero che avvenga anche da parte dell’opposizione. L’Assessore ha fatto un appello accalorato proprio perché per costruire questa proposta ha vissuto un percorso abbastanza complicato. Peraltro penso sia giusto, come ha detto anche l’Assessore, ringraziare anche la Commissione per il lavoro svolto, in quella sede, infatti, la proposta è stata migliorata ed arricchita.
In sintesi, ritengo che oggi possiamo dare a quel comparto la tranquillità di poter riprendere a pescare in questo periodo transitorio – vedremo poi di quanto sarà, cioè se l’Aula accetterà o meno l’emendamento del Consigliere D’Isidoro –. E in questo periodo affidare, come ha chiesto l’Assessore ovvero la Giunta, un tempo necessario affinché questo fronte unico possa essere in grado, anche rispetto al Ministero, di ricostruire il luogo di pesca nelle forme più adatte, in modo che il prodotto possa essere pescato e che possa essere anche un riscontro omogeneo per tutte le marinerie che si dedicano a questo tipo di pesca.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Solazzi per la replica.

Vittoriano SOLAZZI. Non devo aggiungere molto alle cose che ho detto nel mio intervento precedente, se non esprimere il ringraziamento per il dibattito che si è sviluppato su questo atto, che credo si sia ispirato, come avevo richiesto ma è stato comunque così, alla razionalità di un comportamento su un tema oggettivamente difficile.
Ringrazio anche chi ha accolto l’invito a ritirare gli emendamenti. Emendamenti che possono essere legittimi secondo un’ottica che fa riferimento ad una visione del tema, ad una legittima difesa del territorio, ma che su un equilibrio così precariamente costruito potevano creare le condizioni che potessero snaturare il regolamento. Quindi, ripeto, un ringraziamento pieno a coloro che con grande senso di responsabilità hanno ritirato gli emendamenti.
Sono assolutamente convinto che questo atto non concluda una vicenda, ma da questo atto si deve partire per svolgere un lavoro più in profondità. Auspicando che tutti possiamo essere d’accordo nel fare un percorso uniti che porti ad una modifica dell’attuale assetto della pesca alle vongole nella nostra regione.
Anche per quanto riguarda la rottamazione credo sia un discorso possibile, qui c’è il problema del reperimento delle risorse, invece per quanto riguarda l’eventuale trasferimento c’è un problema di regolamenti di competenza del Ministero.
Voglio ribadire che la condivisione di questo atto, seppure con i distinguo, con la non piena accettazione di tutto quanto in esso contenuto, possa farci costruire in questa regione quella unità di intenti, da parte delle forze politiche e di tutti gli operatori, che possa dare forza ad una trattativa che ci permetta di andare alla soluzione vera del problema. Se invece ci sarà, come dicevo prima, un mondo associativo con forti contrapposizioni, se ci saranno situazioni di conflitto o politici che non si ritrovano sugli obiettivi di fondo, il tutto diventerà molto più complicato.
Però mi pare che si stiano creando le condizioni per una soluzione positiva del problema.
Nonostante qualche ritardo di troppo o qualche defezione di troppo, nonostante qualche omissione di troppo, il mio atteggiamento e credo anche quello della Giunta non sarà contro qualcuno per ragioni politiche o nei confronti del Ministero, no, ispireremo questa azione proprio ad un rapporto istituzionale. E se lo faremo insieme credo che alla fine anche il Ministero si renderà conto che effettivamente le condizioni delle Marche sono eccessivamente penalizzanti per scelte stolte fatte nel passato – peraltro anche lo stesso Ministero le eventuali colpe le ha ereditate, non è che ha assunto gli attuali responsabili! –
Quindi la strada giusta è sicuramente l’approvazione di questo atto a cui dovrà seguire un’azione congiunta, forte e determinata, su un piano istituzionale e non politico, per modificare, se possibile, le ragioni che hanno portato a questa situazione di crisi.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Santori:
Il comma 5 è sostituito con il seguente: 5. Il riconoscimento è effettuato con deliberazione della Giunta regionale.”.
Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. L’emendamento è stato posto da me perché il dirigente della struttura organizzativa regionale è componente, ai sensi dell’articolo 7 successivo, anche del comitato di coordinamento volto alla gestione eco-compatibile delle risorse. Quindi secondo me non è opportuno che rivesta anche le funzioni di organo di riconoscimento dei singoli consorzi.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2.
Ha la parola il Consigliere D’Anna per dichiarazione di voto.

Giancarlo D’ANNA. Intervento anche per far capire il lavoro fatto in Commissione. Ad esempio è stato introdotto l’articolo 2 bis con un emendamento presentato dal sottoscritto, che specifica la questione della gestione della risorsa dei molluschi. Quindi visto che era stato accolto questo mio emendamento il mio voto su questo articolo è favorevole.

PRESIDENTE. Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 del Consigliere Santori:
La lettera b) del comma 5 è sostituita con la seguente: b) per più di tre accertate violazioni degli obblighi derivanti da disposizioni legislative, regolamentari e statutarie nel corso di tre anni.”.
Parere della Commissione?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 3/2 del Consigliere Santori:
“La lettera c) del comma 2 è soppressa”.
Parere della Commissione?

Katia MAMMOLI. Contrario. (…)

PRESIDENTE. Il parere espresso è della relatrice di maggioranza, quindi impropriamente ho detto che è della Commissione.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione. Apro la votazione…(…) Però, Consigliere Brini, siamo già in sede di votazione! Comunque, prego.

Ottavio BRINI. Solo un chiarimento. Qui si dice che entro il 30 settembre di ogni anno ciascun consorzio invia il piano di gestione di massima alla Giunta regionale per l’anno successivo, non c’è una scadenza precisa. Se lo rimandano ad anno nuovo che succede?

PRESIDENTE. C’è scritto entro il 30 settembre.

Ottavio BRINI. Sì dice “entro”, ma se non lo manda? Non c’è una clausola che dica...Sa, Presidente, noi viviamo in Italia!

PRESIDENTE. Ho capito, Consigliere Brini, ma non possiamo chiarirlo ora in sede di votazione!
Chiudiamo la votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 6/1 del Consigliere Santori. Ritirato.

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7/1 del Consigliere Santori:
Alla lettera b) del comma 1 sostituire le parole “Giunta regionale” con le parole: “Consiglio regionale”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 8.
Emendamento n. 8/1 del Consigliere Santori:
L’articolo 8 è sostituito dal seguente: “Articolo 8 (Vigilanza) 1. La vigilanza sull’osservanza delle norme in materia è affidata alla guardia di finanza, alla capitaneria di porto e alle altre forze di polizia competenti.”.
Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Questo emendamento vuole far chiarezza su questi soggetti vigilantes introdotti nel regolamento. Diciamo che sono un po’ fuori dal contesto, perché se abbiamo problemi per reperire fondi e fare quegli accertamenti che occorrono fare sul territorio, chi pagherà questi soggetti? Non li possiamo mettere certamente a carico di un altro ente. Non c’è neanche la previsione di spesa!
Chiedo quindi la modifica dell’articolo 8 affidando questo controllo alle forze dell’ordine che già ci sono, guardia di finanza, capitaneria di porto, e alle altre forze di polizia competenti.

PRESIDENTE. Parere della relatrice?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 8/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 9.
Emendamento n. 9/1 del Consigliere Santori:
“Il comma 2 è sostituito con il seguente: 2. Entro e non oltre il 30 giugno 2010 verranno rideterminati i confini e l’ampiezza delle attuali aree di pesca al fine di garantire equità di trattamento tra i soggetti autorizzati. A tal fine si dovrà tener conto anche dell’ampiezza verso est delle zone medesime e della loro pescosità passando dall’attuale misurazione in metri lineari a quella più equa in metri quadrati.”.
Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Questo è il famoso emendamento che dà al regolamento che stiamo per votare un senso, una direttiva per il futuro. Cioè impegna l’Assemblea legislativa a garantire l’equità di trattamento tra i soggetti autorizzati e quindi a misurare secondo criteri di ampiezza verso est delle zone medesime e della loro pescosità, traendo poi da questi elementi la ripartizione futura dei compartimenti.
Se non passa questo emendamento è ovvio che l’intero contesto, volto a favorire uno sviluppo nel futuro delle aspettative di pesca di questi amici pescatori, sarà vano.
Chiedo quindi all’Aula di intervenire su questo emendamento con un voto favorevole.
Parere della relatrice?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9/2 del Consigliere D’Isidoro:
“Al comma 2 sono soppresse le parole “comunque non oltre il 20 giugno 2011” e le stesse vengono sostituite con le parole: “entro il 30 dicembre 2011 e comunque non prima che venga effettuata la verifica di una ottimale gestione delle risorse, da parte della giunta regionale, attraverso un apposito studio scientifico.”.
Parere della relatrice?

Katia MAMMOLI. Su questo però non do il mio parere ma il parere della Commissione, perché questo problema è stato posto, appunto, anche in Commissione. Ed ovviamente la scelta della Commissione è quella che c’è nel testo, quindi il parere è contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini per dichiarazione di voto.

Sara GIANNINI. Il Presidente del Gruppo PD prima ha annunciato che su questa proposta il gruppo avrebbe votato a favore, quindi ribadisco che siamo a favore del prolungamento dei termini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci per dichiarazione di voto.

Massimo BINCI. Se ne era già parlato in Commissione. Inizialmente era stato indicato un anno, poi si è esteso ad un anno e mezzo, quindi oltre l’accordo...

PRESIDENTE. Consigliere conosciamo la storia!

Massimo BINCI. Presidente, voglio solo motivare perché è necessario votare contro. Stavo dicendo che il termine è già di un anno e mezzo, quindi una soluzione temporanea come questa non è che si può protrarre per dieci anni! In questo modo non sarebbe più temporanea ma definitiva. Poi potremo anche elaborare ulteriormente ma in base agli studi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 9/3/1 dei Consiglieri Brini, Giannini, Comi, Massi, Pistarelli:
“Al comma 2 la lettera c) che recita “area C, coincidente con la porzione del compartimento di Ancona che va da Porto Recanati e precisamente nel punto corrispondente a 1,1 km a nord del punto mediano della diga foranea della foce del fiume Potenza al fiume Chienti;” è sostituita come segue: “Area C, coincidente con la porzione del compartimento di Ancona che va da Scossicci di Porto Recanati e precisamente ad 1,2 miglia a sud del fiume Musone (all’altezza dell’hotel Brigantino) fino al fiume Chienti”.
Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Innanzitutto voglio far presente che se questo regolamento passa, Assessore, è grazie al buonsenso di tutta l’opposizione, non solo del Consigliere D’Anna. Se noi abbandonassimo l’Aula sicuramente oggi non avreste i numeri per poter approvare questo regolamento. Qui non ci sono irresponsabili o responsabili, c’è solo il buonsenso da parte di tutti e lei, Assessore, ne deve far tesoro anche per il futuro.
In più di un’occasione abbiamo detto che ha fatto un buon lavoro, è stato abbastanza coerente, lo ha dimostrato anche oggi in Aula, ma la stessa cosa l’abbiamo fatta anche noi. Perché, ripeto, se volevamo mettere in difficoltà questa maggioranza abbandonavamo l’Aula e voi non avevate i numeri per poter approvare questo regolamento.
Quindi ancora una volta è venuto meno il ruolo della maggioranza e ancora una volta è stato confermato il ruolo positivo e propositivo dell’opposizione. Qui se si vuole legiferare occorre che la maggioranza ponga rispetto nei confronti dell’opposizione.
Entro nel merito dell’emendamento. In questo dibattito abbiamo sentito, Capogruppo Ricci, chi era a favore del Musone, chi voleva fino al Potenza, ci sono stati emendamenti, proposte, soluzioni.
L’emendamento da me presentato e sottoscritto da alcuni colleghi – dove nessuno ha l’obbligo di mantenere la propria firma, può in qualsiasi momento revocarla – non è altro che un compromesso onorevole, un compromesso di alto profilo che cerca un po’ di tirare le somme in base al dibattito che si stava sviluppando, perché, Assessore, nessun emendamento che arrivava fino al Musone, firmato anche da suoi colleghi della maggioranza, era stato ritirato, tanto è vero che qualcuno è ancora in atto.
Non voglio certo fare la morale a nessuno, però, ripeto, questo regolamento viene approvato solo perché – Consigliere Ricci, se lo metta bene nell’orecchio! – noi siamo rimasti in Aula. Consigliere Ricci, non è che ne deve prendere atto, è una constatazione. Quindi se domani i lavoratori possono andare a pesca è grazie a noi che vi abbiamo garantito il numero legale in Aula. Voi non avete concesso nulla!
L’emendamento non lo ritiro perché è un fatto di serietà, di coscienza. L’ho presentato con i colleghi Pistarelli e Massi non per mettere in difficoltà qualcuno, ma per dare un contributo. Considerato che c’erano posizioni differenziate e lei, Assessore, sa meglio di chiunque altro quali sono gli equilibri all’interno della maggioranza, c’è chi voleva arrivare al Musone, c’è chi voleva stare al Potenza.
Questo, invece, è solo un subemendamento di equilibrio.
Certo non ci strapperemo le vesti se verrà bocciato, però fermo restando quello che ha detto, cioè che domani rivedrà la misurazione, rivedrà se le misure sono veramente corrispondenti a quelle che sono state portate in Aula. Quindi se c’è da rivedere cento metri, cinquanta metri o anche un solo metro, lei ha l’obbligo morale di rivedere questa misurazione.
Noi eventualmente non avremo nessun problema a ritirare questo subemendamento, il nostro buonsenso è sempre sovrano e padrone, con l’impegno però che si voti un documento che impegni la Giunta a rivedere quello che è stato detto dal Consigliere Procaccini. Infatti non siamo stati noi a mettere in discussione la misurazione, Presidente! Vogliamo essere chiari e leali fino in fondo. Il dubbio è venuto dalla sua maggioranza, lei sa bene che non siamo stati noi della minoranza a mettere in discussione la misurazione. Quindi pretendiamo da lei, persona onesta e che conosco profondamente, di prendere questo impegno nei confronti non solo nostro ma di tutta la marineria.
Se oggi ritiriamo questo subemendamento è solo per un atto di buonsenso. Potremmo dividere la maggioranza, potremmo dividere l’opposizione, ma così non faremmo certamente un buon lavoro per la comunità marchigiana. Allora se lei si impegna non formalmente ma per iscritto con tutta l’Assemblea legislativa, personalmente posso ritirarlo e togliere le castagne dal fuoco a quei colleghi che avevano già firmato questo emendamento con me.
Presidente, noi siamo persone responsabili e non irresponsabili, quindi ancora una volta dimostriamo che siamo qui in Aula per il bene della collettività marchigiana e per quei lavoratori che da domani, contenti o scontenti che siano, potranno comunque finalmente andare a pescare in modo sereno e pacifico.
Se i colleghi Massi e Pistarelli vogliono come me ritirare l’emendamento non ho nulla in contrario. Non so come potrà finire, ma se ci sarà l’impegno dell’Assessore a rivedere, come è stato chiesto da un suo collega della maggioranza, la misurazione, per noi è sufficiente. Perché se la misurazione è sbagliata si ristabilisce un po’ di ordine sotto questo aspetto e soprattutto si fa chiarezza se è vero o non è vero.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Nell’attesa di quello che sarà il riscontro alle parole del collega Brini da parte dell’Assessore e della maggioranza, vorrei ulteriormente precisare il nostro intendimento sia per l’emendamento n. 9/3 che per il subemendamento 9/3/1.
L’emendamento n. 9/3 parla del Musone, non a caso, perché era la richiesta fatta da più di una marineria, quindi non solo di Civitanova. Avevamo però visto che c’erano difficoltà ancora oggi, così come ci sono state in Commissione. Quindi il subemendamento n. 9/3/1 è a chiarimento di quello che tutti dicono essere la situazione attuale, ossia l’equilibrio trovato con il testo che stiamo votando. Quindi, ripeto, è un chiarimento, anzi, è un chiarimento anche restrittivo, perché parla di 1,2 miglia a sud del fiume Musone, parla di una posizione all’altezza dell’hotel Brigantino, quindi differente rispetto a quella che dovrebbe essere l’interpretazione autentica dell’articolo 9.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, se la interrompo, ma vorrei dare una spiegazione all’Assemblea legislativa. Sono tanto collegati questi emendamenti, che qualora dovesse essere approvato il 9/3/1 ovviamente decadranno il 9/3 e il 9/4.

Fabio PISTARELLI. Certamente, infatti il primo che metteremo in discussione è proprio il sub emendamento 9/3/1.
Siamo quindi disponibili, lo dice il collega Brini e lo ripeto anch’io, a ritirare questo subemendamento, ma se c’è il chiarimento e se c’è l’impegno dell’Assessore a verificare in corso d’opera se questa cosa funziona. Cioè da qui a qualche settimana vedere se effettivamente ha funzionato la definizione data dal testo.
Siamo disponibili, più di questo! Il senso di responsabilità in questo modo è totalmente dimostrato. Parlo all’Assessore Solazzi, che sicuramente – lo voglio dire anch’io – ha fatto un lavoro di equilibrio. Anche nella dinamica interna ai Gruppi abbiamo trovato tante sfaccettature e tante sensibilità. Quindi mi pare che stiamo dimostrando, noi per primi –. lasciatemolo dire –, che questo senso di responsabilità l’abbiamo tradotto nei fatti anche con questa proposta di ritiro degli emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Siccome il Consigliere Comi ed io siamo firmatari del subemendamento del Consigliere Brini, riteniamo che sulla base della discussione che c’è stata in Aula e anche del fatto che l’Assessore nel suo intervento ha assunto su questo un impegno, credo sia possibile prevedere il ritiro degli emendamenti ed approvare il documento così come l’ha presentato la Commissione.
Eventualmente potremo aggiungere sull’ordine del giorno presentato dal Consigliere Brandoni un impegno per tutti noi oltre che per l’Assessore.
Credo che in questo momento il nostro interesse sia che le vongolare riprendano la loro attività in serenità, che smettano di esserci tensioni o altre manifestazioni che possano creare anche preoccupazioni di ordine pubblico. E che su questa vicenda, come ho detto nel mio precedente intervento, ci sia la possibilità di affrontare la situazione in modo programmato con il contributo del Ministero, però quando ce lo darò. Infatti, come ha detto prima l’Assessore, nonostante molte sollecitazioni non mi pare che ancora ci sia stato alcun intervento in aiuto a questa situazione.
Per cui considerato che i Consiglieri dell’opposizione dimostrano su questo un’apertura, li invitiamo a sollecitare il Ministero competente, anche attraverso i loro canali, affinché metta a disposizione una soluzione definitiva e concordata con la Regione Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Concordo con quello che è stato detto, ma anche su altri argomenti abbiamo riempito i cassetti e le soffitte della Regione, dell’Assemblea legislativa, della Giunta, di ordini del giorno che poi sono tutti andati a farsi friggere; a fine legislatura vi faremo vedere quanti ordini del giorno e mozioni non sono stati più considerati da nessuno!
Allora per quanto mi riguarda sono disponibile a ritirare l’emendamento, però prima si scriva qualcosa e lo si approva, ossia che almeno abbia la dignità di essere un ordine del giorno come gli altri, oppure lo aggiungiamo all’ordine del giorno di Brandoni.
Perché ad oggi se si conclude così ci sono marinerie che escono garantite e altre no!

PRESIDENTE. Ha la parola il vicepresidente Comi.

Francesco COMI. Intervengo solo per sottolineare l’intervento della Consigliera Giannini, quindi per le sue stesse motivazioni anch’io ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Invito intanto i Consiglieri a scrivere questa aggiunta all’ordine del giorno che fra poco discuteremo e voteremo. Ha la parola l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Devo essere molto chiaro, come mi piace essere quando si fanno cose che hanno rilevanza e che sono importanti.
Non chiedo al Consigliere Brini di ritirare l’emendamento, certo ho fatto un appello iniziale, ma ho detto anche che comprendo il ruolo dei Consiglieri, comprendo la rappresentanza dei territori. Però su questo problema dell’errore cosa volete che vi dica? Come capirete, la misurazione è un fatto tecnico, l’ufficio proprio tre minuti fa mi ha detto che non c’è errore – peraltro sarebbe gravissimo se fosse diversamente –. Però per onestà devo anche dire che la sintesi contenuta in questo documento è nata da un percorso e da una proposta ma che oggi si esprime in misure. Questo vuol dire che approviamo un regolamento di questo tipo e poi facciamo un ordine del giorno che dovrebbe verificare un conteggio di cui non c’è nota in questo regolamento.
Potrei anche risparmiarmi di dirvi questa cosa, sarebbe più facile per me, la chiudiamo qua dopodiché, va tutto bene madama la marchesa, vado fuori e sono a posto. Però nel bene e nel male dico sempre quello che penso, quindi pur facendomi un po’ male vi debbo dire che, per carità, l’ordine del giorno lo si approvi, però non c’è traccia in questo regolamento di una metodologia di calcolo a cui l’ordine del giorno dovrebbe far riferimento. Quindi non si tramuterebbe comunque in una norma in grado di modificare un regolamento che, invece, fa riferimento a delle distanze non espresse in termini di risultanze di un calcolo ma di una misura.
Lo debbo dire perché questo ci potrà aiutare a fare una riflessione in prospettiva, una valutazione, e che non si dica che l’Assessore ci ha nascosto qualcosa. Ripeto, il regolamento che approviamo è in un testo che non fa riferimento ad una modalità di calcolo, fa riferimento a delle distanze. E non è che approvando un ordine del giorno sarà possibile intervenire su questo regolamento. Lo dico con grande sincerità, sarebbe grave se vi risparmiassi questa cosa, ossia, che avremo un regolamento che poi domani verificheremo che non è così.

PRESIDENTE. Devo ritenere il subemendamento n. 9/3/1 e gli emendamenti n. 9/3 e 9/4 ritirati? (...) Allora votiamo il subemendamento n. 9/3/1. Parere della relatrice?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Prego votare.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9/3 dei Consiglieri Massi, D’Isidoro, Pistarelli, Ciriaci:
Al comma 2 le lettera b) e c) sono sostituite dalle seguenti:
“b) area B, coincidente con la porzione del compartimento di Ancona che va dal fiume Cesano alla foce del fiume Musone;
c) area C, coincidente con la porzione del compartimento di Ancona che va dal fiume Musone alla foce del fiume Chienti.”.
Parere della relatrice?

Katia MAMMOLI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 9/4 del Consigliere D’Isidoro. Ritirato.

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo ora dell’ordine del giorno. L’emendamento viene presentato o no? (...) Allora se siete d’accordo intanto per guadagnare tempo do la parola al Consigliere Brandoni per l’illustrazione.

Ordine del giorno n. 1 del Consigliere Brandoni:
“L’Assemblea legislativa delle Marche,
Ricordato che l’attività di pesca delle vongole, oltre a rappresentare una delle tradizionali attività delle marinerie marchigiane, riveste anche una particolare importanza economica nell’ambito più generale delle attività ittiche;
Valutato che il patrimonio della fauna ittica è un bene comune che va tutelato e salvaguardato;
Preso atto che le ultime vicende hanno creato in questo settore problemi di carattere amministrativo, oltreché difficoltà nelle attività di pesca;
Ricordato inoltre che le più recenti riforme hanno consegnato alla Regione nuove e più importanti responsabilità nella disciplina delle attività marittime e di pesca;
Ritenuto che il regolamento predisposto dalla giunta e approvato dall’Assemblea legislativa regionale rappresenti oggi un punto di equilibrio in una situazione che tuttavia vede sul territorio regionale un numero eccessivo di licenze per l’attività della pesca alle vongole oltreché la necessità di un più attento monitoraggio e studio della risorsa in questione;
tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale a predisporre uno studio che:
- determini un progetto sulle possibilità di pesca delle vongole nelle acque marchigiane;
- valuti sulla scorta di questo il numero di licenze possibili, predisponendo un piano di incentivazione nei confronti della dismissione e)o cessione extraregionale delle licenze di pesca;
- riorganizzi le attività definendo la ripartizione degli spazi di pesca alla luce di quanto sopra esposto, avviando altresì un confronto con i consorzi finalizzato, attraverso la caratterizzazione del pescato in termini di dimensioni, salubrità e qualità, all’istituzione di un marchio di qualità per la commercializzazione del prodotto, favorendo anche per questa via nuove forme di collaborazione che contribuiscano ad un rilancio del settore.”.
Prego, Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. La mia illustrazione sarà brevissima, questo ordine del giorno mi sembra abbastanza chiaro. Voglio solo aggiungere che la narrativa per molti aspetti raccoglie il dibattito che l’Aula ha affrontato in via più generale su una problematica complessa ed importante come quella della pesca delle vongole.
Per quanto riguarda il dispositivo, oltre a raccogliere le cose che pure l’Aula ha inteso definire come raccomandazioni, c’è un’aggiunta che vorrei sottolineare, questa sì. Ossia quella di provvedere nei prossimi mesi ad un’iniziativa che abbia due obiettivi.
Il primo è quello di qualificare la pesca delle vongole fino a raggiungere la possibilità di un marchio della vongola marchigiana da realizzare attraverso la determinazione di un disciplinare di pesca. Perché questo disciplinare significherebbe, domani intervenire sulle modalità non solo della pesca ma anche dell’allevamento delle vongole, non nel senso classico ma nel senso del mantenimento della qualità del mare.
Il secondo obiettivo, rispetto a questo, è la possibilità di costruire e offrire ai consorzi un’opportunità di collaborazione che fino ad oggi abbiamo registrato che è molto complicata e difficile.

PRESIDENTE. Do ora lettura dell’emendamento presentato all’ordine del giorno a firma dei Consiglieri Brini, Comi, Giannini: “Tutto ciò premesso impegna la Giunta regionale alla verifica del metodo di calcolo adottato dall’Assessorato per la definizione dei confini tra le aree di pesca”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ordine del giorno n. 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento n. 18. Ha la parola il Consigliere Brini per dichiarazione di voto.

Ottavio BRINI. Non vorrei sembrare noioso, ma rimaniamo in Aula, ripeto, solo perché domani i lavoratori devono andare a pesca. (…) E no, Consigliera Giannini, è così! Voi neppure avete avuto il buonsenso di chiamare gli Assessori assenti, sono qui solo in quattro a presiedere il fortino! Il Presidente nei momenti importanti è sempre assente, c’è solo quando si parla di lavoro, quando ha fatto quella lista della spesa, parlando quattro ore!
Non voteremo contro, il nostro sarà un voto di astensione, grazie anche all’apertura che c’è stata da parte dell’Assessore, altrimenti avremmo dovuto abbandonare l’Aula e lasciarvi qui da soli. Ma il buonsenso ci ha portato a questa riflessione ovvero che non voteremo contro.
Caro Assessore Solazzi complimenti, il posto di Dustin Hoffman se lo è guadagnato perfettamente! Risparmiavi tre miliardi di euro! Lei è un grande attore! Complimenti per quello che ha portato a casa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. L’Assessore nella discussione che abbiamo fatto sull’articolo 9 poteva aprire un’ipotesi, quella che poi comunque l’ordine del giorno lo costringerà ad affrontare. Perché come tutte le norme, come tutti gli atti, se c’è un limite indicato poi la misurazione viene da sé. E’ vero che lì c’è un limite quindi la misurazione è proprio lo strumento in grado di garantire che quel limite venga rispettato.
Se ci sono i cinquanta orari da rispettare poi c’è il contachilometri che ti dice se vai oltre una certa velocità oppure no. Quindi un conto è la misura, un conto è la misurazione.
Sulla misurazione ora c’è un ordine del giorno che almeno va incontro a quello che abbiamo voluto esprimere attraverso gli emendamenti proposti e pur bocciati, purtroppo, dall’Aula. Almeno è un elemento sufficiente per dire che non voteremo contro questo provvedimento, bensì l’astensione come il collega Brini ha già dichiarato. Questo proprio perché, oltre la retorica, c’è un lavoro, c’è un comparto molto in difficoltà, ci sono marinerie che da mesi sono in lotta. Quindi la solidarietà si deve dimostrare anche con la concretezza delle risposte.
L’ordine del giorno è il punto minimo, ma spero che venga assolutamente rispettato per rispettare a sua volta le intelligenze e il senso di responsabilità di tutti e soprattutto per quello che abbiamo fatto anche noi in Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Sono favorevole all’atto ma voglio fare una precisazione. Il lavoro della Commissione è stato molto complesso e articolato, è stato veramente un luogo di incontro e di dialogo come pure di scontro. Dunque spero che si sia conseguenti, quindi che quest’ordine del giorno venga rispettato soprattutto per una rivisitazione della perimetrazione dei vari compartimenti, in modo particolare di quello del sud delle Marche, come già ho detto nel mio precedente intervento. Altrimenti anch’io dovrò inferire delle conseguenze ben precise.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non me ne vogliano i colleghi Brini e Pistarelli, ma io voterò tenacemente contro. Mi dispiace, ma non ce la faccio più a sopportare le foglie di fico e le ipocrisie! Qui ci sono colleghi che firmano l’ordine del giorno Brandoni ma poi non votano l’emendamento. Queste cose la gente non le capirà mai! Queste cose sono camarille, io non voglio parlare di malafede, ma sappiate che la gente non lo capirà mai! Qua dentro abbiamo fatto centinaia di ordini del giorno di cui nessuno se ne interessa più, a cominciare dal Presidente e dalla Giunta!
L’unica cosa certa di questa seduta è che io rendo onore all’onestà e alla trasparenza dell’Assessore, raramente capita che un Assessore dichiari i propri limiti, e per di più lo fa anche di fronte alla propria maggioranza. Oggi questo l’Assessore l’ha fatto, in merito a questa vicenda non so come proseguirà il rapporto con la sua maggioranza, però lo ringrazio perché è un raro esempio di trasparenza.
Per quanto riguarda il trattamento nei confronti degli operatori vongolari purtroppo oggi da quest’Aula si sancisce che ci sono operatori di serie A che vengono tutelati e operatori di serie B che non vengono tutelati. Mi dispiace, ma il centro nord è stato tutelato, il centro sud no! Purtroppo si ripete un cattivo vezzo di quest’Aula, perché questo è avvenuto anche quando il Presidente Spacca ha fatto l’elenco delle aziende in crisi in maniera assolutamente, ripeto, assolutamente incongrua, incompetente e menzoniera. Cosa che fa male all’economia marchigiana. Ed oggi, come altre volte avvenuto, si ripete una discriminazione.
Mi dispiace, mai neanche con una pistola puntata potrei votare a favore di questo atto, quindi voto contro.

PRESIDENTE. Proposta di regolamento n. 18. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ora dobbiamo passare alle nomine oltre ad approvare la mozione n. 374 così come concordato dall’Aula ad inizio seduta. (…) No, no, Consiglieri non è così!

Mozione n. 374
dei Consiglieri Brandoni, Procaccini
“Adesione della Regione alla manifestazione No al Razzismo”
(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo alla mozione n. 374 dei Consiglieri Brandoni, Procaccini. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Sul punto riguardante le nomine viene chiesto il rinvio, che viene accolto. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,55