Resoconto seduta n.156 del 10/11/2009
SEDUTA N. 156 DEL 10 NOVEMBRE 2009


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


La seduta inizia alle ore 10,30


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 155 del 3 novembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 348/09, in data 19 ottobre 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Brini, Parrucci, Tiberi, Bugaro, Ciriaci, Santori, Giannotti, Cesaroni, Massi, concernente "Coordinamento e sostegno delle iniziative a favore dei giovani", assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 349/09, in data 4 novembre 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, concernente "Modifiche alla l.r. n. 20/2001", assegnata alla Il Commissione in sede referente;
- n. 350/09, in data 6 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2010 e pluriennale 2010-2012 della Regione Marche (Legge Finanziaria 2010), assegnata alla II Commissione in sede referente, alle Commissioni I, III, IV, V, VI per l'espressione del parere di cui all'articolo 70 del regolamento interno, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi del comma 2 dell'articolo 11 della l.r. n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, ai sensi del comma 1 dell'articolo 4 della l.r. n. 15/2008;
- n. 351/09, in data 6 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Approvazione del Bilancio di previsione per l'anno 2010 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2010/2012", assegnata alla II Commissione in sede referente, alle Commissioni I, III, IV, V, VI per l'espressione del parere di cui all'articolo 70 del Regolamento Interno, al Consiglio delle autonomie locali ai sensi del comma 2 dell'articolo 11 della l.r. n. 4/2007 e al Consiglio regionale dell'economia e del lavoro, ai sensi del comma 1 dell'articolo 4 della l.r. n. 15/2008.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n. 382/09, dei Consiglieri Brini, Natali, Massi, D'Anna, Silvetti, Cesaroni, Ciriaci, Parrucci, Pistarelli, Romagnoli, Giannotti, Bugaro, Santori "Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo".
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 26 in data 2 novembre 2009: "Norme per la valorizzazione degli archivi storici dei partiti politici, dei movimenti politici, di personalità politiche e dei sindacati".
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 26 ottobre 2009, le seguenti deliberazioni:
- n. 1730 "Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 1, della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 159.716,85";
- n. 1731 "Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 465.500,00";
- n. 1732 "Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 78.500,00";
- n. 1733 "Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 1 e 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Spese di personale. € 1.617,5 1 ";
- n. 1734 "Art. 29, comma l, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. € 51.603,01 ";
- n. 1735 "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 118.847,22 - Modifica al POA 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008";
- n. 1736 "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 110.000,00";
- n. 1737, "Art. 29, comma 2, della l.r. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 1.010.000,00";
- n. 1738, "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 186.150,00";
- n. 1739, "Art. 29, comma 2, della I.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 87.402,68";
- n. 1740, "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 811.000,00";
- n. 1741, "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 20.000,00";
- n. 1742, "Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dello Stato per il programma "Sostegno alle funzioni di interfaccia tra le Regioni e le province autonome ed il Centro nazionale perla prevenzione ed il controllo delle malattie e relativi impieghi. € 193.457,00";
- n. 1743, "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. n. 38/2008 - Variazione compensativa di € 450.000,00 e modificazioni tecniche al POA per l'anno 2009"; n. 1744, "Art. 43, comma 2, della 1.r.37/2008 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009, approvato con d.g.r. n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. € 20.000,00".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Pistarelli, Mollaroli e l’Assessore Carrabs.
Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L’altro giorno sui giornali è stato pubblicato un elenco di richiesta di recupero crediti nei confronti della società del gruppo Lehman. Notizia che se fosse vera rappresenterebbe un fatto gravissimo. Rispetto a tale questione viene indicata un’esposizione finanziaria delle Marche per 72 milioni di dollari…

PRESIDENTE. Consigliere Giannotti, la interrompo perché in sede di Conferenza dei Capigruppo è stato deciso che questa mattina l’Assessore risponderà all’interrogazione n. 1366 avente ad oggetto “Fallimento Lehman Brothers”.

Roberto GIANNOTTI. Bene.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Considerata la presenza dell’Assessore competente e vista l’urgenza dell’argomento di che trattasi, chiedo di anticipare la discussione del punto 6) dell’ordine del giorno, di cui alla mozione n. 334 da me presenta in ordine a “Assegnazione comuni di Fermo alla Zona territoriale 11”, subito dopo lo svolgimento delle interrogazioni.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta della Consigliera Ciriaci di discutere dopo la mezzora prevista per lo svolgimento delle interrogazioni la mozione n. 334.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, analogamente chiedo la stessa procedura anche per la mozione n. 376, di cui al punto 7) dell’ordine del giorno, su “Revoca dell’incarico all’attuale Direttore dell’ASUR”, da discutere quindi subito dopo la mozione n. 334.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’anticipazione della mozione n. 376 del Consigliere Massi.

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 1326
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13 assunzione atti illegittimi e palese violazione CCNL”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1326 del Consigliere Natali. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Riguardo all’interrogazione del Consigliere Natali si precisa quanto segue.
La Provincia di Ascoli Piceno con nota prot. n. 8702 del 9 febbraio 2009 chiedeva alla Direzione della Zona territoriale n. 13 un eventuale interesse all'acquisizione di proprio personale attraverso l'istituto della mobilità.
Dal momento che risultavano posti vacanti nel ruolo amministrativo presso la Zona territoriale n. 13, l'Amministrazione, sentite le OO.SS., ha deciso di accogliere le uniche due istanze di mobilità provenienti dalla Provincia di Ascoli Piceno.
Le due figure possedevano una professionalità idonea ad essere ricollocata in ambito sanitario; in particolare l'acquisizione di queste unità si è reso attuale e necessario in quanto risultavano carenze di personale, sia presso l'U.O. accettazione-cassa (CUP), sia presso l'Ufficio di staff-controllo di gestione.
Per quanto sopra detto, il Direttore della Zona territoriale n. 13 dichiara di aver accolto tali istanze nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di mobilità volontaria.
Relativamente alle posizioni funzionali interessate sussistevano allora, e sussistono ancora oggi, posti vacanti nella dotazione organica, sia per assistenti amministrativi, sia ¬per collaboratori amministrativi. In particolare si precisa che:
- per quanto riguarda il posto di assistente amministrativo assegnato al CUP - accettazione-cassa, non vi era personale interno disposto ad essere collocato in quella Unità Operativa, e le continue richieste di personale da parte del Responsabile hanno condotto ad adottare come soluzione l'accettazione della mobilità intercompartimentale;
- per quanto concerne il posto di collaboratore amministrativo non sussistono all'interno dell'Amministrazione della Zona n. 13 dipendenti con le professionalità necessarie per essere assegnati all'Ufficio di staff controllo di gestione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Assessore, le vorrei subito chiedere se questa è la risposta che viene dalla ASL, cioè dalla Zona territoriale 13, oppure se è una sua risposta politica (…) Bene, viene dalla Zona territoriale n. 13. Non avevo dubbi! E’ così come l’altra volta, nel rispondere ad un’interrogazione del collega Massi, quando ci ha letto la nota che le aveva inviato la Zona territoriale n. 13.
Quindi purtroppo o per fortuna – per fortuna per noi, purtroppo per la legge – anche in questo caso la Zona territoriale 13 di Ascoli ha dimostrato che non è molto interessata alla legalità.
Però mi meraviglio che un’Amministrazione di centro-sinistra, sempre così pronta e solerte a lamentare violazioni di principio, si permetta di rispondere in quest’Aula in questo modo.
Ma vede, Assessore, secondo me la figuraccia purtroppo la fanno fare a lei!
Per cui se voi non intervenite sulla gestione della Zona territoriale 13 – e qui anche i Consiglieri regionali del centro-sinistra del piceno potrebbero sovvenirmi per parlare di qualche cosa – ci troveremo obbligati a farvi le bucce ogni giorno.
Qui si è verificata una situazione bellissima, Assessore. L’Amministrazione provinciale di Ascoli tranquillamente aveva deciso che una propria dipendente, nonostante non avesse superato il periodo di prova, potesse chiedere di essere messa in mobilità – sempre in nome della legalità! –. Poi la Zona territoriale 13 aveva deciso, senza dare alcuna informazione alle organizzazioni sindacali, di prendere questa personcina in mobilità presso le proprie file.
E questa iniziativa è tutta vostra, è tutta interna alla sinistra, quella sinistra che si riempie la bocca di legalità e di altro!
Voi avete propinato alla nostra Zona territoriale un Direttore, il dott. Zuccatelli, che parlando di questo caso si è permesso di dire sul giornale – e questo l’affido alla sua buona fede, Assessore - che si era evidenziato un errore procedurale e che quindi si era disponibili a revocare il provvedimento. Quindi quello che a lei oggi le fanno dire con la sua risposta riguarda un provvedimento che è frutto di un errore procedurale che il dott. Zuccatelli si dichiarava pronto a revocare.
Cosa è successo in questa situazione tutta interna a voi? Voi che siete quelli che difendono la legalità! E’ successo che la CGIL - sindacato di destra?! - su questa situazione, tramite il proprio segretario Neroni, si rivolgeva allo stesso dott. Zuccatelli e al Direttore del personale dicendo che in attesa di discutere il piano triennale delle assunzioni nella prossima riunione sindacale, già convocata, si era fatto il trasferimento, di cui lui chiedeva la sospensione, perché, spiegava, che la dipendente in questione, solo per pura coincidenza, è la moglie di un notissimo sindacalista. Ci stupisce e ci sconcerta – afferma Neroni della CGIL con una lettera inviata anche al dirigente del personale della Provincia e al Presidente della stessa Provincia Massimo Rossi – che la direzione della Zona n. 13, a seguito della richiesta dell’Amministrazione provinciale di mettere in atto la triangolazione tra enti per evitare il trasferimento forzato di personale a Fermo – perché questa dipendente sarebbe dovuta andare a Fermo – non abbia ritenuto opportuno aderire, mentre si è dichiarata subito disponibile ad accettare mobilità individuali. Naturalmente non possiamo non evidenziare e denunciare, oltre alla singolarità e alla moralità del percorso – sappiamo bene che la sinistra parla sempre di morale – la violazione di norme contrattuali che saranno valutate attentamente. Questo lo dice la CGIL. Passano tre giorni ed il dott. Zuccatelli ci dice che c’è un errore procedurale, ma improvvisamente la CGIL chiede di soprassedere alla revoca di questo provvedimento.
Questo è dunque il modo di agire che la sanità di Ascoli Piceno porta avanti da anni.
Siccome io le riconosco, Assessore, onestà intellettuale, allora - visti tutti i confronti che abbiamo avuto, specie quelli che vertevano sulla necessità di dare al piceno determinate risorse anche risarcitorie - il primo risarcimento per il Piceno dovrebbe essere quello fatto attraverso incarichi a personale altamente qualificato per dirigere le Zone territoriali. La Zona territoriale 13 in cinque anni ha avuto ben cinque direttori e commissari!
Tra l’altro, e concludo, è bellissimo che a fronte di comportamenti del genere, con cui appunto un direttore generale si permette di dire certe cose – peraltro il sospeso dovrebbe essere proprio lui perché è quello che ammette di fare provvedimenti frutto di errori procedurali –, leggo che domenica 8 novembre il Presidente Governatore Spacca su Il Resto del Carlino dice: “La sanità delle Marche è saldamente in equilibrio grazie alle riforme organizzative realizzate dalla legislatura”. Pensate! Ed un nostro dirigente, il dott. Zuccatelli, viene chiamato a risolvere i problemi della sanità disastrata della Campania. Faccio tanti auguri alla Campania! (…) Ma da quello che ho capito voi ce lo avete mandato volentieri per altri motivi! Ma questi sono motivi vostri.
Ora qui, invece, il problema è solo nostro, per cui ci auguriamo che nel prossimo mese di marzo - come l’Assessore Donati ridacchiando pensa - qualcosa cambierà!


Interrogazione n. 1366
dei Consiglieri Giannotti, Santori, Romagnoli, Pistarelli, Ciriaci, D’Anna, Tiberi, Parrucci, Bugaro, Brini, Cesaroni, Massi.
“Fallimento Lehman Brothers”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. Ora, ai sensi dell’articolo 112 del Regolamento interno, così come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo, do la parola all’Assessore Marcolini per rispondere d’urgenza all’interrogazione n. 1366 dei Consiglieri Giannotti, Santori, Romagnoli, Pistarelli, Ciriaci, D’Anna, Tiberi, Parrucci, Bugaro, Brini, Cesaroni, Massi.

Pietro MARCOLINI. Presidente, la ringrazio per l’opportunità di discutere tempestivamente questa interrogazione che, al di là dei toni politicamente strumentali, pone un problema di informazione corrente sulla situazione del fallimento della Lehman Brothers. E torna doppiamente utile. Perché? Siccome riprende un’informazione data da Il Sole 24 Ore, a cui abbiamo inviato una lettera di precisazione con la promessa, ottenuta, di una sua pubblicazione a distanza di alcune settimane – questo al 12 ottobre ma dopo un mese non è stata ancora pubblicata – torna utile per precisare i termini sia con la stampa che ne ha dato notizia sia con l’Aula che ovviamente è interessata a conoscere la situazione.
Voglio ricordare che la notizia è stata pubblicata da Il Sole 24 Ore, poi ripresa da Il Foglio e anche da Il Resto del Carlino a cui nella sostanza fa riferimento l’interrogazione presentata dai Consiglieri di minoranza.
La responsabile dell’articolo de Il Sole 24 ore in data 12 ottobre scriveva: “Le confermo che alla prima occasione in cui scriverò di Lehman Brothers riporterò la necessaria precisazione”. Purtroppo, ripeto, è passato un mese e non abbiamo visto ancora le precisazioni. Per cui mi corre l’obbligo di dire a voi quello che Il Sole 24 Ore non ha pubblicato, ingenerando di conseguenza un’indebita preoccupazione.
I 72 milioni di dollari per i quali ha avviato la procedura di recupero presso la Corte americana che cura il fallimento Lehman Brothers corrispondono esattamente agli importi in euro pubblicati e comunicati dopo il default della banca ed esposti in una specifica sessione dalla II Commissione assembleare regionale tenutasi il 19 febbraio su invito del Presidente della Commissione stessa.
La prima cifra in effetti era di 35 milioni più 8 milioni, pari dunque a 43 milioni. Smentisco assolutamente – e mi duole che gli interroganti lo riportino tra virgolette, come fa indebitamente Il Sole 24 Ore – che l’oggetto della discussione si trattava al massimo di 2 milioni. E’ un’indebita virgolettatura de Il Sole 24 Ore che io non ho mai avallato con comunicazioni ufficiali. La prima, fatta con un’informazione improvvisa a distanza di pochi giorni, era di 35 milioni più il mark to market positivo. Poi in data 19 febbraio, quindi da allora sono trascorsi ormai nove mesi, in una seduta ufficiale della II Commissione ho potuto dire che si trattava esattamente di 44 milioni accantonati, più 8 milioni di rivalutazione degli stessi interessi.
Quindi non corrisponde al vero che abbiamo fatto trapelare un’esposizione di 2 milioni, per cui nessuna perla, nessuna chicca, ma la riproposizione puntuale di quanto quantificato sin dall’inizio.
La seconda domanda riguarda le spese per l’insinuazione del fallimento Lehman Brothers, che ovviamente abbiamo fatto e di cui ora do notizia all’Aula.
Il 22 ci siamo potuti insinuare nel fallimento, che è stato spaccato in tre parti e quindi le procedure sono molto complesse, c’è infatti una parte Asia, una parte Europa e una parte Stati Uniti. La nostra parte riguardava l’incardinamento negli Stati Uniti, per cui per assisterci nella insinuazione fallimentare abbiamo incaricato, come sapete, lo studio Skadden di New York.
Per cui, Consigliere Giannotti - mi rivolgo a lei come primo firmatario dell’interrogazione - gli impegni che abbiamo assunto sono in due delibere - di cui immagino ne abbia notizia, ma per informazione ne lascio comunque una copia –, una è del 6 ottobre 2008 l’altra è del 15 dicembre 2008, ciascuna è di 50 mila euro per lo studio Chiomenti e per lo studio Skadden.
Alla data attuale, Consigliere, dei 100 mila euro complessivamente accantonati in bilancio ne abbiamo liquidati 53 mila.
Ora un’informazione sulla struttura del prestito obbligazionario.
Vorrei ricordare – ma non ne ha bisogno l’interrogante che lo conosce bene, lo rammento a me stesso – che la Lehman Brothers era una delle prime dieci banche al mondo, quindi era difficile dubitare della sua consistenza finanziaria e patrimoniale. Inoltre le condizioni di stipula del contratto, come amiamo ripetere da tempo, sono state individuate come anticipative del meccanismo di regolamentazione dei mutui, dei prestiti obbligazionari e della gestione dei derivati, formalmente dalla Corte dei Conti. Laddove diceva, per l’operazione fatta per il Bramante Bond, che l’operazione di sostituzione di mutui con un prestito obbligazionario ha assunto caratteristiche che hanno in certa misura anticipato e ispirato il successivo processo di regolazione delle modalità di accesso ai mercati finanziari predisposti dal Ministero dell’economia e delle finanze con il decreto del dicembre 2003 e la successiva circolare dello scorso febbraio. Si tratta di un’operazione – dice la Corte dei Conti e non quindi l’autoesaltazione che può fare il gestore – di cui sono apprezzabili gli effetti riduttivi sul costo del debito e le caratteristiche di prudenza e di certezza che devono essere proprie di gestioni finanziarie pubbliche che operano sul mercato. Operazione resa possibile anche grazie – questo è un complimento per i miei preziosi collaboratori – alle professionalità e all’esperienza dell’Amministrazione acquisita in questi anni.
Ovviamente non potevamo conoscere il fallimento della Lehman Brothers in anticipo, per cui tale fallimento viene individuato come la conclamata esplosione della crisi planetaria.
Spero quindi che il Consigliere non ci voglia imputare una mancata capacità profetica e previsionale su un fallimento di questa portata.
Per quello che riguarda la bontà dell’operazione vorrei sottolineare che secondo i calcoli fatti pochi giorni fa, quindi assolutamente attendibili, abbiamo verificato qual è il valore dell’operazione. Sapete che i 400 milioni del Bramante bond erano spezzati in due parti, 200 milioni con Nomura e 200 milioni con Lehman Brothers. I 200 milioni con Nomura, su cui abbiamo un rapporto costante di informazione, hanno un valore di mercato positivo di 12 milioni, e quindi possono essere applicati alla parte rimanente della Lehman Brothers per altrettanto valore.
Sull’operazione parliamo quindi di un valore positivo attorno a 24 milioni. Se volessimo rivendere questa operazione sul mercato, per Nomura sarebbe semplice, per Lehman dobbiamo ovviamente aspettare gli esiti della procedura fallimentare.
Noi dobbiamo protestare il nostro credito, Consigliere Giannotti, fortunatamente in base alle condizioni dei diritti possiamo, perché grava su questo mutuo obbligazionario l’operazione di collateralizzazione unilaterale e che ci stiamo impegnando a far valere sul versante giudiziario della Corte statunitense.
Non credo, ma questo è semplicemente un cattivo pensiero, che l’opposizione si auguri di depotenziare le nostre ragioni oppure che si mobiliti per cercare di indebolire quelle ragioni di diritto che noi, invece, stiamo faticosamente protestando.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Innanzitutto voglio fare alcune premesse. LA prima è che noi non siamo abituati a godere delle disgrazie altrui, è un problema di costume politico, si può dire tutto ma sicuramente questo non è un rilievo che si può fare al PdL, non siamo certo abituati a gioire delle disgrazie altrui. Però siamo operatori politici che rappresentano i cittadini, e da questa parte dell’Assemblea legislativa, ossia quella occupata da noi in quest’Aula, viene rappresentata una buona fetta delle Marche, ed io mi auguro lo sarà sempre di più.
Così come nessuno mette in discussione che questa vicenda si colloca in una crisi mondiale che ha coinvolto Paesi e Governi diversi. Forse allora farebbe invece bene la sinistra ad abituarsi maggiormente ad acquisire, quando magari contesta il Presidente Berlusconi o il Governo italiano, che i limiti sono legati ad una situazione di difficoltà.
Fatte queste premesse entro nel merito delle risposte formulate dall’Assessore.
Assessore, io l’ho ascoltata bene, lei è di una bravura eccezionale, sa quanto la stimo per la sua capacità oratoria, è sempre capace di mettere i puntini sulle i, però mi sembra che oggi lei non abbia fatto altro che confermare quello che noi abbiamo tentato di scrivere.
Peraltro il fatto che debba essere l’opposizione a chiedere che si riferisca in Assemblea legislativa e che non sia invece un atto di sensibilità da parte della Giunta regionale mi preoccupa. E le notizie che abbiamo letto sui giornali riprese da un sito erano un fatto largamente acquisito, quindi io se fossi stato un bravo Presidente della Giunta per raccontare i fatti avrei organizzato subito una conferenza stampa, avrei convocato l’Assemblea legislativa oppure la Commissione bilancio. Ma questo non è accaduto.
C’è voluta un’interrogazione urgente dei Consiglieri del Gruppo PdL, dei vecchi partiti che oggi lo compongono, per provocare questa discussione. Una discussione che in ogni caso è un fatto salutare.
Comunque il mistero rimane. Il fatto che Il Sole 24 Ore non abbia fatto la smentita lascia qualche dubbio rispetto alla validità delle osservazioni che la Giunta regionale ha presentato. Lei sa meglio di me, Assessore, che basta che lei metta una parolina sopra la richiesta che poi vi è l’obbligo di una pubblicazione immediata della precisazione. Probabilmente allora o da lei o dalla Giunta regionale non è stato fatto.
La seconda questione è quella legata agli importi che io non ho ancora capito. Lei da una parte ha ammesso che discutiamo di 72 milioni di dollari, poi mi ha fatto un calcolo diverso, è sceso a 35+8, poi ha parlato di 44+8. Insomma vorrei capire qual è l’importo.
Inoltre non ho capito - ma forse mi sono distratto io - anche una terza questione, ossia di quando si parla di 200 milioni lire di onorario pagato ad uno dei due studi (…) 100 mila euro ad uno studio, l’altro lavora gratis? (…) Quindi il totale è di 100 mila euro.
Invece la terza risposta che volevo, che mi avrebbe sollevato il cuore, non è venuta, Assessore. Allora le chiedo: ma se per caso non riuscissimo a rientrare di questa somma quali sarebbero gli effetti per il bilancio regionale? Era questa la domanda politica di cui volevamo avere una risposta.
Detto ciò, la morale è che purtroppo anche le Marche sono cadute nel tranello della finanza creativa. E’ facile fare finanza creativa con i soldi degli altri, con i soldi dei cittadini, invece che con soldi propri! E questo è negativo soprattutto quando si vive una situazione recessiva come attuale, dove c’è una crisi profonda del tessuto produttivo marchigiano, che non solo deve farsi carico di questa problematica, ma deve fare anche i conti con un’imposizione fiscale pesantissima - e qui voglio dire, consentitemelo, che ritengo banale la scelta della Giunta regionale di abbassare le aliquote Irap per le aziende che assumono e non estendere invece questa cosa alla generalità dei cittadini - E soprattutto mancano politiche a sostegno del tessuto produttivo.
Noi abbiamo lanciato la sfida, ossia, costringiamo gli istituti di credito a fare con noi una parte per aiutare il mondo produttivo a riprendersi e per difendere l’occupazione ed aumentare i consumi.
Pertanto ringrazio l’Assessore ma sono insoddisfatto della risposta.


Interrogazione n. 1301
del Consigliere Comi
“Ritardi nella corresponsione dell’indennità di disoccupazione”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1301 del Consigliere Comi. Ha la parola l’Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. In merito alla convenzione ed ai rapporti tra lnps ed Ebam facciamo notare che la problematica è nazionale e comunque non dipendente da azioni o atti amministrativi della Regione Marche. La questione è dentro la nuova normativa nazionale e inserisce i rapporti tra Inps ed Ebam nell'ambito della gestione delle sospensioni con contributo degli enti bilaterali. Un chiarimento doveroso a scanso di equivoci.
La Regione Marche. ovviamente, si è messa a disposizione con il massimo impegno per trovare soluzioni affinché i lavoratori non dovessero subire ritardi nel ricevere le indennità previste per colpe che esulavamo da loro responsabilità.
Occorre far presente che sia il direttore regionale e i dirigenti dell'Inps che il presidente, il vicepresidente e il direttore dell’Ebam si sono messi da subito alla ricerca di una soluzione che consentisse alla nostra Regione di sbloccare la situazione.
Il lavoro è sfociato in un accordo regionale sottoscritto da Inps Marche ed Ebam il 27 Agosto scorso, è unico in Italia e altre Regioni stanno cercando di rifare. Ci risulta, infatti, che mentre nelle Marche il meccanismo si è ormai sbloccato in altri territori esistono ancori diverse difficoltà.
In generale, comunque, tra Regione Marche, Inps regionale, Ebam e parti sociali c’è un buon clima di collaborazione, in particolare nella gestione degli ammortizzatori sociali in deroga, forti dell’esperienza passata che ci consente di affrontare l'emergenza dovuta alla crisi attuale.
Riguardo ai lavoratori a domicilio siamo impegnati a trovare una soluzione positiva alla richiesta delle OO.SS., ossia quella di sostenere quella tipologia di lavoratori nel momento della perdita del lavoro a seguito della crisi. I lavoratori a domicilio, infatti, sono una di quelle categorie che rischiano di rimanere fuori dalle coperture degli ammortizzatori sociali.
La Regione Marche già nel 2005 fece un quesito al Ministero del lavoro chiedendo se a questi lavoratori poteva essere la Cassa integrazione in deroga. La risposta fu negativa, come quella che lo stesso Ministero ha fornito anche quest'anno ad un'analoga richiesta fatta dalla Direzione regionale del lavoro.
Visto il reiterato diniego del Governo nazionale il nostro Servizio regionale sta studiando la possibilità di sostenere i lavoratori a domicilio che hanno perso il lavoro con la mobilità in deroga. Contiamo che dal prossimo gennaio tale copertura sociale sarà garantita anche a questi soggetti.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Devo riconoscere che la Regione Marche su tale questione è stata esemplare. (…) Purtroppo, Consigliere Brini, siamo stati costretti a recuperare rispetto all’inerzia dell’iniziativa del Governo nazionale!
L’Aula infatti dovrebbe sapere che molte imprese hanno fatto massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali attivando gli istituti di sostegno reddituale a favore dei lavoratori dipendenti a causa della contrazione dei fatturati. Tantissime imprese nelle Marche hanno attuato, soprattutto nella fase iniziale di questa crisi, la sospensione dei rapporti di lavoro, a seguito della quale i lavoratori hanno richiesto all’Inps il pagamento delle indennità ordinaria di disoccupazione.
E’ accaduto, però, che malgrado gli ammortizzatori sociali messi a disposizione anche dalla Regione Marche e malgrado il massiccio intervento da questo punto di vista, poi alcune categorie di lavoratori ne hanno beneficiato tempestivamente mentre altre non hanno potuto farvi ricorso.
Il discrimine tra categorie di lavoratori non è un fatto politico, è un fatto meramente amministrativo e procedurale. Quindi è assistito a un paradosso. Alcuni lavoratori hanno percepito l’indennità di disoccupazione dell’Inps mentre altri no. Questo perché per alcuni di essi è stata richiesta una documentazione, per altri no, per alcuni di essi è stata fornita direttamente dall’impresa, altri invece sono stati loro stessi costretti a produrla tempestivamente.
Quindi abbiamo chiesto alla Regione Marche, visto che c’è un problema di carattere nazionale ma inascoltato da parte proprio dell’Istituzione nazionale, di farsi promotrice di un accordo tra Inps ed Ebam – l’Ebam gestisce il fondo di sostegno al reddito dei lavoratori – che possa mettere tutti i lavoratori nelle stesse condizioni.
Non era la Regione l’organo competente a farlo, bensì il Governo, ma di fronte a questa disuguaglianza che si è creata ho preso atto con soddisfazione che nell’agosto scorso la Regione Marche ha promosso la prima convenzione tra Inps ed Ebam, che quindi consentirà a tutti i lavoratori di beneficiare tempestivamente di ammortizzatori sociali.
Rimane comunque un altro problema, quello di estendere la tutela degli ammortizzatori sociali ai lavoratori a domicilio.
Anche questa è una prerogativa del legislatore ordinario, anche questo è un limite del legislatore ordinario, anche su questo tema la Regione Marche, e non è la sola, ha rivendicato un’attenzione nei confronti dei lavoratori a domicilio.
Sicchè mi pare che le sollecitazioni che stanno facendo gli esponenti del Governo regionale vadano nella direzione giusta.
Mi dispiace che si facciano tanti slogan, soprattutto nelle fasi preelettorali, che si usano per sostenere le categorie fragili e deboli, ma che poi non ci sia nessuna disponibilità da parte di alcuni livelli istituzionali a dare una mano concreta per il sostegno ai lavoratori.


Interrogazione n. 1329
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13: modalità di attuazione articolo 32 d.lgs. 81/2008”
(Svolgimento)

PRESIDENTE: L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1329 del Consigliere Natali. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Il Consigliere Natali nella sua interrogazione vuole sapere quali sono state le modalità utilizzate per individuare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione adottate dalla Zona 13, e se si ritiene condivisibile e conforme alla normativa di riferimento il comportamento tenuto dal direttore della Zona territoriale 13. Quindi al riguardo voglio precisare quanto segue.
Con determina n. 767 dell’8 giugno 2009 l'Amministrazione della Zona territoriale 13 ha indetto un avviso interno per l'individuazione di un responsabile del servizio di prevenzione e protezione e di un addetto al servizio prevenzione e protezione con scadenza 15 giugno 2009.
Con nota prot. 23305 del 30 giugno 2009 il direttore di Zona ha provveduto a comunicare alla direzione generale dell'ASUR l'esito della selezione e i nominativi cui conferire gli incarichi.
Contestualmente con nota prot. 23724 del 3 luglio 2009, in attesa della formalizzazione dei succitati incarichi da parte dell'ASUR, la direzione di Zona ha prorogato, con soluzione di continuità, l'incarico in qualità di responsabile del servizio prevenzione e protezione alla dott.ssa Marta Ursini. La suddetta proroga, acquisita al protocollo generale ASUR n. 12924 del 7 luglio 2009, è stata favorevolmente accolta dalla direzione Generale, che ha ribadito il protrarsi dell'incarico comunque sino al completamento dell'iter relativo alle definitive assunzioni.
Con nota prot. 24690 del 13 luglio 2009 il direttore di Zona ha provveduto a comunicare formalmente ai diretti interessati il conferimento degli incarichi. Successivamente con nota prot. 122154 del 28 luglio 2009 l'Amministrazione della Zona territoriale n. 13 ha sollecitato l'accettazione delle nomine in quanto a quella data non era pervenuta alcuna risposta.
A quest'ultima comunicazione l'interessato alla nomina di responsabile del servizio prevenzione e protezione ha risposto con nota prot. 27817 del 10 agosto 2009 con cui prendeva in esame solamente gli aspetti organizzativi aziendali, omettendo di comunicare l'eventuale accettazione.
Per tale ragione la direzione di Zona con nota prot. 30658 dell’8 settembre 2009 ha dovuto richiedere nuovamente l'accettazione dell'incarico in parola, riscontrando altresì le richieste (in merito al compenso aggiuntivo e alla struttura organizzativa) formulate dall'Ing. Luigi Carlini.
Si ritiene pertanto che la direzione della Zona territoriale 13 si è attenuta scrupolosamente alle indicazioni fornite dall'ASUR, che con nota prot. 16236 del 30 ottobre 2008, in qualità di datore di lavoro, indirizzava tutte le Zone territoriali circa le modalità di attuazione dell'articolo 32 d.lgs. 81/2008; di conseguenza, il comportamento dell'Amministrazione è da ritenersi conforme e in linea alla normativa di riferimento.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Natali.

Giulio NATALI. Sono esterrefatto, allibito e sgomento. Assessore, lei qui ha una responsabilità politica, però come l’altra volta la costringono a sottoporsi a delle figuracce. Ed il primo a doversi lamentare di tutto questo nei confronti di chi fa certe nomine dovrebbe essere proprio lei.
Anche perché in relazione a questo problema il direttore generale dell’ASUR l’8 maggio 2009 si rivolgeva al dott. Zuccatelli e alla dott.ssa Marta Ursini, responsabile della Zona territoriale 12 di San Benedetto del Tronto, sottolineando l’impossibilità che la stessa dott.ssa Ursini continuasse nel servizio di responsabile presso la Zona territoriale 13. E per questo motivo, quindi, si faceva il concorso interno a cui lei, Assessore, ha fatto riferimento.
Il concorso interno viene fatto, c’è fu un nominato, un ingegnere, che prima di entrare in carica, essendo persona responsabile, a differenza di tanti altri, chiede per prima cosa, all’uomo preposto a risanare la sanità campana (!) – ora aspetteremo il prossimo e vedremo, di solito si dice che al peggio non c’è mai fine, però noi del piceno possiamo dire che siamo veramente dei grandi, perché non so cosa altro potremo aspettarci! – quali sono le sue attribuzioni e vuole sapere se ha una struttura a disposizione. Anche perché l’incarico di responsabilità di questo servizio potrebbe provocare problemi di natura penale, oltre a quelle responsabilità che ognuno di noi dovrebbe temere nell’affrontare un incarico del genere. Però non gli risponde nessuno, e il già direttore della Zona territoriale 13 ritiene decaduto il professionista da questo incarico.
Il bello è, Assessore, che ad oggi si è tornati nella situazione precedente, cioè quella che il responsabile attuale è la dott.ssa Marta Ursini, ossia quella che il direttore generale Malucelli diceva che non poteva continuare ad avere tale incarico.
Cercate allora una buona volta di mettervi d’accordo tra di voi. Nella nostra Zona siamo un po’ seccati di essere trattati in questo modo, c’è una politica verso la quale possiamo fare opposizione, ma la vorremmo fare su temi veri!
Noi qui fra poco dovremmo parlare di un’Azienda sanitaria di Ascoli Piceno e San Benedetto su due plessi, quindi vorremmo parlare di queste cose, invece con i personaggi che mandate dalle nostre parti ci costringete ad affrontare problemi spiccioli, minimali, direi addirittura di bassa macelleria.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. E’ terminata la mezz’ora dedicata allo svolgimento degli atti ispettivi. Ha chiesto la parola il Consigliere Brini sull’ordine dei lavori.

Ottavio BRINI. Come gruppo del PdL abbiamo presentato la mozione n. 382 “Sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo” che riguarda la questione della presenza del crocefisso nelle aule pubbliche e di cui se ne sta parlando in tutte le Marche. Pertanto ne chiediamo l’iscrizione all’ordine del giorno odierno e la possibile discussione, oppure discuterla come primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta, in quanto, ripeto, è un argomento di attualità che sta a cuore di moltissimi italiani, seppure ognuno con un proprio parere.

PRESIDENTE. Capogruppo Brini, non è presente nell’ordine del giorno odierno, quindi ci impegniamo ad inserirla all’ordine del giorno della prossima seduta.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Chiedo all’Assemblea l’anticipo del punto 5) di cui alla proposta di deliberazione n. 1 che riguarda l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulle vicende del CEMIM. Un provvedimento che torna in Aula dopo tre anni, alla luce delle modificazioni che nel frattempo sono intervenute e quindi alla luce della revoca del fallimento.

PRESIDENTE. Consigliere Bugaro, l’Assemblea legislativa ha già deliberato di anticipare due mozioni, per cui la sua richiesta è di discutere questo punto dopo le due mozioni oppure prima?

Giacomo BUGARO. Chiedo di poterla discutere subito.

PRESIDENTE. Bene, allora pongo in votazione la richiesta del Consigliere Bugaro di anticipare la discussione della proposta deliberazione n. 1 prima delle due mozioni.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di deliberazione n. 1
dell’Ufficio di Presidenza
“Istituzione di una Commissione assembleare di inchiesta tendente ad esaminare le vicende del CEMIM, con particolare riferimento alle deliberazioni della Giunta regionale n. 477 del 27 aprile 2004 e n. 374 del 15 marzo 2005”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 1 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore Consigliere Comi.

Francesco COMI. La materia è abbastanza complessa. Vorrei tentare di spiegare all’Aula i contenuti di questo atto e le motivazioni per le quali l’Ufficio di Presidenza lo ha prodotto e vorrei anche ricostruirne storicamente i contenuti.
L’Ufficio di Presidenza è stato costretto a sottoporlo all’esame dell’Assemblea legislativa, tra l’altro senza poter fare una sua proposta di merito. Questo perché ci troviamo di fronte a due norme tra loro contraddittorie rispetto all’istituzione della Commissione d’inchiesta. Una è l’articolo 24 dello Statuto regionale, l’altra è l’articolo 99 del vecchio Regolamento interno, comunque ancora in vigore, che ci hanno messo in difficoltà nell’interpretare seriamente il percorso che dovevamo fare. Perché? Lo Statuto, la cui modifica è più recente, stabilisce l’opportunità e la discrezionalità dell’Assemblea legislativa su richiesta motivata di un terzo dei Consiglieri di disporre la Commissione d’inchiesta, mentre il vigente Regolamento, attuativo però del precedente Statuto – purtroppo all’ultima modifica dello Statuto non abbiamo ancora dato seguito con un regolamento coerente –, stabilisce l’obbligatorietà dell’istituzione di una Commissione d’inchiesta quando vi sia richiesta motivata da parte di almeno quattordici componenti all’Ufficio di Presidenza.
Ci siamo quindi trovati di fronte a due norme contraddittorie tra loro, in una viene offerta la possibilità di istituire una Commissione d’inchiesta, nell’altra tale discrezionalità viene eliminata.
Di fronte a due norme di rango diverso è evidente che prevale quella superiore, ovvero quella statutaria, che peraltro è anche la più recente, nella quale si parla di istituzione di una Commissione d’inchiesta non in termini perentori bensì in termini facoltativi.
L’Ufficio di Presidenza era ed è tenuto nel caso di una richiesta motivata da un quorum qualificato di Consiglieri – e la richiesta in oggetto è adeguatamente motivata – a sottoporla all’Aula affinchè decida autonomamente.
Quindi il nostro compito come Ufficio di Presidenza era quello di metterla a disposizione dell’Assemblea legislativa.
Tale richiesta è adeguatamente motivata sia nel quorum prescritto sia nelle motivazioni addotte. Quindi oggi si tratta di fare insieme una riflessione di opportunità.
Questa premessa l’ho voluta fare perché si è contestato all’Assemblea legislativa il titolo di voler valutare l’opportunità di istituirla. Ed ecco perché, quindi, che ho spiegato che non potevamo fare diversamente, ossia perché lo Statuto, o meglio il Regolamento ci imponeva entro trenta giorni dalla richiesta di sottoporla all’Aula per la decisione.
Ora mi limiterò a schematizzare la storia di questa deliberazione e poi esprimerò un’opinione.
La vicenda nasce in quest’Aula il 15 marzo 2005 quando vi fu la richiesta di istituzione di una Commissione d’inchiesta per esaminare le vicende del CEMIM. L’Ufficio di Presidenza di allora, sentito il parere della Conferenza dei Gruppi consiliari, elaborò una proposta della Commissione, composta da otto membri di cui cinque di maggioranza e tre di minoranza, e stabilì – è importante questo passaggio – in tre mesi la durata minima dei lavori utili per arrivare a fare una buona sintesi. Poi rispetto a questa richiesta si stabiliva non solo la composizione ma anche la necessità di lavorare velocemente per trovare una sintesi adeguata e si imponeva alla Commissione, per fare chiarezza, il grande e difficile sforzo di lavorare per tre mesi.
Successivamente il Consiglio regionale, a cui venne sottoposta questa proposta, l’8 novembre 2005 rinviò l’approvazione della Commissione motivando con il fatto che vi era pendente una sentenza relativa ad un giudizio di opposizione finalizzato alla revoca del fallimento. Sicchè l’Ufficio di Presidenza sottoponeva all’Aula la necessità di un rinvio stante la pendenza di un giudizio dall’esito incerto.
Nel luglio 2007 il Consigliere Bugaro chiese di riattivare la Commissione e quindi di rimettere in moto il percorso istituzionale. E l’Ufficio di Presidenza rilevò che non si era ancora concluso l’iter processuale perché era stato solo emanato il decreto di chiusura del fallimento e quindi non erano cambiate le circostanze che avevano determinato il rinvio dell’Assemblea legislativa.
Nel 2009 il Consigliere Bugaro ed altri Consiglieri firmatari sostenevano la necessità di istituire nuovamente la Commissione per fargli esercitare le sue funzioni in quanto, nel frattempo, era intervenuta la sentenza della Corte d’Appello sul giudizio di opposizione al fallimento, motivo per il quale era stato richiesto il rinvio.
Rispetto alla necessità di reistituire la Commissione mi corre ora l’obbligo di fare due tipi di riflessioni dal carattere problematico.
Quando ci fu la sollecitazione ad istituire la Commissione d’inchiesta si era tutti perfettamente consapevoli che i lavori di tale Commissione sarebbero stati impegnativi e complessi e che sarebbero durati a lungo. Allora di fronte al rischio che questi lavori potessero durare un tempo interminabile ci fu la sollecitazione, accanto alla proposta di istituzione, di far durare la Commissione al massimo tre mesi.
Allora la prima questione di ordine problematico che voglio sottoporre all’Aula è che anche un auspicabile tempo minimo di tre mesi in questa legislatura non è ormai più praticabile. Il 28 marzo ci sono le elezioni, quindi i primi di febbraio si interrompe l’attività legislativa, e nei mesi di dicembre e gennaio avremo di fatto trenta giorni di sospensione, sicchè rimane pressoché un mese e mezzo. Massimo due di lavoro utile.
Quindi la prima questione di ordine problematico che sottopongo all’Aula è sulla capacità di una Commissione di esercitare concretamente la sua funzione senza lasciare aperto un dibattito interminabile ed anche demagogico, quando oggi si sa benissimo che quella Commissione non riuscirà a produrre tempestivamente il risultato auspicato.
Seconda riflessione. Noi avevamo chiesto il rinvio del punto in attesa che la Magistratura completasse il suo iter e chiarisse fino in fondo le responsabilità. Posso anche dubitare sulla opportunità di questa motivazione, perché magari la Commissione d’inchiesta esercita una funzione che è più politica e la Magistratura ne esercita un’altra, ma il motivo di quella sospensione fu la necessità di chiarire il quadro giuridico e di completare l’iter processuale.
Sappiamo bene che l’iter processuale non è definitivo, c’è infatti la possibilità di un ricorso in Cassazione, a cui la Regione non è titolata ma altri lo sono, e che tale ricorso può avvenire entro un termine breve ma in ogni caso entro un anno dalla sentenza o un mese dalla notifica.
Quindi nella sua sovranità sottopongo all’Aula la valutazione oggettiva della necessità, in questa incertezza di tempi e di procedure sull’esito, di istituire la Commissione.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Bugaro. Comunico ai Consiglieri che durante questo intervento saranno chiuse le iscrizioni a parlare.

Giacomo BUGARO. Ho ascoltato il lungo, articolato e partigiano intervento del Vicepresidente Comi, che ora però vedo che fugge dall’Aula! Egli ha dovuto recitare una parte in commedia che la maggioranza gli ha imposto e che sicuramente cozza anche con i suoi studi giuridici.
Collega Comi, anche se non è ora in Aula, nella seduta dell’8 novembre 2005 è vero che si rinviò quello che io ritengo una sorta di atto dovuto, è vero che lo Statuto dice che l’Aula può istituire una Commissione d’inchiesta ed il Regolamento stabilisce che è l’Aula che la istituisce, è esatta l’interpretazione giuridica data della differenza fra uno Statuto più recente che sovrasta un Regolamento sì in vigore ma che in questo caso assume un valore differente e minore rispetto allo Statuto. Però ci fu anche una chiara volontà di una parte consistente di quest’Aula di istituire una Commissione, che di fatto fu sì accettata nella seduta dell’Aula dell’8 novembre 2005, ma che in realtà venne messa in sospensione in attesa di una sentenza che doveva venire. Sentenza che poi è arrivata e che ha revocato il fallimento del CEMIM, cambiando radicalmente la storia di una vicenda sulla quale si sono consumate battaglie politiche e si sono interrotte carriere politiche. Dunque su questa vicenda è cambiata parte della storia politica democratica istituzionale di questa nostra Regione.
A distanza di quindici anni la Corte d’Appello revoca il fallimento. Io ho allegato la sentenza, colleghi Consiglieri, alla richiesta di riavvio – perché di riavvio si tratta - della Commissione d’inchiesta, e se andate a leggere le parole con le quali la Corte d’Appello revoca il fallimento constaterete che sono inequivocabili, e quindi meritano un’analisi da parte di quest’Aula.
Certo, comprendo perfettamente l’imbarazzo di una parte, non tutta, della maggioranza nell’affrontare questi temi, ma i tempi ci sono. E non credo che il collega Comi abbia doti di veggenza. Quello che accadrà, infatti, lo potremo scoprire solo vivendolo, e sicuramente se non avremo il coraggio di affrontare alcuni temi non potremo mai verificare la sussistenza o meno di un comportamento errato, o viceversa corretto, da parte della Giunta regionale, da parte di tutti quei soggetti che hanno concorso alla vicenda CEMIM.
E’ una richiesta di verità che oggi è ancora più forte proprio perché confortata dalla revoca di un fallimento. Un fallimento che riguarda non solo una società importante per le dinamiche del nostro sistema economico locale, ma anche per quello che ha rivestito la vicenda dal punto di vista politico e giudiziario.
Non è che non è successo nulla! Quindi quest’Aula, che è la massima espressione della democrazia della nostra regione, non può essere sorda ad una vicenda di questo tipo. Non può evitare di metterci il naso – per usare una frase slang –, né tanto meno la maggioranza a cinque mesi dalle elezioni può fuggire e sfuggire dalle responsabilità.
Voi non potete negare - mi rivolgo al Consigliere Ricci, Capogruppo del maggior partito della maggioranza - ciò che di fatto è un diritto, ossia il poter verificare con gli strumenti che lo Statuto ci mette a disposizione vicende di una gravità e di una profondità che hanno segnato addirittura percorsi umani oltreché politici.
Questa eventuale volontà della maggioranza che si respira, ossia quella di non dar corso a ciò che ritengo, ripeto, essere quasi un atto dovuto da parte dell’Aula, diventa una fuga a cinque mesi dalle elezioni da parte della maggioranza stessa. E che noi quindi non potremo non utilizzare in campagna elettorale. Perché se non volete, insieme, ricercare le motivazioni di un comportamento che hanno portato ad una sentenza, evidentemente avete qualcosa da nascondere. E questa è una sentenza che ha sconvolto la tenuta della Giunta regionale negli ultimi quindici anni, dalle Giunte D’Ambrosio in poi.
La Corte d’Appello ha sconfessato in maniera netta tutti gli atti che la Giunta regionale ha prodotto negli ultimi quindici anni! Perché il fallimento – e mi dispiace non avere ora l’estratto che è composto di sole tre righe – smentisce in toto il comportamento della Giunta regionale, che però poi viene richiamata alle sue responsabilità.
Dunque questa responsabilità bisogna che quest’Aula la accerti. E non ci può essere negato un diritto di conoscenza e di verità solo perché siamo a cinque mesi dalle elezioni. Qui la maggioranza ha paura di affrontare le responsabilità della Giunta che ha sempre sostenuto!
Guardate che negare quello che io ritengo sia un diritto, e trovare una divergenza, anche fosse minima, tra Statuto e Regolamento, non è sicuramente sufficiente per incunearsi in questo conflitto. La negazione o meno riveste una fortissima valenza politica perché i marchigiani sapranno, se negate questa Commissione, che fuggite dalle vostre responsabilità, vigliaccamente, per tutto quello che la vicenda CEMIM ha significato per la politica in questa Regione.
Capisco l’imbarazzo di alcuni, io mi sono letto gli atti, ho visto le delibere, i pareri, ho visto le negazioni rispetto all’evidenza, ma siccome spesso il diavolo fa le pentole e non i coperchi, poi anche quella Magistratura, che spesso si comporta in maniera partigiana, a volte riesce a ritrovare il suo equilibrio e così, leggendo tra le carte, riesce a produrre sentenze equilibrate.
Devo dire, infatti, che questa sentenza è particolarmente equilibrata, riesce quasi a stigmatizzare il comportamento di coloro che hanno portato una società, che era liquida e in salute, al suo fallimento.
Faccio quindi appello al senso di responsabilità di ciascuno dei colleghi, soprattutto di quelli della maggioranza, perché oggi voi avete la possibilità di poter aprire, nell’interesse comune della politica, uno squarcio di verità. Altrimenti vi renderete correi di una delle pagine più buie, intricate e scabrose della nostra politica. Ossia quella che ha superato con il giustizialismo e con l’utilizzo strumentale della Magistratura la volontà popolare, che purtroppo spesso in questo Paese viene messa da una parte. E se noi non riaffermiamo che il potere legislativo, e quindi l’espressione del popolo, è il primo potere nella nostra Repubblica, non avremo mai una sana e buona politica.
E’ per questo che sono d’accordo, senza voler fare digressioni, con quanto affermato ieri da Minzolini al TG1. Cioè che i nostri padri costituenti, comprendendo l’importanza della separazione delle carriere, diedero una valenza di primo potere dello Stato al potere legislativo introducendo così l’immunità parlamentare. Ma questo è un altro discorso.
Dicevo, richiamo la coscienza di ciascuno di voi su questa Commissione d’inchiesta, dai tempi molto brevi e molto circoscritti; tra l’altro l’allora relatore per l’Ufficio di Presidenza – il Vicepresidente di maggioranza dell’epoca che oggi siede in Parlamento - diede parere favorevole.
Guardate, peraltro, che la Commissione per assurdo è già istituita, è in sospensione, perché era stata sospesa in attesa di giudizio. Ora il giudizio c’è stato, quindi oggi non c’è più nessun motivo ostativo alla creazione di una Commissione che in tre mesi verifichi alcuni passaggi importanti. Questo è il mio auspicio.
Sappiate comunque che il nostro atteggiamento, ossia l’atteggiamento di una opposizione democratica di questa Regione, cambierà in base all’esito che si esprimerà in quest’Aula.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie, Presidente. Voglio subito rassicurare lei ed il collega Comi che mi candido all’Ufficio di Presidenza per essere uno degli otto Commissari, questo per non perdere tempo. Ho voluto prendermi questa licenza senza naturalmente voler scavalcare gli amici.
Innanzitutto voglio dire che la questione del tempo è decisamente risibile. I tempi ci sono per discutere con grande serenità e con grande equilibrio, abbiamo tutti gli strumenti per poterlo fare. Una Commissione costituenda sarà assolutamente in grado di poter leggere gli atti, quelli che si attendevano da diverso tempo, e lo potremo fare addirittura prima dello scioglimento dell’Assemblea legislativa.
Chiedo quindi ai colleghi della maggioranza e anche ai colleghi della Giunta di spogliarsi un attimo della loro casacca di Assessore e di dare a questo organo la possibilità ma non di indagare, perché chi doveva indagare l’ha già fatto. Infatti la Magistratura ha compiuto il suo naturale iter, ha valutato che un fallimento concesso in primo grado era in realtà un fallimento un po’ troppo facile e che non rispondeva agli interessi della società pre-fallenda.
Certo, un ritorno al passato pone sicuramente una serie di interrogativi. Ci sono delle vicende di carattere societario che inevitabilmente coinvolgono la Regione Marche, allora bisogna capire se queste vicende hanno una connotazione più o meno politica. Che certo è censurabile, che potrà essere sottolineata dai Commissari di tale Commissione, ma che ovviamente non potrà essere sanzionata, non siamo noi che abbiamo il potere per farlo.
Faccio quindi un invito ai colleghi di non scappare dall’Aula, di non far mancare il numero legale a questa situazione particolarmente delicata. Preferirei – questo è un mio auspicio – che da parte vostra ci fosse invece una presa d’atto e che coscientemente magari votate contro, sarebbe se non altro un atto oltre che di stile anche di correttezza istituzionale. Se siete contrari spiegatene il perché ai cittadini marchigiani e lo spiegate anche a noi colleghi Consiglieri, ce lo dite una volta per tutte, ne prenderemo atto.
Far mancare in questo momento il numero legale – che comunque ritengo sia in certe circostanze uno strumento lecito – è sbagliato, questa è una situazione troppo particolare e delicata. I cittadini non capirebbero perché una volta di più noi Consiglieri facendo mancare il numero legare ci sottraiamo al nostro dovere istituzionale.
Questa situazione, che coinvolge inevitabilmente alcuni funzionari, alcune scelte fatte in passato, alcune strane transazioni, alcuni liberi professionisti, è chiaro che potrebbe aprire una situazione particolarmente delicata e ampia.
Allora faccio un richiamo a voi tutti affinchè questa occasione non si perda. Ripeto, i tempi ci sono, c’è la disponibilità a lavorare in modo intenso e sfruttando tutto il periodo concesso da questa deliberazione. In questo modo credo che una volta tanto si darebbe ai cittadini un buon servizio.
Insomma un po’ di chiarezza non sarebbe male, potremo così tutti andare un domani alle urne sapendo che abbiamo compiuto non solo un compito ma un dovere preciso, ossia quello di dare trasparenza alle Istituzioni, e se trasparenza non c’è stata abbiamo tutti il preciso dovere di denunciarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che le Commissioni d’inchiesta siano necessarie quando c’è soprattutto l’esigenza di evidenziare comportamenti non etici o interventi della pubblica amministrazione che potrebbero nascondere problemi legati all’etica e al cattivo uso delle risorse. Innanzitutto le Commissioni d’inchiesta dovrebbero essere rivolte affinchè la Magistratura svolga il proprio compito.
Questa vicenda specifica è seguita dalla Magistratura da ben quindici anni. Sicchè mi sembra che qui si voglia solo dare un’impostazione strumentale, senza peraltro fornire nuove argomentazioni o nuove motivazioni riguardo al percorso che la Magistratura ha fatto e sta facendo.
A me sembra, infatti, che non ci siano situazioni nascoste oppure emergenze o questioni ancora in atto.
Nel 2005 io avevo votato favorevolmente sia sull’istituzione di questa Commissione d’inchiesta che sull’altra che riguardava la questione dei rifiuti. Ma in questo momento, visto che siamo già in sessione di bilancio e c’è rimasto solo poco più di un mese alla fine della legislatura, ritengo non ci sia né tempo né motivazione di interesse generale tale da indurre a dover procedere all’istituzione di una Commissione d’inchiesta, che ritengo abbia solo una valenza elettorale. Di fatto si configurerebbe come una Commissione d’inchiesta in cui tutti potrebbero essere accusati ma poi non si saprà bene di che cosa, perché per mancanza di tempo non ci sarebbe neppure la possibilità di discutere le questioni.
Se eventualmente ad oggi ci fossero delle argomentazioni aggiuntive magari sfuggite al percorso giudiziario, e che qualcuno intende evidenziare, che allora lo si dica, perché allora sì queste potrebbero essere motivo di istituzione di una Commissione d’inchiesta. Se invece tutte le argomentazioni, ossia quelle che potrebbero essere a supporto di una Commissione d’inchiesta, sono già all’interno del percorso giudiziario, noi non possiamo certamente sostituirci alla Magistratura né pretendere di dare giudizi diversi da quelli che la stessa ha dato e sta dando.
Quindi credo che manchino sia i requisiti sia i tempi; siamo infatti già in un periodo in cui qualsiasi argomentazione adotta verrebbe viziata dal discorso elettorale.
In generale, quindi, io sono d’accordo sull’istituzione di Commissioni d’inchiesta, però solo se hanno un senso, come è stato fatto nelle passate legislature quando ancora era necessario evidenziare il fenomeno alla Magistratura. Ora invece il fenomeno alla Magistratura è stato evidenziato, essa sugli atti che ha avuto si è espressa su tutti gli aspetti.
Quindi in questo momento più che altro mi sembra la richiesta dell’istituzione di un tribunale del popolo! Da parte di chi? Di quelli che a livello generale dicono che tutto il popolo può essere imputato meno che il Premier!
Qui nessuno dice che non ci devono essere i processi, ma per tale questione i processi ci sono già stati ed hanno prodotto dei risultati.
Quindi ritengo, sia per un discorso di tempistica che soprattutto per un discorso di merito che di fatto è stato già sviscerato, che questa Commissione d’inchiesta sarebbe soltanto una Commissione politica viziata dal percorso elettorale che ci attende.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Penso di interpretare la volontà di tutti i Consiglieri nel ricordare a me stesso e a tutta l’Assemblea che quanto previsto dallo Statuto regionale all’articolo 24, che riguarda la famosa Commissione d’inchiesta, non si riferisce certamente ad una Commissione che indaghi su fatti penali o civili oppure che accerti responsabilità di natura penale o di natura civile, ma esclusivamente che sia fatta nell’interesse della Regione Marche per accertare ciò che avviene all’interno delle strutture regionali o delle società partecipate. Ecco la giusta previsione dell’articolo 24 dello Statuto.
Ossia al di là del giudizio penale e civile c’è un’attività che l’Assemblea legislativa dovrebbe fare, e che spesso fa, per cui può attivarsi con una Commissione d’indagine per valutare se c’è stato eccesso di potere, se ci sono state devianze nell’esercizio del potere, se ci sono stati errori o omissioni nell’esercizio dell’attività propria.
Quindi è un comportamento dovuto previsto dallo Statuto, che non ha nulla a che vedere con gli accertamenti già fatti dai giudici nelle sedi penali e civili, è un comportamento connesso alla buona amministrazione.
Io non riesco a concepire un’amministrazione pubblica che non controlli il suo operato o non controlli gli organi sottoposti o partecipati. Se non si attivasse sotto questo profilo non sarebbe certamente una buona amministrazione.
Per cui questa Commissione d’indagine doveva essere fatta fin dalla sua originaria richiesta. La sospensione – o come la si vuole chiamare –, riferendosi ad un giudizio penale all’epoca pendente e anche ad un giudizio di natura fallimentare pendente, non riguardava un giusto e doveroso accertamento che questa Assemblea legislativa doveva fare sul CEMIM.
Quindi un errore e una perdita notevole di tempo l’abbiamo già registrata, per cui oggi più che mai dobbiamo andare avanti per verificare ciò che per nostro dovere è il caso di accertare.
E questo esercizio di controllo, ripeto, non ha nulla a che vedere né può contrastare con quello che è il compito specifico dei Magistrati nelle sedi civili e penali.
Quindi più che mai questa Commissione d’inchiesta deve essere attivata immediatamente per verificare ciò che interessa questo Organo.
Inoltre voglio anche dire che se i tempi di attuazione dovessero andare oltre l’attuale validità di questa Assemblea legislativa, non potranno incidere minimamente, perché la relazione verrebbe depositata e sarà quindi la prossima Assemblea legislativa a dover decidere sul da farsi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Mi sembra di aver interpretato dalle parole del collega Bugaro che le motivazioni di questa richiesta di Commissione siano mosse più che altro dalla volontà di dover restituire agli amministratori del CEMIM di allora la titolarità della loro funzione rispetto alla conduzione di quella struttura.
Ritengo sia sicuramente doveroso riconoscere la sentenza della Magistratura, ma ora vorrei ricordare a chi non c’era quella volta ciò che successe e che tempi erano quando si sviluppò quella vicenda.
Quella volta la Giunta regionale, al di là del merito, fu sicuramente mossa dalle condizioni non solo politiche ma anche da quelle generali che si crearono nell’opinione pubblica rispetto a quegli anni tremendi per le istituzioni e per la politica.
Fu un atto di garanzia – ve lo dico perché lo segui direttamente –, fu la conseguenza di un atteggiamento che la Giunta ritenne di assumere proprio rispetto alle accuse che venivano fatte di carattere penale di amministratori che gestivano a suo tempo strutture che poi purtroppo si sono rivelate fallimentari – e non parlo solo del caso del CEMIM ma di tante altre strutture, vedi la formazione professionale, ecc. –.
Quindi ritengo non si debba rivangare questa cosa, nel senso che non c’è più nulla da scoprire, tutto ormai si sa.
Semmai la Commissione d’inchiesta, secondo me, si sarebbe dovuta rifare solo se il tribunale per caso avesse detto che il fallimento era giusto. Ora invece credo che una Commissione avrebbe ormai poco da scoprire. Tutti sappiamo ormai tutto, eventualmente ci sono altre possibilità per attribuire a chi di dovere la giusta verità.
Se dovessero esserci delle ricadute di carattere contabile io chiedo qui alla Giunta di venirci a dire se ci sono delle conseguenze appunto contabili rispetto alla sentenza e poi semmai verificare l’iter delle normali responsabilità che eventualmente la Corte dei Conti potrebbe evocare. Ma finisce qui!
Consigliere Bugaro, se lei con questo tipo di Commissione intende cavalcare aspetti, situazioni di comuni amici, che tra l’altro riguardano comuni amici che è bene lasciamo stare, la prego! Lei così sta utilizzando una strada per riabilitare la funzione di amministratori ecc. ecc. ben sapendo che ci sono tante altre cose che è bene lasciar stare! Non evochiamo più quell’epoca assolutamente sbagliata per tutti noi! Per tutti noi! Non evochiamo queste cose, è stupida strumentalità quella che si propone!
Se vogliamo veramente ridare dignità, se vogliamo ridare le giuste strade per gli amministratori, perché usare queste strumentalità, non fa onore a nessuno!
Ritengo quindi si possa soprassedere a questa Commissione perché non serve, semmai ci sono altre possibilità per poter dire quello che c’è da dire su altre motivazioni (!), e non quindi su quelle che il Consigliere Bugaro ha detto nella sua relazione.
Per cui il nostro Gruppo in questo si orienterà votando contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Tutto quello che ha detto il collega Luchetti lo rimando al mittente, noi nel 2005 non volevamo riabilitare nessuno a livello politico, volevamo solo chiarezza. Vi dovreste vergognare che dopo quattro anni ancora dobbiamo parlare di queste cose! Non faccia questi gesti, Consigliere, non sono belli, siete voi semmai che vi dovete vergognare! A noi non interessa riabilitare qualcuno, a noi interessa solo la verità, e voi invece scappate di fronte alle verità perché vi vergognate!
Quello che preoccupa sono i vostri soliti sorrisetti sciocchi e banali! Quando si parla di cose serie vi trincerate sempre dietro un sorrisetto. Siete dei bambini!
Dovete avere il coraggio di affrontare questa cosa, sono quattro anni che scappate, lo avete fatto con le vecchie Giunte, con le vecchie amministrazioni. Noi vogliamo solo chiarezza, vogliamo la verità! Su queste problematiche l’accanimento ce lo avete messo voi! Oggi tutti i nodi vengono al pettine. Sono passati quindici anni ma vi hanno dato torto, ed oggi questo problema volete addirittura rinviarlo!
Consigliere Luchetti, lo ripeto, a noi non interessa riabilitare le persone, da voi siamo anni luce lontani. Tra l’altro le illazioni che ha fatto non l’ho neppure capite, sia più chiaro quando parla!
Io quando ho messo la firma per richiedere la Commissione d’inchiesta mi sono preoccupato solo della verità, non di tutelare o proteggere qualcuno o riabilitare qualcun’altro. Questa è la logica della vostra politica! Quando dovete attaccare Berlusconi lo attaccate e fate leggi ad hoc, quando invece dovete prendere o assumere degli atti per fare chiarezza fate solo i sorrisetti, come se solo voi foste i duri e i puri! Le lezioni da voi non le prendiamo, tutt’altro!
Vi dovreste vergognare se oggi ancora una volta non istituirete questa commissione d’inchiesta! Una Commissione che non ha nulla a che vedere con quello che pensate. A volte il vostro cervello è deviato, pensate sempre male! Noi invece non vogliamo questo, è infatti dal 2005 che abbiamo presentato tale richiesta.
Caro Consigliere Binci, io la stimo perché è una persona seria, però lei nel 2005 ha votato con noi! E se volevamo fare propaganda politica semmai l’avremmo fatta fuori da quest’Aula. Se volevamo fare strumentalizzazione l’avremmo fatta fuori con conferenze stampe, sui giornali, sulle televisioni, facevamo un polverone, ma avendo chiesto di discutere in quest’Aula lei sotto questo aspetto dovrebbe vedere solo la nostra buona fede. Il clima del sospetto lo state creando voi, non noi! Siete voi che vi rifiutate di discutere e di fare una Commissione!
Capisco che c’è una maggioranza in difficoltà – non entro nel merito di ciò che compete la Magistratura, non è una mia competenza, faccio solo un discorso politico –, sono quindici anni che si parla di questo problema, allora bisogna che prima si faccia chiarezza.
Sicchè oggi ci sono tutte le condizioni per fare chiarezza, come ha detto il collega Santori, voi invece cosa fate? Fate i sorrisetti e scappate, è gravissimo!
La tensione che c’è non la creiamo noi, perché quando si chiede di istituire una Commissione d’inchiesta poi si discute, ci possono essere opinioni diverse, opinioni convergenti, e l’obiettivo non è sicuramente quello di riabilitare qualcuno o chi per questo. Sgombriamolo subito questo campo! A noi non interessa, Consigliere Luchetti, non interessa! A noi interessa solo che si insedi la Commissione, il suo rinvio sarebbe un grosso errore.
Per noi del PdL si sono già espressi i Consiglieri Silvetti e Bugaro che sono anconetani, quindi non abbiamo nessun problema a discutere serenamente e pacatamente. Sono quindici anni che c’è questo problema!
Tra i firmatari di questa Commissione d’inchiesta c’è Ceroni e Ciccioli, allora, chi pensate vogliano riabilitare Ciccioli e Ceroni! Vogliono semplicemente che si insedi questa Commissione.
Il Consigliere Comi, guardando nella sua sfera di cristallo, ci ha detto che non ci sono i tempi. Certo, se uno vuole non si fa in tempo no! Ma se si vuole qui anche in una settimana si portano leggi importanti, anche quelle che magari non trovano nemmeno una convergenza dentro la maggioranza!
Qui non si vuole processare nessuno, non siamo noi deputati a fare i processi, però abbiamo un dovere, ossia quello di controllare, come diceva il collega Santori, se gli atti sono tutti a posto.
Se oggi vi tirate indietro dimostrerete di essere irresponsabili, quindi noi non potremmo tacere di fronte a questa situazione. Se volevamo strumentalizzare ben altre campagne elettorali c’erano all’orizzonte!
Lo spirito del collega Bugaro – ne abbiamo parlato in più di un’occasione - è quello di non riabilitare nessuno. E’ quello di mettere una pietra finale ad una problematica delicata e difficile, una problematica che ha visto invischiate moltissime persone, che ha visto impegnata la Giunta in prima persona. Qui hanno fatto degli atti, per cui dovranno rispondere se erano o no giusti!
Sicchè una Commissione d’inchiesta ha questo obbligo, così come l’avete voi, così come ce l’ha il Consigliere Luchetti. Che peraltro lo invito, insieme al collega Amagliani, per la prossima volta a non fare i sorrisetti, altrimenti ve li faremo anche noi! (…) Avete capito quello che vi ho detto, cioè che non dovete sorridere di fronte ad un problema così serio e delicato, un problema di cui hanno parlato le Marche ma anche tutta Italia..(…) Consigliere, è per questo che non vado in Commissione, ci vanno i colleghi Cesaroni e Bugaro perché sanno di che cosa si tratta. E mi auguro che oggi anche lei, visto che conosce tutti i problemi, i retroscena, i fatti, le situazioni, dia la sua adesione a questa Commissione.
Quindi mi raccomando – mi rivolgo ora al collega Ricci – che prevalga in quest’Aula il buonsenso. Assessore Rocchi, semmai di dimissioni parlatene dopo (!), ora il nostro compito è solo quello di insediare questa Commissione d’inchiesta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Io penso questo. Se attraverso questa vicenda si volesse fare della dietrologia sarebbe una cosa sbagliata, ci sono momenti della storia passati non certo gloriosi, nessuno credo debba riportarli in auge. Ed io sono dell'avviso che qui nessuno abbia il merito di essere il duro e il puro e che possa sanzionare gli altri e dunque fare la predica.
Detto questo, però, io sono sempre a favore della trasparenza e della verità, ritengo che la classe politica marchigiana, quella che rappresentiamo in questa Assemblea legislativa, debba avere la serenità e la dignità di perseguire sempre questo obiettivo.
Non credo pertanto che la maggioranza di centro-sinistra debba temere una Commissione d'inchiesta su questi fatti. Premettendo che le Commissioni d'inchiesta non possono mai sostituirsi all'azione della Magistratura e quindi possono solo accertare se ci sono state o no magari responsabilità politiche.
Qualcuno potrebbe dire che oggi rispetto a questo abbiamo di fronte ben altri problemi e ben altre urgenze, quindi semmai è per questo, Consigliere Luchetti, che lei può dire che le sembra ci sia strumentalità. Però, consentimi, da parte di una maggioranza, che ritengo debba essere – e lo è - chiara e trasparente, un atteggiamento di chiusura di questo tipo non credo rappresenti un segnale positivo per la comunità marchigiana, sembrerebbe in effetti ci sia quasi un qualcosa che non si vuole far emergere, un qualcosa da nascondere.
Quindi consentitemi di dire che questa non sarebbe una scelta intelligente. (...) Quali Commissioni, Consigliere Lucchetti? (…)

PRESIDENTE. Per favore non interrompete. Prego, Consigliere Viventi, continui.

Luigi VIVENTI. Io la penso in un certo modo, ossia dico sempre che quando si occupano delle Aule pubbliche non si deve mai aver paura della verità, e questo deve valere per tutti, destra, sinistra e centro. Poi se per voi il titolo “Commissione d'inchiesta” è brutto chiamatela magari “Commissione d'accertamento” o come vi pare, ma ritengo sia comunque una cosa su cui l’Assemblea legislativa delle Marche non deve dividersi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Dopo quindici anni si ritorna a parlare del CEMIM. Negli anni ho fatto diverse interrogazioni e mozioni in questa Assemblea legislativa ma sono state tutte bocciate, tutte chiedevano chiarimenti sul fallimento del CEMIM. La maggioranza di centro-sinistra le ha sempre respinte garantendo ogni volta che il fallimento era certo, non c'erano dubbi su questo.
Intervengo non per cercare di ridare dignità agli amministratori, ma perché questa scelta scellerata ha creato grossissimi problemi ad un territorio e non parliamo poi dello sviluppo economico.
Già quindici anni fa in quel territorio avrebbe dovuto funzionare l'Interporto che sarebbe dovuto servire alle nostre aziende per fare gli scambi commerciali. Ma questo Interporto non ha ancora le strade!
La realtà dei danni causati da scelte scellerate fatte dalla Giunta regionale è che oggi quell'Interporto, dopo quindici-venti anni, dopo che si sono spesi centinaia di milioni di euro, ripeto, non ha ancora le strade!
Ora si ha paura di che cosa?! Noi invece vogliamo sapete quello che è successo.
E' chiaro che c'è stata una volontà politica di affossare quella struttura, quella gestione, e potrebbe essere anche vero che non era gestita bene, ma non era vero certamente che c'era il fallimento! Ed ora chi ne paga le conseguenze è la società, è il territorio. La Vallesina, aspettando l’Interporto, è rimasta venti anni indietro! Questo è il danno grave causato da queste scelte!
Non si tratta di fare una cosa invece di un'altra, per quella struttura abbiamo speso centinaia di milioni di euro ma ormai non sappiamo nemmeno più cosa fare, perché lì è cambiato tutto il discorso che riguarda lo sviluppo economico del territorio. Che ci facciamo i parcheggi?! In tutte le zone industriali si trovano strutture da affittare, allora oggi l'Interporto non serve più. Questo è il mistero dell’Interporto! Queste sono le scelte politiche fatte da questa amministrazione!
Inoltre c’è stato un fallimento voluto, infatti l'inchiesta non è che sia durata sei mesi, ci sono voluti anni per decidere sul fallimento. Io sono assolutamente convinto che ci sia una responsabilità degli amministratori regionali di quell'epoca! Un Assessore al bilancio aveva fatto una delibera dove si impegnavano dei finanziamenti ma che poi sono stati tolti! Ci ricordiamo? Erano amministratori regionali! Qui c'è la responsabilità! Hanno fatto il gioco delle tre carte facendo figurare il fallimento!
Poi tutto quello che è successo dietro è una prassi, ma in ogni caso in questi venti anni la società marchigiana e la Vallesina hanno perso un'opportunità di sviluppo che non potremo più avere. Ma centinaia e centinaia di milioni di euro di sono comunque spesi!
Il centro sinistra deve aver paura di cosa? Della Commissione d'inchiesta, ma su che cosa? Semmai gli potrebbe portare solo un vantaggio perchè invece di far parlare tutti dietro le quinte farebbe chiarezza.
Addirittura penso che dovrebbe essere il centro-sinistra ad istituire questa Commissione d’inchiesta. Anche perché a livello di Commissione avreste comunque la maggioranza, cinque membri rappresenterebbero la Giunta di centro-sinistra e tre la minoranza. Allora qual è il problema? Il problema è che se si va a fondo magari potrebbero venir fuori responsabilità dirette, io dico di amministratori regionali, ma potrebbero essere anche dirigenti e funzionari regionali che hanno dato dei pareri non rispondenti a quella che era la verità!
Se il tribunale ha detto che non c'era il fallimento non si capisce perché un dirigente della Regione Marche firma una cosa diversa! Quando poi ha tutta la struttura e l’opportunità di controllare! Chi ha imposto ad un dirigente di firmare? Questo è il problema fondamentale! Il politico si lava le mani e quindi chiama il dirigente e gli dice: “firma questa delibera”. Ma quel dirigente è stato forzato da qualcuno a firmare quella delibera? E' solo questo che vogliamo sapere, non vogliamo fare una Commissione d'inchiesta per altre cose. Vogliamo solo sapere come sono andate le cose.
Non è possibile che qui non sia successo niente! Quando vediamo che in quel territorio è invece successo tantissimo, è stata e lo è ancora una vergogna a livello nazionale!
Ripeto, secondo me addirittura dovrebbe essere il centro-sinistra a volere che si faccia chiarezza e quindi a volere l’istituzione di una Commissione d’inchiesta. Noi non vogliamo salvare nessuno, vogliamo solo sapere quello che è accaduto e chi ha voluto che succedesse tutto questo soprattutto nel territorio dove c’è l'Interporto. Perché è quel territorio purtroppo che è stato penalizzato da questa Giunta, allora io voglio che quello stesso territorio venga riabilitato per i danni che lì sono stati fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Marcolini per la replica.

Pietro MARCOLINI. Vorrei svolgere alcune considerazioni a cui ho lavorato assieme al collega Rocchi e al resto della Giunta.
Devo dire che ciclicamente in Assemblea legislativa riemerge, una è adesso, una confusione di ruoli e di responsabilità, ed è su questa confusione di ruoli e responsabilità che si è anche giocata, temo, una parte della strumentalizzazione della battaglia politica non di oggi ma, come ricordava poco fa il Consigliere Cesaroni, di quindici anni. Voglio peraltro ricordare, per rispetto della storia, che la Giunta che decretò il fallimento non era la Giunta dell'attuale centro-sinistra inaugurata con il Governo D'Ambrosio, e quindi non c'è nessun problema né di continuità né di responsabilità proprie e improprie. E il suo intervento, Consigliere Cesaroni, in contrasto con quello del Vicepresidente Santori che richiama l'assoluto carattere istituzionale e non politico della Commissione, l’ha messo proprio in evidenza. Noi siamo stati occupati innumerevoli volte in interrogazioni, interpellanze, mozioni, abbiamo seguito il percorso impervio del processo del CEMIM in tutte le sue curve, in tutte le sue anse, in tutto il suo altalenante percorso a cui l'Assemblea legislativa non si è mai sottratta.
L'intervento che lei ha fatto, Consigliere Cesaroni, ma che ha fatto anche il Consigliere Bugaro con la schiettezza che gli è propria, vuole rimettere in campo una responsabilità politica rispetto a una vicenda che, invece, ha contorni esclusivamente giudiziari.
Per quello che riguarda la responsabilità amministrativa c'è stata una Commissione presieduta da un Consigliere, allora di opposizione, che era Favaretto, che ha consegnato anche dei risultati.
Lo sviluppo del processo ha conosciuto fasi alterne come pure rovesciamenti di fronte. Noi abbiamo sempre avuto il dovere, non l'opportunità, di rispettare dettagliatamente quanto veniva affermandosi sul piano amministrativo, sul piano contabile, sul piano civile e su quello penale. A ognuno il suo.
Allora io realisticamente chiedo a chi vuole escludere la strumentalizzazione politica, cioè quella che vuole avvelenare i prossimi due mesi di attività (con il Natale in mezzo) che rimangono, una Commissione d'inchiesta che vorrà mettere in capo alla responsabilità politica le evoluzioni e le contorsioni che si sono avute, invece, sul piano giudiziario. Ma penso che questa possibilità non ci venga data sia per i tempi ridotti a disposizione, sia per l’apertura della sessione di bilancio, oltre che da un fatto che vi invito a considerare. Ossia, è vero che abbiamo una sentenza di secondo grado ma non sappiamo ancora se la Procura generale ha intenzione di ricorrere oppure no rispetto al merito della sentenza.
Quindi dico con grande serenità che noi rispettiamo le sentenze e non ci siamo mai voluti sostituire alla Magistratura né contabile, né civile, né penale, né amministrativa. Siamo rispettosi dello sviluppo di tutte le sentenze. E devo dire che non siamo rimasti inerti, atteso che l'88% del capitale sociale del CEMIM è regionale, e quindi 88 centesimi dei diritti e dei doveri in capo alla società sono stati nel frattempo regionalizzati. Fortunatamente, inoltre, si è liberata l'attività dell'Interporto. Attività peraltro che non è ferma perché ha realizzato allacci con la ferrovia, aree che vengono contese, rapporti per l'unica piattaforma logistica regionale che collega porto, aeroporto e interporto. Per cui su questo versante il ritardo, come veniva richiamato, c’è stato ma sta decollando.
Certamente da parte della Giunta si raccolgono le considerazioni che qui sono state fatte con grande ragionevolezza da chi è intervenuto - dal punto di vista formale voglio ricordare l'intervento del Vicepresidente Comi ma anche quelli dei Consiglieri Luchetti, Binci -, ma senza pregiudizio. Quindi non si ha timore del merito, si ha timore della inadeguatezza degli strumenti per indagare laddove per quindici anni si è indagato. Qui si vuole chiedere soltanto la possibilità di tenere aperta una partita avvelenata scambiando le responsabilità giudiziarie con quelle politiche e viceversa. Dunque a questa logica io penso sia ragionevole resistere.
Ci sono approfondimenti da fare? C'è la quarta Commissione. Ci sono problemi di carattere giuridico e legislativo di aggiustamento? C'è l'attività assembleare. Ci sono problemi contabili sopravvenienti? Allora è giusto che ogni aggiornamento venga fatto direttamente in Aula, peraltro abbiamo anche l'opportunità della sessione di bilancio.
Quello che invece non è possibile fare è sostituirci all'Autorità giudiziaria e condannare in sede politica le sentenze precedenti o le responsabilità ora per allora quando il procedimento ancora non è chiuso.

PRESIDENTE. Abbiamo delle richieste per dichiarazioni di voto ma credo, anche per guadagnare il tempo, che ormai le posizioni siano ben evidenziate, quindi passerei alla votazione.

Proposta di deliberazione n. 1. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

(Molti Consiglieri di minoranza si apprestano ad abbandonare l’Aula)

Mozione n. 334
della Consigliera Ciriaci
“Assegnazione comuni di Fermo alla Zona territoriale 11”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. Come stabilito passiamo alla mozione n. 334 della Consigliera Ciriaci, che ha la parola per illustrarla. (...) Consigliera rinuncia all'illustrazione? (…)

Graziella CIRIACI. Vista l'urgenza e anche per responsabilità verso il territorio non intendo rinviarla. Anziché il rinvio preferisco magari decada. Peraltro l'ho illustrata e sollecitata più volte quindi in questo momento credo sia assolutamente necessario avere una risposta dall'Assessore.

PRESIDENTE. Ha la parola l'Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Questa vicenda ha a che fare, ovviamente, con la costituzione della Provincia di Fermo, che naturalmente apre il ridisegno delle Zone territoriali e degli ambiti sociali.
D'intesa con la Conferenza socio-sanitaria credo si sia fatto un percorso corretto, ossia quello che era giusto fare nel momento in cui si introducono certi elementi che richiedono un cambiamento legislativo.
Si è aperto un percorso di sperimentazione, perché era del tutto evidente che la costituzione della Provincia, e quindi la necessità di ridisegnare e ridefinire gli ambiti territoriali delle Zone, produceva elementi di disomogeneità in un sistema peraltro frammentato che di disomogeneità e di squilibri ne aveva.
Questo percorso di sperimentazione dava la possibilità di agire e di interagire attraverso i direttori di ambito come se quella realtà fosse già disegnata in quel modo.
Quindi oggi credo sia saggio portare a compimento la valutazione di quel percorso di sperimentazione che è stato fatto e confrontarsi con le realtà locali, quindi con le Conferenze dei Sindaci, poi attraverso la loro condivisione e la loro partecipazione procedere ad un passaggio legislativo che modifichi definitivamente la questione.
Credo che possiamo riconoscerci in questo che mi pare un percorso saggio. Perché forzature, nel momento in cui tutto questo non trovasse la condivisione dei territori, potrebbero provocare ulteriori problemi e ulteriori disomogeneità.
Ritengo che questo processo nel quale possiamo, spero unanimemente, riconoscerci, sia quello più giusto, ossia il punto di caduta di percorsi che vanno nella direzione auspicata anche dalla mozione.
Quindi ringrazio la Consigliera Ciriaci per averla posta all'attenzione, essa mi permette di fare il punto su quello che è un atto di sperimentazione rispetto all'integrazione funzionale delle Zone territoriali che, secondo me, vanno nella direzione indicata.
Sicchè la proposta è quella di impegnare la Giunta ad attivarsi per fare quelle Conferenze dei Sindaci che poi porteranno al compimento del processo delle norme legislative.
Pertanto la mozione, se lo condividiamo, si può anche arricchire con un impegno in questo senso.

PRESIDENTE. Se la Consigliera è d’accordo per permettere di modificare la mozione magari sospendo la seduta per cinque minuti.

Graziella CIRIACI. Presidente, c'è già un emendamento della Consigliera Ortenzi che credo si possa condividere. E voglio aggiungere che accolgo l'intervento dell'Assessore in quanto ci porta ad una risoluzione immediata, senza protrarre con lungaggini un problema territoriale assolutamente in emergenza.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo all’emendamento n. 1 presentato dalla Consigliera Ortenzi sulla mozione n. 334:
Sostituire il dispositivo della mozione con il seguente:
“Impegna la Giunta regionale a convocare la Conferenza dei Sindaci dei Comuni di Pedaso, Campofilone, Santa Vittoria in Matenano, Amandola, Montefalcone Appennino, Smerillo, Montefortino, Montelparo, che ricadono nel territorio della provincia di Fermo ma che attualmente sono assegnati alle Zone territoriali 12 e 13 di San Benedetto ed Amandola, onde condividere l'assetto dei nuovi distretti alla luce del quadro istituzionale nuovo e delle necessità socio-sanitarie del territorio.”.

Ha la parola la Consigliera Ortenzi per illustrarlo.

Rosalba ORTENZI. E' un emendamento semplicissimo, ringrazio la collega Ciriaci per averlo condiviso. Ritengo si possa approvare, così come ha detto l'Assessore, per impegnare la Conferenza dei Sindaci. Credo sia giusta una valorizzazione degli Enti locali, che sono espressione dei bisogni della collettività nel campo dei servizi alla persona e dei servizi sanitari. Come cosa buona è implementare ancora di più le buone pratiche dei Sindaci e degli Enti locali per la sanità.
Quindi occorre avviare una sperimentazione di collaborazione tra le Zone su alcuni servizi; ad esempio per la Potes medica di Petritoli mi pare si sia già avviato un percorso virtuoso in questo senso.
Chiedo dunque che questo emendamento venga approvato in modo tale che i Sindaci dei sette Comuni che sono già nella Provincia di Fermo si possano incontrare, fare proposte e coordinarsi in materia di sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Credo che la volontà di fare questo passaggio non ci sia, questo è dimostrato dal fatto che continuiamo a mettere delle condizioni ad un atto che dovrebbe essere addirittura un atto tecnico, d'ufficio ed automatico.
Esiste in tal senso una proposta di legge, presentata a suo tempo dall'onorevole Ceroni e poi reiterata da me, proprio di modifica della legge n. 13, si tratterebbe solo di prendere le tabelle e depennare dei nomi.
Ricordo all'Assessore Mezzolani che la Conferenza dei Sindaci si era pronunciata, avete le delibere di tutti (...) Non credo che qualche ripensamento possa essere ostativo su 40 Comuni, penso che operi la maggioranza della Conferenza dei Sindaci di ciò che ha già deliberato o di quello che delibererà di nuovo. Non credo che possiamo sostituire il potere di veto, il potere ostativo ad uno o ad un altro Sindaco. Spero di no, ma se fosse questo mi si conferma ancora di più che non si vuole andare avanti e che si vuole perdere tempo.
Ripeto, la Conferenza dei Sindaci è un organismo collegiale che si è riunito, ha deliberato addirittura all'unanimità, e potrebbe in questa occasione essere a maggioranza, non mi risulta che ci siano ripensamenti se non sui giornali, dove ognuno magari la spara più grossa.
Insomma non vorrei che non ci sia una volontà politica di mettere mano a quello che dovrebbe essere un adeguamento tecnico.
Sicuramente voterò questa mozione, però poi c'è la proposta di legge che spero venga calendarizzata a brevissimo nella Commissione sanità.
E fugo ogni dubbio su quella che potrebbe essere una preoccupazione politica di questa maggioranza. E' vero che andiamo ad emendare la legge n. 13, perché la tabella è un allegato alla legge n. 13, per cui si potrebbe da parte vostra temere un ritorno in Aula della legge n. 13, ma la minoranza – e credo di esserne la portavoce - non intende speculare su questo, non riapriremo il discorso sulla struttura della legge n. 13 nel momento in cui verrà in Aula per quell'adeguamento tecnico e pressoché atto dovuto.
Quindi che non ci siano preoccupazioni sul fatto che si voglia mettere nel calderone la legge n. 13 con tutto quello che di ideologico e di politico ci può stare dietro.
Ci va bene che con questa legge si arrivi a fine legislatura, è un adeguamento dovuto e marginale. E per tranquillizzare, nel caso se fosse questa la remora, non ci sarà, ripeto, una speculazione politica di questo tipo. Però accelerate affinché dalle parole, che vedo sempre più evanescenti, seguano i fatti per quanto riguarda la votazione della proposta di legge.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)

Mozione n. 334, così come emendata. La pongo in votazione.

(L'Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 344
dei Consiglieri Luchetti, Mollaroli, Procaccini, Sordoni, Natali, Tiberi, Bugaro
“Modifiche alla legge regionale 26 maggio 2009, n. 13 – Disposizioni a sostegno dei diritti e dell’integrazione dei cittadini stranieri immigrati”
(Inizio discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 344 ad iniziativa dei Consiglieri Luchetti, Mollaroli, Procaccini, Sordoni, Natali, Tiberi, Bugaro. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. In quest'Aula abbiamo approvato la nuova legge sull'immigrazione riformando un po’ la vecchia legge del 1998, l’abbiamo adeguata, ma ci siamo trovati in contrasto con il Governo per due aspetti fondamentali.
Con questa proposta di legge si vuole portare alla rideterminazione dell'articolo 2, comma 1, dove l'Assemblea legislativa aveva normato una volontà, quella di non avere sul nostro territorio i famosi centri di raccolta degli immigrati. Cosa che contrastava con la legge statale, pertanto abroghiamo questa norma affinché la legge possa trovare la sua legittimazione.
Il secondo aspetto è un aggiornamento della norma che riguarda i cittadini che sono in via di regolarizzazione. Abbiamo chiarito, stante le leggi statali, che i nostri servizi possono essere attribuiti anche a questi cittadini. Abbiamo chiarito anche questo equivoco in quanto qualcuno diceva che si generalizzava un po' per tutti.
Per cui con queste due norme mettiamo in funzione la legge sull'immigrazione, che è una legge buona, una legge che tiene conto delle novità che sono intervenute nella nostra comunità che ormai prevede la presenza di più di 140 mila immigrati.

PRESIDENTE. Manca il relatore di minoranza quindi passiamo subito alla discussione. Ha la parola il Consigliere D'Anna.

Giancarlo D'ANNA. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Consigliere, può chiederla solo in sede di votazione. La discussione è aperta. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione. Prego, Consigliere D’Anna

Giancarlo D'ANNA. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo alla verifica del numero legale.

Presenti: Bucciarelli, Amagliani, Binci, D'Anna, Giannini, Mammoli, Ortenzi, Ricci, Altomeni, Benatti, Comi, D'Isidoro, Luchetti, Minardi, Procaccini, Rocchi.
Assenti: Spacca, Badiali, Brandoni, Brini, Bugaro, Parrucci, Natali, Cesaroni, Ciriaci, Donati, Giannotti, Lippi, Massi, Mezzolani, Mollaroli, Petrini, Pistarelli, Romagnoli, Santori, Silvetti, Solazzi, Sordoni, Tiberi, Viventi.
Presenti n. 16, quorum 21. Il numero legale non è garantito.
Ora potrei sospendere la seduta per riprenderla fra un’ora, oppure scioglierla per riconvocarla martedì, però a questo punto anche sul piano democratico, visto che la minoranza ha abbandonato l'Aula, ritengo sia opportuno sciogliere la seduta.

La seduta termina alle ore 12,40