Resoconto seduta n.158 del 24/11/2009
SEDUTA N. 158 DEL 24 NOVEMBRE 2009


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


La seduta inizia alle ore 10,35


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 157 del 17 novembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 352/09, in data 16 novembre 2009, ad iniziativa della Consigliera Ciriaci, concernente: "Modifiche alla l.r. 8 ottobre 2009 n. 22 "Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile", assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 353/09, in data 23 novembre 2009, ad iniziativa della Consigliera Ortenzi, concernente: "Modifiche alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 "Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile", assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 134/09, in data 12 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Proroga per l'anno 2010 del programma degli interventi a favore dei giovani (anni 2001/2003)", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2, articolo 11 della legge regionale n. 4/2007;
- n. 135/09, in data 20 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Legge regionale 18/08 "Disciplina dei rapporti successori delle Comunità montane, ai sensi dell'art. 23, comma 5, della legge regionale n. 18/08 e modifica dell'allegato A della l.r. 18/08", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'art. 11, comma 2 della l.r. 4/07;
- n. 136/09, in data 17 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Legge regionale n. 57/97 "Proroga e aggiornamento del piano regionale per i beni e le attività culturali", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'art. 11, comma 2 della l.r. 4/07;
- n. 137/09, in data 17 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: "Legge regionale 11/09, art. 6 "Piano triennale per lo spettacolo 2010 - 2012", assegnata I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per l'espressione del parere di cui all'art. 11, comma 2 della l.r. 4/07.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 385/09, del Consigliere Procaccini: "D.L su privatizzazione dell'acqua";
- n. 386/09, dei Consiglieri Brandoni, Procaccini: "Determinazioni urgenti dell'Assemblea legislativa delle Marche a sostegno della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Merloni e disposizione perché da subito il Governo si attivi concretamente per il varo dell'accordo di programma e per ulteriori ed incisivi interventi a salvezza dell'azienda ed in favore dell'economia del territorio";
- n. 387/09, dei Consiglieri Altomeni, Ortenzi, Brandoni, Amagliani, D'Isidoro, Procaccini, Binci: "Ripubblicizzazione dell'acqua e dei beni di consumo";
- n. 388/09, dei Consiglieri Brandoni, Ricci, Procaccini, Lippi, Silvetti: “Situazione della Fincantieri e del cantiere navale di Ancona”.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri D'Anna, Mammoli, Minardi, Mollaroli e l'Assessore Carrabs.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Così come deciso in Conferenza dei Capigruppo pongo in votazione l’iscrizione e l’immediata discussione della mozione n. 388 sulla situazione della Fincantieri .

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 388
dei Consiglieri Brandoni, Ricci, Procaccini, Lippi, Silvetti
“Situazione della Fincantieri e del cantiere navale di Ancona”
(Votazione)

PRESIDENTE. Dal momento che su questa mozione c’è l’unanimità la pongo subito in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Chiedo di iscrivere all’ordine del giorno le due mozioni (n. 385 e n. 387) riguardanti il decreto legge sulla privatizzazione dell’acqua.

PRESIDENTE. Pongo quindi in votazione l’iscrizione, così come discusso nella Conferenza dei Presidenti, le mozioni n. 385 e n. 387.

(L’Assemblea legislativa approva)

Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me, Presidente, al pari della mozione sulla Fincantieri, vista l’urgenza, l’attualità e la consistenza del problema, sarebbe opportuno o di votarle subito oppure farlo subito dopo le leggi, altrimenti potrebbe esserci il rischio né di poterle discutere né di votarle

PRESIDENTE. Quindi, se siete d’accordo propongo di discuterle dopo le leggi (…) Bene.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo l’iscrizione e la discussione d’urgenza della proposta di legge n. 353 che è una modifica alla legge sul piano casa.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’iscrizione d’urgenza all’ordine del giorno e la conseguente discussione della proposta di legge regionale n. 353.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 353
della Consigliera Ortenzi
"Modifiche alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 "Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l'occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile"
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 353. Ha la parola la Consigliera Ortenzi per la relazione.

Rosalba ORTENZI. Questa presente proposta di legge di modifica della l.r. 22/09 è mossa dalla necessità di evitare l'impugnazione in via principale avanti la Corte Costituzionale della disposizione contenuta nel comma 8 dell'articolo 1 della legge regionale di che trattasi, nella parte in cui prevede la necessita di una convenzione o atto d'obbligo da trascrivere a cura del Comune e a spese degli interessati. Quindi è un chiarimento urgente e necessario.
Infatti, gli uffici del dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nell'ambito dei rapporti di leale collaborazione, hanno comunicato l'intenzione di impugnare la suddetta disposizione in quanto la stessa introdurrebbe una ipotesi di trascrizione nei registri immobiliari non prevista dalla legislazione statale, alla cui competenza legislativa è rimessa la disciplina della pubblicità immobiliare.
Va ricordato che il Consiglio dei Ministri ha già deliberato l'impugnativa della leggi regionali della Liguria, del Molise e della Puglia le quali, analogamente a quanto disposto dalla nostra legge regionale, hanno previsto nuove ipotesi di trascrizione nei registri immobiliari.
La presente proposta di legge consta di un articolo unico ed è finalizzato ad eliminare quella parte della disposizione che prevede la trascrizione della convenzione e dell'atto d'obbligo a cura del Comune ed a spese degli interessati.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Non ci sono problemi ostativi a votare questo testo di modifica, però vorrei che l’Assemblea legislativa si rendesse conto del modo di operare all’interno di quell’attività che si chiama legislativa.
Questo è un atto quasi dovuto perché ci è arrivata comunicazione che la legge sarebbe stata altrimenti impugnata a livello nazionale in quanto c’è qualcosa che contrasta con le norme generali.
Allora io qui vi faccio una profezia, ossia che forse fra un mese torneremo in questa Assemblea legislativa, se ovviamente ci sarà la possibilità, per fare altre. Sul piano casa, infatti, si sta alzando un polverone da parte dei tecnici che appunto dicono che questa legge per alcuni questioni – ora non ve le sto a raccontare una ad una – non è operativa e che quindi abbiamo varato una legge inattuabile.
Per esempio in questa legge non abbiamo tenuto conto che se l’immobile si trova a distanza limitata bisogna prevedere uno spostamento che però noi non abbiamo previsto, per cui l’eventuale sopraelevazione non si potrà fare proprio perché vi sarà il problema ostativo della distanza.
Questo è solo uno dei vari casi, quindi ci sono numerose questioni che dovremmo riaffrontare altrimenti l’atto che abbiamo varato non porterà a nessun risultato.
Ovviamente che ora interveniamo con questa modifica va bene, però è solo un tampone. Ed il sistema del tampone su una materia così delicata e importante per il nostro territorio a me non sta bene. Ossia questo modo di legiferare a tampone e in modo frettoloso sulle spinte che vengono dalla Giunta o dagli organi a livello nazionale che ci impongono una certa direttiva altrimenti si minaccia l’ impugnazione a me non piace.
Comunque sono d’accordo su questa modifica e dunque la voterò.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Proposta di legge n. 353. La pongo in votazione

(L’Assemblea legislativa approva)


Interrogazione n. 1331
del Consigliere Massi
“Istituzione Unità operativa complessa, Centro regionale di diabetologia pediatrica, articolo 5 della legge regionale 23 febbraio 2009, n. 1”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1331 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1081
del Consigliere Altomeni
“Attuazione della legge regionale n. 34/2001”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1081 del Consigliere Altomeni. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La normativa regionale adottata in questi anni dalla Giunta in materia di cooperazione sociale è stata sempre orientata a sostenere le realtà di terzo settore, sia come luogo di partecipazione attiva al sistema delle politiche sociali, sia come offerta imprenditoriale in grado di intervenire concretamente nella inclusione sociale e lavorativa delle fasce deboli.
La stessa legge regionale 34/01 riconosce il rilevante valore della cooperazione sociale e, tra le altre cose, si impegnava a definire misure di promozione, sostegno e sviluppo del settore così come è di fatto avvenuto negli anni successivi fino ad oggi.
Le iniziative principali adottate hanno seguito sostanzialmente tre direttrici rivolte, una a garantire luoghi di confronto stabile tra istituzione regione e terzo settore, l'altra a sostenere finanziariamente le realtà di tipo B deputate all'inclusione lavorativa, la terza a ridefinire l'intero sistema di convenzionamento che abbinasse ruolo imprenditoriale a ruolo promozionale del sistema del privato sociale.
II confronto stabile è stato posto in essere sia attraverso la costituzione del comitato tecnico consultivo previsto per legge, sia attraverso la stabilizzazione di un tavolo congiunto tra servizio regionale alle politiche sociali e centrali cooperative, all'interno del quale sono state discusse tutte le questioni inerenti le politiche del terzo settore e costruite anche proposte che poi sono diventate atti regionali come quello che annualmente aggiorna il tariffario del costo del lavoro in base al contratto nazionale che garantisce una adeguata tutela ai lavoratori delle cooperative.
Altro elemento importante su cui abbiamo voluto dare segnali importanti al mondo della cooperazione riguarda il sistema delle convenzioni sostenendo un confronto sulla utilità dell'istituto dell'appalto, nelle modalità per altro già previste nella d.g.r. n. 1133/03, e sulla necessità di affiancare allo stesso altri strumenti previsti dalla normativa, i quali, nel rispetto delle forme di evidenza pubblica previste dalla logica di trasparenza, siano più aderenti alla logica di partecipazione che a quella di concorrenza.
Abbiamo infatti approfondito, e contiamo di trasformare questo lavoro in linee guida nell'immediato e in strumento normativo in futuro, l'istituto della "Concessione", l'affidamento della gestione in regime di accreditamento, i contratti di acquisto di beni e servizi da cooperative di tipo "B" per importi "sotto soglia”, i contratti di acquisto di beni e servizi da cooperative di tipo "B" per importi "sopra soglia”, i rapporti nella sussidiarietà intesi come (accordi di sostegno e accordi di collaborazione).
Abbiamo inoltre inserito alcune di queste indicazioni nel Piano sociale regionale 2008-2010 e nelle linee guida per la elaborazione dei prossimi piani triennali di ambito sociale (approvate nel luglio scorso) la cui presentazione in regione è prevista per il prossimo mese di febbraio 2010.
II terzo elemento riguarda il supporto finanziario nell'ambito del quale rientra il percorso specifico sul quale il consigliere Altomeni ha chiesto alcuni chiarimenti.
Va però detto che questo specifico intervento, previsto dall'art. 5 della l.r. 34/01, è parte di sostegno regionale più complessivo che mette a disposizione: fondi regionali che annualmente vengono trasferiti, sempre ai sensi della I.r. 34/01, alle cooperative di tipo B in base al numero di inserimenti di soggetti psichiatrici assunti con contratti a tempo indeterminato; fondi ulteriori messi a disposizione del progetto PARI gestiti dal Servizio Lavoro finalizzato agli stessi obiettivi sia pur rivolto a soggetti svantaggiati di varia tipologia.
Le indicazioni riguardanti la "definizione dell'importo delle risorse da destinare all'acquisto dei beni e servizi dalle cooperative sociali di tipo B" sono state implementate con atto di giunta n. 403 del 10 aprile 2006, nella quale si prevedeva che: ciascuna struttura della Giunta regionale deve destinare per ognuno degli anni 2006/2007 una quota minima del 5% delle risorse - che intende realizzare nel corso dell'anno per l'acquisto di beni e servizi riservandola alle cooperative di tipo B, iscritte all'albo regionale; entro il 31 gennaio di ciascun anno ogni dirigente della Giunta Regionale con proprio decreto attesta l'ammontare della somma destinata; copia del decreto va inviata al dirigente del Servizio politiche sociali che cura aggiornamento e raccolta dati; anche i servizi che non hanno avuto necessità di provvedere all'acquisto di beni o servizi ne danno comunicazione al servizio servizi sociali; il Servizio politiche sociali, in base alle informazioni pervenute, ne trasmette nota al Presidente della Giunta regionale, nonché alle Centrali cooperative.
A seguito della d.g.r. n. 403 approvata il 10 aprile 2006, il Servizio Politiche Sociali inviò una nota in data 3 maggio 2006 a firma del Dott. Mannucci, all'attenzione di tutti i dirigenti dei servizi della Giunta regionale, ove, oltre a specificare gli impegni assunti, chiese a ciascun dirigente di individuare un referente all'interno del servizio quale punto di riferimento per informazioni e varie.
Ne risultò la seguente comunicazione:
Servizio attività-beni culturali-sport-marchigiani nel mondo - Anno 2006 euro 4.680,00;
Servizio acquistato: stampa del quaderno ricettario "Le tagliatelle di nonna Anna", offerto nel corso della celebrazione della Giornata delle Marche 2006;
Servizio relazioni internazionali e Comunitarie cooperazione territoriale e delegazione Bruxelles - Anno 2006 euro 3.300,00. Servizio acquistato: Realizzazione del servizio di progettazione grafica conseguente la realizzazione della 1^ Conferenza regionale sulla cooperazione internazionale;
Servizio Attività Istituzionali legislative e legali - Anno 2006: il servizio non ha avuto necessità di provvedere all'acquisto di beni e servizi.
Relativamente all'individuazione del referente all'interno di ciascun servizio risposero il Servizio attività istituzionali, legislative e legali, il Servizio industria, artigianato ed energia, il Servizio programmazione bilancio e politiche comunitarie.
Per l'anno 2007 non sono pervenute comunicazioni o provvedimenti da alcun servizio.
Il Servizio Politiche Sociali da i dati raccolti a sua volta ha destinato alle cooperative sociali di tipo B nel corso dell'anno 2008 (unico dato a disposizione) la cifra complessiva di 51.600 euro per attività inerenti soprattutto la competenza gestionale del "Servizio civile".
La difficoltà nel dare indicazioni vincolanti ai servizi regionali, considerato oltretutto che gran parte dell'affidamento di servizi avviene a cura del servizio economato, e di ricevere stabilmente comunicazioni periodiche sullo stato dei servizi affidati annualmente alle cooperative sociali, ha impegnato in questi mesi il servizio regionale a valutare, assieme alle centrali cooperative, nuove modalità di gestione e di verifica circa l'utilizzo di quella che dovrebbe essere anche contabilmente una vera e propria riserva deputata a questo obiettivo, quindi non solo una quota parte difficilmente quantificabile nei singoli bilanci dei servizi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’Assessore per la ricognizione. Credo che sia stato utile fare questa interrogazione, perché l’impressione che abbiamo avuto è che la Giunta da questo punto di vista sia stata un po’ carente.
Ci siamo dati una legge che secondo me aveva degli aspetti di saggezza. Uno sta nel fatto che la Regione Marche ha deciso non solo di sostenere una forma di cooperazione sociale, quindi un settore dell’economia che ha un valore aggiunto che non riguarda solo la qualità del prodotto ma anche quello del reinserimento sociale di soggetti svantaggiati. Quindi non è solo una erogazione diretta sotto forma di contributi, ma è stata fatta anche una scelta coerente, ossia quella che quando si devono comprare dei prodotti e dei servizi li compriamo privilegiando queste forme di impresa sociale. Perché, al di là della qualità del prodotto, del prezzo, ecc., abbiamo un valore aggiunto, ossia quello di reinserire soggetti svantaggiati. Quindi ciò che è tra le prerogative di un’Amministrazione pubblica, ovvero garantire il diritto al lavoro a chi fa più fatica ad averlo. Per cui garantiamo una quota di mercato e sosteniamo questa forma di impresa.
Però questo aspetto di saggezza della legge purtroppo ha avuto un’applicazione molto parziale e molto relativa, per una serie di motivi. L’ultima delibera, come ci ricordava l’Assessore Amagliani, riguardo le quote percentuali di acquisto e le modalità di attuazione, risale al 2006 e valeva per il 2006 e il 2007. Siamo alla fine del 2009 e la delibera non è stata rinnovata e tutto il sistema di monitoraggio dell’applicazione di questo articolo di legge è chiaramente venuto meno. Infatti le quote che venivano date sicuramente non rappresentano, per i pochi servizi che hanno fornito i dati, quel 5% che la delibera a suo tempo aveva stabilito.
Nel frattempo, peraltro, sono subentrate delle problematiche. Nel momento in cui abbiamo varato questa legge ci sia avvaleva di una norma nazionale per gli appalti, per l’acquisto di beni e servizi da cooperative sociali, per cui era possibile andare in deroga alle gare e quindi fare gli affidamenti diretti fino ad una certa soglia. Per cui se all’epoca la cooperazione sociale era ancora un settore nuovo e tutto sommato in crescita, con una sua stabilità e valenza anche economica, invece poi negli anni purtroppo questo settore è entrato in crisi.
Vi ricordo che le cooperative di tipo B nascevano anche per dare una risposta ad un'altra legge statale, ossia la garanzia del lavoro per soggetti svantaggiati nell’ambito delle quote delle assunzioni delle imprese e degli enti pubblici, quote che regolarmente non venivano rispettate per tutta una serie di motivi. Quindi il sostegno alle cooperative di tipo B serviva a sanare una condizione pregressa di non garanzia di un diritto sancito dallo Stato.
Pertanto, preso atto che il settore è in difficoltà e avrebbe più che mai bisogno di forme di sostegno anche nelle riserve negli appalti e degli acquisti da parte degli enti pubblici, considerato che l’applicazione di questa legge ha avuto delle difficoltà ed è stata assolutamente parziale, credo che le sollecitazioni che ci ha dato l’Assessore di revisione dell’impianto della norma e della sua attuazione siano assolutamente necessarie. In primo luogo è necessario questo aspetto di sensibilizzare e motivare chi dirige l’economato, che poi è l’ufficio attraverso cui passa la parte sostanziale degli acquisti della Regione.
Auspichiamo, quindi, che ci sia una nuova attenzione su questa norma, sulla sua applicazione, inoltre che gli aspetti che l’Assessore ha sollevato come migliorie vengano attuati nel più breve tempo possibile.


Interrogazione n. 1188
della Consigliera Ciriaci
“Situazione di emergenza della costa fermana”

Interrogazione n. 1190
della Consigliera Romagnoli
“Mareggiate dicembre 2008 e danni sulla costa di Porto Sant’Elpidio e fermana”

(Abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 1188 e n. 1190 sono rinviate per congedo dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1363
del Consigliere Brandoni
“Affidamento del servizio di gestione dei fondi agevolati per le imprese artigiane”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1363 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1299
del Consigliere D'Anna
“Problema delle liste d’attesa presso gli Ospedali della provincia di Pesaro – Urbino e delle Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1299 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1352
del Consigliere Massi
“Nuovo elettrodotto in Comune di Belforte del Chienti: preoccupazione dei residenti per gli effetti sulla salute causati dalla collocazione di una “stazione” elettrica sul loro territorio comunale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1352 del Consigliere Massi. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In relazione alle questioni poste dall'interrogazione è necessario preliminarmente inquadrare la situazione procedimentale da cui discende la scelta della collocazione di una stazione elettrica nel Comune di Belforte del Chienti.
Con delibera del 27 giugno 2005 n. 800 la Giunta regionale ha stabilito di concorrere agli obiettivi di Sviluppo sostenibile nel settore energetico e, in particolare, a quelli della Rete di trasmissione nazionale, sottoscrivendo con il gestore della stessa (ora Terna spa), Province, Comuni e Comunità montane della Regione Marche, un Protocollo d'intesa per gli interventi relativi al proprio territorio. La sottoscrizione dell'intesa è avvenuta in Ancona il 30 giugno 2005.
II Protocollo d'intesa è finalizzato ad applicare, attraverso una graduale sperimentazione, il processo di Valutazione ambientale strategica (VAS) agli interventi di sviluppo della RTN ricadenti nel territorio regionale e orientare le successive fasi che condurranno alla progettazione.
Con la d.g.r.m. n. 689 del 25 giugno 2007 era stato individuato il corridoio preferenziale in cui prevedere la successiva individuazione delle fasce di fattibilità e collocare i tracciati da sottoporre alle procedure di Valutazione di impatto ambientale.
Il corridoio preferenziale è stato individuato in collaborazione con Terna attraverso una metodologia ripercorribile, che ha tenuto in considerazione, attraverso appositi criteri, le specifiche esigenze territoriali. Questo corre da nord a sud partendo da Fano fino al territorio di Ascoli Piceno.
Sulla base della stessa delibera regionale nell'ambito del corridoio preferenziale deve essere individuata una fascia ottimale sulla quale poi Terna svilupperà i progetti della linea; per tale fase spetta alle Province un ruolo di coordinamento tra i vari Comuni interessati e Terna. La d.g.r.m. n. 689/2007 non prevede un ruolo attivo per la Regione in questa fase, che è demandata agli enti locali con il coordinamento provinciale.
In questo quadro generale la Provincia di Macerata, con delibera di Giunta provinciale n. 373 del 4 settembre 2008 ha preso atto della d.g.r.m. n. 689/07, ed ha attivato una concertazione tra i diversi enti interessati in ambito provinciale e la società TERNA.
Nell'ambito di tale tavolo è stata operata la scelta di collocare una delle due stazioni elettriche nel Comune di Belforte del Chienti.
Entrando nello specifico dell'interrogazione, per il quesito 1 che chiedeva se sono stati fatti studi preventivi per l'impatto di tale struttura sulla salute pubblica, la P.F. Sanità pubblica, competente in materia, comunica con nota prot. n. 652716/SAP del 16 novembre 2009 di aver provveduto a chiedere notizie in merito alla Zona territoriale 9 di Macerata in quanto territorialmente competente. La stessa ha comunicato, per le vie brevi, di non aver notizie ufficiali in relazione alle previsioni progettuali relative alla collocazione di una stazione elettrica nel Comune di Belforte del Chienti da parte della Società Terna SpA e. Quindi al momento non sono né in corso né ultimati studi preventivi circa l'impatto e le potenziali conseguenze di tale struttura sulla salute pubblica.
Non appena le strutture sanitarie competenti dovesse essere formalmente interessate sulle attività, saranno assicurate le necessarie risposte in merito alle problematiche evidenziate.
Da parte mia, comunque, m'impegno affinché la scelta sarà quella che coniuga la fattibilità tecnica dell'opera con la minimizzazione dei rischio per la salute pubblica.
In fase di progettazione, se verrà effettuata la procedura di VIA, potranno essere approfondite le analisi, con le opportune modalità, per verificare l'impatto effettivo della stazione sulla popolazione.
Analogamente la verifica dell'impatto paesaggistico (quesito 2) potrà essere effettuata nelle successive fasi di progettazione.
In relazione al quesito 3, che chiedeva se sono previste agevolazioni, compensazioni e incentivi per i singoli cittadini e per il Comune di Belforte del Chienti, non si è in grado di rispondere in quanto tali aspetti esulano dalle proprie competenze. Tuttavia, sulla base di quanto stabilito al punto 4, ultimo capoverso, della d.g.r.m. n. 689/2007, "Terna S.p.A. si impegna inoltre a valutare potenziali criticità derivanti sia dalle situazioni già segnalate dall'ARPAM e riassunte nell'allegato "C" della citata deliberazione, sia dall'applicazione della metodologia di cui all'allegato "D", e a studiarne la risoluzione, da realizzare non appena l'opera sarà autorizzata secondo una scala di priorità da concordare congiuntamente".
Tale ulteriore fase di verifica delle criticità è stata attivata con un incontro tenutosi il 29 settembre 2009 e dovrebbe portare all'eliminazione delle criticità esistenti quale compensazione rispetto alle nuove infrastrutture da realizzare. Non è possibile, allo stato attuale, affermare se e in quale misura la risoluzione delle criticità esistenti interesserà anche il Comune di Belforte del Chienti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Assessore, siccome prendo atto della buona fede con cui ha illustrato la situazione, io voglio fare un ragionamento insieme a lei per sottolineare che cosa? Che rimango abbastanza sbalordito del fatto che gli atti che lei ha citato risalgono tutti al 2007 e che riguardano in qualche modo il coinvolgimento della Provincia di Macerata.
Ora dovrei rispondere se sono soddisfatto o no della sua risposta ufficiale, ma io non sono né soddisfatto né insoddisfatto, sono solo perplesso. Perché io le dico che sia il Comune di Belforte, sia le associazioni ambientaliste, sia la cittadinanza in generale di questo comune, ma anche di altri comuni dove passa l’elettrodotto, non sanno assolutamente nulla. La Provincia non ha mai informato nessuno e lì a quanto pare c’è una sottostazione.
Quindi gli interrogativi aumentano. Io per la mia formazione personale non mi sento di essere contrario all’elettrodotto, ci mancherebbe, ma un’opera di questo tipo, vista la pesantezza dell’installazione – si parla di 7-8 tralicci in un comune di 1.000 abitanti, come altri passano ad esempio a Pollenza – allarma un po’ tutti perché non c’è stato il coinvolgimento degli Enti locali.
Io ho piena fiducia degli organi tecnici della Regione, della ASL, della Provincia, quelli che devono valutare l’impatto sulla salute e sull’ambiente, quindi ribadisco la fiducia nella loro professionalità e spero obiettività, ma chiedo alla Regione di farsi carico del coordinamento di queste politiche, soprattutto per quanto riguarda il possibile indennizzo alle popolazioni. Non è bello avere introno a casa un traliccio di quelle dimensioni ed una sottostazione!
Pertanto chiedo alla Regione, di concerto con la Provincia e gli Enti locali, di attivare nei confronti di Terna Spa tutte quelle azioni possibili per indennizzare il peso che le popolazioni, diciamo magari solo a livello ambientale e non, mi auguro, a livello di salute, devono sopportare.
Quindi è un sollecito che le faccio, Assessore, e torneremo su questa vicenda perché, ripeto, nella popolazione c’è un certo allarme.


Interrogazione n. 1163
dei Consiglieri Binci, Altomeni
“Intervento n. 1: Ripascimento arenili con sabbia di origine sottomarina. Comuni di Civitanova Marche, Fermo, Pedaso, Campofilone, Massigano e Grottammare, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2009/2011 approvato con deliberazione di giunta regionale 13 ottobre 2008, n. 1357”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1163 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1365
del Consigliere Bugaro
“Unità operativa di patologia chirurgica dell’Università di Ancona presso l’Ospedale INRCA”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1365 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interpellanza n. 59
del Consigliere Altomeni
“Amalgame dentarie”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interpellanza n. 59 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Proposta di legge regionale n. 344
dei Consiglieri Luchetti, Mollaroli, Procaccini, Sordoni, Natali, Tiberi, Bugaro
“Modifiche alla legge regionale 26 maggio 2009, n. 13 – Disposizioni a sostegno dei diritti e dell’integrazione dei cittadini stranieri immigrati”
(Discussa nella seduta n. 156 del 10 novembre 2009)
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 344 dei Consiglieri Luchetti, Mollaroli, Procaccini, Sordoni, Natali, Tiberi, Bugaro.
Dal momento che la discussione è già avvenuta nella seduta n. 156 del 10 novembre scorso passiamo subito alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

E’ stato presentato un ordine del giorno n. 1 del Consigliere Altomeni:
Premesso
che la proposta di legge in oggetto abroga il comma 1 dell'art. 14 della l.r. 13/2009 al fine di risolvere alcuni dubbi interpretativi sollevati dal Governo in ordine alla portata giuridica della norma suddetta;
che infatti, il comma in questione contiene esclusivamente disposizioni di indirizzo politico e cioè a carattere non prescrittivo , dalla Corte Costituzionale considerate ammissibili nei testi di legge;
che dall'entrata in funzione nel 1998 dei CPT, ora CIE, ad oggi, il trattenimento dei cittadini migranti in attesa di identificazione si è rivelato essere un trattamento ai limiti della legalità, causa di separazioni e dispersioni di famiglie e fenomeni di autolesionismo e suicidio, e che va comunque considerato lesivo dei diritti umani e fuorviante negli scopi che persegue;
che al fine di consentire la piena attuazione delle finalità contenute nella legge regionale 13/2009 è comunque necessario che la Regione ponga in essere tutte le iniziative volte a contrastare la cultura della discriminazione e della intolleranza nei confronti dei cittadini stranieri sviluppatasi nel nostro Paese
Impegna la Giunta regionale ad attuare politiche attive per realizzare una cultura di integrazione, accoglienza e rispetto dei diritti dei cittadini stranieri immigrati anche opponendosi, nei modi e nelle forme stabilite dalla Costituzione, alla realizzazione nelle Marche di centri di detenzione per migranti, quali i centri di identificazione ed espulsione, in cui la limitazione della libertà personale sia disposta al di fuori del medesimo quadro di garanzie previste per i cittadini italiani.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 344. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di regolamento n. 19
del Consigliere Luchetti
“Modifiche al Regolamento regionale 4 agosto 2009, n. 5 – Disciplina della composizione e delle modalità di funzionamento dei comitati di partecipazione dei cittadini alla tutela della salute. Attuazione dell’articolo 24, comma 4, della legge regionale 20 giugno 2003, n. 13”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 19 ad iniziativa del Consigliere Luchetti. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Si tratta di un adeguamento che la Commissione ha già valutato e si è espressa favorevolmente, in quanto nel testo che abbiamo approvato c’è una discrasia tra le Aziende e le Zone.
Si tratta di un atto che attua il prevedimento dell’articolo 24 della legge n. 13 sulla partecipazione dei cittadini alle dinamiche organizzative della sanità.
Ripeto, siccome nel testo iniziale avevamo fatto un errore di trascrizione, ossia c’è una differenziazione tra le Aziende ospedaliere con le Zone, con questo atto riportiamo ad unitarietà il costrutto del provvedimento, cioè anche nelle Zone il Presidente del Comitato dei cittadini o delle associazioni non può che essere un esponente delle associazioni stesse, invece nel testo iniziale avevamo lasciato che era il direttore della Zona.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza non intende intervenire quindi procediamo alla votazione.

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di regolamento n. 19. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

Proposta di atto amministrativo n. 83
della Giunta regionale
“Istituzione della riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito. Legge regionale 28 aprile 1994, n. 15”
(Discussione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 83 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. Cercherò di fare una relazione schematica ed essenziale per l’economia dei lavori. L’atto che andiamo ad approvare è funzionale all’istituzione di una riserva naturale nell’ambito del quadro normativo vigente, ovvero la legge quadro n. 394 sulle aree protette e la l.r. n. 15 del 1994 per l’istituzione e la gestione delle aree protette.
L’istituzione di questa riserva prescrive, come noto, sia per la legge quadro che per la legge regionale, una istruttoria partecipata e articolata. Prevede una valutazione di carattere scientifico oltre che di opportunità politica sulle ragioni che ne debbono garantire e presidiare la costituzione.
Il lavoro è iniziato anni fa, quindi non è un lavoro improvvisato, è nato su istanza dei territori, ovvero delle Comunità montane e dei Sindaci del territorio nel quale insisteva la proposta di istituzione della riserva, ossia dai Comuni di Gagliole, Matelica, San Severino, Apiro.
In sostanza l’istituzione della riserva – prego i Consiglieri regionali di seguire questo schema di presentazione – riguarda un territorio di circa 1.400 ettari, quindi un’area notevolmente inferiore rispetto alla proposta originariamente prodotta dalla Giunta regionale che era di quasi 2.000, e che per oltre l’84% insiste su zone SIC, ZPS e aree demaniali – l’area demaniale è di circa il 30% –. Quindi abbiamo un territorio che per oltre l’80% è già vincolato.
Quali sono state le motivazioni? E questo lo voglio dire perché si vuole sostenere l’idea che vogliamo introdurre vincoli ulteriori rispetto ad una prospettiva di gestione del territorio. Vorrei far sapere all’Aula, invece, che questo è un territorio che oltre ad avere la necessità di conservare associazioni vegetali di pregio presenti, di conservare biotipi di eccezionale interesse geologico, paesaggistico e naturalistico, oltre alla necessità di salvaguardare valori antropologici e archeologici già accertati, inoltre, di conservare specie animali presenti e di particolare pregio, di conservare habitat idonei agli anfibi, di favorire la reintroduzione di alcune specie, di salvaguardare un patrimonio storico e monumentale presente nell’area e soprattutto di salvaguardare i valori storici presenti in un’area che riguardano in particolare la resistenza opposta al nazifascismo dai gruppi di Roti e Valdiola attivi soprattutto nell’area durane il secondo conflitto. Insomma oltre ad avere queste caratteristiche, oggi riconosciute formalmente, è già un’area fortemente vincolata, che ora grazie all’istituzione di questa riserva affiderà al territorio una funzione di protagonista attraverso il Comitato di indirizzo e attraverso il Piano di gestione, e soprattutto affiderà risorse utili che già noi abbiamo messo a disposizione negli strumenti di programmazione approvati con gli atti fondamentali di questa Assemblea legislativa, già infatti per questo territorio avevamo messo a disposizione circa 150 mila euro.
Quindi andiamo ad intervenire su una zona di particolare pregio, una zona i cui confini sono stati condivisi con i Sindaci del territorio – io ho parlato fino a pochi minuti fa con i Sindaci di Apiro e di San Severino –.
E’ una riserva che affiderà un ruolo di protagonista soprattutto ai Sindaci, saranno infatti loro, insieme alla Comunità montana, i protagonisti della gestione.
Tengo a dire anche un’altra cosa. Ossia che non ci sono costi nelle forme di gestione perché l’organo di indirizzo è fatto da amministratori, non sono previste indennità, non sono previsti compensi, il personale è quello già in dotazione alla Comunità montana che è il soggetto gestore preposto al governo dell’organo la cui composizione ora non ripeto.
I tempi di attuazione non sono immediati, sono relativamente lunghi. Il soggetto gestore avrà dodici mesi di tempo per elaborare il piano regolamento sulla base degli indirizzi forniti dal Comitato dei Sindaci e dai soggetti che parteciperanno al Comitato. Ci saranno poi sessanta giorni di tempo per le eventuali osservazioni. Nei trenta giorni successivi dovrà essere riconsegnato alla Giunta ed entro dodici mesi l’Assemblea legislativa dovrà ritornare a discutere per verificare la conformità del piano regolamento alle disposizioni normative e programmatiche vigenti, quindi definire l’approvazione definitiva.
La norma non introduce misure di salvaguardia diverse da quelle già previste dalla legge n. 15. Introduce, invece, misure di incentivazione legate alle aziende agricole sostenibili, alla conservazione in sito di specie vegetali autoctone, al censimento e alla reintroduzione di specie animali e vegetali, attività educative e didattiche, attività di prevenzione incendi, di valorizzazione del patrimonio storico, monumentale e architettonico. Quindi ci sono misure di incentivazione che verranno previste, appunto, anche attraverso il piano regolamento e che vedranno come protagonisti i Sindaci.
Non voglio fare una riflessione più articolata perché la discussione immagino sarà lunga, quindi semmai in sede di replica mi riprometto di fornire gli eventuali dovuti chiarimenti.
Ho presentato due emendamenti, uno riguarda la perimetrazione l’altro è sulla sede operativa dell’organo gestore e le sedi del centro visite, che sono stati concordati con i Sindaci interessati.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. In qualità di relatore di minoranza di questo atto amministrativo vorrei porre l’attenzione dell’Aula, quindi di tutti i Consiglieri, che questo provvedimento ha avuto una vicissitudine istruttoria molto complicata e difficoltosa. E questo è dimostrato anche dall’arrivo fino a ieri di delibere dei Comuni interessati che invitano l’Aula a rinviare in Commissione questo atto per ulteriori approfondimenti, considerato che sui perimetri alcuni di quelli che li hanno disegnati hanno apportato modifiche motu proprio, e questo contro la volontà degli Enti locali e contro gli accordi intercorsi.
L’altra volta avevo chiesto di rinviare questo atto alla seduta successiva, ma oggi ancora con più forza, perché sostenuto da atti istituzionali, come uomo delle istituzioni che ha il rispetto dei Sindaci e di quelle comunità che chiedono questi interventi, chiedo che venga rinviato in Commissione.
Io solo ieri – perché è ieri che ho avuto la documentazione – ho potuto predisporre e presentare un emendamento che però mi è stato dichiarato inammissibile perché non è digitalizzato. Ma io no sono un tecnico, non ho la Provincia o la Regione a disposizione, quindi i miei emendamenti non possono che essere fatti in questo modo.
Ora quindi per correttezza istituzionale chiedo a quest’Aula di rinviare in Commissione tale provvedimento, in modo che qualsiasi emendamento o qualsiasi azione fatta a livello politico possa anche essere recepita all’unanimità. Perché atti come questo che oltraggiano le istituzioni poi ovviamente vedono anche una forte divisione, invece le istituzioni devono sempre essere tutelate. Per cui su questo punto voglio una risposta.

PRESIDENTE. Più che una risposta l’Assemblea legislativa è chiamata a votare la richiesta di rinvio in Commissione fatta ora dal Consigliere Lippi. Come da regolamento ricordo che possono parlare un Consigliere a favore ed uno contro. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Parlerò contro questa proposta di rinvio perché essa, davvero, non rientra nemmeno in quel rispetto che deve esserci tra di noi. Questo è un atto che è stato lungamente gestito e concertato con tutti i soggetti interessati. E’ un atto che parte addirittura dalla precedente legislatura quando io iniziai come Assessore…(…) Consigliere Pistarelli, per favore! Lei sa che io non interrompo mai nessuno, semmai dirà dopo quello che pensa, qui ognuno si deve assumere fino in fondo le proprie responsabilità, tant’è che quando arriveremo al voto sarò io che chiederò l’appello nominale!
Però è certo che quest’atto sia stato lungamente concertato, sono stati concertati i propri limiti e la propria definizione punto su punto, colpo su colpo. Personalmente ho lavorato su quest’atto per almeno due anni…(…) Per favore, Presidente, voglio riuscire a parlare!

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri, non interrompete. E invito anche il pubblico a non manifestare

Marco AMAGLIANI. Vorrei che evitaste di essere volgari nei miei confronti e nei confronti dell’Aula, perché sto dicendo cose che rispondono esattamente alla verità. Dicevo, quest’atto è stato concertato dal sottoscritto per due anni e per altri due anni…(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Cesaroni, al rispetto del regolamento ci pensa il Presidente! Ci sono cinque minuti per parlare, quindi prego Assessore.

Marco AMAGLIANI. Consigliere Giannotti, legga il regolamento! Io ho cinque minuti e quindi li utilizzo per dire le motivazioni per cui sono contrario a rinviare questo atto. Che è un atto, dicevo, che è stato concertato per due anni dal sottoscritto e per altri due dal Consigliere Comi. Si è tenuto conto oggettivamente di tutte le questioni poste, ed alla fine è chiaro che si è dovuti pur arrivare ad una scelta. Ma credo di poter dire che almeno l’80-90% della concertazione è stata vera e seria.
Ora si tratta di capire se vogliamo mandare avanti questo atto oppure no. Credo che la volontà politica della Giunta sia stata già espressa, questo atto infatti è stato votato in Giunta ormai due anni fa da dove è iniziato quel percorso di cui dicevo.
Per cui ritengo non sia più possibile tornare indietro. Anzi, per quei luoghi, che rappresentano non soltanto un ambito di tutela ambientale ma anche un ambito di ricordo e di tutela storica, in quei luoghi si sono combattute alcune delle battaglie più aspre della resistenza marchigiana, penso che quest’Aula faccia assolutamente bene ad assumersi la responsabilità totale di ciò che fa. E vale sia per oggi che per il futuro, per cui mi oppongo fino in fondo a questa richiesta di rinvio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione della proposta di atto amministrativo n. 83.

(L’Assemblea legislativa non approva)

La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. La relazione del collega Comi è stata esaustiva anche nell’illustrazione del pregresso che ha portato a questa proposta di istituzione della riserva naturale di Roti, quindi farò solo poche considerazioni
Per la verità le questioni controverse, alla base della richiesta di rinvio poste dal Consigliere Lippi, non sono una novità rispetto all’istituzione di riserve naturali. Lo abbiamo visto, infatti, anche in tutte le altre, dove fax, prese di posizione, ordini del giorno da più parti sono arrivati in tempo reale in Assemblea legislativa. E’ nell’ordine delle cose.
Peraltro qui siamo all’interno di una situazione che vede quel territorio nella quasi totalità già vincolato dal demanio pubblico, per cui in un simile contesto per certi versi questa proposta è addirittura minore rispetto all’area vincolata.
Quindi vorrei riportare dal punto di vista oserei dire tecnico il dibattito nelle giuste dimensioni, ossia senza che ci sia quella drammatizzazione che vede in questa proposta un vincolo che potrebbe bloccare in quelle aree l’attività. Infatti non è così. In realtà l’area oggetto di questo atto amministrativo è di rilievo europeo, nel senso che esistono zone di protezione speciale che lì vede anche delle risorse di tipo naturalistico, che se non prese in considerazione rischierebbero di disperdersi, di essere marginalizzate.
Quindi vorrei che quando si fanno simili atti l’Assemblea legislativa nella riflessione di tipo culturale non assumesse quel concetto che va verso un vincolo passivo, un vincolo che blocca, perché lì non c’è nulla da bloccare, è già bloccato. Chi conosce quella zona sa bene che se non si prendono dei provvedimenti di questo tipo il rischio è che tutto vada ulteriormente in degrado.
Con questo atto, invece, siamo in presenza di un vincolo attivo, che quindi può portare, anche a livello economico, ulteriori sbocchi per la tutela e la valorizzazione delle bellezze naturali, per quelle popolazioni, per quelle istituzioni e per tutte le Marche.
Inoltre c’è un altro fatto che consiglia, in questo contesto di grossolano revisionismo, di essere valorizzato, ossia quello che riguarda il parco della Resistenza. Infatti quei posti, che vanno da Roti a tutto il comprensorio fino a Valdiola e oltre, sono stati i luoghi della Resistenza, lì ci sono stati eccidi e morti da parte dei nazifascisti, lì la lotta partigiana ha scritto delle pagine che oggi permettono a noi che parliamo qui di essere liberi.
Questo atto va quindi approvato in tempi rapidi, siamo già in ritardo, dopodiché, come diceva il Consigliere Comi, bisogna attuare tutte quelle leggi regionali, nazionali ed europee per apportare risorse affinché questa riserva possa avere una prospettiva di sviluppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro. Ricordo ai Consiglieri che durante questo intervento verranno chiuse le iscrizioni a parlare.

Giacomo BUGARO. Ascoltando gli interventi del collega Procaccini e dell’Assessore Amagliani – che in questo momento non vedo in Aula – mi sorge un dubbio per il fatto che parte del loro intervento è stato incentrato sulle vicende che hanno caratterizzato la lotta di Resistenza. Il dubbio che ho – mi rivolgo anche a parte del pubblico – è perché le zone che si sono caratterizzate con quegli scontri durante la lotta partigiana sono completamente escluse dalla zona parco che oggi si vuole istituire. Quindi, per quanto ne so io, stiamo parlando del nulla, perché le zone, laddove ci sono stati i caduti partigiani, sono escluse da quella perimetrazione di 1.411 ettari che oggi parte della maggioranza avrebbe intenzione di approvare.
Questo territorio è già largamente vincolato dalla presenza di una zona ZPS che ne restringe di molto l’utilizzo e ne consente la conservazione. Quindi mi sembrano un’ulteriore forzatura, come ricordato anche dal collega Lippi, quei metodi introdotti dall’atto, che passano sopra largamente alle volontà dei proprietari dei terreni e soprattutto delle amministrazioni comunali e provinciale.
Ho qui una lettera inviata dal Presidente della Giunta provinciale di Macerata datata 5 novembre con la quale chiede di poter essere audito – perché da quando si è insediato nel giugno scorso non è stato mai audito – dalla competente Commissione assembleare regionale, quindi chiede di poter interloquire con l’Amministrazione regionale per poter far presente le motivazioni della Provincia di Macerata.
Ora mi sembra strano che ci sia questa poca sensibilità da parte del relatore, cosa che invece devo dire con piacere non ho riscontrato nel Presidente della Giunta regionale, che essendo favorevole ha quindi votato insieme a parte della maggioranza sul rinvio in Commissione.
Per cui, evidentemente, c’è la necessità di un approfondimento. Infatti quello che è stato svolto fino adesso non è sufficiente se quasi tutti o addirittura tutti i Comuni – e badate bene, se vogliamo metterla dal punto di vista politico, questi non sono amministrati dal centro-destra – hanno chiesto di prendere tempo su quest’atto. Significa allora che se la Provincia e i Comuni interessati – ho qui le loro lettere – si oppongono non all’approvazione bensì alla sua immediata approvazione, questo atto è una forzatura rispetto alle sensibilità delle istituzioni locali.
Quindi faccio appello alla sensibilità di quest’Aula affinché ci sia la possibilità di soprassedere momentaneamente all’approvazione dell’atto e di riconsiderarlo, in quanto è scontato che crea del conflitto soprattutto fra gli Enti locali e fra i proprietari che sono comunque gli attori di questa vicenda.
È inutile che la maggioranza chieda la concertazione, il CAL, il CREL, se poi non si tengono presenti i pareri della Provincia e dei Comuni interessati da questa perimetrazione.
Purtroppo per uno scarto risibile pochi minuti fa si è persa l’occasione – ed è la seconda volta – di poterlo rimandare in Commissione, per cui a questo punto non resta che votare contro l’atto in modo che la Giunta se vorrà lo potrà riproporre affinché si possa ricominciare un iter che dovrà essere sicuramente maggiormente partecipativo.
Approvarlo a dispetto dei Santi o per far piacere a una risibile minoranza, magari più rumorosa, mi sembra abdicare al ruolo che la politica deve avere e soprattutto ci si piega ad una minoranza rispetto al sentire comune della stragrande maggioranza di chi vive e di chi è attore in quei territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Voglio semplicemente evidenziare l’importanza dell’istituzione di questa Riserva naturale. Per farlo voglio richiama le finalità scritte all’interno dell’atto istitutivo.
Al comma 2 dell’articolo 1 si dice che la riserva è istituita per la tutela dell’ambiente, per la conservazione delle associazioni vegetali presenti e in particolare nei tenimenti demaniali regionali. Ricordo che il territorio è per l’80% costituito da aree protette o demaniali, quindi non c’è un grande danneggiamento alle proprietà dei privati o modificazione dell’uso di quei territori.
Inoltre si individua la tutela delle aree floristiche del Monte San Vicino e Piani di Canfaito, del sito di importanza comunitaria del Monte San Vicino, della Zona di protezione speciale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito.
La necessità della Riserva è volta a conservare biotopi di eccezionale interesse geologico come la “Bocca de Pecu”, “Sasso Forato”, a salvaguardare valori antropologici e archeologici accertati (grotte, anfratti, ripari sotto roccia abitati sin dalla preistoria dove sono stati rinvenuti strumenti ed utensili in pietra), a conservare tutte le specie animali presenti ed in particolare il lupo, il gatto selvatico, il capriolo, il gufo reale, il falco pellegrino, il lanario, lo sparviere, a conservare habitat idonei agli anfibi, a favorire la reintroduzione del gambero di fiume, a salvaguardare il patrimonio storico-monumentale presente nell’area ed in particolare l’Abbazia di Santa Maria di Rotis, a salvaguardare i valori storici della Resistenza. Tutti obiettivi importantissimi.
Con l’istituzione di questa Riserva si permette di dare unitarietà ad un territorio che altrimenti sarebbe solo una serie di luoghi importanti ma non tutelati, che non potranno quindi essere valorizzati sia dal punto di vista turistico che dal punto di vista naturalistico.
Con l’istituzione della Riserva, invece, quel territorio potrebbe diventare una zona significativa ed importante dell’Appennino marchigiano. Un'altra fascia di tutela dell’Appennino dopo quella del Parco dei Sibillini.
Potrà essere possibile improntare su questa Riserva una strategia di sviluppo turistico e di valorizzazione del territorio, e lì indirizzare risorse statali e comunitarie volte sia alla valorizzazione turistica che ad uno sviluppo eco-compatibile, ossia quell’unica possibilità per i nostri territori interni. Infatti i territori interni senza una valorizzazione saranno certamente condannati all’abbandono.
Quindi è sicuramente importante l’istituzione di tale Riserva. Chiedo ai Consiglieri di minoranza di sostenerla. Essa non può riguardare solo una guerra tra proprietari e non proprietari, tra il territorio della diocesi e un uso diverso. Bisogna infatti riconoscere che un diverso modello di sviluppo sarà possibile su quell’area solo se ci sarà una valorizzazione ed un intervento, appunto, da parte di una Riserva.
E’ per questo che chiedo all’Aula di approvare questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Voglio completare nel merito il mio intervento di prima, visto che sono il relatore di minoranza, vorrei portare un contributo di notizie di ciò che è avvenuto in Commissione.
Il Parco della Resistenza è un patrimonio universale, su questo siamo tutti d’accordo, ma questo atto, come ricordava il Consigliere Bugaro, non lo tocca minimamente.
Anzi, è proprio grazie ai privati, che tutelano e garantiscono la percorribilità di quelle strade, che si può visitare, come ho fatto io, quel parco della Resistenza, altrimenti sarebbe impossibile anche solo avvicinarsi a quei luoghi, quei luoghi mitici dove sono stati uccisi uomini e donne durante quel tragico periodo.
Il rinvio in Commissione, infatti, era anche per rivedere questo aspetto fondamentale e unificante.
Vado ora al merito di questa area protetta e alle sue finalità.
Noi andiamo ad intervenire su un SIC che è un sito di interesse comunitario, il Monte San Vicino, quindi qui non c’è bisogno di nessuna tutela aggiuntiva. La zona demaniale è patrimonio della Regione Marche quindi la tutela se la garantisce e gestisce come vuole. L’unico obiettivo è quello di andare ad istituire un’area protetta dove, guarda caso, c’è una proprietà della Curia di Camerino. Soggetto che peraltro non è mai stato ascoltato, se non in un secondo tempo, e che ovviamente non è favorevole all’istituzione di quest’area sul proprio territorio. Quindi c’è stato anche un esproprio forzato di aree, fatto senza la condivisione da parte del proprietario. Comunque, al di là di questo, l’Aula essendo sovrana poi decide.
Però l’aspetto fondamentale è che dalla Provincia è partita una proposta condivisa dalle Istituzioni e poi in Regione il confine di che trattasi è stato modificato motu proprio dagli uffici. Un’azione quindi che non è partita da quella volontà istituzionale che era stata concertata.
Oggi il relatore di maggioranza Consigliere Comi propone degli emendamenti per ritornare a ciò che era stato condiviso, ma il discorso rimane comunque istituzionalmente non corretto nell’iter e nella procedura degli indirizzi. Considerato, peraltro, che tutta quest’area ricade all’interno di una Comunità montana, ma noi sappiamo che le Comunità montane fra poco le chiuderemo tutte proprio perché non gli diamo risorse, però poi andiamo ad incrementare un esborso di risorse per aree protette, per strutture, per parchi, ecc..
E’ anacronistico, da una parte chiudiamo delle istituzioni dall’altra ne apriamo di ulteriori che costano dieci volte di più. E’ assurdo!
La finalità qual è? Valorizzare quell’area a fini turistici e ricreativi e incrementarne lo sviluppo economico? Ma se vi è un’area che fino ai tempi nostri si è ben conservata lo si deve proprio soltanto alla presenza dell’uomo, è lui che ha condizionato quell’area con la sua azione antropica, è lui che ha governato quei boschi, quelle valli, è lui che ha costruito quegli eremi, quei centri di cultura oggi importanti e che vanno recuperati.
Quindi non è necessario istituire una Riserva per raggiungere questi obiettivi, è necessario, invece, indirizzare risorse precise, come in questo caso, per il recupero storico dell’Abazia di Roti, per recuperare il sentiero francescano, ecc..
Queste sono quelle azioni concrete che possono trovare l’unanimità nell’investimento di specifiche risorse, non quindi l’inserimento di vincoli che preludono già l’abbandono di quei pochi cittadini che con radici ben ferme ancora vivono su quei territori.
Questi cittadini, infatti, saranno penalizzati ulteriormente. Inoltre avranno seri problemi anche per l’incremento delle popolazioni degli ungulati, quali i cinghiali che in questo modo avranno maggiore area dove riprodursi e scorazzare, compromettendo quindi la vivibilità e anche il reddito di quelle popolazioni. Se magari c’era un compenso economico ad ettaro di terreno espropriato ai vari coltivatori nulla quaestio, perché avrebbe almeno garantito la sopravvivenza e la sussistenza di quelle poche famiglie che ancora vivono su quei territori.
La nostra contrarietà sta proprio in questo, bisogna infatti evitare un esodo biblico da quell’area del pre-Appennino, del Monte San Vicino, senza far fuggire quei pochi agricoltori rimasti. Quindi sin da oggi bisogna preludere i dissesti, perché in questo modo il territorio verrà sicuramente abbandonato.

PRESIDENTE. Ha la parola per l’ultimo intervento il Consigliere Massi. (…) Scusate, Consiglieri, ma prima avevo comunicato per ben due volte che durante l’intervento del Consigliere Bugaro si sarebbero chiuse le iscrizioni a parlare. (…) Consigliere Brandoni, lei dovrebbe stare in Aula, quindi non è colpa mia se non lo ha sentito! (…) Va bene, in via del tutto eccezionale darò la parola anche a lei.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente, io sono favorevole che siano ammessi altri colleghi a parlare, quindi anche il compagno Brandoni.
Faccio due riflessioni molto rapide perché molte cose sono state dette. E’ una cosa che dirò alla maggioranza, non è un ingerenza nei vostri confronti, però di fronte ad atti di questo tipo bisogna che il Presidente della Giunta si prenda le sue responsabilità e quindi che ci dica come la pensa su questa situazione.
Ormai siamo a fine legislatura, il Presidente è in giro, giustamente, per la campagna di ascolto, di propaganda – ognuno la chiami come vuole –, però di fronte ad atti di questo tipo occorre il parere del Presidente.
Quindi magari andate a chiamarlo per farlo ritornare in Aula, almeno potremo sapere cosa dice, collega Comi relatore, la sua maggioranza nella figura del Presidente. Bisogna che cominciamo a ridefinire gli atti che si fanno in quest’Aula, bisogna ricondurli al parere, al pensiero, al volere del Presidente. Questo serve per una chiarezza in tutte le Marche. Quindi, ripeto, andate a chiamare il Presidente in modo ci dica come la pensa su questa vicenda.
Voglio precisare anche un’altra cosa. Io sono stato relatore, lo ricorderete benissimo, degli atti che riguardano i luoghi della Resistenza, dello sterminio, gli atti che riguardano il sostegno alle associazioni nell’ambito della legge di valorizzazione della Resistenza, delle associazioni che fanno cultura e promozione su quelle vicende. Allora io qui dichiaro di fronte a tutti che ogni atto che serve a valorizzare i luoghi della Resistenza mi trovano favorevole.
Per cui se vicino a questo atto, come diceva il collega Bugaro, ci sono situazioni che riguardano vincoli, proprietà, Enti locali, sui quali ci possono stare delle lesioni di diritti o interessi legittimi, parliamone.
Invito quindi sia maggioranza che minoranza a superare contrapposizioni pregiudiziali, e se serve un surplus di consultazione che si faccia. Il collega Lippi diceva quali sono i soggetti che non sono stati ascoltati. E’ vero, anche il Presidente della Provincia in questa nuova fase non è stato ascoltato.
Quindi io mi trovo in questa situazione, ossia, sono favorevole alla valorizzazione dei luoghi della Resistenza, questi luoghi, che conosco benissimo, come altri che riguardano per esempio la mia città e i luoghi limitrofi.
Il collega Comi, con cui abbiamo presentato una proposta di legge per il Parco storico della battaglia di Tolentino e di Castelfidardo e dei luoghi delle battaglie risorgimentali, sa bene, perché lo affronteremo in Aula, che per non creare contrasti con le Amministrazioni locali abbiamo dovuto, d’accordo noi, d’accordo nella nostra Commissione, come spero faccia all’unanimità l’Assemblea legislativa nei prossimi giorni, rivedere quella proposta e trasformarla in un atto che ha per titolo “Valorizzazione dei luoghi delle battaglie risorgimentali nelle Marche”. Cioè abbiamo dovuto togliere la parte più vincolistica urbanistica, perché sicuramente avremmo suscitato un vespaio. Naturalmente facendo affidamento nel buonsenso, la cultura, la sensibilità degli amministratori, che credo, collega Comi, non farebbero mai edificare a 20 metri dal Castello della Rancia.
Quindi valorizzazione sì, vincoli no. E su tale proposta mi trovo su questo stesso piano, valorizzazione dei luoghi della Resistenza, sì, poi se ci sono problemi con i vincoli, proprietà, Enti locali, Provincia o associazioni particolari è bene che ne riparliamo e che approfondiamo.
Questo è il sentimento di questa mia discussione, però prendete comunque per legittimo l’appello affinché il Presidente della Giunta venga qui a dire come la pensa.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Poche altre considerazioni, Presidente, perché le questioni tecniche sono state largamente illustrate e motivate dagli altri Consiglieri di questa maggioranza.
Un poeta a me caro diceva, definendo un sogno a me altrettanto caro, che la semplicità è difficile a farsi. Allora il dibattito attuale su questa vicenda a me sembra esattamente alla stessa stregua. Qui infatti si tratta di una cosa straordinariamente semplice. Questo è un territorio importante per tanti motivi, dal punto di vista ambientale, territoriale, della storia della nostra regione e anche carissimo alla memoria, alla spiritualità della nostra Repubblica, quindi per questo vi è la necessità di salvaguardarlo.
Su questo atto c’è stato un lavoro faticoso e lungo. L’Assessore Amagliani ha ricordato che sono cinque anni che c’è un dibattito, una discussione, un ascolto, un’attenzione, un lavoro della Commissione che è stato financo certosino, pronto sicuramente ad ascoltare – non è vero che così non è stato – i cosiddetti interessi legittimi che ponevano problemi e discussioni su questa vicenda.
Allora se il quadro è questo, se la vicenda è questa, e se qualcuno, come ha detto il Consigliere Lippi, non è stato ascoltato, se la Curia di Camerino non è stata ascoltata, non posso però non credere che la stessa Curia di Camerino non abbia a cuore la spiritualità, la valorizzazione, la tutela di quei luoghi, non l’abbia a cuore quanto noi che questa proposta abbiamo costruito e realizzato e quanto le popolazioni che l’hanno sostenuta.
Quindi, per dirla con un termine giuridico, sarebbe un contributo ad adjuvandum.
L’altra questione nel nostro dibattito è invece più annosa, ossia se il vincolo, la tutela, la salvaguardia vuol dire, come ho ascoltato, una marginalizzazione del territorio, o se invece le nuove culture, l’attenzione vera alla valorizzazione del territorio non passi soprattutto dentro questa vicenda. Infatti i territori non si spopolano se ci si mettono dentro vincoli e tutela, anzi, li si fanno diventare più attrattivi, più interessanti, più intelligenti.
Ho voluto fare questa rapida considerazione per dire una cosa che ritengo politicamente importante. Vedete, soprattutto un atto come questo contiene le condizioni politiche per cui questa maggioranza sta insieme. Se ci pensate lì c’è tutto, c’è la collocazione ideale, c’è la collocazione delle priorità programmatiche, c’è la valorizzazione di un modello di sviluppo che non guarda esclusivamente alle imprese e al produttivismo bensì al lavoro e alle esperienze.
Allora dentro questo atto c’è un vincolo morale di maggioranza. Quindi dentro questo vincolo morale di maggioranza il gruppo di Rifondazione Comunista misurerà un pezzo del percorso che abbiamo fatto e di quello che dovremo fare.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Tiberi.

Oriano TIBERI. A nome di Italia Centro dico che condivido in pieno quello che ha detto il collega Massi, ossia che il Presidente Spacca deve dirci la sua posizione, deve dirci come la pensa. Quindi chiedo al Presidente di sospendere la seduta per una decina di minuti per dare modo al Presidente Spacca di venire qui in Aula e riferire.

PRESIDENTE. Pongo quindi in votazione la proposta del Consigliere Tiberi di sospendere la seduta per dieci minuti.

(L’Assemblea legislativa approva)


La seduta è sospesa alle ore 12,05



La seduta riprende alle ore 12,25

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Passiamo ora alla votazione degli emendamenti. (…) Prego, Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo i alla verifica del numero.
Comunico il risultato: Presenti: Bucciarelli, Amagliani, Binci, Comi, Giannini, Mezzolani, Petrini, Ricci, Altomeni, Benatti, Brandoni, D'Isidoro, Luchetti, Ortenzi, Procaccini.
Assenti: Spacca, Badiali, Brini, Bugaro, Parrucci, Natali, Cesaroni, Ciriaci, D'Anna, Donati, Giannotti, Lippi, Mammoli, Massi, Minardi, Mollaroli, Pistarelli, Rocchi, Romagnoli, Santori, Silvetti, Solazzi, Sordoni, Tiberi, Viventi.
Presenti 15, assenti 25, il numero legale non è garantito. A termini di regolamento la seduta è rinviata, la riprendiamo alle ore 13,30.

La seduta è sospesa alle ore 12,30


La seduta riprende alle ore 13.30

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, prendete posto, riprendiamo i lavori. Ha chiesto la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Credo non ci sia bisogno di fare la verifica, in Aula siamo solo in nove, quindi il numero legale non è garantito. La seduta è sciolta, ci vediamo martedì 1° dicembre.


La seduta termina alle ore 13.35