Resoconto seduta n.159 del 01/12/2009
SEDUTA N. 159 DEL 1° DICEMBRE 2009


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


La seduta inizia alle ore 10,10


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 158 del 24 novembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 138/09 in data 25 novembre 2009, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Delibera amministrativa n. 128/2009 - Programmazione rete scolastica per l’anno scolastico 2010/2011", assegnata alla I Commissione in sede referente e al Consiglio delle autonomie locali per il parere di cui al comma 2, articolo 11 della legge regionale n. 4/2007.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 389/09, del Consigliere Parrucci: “Distribuzione gratuita di addensanti e acqua gelificata per pazienti affetti da gravi patologie cerebrali”;
- n. 390/09, dei Consiglieri Sordoni, Tiberi: “Riserva naturale del Monte San Vicino e Canfaito”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 16 novembre 2009:
- n. 1879 “Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Restituzione risorse per spese di personale. €. 50.000,00”;
- n. 1880 “Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 380.000,00”;
- n. 1881 “Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1971/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 160.000,00”;
- n. 1882 “Art. 43, comma 2, della l.r. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009, approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 257.736,84”;
- n. 1883 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 91.500,00”;
- n. 1884 “Art. 29, comma 2, della Lr. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 666.636,05”;
- n. 1885 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 - Art. 27 della l.r. n. 38/2008 -Variazione compensativa di €. 2.776.191.93 e modificazioni tecniche al POA per l’anno 2009";
- n. 1886 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Variazione integrativa e riduttiva nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 57.000,00 - Modifica al POA 2009 approvato con DGR n. 1917/2008".
In data 23 novembre 2009:
- n. 1933 “Art. 43, comma 2 della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 27.648,33”;
- n. 1934 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 334.716,00”;
- n. 1935 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1971/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 226.500,00”;
- n. 1936 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 2, della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.057.000,00 - Modifica al POA 2009 approvato con DGR n. 1917/2008";
- n. 1937 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2, della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.823.386,00";
- n. 1939 “Art. 43, comma 2, della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Restituzione risorse per spese di personale. €. 16.230,00”;
- n. 1940 “Art. 43, comma 2, della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 3.033,32”;
- n. 1941 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 -Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 3.098,74”;
- n. 1942 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 94.795,36”;
- n. 1943 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 17.500,00”;
- n. 1944 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 3.033.000,00”;
- n. 1945 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 37.123,08”;
- n. 1946 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 281.300,00. Modifica al POA 2009 approvato con DGR n. 1917/2008”;
- n. 1947 “Art. 20, comma 3 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 2 “Spese dichiarate obbligatorie” del bilancio 2009. €. 113.100,00";
- n. 1948 “Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da ulteriori assegnazioni da parte della Regione Emilia Romagna per il progetto nazionale “Nuovi comportamenti di consumo: prevenzione e riduzione dei rischi” e relativi impieghi. €. 10.000,00";
- n. 1949 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 1 e 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Spese di personale. €. 44.000,00";
- n. 1950 “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. n. 38/2008 - Variazione compensativa di euro 305.594,07”;
- n. 1951 “Art. 21, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese impreviste. €. 300.000,00”;
- n. 1952 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2, della l.r. 28/2008 - Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. €.266.395,09”;
- n. 1953 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2, della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.665.287,00";
- n.1954 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 1 e 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Spese di personale. €. 23.000,00";
- n. 1955 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.183.688,23;
- n. 1956 “Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dell’Istituto Superiore di Sanità per il programma “Malattie Rare” e relativi impieghi. €. 36.799,00";
- n. 1957 “Art. 26 della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazioni da parte dello Stato per il finanziamento dell’attività e degli interventi di cui alla L. 125/2001 “Legge quadro in materia di alcool e di problemi alcool correlati” e relativi impieghi e modificazioni tecniche al POA per l’anno 2009. €. 11.787,24";
- n. 1958 “Modifica al POA 2009 approvato con DGR n. 1917/2008 - Modifica dei codici di correlazione”.
Ha chiesto congedo il Presidente Spacca.


Interrogazione n. 1331
del Consigliere Massi
“Istituzione Unità operativa complessa, Centro regionale di diabetologia pediatrica, articolo 5 della legge regionale 23 febbraio 2009, n. 1”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1331 del Consigliere Massi. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L’interrogazione è relativa all’istituzione dell’Unità operativa complessa presso il Centro regionale di diabetologia pediatrica.
Rispetto a questo occorre fare una premessa, cioè che il numero di soggetti con diabete è in costante aumento da noi e nel mondo, con una stima di circa 370 milioni entro il 2030. In Italia la prevalenza del diabete è pari al 5% della popolazione generale. Questo vuol dire che attualmente 3 milioni di persone sono affette da diabete mellito, di cui oltre 120 mila sono insulinodipendenti e di queste ultime 10-20 mila sono bambini e adolescenti.
L’incremento costante di incidenza e prevalenza del diabete giovanile, con progressiva riduzione dell’età della diagnosi, pone problemi di assistenza del tutto peculiari nei settori che riguardano il controllo della malattia, l’aspettativa di salute in età adulta, lo sviluppo della persona.
Si stima una prevalenza di 1 soggetto ogni 1000 studenti. L’incremento annuo stimato dai dati del registro RIDI (Registro Italiano per il Diabete) è del 3,6% senza sostanziali differenze regionali.
Alla luce di quanto sopra, nell’ambito della recente Legge regionale n. 1 si è inteso sottolineare la specificità del Centro di riferimento regionale per la diabetologia pediatrica (CRDP), istituito presso l’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, individuando (cfr. art. 5) puntualmente compiti, strutturazione ed obiettivi proprio al fine di fornire un servizio organizzato ed efficiente in grado di supportare efficacemente sia il giovane paziente che la sua famiglia sotto i vari aspetti medici, assistenziali e psicologici.
Azioni poste in essere. Riguardo alla attuazione del menzionato art. 5 il Servizio Salute con nota del 14 Settembre 2009 ha chiesto alla A. Ospedali Riuniti Ancona chiarimenti sulle azioni poste in essere per l’attuazione dell’articolo in parola.
Con nota del 1 ottobre l’azienda in parola ha fatto presente che stava espletando le procedure per acquisire l’autorizzazione per la istituzione della Unità operativa complessa
Nella stessa nota ha altresì precisato che per quanto riguardava l’erogazione della assistenza specialistica diabetologica per minori la stessa, in attesa della piena applicazione della nuova normativa regionale di settore, era comunque regolarmente erogata dal CRDP nel quale, oltre al Responsabile, prestano servizio altri due dirigenti, con contratto a tempo indeterminato, un infermiere professionale ed una psicologa, sempre con contratto a tempo indeterminato, nonché una dietista a tempo determinato; sempre nella stessa nota ha precisato che il responsabile della struttura aveva provveduto ad aumentare la disponibilità dell’orario per le prestazioni ambulatoriali sempre rivolte a minori con diabete.
Nel rispetto di quanto sopra preannunciato l’Azienda Ospedaliera di Ancona, con determina 411/DG del 16 ottobre 2009, ha formalmente provveduto ad istituire, nell’ambito del Dipartimento Pediatrico, la Struttura Complessa di Diabetologia, riservandosi di provvedere con successivi atti alla assegnazione di risorse in termini di personale e posti letto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Assessore, sono soddisfatto della sua risposta. Questa interrogazione era volta ad accelerare l’iter che la legge si era prefissato. Una legge importante che riguarda quei soggetti che purtroppo nella nostra regione sono nella percentuale anche da lei evidenziata, e soprattutto l’incremento di patologie di questo tipo che colpiscono nella nostra regione i giovani e i bambini.
Sono soddisfatto perché questa legge ha dato i suoi effetti, è una di quelle che ci ha dato soddisfazione.
In ogni caso l’appello che voglio fare è quello di un monitoraggio forte e continuo dell’Assessorato sull’Azienda ospedaliera al fine sia di una completa attuazione sia per l’integrazione degli orari e delle prestazioni ambulatoriali di cui lei, Assessore, ha parlato.
Vorrei inoltre precisare che ho presentato anche altre interrogazioni che riguardano nicchie di patologie particolari che spesso non sono alla ribalta, purtroppo, del nostro dibattito ma che sono situazione e motivo di angoscia per diverse famiglie.
Comunque, ripeto, sono soddisfatto della risposta.


Interrogazione n. 1188
della Consigliera Ciriaci
“Situazione di emergenza della costa fermana”

Interrogazione n. 1190
della Consigliera Romagnoli
“Mareggiate dicembre 2008 e danni sulla costa di Porto Sant’Elpidio e fermana”

(abbinate)

(Trasformazione in risposta scritta urgente)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1188 della Consigliera Ciriaci abbinata all’Interrogazione n. 1190 della Consigliera Romagnoli sono rinviate per assenza dell’Assessore competente.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Grazie, Presidente, intervengo soltanto per evidenziare la mancata discussione di queste interrogazioni che riguardano i risultati dei danneggiamenti avuti dagli operatori nel periodo primaverile.
Si è attraversata una intera stagione nella quale non è stato possibile utilizzare le tredici strutture interessate, è poi passata anche l’estate, ora siano in autunno, ritengo avremo anche un inverno dove si potranno verificare dei danni alle realtà turistiche, ma ancora tutto questo non viene discusso.
Pertanto chiedo, Presidente, che in qualche modo, al di là dell’assenza dell’Assessore, io possa avere per conto di tutti gli operatori una risposta su cosa devono fare, come devono riaprire nella prossima stagione.
Noi parliamo sempre di turismo, di imprenditoria, di un’evoluzione anche da un punto di vista economico, ma poi a chi lavora nel settore non si danno risposte neppure dopo otto-nove mesi che vengono chieste.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliera, magari potrebbe trasformare l’interrogazione da risposta orale a risposta scritta, successivamente ci impegneremo di scrivere all’Assessore per farle avere la risposta, ora però occorre il suo assenso.

Graziella CIRIACI. Bene, Presidente, trasformo questa mia interrogazione in risposta scritta urgente.


Interrogazione n. 1363
del Consigliere Brandoni
“Affidamento del servizio di gestione dei fondi agevolati per le imprese artigiane”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1363 del Consigliere Brandoni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Non voglio illustrare questa mia interrogazione ma vorrei cogliere l’occasione per costruire una proposta, anche se ormai per questa legislatura è tardi, semmai sarà per la prossima.
Credo che interrogazioni che sono in attesa da mesi dovrebbero avere comunque una risposta. Per cui se l’Assessore competente ha degli impegni – come peraltro è capitato, previo accordo – che uno per tutti si impegni a rispondere, perché questo dibattito l’Aula ha comunque bisogno di farlo.


Interrogazione n. 1299
del Consigliere D’Anna
“Problema delle liste d’attesa presso gli Ospedali della provincia di Pesaro – Urbino e delle Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 1299 del Consigliere D’Anna. Ha la parola l’Assessore Mezzolani che ringraziamo per essere presente.

Almerino MEZZOLANI. In relazione alla nota pervenuta riguardo l’argomento in oggetto voglio comunicare i dati ufficiali relativi all’anno 2008 ricavati dai piani zonali anche per la libera professione delle tre zone territoriali dell’Area vasta n. 1. Da questi dati il rapporto tra le attività istituzionali e quelle libero professionali, effettuate dai professionisti che operano nelle strutture ospedaliere delle tre Zone, varia da un minimo del 2% della Zona territoriale 2 ad un massimo del 10% della Zona territoriale 3 di Fano, di quelle rese in regime libero professionali rispetto alle pari attività istituzionali.
Nello specifico:
Zona territoriale n 1: volumi di prestazioni in attività istituzionale, 272.117; volumi di prestazioni in regime di libera professione, 7.196. Quindi il rapporto tra l’attività libero professionale e l’attività istituzionale è pari allo 0,03.
Zona territoriale 2: volumi di prestazioni in attività istituzionale, 1.155.470; volumi di prestazioni in regime di libera professione, 24.924. Quindi il rapporto tra l’attività libero professionale e l’attività istituzionale è pari allo 0,02.
Zona territoriale 3: volumi di prestazioni in attività istituzionale, 210.418; volumi di prestazione in regime di libera professione, 20.435. Quindi il rapporto tra l’attività libero professionale e l’attività istituzionale è pari allo 0,01.
Pertanto, per la stessa prestazione resa con lo stesso debito orario nei due regimi e dai dati sopra riportati, si evince che i professionisti effettuano da 10 a 50 prestazioni in attività istituzionale rispetto ad una effettuata in ALPI (regime di libera professione), con un impegno orario, quindi, correlato e proporzionale e con tempi per le attese che di conseguenza si differenziano.
Per completezza, con l’autorizzazione del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera S. Salvatore, si forniscono i dati di attività per le prestazioni effettuate dai professionisti dell’Azienda e relativi all’anno 2008: Azienda ospedaliera S. Salvatore volumi di prestazioni in attività istituzionale 412.714; volumi di prestazioni in regime libero-professionale 42.606. Rapporto ALPI/attività istituzionale = 0,1.
Quanto sopra risulta, peraltro, pienamente coerente e compatibile rispetto allo specifico previsto dalla vigente normativa in materia di libera professione, laddove si sancisce che i volumi di attività resi in regime libero-professionale non possono superare quelli effettuati in attività istituzionale.
Per quanto attiene al secondo punto dell’interrogazione e cioè se risponde al vero la notizia che in molte Zone territoriali, ad iniziare da quelle della provincia di Pesaro-Urbino, l’allungamento delle liste d’attesa sia strumentalmente correlato e finalizzato anche ad esigenze di ordine finanziario e di contenimento della spesa sanitaria, si ritiene di poter affermare che la stessa è priva di ogni fondamento logico e razionale, oltreché facilmente confutabile rispetto anche ad eventuali verifiche esterne.
Voglio ricordare che sono in atto, sempre in questa realtà, azioni di contenimento delle liste di attesa su alcune linee cliniche che abbiamo sperimentato, e al tempo stesso che dai primi giorni di febbraio partirà il Cup unico regionale, che naturalmente tenderà ad alleviare il problema, che è un problema delle Marche ed ovviamente anche per tutto il Servizio sanitario nazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Credo che l’Assessore Mezzolani debba mettersi d’accordo con se stesso! Egli infatti proprio in quest’Aula qualche mese fa ipotizzò che alcune liste di attesa potevano essere addirittura create ad arte. Gli atti sono visibili a tutti.
Quindi mi sembra ci sia una contraddizione tra quello che le hanno scritto, Assessore, e quello che lei pensa. Però a me interessa di più quello che lei pensa. Perché se l’Assessore alla sanità della Regione Marche ha detto poco tempo fa in quest’Aula che potrebbero esserci delle pressioni o comunque un modo che porti ad allungare le liste di attesa, credo che oggi questa risposta sia esattamente il contrario. Sappiamo però che le risposte alle interrogazioni vengono fatte dai tecnici, quindi sappiamo anche molto bene che spesso in una risposta confonde con i numeri quella che è la realtà.
E la realtà delle liste di attesa è sotto gli occhi di tutti, caro Assessore, è sufficiente andare in un mercato di una qualsiasi città per rendersi conto di quello che sta succedendo. Lei vada in un mercato, si travesta perché è conosciuto, poi parli alla gente di liste di attesa, si renderà conto quale riscontro avrà dai cittadini.
La realtà è molto semplice. Cup o non Cup se uno ha la necessità di fare una visita, anche quella che può risultare più sciocca ma che psicologicamente può incidere sulla qualità della vita del malato vero o presunto, deve aspettare. Cinque minuti dopo, anzi, in qualche caso cinque minuti prima, sono proprio gli operatori a dire “sì, però a pagamento se vuole c’è domani”. Qui c’è qualcosa che non funziona, qui c’è molto che non funziona!
Assessore, qui stiamo parlando di salute, allora è inutile sciorinare un elenco di numeri che confonde solo. La realtà è che c’è gente che deve aspettare mesi, gente che è costretta ad andare a pagamento. Molti devono andare addirittura a pagamento fuori regione.
Qualcuno ci deve spiegare perché nonostante la spesa enorme che c’è sulla nostra sanità poi sia più conosciuta Cotignola al nord delle Marche che gli ospedali di Pesaro, Fano o Urbino. Ripeto, c’è qualcosa che non funziona, c’è molto che non funziona!
Sulle liste di attesa io credo ci sia un grosso business, questo è ormai di dominio pubblico. Se non ricordo male in una provincia della nostra regione i carabinieri sono andati addirittura a verificare la veridicità di queste liste di attesa.
Quindi non possiamo nasconderci dietro numeri asettici per dire: “sì, rientra nei parametri”. Ma cosa rientra nei parametri! Rientra nei parametri il fatto che ad una persona di settant’anni gli si dice di andare l’anno dopo a fare una visita! Dove li abbiamo presi questi parametri, nel paese di matusalemme!
Se una persona, soprattutto se è in età avanzata, ha delle preoccupazioni e quindi ha la necessità di fare un controllo, è chiaro che poi il tempo di attesa fa sì che tali preoccupazioni aumentino. E questo ovviamente andrà ad incidere non solo sulla persona che richiede la prestazione ma anche su tutti quelli che gli stanno intorno. Perché è evidente che chi è preoccupato e ha la necessità di fare una visita poi ha anche fretta di sapere se ha una malattia grave o meno.
Allora qui c’è un grosso business!
Per cui non sono assolutamente soddisfatto di questa risposta, ma se non lo sono io sarebbe posa cosa, qui il problema è che non sono soddisfatti i cittadini.
Con i soldi che la Regione spende per la sanità i cittadini marchigiani dovrebbero essere prelevati al mattino da qualcuno dell’Unità sanitaria locale o della Asl con un fiorellino in mano, accompagnato all’ospedale e riportato a casa. Invece qui il cittadino non solo paga le tasse per pagare la sanità ma addirittura se ha bisogno di una prestazione deve aggiungerci una sorta di tangente che alla fine rientrerà nel sistema economico della Regione.
Sono assolutamente insoddisfatto così come lo sono tutti i cittadini marchigiani.


Interrogazione n. 1163
dei Consiglieri Binci, Altomeni
“Intervento n. 1: Ripascimento arenili con sabbia di origine sottomarina. Comuni di Civitanova Marche, Fermo, Pedaso, Campofilone, Massigano e Grottammare, inserito nel programma triennale delle opere pubbliche 2009/2011 approvato con deliberazione di giunta regionale 13 ottobre 2008, n. 1357”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1163 dei Consiglieri Binci, Altomeni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1365
del Consigliere Bugaro
“Unità Operativa di Patologia Chirurgica dell’Università di Ancona presso l’Ospedale INRCA”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1365 del Consigliere Bugaro decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 1316
del Consigliere Altomeni
“Politiche di internazionalizzazione della Regione Marche”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1316 del Consigliere Altomeni è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 1375
del Consigliere Silvetti
“Regionalizzazione della Fondazione Teatro Stabile delle Marche”

Interrogazione n. 1376
del Consigliere Silvetti
“Nomine CDA Fondazione Teatro Stabile delle Marche”

Interrogazione n. 1378
del Consigliere Silvetti
“Fondazione Teatro Stabile delle Marche, situazione economica”

Interrogazione n. 1379
del Consigliere Silvetti
“Fondazione Teatro Stabile delle Marche e legge regionale 11/2009 – Disciplina degli interventi regionali in materia di spettacolo”

(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Le interrogazione n. 1375, n. 1376, n. 1378, n. 1379 del Consigliere Silvetti sono rinviate per assenza dell’Assessore competente. Ha chiesto la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Grazie, Presidente, di darmi l’opportunità di dire una cosa. Oggi manca l’Assessore competente a rispondere su queste delicate interrogazioni che hanno una particolare attualità E non mi sembra che in questo momento l’Assessore Solazzi abbia chiesto congedo. Quindi oggi l’Assessore, secondo me, è strumentalmente assente proprio per non rispondere a queste interrogazioni, dal momento che la Regione Marche è storico socio fondatore del Teatro Stabile.
Lunedì 7 dicembre verrà convocata l’assemblea dei soci dove si andrà a votare il nuovo CdA, all’interno del quale sappiamo benissimo quali sono le problematiche politiche ma soprattutto quelle tecniche.
Non è un caso che ho fatto un severo richiamo agli uffici per avere il prima possibile i bilanci del Teatro Stabile, che sono, soprattutto per un anno in particolare, a dir poco inquietanti.
Ritengo quindi che sia questo il motivo per cui oggi l’Assessore è assente, e questo è un passaggio gravissimo. Per cui mi riservo di valutare quelle che saranno le scelte che verranno prese dal CdA e soprattutto dall’Assessore Solazzi all’interno CdA.


Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori


Interrogazione n. 1337
del Consigliere Natali
“Zona territoriale 13: determina 26 Settembre 2007, n. 145 e 22 Gennaio 2008, n. 21”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1337 del Consigliere Natali decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 1340
del Consigliere Brandoni
“Attuazione del protocollo d’intesa per il sostegno ai lavoratori ed alle imprese nelle situazioni di crisi”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1340 del Consigliere Brandoni decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 1346
del Consigliere Natali
“Nota del direttore zona territoriale 13 ai dipendenti”
(Decadenza)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 1346 del Consigliere Natali decade per assenza dell’interrogante.


Interpellanza n. 59
del Consigliere Altomeni
“Amalgame dentarie”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 59 del Consigliere Altomeni, che ha la parola per illustrarla.

Michele ALTOMENI. Con questa interpellanza si vuole sapere qual è l’orientamento della Giunta rispetto alle questioni in essa poste. Peraltro questa interpellanza è la trasformazione di una mozione. Allora in apertura di questa mia illustrazione vorrei porre un problema. Ossia non capisco perché in questa legislatura l’Aula abbia fatto la scelta – non so se era consuetudine anche in passato – di mutilarsi di una sua prerogativa.
L’Assemblea legislativa ha una funzione importante, ovvero quella di indirizzo e di controllo. Il controllo si fa attraverso le interrogazioni che vengono normalmente espletate, anche se con tutte le difficoltà che abbiamo visto anche questa mattina dovute alle assenze degli Assessori, mentre lo strumento dell’indirizzo viene espletato tramite le mozioni. E l’Aula in questo quinquennio ha scelto di mutilarsi di questa sua funzione non utilizzando appunto tale strumento. Se facessimo una valutazione di quante mozioni sono state discusse in quest’Aula in questo quinquennio ci renderemmo conto che è stata una scelta deliberata di cui tutti siamo responsabili. Noi avevamo una funzione ma abbiamo scelto di non esercitarla. Ritengo che dal punto di vista della democrazia sia una castrazione purtroppo preoccupante.
La conseguenza naturale di questo è che temi posti come mozioni, quindi la volontà di un Consigliere e dell’Assemblea legislativa di dare degli indirizzi, non potendo essere esercitati in questi modo poi li si debbano trasformare presentando interrogazioni e interpellanze almeno per sapere se la Giunta ha riflettuto sulle questioni poste.
La questione che si pone in questa interpellanza è quella delle amalgame dentarie e quindi di quei pericoli che fino a poco tempo fa erano minimizzati ma che ormai sono considerati importanti.
Ci sono Paesi come la Svezia, la Norvegia e la Danimarca che su questo hanno preso delle misure drastiche, hanno infatti vietato le amalgame al mercurio proprio per la conseguenze che hanno sul piano sanitario.
Negli Stati Uniti, dove anche lì per anni si è negato il problema, di recente la Food and Drug Administration ha introdotto delle misure per limitare l’uso e per valutare le conseguenze sanitarie di questo preparato.
Siccome le alternative sicure esistono, è bene che, come si sta facendo anche in altre Regioni – tra l’altro anche in Parlamento vi è una discussione in corso su questa tematica –, si adottino delle misure almeno per la parte che compete alla Regione. Per cui sulle scelte delle proprie strutture, oltre che per una sensibilizzazione dell’informazione dei cittadini e l’orientamento del mercato.
Quindi oggi l’interpellanza (e la mozione allora) interroga la Giunta per capire se c’è una volontà di farsi carico di tale problematica.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In relazione al problema relativo alle amalgame dentarie si osserva quanto segue.
Esiste in verità un vivace dibattito sull’utilizzo del mercurio per le otturazioni dentali tra gli specialisti del settore, e molti autorevoli professionisti hanno denunciato gravi rischi per la salute dalle ricorrenti crisi di cefalee, alle depressioni, ai disturbi neurologici ecc.
Nel corso degli anni è stata di molto modificata la composizione delle amalgame che per molto tempo è stato il materiale di elezione per le otturazioni nei distretti posteriori (resistente, facile da usare, duraturo, economico), fino a quando è cominciata una revisione critica sul suo uso e sui suoi possibili effetti collaterali dovuti al fatto che la presenza delle otturazioni possa comportare rilascio di mercurio superiore a quanto si potesse supporre in passato.
Sulla tossicità del mercurio esistono pochi dubbi. Il metallo, dopo assorbimento per inalazione o ingestione, va ad interferire con il sistema immunitario, renale, intestinale, riproduttivo, nervoso.
A livello immunitario, con prove su topi, si sono avuti casi di malattie autoimmuni. Nel rene si è visto che influisce su insulina, sodio e albumina. La normale flora batterica intestinale può venire alterata e dare luogo a fenomeni di disbiosi (c.d. candida) con vari effetti collaterali.
Quanto al sistema nervoso centrale c’è l’ipotesi che intervenga nei prodromi dell’Alzheimer al pari di altri metalli pesanti. E le otturazioni che ruolo hanno? Secondo alcuni, al contrario di quanto si pensa, il mercurio non è stabile una volta inserito in bocca. L’emissione di vapori al mercurio dall’amalgama è costante, ma più accentuata durante la masticazione, lo spazzolamento dei denti e l’assunzione di bevande calde. Il rischio è molto più alto all’atto dell’immissione dell’amalgama e soprattutto nelle fasi della sua rimozione e della sua lavorazione. I sintomi possono essere i più vari e banali: cefalea, irritabilità e depressione, dermatiti ad eziologia sconosciuta, stanchezza cronica, psicoastenia, deficit della memoria, tremori. L’assorbimento avviene per via polmonare con passaggio immediato ad organi importanti quali rene, fegato e soprattutto cervello e sistema nervoso, così si spiegano sintomi come la cefalea e la stanchezza cronica.
Sull’argomento la letteratura scientifica è molto ricca, ma contraddittoria per l’insieme enorme di disturbi potenzialmente causati dal mercurio ma riconducibili anche ad altre cause. Si va da uno studio della rivista “Environmental Health Perspectives” che non ha trovato alcuna associazione tra numero di carie ricostruite con amalgama di mercurio e argento e la probabilità di sviluppare disordini neurologici, a una lettera di alcuni ricercatori italiani alla rivista Lancet, i cui dati suggeriscono che la quantità di mercurio rilasciata dall’amalgama sia piuttosto alta e quindi potrebbe essere necessario sostituire tutte le otturazioni. Una percentuale che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Associazione Dentisti Americani non supera l’1% della popolazione. A Upsala esiste la “Clinica dell’amalgama”, ovvero l’unica struttura pubblica al mondo che si occupa di patologie associate al mercurio e ad altri metalli pesanti. Se i livelli di mercurio riscontrati nel liquido spinale e nel sangue sono alti, lo staff valuta se è il caso di eliminarli o meno, e in quel caso il consiglio è di togliere le otturazioni in uno studio dentistico esperto nelle rimozioni. Sempre per rimanere in Europa, in Germania ci sono 83 associazione di vittime da metalli usati in odontoiatria.
In Italia il Ministro della Salute in un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 9 novembre del 2001 fa divieto di utilizzo e di immissione in commercio sul territorio nazionale di amalgami dentali non preparati sotto fauna i capsule predosate. Inoltre, raccomanda di evitare per precauzione l’utilizzo di tali prodotti nei pazienti allergici all’amalgama, nelle donne in gravidanza e in allattamento, nei bambini sotto i sei anni e nei pazienti con gravi nefropatie.
Un provvedimento che si allinea con quello di altri paesi europei, come la Francia, la Svizzera, la Germania, l’Olanda e la Svezia.
La regione Lombardia ha invitato ospedali e studi odontoiatrici ad accertare che il paziente non abbia allergie prima di utilizzare su di lui gli amalgami e di non utilizzarli, conformemente al decreto ministeriale.
Per ciò che riguarda il futuro la strada potrebbe essere quella di un approccio da parte di professionisti ed operatori più consapevole alla propria ed altrui salute con l’uso di sostanze che non alterino gli equilibri biologici dell’organismo.
In particolare si porrà il problema non tanto dell’uso dell’amalgama, ormai obsoleto ed affiancato da almeno 600 resine nuove, ma dalla sua rimozione che sarà in futuro il più grosso problema in questo settore della medicina.
D’altro canto esiste una straordinaria uniformità tra le associazioni odontoiatriche di tutto il mondo per le quali l’amalgama non è tossica e ci possono essere solo rari effetti collaterali. Come a dire che la fine della diatriba è ancora lontana.
Conclusione. Il dibattito scientifico sulla pericolosità delle otturazioni dentali costituite da amalgama (lega contenente mercurio) è tuttora in atto. Ci sono contributi orientati sia ad affermare l’innocuità della lega sia, all’opposto, a sostenere che è dimostrato che esistono depositi di mercurio nei tessuti dei portatori di otturazioni di questo tipo. Sia, infine, a ritenere dimostrata una correlazione tra alcune patologie neurodegenerative e le otturazioni medesime.
Va dato atto peraltro che i divieti all’uso di questi materiali (in Svezia, Norvegia e Danimarca) sono stati motivati da considerazioni sul potenziale inquinamento ambientale e non da evidenze sulla dannosità per la salute dei singoli individui.
E’ dunque opportuno monitorare il dibattito in corso, quindi a tal fine l’Agenzia sanitaria regionale attua continuamente una ricognizione della letteratura scientifica sull’argomento. In modo da poter disporre di eventuali evidenze che possano indurre a provvedimenti a tutela della salute pubblica, quali quelli indicati nell’interpellanza, che lo stato delle informazioni attualmente disponibili non sembra giustificare. Tale revisione sistematica della letteratura è ben più fattibile e produttiva di uno studio ad hoc sul territorio quale quello suggerito al punto 1) dell’interpellanza.
L’ultima significativa notizia sull’argomento è che la FDA (Food and Drug Administration), l’agenzia federale statunitense che regolamenta l’uso dei farmaci e degli ausili terapeutici, autorevolissima in materia, il 29 Luglio /2009 ha espresso una valutazione sui rischi dell’uso di amalgama. La FDA, esaminati oltre 200 studi sull’argomento, ha concluso che questo materiale non è tossico e che i vapori rilasciati dalle otturazioni in amalgama non rappresentano alcun pericolo per la salute. Tuttavia la FDA passa questo materiale dalla classe I che indica un “rischio basso”, alla classe II che indica un “rischio moderato”, e raccomanda la presenza delle seguenti indicazioni sull’etichettatura delle amalgame dentali:
- “Attenzione: contiene mercurio”
- “Attenzione: può essere pericoloso se si inalano i vapori”
- Precauzione: usare un’adeguata ventilazione
- Precauzione: conservare in luogo fresco e ventilato.
Viene indicata anche la percentuale di mercurio per peso.
Ulteriori eventuali dati ed evidenze scientifiche saranno dall’Agenzia portati a conoscenza dell’Assessore e da questo all’Assemblea legislativa nello spirito di quanto proposto specificamente al punto 4 dell’interpellanza presentata dal Consigliere Altomeni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’Assessore perché a partire da questa interpellanza (che prima era una mozione) si è posta l’attenzione sulla problematica rispetto alla quale, invece, l’atteggiamento generale, quindi non solo nella regione Marche ma anche in diversi Paesi oltre al nostro, era quello di fingere che il problema non esistesse.
Personalmente ritengo che di fronte a queste situazioni il principio che dovrebbe valere, come fatto nei Paesi scandinavi, sia quello della precauzione.
Anche l’Assessore ci ha ora detto che gli studi scientifici sono in qualche modo contraddittori e contrastanti. Però se esistono studi scientifici che fanno temere le conseguenze poi il principio che dovrebbe valere dovrebbe essere quello, appunto, della precauzione e dell’attenzione. Anche perché abbiamo una normativa nazionale – come ci ha detto l’Assessore – che vieta l’utilizzo delle amalgame dentarie al mercurio nelle donne in gravidanza e nei bambini.
Il problema è che una donna può rimanere incinta anche una settimana o un mese dopo aver impiantato un amalgama dentaria al mercurio. Quindi il problema è presente. Per cui se il principio è quello che dice che è meglio non utilizzarlo sulle donne in gravidanza e sui bambini, per lo meno la misura minima dovrebbe almeno essere quella di non utilizzarlo nelle donne in età fertile, perché queste comunque possono rimanere incinte in qualunque momento e avere già in bocca l’amalgama dentaria al mercurio.
Come ogni dentista sa, nel momento in cui queste amalgame vengono rimosse successivamente vengono smaltite secondo le procedure di attenzione ambientale le più elevate possibili, proprio perché sono considerate un rifiuto assolutamente tossico, pericoloso, un rifiuto che può inquinare e fare danni devastanti all’ambiente, sicché vanno smaltite secondo procedure particolare in discariche particolari.
Allora appare paradossale che questo materiale, che appunto riceve tutte queste attenzioni, al momento dello smaltimento possa invece stare tranquillamente nella bocca di un essere umano per anni e anni.
Credo che le contraddizioni di una simile questione, al di là del dibattito scientifico, vadano tenute presente e fatta la massima attenzione.
L’auspicio naturalmente è che l’attenzione che l’Agenzia sanitaria sta rivolgendo a questa tematica, come ci ha riferito l’Assessore a seguito di questa interpellanza, non sia una semplice attenzione al dibattito scientifico che c’è in giro per il mondo e alle iniziative che fa la Food and Drug Administration, ma sia anche uno studio come quello ad esempio suggerito dall’interpellanza al punto 1.
L’auspicio è anche che il Parlamento si faccia carico di questa problematica, ossia che a livello nazionale si svolgano studi scientifici indipendenti, affinché si rilevi in maniera definitiva quale sia il livello della problematica, e quindi si adottino misure, come è stato fatto nei Paesi scandinavi, per risolvere la problematica per intero.
Nel ringraziare l’Assessore mi auguro che la tematica sia mantenuta sotto controllo e che intanto la Regione, almeno per la sua parte, per le sue strutture sanitarie, adotti il principio di precauzione da subito
L’Assessore ci ha detto che le alternative sono tantissime, ci sono 500 materiali alternativi all’amalgama al mercurio, quindi non si capisce perché si debba comunque mantenere l’utilizzo di un materiale dove c’è il dubbio rispetto ad altri che invece non presenta dubbio alcuno.
L’invito e l’auspicio è che intanto la Regione faccia la sua parte e nelle sue strutture sanitarie prenda i provvedimenti conseguenti ai dubbi che ci sono, in ottemperanza al principio di precauzione che in materia di dibattito sanitario dovrebbe sempre guidarci.

Proposta di atto amministrativo n. 83
della Giunta regionale
“Istituzione della riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito. Legge regionale 28 aprile 1994, n. 15”
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 83 ad iniziativa della Giunta regionale su cui siamo in fase di votazione.

Emendamento n. 1 del Consigliere Comi:
Sostituire la premessa con la seguente:
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Vista la legge regionale 28 aprile 1994, n. 15 “Norme per l’istituzione e gestione delle aree protette naturali”;
Visto il programma triennale delle Aree protette (PTRAP) 2007/2009, approvato da questa Assemblea con deliberazione amministrativa n. 68 del 30/10/2007 che, ai sensi dell’art. 7 della l.r. 15/94, ha previsto l’istituzione della Riserva naturale regionale di Roti, Acqua dell’Olmo e Canfaito entro il periodo di vigenza del programma stesso;
Visto in particolare l’art. 10 della l.r. 15/94, secondo il quale la Regione per istituire un’area protetta convoca una Conferenza cui partecipano i sindaci dei comuni, i presidenti delle province e delle comunità montane dei territori interessati; in tale conferenza è redatto un documento di indirizzo che contiene la perimetrazione provvisoria, l’analisi del territorio interessato, l’individuazione degli obiettivi da perseguire, in termini di tutela e sviluppo dell’area, la valutazione degli effetti dell’istituzione dell’area protetta, le soluzioni organizzative ritenute adeguate per la gestione dell’area;
Considerato che la conferenza è stata indetta e convocata dal Presidente della Giunta regionale ed è costituita dai sindaci dei comuni di Gagliole, Matelica e di San Severino Marche, nonché dai Presidenti della Provincia di Macerata e della Comunità Montana delle Alte valli del Potenza e dell’Esino;
Rilevato che il documento di indirizzo non è stato approvato dalla conferenza entro i termini previsti dal comma 4 dell’art. 10 della lr. 15/94 e che la Giunta regionale, ai sensi della medesima disposizione, ha presentato una propria proposta di programma all’Assemblea, prescindendo dal documento stesso;
Visto l’art. 11 della l.r. 15/1994 secondo il quale le riserve naturali sono istituite con atto approvato dall’Assemblea legislativa regionale che definisca: il perimetro dell’area, gli organi di gestione, la sede, i principi per l’elaborazione del piano dell’area protetta e del regolamento, le norme di salvaguardia, le misure di incentivazione ed i contributi per lo sviluppo economico e sociale della zona, il personale, le previsioni di spesa ed i relativi finanziamenti.
Rilevato altresì che la Commissione assembleare competente ha attivato la più ampia partecipazione al procedimento amministrativo, indicendo, ai sensi del regolamento interno dell’Assemblea, le proprie consultazioni sulla proposta della Giunta regionale alle quali hanno partecipato i rappresentanti delle amministrazioni locali interessate, le associazioni ambientaliste e venatorie, l’Azienda faunistico venatoria “Prati di Canfaito e La Forcella di San Severino Marche”, l’Istituto storico della resistenza di Macerata e di San Severino e l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero di Camerino;
Considerato il rilevante valore naturalistico ed ambientale dell’area destinata alla riserva , come dimostrato dalla presenza di siti di importanza comunitaria, di zone di protezione speciale e di aree floristiche;
Considerato altresì che la riserva racchiude parte di un territorio di particolare pregio non solo sotto il profilo naturalistico ma anche per la presenza di un mosaico di vallecole di alta montagna difficilmente rinvenibile in altri ambiti territoriali della Regione;
Considerata inoltre la vulnerabilità ecologica del territorio interessato ed il rischio di depauperamento del patrimonio naturalistico che si potrebbe verificare a causa della mancanza di una gestione unitaria dell’area a fini conservativi, nonché il pericolo di frammentazione degli ambienti naturali ancora esistenti;
Rilevato che buona parte dell’area ricompresa nel perimetro dell’istituenda riserva naturale regionale appartiene al demanio forestale regionale;
Considerata, altresì, la necessità di conservare biotopi di eccezionale interesse geologico, paesaggistico e naturalistico, come la “Gola di Jana”, “Bocca de Pecu”, e “Sasso Forato”;
Rilevata l’opportunità di tutelare il patrimonio storico-monumentale presente nell’area quale l’Abbazia di Santa Maria di Rotis, nonché i valori storici in essa rinvenibili relativi in particolare al periodo della Resistenza;
Considerato, inoltre, la necessità di conservare tutte le specie animali presenti ed in particolare il lupo, il gatto selvatico, il capriolo, il gufo reale, il falco pellegrino, lo sparviero, la poiana e il picchio rosso;
Vista la proposta della Giunta regionale;
Ritenuto di dover procedere alla istituzione della riserva naturale denominata “Riserva naturale regionale generale orientata del Monte San Vicino e del Monte Canfaito”;
Visto il parere favorevole di cui all’articolo 16, comma 1, lettera d), della l.r. 15 ottobre 2001, n. 20 in ordine alla regolarità tecnica e sotto il profilo di legittimità del Dirigente del servizio ambiente e paesaggio, reso nella proposta della Giunta regionale;
Vista l’attestazione della copertura finanziaria di cui all’articolo 48 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31, resa nella proposta della Giunta regionale;
Preso atto che la predetta proposta è stata preventivamente esaminata, ai sensi del comma 1 dell’articolo 22 dello Statuto regionale, dalla Commissione assembleare permanente competente in materia;
Visto il parere obbligatorio reso, ai sensi del comma 3 dell’articolo 22 dello Statuto regionale, dalla Commissione assembleare competente in materia finanziaria;
Visto l’articolo 21 dello Statuto regionale;
Delibera di approvare, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della l.r. 28 aprile 1994, n. 15, l’atto istitutivo della Riserva naturale regionale generale orientata del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, allegato al presente atto di cui è parte integrante e sostanziale.”.
Ha la parola il Consigliere Comi per illustrarlo.

Francesco COMI. Questo emendamento serve a cambiare la parte istruttoria della delibera e non la parte dispositiva. Nella fase di costruzione dell’attuale pdl non abbiamo fedelmente rispettato gli articoli 10 e 11 della legge regionale n. 15 in materia di istituzione di parchi e riserve regionali. Per cui avendo dovuto correggere l’iter sanandone qualche vizio ora in questa nuova istruttoria ne diamo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Nell’ultima discussione fatta i problemi emersi avevano evidenziato la necessità di un’ulteriore istruttoria che il relatore Comi, insieme ad altri soggetti, ha portato avanti. Tuttavia una mediazione ha esautorato l’Assemblea legislativa e la Commissione assembleare, certo, con soggetti autorevolissimi ma comunque con soggetti esterni che per un lungo periodo hanno avuto una fase di concertazione addirittura quasi fino alla virgola.
Come sappiamo, con ritardo sono intervenuti dei veti politici con alcuni personaggi che prima avevano sottoscritto la perimetrazione originaria, alla quale il Gruppo dei Comunisti Italiani si attiene, poi però hanno cambiato idea imponendo, con un atteggiamento per alcuni casi anche ricattatorio, una nuova perimetrazione.
Quindi per la prossima volta invito il Consigliere Comi, relatore dell’atto, ad essere più rigoroso nel rispetto istituzionale.
E’ per questo motivo che il Gruppo dei Comunisti Italiani su questo emendamento si astiene, poi su tutto l’atto vedremo.
La proposta, infatti, con questa trattativa è stata peggiorata, in quanto sono state accolte le richieste di chi in realtà non vuole l’istituzione di questa riserva naturale. Riserva che al contrario nella sua interezza avrebbe potuto portare ad uno sviluppo più significativo di quelle aree.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il nostro Gruppo esprime il parere favorevole a questo emendamento per due motivi. In più di un’occasione, collega Procaccini, avevamo chiesto di poter ridiscutere non solo in Aula ma anche in Commissione, ma voi ripetutamente per tre o quattro sedute assembleari avete respinto questa nostra proposta.
Oggi apprendiamo che questo emendamento probabilmente verrà accolto, quindi esprimiamo la nostra soddisfazione in quanto le nostre proposte sono state recepite.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Scusate, Consiglieri, state facendo tutti le dichiarazioni di voto finali, ma qui stiamo parlando di un emendamento all’articolo 1 che riguarda la parte istruttoria, la parte normativa, perché c’è stato un errore nel riferirsi ad una legge piuttosto che ad un’altra.
Quindi, per quanto pertinenti nel merito finale, le dichiarazioni non lo sono rispetto all’oggetto dell’emendamento di cui stiamo discutendo.
Per cui, se entriamo nel merito dell’emendamento, che è dunque la questione tecnica, bene, altrimenti le dichiarazioni di voto si fanno alla fine.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. In merito alla parte istruttoria qui si dice che sono compresi i biotopi di eccezionale interesse geologico e naturalistico. Vorrei allora evidenziare che sono rimaste fuori aree molto significative, per esempio l’area floristica di Canfaito è stata tagliata a metà, rimane addirittura fuori il faggio…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere. Consiglieri, per favore, si sente un brusio insopportabile! Rispettatevi tra di voi, ascoltate quando uno dei vostri colleghi parla. Prego, Consigliere Binci.

Massimo BINCI. L’area floristica di Canfaito è tagliata a metà, in una zona oltretutto impervia, non si capisce perché non è stata inserita interamente.
Sempre nella stessa zona è esclusa l’area dei Trocchi di Canfaito dove c’è il faggio più antico delle Marche che ha 650 anni, è al margine rispetto alla perimetrazione attuale. Anche questo non si capisce perché non poteva essere incluso.
Come pure tutto i borgo storico di Elcito che potrebbe…

PRESIDENTE. Consigliere, mi scusi, ma l’emendamento n. 1 non parla di perimetrazione.

Massimo BINCI. Però, mi scusi Presidente, questo emendamento 1 è alla parte di presentazione in cui si dice che ricomprende i principali siti di interesse geologico, paesaggisti e naturalistico. Quindi io volevo contestare il fatto che con questa ultima stesura molte peculiarità paesaggistiche e naturalistiche sono rimaste escluse. Oltretutto di poco, per cui con un piccolo sforzo si potrebbe introdurre per esempio l’area floristica e altre zone significative.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 2 del Consigliere Lippi. Ritirato.

Emendamento n. 3 del Consigliere Comi. Ritirato.

Emendamento n. 3 bis della IV Commissione:
Il perimetro della Riserva nella cartografia allegata alla Paa è sostituito da quello indicato nella cartografia allegata al presente emendamento. (Allegato depositato agli atti)

Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Soltanto per dire che questo emendamento lo abbiamo visto in Commissione anche poco fa.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3 bis. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 4 del Consigliere Binci. Decaduto.

Emendamento n. 5 del Consigliere Binci. Decaduto.

Emendamento n. 6 del Consigliere Binci. Decaduto.

(…) Consigliere Binci, evidentemente gli uffici hanno ritenuto che questi emendamenti vengono assorbiti dall’approvazione dall’emendamento n. 3 bis.

Massimo BINCI. Non penso.

PRESIDENTE. Ma è così.

Massimo BINCI. Con il 3 bis si fa una proposta di cartografia all’interno di una logica, ossia si inseriscono dei territori rispetto a quelli presentati, io invece faccio un’altra proposta dove inserisco o escludo altri territori.

PRESIDENTE. In base al regolamento l’approvazione di questo emendamento fa decadere gli altri, in quanto sono parziali rispetto ad un discorso generale fatto con l’emendamento n. 3 bis.

Massimo BINCI. Non è possibile!

PRESIDENTE. Tecnicamente è così, Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ma io faccio una proposta alternativa, rispetto a questa proposta complessiva chiedo di inserire territori che non sono compresi, quindi secondo me vanno votati.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, è un fatto tecnico, ossia una volta approvato un emendamento complessivo che comprende od esclude altre proposte poi tutti gli altri decadono. E’ previsto dal regolamento dell’Assemblea legislativa.

Massimo BINCI. Ma non è possibile che chi prima arriva poi gli altri male alloggia! Mi sembra una logica perversa! Mi legga la norma del regolamento che dice che non si può più intervenire su una cartografia una volta che qualcuno ha già fatto una proposta!

PRESIDENTE. Consigliere Binci, gliela leggeremo, ma intanto andiamo avanti.
Emendamento n. 7 del Consigliere Comi:
All’articolo 3 comma 6, sopprimere la lettera K.
Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Con questo emendamento si chiede di escludere il riferimento alla sede operativa e del centro visite, che nell’attuale proposta di legge veniva indicata dai Sindaci. Mentre con il successivo emendamento, a cui questo è collegato, proponiamo una sede ben precisa, ovvero la sede ubicata presso il comune di Apiro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 7. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 7 bis della IV Commissione:
Dopo il comma 7 art. 3 aggiungere il seguente:
7bis. La sede operativa della riserva, del centro visite e di tutte le altre sedi diverse da quella amministrativa sono ubicate nell’ambito del territorio del comune di Apiro.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 8 del Consigliere Comi. Decaduto.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Sono aperte le dichiarazioni di voto. Ha la parola il Consigliere Binci

Massimo BINCI. L’istituzione di questa riserva naturale del Monte San Vicino e Canfaito è molto importante in quanto valorizza un’area geografica e suoi valori naturalistici, paesaggistici e ambientali che è bene siano tutelati.
Io avevo presentato una serie di emendamenti perché nella proposta presentata dalla Giunta l’area era più estesa. Si era partiti da 2.400 ettari fino ad arrivare a 1.500. Sono rimaste escluse aree importanti che potevano benissimo dare oltre ad un’entità anche un’omogeneità e una significatività a questa nuova riserva naturale.
Purtroppo oltre alla questione dell’area di caccia, di proprietà della diocesi, ci sono anche enti locali come il Comune di San Severino che ha ritirato quasi completamente tutte le aree demaniali a sua disposizione.
Quindi questa riserva naturale parte un po’ azzoppata.
Un’altra questione importante che voglio segnalare riguarda la perimetrazione.
Purtroppo la perimetrazione non è fatta su strade o su fossi, per cui non è facilmente definibile, quindi sarà impossibile andare a controllare e a tabellare. Sicché, proprio per una facilità di gestione, bisognerebbe rivedere questi aspetti, che non sono sostanziali ma che possono sicuramente facilitare sia la gestione che la convivenza sul territorio.
Altro minimo intervento che potrebbe essere fatto – certo, ormai nella prossima legislatura – è quello dell’inserimento totale dell’area floristica di Canfaito, in quanto è un’area in cui non incidono gli interessi dei privati.
Inoltre speriamo che la possibilità di investimento in campo ambientale e turistico convinca le popolazioni e le amministrazioni locali ad inserire altro territorio, soprattutto quello demaniale. Infatti non si capisce perché il territorio demaniale non debba essere inserito visto che è già tutelato e già estraneo alla caccia.
Poi andremo ad approvare una legge sulle cave con la quale svincoleremo un po’ alcuni siti rispetto a vincoli di tutela ambientale, quindi ancora forse ci sono interessi economici e lobbistici che bloccano la formazione di una riserva un po’ più ampia e un po’ più legata alle volontà di chi vive in quell’area.
Comunque, seppur con tutti i limiti, io plaudo all’istituzione della riserva naturale regionale dei monti San Vicino e Canfaito. Sperando sia l’inizio di una valorizzazione e tutela di un’area importante del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Ritengo che oggi la ragionevolezza sia prevalsa. Mi sembra che i Consiglieri, a partire dal relatore di maggioranza Comi come pure il relatore di minoranza Lippi, abbiano posto in essere una serie di valutazioni che hanno portato ad una diversa conformazione della riserva naturale. Che è certamente un passo in più rispetto a quello che era uscito dalla Commissione e che si voleva approvare frettolosamente la scorsa settimana. Fortunatamente, ripeto, la ragionevolezza è prevalsa, quindi oggi abbiamo una cartografia che è quanto meno accettabile.
Pertanto voglio ringraziarvi perché so che lo sforzo fatto in queste giornate è stato notevole. Alcuni sono retrocessi da posizioni di intransigenza, altri hanno avanzato posizioni di ragionevolezza, ma la mediazione è stata positiva.
La zona interessata è già ZPS quindi forse creare un’ulteriore riserva è un passo eccessivo, ma questa è la volontà politica e quindi ne prendo atto. Voglio sottolineare che questa volta la politica ha operato in senso positivo nel coinvolgere, così come chiedeva il Consigliere Lippi la scorsa settimana, quelle amministrazioni locali che prima erano in una posizione subalterna, invece ora con favore vedo questa nuova piantina sottoscritta appunto da tutti gli attori del territorio.
Mi auguro che gli atti conseguenti a questo, cioè quelli che il regolamento prevede per l’istituzione definitiva, siano anch’essi improntati non solo al rispetto dei tempi ma anche dei metodi.
Quindi seppure il mio voto è sofferto, in quanto avrei preferito che rimanesse la zona ZPS che ritenevo sufficiente per mantenere un territorio che oggi non mostra particolari problemi nella sua conservazione, sarà comunque positivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo che l’iter di questo atto rappresenti uno straordinario spaccato della politica ai nostri tempi, perché vedo l’interesse generale contro il potere della conservazione, vedo la democrazia contro le lobbies, vedo la ragione contro la legge.
Tuttavia penso che l’obiettivo giustifichi il compromesso. Perché quello che si era prodotto nella proposta di un parco di questa natura, che assomma – l’abbiamo ricordato l’altra volta – valori paesaggistici a valori storici, sentimento di un territorio al bisogno di un suo sviluppo in un contesto dal punto di vista economico che la crisi ci fa vedere come necessariamente votato e portato al cambiamento, ha incontrato in alcuni casi la prepotenza e la protervia, in altri casi ha incontrato quei legittimi interessi che però sono quel particolare che in molti casi penalizza le grandi scelte.
Tuttavia, dicevo, l’obiettivo è stato raggiunto. Ed io lo rivendico come un risultato importante dell’azione della Giunta, dell’azione di questa maggioranza e, mi si consenta, anche del mio partito.
Chiosando sul fatto che uno come me deve ricredersi perché ritrova i miracoli possibili, l’altra volta infatti tutto sembrava acuminato, oggi invece troviamo un compromesso, forse c’è stata una mano santa che è riuscita a pacificare le coscienze e a trovare un punto.
Quel punto che direi è per tutti noi un punto di partenza e non un punto di arrivo. Lo rivendico qui, lo dico con chiarezza e lo aggiungo alla possibilità, vista la passione con la quale tanti cittadini di quel territorio hanno partecipato a queste vicende, di un percorso che non si chiude oggi.
Noi oggi portiamo a casa la riserva, portiamo a casa un parco, ma domani dovremmo cominciare un intenso lavoro di riflessione, di iniziativa, di progettualità, di mobilitazione e, mi si consenta, di lotte di conflitto affinché torni ad essere definito nella sua interezza, anche per evitare qualche ossimoro di coscienza.
Ho ascoltato or ora che il territorio dell’azienda faunistica è appannaggio della Curia vescovile, allora pensavo alle prediche di San Francesco alle allodole. In questo ho trovato una condizione, una differenza e una difficoltà che quella mobilitazione forse aiuterà nel nuovo millennio una nuova attenzione anche da questo punto di vista, quindi forse riusciremo a modificare in quel territorio di coscienze opinioni che oggi non siamo riusciti a sconfiggere.
Ripeto, è un percorso che inizia, dunque è su questo aspetto e con questo spirito che il voto del Gruppo di Rifondazione Comunista sarà favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Nel ribadire il voto favorevole mi sia concesso un riconoscimento per l’obiettivo raggiunto all’Assessore provinciale Giuseppe Pezzanesi e all’Amministrazione provinciale di Macerata che con determinazione e con proposte serie e ponderate hanno permesso oggi di varare questo importante atto che riguarda una riserva naturale.
Il rammarico è che ci siamo arrivati con un forte ritardo, infatti questo traguardo era già alla portata dell’Assemblea legislativa da qualche mese, però in più di un’occasione o per mancanza di numero legale o per una scarsa volontà di recepire le proposte, questo atto amministrativo è stato sempre rinviato.
Oggi oltre a un po’ di sofferenza c’è anche molta soddisfazione per il nostro Gruppo, come ha detto il collega Bugaro, che ha portato avanti con serietà e coerenza la sua proposta.
Quindi mi auguro che l’Assemblea legislativa voti all’unanimità perché è un documento molto importante, Consigliere Binci. E’ importante vedere tutti i Gruppi d’accordo su questa problematica, non dobbiamo dividerci su cose futili o sulle ideologie.
Oggi si è trovata una grande sintesi su un problema sentito, quindi votare all’unanimità su un argomento del genere ritengo sia un segno importante di questa Assemblea legislativa regionale.
Ribadiamo ancora il nostro voto favorevole oltre ad essere soddisfatti dell’atteggiamento tenuto dalla maggioranza nel recepire le nostre proposte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Poche considerazioni in quanto condivido le valutazioni date dal compagno Brandoni del Gruppo di Rifondazione Comunista, come pure le argomentazioni tecniche avanzate nel merito dal Consigliere Binci.
In sostanza vi è una responsabilità in particolare del Gruppo del PD in quanto ha dato un assist insperato al centro-destra. Perché se martedì scorso ci fosse stato il numero legale, fatto mancare per una diplomazia parallela, la riserva di Roti sarebbe stata approvata nella sua interezza, invece oggi questo atto viene stravolto, viene mutilato da pressioni e da interessi che hanno messo in mora il ruolo dell’Assemblea legislativa.
Addirittura con una manfrina martedì scorso si diceva che non si poteva riportare in Commissione l’atto perché era quello, ed anche il relatore diceva “o si vota oppure qui non si fa più niente”. Invece come metodo è stata assunta una mediazione esterna, esautorando quindi la Commissione e l’Assemblea legislativa, per interessi e per pressioni politiche in primo luogo dentro il Gruppo del PD.
Oggi questa riserva viene ridimensionata di 1.000 ettari. E’ tuttavia un punto di partenza, non siamo ingenui, perché i rapporti di forza sono questi, quindi a noi interessa il risultato che può essere evolutivo se ci sarà un rapporto serio con le popolazioni, con i soggetti, con le associazioni che hanno voluto questa riserva. Riserva che oggi ci vediamo costretti ad assumere così com’è perché si dice “meglio tardi che mai” o “meglio poco che niente”.
Però, secondo me, questa politica del meno peggio è sbagliata, qui c’erano i numeri, c’erano le idee, c’era la politica per poter fare una cosa migliore.
Per senso di responsabilità noi voteremo questo atto, anche se non lo condividiamo proprio perché è stato ridimensionato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Cari colleghi, io invece, contrariamente alle affermazioni che ho ora ascoltato, devo dare una versione opposta. Ossia che l’Aula finalmente si è appropriata del proprio ruolo, i Consiglieri hanno esercitato il loro ruolo di rappresentanti del territorio. E questo non è poco, questa è democrazia.
L’atto è stato costruito dal basso con l’approvazione degli attori e degli interlocutori del territorio, che è il motivo per cui avevo rivendicato nella scorsa seduta e nelle precedenti il rinvio in Commissione.
Oggi si è concluso l’iter quindi quest’Aula finalmente approva un atto con una totale maggioranza in merito ad un’area naturale che è uno degli elementi fondamentali che nessuno può mettere in discussione.
Naturalmente atti amministrativi come questi, che sono costruiti a livello tecnico dagli uffici, in sede di approvazione in quest’Aula hanno la necessità di passare attraverso la verifica politica.
Ringrazio la maggioranza, ringrazio il Consigliere Comi e il Capogruppo Ricci, per il lavoro fatto in Commissione di coordinamento e di concertazione che è stata cercata fino all’ultimo momento; ieri sera siamo usciti dalla provincia di Macerata con le sigle degli attori che sono stati interloquiti e quindi con l’autorizzazione ad attivare questo perimetro.
Naturalmente respingo il discorso fatto sulle lobbies, perché se si parla di questo dovremmo mettere sullo stesso livello anche quelle lobbies ambientalistiche che hanno iniziato questo iter senza consultare nessuno alla base. Per favore non sottovalutiamo quest’altro aspetto. Non possiamo criticare l’aspetto democratico della costruzione di questo atto contro la partenza di pochi che hanno istituito questa riserva.
Oggi quest’Aula approva un atto nella piena democrazia e volontà. Sapendo che comunque si è istituita un’area superiore a quella che era arrivata in Aula martedì scorso, quando erano appunto 1.411 ettari mentre oggi sono 1.450, e questo perché sono state fatte delle concessioni da parte della Curia di ulteriori superfici prima impensabili.
Sapevamo anche che se l’atto fosse stato approvato nella forma che aveva martedì scorso sarebbe stato oggetto di impugnativa da parte dei proprietari dei terreni. Quindi per far prevalere i diritti dei cittadini non potevamo permettere di incorre in qualsiasi ostacolo o in una qualche falsa partenza di un atto che probabilmente, ripeto, così com’era avrebbe corso il rischio di arrivare nelle aule giudiziarie.
Se invece esce un atto, come quello di oggi, approvato all’unanimità da quest’Aula sicuramente saremo sicuri di non delegare all’aula giudiziaria il giudizio del popolo. Quindi dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Mi interessa brevemente sottolineare che il compromesso di cui si è parlato è finalmente non un compromesso avvilitivo, bensì una ragionevole mediazione, che tra l’altro rompe anche quel numero del diniego precostituito che molte volte alimenta la conflittualità e anche una sostanziale spolicitizzazione.
Oggi, invece, mi sembra che la politica finalmente abbia riattivato la funzione mobilitante e responsabilizzante.
Per questo motivo esprimo il voto favorevole e nello stesso tempo ritengo che sia una pre-condizione – se ho capito bene l’intervento del Consigliere Brandoni – anche di un etica del futuro, aspetto che mi sembra abbastanza importante in un momento fangoso e critico come quello attuale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Anch’io voglio esprimere soddisfazione per il lavoro che è stato eseguito in piena autorevolezza dai Consiglieri regionali, dai relatori di maggioranza e di minoranza, dalla Provincia di Macerata e dai Comuni.
Voglio qui sottolineare una cosa. L’amarezza del Consigliere Procaccini è per me un rammarico, lui ha detto “meglio poco che niente”. Ma io dico che non è poco il fatto che su un atto di questo genere ci sia stata una mediazione tra Consiglieri regionali, Province, Enti locali e associazionismo.
Al Consigliere Procaccini, uomo di lunga navigazione nella politica, voglio ricordare che la mediazione in politica è uno strumento supremo, è un bene utile a conciliare le parti per ottenere la massima partecipazione.
Ritengo che il provvedimento che esce oggi da quest’Aula sia di grande soddisfazione, come dicevano i colleghi Lippi e D’Isidoro, e anche un messaggio per il futuro. Ed io mi permetto di aggiungere anche un messaggio culturale e di civiltà, rispetto al quale tutti i protagonisti, sia della cosiddetta società civile che del mondo della cultura, della scuola, dell’associazionismo, insieme con gli Enti locali, potranno costruire proposte unitarie per lo sviluppo del territorio.
Inoltre, come ho detto anche in passato, sottolineo la soddisfazione per il fatto che questo atto è nato anche per la valorizzazione dei luoghi della Resistenza, della lotta di Liberazione, rispetto ai quali ho sempre detto di voler dare il mio sostegno e nella cui opera di valorizzazione credo fermamente, è un messaggio per le nuove generazioni.
Sicché credo moltissimo nella possibilità di conciliare questo messaggio culturale con quell’impulso allo sviluppo che sicuramente scaturirà da questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Nell’annunciare il voto favorevole del mio partito voglio aggiungere solo poche cose.
Questa riserva naturale è di circa 1.500 ettari, è un’altra riserva che si aggiunge a quello che nelle Marche, rispetto ad altre regioni d’Italia, è considerato un patrimonio di parchi e riserve naturali del tutto decoroso.
Da questo punto di vista rispetto ad altre realtà non siamo una regione che paga uno sconto, la nostra regione infatti proprio per la presenza di strutture che difendono l’ambiente viene considerata tra le medio-alte.
Personalmente avrei preferito qualcosa di diverso, ma credo che qui non si tratti di mediazione intesa come prassi, che se così fosse sarebbe una cosa negativa, qui c’è stato un ragionamento attorno ad una proposta che vincola – uso questo termine per farmi capire – un territorio di circa 1.500 ettari. E quando si aggiunge un vincolo territoriale è evidente che se non ci si cerca il confronto sin dall’inizio il rischio è che le cose vadano un po’ più alla lunga del normale.
Secondo me questa riserva aveva tre livelli di eccellenza e di emergenza da tutelare. Il primo era quello di vincolare il demanio e sovrapporre una riserva naturale a quest’area altrimenti di difficile gestione ambientale. Il secondo quello di garantire un’efficace norma di tutela ai pianori di Canfaito e all’area floristica. Il terzo, che non c’è – io l’avrei voluto ma nella costruzione di un percorso qualcuno deve pur rinunciare a qualche cosa – riguarda il sito di Elcito ed il complesso monumentale del convento, un’altra area che poteva essere vincolata a riserva naturale. Non ci siamo riusciti, sarebbe stata un’isola separata dal contesto generale. Tuttavia le ratifiche dei confini e gli aggiustamenti nel corso del tempo si possono sempre fare.
Ritengo che oggi aggiungendo altri 1.500 ettari al patrimonio di riserve naturali e di parchi di questa regione abbiamo fatto una cosa molto buona, quindi voteremo a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Cari colleghi, ci tengo a dire alcune cose. E’ stato fatto un lungo lavoro durato circa un anno e mezzo, e che per qualcuno che ci ha creduto di più è iniziato addirittura circa otto anni fa. Per cui se oggi arriviamo a questo risultato lo dobbiamo ad un territorio, alle Istituzioni di quel territorio e alle associazioni ambientaliste e partigiane che da anni faticosamente e coraggiosamente hanno portato avanti questa battaglia.
Inoltre voglio dire un’altra cosa – e voglio dirlo anche al Consigliere Brini che ci ha aiutato a trovare una sintesi –, evocando la proverbiale capacità dialettica ed oratoria di qualche avvocato e di qualche principe del foro che veniva rappresentata in sintesi da una frase “facere di albo nigro et de quadrato rotundum”, come dicevano il latini, alludendo alla capacità “di fare del bianco il nero e del quadrato il rotondo”. Oggi infatti assistiamo ad una discussione a volte positiva, a volte costruttiva, a volte farsesca, nella quale magari ci viene rimproverato di non aver tenuto un atteggiamento più duro e intransigente – ed io l’ho fatto finché ho potuto –, magari avendo preferito far bocciare la proposta pur di mantenere fede ad una proposta integrale. A me però non interessava far finta di voler fare la riserva, a me interessava realizzare la riserva e farlo nel modo migliore possibile.
Credo anche che questo dibattito abbia subìto un grande condizionamento politico ed elettorale, perché non tutti riescono a sottrarsi, ad emanciparsi dalla tentazione di intervenire su una questione delicata e dal valore scientifico con argomenti, magari spesso banali e superficiali, solo per una finalità politica.
Noi a volte abbiamo discusso di una questione seria con poca consapevolezza, e credetemi che per chi ha cercato in tanti modi di costruire una proposta questo è frustrante.
Oggi comunque raggiungiamo un risultato positivo, perché innanzitutto istituiamo una riserva naturale non per un vezzo di qualche politico né per una pretesa di qualche integralista, bensì costruiamo una riserva su un’area che ha scientificamente un valore ed un pregio. Un pregio che è riconosciuto dall’esistenza di un sito di interesse comunitario, è riconosciuto dall’esistenza di una zona di protezione speciale, è riconosciuto dalla presenza di due aree floristiche di particolare pregio.
Quindi quella zona ha tutte le caratteristiche per essere trasformata in riserva proprio perché da sempre gli è riconosciuto questo valore.
Noi innanzitutto abbiamo fatto alcune scelte e bisogna farlo sapere all’Aula perché se ne è parlato poco. Abbiamo messo nel PTRAP 2007-2009, con l’impegno nei tre anni successivi ad istituire la riserva, un incremento di risorse nella programmazione per sostenere la nuova riserva, sono 150 mila euro. Quindi non abbiamo messo vincoli, bensì opportunità di risorse per salvaguardare e far crescere un territorio.
In quel territorio ci sono diverse possibili forme di tutela, c’è l’istituzione del parco e della riserva. Ed esistono due tipi di riserva, quella generale e quella particolare. E magari qualcuno non sa che esistono dentro la riserva di carattere generale anche altri due tipi, ossia quella più integrale nella quale non è possibile nessun tipo di intervento per la salvaguardia e la conservazione del territorio, poi una riserva naturale generale di tipo orientato.
Noi abbiamo scelto una forma di tutela che non è eccessivamente vincolistica ma che garantisce la tutela di un territorio da un punto di vista paesaggistico, ambientale, faunistico, vegetazionale e soprattutto storico.
Abbiamo scelto la formula dell’organo di gestione fatto dalla Comunità montana, che è stata la scelta preferita dai Sindaci. Ovvero quell’istituzione che ha perso molte funzioni, che ha smarrito un orientamento sul territorio, che sembra spesso essere un organismo vuoto, sarà l’organo di gestione, affiancato anche da un organo di indirizzo a costo zero. Quindi non andiamo ad appesantire la già ingombrante e costosa macchina amministrativa e burocratica della Regione, sarà un organo di indirizzo fatto dalle istituzioni, fatte dalle associazioni degli ambientalisti, degli agricoltori, dell’Anpi.
In sostanza abbiamo scelto di utilizzare anche il personale della comunità montana per non appesantire di ulteriori oneri la nuova istituzione.
Ringrazio tutti coloro, sia della maggioranza che della minoranza, che hanno lavorato seriamente in questa Assemblea legislativa per arrivare ad una soluzione finale. Ringrazio soprattutto le associazioni che ci hanno creduto, che ci hanno garantito un supporto e che hanno avuto pazienza anche di quell’atteggiamento spesso poco decoroso che abbiamo assunto in battaglie strumentali a volte prive di contenuto.
Credo che oggi il primo passo sia stato fatto, abbiamo istituito la riserva. Pochi sanno che in questo atto c’è un percorso di attuazione di circa due anni, tra la predisposizione del piano regolamento e la sua adozione con il passaggio ultimo in Assemblea legislativa. Ci sarà tutto il tempo nella nuova legislatura, in un contesto magari di maggiore serenità, cioè senza la pressione elettorale alla quale tanti sono sensibili, per arrivare a fare anche qualche correzione in quella direzione che autorevolmente molti Consiglieri hanno auspicato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Tiberi.

Oriano TIBERI. Oggi il Consigliere Sordoni ed io del gruppo di Italia Centro siamo estremamente felici in quanto stiamo per approvare un atto amministrativo che due sedute fa metà Assemblea per affossarlo voleva rinviare in Commissione. E se non è passata questa volontà è proprio perché il collega Sordoni ed io ci siamo opposti ad un tale rinvio.
Oggi invece sembra che tutta l’Assemblea legislativa sia favorevole a questo atto amministrativo, per cui prendiamo atto che oggi la politica in questa Regione ha prodotto un compromesso accettato e voluto dalla gente e dal territorio.
Quindi, visto che Italia Centro è un partito che vuole portare avanti gli interessi della gente e del territorio, su questo atto amministrativo esprimiamo il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Il Consigliere Tiberi ci ha ora fatto riflettere, come altri Consiglieri, sulla valenza delle istanze dei territori. Ma purtroppo noi, che di lavoro dovremmo garantire la democrazia, nelle nostre esperienze poi impariamo che la democrazia non è esattamente quella che ad esempio in vicende come questa si manifesta.
La democrazia è fatta di teste, così ci hanno insegnato a scuola alle lezioni di educazione civica. Ma la democrazia che si è esplicata in questa vicenda, e che purtroppo si manifesta anche in molte altre vicende all’interno di quest’Aula, è fatta di diversi pesi e diverse misure.
Quando qui si parla di territori che hanno manifestato le loro opinioni, in realtà stiamo parlando di soggetti le cui teste pesano di più di quelle teste che non si esprimono. Infatti chi ha influito sulla modifica di questo processo non sono stati quei cittadini che si sono mobilitati in massa contro le previsioni che aveva avanzato la Giunta, ma sono state alcune teste come chi ad esempio ha rappresentato la Curia. Quindi non quei fedeli che hanno fatto sentire le loro pressioni chiedendo alla Curia stessa di rappresentarli perché, dicevano, che questa riserva crea loro problemi, ma chi nella Curia amministra i beni economici e quindi interessi specifici.
Allo stesso modo si sono mossi interessi di chi lì gestisce imprese individuali che producono determinati approcci economici.
Quindi sono state solo poche teste, che però hanno interessi molto consistenti, che hanno manifestato il loro interesse, mentre i cittadini individualmente non sono stati tenuti in considerazione nella loro quantità.
Il problema è che la politica a volte dovrebbe fare scelte che vanno al di là degli interessi contingenti ed immediati che vengono rappresentati e che tengono conto del futuro, delle generazioni che verranno, degli impatti ambientali che non pagheremo noi ma chi verrà dopo.
A volte si fanno delle scelte, come quella dell’istituzione di riserve naturali, che nell’immediato sembrano creare più problemi che altro, però poi se dieci anni dopo sul territorio andiamo a chiedere, magari anche a quelli che in un primo momento si erano detti contrari, come hanno vissuto in questo lasso di tempo la questione, abbiamo quasi sempre riscontri e ritorni positivi. Proprio perché quelle riserve naturali hanno magari prodotto reddito, economia, benessere, salute, qualità della vita, che nell’immediato, ripeto, non si esprimono perché nessuno pone l’attenzione su questo. Infatti nell’immediato molti pongono la questione del portafoglio, del ritorno economico immediato ad interessi specifici, mentre questi altri interessi si esprimono solo a consuntivo, ossia dieci anni dopo aver valutato cosa sia realmente successo con l’istituzione della riserva.
Questo è il motivo per cui mi accodo a quanto detto sua dal mio Capogruppo Brandoni che dal Consigliere Procaccini. Ossia che una riserva naturale è meglio che ci sia piuttosto che non ci sia, ma che questa sia considerare una vittoria per il territorio, permettetemi, non lo condivido affatto, questa è solo una sconfitta. Qui c’è stato un tentativo alto di fare qualcosa di interesse generale di fronte al quale, invece, si sono contrapposti interessi molto specifici e particolari. Quindi quest’Aula ha scelto di mediare, ma di mediare a ribasso rispetto agli interessi specifici piuttosto che agli interessi generali.
Questa è la sconfitta della politica, questa non è democrazia. Quando la democrazia smette di contare le teste e comincia a pesarle perde e muore. Qui dunque c’è la sconfitta della democrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La prima cosa che mi viene da dire è che quando sono entrato in quest’Aula con la qualifica di Assessore regionale vi erano nove aree protette, oggi siamo arrivati a dodici, e questa riserva di Roti è la terza dopo l’Oasi di Ripabianca e la Sentina.
E dire che si poteva fare ben altro. Perché, vedete, dai territori sono arrivate anche altre richieste, come quella dell’Alpe della Luna nel pesarese, della foce del Metauro su cui addirittura in quest’Aula mettemmo del quattrini in un bilancio di qualche anno fa…(…) Consigliere Giannotti, perché mi interrompe sempre, mi faccia parlare! Io non interrompo nessuno, pazientemente ascolto tutti, alle volte molto pazientemente!
Stamattina qui è stato fatto un inno alla sintesi politica. Ma, guardate, io non credo che la sintesi politica sia sempre un bene, ritengo che vada ricercata. Io ho imparato, e credo che voi l’abbiate imparato come me, che il far politica sia la necessità e la capacità di rappresentare interessi diversi. Però questi interessi alle volte possono essere portati a sintesi altre volte non è possibile, allora occorre scegliere. Per cui alle volte non prevale la forza della ragione ma la ragione della forza, perché per poter scegliere ciò che è più opportuno e necessario bisogna anche avere i numeri.
La proposta iniziale che la Giunta regionale ha licenziato tanto tempo fa non era una proposta che veniva dalle lobbies, era una proposta che aveva un fondamento scientifico. Arrivava dai territori ed era determinata da una certa parte, ma comunque la proposta della Giunta aveva un fondamento scientifico, aveva confini certi che corrispondevano ad altrettante zone da tutelare. Questa è la verità.
Dopodiché si è messo in moto questo modo di far politica – che qualcuno apprezza – e quindi siamo arrivati alla proposta attuale. Passiamo dai 3.200 ettari iniziali ai 1450. Ora ognuno vuol mettere il cappello, per tutti è stata una vittoria. Guardate, io non so se sia stata una vittoria, certamente non è stata una sconfitta.
Personalmente io non la vivo come una sconfitta, però faccio un’analisi di ciò che è accaduto. Qui ci sono state delle contraddizioni. Perché, vedete, se la Giunta regionale ha licenziato un atto come questo e contemporaneamente da parte della Provincia di Macerata viene rilasciata l’autorizzazione all’azienda faunistica, è del tutto evidente che in termini di rapporti qualcosa non ha funzionato, nel senso che una cosa escludeva l’altra. Se io comprendo quel territorio e tu contemporaneamente dai un parere favorevole all’istituzione a quel tipo di riserva ma concedi un’autorizzazione che cozza con quell’intervento è evidente che qualcosa non funziona.
Non so se volutamente o no oppure se ci sia stata troppo faciloneria, non lo so, so però perfettamente che anche altri hanno agito, come alcuni rappresentanti delle Istituzioni che con una mano hanno dato e con l’altra hanno tolto. E questo balletto è durato per circa due anni. Infatti il primo atto per l’istituzione di questa riserva è stato consegnato con le firme dal sottoscritto nella precedente legislatura, non in questa, sono cinque anni che rincorriamo questo atto. Per la verità il compromesso alto era stato raggiunto prima che io portassi la proposta in Giunta regionale, dove c’era l’unica esclusione del Comune di Matelica.
Poi io non ho seguito tutto ciò che è venuto dopo, lo ha fatto molto egregiamente il Consigliere Comi, e so bene le difficoltà che ha incontrato. Però non mi si dica che non si è anche stati sottoposti alla forza, alle spinte, alle pulsioni più retrive venute da alcune associazioni del territorio. Questa è la verità che ho sentito, che mi ha sfiorato, che ho sentito aleggiare, dunque oggi il compimento è questo.
E’ quello che volevamo? No! E me ne dispiace. Perché una realtà come Elcito non dovrebbe star dentro una previsione tutelata quale questa?! Anche se so bene che se l’avessimo inserita probabilmente la Curia avrebbe impugnato l’atto e non se ne sarebbe fatto nulla non solo di Elcito ma di tutto. Allora si è fatto un passo indietro.
E perché i luoghi della Resistenza non dovrebbero stare dentro?! Questo sarebbe stato il primo parco marchigiano storico e tutelato ma anche un parco della Resistenza.
Ma, guardate, sarà così, io penso che la storia e la ragione saranno più forti di qualsiasi altra cosa.
Io ho vissuto a metà degli anni ’90 da Consigliere provinciale la costituzione del parco della Gola della Rossa. Ricordo le frotte di cacciatori e di cittadini, ai quali furono dette le cose più assurde, che vennero da noi e ci minacciarono anche fisicamente, perché secondo loro “quel matrimonio non s’aveva da fare”, come avrebbe detto il Manzoni. Eppure venne fatto. Ma provate ad andare oggi in quei luoghi a dire torniamo indietro da quella scelta!
Voglio dire che ci sono delle ragioni più forti e testarde di qualsiasi altra pulsione, quindi questo sarà. Io sono certo che quei confini verranno allargati, sono certo che verranno riportati a quelli che dovrebbero e dovevano essere. Qui è stato fatto un taglio indecente – la dico così – rispetto alla scientificità della proposta, risponde solo a motivazioni meramente politiche. Ma quelle motivazioni cadranno sotto i colpi del buonsenso e delle necessità.
Se oggi in questa regione c’è una possibilità di sviluppo è proprio quella legata allo sfruttare, anche turisticamente, le sue bellezze naturali. Quindi mi sembra che qualsiasi altra cosa venga assolutamente meno a questo o comunque sia in grandissima difficoltà.
Quindi a me pare che noi oggi facciamo bene ad approvare questo atto, io ne sono assolutamente felice anche se non è l’atto che avrei voluto. Poi giudicheranno i cittadini, giudicheranno le associazioni, tutte, sia quelle che mi sono vicine che quelle che mi sono lontane, di chi sarà questa vittoria.
Ognuno qui mette il cappello su questa vittoria, ma io credo che alla fine la storia, in questo caso la storia amministrativa, farà giustizia di ciò che è accaduto. A quel territorio ritornerà ciò che gli si deve dare, ritornerà alla bellezza di quei luoghi ciò che gli compete. Nel tempo si capirà davvero – quando magari a nessuno in quest’Aula servirà più, alle volte infatti si valuta più il percorso personale che quello che dovremmo dare effettivamente ai territori – quello che abbiamo fatto e quello che potevamo fare. E sarà quello che inevitabilmente accadrà.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 83, così come emendato. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 208 (testo base)
del Consigliere Ricci
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 – Norme per la disciplina delle attività estrattive”

Proposta di legge regionale n. 223
del Consigliere Solazzi
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 – Norme per la disciplina delle attività estrattive”

Nuova titolazione: “Nuove norme in materia di attività estrattive e modifiche ed integrazioni alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 – Norme per la disciplina delle attività estrattive”

(abbinate)

(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 208 (testo base) ad iniziativa del Consigliere Ricci, abbinata alla proposta di legge n. 223 ad iniziativa del Consigliere Solazzi. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Anche questo atto, come quello che abbiamo appena votato, ha avuto un percorso abbastanza lungo in Commissione. E’ un atto che pur avendo pochi articoli si riferisce ad un settore molto delicato come quello dell’attività di cava, un settore economico molto rilevante.
Questa proposta di legge fa perno su tre elementi di fondo. Innanzitutto è una legge che non vuole aprire nuovi siti di cava. Inoltre agisce all’interno di quantitativi già previsti dalla programmazione regionale. Infine fa in modo che il fabbisogno di materiali per questa regione sia realmente reperito all’interno della regione stessa. Mi riferisco a quel fenomeno, che c’è specialmente nel pesarese, dell’arrivo di navi dalla Croazia con una media di 250 mila mc di materiali all’anno.
Quindi la situazione va corretta, ossia, se prendiamo il Piano regionale delle attività estrattive e ciò che ha prodotto in questi anni, è evidente che si coglie subito il rallentamento di alcuni territori di questa regione rispetto alla possibilità, non solo di assegnare attraverso bandi materiali estraibili a chi vince le gare, ma anche quelli realmente estratti, segnando quindi uno scarto notevole in alcuni casi davvero imponente tra province e province.
Macerata e Ancona hanno potuto assegnare in questi anni circa 15 milioni di mc, altri territori sono arrivati appena a 3. L’assegnazione non corrisponde sempre al materiale realmente estratto, ma c’è comunque uno scarto notevole.
Qualche anno fa in quest’Aula votammo una legge che in qualche modo cercò di rendere possibili ulteriori interventi per i materiali strategici nella realtà di Ancona, per cui anche con questa proposta di legge siamo riusciti a riequilibrare sempre all’interno dei quantitativi previsti.
Questa legge, infatti, non aumenta i quantitativi del PRAE né individua nuovi siti, agisce solo sulle cave attive alla data del PRAE e sui siti gravemente compromessi e che potrebbero essere individuati dalle Province quali nuovi poli estrattivi attraverso i piani provinciali.
Certamente è un sistema delicato e complesso che ha a che fare con interventi sull’ambiente, sono sempre ferite nelle montagne, tuttavia è un settore che in questo momento ha bisogno di essere rilanciato. Ci sono interventi di opere pubbliche di grande rilevanza che hanno bisogno di materiali.
Questa legge è molto stringata, ad esempio all’articolo 2 rende possibile, attraverso deroghe di carattere ambientale, l’attivazione di cave già esistenti sul territorio.
E’ chiaro che quest’Aula in futuro non dovrà non fermarsi solo a questo, ma dovrà rivedere, come detto anche in passato, la legge n. 71 che ha oltre dieci anni di vita. Sarà anche obbligatorio rivedere il Piano regionale delle attività estrattive – fra l’altro anche questo è un atto in scadenza – rispetto ai quantitativi.
In questi anni ci sono stati due step di intervento di modifica e di integrazione, ma nella prossima legislatura si dovrà comunque arrivare a rivedere sia la legge n. 71 che il PRAE nel suo insieme, ciò per capire fino in fondo il fabbisogno reale in questa regione di questi materiali, per capire se questo sistema economico potrà essere o meno rilanciato.
Oggi abbiamo portato in Aula un testo con due anni di ritardo. Un testo che ha visto un lavoro della Commissione anche molto approfondito per le dinamiche che ci sono attorno a questi temi.
Non abbiamo accolto nessun emendamento del CAL, in quanto erano tutti di carattere estensivo rispetto alla proposta di legge, ma sono comunque emendamenti che dovranno essere affrontati successivamente, ossia quando si prenderà in esame la riforma della legge n. 71. Infatti tutti quegli interventi rispetto ai materiali sovralluvionati dei fiumi o su altri materiali che non sono quelli di difficile reperibilità, abbisognano di un approfondimento della programmazione complessiva che sta appunto all’interno della legge n. 71 e del PRAE stesso.
Quindi ci sono cose che abbiamo rinviato, ma il CAL ha fatto comunque un buon lavoro, ha approfondito il tema, ripeto, ha fatto anche emendamenti sensati ma tutti tesi ad allargare questa proposta di legge che, invece, secondo me doveva rimanere ferma su un obiettivo minimo, cioè quello di evitare nuovi siti di cave ed utilizzare le cave già attive, senza dunque modificare i quantitativi previsti dal Piano regionale delle attività estrattive.
E’ dunque su questi temi che abbiamo costruito un articolato molto semplice che oggi viene sottoposto al voto di quest’Aula.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questo atto che stiamo per votare oggi in Aula è frutto, come ricordato anche dal relatore di maggioranza, di un lungo percorso di concertazione con le categorie e soprattutto politico all’interno della Commissione.
Sono stati affrontati molti temi, che ora non ripeto in quanto li ha già illustrati il collega Ricci, però anch’io voglio evidenziare che questo è soltanto un percorso transitorio in attesa dell’intera revisione del PRAE. Infatti la programmazione fatta sulla base della legge n. 71 del 1997 ha incontrato un problema fondamentale, ossia la contemporaneità dell’entrata in vigore di tutti i piani provinciali che ha creato appunto questa divergenza, soprattutto all’interno delle Province non ha messo in evidenza quali erano le criticità.
Ora interveniamo in modo tardivo su una programmazione di lungo corso, ma allo stesso tempo preludiamo già il percorso di modifica del PRAE che verrà affrontato dalla prossima amministrazione regionale.
Questo perché nel nostro territorio tale settore è comunque fondamentale, è un settore ad ampia tutela ambientale, era stato fortemente voluto da questa Regione già nella costruzione iniziale dove si era soprattutto evidenziata l’importanza della qualificazione degli imprenditori. Infatti questi negli anni si sono aggiornati adeguandosi anche alle normative europee potendo quindi raggiungere anche livelli di qualificazione Emas, per cui sono una garanzia di tutela del territorio.
Quindi la certificazione ambientale di aziende che lavorano sull’ambiente è fondamentale per dare queste risposte. L’unico problema è che a volte il conflitto all’interno della categoria stessa non aiuta la politica a risolvere i problemi. Però noi siamo comunque riusciti a mettere insieme tutte le parti e quindi a produrre un atto in piena democrazia.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Innanzitutto prendo atto che rispetto alle due proposte iniziali si è molto sfrondato, nel senso che inizialmente venivano compresi tredici materiali di escavazione poi si è scesi a ragionare principalmente sul calcare massiccio.
La riflessione che ho voluto fare in Commissione partiva da una esigenza di verifica dei risultati previsti nel PRAE, quindi dalla necessità che la Regione svolgesse la funzione propria di programmazione e di analisi degli usi e dei prelievi in questo settore.
Siamo partiti un anno e mezzo fa, quindi secondo me potevano riuscire a fare questo lavoro. Ma la Commissione in questo anno e mezzo, certamente anche a seguito delle osservazioni poste da Consiglieri ambientalisti come me ed il Consigliere Altomeni, è un po’ alla volta arrivata a limitare l’applicazione di questa legge, infatti, ripeto, si è poi ragionato principalmente sul calcare massiccio.
Però rimane ancora una questione fondamentale che mi rende impossibile non votare contro questa legge, ossia la deroga prevista al comma 2 dell’articolo 1 (che inserisce il comma 3 bis all’art. 6 della l.r. 71/97) in cui si stabilisce che le coltivazioni di cave per calcare massiccio può essere esercitato nelle aree elencate nella tabella 10 allegata al PRAE. Queste aree sono quelle dove il PRAE indica l’affioramento di calcare massiccio e che sono presenti in tutta la regione. Quindi di fatto questa forma di esenzione liberalizza l’escavazione su tutti i siti, addirittura scavalca quella gestione delle escavazioni prevista nei piani provinciali.
Non è possibile inserire decine e decine di siti che erano nelle previsioni generali del PRAE in quanto indicavano degli affioramenti, perché di fatto con una simile variante tutti rientrano ad essere possibili siti di escavazione. Qui senz’altro, seppure sia in un settore specifico, c’è una liberatoria generalizzata.
Inoltre non c’è nessun riferimento allo spirito per il quale gli stessi proponenti avevano pensato di attivare questa legge. Ovvero il fatto che in alcune province, soprattutto in quella di Pesaro, non erano state attivate cave di calcare massiccio, addirittura sul porto di Pesaro c’erano dei problemi ambientali legati all’importazione dalla Croazia di tale materiale.
Questa è un’apertura generalizzata, anche per il fatto, peraltro, che non è più vigente la contingentazione annuale, ossia la possibilità di escavazione è legata alle previsioni concessorie.
Qui si rischia che decine di siti individuati nel PRAE, che spesso sono in situazioni ambientali e di gestione molto difficili, vengano aperti, rischiando così di instaurare anche una conflittualità diffusa sul territorio.
Un conto è un sito individuato dai piani provinciali tra quelli previsti dal PRAE, un conto è andare a sdoganare tutti quelli previsti dal PRAE senza neppure quel percorso democratico che sottostà all’individuazione dei siti stessi nei piani provinciali. I piani provinciali delle attività estrattive sono infatti dei piani regolatori, quindi c’è un percorso di partecipazione popolare, di possibilità da parte dei Comuni di individuare tutte le criticità, di essere d’accordo o contrari.
Invece in questo modo, ripeto, noi liberalizziamo decine di siti individuati dal PRAE. Oltretutto andiamo ad inserire una serie di deroghe ma che per le cave sono impossibili. Perché? Il PRAE aveva indicato dei siti poi tra questi i piani provinciali guardano tutti quelli che non hanno dei vincoli ambientali. Invece noi qui diciamo che i vincoli ambientali, come quelli archeologici, di falda, di valenza naturalistica o faunistica, non contano, li andiamo a togliere. Però si fa con una legislazione – che poi interviene sulla programmazione e che deve tenere conto delle leggi nazionali – con delle deroghe e senza neanche raggiungere quegli obiettivi che ci eravamo prefissati inizialmente.
Quindi chiedo che l’articolo 3 bis, quello sulla possibilità di coltivazione di cave all’interno dell’allegata tabella 10, venga soppresso. E’ impensabile che tutti gli ipotetici affioramenti di fatto diventino potenziali cave, inoltre è impensabile che rimangano le deroghe.
Peraltro, un conto è fare avvisi pubblici per consentire varianti ai progetti già autorizzati o attivi alla data di approvazione del PRAE, ossia come a dire di aumentare la capacità di cava su progetti già esistenti, che io condivido, un conto è prevedere poli estrattivi nei siti compromessi da precedenti e rilevanti attività. Così messo in maniera generica potrebbero rientrare anche quelle zone che all’interno del PRAE non sono state neppure individuate. Per cui vi è una deroga addirittura al PRAE che è l’atto di programmazione regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Innanzitutto voglio dire che su questo tema pensavo ci fosse una discussione più appassionata. Ora non ripeterò le considerazioni fatte dal collega Binci, che condivido in toto, però voglio porre, e lo faccio con un invito accorato, un problema reale, che non riguarda più me in quanto tra pochi mesi non sarò più in quest’Aula ma riguarderà chi ci sarà.
Ogni volta che si pone il problema delle cave – come già accaduto in precedenza con l’altra vicenda che chiamiamo impropriamente, ma in maniera molto puntuale, vicenda Gola della Rossa (naturalmente la Gola della Rossa non è stata mai nominata in quella circostanza, ma ora è inutile fare opera di ipocrisia) – la questione con cui veniamo a confrontarci è che questa Regione – non so se sia un problema solo di questa Regione o di tutte le Regioni – è incapace di avere dati oggettivi e reali per fare una programmazione oggettiva e reale.
E questo è il problema che avevamo posto anche allora, tanto è vero che allegato a quella modifica, alla quale io personalmente votai contro, c’era un ordine del giorno che diceva proprio di mettere nelle condizioni per le prossime modifiche a questa legge e per le prossime programmazioni di avere dati reali di cosa succede in questa regione in tema di attività estrattive. E’ solo sui dati che si può fare la programmazione.
Cioè se io so qual è l’esigenza reale e non presunta, qual è la produzione reale e non presunta, qual è l’importazione reale e non presunta, e quanta parte di questa produzione e di questa importazione reale viene effettivamente utilizzata su questo territorio piuttosto che esportata su altri territori, poi solo con questi dati posso sapere qual è l’esigenza reale. Di conseguenza posso sapere se l’escavazione che viene fatta in questa regione è sufficiente o meno. E quindi se sono giustificati atti che ampliano l’escavazione in questa regione a fronte di importazione di materiali dall’esterno.
Questi dati non ci sono, i pochi che abbiamo sono forniti dagli stessi operatori del settore. Ma in passato abbiamo visto come non sempre i dati forniti dagli operatori di settore siano effettivamente oggettivi e reali come quelli che invece sarebbero necessari ad un ente come la Regione che deve fare la sua programmazione.
Quindi ancora una volta siamo intervenuti su una legge in base a supposizioni. Ad esempio supponiamo che la terza corsia richiederà materiali. In realtà all’interno di questo dibattito sarebbe stato ipocrita dire che avremo mirabolanti estensioni edilizie, sappiamo bene quanto il mercato edilizio sia in crisi quindi in realtà l’escavazione per quella finalità non giustificherebbe espansioni, però abbiamo comunque presunto una necessità che è presunta, e a fronte di questa necessità presunta abbiamo preso atto di una produzione e di un’importazione, quindi abbiamo dedotto, in maniera teorica, non empirica, che serve andare in deroga ad alcuni vincoli, che dobbiamo riaprire cave, insomma tutto quello che questa legge prevede.
Credo che questo non sia più accettabile, ripeto, è un problema non mio che non ci sarò più, anche se certamente sarà un problema mio come cittadino, ma di quest’Aula e di questa Giunta che dovranno dotarsi di strumenti seri rispetto alla programmazione delle attività estrattive.
E’ abbastanza significativo che subito dopo aver parlato di una riserva naturale e di aver discusso all’interno di quell’ambito di patrimonio naturale, di economia del turismo, di economia del paesaggio, ora parliamo di economia delle escavazioni che sono difficilmente compatibili a quelle altre discussioni che spesso facciamo.
Ma questo attiene alla schizofrenia della politica di cui tutti siamo vittime. Però se perlomeno si potesse ragionare su dati oggettivi e reali sarebbe già un passo avanti.
Quindi l’auspicio è che questa cosa sia possibile nel futuro, che chi si troverà a legiferare e a pianificare in futuro su questa materia abbia in mano dati reali e non dati che vengono forniti, non richieste che vengono sollecitate da chi sulla questione ha interessi molto specifici.
Anche qui infatti siamo esattamente nel discorso che facevo prima rispetto alla democrazia e di come la democrazia si conti per teste e non per peso. Anche qui, secondo me, siamo all’interno dell’ambito in cui la democrazia, la concertazione si valuta sul peso di poche teste che però sono più pesanti di tante teste che in democrazia pesano meno.
Questa è responsabilità di noi tutti, ma anche responsabilità dei cittadini che comunque ci votano nonostante continuiamo a fare valutazioni sul peso delle teste anziché sul numero delle teste. Ma questo è. Purtroppo la politica è l’espressione della società e se la società non sta bene anche la politica non sta meglio.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Consigliere Binci:
Sopprimere il comma 1.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/2 dell’Assessore Badiali:
Al comma 2 il comma “3 bis” è eliminato.

Fabio BADIALI. Presidente, lo ritiro.

Massimo BINCI. Allora lo faccio mio.

PRESIDENTE. A norma del regolamento è possibile. Lo vuole illustrare, Consigliere?

Massimo BINCI. Sì, perché praticamente con questo emendamento l’Assessore Badiali condivideva quello che dicevo io. L’articolo 3 bis stabilisce che la coltivazione di cave può essere esercitata nelle aree elencate nella tabella 10. Ma la tabella 10 del PRAE indica tutti i possibili siti di escavazione dove però c’è un minimo affioramento. E qui noi facciamo non un piccolo intervento, non facciamo un intervento puntuale, non facciamo un intervento sui siti già esistenti, per cui andiamo contro tutta la filosofia illustrata dal relatore.
Quindi chiedo di accogliere questo emendamento, altrimenti si creerà un sacco di problemi a tutto il territorio marchigiano.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/3 dell’Assessore Badiali:
Al comma 2 il comma “3 bis” è sostituito dal seguente: “3 bis. La coltivazione di cave, per calcari massicci, può essere esercitata anche nelle aree elencati nella tabella 10 allegata al PRAE, come esenti o esentabili.”.
Ha la parola l’Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. Con il comma 3 bis si dice che la coltivazione di cave per calcare massici può essere esercitata nelle aree elencate, ed io aggiungo che può essere esercitata “anche” nelle aree elencate nella tabella 10. Perché quei siti che sono all’interno della tabella 10 vanno bene, perché saranno esenti o esentabili secondo i piani provinciali, mentre quelli che non sono inseriti in quella tabella e che stanno attualmente scavando non sono inseriti, allora inseriamo “anche” in quanto fanno già parte di questo percorso.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Emendamento n. 1/4 del Consigliere Binci. Decaduto

Massimo BINCI. Vorrei illustrarlo.

PRESIDENTE. E’ stato approvato l’emendamento n. 1/3 quindi questo emendamento, Consigliere, è decaduto.

Massimo BINCI. No, non decade!

PRESIDENTE. Consigliere, ci sono fior di tecnici che applicano il Regolamento. Quindi, le ripeto, l’emendamento n. 1/4 è decaduto. (…) No, non può!

Emendamento n. 1/5 dell’Assessore Badiali. Ritirato.

Emendamento n. 1/6 dell’Assessore Badiali. Ritirato.

Massimo BINCI. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Bene, procediamo la verifica del numero legale. Apriamo la votazione.
Presenti: Bucciarelli, Badiali, Binci, Ciriaci, D’Isidoro, Giannotti, Mammoli, Mezzolani, Ortenzi, Santori, Sordoni, Viventi, Amagliani, Benatti, Cesaroni, Comi, Giannini, Lippi, Massi, Minardi, Procaccini, Solazzi, Tiberi
Assenti: Spacca, Altomeni, Brandoni, Brini, Bugaro, Parrucci, Natali, D’Anna, Donati, Luchetti, Mollaroli, Petrini, Pistarelli, Ricci, Rocchi, Romagnoli, Silvetti
Comunico il risultato: presenti n. 23, il numero legale è garantito, quindi procediamo.

Articolo 1.
Ha la parola il Consigliere Binci per dichiarazione di voto.

Massimo BINCI. Benché il Regolamento non mi sia mai propizio (!) voglio comunque intervenire su questo primo articolo. In esso, secondo me, ci sono dei termini contrari allo spirito per il quale la Regione deve operare, ossia quello della programmazione.
Qui si va a modificare con una norma generale la programmazione del PRAE. Inseriamo la funzione che riguarda l’individuazione dei siti nella programmazione dell’escavazione provinciale. Cioè con una norma di programmazione vogliamo ottenere dei risultati di gestione che non sono di nostra competenza, quindi svolgiamo una funzione impropria, che oltretutto è per tutelare interessi privati, quindi va al di fuori del buon spirito con cui devono essere fatte le leggi.
Ritengo che una norma come quella all’articolo 1 dovrebbe essere fatta dalla Giunta e non da un’azione lobbistica – seppure legittima, in America ad esempio le lobbies finanziano la politica –, peraltro bipartisan del Consigliere Ricci, del Consigliere Cesaroni, del Consigliere Lippi e di altri, che appunto vanno a promuovere, in una maniera secondo me che va oltre lo spirito che dovrebbe avere una programmazione, ciò che ha effetti di gestione.
Quindi azione legittima però ritengo che un’azione che interviene così fortemente sulla programmazione e sui siti debba venire non dai Consiglieri bensì dalla Giunta.
Qui ci vuole una Giunta che si prenda la sua responsabilità, ci vuole un’Assessore che si prenda la sua responsabilità e non chi invece subemenda una legge lobbista!

Leonardo LIPPI. Presidente, chiedo la parola per fatto personale.

PRESIDENTE. Consigliere Lippi, per fatto personale può intervenire solo a fine seduta. E’ in quel momento che dovrà chiedermi la parola.
Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 2/1 del Consigliere Binci:
Sopprimere la lettera b) del comma 1.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questo emendamento chiedo la soppressione della lettera b) del comma 1 che prevede poli estrattivi nei siti compromessi da precedenti rilevanti attività. Qui di fatto andiamo a intervenire su siti compromessi da precedenti attività prevedendo la possibilità di ripartire. Un aspetto che va proprio contro lo spirito della legge che dice “chi inquina paga, chi lascia un territorio devastato lo sistema, ecc.”.
Oltretutto non c’è nessun riferimento, come nella precedente lettera a), che io considero positivo ma che doveva comunque essere limitato a questo, dove si dice che si fanno avvisi pubblici per presentare varianti ai progetti già autorizzati in cui sia previsto l’ampliamento finalizzato al recupero ambientale. Poi alla lettera b) addirittura si prevedono poli estrattivi nei siti compromessi da precedenti rilevanti attività. Cioè si dice che ripartono le cave, ma non si capisce in che direzione, se di recupero o altro. A me sembra semplicemente un premio a chi ha lasciato il territorio in maniera indecente.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/2 del Consigliere Brini:
Il comma 4 è sostituito dal seguente:
“4. Le aree esterne ai perimetri dei bacini estrattivi delimitati dal PPAE, nonché quelle interne agli stessi e destinate, dai progetti di cave e torbiere e loro varianti, a strade di accesso, piazzali di manovra, opere di trasporto di acqua e di energia, opere di trasporto dei materiali, piste di arroccamento, opere per la sicurezza, sono esentate:
a) dagli stessi vincoli di tutela del PPAR da cui sono esentate le cave e torbiere servite dalle suddette opere.
b) dal divieto di cui all’art. 6, comma 3, lett. d) l.r. Marche n. 77/97.”.
Ha la parola il Consigliere Binci. (…) Ricordo ai Consiglieri, che evidentemente non hanno letto il Regolamento, che tutti i Consiglieri possono intervenire per dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti. Il Consigliere Binci l’ha chiesto quindi gli do la parola.

Massimo BINCI. In qualche modo questo emendamento riprende ciò che è previsto dalla legge. Però questo mi riporta alle motivazioni che ho fatto rispetto alla votazione precedente. Perché è necessario questo articolo? Proprio perché i poli estrattivi previsti alla lettera b) non sono previsti dai piani provinciali. Allora io a questo sono contrario, del resto come sono pure contrario al testo della legge proprio perché va a dare delle esenzioni a dei poli estrattivi non previsti nei piani provinciali.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.
Emendamento n. 2/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 2/3 del Consigliere Brini:
Aggiungere il comma 5:
“5. Si applica quanto previsto dai commi 3 e 4 anche ai siti di cava abbandonati o dimessi in situazione di degrado ambientale e paesaggistico, per i quali le Province definiscono le priorità di realizzazione degli interventi di recupero individuando metodi e quantitativi, esclusi dal computo dei livelli produttivi previsti dal PRAE, secondo appositi piani ed approva i programmi esecutivi, anche predisposti da privati, tali da qualificare gli stessi interventi come attività di interesse generale e quindi opere pubbliche.”.
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Massimo BINCI. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo alla verifica del numero legale. Apriamo le votazioni.
Presenti: Bucciarelli, Badiali, Binci, Natali, Ciriaci, D’Isidoro, Giannini, Lippi, Mammoli, Mezzolani, Petrini, Rocchi, Solazzi, Tiberi, Amagliani, Benatti, Bugaro, Cesaroni, Comi, Donati, Giannotti, Luchetti, Massi, Minardi, Ricci, Santori, Sordoni
Assenti: Spacca, Altomeni, Brandoni, Brini, Parrucci, D’Anna, Mollaroli, Ortenzi, Pistarelli, Procaccini, Romagnoli, Silvetti, Viventi
Comunico il risultato: presenti 27, il numero legale è garantito.

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Dichiaro il mio voto di astensione a questa legge ragionato in questi termini. Ritengo che questa Regione non possa andare avanti a sostanziali varianti – infatti questa è una sorta di variante alla legge n. 71 –
Questo è un settore molto delicato non solo perché ci sono indagini da parte della Magistratura ma anche perché va ad intaccare il tessuto organico dell’economia locale. Quindi non è possibile che si vada continuamente ad approvare leggi ad hoc – questa è un’altra legge fatta ad hoc come si fece anche lo scorso anno –.
E’ un metodo che quest’Aula deve assolutamente perdere. Qui stiamo facendo una variazione ad una norma che non è né generale né astratta. Sappiamo benissimo a chi si rivolge – così come fatto, ripeto, un anno fa –, sempre perché si dice che dobbiamo salvaguardare, e lo facciamo a ragion veduta, l’occupazione e l’impresa, ma non si possono fare norme con questi tipi di intendimenti.
Noi stiamo dando un pessimo esempio a tutta la collettività. Io non voglio fare il primo della classe, per carità, ci mancherebbe altro, di errori ne ho fatti tanti anch’io, sono corresponsabile, ma sinceramente, certo, non posso votare contro perché ci sono stati degli accorgimenti in questa legge, va dato atto rispetto a come era iniziata e rispetto anche al tenore di alcuni emendamenti che sono stati prontamente e opportunamente ritirati, però personalmente non intendo votare favorevolmente e quindi mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per riproporre la contrarietà ai due aspetti fondamentali. Cioè quello di cui all’articolo 1 che apre a tutti i siti di cave individuati nel PRAE, e quindi c’è un allargamento generalizzato. Quando invece per andare incontro alle proposizioni di chi ha presentato la legge sarebbe bastato inserire la deroga solo per le Province che non hanno siti di quel tipo di materiale (ciò che chiedevo con un mio emendamento) o siti estrattivi di calcare massiccio. Questo era lo spirito iniziale.
In questo modo creiamo una serie di possibili siti e di contenziosi, perché tutti i proprietari dei siti individuati nella tabella 10 del PRAE chiederanno l’attivazione di cave, che a sua volta l’ufficio non potrà più limitare.
Questa dunque è una legge che di fatto liberalizza, non va incontro alle funzioni di programmazione che sono proprie della Regione che, appunto, deve individuare in maniera precisa i bisogni.
Io non dico che non bisogna cavare, c’è un PRAE, ma se c’è un’esigenza specifica si fa fronte limitando l’esigenza specifica, quindi qui minimo la limitazione doveva essere nelle province in cui non ci sono siti di calcare massiccio. Sarebbe stata una limitazione specifica, dove appunto la programmazione dica che la gestione è delle Province e se tale gestione non permette di attivare nessun sito di cava di calcare massiccio poi magari noi daremo delle deroghe per permetterlo. In questo senso sarebbe stata più puntuale.
Invece con questa apertura generalizzata agli affioramenti di calcare massiccio probabilmente ci saranno i privati proprietari che apriranno dei contenziosi, dei ricorsi al TAR rispetto alla possibilità di escavazione.
Oltretutto non si capisce perché noi dovremmo dare deroghe rispetto a quello che propone la legge nazionale sulle cave. Con le deroghe ci sarà un contenzioso diffuso sia con i proprietari che con le popolazioni, proprio perché si riapriranno tutti gli spauracchi di decine di cave che in questo modo potrebbero essere riaperte. Per cui ci sarà anche un’ansia collettiva rispetto all’uso del territorio, rispetto ad una programmazione diversa dei territori. Certamente una gestione di valorizzazione storica, architettonica e paesaggistica sarà in contrasto con una gestione di questo tipo.
E’ per questo che i siti del PRAE vanno calati nella realtà dalle singole Province, ovvero quelle che conoscono meglio le programmazioni di sviluppo dei territori. Pertanto metteremo in contrasto anche le Amministrazioni locali, provinciali e regionali, proprio perché diamo dei criteri di intervento che stravolgeranno tutta la programmazione dei territori e le loro volontà.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Anch’io annuncio su questa legge il voto contrario del mio Gruppo. Il problema, purtroppo, è che gli effetti reali di questa legge li vedremo andando avanti.
Prima facevo l’esempio dei dati sulle escavazioni dicendo che non erano disponibili. Infatti qui purtroppo l’altro dato di cui siamo andati a caccia in questi mesi di discussione…

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere. Invito i Consiglieri e gli Assessori a prendere posto. E’ veramente una bolgia, il Consigliere Altomeni mi sta parlando a tre metri di distanza ma non riesco a sentirlo! Prego, Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Stavo dicendo che l’altro dato di cui siamo andati a caccia in questi mesi di discussione in Commissione è stato: “Con questa norma che cosa succederà sul territorio? Cosa si riaprirà o cosa non si riaprirà?”. Bene, i numeri che abbiamo sentito, ipotetici anche questi, sono stati i più vari. Infatti il problema di cui ho parlato prima, ovvero quello di carenza di dati, riguarda anche questo aspetto. Quindi ci ritroveremo a vedere gli effetti reali di questa legge quando ormai sarà troppo tardi per porci il problema sugli impatti reali.
Per cui probabilmente vedremo, come abbiamo visto in tanti di questi territori, situazioni dove magari i Sindaci fanno attività di pressione sugli enti superiori per sbloccare cave, per attivare cave, ecc., poi nel momento in cui questa cosa arriverà a compimento si troveranno in contrasto con i cittadini dei loro territori – qui ritorna la questione della democrazia delle teste e del peso – che improvvisamente si renderanno conto di ciò che sta succedendo sul loro territorio, cioè che una cava ormai dismessa viene riattivata, che una cava che non c’era viene aperta, che una zona paesaggisticamente rilevante e di valenza turistica viene devastata, ecc.. Sicché i Sindaci, posti di fronte alla realtà e alla protesta popolare, torneranno negli stessi luoghi dove erano andati a perorare le cause per dire “no, forse è meglio che non lo facciamo”.
Io temo conseguenze di questo tipo, e sono conseguenze che purtroppo non siamo stati in grado di valutare effettivamente proprio perché su ogni sito non sappiamo se questa legge inciderà o meno.
E questo, nel momento in cui un’Assemblea legislativa è chiamata a fare programmazione e a legiferare su una materia, è un problema.
Questa è la motivazione ulteriore che si aggiunge a quelle che ho fatto nell’intervento precedente. Ossia che è una legge estemporanea, non suffragata da dati. E’ una legge che personalmente collego, aggiungo ancora un elemento, in maniera preoccupante ad un altro atto, approvato alcuni giorni fa dalla Giunta, che riguarda la revisione dei confini delle SIC e delle ZPS. Allora qui c’è un problema, cioè che in un territorio di questa regione purtroppo si sommano in maniera casuale una serie di interventi che sono dal punto di vista ambientale, dell’impatto turistico, ecc. ecc., preoccupanti.
Questa legge, ce lo ricordava prima il Consigliere Silvetti, è una norma di carattere generale e astratta che però interviene su un territorio molto specifico, l’altra è una modifica ai confini delle SIC e ZPS che non è nemmeno generale e astratta perché interviene solo su un territorio molto specifico. Quindi è un assalto ad un territorio che ci preoccupa molto.
In quel caso ci ha preoccupato anche il metodo della democrazia per come le cose sono avvenute all’interno di una maggioranza che, invece, dovrebbe essere coesa e discutere le questioni. E qui la maniera non è molto diversa, questa infatti è una legge che non nasce nella Giunta ma da iniziativa assembleare sulla quale la Giunta è intervenuta.
Pertanto c’è un problema ambientale, c’è un problema di democrazia e un problema, che non attiene a quest’Aula ma ad altri luoghi, di rapporti interni alla maggioranza.
Per questi motivi il voto è contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Badiali.

Fabio BADIALI. Comprendo le preoccupazioni di tutti, si può fare sempre di più e meglio, ma sono convinto che questa legge darà delle risposte concrete alle esigenze che venivano dai territori.
Quando è stata presentata era una legge molto più corposa e sicuramente più invasiva. Però, grazie al dialogo, al confronto e alla concertazione, si è riusciti a portare questa legge in termini di normalità e di necessità. Non è una legge che aggredisce il territorio, è una legge che si rende conto che sui territori ci sono delle difficoltà che devono essere gestite.
Per cui, ripeto, capisco tutte le preoccupazioni, ma mi dispiace che il Gruppo di Rifondazione Comunista – ho ascoltato molto attentamente l’intervento del collega Altomeni – non possa trovare almeno una forma di astensione.
Sono pienamente d’accordo che su questi temi dobbiamo essere molto attenti, ma dobbiamo anche capire che il mondo esiste quindi dobbiamo cercare di controllarlo e di gestirlo. Se diciamo sempre di no sicuramente non faremo un buon servizio, certo, non dobbiamo neanche essere esagerati ed eccedere. Quindi per salvaguardare i territori occorre fare un percorso mediano, un percorso di buonsenso e di interessi reali.
Pertanto ritengo che questa legge rientri in questo criterio, in questa normalità. Certamente abbiamo bisogno di sempre più controlli, come pure di normative attente all’ambiente e al territorio, ma che diano anche la possibilità di continuare le operazioni in corso che dunque vanno portate avanti seguendo le regole e le leggi.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 208 (testo base), così come emendata. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi sull’ordine dei lavori.

Francesco COMI. Presidente, rispetto al punto 5), vorrei sottoporre all’Aula l’anticipazione del punto 6) relativo alle norme in materia di organizzazione del personale della Regione, che non possiamo rischiare di non approvare in quanto siamo già in grande ritardo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Siccome c’era l’impegno di fare anche le mozioni, a questo punto ritengo dovremmo rispettare l’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Certamente le faremo, Consigliere. Ora pongo in votazione la richiesta di anticipo del punto 6).

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 343
della Giunta regionale
“Modifiche all’articolo 22 della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 - Norme in materia di organizzazione e di personale della regione”
(Discussione e inizio votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 343 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Minardi.

Luigi MINARDI. La proposta di legge per la quale sono relatore di maggioranza viene a seguito della sentenza della Corte Costituzionale n. 252 del 2009 che impone alla Regione di adeguare alle disposizioni statali la disciplina in materia di addetti alle segreterie particolari dei componenti della Giunta regionale.
Quindi è con questa proposta che la Regione intende adeguare la sua normativa alle disposizioni statali. In particolare per quanto riguarda le persone esterne per le quali precedentemente non erano previsti i criteri con cui queste potevano essere sottoposte a contratto di co.co.co.
Questa proposta fa in modo che le persone esterne possano essere sottoposte a due tipi di contratto, il contratto a tempo determinato e a co.co.co., con l’individuazione di tre tipologie. Alla prima tipologia appartengono coloro che hanno una specializzazione universitaria. Alla seconda coloro che hanno avuto incarichi istituzionali pluriennali, in particolare: Parlamentari, Consiglieri regionali, Sindaci, Presidenti di Provincia, componenti di Giunte e degli Enti locali. Alla terza coloro che hanno avuto responsabilità almeno quinquennale in incarichi di responsabilità in enti pubblici, privati, società, fondazioni e associazioni.
Ovviamente questa proposta di legge non si limita ad inserire questi criteri solo per adeguarla alle disposizioni statali, ma stabilisce anche il trattamento economico per coloro che sono dipendenti della Regione. Inoltre questa norma fa sì che si possa prevede un inquadramento anche per il personale esterno da assumere per i Gruppi assembleari, adeguandola ovviamente a quanto stabilito per la Giunta, e per le segreterie particolari dell’Ufficio di Presidenza.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Essendo assente in questo momento il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli, apro la discussione. Se nessuno chiede la parola passiamo alla votazione.

Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 del Vicepresidente Petrini:
L’articolo 1 è sostituito dal seguente:
“Art. 1 (Sostituzione dell’art. 22 della l.r. 24/2001)
1. L’articolo 22 della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20 (Norme in materia di organizzazione e di personale della Regione), è sostituito dal seguente:
‘Art. 22 (Segreterie particolari dei componenti della Giunta regionale)
1. Per l’espletamento delle attività di collaborazione personale al Presidente, al Vicepresidente della Giunta regionale e agli Assessori sono istituite le segreterie, i cui organici non possono eccedere:
a) quattro unità per il Presidente della Giunta regionale;
b) tre unità per il Vicepresidente e gli Assessori.
2. Le segreterie, nello svolgimento dei propri compiti, non possono interferire nell’azione delle strutture né sostituirsi ad esse.
3. La Giunta regionale provvede, su proposta del Presidente, del Vicepresidente e degli Assessori, alla determinazione degli organici e alla nomina dei rispettivi responsabili e del personale addetto.
4. Alle segreterie possono essere assegnati dipendenti regionali e delle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del d.lgs. 16512001 o dipendenti di enti e aziende private in possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente.
5. Il rapporto di lavoro del personale di cui al comma 4 è regolato con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di diritto privato e trattamento economico omnicomprensivo, ferma restando la previsione di cui al comma 10.
6. Una unità di personale addetto a ciascuna segreteria può essere scelta tra persone esterne all’amministrazione e alla stessa può essere affidato anche l’incarico di responsabile. Il relativo rapporto è regolato:
a) da un contratto di lavoro subordinato a tempo determinato di diritto privato;
b) da un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, in relazione a particolari esigenze di consulenza della segreteria.
7. Ferma restando la spesa massima complessiva prevista per l’unità di cui al comma 6, in deroga all’organico di cui al comma 7 possono essere individuate due unità di personale esterne all’amministrazione. Con tali unità di personale possono essere instaurati alternativamente:
a) due rapporti di lavoro subordinato di diritto privato a tempo parziale, con prestazioni lavorative pari al 50 per cento di quelle a tempo pieno;
b) due rapporti di collaborazione coordinata e continuativa.
8. La Giunta regionale può nominare responsabile della segreteria anche una delle due unità di cui al comma 7.
9. La Giunta regionale provvede a conferire gli incarichi di cui alla lettera b) del comma 6 e alla lettera b) del comma 7 a soggetti che siano in possesso di una comprovata specializzazione, anche universitaria. Si può prescindere da tale requisito:
a) nei casi previsti dal comma 6 dell’articolo 7 del d.lgs. 16512001;
b) in caso di possesso di una particolare competenza derivante dall’aver ricoperto incarichi istituzionali pluriennali in qualità di parlamentare, consigliere regionale, Sindaco, Presidente di Provincia, componente degli esecutivi degli enti locali o altri incarichi di pari o superiore responsabilità;
c) in caso di possesso di una particolare professionalità maturata in incarichi di responsabilità o di consulenza coerenti con le funzioni da svolgere, di durata almeno quinquennale, presso enti pubblici o privati, ivi comprese società, fondazioni e associazioni.
10. II personale regionale assegnato alle segreterie è collocato in aspettativa non retribuita, con riconoscimento dell’anzianità di servizio per tutta la durata dell’incarico. Il personale di altre pubbliche amministrazioni o di enti e aziende privati è collocato in aspettativa non retribuita, con riconoscimento dell’anzianità di servizio per tutta la durata dell’incarico, ferma restando la compatibilità con i rispettivi ordinamenti. In caso di incompatibilità, è utilizzato in posizione di comando.
11. II trattamento economico omnicomprensivo che spetta al personale con rapporto di lavoro subordinato è fissato dalla Giunta regionale nel modo seguente:
a) per il personale regionale, delle altre amministrazioni pubbliche o di enti e aziende privati non in posizione di comando, tenendo conto del trattamento economico fondamentale spettante nei rispettivi ordinamenti e di un’ulteriore quota determinata, in relazione alle funzioni svolte, in misura non superiore all’importo previsto per la retribuzione di posizione di alta professionalità, come definito dalla contrattazione collettiva nazionale del comparto delle Regioni e delle Autonomie locali;
b) per il personale esterno, tenendo conto del trattamento economico fondamentale previsto dalla contrattazione collettiva nazionale del comparto delle Regioni e delle Autonomie locali per le corrispondenti categorie contrattuali dell’ordinamento professionale e di un’ulteriore quota determinata, in relazione alle funzioni svolte, in misura non superiore all’importo previsto per la retribuzione di posizione di alta professionalità, come definito dalla medesima contrattazione collettiva nazionale. La corrispondenza alla categoria contrattuale è definita in relazione al possesso del titolo di studio previsto per l’accesso dall’esterno dalla normativa vigente in materia di pubblico impiego.
12. Il compenso omnicomprensivo che spetta al personale esterno con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa è determinato dalla Giunta regionale in misura non superiore all’ammontare del trattamento economico massimo attribuibile ai sensi della lettera b) del comma 11.
13. Gli incarichi di cui al presente articolo cessano contestualmente alla cessazione dall’ufficio del Presidente o dei singoli componenti della Giunta regionale che li hanno proposti.”.
Se questo emendamento viene approvato decadono gli emendamenti dal n. 2 al n. 9.
Ha la parola il Consigliere Minardi.

Luigi MINARDI. Su questo emendamento, proposto dal Vicepresidente Petrini, non ho nulla in contrario, anche perché è totalmente identico al testo con l’aggiunta degli emendamenti che la Commissione ha elaborato. Quindi si limita alla riscrittura intera della proposta elaborata dalla Commissione con gli emendamenti proposti, cambiando solo un po' i commi e le lettere, ovvero trasformando in alcuni casi le lettere in commi.
Onestamente non so perché sia stato fatto, comunque non cambia la sostanza. Quindi a nome della Commissione posso dire che lo voteremo, tra l’altro ci porterà anche alla conseguente votazione finale dell’atto in quanto di fatto sostituisce gli otto emendamenti successivi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Io sono contrario a questo emendamento non solo perché ho presentato un emendamento che eventualmente decadrebbe, ma anche perché quando al comma 9 si parla di segreterie particolari dei componenti della Giunta regionale si dice che la Giunta regionale provvede a conferire incarichi nei casi previsti e tra i requisiti mette “particolare competenza derivante dall’aver ricoperto incarichi istituzionali pluriennali in qualità di Parlamentare, Consigliere regionale, Sindaco, Presidente di Provincia, componente degli Enti locali o altri incarichi di pari o superiore responsabilità”. Quindi si prevede che l’aver ricoperto un mandato politico, seppure ad alti livelli, è paragonabile ad un requisito tecnico. Ma io qui voglio dire che noi politici non siamo obbligati a smarcare, non siamo obbligati a certificare il fatto che siamo qui tutti i giorni, non ci viene fatta nessuna formazione, per cui essere Consigliere regionale di per sé non credo sia già una sicurezza di qualificazione o altro. Non c’è l’espletamento di nessun tipo di concorso, non viene fatta nessuna selezione.
Dunque questo è semplicemente un modo per far sì che la politica, che invece è bene rimanga nelle sue funzioni di rappresentanza elettiva, possa invadere campi che, appunto, non sono propri della politica. Ossia quei campi che si riferiscono all’occupazione delle dirigenze nei settori pubblici, nelle presidenze dei consigli di amministrazione, campi in cui si amministrano beni importanti come quelli dei trasporti pubblici, delle acque, dei servizi. Per cui se dovesse andare ad occupare quel ruolo un politico trombato, che non sa fare niente, che non ha nessun tipo di competenza, andrà solo a fare danni!
Inoltre, altra cosa importante, un politico in un ruolo tecnico potrebbe fare in modo che le questioni concrete e la gestione della vita quotidiana della gente sia vincolata all’appartenenza del partito a cui questo aderisce. Questo non è possibile! Sappiamo bene che chi viene indicato da un partito deve rispondere a quel partito, deve seguirne l’indirizzo, deve prenderne le posizioni.
Quindi ora presento un subemendamento alla lettera b) del comma 9, e direi anche alla lettera c) perché anche questo è un sottoprodotto della politica, infatti dice: “particolare professionalità maturata in incarichi di consulenze di durata almeno quinquennale presso enti pubblici e privati”. Qui si vuole legittimare la politica, gli ex politici, gli indicati dalla politica. Così facendo praticamente la pubblica amministrazione non si libererà più dalla…(...) No, Assessore Petrini, io dico solo che se si vuole prendere qualcuno magari, che ne so, lo si prende dall’ufficio di collocamento oppure anche qualcuno che si conosce la cui caratteristica, però, non può essere solo il fatto che abbia fatto politica; perché allora potremo anche mettere che deve aver fatto sport o un’altra cosa, così almeno starà poco in malattia! (…) Assessore, io sono assolutamente contrario, quindi ora presento un subemendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me le argomentazioni del Consigliere Binci sono un po’ fuori luogo, in quanto questa proposta, che riformula il testo originario, recupera addirittura un’ingiustizia. Infatti la sentenza della Corte Costituzionale – ascoltate, Consiglieri, perché questo interessa soprattutto a chi vuole rappresentare il mondo del lavoro, Consigliere Binci, quello che voglio dire potrà aiutare anche lei nella sua prospettiva di ulteriore rappresentanza nelle Istituzioni –, obbliga ad avere in tutte le segreterie regionali e degli enti locali, persone con la laurea, discriminando addirittura chi ha il diploma di scuola media superiore o, quando era in vigore, di licenza elementare.
Pertanto la formulazione proposta recupera in parte questa ingiustizia, non si potrebbe fare altrimenti. E’ in questo senso che va intesa, ed una concezione un po’ qualunquista rischia di far diventare chi rappresenta i partiti politici delle associazioni un po' a delinquere, però è ovvio che non è così.
Quindi dobbiamo approvare il testo con questa formulazione, che se non fosse per aggirare l’ostacolo – ieri in Commissione bilancio ho posto un quesito su questo – sarebbe proprio da stralciare e dare la possibilità a tutti di essere inseriti nelle segreterie.
Infatti che cosa succederebbe in virtù di questa sentenza? E’ che in assenza di questa formulazione un comandato da un ente locale, da un’azienda sanitaria, da una zona sanitaria, se non ha la laurea non può essere assunto, e questa sarebbe un’ingiustizia.
Per cui secondo me questa testo di legge recupera, dunque è per questo che la voteremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo alla verifica del numero legale.
Presenti: Bucciarelli, Amagliani, Benatti, Comi, Donati, Luchetti, Ortenzi, Procaccini, Rocchi, Altomeni, Badiali, Brandoni, D’Isidoro, Giannini, Minardi, Petrini, Ricci, Solazzi
Assenti: Spacca, Binci, Brini, Bugaro, Parrucci, Natali, Cesaroni, Ciriaci, D’Anna, Giannotti, Lippi, Mammoli, Massi, Mezzolani, Mollaroli, Pistarelli, Romagnoli, Santori, Silvetti, Sordoni, Tiberi, Viventi
Comunico il risultato: presenti 18, il numero legale non è garantito, la seduta è sospesa per un’ora.

La seduta è sospesa alle ore 13,05


La seduta riprende alle ore 14, 05

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego prendere posto. Eravamo rimasti all’emendamento n. 1/1/1 ora presentato dal Consigliere Binci. Ha chiesto la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Presidente, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Procediamo alla verifica del numero legale, anzi, senza neppure verificarlo, siamo solo in dieci quindi la seduta…(…) Prego, Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Presidente, mi scusi, ma voglio chiedere che la verifica del numero legale venga effettuata per chiamata in modo che sia messo a verbale, francamente in questi ultimi mesi stiamo dando uno spettacolo indecoroso. Qualche volta può accadere, ma ora è diventata una prassi non più tollerabile. (…) Lo so, Assessore, infatti io non faccio differenza, ognuno si assume le sue responsabilità. Qui infatti gli Assessori arrivano quando pare a loro, il Presidente c’è quando gli pare, i Consiglieri entrano ed escono a piacimento! Certo, un conto è la gestione dell’intera giornata, ma francamente stiamo dando sempre più uno spettacolo indecoroso
Quindi chiedo ufficialmente al Presidente di fare in modo che la prossima volta ci sia più attenzione, perché vede, Presidente, questo risultato è dovuto anche al fatto che troppo spesso in Aula c’è troppa confusione e dove ognuno ritiene opportuno fare quello che vuole.

PRESIDENTE. Bene, grazie Consigliere. Procediamo alla verifica del numero legale con il sistema tradizionale quindi a chiamata. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Certamente approvo ciò che ha detto il collega D’Anna, ma vorrei anche segnalare che il senso di responsabilità spetta sicuramente alla maggioranza, ma considerando che comunque oggi il Presidente Spacca – senza volerlo assolutamente giustificare – mi sembra stia in missione e quindi sta facendo il suo dovere; del resto abbiamo anche l’esempio di un Capo di Governo che ogni giorno dice di essere in missione per cercare di fare o non fare altre cose!
Comunque, ripeto, sono d’accordo con il Consigliere D’Anna, però cerchiamo tutti di essere un po’ più responsabili. Peraltro non mi sembra neppure molto virtuoso, come fanno tanti colleghi della minoranza, allontanarsi dall’Aula per far mancare il numero legale oppure perché magari è più comodo andare via prima! Quindi cerchiamo di non camuffare troppo e di dire le cose come stanno. Sicuramente ci sono colpe da parte di...

PRESIDENTE. Consigliera Ortenzi, per cortesia, non apriamo su questo una discussione...

Rosalba ORTENZI. Presidente, io ho solo fatto solo una dichiarazione che mi sembrava doverosa e rispettosa nei confronti di chi come me sta qui in Aula dall’inizio alla fine!

PRESIDENTE. E’ ovvio che esclusi coloro che sono giustificati in quanto in missione gli altri si devono prendersi ognuno la responsabilità di essere più o meno presenti.
Prego, Consigliere Altomeni, proceda all’appello.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali assente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni assente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna presente
Antonio D’Isidoro presente
Sandro Donati assente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi presente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani presente
Luigi Minardi presente
Adriana Mollaroli presente
Giulio Natali assente
Rosalba Ortenzi presente
Pietro Enrico Parrucci assente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci assente
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori presente
Daniele Silvetti assente
Vittoriano Solazzi presente
Franco Sordoni assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente



Fatto personale ai sensi dell’art. 53 del Regolamento interno


PRESIDENTE. Prima di comunicare l’esito della verifica del numero legale do la parola al Consigliere Lippi per fatto personale come da lui richiesto durante la trattazione della legge sulle attività estrattive.

Leonardo LIPPI. Presidente, in merito alle affermazioni del Consigliere Binci, certamente fatte in un momento accalorato e quindi non le reputo assolutamente offensive nei confronti miei e degli altri interlocutori, voglio solo evidenziare una questione fondamentale, ossia che la legge n. 71 per come è costruita è una norma che dà una garanzia estrema in merito alla tutela dell’ambiente. Se però ci troviamo nelle condizioni di doverla modificare è perché si sono verificate delle incongruenze con la programmazione generale di base che hanno messo fuori mercato le nostre aziende territoriali, al punto che c’è una penetrazione di materiali che proviene da fuori regione. Quindi le aziende della nostra regione hanno concorrenza sui materiali inerti, che però in una fase di crisi economica come quella attuale mette in pericolo posti di lavoro e di conseguenza famiglie che potrebbero rischiare di non avere più il sostentamento per andare avanti.
Questo atto è stato dibattuto, discusso e soprattutto approfondito tecnicamente in Commissione, quindi a livello di dibattito in Aula la sensazione giusta non può avvenire con emendamenti sterili, non approfonditi e discussi.
Pertanto la questione è in questi termini, nulla quaestio con il Consigliere Binci, assolutamente, questo lo voglio dire perché con lui abbiamo fatto tanti dibattiti anche in Commissione, ma comunque reputavo necessario precisare ciò che ho detto poc’anzi proprio perché all’interno della Commissione la volontà era unanime e quindi è stata poi rappresentata anche in quest’Aula.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere Lippi. Comunico ora l’esito della verifica del numero legale: presenti 19 Consiglieri, il numero legale non è garantito, quindi la seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,15