Resoconto seduta n.160 del 14/12/2009
SEDUTA N. 160 DEL 14 DICEMBRE 2009


La seduta inizia alle ore 10,30



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 159 del 1° dicembre 2009, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno.
E’ stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 354/09, in data 10 dicembre 2009, ad iniziativa dei Consiglieri Luchetti, Mollaroli, concernente: “Testo unico delle disposizioni legislative in materia sanitaria’’, assegnata alla V Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente petizione:
- n. 6/09, ad iniziativa di Pieri Manuela, Boria Umberto, Burattini Davide, Gasparini Daniela, (seguono n. 950 circa cittadini), concernente: “Centrale Termoelettrica a ciclo combinato da 870 MWe nell’area industriale zipa in comune di Corinaldo”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
E’ stata presentata la seguente mozione:
- n. 391/09 dei Consiglieri Bugaro, Giannotti, Silvetti “Realizzazione centrale Turbogas Edison comune di Corinaldo”.
II Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 28 in data 30 novembre 2009: “Modifiche alla legge regionale 26 maggio 2009, n. 13 ‘Disposizioni a sostegno dei diritti e dell’integrazione dei cittadini stranieri immigrati”;
- n. 29, in data 30 novembre 2009: “Modifica alla legge regionale 8 ottobre 2009, n. 22 ‘Interventi della Regione per il riavvio delle attività edilizie al fine di fronteggiare la crisi economica, difendere l’occupazione, migliorare la sicurezza degli edifici e promuovere tecniche di edilizia sostenibile”;
- n. 30, in data 7 dicembre 2009: “Nuove norme in materia di attività estrattive e modifiche ed integrazioni alla legge regionale 1 dicembre 1997, n. 71 “Norme per la disciplina delle attività estrattive”.
Il Presidente della Giunta regionale ha inoltre promulgato il seguente regolamento regionale:
- n. 8, in data 30 novembre 2009: “Modifiche al regolamento regionale 4 agosto 2009, n. 5 `Disciplina della composizione e delle modalità di funzionamento dei comitati di partecipazione dei cittadini alla tutela della salute attuazione dell’articolo 24, comma 4, della legge regionale 20 giugno 2003, n. 13".
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 30 novembre 2009, le seguenti deliberazioni:
- n. 1996 “Art. 29, comma 2 della I.r. n. 3 1/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 22.250,00'’;
- n. 1997 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31 2001 - Variazione compensativa ai Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 30.000,00'’;
- n. 1998 “Art. 29, comma 2 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensati al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1971/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 267.000,00”;
- n. 1999 “Art. 29, comma 2, della l.r. 31í2001 Variazione compensa compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1971/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 10.000,00”;
- n. 2000 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed interazioni €. 42.33,20'’;
- n. 2001 “Art. 43, comma 2, della l.r. n. 37/2008 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. Spese di personale. €. 134.024,00”;
- n. 2002 “Art. 26, comma 1, della l.r. n. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Spese di personale. €. 32.500.00'’;
- n. 2003 “Art. 29, comma 1, della l.r. 31/2001 - Art. 26, comma 2, della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 10.000,00. Modifiche tecniche al POA”;
- n. 2004 “Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 - Art. 26 comma 1 e 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Spese di personale. €. 68.000.00'”;
- n. 2005 “Attuazione dell’art. 3 della l.r. 2 novembre 2009, n. 26 concernente “Norme per la valorizzazione degli archivi storici dei partiti politici, dei movimenti politici, di personalità politiche e dei sindacati”;
- n. 2006 “Art. 22 della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva di cassa per l’integrazione dello stanziamento di cassa ai capitoli di spesa del bilancio 2009. €. 68.000.00'’;
- n. 2007 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa ai Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 60.000,00. Modifiche tecniche al POA”;
- n. 2008 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 10.500,00”;
- n. 2009 “Art. 20, comma 3 della l.r. n. 31/2001 art. 27 della l.r. 38/2008 - Variazione compensativa di €. 25.600,00 e modificazioni tecniche al Programma operativo annuale per l’anno 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 13.698.441,53";
- n. 2011 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2008 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 50.000,00”;
- n. 2012 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 3112001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1917/2003 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 34.000,00'’;
- n. 2013 “Art. 29, comma 1 della l.r. n. 31/2001 - Art. 26, comma 2 della l.r. 38/2008 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2009 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di enti e soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 395.100,00";
- n. 2014 “Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2009 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1911/2008 e sue successive modificazioni. €. 49.567,02'’.
Ha chiesto congedo l’Assessore Carrabs.


Commemorazione in memoria del dipendente Anacleto Gentilucci.

PRESIDENTE. Prima di iniziare i lavori voglio ricordare il nostro collaboratore Anacleto Gentilucci che purtroppo ci ha prematuramente lasciato dopo aver prestato servizio per trentasei anni presso questa Assemblea legislativa.
Anacleto è stato per tutti i suoi amici e colleghi una presenza certa e affidabile, una persona onesta, laboriosa, sincera. Aveva assunto servizio presso il Consiglio regionale nel 1972, quindi all’inizio dell’esperienza regionale, per cui con i primi protagonisti di questa vicenda ha indubbiamente concorso alla formazione di quella che oggi è la nostra realtà regionale.
Lo ricordiamo come una persona disponibile, responsabile, estremamente legata al lavoro, affidabile. Lavoro a cui ha dedicato sacrificio oltre che tempo percorrendo ogni giorno 140 chilometri, andando da Matelica, dove viveva, fino all’Assemblea legislativa.
Un impegno che l’ha portato in molte occasioni a rappresentare con capacità ed esperienza l’Assemblea legislativa nelle riunioni del coordinamento degli uffici amministrativi e contabili della Regione Marche.
Era una persona molto legata alla sua famiglia, un padre premuroso, un figlio e marito molto affettuoso.
Ora penso di interpretare i sentimenti di tutti se mandiamo a sua moglie Fortunata e alle figlie Bianca e Marta le vostre e le mie più sentite e sincere condoglianze.
Ricordandolo con affetto vi chiedo di osservare un minuto di silenzio.

(L’Assemblea legislativa osserva un minuto di silenzio)

Comunicazioni del Presidente dell’Assemblea legislativa regionale in merito all’aggressione di cui è stato vittima il Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi
(Votazione Risoluzione)

PRESIDENTE. Prima di iniziare i lavori voglio anche esprimere da parte di tutti solidarietà al Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi per i fatti accaduti a Milano.
Riteniamo che questi comportamenti, da qualunque parte avvenga e per qualunque motivo, siano inaccettabili. E’ vero che viviamo un momento particolarmente teso nei rapporti politici, nei rapporti sociali, ma credo veramente che dobbiamo respingere questi comportamenti che, ripeto, in una democrazia sono inaccettabili. Dobbiamo richiedere con forza che si torni ad un confronto civile e ad una situazione nazionale in cui il confronto avvenga sulle idee e non quindi basato sulla violenza.
Sulla base di quanto discusso e concordato nella Conferenza dei Capigruppo credo che il Capogruppo Pistarelli presenti ora una risoluzione. Prego Consigliere.

Fabio PISTARELLI. Presidente, chiedo la parola a nome di tutta la Conferenza dei Capigruppo in quanto è lì che è stato condiviso un unico documento. Documento che in questo momento sta girando per i banchi per raccogliere le firme, quindi appena pronto ne farei non solo una iscrizione immediata…

PRESIDENTE. Consigliere, non serve iscriverla, se me la fate avere la leggo e la votiamo immediatamente.

Fabio PISTARELLI. Bene, se ora il testo è pronto affiderei la lettura al Presidente dell’Assemblea legislativa proprio perché è un documento di tutti i Capigruppo.

PRESIDENTE. Do lettura della risoluzione.
“L’Assemblea legislativa delle Marche
Appreso della gravissima aggressione di cui è stato vittima il Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi a Milano il giorno 13 dicembre scorso;
Esprime ferma condanna dell’atto di violenza compiuto;
Respinge i tentativi di ingenerare un clima di odio e di contrapposizione violenta che stanno caratterizzando questa fase della vita politica italiana, ritenendo che il rispetto, il confronto civile ed il dialogo siano fondamentali elementi del dibattito politico, sociale, culturale;
Conferma che va superato il deprecabile clima di odio che è cosa diversa dalla legittima possibilità di indicare soluzioni alternative politiche sociali e istituzionali;
Si impegna a trasmettere la presente risoluzione al Governo come formale atto di condanna dell’aggressione e solidarietà al Presidente del Consiglio.”.
La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge n. 350
della Giunta regionale
“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2010 e pluriennale 2010 e 2012 della Regione Marche (Legge finanziaria 2010)”

Proposta di legge n. 351
della Giunta regionale
“Bilancio di previsione per l’anno 2010 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012"

(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 350 ad iniziativa della Giunta regionale e la proposta di legge n. 351 ad iniziativa della Giunta regionale. Così come prevede il Regolamento interno la discussione è unificata mentre la votazione avverrà in momenti separati. Comunico all’Assemblea che durante l’intervento dei relatori verranno chiuse le iscrizioni a parlare.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni. (…) Prego, Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Scusi, Presidente, solo una precisazione. Non sarebbe il caso che l’Assessore competente fosse in Aula durante la discussione del bilancio? Penso sia un atto dovuto!

Giuliano BRANDONI. Intanto inizio a parlare, poi quando l’Assessore arriva ascolta quello che trova! (…) Ritengo che, contrariamente al Consigliere Bugaro, l’esercizio di autorevolezza ed autorità dell’Assemblea legislativa avviene anche rispettando gli orari e i tempi, quindi semmai sarà l’interlocutore a rincorrere le parole. Posso Presidente?

PRESIDENTE. Prego, Consigliere. Intanto stanno chiamando l’Assessore.

Giuliano BRANDONI. Vorrei cominciare questa mia relazione raccontando una fotografia, quella che oggi campeggia sul giornale regionale “Il Messaggero”. E’ la fotografia della cena del piatto vuoto che gli operai dell’Antonio Merloni hanno organizzato ieri 13 dicembre. Credo che questa fotografia rappresenti il contesto e il significato della difficoltà in cui si inserisce quest’anno la manovra di bilancio.
Il contesto è noto: 2 milioni di disoccupati superati poche settimane fa, un vertiginoso aumento della cassa integrazione, la contrazione generale del PIL, e così via via potremmo continuare ad elencare.
Oltre a questo c’è un’azione del Governo nazionale che nei confronti delle Istituzioni locali, delle Regioni in primo luogo, a voler essere benevoli è particolarmente ingeneroso. Basterebbe ricordare i tagli dei trasferimenti alla sanità, alla scuola e soprattutto al sociale. Tagli che faranno mancare risorse importanti al bilancio regionale.
Tutto ciò valorizza l’impegno di questa finanziaria regionale. Lo valorizza non solo perché le azioni già realizzate e costruite dalla maggioranza in questo momento fanno sì che in questa Regione il saldo occupazionale, nonostante il vento di crisi, non sia negativo, ma anche perché i contratti di solidarietà e gli interventi come gli ammortizzatori in deroga hanno prodotto il mantenimento della coesione sociale. Quel mantenimento che non solo è un obiettivo politico necessario, ma è anche una condizione di politica e prospettive economiche.
Questo è il quadro.
La finanziaria, inoltre, in qualche modo ha l’occhio per l’oggi e per il domani.
Tolti i trasferimenti e l’impegno della sanità – oltre 2 miliardi e 600 milioni è l’impegno finanziario di questa Regione che occorre per il mantenimento del sistema sanitario – ci sono ben oltre 700 milioni che riguardano tutti i settori.
E’ utile ricordare che avviene in un percorso particolarmente virtuoso su due versanti, il primo è il trend del debito finanziario della nostra Regione. Noi partiamo con un livello di debito nel 2004 di oltre 1 miliardo di euro e oggi arriviamo ad un livello (prospettiva al 31 dicembre 2010) che si attesterà attorno ai 770 milioni. Quindi una contrazione di oltre il 25% con un il livello di interventi che significativamente determina il dato occupazionale.
Oltre a questi 700 milioni inseriti complessivamente in questa finanziaria, abbiamo i trasferimenti statali – ahinoi, in riduzione – che sono attorno ai 255 milioni, mentre i trasferimenti comunitari si attestano attorno ai 200 milioni di euro. Quindi un ammontare di risorse, cosiddette libere, che stanno sul miliardo di euro.
E’ un quadro che ovviamente deve misurarsi con i bisogni nuovi e diversi.
E’ una finanziaria, dicevo, per l’oggi e per il domani. E la finanziaria per l’oggi è testimoniata dal percorso che ha accompagnato la realizzazione del documento, attraverso un confronto attento con le organizzazioni sindacali, un confronto che ha prodotto un documento d’intesa che rafforza tutte misure che già a questo livello erano state messe in campo, gli incentivi ai contratti di solidarietà, le assunzioni a tempo indeterminato, gli incentivi alle imprese per la stabilizzazione dei cosiddetti contratti a termine, l’esenzione dei ticket per i lavoratori che si trovano in cassa integrazione o in mobilità. Quindi un’azione che guarda con particolare attenzione al lavoro e al suo mantenimento come elemento essenziale e straordinario su cui basare il processo della ripresa.
Dentro questo i lavori della Commissione hanno fatto attenzione a quanto l’Assemblea legislativa ha via via elaborato. Possiamo infatti vantare una posta finanziaria interessante per una legge, quella che favorisce i consorzi di lavoratori delle aziende in crisi. Quindi è un processo di recupero produttivo anche nelle situazioni più gravi e di indirizzo e di programmazione.
Ciò ad esempio di quel percorso che si è prodotto e che si potrà produrre ancor meglio se i lavori dell’Assemblea legislativa e della Commissione in questi due giorni saranno attenti e acuti a focalizzare l’azione esattamente sulle questioni centrali.
Io la definirei una finanziaria senza fronzoli, in qualche modo in queste ore anche liberata da ulteriori orpelli di carattere normativo. E’ infatti soprattutto concentrata sulla crisi dentro un percorso, come ho provato a dire, anche in controtendenza. E’ un percorso in controtendenza proprio perché prova ad ascoltare il mondo del lavoro.
Oltre a questo vorrei ricordare un punto di discussione politica, oltre che di confronto con la soggettività economica e produttiva della nostra regione, che riguarda in particolare il sistema fiscale.
Ora, di fronte alle lunghe ed articolate promesse che arrivavano dal Governo nazionale di attenzione all’impresa, a cominciare dalle varie proposte di interventi e di riduzione dell’IRAP, e di fronte al topolino partorito dalla Finanziaria nazionale – anzi, dal topolino finto che non cammina, visto che l’IRAP è stata più volta annunciata e mai ritoccata –, nella nostra finanziaria vi è quell’intervento importante che collega un intervento di riduzione fiscale ad un richiamo di responsabilità sociale delle imprese.
La riduzione dell’IRAP non è generalizzata è bensì concentrata ad atteggiamenti virtuosi dell’impresa, e lo è soprattutto sul settore del lavoro a partire da una premialità collegata in maniera decisiva alla stabilizzazione e all’incremento dei posti di lavoro.
A me pare un compromesso nobile, un compromesso adeguato che però, paradossalmente, trova un ostacolo pesante proprio da quei settori del mondo produttivo, la Confindustria in particolare, che invece da provvedimenti di questo tipo avrebbero da avvantaggiarsi due volte, sia in maniera diretta con la riduzione del carico fiscale, sia in maniera indiretta con la valorizzazione della funzione sociale dell’impresa.
Questo denota un certo clima ed una situazione e direi denota ancora di più – spero che il dibattito su questa finanziaria diventi soprattutto un dibattito politico – la necessità, che via via dovremmo affrontare in maniera efficace, di un ruolo pubblico importante e deciso nell’economia. Senza questo ruolo la testimonianza data dal dibattito sull’IRAP, cioè dall’atteggiamento così chiuso ed egoistico di settori che dovrebbero essere trainanti del sistema marchigiano, ci conferma la necessità di un’azione fatta di programmazione.
In effetti questa finanziaria dentro ha anche gli elementi della programmazione. Ho parlato dell’IRAP, ora ricordo quelle azioni altrettanto importanti che riguardano il finanziamento degli accordi per il mondo artigiano e del lavoro ed il percorso di valorizzazione delle leggi che abbiamo prodotto.
E’ in questo quadro che la nostra finanziaria può rappresentare una finanziaria di speranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei iniziare con una battuta, la relazione del Presidente di Commissione Consigliere Brandoni è significativa proprio perché simbolica, paradigmatica del clima pre-elettorale, fatto di attesa e di speranza per gli esiti delle trattative in corso sulle liste e sulla coalizione, fatta di poche certezze sulle quali comunque aggrapparsi. Sicché la relazione del Presidente Brandoni sotto questo profilo è stata proprio impeccabile, è infatti la fotografia dell’attuale centro-sinistra: poche certezze e molte speranze e trattative in corso.
Il bilancio è un po’ la stessa cosa, vi sono infatti molte trattative in corso, poche certezze, è un quadro ancora da definirsi. Per quanto concerne la politica regionale è un bilancio sostanzialmente come quello degli altri anni, nessun intervento di sistema, nessuna riduzione dei veri sprechi, nessun concreto aiuto a famiglie e imprese, è una politica di mera sopravvivenza in attesa del tempo che verrà, cioè delle elezioni regionali del 2010.
Appaiono scarsi gli interventi in materia di innovazione, di ricerca, come pure le misure di supporto alle riconversioni e alle ristrutturazioni produttive, e questo anche in quella fase del sostegno alle misure anticrisi, cioè quelle che sono state concordate con il Governo nazionale.
Non c’è niente che guardi avanti, non c’è niente oltre questo anno horribilis – così come definito dalla Giunta –. Manca uno sguardo in prospettiva che probabilmente, appunto, è per il fatto dell’appuntamento elettorale che fagocita tutto. Tant’è che in questo bilancio non mancano provvedimenti volti ad accontentare questo o quel territorio, questa o quella comunità, c’è una distribuzione di fondi a pioggia per i soliti interventi di facciata, interventi minuti, interventi puntiformi che sicuramente non sono degni di un bilancio che dovrebbe invece guardare alla prospettiva.
Non mancano i soliti equilibrismi contabili sulle entrate, che sono sovrastimate, ci sono entrate pregresse insussistenti, ci sono spese sottostimate oppure risorse o mutui impropriamente utilizzati, ci sono debiti nascosti.
A proposito di entrate va assolutamente segnalata la farsa sull’IRAP. Riducendo l’IRAP alle sole imprese che assumono si fa veramente una cosa che oggi è considerata, al di là di ogni appartenenza politica, una provocazione. Oggi ci sono imprese che assumono?! Oggi ci sono imprese che difendono la propria occupazione, che cercano di superare il momento di difficoltà e di guardare avanti mantenendo quello che c’è. Allora quando si scrive che si riduce l’IRAP, peraltro per scaglioni, un dettaglio solo per coloro che aumenteranno i livelli occupazionali, si fa veramente una cosa che, ripeto, è una provocazione, se non addirittura una farsa.
Per cui su questo è più che comprensibile il dissenso delle associazioni di categoria e delle forze sociali.
Non è neppure vero un altro aspetto, ossia che i conti sono a posto. Le alchimie continuano, esse sono presenti in questo bilancio, si nascondono debiti che riguardano diritti dei creditori inclusi nei residui passivi.
Va ricordato, a chi ne avesse perduto la memoria, che in questa legislatura in sede di rendiconto sono già stati cancellati dalle scritture debiti regionali per più di 90 milioni di euro, a cui si fa fronte con stanziamenti annuali sotto le mentite spoglie di controversie. E’ una nota ricorrente e pratica di questa Amministrazione che appunto applica in maniera distorta i princìpi contabili.
Ho detto che è un bilancio elettorale e quest’anno appare più che mai opportuno definirlo in questo modo.
Ad esempio si guardi la tabella C allegata alla finanziaria. E’ da qui che inizierei l’analisi di dettaglio del bilancio 2010, in essa vi troviamo di tutto, è un elenco lunghissimo che va dal contributo straordinario al Comune di Mombaroccio fino ad Apecchio, Urbino, Montefalcone Appennino con l’area del tiro a segno, Gagliole. Insomma sono veramente tanti ed alcuni addirittura anche divertenti.
Ripeto, basta leggere la tabella C, scorrerla soprattutto dall’UPB 42502 in avanti, c’è una sequela di interventi che a volte sono anche sorprendenti, vedi quello per il Comune di Serrungarina che deve sistemare la palestra! Ma quanti altri Comuni devono sistemare palestre, edifici e strutture pubbliche! Qui Serrungarina questa volta è riuscita a superare tutti in volata raggiungendo la consistente cifra di 150 mila euro. Inoltre ci sono 60 mila euro per Montegrimano Terme per la messa in sicurezza dell’immobile palazzina del turismo, 100 mila euro per il Comune di Chiaravalle, 440 mila euro per il Convento dei Frati Zoccolanti del Comune di Morrovalle – comune della nostra Consigliera Giannini, già segretario regionale del PD, quindi al Comune di Morrovalle vanno 440 mila euro forse per la valenza della Consigliera che ne è cittadina! –.
Potremmo andare avanti a lungo, ma mi fermo per carità di Patria, dico solo che è un festival di autorizzazioni di spesa, che se non sono spot elettorali o favori pre-elettorali ditemi voi che cosa altro possono essere o che programmazione possono incarnare e interpretare!
C’è stato anche il maxi emendamento della Giunta senza copertura, un po’ quello che in più di un’occasione hanno svolto in sede di bilancio le manovre di Giunta.
Proseguo nell’analisi. La finanziaria è piena di norme contrarie a quello che invece stabilisce la legge sulla contabilità regionale, sono norme sostanziali che cambiano e modificano.
Segnalo quindi un’altra cosa grave oltre l’IRAP, ossia la questione sulla dirigenza, che è una cosa diversa, riguarda l’Istituzione, la sostanza di come dovrebbero essere svolte le selezioni per le dirigenze di questa Istituzione. Con l’articolo 10 della legge finanziaria si modifica la legge n. 20, nel senso che basterà un concorso per soli titoli, neppure per esami, per diventare dirigente. E non ci si è limitati solo ai nostri funzionari, lo si è aperto anche agli esterni. Si può prendere personale senza concorso solo per titoli! Allora, se l’IRAP è una provocazione e una farsa, questa è una cosa che fa addirittura indignare! Lo abbiamo già detto in sede di Commissione, lo voglio ribadiamo ora in quest’Aula e lo faremo con emendamenti precisi. Non è possibile scardinare un sistema di regole istituzionali, un sistema di selezione che fino ad oggi è stato il succo, la polpa del rispetto degli incarichi istituzionali più alti, incarichi che devono essere di garanzia per tutti, incarichi che devono essere di merito e di competenze.
Altre cose in dettaglio sulla relazione di bilancio. L’articolo 16 ribadisce i CREA (Centri regionali per l’assistenza alle imprese). I CREA sono ormai datati 2003, allora cosa è successo fino ad oggi? Da parte dell’Assessore vorrei delle risposte. Come mai si modifica ancora una volta l’assetto legislativo, e lo si fa con un articolo di finanziaria per una cosa che a suo tempo era stata sbandierata come una novità e una grande svolta nel rapporto con le imprese, appunto i CREA? Che cosa è successo dal 2003? Che cosa è successo da quella legge? Perché si riformula questo tipo di intervento?
Ancora, che cosa è successo, più di recente, con le Comunità montane? Qui si ritorna a mettere mano alla materia, l’articolo 16 ter riguarda infatti la Comunità montana del Metauro, zona E, che invece doveva essere chiusa entro il 31 dicembre. Cosa è successo? Come mai oggi proroghiamo le sue funzioni fino al 30 giugno e l’affidiamo addirittura ad un Commissario? La legge di modifica delle Comunità montane non ha funzionato o qualcuno è stato inerte!
Articolo 18, montagna, addirittura con un emendamento si lancia un progetto, progetto Appennino – con un emendamento alla finanziaria! –, si prevedono anche assunzioni e formazioni di cooperative di forestali che poi devono affrontare questa materia articolata; l’articolo 18 prevede addirittura una serie di undici articoli, è una legge vera e propria messa dentro un emendamento alla finanziaria, nemmeno nel testo originario della Giunta! L’abbiamo conosciuto solo in Commissione. Secondo me su questo non si espresso nessuno, infatti le audizioni le abbiamo fatte sul testo iniziale, tutti i soggetti sociali conoscevano il testo iniziale, quindi il progetto Appennino probabilmente non lo conosce ancora nessuno se non gli ultimi arrivati.
Assessore, vorrei sapere perché non si può fare una proposta di legge! Perché si mette dentro una finanziaria con un emendamento! Addirittura, ripeto, si prevede non l’adozione della carta della montagna, ma un articolato composto di undici articoli che riguardano, peraltro, questioni delicate. Infatti questo progetto costituisce un programma di interventi nell’Appennino marchigiano con il coinvolgimento di Comunità montane, Comuni, Centri per l’impiego e cooperative di forestali che hanno la possibilità di gestire tutta una serie di funzioni, poi la Giunta regionale entro sei mesi prevederà la fonte di finanziamento e il progetto esecutivo. Perfetto, ma perché non ne parliamo con una legge! Perché non ne discutiamo con le Commissioni competenti, perché non ne discutiamo con le associazioni competenti, le associazioni di categoria e ambientali, di recupero della montagna! (…) Presidente, posso proseguire il mio intervento?

PRESIDENTE. Assessore, la prego, risponderà nella replica. Prosegua, Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Se l’Assessore ha finito di interrompere continuo...(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, non interrompete!

Fabio PISTARELLI. Stavo dicendo che questo è il modo di fare di questa Giunta, di questo Governo, senza confronto, anzi, bypassando le Commissioni si inseriscono tutta una serie di modifiche al quadro normativo. Modifiche sostanziali come ad esempio quella dei dirigenti o di beffe come quella dell’IRAP oppure proposte di legge vere e proprie che non seguono l’iter normale.
Si vuole inoltre un’autorizzazione ulteriore per i mutui, per l’alienazione di immobili. Si inseriscono emendamenti importanti sulle attività estrattive o sulle altre attività di rilevanza sociale.
Lo si fa, ripeto, senza alcuna discussione sostanziale, si utilizza lo strumento della finanziaria per mettere tutto.
E’ una finanziaria omnibus ormai superata anche a livello centrale – l’assalto alla diligenza di memoria anche recente –. Le ultime finanziarie nazionali, infatti, sono più rigorose, non contengono di tutto e di più, noi invece continuiamo a mettere tutto, anzi, espandiamo.
L’articolo 33, quello della tabella F, è il massimo! Perché su una tabellina, che ai più può sembrare una cosa di poco rilievo, si mettono lavori pubblici di tutta la regione e che riguarderanno il triennio. Sapete quali territori sono interessati? Solo uno, la provincia di Ancona! La parte del leone naturalmente la fa il nuovo ospedale, in tre anni 70 milioni di euro, il nuovo ospedale del centro-sud della provincia anconetana che è stato anche molto contestato e continua ad esserlo.
Ripeto, nella tabella F – guardatela, non so se ve la devo ricordare perché è anche di facile lettura – ci sono tutti i lavori pubblici della regione concentrati nella provincia di Ancona. Ma la regione inizia e finisce con la provincia di Ancona? Penso proprio di no! Sono lavori pubblici di grande rilievo, attesi da tanta parte regionale ma sono tutti concentrati qui.
E’ un bilancio assolutamente inaccettabile!
Concludo con una comparazione. Rispetto all’anno scorso le cifre non si discostano di molto, però sulle cinque Aree su cui è distinto il bilancio vediamo un incremento della solita Area 1, assetto istituzionale e organizzativo. Ciò significa soldi per le burocrazie, da 49 milioni dello scorso anno si passa a 52 milioni per le spese di parte corrente, 75 milioni complessivi rispetto ai 71 dell’anno scorso. Cioè 4 milioni in più per quanto riguarda la parte corrente e la parte in conto capitale e solo 3 milioni in più per la parte corrente.
Questo è l’assetto istituzionale e organizzativo, cioè l’Area 1, ossia le spese per la burocrazia, per le consulenze, per la grande propaganda. Quella grande propaganda che il Presidente Spacca sta già compiendo in tutta la regione.
Tutte cose gravi che denunciamo, sono aspetti su cui incalzeremo la maggioranza nel dibattito. Aspetti su cui ancora una volta assistiamo ad un silenzio o condivisione anche da parte di chi fra le forze di maggioranza aveva sempre espresso la volontà di guardare alla sostanza, di fare battaglie nel merito.
Cosa che è stata impedita sia in Commissione che oggi in un assetto di bilancio complessivo assolutamente rigido e non in grado di essere discusso, toccato e rivisitato.
Questa è la nostra impressione, vedremo se ora l’Aula smentirà questi nostri assunti.
Noi faremo di tutto, sugli aspetti di fondo abbiamo presentato degli emendamenti precisi, vedi l’IRAP, la dirigenza, i mutui; per il futuro ancora si vuole l’autorizzazione ad usare anche strumenti di finanza derivati, è una cosa assolutamente inaccettabile! C’è una lettera che nel bilancio prevede l’autorizzazione alla Giunta di fare anche operazioni attraverso i derivati! Non abbiano ancora chiarezza di ciò che è avvenuto fino ad oggi, possiamo autorizzare la Giunta ad andare avanti ancora su questo tipo di strumenti! Almeno limitiamoli alle rinegoziazioni, non dunque attraverso l’utilizzo di strumenti derivati; abbiamo visto quello che è avvenuto nel mondo e che ha coinvolto – per usare un termine più soft – anche la regione Marche, mi riferisco alla questione di Lehman Brothers.
Abbiamo quindi emendamenti puntuali su cui riaccenderemo il dibattito in sede di votazione. Infatti il dibattito che ora abbiamo impostato in linea generale dovrà proseguire in modo che tutti possano avere la cognizione di ciò che si andrà a votare. Il bilancio 2010 non può essere ridotto soltanto ad una farsa pre-elettorale!

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Prima di entrare nel merito dei contenuti del bilancio voglio replicare all’Assessore Marcolini, il quale intervenendo in II Commissione – leggo dalla trascrizione – mi ha accusato di essere inopinatamente tornato a parlare sulla stampa del caso Lehman. Come se i 52 milioni di euro di perdita della Regione fossero poca cosa, debbo così interpretare la sua reazione.
Assessore, per rassicurare non basta dire che vantiamo un credito speciale, quando invece sono evidenti le difficoltà forse insormontabili che si frappongono al suo recupero, che sicuramente darà luogo ad una perdita molto consistente, con modalità e tempi che non è dato sapere.
Quello che Marcolini non dice – e non lo ha fatto rispondendo ad una nostra interrogazione del Gruppo del PDL e non lo ha fatto sulla stampa – sono le ricadute che si avranno sul bilancio regionale per il caso Lehman e in che modo si pensa di chiudere le falle. In sostanza l’Assessore Marcolini non si dice dove si taglierà per pagare il conto di questa operazione di ingegneria finanziaria, di cui la maggioranza menava tanto vanto banalizzandone i rischi.
Fatta questa premessa vado al bilancio.
Il bilancio di previsione 2010 è la rappresentazione in cifre di quanto poco è stato fatto in quindici anni di Governo della sinistra per far crescere socialmente ed economicamente le Marche.
Una regione che è indubbiamente cambiata in meglio, ma io dico per merito dei cittadini, delle famiglie marchigiane, dell’associazionismo solidale, di valori radicati come il lavoro, l’impegno, la sobrietà, per cui non certamente per merito di quanto messo in campo dalle Giunte regionali dello stesso colore politico che si sono succedute e che hanno visto rimanere sulla carta, se non contraddette dai fatti, la loro programmazione, i loro piani e le loro idee guida.
Mi riferisco in particolare ad uno dei nodi di fondo del nostro contesto regionale, cioè al riequilibrio costa, entroterra, montagna, che è rimasto lettera morta. Sulle scuole, i trasporti, i servizi, la sanità vi è stato un continuo stillicidio di chiusure, fino a produrre, per la prima volta nella storia della nostra regione, la secessione di una parte importante del nostro territorio.
Mi riferisco, inoltre, al deficit delle infrastrutture viarie, da tutti evocato, che non è stato recuperato. Lungaggini, contrasti, ripicche e strumentalità hanno compromesso realizzazioni che oggi invece potevano essere concluse.
È infatti grazie al Governo Berlusconi che i cantieri sono stati riaperti e che alcune opere indispensabili si avviano a completamento.
Resta poi da capire come sia possibile, Assessore Marcolini, che Trenitalia nelle Marche tagli treni e fermate, quando invece la Regione impegna più soldi rispetto all’anno scorso per la convenzione con le FS. Una questione, Assessore Marcolini, che dovrà chiarire in Assemblea legislativa e soprattutto ai marchigiani, dovrà spiegare il senso di quest’atteggiamento di Ferrovie dello Stato.
La sanità continua a costare al contribuente marchigiano per quelle addizionali maggiorate di IRPEF e IRAP con le quali sono stati coperti i disavanzi. E’ una sanità che presenta ancora forti criticità riguardo le liste di attesa, il funzionamento dei pronto soccorso ancora intasati, la gestione dei concorsi, le prestazioni specialiste malamente distribuite e di difficile fruibilità, la mancata declinazione del Piano sanitario regionale.
Il tutto in una forma di accentramento su Ancona, che dunque mortifica il territorio, in particolare quello di confine, sia in termini servizi che di professionalità e di dotazioni strumentali.
Per non dire dell’organizzazione amministrativa rimessa sistematicamente in discussione con provvedimenti parziali, non organici, che certificano sostanzialmente il fallimento dell’ASUR.
Che dire poi dell’Università, della scuola, della formazione professionale e della cultura?
E’ una non politica segnata da provvedimenti disorganici, da proroghe infinite, da sottovalutazioni, dallo scarsissimo impegno finanziario, solo tante parole vuote, come nel caso recente dei distretti culturali.
Una bocciatura su tutta la linea.
Ma voi direte, come dirà il Presidente e l’Assessore Marcolini, che le statistiche dicono il contrario: “siamo primi di qua, secondi di là”. Insomma è tutto un vantare di successi sbandierati a pagamento sulla stampa e dalla comunicazione molto attrezzata di Palazzo.
Si parla di PIL, di reddito aumentato in questi anni e di qualità della vita migliorata.
Dati che lasciano più che perplessi proprio perché poi sotto i nostri occhi vediamo la crisi mordere tutto e tutti, ci sono gravi problemi occupazionali e di crisi aziendali strutturali in quelle aree che, invece, vengono indicate come in netto miglioramento.
C’è in tutto questo qualcosa che non funziona. Unica nota stonata, direte voi, è il dato pubblicato in questi giorni che dà le Marche tra le prime regioni a rischio idrogeologico. Ma questo la dice lunga su quanto abbia fatto fino ad oggi la Regione anche in questo settore.
Per concludere, la verità è che il bilancio regionale nel corso di questi anni è stato ingessato, ci sono state scarse possibilità di poter smuovere risorse proprie da utilizzare per lo sviluppo, vittima dei mali di sempre: una insistente burocratizzazione, consulenze costose e non sempre necessarie, spese improduttive, vedi quelle pubblicitarie per millantare meriti inesistenti, per non parlare di assetti organizzativi istituzionali che hanno creato sacche di inefficienza e maggiori costi.
Tutto questo pesa tremendamente, oggi che le Marche vivono una congiuntura economica sfavorevole con pesanti ricadute occupazionali e reddituali.
La drammaticità della situazione è tutta nei dati ufficiali della Banca d’Italia, particolarmente negativi nelle Marche, riguardo lo stato del credito di famiglie e imprese, specie quelle più piccole o artigianali.
Avremmo potuto sicuramente togliere le addizionali regionali IRAP e IRPEF, pagare in tempi ragionevoli gli importi dovuti alle imprese, prevedere una sorta di moratoria sui debiti e alimentare una serie di interventi di sostegno a famiglie, artigiani, commercianti e piccole imprese. Ma la realtà è che non possiamo farlo proprio grazie alla vostra politica che in questi anni ha penalizzato, e continua a farlo, il sistema delle imprese, si sono fatte mancare le risorse per creare nuovo sviluppo quindi nuova ricchezza.
In questo contesto è più che condivisibile la polemica di Confindustria sulla scelta di ridurre l’IRAP solo ad una esigua parte delle imprese e non a tutte.
Voi parlate di coesione sociale, mi domando cosa sarebbe accaduto se il Governo Berlusconi non avesse attivato per fronteggiare questa crisi, tra le più pesanti, ogni sorta di ammortizzatore sociale, con la disponibilità di notevoli risorse finanziarie che si stanno dimostrando capaci di fronteggiare l’emergenza occupazionale ed economica. Certamente le Marche avrebbero potuto fare ben poco.
Bene quindi sarebbe riconoscere una volta per tutte i meriti del Governo che strumentalmente, invece, si continuano a disconoscere.
In estrema sintesi questo è un bilancio di continuità che chiude un percorso mediocre fatto di inerzia e di quotidianità, senza prospettive, un bilancio in cui non credono neanche gli stessi consiglieri di maggioranza. Consiglieri che in questi mesi hanno lavorato poco e male, non garantendo in molti casi neanche la presenza in Aula.
La parola ora passa ai cittadini elettori che vivono i problemi sulla loro pelle e che non si lasceranno incantare dai sondaggi e dalle statistiche autoreferenziali. Ad essi competerà chiudere questa esperienza di governo e aprirne una nuova nel segno della discontinuità, delle riforme e del fare, per aprire prospettive di modernizzazione e di rinnovato sviluppo delle Marche.
In questo contesto ritengo che l’UDC farebbe bene a respingere le lusinghe della maggioranza rispetto ad una possibile intesa elettorale. Un’intesa politica con la sinistra rappresenterebbe un’anomalia rispetto alle diversità, caro Consigliere Viventi, certificate sui piani dei contenuti; ricordo, perché ho fatto con lei una parte di questo cammino, le diversità fra me, lei e quella parte dell’Assemblea legislativa sul piano dei contenuti e dell’azione del Governo regionale, che invece ha sottolineato forti tratti di omogeneità fra UDC e i partiti che oggi formano il PDL.
Per cui questo fatto sarebbe un palese tradimento della volontà della base cattolica marchigiana che non è certamente orientata a sostenere alleanze con la sinistra.
Quindi, proprio in ragione del comune impegno profuso in questi anni, voglio rivolgere un appello agli amici dell’UDC che siedono sui banchi dell’Assemblea legislativa, un appello a respingere facili scorciatoie e a percorrere con noi la strada della coerenza e della difesa dei grandi valori della tradizione cristiana, al fine di poter costruire anche nelle Marche una grande alternativa di governo.
Una notazione finale. In questi mesi di crisi l’opposizione non ha mai fatto mancare in Aula e nelle Commissioni il suo fondamentale apporto per approvare e dare esecutività a provvedimenti urgenti e necessari per sostenere le imprese e le famiglie e promuovere il rilancio economico.
Il nostro è stato un impegno che ha interessato tutti i livelli istituzionali. Abbiamo dato una grande prova di responsabilità, abbiamo dimostrato di essere forza di governo ed una valida alternativa a questo centro-sinistra parolaio, inconcludente e prigioniero del passato.
Lo stesso atteggiamento, cari Presidenti, avremmo voluto fosse espresso dalla Giunta e dalla maggioranza rispetto alla corposa produzione legislativa prodotta dalle opposizioni, inopinatamente censurata, che se recepita avrebbe contribuito a migliorare il quadro legislativo della Regione e garantito risposte concrete ai bisogni dei marchigiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Farò brevi considerazioni di carattere generale, perché la proposta degli atti è complessa e avrà bisogno di entrare nel merito nel corso della discussione delle sedute di domani e successive.
Questa nostra discussione sul bilancio avviene in un quadro istituzionale instabile, caratterizzato da un federalismo senza risorse e al tempo stesso da pulsioni centraliste del Governo – come sul Piano casa – che esautorano le Regioni dalle loro competenze.
Siamo ben lungi da quella Repubblica delle Autonomie prevista dalla Costituzione.
La legge Calderoli sul federalismo, con l’aggiunta di uno sconvolgimento istituzionale che prevede la scomparsa – tutti se ne sono un po’ dimenticati – non già delle Province o delle Comunità montane, come annunciato dal Governo, bensì con la soppressione di molti Comuni e per quelli sotto i 5.000 abitanti con la soppressione delle Giunte comunali.
In buona sostanza si ritorna al podestà con un attacco forsennato alle Assemblee elettive.
La cosa è passata sotto silenzio, ma c’è anche un altro fatto che sconvolge l’equilibrio costituzionale del nostro Paese, ossia le prossime elezioni regionali, come quelle degli anni successivi, non saranno più gestite dallo Stato attraverso le Prefetture ma dalle Regioni stesse. In questo modo si verrà meno al necessario grado di imparzialità, perché, al di là della buona fede che avrà ogni Presidente di Regione, non sarà possibile delegare appunto a se stessi le elezioni che ti riguardano.
In questo contesto la Regione Marche ha operato un’azione utile rispetto alle misure anticrisi, vedi il sostegno alle famiglie dei lavoratori oppure gli ammortizzatori sociali per quei soggetti dell’indotto e delle piccole e piccolissime aziende che non avevano diritto alla cassa integrazione guadagni ordinaria.
Vi sono state, inoltre, risorse per i servizi sociali. A fronte di un taglio di oltre il 60% del fondo sociale nazionale la Regione Marche attraverso un’azione positiva garantisce e aumenta le risorse per i Comuni, per i disabili e per la popolazione anziana, va in controtendenza e in alternativa alla politica di attacco sociale che compie il Governo.
Secondo noi questo dovrà indurre alla prossima legislatura di andare in maniera più forte verso un’integrazione socio-sanitaria con un unico Piano, quindi integrando e unificando anche l’organizzazione della sanità e del sociale.
Si pensava che il cosiddetto mercato potesse regolare se stesso, senza i lacci della interferenza statale, era questa la ricetta che veniva propinata all’indomani degli anni ’80. Abbiamo visto come è finita, il capitalismo da produttore di merci via via si è trasformato in una grande banca mondiale, ci sono stati milioni di licenziamenti; ieri la stampa parlava che nei Paesi più sviluppati dell’OCSE i disoccupati sono 60 milioni.
Le piccole imprese sono state distrutte dalla globalizzazione, prima sono diventate indotto della grande fabbrica, poi, come abbiamo visto anche nell’Antonio Merloni, sono diventate reparto esterno alla fabbrica. L’artigianato in larga parte ha perso quell’autonomia di produzione e di commercializzazione.
In questo contesto la Regione ha svolto un ruolo straordinario, non ordinario, un ruolo di vera e propria sostituzione alle politiche governative.
La crisi investe anche le Marche: la Pica a Pesaro Urbino, l’Antonio Merloni nella provincia di Ancona, la pelletteria nella provincia di Macerata, la calzatura a Fermo, la Manuli ad Ascoli. Queste sono solo le case madri della crisi, senza poi considerare gli indotti, che per quantità di crisi e di lavoratori messi sul lastrico talvolta si vedono numeri più alti delle stesse industrie titolari.
Quindi dovremmo riflettere sul fatto che le Regioni difficilmente potranno per lungo tempo sostituirsi allo Stato, pena una divisione tra aree ricche ed aree povere del Paese.
La scuola, la sanità, i trasporti sono in pericolo. Il mercato ha fallito, nell’economia occorre un nuovo intervento pubblico unitario inteso come Stato, come Regioni e come sistema degli Enti locali.
Oltre a puntuali misure anticrisi per affermare un equilibrio unitario dello Stato occorre una battaglia più forte, occorre battere un federalismo senza risorse che deve recuperare i principi del diritto e dell’uguaglianza.
L’acqua deve restare pubblica così come la scuola e la sanità.
Occorrono nei servizi pubblici locali e in quelli a domanda individuale diritti e non opportunità. Le opportunità non possono sostituire i diritti, quindi sull’acqua e sui trasporti la tariffa deve essere unica su tutto il territorio nazionale.
Si deve operare per approvare leggi che limitino la vendita e la svendita del patrimonio degli alloggi pubblici, delle case popolari.
Serve un piano dei giovani per dare appunto alle giovani generazioni, al di là di quel paternalismo che talvolta tutti facciamo, una possibilità in più di intervenire nella legislazione regionale.
Bisogna dare corso, come in parte fa, seppure in maniera ancora non sufficiente, questo bilancio, a leggi decisive contro la crisi, leggi di sostanza e di indirizzo politico. Come la legge regionale contro le delocalizzazioni, voluta da Rifondazione Comunista e dai Comunisti Italiani, che impegna le imprese che hanno delocalizzato e preso i soldi pubblici a restituire le risorse con gli interessi, e rimettere nel circuito dei finanziamenti quelle imprese serie che investono nell’occupazione e nella sicurezza nei posti di lavoro.
Occorre dare corso con finanziamenti anche più significativi alla legge che in situazioni di crisi dà la possibilità ai lavoratori e alle lavoratrici di rilevare l’attività e di condurla in forma cooperativa.
Dunque l’obiettivo è di dare un contributo per tentare, non dico di primo acchito, di modificare il modello di sviluppo. In primo luogo con lavori pubblici inediti, lavori che dovrebbero essere ordinari ma sono inediti, come la manutenzione del territorio, del patrimonio boschivo, della politica dei fiumi, della difesa della costa.
E da questo punto di vista, collega Pistarelli, non è peregrino il progetto Appennino, è serio, si deve infatti dare la possibilità per una nuova e più qualificata forza lavoro, in quantità e in qualità, in risorse ed attività che troppo spesso sono state sottovalutate.
Inoltre c’è la questione dell’energia rinnovabile, per un suo adeguamento ma soprattutto per attuare il Piano energetico regionale.
Infine credo, non so se il relatore Brandoni è d’accordo, che potremmo accompagnare la discussione sul bilancio con la presentazione di un ordine del giorno che dica qualcosa sull’accordo di programma – che è stato sì sottoscritto ma deve essere riempito –, sottoscritto tra le Marche, l’Umbria e il Ministero sulla riconversione della crisi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Inizio il mio intervento rispondendo al collega Giannotti. La condivisione di certi valori etico morali non sono in discussione, soprattutto le convinzioni appartengono alla storia di ciascuno di noi quindi non sono assolutamente in discussione. La posizione e le riflessioni, e da qui l’atteggiamento politico dell’Unione di Centro, sono differenti da quelli del PDL – altrimenti è a questo che avremmo aderito – per una serie di ragionamenti ben precisi.
Oggi parliamo di bilancio regionale, per cui non voglio fare ragionamenti sull’alta politica, però partendo proprio bilancio provo ad evidenziare questa differenza.
Consigliere Giannotti, il suo intervento, che ovviamente rispetto, parla di una situazione catastrofica della Regione Marche. Io su questo non posso essere d’accordo, perché conosco bene la situazione di tante altre Regioni d’Italia che si trovano in condizioni di gran lunga peggiori di quella della Regione Marche. Quindi non sarei onesto con me stesso, oltre che politicamente, se dovessi sostenere che questa è una Regione disastrata, non me la sento di dirlo – come del resto lei al contrario se la sente perché ne è convinto –, non ne ero convinto cinque anni fa, non ne sono convinto ora. E nel dirvi il perché entro nell’analisi del bilancio.
Indubbiamente c’è un dato – e quando si parla di bilancio bisogna non mettersi sotto i piedi i numeri altrimenti parleremo solo di politica – che è favorevole all’attuale Governo regionale. Un Governo che ha iniziato con una situazione debitoria nel 2005 con oltre 1 miliardo di euro, mentre oggi le carte attestano un debito che è sceso di oltre 250 milioni di euro – e se mi dite che i numeri non sono veri allora smettiamo di parlare, chiudiamo subito gli interventi e i ragionamenti, invece io voglio prendere per veri i numeri che vengono certificati in quest’Aula, come pure dovrebbero fare tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza –. Per cui non possiamo dire che c’è un dato negativo, per i marchigiani è un dato positivo.
Un’altra grande malata di questa Regione era la sanità, per la quale ricordo – guardo il Consigliere Minardi, allora Presidente dell’Assemblea legislativa, quando c’era D’Ambrosio come Presidente della Giunta regionale – che fu votata in quest’Aula nel 2001 una manovra finanziaria molto pesante, con aumenti dell’Irpef e del bollo auto, ecc., con l’obiettivo di coprire il disavanzo appunto della sanità marchigiana che era di circa 100 milioni di euro, ossia la gestione annuale produceva una perdita di oltre 100 milioni di euro l’anno. Oggi invece i documenti contabili di bilancio presentati in quest’Aula attestano che questa perdita della sanità non c’è più e il bilancio è sostanzialmente in pareggio.
Dunque dati di questo tipo non possono essere sottaciuti neppure dai Consiglieri di minoranza, quella minoranza nella quale sono rimasto sempre con coerenza per dieci anni.
Su questo aspetto, però, vorrei fare una riflessione. E’ vero che si è raggiunto questo risultato, ma lo si è raggiunto – se ho ben interpretato i numeri e le carte e la legge regionale n. 18/2009 – attraverso un marchingegno contabile consentito dalla legge nazionale – infatti l’avranno fatto tutte le Regioni –, ma rispetto al quale personalmente non sono d’accordo. Comunque se Tremonti dice che va bene così ovviamente l’Assessore Marcolini ne prende atto e aggiusta i conti in questo modo. E questo risultato è infatti stato raggiunto con l’autorizzazione all’alienazione di beni. Ovviamente questo per gli anni a venire produrrà sicuramente una copertura, quindi sicuramente il raggiungimento del pareggio di bilancio in quanto verranno ceduti beni per un ammontare di, ma che secondo me non cancellerà quella perdita di gestione che ancora c’è nella sanità.
Per cui voglio fare una riflessione ulteriore, se vogliamo fare un ragionamento compiuto, per quanto riguarda l’Azienda sanitaria unica regionale, cioè il modello gestionale che ci siamo dati.
Chi era con me nella passata legislatura ricorderà che io sono stato il Consigliere di opposizione che meno si è opposto all’Asur, onestamente, a differenza di tanti altri colleghi, ne condividevo l’impostazione, perché una regione di 1 milione 450 mila abitanti può benissimo avere una sola azienda sanitaria, può benissimo avere una sola azienda amministrativa e poi centri ospedalieri, ecc. ecc.. Questo dunque consentiva economia di scala, risparmi, ecc..
Certo è – e qui viene l’altro aspetto del bilancio sul quale non sono d’accordo – che per far funzionare l’Asur così come era stata pensata e affinché la stessa producesse sicuri risparmi dal punto di vista amministrativo-gestionale, bisognava far sì, per esempio, che alcune sovrastrutture, come appunto l’Agenzia sanitaria regionale, non esistessero più perché sono doppioni che costano.
E’ questo il problema di fondo che non è stato affrontato, cari amici della maggioranza.
Io cerco di essere sempre onesto, magari fra un mese potrei anche non fare più politica e quindi vorrei lasciare di me un ricordo di persona seria. Allora dico, ci sono dati di bilancio sicuramente positivi – dirò poi anche qualche altra cosa rispetto a come è stata affrontata la crisi – però ci sono altri aspetti dove è mancato il coraggio da parte di questa maggioranza di affrontarli con decisione. Cosa che io se fossi stato amministratore avrei fatto, perché chi amministra deve assumere provvedimenti che nell’immediato possono anche sembrare impopolari ma che poi producono ricchezza per la regione che si amministra.
Ho fatto l’esempio della sanità ma mi sono esposto anche quanto parlando dell’acqua dissi “mi dovete spiegare perché dobbiamo tenere delle sovrastrutture come gli Ato”, ci sono gli enti gestori dunque gli Ato sono delle sovrastrutture che non servono, si possono abolire e risparmiare 5 milioni di euro l’anno.
E’ con queste cose che potremo veramente raggiungere il pareggio di gestione, senza quindi raggiungerlo attraverso la vendita degli immobili.
A volte bisogna avere il coraggio di tagliare sulla spesa pubblica di parte corrente. Certo, farà male a qualcuno, probabilmente si farà torto a qualcuno e gli equilibri della maggioranza potrebbero non tenere più, come capisco pure, non sono nato ieri e non sono ingenuo, che questo è l’ultimo bilancio di fine legislatura quindi è difficile affrontare questi problemi, che comunque dovevano essere stati affrontati almeno due o tre anni fa. Ma se si faceva questo allora ci si poteva anche adoperare per una riduzione dell’IRAP per dare respiro alle imprese, cosa che oggi non è possibile perché comunque questi problemi di gestione rimangono nel bilancio.
Avete visto, cari colleghi, che dall’IRAP e dall’addizionale IRPEF per la Regione Marche provengono circa 91 milioni di euro di entrate, per cui se fosse stato vero che nessun problema veniva più dalla sanità in teoria avremmo potuto anche rinunciare a questi introiti, però così non è perché non si raggiungerebbe il pareggio di bilancio.
Queste sono considerazioni matematiche, non politiche, allora su questo l’amministrazione e la maggioranza devono riflettere. Le considerazioni che faccio oggi ce le ritroveremo tutte nella prossima legislatura, nessuna esclusa, non andranno via, staranno lì. (…) Sì, mi preoccupo, Consigliere Brini, evidentemente lei hai già maturato l’idea di aver perso le elezioni per cui non si preoccupa, io invece mi preoccupo per i marchigiani…(…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Brini.

Luigi VIVENTI. Consigliere Brini, non siamo al bar, le chiedo per favore di farmi finire l’intervento. (…) Con voi o senza di voi parlo dicendo comunque come sempre quello che penso. Allora dico che chi vincerà le elezioni, chiunque sia, si ritroverà davanti questi problemi. Va bene detta così?!
Ci sono poi altre valutazioni da fare. C’è una crisi economica pesante nel Paese e nella regione. Permettetemi di dire anche qui, cari colleghi, perché dovete dire che la Regione Marche non ha affrontato questo con una certa decisione questo problema? Ad esempio se io fossi chiamato ad esprimere un giudizio sull’operato del Ministro Sacconi direi che il Governo nazionale si è mosso, certo, è chiaro, poi questo ha consentito che il debito pubblico salisse a circa il 120%, ma non poteva fare altrimenti, delle due l’una, o si allentava una corda e si andava incontro a tutte le persone che perdevano e rischiavano di perdere il lavoro oppure si faceva diversamente.
Per cui ora devo dire, altrettanto onestamente, che come ho questo riconoscimento per il Governo nazionale, non posso non averlo per il Governo regionale che su questo aspetto – mi riferisco sempre ai dati che ci sono stati presentati – ha stanziato 16 milioni e 190 mila euro. Sono provvedimenti giusti che vanno ad aiutare chi ha perso il lavoro e chi lo sta perdendo, chi è cassaintegrato, chi è in mobilità e quindi è licenziato.
Il provvedimento sull’IRAP mancante. Ho detto prima perché secondo me non c’è la riduzione dell’IRAP se non in una certa misura per quelle aziende che assumeranno dipendenti. Evidentemente questa è una visione ottimistica che la Giunta regionale vuole dare anche nel presentare questo bilancio. Io di aziende che assumeranno nel 2010 credo ce ne saranno ben poche, però non vorrei, per la conoscenza che ho di questo settore, che si vadano a premiare quelle aziende che in questi anni hanno ridotto il personale senza utilizzare più di tanto gli ammortizzatori sociali e che magari nel 2010, approfittando di questa situazione di crisi – perché ci sono tante aziende in crisi e tante aziende che non sono in crisi! – fanno “pulizia” al proprio interno, tanto per capirci. Non vorrei, cari amministratori, che siano proprio queste le aziende che potranno beneficiare di questo provvedimento sull’IRAP.
Il Consigliere Pistarelli prima diceva “non riducete”, ma il Governo nazionale che ha fatto?! Onestamente non riesco a dar torto a Tremonti, però se i soldi non ci sono che vuoi ridurre! Allora se ora i soldi non ci sono per ridurre l’IRAP bisogna dire “signori, non siamo in grado di ridurre l’IRAP!”.
Noi abbiamo presentato degli emendamenti ma non sull’IRAP, nonostante, come sapete, io sull’IRAP ho fatto anche ordini del giorno, battaglie personali, quella era la direzione, avevo detto che le aziende dovevano rinunciare ai vari contributi a pioggia che arrivavano da varie parti, dove ci sono figli e figliasti, più bravi e meno bravi, più fortunati e meno fortunati, e che si doveva applicare una riduzione dell’IRAP uguale per tutti. Senza preferenze sarebbe stato sicuramente meglio.
Quindi, nonostante questo, ripeto, io non ho presentato emendamenti sull’IRAP, perché mi sono reso conto che non ci sono gli spazi, sarebbero emendamenti che si buttano lì sapendo già che saranno bocciati.
Abbiamo invece presentato un paio di emendamenti che riteniamo qualificanti, uno nel settore dei Confidi, perché ci sono veramente necessità di sostenere la capacità di investimento delle piccole aziende proprio in questa fase, dove le stesse non hanno liquidità, le grandi aziende li pagano a 180 giorni se va bene, loro invece devono pagare prima, quindi non avendo liquidità non riescono a sopravvivere. Sicché il ruolo del Confidi diventa essenziale per poterle mantenere in vita. Mentre l’altro emendamento riguarda l’aspetto delle famiglie numerose.
Sono argomenti che come UDC ci sono stati sempre a cuore. Non ne abbiamo fatti altri perché sappiamo che non si possono fare.
Un ulteriore emendamento l’ho presentato con il Consigliere Lippi e riguarda la legge sulla casa che consentirebbe a tanti professionisti di poter operare realmente anziché solo fittiziamente su questa nuova legge.
Quindi la posizione dell’UDC è di attenzione rispetto alle scelte e a questo bilancio. Un bilancio sicuramente difensivo né avrebbe potuto essere diversamente stante la situazione economica nazionale e regionale.
Ripeto, la nostra è una posizione di attenzione, vedremo anche quali saranno gli esiti di questo dibattito, l’accoglimento di alcune nostre idee, dopodiché in maniera molto tecnica e professionale assumeremo le nostre decisioni sulla base di quello che sarà il risultato finale del dibattito.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Quando si approva un bilancio di fine legislatura si è soliti dire che è un bilancio tecnico, a fine legislatura difficilmente si potrebbero fare scelte di carattere politico. Ma il bilancio che stiamo discutendo oggi non è affatto un bilancio tecnico bensì è un bilancio di carattere politico. Non soltanto perché con questo bilancio è stata fatta un’analisi – l’abbiamo letto negli interventi fatti dall’Assessore Marcolini e dal Presidente Spacca – di quanto è stato fatto nei cinque anni di legislatura, non soltanto perché si è fatta una verifica di quanto in questi cinque anni si sia corrisposto al programma elettorale presentato dalla maggioranza, ma anche perché all’interno vi sono una serie di modifiche a leggi che danno appunto un taglio prettamente politico. Quindi è un bilancio politico.
Sapete bene che negli interventi che ho fatto in occasione di bilanci o di consuntivi non ho mai evitato, se c’era la necessità, di fare critiche o osservazioni. Oggi invece, proprio perché siamo in fine legislatura, vorrei rivolgere un ringraziamento ed un pensiero di gratitudine all’Assessore Marcolini, egli in questi cinque anni con grande competenza e con grande rigore è riuscito a portare avanti una situazione finanziaria difficile raggiungendo risultati incontrovertibili.
Credo vada riconosciuto, sia all’Assessore Marcolini che a tutta la Giunta, in primis al Presidente Spacca – definito molto spesso in quest’Aula, magari facendoci anche sopra una risata, “ministro degli esteri” – un grande impegno per il raggiungimento di finanziamenti di carattere extraregionale. Sappiamo che è impossibile gestire una regione come questa con finanziamenti solo regionali, quindi bisognava per forza fare il possibile – e gran parte degli Assessori lo hanno fatto – per reperire finanziamenti extraregionali. Secondo me è stato molto grande anche l’impegno tenuto nella Conferenza Stato-Regioni.
L’altro dato incontrovertibile – se, come ha detto il Consigliere Viventi, vogliamo tener conto delle cifre, che ognuno può leggere come vuole, ma secondo me le cifre sono cifre e basta – è sicuramente l’abbattimento della pressione fiscale. Non tanto di quello che si sta facendo sull’IRAP in questo momento, con tutte le critiche che ci sono – perché qui c’è un bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, ognuno la legge come vuole –, quanto perché effettivamente nel corso degli anni un abbassamento dell’IRAP c’è stato. Se da 169 milioni di euro di introito oggi siamo a 90 milioni di euro ciò è evidente.
Così come c’è stato l’abbattimento del debito pubblico regionale. Il dato finanziario va da 1.070 milioni di euro del 2004 a 704 milioni di euro nel 2010. Peraltro è un abbattimento anche di spessore.
Pertanto se guardiamo all’impronta che si è voluta dare a questi cinque anni di legislatura, sia nella proposizione del programma elettorale, sia in tutte le azioni messe in campo in questo lasso di tempo, non possiamo negare che sicuramente l’impegno prioritario è stato rivolto al lavoro e all’impresa.
Certo, cinque anni fa, quando venivano presi gli impegni e i programmi venivano estesi, non si pensava che ci saremmo trovati ad affrontare una crisi economica come questa. Se prima si parlava di innovazione tecnologica o di aiuti alle imprese poi si è dovuto parlare, purtroppo, di ammortizzatori sociali e di ammortizzatori sociali in deroga.
Dunque su questo la Regione ha lavorato, e lo ha fatto soprattutto in considerazione degli ammortizzatori sociali in deroga che peraltro sono nati su proposta della Regione stessa.
Contratti di solidarietà. Posso dire che da parte della maggioranza e dell’opposizione in terza Commissione c’è stato quasi sempre un parere univoco e positivo. Quindi non si può negare un impegno forte di questa maggioranza e di questo Governo regionale.
I contratti di solidarietà sono intervenuti sia sui lavoratori che sulle aziende, affinché appunto i lavoratori non venissero messi né in cassa integrazione né licenziati.
I contributi a sostegno delle famiglie in difficoltà sono stati spalmati in vari settori. Ognuno ha cercato nel settore di propria competenza di modificare la legge in modo da poter poi intervenire. L’altra volta era stato fatto l’esempio dell’Ersu, non fa parte della terza Commissione o delle attività produttive, ma anche su questo si è cercato di intervenire.
Inoltre ci sono interventi a favore delle cooperative, non solo dal punto di vista finanziario ma anche dal punto di vista legislativo. Come pure interventi per la ricerca e l’innovazione tecnologica. Anche se purtroppo proprio le aziende che si erano indebitate per interventi di ricerca e innovazione tecnologica poi per immettersi sul mercato si sono trovate a subire gli effetti della crisi in maniera più grave delle altre.
In questo bilancio vi è un aumento del fondo anticrisi, quindi è un bilancio corrispondente alle azioni fatte.
Azioni importanti sono state fatte anche rispetto, in particolare, alle caratteristiche dell’agricoltura marchigiana, caratteristiche che devono essere tutelate e finanziate in una certa modalità e che non è sicuramente quella della coltura di grande estensione.
Contestualmente abbiamo approvato il Testo unico del commercio che accorpa finanziamenti per raggiungere obiettivi particolari ma che nel sburocratizzare la situazione cerca di dare comunque una risposta.
Anche il turismo fa parte dell’economia e delle attività produttive. Probabilmente un po’ tutti siamo stati colpiti dalla cifra per l’ultimo intervento fatto dalla Regione riguardo il video di Dustin Hoffman, ma credo comunque fosse necessario – magari non so se in questi termini oppure in altri – che questa Regione desse una sterzata al settore del turismo.
Nelle Marche, infatti, ci sono grandi possibilità turistiche, sicuramente però bisogna raggiungere anche i mercati internazionali con una forza ben maggiore di come si è fatto fino ad ora; i depliant che rimangono nei cassetti dei Comuni o dentro gli scatoloni della Regione servono a poco! Sicuramente ci voleva una proposta forte, quindi, ripeto, ognuno può pensarla come vuole, ma questa è stata comunque una proposta che io ritengo importante.
Su questo bilancio troviamo un finanziamento aggiuntivo in merito all’Agenzia per l’internazionalizzazione, a cui in questa legislatura è stata data grande attenzione e grande interesse, ma non soltanto per l’Agenzia in quanto tale bensì per ciò che deve rappresentare. Certo, va rodata nei suoi interventi, ma sicuramente era un segnale del Governo regionale per aprire operazioni di mercato internazionale. Ormai, infatti, soltanto attraverso questo è possibile pensare alla sopravvivenza e alla ricchezza di questa nostra regione che è soprattutto manifatturiera. Era dunque necessario un segnale forte della Regione verso una ricerca soprattutto legata – certo, insieme ai partner privati o con chi deve farlo per il proprio lavoro – a quelle imprese che più difficilmente riescono a raggiungere da sole il mercato internazionale.
Pertanto penso che per questo settore, per quello che era stato proposto con il programma e per quella prospettiva che ci eravamo dati per i cinque anni di legislatura, si possa riconfermare abbondantemente, come viene pure riconfermato anche in questa previsione di bilancio.
Vorrei ora fare un accenno anche ad altri settori.
Io faccio parte della prima Commissione quindi il settore della cultura mi è stato sempre molto a cuore. E’ un settore di grande importanza come il turismo, non soltanto per una crescita della popolazione ma anche per una crescita economica.
Sul settore della cultura sono state fatte leggi importanti, alcune delle quali sono ancora giacenti in Commissione perché devono essere valutate con tutta l’attenzione necessaria. Comunque ritengo che in questa legislatura si siano approvate diverse leggi – lo si è fatto attraverso gli Assessori che si sono succeduti, l’Assessore Minardi ha proposto le prime –, tra cui molto importante è la legge sullo spettacolo dal vivo.
Però se non vogliamo dire soltanto che tutto va bene bisogna anche dire che va fatto anche il regolamento e che vanno portate a compimento sia la legge sul cinema che la legge sui beni culturali.
Voglio dire anche una parola a sostegno dell’idea, nata cinque anni fa ad inizio di questa legislatura, per quanto riguarda la Giornata delle Marche, al di là di come sia stata realizzata o meno. Credo che una piccola regione come la nostra potrà aprirsi al mondo globalizzato soltanto nel momento in cui sarà consapevole della propria identità.
Così come i grandi eventi che si sono succeduti, la legge sullo spettacolo dal vivo della quale manca ancora il regolamento. Il fatto che debba essere comunque realizzato a pieno è sicuramente un impegno del Governo che verrà, ma è comunque su quella linea, secondo me, che si deve continuare perché è un piano di ampio profilo.
L’attuazione di un azzeramento dei debiti sulla sanità si dava quasi per impossibile, tanto è vero che per l’opinione pubblica quando sui giornali ha letto di questo azzeramento sembrava addirittura una notizia fasulla.
Ebbene, questo è stato possibile realizzarlo non soltanto con un grande impegno politico ma anche perché attraverso valide professionalità esterne siamo riusciti a dare credibilità alla sanità regionale.
Politiche sociali. In questi cinque anni, nonostante le grosse difficoltà, si è cercato di portare avanti le politiche sociali anche con finanziamenti propri della Regione, soltanto con finanziamenti del Ministero difficilmente saremmo riusciti a portarle avanti.
Ho accennato i quattro punti più importanti non perché non ce ne siano molti altri ma perché certamente non posso parlare di tutto.
Il punto che ho accennato quando ho detto che questo è un bilancio di carattere politico riguarda il fatto che attraverso questo bilancio si va ad intervenire su molte leggi approvate o addirittura se ne propongono altre.
Ogni anno ho detto, e lo ripeto anche ora, che un bilancio non dovrebbe contenere tante modifiche a leggi approvate. Quest’anno addirittura siamo andati al di là del consueto. E se è logico capire modifiche di leggi approvate da poco, perché magari quando si va ad attuarle si capisce che bisogna fare qualche aggiustamento, mi sembra un po’ più difficile capire e quindi andare a sostenere leggi che troviamo direttamente qui.
Faccio solo alcuni accenni. Qui si interviene su quasi tutti i settori, troviamo norme che riguardano spese per il personale, norme per la raccolta e commercializzazione dei funghi epigei, che peraltro è una cosa non di grande importanza, così come troviamo la Carta di Fonte Avellana di cui si è già accennato. Certo, è vero che deriva da tutta una serie di discussioni e da una relazione in merito alla montagna, però voglio anche dire che probabilmente l’Assemblea non è stata in grado di legiferare prima, infatti lo si sarebbe dovuto fare senza dover arrivare ad un’ampia discussione che ha occupato una mattinata intera di Assemblea e senza dunque arrivare a dover mettere all’interno delle disposizioni di bilancio una legge che riguarda appunto la montagna.
Così come il problema delle Comunità montane e della Comunità montana del Metauro, su cui bisogna intervenire proprio perché sul territorio non si riesce a trovare accordi. Oppure sulla disciplina delle attività estrattive approvata da poco e sul Piano casa.
C’è un ultimo punto di cui voglio parlare che riguarda l’articolo 36. Ritengo che questo articolo non si sarebbe dovuto trovare all’interno del bilancio, mi riferisco alla modifica del PEAR riguardo la modifica degli impianti energetici a biomasse. Per cinque anni più volte il problema riguardo Schieppe di Orciano, Fermo, Api e altro è venuto fuori, più volte era sorta l’esigenza di verificare ed eventualmente modificare il PEAR, ma non è stato fatto o non si è voluto fare. Alcuni pensavano che il PEAR andava bene e quindi non lo si doveva toccare, altri invece pensavano cose diverse.
Allora si è voluto inserire qui questa proposta, che ad essere sincera probabilmente è migliorativa della dicitura stessa del PEAR, ma mi chiedo anche se ci rendiamo conto di cosa possa creare sul territorio una simile proposta messa appunto all’interno delle disposizioni del bilancio.
Se qualche territorio, come Schieppe di Orciano o Fermo, magari sono contenti perché con questa limitazione forse si sentono un po’ più tranquilli – ma non so quanto –, viceversa non succede altrettanto nel territorio di Jesi e della Vallesina. In un primo momento c’è stata una protesta altissima dei dipendenti che pensavano di perdere il posto di lavoro e di non poter più essere sostenuti dagli ammortizzatori sociali, poi invece quando è stata fatta la modifica per garantire i lavoratori si è sollevato il territorio.
Perché, ripeto, questa proposta è sì migliorativa dal punto di vista ambientale in quanto rovescia i termini della questione – prima si poteva fare e si contrattava come farlo, adesso si può fare solo se –, però sul territorio è comunque emerso che ci sono delle zone salve mentre in altre zone si può fare di tutto e di più.
Questo è ciò che emerso dal territori e dai cittadini, e non dai comitati. Quindi, ripeto, un argomento come questo non dovrebbe essere qui, sarebbe dovuto essere oggetto di un approfondimento molto più vasto e articolato da parte di tutti.

Presidenza del Vicepresidente
Francesco Comi

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Questo mio intervento sarà brevissimo contrariamente a quanto è avvenuto in passato dove mi ero munito di un appunto dettagliato per cercare di dare un contributo dal mio punto di vista fattivo al fine di migliorare il documento economico e finanziario della Regione. Poiché per quattro anni consecutivi ho fatto questa cosa ma non ho visto nessun risultato, tant’è che il bilancio di previsione che stiamo esaminando è esattamente la copia di ciò che abbiamo fatto in questi ultimi anni, conseguentemente penso che sia tempo perso fare questo tipo di segnalazione.
Vorrei farvi presente, cari colleghi, che siamo qui solo per riscaldare le sedie! Perché? Perché quando la Giunta ci porta due proposte di legge (n. 350 e n. 351) e presuppone che non possiamo modificare assolutamente nulla sulla n. 350 perché contiene i princìpi e gli elementi su cui poi è redatta la n. 351, è chiaro che stiamo qui soltanto per alzare le mani e per dare un assenso totale a quello che per nostro conto e in nostra vece ha fatto il lavoro. Ovvero a chi ha scelto che in questa Assemblea legislativa si debba tacere di fronte agli interessi della collettività.
Io a questo discorso non ci sto! Non ci sono mai stato quindi mi guardo bene ad andare avanti con questo atteggiamento. Per fortuna la legislatura è finita, saranno i cittadini a decidere cosa si dovrà fare.
Il bilancio di previsione. Perché in quest’Aula non ho sentito nessuno dei Presidenti di Commissione alzare la voce per dire basta? Ossia per dire basta alla continua violazione di legge che il testo del bilancio di previsione ogni anno porta in quest’Aula.
La Consigliera Mammoli ha sì accennato a questo problema ma lo ha completamente sorvolato, cioè non ha colto la vera natura dell’introdurre nell’ambito del bilancio di previsione norme diverse e assurde, come quella ad esempio sulla raccolta dei funghi. E’ una cosa assurda che probabilmente avviene solo qui!
I Presidenti delle Commissioni che si vedono scavalcati e usurpati del diritto e dovere di esaminare le norme che passano per la loro competenza prima di arrivare in Aula, stanno tranquilli, buoni e beati perché secondo loro tanto va bene così.
Secondo me un simile modo di fare il bilancio non ci porterà lontano. Stiamo sbagliando tutto! Sono quattro anni che facciamo bilanci completamente errati e in violazione dello Statuto.
Due parole soltanto sulla sanità. L’Assessore Marcolini ha giustamente rivendicato che quest’anno siamo arrivati ad una situazione di pareggio dei conti della sanità. Di questo va dato atto all’Assessore, il problema è: quanto durerà questo pareggio? Infatti è un pareggio posto su condizioni che io vedo molto precarie (…) No, il Governo non c’entra niente con questa situazione, i conti della Regione possono partire da tre, da cinque, da dieci ma debbono comunque avere un rapporto equilibrato tra spese ed entrate.
Giustamente nell’anno 2009 abbiamo recuperato il divario attraverso la vendita di beni immobili, ma non è stato soltanto questo, abbiamo infatti recuperato molto anche attraverso il blocco delle spese di investimento. Ma sono cinque anni che l’Ospedale di San Benedetto sta aspettando l’adeguamento delle strutture – parlo dell’ospedale di San Benedetto per nominarne uno, non posso certo fare l’elenco di tutti gli ospedali delle Marche che necessitano di queste cose –.
Quindi abbiamo contenuto un po’ la spesa, però la spesa da contenere, secondo me, non doveva essere quella sugli investimenti che, anzi, si sarebbe dovuta incentivata, doveva essere invece la spesa corrente. E sulla spesa corrente abbiamo dato segnali non di contenimento, abbiamo dato segnali pazzeschi, ci sono 23 mila dipendenti della sanità pubblica di cui solo 3 mila sono medici, poi si continua ad assumere personale con leggine dell’Assemblea legislativa che permettono l’assunzione a tempo indeterminato dei precari.
Pertanto ci sono forti contraddizioni sulla linea da seguire. Come d’altronde non possiamo dire di aver raggiunto risultati neppure con il Piano sanitario, penso che questo sia sotto gli occhi di tutti. I due punti erano: il contenimento della spesa su cui siamo arrivati precariamente, ed il miglioramento dei servizi sul territorio attraverso l’eliminazione o la forte riduzione delle liste di attesa. Punti su cui proprio non ci siamo, le liste di attesa sono aumentate e il miglioramento dei servizi non c’è.
Che dire di tutto il resto?! Questo bilancio oggi qui presentato affronta il problema delle gravi carenze di infrastrutture che ci sono nel sud delle Marche rispetto al nord? Non lo affronta! Anzi, gli interventi a breve, se ci sono, sono previsti proprio nell’anconetano.
Vorrei concludere qui il mio intervento perché non penso di poter essere utile più di tanto.
Il settore delle partecipate va controllato, non possiamo continuare così!
E’ un bilancio che da una parte tende a mantenere la situazione che c’è, disperdendo le risorse in via d’urgenza e di immediatezza, risorse che, invece, dovrebbero essere destinate alle necessità locali, al ripristino delle carenze infrastrutturali locali e ad interventi sulla sanità negli ospedali laddove mancano.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. La Consigliera Mammoli ha avuto l’onestà intellettuale e politica di dire che questo è un bilancio politico. E siccome su questo concordiamo mi appresto, come hanno fatto i colleghi Pistarelli, Santori e Giannotti, a dare un’ulteriore giudizio politico, se permettete, su un periodo che non è di cinque anni di Spacca ma è di Spacca nei quindici anni del centro-sinistra, ossia venti anni con quelli che Spacca ha fatto nel centro-sinistra quando era alla destra della Democrazia Cristiana; infatti la pena del contrappasso degli amici della sinistra è stato proprio questo, ossia combattere Spacca come destra della Democrazia Cristiana e poi sostenerlo in tutto il centro-sinistra. Ed il contrappasso non l’ho inventato io, ne parlava anche Dante, con il Consigliere Luchetti ho qualche ricordo di certe battaglie degli inizi degli anni Novanta.
La legislatura di quindici anni di Gian Mario Spacca nel centro-sinistra si conclude con un messaggio inequivocabile di una occupazione imponente e senza precedenti della società civile da parte del centro-sinistra in tutti i ruoli (incarichi, nomine, assunzioni, compresa la sanità), dove le ragioni di coalizione hanno portato ad un controllo totale di tutta la situazione, ma non quel controllo che avevate promesso bensì un altro tipo di controllo e di condizionamento – mi prendo la responsabilità di quello che dico –.
Quello che penso di Malucelli lo sapete, l’ho detto più volte, ci sono state scorrettezze nei concorsi pubblici. Qua dentro cose mai viste! Ma siccome siete tutti succubi di un dirigente che avete nominato e a cui avete dato un potere incontrollato, ve lo tenete, ma sappiate che con questa immagine ci andrete alla campagna elettorale. Noi cercheremo infatti di far sapere a tutti i marchigiani tutto quello che succede ed è successo anche nei concorsi, a parte il fatto di manovre – lasciamo perdere lo spot di Dustin Hoffman! – tipo lo spostamento a Fabriano di certi uffici dell’Asur.
Ne dovrete parlare con tranquillità in una campagna elettorale nella quale spero non succeda quello che è successo nel 2005, quando invece di parlare dei problemi delle Marche avete voluto parlare di partigiani e di fascisti, di americani, di Iraq e di Afganistan, di Berlusconi e di giustizia. Di questo avete parlato nel 2005, invece noi chiedevamo di parlare dei problemi del territorio.
Poi oggi viene fuori – lo dico all’amico Viventi – che qualcuno del centro-sinistra dice: “ma, delle cinque Asl provinciali se ne può parlare “, quando invece per dieci anni vi avete sputato addosso. Era quello che volevate fare nel 2000 prima della grande invenzione dell’Asur, poi per pudore, siccome era una proposta della minoranza, siccome tutto il territorio ve lo chiedeva, anche quelli del vostro colore, avete sempre glissato, perché in questa Regione non si può accettare una proposta strutturale dell’opposizione, una cosa che avviene in tutta Italia meno che qui da noi.
Ringrazio gli amici e compagni della sinistra che ripropongono le Asl provinciali, spero ci riescano – io comunque non voglio fare l’esperimento nella prossima legislatura dell’attuazione delle cinque Asl provinciali da parte del centro-sinistra, speriamo di poterla fare noi –. Però tutto è strumentale e funzionale a, di organizzazione e riorganizzazione strutturale di questa macchina regionale non ne parlate! E’ questo invece il problema fondamentale per sapere se questa macchina costosa per tutti i marchigiani viene organizzata al meglio per affrontare i problemi di una società sempre più in movimento.
Ma questi sono discorsi ben lontani da una mentalità purtroppo molto conservatrice nella quale vi dibattete oggi, infatti oggi nelle Marche voi siete veramente la conservazione politica.
In questi giorni è stato enfatizzato Matteo Ricci, ma nel 2001 ci erano voluti quindici mesi di battaglie per far aderire la Regione all’Associazione Matteo Ricci di Macerata, tra l’altro presieduta dal prof. Mignini che non è certo un democristiano. La maggioranza del centro-sinistra non lo voleva fare, per cui ora dopo dieci anni abbiamo la piccola soddisfazione di poter dire che avevamo ragione.
Questo è per dire, come diceva anche il collega Santori, quali sono i rapporti istituzionali tra maggioranza e minoranza. Ai voglia a dire che dobbiamo costruire politiche strategiche insieme, non ci si riesce.
Il collega Pistarelli ha rilanciato la contraddizione sulla manovra dell’IRAP, vedremo la risposta che ci sarà. E qui non si tratta di fare dispetti o favori agli imprenditori, si tratta di fare una manovra che sia la più razionale possibile. Ripeto, se si premia con lo sgravio IRAP solo chi assume certamente è una contraddizione, perché se le aziende ritornano ad assumere – sono d’accordo con il collega Viventi – significa che sono anche in via di superamento della crisi. Allora l’incentivo alle assunzioni deve essere fatto in un’altra maniera. Ad esempio il Governo nazionale premia chi assume ultracinquantenni espulsi dal processo produttivo – guardo il Consigliere Procaccini con cui ho parlato a lungo di questi problemi –, perché i lavoratori espulsi dal processo produttivo a 45-50 anni sono ovviamente quelli più difficilmente ricollocabili. Quindi è stata una manovra, che si può contestare o meno, ma che ha una sua razionalità.
Vorrei avere qui il Presidente Spacca per discutere con lui del sistema a favore delle imprese – glielo ho detto anche personalmente, perché i buoni rapporti tra noi consentono di fare anche uno scambio un po’ aspro –. Nel 2005 tanti imprenditori hanno votato per Spacca e gli avevano chiesto anche un’amicizia personale, si dovevano rassicurare di avere nel Presidente un amico personale. Noi invece dicevamo che prima di avere un amico personale bisogna avere amico il sistema, e poi se il Presidente lo puoi anche invitare a cena meglio per te. Ma è meglio avere il sistema amico e quindi uscire da quello schema con il quale poi il politico da portare a braccetto ti fa un favore.
Oggi tanti imprenditori pensando di avere amico il Presidente – ma il Presidente umanamente non poteva essere amico di tutti – si sono accontentati di questo senza però avere amico il sistema. Pertanto le storture che ci sono nella formazione, nella sussidiarietà, nell’internazionalizzazione, gli squilibri e le ingiustizie che ci sono stati, oggi tanti imprenditori se li ritrovano addosso. Hanno chiesto troppo al Presidente in nome di un’amicizia, ma il Presidente non poteva rispondere a tutti con l’amicizia.
Ora non so se avremo la maturità politica di uscire da questo schema e di avere un sistema un po’ più maturo.
Questa è dunque una finanziaria che mantiene squilibri e privilegi. Non so come possa esserci in uno schema di bilancio l’intervento a fondo perduto per alcuni impianti sportivi (credo siano cinque-sei, quasi tutti localizzati in una zona), quando conosciamo bene gli immensi problemi che hanno i nostri impianti sportivi per quanto riguarda la messa a norma, antinfortuni, abbattimento barriere architettoniche ecc.. Qui ce ne sono cinque-sei, non si sa in base a quale razionalità. C’è stata una graduatoria? C’è stato un bando? C’è stato un avviso? I Comuni hanno potuto costruire un progetto? No, non si sa! Probabilmente un’Assessore è andato lì e ha scritto.
Però non sono mica cieco e sordo da non aver visto che anche in passato queste cose sono accadute. Le abbiamo viste, Consigliere Procaccini, sia nei Governi della Democrazia Cristiana che in quelli della sinistra, ma permettetemi di dire che era più semplice, perché su 400 domande che arrivavano in Regione 350 si riusciva a soddisfarle, magari con il fondo perduto oppure con gli interessi o con il sistema misto, ecc.. Invece quando su 1.000 esigenze ne soddisfi solo 5 esponi a ridicolo l’Esecutivo regionale. Di questo ne ho parlato prima privatamente con l’Assessore Rocchi ma solo a titolo di sfogo.
Ultima cosa. Stiamo preparando emendamenti che riguardano ovviamente le nostre linee principali di revisione strutturale, l’organizzazione, gli interventi delle leggi, il sostegno alle famiglie e alle piccole imprese. Io aggiungo una cosa che non c’è in questa finanziaria, ossia la drammatica situazione dell’emergenza giovanile per quanto riguarda droga ed alcool. Penso che tutti conosciate le statistiche, stiamo andando verso una situazione di allarme, ma non ho visto da parte dell’Assessore Amagliani una particolare attenzione su queste vicende. Credo sia ora di metterci mano.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Ho particolarmente apprezzato gli interventi dei Consiglieri Procaccini e Mammoli e in gran parte anche quello del Consigliere Viventi.
Ritengo sia molto importante prima di illustrare alcune cose relative al bilancio parlare del contesto nazionale, riportando, come diceva il Consigliere Viventi, anche delle cifre che spero siano illuminanti in quanto inevitabilmente si riverberano sul bilancio regionale.
Fino ad ottobre sono state utilizzate 717 milioni di ore di cassa integrazione, il che significa che è stato battuto il record del 1993. Il tasso di disoccupazione giovanile è di 6 punti superiore alla media nell’euro zona. Il tasso di occupazione femminile è del 46,6%, è più del 20% inferiore a quello maschile.
Quindi mi chiedo: qual è attualmente la nuova politica industriale? Qual è la nuova politica creditizia?
Perché se leggo attentamente l’ultima finanziaria mi trovo di fronte ad una manovra economica di corto respiro, una manovra restrittiva la cui ispirazione non è assolutamente anticiclica. Soprattutto fa delle proposte troppo vaghe di riconversione produttiva, in un momento, invece, che c’è bisogno di cambiare la nostra specializzazione produttiva, in un momento in cui occorrono anche – mi riferisco soprattutto agli imprenditori – nuove idee.
Allo stesso tempo mi sembra non si intervenga abbastanza – cosa che invece vedo in questo bilancio – per quei settori innovativi, che sono sì a redditività differita ma che contengono possibilità di sviluppo economico e di sviluppo occupazionale. Parlo soprattutto del settore delle energie alternative.
Inoltre non ho sentito fare questa riflessione, ossia che la flessibilità del lavoro è sostanzialmente fallita. Basterebbe leggere attentamente l’ultimo rapporto Censis. A me sembra che il nostro Paese per certi aspetti assomigli molto alla Los Angeles di Runner. Tant’è vero che De Rita dice che è un Paese replicante, ossia che purtroppo è un Paese sempre uguale a se stesso. Infatti quel rapporto va giù duramente sulla situazione sociale, parla di un Paese in apnea, parla di un Paese che arranca, soprattutto va giù duro sulle formule di lavoro atipico, formule che si sono rivelate un boomerang per la società e soprattutto per le nuove generazioni.
L’occupazione diminuisce rispetto allo scorso anno dell’1,6%. Il segmento che ha più risentito di questo processo recessivo è stato proprio quello del paralavoro, cioè quelle formule occupazionali cresciute a metà strada tra lavoro dipendente e autonomo e che costituiscono una quota importantissima del mercato del lavoro. Stiamo parlando di più di 3 milioni e mezzo. E’ un settore che ha registrato una perdita del 4,3%. Sono state soprattutto colpite le diverse forme di lavoro a termine, da quelle di collaborazione a progetto a quelle occupazionali.
Inoltre vi è anche il popolo delle partite Iva, dei collaboratori senza addetti, dei monocommittenti. E’ un popolo che ha visto crescere le proprie fila raggiungendo quasi la quota di 1 milione. Sto parlando di una crescita del 16,3%.
Questo secondo me va a scapito – sono d’accordo con il direttore del Censis Giuseppe Roma – soprattutto dei giovani. Oggi i giovani sono più aperti alle esperienze internazionali, sono più tecnologizzati, quindi sono loro che dovrebbero costituire il punto di forza su cui far leva per un rilancio.
Ecco perché – qui concordo con il Consigliere Massi – dobbiamo aspettarci di più in termini di bilancio per quanto riguarda le politiche giovanili, peraltro ci troviamo di fronte a delle generazioni che sono già deluse in partenza. Sono troppi i giovani che non hanno alcuna fiducia del fatto che conoscere serve a progredire o che nella vita ci si può far strada in virtù delle proprie conoscenze e della propria qualificazione.
Continuiamo a ripetere che questa è l’epoca dell’economia delle conoscenze, invece a me sembra ci sia un’indifferenza da parte della società in genere alla qualità della preparazione.
E’ un contesto sociale, consentitemi, che è un inno all’ignoranza, è un inno alla volgarità, alla irrilevanza dell’educazione. Quindi se vogliamo porre un argine al ritardo educativo dobbiamo investire di più soprattutto nel settore della cultura, come diceva la Consigliera Mammoli, e nel settore di coscienza diffusa.
Perché ho fatto questa lunga premessa? Perché ritengo che tutto sommato sia veramente da elogiare l’obiettivo della Regione. A me piace quella sorta di slogan “resistere e attaccare”. Perché intanto come priorità c’è stata anche la categoria della tempestività. Non è vero infatti che si è restati al palo. Ad esempio vediamo l’aumento delle risorse, la riduzione della pressione fiscale. Guardate, stiamo parlando del meno 47%. C’è la consapevolezza della necessità di una strategia anticrisi. Il Consigliere Procaccini prima parlava di protezione del lavoro e di sostegno all’occupazione.
Tra l’altro, da quello che ho capito, la manovra interesserà la bellezza di 20 milioni di lavoratori.
Quando ci fa comodo citiamo le classifiche de Il Sole 24 Ore, allora in questo caso ricordiamoci pure della classifica del benessere, ricordiamoci anche dei dati Istat secondo cui i dati occupazionali delle Marche nel 2009 sono gli stessi del giugno 2008, un dato che mi sembra abbastanza importante.
Come mi sembra che certe decisioni, che poi hanno un loro riflesso nel bilancio, siano frutto di un clima di collaborazione con le forze sociali, con i territori, con le Amministrazioni provinciali.
Ritengo, inoltre, che la Regione non sia stata ostaggio della paura, anzi, forse dovremmo osare ancora di più, ossia dovremmo fare in modo che la paura diventi la precondizione di un’etica del futuro, quindi come tale va riattivata la sua funzione produttiva di fronte ai rischi globali che oggi dobbiamo affrontare, dobbiamo valorizzarne la funzione responsabilizzante sottraendola soprattutto alla dinamica anestetizzante.
Una raccomandazione – e mi dispiacerebbe se qualcuno la potrebbe magari interpretare come un intervento fatto da un paladino della piccola Patria –, cioè che dovrebbe essere ancora più attenta l’analisi di quanto avviene soprattutto nel sud delle Marche. Io sono alieno alla cultura del piagnisteo, ma per esempio a proposito della sanità che si dica qualcosa di definitivo sul direttore di Zona, non possiamo continuare questo balletto, lì abbiamo bisogno di stabilità e di certezze.
La stessa cosa vale per il Consid. Vogliamo cambiarne funzione? Vogliamo cambiarne l’obiettivo? Allora che si prenda una decisione definitiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Francamente ci saremmo aspettati un bilancio molto più attento considerato il momento particolare che sta vivendo la nostra nazione e che di riflesso vive anche la nostra regione. Ci troviamo in un periodo in cui ci saremmo aspettati dei provvedimenti focalizzati soprattutto verso l’occupazione e le famiglie. Ma così, dispiace dirlo, non è.
Abbiamo verificato, a parte qualche intervento squisitamente elettorale che è stato portato avanti in queste settimane e anche codificato, che nel bilancio non ci sono interventi importanti, fondamentali e strutturali che cercano di tamponare la situazione di difficoltà che hanno le imprese e le famiglie. Insomma non c’è quell’attenzione al sociale che ci saremmo aspettati in un periodo come questo.
In funzione delle prossime elezioni regionali c’è invece un’attenzione, come ha rilevato poc’anzi il collega Pistarelli, solo ad alcune realtà. Ci sono interventi mirati e piccoli interventi sparsi un po’ su tutto il territorio, ossia il solito contributo a pioggia, di cui tutti negano l’esistenza ma che nei fatti nel corso degli anni continuano ad andare avanti.
Inoltre, come ha confermato anche la collega Mammoli, dal punto di vista dello sviluppo turistico di questa regione non è stato fatto ciò che si poteva fare, quando invece siamo in un momento dove il turismo è sicuramente un elemento fondamentale e indispensabile per la ripresa. Noi non abbiamo materie prime, quindi l’unica materia prima che possiamo valorizzare è sicuramente il turismo che però viene ancora una volta trascurato.
Ci dite: “abbiamo fatto lo spot con Dustin Hoffman”. Benissimo, Dustin Hoffman è un bravissimo attore, nessuno ne mette in discussione le sue capacità recitative – anche se c’è qualche Assessore che si avvicina molto come attore a Hoffman, magari avremmo potuto risparmiare qualche lira! –, però quello che abbiamo contesto è il fatto che questo bando sia stato emesso durante il periodo estivo, il classico periodo in cui generalmente si vogliono far sapere le cose solo a pochi. Infatti in questa occasione, guarda caso, chi ha vinto è stato proprio l’ex Assessore defenestrato Solari che con questa operazione trova una sorta di buonuscita morale dalla Giunta regionale.
Inoltre non riusciamo neppure a capire tutto quello che di serio sta intorno al turismo. E’ di questi giorni il fatto che, nonostante i 39 milioni dell’accordo con le Ferrovie dello Stato, sono state soppresse diverse fermate, e turisticamente parlando questo non è sicuramente produttivo.
L’Assessore Marcolini mi ha personalmente detto che quando era stata fatta quella contrattazione di 39 milioni non ne sapevamo nulla. E sono dieci milioni in più rispetto all’anno precedente. (…) Assessore, lei ha la cattiva abitudine di interrompere, i treni li avete già interrotti, non interrompa pure me! Io l’ascolto sempre con molta attenzione per cui la prego di ascoltare con attenzione anche me! Se poi dirò delle fesserie lo potrà dire dopo. Ma magari io le fesserie dico, però voi le fate! Perché di fatto chi va a un tavolo con 39 milioni poi… (…)

PRESIDENTE. Assessore, per cortesia.

Giancarlo D’ANNA. Abbiamo speso 39 milioni di euro e poi la contropartita è che ci hanno tolto le fermate! Lei non sa contrattare! (…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Assessore!

Giancarlo D’ANNA. No, ignorante sarà lei e se mi permette è anche un cafone! Lei continua ad interrompere sulle cose che le danno fastidio, questo testimonia la sua incapacità non solo di risolvere i problemi di questa Regione ma anche di ascoltare! Lei non è capace di ascoltare! E’ un cafone, ha capito, è un cafone! E’ un cafone!

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere, concluda!

Giancarlo D’ANNA. Presidente, faccia stare zitto l’Assessore. Non è possibile che ogni volta che…(…)

PRESIDENTE. Assessore, per cortesia, i Consiglieri hanno diritto di esprimere quello che vogliono, poi lei se vuole potrà replicare.

Giancarlo D’ANNA. E poi parlate di Berlusconi che non vuol far parlare! Io sono quattro secondi che parlo e lei interviene solo dopo tre secondi per interrompermi. Siccome hanno interrotto dei servizi ferroviari lei ama le interruzioni e quindi continua a interrompere il sottoscritto! (…)

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere continui! Assessore!

Giancarlo D’ANNA. Gli orari sono nazionali, lei rappresenta una Regione ma che non sa rappresentare nei tavoli locali e nazionali! Non è capace di rappresentarla, si vergogni! Vada a fare un altro mestiere!

PRESIDENTE. Consigliere, concluda!

Giancarlo D’ANNA. Come concluda, Presidente, ho appena incominciato!

PRESIDENTE. Prego continui.

Giancarlo D’ANNA. Il problema della ferrovie non riguarda solo le fermate che non ci sono più, ma vi è anche un altro problema ancora una volta trascurato dalla Regione, ossia quello delle barriere antirumore per le quali non si sono fatte pressioni giuste e doverose per evitare quelle lamentele continue da parte di turisti e residenti. Le ferrovie sono state costruite tantissimi anni fa ed ovviamente comportano del disagio – oggi le città si sono sviluppate anche dal punto di vista turistico –, per cui come compensazione dovrebbero avere fermate in più e magari meno rumore.
Sempre per il turismo siamo delusi anche per quanto riguarda l’erosione marina su cui continuano ad esserci serissimi problemi. Ci sono delle realtà da nord a sud del nostro territorio dove praticamente non ci sono più spiagge. Anche su questo nel corso degli anni la Regione è stata incapace di gestire tale emergenza, sono stati fatti solo interventi tampone che non hanno risolto il problema, anzi, in qualche caso l’hanno accelerato. Io per il fenomeno dell’erosione ho fatto alcuni emendamenti che prevedono nuove e più abbondanti risorse.
Altro problema è quello dei dragaggi dei porti, in fattispecie quello di Fano continua ad avere una serie di problemi perché ci sono degli Assessori – qui ora non sono presenti ma esistono in questa Giunta! – che continuano a promettere di far conferire i fanghi di escavazione del porto di Fano nella vasca di colmata di Ancona che ancora non esiste.
Deludente è anche la situazione ambientale. In questi giorni è tornato alla ribalta il problema serissimo dell’amianto. Problema anche questo completamente trascurato, anzi, di recente a Senigallia c’è stata una bonifica che ha comportato proteste e denuncie sulla metodologia di bonifica applicata in quella situazione. Vorrei ricordare che proprio in questi giorni a Torino è in corso un processo che riguarda numerosi decessi a causa dell’inalazione delle fibre di amianto, in Italia ci sono 3.000 morti l’anno a causa dell’amianto.
Dunque anche per questo aspetto c’è poco e niente. Ho presentato un emendamento che cerca di sopperire alla mancanza dell’approvazione – e qui faccio un appello – di una mia proposta di legge, che ormai probabilmente non avrà più tempo di arrivare in Aula, che prevede contributi per quei piccoli privati che vogliono bonificare l’amianto. Altrimenti continuerà a verificarsi che la gente pur di liberarsi a costo zero dell’eternit lo abbandona sul territorio.
La farsa dell’IRAP è stata già ricordata. Riguarda solo le imprese che assumono, quindi in un momento come questo è più una presa in giro che un intervento mirato a dare una mano alle imprese stesse.
Notiamo anche una mancanza di aiuti seri e consistenti alle famiglie.
C’è inoltre il problema degli edifici scolastici che andrebbero visti in un contesto più allargato sulla sicurezza.
Ordine pubblico e politiche di sicurezza. Su questo c’è un organismo, di recente è stato fatto un convegno, però ancora una volta debbo denunciare in questa sede che la nostra regione è presa d’assalto da famiglie provenienti da altre regioni che si stanno accaparrando attività commerciali senza che ci sia una seria attenzione da parte delle varie amministrazioni a porsi il problema di dove arrivano i soldi e quale tipo di scombussolamento si crea sul nostro territorio nel momento in cui, appunto, si acquistano una serie di attività che poi mettono in difficoltà chi non fa parte del giro.
Per quanto riguarda la sanità si è parlato di bilancio in pareggio, di prospettive, però qual è la realtà? Qualche giorno fa nel settimo rapporto dell’Associazione italiana dell’ospedalità la regione Marche è risultata tra le più sprecone d’Italia, ha il 31% di inefficienza, che è la differenza tra il valore dei servizi e il costo effettivo ripianato dallo Stato.
Quindi la pubblicità e la commercializzazione dei risultati, che sempre avviene con le risorse economiche della cosiddetta comunicazione istituzionale, per questa amministrazione si rivelano un boomerang, infatti poi la gente si rende conto benissimo che le cose assolutamente non funzionano.
Il problema delle liste di attesa, nonostante l’enorme cifra spesa dalla Regione e in parte sprecata per il 31%, non è stato risolto. Quando invece le liste di attesa sono un problema non solo sentito ma anche grave, scandaloso e vergognoso. Ci sono persone che nel richiedere le prestazioni mediche si sentono dire: “torni tra due mesi, tre mesi, quattro mesi, cinque mesi, oppure, se vuole, domani o dopodomani c’è posto a pagamento”. Ritengo che con tutto quello che si spende per la sanità questo è un risultato veramente scandaloso.
Tornando all’argomento che ho affrontato poc’anzi, c’è disattenzione anche a quelle che sono considerate eccellenze dal punto di vista turistico. Da anni in quest’Aula cerco di “sponsorizzare” le manifestazioni storiche del nostro territorio, tra cui il Carnevale di Fano o la Fano dei Cesari, però ancora non ci sono delle risorse mirate, seppure ci sia una proposta di legge sulla quale sono anni che ne chiediamo una priorità. Ma a tutt’oggi per il Carnevale di Fano per la Fano dei Cesari, ripeto, non ci sono risorse; peraltro il sottoscritto ha presentato varie proposte di emendamento che però sono state ogni volta bocciate anche da quei Consiglieri regionali eletti in quel territorio.
Il risultato di questo bilancio è quindi deludente, favorisce una parte del territorio a discapito di un altro. Ad esempio per il programma triennale delle opere pubbliche 2010-2012, nonostante ci siano problemi in tutta la regione, sull’erosione ci sono implementazioni di barriere sommerse, riallineamento di scogliere, manutenzione straordinaria per il litorale per diversi milioni di euro solo per il sud delle Marche, sono state escluse totalmente situazioni drammatiche come quelle che si vivono a Fano e a Marotta di Fano, nella zona Sassonia e nella zona del cosiddetto Bersaglio.
Come sulla sanità. In quest’Aula è stata votata, con il mio voto contrario e di pochi altri, una legge che crea l’Azienda ospedali riuniti di Pesaro di cui a tutt’oggi non sappiamo assolutamente niente, ma guardando le cifre vediamo che per Pesaro e Fano c’è zero, mentre ci sono 70 milioni di euro per la realizzazione di una struttura ospedaliera ad Ancona.
Pertanto ancora una volta questo bilancio testimonia la distanza che c’è tra il capoluogo di regione ed il resto del territorio, nella fattispecie la provincia di Pesaro Urbino.
Ho presentato diversi emendamenti che cercano di riequilibrare questa differenza, questo plusvalore dedicato ad altre zone, quindi mi auguro che anche i Consiglieri regionali eletti sul mio territorio aderiscano a questa iniziativa, ossia quella di bilanciare ciò che la Regione come sempre cerca di toglierci.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Voglio innanzitutto riferirmi a questa breve discussione avvenuta tra l’Assessore Marcolini e il Consigliere D’Anna, entrambi amici. In questi mesi ho avuto modo di confrontarmi più volte, Consigliere D’Anna, con gli autotrasportatori che riconoscono in Pietro Marcolini fra i migliori Assessori ai trasporti di questi ultimi anni. Quindi considerare l’Assessore Marcolini incompetente in materia di trasporti ritengo sia sbagliato. E questo lo dico semplicemente perché ci sono dati di fatto, non tanto rispetto ai problemi dei treni quanto proprio per la gestione del trasporto pubblico locale che ha avuto riscontri in ogni angolo delle Marche. Quindi mi è sembrato ingeneroso criticare l’azione di questo Assessorato su quel tema, l’ho voluto richiamare solo per questo.
Vado alla finanziaria. In questi giorni a tutti credo probabilmente è capitato di rendersi conto che da un lato c’è la finanziaria nazionale, dall’altro una crisi economica che sta mordendo questa regione nei suoi settori più delicati, infine la proposta di un federalismo fasullo. E vediamo che l’anello più debole delle Istituzioni, cioè il Comune, sta mostrando un elemento di crisi profonda, è il nervo più scoperto rispetto all’erogazione dei servizi, rispetto ad uno dei temi di fondo su cui questa Regione ha caratterizzato la sua azione, ovvero la coesione sociale che mette in crisi le famiglie e i lavoratori marchigiani.
L’azione di questa Regione nel corso degli anni, non dico che si sia sostituita ovviamente allo Stato o che ha cercato di surrogare le carenze degli altri enti, tuttavia è riuscita, specialmente nella fase più acuta della crisi in corso, a dare un contributo diretto. Anche attraverso i Comuni è riuscita a sostenere uno degli elementi di fondo di quell’anello più debole della coesione sociale istituzionale che c’è in una regione.
I Comuni stanno protestando enormemente in quanto sono quelli che devono erogare i servizi, sono loro che stanno vicini alle famiglie o che devono garantire i trasporti scolastici.
Vedete, la vicenda dell’Ici sta cominciando a dare segni molto negativi. Ecco perché in questa situazione l’attenzione di questo bilancio, seppur modestamente, è rivolta ad intervenire per garantire il livello locale, lo sviluppo locale. E’ questo un elemento sicuramente virtuoso di questo bilancio.
Anche il fatto di avere finanziato, con una consistente somma di 17 milioni di euro, la non autosufficienza è un segnale importante e profondo. Che segna che cosa? Prima qualcuno diceva che questo è un bilancio elettorale, certo, questo è un bilancio di fine legislatura, è un bilancio coerente con una impostazione che è cominciata cinque anni fa, è un bilancio coerente che dice che questa Regione ha un senso se garantisce la coesione sociale.
Allora in questo quadro in qualche modo questa Giunta è riuscita a garantire proprio questo aspetto, ossia ha ragionato in maniera decisa attraverso la condivisione anche in maggioranza di una strategia. Questa finanziaria, infatti, ha gestito in maniera precisa sul versante delle entrate il consolidamento, l’equilibrio ed il controllo del bilancio, è riuscita a gestire le entrate anche in termini di relazione fra entrate proprie, entrate statali, entrate comunitarie.
Inoltre si è riusciti ad avere una gestione delle uscite anche rispetto al dato della sanità. Si possono fare tantissime critiche al sistema sanitario marchigiano, certamente ci sono ancora questioni non risolte fino in fondo, ma quando possiamo contare su un bilancio scevro dei problemi della sanità dal punto di vista finanziario ed economico è comunque un bilancio che può essere gestito. Negli ultimi tre anni la sanità ci dà un pareggio di bilancio, come ricordava il relatore di maggioranza ed altri Consiglieri.
Inoltre come si fa a non riconoscere che la pressione fiscale in questa Regione si riduce del 47%?! Gli addizionali regionali IRPEF e IRAP scendono da 169 milioni nel 2004 a 90 milioni nel 2010. Sono indicazioni macro ma comunque fondamentali per cogliere un percorso di un bilancio che non si può risolvere semplicemente con la polemica rispetto al fatto che abbia al suo interno qualche intervento a pioggia. Certo, che pure c’è, come sempre c’è qui e altrove, e che quindi bisogna ridurre, mitigare, fare in modo che siano interventi più organici possibili, ma purtroppo o per fortuna è così.
Che la finanziaria sia occasione, Consigliere Santori, per intervenire su leggi non va sempre bene, ma qualche volta serve per correggere qualche stortura precedente che può aver fatto l’Assemblea legislativa. Certo, se sono strumentali non le condividiamo, ad esempio con la finanziaria non si possono correggere leggi appena votate dall’Assemblea. Emendamenti di questo tipo, seppure ci siano, io comunque non li condivido. Tant’è che inviterò la Giunta a ritirare gli emendamenti sul Piano casa discusso e votato solo quindici giorni fa.
Quindi sicuramente non è possibile fare tutto con la finanziaria ma certe cose sì.
Rispetto all’azzeramento dell’addizionale dell’IRAP legato all’occupazione, intanto votiamo questa finanziaria e diamo questo contributo a quelle imprese virtuose che potranno garantire l’occupazione e che quindi potranno avranno la riduzione dell’IRAP. Poi vedremo anche quello che farà il Governo nazionale, faremo un confronto. Ma intanto, ripeto, penso che questo sia un intervento importante e significativo.
La stessa cosa vale per gli interventi fatti con lo scorso assestamento, quando si era in piena crisi, l’intervento per il rilancio delle imprese, l’intervento contro il precariato, per il lavoro, per le famiglie.
Insomma, per farla breve, lungo il corso di questi cinque anni c’è sempre stata una coerenza di impostazione politica. Oggi questa è una finanziaria sì di fine legislatura ma che sta pienamente dentro la vicenda della crisi economica di questa regione.
Sono stati ricordati quasi tutti i passaggi più significativi, li ha ricordati il relatore Brandoni, il Consigliere Procaccini. E’ chiaro che c’è anche un’altra indicazione, c’è un investimento sul futuro, perché se dobbiamo in qualche modo ricevere in fretta il federalismo – lo ricordava qualche tempo fa l’Assessore Marcolini –, poi i parametri di questa regione appunto sul federalismo sono talmente sani che ci permetteranno di accogliere anche la competenza di federalismo regionale.
Però la nostra preoccupazione è su quello che non funzionerà. Perché se ciò che verrà avanti a livello nazionale sarà quella proposta che ha in mano il Ministro Calderoli le difficoltà non saranno tanto della Regione Marche quanto dell’anello più debole del sistema di questo Paese , i Comuni.
Noi in qualche modo abbiamo garantito risorse consistenti e mantenuti gli Assi portanti di quella nostra politica strategica che si conclude con questo bilancio.
Non c’è altro da dire, altri meglio di me potrebbero fare il rendiconto analitico delle voci di bilancio, a me però non è questo che interessa, a me interessa cogliere essenzialmente quel percorso che in cinque anni ha potuto costantemente garantire a questa Regione più risorse, sono stati mantenuti i bilanci in equilibrio, azzerato i debiti della sanità.
Questo è il senso di un bilancio di fine legislatura e che è ovviamente un bilancio di carattere politico.
Ritengo che complessivamente questa finanziaria è in grado di garantire ai marchigiani più risorse in diversi campi.
Certamente anche sul contenimento della spesa bisogna avere una maggiore attenzione, qualcosa è stato fatto, ma non possiamo fermarci qui, bisogna continuare.
C’è un elemento che auspicherei venisse ripreso nella prossima legislatura, qualcosa che era iniziato circa tre anni fa, ossia una discussione sulla riforma del bilancio, cioè eliminare alcune leggi di spesa vecchie di anni e che sono diventate addirittura marginali. Reimpostare un bilancio a parametro zero per orientarlo sulle priorità di fondo per questa Regione. Si era iniziato a fare questo ragionamento ma lo si è lasciato indietro. Nella prossima legislatura si potrebbe fare un ulteriore passo avanti, cercare un ulteriore risparmio attraverso la riformulazione strategica di un bilancio basato su priorità vere e diverse, ripeto, superando leggi rimaste ormai ai margini delle necessità di questa Regione.
Ecco, questo bilancio dà queste risposte, libera risorse e garantisce e rafforza ancora di più la coesione sociale. Gli indicatori macro sono tutti di quel tenore, ma è evidente che in questa fine legislatura chiediamo alla Giunta di fare in modo che questo bilancio abbia di fatto un’impostazione strategica e che guardi anche ai prossimi anni.
Per questo motivo sono molto convinto nel dare un voto favorevole a questa finanziaria 2010.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il collega Ricci ha detto che questo bilancio garantisce più risorse per i marchigiani. E’ vero, ma lei parla di effimero, Consigliere Ricci, se non entra nel merito tutti possono anche crederci. La demagogia e la propaganda è stata sempre la vostra forza. Ancora una volta si dice: “ristrutturiamo il bilancio”. Ma sono cinque anni che siete in questa Assemblea, allora perché, Consigliere Ricci, lo dice solo a fine legislatura? Ha avuto cinque anni di tempo per farlo! Lei ci dice: “lo facciamo la prossima legislatura”, e magari a fine della prossima legislatura dirà ancora con il solito ritornello “ristrutturiamo il bilancio”.
Confrontiamoci, invece, nel merito su alcune specificità del bilancio.
Primo. C’è un grido di allarme da parte degli industriali marchigiani. Sapete bene che le grandi aziende sono quelle che danno lavoro, occupazione, ma voi non tenete conto di quanto gli industriali stanno affermando in questo momento, fate finta che nulla accada, non viene fatto neppure un confronto su una problematica così delicata.
Secondo, sanità. Non avete minimamente affrontato la problematica che sta più a cuore, dopo quella dell’occupazione, ai marchigiani.
Il progetto Mezzolani è fallito sotto tutti i punti di vista, è uno dei disastri più grandi fatto a livello di sanità negli ultimi anni dalla Regione Marche. Di critiche ne abbiamo mosse molte in questi anni, io sono dieci anni che sto qui, ne abbiamo dette di cotte e di crude, ma di fatto la situazione attuale è la peggiore in assoluto. Mi auguro di essere smentito di quello che dico.
Vi vantate di essere virtuosi, è vero, ma per i tagli che fate alla sanità! Accusate sempre il Governo nazionale che però proprio in questi giorni ha trasferito risorse importanti. Quindi ciò che affermate sui tagli che si fanno a livello nazionale non è vero.
Dite che siete virtuosi per il semplice fatto che non trasferite i fondi alle aziende, ma in alcune circostanze, grazie ai budget a volte irresponsabili – mi assumo tutte le responsabilità di quello che dico –, vengono negate anche le prestazioni proprio perché non ci sono risorse sufficienti.
Ne cito una per tutte, l’ortopedia. Fate un censimento a livello regionale e chiedete a tutti i primari fino a quando avranno risorse per poter fare protesi e altri tipi di interventi. Per fortuna che in alcune realtà ci sono le cliniche private che soccombono alle vostre negligenze e deficienze, le tante bistrattate cliniche private che però sono quelle che in realtà si sostituiscono al servizio sanitario marchigiano.
Personalmente sono per il servizio pubblico, nessuno deve pensare il contrario, però bisogna ammettere che se in questo momento non ci fosse stata l’attività privata la regione Marche avrebbe avuto grossissimi problemi.
Ci sono liste di attesa paurose. Al pronto soccorso è una telenovela, giallo, rosso, verde. Invito il Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca – che fa molti viaggi all’estero, quindi ne faccia qualcuno in più nella sua regione! – con il suo Assessore e la Commissione sanità, di andare da Pesaro ad Ascoli nei pronto soccorso. I medici stanno lavorando in una situazione di disagio e di difficoltà, ma poi è proprio a loro che si vuole addossare la responsabilità, proprio a chi opera con grande coscienza in questi reparti.
A livello regionale abbiamo grandi manager, ma che cosa ci hanno portato in questi cinque anni? Hanno solo gravato le casse della sanità marchigiana! Non c’è stato un miglioramento in nessun servizio, non è calata una lista d’attesa, eppure alla fine dell’anno prendono fior fior di euro. Ci fanno vedere solo scatole cinesi che non producono niente. Ma voi di fronte a questa situazione state zitti, siete inermi. In questi anni non avete cambiato nemmeno un direttore, vi dà sì un budget virtuoso della riduzione della spesa, non un budget per il quale si possa dire che sono stati migliorati i servizi, sono state abbattute le liste di attesa o che il cittadino marchigiano possa avere una sanità che possa essere il nostro fiore all’occhiello.
Perché nella stesura del bilancio non si parla di questo? Una volta si diceva che l’85% delle risorse del bilancio andavano tutte sulla sanità, vi ci sgolavate su questo, oggi invece non si parla più di sanità.
Invito ancora una volta il Presidente Gian Mario Spacca, l’Assessore alla Sanità e la Commissione sanità ad andare a visitare tutti i pronto soccorso, li invito ad informarsi sulle liste di attesa, a capire le reali difficoltà, li invito anche a portarsi questi manager che gestiscono la sanità marchigiana, chiedendo loro perché la nostra sanità oggi si trova in questa situazione.
A mio avviso – mi assumo la responsabilità di ciò che dico – è una situazione fallimentare. Qui non si tratta di ASL unica o di cinque Aziende o di quello che si vuole inventare, perché la sanità è un diritto. Gli americani stanno lottando per avere un servizio sanitario a misura d’uomo, per cui noi che ce l’abbiamo da tanti anni non dobbiamo solo difenderlo ma potenziarlo e renderlo efficiente.
Più di una volta abbiamo chiesto un confronto su questa tematica ma caro collega Ricci mai ci ha dato una risposta sullo stato della sanità marchigiana. Ascolti la registrazione, poi magari domani dettagliatamente mi darà una risposta punto per punto.
Ripeto, invito il Presidente Spacca, che è un bravo “ministro degli esteri”, è uno che sa vendere molto bene il suo prodotto, a fare un confronto serio con questi fior fiori di manager; manager che avete fatto, guarda caso, venire tutti da fuori regione, forse i nostri non sono bravi!
Quindi chiediamo un confronto sul perché i nostri pronto soccorso sono intasati, sul perché per una visita servono anche trecento giorni, sul perché di tutte queste difficoltà, sul perché di tagli sfrenati alla sanità marchigiana.
So che molte di queste cose che dico sono condivise dal vostro Gruppo, ma siccome dovete difendere a tutti i costi il vostro Assessore siete addirittura capaci di trasformare la negligenza in un servizio, dando magari la colpa ad un primario che non centra niente (…) Certo, l’avete premiato con un budget superiore e sta ancora al posto suo! Siete irresponsabili?! A questo primario che lei accusa sono stati dati 58-60 punti e prende di più dello scorso anno! Allora significa che è bravo – gli sono stati dati più punti, prende di più! –, non è stato toccato, lavora ancora al suo posto, significa che sta facendo il suo servizio. Peraltro, compagni, non ha la nostra tessera! Noi non chiediamo mai tessere a nessuno! Mi limito a dire solo questo.
Altre problematiche ancora. Non ci sono risposte serie per gli anziani e i giovani. Si parla ad esempio degli oratori, ma sapete da quanto tempo i Comuni hanno i centri di aggregazione per i giovani? Dieci anni, quindici anni, dunque cosa si è inventato Spacca! Ai voglia a fare i protocolli a livello regionale! E’ una vita che esistono i centri di aggregazione! Prima c’erano gli oratori, oggi hanno un altro nome, quindi non ci si inventa proprio niente.
Per gli anziani è inutile che fate i pronto soccorso o la chiamata d’urgenza, perché poi non c’è una programmazione, non c’è una pianificazione, non sono state messe le risorse giuste. Però per Dustin Hoffman 3 miliardi di vecchie lire per fare il filmino si trovano! Perché magari pensate che possa portare gente nelle Marche proprio perché è Dustin Hoffman.
Quindi, c’è un allarme lanciato dagli industriali, una sanità che deve essere rivista e rimessa in funzione, non ci sono risorse per i giovani e per gli anziani, e non ultimo – Assessore Marcolini non si arrabbi, prevenire è sempre meglio – c’è un tentativo, non si capisce da parte di chi, di dare la proroga a tutti i commissari delle Comunità montane. C’è una legge che dice che entro il 31 dicembre si dovranno insediare il presidente, il vicepresidente e i consiglieri. Perché allora preventivamente si sta lavorando con un emendamento per dare la proroga? Recentemente ho visto su un giornale il bel faccione di Carrabs che sta girando in tutte le Marche e che sta reclutando anche i presidenti delle Comunità montane. Non vorrei che questa operazione elettorale, chiamiamola così per usare un termine buono, del Presidente Spacca con Carrabs voglia prorogare alcuni presidenti per vederli poi candidati nelle proprie liste. Spero che così non sia, ma se così fosse – lo metto con due bei grossi punti interrogativi, perché la mia è una preoccupazione e non una certezza – la cosa sarebbe grave. L’Assessore Marcolini dice che non esiste nessun emendamento, non c’è nessuna proposta, però la voce circola, quindi è meglio prevenire che curare, come dice il dott. Parrucci.
Mi auguro che la legge rimanga tale e quale e che il Presidente si preoccupi di altre problematiche. Inoltre mi auguro che l’Assessore Carrabs venga in Aula, è da diverso tempo, infatti, che non lo vediamo, forse è più preoccupato a fare le liste che a gestire i problemi della regione! Ma vi rendete conto in che situazione siamo! Abbiamo un Assessore che si preoccupa più delle liste che dei problemi della regione Marche! (…) Io ho i giornali con le foto e le liste, se parlo è perché ne ho il motivo.
Mi avvio alla conclusione. Questo non è un bilancio elettorale, l’abbiamo detto in più di un’occasione, perché se fosse stato un bilancio elettorale sareste stati un po’ più furbi, avete invece fatto un bilancio che scontenta tutti, e per questo forse è considerato un buon bilancio.
Non me ne voglia il collega D’Anna ma io ho una grande stima per l’Assessore Marcolini e che va al di là della politica, la mia è una stima personale, ma le difficoltà dell’Assessore di fronte a questo stato generale di caos sono difficilissime. Gli fanno fare convegni per le metropolitane poi ai Comuni e alle Province non danno una lira. Si dice: “facciamo la metropolitana di superficie” ma poi non c’è un soldo. Poi l’Assessore dovendo andare a rappresentare la Regione dice: “Io sono d’accordo, ma che faccio! I soldi ci sono?”
Quindi per il bene della regione bisogna fare delle scelte qualificate e fondamentali. Noi più di una volta abbiamo detto che vogliamo fare scelte importanti e condivise, per cui se volete siamo disponibili, anche se ormai siamo a fine legislatura, a collaborare per quanto riguarda la sanità, l’occupazione, le politiche dei giovani, gli anziani ecc.. E tenete anche conto del grido di allarme degli industriali, Consigliere Ricci, perché se domani mattina chiudono le fabbriche e vanno all’estero le chiavi le portano a Spacca! Quando un operaio va in cassa integrazione ai voglia a dire: “vogliamo difendere i lavoratori”, prima bisogna trovare gli strumenti per fare in modo che le nostre aziende rimangano nelle Marche. Bisogna dare gli aiuti, l’assistenza, non il clientelismo o l’elemosina, per evitare che le aziende vadano all’estero bisogna invitare a fare investimenti e fare una programmazione seria di prospettiva.
In questi due giorni mi auguro che ci sia un dibattito sulle questioni che dobbiamo affrontare. Certo, in questo momento siamo tutti in campagna elettorale, ma io ho comunque cercato di fare un ragionamento serio sui problemi veri che sono all’attenzione di tutti i marchigiani. Un ragionamento che bisogna fare non solo oggi ma anche nel futuro.
Alcuni problemi stanno a cuore anche al PD, vedi quello della sanità, dell’occupazione, dei giovani e degli anziani, allora troviamo in quest’Aula delle convergenze comuni, facciamo insieme degli emendamenti per dare una risposta seria a queste problematiche. Altrimenti si approverà un bilancio, o l’approverete con i vostri numeri, scontentando tutti, non si potranno dare le risposte che la gente si attende, si accontenterà solo un partitino o l’altro o magari si fa contento Carrabs che finalmente avrà una lista che parte da Pesaro fino ad Ascoli!
Voglio dire all’Assessore Carrabs quando verrà in Aula – gliel’ho già detto verbalmente ma lo ripeto anche ai microfoni di questa Assemblea legislativa, peraltro una volta glielo ha detto scherzando anche il Consigliere Giannotti, stavolta glielo diciamo seriamente – che il suo compito è quello di governare, di essere un assessore, non deve fare le liste civiche per il governatore. Se vuole fare le liste civiche che si dimetta lasciando il suo posto ad un altro, a quel punto potrà svolgere il ruolo politico che sarà di sua competenza. E questo non è un attacco a Carrabs ma è un fatto di etica morale e politica.
Domani avremo un altro giorno di discussione quindi mi auguro che l’Assessore Mezzolani ci dia delle risposte su quello che oggi abbiamo chiesto, cioè sui pronto soccorso che devono essere più efficienti ed efficaci e sulle liste di attesa che devono diminuire. E che non si giustifichi dicendo che le altre regioni sono messe peggio di noi.
Concludo dicendo che da un’indagine risulta la Regione Marche – vorrei essere smentito – è la terzultima per quanto riguarda i servizi a livello di sanità. Assessore Mezzolani, la terzultima! Poi si dice che siamo virtuosi! Siamo virtuosi solo sul fatto non ci investiamo, tagliamo budget e fondi. Certo che siamo virtuosi! Anche a casa se fai pranzo e non fai cena poi la moglie dice: “mamma mia quanto risparmiamo!”, certo, se mangi una volta al giorno!
Siccome c’è un Assessore competente e c’è un Presidente di Giunta che di queste problematiche hanno fatto il loro fiore all’occhiello, che allora ci dicano se è vero che siamo al terzultimo posto come servizi nella sanità nazionale. Da qui apriamo un’ampia discussione e poi potremo fare emendamenti, aggiustamenti, insomma, come volete.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Cercherò di essere breve nel segnalare le questioni che più mi interessano.
Naturalmente questo bilancio, come diceva prima la Consigliera Mammoli, è un bilancio politico, non è un bilancio elettorale, è un bilancio che affronta le questioni che riguardano le Marche e i loro cittadini. Ed io lo interpreto anche come un consuntivo di cinque anni di governo di questa Regione, aggiungo io, di buon governo.
Infatti abbiamo cercato di realizzare gli impegni che avevamo assunto con i marchigiani nel 2005 e l’abbiamo fatto in una situazione difficile economicamente e socialmente, una situazione che nel 2005 nessuno di noi poteva prevedere.
Abbiamo anche cercato di rispondere, molto più di quanto abbia fatto il Governo nazionale, rispetto alle esigenze e alle richieste dei cittadini, delle famiglie e delle imprese.
Al contempo siamo riusciti, con il concorso di tutti, a diminuire il debito, a pareggiare i conti della sanità, quindi ad essere inseriti nelle graduatorie stilate dai Ministeri – dei vostri attuali Ministeri governati da uomini e donne del centro-destra – tra le prime cinque Regioni d’Italia per la sanità e per altre importanti valutazioni.
Siamo certamente una regione che deve rispondere forse più di altre della crisi, siamo la regione più industrializzata e artigiana d’Italia, siamo una regione che ha lavorato con grande tenacia sulla coesione sociale e quindi con un patto sociale tra le imprese, tra gli enti locali, tra i cittadini e le famiglie. Allora questo ancora di più in questo momento credo debba essere il faro che illumini la strada dell’Amministrazione regionale.
Di questo bilancio vorrei sottolineare alcune questioni che per me sono le più interessanti.
Innanzitutto il fatto che in questi cinque anni come pure in questa previsione di bilancio si sono abbattute le imposte. C’è una discussione molto forte sul fatto che il centro-sinistra sia il partito che aumenta le tasse. Noi invece nelle Marche possiamo dire che questo concretamente non è vero. A differenza invece di quanto accade nel Governo nazionale che annuncia che diminuirà l’IRPEF, l’IRAP, poi alla fine nella proposta di finanziaria, sulla quale viene chiesta la fiducia e quindi non ci sarà discussione né di maggioranza né di minoranza – a differenza di quanto accade in quest’Aula –, si provvede a mantenere intatta la pressione fiscale, se non addirittura aumentarla in certi casi.
Credo che questo sia significativo dal punto di vista politico e dal punto di vista dei contenuti.
E’ significativo il fatto che questa finanziaria venga accompagnata da due accordi molto importanti che riportano le sigle dei rappresentanti di categoria degli artigiani, condivisi anche dagli agricoltori e dal commercio, e con il protocollo d’intesa firmato con tutte le sigle sindacali. Dico “tutte” le sigle sindacali, perché a differenza di quanto accade al Governo nazionale nelle Marche le sigle sindacali vengono tutte invitate ai colloqui e non sono favorite divisioni e conflitti.
Questo protocollo d’intesa firmato con i sindacati favorisce in questo bilancio 15,5 milioni di euro per contrastare gli effetti della crisi, poi vengono aggiunte le manovre precedenti che hanno riguardato il sostegno alle imprese, i fondi di garanzia, la cassa integrazione speciale, che, ricordo, è stata proprio avviata dalle Marche e poi mutuata nelle altre Regioni d’Italia.
Penso che il rivendicare questi meriti non debba riguardare soltanto la maggioranza, ma riguarda tutta l’Assemblea legislativa. Quindi forse farebbero bene i Consiglieri di opposizione nelle loro dichiarazioni molto costruttive, ma dove di realtà ne vedo poche, a creare le condizioni affinché questo risultato possa essere rivendicato come, appunto, un risultato del sistema delle Marche, del sistema degli enti locali, del sistema delle istituzioni.
Ci sono anche altre questioni che dobbiamo ricordare. Nella nostra programmazione abbiamo previsto l’utilizzo dei fondi FAS, siamo state tra le prime Regioni d’Italia. Ma di questi fondi, che sono soldi necessari per le infrastrutture delle Marche e che abbiamo ripartito con una grande consultazione con gli enti locali e con le Province, non si è vista ancora l’ombra. Il Governo ha rinviato da due anni la loro erogazione, li ha diminuiti del 6,5%. Per cui la Regione Marche per poter attuare i primi interventi prioritari ha dovuto integrare e anticipare con proprie risorse, sottraendole ad altri investimenti, e pagando su queste anticipazioni, visto che le prendiamo da liquidità bancaria, anche gli interessi .
Ritengo che questo sia un altro fatto da aggiungere alla questione del rispetto del patto di stabilità.
Nonostante che su questo tutti quanti, maggioranza e opposizione, allarmiamo il Governo e presentiamo mozioni in Parlamento che poi vengono approvate, il patto di stabilità continua ad essere avaro per i Comuni, per le Province e per le Regioni. E questo lascia maggior margine al Governo, che però, nonostante i grandi proclami di Brunetta, non diminuisce la spesa pubblica, non diminuisce le imposte nonostante gli impegni del Presidente del Consiglio. Di fatto impedisce a Comuni, Province e Regioni di poter essere quel volano dell’economia che in questo momento di grande difficoltà è assolutamente necessario. Se in questo momento non investono gli enti pubblici chi può farlo!
Barack Obama con la sua ultima dichiarazione ci dice che occorre un grande intervento pubblico per sostenere quei settori dell’economia maggiormente messi in difficoltà dalla crisi. Però dall’America si prende solo quello che fa più comodo, non quello che serve al nostro Paese! Magari l’insegnamento di un Presidente che ha introdotto, come diceva ora il Consigliere Brini, un sistema di sanità che si avvicina a quello italiano forse dovrebbe essere utile. Ma invece il Presidente Berlusconi da tempo lavora perché questo non accada, vuole il contrario, cioè un sistema pubblico destrutturato e poi sostituito da assicurazioni e interventi privati. Cioè noi facciamo il contrario di quello che fa il nostro amico – è così che Berlusconi chiama tutti – Barack Obama.
Vado ora ad alcune questioni specifiche qui segnalate e che mi interessa sottolineare.
Si parla della difesa della costa. Il 28 dicembre 2007 il Presidente Spacca, il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio e il Presidente dell’Icram hanno firmato un protocollo d’intesa che prevedeva un impegno per il Governo e per la Regione Marche. Quell’impegno prevedeva che la Regione Marche destinasse 6,5 milioni di euro per la difesa della costa in tre anni e che il Governo destinasse 16,5 milioni. La Regione Marche ha destinato i 6,5 milioni di euro e anche di più, invece dal Governo non si è vista nemmeno l’ombra di un euro. Quindi mi pare abbastanza curioso l’intervento del Consigliere D’Anna che ci dice che bisogna rimettere altri soldi. Naturalmente ce n’è bisogno e noi che viviamo sui paesi della costa lo sappiamo bene, ma è evidente che non si possono chiedere accordi che però poi vengono rispettati solo dalla Regione e non dal Governo. Indipendentemente dal Ministro che firma quando il Governo si è impegnato poi deve anche rispondere.
Anzi, si aggiungono sulla stampa balletti di cifre, a Porto San Giorgio esponenti del centro-destra dicono che arriveranno 8,5 milioni di euro, a Porto Recanati il Senatore Piscitelli sostiene, nei suoi numerosi viaggi romani, con il Sindaco Ubaldi che arriveranno altri 5 milioni. Quindi, 8+5 fa 13, ma noi ancora non abbiamo visto neppure un euro! Abbiamo visto solo i soldi della Regione Marche e quelli dei Comuni che hanno contribuito alla realizzazione della difesa della costa, così come spiega il nostro Piano della costa.
Sanità. So bene che sulla sanità ci sono molte criticità. Però aver pareggiato i conti o essere considerati nelle graduatorie del Ministro Sacconi e del Ministro Tremonti una delle Regioni più virtuose, è un risultato importante. Essere riusciti ad evitare il commissariamento, perché ci siamo addossati, giustamente, la responsabilità di intervenire sul nostro sistema sanitario, è un atto importante che va valorizzato e sicuramente accreditato a questa Amministrazione regionale.
Certo, ci sono alcuni settori dove è necessario intervenire, soprattutto in quello dell’emergenza. Però qui devono essere chiare le responsabilità. Credo che dobbiamo avere il coraggio di esprimere non la difesa dei primari quando questi non funzionano, altrimenti genericamente si potrebbero colpire tutti coloro che dentro i pronto soccorso e dentro le strutture lavorano correttamente. Allora se c’è una responsabilità questa la deve avere chi per primo ha la funzione. E in questo caso non ho timore di dire quello che penso, non faccio di tutta un’erba un fascio, mi assumo la responsabilità di dire che se c’è una funzione che non esercita la sua responsabilità deve essere indicata e se necessario bisogna colpirla. Se qualcuno ha ritenuto di premiare chi non se lo meritava lo approfondiremo, ci sono mezzi e capacità ispettive per farlo.
Sulla questione degli anziani e dei giovani. Quando si mettono a bilancio attività di sostegno per coloro che perdono il lavoro, quando si mettono in bilancio tutti gli impegni previsti nell’accordo con i sindacati, a chi vanno queste misure? Vanno ai giovani e vanno agli anziani. Nel nostro bilancio abbiamo inserito 17 milioni per la non autosufficienza, una grande cifra rispetto a quella che il Governo ci dà per la spesa sociale, infatti da un trasferimento di 14 milioni di euro è passato a 4,8! Allora prima di parlare di giovani e anziani che si vadano a vedere i trasferimenti dello Stato sui servizi sociali! Si vada a vedere quello che è previsto nella finanziaria! Lì si alza la mano e si vota! Quello sì che è un votificio! E’ diventato questo il Parlamento italiano!
Oggi, seppure con tutte le criticità che ci sono e che dobbiamo affrontare ed essere umili nel riconoscere, in quanto ci consente di poter andare dai cittadini delle Marche a dire quello che abbiamo potuto e saputo fare, le ombre della nostra amministrazione, possiamo senz’altro affermare che nell’azione di governo complessivamente abbiamo svolto un’azione positiva per questa regione. A differenza di altre siamo in una situazione sì difficile, come tutti d’altronde, ma abbiamo anche le capacità e le possibilità. Capacità e possibilità che non sono solo degli enti locali ma anche delle imprese, degli imprenditori, degli artigiani, dei commercianti, delle forze vive di questa regione che sono in grado di affrontare i risultati e soprattutto le conseguenze della crisi. Una crisi che formalmente è chiusa ma le cui conseguenze le vedremo anche nel 2010. Non dimentichiamo, infatti, che tra dicembre e gennaio scadranno le mobilità e le casse integrazioni, e lì sì che saranno necessari gli interventi che abbiamo previsto nel nostro bilancio.
Vorrei vedere altrettanti interventi, come quelli realizzati nelle Marche, da parte del Governo nazionale. Non li vediamo, è questo il grave problema di questo Paese! In un momento così grave per l’economia, per le famiglie, per i cittadini, un momento di grande preoccupazione per il futuro, Berlusconi e il suo Governo non si preoccupano di individuare un rapporto di coerenza e di collaborazione seria con gli Enti locali, con le Regioni e con le Province. C’è una contrapposizione ed una divisione che poi può sfociare anche in atti sconsiderati come quello che abbiamo già condannato e che personalmente continuo a condannare, anche se perpetrati da persone che purtroppo hanno problemi personali che nulla hanno a che vedere con la politica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Minardi.

Luigi MINARDI. Ho ascoltato con molta attenzione il dibattito svoltosi questa mattina in Aula ed ho partecipato anche ai lavori della Commissione. Comprendo che questo dibattito si porta un po’ dietro il condizionamento della imminente campagna elettorale, e questo non lo rilevo né politicamente né criticamente, né polemicamente, però voglio prendere atto di una realtà.
Ascoltando il dibattito mi pare che alcuni elementi di fondo sostanziali siano stati trascurati. Penso, ad esempio, a quella che è la concezione della crisi. Non è vero che abbiamo la stessa idea della crisi, non è vero che ci sia un’idea precisa sulla crisi.
I più vogliono essere tranquillizzati, come se la crisi sociale che sta marciando nel paese come fuoco sotto la cenere venga interpretata quasi come un cascame di una crisi finanziaria già finita, superata, e che quindi dobbiamo semplicemente aspettare la nottata, dobbiamo semplicemente aspettare che finisca presto e che ci lasci in pace nelle nostre sicurezze e nelle nostre certezze.
A me invece sembra che un piccolo luogo del mondo, il Dubai, con la recentissima bolla immobiliare abbia dimostrato che la crisi non è finita. Ma non è che lo ha dimostrato perché è scoppiata la bolla immobiliare, bensì perché ce lo ha ricordato tutto il dibattito che ha accompagnato, appunto, la bolla immobiliare del Dubai.
Come non prendere in considerazione che immediatamente sono scattati i riflessi condizionati? Infatti si è parlato di Grecia sull’orlo della bancarotta, si è parlato di Vietnam sull’orlo della bancarotta, e chi più ne aveva più ne metteva, a dimostrazione che siamo di fronte ad una grande paura, e la grande paura la crea la consapevolezza della instabilità del sistema mondiale.
Per qui vorrei dire come guardo gli attuali amministratori regionali. Li guardo con tanta tenerezza e perfino con un po’ di compassione, ma non una compassione e una tenerezza che deriva da chi si sente fuori dalle questioni, ma da chi è consapevole che la qualità della crisi ha una dimensione globale tale per cui ci si trova come lottatori impotenti di fronte agli attori e agli agenti di una crisi globale.
Con quali strumenti aggrediamo a livello regionale una crisi economica globale? Siamo di fronte a una grande instabilità, e l’instabilità deriva da due fenomeni che però non riguarda noi.
Il primo fenomeno è il dollaro, è questo – lo vogliamo dire! – che crea squilibrio in tutto il mondo. E questo squilibrio non è ripristinabile. In alcuni ambienti stanno discutendo se la crisi dovrà avere un epilogo lungo con una superinflazione oppure con una deflazione immediata ma che sarà rischiosissima. Questa è la realtà.
Noi facciamo finta che questo dibattito non esista, ma dal 1971 gli americani hanno stampato dollari senza riscontri di valori reali, hanno inondato il mondo di questi dollari. Mondo che in questo momento sta in piedi semplicemente perché ci sono due questioni fondamentali.
La prima è che i cinesi hanno un grande interesse a svalutare ulteriormente lo yuan, e continuano a svalutarlo quando invece dovrebbero rivalutarlo. Per questo comprano le obbligazioni, il debito americano, e lo sostengono con i dollari di cui sono i più grandi detentori nella loro banca centrale.
La seconda questione è il petrolio e il petrolio si paga in dollari. Ogni banca centrale è costretta a tenere riserve in dollari svalutate giorno per giorno per la continua azione delle tipografie mondiali, che stampano quel biglietto verde semplicemente perché serve per comprare il petrolio.
Questa, dunque, è la prima questione della crisi. Una crisi che non ha una soluzione semplicissima.
La seconda questione della crisi riguarda la famosa Cindia. Cina e India sono diventate le fabbriche del mondo, ormai tutto il mondo occidentale subisce questa conseguenza e la subisce come perdita di posti di lavoro.
Quindi è chiaro che questo doppio squilibrio non ci fa guardare il futuro con grande serenità e con grande tranquillità.
Allora mi chiedo: cosa succederà nel mondo se l’Iran, così come ha deciso nel 2006 nella sua borsa del petrolio, la terza borsa mondiale insieme New York e Londra, non accetterà più i dollari per poter pagare petrolio? E se insieme all’Iran, come sta accadendo, stanno costruendo questa alleanza il Venezuela e tutti i Paesi produttori di petrolio, che potrà accadere al mondo se il dollaro non sarà più la moneta delle transazioni internazionali ma sarà quel paniere di monete che si sta costruendo, sì in modo tacito ma che il Financial Times ha già denunciato? Sarà il crollo del dollaro! Sarà il crollo definitivo dell’impero americano! E non lo dico con soddisfazione proprio perché temo quali potranno essere le conseguenze nel mondo.
Peraltro quell’impero ha già dimostrato la sua fragilità, lo ha dimostrato con il crollo delle due torri abbattute dai terroristi, lo ha dimostrato con il crollo della borsa, con il fallimento della Lehman Brothers. I 163 miliardi di dollari di debito sono il primo fallimento nella storia delle bancarotte del mondo, non è una cosa piccola, ovviamente, non è neppure auspicabile, c’è poco da vederlo come se fosse una soddisfazione che questo accada, lo si deve guardare con grande paura.
E’ in questo senso, quindi, che vedo con tenerezza e compassione chi oggi governa a livello regionale, perché di fronte alla crisi è completamente disarmato, è completamente senza strumenti.
Ritengo che l’azione dell’Amministrazione regionale sia stata adeguata, penso sia ingiusto sollevare critiche rispetto a ciò che è stato fatto, ma sono anche consapevole che è stato raschiato il fondo del barile.
Ormai ciò che accade nelle famiglie italiane, dove si sta consumando quel grasso che è stato accumulato negli anni precedenti, accade anche nelle amministrazioni pubbliche, compresa la Regione Marche. Infatti questo bilancio senza l’intervento sui perenti non sarebbe stato fatto. Ce lo dobbiamo dire in modo molto chiaro e molto esplicito. Però non è ripetibile, presuppone semplicemente che da qui all’anno prossimo la nottata sarà finita, ma tutto sommato siamo nella condizione di poter ricominciare a fare ciò che abbiamo sempre fatto. E’ un errore! Io vedo un errore proprio l’eccesso di desiderio di continuismo, ossia di poter continuare a fare ciò che è stato fatto.
Per non dilungarmi troppo dico semplicemente che la crisi metterà in evidenza i punti deboli del sistema. Quali sono i punti deboli del sistema? Penso per esempio al livello sociale. Sono consapevole di vivere in Italia e sono contento, ma so anche che il nostro sistema sociale è il peggiore d’Europa, è quello che dispone delle minori risorse a fronte di uno squilibrio maggiore tra il 10% della popolazione povera e il 10% della popolazione ricca. L’Italia è il paese nel quale questo squilibrio è più grande, l’Italia è il paese dove la povertà sta crescendo più che negli altri paesi d’Europa. Questo lo dicono le statistiche ufficiali, non è che lo dice qualcuno che si alza la mattina e si inventa questo fatto. L’Italia è il paese dove su 100 euro che devono essere trasferiti poi al destinatario ci va la quota più bassa, perché prima di arrivare al destinatario ci sono migliaia di rivoli nei quali si disperdono le risorse pubbliche.
Quindi è un Paese che ha costruito la sua debolezza anche nel settore sociale. Io sono preoccupato quando vedo che nel giro di poco tempo le risorse nazionali da 1 miliardo di euro sono passate ad appena 150 milioni di euro. Oggi a livello regionale disponiamo di una quota per il sociale inferiore a quella del 2008, ossia prima ancora dell’inizio della crisi. Questo è il punto che ci fa capire la non consapevolezza della direzione nella quale stiamo andando.
Allora vorrei semplicemente dare due indicazioni, mi va di suggerire qualcosa a chi continuerà in questa azione, anche se mi auguro che ci sia una svolta prima ancora che sia imposta dalla crisi che comunque dovremo affrontare.
Prima questione. Nel nostro Paese un punto di debolezza nasce negli anni ‘80, quando la spesa pubblica è stata un pochino piegata agli interessi di parte per costruire consenso e raccogliere voti. Invece dobbiamo fare in modo che la spesa pubblica venga utilizzata nel migliore dei modi a vantaggio dei destinatari della spesa pubblica. Questa spesa pubblica è diventata straordinaria, ha fatto esplodere un deficit che oggi è al 120% del PIL che però è destinato a crescere. Perché in un regime in cui l’economia non tira e la crisi sociale si fa forte è chiaro che diminuiscono le entrate e aumentano le spese e quindi il debito pubblico aumenterà.
Questo debito pubblico è stato costruito in gran parte per rispondere alle necessità di chi aveva dei bisogni diffusi, ma in parte anche per il sistema politico che ha espresso così la crisi della politica. Come nella famiglia il padre che non sta in casa cerca di comprare i figli con i giocattoli o con una quantità di risorse finanziarie a disposizione per non far mancar niente, nel nostro Paese con la crisi delle classi dirigenti e della politica si è utilizzata la leva pubblica per poter costruire quel po’ di consenso che ancora ha la politica.
Quindi ci sono due cose fondamentali. E’ assolutamente ora che il bilancio, anche quello regionale, sia rivisitato, che sia fatto nella visione di ciò che accadrà, non nella visione di ciò che è accaduto e che per inerzia sta continuando. Ci vuole uno sforzo non dell’Assessore regionale – io non lo dico all’Assessore regionale – ma della classe dirigente regionale. La classe dirigente regionale deve essere consapevole che gran parte di quelle spese, di quelle poste sono state fissate in altri tempi che non hanno nulla a che fare con ciò che sta per accadere.
Credo che questo debba essere un impegno prioritario di chiunque governerà, addirittura sia di chi governa e di chi si appresta già, mi pare di vedere, a fare l’opposizione.
Lo sforzo comune deve essere una riconversione della spesa e ciò deve essere assolutamente prioritario e inevitabile.
Seconda questione. Io ho fatto un’esperienza prolungata in questa Regione, allora mi pare di poter dire che non c’è ancora una consapevolezza che la crisi chiede un “serrare le fila”. O il sistema lo facciamo consapevoli che serve il sistema oppure saremo dilaniati dai centomila interessi che emergeranno dalla società marchigiana. Ogni Consigliere regionale eletto direttamente con la preferenza singola si farà portatore di questo fenomeno che dilanierà la Regione. Allora come sistema o si recupera una visione globale della regione oppure saremo davvero dilaniati dai centomila interessi che cresceranno.
Non è possibile che nei sistemi diversi di questa regione funzionino rapporti diversi. Nel senso che è ora che si incardini un’idea precisa di quelli che sono i compiti della Regione, quelli che sono i compiti delle Province e quelli che sono i compiti dei Comuni, ed il Comune è l’attore fondamentale all’interno di questa regione.
Per quanto riguarda la socialità vorrei ricordare che senza i Comuni non avremmo gestito un fenomeno importantissimo come l’immigrazione. L’immigrazione è stata gestita nella nostra regione prevalentemente per azione dei Comuni e dell’associazionismo.
Allora i Comuni e l’associazionismo sono quei soggetti sui quali dobbiamo costruire una visione solidale di questa regione, ma sapendo bene quali sono i compiti, dividendoci per beni i compiti, stabilendo la capacità di direzione, stabilendo la capacità di azione, a chi sta in capo, che cosa. E’ ora di avere un’idea precisa della Regione. Sarà la crisi che ce la richiederà. Perché non possiamo rispondere alle domande di tutti trasformandoci e amplificando quella Regione bancomat che purtroppo ancora è e che non abbiamo cambiato come logica e come mentalità. Se non ci sarà una visione globale dell’interesse generale non potremo che andare verso la direzione di una Regione che darà ad ognuno ciò che chiede, però questo la crisi non lo permetterà.
Quindi di fronte a questa situazione dobbiamo sfidare innanzitutto noi stessi. La politica innanzitutto deve pensare a ciò che deve cambiare di se stessa, a ciò che non va più bene, a ciò che non può più andare avanti in quella direzione.
Sapendo che un’altra contraddizione che viviamo è questo forte intervento sul sistema produttivo – lo diceva questa mattina anche il Consigliere Viventi –. I nostri interventi sono stati puntuali, precisi e anche anticipatori, ma dentro quegli interventi c’è anche margine per tanti che hanno anche approfittato della questione. Quindi mettere insieme in un periodo di carenze di risorse l’intervento alle imprese e nello stesso tempo limitarsi a condannare un deficit infrastrutturale è una contraddizione sulla quale sta l’intero sistema, è una contraddizione che dobbiamo risolvere da classe dirigente.
A me pare – e questa è un’indicazione che vorrei dire all’Assessore ai servizi sociali, all’Assessore al bilancio e al Presidente – che sia anche ora di cambiare se non altro l’uso. Ad esempio l’uso il CAL che non può essere mobilitato come uno strumento che ci fa costruire il sistema, che fa in modo che gli interventi del pubblico siano coerenti, che gli interventi non siano dispersivi, dove ogni Comune fa un intervento per conto suo a seconda di quella che è la sensibilità. Perché non si utilizza il CAL anche come conoscenza? Il Sindaco essendo la frontiera di ciò che sta cambiando è un portatore di conoscenza prima ancora che un grande attore di interventi. Perché allora non si utilizza il CAL anche per questo, ossia per capire dove andare e come far convergere gli sforzi e le risorse?
Concludo augurando un buon lavoro a tutti coloro che hanno questa grande responsabilità. Personalmente, anche per l’esperienza che ho fatto, non starò mai a guardare la metà vuota della bottiglia, spesse volte questo è compito del gioco tra le parti politiche. So benissimo che la bottiglia non sarà mai piena, ma quello che mi interessa è vedere da cittadino marchigiano che si inverta una rotta, consapevoli che questa sarà una necessità straordinaria che la crisi ci imporrà.

PRESIDENTE. Ora, così come concordato, domani mattina la seduta riprenderà con la replica dell’Assessore e con le votazioni degli articolati e degli emendamenti delle due proposte di legge. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,05