Resoconto seduta n.3 del 14/06/2005
La seduta inizia alle 16,15



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 2 dell’11 maggio 2005.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 1 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Viventi, Massi e Lippi, concernente: «Recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n. 2 in data 9 maggio 2005, ad iniziativa del consigliere Ceroni, concernente: «Modifica della legge 20 giugno 2003, n. 13 avente ad oggetto: riorganizzazione del servizio sanitario regionale», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 3 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Viventi, Massi e Lippi, concernente: «Promozione e sviluppo della produzione e dell’utilizzo di combustibili di origine vegetale», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 4 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Viventi, Massi e Lippi, concernente: «Recupero conservativo delle fonti e delle sorgenti storiche di acqua», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 5 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Viventi, Massi e Lippi, concernente: «Interventi a favore della famiglia», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 6 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Viventi, Massi e Lippi, concernente: «Riconoscimento della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori parrocchiali e valorizzazione del loro ruolo nella regione Marche», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 7 in data 3 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi, concernente: «Norme in materia di inventariazione, catalogazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio librario e storico-archivistico giacente nei conventi e monasteri», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 8 in data 12 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi, concernente: «Istituzione dell’Albo regionale dei direttori generali degli Enti locali», assegnata alla I Commissione in sede referente;
— n. 9 in data 12 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi, concernente: «Disciplina dell’attività di tatuaggio e piercing», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 10 in data 12 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi, concernente: «Utilizzazione a fini umanitari del patrimonio mobiliare dismesso dalle Aziende sanitarie», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 11 in data 12 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi, concernente: «Norme in materia di promozione dell’attività teatrale di prosa nelle Marche», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 12 in data 19 maggio 2005, ad iniziativa dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli, concernente: «Modifica alla legge regionale 22 giugno 1998, n. 18 – disciplina delle risorse idriche», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n. 13 in data 24 maggio 2005, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Approvazione del rendiconto generale dell’amministrazione per l’anno 2004», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 14 in data 31 maggio 2005, ad iniziativa del consigliere Ceroni, concernente: «Istituzione dell’Istituto Autonomo per le case popolari della provincia di Fermo», assegnata alla IV Commissione in sede referente;
— n. 15 in data 17 maggio 2005, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Acquisto di un immobile in Ancona da destinare a sede degli uffici della Giunta regionale», assegnata alla II Commissione in sede referente.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 1 in data 25 maggio 2005, ad iniziativa del consigliere Giannotti, concernente: «Modifica alla deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 97 del 30 giugno 2003: piano sanitario regionale 2003/2006», assegnata alla V Commissione in sede referente;
— n. 2 in data 27 maggio 2005, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Programma degli interventi per l’anno 2005 – criteri e modalità per la concessione dei contributi ai sensi degli articoli 2 e 3 della l.r. n. 51 del 6 agosto 1997: norme per il sostegno dell’informazione e dell’editoria locale», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 3 in data 8 giugno 2005, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza, concernente: «Convalida della elezione dei consiglieri regionali eletti a seguito della consultazione del 3 e 4 aprile 2005 e verifica delle eventuali cause di incompatibilita’, iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 3 dei consiglieri Massi, Lippi e Viventi: «Malattie rare non rientranti nel decreto ministeriale n. 279/01: proposta di esenzione dalla partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie»;
— n. 4 del consigliere Castelli: «A/14»;
— n. 5 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli: «60° anniversario della Liberazione dal nazifascismo»;
— n. 6 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli: «Trasporto ferroviario interno»;
— n. 7 del consigliere Bugaro: «Distretto tecnologico delle Marche»;
— n. 8 del consigliere Mammoli: «Industria Saccarifera»;
— n. 9 dei consiglieri Mollaroli e Ricci: «Statalizzazione dell’Università di Urbino»;
— n. 10 del consigliere Bugaro: «Collegamento del poto di Ancona con la grande viabilità — Uscita ovest e raddoppio S.S. 16»;
— n. 11 del consigliere Santori: Gestione della mobilità personale in conseguenza della istituenda nuova Provincia di Fermo»;
— n. 12 del consigliere Santori: «Lavoro delle casalinghe marchigiane».




Dichiarazione di incostituzionalità
di legge regionale

PRESIDENTE. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità degli articoli 1, 2 e 3 della legge regionale 24 febbraio 2004, n. 4, concernente: «Disposizione eccezionali e straordinarie in attuazione del piano sanitario regionale 2003/2006 relative al personale delle strutture sanitarie private titolari di accordi contrattuali con il servizio sanitario regionale».


Dichiarazione di inammissibilità
di questioni di legittimità costituzionale

PRESIDENTE. La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale, sollevate dal Governo, sulla legge regionale 3 marzo 2004, n. 5, concernente: «Disposizioni in materia di salvaguardia delle produzioni agricole, tipiche, di qualità e biologiche».



Proposta di dichiarazione
di illegittimità costituzionale

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio dei ministri ha proposto per la dichiarazione di illegittimità costituzionale le seguenti leggi regionali:
— 25 gennaio 2005, n. 2: «Norme regionali per l’occupazione, la tutela e la qualità del lavoro»;
— 23 febbraio 2005, n. 11: «Interventi per la promozione di prassi socialmente responsabili, per la certificazione dei sistemi di qualità, del rispetto dell’ambiente, della sicurezza e dell’etica di amministrazioni pubbliche locali e loro enti e consorzi, di organizzazioni non lucrative l’utilità sociale (ONLUS) e delle piccole e medie imprese marchigiane»;
— 23 febbraio 2005, n. 15: «Istituzione del sistema regionale del servizio civile».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. la Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 552: «Art. 26 commi 1 e 2 della l.r. n. 30/2004 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di risorse a destinazione vincolata assegnate dalla U.E. e in cofinanziamento dallo Stato per la realizzazione del progetto INTERREG III C – SI.PRO.CI. – Euro 33.816,40»;
— n. 553: «Art. 26 comma 1 della l.r. n. 30/2004 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dall’Unione Europea – progetto response – Euro 9.678,00»;
— n. 554: «Art. 26 comma 2 della l.r. n. 30/2004 – iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa – Euro 21.805,99»;
— n. 555: «Art. 20 l.r. n. 31/2001 – prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione degli stanziamenti di capitoli di spesa compresi nell’elenco n. 4 – elenco delle spese dichiarate obbligatorie – del bilancio 2005 – Euro 215.000,00»;
— n. 556: «Art. 20 l.r. n. 31/2001 – prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per la copertura di spese relative alla adesione della Regione Marche all’Associazione “Coordinamento Agende 21 locali italiane” – Anno 2005 – Euro 5.165,00»;
— n. 557: «Art. 29 della l.r. 31/2001 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2005 approvato con DGR n. 1678/2004 – Euro 300,00»;
— n. 558: «Art. 40 della l.r. n. 29/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 8.232.651,65 e variazioni compensative agli stanziamenti di cassa – Euro 7.166.974,03»;
— n. 559: «Art. 40 della l.r. n. 29/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 8.479,73 – Modifica alla DGR 1678/2004 – POA 2005»;
— n. 560: «Art. 40 della l.r. 29/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 2.358.245,44»;
— n. 561: «Art. 27 della l.r. n. 30/2004 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2005 – importo di Euro 80.000,00»;
— n. 635: «Art. 26 comma 1 della l.r. 24 dicembre 2004, n. 30 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese – Euro 1.377.996,47»:
— n. 636: «Art. 40 della l.r. 29/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 9.131.573,33»;
— n. 637: «Attuazione dell’art. 32 della l.r. 23 maggio 2005, n. 6 concernente “Legge forestale regionale”»;
— n. 665: «Art. 40 della l.r. n. 29/2004 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Euro 720.847,13»;
— n. 666: «Art. 26 comma 1 della l.r. n. 30/2004 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolanti a scopi specifici e delle relative spese – Euro 1.871.672,00»;
— n. 667: «Art. 26 comma 1 della l.r. n. 30/2004 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolanti a scopi specifici e delle relative spese – Euro 8.545,16».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo il Presidente Spacca, gli assessori Ascoli e Petrini e il consigliere Giannini.



Commemorazione

PRESIDENTE. Chiedo un minuto di silenzio per la scomparsa di Alessandro Manieri, politico ed amministratore. E’ stato consigliere regionale delle Marche dal 1970 al 1985, ricoprendo la carica di Vicepresidente della Commissione sanità e servizi sociali e di assessore regionale all’agricoltura e foreste dal 1975 al 1978 e dal 1980 al 1985. Da sempre impegnato nel sociale e nell’associazionismo non profit, lascia un profondo rammarico per la sua scomparsa.
Alla famiglia giungano i sensi del pi profondo cordoglio da parte dell’Assemblea legislativa della Regione Marche.

Il Consiglio osserva un minuto di silenzio



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Pistarelli. Ne ha facoltà.

Fabio PISTARELLI. Chiedo che l’aula autorizzi l’iscrizione urgente dell’interpellanza da me depositata in data 10 giugno sulla grave questione relativa alla chiusura del ponte in località Villa Potenza di Macerata, che blocca l’accesso viario dell’intera vallata del Potenza verso il capoluogo di Macerata. La situazione è di assoluta ed estrema urgenza ed emergenza. La straordinarietà della situazione è a conoscenza di tutti, anche attraverso gli organi di stampa, l’informazione che abbiamo tutti acquisito in questi ultimi giorni. Chiedo che possa essere discussa d’urgenza affinché la Giunta si esprima e ci comunichi quello che è accaduto fino ad oggi, soprattutto con la Provincia e il Comune di Macerata, che sono gli enti che direttamente sono intervenuti, addirittura con un provvedimento urgente di chiusura per l’imminenza del pericolo di crollo della struttura. E’ una questione che riguarda anche la nostra istituzione e deve riguardare tutti noi per la straordinaria gravità della situazione, non solo per quanto riguarda la questione viaria ma anche per quanto riguarda tutto quello che di indotto c’è: l’attività produttiva, l’attività commerciale, economica, il collegamento con il capoluogo di Macerata. E’ una statale praticamente chiusa, proprio alle porte della città capoluogo. Penso che debba essere una questione di natura rilevante ed urgente da affrontare in quest’aula. So che anche i colleghi Capponi e Lippi hanno presentato un’interrogazione: potremmo abbinarle e farne oggetto di una immediata risposta in aula.

PRESIDENTE. Consigliere, lei sa che le interpellanze hanno un tempo di “maturazione” di due settimane. La Giunta ha questo obbligo di trattarle entro due settimane. Questa interpellanza è stata presentata venerdì, quindi non è l’Assemblea che può metterci in condizioni di trattare questo argomento, dipende dalla Giunta.
Questa comunicazione ci mette in condizione di comprendere che una parte del Consiglio è sensibile a questo problema: la Giunta comunica che cercherà di stare, così come prevede il regolamento, entro le due settimane, però anche la stessa Giunta ha bisogno di una risposta istruita.

Fabio PISTARELLI. C’è un impegno per la prossima seduta? La situazione è veramente eccezionale e urgente.

PRESIDENTE. D’accordo.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Convalida della elezione dei consiglieri regionali eletti a seguito della consultazione del 3 e 4 aprile 2005 e verifica delle eventuali cause di incompatibilità» Ufficio di presidenza (3)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 3 a iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, Vicepresidente Favia.

David FAVIA. Presidente, colleghi consiglieri. l’articolo 17 della legge 17 febbraio 1968, n. 108 riserva al Consiglio regionale la convalida della elezione dei propri componenti secondo le norme del suo regolamento interno. Ai sensi dell’art. 14 del regolamento interno l’Ufficio di presidenza è l’organo competente a proporre al Consiglio regionale la convalida di quei consiglieri nei confronti dei quali abbia accertato non sussistere cause di ineleggibilità previste dalle leggi della Repubblica. Secondo costante prassi consiliare, l’istruttoria d’ufficio per la convalida degli eletti e per l’eventuale contestazione delle cause di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità, viene effettuata mediante la distribuzione ai 40 consiglieri proclamati eletti, di un modulo contenente una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 47 del Dpr 28 dicembre 2000, n. 445, concernente l’eventuale sussistenza di cause di incandidabilità, ineleggibilità e incompatibilità con carica di consigliere regionale.
Dall’esame delle dichiarazioni indicate non risultano sussistere cause di incandidabilità e di ineleggibilità nei confronti dei 40 consiglieri regionali proclamati eletti. In realtà abbiamo verificato che per un nutrito gruppo di consiglieri eletti queste cause che sarebbero potute sussistere sono state legittimamente, a nostro avviso, rimosse, ragion per cui proponiamo, come Ufficio di presidenza, all’aula, di convalidare l’elezione dei 40 consiglieri regionali che sono risultati eletti alla competizione elettorale del 3-4 aprile 2005 e di trasmettere copia della deliberazione ai competenti uffici della Giunta regionale per l’immediata pubblicazione nel BU della Regione.

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, pongo in votazione il punto 1 dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva all’unanimità



Nomine

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Nomine.
Prego di distribuire le schede per la elezione dei revisori del conto del Consiglio regionale: tre consiglieri regionali (articolo 12 del regolamento interno). Il voto è limitato ad uno.

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 34, schede bianche n. 2, schede valide n. 32. Hanno ricevuto voti: Solazzi n. 8, Pistarelli n. 14, Ricci n. 10. Proclamo eletti revisori del conto del Consiglio regionale i consiglieri Solazzi, Pistarelli e Ricci.
Prego di distribuire le schede per la Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale: tre consiglieri regionali (articolo 13 del regolamento interno). Ai tre consiglieri regionali eletti in quest’aula si aggiungerà un delegato dell’Ufficio di presidenza, per cui invito i consiglieri in aula a non designare componenti dell’Ufficio di presidenza.

Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede bianche n. 1, schede nulle n. 1, schede valide n. 31. Hanno ricevuto voti: Mammoli n. 10, Tiberi n. 13, Ortenzi n. 7, Santori n. 1. Proclamo eletti i consiglieri Mammoli, Tiberi e Ortenzi.
Prego di distribuire le schede per l’osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza: cinque consiglieri regionali (l.r. 24 luglio 2002, n. 11, articolo 3, comma 3, lett. a);

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 33, schede bianche n. 1, schede valide n. 32. Hanno ricevuto voti: Badiali n. 17, Binci n. 18, Giannini n. 17, Santori n. 14, D’Anna n. 14. Proclamo eletti i consiglieri Badiali, Binci, Giannini, Santori, D’Anna.
Prego di distribuire le schede per la Consulta regionale degli immigrati: tre consiglieri regionali di cui uno di minoranza (l.r. 2 marzo 1998, n. 2 e succ. mod. articolo 3, comma 2, lett. a).

(Segue la votazione)

Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 32, schede bianche n. 3, schede valide n. 29. Hanno ricevuto voti: Lippi n. 14, Mollaroli n. 15,i Altomeni n. 14. Proclamo eletti i consiglieri Lippi, Mollaroli e Altomeni.



Interrogazione (Svolgimento): «Dichiarazioni rese dal Vicepresidente della Giunta regionale in ordine al contributo regionale in favore della Giostra della Quintana di Ascoli Piceno» Castelli (7)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 7 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Agostini.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Sono stupito che un argomento oggetto di polemica politica e del tutto localistica sia oggetto di discussione di quest’aula consiliare. Nello stesso tempo sono gratificato, perché le mie dichiarazioni hanno colpito il senso dell’opinione pubblica e anche del ceto politico che rappresenta quella città.
Le mie dichiarazioni sono state rese conseguente a una domanda che all’interno di una conferenza stampa un giornalista ha fatto relativamente alle tante proteste cui nei mesi precedenti e in questi giorni sta assistendo la città di Ascoli Piceno, perché molti cittadini che vivono in maniera appassionata questa importante manifestazione cittadina e non solo, che riveste anche un’importanza di carattere nazionale e regionale, mostrano un forte disagio per ciò che sta accadendo all’interno della gestione dell’Ente Quintana, quindi della manifestazione.
Di fronte alle tante proteste e di fronte a tanti disagi, essendo la Regione una componente importante dell’Ente Quintana il sottoscritto si è assunto la responsabilità — non potevo parlare a nome della Giunta regionale, poiché l’argomento non è mai stato oggetto di una discussione collegiale — di dire che le proteste, i disagi che si stanno verificando nella città di Ascoli dovevano avere uno sbocco positivo, perché in questi anni, all’interno dei sestieri, che sono gli organi di governo dei singoli quartieri che partecipano alla manifestazione, si sono ridotti gli spazi di democrazia e di gestione perché molti dirigenti politici del centro-destra e molti consiglieri comunali, qualche assessore comunale, hanno in qualche modo monopolizzato la gestione dei singoli sestieri.
Il sottoscritto ha detto che per quanto riguarda la Quintana, ovviamente la Regione è attenta a sostenere manifestazioni importanti come questa, lo è stata nel passato, lo sarà ancora di più nel futuro, a condizione che si ripristinino elementi di partecipazione e possano essere sopiti le proteste e i disagi di molti cittadini ascolani. Tra l’altro ricordo che non c’è una legge che finanzia la Quintana, ma lo sforzo che il precedente governo ha fatto, è stato sempre quello di inserire la manifestazione nel piano di promozione turistica, avendo la stessa un interesse, per cui non c’è un obbligo di legge ma la manifestazione è stata fatta per volontà politica dell’assessore Rocchi precedentemente. Credo di poter ripetere lo stesso tipo di sostegno per una manifestazione che viene considerata, turisticamente, molto importante.
Ci sono i tanti commissariamenti dei sestieri che l’Ente Quintana è stato costretto a fare in questi anni, proprio perché all’interno dei sestieri si vive un forte disagio, dovuto anche a una eccessiva sovraesposizione di impegno nella gestione di dirigenti politici, di consiglieri comunali e di assessori.
Quindi l’impegno della Regione non verrà meno, anzi compatibilmente alle risorse, compatibilmente ai programmi il sottoscritto, dal punto di vista turistico, ritiene di dover continuare a sostenere di incentivare ulteriormente il sostegno dato a manifestazioni di questo genere e io penso che sarebbe utile e corretto — in questo senso il sottoscritto ha mandato anche una lettera all’Ente Quintana — far presente al Presidente Spacca — cosa che ho fatto — che è inopportuno delegare all’interno dell’Ente Quintana, qualcuno che svolgesse un ruolo politico-istituzionale o comunque un ruolo di parte, proprio perché questa è una manifestazione di tutti. Penso che, se vogliamo lavorare insieme per il bene della manifestazione, quindi della città, possiamo affrontare sul piano regolamentare l’argomento, proprio perché molte manifestazioni analoghe che si svolgono in altre regioni, hanno all’interno dei propri regolamenti e dei propri statuti, il divieto di partecipazione di consiglieri comunali, provinciali e regionali, quindi anche degli assessori, alla gestione diretta della manifestazione. Quindi il mio riferimento ai regolamenti era per cercare di trovare, nell’interesse della manifestazione, nell’interesse della città che su questo aspetto specifico mostra un particolare disagio di tanti articoli di stampa, i commissariamenti, le prese di posizione di personaggi politici e non, una soluzione. Pertanto chiedevo la possibilità di lavorare su regolamenti che eliminassero, per il futuro, questo disagio.
Le mie dichiarazioni sono state rese in questo senso, io le ribadisco, le confermo da questo punto di vista. Non deve essere strumentalmente interpretato come un disimpegno della Regione. La Regione si impegnerà, anche di più, a condizione che ci sia la possibilità di lavorare insieme per eliminare disagi e problemi che in questi anni e soprattutto in questi mesi, si sono verificati.
Si ribadisce questo impegno e non c’è un obbligo di legge, c’è stata una volontà politica portata avanti dal governo regionale nelle precedenti annualità, che io ribadisco e riconfermo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. L’assessore Luciano Agostini dice di essersi stupito della mia interrogazione. Conoscendolo da tanti anni e sapendo con quanta avvedutezza e solerzia conosce le regole della politica, mi stupisco del suo stupore. Anche perché l’assessore Agostini, pur avendo oggi dato una interpretazione autentica delle sue dichiarazioni di qualche settimana fa, dimentica che in occasione proprio del suo insediamento a livello mediatico, con la prima conferenza stampa che lui aveva espressamente dedicato al suo programma, ai suoi propositi per Ascoli e non solo, in qualità di Vicepresidente della Giunta regionale, si è lasciato scappare delle frasi che sono andate molto sopra le righe: parlava di “inquinamento partitocratico”, che è una cosa grossa e testualmente faceva riferimento al fatto che la Regione Marche avrebbe condizionato l’erogazione del contributo a una non ben definita modifica dei regolamenti. Quindi credo che prese di posizione di questo genere meritassero l’attenzione che stiamo loro riservando e credo che questa mia impressione sia ulteriormente confermata dal tenore delle sue dichiarazioni, che credo, in qualche misura, abbiano da un lato evidenziato con più precisione la posizione dell’assessore Agostini, ma dall’altro evidenziato anche una serie di contraddizioni che la sua condotta in qualche modo ha originato.
Dobbiamo infatti chiarire un punto: che ad Ascoli l’essere “quintanari” è un fatto che appartiene all’ethos, al modo di vivere, di crescere e di sviluppare la propria individualità all’interno di questa città. Quindi il fatto che delle persone che sono prima “quintanare”, desiderino vocarsi anche all’impegno politico, ove portato all’incredibile statuizione di una incompatibilità, paradossalmente priverebbe i “quintanari” di un diritto costituzionalmente garantito: il diritto di elettorato passivo. Proprio perché si nasce “quintanari” ma non si può diventare, dopo, politici. Quindi i “quintanari”, se andassimo veramente ad applicare la regola in qualche misura evocata dall’assessore Agostini, dovrebbero essere mutilati di un diritto di partecipare alla vita civile. Ma in realtà sa bene l’assessore Agostini che le sue dichiarazioni hanno fatto rumore anche alla luce di quella che è poi stata la storia recente dell’attenzione riservata dalla Regione alla Quintana di Ascoli Piceno che, guarda caso, ha toccato i picchi maggiori di finanziamento proprio quando la città di Ascoli Piceno era guidata da una Giunta di centro-sinistra. Siamo arrivati — magari tornassero, quei tempi! — a contributi di 319.000 euro nell’arco di tempo compreso fra il 1998 e il 1999,i per poi purtroppo scendere ai 50.000 euro dell’anno scorso. Quindi, se un’attenzione politica c’è stata e se dovessimo davvero dare la stura a qualche malignità, si dovrebbe dire che l’equazione tra la corposità dei finanziamenti e il colore politico delle Amministrazioni, va a confermare sì le dichiarazioni di Agostini, ma nel senso specularmente opposto. Del resto tutta Ascoli sa che proprio il sindaco Ds di Ascoli Piceno, quello che lo è stato fino al 1999, aveva infarcito l’Ente Quintana di delegati politico-amministrativi, attinti ora dalle fila del partito della Rifondazione comunista, ora dalle fila dei Ds.
Se c’è stata una premeditata volontà di interferire dalla politica verso la Quintana, questo fatto si è proprio registrato negli anni del centro-sinistra.
C’è un punto che non possiamo assolutamente omettere di ricordare in questa sede, anche se mi fa piacere che l’assessore Agostini abbia dichiarato che non rientra nel programma della Regione condizionare il contributo al cambiamento degli statuti, sarebbe un fatto molto grave. Ha ripetuto costantemente Agostini: non è un obbligo di legge finanziare la Quintana. Ebbene io credo — e su questo dobbiamo misurare le nostre volontà, perché penso che sia la cosa più intelligente da fare — rendiamolo un obbligo di legge, riservando al finanziamento della Quintana, che è la più significativa manifestazione di rievocazioni storiche delle Marche e sicuramente una delle più importanti del centro Italia — una legge speciale, che chiedono, sia a destra che a sinistra, gli ascolani. Proprio in questo modo si può evitare che il finanziamento sia condizionato dai mutevoli colori delle Giunte che via via vanno poi a gestire il Comune di Ascoli. Su questo accetto la sfida, caro Luciano, anzi ti invito a renderti promotore, insieme a me, di una legge speciale per il finanziamento della Quintana, di cui già in parte si parlò — non noi — quando, negli anni scorsi, questo Consiglio regionale ha dedicato appositi interventi di legge a manifestazioni, istituzioni, sia culturali, che musicali, considerate di eccellenza, sulle quali è bene esprimersi, dando quel carattere di priorità che non deve scordare l’importanza delle altre rievocazioni ma che esprime con chiarezza la volontà di renderlo un obbligo di legge, ma soprattutto un obbligo verso quello che la Quintana in qualche misura costituisce.
Credo quindi che su questo ci si debba misurare e non sulle dichiarazioni che probabilmente sono, in qualche misura, “dal sen fuggite”, forti anche del risultato elettorale che aveva portato l’assessore Agostini, probabilmente, a entrare non con l’incedere di un cerbiatto ma di un pachiderma, nelle faccende ascolane della Quintana.



Calendario dei lavori

PRESIDENTE. Comunico ai consiglieri presenti in aula e soprattutto ai presidenti dei gruppi, affinché se ne facciano portavoce nei confronti dei componenti i propri gruppi che il 21 non ci sarà Consiglio, contrariamente a quanto previsto. Ci sarà il 28 soltanto la mattina, per impegni della Giunta nel pomeriggio.



Interrogazione (Svolgimento): «Zona territoriale n. 13 — Affidamento incarico di indagine interna a seguito di ammanco di denaro verificatosi presso l’ufficio accettazione dell’ospedale Mazzoni” Castelli (8)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 8 del consigliere Castelli.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. I fatti che sono oggetto di questa interrogazione risalgono al 13 gennaio 2003, allorché gli addetti dell’ufficio accettazione dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno hanno accertato l’apertura dell’ufficio, l’avvenuto furto della somma di 10.571 euro che era custodita nella cassaforte dello stesso ufficio.
L’evento fu prontamente denunciato ai carabinieri di Ascoli Piceno che sono intervenuti sul posto per svolgere i rilievi del caso.
Poi, con raccomandata successiva, tre giorni dopo, esattamente il 16 gennaio 2003 l’amministrazione dell’ospedale denunciò il furto alla compagnia assicurativa Assitalia, al fine di attivare la copertura assicurativa di cui alla polizza “furto e valori”.
In data 27 marzo 2003, il perito allora incaricato dall’assicurazione ha effettuato un accertamento sul luogo del sinistro, rilevando l’inesistenza di segni di effrazione agli infissi dell’ufficio e allo sportello della stessa cassaforte, che pertanto si ritiene fosse stata aperta con una chiave.
Successivamente, il 10 dicembre 2003, Assitalia comunica la non risarcibilità del danno, stante la mancanza di segni di effrazione o manomissione.
Era chiaro quindi l’intento da parte dell’assicurazione di confutare la conclusione, per dire che questo non presupponeva alcun risarcimento.
A quel punto, con l’intento di confutare la conclusione cui era pervenuta l’assicurazione, la direzione della zona territoriale 13 ha presentato ala procura della Repubblica presso il tribunale di Ascoli Piceno l’istanza per acquisire la copia del rapporto dei carabinieri che erano intervenuti il giorno del furto stesso nell’ufficio accettazione, al fine di verificare se i militari avessero accertato i segni di scasso.
Questa richiesta è rimasta senza alcun riscontro, dopodiché, decorsi due anni dalla data del furto e accertato che la procura non risulta avere svolto alcuna attività di indagine, tant’è che gli addetti alle casse dell’ufficio accettazione non risulta essere stati sentiti, l’amministrazione ha deciso di avvalersi dell’istituto che è previsto dall’art. 391 del codice penale, che consente di conferire ad un legale l’incarico a svolgere attività investigativa.
Queste sono le ragioni per cui viene incaricato un investigatore esterno.
Per quanto riguarda il corso delle indagini, sono state affidate ad un esperto del foro di Ascoli Piceno e sono indagini tuttora in corso. Per quanto invece concerne il costo della prestazione professionale, non è possibile fare una stima alla data di oggi, in quanto il legale viene retribuito in relazione all’attività che svolge. Comunque si fa presente che fra l’azienda e il professionista è in atto una convenzione per l’applicazione dei minimi tariffari nella redazione delle parcelle professionali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Guido CASTELLI. Ringrazio l’assessore Mezzolani della risposta. L’unica considerazione che faccio è che è curioso il mondo, nel senso che la procura, probabilmente, nel caso di specie non ha attivato con la solerzia del caso quelli che sono incombenti che le competono e la zona territoriale corre solo il rischio di dover pagare una somma per recuperare ciò che probabilmente qualcuno le ha sottratto. La mia attenzione sul problema nasceva da questa paradossale situazione in cui, con ogni probabilità, al danno subito per effetto della sottrazione fraudolenta, si deve aggiungere la beffa di un pagamento che dovrà essere comunque fatto, perché il collega che sta svolgendo attività di indagine ha convocato tutti i dipendenti, sta facendo un lavoro importante: lo conosco e lo stimo e sono convinto che sarà morigerato nell’esprimere le sue legittime istanze professionali, ma proprio per recuperare 20 milioni di lire, c’è il rischio di dover corrisponderne la metà. Ci raccomandiamo, quindi, al “buon cuore” del collega, sperando di non aggiungere una situazione grottesca a quello che è già di per sé un fatto piuttosto increscioso, visto che si vocifera che effettivamente potrebbe essere di natura interna l’attività di sottrazione. Speriamo che non sia così, anche perché, ove dovessimo provare il contrario, l’assicurazione dovrebbe tener fede ai propri impegni contrattuali.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Crisi azienda di Castelraimondo» Procaccini e Bucciarelli (9)
«Cessata attività produttiva dello stabilimento di Castelraimondo» Massi e Lippi (33)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le interrogazioni n. 9 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli e n. 33 dei consiglieri Massi e Lippi.
Per la Giunta risponde il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. La situazione della Fabercarta di Castelraimondo e i drammatici risvolti occupazionali che essa comporta sono stati, nel corso degli ultimi anni, costantemente seguiti dalla Giunta regionale, in particolare tramite l’assessorato al lavoro. Si sono susseguiti incontri, assemblee pubbliche e si è ricorso a diverse forme di ammortizzatori sociali per far fronte alla situazione di crisi.
Per quanto riguarda il contratto di solidarietà difensivo, stipulato al fine di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti della Fabercarta, è da precisare che la Regione Marche ha erogato 202.690 euro e non un milione di euro, di cui 100.000 euro che rappresenta il contributo massimo concedibile all’azienda e 102.690 euro destinati all’integrazione salariale dei lavoratori interessati al contratto di solidarietà per un anno.
Il Ministero del lavoro, con decreto 34172 dell’8 giugno 2004 ha autorizzato il contratto. Successivamente, in data 21 marzo 2005 è stato firmato in Regione il verbale di accordo per l’intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale, con cessazione di attività di durata 12 mesi. La richiesta presentata al Ministero del lavoro ha interessato la totalità dei dipendenti, pari a 73 unità.
Il 18 maggio scorso è stato infine sottoscritto da Regione, Provincia di Macerata, amministratore delegato della Fabercarta, organizzazioni sindacali di categoria, Rsu e direzione provinciale del lavoro di Macerata, il verbale di accordo relativo al piano di gestione degli esuberi del personale che è stato presentato al Ministero. Il piano è stato così articolato: n. 3 dipendenti entro la data del 31.10.2005 saranno in grado di avviare una propria attività autonoma; n. 3 dipendenti matureranno, entro il periodo di cassa integrazioni guadagni straordinaria, i requisiti peri l pensionamento di anzianità; n. 33 dipendenti saranno ricollocati presso aziende del territorio della provincia di Macerata secondo un piano dettagliato predisposto dalla Provincia stessa; n. 34 dipendenti saranno ricollocati in un possibile nuovo insediamento produttivo di Castelraimondo.
La Provincia di Macerata, per tutto il ventaglio delle ricollocazioni sopra indicate si attiverà per l’approntamento di specifici piani formativi per agevolare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Nel piano è anche contenuta la previsione che le parti firmatarie si reincontreranno durante il periodo della cassa integrazione guadagni per verificare l’attuazione dello stesso, quindi il rispetto della tempistica e dell’andamento degli interventi formativi.
L’istanza della cassa integrazione guadagni sembra sia stata accolta proprio nelle ultime ore dal Ministero del lavoro. Un gruppo industriale ha mostrato interesse a rilevare l’azienda ma al momento la situazione non è ancora definita, in attesa della decisione del giudice relativamente alla procedura di fallimento.
La Giunta regionale continuerà ad impegnarsi nel tentativo di salvaguardare il patrimonio produttivo ed occupazionale, monitorando costantemente la situazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini per dichiararsi soddisfatto o meno.

Cesare PROCACCINI. Prendiamo atto della risposta dell’assessore Agostini e dell’impegno della Giunta regionale rispetto alla situazione specifica e, più in generale, ad un contesto di ristrutturazione che ha visto le Marche in pochi anni perdere migliaia di posti di lavoro. Da questo punto di vista le prospettive non sono migliori, perché tutti e tre i settori cardine del modello di sviluppo delle Marche — calzatura, mobile e meccanica – mostrano segni di una crisi profonda, se si pensa che il settore dell’elettrodomestico rischia di mettere in mobilità centinaia e centinaia di persone.
In questa situazione la Fabercarta, uno dei settori delle ex Cartiere Miliani Fabriano-Poligrafico dello Stato, stabilimento di Castelraimondo, con 73 unità lavorative — parliamo di altrettante famiglie che non hanno più uno stipendio a fine mese — rappresenta l’anello più debole della privatizzazione seguita al gruppo CFT. Le altre due realtà, quella di Fabriano, anch’essa privatizzata e quella di Pioraco, mantengono, pure all’interno di una riduzione drastica dei posti di lavoro, una loro autonomia produttiva.
La Fabercarta, che oggi, dalla nuova proprietà è stata posta in fallimento, in realtà, come entità produttiva sarà spazzata via nel volgere di poco tempo.
Da questo punto di vista, oltre a quello che diceva l’assessore Agostini, quale deve essere il ruolo istituzionale, in primo luogo della Regione Marche? Secondo noi bisogna fare una riconversione rispetto all’utilizzo delle risorse, quindi prevedere nel prossimo bilancio regionale, contrariamente a quello che è stato fatto in passato — non perché fosse sbagliato in sé, ma perché è mutata la situazione — occorrerà invertire una priorità che prima era generalizzata nell’utilizzo delle poche risorse che oggi bisogna selezionare verso quelle realtà produttive — aziende — che mantengono, stabilizzano l’occupazione e investono nella quantità e nella qualità e sicurezza del lavoro.
In secondo luogo, visto che per alcuni per fortuna, per altri purtroppo, ormai il ruolo pubblico nell’economia è pressoché residuale, secondo noi Comunisti italiani la Regione marche,; non solo per la situazione di cui parliamo questa sera ma più in generale, dovrebbe farsi, oltre che garante degli strumenti tecnici per l’accesso al credito, garante sociale, in modo tale che la riconversione sia effettiva, anche del modello di sviluppo, attraverso una sua modificazione e diversificazione e non già, quando si è fortunati, come in alcuni casi, riconvertire con alcune azioni estemporanee, qualche unità lavorativa. Occorrerebbe essere più incisivi e da questo punto di vista pensiamo che il prossimo bilancio regionale dovrà cambiare in maniera sostanziale la sua impostazione.
Per quanto riguarda l’interrogazione che abbiamo presentato, occorre che si riunisca al più presto il tavolo istituzionale e in primo luogo si sostenga la battaglia dei lavoratori e del sindacato per il mantenimento del posto di lavoro.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi relativamente all’interrogazione da lui presentata unitamente al consigliere Lippi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Intanto preciso che l’interrogazione è stata presentata prima dell’accordo per la cassa integrazione, quindi prendo atto della risposta dell’assessore che riguarda l’illustrazione dell’accordo e il fatto che è stato predisposto un piano, con la Provincia, per la ricollocazione di questi lavoratori, in parte a Castelraimondo, in parte nelle zone limitrofe.
Mi astengo da un giudizio su questo. Si sa che per lavoratori che da tempo operano lì, spostarsi e cambiare non è cosa semplice.
Vorrei sottolineare due cose. Intanto ci troviamo di fronte a un esempio classico di svendita dell’azienda a proprietà pubblica. Ne abbiamo viste diverse, in un periodo di centro-sinistra. Paradossalmente devo sottolineare questo, perché di solito i discorsi di criticità si fanno a parti inverse. Naturalmente il Consiglio regionale qui non c’entra nulla, voglio solo sottolineare come questa azienda, che ha avuto un grande prestigio e una grande tradizione, sia stata all’epoca venduta per molto poco. E’ già avvenuto per le acciaierie di Terni ecc. Facciamo una maggioranza trasversale su questo, forse ci potremmo trovare meglio...
Ringrazio l’assessore Ascoli che è sempre venuto alle riunioni a Castelraimondo, il quale, di fronte a una platea abbastanza sbalordita, di operai e famiglie, ha dichiarato che a fronte di soldi versati dalla Regione per i contratti di solidarietà a gennaio, l’azienda aveva solo liquidato, ai lavoratori, un “accontino”. Vorrei sapere come è andata a finire questa cosa, perché se l’intera somma data dalla Regione non è stata erogata, ritengo che la Giunta debba fare un’azione civile su questo, perché non possono prendere i soldi e poi non versarli ai lavoratori. Questo ha dichiarato l’assessore Ascoli.
Terza cosa. Credo che il pacchetto Regione-Provincia-Comune abbia su questo dimostrato buona volontà. Forse non si è fatto molto per trovare un interlocutore. So che, come lamenta il collega Procaccini, ormai c’è una possibilità di intervento diretto abbastanza residuale nell’economia, però abbiamo forse fatto complessivamente poco per trovare un imprenditore interessato. So che un paio di contatti sono andati a vuoto, però credo che la presenza ci sia stata, prego l’assessore Agostini di verificare questa vicenda, perché veramente è clamorosa. Se questo non è avvenuto, sicuramente la Regione qualche azione la deve fare.

Cesare PROCACCINI. Presidente, chiedo di poter formulare una risoluzione unitaria sulla questione di cui abbiamo discusso adesso.

PRESIDENTE. Si può fare su una interpellanza, non sulle interrogazioni. Basta presentare una mozione.



Ordine del giorno della seduta

Roberto GIANNOTTI. Presidente, chiedo la parola.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Roberto GIANNOTTI. Presidente, chiedo di anticipare la risposta alla mia interrogazione n. 23.

Adriana MOLLAROLI. Io non ho problemi.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, si passa alla trattazione dell’interrogazione n. 23.




Interrogazione (Svolgimento): «Realizzazione pista ciclabile Pesaro-Fano» Giannotti (23)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 23 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. Sul secondo e ultimo stralcio della pista ciclabile Pesaro-Fano, è stato già presentato nel 1999 il progetto preliminare corredato di un protocollo d’intesa tra la Provincia, il Comune di Fano e il Comune di Pesaro.
Il 23 febbraio 2005 è stato trasmesso i progetto esecutivo dell’opera e sulla base di questo è stato fatto un decreto da parte della Regione, che ha riconfermato il contributo regionale di circa 1.100.000 euro. L’erogazione verrà fatta al 90% alla presentazione della rendicontazione e al 10% dopo il collaudo dell’opera. Se a un anno dal decreto di assegnazione dei contributi non fossero stati iniziati i lavori il contributo assegnato decadrebbe. Naturalmente siamo in contatto con la Provincia di Pesaro per la realizzazione anche del secondo stralcio. Ad oggi non abbiamo notizie sulla mancanza di volontà a realizzare l’opera, quindi sarà cura dell’assessorato seguire in modo particolare l’iter di questa opera, in modo da realizzarla nei tempi previsti e concordati.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Roberto GIANNOTTI. Rimango sconcertato da questa ricostruzione dei fatti, nel senso che mi sembra molto notarile. Non credo che la Regione possa limitarsi a prendere atto di una situazione, senza esercitare una doverosa sollecitazione nei confronti del mega presidente della Provincia di Pesaro tanto bravo a fare inaugurazioni e gigantismo e meno bravo a mantenere gli impegni. La cosa è abbastanza semplice: è in corso di realizzazione una pista ciclabile lungo il tratto di spiaggia che collega Pesaro a Fano, un intervento previsto in due stralci. Il primo stralcio è stato definito e inaugurato dal mega presidente qualche settimana fa con una corsa in bicicletta, con un contributo finanziario della Regione, della provincia e del Comune di Pesaro. Adesso rimane da completare il tratto che collega Fosso Sejore a Fano, c’è una disponibilità finanziaria della Regione attraverso la legge, c’è una disponibilità finanziaria del Comune di Fano, già a bilancio, di 400.000 euro, non vedo perché l’Amministrazione provinciale di Pesaro che ha progettato, ha fatto di questo motivo vanto per la propria iniziativa, oggi debba trincerarsi dietro il coinvolgimento dell’Anas — pensare a questo è cosa pazzesca — e non si assuma fino in fondo la responsabilità. Sono tanto poche le opere pubbliche sostenute dalla Provincia sul litorale Pesaro-Fano: credo possa benissimo spendere 600.000 euro per completare l’opera. Mettersi adesso a dire che i Comuni debbono farsi carico di un maggiore onere mi sembra assolutamente fuori luogo. Il senso della richiesta era questo. Visto e considerato l’impegno finanziario notevole della Regione, credo che sia giusto chiedere alla Provincia di Pesaro di farsi carico, come si è fatta carico dell’intervento su Pesaro, anche dell’intervento su Fano, di una propria disponibilità finanziaria.



Interrogazione (Svolgimento): «Condizione eco-ambientale della costa fanese, della foce e dell’intero percorso del fiume Metauro» Mollaroli (12)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 12 del consigliere Mollaroli.
Per la Giunta risponde l’assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La fascia costiera fanese ha uno sviluppo di circa 18.600 mt. ed è suddivisa in cinque tratti rispettivamente, da nord a sud, di 5.540 metri (tratto di costa o zona idonea alla balneazione); 160 metri (tratto di costa o zona permanentemente non idonea alla balneazione per altri motivi — aree portuali, industriali, militari, inaccessibili e comunque non individuabili come zone fruibili per attività balneari); 3.900 metri (tratto di costa o zona idonea alla balneazione); 350 metri (tratto di costa o zona permanentemente non idonea); 8.650 metri (tratto di costa o zona idonea alla balneazione. I punti di campionamento per il controllo di qualità delle acque di balneazione sono 31.
Dei tratti sopra elencati quelli idonei alla balneazione sono tre. L’unico tratto permanentemente non idoneo per altri motivi rappresenta l’area portuale, mentre il tratto costiero della foce del fiume Metauro è permanentemente non idoneo alla balneazione.
Le condizioni di qualità delle acque marine costiere adibite alla balneazione lungo il tratto costiero del comune di Fano sono buone.
L’unico valore non favorevole riscontrato nella stagione balneare 2004 è relativo al campionamento routinario effettuato in data 10 giugno 2004 per il punto denominato “30 metri nord torrente Arzilla”, ma l’esito favorevole dei controlli suppletivi ha permesso di giudicare conforme la qualità delle acque balneari; tutto questo significa che durante la stagione balneare 2004, tutti i punti lungo la fascia costiera di Fano sono stati giudicati conformi ed hanno permesso di esprimere l’idoneità dei tratti così come elaborati nella delibera di Giunta regionale 436 del 22 marzo 2005.
Tale situazione di idoneità è riscontrata anche nei precedenti anni.
Nel tratto di costa fanese una criticità per le acque balneari è rappresentata dal punto sopra indicato: infatti in occasione di eventi meteorici violenti e significativi, come accaduto nella stagione balneare 2002 si sono verificati superamenti dei valori microbiologici oltre i valori limite indicati dalla vigente normativa (Dpr 470/82 e successive modifiche).
Tale situazione è) generata e riscontrabile dal valore dell’indicatore “stato ecologico del corso d’acqua” del torrente Arzilla (Seca) scadente. Il Seca è ottenuto da campionamenti periodici (mensili) per diversi parametri chimico-fisici e microbiologici; i valori BOD (domanda biologica di ossigeno), ammonio, fosforo ed Escherichia Coli determinano la classificazione dello stato ecologico del corso d’acqua in classe di qualità 4, cioè scadente.
In riferimento all’intero percorso del fiume Metauro, lo stato ecologico del corso d’acqua è determinato da prelievi mensili effettuati in 8 punti di campionamento distribuiti lungo l’asta fluviale ed i suoi affluenti; i punti hanno una classe di qualità 2 (buona) nel tratto montano del fiume Metauro e dei suoi affluenti (fascia appenninica), una classe di qualità 3 (sufficiente) nel tratto vallivo, da Fossombrone fino alla foce.
La qualità microbiologica della foce del fiume (qualità sufficiente) fa sì che il tratto precluso alla balneazione sia di limitata estensione (350 metri).
Dalla valutazione dei dati esposti emerge che nel;l’anno 2002 vi è stato un peggioramento dello stato qualitativo delle acque di balneazione tale da giustificare il mancato riconoscimento della bandiera blu: in relazione ai dati della balneazione per gli anni 2003 e 2004 il mancato riconoscimento non è riconducibile allo stato di qualità delle acque di balneazione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, il consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Probabilmente c’è la necessità di avere un ulteriore approfondimento. Nella parte finale della risposta dell’assessore sono emerse le ragioni per le quali si era resa necessaria la mia interrogazione. Se fossero, cioè, le acque del Metauro, no soltanto per quanto riguarda la parte della foce, la ragione per cui quest’anno la città di Fano non ha avuto la Bandiera Blu.
So bene che per quanto riguarda l’idoneità della balneazione, le acque della foce del Metauro sono dentro i parametri, ma i parametri indicati dalla Federazione europea che si occupa della Bandiera Blu sono più rigorosi e non hanno consentito alla città di Fano, quest’anno, di avere la Bandiera Blu.
La ragione della mia interrogazione è di capire se lo stato complessivo delle acque del Metauro determina questo, o si tratta soltanto dello stato delle acque nella fascia che riguarda la foce.
Le informazioni dell’assessore sono abbastanza precise, ma a me pare che non consentano di capire bene se questa è la causa per cui Fano, per quest’anno, non ha avuto la Bandiera Blu. Quindi chiedo che si mantenga, oltre l’attuale livello di verifica dello stato delle acque, una verifica più approfondita, al fine di consentire alla città di Fano, che ha nel turismo una delle sue principali attività economiche, di poter svolgere questa attività, e seppure la Bandiera Blu non è determinante, è chiaro che favorisce l’attrazione turistica verso quel territorio.
Mi pare che dalle informazioni, seppure abbastanza precise dell’assessore, questa certezza non l’abbiamo, quindi mi preoccuperò, magari chiedendo una risposta scritta, di capire con più precisione se è l’intero corso del fiume che determina questa condizione.
Quindi ringrazio per le informazioni abbastanza dettagliate, però la mia richiesta era di questa natura, intendeva cioè capire questo aspetto, quindi mi preoccuperò di fare una ulteriore interrogazione, magari a risposta scritta, in maniera tale da avere la certezza che la ragione per cui non siamo stati dentro i parametri che consentivano di avere la Bandiera Blu dipende soltanto dalle acque della foce del Metauro o più complessivamente dall’intera asta del fiume, cosa che per ora non si può desumere, seppure l’informazione è abbastanza dettagliata.



Interrogazione (Rinvio): «Interventi in difesa della costa pesarese» Giannotti e Tiberi (24)

PRESIDENTE. L'interrogazione n. 24 dei consiglieri Giannotti e Tiberi viene rinviata in quanto la Giunta non è in grado di rispondere.



Interpellanza (Svolgimento): «Ridimensionamento centri postali nelle Marche» Viventi (1)
Interrogazioni:
«Razionalizzazione rete uffici postali nei comuni montani dell’anconetano» Badiali (4)
«Interventi sulla rete degli uffici postali» Brandoni (11)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca L’interpellanza n. 1 del consigliere Viventi e le interrogazioni n. 4 del consigliere Badiali e n. 11 del consigliere Brandoni.
Ha la parola, per illustrare l’interpellanza, il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. La direzione delle Poste Italiane ha annunciato nel mese di maggio e poi ha dato anche seguito, con azioni esecutive, un piano di ridimensionamento della presenza dei propri uffici, soprattutto nelle zone più interne e montane.
Questo nonostante che il 12 maggio del 2004 questo Consiglio votò all’unanimità una risoluzione con la quale si impegnava la Giunta regionale a prendere contatti con la direzione delle Poste per scongiurare questa possibilità e nonostante che sul finire del 2003, Anci, Upi, Regione Marche e Poste Italiane avevano siglato un accordo che andava in questa direzione.
Noi comprendiamo le ragioni di gestione economica delle Poste Italiane, per cui vi sono degli uffici che non “rendono” come dovrebbero, i cui costi sono abbastanza elevati, ma è altrettanto vero che le Poste svolgono un servizio pubblico a tutti gli effetti e se ci sono queste sinergie con le altre istituzioni pubbliche, credo che non siano questi i costi che facciano saltare il bilancio delle Poste Italiane. Del resto non possiamo neanche dimenticare che in Italia abbiamo fatto delle privatizzazioni per modo di dire. Nel momento in cui si privatizza si dice “si fa questo per creare un regime di concorrenza, per cui l’utente è garantito, nel prezzo finale, dalla concorrenza che si crea fra coloro che offrono il bene”. Ma qui siamo in presenza di settori monopolistici, di fatto. Quindi bisogna tenere conto anche di questo aspetto: una Spa privata ha beneficiato di una cessione di servizio e di una situazione in cui, oggi, agisce il regime di monopolio sul mercato. Questa è una situazione tutta italiana. Tanto vale lasciare le strutture pubbliche se il privato va in regime di monopolio, altrimenti ci mettiamo in fila anche noi, ci organizziamo in Spa per prendere qualche prebenda dallo Stato e se ci garantisce il regime di monopolio “abbiamo fatto romanella”, come si suol dire.
Se questo servizio pubblico rimane almeno concettualmente, bisogna che sia poi rispettato, realizzando negli uffici periferici una presenza che magari non sarà necessaria sei giorni della settimana su sei, ma per lo meno per tre giorni garantisca un servizio efficiente, perché ci sono situazioni che io conosco, nella montagna, a 18-20 chilometri dalla città. Per persone anziane questo rappresenta sicuramente un problema.
Comunque vorrei sapere ciò che la Giunta ha fatto in questo lasso di tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la risposta, l’assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. La Regione Marche ha sottoscritto, in data 26.11.2003, con Anci, Upi, Uncem, Lega delle autonomie e Poste Italiane Spa, un protocollo d’intesa con l’obiettivo di avviare una collaborazione per recare nuovi servizi agli enti locali e per ottimizzare e razionalizzare l’erogazione dei servizi esistenti in un’ottica di sviluppo complessivo del sistema regionale.
Questo protocollo è la base di concertazione per garantire, anche nei centri più piccoli, in particolare montani, l’efficienza e la qualità dei servizi essenziali, proprio per garantire, nello specifico, la presenza del servizio postale anche nei comuni in cui non ricorrano tutti i presupposti di economicità.
La Regione, di conseguenza, si è resa disponibile a sviluppare, se possibile, nuove forme di collaborazione. Al fine di dare concreta attuazione alle opportunità previste dal protocollo e verificare la possibilità di usufruire dei prodotti e dei servizi offerti da Poste Italiane Spa, è stato costituito un gruppo di lavoro formato dai rappresentanti di tutti i soggetti firmatari del protocollo. Il gruppo di lavoro ha effettuato alcuni incontri (il 30 marzo 2005, il 22 aprile 2005) allargati ai funzionari di diversi dipartimenti regionali, per individuare i servizi utili, attività svolte da ciascun dipartimento ed acquisire informazioni da parte dei funzionari delle Poste Italiane.
Nell’ultima riunione del 22 aprile 2005 si è stabilito che i dipartimenti avrebbero dovuto predisporre, per il successivo inoltro a Poste Italiane, un scheda riepilogativa delle attività svolte e dei servizi richiesti, con l’indicazione dei rispettivi riferimenti. Avrebbe poi dovuto svolgersi un approfondimento in sottogruppi con funzionari di Poste Italiane, per il successivo esame delle possibilità emerse.
In seguito a questa attività istruttoria, il giorno 19.5.2005 l’assessore che vi sta parlando ha attivato un incontro con il dott. Arancio, direttore della filiale di Ancona delle Poste Italiane, competente anche per tutta la provincia di Ancona, territorio oggetto dell’ultimo piano di razionalizzazione dei suddetti servizi. Dall’incontro è scaturita la necessità di valutare una proposta complessiva di Poste Italiane, affinché il problema sia affrontato regionalmente e non a macchia di leopardo, così da impegnare gli enti interessati in collaborazioni proficue con le Poste, tanto da poter garantire il servizio postale anche nelle località interne e montane dove non ricorrono i presupposti di economicità del servizio stesso.
Il presidente Gian Mario Spacca, prontamente ha convocato una riunione con tutti i soggetti già firmatari del protocollo, prevista per il giorno 4 luglio c.a., per affrontare e definire il problema complessivamente su tutto il territorio marchigiano dove le Poste Italiane faranno la loro proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Badiali, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Fabio BADIALI. Prendo atto della risposta dell’assessore. Avevo già chiesto nell’interrogazione un tavolo di concertazione con Poste Italiane per cercare di trovare una soluzione a questo annoso problema. Prendo atto dell’incontro che ci sarà il 4 luglio, anche se debbo constatare che già Poste Italiane ha messo in atto il suo piano di razionalizzazione. Questo significa che diversi uffici postali della zona di Fabriano, Serra San Quirico, Arcevia hanno avuto un ridimensionamento degli orari e addirittura la chiusura di qualcuno. E’ importante sapere questa cosa, perché il 4 luglio bisognerà concertare con le poste la riapertura degli uffici chiusi, anche perché i Comuni hanno fatto delle convenzioni — per esempio il Comune di Serra San Quirico — per il pagamento dell’Ici, addirittura la tesoreria comunale è passata alle Poste, proprio per cercare di incentivare questa presenza sul territorio e per dare una riposta ai cittadini e alle Poste stesse. Quindi è importante che le Poste prendano atto dello sforzo che stanno facendo gi enti locali sul territorio e con il tavolo di concertazione fra Province e Regione si faccia il possibile per riaprire questi uffici postali e per creare meno disagio possibile alle popolazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Giuliano BRANDONI. Il protocollo d’intesa è stato stipulato il 25 e non il 26, assessore. Ma questo è solo un mio vezzo alla precisione.
Credo che sia importante l’incontro del 4 luglio come impegno ulteriore e apprezzo il fatto che questa volta il quadro di riferimento è regionale, perché la situazione che si è presentata nell’Alto Fabrianese temo si ripresenterà prossimamente in vari territori, perché il problema è costituito anche da Poste Italiane, un’azienda in profonda ristrutturazione e attorno a questa profonda ristrutturazione, un atteggiamento complessivo di deresponsabilizzazione del ruolo che le imprese e le aziende hanno nel territorio. Tra l’altro le Amministrazioni locali hanno istituito convenzioni con Poste Italiane, proprio perché in quei luoghi c’è anche un modello di civiltà, per alcuni aspetti.
Consiglierei — lo dico perché apprezzo veramente questa risposta, per alcuni aspetti, anche se mi auguro di verificare, subito dopo, atti concreti — che l’assessore e il Presidente arrivino a questo incontro regalando ai responsabili delle Poste un interessante libro che si intitola L’impresa irresponsabile, uscito da pochi giorni, scritto da un sociologo importante, Luciano Gallino. Credo possa essere un elemento di riflessione per i dirigenti, sul loro ruolo e sulla loro funzione, anche sociale, che hanno nel territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi, per dichiararsi soddisfatto o meno.

Luigi VIVENTI. Ringrazio l’assessore per la risposta. Il 4 luglio mi attendo una riunione decisiva, perché sono passati mesi importanti. Nel frattempo a me sembra che, al di là della buona volontà mostrata da alcuni Comuni, le Poste siano andate avanti con il loro piano, chiudendo uffici, dimezzando orari, facendo tutto quello che dovevano fare. Vorrei ricordare agli amministratori che saranno presenti a questa riunione, di far presente questa piccola cosa: le Poste Italiane hanno beneficiato dallo Stato italiano dell’appalto di un servizio in regime di monopolio, dove si dovrebbe guadagnare quasi per forza. Quindi, se ci sono dei piccoli — in questo caso piccolissimi — costi sociali, dovrebbero essere messi in conto.



Interpellanza (Rinvio): «Nuova esondazione fiume Potenza 12-13 aprile 2005 — Località Chiarino di Recanati» Pistarelli (2)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interpellanza n. 2 del consigliere Pistarelli.
L’interpellanza viene rinviata in quanto la Giunta non è in grado di rispondere.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 18,15