Resoconto seduta n.36 del 24/07/2006
La seduta inizia alle 11,00



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 35 del 4 luglio 2006.




Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di legge:

— n. 108, in data 5 luglio 2006, ad iniziativa dei consiglieri D’Anna, e Pistarelli, Castelli, Romagnoli, Silvetti, concernente: «Assegnazione di contributi per l’incentivazione di interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto da insediamenti civili», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 109, in data 12 luglio 2006, ad iniziativa dei consiglieri Mollaroli, Benatti e Mammoli, concernente: «Interpretazione autentica del comma 2, dell’art.. 2 della l.r. 27 marzo 2001, n. 8 “Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato regionale per le comunicazioni (CORECOM), assegnata alla I Commissione in sede referente (iscritta all’ordine del giorno della seduta del consiglio di martedì 25 luglio);
— n. 110, in data 10 luglio 2006, ad iniziativa dei consiglieri Giannotti e Tiberi, concernente: «Istituzione del centro dialisi di assistenza limitata presso il presidio ospedaliero di Pergola», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 111, in data 20 luglio 2006, ad iniziativa del consigliere Rocchi, concernente: «Disposizioni in materia di riordino dell'Istituto nazionale di riposo e cura anziani (INRCA)», assegnata alla V Commissione in sede referente.


Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 27, in data 29 luglio 2006, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Criteri di ripartizione dei progetti speciali di competenza regionale — Fondo Sanitario Regionale dell’anno 2006 — spesa di parte corrente”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II per il parere obbligatorio;
— n. 28, in data 10 luglio 2006, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Modifica alla deliberazione consiliare n. 12/2006: “Approvazione programmazione rete scolastica per l’anno 2006/2007 delibera consiliare n. 4/2005”, assegnata alla I Commissione in sede referente. (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna);
— n. 29, in data 5 luglio 2006, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza, concernente: «Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2005» (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna);
— n. 30, in data 10 luglio 2006, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza: «Convalida della elezione dei consiglieri regionali Graziella Ciriaci e Daniele Silvetti, subentrati per surrogazione a norma dell’art.. 16, primo comma, della legge 17 febbraio 1968 n. 108, ai consiglieri Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli» (Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna);
— n. 31, in data 20 luglio 2006, ad iniziativa della Giunta, concernente: «Approvazione dell'intesa di Programma per lo Sviluppo», assegnata alla II Commissione in sede referente e per il parere di competenza, ai sensi dell’art.. 70 del regolamento interno, alle Commissioni I, III, IV e V.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)


PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 88 del consigliere D’Anna: «Necessita di istituire, nella struttura ospedaliera “Santi Carlo e Donnino” di Pergola, un impianto per dialisi a servizio di tutta l’Alta Valle del Cesano»;
— n. 89 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli: «Gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Recepimento decreto legislativo n. 152/2006»;
— n. 90 dei consiglieri Capponi, Santori, Cesaroni, Giannotti, Tiberi, Ciriaci, Brini e Bugaro: «Continuare la missione di pace italiana in Afghanistan»;
— n. 91 dei consiglieri Capponi, Giannini, Pistarelli, Massi, Brini, Procaccini, Comi e Lippi: «Da Macerata a Pechino sulla tomba di padre Matteo Ricci. La straordinaria impresa umana e sportiva di Ulderico Lambertucci. Iniziative e partecipazione della Regione Marche»;
— n. 92 del consigliere D’Anna: «Necessità dell’aumento di organico delle forze di polizia presso il commissariato di Fano».



Nomina

PRESIDENTE. In data 18 luglio 2006, con il decreto n. 69 ho provveduto alla nomina di due componenti del consiglio di amministrazione della Cooperativa artigiana di garanzia Picena di Ascoli Piceno.




Leggi regionali promulgate
dal Presidente della Giunta regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta ha promulgato in data 11 luglio 2006 le seguenti leggi regionali:
— n. 8: «Finanziamenti alla Società Aerdorica per la gestione dell’aeroporto di Falconara»;
— n. 9: «Testo unico delle norme regionali in materia di turismo».





Deliberazioni inviate
dalla Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 682 del 9/06/2006: «Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 — Variazione compensativa al programma operativo annuale per l’anno 2006»;
— n. 770 del 27/06/2006: «Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 — Variazione compensativa — Euro 120.845,51.»;
— n. 773 del 6/07/2006: «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 — Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato dalle UE e da soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 1.013.652,33»;
— n. 818 del 10/07/2006: «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 — Variazione compensativa al programma operativo annuale 2006 approvato con DGR n. 154/2006 per attuazione decreto del Ministero dell’economia e delle finanze n. 11743/2005 (codici SIOPE)».


Congedo

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo gli assessori Pistelli e Ascoli.



Dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale

PRESIDENTE. Con nota prot. n. 5218 del 19.7.2006 il consigliere Luigi Minardi ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio regionale e, con nota n. 5219 di pari data, ha altresì comunicato al Presidente della Giunta regionale le suddette dimissioni e l’accettazione dell’incarico di assessore, conferitogli con DPGR 6 luglio 2006, n. 193, a decorrere dal 24 luglio 2006.
Colgo l’occasione per ringraziare a nome di tutto il Consiglio il Presidente Minardi dell’attività svolta in questi sei anni di presidenza, un’attività pregevole e proficua e gli faccio i migliori auguri per il suo nuovo ruolo.
Nel prendere atto quindi, delle dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio del consigliere Luigi Minardi passo alla trattazione del primo punto all’ordine del giorno.



Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Rocchi. Ne ha facoltà.

Lidio ROCCHI. Signor Presidente, signori consiglieri, nell’ultima riunione della maggioranza che c’è stata pochi giorni fa, lo Sdi ha chiesto di poter avere una maggioranza che...

PRESIDENTE. Consigliere Rocchi, le tolgo la parola, perché non è sull’ordine dei lavori, il suo intervento.
Durante le comunicazioni del Presidente Spacca si potrà dare ingresso al dibattito politico.
Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. C’è urgenza di discutere la mozione n. 91, quindi chiedo che sia iscritta al primo punto dell’ordine del giorno, dopo la elezione del Presidente.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrizione della mozione n. 91 all’ordine del giorno.

Il Consiglio approva



Elezione del Presidente del Consiglio regionale (art. 13, comma 2, Statuto regionale)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Elezione del Presidente del Consiglio regionale (art. 13, comma 2, Statuto regionale).
Come sapete, in questa fase il Consiglio si costituisce in seggio elettorale, quindi invito di procedere alla distribuzione delle schede.

(Segue la votazione, per scheda segreta)

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti n. 40. Hanno ricevuto voti: Bucciarelli n. 21, Procaccini n. 1, schede bianche n. 18. Proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale il consigliere Raffaele Bucciarelli al quale rivolgo complimenti ed auguri di buon lavoro, invitandolo a prendere posto alla Presidenza.

(Applausi)

Presidenza del Presidente
RAFFAELE BUCCIARELLI

PRESIDENTE. Colleghi consiglieri, signor Presidente della Giunta regionale, voglio ringraziare tutte e tutti voi, sia chi ha voluto darmi la fiducia per questo prestigioso incarico, sia chi ha preferito un altro comportamento, che ovviamente rispetto. Chi, come me, viene da un’esperienza pluridecennale di appartenenza ad assemblee elettive, non può non avere piena consapevolezza dell’importanza e del prestigio del ruolo a cui è chiamata la mia persona.
In un momento politico-istituzionale nel quale i Consigli sembrano perdere un po’ della loro importanza e centralità, perché ovunque nel mondo ed anche a livello nazionale il bisogno di affermare il principio della governabilità sta prevalendo su quello della rappresentanza, mostrando in modo evidente tutte le contraddizioni che ciò comporta, vorrei ricordare a me stesso e a voi che questa Assemblea è il luogo ove si realizza il confronto delle idee, dei pensieri, degli interessi delle donne e degli uomini marchigiani. Questo è il luogo della democrazia, dove i vari bisogni, le tante esigenze della società marchigiana devono trovare la loro sintesi in leggi ed atti che non possono che essere frutto di un confronto anche serrato, franco, ma che io auspico anche e soprattutto leale, ove tutte le idee trovino uguale rispetto da chiunque esse siano proposte.
Voglio anche dire che non ci può essere, a mio modesto avviso, nessuna forma di competizione né di antagonismo tra l’organo legislativo e quello esecutivo, non avrebbe senso, sarebbe solo dannoso rispetto ai compiti e agli obiettivi che abbiamo in comune.
Credo, molto umilmente, che noi dovremmo essere capaci di elaborare progetti politici in grado di posizionare le Marche all’avanguardia nello scenario europeo e mondiale che è in continua evoluzione, recuperare il gap che esiste tra il dinamismo delle nostre imprese e la politica. Nell’impegno di analisi dei problemi e ricerca delle soluzioni dobbiamo avere la stessa tenacia, la stessa passione, la stessa sensibilità dei nostri agricoltori che non solo hanno conservato, adeguandola ai bisogni, questa nostra sana cultura contadina, ma hanno anche accurato, abbellito, oso dire ricamato queste nostre colline, queste nostre valli, queste nostre montagne così bene che noi oggi le proponiamo non solo al turista ma, con orgoglio, anche all’attento viaggiatore, nella certezza che il nostro territorio possa essere volano di uno sviluppo nuovo.
Sono certo che questa Assemblea saprà interpretare nel migliore dei modi i bisogni nuovi che emergono dalla società marchigiana: lavoro certo e sicuro, diritto alla salute, diritto all’istruzione, diritto alla casa ed infine il diritto a realizzare un futuro migliore non solo per chi nelle Marche è nato e ci è restato, ma anche per chi, provenendo da paesi impoveriti ha deciso di viverci, contribuendo in maniera determinante a produrre ricchezza.
Con la società multietnica e pluriculturale nella quale siamo immersi, dobbiamo sviluppare sensibilità e culture politico-amministrative diverse. Questi sono solo alcuni temi e scenari che abbiamo di fronte e per affrontarli non c’è sicuramente bisogno solo della parzialità dei partiti, né dell’autorefenzialità della politica, né, lo ripeto, di inutili e dannose competizioni. Ridare alla politica il respiro necessario, avere il desiderio e l’entusiasmo che pure abbiamo conosciuto — e che, per quanto mi riguarda, non è scemato — insieme alla curiosità di chi vuol crescere, esplorare nuovi terreni e superare, abolendole, possibilmente, frontiere ormai naturali, questo penso dovremo fare insieme e unitariamente Ufficio di presidenza, Conferenza dei capigruppo, Commissioni consiliari, in uno sforzo comune che non neghi le nostre diversità ma le esalti. Impegno comune che deve vederci capaci di rapportarci con la rete istituzionale locale — le Province, i Comuni, le Comunità montane, le Unioni di Comuni e gli enti parco — con le organizzazioni sindacali e le associazioni sociali, con il mondo della ricerca, al fine di rafforzare la già consistente coesione sociale di queste nostre Marche, per accompagnare le nostre imprese nelle difficili sfide che stanno affrontando, per seminare u po’ di ottimismo tra i nostri cittadini e rafforzare l’idea che un nuovo tipo di sviluppo per le Marche è possibile ed è più facile realizzarlo se esso è obiettivo di tutti.
Credo che dovremmo quotidianamente impegnarci affinché lo stesso orgoglio che noi nutriamo nel rappresentare le donne e gli uomini delle marche, possa da essi essere nutrito per averci eletto. Così come meritorio sarebbe aumentare la consapevolezza dell’importanza del proprio lavoro da parte dei nostri collaboratori, dipendenti della Regione, che io saluto tutti.
Per concludere, impegnandomi di fronte a voi ad essere presidente di tutti e ad operare con il vostro aiuto, affinché ognuno si senta incluso e coinvolto nel lavoro comune, perdonatemi se ricordo anche di provenire da una parte di questo Consiglio, da una piccola parte. Di fronte a voi, cari colleghi, sento il bisogno di ringraziare il mio partito e di farlo nella persona del capogruppo, il compagno Cesare Procaccini. Spero tanto di riuscire a godere, un domani, della stima e del prestigio di cui egli gode in questa istituzione e non solo.
Grazie di nuovo a tutti. Auguro, a me e a voi, buon lavoro.

(Applausi)



Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine al nuovo assetto della Giunta regionale

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in ordine al nuovo assetto della Giunta regionale.
Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Presidente della Giunta. Signor Presidente del Consiglio, desidero innanzitutto formularle l’augurio di buon lavoro affinché, attraverso quel processo di integrazione di esperienze e di protagonismi che lei ha sottolineato, la nostra Assemblea possa davvero lavorare con sempre maggiore intensità ed intelligenza per realizzare il bene della comunità regionale.
Il programma di governo costruito nel confronto elettorale di un anno fa, che abbiamo presentato in quest’aula, si conferma ancora oggi la guida fondamentale della maggioranza in questa legislatura. Sicurezza, sviluppo, territorio, semplificazione rimangono i quattro assi del nostro impegno.
Su tutti e quattro questi capitoli in quest’anno sono stati compiuti passi significativi che rafforzano il rapporto tra la comunità regionale e le istituzioni; un rapporto che ha trovato anche una occasione forte di riflessione nella “Giornata delle Marche”.
La sanità regionale si sta portando progressivamente in un’area di sicurezza qualitativa ed organizzativa, che ha consentito la restituzione di una parte della pressione fiscale già in questo primo anno e la protezione sociale è stata assicurata sugli elevati livelli che in precedenza si erano consolidati, nonostante i 500 milioni di tagli del precedente governo nazionale, che sono stati recuperati per 300 all’inizio di questa legislatura.
La sicurezza del lavoro è cresciuta nelle aree di crisi, grazie ad ammortizzatori e strumenti di politiche attive del lavoro e alla nascita di nuova imprenditorialità, anche se resta drammatico il problema della precarietà.
Il rapporto con la scuola e l’università si è arricchito di nuovi progetti finalizzati alla diffusione della conoscenza e dell’innovazione, che consente di praticare realmente una strategia di difesa attiva del nostro sistema produttivo.
Si è avviata la relazione di 1.800 nuove abitazioni e la sperimentazione di politiche per l’edilizia di comunità e per il risparmio energetico.
La concertazione istituzionale ci ha consentito di chiudere velocemente le conferenze di servizi che hanno bloccato 1.700 milioni di euro sulla realizzazione della terza corsia dell’A14, risorse che rischiavano di finire in Lombardia o nel Lazio se non fossimo stati così veloci. Mentre si confermano gli impegni assunti anche dal ministro delle infrastrutture sulle trasversali della nostra regione, sia sulla Ancona-Perugia sia sulla Civitanova-Foligno.
E’ stato anche definito l’avvio del project financing con la gara internazionale del promoter sulla Fano-Grosseto. Il 21 settembre il ministro delle infrastrutture verrà qui e con lui definiremo anche gli impegni più urgenti per la nostra comunità, a partire dall’uscita a ovest di Ancona, dalla complanare Pesaro-Fano e dalla Mezzina. La Orte Falconara ha ritrovato un ruolo fondamentale all’interno della lunga vertenza che stiamo intrattenendo con Rfi, mentre un impegno forte è venuto sulle reti telematiche e sugli investimenti per le reti telematiche nell’entroterra.
Altrettanta centralità hanno ritrovato i nodi del sistema logistico regionale — porto, interporto e aeroporto — su cui si sta sviluppando un’azione incisiva di riforma organizzativa e rilancio strategico. L’azione di semplificazione organizzativa ha coinvolto la macchina regionale in ogni suo aspetto e anche gli enti strumentali, con notevoli risparmi di risorse che sono stati trasferiti dagli apparati burocratici ai servizi per i cittadini. E’ stata lanciata la sfida di un nuovo motore di sviluppo per le Marche, con l’integrazione turismo-cultura-ambiente che, come avete visto, ha portato all’approvazione, in quest’aula, del testo unico per il turismo e nel patto per lo sviluppo recentemente sottoscritto dalle forze sociali e produttive della nostra regione, un accantonamento di 3 milioni di euro che consentiranno di accendere un fondo con un istituto internazionale di almeno 100 Milioni di euro per investimenti finalizzati a migliorare l’accoglienza delle infrastrutture turistiche della nostra regione.
Le Marche sono entrate nell’Ufficio di presidenza delle Regioni europee e per la prima volta coordiniamo, nell’ambito della Conferenza dei presidenti delle Regioni italiane una strategia: quella nazionale riferita alle attività produttive, all’energia e all’internazionalizzazione.
Abbiamo anche definito un preciso progetto di relazioni internazionali, : la costituzione della regione euroadriatica e la gestione della segreteria dell’Adriatico ad Ancona.
Nonostante questi primi risultati che riteniamo sufficientemente positivi, restano ancora da perfezionare azioni e strumenti con particolare riguardo: all’integrazione dell’organizzazione sociale e sanitaria della nostra regione; al settore primario; alla sicurezza del lavoro; all’area delle politiche comunitarie; alla politica per l’energia; alla valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente; alla focalizzazione dei distretti culturali integrati con la nostra tradizionale esperienza di distretti produttivi.
Ma in questo momento è soprattutto il vincolo finanziario a preoccuparci. Nonostante che la nostra Regione abbia invertito, quest’anno, la propria rotta ed abbassato il proprio indebitamento rispetto agli anni precedenti, la congiuntura finanziaria dello Stato resta pesantissima. L’annuncio fatto dal ministro Padoa Schioppa rispetto ai contenuti della prossima finanziaria, del prossimo Dpef ci preoccupano ancora più, visto che le aree dove maggiormente si interverrà sono quelle che afferiscono la vita amministrativa della nostra regione. Riguardano la sanità, gli enti locali ed il pubblico impiego, temi che gravano e graveranno pesantemente sulle attività della nostra Regione.
Per questo riteniamo che da parte nostra si debba accelerare ancor di più la nostra azione riformatrice senza perdite di tempo, con grande coesione e determinazione, con una maggioranza che al suo interno abbia dei centri gravitazionali e dei rapporti coesi e fortemente determinati, come credo abbia evidenziato la elezione del Presidente del Consiglio questa mattina.
Un anno fa, quando si formò questo governo registrammo un profondo disagio: il disagio di una forza politica che assunse una posizione “aventiniana”, nel senso che rinunciò a qualsiasi responsabilità diretta o indiretta nell’azione amministrativa. Ci impegnammo a sanare, allora, quella ferita e oggi ciò è avvenuto. Oggi tutte le componenti della maggioranza esercitano un ruolo attivo, diretto o indiretto nella costruzione dell’azione di governo, nel rispetto pieno degli accordi sottoscritti nel momento in cui questa maggioranza si è costituita.
Ciò si è reso possibile, da una parte per la forte motivazione, anche sulla base di una profonda riflessione personale di Luigi Minardi, cui vanno anche da parte mia i ringraziamenti per il ruolo di Presidente del Consiglio che ha esercitato nella precedente legislatura e in questa con tanta sapienza; determinazione e motivazione a volersi misurare con un impegno di governo, dopo la sua precedente esperienza. Mi auguro che questa motivazione consenta al governo regionale di avere una energia altrettanto determinata per realizzare gli obiettivi che ci proponiamo.
Dall’altra parte questa definizione della piena rappresentanza della maggioranza in tutti i suoi ruoli attivi, diretti e indiretti, si è resa possibile anche per le difficoltà di Giampiero Solari a poter esercitare a tempo pieno un’attività che richiede sempre di più un bricolage minuzioso di relazioni sul territorio, per costruire quella integrazione tra cultura, turismo e comunità che riteniamo vitale per il futuro della nostra regione. Giampiero Solari, cui vanno i ringraziamenti più generosi per la grande attività svolta in quest’anno e per l’intelligente impostazione dell’impianto del progetto, rimarrà con noi nel ruolo di consigliere del Presidente per la promozione dell’immagine delle marche, quindi potrà continuare a svolgere il ruolo che fin qui ha realizzato, soprattutto sui grandi eventi che toccheranno la nostra regione. Del resto il mantenimento della sua veste di direttore artistico della più importante società italiana di produzione di eventi e spettacoli rendeva davvero difficile una soluzione differente da quella che abbiamo proposto.
Sul piano politico alcuni avrebbero preferito un diverso percorso per comporre questa vicenda, con una maggiore rielaborazione programmatica e un più marcato intervento sugli equilibri che definiscono la composizione del governo regionale. A mio avviso non ce lo potevamo permettere. Non era possibile trascorrere al buio un lungo periodo di settimane, forse di mesi, alla ricerca di un equilibrio che fino ad oggi nessuno ha provato minimamente a definire, sia pure in termini impressionistici, anche essenziali, di una concreta proposta che avesse un profilo effettivamente politico. Invece i prossimi sei mesi saranno per noi decisivi per la stesura del nuovo piano sanitario regionale in cui realizzare l’integrazione tra l’organizzazione sociale e quella sanitaria, per la stesura del Dpefr 2007-2009, per la stesura del programma strategico che dovremo presentare all’Unione europea per quanto riguarda le risorse per la nostra comunità che interverranno nel prossimo sessennio 2007-2013, per la stesura del nuovo piano per le attività produttive 2007-2009 per cui abbiamo sottoscritto un impegno forte anche con la comunità regionale attraverso il patto per lo sviluppo, ricevendo l’adesione di tutte le organizzazioni sociali e produttive su questo specifico aspetto.
Dunque il confronto si svilupperà su questi temi e chi avrà più desiderio di lavorare ed esercitare la propria intelligenza e la propria capacità progettuale avrà modo di farlo proprio su questo terreno e i rapporti tra di noi si consolideranno, si rafforzeranno e si rigenereranno proprio su questo terreno di progettualità.
Non era possibile spendere questo tempo in maniera diversa, da un confronto progettuale per offrire ai cittadini delle Marche le migliori azioni di governo, quelle azioni che dovremmo offrire con grande disponibilità per dare ai cittadini delle Marche più sicurezza per la loro vita e più libertà per conquistarsi il proprio futuro.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione. In base agli accordi, ogni gruppo ha a disposizione dieci minuti.
Ha chiesto di parlare il consigliere Massi. Ne ha facoltà.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente del Consiglio, un caro saluto e un incoraggiamento per la funzione che oggi hai assunto. Naturalmente la riflessione sulle dichiarazioni del Presidente Spacca mi induce a sottolineare che in qualche modo la legislatura comincia oggi e questo è un rimprovero, perché da oppositore posso dire che probabilmente abbiamo perso un anno, passato nella ricomposizione di istanze, esigenze tutte comprensibili, perché siamo da tempo tutti nella politica, che però hanno creato disagi all’interno della coalizione, tali da non poter mettere mano a quei provvedimenti che nella campagna elettorale erano stati assunti in maniera molto solenne.
Caro Presidente, quanto è cambiato il quadro rispetto a un anno fa. Intanto non c’è più l’appiglio del Governo nazionale ostile, non c’è più appello: il Governo nazionale è omogeneo con la vostra maggioranza. Marcolini sorride, ma sa che nelle politiche finanziarie, degli investimenti, delle strutture, della qualità della vita non c’è più la possibilità di dire “è colpa del Governo”, anche perché dal “provvedimento Bersani” è venuto fuori che tutto lo sfascio finanziario che si diceva del precedente Governo non c’è, quindi non c’è neanche la possibilità di dire “ci hanno lasciato con le toppe nei pantaloni”. Quindi la consapevolezza di mettersi a lavorare, come marchigiano mi conforta e su questo non posso che dire “in bocca al lupo” e “coraggio”, perché ne abbiamo bisogno. Ci aspettano due anni — 2007-2008 — dove non ci sono elezioni di forte valenza politica come le regionali e le politiche, quindi un momento estremamente opportuno che purtroppo nel 2002 e nel 2003 non abbiamo colto, per lavorare insieme su certi obiettivi.
Come consigliere di minoranza aspetto un segnale, perché nella precedente legislatura, pur avendo avuto noi il consenso su molte proposte di legge da noi presentate, non c’è stata la possibilità di portare avanti insieme tali proposte, soltanto per una pregiudiziale maggioranza-minoranza che, vi ricordo, all’inizio di questa legislatura, un anno fa, tutti avete detto di voler superare. Per me sono troppe le proposte di legge ferme nelle nostre Commissioni.
Torno al contenuto della riflessione del Presidente Spacca che ha voluto, giustamente, superare il problema del rimpasto con una specie di consuntivo di questo primo anno, che lui sottolinea come positivo. Io non dico che non sia positivo, dico solo che il patto siglato l’altro giorno, le posizioni prese sulla “Quadrilatero”, il provvedimento sul turismo, la terza corsia sono elementi che inducono sicuramente a un incoraggiamento per voi, per noi, per tutta l’istituzione, che però ha bisogno di essere finalizzato e identificato su contenuti ben precisi. Il patto è buono, c’è stata la partecipazione delle categorie, quasi tutte, c’è ancora una riserva di Cisl e Cgil che credo prema a voi soprattutto superare, ma anche a noi, però credo che non siano ancora ben definiti i meccanismi di attuazione degli obiettivi che avete sottoscritto e sottolineato.
Il Presidente Spacca fa un richiamo forte alla coesione della maggioranza. E’ nel suo diritto, lo deve fare, è giusto che la coesione della maggioranza assicuri il governo, perché questo è stato il responso delle elezioni e Spacca ha oggi la consapevolezza delle tappe imminenti dell’attività della sua Giunta, sulle quali la coesione della maggioranza è necessaria.
Noi non entriamo nelle alchimie e delle divisioni possibili della maggioranza, diciamo che invochiamo la correttezza, la chiarezza delle posizioni. Spacca ha delineato sanità, infrastrutture, piano energetico, piano di impresa, delle attività produttive: sono i punti su cui sicuramente si gioca la credibilità dell’Esecutivo e della maggioranza.
Metteteci nelle condizioni di dare il contributo migliore, superando pregiudiziali e tatticismi che alla vigilia di un biennio senza competizioni elettorali di rilievo politico complessivo, per far registrare un apporto costruttivo da parte nostra, come i nostri consiglieri stanno svolgendo nelle Commissioni.
Concludo con una riflessione sul “rimpastino”. L’interpretazione che il Presidente ha dato sul ruolo di Solari credo non sarà condivisa dallo stesso Solari, ma questo è umano. Noi, come minoranza ci siamo trovati spesso d’accordo con Solari: spero non sia stato questo ad avergli nociuto. Come, d’altronde, costruttivamente cerchiamo di collaborare con ogni componente dell’Esecutivo che viene in Commissione, espone il suo programma e chiede un contributo anche della minoranza. Quello che mi sorprende — non è un appunto personale — è il vezzo ormai instaurato da qualche tempo. Solari ah accettato la direzione grandi eventi. Noi ci siamo trovati d’accordo su alcune sue impostazioni, quindi credo che su questo potrà dare molto. Mi sorprende il fatto che ogni volta che c’è un arretramento politico si sopperisce con una nomina dirigenziale, funzionariale e tecnica. Non è il caso solo di Solari, parlo di personaggi a cui mi lega anche un’amicizia personale: Cavallaro, Sciapichetti ecc. E’ una consuetudine che questa non discontinuità tra ruolo politico e ruolo dirigenziale stia diventando una consuetudine forte. Non è una polemica che faccio con Pietro Marcolini, però il suo passaggio dal ruolo dirigenziale al ruolo politico è una novità particolare di questo momento. Poi, quando Pietro viene dipinto come tecnico di area, conoscendo la sua militanza politica, che rispetto e che ammiro perché da decenni è impegnato in politica, certamente si sorride un po’. Non è una polemica ma sto facendo una constatazione su come, in questo momento, ci sia una totale osmosi tra il ruolo politico e il ruolo dirigenziale, che lascia un po’ perplessi sul funzionamento del meccanismo generale nel rapporto con i cittadini. Perché se il politico sbaglia va in piazza, si prende insulti, sputi e critiche dal cittadino, se sbaglia il tecnico, che però è un politico, il cittadino non ci può fare niente.
Per il resto, il ruolo funzionariale che un amico come Cavallaro ha assunto all’interno del gruppo dell’Ulivo mi fa contento come cittadino, perché lo stimo ed è un amico sul piano personale e so che farà bene, ma non è lo stesso del ruolo politico. Il ruolo politico sfugge al rapporto del cittadino come noi abbiamo sempre inteso. Capisco che questa era una soluzione possibile, che cerca di mantenere una serenità all’interno della maggioranza. Ho fatto questa sottolineatura, perché è una prassi abbastanza inusitata.
Per quanto mi riguarda, il fatto che il collega Minardi diventi assessore e Bucciarelli presieda il Consiglio, conoscendoli come persone per dedizione all’ammissione politica, trova su questo, sicuramente, la mia stima. Aspetto, naturalmente, da loro questo segnale di apertura bipartisan sui problemi, sulle sfide che Spacca ha sottolineato e sulle quali la minoranza non mancherà di dare il suo contributo.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Quanto avvenuto questa mattina, a mio avviso è fatto politico e atto istituzionale da valutare in maniera molto ponderata, nelle sue cause, nei suoi effetti, nei metodi usati, perché a mio avviso non si tratta di un cambio di deleghe o funzioni, si tratta di qualche altra cosa di più profondo, che sta attraversando non solo la maggioranza ma l’intera istituzione regionale e non sotto un profilo positivo. Spiego perché questo passaggio deve essere molto ponderato.
Partiamo dai metodi. Abbiamo assistito ad un mese e mezzo, caro collega Massi che hai descritto questi passaggi ultimi, di dibattito extraparlamentare. Non c’è stata nessuna sede nella quale ci si è potuti confrontare su questioni che, spero, mi auguro, non erano solamente quelle di una prebenda o di uno spazio da occupare. Faremmo torto all’intelligenza, alla coerenza, alla storia del gruppo dei Comunisti italiani che, lontanissimi dal mio gruppo, meritano, sotto questo profilo, tutto il rispetto.
Quali questioni ha sollevato il Pdci all’interno della maggioranza, che hanno portato, dopo appena un anno dall’insediamento di questa maggioranza, ad un cambio che ha riguardato non deleghe assessorili ma la seconda carica istituzionale di questa Regione, cioè la presidenza del Consiglio? Ecco perché dico che nel suo insieme questo metodo è assolutamente inaccettabile, perché c’è stata una discussione extraparlamentare che ha riguardato contenuti che concernevano anche noi gruppi di opposizione, perché hanno toccato l’istituzione regionale nella sua seconda carica. Erano perciò contenuti così profondi da mettere in discussione la seconda carica di questo Consiglio che rappresentava tutti noi e non solo equilibri di maggioranza. Perciò la discussione doveva essere, a maggior ragione, “parlamentare”, cioè in grado di coinvolgere un dibattito dell’intera rappresentanza marchigiana. Si è cambiato il rappresentante della comunità marchigiana, non si è cambiato un assessore con un altro.
Quello che abbiamo letto dai giornali non solo è stato tutto un dibattito extraparlamentare, senza quella sensibilità che avrebbe dovuto portare, essendo in discussione anche la presidenza del Consiglio, il dibattito in queste aule, ma è ancora di più lontano rispetto a quelle che oggi sono le esigenze che anche il Presidente Spacca ha ricordato, della comunità marchigiana, cioè affrontare i nodi fondamentali. Parla il Presidente Spacca, nella sua comunicazione, di nuovo piano sanitario regionale, del prossimo Dpefr, del programma strategico 2007-2013 per quanto riguarda i fondi europei, del piano delle attività produttive, del patto per lo sviluppo. Noi, nel merito non abbiamo visto la discussione incentrarsi su questi temi, anzi è stata artatamente rinviata la discussione su questi punti, malgrado noi dell’opposizione e della Casa delle libertà l’avessimo più volte sollecitata questa discussione. Quanto tempo è, colleghi Capponi e Massi, che abbiamo voluto iscrivere all’ordine del giorno la mozione sulla “Quadrilatero”? Non sappiamo che posizione ha la maggioranza. Quanto tempo è che discutiamo di sanità sotto il profilo, per esempio, della gestione che l’Asur ha avuto dall’approvazione della legge di riordino ad oggi, con tutti i suoi annessi e connessi, che non sono neppure annessi e connessi, se si vede la “vicenda Menichetti” sotto il profilo degli strascichi non solo giudiziari ma anche funzionali che ha avuto. Oggi sappiamo che il global service è stato affidato ad un commissario ad acta, significa che c’è un problema di gestione e di modello di gestione. Nel frattempo sappiamo — lo abbiamo letto da una delibera di Giunta e non l’abbiamo discusso neppure qui — che le aree vaste sono diventate modello permanente, schema sul quale tarare tutti i nostri interventi. Siamo allora di fronte ad un nuovo piano, ad una nuova organizzazione senza averne discusso e senza sapere che cosa ne pensa la maggioranza. Non sappiamo cosa pensa la maggioranza neppure del piano energetico. E’ passato un anno, “governatore” Spacca, dalla sua approvazione e sappiamo che per legge deve essere fatta la verifica, sappiamo quello che pensa l’assessore Giaccaglia che ha anticipato qualcosa, quello che pensa lei, ma la maggioranza, questa maggioranza, la vostra maggioranza cosa ne pena? Cosa ne pensa anche del patto per lo sviluppo? Perché è vero che è stata siglata l’intesa per lo sviluppo regionale. Non è propriamente il patto, neppure in via terminologica, caro presidente, è propedeutico ad una fase esecutiva che gli stessi sindacati dicono essere il nodo gordiano da sciogliere. Dovremmo vedere come si attua in concreto, l’hanno detto tutti, anche la stessa Uil che ha firmato. L’hanno detto più esplicitamente la Cgia e la Cisl non firmando tutto integralmente quell’accordo e quell’intesa. Su questo che ne pensa la maggioranza? Sono state queste le riflessioni che hanno affollato le vostre menti, i vostri animi quando vi siete trovati nelle riunioni, una dietro l’altra fatte nelle vostre sedi? O il cambio è stato dettato da altro? Io spero che siano stati questi i temi che hanno portato addirittura a cambiare il Presidente del Consiglio che è diventato — gli auguri, naturalmente, sono assolutamente rivolti anche da parte nostra al Presidente del Consiglio, al neo assessore alla cultura: sotto un profilo istituzionale saremo qui a validare i passi, le decisioni che la presidenza del Consiglio soprattutto, ma anche l’assessore nel suo ruolo esecutivo, faranno — assessore e quindi è salito nella squadra di governo. Questo cambio ha portato ad una vittima eccellente, perché non si è trattato solo di un avvicendamento Bucciarelli-Minardi, ma in mezzo ci si è trovato è stato schiacciato un uomo come Giampiero Solari che ricordo essere stato presentato come la novità con la N maiuscola, di questa nuova Giunta Spacca, di questo nuovo centro-sinistra, perché si sceglieva un tecnico al di fuori dalle strette appartenenze partitiche, che aveva esperienza tale da far lanciare definitivamente le Marche verso quella politica culturale che era insieme immagine, turismo, possibilità di sviluppo. Solari non è più in Giunta. Allora tutto quel discorso non vale più? O vale perché lo facciamo rientrare da consulente, quasi legittimando la prebenda postuma, un metodo di accontentare chi è stato ferito da una parte e quindi lo si accontenta dicendo “c’è comunque un ruolo da parte tua”, legittimando una pratica anche poco dignitosa, poco elegante, perché non si può dire “però ti faremo comunque consulente”. Non sarebbe nemmeno accettabile condividere questo tipo di discorso, perché si era assessori e non si può rimanere comunque, rientrando dalla finestra della consulenza nell’ambito di una vita istituzionale che ti ha visto comunque “bocciato” o messo da parte.
Tutto questo dovrebbe essere invece oggetto di una grossa riflessione istituzionale, politica, di metodo e di merito. Starà alla maggioranza farla in maniera seria, starà a questa opposizione farla in maniera altrettanto seria. Fino ad oggi abbiamo avuto pochi spazi, perché è stata solo la polemica di giornale che potevamo inseguire, però il primo spazio che è questo, mi pare che stiamo cercando di riempirlo di cose che riguardano le Marche, riguardano la politica, riguardano la serietà delle istituzioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Un augurio sincero di buon lavoro al Presidente Bucciarelli che ho avuto modo di conoscere nella III Commissione. Ho trovato una persona di buon senso e mi auguro che lo stesso buon senso lo riporti anche in questo lavoro come Presidente. Del resto anche il precedente Presidente Luigi Minardi credo che, tutto sommato, abbia gestito i lavori di quest’aula ispirandosi soprattutto a questa caratteristica.
La decisione di rimpasto in Giunta mostra che qualche problemino nella maggioranza c’è. Io ne ho contati due o tre di problemini, facendo riferimento alla problematica, ma per me il problema più grande è rappresentato dalla necessità di avere una visione omogenea all’interno della maggioranza di governo, nell’affrontare i problemi che il Presidente Spacca ha questa mattina elencato e che sono di fronte a tutti noi. Non vorrei ripetermi, ma credo che parlare di riforma sanitaria significa che quella che abbiamo approvato due anni fa non funziona o mostra di non funzionare così come ci si sarebbe aspettati. Quando parliamo di sanità, tra l’altro, debbo dire che sono stato un consigliere regionale di maggioranza che non si era espresso contro la Asl unica. Per onestà io ammetto sempre che anche la mia era una visione di questo tipo e non lo rinnego oggi che mostra di non funzionare, però evidentemente dei problemi ci sono. Così come problemi ci sono anche nella gestione del pubblico bilancio, quindi trovare una comunità di intenti su dove apportare tagli o dove intervenire per incentivare gli investimenti produttivi. Domani parleremo del consuntivo: ho visto che il 2005 si è chiuso con -145 milioni di euro circa, quindi problemi ce ne sono anche in questa direzione. Problemi dal punto di vista della con divisione di un progetto per le infrastrutture delle Marche, perché ancora qui siamo in attesa di conoscere qual è la posizione totale della maggioranza su questi aspetti. Potrei aggiungere i problemi relativi all’andamento dell’economia, occupazionali ecc.
Queste sono sfide grandi che il governo della Regione ha di fronte. Non so se questa maggioranza ha al suo interno la stessa con divisione, la stessa visione progettuale su come affrontarli e su come risolverli.
Dico una cosa a titolo personale ma come presidente del gruppo Udc: noi abbiamo caratterizzato già nella scorsa legislatura e, per quel poco che ci è stato consentito, nel corso dell’attuale, la nostra presenza come una presenza fatta di responsabilità, di senso istituzionale e di attenzione verso i problemi reali della Regione. Da parte nostra si ragiona con la mente libera, per cui se una proposta di soluzione a un problema è ritenuta valida, noi la voteremo, parteciperemo al dibattito e la voteremo. Se non la riterremo valida, svolgeremo fino in fondo il nostro ruolo di opposizione.
Per quanto mi riguarda non mi sorprendo che il Pdci abbia avuto un riconoscimento così autorevole con la Presidenza del Consiglio regionale. Credo che il Presidente Spacca in questa legislatura, ma anche il Presidente D’Ambrosio nella precedente legislatura — sono stato attento osservatore in queste due fasi — non possono non aver notato che il comportamento di questa forza, che era stata tenuta all’esterno dell’Amministrazione, si è di fatto, in quest’aula, caratterizzato sempre come un comportamento coerente e leale nei confronti dei Presidenti e della maggioranza. Credo che questo sia doveroso evidenziarlo anche da parte mia che sono all’opposizione, perché questo corrisponde alla verità. Se in quest’aula vogliamo avere rapporti rispettosi della verità e anche amicali fra di noi, credo che questo sia giusto fare.
Ci sono altre forze che ritengono di non essere state adeguatamente apprezzate, però questi sono problemi vostri sui quali noi non possiamo intervenire. Faccio comunque auguri di buon lavoro sia al Presidente Bucciarelli che al Presidente Spacca.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia.

David FAVIA. Il gruppo Popolari-Udeur fa i migliori auguri al Presidente del Consiglio per il prestigioso incarico al quale è stato appena chiamato, ringrazia il Presidente Minardi per il lavoro svolto e gli fa gli auguri per la nuova attività che si accinge a svolgere.
L’Udeur approva la relazione del Presidente Spacca e conferma l’appoggio alla sua presidenza e la con divisione del programma, un programma che, non dobbiamo nasconderci, viene portato avanti tra mille difficoltà oggettive per quella che è la situazione del paese in questo momento, per quello che è il problema della mancanza di fondi. Purtuttavia io credo che sia un programma — questo è il motivo per cui lo condividiamo — importante che sta dando, dopo appena un anno, i suoi frutti. Cito rapidamente che sulle infrastrutture c’è un programma ambizioso che sta vedendo la luce per alcuni pezzi estremamente importanti come la terza corsia della A14, la prosecuzione delle infrastrutture della “Quadrilatero” con le forme che verranno discusse con il ministro Di Pietro. Approviamo ed apprezziamo l’impegno pesante sulla sanità e sui servizi sociali, verso quei servizi alla persona e verso quelle categorie più sofferenti. Ho sentito discutere, da parte dell’opposizione, di sanità. Ricordo che la nostra sanità è qualitativamente a livelli estremamente avanzati. Per quanto riguarda la gestione ci avviamo a discutere il nuovo piano per il triennio prossimo. Sui questo l’opposizione saprà rapidamente cosa ne pensa la maggioranza e potrà partecipare alla discussione.
C’è un impegno forte della Giunta e della presidenza sul rilancio delle attività economiche, sulla creazione di posti di lavoro. Mi è piaciuto il passaggio in cui il Presidente ha dato atto della, purtroppo, permanenza della precarietà dovuta a una legislazione passata, sulla quale ci auguriamo che la nuova maggioranza parlamentare metta le mani e comunque da parte di questa maggioranza, di questa Giunta c’è un grande attivismo per implementare i processi di formazione, per implementare la formazione di mercati per la nostra imprenditoria e quindi la conseguente creazione di posti di lavoro.
Domani discuteremo dell’assestamento nel quale è inserito il patto per lo sviluppo, un assestamento che fa parte dell’attuazione del nostro programma in cui mi piace ricordare lo stanziamento di fondi che è stato fatto per la cultura, per il turismo, per trattenere i nostri giovani valenti qui nelle Marche, per la promozione turistica degli enti locali. Svilupperemo ancora il piano energetico, le politiche comunitarie. Insomma io credo che, sebbene tra mille difficoltà oggettive, la presidenza della Giunta e la Giunta stessa si stia muovendo al meglio nell’interesse della nostra comunità.
Saluto e ringrazio, come Popolari-Uder, l’assessore Solari, che credo abbia impostato e svolto un buon lavoro nel settore della cultura e che credo l’ex Presidente del Consiglio ora assessore Minardi, avendolo conosciuto in questo anno di collaborazione, credo saprà portare avanti, migliorare ed implementare. Sono assolutamente lieto che Giampiero Solari sia consulente del Presidente e della Giunta nei settori in cui può dare un apporto assolutamente valido.
Credo che l’ingresso a pieno titolo, con un posto di responsabilità nell’ambito della maggioranza, quindi del governo regionale inteso in senso lato da parte del Pdci, sia un atto dovuto. Forse troppo a lungo, per un intero anno c’è stata questa assenza a cui il Presidente, con valenza ha posto rimedio. Non voglio parlare di rafforzamento della maggioranza, perché il Pdci non ha mai fatto mancare la propria presenza in maggioranza, il proprio appoggio in maggioranza. Credo che sia stata riempita una lacuna che per svariati motivi si era andata a creare, ma credo che dovremmo essere meno attenti a queste situazioni che pure vanno considerate e sanate, qualora qualche problema ci sia, ma dobbiamo pensare più tutti insieme, in maniera coesa, alle problematiche che attanagliano la società marchigiana, alle quali credo vada posto rimedio tutti insieme, anche con una collaborazione, quando è produttiva, della opposizione alla quale, a mio giudizio va dato ascolto.
Confermo quindi l’approvazione, da parte del partito che mi onoro di rappresentare in questo Consiglio regionale, della relazione del Presidente Spacca, riconfermo la con divisione al programma e ovviamente non faremo mancare il nostro apporto nel prosieguo della legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Presidente, in primis l’augurio di buon lavoro anche dal gruppo di Forza Italia, così come un augurio va al nuovo assessore Minardi.
Il mio intervento sicuramente ricomprante molte posizioni che già nella Casa delle libertà sono state espresse e ringrazio per la possibilità che ci è stata data, di aprire un dibattito di natura politica a seguito di questa vicenda, che correttamente noi continuiamo a chiamare crisi, o soluzione a una crisi che si è manifestata nella maggioranza. Ci sembra oltremodo riduttivo questo, rispetto al chiarimento che, secondo me, voi ma tutti noi dobbiamo dare ai marchigiani, così come alle forze sociali organizzate, alle rappresentanze del mondo del lavoro, ai settori produttivi, a coloro che sono i cittadini, specialmente i più svantaggiati, che dai nostri compiti, dalla nostra organizzazione tentano di rispondere ai propri bisogni quotidiani.
Lasciateci almeno rappresentare quello che molti marchigiani pensano di quanto è avvenuto e vi assicuro che non è un giudizio benevolo, è uno spettacolo di non elevato profilo, con un parallelismo e un nesso stretto anche alle alterne fortune dell’azione contraddittoria e debole del Governo nazionale. E’ una soluzione-non soluzione alla crisi, per andare avanti e confidare che la gestione del potere possa fare da collante. Ci siamo scordati subito del mandato elettorale e che stiamo in un sistema elettorale che lega in modo inscindibile l’elezione del Presidente, il programma all’elettore, e mi sembra che non sia la strada giusta quella che stiamo percorrendo.
Personalmente ricordo che il Presidente Spacca, nel discorso programmatico di insediamento della Giunta, fece delle affermazioni forti, molte da noi condivise, come quella di far prevalere il confronto, il ragionamento, l’azione, lo stile, la pacatezza, la determinazione, il rispetto delle istituzioni e della fiducia dei cittadini, la ribalta solo “sulle cose da fare”, l’obiettivo di “più sicurezza e garanzie sociali”, “più tutela del lavoro”, “più crescita economica e culturale”, “più ambiente”, “sostenere una comunità dove ognuno possa scoprire e coltivare la sua più autentica vocazione personale lungo il sentiero dove si uniscono diritti e doveri”. Ma tante altre affermazioni, alcune da noi molto apprezzate, come quella che “i marchigiani ci chiedono sempre più di essere uniti, quindi alle istituzioni non manifestare scollamento per garantire serietà, serenità e soprattutto certezza a chi rischia ogni giorno, soprattutto nel mondo delle professioni e dell’economia”.
In questo confronto si sono evidenziate anche le nostre impostazioni che erano quelle di un’opposizione comunque costruttiva, comunque attenta ai bisogni del nostro elettorato ma anche di quello che, non essendo stato nostro elettorato, lo potesse divenire grazie al nostro lavoro.
Ricordo però che da subito questa maggioranza mostrò delle incrinature, come quella della disarticolazione immediata del gruppo dell’Ulivo e il ritorno alla scomposizione partitica tradizionale, cosa che in campagna elettorale non avevate detto ai vostri elettori. E ancora altre attenzioni che in quel momento non rispecchiavano, a mio avviso, questa trasparenza e questo modo di essere relazione con gli elettori.
Rispondendo oggi, a quasi un terzo del mandato, a quello che fu detto, considero che il comportamento politico più coerente in queste prime fasi di legislatura, è stato proprio quello della Casa delle libertà che l’ha portato avanti e onorato mantenendo le aspettative di suoi elettori. Una certa coesione, la cordialità, il dialogo, la comprensibilità delle nostre posizioni, la compattezza sono le parole che abbiamo potuto usare e vorremmo impegnarci affinché ciò duri per tutta la legislatura.
Un primo riscontro l’abbiamo avuto anche con il miglioramento dei risultati politici della Casa delle libertà alle recenti elezioni nazionali. Abbiamo tentato di essere all’altezza di quanto richiesto dall’elettorato, ma anche di coloro che non avevano dato il loro consenso alla Casa delle libertà ma che sappiamo attenti alle proposte, alle innovazioni in termini di efficienza, alle riforme necessarie per vincere le sfide che abbiamo di fronte.
Per questo abbiamo messo il massimo impegno non nella critica sterile ma nella proposta, per una riorganizzazione amministrativa, nel rapporto con gli enti locali, nel rafforzamento delle azioni di competenza regionale per lo sviluppo economico. Ricordo il nostro contributo serio portato sui testi unici del commercio, del turismo, la necessità di rafforzare il nostro approccio alle politiche comunitarie, per il rafforzamento dei servizi alla persona, e parliamo di sanità dove siamo stati molto attenti, sulla edilizia residenziale pubblica, sui servizi sociali e sulla formazione.
Inoltre riteniamo necessaria una nuova politica condivisa in tema infrastrutturale, dopo il confuso ruolo — questo è un giudizio benevolo verso la maggioranza — nelle alterne vicende legate alla destinazione, al futuro dello scalo aeroportuale, all’importanza del porto di Ancona, allo sviluppo della rete viaria, con i nomi “Quadrilatero”, “terza corsia”, “pedemontana”, “Mezzina”, e anche sull’ecoriparto dei fondi da trasferire alle Province.
Abbiamo garantito presenza, partecipazione, proposta, tentando anche di potare competenza e determinazione, in considerazione anche degli scarsissimi supporti di cui gode l’opposizione — e chiedo al Presidente di valutare questa situazione — in questa Regione, di fronte anche a uno strapotere degli apparati, ampiamente, e spesso impropriamente, a disposizione della maggioranza, che tra l’altro ne controlla tutte le variabili di carriera e di premialità.
Facciamo tutto questo per formazione, rispetto die nostri elettori, ma anche di tutti quelli che avete convinto con abili mosse pre-elettorali, con accordi di potere a molti livelli, con l’ostentazione di avere la soluzione a tutti i problemi che invece oggi si dimostrano fiacche, inefficaci ed effimere.
E’ giusto fare politica senza rinunciare a contenuti di sobrietà e responsabilità. Per questo abbiamo molte volte mantenuto il numero legale in questo Consiglio, perché gli atti erano importanti per il sistema sociale, economico e culturale di questa Regione.
Proprio sulla cultura sembra essersi consumata una crisi, ma questa è stata solo una deviazione mediatica. La crisi era e rimane di natura strutturale e politica e a questo non si è messo, Presidente Spacca, assolutamente mano.
Sì, la sostituzione dell’assessore Solari ha dello stupefacente, si è consumata dopo appena un anno ed è negativa perché si erano legate fortemente le sue qualità — che assolutamente condividiamo — con la soluzione di tutti i gravi problemi del settore della cultura — siamo all’ultimo posto tra le Regioni per la spesa pro-capite per le politiche culturali — ed anche perché aveva lanciato un’idea interessante, forte, impegnativa per dare alla cultura quel ruolo di attore primario nella promozione del territorio, del turismo, del sistema, delle qualità potenziali di molti dei nostri settori produttivi. Chiediamo al nuovo assessore Minardi che si vada avanti nella linea tracciata, quel concetto che Solari aveva ribadito: passare, nelle Marche, dai poli al sistema.
Le cose che sono avvenute non mi sembrano poter demarcare la superiorità del modello che voi state attuando per questa regione. I cittadini, come lei sottolineava ad inizio legislatura, non ci chiedono, certamente, di annullare le differenze e le sensibilità culturali e politiche che esistono, ma di essere dentro i problemi, lontani da una politica che li aggira e li rinvia.
E’ successo proprio questo invece, con questa operazione: il rinvio dei veri problemi che qui accenno, anche se sono stati già elencati. Il tema delle infrastrutture: vogliamo sapere se il quadrilatero va avanti o non va avanti; perché è stata adottata la tecnica del gambero; perché- non ammettere, per onestà intellettuale, che l’opera è stata fortemente voluta dal Governo di centro-destra e da esso progettata e finanziata? Se ora poi, il ministro Di Pietro non metterà un euro per il completamento dell’opera finanziata per due terzi dal Governo di centro-destra, questa Regione interverrà con forza sul Governo Prodi, come aveva fatto critiche al Governo Berlusconi, non sappiamo neanche per quale motivo? E poi quale strategia per il potenziamento dell’infrastruttura aeroportuale di Falconara? Finora è stata una palestra di compensazione per aspiranti politici-manager, ma è fallita.
Quando, finalmente, daremo il via ai lavori della terza corsia dell’A14, opera anch’essa partorita dal centro-destra con l’accordo Anas del 2003 ma che è stata, all’inizio, fortemente osteggiata dal centro-sinistra?
Poi una domanda: quali sono le opere che il centro-sinistra sta mettendo in cantiere in questo momento di governo regionale e al momento in cui siete al governo anche nel paese?
Dell’energia è stato già detto: vogliamo lo scioglimento di quel nodo. Giaccaglia dice che andremo avanti, Amagliani dice che non si tocca nulla. Vogliamo sapere, Presidente, come la pensa lei e quale sarà la strategia.
Su questo chiediamo anche che vi sia un tavolo bipartisan, perché questa materia è molto pregiudizievole per il futuro delle Marche , anche perché non alla portata dell’azione di governo di questa maggioranza. Così come potremmo individuare quali sono i siti idonei per l’ubicazione di centrali con dimensioni comunque a misura di territorio. E’ indispensabile definire inoltre una programmata azione di sostegno alle fonti rinnovabili, alle biomasse, ad esempio per rivitalizzare il mondo dell’agricoltura, le funzioni economiche ed ambientali di questo settore, soprattutto nelle aree interne dove c’è estremamente bisogno di inventarsi una economia.
Poi il fotovoltaico di nuova generazione, l’eolico. Quali sono i modelli e i sistemi di incentivazione che stiamo pensando?
In tema di gestione dei rifiuti, quale valutazione facciamo oggi di un piano che ha fallito totalmente le sue attese. Penso che questa regione sia ancora l’unica con un sistema di smaltimento dei rifiuti che privilegia il sistema discarica rispetto a tutte le gestioni ecocompatibili possibili e non abbiamo neanche raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata che avevamo pensato. Pensiamo all’utilizzo delle biomasse dei rifiuti, anche perché, altrimenti, non si spiegherebbe perché abbiamo finanziato e continuiamo a finanziare impianti di selezione che vanno solamente ad aggravare i costi a carico del cittadino.
Poi in temi di servizi socio-sanitari, la riforma non ha portato alcun miglioramento, necessita la revisione del sistema delle liste di attesa. In questa regione si sta superando il problema con il ricorso alle prestazioni a pagamento, e magari ci si contestava il fatto che noi volevamo regolare questo anche con l’introduzione di minitickets: sarebbe stato meglio, per il cittadino, piuttosto che andare a pagare, molto spesso, i servizi.
Il modello dell’Asur unica l’abbiamo sempre contestato e ritengo che ci debba essere un momento di riflessione da parte di questa maggioranza, ma noi dobbiamo intervenire affinché si persegua quella logica che porti alla rivalutazione del principio di sussidiarietà e non contro i moderni filoni di organizzazione e distribuzione territori IN tema di integrazione socio-sanitaria, come facciamo a parlare di sociale e di sanitario quando il progetto di costruzione delle Rsa, di implementazione delle case protette, delle Rsr, dell’Adi e dell’Adi specialistica non è stato attivato, soprattutto nei territori che invece ne hanno bisogno, cioè quelli delle aree montane dove, nelle case di riposo, troviamo il 90% di non autosufficienti.
Poi in tema di semplificazione e sburocratizzazione amministrativa non è stato fatto nulla. Il decentramento non è decollato.
Per linearità di stile, Presidente, concludiamo augurandole buon lavoro, ricordando proprio quella necessità che lei ravvisava nel momento dell’insediamento, di mantenere salde le competenze e le funzioni del Consiglio, ruolo che viene costantemente attentato in questa Regione. Noi abbiamo, in giro, i molti atti illegittimi fatti dalla Giunta, di organizzazione, di programmazione, che non erano di competenza specifica della Giunta. Su questo penso che un’attenzione maggiore dell’Ufficio di presidenza ma anche di tutti i gruppi, sia lecita. Per questo le auguro buon lavoro, chiedendole attenzione a questo ruolo principale.
Ritengo che tutte le cose che ho detto dimostrano che questa crisi era più profonda di quella che si è voluto dimostrare all’esterno con una mera sostituzione di pedine. Il Presidente Spacca ha detto che tra l’altro su quei temi in parte non toccati e in parte toccati ci sarà un impegno maggiore della Giunta. Noi siamo qui per dare il nostro contributo e vi chiediamo solamente di lavorare in maniera sempre più seria, perché le Marche hanno inderogabilmente bisogno di una politica di concretezza e fattiva che finora non abbiamo ravvisato nella vostra azione politica di questi primi mesi di governo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.

Sara GIANNINI. Innanzitutto un augurio al Presidente del Consiglio neo eletto. Nel suo intervento ho trovato spunti interessanti di collaborazione futura con i gruppi e mi auguro che oltre alla dichiarazione che sempre si fa nel momento in cui si viene eletti, questo sia contenuto anche nell’azione quotidiana. Un augurio, udita anche la comunicazione fatta dal Presidente della Giunta a Luigi Minardi che assume una carica autorevole e importante rispetto anche alle deleghe che vengono indicate. Un augurio anche a Giampiero Solari rispetto al quale ritengo sia stato giusto no disperdere una risorsa per le Marche, così come era stata indicata all’inizio della legislatura e che continuerà a dare, in collaborazione con il Presidente, un contributo alla nostra regione e alla visibilità non solo nazionale della stessa.
E’ del tutto evidente che i Ds in questo ultimo anno hanno contribuito a sostenere con lealtà, con una forte collaborazione l’azione della Giunta regionale. L’hanno condivisa e su questo primo anno di attività legislativa danno un giudizio positivo. Noi abbiamo iniziato la nostra attività legislativa come Consiglio e di governo con la Giunta, a ridosso di appuntamenti importanti. Molte elezioni amministrative, le elezioni politiche alle porte, la consultazione referendaria e naturalmente, all’interno di questo, una situazione politica, economica e sociale in Italia e non solo, fortemente preoccupante per chi fa la politica ma anche per i cittadini, e di questo siamo fortemente consapevoli, perché in questo anno la Giunta regionale, insieme alle tante cose fatte dal Presidente, dalla Giunta, da noi tutti adesso indicate, ha lavorato, secondo me giustamente, con prudenza, rispetto alla situazione politica e storica nella quale ci si collocava.
In questo momento, oltre ad eleggere il nuovo Presidente del Consiglio, diamo anche un contributo. Sono d’accordo con quanto dica il presidente del gruppo Udeur: non è un recupero dei Comunisti italiani nella maggioranza, è un modo attraverso il quale un’assunzione di responsabilità consente a una forza politica che ha condiviso con noi il percorso elettorale, gli obiettivi programmatici, di essere appieno nella responsabilità di condurre questa maggioranza nel governo della Regione Marche.
L’obiettivo è quindi sicuramente condivisibile e tra l’altro il voto lo ha esplicitato, perché la maggioranza ha votato compatta, è un aspetto da sottolineare, quindi ritengo che l’obiettivo che si voleva cogliere si è colto.
I Ds, sia nelle dichiarazioni fatte dal segretario regionale che mi ha preceduto e che io saluto, che da me in qualità di capogruppo, hanno espresso in maniera molto franca una perplessità sul metodo, che ci avrebbe voluto più coinvolti, anche perché questa operazione, che aveva l’obiettivo di consolidare e rasserenare anche i rapporti tra i vari gruppi che componevano la maggioranza, ci ha coinvolto in maniera più diretta di altri, perché noi esprimevamo il Presidente del Consiglio che è la seconda carica istituzionale del nostro assetto, e perché non vogliamo — l’abbiamo ribadito in molte occasioni — che a questo sia dato un significato come tentativo di egemonia da parte nostra o di prevaricazione rispetto anche alla rappresentanza e al rapporto con gli altri gruppi consiliari. Noi siamo una parte importante e autorevole di questa maggioranza, siamo consapevoli che una parte appartiene a qualcosa di più grande, quindi riteniamo che da questo punto di vista questo non può preludere, né può significare un nostro tentativo di occupare ruoli di governo che non avevamo.
Io rispetto il punto di vista del Presidente che dice “ci aspettano sfide complicate e difficili”, quindi aprire una larga revisione dell’assetto avrebbe potuto significare perdere tempo. Credo comunque che l’apertura, anche da parte nostra, ad altre soluzioni era necessaria e rappresentava la volontà non solo del gruppo consiliare ma anche del nostro partito.
Abbiamo detto, con un comunicato stampa a firma del nostro vicepresidente della Giunta regionale, mia e del vicecapogruppo, che avremmo condiviso, nella votazione, questo obiettivo che il Presidente poneva e offriva a tutta la maggioranza e così è stato.
Sulle questioni programmatiche, che a me sembrano importanti e che il Presidente adesso consegnava alla discussione, ho già detto in un’altra situazione, che oltre a questi temi ce ne saranno anche altri, ma i Ds colgono, la costruzione del nuovo Governo in Italia — come diceva prima il consigliere Massi, non vi sarà più un alibi, ma vista la situazione che i nostri assessori ci hanno rappresentato non è stato un alibi ma una dura realtà — perché abbiamo di fronte forti sfide che riguardano il rigore non solo economico-finanziario ma io dico anche etico nel rapporto con le altre istituzioni, nel rapporto tra istituzioni e partiti e anche di forte innovazione. Il “decreto Bersani” che qui è stato richiamato, ha dato anche una sensazione ai cittadini: quella di un Governo che entra nelle forti incrostazioni e nei forti privilegi che hanno contraddistinto molta parte della nostra società, impedendo alle energie di svilupparsi, impedendo ai giovani e alle giovani di poter iniziare nuove attività professionali, bloccando le aspirazioni. Io credo che al di là del merito sia un forte segnale: che è possibile liberalizzare — come diceva ieri il ministro su Repubblica — ed è possibile farlo anche dentro un’azione riformista, che è quella che a noi fortemente interessa ed è quella che noi dispiegheremo come abbiamo già annunciato sabato scorso, cioè un’azione di profonda riflessione del programma e soprattutto dei nostri obiettivi programmatici, dentro la nostra azione consiliare e di Giunta regionali. Riteniamo che questo elemento ci consentirà di individuare, oltre ad una chiarezza rispetto ai temi che il Presidente oggi ci consegnava, anche altri aspetti. Le Marche si candida ad essere una Regione autorevole che varchi i confini del nostro paese, che si candidi verso una regione che in Europa assuma la sua autorevolezza e la sua forza per la posizione geografica e anche per la nostra natura economica, sociale e produttiva. Quindi i Ds da questo punto di vista riteniamo debbano dare il loro contributo.
Credo che in questo va vista oggi questa nostra discussione. Non dobbiamo discutere qui il sostegno al Presidente della Giunta e ala Giunta, perché noi ne facciamo parte in modo pieno e consapevole. Riteniamo che l’azione riformista deve essere forte, profonda e ci deve riguardare tutti, senza che ci siano totem intoccabili. Se gli obiettivi che ci diamo sono ambizioni e sono di profonda analisi delle condizioni programmatiche, socio-economiche, noi non riteniamo totem niente, né i ruoli né le deleghe, perché riteniamo che ognuno di noi debba essere, consapevolmente, strumento di un obiettivo più alto che non è la soddisfazione personale di ognuno ma lo stare in una squadra con il giusto spirito, di condividere gli obiettivi e di realizzarli attraverso un’azione trasparente, seria e condivisa in primo luogo dalla maggioranza che ha avuto un consenso così straordinario da parte dei marchigiani e che non dobbiamo sottovalutare, e dai marchigiani stessi che da noi si aspettando, soprattutto a partire da questo momento, con una così coerente connotazione politica, dal Governo fino alle Province a i molti Comuni che amministriamo, una vera e propria azione di forte innovazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Il Presidente Spacca nella sua relazione ci ha dato due temi di discussione politica, due temi importanti. Il primo è la costruzione della coesione più forte e più articolata della maggioranza. Il secondo, altrettanto significativo, anzi ancor più significativo, è quello di una sfida, di una competizione della progettualità. Lo ha fatto tracciando lo sfondo all’interno del quale questo percorso va costruito e sedimentato. Lo sfondo è quello di una crisi sociale ed economica, finanziaria in primo luogo, a livello nazionale, particolarmente importante, difficile, faticosa. Credo che la situazione politica nazionale vada vista in questo senso. Non credo che esistano governi amici, io penso che in alcuni casi sono esistiti governi e nemici delle autonomie locali. In questo caso si tratta invece di costruire e stimolare, dentro questo contesto quel rapporto più intenso, più significativo e a volte anche dialetticamente conflittuale. Ma all’interno dello sfondo che il Presidente Spacca ci raccontava, credo non dovrebbe essere mai dimenticata una crisi internazionale gravissima che ha un sottofondo comune che si chiama guerra. Mentre stiamo discutendo, in tutto il Medio Oriente si muore. Per quanto ci riguarda, visto che all’interno della relazione il Presidente ha ricordato il ruolo che questa Regione andrà a realizzare come più ampia Regione adriatici, Regione capofila, ricordo che abbiamo fatto un’iniziativa importante, poco tempo fa, alla Loggia dei Mercanti, ma quell’iniziativa sarebbe stata ancora più importante se fosse stata corroborata da altre più intense attività che avessero messo non solo i governi attorno a un tavolo, che avessero messo non solo i rappresentanti istituzionali attorno a un tavolo, che non avessero messo solo gli imprenditori attorno a un tavolo, ma avesse messo a confronto le esperienze dei tanti pacifisti che in questi anni, proprio in questo “Adriatico mare di pace” hanno fatto di ciò un elemento fondamentale. Non è un corollario, è un modo di concepire l’idea dell’azione di internazionalizzazione della nostra Regione, che evidentemente deve evitare lo sguardo provinciale asfittico, appenninico direi, del nostro fare, guardando invece a un altro ruolo.
E’ in questo contesto che il Presidente ci ha lanciato questo confronto e l’idea di questa sfida. Lui ha snocciolato i problemi che la comunità marchigiana ha di fronte, i problemi che sono stati il punto di comune sentire che ha costruito il programma che abbiamo sottoscritto e che vogliamo realizzare. In questo programma che abbiamo sottoscritto e che vogliamo realizzare, metteva le cinque sfide, il Presidente.
La sicurezza. Io direi che c’è un vero grande e più importante problema di sicurezza, che è quello del lavoro e nel lavoro. Vorrei evitare la retorica ma anche l’altro ieri un lavoratore è morto nella nostra regione e da sempre la nostra regione vanta il triste record di essere la regione con il più alto tasso di infortuni sul lavoro. Questi descrivono meglio di tante altre cose il sistema industriale della nostra regione, le sue difficoltà e i suoi atteggiamenti.
Accanto a questo c’è la priorità delle priorità sulla sicurezza del lavoro, che si chiama precarietà. Penso che all’interno del patto per lo sviluppo e nei percorsi successivi, la questione della precarietà vada affrontata partendo da iniziative vere che in altre regioni sono già iniziate, che guardano ai cosiddetti “redditi di cittadinanza” come elemento propulsivo di forte politica economica. E’ un contributo in più dentro questa sfida della progettualità, che il gruppo di Rifondazione comunista vuole dare oggi.
L’altra questione, quella dello sviluppo. Oggi abbiamo di nuovo una grande occasione. Si parlava di governi diversi, oggi abbiamo l’opportunità di coniugare la necessità di nuove infrastrutture che sono state la base comune di questa maggioranza e di questo percorso, attraverso una riflessione critica e un’azione immediata che riveda la realizzazione di queste infrastrutture in capo ai soggetti che hanno il dovere di realizzarle — l’Anas, la Società Autostrade — smontando quei marchingegni strani che in questi mesi sono stati più ventagli di propaganda elettorale che occasioni e opportunità per sviluppare il nostro territorio. Parlo della cosiddetta società “Quadrilatero spa” che è un elemento ostativo e non un’occasione, una possibilità per realizzare quelle infrastrutture che oggi la società marchigiana reclama.
La questione dell’energia è una priorità della nostra azione, un’azione che va dentro la capacità di valorizzazione di uno strumento che questa maggioranza ha costruito, che è il piano energetico regionale, e la capacità di interlocuzione efficace ed effettiva con le comunità. Dentro questo c’è, per il peso economico che rappresenta, la questione della sanità. Noi ci accingiamo a realizzare un nuovo piano sanitario, anzi un nuovo piano socio-sanitario regionale. Io credo che questa maggioranza dovrà, con intelligenza, costruire un rapporto di ascolto. Abbiamo iniziato questa campagna elettorale, l’ha iniziata il Presidente Spacca con quella campagna di ascolto con la società, che è stata così fruttifera. Dovremmo costruire il nostro piano sanitario regionale attraverso questo metodo, che è un metodo efficace, perché metta insieme e confronti bisogni e risorse. Questo piano va costruito con un metodo partecipato e partecipativo, senza ingegneria burocratiche e senza piegature provincialistiche, senza localismi, con un’ottica più intelligente e generale che guardi ai bisogni nostri e ai bisogni della comunità marchigiana.
E’ probabilmente questo l’intreccio dentro il quale questa maggioranza può ritrovare la coesione. Io credo che la stragrande maggioranza dei consiglieri condividano che una maggioranza si cementa per riconoscimento dei ruoli; una maggioranza si cementa e si riconosce per grande capacità di collegialità, condividendo prima le scelte, costruendo una comunicazione efficace, una partecipazione vera di una articolazione politica ampia come questa maggioranza, che non ha bisogno del sostegno di qualche minoranza che già qui si è proposta a condividere il nostro percorso. Se qualche forza di minoranza vuole aiutarci, ci dia il suo contributo, ma è un contributo aggiuntivo. Se questa maggioranza ritroverà la collegialità vera nei programmi, ritroverà la politica, il senso — come sta ritrovando — del programma che ha sottoscritto.
L’altra questione riguarda la capacità che abbiamo e che dobbiamo ritrovare, di incontrarci con la nostra società che è articolata, complessa, ma ricca di progettualità politica che forse sta ben oltre le forze politiche che qui sono rappresentate. Ha bisogno di essere ascoltata, ha bisogno di essere valorizzata e questo è un elemento fondamentale. E’ in questo senso che, forse, c’è e c’è stato il rimpianto e quell’elemento di critica larga che si è realizzata nel momento in cui l’assessore Solari è uscito dalla Giunta. La cordialità e la vivacità dell’assessore Solari rappresentavano una risposta a quella domanda che c’è nella società di interloquire con la politica. Io lo ringrazio per questo, perché se non altro ci ha dato un contributo di metodo che mi auguro l’intera maggioranza e l’intero esecutivo sappiano ancor più e meglio utilizzare e valorizzare.
Abbiamo quindi filo per tessere. dobbiamo trovare — lo stiamo ritrovando anche dentro questo passaggio — le condizioni per una tela fitta che la società marchigiana ci chiede.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Presidente, Presidente della Giunta regionale, signori consiglieri, con la elezione del consigliere regionale compagno Raffaele Bucciarelli a Presidente del Consiglio regionale, dal nostro punto di vista si apre una fase nuova di rafforzamento della maggioranza, che deve servire ad accelerare l’azione per attuare il programma che ha vinto le elezioni. Infatti, per quanto ci riguarda si deve parlare di rafforzamento della maggioranza e non di allargamento, perché i Comunisti italiani che — va sempre ricordato — sono nati nel 1998 per salvare il centro-sinistra, non sono mai venuti meno al vincolo di appartenenza a questa maggioranza guidata dal Presidente Spacca, neanche nei passaggi più delicati e conflittuali seguiti alle elezioni regionali dello scorso anno. La nostra appartenenza al centro-sinistra non è mai, non è stata mai, non sarà mai legata ai posti ma alla politica, alla necessità di mantenere aperta a livello generale e a livello regionale, una prospettiva di agibilità democratica, perché secondo noi la cultura che ispira la destra aggrava le differenze sociali. Il liberismo, l’individualismo, la privatizzazione dei servizi sono pericolosi al centro ed in periferia, portano all’esclusione e non all’inclusione di larghe masse, i diritti vengono declassati ad opportunità.
In questo contesto che in maniera sommaria descrivo, l’alleanza del centro-sinistra per noi non ha alternative. Per i Comunisti italiani non è un fatto tattico ma strategico e non è legato ai soli rapporti di forza.
Ma allora perché i Comunisti italiani all’indomani del voto regionale del 2005 posero un’azione di critica ai nuovi organigrammi regionali? Perché non si trattava di rivendicare posti, bensì la rappresentanza democratica uscita dal voto, che allora consegnava al nostro partito il 4%. Per questa esigenza di rappresentanza democratica, che deve valere per tutti, non solo per noi, rifiutammo soluzioni che non rispondevano a questa giusta rappresentanza. Degli accordi sottoscritti fu data una lettura secondo noi schematica e non politica e non fu possibile dispiegare tale rappresentanza. Ci fu reso impossibile l’ingresso nella Giunta regionale, come ci fu reso impossibile concorrere alla elezione del Presidente del Consiglio regionale per il quale, al contrario, non c’era e non c’è nessun tipo di accordo che precludesse — preclude — tale ipotesi.
Nonostante ciò, nonostante la dura, durissima critica, non abbiamo mai perso la lucidità unitaria, abbiamo sempre dato il nostro contributo in seno alla maggioranza sui temi cruciali: la sanità pubblica, la scuola pubblica, i temi del sociale, i grandi e grandissimi temi internazionali come la guerra e la pace. Solo osservatori distratti — e solo in questo non condivido l’intervento del Presidente Spacca di questa mattina — possono dire che noi siamo stati sull’Aventino. Noi non siamo stati mai sull’Aventino, non siamo stati né sull’Aventino né in retroguardia, ma non ci siamo neanche sentiti, né siamo stati un corpo estraneo alla maggioranza. Mai l’abbiamo messa in crisi, mai abbiamo fatto mancare il numero legale.
Pure in una condizione imposta di appoggio esterno, per così dire, abbiamo cercato di praticare, con i limiti soggettivi di ognuno di noi, una politica di unità e di autonomia. L’abbiamo fatto anche in riferimento agli altri livelli istituzionali. Sappiamo che ogni realtà — Comune, Provincia, Regione — ha una sua autonomia e una sua diversità, ogni realtà ha una storia a sé. Questo è vero, ma per quanto ci riguarda abbiamo cercato e cerchiamo di avere una politica delle alleanze, quella del centro-sinistra, uguale dappertutto, per dare coerenza e forza all’attuazione dei programmi più avanzati.
Dunque, per quanto ci riguarda autonomia e unità non sono mai separabili, perché l’autonomia fine a se stessa assume la caratteristica dell’identità e del settarismo, ma anche l’unità fine a se stessa senza contenuti, senza idealità, porta all’unicità, alla subalternità. Anche per il futuro cercheremo di portare avanti questa politica nelle nuove e più responsabili condizioni. Poi, per la nostra matrice di comunisti, ma negli interessi della sinistra, abbiamo cercato e cercheremo, anche per il futuro, di rafforzare la sinistra del centro-sinistra, perché sentiamo forte la necessità, dopo anni di lacerazioni, di ricomposizione della sinistra. Infatti abbiamo posto e qui riproponiamo, una forma confederativa a tutti gli altri partiti della sinistra delle Marche, tanto più che forse, in Italia, se andrà avanti al forma del partito democratico, scomparirà il più grande partito della sinistra, i Ds.
Per noi, oggi, il vincolo politico del centro-sinistra rimane più forte ed oggi, se possibile, si rafforza ancora di più, perché un consigliere regionale dei Comunisti italiani assume un grande incarico, un incarico di rilievo. Molti hanno criticato la modalità con cui questo è avvenuto, perché a ciò è stato sacrificato un assessore. Colgo l’occasione per salutare e ringraziare l’assessore Solari. Si deve comunque sapere che un rimpasto più ampio avrebbe avuto conseguenze numeriche più ampie, ovviamente, e comunque noi non ci saremmo sottratti a quella discussione e ad un ingresso dei Comunisti italiani nella Giunta regionale.
Prendiamo atto della proposta del Presidente Spacca che, al di là della modalità e dell’opzione, ha rispettato gli impegni assunti per recuperare la rappresentanza dei Comunisti italiani, ma la presidenza del Consiglio regionale a questo punto non è e non deve più essere una questione di parte ma di garanzia per tutto il Consiglio, per tutti i consiglieri, per il ruolo dell’Assemblea elettiva. Il Consiglio non è la Giunta che gestisce il programma di chi ha vinto le elezioni, il Consiglio è non solo di tutti i consiglieri ma di tutti i cittadini. Sono sicuro che in questo ruolo il compagno consigliere Bucciarelli, oggi Presidente, non solo farà bene ma farà benissimo. Occorre una visione unitaria, di valorizzazione della Regione e del Consiglio senza una visione antagonistica con la Giunta regionale. A questo ruolo unitario il Presidente Minardi ha dato un ottimo contributo, ma la fase che si apre non deve essere vista come la fase dei nuovi organigrammi e basta, perché avremmo sprecato del tempo. Invece abbiamo da risolvere i nodi strategici che sono dinanzi a noi: il problema della carenza di risorse, il nuovo piano sanitario e sociale, l’attuazione del piano energetico ambientale regionale, il rilancio della scuola pubblica in virtù d un’autonomia regionale e di un federalismo frettoloso e senza risorse, il problema del diritto al lavoro contro la precarietà e per la sicurezza nei luoghi di lavoro dove muore un giovane al giorno. Una nuovo e più proficuo rapporto con gli enti locali, per le infrastrutture.
In definitiva, secondo la nostra analisi serve un nuovo e più avanzato patto di sviluppo con la società regionale. E’ per tutto ciò che il nostro impegno continuerà, come è sempre stato in maniera leale e continuativa, con una maggiore responsabilità verso la Giunta regionale, verso la maggioranza, verso il Consiglio regionale e verso tutti i cittadini delle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, innanzitutto un augurio sincero da parte mia e dell’intero gruppo della Margherita al neo Presidente del Consiglio regionale Bucciarelli, che no è più da oggi il consigliere del Pdci ma un Presidente del Consiglio regionale che credo sarà in grado, come peraltro ha fatto egregiamente il Presidente che l’ha preceduto, cioè Minardi, di avere comportamenti ispirati proprio all’interpretazione di un ruolo che deve essere super partes e garantire l’intero Consiglio regionale, perché così si garantisce l’intera collettività regionale. Ma sono sicuro che Bucciarelli eserciterà il suo ruolo con queste caratteristiche e fin da ora gli faccio gli auguri perché possa svolgere al meglio questo importante ruolo istituzionale.
Faccio naturalmente gli auguri anche al neo assessore Luigi Minardi, che ho avuto modo di apprezzare come Presidente di questa Assemblea in questo anno o poco più di mia presenza in questo Consiglio. Sono anche qui convinto che farà bene in un ruolo più operativo, che è quello di un assessorato con deleghe importanti come quelle che gli sono state attribuite. A Minardi rivolgo quindi il ringraziamento per come ha svolto il ruolo e l’augurio per il nuovo lavoro che ha iniziato.
Un saluto assolutamente non formale nei confronti dell’ex assessore Solari, al di là di facili polemiche e strumentalizzazioni, perché quando un nome è molto conosciuto e sovraesposto, le polemiche vengono facili e trovano uditorio facile e casse di risonanza. La verità è che mi pare che il rapporto con Solari questa Regione intende mantenerlo, così come Solari stesso intende mantenerlo con questa Regione e credo che questa sia la migliore risposta a chi intende speculare su un rapporto che non si è incrinato ma su una evoluzione che è tutta politica e peraltro risponde a esigenze che in modo molto chiaro sono state espresse nell’intervento del Presidente Spacca questa mattina. Solari avrà un ruolo che mi permetto di dire ancora più congeniale, probabilmente, alle sue caratteristiche, al suo portato, al suo vissuto, alla sua esperienza, un’esperienza che si arricchisce tutti i giorni per il fatto che non ha mai smesso di fare la propria attività, quindi, forse, questo ruolo che insieme la Giunta e Solari decidono di continuare — lo dico con convinzione — è più congeniale al tratto, al lavoro, alla personalità di Solari e credo peraltro che può essere di grande aiuto su quel tragitto che Solari ha cominciato molto bene.
Tengo a fare alcune precisazioni, rispondendo, non in modo polemico, ad alcuni interventi fatti dalla minoranza, da Massi a Pistarelli. Non è assolutamente vero che la Giunta comincia a lavorare oggi, tutt’altro. Io credo che non è un’accusa che si ritorce contro una maggioranza, è anche un’accusa che si ritorce contro tutto il Consiglio. Questa Giunta invece ha lavorato questo anno, e ha lavorato bene, facendo scelte importanti. Anzi, se questa Giunta e questa Presidenza hanno una caratterizzazione — lo dice uno che non fa sconti a nessuno nei suoi giudizi, nemmeno agli amici più stretti — è quella di avere fatto una scelta di non barcamenarsi, di non sopravvivere, di non galleggiare. Ho ricordato in alcune circostanze che siamo partiti veramente poco dopo le elezioni, con una riorganizzazione della macchina burocratica, amministrativa. Per carità, si poteva prendere le cose com’erano, si poteva non fare una scelta immediata. E’ stato un segnale preciso, una inversione di rotta, una scelta forte che magari si è anche prestata a critiche ma è stata la rappresentazione di una volontà di scegliere ed è stato fatto. Penso alla stessa scelta fatta sulla riorganizzazione degli enti strumentali, scelte faticose, scelte che hanno comportato la delusione, anche, di aspettative di persone, ma anche lì è stata fatta una scelta precisa.
Potrei fare riferimento, per quanto riguarda quest’anno, alla scelta di diminuire la pressione fiscale nei confronti dei cittadini e delle imprese. Penso alla diminuzione dell’addizionale Irpef ed Irap che non è cosa da poco. Ma per venire alle cose più recenti, è stato approvato il testo unico sul turismo in questi mesi, che non mi pare una scelta da poco. Possono sembrare cose semplici, anche scontate, ma sono processi lunghi e se non c’è determinazione, se non c’è volontà sono cose che non avvengono nel giro di pochi mesi, non si fanno subito.
Posso fare riferimento, ancora, a un percorso, se si vuole anche accidentato, anche difficile, ma si è arrivati alla sottoscrizione del patto per lo sviluppo. Il Presidente dice che abbiamo altre scadenze da far tremare i polsi, non per problemi di tenuta della maggioranza, ma perché si tratta di cose importanti, perché nella filosofia del non sopravvivere le scelte vanno fatte, quindi le scelte che debbono essere fatte riguardano temi importanti. Si è fatto riferimento al discorso della sanità, al discorso delle infrastrutture, temi di grande importanza. Certo, non nascondiamoci, siamo consiglieri regionali, non siamo neofiti della politica, appartenenti ad un piccolo Consiglio comunale: per fare scelte di questo tipo c’è bisogno del massimo di coesione, bisogna anche fare degli aggiustamenti, c’è anche la necessità, qualche volta, di comprendere le aspirazioni, di fare in modo che la squadra sia il più motivata possibile. Qualcuno ha detto che questo avviene in modo extraparlamentare: ebbene, mezzi per accondiscendere a richieste o mezzi per assecondare richieste e fare operazioni sottobanco, ce ne sono una infinità, li conosciamo tutti. Io credo che il percorso che è stato attuato in questa vicenda di rimodulazione istituzionale di questo ente, è avvenuto nel modo più trasparente possibile, perché è stata fatta una operazione nella quale non era possibile e non si voleva nascondere nulla. Probabilmente altri percorsi o la volontà di trovare soluzioni per sopravvivere avrebbero potuto sì innescare minori polemiche, ma essere sicuramente meno apprezzabili e soprattutto meno efficaci rispetto agli obiettivi che questo Presidente e questa Giunta si danno.
Quindi da parte mia l’augurio per un buon lavoro e l’incitamento ad andare avanti. Andate avanti. Il tempo delle scelte impone appunto di scegliere. Ce lo chiede l’emergenza di questo tempo che ci è dato vivere, ce lo chiedono i grandi problemi che abbiamo davanti, che questa comunità, che il nostro paese hanno davanti.
Se posso fare una richiesta di attenzione alla presidenza del Consiglio e all’Esecutivo, è che forse va aumentato il rapporto fra la Giunta ed il Consiglio. Io credo che c’è un buon patrimonio di consiglieri che sono consapevoli e rispettosi dei diversi ruoli che questa istituzione ha, però è chiaro che maggiore è il tasso di coinvolgimento da parte dell’Esecutivo e da parte dei singoli assessori nei confronti dei singoli consiglieri, più sarà facile percorrere la strada che ci sta davanti.
Questo è un invito che faccio anche al nuovo Presidente Bucciarelli: l’Ufficio di presidenza dovrebbe caratterizzarsi anche per promuovere una maggiore sensibilità nel rapporto che l’Esecutivo deve avere con il Consiglio. Non è una cosa nuova. Nel mio primo intervento che feci in riferimento alla relazione di Spacca nel secondo Consiglio regionale di questa legislatura, affrontai per alcuni minuti proprio questo tema dei rapporti che debbono essere forti, fra Giunta e Consiglio, perché l’azione sarà più efficace.
Vi ringrazio della vostra attenzione.

PRESIDENTE. Propongo all’Assemblea di lavorare in seduta continua fino alle 17,30, quando, per motivi di forza maggiore, dovremo interrompere.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Vorrei iniziare con i ringraziamenti al Presidente del Consiglio regionale uscente Minardi per il lavoro svolto e un augurio per il suo nuovo impegno da assessore. Faccio un caloroso augurio di buon lavoro anche al nuovo Presidente del Consiglio regionale Raffaele Bucciarelli.
I Verdi credono che questo passaggio politico rafforzi la maggioranza con una operazione trasparente, forte e portata in Consiglio, quindi nei modi corretti del fare politica. Riguardo alle questioni, ugualmente ritengo che l’azione di questa maggioranza si sia caratterizzata con alcuni atti fondamentali, come la diminuzione delle aliquote Irap e Irpef, che rappresentano l’impegno di questa maggioranza a portare avanti, per esempi, la politica della sanità con i fondi a disposizione, senza utilizzare tassazioni aggiuntive da adesso in poi e utilizzando le nostre entrate per l’integrazione socio-sanitaria.
L’impegno condiviso di questa maggioranza è di lavorare per un nuovo piano sanitario regionale o per continuare le riforme previste per un piano sanitario regionale che sia più efficiente e in cui sia prevista l’integrazione socio-sanitaria. Riteniamo importante, per questo punto, un confronto con il territorio e con gli operatori sulle linee guida che questa maggioranza e l’assessorato vorranno presentare.
Rispondendo al consigliere Pistarelli, che dice “cosa pensa questa maggioranza sulle questioni delle infrastrutture e dell’energia”, dico che noi pensiamo che le infrastrutture, finalmente, con la caduta del Governo Berlusconi, possano essere portate avanti senza sovrastrutture, come era la Quadrilatero e che c’è finalmente, da parte del ministro Di Pietro, una politica molto concreta: la presa d’atto delle risorse effettivamente disponibili e l’utilizzazione di quelle risorse effettivamente disponibili per le priorità indicate dalle Regioni. Quindi niente voli pindarici, niente elenco della spesa, perché fare un elenco di 100 opere fondamentali per la regione, come hanno fatto il ministro Lunardi e il passato Governo Berlusconi, certamente non ha aiutato la realizzazione di queste opere, poiché abbiamo visto che niente è partito.
Invece la modalità con cui questa maggioranza si è rapportata con il nuovo Governo rispetto alle infrastrutture è una modalità molto concreta, che ha portato a snellire le procedure, che ha permesso di far partire la realizzazione dei lavori della terza corsia, per permettere il termine della 76 per cui ci sono i fondi, con l’adeguamento della progettazione per arrivare ai fondi realmente disponibili, che sono 1.200 milioni di euro e alla riprofilatura del progetto della cosiddetta 77, sono due obiettivi importanti che si possono portare avanti senza la sovrastruttura della Quadrilatero e senza l’abuso del nostro territorio previsto nei piani di area vasta.
Per quanto riguarda l’energia, sosteniamo con forza il Pear che è considerato uno dei piani energetici migliori anche a livello europeo. Le verifiche sono previste, e sono verifiche riguardo alle misure per l’attuazione degli indirizzi previsti nel Pear. Occorre cioè la verifica annuale per verificare l’attuazione di quello che all’interno del Pear è previsto, quindi andare alla regolamentazione, andare alle misure attuative e tra l’altro anche una presa d’atto dei risultati ottenuti. I risultati da questo Pear in un anno sono previsti ed è richiesta l’autorizzazione per il raggiungimento del 30% degli obiettivi previsti al 2015, quindi mi sembra un bilancio soddisfacente. Senz’altro la previsione o la richiesta delle grosse centrali, sia di San Severino che di Falconara, alla luce anche della verifica attuale del Pear, sarebbero solo un tappo per la possibilità e lo sviluppo delle energie del futuro, cioè il risparmio energetico, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
Tra l’altro anche la Cna Energia Provincia ha chiesto di rimandare la realizzazione delle centrali, perché proprio nel Pear vede una possibilità di sviluppo di tutto un settore, quello degli artigiani delle piccole e medie imprese, che con gli interventi previsti dal Pear potrebbero prendere una boccata di ossigeno e trovare una filiera produttiva che può fare da traino per le difficoltà che ha a causa della concorrenza internazionale.
Quindi il Pear è anche un settore strategico per lo sviluppo e la riconversione, l’innovazione della nostra piccola e media impresa e senz’altro è un percorso che questa maggioranza si impegnerà a verificare e a portare avanti.
Ringrazio quindi il Presidente per l’impegno con cui lavora e questa maggioranza sarà certamente in grado di portare sviluppo in questa regione.

PRESIDENTE. Con l’intervento del consigliere Binci dichiaro chiusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente.



Proposta di atto amministrativo: «Convalida dell’elezione dei consiglieri regionali Graziella Ciriaci e Daniele Silvetti, subentrati per surrogazione a norma dell’art. 16, primo comma, della legge 17 febbraio 1968, n. 108 ai consiglieri Remigio Ceroni e Carlo Ciccioli» Ufficio di presidenza (30)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 30, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Se non vi sono interventi, pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 30.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.r. 23 dicembre 1999, n. 37 — Proroga al 2006 del programma obiettivo triennale 2003/2005 dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare regionale. Proroga rendicontazione programmi operativi 2005 al 31.5.2006» Giunta (20)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 20, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo atto proroga al 2006 il programma obiettivo triennale 2003-2005 dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare regionale. La legge regionale 37 del 1999 disciplina il sistema regionale dei servizi di sviluppo agricolo. E’ stato approvato nel 2003 il programma obiettivo triennale 2003-2005 che ha dato un forte cambiamento all’attuazione dei servizi, improntato sempre più alla ricerca di un miglioramento della qualità del servizio offerto. Inoltre sono stati introdotti per la prima volta, in un sistema di servizi, degli indicatori di risultato con l’obiettivo di poter avere, così, elementi oggettivi di valutazione sul reale servizio svolto.
La continua evoluzione nella programmazione comunitaria per gli interventi nel settore primario impone repentini adeguamenti strutturali ed organizzativi delle aziende. E’ opera dei servizi di sviluppo contribuire a superare le difficoltà generate dall’introduzione delle riforme del regolamento comunitario 1782 del 2003 e dai mercati. A tale proposito il programma 2003-2005,a vendo fortemente puntato l’attenzione agli interventi sull’orientamento del mercato e sulla ricerca della qualità autosostenibile libera dagli incentivi pubblici, mantiene sicuramente validi gli obiettivi che possono, con gli opportuni aggiustamenti, continuare con successo a essere perseguiti anche nel 2006, fino a sincronizzare l’attuazione dei servizi di sviluppo con le nuove politiche comunitarie 2007-2013.
Con il regolamento 1782 del 2003 e con il regolamento 1698 del 2005 è stato introdotto un nuovo sistema di consulenza aziendale che dovrà essere attivo dal 2007. Pertanto si rende necessario dotarsi di uno strumento che permetta di traghettare l’attuale sistema dei servizi verso l’adozione del sistema integrato e sincronizzato con il nuovo programma di sviluppo rurale del prossimo sessennio.
Tenendo conto del fatto che il programma 20034-2005, oltre che imprimere un forte cambiamento all’attuazione dei servizi è stato capace di rispondere in maniera sufficientemente valida al bisogno di assistenza richiesto dalle aziende, con gli opportuni aggiustamenti e adeguamenti, si ritiene che lo stesso possa svolgere quel ruolo di ponte necessario per traghettare i servizi di sviluppo alla riforma 2007.
Pertanto questo atto delibera la proroga al 2006 del programma obiettivo triennale 2003-2005 dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Non entro nel merito del programma obiettivo triennale ma faccio una considerazione. In Commissione, pur condividendo l’impianto generale, ci siamo astenuti. Le risorse previste da questo piano non ci sono per oltre il 50%. Speravamo che nell’assestamento di bilancio fossero iscritte, invece abbiamo verificato — gradiremmo essere smentiti — che il 50% di questo piano è senza copertura economica. Non è il primo anno che succede, mi sembra una cosa sgradevole, che andrebbe sanata al pi presto, perché ci sono tante imprese che vorrebbero accedere a questo piano, che ne hanno i requisiti, ma non c’è poi la copertura finanziaria per poter fare i bandi.

Presidenza del Vicepresidente
DAVID FAVIA

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Questo atto, come ricordava prima il consigliere Binci viene assunto per affrontare un periodo di transizione tra un regime che si era trovato nel corso degli anni precedenti per assicurare determinati servizi al mondo agricolo e il nuovo che dovrà partire parallelamente al nuovo piano di sviluppo rurale 2007-2013. La questione più forte su cui porre l’attenzione è proprio quella che ci ricordava Bugaro, cioè che manca circa il 50% delle risorse per dare corso a tutto il programma qui descritto. Come sapete il servizio agricoltura, così come tanti altri servizi regionali, si avvalgono, in corso d’anno, di fondi che provengono da Dpcm appositamente dedicati che quest’anno nn dovevano esserci per via del federalismo fiscale, quindi sarebbe dovuto arrivare un complesso di risorse che la Regione avrebbe poi suddiviso secondo le esigenze storiche dei singoli servizi. Il Governo ha deciso di reiterare anche per quest’anno la stessa modalità dei Dpcm, ma di questi Dpcm non c’è ancora una misura quantitativamente precisa, come contenuto di risorse finanziarie e nell’attesa che questo venga definitivamente stabilito, noi andiamo avanti con questo piano per i servizi di sviluppo agricolo, sapendo di poterci impegnare non appena il Governo definirà queste risorse, a dare assoluta priorità alla copertura di quanto qui ancora manca.

Presidenza del Presidente
RAFFAELE BUCCIARELLI

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Franco CAPPONI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome anche dei consiglieri Bugaro e Pistarelli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione per appello nominale.

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Agostini sì
Altomeni sì
Amagliani assente
Badiali sì
Benatti sì
Binci sì
Brandoni sì
Brini assente
Bucciarelli sì
Bugaro astenuto
Capponi astenuto
Castelli assente
Cesaroni assente
Ciriaci assente
Comi sì
D’Anna assente
Donati assente
Favia sì
Giannini sì
Giannotti assente
Luchetti sì
Mammoli sì
Massi assente
Mezzolani sì
Minardi sì
Mollaroli sì
Ortenzi sì
Petrini sì
Pistarelli astenuto
Procaccini sì
Ricci assente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Santori assente
Silvetti assente
Solazzi sì
Spacca assente
Tiberi assente
Viventi assente

Il Consiglio approva



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sull’ordine dei lavori, il consigliere Favia. Ne ha facoltà.

David FAVIA. Chiedo che venga anticipato il punto relativo al rendiconto del Consiglio regionale, in quanto essendo relatore ed avendo impegni più tardi non potrei essere presente nel prosieguo della giornata. Se fosse possibile farlo subito, ve ne sarei grato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Noi avevamo chiesto l’inserimento all’ordine del giorno della mozione n. 91, ma la richiesta era per discuterla subito. Se non si è capito, lo richiediamo

PRESIDENTE. Pongo intanto in votazione la proposta del consigliere Favia di anticipare il punto 7 dell’ordine del giorno.

Enrico CESARONI. Presidente, il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda un atto amministrativo che non richiede discussione. Si tratta del Psr che è già scaduto. Approviamo almeno questo, altrimenti si aspettano giorni senza alcuna utilità.

PRESIDENTE. Se la proposta del consigliere Cesaroni viene accettata dal consigliere Favia, passiamo alla trattazione del punto n. 5.

(Così rimane stabilito)





Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Modifica del piano di sviluppo rurale (Psr) 2000-2006 Regione Marche, redatto ai sensi del Reg. (CE) 1257/99» Giunta (23)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 23, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Per quanto riguarda questo punto all’ordine del giorno, faccio presente che ha ricevuto il voto favorevole della II, della III e della VI Commissione. La VI e la III Commissione in data 14 giugno e la II Commissione in data 12 luglio. Si tratta di cinque modifiche al piano di sviluppo rurale.
La modifica n. 1 introduce la possibilità della permuta di terreni soggetti alla misura E. Questa misura prevedeva, per i terreni che ne beneficiavano che per cinque anni consecutivi i terreni fossero nella disponibilità dell’impresa che utilizzava queste risorse. Va detto che si trovavano difficoltà in alcune aree, soprattutto quelle montane in cui o c’erano contratti inferiori ai cinque anni o contratti di durata più lunga, che però si rinnovavano anno dopo anno, per cui c’era questa difficoltà di inserimento di questi casi nell’apposita misura. Con questa modifica, pur garantendo la stessa estensione di terreno, si prevede una certa fungibilità dei terreni, cioè alcuni terreni nel corso degli anni possono essere sostituiti con altri terreni di equivalente entità da un punto di vista della superficie. Questo va quindi incontro a queste esigenze.
Un’altra modifica fa riferimento alla gamma delle strumentazioni acquisibili dall’Assam. L’obiettivo di questa modifica è quello di migliorare il livello di dettaglio delle informazioni disponibile, connesso al fenomeno di erosione dei suoli e inquinamento delle acque.
L’altra modifica è più che altro una maggiore chiarezza e fa riferimento al contributo pubblico per la costituzione dei fondi di garanzia. Con questa modifica viene di fatto riscritta la parte relativa alla partecipazione dei privati, che non può essere inferiore al 50% dell’importo per la costituzione del fondo di garanzia.
La quarta modifica fa riferimento sempre a questo discorso del fondo di garanzia. Qui c’è da dire che per quanto riguarda le modalità operative del fondo di garanzia che sono peraltro indicate nella misura, queste dovevano essere riportate nello statuto Confidi. Siccome questo può non avvenire, si prevede, attraverso questa modifica, che questo regolamento possa essere contenuto nello statuto Confidi, oppure possa essere oggetto di un accordo sottoscritto da Confidi e dalla Regione Marche. In sostanza la modifica si pone l’obiettivo di ampliare il numero dei potenziali beneficiari della misura, dando la possibilità anche a Confidi di partecipare al programma.
Da ultimo c’è l’adeguamento del piano finanziario entro i limiti del 20% di tutto l’importo, che, come è stato stabilito dal Psr, richiede la comunicazione al Consiglio regionale.
Queste sono le cinque modifiche al piano di sviluppo rurale che viene sottoposto a questo Consiglio, modifiche sulle quali c’è stato il voto da parte delle Commissioni II, III e VI.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Apprezzo lo sforzo che ha fatto il consigliere Solazzi per illustrare questo atto amministrativo, che è evidente essere un atto amministrativo di sanatoria che ha creato dei problemi sul territorio, perché ha creato una disparità fra l’azienda e il coltivatore diretto e l’azienda e il coltivatore che aveva fatto domanda in maniera diversa da quanto prescriveva il Psr. Cambiare il Psr quando è già scaduto — perché l’intervento scadeva il 30 giugno del 2006 — è una cosa da criticare. Nessuno vuol andare contro l’agricoltura o contro i produttori, ma istituzionalmente è un atto scorretto, perché abbiamo creato ancora una volta un vantaggio a chi è vicino alle istituzioni, perché sapeva che si poteva cambiare un atto e chi non conosceva queste cose. Non è cosa di poco conto, perché in qualsiasi bando pubblico, si risponde a quel bando, caro assessore. (Interruzione). So di cosa parlo, perché nelle zone svantaggiate, la disponibilità dei fondi delle aziende agrarie prima era per cinque anni, adesso basta un anno. Oggi, 24 luglio basta un anno, ieri occorrevano cinque anni di tempo, altrimenti la domanda non si poteva fare. Questo significa che chi precedentemente aveva fatto una domanda non accettabile in base al bando, è escluso, mentre oggi è accettabile e finanziabile. Non è un discorso di poco conto, come si vuol far passare tranquillamente, anche se nessuno si vuol mettere contro le aziende agricole, dato che sono finanziamenti CE, perché alla fine noi voteremo l’atto, ma vogliamo far capire come questo atto stato fatto da chi ha portato dei vantaggi. Non a tutti perché non era pubblico, non a tutti perché il bando diceva un’altra cosa. Questo metodo, caro assessore, va cambiato, non può rimanere. Anche perché oggi i giochi sono fatti e il bando è già scaduto. I giochi sono per sistemare qualcuno che non poteva neanche fare la domanda, invece ha fatto la domanda e oggi si è trovato con i finanziamenti.
La posizione di Forza Italia è di forte critica al metodo, comunque vota favorevolmente, perché si va incontro a zone svantaggiate, però queste cose vanno fatte per tutti, perché non è possibile che due agricoltori vicini prendano uno i finanziamenti e l’altro niente. Queste sono disparità che non si devono creare.
Anche le altre sono tutte correzioni fatte in sanatoria o per dare la possibilità all’ente di spendere velocemente. Ad esempio sui fidi e le altre cose, cerchiamo di sfruttare i finanziamenti che ci sono e rientrare sui tempi.
Mi raccomando ancora una volta all’assessore, al servizio e al Consiglio, che questi fatti, soprattutto in un settore così difficile e delicato non perseguano, per non creare disparità sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Le osservazioni che ha fatto il consigliere Cesaroni indurrebbero a riflessioni di più ampio respiro in relazione ad argomenti di principio che certamente affrontano questioni che sono state anche strutturali, di determinati argomenti come il piano di sviluppo rurale in relazione a una dinamica di cambiamento che in questo settore non è certo minore rispetto agli altri. Non so però perché tira fuori questa cosa proprio su questo atto. Questo atto arriva oggi in Consiglio, dopo che abbiamo fatto un passaggio presso il Comitato di sorveglianza, in cui c’è la Commissione europea, dopo che abbiamo già fatto dei passaggi in Giunta e a mesi di distanza arriva in Consiglio perché, all’interno di quei rapporti di cui si è discusso all’inizio e nella dialettica tra Consiglio e Giunta così funziona anche in relazione ai tempi. Oggi ci arriviamo non per volontà del servizio ma perché le cose funzionano in questo modo. C’è già un bando che scade il 10 agosto sulla misura E: chi non sapeva tutto questo? Tutti lo sapevano, perché da mesi sta in atti pubblici. Poi c’è un regolamento che prescrive questo passaggio, che dal mio punto di vista non è neanche necessario per l’utilità che si vuol dare a un determinato settore. Quando gli indirizzi di un Consiglio regionale sono perfettamente soddisfatti, fare passaggi come questo crea solo disfunzioni. Questo è il mio parere che ho espresso anche in altre sedi. Disfunzioni che debbono essere riviste rafforzando il potere di indirizzo del Consiglio, ma poi lasciando più libertà nelle modalità operative, alla Giunta. Credo tra l’altro che gli atti che vengono presi in considerazione con questa delibera, con questo atto siano del tutto normali, soprattutto quelli di ingegneria finanziaria della misura V, sulla cui utilità credo nessuno abbia nulla da dire e che abbiamo intrapreso, proprio in relazione alla ristrutturazione del piano finanziario che il Comitato di sorveglianza ci ha assentito, perché questa era l’ultima occasione in cui potevamo farlo, visto che i regolamenti europei vieterebbero di fare altrettanto la prossima volta e siccome questa misura di ingegneria finanziaria esprime i suoi effetti non solo per quest’anno ma anche per gli anni a venire, ci è parsa una cosa di assoluta positività, così come rafforzare alcune delle strumentazioni Assam per una serie di attività di servizio, o dare una possibilità maggiore, proprio perché è intrinseco nella misura, alle aree svantaggiate, fruendo di questa indennità compensativa.
Credo quindi che le questioni a cui Cesaroni allude, a volte sono anche vere ma a volte sono il frutto di una situazione contingente e non vanno ascritte a una volontà di creare vantaggio per qualcuno ma a una difficoltà dell’operare, su cui una determinata ingessatura gioca i suoi effetti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Intervengo per ribadire quanto già ha espresso il consigliere relatore di minoranza Cesaroni. Voteremo favorevolmente l’atto, raccomandando in questo contesto, soprattutto una migliore programmazione e previsione di quello che dobbiamo andare a realizzare con i fondi previsti dal Psr. Qui facciamo anche una raccomandazione all’assessore, perché tutte queste misure sono correlate, da un punto di vista organizzativo e burocratico, anche alla celerità delle liquidazioni da fare agli agricoltori che ancora risultano fortemente in difetto, rispetto soprattutto alla misura E di cui si parlava prima e che sta mettendo in crisi — a volte noi pensiamo che questi contributi siano non importanti per l’azienda agricola, ma nei bilancio dell’agricoltura di questo periodo sono determinanti — molte situazioni e molte aziende agricole che confidavano sulla puntuale gestione e liquidazione di questi premi. Per questo faccio una raccomandazione ulteriore, ricordando all’assessore che le risposte che ci ha dato alle interrogazioni che abbiamo fatto, non hanno trovato rispondenza.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Propongo all’Assemblea l’anticipazione del punto 7, riguardante la proposta di atto amministrativo n. 7 e di discutere subito dopo la mozione presentata dal consigliere Capponi ed altri.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Rendiconto del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2005» Ufficio di presidenza (29)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 29 ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza. Ha la parola il relatore, consigliere Favia.

David FAVIA. Il rendiconto dell'anno 2005 si riferisce all'anno di passaggio dalla settima all'ottava legislatura regionale. Si tratta di un anno nel quale da una parte si è cercato di portare a termine la residuale attività del precedente programma di governo e dall'altra si sono definiti i nuovi assetti istituzionali e il nuovo quadro programmatico e si sono avviate le prime iniziative.
Dal punto di vista della gestione del Consiglio l'anno in questione ha coinvolto essenzialmente l'attività degli uffici, impegnati nell'organizzazione delle fasi di chiusura dell'attività consiliare, di coordinamento e collaborazione con gli uffici dello Stato preposti al procedimento elettorale, e di riavvio della legislatura con tutte le operazioni amministrative, logistiche, di assistenza e consulenza ai neoeletti ad esse connesse.
In questo contesto va rivolto un sincero apprezzamento per lo sforzo compiuto dall'intera struttura consiliare e per le iniziative innovative che hanno qualificato questo passaggio.
Tra queste voglio ricordare sia la elaborazione e diffusione di una pubblicazione il "Report di fine legislatura” nel quale sono state riassunte tutte le principali iniziative intraprese dal Consiglio, la trasmissione in diretta realizzata dalla struttura informazione e comunicazione mediante il sito web insieme alle strutture della Giunta la notte dei risultati elettorali e il progetto di accoglienza dei nuovi consiglieri culminato nel/a realizzazione di una apposita cartella contenente le informazioni essenziali per introdurre i neoeletti nel nuovo contesto istituzionale.
La ripresa dell'attività è stata contraddistinta dall'impegno del nuovo Ufficio di presidenza nella definizione di un programma del Consiglio per la nuova legislatura, con l'individuazione di progetti specifici (es. Ppce, giovani ecc.), molti dei quali d'iniziativa degli stessi uffici (es. bilancio on line, norme in rete, la navicella ecc.), e con l'obbiettivo da un lato di completare le riforme istituzionali legate alla nuova fase costituente (CAL, CREL, Regolamento interno) e dall'altro di sperimentare concretamente con apposite iniziative le nuove funzioni di indirizzo e controllo.
In tale ambito segnalo in particolare le due iniziative seminariali del giugno e settembre 2005 ( 'una sul bilancio di legislatura e l'altra sul CAL e CREL), ed il lavoro svolto da un apposito gruppo di lavoro misto tra Consiglio, Giunta ed Enti locali per l'elaborazione di una proposta di legge sul Consiglio delle autonomie locali.
Al termine dell'anno 2005 dopo una lunga e laboriosa trattativa ed un'altrettanta approfondita istruttoria condotta dagli uffici consiliari, si è realizzato un altro obbiettivo di rilevanza per così dire storica, consistente nell'acquisto del Palazzo delle Ferrovie per farne sede del Consiglio regionale: come saprete il Consiglio era privo di una sede unitaria ed adeguata ai suoi compiti fin dalla nascita della Regione (1970).
Venendo ora ai dati contabili della gestione va ricordato che dal conto consuntivo dell'anno 2005 emerge un avanzo di amministrazione pari ad euro 345.043,49 pari all'1,88% dell'ammontare complessivo del bilancio del Consiglio dello stesso anno (euro 18.396.295,44).
Dell'avanzo accertato E 210.367,48 rappresentano il vero e proprio avanzo da stanziamento, E 11.934,78 residui perenti ed E 122.741,23 economie da impegni assunti (residui insussistenti).
La ridotta dimensione dell'avanzo di stanziamento (E 210.367,48), pari all'1,14% dell'ammontare di bilancio, denota una adeguata valutazione del fabbisogno in sede di previsione della spesa, così come le limitatissime somme costituenti i residui perenti ed insussistenti denotano una efficienza complessiva della struttura amministrativa nella gestione della spesa.
Dall'esame della gestione dei singoli capitoli di spesa si rileva che al cap. 1101 (indennità di carica e di missione dei consiglieri regionali), le economie da stanziamento, pari ad E. 37.732,71, derivano prevalentemente da minori spese per diarie e rimborsi per missioni dei consiglieri regionali.
Con riferimento al capitolo 1103 (spese di funzionamento) le accertate economie, pari ad E. 113.672,90 riguardano il contenimento delle spese postali, delle spese per le autovetture (contenute nei limiti della legge finanziaria 2005), riduzioni di spesa per cancelleria, materiali informatici, comunicazione integrata, vestiario, conseguenti alla ridotta attività del Consiglio durante il cambio della legislatura.
Analogamente, per la ridotta attività del Consiglio nel periodo elettorale, si sono determinate le economie che riguardano il capitolo 1104 (locazioni e manutenzioni immobili) pari ad E 23.947,83. Gli oltre 6.000,00 euro di economia del capitolo 1106 (spese per il personale) riguardano principalmente compensi per lavoro straordinario, partecipazione a corsi di formazione ed altri istituti minori del CCNL.
Anche per il capitolo 1107 (spese per il funzionamento dei gruppi) il maggior risparmio deriva dal ridotto utilizzo della affrancatrice postale che unitamente ad un parziale utilizzo dei fondi a disposizione dei gruppi per l'organizzazione di manifestazioni, hanno prodotto un'economia di E. 24.719,08
Nel capitolo 1108 (consulenze, convegni, indagini, studi, ricerche) le spese sono risultate adeguate alle previsioni e le economie sono state di 4.047,30 euro.
I residui perenti che compongono l'avanzo, pari ad E. 11.934,78, sono fondi impegnati nell'anno 2004 che non sono stati richiesti dagli aventi diritto entro l'esercizio 2005; essi riguardano solamente iniziative ed attività che sono slittate nel tempo. Detta somma verrà iscritta nel capitolo dei residui perenti del Consiglio, istituito sul bilancio regionale e a disposizione delle strutture consiliari competenti per le eventuali future richieste di liquidazione e pagamento.
Costituiscono infine l'avanzo di amministrazione i residui insussistenti che come si è detto ammontano ad E. 122.741,23 e rappresentano economie su impegni assunti nel corso dell'anno 2004, i cui fondi non sono stati interamente utilizzati per effetto di sconti e ribassi nei procedimenti di gara (pubblici incanti e trattative private), per servizi straordinari di stampe e fotocopiature risultati non necessari e per oneri, competenze, rimborsi spesa previsti per incarichi, collaborazioni e studi non corrisposti perché non dovuti.
L'Ufficio di presidenza propone al Consiglio di voler destinare la somma costituente l'intero avanzo di amministrazione (E 345.043,49 ) alle esigenze di funzionamento del Consiglio stesso nell'anno in corso, da verificare in sede di assestamento di bilancio, anche per far fronte alle spese di trasferimento degli uffici consiliari nella nuova sede.
Un cenno finale merita il fatto che dall'anno in corso accanto al conto consuntivo viene formulato anche il conto del patrimonio (essenzialmente beni mobili) del Consiglio; entrambi costituiscono il rendiconto del Consiglio, le cui risultanze devono essere incluse nel rendiconto generale della Regione e concorrono a determinare i risultati finali della gestione del bilancio regionale, come stabilito dall'articolo 71 - comma 4 della L.R. n.3 1/2001.
L’Ufficio di presidenza invita pertanto l’aula all’approvazione di questo atto amministrativo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La ritualità non deve soffocare il dialogo, il confronto, il dibattito anche su atti come quelli del consuntivo, che sono a rendiconto, a pi’ di lista, però danno la fotografia dell’andamento, delle necessità anche per il futuro.
Due considerazioni molto rapide e sintetiche. Non è inconsapevole il ruolo, anche sotto questo profilo dell’intera opposizione, nel senso che conosciamo e abbiamo valutato anche in sede di Collegio dei revisori — parlo io proprio perché sono stato delegato nel Collegio dei revisori del conto — gli aspetti più emergenti dalle carte documentali e li abbiamo valutati anche con attenzione, entrando nel merito anche delle documentazioni allegate al conto consuntivo per quanto riguarda la consistenza di certe voci di entrata o di spesa. L’abbiamo fatto anche in maniera unanime, perché sia il consigliere Solazzi che il consigliere Ricci che hanno fatto parte del Collegio, hanno anch’essi aggiunto altre richieste, oltre quelle formulate da me. Abbiamo perciò un quadro consapevole della situazione, che vede complessivamente una gestione che ormai è consolidata su certi presupposti, su certi fondamenti: quelli della buona efficienza, del buon andamento degli uffici e della macchina del Consiglio regionale. Su altri stiamo ancora lavorando, il lavoro è in progress. Mi riferisco alla funzionalità dei gruppi, dei consiglieri, dell’attività propria dell’istituzione regionale per quanto riguarda la parte politico-amministrativa.
Perché si è ancora in fase di lavoro? Perché dalla sede del Consiglio regionale, pertanto dalla necessità di avere una adeguata struttura che accolga i gruppi e il loro lavoro, dal fatto dell’esercizio di determinate funzioni, che sono quelle del controllo degli atti, della loro verifica, del rapporto telematico con gli atti di Giunta che sta finalmente prendendo forma compiuta, si sta arrivando, anche se c’è voluto del tempo, ad un rapporto più diretto ed organico, perché on-line si può entrare nel deliberato della Giunta senza attendere tutta la prassi della evasione della domanda. Su questo c’è ancora da lavorare, perché il protocollo non è uguale per tutti, nel senso che ci sono degli uffici e delle funzioni che rispondono (ad esempio, con la sede della Giunta siamo ormai on-line su tutti quanti i deliberati), però per quanto riguarda la documentazione degli uffici, quella accessoria, quella a sostegno di determinati atti applicativi deliberati dal Consiglio o istruttori perché vengono a supporto di decisioni regolamentari o di leggi, ancora siamo nella prassi cartacea della richiesta, poi dell’accesso, anche fisico, agli uffici della Giunta, per andare a prendere la documentazione. Su questo, secondo me, bisognerebbe ancora migliorare. Faccio ad esempio riferimento ai report per quanto riguarda la cassa: queste sono cose che la ragioneria ha ma che sono di difficile accesso, perché non sono direttamente collegate con noi ed anzi, anche nella stessa ragioneria si creano delle difficoltà perché, magari, accorpare non per materia ma per territorio, è difficile per loro, perché dovrebbero prendere determina per determina, delibera per delibera e allora per la spesa sociale esce la videata dalla lettera A alla lettera Z senza dividere per province, per aree o per zone e allora devi fare questa selezione direttamente tu, come gruppo consiliare o come singolo consigliere. Quindi migliorare anche sotto questo profilo la comunicazione significa rendere più trasparente l’azione complessiva della Regione Marche e il rapporto che c’è tra Esecutivo e Consiglio. Questa è una cosa che serve anche in questo momento affrontare, come discorso, perché non è tanto e solo la organizzazione del software o degli hardware della Giunta, ma anche l’interfaccia con il Consiglio regionale, cioè il collegamento con i nostri uffici, non solo quelli dell’Esecutivo o tra quelli dell’Esecutivo.
Per quanto riguarda più propriamente il bilancio, gli approfondimenti fatti sono stati relativi anche all’efficacia di certi strumenti che abbiamo a disposizione. In larga massima abbiamo riscontrato che sono state accolte dalla Presidenza Minardi — spero che sarà così anche per quanto riguarda la Presidenza Bucciarelli — le preghiere soprattutto di inizio legislatura, ma che anche nella precedente legislatura avevamo rivolto come gruppi, preghiere relative al fatto di rendere con un mansionario un po’ più stabile, maggiormente trasparenti le scelte relative alle partecipazioni e alle missioni, o gli eventi che sono più significativi, perché così facendo e allargando ad un confronto fattivo con i gruppi o almeno i capigruppo, si rende non solo edotto il gruppo consiliare di quella che è l’attività istituzionale del Consiglio che partecipa ad un certo evento, a una certa manifestazione, ma anche il meccanismo di distribuzione di questo “onore” di rappresentare la Regione.
Dico questo perché tante volte sappiamo che la vulgata è quella del Consiglio spendaccione che magari va a disperdere energie significative verso cose che poi non hanno un riscontro. Questo mi pare che abbia avuto già una indicazione, almeno come metodo. Cerchiamo di renderla stabile, almeno per capigruppo che poi comunicano ai propri gruppi; si rende edotto il gruppo consiliare delle scadenze da qui a sei mesi-un anno e per gruppi si indicano le eventuali adesioni, disponibilità a partecipare, condivisioni, per evitare anche facili critiche di sbilanciamenti di certe presenze o di utilizzo di quel tipo di risorsa in maniera sbagliata.
Lo stesso discorso per le missioni dei singoli consiglieri, una attenta valutazione del meccanismo del rimborso, del meccanismo di autorizzazione delle spese che è una cosa sacrosanta, per evitare quello che era prima stato ricordato da me per quanto riguarda le partecipazioni del Consiglio regionale ad eventi e manifestazioni, italiani od esteri.
Terzo e ultimo capitolo quello delle attività consulenziali. Quella è stata una verifica svolta, perché c’è una dotazione, anche lì, significativa, che è a disposizione dell’Ufficio di presidenza direttamente, e anche, attraverso l’Ufficio di presidenza, del Consiglio regionale nel suo insieme. Anche qui il meccanismo deve procedere verso quella direzione di trasparenza e di giustezza delle scelte. Ci sono ancora delle anomalie, queste anomalie devono essere affrontate. Derivano dalla poco stringente indicazione dei requisiti per la scelta delle consulenze, perché i requisiti, secondo me, devono essere un punto più attentamente preso in considerazione, cioè se c’è bisogno e atteso che ci sia bisogno di un supporto esterno, questo supporto esterno deve essere all’altezza del compito che si affida, non deve essere utilizzato strumentalmente solo a sostegno di una struttura in linea generale. Per chi fa tutti i giorni questo tipo di scelte o ha presente la situazione, mi pare che è un discorso di tutta evidenza. Su questo, secondo me, bisogna lavorare. Taluni tipi di scelta non hanno quei requisiti in grado di essere compiutamente dentro il discorso della consulenza, ma sono un altro tipo di supporto e di integrazione della struttura o delle strutture.
Su questo c’è ancora da fare. Mi fermo però qui, perché non entro nel merito dei volumi di entrata e di uscita, perché sono in larga massima gli stessi ormai consolidati nel tempo, non ci sono grandi difficoltà o deficit, non ci sono settori in grave sofferenza, solo la struttura e la funzionalità che il lavoro del Consiglio deve sicuramente avere.
Come primo punto — ma sicuramente è già nei programmi del Consiglio regionale — questo discorso della sede, come secondo punto, oltre che fisica, la comunicazione anche informatica, telematica. Avere una buona sede che raccordi più uffici e sia funzionale è sicuramente il primo passo, ma poi dovremmo soprattutto collegarci con l’Esecutivo in maniera compiuta. Gli uffici della Giunta, a volte sono di difficile accessibilità non per noi singoli consiglieri ma per il lavoro che dobbiamo svolgere. Questi i primi due punti. Il terzo è quello di rendere il mansionario per quanto riguarda missioni, rappresentanza del Consiglio regionale e consulenze, un mansionario stabile e stabilizzato sui punti di trasparenza, di rotazione di linearità e anche di consequenzialità delle scelte rispetto ai presupposti, cioè se si vuole ottenere un certo obiettivo ci devono essere strumenti adeguati a quello per non essere sottoposti, soggetti a critica, che non è critica populistica e a quel punto diventerebbe critica reale.

PRESIDENTE. Se non vi sono altri interventi, pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Mozione (Discussione e votazione): «Da Macerata a Pechino sulla tomba di padre Matteo Ricci. La straordinaria impresa umana e sportiva di Ulderico Lambertucci. Iniziative e partecipazione della Regione Marche» Capponi, Giannini, Pistarelli, Massi, Brini, Procaccini, Comi e Lippi (91)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 91 ad iniziativa del consigliere Capponi ed altri. Ha la parola il consigliere Capponi, quale primo firmatario.

Franco CAPPONI. Questa mozione che è stata firmata da tutti i rappresentanti della provincia di Macerata presenti in questo Consiglio regionale, è per iniziare a ragionare sin da ora sulla celebrazione del IV centenario della morte di padre Matteo Ricci, una figura conosciuta da tutti, un gesuita che per primo riuscì a relazionare la nostra civiltà con quella cinese, portando un messaggio come quello del cristianesimo, ma con forme di avvicinamento anche alle culture di quel territorio. Per Macerata in modo particolare è una figura importantissima, ma lo è per tutto il Maceratese.
In questo momento abbiamo dato avvio alle celebrazioni con la grande avventura che si concluderà il giorno 12 agosto proprio con l’arrivo sulla tomba di padre Matteo Ricci a Pechino, di questo maratoneta che ha compiuto un’impresa da tutti giudicata importantissima e straordinaria, cioè correre dalla piazza di Macerata sino a Pechino. E’ una cosa che a noi sembra oggi inverosimile e con questo diamo avvio al ricordo, alla attenzione, alla riscoperta e valorizzazione di questa figura che già ha delle associazioni che la sostengono e che hanno avviato importantissime iniziative, sia in ambito locale marchigiano, sia con una mostra itinerante che toccherà proprio la città di Pechino.
Con questo si chiede un’attenzione anche per questo evento che ha già coinvolto la nostra ambasciata di Pechino, quindi raccomando anche alla presidenza del Consiglio di attivarsi affinché questa persona possa avere gli onori della cronaca e magari, come richiesto, anche la presenza di rappresentanti di questo Consiglio.
Preannuncio una serie di iniziative, sulle quali chiederemo, insieme all’assessore alla cultura, una adeguata partecipazione della Regione a tutta questa serie di iniziative e di eventi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Una considerazione brevissima, perché condivido la mozione che anche il nostro gruppo ha sottoscritto, tant’è che la firma non equivale solo a una rappresentanza del territorio, ma riteniamo che questo anniversario sia significativo come messaggio di dialogo e di pace, in un tempo in cui le guerre sembrano essere i regolatori dell’umanità. E’ un esempio virtuoso, quello di padre Matteo Ricci, della funzione delle religioni e dei religiosi, non già come fanatismi ma proprio come messaggi di dialogo. In questo senso sarebbe opportuno che la Regione Marche, nelle sue diverse articolazioni, facesse di questo evento una grande iniziativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Sottolineo l’importanza di questa nostra mozione. Ne facciamo molte, forse troppe dice qualcuno, su tutti gli argomenti, poi ce ne sfugge qualcuna che in effetti serve. Abbiamo di fronte, temporalmente, un centenario importante, quello di padre Matteo Ricci che cade nel 2008. Abbiamo di fronte un gesto che è in sé altamente simbolico ma anche fortemente di impatto, perché rispetto a un atleta solo che compie — verificato, seguito — migliaia di chilometri, con uno sforzo sotto un profilo sportivo, atletico eccezionale, compie questo percorso che è anche fisico, non solo metaforico, credo che on ci sia occasione migliore di partecipazione dell’intera comunità marchigiana. Andiamo tante volte a cercare testimonials a destra e sinistra, nel mondo dello spettacolo piuttosto che tra coloro che si sono distinti per importantissimi gesti e conquiste: facciamolo quando, addirittura, il gesto e la conquista non sono legati a una attività competitiva diretta o a una attività professionale, come magari il mondo del calcio, piuttosto che quello della scherma o della moto portano a fare con i loro protagonisti. Leghiamo questo discorso alla nostra comunità regionale, alla nostra istituzione regionale. La mozione serve a questo, è di stimolo per dire all’assessore al turismo, al neo assessore alla cultura, di predisporre, magari in maniera organica all’interno di un certo tipo di discorso, anche di sistema, iniziative idonee. Abbiamo detto nel 2008 padre Matteo Ricci, poi ci sono altri grandi nomi della nostra realtà territoriale, che pure verranno ricordati negli anni a venire. Abbiamo la possibilità di programmare in maniera sistemica e per tempo certe iniziative, partendo da questa grande, straordinaria avventura che è personale ma è anche culturale, simbolica, di questo nostro atleta non professionista, locale, Lambertucci, che ha compiuto questo grandissimo gesto, sta realizzando questo grandissimo gesto, che rende questo tipo di evento eccezionale anche sotto il profilo della realizzazione di quello che sta facendo. Lo dicono gli stessi medici sportivi, lo dice la stessa opinione del mondo dello sport, che di fronte a queste cose dice di trovarsi davanti a una cosa straordinaria. Spero che la mozione sia di stimolo, di segnale, per poi ridiscuterne nel merito di una iniziativa di legge, di una proposta all’interno dell’intero assetto delle programmazioni culturali e di politica turistica, di immagine della Regione Marche nei prossimi anni.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Credo che sia utile raccogliere le sollecitazioni della mozione e le argomentazioni che qui sono state portate dal dibattito consiliare. Credo sia utile raccoglierle per due ragioni. La prima, per l’impresa che si sta compiendo, a cui vanno le nostre felicitazioni, le nostre attenzioni: non può non essere così per l’atleta che sta portando avanti questa impresa. Poi, raccogliere, come in qualche modo abbiamo già iniziato a fare, le indicazioni che venivano anche dal consigliere Pistarelli, nel senso che queste manifestazioni e il dare una forte valenza culturale a chi ci ha rappresentato in terra straniera, in questo caso a chi ci ha rappresentato in una terra molto distante da noi, con grande successo ed anche con grande riconoscimento, perché padre Matteo Ricci forse non è tanto conosciuto da noi, ma sicuramente è molto conosciuto in quel paese che oggi è fortemente in espansione.
Credo quindi che sia utile raccogliere questo stimolo. Come lo raccogliamo? Penso che lo decideremo insieme. Nel primo incontro che c’è stato con il ministro Rutelli ci è stata rappresentata la possibilità che a partire dalla prossima finanziaria il Governo apra una linea proprio nella direzione dell’integrazione turismo-cultura, sugli anniversari. Sono state fatte diverse proposte nella sede della Commissione degli assessori: Galileo Galilei nel 2007 e altre e tra queste il sottoscritto ha avanzato la possibilità che all’interno del programma venisse considerata questa possibilità del IV anniversario della morte di padre Matteo Ricci. Devo dire che ha suscitato molto interesse, non solo del ministro, questa proposta, per l’attenzione che abbiamo dentro la possibilità di farci conoscere meglio in quel grande mercato che è il mercato cinese. Quindi all’attenzione della Giunta regionale il problema esiste, la dimensione delle possibilità esiste. Credo che a partire dalla prossima legge finanziaria, se verrà mantenuta questa indicazione procederemo in tal senso, se non verrà mantenuta tenteremo, nel prossimo piano di promozione integrato, di iniziare a considerare questo aspetto.
Vi ringrazio e assicuro che c’è tutta l’attenzione del Governo regionale, almeno all’approvazione di questa mozione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione.

Il Consiglio approva



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Modifica alla deliberazione consiliare n. 12/23006: Approvazione programmazione rete scolastica per l’anno 2006/2007 — delibera consiliare n. 4/2005» Giunta (28)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 28, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Si tratta di un atto semplice, discusso ed approvato all’unanimità in Commissione. Chiediamo al Consiglio di prorogare anche per l’anno 2006-2007 una modifica della organizzazione della rete scolastica, attraverso la quale si prevede che all’istituto comprensivo di Chiaravalle si aggiungano la scuola dell’infanzia montessoriana e la scuola primaria montessoriana di Ancona centro-sud-est. Questo per favorire il mantenimento del corso di studi legato all’indirizzo montessoriano. E’ un atto che è stato discusso in Commissione, abbiamo richiesto documentazione adeguata, cioè il parere della direzione scolastica regionale e anche del Comune e della Provincia. La documentazione è pervenuta e credo che si possa approvare senza problemi.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, Vicepresidente Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. La Commissione ha preso atto di una proposta formulata dall’assessore, ha accertato il parere favorevole della direzione regionale, quindi non poteva far altro che dare il proprio consenso a questa richiesta.

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 28.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Integrazioni modificative della delibera consiliare n. 168/2005 — Piano regionale di edilizia residenziale (biennio 2004-2005)» Giunta (26)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 26 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza consigliere Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Il piano di edilizia residenziale approvato con atto amministrativo n. 168 del 2005 prevede al punto 4.3 una riserva di 18,14 milioni di euro per integrare finanziariamente due programmi di iniziativa mista Ministero-Regione, denominati “Ventimila abitazioni in affitto” e “Contratti di quartiere 2”, già banditi alla data di approvazione del piano e che non hanno trovato copertura finanziaria nelle risorse dei bandi originari. In particolare il punto 4.3 prevede che i 18,14 milioni di euro vengano utilizzati secondo alcuni criteri. IL primo è che venga data priorità al finanziamento di almeno un contratto di quartiere per ogni ambito provinciale, seguendo l’ordine della graduatoria approvata dal Ministero, poi che le risorse assegnate siano contenute nei limiti della quota spettante a ciascuna Provincia secondo le tabelle di cui al punto 2.1 della delibera stessa, poi che vengano seguite le stesse procedure di finanziamento previste dal bando originario e in particolare che siano ritenute non ammissibili le proposte comunali per le quali, in caso di finanziamento disponibile inferiore all’80% della richiesta, la differenza non venga colmata mediante l’apporto di fondi propri del Comune.
Questo meccanismo risulta penalizzante soprattutto per la provincia di Ascoli. Infatti le risorse ripartite dal piano devono essere frazionate ulteriormente in due quote per il territorio della nuova provincia di Fermo e per quello della provincia di Ascoli Piceno.
La proposta di modifica prevede di utilizzare le risorse accantonate dal piano per finanziare non più di un contratto di quartiere per ogni ambito provinciale, dal momento che gli eventuali resti a favore di ulteriori programmi risulterebbero assolutamente inadeguati. Poi di eliminare la procedura di finanziamento che porterebbe a escludere le proposte, ove la differenza fra il finanziamento disponibile e la richiesta iniziale non sia colmata dal Comune, demandando alla Giunta regionale di stabilire, in alcuni casi, ulteriori modalità di assegnazione dei fondi che garantiscano l’efficacia dei programmi e una loro celere attuazione. Destinare quindi le risorse non utilizzate per i contratti di quartiere 2 all’incremento dei programmi provinciali previsti dal punto 4.1 del piano regionale, anziché all’altro programma denominato “Ventimila abitazioni in affitto” che sia per la vetustà — le richieste di finanziamento risalgono infatti al 2003 — sia per la difficoltà ad attivare gli interventi già finanziati, è da ritenersi ormai obsoleto.
Quindi la proposta prevede di spostare al 31 dicembre 2007 il termine del 31.12.2006 previsto dal punto 4.2 dell’atto 168 e dalla successiva delibera n. 3 del 126.7.2005 per l’utilizzo dei fondi destinati alla sperimentazione edilizia, dal momento che la Giunta regionale ha deliberato di inserire queste iniziative nel patto per lo sviluppo, le cui procedure ancora, ad oggi, non risultano definite.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Mentre in Commissione come rappresentanti della Casa delle libertà ci eravamo astenuti, oggi esprimiamo un sostanziale giudizio positivo, ma con una apertura di parentesi: la nostra osservazione riguardava soprattutto il fatto che si andava a finanziare questi piani dopo che un’altra graduatoria era stata già approvata, quindi con una formula che andava a premiare chi già si conosceva e non c’era stato, effettivamente, un vero e proprio concorso per entrare a far parte di questa graduatoria. La procedura di dividere il finanziamento per le quattro province prevede la divisione fra Fermo ed Ascoli di una identica somma.
La nostra osservazione riguarda solo il metodo. Riteniamo che, a volte, per questi finanziamenti, vadano rifatte le graduatorie, anche per scegliere i progetti migliori, altrimenti se andiamo a finanziare quello che è stato già individuato non abbiamo lo sforzo dei proponenti di trovare il massimo dei risultati e il massimo del coinvolgimento del territorio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento ,tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 26.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «L.r. 6 agosto 1997, n. 52 modificata con l.r. 12 maggio 2002, n. 7 — Adesione della Regione Marche, in qualità di socio fondatore, all’Associazione di diritto privato tra Regioni ed Enti territoriali che unitamente ad altre organizzazioni di carattere comunitario e/o nazionale, si propone di creare l'Euroregione adriatica» Giunta (24)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 24, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Questo atto doveva essere approvato nel penultimo Consiglio, poi la fretta non lo ha consentito. E’ stato discusso in Commissione ed approvato all’unanimità. Si tratta dell’adesione, quale socio fondatore, della nostra Regione, insieme alla Repubblica della Slovenia, alla Repubblica della Croazia, alla Repubblica della Bosnia-Erzegovina, alla Repubblica Serbia-Montenegro, alla Repubblica dell’Albania, all’Associazione di diritto privato che tra le sue finalità ha quella di sviluppare rapporti reciproci tra questi nostri stati, valorizzando scambi culturali, azioni di cooperazione, garantendo condizioni di una forte esperienza che ci consenta anche di attingere a risorse europee. E’ un percorso già iniziato dal 2004, ci sono stati una serie di passaggi ed iniziative in varie città d’Italia. Se siete d’accordo, limito la mia relazione a questa indicazione e propongo di votarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Si ravvisa l’opportunità e l’utilità di questa adesione, perché si tratta di aderire a una politica del Mare Adriatico e dell’est europeo. E’ quindi chiaro che hanno interesse soprattutto le nostre imprese, le categorie produttive, ma anche il mondo culturale che bisogna incoraggiare a prendere contatti con le realtà del mare Adriatico e dell’est europeo. Le finalità sono in linea con quello che abbiamo sempre detto, cioè un modo bypartisan nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Esprimo il nostro voto favorevole, con tutte le premesse che faccio nella relazione scritta che consegno, ma alla fine la sostanza è che tutto questo processo va monitorato molto concretamente, ogni anno, perché rischiamo, molte volte, di perderci nella distanza degli eventi, nella distanza anche delle decisioni che si riesce a produrre in questa materia. Credo che molto ci sia da lavorare per raggiungere gli obiettivi previsti dalla maggioranza ma che noi condividiamo, e ritengo anche che sia determinante utilizzare un management dotato di un certa esperienza in materia, per poter meglio raggiungere questi obiettivi.
Dichiaro il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Proroga per l’anno 2006 del programma degli interventi a favore dei giovani per gli anni 2001-2003» Giunta (25)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 25, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Benatti.

Stefania BENATTI. Questa proposta di atto amministrativo proroga i termini del programma triennale 2001-2003 per l’anno 2006. Si tratta di una proroga che fa seguito ad altre due: la prima scaduta il 31.12.2004 e la seconda il 31.12.2005 e va ad intervenire in una situazione di grande cambiamento, sia a livello regionale che a livello nazionale. E’ proprio di oggi il cambio di competenze all’interno della Giunta regionale, quindi abbiamo da oggi un nuovo assessore competente. Tra le motivazioni addotte per questa proroga, la Giunta prevede di arrivare ad una armonizzazione delle politiche giovanili all’interno del piano sociale regionale.
Parimenti a livello nazionale, da qualche mese è stato istituito un Ministero dedicato alle politiche giovanili e si sta discutendo di una legge quadro che dovrà interessare le politiche giovanili. In questo periodo il Consiglio regionale e la Giunta regionale non sono state ferme, in quanto in questo primo anno di legislatura noi abbiamo assistito ad una grande attività di studio, di ricerca e di verifica delle politiche giovanili nella nostra regione, quindi il senso di questa proroga non è, a differenza di altre proroghe, quello di una inadempienza per inattività ma di una verifica seria del già fatto, di quanto ha prodotto la legge 46 del 1995 sulle politiche giovanili e in questo senso è in atto una ricerca commissionata dalla Presidenza del Consiglio regionale e una serie di attività che l’assessorato competente ha svolto in questi mesi.
Quindi non riteniamo che sia opportuno completare questa fase di ricerca entro l’anno per arrivare a un piano che prenderà le mosse a partire dal 2007 ma, se necessario, anche una revisione legislativa per tenere conto dell’e nuove esigenze, dato che questa è una legge a livello regionale ormai data 1995, quindi undici anni fa. Nel frattempo è a disposizione dei consiglieri una nutrita documentazione sulle attività svolte. Come i consiglieri sanno, la legge 46 del 1995 demanda alle Province la concessione dei finanziamenti previsti dal programma triennale e nell’ultima relazione in nostro possesso, quella del 2004, vediamo come attorno alle politiche giovanili sia progressivamente cresciuta una grande attenzione, non solo della Regione Marche ma anche degli altri addetti — parlo delle Amministrazioni provinciali e dei Comuni singoli e associati — e soprattutto dell’associazionismo dei giovani. La Regione ha investito in questo settore nel 2004 euro 438.988 che hanno prodotto una serie di politiche nel territorio, di tutto rispetto e assolutamente rilevanti.
Con questi finanziamenti si sono sostenuti i centri di aggregazione, i punti di informazione presso i centri giovanili, spazi dedicati ai giovani, alcuni con grande capacità innovativa. Solo un mese fa abbiamo inaugurato, a Jesi, una radio on-line, finanziata con questi interventi, poi percorsi di orientamento al lavoro e un’attività di formazione, spettacoli, musica.
L’attività è stata sostenuta anche dalle Province e dai Comuni, a volte in maniera assolutamente rilevante e ciò fa capire come anche a livello del territorio questa coscienza per le politiche giovanili sia cresciuta.
Mi riferisco in particolare alla Provincia di Ancona che, per esempio, destina ogni anno più soldi di quanti ne prenda dalla Regione stessa. Nel 2004 ha ricevuto dalla Regione 133.628 euro e ha investito risorse proprie pari a 165.000 euro. La Provincia di Ancona si distingue anche, rispetto alle altre Province, per il rapporto fra finanziamenti a progetti di enti locali e finanziamenti ai giovani, in quanto destina il 37% di queste risorse agli enti locali e il 63% ai giovani. Le altre Province si comportano diversamente e vanno a finanziare per una cifra che va dall’83 al 90% i progetti degli enti locali e il finanziamento ai giovani va dall’1 al 17%.
Su questo la Commissione ha svolto una riflessione che ha poi prodotto un ordine del giorno che i consiglieri hanno avuto questa mattina, che sostanzialmente invita la Giunta regionale a verificare che per l’anno 2006 le Province destinino ai progetti gestiti direttamente dai giovani almeno il 10%, così come previsto dal piano triennale.
Quindi la proposta è di prorogare il piano per il 2006, di completare entro quest’anno una verifica dell’attività svolta in questi anni e questo ascolto anche dell’universo giovanile che è stato attivato sia dal Consiglio che dalla Giunta regionali, per avere tutti gli elementi per poter andare ad una seria revisione legislativa e successivamente ad un aggiornamento del piano triennale.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Partirei da un dato, anche perché la discussione di questo atto ci consente di anticipare il giudizio che credo i miei colleghi daranno domani nella fase di discussione del rendiconto: questo atto segnala l’inazione, l’incapacità della Giunta regionale ad affrontare questioni importanti per la nostra comunità.
L’atto è abbastanza qualificante, a sentire almeno gli interventi non solo dell’assessore al ramo — quello uscente e quello entrante — ma anche del Presidente della Giunta regionale. Mi riferisco alla politica nei confronti dei giovani delle Marche.
La Regione Marche, su questo piano è passata da un intervento finanziario di 1.600 milioni del 2000 a un intervento finanziario di 800 milioni del 2005. Sostanzialmente questa Giunta regionale dimostra di non credere e di non voler investire sul futuro. Questo taglio così netto delle risorse finanziarie destinate alla politica giovanile dà un segno della decadenza di questo Esecutivo. Quindi il primo dato è che questa è una Giunta regionale contro i giovani e che comunque non si fa carico delle politiche giovanili. Con me non può fare le battute che ha fatto poc’anzi, perché su questa materia, se vuole, possiamo anche fare un dibattito pubblico a Porto Sant’Elpidio, assessore Petrini...

Paolo PETRINI. Rido per l’efferatezza della espressione.

Roberto GIANNOTTI. A me piace sempre essere provocatorio perché credo che questo serva ad animare un dibattito troppe volte stanco a quest’ora del pomeriggio. Parto da questo dato: un ridimensionamento, una riduzione drastica delle risorse finanziarie destinate all’unico provvedimento legislativo che interviene nei confronti delle problematiche giovanili, perché non c’è altro che possa segnalare.
Il secondo dato è che qui siamo in una situazione di proroga permanente, cioè la Regione ha approvato un piano nel 2001 che aveva valenza fino al 2003, poi siamo passati al regime di prorogatio. Per tre volte di seguito noi proroghiamo un piano, evidentemente centrato sulla realtà della condizione giovanile del 2001, che qualche dato di diversità rispetto ad oggi ha. Quindi noi facciamo un atto che non tiene conto dei mutamenti intervenuti nella condizione dei giovani delle Marche.
Questo è il secondo errore che noi commettiamo e la dice tutta sulla infecondità legislativa di questo Esecutivo, che in tre anni non è stato capace di produrre un nuovo piano per le politiche giovanili.
E’ mancata e manca una verifica della efficacia dell’intervento. Noi abbiamo speso per tanti anni risorse importanti in questo settore, non mi risulta sia stato compiuto un monitoraggio per capire se questo intervento regionale ha prodotto qualche risultato positivo o comunque per acquisire qualche elemento di valutazione che ci porti a fare un piano più confacente alla realtà. La carenza di questo strumento di verifica dell’applicazione del piano è un’altra delle note negative che mi sento di rilevare.
Ho detto già sulla spesa ma c’è anche qualcosa da dire sulla qualità della spesa. Questa è Giunta regionale con qualche nervatura centrista, ancora risente della sua impostazione ideologica statalista, quindi questa è una maggioranza, una Giunta che anche in questo campo ha fatto una scelta valoriale. Il punto di riferimento del provvedimento è il sistema delle autonomie locali, che è cosa diversa dalla posizione espressa da Forza Italia ma credo dalla Cgil: cioè che il mondo giovanile non è rappresentato solo dalle associazioni para-comunali ma c’è una ricchezza, c’è un reticolo di presenze sul territorio regionale che deve avere la stessa dignità dei centri giovani organizzati dai Comuni, che forse, fra l’altro, potrebbero anche avere meno peso.
Pur stabilendo i criteri applicativi della legge che una percentuale del contributo regionale deve essere spesa per le associazioni libere, dice la relatrice di maggioranza — ma lo dice un atto firmato da tutti i membri della Commissione — che tre Province su quattro — Ascoli, Macerata e Pesaro — non hanno speso, nel senso indicato dalla Regione, quel 10% di risorse. Ma l’assessorato dove stava? Come ha realizzato un’opera di vigilanza rispetto a questa anomalia nell’utilizzo delle risorse? Non è possibile che la Provincia di Pesaro possa avere avuto solamente due richieste da due associazioni libere. C’è una gestione, invece, clientelare da parte di alcune autonomie locali, che utilizzano i soldi regionali per finanziare le attività della propria parte politica.
Una cosa è questo documento, che credo debba essere votato e che almeno impegna gli enti locali nuovamente a rispettare questa percentuale di spesa nel corso del prossimo anno e che comunque ci garantisce da un certo punto di vista, però rimane un giudizio evidentemente negativo sulla procedura di prorogatio che questa sera la maggioranza di questo Consiglio ha deliberato. Non voglio dare pagelle, mi auguro solo che il nuovo assessore alla Regione faccia meglio di quello che ha lasciato oggi l’incarico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questa è una discussione che svolgiamo in maniera breve, in un Consiglio un po’ distratto. Avrebbe bisogno, al contrario, di un grande dibattito, perché le risorse a disposizione delle Regioni, per quanto riguarda le politiche attive per i giovani sono sempre scarse e mettere in antagonismo, come è)stato fatto adesso dal consigliere Giannotti, gli enti locali che vivono in prima persona di questa carenza di risorse, con le associazioni sul territorio, che lui chiama libere associazioni, è sbagliato, perché mette un punto delicato dentro una guerra tra poveri. Al contrario, sarebbe più giusto discutere di una dotazione, di una competenza del sistema degli enti locali per assicurare “politiche serie” sulle questioni dei giovani. I Comunisti italiani voteranno questa proroga e questo atto tuttavia occorre uno scatto in avanti, un nuovo piano, una nuova legge. Noi, più di un anno fa abbiamo presentato una proposta di legge che giace nella I Commissione, abbiamo sollecitato la discussione di questa proposta di legge, perché può essere utile alla Giunta regionale, al nuovo assessore e a tutta la Regione, poiché non esiste solo un problema di quantità di risorse. Certo quello è il unto principale, tuttavia esiste anche un problema di qualità, vale a dire la necessità della istituzione di una consulta regionale dei giovani, perché oggi questo problema non può più essere visto come la conseguenza dell’emergenza, della marginalità, del problema della degenerazione di alcuni fenomeni che anche nelle Marche esistono e talvolta c’è un paternalismo diffuso delle istituzioni. Invece occorre un protagonismo attivo e occorre passare non più e non solo ad una politica “per” i giovani ma ad una politica “con” i giovani.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Vorrei fare solo delle brevi riflessioni, visto che sono stato chiamato in causa e sono stato io a presentare in Giunta questa proroga.
La Regione Marche non può viaggiare svincolata rispetto a una pianificazione nazionale che le politiche giovanili stanno vivendo in questo momento, tanto che il nuovo Governo nazionale ha previsto, con delega specifica rispetto a un ministro, la Melandri, di assegnare politiche giovanili e sport, proprio come un nuovo modo di intendere questa politica, perché si valutano non solo le problematiche giovanili che erano considerate fino adesso, come i vari problemi che ogni giorno affrontavano i giovani in questa nostra società, ma per la prima volta i giovani vengono valorizzati e considerati come parte attiva di una società che cambia e si evolve, quindi i giovani vengono considerati come attori protagonisti del nuovo scenario della nostra società e vanno coinvolti. Ecco perché noi da tempo stiamo studiando, come Regione Marche, i fenomeni giovanili.
Abbiamo fatto con l’allora presidente Minardi un incontro da lui organizzato, quindi vi spiegherà bene qual è l’intenzione di questo governo rispetto alle politiche giovanili, però noi abbiamo chiesto la proroga di questo piano proprio perché vogliamo essere in linea con il Governo nazionale che sta pensando ad una legge sui giovani, che è partita proprio da Urbino, quindi dalle Marche, con il meeting internazionale dei giovani che la Regione Marche ha finanziato e realizzato.
Per quanto riguarda invece i finanziamenti inviterei il consigliere Giannotti a istruire molto bene le interrogazioni prima di porle in essere, altrimenti fa una brutta figura, perché studia degli aspetti e non ne studia degli altri.
Le politiche giovanili sono divise tra interventi che vanno in favore dei giovani — quindi la legge 46 per le attività che poi vengono portate avanti dalle Province — e interventi per gli affari sociali, dove si prendono in esame tutti quegli interventi a favore dei giovani per le problematiche giovanili.

Roberto GIANNOTTI. Ma cosa dici?

Gianluca CARRABS. Studiale bene e poi vedrai. Hai presentato una interrogazione a cui ti risponderò, poi ti renderai conto che non è così.
Quindi, prima di prendere posizione, bisogna guardare bene gli interventi che si vanno a fare, altrimenti si cade in errore e si fa brutta figura.
Non è che i fondi sono diminuiti: i fondi sono stati divisi tra interventi sulle politiche a favore dei giovani e interventi sulle problematiche giovanili che non fanno capo al mio assessorato ma a quello di Amagliani.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Minardi.

Luigi MINARDI. Ho ascoltato le motivazioni con le quali la relatrice di maggioranza Stefania Benatti ha richiesto il rinvio sulla proposta di piano che era stata avanzata, ho ascoltato anche le dichiarazioni del consigliere Giannotti, mi va di fare alcune considerazioni, brevissime.
Guardo con piacere l’idea del rinvio, perché ho intenzione di metterci anche del mio, nella questione delle politiche giovanili, che on voglio assolutamente considerare marginali né sottovalutare.
Ho già detto più volte — ed è uno dei motivi per i quali ho accettato l’incarico che il Presidente Spacca mi ha dato — che uno dei temi principali sui quali lavorare è quello di far scoccare una nuova amicizia fra i giovani e le istituzioni. A me pare che i giovani e le istituzioni siano due soggetti che si guardano con abbastanza diffidenza e non credo che ci possa essere un futuro roseo anche per la nostra Regione, se questa diffidenza continuerà ad agire. L’intenzione è di lavorare in modo più stretto con il mondo giovanile, sapendo che politiche giovanili significa trasversalità, significa lavorare insieme più assessorati, con una unificazione tra questi, di carattere progettuale.
Faccio un esempio al consigliere Giannotti per dire cosa significa progettualità trasversale. Lo faccio proprio dal settore della cultura: se mettiamo al centro della nostra attenzione, nella cultura, l’idea di sviluppare un progetto di muso diffuso, credo che questo sarà possibile svilupparlo se si potrà mettere insieme l’azione dell’assessorato alla cultura con quella degli assessorati al turismo e alla formazione. Se non interveniamo in questa direzione, quel patrimonio di beni culturali sparso nel nostro territorio, continuerà ad essere scarsamente utilizzato o inutilizzato e nello stesso tempo continuerà ad esserci, altissima, la disoccupazione giovanile e intellettuale che nella nostra regione le nostre università stanno continuando a produrre.
Molto probabilmente la questione delle risorse finanziarie spese in un settore di questo tipo, può darsi che non la troviamo nella partita o nel capitolo delle politiche giovanili, perché politiche giovanili è senz’altro qualche cosa che riguarda trasversalmente una quantità di assessorati, di proposte di legge e di atti, notevoli, che in questo Consiglio dovranno essere approvati.
Come Presidenza del Consiglio regionale avevamo già iniziato, in particolare con le persone che stavano nel mio gabinetto, un monitoraggio del funzionamento della legge 46 del 1996. Una prima parte del monitoraggio è stata portata a termine e questo monitoraggio ci dice già che quella è stata una buona legge che ha attivato i Comuni sulle politiche giovanili, ha messo in campo una serie di Informagiovani sulle politiche giovanili, ma ovviamente ha ormai i segni del tempo e non ha più il carattere propulsivo che ha avuto nella prima parte della sua azione.
Che cosa propongo di fare, molto concretamente, senza fare un ragionamento complesso su tutta la questione delle politiche giovanili? Due-tre cose in particolare: dedichiamo, alla ripresa dei lavori, una attenzione al completamento di questa valutazione che è già stata fatta telefonicamente. Cercheremo di farla in modo più approfondito, utilizzando anche una piattaforma informatica, già a disposizione della Giunta regionale, per cercare di raccogliere il massimo delle informazioni possibili e per avere gli indirizzi che passeranno in Consiglio, per modificare la legge 46 in modo da renderla più attuale. La legge 46 la vorrei fare nel modo più partecipato possibile, nel senso che i giovani non devono essere i destinatari di questa legge ma dovrebbero diventare i protagonisti già nel momento della formulazione. In particolare sarei contento se potessimo verificare la possibilità di fare una giuria giovanile per sperimentare un percorso di democrazia deliberativa; una giuria definitiva non fatta, ovviamente, dei rappresentanti delle formazioni giovanili dei partiti, ma di tutte quelle persone giovani che hanno intenzione di rinunciare alla passività, di venire e bussare alla nostra porta e farsela aprire, dando una mano. Vorrei, se ce la facciamo e se siete d’accordo, fare in modo che questa giuria giovanile potesse durare almeno sei mesi per poter far sì che si esercitasse anche sulle proposte di legge, sui piani che riguardano i giovani solo indirettamente, per far sì che il punto di vista giovanile, anche sulla legge dell’artigianato per esempi, possa essere preso in considerazione.
Queste sono piccole cose e mi auguro che il consigliere Giannotti possa apprezzarle, perché, tra l’altro, nella seconda metà dell’anno si completerà anche una ricerca sulle problematiche giovanili nella nostra regione e saranno anche queste oggetto di un’attenta valutazione e strumento di giudizio dei consiglieri regionali per attrezzarsi sulle politiche giovanili, perché almeno a me è chiaro che queste Marche sono una regione del benessere grazie alle risorse umane di cui dispongono, grazie al fatto che queste risorse umane hanno una forte laboriosità, una forte creatività, una capacità di mettersi insieme — non è vero che siano individualisti — e una capacità, una volta messi insieme, di dialogare con le istituzioni. Se tutto questo è stato una risorsa nella prima fase dello sviluppo industriale della nostra regione, deve continuare ad esserlo in futuro, ma sarà difficile praticarlo se tra giovani generazioni e istituzioni continuerà ad esserci una sorta di diffidenza reciproca che non permette alle due parti di dialogare.
Quindi l’obiettivo, consigliere Giannotti, è proprio quello di far leva sulla energia sociale che c’è nella nostra regione, a partire appunto dalle componenti più giovani. Pertanto niente di residuale, anzi un’attenzione particolare a queste tematiche sarà posta e credo che possa essere anche colta l’occasione della proroga per fare un percorso condiviso e partecipato più possibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questo tema è importantissimo e non si può non intervenire. Noi abbiamo veramente le sorti di una classe futura di operai, di dirigenti che si stanno formando e devono avere un percorso adeguato per formarsi ma soprattutto anche per formare, domani, nuove famiglie e nuovi individui che costituiscano la società.
La grossa differenza che oggi osserviamo, paragonata alla nostra età giovanile, è che i nostri giovani hanno un’età anagrafica quale quella che avevamo noi alla loro età, ma sono giovani fino a un’età molto più lunga e qui la Melandri ha proposto anche un disegno di legge per fare lo “smammo”, cioè allontanare i giovani dalle famiglie. Ma questo si costruisce solo con un percorso fondamentale che dia opportunità di scelte e soprattutto di formazione a questi giovani, per un futuro. Oggi non hanno più neanche la possibilità di immaginarsi il futuro. Noi abbiamo loro tolto tutto: abbiamo loro dato tanto, ma allo stesso tempo abbiamo loro tolto anche l’opportunità di sognare.
Drammaticamente osserviamo un paragone in parallelo con i giovani, figli di “cittadini del mondo” che oggi sono nella nostra nazione. La differenza è enorme: i figli dei “cittadini del mondo” che hanno 14-15 anni, dimostrano, nei confronti del sapersi gestire, una maturità doppia rispetto all’età anagrafica che hanno, mentre i nostri a 25-30 anni ancora navigano a vista e se non sono accompagnati per mano dalla famiglia, dalle istituzioni non sanno destreggiarsi. Noi dobbiamo allora tenere presente questa differenza che è importantissima e non possiamo far diventare i nostri giovani diversamente competitivi rispetto a quelli che sono vissuti nel sacrificio, nelle estreme difficoltà, hanno affrontato anche il distacco dalla propria nazione di origine e vanno a competere con i nostri giovani che sono nati nella bambagia e nelle opportunità.
Dobbiamo quindi essere attenti, vigili e soprattutto dare le stesse opportunità e costruire un percorso magari un po’ più difficoltoso per raggiungere gli obiettivi, ma allo stesso tempo in una realtà fondamentale che spetta a noi istituzioni, famiglia, società, garantire a queste nuove categorie.
L’impegno deve quindi essere affrontato cono temi trasversali e non solo con risorse, ma con un’attenzione particolare a non creare dei giovani senza sogni, senza obiettivi, senza alcune prospettive future. Questo non possiamo permettercelo, quindi tutti, unitariamente, dobbiamo affrontare questo tema e dare con forza una mano a chi programma nei vari assessorati, tutte le iniziative fondamentali per lo sviluppo e la costruzione del futuro di questi giovani.

PRESIDENTE. E’ stato presentato un ordine del giorno a firma Benatti, Mollaroli, Giannotti, Massi, Mammoli, Favia e Romagnoli.
Se non vi sono interventi, passiamo alle dichiarazioni di voto. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Ho ascoltato con un po’ di preoccupazione l’intervento dell’ex assessore alle politiche giovanili e con minore preoccupazione l’intervento del nuovo assessore alle politiche giovanili. D’altronde non potevo pensare diversamente, nel senso che il consigliere Carrabs ha pochissima esperienza di amministrazione pubblica e di democrazia, nel senso che non ha partecipato all’agone elettorale, quindi non si è guadagnato i gradi sul campo...

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Cosa c’entra con la democrazia?

Roberto GIANNOTTI. C’entra, c’entra... Così come credo che conosca poco questa regione, non conosca a fondo i suoi problemi e i suoi giovani. Il suo intervento, quindi, è giustificato solo partendo da questo assunto. Venire qui in aula a dire quello che ha detto è ridicolo ed offensivo nei confronti non solo miei ma di tutto il Consiglio regionale. Venire a dire che il finanziamento per i giovani è stato ridotto perché è stato spalmato sugli interventi del sociale mi fa ridere, nel senso che tutti sanno che comunque sono stati realizzati tagli pesanti anche nel sociale e lo sfido a portare in aula una voce del bilancio su cui sono stati riversati gli 800 Milioni di finanziamento decurtati dal piano giovani. Se lui è in grado, io sono disposto, qui in aula, a riconoscere le mie responsabilità e fare un atto di pubblica ammenda. State pur sicuri che questo non avverrà. Su due cose, però, non ha risposto: la sua incapacità di darci un nuovo piano, perché questa Giunta regionale è in carica da un anno e mezzo e in un anno e mezzo credo che Luchetti, Binci, Procaccini, Solazzi, Brini, anche il nostro nuovo consigliere Ciriaci sarebbero stati in grado di produrre un atto migliorativo della legge 46. Non è stato in grado di produrre un atto migliorativo, non ha esercitato la responsabilità politica chiesta all’assessore. Alla Regione compete vigilare sull’applicazione della legge, cosa che l’assessore uscente non ha fatto, quindi avrebbe fatto meglio , l’assessore Carrabs, a fare come ha fatto l’assessore Minardi che ha volato alto, si è lanciato verso il futuro e in questo modo ci ha lasciato un po’ di speranza in più.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva

E’ stata chiesta la verifica del voto, quindi pongo nuovamente in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva




Nomina

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la seguente nomina: Immobiliare regionale Marche I.R.M.A. srl — Revisore unico (l.r. 9 dicembre 2005, n. 29, art. 3, comma 2, lett. c).
Ha la parola il consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Chiedo il rinvio di questo punto all’ordine del giorno.

PRESIDENTE. Deve essere inteso come rinvio a domani o ad altra seduta?

Vittoriano SOLAZZI. A domani.

Fabio PISTARELLI. Presidente, non abbiamo capito le motivazioni. Senza motivazioni noi non siamo assolutamente d’accordo. E’ una questione di quale natura? I curricola sono tutti lì, i nomi sono tutti lì, non si possono riaprire i termini, pertanto se le cose stanno così dichiaro il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Sono convinto che, dopo che avrò dichiarato le motivazioni, il consigliere Pistarelli voterà a favore di questa richiesta.
Abbiamo bisogno di un supplemento di verifica rispetto anche ai lavori della Commissione, per quanto riguarda coloro che hanno proposto la loro candidatura. Ci sono alcune cose che dobbiamo verificare meglio.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Propongo di fare la relazione dei primi due punti della seduta di domani.

PRESIDENTE. Proprio di questo volevo parlare. Se i consiglieri lo ritengono, possiamo farlo. Io credo che in assenza dell’assessore i punti 12 e 13 dell’ordine del giorno siano di difficile trattazione. Credo però che il punto 15 riguardante la proposta di legge n. 94, possa essere trattata con una certa velocità.

Fabio PISTARELLI. No, no, domani.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la seduta. Sarebbe veramente un bel segnale se domani mattina alle 10, puntuali, riuscissimo ad iniziare la seduta. Vi ringrazio.


La seduta termina alle 15,45