Resoconto seduta n.54 del 30/01/2007
SEDUTA N. 54 DEL 30 GENNAIO 2007


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 53 del 22 gennaio 2007, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento interno.
Comunico che:
In data 25 gennaio 2007 è stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 144, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente “Modifiche alla l.r. n. 71/1997, avente per oggetto: ‘Norme per la disciplina delle attività estrattive”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
In data 24 gennaio 2007 è stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 44, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2007 – programma annuale e triennale di attività di gestione” (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate, le seguenti mozioni:
- n. 151, in data 23 gennaio 2007, del Consigliere D’Anna: “Annullamento della procedura di impatto ambientale di una fabbrica ad alto rischio nel comune di Acqualagna”;
- n. 152, in data 29 gennaio 2007, del Consigliere D’Anna: “Revisione degli estimi catastali”.
Ha chiesto congedo l'Assessore Marcolini.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Favia sull’ordine del giorno.

David FAVIA. Chiedo, anche a nome di tutti i firmatari, l’iscrizione e l’anticipazione al primo punto dell’ordine del giorno della mozione n. 148. Non credo che ci sia discussione, siamo tutti d’accordo, quindi possiamo votarla. Il Consiglio viene impegnato a modificare nello Statuto regionale la denominazione “Consiglio Regionale delle Marche” in “Consiglio Regionale Assemblea legislativa delle Marche”, nei termini e nei modi contenuti nello Statuto regionale dell’Emilia Romagna, e con l’impegno dell’Ufficio di Presidenza a preparare la proposta di legge. Chiederei, quindi, se siete d’accordo, di metterla al primo punto dell’ordine del giorno e di votarla immediatamente.

PRESIDENTE. Ha parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. La proposta del Vicepresidente Favia è legittima, tuttavia il nostro Gruppo non solo non ha firmato questa mozione ma è nettamente contrario. Non entro nel merito di una proposta di questo tipo, ne discuteremo, ora non se ne vede l’urgenza. La discuteremo quindi nei modi e nei tempi necessari, ci sono molti atti più urgenti di questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. L’urgenza di questa mozione consiste nel fatto, qualora fosse accolta e venisse presentato il progetto di legge per questo cambio che richiede – correggetemi se sbaglio - diversi passaggi in Consiglio, perché va modificato lo Statuto, e visto che si voleva fare questa cosa in occasione del cambio della residenza del Consiglio regionale, si era pensato, per questo motivo, di procedere in modo da rendere quanto più snella possibile la procedura. L’unico gruppo che non ha firmato è il Pdc, il 90% del Consiglio ha firmato questa mozione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di iscrivere al primo punto dell’ordine del giorno la mozione n. 148.

Il Consiglio approva


Interrogazione n. 227
del Consigliere Castelli
“Costi, ricavi e modalità di espletamento dell’attività di recupero del bollo auto operate dalla Regione Marche relativamente agli anni 2000, 2001 e 2002”

Interrogazione n. 603
del Consigliere D’Anna
“Accertamenti tasse automobilistiche anno 2003”

Rinvio

PRESIDENTE. Le interrogazioni n. 227 del Consigliere Castelli e n. 603 del Consigliere D’Anna sono rinviate per assenza dell’Assessore competente.



Interrogazione n. 502
del Consigliere Giannotti
“ Situazione dell’Ospedale San Salvatore di Pesaro”

Interrogazione n. 584
del Consigliere Giannotti
“Trasferimento del servizio di medicina nucleare al presidio di Muraglia dell’Ospedale San Salvatore di Pesaro”

Interrogazione n. 614
del Consigliere Giannotti
“Disposizione logistica dei nuovi reparti del San Salvatore”

Interrogazione n. 621
del Consigliere Giannotti
“Grave situazione organico infermieri Ospedale San Salvatore di Pesaro”

Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 502, 584, 614, 621 del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento alle interrogazioni in oggetto, rispetto alle questioni sollevate, d’intesa con la Direzione dell’Ospedale si danno le seguenti risposte.
Per quanto riguarda la Neurochirurgia avviata nella Azienda Ospedaliera San Salvatore nel 2004, ha raggiunto un importante livello di attività, caratterizzandosi già come polo specialistico di rilievo nel sistema regionale. Come dato di sintesi si riportano il numero di interventi chirurgici, passati da 300 del 2004 a 480 circa del 2006; la stessa tipologia degli interventi è andata progressivamente evolvendo, tant’è che la composizione della casistica è sempre più articolata e completa, variando dalla patologia erniara della colonna, a patologie vascolari, malformative e tumorali, del sistema nervoso centrale e periferico.
Secondo quanto previsto nell’organigramma aziendale, il reparto è una Struttura Operativa Semplice del Dipartimento di Chirurgia ed è diretto dal Dr. Morabito; nello stesso operano altri due Dirigenti Medici e dispone di sei posti letto dislocati nella unità di degenza della Ortopedia Traumatologia, mentre la dotazione infermieristica ed assistenziale è integrata.
A distanza di poco più di due anni dall’avvio, sono ben definiti gli elementi necessari all’ulteriore sviluppo e completamento del progetto, in linea con le aspettative della utenza e con gli obiettivi posti nel sistema regionale; questi elementi si possono così sintetizzare, relativamente anche al loro stato di progressione:
- tecnologia: è programmata per l’anno corrente l’acquisizione del neuronavigatore, che andrà a completare una dotazione tecnologica per il resto già adeguata;
- struttura: l’esigenza imprescindibile di nuovi spazi di degenza e quindi di posti letto, potrà essere compiutamente soddisfatta una volta attivato il DEA; infatti, è stata prevista una ristrutturazione degli ambienti ove attualmente sono dislocate la Rianimazione ed UTIC, che consentirà di attivare una area di degenza con circa 20 posti letto. Per quel che riguarda le ulteriori esigenze di sala chirurgica, con il completamento del DEA si acquisiranno altre tre sale operatorie nell’ambito del blocco operatorio, che permetteranno di integrare le attuali potenzialità operative; circa gli spali di degenza, in attesa della disponibilità dell’area dell’attuale Terapia Intensiva di cui sopra, si sta valutando di integrare provvisoriamente gli stessi in misura più adeguata attraverso una revisione della area medica, troppo sviluppata rispetto allo specifico ruolo aziendale;
- personale medico ed infermieristico: già nel corso del 2006 è stata concordata con la Regione l’acquisizione di un altro Dirigente Medico, che si compirà nell’ambito del percorso di budget del 2007, verosimilmente con altre unità, già definite, in relazione anche allo sviluppo complessivo del progetto.
La Cardiochirurgia è uno dei settori dove si è registrato, in generale nel nostro paese ed in linea per altro con quello che è successo in altri sistemi sanitari europei, un’importante evoluzione delle esigenze assistenziali, che hanno inciso sullo stesso modello della struttura di offerta; nello specifico, l’attivazione di una rete cardiologica regionale sempre più articolata, fortemente integrata da un lato con il sistema dell’emergenza sanitaria territoriale e dall’altro con le strutture di Cardiologia e quindi con le unità di Emodinamica, hanno chiaramente evidenziato come le esigenze di tipo cardiochirurgico possono essere adeguatamente soddisfatte dalla Cardiochirurgia dell’Azienda Regionale.
Inoltre, soprattutto nel settore della Cardiologia, le Marche si stanno caratterizzando per un chiaro sistema “a rete” in grado, per le potenzialità espresse nelle sue varie articolazioni e per la presenza di una Cardiochirurgia centrale di sicuro affidamento, di pienamente soddisfare le esigenze specifiche dell’utenza.
In questo contesto, nella Azienda San Salvatore opera dal 2001 una unità di Emodinamica di assoluto rilievo per livelli, tipologia e qualità delle prestazioni erogate e centro motore di un Dipartimento Cardiovascolare integrato di Area Vasta, funzionalmente ed operativamente ben collegato con la struttura cardiochirurgica regionale.
Per quanto riguarda la Radioterapia il progetto è in fase di completamento e per il mese di aprile prossimo è previsto l’avvio della attività clinica; rispetto al cronigramma e relativo tempogramma dichiarato ufficialmente dalla Direzione Aziendale nel marzo 2006, si registra uno slittamento di due mesi circa, del tutto compatibile con la complessità del progetto e la molteplicità delle fasi finali, propedeutiche alla attivazione stessa, tutte comunque in fase di superamento.
A questo riguardo si fa presente che tutto il personale individuato e necessario nell’ambito del progetto, è stato autorizzato dalla Regione; in particolare:
- oltre al Direttore dell’Unità Operativa, ha preso servizio un altro Dirigente Medico, mentre sono in corso le procedure per l’assunzione per altri due Medici;
- è in via di acquisizione il personale tecnico di radiologia, con primi operatori che prenderanno servizio dai primi giorni del mese di febbraio, così come è in corso di espletamento il concorso per l’assunzione di due Dirigenti Fisici; per altro in Azienda sono già da tempo presenti due Professionisti con contratto e sono in corso di acquisizione altre figure assistenziali, quali gli Infermieri Professionali e gli Ausiliari;
- per quel che riguarda il cantiere, lo stesso è stato completato, ed è stata fatta richiesta alla Direzione Lavori, da parte delle imprese, di “fine lavori”; allo stato attuale la Direzione Lavori sta predisponendo la documentazione necessaria per la verbalizzazione delle opere di finitura e dettaglio;
- per quel che riguarda la tecnologia, nel mese di dicembre scorso sono stati installati gli- acceleratori; sono tuttora in corso le fasi di accettazione tecnica ed attivazione degli stessi, operazioni che avranno termine con il mese di marzo prossime;
- sono per altro in corso le procedure per l’Autorizzazione ed Accreditamento della struttura, ai sensi della legge 20/2000 regionale; questi giorni è stato inoltre condotto dalla Direzione Generale un sopralluogo presso la struttura, sopralluogo già riprogrammato a breve, con i vari settori e/o professionisti direttamente coinvolti nella fase di realizzazione, finalizzato alla visione congiunta dello stato di avanzamento dell’opera, nel senso sopra indicato; dallo stesso sopralluogo sono state tutte confermate le fasi di sviluppo sopra indicate.
Il progetto DEA presenta ancora delle criticità che non permettono al momento di definire i tempi esatti di attivazione. Nello specifico, la situazione è la seguente:
- il cantiere, in fase avanzata di completamento, sia nella parte edile che impiantistica, è al momento fermo per contenziosi subentrati che coinvolgono il gruppo progettuale, la direzione dei lavori e le ditte esecutrici;
- rispetto a questa situazione, la Direzione Aziendale ha recentemente incontrato la Direzione Lavori e le Ditte esecutrici, per cercare di trovare soluzioni compatibili. In quella sede è stato concordato che entro una settimana la Direzione Lavori produrrà un documento con perizia di variante, tempi di ripresa dei lavori, tempi di conclusione e momenti di controllo intermedi;
- il materiale di arredo e tecnologico di completamento della dotazione è in corso di acquisizione;
- per quel che riguarda il personale, sia medico che infermieristico, è stata definita con la Regione la dotazione integrativa nel percorso di budget 2006, la quale verrà ridiscussa ed eventualmente autorizzata nella relativa acquisizione nel corso dell’anno, compatibilmente e coerentemente rispetto alla consegna dell’opera ed attivazione della struttura.
Per quel concerne l’Oculistica ed l’ORL, nell’Atto Aziendale, per le due discipline sono previste due Strutture Operative Semplici (SOS); al riguardo, rispetto ad una SOS della ORL già attivata e presente da tempo, sono in corso le procedure per l’assegnazione dell’incarico di Responsabile della SOS di Oculistica, disciplina con incarico vacante di SOS e/o SOC dal novembre 2002, quando lasciò il servizio l’allora Direttore del reparto, Dr. Forlini.
Circa poi l’eventuale attivazione delle SOC per i due reparti, è questo un obbiettivo presente nei programmi aziendali ed al momento non portato avanti, per lo stato di sviluppo del progetto di integrazione degli Ospedali di Fano e Pesaro.
La preoccupazione della Azienda è quella di garantire elevati livelli di servizi ed a tal proposito, si fa presente che il reparto della Oculistica del San Salvatore, nella sua situazione attuale, esprime già dei livelli di attività tali, sia per numero, tipologia che complessità dei casi trattati, fra i più importanti del sistema regionale.
Per ciò che riguarda il Budget aziendale tutti i progetti di sviluppo inseriti nel piano budget 2006 sono stati approvati; per altro, la quota di bilancio preventivo non approvata, è stata tutta riassorbita ed ammortizzata graduando adeguatamente il piano di assunzioni del 2006, in coerenza con lo sviluppo dei progetti stessi e con il percorso di autorizzazione regionale all’assunzione del personale previsto nel budget 2006.
Per ciò che riguarda l’interrogazione n. 584 riguardante il trasferimento di medicina nucleare si fa presente quanto segue.
I lavori della nuova palazzina che ospiterà Radioterapia, Malattie Infettive ed Ematologia presso la sede ospedaliera di Muraglia sono in fase di completamento e per il mese di aprile prossimo è previsto l’avvio della attività clinica di Radioterapia. L’Azienda opererà in modo congiunto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro al fine di realizzare in tempi brevi i lavori di adeguamento dei locali siti al piano terra della nuova palazzina per collocarvi la Medicina Nucleare e completare così il nuovo Polo Radioterapico Marchigiano. A tal fine è stato concordato un protocollo d’intesa tra questa l’Azienda e la Fondazione Cassa di Risparmio in base al quale la Fondazione si impegna a realizzare a propria cura e spese i lavori di adeguamento dei locali ove verrà trasferita la Medicina Nucleare. Tali lavori, che si prevede abbiano inizio nel mese di maggio prossimo e fine entro l’anno, sono eseguibili separatamente e non comportano alcun ritardo nell’attivazione del nuovo servizio di Radioterapia.
Per opportuna conoscenza si riporta una breve cronistoria dell’intervento. L’Azienda San Salvatore nel corso dell’anno 2002 aveva programmato di trasferire il servizio di Medicina Nucleare a Muraglia nella nuova palazzina in corso di costruzione destinata ad ospitare la nuova Radioterapia, le Malattie Infettive e l’Ematologia così da concentrare il nuovo polo radioterapico a Muraglia.
Pertanto, con nota prot. n. 7249/01/01 del 25.05.2002, aveva richiesto alla Regione Marche di inserire tra gli interventi da finanziarsi con i fondi destinati al potenziamento delle strutture sanitarie per l’attività libero-professionale intramuraria, già assegnati dal Ministero della Salute con Decreto del 08.06.2001 pubblicato sulla G.U. n. 243 del 18.10.2001, il seguente intervento: “Spostamento Medicina Nucleare a Muraglia e ristrutturazione attuali locali occupati dalla Medicina Nucleare per libera professione” per l’importo di euro 759.191,65. Tale intervento ricomprendeva i lavori di adeguamento dei locali della nuova palazzina di Muraglia per la collocazione della Medicina Nucleare e la sistemazione degli attuali locali occupati dalla Medicina Nucleare a Pesaro Centro da destinarsi ad ambulatori per attività libera professione. A causa del ritardo nei lavori della nuova palazzina di Muraglia dovuti al fallimento della ditta aggiudicataria l’importo stanziato nel 2002 per l’intervento sopra citato era divenuto insufficiente.
Pertanto l’Azienda, con note prot. n. 0015679/07/03 del 15.12.2004 e prot. n. 0002303/07/03 del 17.02.2005, aveva richiesto alla Regione Marche di inserire, tra gli interventi da finanziarsi con i fondi del nuovo articolo 20 della legge 67/88, l'intervento denominato "Spostamento Medicina Nucleare a Muraglia e ristrutturazione attuali locali occupati dalla Medicina Nucleare per libera professione" per l'importo di euro 499.660,00. In base alla Finanziaria 2006 (legge 23.12.2005 n. 266) i finanziamenti del nuovo articolo 20 della legge 67/88 per essere fruibili dovranno essere oggetto di un nuovo accordo di programma tra la Regione Marche ed il Ministero della Salute.
Conseguentemente l’Azienda si è trovata a fine anno 2006 ad avere la disponibilità dei soli fondi destinati alla libera professione intramoenia, pari a complessivi euro 759.191,65, che risultano insufficienti per effettuare i lavori di adeguamento dei locali della nuova palazzina ove collocare la Medicina Nucleare a Muraglia e per adeguare gli attuali locali occupati dalla Medicina Nucleare nel presidio di Pesaro centro da destinarsi ad attività libero professionale, fine precipuo del finanziamento stanziato dal Ministero.
Pertanto, al fine di poter eseguire nel più breve tempo possibile i lavori di adeguamento dei locali al piano terra della nuova palazzina di Muraglia per collocarvi anche la Medicina Nucleare, così da completare il nuovo Polo Radioterapico Marchigiano e dare compiuta risposta ad un problema di notevole rilevanza per l’intera collettività, si è trovato un accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro per la realizzazione congiunta dell’intervento in questione.
In base a tale accordo, che verrà siglato in questi giorni, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro si impegna a realizzare a propria cura e spese i lavori di adeguamento dei locali ove dovrà essere trasferita la Medicina Nucleare secondo il progetto preliminare approvato dall’Azienda medesima.
In riferimento all’interrogazione n. 614 che riguarda la disposizione logistica dei nuovi reparti del San Salvatore si fa presente quanto segue.
E’ in fase di completamento la progettazione da parte della Zona Territoriale n. 1 della nuova struttura, presso il Presidio di Muraglia, che sarà dedicata all’Hospice e che troverà collocazione in contiguità con gli attuali locali della Oncologia.
In base ad un accordo già a suo tempo sottoscritto fra la Direzione Generale del San Salvatore e la Direzione di Zona, successivamente alla realizzazione della nuova struttura di cui sopra, si procederà allo spostamento della Psichiatria, al posto della quale sarà possibile riallocare la Struttura Operativa Complessa della Oncologia.
Questa nuova collocazione permetterà alla Oncologia medesima di poter accedere direttamente al tunnel di collegamento con la struttura della Radioterapia e in attesa che ciò si realizzi, il trasporto di pazienti barellati dalla Oncologia per la Radioterapia e/o per la sezione TAC e/o ecografia, che nel frattempo verranno attivate nell’ambito della nuova struttura, potrà continuare mediante trasporto assistito con veicolo.
Tale soluzione, che si ribadisce provvisoria, rappresenta comunque un elemento migliorativo rispetto alla situazione attuale, che vede questi trasporti destinati in strutture esterne al Presidio di Muraglia, spesso anche collocate fuori Regione.
In riferimento all’interrogazione sulla grave situazione in organico di infermieri nell’Ospedale di Pesaro si fa riferimento e si rappresenta quanto segue.
In merito al suddetto organico di supporto e ausiliario:
- Infermieri: esiste una carenza di 40 unità rispetto all’organico teorico (518 posti, 442 in servizio a tempo indeterminato e 36 a tempo determinato);
- Infermieri coordinatori: carenza di 4 unità (28 posti, 24 in servizio a tempo indeterminato);
- Ostetriche : maggiore presenza di una unita (14 posti, 10 in servizio a tempo indeterminato e 5 a tempo determinato);
- Ausiliari: carenza di 11 unità (117 posti, 65 in servizio a tempo indeterminato e 41 a tempo determinato);
- OSS: carenza di 8 unità ( 42 posti, 33 in servizio a tempo indeterminato);
- OTA: (profilo ad esaurimento - 8 posti, 8 in servizio a tempo indeterminato).
La Direzione generale ha comunque recentemente adottato, dal mese di agosto al mese di dicembre 2006, tutti i provvedimenti amministrativi, bandi ed avvisi necessari per il reclutamento a tempo indeterminato e determinato di personale infermieristico ed ausiliario, e da ultimo, con la determina n. 527 del 21.12.2006 ha approvato gli atti e la relativa graduatoria del pubblico avviso a soli titoli per l’assunzione a tempo determinato alla quale si è attinto per conferire n. 47 incarichi di collaboratore professionale sanitario infermiere. Delle 47 domande di assunzione. 12 riguardano i dipendenti della stessa azienda, 23 sono neo-laureati e 12 stanno attualmente lavorando in altre aziende. Attualmente hanno preso servizio 23 infermieri assegnati ai vari dipartimenti secondo le esigenze di servizio, mentre altri 2 infermieri prenderanno servizio il 1° febbraio p.v.. Ai 12 infermieri che attualmente lavorano presso altre aziende comunicheranno la data di assunzione a breve.
Tali assunzioni consentiranno la copertura dei turni di lavoro delle varie unità operative aziendali, la sostituzione di congedi parentali e la copertura delle ferie di 20 unità infermieristiche, con la precisazione che il personale infermieristico del dipartimento chirurgico usufruirà dei congedi ordinari stante la sospensione dell’attività chirurgica programmata prevista dal piano ferie invernale.
Il personale infermieristico ha terminato i congedi ordinari relativi al 2005 e molti hanno usufruito dei congedi ordinari relativi all’anno 2006.
L’azienda nel frattempo ha espresso il nulla-osta alla mobilità, in entrata di ulteriori 18 infermieri che prenderanno servizio presumibilmente a fine del mese di marzo.
Infine, nella Gazzetta Ufficiale del 2.1.2007 è stato pubblicato il bando di concorso per 26 infermieri che scadrà l’1.2.2007.
In merito al personale tecnico di supporto ausiliario l’Azienda ha comunicato che in data 16 settembre u.s. sono state assunte 4 unità ed è stata avviata la richiesta all’Ufficio di collocamento di altre 5 unità di personale ausiliario a tempo indeterminato.
Il residuo di congedi ordinari relativi al 2005 ammontano a 119 giornate, la cui fruizione sarà prorogata nel primo trimestre 2007. E’ in corso la mobilità in entrata di 7 OSS.
La Direzione generale ha inoltre dato mandato al servizio infermieristico e alla direzione medica di presidio di avviare un percorso di verifica revisione dei modelli assistenziali e relativi piani di lavoro di tutta l’area della degenza, al fine di aggiornare gli stessi all’evoluzione in atto del profilo di attività e responsabilità dell’infermiere professionale rispetto alla necessità di inserimento sempre maggiore di altre figure professionali di supporto quali gli operatori socio-sanitari.
Tutto ciò premesso appare utile sottolineare che la Regione Marche, con la delibera 1313 del 10.11.2006 ha approvato la programmazione occupazionale 2006-2007 presentata dall’Azienda ospedaliera San Salvatore di Pesaro, ha tra l’altro autorizzato l’assunzione di 64 infermieri, 9 OSS, 9 ausiliari specializzati socio-assistenziali, al fine di garantire il corretto assorbimento della redazione degli Ilea pur in presenza di forti limitazioni imposte alla spesa del personale sanitario derivante da norme legge statale (legge finanziaria 2006) recanti disposizioni di finanza pubblica e di riduzione in particolare della spesa del personale.
Si ritengono pertanto idonee le misure fin ad ora improntate dall’Azienda Ospedaliera; volte a garantire il turnover infermieristico e di supporto, pur con le criticità tipiche del reclutamento del profilo infermieristico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vi ringrazio della premura che avete avuto nel mettermi assieme le risposte, evidentemente data la lunghezza della risposta dell’Assessore mi sarà concesso di aumentare un pochino il mio intervento.
Partirei da un dato. Di fatto la risposta dell'Assessore Mezzolani è intervenuta su tutto quello che riguarda la situazione del principale ospedale della provincia di Pesaro, l’Ospedale San Salvatore.
Sono profondamente insoddisfatto perché la risposta dell’Assessore è una difesa del proprio operato, dell’operato di tutte le Giunte e di tutti gli assessori che si sono succeduti alla guida di questa Regione. Voglio rilevare una cosa, il fatto che abbiate deciso di tagliare la testa al vecchio Direttore generale dell’Azienda ospedaliera, uno di quelli che avete rimosso, è la dimostrazione del fallimento della politica gestionale della sanità per quello che riguarda la città di Pesaro. Se a questo aggiungiamo il fatto che a tutt’oggi non si è ancora usciti dalla condizione di precarietà dello status giuridico dell'Azienda che si regge su un pronunciamento formale non ancora consolidato, la si dice tutta sul quadro della sanità pesarese.
A questo voglio aggiungere un aspetto significativo, del naso lungo dell’azionista di maggioranza di questa Giunta, cioè dei Democratici di Sinistra. I cittadini pesaresi ricordano la battaglia storica fatta dalla città sulla vertenza IRCS, Scuola di talassemia Lucarelli. In quell’occasione i Ds dissero apertamente che se la città accettava il sacrificio di rinunciare all’Istituto di ricerca, che di fatto ha prodotto anche la perdita della Scuola di talassemia, da parte della maggioranza del centro-sinistra della Regione si sarebbero aperti i cordoni della borsa e sarebbero state concesse all’ospedale di Pesaro le alte specialità richieste da tempo, in modo particolare le due alte specialità di neurochirurgia e cardiochirurgia. Prendo atto che, ad oggi, e l’Assessore me lo ha confermato, non c’è nessun impegno da parte della Giunta regionale per creare a Pesaro il polo nord di cardiochirurgia, che è una delle aspettative principali della città di Pesaro. Così come non ho sentito un impegno preciso della trasformazione dell’ambulatorio di neurochirurgia in un servizio efficiente. Assessore, se il progetto di neurochirurgia non viene realizzato nei tre stadi previsti, non serve a nulla, serve solamente a fare qualche ernia. Credo non sia questo il problema, quindi bisogna concludere questo processo.
Disattendendo questo impegno, fra l’altro, andate anche contro le stesse richieste della Conferenza dei Sindaci del pesarese che in più di un’occasione vi ha chiesto questa cosa. Prendo atto che oggi si svela l’inganno e le promesse diessine sul potenziamento della sanità pesarese rimangono un fatto abbastanza preciso.
Sul piano strutturale, Assessore, c’è una denuncia del sottoscritto rispetto a un dato pesante, cioè che il 60% delle risorse finanziarie stanziate per l’Ospedale di Pesaro, in base all’articolo 20, non sono utilizzate. La colpa sarà pur di qualcuno. La Finanziaria è intervenuta a sanare un’anomalia, ha detto sostanzialmente: “Assessore Mezzolani se lei ha fatto i progetti e li ha resi cantierabili, i progetti sono buoni, se lei i progetti non li ha fatti quei soldi li metto nel conto dei prossimi finanziamenti”. Quindi altra gravissima responsabilità. Questa Giunta regionale non ha mantenuto gli impegni per l’alta specialità, questa Giunta regionale su Pesaro ha perso decine e decine di milioni di euro, perché sono soldi che di fatto saranno persi, soldi non utilizzati in base all’articolo 20.
Sul personale, al di là dell’affluenza alle urne come lei giustamente citava, il fatto stesso che gli infermieri abbiano scioperato e abbiano paralizzato il servizio dell’ospedale è un dato inequivocabile della carenza di personale infermieristico, rispetto al quale ci sono dei ritardi gravissimi come, ad esempio, la scuola infermieri ripristinata quest’anno, che è un dato oggettivo che riguarda tutti gli ospedali periferici delle Marche, che va sanata, ma non con una delibera virtuale – l’ho letta la delibera che lei ha fatto -. Immaginiamo ora per il sistema sanitario delle Marche 480 assunzioni, ma se quelle assunzioni andranno tarate e andranno fatte sulla base delle esigenze indilazionabili dei servizi, è come dire che vuole lasciarsi le mani libere per fare ciò che vuole.
Mi soddisfa almeno il fatto che alla fine, dopo tante spinte che le ho dato, la soddisfazione c’è per avere messo in pista i concorsi per assumere il personale di radioterapia.
Rimane però il fatto grave dei cantieri. Assessore non voglio pretendere che lei faccia il capomastro o il collaudatore, ma i cantieri li controlli. La radioterapia è uno scandalo. I più vecchi di questo Consiglio regionale sanno che la legge l’abbiamo approvata dieci anni fa, ci sono voluti dieci anni per mettere in piedi un reparto a Pesaro, che a Macerata si è fatto in tre anni, questa cosa è una vergogna! Oggi lei mi ha detto oggi ad Aprile aprite, benissimo, la prendo in parola, mi auguro che per i tanti malati di cancro costretti a fare i viaggi del dolore in Emilia Romagna che finalmente si ponga fine a questo scandolo. Ma dieci anni sono troppi !
Così come è scandaloso il cantiere infinito del Dea. Anche qui siete arrivati al ridicolo, avevate già preparato la cerimonia di inaugurazione del Dea per il luglio di quest’anno, il cantiere è fermo, l’ho visto anche ieri passandoci davanti, il rischio è che l’inaugurazione non la farete nemmeno a luglio del prossimo anno, ma forse fra due anni.
Medicina nucleare. E’ mai possibile che non abbiate pensato prima al trasferimento di quel servizio e oggi vi ponete il problema di chiedere l’elemosina alla Fondazione della Cassa di Risparmio perché altrimenti ci saremmo trovati di fronte a una radio incompiuta. Ringrazio per conto vostro l’on. Sabbatini che vi ha dato le risorse finanziarie, mi auguro che i lavori di attivazione della struttura grezza che deve ospitare il nucleare siano pronti, ma guai a voi se questo vuol dire fermare i cantieri della radioterapia. Lei ha detto di no ed io ne prendo atto, ma se i lavori per la medicina nucleare dovessero bloccare il cantiere di radioterapia sono del parere che dobbiate veramente rinunciare a fare il trasferimento della medicina nucleare oggi.
Ma la cosa più scandalosa, Assessore, è che io non posso pretendere che lei vada a visionare i progetti, ma come è possibile non avere previsto, all’interno delle varie strutture dell’ospedale, un collegamento diretto, sotterraneo, fra reparto di oncologia e radioterapia. I malati di tumore devono uscire nel cortile esterno per fare le cure radioterapiche. Ma come è concepibile una pazzia tecnica di questo genere. Non lo dico io, ma l’ha detto ieri il primario di oncologia, cercate di ovviare alle cose più elementari, realizzando un sottopasso che consenta il trasferimento dei malati senza portarli fuori all’aria aperta, senza fargli affrontare quella situazione di disagio. Cito l’intervista di ieri del Primario di oncologia che è stata durissima su queste cose.
Problema dei primari. Lei ha detto che rimarrà il responsabile di unità semplice di otorino all’ospedale di Pesaro e che il problema di oculistica verrà risolto nel contesto dell’integrazione funzionale Pesaro-Fano. Assessore, non faceva prima a dirmi che il primario di oculistica sarà quello dell’Ospedale di Fano e che Pesaro rimarrà privo di un dirigente in quel settore? Potevamo discutere di questa questione, però mi sembra che il non dirlo sia una cosa grave.
Rispetto a questo processo c’è un’altra anomalia. Avete avuto la responsabilità della sanità regionale da cinquanta anni, potevate avere già realizzato tantissime cose, un processo di integrazione funzionale tra i due principali ospedali della provincia di Pesaro potevate averlo già disposto, perché non siete stati capaci di farlo? Perché non avete voluto farlo? Perché non avete avuto la volontà politica di farlo, questa è la verità. Queste cose ditele ai cittadini di Pesaro e Fano. Dite che la Giunta regionale non è stata capace, non ha voluto fare l’integrazione funzionale, che oggi viene richiamato come il superamento delle difficoltà.
Concludo dicendo che sono insoddisfatto, rilevo soltanto che la situazione dell’Ospedale di Pesaro è la dimostrazione lampante del fallimento della gestione regionale della sanità, che questa situazione indecorosa continua ad essere uno schiaffo ai cittadini pesaresi, soprattutto da parte dell’azionista di maggioranza che è il gruppo principale in questo Consiglio, il gruppo diessino.
A questo proposito vorrei invitare il mio amico Consigliere Ricci che se invece di esternare polemicamente sui giornali con me rispetto ad altre questioni si facesse carico di più dei problemi della comunità locale, forse le cose andrebbero meglio.
Chiudo con un augurio al nuovo Direttore generale, che non c’entra niente con questa situazione perché è arrivato solo ieri, è un tecnico, anche se scelto dentro la logica lottizzatoria di questa Giunta, mi auguro che faccia meglio di quanto hanno fatto i tanti direttori generali che lo hanno preceduto.

Interrogazione n. 547
del Consigliere Badiali
“Situazione di crisi di un consorzio di Senigallia operante nel settore alimentare”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 547 del Consigliere Badiali. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. In relazione a questa interrogazione gli assessorati Agricoltura e Lavoro, attraverso il sottoscritto e gli uffici dell’Assessorato al Lavoro, si sono subito attivati per comprendere le ragioni della crisi che stava investendo lo stabilimento di Senigallia in modo da intervenire nelle modalità più opportune.
Sono state assunte informazioni sia tramite la stessa impresa Fruttagel (proprietario e gestore dello stabilimento), sia tramite gli agricoltori che vendevano o conferivano il prodotto orticolo a Senigallia e la loro Organizzazione dei Produttori ACOM.
Sono stati effettuati allo scopo incontri con il Comune di Senigallia al tavolo appositamente istituito, al quale hanno preso parte tra gli altri i sindacati, la Provincia e la proprietà; parallelamente sono stati effettuati incontri con i gruppi di coltivatori che si erano dimostrati interessati a subentrare nella gestione dell’impianto conserviero, con l’obiettivo primario di garantire uno sbocco alle produzioni orticole industriali di primaria importanza per l’economia agricola dei nostri territori.
E’ stata altresì analizzata la situazione della impresa cooperativa Fruttagel relativamente ai contributi pubblici percepiti e da percepire ed ai vincoli ai quali la stessa ditta era assoggettata – mi riferisco in particolare al Piano di sviluppo rurale –. Questo per comprendere le modalità di un eventuale trasferimento di diritti e doveri alla ditta che fosse succeduta nella gestione, e per garantire l’amministrazione sulla legittimità e regolarità delle operazioni.
Nel frattempo la società che raggruppa gli agricoltori interessati al subentro ha presentato domanda alla Regione Marche per il riconoscimento quale Organizzazione dei Produttori OP secondo il regolamento CEE 2200/96, riconoscimento che, non appena completata la dovuta istruttoria, è stato concesso anche al fine di rendere possibile e meglio attuabile la eventuale operazione di subentro. Gli Assessorati hanno continuato a svolgere una azione di “facilitatore” nelle trattative tra la Fruttagel ed il COVALM Consorzio Cooperativo, oggi Organizzazione di Prodotto, analizzando anche il piano industriale presentato; questo è stato ritenuto sufficientemente valido relativamente al piano produttivo e dei conferimenti, nonché per la proposta di utilizzazione degli impianti esistenti. Necessitava tuttavia di un approfondimento e di maggiori certezze sul piano commerciale e finanziario.
Sono stati tenuti contatti e fornite informazione con continuità sia a livello del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, sia a livello delle Commissioni parlamentari competenti; le istituzioni nel corso del tempo hanno prospettato possibili interventi diretti o indiretti.
Allo stato attuale le trattative sono ancora in corso, ma riteniamo di poter essere moderatamente ottimisti per una soluzione di continuità con il passato per lo stabilimento di Senigallia.
Continuiamo a seguire la vicenda dando tutto il nostro supporto tecnico e svolgendo, con ogni istituzione locale e non coinvolta, un ruolo attivo per favorire una positiva risoluzione della crisi del Consorzio.
Con la vigente normativa e nel rispetto degli accordi in essere non è possibile per quella categoria di lavoratori, cosiddetti centocinquantunisti, usufruire degli ammortizzatori in deroga. La Regione comunque valuterà qualsiasi situazione qualora si apra la possibilità di utilizzare eventuali risorse a beneficio dei suddetti lavoratori.
Per quel che riguarda il tavolo, esiste già un tavolo che si è scelto di costituire presso il Comune di Senigallia, come già detto, coordinato dal Sindaco di Senigallia nel quale la Regione è presente sia con l’Assessorato all’agricoltura che con quello al lavoro e dove partecipano tutti i soggetti istituzionali e sociali interessati con lo scopo di scongiurare le ipotesi più drastiche e di favorire percorsi che prevedano soluzioni positive per lo stabilimento Ex SCAC.
Tra pochi giorni svolgeremo un’altra riunione di questo tavolo, a Senigallia, dove si prospetta la soluzione del caso, visto che, ho anche risentito sindacati, proprietà e organizzazioni di prodotto coinvolte nel subentro alla gestione, sembra sia stata trovata la soluzione che soddisfi tutte le parti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Ringrazio l’Assessore Petrini per l’illustrazione del problema che ho posto nel mese di ottobre. Erano momenti drammatici per quell’azienda, per quei dipendenti, oggi invece prendo atto che c’è stata un’evoluzione positiva grazie al lavoro istituzionale dell’assessorato all’agricoltura e dell’assessorato al lavoro della Regione Marche, del Comune di Senigallia, della Provincia di Ancona e delle associazioni. Si è arrivati ad una soluzione che mi sembra idonea, giusta e opportuna.
Abbiamo, spero, salvato i posti di lavoro interni, abbiamo salvato le aziende agricole e fruttifere della regione Marche e abbiamo dato una prospettiva più certa a questa ditta. Ora si sta trattando per l’acquisizione di un’azienda da parte dell’organizzazione di produttori, è stato riconosciuto questo titolo, ha fatto sicuramente bene la Regione a riconoscerlo, in modo che questa situazione possa essere completata nel più breve tempo possibile per una prospettiva certa e sicura per i dipendenti di quell’azienda e per gli agricoltori che in questo settore lavorano e che sono tanti, oltre quattrocento.

Mozione n. 148
dei Consiglieri Bugaro, Cesaroni, Ricci, Rocchi, Mollaroli, Massi, Capponi, Silvetti, Agostini, Favia, Viventi, Donati, Pistarelli, Solazzi, Luchetti
“Nuova denominazione del Consiglio Regionale delle Marche”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 148 a firma dei Consiglieri Bugaro, Cesaroni, Ricci, Rocchi, Mollaroli, Massi, Capponi, Silvetti, Agostini, Favia, Viventi, Donati, Pistarelli, Solazzi, Luchetti. E’ aperta la discussione. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Il gruppo dei Comunisti Italiani non ha sottoscritto questa mozione. In condizioni normali chiamare il Consiglio regionale Assemblea legislativa rappresenterebbe una ovvietà, ma non siamo in condizioni normali perché si è espresso un referendum che ha abolito la devolution del centro-destra e chi ripropone una dicitura di questo tipo pensa al Consiglio regionale e alle Regioni come a piccoli staterelli, tant'è che chiamano il Presidente della Regione Governatore.
Questa è una questione di principio ma attiene anche alla sostanza, attiene ad una visione unitaria dello Stato e non ad una competizione interregionale che molti vorrebbero, all’interno della quale le Regioni più deboli sarebbero, in qualche modo, un domani separate, perché già oggi esiste, ad esempio nel campo della sanità, l’autofinanziamento regionale. Se passasse una concezione del tutto “autonomista” il rischio sarebbe quello di vedere le Regioni, le piccole Assemblee legislative, i piccoli Staterelli che si contenderanno, come diceva Togliatti in un discorso memorabile al Parlamento “le poche risorse dello Stato”.
Siccome abbiamo una visione unitaria dello Stato medesimo, riteniamo che, senza scimmiottare cose fuori luogo o fare delle fughe in avanti, la denominazione più appropriata sia “Consiglio regionale delle Marche” che deve avere un suo presidente che è quello della Giunta regionale, e un suo presidente che è quello del Consiglio regionale. Per questi motivi voteremo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Questa mozione ha trovato la sensibilità della stragrande maggioranza dei Consiglieri che si è poi esplicitata nella sottoscrizione da parte della maggioranza dei Presidenti dei gruppi consiliari. Trova ragione essenzialmente nel dare una connotazione leggermente differente del Consiglio regionale, conclamando quello che è il suo aspetto fondamentale, la sua attività fondamentale, che è quella legislativa.
Sentendo l’intervento di Procaccini devo sottolineare una questione. Non si vuole togliere la scrittura “Consiglio regionale delle Marche” ma a quella scrittura se ne vuole aggiungere un’altra “Assemblea legislativa delle Marche”, cosa che sta avvenendo in tutte le Regioni, non perché ognuna vuole farsi il suo staterello ma semplicemente per sottolineare la differenza che c’è tra un consiglio di circoscrizione o un consiglio comunale, e un’assemblea legislativa.
Quindi è un rafforzativo delle prerogative di questo Consiglio, mi sembra una mozione assolutamente tranquilla. Andare a toccare punti come l’unità d’Italia, la divisione federale, la Lega, sono cose assolutamente fuori luogo, tant’è che molte Assemblee, tra l’altro governate storicamente dal centro-sinistra, hanno già acceduto a questo tipo di modifica.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 148. La pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Proposta di legge regionale n. 135
della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale n. 11/2004 recante “Norme in materia di pesca marittima e acquacoltura”
Prosecuzione votazione articoli (a partire dall’art. 5)

PRESIDENTE. Nella precedente seduta dove si è discussa questa proposta di legge, il Consiglio aveva approvato fino all’articolo 4, quindi riprendiamo i lavori iniziando dall’articolo 5. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6, emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Ordine del giorno a firma del Consigliere Procaccini: “Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a definire, entro sessanta giorni dall’approvazione del progetto di legge n. 135, il regolamento per il rilascio, la sospensione e la revoca dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di ittiturismo in attuazione del comma 2 dell’articolo 3 della proposta di legge n. 135, sentita la competente Commissione consiliare”.
Nessuno ha chiesto la parola. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Ordine del giorno a firma del Consigliere Giannotti: “Il Consiglio regionale impegna la terza Commissione consiliare permanente ad esaminare e a sottoporre quanto prima all’esame del Consiglio regionale la proposta di legge n. 96/06 inerente ‘Norme per l’esercizio del turismo in mare a finalità ittica’”.
Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Credo che questo ordine del giorno possa essere accolto perché nella prossima Commissione porteremo la proposta di legge n. 96 per poterla poi iscrivere all’ordine del giorno del Consiglio.

PRESIDENTE. Ordine del giorno del Consigliere Giannotti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Come avevo accennato nella precedente sessione di questo Consiglio, questa legge appare del tutto inadeguata a regolare la materia. L’articolo 6 del decreto legislativo n. 154 del 2004 definisce la figura dell’imprenditore ittico. L’articolo 7 dello stesso decreto legislativo individua le attività connesse a quelle della pesca, si considerano connesse alle attività di pesca purché non prevalenti rispetto a queste ultime e realizzate dall’imprenditore ittico mediante l’utilizzo o proventi della propria attività di pesca.
Queste attività della pesca-turismo, ittiturismo, ecc., non devono essere prevalenti rispetto all’attività dell’imprenditore ittico. L’ittiturismo trae la sua fonte normativa anche da un altro testo, dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 settembre 2002 in materia di turismo. Con tale provvedimento le Regioni e le Province autonome disciplinano le diverse tipologie di attività ricettive e non ricettive, definiscono gli standard minimi di qualità delle strutture ricettive in generale e provvedono a determinare concordemente ed unitariamente gli standard minimi di qualità dei servizi offerti alle imprese con l’individuazione di un termine per l’adeguamento delle strutture esistenti.
La legge in esame non contiene nessuna disciplina in ordine alle questioni aperte dalla normativa statale. Circa la prevalenza dell’attività di pesca rispetto all’ittiturismo, la legge regionale 11 del 2004 rinvia la Giunta regionale per l’individuazione dei parametri, sia in ragione di tempo che in ragione di reddito. Qui non vi è traccia di tali parametri.
La presente normativa appare del tutto incompleta ed inefficace a regolare la materia e, anziché potenziale strumento di utilità per gli operatori del settore, sarà solo strumento di confusione, contestazione e sperequazione tra di essi. A ciò contribuisce la competenza concorrente dello Stato con quella della Regione prevista dalla riforma costituzionale avanzata dal governo di sinistra e che, nel solo primo anno di applicazione, ha dato modo di sollevare 5.000 ricorsi circa alla Corte costituzionale.
Non vedo quindi nessuna altra ragione per diversificare il trattamento giuridico tra l’esercizio della pescaturismo e quello dell’ittiturismo, come fa questa normativa, e non comprendo perché quest’ultima attività viene attribuita ai Comuni, la competenza al rilascio delle autorizzazioni e il controllo su di esse, concentrando sul medesimo soggetto il potere autorizzatorio e il potere di controllo.
Il mio voto sarà contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Ho colto la preoccupazione dei Consiglieri Badiali e Donati rispetto al mio ordine del giorno che vuole salvaguardare la correttezza del processo legislativo.
In altre occasioni, Consigliere Badiali e Consigliere Donati, ho espresso una lamentazione personale rispetto al fatto che proposte di legge, specie quelle dell’opposizione ma a volte anche quelle della maggioranza, non arrivino in Consiglio. Secondo me è legittimo e ritengo che il dibattito che dovremo attivare tra qualche mese sul nuovo Regolamento, dovrà garantire che, oggi è un diritto dell’opposizione ma che domani potrebbe essere un diritto dell’opposizione dell’Ulivo, gli atti legislativi arrivino comunque in Consiglio regionale, e che comunque abbiano un voto, cioè che il Consiglio e le Commissioni entrino nel merito delle proposte, le approvino o le boccino, è una prerogativa che ci spetta.
La cosa grave è che un atto rimanga impachettato in Commissione, per volontà pure della maggioranza, e non lo si discuta.
Lì c’è una proposta di legge relativa alla possibilità, già riconosciuta in Emilia Romagna che non è certamente una Regione governata dal centro-destra, che soddisfa un’esigenza posta da alcune attività turistiche. Ho preso atto della difficoltà interpretativa di insistere sull’inserimento di quella previsione nella legge che abbiamo approvato questa mattina, ho chiesto solamente – per la verità ho incontrato la comprensione del Presidente del Consiglio e del Presidente della Commissione – che la Commissione si impegni a discuterla e a sottoporla all’esame del Consiglio regionale perché possa dare un giudizio.
Il senso dell’iniziativa è questo. Ho ritirato l’emendamento di fronte alla disponibilità che mi è stata propugnata di riconoscere un mio diritto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Le norme relative alla regolamentazione di varie attività, adesso arrivano anche queste sull’itticoltura, devono essere ispirate dal principio di deregulation, come chiamato nel passato, cioè fare in modo che ci siano poche norme, chiare, e non una sovrapposizione di procedure e relative sanzioni, nel caso di violazione, che vanno ad appesantire, e non ad agevolare, certe pratiche o comunque alcune attività.
Il Consiglio regionale delle Marche fa il contrario, stiamo regolamentando sempre più, e sempre più in dettaglio, tutte le attività e i settori che possono essere conferenti alla nostra attività istituzionale. Questo, secondo me, è sbagliato in linea di principio perché bisogna regolamentare le poche cose che devono essere poste, i pochi principi che devono essere sanciti e ritenuti invalicabili. Qui stiamo facendo in maniera differente, stiamo allungando percorsi, come sul tartufo, sui funghi, sulle attività venatorie, le attività imprenditoriali, ecc.. La Regione si sta sostituendo in maniera, in alcuni casi improvvida, a cose che lo Stato aveva delegato ai territori per cercare di superare queste rigidità normative.
Attenzione anche su questo atto. Probabilmente qui non ci sarà questo pericolo, in effetti le norme sul testo sono poche e abbastanza chiare, però c’è il pericolo, lo avevamo detto l’altra volta, di veder surrettiziamente valicato il limite che ci deve essere tra l’attività di pesca, e pertanto di ristorazione legata alla pesca perché c’è un diretto rapporto, e l’attività di ristorazione in genere, che è prettamente commerciale ed ha un altro tipo di percorso rispetto a quello dell’esercizio dell’attività ittica.
Perciò anche su questo atto, seppur con poche norme, lo abbiamo sollevato già nella scorsa seduta e lo facciamo in questa, ho dei dubbi. Stiamo semplificando la vita dei cittadini o la rendiamo più difficile con percorsi più accidentati? Questo è il nostro dubbio che ci porta – non so qual è stata l’ultima definizione in Commissione – a non concedere a questa proposta di legge il nostro voto favorevole. Ci sono delle cose che vanno verso ciò che auspichiamo ma ce ne sono altre che lasciano interrogativi. Quindi non posso, come gruppo di Alleanza Nazionale, aderire a questo testo definitivo perché non ha chiarito quegli aspetti che dicevamo essere problematici, anzi va, almeno in un passaggio, nella direzione di rendere problematica una certa apertura, che potrebbe essere, invece, giudicata positiva.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione della legge.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Proposta di legge n. 135. La pongo in votazione.

(Prima votazione per alzata di mano)

Guido CASTELLI. Facciamo la verifica del voto.

PRESIDENTE. Abbassate le mani, di nuovo, i favorevoli alzino la mano…


Vittorio SANTORI. Lei non è il Presidente del Consiglio, sta burlandosi dei cittadini delle Marche!

PRESIDENTE. Consigliere non ho fatto nient’altro che rispettare la richiesta del Consigliere segretario Castelli, quindi, per cortesia i favorevoli alzino la mano, i contrari, gli astenuti.

(Verifica della votazione)


Franco CAPPONI. Noi non votiamo per protesta!

PRESIDENTE. Bene, non partecipate per protesta.


Il Consiglio approva


Proposta di atto amministrativo n. 44
dell’Ufficio di Presidenza
“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2007 – Programma annuale e triennale di attività e di gestione”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 44 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore Favia.

David FAVIA. L’atto che ci accingiamo a discutere e ad approvare è il bilancio di previsione del Consiglio per l’anno 2007 con il correlato programma annuale e triennale di attività e di gestione del Consiglio regionale per l’anno 2007 e per gli anni dal 2007 al 2009.
Il fabbisogno complessivo dell’anno 2007 è stato stabilito in 17.796.910,36 euro e la spesa è stata contenuta, come previsto dalla legge Finanziaria dello Stato 2007, nell’ambito di una diminuzione dell’1,8% delle spese finali del 2005, quindi abbiamo rispettato alla lettera la previsione della nostra Finanziaria.
Andando nell’analisi dei capitoli di spesa abbiamo cercato di contenere, di tagliare ogni capitolo possibile tranne quelli imposti dalla legge, vedrete uno spostamento di risorse piuttosto notevole sul capitolo 1101 in quanto è intervenuto un adeguamento alle competenze dei Consiglieri regionali a seguito di analogo adeguamento dei compensi dei Parlamentari come previsto dalla legge. Ci incorre peraltro l’obbligo, oltre che da quello legislativo, da un ordine del giorno del Consiglio regionale, di restituzione di indennità sui vitalizi degli ex Consiglieri regionali.
Abbiamo una diminuzione del capitolo 1103, in parte per spostamento di spese postali, in parte per risparmi voluti su questo capitolo, di spese postali, telefoniche, cancelleria ed altri.
Abbiamo una spesa considerevole, ma che è una tantum, per quanto riguarda lo spostamento delle varie sedi del Consiglio regionale nel palazzo ex Ferrovie, per il quale, peraltro, dovremo trovare un nome adeguato, continuiamo a chiamarlo con questo brutto nome, così come abbiamo una riduzione delle spese per acquisto, noleggio, manutenzione, attrezzature, impianti e arredi, abbastanza significativa.
L’aumento al capitolo 1107 delle spese per il funzionamento dei Gruppi consiliari è dovuto soprattutto allo spostamento della voce relativa alle spese postali, così come dobbiamo rilevare una diminuzione di 27 mila euro delle spese del personale addetto al Consiglio regionale.
Abbiamo inteso ridurre di 50 mila euro le spese per compensi, onorari e rimborsi per consulenze, in quanto abbiamo ridotto soprattutto i compensi del Comitato di controllo interno e valutazione e del Comitato per la legislazione e il controllo.
In sintesi potrete analizzare meglio la relazione sulle spese alle quali andremo incontro in questo anno.
Un dato da tenere assolutamente presente è che oltre l’80% della spesa è una spesa vincolata sul pagamento dei compensi dei Consiglieri regionali e del personale, quindi è estremamente limitato, una percentuale inferiore al 20%, quanto disponibile per l’attività che il Consiglio regionale si ripromette in questo 2007 e nel triennio.
Anzitutto dobbiamo considerare che questo anno si apre sotto una nuova presidenza. Nel 2006 è stato cambiato il Presidente Minardi, chiamato in Giunta a fare l'Assessore alla cultura, con il Presidente Bucciarelli, con il quale, assolutamente, pur nella continuità dell'attività impostata con il Presidente Minardi, abbiamo effettuato alcuni aggiustamenti.
Il compito principale che il Consiglio regionale avrà in questa legislatura, iniziando quindi dal 2007, sarà il completamento delle riforme istituzionali come disegnate dal nuovo Statuto. La cosa più importante, quindi, che andremo a fare saranno le legislazioni sul CAL, sul CREL e il nuovo Regolamento.
Come iniziative ci ripromettiamo di lavorare su tre filoni sui quali, in parte, avevamo già iniziato a lavorare all’inizio della legislatura. Sono gli elementi dell’identità regionale, la pace e l’integrazione sociale e le reti interistituzionali. Sono tre progetti assolutamente interconnessi perché è chiaro che l’identità regionale, che deve servire da forte raccordo tra i tutti i cittadini delle Marche, va in assoluta connessione con l’integrazione sociale, soprattutto degli immigrati, ovviamente nell’ambito di una propensione alla pace come concetto nazionale e internazionale.
Il tutto non si potrà fare se non attraverso una forte connessione con tutta la rete interistituzionale composta dagli enti locali italiani ed anche nel rapporto internazionale, con particolare riferimento – questo è un altro delle nostre grandi propensioni – al rapporto internazionale nei confronti dell'area Adriatica e del Mediterraneo, che rappresenta l'allargamento naturale dei confini delle nazioni e delle regioni d'Europa, in particolare delle Marche, a proposito della quale – lo dirò fra poco – è prevista una grande iniziativa, cioè un Convengo sulle Marche nel Mediterraneo, che auspichiamo venga fatto in connessione con altri enti locali, soprattutto il Comune di Ancona, che in settembre ha in programma un’iniziativa assolutamente connettibile con questa, e con il quale dovremo ovviamente confrontarci.
Da un punto di vista legislativo dovremo portare in aula – e già i testi sono a buon punto di elaborazione – la normativa sul CAL e sul CREL, lavoreremo anche sulla legge sulle incompatibilità e ineleggibilità dei Consiglieri e la relativa legge sull’autonomia contabile e di bilancio del Consiglio, nonché sul nuovo testo del Regolamento interno. Abbiamo assunto l’impegno, oggi, anche su questa minima ma importantissima modifica dello Statuto sulla denominazione del Consiglio regionale.
L’attività di redazione e discussione del nuovo testo del Regolamento interno del Consiglio, in connessione con l’Ufficio di Presidenza, sarà di competenza della Commissione straordinaria che, sulla scorta di quello che era nella scorsa legislatura, verremo a ricostituire - l’argomento è all’ordine del giorno di oggi dell’Ufficio di Presidenza –.
Un’altra attività forte che ci proponiamo di fare sarà di rafforzare l’attività di indirizzo del Consiglio regionale con il rafforzamento delle tecniche di redazione e di valutazione ex ante dell'efficacia della legge e il rafforzamento dell'istruttoria in Commissione, nonché ci ripromettiamo di rafforzare la valutazione dell'efficacia della legislazione.
Importante sarà anche la sessione comunitaria prevista dalla legge regionale n. 14 del 2006, nonché, come accennavo prima, il rapporto annuale sulla legislazione proprio per vedere l’efficacia dell’attuazione delle leggi, poiché troppo spesso il Consiglio regionale, una volta varata la legge, ne perde l’efficacia sulla società marchigiana. Per fare questo ci ripromettiamo un rafforzamento dell’organico, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, del Consiglio regionale dando spazio, oltre che a nuove professionalità attraverso le progressioni verticali, anche alla qualità delle risorse interne.
Il piano del fabbisogno del 2006, che andremo ad attuare con bandi nel 2007, dovrà essere immediatamente aggiornato con un piano del fabbisogno da fare nel 2007, assieme ad una riorganizzazione delle posizioni organizzative e ad un nuovo sistema di valutazione delle prestazioni dei nostri dipendenti.
Un altro atto importante che contiamo di completare tra il 2007, principalmente, e il 2008, sarà il trasferimento in marzo e aprile degli uffici consiliari nella nuova sede del Consiglio di Piazza Cavour.
Vogliamo rafforzare il settore della comunicazione e dell’informazione attraverso i progetti di cui parlavo prima, cioè gli elementi dell’identità regionale, della pace e dell’integrazione sociale e delle reti istituzionali. Un progetto, insieme alla Camera di commercio e alla Commissione pari opportunità, per un corso di formazione rivolto a donne che per diverse ragioni si trovino in una condizione di forte svantaggio rispetto al mondo del lavoro e quindi favorirne il reinserimento, assieme al grande Convegno sulle Marche nel Mediterraneo e al progetto proposto dall’Anci sull’araldica civica marchigiana.
Questa progettualità dovrà essere utilizzata assieme ad un nuovo modo di intendere la partita dei patrocini e delle compartecipazioni da parte del Consiglio regionale che dovranno essere rivolti a progettazioni conferenti con i programmi del Consiglio regionale da fare, in parte, anche in unione con gli enti locali e, soprattutto, con la compartecipazione propositiva dei Gruppi.
Ultima cosa, verrà presto in Consiglio, l’abbiamo licenziata come Ufficio di Presidenza, la normativa sulle autorità indipendenti che sono entrate globalmente nelle competenze del Consiglio regionale. La proposta di legge che è in Commissione e che abbiamo elaborato, prevede una forte interconnessione tra tutte le autorità indipendenti.
Poiché riteniamo, come Ufficio di Presidenza, che sia un bilancio adeguato e trasparente, con una relazione previsionale di attività assolutamente importante, chiedo al Consiglio regionale il voto favorevole.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione generale. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Volevo fare alcune brevi riflessioni riguardo al bilancio del Consiglio. C’è l’aspetto dei patrocini da parte del Consiglio che è stato posto come problematicità ma non è stato ancora risolto. C’è un elenco generico e generale di interventi dei patrocini a cui bisognerebbe dare un senso, sarebbe bene accorpare quelle risorse su progetti specifici, come l’educazione alla legalità, l’educazione e l’informazione riguardo alla salute o verso l’infanzia, progetti di informazione sulla violenza sui minori, sulle donne, ecc.. Si potrebbe pensare di destinare ad attività di ampio respiro, di tipo programmatorio e di prevenzione, i fondi destinati ai patrocini che di fatto sono legati più alla forza contrattuale di chi li richiede che alla bontà degli interventi.
Riguardo alle autorità indipendenti, c’è il percorso da fare per la proposta di legge che integri ed allarghi le competenze delle varie autorità indipendenti. Si era fermata la proposta del garante per i detenuti, pensando di integrarla con il difensore civico o con proposte simili. Quindi c’è da andare avanti all’ampliamento delle competenze delle autorità indipendenti e all’integrazione, all’interno di un disegno complessivo.
L’altro aspetto specifico, che mi permetto di rilevare e di contestare, è il recupero previsto a favore dei vitalizi degli ex Consiglieri regionali. Qui si fa riferimento ad un ordine del giorno, ma ricordo che il recupero della decurtazione del 10% del vitalizio degli ex Consiglieri viene presentato come un momentaneo recupero a valere sui futuri aumenti, quindi si configura come un ammortizzatore sociale. Qui non viene ridotto il vitalizio per gli ex Consiglieri regionali del 10% ma verrà fatto recuperare con i futuri aumenti. L’ammortizzatore sociale penso debba partire da categorie sociali più bisognose, da livelli di reddito più bassi. La situazione degli ex Consiglieri regionali non mi sembra che sia un’emergenza sociale. C’è appena stato un aumento del 4,65% e ci sarà un futuro aumento del 3%. Quindi la decurtazione attualmente su 2.000 euro di vitalizio per un mandato, è di 60 euro. Non penso che dobbiamo legiferare e intervenire su questi differenze salariali.
Ritengo che questo intervento sia assolutamente immotivato, se ci sono dei diritti da far valere lo si deve fare in sede legale, come fanno tutti i lavoratori e tutti i pensionati. Innanzitutto non è una pensione sociale ma un vitalizio, quindi se si dovesse richiedere di volere una quota fissa e non si vuole quindi la riduzione, benissimo, però non si dovrebbe poi godere dei futuri adeguamenti in aumento. Mi sembra una cosa talmente chiara, lapalissiana, che passa soltanto per un falso senso di solidarietà, che dobbiamo a tutti i cittadini marchigiani non solo ai nostri ex colleghi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Favia.

David FAVIA. Credo che sia doverosa una breve replica all’intervento del Consigliere Binci per non lasciare spazi oscuri e di potenziale speculazione.
Sulle autorità indipendenti c’è una proposta di legge fatta dall’Ufficio di Presidenza che è in Commissione, quindi Commissione e aula saranno sovrane per integrazioni e di tutto ciò che ha parlato il Consigliere Binci, che credo sia abbastanza eccentrico rispetto alla discussione odierna, è il preannuncio di una posizione sulla quale possiamo anche essere d’accordo ma ci sarà un dibattito in Commissione e in aula.
Per quanto riguarda il discorso dei patrocini ripeto quello che ho detto, credevo di essere stato abbastanza chiaro, la filosofia che ci siamo dati con l’Ufficio di Presidenza, con il Presidente Bucciarelli, è stata quella, in parte, di metterli in linea con le tracce filosofiche della progettazione del 2007-2009, di fare questo lavoro anche con gli enti locali e con la facoltà propositiva dei gruppi consiliari. Credo che ciò sia assolutamente in linea anche con le raccomandazioni del Consigliere Binci.
Per quanto riguarda il discorso della restituzione della decurtazione fatta sui vitalizi degli ex Consiglieri non possiamo essere d’accordo con le valutazioni del Consigliere Binci per una serie di motivi. Il primo è che siamo l'unica Regione che ha effettuato questa decurtazioni, le altre, in attesa dell'interpretazione della legge finanziaria scorsa che doveva essere data dagli Uffici di Presidenza congiunti della Camera e del Senato, non hanno operato questa decurtazione. E' pervenuto un parere degli Uffici di Presidenza congiunti di Camera e Senato sulla base di pareri di grandi giuristi, i quali hanno concordemente confermato la illegittimità di questa decurtazione. Per cui noi abbiamo doverosamente operato questa restituzione, peraltro concordando, come su indicazione della Camera e del Senato, che non si riconosceranno gli aumenti dei vitalizi degli ex Consiglieri fino alla concorrenza del 10% decurtato ed ora restituito. Credo che non ci sia nessun falso senso di solidarietà nei confronti degli ex Consiglieri ma soltanto l'applicazione di un dovere in quanto in sede di Ufficio di Presidenza, noi svolgiamo un'attività istituzionale e non un'attività politico-partigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci , per dichiarazione di voto.

Massimo BINCI. Ritengo che le mie riflessioni sulle authority, visto che erano all’interno della proposta di atto amministrativo presentata ai Consiglieri, siano del tutto legittime. Eccentriche mi sembra un termine forte, estranee, neanche perché se lo fossero non sarebbero dovute comparire all’interno della riflessione dell’atto in oggetto.
L’altra questione che la Regione Marche sia l’unica, non è assolutamente vero, ci sono altre Regioni che si sono comportate come noi rispetto all’adeguamento e alla diminuzione.
La questione che il Senato e il Parlamento abbiano deciso autonomamente di non far ricadere la riduzione del 10% sui vitalizi degli ex Senatori e Parlamentari è una scelta di un ente autonomo, noi abbiamo la nostra legge regionale n. 23 che parla di indennità dei Consiglieri, che regolamenta i vitalizi, ecc.. Quindi rimandare le scelte a fatalismi di meccanismi politici-istituzionali di altri livelli mi sembra rimandare le nostre responsabilità.
Il mio voto è favorevole a questo bilancio ma con forte dissenso riguardo a questa indennità che, ripeto, si configura come ammortizzatore sociale certamente non di una classe disagiata.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione dell’atto.
Proposta di atto amministrativo n. 44. La pongo in votazione.

Il Consiglio approva


Proposta di atto amministrativo n. 41
della Giunta regionale
“Programma di promozione turistica anno 2007. Obiettivi e attività”
Rinvio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 41 della Giunta regionale. Mancano entrambi i relatori, apro quindi la discussione.
Ha la parola l’Assessore Agostini.

Luciano AGOSTINI. Chiedo la possibilità di rinviare la discussione di questo atto perché il Consigliere D’Anna, relatore di minoranza, me lo ha cortesemente chiesto in quanto è stato impossibilitato a partecipare alla seduta del Consiglio odierna. Io mi sono dimostrato disponibile, come lo stesso Presidente della Commissione, penso quindi si possa esaudire il desiderio del Consigliere D’Anna.
Voglio dire, altresì, che questo piano di promozione, che per la prima volta siamo riusciti a fare nei tempi giusti per la stagione turistica, non andrebbe portato a dopo la sessione di bilancio, per cui, pur essendo favorevole a rinviarlo, chiedo la possibilità di anticiparlo come punto all’ordine del giorno prima dell’apertura di questa sessione, oppure fare una rapidissima seduta la prossima settimana per poterlo approvare.

PRESIDENTE. Il vicepresidente ha fatto una richiesta precisa. Nella seduta del 12 febbraio, quando saremo in sessione di bilancio, non sarà possibile anticipare con un altro punto all’ordine del giorno, quindi, o lo approviamo oggi o dobbiamo convocare una seduta del Consiglio per il giorno 6 febbraio. Chiedo ai Presidenti dei gruppi consiliari che diano indicazioni. Tenuto conto però i motivi di urgenza, che si ravvedono in questo atto, si potrebbe approvare anche in assenza dei relatori di maggioranza e di minoranza, l'importante comunque è essere tutti d'accordo.

Luciano AGOSTINI. Ci potrebbe essere l’impegno di approvarlo dopo la sessione di bilancio, ovviamente stando entro limiti di una discussione accettabile e assumendo un impegno di onore qualsiasi siano gli strascichi del dibattito.

PRESIDENTE. Quindi la proposta del Vicepresidente è che subito dopo l’approvazione del bilancio, il Consiglio si impegna a discutere e ad approvare l’atto nella stessa seduta. Quindi è un impegno che ci prendiamo tutti, a qualsiasi ora si chiuda la sessione di bilancio.
Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Richiamavo l’attenzione all’ultima seduta dei Presidenti dei gruppi consiliari dove ci siamo dati un indirizzo, quello che se e fossero state necessarie ulteriori sessioni di Consiglio ne dovevamo fare, la demagogia qui impera. Quindi se è necessario fare un’ulteriore sessione siamo disponibili e tutti i Capigruppo mi sembra che erano di quell’indirizzo. Se il 6 febbraio dovessimo fare un Consiglio metteremo anche qualche interrogazione e mozione da discutere.

PRESIDENTE. Opterei per l’impegno del Consiglio a votare l’atto dopo il bilancio. Convocare una seduta del Consiglio regionale significa anche cambiare eventuali programmi della Giunta, che obbligatoriamente deve essere presente, quindi credo che l’opzione migliore sia quella di prendere l’impegno di discutere e votare l’atto subito dopo il bilancio.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendo atto che la motivazione che il Vicepresidente Agostini ha addotto, quella della non presenza del relatore di minoranza, è una delle poche cortesie che abbiamo ricevuto in questa legislatura. Va bene la proposta di parlarne alla fine della sessione di bilancio, quindi votiamo positivamente al rinvio a tale data, con l’impegno di mantenere la presenza, ovviamente questo è un impegno personale.

PRESIDENTE. Votiamo la proposta emersa. Rinvio del punto 5) con l’iscrizione dell’atto subito dopo l’approvazione del bilancio.

Il Consiglio approva


Proposta di atto amministrativo n. 32
della Giunta regionale
“Approvazione della strategia regionale d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile – Strass 2005 – 2010”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 32 della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questa proposta di strategia regionale d’azione ambientale ha già cambiato la sua titolazione, è stata tolta la parola “sviluppo” ed è stata sostituita con “strategia regionale d’azione ambientale e alla sostenibilità”. Il significato è abbastanza chiaro e importante, cioè che sul tema ambientale siamo di fronte ad una vera e propria sfida in termini generali, fra le più critiche, le più difficili, per un motivo abbastanza particolare, la sfida ambientale invita un po’ tutti noi a riflettere su uno stile di vita che una parte del mondo ha attuato, mi riferisco a quella a cui noi facciamo parte. Richiamare a uno stile di vita diverso è uno degli elementi più importanti attraverso il quale si può vincere questa sfida ambientale che abbiamo di fronte.
Uso parole che appartengono ad un lessico ambientalista ma è chiaro che oggi è un problema che riguarda tutti noi. Una crescita che non ha il controllo, che non guarda con preoccupazione ai limiti verso i quali siamo arrivati, può produrre sull’ambiente situazioni, impatti e pesi che difficilmente riusciremo a governare e risanare.
La questione della cosiddetta impronta ecologica, cioè la possibilità di utilizzare l’ambiente sul ritorno assoluto in termini di consumi e di contenitori per i rifiuti, è un segnale ormai chiarissimo. Ognuno di noi avrebbe bisogno del doppio del territorio che abbiamo oggi per fare in modo che si possa trarre dal territorio stesso una quantità di energia e poter essere noi stessi contenitori di rifiuti. E’ come se nei prossimi anni gli italiani dovessero avere il doppio delle dimensioni dello Stato per aver garantita la propria sussistenza in termini energetici e di gestione dei rifiuti. Ovviamente sono calcoli di carattere scientifico ma danno il segno della situazione di oggi su questo punto.
Si potrebbe dire che in questo paese si va verso un vero e proprio collasso del sistema ambiente. Questo potrebbe sembrare esagerato ma dà il senso di quello che sta succedendo intorno a noi.
E’ ovvio che la difesa ambientale è una sfida che dobbiamo affrontare attraverso delle strategie d’azione, una sfida che dobbiamo affrontare sul piano globale, quindi convincere i paesi a una cooperazione di carattere regionale, dobbiamo convincere, come si sta facendo a livello europeo e a livello mondiale, a intervenire con delle governance superiori che possano mettere freno a questi fenomeni di degrado ambientale, e allo stesso tempo è una sfida che si vince anche a livello locale. Il nostro piano, in linea con i documenti europei, con i protocolli di Kyoto e le assemblee di Goteborg, è il segno di una necessità, non solo di sensibilità, di azioni concrete di interventi in questo campo.
E’ chiaro che anche in tema di globalizzazione, l’apertura dei mercati purtroppo è stata vissuta e assorbita dai paesi e dai cittadini quasi come fosse il regno del mercato mondiale, una fiera dove si può crescere e consumare senza nessun controllo.
C’era quindi la necessità di avere un profilo diverso su questo tema, non solo una globalizzazione intesa sotto il profilo economico ma anche sotto il profilo sociale ed ecologico. E’ evidente che noi ci poniamo oggi, con l’approvazione di queste strategie d’azione, la necessità di aggredire le principali minacce sul nostro ambiente, le principali sfide. Le voglio elencare in maniera semplice ma egualmente chiara.
Il primo punto è quello che riguarda l’emissione gas serra clima alteranti. Qui c’è un paradosso tragico, nel senso che se dovessimo parlare di benefici da alterazione del clima, il beneficio andrebbe proprio ai paesi che più inquinano. Se dovessimo pensare ai danni provocati dall’azione del cambiamento climatico i danni più grossi li avrebbero proprio quei paesi che inquinano meno, nel senso che i paesi che più vanno incontro a problemi sono quelli africani, che stanno nella fascia più povera, nella quale c’è meno inquinamento. Sono paradossi, ma si stanno dimostrando rilevabili scientificamente.
C’è un problema legato alla salute pubblica rispetto all’impatto e degrado ambientale. C’è il rischio in questi ultimi anni di vedere, anche in Italia, comparire forme di invasione di alcuni insetti, come zanzare o altri agenti patogeni, che potrebbero determinare impatti gravi sulla salute.
C’è un problema serio di perdita della bio-diversità. C’è un allarme a livello europeo molto chiaro sul tema questo problema legato al consumo umano, cioè il rischio ittico, si è vicini al crollo. In qualche realtà, in qualche zona del Mediterraneo, ci sono ancora margini di sicurezza ma nell’insieme c’è una situazione molto grave.
C’è un aumento costante di volume di rifiuti da governare ma, al di là delle polemiche che possiamo fare sugli strumenti più o meno adeguati o sulle scelte più o meno tecnologiche, è un problema molto serio e una grave minaccia alla quale dobbiamo porre rimedio.
La congestione dei trasporti delle aree urbane, le espansioni delle periferie, l’occupazione di spazio, grande tema che dovremmo sviluppare anche in rapporto con gli enti territoriali, con i Comuni e le Province, cosa vuol dire oggi gestire un piano regolatore, se è più opportuno puntare a ristrutturazione dei centri storici piuttosto che ampliare le periferie, anche perché una periferia ampliata non è solo occupazione di spazi e di territori ma è anche disagio sociale, sacche di povertà, la periferia qualche volta è fuori dal controllo.
Un problema serio riguarda la perdita di terreni agricoli a causa dell’urbanizzazione, di dissesto igrogeologico, sfruttamento e perdita dei paesaggi rurali. In questo Consiglio abbiamo votato la convenzione sul paesaggio come elemento di crescita di sviluppo di una realtà.
Ci sono in pratica una serie di punti, contenuti sul piano d’azione strategico per la sostenibilità della regione, che hanno necessità di essere affrontati e in qualche caso aggrediti.
E’ ovvio che questo è uno degli obiettivi centrali che abbiamo di fronte, il nostro piano regionale, semplificando per ragioni di tempo, punta in sintesi a quattro punti essenziali, a quattro aree principali di intervento.
Una è quella legata al clima e all’atmosfera, il secondo punto è quello sulla natura e sulla biodiversità, il terzo sull’ambiente e la salute, il quarto sull’uso e la gestione delle risorse sostenibili dei rifiuti.
Quattro aree fondamentali, declinate da altrettanti capitoli e interventi, attraverso le quali dobbiamo stabilire gli strumenti trasversali per gestire, per fare in modo che il piano d’azione ambientale della Regione sia davvero il substrato attraverso il quale si costruiscono tutte le azioni di settore.
Noi abbiamo alcuni strumenti importanti sotto questo punto di vista. Intanto abbiamo il PEAR, il piano energetico regionale. E’ chiaro che bisogna riuscire ad attuarlo, bisogna riuscire a dar corso ai pilastri del piano energetico regionale, che riguardano il rinnovabile, le biomasse, l’eolico e il solare, in relazione a concetti di produzione distribuita dell’energia. Quindi un vasto sistema di azioni diffuse per ottenere il risparmio energetico.
Lo strumento del PEAR può essere davvero uno degli strumenti trasversali di rilievo con cui dar corso alla strategia della sostenibilità.
L’altro punto rilevante su cui dobbiamo puntare, anch’esso un’azione trasversale, è quello che riguarda l’educazione ambientale e la formazione. Se c’è un elemento di fondo attraverso il quale bisogna cambiare la nostra possibilità di intervenire sull’ambiente, non solo con azioni politiche concrete, è di cambiare anche l’impostazione culturale a partire dalle giovani generazioni, è un investimento preciso, puntuale sulla comunicazione, sulla partecipazione, sul sistema informativo, rispetto alle tematiche di rilievo ambientale. E’ uno sforzo che dobbiamo fare. E’ chiaro che ci sono politiche a lungo termine, c’è la necessità di avere, da un lato, una strategia difficile da portare avanti, puntare sul cambiamento culturale, però c’è anche la necessità di compiere azioni concrete, e queste sono quelle che possiamo perseguire.
Interessante il capitolo sulla gestione delle risorse idriche, nel senso che abbiamo la necessità non solo di verificarne la sua qualità ma anche la possibilità di gestire una risorsa importante come quella idrica, ridurre le perdite nella rete, dare un servizio integrato, gestire in maniera pubblica questa grande risorsa.
La stessa cosa vale per il capitolo sui rifiuti, altro grande tema che sarà oggetto di un dibattito più approfondito. Anche qua cominciare davvero ad investire sui temi del riciclaggio, dei riuso, della raccolta differenziata.
All’interno di questo piano di azione strategica gli strumenti trasversali di rilievo che possono permetterci di attuarlo ci sono. E’ chiaro che il piano comprende tantissimi altri campi che vanno dal problema dell’incidenza del dissesto a quello dei problemi dell’inquinamento urbano, le polveri sottili, l’inquinamento elettromagnetico, luminoso. E’ un compendio attraverso il quale compiere un’azione strategica complessiva e settoriale nella nostra regione ma con strumenti più concreti, più attivabili e più di rilievo.
E’ necessaria non solo un’indicazione di carattere strategico fine a se stessa, ma occorre un’azione concreta, occorrono i finanziamenti. Vengono richiamati i finanziamenti regionali, nazionali, comunitari, un elenco chiaro di azioni da mettere in campo, in parte attuate con leggi o in altri forme, ma altre ancora da inventare. Tant’è che questo documento viene accompagnato da un ordine del giorno, discusso e votato all’unanimità in Commissione, c’è un parere unanime sull’impianto della strategia d’azione ambientale per lo sviluppo regionale.
Quindi il segno è che questo piano debba essere non solo modificato ma implementato con ulteriori riflessioni rispetto ai temi fondamentali che riguardano, in modo particolare, quei processi di sviluppo culturale per la sostenibilità, coinvolgendo tutti gli organismi formativi, che è il primo punto indicato nell’ordine del giorno, su cui c’è necessità di ritornare a discutere. Questo ordine del giorno impegna la Giunta ad aggiornare entro 180 giorni la strategia di azione ambientale per la sostenibilità, è abbastanza articolato e lungo. Credo non spetti a me illustrarlo, ci sono altri colleghi, forse lo stesso relatore di minoranza, che possono farlo, magari possiamo tornarci durante il dibattito.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti


PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questo documento ha avuto un iter istruttorio molto lungo, perché è complesso ed è la sintesi di numerosi apporti, anche dal mondo esterno, quindi era necessario l’approccio informato, che è la cosa fondamentale. In alcune parti serve un approfondimento, un aggiornamento continuo, e questo è quanto è emerso nel dibattito, a livello di Commissione, in accordo anche con l’Assessore e la struttura, di revisione costante e continua nel processo sia normativo che di programmazione di tutte le politiche che vengono coinvolte a livello di strategia ambientale. Fondamentalmente fa riappropriare alla politica un ruolo fondamentale, quello di assumere con consapevolezza le iniziative di norme, e soprattutto di programmazione, che non possono più non tener conto dei risultati di quei processi che queste leggi provocano sull’intero complesso dell’attività che l’uomo svolge e, di conseguenza, sull’ambiente che va ad essere esercitato.
Questo significa fare una rivoluzione copernicana, allora era considerata la terra al centro dell’universo, oggi l’uomo è al centro dell’ambiente, non l’ambiente al centro di tutti gli interessi. Se noi invertissimo questo processo sicuramente avremo risultati maggiori e si eviterebbe l’approccio catastrofico dato fino ad oggi da una cultura di drammaticismo, che ha portato conseguentemente ad un approccio consapevole dell’attenzione della politica di tutti gli attori rappresentati nei vari consessi.
Discutendo di questo strumento l'obiettivo è stato di favorire la conoscenza delle attività che l'uomo svolge, le conseguenze che produce, e soprattutto favorire la prevenzione e la previsione di ciò che non è stato eseguito.
Questo è un approccio importante che non può essere svolto in un’aula, o nelle stanze dei tecnici, dei professionisti o di chi è esperto a livello mondiale di questa materia, ma deve partire dal basso, bisogna saper coinvolgere prima di tutto le istituzioni scolastiche, successivamente queste saranno il veicolo per coinvolgere interi gruppi e famiglie appartenenti alla nostra società. Gli errori che sono stati commessi nel passato nelle attività svolte senza la previsione dei risultati finali, non ce li possiamo più permettere, dobbiamo dare una risposta molto concreta con conoscenze approfondite che devono essere patrimonio e strumento di chi alza la mano nelle aule dove si fa la politica, al di là dell’appartenenza e della posizione.
Il mio obiettivo è stato quello di coinvolgere tutti i Consiglieri, insieme abbiamo fatto un lavoro attento, approfondito, un dibattito sfociato anche in un momento organizzato dall’Assessorato, alla presenza dell’Assessore e di tutta la struttura tecnica, dove la partecipazione è stata attiva e qualificata. Il contributo che si è voluto fornire a chi deve votare questo atto è quello di aver predisposto, con un percorso unanime, anche l’ordine del giorno che sarà un impegno per l’Assessore e per chi svolge queste politiche a continuare perché non ci si può arrestare. Non può essere un momento statico come quando l’atto viene approvato ma deve essere un momento dinamico, continuo, che vede l’azione di intervento su tutti i vari indirizzi strategici di questa Regione, con le funzioni che deve svolgere e con le competenze necessarie per portare la sua voce al di fuori di questo consesso regionale, portare un contributo alla Nazione, all’Europa e al mondo intero.
L’impegno è grande e trovare l’unanimità su un argomento in cui è molto facile dividersi non è semplice, è frutto di un costante e attento lavoro di Consiglieri regionali che sono a disposizione per dare un contributo concreto alle popolazioni che rappresentano, al di là dell’appartenenza politica.
Con l’ordine del giorno c’è un contributo in più che è a sostegno dello strumento costruito in modo attento e soprattutto costruito dall’interno della Regione stessa, senza utilizzare risorse esterne che a volte costano. Noi dell’opposizione siamo sempre critici sugli incarichi dati all’esterno, questa volta il contributo è stato della struttura interna, e va dato atto e merito a questo lavoro. Questo ci ha permesso un dialogo continuo e costante con la struttura per poi modificare, costruire e anche capire in quanto non è sempre facile entrare nelle logiche tecniche specifiche come quelle all’interno della programmazione di questo atto.
C’è dietro, quindi, un lavoro molto lungo, non l’abbiamo liquidato in poche sedute, abbiamo chiesto un approfondimento costante e continuo che ci è sempre stato concesso. Questo è frutto dell’unanimità su questo atto.

PRESIDENTE. E’ aperta la discussione generale. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo atto è sicuramente importante, è soprattutto un approfondimento su tutta la legislazione che, dal livello europeo, da quello nazionale e da quello regionale, tenta di dare risposte sul discorso del contrasto al cambiamento climatico, sul discorso della protezione della natura, flora e fauna, affronta il rapporto tra l’ambiente e la salute e cerca di preservare le risorse naturali per migliorare anche la gestione dei rifiuti.
Ci sono molte altre questioni qui indicate, quasi a costruire un vademecum utile a tutti coloro che si occupano di gestione dell’ambiente, che si occupano di programmazione dello sviluppo del territorio e del corretto uso e protezione del territorio e dell’ambiente.
E’ un documento importante perché cerca di dare chiarezza, è quasi un testo unico dei comportamenti virtuosi che in questa regione tutti dovrebbero rispettare.
La legislazione regionale in questi anni di amministrazione di centro-sinistra è stata un po' stressata verso posizioni ideologiche. A volte questo aspetto, quello dello stress verso posizioni ideologiche, ha reso inapplicabile e inattuabili alcune delle strategie che in questo piano vengono evidenziate. Questo perché può creare problemi in una dissonanza di vedute con la maggioranza dell’opinione pubblica. Il legislatore regionale, il Consiglio regionale devono essere molto attenti al fatto di essere in linea e di far capire la propria strategia e non proporre soluzioni che siano lontane dalla sensibilità e dalla portata della comprensione del cittadino, delle imprese e della pubblica amministrazione.
Questa è una raccomandazione che faccio, perché molte volte il tema della difesa ambientale viene portato come cavallo di battaglia da alcune componenti politiche che si richiamano al verde, alla difesa ambientale, all’ideologismo ambientalista, ma oggi una mentalità ambientalista e di attenzione all’ambiente è diffusa, quindi queste idee vanno confrontate e non estremizzate.
La legislazione regionale è anche permeata molto spesso di un sistema vincolistico a volte irrealizzabile, ma che sostanzialmente si ferma al momento del vincolo e non prevede gli opportuni finanziamenti per poter tentare il cambiamento. Mi riferisco al sistema dei trasporti pubblici locali dove non investiamo da un decennio, mi riferisco alla vivibilità degli ambienti urbani che invece di migliorare vanno ulteriormente peggiorando, e non mi sembra che nei piani che abbiamo in atto di portare all’approvazione ci siano le risorse sufficienti per poter pensare a un’inversione di tendenza; mi riferisco al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili, anche per queste le risorse che abbiamo messo a disposizione sono estremamente limitate e insignificanti per poter comportare un cambiamento; il Pear non dà delle risposte precise, ora però concentriamo questa attenzione sul piano di sviluppo rurale e sul Por per vedere se si possono fare ulteriori miglioramenti e chiediamo che questo venga il più possibile recepito.
Anche sulla gestione dei rifiuti, non voglio fare una critica ai concetti che vengono espressi nello Strass, ma molte volte facciamo delle affermazioni e tendiamo di far pensare tutti allo stesso modo, poi i comportamenti non sono così virtuosi come li elenchiamo nelle normative, nelle leggi e nelle premesse che mettiamo in queste.
Nella gestione dei rifiuti, ad esempio, il Sistema Marche è troppo incentrato sul concetto della filiera che termina nella gestione delle discariche e nettamente in controtendenza da quello che avviene nel resto del Paese. Anche tutte le politiche che abbiamo tentato di portare avanti sul miglioramento della raccolta differenziata e sul raggiungimento di precisi obiettivi non hanno dato risultati significativi e soprattutto questi risultati non si sono avuti in quelle realtà dove la gestione dei rifiuti non ha previsto soluzioni alternative al modello discarica.
Questo documento recepisce sostanzialmente lo status quo, la legislazione che abbiamo a disposizione, tra l'altro in modo bipartisan, ad esempio la strategia di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile del 2002 che deriva dal sesto programma quadro d'azione ambientale della Comunità Europea alla quale ha partecipato il Governo nazionale che era della Casa delle Libertà.
Sostanzialmente nell’espressione di principio siamo d’accordo con tutto questo documento che rappresenta un vademecum per tutti.
Oggi dobbiamo cercare di accelerare, attraverso lo strumento e la potestà legislativa del Consiglio regionale, alcuni atti fondamentali giacenti in discussione e che non hanno ancora visto la luce. Mi riferisco alla nuova legge urbanistica regionale, mi riferisco all’edificabilità dei suoli in zona agricola. La legge 13 è estremamente superata, oggi dobbiamo pensare, come molti Consiglieri stanno proponendo in questo periodo, ad una riqualificazione sostanziale del paesaggio rurale e a una valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente in modo da rafforzare questo patrimonio che è il legame tra il territorio, tra la possibilità di svolgere del turismo rurale, del turismo qualificato nelle zone agricole, anche per una riattivazione del comparto agricolo verso la qualità.
Ritengo che abbiamo fatto poco e in modo abbastanza confuso sulla situazione dello sviluppo dell’agricoltura biologica. Abbiamo creato dei momenti di grande attesa con destinazione di grandi risorse per questo settore, poi abbiamo fatto marcia indietro, questa azione così altalenante non crea nell’imprenditore agricolo la certezza di rafforzare questo comparto e soprattutto di creare delle filiere che abbiano una strategia per il futuro e di mercato.
Dall’altra parte come amministrazioni regionali e locali non abbiamo dato il buon esempio nel diffondere il consumo di prodotti biologici nelle mense pubbliche, l’abbiamo fatto solo in modo sporadico aspettando che volontaristicamente alcuni Comuni aderissero a delle iniziative, ma non abbiamo guardato a tutto il sistema della ristorazione ospedaliera o relativa ai servizi alla persona, ai servizi sociali, ecc.. Questo è dissonante, la diffusione di una alimentazione biologica nelle mense scolastiche potrebbe avere, stimolando oltre il consumo, oltre una riflessione e un’attenzione maggiore da parte dei cittadini, anche la diffusione di iniziative che guardino alla sana ed equilibrata alimentazione come uno strumento importante per la difesa della salute, anche dei giovani.
Esprimo un giudizio sostanzialmente positivo sull’atto, seppur con le critiche che ho avanzato, ma queste sono per fare qualcosa in positivo in futuro e non pensare ad altre situazioni. Ritengo che il Consiglio regionale su questo tema debba trovare una linearità di veduta e una condivisione allargata perché nessuno abbia l’alibi di lavorare contro l’ambiente, lavorare contro una sostanziale visione di stretto rapporto tra uomo e ambiente. Questo è nella nostra logica, nel nostro modo di intendere, nelle nostre convinzioni morali personali, quindi ritengo che su questo si possa lavorare. Certamente l’utilizzo dell’ambiente per finalità politiche è quanto mai deprecabile, questo è quello su cui molte volte la nostra critica si sofferma, sull’uso strumentale della materia ambientale per motivare un’azione politica.
Ritengo che questo sia uno dei passaggi fondamentali per cui una politica ambientale abbia un effetto sul territorio, cioè quello della massima condivisione, partendo anche da posizioni che possono essere diverse ma trovando, quando è possibile, la sintesi più idonea.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Credo che in questo Consiglio vada ribadito cosa ci siamo detti ampiamente in quarta Commissione, va dato atto alla struttura di avere prodotto internamente questo documento di programmazione. Diversamente da quanto spesso succede in Regione, questo è un documento prodotto interamente dalla struttura, facendo ricorso alle proprie forze e questo ne aumenta anche il valore.
Purtroppo rischiamo di far passare questo atto come un atto di programmazione marginale, ma dagli interventi dei relatori e dei Consiglieri che mi hanno preceduto l’importanza è chiara e sarebbe importante che fosse chiaro per tutti i Consiglieri. Non è semplicemente un atto che fa il riassunto delle puntate precedenti, che butta là qualche buona idea, è un atto che ha l’ambizione di fare sintesi sulla programmazione regionale, quindi non è un atto di materia ambientale di stretta competenza dell’Assessorato all’ambiente, ma è un documento di programmazione che riguarda la politica regionale a 360 gradi.
Quindi dice che le scelte che la Regione fa non riguardano solo l’Assessorato all’ambiente ma tutta una serie di altre materie, dai trasporti, all’economia, a tutti i settori di cui la Regione si occupa. A partire da questa riflessione la Commissione - tra l’altro su mia proposta - ha accolto il documento così come era, riconoscendone la validità e l’importanza, facendo semplicemente tre osservazioni, tre piccole modifiche che è importante ricordare e su cui porre la giusta attenzione.
La prima modifica riguarda il nome, può sembrare una questione marginale ma non lo è. Questo atto si chiamava “strategia per lo sviluppo ambientale per lo sviluppo sostenibile” la Commissione ha scelto di togliere la parola “sviluppo” e lasciare “per la sostenibilità”. All’interno della Commissione si è voluto aprire una riflessione su questo termine “sviluppo”. Ormai da vari scienziati, da vari studiosi della materia e da vari versanti politici, è sempre più evidente il fatto che spesso la parola “sviluppo” e la parola “sostenibilità” rischiano di essere in contraddizione, in quanto con la parola “sviluppo” tendiamo a indicare un processo, un’idea molto radicata nella nostra società, si basa sull’idea della crescita economica basata su un aumento del consumo di materie e di conseguenza anche un aumento dell’inquinamento e dei risvolti negativi che si hanno. A dire di molti i grandi problemi che abbiamo oggi nella nostra società sul piano ambientale sono il frutto di questa idea dello sviluppo limitato, cioè che questa società possa crescere e possa produrre beni e servizi in maniera esponenziale senza porsi dei limiti.
Abbiamo introdotto questa riflessione sui limiti dello sviluppo, cioè lo sviluppo non può essere percepito come qualcosa di limitato, ma la società, la politica e le istituzioni possono cominciare a porsi questa riflessione, cioè fin dove è possibile continuare a perseguire e a pensare a uno sviluppo dell’economia e a una crescita di consumo di materia, e dove invece questa società deve cominciare a pensare che arriva un punto dove fermarsi e dove ricalibrare anche un modello di economia e di società, sulla base delle risorse disponibili. Quindi con questo cambio di nome abbiamo voluto introdurre questo elemento ed avviare questa riflessione.
La seconda modifica, secondo me di grande importanza, è che questi importanti documenti di programmazione vengono discussi all’interno di un Consiglio regionale, approvati, poi rischiano, soprattutto se gli Assessorati che devono dare applicazione non sono gli stessi che l’hanno stesi e che li hanno continuamente avuti sottomano, di essere lasciati nei cassetti e rimanere inapplicati. Si arriva ai momenti di verifica e ci si rende conto che in parte le cose non sono state fatte.
Questo è un documento di programmazione intersettoriale che ha valore per tutta la politica regionale, è importante quindi che non rimanga solo dichiarazione di principio delle idee, dei progetti, delle proposte, messe lì come cose da fare, ma che questo documento sia accompagnato da un programma di attuazione, cioè ogni singolo obiettivo, ogni singola azione che il piano prevede, dovrà avere un termine e una modalità di applicazione, in modo che la Commissione, che ha l’obbligo di valutare e di seguire gli sviluppi di questo documento abbia dei parametri chiari sui quali confrontarsi.
Quindi abbiamo introdotto che nell’arco di sei mesi l’Assessorato dovrà produrre un piano di attuazione e dire le singole azioni, le singole misure che il documento prevede, entro quale termine dovranno essere attuate. Questo piano di attuazione sarà sottoposto a periodica verifica della Commissione che potrà valutare il modo in cui questo documento è stato recepito dall’insieme della struttura regionale.
La terza questione. Il documento, pronto dal 2005, usciva come documento di programmazione 2005-2010 e in alcuni passaggi aveva delle cose che nel frattempo erano state fatte o richiedevano delle piccole modifiche, per questo la Commissione accompagna questo atto con un ordine del giorno dove si prevede che il servizio, nei prossimi 180 giorni, vada ad aggiornare questa struttura, al di là della tempistica e delle annualità che il piano prevede, prevede degli aggiornamenti rispetto alle piccole modifiche che vanno fatte in quanto in questi ultimi due anni alcune cose sono cambiate, inoltre, suggerisce degli indirizzi che sono indicati e sui quali non credo sia necessario dilungarsi.
L’ultima considerazione è di carattere politico rispetto all’intervento del Consigliere Capponi. Comprendo le sue posizioni ma la cosa che continuamente gli ribadisco, anche in Commissione, è che quelle che lui chiama posizioni ideologiche non sono altro che scelte politiche, nel senso che sull’ambiente, come su tutte le materie, è assolutamente normale che ci siano punti di vista diversi, diversi approcci in base alla cultura, all’appartenenza politica e ai punti di riferimento che si hanno. Quindi liquidare una scelta, come può essere quella di non avere l’inceneritore in questa regione o come quella di avere un piano energetico, che abbiamo approvato e che continuiamo a difendere, non è una posizione ideologica ma sono scelte politiche che danno un indirizzo, che non nascono in una sede di un partito o di un organismo politico su basi ideologiche, di farneticazioni, ma che nascono supportate da un mondo accademico, un mondo scientifico, che fa determinate valutazioni e proposte. Poi so perfettamente che c’è una parte del mondo accademico e scientifico che dice altre cose, ma qui si tratta di fare delle scelte di campo e prendere delle posizioni.
Su questi temi e all’interno di questo documento, secondo me, la Giunta regionale e il Consiglio regionale oggi, fa delle scelte, privilegia delle strategie piuttosto che altre, strategie che poi saranno naturalmente sottoposte a verifica, che il tempo dirà se sono state adeguate alle trasformazioni della società, a quello che noi viviamo, oggi potevamo venire in Consiglio regionale con le maniche corte e siamo alla fine di gennaio. Quindi tutto questo dovrebbe porci degli interrogativi, dovremmo capire a monte di questo fatto che cosa c’è, oltre che a monte di tante altre questioni, tipo l’esaurimento del petrolio, ecc.. Su quelle basi si fanno delle scelte che sono di carattere politico, poi, naturalmente, ognuno, in base alle sue impostazioni e alle idee che persegue, può condividerle o meno, ma si tratta semplicemente di questo.

Presidenza del Vice Presidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ribadisco l’importanza di questo strumento che in maniera organica affronta le questioni della sostenibilità ambientale ed elenca le azioni e i riferimenti sia normativi che progettuali per un’organicità della politica per la sostenibilità ambientale.
Questo atto parte da un documento comunitario, fa riferimento alla strategia di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia. Il documento nazionale si articola in quattro grandi aree tematiche indicate e riprese dal sesto programma di azione ambientale comunitario: aree dei cambiamenti climatici e della protezione della fascia di ozono, la protezione e la valorizzazione sostenibile della natura e della biodiversità, la qualità dell’ambiente e la qualità della vita negli ambienti urbani, il prelievo delle risorse e la produzione dei rifiuti. Le aree di intervento della strategia sono sul clima, sulla natura e la biodiversità, sull’ambiente e la salute, sull’uso e la gestione sostenibile delle risorse naturali e dei rifiuti, e si indicano le azioni trasversali da intraprendere per questa politica integrale per uno sviluppo sostenibile.
Ritengo che l’aspetto più importante sia quello quando nel testo di legge, oltre all’approvazione della strategia regionale d’azione ambientale per la sostenibilità, si stabilisce che la Giunta regionale adotti, entro sei mesi dall’approvazione del presente atto, un programma biennale di attuazione che definisca, tra l’altro, per ogni azione e strumento, scadenze temporali, obiettivi specifici e indicatori da sottoporre a parere della competente Commissione. Strumenti di programmazione dell’azione dell’amministrazione regionale che faranno sì che questo lavoro di strategia di azione ambientale non rimanga una pura dichiarazione d’intenti ma, in questa programmazione biennale, prendano forma le azioni pratiche che devono essere indicate.
L’ultimo riferimento che faccio è quello relativo ai fondi, di cui aveva parlato anche il Capogruppo di Forza Italia Capponi. E’ importante che queste strategie siano presenti e si delineino le priorità affinché, all’interno dei programmi operativi regionali dei fondi comunitari 2007-2013, sia chiara la strategia che si vuole percorrere. Non c’è niente di peggiore delle politiche di intervento a pioggia che non hanno efficacia. Vista la limitatezza delle risorse bisognerà delineare le priorità degli interventi della futura programmazione comunitaria 2007-2013, sia per quanto riguarda il Fers, sia per la parte ambientale, sia per il Fears in applicazione del piano di sviluppo rurale.
Abbiamo davanti a noi un banco di prova impegnativo per verificare l’efficacia e l’impegno di questa Amministrazione e di questo Consiglio regionale, sia nella sua composizione di maggioranza che di minoranza, affinché la sostenibilità ambientale e le strategie di tutela dei beni primari, come quello della salute, del territorio, dell’ambiente, non rimangano delle pure elucubrazioni mentali ma diventino realtà e pratica di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Questa mattina, in quest’aula, stiamo adottando un atto importante, oserei dire fondamentale. Solitamente peso le parole, credo che gli altri facciano altrettanto, gli attestati di stima del lavoro complessivamente svolto dalla Giunta, dal Servizio, dalla Commissione, questa penso saranno attestati che vedranno concretamente atteggiamenti conseguenti. Questo lavoro non nasce qui, non nasce da questa delibera della Giunta regionale, già nel 2003 la Giunta regionale adottò un atto nel quale si demandava alla firma di quello che a Goteborg si era sostenuto e ci si era impegnati a fare, quindi si facevano propri i lavori di Johannesburg del 2002. Da lì è seguita la cosiddetta Agenda di Lisbona, quindi la teoria dello sviluppo sostenibile.
Credo sia un passaggio importante quello che qui si è fatto. Questo documento parte come strategia di azione di sviluppo sostenibile e arriva in quest’aula come strategia di azione sostenibile. Questa questione non deve essere banalizzata, perché se si è tolta la parola "sviluppo" ciò non significa che ci sia un atteggiamento ideologico contrario alla possibilità di sviluppo di questo Paese, dell'Europa intera e del mondo, ma che sicuramente lo sviluppo va inteso in modo diverso da quello che abbiamo fin qui conosciuto.
C’è un grande dibattito intorno al concetto di decrescita. Credo che lo sviluppo successivo di questo nostro mondo debba fare i conti fino in fondo con questo concetto essenziale, nel senso che la crescita che abbiamo conosciuto, alle volte abnorme e incontrollabile, non può essere tale negli anni a seguire, quindi lo sviluppo futuro dovrà fare i conti con il concetto di decrescita.
Tutti noi dovremmo fare questo tipo di ragionamento, però ci ostiniamo, alle volte in maniera incomprensibile, a dire “si prende atto”. Ho plaudito al fatto che la Comunità Europea abbia messo nero su bianco, quindi non è una condizione ideologica, non è più questo o quel scienziato che si schiera da una parte o dall’altra, una serie di calcoli specifici che attengono alla tenuta ambientale di questo nostro mondo, che dicono che da qui al 2020 dobbiamo ridurre del 30% l’emissione dei gas inquinanti, poi si è scesi al 20%, è un compromesso che non reggerà. Ormai io lo vivo non con un atteggiamento di chi si ritrae da una battaglia politica-amministrativa, ma con un atteggiamento di chi dice “dite pure quel che volete, tanto, comunque, alla fine questo dovrete fare”.
Si sono fatte tante discussioni, anche in questa Regione, sulla questione del Pear, sul fatto se si doveva mantenerlo, non mantenerlo, fatti calcoli per capire che risultati aveva prodotto, alla fine abbiamo assunto una decisione. In quel Pear c’è una cosa fondamentale, che peraltro è uno dei quattro punti a cui si riferisce questo documento, il clima e l’atmosfera, cioè che impegniamo questa Regione, in linea con quel che si è detto a Kyoto, ribadito a Nairobi, e con ciò che a detto la Comunità Europea, che le emissioni di CO2 devono diminuire del 6,5% rispetto a quelle del 1991. Non ci siamo, nel senso che ad oggi abbiamo fatto un pochino, agendo con lo strumento del piano energetico ambientale regionale che dice che alcune cose si possono fare e altre no, abbiamo realizzato una cosa come 70 megawatt, che riducono del 10% quello che noi dovremmo ridurre al 2015, perché in quel Pear si sta in linea con ciò che Kyoto e Nairobi ci dicono. Siamo a questo punto e dobbiamo andare necessariamente avanti.
Per farlo dobbiamo invertire la rotta, l’ambiente non può più essere una succursale o una variabile dipendente dall’economia, ma deve essere esattamente il contrario, per cui è l’economia – mi assumo la responsabilità, prima che politica, culturale, nei confronti della mia intelligenza – da adesso in avanti che dovrà essere una variabile dipendente dall’ambiente. Con tutti i calcoli economici che abbiamo fatto, basta un giorno solo, 26 dicembre dell’anno 2005, e in un attimo solo viene messa in discussione un’economia intera da un fenomeno che si chiama Tsunami. Sapete quanti Tsunami vedremo da qui in avanti, non lo dico perché sono portatore di tristi presagi ma perché è esattamente così. Lo diceva prima il Consigliere Altomeni, ma vi pare compatibile il fatto che a fine gennaio si venga in quest’aula con gli abiti di cotone, perché se mettiamo gli abiti di lana, come facevano dieci anni fa, non resisteremo. Alle parole devono seguire i fatti, qualcuno l’ha già detto.
Vedo un documento che si accompagna all’atto, in cui ci sono tante cose giusti, va bene, votiamo questo documento così come è.
In quest’aula tra poco tempo arriverà un altro strumento, cui faceva riferimento il Consigliere Binci, mi riferisco alla ripartizione dei fondi strutturali complessivamente intesi.
Quelle cose interessanti che qui ho sentito dovremmo tradurle in atti e fatti anche – potrei dire anche e soprattutto, ma dico solo anche - all’interno di quel documento, tenuto conto che l’economia marchigiana ha un valore complessivo e si ritaglia all’interno di tutti i suoi segmenti economici e sociali, teniamo conto di tutti ma teniamo conto anche di questa questione, e facciamolo come l’abbiamo fatto fin qui. La mia non è una posizione ideologica, io non sono né un ambientalista della prima ora, né dell’ultima ora. Quello che sono lo sapete, non lo ripeto, ho sempre pensato – ma non voglio offendere nessuno – che prima di essere “verdi” bisognerebbe essere “rossi” dal punto di vista politico. Questo è un ragionamento che faccio per me, che ovviamente non accomuna nessuno, dico soltanto che non c’è nessuna posizione ideologica, c’è una presa d’atto di una situazione ormai insostenibile. Se pensate che siamo a zero e dovremo arrivare al 20% da qui al 2020 ditemi voi quale strada dobbiamo intraprendere.
Per ciò che mi riguarda penso, e ne sono estremamente convinto, che la strada che dobbiamo perseguire è quella che abbiamo iniziato con l’adozione del Pear, ma anche quella che abbiamo iniziato e continuiamo a fare con la tutela del nostro territorio, con la gestione delle risorse idriche, che deve essere una gestione attenta, che tenga conto dello spreco delle stesse, e questa è una regione che non è in una situazione di emergenza, ma questo non significa che non lo sarà mai, anzi, potrebbe diventarlo, perché le situazioni climatiche determinano una condizione tale, dal punto di vista naturale, che potrebbe portare anche questa regione, nel giro di poco tempo, ad essere in una condizione di criticità. C’è un atto amministrativo che giace in quarta Commissione e che sta muovendo i primi passi, dove si dice che l’acqua è un bene pubblico e va gestito dal pubblico, non può essere che in una questione che alla base ha la gestione di questa risorsa ci sia un atteggiamento di profitto. Non ho mai pensato che un capitalista che alla base del proprio lavoro ha il profitto, perché dovrebbe gestire una cosa se questa non dà profitto. Se questa dà profitto lo gestisca la società complessivamente intesa e non uno solo, questo è il concetto di fondo, quindi riversi in quel profitto su una cosa che è bene pubblico essenziale.
Vorrei dirvi, rispetto alle cose che ho qui ascoltato, non lo faccio perché alcuni sono qui, credo che dobbiamo fare un plauso a chi ha svolto questo lavoro. Non credo siano molte le Regioni d’Italia che hanno adottato un atto di questo tipo, così complesso e così ben fatto. Questo è il frutto di un lavoro autoctono, qui non c’è stata consulenza alcuna, anzi, c’è stato il lavoro di quella cosiddetta parte precaria, che esprime alta professionalità e consapevolezza, ma che è, purtroppo, ancora precaria.
L'attenzione che prima destinavo ai finanziamenti va destinata anche al personale umano che ha questi bisogni. Il fatto che ci sia attenzione deve tener conto di tutta la sensibilità anche dei vari settori che stanno in Giunta. Anche lì se in sei mesi dobbiamo fare un documento che tenga conto di ciò che si è modificato, d'accordo, ma per farlo occorre potenziale umano, professionalità, quindi occorre che ci sia un'attenzione reale rispetto a questo.
Mi sono fermato ai primi due punti ma è del tutto evidente che gli ultimi due si collegano direttamente, ambiente e salute. Dobbiamo intervenire sulle cose che prima dicevo, perché significa preservare la nostra salute.
Un riferimento soltanto al PM10, anche se obsoleto, nel senso che dovremmo parlare di particelle ancor più piccole e ancor più pericolose per la salute umana.
L’ultima questione è quella dei rifiuti, su questo, in me, non c’è assolutamente un atteggiamento ideologico. E’ già stato detto da altri Consiglieri, la filiera che abbiamo adottato, la famosa 5R, è la filiera che ci può portare lontano e che sta dentro quel quadro, quindi minor riduzione nella produzione dei rifiuti, raccolta differenzia, riuso, riciclaggio. C’era uno studio all’interno del Pear, uno studio che non faceva parte del Pear - io i compromessi li rispetto – in cui si definiva esattamente, scientificamente, che oggi, per esempio, in questa regione, da qui al 2015, l’energia che avremmo impiegato rispetto a quella prodotta, usando quei sistemi che vanno sotto il nome edulcorato di carbonizzazione, avrebbe dato un dato finale negativo.
Rispetto a questo dico soltanto che abbiamo adottato un atto, lo vedo nell’ordine del giorno, diciamo che arriviamo almeno alle determinazioni del vecchio decreto dell’85 per cento. Se tutte le Province mettessero in atto quegli strumenti che vanno sotto il nome di impianto di compostaggio, che peraltro sono già stati finanziati, arriveremmo al 35-40% della raccolta differenziata. In una regione che produce 750 mila di tonnellate di rifiuti, togliendo il 40%, si può andare anche molto più in là. Se iniziamo la famosa raccolta porta a porta, non credo che il comune di Porto Sant’Elpidio sia fatto di mostri, in senso positivo, saliva al 65%, sono mostri di intelligenza, hanno capito che quella è la strada giusta. Se questa è la possibilità, la capacità di risultati da produrre, tutto il resto non entra più nella partita automaticamente.
Volevo dire al Consigliere Capponi sul fatto che nel trasporto pubblico locale non si sono investite risorse. Sono stato Assessore, ora non seguo più questa gestione ne potrebbe parlare la mia collega, fino a un anno e mezzo fa. Posso dire che dal 2002 al 2005 questa Regione ha investito 40 milioni di euro, 80 miliardi delle vecchie lire, nella trasformazione del parco automezzi, da diesel a metano. Sufficiente? Probabilmente no rispetto alla situazione che conosciamo, ma sicuramente sono state valorizzate quelle aziende che utilizzavano bio-diesel, quindi una serie di atti che hanno dimostrato la volontà di un’inversione di tendenza. Non è certo il momento di polemizzare, lo dico soltanto a chiarimento.
Prendo atto che oggi quest’aula mette in campo ed approva un atto importante, lo approva all’unanimità, e anche questo è importante. Tutti quanti ci impegniamo a far sì che questa Regione, che si iscrive tra quelle che hanno un’attenzione particolare per l’ambiente, lo sia sempre di più, come abbiamo scritto nelle linee programmatiche dell’ottava legislatura in uno dei dieci passi fondamentali dell’azione del nostro Governo. La maggioranza e l’opposizione di quest’aula hanno dimostrato di fare questo pesante passo verso il futuro.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. E’ stato presentato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Ricci, Altomeni, Capponi, Lippi, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Lippi per illustrarlo.

Leonardo LIPPI. Molto velocemente perché gran parte dei punti sono stati toccati negli interventi, solo per ricostruire organicamente questo ordine del giorno. Rivedere entro 180 giorni, lo ricordava l’Assessore, questa strategia, con alcuni contributi che sono emersi dalla discussione in Commissione, quello di favorire un processo di sviluppo culturale forte, introdurre meccanismi premianti, anche non necessariamente economici per i virtuosi, è giusto che sia così altrimenti non premiamo mai chi si attiva ad operare nella direzione del rispetto dell’ambiente. Attuare in tempi rapidi una semplificazione amministrativa soprattutto per le imprese eco-certificate, oggi le eco certificazioni sono solo un onere a cui non corrisponde nessun beneficio economico e di semplificazione amministrativa. Inserire strumenti e obiettivi in materia di contabilità ambientale. Questo è un argomento forte, tanto più che è sorta una Commissione interministeriale a livello nazionale, di un’azione sostenibile che dice di avere anche il conto degli interventi delle leggi con la contabilità ambientale. Integrare la parte riguardante le politiche territoriali e l’ambiente urbano, inserendo azioni specifiche in materia di mobilità sostenibile di qualità energetico-ambientale, di edilizia, di infrastrutture idriche anche mediante il rilancio dell’agenda 21 locale e la revisione del regolamento di edilizio tipo. Inserire azioni e strumenti diretti a sostenere la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura biologica, come ricordava il Consigliere Capponi. Rafforzare l’obiettivo dello Strass nella riduzione del prelievo delle risorse naturali nelle attività e nei cicli di produzione e consumo inserendo azioni e strumenti diretti a promuovere un modello di consumo critico, come diceva il Consigliere Altomeni che ricordava anche il codice etico, non solo al fine di favorire certi prodotti e servizi rispetto ad altri ma anche di escludere alcuni ritenuti negativi. Rafforzare gli strumenti, oltre al ridurre la produzione dei rifiuti, ricordato da più voci, per favorire il riuso del riciclaggio mediante la previsione di accordi con la rete commerciale di contributi specifici, quali la vendita di prodotti alla spina, l’utilizzo di prodotti non monouso, monouso biodegradabili, la diffusione di centri di riuso scambio-materiali all’interno dei centri ambienti, il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata previste dalla normativa di settore ed impegno al recupero della frazione biodegradabile dei rifiuti mediante la migliore tecnologia disponibile, l’azione di compromesso che ricordava l’Assessore. Avviare un programma di diffusione informazione e incentivazione di materiali biodegradabili, con particolare riferimento all’uso in agricoltura. Inserire, ove tecnicamente possibile, nei capitolati degli acquisti dei beni di servizio dell’amministrazione regionale, l’obbligatorietà dell’utilizzo di materiali tecnoplastici, biodegradabili e solubili. Inserire analoghe clausole nei capitolati per l’acquisto di beni e servizi delle aziende partecipate dall’amministrazione regionale. Vincolare eventuali contributi regionali all’introduzione di una percentuale significativa di prodotti biologici nelle diete delle scuole di ogni ordine e grado, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle mense, come ricordava qualcuno.
Annuncio, senza fare dichiarazione, il mio voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Faccio un unico intervento sia sull’ordine del giorno che sul documento in generale.
Forza Italia vota a favore di questo atto, soprattutto perché ha fatto un approccio pragmatico a quello che è scritto in questo strumento. Se lo dovessi votare per le affermazioni fatte dal Consigliere Altomeni sulla teoria della decrescita o sul desviluppo, non lo avrei votato, questa teoria non è confutata in nessuno di questi atti. Se il Consigliere Altomeni mi facesse l'onore di farmi conoscere gli studi a cui sta facendo riferimento, come affrontare il problema dell’economia, della società, dei costi della gestione dei servizi pubblici, dei servizi sociali, della sanità e altro, potrei anche valutare la sua proposta. Come affermazione non accetto che si parli di desviluppo, di decrescita e quant’altro.
Noi votiamo per ciò che è scritto all’interno dell’atto e non per alcune affermazioni che sono venute fuori.
Ritengo che le valutazioni fatte sul personale dall’Assessore possano essere condivise, è una proposta asciutta, che non riporta fronzoli, non riporta valutazioni prettamente ideologiche o politiche, ma riassume sinteticamente gli atti che abbiamo prodotto, che la Comunità Europea e lo Stato hanno prodotto, che sono pragmatici, sono valutabili e ponderati.
Sul personale nulla osta che venga rafforzato il servizio, valorizzata la professionalità interna, questa è un’affermazione che abbiamo sempre posto quando abbiamo votato il bilancio, quando abbiamo chiesto alla Giunta regionale di dare meno incarichi esterni e di valorizzare sempre più il personale interno. Molte volte crediamo che le professionalità siano più quelle che si specializzano e hanno modo di esprimersi all’interno della stessa Amministrazione, piuttosto di chi viene politicamente scelto per avere degli incarichi.
L’ordine del giorno lo votiamo per buon senso, perché è più ideologico del documento, dello Strass. Ci sono dei contenuti ideologici, addirittura c’è la riaffermazione di quella stupidaggine sostenuta contro alcune imprese, la Nestlé in modo particolare, ma i concetti sono quelli.
Penso che chi è intelligente debba guardare alla sostanza delle cose e non ai piccoli escamotage, a volte, quando si fa politica, si scende a livelli abbastanza bassi.
Questo atto l’ho firmato perché in Commissione erano stati delegati due relatori a predisporre un documento che avesse dato una strategia di revisione, penso che questo possa influire sulla modificazione dello stesso.
Annuncio criticamente il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ringrazio l’Assessore per l’intervento e per le precisazioni che ha dato e ringrazio ora anche agli uffici. Mi rendo conto che questo strumento ha attraversato un lungo periodo di approfondimento continuo, l’ordine del giorno non fa altro che aggiungere un motore dinamico che porta ad implementarlo, a modificarlo ed aggiornarlo.
Il richiamo ad evitare fino in fondo qualsiasi posizione di carattere ideologico su questo tema è fondamentale. Ho cercato di mettermi a leggere gli strumenti di azione ambientale, quello europeo, quello dell’area mediterranea, la delibera Cipe n. 57 del 2002 che fece il Governo di centro-destra, quindi se debbo guardare l’indirizzo di fondo non ci trovo, se non per sfumature, per posizioni di parte, per esperienza politica, per cultura, per provenienza, posizioni ideologiche tali da doverle chiamare elementi attraverso i quali ci si pone al di là di una linea, non credo sia così e così non deve essere su un tema come questo.
La tutela del territorio è un valore diventato assoluto per tutti. Come diceva l’Assessore, utilizzare il parametro ambientale per lo sviluppo economico rispetto al parametro del PIL, che viene utilizzato quotidianamente, non è solo una questione ideologica, come può apparire posta in quei termini, ma è evidente che per dissociare il degrado ambientale dal consumo di risorse naturali e dalla crescita economica, bisogna fare anche un’operazione di carattere culturale, non è semplice ma è un’inversione di tendenza rispetto a un concetto di crescita che oggi c’è.
Ecco perché dobbiamo fare leva, come è stato detto anche in precedenza, non solo sulla parte pubblica, Assessore, ma anche sulla parte privata. Gli interventi sull’ambiente, per migliorare le tecnologie, devono essere, sì, sostenuti da un motore pubblico anche attraverso riforme istituzionali, ma anche attraverso il privato, che deve fare il modo che non sia solo la politica o il cittadino ma anche il consumatore in quanto tale, e le imprese che producono beni di consumo. Quindi vogliamo invertire la tendenza, ci rendiamo conto che è un progetto ambizioso, che dobbiamo coniugare con azioni pratiche e concrete.
Il piano regionale d’azione strategica per la sostenibilità, ormai in acronimo abbreviamo anche questo, ci dà, anche qui nelle Marche, quello strumento, ovviamente coniugato con gli altri protocolli europei e mondiali, fino al protocollo di Kyoto.
Sulla riduzione di emissione in atmosfera, ho assistito a tantissimi dibattiti, dal catastrofismo di alcuni, a interventi come quello dell’ing. Battaglia che invece dice che non accadrà nulla, anzi questo nostro mondo reggerà tranquillamente l’impatto di ogni tecnologia e ogni crescita. E’ chiaro che non è così, ormai la maggior parte degli esperti mondiali dicono che la situazione è critica. Non dobbiamo esagerare, dobbiamo semplicemente trasferire alcune impostazioni di fondo, come quelle del piano strategico ambientale, in azioni concrete, volta per volta. Credo che ci siano le possibilità, abbiamo ridotto in questa regione l’emissione dei gas serra, siamo sulla strada giusta. E’ chiaro, però che le risorse sono necessarie forse ancor più delle politiche.
Il voto è favorevole ma è uno strumento che andrà costantemente monitorato, emendato, ampliato, è un percorso attraverso il quale possiamo davvero dare un contributo. Questa Regione, insieme alle altre, può ridurre l’impatto delle azioni umane sull’ambiente, dall’inizio 2007, fino agli obiettivi posti al 2020, 2030 dei protocolli europei.

PRESIDENTE. Devo precisare che per l’ordine del giorno voteremo il coordinamento tecnico, verranno quindi apportate quelle piccole modifiche richieste dai sottoscrittori. Comunque, nella seconda pagina, dopo le parole “rafforzare gli strumenti volti a ridurre” restano le lettere a) e b); le lettere c) e d) vengono sostituite da due lineette; sostituire le parole “la diffusione dei centri” con le parole “diffondere i centri”; sostituire la parola “raggiungimento” con le parole “raggiungere le percentuali”.
Se non ci sono altri interventi passiamo all’approvazione dell’ordine del giorno.

Il Consiglio approva

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Proposta di atto amministrativo n. 32. La pongo in votazione.

Il Consiglio approva


Nomina
Comitato promotore per le celebrazioni del V Centenario della nascita di Annibal Caro – tre Consiglieri regionali (l.r. 15.12.2006, n. 17 – articolo 2, lettera b)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali membri del Comitato promotore per le celebrazioni del V Centenario della nascita di Annibal Caro.
Prego distribuire le schede.

(Segue la votazione per scheda segreta)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 30, schede nulle n. 1.
Hanno ricevuto voti: Francesco Comi n. 14, Sara Giannini n. 12, Cesare Procaccini n. 1, Ottavio Brini n. 12, Adriana Mollaroli n. 1.
Proclamo eletti quali membri del Comitato promotore per le celebrazioni del V Centenario della nascita di Annibal Caro i Consiglieri Francesco Comi, Sara Giannini, Ottavio Brini.


Nomina
Comitato promotore per le celebrazioni del IV Centenario della morte di Guidobaldo del Monte – tre Consiglieri regionali (l.r. 15.12.2006, n. 18 – articolo 2, lettera b)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina di tre Consiglieri regionali membri del Comitato promotore per le celebrazioni del IV Centenario della morte di Guidobaldo del Monte.
Prego distribuire le schede.

(Segue la votazione per scheda segreta)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29, schede bianche n. 2.
Hanno ricevuto voti: Roberto Giannotti n. 10, Michele Altomeni n. 1, Giuliano Brandoni n. 1, Vittoriano Solazzi n. 14, Adriana Mollaroli n. 14.
Proclamo eletti quali membri del Comitato promotore per le celebrazioni del IV Centenario della morte di Guidobaldo del Monte i Consiglieri Adriana Mollaroli, Vittoriano Solazzi, Roberto Giannotti.


Nomina
Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, Aso e Tesino – Presidente del Collegio dei revisori dei conti (Statuto consortile, articolo 21)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la nomina del Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, Aso e Tesino.
Prego distribuire le schede.

(Segue la votazione per scheda segreta)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 29, schede bianche n. 1.
Hanno ricevuto voti: Gabriella Agostinelli n. 23, Vincenzo Curi n. 5.
Proclamo eletto Presidente del Collegio dei revisori dei conti del Consorzio per l’Industrializzazione delle Valli del Tronto, Aso e Tesino la Sig.ra Gabriella Agostinelli.
La seduta è tolta.




La seduta termina alle ore 14,00