Resoconto seduta n.56 del 19/02/2007
SEDUTA N. 56 DEL 19 FEBBRAIO 2007


La seduta inizia alle ore 10,40


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 55 del 12 gennaio 2007, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del regolamento interno.
Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 45, in data 8 febbraio 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Regolamento 1083/2006 del Consiglio sul Programma Operativo Regionale delle Marche (POR-Marche) - Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FERS) relativo al periodo 2007-2013”, assegnata alla VI Commissione in sede referente e alle Commissioni I e III in sede consultiva;
- n. 46, in data 8 febbraio 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: Programma Operativo Regionale Marche FSE 2007/2013”, assegnata alla III Commissione in sede referente;
Sono state presentate, le seguenti mozioni:
- n. 156, in data 12 febbraio 2007, dei Consiglieri Capponi ed altri concernente: “Il ministro Mussi e l'Università di Macerata”;
- n. 157 in data 15 febbraio 2007, del Consigliere D’Anna: “Liberalizzazione dell'attività di guida turistica e accompagnatore turistico”.


Proposta di legge n. 142
della Giunta regionale
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2007)

Proposta di legge n. 143
della Giunta regionale
Bilancio di previsione per l'anno 2007 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 2007/2009

(Discussione congiunta)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 142 della Giunta regionale e la proposta di legge n. 143 della Giunta regionale. La discussione è unificata.
Ha la parola il relatore di maggioranza Brandoni.


Giuliano BRANDONI. Il bilancio di previsione e la finanziaria regionale costituiscono, come è ovvio, un documento essenziale per la programmazione regionale. Gli assi di riferimento di questi documenti stanno nelle scelte politiche che questa maggioranza ha individuato per costruire e realizzare il programma di governo della legislatura. Morigeratezza e risanamento finanziario, mantenimento dei livelli di qualità della vita e, quindi, attenzione alla spesa sociale e sanitaria, contributo alla crescita mai disgiunto da un impegno a sostenere le fragilità e a ricomporre le distanze tra i gruppi sociali che le congiunture economiche producono. Il contesto in cui queste azioni si inseriscono è quello di una fase internazionale e nazionale in cui il paese Italia ha visto una crescita ridotta del PIL, la più vasta della Comunità Europea, e ha consecutivamente varcato per tre anni la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL fissata dai trattati Maastricht. Tutto ciò ha prodotto una serie di vincoli che accanto alla scelta fatta dalla maggioranza regionale di non aumentare le entrate tributarie proprie (vale a dire Irpef e Irap nonché le accise e le tasse di bollo) ha richiesto e richiederà non solo una programmazione attenta ma anche la capacità di combinare le risorse regionali con quelle statali e comunitarie che per la loro natura richiedono una capacità di progetto e quindi la predisposizione di strumenti e misure nuovi, efficaci al raggiungimento di questi obiettivi. Tuttavia proprio queste incursioni in territori nuovi e la ricerca di nuove opportunità come la cosiddetta finanza di progetto necessitano di una riflessione attenta, di una partecipazione adeguata e soprattutto di una selezione delle priorità a cui questi sono destinati. E' evidente che questo nuovo quadro propone meccanismi di costruzione del bilancio capaci di nuove flessibilità e in questo senso l'opportunità di minimizzare la spesa storica a favore di interventi costruiti con il criterio della programmazione e della priorità. In questo senso è doveroso ricordare come questo processo non è stato favorito in questa specifica sessione di bilancio dall'atteggiamento di alcune parti sociali, sindacati e Confindustria in primis, che hanno snobbato gli incontri con la commissione competente, con il duplice negativo risultato di esprimere superficiali considerazioni giornalistiche e "delegittimare" un luogo della partecipazione e della democrazia come l'Assemblea elettiva e i suoi organismi. E' uno strano modo di concepire la tanto reclamata concertazione che così esercitata diventa miope lobbysmo. E' evidente che questa esperienza impone al Consiglio tutto una riflessione e l'urgenza a modificare il percorso del bilancio per realizzare tutte le occasioni di partecipazione che sono l'unico e vero efficace antidoto alle parzialità e contemporaneamente permettono una selezione democratica delle scelte e delle azioni. Altro obiettivo già espresso nel Dpfr che in questo dibattito deve maturare è il rafforzamento del controllo sulle agenzie e sulle società partecipate, soprattutto quando a queste sono affidate compiti strategicamente prioritari e destinati impegni finanziari ingenti. Aerdorica docet. Per questa società nel bilancio 2007 c'è stato un impegno finanziario di 3 milioni e 400 mila euro.
Un quadro di impegni e di azioni che questo bilancio comprende a cominciare dalla definizione delle entrate che ammontano a 4372 milioni di euro compresi 821 milioni di reiscrizioni conto 2006, che sono per 2599 milioni entrate tributarie proprie e gettito erariale di cui 2450 milioni destinate alla sanità. A questi si aggiungono 57 milioni derivanti da contributi comunitari, 58 da entrate extra tributarie, 153 da alienazioni e crediti, 416 finanziati da mutui, di cui 69 per il 2007 e i restanti pregressi. Tali entrate si distribuiscono in cinque settori di interventi, il più significativo dei quali è quello dedicato alle spese per servizi alla persona e alla comunità, disciplinato dall'art. 12 dell'attuale legge di bilancio regionale che impegna 2 miliardi 938 milioni di euro, oltre il 70% della spesa regionale, in gran parte dedicato alla sanità che quest'anno si vuole interamente finanziata dalle risorse previste dal patto della salute senza ulteriori impegni regionali e che proprio per questo dovrà premettere uno sforzo di iniziativa, progettualità, efficacia nella redazione del nuovo piano sanitario regionale. Questo bilancio, come si detto, prevede un'azione sinergica con le entrate comunitarie e statali, ha mantenuto gli stessi impegni finanziari del 2006 per due settori in particolare: servizi sociali e cultura, mentre per gli altri settori sono indicate riduzioni limitate compensate però dalle risorse predette. Una scelta questa che qualifica il documento di bilancio perché assume un'idea di sviluppo della crescita che ha nel parametro della qualità della vita un indicatore essenziale. Questo tra l’altro in una congiuntura economica, come si diceva all'inizio, presenta oltre a specifiche opportunità criticità preoccupanti; si pensi alla composizione organica dell'occupazione regionale sempre più caratterizzata da contratti atipici o a tempo determinato o contraddizioni irrisolte come la crisi dei distretti produttivi, problemi storici come il dimensionamento industriale, senza dimenticare che nelle Marche il settore primario resta particolarmente importante e rispetto al quale questo bilancio, con l'anticipo di 29 milioni di euro non ancora liquidati dalle destinazioni comunitarie agli agricoltori, dimostra un interesse e una cura particolari.
Il dibattito in commissione, che ha portato alla costruzione del documento oggi in aula ha tenuto conto delle osservazioni ed del dibattito svoltosi nelle altre commissioni nonché dei suggerimenti, delle osservazioni, delle critiche e delle proposte venute dai rappresentanti degli enti locali, delle associazioni, dei presidenti degli Ersu ed ha quindi modificato la distribuzione degli investimenti in particolare quelli della cultura pensando di valorizzare le specificità territoriali e le azioni degli enti locali. Altro impegno nella commissione, che sarà sempre più cogente nei prossimi anni, è stato quello di bonificare le leggi di bilancio dagli orpelli normativi proposti per la modifica di altre leggi regionali che rischiano di rendere non solo meno trasparente l'atto ma di affrettare per questa via modifiche che invece richiedono attente, meritate valutazioni. Consegniamo all'aula un documento chiaro negli indirizzi politici semplificato, per quanto possibile, in quelli normativi questo grazie anche, e va doverosamente riconosciuto, alla collaborazione e all'impegno fattivo della struttura tecnica a supporto della commissione alla quale credo, oltre al mio, va il ringraziamento unanime di tutti i membri.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non pensavo fosse così breve la relazione di maggioranza ma non mi sorprende perché in realtà l’inizio del mio intervento come relatore di opposizione è incentrato proprio su questo.
Siamo di fronte ad un rito che si consuma in quest’aula sempre più stancamente, un rito che è ormai un vuoto cerimoniale, dico questo con molto rammarico. Il bilancio in tutte le Istituzioni, anche nei comuni più piccoli, è da sempre considerato, e lo deve essere, la colonna portante delle politiche che devono essere compiute dalle stesse istituzioni. Anche nei comuni più piccoli è così, a maggior ragione dovrebbe essere a livello regionale, cioè una politica che guarda ad una comunità vasta che fa con deleghe sempre più importanti.
Oggi invece siamo arrivati alla discussione generale sul bilancio 2007 con sempre più questa costante, un vuoto cerimoniale, fastidioso, che deve essere chiuso in maniera rapida, perché sempre di più siamo di fronte ad un documento, il bilancio e l’allegata legge finanziaria, opaco, chiuso, in mano a pochi, non in grado di essere letto, non tanto da coloro che siedono nei banchi dell’opposizione – potrebbe rientrare nel gioco delle parti – quanto e soprattutto dagli stessi banchi della maggioranza che hanno, in più di un’occasione, anche clamorosamente – si guardi alla questione cultura – fatto evidenziare sulla stampa e nell’opinione pubblica un disagio, per usare un termine neutro e moderato. Dico di più, non è un disagio ma una situazione di grave divisione sul processo di partecipazione, addirittura di concertazione tra le forze della maggioranza e soprattutto tra la maggioranza, l’Esecutivo e la comunità marchigiana.
Tutto questo in maniera clamorosa non è avvenuto, tra le forze di maggioranza, l’ho detto prima, con le categorie, vi è stata una ribalta di scuri, per esempio, da parte delle organizzazioni sindacali dove c’è sempre stata una vicinanza anche per sensibilità politica, attenta, collaborativa. Quest’anno, forse è la prima volta che capita, da che ricordi – sono ormai alcuni anni che sono presente in questi spazi - non è mai avvenuto che una audizione fosse stata disertata dalle tre organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, Cgil, Cisl e Uil, che non si sono neppure presentate, anzi hanno lasciato una missiva con la quale dichiaravano apertamente il ragionamento del sindacato. Abbiamo visto questa pesante presa di posizione delle parti sociali per quanto riguarda la parte dei lavoratori, non solo nelle audizioni, vi è stata una presa di posizione altrettanto dura anche da parte delle associazioni degli imprenditori, siano essi industriali, artigiani o del settore del commercio. Anche loro non hanno partecipato, se lo hanno fatto l’hanno fatto levando un grido di assoluto allarme e protesta rispetto al percorso che ha portato alla scrittura del bilancio. Un percorso che non ha visto neppure il Comitato economico e sociale chiamato per il prescritto parere nei termini e nei modi previsti dalla nostra legge sulla programmazione e partecipazione. Qui non vi è stato un tavolo di discussione aperto, chiaro, neppure nelle audizioni, che sono altra cosa rispetto alla concertazione, così chiamata nel documento politico battezzato dalla nuova Giunta Spacca quasi due anni or sono, qui non siamo neppure alla partecipazione, che era il modo precedente che doveva essere superato da questa maggioranza di centro-sinistra.
Neppure le audizioni che sono incombenza del Consiglio sono state in grado di arginare questa china sempre più pesante, un rito stanco, un vuoto cerimoniale, un assolvimento di natura formale svolto in maniera rapida, senza discussioni, perché il bilancio è sempre più un documento incomprensibile ai più, in mano sempre di più a pochi, che sono parte di una Giunta che non si è ritrovata su certe scelte neppure nel suo insieme.
Lo si è visto anche nelle dinamiche della Commissione che ha inserito all’ultimo momento richieste da parte dei servizi, da parte di coloro che sono strettamente legati al lavoro assessorile, quindi da parte degli stessi Assessori che hanno dovuto correre dietro a cifre e indicazioni di spese e di risorse, modificandole.
Quindi rafforzo il concetto che dicevo prima, ma da chi è stato fatto questo bilancio? Come è stata svolta questa opera di costruzione del documento essenziale della vita istituzionale e politica della Regione?
La Giunta si è spinta anche oltre, io ho stigmatizzato questo, il Presidente Brandoni lo sa, i componenti della Commissione bilancio lo sanno. Nella delibera con cui la Giunta approva la legge finanziaria 2007, a pagina 2, al punto b, c’è l’indicazione di un passaggio. La Giunta dice che in sede di approvazione si dovrà applicare un principio. Dove è scritto questo principio? Dove è rintracciabile nei nostri testi istituzionali? Il principio secondo cui ogni proposta di modifica degli stanziamenti di spesa della proposta di bilancio non potrà comportare, leggo testualmente “un aumento di indebitamento del ricorso alla copertura tramite i residui perenti”. Capite bene colleghi, siamo di fronte ad una Giunta che non solo ha fatto la scrittura del bilancio tra pochi, non in maniera globale e collegiale, non solo ha chiuso anzitempo tutta l’impalcatura del bilancio senza le categorie, senza le parti sociali, senza confronto, anche con la sua stessa maggioranza, ma addirittura mette una preclusione, nel percorso indica che i Consiglieri regionali, cioè quest’aula, e prima di questa la Commissione, non possono toccare più nulla. Le riserve, le zone esclusive, le licenze d’uso di parti o tutto il bilancio sono di esclusivo appannaggio dei pochi autori di questo documento.
Non so se indignarmi o perorare un appello istituzionale. Dove sono le nostre prerogative? Come si può chiedere di limitare il lavoro e la libertà del Consiglio, dei commissari, dei gruppi, nel bilancio e nel merito dello stesso? Faccio un appello alle nostre prerogative ai colleghi non solo dell’opposizione ma a quelli della stessa maggioranza, al Presidente del Consiglio. Come si può scrivere nelle premesse della delibera che “non si potrà toccare…”, che cosa? Un testo che, tra l’altro, ripeto, non è capito, non è comprensibile, non è in grado di dare le risposte che i marchigiani attendono.
Entrando nel merito, oggi siamo di fronte ad un documento di bilancio che è in grado di dirci che la Regione Marche è in gravissima difficoltà, una difficoltà dovuta a errori di programmazione politica che hanno portato ad un bilancio sempre più meditato, ingessato, bloccato, che deve ricorrere sempre più spesso a espedienti di natura contabile per nascondere la realtà.
Prima di tutto sul discorso dei mutui dove c’è un aumento dell’ultima ora fatto in Commissione, l’importo del mutuo a pareggio da 69 milioni passa a 71 milioni di euro. Questo meccanismo, ecco il primo espediente, è fatto attraverso una diminuzione dei perenti, 1,1 milioni, uno scippo dal capitolo 2081501 dei perenti dove ci sono notevoli fondi della sanità, per aumentare il mutuo da contrarre a pareggio. Un emendamento, quello sì ammissibile da parte dell’Assessore, ha costretto la Commissione a ragionare e a modificare in corsa un numero che già di per sé aveva tutta la caratteristica di essere un numero da discutere e da verificare. Con lo stesso emendamento, un’opera in corsa di rifacimento del bilancio, vi era e vi è tutto il disagio, anche di certi settori della Giunta, che hanno trovato in questo bilancio cifre non concordate e non concertate.
Il deficit della sanità. Fino al bilancio 2006 c’erano state dichiarazioni confortanti sulla riduzione del deficit di un anno sul precedente, con i 47 milioni da ripianare. Nel 2006 ci furono addirittura giuramenti sul pareggio, sulla restituzione della tassazione ormai non più sopportabile da parte dei cittadini marchigiani. Oggi la Giunta, candidamente, ci dice che fino al 31 dicembre 2005 c’è ancora un buco di 72,1 milioni di euro. Ci dice poi, già dal Dpfr, che come eredità dal 2006 c’è un altro buco di 96 milioni. E’ questa la politica virtuosa di rientro da parte del debito sanitario? Queste sono le cifre che voi annunciate e che voi scrivete.
Altra sorpresa, l’indebitamento a pareggio. Il Dpfr a pagina 116, solennemente indicava 26 milioni di euro. La Giunta stava chiudendo la proposta di bilancio, prima dell’emendamento Marcolini, con un importo vicino ai 70 milioni, oggi addirittura superiore a questi. Non mi pare sia una cosa seria scrivere qualche mese or sono nel documento di programmazione economica presentato una cifra, 26 milioni di indebitamento a pareggio del bilancio, e a pochi mesi di distanza 70 milioni nel bilancio presentato.
Altre opacità, altre domande che non hanno risposte, il terremoto, lo stato dell’arte. La Giunta, lo abbiamo detto anche l’anno passato, ha distolto risorse dal terremoto per pagare altri interventi di programmi comunitari, risparmiando in rate di mutuo e arrivando a pesanti anticipazioni di cassa anche per l’anno 2006. Dove troviamo la spiegazione di questi meccanismi, che posso anche descrivere nel merito? Sono meccanismi per farsi vanto di un aumento di mutui attivati? Sono meccanismi che spostano in realtà il problema, non lo risolvono. Se togli 259 milioni e 93.893 di euro dai capitoli 6220009 dell’entrata, 63401009 della spesa, per pagare gli interventi di programmi comunitari conclusi nell’anno 2001, si risparmia nelle rate di mutuo che non avrebbe potuto onorare questa maggioranza, arrivando però a pesanti anticipazioni di cassa anche per il 2006. Si guardino i capitoli 50202003 e 20808118, euro 243.443.320 di anticipazioni, con oneri di interessi passivi, tra l’altro pagati in eccedenza sul capitolo 20812102 della spesa, che presentava una disponibilità di soli 350 mila euro

Pietro MARCOLINI. Che cosa significa “pagati in eccedenza”?

Fabio PISTARELLI. Caro Assessore, chiedo a lei dove troviamo la spiegazione? E’ questa la trasparenza? Altro che ulteriori capacità di indebitamento e di accortezza per tenere anno per anno le nuove autorizzazioni sotto il capitale rimborsato.
Anche questi fatti smentiscono gli assunti di principio. Infatti già nel 2006 il mutuo ripiano autorizzato dall’assestamento era di 81 milioni contro un rimborso di 64 milioni. Nel 2007 le previsioni di rimborso della quota capitale sono pressoché analoghe, 64,3 milioni, e il mutuo ha già raggiunto l’importo di oltre 71 milioni dopo l’emendamento Marcolini in Commissione.
La domanda che viene spontanea, e che non è stata in grado di essere disposta in nessun documento proposto, è dove troviamo la copertura di queste rate? Sicuramente non nella proposta del pluriennale che è assolutamente inattendibile. Allora con quali risorse si pagheranno le rate di ammortamento? Con nuova tassazione? Vogliamo sapere, Assessore, la risposta su questo, perché nonostante l’entità dei mutui da accendere fino al 31 dicembre sia di 368 milioni, e voi ne proponete il rinnovo, anche qui senza una riga di spiegazione, in relazione di 344 milioni, cioè una riduzione di 24 milioni a cui occorre aggiungere l’importo per il 2007. Quanto costeranno? Non certamente quanto indicato, perché la residua disponibilità per oneri, meno di 32,5 milioni di euro, non potrà attivare i milioni che sono scritti. La cifra è pertanto inattendibile.
Tutte le domande che abbiamo fatto anche in Commissione, come per esempio quelle sui tassi applicati, ancora non hanno avuto risposte, l’Assessore aveva promesso una mezza “lenzuolata”, io ancora la sto attendendo. Tutte queste domande non risposte rientrano nel discorso che facevo, opacità, poca trasparenza, inattendibilità di indicazione di cifre e di risorse. La realtà è che il barile è vuoto, anche timidamente la stessa relazione al bilancio a pagina 72 lo dice.
L’avanzo di amministrazione applicato non ha trovato un articolo specifico, lo dicevamo, non basta l’articolo 15 che si riferisce ai quadri, occorre un quadro specifico. Quindi la questione non è solo formale perché nel quadro deve essere data giustificazione dell’indicazione che viene data dell’avanzo stesso. La poca trasparenza, la mancata indicazione puntuale del quadro di come deve essere raggiunto il quantum dell’avanzo, sta nel fatto che in quel quadro ci dovrebbe essere tutto, ci dovrebbe essere il dettaglio delle reiscrizioni, l’entità dei residui trasferiti, i residui perenti, elencare l’avanzo di quello stimato. Tutto questo, essendo non attendibile, essendo espedienti di spostamenti - si guardi la questione dei residui e del mutuo aumentato - è chiaro che ci dice che in questo bilancio anche lo stesso avanzo libero indicato, come è successo per l’anno passato, ce ne siamo accorti in assestamento indicato vicino ai 30 milioni, non ci sarà. Dopo l’assestamento 2006 abbiamo visto che tutto quello che avevamo detto nella relazione dell’anno scorso era vero. Sono debiti nascosti sotto il tappeto, questa è la verità, senza nessuna riga di commento, con molte reticenze.
Per arrivare alla conclusione del ragionamento, il progetto di bilancio espone spese e investimenti per 51,4 milioni di euro, l’area 1, al netto di quelli finanziati con ricorso alla mutabilità cioè l’area dell’assetto istituzionale, per 246 milioni, l’area 2, per la programmazione del bilancio, per 32,5 milioni per lo sviluppo economico, per 80,3 per il territorio e l’ambiente, per 50,2 per i servizi alla persona e alla comunità, per un totale di oltre 460 milioni. Questo è il progetto di bilancio. Ci spiegate come si fa a finanziare la spesa di 460 milioni con entrate che non raggiungono neppure i 428 milioni? Com’è che c’è questa discrepanza? O è vero quello che abbiamo detto, cifre e indicazioni non attendibili? La spesa sanitaria è fuori controllo, l’indebitamento ulteriore non è possibile per impossibilità di sostenere già le rate che abbiamo, la difficoltà di trovare i finanziamenti, anche per i programmi europei statali, la riduzione degli interventi negli enti locali di cui ha protestato il mondo produttivo, quello sindacale - il Governo Prodi in realtà non ha dato quello che tutti i governi amici si attendevano -, lo svuotamento dei fondi per i residui perenti, non una seria e completa verifica dei documenti contabili, i nuovi tagli che sono imposti dalle leggi nazionali, dalle leggi finanziarie generali. Tutto questo che cosa significherà? Enti locali a noi collegati in difficoltà, la Regione, che fa esperimenti di bilancio, espedienti, esperimenti contabili, sarà in grado di sostenere tutto questo teso? Siamo di fronte ad uno scenario che potrebbe significare aumento di tassazione, sicuramente ha già significato penalizzazione di tutti i settori, soprattutto quelli più esposti, quelli del mondo del lavoro e della produzione.
Questo è il quadro sconfortante di ciò che abbiamo di fronte, quella che facciamo è una protesta, una accusa politica e di condizione amministrativa. Questa accusa e questa protesta vengono da settori che non vogliono piegarsi al rito stanco, al vuoto cerimoniale di un documento di bilancio non discusso, non confrontato, non partecipato, e che nessuno, in realtà, può condividere né nelle linee, né nelle impostazioni, né nella prospettiva. Questa è la posizione che affronteremo anche attraverso la presentazione di emendamenti e l’indicazione di mozioni. Questa è la domanda a cui vogliamo si dia una risposta.
Presidente lei per primo deve essere il tutore e il garante dei lavori di questo Consiglio, perciò la prima risposta che chiedo è come è possibile sia inserito un principio per cui non possono essere modificate, attraverso meccanismi indicati dalla Giunta, parti del bilancio.
La seconda risposta che vogliamo è se le nostre cifre, le nostre considerazioni, possono essere spiegate da chi fino ad oggi si è sottratto a queste spiegazioni.
Terza ed ultima considerazione. Tutto questo, purtroppo, lo stiamo subendo tutti, non solo coloro che vivono la vita istituzionale direttamente, ma soprattutto i tanti marchigiani, dalle famiglie e alle imprese, che troveranno dagli enti locali sempre meno risposte e sempre più ostacoli rispetto al rilancio di una realtà economica, sociale e produttiva che non si è avuto dalla Regione Marche, anzi il contrario, perché ci sono state tasse, imposizioni e limitazioni. Tutto questo è un macigno sopra la comunità marchigiana.

PRESIDENTE. Consigliere Pistarelli sono 35 minuti che parla, la prego di concludere.

Fabio PISTARELLI. Presidente, mi sembra abbia la possibilità di fare un’unica relazione che riguarda due documenti, venti minuti ognuno, quindi sono quaranta minuti. Capisco sia un fastidio ascoltare considerazioni puntuali su documenti che non interessano a nessuno, quelli del bilancio, di che stiamo parlando, di nulla! Da parte nostra c’è il dovere istituzionale di partecipare a questa cosa, se voi pensate invece che questo fastidio sia eccessivo lasciamo perdere sin d’ora, il bilancio è cosa vostra fatevelo e votatelo voi!

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Prima di iniziare la discussione generale vorrei fare una proposta sull’organizzazione dei lavori, mi direte poi ciò che ne pensate. La discussione generale può andare avanti oggi ad oltranza fino ad esaurire gli interventi di chi si è iscritto a parlare. Sappiamo che per la presentazione degli emendamenti al bilancio c’è una scadenza fissata per le ore 13,30, fisserei alle 18,30 la scadenza per i sub emendamenti, per dare la possibilità alla Commissione bilancio, domani, di esaminare gli emendamenti e i sub emendamenti, quindi riprendere con la votazione i lavori del Consiglio mercoledì mattina.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Fisserei alle 14,30 il termine per la presentazione degli emendamenti, un’ora non fa differenza.

PRESIDENTE. Bene, gli emendamenti quindi possono essere presentati fino alle ore 14,30.
E’ aperta la discussione generale. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Il giudizio che si può dare a questo importate atto della vita regionale è quello relativo alla qualità della partecipazione. Il relatore di minoranza Pistarelli ha detto che si tratta di prendere atto del processo, in questa situazione in modo particolare, tradotto in un vero e autentico flop. Non c’è stata cioè la partecipazione che veniva auspicata da parte della maggioranza e che doveva essere uno dei punti di riferimento di questo strumento.
Mi viene da considerare che non c’è stata partecipazione, o se c’è stata è stata limitata e disillusa, non è per un caso fortuito ma è per un fatto preciso, cioè perché le forze sociali in questa regione non credono che questo bilancio abbia una corrispondenza con l’interesse reale della società marchigiana. Il primo dato che si può rilevare è sostanzialmente questo, non lo dice Roberto Giannotti o il gruppo di Forza Italia, che pure è il secondo gruppo di questo Consiglio regionale, ma lo affermano i pensionati della Cgil, cioè il principale sindacato degli anziani della nostra regione, quando dice che questo Esecutivo regionale “persegue la strada dei diritti di carta non esigibili concretamente dalle persone e dai cittadini”. Credo sia un giudizio pesante, un giudizio lapidario, che su questo aspetto fa chiarezza sull’atto che stiamo approvando.
L’altro aspetto che mi sembra sia utile ribadire è quello della trasparenza. L’insoddisfazione della società marchigiana è palese, è una insoddisfazione pesante. Il secondo richiamo alla vostra attenzione, quindi, è che da parte di tutti è stata espressa a voce alta la protesta ad un bilancio illeggibile, un bilancio per gli addetti ai lavori, un bilancio che è una mistificazione del bilancio stesso, Consigliere Ricci è così! Se potessimo assoldare le iene per una serata ti dimostrerei che un terzo del Consiglio regionale fa difficoltà a entrare dentro al bilancio. E’ così Consigliere Solazzi! E’ scritto in maniera molto contorta, è un bilancio interpretabile soltanto dall’Assessore e dal suo ragioniere capo.
L’altro aspetto che mi sembra vada richiamato e sottolineato è che finalmente non sento parlare più di tagli ai trasferimenti statali. Che bellezza! Questo va a rilevare la strumentalità della posizione che avete assunto in questa aula per anni, siete venuti a piangere che non era possibile andare avanti, che lo Stato tagliava le risorse, non si riesce nemmeno a comprare la merenda del mattino! Oggi finalmente non c’è traccia dei tagli dello Stato, che pure ci sono, compagni comunisti, ci sono ancora! Non avete il coraggio di affermare la verità! Quando fa comodo quel che scomoda, dovete dire che anche il Governo Prodi ha tagliato, dovete ammetterlo. Questa è coerenza politica.
Si continua a sottacere sulle difficoltà finanziarie, a cominciare dal deficit della sanità. Mi sembra, poi posso anche io essere incorso in un errore, che il dato politico di fondo sia che il deficit della sanità del 2006 invece dei 47 milioni sia salito a 101 milioni, questo è significativo della capacità di risanamento di questo Esecutivo regionale. Questo mette una serie di ipoteche sul bilancio regionale nel suo complesso perché questa cappa della sanità impedisce di destinare risorse alle fasce più deboli della società marchigiana, non rispondendo all’impegno che questa Giunta di centro-sinistra si era assunta.
Come ha detto giustamente il Consigliere Brandoni, cito così per la prima volta nella mia storia il componente di Rifondazione, ci troviamo di fronte a tagli generalizzati della spesa del 12%, in fondo, secondo me, anche questa è una logica non giusta, non positiva perché i tagli vanno fatti dove è possibile tagliare, non attraverso una generalizzazione più obiettiva. E’ evidente che quel tipo di atteggiamento farà danni ai settori più esposti, quello produttivo, quello dell’autonomia scolastica, dell’informazione, dell’editoria, della difesa della costa, del trasporto pubblico, che necessita di una grande e vera riforma. Il trasposto pubblico marchigiano è una vera e propria Babele, sia quello su gomma che quello ferroviario, un trasporto pubblico rispetto al quale non c’è capacità di iniziativa autorevole da parte della Regione, i disservizi del trasporto ferroviario sono sotto gli occhi non solo dei pendolari ma di tutti i cittadini rispetto ai quali nulla è stato fatto se non in termini di parate propagandistiche come i viaggi del piacere sui treni del Presidente della Giunta, ma iniziative concrete non sono state aggiunte. La crisi del trasporto su gomma rimane nella sua interezza, non si è data una risposta concreta all’esigenza, per esempio, di una drastica riduzione delle tariffe di trasporto degli studenti per affermare il diritto allo studio. Lo abbiamo già detto una volta, ci vuole uno sforzo maggiore per garantire il diritto allo studio dei giovani marchigiani, soprattutto per garantire il diritto allo studio dei cittadini residenti che stanno a Fabriano che devono avere le stesse opportunità degli studenti della città di Ancona o di Pesaro, attraverso una riduzione del costo del biglietto, del costo di abbonamento. Deve essere quindi un fatto concreto.
L’Assessore Marcolini dice che le risorse si sono confermate anzi siamo riusciti ad aumentarle, io non posso cercare di “sconvincerlo”. Il problema però non è convincere me che le cose che dice sono vere ma il suo vicino di banco, cioè il Consigliere Brandoni, perché parlate a due voci e su due tesi diverse. Quello che voglio sottolineare è che questa Giunta è assolutamente incapace di esprimere una posizione univoca.
Alcune puntualizzazioni devo farle su alcuni settori dell’attività della Giunta regionale. Intanto il problema della macchina organizzativa regionale rispetto al quale registriamo un palese insuccesso della riforma fortemente voluta dal centro-sinistra che invece di diminuire l’eccesso di burocratizzazione l’ha aumentata, invece di diminuire i costi presenta un onere maggiore per la Regione, invece di aumentare il livello di produttività la riduce. Credo che questi tre elementi segnalino il fallimento della riforma organizzativa.
Sul piano della cultura mi verrebbe voglia di una discussione a 360 gradi ma la discussione sul bilancio è soltanto un’occasione per esprimere un concetto di fondo. Quello che è successo in questo settore è la dimostrazione più lampante della crisi di questo Esecutivo regionale. Se è vero che la Giunta dopo aver votato la proposta sulla cultura è stata costretta a rimangiarsela un significato c’è. Questa diaspora tra la maggioranza della commissione consiliare, che non è certamente di polo ma di centro-sinistra, tra la Giunta regionale, questa diaspora tra il Presidente della Commissione, la Giunta regionale e l’Assessore alla cultura, ha un senso. Questa dichiarazione di irrecivibilità della proposta ha un senso. La proposta dell’avvocato Favia, membro autorevole di questa maggioranza, fra l’altro sostenuta e firmata anche da tanti, di rimettere in moto un meccanismo virtuoso per i finanziamenti in questo settore è un segnale di una difficoltà oggettiva. I tagli alle grandi iniziative culturali, Rof e Sferisterio, o la mancata attenzione rispetto a due fattori, il Consigliere Favia non me ne voglia, non me la sento di mettere sullo stesso piano il Rossini opera festival, l’attività dello Sferisterio, e la stagione di prosa alle Muse di Ancona, con tutto il rispetto per l’importanza del teatro, credo ci sia una differenza sostanziale, quindi al di là del protagonismo invasivo del nuovo Assessore alla cultura, quello che è successo in questo campo segnala il malessere che c’è all’interno di questa maggioranza.
Così come mi sembra possa essere punto di riferimento per quello che riguarda il settore delle attività produttive il giudizio espresso dalla Confindustria, che ha detto “non ci avete chiamato, ci avete chiamato tardi, non ci avete fatto discutere, ci avete fatto discutere male, avete tagliato del 40% le risorse ai settori produttivi, quindi agli investimenti, in un settore chiave della nostra vita regionale”, questo quindi dimostra il fallimento.
Sul capitolo delle infrastrutture registriamo i peggiori risultati, vedi la questione del quadrilatero, quella dell’Aerdorica, il porto di Ancona, l’Interporto di Jesi. Anche qui emerge una Giunta regionale che marcia in due diversi ritmi, un Presidente che cerca di ricomporre tensioni e fratture e una Giunta regionale con due anime, una legalista, disposta a tenere conto del quadro generale, di quello che viene espresso dalla società marchigiana, e una massimalista espressa dalla sinistra che non trova occasione per contrastare questo progetto.
Rispetto a questa confusione, a questa Babele di linguaggi politici che segnala una difficoltà, mi permetto di segnalare solo due emergenze. La Fano-Grosseto è una grandissima opportunità non solo per la provincia di Pesaro ma per l’intera regione Marche. Rispetto a questo la Regione ha recuperato anni di gravissimi ritardi, non avendo mai inserito questa prospettiva fra le priorità regionali, ma oggi lo ha fatto. Oggi occorre muoversi autorevolmente per rimuovere gli ostacoli che ancora ci sono in Umbria sul piano della definizione del tracciato, ma soprattutto oggi occorre pretendere dal Governo di centro-sinistra un impegno concreto. Vi ricordate quando in questa aula protestavate perché da parte del Governo Berlusconi non venivano messe risorse? Benissimo, oggi dovete continuare ad assumere quella posizione e chiedere che il Governo faccia il suo dovere.
Sulla complanare Pesaro-Fano, mi dispiace, ma devo dire che il Presidente Spacca dice bugie sapendo di dirle, il gruppo della Margherita ha fatto un manifesto, la Regione con Pesaro, un grande manifesto affisso su tutti i muri, citando gli atti che dimostrerebbero che la Regione è con Pesaro. Credo che la Regione sia contro Pesaro, sostengo questo e lo possiamo dire su tre grandi settori, sulla sanità perché non ha fatto il riequilibrio delle alte specialità promesse, sui tempi delle Usl, sulla Fiera perché non ha fatto il polo fieristico regionale recuperando la dignità al complesso di Pesaro, e sulla grande viabilità. Sulla complanare l’unica cosa che c’è scritta nel documento regionale, capogruppo dei Ds Ricci, è l’impegno finanziario in progetto. Questo non ci basta, non basta ai pesaresi come te e come la Mollaroli, ci vogliono i soldi, ci vogliono gli impegni per il finanziamento della complanare, è una cosa diversa. Quindi Spacca mente sapendo di mentire.
Per quel che riguarda il problema della sanità questa Giunta sconta gravissimi ritardi. La considerazione di fondo è che il fallimento più grosso in campo sanitario è che non c’è stato il risanamento finanziario, al di là delle tante parole vuote non c’è stato rientro, anzi è aumentato, c’è stata invece la certificazione del fallimento di un modello organizzativo. L’Asur ha fallito, il fatto che si sia dovuto cambiare lo dimostra, introducendo nei fatti una riforma senza dirlo, abbiamo cioè ricreato le Asl provinciali attraverso le aree vaste.
Non è questo il punto, ai marchigiani del vostro modello organizzativo non importa niente, dovete dare una risposta ai marchigiani sulle cose che contano, cioè dovete allinearvi al piano nazionale e fare veramente la riforma dei tempi di attesa per le prestazioni, e non fare la figura che avete fatto mandando via questa indicazione generica dei 60 giorni per ogni prestazione che poi non sarete in grado di rispettare. Dovete mettere in moto un meccanismo che consenta alle strutture ospedaliere di dare risposte, dovete affrontare i problemi del riequilibrio delle alte specialità. Ancona non si è in grado di soddisfare la richiesta di alta sanità da parte delle zone marginali di questa regione, mi riferisco ad Ascoli, Pesaro e Macerata. Quindi va fatta una strategia che consenta di tenere conto di questo, altrimenti continueremo a mandare i nostri malati in Emilia Romagna o in Abruzzo a curarsi, producendo mobilità passiva. Cominceremo domani il dibattito sugli ospedali minori, vi annuncio che su questo farò con i miei compagni di partito una battaglia strenua per difendere l’integrità dei presidi degli ospedali minori. La sanità è un diritto che deve essere per tutti, non è pensabile la destrutturazione dei piccoli ospedali, ospedali che vanno mantenuti…(interruzione)…leggendo il piano qualcosa c’è scritto, anche se in maniera molto mascherata. Vi dico solo che dovete dire ai marchigiani quello che volete fare, poi su questo ci confronteremo, voi volete fare alcune cose, noi no.
Voglio fare ora tre richiami, innanzitutto quello sulla agibilità istituzionale. Da tempo il gruppo di Forza Italia protesta perché non viene garantita l’agibilità istituzionale a tutti. E’ vero che non è solo un problema politico, può essere anche un problema regolamentare e in questo senso bisogna lavorare, ma non è bello che proposte di legge significative fatte dal gruppo di Forza Italia, quelle sulla famiglia, la scuola, sull’assistenza, sugli oratori, non vengono nemmeno discusse in aula. Rivendichiamo il nostro diritto di poter trattare questi argomenti in aula. Questa anomalia va rimossa perché si lede un diritto e la libertà di espressione di iniziativa legislativa delle minoranze.
Seconda cosa riguarda l’istruzione. C’è un dibattito, che non è questione di poco conto, relativo all’organizzazione delle strutture destinate ai servizi agli studenti, mi riferisco agli Ersu. Questo dibattito non può essere fatto sui giornali, occorre chiarezza da parte della Giunta regionale sia rispetto alla situazione del personale che rispetto all’esternalizzazione dei servizi. Abbiamo detto che siamo contrari alla creazione di grandi società miste pubblico-private, come quella nata in Ancona, che gestiscono i servizi per gli studenti. Occorre che su questo piano ci sia una posizione chiara da parte della Giunta regionale così come ci deve essere sul rapporto con le università. Manca una strategia della Regione nei confronti delle università, occorre un piano di intervento regionale cercando anche di evitare che strutture gloriose come quella di Urbino possano finire per colpa della sciagurata scelta della statalizzazione.
L’ultima cosa voglio dirla al Presidente Spacca. L’altro giorno ha detto sui giornali che la secessione del Marecchia è un problema di storia e geografia. Intanto si rinnega la storia perché i rapporti dei Malatesta con le zone della provincia di Pesaro non erano così positivi come lei afferma, sulla geografia probabilmente ha ragione, ma non è un problema di storia o geografia, il problema del Marecchia è quello dei ritardi annosi da parte di questa Giunta regionale di centro-sinistra, Consigliere Ricci, da parte della tua Giunta regionale di centro-sinistra. Quindi ci sono ritardi e omissioni, c’è una gravissima responsabilità politica del governo regionale e provinciale, che ha avuto una sanzione popolare, cioè la gente si è espressa e ha detto che vuole andarsene perché non siete capaci di governare il territorio in maniera adeguata, questo è il responso, questa è una notizia per la stampa, così sveliamo anche le prospettive. Mi auguro che il Parlamento sia rispettoso della volontà popolare che si è espressa quasi al 90% a favore della secessione. Questa scelta mi addolora ma annuncio che insieme al mio collega Tiberi voterò a favore della secessione del Marecchia, quindi quando questa proposta verrà formalizzata saremo ubbidienti a quello che gli elettori hanno deciso, loro vogliono andarsene quindi voteremo sì a questo. Questa è una votazione politica che abbiamo espresso ufficialmente come Forza Italia della provincia di Pesaro e che oggi in quest’aula non posso che annunciare perché questa è la logica. L’unica cosa che chiedo al Presidente Spacca, ed è la terza volta che lo ripeto in quest’aula, attenzione al pericolo contagio, ci sono altri movimenti che vanno in questa direzione. C’è un rischio contagio che può intaccare la Valle del Conca rispetto alla quale bisogna fare molto di più di quello che si è fatto fino adesso, cominciando a fare il protocollo. Voto contrario al bilancio di previsione.

PRESIDENTE. Consiglieri, vorrei chiedere un minimo di rispetto per il Consiglio, non voglio essere fiscale ma non è possibile che ognuno parli per mezz’ora o quaranta minuti.
Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Se l’interesse degli interventi che vengono fatti derivasse dalla lunghezza degli stessi a questo punto potremmo dire di aver ascoltato due interventi di estremo interesse, il primo è durato quaranta minuti circa, il secondo altrettanto.
La prima metà dell’intervento del Consigliere Pistarelli è servita per esprimere il concetto sul fatto che si tratta di un bilancio che non interessa molto. Non soltanto a scuola ma anche quando si va nelle aziende per colloqui di lavoro ci è stato insegnato che quando si deve scrivere una relazione di qualunque argomento tratti, la sinteticità dell’intervento o della scrittura deriva dalla chiarezza delle idee che si esprimono, cioè più le idee sono chiare più si riesce ad esprimerle in maniera sintetica. Posso dire quindi che l’intervento del relatore di maggioranza non è stato sicuramente lungo ma ha avuto un indirizzo assolutamente chiaro. Nell’intervento del Consigliere Pistarelli, invece, la prima metà è stata consumata per esprimere il concetto che dice che questo è un rito che si consuma stancamente, è un assolvimento di natura formale, è un cerimoniale fastidioso, è un documento opaco, queste sono le parole che ha usato.
Il documento di programmazione finanziaria, sicuramente il documento più importante, che sia un rito o semplicemente un atto puramente formale deriva da chi in aula lo discute, deriva dagli interventi che vengono fatti, sia da quelli della maggioranza che da quelli dell’opposizione. Se si inizia dicendo che non serve a niente o che non vale la pena di intervenire all’interno del documento stesso sicuramente non è colpa di chi lo ha predisposto ma piuttosto di chi lo discute.
L’altra osservazione che è stata fatta a cui mi sento di rispondere, poi sarà sicuramente anche l’Assessore Marcolini che lo farà, è sul fatto che nella delibera della Giunta ci sia scritto che qualunque tipo di emendamento che verrà presentato non dovrà essere in funzione di un aumento della spesa. Mi pare la cosa più logica, forse non era necessario neanche scriverlo ma sappiamo quanti emendamenti vengono proposti quando si discute il bilancio sia in Consiglio che in Commissione stessa. Se questi emendamenti fossero tutti in aumento rispetto alla spesa proposta sarebbe il gioco più facile del mondo, ci divertiremmo tutti quanti a fare emendamenti di questo genere, anche perché politicamente si farebbe una bella figura, naturalmente poi la Giunta e l’Assessore devono cassarli perché non consentono di rimanere all’interno della spesa di bilancio. Mi sembra quindi una sollecitazione il più naturale possibile.
L’altra osservazione che è stata fatta è quella di un bilancio non chiaro. Se si potesse fare un qualsiasi tipo di bilancio, sia quello di un’azienda o di un piccolo Comune, immaginate quindi un bilancio di una Regione, semplice e leggibile per tutti, si dovrebbe fare di soli tre capitoli e fare tre dichiarazioni di voto in tutto.
Da parte del Consigliere Brandoni è stato rivolto un ringraziamento, a cui mi associo anche se non faccio parte della seconda Commissione, non solo agli uffici della Giunta ma, in particolare, al personale del Consiglio, che hanno dato grande disponibilità affinché questo bilancio potesse essere il più possibile leggibile, c’è stata anche disponibilità da parte dell’Assessore che è stato presente quando è stato richiesto. Penso non competa nemmeno a lui andare a verificare i meccanismi tecnici, ma comunque il politico deve chiedere la rispondenza e la spiegazione tecnica nel bilancio stesso rispetto alle esigenze e alle proposte politiche.
Le cose più importanti che, secondo me, vanno discusse all’interno di questo bilancio non sono tantissime. E’ stato già detto che il settore sanitario, rispetto al bilancio globale, copre il 70%. Siamo nella definizione del nuovo piano sanitario, quindi penso che da parte di tutti i Consiglieri regionali, maggioranza e opposizione - premetto fin da ora che sarò contrarissima a questo come all’altro – dovremmo mettere tutto il nostro impegno e tutta la nostra competenza affinché questo piano sia il più possibile corrispondente alle esigenze della regione, sia il più possibile atto ad aumentare i servizi che la sanità dà, ma sia anche il più possibile atto ad evitare gli sprechi che ci sono all’interno di un settore ampio come quello sanitario, in modo che possano essere aumentati i servizi e resi più adeguati alle esigenze attuali e che il bilancio possa anche trovare compensazione tale da non costringerci ogni anno a ridurre i capitoli.
Una cosa mi rallegra, quanto è successo sin d’ora e non è certo una lode, che finalmente finiremo di mettere sulla stampa il balletto dei nuovi direttori per le varie aree sanitarie, questo non aiuta a fare una discussione seria rispetto alla sanità, non fa capire ai nostri concittadini che l’interesse sulla sanità è forte, si dà l’impressione che l’interesse sulla sanità derivi dalle persone che andranno poi a ricoprire certi ruoli. I nomi sono stati fatti, sono certa che sono state scelte le persone migliori, adesso andiamo a verificare che cosa queste persone, insieme ai due dirigenti dell’Asur e alla parte politica, potranno fare per migliorare e modernizzare la sanità regionale.
L’altro discorso che è stato accennato, su cui trovo interessante fare una piccola osservazione, è quello dei servizi sociali e della cultura. Sulla cultura ci ritornerò nel seguito del dibattito di queste giornate perché faccio parte della Commissione che si occupa di scuola e cultura, ma è stato detto in questi giorni sulla stampa che ci sono state contrapposizioni da parte degli enti culturali, da parte dell’Assessore rispetto alla Commissione, dei Consiglieri e altro, è vero che questo avrebbe potuto essere meno visibile, ma è vero anche che alla fine un risultato si è ottenuto, quello di aver avuto lo stesso finanziamento degli anni precedenti per riuscire a dare una risposta a quei soggetti che meritano attenzioni particolari. Il percorso dovrà continuare, si è data la sensazione che volevamo dare, che la cultura non è l’ultimo gradino di interesse di questo Consiglio e di questa Giunta regionale ma che ha una sua specificità e quindi una cosa a cui si deve dare attenzione.
Lo stesso discorso vale per la scuola dove si è ottenuto un finanziamento in più rispetto alle previsioni della proposta di legge che l’Assessore ha fatto, così come il discorso dei servizi sociali dove non solo è stata riconfermata la cifra dello scorso anno, grazie anche ai maggiori finanziamenti che arrivano dalla parte statale, ma addirittura ci sono circa 500 mila euro di finanziamento.
Secondo me va messo in evidenza il fatto che si sia deciso di non intervenire attraverso l’aumento delle entrate fiscali, è stata una scelta anche questa, è chiaro che se non si fosse fatta la scelta di non tassare ulteriormente i cittadini marchigiani, probabilmente il taglio che si è voluto evidenziare avremmo fatto a meno di farlo. Siamo comunque convinti che sia stata fatta una scelta opportuna che approviamo completamente.
Va dato merito a questa Giunta, perché è stato un lavoro del Presidente della Giunta e non del Consiglio, di aver lavorato fortemente rispetto alla possibilità di ulteriori finanziamenti comunitari e soprattutto di ulteriori finanziamenti statali. Non sappiamo quale sarà il contesto effettivo perché le notizie probabilmente le avremo fra poco, sappiamo comunque che sulla sanità abbiamo ottenuto un risultato che temevamo di non poter ottenere, sicuramente questo è un grosso merito della Giunta regionale quindi ne prendiamo atto e ne rendiamo merito.
L’altra valutazione, che ho fatto anche negli anni precedenti, è sul fatto che è necessario intervenire all’interno dei vari capitoli di bilancio perché ogni anno rischiamo di trovarci a dire se si toglie o meno. Sono convinta che alcune leggi approvate negli anni precedenti rimaste nei vari capitoli di bilancio, o necessità che in passato erano impellenti e che ora lo sono di meno perché cambia la società, cambia la cultura, cambia tutto, vadano riviste per decidere ciò che va integrato, che va potenziato, rispetto a quello che va eliminato, perché ci potrebbero essere capitoli che non è necessario riconfermare. Non è utile ci debbano essere tagli intersettoriali diffusi, va fatta una scelta politica a monte ripartendo da zero, mi pare ci sia la disponibilità da parte della Giunta e dell’Assessore Marcolini, per verificare i nuovi capitoli di bilancio.
Sul discorso della riorganizzazione del personale, fatto in precedenza, si sta lavorando con profitto, l’impegno va portato avanti ulteriormente. Qui debbo dire che lo spostamento di persone da una parte all’altra, con difficoltà di confronto con i dirigenti che all’improvviso si trovano in un altro settore, non aiuta il lavoro della Giunta, ma se è necessario farlo, lo si faccia il prima possibile e definitivamente.
L’altro elemento fortemente messo in evidenza dagli interventi dell’opposizione è sul fatto che non ci sia stata concertazione. Non so se da parte della Giunta, delle varie associazioni di categoria e degli imprenditori, ci sia stata o meno concertazione, ma quello che ho già detto precedentemente è che a volte si ha la sensazione che la concertazione sia un valore in quanto tale e non per i risultati che porta. Questo non è accettabile, la concertazione ci deve essere se porta dei risultati. La forte ed unica critica dei Consiglieri di opposizione è stata sul fatto che non ci sia stata concertazione senza entrare nel merito delle scelte che possono essere o meno condivise, quindi l’autoreferenzialità non serve a nessuno. Lo dissi anche a proposito del patto per lo sviluppo e lo ripeto oggi. Quel patto fu firmato da tutti e poi ci sentimmo dire che non erano d’accordo. Quindi la concertazione fine a se stessa non serve a niente. La concertazione serve se fatta nei modi più opportuni e soprattutto se entra nel merito delle questioni, se serve ad aiutare il governo a fare le scelte migliori. Più che nella concertazione credo nel confronto delle proposte fatte da parte di tutti, proposte che possono essere accolte, non possono essere discorsi autoreferenziati.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. La legge di bilancio è arrivata in Consiglio con un po’ di ritardo, di questo non possiamo dare colpa al Governo regionale bensì a quello nazionale. Mi sento di dire che se fossero stati, da parte di quest’ultimo, analizzati con più attenzione i dati di bilancio del 2006, la stessa finanziaria del Governo nazionale e per ricaduta questa legge di previsione di bilancio della Regione Marche, avrebbero avuto contenuti migliori e ricadute più morbide. I 37 miliardi di maggiori entrate in gran parte strutturali registrati nel 2006 avrebbero dovuto consigliare al Governo Prodi di rivedere il piano iniziale e di questo ne avrebbero beneficiato anche le Regioni, tra cui la Regione Marche.
Quando parliamo di bilancio di previsione, questa per me è la settima volta che me ne occupo, abbiamo sempre di fronte un documento abbastanza incerto, poi quando andiamo ad approvare il consuntivo nell’anno successivo vediamo che c’è un discostarsi di cifre notevoli tra il bilancio di previsione e il consuntivo. Anche quest’anno sarà così, non sarò smentito di questo, ma soprattutto devo dire che quest’anno abbiamo da aggiungere anche una indeterminatezza sotto il fronte delle entrate addirittura superiore a quello dell’anno precedente. Una indeterminatezza delle entrate la cui responsabilità non si può obiettivamente attribuire a questo Governo ma sempre alle ingerenze del Governo nazionale.
Voglio fare degli esempi concreti perché quando si parla di bilancio si parla di cifre e di documenti che saranno leggibili, attraverso quello che la carta stampata riporterà, anche da parte dei cittadini.
Con la tassa automobilistica nel bilancio della Regione si prevede un aumento del gettito dell’1%. Sappiamo per certo che tra benefici e riduzioni scelte dal Governo nazionale probabilmente non sarà così, comunque diventa oggi impossibile per qualsiasi amministratore - sarebbe stata la stessa cosa se mi fossi trovato dall’altra parte - determinare con esattezza il gettito che verrà da questa voce.
Lo stesso mi sento di dire anche per quanto riguarda il problema del cuneo fiscale per la parte che incide sull’Irap. A livello nazionale è stata prevista una riduzione che va da 2 miliardi 880 milioni a 2 miliardi 400 milioni per il 2007, questo significa che anche per le Regioni ci sarà un minore introito da registrare sulla voce Irap.
Queste due voci, tassa automobilistica e Irap, sapete meglio di me quanto incidono e quanta importanza hanno sul bilancio regionale.
Terzo elemento sul quale si basa la mia esortazione è relativo al discorso dei ticket della sanità. Li abbiamo valutati sempre come iniqui perché è una tassa sulla malattia, però sono stati introdotti dal Governo Prodi, ho presentato una mozione per la loro soppressione, poi dirò anche per la parte che ci riguarda come Regione, come forma di compensazione per le Regioni, sotto il profilo delle entrate, rispetto a un minor trasferimento per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale. Sappiamo che per quanto riguarda i 10 euro di ticket della tassa sulla diagnostica, al Senato hanno deciso, non certo per la mia richiesta, la proposta di soppressione di questo ticket che agendo in maniera vergognosa su forme diverse di diagnostica avrebbe creato situazioni ingiuste. Probabilmente tutti se ne stanno rendendo conto quindi questo ticket scomparirà.
Introduco questo ragionamento per ricordare qui in aula il contenuto della mia mozione che riguardava anche il ticket sul pronto soccorso. Su questa materia, parlando del codice bianco, l’Assessore alla sanità sicuramente ne è al corrente, ci sono oggi due normative che intervengono, quella nazionale e quella regionale, perché noi nel 1998 e nel 2001 avevamo già legiferato su questi argomenti. Ora ci sono due normative che si sovrappongono per fasce di cittadini per età differenti, con il risultato che si rischia di far pagare 16,50 euro di ticket ai cittadini marchigiani fino a 14 anni, dai 14 anni in su 25 euro come previsto dalla normativa nazionale. Dovremmo rivedere anche questo perché non mi sembra assolutamente giusto.
Se tutto ciò è vero, capite che anche per quanto riguarda la voce capitolo entrate ci sarà un meno rispetto alle previsioni e non un più. Quindi la indeterminatezza delle entrate è un fatto certo dal punto di vista numerico. Se poi vi aggiungiamo il ragionamento che gli amministratori regionali ben sanno, cioè che la capacità di indebitamento dell’ente è calcolata rispetto al montante delle entrate proprie, riducendosi questo montante chiaramente si ridurrà inevitabilmente la capacità di indebitamento della Regione.
Vedo una cifra, forse i Consiglieri di maggioranza amministratori su questo ne sanno più di me, che mi ha fatto riflettere, ma non la so spiegare obiettivamente. Siamo passati dai 103 milioni di euro del 2006 ai 36 milioni del 2007, parlo di ulteriori capacità di indebitamento. Quindi evidentemente avete già calcolato quello che dico, cioè un abbondante riduzione su questa capacità, che significa ridotta capacità di contrarre mutui, fare investimenti, ecc..
La voce che prima si citava rispetto ad un taglio alto della spesa per l’area di intervento 3 relativa allo sviluppo economico, in effetti registra una diminuzione di circa il 47%. Da qui nasce un ulteriore fonte di preoccupazione visto anche l’andamento generale.
La collega Mammoli diceva che il bilancio regionale ha comunque un fatto positivo cioè non prevede l’aumento delle tasse. Sono d’accordo che questo sia un fatto positivo ma vorrei ricordare che le tasse le abbiamo pagate e le paghiamo abbondantemente anche perché il Governo Prodi ha pensato bene di coprire questa carenza, le pecore si possono tosare più volte ma se si scuoiano si tosano una volta sola, quindi più di così non si dovrebbe fare, accontentiamoci di questo risultato. E’ una battuta per dire che tutto ci saremmo aspettati tranne che un inasprimento fiscale. Visto che sono amante della realtà anziché delle ipotesi dico che questo comunque va bene perché ci si sarebbe potuto aspettare anche qualcosa di peggio.
Concludo così, rispetto anche i tempi che il Presidente ci dà, anzi cerco di anticipare per recuperare qualche collega che ha approfittato di questo tempo.
Abbiamo la necessità di far sì che un bilancio di previsione che si prevede in pareggio non si chiuda con un perdita di 145 milioni di euro come è accaduto nel 2005. Dobbiamo conoscere e mettere sotto controllo una volta per tutti i conti della sanità perché poi giriamo, giriamo ma il deficit più grande viene prodotto sempre da questo settore che occupa l’83% delle risorse del bilancio regionale.
Credo che con la fine di febbraio si dovrebbero conoscere i risultati economici delle ex aziende, oggi 13 Zone territoriali, quindi avrei piacere che nel mese di marzo quando si parlerà di sanità si potrà conoscere finalmente l’ammontare di questo debito per il 2006. Avevo fatto la previsione che sarebbe stato superiore ai 100 milioni di euro, l’Assessore Marcolini mi disse che ero in netto errore, quindi attendo con fiducia di poter confrontare questi numeri.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. In effetti il bilancio delle Regioni, del sistema degli enti locali rischia di diventare un rituale, non perché non ci sia una volontà di scelta ma, secondo noi, deriva dal fatto che non esiste nella pratica concreta nessuna autonomia finanziaria per il sistema degli enti locali.
La cosiddetta autonomia fiscale, oggi federalismo, non si configura come autonomia ma come necessità di recuperare risorse da parte di Regioni, Province e Comuni, tagliate dallo Stato centrale da molti anni a questa parte. Al contrario l’autonomia fiscale impositiva dovrebbe dare possibilità ulteriori oltre ai finanziamenti certi che, in realtà, non sono più certi ma che vengono ricoperti con tasse aggiunte per sopperire ai mancati trasferimenti.
Il concetto e la pratica della cosiddetta sussidiarietà orizzontale sta portando da ormai quasi venti anni lo Stato centrale a ritrarsi dalla vita pubblica su settori essenziali come la sanità, il sociale, la scuola, e più in generale l’istruzione.
Il bilancio della Regione Marche, contesto che descrivo in maniera sommaria, è il più avanzato possibile sugli aspetti essenziali, sulla sanità, sul sociale, sul lavoro, sulla scuola, sull’università. Certo ci sono anche delle cadute di stile, delle sbavature, perché continuano a permanere alcuni finanziamenti di tipo assistenzialistico che rischiano di sfociare nel clientelismo. Nel complesso è un bilancio non certo rivoluzionario ma in larga parte non di retroguardia perché cerca di dare continuità ad una politica che guarda ad uno sviluppo equilibrato della regione Marche.
La mancata partecipazione, che è stata criticata, mi sembra in realtà superata perché la parte più significativa del bilancio medesimo già operativa, quella del patto istituzionale per lo sviluppo, non solo è stata concertata, ma in alcune parti, ha rischiato la degenerazione della concertazione.
Questo è un bilancio che sulle grandi questioni dà continuità. Viene rifinianziata la legge n. 18, 11 milioni e 600 mila euro per coordinare le politiche a favore delle persone disabili, un problema non solo sanitario ma, in primo luogo, sociale. Viene rifinanziata la legge regionale n. 43 a favore dei Comuni per le politiche sociali, 8 milioni e 400 mila euro. Sempre sul sociale viene rifinanziata la legge n. 7 che movimenta 1 milione e mezzo di euro.
C’è un aspetto significativo che attiene alle nuove competenze della Regione in materia di trasporti, prevedere 3 milioni di euro per migliorare il materiale rotabile significa dare corso alla volontà del Consiglio regionale di potenziamento delle ferrovie interne e di lunga gittata.
C’è il problema della sanità. Le risorse che vengono destinate a questo principale settore della vita sociale, 950 milioni di euro, che per la verità, a differenza di quanto ho ascoltato, ha una incidenza minore sul bilancio complessivo, era di oltre l’83% e oggi è superiore al 70% dell’intero bilancio, è un aspetto positivo perché si è dentro ad una fase di riorganizzazione e di risparmi. Attenzione però a guardare la sanità e il sociale come se fossero una fabbrica che produce scatoloni, la salute non è una merce. Il fatto che la Regione Marche destini alla sanità e al sociale la quasi totalità del bilancio non è un aspetto negativo ma è positivo. La visione di una sanità autofinanziata in realtà guarda ad una sanità privatizzata, ad una sanità per i ricchi, noi invece dobbiamo guardare ad una sanità pubblica che non chiuda i servizi ma diffonda il concetto della prevenzione e dell’integrazione su area vasta.
Avevamo proposto e riproporremo di inserire la delibera della Giunta regionale dell’area vasta all’interno della modifica della legge n. 13. Ciò non significa fare una polemica ora per allora contro l’Asur ma andare incontro ad una esigenza.
In primo luogo occorre integrare la sanità e il sociale dal punto di vista organizzativo perché non è più possibile avere l’Asur, l’Agenzia sanitaria, 24 ambiti del sociale, 24 distretti sanitari e 13 Zone. Occorre che gli ambiti del sociale coincidano con le 13 Zone per avere in maniera opportuna una politica e una massa di risorse su area vasta, creare una politica virtuosa che guardi ai servizi e al tempo stesso guardi anche ai risparmi.
Il Governo centrale opportunamente ha tolto il ticket di 10 euro sulle ricette della prescrizione delle analisi. Questo è un fatto molto positivo che deve farci selezionare in maniera ulteriore le scelte perché in realtà togliere il ticket graverà sulle Regioni. Quello della eliminazione del ticket, o di qualsiasi ticket, è un fatto positivo. Oggi dobbiamo dare maggiore sicurezza ai servizi e non già alle sovrastrutture.
E’ una battaglia che non condividiamo e comunque è una battaglia di retroguardia quella di fare la guerra sull’alta specialità agli ospedali regionali di Ancona. E’ sbagliata perché in una regione piccola come le Marche spezzettare il sistema dell’alta specialità significa indebolire la sanità regionale. Al tempo stesso occorre dare certezze, garanzie e funzionalità, non alle targhette ma ai servizi, per gli ospedali di rete e gli ospedali di polo.
Ci sono problemi inediti e possibilità nuove proprio per il settore della sanità, la possibilità dell’assunzione in pianta organica stabile dei precari da parte degli enti pubblici, in particolare della Regione. La legge finanziaria dà questa possibilità perché l’assunzione dei precari della sanità, che nella nostra regione ha un numero elevato di oltre 2.500 persone con maggiore possibilità di inserire personale medico, infermieristico e tecnico, è l’unico modo, al di là delle chiacchiere, di accorciare o diminuire del tutto i tempi delle liste di attesa, perché con più persone si possono fare, ad esempio, tre turni, come si sta sperimentando con accordi sindacali in altre regioni.
Poi c’è il problema dell’agricoltura, il problema delle infrastrutture che hanno bisogno, con finanziamenti statali e regionali, di una nuova e più proficua riflessione, perché si devono finanziare sempre di più i progetti anziché la gestione e le sovrastrutture.
La ricerca, le università e il turismo debbono avere la dovuta attenzione anche qui verso progetti e non solo verso la gestione.
Il tema della cultura, che attiene allo sviluppo, alla qualità e al progresso di una società, occorre guardarlo non come una caricatura ma come una nuova e ulteriore sfida del Governo regionale. Occorrono forme nuove di risorse affinché il Rof, lo Sferisterio e le Muse non ipotechino la quasi totalità delle risorse della cultura, seppur costituiscono cultura di grandissima qualità.
In definitiva se non muterà il contesto generale che non guarda a quella Repubblica delle autonomie voluta dalla Costituzione ma guarda sempre di più ad un federalismo competitivo di una regione contro l’altra, che rischia di dividere il paese ricco da quello povero, occorrerà ripensare ad una nuova e più equa politica delle entrate fiscali delle Regioni con possibilità di prelievo e di addizionali progressive affinché le persone e i redditi facoltosi possano contribuire ad una società solidale e non ad una società egoistica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. In questo mio intervento parlerò sostanzialmente di sanità. Verso il 10 ottobre del 2006, quando il Governo Prodi aveva appena presentato la manovra finanziaria, l’Assessore Marcolini ebbe modo di rilasciare una intervista ad un giornale locale e rispondendo alla domanda “Come farete con questi tagli del Governo Prodi?” dichiarò “Le risorse mancano ci dovremo inventare qualcosa”. Questa fu la testuale dichiarazione dell’Assessore Marcolini che di lì a poco predispose una proposta di bilancio, ordita durante il periodo natalizio, di cui abbiamo avuto contezza solo dopo l’Epifania e che, dopo le traversie ricordate dal relatore di minoranza, arriva oggi sui nostri banchi alla nostra attenzione.
Voglio essere molto sintetico nella parte che riguarda il bilancio nella sua completezza, anche perché il mio intervento cade purtroppo in una fase di stanca, stanno tutti a preparare gli emendamenti. Devo dire che, contrariamente a quello che altri hanno osservato, in realtà non credo che l’Assessore Marcolini, almeno quest’anno, abbia dovuto inventarsi qualcosa, perché le note difficoltà che ha dovuto affrontare, e che da qualche anno sta affrontando, sono state in qualche misura gestite attraverso alcune operazioni, di cui in parte ha parlato il Consigliere Pistarelli, che non hanno nulla di inedito.
Il problema della tassazione non si poteva porre perché la Regione Marche ha già da tempo applicato ai massimi livelli le possibilità di esazione, quindi margini per una manovra sull’Irpef o sull’Irap non ce n’erano. Potevamo aumentare del 2% ancora il bollo auto, questa è stata la grazia che è stata riconosciuta ai cittadini marchigiani, ma evidentemente salutare questo bilancio come un bilancio positivo perché non ha ulteriormente inasprito i livelli fiscali della nostra regione è un non senso, perché in realtà eravamo già al massimo. Questo è un primo dato.
Da un lato esiste il problema dell’avanzo di amministrazione, non riesco a catturare l’attenzione dell’Assessore Marcolini, non è una censura ma purtroppo stiamo ragionando di qualche migliaia di miliardi, non è colpa dell’Assessore è una vittima di tutto questo, ma mi sembra che l’attenzione sia quella che è, non ci possiamo lamentare che i sindacati o la Confindustria ci ritengano poco interessanti da ascoltare quando noi stessi ci riteniamo poco interessanti da ascoltare, è un problema democratico che affrontiamo con la testardaggine che ci connota.
Voglio sostanzialmente parlare della sanità, immagino che pochi si siano accorti che in un angolino della relazione accompagnatoria al bilancio questa Giunta regionale – sono convinto che molte componenti della maggioranza non se ne siano accorte – ha nuovamente cercato di fare quello che aveva cercato di fare prima del Dpfr, ovvero di anticipare i contenuti del piano sanitario, in maniera molto chiara. C’è tutto il Ruta pensiero, c’è tutto il Maluccelli pensiero, e voi non ve ne siete accorti, perché sono convinto che anche il Presidente della Commissione bilancio non potrebbe non essersene accorto. Quindi mentre tutti, in maniera più o meno impegnata, cercano di capire cosa sarà della sanità noi abbiamo letto tutto, c’è scritto tutto. C’è scritto che sostanzialmente ci sarà una rivoluzione degli ospedali di rete, non so cosa il collega Procaccini pensa di tutto questo. Negli ospedali di rete ad esempio, secondo il Ruta pensieri e il Maluccelli pensiero non ci saranno più le pediatrie. In tutti gli attuali 13 ospedali di rete la dotazione dei posti letto è autonoma, sono per medicina interna, chirurgia generale, ostetricia, ginecologia, ortopedia e cardiologia. Giannotti ti chiudono gli ospedali, devi stare attento! Qui c’è scritto tutto, non l’hai citato ma negli ospedali di polo c’è la teorizzazione di un’unica unità operativa di chirurgia per zona. C’è la chiusura degli ospedali di zona. L’attività di degenza dell’area medica per gli acuti è soppressa in tutte le aree dove è presente un’adeguata offerta alternativa, cioè la chiusura. E mentre tutto questo accade, mentre si parla di un’unica radiologia per area vasta, di un unico punto prelievo per area vasta, qui tutti, più o meno allegramente, discettano di altro.
In questo bilancio, per la seconda volta, visto che è successo anche per il Dpfr, la Giunta regionale cerca di scippare il Consiglio regionale delle sue prerogative, lo fa con una serie di documenti molto precisi e specifici, rispetto ai quali ci siamo espressi in termini di estrema contrarietà, che giustamente in sede di quinta Commissione abbiamo chiesto di espungere perché è scorretto cercare di anticipare i contenuti del piano sanitario inserendoli alla chetichella all’interno della relazione previsionale del nostro bilancio annuale e pluriennale. Non è bastato un tentativo di qualche mese fa, ci si riprova, abbiamo parlato prima con il presidente della quinta Commissione e abbiamo presentato una proposta di emendamento a nome della Commissione in cui si chiede che queste cose vengano tolte. Non è possibile svuotare il Consiglio regionale delle sue prerogative di approvazione del bilancio – a questo già ci siamo abituati – ed è assurdo anche che si voglia surrettiziamente rivoluzionare la sanità marchigiana approfittando semplicemente del periodo carnevalesco che probabilmente sta allontanando dalla giusta concentrazione i vari Consiglieri regionali. Quello che sta accadendo nella sanità è una cosa più grave di quello che le peggiori profezie di sventura potevano consigliarci.
Quando nel dicembre 2001 la Regione Marche, allora governava D’Ambrosio, ha avviato la più tremenda e crudele invasiva delle manovre finanziarie, e parliamo, Consigliere Luchetti, di qualcosa come 1.500 miliardi delle vecchie lire che abbiamo tolto dalle tasche dei cittadini e delle imprese, quando parliamo di questa manovra draconiana avvertiamo anche l’obbligo di capire e di ricordare a noi stessi che secondo la previsione di allora nel 2006 dovevamo essere in una situazione di pareggio. Questa era il solenne impegno dell’allora governatore D’Ambrosio e di chi lo vicariava, mi riferisco a Gian Mario Spacca. Ebbene dopo cinque anni quel pareggio non solo non c’è ma reca un meno 96 milioni di euro a cui si aggiungono i 72 degli anni precedenti, che oggi come oggi rappresenta una delle peggiori performance che si potevano immaginare. Dovevamo essere a zero, siamo a meno 96, più, meno 72 milioni di euro.
Queste sono cifre che devono essere esaminate con attenzione, soprattutto in considerazione che la proposta di bilancio prevede per il 2007 il pareggio. Allora dobbiamo capire se è credibile o meno pensare che nel 2007, quando ad esempio si scateneranno gli effetti sul piano finanziario dello sblocco del personale e delle deroghe disposte nel 2006, una manovra che dovrebbe non solo ripianare i 96 più 72 milioni di euro relativamente alle vicissitudini pregresse, ma addirittura sedare la naturale propensione allo sforamento che non può non avere un servizio sanitario regionale che si appresta a ricevere 500 unità di personale, di questo si parla con lo sblocco delle deroghe. Abbiamo avuto 96 milioni di sbilancio nonostante che dal luglio non si è potuto più fare una assunzione, e voi ci venite a dire che nel 2007 potremmo davvero riportare il bilancio a zero caricandoci addirittura i 96 più i 72 milioni di euro? E tutto questo dovendo confidare nella capacità di programmazione di chi nel 2001 ci ha tolto 1.500 miliardi di vecchie lire, come imprese e come cittadini, dicendo che nel 2006 siamo a zero? Qui siamo a livello delle favole di Natale, siamo ad un livello delle invenzioni più pure. Altro che, cara Consigliera Mammoli, che qui dobbiamo essere contenti, questa situazione è un disastro! E parlo solo della sanità, mi ero preso questo impegno, Assessore Marcolini, c’è stato il Consigliere Pistarelli comunque che ha fatto il suo mestiere.
E’ un dato gravissimo e capisco che voi siete costretti non solo a teorizzare la chiusura degli ospedali di polo ma anche quelli di rete, perché dire che non ci possono più essere le pediatrie e le specialistiche negli ospedali di rete, vuol dire segnare un passaggio ulteriore rispetto a quelli che erano i paventati tagli a carico solo del cosiddetto piccolo ospedale. C’è scritto a pagina 69, guardatevela tutta, nel mio intervento ho detto tutte le specialistiche tranne medicina interna, chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, ortopedia, cardiologia e rianimazione. Gli ospedali di rete potranno avere solo questo. Per le altre discipline di area medica e chirurgica – hai fatto bene a ricordarmelo - sarà possibile avere altre specialistiche su bacini di 300-400 mila abitanti, quindi cari sanbenedettesi, cari fanesi, cari fermani, cari civitanovesi, cari maceratesi, le specialistiche che oggi abbiamo negli ospedali di rete le avremo solo per ambiti di 400 mila abitanti, ce ne saranno, conti alla mano, tre in tutte le Marche. Lo avete scritto voi. Caro Luchetti, queste sono cose gravi, ve ne dovete rendere conto che non è un atto è la responsabilità, chiamo in causa la maggioranza, la minoranza fa quel che può, ma che la maggioranza possa parlare, come ha fatto la Consigliera Mammoli, di un buon bilancio, che non abbiamo avuto le tasse, quando qui si prepara lo smantellamento, caro Procaccini, del servizio pubblico sanitario, questo è smantellamento salvo il solito sistema che porterà all’ospedale unico. Abbiamo avuto l’azienda sanitaria unica ora avremo l’ospedale unico regionale. Se questo è vero, caro presidente Luchetti la ringrazio perché ha accolto una proposta che veniva dalla quinta Commissione di stralciare questa roba, però è la seconda volta che stralciamo. Il Dpfr diceva cose analoghe e le abbiamo stralciate, il bilancio dice cose anche peggiori e le stiamo per stralciare, auspico che ci sia questa sensibità da parte di tutti gli altri colleghi Consiglieri, però evidentemente qualcosa c’è che bolle in pentola, non è solo la puzza di bruciato che qualche Consigliere esagitato, il lunedì di carnevale, rintraccia qua e là, ci sono dei documenti molto precisi che parlano non solo di un fallimento ma di una prospettiva gravissima che è quella che riguarda una sanità che oggi sconta 96 milioni di buco, a cui se ne aggiungono altri 72, che dovrebbe, come se fosse possibile con un colpo di bacchetta magica, arrivare a zero nel 2007. Certo in questa maniera immagino potrebbe essere possibile.
Attenzione, non è finita qui, perché il mese scorso, ai tredici direttori di zona che sono stati riconfermati o nominati ex novo, sono stati assegnati degli obiettivi che da questo punto di vista fanno il paio con le previsioni catastrofiche. Caro Luchetti, prevedere che tutti i 13 direttori di zona, invariabilmente, debbano portare come dote alla Regione un taglio dello 0,5% del personale per il 2007, dell’1,5% nel 2008 e del 2,5% nel 2009, vuol dire davvero applicare le stesse misure draconiane in maniera indiscriminata ed egualitaria a tutte le zone, anche quelle che sono in sofferenza. Pensate a San Benedetto o Fermo dove ci sono le dotazioni organiche più basse e che i relativi direttori di zona devono produrre risparmi che sono uguali per tutti, anche per chi ha una situazione di personale più ampia. Pensate a San Benedetto dove la spesa per il personale è del 29%, ci sono zone, non le cito per carità di patria, in cui la spesa per il personale è al 40%. Ebbene i direttori di zona di quella zona ics e di San Benedetto dovranno egualmente conseguire lo stesso risparmio in termini di personale. E’ questo un gravissimo attentato ai principi di universalità dell’offerta sanitaria di cui questa amministrazione dice, almeno a chiacchiere, di pregiarsi a ogni pié sospinto.
Queste sono secondo me le cose più gravi che riguardano un bilancio. I bilanci della sanità, essendomi riferito sostanzialmente a questa, si chiudono grazie proprio alla tassazione aggiuntiva che nel dicembre del 2001 varaste nel presupposto che la tassazione aggiuntiva, come diceva la legge, finanziasse esclusivamente la sanità. Questo è un punto su cui una volta per tutte dobbiamo chiedere chiarezza, Assessore Marcolini, perché abbiamo varato quella manovra nel dicembre 2001 sulla base di una precisa autorizzazione normativa che faceva riferimento alla possibilità di aumentare il prelievo fiscale, Irap, Irpef, in termini aggiuntivi, solo finalizzando il gettito che ne sarebbe derivato alla sanità. Allora facendo due conti, poco più della metà di quel gettito è stato utilizzato per la sanità. Abbiamo utilizzato la tassazione aggiuntiva, e prima di me lo denunciò l’attuale onorevole dell’Unione Maria Paola Merloni, per fare altro rispetto a quello che la legge ci consentiva e rispetto a quello che abbiamo annunciato ai cittadini nel momento in cui abbiamo chiesto loro di sopportare un aumento che è arrivato fino al 4% - non voglio fare la solita nenia su questo argomento – e che tuttora porta la nostra Irap a subire un incremento dello 0,9 % rispetto alla media nazionale. Credo che sia ulteriormente grave che una cifra, che percentualmente varia dal 55-50-59% della tassazione aggiuntiva, vada a beneficio del bilancio e non della sanità. Questo è il fatto grave. I soldi, lo ripeto fino allo sfinimento, della tassazione aggiuntiva per legge dovevano essere finalizzati per la sanità, non vengono finalizzati per questo per una somma almeno pari al 50%, copriamo i buchi del bilancio ordinari con quei soldi e chiudiamo gli ospedali. E’ una cosa veramente assurda, è una cosa da film dell’orrore della sanità, perché i soldi per la sanità sarebbero quelli e con quelli dovremmo alimentare il servizio sanitario regionale. Non lo facciamo, usiamo quei soldi per fare altro, chiudiamo a tutto detrimento del cittadino che viene gabbato due volte, viene gabbato perché deve subire quei livelli di esazione fiscale e poi perché, a fronte di quel sacrificio, vengono distolte le risorse che servono ad altro e non a dare man forte all’offerta per la salute che potrebbe giustificare una particolare capacità di sacrificio da parte del cittadino.
Ho fatto dei conti, ricordavo che di quel denaro che dal 2002 al 2007, ci sono mi pare 91 milioni di euro ancora per questo anno, una percentuale non minore del 50% a seconda delle valutazioni che si vogliono fare, a seconda che si voglia accertare o meno quanta parte dei ratei per quanto riguarda i mutui contratti a ripiano dei disavanzi precedenti che possono essere pagati o vengono pagati effettivamente con la tassazione aggiuntiva, al netto di tutto questo abbiamo una situazione che è quella che prima ho ricordato.
Credo che l’aspetto sanitario rappresenti l’aspetto più significativo di questo bilancio, non ultima è la questione dei ticket. Non ho sentito ancora una voce, in parte tranne quella di Rifondazione comunista, che abbia alzato l’indice contro questa che è stata la peggiore delle truffe che uno Stato poteva ordire ai danni delle Regioni.

Presidenza del Vice Presidente
David Favia

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, per cortesia, è già qualche minuto fuori del tempo massimo.

Guido CASTELLI. Ebbene, il Senato, lo ricordava parzialmente il Consigliere Viventi, non ha cancellato il ticket dei 10 euro, una delle cose più abominevole che si potesse pensare. Abominevole perché travalicando le competenze delle Regioni - quando lo faceva il Governo Berlusconi si aprivano le cataratte dal cielo e le contumelie arrivavano palazzo Chigi direttamente da via Gentile da Fabriano - hanno applicato questo ticket incredibile imposto dall’alto, ripeto, prevaricando competenze costituzionali che vengono attribuite alla Regione, ma quel che è peggio è che il Senato ha consentito che le Regioni possono anche toglierlo ma si devono garantire altre misure di compartecipazione alla spesa che renda invariato il gettito. Quindi 18 milioni di euro che, cari amici della sinistra, state fregando dalle tasche dei cittadini, che per farsi gli esami delle urine hanno dovuto subire un incremento di costo che da 2,60 euro è passato a 12,60 euro, quindi il 600% in più, in nome delle sorti magnifiche e progressive che la sinistra sociale apre di fronte a sé, ebbene potremmo toglierle teoricamente ma solo garantendo altre misure di compartecipazione alle spese analoghe. Vi rendete conto, in altri tempi, altro che la base di Vicenza, tutti i centri sociali dovevano essere qui a protestare contro questo furto ignominioso e questa presa in giro. Ho presentato un ordine del giorno che invita questo Consiglio regionale a chiedere al governatore Spacca di ricorrere alla Corte Costituzionale contro questo provvedimento. Questa Regione, cara Consigliera Giannini, in cinque anni di Governo Berlusconi, ha presentato qualcosa come trentasette ricorsi alla Corte Costituzionale, voi dovete avere il coraggio civile di proporre un ricorso altrettanto smaccato contro l’atteggiamento antisociale, davvero grottesco, di un Ulivo che attraverso i ticket sanitari ha procurato un esempio di macelleria sociale di cui in Italia non si aveva contezza da anni, diciotto milioni tolti dalle tasche degli italiani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente non c’è l’alternanza? Ha finito la maggioranza? Questo è un dato politico, vedo la maggioranza annoiata non vorrei che si sentisse come un bivacco di manipoli al servizio. Onore ai Consiglieri Procaccini e Mammoli che sono intervenuti.
Sarò breve anche perché i colleghi hanno, con dovizia di particolari, illustrato il nostro dissenso, la nostra critica e la nostra proposta, voglio appuntarmi solo su due o tre punti che ritengo essenziali.
Il Consigliere Castelli parlava di possibili tagli agli ospedali di polo. Chiedo una correttezza ed una trasparenza sul metodo, cioè quello che non tutti possono essere uguali, vorrei che l’Assessorato alla sanità, la Presidenza e la Giunta, non trattassero i dirigenti, quindi le zone e quindi tutti noi, allo stesso modo, nella concertazione per i budget della sanità per le singole zone. Sapete che cosa significa? Che ci sono, grazie a Dio e grazie a loro, nonostante la lottizzazione politica, dirigenti bravi e altri somari, come si diceva a scuola. Non è giusto trattarli tutto allo stesso modo. Il dirigente virtuoso che taglia, che risparmia, che va a vedere la razionalizzazione dell’organizzazione dei costi e delle risorse sul territorio, spesso senza neanche toccare i servizi, viene trattato allo stesso modo di quello che spreca. Questo è il messaggio che promana dall’Esecutivo regionale. Apparteniamo a territori dove questo è avvenuto, non ci costringete a dividerci tra nordisti e sudisti, tra sostenitori dell’entroterra e della costa, potremmo raggiungere un livello veramente basso. Potete almeno garantirci un occhio saggio e attento verso chi si comporta bene. Questo vale anche per i dirigenti di tutti gli altri settori ma visto che quello della sanità riguarda la nostra salute, vi chiediamo almeno di guardare questo. Finora il messaggio della Giunta è stato il contrario, chi più ha sprecato più è stato premiato, questo cominciano a vederlo anche i cittadini perché le tabelle sono sotto gli occhi di tutti.
Seconda questione quella sui giovani. Ho presentato degli emendamenti che riguardano l’occupazione intellettuale e creativa. Dalle molte pubblicazioni che sostengono direttamente o indirettamente questo Esecutivo e da quella organizzazione di stampa collaterale, privata, territoriale, viene fuori un quadro esaltante dell’occupazione nelle nostre Marche. Vorrei sentire qualche voce di sinistra su questo, attualmente siete tutti proiettati nell’esaltazione capitalistica e di impresa, quindi se permettete adesso la sinistra la faccio io – Amagliani lo so che ti sono simpatico quando dico questo ma dopo ti sarò anche un poco antipatico –. Esaltiamo pure tutto il quadro meritevole per tanti imprenditori della nostra impresa, ma vogliamo anche appuntarci sul collegamento tra impresa, ricerca – mi sembra che prima lo dicesse il Consigliere Procaccini in una parte che condivido – risorse che la Regione spende per i master, per i corsi, per le lauree brevi, per tutte le specializzazioni possibili, per la creatività, per la dirigenza, per le lauree più astruse, ma chi li assume questi giovani, ve lo siete chiesto o vi trincerate dietro le tabelle nazionali, europee, che dicono che nelle Marche c’è l’occupazione solo al 3,6. Quale? Quella manuale, quella extracomunitaria, quelli per le pulizie, le trafile, le catene di montaggio e i magazzinieri. E’ vero che non si trovano, avete ragione, ma i laureati e diplomati chi li assume? Mettono tutti i limiti di età, vogliono i giovani con esperienza, assumo quelli con gli stage gratuiti poi dopo gli stage li mandano a casa anche se sono bravi. Voi che parlate tanto della legge Biagi perché non guardate a questa situazione, altro che legge Biagi, magari si arrivasse a quei livelli! Qualche contratto poi dopo sei mesi a casa, li mandano a casa anche dopo tre anni gratuiti. Non c’è niente nel bilancio regionale che favorisca una inversione di tendenza. C’è quella lotta alla sussidiarietà orizzontale, nonostante le promesse fatte, fatte anche al mondo cattolico che ha abboccato, come ha abboccato con la visita al Papa dove alcuni preti e vescovi si sono fatti promoter di certi personaggi della sinistra – sto per scrivere una lettera alla Cei, non sono andato al pellegrinaggio apposta -. Nonostante anche tutte le promesse fatte a Don Vinicio Albanesi che parlava delle barche dei capitalisti avendo vicino Della Valle – che non mi risulta abbia una barca a remi – ma se siete tutti lì ad abboccare, parlo agli amici cattolici, ai centristi, a certe prediche. Perché, quindi, non si parla di questo? (interruzione) Non faccio le prediche, mi da fastidio chi le fa, cerco solo di richiamare attenzione alla sussidiarietà orizzontale.
I nostri centri per l’impiego, tornando al bilancio regionale, piazzano i nostri laureati, i nostri diplomati? No, riescono a piazzare solo un po’ di operai e di magazzinieri. Le agenzie di lavoro interinale, non sono per forza a favore delle agenzie ma qualche mezzo un po’ più elastico di sistemazione nel mondo del lavoro ce l’hanno, ma queste non hanno accesso alle banche dati dei centri per l’impiego. A chi vogliamo fare il dispetto? Lo fai alla società multinazionale che ha le agenzie di lavoro interinale o lo fai alle centinaia di migliaia di giovani che non trovano lavoro attraverso una struttura pubblica? In questo bilancio c’è l’incentivazione? Lo avete detto voi, lotta al precariato, sostegno alle imprese che assumono i giovani. A livello nazionale debbo dire qualcosa c’è, difficile da applicare, quattro castagne lesse come si dice, ma in questo bilancio non c’è niente. In questo bilancio di sostegno alle imprese che assumono a tempo indeterminato un giovane laureato non c’è niente. Faccio la parte di sinistra, spero non si consideri di sinistra solo l’operaio perché può essere di sinistra anche il laureato. Quindi cercate di accogliere qualche emendamento che prevede questa misura, sgravi fiscali e incentivazioni per gli imprenditori, non con chiacchiere ai convegni ai quali partecipate e dove vi accodate tutti quanti, esaltando supinamente tutti, ma guardando invece qual è l’imprenditore che sta premiando i giovani, chi punta sulla creatività, chi ne costruisce la formazione, cercate di mandare questo messaggio anche a quel mondo imprenditoriale che tante volte vi è supinamente vicino.
Sapete cosa manca? Manca ancora quella riorganizzazione della distribuzione del potere tra Regione, Province e Comuni, che sta creando una enorme dispersione di risorse. Qui, caro Ricci, non c’è, lo so che è presente in voi questa riflessione, non dico che avete gli occhi e le orecchie tappate, ma non ci si mettete mano, e sapete perché? Perché continua l’assalto amministrativo delle Province alle Regioni verso l’alto, e ai Comuni verso il basso, che crea dispersione di punti di riferimento di potere, di programmazione, di gestione. È emblematico quello che abbiamo visto sulla cultura, con la lotta tra gli enti locali, la Provincia e la Regione. E’ un problema non risolto finché non diciamo chi deve fare le cose. Non c’è, ci si rinuncia, parliamoci chiaro, perché ognuna delle nostre parti politiche deve sostenere quel Presidente della Provincia, quell’altro l’Assessore, quell’altro Sindaco. Qui sono d’accordo con il Consigliere Procaccini perché il suo disegno sulla pianta del potere è stato sempre preciso, quando dice troppo federalismo e troppo autonomismo lo dice a prescindere da chi governa. Di questo gli do atto, sono discussioni che in Commissione e politicamente abbiamo fatto, potrà passare troppo nazionalista e accentratore però c’è un disegno, qui invece il disegno non esiste, c’è accentramento in capo a certi nostri personaggi di questa nostra pubblica amministrazione regionale, soprattutto i nostri cari presidenti delle Province.
L’ultimo punto, sul quale ho detto che voglio essere antipatico al Consigliere Amagliani, riguarda la grossa contraddizione sul Pear. Non ci schieriamo secondo simpatie di cui siamo innamorati, le 24 centrali che auspica l’Assessore all’ambiente sono irrealizzabili e nessuno le vuole sul territorio, caro Assessore, perché anche se adesso tu pensi di avere un consenso dicendo no alle grandi mega centrali, poi quando vai a portare le 24 micro centrali vicino casa di Tizio o di Caio, ci sarà la rivolta in tutte le Marche. Io ho preso una posizione, la prendo a carte scoperte. La centrale di San Severino, non lo dico perché è nella mia provincia, ma se qualcuno sa dove viene pensata è qualcosa che impatta in maniera preoccupante con quel territorio. Qui dentro sono d’accordo in molti, in maniera trasversale. Il dire no alla centrale di Falconara, a mio avviso, è una contraddizione grave, mi prendo le mie responsabilità. L’impatto previsto per quella centrale è minore dell’attuale raffineria, penso che questo potete dirlo o no, inquina di più del petrolio!? (interruzione) La Regione ha i mezzi per intervenire perché non si aggiunga. Senza fare demagogia, l’abbiamo detto qui dentro negli interventi fatti fin dal 2001, quando si parlava del rinnovo ventennale, avevamo detto quali dovevano essere i limiti progressivi di riduzione e di riduzione nel tempo. Però dico che la demagogia è dire no a tutto, in questo momento, senza avere alternative, dimostrate che il progetto delle 24 micro centrali va avanti e, poiché non credo si farà a livello pubblico, invocate l’investimento privato, per esempio potrebbe venir giù la Era tanto vicina a certe posizioni della sinistra qua dentro e quando viene ha sempre tappeto rosso. Quindi ditelo pure alla Era di investire nelle Marche, se fa le 24 micro centrali, se ai marchigiani va bene, io non ho pregiudiziali, sto parlando della realizzabilità concreta di quel piano che a mio avviso non sta né in cielo né in terra… (interruzione)…allora portate i dati su cui avete discusso in Giunta, venite in Consiglio e illustrateli, non lo avete fatto. Il Consiglio che ha votato il Pear non è stato messo in condizioni di valutare niente! Ho già fatto una interrogazione depositata venerdì, così avrò risposta, però mi si dia atto che in questo Consiglio i dati non ci sono…(interruzione)… Senti Assessore, lasciate perdere i conservatori e progressisti, è una divisione che avete portato qua dentro che è fallimentare, voglio capire qual è il vostro progressismo. Comunque porta qui i dati, vi confrontate prima in Giunta poi ci dite quali sono gli atti deliberati dalla Giunta, perché oltre alle vostre interviste non si sa niente, parlate di impressioni, vogliamo le aspirazioni che ognuno di voi ha. Assessore, ho seguito passo passo la tua intervista “spero che il governatore medi”, “voglio che la Regione presso il nucleo di valutazione ministeriale dica questo”, ecc., però le posizioni chiare portatele qui dentro e rendete noto al Consiglio quali sono i monitoraggi e le risultanze del Pear nei primi mesi di applicazione, poi vediamo qual è la realizzabilità perché io dico che il piano che si propone è irrealizzabile. Quello che dico, cosa un po’ più realistica, è che può servire ad abbattere il gap energetico che c’è nelle Marche, sapete quanto pesa alle nostre imprese e nelle nostre bollette, è il doppio del gap che c’è in Italia e il doppio del doppio in Europa. Quando parlate di concorrenza e competitività, ne parlate sempre nei convegni con i nostri mega industriali, andiamo a vederle fino in fondo.
Lancio questa sfida, portate ai prossimi Consigli il monitoraggio poi ne parliamo. L’interrogazione l’ho depositata al protocollo venerdì alle ore 12,00. Però non dovete rispondere solo a me ma aprite un dibattito qua dentro in modo che tutti si potranno confrontare senza fare demagogie. Prendete ognuno le vostre responsabilità, sono passati due anni e si è realizzata solo qualche pala eolica, sono stati zitti anche gli ambientalisti che erano contrari, perché quando l’investimento arriva da certe parti di sinistra si sta zitti. Io non sono contrario alle pale eoliche, sono d’accordo con gli imprenditori, con gli enti locali che le hanno favorite, anche qui mi prendo la responsabilità. Ci sono comuni di centro-destra che non vogliono sulla montagna del proprio territorio le pale eoliche. Lo dico perché non faccio demagogia, non faccio il conservatore, sono per la scelta eolica, quindi bene ai comuni di destra e di sinistra che l’hanno favorita, se la Regione incentiva il fotovoltaico sono d’accordo. Però su tutto il resto è bene che vi pronunciate perché gli interventi realizzati non hanno accontentato neanche l’1% della previsione del Pear. Questo è il mio dato, se ne avete di migliori ne discutiamo qua.
Prendiamoci anche un vizio migliore, cioè quando la minoranza sollecita qualche discussione urgente cerchiamo di portarla e di confrontarci al di là degli schemi. Adesso il Governo nazionale l’avete preso, il parafulmine della politica romana non c’è più, ognuno si prenda le proprie responsabilità, non ci sono più coperture, non ci sono più alibi. Torniamo in aula e su queste, che sono le vicende strutturali della nostra regione, ne parlate a viso aperto. Ho fatto una interrogazione ma la ritengo uno strumento limitato, se si potrà tramutare la risposta alla mia interrogazione in una relazione su cui fare un dibattito ne sarò contento.
Naturalmente su questo bilancio, soprattutto per le cose che riguardano la sanità e il lavoro, i problemi più urgenti in questo momento che stanno sfuggendo alla valutazione amministrativa e legislativa dell’Esecutivo, siamo profondamente insoddisfatti.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.


Stefania BENATTI. Sarà contento il collega Massi di sapere che il Ministro Pecoraro Scanio ha appena annunciato che il Governo darà 1 miliardo e mezzo di euro, che i cittadini attualmente pagano in bolletta per l’energia, alle fonti rinnovabili, quindi mi sembra una risposta in tempo reale.
Voglio iniziare il mio intervento a partire dalla questione di metodo che tanto ha appassionato molti interventi dell’opposizione. E’ stato detto che questo bilancio non appassiona il Consiglio regionale e la maggioranza, è stato detto che è un bilancio volutamente difficile. Ebbene credo che innanzitutto la passione con cui ognuno di noi fa le cose si verifica nei fatti, quindi non vedo come l’opposizione possa dare una patente di più o meno bravo ai colleghi della maggioranza per l’approccio che hanno con il bilancio.
Ho partecipato alla Commissione bilancio e non ho visto una passione esagerata da parte dell’opposizione rispetto a una tiepidezza da parte della maggioranza. Credo che al di là della passione dobbiamo confrontarci su un documento che è per noi molto importante perché segna la politica della Regione per tutto l’anno.
Dobbiamo partire da un dato che dobbiamo assumere, siamo pagati per legiferare, per programmare nella complessità delle nostre competenze e del nostro lavoro, quindi è indubbio che il bilancio è un atto complesso, può, una volta approvato, essere reso meglio comprensibile all’opinione pubblica, può essere sintetizzato in una pubblicazione per la divulgazione. Potremmo entrare, Assessore, in questo ordine di idee così come ha fatto il Governo con la Finanziaria, può essere messo on line per sintesi, per capitoli, fare anche noi un albero della nostra finanziaria così come è stato fatto a livello nazionale.
I documenti quest’anno sono stati a disposizione di tutti i cittadini nel sito del Consiglio regionale, ho elencato il sito del Consiglio anche nel mio sito personale per favorire una maggiore comprensione da parte dei cittadini. Comunque sia, al di là di quello che possiamo raccontare all’esterno, chi si avvicina al bilancio sia esso Consigliere regionale o portatore di interessi generali diffusi, come le organizzazioni di categoria, le forze sociali o imprenditoriali, deve necessariamente confrontarsi con molteplici cifre e normative. Per fare previsioni per il nuovo anno dobbiamo tener conto della previsione dell’anno scorso - non devo insegnare ai colleghi il proprio mestiere - dello sviluppo che il bilancio ha avuto nell’anno fino al rendiconto.
E’ indubbio però, questo lo voglio testimoniare personalmente, che chi ha voluto approfondire, chi ha posto delle questioni in questa sessione di bilancio agli uffici, sia generali che puntuali, ha ricevuto risposte esaurienti. Per quanto mi riguarda mi dichiaro soddisfatta del lavoro che ha fatto sia la Commissione, della disponibilità che hanno dato sia i funzionari del Consiglio che quelli della Giunta, compreso l’Assessore. Il lavoro che ha svolto la I Commissione ne è una ulteriore testimonianza, abbiamo analizzato nel dettaglio tutti i capitoli che riguardano la cultura, ci siamo confrontati con l’Assessore. Si può dire che questo sia stata una discussione che ha rilevato problemi dentro la maggioranza? Credo che la Commissione abbia svolto nella pienezza il compito di indirizzo, che vuol dire confrontarsi e, Assessore consenziente, arrivare anche a una formulazione diversa del bilancio, perché il bilancio viene votato dal Consiglio regionale, la Giunta fa la proposta e il Consiglio l’approva e lo può approvare anche in forme diverse.
Credo sia giunto il momento di fare anche un passo avanti, mi rivolgo innanzitutto al Presidente del Consiglio regionale e a tutta la Giunta regionale. Dobbiamo, Consiglieri, individuare degli strumenti per monitorare in tempo reale il bilancio durante il corso dell’anno, proporrei che anche le Commissione siano maggiormente attente allo sviluppo del bilancio stesso, prevedendo delle sedute trimestrali o semestrali che ci aiutino a vedere come nel corso dell’anno il bilancio viene attuato, quali sono i settori da incentivare durante l’anno, quali sono i settori più sofferenti, perché certe spese vanno più in ritardo, in modo che possiamo svolgere questa opera di indirizzo e di controllo non con la penna rossa ma con un lavoro di costruzione della politica regionale in collaborazione con la Giunta, nel rispetto dei ruoli di ciascuno. Credo che questo potrebbe essere una cosa che aiuta anche la politica della Regione nel suo complesso.
Il nostro bilancio fa i conti con esigenze molteplici, innanzitutto con esigenze di solidarietà e spinte verso lo sviluppo. In direzione della solidarietà individuo il mantenimento dell’attuale pressione fiscale, è stata una scelta voluta che comporta scelte conseguenti di altro tipo.
La seconda scelta qualificante per la nostra Regione è che non è assolutamente stato intaccato il livello di welfare, comprensiva l’attenzione nei confronti della cultura. Possiamo raccontarlo come ci pare ma le cifre segnalano che la Regione, ancora una volta, mantiene alto il livello di assistenza nei confronti nei nostri cittadini. L’ha fatto negli anni scorsi supplendo a una carenza enorme da parte del Governo nazionale che aveva tagliato drasticamente il fondo sociale, riconferma oggi che arriveranno risorse aggiuntive da parte del Governo. Qui sta la serietà della Regione Marche, perché sarebbe troppo facile, nel momento in cui arrivano le risorse nazionali, tagliare quelle regionali. Questa scelta non l’abbiamo fatta perché vogliamo mantenere alto il livello di welfare, e anzi da quest’anno si aumenterà rispetto agli anni scorsi.
Stessa cosa vale per la cultura. Il dibattito è stato assolutamente trasparente all’interno della maggioranza e nelle Commissioni, si è voluto mantenere gli stessi livelli di finanziamento dello scorso anno, in più c’è un impegno da parte della Giunta di individuare risorse aggiuntive che andranno in assestamento e che saranno devolute al territorio, quindi una scelta di incentivare e di sostenere la cultura nel territorio.
L’altro impegno, sempre in sede di assestamento, che va anche qui nella logica della solidarietà, di una Regione che sa scegliere dove intervenire, è quello di individuare delle risorse aggiuntive che dovranno servire a finanziare la nuova legge sulla scuola che ci apprestiamo a discutere in Commissione e che ci auguriamo di poter approvare in Consiglio regionale entro l’estate. Un impegno delle forze politiche di maggioranza e di minoranza che hanno preso, concludendo un cammino che ci ha visto impegnati per diversi mesi, abbiamo voluto aprire una consultazione sul territorio, prima l’Assessorato con un blog, poi la Commissione con un ascolto delle realtà provincia per provincia.
Per quanto riguarda lo sviluppo non mi addentro in questo momento ma una riflessione a parte sarà utilissima nel momento in cui andremo ad approvare tutti i provvedimenti che ci daranno la possibilità di accedere alla programmazione comunitaria, quindi ci attende il Por, il Piano di sviluppo agricolo, quelle quindi saranno occasioni per una valutazione complessiva.
Ultimo segnale di solidarietà, Assessore la ringrazio, lo individuo nei 29 milioni di euro che abbiamo anticipato agli agricoltori. Era una richiesta legittima che il mondo agricolo chiedeva per non mettere in difficoltà le aziende, l’anticipazione rispetto alle somme che devono essere erogate dall’Agea credo sia un segnale di solidarietà da parte della Regione.
Per il resto non voglio entrare in polemica, leggo solo a beneficio dei colleghi – ognuno legge la finanziaria come gli pare e anche io – quello che a mio giudizio, rispetto alle valutazioni che sono fatte, la finanziaria porta nelle Marche. Anche qui si tratta di scelte, ci possono essere stati tagli da altre parti ma sicuramente, se scorrete la finanziaria, ci sono capitoli di nuova istituzione, non solo capitoli che vengono finanziati.
Ricordo a tutti i colleghi i 52 milioni di euro che arriveranno nelle Marche specifici sul terremoto, 52 milioni quest’anno e 55 nei prossimi due anni. Questa cosa non era scontata e il Governo Berlusconi l’aveva un po’ dimenticata, non ci ricordiamo di grandi finanziamenti negli ultimi anni. Due anni fa erano maggiori? Vediamo.
Ricordo 1 milione e mezzo di euro per quindici anni per le popolazioni colpite dagli eventi alluvionali che si sono verificati nella provincia di Ancona a settembre dello scorso anno.
Il fondo unico sociale verrà ripristinato nella somma del 2004, quindi la quota delle Marche passerà da 13 milioni, come era stata decurtata, a 26 milioni. A questo proposito i colleghi consiglieri del comune di Ancona hanno presentato un ordine del giorno che continua a prevedere, come abbiamo fatto già nello scorso anno, finanziamenti ad hoc per le strutture che si occupano di minori stranieri non accompagnati.
Il fondo per le politiche della famiglia, diciamo che questo Governo vuole distruggere la famiglia, viene, invece, incrementato di 210 milioni di euro nel 2007 e 180 milioni sarà nel 2008 e 2009. Ogni provvedimento arriva in quota parte quindi prevediamo che nelle Marche potrebbero arrivare attorno ai 6 milioni di euro per queste politiche. L’Assessore poi ci dirà di più. Sul tema della famiglia c’è un ulteriore nuovo capitolo di 100 milioni di euro che il Ministro dovrà, con la Conferenza Stato-Regioni, provvedere al riparto. Anche qui arriveranno forme aggiuntive. Mi auguro che darà finanziamenti anche per i bambini e per gli anziani che non stanno in famiglie ma nelle coppie di fatto, io mi batterò su questo, Consigliere Capponi, puoi stare tranquillo.
Per le pari opportunità sono previsti 40 milioni di euro in aggiunta per le politiche per la donna e forse anche per le donne sole. Mi dispiace, Consigliere Capponi, daremo i soldi alle donne sole che sono state abbandonate dal marito, divorziate, può darsi che le aiuteremo, se vuoi che diamo i soldi solo al marito perché dà la paga settimanale alla moglie questo è un vostro problema. Noi faremo le politiche comunitarie in questa maniera.
Per le politiche giovanili 120 milioni di euro per tre anni, quindi anche nelle Marche si prevede si possa arrivare attorno ai 3 milioni di euro per questi settori.
Per la cultura è più risaputo che è stato istituito un fondo di 20 milioni di euro che verrà ripartito sempre per progetti co-partecipati tra Stato e Regioni. In questo senso l’Assessore si è posto il problema di lavorare fin da subito per reperire risorse nella nostra regione e anche predisporre progetti per poter competere affinché le Marche non rimangano fuori dalla partita della cultura.
Poi 200 milioni per l’attivazione del protocollo di Kyoto, è di questi giorni il rapporto dell’Onu che dice cose terribili, che fa fare a noi delle riflessioni su quanto anche l’Italia negli ultimi anni è rimasta indietro in merito alla riduzione del 6,5% delle emissioni, quindi c’è molto da lavorare quindi dobbiamo attivare risorse da questo punto di vista. 200 milioni per l’attuazione del protocollo di Kyoto, 25 milioni per l’istituzione di un fondo di sostenibilità ambientale, 90 milioni per la mobilità sostenibile, cioè abbattere le polvere sottili che sono la prima fonte di inquinamento nel nostro Paese e anche nella nostra regione. Ci sono poi altri settori, saranno poi i colleghi e l’Assessore ad illustrali, per esempio l’edilizia residenziale pubblica, l’acquisto di nuovi veicoli per il trasporto pubblico locale ecc.
Un accenno in conclusione sul fatto che questa finanziaria, e penso che la Regione abbia le carte in tavola, dà anche delle prime indicazioni per l’abbattimento dei costi della politica. Questa è una questione a cui i cittadini fortemente credono, ci sono indicazioni che riguardano la necessità di ridurre i consigli di amministrazione, noi già nello scorso anno abbiamo fatto la nostra parte chiudendo alcune strutture e riducendo i consigli di amministrazione delle società che rimangono, quindi siamo su questa scia. Questa volta possiamo dire, a differenza di tanti articoli scandalistici che vengono fatti sui giornali, che sulla questione dei costi della politica la Regione Marche è all’avanguardia. Credo sia una questione che riguarda maggioranza e minoranza, dovremmo spiegarla meglio ai cittadini e far vedere che non sono governati da persone senza scrupoli che guardano solo i propri interessi.

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo di aver sbagliato l’orario per questo intervento, vedo soprattutto nei tavoli della maggioranza una assenza che è indice di un cattivo rapporto, tra l’altro non vedo Assessori, ad eccezione di quello al bilancio, ma non dovrebbe essere solo lui interessato alle discussioni che stiamo facendo.
Come minoranza abbiamo affrontato con responsabilità l’esame di questo bilancio, siamo andati a vedere cosa c’era e cosa non c’era. Mai come questa volta la maggioranza è in difficoltà perché oltre a presentare il bilancio con tagli della Regione ha sulle spalle anche una Finanziaria nazionale che ne apporta di ulteriori e pesantissimi, soprattutto per la famiglia.
Non bastano le difese d’ufficio fatte dalla Consigliera Benatti, lei ha accennato solo alle positività, mentre io ho l’elenco delle negatività, quindi vedremo come giocarci queste carte.
Prima di tutto questo bilancio come sempre non riesce a dare a tutti la possibilità di comprendere quello che c’è dentro. Questa struttura criptica che vi siete voluti dare per non far capire a nessuno cosa c’è dentro e come avvengono i movimenti all’interno del bilancio della Regione è una difficoltà soprattutto per la maggioranza che non ha letto approfonditamente quello che c’è dentro, ad eccezione della Giunta che sa tutto perché gestisce, gli altri non sanno quello che c’è dentro questo bilancio perché è illeggibile.
Siamo andati a guardare dentro per quella disponibilità che alcuni uffici, non tutti, mostrano di darci per capire qualcosa. Quando sbagliamo è perché non ce lo avete fatto capire non perché non siamo andati a vedere puntualmente quello che non va di questo bilancio.
Prima di tutto il pareggio di questo bilancio è bizzarro. Anziché bizzarro potrei dire una parola più alta ma per questo ci saranno le istituzioni preposte al controllo dei bilanci che diranno se questo bilancio è vero o no. 831 milioni di avanzo di amministrazione degli anni 2006 e 2007 portano a pareggio il bilancio del 2007. Questo significa che il 15% del bilancio del 2006 non l’abbiamo speso. Quindi ci sono due cose da verificare: primo, o la Regione non ha applicato quelle poche cose che c’erano, non ha speso i fondi quindi è cattiva gestione, cattiva amministrazione, tra l’altro significa che non ha neanche impegnato quei fondi, come è vero che non ha impegnato il famoso decantato patto per lo sviluppo che ancora è lì, lettera morta, cioè non c’è nulla di applicato, abbiamo fregato i marchigiani per due anni promettendo la luna e la luna non l’ha vista nessun. Secondo, quel dato non è veritiero, quindi come è stato per il bilancio 2005 dove ipotizzavamo un avanzo di amministrazione di 160 milioni, poi abbiamo visto che nel consuntivo abbiamo perso 69 milioni di euro, 220 di differenza. Questo è pericolosissimo perché gli 831 milioni di euro di avanzo presunto vanno a giustificare un ulteriore addebitamento che altrimenti non sarebbe stato possibile perché il nostro bilancio non ha capacità di addebitamento ulteriore se non di 36 milioni di euro, come dichiarato, c’è una pagina apposta la n. 102 dove c’è scritto che possiamo fare solo 36 milioni di euro. Teoricamente se dagli 831 ne accertassimo 795, questo bilancio sarebbe falso perché non avrebbe questa capacità di indebitamento. Assessore, leggo i numeri e penso sia impossibile ma possiamo fare una sfida, sono disponibile a scommettere oggi che non ci sono 831 milioni di euro di avanzo.
Questo è il primo aspetto su cui si fonda tutto il bilancio 2007, un bilancio che sconta un problema di scarsa disponibilità di risorse che sono state coperte con false e inesistenti coperture, cosa più grave perché questo avrebbe fatto falsare il discorso di cui vi dicevo.
La partecipazione che chiediamo molte volte agli atti, questa idea di bilancio partecipato che qualcuno ha messo in campo, penso non sia stata possibile, critica che ci hanno fatto anche le associazioni di categoria che abbiamo sentite proprio per capire cosa ne pensavano – sapete tutti che non ne pensano bene – hanno detto che il bilancio è illeggibile, quindi la partecipazione della popolazione, il dire di metterlo nel sito, sfido la Consigliera Benatti a dirmi se qualcuno gli ha risposto dicendo che ha letto il bilancio e lo ha capito. Anche qui accetto un’altra sfida. Magari anche un discorso di tabelle riepilogative per settori che ci facciano capire il trend, no, in questa Regione non si vuol far capire nulla, perché non abbiamo i trend di spesa, non abbiamo i trend di costo, non abbiamo i trend di entrata, sui fondi della sanità vi avevamo detto che i conti non portavano, le Finanziarie del Governo Berlusconi hanno aumentato mediamente dell’8-9% i trasferimenti per la sanità, voi ci avete detto sempre che non era vero, poi ci siamo accorti che avete scritto “purtroppo nei bilanci dello Stato gli aumenti che potremmo fare quest’anno con la Finanziaria del 2007 sono solo del 4,6%”, contro gli 8-9 degli anni precedenti”. Questo è scritto nella relazione.
Capite questa difficoltà di essere sereni nell’esame di una cosa che dovrebbe portare dei benefici a tutti, perché la maggioranza dovrebbe stare qui perché è interessata al bene dei marchigiani, non sta qui per distruggere i marchigiani attraverso la distruzione della maggioranza stessa, noi siamo qui per apportare il nostro contributo e lo dobbiamo fare nel migliore dei modi, quindi non ci dite sempre le bugie – tra l’altro le bugie della maggioranza contano di più di quelle dell’opposizione -.
L’elenco dei tagli fatti da Prodi, Consigliera Benatti, li ho qui, sono 69 le nuove imposte, ecc., ne cito solo 4-5, le più importanti. Già con la prima viene assolutamente annebbiata quella positività che lei diceva. L’Irpef più cara per tutti perché i trasferimenti che vengono dati alle Regioni, ai Comuni e alle Province, hanno comportato l’aumento, nell’80% dei Comuni che stanno approvando il bilancio c’è l’aumento dell’Irpef, quindi teoricamente l’indebitamento o la scarsità di risorse costringe gli enti locali a far aumentare l’Irpef. Già questo è un grave danno.
Vi siete inventata – tra l’altro tutto passato sotto traccia – la trasformazione delle detrazioni dal reddito con le deduzioni. Non è vero, Assessore, che la pressione fiscale dell’irpef della Regione non aumenta, perché uno studio fatto dal Sole 24 e da altri dimostra che cambiare il discorso detrazione-deduzioni fa aumentare del 10% la base imponibile, quindi tutta l’Irpef che la Regione riscuoterà aumenterà del 10% perché non abbiamo più le detrazioni, bensì le deduzioni, questo inciderà poi sull’Irpef comunale e sull’Irpef regionale. Questa finta, perché è una manovra criptica lasciata sotto traccia da parte della Finanziaria, inciderà moltissimo, soprattutto in una regione come questa che ha sui redditi medi e medio-alti le aliquote Irpef sono le più alte d’Italia, mentre altre Regioni hanno l'Irpef che è dello 0,9% per tutti, noi addirittura arriviamo al 4%. Per rientrare su questo abbiamo presentato degli emendamenti.
Non sottacciamo sul discorso ticket. Mi sono fatto uno studio su quanto incide ad abitante e per famiglia in questa regione il ticket sanitario sulle prestazioni specialistiche e sui codici bianchi e verdi. In questa regione incide per 18 milioni di euro, significa 300 euro a famiglia. Non esiste una tassazione Irpef per oltre la metà delle famiglie che arriva a questo livello, e questo, tra l’altro, lo pagano tutti indistintamente, soprattutto i deboli, gli anziani, chi ha un reddito minore, non ci sono esenzioni ad eccezione di rarissimi e particolari casi.
Poi c’è la stangata sui risparmi, l’aumento dell’aliquota, la tassa sulle case, l’aumento dell’Ici che avviene attraverso l’aumento delle rendite catastali, tutto il discorso del bollo auto che va a incidere su tutti e soprattutto su chi non può permettersi di avere un euro 4 ma ha un euro 3, 2 o 1.
La Finanziaria che avete fatto doveva compensare una cattiva impostazione nazionale, doveva avere delle risorse a disposizione per tamponare, per modificare. Invece no, in questa Regione abbiamo mantenuto gli scaglioni Irpef vecchi, lo Stato li ha aumentati perché il trend degli ultimi dieci anni ha aumentato la produzione di reddito quindi oggi l’esenzione poteva essere sotto 15 mila euro di reddito e non sotto 10 mila come continua a prevedere la tabella 1 della legge regionale n. 15.
Quindi capite bene che tutte queste negatività si ripercuotono, la Regione non poteva fare delle azioni più penalizzanti perché aveva avuto una mannaia fatta dal Governo di questa Repubblica, un governo di centro-sinistra, mai nessuno aveva pensato di fare questa carneficina sociale. Pensavo da parte nostra ci potesse essere una specie di compensazione, di andare a vedere a livello locale e territoriale quale poteva essere la nostra risposta a un errore, perché se non è una volontà quella di colpire soprattutto chi ha un reddito medio-basso è un errore, quindi potevamo correggere gli errori. Così non è, manteniamo l’Irap al 5,15% contro una media dell’80% delle Regioni che hanno un’aliquota più bassa al 4,25%, manteniamo le aliquote Irpef di quella portata che già a 25 mila euro raggiunge il 2%.
Abbiamo un bilancio che non dà slancio all’economia di questa regione perché le somme previste per stimolare nuovi investimenti si riducono solo alle politiche comunitarie, dove siamo enormemente in ritardo, Psr e Por. Rischiamo anche di avere una scarsa partecipazione e una scarsa attenzione da parte del Consiglio regionale perché, come poco fa mi diceva l’Assessore, la discussione sarà estremamente strozzata perché nei primi di marzo bisognerà mandare lo strumento a Bruxelles.
Inoltre, Consigliera Benatti, le annuncio che c’è una riduzione di trasferimenti agli enti locali in questa finanziaria regionale, in alcuni casi c’è solo il mantenimento e non l’adeguamento all’indice di svalutazione che normalmente si prendeva in considerazione, quindi ci sono 4 milioni in meno per gli enti locali, poi magari mi correggerà, ma purtroppo non abbiamo avuto i dati che sono aggregati talmente bene che è impossibile andarli a estrapolare funzione per funzione.
Ho altri dubbi su questo bilancio. E’ legittimo il sostegno all’Aerdorica? Sono compatibili quei finanziamenti con la disciplina europea sugli aiuti di Stato? Certificatecelo.
Non ci sono soluzioni per nessun intervento infrastrutturale nelle Marche. Qui c’è solo il fondo ordinario dell’Anas che viene trasferito alla Regione e tout-court per lo stesso importo viene destinato e ripartito alle Province. Non c’è null’altro. Uno dei gap di questa Regione è proprio il ritardo infrastrutturale, siamo la 89esima provincia italiana sulle 105, e ancor più grave è questo ritardo perché siamo la regione più manifatturiera d’Italia, lo diceva anche il Presidente Spacca, per questo avremmo bisogno di infrastrutture maggiori perché su quel tipo di economia incide molto anche la dotazione infrastrutturale per i costi di trasmissione delle merci, dei tempi di trasferimento e altro.
Ci sono altri dati che non vengono presi in considerazione. Abbiamo nel 2005 e 2006 un ricorso alla cassa integrazione guadagni che è aumentato del 20%, in questa regione non va tutto bene, c’è il 20% in più di lavoratori in mobilità rispetto al 2004, c’è ancora la mancata previsione dell’integrazione socio-sanitaria, perché in queste paginette, n. 69 e n. 70, si tenta di far passare ancora attraverso uno strumento descrittivo la riforma socio-sanitaria. La riforma socio-sanitaria, Assessore Mezzolani – che non c’è – la vorremmo discutere con il piano regionale della sanità e non attraverso continui atti di forzatura e di determinazione che prima sono venuti con il Dpfr e ora con il bilancio, dove c’è scritto che tagliamo tutto, che riduciamo tutti i servizi. Per questo abbiamo presentato un emendamento per stralciarlo e speriamo che venga accolto come allora venne accolto quello sul Dpfr sostenuto anche dai partiti di sinistra.
Sull’integrazione socio-sanitaria è inutile, Consigliera Benatti, continuare a dire fondo aumentato o fondo diminuito, in Italia esiste un unico fondo, il fondo socio-sanitario, poi che siano due Ministeri a dividerlo, a relazionarlo alle Regioni, è un fatto del tutto marginale. Quando c’era il mio Governo in questo Paese si diceva che gran parte del sociale era nel fondo, invece che i 20 milioni di euro di cui parliamo ce n’erano 15 o 14, è perché un’altra parte consistente stava nel fondo sanitario nazionale, perché l’integrazione socio-sanitaria di cui parliamo negli ultimi due piani non l’abbiamo mai fatta, quindi ancora oggi i Comuni assorbono tutta quella parte di servizi sociali che sono invece di responsabilità della sanità. Questa è una nostra colpa, non del Governo, se continuiamo a non integrare il socio-sanitario. Nelle case di riposo dei comuni c’è l’80% di non autosufficienti, questo è un rapporto che ha fatto il nostro assessorato, non io, quindi lì c’è bisogno di integrazione socio-sanitaria, bisogna stabilire quanto è del fondo sanitario che va a finanziare il sociale che va distribuito ai Comuni e che oggi non avviene.
Vi avevo detto dell’aumento della tassazione Irpef che si porta subdolamente perché aumenta l’imponibile su cui si calcola, (interruzione)…si sta razionalizzando e facendo bene, spendendoli bene e non gestendo i servizi con un apparato politico-amministrativo. Questo è il nostro suggerimento, se poi voi volete fare dell’altro, se i vostri manager che sono politicizzati sono anche bravi, li lasceremo tranquillamente anche se governassimo noi.
Abbiamo presentato una cinquantina di emendamenti, Assessore al bilancio, ma mi riferisco anche a tutti gli altri Assessori, che sono emendamenti di buon senso, vi invitiamo a valutarli in un ottica di miglioramento, a costi invariati per il bilancio, perché sono una spinta a creare risorse aggiuntive all’interno di un bilancio che è totalmente asfittico.
C’è l’abbandono del patto per lo sviluppo, mentre nel 2006 abbiamo perso due mesi per parlare del patto per lo sviluppo, e sembrava che quella doveva essere la strategia, come doveva essere strategia anche l’integrazione della promozione turistica, artigianato, piccole e medie imprese, cultura, che poi è stata abbandonata dopo un solo anno di sperimentazione, così viene abbandonato anche il patto per lo sviluppo perché non c’è una lira per poterlo sostenere.
Sulla veridicità del bilancio e sulle scelte tecniche di gestione del bilancio ho degli appunti. La gestione dei residui perenti passivi se avesse mantenuto il trend di copertura che avevate individuato nel 2006, cioè il 67%, invece che scendere al 60% quest’anno vi avrebbe portato fuori dal rispetto del patto sull’indebitamento, nel senso che quest’anno viene ridotta la quantità di residui perenti che verranno pagati addirittura rispetto al 2005. Faccio presente a chi non ha letto il bilancio che i residui perenti passivi, cioè quelli che dobbiamo pagare e non abbiamo pagato, sono saliti a 588 milioni di euro, dai 300 del 2004 ed inoltre spendiamo 5 milioni di euro per gestire il contenzioso per chi non ha riscosso. Questa non è buona amministrazione, sostenetelo pure come vi pare e dove vi pare, noi preferiamo pagare perché è pagare al sistema economico delle Marche, se c’è stata una fornitura bisogna pagarla, l’immagine che dà un ente pubblico che non paga quello che ha comprato è un’immagine bruttissima, riprovevole. (interruzione) Sono sicuro che paghiamo tutti però nel bilancio ci sono 5 milioni di euro per il contenzioso, Assessore, non so a che cosa servano.
Sul margine di indebitamento riprendo quello che dicevano i Consiglieri Castelli e Pistarelli, poi ci sarà il Consigliere Santori che fa parte della Commissione che metterà in risalto altri aspetti, non ci vogliamo ripetere. Questo bilancio allontana sempre più la Regione dal rapporto con gli enti locali, una sinergia che nel tempo avevamo cercato, oggi mette di nuovo l’ente locale quasi ad essere suddito o soggetto terzo, estraneo alla gestione della cosa pubblica regionale, alla compartecipazione alle spesa. La legge n. 46 è stata chiusa, erano gli unici finanziamenti che davamo ai Comuni, da quest’anno non c’è più un fondo neanche per sostenere gli interventi dei Comuni.
C’è un allontanamento da parte della Regione anche verso i cittadini perché noi, e soprattutto voi, ci stiamo allontanando dai problemi reali del cittadino, ci stiamo allontanando dal paese reale che vuole tutt’altre cose, soprattutto vuole che i momenti di difficoltà, come è questa maggioranza e questa Regione in questo momento, vengano detti e fatti percepire e non ammantati dietro una gestione finanziaria che ci porterà probabilmente alla rovina, ad annullare tutte le possibilità di sostegno al settore economico e al sociale, qualcuno dice che stiamo facendo molto, io dico invece che stiamo facendo poco, dovremmo decidere anche dove è meglio allocare le risorse. Questo quindi è un allontanamento dalla Regione reale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Il dibattito che c’è stato questa mattina su un passaggio così importante come la finanziaria e il bilancio regionale, e devo dare atto all’ultimo intervento del Consigliere Capponi, è un dibattito che ha toccato temi e argomenti che non sono risolvibili dal bilancio regionale, un dibattito politico di un certo interesse, questo è una cosa buona. Questo Paese sta attraversando una ripresa economica di un certo rilievo, sarebbe davvero bene, importante, che a questa ripresa tutti fossimo capaci di agganciarci in qualche modo, sia gli enti pubblici che il sistema privato, poter contare quindi su questo aspetto positivo che riguarda tutto il Paese. In verità è una sfida anche al controllo della spesa degli enti pubblici, è una sfida a una gestione più ordinata delle risorse, cosa che la Regione Marche – io, Assessore, non c’ero – ha già fatto negli anni scorsi perché l’impegno per il risanamento in questa Regione c’è stato.
Credo che i richiami sulla difficoltà di leggere un bilancio siano da un lato anche strumentali, un bilancio è qualcosa di complesso e articolato e arrivarci dentro non è semplice, pur dando atto al collega Capponi che è entrato più nel merito del bilancio rispetto ad altri, ha cercato di fare dei calcoli sull’Irpef e i trasferimenti ai Comuni. Due cose però sono molto chiare ai marchigiani, bisogna dirlo in maniera netta. Primo, lo diceva la Consigliera Benatti, è che questa Finanziaria mantiene il livello di tassazione come l’anno precedente, non aggiunge tasse ai marchigiani, questo messaggio va dato. Il secondo è che vengono garantiti, anche attraverso poste in bilancio, i servizi essenziali per una comunità come quella delle Marche. E’ evidente che ci sono state riduzioni nelle poste, una riduzione che è stata indicata nel 14% ma in realtà non è così perché si tratta di una percentuale che va calcolata al netto delle spese obbligatorie.
Tuttavia ci sono settori che stanno in primo piano rispetto alla politica di questa Regione, che sono i servizi sociali, welfare e la cultura, che non solo mantengono invariate le risorse e le poste rispetto all’anno precedente, ma addirittura crescono. Queste lo dico come messaggio a questa regione, il mantenimento della pressione fiscale e la garanzia dei servizi, in modo particolare servizi sociali, stato sociale e cultura, rimangono invariati.
Riprendo la battuta polemica che faceva l’Assessore poc’anzi, e sottolineo che se noi fossimo in grado di detassare costantemente e aumentare i servizi faremmo un‘altra cosa, non saremo amministratori coerenti con un altro tipo di impostazione.
In modo particolare possiamo registrare, l’Assessore Marcolini ce l’ha suggerito, che questo bilancio ha bisogno di due elementi in più per poter garantire un livello di governo e di servizi adeguato. Il raccordo, l’implementazione di questo bilancio rispetto ai trasferimenti nazionali che ci sono stati perché, Consigliere Capponi, non mi interessa sempre criticare chi c’era prima o dover chiamare in causa il Governo precedente, questo non è il punto, registro i fatti oggi. Oggi abbiamo un incremento di risorse che provengono dal Governo nel campo della sanità, nel campo dei servizi sociali, del turismo, della famiglia, della non autosufficienza, risorse che arrivano in più rispetto al Governo precedente, che possono aiutare questa Regione a costruire politiche che avranno poste importanti.
Un altro aspetto che va sottolineato e segnalato è quello delle risorse comunitarie, quello della programmazione comunitaria, che è un dato importante. Questa Regione, rispetto ad altre che hanno ottenuto riduzioni dei trasferimenti, registra un aumento sui trasferimenti delle risorse comunitarie che saranno, attraverso una buona programmazione, risorse in grado di far decollare il bilancio di questa Regione e l’iniziativa di governo di questa Regione.
Sulla cultura, è vero, c’è stato un dibattito anche abbastanza sofferto, che questa maggioranza ha riportato alle poste di bilancio iniziali con una dialettica trasparente, lo dico per prendere come riferimento l’intervento del collega Giannotti che si preoccupava rispetto alle risorse destinate al Rof, allo Sferisterio e alle Muse. C’è un elemento che va ricordato. Il Rof sopravvive per una legge ad hoc e non è agganciato al resto, altra cosa che mi risulta invece è che il sistema dei teatri sta realizzando un progetto di rete, sta cercando di coordinarsi, e questo potrebbe essere una soluzione rispetto a ciò che possono essere gli interventi diretti sul sistema dei teatri a livello regionale nei prossimi anni. E’ un elemento importante, altrimenti sarebbe sbagliato dire che ci sono situazioni che possono essere messe in un grado di priorità maggiori rispetto alle altre.
L’altra questione che va sottolineata, lo richiamava forse il Consigliere Capponi poc’anzi, è quella rispetto al rapporto con gli enti locali. Credo che l’aver mantenuto nel bilancio regionale il trasferimento degli investimenti ai Comuni sia non solo un atto dovuto ma indica la volontà di questa Regione di mantenere servizi anche a livello locale, trasferendo risorse, cosa che in realtà in una prima fase la Finanziaria nazionale non aveva fatto, ma che dà il senso del tentativo di rafforzare il ruolo delle autonomie locali, di costruire con loro un rapporto di governance di questo territorio marchigiano e di rafforzare il ruolo della concertazione con il sistema delle autonomie locali.
Per cui su alcuni settori, richiamati anche da altri Consiglieri come il collega Procaccini, le risorse sulla legge n. 18, sulla n. 43, sono segnali importanti che indicano quello che la Regione Marche vuole fare, cioè puntare innanzitutto su un sostegno del sistema sociale di questa Regione, sulla cultura, gli assi fondamentali sui quali dovrebbero dispiegarsi le azioni di governo.
C’è una cosa che suggerisco invece alla Giunta, all’Assessore Marcolini, lo voglio dire perché era contenuto anche in una delle riflessioni che hanno fatto i Ds sabato scorso. Come riuscire, attraverso indicazioni prioritarie che attengono alla costruzione di un programma di governo, a gestire meglio le leggi complessive di spesa e magari indicare settori prioritari che si potrebbero portati avanti nell’arco dei prossimi anni, accantonandone o mettendone altri in una seconda fascia. E’ certo che sono indicazioni coraggiose che devono essere prese in considerazione altrimenti si rischia di mettere in qualche caso in difficoltà la costruzione di un bilancio.
Quindi le risorse di un bilancio, le risorse proprie e le risorse trasferite dal Governo, le risorse dovute alla programmazione dei fondi comunitari, danno un quadro abbastanza interessante sul quale dispiegare le prossime azioni di governo di questa Regione.
Un’altra questione anche questa legata alla disponibilità dei fondi comunitari, lo ricordava il collega Giannotti e che riprendo perché mi ha chiamato in causa un paio di volte, parlando del Rof, del sistema fieristico, dove su alcune cose ha colto nel segno, nel senso che su alcuni temi di carattere apparentemente territoriale c’è bisogno di maggiore attenzione da parte della Regione. Credo che il richiamo che ha fatto Giannotti al manifesto comparso a Pesaro “La Regione con Pesaro” è una indicazione che sottintende un ragionamento diverso, più ampio, la Regione è con la Regione, è con Pesaro sulle questioni che riguardano Pesaro, è con Ancona sulle questioni che riguardano Ancona, e con le altre province sulle questioni che riguardano altre province.
Sappiamo che c’è un disegno strategico di questa Regione che abbiamo condiviso, il disegno sulle infrastrutture, un disegno omogeneo, organico, condiviso, che riguarda tutta la regione, e questo deve essere anche per il sistema fieristico e per tutte le politiche di sviluppo di questo territorio regionale.
Ci sono state sollecitazioni, anche nei banchi dell’opposizione, interessanti che dovremo sviluppare.
Sull’energia, lo diceva il Consigliere Massi, un aspetto sul quale il dibattito proseguirà, ci saranno forse anche passaggi di carattere particolare da approfondire e da chiarire, l’impianto del pian energetico è interessante, anzi questo bilancio alloca delle risorse in più sul sistema della sostenibilità e sulle nuove tecnologie per il rinnovabile. E’ evidente però che ci si potrebbe trovare di fronte ad una situazione nella quale solo l’applicazione del Pear non produce gli effetti che noi vorremmo rispetto al fabbisogno energetico di questa regione. Su alcune scelte è ovvio che ci vuole un po’ più di coraggio, ci vuole in maniera laica, facendo le scelte adeguate e oculate, perché se l’obiettivo principale è quello di un pareggio energetico, chiamiamolo così per semplificare, è evidente che il Pear potrebbe non essere sufficiente. Lo dico qui come potrebbe essere detto in un’altra Regione, perché il quadro sull’energia a livello nazionale è molto articolato, molto complicato, bisogna essere su questo prudenti e qualche volta anche coraggiosi. Lo dico con una parola più chiara ancora, sull’energia non si possono avere approcci di tipo ideologico bisogna essere un po’ più orientati a scelte. Arriveremo a discutere sul campo del riciclo dei rifiuti, tra pochi anni o fra pochi mesi, sul tema dei termovalorizzatori, cioè la scelta di governo qualche volta è difficile, deve essere anche coraggiosa e deve corrispondere a una strategia condivisa, in primo luogo dalla maggioranza ma,in qualche caso, non solo.
Altro tema molto interessante che voglio riprendere è quello che riguarda la sanità, parte del dibattito è stato assorbito da questo. La Giunta ha appena approvato la bozza del nuovo piano socio-sanitario di questa regione, un piano abbastanza ambizioso perché punta a una sanità che si forma attraverso una rete regionale di strutture, su una organizzazione su area vasta, nel quale al centro del sistema sanitario c’è il cittadino, non ci sono più solo le strutture in sé. A quello bisogna guardare con attenzione, passare da un sistema nel quale si trasferisce sul territorio la realizzazione di servizi appropriati attraverso le strutture esistenti, vuol dire che al centro c’è l’esigenza del paziente, del malato, del cittadino che ha bisogno dei servizi sanitari.
Rispetto al disavanzo sulla sanità il sottofinanziamento degli anni passati è un dato che dobbiamo registrato altrimenti non potremmo renderci conto perché non si sono fatti passi così forti in avanti. C’è stato un sottofinanziamento nell’anno precedente, una parte delle risorse sono finite per il rinnovo dei contratti, il fatto che ci siano 96 milioni e non meno ha a che fare anche molto con quello, bisogna essere onesti Se la polemica deve essere sempre agganciata a una critica al Governo precedente, o a quello attuale, noi staremmo qui a compiere un dibattito che sfocia nel comizio, bisogna invece tener conto dei dati reali che abbiamo di fronte.
Fra l’altro anche la critica riguardo al passaggio in relazione alla scadenza del contratto del 31 dicembre, quindi al rinnovo dei vertici della sanità, la Giunta ha rinnovato 17 vertici su 20, ha compiuto una grande azione di rinnovamento realizzato attraverso il principio della competenza e del merito. Ho sentito affermazioni molto pesanti su chissà quale sistema, quale pressione, quale lottizzazione, posto che nessuno è ingenuo né qui né altrove, i criteri di merito e di competenza hanno portato a rinnovare 17 vertici su 20, una grande azione di rinnovamento, una squadra che abbia a cuore e sostenga un progetto che completi la riforma della sanità in questa regione.
Il quadro della sanità è questo, poi ci sono difficoltà anche in quel campo e sul quale dovremo ragionare in futuro.
Credo che questo bilancio in fondo mantenga l’indirizzo legato alla prospettiva lanciata all’inizio legislatura, è un bilancio che può avere ed avrà anche delle difficoltà. Lo componiamo sulla base delle risorse trasferite dal Governo nazionale sia con un buon programma sia con i fondi comunitari. Potremmo quindi raccogliere da qui a breve tempo molti risultati, lo dico al Consigliere Giannotti, perché non vorrei che fra qualche tempo se si dovessero registrare successi sulle infrastrutture, sulla sanità, sull’energia, sulla difesa della costa, sulla cultura, sul turismo, qualcuno ci si potrebbe agganciare dicendo “l’avevo detto”. Qui è stato fatto un quadro fosco della situazione, ci renderemo presto conto invece che quel quadro raggiungerà quei risultati che sono al centro dell’azione di governo di questa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Per dovere e per il rispetto che portiamo ai nostri elettori è bene, anche in assenza del Presidente della Giunta che, a mio giudizio, dovrebbe essere qui a raccogliere i contributi di tutti, che ognuno di noi intervenga.
Assistiamo ancora una volta alla formulazione di un bilancio di previsione del tutto inefficace per intervenire sulle carenze strutturali della Regione Marche e sulle gravi carenze nei servizi forniti ai cittadini. Nessun intervento è stato inserito per riparare alle ingiustizie e alle sperequazioni territoriali presenti ormai da decenni nel territorio regionale alle quali questo documento non dà alcuna risposta. L'anno scorso assistemmo alla presentazione in commissione bilancio del maxi emendamento della Giunta che ridefiniva totalmente l'assetto della spesa previsto nella proposta di legge stravolgendone completamente sia l'impostazione di principio che i contenuti. Quest'anno abbiamo assistito ad un clamoroso dietrofront della Giunta in relazione alla propria proposta di legge di bilancio ed in particolare a numerosi stanziamenti tra i quali quello della scuola, della cultura e dello spettacolo, i cui capitoli, dapprima depressi, sono stati reintegrati con un emendamento presentato in Commissione bilancio dando prova anche stavolta della mancanza di accordo e della divisione esistente all'interno della maggioranza stessa. Dall'esame del documento di bilancio è facile rilevare quella confusione di fondo e quella stazionarietà conseguente sia alla mancanza di idee che alla paura di esporsi in una iniziativa non condivisa da altri. Lungi quindi dall'essere un documento utile all'azione amministrativa, fondato su scelte mirate e decisive volte alla soluzione programmata dei singoli problemi emergenti, appare un atto fine a se stesso realizzato per assolvere ad un obbligo di legge. L'emendamento di cui si è detto, presentato dalla stessa Giunta a rettifica della propria proposta di legge non è stato senza dolore visto che il rimpinguamento dei detti capitoli è stato realizzato in danno degli stanziamenti in favore delle Province per 1 milione di euro. Del tutto irrilevanti appaiono le promesse di recupero anche di tale importo in sede di assestamento in quanto ad ottobre, quand'anche venisse rispettato l'impegno, le Province ormai non saranno più in grado di disporre di tali risorse nel corso del 2007. Appare più onesto e logico dire chiaramente a questi enti pubblici che per il 2007 vedranno stanziati 1 milione di euro in meno per le loro attività da parte della Giunta regionale.
Dove è la programmazione? Quali interventi a carattere prioritario sono contenuti nel documento in esame?
Se domattina la Regione Marche cessasse di esistere istituzionalmente nessuno se ne accorgerebbe tanto è limitato il suo operato a trasferire i fondi europei e dello Stato alle Province ed ai Comuni senza gestire, nel senso vero del termine, le proprie risorse né a livello economico né a livello previsionale con progetti innovativi utili alla collettività.
Ancora una volta la previsione di spesa è strettamente calibrata sulla base del bilancio precedente e non tiene in alcun conto delle diverse esigenze del territorio, delle infrastrutture locali, della carenza di attrezzature sanitarie locali e della grande diversità di qualità dei servizi erogati nel territorio. Il bilancio non si rapporta con la riforma del sistema sanitario in atto contenuta nel piano sanitario regionale ancora in fase di approvazione. Quanto dovremo attendere ancora per vedere nuove specializzazioni nel territorio Piceno e l'eliminazione delle liste di attesa? Non investe, il bilancio, in prevenzione sanitaria e si rivela così incapace di controllare e ridurre la spesa. Contravvenendo poi alla sua stessa legge la Regione Marche ha previsto la creazione di un fondo per il ripianamento degli sforamenti della spesa sanitaria, sforamenti che a tenore dell'articolo 17 della legge regionale n. 29/2004 non dovrebbero né giuridicamente né tecnicamente verificarsi. Chissà quale giudizio darà in proposito la Corte dei Conti visto che l'anno scorso aveva tanto apprezzato il nuovo sistema introdotto dalla citata normativa.
Si continua ad ignorare il problema dell'energia che resta per la Regione un vero e proprio tabù, fattore secondario e trascurabile, ricorrendo a strumenti inadatti a coprire l’attuale necessità energetica. Altrettanto dicasi per il settore della sicurezza dei cittadini in tutte le sue applicazioni (sicurezza stradale, negli stadi, per l'esercizio di attività di impresa, per le famiglie e per i singoli pensionati). La tutela dell'ambiente è la stessa di dieci anni fa. Il verde continua a scomparire, i veleni in agricoltura sono sempre più sofisticati e con le ruspe vengono puliti gli alvei dei fiumi distruggendo ogni forma di habitat per gli acquatici ed altri animali.
Una nuova imposta sul rumore fa capolino tra tutte quelle già inventatesi dal Governo in carica alla quale la Regione Marche ha dato corso predisponendo essa stessa un regolamento attuativo che non le competeva al posto del Ministero delle Finanze. La stessa imposta evidenzia ampi tratti di illegittimità costituzionale visto che non è stata istituita a fronte di servizi pubblici erogati a carattere generale ma a fronte di una spesa per il monitoraggio del rumore e delle opere per l'abbattimento dello stesso, ancora da sostenere. Singolare, non da ultimo, è la circostanza che l'introito dell'imposta in questione sia destinata a coprire i costi delle opere per l'abbattimento del rumore negli aeroporti come se il rumore venisse prodotto solo dall'attività aerea e non anche dalle ferrovie e da altre attività come dal normale traffico urbano di automezzi. Illogicità manifesta alla quale per ragioni di cassa la Regione Marche ha contribuito con la propria regolamentazione.
Un bilancio senza indirizzi, volto verso il passato e non verso il futuro, impostato alla sopravvivenza dell'ente in quanto tale piuttosto che attento alle necessità dei cittadini, all'abbattimento della burocrazia ed al rilancio delle attività produttive. Non preoccupa questa Amministrazione il fatto che il tasso di crescita delle imprese delle Marche risulti inferiore a quello nazionale ed il più basso tra quelli delle regioni del centro-nord. Quali iniziative sono presenti in questo documento per attrarre investimenti dall'estero nella nostra regione? E facile esportare lavoro e ricchezza, difficile è fare il contrario.
Non convince la previsione di investimenti infrastrutturali sia per la evidente scarsità delle risorse che per le modalità di intervento che rischiano di perpetuare l'attuale situazione con uno sviluppo del territorio in due tempi (immediato per il nord e lento e successivo per il sud). Nessun rimedio alla carenza di controllo e verifica dei bilanci delle società partecipate né la Regione si preoccupa di valutare l'opportunità nel pubblico interesse di ritirare la partecipazione in società inutili e dalla gestione fallimentare.
All'Aerdorica viene concesso l'ennesimo regalo di euro 3.340.000 senza alcuna fondata motivazione ed anzi in presenza di un piano di rilancio dell'azienda da tutte le forze politiche ritenuto inadeguato anche sotto il profilo delle garanzie e con l'aggravante che l'organo di revisione per ben due anni non ha certificato il bilancio della predetta società. Tale erogazione verrà segnalata alla Corte dei Conti regionale affinché possa valutarla attentamente sotto il profilo della possibile integrazione della fattispecie del danno erariale .
Scandalosa è poi la richiesta di autorizzazione a favore della Giunta regionale alla vendita degli immobili di proprietà a trattativa privata sia perché in violazione dei chiari principi legislativi in merito che indicano la vendita al pubblico incanto come la regola generale da preferire normalmente, che in violazione dell'indirizzo stesso regionale concretizzatosi un anno fa con l'istituzione della società per la gestione dei beni immobili. Mi domando come possa tale autorizzazione essere considerata nell'interesse dei cittadini se limita fortemente la partecipazione dei soggetti interessati all'acquisto e viene concessa ad un soggetto, alla Giunta, istituzionalmente pluriimpegnato, sottraendola alla società per la gestione degli immobili ad hoc istituita dalla stessa Regione Marche.
Gravissima è poi la richiesta di poter vendere i beni immobili a prezzo di mercato "desunto da apposita perizia tecnico-economica disposta dalla stessa Giunta regionale". Ricordo ancora la perizia relativa al valore corrente di mercato in occasione dell'acquisto del palazzo ex Mediocredito che sei mesi prima era di 9 milioni di euro e sei mesi dopo era diventato di 14 milioni di euro senza che nulla fosse mutato sia in riferimento alla struttura dell'immobile che al mercato. Questo è un bilancio che non dà garanzie a nessuno. La promessa di erogazione di 1 milione di euro in favore delle Province non trova alcun supporto realistico e contabile in bilancio e rimane una obbligazione puramente morale. Il fondo di riserva non è neppure in grado di coprire il contenzioso giudiziario in atto ed i costi collegati al fallimento Cemim stimati in 4.500.000 euro. Con quali risorse si farà fronte al costo relativo alla transazione in corso per la USL di Jesi di 18 milioni di euro? L'indebitamento regionale è al colmo delle sue possibilità sicché non è pensabile di poter ricorrere all'accensione di muovi mutui o finanziamenti.
A tutto ciò si aggiunga l'arrogante esercizio del potere della maggioranza per cui singoli consiglieri non soddisfatti in sede di Giunta hanno presentato emendamenti in Commissione per ottenere stanziamenti di spesa a favore di zone particolari. Emendamenti che ormai da anni vengono approvati esclusivamente se presentati dai consiglieri di maggioranza e respinti se presentati da quelli di minoranza.
Ad oggi la Regione Marche non è ancora in grado di fornire neppure il dato tecnico più volte richiesto circa la quantità di denaro pubblico regionale effettivamente speso nelle singole Province dimostrando così di non essere in grado di monitorare la spesa pubblica a livello locale. Nessuna fiducia e nessuna speranza può essere riposta nel documento in esame e nel modo di gestire di questa Amministrazione responsabile di assenza di scelte e di programmi di investimento necessari ed improcrastinabili di disinformazione, di scarsissima trasparenza amministrativa e di totale chiusura nei confronti del lavoro dell'opposizione le cui proposte di legge giacciono senza alcuna considerazione negli uffici regionali.
Perdurando tale situazione di disinteresse verso le istanze locali e di discriminazione della spesa per ragioni di territorio in danno della Provincia di Ascoli Piceno e di altre province, vedrete sorgere in ogni Comune comitati per l'autonomia e per la promozione e la tutela dei loro diritti e ragioni oppressi dalla cattiva gestione regionale con iniziative di protesta e di manifestazione.
Il caso Val Marecchia non ha insegnato nulla all'Amministrazione Spacca. Solo qualche mese fa nel Dpfr 2007/2009 approvato a fine ottobre 2006 si leggeva chiaramente che era essenziale ripensare ad una ristrutturazione organica della funzione di programmazione regionale coinvolgendo i diversi soggetti in un ruolo di più incisiva partecipazione. Si parlava di semplificazione delle procedure ed effettiva responsabilità di tutte le parti coinvolte nonché di politiche programmate in maniera concertata e condivisa. Questo bilancio non recepisce affatto tali indirizzi come se provenisse da un soggetto completamente diverso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Favia.

David FAVIA. Il mio intervento non sarà analitico, come ho sentito farne, sarà un intervento di approvazione della legge di bilancio sui criteri generali, visto che la legge di bilancio interpreta il programma di governo della maggioranza.
Un bilancio che si compone di fondi propri, fondi statali e fondi europei.
Sui fondi propri la nostra approvazione va sul fatto che il riequilibrio, rispetto al taglio dei trasferimenti, non ha toccato due pilastri portanti dell’azione della Giunta, cioè la cultura che è rimasta intoccata come stanziamento e i servizi sociali che addirittura hanno avuto un piccolo incremento.
Non c’è ulteriore pressione fiscale, la mia approvazione va particolarmente per il fatto che una ristrutturazione recente degli uffici della Giunta ha creato questo servizio dipartimento della internazionalizzazione, quindi della cura particolare delle progettazioni, sia sui fondi statali che sui fondi europei, a proposito dei quali bisogna essere lieti che il saldo di quanto la Comunità Europea trasferirà alla nostra Regione, grazie all’attività della Giunta e del Presidente, è nettamente superiore rispetto al passato e non vede l’incidenza di tagli che subiranno invece altre Regioni.
Crediamo comunque che questa nuova strutturazione del servizio possa e debba fare di più affinché in sede di assestamento, viste le situazioni, possiamo guardarci intorno e vedere come sopperire in altri settori a tagli che si sono resi necessari.
Questo bilancio continua ad andare sulla strada del programma che si basa principalmente, la mia lettura è questa, l’ha detto anche il Presidente in una recente intervista, sulle infrastrutture. Questo deve essere veramente l’anno delle infrastrutture, dallo stanziamento per la Quadrilatero, al rilancio dell’aeroporto, alla realizzazione delle infrastrutture che servono alla nostra regione, dall’uscita dal porto di Ancona, alla terza corsia dell’A14, a tutto ciò che è previsto tra le priorità che sono state comunicate al Ministero delle infrastrutture.
Riguardo all’internazionalizzazione, questo è un altro pilastro in quanto forti investimenti vanno riservati al supporto alle imprese e alla creazione dei mercati esteri.
Abbiamo buoni investimenti in molti settori tra cui, mi piace ricordare, l’edilizia pubblica.
Per quanto riguarda la sanità ho sentito forti critiche giungere dall’opposizione ma, a mio giudizio, i nuovi manager non mi sembrano assolutamente politicizzati come viene lamentato dall’opposizione, dalle informazioni che sono state assunte, da quello che si sente dire dai luoghi dove provengono, sono persone di assoluta statura professionale. Il piano sanitario, o meglio, il documento del dott. Ruta, sul quale si va discutendo e di cui poi discuterà questo Consiglio regionale, non mi sembra drammatico mi sembra volto ad una razionalizzazione del sistema mantenendo la qualità dell’offerta socio-sanitaria, soprattutto si va verso una integrazione socio-sanitaria, assolutamente irrinunciabile e prioritaria in quanto potrà poi portare ad un riequilibrio della spesa e a dei risparmi che potranno essere investiti in altri settori che potrebbero essere carenti.
Alla luce di queste motivazioni il voto del mio gruppo sarà assolutamente favorevole, vedremo successivamente in sede di assestamento su quali ulteriori settori, se ciò sarà possibile, andare ad investire.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. E’ evidente che per avere un pochino di attenzione in questa aula devono uscire in Consiglieri, generalmente in altre ore, soprattutto quando ci sono le reti televisive, c’è sempre un gran fermento, poi, appena se ne vanno queste se ne vanno anche i Consiglieri. E’ uno spettacolo poco edificante che non fa che avvalorare la tesi che molti cittadini hanno nei confronti della politica e che non creano un gap, come usiamo dire oggi, ma creano un vero e proprio burrone tra la cosiddetta politica e la società civile.
Sono rimasto sconcertato dalla presentazione del relatore di maggioranza Consigliere Brandoni che in 32 secondi ha detto quello che poteva essere raccolto in un “mattone” di questo tipo. Le cose sono due, o non l’ha visto e non l’ha valutato o non ci crede. Molto semplicemente ha fatto solo quello che doveva fare, cioè la presenza in aula.
Sicuramente sono entrati nel dettaglio colleghi prima di me, soprattutto il Consigliere Pistarelli, che nei suoi quaranta minuti ha espresso un po’ il giudizio che complessivamente è emerso anche negli interventi che si sono susseguiti. Quello che si evince è che questo non è un documento chiaro, è un documento che definirei labirintico, nel quale si entra ma non si riesce mai ad uscire. Questa difficoltà non l’hanno avuta solo i consiglieri di maggioranza e di opposizione ma anche i sindacati, se è vero quello che è accaduto, se è vero che anche Confindustria, che generalmente si trova in una posizione completamente diversa da quella dei sindacati, ha espresso forti critiche. Tutto questo testimonia che il distacco non è solo quello tra le Istituzioni e la gente comune ma anche tra le Istituzioni, le associazioni di categoria e i sindacati, questo è un segnale preoccupante.
Si è parlato molto di sanità. Visto l’impegno economico che questa Regione ha nei confronti della sanità quello che emerge è sicuramente un aspetto negativo e preoccupante. Si è parlato molto dei ticket, credo che questo argomento debba essere affrontato in modo serio e diverso. A parte le sceneggiate che possono venire e i rimpalli di responsabilità o di scelta tra il Parlamento e il Senato che in questi giorni ha espresso un suo giudizio sulla questione dei ticket, c’è chi ha espresso in quest’aula dei seri dubbi, che faccio miei, nel senso che poi questi famosi 18 milioni di euro dove li andiamo a prendere? Sarebbe opportuno chiarire questo aspetto, una volta per tutte, anche ai cittadini. La Regione molto spesso acquista pagine intere di quotidiani per farsi gratuita pubblicità per alcune situazioni relegando invece le altre al “mattone” di cui parlavo prima, nel quale è molto difficile andare a scoprire qualcosa. Questo è il Paese dei paradossi dove tutti i cittadini devono pagare il ticket, i clandestini invece il ticket del pronto soccorso non lo pagano per delle disposizioni nazionali, quindi come al solito danno e beffa.
Ritornando al discorso della sanità c’è un dato che mi preoccupa e non poco. A pagina 5 del documento che ci avete presentato all’Upb 52803 ci sono 2.300.000,00 euro per l’anticipazione degli indennizzi a soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati. E’ una cifra enorme quasi il doppio dell’investimento per il superamento delle barriere architettoniche, ma ci dice che qualcosa non funziona, non credo che questa cifra si riferisca solo a uno o più casi, perché 2 milioni e 300 mila euro per complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e trasfusioni ci segnalano che c’è qualcosa di abbondante che non funziona, sono delle cifre enormi che vanno tenute in considerazione. Mi dispiace non ci sia l’Assessore alla Sanità, come non ci sono nemmeno gli altri, se non altro per chi ha la buona volontà di rimanere in quest’aula e che vorrebbe sapere, a nome di tutti i cittadini, perché vengono spesi quasi 6 miliardi per danni derivati da vaccinazioni o da trasfusioni. Questo non ci tranquillizza affatto.
Vorrei tornare ad alcuni interventi che sono stati fatti, per esempio a quello della Consigliera Benatti, quando ha voluto necessariamente, per coprire le difficoltà dei conti di questa Regione, tirare fuori la finanziaria del Governo nazionale. Noi siamo qui per parlare della finanziaria della Regione quindi quando si parla del fondo famiglia, non credo che la famiglia si tuteli dando dei fondi ma facendo scelte che vanno incontro alla famiglia. Dare soldi alla famiglia non vuol dire tutelare la famiglia. Alcuni discutibilissimi provvedimenti del Governo nazionale nei confronti della famiglia, o delle cosiddette famiglie, ci dicono che non sono i soldi che fanno la differenza ma sono scelte etiche, scelte morali, sono scelte che devono andare incontro alle vere esigenze della famiglia. Proprio in questi giorni sulla cronaca della mia provincia si parlava di asili nido che costano 300 euro al mese. Ditemi voi se questa è la politica della famiglia, questo avviene nella regione Marche, in provincia di Pesaro Urbino, dove un operaio che guadagna 800-900 o 1000 euro al mese deve spendere, oltre all’affitto e a tutto il resto, 300 euro per l’asilo nido. Questo è scandaloso, in questa finanziaria non ci sono argomenti che vanno incontro al sociale, perché questa è una azione di tipo sociale. Se parliamo di sociale interveniamo seriamente, dall’inizio, nei confronti della famiglia, la famiglia si tutela dando l’opportunità alla gente di andare a lavorare non di andare a lavorare per pagare solo l’affitto e la retta dell’asilo nido. Attenzione quindi quando parliamo di sociale perché “carta canta e soprattutto il portafoglio canta ancora più della carta”. Questo per rispondere alla collega Benatti sulla questione della famiglia.
Di segnali di un forte disagio e distacco nei confronti delle Istituzioni purtroppo ce ne sono fin troppi, per esempio l’abbandono dell’aula in questa giornata, che tutti hanno definito importante e fondamentale, è molto significativo e scandaloso. Non c’è da meravigliarsi quindi se la gente si distacca dalla politica, non c’è da meravigliarsi se parti del territorio si distaccano o hanno ambizione di staccarsi dal territorio.
Prima il Consigliere Giannotti ha voluto dire la sua sulla questione della Val Marecchia. Anche questo è stato un fenomeno sottovalutato. Se ne era parlato diverse volte in quest’aula e non sono i provvedimenti del Governo a far cambiare idea ai cittadini residenti in quella zona, anzi gli ultimi provvedimenti del Governo relativamente a questa problematica non hanno fatto altro che acuire le problematiche a far letteralmente imbestialire le popolazioni di quel territorio. Quando arriverà in aula questo argomento, come ha già detto il Consigliere Giannotti e mi associo a questo, terremmo presenti le indicazioni di quel territorio. E’ inutile dire che la gente va a votare, dire che il referendum è un diritto e un dovere, poi quando esce il risultato del referendum se va bene a chi amministra allora sono tutti democratici, se non va bene non si può fare e si mette il bastone fra le ruote.
Questi segnali vanno tenuti in forte considerazione, altri segnali importanti non vanno assolutamente sottovalutati come quello di comitati importanti che sono nati e che vivono in questi mesi sul nostro territorio. Ne sono stati citati alcuni relativi alla zona a sud di Ancona, mi permetto di ricordare quello che sta accadendo in provincia di Pesaro Urbino sulla questione della centrale biomasse dove bisogna prestare molta attenzione, non si può intervenire sul territorio come un elefante. La risposta del territorio è quella che hanno dato sabato scorso in piazza a Pesaro dove 1.000 persone sono andate a protestare non solo per la questione dell’impianto a biomasse ma anche per altre problematiche.
La disattenzione che c’è in quest’aula poi si riverbera sul territorio e questo crea forti contrasti soprattutto nella situazione economica che viviamo, in una situazione che vede in difficoltà le famiglie, gli studenti, i lavoratori.
Molta attenzione dal punto di vista delle scelte che vanno fatte che devono essere molto più ponderate e meno attente alle lobby degli amici degli amici, ecc.. E’ inutile che si dica dei risparmi, che si dica che si riducono i comitati, i gettoni di presenza, qui ci sono delle intere strutture che vanno modificate e quelle che non funzionano vanno chiuse.
E’ inutile che continuiamo a piazzare i “trombati” nelle varie elezioni, nei vari organismi che assorbono oltre il 50% delle risorse solo per il mantenimento della struttura. Se vogliamo incidere positivamente e definitivamente e approfittare della situazione economica per renderci liberi da alcune strutture, che tutti sanno che servono poco o niente, questo è il momento. La gente capirebbe se si intervenisse in modo deciso a togliere di mezzo tutti quegli enti, tutte quelle strutture che non servono assolutamente a niente se non a trovare un doppio lavoro a qualche esponente di partito che non ha trovato miglior fortuna in altre situazioni.
A quel punto ci si potrebbe concentrare benissimo sulle problematiche che riguardano soprattutto il sociale, a partire dalla famiglia da dove, ripeto, si deve partire dall’asilo nido per andare a finire alla fine, perché ci sono questi due momenti, un inizio e una fine.
Anche da questo punto di vista non è possibile che nelle nostre comunità, da quando si nasce fino a quando si muore, ci sono delle gabelle che non guardano in faccia nessuno, nemmeno ai defunti, qui mi riferisco ai costi per i funerali e tutto il resto che vanno tenuti in considerazione, in alcune realtà mettono in gravissima difficoltà le famiglie stesse.
Ultimo argomento è quello dell’ambiente, l’ho sfiorato parlando dell’impianto a biomasse, o inceneritore come ormai si dice da più parti. Una delle gravi carenze è stata sottolineata prima dal collega Santori, abbiamo delle cifre ridicole per l’abbattimento dei rumori. Se pensate che ci sono intere città lungo la costa dove c’è il turismo che a detta di tutti è la punta di diamante di questa regione ma a tre metri da un albergo c’è la ferrovia, nessuno la può ormai spostare. Vogliamo trovare una soluzione in quelle parti turistiche-residenziali che mettano in condizione i turisti di stare un po’ tranquilli a determinate ore del giorno e sopratutto della notte? Vogliamo intervenire direttamente ma anche nei confronti dello Stato nazionale, nei confronti delle Ferrovie per applicare le leggi che già esistono o no? Vogliamo incidere positivamente, non dico definitivamente, anche sulla questione delle polveri sottili, oppure vogliamo fare la fine della Toscana dove hanno denunciato tutti, dal Presidente della Regione fino ai Comuni? Occorre investire seriamente su una politica per l’utilizzo dei mezzi pubblici con particolare riferimento alla ferrovia. Vorrei qui ricordare l’argomento della ferrovia Fano-Urbino per la quale c’è stato un interessantissimo convegno che non ha visto una grande partecipazione che avrebbe fatto piacere considerata la qualità degli interventi che ci sono stati e delle proposte fatte, anche se da parte dei colleghi Binci e Altomeni c’è stato un supporto.
Il bilancio deve discutere su queste cose, su queste sfide, non di quello che è emerso oggi, cioè di tutto e di più, senza dare un percorso, una linea da seguire che deve essere soprattutto rivolta verso il sociale, verso le famiglie che sono il primo nucleo sociale della nostra regione e del nostro Stato, quindi intervenire su questo seriamente.
Quando ci troveremo di fronte ad un bilancio che terrà in considerazione queste cose saremo disponibili a votarlo, ci viene invece proposto un “mattone” di cui nessuno ne conosce bene la consistenza ma se ne conosce benissimo il peso. Questo bilancio altro non è che una leggera modifica di quello che è avvenuto negli scorsi anni e che ha portato ad una situazione di difficoltà dei servizi e delle famiglie di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Ottavio BINCI. Brevemente per ribadire i dati economici. Questo bilancio mantiene i livelli di impegno della Regione, mantiene i livelli di assistenza e dei servizi ai cittadini nella sanità, nella scuola e nella cultura, mantiene e lascia inalterati i livelli di tassazione. Questi sono i dati macroeconomici e i dati dell’impatto sui cittadini di questa finanziaria regionale.
Concordo per un aspetto fondamentale con il Consigliere D’Anna quando dice che ci dovrebbero essere dei momenti di riflessione e di programmazione e che il bilancio dovrebbe essere uno di questi momenti. Affinché questo sia c’è un metodo semplicissimo che mi permetto di segnalare alla Giunta, quello di affiancare la relazione d bilancio con delle relazioni degli Assessori riguardo la programmazione prevista nell’annualità e riguardo all’impegno per ogni singolo settore dei singoli componenti della Giunta. Così si darebbe un input e un valore di programmazione annuale anche a questo momento di declinazione delle disponibilità economico-finanziarie.
Questo è tanto più importante quanto più andiamo a vedere i temi sul tappeto che si stanno discutendo sia nei disegni di legge in itinere che nei documenti che sono stati e andremo ad approvare in questo periodo.
Per partire dalla provocazione fatta dal Consigliere Massi in cui dice che “le centrali per l’energia a casa mia non vanno bene, quelle a casa degli altri sì”, guarda caso io abito a Falconara e sentirmi dire che l’impatto della centrale di Falconara è minore di quella di San Severino può essere vero per il fatto che lì non esiste. Ricordo che la centrale di Falconara è costruita e inglobata all’interno della città stessa, sopra c’è la rotta di decollo dell’unico aeroporto regionale, è attraversata dalla linea ferroviaria della dorsale adriatica, quindi mi sembra che gli impatti siano molto forti anche in questa città. Questo non per dire “anche io a casa mia no” ma per ribadire il valore del Pear visto alla luce del cambiamento climatico. Non possiamo non prendere atto che c’è un cambiamento climatico in atto e questo ci riporta alla centralità degli obiettivi del protocollo di Kyoto. Il Pear va in questa direzione in quanto differenzia le fonti energetiche, crea delle alternative rispetto all’uso di combustibili fossili che sono proprio gli imputati dell’inquinamento da CO2 che provoca appunto cambiamento climatico. Va messo in evidenza un altro aspetto del valore del Pear quello dell’accompagnamento all’innovazione tecnologica e alla riconversione delle nostre imprese. Le nostre imprese, nei settori meccanico, elettronico, iniziano a subire fortemente la concorrenza del mercato globale e stentano a trovare una direzione di riconversione che permetta di rimanere o lavorare su settori all’avanguardia. Il settore all’avanguardia di questo secolo è senz’altro il risparmio energetico, la produzione di energia da fonti rinnovabili e l’efficienza energetica anche all’interno dell’uso dei combustibili fossili. Queste sono le indicazioni che dà il Pear, quindi tutte le risorse che qui verranno indirizzate dai fondi comunitari, sia nel settore dell’agricoltura che nel settore dell’innovazione tecnologica. Non scordiamoci che il Fers prevede 30 milioni di euro di interventi per l’energia rinnovabili, il Psr prevede interventi nel settore dell’agro-energia, quindi l’energia sarà strategica e la riconversione della nostra energia da fonti fossili a fonti rinnovabili, comunque sia anche nell’uso di fonti fossili in piccole centrali di cogenerazione e trigenerazioni in cui c’è il massimo dell’efficienza energetica e del recupero del calore, sarà una direzione fondamentale per le nostre imprese perché è una possibilità di andare verso una riconversione in un settore strategico in questo nuovo millennio e nel prossimo secolo.
Per quanto riguarda i rifiuti c’è un percorso da fare che va nella stessa direzione. Ormai sono diffuse a macchia di leopardo in tutto il Paese esempi di Comuni e aziende di raccolta che potenziano la raccolta differenziata con i porta a porta e arrivano a percentuali di raccolta differenziata del 60-70%. Questo è fondamentale per una regione come la nostra in cui i costi più grossi sono quelli del trasporto dei rifiuti. Andando a ridurre i rifiuti riduciamo i costi di trasporto e i costi ambientali dello smaltimento, al di là di dove vogliamo portarli. Attualmente siamo a una media regionale del 20% mentre dove è programmato il porta a porta, si va dal 60 al 70%, quindi c’è una possibilità di diminuzione dei rifiuti a monte del conferimento del 50%. Questo è solo questione di organizzazione.
Penso che la strada dei termovalorizzatori sia una falsa soluzione, una soluzione proposta da chi non riesce neanche a organizzare un settore come quello dei rifiuti che dovrebbe essere trattato come un qualsiasi altro settore industriale, quindi la scelta primaria è quella di ridurre il più possibile i rifiuti, e questo il porta a porta lo permette, poi andare a verificare il resto. Invece qui si dice che l’energia da rifiuti è un business, non si considerano tutte le questioni delle polveri che vengono prodotte dagli inceneritori, dall’impatto, ecc., e comunque sia l’inceneritore va nella direzione di aumentare la quantità dei rifiuti perché produttori di energia e non nella direzione della diminuzione. E’ una questione di organizzazione e di approccio intellettuale alla questione.
Le altre questioni importantissime che sono sul tappeto sono quelle dell’ambiente. Siamo andati alla definizione della Rete Natura 2000, delle Sic, delle Zps, che devono essere maggiormente definite e che devono vedere la realizzazione dei piani di gestione, perché a questo è legata la possibilità di intercettare i fondi comunitari in agricoltura e negli altri settori.
Altro aspetto importante che abbiamo visto, legato sia ai cambiamenti climatici che all’ambiente, è quello dell’assetto idrogeologico. L’abbiamo visto con le modalità con cui va il nostro ciclo meteorologico. Attualmente nella nostra regione le piogge e le alluvioni portano costi che obbligano a ripensare al nostro assetto idrogeologico ad una programmazione del nostro territorio che preveda la prevenzione rispetto ai rischi idrogeologici. Servono quindi interventi nella prevenzione, e non solo continuare a utilizzare i fondi per le emergenze. Non ci sono entrambi i fondi, diamo un’inversione e andiamo dall’emergenza alla programmazione e alla prevenzione, altrimenti saremo sempre in emergenza.
L’altra questione importante sul tappeto è quella della sanità, c’è un grosso impegno da parte della Giunta volto ad una riorganizzazione che permetta il mantenimento dei livelli dei servizi al cittadino, quindi l’organizzazione interna del servizio sanità, è una scommessa che dovrebbe permettere addirittura di innalzare i servizi socio-sanitari quindi i servizi improntati alla solidarietà con la possibilità di aumentare l’assistenza nelle Rsa, nelle lungodegenze, ecc..
Ci sono altri due settori importanti che sono interessati dalla nuova programmazione comunitaria 2007-2013 e che avremo in aula la prossima settimana.
Il turismo che punta sempre più alla qualità, qualità data dalla naturalità del territorio, dalla cultura e dalla tipicità e da una programmazione spinta dall’assessorato regionale volta a massimizzare i profitti dai forti investimenti che vengono fatti, quindi evitare la dispersione e la polverizzazione degli interventi e indirizzarli su una programmazione forte che evidenzi il prodotto Marche.
L’industria e l’agricoltura, come pure il lavoro e la formazione, saranno aiutati e sostenuti. L’industria dal nuovo Fers per tutti gli interventi legati all’innovazione e all’aspetto delle comunicazioni con il progetto di copertura su tutto il territorio regionale con la banda larga per ridurre il digital devide. L’agricoltura che con il prossimo Psr utilizzerà i fondi del Fears nel prossimo periodo di programmazione 2007-2013.
Quindi la programmazione è un atto difficile da percepire perché è una programmazione che vede sia il lavoro degli assessorati sia il lavoro e la progettualità che affianca quelle nazionali ed europee, ed è importante che abbiano una stessa direzione. Questa è stata l’impostazione della Giunta e della maggioranza cioè quella di unificare, di dare una stessa direzione, assoggettare a una programmazione unitaria.
Il mio giudizio è positivo per questo sforzo che è in itinere e che speriamo dia i suoi frutti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Vorrei fare una premessa che è stata richiamata in vari interventi per invitare soprattutto il Presidente del Consiglio ad organizzare un corso di formazione di etica comportamentale per i Consiglieri tutti, forse miglioreremo anche l’atteggiamento in quest’aula e il rispetto reciproco. Facciamo la diretta televisiva, visto che viviamo nella società dell’apparire, così costringeremo tutti a stare qui fermi senza che nessuno si muova, questa potrebbe essere la soluzione ai problemi delle assenze.
Al di là di tutto, il contributo che ognuno porta all’interno di quest’aula è il sollecito dei cittadini che ci hanno eletto, siamo un organo di rappresentanza istituzionale che merita tutta l’attenzione visto l’importante ruolo che determiniamo con le varie azioni di programmazione e di interventi legislativi, ecc..
Questa premessa non è polemica ma vuole essere un contributo, come è nel mio stile, per chiedere ai Consiglieri della maggioranza, che dovranno esprimere con un voto positivo questo atto, la minoranza vota contrario perché è minoranza e non si assume il ruolo delle politiche di governo di questa amministrazione, che il lavoro deve essere fatto a monte non può essere fatto in quest’aula ma nella Commissione, una Commissione importantissima quella del bilancio, che si ritrova ad esaminare uno strumento enorme in volume, in peso e altro, sopratutto in termini oggettivi di intervento su tutte le politiche regionali, deve avere un supporto forte quotidiano nel corso dell’intero anno. E’ stato richiamato il controllo continuo di questo strumento che è in effetti mettere in condizione la Commissione, sarebbe impensabile coinvolgere tutto il Consiglio, sui termini di controllo delle attività di questo bilancio.
Per quanto riguarda la voce che porto dall’entroterra, dalle parti di rappresentanza diretta, da dove provengo e da dove ho avuto il sollecito, da parte anche degli altri cittadini e rappresentanti istituzionali delle zone più disagiate e depresse dell’entroterra, delle zone che hanno delle eccellenze a livello ambientale e che hanno delle criticità sotto l’aspetto economico, gestionale della vita quotidiana, chiedo con forza, lo ribadisco in questo bilancio, che i livelli di servizio siano minimi e garantiti per tutti i cittadini di questa regione, a partire dalla sanità, dai servizi sociali, da tutte le altre iniziative che a livello legislativo vengono erogati come somme, come fondi per riequilibrare questo divario che è forte, questo divario che è legato a livelli storici di diverso posizionamento economico e finanziario, di capacità produttive completamente differenti di queste aree, dalla costa al fondovalle, alla media collina nonché alle zone montane.
Tutta questa complessità di appartenenza sia di cittadini che di territorio deve fare sistema perché in questo modo si hanno poi i livelli di garanzia per il futuro delle nuove generazioni.
Per quanto riguarda le politiche ambientali, mi ha preceduto il Consigliere Binci, non possiamo fare la politica dello struzzo, cioè mettere la testa sotto la sabbia e non ci accorgersi di quello che succede a livello mondiale e pensare solo che questa Regione possa risolvere i problemi di tutto il mondo. Non è vero, con un sistema di visione non catastrofica approcciamo queste politiche ambientali con una attenzione particolare soprattutto con conoscenze precise che ci permettano di dare delle risposte serie, serene, condivise, risposte che non facciano innalzare barricate in un senso o nell’altro, la conoscenza quando è approfondita evita la contrapposizione. Se c’è contrapposizione si innescano meccanismi di odio e di alterne soluzioni ai problemi, se invece c’è condivisione e conoscenza approfondita riusciamo a superare gli ostacoli in maniera condivisa e diamo una risposta economica a chi si chiede di essere più competitivi, di avere maggiore certezza. Se facciamo la politica dello struzzo delocalizziamo tutto, dove non si sa, a partire dalle attività produttive, a partire dal produrre l’energia nelle varie fonti che devono essere tutte prese in esame. Questo richiede una politica di consapevolezza e non quella di ignorare quali sono i vari strumenti.
L’altro aspetto che deve essere fondamentalmente sviluppato all’interno di questo bilancio è quello della valorizzazione delle risorse umane. Abbiamo delle risorse umane che provengono da una cultura storica molto concentrata sopratutto nella solidarietà sociale, perché questa è la storia della nostra regione, tanto che possiamo annoverare tra i vari organismi circa 15 mila persone che quotidianamente fanno volontariato e 150 mila che lo fanno in maniera saltuaria. Queste sono un valore aggiunto, forte, all’interno di una economia debole, depressa, disagiata, e guarda caso provengono tutte da quelle situazioni dove c’è maggiore disagio, perché più è forte il disagio maggiore è la solidarietà che si evince nei confronti del più debole. Questo è un patrimonio forte che deve essere valorizzato non in termini economici ma che deve essere opportunità nel dare voce a queste persone altrimenti perderemo anche questo patrimonio facendo allargare fortemente il gap economico.
Programmare la gestione di queste risorse, considerando tutte le risorse disponibili, ci darà una maggiore opportunità nella soluzione dei tempi difficili, parliamo adesso di un momento di scarsa disponibilità finanziaria in generale per tutto. Programmare con correttezza evitando come ente regionale di essere non solo programmatori ma anche gestori della risorsa economica che si va a programmare, delegare gli organismi preposti sul territorio affinché queste risorse vengano spese in modo equo, in modo fondamentalmente e sostenibile, e che non vi siano ulteriori sprechi. Quindi riduzione delle spese migliorando i livelli di intervento nelle varie politiche di gestione e allo stesso tempo facilitare che le risorse vengano distribuite in modo equo per garantire a tutti gli stessi livelli minimi di condizione di vivibilità.
Questa è una Regione a livelli molto alti, sia di assistenza, sia di garanzia per i più deboli, per i più disagiati, è una Regione che non può permettersi di perdere il treno, in tutta l’Italia, ma allo stesso tempo in Europa e a livello globale, non possiamo dare ai nostri giovani gli obiettivi di doversi muovere e fuggire dalla nostra nazione, ricominciare quello che è avvenuto all’inizio del diciannovesimo secolo con l’esodo di massa in altri lidi. Siamo una Nazione che viene vista come punto di riferimento per cittadini del mondo di altre Nazioni quindi non vogliamo ridurre le nuove generazioni, i nostri figli, i nostri nipoti, a dover emigrare in Cina, in India o in altre Regioni.
Non possiamo permetterci come politici di sbagliare nulla perché questo è il momento più difficile, il momento in cui dobbiamo costruire un percorso coeso, condiviso, senza barriere tra maggioranza e opposizione, ascoltando tutti, e il contributo che ognuno di noi porta sia poi sintetizzato dai vari assessori, dalle varie strutture tecniche, per costruire un modello coeso e condiviso, e sopratutto un modello vincente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Ritengo che molte delle cose che ho ascoltato, soprattutto dai banchi dell’opposizione, mai come in questa occasione mi paiono ingenerose. Lo dico perché sono convinto che ognuno faccia, ed è inevitabile che lo faccia, il proprio mestiere, quindi comprendo che, su atti importanti come quello di un bilancio, vadano segnati i diversi ruoli. In questa occasione però le critiche che ho ascoltato sono davvero ingenerose, potrei capire qualsiasi tipo di critica, potrei comprendere la non condivisione delle scelte che sottendono a questo bilancio. I bilancio è espresso in numeri ma i numeri rappresentano graficamente le scelte politiche che vengono fatte, si può non essere d’accordo sulle scelte ma mi pare difficile, non contrastando le scelte, che si dica, questa è la critica più feroce che ho ascoltato, che è un bilancio che non si comprende. Certo un bilancio di questa portata, di un ente come la Regione, un tasso di difficoltà lo può contenere, sta nelle cose, ma al di là della difficoltà di leggere un bilancio delle dimensioni di quello regionale, l’apporto dato dall’assessorato, l’apporto dato dalle strutture, il lavoro svolto in Commissione, non consentono a nessuno di dire, a giustificazione di un atteggiamento negativo nei confronti del bilancio, che una delle colpe più grosse è che il bilancio non si comprende.
Il bilancio sembra complicato ma i bilanci sono di una semplicità assoluta. Basta votarli contro e non capirli, perché non è solo chi vota a favore che può non capire il bilancio ma anche chi vota contro può non averlo capito, se non l’ha capito o è perché non si è sforzato o perché anche se si sforza non riesce a capirlo, e questo è un fatto è un po’ grave. Credo invece che senza sforzarsi molto il bilancio si possa comprendere. Si comprende perché il bilancio è il riportare con i numeri le scelte che vengono assunte, e i fattori determinanti le scelte sono chiarissimi, trovano la maggioranza assolutamente coesa al di là dei particolari su cui si può non essere d’accordo. Le esigenze di ognuno di noi sono infinite, quelle di assecondare le richieste dei territori, delle comunità, ma la condivisione dell’impostazione complessiva non può che registrare da parte della maggioranza una coesione forte sia pure nei tempi ristretti dell’economia di questi lavori.
La scelta di non aumentare la pressione fiscale è chiara, certa, netta, indiscutibile. Consigliere Castelli è una cosa che fate difficoltà ad ammettere, qualsiasi cittadino di questa regione può riscontrare se è vero o no il fatto che ci sia stata una diminuzione dell’addizionale Irpef, le bugie su questo versante non le potete dire! Ovunque io vada dico “non ascoltate Castelli, leggetevi la busta paga”. Anche quelli che hanno difficoltà a credere che Castelli possa aver torto, dopo due giorni mi chiamano e dicono “sai che ho riscontrato la busta paga prima della presidenza Spacca e dopo la presidenza Spacca e ho visto che è diminuito”. Dico soltanto che Castelli dice bugie. Non aggiungo altro.
Quindi la scelta del non aumento …(interruzione)…Presidente lasci stare è coreografico, io ho difficoltà a parlare in un'aula quasi vuota, se invece si crea un po’ di spettacolo mi trovo a mio agio! Vi ringrazio della collaborazione e spero che continuiate, così prendo un po’ di carica altrimenti non l’avrei perché i banchi sono vuoti ed è difficile parlare a nessuno. Conosco come te i meandri del bilancio, so che sei uno studioso e hai fatto dei master in proposito, se mi contrasta la tua autorevolezza mi dà lo sprone ad approfondire certe tematiche.
La scelta quindi è quella della fiscalità, e anche qui che cosa c’è di difficile? Qui non si bleffa. La scelta è quella di non premere sull’acceleratore della fiscalità. Ma c’è di più, c’è anche il fatto che, nonostante le difficoltà peraltro non nascoste dal Presidente in primis durante lo scorso anno, sui trasferimenti statali e sopratutto sui finanziamenti della Comunità Europea, dobbiamo dire, non possiamo non dirlo, e anche la minoranza non può disconoscere, che è stata grande, è stata encomiabile, è stata al di sopra delle nostre aspettative la capacità che questa Regione ha avuto di avere finanziamenti sia nel rapporto con lo Stato, in particolare sul versante della sanità e nei confronti dei trasferimenti europei. Anche qui non c’è nulla di difficile basta avere la pazienza di guardare i dati e di confrontarli.
Altra scelta. Quando una maggioranza investe su versanti importanti e strategici come la sanità, la spesa sociale e la cultura, anche qui, nonostante le difficoltà, nonostante la crescente e sempre più selettiva domanda rispetto ai servizi, nonostante le crescenti competenze, su tre settori strategici, sanità, servizi sociali, cultura, i dati sono riscontrabili ed è certa la scelta che è stata fatta.
Piano per lo sviluppo. Il tutto va visto nella logica che lega questo bilancio al piano di sviluppo rurale che dovremo approvare, al Por per quanto riguarda Fse e Fsr e, non da ultimo, il piano sanitario regionale.
Quindi il bilancio, collegato anche a questi altri appuntamenti che abbiamo davanti, ci dà la certezza di una Regione che ha chiari gli obiettivi. Primo, non aumentare la pressione fiscale, secondo, dare una risposta chiara, precisa e forte per quanto riguarda il settore del sociale, terzo, promuovere, agevolare, incentivare quello sviluppo economico che è convinzione non soltanto a livello regionale ma anche a livello nazionale per una ripresa dell’economia che solo essa può garantire condizioni di espansione dell’economia stessa e assicurazione che questa espansione sia in grado di garantire condizioni di tutela per le categorie meno abbienti, ammortizzatori sociali e altro. Quando non c’è sviluppo questo non ci può essere, quando si crea ricchezza questa può essere distribuita, se la ricchezza non si crea, se non c’è un momento espansivo dell’economia, non ci può essere nemmeno tutela delle categorie più deboli. Questo è l’imperativo categorico, sviluppo economico…(interruzione)…No, questo non è il vostro perché per cinque anni al governo di questo Paese non avete realizzato uno straccio di piano industriale e di ripresa economica. Questo è quello che sta facendo Prodi, che ha capito, prima di tutti gli altri, che incentivare e agevolare la ripresa vuol dire avere la possibilità di creare ricchezza per ridistribuirla. Questa, se permettete, è cultura di questo Governo e di questa maggioranza.
Si è parlato di concertazione. Qui si apre un problema, purtroppo lo dobbiamo dire, il problema di come concertare la concertazione. Ho assistito a delle audizioni in cui chi si lamenta di più delle scelte fatte della Regione ha evitato di confrontarsi con la seconda Commissione, che è la commissione che discute, approva, dibatte, analizza gli emendamenti. Questo è un problema che va affrontato, lo dico al Presidente del Consiglio, al Presidente dalla Regione, anche al Presidente della Commissione, perché non si può rivendicare la concertazione se poi nei momenti in cui i numeri e le scelte che vengono fatte non hanno la possibilità di essere confrontati con quegli stessi soggetti che a polmoni dilatati chiedono la concertazione.
Come mai il Consigliere Solazzi condivide tutto dì questo bilancio? No, non condivide tutto, è difficile condividere tutto nella vita, per carità, ci possono essere scelte sulle quali si è più o meno d’accordo, ma nelle linee generali, nelle scelte strategiche e anche nel modo in cui l’assessorato ha cercato di rispondere, di lavorare e di avvicinarsi al ruolo dei Consiglieri, non si può non essere d’accordo.
Chiudo con questa nota. Forse, lo dico all’Assessore e anche all’Esecutivo, il bilancio è un atto fondamentale del Consiglio, non è pensabile, pena ridimensionare il ruolo del Consiglio e dei Consiglieri, sia pure nella comprensione delle difficoltà che ci sono nel predisporlo, che il Consiglio non si senta in qualche modo, e per alcune parti almeno, partecipe della sua condivisione. Si dirà, ma questo contraddice quello che ha detto fino adesso? No, perché si può essere d’accordo, come sono d’accordo io sulle linee, sulle scelte strategiche, perché sono assolutamente forti le scelte, condivisibili e opportune, ma il ruolo del Consigliere in qualche modo non va mortificato. Allora, magari con un escamotage, dico all’Esecutivo di non parlare di un bilancio, anche se fortemente condiviso, ma che ogni volta arriva “bunkerato” senza dare la possibilità di spostare virgole all’interno, che è lasciato al ruolo dei Consiglieri. Lo sapete mi contraddistinguo per dire sempre le cose che penso, quindi non va bene, questo può essere il limite di questo bilancio, cioè l’interpretazione del ruolo del Consiglio rispetto al ruolo dell’Esecutivo. L’Esecutivo esegue, agisce, attua, gestisce, però le scelte sono di questo consesso, sono quindi dei Consiglieri. Non vorrei dire incauda venenum, però se proprio devo trovare una virgola sulla quale invito l’Esecutivo ad un atteggiamento diverso è questa, cioè “bunkerare” un po’ di meno e lasciare degli spazi, degli ammortizzatori, per fare in modo che i Consiglieri, seppur condividendo, possano avere la possibilità di fare delle scelte all’interno di un bilancio condiviso.
Per il resto è un bilancio che per le scelte che sono state fatte, a mio avviso, dovrebbe trovare il consenso anche della minoranza di questo Consiglio, che con senso di responsabilità dovrebbe riconoscere che questo è il bilancio della Regione che doveva fare nel tempo che le è stato dato di amministrare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini per la replica.

Pietro MARCOLINI. Voglio ringraziare tutti quelli che sono intervenuti, soprattutto quelli che sono rimasti perché molti sdi quellli che sono intervenuti hanno lasciato l’aula consiliare.
Vorrei procedere per punti, cercando di non tralasciare le questioni principali poste sia da numerosi interventi dell’opposizione ma anche dalle sollecitazioni di autorevoli rappresentanti della maggioranza.
La prima questione riguarda la modalità della nostra discussione. Penso che dovremmo ancora di più affinare gli strumenti di presentazione, di informazione, la Consigliera Benatti ne ha indicati alcuni, indicando gli strumenti attraverso i quali raggiungere questo scopo, quelle a cui si ispirava anche l’intervento finale del Consigliere Solazzi.
Mi permettero di ricordare, circa l’intelleggibilità del bilancio, documenti cui il Consiglio era abituato, per non tornare molto indietro nel tempo, ricordo al vecchio Presidente della Commissione Marco Luchetti, qualche anno fa quali erano i documenti. Non facendocene né merito né demerito, dico che da qualche anno a questa parte c’è stato un lavoro di presentazione dei risultati, di illustrazione delle parti meno chiare e di una disponibilità che in qualche caso ci è stata riconosciuta e di cui dobbiamo essere grati agli uffici, ancora più competenti, ancora più professionalizzati, che sono cresciuti in questi ann e dare tutte le risposte di cui siamo in possesso. Lo dico senza intento polemico, prendete un documento di bilancio di 7-8 anni fa e prendete un documento attuale, la relazione tecnica era poco più che indicativa, le relazioni con l’Unione Europea e con lo Stato non erano accennate se non in maniera del tutto generica e generale.
Si può far meglio? Non c’è dubbio, si può far meglio e non voglio eludere il problema della determinazione delle linee strategiche di governo, ma per questo vorrei fare una sottolineatura. Ci sono gli argomenti e le occasioni politiche e programmatiche, sul piano europeo nei prossimi giorni la sesta Commissione affronterà la discussione dei Por e dei piani contabili, delle scelte di fondo dei prossimi sei anni che riguardano complessivamente 1.070 milioni di euro tra fondo sociale, Fers, Fears, Sfop, ecc..
C’è un quadro nazionale che è offerto purtroppo in maniera sfalzata rispetto alle redazioni di bilancio, e anche quest’anno è stato così, che possiamo soltanto registrare dopo la presentazione del bilancio e che tutt’ora non siamo in condizione di poter includere, il bilancio non include tutti i trasferimenti che lo Stato nel corso dell’anno sarà in grado di trasferire alla Regione, tanto che dai 4.372 milioni penso che arriveremo vicino ai 5 miliardi alla fine dell’anno, con le risorse statali trasferite, ma che non possiamo vedere perché i collegati alla finanziaria, i piani di riparto, non sono stati definiti, quindi non possiamo iscriverli a bilancio, anche se in molti casi, la Consigliera Benatti ne ha indicati alcuni, il relatore di maggioranza lo ha fatto nell’introduzione, ci sono notevoli spazi di apertura sul versante statale.
Possiamo dire, che fortunatamente sulla sanità, in modo particolare sul sociale, abbiamo risorse statali in aumento. Noi polemizzavamo con il Ministro Maroni sulla 328 perché l’aveva ridotta al 50%, a 500 milioni. Il fatto che siamo arrivati, attraverso un aggiustamento a 700, fino ad 1 miliardo, è una notizia che non può non far piacere a tutti, segnala per un piano di riparto se fosse quello tradizionale, 13 milioni in più soltanto sulla 328. 210 milioni per il fondo della famiglia, 100 milioni per le non autosufficienze, tutti con piani di riparto in cui la Regione Marche sta attorno al 3%, fondo per il materiale rotabile per i trasporti, e poi fondi progettuali in cui si dimostrerà la capacità nostra, 48 milioni aggiuntivi per il turismo, i 20 per la cultura. Il fatto che siamo una Regione coordinatrice in materia di piccole e medie imprese fa sì che per esempio siamo più vicini ad alcune informazioni per il turismo, notizia della settimana scorsa, rispetto al tradizionale 3% siamo arrivati al 4% di riparto, perché abbiamo presentato delle proposte interessanti, dei criteri ritenuti corretti. Sono nazionali, Consigliere Rocchi, non regionali, nazionali, quindi faremo festa tutti quanti.
Dico questo perché anche alcune delle proposte presentate polemicamente, come quella dell’abolizione del Dpfr, vanno assolutamente messe in linea con il dibattito nazionale. Sono convinto, il collega Consigliere Santori lo indicava già in diverse occasioni, che dovremmo rivedere la legge di programmazione e di contabilità, mettendo in sospensione, in relazione a quello che sta avvenendo sul piano nazionale, la discussione del nostro Dpfr. Aumentando, invece le sessioni di informazione specifiche e generali, di monitoraggio e di controllo sull’andamento della spesa regionale e sulla possibile correzione, perché il Consiglio regionale diventi il luogo di indirizzo, del monitoraggio e del controllo, ma non ipotetico o postumo.
Il piano di sviluppo regionale è stato sostituito dai bilanci annuali e triennali ma siamo alla vigilia del varo della riprogrammazione dei piani politiche comunitarie, siamo alla vigilia della discussione del piano sanitario regionale. Qui voglio tranquillizzare chi preoccupato ha vissuto le tre pagine indicate sulla sanità come un anticipo o una sorta di ipoteca sulle scelte che il piano sanitario dovrà fare. L’ha già detto l’Assessore alla sanità in altre occasioni, sarà il piano sanitario ad individuare le formule organizzative, l’architettura e la distribuzione delle azioni progettuali, quindi l’indicazione che è stata fatta in sede di bilancio era un’indicazione che avevamo il 28 dicembre. Nel frattempo è stato approvato un documento con le linee di piano di sviluppo sanitario regionale, entro giugno-luglio è la scadenza della discussione in Consiglio e saranno quelle, ovviamente, le determinazioni in materia sanitaria. Mi chiedo cosa avrebbe detto l’opposizione ma anche l’intero Consiglio se noi non avessimo parlato di sanità nel bilancio regional che occupa due terzi della spesa complessiva, se non avessimo detto niente né sulla questione che il bilancio ipoteca maggiormente la parte finanziaria ma nemmeno sulle indicazioni, parliamo di un bilancio annuale e triennale, quindi un diritto-dovere interrogarsi sulle prospettive di intervento in materia sanitaria.
Venendo al nostro documento, il riferimento nazionale merita un aggiornamento, seppur del tutto sintetico. Si parla dell’eredità del vecchio governo, sono d’accordo con chi l’ha ripetuto che non è questa l’occasione per avere una discussione retrospettiva né polemica. Il 2006 si chiude con il record storico del debito pubblico, siamo a 1.607 milioni di miliardi di euro, per un totale di circa 3 milioni e 100 mila miliardi di lire. Si è detto, e giustamente si è enfatizzato, che il risultato del gettito delle imposte che è aumentato del 9,8% con un gettito di circa 35 miliardi di euro, sono 34 miliardi e 900 mila euro, e su questo si è aperta una discussione strumentale, perché tutto quello che è in aumento è frutto del passato, tutto quello che è in diminuzione è frutto del presente.
Purtroppo, a prescindere da queste considerazioni, insieme ai 34,9 miliardi di imposte, dobbiamo segnalare un aumento del deficit di 1,607 miliardi, il deficit aumenta nel 2006 di 53 miliardi, quindi anche la preoccupazione di Padoa Schioppa o del Presidente del Consiglio che dicono prima preoccupiamoci del debito, perché abbiamo sempre il vincolo del patto di stabilità europeo, è che se è vero che abbiamo avuto quasi 35 miliardi di maggiori imposte, nel frattempo abbiamo bruciato, per alimentare il circuito del debito pubblico, quasi 72 miliardi di euro, aggiungendo al debito 53 miliardi di euro.
Lungi da questa occasione una valutazione perché ognuno governa una situazione che ha trovato ereditato. E’ difficile fare un bilancio in attivo o in passivo, non c’è nessun grado di libertà aggiuntivo, anzi l’eredità pesante del passato condiziona molto le scelte e soprattutto in materia di infrastrutture, per i prossimi 10 anni sono ipotecati i bilanci essendo stati staccati degli assegni con dei pagherò, delle cambiali a scadenza successiva al momento in cui sono state spese, in qualche caso di dieci, undici, dodici anni, come nel caso delle ferrovie, delle opere pubbliche, ecc.
Quindi rispetto a un quadro necessitato nazionale che ha le luci e le ombre di chi abbiamo già parlato in altre occasioni, che cosa ha fatto il bilancio regionale, che cosa si è prefisso? Si è prefisso di aumentare le risorse regionali aggiungendole a quelle statali e a quelle europee. Per fare questo ha cercato di potenziare con la strumentazione di un nucleo che lavora a Bruxelles efficacemente e grazie a un gruppo di professionisti particolarmente capaci a Bruxelles avremo una task force a valere sui fondi comunitari che è stata patteggiata per tanti anni e che finalmente è entrata in funzione.
Abbiamo cercato di utilizzare anche della raccolta finanziaria a tassi agevolati, dopo la stagione delle obbligazioni, dei bond e dei mutui obbligazionari. Lo scorso anno non abbiamo fatto una sola operazione, abbiamo lavorato con la Banca europea per gli investimenti sul turismo e sul ciclo delle acque, stiamo lavorando con la Cassa depositi e prestiti per l’operatività a sostegno degli strumenti per la piccola e media impresa.
Abbiamo cercato di testare alcune forme di finanza di progetto, una discussione che avviene qui nel capoluogo di regione a proposito della realizzazione di una maxi opera di uscita ad ovest che rappresenta un collo di bottiglia logistico, infrastrutturale, che prevede già la possibilità di valutare due o tre proposte operative di finanza di progetto, per parlare concretamente di una soluzione in corso di valutazione.
Abbiamo nel contempo deciso di ridurre l’ammontare complessivo dell’indebitamento, abbiamo ridotto lo scorso anno oltre 70 milioni di debito. La nostra è una Regione molto indebitata perché non ha voluto abbassare drasticamente, non ha voluto utilizzare quegli strumenti da macelleria sociale che qui sono stati evocati ma che non sono stati praticati.
Da questo punto di vista abbiamo cercato, e quest’anno sarà l’anno decisivo, di aggiornare le poste di bilancio cercando di portare il bilancio fuori dalle secche della riproposizione meccanica di tutte le poste. I 4.000 capitoli di bilancio vengono sostanzialmente riproposti ogni anno con una forza da brivido e le esigenze, le sopravvenienze vengono soddisfatte con un margine sempre minore di libertà finanziaria a disposizione, quindi si tratta di smontare quella parte dello storico che magari è importante ma non è più strategico. Quando si parla di bilancio a base zero si fa riferimento a questo. Spero che in assestamento una prima proposta di revisione, di riclassificazione di bilancio con un grado di libertà per il Consiglio e per il governo regionale possa essere già in discussione.
Abbiamo aumentato il livello penetrante del controllo sugli enti, sulle agenzie, sugli strumenti, Abbiamo finito il percorso? Direi proprio di no, ma tra un entificazione infeudata politicamente e autoriferita di qualche lustro fa siamo passati lentamente a un principio di efficientamento che ancora deve trovare alla vista il traguardo, ma la linea è quella giusta, quella che assegna, come abbiamo fatto, senza alcuna ironia, con i nuovi dirigenti della sanità, a segnare un budget, a segnare un obiettivo e a verificare poi i risultati. Su questo, in materia di sanità dirò qualcosa alla fine.
Abbiamo anche pensato di non destinare ulteriori risorse alla sanità, atteso che negli ultimi anni il bilancio regionale ha assegnato 1 miliardo di euro, 100 milioni l’anno al sistema socio-sanitario-assistenziale. Quindi siamo convinti che le ragioni del sistema, quella che viene definita la base economica, la gallina dalle uova d’oro, non possa essere ulteriormente compromessa.
Mi sia consentito ripetere un interrogativo a quanto diceva il Consigliere Castelli poco fa, richiamando una polemica di ormai un anno e mezzo fa dell’ex Presidente della Confindustria ora onorevole Merloni. Delle due l’una, o non abbiamo restituito alla sanità una parte del gettito per sostenere le politiche economiche e territoriali, non ridestinandole al sociale, ma di questo la parte economica dovrebbe essere contenta, oppure invece, come è stato, abbiamo aumentato l’indebitamento e abbiamo aumentato il livello dei servizi sociali distribuiti. Questo è quello che è accaduto durante tutti gli anni novanta. Abbiamo allargato il servizi sociali diffusi, capillarizzati, dando un’impressione spesso contraria, ma questo abbiamo fatto, e nel contempo non abbiamo diminuito l’intervento a sostegno dello sviluppo economico. La cartina di tornasole non sta tanto nelle origini e destinazioni del gettito da imposte ma è sotto il profilo del debito. Noi siamo una Regione molto indebitata per questo motivo, non per altri. Di fronte a una situazione di questo tipo abbiamo deciso di non aggravare il quadro della pressione fiscale che ha le luci e le ombre di cui abbiamo parlato sul piano nazionale. Potevamo ovviamente utilizzare una parte residua non secondaria, voglio insistere su questo, lo dico amichevolmente al Consigliere Castelli, non è vero che noi abbiamo esaurito la nostra capacità per la pressione fiscale, non è vero affatto in modo particolare sull’Irpef. Sull’Irpef ci siamo messi sotto quota 1,4, che è la quota oltre la quale eravamo andati per tre anni, ma il problema è che abbiamo continuato ad esentare completamente, anche se la popolazione che rappresenta il 69% dei contribuenti marchigiani, quelli che guadagnano meno di 14 mila euro l’anno, non sanno di non pagare nemmeno un euro, questo grazie ad una disinformazione sistematica e a un paio di campagne elettorali, però è la differenza che passa tra una Regione come la nostra e la Lombardia che fin dall’inizio ha generalizzato l’aumento dello 0,5, per noi significa il 69% dei contribuenti. Noi prendiamo dall’Irpef, signori Consiglieri, 17-18milioni l’anno, ne potremmo prendere 80-90 se non avessimo quella sensibilità sociale che invece vogliamo mantenere. Dico questo perché non soltanto la Lombardia ma anche la sensibile diversità di una Regione come l’Emilia Romagna è stata costretta a cedere di fronte alle incombenze finanziarie che ha fatto una manovra - che le anticipavo Consigliere, durante il suo intervento nel Dpfr – aggiuntiva di 240 milioni di cui 180 per l’Irpef e 60 per l’Irap. Questo è, con l’aliquota iniziale uguale per tutti, 0,5, quello che invece noi non abbiamo fatto. Ovviamente questo è un margine che avremmo potuto utilizzare, ma dico di più, avremmo potuto utilizzare rimanendo nel limite di una regione come la Lombardia, che rappresenta un altro faro e il 20% del Pil nazionale, potremmo ad esempio in materia di gas metano aumentare l’addizionale esattamente portandolo a livello lombardo, cioè aumentandola del 100% dalle vecchie 30 lire alle 60 lire, potendo portare a casa altri 15-20 milioni. Avremmo potuto aumentare l’accisa sulla benzina, avremmo potuto aumentare l’imposta per le tasse di circolazione, i margini ancora ci sono. Ma dico che non mi scandalizzo perché se ci fosse una emergenza tale da giustificare una tassa di scopo sono convinto che sia la fiscalità generale che quella finalizzata sarebbe comprensiva, ma non l’abbiamo fatto quindi non ci si imputi il doppio profilo. La critica politica mi sia consentito – lo dicevo informalmente prima al Consigliere Capponi e lo dire al Consigliere Pistarelli che non mi può ascoltare – è che c’è un problema di coerenza. Dico ai signori dell’opposizione sul piano nazionale la bandiera che Forza Italia, il partito di maggioranza relativa nel passato Governo ha rappresentato e indicato come un vessillo, la teoria dello Stato minimo, la teoria della società dei due terzi, un capitalismo compassionevole che si occupa soltanto degli ultimi, per il resto sono il merito e la capacità che differenzieranno l’allocazione delle risorse, ma non si può mettere insieme questo profilo dello Stato minimo con la corrività e la collusione con tutti gli interventi, i più assistenziali, i più indiscriminati, che qui in questa sala s’affacciano, non rifiutandone nemmeno uno.
Se permettete, malizia per malizia, ne abbiamo sentite tante, consentite anche a me una ridotta battuta, penso che dietro un certo formalismo parlamentare si nasconda l’idea di una possibile collusione nello sfondamento di alcune regole di fondo, di gestione e di programmazione. Lo dico con la necessaria franchezza perché spesso si è fatto riferimento maliziosamente.
Dico di più, e mi avvio Presidente alla conclusione, chiedo la stessa clemenza che è stata riconosciuta.

... (interruzione). Risponda Assessore su quello che le abbiamo chiesto.

Pietro MARCOLINI. Se mi si dà il tempo sono contento di farlo. La prospettiva politica programmatica deve poter conoscere degli elementi unitari, il bilancio non è triennale, può essere uno di questi. Stiamo lavorando sulla programmazione comunitaria e su quella sanitaria che rappresenta grande parte, ne segnalo uno sintetico che è il documento strategico territoriale regionale che insieme recupera e integra le politiche settoriali su una base territoriale. Il quadro conoscitivo, una visione guida di carattere regionale, un’agenda di progetti territorializzati d’intesa con le Province e i Comuni, un sistema di governo integrato, di governance, un sistema di gestione interno, un programma di comunicazione, è la base per quella concertazione istituzionale ma anche economica e sociale essa stessa è alla base del programma di governo della nostra Regione.
Questa è la sostanza della concertazione con le forze economiche e sociali e anche di quelle istituzionali, in cui, come amiamo ripetere, si co-decide, si è corresponsabili, si tiene la barra unita su un programma condiviso, senza accendere mille focolai ingestibili, rischiando la frammentazione, l’anarchia, l’autoriferimento, il tutto contro tutti a livello istituzionale, economico, sociale e territoriale.
Voglio risponder, nei limiti che il Presidente mi consente, ad alcune osservazioni fatte. Parto da quella del Consigliere Viventi “non è vero che voi non aumentate le tasse, per esempio aumentate la previsione del bollo automobilistico”. C’è in effetto un aumento dell’1% unicamente perché sono le stime del Ministero precedente, aumenta mediamente la cilindrata e quindi aumenta indirettamente il gettito del bollo. Noi non abbiamo toccato la nostra percentuale quindi le tavole stanno concretamente a dimostrarlo.
Vorrei rispondere ad una obiezione pesante che riguardava il ticket che mi pare sollevasse il Consigliere Capponi, il Consigliere Pistarelli e il Consigliere Castelli. Voglio dirvi la verità sul ticket. Più o meno la previsione era quella che faceva il Consigliere Capponi e che è anche quella che anche noi facciamo, siamo tra 15 e 20 milioni di gettito atteso. Giovedì ci sarà una riunione nazionale degli assessori alla sanità in cui, con forse una veemenza diversa ma con argomenti non dissimili da quelli utilizzati dal Consigliere Castelli, ripeteremo al Governo, perché abbiamo contato su una programmazione che per legge imponeva il ticket e quindi chiederemo al Governo di risarcire e di integrare lo stanziamento con la cifra all’appello mancante. Dalla settimana prossima sapremo qualche cosa di più del negoziato. Un doppio segnale di apertura c’è stato, uno a valere su un riparto eventuale di fine anno per quello che riguarda l’aumento del gettito delle imposte e l’altro di uno spiraglio all’interno dei 2 miliardi che sono stati promessi alle Regioni rinvenibili nel corso del 2007. Vedremo concretamente quello che succederà perché se l’argomento fosse semplicemente “sbrigatevela voi”, dovremo ovviamente discutere insieme, con i tecnici e in Consiglio, gli strumenti appropriati.
Siamo sufficientemente positivi atteso che le linee del piano che vengono presentate indicano dei margini sul versante dei beni ai servizi, del consumo dei farmaci, della mobilità e delle misure correttive, che ci consentono di essere moderatamente ottimisti.
Altra battuta di quelle importanti riguarda il presunto pareggio che noi dovremmo riconquistare nel 2007. Non è così, forse una lettura più approfondita consentirà di correggere questa visione. E’ impensabile che in un anno vengano recuperati i 96, abbiamo previsto un piano di rientro di 20, 25 e la parte rimanente per il terzo anno, con delle misure che analiticamente sono state proposte e che dovranno essere riguardate alla luce del redigendo piano di sviluppo sanitario socio assistenziale regionale.
Due cose ancora per quello che riguarda soprattutto la preoccupazione della copertura dei perenti. Sulla copertura dei perenti la regola più prudente sarebbe coprirli al 100%, ma in anni non lontani, Consigliere Capponi, l’abbiamo coperta al 36%. Le serie storiche sono a disposizione, siamo al 60%, atteso che i perenti che maturano, che non sono come debiti rinviati, pagamenti non fatti, sono impegni che non hanno fatto maturare pagamenti, cosa diversa. Se noi avessimo dei creditori fuori dalla porta avrebbe ragione, è cosa completamente diversa. Il 60% ci pone tra le prime cinque Regioni in termini di copertura dei residui perenti passivi, siamo scesi come Regione al 36%, siamo al 60%, e ogni anno la serie storica a nostra disposizione fa sì che viene richiesta la riscossione tra il 15 e il 20% dei residui perenti. Quindi tutto quello che è tre vote sopra il 20% è un margine prudenziale.
Consigliere Capponi, non sono 841, sono 821, sono 431 milioni di risorse vincolate e 390 milioni di economie libere. Per l’economia libera ha ragione lei, si tratta di un arrugginito meccanismo di funzionamento che impedisce di impegnare durante il corso dell’anno e che ci fa reiscrivere questi 390 milioni, per i 430 milioni sono semplicemente tempi non rispettati di risorse vincolate che quindi non rappresentano né un grado di libertà presente né un futuro per la gestione.
La ringrazio Presidente per la benevolenza, per le eventuali altre domande non mancheranno occasioni in Commissione e anche in aula.

PRESIDENTE. Grazie Assessore, è importante che la Commissione si riunisca così come concordato. Ricordo ai Consiglieri che il tempo massimo per presentare i sub-emendamenti è fino alle ore 18,30. Vi ringrazio per l’attenzione prestata, la seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 16,10