Resoconto seduta n.60 del 20/03/2007
SEDUTA N. 60 DEL 20 MARZO 2007



La seduta inizia alle ore 11,00



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Leggo, su richiesta, il processo verbale della seduta n. 59 del 13 marzo 2007.
“Presiede il Vice Presidente David Favia, indi presiede il Presidente Raffaele Bucciarelli.
Consiglieri segretari Michele Altomeni e Guido Castelli, indi Consigliere segretario Michele Altomeni.
Assiste il Segretario del Consiglio regionale dott. Paola Santoncini
Alle ore 11,00, nella sala consiliare di via Tiziano n. 44, ad Ancona, il Presidente dichiara aperta la seduta del Consiglio regionale e, non essendovi obiezioni, dà per letto il processo verbale della seduta n. 58 del 5 marzo 2007, il quale si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento interno e dopo aver dato lettura delle comunicazioni, dà la parola sull’ordine dei lavori all’Assessore Agostini (chiede il rinvio della trattazione della proposta di legge n. 148 e delle nomine concernenti: l’Istituto Nazionale Ricovero e Cura per Anziani) e ai Consiglieri Santori, Capponi e D’Anna. Il Presidente pone in votazione la proposta di rinvio della pdl n. 148. Il Consiglio approva. Pone, successivamente, in votazione la richiesta di rinvio delle nomine concernenti: “Istituto Nazionale Ricovero e Cura per Anziani (Inrca) di Ancona - quattro componenti nel Consiglio di indirizzo e verifica e tre componenti nel Collegio sindacale”. Il Consiglio non approva. Il Presidente accoglie la richiesta dell’Assessore Agostini che, ai sensi dell’art. 47 del Regolamento Interno chiede, anche a nome del Presidente della Giunta Spacca e dell’Assessore Petrini, di ripetere la votazione per appello nominale. Il Consiglio approva.
Il Presidente passa alla trattazione del punto iscritto all’ordine del giorno, che reca: Interrogazione n. 564 del Consigliere Pistarelli “Ripristino ufficio agricolo di zona di San Ginesio”. Risponde l’Assessore Petrini.
A seguito del risultato della votazione sul rinvio delle nomine dà la parola ai Consiglieri Capponi, Ricci, Rocchi, Mammoli, Lippi, Brini, Brandoni, Solazzi e al Presidente della Giunta Spacca.
Interrogazione n. 227 del Consigliere Castelli “Costi, ricavi e modalità di espletamento dell’attività di recupero del bollo auto operate dalla Regione Marche relativamente agli anni 2000, 2001 e 2002"; Interrogazione n. 603 del Consigliere D’Anna “Accertamenti tasse automobilistiche anno 2003” (abbinate ai sensi dell’art. 109 del R.I.) Risponde l’Assessore Marcolini. Replicano gli interroganti Consiglieri Castelli e D’Anna.
(Presiede il Presidente Raffaele Bucciarelli)
Interrogazione n. 612 dei Consiglieri Brandoni e Altomeni “Situazione pulimento ferroviario presso la stazione di Ancona”. Risponde l’Assessore Marcolini. Replica l’interrogante Consigliere Brandoni.
Mozione n. 87 dei Consiglieri Procaccini e Bucciarelli “Programma Autostrade del mare”. Discussione generale. Il Presidente dichiara aperta la discussione generale e dà la parola al Consigliere Procaccini per l’illustrazione. Interviene l’Assessore Pistelli. Conclusa la discussione generale, il Presidente la pone in votazione. Il Consiglio approva all’unanimità la mozione, allegata al presente processo verbale.
Mozione n. 135 del Consigliere Mammoli “Impegno della Giunta ad attivarsi presso il Governo Centrale per una sollecita soluzione afferente la questione dei minori provenienti in Italia dalla Bielorussia”. Discussione generale. Il Presidente dichiara aperta la discussione generale e dà la parola al Consigliere Mammoli per l’illustrazione. Intervengono l’Assessore Petrini e il Consigliere Badiali. Conclusa la discussione generale, il Presidente la pone in votazione. Il Consiglio approva all’unanimità la mozione, allegata al presente processo verbale.
Il Presidente dichiara chiusi i lavori alle ore 13,00.”.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 158, in data 8 marzo 2007, ad iniziativa del Consigliere Binci, concernente: “Valorizzazione della pratica del naturismo”, assegnata alla III Commissione in sede referente, alla II Commissione per il parere obbligatorio e alla IV Commissione per il parere facoltativo;
- n. 159, in data 14 marzo 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, Romagnoli, Silvetti, D’Anna, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 concernente: “Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”, assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 160, in data 14 marzo 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, Romagnoli, Silvetti, D’Anna, concernente: “Modificazioni ed integrazioni alla legge regionale 13 maggio 2003, n. 9 concernente: “Disciplina per la realizzazione e gestione dei servizi per l’infanzia, per l’adolescenza e per il sostegno alle funzioni genitoriali e alle famiglie” e modifica alla legge regionale 12 aprile 1995, n. 46 concernente: “Promozione e coordinamento delle politiche di intervento in favore dei giovani e degli adolescenti”, assegnata alla V Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 50, in data 15 marzo 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma di sviluppo rurale della Regione Marche in attuazione del Reg. CE n. 1698 del Consiglio del 20 settembre 2005”, assegnato alla III Commissione in sede referente e alla VI Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 51, in data 15 marzo 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Art. 9 legge regionale 9/02 e successive modificazioni - Piano regionale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale - 2007/2009”, assegnato alla VI Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 164 dei Consiglieri Altomeni, Binci, Procaccini, Ortenzi, Brandoni, Amagliani, Benatti e Ricci “Adesione campagna “Mayors for Peace”;
- n. 165 dei Consiglieri Capponi e Santori “Annullamento delibera di Giunta regionale n. 60 del 29/01/2007, avente ad oggetto “DPR 357/97 – Definizione di misure di conservazione generale per le Zone di Protezione Speciale di cui alla direttiva 79/409/CEE e per i Siti di Importanza Comunitaria di cui alla direttiva 92/43/CEE. Modifiche ed integrazione della DGR n. 1277 del 6/11/2006”;
- n. 166 del Consigliere Viventi “Adesione alla società “Quadrilatero S.p.A.”.
Ha chiesto congedo la Consigliera Giannini.


Commemorazione

PRESIDENTE. Informo il Consiglio regionale che ieri improvvisamente è venuto a mancare un rappresentante che ha svolto un ruolo di primo piano per decenni nella politica e nelle Istituzioni, nel Comune di Ancona, negli Enti strumentali del Comune e della Provincia. Parlo dell’Assessore provinciale di Ancona Claudio Venanzi che si è spento ieri all’età di 57 anni.
Claudio era un appassionato della politica nel senso più elevato della parola, iniziò la sua carriera nel 1983 – tra l’altro ero suo amico, mi consideravo quasi amico di famiglia da oltre 35 anni –. Eletto nelle liste dell’allora Pci, venne chiamato dal Sindaco Monina a ricoprire l’incarico di Assessore al Personale, organizzazione dei servizi ed informatica. Da quel momento la sua carriera politica è proseguita alternandosi dagli scranni consiliari agli incarichi assessorili come quello che gli volle affidare il Sindaco Galeazzi nel 1988 di Assessore al Commercio e poi dal 1993 al 1997 al Bilancio, ragioneria, finanze, tributi ed aziende municipalizzate. Dal 1997 al 2001 ricoprì la carica di Assessore con le deleghe al porto, commercio, attività economiche e vigili urbani. In questo periodo fu anche membro del Comitato per l’Autorità portuale di Ancona. Mandati che Claudio – ed io ero lì con lui – seguì con la tenacia e l’impegno che gli erano naturali. In questo periodo Venanzi riuscì a dimostrare come la politica sia un impegno che se viene assunto con passione e attaccamento porta sempre comunque frutti alla Comunità. Nel 2002 venne eletto nel Consiglio provinciale di Ancona ricoprendo l’incarico di Presidente della V Commissione consiliare (trasporti, infrastrutture, edilizia scolastica). Nel 2005 venne eletto Capogruppo dei Ds. Lo scorso anno il Presidente Giancarli lo ha chiamato a ricoprire l’incarico di Assessore alla Formazione Professionale e lavoro. Incarico che ha ricoperto con l’impegno e le capacità che lo hanno sempre contraddistinto sino all’ultimo momento. Ieri mattina, pur stando male, si è recato al tavolo della Commissione bilancio della Provincia. Ma a Claudio Venanzi si devono anche riconoscere altri grandi impegni come quello offerto alla Cna, dove ricoprì incarichi dirigenziali, e quello di profondo studioso della storia locale di cui era grande appassionato e soprattutto esperto di ampio valore.
Sono convinto che con lui la Comunità marchigiana perde un grande esempio di capacità politica ed amministrativa ma soprattutto perde un uomo che ha saputo offrire molto alla collettività, un uomo che non verrà scordato facilmente per le sue doti di amministratore, per le sue competenze, per il suo carattere di uomo aperto e disponibile agli altri ed al mondo. Un esempio per chiunque vuole che la politica possa svolgere un ruolo fondamentale per la società.
A nome del Consiglio regionale, e mio personale, porgo ai suoi familiari il senso del più profondo cordoglio per l’immatura scomparsa e chiedo a questa Assemblea di osservare in suo ricordo un minuto di silenzio in ricordo di Claudio Venanzi.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Chiedo al Presidente di accorpare all’interrogazione n. 632 anche le interrogazioni n. 375 e n. 605, firmate da me ed altri, che sono dello stesso tenore, non capisco perché non siano state abbinate. Lo dico all’Assessore perché non so se ha preparato la risposta anche su queste altre due interrogazioni.

PRESIDENTE. Mentre l’ufficio verificherà la possibilità di abbinare queste interrogazioni, ha chiesto la parola il Vice Presidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Così come richiesto nella riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari chiedo, a nome della Giunta regionale, il rinvio in Commissione per un approfondimento del punto 3) all’ordine del giorno. Chiediamo alla Presidente, che ha dato la sua disponibilità, un incontro tra i Presidenti dell’Erap di Ascoli e di Fermo che stanno attraversando un momento di grande complessità in quanto c’è la divisione dei due Erap. Fino adesso è andato tutto in maniera equilibrata e siamo andati d’accordo quindi il rinvio in Commissione con questa iniziativa penso sia utile per continuare in maniera equilibrata e tranquilla su questo processo di divisione.
Chiediamo inoltre il rinvio del punto 5) all’ordine del giorno sulle nomine per avere un po’ di tempo. Come sapete per le nomine all’Inrca sono più soggetti che concorrono alla determinazione della composizione del Consiglio di amministrazione, del Presidente e del Collegio dei revisori dei conti. Il Presidente viene nominato nella sua autonomia attraverso le proprie prerogative dal Presidente della Giunta regionale, il Consiglio regionale nomina 4 membri del Consiglio di amministrazione e 3 del Collegio dei revisori dei conti, 3 Regioni devono nominare un membro del Consiglio di amministrazione, il Ministero deve nominare un membro del Consiglio di amministrazione. Data questa complessità il Presidente, tutta la Giunta, chiede il rinvio per avere qualche giorno di tempo per tentare di proporre, rispettando le prerogative della maggioranza e della minoranza, una proposta complessiva che sia il più possibile condivisa, per un Istituto che per la prima volta diventa regionalizzato, e quindi compete a noi la composizione degli organi direttivi.
Per queste ragioni chiedo al Consiglio regionale il rinvio di questi due punti.
Nella stessa Conferenza dei Presidenti dei Gruppi consiliari ci è stata chiesta una informativa sulla Società Quadrilatero, il Presidente Spacca sarà disponibile a farla alle ore 12,00 non appena avrà messo sulla carta quattro numeri per organizzare la stessa informativa.


Proposta di legge regionale n. 148
dei Consiglieri Ortenzi e Lippi
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 (Riordino del sistema regionale delle politiche abitative) e alla legge regionale 27 dicembre 2006, n. 22 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 36/2005). Interpretazione autentica del comma 5 dell’articolo 29 della legge regionale 16 Dicembre 2005, n. 36"
Rinvio in Commissione

PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio in Commissione del punto 3) all’ordine del giorno.

Il Consiglio approva

Nomina
Istituto nazionale ricovero e cura per anziani (INRCA) di Ancona, tre componenti nel Collegio sindacale (articolo 7, comma 1, lettera a), legge regionale 21.12.2006, n. 21)
Rinvio

PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio del punto 5) all’ordine del giorno.

Il Consiglio approva


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Abbiamo scoperto l’arcano, nel senso che nella convocazione c’è scritto che l’interrogazione n. 632 è del Consigliere Capponi invece che del Consigliere Bugaro, abbinata a questa interrogazione andrebbe anche la n. 605 presentata il 13 dicembre che è sullo stesso argomento, mentre l’interrogazione n. 375 è già stata discussa in aula.

PRESIDENTE. Gli uffici ci daranno istruzioni in merito.


Interrogazione n. 632
del Consigliere Capponi
“Bando di aggiudicazione del Global Service relativo alla struttura ospedaliera di Torrette di Ancona”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 632 del Consigliere Capponi. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Su questa interrogazione è stata chiesta una relazione al commissario ad acta che la Giunta ha nominato nel momento in cui venne revocata la gara d’appalto. Questa relazione è pervenuta il 18 marzo e che vado a leggere.
“Come richiesto, questo è ciò che dice il commissario dott. Paolo Costanzi, fornisco gli elementi per dare risposta ai quesiti posti dall’interrogazione consiliare in oggetto. Preliminarmente ritengo necessario precisare che l’interrogazione parte da considerazioni svolte nella parte iniziale non esatte. a) Il decreto del Presidente del TAR delle Marche n. 2 del 03/01/2006 e la successiva ordinanza del Tribunale n. 18 del 09/01/2006 non hanno “sospeso la procedura d’appalto”. Infatti oggetto dell’intervento cautelare del Giudice è la parte del bando di gara che aveva previsto, quale requisito specifico per l’ammissione dei concorrenti, l’aver svolto negli ultimi cinque anni 2 servizi di energia nel settore ospedaliero per un importo pari a 10 milioni di euro, così come citava l’articolo 5 punto 4 del bando di gara. Questo era l’unico punto impugnato dall’impresa ricorrente, la quale non disponeva del requisita e ha agito legittimamente per essere ammessa comunque alla gara. Conseguenza dell’ordine del Giudice era l’ammissione con riserva dell’impresa alla procedura che, pertanto ben avrebbe potuto avere corso, con un concorrente in più. b) L’indizione della gara è stata invece revocata in sede di autotutela, con la determina n. 1 del 18//01/2007, in quanto a seguito di segnalazioni pervenute al sottoscritto dal Servizio salute della Regione, si è prospettata l’eventualità che la somma di denaro posta a base d’asta fosse eccessiva.
Il suddetto importo era stato individuato sulla base delle attestazioni fornite dall’azienda ospedaliera circa l’entità della spesa affrontata per ottenere prestazioni in “global service” dal precedente appaltatore. Una attenta ponderazione dei dati ha reso necessario intraprendere una verifica tecnica delle effettive esigenze prestazionali dell’azienda in termini di interventi manutentivi e di approvvigionamento energetico ed idrico, così da rendere adeguato il capitolato d’appalto ed il relativo corrispettivo alle effettive necessità delle strutture.
Ciò nell’interesse pubblico al corretto utilizzo di risorse finanziarie dei servizio sanitario regionale. c) La revoca della gara è circostanza diversa dalla revoca della procedura di commissariamento, la cui durata è stata prorogata al 30/06/2007 con la delibera di Giunta n.1444 del 15/12/2006.
Ne consegue la permanenza in capo al sottoscritto – quindi al Commissario – del dovere di proseguire nella attività di predisposizione degli atti sino alla scadenza del mandato.
La precisazione rende più agevole la risposta ai quesiti. a) In regime di primazia del diritto comunitario, il requisito di appartenenza ad una comunità territoriale regionale non può essere tenuto presente ai fini della scelta di soggetti con cui la pubblica amministrazione intende contrattare. Nel caso di specie con la determina n. 2 del 24/01/2006, è stato conferito l’incarico di consulenza tecnica ad un professionista di Torino in base alle esperienze maturate in materia di appalti in “global service” evincibili dal “curriculum”, previa ovvia comparazione con altri “curricula” professionali. La scelta è stata orientata anche dall’intervento dell’autorità giudiziaria penale nella gara svolta in precedenza dall’Azienda per sospetta turbativa d’asta. Ho ritenuto così di reperire soggetti che non risultavano mai aver avuto alcun collegamento lavorativo con le strutture aziendali regionali né con la Regione Marche, così da evitare in radice eventuali situazioni di conflitto di interessi. Con la stessa determina ho provveduto ad incaricare due professionisti legali, prescelti sulla base dei criteri e con le modalità sopraindicate. Simile scelta è stata dettata dall’esigenza di garantire la legittimità e la appropriatezza del contratto da concludere. Il compenso pattuito per i suddetti professionisti ammonta complessivamente ad 80 mila euro Iva esclusa. b) Poiché il procedimento è in corso ed i professionisti non hanno condotto a termine gli incarichi non si pone la questione di liquidazione di parcelle, peraltro mai presentate. c) La deliberazione di proroga dell’incarico di commissario è intervenuta in epoca anteriore (15/12/2006) rispetto a quella di nomina del direttore generale dell’azienda ospedaliera (delibera n. 1519 del 28/12/2006).
Il compito assegnato al Commissario non si pone in antitesi rispetto alle attribuzioni del direttore generale, cosicché è ben possibile che l’attività amministrativa svolta dal primo venga utilizzata dai vertice aziendale, al momento della cessazione della situazione di commissariamento.
Corre l’obbligo di evidenziare come, a partire dal 20 gennaio 2007, l’attività del sottoscritto è stata in concreto svolta d’intesa con la direzione generale e con gli uffici tecnici aziendali.”.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Dopo questa risposta sono ancor più sconcertato di quanto non lo fossi al momento della redazione delle interrogazioni che mi hanno portato a chiedere informazioni alla Giunta regionale.
La risposta dell’Assessore, ma che sappiamo essere la risposta del funzionario, è sconcertante. Il funzionario dirigente sconfessa in maniera perentoria quanto fatto dalla precedente gestione che è oggetto di una indagine della Magistratura.
Tra l’altro questo nuovo bando d’asta, che ha creato ulteriori dubbi, è stato incrementato da 10 milioni 450.000 euro a 15 milioni 684.213 euro, quindi un incremento della base d’asta del 30%. E’ vero che la normativa comunitaria non prevede nessun vincolo territoriale ma è certo che dovrebbe essere compito di una comunità e di una Giunta regionale porre in essere quelle politiche che rendono il territorio più forte, anche mediante una sorta – uso un termine improprio ma che rende bene l’idea – di assistenza alle ditte locali. Invece, elevando il requisito minimo di qualificazione alla gara dagli iniziali 5 milioni 500 mila euro l’anno a 94 milioni 105 mila euro, abbiamo in un colpo solo eliminato ogni tipo di possibilità che le aziende marchigiane potessero accedere a questo tipo di bando, tra l’altro aprendo un sospetto enorme su un bando che sembra essere ritagliato per farlo vincere a qualcuno.
Abbiamo sentito l’esigenza di interrogare il Governo regionale perché il sospetto è estremamente fondato.
Tralascio la necessità di nominare consulenti esterni, è vero che non hanno ancora presentato la ricevuta perché non hanno svolto il loro lavoro – in genere uno è pagato quando ha svolto un compito fino in fondo – un compito che costa, in base a quelle che sono le mie notizie, e che oggi non mi sono state fornite, una parcella di 80 mila euro.
La Comunità marchigiana ha necessità di avere un ennesimo consulente esterno per 80 mila euro l’anno? Consigliere Binci, tu che sei il moralizzatore dei costi della politica, tu che sei il paladino di queste battaglie, perché non ti indigni di fronte a questo tipo di incarichi! Su queste battaglie ti vorremmo vivo e vivace e non sulla demagogia che ha mordato quest’aula.
La considerazione politica con la quale chiudo questo mio intervento è che la Giunta regionale, di fronte a una necessità… (interruzione)… per cortesia parla quando sei interpellato e quando hai la parola, io ho la parola e nello svolgimento delle mie funzioni posso dire quello che credo, quando avrò finito di parlare interverrai, chiaro!

PRESIDENTE. Per cortesia, Consigliere Bugaro concluda.

Giacomo BUGARO. Quindi la chiosa finale è la consulenza che il servizio ha chiesto per la redazione dell’ennesimo bando fatto da un ingegnere di Torino per un costo finale di 80 mila euro. Il Governo regionale non è in grado di partorire con i giusti criteri di trasparenza e di rapidità un bando necessario alla sanità regionale, un bando che serva a gestire gli ospedali, a mandarli fisicamente avanti. Sono due anni e mezzo che andiamo avanti, già eravamo in regime di prorogatio, rispetto a questo tipo di affidamento, c’è stato l’intervento della Magistratura, la sconfessione di un dirigente. All’epoca era Menichetti che sollevato dall’incarico perché la Magistratura aveva aperto un’inchiesta, è stato poi nominato il vicesegretario della Giunta regionale come Commissario per fare un altro bando, e questo bando sta destando ulteriori profondi sospetti.
Il risultato è che non si va avanti, si è aperta un’inchiesta interna della quale l’Assemblea non ha notizie. Questa è la condizione nella quale la Giunta regionale opera. Dire che è un fallimento è usare una parola fin troppo tenue.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Chiedo la possibilità di anticipare la discussione della mozione n. 97 subito dopo quella delle interrogazioni.

PRESIDENTE. Colgo l’occasione per informare l’Aula che esaurita l’ora concordata per la discussione degli atti ispettivi il Presidente Spacca interverrà sul tema della Quadrilatero.
Pongo ora in votazione l’anticipo della discussione della mozione n. 97 del Consigliere Rocchi.

Il Consiglio approva


Interrogazione n. 620
del Consigliere Solazzi
“Carenza e disservizi nell’autotrasporto pubblico”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 620 del Consigliere Solazzi. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. In relazione all’oggetto della interrogazione proposta dal Consigliere Solazzi, vorrei sottolineare come le aziende del trasporto pubblico locale e regionale, secondo quanto disposto da una delibera specifica, n. 534 del 2001, hanno delle reti di vendita a terra per i titoli di viaggio, mentre le emettitrici a bordo sono un servizio aggiuntivo. A tal proposito che se l’utente non provvede a munirsi del titolo di viaggio e lo richiede all’autista, in mancanza di emettitrice a bordo viene applicato sul biglietto di corsa semplice un sovraprezzo di 1 euro, come previsto con delibera n. 701 del 2002.
Per quanto riguarda lo stato degli autobus, debbo convenire che attualmente la vetustà media del parco automezzi è di 9 anni, che è inferiore alla media nazionale e alla media delle regioni con cui le Marche confinano ma è pur sempre una anzianità che nella qualità del servizio si fa notare. Ciononostante tra il 2001 e il 2006 la Regione ha erogato circa 20 milioni di euro di finanziamenti per l’acquisto di 127 nuovi autobus per la sostituzione di altrettanti mezzi con vetustà più alta, che risultava essere, partendo da quelli più anziani, di oltre 15 anni.
Le segnalate condizioni di sovraffollamento di alcuni autobus, in particolare quelli utilizzati per le corse scolastiche, devo rilevare che mentre segnalo un disagio effettivo rientrano nei limiti posti dalla legge regionale considerato che tali corse vengono effettuate in orari di punta e che le aziende, nelle suddette fasce orarie, debbono attenersi a quanto disposto con delibera n. 2519 del 2000, con la quale sono state definite le modalità di autorizzazione per il trasporto di viaggiatori in piedi sugli autobus interurbani. Nello specifico i posti in piedi sono autorizzati solo per le tratte di linea con lunghezza inferiore a 20 km, dove il periodo in cui si rimane in piedi è di circa 15-30 minuti, e il numero dei passeggeri non seduti è stato ridotto del 20% rispetto a quello fissato in sede di omologazione del mezzo.
Siamo consapevoli che i livelli qualitativi dell’informazione dovranno essere migliorati, concordiamo con la segnalazione dell’interrogante, e per questo le Amministrazioni provinciali e comunali che gestiscono i servizi di trasporto pubblico locale e che dovranno provvedere all’affidamento dei servizi a seguito delle gare, hanno l’obbligo – questo è inserito nei bandi di gara – di migliorare la qualità dei servizi anche attraverso l’aggiornamento continuo degli orari affissi sulle paline delle fermate come previsto dalla delibera n. 1312 del 2005 che riguarda i criteri di indirizzo per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma da parte delle Province e dei Comuni. La Regione è un ente di programmazione e ha delegato le Province e i Comuni come ambito di programmazione sub regionale come ambito di gestione per il trasporto pubblico locale urbano.
Anche nelle Marche, come in numerose Regioni italiane, si è dovuto affrontare nel corso del 2006 l’emergenza dei costi del settore del trasporto pubblico, questione che abbiamo già trattato in Consiglio regionale rispondendo ad altre interrogazioni..
Dall’esame dei dati forniti dalle Aziende del trasporto pubblico locale, sia pubbliche che private, nel tavolo tecnico, appositamente costituito che ha lavorato due anni con innumerevoli riunioni di approfondimento tecnico, è risultato che le tariffe dei servizi di trasporto locale si collocavano in una fascia medio bassa rispetto alle altre Regioni italiane prese in considerazione, cioè le regioni finitime rispetto alla regione Marche, mentre i corrispettivi chilometrici erogati dalla Regione risultano, in media, essere al di sotto di quelli corrisposti in altre Regioni quali: Abruzzo, Umbria, Lazio e Toscana.
La Giunta regionale si è trovata nella difficile necessità, non potendo per ragioni di bilancio procedere all’adeguamento dei corrispettivi chilometrici, a dover fare una scelta tra due opzioni possibili: la riduzione percentuale dei servizi erogati nei cinque bacini di traffico o in alternativa l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico locale.
Non essendo proponibile socialmente procedere ad una decurtazione dei servizi che avrebbe rappresentato un segnale negativo sul fronte ultrasensibile dei diritti alla mobilità, si è proceduto, con la delibera del 31 luglio 2006 n. 903, ad approvare l’adeguamento delle tariffe del trasporto pubblico locale su gomma con un aumento considerevole del 25% della tariffa base, passando da 80 centesimi a 1 euro. La scelta dettata dalla necessità di assicurare certezze agli operatori attuali e a quelli futuri che si stavano affacciando per le gare che erano state appena organizzate, in corso di svolgimento, facendo leva sulla tariffa, in vista delle assegnazioni dei servizi di trasporto da parte delle Province e dei Comuni, con l’obiettivo di assicurare, alle nuove società di gestione con bacino unico provinciale, le risorse necessarie a garantire l’equilibrio economico delle Aziende assicurando nel contempo la qualità dei servizi erogati.
Infine, per attenuare l’impatto dell’incremento tariffario del trasporto pubblico locale su gomma, la Giunta con propria deliberazione n. 1021 del 2006, ha ridefinito, ampliando e approfondendo l’intensità della contribuzione, le modalità di concessione delle agevolazioni tariffarie, consentendo la libera circolazione ad alcune categorie di utenti meritevoli di attenzione sociale quali: mutilati e invalidi senza limiti reddituali, portatori di handicap, disoccupati e donne in stato di gravidanza.
Condivido la preoccupazione che è stata anche la nostra, abbiamo potuto integrare anche quest’anno, seppur lievemente, un bilancio stremato che riguarda l’incentivazione della mobilità tramite trasporto pubblico su gomma, condividiamo le preoccupazioni di carattere ambientale e di soddisfazione del clienti, però siamo in una strettoia che nonostante tutto è riuscita a consentire l’invarianza dei servizi e dopo l’assegnazione delle gare contiamo in un miglioramento della qualità e della capillarità dei servizi offerti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Comprendo le ragioni dell’Assessore ma faccio difficoltà a dichiararmi soddisfatto della risposta perché mi ha fatto un quadro che, attese le compatibilità esistenti, comunque non è in grado di soddisfare le aspettative.
Pur comprendendo tutto questo ritengo che nel confronto con i gestori ci debba essere lo sforzo massimo da parte di questo Ente per far sì che laddove ci sono miglioramenti questi ci siano.
In primis le ragioni della sicurezza, in modo particolare facevo riferimento al sovraffollamento non per una questione banale ma perché un sovraffollamento può sicuramente produrre in certe circostanze un pericolo alla incolumità.
Sulle condizioni igieniche, sulla vetustà dei mezzi, sono tasti sui quali l’Assessorato e la Giunta nel confronto con i gestori devono essere “rigidi”, nel senso che si deve pretendere qualche cosa di più.
Auspico che questo lavoro di pressing ci sia da parte dell’Assessorato perché ogni servizio pubblico ascritto alla Regione che presenta lacune credo sia una cattiva immagine per la Regione stessa. In questo settore, in alcune circostanze, punti critici ce ne sono.
La mia era una interrogazione propositiva, e credo, pur nella consapevolezza della difficoltà di rendere compatibile gli aspetti finanziari con la gestione del servizio, che ogni sforzo dovremmo farlo affinché questo sia comunque il migliore possibile, in primis, e lo sottolineo, per quanto attiene la sicurezza dei trasportati.


Interrogazione n. 461
del Consigliere Santori
“Fornitura delle utenze idriche ed elettriche c/o l’Ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 461 del Consigliere Santori. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Pietro MEZZOLANI. In merito alla interrogazione si fa presente quanto segue.
A seguito della divulgazione a cura del TG 1 e del TG3/Marche delle notizie che hanno costituito oggetto della interrogazione del Consigliere regionale Santori, questa Zona territoriale 13 ha inoltrato alle redazioni dei predetti telegiornali, nonché all’Agenzia giornalistica Italia, i comunicati recanti i dovuti chiarimenti al riguardo.
Ad integrazione del contenuto dei comunicati si evidenzia che nei giorni 24 e 25 giugno non sono state registrate interruzioni presso l’Ospedale di Ascoli Piceno nell’erogazione dell’energia elettrica e dell’acqua potabile. Il nosocomio di Ascoli Piceno non dispone di un reparto di geriatria. Il reparto di Cardiologia, citato nella interrogazione, sarà dotato di condizionamento già in uso presso i reparti interessati da lavori di reingegnerizzazione del nosocomio, e cioè nella misura percentuale dell’80% posti letto della struttura ospedaliera, in occasione dell’esecuzione in loco delle opere anzidette.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Sono stato attento alla risposta dell’Assessore ma non ho capito, perché o i giornali hanno inventato una bufala oppure c’è stata veramente l’interruzione. L’Assessore ritiene di no, anche perché ci sarebbero stati chiarimenti da parte degli organi di stampa e di informazione, per cui adesso, onestamente, non so che dire. E’ un problema che porterò avanti sotto il profilo della verità e cercherò di capire se qualcuno si è inventato questa cosa.
Al momento sono parzialmente soddisfatto.


Interrogazione n. 624
del Consigliere Binci
“Posizioni organizzative ed alte professionalità”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 624 del Consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Giaccaglia.

Gianni GIACCAGLIA. La risposta è divisa in quattro punti.
Punto 1. I dirigenti dei servizi con il concorso della conferenza dei dirigenti della propria struttura, secondo quanto previsto dall’articolo 17 della I.r. 20/2001, hanno elaborato la proposta di istituzione delle posizioni organizzative destinata ad azzerare il precedente assetto organizzativo sub dirigenziale, sulla base dei criteri rideterminati con deliberazione n. 1195 del 23/10/2006, e anche a seguito della fase di concertazione sindacale. Le singole proposte sono state esaminate dal Comitato di direzione nella seduta dell’8/11/2006, che ha espresso all’unanimità parere favorevole. Il Servizio Risorse umane e strumentali verificata, al fine delle attribuzioni del valore economico della retribuzione di posizione, la rispondenza di ogni singola posizione organizzativa ai criteri adottati nella citata deliberazione n. 1195 – le schede relative alla pesatura di ogni singola posizione organizzativa sono agli atti del Servizio risorse umane e strumentali – ha elaborato la proposta di deliberazione per la Giunta regionale, la quale ha adottato la delibera n. 1315/2006 inerente l’istituzione delle posizioni organizzative nell’ambito delle posizioni dirigenziali della Giunta regionale.
Punto 2. Nella delibera n. 1315/2006 è stata individuata, per mero errore materiale, al punto 3 del dispositivo come data di scadenza degli incarichi delle posizioni organizzative il 31/12/2006. Tale termine è stato rettificato con la delibera n. 1357 del 27/11/2006, istitutiva delle alte professionalità, con la quale si è provveduto pertanto a sostituire la data del 31/12/2006 con quella del 31/12/2007. La data del 31/12/2007 era infatti già stata convenuta con la delegazione di parte sindacale e come tale era contenuta nella deliberazione della Giunta regionale n. 1195/2006.
Punto 3. Gli incarichi non dirigenziali sono conferiti “dal dirigente nel cui ambito è collocata la posizione, tenendo conto delle attitudini, della professionalità e delle esperienze maturate dai dipendenti”, così come previsto dall’articolo 30 della l.r. n. 20/2001. Tali incarichi possono essere attribuiti negli enti con dirigenti esclusivamente al personale di categoria D, con rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. I provvedimenti di incarico dei singoli dirigenti di servizio per le posizioni organizzative e per le alte professionalità sono motivati ed evidenziano i presupposti di fatto nonché le ragioni sulla base delle quali è effettuata la scelta. Tutti i provvedimenti tengono conto dei criteri evidenziati nella delibera n. 1195/2006 e rientrano negli atti di gestione tipici adottati dal dirigente con i poteri e le capacità dell’imprenditore privato. I decreti di conferimento degli incarichi sono stati comunicati al Servizio risorse umane e strumentali – Posizione di funzione Organizzazione e gestione del personale, ai fini della presa d’atto della relativa spesa.
Punto 4. Così come previsto nei criteri e nelle procedure di cui alla delibera n. 1195, la gestione delle alte professionalità è stata complessivamente affidata al Comitato di direzione che ha determinato, sulla base delle risorse disponibili il numero delle stesse, la corrispondente tipologia e fascia retributiva nonché la relativa allocazione. La disciplina dell’alta professionalità così come esplicitamente stabilito dal CCNL, è incardinata in quella delle posizioni organizzative e specificatamente nelle previsioni di cui all’articolo 8, comma 1, lett. b) e c) del CCNL del 31/3/1999. La tipologia “A” e la tipologia “B” delle alte professionalità, pertanto, si inserisce nell’ambito delle tipologie “B” e “C” delle posizioni organizzative, per la realizzazione degli obiettivi specificatamente introdotti dall’articolo 10, comma 2, lett. a) e b) del CCNL del 22/10/2004 e cioè per coniugare conoscenze specialistiche, attitudine all’innovazione e conoscenza delle relazioni interne ed esterne dell’apparato organizzativo, ai fini della realizzazione degli obiettivi strategici dell’ente. Tale evidenziazione risulta ulteriormente esplicitata nella già richiamata deliberazione della Giunta regionale n. 1195/2006.
Sulla base delle considerazioni addotte si ritiene che l’operato delle strutture amministrative della Giunta regionale sia conforme alle disposizioni normative di natura anche contrattuale che disciplinano la materia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa interrogazione, seppur in una questione delicata come quella del personale, è volta a verificare la trasparenza e le modalità attuative della gestione del personale.
L’interrogazione inizia richiamando la delibera n. 1195 del 23 ottobre che approva l’accordo con le Organizzazioni sindacali circa le modalità da eseguire per individuare e determinare le posizioni organizzative e le alte professionalità.
In tale atto nel capitolo “criteri e procedure” si prevede l’obbligo di definire le nuove posizioni organizzative sulla base di criteri oggettivi ma tali criteri non sono conosciuti e non espressamente individuati nei decreti di conferimento degli incarichi delle posizioni organizzative.
Quindi la mia è semplicemente una presa d’atto che nei decreti non fanno conoscere e non si individuano i criteri oggettivi.
Oltre a ciò la legge regionale n. 20 all’articolo 30 prevede che gli incarichi non dirigenziali siano conferiti dal dirigente nel cui ambito è collocata la posizione organizzativa, tenendo conto delle attitudini, delle professionalità e delle esperienze maturate dai dipendenti e che nel provvedimento di incarico si dovrà motivare la scelta che non dovrà contenere mere clausole di stile ma dovrà evidenziare i presupposti di fatto e di diritto, nonché le ragioni sulla base delle quali è stata fatta la scelta medesima. Anche qui non si sono evidenziati questi aspetti che, secondo me, sono importanti ed essenziali.
Dall’esame di alcuni atti d’incarico, ad esempio il decreto n. 107/06, sono assegnati funzionari alle singole posizioni organizzative senza motivare in alcun modo la scelta, che all’interno del decreto non c’è e che invece dovrebbe essere evidenziata, scelta che deve tenere conto delle attitudini, delle professionalità e delle esperienze maturate.
Il rispetto di una declaratoria di questo tipo rende particolarmente difficile se non impossibile lasciare fuori del personale che per anni ha governato una posizione organizzativa e ha ottenuto lusinghieri punteggi nelle valutazioni, perché risulta evidente come l’esperienza posseduta da tali figure professionali non possa essere comparata con chi non ha mai svolto tale ruolo. Le professionalità che sono all’interno dell’Ente verrebbero tutelate anche dall’evidenziare i presupposti delle nomine.
Inoltre anche la professionalità trova conferma nel momento in cui il dirigente stesso lo ha valutato con punteggi premianti. Sulla base di questi elementi pertanto resta di difficile comprensione capire come si possa sostituire del personale nello svolgimento di tali funzioni in assenza di criteri certi e motivazioni trasparente che la stessa legge regionale n. 20 all’articolo 30 prevede.
Sembra poi fuori luogo prevedere bandi di accesso all’alta professionalità per funzionari che non hanno una consolidata esperienza nel settore nel quale vanno ad operare e che a supporto non hanno neppure un titolo di studio inerente al settore di operatività. Ciò sicuramente non facilità il buon andamento della macchina amministrativa regionale che rischia di vedersi sempre più appannata e in difficoltà, oltre che scarsamente motivata, visto che in alcuni Servizi tale opportunità è stata concessa esclusivamente a persone che fino a poco tempo prima lavoravano presso altre strutture.
Sulla base di queste considerazioni si ritiene che l’azione di controllo, che deve essere svolta dal Servizio risorse umane e strumentali, non sia completa ed esaustiva e che vada pertanto integrata.


Interrogazione n. 477
del Consigliere Massi
“Attuazione progetto ‘Superamento pluriclassi’ della scuola primaria e secondaria di primo grado di Serravalle del Chienti: richiesta di € 6.552,00 di finanziamento”
Decadenza

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 477 decade per assenza dell’interrogante.


Interrogazione n. 639
del Consigliere Brandoni
“Situazione di numerose aziende del settore metalmeccanico a seguito delle indagini avviate dall’autorità giudiziaria a carico di un imprenditore ed esse collegato”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 639 del Consigliere Brandoni. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Questa vicenda è dolorosissima, tutt’ora in corso, un film di cui non conosciamo ancora il finale, anche se siamo preoccupati per quei possibili scenari che si possono aprire.
Ci si riferisce a vicende di un imprenditore del pesarese che è stato recentemente interessato da una inchiesta giudiziaria per evasione di imposte e contributi che ha comportato gli arresti domiciliari e il sequestro dei beni personali di questo imprenditore.
L’imprenditore è direttamente o indirettamente collegato a diverse aziende marchigiane del settore della meccanica specializzate nella produzione di cappe aspiranti che complessivamente hanno alle proprie dipendenze circa 600 lavoratori. Si parla di 15 unità produttive che coprono tutte le province, da Campofilone in provincia di Ascoli Piceno fino al pesarese.
Ci sono vari problemi, problemi occupazionali (procedure di mobilità in corso) e di salario (arretrati sugli stipendi, tredicesima mensilità) di lavoratori interessati che vengono subito in evidenza. La Regione si è fatta promotrice facendosi subito coinvolgere nella vicenda. Abbiamo svolto una riunione nel mese di dicembre prima che le questioni degenerassero, cercando di mettere intorno a un tavolo sia gli imprenditori che i sindacati ma con esito vicino allo zero.
In data 26 gennaio 2007, dietro richiesta del sindacato, l’Assessorato al lavoro ha organizzato una prima riunione per fare il punto della situazione e le iniziative da intraprendere. Dalla riunione emerge subito la forte preoccupazione che non ci siano sufficienti garanzie per la continuità della gestione e che la crisi non sia di tipo produttivo in quanto le commesse ci sono ma solo di cattiva gestione.
Per conoscere più a fondo e nel complesso la questione al fine di verificare si vi siano o meno i presupposti della prosecuzione dell’attività, appare chiaro quindi, anche per agire tempestivamente, che era necessario prendere contatti istituzionali diretti con le altre autorità coinvolte.
In data 30 gennaio 2007 l’Assessore regionale al lavoro, dando seguito a precisi impegni assunti nella riunione di qualche giorno prima, ha incontrato il Prefetto di Ancona, il quale ha mostrato subito sensibilità per la vicenda che rischia di portarsi dietro gravi riflessi occupazionali nei territori interessati e assicurato la massima disponibilità per l’acquisizione di elementi di conoscenza più dettagliati per fare chiarezza su tutta la vicenda.
Un nuovo incontro tra l’Assessore regionale e il Prefetto è avvenuto il 1° febbraio 2007 ed ha avuto ad oggetto la nomina da parte della Procura della Repubblica di un custode giudiziario delle quote sociali di un’azienda collegata all’imprenditore indagato. Il caso è stato quindi esaminato sotto una nuova luce, considerando che il custode potrebbe essere lo strumento che assicura continuità nella produzione e scongiurare quindi eventuali interruzioni del rapporto di lavoro.
Anche il Presidente della Regione ha dimostrato vicinanza ai lavoratori delle aziende e alle loro famiglie e garantito che la Regione metterà in atto tutte quelle iniziative utili a scongiurare la perdita di posti di lavoro.
In data 2 marzo 2007 l’Assessore ha presieduto una riunione con i vertici di tutte le aziende coinvolte nella vicenda giudiziaria per esaminare a fondo tutte le questioni. Erano presenti rappresentanti di General Service, Italfilter, Goldbasket, Metaltecnica e Tecnoair. Dalla riunione sono emerse alcune vie d’uscita dalla crisi che per alcune aziende potrebbe concretizzarsi in strategie di risanamento e per altri invece l’acquisizione di unità produttive, e sembra che al riguardo siano in corso contatti con varie aziende interessate all’acquisizione.
Il 7 marzo 2007 c’è stato un nuovo incontro tra l’Assessore regionale e le Organizzazioni sindacali. I rappresentanti della Fiom/Cgil, Fim/Cisl, Uilm/Uil hanno segnalato alcune situazioni gravi di arretrati stipendiali nei confronti dei lavoratori e un quadro della situazione ancora incerto e bisognoso quindi di ulteriori approfondimenti soprattutto per quanto riguarda la Tecnoservice Srl, con sede legale a Palmi (RC) l’unica azienda non rappresentata e rimasta sotto custodia giudiziale.
In data 16 marzo 2007 una delegazione dei lavoratori accompagnata da Sindaci di vari Comuni stata ricevuta dall’Assessore al lavoro al quale hanno chiesto sostegno morale e attivazione di interventi per alleviare l’impatto negativo dovuto alla mancata riscossione di stipendi. Quindi a breve, sempre in Regione, le Organizzazioni sindacali, imprenditori delle aziende collegate all’imprenditore agli arresti domiciliari e le amministrazioni locali si incontreranno per individuare una strategia comune a salvaguardia dei livelli occupazionali e per discutere anche di eventuali acquirenti che potrebbero farsi avanti e risolvere in tal modo il problema che oggi si presenta con carattere di vera emergenza.
Ho riferito ai lavoratori e ai Sindaci che, siccome il problema è diventato eccezionale e di grave proporzioni e rischia di diventare drammatico, ho detto che occorreva affrontarlo con una strategia eccezionale, tanto è vero che dopo avrò un incontro per capire se il fallimento della Tecnoservice di Fabriano, che nel frattempo è stato chiesto dal sindacato, possa avere il suo iter giudiziale ad Ancona e non a Palmi per poter tutelare meglio i lavoratori e le situazioni gravi.
E’ chiaro che la Tecnoservice va verso il fallimento, quello che vorremmo evitare è un effetto domino, cioè che dalla Tecnoservice si sposti alla General Service e via via anche ad altri e far saltare qualche centinaio di posti di lavoro.
La situazione è molto incerta, le acquisizioni eventuali sono ancora coperte dal segreto, non si conoscono i nomi dei possibili acquirenti, sappiamo che c’è una trattativa in corso ma non siamo in grado di valutarne la serietà e la tempistica.
Il timore è che protraendosi questa situazione di stallo, piano piano si arrivino a bloccare le attività in tutte le aziende e si arrivi quindi ad una situazione fallimentare che si estende dalla Tecno service alla General Service, Italfilter e alle altre.
Abbiamo fatto anche interventi puntuali per rimuovere difficoltà specifiche. Nella Goldbasket abbiamo lavorato di concerto con l’Eni per riaprire i rubinetti del metano, con la Italfilter ci siamo mossi per capire dall’Inps quali erano i problemi di arretrati. Più di questo non riusciamo a fare perché Violini non ha più il sequestro di tutti i beni, può muovere le sue pedine su tutti i fronti meno che su Tecno Service, quindi non sappiamo quali siano le reali intenzioni di questo imprenditore, quali siano i rapporti di forza all’interno delle singole aziende e quali siano i concreti sbocchi di questa vicenda.
Cercheremo di coinvolgere ancora di più che nel passato sia Best che Elica che si erano mostrate precedentemente, in un incontro svolto con me e il Presidente Spacca, molto interessate all’intervento per salvaguardare le attività produttive e i lavoratori di queste aziende, però il futuro ancora è avvolto da una nube di incertezza.
Il primo appuntamento è per la fine della settimana o i primi della prossima quando appurato l’iter del fallimento rivedremo tutti i sindacati e gli imprenditori per capire a che punto siamo.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. La descrizione che l’Assessore ha fatto e che denuncia la gravità estrema della situazione mi ha suscitato una sorpresa quella che ad oggi ci fosse solo l’interessamento del Gruppo Rifondazione comunista su questa drammatica vicenda. Mi auguro che nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, ci sia una attenzione più larga e articolata su questa storia.
Credo che da questa vicenda, che l’Assessore ci dice adeguatamente monitorata, vadano colti alcuni insegnamenti. Il primo riguarda la cosiddetta responsabilità sociale dell’impresa perché, come ci ha descritto l’Assessore, l’impresa del gruppo era in gran parte l’impresa di indotto e una attività di indotto reclama e ha un rapporto con le imprese madri che hanno un altro tipo di strutture, un altro tipo di forza.
La disponibilità successiva della Best o dell’Elica va salutata sicuramente come un impegno, ma il saluto di questo impegno meriterebbe anche una riflessione sulle vicende preesistenti. Se quelle aziende fruivano e favorivano di una serie di prodotti a basso costo forse chiedersi come e perché questo tipo di possibilità esisteva sul mercato significava allertare prima, invece la crisi finanziaria e non solo, visto che ora si tratta di crisi giudiziaria, ha coinvolto un gruppo grandissimo.
L’altra considerazione che dovremmo guardare con grande attenzione, ora ed allora Assessore, riguarda il sistema produttivo delle Marche, un sistema dove gli indotti sono in realtà momenti gravi, in alcuni casi, di larga e vasta precarizzazione del lavoro, quando, e peggio, non arriva ad essere una vera e propria situazione di illegalità, la vicenda Violini lo dimostra in maniera chiarissima.
Credo che oltre all’attività che l’Assessore sta facendo, questa vicenda richiama un’altra lezione che dovremmo attivare da subito, un osservatorio sul lavoro delle Marche soprattutto negli indotti, per due ordini di motivi: questo, che riguarda le condizioni del lavoro e le condizioni dei diritti in quell’ambito, il secondo è quello su come si può costruire un percorso per le piccole imprese marchigiane che non vivano esclusivamente del giogo del rapporto con i grandi gruppi, che molte volte è un giogo pesantissimo fatto di prezzi e di vessazioni da questo punto di vista.
C’è un problema della piccola impresa marchigiana che vivendo di indotto rischia di finire in mano a imprenditori – in questo caso preferisco chiamarli padroni perché dà quel senso più significativo della qualità morale che li caratterizza – di pochi scrupoli o, in altre situazioni, con attività d’altra natura e di altro tipo che riguardano appunto la precarizzazione.
Tutto questo ci richiama a due cose, lo ripeto Assessore, non solo all’attenzione che sin qui è stata attivata sul problema ma alla riflessione più generale di quali osservatori, di quali meccanismi, di quali attenzioni in via preventiva andiamo ad assumere nell’analisi del sistema produttivo marchigiano, perché temo che le vicende come quelle di Violini rischiano di diventare una consuetudine, interrogazioni come quella che ho presentato rischiano di essere una routine.


Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale sulla situazione della Società Quadrilatero.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Credo che i Consiglieri siano stati in via sostanziale adeguatamente informati dell’evoluzione di questa vicenda dagli organi di informazione che in modo dettagliato ne hanno riferito.
Vorrei, a seguito della richiesta formale presentata questa mattina dal Consigliere Pistarelli nella Conferenza dei Presidenti di gruppo, assumere in sede formale l’interpretazione di questa vicenda ed offrirla al Consiglio.
Il 16 marzo scorso è stato determinato l’ingresso delle Regioni Marche e Umbria, della Provincia di Macerata e della Camera di Commercio di Macerata, nella società Quadrilatero a seguito dell’aumento di capitale sociale che è stato deliberato dall’Assemblea che ha portato, appunto, il capitale di questa società da 8 a 10 milioni di euro. Le quote sono per il 10%, quindi per 1 milione di quote, appannaggio della Regione Marche, il 7% della Regione Umbria, il 5% della Provincia di Macerata, il 2% della Camera di Commercio di Macerata.
Chiederei, se possibile, la presenza del Consigliere Pistarelli, visto che ha richiesto questa comunicazione, è opportuno che chi è interessato sia presente in aula altrimenti si rischia di parlare invano su questa vicenda e che il dibattito venga riproposto poi in sedi che non sono quelle più appropriate per svolgere la discussione.
Si è definita una nuova compagine sociale dove Anas ha acquisito tutte le quote in precedenza detenute da Sviluppo Italia e con l’aumento del capitale sociale sono entrate le due Regioni, Marche e Umbria, la Provincia di Macerata e la Camera di commercio di Macerata.
Credo che questa determinazione della Giunta regionale e del Presidente della Giunta regionale non sorprenda il Consiglio regionale in quanto questa vicenda è stata attentamente valutata in questa Assemblea in più riprese. La nostra determinazione di aderire fa seguito ad una delibera assunta dalla Giunta regionale il 26 febbraio 2007 che a sua volta faceva riferimento ad altri atti formali assunti e deliberati dal Consiglio regionale, esattamente al bilancio regionale 2007 approvato il 23 febbraio in cui veniva stanziato il milione di euro che è servito per sottoscrivere il capitale della società, alla discussione sul Dpf 2007-2009 avvenuta nella seduta del Consiglio regionale del 19 dicembre 2006 su cui ci siamo lungamente soffermati sulla società Quadrilatero.
Vorrei sopratutto richiamare alla vostra attenzione sulla risoluzione sulla Quadrilatero approvata dal Consiglio regionale che impegnava il Presidente della Giunta ad attivarsi in tutte le sedi competenti affinché non ci fossero ulteriori ritardi nell’esecuzione dell’opera e partecipare attivamente con la Regione Umbria alla compagine sociale della Quadrilatero. Una risoluzione bipartisan, firmata dai Consiglieri Capponi, Comi, Pistarelli, Ricci, Solazzi, Rocchi, Mammoli, Massi, Viventi. A questa risoluzione abbiamo dato seguito con l’adesione alla società.
La determinazione della maggioranza su questa vicenda era stata chiarita fin dalla presentazione del programma di governo, quindi fin dall’inizio di questa legislatura, in cui avevamo affermato che l’adesione alla società Quadrilatero, in accordo con la Regione Umbria, sarebbe avvenuta a condizione di salvaguardare le prerogative dei Comuni, Province e Regioni in materia di programmazione territoriale e di garanzia da parte dello Stato circa il finanziamento completo delle opere. Quindi ci siamo mossi su un piano formalmente ineccepibile e di forte coerenza con gli intendimenti espressi dal Consiglio regionale.
L’occasione di oggi è utile per uscire dal sentiero del formalismo per ricostruire la vicenda negli ultimi passaggi che ha avuto sul piano sostanziale, soprattutto in questo ultimo biennio. E’ inoppugnabile che su questo dibattito, che il Consiglio regionale, la Giunta regionale, e il suo Presidente hanno interpretato in maniera perfettamente coerente con gli atti formali, nella comunità regionale ci sia stata una ampia riflessione con la manifestazione di opinioni molto differenti tra di loro che hanno piena legittimità di esistere ma che non toccano, ripeto, la coerenza e la determinazione con cui la Giunta regionale si è pronunciata e ha operato fino al raggiungimento dell’adesione.
Il punto di partenza è sicuramente la visita fatta dal Ministro delle infrastrutture Di Pietro il 4 settembre 2006. Nel corso dell’incontro molto acceso, erano presenti anche diversi Consiglieri, che si tenne presso la Regione Marche, il Ministro rese noto che l’Anas, socio di maggioranza della società Quadrilatero, avrebbe proceduto alla acquisizione della totalità del capitale sociale con possibilità per le Regioni Marche ed Umbria di entrare a far parte della società. Questo è stato ribadito dallo stesso Ministro nell’incontro avvenuto il 17 ottobre a Perugia presso la Regione Umbria.
Il 17 ottobre il Consiglio regionale ha approvato la risoluzione, che prima ho citato, con la quale veniva impegnato il Presidente della Giunta ad attivarsi in tutte le sedi competenti per partecipare unitamente alla Regione Umbria alla società Quadrilatero, il 23 ottobre lettera formale dei Presidenti delle due Regioni all’Anas con l’annuncio della volontà di partecipare alla sottoscrizione del capitale sociale. Contestualmente la stessa manifestazione di volontà veniva avanzata dalla Provincia di Macerata.
Il 12 gennaio 2007 l’Anas ci comunicava di essere divenuto azionista unico della Quadrilatero avendo acquisito le quote di Sviluppo Italia, quindi la società Quadrilatero era partecipata unicamente dall’Anas, e ci chiedeva di conoscere l’entità della sottoscrizione, quindi il rapporto della Regione Marche al capitale sociale, fissando per il giorno 22 gennaio 2007 il termine ultimo per l’invio di tale notizia.
Il 15 gennaio la Giunta regionale condivideva la proposta del Presidente della Giunta di comunicare all’Anas l’impegno di partecipare al capitale sociale per 1 milione di euro e questa decisione veniva comunicata all’Anas.
La Regione Umbria nel frattempo decideva di aderire con 700 mila euro, la Provincia di Macerata con 500 mila euro e la Camera di Commercio con 200 mila euro. Queste sono le quote che hanno determinato le percentuali nella nuova composizione della società Quadrilatero.
Il 23 febbraio 2007 si approvava il bilancio con il quale la Regione Marche stanziava effettivamente la disponibilità di queste risorse, a seguito di questo la vicenda correva rapidamente verso la soluzione che ha trovato la sua formalizzazione il 16 marzo con quello che ho detto in apertura.
Da un punto di vista sostanziale si può dire che avevamo tre obiettivi. Il primo era non perdere un euro del finanziamento che era locato sul progetto Quadrilatero e questo obiettivo è stato raggiunto, le risorse sono intoccate, sono tutte lì e sono disponibili per la realizzazione delle opere. Il secondo obiettivo era quello di non perdere un giorno nell’attivazione delle iniziative progettuali per raggiungere al più presto l’obiettivo della realizzazione delle opere. Anche questo obiettivo è stato raggiunto tant’è che il prossimo 27 marzo avverrà l’inaugurazione dell’avvio dei lavori del primo maxi lotto, il progetto che si riferisce alla Provincia di Macerata. Al di là del dibattito sul profilo formale della società, la Regione Marche e i suoi atteggiamenti sostanziali che hanno riguardato le valutazioni di impatto ambientale, le autorizzazioni integrate ambientali e ogni altro tipo di valutazione urbanistica, ha sempre sostenuto con grande determinazione e celerità il progetto, che se ha potuto seguire l’iter che ha avuto è stato a seguito anche delle disponibilità che si sono registrate su tavoli dei Servizi della nostra Regione.
Terzo obiettivo. Da un punto di vista impiantistico, il modello della Quadrilatero aveva un punto debole che avrebbe potuto ritardare, nella fase che ora era operativa, la realizzazione delle opere. Il punto debole era che questa iniziativa si calava sul territorio senza il coinvolgimento delle autonomie locali, senza il coinvolgimento degli enti territoriali. Il nostro obiettivo era quello di recuperare l’unità della filiera istituzionale, quindi dei Comuni, della Provincia e della Regione che, in accordo con il Governo nazionale, presidiavano e svilupparono questo progetto. Questo terzo obiettivo è stato raggiunto tant’è che nella compagine della società oggi partecipano gli enti locali, addirittura enti di diritto pubblico che comunque esercitano una autonomia funzionale come le Camere di Commercio, accanto all’Anas che rappresenta l’autorità e il governo centrale.
Quindi abbiamo ricostruito una unità di azioni e di intenti che speriamo sia foriera del superamento delle polemiche e delle criticità che si sono manifestate a livello di opinione pubblica su questa vicenda che richiamava la responsabilità soprattutto degli enti locali nella gestione del territorio e delle prerogative che sono di loro competenza in materia urbanistica e che ora è stata ottenuta.
Sotto il profilo della rappresentanza credo sia ineccepibile il comportamento della nostra Regione, nel senso che noi abbiamo affidato la nostra rappresentanza ad un dirigente che credo abbia unanime riconoscimento della propria competenza avendo svolto la funzione di direttore di dipartimento dell’area territoriale e ambientale della nostra Regione.
Noi abbiamo il 10%, siamo all’interno di una società dove sono molteplici le responsabilità, non abbiamo neanche la golden share quindi non siamo gli azionisti di maggioranza, dobbiamo rispettare anche le volontà altrui, nel senso che gli altri membri del Consiglio di amministrazione sono stati designati e nominati dal Ministero delle infrastrutture e quindi dall’Anas.
Rispondiamo per le nostre responsabilità e non per quelle di altri. La rappresentanza della comunità regionale è forte nel senso che oltre alla presenza nel Consiglio di amministrazione dell’ing. Principi, già direttore del dipartimento territorio e ambiente della Regione Marche, c’è la presenza di Dante Merlonghi, che era un esponente della nostra comunità candidato ad essere presente in questa Assemblea accanto al Consigliere Brini, e, soprattutto, c’è la nomina del Presidente Collegio sindacale che è un ordinario dell’Università di Macerata, quindi altro membro del Collegio sindacale espressione della Provincia di Macerata.
Credo che questa vicenda possa considerarsi, sotto il profilo formale ma anche sotto quello sostanziale, conclusa in una maniera che soddisfa il mandato che era stato dato alla Giunta regionale e al suo Presidente con la risoluzione bipartisan approvata il 17 ottobre 2006.

PRESIDENTE. La discussione è aperta e visto che il Regolamento non lo prevede limiterei gli interventi ad un massimo di dieci minuti.
Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Presidente Spacca io vorrei iniziare da dove hai iniziato tu, con il nervosismo che hai manifestato, io ero qui affacciato, stavo dando ad un mio assistente un atto, quindi quando dici che se si richiede una comunicazione al Presidente non si sta in aula mi pare manifesti da parte tua un po’ di nervosismo.
Lo capisco perché, caro Presidente, non hai spiegato il nodo dei nodi, la questione di fondo, perché oggi la Regione Marche, e qualche altro ente omogeneo politicamente, entra nella Società quando ieri se ne contestava addirittura la legittimità formale, facendone addirittura oggetto di ricorso giurisdizionale. Sbaglio o c’è stato ricorso da parte della Regione Marche contro la società Quadrilatero? C’è stato nella scorsa legislatura nella quale tu eri Vice Presidente autorevole della Giunta, non eri di secondo livello. Allora, che cosa è cambiato? Capisco il tuo nervosismo perché la società è questa, S.p.A, è rimasta a tutti gli effetti, sono cambiati solo gli ambiti sociali, le componenti del pacchetto azionario, allora questa società non è più illegittima.
Noi abbiamo avuto il coraggio di fare un documento che rivendichiamo, in quest’aula abbiamo sempre detto che bisognava andare avanti, abbiamo sempre detto che non solo era legittimo ma era una occasione storica per le Marche. Siamo stati contenti che alcuni settori della maggioranza – non tutti Presidente, ecco perché il tuo nervosismo lo capiamo – siano addivenuti finalmente a questo tipo di determinazione. Perché finalmente alcuni settori della maggioranza? Non è solo un sospetto ma è una certezza, non era solo una questione di formalità o di formalismi o di legittimità ma una questione del fatto che le nomine prima venivano fatte da un Governo di un certo segno e oggi vengono fatte da un Governo di un altro segno, allora su quelle nomine e con quegli interlocutori cambiati di casacca la sinistra – questo è il vostro modo di vedere la democrazia e la verità – cambia a seconda dell’interlocutore. Non va bene, un po’ di coerenza, quella che abbiamo sempre cercato di richiedervi e di professare, noi per primi.
Siamo soddisfatti del fatto che oggi tutti, almeno quasi tutti – qualche banco di maggioranza forse è ancora in fibrillazione – riconoscono che questa società è legittima, non è stata sciolta, non è stata cassata, è cambiata la compagine sociale.
Andiamo nel merito. Perché diciamo che è una questione di posti, una questione di interlocutori? Sulle nomine – anche qui il nervosismo del Presidente è giustificato – la Regione è vero che è rimasta sull’alto profilo che ausipicavamo, quello che avevamo cercato di suggerire quando a suo tempo fu costituita la Quadrilatero, infatti mi pare che i nomi che facevano parte di quel Consiglio di amministrazione, c’erano tutti e due gli amministratori delegati di Anas e Sviluppo Italia, cioè il massimo della rappresentanza pubblica, perché Sviluppo Italia e Anas sono due società pubbliche, dello Stato, e la rappresentanza locale non mi pare fosse stata gestita partiticamente, il dott. Ermanno Pupo, il dott. Pieralisi, non mi pare che ci sia stata!
Su questo passaggio mi pare che, a prescindere dall’ing. Principi, ottima persona, scelta compiuta dal Presidente Spacca, le altre scelte non so a che logiche hanno risposto se non a quelle di una “spartizione”, un “accontentare” settori, ambiti più o meno contigui con la maggioranza o le forze di maggioranza. Il nuovo Presidente Galia si è occupato una vita di aeroporti, forse perché c’è un discorso di aeroporti, di trasportistica, guida attualmente lo scalo di Trapani; Porcelli, ottimo dirigente, per carità, ma alla Fiera di Bologna; Dante Merlonghi – lo hanno detto anche i colleghi con qualche battuta – lo abbiamo visto in tutte le salse, candidato consigliere, ricorsista perché le cose elettorali non gli stavano bene, poi lo abbiamo visto minacciare crisi di maggioranza con il suo gruppo perché c’era qualche problema di equilibri, poi trovato con l’Erf, adesso ci dice addirittura che non è nemmeno incompatibile che farà l’uno e l’altro, alla faccia! Non lascia, raddoppia!
E’ uno spettacolo che non mi pare sia in linea con gli assunti di principio che tanta parte della sinistra e di questa maggioranza avevano fatto “ah! L’illegittimità, che è questo strumento? La società, robe private, imprenditori che c’entrano…..”. La società è rimasta, cambia l’assetto societario, entrano alcuni enti locali ma la società mi sembra legittima. Quindi non si è in linea né con questi discorsi né con gli altri discorsi, cioè quelli del “ah! Faremo delle scelte che siano in grado di dare risposte perché non dobbiamo perdere un minuto…”
Mi auguro che il Consiglio di amministrazione sia in grado di completare speditamente un’opera storica per le Marche. Sono certo però che tutto quello che è stato fatto fino ad oggi – Spacca stava esultando per l’apertura dei cantieri – è stato grazie a quel Consiglio di amministrazione che è stato buttato fuori per far posto a questa gente. Questa cosa non ci sta proprio bene! E’ una spartizione vergognosa, una operazione solo partitica di potere. Altro che il Governo Berlusconi del centro-destra! E’ il Governo Prodi del centro-sinistra che ha fatto queste cose, vergognatevi!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Come il Consigliere Pistarelli questa mattina nella riunione dei Presidenti dei Gruppi consiliari ho presentato la richiesta di informazioni sulla chiusura della vicenda della Quadrilatero per la quale sono stato sempre favorevole, quindi non posso che confermare.
Sono rimasto, lo voglio dire qui in aula, sorpreso e personalmente amareggiato della risposta stizzita del Presidente. Siamo stati amici, ritengo di esserlo ancora, ma ho ricevuto una risposta completamente fuori luogo che non mi sarei mai aspettato, perché non avevo nessuna altra intenzione che quella di avere informazioni sulla chiusura totale avendo letto sulla stampa una cosa e non conoscendone un’altra, il mio obiettivo non era nessun altro.
Tutti siete testimoni che il sottoscritto si è sempre battuto, anche nella scorsa legislatura, perché sulla Quadrilatero ci fosse la visione condivisa delle Regioni Marche, Umbria, delle Province di Ancona e Macerata e altri. Quindi, anche quando il Governo era di centro-destra, ho sempre detto che le strade non sono né di destra né di sinistra, che abbiamo un’arretratezza di venti anni e che dovevamo superarla.
Un Governo di centro-destra – questo probabilmente dà fastidio, ma bisogna togliersi dalla testa questo fastidio – aveva deciso di finanziare queste opere che tra l’altro erano state pensate addirittura antecedentemente, per onestà di informazione. Non riuscivo a capire perché, l’ho chiesto in quest’aula, l’ho scritto sui giornali, credo di essere stato il Consigliere regionale più presente su questo argomento, volevo conoscere i motivi reali per cui la Regione Marche non aderiva, al punto tale che avevo detto che quando sarebbe cambiato il Governo nazionale e sarà di centro-sinistra la Regione Marche e l’Umbria avrebbero aderito. E così è stato, sono stato un facile profeta ma non era difficile esserlo.
Mi rammarico che non sia stato fatto prima, non capisco perché se una Regione è di un colore e il Governo nazionale è di un altro non debbano andare d’accordo per realizzare le infrastrutture, questo non l’ho mai capito e non lo capirò mai.
Molto spesso faccio fatica a seguire i lavori di questo Consiglio regionale per l’inconcludenza e perché argomenti su argomenti si mettono all’ordine del giorno e la Giunta chiede il rinvio in continuazione. E’ successo l’altro Consiglio, è successo anche prima e così oggi, questo è un dato di fatto, politiche abitative, l’Inrca, sono tre volte che le rinviamo, le mettete all’ordine del giorno e poi le rinviate, non è colpa di nessun consigliere regionale, tanto meno di quelli della minoranza, se non riescono ad appassionarsi a questi dibattiti, ma su questi argomenti sì, su questi argomenti seri e concreti sì.
Ripeto, la mia richiesta di informazione era come sempre sincera, priva di secondi fini, volevo semplicemente conoscere le condizioni generali, ecc. Non posso tacere – oltre al mio dispiacere personale, ma questo attiene alle questioni personali che non interessano il Consiglio – che nulla è cambiato rispetto a prima, i progetti esecutivi sono gli stessi, le gare di appalto sono già state espletate dal Presidente e il Consiglio di amministrazione, i soldi sono quelli, la forma societaria Spa, che inizialmente sembrava essere contestata, si parlava addirittura di amministratore unico, è rimasta la stessa. Anche un’altra cosa è rimasta la stessa, la partecipazione delle autonomie locali che prima si diceva non c’era, non è vero, al progetto Quadrilatero avevano già aderito l’80% dei Comuni, aveva già aderito la Provincia di Macerata che fino a prova contraria è di centro-sinistra, la Camera di Commercio ecc, ora se qualcun altro ha aderito non possiamo che esserne felici. L’impatto ambientale quello era e quello è rimasto perché gli esecutivi sono gli stessi. Quindi nulla è cambiato se non il Governo nazionale e la composizione del Consiglio di amministrazione attraverso il quale si esplica anche il controllo sulle opere che vengono appaltate e gestite.
Esprimo il mio ultimo dispiacere, bisogna dare atto all’ing. Pieralisi, marchigiano doc, di aver gestito con efficienza e capacità tutto questo iter, di non aver mai assunto una parte politica, di aver portato a termine con grande competenza il suo ruolo, ringraziamento e risultato è la sua sostituzione, perché bisogna accontentare qualcuno che è rimasto privo di poltrona. Queste spartizioni, questa occupazione del potere anche su questi Consigli di amministrazione sono fuori luogo. Sono d’accordo se ne fa parte un tecnico della Regione, quella mi pare una scelta giusta, ma che si debbano rimettere in circolo altre persone semplicemente perché devono essere in qualche modo risarcite politicamente con qualche incarico, questo no! Sarebbe stato molto più corretto e molto più apprezzabile, anche da parte nostra come opposizione, se il Presidente Pieralisi avendo svolto, a detta anche vostra, un ottimo lavoro, fosse rimasto al suo incarico, perché così facendo sarebbero anche svaniti i dubbi di occupazione di ogni spazio di potere possibile e immaginabile che questo Governo di centro-sinistra vuole realizzare nella regione.
Chiudo qui, vorrei dire altre cose ma l’amarezza è superiore alla voglia di dirle.

PRESIDENTE Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Prima di polemizzare rispetto al passato, anche se posso capire qualche tono sopra le righe dell’opposizione, dovremmo essere lieti rispetto a quello che sta succedendo adesso, cioè sulla soluzione positiva che questa lunghissima vicenda ha ottenuto in questo ultimo periodo. Soprattutto ne dovrebbero essere contenti coloro che dicono di averla sostenuta più di tutti, quindi anziché rimarcare passaggi del passato o prese di posizione diverse, e non da parte di tutti – su questo ci ritornerò – penso che oggi dovremmo rimarcare il fatto che si sia giunti positivamente a quell’obiettivo di cui l’opposizione dice di essere stata fortemente convinta ma anche parte della maggioranza, secondo me, lo era, altrimenti a questa posizione non saremmo arrivati.
Anche io voglio ringraziare l’ing. Pieralisi, senza polemizzare rispetto alle scelte che sono state fatte oggi, ma per ricordare chi ha lavorato su questo percorso. Poi si possono fare valutazioni di qualunque genere, si possono fare scelte diverse, però va ringraziato chi ha lavorato su questo percorso e chi ci ha creduto fortemente, poi se fosse stato fatto per una presa di posizione di carattere politico o perché fortemente credeva in questo progetto comunque il suo lavoro l’ha fatto e lo ringrazio pur facendo parte della maggioranza.
Andare a sparare sugli incarichi è un gioco che può riuscire bene, ognuno di noi può ritenere che dovevano essere dati incarichi di carattere diverso, potevano essere scelte persone diverse, persone più competenti, persone che avessero seguito in particolare questo settore, ma questi sono. Mi fa piacere che da parte della Regione sia stato scelto un tecnico, poi se altri hanno fatto o imposto scelte di carattere diverso poi ognuno farà i conti con le scelte che impone o che fa. Credo non sia molto corretto, per usare un termine elegante, in questo contesto andare a parlare direttamente di singoli personaggi facendo valutazioni che ognuno nella propria testa può fare o no.
Per quanto riguarda la coerenza, la riconosciamo all’opposizione ma non è possibile che si dichiari, così è sembrato dalle dichiarazioni fatte, che la maggioranza fosse tutta contraria a questo progetto, perché se questo fosse stato sicuramente il progetto non sarebbe andato avanti, sicuramente la Giunta non avrebbe aderito, sicuramente il Presidente non avrebbe aderito e sicuramente non avrebbe fatto parte del nostro programma elettorale. Al di là dei chiarimenti che all’interno di questo progetto dovevano esserci rivendico, per me stessa e per la mia parte politica, il fatto di aver condiviso questo progetto quindi vorrei che ci sia il rispetto per tutte le componenti politiche, che ci sia il rispetto per le posizioni politiche ognuna delle quali legittima, il rispetto per la maggioranza che però determina anche il fatto che non tutti possano pensarla alla stessa maniera e che quindi non possono essere indicati come coloro che hanno fatto il volta faccia.
Per quel che mi riguarda non sono del tutto convinta che tutto quello che è pubblico va sempre bene e tutto quello che è privato va sempre male. Va bene quello che è pubblico quando il pubblico funzione bene, va bene quello che è privato quando il privato funziona bene. Anche questo era uno dei motivi per cui non ero particolarmente contraria tranne alcuni chiarimenti che dovevano essere fatti rispetto a questo progetto.
Oggi il Presidente ha detto che si è chiarito il rapporto con gli enti locali – chiarezza che occorreva a me e alla mia parte politica del rapporto con gli enti locali – non per la loro partecipazione, sapevamo chi aveva aderito e chi no, ma per il fatto che all’interno del proprio territorio si potesse intervenire anche in variante urbanistica. Questo era uno dei problemi che molti enti locali si ponevano e oggi il Presidente ci ha detto che questo è stato chiarito.Era un dubbio che poteva farmi guardare con una certa perplessità al progetto ma questo è stato chiarito, quindi gli enti locali tornano ad essere assolutamente autonomi e possono decidere per il proprio territorio riguardo alle varianti di carattere urbanistico, non parlo del percorso della strada ma rispetto al territorio, all’Ici e le altre cose di cui si era parlato precedentemente. Questo penso fosse uno dei problemi per cui alcuni enti locali e alcune forze politiche volevano maggiore chiarezza. Per quanto ci riguarda non era una pretestuosa condanna o incompatibilità rispetto al progetto della Quadrilatero. Oggi abbiamo raggiunto questo risultato, penso sia positivo e che dobbiamo esserne soddisfatti.

Presidenza del Vice Presidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Da diversi anni si parla di Quadrilatero non solo in questo Consiglio regionale ma anche con dibattiti con gli enti locali.
Non è giusto quello che diceva la Consigliera Mammoli, già da un anno è stato chiarito il ruolo degli enti locali, lei è arrivata forse in ritardo, il Presidente Spacca aveva chiarito l’autonomia degli enti locali nella adesione alla società Quadrilatero. Perché questo? Perché c’era il Governo Berlusconi, se non ci fosse stato sicuramente non sarebbe stata data l’autonomia agli enti locali. Su questo va dato atto al Presidente Spacca che è stato sempre chiaro e coerente fin dal primo giorno.
Richiamo per esempio il Comune di Civitanova che non ha aderito alla Quadrilatero in quanto riteneva non opportuno che gran parte delle risorse venissero dal territorio solo di Civitanova ma non ridistribuito in tutto il territorio, lì si è aperto un grande dibattito e qualcuno, in mala fede, pensava che gli amministratori di Civitanova speculassero su questo diniego per avere qualche incarico, qualche elemosina da parte di chi gestiva tutta l’operazione dicendo “oggi noi diciamo no in modo che poi ci chiamate per entrare nella "torta". Chi lo pensa, lo fa!
Giustamente la Consigliera Mammoli dice di non parlare di nomine, ma guarda caso ora troviamo che chi pensava all’epoca di entrare nella torta oggi lo ha fatto. E’ vero che ieri c’era una minoranza in Consiglio regionale, come diceva il collega Pistarelli, che non voleva entrare a far parte della Quadrilatero, oggi, come sostiene la Consigliera Mammoli, c’è una maggioranza che invece vuole aderire, però la coalizione è sempre quella. Dai numeri si dice questo, che ieri le sinistre avevano più peso all’interno della Giunta D’Ambrosio, oggi la coalizione Spacca ha più peso politico rispetto al passato. Questa è una realtà, perché se il peso fosse stato quello del passato sicuramente le Marche non avrebbero aderito alla Quadrilatero. Il Presidente, coerentemente ai suoi pensieri, ha sempre creduto nella Quadrilatero, sta andando avanti pur sapendo che perderà qualche pezzo della sua maggioranza, l’ha messo già in contro, lui non è per le maggioranze variabili come il Presidente Marini ma sta mettendo in conto che in questa circostanza – che ne dica Procaccini che le destre a volte non servono in Consiglio regionale – come nei punti più importanti le opposizioni diventano sempre determinanti. Non è la solita lagnanza che facciamo, anche oggi stiamo dimostrando che senza le minoranze questo problema sarebbe rimasto sulla carta.
Sorvoliamo l’aspetto politico, sentiremo dagli interventi di ogni gruppo consiliare le distinzioni, siamo favorevoli a condizione che…, non siamo favorevoli, ci saranno molti distingui da parte dei gruppi della maggioranza.
Avremmo gradito, Presidente, che per quanto riguarda queste nomine – nessuno contesta la figura di Principi riconosciuto da tutti come persona preparata, competente, è un’ottima scelta – però nell’interezza, come contestava il Consigliere Pistarelli, non occorre farli venire da Trapani o da Bologna. Questo è come la questione dei primari che vengono tutti dall’Emilia Romagna, possibile che le Marche non riescono mai ad esprimere personalità qualificata, personalità all’altezza della situazione? Non parliamo solo delle Marche ma anche dell’Umbria. Quindi un minimo di orgoglio, sotto questo aspetto, anche per le professionalità della nostra regione, penso sia dovuto, non possiamo sempre importare gente da fuori regione, è una cosa che non va bene, non va bene per chi sta in questo Consiglio regionale, non va bene per i marchigiani, non va bene per le eccellenze marchigiane, che ci vantiamo sempre di avere ma non le sfruttiamo mai. Si parlava di un docente universitario, non abbiamo capito il nome, anche questo è significativo Presidente, non ce l’ha detto o non si ricorda!? Quando parliamo di marchigiani sfugge, quando parliamo di chi viene da Bologna o da Trapani se lo ricorda. Quindi una attenzione particolare anche a chi vive, opera e lavora in questa terra.
Un’altra riflessione per quanto riguarda la Provincia di Macerata. Il Presidente Silenzi era contrarissimo a questo discorso della Quadrilatero, iniziative, manifestazioni, comunicati. Oggi fortunatamente ha capito anche lui l’importanza di questa operazione fatta dal Governo Berlusconi con il Vice Ministro Baldassarri. Forse c’è difficoltà a nominare Berlusconi perché le disgrazie del passato quando non c’erano i trasferimenti di fondi fantasma ad ogni bilancio puntualmente si diceva “mancano i fondi” invece i fondi erano raddoppiati, oggi di Berlusconi non si parla più. Con Prodi tutti i Comuni sono salassati, benissimo, vi sta bene questa situazione, ve ne assumete le responsabilità ma date atto al Governo Berlusconi che qualche cosa di buono, almeno nella Quadrilatero, ha fatto. Si diceva che non c’erano i soldi, i soldi c’erano, che Baldassarri aveva messo un cartello per la campagna elettorale, eppure i cartelli significavano che stavano per iniziare i lavori. Bisogna essere coerenti a volte, voi ci chiedete di essere coerenti e anche noi ve lo chiediamo.
Dobbiamo far sì che la nostra regione veramente riesca ad avere strade di collegamento, Consigliere Solazzi, parlo come democristiano, abbiamo avuto autorevoli personaggi che non sono stati capaci di fare, al di fuori delle mulattiere che ci sono, un “cencio” di strada per andare a Roma, oggi per andare a Roma passiamo per l’Aquila o Colfiorito quando non c’è la neve. Abbiamo avuto Ministri ai lavori pubblici, Presidente Spacca, che ci hanno lasciato questa eredità. Oggi grazie al Governo Berlusconi, fortunatamente, possiamo impostare e portare avanti problemi rimasti annosi per cinquant’anni. Dopo cinquant’anni anni arriva gente nelle Marche, nella provincia di Macerata, e dice “Avete ancora queste strade?”. Questi sono problemi molto seri, basta andare nella piccola Abruzzo per vedere quante strade di collegamento ci sono con Roma, tutti facciamo quella strada.
Quando si parlava della Quadrilatero in questo Consiglio regionale vedevamo molte persone fuori con cartelli “No Quadrilatero”, “no qui”, “no là”. Oggi dove sono andati i sindacati? Non si parla più di questa cosa? Tutti hanno digerito con calma, ora queste cose devono essere fatte perché c’è Prodi al Governo, non c’è più Berlusconi. La Consigliera Mammoli dice di non guardare al passato, ma il passato non si può cancellare, chi manifestava fuori insieme a quella gente e che oggi qui in aula dice che bisogna portare avanti la Quadrilatero, penso abbia un minimo di incoerenza. O sbagliavano ieri o sbagliano oggi, o facevamo bene noi ieri o non facciamo bene noi oggi! Questa è la riflessione che facciamo, i meriti, è giusto che il Presidente Spacca dice che tra poco ci saranno le elezioni e i nastri li tagliate voi, mica li facciamo tagliare a Berlusconi. Questa è la riflessione che avete fatto ma a mente fredda non potete essere così cinici e danneggiare la regione Marche per un taglio di un nastro. Se così fosse sarebbe un fatto gravissimo. Oggi prendiamo atto, Presidente Spacca, che lei è riuscito a portare gran parte della sua maggioranza, mi auguro tutta – poi lo sentiremo dal dibattito – sulle posizioni impostate con il suo programma, perché quando c’era la divisione dei “pani”, assessorati, presidenze ed altro, lei giustamente non avendo da piazzare nessuno si era preoccupato di portare avanti qualche problema, e anche quello della Quadrilatero. Qualcuno che stava in astinenza e voleva avere qualche posto ha preferito a suo tempo digerire la Quadrilatero pur di averlo. Questa è la filosofia della politica e non fa una piega, Presidente. Oggi magari qualcuno non ha incassato, è arrabbiato, quindi non vota.
Presidente Spacca la ringrazio perché ci è riuscito dopo tanto tempo anche se poteva farlo prima, come diceva l’amico Viventi, quando era Vice Presidente. Mi auguro che con il suo modo di fare riesca a portare tutta la maggioranza altrimenti metterebbe in difficoltà anche la minoranza, perché l’altro giorno ho sentito il Consigliere Rocchi che diceva “Le nomine le dobbiamo discutere fuori, i posti li dobbiamo discutere fuori!”, poi c’erano i ragazzini in aula quindi ha detto “Voi fate gli inciuci!”. Quindi un po’ più di coerenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Parto dalle ultime parole del Presidente Spacca con cui ha mostrato tra l’altro anche il programma di Governo. Debbo dire che oggi il punto in cui siamo sulla Quadrilatero corrisponde perfettamente a questo programma, corrisponde agli atti che il Presidente citava, addirittura ha coinvolto questo Consiglio su una risoluzione che aveva creato, è ovvio, qualche difficoltà anche alla maggioranza. Su un tema come questo, che dobbiamo riconoscere è stato e sarà ancora una vicenda molto complessa – non nascondo che anche nel partito dei DS c’è stato un dibattito che ha visto in campo alcuni parlamentari – nel momento in cui si interviene sui territori con un intervento del genere, si cerca di arrivare alle famose catture di valore attraverso le Pav, c’era una preoccupazione forte, in parte ancora c’è. Tuttavia uno degli obiettivi fondamentali attraverso i quali chiedevamo di procedere era l’opportunità di non perdere le risorse a disposizione per opere stradali di primaria importanza. Mi rivolgo all’opposizione sottolineando il fatto che anche il centro-destra ha fatto prima la sua parte, ognuno ha dimostrato nei ruoli in cui si trovava in quel momento di dare una mano su questa importante opera per le Marche.
Quello che auspico, lo dico al Presidente Spacca e alla Giunta, è che con la stessa determinazione i prossimi mesi si possano concludere i percorsi per la realizzazione di infrastrutture per le Marche negli altri territori. Questo è un obiettivo importante da raggiungere. Abbiamo problemi nel pesarese sulla Fano-Grosseto, altre province li hanno altrove. Occorre la stessa determinazione come quella seguita per la Quadrilatero che oggi corrisponde a un impegno, quando un Governo realizza con quell’accordo l’obiettivo di utilizzare risorse così imponenti per realizzare, Presidente, due assi di penetrazione Umbria-Marche, la prima fase era questa, non completiamo forse nemmeno tutta la Quadrilatero in termini longitudinali ma è comunque un’opera di grande rilevanza.
La seconda fase era quella di poter garantire, anche con la presenza in quella società, in modo particolare delle Marche e dell’Umbria, che di fatto cambia perché entrano due Regioni, un percorso di trasparenza rispetto al fatto che poi alcuni Comuni hanno aderito alla Pav e altri no, un percorso di trasparenza rispetto alla tutela dei territori. Questa cosa l’ho già vissuta nella mia modesta esperienza precedente di assessore provinciale, quando incontrai l’allora delegato per lavorare sull’A14, già da allora c’erano proposte a livello nazionale di interventi di grande infrastrutture viarie utilizzando la cattura di valore delle aree dei territori, c’erano delle preoccupazioni come ci sono ora. Però l’ingresso delle Marche e dell’Umbria danno garanzie in questo senso, alcuni Comuni hanno aderito altri non lo hanno fatto.
Ho sentito l’unico punto di polemica, il colore delle nomine, il peso e la competenza, mi sembra una esagerazione, forse ha ragione il Consigliere Brini, se potessimo avere sempre una rappresentanza del territorio delle Marche sarebbe meglio, ma purtroppo uno lo nomina l’Anas, un paio il Ministero, noi abbiamo potuto nominare il nostro, l’ing. Libero Principi, che ci rappresenta per competenza, capacità, esperienza, saggezza, mitezza che non guasta in certe situazioni perché è una dote che dovrebbe essere riscoperta.
Si configura di fatto un’altra compagine societaria, non esagererei nel dare giudizi su componenti che non conosciamo. Hanno certamente un curriculum adeguato per essere in quella struttura, mi pare che anche le Marche siano rappresentate, Principi c’è, Dante Merlonghi è un marchigiano, quindi abbiamo una rappresentanza abbastanza rilevante nella nuova società. Dare giudizi è complicato perché se il giudizio è riferito solo al fatto che cambia il Governo e fa altre nomine mi sembra riduttivo, lo potremmo fare noi in altre Regioni o se il Governo cambia. C’è stata la necessità di modificare la società per favorire l’ingresso di due Regioni importanti come l’Umbria e le Marche a maggiore garanzia di trasparenza di questo percorso complicato, e anche, come dicevo all’inizio, per avere la garanzia di utilizzare bene l’importante risorsa finanziaria.
Bisogna dare atto alla Giunta regionale di essere riuscita ad avviare questo percorso. Su questo, anche rispetto alla risoluzione che citava il Presidente, c’era stata unanimità di vedute, c’è sempre una difficoltà di comporre su interventi così imponenti sul territorio e ottenere l’adesione delle forze politiche della maggioranza, delle diverse sensibilità, ma per come è stata realizzata questa società e per come sono state poste le condizioni per procedere mi pare che ci si ritrovi sopratutto rispetto all’esigenza di realizzare queste arterie stradali.
E’ ovvio che per noi, principalmente, la Quadrilatero deve servire a realizzare opere stradali con la sollecitazione ad essere sempre attenti alla gestione e all’impatto che possono avere sul territorio queste grandi infrastrutture. Questo vale per la Quadrilatero e in futuro anche per altre opere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. A parte alcune imprecisioni che sono state dette sull’adesione dei Comuni, la società finora era strutturata 51% e 49% Anas e Sviluppo Italia quindi non c’erano state quote acquistate dai Comuni, penso che ci si riferisse all’adesione dei Comuni sui progetti di area vasta.
Per essere sintetico, Presidente, ho scritto una letterina. Premesso che c’è un po’ di imbarazzo politico, Presidente Spacca, questo la maggioranza e il centro-sinistra non riuscirà a farlo dimenticare alla comunità marchigiana, questa adesione è comunque piena di contenuti politici e di sentimenti latenti che sono stati evidenziati in passato e che oggi vengono fuori. Penso che l’adesione difficilmente possa passare per una azione molto razionale. Quello che hanno detto i colleghi sul fatto che tutto avviene perché c’è stato un passaggio di colore politico al Governo nazionale è vero.
La lettera che ho scritto, con dedica, è indirizzata a Dante Merlonghi.
“Caro Merlonghi ti scrivo, poiché sei l’unico esponente politico nel Cda della Quadrilatero con la fiducia del Ministro Di Pietro e la sua Italia dei Valori nonché candidato alla carica di amministratore delegato della società stessa, ti chiedo – e queste Presidente sono le sfide vere di cui ti vorrei investire anche come cittadino marchigiano – 1) di far reinvestire nel progetto Marche-Umbria le economie realizzate con i ribassi d’asta – perché Di Pietro qui ha detto che quelli ritornano nel calderone statale. Allora ce la facciamo a tenerli qua questi soldi o se li riprendono? Lancio questa sfida, siccome abbiamo avuto soldi che le Marche non avevano mai avuto dall’età dell’Impero Romano, è giusto che non ritornino nel calderone statale, ce li vogliamo tenere, Marche e Umbria, prima sfida, lo dico a Merlonghi, è l’esponente politico, quindi ci possiamo capire – 2) di riaprire l’accesso ai progetti di area vasta e relativi benefici a quei Comuni che non vi hanno aderito subito perché hanno chiesto chiarimenti, approfondimenti”, ne cito due perché li conosco bene, Civitanova e Tolentino che per diversi motivi non hanno aderito al progetto area vasta. Sono stati spartiti circa 67 miliardi di lire, parlo della Valle del Chienti, nei progetti di area vasta, hanno aderito Comuni di centro-destra e centro-sinistra, debbo dire che i Comuni di centro-sinistra che hanno aderito sono stati, cari amici DS, un po’ pressati dalle vostre segreterie come se avessero in qualche modo trasgredito non so a quale ordine, lo dico chiaramente. Il Sindaco di Montecosaro è stato considerato un extraterrestre nel centro-sinistra per aver aderito al progetto di area vasta, è stato considerato un intoccabile.
Allora chiedo, è stato detto anche da Silenzi, che ormai chi è fuori è fuori e chi è dentro è dentro, precisate questo perché se dovesse avvenire una procedura del genere sarebbe profondamente ingiusta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Credo che bisogna partire almeno da due considerazioni. La prima è sul giudizio della legge obiettivo che ha permesso la realizzazione del procedimento Quadrilatero, il centro-sinistra lo ha dato in maniera inequivocabile più volte, un giudizio negativo per le caratteristiche di questa legge perché introduceva forme improprie nella realizzazione delle opere pubbliche, e di conseguenza il giudizio che questa maggioranza a livello regionale ha dato sulla Quadrilatero è stato un giudizio misurato, pensato e pesato già nella precedente legislatura, era un giudizio di attenzione e di prudenza.
Proprio per il programma regionale che abbiamo sottoscritto investiva la Regione di una particolarissima prerogativa, quella di essere il soggetto politico che garantiva e tutelava gli enti locali e le comunità rispetto a uno strumento che da una parte si poneva un obiettivo, quello di operare per realizzare le infrastrutture che storicamente questa Regione vede come indispensabili, e dall’altra parte di garantire e tutelare che il processo e i procedimenti democratici di organizzazione del territorio attenessero ai relativi possessori, cioè agli enti locali democraticamente eletti e alle comunità che vivono in quei territori e che vi agiscono.
L’aspetto inquietante, quell’inquietante non lo dico io, lo disse in tempi non sospetti un Presidente emerito della Repubblica, On. Cossiga, quando alla presentazione del progetto Quadrilatero e delle caratteristiche della legge obiettivo opinava rispetto alla introduzione di procedure che sembravano potessero essere disinvolte.
Se questo è l’asse e se dentro questo asse la maggioranza ha operato, credo che dovremmo continuare a farlo. Il passaggio che oggi vede la Regione Marche essere socio importante della società Quadrilatero, una società assolutamente nuova – qui non partecipo alla discussione o alle gogne anche perché non mi ergerei in maniera preventiva a giudice di nessuno né valorizzerei in maniera preventiva i meriti di alcuno – non per il nuovo Consiglio di amministrazione ma perché è nuova nella struttura, è nuova nella struttura perché Sviluppo Italia non c’è più, perché gli enti locali e le Regioni, in particolare, sono entrate a farvi parte.
La Regione Marche si è data nel documento che ha votato un compito preciso, rispetto al quale misureremo i successivi passaggi, il compito di tutelare le scelte e l’autonomia delle comunità e degli enti locali. Questo è il punto, riguarda una parte non piccola della vicenda Quadrilatero, riguarda le cosiddette Pav, riguarda il modo in cui si cattura valore. Il valore di un territorio è in sé, non c’è bisogno che diventi merce, c’è un problema di una riflessione politica importante, il territorio è un bene pubblico, un bene comune per eccellenza, va visto da questo punto di vista, cioè che non è una merce, non è un valore sull’altro versante. Rispetto a questo il ruolo, il peso, la funzione che le comunità hanno è quello di una tutela della propria storia, della propria memoria, della propria qualità della vita. Se riusciremo a far questo dentro questa società rispetteremo il nostro programma, partiremo dal nostro giudizio, rispetteremo anche noi stessi, perché quando abbiamo dato un giudizio negativo sulla legge obiettivo abbiamo dato un giudizio complessivamente negativo sul rapporto tra intervento pubblico e necessità di carattere che pubbliche non sono. Questa è la vicenda.
Sulle nomine non posso far altro che augurare buon lavoro ai nuovi membri del Consiglio di amministrazione anche se tutti nuovi non sono visto che il direttore generale a quanto mi risulta rimane in carica.
Posso fare una annotazione, che il Ministro Di Pietro due volte nelle Marche, prima in campagna elettorale e successivamente da Ministro, è intervenuto sulla questione della Quadrilatero avrebbe fatto meglio a non indossare né la prima volta né la seconda i panni del miles gloriosus di plautiana memoria che in qualche modo oggi rischiano di inficiare una parte delle scelte fatte nella nomina del Consiglio di amministrazione.
Il punto politico, ma ringrazio il Presidente della comunicazione, c’è e resta aperto. La fase che abbiamo di fronte è nuova e ci impone ancor più fedeltà al programma e ai giudizi politici che avevamo dato. Fedeltà al programma rispetto al ruolo che la Regione Marche deve avere nella società Quadrilatero e giudizio rispetto a una vicenda che è quella della legge obiettivo, leggi che qualche volta nascono o sono presentate per semplificare e realizzare le opere pubbliche in tempi più brevi e con risorse più cospicue e che in realtà rischiano di diventare esattamente il loro contrario.
Su questa vicenda oggi abbiamo alcune certezze finanziarie, credo che queste dovrebbero portare all’interno della società Quadrilatero un altro elemento di sobrietà, quello di una riflessione sulle gerarchie delle necessità di queste infrastrutture, perché tutte le infrastrutture presenti nella Quadrilatero sono necessarie ma alcune lo sono più di altre.
Le risorse che ci sono debbono essere intelligentemente usate e selezionate rispetto alle gerarchie non pensando, magari attraverso una forma di coartazione più o meno spinta, gli enti locali a fare scelte diverse da quelle che sono nella loro volontà programmatoria, nella loro indicazione rispetto agli impegni di governo che hanno preso nei confronti delle comunità.
Penso che la presenza della Regione all’interno della nuova società Quadrilatero possa diventare l’opportunità di dar voce attraverso questa forma all’attenzione sociale delle comunità che su questa vicenda si è aperta.
Mi attesto qui, questo non è il momento del giudizio, è il momento della riflessione, del contributo e dell’indicazione. Questa è la posizione del gruppo Rifondazione Comunista.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo che questo sia uno degli atti più importanti, politicamente rilevante, lo stiamo compiendo un po’ in sordina, che questo Consiglio abbia fatto in questi due anni. Su questo non temo smentita perché oggi stiamo facendo un passaggio epocale. Quale è questo passaggio? Il riconoscimento, come qualche collega ha già detto, della bontà della legge obiettivo che nessun Governo, Consigliere Brandoni, neanche quello di Prodi, ha pensato di modificare.
Accertiamo come centro-destra che le bugie che il centro-sinistra ci ha raccontato in questi ultimi due o tre anni erano veramente delle bugie, nel senso che c’erano i soldi, sono a disposizione 1,16 miliardi di euro, fino a pochi mesi fa si diceva che questi non c’erano. Ora ci sono, Consigliere Ricci, siamo tutti contenti, così come c’erano due anni fa quando i tuoi amici di Macerata mettevano i manifesti lungo le strade per dire che era tutta una bugia e che era tutta una invenzione! I manifesti sono stati appesi anche questi giorni con un’altra dicitura “E’ arrivato il Governo di centro-sinistra ripartono le opere della Quadrilatero” questo è il cartello che è appeso oggi, strano! Questo mi crea dei problemi perché la teoria della bugia nella lotta politica non mi appartiene, appartiene a qualcun altro, oggi siete voi stessi che dite che quella che fino ad oggi abbiamo portato avanti era tutta una falsità. Questo è riconoscimento della realtà dei fatti.
C’è una legge, è stata applicata, abbiamo fatto concertazione, solo il 50% delle opere previste nella Pav sono andate avanti perché, questo era l’atteggiamento che nelle conferenze provinciali delle autonomie era venuto avanti, anche da parte nostra condividevamo che gli enti locali avessero espresso il loro parere, lo hanno fatto e la Quadrilatero ha recepito i dinieghi, le modificazioni, le accettazioni. E’ stato un percorso democratico, come auspichiamo che avvenga per tutto quello che interessa la cosa pubblica.
C’è la distinzione che oggi rimane sul fatto se sia o no una nuova società. Mi sembra una questione talmente ridicola che merita veramente una attenzione, nel senso che la società Quadrilatero è la stessa di prima solo che il capitale pubblico non è più in mano a due società ma ad una. Tra l’altro devo rilevare che la Regione Umbria ha partecipato alla società con Sviluppo Umbria, che è un discorso plausibile come quello che il Governo ha fatto mettendo Sviluppo Italia, società pubblica.
I Consigli di amministrazione restano, la struttura organizzativa resta, la forma privata di intervento resta, la cattura di valore resta, la valutazione di impatto ambientale è quella che la Regione aveva anche fatto tecnicamente ma che politicamente poi si disconosceva perché nessuno si riconosceva nell’approvazione del progetto.
Cosa ci resta di dire ancora? Qual è la nostra titubanza e paura? Noi sosteniamo questo progetto, la risoluzione, Presidente Spacca, l’avevamo sottoscritta con tutti per dare forza a lei, per dare forza alle Marche che non l’avevano con quelle posizioni, per cui ci siamo assunti l’onere di dare forza a lei affinché quel progetto potesse andare avanti. In quella forza però, Presidente, c’era anche scritto “coraggio”, il coraggio era quello di mantenere all’interno di quella società coloro che avevano apportato quel valore aggiunto, le persone che l’hanno proposto, che l’hanno fatto camminare e l’hanno portato a finanziamento. Trentadue mesi dall’idea al finanziamento del progetto, non era mai avvenuto in Italia, né con il Governo di centro-sinistra né con quello di centro-destra, in trentadue mesi avevamo il progetto finanziato dal Cipe. Il riconoscimento maggiore che si poteva dare a queste due, tre o quattro figure, era quello di dire “avete fatto bene, ora c’è il Governo di centro-sinistra ma noi vi riconosciamo ancora la possibilità”, questa sarebbe stata la forza delle Marche, la sua forza Presidente. Oggi lei non è più forte di prima con questa scelta perché ora tutta la questione delle legittime aspettative dei partiti della sua maggioranza rientreranno dentro una logica non pubblica, come è avvenuto fino ad oggi, ma in una logica partitica interna dove le mediazioni, che i marchigiani non conosceranno mai, le dovrete fare là dentro. Questo pensiamo sia riduttivo per le Marche, sia pericoloso, perché gli atteggiamenti li vediamo sia in questo Consiglio regionale nel distinguo di alcune forze politiche ma anche in quello che sta avvenendo sul territorio. Nel Comune di Fabriano Rifondazione Comunista ha precluso la sua partecipazione alla formazione di una lista per le amministrative al fatto che non si aderisse alla Quadrilatero, la Provincia di Ancona non ha ancora aderito alla Quadrilatero, in Provincia di Macerata l’adesione è passata con l’astensione di Rifondazione e i no dei Verdi. Ci sono molte altre Amministrazioni che vanno in questa logica.
Queste tensioni della maggioranza dove si scaricheranno? Quando troveremo una soluzione per andare avanti? Immagino che, come in altre cose avvenute nel passato, quando queste tensioni si scaricano dentro la maggioranza generano un ritardo sugli obiettivi, e questo mi preoccupa ancora di più.
Noi non potemmo entrare a quell’incontro con Di Pietro, così strategico per le Marche, che doveva portare alla presidenza Merlonghi. Quello che è avvenuto in quel contesto alla fine ha portato Merlonghi a diventare presidente, è stato sostituito uno che aveva dei meriti con chi non ne ha in questa vicenda, probabilmente ne avrà in altre. Dicevo quindi che non potemmo entrare in quella strategica riunione dove tutte quelle grandi affermazioni “io spacco il mondo”, “ci penso io”, “la legalità, la legittimità, la trasparenza”, tutto quello che questo uomo rappresentava in Italia si è concluso con la sostituzione di un solo vertice, una soluzione di bassissimo profilo, una soluzione che non merita una nostra attenzione perché noi guardiamo all’obiettivo. Siamo preoccupati, Presidente, per quello che disse Di Pietro “nessuna risorsa aggiuntiva”, “i ribassi d’asta li riprende l’Anas perché sa come spenderli invece voi con quei ribassi volete fare delle cose piccole, la Pedemontana, i collegamenti trasversali, cose che non sono strategiche per le Marche”.
Noi Presidente rimaniamo ancora, per distinguerci, su un’altra posizione, quella che il progetto Quadrilatero vale nella sua complessità, vale perché è una rete infrastrutturale a servizio delle imprese delle Marche, un sistema prevalentemente manifatturiero che in questo gap perde molto della sua competitività.
Ora staremo attenti, non diremo che siamo contrari a che l’opera vada avanti perché ora governa Merlonghi e qualche altro amico, non cambieremo atteggiamento ma guarderemo, diversamente a quanto dice il Consigliere Brandoni, al fatto che l’opera vada avanti perché ha tutti i crismi per farlo. Abbiamo tutto a posto e qualora quest’opera non vada avanti sapremo benissimo dove cercare le responsabilità e le colpe. Staremo attentissimi su questo, volevamo darle la forza, Presidente, che lei non ha accettato a quel tavolo, non ha portato avanti, una scelta coraggiosa sarebbe stata quella di mantenere i vertici che hanno fatto tanto per questo progetto, che avevano la forza del territorio perché prima di partire avevano dietro la Fondazione delle banche delle Marche, le Camere di Commercio, tutto il mondo imprenditoriale, questo significava dare forza al progetto, oggi questa forza viene un po’ ridimensionata.
Oggi quindi diciamo che togliamo un velo all’ipocrisia che in questi anni è stata prodotta, che soprattutto voi avete prodotto, non ci sono più ostacoli perché ora avete anche la gestione della società, quello che vi interessava da tanto tempo, noi invece saremo dall’altra parte a controllare che le cose vadano avanti perché le condizioni per realizzare questa opera ci sono tutte, e così ci auguriamo.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Svolgerò poche considerazioni perché il Gruppo Comunisti Italiani condivide la relazione del Presidente Spacca su questo punto.
La previsione della società Quadrilatero prevista dalla legge obiettivo del 2001 in partenza escludeva la Regione Marche e la Regione Umbria perché veniva calata dall’alto, non a caso queste due Regioni fecero ricorso rispetto a questa prerogativa di tipo neo-centralistico.
Il Gruppo dei Comunisti Italiani in occasione della discussione del bilancio presentò un emendamento sulla necessità di partecipare con una quota di 1 milione di euro, già prevista nell’assestamento di bilancio di questa Regione, che parlava più propriamente di nuova compagine societaria.
C’è poi il fatto essenziale, quello che si recupera il protagonismo degli enti locali in termini di programmazione del territorio, prima tutto era calato dall’alto.
L’aspetto principale secondo la nostra analisi è che la declinazione di questo fatto deve essere che la pianificazione e la programmazione urbanistica debbano spettare ai Comuni, al sistema degli enti locali, non potranno mai essere svolte da sovrastrutture che attengono all’esecuzione e non alla programmazione.
Infine vorrei ricordare che i progetti non sono gli stessi perché la questione più controversa, quella della realizzazione dei piani di area vasta, oggi, attraverso un nuovo protagonismo degli enti locali, assume un’altra funzione, una funzione più democratica, più legata alla vocazione dei territori.
Vorrei anche ricordare che la dirigenza non è mai neutrale, non lo è stata mai, neanche la rappresentanza tecnica sempre riferita alle competenze, poi è sempre sconveniente denigrare le proposte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente Spacca per la replica.

Gian Mario SPACCA. Si è parlato di amarezza, io intendo esprimere tutta la mia per la discussione che si è svolta questa mattina.
Mi aspettavo che da parte del Consiglio regionale venisse l’apprezzamento per il fatto che l’Esecutivo si fosse comportato in maniera perfettamente coerente con l’indicazione bipartisan espressa in questa aula.
Non abbiamo fatto altro che adempiere a una volontà nata da un lungo dibattito in quest’aula che aveva deciso di abbandonare orgogli, posizioni pregiudiziali e ideologiche e fare l’interesse della comunità marchigiana puntando dritta alla realizzazione di opere su cui troppo a lungo si era parlato senza realizzare alcunché.
Credo che la polemica non possa attingere guardando aspetti e questioni ormai datate nel passato, che abbiamo abbandonato, viceversa il nostro atteggiamento deve sfrondare questo dibattito che non ha più luogo di esistere, deve guardare al futuro e alla realizzazione delle infrastrutture perché la nostra regione presenta un ritardo atavico
Quando abbiamo fatto il programma di governo e abbiamo iscritto l’adesione alla società Quadrilatero era il febbraio 2005, c’era il Governo Berlusconi, nessuno sapeva che fine avrebbe fatto questo Governo, anzi si presupponeva ci sarebbe stata una continuità dell’azione amministrativa di quel Governo nazionale. Quando abbiamo deciso di aderire alla società Quadrilatero non c’era il Governo Prodi, ci ponevamo unicamente il problema non in chiave politica e ideologica ma semplicemente in raccordo alle esigenze prioritarie e fondamentali della nostra Comunità.
Quando abbiamo deciso di ritirare il ricorso al Tar del Lazio, facendo venir meno una costituzione che apparteneva alla precedente legislatura, credevo avessimo risolto il problema di quale era stato il nostro atteggiamento nei confronti del progetto Quadrilatero. E’ inutile andarlo a riproporre oggi quando invece avremmo dovuto esprimere la soddisfazione perché si va diritti alla realizzazione di un’opera che serve alla nostra regione.
La società che oggi è stata costituita è differente da quella precedente, quella di prima era costituita dal 51% da Anas e 49% da Sviluppo Italia. A suo tempo, al vice Ministro Baldassarri, e per interposta persona al Ministro Lunardi, indicai che il progetto nasceva con un difetto in origine quando si accelerava la costituzione della società Quadrilatero senza la partecipazione degli enti locali e delle Regioni che comunque avrebbero avuto un ruolo fondamentale nella creazione di questo progetto. In effetti le cose sono andate così.
Oggi la società è stata modificata proprio per la necessità di coinvolgere in una logica di governance che non appartiene soltanto a questo progetto ma all’azione complessiva che siamo chiamati a fare in ogni settore, dalla sanità ai servizi sociali, dall’ambiente al commercio internazionale, una governance condivisa tra Enti locali, Province, Regioni e Governo nazionale, che abbiamo ricercato anche in occasione della precedente legislatura con il Governo nazionale, con lo stesso vice Ministro e il Ministro Lunardi, io mi feci portatore presso di loro di questa esigenza. Però c’era la chiusura nella legge obiettivo e il desiderio di realizzare le opere indipendentemente dalla condivisione da parte del territorio.
Il nostro atteggiamento, lo ribadisco, è coerente rispetto a una serie di pronunciamenti formali che sono stati assunti in Consiglio regionale e ribaditi in atti ufficiali della Giunta regionale. Non c’è né incoerenza né confusione e per questo, Consigliere Viventi, mi sono permesso di richiamare la sua attenzione a partecipare ai lavori del Consiglio regionale in modo costante e frequente perché in più di una occasione abbiamo manifestato questa opinione che evidentemente non le sono sfuggite visto il tono delle affermazioni che ieri lei ha diffuso alle agenzie che non corrispondevano né a una logica di confusione né a una logica di incoerenza. Quello che ha fatto il Governo regionale è perfettamente coerente con le manifestazioni formali e ufficiali del Consiglio e con il proprio programma di governo.
L’adesione ai Comuni è avvenuta non sulla società ma sul programma di area vasta in cui da parte nostra c’è stato questo ruolo di rappresentanza e di mediazione con la società e con il Governo affinché il Pav, che costituisce il cofinanziamento dell’opera, fosse condiviso con le autonomie locali indipendentemente da quello che prevedeva la legge obiettivo. Questa cosa è stata accettata, il Pav si è dimezzato, come ha detto il Capogruppo di Forza Italia Capponi, per cui il 100% del Pav è divenuto il 53%, adesso Consigliere Massi, c’è la necessità di ripristinare quel programma di cofinanziamento che è costituito dal Pav per recuperare tutti i progetti che sono caduti per mancanza di adesione da parte degli enti locali. Quindi c’è l’apertura a integrare il Pav con la disponibilità di altri enti locali o con il rifinanziamento degli stessi. Se Civitanova dovesse ripensare il proprio atteggiamento non ci sarebbe problema a recuperarlo perché comunque noi abbiamo la necessità di recuperare un 47% del finanziamento.
Come pure il discorso dei ribassi d’asta, nessuno ha mai detto che vengono recuperati in seno al calderone dell’Anas, i ribassi d’asta saranno utilizzati per alleviare gli oneri a carico dei Comuni, per far sì che la quota di cofinanziamento dei territori si abbassi proprio a seguito del discorso dei ribassi d’asta. Non è un mistero che stiamo cercando, nella logica di una contrattazione in cui facciamo interessi delle Marche e del nostro territorio, di fare sì che la quota di cofinanziamento del territorio alla fine della partita, sulla base di una serie di azioni di carattere amministrativo, sia la meno possibile fino ad azzerarsi. E’ questo che stiamo cercando di costruire nella logica di buon senso e di corretta amministrazione, lo facevamo con il vecchio Consiglio di amministrazione e continueremo a farlo con il prossimo.
L’amarezza personale è anche per il fatto che non si comprende come da parte nostra, per quello che ci era possibile fare perché siamo in regime di codice civile e possiamo apprestare quello che è sottoscritto con il nostro 10%, il Presidente Pieralisi – a lui va il nostro ringraziamento per il modo in cui si è comportato e per la gestione estremamente efficiente con cui ha condotto la società – non era espressione della Regione Marche ma espressione di Sviluppo Italia. Noi non possiamo condizionare i comportamenti e le scelte di coloro che detengono il 72% del capitale sociale, sono scelte che l’Anas, quindi il Ministro, hanno fatto in una logica di piena autonomia. Che ci crediate o no i nomi dei tre membri del Consiglio di amministrazione che l’Anas aveva designato li ho conosciuti la mattina stessa dell’assemblea attraverso una telefonata del Presidente Ciucci, la sera precedente avevo chiesto informazioni per sapere chi fossero e loro non avevano ancora deciso. Mentre noi avevamo comunicato il nome dell’ing. Principi da un mese e mezzo da parte dell’Anas invece l’indicazione delle designazioni quindi delle nomine che sarebbero avvenute è stata fatta quella mattina stessa, nell’ambito dell’autonomia che il codice civile riconosce a quella società. Chiaramente la quota di rappresentanza la facciamo valere integralmente, nel rispetto e per valorizzare il ruolo della nostra Regione, forte è la rappresentanza della Regione Marche, mi chiedo cosa dovrebbe dire l’Umbria in questo momento!
Certo il progetto non è né delle Marche né dell’Umbria ma riguarda l’Italia centrale. Dobbiamo entrare nella logica che il progetto Quadrilatero interconnette due trasversali fondamentali per l’Italia centrale, quindi interessa tutto il Paese. Questa opera è stata presentata come se fosse la risposta a interessi localistici, addirittura di municipi, quando in realtà è fondamentale per la piattaforma logistica della nostra regione, è fondamentale per recuperare una centralità di alcuni distretti industriali che hanno bisogno di queste infrastrutture per poter vincere la sfida della competitività, quindi non rientriamo in logiche provinciali che non fanno onore al Consiglio regionale.
Il Presidente del collegio sindacale è il prof. Zigiotti, ordinario dell’Università di Macerata, nel collegio sindacale c’è anche il dott. Mariotti, direttore generale della Provincia di Macerata, quindi c’è una forte rappresentanza della nostra regione. Nessuno ha mai parlato di amministratore delegato perché la struttura della società è fatta con un presidente operativo e con un direttore generale, quindi tutte queste invenzioni di carattere giornalistico che sono circolate in questi giorni su una ricomposizione della struttura organizzativa della società sono attribuibili soltanto alla fantasia di chi le ha proposte e non appartengono a una riflessione seria che dobbiamo fare nel momento in cui siamo depositari di un ruolo di carattere istituzionale, quindi dobbiamo procedere con una logica politica ma anche con una logica di tipo formale e sostanziale.
Sviluppo Umbria ha aderito alla società Quadrilatero perché c’è una legge della Regione Umbria che non consente alla stessa Regione, per una scelta di carattere politico-istituzionale, di partecipare alla costituzione di nessuna società, quindi è stata costretta ad aderire attraverso la sua finanziaria regionale Sviluppo Umbria. L’Umbria però si è sempre mossa in questa vicenda all’unisono con noi, anche su questo sono state date informazioni sbagliate. Su questa è stata fatta disinformazione sia da una parte che dall’altra, sono state dette cose corrette di qua e di là, però abbandoniamo tutto questo, abbandoniamo tutte le polemiche che sono state fatte sia nel centro-sinistra che nel centro-destra.
Quello che ci interessa, in ottemperanza alla risoluzione bipartisan che abbiamo approvato, è procedere alla realizzazione delle strade, farle al più presto, è questo che ci deve interessare, e con la scelta dell’altro ieri di aderire alla società Quadrilatero siamo andati in questa direzione. Non abbiamo perso un euro, non abbiamo perso un giorno, perché il 27 si inaugureranno i cantieri per il maxi lotto di Macerata, ma soprattutto siamo riusciti a ricreare quella filiera istituzionale tra Comuni, Province, Regione, Governo nazionale, che può essere foriera di un ritmo particolarmente intenso per la realizzazione delle opere.
Credo che questo possa essere iscritto a merito non soltanto della Giunta regionale ma dell’intero Consiglio regionale e della classe dirigente politica che governa la nostra regione in questo momento e che su questa vicenda è riuscita – di fatto è avvenuto così indipendentemente dal dibattito di oggi – a superare le divisioni e a trovare la quadra per realizzare le opere.


Proposta di legge regionale n. 146
del Consigliere Rocchi
“Integrazione alla legge regionale 11 Luglio 2006, n. 9 “Testo unico delle norme regionali in materia di turismo”
Rinvio in Commissione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 146 ad iniziativa del Consigliere Rocchi. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Presidente chiedo il rinvio in Commissione di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il rinvio in Commissione del punto 4) all’ordine del giorno.

Il Consiglio approva


Mozione n. 97
del Consigliere Rocchi
“Carenza personale comando provinciale Vigili del fuoco di Ancona”

Interrogazione n. 596
del Consigliere Giannotti
“Situazione organico dei Vigili del Fuoco della Provincia di Pesaro Urbino”

(abbinate)
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 97 del Consigliere Rocchi abbinata all’interrogazione n. 596 del Consigliere Giannotti.
Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Non occorre una discussione perché questa mozione è molto semplice, chiede di poter impinguare il corpo dei Vigili del fuoco, quindi credo che il Consiglio sia consenziente.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi la pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.



La seduta termina alle ore 13,45