Resoconto seduta n.7 del 26/07/2005
La seduta riprende alle 15,55



Proposta di legge (Discussione): «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24 dicembre 1998, n. 45 e successive modificazioni: “Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche”» Giunta (26)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 26 ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Signori consiglieri, con la presente proposta di legge si intende modificare i termini previsti per la stipula dei contratti di servizio per il trasporto pubblico automobilistico e ferroviario indicati nella legge regionale 45/88.
Occorre ricordare che con la legge regionale 22/04, aggiungendo l'art. 20 bis alla l.r. 45/88, sono state introdotte procedure ulteriori per l'affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale che comprendono la possibilità per la Regione, le Province e gli enti locali di affidare tali servizi: a) a società di capitali individuate mediante l'espletamento di gare con procedure di evidenza pubblica; b) a società a capitale misto pubblico e privato nelle quali il socio privato venga scelto mediante l'espletamento di gare con procedure di evidenza pubblica; c) a società a capitale interamente pubblico.
Lo stesso articolo indica inoltre le condizioni e i requisiti da rispettare per l'individuazione delle società in questione. I contratti di servizi o stipulati a seguito dell’affidamento di cui al comma 1 dell’art. 20 bis della legge regionale 22/2004 contengono i termini e le modalità compatibili con le risorse del settore di realizzazione del progetto di bigliettazione elettronica integrata previsto dal programma triennale dei servizi di trasporto pubblico di cui all’art. 13, definito comunque secondo un programma concertato di realizzazione.
Gli enti locali non hanno ad oggi provveduto ad avviare le procedure previste dalla citata legge regionale 22/04 e pertanto il presente provvedimento si rende necessario per assicurare la regolarità dei servizi stessi.
Ricordo inoltre che la proroga effettiva riguarda sostanzialmente i termini dei contratti relativi al trasporto pubblico automobilistico in scadenza al 31 dicembre 2003, che in precedenza con legge di assestamento 2003 erano stati differiti al giugno 2004 e successivamente con legge di assestamento 2004 erano stati differiti al giugno 2005, mentre quelli relativi al contratto ferroviario venivano prorogati fino al dicembre 2005 già con la legge di assestamento 2003.
Vengono pertanto stabilite entrambe le scadenze, quella relativa al trasporto automobilistico e quella relativa al contratto ferroviario, al dicembre 2005, ponendo tuttavia quale condizione che la giunta entro 60 giorni dall'entrata in vigore della legge determini le modalità di attuazione dell’articolo 20 bis e che gli enti affidanti pongano in essere le procedure per l’affidamento dei servizi entro i successivi 60 giorni.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Sostanzialmente concordiamo con la necessità di prevedere una dilazione dei termini per l’espletamento da parte delle Province delle gare inerenti i servizi di trasporto pubblico locale. L’unica cosa di cui non ravvisiamo l’urgenza è la norma transitoria prevista dall’art. 2. Per questo abbiamo presentato un apposito emendamento affinché questa venga affidata rispettando i crismi previsti dal D. Lgs. 422 del 1997. Quindi sulla proroga nulla osta, sul merito abbiamo presentato questo emendamento e un subemendamento che ci apprestiamo a presentare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono ormai tre anni che doveva esserci stato questo affidamento ed è stato un ritardo che abbiamo pagato, in qualche modo, perché è un ritardo rispetto alla sistemazione globale e alla programmazione nell’area dei trasporti e della mobilità delle persone in particolar modo, in quanto c’è l’affidamento per il trasporto pubblico locale, sia urbano che extraurbano e per il trasporto regionale ferroviario. Comunque speriamo che non ci siano ulteriori deroghe, perché questa sarebbe la prima volta che c’è un capitolato di gara e una serie di impegni che gli ex concessionari, chi gestirà il trasporto su scala provinciale dovranno sopportare rispetto al contraente pubblico che in questo caso sarebbe la Provincia che ha poteri demandati dalla Regione. Per la prima volta ci saranno quindi dei servizi che verranno monitorati. Verrà monitorato il servizio dell’utenza, verrà monitorato il tipo di cittadini trasportati e sarà possibile, in base alla verifica, anche fare aggiustamenti rispetto alle corse. Vorrei fare un invito alla Giunta e all’assessore affinché facciano una valutazione comparata dei piani di bacino elaborati dalle singole ditte di trasporto, elaborati dalle singole Province e verificare la possibilità di realizzare un piano di trasporti regionale, sia per le cose che per le persone e ugualmente un piano della mobilità regionale, in quanto mi sembra che finora l’attenzione sulla mobilità e sui trasporti è più stata puntata all’attivazione di finanziamenti riguardo alle infrastrutture, quindi alle strade, al finanziamento dei raddoppi stradali, della terza corsia autostradale e anche l’altra volta è stato fatto cenno alla richiesta di alcuni, sulla quale per il momento noi verdi siamo contrari, cioè il discorso delle complanari, perché intervenire sull’assetto viario, quindi rispondere alla domanda di aumento del traffico senza andare ad una razionalizzazione e a una programmazione del traffico, sia delle persone che delle merci, tramite piani di mobilità delle persone e delle merci, integrato tra i vari vettori, anche alla luce dei futuri centri intermodali tipo quello di Jesi, quindi una programmazione rispetto a questo, come pure una programmazione riguardo alla realizzazione dei parcheggi scambiatori tra i vari vettori riteniamo sia cosa molto importante. Certamente questa programmazione non deve essere fatta a priori ma bisogna approfittare dell’attivazione dei piani di trasporto pubblico locale, dell’affidamento dei trasporti, per verificare la situazione reale del trasporto delle cose e delle persone, integrare al massimo i vettori e fare degli interventi che siano strutturali e razionalizzanti, prima ancora di intervenire con nuove strade e nuova occupazione del territorio, magari integrando i vari vettori.
Nei vari piani di bacino sono previsti anche servizi a domanda per bacini tipo le Comunità montane, anziché mantenere corse di linea, magari vuote nella maggior parte del tempo, proprio per la razionalizzazione dei costi.
Secondo me è importante che ci sia un’attivazione della Regione nel monitoraggio di quella che sarà la mobilità, in quanto l’attivazione di questo processo di affidamento dei trasporti pubblici regionali, sia a livello automobilistico che su rotaia, può essere la base per iniziare a ragionare sul trasporto, quindi realizzare dei piani regionali, sia dei trasporti che della mobilità. E’ un invito che faccio, in questo senso, alla Giunta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Si tratta di una legge che è sostanzialmente un atto dovuto, non incontra poi una nostra opposizione particolarmente ostile. Una legge che indubbiamente ci si aspettava e che gli operatori, gli stessi dirigenti attendevano.
C’è un punto sul quale noi però dissentiamo ed è quello relativo al fatto che si lascia alla Giunta regionale mano libera nelle decisioni, dicendo “La Giunta regionale entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge determina le modalità di attuazione per l’affidamento dei servizi. Gli enti affidatari sono tenuti ad avviare le relative procedure entro i successivi 60 giorni”. Questo non è neanche in linea con la normativa nazionale. D’altra parte che la Giunta regionale, sfuggendo anche alle indicazioni del Consiglio, determini le modalità di attuazione per l’affidamento dei servizi non ci sta bene. Noi abbiamo fatto un articolo, tra l’altro richiesto dalla maggior parte delle società che poi se ne occupano, per cui giustamente si dice “La Giunta regionale...” ecc., ma non al buio bensì “adottando le indicazioni per l’affidamento dei servizi contenuti nel D. Lgs. 422 del 19 novembre 1997”, tenendo presente che il 19 novembre 1997 governava in Italia il centro-sinistra e non il centro-destra, quindi non si tratterà di una norma fallace o turca. Poi, “L’adozione della presente norma abroga l’articolo della legge regionale”. E’ evidente che le persone che hanno interesse ricorreranno contro l’applicazione di questa legge, perché comunque la legge regionale non può superare quella nazionale e siccome c’erano indicazioni precise della legge nazionale, è evidente che la normativa decadrebbe. Un contenzioso poco serio e poco corretto che con un atteggiamento di profonda sanatoria va preso in considerazione. Le norme nazionali vanno osservate. La Giunta, seguendo la legislazione nazionale, fa tutti gli atti conseguenti che spettano al governo della Regione, con i poteri previsti dalle norme.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Ho una lunga esperienza personale rispetto alla legge sui trasporti, perché l’ho vista nascere, come assessore provinciale, in questi anni e purtroppo, a distanza di un lungo periodo ancora non è arrivata a conclusione, al punto tale che siamo costretti ad una ulteriore proroga tecnica. Dieci anni dal “decreto Burlando” e devo dire che il panorama nazionale non è forse il migliore delle Marche, anzi se riusciamo a dare corso alla riforma entro i prossimi sei mesi, saremo una Regione che per prima riesce a portare a casa una riforma dei trasporti. Hanno provato in altre realtà, non ci sono riusciti, in altre hanno provato a passare per le procedure di gara che richiamava il consigliere Ciccioli, ma anche quello è stato un risultato di mediazione e alla fine, in qualche modo, gli attori sono rimasti gli stessi, per cui noi abbiamo, in questa fase, un triplice interesse: fare in modo che questa sia l’ultima proroga e che nei prossimi sei mesi si riesca a realizzare, di fatto, la riforma del trasporto pubblico; che si applichino tutte le indicazioni già indicate nei piani di trasporto delle Province, che richiamano a criteri di razionalizzazione, di risparmio, di soppressione delle corse doppie, insomma che si applichi nel concreto la riforma del trasporto pubblico che non deve passare per forza attraverso gli affidamenti alle gare, la riforma sta nei piani del traffico delle Province. Il terzo punto è che occorre che la Regione acceleri il trasferimento di deleghe agli enti locali e alle Province.
Sono questi gli elementi di fondo della legge che stiamo discutendo e di questa ulteriore ultima proroga. Rispetto alla questione della legge regionale, sulla quale c’è stata una ricerca in questi anni enorme di mediazione, si è prodotto l’articolo 20 che prevede anche l’affidamento del servizio alle società pubbliche che scelgono il socio privato tramite evidenza pubblica e così via, ovvero la gara stessa. Credo che l’assessore Marcolini abbia in qualche modo individuato anche forme differenziate all’interno della regione Marche, per cercare nelle province la caratteristica migliore, anche rispetto alle esperienze di ogni singolo territorio.
Si condivide la preoccupazione di Ciccioli, in realtà, perché nell’ultima finanziaria, quando si cercò di modificare il “decreto Burlando” attraverso il collegato ambientale, non si riuscì a discuterlo, perché sulla finanziaria venne posta la fiducia, per cui quel collegato ambientale non si discusse e di fatto siamo tornati al 422. Il punto era — è un quesito che noi abbiamo spesse volte posto anche alla Regione — verificare se la legge 45, art. 20 tenesse rispetto al fatto che la finanziaria non venne discussa su quel punto. Credo che le garanzie ci siano e quindi la possibilità di scegliere la strada delle gare o dell’affidamento, sia perseguibile in ambedue i casi.
Per esperienza posso dire che la Provincia di Pesaro, dopo una lunghissima trattativa con le parti sindacali, con le aziende pubbliche e private, nelle sedi opportune — perché non sempre è facile e possibile incontrare tutti nelle sedi diverse — è riuscita a scegliere fino in fondo la strada delle gare. Ma siamo arrivati alla fine pensando che potrebbe essere una risposta definitiva. Mi risulta invece che altre Province sono orientate a tenere sulla legge regionale, indipendentemente dall’interpretazione o meno del rinvio alla 422.
Al di là di questo aspetto, che potrebbe anche essere verificato successivamente, credo che nei prossimi mesi le cose da fare siano quelle che dicevo: fare in modo che sia l’ultima proroga di questa lunga vicenda della riforma del trasporto pubblico, delegare le Province definitivamente su questa materia, in modo tale che i piani del traffico vengano applicati, ovvero la riforma passi per gli strumenti di pianificazione che le Province hanno già adottato da parecchio tempo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Abbiamo bisogno di riunirci in Commissione, quindi chiedo la sospensione di questo argomento.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, propongo di sospendere la discussione della legge dopo l’intervento del consigliere Procaccini.

(Così rimane stabilito)

Cesare PROCACCINI. Un intervento molto breve, perché credo che il Consiglio regionale dovrà approfondire questo tema. In effetti penso ci sia una difformità di tempi fra l’art. 1 e l’art. 2 e la Commissione dovrebbe fasare questa disfunzione. Tuttavia il problema non è solo tecnico, ma politico, di scelta, perché il decreto legislativo 422 del 1997 che andava sotto il nome di “decreto Burlando”, in realtà ha introdotto, con il meccanismo della gara, la possibilità di una effettiva privatizzazione anche del trasporto pubblico, sia quello locale sia quello su area vasta. L’affidamento del servizio di trasporto, sia su gomma, sia il contratto ferroviario, è all’interno di questa opzione. La legge regionale 45, all’art. 20 in realtà dava una possibilità, sia al pubblico che al privato, di fondersi all’interno di un quinquennio, in una unica società — noi Comunisti italiani dicevamo a maggioranza pubblica — anche nell’interesse del privato, ma non è solo una cosa ideologica bensì di sostanza, perché in una concezione tal quale di pubblico-pubblico e privato-privato, in una gara con colossi nazionali ed internazionali, in primo luogo nelle Marche sarebbero spazzati via tutti i privati, nessuno escluso. Quindi nell’interesse generale c’era questa previsione. Purtroppo in questo quinquennio le cose non sono andate molto bene, perché il volontarismo e lo spontaneismo di per sé non fanno una buona cosa, tant’è che oggi siamo a discutere su una proroga, secondo noi opportuna, perché vanno verificate le nuove condizioni e vanno verificate anche possibilità dal punto di vista innovativo che possono essere introdotte, perché nella prospettiva noi dobbiamo parlare di nuovi bacini di traffico intermodali, misti, sia su gomma sia su ferrovia, perché le Regioni, purtroppo o per fortuna, secondo noi purtroppo, hanno anche la competenza sulla ferrovia e se non ci sarà una politica integrata su area vasta, con una previsione che non guardi solo ai costi, alla necessità del risparmio e alla buona gestione, ma insieme a questo guardi anche al servizio diffuso del trasporto come uno dei servizi principali, anche le marche saranno depotenziate rispetto al trasporto pubblico, sia su gomma che su ferrovia.
Qual è allora la proposta che fanno i Comunisti italiani? Quella in primo luogo di vedere una funzione molto integrata, di dare priorità al ruolo della ferrovia, di prevedere la possibilità del mantenimento e dell’estensione del trasporto come fase gestionale ed anche come fase di programmazione pubblica, perché in questa concezione possiamo mantenere l’unitarietà del territorio. Se passasse una concezione diversa, che guardi in maniera esclusiva alla tecnocrazia dal finto risparmio, molte aree che già sono penalizzate sarebbero ulteriormente penalizzate. Dai colleghi della maggioranza ho sentito una sottovalutazione. Non vuol dire sei trasporti, le corriere o i treni vanno in giro con pochi passeggeri, dobbiamo adeguare le strutture, le infrastrutture e i mezzi alle possibilità e alle necessità, quindi rinnovare anche il parco mezzi, perché il mondo non finisce nella Civitanova marche, né a San Benedetto né ad Ancona, né a Pesaro. La realtà della regione Marche è diffusa, quindi dobbiamo evitare, con una forzatura istituzionale positiva, la gara, perché la gara spazzerà via il sistema diffuso dei trasporti, pubblico e privato, in primo luogo quello pubblico. Quindi questa pausa di riflessione deve servire a tutto il Consiglio regionale e mi auguro anche a una maggioranza di centro-sinistra, per prefigurare un trasporti pubblico che sia tale.

PRESIDENTE. Interrompiamo la discussione sulla proposta di legge n. 26 per dare modo alla Commissione di elaborare un emendamento.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Deliberazione del Consiglio regionale n. 168/05: Piano regionale di edilizia residenziale (biennio 2004/2005) — Modifica dei termini» Giunta (4)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 4 ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza consigliere Comi.

Francesco COMI. Vi sono atti — questo è uno dei tanti — che non hanno valore prettamente politico e; come quello che abbiamo appena discusso, servono a consentire un più adeguato adempimento ad alcuni precisi impegni istituzionali. Che non sia un ritardo dovuto all’inerzia della Regione Marche lo dimostra la richiesta corale e istituzionale che è venuta da più soggetti, da più Comuni e lo dimostra il fatto che la Regione ha mantenuto fede ai suoi impegni.
La cifra della quale discutiamo, d’altro canto, è una cifra considerevole. Discutiamo di fondi per circa 61 milioni di euro e quelli messi a disposizione delle Province sono 51 milioni di euro, quindi un impegno della Regione Marche preciso che corrisponde a un’aspettativa precisa, che è quella di ridurre la tensione abitativa attraverso un sistema articolato di interventi. Per mantenere fede a quell’impegno oggi dobbiamo prorogare alcuni termini.
Voglio ricordare che l’atto al quale facciamo riferimento è il 168 del 2005, “Piano regionale di edilizia residenziale per il biennio 2004/2005&. La Giunta regionale ha mantenuto fede ai suoi impegni e un mese dopo, con un proprio atto amministrativo, ha determinato, per il suddetto piano, le somme disponibili e la loro ripartizione per i programmi attuativi, nonché tutte le modalità e le procedure per il finanziamento dei programmi sperimentali e per l’individuazione dei progetti parzialmente finanziati e il completamento di quelli in corso. Oggi si tratta di prorogare alcuni termini.
Il primo termine che dobbiamo prorogare è quello relativo alla pubblicazione del provvedimento di riparto dei fondi per ambito provinciale. Il termine attualmente previsto è quello di tre mesi dall’adozione dell’atto amministrativo 430, quindi dovrebbe essere scaduto l’11 luglio 2005. Si chiede di prorogarlo al 30 settembre. Non è una richiesta della Giunta regionale ma dell’Anci e dell’Upi che chiedono istituzionalmente una congrua dilazione del termine per l’emanazione dei bandi provinciali, in considerazione che, poiché detto termine coincide con la tradizionale pausa estiva dell’attività amministrativa, creerebbe agli enti locali stessi, una inevitabile difficoltà operativa nell’adempiere a tutte le procedure di selezione ma anche nel formulare tempestivamente i programmi provinciali.
Si tratta di un atto indispensabile, perché la cifra di cui oggi discutiamo è di 33 milioni di euro, pari al 65% dei fondi da ripartire per gli ambiti provinciali, quindi una cifra di tutto rispetto che merita l’attenzione giusta e i tempi giusti da parte delle autonomie locali.
La seconda questione riguarda la proroga dei termini per l’assegnazione dei fondi previsti per i programmi sperimentali e di completamento, come pure la proroga del termine per l’avviso pubblico relativo agli stessi programmi sperimentali. In questo caso si chiede una proroga rispettivamente al 31 dicembre e al 31 ottobre. La richiesta è motivata, anche in questo caso, dalla necessità di avere i tempi per affrontare un iter che nella sua complessità istruttoria rischierebbe di non essere compiuto in maniera ottimale e soprattutto per la particolarità dei temi da affrontare per gli interventi, che sono abbastanza complessi e articolati.
Anche per questo tipo di intervento l’impegno della Regione Marche era significativo, si trattava di una cifra pari a 9 milioni di euro circa, ovvero il 15% delle risorse disponibili, risorse che riguardano il finanziamento di programmi sperimentali finalizzati all’uso di nuove tecnologie e anche per l’utilizzo di tipologie edilizio-architettoniche non usuali. La Regione Marche, da questo punto di vista ha individuato tempestivamente i temi di sperimentazione: la bioedilizia, il risparmio energetico e tipologie abitative accessibili per alcune particolari categorie sociali, dotate di scarsa funzionalità psichica e fisica nonché tipologie abitative miste studenti-anziani.
La proroga dei termini che oggi viene richiesta e che è stata accolta unanimemente dalla Commissione, è per consentire un esatto adempimento a precisi impegni istituzionali, a fronte di una scelta politica e di un investimento politico cospicuo come quello dei 61 milioni di euro.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Confermo quanto esposto dal relatore di maggioranza. Siamo favorevoli alla proroga dei termini per questo provvedimento di legge e per dare l’opportunità di correttamente fare le graduatorie, ma soprattutto andare incontro anche agli enti locali per predisporre piani adeguati. Quindi annuncio il voto favorevole dell’opposizione a questa proposta di atto amministrativo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Nomine

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sulle nomine, il consigliere Giannini. Ne ha facoltà.

Sara GIANNINI. Chiedo il rinvio di questo punto dell’ordine del giorno, per darci tempo di approfondire la composizione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio.

Il Consiglio approva



Proposta di legge (Seguito della discussione e votazione): «Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 24 dicembre 1998, n. 45 e successive modificazioni: “Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche”» Giunta (26)

PRESIDENTE. Torniamo alla proposta di legge n. 26, ad iniziativa della Giunta.
Ha la parola il consigliere Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. L’articolo 2 della legge 26 viene modificato al primo comma, prevedendo 60 e non 30 giorni “dall’entrata in vigore della presente legge”.

PRESIDENTE. La pregherei di presentare l’emendamento per iscritto.
Ha la parola l’assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Intanto vorrei cogliere lo spunto dato dagli interventi sia della presidente della Commissione che dal consigliere Procaccini e dal consigliere Ricci, che tra l’altro è anche ex assessore ai trasporti della Provincia di Pesaro. Vorrei sottolineare come la Regione è stata chiamata in questa fase a svolgere un ruolo particolarmente complesso per il trasporto pubblico locale su gomma, in modo particolare per quello che riguarda gli indirizzi agli enti locali. Come siamo arrivati a questa formulazione di rinvio di 60 giorni di una proposta che la Giunta regionale è incaricata di redigere nel prossimo autunno?
Nel 2004 la Regione ha provveduto a determinare le condizioni per il completamento delle funzioni di gestione del trasporto pubblico locale attraverso l’adozione di due specifici atti normativi: le nuove modalità di assegnazione dei servizi del settore sulla base di quanto previsto dal nuovo testo dell’articolo 113 del testo unico degli enti locali, individuando nelle società a capitale misto pubblico-privato, nelle quali il socio privato venga scelto attraverso l’espletamento di gare con procedura ad evidenza pubblica il criterio preferenziale con il quale gli enti locali e i gestori del servizio dovranno procedere all’affidamento dei servizi e inoltre il Consiglio regionale lo scorso anno ha stabilito che dal primo gennaio 2005 i contratti di servizio del settore siano gestiti direttamente dalle Amministrazioni provinciali.
In effetti, per venire incontro alle esigenze di carattere finanziario delle Province, questa possibilità è stata demandata ancora una volta alla Regione per consentire il rispetto del patto di stabilità. Quindi questo trasferimento è avvenuto soltanto con il primo luglio di quest’anno in quanto l’Upi aveva chiesto alla Regione di continuare a corrispondere direttamente alle società consortili i corrispettivi.
La modifica di oggi consente, rinviando la scadenza dei contratti alla fine dell’anno, di scegliere quello che in maniera assolutamente corretta la relatrice ha indicato, con una doppia possibilità: sia la gara totale e ab initio, sia l’affidamento, ritenendosi bonificata, dal punto di vista dell’obiezione, la concorrenza derivante dall’Ue, l’individuazione, con evidenza pubblica, del socio privato da associare alla società pubblico-privata. Quindi c’è stata una biforcazione, una dualità di soluzioni largamente maggioritaria per la prima, la società pubblico-privata — tre Province su quattro si sono pronunciate in tal senso, e la quarta che era già in uno stato avanzato, aggiornato con il collegato della finanziaria che escludeva i trasporti, a differenza dei gas ed energia, dal novero dei servizi pubblici da sottoporre a gara.
In tal senso l’atto che stiamo approvando adesso prepara semplicemente le condizioni per la duplicità di comportamento da parte delle Province. l’atto è fortemente concertato, concordato con le aziende pubbliche e con le aziende private, con le Amministrazioni provinciali e, con la dovuta informativa, anche con il sindacato.
Vorrei avanzare una battuta in merito alle opportune osservazioni che, insieme agli altri, ha fatto anche il consigliere Procaccini, cioè l’occasione per valutare le integrazioni gomma-rotaia, per valutare la bontà dei contratti di servizio in essere, in modo particolare con Trenitalia, per favorire le integrazioni urbano ed extraurbano ed anche per verificare, come è stato correttamente indicato, la omogeneità dei criteri distributivi delle risorse, valutando anche un possibile aggiornamento dei criteri che sia più rispondente all’esercizio di un diritto costituzionalmente protetto qual è quello della mobilità.
Di fronte a queste difficoltà non v’è dubbio che la semplice richiesta di allargamento del servizio di capillarizzazione si scontra con una drammatica difficoltà di bilancio, ma sono ancora sensibili i margini di razionalizzazione che l’integrazione può suggerire, quindi siamo convinti che su questo versante delle positive, seppur parziali, risposte, potranno derivare dalla razionalizzazione.
Voglio segnalare che è stato assegnato uno studio per l’integrazione ferro-gomma in quattro ambiti regionali, uno per Provincia per quello che riguarda la maggiore scala individuata: Jesi-Senigallia e Ancona-Senigallia, Fano-Pesaro, Civitanova-Macerata e San Benedetto-Ascoli. Su queste aree sperimentali è stato individuato un percorso integrativo, a questo va aggiunto uno studio — per questo mi pare opportuna l’indicazione avanzata proprio dal consigliere Ricci — sugli ambiti provinciali, con un ambito programmatico che deve necessariamente rimanere regionale. Un ambito programmatico che omogeneizzi i bacini, stabilisca le connessioni e consenta, soprattutto nelle zone di sovrapposizione e di contatto, delle integrazioni necessarie, di carattere interprovinciale.
Ultima osservazione riguarda invece il potenziamento dei vettori ecologicamente più rispettosi, quelli elettrici e quelli a metano, su cui la partita che la Regione ha giocato negli ultimi anni è stata particolarmente impegnativa. Sono stati investiti oltre 40 milioni di euro nel rinnovo del parco automezzi.
Siamo quindi alla vigilia della messa in regola e dell’aggiornamento dei contratti di servizio, volti da un lato a valorizzare gli assets interni, le opportunità regionali, non negando la necessità di introdurre moderati elementi di tensione e di mercato. L’abbiamo fatto per il trasporto pubblico locale, introdurremo in maniera aggravata questi elementi di tensione di mercato nel rinnovo del contratto su ferro, dove cercheremo di dividere in due parti gli appalti: la parte riferita all’alimentazione elettrica, che per questioni tecniche non può essere sostituita da altri gestori sul piano regionale, mentre invece la parte alimentata diesel conosce delle potenziali offerte alternative concorrenziali sul piano regionale. Sarà questo il sale sulla coda di Trenitalia e del Governo che sul piano nazionale ha destinato alla regione Marche gli scarti della regione Lombardia: le uniche 4-5 macchine che avevano meno di dieci anni sono state tutte dirottate in Lombardia e noi abbiamo materiale rotabile di oltre 40 anni, nonostante un aumento della domanda per quello che riguarda il servizio ferroviario, che soltanto in sette anni è aumentata del 60%: dal 1998 al 2004 — lo vorrei dire al consigliere Binci, che su questo versante ha avanzato delle preoccupazioni — aumenta la domanda del trasporto pubblico, ma viene trattata in maniera assolutamente vergognosa, sia per il numero delle corse, sia per la qualità dei servizi, sia per la qualità del materiale rotabile. Quindi si apre uno spazio per una vertenza con Trenitalia alla vigilia del rinnovo del contratto dei servizi che penso troverà tutto il Consiglio regionale, senza distinzioni, dalla parte dell’aggravamento del servizio e del suo miglioramento.

PRESIDENTE. Passiamo all’esame degli articoli.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

Remigio CERONI. Chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

Michele ALTOMENI, Consigliere segretario. Procedo alla chiama.
Agostini presente
Altomeni presente
Amagliani presente
Badiali presente
Benatti presente
Binci presente
Brandoni presente
Brini assente
Bucciarelli assente
Bugaro presente
Capponi presente
Castelli assente
Ceroni presente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
Comi presente
D’Anna presente
Donati presente
Favia presente
Giannini presente
Giannotti assente
Lippi presente
Luchetti presente
Mammoli presente
Massi presente
Mezzolani presente
Minardi presente
Mollaroli presente
Ortenzi presente
Petrini assente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci presente
Rocchi assente
Romagnoli assente
Santori presente
Solazzi presente
Spacca assente
Tiberi assente
Viventi assente

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’articolo 1.

Il Consiglio approva

Articolo 2. Emendamento 001 della IV Commissione. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento 01 a firma Capponi. Viene ritirato.
Emendamento 1 a firma Ciccioli ed altri. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Si tratta di un emendamento tecnico e non politico, quindi chiediamo alla maggioranza di tenerne conto.

Rosalba ORTENZI. La Commissione esprime parere contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione l’articolo 2 come emendato.

Il Consiglio approva

Articolo 3. Si tratta della dichiarazione d’urgenza, quindi occorrono 21 voti. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio non approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva




Mozione (Discussione e votazione): «Adesione alla marcia per la pace Perugia-Assisi e alla VI Assemblea dell’Onu dei popoli» Favia, Binci, Solazzi, Procaccini, Giannini, Rocchi e Brandoni (25)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 25.
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. La marcia della pace ha un oggetto che è largamente condivisibili, non si può essere contrari. Poi, la struttura organizzativa è altra cosa. Votammo, a suo tempo, in questo Consiglio regionale addirittura la partecipazione del gonfalone, su richiesta di D’Ambrosio, dopo le vicende che hanno portato addirittura esponenti Ds e della Margherita ad essere fischiati nella manifestazione di due anni fa, noi non abbiamo più dato parere favorevole. Ovviamente non ci sentiamo di votare contro, quindi il gruppo di An — ma credo di poter parlare a nome di tutti i gruppi dell’opposizione — si asterrà.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Confermo quanto detto dal collega Ciccioli, preannunciando la nostra astensione, ma voglio aggiungere che mi dispiace più del metodo che del merito, nel senso che, condividendo, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo, in cui l’occidente sta subendo attacchi alla pace e alla sicurezza dei cittadini, mi dispiace che questa iniziativa sia stata presa dalla maggioranza senza consultare la minoranza consiliare, perché ritengo che in questo caso la convergenza sarebbe stata totale. Quindi un invito a non strumentalizzare questo tipo di iniziative e a non farle apparire come cose di parte, perché se il metodo cambia c’è la possibilità di una convergenza maggiore, la più auspicata, perché questi temi non sono né vostri né nostri ma sono di tutti, quindi su questi temi invito i capigruppo di maggioranza a una maggiore attenzione e rispetto delle minoranze e soprattutto rispetto dei temi importanti che stiamo trattando. Questo è uno di quelli. Se l’atteggiamento fosse stato diverso, il nostro voto sarebbe stato favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannini.

Sara GIANNINI. Accolgo l’invito del consigliere Bugaro, anche se dalla dichiarazione di voto del consigliere Ciccioli non mi pare che il voto di astensione derivi da una questione di merito ma da una questione di sostanza politica.
Per poter completare la mozione, propongo di aggiungere, dopo “mettere al bando la guerra”, le parole “e rendere efficace la lotta al terrorismo”, visto anche quello che è successo in questi ultimi giorni.

Fabio PISTARELLI. Nell’ultimo capoverso delle premesse c’è scritto “...a invitare e ospitare nella nostra città”.

Adriana MOLLAROLI. Va cambiato con “regione”.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Onde evitare equivoci su questa questione, rispetto a chi chiede l’allargamento e la condivisione di un documento come questo, siccome la mozione era stata presentata, chiunque poteva preparare una risoluzione comune. Se qualcuno propone una cosa che si condivide non siamo per forza contrari. Non è che se qualcuno propone qualcosa di positivo io mi tiro indietro perché l’ha proposta quel qualcuno. Questo per fare chiarezza, altrimenti si invoca la correttezza da parte degli altri ma la sostanza viene negata. Se qualcuno aderisce a qualche cosa di positivo si aderisce, e tutt’al più si chiede una risoluzione comune, non che dopo ci si astiene paventando altre cose, perché ho l’impressione che questo atteggiamento nasconda invece la coda di paglia.
Credo che questi documenti vanno rispettati per quelli che sono, non per quelli che qualcuno vorrebbe leggere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non so perché Luchetti si è arrabbiato. Bugaro ha richiesto, di fronte a una proposta che poteva essere condivisa, di firmare. Questa idea poteva venire anche a noi: non ci abbiamo pensato, alla marcia della pace. Quindi non è necessario arrabbiarsi, come hai fatto, Marco. Soprattutto il gruppo Udc negli anni passati ha votato puntualmente per l’adesione alla marcia della pace. Il problema è che, una volta partecipando, una volta vedendo i report dei media, è apparsa una massiccia strumentalizzazione. Inviterei i leaders, quando vanno a queste manifestazioni, a mischiarsi tra la folla, invece sono sempre in testa al corteo.
Comunque, quest’anno ci asteniamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me ci sono ancora i termini per giungere a una risoluzione unitaria, perché la fase che viviamo ha bisogno, sui temi della guerra, della pace, contro il terrorismo, di una grande unità. Sarebbe un segnale forte se le marche, attraverso una risoluzione unitaria, con la sua massima rappresentanza, quella del Consiglio regionale, giungesse a una risoluzione unitaria, perché non siamo in condizioni normali ma di grande crisi, di grande difficoltà, con una guerra e con un attacco terroristico di portata globale.
Per la verità, colleghi “diversificati” di questo Consiglio regionale, ciò non riguarda solo l’occidente, a meno che i morti egiziani nella esplosione avvenuta l’altro ieri non contino nulla e non conti nulla neanche quel ragazzo che è stato ucciso dalla polizia, che proveniva dal Brasile per motivi di lavoro.
Oggi, in questa fase la marcia della pace assume un significato politico, che dice a tutti noi di mettere da parte le beghe di bottega e guardare ad un mondo dove non ci sia più la guerra in futuro, perché non è solo questa guerra che ha alimentato il terrorismo, ma per la verità, dopo la prima guerra nel Golfo il terrorismo ha avuto una forte scalata. Se non vogliamo essere ipocriti, pur nelle nostre diverse analisi e posizioni oggi, dobbiamo dare con forza un grande contributo istituzionale unitario, forte, al di là delle divergenze, attraverso una adesione unitaria e forte del Consiglio regionale alla marcia della pace. Su questo versante è ovvio che i Comunisti italiani non solo sono disponibili, ma disponibilissimi.

PRESIDENTE. Ci sono margini per raccogliere l’appello di Procaccini?
Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Credo che, proprio su un tema così delicato e importante, la nostra astensione è già un atteggiamento di grande responsabilità, proprio perché su questo non si può dire “allora votiamo contro”, perché la metteremmo sul piano del conflitto politico. E’ un tema delicatissimo, soprattutto in questo momento, noi ci asteniamo, cogliete il significato della nostra astensione. Mi sembra un atteggiamento corretto e aperto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento del consigliere Giannini, che propone di introdurre, dopo le parole “...al bando la guerra”, le parole “e rendere efficace la lotta al terrorismo” e che propone di sostituire “nella nostra città” con “nella nostra regione”.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la mozione come emendata.

Il Consiglio approva



Mozione (Discussione e votazione): «Due diligence del bilancio regionale» Massi, Viventi, Lippi, Santori, Capponi, Pistarelli, Romagnoli, Castelli, Ceroni, Bugaro, Cesaroni, Brini, Ciccioli, D’Anna, Giannotti e Tiberi (1)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la mozione n. 1 dei consiglieri Massi e altri.
Ha la parola il consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Come avevamo comunicato in via informale, il gruppo della Margherita ha un impegno, quindi non saremo in grado di rimanere fino alla fine del dibattito. Mi sembrava corretto comunicarlo per organizzare i lavori nel modo che si riterrà più opportuno. Noi, nel giro di venti minuti dovremo assentarci.

PRESIDENTE. Direi di iniziare la discussione e non appena il gruppo della Margherita riterrà di dover lasciare l’aula, chiudere la seduta.
Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Un argomento di questo tipo, secondo me richiede un tempo lungo di discussione, oltre a quello paventato dai promotori della mozione. Poi c’è il fatto consolidato che se un gruppo politico chiede, per motivi politico-istituzionali, di assentarsi, credo che ciò vada accolto, soprattutto per rispettare il dibattito, perché secondo me questa discussione ha bisogno di più ore, perché parliamo di questioni, non di visibilità sui giornali il giorno dopo. Se è una cosa seria ha bisogno di tempo, se non è una cosa seria si può fare anche in un quarto d’ora.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Questa è la mozione n. 1 e abbiamo appena votato la n. 25. Lo scorso Consiglio il Presidente Minardi aveva assicurato la discussione di questa mozione, oggi, in apertura dei lavori, abbiamo accettato tout-court l’inserimento d’urgenza della mozione n. 25: mi sembra che venti minuti per discutere questa mozione — visto che il primo firmatario li ha ritenuti sufficienti — sono congrui. Rimandare a settembre la discussione di questa mozione che doveva essere immediatamente discussa mi sembra veramente un allungare il bordo da parte della maggioranza, vergognoso. Chiedo quindi che venga discussa. Il consigliere Procaccini ha parlato di rispetto del gruppo della Margherita, però ricordi che si crea un precedente, perché se nel prossimo Consiglio il gruppo di Forza Italia che ha otto consiglieri dicesse che ha un impegno e deve lasciare l’aula, credo che non si possa interrompere il Consiglio per un impegno di carattere politico di un gruppo. Questa è una istituzione e va rispettata. Le istituzioni vengono prima della politica, a casa mia. Non so a casa vostra.

PRESIDENTE. Credo che una buona mediazione potrebbe essere quella di iniziare la discussione della mozione e sospendere il Consiglio alle 17,25, visto che l’assessore è pronto, il relatore è pronto e la stiamo rinviando da parecchio tempo. Se non vi sono obiezioni, procediamo in questo senso.
Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Rinuncio alle disquisizioni tecniche, dico solo che questo è un tema che nella precedente legislatura abbiamo sottolineato più volte. Ricorderete delle discussioni sulla certificazione del bilancio. Non ho nulla contro i tre “prodi” consiglieri regionali che sono revisori del bilancio, non è questo il problema.

Carlo CICCIOLI. I tre consiglieri sono revisori del bilancio del Consiglio.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. D’accordo.
Voglio ricordare che abbiamo più volte chiesto una certificazione da parte di una società specializzata, poi quando in Piemonte ha vinto le elezioni Mercedes Bresso, ci è venuta un’altra idea. La Bresso ha detto “fermi tutti, per due mesi rifacciamo tutti i conti”, con una società di certificazione specializzata. L’idea ci è piaciuta e ci è sembrato che si riferisse anche a quello che noi più volte avevamo chiesto nei precedenti mesi, tutto qui. Siccome i balletti delle cifre sono sempre diversi di volta in volta, chiediamo se questo sia possibile anche nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. E’ iniziata una nuova legislatura, ma mi pare che l’opposizione ripropone le questioni più volte sollevate anche nella precedente. L’esigenza del tutto comprensibile, richiamata dal consigliere Massi, fa riferimento a situazioni incerte, oppure a cambi di governo in cui c’è la necessità di fare una doppia striscia rossa sui conti fondamentali. Cosa che è capitata nel Lazio, in Piemonte, in Liguria e in molte altre situazioni, ed è buona regola che quando si tratta di azzerare, aggiornando, una situazione contabile-finanziaria ci sia questo asseveramento delle cifre.
Mi permetto di segnalare che non c’è nessuno scandalo nella richiesta, perché la Regione Marche, non da adesso, questa certificazione esterna con due agenzie di rating la fa ogni anno e tutti i dati necessari alla certificazione di bilancio sono in possesso di tutti i consiglieri che lo richiedono. Non vedo Ceroni, ma vi segnalo che per esempio il consigliere Ceroni ha già chiesto la documentazione riferita ai dati effettivi di bilancio, trasferiti alla Corte dei conti, alla Ragioneria generale dello Stato e al Ministero dell’economia in maniera analitica, consegnati. Vi vorrei dire che tipo di documenti è a disposizione di ciascun consigliere: programma regionale, rendiconto generale, Dpef, legge finanziaria, bilancio di previsione, piano operativo annuale, assestamento di bilancio, il Puo dopo l’assestamento, rapporto Ipi sull’internazionalizzazione, rapporti di Prometeia sugli scenari per le economie locali, rapporto della Banca d’Italia, dati Istat sulla situazione economica, analisi dettagliata delle entrate e delle spese per categorie e per settori d’intervento, analisi dei residui attivi e passivi alla chiusura dell’esercizio, andamento dei residui perenti, analisi delle economie vincolate, risultati finanziari, documentazione attestante il rispetto dei vincoli imposti dal patto di stabilità, piano sanitario, applicazione del riordino della legge del sistema sanitario con gli atti aziendali e i report di fine anno, modalità per l’esercizio da parte dell’Asur delle funzioni trasferite, definizione dei budget delle singole aziende e dell’Asur, proposte di atto amministrativo e rendicontazione di tute le spese sanitarie, decreti dei direttori dipartimenti servizi alla persona e al bilancio, andamento della spesa sanitaria aggregata per singolo centro di costo, mobilità attiva, mobilità passiva, posizione debitoria, debiti e tempi di pagamento, leggi finanziarie, bilanci di previsione, previsioni di deliberazione di modifica del piano operativo annuale, programmazione triennale dei servizi di trasporto pubblico che sono la terza voce di bilancio, integrazione dei dati macroeconomici, tutta la documentazione e i dati del servizio di controllo di gestione, dati del controllo strategico della Regione, delibere Cipe e tutta la documentazione per la gestione attiva del debito, comprendente le offering circular che il consigliere Ceroni ha legittimamente chiesto e ottenuto e che ha in suo possesso da diverse settimane.
Tutto questo materiale non è a disposizione eccezionalmente. E’ un deficit di conoscenza, peraltro non generalizzato, devo dire.
Le agenzie Standard & Poor’s e Moody’s, da sei anni chiedono anticipatamente e rendicontano sul rating della Regione Marche nei confronti delle maggiori istituzioni creditizie e finanziarie, oltre che nei confronti degli organismi statali.
Quindi non perché risulta offensiva la richiesta, ma perché risulta già soddisfatta da diversi anni, quindi è immotivata.

PRESIDENTE. Vi sono altri interventi?
Se non vi sono altri interventi, ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Ho sentito la veemenza con cui l’assessore si è posto di fronte a questa richiesta, ma io credo che ci sia, da parte della minoranza, la necessità di prendere atto delle situazioni precedenti. E’ vero che esistono in questa Regione delle strane continuità. Abbiamo oggi l’assessore che era ieri dirigente del dipartimento...

Pietro MARCOLINI. Dovrebbe studiare un po’ di più, perché i dati sono a disposizione. La due diligence riguarda l’informazione sull’andamento dei dati finanziari, cosa che è a disposizione.

Fabio PISTARELLI. Però, qui il dibattito è politico, non è tecnico.

Carlo CICCIOLI. Innanzitutto c’è un nuovo assetto della Giunta regionale, dell’Amministrazione. Questa Amministrazione, sono il primo che ne do atto, non è la stessa della Giunta D’Ambrosio precedente. Questa mattina abbiamo votato una legge sul personale che è asimmetrica rispetto alla precedente organizzazione del personale. Ricordo quando la proposta di legge presentata dall’allora assessore Carmen Mattei indicava alcune cose che oggi sono state assolutamente delegate e sono state fatte altre costruzioni. Adesso c’è una nuova Amministrazione, l’Amministrazione Spacca, benché vi sia un nesso di congiunzione abbastanza forte tra l’attuale Presidente che è stato Vicepresidente, l’attuale assessore che è stato il dirigente nella precedente organizzazione dei servizi ragioneria, finanze e quant’altro, però ci sono dei cambiamenti. Chiedere che ci sia un riesame complessivo della situazione finanziaria dell’ente, del bilancio dell’ente, è quasi una fotografia che si fa rispetto a quello che c’è stato, quindi non c’è assolutamente nulla da scandalizzarsi. E’ come se fosse cambiato il consiglio di amministrazione di una società e il nuovo consiglio di amministrazione chiede di rivedere il vecchio consiglio di amministrazione. Questo non è dato, noi ne prendiamo atto. Noi chiediamo ad occhi esterni di valutare questa situazione, di fotografarla, di certificarla, di valutare come sono state le cose. Non voglio dire che la vecchia Giunta fosse la Parmalat, però qualche passato dirigente...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Standard & Poor’s è la stessa: tocchiamo ferro.

Carlo CICCIOLI. In effetti ci sarebbero delle analogie, ma non voglio essere di cattivo gusto e non voglio parlarne.
Non inveisco neanche, dico “certifichiamo la situazione”. Dov’è la lesa maestà? Il passato viene ricertificato e noi andiamo avanti.
Mi permetto di dire che ho avuto colloqui con dirigenti di quei servizi dei vecchi periodi amministrativi, che mi hanno detto che molte cose non funzionavano e non andavano del bilancio e di altre cose.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. Sanate.

Carlo CICCIOLI. Alcuni mi dicono che non sono state sanate. Certifichiamo.

Luciano AGOSTINI, Vicepresidente della Giunta. No, tu hai il dovere di approfondire.

Carlo CICCIOLI. Daremo dei nostri approfondimenti. E’ vero che in questo caso non è il mio settore, poiché di questo settore si occupa, in Commissione l’autorevole vicepresidente Fabio Pistarelli, quindi a ognuno il suo compito, però non andate a stuzzicare, perché extra qui, ognuno di noi ha i collegamenti. Per esempio, in tema di sanità la nostra Regione in questo momento è all’attenzione del Ministero della sanità e stiamo cominciando a certificare. Quindi verifichiamo intanto la situazione di bilancio.
Insisto e ovviamente la maggioranza ha la possibilità di respingere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Capisco la diligenza con cui l’assessore Marcolini, nella continuità, chiede di respingere questa cosa, elencando come sarà riempito il Tir di Ceroni con tutti quei documenti, però vorrei chiarire una cosa. Il Piemonte pure è sottoposto all’esame di società di rating, come noi. No?

Pietro MARCOLINI. Lì ci stanno dieci anni di governo e una nuova Giunta, oltre alla necessità di richiamare una certificazione che non esisteva. Mercedes Bresso ha detto che per la prima volta si sarebbe servita di due delle tre società di rating.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Le società di rating il bilancio lo devono certificare.

Pietro MARCOLINI. C’è una società di rating soltanto, è stata chiamata una seconda società di rating per certificare...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. La differenza è che noi ne abbiamo due e loro ne avevano una.

Pietro MARCOLINI. Noi ne abbiamo due e la terza ci ha offerto gratuitamente i servizi, perché si fida della trasmissione dei dati delle prime due, offrendo gratuitamente il rating.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. La questione non riguarda la discontinuità o meno.

Pietro MARCOLINI. E’ la disponibilità dei dati. Se lei ci chiede qualche dato che no è a disposizione, ha perfettamente ragione. Io dico che la due diligence riguarda il comportamento corretto dovuto, di diligenza nella gestione finanziaria, che risponde a un albero di indici. Tutto l’albero di questi indici è guardato da sette anni. Se lei ne aggiunge qualcuno, ha sicuramente ragione nel dire “voglio vedere qualche cosa che non ho visto prima o che non è stato certificato”, se però questo non è, mi permetto di dire che va analizzato il dato.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Se serve questo lo ripreciseremo, però dire che abbiamo due società di rating, quindi non c’è bisogno di certificazione...

Pietro MARCOLINI. Perché la certificazione c’è già.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non tiene, perché un rating che sta in Piemonte è credibile lo stesso, a meno che si voglia dire che finora dava i voti all’ente Piemonte non è affidabile, per cui abbiamo Standard & Poor’s e ce la teniamo.

Pietro MARCOLINI. Sono tre le agenzie, consigliere, Standard e Poor’s, Moody’s e Fisher. Due di queste a pagamento ci hanno dato il servizio, la terza — ci sono gli atti — ce l’ha offerto gratuitamente, perché ha ritenuto assolutamente credibile la documentazione che noi abbiamo presentato. Sono tre nel mondo, non ce ne sono venti. Le agenzia di rating riconosciute sul piano mondiale sono tre. Queste ci hanno certificato da sette anni, da gestioni finanziarie precedenti, quindi non è merito nostro, non voglio accreditare un merito particolare. La terza ce l’ha offerto con lettera ufficiale, gratuitamente. Questi dati sono a disposizione. Se vogliamo inventare una quarta società, facciamo una scelta aggiuntiva e chiederemo di verificare i dati anche alla quarta società.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Oppure precisiamo alle stesse di monitorare altre...

Pietro MARCOLINI. Questo lo faremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Noi avevamo firmato questa richiesta perché riteniamo che in questi anni i comportamenti della Giunta in fase di presentazione dei conti non siano stati lineari e coerenti. E’ vero che questi bilanci sono certificati, ma in questo paese siamo abituati a dare un valore relativo a queste certificazioni. Pure la società Parmalat, che ha “fregato” una montagna di risparmiatori italiani aveva dei bilanci certificati. Inoltre penso che le società danno un giudizio sulla base della documentazione che viene prodotta: se uno presenta dei documenti reali la società di rating può dare un giudizio, se i documenti sono poco esatti, la società potrebbe essere tratta in inganno.
In questi anni ho detto che lo Stato non aveva tagliato alcuna risorsa sulla sanità, mentre voi, per cinque anni avete predicato questo. Quello che io dico sta scritto nel rapporto di gestione, perché nel corso degli anni le risorse trasferite dallo Stato alle Regioni per la sanità sono aumentate. E’ il vostro rapporto di gestione, l’avete approvato in Giunta pochi giorni fa. (Interruzione). Non è questo che avete sostenuto in questi anni. Voi avete dichiarato che lo Stato tagliava le risorse. Era allora più corretto dire che, secondo la vostra manica larga, secondo gli sprechi che fate a piene mani, l’aumento delle risorse da parte dello Stato non è sufficiente a coprire le necessità.
Quindi alcune cose che avete detto in questi anni sono state smentite dal rapporto di gestione. Detto questo, c’è anche di vero che siete abituati a fornire documenti che vengono modificati, dati che vengono modificati in corso d’opera, lo avete fatto anche nei confronti della Corte dei conti, che proprio su questo ha aperto un fascicolo. Noi abbiamo segnalato alla Corte dei conti che voi avete cambiato le carte in tavola, la Corte dei conti ha aperto un fascicolo nei confronti di non so chi, il responsabile di queste operazioni, però è vero che ha aperto un fascicolo. Avete bluffato sulla capacità di indebitamento. Sappiamo che avete esaurito la possibilità di fare mutui e qui l’avete negato, invece è scritto chiaramente nei documenti. (Interruzione). La Corte dei conti è stata chiamata in causa rispetto alle carte che modificate in corso d’opera e per questo ha aperto un procedimento nei confronti del responsabile. Rispetto alla segnalazione che abbiamo fatto, questo mi hanno comunicato. Hanno comunicato che è stato aperto un procedimento nei confronti dell’esecutore di questo misfatto.
Sulla capacità di indebitamento avete truccato le carte, avete esaurito completamente la capacità di indebitamento, tant’è che, nonostante le ristrutturazioni del debito — perché i debiti li avete allungati, avete fatto tutte le capriole possibili e immaginabili: questo sta scritto anche nella documentazione — era opportuno, all’inizio di questa legislatura, mettere le carte in tavola, cioè “diciamo che cosa è successo in questi dieci anni”. Non avete avuto il coraggio di farlo, tanto più che qui c’è un conflitto di interessi, assessore. Lei è stato “direttore d’orchestra” della precedente Amministrazione e oggi si trova nell’ingrato compito di dover difendere le operazioni fatte in passato. Comunque fate come vi pare: se avete i numeri per respingere questa richiesta, come avete fatto in passato, continuate a farlo oggi.
Noi crediamo che non tutto sia chiaro, questa era l’occasione per chiarire tutto e i vostri comportamenti rafforzano la convinzione che sotto le montagne di carte che avete prodotto, ci sia ancora del marcio. Presto o tardi penso che i dati veri, reali verranno fuori.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Secondo me, una discussione di questo tipo andava svolta alla presenza del Presidente della Giunta Spacca, che è anche la continuità della gestione politica del bilancio regionale. La richiesta è legittima, tuttavia pensavo che l’opposizione contestasse le scelte politiche della maggioranza e della Giunta, vale a dire i settori nei quali sono stati spesi i soldi e le risorse, invece si attarda ancora una volta a criticare una presunta cattiva gestione tecnica del bilancio e da questo si evince una incapacità a prospettare una ipotesi alternativa di bilancio per risolvere i problemi delle Marche.
Secondo noi invece — è per questo che voteremo contro — l’assestamento del bilancio prossimo deve essere l’occasione per una discussione seria, in primo luogo con il mondo del lavoro, su come utilizzare in questo contesto di difficoltà, le risorse pubbliche, per verificare in quali settori la Regione deve intervenire. Questa è la discussione da fare e non attardarci su questioni che nulla attengono a scelte politiche ma attengono a scelte tecniche, da funzionari.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la mozione.

Il Consiglio non approva

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 17,30