Resoconto seduta n.70 del 26/06/2007
SEDUTA N. 70 DEL 26 GIUGNO 2007



La seduta inizia alle ore 10,40


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 69 del 19 giugno 2007, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento interno.
Comunico che:
E' stata presentata la seguente proposta di legge:
- n. 174, in data 14 giugno 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, Romagnoli, Silvetti, D'Anna, concernente: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 36 del 16 dicembre 2005 - Riordino del sistema regionale delle politiche abitative", assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 191 dei Consiglieri Massi, Ricci, Capponi, Donati, Lippi, Pistarelli e Procaccini "Denuncia di danneggiamento delle lapidi apposte sul muro della collina di Walpersberg a Kahla, nella regione della Turingia, a ricordo dei deportati italiani caduti nei terribili campi di lavoro nazisti'';
- n. 192 dei Consiglieri Mollaroli, Mammoli, Benatti, Favia, Giannotti e Massi ``Emergenza organici nella scuola pubblica per l'anno scolastico 2007/2008 e nuova legge sull'istruzione";
- n. 193 dei Consiglieri Lippi e Ortenzi "Attuazione protocollo Kyoto per impianti fonti rinnovabili".
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 11 giugno 2007, le seguenti deliberazioni:
- n. 629 "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione vincolata. €. 136.540,08";
- n. 630 "Art. 34, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 40.000,00";
- n. 631 "Art. 34, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 12.832,72";
- n. 632 "Art. 34, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 -- Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 77.403,40";
- n. 633 "Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 262.500,00";
- n. 634 "Art. 34, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 7.780,75";
- n. 636 "Art. 29, comma 3, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Variazione compensativa al Programma Operativo annuale 2007. Importo di €. 1.102.613,56";
- n. 637 "Art. 26, comma 1, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazioni statali vincolate a scopi specifici e relativi impieghi - €. 5.839.124,84";
- n. 638 "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazioni di soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. €. 511,68";
- n. 639 "Revoca D.G.R. n. 518 del 21 maggio 2007 - Art. 34, comma 1, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 2 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di maggiori entrate accertate nell'anno precedente. €. 359.071,60";
- n. 640 "Art. 26, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione vincolata. €. 87.500,00".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Favia, Mollaroli, Giannini, Solazzi.


Interrogazione n. 590
del Consigliere Lippi
“Degrado piazzole di sosta Superstrada Valdichienti”
Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 590 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 706
del Consigliere Procaccini
“Dichiarazioni Assessore regionale Paolo Petrini presso sede Consiglio comunale Porto Sant’Elpidio”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 706 del Consigliere Procaccini. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Le dichiarazioni oggetto dell’interrogazione, e stigmatizzate dalla stampa locale, sono state riportate in maniera equivoca perché, pur essendo mie dichiarazioni molto dure, indirizzate ad un consigliere di Porto Sant’Elpidio, esponente del partito dei Comunisti Italiani, riguardavano nello specifico situazioni di carattere prettamente locale e non andavano ad incidere sulla sfera relativa al pensiero e all’appartenenza politica di quello stesso consigliere.
Malgrado l’evento nasca in una situazione di tensione politica, credo sia da riferirsi unicamente all’aspetto meramente locale e che quindi non attiene a sfere diverse da quelle che ho appena accennato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Avrei preferito che a questa interrogazione rispondesse il Presidente della Giunta regionale Spacca, perché le gravissime affermazioni, non equivocate dalla stampa, ma trascritte in una apposita registrazione a margine del Consiglio comunale di Porto Sant’Elpidio, dimostrano una noncuranza, dimostrano un atteggiamento di arroganza inaudito verso il nostro partito, quello dei Comunisti Italiani, ma anche verso la Margherita e verso gli esponenti di questi partiti in Consiglio comunale di Porto Sant’Elpidio.
Di fronte alla dignità delle forze politiche e anche di fronte alle persone che le rappresentano, il sottoscritto non guarda in faccia a nessuno. Perché, caro Assessore, lei ha avuto mesi e mesi per fare un gesto e oggi fa una reiterata affermazione di arroganza.
Chi ha un ruolo di direzione politica e istituzionale dovrebbe tentare di unire – lo so che lei è impegnato al telefono! – e non di dividere. Dovrebbe evitare la provocazione e dovrebbe, se possibile, cercare di comporre, non gettare benzina sul fuoco come ha fatto lei. Come in questa occasione, per esempio, avrebbe dovuto ascoltare con educazione e non stare al telefono.
Comunque sia questo non è un problema nostro, perché c’è chi scambia, come lei, il ruolo di direzione e di unità della coalizione di centro-sinistra con il concetto di proprietà, scambia il ruolo di direzione – lei può anche ridere – e se volete, visti i numeri, anche di legittima egemonia che esprimete, perché siete una grande forza, però scambiate questi concetti con il comando.
Questo è un segnale di grande debolezza e non di forza.


Interrogazione n. 722
del Consigliere Lippi
“Personale ERF”
Svolgimento

Interrogazione n. 769
del Consigliere Bugaro
“Assunzioni a tempo indeterminato presso l’Ente Fiera di Ancona”
Rinvio

abbinate
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 722 del Consigliere Lippi e l’interrogazione n. 769 del Consigliere Bugaro, abbinate.
L’Assessore risponderà, però, soltanto all’interrogazione n. 722 perché per rispondere alla n. 769 ha bisogno di ulteriori elementi che non gli sono ancora pervenuti.
Per la Giunta risponde l’Assessore Giaccaglia.

Gianni GIACCAGLIA. In relazione all'interrogazione n. 722 del consigliere Leonardo Lippi, avente per oggetto "Personale E.R.F.", tendente a conoscere: il numero di unità di personale proveniente dall'Ente Autonomo Fiera di Ancona e dall'Ente autonomo della Calzatura di Civitanova Marche, che è stato inquadrato nell'E.R.F. al momento della costituzione dell'Ente stesso, nel 1997, le qualifiche funzionali di appartenenza ed il trattamento economico percepito; i criteri e le modalità di inquadramento, con decorrenza 1 gennaio 1997 del predetto personale ERF, le eventuali tabelle di corrispondenza utilizzate per effettuare il predetto inquadramento e la eventuale corresponsione di assegni ad personale.
Si forniscono le seguenti informazioni così come comunicate dall'E.R.F. con nota prot. n. 580 dell'11 giugno 2007.
1. II personale proveniente dall'Ente Fiera di Ancona, inquadrato nell'ERF al momento della costituzione dell'Ente stesso è di n. 13 di cui n. 5 unità di 5° livello così suddivise - le cifre sono in lire perché fanno riferimento al 1997 -;
a) n. 2 unità stipendio lordo mensile lire 2.176.561
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 2.391.495;
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 2.348.868;
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 2.271.498;
comprensivo di assegno ad personam di lire 8.783;
b) n. 2 unità di 6° livello così suddivise:
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 2.385.436;
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 2.429.315;
comprensivo di assegno ad personam di lire 43.879;
c) n. 5 unità di 8° livello così suddivise:
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 3.953.309;
- n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 4.171.363;
comprensivo di assegno ad personam di lire 123.815;
d) n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 4.082.147;
comprensivo di assegno ad personam di lire 877.661;
e) n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 3.845.116;
-comprensivo di assegno ad personam di lire 692.430;
f) n. 1 unità stipendio lordo mensile lire 4.384.099;
-comprensivo di assegno ad personam di lire 976.244;
g) n. 1 dirigente stipendio lordo lire 6.122.960.
2. II personale proveniente dall'Ente Autonomo della Calzatura di Civitanova Marche inquadrato nell'ERF al momento della costituzione dell'Ente stesso è di n. 2 unità così suddivise:
- 4° livello - n. 1 unità stipendio lordo lire 2.080.772;
- 8° livello - n. 1 unità stipendio lordo lire 3.709.535;
comprensivo di assegno ad personam di lire 369.562.
3. Contratto approvato: Contratto nazionale Regioni autonome locali all’epoca vigente.
4. Data inquadramento: il personale proveniente dall'Ente Fiera di Ancona e dall'Ente autonomo della Calzatura di Civitanova Marche è stato inquadrato nell'E.R.F. dal mese di aprile 1997 rispettando la qualifica funzionale di provenienza riconosciuta a decorrere dal 1 ° gennaio 1997.
La risposta è a firma congiunta del Vicepresidente Agostini e mia.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Lippi.
Colleghi Consiglieri, per cortesia, prestate attenzione ai lavori dell’Aula anziché organizzare riunioni separate.

Leonardo LIPPI. Volevo portare a conoscenza dell’Aula il motivo di questa interrogazione. Non è rivolta alla Giunta, ma è rivolta all’inadempienza dell’Ente fieristico che a tutt’oggi, vista la riposta dell’Assessore, ancora non ha evaso, perché quello che l’Assessore ha detto io ce l’ho come documentazione fornitami dagli uffici competenti della Giunta regionale.
Quindi questa interrogazione era per segnalare che dalla lettera datata 8 febbraio a tutt’oggi non ho ancora una risposta dell’Ente fieristico per quanto riguarda la situazione analitica del personale e sulla base di quali atti sono stati fatti gli inquadramenti.
Ribadisco in questa sede che sono solidale con la Giunta perché insieme chiediamo questi atti all’Ente fieristico per avere ulteriori informazioni.
Il motivo dell’interrogazione, quindi, era per accelerare la procedura. Non vorrei attivarmi in altre sedi non istituzionali per ottenere informazioni che sono di pubblico dominio.

PRESIDENTE. Se i Consiglieri stessero attenti quando il Presidente parla capirebbero quello che dice! Debbo continuamente richiamare l’attenzione. Ripeto, l’Assessore non ha risposto all’interrogazione n. 769 perché non gli sono stati forniti ancora tutti i dati necessari per la risposta. Quindi, pur essendo le due interrogazioni abbinate, ha risposto soltanto alla n. 722, alla n. 769 risponderà in seguito.


Interrogazione n. 630
del Consigliere Binci
“Deposito di Sabbia ubicato nel comune di Fermo località Marina Palmense”

Interrogazione n. 704
del Consigliere Binci
“Deposito di Sabbia ubicato nel comune di Fermo località Marina Palmense”

Abbinate
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 630 del Consigliere Binci e l’interrogazione n. 704 del Consigliere Binci, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs. Invito i Consiglieri a prestare attenzione!

Gianluca CARRABS. In merito all’interrogazione n. 630 si esplica quanto segue:
Punto 1). Si specifica che la scelta del sito ove depositare la sabbia è stata unilateralmente presa dal comune di Fermo che ha un Prg adeguato al Ppar e che, molto probabilmente, avrà tenuto conto delle prescrizioni del Prg stesso, approvato a suo tempo dalla Provincia di Ascoli Piceno ai sensi della l.r. n. 34/92.
Punti 2) e 3). La l.r. n. 16/2006 si limita a specificare che le prescrizioni di base del Ppar e le corrispondenti prescrizioni dei Prg ad esso adeguati "non si applicano alle opere provvisorie necessarie per l'esecuzione dei lavori relative ad azioni ed ad interventi di cui alla lett. a del comma 2) contenuto nella programmazione regionale dei ll.pp.". La norma cioè disciplina soltanto il rapporto tra queste opere provvisorie e le prescrizioni base del Ppar e non si occupa di altri eventuali aspetti quali rapporto, ad esempio, con la normativa sulla caccia, sull'urbanistica, ecc.. E' pertanto una legge settoriale che non si è occupata, né poteva occuparsi, di altre eventuali questioni attinenti la problematica in argomento.
Punto 4). Tali aspetti meramente tecnici non riguardano la Regione Marche, ma un rapporto diretto tra il Comune di Fermo (proprietario dell'area) e l'impresa che ha chiesto di depositare temporaneamente il materiale nell'area in questione.
Punto 5). Le oasi di protezione della fauna sono previste dall'art. 8 della l.r. 5 gennaio 1995 n. 7 sulla disciplina dell'attività venatoria che prevede in esse soltanto il divieto di caccia e non divieti e vincoli di altra natura. Esse sono poi istituite e gestite dalla Provincia, compiti sui quali la Regione non ha alcun potere di intervento. Era compito del Comune di Fermo accertare tutte le eventuali normative interessanti l'area in esame ed agire di conseguenza.
Punto 6). La Regione intende attivarsi in tutti i modi e con diverse modalità di finanziamento, anche Ministeriali, per poter, nel rispetto delle normative vigenti effettuare nel più breve tempo possibile i lavori di ripascimento delle spiagge, cui il deposito è collegato, e sgomberare l'area in esame.
Punto 7). Nella norma non era necessario individuare il termine entro il quale effettuare le opere di ripascimento. La tempistica è disciplinata da ordinanze delle Capitanerie di Porto che, ogni anno, da maggio a settembre vietano tassativamente interventi di ripascimento e realizzazione di opere strutturali di difesa della costa. Quindi il divieto nasce da ordinanze amministrative e la norma regionale non poteva individuare, anticipatamente, tempistiche di competenza di organi ministeriali.
Per quanto riguarda l’interrogazione n. 704, collegata alla precedente interrogazione, si esplica quanto segue:
Punto 1). Nessuna deroga al Ppar è stata concessa da qualsivoglia servizio al Comune di Fermo, bensì v'è stato il ricorso di quest'ultimo, nel caso in parola, alla legge regionale n. 16/2006. Nel merito, è l'elemento costitutivo della sabbia – che la legge definisce da utilizzare per la difesa della costa – a far sì che quell'area potesse essere utilizzata per lo scopo precipuo, non in regime di deroga ma in regime di interventi ammessi.
Punto 2). Il passaggio di competenze in tema di difesa costiera alla Regione Marche prevede anche la presa in carico di specchi acquei ed aree demaniali su cui vengano esercitate operazioni di carico e scarico, ovvero anche di realizzazione o modificazione di opere marittime. Nel caso, la sabbia che è stata scaricata dai mezzi marittimi, con un rapporto stabilito dagli atti del Comune di Fermo, riguardava operazioni di difesa della costa e quindi rientrava, analogamente a tutto quanto precedentemente fatto, nella fattispecie sopra descritta e perciò trattata con le procedure di rito.
Punti 3) e 4). La richiesta non riguarda atti e procedure di competenza di questa Amministrazione e quindi non è possibile rispondere.
Punto 5). Relativamente al ricorso al Tar presentato dalla Provincia di Ascoli Piceno si deve dare atto che:
- la Regione, ancorché venga citata nel ricorso al Tar, non ha nessun atto amministrativo impugnabile;
- il Tar ha respinto il ricorso per, sospensiva, dando atto che, come già fatto presente nella precedente risposta, l'attività di rimozione della sabbia sarà seguita dai Servizi con la massima attenzione e in modo da poterla attuare nel più breve tempo possibile.
Punto 6). Rispondendo soltanto alla parte, del quesito di competenza di questa Regione, occorre rappresentare come il deposito di sabbia di che trattasi sia stato effettuato oltre la dividente che separa il demanio marittimo dal catasto, e che quindi, sulla base degli articoli 114, 117 e 118 della Costituzione e della legge regionale di trasferimento di competenze, la Regione non detiene competenze su quell'area per attività di controllo né di vigilanza.
Punto 7). Per quanto enunciato dall'interrogante, risulta presentato esposto all'Autorità giudiziaria sulla questione. Pertanto sarà quest'ultima a procedere, ove lo riterrà opportuno, ad ogni accertamento ritenuto utile circa la validità della concessione. Nonostante quanto sopra, questo Assessorato ha comunque ritenuto di dover instaurare, attraverso le strutture regionali, una procedura conoscitiva per attingere alle notizie del caso circa la validità della concessione che, non essendo di competenza regionale, comporta una complessa attività di ricerca e di acquisizione delle necessarie notizie presso i competenti Ministeri: ciò anche sulla scorta di analoghe attività già realizzate dallo stesso soggetto su commissione della Regione Abruzzo con l'utilizzo di sabbie sottomarine provenienti dalla medesima cava.
Punto 8). L'autotutela riguarda gli atti amministrativi e, qualora dovessero ritenersi da annullare la deliberazione consiliare n. 169/2005 e il vigente Piano triennale degli interventi, si dovrebbe reputare tecnicamente non confacente tale richiesta, rappresentato come i ripascimenti artificiali siano oggetto di interventi effettuati dalla maggioranza delle regioni costiere del Paese (Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Campania, Lazio, Toscana e Liguria), dalle nazioni aderenti alla Unione europea (Francia, Portogallo, Spagna e, non ultima, l'Olanda che usa la tecnica dei ripascimenti per difendersi dall'ingressione marina). Tale ampia casistica nazionale ed internazionale, di cui esiste corposissima letteratura scientifica, suggerisce, nel merito amministrativo, tecnico e ambientale, percorsi attendibili e scientificamente perseguibili.
Senza altre considerazioni di merito, occorre però anche sottolineare come la protezione delle coste e degli abitati dall'invasione e dall'erosione delle acque marine ed il ripascimento degli arenili, anche mediante opere di ricostruzione dei cordoni dunosi, sia prevista tra le attività di programmazione, di pianificazione e di attuazione volte ad assicurare la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio ai sensi degli articoli 53 e 56 del secreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 recante norme in materia ambientale.
Punto 9). Infine, pare opportuno segnalare la più che ampia condivisione del Consiglio Regionale circa le finalità di cui alla l.r. n. 16/2006, che stabilisce un principio di tutela a salvaguardia dell'ambiente, in perfetta assonanza con i dettami del Piano di gestione integrata delle aree costiere, approvato dal Consiglio regionale con delibera amministrativa n. 169 del 2 febbraio 2005.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio l’Assessore Carrabs per le risposte. Volevo, anche ad uso del Consiglio regionale, presentare quello che è successo.
Questo Consiglio regionale, a fine dicembre 2006, ha approvato la legge regionale n. 16 che prevede che per opere provvisorie, funzionali al piano di ripascimento delle coste, è possibile andare in deroga al Ppar.
A neanche un mese di distanza si è realizzato un deposito di sabbia in località di Fermo, che ha occupato undici ettari ed è stato realizzato, da quello che mi risulta, senza neanche una impermeabilizzazione del suolo per evitare che quel sito venisse inquinato. Oltretutto era un’oasi faunistica e non aveva le caratteristiche, anche in deroga al Ppar, per ospitare quel deposito.
Quello che chiediamo è come mai una deroga funzionale al ripascimento delle coste possa essere data ad una ditta che non ha alcun appalto, né ha partecipato ad alcun bando di gara. Quello di fatto è un deposito di sabbia e non è funzionale al ripascimento delle coste in quanto non c’è nessun bando a cui si è partecipato.
Facendo ulteriori ricerche abbiamo verificato presso il Ministero delle attività produttive che la concessione era di loro competenza, ed essendo rilasciata dalla Capitaneria di porto, quindi dal Ministero delle opere marittime, secondo loro era inficiata da nullità. Quindi noi potremmo avere un deposito di sabbia che è privo anche di concessione all’estrazione mineraria.
Visto che non c’è nessun bando per il ripascimento, questo è un semplice deposito che doveva essere dotato di una concessione da parte del Comune.
Non è vero che la Regione non ha mai autorizzato, perché su una richiesta specifica del Comune di Fermo che chiedeva se questo deposito poteva usufruire della deroga in base alla legge n. 16, il dirigente della Regione ha risposto di sì, questo deposito può andare in deroga alle prescrizioni del Ppar perché è funzionale al ripascimento della costa. Il dirigente regionale, secondo me, doveva sapere che non c’era nessun contratto in essere tra la Regione e tale ditta, quindi non era funzionale al ripascimento, ma era semplicemente un deposito di sabbia, che in qualità di materiale sabbia poteva essere utilizzato per quello scopo, ma poteva essere benissimo utilizzato anche per altri scopi.
Tutti questi sono gli aspetti che ancora rimangono in sospeso. Non c’è, appunto, ancora nessun permesso di costruire, poi c’è il problema del ripristino dell’oasi di protezione faunistica.
Non dimentichiamo che questa sabbia salata, depositata senza protezione su un territorio di fronte al mare, oasi di protezione faunistica, rischia di degradare tutta quell’area, quindi ci sarà il problema anche dell’eventuale risanamento dell’area stessa. Non vorremmo che su questo si inserissero poi speculazioni di tipo edilizio. Come si sa, si dice: ormai non siamo in grado di bonificare quell’area, quindi andiamo ad affidare ad un privato che a fronte dei costi della bonifica diamo anche delle cubature per l’indennizzo dei costi.
Mi sembra che ci siano stati una serie di successivi atti amministrativi, tutti al limite della correttezza amministrativa – non dico che non siano corretti – e tutti si basano su una richiesta di un ente ad un altro ente, per cui alla fine si ha un deposito di sabbia che non poteva essere autorizzato perché non c’è stato alcun bando per il ripascimento, c’è una concessione mineraria che un Ministero dichiara che potrebbe essere nulla, in quanto
rilasciata da un Ministero incompetente, c’è un’oasi di protezione faunistica che è stata occupata e nessuno si è preoccupato, quando ha dato l’autorizzazione, di verificare quel tipo di incompatibilità.
Quindi ci sono tutta una serie di atti amministrativi di tutti gli enti al limite della correttezza amministrativa. L’unica certezza è che ci sono undici ettari di territorio in un’oasi faunistica vicina al mare che sono compromessi.
Questo, secondo noi, è un fatto gravissimo.
L’ultimo aspetto, siccome questo è il primo atto di applicazione della legge regionale n. 16 per l’esenzione al Ppar per le opere funzionali al Piano di ripascimento della costa, e si parla di opere provvisorie, una delle possibilità di modifica di questa legge è definire la provvisorietà. Non può essere che la provvisorietà comprenda anni, la provvisorietà, specialmente per i ripascimenti della costa, è data dalla possibilità dei lavori, che va da settembre a maggio, questo deve essere il limite di provvisorietà. Se devono essere fatti altri depositi di questo genere, vanno fatti molto più piccoli, vanno fatti in previsione di fondi e finanziamenti per il ripascimento di due o tre siti e non delle dimensioni di 500 mila metri cubi, che vuol dire ripascimento di tutte le Marche per alcuni anni.
Inoltre c’è il problema che una volta cavata questa sabbia, nella necessità di doverla utilizzare, si va a mettere su siti che hanno delle caratteristiche morfologiche della sabbia del tutto differenti, quindi si potrebbe anche andare a modificare la morfologia e il paesaggio delle nostre coste.
Queste sono operazioni che andrebbero evitate e ponderate con una diversa attenzione.


Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale sugli accadimenti denunciati da una collaboratrice, in servizio presso l’Azienda Regionale Sanitaria, in una trasmissione televisiva del 14/06/2007"
Svolgimento (seduta segreta)

In queste comunicazioni si è data risposta alle seguenti interrogazioni:

Interrogazione n. 770
del Consigliere Brandoni
“Quanto denunciato nel corso di una trasmissione televisiva del 14 Giugno 2007”

Interrogazione n. 775
della Consigliere Romagnoli
“Interrogazione sul caso di una trasmissione televisiva”

Interrogazione n. 776
del Consigliere Castelli
“Dichiarazioni rese da ex collaboratrice dell’Agenzia Regionale Sanitaria nel corso di una trasmissione televisiva”

Abbinate
Svolgimento (segreta)


PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 770 del Consigliere Brandoni, n. 775 della Consigliera Romagnoli, n. 776 del Consigliere Castelli, abbinate. In base all’articolo 110 del Regolamento interno i Presidenti dei gruppi consiliari hanno deciso di svolgerle in seduta segreta. Prego il personale e il pubblico di uscire dall’Aula.


(I lavori proseguono in seduta segreta)
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(I lavori riprendono in seduta pubblica)


Proposta di legge regionale n. 144
della Giunta regionale
“Modifiche alla legge regionale n. 71/97 avente per oggetto “Norme per la disciplina delle attività estrattive”
Rinvio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 144 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Chiedo il rinvio della proposta di legge n. 144 perché sono stati presentati diversi emendamenti. Riteniamo opportuno fare domani un altro passaggio in Commissione per essere pronti per il prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. C’è la richiesta da parte della Presidente della Commissione a discutere ed approvare la proposta di legge regionale n. 144 nella prossima seduta del Consiglio. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di atto amministrativo n. 51
della Giunta regionale
“Art. 9 l.r. 9/2002 e successive modificazioni – Piano regionale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale – 2007-2009”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 51 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Con questo atto andiamo ad approvare il piano regionale triennale per un sistema di interventi di cooperazione e di solidarietà internazionale per gli anni 2007-2009, ai sensi della legge n. 9 del 2002 e gli obiettivi della cooperazione nel triennio 2007-2009.
Nel corso del triennio, innanzitutto, la promozione della piena valorizzazione delle competenze ed esperienze maturate dai soggetti del territorio in direzione del consolidamento di un sistema regionale della cooperazione decentrata, nel quale le eccellenze del territorio regionale trovano compiute espressioni grazie ad un migliorato ruolo di coordinamento della Regione.
Gli obiettivi di sviluppo sostenibile, propri del modello marchigiano, opportunamente declinati nei contesti nei quali si realizzano le iniziative di cooperazione, rappresentano il contributo più importante che la Regione può offrire ai suoi partner nei paesi in via di sviluppo, in un’ottica di aiuto e di scambio.
Un altro obiettivo è quello della diffusione e del consolidamento delle buone pratiche maturate nella regione Marche riguardo al funzionamento di un sistema di governance di un territorio policentrico, multilivello ed eco-compatibile. Sarà pertanto decisiva la capacità del sistema regionale di coinvolgere i soggetti del territorio portatori di un ricco patrimonio di esperienze e di governo dal basso, di partecipazione democratica e di sostegno allo sviluppo della società civile, quindi il coinvolgimento di tutta la società civile marchigiana.
Un nuovo obiettivo che si inserisce in questo nuovo periodo di programmazione della cooperazione è la costruzione di un sistema di monitoraggio e di valutazione che sia capace di fornire informazioni complete circa le attività in corso, i risultati ottenuti e gli impatti generati attraverso le attività realizzate, nonché di garantire la necessaria trasparenza dell’azione amministrativa. Questa è una richiesta che viene da tutte le associazioni ONG riguardo alla trasparenza e agli effetti della cooperazione internazionale della Regione Marche.
Un altro aspetto che si vuole raggiungere è il raccordo con altre Regioni italiane e straniere da perseguire e rafforzare nel triennio 2007-2009, al fine di incentivare l’elaborazione di progettazioni congiunte secondo metodologie di lavoro comuni e condivise.
Le metodologie e gli strumenti di intervento di questo Piano sono in coerenza con la normativa vigente e in continuità con l’esperienza maturata nel periodo 2004-2006.
La Regione svilupperà la propria attività di cooperazione decentrata attraverso i programmi di iniziativa regionale, i Pir, da elaborare, sviluppare e implementare anche in collaborazione con soggetti internazionali, nazionali e regionali. In generale si tratta di iniziative promosse per la concessione di contributi su linee finanziarie internazionali, comunitarie e nazionali. I Pir utilizzeranno il 40% delle risorse di questo Piano triennale.
A fianco ai Pir ci sono i progetti di iniziativa territoriale elaborati dai soggetti di cui all’articolo 11 della l.r. n. 9, soprattutto le ONG, con esclusivo riferimento alle priorità geografiche e tematiche individuate nel presente documento.
Altri progetti finanziati in questo Piano triennale sono i micro-progetti promossi dai soggetti di cui all’articolo 11, quindi le associazioni, gli enti locali sul territorio, con riferimento alle aree geografiche nelle quali, sulla base di un costante monitoraggio, da parte della posizione di funzione relazioni internazionali e comunitarie, cooperazione territoriale e delegazioni di Bruxelles, gli stessi sono maggiormente attivi e comunque sulla base delle priorità geografiche stabilite nel presente Piano.
Sia i progetti a iniziativa territoriale, Pit, che i micro-progetti, Mp, utilizzeranno il 50% delle risorse di questo Piano triennale e saranno assegnati in base a bandi.
Gli altri interventi, per il restante 10%, finanziati con questo Piano triennale, sono gli interventi di emergenza.
All’interno di questi interventi ci sono anche le iniziative di promozione della cultura della pace e dei diritti umani. Nel corso del triennio 2007-2009 la Regione favorirà le connessioni tra i progetti di cooperazione decentrata e i progetti di promozione della pace e dei diritti umani, al fine di interpretare la cooperazione come strumento di pace.
L’ultima precisazione riguarda le aree e i settori di intervento. Le aree di intervento prioritarie individuate fanno parte della lista di Paesi redatta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Ocse, e sono ricomprese nelle categorie a basso e medio reddito tra i Paesi in via di sviluppo.
L’individuazione delle priorità geografiche tiene conto, inoltre, dei documenti approvati nel corso della prima Conferenza regionale per la Cooperazione internazionale.
Tali aree sono: area Balcani occidentali ed Europa centro orientale, Mediterraneo, Medio Oriente, Africa (Eritrea ed Etiopia, Africa sub sahariana), America Latina (Argentina, Brasile, Cile, Ecuador, Perù), America Centrale.
L’ultimo parte riguarda gli aspetti finanziari.
Per l’anno 2007 i finanziamenti per spese correnti sono di 828 mila euro e quelle per investimenti sono di 450 mila euro. Per l’anno 2008, le spese correnti sono di 815 mila euro, quelle per investimenti di 450 mila euro. Per l’anno 2009 le spese correnti di 815 mila euro, quelle per investimenti di 405 mila euro.
L’unica questione da evidenziare è che rispetto al triennio precedente non c’è un incremento di risorse, anzi c’è una piccola diminuzione. E’ segnalato dagli stessi uffici della cooperazione internazionale della Giunta e quindi sarebbe bene, in sede di assestamento di bilancio e di bilancio preventivo per il prossimo anno, aumentare le risorse su questi settori specie per i finanziamenti a bando.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Brini.


Ottavio BRINI. In Commissione mi sono astenuto lasciando liberi sulla valutazione il gruppo e i colleghi dell’opposizione. Qui è vero che ci troviamo a discutere sugli indirizzi, però, ripeto ancora una volta, c’è una preoccupazione – con tutto il rispetto che questi soldi vengono gestiti e utilizzati da associazioni serie, che fanno il proprio lavoro –, cioè che queste somme, a mio avviso, purtroppo sono poche, forse sono sufficienti per le associazioni, ma insufficienti per gli interventi che si devono fare per la programmazione.
Un'altra lagnanza è che - già l’avevamo chiesto nell’insediamento al presidente Binci - vogliamo verificare, se necessario anche sul posto, come vengono spesi questi soldi.
Siccome vengono utilizzati soldi della comunità, non soldi personali nostri – tu prima parlavi di ecologia morale, ebbene questo vale per tutto e su tutto –, sono soldi, che sono spesi bene senza che uno dimostri il contrario, ma bisogna vedere anche come sono spesi. Perché può succedere che a distanza di anni – l’abbiamo verificato vedendo televisioni e giornali – sulla cooperazione possono esserci dei grossi problemi che a prima vista nessuno ha evidenziato o ha denunciato.
Va bene, noi diamo questi indirizzi, ma mi risulta che è stata convocata in settimana una Commissione, cioè dopo questo Consiglio, per dire come vengono distribuiti questi fondi.
Sarebbe stato opportuno confrontarci anche noi con questa Commissione, perché è giusto dare gli indirizzi, ma anche sapere dopo come vengono destinati e per chi.
Più di una volta, Presidente, abbiamo detto che o abbiamo un ruolo o questa Commissione la sciogliamo. Tutti dicono che è la più importante, ma secondo me è quella che conta meno di tutti. O dipende da lei, o dipende da me, o dipende da Badiali! Non c’è alternativa, questa è una Commissione che fa solo da notaio, certifica, mette il timbro, poi veniamo in Consiglio. A mio avviso questa è una Commissione importante, ma deve essere messa nelle condizioni di poter lavorare e soprattutto di conoscere, perché quando si danno delle motivazioni sono sempre su una illustrazione generica, non si entra mai nel merito di come vengono spesi i soldi e come vengono utilizzati.
Si parla di America Latina, si parla di Africa e Medio Oriente, ma una volta che ho sollevato la questione in Commissione, il dirigente mi ha risposto “se lei viene in Africa deve andare poi con la jeep e non so se è scomoda!”. Non si deve preoccupare se è comoda o scomoda, noi vogliamo vedere come questi soldi vengono utilizzati, come vengono portati avanti, da chi e come vengono utilizzati questi fondi. Non possiamo rimanere sempre nel vago e delegare ad altri le scelte finali.
Presidente, bisogna che la Commissione si riappropri del suo ruolo, altrimenti non ha senso riunirla.
Capisco che lei si sforza, cerca di mediare, cerca di intervenire, ma purtroppo questa Commissione non incide come dovrebbe in questo Consiglio regionale, dovrebbe incidere per le proprie competenze e non per le competenze di altri. Noi non possiamo sempre andare avanti con la mediazione; ci hanno dato un contentino perché abbiamo votato gli emendamenti all’unanimità, da un anno a tre anni abbiamo spalmato, abbiamo visto i bandi, però nella sostanza non sappiamo, perché si riunirà a luglio una Commissione per vedere come si sono spesi questi soldi e quali associazioni usufruiranno di questi fondi.
Mi auguro che per il futuro questa “benedetta” Commissione venga preventivamente nella nostra Commissione, ci dica quali saranno le priorità e poi noi valuteremo, insieme con il Consiglio regionale, come destinare questi fondi. Altrimenti, Presidente Binci, il notaio se lo fa da solo, io in Commissione non certifico più quello che gli altri decidono per noi!
Questi soldi vanno a delle associazioni che sono anche importanti, impegnate nel volontariato, sarebbe una cosa gravissima se non dessimo neanche questo piccolo contributo, quindi la mia personale astensione non era sotto questo aspetto.
Mi rimetto alla volontà del gruppo e degli amici dell’opposizione per il voto finale, ma con tutte le critiche, Presidente, che gli ho esposto in questo momento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Ho proposto alcuni emendamenti che vanno nella direzione che il relatore di minoranza Consigliere Brini ha già illustrato.
C’è una aggiunta nell’ultima parte del documento che dice “la Giunta regionale ogni anno offre al Consiglio una relazione sullo stato di avanzamento dei progetti e sull’impiego delle risorse fino ad allora utilizzate”.
Mi sembra una operazione seria su una materia che dire opaca è dire poco. Lo voglio dire pubblicamente, e spero che venga ripreso anche dagli organi di stampa che seguono il dibattito oggi. Nel triennio precedente abbiamo speso più di un milione e mezzo di euro, individuando i soggetti che devono essere poi quelli che realizzano i progetti, senza concorso, senza bando, senza procedura di evidenza pubblica, scegliendoli ad nutum. Poi si dice “i costi della politica!”. Cari Assessori, cara Giunta, si faccia chiarezza su queste questioni, soprattutto quando si va nel merito.
Nel triennio precedente, ricordo ai colleghi più distratti, abbiamo finanziato il sostegno allo sviluppo della sindacalizzazione in Eritrea e in Albania, cioè la nascita e il rafforzamento del movimento sindacale in questi due Paesi. Due dei progetti parlavano di questo, non so se è una delle priorità della Regione, perché, magari, saranno priorità dei sindacati che hanno volontà e voglia di avere delle partnership e delle collaborazioni anche con altri paesi!
Ve ne dico un’altra. Abbiamo finanziato un progetto di turismo sostenibile a Cuba. Spiegatemi il turismo sostenibile a Cuba! Cuba ha problemi di inquinamento? A me pare che ha problemi diversi. Cuba ha problemi di industrializzazione? E’ una realtà così compromessa che dobbiamo difendere la sostenibilità degli investimenti, perché ci sono investimenti così invasivi che inquinano tutto? Mi sembra che Cuba abbia altri problemi, di povertà e di richiesta di sviluppo.
Questo riguarda il triennio precedente, nel triennio futuro speriamo che ci sia una inversione di tendenza nella sostanza, ma sicuramente c’è nella forma, perché mi pare che anche a livello di Commissione si sia stabilito il criterio – correggimi se sbaglio, collega Binci – della scelta per concorso, dunque per evidenza pubblica del partner. Mi pare che ci sia stata questa scelta per tutti i progetti. Almeno che si facciano delle offerte, si metta a confronto la bontà dei progetti, poi si sceglierà il migliore, il più fattibile o quello più equilibrato. Ma che fino ad oggi siano stati scelti così, penso sia veramente una cosa che fa impressione!
Spero che gli emendamenti possano essere accolti perché vanno nella ulteriore direzione della trasparenza, perché ogni anno la Giunta ci deve riferire sullo stato dell’arte, sullo stato dei progetti e lo stato dei finanziamenti della cooperazione internazionale e delle politiche di collaborazione con altri Paesi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. E’ un intervento per dare, se possibile, qualche suggerimento. Abbiamo partecipato alcuni mesi fa a degli incontri rivolti a dare delle linee di sviluppo nuove della nostra partecipazione ai progetti di cooperazione e solidarietà internazionale, nonché per valutare alcuni risultati che erano stati ottenuti.
La cosa che mi è rimasta in mente è che probabilmente noi non finanziamo tanto progetti di solidarietà, ma finanziamo i soggetti che propongono azioni di questo tipo, cioè finanziamo molto più spesso la struttura che l’obiettivo specifico che perseguiamo.
Questo, secondo me, è il deficit strategico del Piano che andiamo ad approvare oggi.
Certamente le risorse sono poche, sono minimaliste, teoricamente non arrechiamo grande danno alle casse regionali, non arrivano complessivamente a 3 milioni di euro. Ma dalla discussione ci saremmo aspettati un ragionamento più ampio in questo senso, cioè quello di condensare le attività per andare a risolvere effettivamente un problema, per iniziare una relazione che non debba essere solo demandata all’organismo di cooperazione, ma che ad essa, nel tempo, si sostituisca, per esempio, con l’azione di portatori di interesse economico che proseguono nella direzione avviata ulteriori progetti di assistenza e cooperazione, che possono interessarsi al problema della salute, dell’integrazione, dello sviluppo della democrazia, del sostegno alle popolazioni più bisognose.
Il rischio è che tutto quello che facciamo rimanga a volte sterile. Non tutti i progetti hanno questa caratteristica, ma molti di essi sono dei puri tentativi che se valutati ante potrebbero già dirci che non avrebbero sicuramente nessun effetto positivo di impatto sui territori in cui andiamo ad operare.
Questa è la critica che facciamo. Apprendiamo con rammarico che la linea di tendenza non è stata invertita e che si persegue su un filone vecchio, cioè quello di sostenere più le organizzazioni umanitarie regionali, interregionali italiane, piuttosto che perseguire un vero obiettivo di sviluppo di cooperazione internazionale e di veri interventi di solidarietà che devono essere ripetuti e adeguati alla situazione reale dello stato dei luoghi, dello stato della popolazione.
Su questo ci sembra non ci sia stata una risposta adeguata.
Noi riteniamo che la cooperazione internazionale debba essere sviluppata, debba anche essere sempre più efficiente date le risorse non importanti che possiamo mettere a disposizione. L’efficacia e l’efficienza dell’azione potrebbero sopperire alla carenza di risorse.
Per questo annuncio, con l’astensione, un voto critico da parte del gruppo di Forza Italia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Voglio portare un piccolo contributo. Oggi approviamo il Piano triennale sulla cooperazione, ma successivamente, come già detto, entro il mese di luglio ritornerà in Commissione il Piano annuale. La Commissione avrà l’obbligo e il dovere di dare indicazioni che sono vincolanti per la scelta delle iniziative che si faranno.
Questo per dire che la VI Commissione non è di serie B, è una Commissione che ha lavorato, che sta lavorando e che è intervenuta in tutti gli atti di sua competenza che riguardano le politiche comunitarie. Su certe cose a volte siamo stati anche cavillosi, ma l’abbiamo fatto.
Altra cosa importante che è stata fatta è la legge n. 14 del 2006 che dà l’indirizzo e l’obbligo alla Giunta di relazionare sulle politiche comunitarie. Quindi fra poco tempo, appena gli uffici avranno pronta la scrittura, verrà in questo Consiglio la situazione sulle politiche comunitarie in generale, di conseguenza anche quella sulla cooperazione, che ci dirà cosa hanno fatto, quello che c’è da fare e dove successivamente si andrà ad intervenire. Quindi massima informazione del Consiglio, massima democrazia, massima partecipazione.
Una cosa importante che abbiamo inserito come Commissione è che la cooperazione con il partenariato deve essere fatta attraverso bandi pubblici, questo sicuramente è segno di condivisione, segno che viene portato a conoscenza, perché quando un bando è pubblico chi partecipa se ne trova un riscontro.
L’altra cosa importante che voglio mettere in evidenza è il ruolo della Regione nella politica della cooperazione, che è stata in grado di recepire risorse finanziarie non solo regionali – faremmo ben poco con le nostre risorse, anche se sono d’accordo che bisognerebbe aumentarle –, ma è riuscita a cogliere e intercettare anche risorse nazionali e soprattutto internazionali. Un euro stanziato dalla Regione Marche corrisponde a quattro euro di investimento per la cooperazione. Questo vuol dire che un euro è della Regione, ma che un euro è anche dello Stato nazionale, un euro della Comunità europea, un euro di altri soggetti internazionali. Quindi significa che gli uffici competenti e il Presidente della Giunta regionale si sono adoperati e hanno lavorato per fare in modo che la Regione non venga isolata in questo contesto, ma sia una Regione aperta, che sappia intercettare risorse, che sappia reinvestire in quelle parti del mondo dove c’è più bisogno.
Questo piano traccia un po’ quello del 2004-2006, non è stato reinventato completamente, perché su quel piano c’erano delle interventi condivisibili e condivisi.
Nel mese di luglio, quando verrà il piano annuale, sapremo se riusciremo a dare un indirizzo, e se sarà nelle nostre capacità e nei nostri compiti anche dare un input migliorativo.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Sub emendamento n. 01 (sostitutivo) del consigliere Altomeni che ha la parola.

Michele ALTOMENI. Questo è un emendamento che sostanzialmente nasce nell’ambito del Coordinamento della pace che l’Ufficio di Presidenza del Consiglio ha istituito. Voi sapete che la legge sulla cooperazione era anche una legge sulla pace, poi la parte sulla pace è rimasta un po’ indietro perché non ha avuto attuazione ed è rimasta solo la parte sulla cooperazione.
Con l’ufficio di Presidenza in questi due anni abbiamo iniziato a lavorare su questo aspetto, costituendo anche un apposito coordinamento, quindi, interfacciandosi con il servizio della Giunta, abbiamo previsto che su queste iniziative cominciasse ad aprirsi un capitolo, prevedendo dentro il piano, come trovata, una dinamica che coinvolga anche le associazioni dal basso, ecc..
La formulazione che è uscita dalla Commissione – mi sono confrontato su questo anche con il Presidente – non ci convince perché è un po’ troppo limitata. A noi piacerebbe che per questo tipo di iniziative su questo capitolo - magari non dal primo atto perché questo dipenderà dagli stanziamenti che riusciremo a fare - si riuscisse ad attivare un po’ più di fondi.
Quindi, sostanzialmente, prevede un meccanismo un po’ diverso di finanziamento che porta ad un impegno della Giunta massimo fino a 50 mila euro, e non più di 30 mila euro, e siccome i bilanci della Giunta e quelli del Consiglio non sono comparabili, che ci sia un vincolo non di 50% e 50% con la compartecipazione del Consiglio, ma di 75% e 25%. Poi starà nella capacità del Consiglio di stanziare fondi su questa cosa, lo valuteremo in Ufficio di Presidenza e qua in Consiglio. Ma in questo modo riusciamo ad attivare qualche fondo in più, non moltissimi, rispetto ai 30 più 30 che erano previsti dal meccanismo precedente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Come Presidente di Commissione e relatore di maggioranza, do un parere favorevole, visto che all’interno del documento si parla di iniziative per la pace. Va nella direzione di incrementare di 20 mila euro, che è una somma risibile, le iniziative del Coordinamento regionale della pace che svolge un ruolo volontaristico, perché qui non ci sono gettoni di presenza o altro, sono semplicemente iniziative di sensibilizzazione sul territorio regionale che vanno ad affiancare le iniziative per la pace e per la cooperazione internazionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Sul primo emendamento sulla pace ci eravamo espressi e avevamo anche dato parere negativo, adesso che cosa è cambiato? Gli equilibri della maggioranza o le necessità?! E’ il solito compromesso, quello che dici tu, quello dell’ecologia. Consigliere Binci, non fare come ti pare!

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei un chiarimento tecnico e non politico, politicamente poi ve la vedete voi. Questo sub emendamento all’emendamento n. 1 “il fondo annuale per le iniziative di cui sopra - cioè le nostre iniziative di solidarietà internazionale - vedrà la compartecipazione della Giunta e del Consiglio…”. Mi rivolgo alla Segreteria, questo è un piano triennale delle iniziative sulla solidarietà internazionale, il Consiglio può imporre alla Giunta la compartecipazione? Ci deve essere una legge (…) a pagina 15 c’è la compartecipazione scritta. E qui che cosa specifichi? Il 75%? La percentuale? (…).
Però ho il dubbio, possiamo come Consiglio indicare quello che deve fare la Giunta? Questo è un piano di interventi.

Massimo BINCI. Già nel documento si dice che la Giunta regionale comparteciperà per 30 mila euro fino ad un massimo del 50% . Il sub emendamento dice “La Giunta regionale comparterciperà almeno per il 75% e per un importo massimo di 50 mila euro”. Quindi andiamo semplicemente a modificare la concorrenza della Giunta e, soprattutto, andiamo a modificare l’importo, cioè aumentiamo di 20 mila euro. Sui fondi europei abbiamo cambiato 10 milioni di euro!

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Sub emendamento n. 01 (sostitutivo). Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 1 del Consigliere Altomeni, decade.
Emendamento n. 2 del Consigliere Pistarelli, che ha la parola.

Fabio PISTARELLI. Ho proposto all’Aula una correzione di natura giuridica, di natura tecnica, perché non si può scrivere che “In via generale il budget finanziario può articolarsi come segue”, l’avevo fatto presente già in Commissione.
Quando nella Commissione bilancio avevamo dato il nostro parere, lo avevamo condizionato alla correzione di questa parte, perché quando si fa un piano non si può scrivere “in via generale il budget può articolarsi”, il budget si “deve” articolare in quella maniera. Io ho la versione che è ancora rimasto così!
Infatti l’emendamento n. 2 sostituisce la frase con “Il budget finanziario triennale si articola come segue” e non “In via generale il budget può articolarsi”. Altrimenti è indefinito, cioè il piano potrebbe essere anche discostato rispetto alle indicazioni del Consiglio.

PRESIDENTE. Scusate Consiglieri, non fate il battibecco! E’ aperta la discussione su questo emendamento. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Il linea generale l’osservazione del Consigliere Pistarelli è corretta, solo che al budget triennale seguirà poi il Piano annuale e anche questo passerà attraverso la Commissione e penso anche attraverso il Consiglio, quindi in quella sede ci sarà la possibilità di dare una rimodulazione, cioè non bloccare su percentuali in maniera rigida, certamente senza discostarsi di molto. Queste sono indicative, ma certamente gli spostamenti devono essere motivati e, comunque, devono passare tramite la Commissione competente.
Quindi c’era una richiesta degli uffici di non inserire una rigidità che non è utile alla gestione dei fondi.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 3 del Consigliere Altomeni. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono contrario perché si va a specificare ulteriormente per determinare i fondi delle iniziative di promozione della cultura alla pace. Questi fondi sono in qualche modo trasversali a tutto il Piano di cooperazione internazionale, oltretutto il definire una percentuale del 5% va quasi sicuramente a diminuire i fondi per la cultura della pace, non va quindi a raggiungere gli obiettivi che sono del proponente, al quale chiedo di ritirarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Lo ritiro anche perché è passato quello precedente, quindi questo diventa superfluo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Ritirato
Emendamento n. 4 del Consigliere Pistarelli, che ha la parola.

Fabio PISTARELLI. Per accogliere un invito che viene da parecchi Consiglieri. Quella della relazione della Giunta al Consiglio è una prassi che abbiamo introdotto anche in altri atti, quindi mi sembra giusto introdurla anche su questo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Penso possa essere senz’altro accolto, ma alle parole “la Giunta regionale darà annualmente comunicazione al Consiglio regionale dell’attività svolta e dell’impiego delle risorse” dovrebbe essere aggiunte le parole “all’interno della sessione comunitaria”, quindi specificare anche in quale ambito. Non so sarà necessaria o meno, comunque in quella sede senz’altro può rientrare la relazione della Giunta sulle attività internazionali.

PRESIDENTE. Se vuole precisare bisogna presentare un sub emendamento.

Massimo BINCI. Sì, quindi aggiungere “all’interno della sessione comunitaria”.

PRESIDENTE. Sub emendamento n. 04. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di atto amministrativo n. 51, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di atto amministrativo n. 56
della Giunta regionale
“L.r. 15/1994, art. 15 – Piano del Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi: Approvazione con prescrizioni”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 56 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi

Francesco COMI. Il presente atto porta a compimento una aspettativa maturata da tanti anni, rispetto alla quale, sia pure con ritardo, abbiamo dato oggi una risposta. Approviamo infatti il primo Piano del Parco naturale della Gola della Rossa e di Frasassi.
Il Parco è nato circa dieci anni fa e in questo tempo è diventato un bene collettivo attorno al quale si sono stretti amministratori, scuole, istituzioni e associazioni. Un Parco che è di 9.167 ettari e di fatto è la più grande area protetta naturale della regione Marche, che comprende anche il c.d. complesso ipogeo delle Grotte di Frasassi, un’area che insiste su 4 comuni, Arcevia, Fabriano, Genga, Serra San Quirico, ed è localizzato nella Comunità montana dell’Esino e Frasassi, che è anche l’ente gestore.
Sia pure con ritardo, dicevo, arriviamo ad approvare questo primo Piano. Questo ritardo ha diverse ragioni, innanzitutto un quadro normativo complesso perché sono tante le normative di riferimento, dalla legge quadro sulle aree protette, alle norme di edilizia residenziale, ai regolamenti che discendono dall’attuazione delle direttive comunitarie, fino alle recenti leggi regionali del 1994 quella sulla istituzione e gestione delle aree naturali protette e quella di istituzione del Parco stesso. Il ritardo è dovuto poi anche ad alcune difficoltà applicative, ad alcune incertezze interpretative che erano inevitabili per il complesso normativo al quale fa riferimento. Un ritardo che anche noi, come classe dirigente e come Consiglio regionale, possiamo assumerci politicamente, visto che forse potevamo più tempestivamente, rispetto al 2003 - l’anno in cui l’ente gestore aveva adottato il Piano – accelerare e forse semplificare il tempo e l’iter procedurale per arrivare alla sua approvazione.
Questo tempo credo non sia passato inutilmente, però c’è stato inevitabilmente qualche riflesso negativo sulla gestione di un territorio importante come questo. Un territorio che fa del Parco uno strumento e una opportunità non solo di tutela dei valori naturali e ambientali presenti nel territorio, ma anche una occasione di sviluppo, che appunto, a causa di questo rallentamento, in parte è stata frustrata.
Uno dei motivi di rallentamento l’abbiamo superato di recente nel 1994, considerando che con la vecchia legge n. 15 del 1994 si disponeva che il Piano del Parco aveva valore di piano paesistico e di piano urbanistico e sostituiva i piani paesistici e i piani territoriali e urbanistici a qualsiasi livello. Da quella norma è nato un problema applicativo e la Regione stessa ha dovuto muovere inevitabilmente una serie di rilievi che hanno impedito di procedere tempestivamente all’approvazione del piano stesso.
Abbiamo, a suo tempo, come Commissione, fortunatamente proceduto ad una modifica della legge n. 7 e abbiamo reso il Piano del Parco uno strumento sovraordinato agli strumenti urbanistici dei vari livelli e non più sostitutivo. Questo ci ha consentito di riprendere l’attività istruttoria e di arrivare in seguito anche al complesso lavoro che la Conferenza dei servizi – alla quale hanno partecipato tutti gli Enti territoriali e istituzionali coinvolti – alla proposta di approvazione del Piano con prescrizioni.
Le prescrizioni che abbiamo assunto sono quelle tecnicamente elaborate dalla Conferenza dei servizi, non abbiamo introdotto politicamente riflessioni che hanno mutato quell’indirizzo originario, abbiamo quindi confermato tutte le scelte di merito, dalla strategia di mantenimento della ruralità, all’introduzione di definizione dei criteri che riguardano le infrastrutture e ambientali. Abbiamo riconosciuto, come asse di intervento strategico prioritario, l’integrazione con l’Appennino del Parco d’Europa, come pure abbiamo ribadito il sostegno: all’agricoltura locale, alla riconversione ecologica, alla valorizzazione del patrimonio zootecnico, alla promozione dei prodotti tipici locali.
Questo atto è più il frutto di un coinvolgimento serrato e collettivo di un territorio di tutte le sue istituzioni, più che una elaborazione politica del Consiglio regionale, il quale, ribadisco, sia pure con ritardo – di questo ce ne assumiamo la responsabilità – ha approvato un atto che forse meritava di essere adottato prima.
Un parco che esiste da dieci anni e che solo nel 2007 riesce a trovare lo strumento attuativo che disciplina lo sviluppo e la convivenza in un territorio fragile ma ricco di opportunità come questo

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Non ho molto da aggiungere perché effettivamente l’attività svolta in Commissione è stata esauriente. Sostanzialmente le osservazioni prodotte dagli uffici della Regione, che vanno a modificare e a porre delle prescrizioni relativamente al Piano prodotto dal Parco, non solo ci trovano d’accordo, ma le riteniamo su atti dovuti, perché ci sono degli adeguamenti normativi che sono necessari, che vanno a contenere il Piano prodotto dal Parco, e che comunque hanno visto l’istruttoria della Commissione pienamente d’accordo nella sua interezza.
Abbiamo soltanto avuto modo di registrare che, in fase di istruttoria, nella Conferenza dei servizi c’è stato qualche inciampo, nel senso che non sono stati coinvolti sempre o subito alcuni funzionari degli uffici, però lo riteniamo più che altro un incidente di percorso formale.
Le prescrizioni ci trovano perfettamente d’accordo. Con l’approvazione di questo atto la Regione va a regolamentare la vita di una parte consistente e importante del territorio della provincia di Ancona, quindi della regione.
Come diceva il Consigliere Comi arriva con un po’ in ritardo, ma, come si dice in gergo, “meglio tardi che mai”:
Da parte nostra, quindi, ci sarà un voto favorevole.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Questo atto arriva dopo dieci anni di dure battaglie sul territorio e dopo i tanti riflessi negativi di chi ha sostenuto questo Parco all’interno del territorio della Gola della Rossa, arriva con un ritardo enorme che ha penalizzato fortemente gli agricoltori e gli imprenditori del territorio.
Qui vedo la modifica della Commissione consiliare, dove si dice: nel territorio del Parco per cercare di tutelare l’ambiente ci sono gli agricoltori, vengono aggiunte le aziende forestali. Questo cosa significa? Vorrei riferire – lo dice anche il Consigliere Badiali – che l’azienda forestale non può avere lo stesso diritto dei coltivatori in quel territorio. Bisogna rivedere la proposta e dare la priorità comunque e sempre agli agricoltori perché sono quelli che vivono sul territorio e curano l’ambiente.
Per le aziende forestali sappiamo chi c’è nel territorio, c’è una grande cooperativa che svolge tutti i servizi e tutte le attività. Quindi non può fare tutto la cooperativa mentre gli agricoltori rimangono nelle stesse condizioni in cui si trovano oggi, perché fino ad oggi sono stati fortemente penalizzati.
Anche se arriva in ritardo questo atto è sempre positivo, però gli agricoltori non si possono lasciare allo stesso livello dell’impresa forestale, perché questa arriverebbe sempre prima sia per le capacità economiche che per quelle tecniche.
Chiedo al relatore di maggioranza di approfondire questo punto, cioè quello che le imprese forestali debbono venire sempre al secondo posto, quindi dopo gli agricoltori.
E’ un Parco nato sofferto, è nato contro la volontà dei cittadini. Questa maggioranza di centro-sinistra lo ha voluto fare per forza anche contro un referendum votato dal 97% dei cittadini. Sono stati dieci anni di sofferenza per chi ha vissuto all’interno del Parco.
Oggi con questo atto si vuole ridare un po’ di garanzie, però vedo che le garanzie iniziali già, con un piccolo emendamento, sono state ridotte per chi poteva svolgere attività all’interno del parco
Chiedo al relatore di maggioranza di rivedere questa situazione, perché non è possibile paragonare l’azienda agricola alla azienda forestale; perché l’azienda agricola non sarà mai competitiva, arriverà sempre prima l’azienda forestale perché è organizzata in cooperativa, quindi può far tutto mentre i coltivatori singoli non possono farlo.
Noi abbiamo una realtà locale dove bisogna mettere allo stesso livello gli agricoltori che devono avere la priorità su questo, magari poi anche la cooperativa.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Solo per una richiesta. Davo per scontato che la normativa che andiamo ad approvare rispondesse ad uno degli impegni che ci eravamo presi, cioè quello di mandare avanti la normativa, per risolvere anche una questione relativa all’attività produttiva dell’attività estrattiva di quella zona, quindi la proposta di legge n. 144 che abbiamo rinviato e, parallelamente, il Piano del Parco e il regolamento del Piano del Parco, e all’interno del regolamento stesso si prevedesse la possibilità o meno di intervenire.
Quindi davo per scontato che le cose fossero così, ora rileggendo trovo che questa parte è stata stralciata. Vorrei quantomeno, se siamo ancora nelle condizioni di poterlo fare, conoscere il perché – credo che la IV Commissione sia nelle condizioni di farlo – per capire se questa è stata una svista o c’è una motivazione politica e amministrativa che la regge.
Chiederei quindi un incontro per senso di responsabilità, anche perché in questo momento soltanto la Commissione può presentare un emendamento.
La Commissione dovrebbe riunirsi per cinque minuti prima di approvare una cosa che potrebbe diventare un errore, quindi o si chiarisce il perché, oppure evitiamo questo errore.
Questa è la decisione che prendemmo in maggioranza, come mi auguro anche complessivamente.

PRESIDENTE. Credo che a questo punto la Presidente della Commissione Ortenzi sia l’unica che possa rispondere al quesito posto dall’Assessore. In caso positivo dovremo sospendere il Consiglio.

Rosalba ORTENZI. Chiedo una sospensione per capire bene la questione e provare a dirimerla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Solo per dire che bisogna avere una forma di rispetto per il lavoro delle Commissioni. Questo è un atto che è stato varato, valutato, quindi votato, che ha seguito la sua fase istruttoria. Se ogni volta dobbiamo rimandare con una sospensione del Consiglio lo riteniamo irriguardoso rispetto a chi ha speso qualche ora di tempo durante la settimana per venire – io no perché sono di Ancona, ma gli altri colleghi sono dovuti venire da fuori –.
A noi ci risulta assolutamente esauriente quello che è stato svolto fino ad ora e se è arrivato un testo varato in questo modo è perché ci sono delle motivazioni fondate, non ci sono sicuramente distrazioni.

PRESIDENTE. Fermo restando il doveroso ed ovvio rispetto dei lavori sia della Commissione che del Consiglio, credo di poter accogliere la richiesta fatta dal Presidente, quindi sospendo il Consiglio per pochi minuti.


La seduta è sospesa alle ore 13,00


La seduta riprende alle ore 13,20


PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Vorrei proporre una cosa molto semplice. Penso che questo atto sarebbe stato "molto" migliore – anche se non è corretto linguisticamente – e di gran lunga più positivo, se avessimo lasciato la frase che già c’era – se volete è anche colpa mia –, nel senso che dovevamo mandare avanti di pari passo la proposta di legge n. 144, che abbiamo rinviato questa mattina. Quindi il percorso più opportuno sarebbe stato quello di mandare avanti la pdl n. 144 e questo atto, in modo che insieme riuscissero a dare anche delle risposte certe al problema dell’attività estrattiva di quella zona.
Ora penso che sarebbe più opportuno non lasciare alla libera interpretazione del piano del Parco, ma fissare in un regolamento le deroghe da apportare, così come era stato scritto e, secondo me, inopportunamente tolto.
Non mi pare una cosa sulla quale maggioranza e opposizione si debbano accapigliare, mi sembra una questione di buon senso. Proprio questo richiamo al buon senso mi fa dire che se noi rinviamo questo atto in Commissione, così come abbiamo fatto per la pdl n. 144, e andiamo a verificare davvero l’opportunità di procedere in questo modo, non succede assolutamente nulla, perché ci ritroviamo qui tra sette giorni, la Commissione ha la possibilità di discutere serenamente di questa questione, dopodichè la prossima volta, andando di pari passo, come ci eravamo detti, andremo ad approvare la pdl n. 144 sulle attività estrattive, dando definitivamente il là a questa cosa.
Non abbiamo perso tempo, per quanto mi riguarda mi sono accorto in extremis che quella parte che avevamo concordato era stata stralciata e che, secondo me, è un errore.
Quindi la ripropongo alla vostra attenzione e proporrei di sospendere questo atto e rinviarlo al prossimo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Mi duole insistere sulla necessità di portare fino in fondo questo atto, sia pure ritenendo comprensibili sul piano politico le motivazioni espresse dall’Assessore, anzi del tutto legittime, perché chiede, con una prescrizione normativa ulteriore, un impegno ben preciso rispetto alla disciplina delle deroghe che riguardano il governo del Parco.
Però con questo atto noi non abbiamo limitato in alcun modo la possibilità di disciplinare o di prescrivere nuove deroghe, perché il quadro normativo di riferimento ci conforta; innanzitutto la legge statale n. 394 del 1991 che riconosce il valore del regolamento come uno strumento necessario di pianificazione, e la stessa legge istitutiva del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi che impone di fatto l’adozione del regolamento per l’attuazione della disciplina del Parco.
Di fatto rimettiamo all’ente che governa, il Parco della Gola della Rossa, la piena autonomia e la massima autodeterminazione non imponendo alcunché. Con questa norma che andiamo ad abrogare accogliamo integralmente il Piano del Parco che ci è stato proposto nella sua integrità.
Credo che i soggetti coinvolti, la Comunità montana, l’Ente parco gestore e il direttore, non possano che condividere la nostra iniziativa.
Si tratta di affidarsi ad un ente, che ha l’autonomia, che ha gli strumenti, quindi la coscienza e la responsabilità per governare con piena consapevolezza lo sviluppo del suo territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci

Massimo BINCI. Condivido per due aspetti la richiesta dell’Assessore Amagliani: uno, perché avevamo detto di far camminare di pari passo le modifiche alla legge n. 71 con la legge sul parco; due, perché era una delle problematiche legislative che mi ero posto, nel momento in cui era inserito il territorio del Parco, rispetto alla modifica della Giunta della legge sulle attività estrattive, e avevo detto che c’era un conflitto tra legge nazionale e legge regionale – la legge nazionale sui parchi prevedeva eventuali deroghe solo tramite regolamento del parco –.
Questo lo affermiamo anche in virtù del fatto che il dirigente, dott. Muzi, ci aveva detto che eventualmente tutto quello che in una legge regionale è in difformità – c’è un precedente della Regione Umbria – alla legge nazionale sui parchi, potrebbe essere legittimo, quindi potrebbe essere che le Regioni legiferino, in base interpretazioni di propria competenza, anche in contrasto.
Quindi entriamo in una indefinitezza, in una querelle giudiziaria, che potremmo evitare prevedendo che le deroghe, rispetto alle attività permesse all’interno dei parchi, debbano essere determinate all’interno del regolamento, sarebbe una azione più precisa che non fa forzature rispetto ad altre leggi.
Sarebbe importante, visto che non è più possibile fare emendamenti perché la minoranza non ha voluto partecipare alla Commissione ambiente, rimandare il punto e discuterne tutti insieme, all’interno della Commissione, con calma e dare la possibilità agli uffici di fare emendamenti che sono tecnici.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio.

(Il Consiglio non approva)


Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)


Proposta di atto amministrativo n. 56. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Così come avevamo concordato in sede di Conferenza dei Presidenti dei gruppi, la seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,30