Resoconto seduta n.80 del 16/10/2007
SEDUTA N. 80 DEL 16 OTTOBRE 2007


La seduta inizia alle ore 10,45



Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 79 del 2 ottobre 2007 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate, le seguenti proposte di legge:
- n. 190, in data 5 ottobre 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Luchetti, Castelli: “Incarichi di direzione di struttura complessa del Servizio Sanitario Regionale”, assegnata alla V Commissione in sede referente;
- n. 191, in data 9 ottobre 2007, ad iniziativa del Consigliere Massi: “Modifiche alla legge regionale 18 maggio 2004, n. 13 “Norme concernenti le agenzie, gli enti dipendenti e le aziende operanti in materia di competenza regionale”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 192, in data 11 ottobre 2007, ad iniziativa dei Consiglieri Brini, Capponi, Giannotti, Bugaro, Cesaroni, Ciriaci, Santori, Tiberi: “Modifiche alla legge regionale 28 marzo 1977, n. 9, “Disciplina dell’orario dei turni e delle ferie delle farmacie nelle Marche”, assegnata alla V Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 209 dei Consiglieri Capponi, Bugaro, Brini, Cesaroni, Ciriaci, Giannotti, Santori, Tiberi “Disegno di legge Bersani ter – solidarietà e sostegno alla protesta dei benzinai contro la manovra del Governo sulle liberalizzazioni “;
- n. 210 del Consigliere Bugaro “Presidio ospedaliero di Senigallia: Zona territoriale 4”;
- n. 211 del Consigliere Viventi “Tributi e contributi non versati all’epoca del sisma”.
La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni del 1° ottobre 2007:
- n. 1045: “Art. 26, comma 2, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa – €. 3.098,74. Modifica al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni”;
- n. 1046: “Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazioni dallo Stato, dall’Unione Europa e da soggetti terzi e delle relative spese – importo di €. 21.345,15";
- n. 1047: “Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della solidarietà Sociale e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e relativi impieghi per fondo nazionale per le Politiche Sociali per l’anno 2007. €. 19.931.865,38";
- n. 1048: “Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della solidarietà Sociale e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’esercizio di funzioni conferite in materia di agricoltura e pesca e relativi impieghi. €. 3.748.240,70".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Mollaroli, Lippi e l’Assessore Pistelli e Amagliani.
Sono lieto, inoltre, di poter informare il Consiglio regionale circa la notizia dell’importante riconoscimento professionale ottenuto da uno dei nostri dirigenti, Simone Socionovo il quale, come avrete visto anche nella stampa in questi giorni, ha vinto l’edizione 2007 del Premio giornalistico nazionale “Addetto stampa dell’Anno” per il lavoro svolto ed i risultati conseguiti alla guida della Struttura informazione e comunicazione del Consiglio regionale delle Marche.
Si tratta di un Premio autorevole che viene indetto ogni anno dall’Ordine nazionale dei giornalisti con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e che seleziona in tutta Italia le eccellenze del mondo dell’informazione e le migliori esperienze di comunicazione nei vari settori professionali.
II conferimento di questo riconoscimento a Simone Socionovo, che si è distinto nella sezione riservata alla pubblica amministrazione – uno dei settori principali individuati dalla giuria e quello con il maggior numero di candidati – rappresenta perciò una prestigiosa conferma personale di professionalità, ma anche un motivo di soddisfazione per il Consiglio regionale delle Marche che può vantare una Struttura di informazione e comunicazione che è stata definita un “esempio nel panorama italiano per efficacia comunicativa e capacità di innovazione”.
Leggo ora la motivazione con la quale è stato consegnato sabato 13 ottobre il Premio al nostro dirigente nel corso di una cerimonia ufficiale che si è tenuta nella città di Matera, in Basilicata, durante la quale ha ricevuto il Premio alla Carriera Giuseppe Mennella, capo-ufficio stampa del Senato della Repubblica:
“Il Premio nazionale Addetto Stampa 2007 per il settore della pubblica amministrazione, viene conferito per aver raggiunto gli obiettivi individuati per la riorganizzazione del settore e trasformato l’ufficio stampa in una vera redazione giornalistica, intraprendendo una serie di innovazioni sia strutturali che di messaggio. Di particolare rilevanza, nell’ambito delle attività svolte, la realizzazione della rassegna stampa quotidiana sia in forma cartacea che on line e l’attuazione sperimentale della web tv del Consiglio regionale con l’organizzazione anche di alcune dirette streaming per gli eventi più importanti”.
Credo, inoltre, sia importante sottolineare che la giuria del Premio – composta da autorevoli giornalisti, tra i quali Enrico Paissan, vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti italiani – abbia ritenuto meritevoli anche tutte le attività di informazione e coinvolgimento attivate dal Consiglio regionale nei confronti dei cittadini e, in particolare, dei giovani con l’esperienza di “Ragazzi in aula”.
Quindi credo di interpretare il pensiero di tutti voi nel fare le congratulazioni al dott. Simone Socionovo.


Commemorazione

Da una bella notizia che ci rallegra, purtroppo, passiamo ad una triste, in quanto lo scorso 8 ottobre è venuto a mancare il Senatore Gualtiero Nepi, ex Consigliere regionale.
Per questo, quindi, vorrei che il Consiglio regionale osservasse un minuto di silenzio.
Nepi fu Consigliere regionale dal 1970 al 1979 e Assessore alla Pubblica istruzione dal 1971 al 1975. Fu prima amministratore di enti locali poi uomo di governo, funzionario della Prefettura di Ascoli, militò nelle file della Democrazia Cristiana. Fu fondatore e Presidente dell’ISSEM, l’istituto che precedette la Regione Marche. Nel 1979 venne eletto Senatore, ruolo che ricoprì per tre legislature con l’incarico di sottosegretario nei Governi Craxi, Fanfani e Goria.
Fu un uomo che dedicò alla politica nazionale e regionale tutta la sua vita.
Alla moglie e all’intera famiglia vanno le più sentite condoglianze di tutta l’Assemblea legislativa marchigiana che lo ricorderà sempre con grande affetto e stima.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Volevo chiedere, Presidente, non avendolo potuto fare alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi per un disguido organizzativo, l’anticipazione della discussione della proposta di legge n. 187 “Anticipazione finanziaria al Comune di Falconara Marittima”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Noi chiediamo, invece, come comunicato già nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi, l’anticipazione del punto 33) dell’ordine del giorno che è la proposta di legge n. 16 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale 4 ottobre 1999, n. 26 – Norme e indirizzi per il settore del commercio”.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli sulla anticipazione richiesta dal Consigliere Altomeni.

Guido CASTELLI. Come gruppo riscontriamo una contrarietà metodologica perché voglio rammentare che oggi abbiamo iscritti due atti assolutamente fondamentali e importanti, rendiconto e assestamento, e la convocazione è stata fatta solo per la giornata odierna.
Se la discussione di questi atti – tra l’altro sarei favorevole nel merito a quella del commercio – dovesse sacrificare una discussione ampia, come peraltro meritano, credo sarebbe una cosa sbagliata. Sull’assestamento e sul rendiconto si concentrano valutazioni assolutamente primarie, quindi temo, in assenza di convocazione anche per le giornate di domani, che si potrebbe addirittura pregiudicare la possibilità di approvarle entro oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro che interviene sulla richiesta formulata dall’Assessore Marcolini.

Giacomo BUGARO. Siamo contrari all’anticipazione di questo punto perché vogliamo prima vedere se questa proposta è armonizzabile con il bilancio. Quindi prima vogliamo analizzare il bilancio e successivamente, o magari anche contemporaneamente, affrontare questo problema.
Questo punto specifico potrebbe creare imbarazzo anche in relazione agli altri Comuni della regione e creare un precedente.
Pertanto siamo contrari all’anticipazione di questo punto perché prima vogliamo andare a mettere gli occhi sull’assestamento di bilancio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci che interviene sulla prima richiesta.

Mirco RICCI. Credo sia opportuno poter discutere prima la legge su Falconara perché siamo arrivati a questo Consiglio già chiedendone un rinvio.
Bisogna anche dare atto che i Presidenti dei Gruppi e il Consiglio stesso avevano accolto questa proposta di rinvio proprio perché si doveva arrivare in tempi utili per avere una discussione quasi concomitante tra la proposta di legge su Falconara e quella sull’assestamento.
Il tempo della discussione per l’assestamento e il rendiconto sarà più lungo, mentre questa proposta di legge, anche se sicuramente susciterà un largo dibattito, riguarda comunque solo tre articoli.
Quindi la proposta dell’Assessore Marcolini va nella direzione di votare prima la legge su Falconara e poi di prendere tutto il tempo che servirà per valutare il rendiconto e l’assestamento con i 60-70 emendamenti che ci sono.
Pertanto mi sembra ragionevole accogliere questa proposta. Per la seconda richiesta ho già riferito ai Presidenti dei gruppi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Volevo ricordare che la richiesta del Consigliere Altomeni, fatta a nome del gruppo di Rifondazione Comunista, era stata già avanzata e che poi ritirata sulla base di un impegno chiaro e preciso, cioè che la Commissione la esaminasse e conseguentemente si giungesse in Aula nei tempi possibili a disciplinare il prossimo calendario del commercio.
A noi pare che da allora ad oggi questo percorso in Commissione non ha avuto la possibilità di chiudersi e non ci sono state altre occasioni, né di confronto con la Commissione né di confronto con la Giunta, tali da permettere la certezza che questo nostro provvedimento possa avere efficacia nel calendario per il commercio dell’anno in corso.
Quindi la richiesta di anticipo ha carattere di urgenza collegato a questo tipo di ritardo e a questo tipo di difficoltà.
Aggiungo anche che potremmo ritirare questa richiesta di anticipo, in considerazione dell’affollamento dei temi all’ordine del giorno di oggi, solo se ci sarà l’impegno che il calendario del commercio per il prossimo anno venga sospeso fino alla discussione dell’atto che abbiamo presentato.
Questa proposta di legge è stata presentata da molto tempo, quindi riteniamo necessario che questo Consiglio debba dare una riposta alla domanda che viene da molte parti sulla riorganizzazione delle aperture domenicali.
Quando dico da molte parti è perché questa proposta di legge non ha il merito di essere presentata da Rifondazione, ma ha il merito di avere l’attenzione diffusa di diversi mondi, da quello sindacale ad altri più lontani da noi, ma che comunque sono interessati a ricostruire un rapporto tra tempo di lavoro e tempo di vita diverso da quello calendarizzato dal sistema attuale del commercio.
E’ evidente che senza un percorso che connetta le due vicende perderemmo un anno, da qui l’urgenza dell’anticipo della discussione che vorrei che questo Consiglio votasse.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della richiesta di anticipo della discussione della proposta di legge regionale n. 187 “Anticipazione finanziaria al Comune di Falconara Marittima”.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la richiesta di anticipo della discussione della proposta di legge n. 16 “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale 4 Ottobre 1999, n. 26 – Norme e indirizzi per il settore commercio”

(Il Consiglio non approva)


Interrogazione n. 458
del Consigliere Capponi
“Assegnazione fondi di investimento per la rete viaria di interesse regionale”
Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 458 del Consigliere Capponi è rinviata per assenza dell’Assessore competente.



Interrogazione n. 757
del Consigliere Procaccini
“Costituzione del distretto del mare”

Interrogazione n. 811
dei Consiglieri Mollaroli, Ricci
“Costituzione distretto del mare”

(abbinate)
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 757 del Consigliere Procaccini e l’interrogazione n. 811 dei Consiglieri Mollaroli, Ricci, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Il Servizio industria artigianato a seguito dell’iniziativa del 1° luglio 2004 ha predisposto l’atto di indirizzo per la sperimentazione, ai sensi degli articoli 18 e 19 della l.r. n. 20/2003, di un progetto di promozione della competitività dei sistemi produttivi locali, connesso allo sviluppo e al sostegno di un nuovo programma distrettuale relativo alla individuazione del “Distretto del mare”, approvato dalla Giunta regionale con d.g.r. n. 1120 del 5 ottobre 2004.
Venivano individuati gli organismi di governance per l’avvio della sperimentazione (Comitato di progetto e Comitato esecutivo di progetto del Distretto del Mare) e le linee direttrici del programma di attività a valenza distrettuale nonché i tempi della sperimentazione, al fine di raccogliere e mobilitare reti di alleanze di imprese, lavoratori, istituti di credito associazioni di categoria e istituzioni al fine di favorire lo sviluppo di collaborazioni progettuali e per rafforzare i fattori di competitività dell’intero comparto produttivo.
A seguito di tale impostazione sono stati convocati numerosi incontri del Comitato dai quali è emersa la necessità di integrare la d.g.r. n. 1120/04 al fine di modificare le composizione e funzioni degli organismi di governante, prorogando i tempi della sperimentazione, modifiche ed integrazioni approvate con d.g.r. n. 816 del 10 luglio 2006.
Nella riunione del Comitato direttivo del 21 novembre 2006, a seguito di numerosi incontri, sono state approvate le linee guida per il Piano strategico pluriennale per il Distretto del mare, confermando le priorità e le aree strategiche individuati nell’ambito del Comitato di progetto.
Premesso quanto sopra il Servizio ha provveduto a predisporre sia gli atti normativi che di programmazione per favorire e dare attuazione agli interventi per la competitività del Distretto del mare.
Da un punto di vista legislativo è in corso di approvazione la modifica della l.r. n. 20/03 dove vengono integrati gli articoli di legge relativi alla definizione dei distretti industriali e dei sistemi produttivi, superando la vecchia definizione ed introducendo anche la definizione di filiere produttive, definizione anticipata nella finanziaria 2006 e riproposta in quella del 2007.
La proposta del Piano triennale attività produttive prevede il riconoscimento dell’ambito di specializzazione della nautica e della cantieristica quale settore produttivo emergente e ambito dove promuovere programmi ad integrazione delle politiche nazionali che siano in grado di favorire la crescita della competitività dei distretti industriali e dei sistemi produttivi, le reti e filiere d’imprese.
Si ritiene necessario intercettare le iniziative di politica industriale nazionale avviando una nuova progettualità tesa ad analizzare il proprio territorio le dinamiche economiche settoriali ed intersettoriali al fine di riqualificare i sistemi produttivi e identificare percorsi di sviluppo originali.
Infatti la proposta del nuovo bando per le politiche distrettuali di cui all’articolo 18 della l.r. n. 20/03 “servizi avanzati per la competitività dei sistemi produttivi locali” dà attuazione a quanto previsto nel Piano attività produttive 2007/2009 in quanto le risorse saranno ripartite a valere sulle aree di specializzazione produttiva della calzatura, dell’agroindustriale, del mobile, della meccanica, del plurisettoriale, introducendo per la prima volta anche l’area della nautica-cantieristica.
Con il medesimo bando verrà data attuazione all’articolo 1, comma 890 della legge n. 296/07, legge finanziaria 2007, prevedendo il cofinanziamento statale degli interventi regionali per la presentazione di progetti rivolti ai distretti produttivi adottati dalle regioni. In particolare potrà essere riconosciuto un contributo statale a progetti in favore dei distretti produttivi adottati dalle regioni, per un ammontare massimo del 50% delle risorse pubbliche complessivamente impiegate in ciascun progetto (50 milioni di euro 2006 e 2007 per un totale di 100 milioni di euro).
Le priorità individuate dal Ministero delle sviluppo economico sono le seguenti:
a) forme di collaborazione tra distretti appartenenti a regioni diverse, anche al fine di rafforzarne la presenza sui mercati internazionali, con particolare riguardo ai mercati asiatici;
b) attività di ricerca, di sviluppo sperimentale e pre-competitivo, con prevalenza di innovazione di prodotto, processo o servizio;
c) trasferimento tecnologico e interscambio di conoscenze e tecnologie tra sistema distrettuale e università, centri di ricerca, parchi scientifici;
d) interventi di promozione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict), con particolare riguardo alle borse merci/servizi telematiche;
e) interventi funzionali al miglioramento ambientale delle aree produttive;
f) interventi mirati al risparmio energetico ed all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili o da trattamento di scarti di produzione, anche in regime di autoproduzione;
g) interventi per la logistica finalizzata all’efficiente trasferimento dei prodotti in sostegno dell’intero sistema distrettuale, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
E’ auspicabile, preso atto che il quadro normativo e di programmazione vengano definiti e che vengano individuate le risorse economiche anche da parte statale, che le associazioni di categoria e le imprese facciano pervenire con urgenza le linee e le proposte progettuali sulle quali intervenire.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Ringrazio, anche a nome del gruppo che ha presentato questa interrogazione, l’Assessore Petrini.
La costituzione del Distretto del mare è un’esigenza ormai non rinviabile e ha bisogno, oltre agli agganci internazionali e nazionali, anche di una modificazione normativa regionale, in particolare quella della legge n. 20 del 2003. Questo per dare al Distretto del mare e alle potenzialità che in esso insistono una visione più ampia.
In questi giorni c’è un dibattito sugli assetti della dirigenza per la organizzazione del porto e della portualità che è una cosa importantissima.
Tuttavia il dibattito molto spesso perde di vista il complesso del Distretto del mare che deve interferire con un sistema plurisettoriale, con la cantieristica, con la competitività nazionale e internazionale, con la stabilizzazione, la salvaguardia, la qualità e la sicurezza dei posti di lavoro. Deve interagire con il sistema degli enti locali delle Marche e soprattutto deve integrarsi con l’altra branca dello sviluppo turistico che è quella dei parchi marini.
In questo contesto occorre, Assessore, dopo queste linee guida che lei ha illustrato al Consiglio, adoperarsi affinché il Consiglio medesimo sia investito della discussione e della modificazione della normativa
Quindi non sarebbe male – lo dico a conclusione al Presidente Spacca – dedicare una sessione del Consiglio, proprio per snellire un dibattito che molto spesso è abnorme, allo sviluppo delle Marche riferito alle potenzialità del mare. In questo contesto credo che molte cose potrebbero modificarsi proprio perché si parlerebbe anche al polo logistico regionale che in alcuni casi viene visto distante dal resto della regione.



Interrogazione n. 786
del Consigliere Silvetti
“Risarcimento danni causati dall’alluvione del 16 settembre 2006 in località Collemarino (Ponte Manarini) – AN”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 786 del Consigliere Silvetti. Per la Giunta risponde il Presidente Spacca.

Gian Mario SPACCA. Il Consigliere Silvetti chiede quali siano le procedure di risarcimento danni causati dall’alluvione del 26 settembre in località Collemarino.
II Comune di Ancona con nota del 10 luglio 2007 ha formalizzato alla Struttura di coordinamento per gli interventi conseguenti agli eventi alluvionali iniziati il 16 settembre 2006, una stima dei danni subiti nel territorio comunale per un ammontare complessivo di 5.310.839,38 euro così suddivisi:
- beni immobili privati 1.385.000,00 euro;
- beni mobili privati 2.000.839,38 euro;
- beni immobili comunali 1.800.000,00 euro;
- pronto intervento calamità 120.000,00 euro.
Dopo la richiesta di chiarimenti da parte dell’ufficio, il Comune di Ancona ha integrato, in data 17 settembre 2007, quanto già trasmesso con una scheda progetto dettagliando: la richiesta per 26.000 euro per lavori di somma urgenza eseguiti immediatamente dopo l’evento; la richiesta di 467.000 euro per lavori volti alla riduzione del rischio idraulico e facenti parte di un progetto generale elaborato dalla Multiservizi, dell’importo complessivo di 1.000.000 di euro e in fase di appalto.
Attualmente i decreti del Commissario delegato stabiliscono che i contributi, per le aziende ed i privati, vengano distribuiti a quei Comuni dichiarati gravemente danneggiati ai sensi del d.c.d. n. 2 del 30 ottobre 2006 e sue modificazioni ed integrazioni.
Il Commissario delegato ha emesso i decreti n. 1 del 12 gennaio 2007, n. 5 del 12 aprile 2007, n. 11 del 15 giugno 2007, n. 12 del 15 giugno 2007, n. 17 e n. 18 del 6 agosto 2007, con i quali sono stati individuati, solo per i Comuni gravemente danneggiati, i soggetti beneficiari del contributo, per i mobili registrati, per le attività produttive, per i beni mobili non registrati e con decreto n. 9 del 14 maggio 2007 sono state riconosciute alle amministrazioni pubbliche le somme spese per gli interventi sostenuti in prima emergenza.
Sono in corso le verifiche ed i controlli sulle aziende ammesse a contributo.
Relativamente all’ultima domanda la Regione non ha elementi per attribuire eventuali responsabilità al Comune di Ancona per carenze di manutenzione e/o custodia del “Fosso Manarini” in quanto il controllo e la vigilanza dei corsi d’acqua è di competenza della Provincia.
E’ opportuno precisare, tuttavia, che la normativa in materia corsi d’acqua e opere idrauliche ad essi pertinenti è particolarmente articolata ed è disciplinata nelle previsioni delle leggi regionali n. 10 del 17 maggio 1999 e n. 13 del 25 maggio 1999, nonché del regio decreto n. 523 del 1904, il quale tra l’altro, pur essendo norma molto vecchia ma non ancora abrogata, coinvolge anche i proprietari e i possessori frontisti negli interventi ed opere di manutenzione dei corsi d’acqua medesimi.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Nell’apprendere i dati che mi ha appena elencato, Presidente Spacca, devo riscontrare con preoccupazione che il Comune di Ancona non avrà alcun tipo di risarcimento, in quanto risulta, da quello che mi ha appena detto, che chi beneficerà di questi contributi saranno solo i Comuni dichiarati gravemente danneggiati.
So per certo che il Comune di Ancona si trova nell’elenco di quelli semplicemente danneggiati, mentre il Comune di Falconara ed una frazione di Montemarciano sono inseriti nella prima fascia.
Quindi va da sé che il Comune di Ancona, interessato in una parte dall’alluvione del 26 settembre, una alluvione più piccola ma che comunque ha comportato danni ingenti al territorio, non verrà risarcito in alcuna misura, pertanto niente per i beni immobili e niente per i beni mobili registrati, quando invece l’alluvione ha prodotto danni ingentissimi per alcuni milioni di euro.
E’ chiaro, dunque, che al momento questa risposta non può essere soddisfacente.
La richiesta è quella di inserire, visto che non ci sono stati gli elementi oggettivi per un discernimento o per una particolare definizione di gravemente danneggiato, il Comune di Ancona nell’elenco di quelli gravemente danneggiati, peraltro so che anche lo stesso Comune ha chiesto alla Regione il perché di questo mancato inserimento.
Il Comune di Ancona si trova in una situazione di emergenza di carattere sociale non indifferente.
Ci sono famiglie che stanno valutando, ed alcune lo hanno già posto in essere, l’intento di far causa al Comune di Ancona per le responsabilità che ha sulla manutenzione del Fosso di ponte Manarini; tra l’altro gli accertamenti tecnici preventivi che sono stati fatti hanno proprio dato, purtroppo per il Comune, ragione ai privati.
Non si capisce, peraltro, come mai in questo caso la Regione Marche abbia discriminato il Comune di Ancona nel non dichiarare gravemente danneggiata per lo meno quella porzione di territorio, così come ha fatto per la frazione Gabella del Comune di Montemarciano; tra l’altro i danni del territorio del Comune di Ancona sono anche di maggiore entità e l’alluvione solo miracolosamente non ha comportato conseguenze ben più gravi, sono stati invasi addirittura i seminterrati, gli interrati e primi piani di alcune case che solitamente sono abitate.
Vorrei chiederle, Presidente, di rivisitare la possibilità di rivedere quanto prima la posizione di Collemarino e farla rientrare in quelle zone considerate gravemente danneggiate.
Ho parlato con il Capo della Unità di crisi, dott. Oreficini, e non ci è dato ancora sapere quando verrà realizzata l’opera di messa in sicurezza di questo fossato, anche perché nulla ci vieta di pensare che un’ulteriore alluvione potrebbe aggravare quei danni che sono sotto gli occhi di tutti, perché l’area non è stata messa in sicurezza, non sono stati ripristinati gli immobili sui cui gravano, appunto, danni ingenti che i cittadini non sono in grado di sanare autonomamente.
Per quel che riguarda la responsabilità del Comune di Ancona la Regione non ha gli elementi per poterlo stabilire, ma l’hanno fatto, ripeto, gli accertamenti tecnici che il Tribunale di Ancona ha fatto svolgere su istanza dei singoli cittadini.
Credo che prima di andare sulle modalità e sulle tipologie dei risarcimenti, sia fondamentale per la Regione stabilire una volta per tutte che se è stato considerato gravemente danneggiato il Comune di Falconara e una porzione del Comune di Montemarciano, altrettanto dovrebbe esserlo per la porzione del Comune di Ancona relativa al quartiere di Collemarino nel special caso il Fosso Manarini.
Le azioni legali che sono state intraprese nei confronti del Comune di Ancona purtroppo richiederanno alcuni anni – la giustizia ci ha abituati a tempi lunghissimi –, quindi credo sia compito della Regione riconsiderare la posizione di questi cittadini che chiedono di essere trattati nella stessa misura di quelli di Montemarciano e Falconara.


Interrogazione n. 391
del Consigliere Castelli
“Stanziamenti relativi alla realizzazione di n. 40 posti letto in Rsa nel Comune di Comunanza o di Amandola Ztl n. 13”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 391 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Per ricostruire un po’ il percorso, parto da una risposta ad una interrogazione di qualche tempo fa aggiornandola ad oggi.
La delibera di Giunta regionale n. 2635/97 aveva previsto, tra le altre, la realizzazione di una nuova struttura nel Comune di Comunanza da adibire a residenza sanitaria assistenziale con una dotazione di 40 posti letto; a tale scopo veniva assegnato un finanziamento di 4.600 milioni di vecchie lire pari a euro 2.375.701,74 di cui 2.256.916,65 euro a carico dello Stato e il resto a carico del bilancio regionale.
L’iter progettuale si è svolto regolarmente fino all’approvazione del progetto esecutivo da parte del Dirigente del servizio lavori pubblici con decreto dell’11 giugno 2002 e alla conseguente ammissione a finanziamento da parte del Ministero della salute con decreto dirigenziale del 12 luglio 2002.
Il successivo 24 luglio il Commissario straordinario della Asl n. 13 indirizzava all’Assessore alla sanità ed al Direttore del dipartimento servizi alla persona ed alla comunità una proposta di modifica della localizzazione della struttura facendo presente che “... alla luce delle azioni in pectore del nuovo Psr si può identificare nell’Ospedale di Amandola la sede più opportuna per la suddetta Rsa per evidenti risparmi di gestione”; la proposta era supportata da un documento tecnico finalizzato a verificare la fattibilità dell’intervento nel presidio ospedaliero di Amandola.
La Giunta regionale, tenuto conto delle prevedibili economie conseguenti all’inserimento della Rsa nell’ambito di una struttura esistente, della verificata fattibilità dell’opera nel presidio di Amandola e della compatibilità della spesa preventivata con le risorse già rese disponibili per l’originaria realizzazione della struttura a Comunanza, con delibera n. 1745 del 1° ottobre 2002 ha deciso di chiedere al Ministero della salute la revoca del finanziamento concesso per la Rsa di Comunanza e la contestuale rassegnazione del medesimo importo per la realizzazione di una struttura analoga all’interno del presidio ospedaliero di Amandola.
In conformità alla decisione adottata dalla Giunta è stato avviato l’iter progettuale per la Rsa di Amandola: il 21 novembre 2003 il Commissario straordinario della As n. 13 ha approvato il progetto definitivo; il progetto esecutivo è stato approvato il 23 marzo 2005 dal. Direttore generale dell’Asur, la cui istituzione è intervenuta in itinere a seguito della legge regionale n. 13/03, ed in data 14 aprile 2005 dal Servizio lavori pubblici della Regione; il Ministero della salute ammetteva a finanziamento l’opera in data 10 maggio 2005.
Attualmente risulta dall’informativa tecnica trasmessa dal responsabile Unico del procedimento della Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno che, completate le procedure di rito, l’atto di aggiudicazione definitiva dei lavori risulta in attesa di approvazione da parte dell’Asur.
La durata dei lavori, così come da progetto approvato, è di 600 giorni a partire dalla data di consegna degli stessi all’impresa aggiudicataria dell’appalto.
In base agli elementi sopra esposti non sembra potersi ravvisare, nella procedura amministrativa che ha modificato la localizzazione della struttura in parola, l’inerzia denunciata dal Consigliere Castelli.
In aggiornamento a questa, che era la risposta del 31 maggio 2006, si aggiunge che i lavori relativi alla Rsa di Amandola sono stati consegnati in data il 31 maggio 2006 e, ad oggi, risultano eseguiti per il 70%.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. L’argomento della interrogazione, al di là della diversa localizzazione della Residenza sanitaria assistenziale, Assessore Mezzolani, ci consente brevemente di tornare su due argomenti che rappresentano criticità assolute del nostro sistema, in particolare del funzionamento dell’Asur, che fra le altre cose sono state ulteriormente rimesse in risalto dalle polemiche della scorsa settimana sulle determine n. 559 e n. 560 del direttore generale dell’Asur, dott. Malucelli.
Perché? Innanzitutto la vicenda di questa Rsa evidenzia l’eccessivo ritardo con cui il Servizio sanitario regionale è solito dar luogo agli interventi di infrastrutturazione sanitaria. E’ un problema gravoso che si aggiunge agli altri che riguardano l’attività clinica più strettamente intesa, ma che, purtroppo, non tarda a produrre effetti cagionevoli, disservizi importanti e significativi, se solo lo riferiamo ai ritardi biblici che riguardano, sempre sul versante della infrastrutturazione sanitaria, il comportamento del servizio in relazione, ad esempio, all’infrastrutturazione da destinare alle attività intramenia.
Siamo così in ritardo nell’utilizzo dei fondi – alcuni risalgono anche a dieci anni fa – per l’attuazione delle opere murarie, che da una recente classifica del Il Sole 24 Ore risultiamo addirittura essere l’unica regione che tra costi e ricavi in materia di intramenia risulta afflitta da un “meno”, ovvero abbiamo dei ricavi inferiori a ciò che effettua l’attività di intramenia dei medici dipendenti del servizio sanitario regionale.
Questo è un dato che dovrebbe assolutamente venire alla mente sia all’Assessorato alla sanità che e in particolare al Direttore generale dell’Asur dott. Malucelli nel momento in cui persegue la folle linea di una ricentralizzazione delle decisioni rispetto ad attività – mi riferisco a quelle di infrastrutturazione – che purtroppo hanno riguardato l’Asur in maniera gravissima e che tutt’ora portano il nostro Servizio sanitario regionale a richiedere i fondi perché su tante attività è in carenza di ossigeno – guardate il caso della non autosufficienza –, ma poi, in altri casi, come le risorse sulle infrastrutturazioni, i soldi ci sono e non li spendiamo.
Questo è uno dei paradossi più evidenti del Servizio sanitario regionale delle Marche.
Quando la Giunta spende centinaia di migliaia di euro in comunicazione istituzionale, l’ultimo bollettino è quello che leggiamo sui giornali regionali di questi giorni in riferimento alla prossima visita della Ministra Turco, allora alla Ministra Turco diciamole che per fare venti posti di Rsa in un paesino piccolo dell’ex provincia di Ascoli, ora diventata di Fermo, come Amandola, ci abbiamo messo cinque anni. E potremmo anche ricordarle – visto che dovrebbe venire a santificare una sanità modello – che sull’intramenia i soldi dell’articolo 20 giacciono nelle nostre casse da quindici anni!
Questi sono i florilegi che spero, al di là delle pubblicità e delle propagande volute solo in ossequio ad un vecchio modo di far politica, dovremmo segnalare alla dott.ssa Turco.
Spero che questo venga fatto e spero soprattutto che l’Asur, visto che ormai il 30 novembre è alle porte che è la data entro la quale questa Giunta è stata invitata da questo Consiglio a rivedere l’impianto organizzativo della nostra sanità, voglia cogliere l’occasione della visita della Ministra Turco non per contrabbandare situazioni di una brillantezza inesistente, ma per affrontare i tanti nodi che è giusto vengano al pettine il 22 ottobre.


Proposta di legge n. 187
della Giunta regionale
“Anticipazione finanziaria al Comune di Falconara Marittima”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. Così come votato dal Consiglio, l’ordine del giorno reca ora la proposta di legge n. 187 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Questa proposta di legge non è particolarmente complicata dal punto di vista della sua narrazione tecnica, sostanzialmente è tutta iscritta nel suo titolo “Anticipazione finanziaria al Comune di Falconara Marittima”.
La proposta si articola in tre punti molto asciutti.
Il primo comma dell’articolo 1 definisce la quota di anticipazione, pari a 2.843.380,45 euro, ed un comma ulteriore che rimanda ad un rapporto di convenzione le forme di restituzione di questa anticipazione.
Il secondo articolo indica i fondi da cui si individuerà questa anticipazione.
Nel terzo articolo, come tutte le leggi urgenti, si richiede la dichiarazione d’urgenza, quindi l’immediata entrata in vigore della legge.
Quello che è più complicato sono le motivazioni per le quali questa legge è stata proposta, considerato che – lo dico in forma semplice – la garanzia di questa anticipazione sono le somme che il Comune di Falconara percepirà, dopo l’adesione compiuta con la stipula dell’accordo di programma – firmato come noto nei giorni scorsi dal Commissario prefettizio dott. Ruffo – per i progetti di area vasta previsti dalla società Quadrilatero. Queste sono le fonti della restituzione.
Anche le motivazioni raccontate nella narrativa sono molto chiare. Il Comune di Falconara ha manifestato la necessità di pervenire all’acquisizione delle proprie casse delle somme relative e previste da questo accordo, in via anticipata rispetto al tempo in cui tale credito verrà ad esistenza e, soprattutto, tale motivazione è giustificata dall’ente con l’esigenza primaria di perseguire il raggiungimento del proprio equilibrio finanziario.
Fin qui ho fatto le considerazioni come relatore della di questa proposta.
Per quello che mi riguarda, invece, debbo dire che non ho partecipato in Commissione alla votazione di questa proposta di legge perché sono stato latore di un emendamento, che oggi è stato presentato in Aula, rispetto alle fonti di sostegno di questa anticipazione. Questo l’ho fatto per una serie di motivi che ora cercherò di esplicitare.
Il primo motivo è che è evidente che questa anticipazione, che si poggia su una necessità indicata dal Comune di Falconara di perseguire il raggiungimento del proprio equilibrio finanziario, si espone alla reiterazione di questa forma di intervento da parte di tutti quei Comuni che aderendo agli accordi di programma con la società Quadrilatero sono pronti a vantare ora per allora questo tipo di credito.
Questa mi sembra di per sé già una considerazione da valutare con grande attenzione.
Il secondo motivo è perché la contestualizzazione di questa proposta di legge, presentata alla fine del mese di agosto, si inserisce in una vicenda significativa del Comune di Falconara che stava in due problemi.
Il primo problema sono le sue gravi difficoltà finanziarie, il secondo è che in quella città si era aperto un dibattito sulla opportunità di confermare l’adesione all’accordo con la società Quadrilatero precedentemente votata in Consiglio comunale da una maggioranza diversa da quella che allora, cioè nel mese di agosto, governava il Comune di Falconara. Quindi un dibattito nato ben prima e che aveva portato il Comune a valutare l’opportunità di rescindere questa adesione o per lo meno di non sottoscrivere l‘accordo di programma conseguente.
Della stessa importanza, secondo noi, sono le motivazioni di questa maggioranza regionale con gli atti che ha fatto, come le linee programmatiche votate e presentate dal Presidente e il bilancio di previsione ultimo scorso.
In tutti questi atti l’adesione alla società Quadrilatero da parte della Regione poggiava sostanzialmente su due motivazioni, la prima quella di ritenere opportune, anzi strategiche, le infrastrutture disegnate da quel progetto, la seconda, altrettanto importante e motivante, la volontà di garantire gli enti locali della possibilità di esercitare autonome decisioni. Tant’è che di quei piani di area vasta proposti da quella Società diverse amministrazioni comunali hanno via via deciso di evitarne l’adesione.
Quindi, in primo luogo, l’autonomia dei territori e l’ulteriore impegno a reperire le risorse necessarie previste dal quel marchingegno per il quale potevano mancare nel caso della non adesione a quell’accordo.
Falconara stava in mezzo, stava dentro un dibattito politico significativo che aveva bisogno, credo, di realizzarsi nella massima libertà e nella massima serenità. Certo il vincolo di una vicenda finanziaria così pesante e così difficile poteva, anzi ha determinato, una serie di scelte che avevano il peso della costrizione.
Quindi questo è per quanto ci riguarda sul voler intervenire su una richiesta come quella del Comune di Falconara, che tra l’altro è un territorio strategico per la regione Marche perché ospita il cuore del sistema logistico regionale.
Voglio fare una nota a latere, anche ieri il Commissario Ruffo ha pienamente esercitato il suo ruolo di amministratore di Falconara decidendo sulle sorti del porto di Ancona.
Questo determina qual è il ruolo e quale è il peso di questa amministrazione, quindi, il fatto che la Regione Marche ritenga strategica questa comunità e questo territorio, che sono pienamente governati nella libertà degli oneri, è un atto positivo da parte nostra, non fosse altro perché qui viene ospitata l’azienda energetica più importante di questa regione che tante volte ci ha portato ad un dibattito intenso e significativo.
Da una parte, quindi, l’impegno ad evitare quell’assestamento, dall’altra parte la possibilità di rispettare il nostro programma e non il programma di altri, cioè la garanzia ai territorio all’autonomia.
Da questo punto di vista presenterò un emendamento che tenta di risolvere su questo versante quella vicenda, anche se oggi per molti versi è conclusa considerato che il primo atto del Commissario prefettizio è stato quello della firma dell’accordo di programma con la società Quadrilatero. Credo che questo fosse nelle piene potestà del Commissario, ma a volte penso che la prudenza, l’ascolto e la riflessione politica dovrebbero animare questi funzionari, considerata l’importanza dell’atto che andava a firmare.
Un atto che, ripeto, coinvolgerà e impegnerà il territorio di Falconara ora e per sempre, e impegnerà e coinvolgerà i cittadini di Falconara dal punto di vista finanziario ora e per trent’anni.
Quindi un atto di questo genere avrebbe meritato per lo meno di essere esercitato subito dopo questo dibattito e subito dopo il voto di questa legge, considerando che la Regione ancor meglio poteva dare il percorso e indicare le possibilità ulteriori affinché Falconara sanasse finanziariamente parte dei suoi problemi.
Così non è stato, il Commissario ha esercitato il suo ruolo, ma non è questo il punto.
Il punto sostanziale di questo dibattito riguarda, invece, la vicenda della Società Quadrilatero. Su questo aggiungerò pochissime cose, ma vorrei che venissero prese in considerazione dal Consiglio e da questo dibattito.
Crediamo che il quadro della vicenda Quadrilatero sia profondamente mutato, anzi questo è un fatto; è profondamente mutato perché è mutata la natura sociale della società Quadrilatero, tant’è che la Regione Marche, per scelta anche di questo Consiglio, siede con un suo delegato in quel consiglio di amministrazione, è mutata perché sono mutati per alcuni aspetti gli indirizzi e le intenzioni del Governo. Rimando qui, senza citarle, alle innumerevoli dichiarazioni dell’On. Di Pietro, prima, e del Ministro Di Pietro, poi, considerato che in questo caso c’è un’idiosincrasia derivata dal ruolo, dove tutti e due questi percorsi dichiaratori dimostrano che è profondamente modificata anche l’intenzione del Governo.
La domanda più immediata che viene da questa considerazione è la seguente: pensiamo, stando che riteniamo strategiche le infrastrutture disegnate dal quel progetto e che l’ipotesi progettuale le sostiene, i cosiddetti piani di area vasta così come sono pensati e organizzati per comodità di illustrazione e non per invettiva – dal quartetto Pieralisi, Baldassarri, Berlusconi, Romozzi – questo non vorrei che venisse inteso come accenno polemico – che non meritino dal nostro punto di vista, dal punto di vista del territorio e di questa maggioranza che ha in qualche modo contrastato questo tipo di scelte, di riflettere e riguardare quella progettazione?
A spiegazione di questa riflessione: pensiamo di condividere, per esempio, la piattaforma logistica di Fabriano che sta a 20 chilometri dall’Interporto di Falconara? Pensiamo di condividere la progettazione di Caldarola di un centro benessere all’interno di una cava? O pensiamo che quella organizzazione del territorio meriti oggi un dibattito nuovo, una ventata – la dico così – di democrazia?
Quindi non pensate che questa Regione, proprio perché oggi fa parte a pieno titolo del consiglio di amministrazione di quella Società, non debba riaprire con le Province, con i Comuni, ma anche con i comitati e con i cittadini, quel percorso di riflessione sui progetti di area vasta, fermo restando il meccanismo – oggi il meccanismo è partito, dico io “purtroppo” – se in quei territori le scelte urbanistiche devono essere quelle o se i cittadini devono solo subirle?
Questa è la riflessione che oggi possiamo fare.
Credo che questa sarebbe l’occasione di un impegno vero da parte di questa maggioranza affinché presto si creino le condizioni, a partire anche da un convegno o da una conferenza; ricordo che due anni fa abbiamo fatto una conferenza significativa sulla sanità che era un punto di verifica delle cose fatte, ma anche un punto di riflessione delle cose che si potevano diversamente fare.
Il dibattito su questa legge, così semplice da molti punti di vista, ci offre oggi questa altra occasione.
Ho voluto – scusatemi se sono stato un po’ lungo contrariamente alla secchezza di molti miei interventi – aiutare il dibattito anche a partire da questa considerazione, altrimenti sarebbe stato difficile capire il senso, le ragioni e la motivazione di questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Il Presidente della II Commissione, Consigliere Brandoni, ha tentato con una lunga esposizione di trovare la forma migliore per uscire da una situazione che è sicuramente imbarazzante per la maggioranza, che è imbarazzante sull’atto ma anche su ciò che c’è stato prima dello stesso atto.
Il governo della sinistra di Falconara ha portato ad una situazione di fallimento – così si sarebbe chiamato nel diritto privato – di quel Comune che se avesse avuto l’applicazione di quelle norme sarebbe stato da tempo sottoposto ad un “regime” straordinario che è quello, appunto, della legge fallimentare.
Così non è perché è un ente pubblico; ci ritornerò sul fatto dell’importanza che siamo di fronte ad un ente pubblico, cioè l’istituzione che deve rappresentare i cittadini e che deve fare l’interesse di una comunità che essendo locale è poi collegata ad un tessuto provinciale e regionale.
Fermiamoci ora un attimo a fotografare sull’impietoso stato delle cose che addirittura è sfociato in una crisi politica. C’è un commissario prefettizio, è caduta una coalizione, è caduto il Sindaco. E questo sicuramente, caro collega Brandoni, è un motivo di imbarazzo anche tuo, che diviene duplice perché si sta parlando di un rimedio che passa attraverso uno strumento che è stato sempre contestato dalla sinistra cosiddetta radicale, cioè da Rifondazione, dai Comunisti Italiani, dai Verdi che sono da sempre contrari alla Quadrilatero, contrari come strumento, come modalità, come procedimento e come esiti per quanto concerne poi l’adesione che c’è stata anche di Falconara a piani di area vasta, a quello che comporta lo sviluppo di una infrastruttura dell’ente in cui insiste l’opera e per quello che l’opera cattura attorno come valore e come incremento degli insediamenti produttivi, commerciali, industriali, logistici, ecc..
Ecco perché parlavo di imbarazzo da parte del relatore di maggioranza che ha girato attorno alle questioni, ma alla fine non ha detto qual è la posizione, la ricaduta, la sintesi, che poi non so neppure se è stata trovata in maggioranza, a occhio mi sembra proprio di no.
Noi, invece, vogliamo essere più chiari e diretti. Primo, dobbiamo dire chiaramente che le colpe di questa situazione sono di un malgoverno della sinistra che ha creato una situazione di disastro, senza nessun equilibrio, senza nessuna ricaduta positiva, perché sono scelte della passata Giunta che sono poi ricadute come un macigno sulla nuova esperienza amministrativa nata nelle ultime elezioni locali.
La sinistra deve riconoscere e assumersi le responsabilità e le colpe di questa situazione, deve dire apertamente che quella di Falconara è stata assolutamente una pagina negativa di governo locale.
Noi lo diciamo apertamente, lo abbiamo detto in Consiglio comunale, ma anche in tante altre riunioni che hanno trattato la questione e lo ribadiamo con forza quest’oggi, cioè che la sinistra ha avuto ed ha la responsabilità pesante di questa situazione.
I cittadini falconaresi lo sanno e spero che giudicheranno da queste cose le scelte future che tutte le forze politiche saranno chiamate a fare quando si ritornerà finalmente a votare e a superare questa situazione che di per sé è già straordinaria in quanto è un commissariamento.
Ecco perché ritorno al discorso dell’istituzione e pertanto il bene pubblico a cui essa deve tendere.
Questa questione di natura straordinaria oggi deve essere considerata sotto il profilo delle ricadute che potrebbe avere se conseguenzialmente si giungesse alla dichiarazione dello stato di dissesto.
Questo perché? Perché non siamo di fronte ad un’azienda privata che sarebbe sottoposta automaticamente a certe procedure (fallimento, curatore, giudice delegato), ma siamo di fronte ad una Istituzione che oggi vive un momento obiettivo di difficoltà e che deve tentare, attraverso una figura super partes, come quella del Commissario prefettizio, di porre rimedio ad una situazione molto grave.
Qual è l’atteggiamento che si dovrebbe sempre tenere? Fare in modo che non vi siano, o che siano attenuate, le ricadute negative per i cittadini di Falconara, per coloro che hanno chiesto con il voto soltanto un buon governo e questo non lo hanno ottenuto. Anzi questo stato di dissesto, se dichiarato, porterebbe sicuramente a ricadute ancora più pesanti rispetto a quelle pesantissime che già si sono avute, considerato che si è bloccata completamente un’attività amministrativa ordinaria perché non c’è più una Giunta, non c’è più una maggioranza, non c’è più un Consiglio nella pienezza delle sue funzioni.
Con questo ragionamento vogliamo giungere alla individuazione di nuovi percorsi che devono passare attraverso un convincente grado di adesione – lo era anche prima che la Regione Marche si inserisse dentro il pacchetto di azioni della Quadrilatero Spa – ad una procedura che sicuramente porterà, con le nuove infrastrutture che dovranno essere completate e quello che avverrà attorno alle stesse, ad esiti molto positivi per il territorio.
Inoltre, occorre fare in modo di non dare più deleghe in bianco, come forse questo atto voleva fare intendere quando è nato, oggi non c’è più il Sindaco, non c’è più una maggioranza politica, si deve sostenere l’Istituzione, questo è chiaro perché c’è un Commissario, non si deve sostenere quest’ultima maggioranza che ha avuto sotto tanti profili le sue responsabilità, altrimenti sarebbe stato inspiegabile il perché delle dimissioni del Sindaco.
Probabilmente tale proposta era già nata con questo “vizio” che mi avrebbe impedito di fare questo ragionamento, perché sarebbe stata troppo schiacciata sulla politica, sui rapporti di forza maggioranza e minoranza. Oggi no, c’è un Commissario, quindi il senso di responsabilità è la logica conseguenza che sulla Quadrilatero ci abbiamo scommesso come strumento di sviluppo, come possibilità e opportunità per tanti territori.
Noi diciamo che questa cosa, nell’interesse e nella difesa del cittadino, deve portarci ad un atteggiamento costruttivo e propositivo, certo non fino al punto di condividere tutto il percorso; non lo abbiamo potuto condividere tutto per tanti motivi, per esempio, del protocollo siglato tra Giunta regionale, Quadrilatero e Comune di Falconara, ne avevamo avuto conoscenza solo attraverso la lettura degli atti prodromici a questa proposta di legge.
Quindi, non possiamo dire che questa proposta di legge la condividiamo totalmente, anzi, all’inizio era stata ispirata da altre volontà e da altre logiche che non potevamo assolutamente condividere, oggi però c’è la condizione per poter dire che non vogliamo punire il cittadino di Falconara con uno stato di dissesto che porterebbe gravissime e ulteriori conseguenze a causa di quella istituzione comunale.
Questa è la nostra riflessione su questo atto, che è un atto che comunque è tecnicamente e giuridicamente delicato.
Spero che ciò che ho detto potrà essere un contributo per una riflessione che questo Consiglio regionale deve fare al di là delle circolocuzioni che non arrivano al nocciolo delle questioni.
E’ un nocciolo chiaro per il cittadino di Falconara e anche per gli altri cittadini marchigiani che si sono interessati a questa vicenda. E’ una situazione molto chiara che significa, da un lato il fallimento delle politiche della sinistra che ha portato a questo stato drammatico della situazione amministrativa di Falconara e, dall’altro, sul ragionamento ci mettiamo anche la grande attenzione che dobbiamo avere verso il cittadino falconarese che non può essere due volte punito.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Negli ultimi mesi ci siamo trovati a discutere – in qualche caso ad approvare e in qualche caso no – in questo Consiglio regionale alcune proposte di legge che riguardavano situazioni molto specifiche.
In un primo caso la situazione di un’azienda che non poteva portare avanti la propria attività lavorativa per una incomprensione o per una non chiarezza della legge regionale che è questa è stata modificata. In un secondo caso per una situazione di scontento, nonostante le procedure fossero a mio avviso chiare e limpide, da parte di cittadini e di rappresentanti istituzionali di un territorio specifico anche in questo caso. In un terzo caso, quello di oggi, stiamo discutendo una legge che riguarda una situazione estremamente particolare, quella del Comune di Falconara.
Nell’ultimo Consiglio regionale abbiamo approvato una proposta di legge dall’opposizione, ma approvata da tutti, in cui si è voluto sostituire il termine “Consiglio regionale” con il termine “Assemblea elettiva”, questo per far capire quale sia il compito di un Consiglio regionale.
Credo che a questo compito dovremmo attenerci, quindi se siamo Assemblea elettiva dobbiamo fare leggi che dovrebbero tener conto di un contesto di carattere regionale e cioè verificare la situazione in un contesto di carattere più ampio,
Se oggi approviamo questa legge, a mio avviso, ci potremmo trovare con il rischio che altri Comuni che so dovessero trovare in situazioni finanziarie simili o uguali a quelle di Falconara potrebbero ugualmente venirci a chiedere delle anticipazioni per godere dello stesso diritto.
Non solo questo, ma anche gli altri Comuni delle aree leader se si dovessero trovare nella stessa situazione di Falconara potrebbero venire a chiederci un’anticipazione o quanto meno un intervento da parte della Regione nei confronti della loro situazione di carattere urbanistico.
E’ pur vero, però, che la situazione di Falconara è estremamente grave e le ultime situazioni di carattere politico non hanno certo aiutato a migliorare la situazione di indebitamento del questo Comune.
C’è stata una amministrazione precedente che probabilmente ha speso al di sopra di quello che era possibile. Sui giornali abbiamo letto di questa ultima amministrazione che per un anno intero non ha fatto altro che “sparare” sull’amministrazione precedente, fino ad arrivare alla situazione finale dove poi l’ultima amministrazione è caduta.
Che questi problemi siano di grande importanza e di grande difficoltà da gestire per un Comune e per un territorio come quello di Falconara siamo tutti consapevoli.
Il fatto che su Falconara sia presente l’Api, il fatto che c’è una centrale elettrica che è già in funzione e quella che si vorrebbe che fosse ancora in funzione, il fatto che ancora non si sia chiarita o decisa la posizione dello scalo merci, il fatto che sono decenni che si parla della ferrovia da spostare che passa in mezzo all’azienda dell’Api e che comporta problemi perché ancora sta lì, il fatto che ci siano grossi problemi di sicurezza che significano interventi forti da parte delle forze dell’ordine e del Comune nei confronti dei cittadini, sicuramente sono tutti problemi di cui non possiamo non tenere conto.
Credo che su questi problemi, che a mio avviso travalicano un contesto tipicamente cittadino perché riguardano problemi riferiti ad un’area ben più ampia, forse sarebbe opportuno che si facessero ulteriori valutazioni con l’amministrazione di Falconara e anche con quella nuova quando si farà, per poter verificare, insieme agli enti superiori, come intervenire, perché sono problemi che non possono sicuramente essere risolti o che possono trovare la sensibilità di un solo Comune.
Questa anticipazione rispetto agli introiti degli oneri di urbanizzazione e dei costi di costruzione sulla Quadrilatero, sicuramente farà parte del bilancio che quest’ultima amministrazione ha approvato, un bilancio sicuramente difficilissimo, probabilmente saranno anche finanziamenti in qualche modo già utilizzati e che quindi, qualora non fossero coperti, comporterebbe una difficoltà enorme nei confronti dei cittadini.
Qualcuno si è anche chiesto – qualcun altro ha fatto proposte diverse accettabili o meno – perché proprio su quella voce, perché andare ad intervenire sulle anticipazioni, anche se è vero che il Comune questo aveva previsto, ma perché su questo e non su altro è stata chiesta alla Regione una anticipazione finanziaria?
Quindi qui deve essere fatta una valutazione. A differenza di qualche Consigliere che non vede in buona luce questa legge perché è contrario alla Quadrilatero, io non sono stata mai contraria. Quindi le mie perplessità non sono per il fatto che non approvando questa legge impediamo la Quadrilatero, ma sono per il fatto che ho la forte impressione che chiedendo alla Regione di intervenire e in un certo senso di risolvere un problema – qui c’è una situazione finanziaria gravissima e noi andiamo ad anticipare delle cifre che poi per forza devono tornare indietro – soltanto su questa voce mi fa pensare che ci sia una certa forzatura – e ripeto che io non sono contraria alla Quadrilatero – non soltanto nei confronti dei cittadini, ma anche nei confronti di quelle forze politiche che pur non essendo favorevoli alla Quadrilatero poi potranno dire “non possiamo fare diversamente”, e che poi una volta insieme quindici giorni dopo si ritrovano a litigare. Non ci dimentichiamo che l’amministrazione comunale attuale è caduta sul problema della Quadrilatero.
Mi piacerebbe che nei confronti dei cittadini ai quali si chiederà il voto tra qualche mese ci sia, da parte delle forze politiche, da parte dei componenti politici, la sincerità ad esprimere effettivamente quello che si pensa rispetto a certi progetti, in maniera che poi la conseguente consapevolezza dei cittadini porti a votare quelle forze politiche su cui si crede.
Avrei voluto votare contro questa proposta di legge per i motivi che ho detto prima, però c’è un impegno da parte della Regione, un impegno che è stato sottoscritto dal Presidente e dal Commissario straordinario.
Devo anche mettere in evidenza una nota. Nella narrativa la relazione di questa proposta di legge è estremamente onesta e, al di là delle enfasi fatte da qualcuno sia della maggioranza che della opposizione per il fatto che questo significherebbe per i cittadini chissà quale danno o chissà quale dissesto finanziario, parla solo della Quadrilatero, dice solo che il Comune di Falconara ci ha chiesto di intervenire, quindi è chiaro perché diamo questa anticipazione.
Non avrei voluto votare a favore, ma nel momento in cui ci sarà questa votazione uscirò dall’Aula perché non voglio con un voto contrario smentire un accordo che comunque chi ci rappresenta in Regione aveva già fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Soltanto alcune brevi considerazioni. Innanzitutto il finanziamento degli enti non rientra fra i compiti istituzionali della Regione, quindi stiamo parlando di qualcosa di extraregionale.
Oggi abbiamo in discussione anche il rendiconto per l’anno 2006. La pesante situazione finanziaria della Regione, che chiude i propri conti ogni anno con circa 100 milioni di deficit e che tutti vengono posti a carico dei cittadini perché coperti con mutui ed altro, non consente di erogare alcuna risorsa al di fuori dei compiti istituzionali.
Questa è una mia considerazione perché penso che come in una buona famiglia bisognerebbe ogni tanto fare i conti e guardare un po’ al futuro di questo ente e al futuro del territorio e degli interessi dei cittadini e non soltanto agli interessi di qualche amministrazione vicina a noi.
La carenza di risorse proveniente dalla cattiva gestione regionale ha prodotto la paralisi di questo Consiglio che non dispone di alcuna copertura finanziaria neppure per le proprie proposte di legge.
In questa situazione mi pare inopportuno ed anche illegittimo intervenire a finanziare la gestione di Falconara in stato di pre-dissesto, tra l’altro determinato sempre da una cattiva gestione del centro-sinistra che in quella precedente era addirittura rappresentata dai socialisti e dai repubblicani.
Il provvedimento sarebbe ad personam a meno che in questo Consiglio non si dica chiaramente che da oggi in poi la Regione Marche si impegna a finanziare tutti i Comuni in stato di difficoltà. Ciò decreterebbe, però, il dissesto della stessa Regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Credo che questa vicenda del Comune di Falconara sarà probabilmente ricordata nella storia della politica locale come una delle questioni più strane, che devono avvertire la politica di recuperare una dimensione più vera rispetto alle istituzioni, non solo scegliendo i rappresentanti dei cittadini in maniera adeguata, ma anche attivando e cercando di modificare l’assetto istituzionale che consenta un controllo più adeguato sulle scelte delle comunità locali.
Sono convinto assertore dell’autonomia, ma credo che, proprio per dare un denominatore comune al governo locale, sia necessario ripensare ad una metodologia di controllo che superi quella che si è instaurata dopo il decreto Bassanini del 1997. La comunità, cioè, deve avere più garanzie rispetto alla gestione amministrativa di qualsiasi ente, affinché la trasparenza e la necessaria capacità di condurre adeguatamente qualsiasi governo, perché si fa riferimento a risorse pubbliche, sia più garantito rispetto ai cittadini.
Penso, ad esempio, ai cittadini di Falconara che non hanno colpe rispetto ad una situazione creata da amministratori incoscienti che addirittura hanno occultato attraverso le carte contabili le proprie scelte, tra l’altro inadeguate e assolutamente incredibili, cittadini che si ritrovano sulle loro spalle un fardello che dovranno portare per parecchio tempo.
Che responsabilità hanno questi cittadini? Non hanno nessuna responsabilità se non quella di essere stati guidati da incoscienti che non pensavano alle cose che facevano.
Spero che la Magistratura contabile e giudiziaria abbia la possibilità di intervenire e di assegnare le responsabilità delle cose accadute, perché non è serio che a distanza di diverso tempo non siano state adeguatamente evidenziate tali responsabilità.
In quest’Aula sono state riportate responsabilità politiche, io credo che queste responsabilità ce l’ha chi le deve avere. Consigliere Pistarelli, io non faccio mistero, ma mi sia dato atto di dover dire che in quell’anno e mezzo la nuova amministrazione, succeduta a quella che ha creato questo scempio, è intervenuta, dobbiamo dare atto di un grandissimo lavoro, dare atto al sindaco Recanatini di una abnegazione molto forte e tra l’altro poco riconosciuta; fa effetto quando si denunciano gli effetti della casta, ma non fa effetto quando quegli amministratori, pur lavorando indefessamente dalla mattina alla sera, si sono dimezzati i compensi di loro spettanza dando dimostrazione di responsabilità e di saggezza.
Per cui diamo atto a quanto è stato fatto in questo anno e mezzo a dimostrazione che quando si scelgono le persone adatte le cose vengono fatte bene.
Il fatto che in mezzo a quel disastro, che prevedeva un indebitamento pauroso, una voragine a consuntivo delle spese fatte e non coperte e delle difficoltà della gestione quotidiana, l’amministrazione ha saputo riportare a pareggio la gestione corrente e ha trovato il modo – oggi stiamo parlando di un pezzo delle coperture necessarie per quanto riguarda il consuntivo 2006 – e la sostanza di cavarsene fuori, consegnando al Commissario una situazione dalla quale si può ripartire.
Perché la crisi? Purtroppo è il frutto di una politica attuale di cui siamo un po’ tutti vittime, cioè il fatto stesso che non si condivida una scelta dell’amministrazione dà diritto alla minoranza e anche a chi è stato eletto con una manciata di voti, di porre il veto e di porre in crisi una maggioranza.
Qui siamo alla follia, siamo all’autolesionismo. Non entro nelle motivazioni politiche ed ideologiche che sono alla base di queste scelte, ma il fatto stesso che non c’è stato il senso di responsabilità da parte di alcuni Consiglieri che sono confluiti a Sinistra Democratica – e qui mi rammarico perché il collega Binci è falconarese come me e purtroppo non abbiamo avuto l’opportunità, anche se per altre ragioni, di coinvolgere i Verdi in questa avventura quindi anche loro si sono trovati a dover esprimere un parere contrario – ha portato alla crisi dell’amministrazione.
Credo che si vada ben al di là del centro sinistra o del centro-destra perché questi sono atteggiamenti che coinvolgono direttamente posizioni irresponsabili che di ideologico hanno poco. Non rendersi conto delle conseguenze di un dissesto significa essere fuori dal mondo! Convengo con le valutazioni che ha fatto il collega Pistarelli, indubbiamente è segno di responsabilità e di buon senso dire che il dissesto è certamente una cosa fuori del mondo.
Il segnale del 14 ottobre mi dà speranza per la mia città, la grande partecipazione che c’è stata all’elezione per il Partito Democratico mi dà la speranza che i cittadini abbiano capito e sappiano riconoscere. Il problema, Consigliere Castelli, è quello di venire incontro ad una amministrazione con una situazione in dissesto, quindi consentitemi almeno di sperare rispetto a questi segnali che sono, in tanto sfascio, sicuramente positivi.
Questa proposta di legge della Giunta regionale credo che sia un atto doveroso e di responsabilità di fronte ad una situazione di un Comune importante e che finalmente, anche se in questa situazione di degrado, ha avuto riconoscimento da parte della Regione una situazione in cui questo Comune si è sempre trovato a dover combattere, una situazione che è sicuramente complicata per la sua collocazione geografica e per il fatto che ha a proprio carico infrastrutture importanti e fondamentali come l’aeroporto, l’Api, c’è il problema dell’autostrada, della variante alla statale 16, dell’importantissimo snodo ferroviario, ecc..
Credo che questo sia importante, non è un finanziamento, Consigliere Santori, ma un’anticipazione che si collega ad una progettualità più ampia.
Quindi penso che sia una questione che possa essere affrontata dalla Regione senza creare precedenti di sorta.
Consentitemi ora di fare alcune considerazioni sulla Quadrilatero sulla quale si sono fatte enormi discussioni.
Spero finalmente che l’entrata nella Quadrilatero delle Regioni Marche e Umbria, della Provincia di Macerata, ecc., ci consenta di stare più tranquilli su questo progetto. Il Consigliere Brandoni sa che il Ministro dei lavori pubblici aveva espresso la volontà di azzerare questo progetto, ma non l’ha potuto fare perché altrimenti, se si fosse rimesso mano alla legge del progetto obiettivo, le opere sarebbero iniziate fra cinque anni.
Pertanto abbiamo tutte le garanzie del caso, speriamo che con il tempo si possa anche modificare questo project financing, ma oggi questo ci consente di andare avanti e di fare le strade.
Credo che questa cosa, al di là delle prese di posizioni ideologiche, sia assolutamente necessaria, anche perché i Comuni hanno aderito liberamente, purtroppo anche Falconara a suo tempo aveva aderito, e credo anche che questa volontà sia una continuità anche rispetto ad una progettualità che oggi ha le garanzie diverse rispetto al progetto originario.
E’ quindi un atto doveroso consentire questa operazione meramente finanziaria perché è una anticipazione. Credo sia anche un riconoscimento ad un Comune che da troppo tempo è stato tenuto ai margini di un ruolo che inevitabilmente si trovava a giocare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Mi trovo un po’ in difficoltà per tutte le cose che ho ascoltato questa mattina su questa proposta di legge. Mi trovo in difficoltà perché avrei tantissimi argomenti per attaccare le contraddizioni della maggioranza, non saprei dove iniziare e non mi basterebbe il tempo a disposizione.
Tralascio un po’ le questioni politiche locali perché ci sono Consiglieri che conoscono meglio di me questo aspetto. Sappiamo che questa città è gestita dal 1946 dal centro-sinistra, che le ultime Giunte, come quella Carletti e l’ultima, avevano come motore, Consigliere Luchetti, l’Ulivo unitamente a Sinistra Democratica, che i gruppi consiliari dei Ds e Margherita sono esattamente gli stessi sia nella prima versione Carletti che nella seconda.
Quindi penso che alcune delle critiche esposte devono essere assunte come responsabilità politica di questi partiti, che poi, addirittura, esprimono in quei collegi a livello regionale membri di questa maggioranza.
Per questo sono molto preoccupato per la Regione e per i cittadini di Falconara, ma tanto meno lo sono per i consiglieri, per i sindaci e per gli amministratori di quella città, il cui grado di irresponsabilità – come dice il Consigliere Luchetti – è stato talmente alto che speriamo nell’intervento della Magistratura, che come centro-destra non riusciamo a capire come mai non sia intervenuta dopo le decine e decine di esposti che i nostri Consiglieri hanno fatto. Oggi lo chiedete anche voi per cui speriamo che provenendo dai vostri banchi ciò possa accadere; in ogni caso quando lo chiediamo noi non accade mai e questo comunque sarà oggetto di ulteriore intervento.
Nel merito della legge mi interessa molto il ruolo che abbiamo come Consiglieri regionali, come Assemblea legislativa delle Marche, oggi è a questo che dobbiamo guardare.
Prima di tutto dobbiamo stigmatizzare il comportamento di tutto questo avvitamento sui problemi di questa Regione che gira intorno ai rapporti tra Ds, Margherita, ora Partito Democratico, e i gruppi della sinistra radicale.
In questa Regione il contendere è sul progetto Quadrilatero perché su questo non c’è nessun accordo e noi temiamo che tutto quello che è contenuto in questo progetto, non solo le aree leader ma soprattutto la sua realizzazione, subirà enormi contraccolpi da questo vostro modo schizofrenico di dire sì dicendo no. Questo è ciò che sta avvenendo.
L’altro aspetto è una questione più che altro morale deontologica da parte mia. Ho fatto l’amministratore locale, so che i fondi destinati all’urbanizzazione primaria, secondaria e al costo di costruzione nei Comuni sono vincolati a spese di investimento, non possono essere utilizzati per nessun altra destinazione.
Non penso che una legge regionale possa cambiare questa normativa e che possa fittiziamente scavalcare una norma che è di estrema responsabilità, perché le opere di urbanizzazione servono a far funzionare e ad avere dignità urbanistica per investimenti che possono essere di varia natura, che sicuramente in questo senso sono di natura commerciale e produttiva.
Quindi ritengo che oggi il Consiglio regionale abbia un atteggiamento estremamente irresponsabile nel voler dare un’indicazione ad un Comune di distrarre delle somme per coprire un debito fuori bilancio. Perché se gli accertamenti andranno avanti noi vedremo che ci sono numerosi debiti fuori bilancio in questo Comune, ci sono molte assunzioni di debito senza rispettare i patti di stabilità, ci sono assunzioni di debito a rischio che tra l’altro investono sulle generazioni future senza pensare all’oggi o pensare di garantire al futuro le stesse opportunità.
Quindi riteniamo illegittima questa legge soprattutto dal punto di vista morale e costituzionale.
Certamente dovremo accertare, e lo farà chi di dovere, all’interno della gestione del bilancio come mai abbiamo visto crescere il consenso verso una Giunta di centro-sinistra che ha procurato tutti questi danni parallelamente all’indebitamento.
Questo è un assioma che vediamo anche in altre amministrazioni di sinistra e anche in questa Regione siamo giunti ormai al limite, lo vedremo anche nell’esaminare dopo il nostro conto consuntivo.
Mi preoccupo perché il volano politico di questa strategia è uguale a Falconara, è uguale ad Ancona-Regione è uguale al Governo nazionale guidato da Prodi.
E’ con estrema responsabilità che faccio queste affermazioni perché noi vogliamo garantire, a chi verrà dopo di noi o a chi verrà domani a fare impresa o a mettere su famiglia, di avere le stesse possibilità che hanno i cittadini oggi.
Questa è una legge che butta solo fumo negli occhi, che tra l’altro deresponsabilizza un’eventuale amministrazione che dovesse nascere, perché i problemi di quella città sono diversi da quelli di una soluzione temporanea come quella che possiamo garantire noi. Lì occorre che ci sia una amministrazione che ristrutturi complessivamente tutta l’organizzazione di quel Comune, riveda tutte le aziende costruite che hanno generato occupazione fittizia o lauti stipendi ad ex rappresentanti del mondo della politica allocati nei tanti consigli di amministrazione delle società partecipate da questo Comune.
Credo che la Regione o comunque tutti noi oggi possiamo dare una risposta più responsabile al Comune di Falconara, magari impegnandoci a sostenere di più, ma questo vale per tutti i Comuni, per esempio come la spesa dell’integrazione socio-sanitaria per la quale i Comuni generano gravissimi disavanzi all’interno dei loro bilanci.
Quindi se vogliamo intervenire per aiutare i Comuni nella spesa corrente dobbiamo intervenire su queste poste di bilancio e non su quelle di cui stiamo parlando.
(…) Noi, Assessore Marcolini, non intendiamo speculare su nessuno, se lo volessimo fare staremo dalla mattina alla sera sulla stampa per dire quello che avete combinato! Le vostre colpe sono evidentissime, penso che le abbiano viste tutte.
Stavo dicendo che per quel Comune occorre una soluzione più rispondente ai bisogni di quella comunità, una soluzione che non ripeta nel bilancio 2008 la stessa situazione. Qui andiamo a tamponare il bilancio 2007, Assessore Marcolini, ma non quello del 2008, 2009, 2010, poi ci vorranno altre risorse e non sapremo come tamponare.
Per questo bisogna affrontare questa situazione in modo più responsabile. Se il Comune deve fare delle dismissioni le faccia, se deve chiudere le società le chiuda, se deve mandare a casa 150 amministratori di società pubbliche lo faccia e risparmierà moltissimo, se deve disfarsi di cose che in quel Comune non devono esserci lo faccia. Questo è il ragionamento che bisogna fare e non, invece, prolungare un’agonia.
Noi pensiamo che questa doveva essere la responsabilità della maggioranza di quest’oggi, magari anche assecondando un aspetto di rientro o – come suggerivo – intervenendo sulla spesa corrente.
Le parole del Consigliere Luchetti mi hanno profondamente turbato quanto ha definito gli amministratori di quel Comune incoscienti e irresponsabili. E’ un’affermazione pesante, ma noi la condividiamo, però il tuo partito, Luchetti, non ha fatto nulla, anzi ha ricandidato molti di quei personaggi. Ecco, noi ci preoccupiamo di questo per il futuro di quella città, perché probabilmente se oggi dovessimo trovare un situazione tampone, domani saranno addirittura gli stessi uomini a proporre il salvataggio di quel Comune.
Su questo noi non possiamo aderire ed ecco perché vogliamo una posizione che certamente non deve andare contro i cittadini di Falconara – non speculate su questo altrimenti dovremmo essere molto più cattivi di quello che siamo – , ma sia la soluzione definitiva per quel Comune, magari trovando un modus vivendi per affrontare tutti questi temi non da maggioranza o opposizione, ma trovando una soluzione del tipo, ripeto, di tagliare i rami secchi, tagliare le spese superflue, le prebende, le caste, Luchetti, che in questa realtà avete abbondantemente privilegiato.
Concludendo, ritengo che questa legge non possa assurgere a ruolo di legge di questa Regione, non ne ha le caratteristiche perché è iniqua, non tratta ugualmente tutti i Comuni delle Marche, perché nella condizione del Comune di Falconara, cioè il diritto a risorse in anticipazione – se ciò fosse legittimo – ce ne sono molti altri. Quindi è una legge che non va nella direzione di trattare tutti allo stesso modo.
Preferirei che chi ha presentato questa proposta di legge la ritirasse, magari per addivenire ad una cosa più condivisa e più ragionata, senza invischiare dentro le strategie della Quadrilatero, perché sostanzialmente è questo che sta dietro a tutta questa lotta che avviene nel centro-sinistra, e soprattutto perché riteniamo che la città meriti una risposta diversa sia dal punto di vista amministrativo locale che come sostegno da parte della Regione Marche.

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Il Consiglio regionale vuole approvare questa legge come atto di solidarietà verso l’istituzione pubblica e verso tutti i cittadini di un Comune di 30 mila abitanti come Falconara.
Parliamo troppo spesso delle cose che non vanno bene, che non funzionano, per questo non vorrei, visto che in questo periodo va molto di moda l’antipolitica, che anche noi ci facessimo promotori di questo dibattito che sicuramente non ci appassiona, che crea disagio, ma non risolve i problemi.
Si dice che il centro-sinistra ha portato al dissesto una città. Vedete, qui non è il centro-sinistra, ma è stato un amministratore, un sindaco, una giunta, o chi altro è stato, e come questi, purtroppo, ce ne sono stati anche di centro-destra, perché se prendiamo la città di Taranto è al dissesto e il governo (…) Consigliere Capponi, io l’ho ascoltata e non l’ho mai interrotta, sa come la penso, lei fa demagogia e populismo, io facevo un discorso molto più grande, quello di dire che chi ha sbagliato deve pagare.
Su questo sono d’accordo con quello che diceva il Consigliere Luchetti perché chi si è assunto queste responsabilità gravissime, cioè gli amministratori e i funzionari comunali – peraltro la responsabilità dei funzionari è notevole – che hanno portato in questa situazione il Comune di Falconara, devono essere chiamati a rispondere degli atti che hanno fatto.
Tra l’altro non è vero che la Corte dei Conti non sta operando perché sta facendo gli accertamenti su 50-60 atti di quel Comune.
Da questa questione fino a farli arrivare al dissesto finanziario c’è una via di mezzo, una possibilità, cioè che la Regione come ente superiore si faccia carico dei problemi di un ente locale, qualsiasi sia il colore, qualsiasi siano le responsabilità. Poi diciamo comunque che la responsabilità deve essere accertata dalla Magistratura, ma in ogni caso che non ci deve rimettere nessun cittadino.
Pensiamo che con questo atto manteniamo in piedi il Comune di Falconara, diamo una anticipazione di 2 milioni e 800 mila euro su risorse che sono poi del Comune stesso perché hanno accettato l’accordo con la Quadrilatero.
Anche questo è un altro atto importante perché è vero che come centro-sinistra abbiamo criticato la società Quadrilatero, è vero che siamo stati duri su certe questioni, ma è anche vero che abbiamo riconosciuto la validità in sé di questa struttura, abbiamo cercato di migliorarla perché era necessario – sicuramente questo miglioramento l’avrebbe fatto anche un governo di centro-destra –, per questo siamo diventati soci come Regione Marche, è un passo in avanti perché dobbiamo fare queste infrastrutture, ed è anche grazie al Comune di Falconara se questo progetto sta andando avanti.
Come soci della Quadrilatero non possiamo esimerci dal tener conto queste considerazioni e di dare un contributo dovuto al Comune di Falconara.
Certo è solo una anticipazione che dovrà essere restituita alla Regione Marche, ma ora questo permette di salvaguardare una città e di non mandarla in dissesto finanziario, che sapete tutti cosa significa, significa tagliare servizi, tagliare dipendenti comunali, significa mandare a casa tanta gente e significa pure aumento indiscriminato delle tasse. Tutto questo sicuramente non giova a nessuno.
Penso, tra l’altro, che la Regione, qualora dovesse verificarsi un’altra necessità, dovrà farsi carico di qualsiasi altra amministrazione, di questo dobbiamo esserne convinti e coscienti.
Non si può governare un ente pubblico o un paese in maniera solitaria, un uomo solo al governo è pericoloso, è stato pericoloso in passato e lo è anche oggi. Il Sindaco di Falconara Carletti sicuramente ha fatto troppo, ma non si è confrontato, non ha fatto un’amministrazione collegiale, non ha fatto un’amministrazione partecipata e oggi queste sono le conseguenze.
Oggi dobbiamo tamponare questa situazione con questa anticipazione che per noi non è sicuramente gravosa quando permette di risolvere i problemi di una città con 30 mila abitanti che ha un commissario prefettizio che sta adoperandosi fino a portarci alle elezioni amministrative anticipate che saranno sicuramente nel prossimo mese di maggio.
Dobbiamo partire dal principio che dobbiamo fare un atto di solidarietà, oggi tocca a Falconara, mi auguro che non succeda più a nessun altro Comune, ma se dovesse accadere la Regione dovrà prendersene carico qualunque sia il colore. Non dobbiamo guardare il colore altrimenti non saremmo buoni amministratori, non faremmo gli interessi del paese e dell’Italia.
Siccome siamo tutti grandi e convinti che sediamo in questi tavoli per fare gli interessi di tutti i cittadini, di qualsiasi colore essi siano, dobbiamo anche assumerci questa responsabilità e lo dobbiamo fare con convinzione, sapendo anche che ci potrebbe essere qualcuno prima che ha sbagliato e che dovrà essere chiamato a rispondere dei propri errori e a risarcire i danni che ha causato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Le parole del Consigliere Badiali danno il senso di questa proposta di legge, quindi della sua precarietà dal punto di vista legislativo. Si dice “oggi tocca a Falconara e se domani ci sarà qualcun altro gli spetterà lo stesso”. Ma la Regione questo ruolo del “fate bene fratelli” nei confronti dei Comuni non ce l’ha assegnato, non ha assegnato il dare contribuzione dal punto di vista istituzionale, anche se in questo caso si parla di anticipazione.
Capisco la situazione del Comune di Falconara, ho seguito con attenzione anche l’intervento del falconarese Consigliere Luchetti che sicuramente la conosce meglio di me, ma le motivazioni che stanno alla base di questo provvedimento, sia dal punto di vista amministrativo che politico, sono molto deboli, consentitemi di dire questo.
Dal punto di vista amministrativo sta parlando un Consigliere regionale che, come sapete, per quanto riguarda il discorso della Quadrilatero si è sempre battuto favorevolmente, l’ha fatto prima con il centro-destra e lo continua a fare con il centro-sinistra.
Secondo me la Quadrilatero c’entra relativamente rispetto a questo atto, perché dal punto di vista amministrativo di fatto c’è una situazione di pre-dissesto del Comune di Falconara e questa anticipazione credo che serva per chiudere – correggetemi se sbaglio – i conti del 2006, se è per questo sono soldi che sono stati già impegnati e spesi da chi ha amministrato. Quindi non c’è la prospettiva di dire che con questa anticipazione noi risolviamo i problemi del Comune di Falconara, non mi pare che ci sia questa condizione.
Voglio esaminare la questione con maggiore attenzione; il Consigliere Luchetti ha detto che questi amministratori sono stati irresponsabili e incoscienti nel provocare questa situazione, certo la colpa ricade sempre sulle persone che si assumono la responsabilità di atti e gesti, ma c’è anche una responsabilità politica delle forze a cui essi appartengono, delle forze che le hanno sostenute. E non è vero che questa responsabilità è venuta meno nel momento in cui si è creata una nuova amministrazione, che si è data da fare ed ha ben operato – non mi sarei voluto trovare nei panni di quel sindaco che si è preso questa rogna –, però non possiamo sottacere che l’ultimo sindaco del Comune di Falconara era anche il presidente del collegio dei sindaci revisori – a me hanno detto che aveva questo incarico e se lo ha fatto per tre, quattro o sei mesi non lo so –, comunque in sei mesi si sarà sicuramente reso conto dello stato delle finanze del Comune di Falconara.
C’è una responsabilità politica chiara e precisa da parte del centro-sinistra che nessuno può far finta che non esiste, ma oggi dire queste cose non risolve il problema, così come non lo risolve, secondo me, l’anticipazione che volete fare, perché se è vero che serve per chiudere il bilancio del 2006, poi nel 2007 che cosa si farà, rispetto a denari che dovranno comunque essere restituiti? Nel 2007 dal punto di vista contabile si ritroverà la stessa condizione.
Ecco perché, come ho detto prima, le motivazioni che sono state portate per farci “digerire” questo atto sono debolissime, non credo che possa essere votato da un Consigliere regionale, sia esso di maggioranza che di minoranza, che ha il senso del proprio ruolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Svilupperò brevissime considerazioni perché il Consiglio regionale non deve, secondo me, entrare nel merito e nel giudizio dell’amministrazione comunale di Falconara o di qualsiasi altro Comune. Dovremmo attenerci all’atto e se possibile usare anche un linguaggio di correttezza istituzionale appropriato.
Certo questa discussione comporta anche un giudizio sulla società Quadrilatero Spa, che non va dimenticato che è di emanazione nazionale (legge obiettivo e successivi decreti attuativi), quindi il livello della sua esistenza o della sua scomparsa è nazionale.
Per quanto riguarda il nostro giudizio, la società Quadrilatero rimane una sovrastruttura, del resto il Ministro Di Pietro nel giugno 2006 in una audizione alla decima Commissione della Camera “attività produttive” aveva detto testualmente che questa società doveva essere sciolta, era una scatola vuota perché in definitiva pagava lo Stato, quindi sarebbe stato meglio che tutto passasse all’Anas. Di Pietro aveva detto bene, ma poi non è stato conseguente.
Tuttavia va riconosciuto un fatto, che rispetto alla prima edizione questa società è stata migliorata, esiste una nuova compagine, i Comuni si sono riappropriati della sovranità della pianificazione urbanistica sia per i piani di area vasta che per le aree leader.
L’articolo 3 della delibera della Giunta regionale del 1° agosto di questo anno è molto chiaro, è positivo, non vale solo per Falconara, ma siamo in presenza di un atto che garantisce tutto il sistema di enti locali.
In questo contesto i Comuni hanno recuperato il ruolo che la Costituzione attribuisce loro. Ciò è importante soprattutto in questo federalismo improprio dove attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione molti atti e ruoli significativi sono messi in una materia di concorrenza tra i livelli istituzionali.
Vorrei concludere che, al di là del giudizio sulla Quadrilatero, l’adesione del Comune di Falconara a tale società costituisce in questo contesto una garanzia per la Regione. Questo fatto mette a riparo la Regione Marche dal rischio di un contributo improprio dato su una questione puntuale ad un singolo Comune, seppure in dissesto, che avrebbe potuto creare uno strappo con tutti gli altri Comuni e con il sistema degli enti locali.
Quindi in assenza di entrate certe, che questa adesione di Falconara invece supera, questa legge non si sarebbe potuta fare.
Pertanto essendo questa una anticipazione e non un contributo a perdere, i Comunisti Italiani voteranno a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Solo alcune brevi considerazioni. Voglio partire dalle parole del Consigliere Luchetti e del Consigliere Badiali che dicono che chi sbaglia deve pagare. Concetto certamente corretto, concetto che mi auguro abbiate il buon senso e il buon gusto di applicare nella presentazione delle liste che farete in occasione delle prossime elezioni comunali.
Al Consigliere Badiali – che ora non vedo in Aula – che è sempre così pronto populisticamente e demagogicamente ad agitare le parole, devo ricordare che a Taranto coloro che si sono resi responsabili del dissesto, ammesso che fosse imputabile solo alla gestione dell’amministrazione Di Bello quel tipo di andamento economico-finanziario- amministrativo del Comune, non si sono ripresentati e oggi la nostra parte politica non è rappresentata in seno al consiglio comunale di Taranto.
Quindi coerenza vorrebbe che alle parole seguissero i fatti e che i Consiglieri Luchetti e Badiali si impegnassero pro-quota per il loro nuovo partito, se all’epoca ancora esisterà (…) i parti innaturali non si sa mai che cosa possono produrre…

PRESIDENTE. Senza fare confronti in Aula lasciate finire di esporre le sue ragioni al Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Il vostro partito è ancora in incubatrice quindi non si sa se ne uscirà rafforzato, nel frattempo registriamo che alla sua sinistra ha perso dei pezzi e questa mattina dai giornali abbiamo registrato che anche dalla sua destra ne perde degli altri – come il senatore Fisichella, tanto per essere chiari –.

PRESIDENTE. Consigliere Bugaro si attenga al tema.

Giacomo BUGARO. Scusi Presidente, a meno che non offenda nessuno io sto parlando in una democrazia, in un’Assemblea. Stia al suo posto lei, questo detto con amicizia, simpatia e affetto!
Torno al tema. Questa vicenda del Comune di Falconara non nasce ieri e c’è dell’inquietante; la Giunta Carletti e il suo Assessore, quello che avete messo all’interporto, quel fenomeno dell’economia locale che si merita tanti e ripetuti incarichi da parte dei Ds – mi sembra si chiami Pesaresi – colui che annuncia costantemente che l’Interporto è una delle realizzazioni più mirabolanti ed eccezionali che questa regione ha e che invece sperpera denaro pubblico e che non funziona, è sempre lui l’assessore al bilancio. E quando i nostri Consiglieri producevano a ripetizione, e non demagogicamente – Consigliere Badiali – ma con sostanza, esposti alla Corte dei Conti e al Prefetto di Ancona venivano derisi e non venivano presi in considerazione.
Sulla Corte dei Conti c’è da fare un ragionamento, perché è vero che il Procuratore Avoli dice che ha poche risorse, sia in termini finanziari che in termini di personale, per poter verificare le cause e gli esposti che gli vengono sottoposti, ma è anche vero che – mi assumo la responsabilità di quello che dico perché lo dico con certezza – fra il personale della Corte dei Conti c’è qualche tesserata che usa spesso mettere le pratiche, quelle che riguardano i Comuni che non devono essere controllati, troppo sotto.
Perché se così non fosse la Corte dei Conti avrebbe già da tempo denunciato e aperto dei fascicoli e dei procedimenti in relazione al Comune di Falconara, il cui dissesto non si è formato dalla mattina alla sera, ma ricopre un arco temporale che va dagli ultimi dieci anni, guarda caso gli stessi per i quali noi, come forza politica responsabile, abbiamo sempre denunciato e fatto presente alla pubblica opinione e alla Magistratura contabile le situazioni che risultavano essere scabrose e che poi sono arrivate al collo di bottiglia dell’amministrazione del Sindaco Recanatini a cui do atto di essersi comportato, per lo meno lui, con estrema serietà.
Sappiamo bene che oggi come oggi, Assessore Marcolini, il debito dei Comuni si annida nelle municipalizzate. Sappiamo bene, e il Comune di Falconara ne è l’esempio, quale sia la tecnica, fare eseguire dei lavori alle municipalizzate create ad hoc, non farsi emettere fatture e quindi non iscrivere nel passivo del bilancio del Comune il debito contratto con la municipalizzata. Se andate a vedere i Comuni principali della nostra regione – a partire da quello di Ancona – e andate a fare i bilanci reali vedrete che i saldi di bilanci sono completamente diversi rispetto a quelli approvati nei pubblici consessi e prospettati all’opinione pubblica.
Siamo convinti, e non voglio essere l’uccello del malaugurio, che la vicenda di Falconara potrà trovare specularmente altre situazioni identiche in altri Comuni della nostra regione perché la situazione è la stessa. C’è una connivenza da parte di settori della Magistratura, di settori della politica e, consentitemi, anche di una parte della stampa che non dà mai e poi mai voce alle nostre posizioni che guarda caso a compimento, si rivelano essere quelle corrette.
Colleghi, mi trovo in imbarazzo di fronte a questa situazione perché da una parte c’è un Comune in dissesto – il Comune è la casa di tutti i cittadini falconaresi – dall’altra c’è una proposta di legge che non mi piace e che non voterò.
Questa decisione certamente mi pesa perché so che quei denari saranno utili, qualora approviate questa legge, per riportare nel solco del risanamento il Comune, ma non mi voglio rendere nella maniera più assoluta – e sono convinto che anche i miei colleghi seguiranno questa impostazione – correo di quel tipo di gestione, in quanto questa è la coda di quella gestione.
Mi auguro che sappiate d’ora in avanti, sulla scorta e sull’esempio di Falconara, approcciare i rapporti con la minoranza in maniera differente, perché noi non siamo qui esclusivamente per urlare, noi siamo qui per denunciare quando le cose sono fatte male, ma anche come stimolo.
E la dimostrazione per Falconara è che il nostro stimolo e il nostro contributo era assolutamente corretto e andava nella direzione giusta. Se qualcuno lo avesse ascoltato e si fosse prestato a seguirlo probabilmente oggi i cittadini di Falconara non pagherebbero le conseguenze di questo atteggiamento di chiusura dal punto di vista politico.
Questo sarà un atteggiamento che si riverserà nelle tasche dei cittadini di Falconara e – mi auguro di no – su quelli di altri comuni delle Marche, perché la pressione fiscale per riportare i bilanci nella giusta misura dovrà essere pesantemente elevata e portata ai suoi valori massimi.
Capite bene che quando nelle famiglie c’è già la difficoltà ad arrivare alla fine del mese, inasprire ancora la leva fiscale – cosa della quale debbo dire, senza ironia, siete maestri – è cosa pericolosa che potrebbe portare al dissesto non solo il Comune, ma anche molti nuclei familiari.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ci sono ancora altri cinque Consiglieri iscritti a parlare, quindi la proposta che vorrei fare è di chiudere questa mattina questo punto all’ordine del giorno, iniziare a discutere il rendiconto e l’assestamento del bilancio, dando la parola ai due relatori, dopodiché interrompiamo la seduta per un’ora e continuiamo nel pomeriggio. Tra l’altro invito i Consiglieri a contenere il tempo degli interventi.
Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Vorrei limitarmi a fare un appello sincero alla responsabilità dei singoli Consiglieri rispetto all’approvazione di questo atto.
Lo dico perché sono assolutamente convinto che nel ruolo istituzionale che ognuno di noi ha debbano prevalere le ragioni della sostanza piuttosto che atteggiamenti che magari esprimono una coerenza con le nostre appartenenze, ma che poi finiscono per creare una lesione a chi, al di là dei gruppi di appartenenza, diciamo di rappresentare.
Lo dico con grande sincerità, lo dico ai colleghi di maggioranza che fanno dei distinguo su questo atto e lo dico con altrettanta convinzione ai colleghi di minoranza.
Ci sono critiche politiche che hanno accomunato anche qualche intervento di uomini di maggioranza e di uomini di minoranza, penso alle parole espresse dal collega Luchetti e a quelle del collega Capponi. Quindi ci può anche essere una critica giusta nei confronti di amministratori che hanno prodotto una situazione oggettivamente difficile dal punto di vista finanziario per quell’ente, così come è assolutamente giusto che abbia il suo corso l’indagine della Magistratura ordinaria e di quella contabile per accertare l’entità del dissesto e accertare anche le responsabilità. Questo è giusto ed è soprattutto garanzia nei confronti dei cittadini, perché chi amministra la cosa pubblica deve rispondere degli eventuali problemi che arreca agli amministrati.
Quindi, seppure è condivisibile la critica politica ed è condivisibile l’auspicio che si faccia assolutamente luce su quello che è accaduto in quell’ente, credo che altrettanto responsabilmente sia da condividere un atto della Regione, come la proposta di legge in discussione oggi in Aula, che tenta, non con degli equilibrismi giuridici, ma con un provvedimento legislativo netto, di risolvere e attenuare in parte il disagio che i cittadini di quel Comune andrebbero inevitabilmente ad incontrare se questo atto non venisse approvato, ci sarebbe una procedura di dissesto che non sarebbe indifferente rispetto ai servizi e al personale di quel Comune, rispetto al livello della tassazione nella quale quel Comune incorrerebbe.
Peraltro, non c’è un rischio di reiterazione, perché è chiaro che questa legge trova un aggancio giuridico nel fatto che c’è una somma, che in base all’adesione di quel Comune ad una società di cui fa parte anche la Regione, dovrà essere riscossa, quindi la Regione si limita, in quanto socio di quella stessa società, ad anticipare.
Qual è il problema? A me sembra, non me ne voglia il collega Brandoni, un po’ più avventurosa la strada proposta con il suo emendamento, che è vero che fa riferimento ad un provvedimento legislativo nazionale di cui però da anni stiamo aspettando un regolamento sulla cui efficacia reale non abbiamo certezze.
Qui si tratta del fatto che la Regione anticipa una somma al Comune – diciamocelo francamente – per evitare che quel Comune vada in dissesto, lo fa senza una forzatura giuridica perché non esercita il ruolo di istituto di credito, ma lo fa in quanto socio, come quel Comune, di una società dalla quale lo stesso Comune avrà come beneficio una somma di denaro che la Regione, appunto, anticipa.
Dico questo senza spirito di appartenenza ad una parte politica perché credo debba essere senso di responsabilità di tutti i Consiglieri di maggioranza e di minoranza approvare questo provvedimento legislativo.
E’ un appello che faccio perché credo che un giorno, se non dovessimo approvare questo provvedimento, la responsabilità la sentiremmo tutti e il peso ce lo porteremo dietro quando quel Comune, andando in dissesto, creerà problemi, non alla classe burocratica o politica che ha malamente gestito quel Comune, ma creerà problemi ai propri cittadini.
Allora se è vero che dichiariamo, prima ancora di appartenerne ad un partito o a un gruppo, di essere rappresentanti di un’intera collettività, rispetto a questo provvedimento legislativo dobbiamo avere un solo imperativo categorico, quello di guardare agli interessi dei cittadini della comunità.
Peraltro questo non sarebbe sufficiente se dovessimo fare una forzatura di tipo interpretativo della legge, questo non sarebbe sufficiente se dovessimo in qualche modo camminare borderline rispetto all’interpretazione del sistema delle leggi. No, credo che l’atto sia trasparente, dichiara qual è la sua posizione, quindi è assolutamente da approvare.
Ribadisco che non c’è un problema di reiterazione perché non ci saranno in futuro situazioni di questo tipo, non sarà sufficiente solo lo stato di difficoltà finanziaria dell’ente, perché se così fosse stato questo sarebbe stato un precedente, quindi non avrei mai votato un provvedimento di questo tipo. Certo che sarebbe un precedente se così fosse, perché la Regione non può fare la banca e non è un mutuo soccorso. In questo caso, invece, ci sono delle condizioni oggettive, c’è l’adesione ad una stessa società e c’è una somma certa che dall’adesione a questa società dovrà rivenire al Comune di Falconara, dunque ci sono gli elementi perché questo accada.
Alla Giunta e alle strutture, che cureranno la convenzione che regolerà il rapporto nel momento in cui il Consiglio approverà questa proposta di legge, faccio una raccomandazione rispetto al fatto che questa anticipazione dovrà tenere conto degli interessi che l’ente dovrà riconoscere alla Regione sulle somme anticipate, perché è giusto che la Regione non dovrà avere nessuno svantaggio rispetto a questa operazione.
L’altra raccomandazione – ma credo sia pleonastica – è che il rapporto venga regolato, rispetto alle somme da riscuotere, da un contratto tipo la cessione di credito, della delegazione di pagamento, cioè le somme che dovranno essere riscosse dal Comune dovranno essere riscosse direttamente dalla Regione fino alla decurtazione dell’anticipazione fatta, salvo la restituzione degli interessi nella misura che paga la Regione sulle anticipazioni da parte del Comune di Falconara.
Messi questi due paletti da un punto di vista normativo rispetto alla convenzione che si andrà a stipulare nel momento in cui la legge sarà approvata, credo veramente sia doveroso, per il nostro ruolo di rappresentanti della collettività, votare a favore di questa legge, salvando il giudizio politico negativo sull’amministrazione che ha operato oggettivamente male.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Mi aggancio ai molti ragionamenti fatti dal collega Solazzi perché ha fatto richiamo al senso di responsabilità e ad una serie di considerazioni a volte generose e a volte ingenerose nei confronti di chi ha operato in passato.
Questa proposta di legge non viene votata a cuor leggero, in certi passaggi fa letteralmente tremare i polsi se non altro per il fatto che siamo arrivati a questo.
E’ chiaro che non si può pensare che i contributi previsti da questa proposta di legge non debbano non andare al Comune leader dell’area prevista per il progetto Quadrilatero, non possono che andare lì, perché non si può votare una legge dove qualcuno paventi che vadano a finire nel calderone del bilancio di questo Comune, ma c’è una forte preoccupazione per i precedenti che sono gravissimi.
Non condivido assolutamente l’encomio fatto al Sindaco di Falconara, perché è stato revisore negli ultimi sei mesi e perché ha certificato che i bilanci erano a posto nonostante le invenzioni o i giochi di prestigio – qui ha fatto bene il collega Bugaro a prospettare lo sgomento dell’inattività della Magistratura di fronte ad atti così gravi, questo è clamoroso – di un bilancio dove si è visto di tutto, per i giochi che sono stati fatti mi sembra una Parmalat in piccolo.
Le responsabilità politiche del centro-sinistra ci sono tutte, perché è stato scelto un uomo che aveva conoscenza piena della situazione dei bilanci del Comune di Falconara, li ha certificati, ha giurato che quei certificati prodotti per il bilancio erano assolutamente veritieri e che non presentavano anomalie.
Questa è la cosa grave, questa è l’accusa politica che spetta all’opposizione e che non può fare altrimenti, deve far pesare il proprio voto.
Anticipo fin d’ora che il voto di Alleanza nazionale sarà un voto di responsabilità, quindi sarà un voto di astensione in conformità a quel voto che il mio gruppo espresse in termini favorevoli al Comune di Falconara.
Noi abbiamo sempre creduto al progetto Quadrilatero, anche se poi la sinistra ha pensato di fare delle epurazioni e a renderlo acefalo con una sorta di spartizione di altri tempi.
Comunque noi crediamo nella filosofia e nella progettazione della Quadrilatero. Tra l’altro oggi una parte della maggioranza lascerà orfana un’ala del centro-sinistra perché finalmente voterà contro.
Non posso non pensare, ripeto, che questi fondi non potrebbero non andare se non per le opere di urbanizzazione del Comune di Falconara relative al progetto Quadrilatero.
Proprio per questo il nostro voto è di astensione, è un senso di responsabilità e di coerenza nei confronti dei cittadini che possono, secondo noi, guardare con un po’ di ottimismo verso il futuro.
Ottimismo che anche la Regione deve dare perché deve avere un compito di programmazione e di controllo e non un compito di cassa continua, perché a volte si ha l’impressione che la Regione Marche sia un istituto di credito. Ha fatto bene il collega Solazzi a dire che la Regione Marche dovrà garantirsi per il recupero delle somme, che dovrà sostituirsi come terzo nella riscossione di questa anticipazione, è esattamente quello che fanno le banche quando rilasciano mutui o quando riconoscono contribuzioni ai privati.
Però è chiaro che il ruolo politico della Regione Marche non può essere questo.
Le preoccupazioni sono tante, ci asteniamo su una proposta di legge problematica, per i precedenti che ci sono e per quello che potrebbe essere la destinazione d’uso di questi contributi. Ecco perché crediamo che il senso di responsabilità debba prevalere.
Alleanza nazionale si asterrà perché crede al progetto della Quadrilatero e perché crede che questa proposta di legge non possa che andare in quella direzione.
Registriamo che questa maggioranza è divisa ancora una volta su questo punto nodale che riguarda le grandi infrastrutture della regione, ne prendiamo atto una volta di più, ma è chiaro che eventualmente a farne le spese saranno soltanto tutti i cittadini marchigiani e non solo quelle di Falconara.
Qui si parla di infrastrutture, si parla di anticipazioni proprio in riferimento a quel tipo di impegno che si è preso il Comune di Falconara, anzi che non si è preso perché la Giunta è caduta proprio in quel frangente, ma che si è preso comunque il Consiglio regionale della Marche, la Giunta, quindi la Regione Marche, non poteva essere diversamente.
Quindi ci assumiamo la responsabilità del nostro ruolo politico di fronte sia ai cittadini di Falconara che di tutti i marchigiani.
Voteremo astenendoci, registrando comunque anche tutte quelle garanzie che ha chiesto il collega Solazzi e che ha fatto bene a precisare, perché purtroppo abbiamo qualche dubbio e a pensar male si fa peccato.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Sono in dissenso con tutti gli interventi dei miei colleghi Consiglieri su un aspetto, cioè che questo atto sia un favore al Comune di Falconara.
La giunta comunale precedente, quella caduta, questo atto lo ha concordato con la giunta regionale, perché fin dal suo insediamento la situazione di difficoltà finanziaria era chiara, tanto è vero che c’era stata una delibera che sospendeva l’adesione e che chiedeva alla Giunta regionale di poter migliorare le condizioni altrimenti non avrebbe potuto aderire.
Il Comune di Falconara in questa partita prende 2 milioni e 800 mila euro, di cui 1 milione e 200 mila euro rimarranno al Comune e 1 milione e 700 mila euro dovranno essere investiti nelle opere di urbanizzazione. Da un investimento infrastrutturale che prevede più di 70 mila metri quadri di urbanizzazione, ricaverebbe, con un’attivazione indiretta, più di 12 milioni di euro di oneri di urbanizzazione primaria, secondaria e di costruzione.
Quindi la Regione non ha concesso niente, questa è l’unica cosa che ha concesso all’interno di una trattativa, altrimenti il Comune non avrebbe firmato l’accordo di programma, l’aveva detto chiaramente.
Pertanto questo non è un favore, ma una trattativa che la Regione aveva valutato positiva perché riteneva che l’uscita di Falconara potesse andare ad inficiare la costruzione e i finanziamenti per la Quadrilatero.
Il percorso è stato questo, non c’è stato un favore, ma un accordo e un impegno da parte della Giunta, tanto è vero che ha fatto la proposta di legge. Ho detto questo per amor di verità.
Ora vorrei entrare nel merito. Qui non vedo solidarietà – Consigliere Badiali – perché la Regione cattura valore su un territorio. Il Comune di Falconara aveva detto che avrebbe dovuto recedere perché era in difficoltà e non si poteva permettere di perdere 9 milioni di euro, perché il Piano regolatore prevedeva su quell’area quello che prevedeva la Quadrilatero (il centro direzionale al servizio dell’aeroporto e il polo fieristico). I nuovi amministratori, tutti abbastanza inesperti, ma non del tutto stupidi, avevano chiesto “possiamo uscire per avere 9 milioni di euro in più?”. Il parere l’avevano formulato all’ufficio legale della Regione Marche che rispose che non potevano più uscire.
Penso che in quella fase, passato il momento della certezza dei fondi alla Quadrilatero, la Regione Marche sarebbe potuta andare al Cipe e dire, insieme al Comune di Falconara, “per cortesia, stralciate l’area Pav di Falconara che è in difficoltà finanziaria perché è bene che prenda tutti gli oneri di urbanizzazione”. Questo non è stato fatto anche se sarebbe stato possibile.
Quindi il Comune di Falconara chiedeva se recedendo dalla Pav avrebbe potuto realizzare i suoi insediamenti, il legale della Regione ha risposto no.
Secondo me, invece, questo sarebbe stato possibile e quello, sì, sarebbe stato un atto di solidarietà perché la Regione in quel modo avrebbe rinunciato ai 9 milioni di cattura di valore dell’area di Falconara a vantaggio del bilancio del Comune stesso. Oltretutto 9 milioni di euro su 1 miliardo e 200 milioni di euro finanziati non penso che avrebbe bloccato l’opera.
Tanto è vero che secondo me permane ancora la questione politica se sia giusta la cattura di valore dal territorio; la Quadrilatero può benissimo rimanere per garantire che le risorse rimangano vincolate alle opere (strade), la cattura di valore del territorio, invece, potrebbe essere sostituita da un intervento statale, visto che queste sono competenze statali e pubbliche.
Penso che sia necessario per il futuro della gestione delle aree leader e delle Pav prevedere – anche questo il Comune di Falconara lo ha concordato con la Regione – un’interlocuzione del Comune sulla qualità e la quantità delle opere.
Perché è vero che è fondamentale, come previsto, che ci sia un polo direzionale, che ci sia uno showroom, una possibilità vicino all’aeroporto di mettere i migliori prodotti dell’economia regionale, però quale sarà poi la fase di controllo sulla realizzazione?
La sovranità rispetto a quel territorio ce l’ha la Quadrilatero, ma questa funzionerà come un concessionario che usa i general contractor, che sono quelli che hanno appaltato i lotti, ma per realizzare un’opera poi ci dovrà essere la gestione, cioè che cosa ci si farà. Quindi penso che sarà il mercato che andrà in quell’area per definire i progetti, perché alla fine, visto che la missione è quella della cattura di valore, la realizzazione andrà incontro, appunto, alla maggiore cattura di valore possibile da quelle opere.
Quindi c’è la necessità che la Regione e gli enti locali partecipino alla definizione quantitativa e qualitativa degli effetti sul territorio.
Per esempio le strutture di Falconara sono attaccate all’abitato di Castelferretti e all’aeroporto, sono attaccate all’uscita di Ancona nord che già è in una situazione di emergenza. Quindi ci dovranno essere anche adeguamenti infrastrutturali, pertanto lo sviluppo di queste situazioni deve essere controllato.
E’ necessario che su questi aspetti ci sia un tavolo di confronto tra amministratori e operatori, questo soprattutto anche riguardo ad un altro aspetto che voglio evidenziare.
La Quadrilatero, nella scelta di accorpare diverse tratte per realizzare due maxi lotti, è andata di fatto a fare una gara a cui hanno potuto partecipare solo certi tipi di aziende che non sono presenti nella regione Marche, tanto è vero che il presidente dei costruttori edili di Confindustria ha detto che anche loro sono rimasti esclusi da questi lavori e che forse potrebbero essere coinvolti solo nei sub-subappalti.
Quindi l’aspetto importante che doveva essere tenuto in considerazione era quello che nella realizzazione di queste opere doveva essere coinvolto il tessuto produttivo marchigiano. L’accorpamento non era necessario, poteva essere evitato perché erano già definiti vari segmenti, in questo modo si sarebbe permesso l’accesso dei costruttori locali.
L’altra questione è rispetto all’effetto sulle realtà produttive esistenti se si andasse solo verso un uso commerciale, perché noi sappiamo l’effetto che hanno sui tessuti produttivi le grosse aree commerciali che sono già ben presenti e che sono anche sovradimensionate all’interno di questo territorio della provincia.
Voglio sottolineare un altro aspetto, dopo che ho chiarito che non si è fatto nessun favore a Falconara, ma si è solo ratificato un accordo tra la Giunta e il Comune al fine di favorire l’adesione, perché se non ci fosse stata questa condizione non ci sarebbe stata l’adesione.
Se il Comune non aveva certezza dei fondi, valeva la pena che aspettasse, perché la legge prevede che se non c’è la rinuncia volontaria alla Quadrilatero gli unici destinatari degli oneri, al di là che li realizzi la Quadrilatero, sono i comuni. Pertanto il Comune avrebbe incamerato comunque, se non avesse firmato l’accordo.
Quindi, considerato che la condizione era quella, il Comune, visto che non era possibile avere qualcosa in più, ha chiesto come minimo di avere una anticipazione. Purtroppo la forza contrattuale era poca!
Ultimo aspetto è sulla vertenza di Falconara. E’ stato riconosciuto che Falconara è all’interno di un’area ad elevato rischio ambientale, Falconara ha l’aeroporto, la raffineria, ha il traffico delle petroliere, il nodo ferroviario e autostradale e ora avrà anche la Quadrilatero con la quale pagherà le strade anche di altre zone della regione.
In questo, quindi, non c’è una discriminazione perché le altre zone che partecipano alla Quadrilatero con le aree Pav sono aree interessate dalle strade. La particolarità di Falconara è che non è interessata dalla strada, almeno non lo è direttamente.
Quindi l’attenzione su Falconara va messa. Ci deve essere l’attenzione da parte della Giunta regionale per spingere con degli ordini del giorno verso il Governo affinché venga regolamentata la questione delle accise e non rimanga lettera morta. Le accise versate dalla raffineria del Comune di Falconara ogni anno sono quasi 900 milioni di euro (0,1% sono 900 milioni di euro), quindi l’ipotesi delle legge sulle accise dello 0,2% o dello 0,3%, permetterebbe di sanare anche questa situazione e permetterebbe per il peso che ha un giusto indennizzo al Comune di Falconara.
Secondo me la Regione dovrebbe attivare iniziative che vadano nella direzione del riconoscimento dello stato di disagio del Comune di Falconara, questo per le funzioni di servizio alla comunità marchigiana che sta svolgendo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. La prima cosa che devo fare è ringraziare il Consigliere Binci perché fra tutti gli interventi della maggioranza è l’unico che ha detto la verità, ma solo una parte della verità.
Questa legge è un ulteriore sfruttamento per i cittadini di Falconara perché la Regione ha proposto di aderire alla Quadrilatero a queste condizioni. Il Comune doveva incassare senza problemi circa 12-13 milioni di euro, con questa trattativa, invece, prenderà 2 milioni e 800 mila euro di anticipo e basta.
A Falconara la Quadrilatero è già passata, a Falconara non c’è passata neanche una strada, sono passate tutte le aree di insediamento commerciale a vantaggio non si sa di che cosa!
Oggi quindi non si vota una legge per salvare i cittadini di Falconara, si vota una legge per affossare direttamente Falconara. Non salviamo Falconara dal dissesto del bilancio 2007, perché i prossimi amministratori nel 2008 o nel 2009 con che cosa pagheranno 60 milioni di euro di debiti?! Ogni anno ci sarà la Regione che interverrà? La Quadrilatero non passerà ogni anno, Consigliere Procaccini!
Si vuole salvare momentaneamente Falconara, ma a mio giudizio penso che facciamo più male che bene. Voglio vedere nel 2008 cosa questa maggioranza ci proporrà per Falconara, visto che ritroveremo lo stesso problema. Visto che la Quadrilatero è già passata, l’anno prossimo non so cosa potremo fare, magari venderemo l’aeroporto o qualche altra cosa!
Tra l’altro non è assolutamente il compito della Regione Marche intervenire in questi casi, potremmo aprire una situazione pericolosissima perché tutti gli altri Comuni hanno gli stessi diritti.
C’è una responsabilità politica di cui ha parlato il collega Bugaro che confermo, è una grossa responsabilità che i Consiglieri Luchetti e Badiali hanno nascosto, hanno fatto solo piccole critiche e poi tutto è finito. Qui invece non è tutto finito, la responsabilità politica di questo evento è degli amministratori e delle forze politiche del centro-sinistra, della Margherita e dei Ds oggi Pd. Gli uomini li avete scelti voi, gli amministratori li avete fatti voi, Recanatini che avete scelto voi ha fatto per sei mesi il revisore dei conti, ha firmato i bilanci e poi ha fatto il sindaco. Quindi sia i Ds che la Margherita hanno sempre cercato di coprire!
Oggi si vota questa legge solo per arrivare a primavera alle prossime elezioni per coprire i danni che hanno fatto questi signori. Si vota la legge per salvare il dissesto di Falconara solo per il 2006 per presentarsi a primavera come puliti all’elettorato.
Questo è l’errore più grave che il centro destra non può accettare! Questa responsabilità il centro-destra non ce l’ha, è stato sempre a guardare dalla finestra, ha sempre detto con ordini del giorno, mozioni, interrogazioni che si sarebbe andati verso il dissesto. Nessuno ha preso in considerazione quello che dicevano i consiglieri del centro-destra e quindi oggi il risultato è questo.
I cittadini di Falconara devono sapere da quale parte sta la responsabilità. Il Consigliere Luchetti ha detto che è orgoglioso perché tanta gente è andata a votare per il Pd a Falconara, ma questi sono problemi che a Falconara ha creato il Pd! Continuate a votare Pd a Falconara, questi saranno poi i risultati!
Il Consigliere Procaccini dice che non bisogna entrare nella gestione del Comune, ma se non dobbiamo entrare nei discorsi del Comune non dovremmo votare neanche l’atto oggi! Da una parte si dice che non possiamo discutere e poi invece che dobbiamo votare l’atto. E no, così è troppo semplice! Perché noi, invece, vogliamo discutere anche i problemi del Comune.
Invito il Presidente Spacca a pensare quale altra forma di finanziamento per Falconara ci potrà essere per il 2008, altrimenti così abbiamo creato solo un anno in più di agonia.
Il centro sinistra per quello che è successo e per quello che ha fatto non potrà vincere le prossime elezioni a Falconara (…).
Per concludere, Forza Italia si asterrà dal voto di questa proposta di legge perché fondamentalmente non è di competenza della Regione votare una cosa del genere. E’ un atto che va contro gli interessi dei falconaresi, non risolve alcun problema e si vogliono coprire tanti errori fatti dal centro-sinistra che vuole andare alle elezioni nella prossima primavera per presentarsi all’elettorato con facce pulite. E anche se il Pd candiderà uomini nuovi, la responsabilità politica rimarrà comunque di quei partiti che oggi lo compongono.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Su un paio di punti bisogna fare chiarezza. Ho sentito dire, soprattutto da alcuni Consiglieri di maggioranza, che questa legge non avrebbe nulla a che fare con le vicende della Quadrilatero, basterebbe il dibattito, ma al di là di questo – il Consigliere Binci ci ha ricordato il percorso di questa legge – credo che su questo non ci sia bisogno di approfondire ulteriormente.
È chiaro che le due questioni sono fortemente collegate e sono collegate da una modalità che personalmente condivido poco, quella di spingere un’amministrazione a fare un atto in cambio di un atto di salvezza e solidarietà, e giustamente il Consigliere Binci metteva in dubbio l’utilizzo di questa parola.
L’altra questione posta dai banchi della minoranza è che nella maggioranza ci sarebbero sempre state sulla questione Quadrilatero posizioni diverse. Questo non lo credo, penso che questa maggioranza abbia sempre trovato una sintesi ed è quello che sostanzialmente ha scritto sul programma, forse ci sono alcune diversità di interpretazione, ma penso che questo sia un problema facilmente risolvibile.
Quindi credo che nessuno possa dirsi contrario ad un atto che cerca di salvare un Comune in dissesto. Credo però, e qui mi convince poco l’intepretazione del Consigliere Solazzi, che noi dobbiamo farlo, ma anche consapevoli che andiamo a creare un precedente. Solazzi diceva che è una condizione particolare, certo, comunque creiamo un precedente su una situazione particolare. Vedremo se per le prossime volte ci saranno casi simili o se per altri casi ci saranno più o meno situazioni particolari. Credo che su questo dobbiamo essere molto onesti, quindi lo facciamo, ma rimarrà un precedente e come tale resterà nella storia di questo Consiglio regionale.
Se questa coalizione fosse monocolore, con solo Rifondazione, la questione della Quadrilatero non sarebbe così, poi siamo anche capaci di calarci nelle situazioni, sapere che facciamo parte di un’alleanza e quindi con la necessità di trovare mediazioni sui modi e sulle formule con cui si fanno le opere pubbliche sul territorio.
Comunque quello su cui avevamo trovato un accordo era che quell’opera e quel meccanismo andava fatto assolutamente senza mettere in discussione l’autonomia del territorio, cioè riconoscendo ai territori – quando parliamo di territori non parliamo solo di amministrazioni pubbliche, ma anche di soggetti che abitano quei territori – tutte le possibilità di esprimersi e di intervenire.
Non credo che le nostre perplessità, come maggioranza di questa Regione, sulla Quadrilatero quando governava il centro-destra fossero solo su chi amministrativa quel percorso, quindi personalmente non credo sia necessario segnare una differenza solo sui vertici della società. E’ stato importante farlo, abbiamo fortemente condiviso quella scelta, ma crediamo anche che le divergenze sui progetti, sulle modalità, ecc., fossero anche sui contenuti, non solo sul contenitore.
Quindi è chiaro che per noi, oggi che cambia il contesto, che cambia il governo nazionale, ecc., sia necessario riaprire una discussione anche su quello. Questo non vuol dire riaprire una discussione su fare o non fare le strade, sull’utilizzare o meno della Pav, perché questa è una discussione chiusa anche se con nostra sofferenza, ma credo che la discussione vada invece riaperta su tutta una serie di altre questioni.
Anche perché – qui il centro-destra non è chiaro in quanto difende fortemente l’impostazione e contemporaneamente pensa di difendere le forze produttive di questa regione – una buona parte delle forze produttive di questa regione non è così entusiasta sulle modalità con cui stiamo portando avanti questa cosa, non è pronta ad applaudire; mi pare che in questi giorni alcune voci in questo senso si siano cominciate a levare, ci chiedono chi farà le opere, quanto saranno coinvolte realmente le forze produttive di questo territorio o quanti fondi prenderanno il largo e se ne andranno da altre parti.
Quindi credo che il forte segnale che questa maggioranza deve dare sulla questione Quadrilatero è appunto riaprire la discussione con i territori, con le forze di questa regione, per andare a definire quale possa essere la differenza tra l’impostazione che aveva dato il governo di centro-destra e l’impostazione che darà questa Regione collaborando con un governo di centro-sinistra, ricostruendo e ripensando i percorsi.
In questo senso condivido e rilancio, e credo che per noi sia una questione determinante – la necessità di andare ad individuare una sorta di conferenza – come diceva il Consigliere Brandoni -, un luogo e un momento in cui si possa aprire la discussione con le forze produttive – che molti qui dentro dicono di avere come punto riferimento poi mi pare che ci dialoghino poco –, ma anche con chi porta istanze di diverso tipo sulla di tutela del territorio e con le amministrazioni locali.
Noi sappiamo che questo percorso ci ha portato a fare delle variazioni urbanistiche – chi ha amministrato un Comune sa quale sia l’iter per fare una variazione urbanistica – con una procedura fantasiosa, una delibera di Consiglio comunale più o meno preparata, con consiglieri più o meno consapevoli di quello che votavano. Quindi è stato fatto, in virtù di questa trovata geniale della legge obiettivo, questo tipo di operazione sul territorio.
Crediamo che invece sull’aspetto del coinvolgimento reale, della partecipazione e del dialogo con i territori dobbiamo segnare una forte differenza.
Sia chiaro una volta per tutte che quella che voi chiamate la sinistra radicale o estrema – come preferite – non pone più oggi una questione sullo strumento, sulle strade, ecc., pone una questione di metodo e di contenuti. E su questo mi fa specie che, invece, altre forze politiche diano tutto un po’ per scontato, scambiando i vertici della Quadrilatero sembra che abbiamo risolto i problemi.
Abbiamo cambiato i vertici, oggi siamo dentro, prima non lo eravamo, utilizziamo questa posizione per cambiare le modalità e i metodi e riaprire una discussione reale sul territorio e fare le opere che sono necessarie nei modi e nei tempi che anche i territori valutano utili e positivi rispetto alla loro rappresentanza sul territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Il dibattito è stato lungo e interessante, ha toccato spazi di carattere tecnico e politico, in qualche passaggio ha riportato anche la discussione sulla Quadrilatero e nei termini in cui diceva il Consigliere Altomeni la possiamo anche riprendere.
Voglio segnalare soltanto poche cose. Io non se questo potrebbe essere anche un precedente, nel senso che credo che tutte le volte che questo ente nelle sue funzioni legittime e istituzionali quando non debordi dal suo ruolo politico e dalle sue funzioni, e quando cerca di sostenere, come ha fatto fino ad oggi, gli enti locali, i Comuni, le Comunità montane, lo fa sempre sulla base delle proprie prerogative.
Siamo di fronte rispetto al Comune di Falconara a un caso estremo, è un Comune che rischia il dissesto, è un Comune commissariato sul quale si farà la speculazione politica in campagna elettorale, anzi è già iniziata, e i giudizi verranno dati.
Lasciamo stare il colore della Giunta che stava governando in quel momento questo Comune, a maggio si voterà quindi abbiamo tutto il tempo per dare giudizi, per capire le responsabilità che ci sono.
Più volte in questo Consiglio abbiamo fatto operazioni – ovviamente più ridotte rispetto a questa che è estrema – dove abbiamo prorogato termini per i contributi ai Comuni o l’acquisto di un bene immobile per aiutare un Comune a comporre il suo bilancio.
Quindi molto spesso all’interno delle nostre funzioni tendiamo la mano, diamo un aiuto, cerchiamo di sostenere gli enti locali dentro le nostre prerogative e dentro le nostre funzioni, è giusto che sia così.
Qui siamo di fronte a un caso estremo, si confida che non sia un precedente, ma credo che il Consiglio e la Giunta regionale debbano sempre valutare attentamente le possibilità che hanno attraverso le proprie funzioni di sostenere un ente locale e un ente di governo territoriale, questa è anche una delle priorità della Regione. Però attenzione, Assessore Marcolini, molto spesso cercate attraverso assestamenti di bilancio di andare un po’ al di fuori, tuttavia non mi sembra del tutto grave se un ente come questo cerca di dare un contributo.
E’ evidente che siamo di fronte ad un dibattito molto più articolato, siamo di fronte ad una situazione che ci mette anche nelle condizioni di poterlo fare.
Il fatto che Falconara sia all’interno della Quadrilatero e che vi sia pure la Regione, che questo Comune rivendichi un credito rispetto agli oneri di urbanizzazione che la Quadrilatero determina e che la Regione possa semplicemente fare una anticipazione, sono tutti gli elementi per cui seppure questo caso è estremo, la proposta di legge che presentiamo cerca di dare una risposta.
Mi rendo conto che è una proposta che può apparire forzata e che si spera che la si prenda in esame e la si voti solo una volta e basta.
C’è stato davvero un richiamo al senso di responsabilità, ma non è questo che interessa, ci interessa sapere se con questa proposta di legge quel Comune riesca a chiudere il bilancio 2006 e che, attraverso un piano di risanamento che già il commissario ha iniziato insieme alla struttura, possa dare per il 2007 la tranquillità finanziaria al Comune stesso.
Per cui questa proposta di legge il nostro gruppo certamente la voterà.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1.
Emendamento n. 1 del Consigliere Brandoni, che ha la parola.

Giuliano BRANDONI. Vorrei illustrarlo perché potrebbe avere una opinabilità anche dal punto di vista della congruità.
In base all’articolo 113 della legge n. 388, è previsto che ai Comuni sedi di impianti energetici, in particolare di raffinazione, è corrisposta in compartecipazione quota delle accise che sono introitate dallo Stato. Sulla base di questo il Comune di Falconara è già titolare di una quota che dovrà essere determinata in fase successiva dai regolamenti.
Ed è esattamente la stessa condizione con cui noi costruiamo già la legge di anticipazione prevista dalla Giunta regionale, tanto che nella narrativa diciamo che questa viene corrisposta in via anticipata rispetto al tempo in cui tale credito verrà in esistenza.
Quindi l’emendamento che propongo è esattamente, dal punto di vista logico-giuridico – mi permetto di avventurarmi in questa definizione – la stessa cosa del combinato disposto nella legge.
Qual è la differenza? Come è evidente è di ordine politico. Sta nel fatto che mentre nella legge l’elemento di garanzia, ancorché questo fatto è stato motivato anche dall’interesse specifico della Regione del progetto Quadrilatero, svincola, obiettivamente nella forma in cui è presentato il mio emendamento, il nesso tra le due cose, tra l’anticipazione e l’adesione alla società Quadrilatero. Perché quando quella legge è stata pensata ancora il Comune di Falconara non aveva politicamente deciso la firma dell’accordo di programma con la società Quadrilatero, quindi ne lasciava aperta la titolarità, la possibilità e libertà di quella adesione.
Questa è la motivazione per cui abbiamo ritenuto presentare un emendamento di questo tipo, perché pur essendosi oggi compiuto quel fatto, quell’emendamento e la sua approvazione testimonia e certifica quella possibilità che ritenevamo assolutamente necessaria dal punto di vista politico e amministrativo per una vera, seria e articolata contrattazione da parte del Comune di Falconara – e aggiungerei anche della Regione Marche – nei confronti della società Quadrilatero per una definizione più articolata d i progetti che insistono sui piani di area vasta.
Credo di essere stato sufficientemente chiaro sulla natura di questo emendamento che sostituisce il primo comma dell’articolo 1.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. L’imbarazzo del relatore di maggioranza Consigliere Brandoni si vede proprio da questo emendamento. Si vuole spostare la ragione dell’anticipazione sulle accise che riguardano tutta un’altra partita come quella, appunto, dell’energia, cancellando il riferimento alla Quadrilatero. Questo è inaccettabile.
Noi abbiamo detto che solo dentro quel tipo di sistema che abbiamo condiviso può essere inserita la questione Falconara proprio perché è speciale rispetto ad un quadro che la vede già dentro. La specialità è sul fatto della difficoltà economico-finanziaria, ma sta dentro un quadro perché è in rapporto con la Regione proprio attraverso la questione Quadrilatero.
Ora spostare il ragionamento su Api o altro mi pare sia un esercizio non praticabile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. E’ solo per confrontarmi con il Consigliere Pistarelli. Non è vero che è slegata dalla questione, perché Falconara è ugualmente individuata come beneficiaria delle accise in quanto luogo di raffinazione. L’eventualità dell’incertezza non viene dal fatto che ci sia meno possibilità di incamerare, perché non è detto che la Quadrilatero realizzi quelle opere anche se finanziate. Esempi di cattiva gestione pubblica ce ne sono stati.
Spero che il percorso amministrativo permetta la realizzazione delle opere e non lo sperpero delle risorse pubbliche sulla Quadrilatero.
Ritengo, quindi, che la costruzione dell’emendamento possa essere sostenibile.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. A mio avviso l’emendamento del Consigliere Brandoni è illegittimo in quanto la Regione non ha la capacità di poter anticipare somme previste da leggi dello Stato che tra l’altro sono senza copertura.
Ricordo che questa legge, Consigliere Brandoni, è una bufala che ci portiamo dietro dal vecchio Governo Prodi, che in quella famosa finanziaria elettorale fece una marea di promesse in tutta Italia, tra cui anche alle città che subivano i rischi per la produzione di energia.
Oltre al fatto di aver generato trenta miliardi di sforamento nei conti pubblici di quell’anno, su questo articolo 113 addirittura non c’è stata mai nessuna copertura, né a seguito della legge n. 388 né tanto meno con le ultime finanziarie, né è prevista nella finanziaria presentata al Senato.
Ritengo, invece, che ci sia ancora in atto in questa Regione – mi rivolgo al Presidente Spacca – una lotta sulla Quadrilatero.
Questa Regione ha deciso di andare avanti con la Quadrilatero e chi si ostina ancora ad essere contro prenda delle decisioni politiche, che esca dalla maggioranza, che faccia qualche altra cosa, ma non può essere che su ogni atto che si avvicina a parlare della Quadrilatero subiamo tutte queste forme di ricatto che bloccano questo Consiglio regionale, bloccano i bilanci della Regione, bloccano le scelte e tutto quello che potenzialmente, seppur poco, si poteva fare.
Ritengo che sull’emendamento soprattutto ci sia un vizio di legittimità per cui votiamo contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Voglio dare un brevissimo contributo a questa discussione.
Invito i proponenti di questo emendamento a ritirarlo. Se nella loro analisi la legge di cui discutiamo è una forzatura, questo emendamento, addirittura, creerebbe un dissesto generalizzato, perché aprirebbe un varco e darebbe “titolarità” a tutti i Comuni di chiedere un’anticipazione e non solo a quelli in dissesto.
Consigliere Capponi non è che chi è contro esce dalla maggioranza e chi è a favore entra, non è questo il discorso perché noi abbiamo un giudizio articolato.
La Quadrilatero è una sovrastruttura, l’ha detto il Ministro, l’ha detto il Governo Prodi, tuttavia, grazie anche alla battaglia della sinistra, e nostra in particolare, la società è stata migliorata.
Oggi prendiamo atto che l’articolo 3 della delibera della Giunta regionale del 1° agosto è migliorativa e garantisce, agiamo politicamente e non secondo i desideri di ognuno di noi.
In questo contesto, al di là del giudizio, solo l’adesione alla società Quadrilatero dà la possibilità di fare una legge simile, perché costituisce una garanzia per la Regione medesima; una cosa diversa, compreso l’emendamento, aprirebbe un varco ingestibile, metterebbe in dissesto il bilancio della Regione.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.

Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola, per dichiarazione di voto, il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Abbiamo detto che votiamo contro questa legge e moltissimi dei motivi li abbiamo illustrati.
Voglio solo fare una puntualizzazione. Questa legge è iniqua perché prima di tutto non tratta tutti i Comuni delle Marche alla stessa stregua. I progetti leader all’interno del programma Quadrilatero sono diversi, i Comuni potrebbero avere bisogno di anticipazioni magari per iniziare la realizzazione delle opere di urbanizzazione, penso che questi, addirittura, potrebbero essere più meritevoli anche di chi intende utilizzarli per coprire debiti di bilancio, quindi per spesa ordinaria.
Riteniamo che sia una scelta irresponsabile aiutare un Comune a non risolvere un problema che con questo atto non si annullato, serve soltanto a prolungare l’agonia. Si tolgono soldi agli investimenti e addirittura a quelli da destinare alle aree leader, cioè a quelle aree che dovrebbero valorizzare e costruire il vero sistema produttivo previsto dalla Quadrilatero.
A questo atto oggi doveva essere aggiunto che gli errori, il malgoverno e l’illegittimità, che spetta agli organi preposti di accertare, devono essere pagati da chi li ha generati sia politicamente che finanziariamente.
Quindi una posizione corretta di questo Consiglio sarebbe stata quella di chiedere con forza che venissero individuati i responsabili che hanno generato questa situazione e che pagassero, ripeto, sia dal punto di vista politico che finanziario. E come Consiglio oggi dovevamo anche chiedere con forza che gli organi preposti al controllo, Corte dei Conti, Magistratura e Prefettura, devono mettere in atto controlli mirati per accertare le responsabilità.
Di tutto questo non c’è stata coerenza nell’atteggiamento anche della maggioranza che propone questa legge. Per cui ritenendola addirittura deleteria per la città di Falconara il gruppo di Forza Italia vota contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Il gruppo di Rifondazione Comunista si asterrà su questa legge, intanto come atto di responsabilità perché il nostro impegno qui è stato quello di tentare di garantire un ossequio vero al programma di governo che la Regione si è data e sulla base di questo anche una opportunità di libertà all’amministrazione comunale di Falconara e oltre a questa anche ai cittadini e alle cittadine di Falconara. Cittadini che su questa questione hanno dibattuto, si sono confrontati e i dati delle ultime settimane dimostrano che hanno aperto un’attenzione particolare su questa vicenda, sia sul loro territorio che sulle cose da fare.
All’inizio di questo dibattito avevamo chiesto che doveva essere anche l’occasione per aprire di nuovo con i territori e con le amministrazioni di quei territori, ma anche con i soggetti sociali che dentro vi stanno, una riflessione più attenta sui progetti di area vasta, perché, ancorché possano garantire quelle risorse necessarie alla realizzazione delle infrastrutture che abbiamo definito strategiche, abbiano il conforto della partecipazione e delle scelte condivise in maniera democratica.
La società Quadrilatero, prima del Governo Prodi, prima della modifica del suo consiglio di amministrazione e prima della modifica della compagine societaria, questo non era. Prima aveva operato e proposto al territorio delle Marche un progetto che in molti casi confliggeva con le stesse scelte che democraticamente i cittadini e le cittadine di questa regione avevano operato.
Mi aspettavo, ma credo che sarà motivo di dibattito dell’intera maggioranza, di ascoltare l’opportunità che questo percorso di ascolto, di attenzione e di intervento della comunità marchigiana su questa scelta – cosa che non ha potuto fare ai tempi del quartetto, ripeto, Pieralisi, Baldassarri, Bromozzi e Berlusconi – lo possa fare oggi e noi dobbiamo garantirglielo.
Questo è il punto politico dentro il quale abbiamo svolto la battaglia su questa legge. Opportunamente siamo coscienti che i cittadini di Falconara non meritano il dissesto, anche se mi piacerebbe ricordare a chi lo ha avanzato in questo dibattito, che non significa che interverrà Erode negli asili, non significa che si avveleneranno i pozzi e gli acquedotti comunali, non significa che sarà esercitata per i disabili e gli anziani la rupe Tarpea.
Andare a raccontare queste cose è un’offesa all’intelligenza dei cittadini e delle cittadine. Anche sul senso di verità si basa la non antipolitica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Ribadisco il nostro voto di astensione che mi pare sia stato ampiamente spiegato sia nella mia relazione che nell’intervento del Consigliere Silvetti eletto nel collegio anconetano, quindi, a conoscenza fase per fase di quello che è avvenuto, non da oggi, a Falconara Marittima.
Questa nostra astensione è un senso di responsabilità di fronte ad un doppio danno per la popolazione falconarese. Il primo è stato pesantissimo, cioè il fallimento del centro-sinistra in questi ultimi dieci anni, il secondo è quello che potrebbe accadere dalla dichiarazione di dissesto dell’ente Comune.
Questo è il senso di responsabilità che ci porta a dichiarare, proprio perché è all’interno del quadro della scelta di ammodernamento e di sviluppo che è la Quadrilatero, il nostro voto di astensione.
Certo è che Falconara ha bisogno di un cambio e, secondo me, questo dovrebbe essere realizzato il prima possibile per poter dare a questo Comune un governo degno di questo nome.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Per annunciare e motivare il voto di astensione in quanto, credo, che questo non sia un favore fatto al Comune di Falconara, ma è una condizione senza la quale il Comune di Falconara non avrebbe potuto aderire alla Quadrilatero.
Il voto di astensione è dovuto al fatto che, secondo me e anche secondo molti cittadini di Falconara, sarebbe stata più favorevole per Falconara un’attivazione diretta delle operazioni urbanistiche che avrebbe permesso il recupero di oltre 9 milioni di euro. Inoltre, perché non vedo un’attenzione forte per il territorio di Falconara che viene chiamato in causa solo quando devono essere localizzate delle infrastrutture.
E’ importante che venga attuato un percorso di valutazione complessiva tra il territorio e gli enti degli interventi che verranno realizzati, altrimenti una struttura calata dall’alto senza nessun controllo non potrà che peggiorare ulteriormente le condizioni di vita di un territorio come quello di Falconara che ha già diversi detrattori ambientali.

PRESIDENTE. Se nessuno chiede la parola, do parola al Presidente Spacca per le conclusioni del dibattito.

Gian Mario SPACCA. Vorrei formulare alcune considerazioni sul dibattito che si è svolto questa mattina. Non riprendendo le considerazioni ma vorrei dire alcune cose che si riferiscono, innanzitutto, al progetto Quadrilatero su cui ci siamo confrontati tante volte anche in quest’Aula.
Su questo argomento è stata fatta un’invocazione di una conferenza. Vorrei ricordare che nella città di Camerino ne è appena stata fatta una in occasione del decennale del terremoto, dove c’è stata una sessione dedicata specificatamente alle infrastrutture. Non ha registrato una grande partecipazione, è stata una lunga riflessione, un consistente approfondimento rispetto allo stato di avanzamento, alla filosofia e all’azione che riguarda questa progettualità, a cui ha partecipato non soltanto il presidente della stessa società, ma anche il presidente dell’Anas e tutta la rappresentanza che a livello nazionale segue il tema infrastrutturale. E’ stata un’occasione perduta perché molti dubbi che sono emersi questa mattina si sarebbero potuti risolvere in quella sede.
Siccome la democrazia e la partecipazione è soprattutto un esercizio di pazienza, credo sia opportuna, anche per dirimere tante argomentazioni che ormai non hanno più luogo di esistere perché sono state risolte proprio nella concretezza dell’avanzamento del progetto, rinnovare un’altra occasione di confronto, che potremmo fare nel mese di novembre, specificatamente dedicata al progetto Quadrilatero e al tema infrastrutturale della nostra regione. Il Consigliere Procaccini ha anche avanzato la richiesta di fare una conferenza dedicata allo sviluppo, quindi potremmo organizzare una seduta di un paio di giorni dedicata al tema dello sviluppo e visto che sullo sviluppo c’è una stretta connessione al tema infrastrutturale si potrebbe approfondire questo tema nella seconda giornata, in modo tale che non ci siano più equivoci, non ci siano più riserve mentali e interpretazioni che, ripeto, su un’analisi onesta e oggettiva ormai non hanno più luogo di manifestarsi. Questo è l’impegno che proponiamo come Giunta.
E’ inutile ora riprendere tutti gli argomenti di questa mattina perché perderemmo molto tempo, ma vorrei soltanto formulare un’altra puntualizzazione sul profilo formale, che è il recupero degli interventi che sono stati fatti in modo molto serio da alcuni Consiglieri, non si tratta di un’anticipazione, non si tratta di un’operazione finanziaria, avviene con grande scrupolo su requisiti formali che sono stati attentamente valutati.
La terza puntualizzazione è che questa anticipazione viene fatta in una logica di grande attenzione alla città di Falconara perché il piano di area vasta, come tutti gli altri, non nasce da un’imposizione che la Regione Marche ha dettato ai territori, ma è esattamente il contrario.
Ricordate che quando abbiamo acquisito i piani di area vasta lo abbiamo fatto al 50% delle proposte che erano state redatte da Sviluppo Italia, quindi in perfetta armonia con le scelte di programmazione urbanistica dei territori e dei Comuni e in conformità con i loro strumenti urbanistici, con i loro piani regolatori. Pertanto non c’è stata nessuna forzatura.
Il piano di area vasta di Falconara è stato recuperato sulla base delle indicazioni che quel territorio e quella comunità avevano espresso. Si sposa perfettamente con la nostra strategia di valorizzazione di quell’area che prevede, in perfetta conformità con il piano di area vasta, una strategia di valorizzazione dell’aeroporto di Falconara, non ce lo dimentichiamo!
Abbiamo fatto anche altri dibattiti, sempre abbastanza confusi, sul tema dell’aeroporto di Falconara, ma i due si sposano perfettamente. Se decidiamo di puntare, per recuperare risorse finanziarie, all’aeroporto di Falconara sull’attività no fly, cioè non sui voli ma sull’attività che circonda la struttura aeroportuale come ormai è nella filosofia di questa infrastruttura a livello mondiale, abbiamo bisogno che si realizzino quelle infrastrutture che lì sono previste, quindi, un centro commerciale che addirittura proiettiamo in una logica europea definendolo mall, un centro direzionale, un centro espositivo, un centro direzionale per quanto riguarda l’attività fieristica, e così via.
Quindi siamo in una simmetria perfetta per quanto riguarda le strategie della nostra Regione che si sposano con quelle che il territorio a suo tempo ha definito nell’ambito della propria programmazione urbanistica.
Dopodichè c’è un atto di solidarietà che, a mio avviso, andava fatto e che il Consiglio regionale, penso, si appresti a varare con il voto favorevole.
Un atto di solidarietà che, credo, nell’ambito dei rapporti interistituzionali, quando esistano i requisiti di legge formali e normativi, come è in questa circostanza in quanto è un’anticipazione e non un’erogazione, non costi neanche tanto all’istituzione che lo offre.

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 187. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di legge n. 173
della Giunta regionale
“Approvazione del rendiconto generale dell’amministrazione per l’anno 2006"

Proposta di legge n. 181
della Giunta regionale
“Assestamento del bilancio 2007”

Discussione congiunta

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le proposte di legge n. 173 e n. 181, ad iniziativa della Giunta regionale. Faremo prima una discussione congiunta e distintamente la discussione e votazione degli emendamenti e la votazione finale.
Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Molto brevemente perché l’assestamento credo sia una fase di piccole correzioni, più interessante è il dibattito sul rendiconto.
Il nostro rendiconto conferma alcune tendenze, la prima delle quali è la composizione delle risorse in gran parte dovuta ad entrate di carattere tributario che si strutturano per alcuni aspetti nelle addizionali che molte volte sono state considerate, ma delle quali alcune oggi sono o ridotte o costanti, penso all’Irpef. Altre hanno rilevato, invece, appena lievi aumenti motivati in gran parte dalla modificazione della contingenza che li determinava, penso alle accise sulla benzina o alla tassa sugli autoveicoli la cui crescita è stata motivata da un ricambio in positivo. Anche questo è un indicatore della condizione generale della nostra fase economica perché il contesto dentro il quale si sono svolte, il 2006 e 2007, è dal punto di vista della congiuntura economica di particolare favore per quanto riguarda le Marche, o meglio, in una situazione complicata le Marche non solo tengono, ma ha alcuni dati di assoluta eccellenza e questi dati forse possiamo rileggerli anche sul versante delle entrate tributarie.
La spesa, come noto, è in gran parte effettuata per le attività che riguardano la sanità e la cura alla persona, pensiamo a spese di 2 milioni e 860 mila euro per la sanità. Questa è la spesa più significativa, che se da una parte segnala alcuni vincoli, dall’altra indica quale potrebbe essere l’interesse e l’attenzione che ha valore politico di questa maggioranza nei confronti dei soggetti in quanto cittadini. Questo perché la cura alla persona e la salute devono stare al primo posto, stanno dentro alla vicenda nazionale complicata della spesa sanitaria. Forse meriterebbero un’attenzione diversa dal punto di vista delle culture – mi permetto di dire – visto che molte volte anche nel nostro dibattito regionale si parla di spesa sanitaria.
Penso che dovremmo parlare di investimenti sanitari, sia dal punto di vista della ricollocazione complessiva della nostra economia che essendo economia di servizi deve guardare la sanità come un’assoluta opportunità, sia per il fatto che la centralità della spesa sanità è un indicatore di civiltà importante, quindi va mantenuta.
Troppe volte il ragionamento aziendalistico e finanziario ha oscurato questo dibattito, la spesa sanitaria, invece, meriterebbe un altro tipo di attenzione che non può non riguardare quelli che si chiamano sprechi ed eccessi di spese.
In questo caso dobbiamo augurarci che il nuovo Piano sanitario varato da poco inizi a produrre atti ed effetti e che questi possano determinare, anche dal punto di vista finanziario, quelle che sono le virtù.
Questo è il rendiconto, anche se ho visto che durante l’estate è stato oggetto significativo di dibattito nel quale, mi permetto di dire, ancorché misterico, come arcano si accusava la condizione generale dei conti della nostra Regione. Siamo a un dibattito che forse è più soggetto dei sufi orientali che dei cittadini della nostra regione.
Per quanto riguarda l’assestamento, contiene due elementi sostanziali che sono gli elementi obbligatori e gli elementi di correzione.
Nella parte obbligatoria il saldo finanziario previsto è di euro 821.348.581,66 che viene rideterminato alla chiusura dell’esercizio 2006 in euro 1.246.401.160,00 che tuttavia va depurato degli importi corrispondenti agli impegni assunti nella gestione 2006 con un conseguente disavanzo di amministrazione di euro 142.390.000.116,00.
Calano i residui passivi che sono previsti di 3 miliardi e 739 milioni di euro.
Le previsioni di entrata di questo assestamento hanno come modifiche più significative alcune entrate derivanti da tributi propri – quelli che dicevo prima – e altri da trasferimenti dello Stato per una cifra di 73 milioni di euro.
Alcuni dati sulle previsioni di spesa: abbiamo un aumento di 100 milioni per l’assetto istituzionale, di 99 milioni nel settore della programmazione, di 189 milioni nello sviluppo economico, di 273 milioni nell’area del territorio, di 280 milioni per quanto riguarda la sanità.
La tanto vessata questione dei residui perenti ha una breve riduzione data da un saldo algebrico di 117 milioni di euro che hanno interessato il passaggio tra pagamenti e ulteriori passaggi in quella categoria.
La Commissione ha lavorato con fatica perché l’assestamento è caduto in una stagione particolare delle vicende politiche della nostra Regione e non solo.
Debbo qui ringraziare, oltre all’assistenza attenta degli uffici del Consiglio che sono stati financo premurosi, anche tutti i commissari, e in particolare quelli della minoranza, che in molte occasioni hanno esercitato un atteggiamento di pazienza e di comprensione in questo dibattito.
Mi auguro che tutto ciò aiuti il dibattito in Aula che mi pare in questo pomeriggio sarà particolarmente intenso.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La legge regionale n. 31 del 2001 “Ordinamento contabile della Regione Marche”, all’articolo 28 “Strumenti di programmazione”, così recita: “1. Entro il 30 giugno di ogni anno è approvata con legge, sulla base delle risultanze del conto consuntivo, l’assestamento del bilancio, mediante il quale si provvede, oltre alle eventuali altre variazioni, l’aggiornamento dei seguenti elementi: a) residui presunti al termine dell’esercizio precedente a quello cui il bilancio si riferisce; b) saldo finanziario positivo o negativo presunto al termine del detto esercizio; c) ammontare presunto della giacenza di cassa all’inizio dell’esercizio cui il bilancio si riferisce. 2. All’assestamento è allegata apposita relazione esplicativa contenete anche notizie sullo stato di attuazione del POA. 3. Restano fermi i vincoli di cui all’articolo 26 (equilibrio degli stanziamenti di competenza e di cassa)”.
Questo è l’assestamento di bilancio per la nostra legge di contabilità, invece, il documento presentato oggi non è un assestamento di bilancio. Quindi comunichiamo all’Aula che domani mattina ci rivolgeremo con una nota di accompagnamento alla Corte dei Conti e denunceremo che questo non è un assestamento di bilancio.
La proposta di legge che stiamo oggi affrontando è un’altra cosa perché contrasta con l’articolo 28 del nostro ordinamento contabile.
Vedremo se questa volta la Magistratura contabile, letti gli atti, riuscirà a trarne le relative conclusioni. Oggi noi dichiariamo e comunichiamo ufficialmente che domani mattina ci rivolgeremo alla Corte dei Conti delle Marche.
In realtà questo è il vero bilancio, perché incrociato con il conto consuntivo ci accorgiamo che le vere cifre sono queste, quindi nel bilancio di previsione avevamo scherzato!
Questo è il vero bilancio, però è un bilancio che arriva a ottobre 2007, perciò è fuori sia dalle norme di un assestamento, sia dalle norme che potrebbero giustificare le azioni contenute in questo documento, cioè l’articolo 5 della legge finanziaria. Questa formalmente non è una legge finanziaria, perché in assestamento c’è da applicare l’articolo 28, ma in realtà forse si giustificano le scelte che stanno inserite in questo documento con l’articolo 5 che ad un certo punto dice che la legge finanziaria può disporre semplificazioni procedurali, integrazioni e adattamenti alla normativa regionale, però non deve mai contenere norme di carattere ordinamentale ed organizzativo.
Qui invece troviamo norme di carattere ordinamentale ed organizzativo, troviamo tutte le voci di bilancio vere, perché gli scostamenti che abbiamo visto tra il bilancio di previsione e il conto consuntivo sono così spaventosi che nessuno può dire che sono stati degli errori o delle tarature normali e fisiologiche. Questo non è possibile! Basta verificare quello che è lo scostamento rispetto alle previsioni, è una cosa folle che nessuno mai potrebbe riuscire a fare se effettivamente costruisse un bilancio previsionale vero.
Il bilancio di previsione non è vero, è falso, c’è questo bilancio vero che si chiama però assestamento e che pertanto è fuori da ogni tipo di legittimità formale perché è entro il 30 giugno che si deve approvare l’assestamento 2007.
Perciò fuori da ogni termine di legge stiamo discutendo ad ottobre il bilancio di previsione 2007. Anche quello è stato licenziato in ritardo a febbraio 2007 ed anche se era ad inizio dell’anno, era comunque in ritardo perché il bilancio di previsione dovrebbe essere di anticipazione dell’anno che viene, quindi doveva essere approvato entro il 31 dicembre 2006.
Questo è il quadro che abbiamo di fronte.
Entro nel merito? Non so se in quest’Aula ne valga la pena. Se siete d’accordo vi lascio la mia relazione, ve la leggete e poi ci risentiamo. Io non mi sento di andare oltre di fronte ad un’Aula – fra l’altro ora assolutamente assente – dopo che in Commissione abbiamo fatto svariati incontri nei quali non c’era non solo un ragionamento, ma neanche la presenza fisica della maggioranza.
Colgo le scuse e le argomentazioni del Presidente Brandoni che si è “barcamenato”, ma in ogni caso rimane una cosa inaccettabile sotto il profilo del rispetto del confronto politico e democratico.
Mi fermo qui perché tante cose potremmo dirci in questa Aula, ma sarebbe inutile perché la maggioranza è assente qui oggi come è stata assente nella Commissione che ha costruito il percorso che arriva in maniera inaccettabile. Questo è un atto pieno di norme di diritto sostanziale, di leggi che riguardano la programmazione, l’ordinamento e l’organizzazione, che nulla c’entrano con l’assestamento soprattutto nella lettura dei dati dell’amministrazione.
Se la vostra maggioranza non si rende conto di quanta è la presa in giro nella rappresentazione di quello che si chiama bilancio di previsione allora veramente non si rende conto di ciò che accade ogni giorno, di quello che ha di fronte, della montagna di bugie e di cose assolutamente astratte e astruse che si è costruita soprattutto in questo periodo.
Basta guardare i raffronti e vedrete quello che significa assestare per milioni e milioni di euro, previsioni che dovevano essere più o meno rispondenti almeno a dieci mensilità su dodici. Quando si fa un bilancio di previsione si deve avere tutto sotto, con un clic sulla ragioneria si deve sapere a che punto siamo con le spese, con le entrate, con i pagamenti e con gli impegni. Ma che discorso si fa qui?! Ci si discosta di milioni e milioni di euro!
Quindi non entro neppure nel merito, lascio la relazione agli atti per chi avrà la pazienza di leggersela.

(Relazione allegata in calce al resoconto)

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Dopo questo intervento così enfatico trovo una certa difficoltà a dichiarare, eventualmente con toni diversi da quelli che sono stati usati, quello che voglio dire.
Visto che molti di noi, ma io in particolare, siamo stati per anni amministratori nei Comuni, sappiamo che quando si va a verificare un assestamento di bilancio e la sua rendicontazione generale ci troviamo di fronte sempre a grosse difficoltà, perché i bilanci dei Comuni sono strutturati in maniera diversa rispetto a quelli della Regione. Nei bilanci di previsione dei comuni siamo abituati a vedere tot entrate, tot uscite e tot spese, quindi sotto gli occhi troviamo tutto chiaro quello che è il bilancio e quelli che dovrebbero essere gli scostamenti, anzi, di solito succede che siccome le richieste di spese sono sempre superiori alle prospettive delle entrate – senza che qui dentro si scandalizzi nessuno – sappiamo anche che a volte le entrate vengono un po’ modificate in maniera che le spese e le entrate siano a conguaglio.
Il bilancio della Regione è strutturato in maniera diversa e questo pone una certa difficoltà, l’ha posta anche a me, e mi avrebbe fatto dire, se non mi fossi informata e se non fossi andata a verificare meglio la sua predisposizione, qualche cosa di simile a quello che ha detto il Consigliere Pistarelli senza usare ovviamente gli stessi toni.
In realtà quando approviamo il bilancio di previsione, legato a questo c’è tutta una serie di normative di legge approvate dal Consiglio regionale che consentono alla Giunta variazioni agli stanziamenti delle Upb per l’iscrizione delle nuove entrate che derivano dallo Stato, dalla Ue o da altri soggetti.
Quindi questa non è una cosa da poco che ci consente la legge regionale. Consente anche variazioni tra una Upb e quelle ad essa collegate – anche questa non è cosa da poco -, consente variazioni tra Upb diverse, consente variazioni compensative tra capitoli delle stesse Upb tranne quello che riguarda le spese obbligatorie. Inoltre, consente la reiscrizione delle economie accertate.
E’ chiaro che se le nostre leggi regionali consentono alla Giunta di fare all’interno del bilancio di previsione queste modifiche è evidente che quando andiamo a verificare l’assestamento di bilancio – poi parlerò anche del rendiconto per il 2006 – ci troviamo con un bilancio diverso da quello che abbiamo approvato.
Del resto quando andiamo ad approvare il bilancio – non facciamo gli ingenui, tutti quanti ci stiamo a “scannare” per cifre ridicole quando sappiamo che le cifre vere non stanno lì ma stanno da un’altra parte – vuol dire che tutto sommato siamo consapevoli di quello che stiamo approvando, cioè che è una parte minimale di tutto il bilancio. Questo è un bene? Questo è un male? Questo è legittimo.
Certamente con bilanci organizzati in questa maniera c’è una grossa difficoltà a fare un’opera di controllo, se non per la rendicontazione dell’anno precedente. C’è l’impossibilità, a mio avviso, da parte del Consiglio di fare, invece, un’opera di indirizzo, perché è estremamente difficile dare un indirizzo nei confronti di entrate che possono esserci o non esserci e che variano rispetto alle strategie o agli accordi che a livello nazionale e internazionale la Giunta riesce a mettere in campo.
Quindi questa è la situazione nella quale ci troviamo a discutere di questo bilancio.
Andando dietro al discorso del Consigliere Pistarelli, anche se con termini sicuramente diversi, è chiaro che se andiamo a guardare, per esempio il Poa, ci accorgiamo che effettivamente è un altro bilancio.
Per quanto riguarda l’assestamento di bilancio c’è una certa difficoltà perché andando a controllare la spesa con il bilancio di previsione e andando a controllare rispetto al rendiconto dell’anno scorso, è vero che si riesce ad avere un quadro della situazione, ma è certamente un lavoro immane.
Io non faccio parte della Commissione per cui questo lavoro ho cercato di farlo per conto mio, non so dove sono arrivata quindi dirò quello che ho capito.
Per quanto riguarda il rendiconto del bilancio del 2006, per il quale è più facile fare una valutazione, le cifre parlano chiaro. Qui è possibile andare a verificare quali sono state le entrate e quali sono state le uscite.
La mole delle cifre è molto vasta, quindi non credo che un Consigliere debba andare a verificare le voci una per una, ma deve andare a verificare se, rispetto all’impostazione del bilancio, quello che emerge nella relazione politica dei vari Assessori corrisponde a quello che politicamente il Consiglio avrebbe voluto.
Sempre rispetto al rendiconto vorrei fare tre note.
Le previsioni si discostano per non più del 10%, qualche volta anche di meno, rispetto alla realizzazione della cifra globale. Credo che questa sia una nota assolutamente positiva.
Prima ho fatto l’esempio dei Comuni quando a volte si gonfiano le cifre, questo perché i conti nelle previsioni tornano, ma non tornano mai nell’assestamento. In questo caso, invece, ci troviamo con una difficoltà minore, perché se quando si mette in campo il bilancio di previsione lo si fa con grande oculatezza e con grande professionalità non ci si dovrebbe poi trovare davanti brutte sorprese, e se le sorprese dovessero esserci non dovrebbero essere enormi.
Il problema dolente è, invece, quello delle entrate nella sanità, perché a livello nazionale sono stati previsti finanziamenti per la sanità inferiori a quelli necessari, per cui su questo ci troviamo con una cifra in negativo consistente, questo certamente qualche problema lo pone.
L’altro riferimento che volevo fare è che andandomi a leggere le relazioni del 2006 ho trovato che si parla spesso di progettazioni, di protocolli, di studi, di analisi, ecc.. Nessuna realizzazione si fa se a monte non ci sono studi, analisi, e altro. Mi auguro che non ci si fermi lì, che siano soltanto propedeutici alla realizzazione nei vari settori di competenza, che questi studi servano per avere una conoscenza più approfondita del settore e per intervenire nel modo migliore.
Voglio mettere in evidenza anche un’altra nota positiva sempre in considerazione del rendiconto. Ricordo che qualche anno fa – non ero ancora in questa sede – si parlava della Regione Marche che riusciva ad attivare intorno al 30-35% – non so se è vero e non so se corrisponde – dei finanziamenti comunitari, parlo dei vari fondi Docup, Fers, ecc.. Andando a guardare le due tabelle presentate stiamo per la maggior parte al di sopra del 70% delle realizzazioni, anche con una buona performance di pagamento e in certi settori andiamo anche al di sopra del 100%.
Mentre c’è una nota negativa nel settore dell’energia per il quale ci sono anche le motivazioni. E’ chiaro, quindi, che su questo dovremo lavorare fortemente perché le polemiche continuamente ritornano rispetto al Pear e rispetto ad altro, che trovano riscontro nella cifra che è intorno al 30% in confronto ad altre progettazioni che sono al di sopra del 70-80% o addirittura del 100%.
Mi è sembrato molto interessante, rispetto al bilancio 2006, non soltanto i finanziamenti che sono stati erogati, ma anche quello che è stato fatto per all’informatica. Per quanto, comunque, riguardo a questo credo dovrà esserci un ulteriore enorme sforzo affinché nel sistema sanitario regionale – ne abbiamo parlato durante la discussione del Piano sanitario regionale – il discorso dell’informatica sia prioritario per poter collegare in rete non soltanto le analisi e le diagnosi, ma soprattutto per poter collegare le varie spese e verificare se ci sono sprechi o altro. Quindi, credo, che il settore dell’informatica dovrà essere coinvolto fortemente soprattutto sul settore sanitario.
Trovo anche una serie di elenchi e di notizie rispetto a impegni e progettazioni fatte sempre per il settore sanitario. Nel 2006 sicuramente sono state fatte cose – non voglio essere negativa in questo senso – è partito il controllo di spesa, sono partiti i rapporti con i medici di base, è partito il controllo sull’appropriatezza delle prestazioni, il discorso della prevenzione, il discorso delle liste di attesa e quant’altro, ma è chiaro che sul territorio tutto questo si vede poco, nel frattempo, però, c’è stato un atto formale importantissimo, l’approvazione del Piano sanitario regionale, ciò significa le scelte politiche e amministrative fatte partivano un po’ slegate o tenevano di quello che era il Piano sanitario precedente. Ora ne abbiamo un nuovo piano sanitario, l’abbiamo approvato da poco e bisogna che abbia le gambe, che abbia tutta la forza per correre e per far quello per cui è stato approvato.
Quindi questo deve essere un settore su cui nel 2007, e ancora più nel 2008, dovremo mettere un grosso impegno non soltanto di carattere economico legato agli investimenti e all’informatizzazione, ma soprattutto di carattere tecnico e politico.
Per quanto riguarda i servizi sociali mi pare interessante che si sia avviata una procedura e una analisi rispetto alle adozioni nazionali e internazionali e al discorso dell’affido e soprattutto all’integrazione socio-sanitaria su cui si stanno muovendo i primi passi perché è parte preponderante rispetto al Piano sanitario, nel 2006 sono partite le prime iniziative, ma bisognerà ancora lavorarci molto.
E’ stata approvata con consapevolezza e con soddisfazione la legge quadro sul turismo nel 2007, la troviamo interessante, ma anche a questa vanno date le gambe.
Oggi si è parlato della legge quadro sul commercio che ha assolutamente bisogno di essere portata in discussione il prima possibile.
Un accenno alla film commission che c’è nel bilancio di quest’anno, ma che avevamo trovato nel bilancio di previsione già nel 2006 dove con molta enfasi l’Assessore Solari era convinto di questa opportunità. Ne sono convinta anch’io, penso che per il turismo valga più una produzione cinematografica fatta all’interno della nostra regione che dieci fiere turistiche.
Non parlo della cultura e neanche della ricostruzione post-terremoto per la quale c’è stato il decennale con la presenza del Presidente della Repubblica pochi giorni fa, e su questo ci possono essere dei punti negativi, ma sicuramente è stata fatta un’opera meritoria.
Per il piano delle opere pubbliche ne parleremo nel bilancio di previsione e tra poco verrà la legge, ma già lì si accennava al piano straordinario per la sicurezza degli edifici scolastici, tra poco verrà in Consiglio, ne discuteremo. Anche questo sicuramente è un piano di grandissimo spessore, di grande rilevanza di carattere politico, ci vorrà un grosso impegno soprattutto dal punto di vista economico.
Infine, un invito alla Giunta che renda il più possibile attivo il confronto con i Consiglio, non tanto attraverso le carte perché non è semplice, e un invito al Consiglio, cioè a noi stessi, perché vedo che ci sono tantissimi atti giacenti nelle varie Commissioni, quindi occorre che anche noi ci diamo da fare un po’ di più perché non è possibile che da tanti mesi ci sono diversi atti giacenti nelle varie Commissioni sui quali i cittadini marchigiani aspettano le risposte.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Ringrazio innanzitutto l’Assessore al bilancio che è presente in quest’Aula, ma vorrei rimarcare che per la dignità di questo Consiglio sarebbe opportuno che anche altri Assessori e il Presidente della Giunta – salvo caso di impedimento grave – ascoltassero quello che noi diciamo per la prima volta sul bilancio e sul rendiconto.
Vi interveniamo per la prima volta perché in realtà sono atti che vengono dalla Giunta preconfezionati e portati qui, quindi solo in questa sede riusciamo a dare quel collegamento che, invece, dovrebbe essere la regola tra ciò che esce dalla Giunta e il territorio.
A metà legislatura questo rendiconto è importante non soltanto per la verifica puntuale delle finanze e della capacità di spesa della nostra Regione, ma soprattutto per verificare lo stato di attuazione di quei progetti e di quegli indirizzi facenti parte del programma di governo dell’amministrazione Spacca.
Dopo due anni e mezzo vi è la certezza dai dati esposti che nulla è cambiato o stia cambiando, vi è la certezza che non è stata invertita la tendenza alla crescita continua della spesa pubblica e soprattutto di quella sanitaria.
I numeri riportati nel rendiconto corrispondono a funzioni svolte e a servizi forniti ai cittadini. Se esaminiamo il documento sotto l’ottica politica ci accorgiamo che sono rimaste vane le parole del Presidente: “Puntiamo a sostenere elevati livelli di sicurezza sociale, sviluppo di un sistema innovativo di welfare, potenziamento del sistema sanitario in modo da garantire a tutti i cittadini marchigiani, al di là del loro reddito e del luogo in cui vivono, pari livelli di assistenza, equità di accesso e di ripartizione delle risorse, riduzione delle liste di attesa, diffusione spinta sul territorio dei servizi sanitari vicini al cittadino. La finanza regionale dovrà svolgere il ruolo di volano dello sviluppo con una politica fiscale equa verso le famiglie e che non penalizzi il lavoro, l’investimento, la competitività delle imprese. Vogliamo superare il ritardo nelle infrastrutture strategiche, ci impegniamo ad una decisa azione di rinnovamento istituzionale e organizzativa e di riordino amministrativo attraverso la piena e rapida attuazione del nuovo Statuto regionale, l’istituzione del nuovo Consiglio delle autonomie locali e l’istituzione del Crel”.
Queste sono le parole del Presidente Spacca.
Mi domando dove sia tutto questo. Non vi è traccia di quello che si è detto né nel rendiconto né nell’assestamento 2007. Emerge, invece, una Regione incapace di svolgere persino la sua funzione più importante, quella legislativa e quella di indirizzo nei confronti della Giunta.
Il rapporto sulla legislazione regionale del maggio 2005-dicembre 2006, redatto a giugno 2007 dal funzionario dell’Area processi normativi, indica, come seppur siano state numerose le proposte di legge, n. 141, il tasso di successo di esse è pari al 30%, cioè solo n. 43 risultano approvate nel periodo esaminato.
Se poi approfondiamo l’esame discernendo a seconda del soggetto presentatore della proposta di legge, viene fuori la triste realtà che mentre la Giunta regionale raggiunge il 71,43% di approvazione, le proposte di legge ad iniziativa consiliare raggiungono l’8,7%. In pratica su n. 91 proposte di legge presentate solo n. 8 risultano approvate nell’arco temporale di un anno e mezzo.
Questa è la prova della paralisi istituzionale della Regione.
Tra l’altro anche il rapporto tra leggi nuove e leggi abrogate è perverso. Le prime ammontano a n. 42, le seconde a n. 37, come se la Regione passasse il tempo a legiferare per cancellare le norme preesistenti. Il che apre a due ordini di considerazioni: o la legislazione precedente era errata ed inidonea, oppure, l’attuale non si cura di integrarla o modificarla, scegliendo la facile via della cancellazione. In entrambi i casi la sensazione esterna è fortemente negativa e di totale sfiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Le medesime considerazioni vengono per i regolamenti emanati, 57%, confrontandoli con quelli abrogati, 43%.
Come se non bastasse nella relazione al rendiconto si dichiara che non vi sono fondi da destinare alla copertura di proposte di legge ad iniziativa consiliare, ponendo così l’organo legislativo regionale nella condizione di non poter svolgere le proprie funzioni se non limitatamente a proposte che non comportano impegni di spesa.
In condizioni di normale democrazia e di esistenza di controlli questa situazione comporterebbe l’immediato scioglimento del Consiglio regionale da parte del Ministro degli interni e il ritorno alle urne.
Per quanto riguarda la sicurezza nulla ha fatto la Regione se non qualche riunione del comitato di sicurezza. Intanto la legge regionale per la riforma della polizia locale, per i vigili urbani, per le guardie provinciali e le vigilantes, è ferma da anni.
Nella popolazione persiste uno stato generale di insicurezza, specie per le persone anziane e per gli imprenditori, che denunciano un aumento di furti, scippi e rapine.
Un centro di accoglienza per gli immigrati, specie per i clandestini e quelli da rimpatriare a seguito di provvedimento amministrativo, avrebbe giovato a controllare il flusso dei soggetti irregolari provenienti dal porto evitando fughe e reclutamenti di questi soggetti da parte della malavita locale.
Per le infrastrutture l’amministrazione regionale ha perso due anni e mezzo solo per decapitare i vertici amministrativi della Quadrilatero, troppo vicini al centro-destra, per sostituirli con amici del centro-sinistra.
I soldi per iniziare le opere erano stati stanziati dal Governo Berlusconi, ma anziché approfittare di ciò nell’interesse del territorio si è preferito fare demagogia politica negando l’esistenza dei fondi in danno ai cittadini.
Sulla sanità persistono tutte le gravi deficienze strutturali e le profonde diversità nella fornitura dei servizi sanitari nel territorio.
Nonostante le belle frasi contenute nel nuovo Piano sanitario l’ospedale di San Benedetto del Tronto attende da un anno la consegna della nuova Tac acquistata con in contributo esterno. Di recente la stessa Asl ha acquistato due nuovi macchinari per le diagnosi radiologiche grazie alla fondazione Carisap che ha coperto l’intero costo.
Ormai nell’ascolano si ha la certezza di essere stati dimenticati, cancellati ed estromessi dagli interessi che muovono l’operato della Regione, di abitare in una zona franca extra territoriale abbandonata che paga puntualmente le tasse ricevendo le briciole e gli avanzi in termini di servizi e investimenti. Inascoltate restano le istanze di equità di trattamento finanziario e di trattamento sanitario erogato ai cittadini.
Poiché la misura è colma quei cittadini li vedrete qui personalmente a manifestare il loro dissenso nei confronti d una politica accentratrice e sorda dei loro bisogni essenziali.
Le liste si attesa per le prestazioni sanitarie a San Benedetto del Tronto, Ascoli e Fermo sono da sempre a livelli non degni di un paese civile, da un minimo di quattro mesi a un massimo di tre anni a seconda del tipo di esame.
Nulla è cambiato, la Regione non è capace di attivare un solo turno serale per le prestazioni diagnostiche più richieste ed evitare così l’ingiustificato e pericoloso ritardo delle prestazioni.
Continuano puntualmente gli sforamenti della spesa sanitaria rispetto ai budget, e questa volta la novità è data dalla Corte dei Conti regionale che nella propria relazione sorvola il problema e non si accorge dell’esistenza in bilancio del fondo per gli sforamenti dei budget sanitari, come se non si trattasse di una palese violazione di legge.
Peccato, perché nella precedente relazione al rendiconto 2005 la stessa Corte aveva evidenziato come la medesima legge regionale n. 29 del 2004 fosse utile strumento per garantire l’inversione di tendenza espansiva della spesa sanitaria.
Per quanto riguarda l’energia si persegue la politica dell’arretratezza nel nostro paese rispetto agli altri. Vi è infatti una demagogica avversione a qualsiasi forma di investimento nell’energia nucleare e nei nuovi sistemi di termovalorizzazione senza produzione di alcun residuo tossico. In pratica i costi delle nostre utenze di luce e gas sono saliti e saliranno alle stelle nei prossimi venti anni in attesa di risolvere il problema con il sole e con il vento.
Tale atteggiamento non è comprensibile visto che lo stesso Governo Prodi ha dato incarico ad esperti per la ricerca di nuovi sistemi nucleari di produzione di energia e che nella vicina Francia e Germania sono da anni in funzione tali centrali che forniscono all’Italia a costi salatissimi l’energia di cui abbiamo bisogno.
Ugualmente gli impianti di termovalorizzazione che funzionano da anni ovunque nel centro-nord del nostro paese sono immotivatamente banditi nella nostra regione.
Per la protezione civile vorrei fare solo una considerazione. Cinque anni fa vi erano circa 9 dipendenti nel settore della protezione civile, oggi mi pare che siano 120 gli assunti nelle province e 60 a livello regionale, per un totale di 180 addetti, ma proprio quest’anno gli incendi hanno divorato come non mai il nostro territorio. C’è qualcosa che non funziona!
Welfare. Mentre in tutta Italia nell’anno 2006 il numero degli occupati è aumentato dello 0,4%, nella nostra regione il numero degli occupati è diminuito dello 0,6%. Quel che è più grave è che il calo è dovuto totalmente alla componente femminile, cioè alla parte più debole e maggiormente meritevole di tutela per la funzione svolta all’interno della famiglia, che ha perso circa 4.500 unità. Dal 2005 al 31 dicembre 2006 le donne hanno perso 10 mila posti di lavoro nella nostra regione e il tasso di occupazione è sceso al 51%. Un dato pesantissimo che coinvolge in negativo anche l’economia delle nostre famiglie, la Regione Marche non vi ha saputo far fronte tempestivamente, né programmare un’efficace alternativa volta a recuperare i posti di lavoro perduti, dando così prova di inefficienza e incapacità anche in questo settore.
Nessuno degli obiettivi programmatici è stato raggiunto e neppure avvicinato, né sono rilevabili elementi da cui dedurre un principio di inversione della pesante situazione finanziaria regionale o di soluzione dei problemi istituzionali, paralisi del Consiglio e mancata istituzione del Crel.
Peraltro si rileva che agli introiti ricorrenti propri della Regione, 403 milioni di euro, si contrappone una spesa corrente di 293 milioni di euro, per cui quest’ultima incide sulla prima per il 72,7%. Ma se volessimo depurare l’ammontare delle entrate dell’importo relativo alla tassazione aggiuntiva che doveva cessare nel 2005, l’incidenza delle spese sulle entrate è pari al 95%.
Quindi nulla residua all’ente per poter intervenire con investimenti e iniziative proprie nei vari settori come quello agricolo o di sviluppo delle imprese.
Attualmente la Regione Marche svolge l’inutile funzione di intermediario per i fondi provenienti dall’Europa e per l’erogazione degli stessi alle Province e ai Comuni. Non riveste certamente il ruolo di organo promotore dello sviluppo e degli investimenti, innovatore e gestore della politica economica e fiscale che le è propria istituzionalmente e che tutti i cittadini attendono da tempo.
Completamente dimenticato è il controllo delle società partecipate, non esiste valutazione del Consiglio in merito al mantenimento della partecipazione. Il Consind Piceno non ha approvato il bilancio 2006. Chissà se la Regione Marche deciderà di esercitare le proprie funzioni di controllo su tale ente o attenderà il dissesto totale?
Il rendiconto 2006 è come quello del 2005 già definito dalla stessa maggioranza preoccupante. Non differisce sostanzialmente da esso né per il disavanzo annuale puntualmente ricorrente, né per la dimostrata incapacità di affrontare e persino di tentare di risolvere i veri problemi delle nostre famiglie e delle nostre imprese.
A metà legislatura queste condizioni non consentono previsioni rosee come quelle enfatizzate sulla stampa dal Governo regionale sulla stampa, ma consentono solo di sperare in un miracolo, quello che questa amministrazione si renda conto del danno che sta arrecando e si dimetta prima che sia troppo tardi per le nostre famiglie, i nostri giovani e le nostre imprese.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Nel discutere di questi atti nel mese di ottobre forse sarebbe più realistico parlare di una sorta di consuntivo, perché i tempi delle finanziarie e delle modalità di declinazione del bilancio dello Stato portano a delle sfasature temporali.
In questo contesto discutiamo di una possibilità di mobilità di risorse che è purtroppo limitata, perché esiste una contraddizione tra il voler risparmiare e al tempo stesso allargare il ruolo dello Stato e degli enti locali.
Assessore, 4 miliardi e 82 milioni di residui attivi, 3 miliardi e 700 mila residui passivi. In questo contesto vorrei che i Consiglieri, al di là dell’appartenenza al centro-destra o al centro-sinistra, valutassero un fatto, cioè che da molti anni ormai sta passando un attacco ai bilanci dello Stato, degli enti locali e delle Regioni.
E’ passata una fase culturale lunga, ma sostanziale, in cui si era affermata la cosiddetta sussidiarietà orizzontale, una concezione un po’ strana che è estranea al modello classico del capitalismo.
Non è un caso che gli enti locali nel corso degli anni sono stati costretti ad aumentare le tariffe o a chiudere molti servizi.
Quindi in tutti questi anni l’imperativo è sembrato essere quello della riduzione dei centri di spesa; quella del risparmio è una cosa giusta, ma in questa visione molto spesso non si è fatta una distinzione tra i centri di spesa impropri, tra le sovrastrutture eliminabili e le funzioni dello Stato inserite in un quadro di solidarietà e di protezione sociale non intesa come assistenzialistica, ma dinamica sia del ruolo pubblico che di quello privato.
In questo quadro, che per mancanza di tempo sto descrivendo in maniera molto sommaria, dobbiamo andare oltre alla verifica dei centri di spesa impropri, ad esempio per quanto riguarda i centri della stampa, i contratti con le agenzie, i contratti unici tra Giunta e Consiglio, anche a verificare la spesa corrente nei settori più importanti della vita economica e sociale delle Marche.
Guardando alla Upb 53815 che dà 60 milioni di euro in più ai macrolivelli sanitari, questa la ascrivo come un fatto positivo. Non possiamo gridare “al lupo!” perché diamo più soldi alla sanità pubblica.
Qui dobbiamo assumere, anche dal punto di vista autocritico, la necessità di essere conseguenti, nel senso che dobbiamo da un lato potenziare il livello amministrativo e contabile dell’assessorato alla sanità recuperando risorse che sono dentro il sistema e non attivando nuove consulenze, dall’altro occorre superare con gradualità l’Asur, dando attuazione al Piano sanitario regionale, alla voce area vasta, governo territoriale della sanità, perché essa in questo nuovo contesto non ha più quella funzione propulsiva, ma assume al contrario una funzione di freno di sovrastruttura.
Bisogna anche fare uno sforzo maggiore sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, non delegandola a progetti speciali che pure sono lodevoli. Vedo che l’assestamento di bilancio non stanzia un euro in più per questo fatto, la Commissione sanità ha approvato un progetto speciale che è insufficiente.
Quindi dobbiamo segnalare alla Giunta regionale queste due necessità, da un lato la sicurezza, l’integrazione sociale e sanitaria, lavorare per la prevenzione, investire sulla sanità e sull’istruzione pubblica, investire con il sistema delle imprese per una nuova politica che porti a nuovi occupati, e al tempo stesso lavorare sulla sicurezza nei luoghi e per i luoghi di lavoro.
Abbiamo una condizione che non è disastrosa da un punto di vista del dato della tenuta economica sociale; nelle Marche il dato occupazionale è superiore alla media nazionale, con una crescita nell’ultimo periodo dell’1,8%, più dell’Italia centrale e uguale a quella del cosiddetto nord-est.
E’ comunque vero, Consigliere Santori, che nella nostra regione esistono squilibri, perché a fronte di un aumento occupazionale nelle province di Pesaro-Urbino con +3%, Ancona con un +4%, Macerata con +2%, la provincia di Ascoli ha un salto negativo di -3%, con quasi 4000 lavoratori espulsi dal mercato del lavoro, in larga parte nella calzatura ma non solo.
Tuttavia il dato complessivo che portiamo come società delle Marche, che non va ascritta ad esclusivo merito del livello istituzionale, se vogliamo fare un’analisi seria dobbiamo dire che questo sistema istituzionale nel suo complesso ha favorito questa tenuta sociale. Al 2006 ci sono sul 2005, 12 mila nuovi occupati e il totale di 680 mila unità, pari al 68% di occupati, questo è un dato significativo, con un aumento molto positivo di + 4,3% di occupazione femminile, questi sono gli ultimi dati .
Questo certamente ci pone anche un’altra riflessione, che la quasi totalità di questi nuovi contratti non sono a tempo indeterminato ma sono contratti flessibili, molto flessibili, addirittura sono di qualche mese o di qualche settimana.
Quindi l’impegno sia del livello istituzionale pubblico che del settore privato dovrebbe essere rivolto alla stabilizzazione e alla valorizzazione del lavoro dipendente ma anche del lavoro indipendente. Per questo credo che il Consiglio dovrà approvare anche il piano per le politiche attive del lavoro che è molto importante.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Per quanto riguarda il rendiconto, recentemente – e credo lo abbia ricordato anche l’Assessore Marcolini in qualche intervento stampa – la Corte dei Conti ha avuto modo di esaminare ciò che oggi ricade al nostro vaglio e, penso, che il riferimento alla Corte dei Conti sarà il pezzo forte dell’intervento di replica dell’Assessore, però mi permetto di anticipare alcune valutazioni e anticipo dicendo che la Corte dei Conti ha fatto i complimenti all’Assessore. (…) Sul rendiconto si, ma non sulla sanità dove, invece, la Corte dei Conti è stata estremamente critica.
La precedo, non strumentalmente, ma proprio perché questo è stato il dubbio maggiore alimentato dalla lettura del rapporto della Corte dei Conti. Io non sono riuscito a trovare neppure un commento o un’indicazione di un dato che, invece, dal punto di vista politico ed economico è il dato più significativo e sul quale in termini di rendiconto dovremmo appuntare la nostra attenzione, ovvero il pesante e importante disavanzo che affligge questo ente, 142,3 milioni di euro.
Quindi viaggiamo su un disavanzo importante e significativo reso inferiore alla quantità numerica che connotava il disavanzo negli anni scorsi da alcune operazioni di cui abbiamo onestamente qualche dubbio e che, Assessore Marcolini, offriamo alla sua valutazione.
Certo è che alla Corte dei Conti non che sia sfuggito, ma ci è sembrato strano che i magistrati non facessero riferimento a questo punto.
Mentre la Corte dei Conti – parlavamo prima del Comune di Falconara – è stata estremamente puntuale e giustamente cavillosa nel tratteggiare i profili di incongruità di alcuni enti, sulla Regione devo dire che dà un giudizio apparentemente non critico, non negativo, ma che da un punto di vista politico non ci esime dal considerare che in ogni caso un disavanzo di 142 milioni di euro è estremamente importante.
Ma come ci si arriva a questo disavanzo che per circa 2 milioni di euro è meno pesante dei 144 milioni di euro del 2005, Al di là dei ritardi, di cui prima parlava il collega Pistarelli che ha svolto una relazione interrotta da altre situazioni, ma che sicuramente contiene cose importanti, diciamo che questo risultato è stato ottenuto con alcuni accorgimenti di cui vorremmo chiedere qualche spiegazione.
Le è noto, Assessore Marcolini, se ne è parlato in Commissione, che il risultato è reso possibile dal fatto che sono stati inseriti nel bilancio 2006, quindi nel consuntivo, 18 milioni di euro attinenti al capitolo “entrate eventuali e diverse”. Quando si legge un capitolo definito con “entrate eventuali e diverse” ogni buon Consigliere di minoranza salta in piedi. Diceva Goebbels “Quando sento parlare di cultura la mano mi va verso la rivoltella”, se mi si passa il paragone a me la mano mi va verso la rivoltella ogni volta che vedo un capitolo in cui c’è scritto “entrate eventuali e diverse” –.
Cosa è successo? Nonostante che i soldi presenti in questo capitolo al 31 dicembre 2006 non fossero stati accertati, perché sono stati accertati successivamente nel 2007, sono stati reinseriti nel cassetto dell’anno 2006, quindi in realtà i 142 milioni di euro sono il frutto comunque di questa appostazione di cui chiediamo conto.
Su questo risultato, Assessore Marcolini, c’è poi tutto il discorso della partita dei residui, in particolare dei residui attivi e dei residui passivi, che secondo me sono la chiave di volta per interpretare l’esatto andamento della nostra Regione in termini contabili e finanziari.
Per un attimo mi consenta, Assessore, di effettuare una cosa disdicevole, che è quella di citarsi. Tempo fa ricordavo alla stampa che nel novembre 2006, quando ingaggiammo la querelle sull’attendibilità di alcuni crediti che la Regione da tempo inserisce in bilancio, lei mi disse che effettivamente una parte dei nostri crediti, quelli più risalenti nel tempo – ce ne sono alcuni del 1988 e del 1989 – dovevano essere effettivamente cancellati. Lei a novembre parlava di 6,8 milioni di euro di crediti da cancellare perché probabilmente meritevoli di uno smaltimento, mi risulta, invece, che questa cifra sia prossima ai 16 milioni di euro, cioè nel breve volgere di qualche mese i crediti dubbi sono saliti da 6,8 milioni di euro a 15 milioni, sono parecchi di più. Quindi quella mole di interrogazioni con la quale impeciai – verbo forse poco urbano – avevano ragion d’essere.
Vero è che la relazione della Corte dei Conti parla un po’ anche di questi residui attivi. Cosa dice la Corte dei Conti, a dimostrazione che non sono un visionario? “L’unica preoccupazione deriva dalla presenza dell’importo di oltre 11 milioni di euro relativi all’anno 1989, atteso che nulla è stato riscosso nel 2006". La Corte dei Conti dice – devo dire con un atteggiamento estremamente londinese, quindi non vuole suscitare allarmismo – che in effetti ci sono 11 milioni di euro che continuiamo a sostenere di dover incamerare che sono del 1989 – non so chi fosse il Presidente del Consiglio, se Goria o qualcun altro – poi la stessa Corte dice. Attenzione, è da parecchio tempo che rimangono lì intonsi senza che la Regione, che ha pure pochi soldi, li reclami. Poi la Corte dice che tutto sommato dal 1989 fino al 1995 la mole dei crediti dei residui attivi ammonta a circa 29,4 milioni di euro, quella più datata nel tempo, cioè ha fatto una valutazione sulla stagionatura dei nostri presunti crediti, quelli che sostengo essere fondati su previsioni un pochino allegrotte.
La Corte dei Conti dice che tutto sommato sono appena 30 milioni di euro. Cavolo! 30 milioni di euro se li aggiungiamo ai 142 di disavanzo fanno 170 milioni di euro, quindi una cosa ben poco meritevole di vanto e di esultanza.
Fatto sta che tutto sommato lo dice la Corte dei Conti, lungi da me voler polemizzare con la Corte dei Conti, anzi credo nell’obiettività dell’istituto, ma siccome sapevo, visto che ormai lo conosco l’Assessore Marcolini, che si sarebbe riferito alla Corte dei Conti, quindi dico che ci sono alcune parti di quella relazione che mi convincono di meno.
Cosa dice la Corte dei Conti a sostegno di questa visione minimalista dell’influsso dei residui attivi? Dice che tutto sommato sono una piccola parte rispetto alla mole dei residui attivi, in particolare dice che si tratta di un importo poco rilevante se confrontato con il totale di euro corrispondente ai residui attivi. E’ una piccola parte, ma sono pur sempre 60 miliardi delle vecchie lire.
Cosa dire a questo riguardo? Innanzitutto sul problema che ci sono dei crediti presunti che non vengono mossi e che neanche vengono reclamati.
Ma chiedo agli uomini usciti dalla disfida di Barletta del Partito Democratico: vi è una persona dotata di cervello che aspetta miliardi dal 1989 senza neppure alitare qualche minaccia nei confronti del proprio debitore?
Rispondo: no. Tra l’altro il problema non è solo dei crediti dell’epoca di Goria e di De Mita, è anche di altre ere geologiche della politica, perché non si sono verificati incassi anche relativamente a residui attivi dell’anno 1990, nell’anno 1992, ecc..
In sostanza, nell’anno 2006 gli incassi relativi a tutta la mole di questi crediti multimiliardari sono stati pari a 1 milione di euro, quando nella loro consistenza generale parliamo invece di decine, decine e decine di milioni di euro.
Credo che questo aspetto debba essere sicuramente esaminato con più attenzione e rigore anche da parte dei Consiglieri di maggioranza perché, a mio modo di vedere, sarebbe più giusto confrontare per valutare l’incidenza e l’importanza di questi residui attivi che la stessa Corte dei Conti considera dubbi, per valutare anche l’esigenza di chiarezza di bilancio, questi 30 milioni di euro di residui attivi rispetto alle entrate libere regionali per anno.
Ebbene questa mole rappresenta l’8% delle nostre entrate libere regionali considerate in termini di annualità. Non è poco.
Altro problema annoso – torniamo lì perché quando si parla di veridicità e di attendibilità di bilancio scomodiamo sicuramente sostantivi impegnativi, ce ne rendiamo conto Assessore Marcolini, però poniamo anche altre questioni non solo in relazione ai residui attivi ma anche a quelli passivi – è il famoso deficit spelling di cui l’Assessore Marcolini credo sia uno dei più grossi esponenti mondiali.
Ormai abbiamo un sistema per far fronte ai bisogni finanziari che invariabilmente porta a saccheggiare il cassetto dei denari di proprietà dei nostri creditori. Noi abbiamo una serie di debiti nei confronti dei creditori e cosa facciamo? Immaginando che i nostri creditori siano un po’ come noi, cioè che non ci chiedano i soldi indietro, usiamo i soldi loro per fare le varie cose del nostro bilancio.
L’assessore Marcolini mi dirà che in realtà ci sono soldi sufficienti a far fronte alla mole presumibile di richieste dei creditori, spero che sia così altrimenti saremmo nei guai. Certo è che questa questione spinosa dei residui attivi riguarda una cifra che sfiora i 250 milioni di euro.
Sono cose importante e significative. Pensate che per 248,5 milioni ci sono denari che come i residui passivi rimangono da anni nel nostro bilancio e che riguardano addirittura il Docup 1996-1999! Cioè residui passivi che riguardano una programmazione comunitaria di due tornate precedenti.
Quando le chiediamo, Assessore Marcolini, dei chiarimenti che attengono anche a quel minimo di garanzia che tutti i Consiglieri regionali devono avere riguardo al rendiconto, un atto così importante, ci riferiamo ad un giudizio che su un’altra area, peraltro prioritaria del nostro bilancio, sono stati mossi dalla stessa Corte dei Conti.
Perché la Corte dei Conti – leggetevi colleghi Consiglieri il referto che è stato dato giorni fa sulla gestione del sistema salute – parla testualmente di irregolarità e criticità nella gestione dei conti della sanità del 2006, parla di “obiettivi non rispondenti a basilari principi di veridicità e prudenza di bilancio”, cioè il magistrato contabile, sezione di controllo – non lo dice Castelli che notoriamente è un visionario ma lo dice la Corte dei Conti – dice che la veridicità e la prudenza di bilancio costituiscono principi in qualche modo vulnerati dalla gestione sanitaria relativa alle Marche. E certe volte ci sorprende perché, in assenza di una chiarificazione che sicuramente verrà dall’Assessore Marcolini, fa cose che se rapportate alla usuale abitudine del cittadino normale farebbero impallidire anche il più scialacquatore degli spendaccioni.
Pensate che con questo rendiconto andiamo anche a rimpinguare il capitolo relativo al pagamento del rateo dei mutui. Allora, voglio sapere se c’è qualcuno in questa sala che quando ha finito di smaltire il pranzo del 31 dicembre, quindi si approssima ad affrontare l’anno, non sappia esattamente quanto deve pagare di rateo per l’acquisto della casa, penso che lo sappiano tutti. Noi abbiamo sbagliato la previsione di pagamento dei ratei di 9 milioni di euro! Ci dobbiamo rimettere 9 milioni di euro perché il 1° gennaio, smaltito il cappone o altro che si è mangiato, abbiamo sbagliato e non abbiamo accantonato 18 miliardi di lire. Mi chiedo, ma avevamo forse smarrito i piani di ammortamento? Il 1° gennaio non sapevamo che c’erano 18 miliardi di ratei da pagare?
Questi sono i dubbi che noi poniamo.
La situazione è estremamente allarmante, che continuiamo a gestire quel che rimane delle risorse regionali attraverso un utilizzo dei residui attivi e passivi rispetto ai quali ho provato che lo stesso Assessore ha delle idee non completamente chiare, perché la cifra dei residui attivi è cambiata così considerevolmente nel giro di qualche giorno.
Siamo arrivati a 1.750 milioni di debito regionale che è una somma astronomica, che porta il debito pro-capite di tutti i marchigiani, neonati compresi, compresa mia nipote nata quarantacinque giorni fa, a 916 euro ciascuno! Appena vedi il sole nelle Marche arriva Spacca con 916 euro di debito!
Per non dire della pressione fiscale, ci avevamo detto che la pressione fiscale non sarebbe aumenta, invece dal 2004 al 2006 è passata pro-capite da 1.622 euro a 1.761 euro, compreso il pagamento che deve pure l’Assessore Mezzolani.
Credo che il quadro sia estremamente preoccupante, è un quadro che merita, come diceva Pistarelli, il ricorso a delle forme di verifica e di controllo da parte anche di organismi terzi.
Anche perché qui aleggia l’altro problema che la recente trasmissione Report ha sollevato domenica scorsa. Dovete sapere che anche la Regione Marche ha attivato il suo swop. Questa cosa ce la deve dire, Assessore, ha parlato con Report e ora deve parlare anche con noi. Correva l’anno 2003 e la Regione emette il Bramante bond, noi tutti emettiamo un prestito obbligazionario per 400 milioni di euro – circa 800 miliardi di lire -, questa è un’operazione collegata a uno swop, quei derivati oggetto della famosa trasmissione.
Tutti noi vogliamo sapere qual è l’andamento di questo swop, che è una sorta di scommessa che abbiamo fatto sui mercati internazionali senza essere messi in condizione di conoscere, anche noi che siamo pedestri, l’andamento. Lo posso chiedere? Non dico che le cose stanno andando male, però dico, Assessore, che quando ci esponiamo sul Bramante bond, misura considerevole, vogliamo anche sapere qual è l’andamento. Ce lo faccia sapere perché siamo preoccupati. Vogliamo Bramante, Raffaello, tutti, vogliamo sapere con esattezza come stanno andando le cose.
Questo è un discorso a latere, ma che, proprio per la sua presenza alla trasmissione Report, penso sia meritevole di un chiarimento. Anche perché a lei non sfuggirà che con quei 400 milioni di euro abbiamo azzerato nel giugno 2003 un debito che era portato da due mutui per 316 milioni di euro, pagando però questa innovazione 356 milioni. Quindi abbiamo pagato 356 milioni per estinguere un debito da 316 milioni!
Si renderà conto, quindi, che la preoccupazione della comunità marchigiana è forte su questo, perché abbiamo pagato 40 milioni in più per estinguere un debito molto inferiore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Per economia di questo Consiglio in questo intervento vorrei fare soltanto delle domande all’Assessore per avere delle risposte, poi nella dichiarazione di voto esprimerò le considerazioni politiche generali.
In tutte le relazioni, quella al bilancio, quella della Corte dei Conti, che nei dati interni alle poste di bilancio, non vengono dare risposte esaustive, non vengono affrontate alcune variabili importanti. Il disavanzo di 142,3 milioni di euro è tendenziale o è un fatto occasionale?
Questo è generato da un’altra valutazione, cioè dalla inefficienza e inefficacia di alcuni piani di settore che abbiamo approvato. Nel mese di agosto ci avete costretto a stare in Aula per approvare il Piano sanitario regionale perché sembrava che se non lo avessimo approvato sarebbe caduto tutto il sistema.
Oggi non ho visto, mi rivolgo anche all’Assessore alla Sanità, nessun intervento, nessuna decisione, nessuna ristrutturazione del sistema sanitario di questa regione da quando ci avete dichiarato l’urgenza di intervenire nel settore sanitario. Anzi, dalla relazione prendo atto che il famoso risparmio dichiarato per il 2007 di 20 milioni di euro sui trend di spesa nazionale non potrà essere conseguiti per una serie di fattori.
Volevo sottolineare, Assessore, che oltre al fatto del mancato conseguimento c’è anche il fatto che la sanità in questo momento è stata destrutturata in tutta la regione, oggi oltre a non conseguire li risparmio previsto dal Piano sanitario regionale, abbiamo una sanità destrutturata, perché non abbiamo nominato i primari, non abbiamo rimpinguato il personale, non abbiamo stabilizzato i precari.
Quindi voglio sapere come questo si coniuga con i risultati del bilancio 2007, perché se questi 142,3 milioni di euro fossero confermati anche nel 2007, saremmo in pieno non rispetto del patto di stabilità, quindi questa sarebbe una Regione che finirebbe nel calderone di quelle che sono ad amministrazione controllata. E questa è la prima osservazione.
Molto di più mi preoccupa un altro fatto, Assessore. Mentre diciamo che i risultati del 2007 sono estremamente influenzati da una situazione economica favorevole di questa regione, ora sappiamo che nel 2007 non ci sarà questo aumento di gettito conseguente anche ad un andamento favorevole dell’economia. Oggi siamo a livello nazionale tra le ultime regioni in Italia a livello di crescita, è stato certificato un mese fa dalle relazioni trimestrali dell’Istat, dall’Istituto Tagliacarne, ecc.. Quindi ritengo che in futuro ci sarà un’ulteriore criticità.
Ho alcune domande, invece, che sono più puntuali e che riguardano proprio il bilancio.
La Corte dei Conti interviene dicendo che ci sono dei residui attivi che addirittura sono sperequati rispetto ai passivi, cioè, mentre per gli attivi teniamo in bilancio ancora residui che vanno dal 1995 al 1988, nel conto residui passivi ci fermiamo al 1995. Che cosa significa? Quelle somme sono andate in prescrizione, quindi è difficile pensare oggi di recuperare quei 25-30 milioni di euro che sono allocati in quelle poste, i nostri creditori dovrebbero invocare la prescrizione.
Noi abbiamo un grave dubbio che si pone anche la Corte dei Conti, ma purtroppo questa non va oltre, non va ad esaminare la veridicità di queste poste. Quindi i residui attivi che vantiamo da riscuotere dal 1995 al 1988 è un’altra delle questioni difficili che consentono il mantenimento dei parametri sul patto di stabilità, ma che lo rendono molto critico.
La domanda l’ha già fatta il Consigliere Castelli. Insomma, questo progetto di ristrutturazione del debito viene ribadito nella relazione più volte, in pratica l’unica forma per ristrutturare il debito è di prolungare – e se ne motivano abbondantemente le positività – i periodi di ammortamento. Sappiamo però che queste operazioni vanno ad incidere fortemente e negativamente sul futuro di questa Regione. Se continuiamo ad indebitare talmente a lungo il nostro bilancio rischiamo di non mantenere, per le aziende che dovranno crescere nel futuro, per la riconversione produttiva, per le famiglie, per i servizi, per la sanità, nessuna risorsa regionale da mettere a disposizione.
Non è una critica, faccio una constatazione, perché queste cose vengono dette anche nella relazione regionale dove addirittura si ipotizza il prolungamento dei mutui da 30 anni a 40 anni. Sono delle cose che qualsiasi persona leggesse con un po’ di obiettività il nostro bilancio direbbe certamente “questi ci stanno ipotecando il futuro dei nostri figli”.
Il progetto di ristrutturazione del debito non deve essere incentrato solo sul prolungamento dell’indebitamento per avere qualche risorsa e spendere di più, ma va ristrutturato in un’ottica di ristrutturazione dell’Ente.
Stiamo facendo quello che ha fatto Falconara, Consigliere Luchetti, e vorrei mettere in allarme chiunque oggi ha una responsabilità di gestione amministrativa, anche i sindacati, che su questo bilancio non hanno detto nulla, e le organizzazioni di categoria.
Un campanello di allarme io lo metterei!
Oggi, inoltre, la discussione dell’assestamento di bilancio non recepisce le indicazioni che sta dando la Finanziaria che il Governo si appresta ad approvare. Su questa Finanziaria siamo contrari su tutta la linea, ma diciamo che prevede addirittura la riduzione dell’Irap che non è compensata da nessun ulteriore trasferimento. Se andate a guardare le note esplicative riferite all’Irap il gettito viene previsto a pareggio, il che significa che quella riduzione verrà detratta dai trasferimenti alle Regioni.
Questa è una posta importante, parliamo di un minimo di 20 milioni di euro per quanto riguarda solo le risorse libere che riceve la Regione per l’addizionale, ma potremmo arrivare se non viene specificato ulteriormente a 150-200 milioni di euro se parlassimo di tutta la posta Irap che viene riscossa dallo Stato e trasferita vincolarmene per tutti i costi della sanità.
L’altra preoccupazione è che non mi risulta, Assessore, nessuna relazione che dimostra che il famoso patto per lo sviluppo – ne abbiamo parlato qua dentro per due anni – abbia dato un risultato. Vorrei sapere quanti soldi abbiamo speso per il patto per lo sviluppo e dove sono stati allocati. Non è che non lo so, ma ritengo che la Giunta debba giustificare quello che è avvenuto in quella partita che sembrava dovesse risolvere tutti i problemi delle Marche invece è andata a finire in mille rivoli di finanziamenti a pioggia per sostenere una o l’altra legge di finanza.
Oggi dobbiamo pensare, ad esempio, agli investimenti. La Corte dei Conti certifica che questa Regione investe poco, addirittura ha una velocità di impegno e di liquidazione di spese per investimento molto bassa. Inoltre le spese per investimento in questa Regione nel 2006 sono scese a meno del 5% del monte complessivo della spesa regionale. Questo è ulteriormente preoccupante perché è una Regione che gestisce soltanto l’ordinario e non ha più nessuna strategia di sostegno alla riconversione della regione, sia in termini produttivi ma soprattutto in quelli infrastrutturali.
Avrei anche altre questioni di natura generale da affrontare, per esempio non viene detto nulla per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi del Pear.
In questo bilancio, Assessore, avremmo dovuto avere uno step sui risultati che abbiamo ottenuto con quel programma, ma ritengo che i risultati siano molto modesti e certamente non in linea con il trend auspicato. Quindi penso che dentro il bilancio questa valutazione andava fatta perché oggi il discorso dell’energia è direttamente influente sui costi della produzione del settore primario e della nostra industria.
L’Assessore Amagliani aveva promesso dall’inizio dell’anno, da quando abbiamo discusso il bilancio di previsione, che avremmo affrontato anche il Piano dei rifiuti che portasse la Regione a privilegiare la raccolta differenziata, il recupero di energia e di materia. Ad oggi non c’è stato nessun atto conseguente ad una precisa indicazione che noi con specifici emendamenti avevamo messo nel bilancio di previsione.
Per l’operazione swop la Regione si sta comportando come un giocatore d’azzardo; normalmente il gioco di azzardo uno lo fa con le proprie risorse, in questo caso, invece, noi stiamo rischiando moltissimo. E questa operazione soprattutto per gli enti pubblici non è giudicata dagli economisti una forma per la ristrutturazione o la riduzione del debito. I rischi collegati alle operazioni swop sono troppo alti in un’economia che, sì, sembra standardizzarsi sull’euro, ma abbiamo visto che oggi anche in America il dollaro era molto forte, ma è bastato il minimo di incidenza di alcuni fattori esogeni come quello della crisi dei mutui per le case per generare uno sconquasso enorme.
In questo tipo di operazione, che conosco bene perché l’ho studiata per il mio Comune, ognuno può rischiare quello che vuole, nel senso che si può scommettere su un tasso alto, su un tasso basso o su un tasso medio.
Penso che il Consiglio regionale non sappia se abbiamo rischiato su un tasso alto, basso o medio e questo ritengo che sia strategico soprattutto nella conoscenza della maggioranza – alla fine io questo potere di critica ce l’ho oggi ma anche domani –. Credo, pertanto, che per la maggioranza questa analisi dovrebbe essere molto più puntuale.
Il debito sanitario è di 105 milioni di euro e aumenterà se quest’anno non riuscissimo a rispettare i 20 milioni di euro di contrazione della spesa che ci eravamo dati, tra l’altro con una forbice che si va a stringere perché il Governo Prodi nella Finanziaria non mette più quel 7-8% di incremento annuo per la spesa sanitaria che metteva il precedente Governo Berlusconi, ma mette soltanto l’inflazione programmata che è molto vicina al 2%.
Non c’è un’analisi critica sulla situazione prospettica di Aerdorica, per questo viviamo una situazione estremamente alla giornata, non sappiamo quale sia la ristrutturazione societaria, quale sia il piano industriale, quali i fondi che pensiamo di destinare nel futuro per rafforzare il nostro scalo aeroportuale.
Inoltre, l’Assessore Amagliani – che ora non vedo – riesce dire a tutti che con quegli interventi così taglienti va tutto bene. Nel settore del sociale non va nulla bene perché nel 2007 non abbiamo speso una lira – e di questo ti dovresti preoccupare di più, Presidente del gruppo Rifondazione – per proseguire quel piano di ristrutturazione delle residenze per i non autosufficienti, la trasformazione delle case di riposo in Rsa. Quel programma si è bloccato e ci dovete spiegare il perché, quando invece nel bilancio di previsione avevate fatto tutte quelle grandi promesse.
Queste sono le domande che ho voluto fare proprio per avere una valutazione complessiva di natura generale.

PRESIDENTE. Ha la parola per la replica l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Voglio sinceramente ringraziare tutti quelli che sono intervenuti nel dibattito, chi ha istruito tecnicamente i due documenti, mi riferisco alla struttura finanziaria regionale e mi riferisco anche al lavoro fatto dal Presidente della commissione e dei suoi commissari.
Sento particolarmente sincera e franca l’osservazione fatta dal Consigliere Pistarelli, che richiede di onorare la discussione nelle varie tappe della sessione di bilancio, dal preventivo, al rendiconto, al consuntivo, con maggiore impegno e maggior rigore, sapendo che i documenti di bilancio richiedono pazienza, impegno, studio e tempo a tutti quanti.
C’è stata una complicazione dei lavori del Consiglio dovuti anche agli appuntamenti politici di queste settimane, penso al Partito Democratico, penso ai vari appuntamenti…

PRESIDENTE. Scusi Assessore, rinnovo l’invito ai Consiglieri ad ascoltare, lo spettacolo è quasi desolante nel vedere che ognuno sembra faccia solo i propri affari invece di ascoltare i problemi di cui stiamo discutendo e su cui poi dovremo decidere.

Pietro MARCOLINI. Grazie Presidente. Volevo semplicemente rilevare come alcuni dei ritardi registrati nella discussione e anche delle mancanze in Commissione sono derivati da impegni politici a tutti quanti noti, che hanno rarefatto e stretto le occasioni della discussione.
Vorrei cercare di riprendere le questioni e spero di rispondere a tutte.
La prima osservazione legittima che è stata fatta è quella dei tempi. Siamo alla metà di ottobre e discutiamo di un assestamento che la legge e il regolamento contabile ci pongono molto più arretrata rispetto a questa discussione.
Voglio far rilevare che la Giunta ha deliberato il rendiconto nei primi giorni di giugno e l’assestamento nei primi giorni di luglio. Non è colpa di nessuno, i regolamenti impongono trentacinque giorni utili al Consiglio per istruire la proposta, la pausa agostana è finita la seconda settimana di settembre, la seconda settimana di settembre è stata convocata regolarmente la Commissione. Per venire incontro alle esigenze proprio del Consigliere relatore di minoranza sono tornato più volte in Commissione per cercare di rispondere ed onorare l’appuntamento della Commissione, quindi penso che ci sia un problema di organizzazione della sessione di bilancio che insieme dobbiamo affrontare con delle riunioni supplementari, con una sessione di bilancio che possa avere più tempo per i Consiglieri, perché non mi è sfuggito neanche l’accento – certamente diverso ma convergente – della Consigliera Mammoli sull’appropriazione più consapevole dei termini del rendiconto, dell’assestamento e del bilancio preventivo.
Vi dichiaro la mia disponibilità, che sono convinto incontri la volontà già dichiarata del Presidente della Commissione, di fare delle sessioni specifiche di bilancio a partire dalla vessatissima questione del debito e dei derivati.
Questo ce lo siamo promesso nei mesi passati, avevo dichiarato la mia disponibilità, sembrava più utile farlo in Commissione anziché una discussione in Aula.
Anche io ritengo che sia un argomento di rilevante importanza politica-amministrativa; sono disponibile a partire dalla settimana prossima, o quando volete, ad arrivare con i contratti, che tra l’altro sono a voi già noti perché sono stati consegnati. Quindi l’evoluzione dell’andamento, il grado di rischio – come ricordava poco fa il Consigliere Capponi – o il rendimento sono impliciti.
La trasmissione Report non ha fatto altro che fissare in un punto la valutazione, che non è quella di due anni fa e che probabilmente non sarà neanche come quella che sarà fra due anni, perché ovviamente incrocia l’andamento delle curve e i tassi di interesse a breve, a medio e a lungo termine, si sconta con criteri della volatilità, la cosiddetta liability management.
Quindi sui tempi voglio ribadire che siamo a valle – lo dico con il Governo Prodi come l’abbiamo sempre detto con il Governo Berlusconi –. Se abbiamo un dpf nazionale che viene licenziato nel mese di luglio mi pare sensato poter aggiornare il quadro delle risorse nazionali, ma anche quelle comunitarie, perché come voi sapete il fondo delle aree sotto-utilizzate è a gestione nazionale e fortunatamente proprio su un punto abbiamo avuto una integrazione successiva che da 160 milioni ci porta a 233 milioni. Quindi cambia una situazione perché lo scostamento è di quelli importanti e un po’ tutti quanti lo avete rilevato.
E’ sensato allora fare un assestamento che non possa tener conto delle novità e delle intenzioni? E il preventivo è sensato farlo al netto della partita statale, dato che anche quest’anno la Finanziaria arriverà alla Camera entro il 31 dicembre e quindi noi ci dovremo spingere oltre il limite?
Questo, Consigliere Pistarelli, è un limite strutturale, è difficile non rilevare quello che lei ha rilevato e che condivido in termini di slittamento dei tempi, ma che non è correggibile in base alle nostre forze perché faremmo dei documenti assolutamente non affidabili.
Vi lamentate giustamente degli slittamenti che esistono tra preventivo, assestamento e consuntivo, ma capite che senza questo rispetto alla legge gli atti non si potrebbero materialmente istruire.
Vorrei venire il più possibile vicino alle questioni che sono tutte quante concrete, al di là della modalità più o meno polemica con cui vengono presentate.
Rilevo la correttezza e la sostanza delle osservazioni che vengono fatte, ovviamente cambia il punto di vista e la responsabilità nell’affrontarle. Sta a noi cercare di dare una spiegazione, là dove possibile, a gran parte delle questioni sollevate.
Il Consigliere Santori ha detto che c’è un’attività da un punto di vista legislativo più iconoclasta che costruttiva. Voglio rilevare che tutte le costruzioni di testi unici, turismo, attività produttive, suppongono una distruzione creatrice delle leggi preesistenti, perché si riporta a unità un universo piuttosto scoordinato di leggi e di regolamenti.
Quindi la produttività di questo Consiglio è esattamente quella storica. Ricordo uno studio sulla legislazione regionale di oltre 20 anni fa fatto da Adriano Ciaffi, stavamo esattamente tra 45 e 50 proposte di legge approvate su base annua e tra 60 e 70 atti amministrativi. La serie storica è abinizio, è il passo della nostra amministrazione, dipende dal tipo delle leggi, dipende dalla qualità, dipende da molte cose.
C’è il rischio, questo sì, di capire quali sono le funzioni effettive del Consiglio regionale nell’attività di indirizzo, programmazione e controllo.
Nell’ultimo anno i principali atti di programmazione hanno inciso sul merito delle questioni, per esempio, voglio ricordare l’ultimo atto, il Piano sanitario che è stato sviscerato in Commissione, audito, arricchito, integrato prima dell’approvazione, voglio parlare di tutti gli atti della programmazione delle politiche comunitarie che vengono riportati in termini pre-operativi in Commissione, parlo di ingentissime risorse, parlo Fears, del Fse, del Fers, parlo dell’ultimo Por che ci apprestiamo a predisporre nelle prossime settimane che riguarda il fondo delle aree sottoutilizzate.
Si tratta di dare valore all’indirizzo programmatico, Consigliere Pistarelli, non per mercanteggiare l’allocazione delle ultime 100 mila euro, ma per indirizzare gli atti di programmazione, perché questo a mio avviso è il terreno su cui l’esecutivo, il legislativo, e il confronto fertile con le componenti della società marchigiana può essere utilmente ritrovato.
Per quello che riguarda le indicazioni avanzate dal Consigliere Procaccini sono convinto che i due elementi che indicava come pilastri dell’azione regionale siano, anche se forse insufficientemente, impliciti nella programmazione delle scelte regionali: primo, la sanità che è la nostra ossessione ma anche – come ha ripetuto lui – il nostro vanto; l’altro riguarda la possibilità di aumentare le condizioni della sicurezza.
Voglio ricordare una recente statistica economica di Eurostat ci indica come la Regione che ha aumentato il prodotto interno lordo nella sede storica 1995-2004, siamo la regione in assoluto più elevata in Italia, siamo a 1,7 su base annua.
C’è ancora un’altra statistica – vorrei ricordarlo al Consigliere Castelli per il tema su cui torna insistentemente – che dice che siamo la prima Regione in controtendenza nazionale che non solo diminuisce percentualmente il proprio peso sul debito, ma lo diminuisce in termini assoluti, passando in una serie storica corta di cinque anni dal 6,6 al 3,5 su base nazionale e, per quello che riguarda gli assoluti, diminuendo di 70 milioni lo stock del debito, che rimane molto alto, che rimane una situazione pesante, ma che diminuisce in termini assoluti.
Venendo alle osservazioni dei Consiglieri Castelli e Capponi – spero di non dimenticare nessuno – il disavanzo è un dato negativo, perché si tratta di registrare uno sbilancio tra entrate e spese. Il lieve miglioramento di due milioni non cambia la sostanza, anche se sarebbe stato più grave aggiungerne cinque anziché diminuirne due.
Voglio confermare, però, in maniera assolutamente inequivocabile che non c’è nessun artificio e nessun raggiro perché noi verifichiamo la consistenza dei residui attivi con tenacia e con pazienza. L’ultima del 10 ottobre del dirigente del Servizio agricoltura che rileva la nota ministeriale che riguarda il saldo di due residui, 77.893 euro e 14 milioni e 633 mila euro, che certamente hanno le caratteristiche di cui hanno parlato i Consiglieri Castelli e Pistarelli, quindi parliamo di quasi 15 milioni riattivati il 10 ottobre, non del periodo 2004/2005 ma del periodo 1995/1999.
Esistono ancora, lo abbiamo fatto dettagliatamente capitolo per capitolo rispondendo alle cento interrogazioni, la somma che abbiamo registrato la confermo, riguardava 6 milioni e 800 mila euro a cui si sono aggiunti gli spostamenti, ne voglio citare tre o quattro. Si è insistito sui pagamenti dei ratei, a me risultano 4 milioni di differenza e non 9 milioni, che derivano dall’andamento fluttuante dei tassi. C’è stato un rialzo negli ultimi dodici mesi particolarmente consistente, parliamo di cifre importanti, i mutui autorizzati di oltre 300 milioni – non voglio che qui ci sia una nota di plauso – non li contraiamo fino all’ora precedente al pagamento, non vogliamo ovviamente alimentare una cassa sterile. Quindi nella stima che abbiamo atto la differenza è di circa 4 milioni.
Per quello che riguarda i 18 milioni di differenza, 9 milioni sono riferiti a un mutuo per la sanità che ci ritorna indietro, perché avevamo anticipato alla sanità quindi la sanità ci restituisce, e 8 milioni purtroppo perché ci vede, Consigliere Castelli, soccombenti ad una sentenza che ci opponeva la Snam, abbiamo dovuto pagare una vecchia causa pendente con la Snam per 8 milioni, i tempi della giustizia non sono esattamente prevedibili. Questa variazione registra esattamente il quadro appena delineato.
Per quello che riguarda i residui passivi dobbiamo tenere presente che per esempio è in corso di definizione – forse il Consigliere Rocchi se lo può ricordare – la liquidazione del Cofam, una vicenda che ha venti anni. Quella vicenda finanziaria per motivi giudiziari è stata sospesa, come per i centri servizi per l’edilizia di Ascoli, come per il centro servizi Cepras di Pesaro che ha avuto la sentenza pochi giorni fa. Quindi sono finanziamenti che rimangono impiccati fino a quando non ci sarà la sentenza passata in giudicato.
Capisco la sorpresa o lo stupore per tante voci, ma serve anche un po’ di pazienza perché venga confermata la veridicità e la prudenza cui si ispira costantemente il nostro documento di bilancio.
Poi un po’ di rispetto per la Corte dei Conti, non utilizziamola strumentalmente quando definisce la situazione preoccupante, non la strumentalizziamo quando dice che le cose che abbiamo fatto vanno bene. Ci sono dei chiaroscuri, la pesantezza del vincolo finanziario è nota, entro questo contesto dobbiamo lavorare, nessuno di noi la vuole sottovalutare, ma dobbiamo anche tener conto complessivamente del tono e della sostanza delle relazioni della Corte dei Conti degli ultimi tre anni. Il tono, rispetto al bilancio generale, circa la veridicità e la prudenza.
Voglio parlare in modo particolare delle operazioni di swop e di organizzazione dei derivati. La Regione addirittura è stata dichiarata anticipatrice della regolamentazione dell’articolo 41, il dott. Flaccadoro della Corte dei Conti, segnalava la prudenza, la professionalità e la trasparenza dell’operazione.
Voglio dare un dato al Consigliere Castelli, che l’operazione Bramante bond per 400 milioni alla data di ieri segnala una posizione attiva nel mark to market di 68 milioni. Questa è un’operazione che ha generato preoccupazione e timore, il contratto dopo il primo anno, per la riservatezza della riproduzione, quindi dal 2004, è stato consegnato a tutti i Consiglieri che lo richiedevano, l’abbiamo consegnato al Report che lo ha analizzato e lo ha controdedotto. Il quadro attualmente, verificato ieri mattina, è di 34 milioni per una banca più 34 milioni e 600 per un’altra banca. Questa è la situazione.
Su debito pubblico e derivati c’è una sessione di bilancio su cui sono d’accordo che ci sia un dovere da parte nostra e un diritto da parte dei Consiglieri di conoscere quello che si sta facendo e qual è il peso, puntualmente individuato perché il quadro è mobile, di un capitolo importante della gestione finanziaria.
Per quello che riguarda la gestione finanziaria voglio fare una considerazione di carattere tecnico ed una brevissima di carattere politico.
La considerazione di carattere tecnico è che abbiamo un dato sui residui perenti di assoluta prudenza. Su 409 milioni di residui perenti – lo dico ai Consiglieri Capponi, Pistarelli e Castelli che me lo hanno chiesto – abbiamo pagato 117 milioni, pari al 28% di smaltimento. La copertura che abbiamo avuto – che adesso l’abbiamo ridotto – e che abbiamo mantenuto fino al 2006 era di oltre il 70%, stiamo abbondantemente sopra il 50%. Ci pare prudenziale perché penso che saremmo addirittura censurabili se noi tenessimo una quantità di risorse finanziarie destinabili allo sviluppo economico, sociale, territoriale, sterilmente ipotecate da una copertura che la sede storica degli ultimi dieci anni non ci fa mai superare il 30%. Mantenere una gestione prudenziale quasi doppia a me pare un elemento di buona gestione.
I grandi movimenti, voglio segnalarlo perché mi viene avverso, dipendono dal fatto che la sanità per oltre 362 milioni è confluita per il ritardato pagamento tra i residui, poi ovviamente sottratta all’inizio dell’anno. Lo spostamento impressionante fa riferimento a una semplice operazione contabile, la sanità si paga tutta, non c’è nemmeno un euro della sanità che va sprecato o che si possa sperare di non pagare, quindi ha semplicemente sballato il 31 dicembre dello scorso anno ed è ricaduto nell’esercizio successivo.
Le ultime questioni riguardano il merito. Voglio aggiungere, perché di questo abbiamo parlato poco, come il rendiconto sia l’elemento più importante per valutare il passo e l’efficienza dell’amministrazione, è un documento piuttosto maltrattato e sottovalutato che invece ha un valore assolutamente interpretativo di carattere strategico.
L’assestamento mantiene gli impegni che in parte a febbraio erano stati annunciati, ma che per incapienza non erano stati adottati.
Ne voglio citare almeno quattro. Abbiamo avuto una maggiore disponibilità per circa 68 milioni, abbiamo mantenuto l’impegno di oltre 1 milione per la cultura che avevamo stabilito nel mese di febbraio nell’approvazione del bilancio, per la sanità 2 milioni di investimenti finalizzati al problema della riqualificazione della città di Ancona. Questo era il Pauan su cui ci siamo impegnati tutti quanti con 250 mila euro per i parcheggi, i 2 milioni di liquidazione sugli oltre 7 milioni di investimenti realizzati per la città, e 21 milioni per la copertura effettiva di vecchi disavanzi maturati. Inoltre, per i trasporti di circa 4 milioni, così come per le autonomie locali, in particolare le Unioni di Comuni, le Province e le Comunità montane, per 3,5 milioni. Le altre novità sono stati gli appostamenti della programmazione comunitaria Fse e Fers 2007-2013 per complessivi 76 milioni di euro.
In assestamento, registrando le sopravvenienze attive e passive del rendiconto, abbiamo rimesso in sesto, con le novità positive e negative del rendiconto, il bilancio del 2007.
Siamo impegnati per approvare sicuramente in Giunta prima della fine dell’anno, e ci auguriamo di poter stringere i tempi insieme in relazione anche alla discussione della legge Finanziaria, il bilancio preventivo, sapendo che se dovessimo approvarlo prima della fine dell’anno dovremmo fare una seconda sessione nel mese di febbraio-marzo. E’ una scelta che il Consiglio condivide, lavoriamo al netto delle risorse statali e dobbiamo fare questa doppia sessione.
E’ un impegno politico-programmatico, è una disponibilità che annunciamo, però non ci si può dire che avremo una discussione mutila a dicembre, perché altrimenti dovremmo programmare la discussione del bilancio come tutti gli anni alla fine del mese di gennaio, primi del mese di febbraio.
Lo dico richiamando la ragionevolezza che in Commissione spesso si è avuta per l’utilità e la potenza interpretativa anticipatrice del dpf regionale che se ovviamente viene fatto quando abbiamo il bilancio preventivo non serve più a niente.
Vi ricordo la discussione della convergenza con i Consiglieri di maggioranza e di opposizione di cui abbiamo parlato più volte.
A me pare che con questi documenti si contribuisca ad un monitoraggio e ad un controllo della spesa e anche dell’efficienza, a volte brillante e a volte meno dell’amministrazione regionale, con tutti i dati necessari sulla gestione.
Voglio ricordare che soltanto pochi anni fa la relazione al rendiconto non esisteva – ho una sufficiente esperienza storica personale, il Consigliere Rocchi è buon testimone e anche il Presidente –, potete verificare che il rendiconto veniva presentato con una paginetta di accompagnamento. Forse qui mancherà qualcosa, non sarà stato monitorato tutto quanto dettagliatamente, ma diamo onore a chi ha lavorato faticosamente per rendere ancora più decifrabile questo percorso tortuoso della gestione finanziaria.



Proposta di legge n. 173
della Giunta regionale
“Approvazione del rendiconto generale dell’amministrazione per l’anno 2006"
Votazione articoli ed emendamento

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell’articolato della proposta di legge n. 173.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 1 del Consigliere Brandoni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

A questo punto passiamo alla votazione dell’articolato della proposta di legge n. 181, successivamente faremo le dichiarazioni di voto congiunte e separatamente le votazioni finali delle rispettive proposte di legge separate.
Il Consiglio è sospeso per permettere alla II Commissione di riunirsi per dieci minuti.

La seduta è sospesa alle ore 16,35


La seduta riprende alle ore 18,05



Proposta di legge n. 181
della Giunta regionale
“Assestamento del bilancio 2007”
Votazione articoli ed emendamenti

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di legge n. 181.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4.
Subemendamento n. 01 dell’Assessore Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. Sono fondi residui che vengono stanziati a valere sul capitolo di bilancio per l’artigianato artistico, lo stesso che era presente nell’intesa per lo sviluppo.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Favorevole.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 01. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 1 dell’Assessore Petrini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 2 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. E’ simile all’emendamento n. 3, ma con una somma differente. Si tratta della richiesta che viene fortissima dalle Province e dagli Ambiti territoriali di caccia. Quest’anno ci sono stati ingenti danni da cinghiali e le risorse che sono state trasferite per pagare questi danni sono largamente insufficienti.
Chiedo un atto di responsabilità soprattutto al Presidente affinché su questo capitolo vengano immesse più risorse. Questo lo avevamo chiesto anche nel bilancio di previsione.
Credo che queste informazioni siano in possesso anche della maggioranza non solo dell’opposizione.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

E’ collegato all’emendamento n. 16 che, pertanto, decade.

Emendamento n. 3 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. E’ una forma ridotta, spero che la Giunta abbia più disponibilità rispetto all’emendamento precedente.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

E’ collegato all’emendamento n. 17 che, pertanto, decade.

Emendamento n. 4 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 5 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. Questo tema meriterebbe un approfondimento. Abbiamo chiesto Corecom sulle rilevazioni della presenza delle varie forze politiche all’interno di trasmissioni televisive, soprattutto di Rai 3, ci è stato risposto che non è possibile perché non hanno personale per fare le rilevazioni.
Penso che se abbiamo creato il Corecom per svolgere una funzione di questo tipo, oltre alle altre che deve svolgere, che ci sia una disponibilità di risorse adeguata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. E’ assolutamente condivisibile da parte nostra questo emendamento.
Nella precedente campagna elettorale ho fatto un paio di riunioni con il Comitato. Siamo veramente nelle condizioni minime di funzionamento di questo Comitato che, invece, dovrebbe rappresentare garanzia, certezza, efficacia ed efficienza anche di un lavoro di monitoraggio e di accompagnamento di quel processo plurale, di confronto e di valorizzazione delle voci marchigiane. Tutto questo soprattutto in relazione ai media televisivi che sono quelli più in grado di impattare con l’opinione pubblica.
Il rapporto che c’è tra gli spazi dati al Governo regionale e alle sue forze politiche rispetto agli spazi dati all’opposizione è di 1 a 50, non esagero.
Secondo le rilevazioni dell’Osservatorio di Pavia, vanno alla Commissione di vigilanza Rai nazionale, ma non possono essere acquisiti dal Corecom perché non riesce nemmeno ad interloquire con gli uffici della stessa Commissione. Siamo veramente al paradosso!
Il paradosso è sostanziale e anche di natura formale e giurisdizionale, perché il Corecom è una istituzione che abbiamo creato, quindi la dobbiamo anche far funzionare. Non è possibile che non abbia nemmeno la possibilità di usare meccanismi, che a livello centrale sono stati usati, per monitorare anche la nostra regione Almeno che possa fare questo! Non lo può fare per la mancata funzionalità degli uffici, ripeto, siamo al paradosso!
Anche perché mi pare che sia sotto gli occhi di tutti – chi ha onestà intellettuale lo riconosca – che l’informazione che si riesce a dare nelle Marche del lavoro che si fa, anche di questo lavoro di oggi, di quello di ieri, del lavoro delle commissioni, ecc., è assolutamente insufficiente per quanto riguarda il minutaggio. Andiamo a vedere il panino, quello che si diceva essere il panino nazionale, ma qui non esiste né il panino né nient’altro!
Questo non è possibile, si tratta di avere un minimo di dignità del lavoro che si deve svolgere per dare senso e sostanza alla democrazia.
Questo mi pare un emendamento di poco impatto economico, ma di grande efficacia sotto il profilo della funzionalità del Comitato.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Il parere è negativo nonostante sia particolarmente comprensibile la motivazione del Consigliere Capponi che lo ha presentato. Nel senso che sulla questione dell’organismo, sulle sue funzione, sul suo ruolo e sulle sue potenzialità c’è la necessità di una discussione e, quindi, di una quantificazione delle necessità finanziarie che determinano questo. Nel caso specifico non c’è collegamento tra le considerazioni e la quantificazione finanziaria.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. Voglio illustrarlo insieme al n. 7 e al n. 8, emendamenti simili con somme diverse. Con questi Intendono contribuire al rafforzamento della zootecnia regionale che era stata introdotta con la legge n. 27 del 2003. Sono stati fatti dei bandi, le domande ammissibili sono state circa 240, la Regione aveva solo fondi nazionali o regionali per una trentina di pratiche.
Questo era uno degli interventi più qualificanti perché riguardava la linea vacca-vitello, una delle linee più importanti che bisogna sostenere a livello zootecnico.
Considerato che queste aziende hanno svolto tutti gli investimenti, riteniamo che questi fondi vanno ulteriormente rimpinguati.
Non ho molta enfasi nella presentazione di questi emendamenti visto l’atteggiamento della maggioranza di totale chiusura nei confronti di qualsiasi proposta dell’opposizione. Ne prendiamo atto anche per come condurre poi l’opposizione.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario per tutti e tre gli emendamenti.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 7 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

PRESIDENTE. Bene.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 8 del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 9 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. Ci siamo accorti che nel Servizio agricoltura dopo il periodo estivo i contratti di collaborazione esterna o di lavoro temporaneo sono stati sospesi creando gravi disagi all’interno della struttura stessa.
Siccome siamo anche nella fase di gestione dei pre-bandi e della necessità di fornire informazioni libere a tutti gli imprenditori che possono rivolgersi al Servizio, pensiamo che questi servizi vanno assolutamente riattivati.
Su questo chiediamo all’Assessore, che si era impegnato a riferire in Consiglio sugli sviluppi organizzativi che avremmo fatto per la gestione del Psr, di riferire quanto prima,, perché mi sembra che l’organizzazione sia del tutto carente.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento n. 010 del Vicepresidente Agostini. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. E’ uno dei pochi emendamenti presentati da esponenti dell’Esecutivo che non è stato illustrato in Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. La Commissione non ha chiamato il sottoscritto quindi non ritenevo fosse necessaria nessuna chiarificazione, del resto è abbastanza evidente.
La Giunta regionale sta da tempo lavorando su un progetto di film commission e in questo senso c’è la disponibilità per continuare a lavorare su questo anche dell’ex Assessore Solari, su cui si stanno facendo diverse possibili attività e diverse possibili iniziative.
In questo senso c’è un aumento dello stanziamento con destinazione specifica proprio sull’attività di Marche film commission di 50 mila euro.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. La Commissione è favorevole considerato il fatto che la spiegazione ci ha confortato di quello che avevamo capito.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 010. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 10 del Vicepresidente Agostini. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. E’ collegato al subemendamento n. 010.

Emendamento n. 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 11 dell’Assessore Petrini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 12 del Consigliere Capponi. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 13 dell’Assessore Petrini. Ritirato. Ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei fare un richiamo tecnico. Ci ha spiegato la dott. Lispi in Commissione che il subemendamento n. 01 era integrativo di questo, non era sostitutivo.

Giuliano BRANDONI. Nello 01 ci sono le stesse cifre, a dire la verità era scritto male. La somma di tutti e due chiariva la natura dell’emendamento, ma per il contenuto finanziario valeva lo 01.

PRESIDENTE. Emendamento n. 14 del Consigliere Capponi. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 15 del Consigliere Capponi, che ha la parola.

Franco CAPPONI. Nel 2005 la Giunta regionale aveva stipulato un accordo con le organizzazioni sindacali e i Comuni per costituire un fondo che interveniva per la soluzione del problema legato alla riqualificazione delle case di riposo in case protette. Di questo accordo purtroppo la Regione ha rispettato solamente il primo anno, erano previsti 10 milioni di euro e sono stati rispettati, però poi non è stato rispettato l’impegno per il 2007 di 20 milioni di euro né penso che verrà rispettato neanche quello di 30 milioni di euro per il 2008.
Siccome ci sono molti Comuni che hanno presentato domanda per ottenere la trasformazione delle loro case di riposo in case protette – vorrei che il Consigliere Luchetti ascoltasse perché è un suo cavallo di battaglia, ma poi non si vedono le azioni conseguenti – chiediamo che almeno per questo fine anno per poter ammettere una parte delle domande giacenti venisse stanziata la somma di 5 milioni di euro.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

PRESIDENTE. Emendamento n. 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 15 bis della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamenti nn. 16, 17, 18, 19, 20 del Consigliere Capponi. Decaduti.

Articolo 8.
Emendamento n. 21 del Consigliere Capponi. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

Emendamento n. 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Il Consigliere Ricci chiede di ripetere la votazione.
Emendamento n. 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 22 del Consigliere Capponi. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

Emendamento n. 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10.
Emendamento n. 23 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Lo illustro perché tutti gli “abrogato” hanno la stessa filosofia, sono quelli che riguardano norme delicate e sostanziali sulle quali non c’è stato nessun confronto.
Faccio riferimento a questo articolo 10 che è la modifica della legge n. 2 del 2006, ma potrei fare riferimento a tante altre cose, soprattutto, per esempio, a quella dell’Aerdorica di cui parleremo un po’ più avanti.
Per fare un esempio: non si può cambiare una legge costitutiva di una società dicendo che la Regione può passare anche a detenere la maggioranza assoluta delle quote sociali senza aver discusso del perché, che cosa sta succedendo, chi è che cede le azioni o chi sono i soci privati. Non è solo una cosa teorica che si sposta nella legge sostanziale, cioè la possibilità della Regione Marche di detenere da sola la maggioranza del capitale sociale, ma è una cosa pratica, perché dall’anno in corso scatta tutta una serie di finanziamenti per l’acquisizione di quote. Perché sta succedendo? Chi è che vende? Chi è che non ha aumentato il capitale? Chi è che non ha sottoscritto? Non sappiamo nulla!
Non è possibile in un assestamento di bilancio fare questo, lo dice l’articolo 28 della legge di contabilità – lo dicevo questa mattina – lo dice l’articolo 5, comma 4, delle leggi finanziarie. Questa non è una finanziaria, ma vi ci ritroviamo leggi, regolamenti, discipline modificate senza il confronto. Questo lo dico a voi, Consiglieri di maggioranza, il confronto, la partecipazione, la concertazione, le parti sociali, quando le abbiamo coinvolte su tutte queste norme? Mai!
Ho fatto l’esempio dell’Aerdorica, ma ne potrei fare tantissimi altri.
Quindi abbiamo detto di abrogare così diamo un segnale altrimenti dopo sarà una catena.
Anche i nostri gruppi su questo assestamento sono pronti a discutere leggi sostanziali, anche quelle di una certa delicatezza, sono pronti a discutere di modifiche di tutto o in parte di atti programmatori, andando ulteriormente oltre le proprie prerogative perché gli atti programmatori sono di competenza del Consiglio regionale e sono atti precisi, cioè sono proposte di legge o di atto amministrativo.
Quindi poi potrebbe essere una catena che non finisce mai e che avrà come risultato la impossibilità di dialogo e di confronto sul merito delle questioni.
Ecco qual è la filosofia di tutti questi “abrogato” che troverete da qui in avanti.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

Emendamento n. 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 24 (aggiuntivo) dei Consiglieri Altomeni, Castelli, Favia, Giannotti, Bucciarelli. Ha la parola il Consigliere Favia.

David FAVIA. L’emendamento tende a modificare alcune parti della legge n. 23 del 1995 che riguarda lo status del Consiglieri. Nella fattispecie, poiché era consentito avere l’indennità o dalla residenza o dalla dimora abituale, che deve intendersi come domicilio, nell’ambiguità della terminologia abbiamo ritenuto dare la possibilità di avere questa indennità, previa autorizzazione dell’Ufficio di Presidenza, sull’effettività e la temporaneità del domicilio diverso dalla residenza. Crediamo che questa sia una proposta che rende più seria l’assegnazione di questo tipo di indennità.
Gli altri due emendamenti riguardano la non cumulabilità dei rimborsi spesa per recarsi presso la sede del Consiglio regionale con altri rimborsi spese analoghi per recarsi presso altri enti che abbiano sede in Ancona, cioè nella città dove ha sede il Consiglio regionale. Siccome la materia finora era piuttosto ambigua e potevano aversi casi di chi prendesse una doppia indennità per venire ad Ancona nel doppio ruolo, abbiamo ritenuto che nella stessa giornata non fosse possibile prendere più di una volta una indennità.

PRESIDENTE. Emendamento n. 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 25 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13.
Emendamento n. 26 dei Consiglieri Santori, Capponi e emendamento n. 27 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Contrario.

Emendamenti n. 26 e n. 27 (identici). Li pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Subemendamento n. 028 (aggiuntivo) del Consigliere Luchetti, che ha la parola.

Marco LUCHETTI. E’ una integrazione all’emendamento che ha proposto l’Assessore Mezzolani, cioè la possibilità dell’utilizzo del personale per gruppi di lavoro relativamente alla realizzazione del Piano. Con questa norma si possono creare gruppi di lavoro anche presso la V Commissione, oltre che presso il Servizio salute e servizi sociali, per affrontare l’attivazione del Piano. C’è la possibilità, quindi, di chiamare funzionari a collaborare per progetti specifici.

PRESIDENTE. Parere della Commissione?

Giuliano BRANDONI. Il parere della Commissione non c’è perché questo sub emendamento non si conosceva, comunque se lo devo dare come Presidente della Commissione è contrario, ma vorrei prima ascoltare l’illustrazione dell’emendamento n. 28 dell’Assessore Mezzolani.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questi interventi sono di una certa natura e di un certo impatto. Vorrei capire entro quali logiche, con quali paletti, le modalità, i modi e soprattutto i termini, perché per l’attuazione del Piano sanitario regionale c’è l’universo mondo!
Questa è una definizione che si deve dare con un atto amministrativo, con un regolamento, con una piccola disciplina o di Giunta o meglio ancora di Consiglio.
Io non sono contrario alla filosofia che lo ispira, è il Consiglio che controlla gli stati di attuazione, se sono rispettate le fasi, ecc., ma di queste cose ne vorrei parlare nelle sedi opportune e proprie. Perché se si inserisce in un assestamento non ci capisco niente!
Così come d’altronde è l’emendamento Mezzolani. Perché si mette in moto un meccanismo tale sul distacco del personale dalle Asl e tutta una serie di altre questioni, aziende, enti e zone territoriali a tempo determinato e a tempo indeterminato; questa è una cosa che sollevai ad inizio legislatura.
Ma qual è la situazione attuale della sanità? Quanti sono già i distacchi che funzionano e perché? Come mai si entra a tempo determinato e poi si raggiungono apici inimmaginabili per chi è da venti anni che sta nelle strutture sanitarie, magari passando attraverso la Giunta?
Vogliamo continuare con questo andazzo dando ulteriore margine di lavoro e di scelta oppure dobbiamo fare il contrario, cioè stringere un po’ le maglie?
Lei non mi rispose a suo tempo, Assessore, ma ci ritornerò perché sono passati due anni e mezzo quindi penso che le verifiche siano state ormai fatte da parte sua; non mi rispose sulla parte di quanti sono, se erano veri i casi specifici che avevo indicato, cioè che da certe zone erano arrivati in Giunta dipendenti anche a tempo determinato per assolvere funzioni che non spettavano loro.
Queste sono maglie ulteriormente larghe. Quindi discuterei in una sede più opportuna delle questioni del trattamento del personale, delle mansioni, delle indennità, farei cioè un discorso in Commissione, serio, fondato, basato su ragionamenti, numeri e su casi che si sono già verificati abbondantemente.
Non accetto, pertanto, questo tipo di impostazione e di indicazione, non so se lo voterete voi come maggioranza consiliare.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Per il subemendamento n. 028 presentato dal Consigliere Luchetti chiederei il ritiro per una semplice ragione, perché questo potrebbe ingenerare un accavallamento che renderebbe più difficoltoso il lavoro.
Mi prendo carico, se siamo d’accordo, di trovare tutte le forme di collaborazione possibili affinché quello che è richiesto da questo emendamento possa essere svolto in collaborazione con l’Assessorato. Così penso si possano eliminare margini di confusione e accavallamenti che altrimenti potrebbero rendere più difficile il lavoro.
Mi faccio carico di questo tipo di percorso, cioè che si possa comunque mantenere una collaborazione più stretta di quanto ci sia stata fino ad ora organizzando insieme questi gruppi di lavoro.
Sull’emendamento n. 28 la questione è molto chiara. Qui regolamentiamo qualcosa che già funziona in questo modo, è una norma introdotta allora per limitare e contenere la spesa nel servizio sanitario. E così è. Era regolamentato da una delibera che scade al 31 dicembre, quindi credo che questa sia la forma per non svuotare i servizi e per poter continuare a prendere le persone sul territorio per utilizzarle nel servizio e non immetterne altre. Questo è il significato dell’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Questa mattina ho presentato il subemendamento dopo che ho visto che era stata inserita una norma di questo tipo all’articolo 13 bis.
Chi ha letto il Piano sa perfettamente che in quinta Commissione arrivano diversi atti che la Giunta realizza. E’ notorio che la quinta Commissione non ha assolutamente il personale – per la verità non ce l’ha neanche il Servizio – attrezzato per poter seguire tutte le incombenze che riguardano la gestione relativa al Piano. Non vedo niente di male che questo sia possibile anche presso il Consiglio perché non c’è aumento di spesa, se c’è disponibilità della direzione si può fare, quindi non vedo perché ci devono essere difficoltà. Che problema c’è? C’è il previo assenso della dirigenza. Tra l’altro fa comodo questa norma anche all’Assessorato perché se vuole fare dei gruppi di lavoro specifici presso i Servizi li deve chiamare! Non ho capito a che cosa osta questa norma! C’è un problema di sovranità? Ma di che cosa stiamo parlando?
E’ una semplice norma per dotare quando serve sia i Servizi che la Commissione di personale che fa parte del sistema, non mi pare che ci siano problemi.
Questa mattina te lo avevo detto e ti avevo convinto, Assessore, non ho capito perché hai cambiato idea adesso! Non mi pare che sia una cosa che stravolge, c’è solamente la possibilità di rendere più funzionale il sistema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Per due motivi. Ritengo che le precisazioni svolte dal Consigliere Luchetti siano pertinenti però volevo aprire una breve riflessione.
E’ vero che questa Giunta non è attenta a quello che fa il Consiglio. Ho fatto uno screening tra le leggi approvate ed ho rilevato che di tutti i regolamenti che la Giunta doveva fare ne mancano all’appello una trentina, quindi la Giunta non ha fatto nulla di quello che gli è stato delegato dal Consiglio.
In più volevo ricordare che proprio il Consiglio ha delegato la Giunta ha proporre una modifica alla legge n. 13, questo tempo è indicato nel Piano e scadeva proprio a fine mese.
Questo, Assessore Mezzolani, ritengo che possa rientrare a pieno titolo in quella modifica e anche per noi è una garanzia che entro fine anno ci proporrete qualcosa in merito, altrimenti penso che queste deleghe in bianco vengono prese per non affrontare complessivamente il problema della riorganizzazione sanitaria.
Siamo contrari all’emendamento n. 28, ma siamo favorevoli a sostenere il subemendamento n. 028.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Parlo non come Presidente della Commissione. Attendevo dall’Assessore Mezzolani una serie di precisazioni che forse non ho inteso. L’emendamento ha un carattere obiettivamente contingente ad un problema che l’Assessore ci ha illustrato, quello di rendere ulteriormente efficace un procedimento che andrebbe in scadenza il prossimo 31 dicembre. Tuttavia mi pare che in alcuni casi la fruizione di personale dirigenziale da Zone o Agenzie dovrebbe essere confortato da una dichiarazione chiara che la funzionalità di esse non può essere messa in discussione, nel senso che in alcune situazioni lo spostamento, ancorché deciso in concomitanza con i direttori di Zona o i direttori di Agenzia, può rischiare di essere messo in difficoltà da spostamenti di questo tipo.
Quindi su questo emendamento gradivo di capire meglio se il carattere contingente non inficia un percorso di funzionalità delle strutture che abbiamo in essere.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Dentro l’illustrazione questa cosa mi è sfuggita ma va da sé. Voglio tranquillizzare il Consigliere Brandoni che naturalmente l’utilizzo di questo personale è concordato con gli Enti e con le Agenzie che fanno parte del Servizio e naturalmente qualora inficino, tanto più che non si tocca minimamente l’autonomia delle Agenzie e degli Enti a cui si fa riferimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. La ratio di questa cosa è tesa unicamente per dare la possibilità di firma ai dirigenti che vengono distaccati, perché appartenendo ad un altro ente non possono essere responsabili né del procedimento né di firma. E’ chiara la cosa!

Katia MAMMOLI. Non intervengo sull’emendamento ma sul metodo. Non è possibile nel momento dell’approvazione dell’assestamento del bilancio e del rendiconto ci troviamo ad approvare emendamenti dei quali non capiamo bene la portata, con subemendamenti, invece, di cui capiamo bene la portata!

PRESIDENTE. Subemendamento n. 028. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 28 (aggiuntivo) dell’Assessore Mezzolani. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Le spiegazioni dell’Assessore non ci convincono. Si dice che si fa per limitare e contenere la spesa e sarà concordato con le aziende, le agenzie, ecc., ma la limitazione e il contenimento della spesa non mi pare c’entri con il discorso di vedere attribuite le responsabilità dei procedimenti amministrativi di competenza regionale. Ma i funzionari e i dirigenti che stanno nelle nostre strutture come li trattate! Come straccioni? Ma noi non abbiamo persone che sono in grado di assolvere le nostre funzioni? Chiudete baracche e burattini che fate prima!
Inoltre, chiedere ad un direttore di Zona “mi serve Mario Rossi”, pensate poi che il direttore di Zona dirà di no! Assessore il direttore di zona lo nomini tu!
Di solito poi quando uno viene chiamato dalla Giunta non dice di no perché si pensa sempre che possa riguardare la propria carriera, la propria professione, non si va indietro, si va nel centro del luogo decisionale. Allora non ci prendiamo in giro!
Queste sono le coperture a tante situazioni distorte che ci sono state in questa Regione e che hanno fatto ammutolire le persone, hanno fatto scandalizzare le persone! Non è possibile!
Su questo ho fatto anche una interrogazione che non ha avuto risposta, la riproporrò perché voglio sapere nomi e cognomi di tutte le persone che hanno avuto distacchi, poi vediamo chi sono, da dove vengono e se hanno avuto o no un certo tipo di vantaggio da certe situazioni inspiegabili Qui dentro ci sono funzionari e dirigenti molto validi che sono stati sostituiti da queste persone arrivate dopo.
Su questo emendamento chiedo il voto per appello nominale a nome mio e dei Consiglieri Capponi, D’Anna e Romagnoli.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Consigliere Pistarelli, penso che le sue preoccupazioni siano condivisibili soltanto che l’emendamento dice esattamene quello che lei sta denunciando, ma forse lo dice male.
Al momento attuale il dirigente del Servizio salute, nell’ambito dei 20 mila dipendenti della salute, per esigenze funzionali poteva dire “a me servirebbe il direttore amministrativo di Ascoli”, oppure “a me servirebbe il direttore tecnico di Pesaro”. Questa cosa fino al 31 dicembre 2007 poteva creare una utilità immediata qui al centro, ma poteva creare contemporaneamente uno spazio attivabile di nuovo posto di lavoro nell’origine, cioè l’origine si sommava alla destinazione.
Con questo emendamento si rinuncia alla facoltà di utilizzare discrezionalmente per le finalità di gestione del Piano sanitario regionale, ma si vieta la ricostituzione in loco del posto che è stato momentaneamente richiamato al centro.
La valutazione può essere la stessa di prima però si risponde almeno parzialmente esattamente alla preoccupazione di utilizzo discrezionale e aggiuntivo della spesa del personale aggravante la spesa complessiva.

Fabio PISTARELLI. Nell’immediatezza della legge n. 13 si era detto che c’erano delle situazioni straordinarie sulle quali dovevamo agire in una certa maniera, facciamo infatti specialità del dipartimento salute, tant’è che anche il contratto è speciale, non è quello del pubblico impiego ma è privato. E lo staff era rientrato in questa logica.
Adesso volete prorogarla per sempre questa logica e non è possibile!

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell’emendamento n. 28 per appello nominale partendo dalla lettera A.

Fabio BADIALI. Procedo alla chiama:
Luciano Agostini sì
Michele Altomeni assente
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali sì
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni assente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli sì
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli no
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi sì
Giancarlo D’Anna no
Sandro Donati assente
David Favia sì
Sara Giannini sì
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti assente
Katia Mammoli sì
Francesco Massi no
Almerino Mezzolani sì
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi sì
Paolo Petrini sì
Fabio Pistarelli no
Cesare Procaccini sì
Mirco Ricci sì
Lidio Rocchi sì
Franca Romagnoli no
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti no
Vittoriano Solazzi sì
Gian Mario Spacca sì
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente

(Il Consiglio approva)

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

Articolo 14.
Emendamento n. 29 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 bis.
Emendamento n. 30 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 14 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 ter.
Emendamento n. 31 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 14 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14 quater. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 32 (aggiuntivo) del Consigliere Capponi che introduce l’articolo 14 quinques. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 15.
Emendamento n. 33 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16.
Emendamento n. 34 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 35 (aggiuntivo) dell’Assessore Mezzolani. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Sub emendamento n. 036 (aggiuntivo) dei Consiglieri Agostini e Bugaro. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. E’ un sub emendamento che non è andato alla valutazione della Commissione. Penso che se vogliamo affrontare seriamente i problemi dei costi della politica questo deve essere fatto in maniera molto puntuale e in maniera coordinata ed esaustiva.
Questo è senz’altro un sub emendamento che va in questa direzione, oltre modo sarebbe anche parziale rispetto a questo ragionamento.
Chiedo a quelli che come me hanno presentato emendamenti che vanno in questa direzione di ritirare tutto – questo lo chiedo ovviamente anche al co-firmatario di questo emendamento – e nella predisposizione del bilancio di previsione e successivamente prevediamo una legge nel suo complesso che dovrà riguardare lo status degli amministratori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Come co-firmatario di questo sub emendamento raccolgo l’invito del collega Agostini sempre che ci sia la disponibilità più ampia anche da parte del collega Castelli a ritirare questi emendamenti e ad aprire su questo tema un momento diverso di più sereno e ampio confronto fra i gruppi consiliari e fra i singoli Consiglieri.
Mi sembra una proposta ragionevole che va nel senso giusto nell’affrontare questo problema, senza demagogia, senza populismo, che si coniuga nell’interesse sia dei singoli Consiglieri che della finanza pubblica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Volevo fare una premessa. Il sub emendamento presentato da Agostini e Bugaro teorizza la necessità che si debba fare esclusivamente politica di professione, se passa questo emendamento la politica la fanno o i ricchi o coloro che, appunto, fanno politica di professione e su questo non ho nessun problema.
Chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Pensavo di avere chiarito al collega Castelli lo spirito di questo emendamento, ma vedo che pervicacemente continua a non capire.
Questo emendamento non è per i politici di professione, tutt’altro. Il consigliere una volta eletto sceglie se optare per l’indennità di retribuzione elargita dall’ente Regione o di rinunciarvi a e prendere quella che lui costruisce con il suo lavoro privato. Quindi non è un emendamento né per i ricchi né per i professionisti della politica, è un emendamento che introduce la scelta al momento dell’elezione.
E’ una cosa completamente differente rispetto all’impostazione e alla lettura che tu gli hai dato.

PRESIDENTE. Siccome questo tema è stato già discusso non credo che valga la pena di sospendere la seduta. Ha chiesto la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Vorrei chiedere una consulenza al Direttore generale del Consiglio perché mi sembra di ricordare che questa è una cosa che attiene alla norma nazionale. Non vorrei che facessimo, come si dice in anconetano, uno strafalcione.

PRESIDENTE. Considerato che c’è questa richiesta, sospendo il Consiglio per cinque minuti.


La seduta è sospesa alle ore 19,20


La sedute riprende alle ore 19,25


PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Abbiamo tentato di risolvere questa questione in Commissione e in Aula e non ci siamo riusciti, ma questo non ci assolve dal dover ripresentare o ridiscutere il problema relativo ai costi della politica, così come erano inquadrati in alcuni emendamenti della minoranza.
C’è stato un tentativo di aggiungere a questa discussione un altro elemento attraverso l’emendamento del Vicepresidente Agostini, ma mi rendo conto che non ci sono le condizioni per procedere in maniera lineare, trasparente e chiara, per cui dal mio punto di vista chiedo che si torni nelle posizioni iniziali, si voti contro gli emendamenti che la Commissione ha visto precedentemente e si voti anche contro l’emendamento del Vicepresidente.
Quindi direi di azzerare questa questione anche se non siamo assolti dal dover riprendere questo dibattito in modo tale che lo status dei consiglieri e degli amministratori si inquadri attraverso un ragionamento di sobrietà, risparmio e riduzione dei privilegi.
Ora mi pare che in questo quadro non ci siano le condizioni per andare a mediare ulteriormente. Quindi si torni sulle posizioni e propongo, almeno al mio gruppo, di votare contro gli emendamenti presentati dal Consigliere Castelli e dal Vicepresidente Agostini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. In primo luogo ritengo che una discussione sui costi della politica sia da affrontare a 360 gradi. Già in Commissione abbiamo valutato, oltre agli aspetti legati alle funzioni dei consiglieri regionali, anche tutte le istituzioni che abbiamo creato nel tempo in questa Regione, mi riferisco alla gestione dei parchi e a tante altre situazioni che abbiamo realizzato.
Su questo argomento il gruppo di Forza Italia voterà contro gli emendamenti non perché essi in alcuni aspetti non siano condivisibili, ma perché tutta la normativa deve essere affrontata in un modo condiviso.
Chiedo, infine, al Consigliere Castelli e a tutti gli altri firmatari il ritiro di questi emendamenti. Lo chiedo complessivamente senza individuare quelli che hanno il diritto o il non diritto di essere discussi, perché devono far parte di un pacchetto condiviso di cui già alcune volte nella Conferenza dei Presidenti dei gruppi abbiamo parlato.
Penso che la maggioranza debba comunque stringere su questo tema e non rinviare ulteriormente come è stato fatto fino adesso, perché di questo problema ne abbiamo parlato già molto tempo fa, addirittura all’inizio di quest’anno.
Quindi, ripeto, prima di tutto invito il Consigliere Castelli e i firmatari a ritirare gli emendamenti e ribadisco che la posizione di Forza Italia è contraria alla votazione sparigliata di questi emendamenti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Ritengo che tutta la materia debba essere affrontata in maniera organica anche perché azioni di demagogia sono poco tollerabili. C’è un clima nel Paese che deve riportare il dibattito alla serietà delle cose. Anche perché se andassimo a verificare e a paragonare il nostro status con quello delle altre Regioni vedremmo che forse tutta questa cosa non c’è.
Questo, però, non ci esime dalla responsabilità di riaffrontare in maniera organica, fatto in maniera disorganica si creano solo delle ingiustizie. Per esempio sentivo parlare adesso il Consigliere Castelli sulla non cumulabilità dei vitalizi. Sono d’accordissimo, ma che valga per tutti, non che chi è stato fino a un mese fa in questo Consiglio regionale può fare il cumulo del vitalizio e da adesso in poi non si cumula più. Cerchiamo di ragionare in maniera organica per evitare che si creino ingiustizie e dare più responsabilità a noi e non a rincorrerci dietro la palla della demagogia, ma trovare punti di sintesi migliorativi per un impegno maggiore verso i cittadini marchigiani.
Se c’è questo tipo di impegno – detto dal Presidente del mio gruppo non dubito che questo possa essere vero – sono disponibile a ritirare l’emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Non credo – parlo a nome del gruppo di Alleanza Nazionale – di ritirare questi emendamenti che sono stati tacciati di demagogia in base a un’inversione della logica che, secondo me, vale la pena di essere denunciata, perché sono, nonostante il fatto che la nostra indennità sia una delle più contenute tra quelle della nazione, un contributo alla riflessione che è stata ampiamente coltivata e diffusa anche dal contratto nazionale, per esempio, che riguarda la risagomatura e il rimodellamento del sistema dei costi della politica.
Qualcuno ha evocato Grillo, qualcuno ha evocato posizioni di ostentazione di pauperismo. Niente di tutto questo, abbiamo individuato alcuni punti che seriamente e oggettivamente possono essere ridotti nel momento in cui, ahimé, questa Regione eroga dei servizi e fornisce delle attività che non sempre sono all’altezza dello sforzo dei cittadini.
Mi meraviglio che almeno una parte della maggioranza non voglia aderire a questi emendamenti che hanno il senso di dimostrare come non esiste una casta politica che si chiude nella torre d’avorio in un momento in cui le tasse sono alte, la pressione fiscale di questa Regione – non parlo del Molise o dell’Abruzzo – aumenta fino a 916 euro pro-capite, nel momento in cui – è il caso denunciato qualche giorno fa da Striscia la notizia -c’è necessità di aspettare cinque anni per una mammografia o centoventi giorni per un’urografia.
In questa fase, allora, abbiamo insieme individuato alcune cose serie, concrete, senza vendere nulla di strano e nulla di strumentale, che possano rappresentare un segnale importante e significativo di austerità in un momento in cui la situazione complessiva del paese e della regione non è delle migliori.
Quindi è sotto questo auspicio non moralistico, ma assolutamente oggettivo e concreto. che invito la maggioranza ad approvare questi emendamenti che, ripeto, hanno solo un semplice obiettivo. Per esempio, voi sapete che esiste l’istituto dell’indennità di missione, una indennità che viene assegnata al Consigliere regionale che va in trasferta per ragioni istituzionali, noi siamo Consiglieri regionali che già beneficiano di una indennità mensile, la riteniamo sufficiente a coprire anche gli eventuali costi di permanenza all’estero e in Italia nel caso di missione. Non mi sembra una cosa così rivoluzionaria, mi sembra solo di buon senso.
L’appello al buon senso è quello che faccio agli esponenti della maggioranza, al di là di destra e sinistra.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Mi associo alla richiesta del primo firmatario. Mi auguro che quest’Aula abbia la maturità di respingere tutti gli emendamenti presentati dal collega Castelli. I marchigiani devono sapere che non siamo dei satrapi delle finanze pubbliche e i “Pierini”, cioè coloro che vogliono fare fughe in avanti per dimostrare alla comunità marchigiana di essere più bravi degli altri, in realtà così non è.
Risparmiare poche decine di euro e tentare di cospargere questa Assemblea di un volto che non ha è una pratica che non mi piace.
Ho detto al collega Ricci che sono disponibile a rivedere in maniera più organica, senza paternità alcuna ma in maniera larga all’interno di quest’Aula, la condizione e lo status del Consigliere.
Rivendico – caro Presidente lei lo ha fatto in passato e gliene do merito – che questa Assemblea è la meno costosa d’Italia pur svolgendo un lavoro importante che ci obbliga a una costante presenza sul territorio, perché a differenza di altri noi non siamo nominati, ma siamo eletti per davvero con il sistema delle preferenze, e che piaccia o no è un sistema che impegna fortemente il Consigliere regionale rispetto al corpo elettorale.
Non mi vergogno di fare il Consigliere regionale ne mi vergogno, ed ho il coraggio di dirlo, delle indennità che percepisco. Perché un dirigente e un eletto del popolo in una democrazia compiuta non si deve vergognare di percepire delle indennità.
Richiamo tutta l’Aula a una maggiore dignità del ruolo degli eletti, perché se parliamo di antipolitica ne parliamo perché subiamo i processi, i dirigenti li devono guidare e subire. Questo è il mio punto di vista.
Mi auguro di trovare un ampio consenso all’interno di questa Aula perché conosco il pensiero di molti di voi. Pensiero che è così esplicito e così diretto nei colloqui personali che vorrei che trovasse rispondenza anche negli atti consiliari.
Per questo motivo chiedo il voto nominale a nome mio e dei Consiglieri Giannotti e Capponi. Invito a respingere tutti gli emendamenti a firma Castelli ed altri e chiedo l’impegno di quest’Aula a rivedere la questione in maniera più organica e ad equiparare alla media nazionale il compenso e le indennità di noi Consiglieri.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 036. Ritirato.
Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Non so se in quest’Aula c’è qualche epigono di Guy Debord, ma credo che nemmeno lui sarebbe stato capace di realizzare una situazione di questo tipo, perché veramente siamo al situazionismo vero.
Sono stati presentati alcuni emendamenti da parte del gruppo di Alleanza Nazionale che contenevano in alcuni casi giuste considerazioni, più in generale, invece, il tentativo di una allegoria della discussione sui costi della politica.
In Commissione avevamo tentato, e devo dire che ci eravamo quasi riusciti, una soluzione che aveva a che fare non con il senso comune che è quello che fa scivolare la politica nel “grillismo” – uso un termine dei quotidiani di questi giorni –, ma che cercava di recuperare il buon senso.
Il buon senso era di accogliere alcuni di questi emendamenti – tra l’altro uno di questi presentato dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio l’abbiamo già votato credo all’unanimità – che contengono considerazioni di assoluto buon senso che molte volte ci diciamo tra di noi, penso alla questione dell’indennità di missione.
La somma di questa riflessione avrebbe prodotto un passaggio e un’assunzione di responsabilità da parte di tutta quest’Aula, una discussione sincera e serena sulla organizzazione dei lavori del Consiglio e sui costi della politica, che ci doveva e ci deve consentire di andare assolutamente a testa alta tra i cittadini.
A volte qui si assume un certo atteggiamento che rivela una vera e propria falsa coscienza, cioè che questo ruolo in alcuni casi non è considerato per la dignità e per l’impegno che richiede, forse da noi per primi.
Allora un’operazione che avesse accolto quello che era un evidente buon senso e recuperato un’opportunità di discussione rapida, cioè indicando i tempi, e precisa, indicando i temi delle questioni che erano state sollevate con la presentazione di questi emendamenti, avrebbe consentito di evitare quello che rischia di rivelarsi – mi auguro non nelle cronache di domani – il succo di un dibattito come questo che c’è stato oggi in quest’Aula, che invece ha parlato di sanità, ha parlato di servizi sociali, ha parlato attraverso l’assestamento di interventi e di politica alta.
A volte il debordismo, cioè l’atteggiamento del situazionismo canaglia ce lo autoproduciamo. Questa è la mia considerazione.
Visto che da questo punto di vista non mi pare che esistano vincoli di maggioranza, il gruppo di Rifondazione Comunista i voterà quelli che erano gli emendamenti buoni che la Commissione nella sua unanimità stava accogliendo.

PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione dell’emendamento n. 36 il Consiglio deve votare la prosecuzione in seduta notturna.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 36 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Crediamo che se si vuole affrontare il problema serio di questa parte della discussione sul costo della politica, si dovrebbe fare una proposta organica della modifica della legge regionale sul trattamento economico dei consiglieri. Perché non si può con un blitz tutto strumentale e demagogico cercare di cambiare le carte in tavola, per farsi buona propaganda e poi lasciare le cose come stanno.
Come consiglieri regionali dei comunisti italiani vogliamo essere seri e rigorosi e discutere senza imbarazzo sulle questioni delle indennità, compreso il trattamento delle missioni quando esse ci sono – poche per la verità – ed il rimborso chilometrico, per le quali noi versiamo il 60% al nostro partito.
Questo potrà anche non interessare, ma in assenza del finanziamento pubblico dei partiti questo vuol dire che si utilizzano in modo serio e trasparente le risorse che vengono anche dal ruolo istituzionale di consigliere regionale.
Molti partiti, compreso il nostro – lo dico senza ipocrisie – se passasse una concezione finta, moralistica, che pensa solo alla presenza dei ricchi nelle istituzioni, non vivrebbero, perché in assenza del finanziamento pubblico dei partiti solo i ricchi potrebbero farsi la campagna elettorale, non essendoci uno strumento collettivo che permette la presenza nell’istituzione anche dei lavoratori, di chi viene come noi dal mondo della produzione.
Quindi affrontiamo il problema in maniera seria e rigorosa e soprattutto questa predica non può venire dal pulpito di chi ha abolito il finanziamento dei partiti, da chi si augura di avere un titolo sul giornale, ma sotto sotto vuole che non passi.
Noi ci impegniamo a presentare un testo di legge affinché sia rivista tutta la partita del costo della politica, delle indennità dei consiglieri e del rapporto tra consiglieri, presenze, lavoro nelle commissioni, doppi incarichi, lavori professionali, chi viene firma e se ne va, chi fa l’udienza in tribunale per telefono poi fa finta di stare in Consiglio.
Per essere seri, Consigliere Castelli, siccome lei è una persona molto rigorosa che entra nel merito, affrontiamo il problema attraverso la modifica della legge, in un testo organico, e guardiamo le cose come stanno.
E soprattutto dobbiamo lavorare affinché si ripristini sul serio un finanziamento pubblico e democratico ai partiti con strutture serie, in modo tale che si possano abbassare tutte le indennità, ad iniziare dai parlamentari europei e nazionali, dai senatori e dai consiglieri regionali.
Questo è un discorso serio, tutto il resto genera solo più qualunquismo di quello che c’è.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Approfitto brevemente dicendo che questi emendamenti sono di una semplicità disarmante. Non penso che la politica debba essere finanziata tramite le indennità, in ogni caso questo non c’entra niente in questo momento. Il finanziamento pubblico ai partiti esiste, ci sono i rimborsi elettorali e altri meccanismi come gli aiuti per la stampa, ecc..
Nell’emendamento n. 36 c’è la cancellazione dell’indennità di missione in favore dei consiglieri regionali che viene sostituita con il rimborso spese, mi sembra semplicissimo. Noi siamo già pagati, abbiamo una indennità, abbiamo tutto e se andiamo in missione…(interruzione)…oltretutto mi sembra che qui gli Assessori che hanno un’altra funzione siano esclusi da questa questione. Non voglio essere interprete dell’emendamento del Consigliere Castelli, però è logico che gli Assessori si spostano per dovere istituzionale mentre per i consiglieri regionali la missione deve corrispondere nel rimborso spese perché si spostano per vedere situazioni, per partecipare a congressi, ecc. che ritengono di loro interesse, quindi per una propria formazione personale collegata al loro compito.
A me sembra una misura semplicissima che condivido.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione dell’emendamento n. 36 per appello nominale partendo dalla lettera B.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Fabio Badiali no
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Sandro Donati assente
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi sì
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti si
Vittoriano Solazzi no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente
Luciano Agostini no
Michele Altomeni sì
Marco Amagliani assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 37 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Il senso di questo emendamento è cancellare l’automatismo che consente alle indennità dei consiglieri regionali di essere automaticamente modulate in aumento o in diminuzione per effetto dell’aumento corrispondente delle indennità dei parlamentari nazionali.
A noi sembra non corretto il meccanismo che prevede una procedura di aggancio automatico che non è frutto di una valutazione e che rimettiamo, secondo la nostra proposta, alla valutazione annuale del Consiglio.
Mi permetto di ricordare due cose: primo, che a livello nazionale il Governo Prodi sta valutando questo genere di misura; la seconda cosa importante, Consigliere Procaccini, è che raccolgo con estrema contentezza, felicità e compiacimento il proposito che avete manifestato di addivenire ad una rivisitazione organica del problema dei costi della politica.
Ci rivedremo in quella data, ci rivedremo in quella valutazione, ma in attesa che ciò accada, visto che di furbi è pieno il mondo, chiedo l’approvazione di questa misura.
Quindi, teniamo ferme le nostre proposte auspicando e aspettando il progetto di riforma.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Al di là del dibattito sui costi della politica, che in questo momento non mi interessa sollevare, vorrei far notare ai Consiglieri che questo emendamento in realtà va a sostenere quello che questo Consiglio regionale afferma da tempo, cioè che non può essere Roma che determina la vita delle Regioni. Questo emendamento di per sé è neutro, dice solo che il Consiglio regionale valuta annualmente la misura delle indennità.
Vorrei che mantenessimo un minimo di logica indipendentemente da quello che ognuno di noi pensa e valutassimo anche le ricadute del voto che diamo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Volevo motivare il mio voto contrario all’emendamento del Consigliere Castelli, perché tra l’altro, avendo la proposta di Finanziaria di quest’anno bloccato per cinque anni gli aumenti della indennità, ho paura che se passa l’emendamento poi la prima proposta del Consigliere Castelli possa essere quella di aumentare di più di quello che venisse eventualmente previsto dalla Finanziaria.
La Finanziaria lo congela quindi non ci saranno per cinque anni aumenti. Pertanto per non incorrere nel timore, caro Castelli, che tu possa proporre di aumentare di più di quel tetto, voterò contro.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Vorrei che quest’Aula ritorni ad essere un minimo più serena. Abbiamo votato, Consiglieri – non so se ve ne siete accorti – contro all’impianto dell’assestamento, tra le norme ne abbiamo votata una che sopprime l’indennità di missione, articolo 11, addirittura a decorrere dall’anno 2007, cioè in maniera retroattiva, per tutti coloro che sono amministratori degli enti pubblici operanti in materie di competenza regionale, componenti di commissioni, collegi e comitati istituiti nella regione o operanti nell’ambito dell’Amministrazione regionale, per esempio le case popolari, l’Erf, ecc.. Cioè i membri di commissioni non possono prendere le indennità di missione.
Adesso si grida “che avete fatto!”, “il ruolo dei Consiglieri regionali!”, quando lo abbiamo tolto a chi prendeva 20 euro di rimborso per le spese di partecipare ad un consiglio di amministrazione dell’Erap, e poi, invece, non ci moralizziamo quando ci sono cumuli di indennità? Stiamo un poco più sereni, abbiamo parlato di cose molto concrete e limitate a quella che è veramente un’anomalia di sistema.
Questo discorso l’avete iniziato voi in assestamento di bilancio, senza organicità di visioni che oggi si invocano dicendo “come mai adesso si sta discutendo di questo?”. L’avete scritto sull’articolo 11 e l’avete votato, avete tolto 20 euro di indennità di missione al consigliere di amministrazione dell’Erap!
Ma di cosa vi scandalizzate?! L’avete già fatto voi per delle cose che sono assolutamente infime. Noi diciamo solo per le indennità doppie, almeno, caro Assessore Agostini, l’automatismo con la Camera dei Deputati. La Camera dei Deputati ha congelato l’automatismo con la Cassazione, l’automatismo con i Magistrati, noi siamo agganciati alla Camera quindi se quell’automatismo riprende ne beneficiamo anche noi.
Quindi noi coerentemente diciamo, come la Camera si è sganciata dall’automatismo con la Cassazione anche noi ci sganciamo dall’automatismo della Camera. Non abbiamo detto niente altro.
Oggi si sta drammatizzando, si è stati anche un po’ troppo pesanti, si è detto “vedremo quello che faremo, controlleremo!”. Facciamo tutto, controlliamo tutto, ma facciamolo con la serenità e soprattutto con la coerenza. Con l’articolo 11 dell’assestamento di bilancio avete votato addirittura retroattivamente, cioè quelli che hanno preso i rimborsi a giugno per i consigli di amministrazione dell’Erap li devono restituire.
(…) E’ una norma dell’assestamento già votata, siamo all’articolo 16.
Comunque sia qui c’è scritto che si toglie questa indennità di missione e noi poi non possiamo discutere in questa Aula di quelle cose che sono anomale?!
Giustamente, come diceva la Consigliera Benatti, apriremo una discussione sui costi della politica, ma intanto togliamo le anomalie con coerenza.

PRESIDENTE Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Il gruppo consiliare di Forza Italia voterà contro questo emendamento per due motivi. Il primo perché, come ho già detto in precedenza, siamo contrari ad intervenire una tantum, siamo, invece, disponibili ad una trattazione più ampia della materia.
La seconda cosa è per un motivo molto più importante. Non capiamo perché in questo Paese e anche in quest’Aula si debba demonizzare costantemente lo scatto Istat dei Parlamentari e dei Consiglieri regionali e nessuno ha il coraggio di dire, e passa sotto silenzio, che la più grande casta di questo paese, che è quella dei magistrati al pari di quella dei giornalisti, si aumenta ogni anno del 6% le indennità senza porsi mai sotto giudizio di nessuno e nessuno dice mai niente. Nessuno ha il coraggio di dire queste cose perché sono caste intoccabili!
Questa è una vergogna nazionale che viene perpetuata in ogni assemblea legislativa costantemente! E’ una vergogna perché va contro lo spirito democratico che è alla base della vita civile di un paese moderno!

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera S.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti si
Vittoriano Solazzi no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente
Luciano Agostini no
Michele Altomeni sì
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali no
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Sandro Donati assente
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi assente
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 38 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Decaduto.

Emendamento n. 39 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. L’emendamento non tocca la “pagnotta”, quindi il Consigliere Solazzi lo può anche votare, perché è prevista una regolamentazione che richiedo per disciplinare i casi di sanzione già previsti nel nostro ordinamento nel caso di mancata partecipazione alle sedute istituzionali che si è tenuti a frequentare.
Sapete che già esiste un sistema sanzionatorio, ma a mio modo di vedere è un sistema che fa acqua da tutte le parti, per il semplice motivo che è invalsa la prassi per alcuni di venire, di firmare e di andarsene. Sfido i colleghi del centro-sinistra, per non dire i colleghi di Forza Italia, ad essere contrari ad un emendamento che troverà implementazione definitiva con l’avvio del sistema di votazione elettronico, che garantirà una valutazione concreta ed oggettiva dell’assiduità con la quale ciascun Consigliere regionale svolge il proprio mandato, salvo i casi di malattia, missione e quant’altro.
Spero che questo tipo di disciplina che viene peraltro rimessa all’Ufficio di presidenza o alla Giunta per quanto di competenza, possa trovare un rapido ingresso, proprio perché ritengo che la qualità dell’azione amministrativa possa fronteggiare anche il “grillismo”, ovvero ci si possa sottrarre all’accusa di demagogia se si sà esprimere con certezza al contribuente che comunque i servitori delle istituzioni sono tali anche dopo aver conseguito il risultato elettorale, quindi durante il quinquennio.
Chiedo il voto per appello nominale anche per questo emendamento, a nome mio, Romagnoli e Pistarelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. In considerazione della dichiarazione generale che ho fatto, dico che questo emendamento non lo voteremo perché è particolarmente rischioso. Forse non tocca la “pagnotta”, tra l’altro, e questo è anche il motivo per cui ho chiesto di parlare, chiedo un livello di confronto più sobrio e rispettoso per tutti noi, considerato che le opinioni con cui ci stiamo confrontando riguardano la dignità di ognuno di noi.
Al di là di questo la motivazione per cui questo emendamento è da noi considerato pericoloso è che l’esercizio della nostra funzione avviene anche nelle forme della non partecipazione all’Assemblea, avviene anche nelle forme della non partecipazione al voto, quindi, proprio a tutela dei diritti di democrazia che quest’Aula deve avere, questo emendamento è particolarmente rischioso e sta dentro un pacchetto di considerazione che non ci possono trovare consenzienti.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera M.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Katia Mammoli no
Francesco Massi no
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi assente
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi sì
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente
Luciano Agostini no
Michele Altomeni no
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali assente
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Sandro Donati assente
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 40 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. La finalità di questo emendamento è quello di prevedere la non cumulabilità del trattamento vitalizio, c.d. pensione, di cui godono i consiglieri regionali con altro trattamento vitalizio derivante dall’incarico di parlamentare europeo o nazionale. Cioè nel momento in cui una persona matura entrambi i diritti non ha diritto a quello regionale noi normiamo naturalmente la disciplina regionale.
Da una valutazione fatta con gli uffici abbiamo previsto che questa regola decorra per coloro che ad oggi non hanno acquisito entrambi i diritti per una questione tecnica inerente l’impossibilità di praticare un vulnus su quelli che sono i diritti acquisiti.
Così gli uffici ci hanno detto ed è per questo che abbiamo introdotto l’articolo 2 che circoscrive, pena l’incostituzionalità, il divieto di cumulo di vitalizi al novero di consiglieri che partiranno con la prossima legislatura.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Presidente, dopo questa votazione mi dovrò assentare dall’Aula, come già ho annunciato al mio capogruppo, per un impegno familiare improrogabile.
Volevo però, vista la delicatezza dell’argomento, che questa mia uscita non costituisse un motivo di valutazione per il fatto che non voglio esprimermi sugli altri emendamenti presentati su questo stesso tema.
Quindi ho preso la parola per lasciare agli atti del verbale di questa seduta che sono d’accordo con gli emendamenti presentati dal collega Castelli fino al n. 44, ad eccezione del n. 42 relativo al trattamento degli Assessori esterni perché ritengo che su questo argomento sia necessario un approfondimento che riguardi non l’entità dell’indennità, ma le modalità e le condizioni per cui questa viene applicata. Quindi una differenziazione è necessaria, ma a mio giudizio non può basarsi sulla quantità dell’indennità.

PRESIDENTE. Emendamento n. 40. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 41 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Questo emendamento per il quale chiedo il voto nominale a nome della collega Romagnoli e del collega Pistarelli ha un tenore simile di quello precedente, ma riguarda la sospensione dell’erogazione dell’assegno vitalizio, quindi della pensione, in favore dei soggetti che già percettori della pensione vengano eletti alla carica di parlamentare europeo o nazionale o altra carica che sia remunerata almeno per un importo superiore al 40% dell’indennità di carica del Consigliere regionale.
Quindi vogliamo introdurre un principio secondo cui se diventi parlamentare nazionale o europeo o comunque percettore di altra indennità pubblica, eviti di usufruire del trattamento pensionistico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. A parte che votare questo emendamento non dice nulla perché le cose stanno già così, ma ho chiesto la parola per dire due cose. La prima, è una questione che abbiamo già dibattuto altre volte ma cadiamo sempre nello stesso errore, è se è possibile evitare che in fase di assestamento si producano proposte di modifiche ordinamentali e normative. E’ una cosa che non possiamo più reggere, sia che si tratti di sanità o di altro.
In qualche caso si può anche scegliere di intervenire in forma organica su un provvedimento o, come suggeriva il collega Pistarelli, qualche volta non ci serve l’organicità ma ci serve un emendamento minimo che produca un qualche effetto. Tuttavia, nonostante eravamo d’accordo su questo anche in passato, bisogna evitare di ricadere in questo dibattito.
L’altra cosa, è che sul tema dei costi della politica oggi registro un dibattito che alla fine non mi esalta, forse qualcuno uscirà con la medaglia da moralizzatore della politica, ma a me interessa una cosa molto seria perché sono settimane che questo dibattito è incorso, per cui chiedo alla Giunta e al Consiglio, ai Consiglieri e alla II Commissione, a coloro che vorranno intraprendere questa iniziativa di impegnarsi a fondo nei prossimi giorni affinché la politica superi i privilegi. Queste sono cose già dette, sono normali, non serve la paternità. Molte volte gli interventi di qualche comico mi hanno profondamente amareggiato e offeso perché la politica che io ho vissuto è una politica sobria, seria, che non utilizza i privilegi, ma che sta sempre, come tutti noi, impegnata rispetto al tema per il quale uno è stato incaricato o rispetto al ruolo di Consigliere così come si è stati eletti.
Mi pare che il dibattito poi si intreccia, abbiamo visto che ci sono consiglieri che votano in maniera differente dall’indicazione del proprio gruppo, perché è evidente che in un clima come questo bisogna fare una proposta organica, seria, sul ruolo degli amministratori regionali e comunali.
Nelle Marche la nostra iniziativa potrebbe non essere così profonda perché in realtà siamo una di quelle Regioni che da questo punto di vista è virtuosa, forse è l’ultima, ci serve forse poco sforzo, ma lo vogliamo fare lo stesso. Quindi anche su questo emendamento si voterà contro.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera A.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Luciano Agostini no
Michele Altomeni astenuto
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali no
Stefania Benatti assente
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni assente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna sì
Sandro Donati assente
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi assente
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 42 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. L’emendamento per il quale chiedo il voto nominale a nome dei colleghi Romagnoli e Pistarelli ha lo scopo esplicito di disincentivare il reclutamento – se mi è consentito di usare questo parola – di Assessori esterni. In realtà lo prevede il nostro Statuto, ma credo che il nostro Esecutivo abbia fatto ricorso in maniera eccessiva all’istituto dell’Assessore esterno. Anche per questo proponiamo una norma secondo la quale lo stipendio dell’Assessore esterno, che quindi non è stato eletto dal popolo, ma che viene inserito nella Giunta per effetto di una decisione politica, proprio per evitare la lievitazione esponenziale del numero degli stipendi e delle “teste” da finanziare, sia limitato al 60% dell’indennità del Consigliere regionale.
Quindi propongo l’approvazione dell’emendamento teso esattamente a ridurre del 40% l’emolumento percepito dagli Assessori esterni a partire dal 1° gennaio 2008.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Uno può avere anche un giudizio diverso sulla legge che prevede la possibilità di avere nelle Assemblee elettive, addirittura in via esclusiva, Assessori esterni. Tuttavia in presenza della legge una proposta di questo tipo è odiosa, è discriminatoria. Secondo me la dovresti proprio ritirare a prescindere, perché è un atto che è al di fuori anche da un principio normale di convivenza. Quindi ti invito per la dignità tua e del Consiglio a ritirare una cosa di questo tipo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Caro Consigliere Procaccini, quello di chiedere atteggiamenti dignitosi al Consigliere Castelli è un esercizio inutile (…) mentre io ero fuori tu mi hai offeso.

PRESIDENTE. Consiglieri per cortesia moderate i termini.

Vittoriano SOLAZZI. (…) Ne è la testimonianza di questo atteggiamento scomposto.
Parlo sull’ultimo emendamento presentato da Castelli, non tanto per l’emendamento in se stesso, ma per esprimere il mio parere su questa sceneggiata che abbiamo messo in piedi oggi in questo Consiglio regionale.
E’ indignitoso per chi propone un metodo di lavoro come questo e finisce per essere indignitoso per tutti noi.
Le persone serie, al di là di qualsiasi professione fanno, ma tanto più quando svolgono un ruolo che i rappresenta i cittadini, hanno diverse opzioni per dimostrare la loro serietà. Una è quella di creare le condizioni affinché gli argomenti importanti si affrontino in modo serio e soprattutto produttivo.
Quindi credo – ne sono convinto non da oggi ma da sempre – che i costi della politica non ci azzeccano niente con i costi delle Istituzioni, questa confusione denuncia una ignoranza che è devastante per questo Paese e che va smascherata.
La politica è un fatto, il funzionamento delle istituzioni è un altro fatto. Mi trova assai sensibile, molto più che Castelli, il discorso di un approfondimento sui costi della politica, sulle modalità di come viene svolto il ruolo politico, sulla disparità di cui usufruiscono forze politiche piuttosto che altre. Così come mi trova assai sensibile un discorso serio sui risparmi nel governo delle istituzioni, ma che non riguardano soltanto gli organi di governo ma l’intera macchina.
Credo che forse pochi hanno questa stessa mia sensibilità perché non provengo da una vita di esperienza politica, ma provengo da una vita di lavoro nel privato per cui so per certo che ottimizzare le risorse disponibili, cercare i risparmi e conseguire gli utili – qui conseguire efficienza e risultati – è un imperativo che deve caratterizzare i comportamenti di coloro che hanno una responsabilità nel governo di un’azienda, di una istituzione, di un ente.
Sono sensibilissimo su questi temi ed è per questo che considero indignitoso e un’offesa alla intelligenza dei cittadini e all’intelligenza di questo consesso, sapendo che sarebbe scaturita soltanto demagogia e nient’altro, affrontare un punto all’ordine del giorno come il consuntivo e l’assestamento per intraprendere un discorso vasto come quello sul buon funzionamento delle istituzioni che riguarda i ruoli degli istituti rappresentativi, riguarda il ruolo della dirigenza, dell’efficienza, riguarda una serie infinita di valutazioni che dobbiamo fare, che ci compete fare, ma che ci compete fare con serietà e non per altro proponendo. Mi meraviglia che fai l’avvocato mentre fai il Consigliere regionale. E anche questo lo considero immorale perché fai l’avvocato e proponi degli emendamenti che dovrebbero essere respinti perché non sono ammissibili! (…) Tu lo sai che non sono ammissibili e hai proposto questi emendamenti perché sapevi che non sarebbero mai passati. Questa non è serietà…

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Per cortesia, Concluda Consigliere Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Concludo quando avrò esaurito il tempo. Vorrei capire perché per qualcuno il tempo dura di più e per qualcun altro di meno.

PRESIDENTE. E’ cinque minuti per tutti.

Vittoriano SOLAZZI. Concludo dicendo che questo argomento è così serio e su questo argomento sono così sensibile che quello che abbiamo fatto oggi la trovo una cosa assolutamente disdicevole.
Qualcuno ne porta la responsabilità e addito questa responsabilità a una persona in modo particolare, a un gruppo che vuole approfittare, che fa demagogia per devastare le istituzioni e trasformarle in una palestra nella quale si può fare impunemente qualsiasi tipo di esercizio. Ma i cittadini sono consapevoli che i problemi seri…(…) Io ti denuncio per questa frase!

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri! Prima di passare alle votazioni per appello nominale così come richiesto, chiedo ai Consiglieri di comportarsi in modo civile, occorre ripristinare un clima che si addice a questo Consiglio, perché credo che la preoccupazione di tutti dovrebbe essere quella che domani non appaia sulla stampa, quindi ai cittadini marchigiani, il fatto che il Consiglio regionale ha discusso e approvato provvedimenti importantissimi per le donne e per gli uomini marchigiani, ma che invece ha litigato su problemi che tutto sommato sono secondari.
Quindi riprendiamo il rispetto degli altri. Ha chiesto la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Non l’ho fatto prima quindi lo vorrei fare ora. Comunico che mi sono astenuto perché ritengo che i temi posti dal Consigliere Castelli nei suoi emendamenti rientrano, come è stato riconosciuto da tutti, sicuramente tra gli elementi necessari al dibattito attuale dei costi della politica e, come ha precisato il Consigliere Solazzi, delle istituzioni, ma ritengo che in questa fase di approvazione dell’assestamento non siamo nella sede migliore e questo l’avevo già esternato.
Sicuramente abbiamo in questo paese e anche qui da noi un’anomalia, l’abbiamo detto altre volte, andiamo un po’ dietro alle mode. Non può essere che si affronta questo importante argomento dei costi della politica e delle istituzioni dopo la pubblicazione di un libro e dopo che un comico scende in piazza.
Se ci pensiamo bene questi temi sono stati sempre in discussione anche qui, ma adesso la politica corre dietro a queste performance. Tanto per capirci tra di noi, le file che c’erano per firmare la petizione di Grillo ci sono state perché il primo punto era “scegliamo i deputati con la preferenza”. Diciamoci la verità, siccome il 95% dei nostri rappresentanti non vuole la preferenza, poi non ci lamentiamo se uno scende in piazza per raccogliere migliaia di firme su questo.
Quindi prendiamoci le colpe ma senza flagellarci – come diceva prima Luchetti – però dobbiamo dire ai nostri partiti a Roma che devono pensare a questa partita (sistema tedesco, sistema uninominale o primario, ecc.) perché è una esigenza che i cittadini hanno e a me dispiace che la ponga Grillo o quell’altro che fa i miliardi con un libro.
Quindi dobbiamo riportare nelle Aule questa discussione seria e farla in un recinto ben preciso, cioè dicendo “oggi dobbiamo parlare dei costi delle istituzioni e della politica”.
Nel merito dico al Consigliere Castelli che voto contro questo emendamento per un semplice motivo. Considero un’anomalia – il Presidente e gli Assessori lo sanno, non me ne vogliano – il numero degli Assessori esterni in questa Regione, però dico che l’Assessore esterno è previsto dallo Statuto, noi avevamo fatto comunque la proposta per prevederne un numero limitato. Quindi se uno è Assessore esterno non lo punirei con la riduzione che hai messo tu, ma gli riconoscerei le stesse indennità dei Consiglieri, anche se, ripeto, sanzionerei il fatto che c’è un’anomalia numerica.
Capisco il motivo per cui l’hai fatto, Consigliere Castelli, ma non sono d’accordo per la riduzione delle indennità, quindi a questo emendamento voto contro.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Voglio esprimere il mio voto contrario a questo emendamento. Vorrei fare, comunque, una piccola considerazione. A me dispiace profondamente fare in questo modo una discussione importante come questa che ci ha massacrato – scusate se uso un termine un po’ aggressivo – in questi ultimi mesi (…) Consigliere Luchetti, ognuno fa come vuole, io ho votato, riflettendoci, per ogni emendamento a seconda di come lo ritenessi valido o meno. Anche perché non se ne è parlato prima, tu stesso non mi hai consigliato ne mi hai chiesto di sentirci per definire una linea comune, per questo mi sono sentita libera. Comunque ritengo che alcuni emendamenti potevano essere condivisi insieme senza fughe in avanti, così come sono state fatte – mi perdonerà il Consigliere Castelli – dal gruppo di Alleanza Nazionale.
Questo ultimo emendamento ritengo non possa essere condiviso, ma credo che siamo stati un po’ tutti superficiali. Non credo che domani sulla stampa si potranno rilevare atteggiamenti più o meno virtuosi da parte di un gruppo o da parte di qualche Consigliere, saremo di nuovo tutti sulla stampa dove non appariranno migliori Castelli, Ortenzi, Benatti o Binci che hanno votato a favore, ma saremo tutti nella stessa mischia.
Quindi penso che dovevamo tenere un comportamento più tranquillo, più sereno, anche perché questo è il tema dei temi.
Non so se voi come me andate in giro. In questi giorni di campagna elettorale per le primarie del Partito Democratico ho incontrato la gente nei mercati e questo era il tema primo che veniva affrontato da cittadini comuni.
Quindi questa sera, purtroppo, ci siamo avventurati in una situazione disdicevole e sinceramente molto grave perché comunque appariremo tutti, sia chi ha votato a favore che chi ha votato contro gli emendamenti, come quelli che invece di affrontare un argomento così importante nelle dovute sedi e con le dovute attenzioni lo buttano un po’ in pasto, in maniera anche molto differenziata, in Consiglio. Questo è un argomento importante proprio perché sono i cittadini che lo ritengono tale, non sottovalutiamolo.
Non credo che si possa definire “vigliacco” un comportamento, come mi è stato buttato là poco fa, solo perché ho votato i maniera difforme dalla maggioranza del mio gruppo o di tutta la maggioranza, perché ritengo che ognuno in Consiglio possa fare ciò che ritiene giusto. In ogni caso domani non mi sento di affrontare i cittadini, con i quali dobbiamo dialogare e per i quali dobbiamo presentarci nella giusta maniera, per una situazione che non abbiamo discusso, e quindi per poterla presentare all’opinione pubblica come avremmo voluto.
Ritengo che questo argomento debba essere un argomento da riprendere al più presto. Mi auguro che il Consigliere Castelli attraverso la stampa non abbia fatto dichiarazioni che possano aver messo in cattiva luce tutto questo consesso, proprio perché questa sarebbe una penalizzazione per tutti e non soltanto per quelli che comunque hanno votato in un modo diverso dal suo.


Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera A.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Luciano Agostini no
Michele Altomeni no
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali no
Stefania Benatti assente
Massimo Binci assente
Giuliano Brandoni no
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli no
Giacomo Bugaro no
Franco Capponi no
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi no
Giancarlo D’Anna assente
Sandro Donati assente
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti no
Katia Mammoli no
Francesco Massi no
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli assente
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini no
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi no
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori no
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi no
Gian Mario Spacca no
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 43 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 44 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 45 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 17.
Emendamento n. 46 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 47 (aggiuntivo) del Consigliere Luchetti . Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 048 dell’Assessore Petrini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 48 (aggiuntivo) dell’Assessore Petrini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 48 bis (aggiuntivo) della II Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19.
Emendamento n. 49 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19 bis.
Emendamento n. 50 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 19 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

Emendamento n. 51 (aggiuntivo) del Consigliere Rocchi. Ritirato.

Emendamento n. 52 (aggiuntivo) del Consigliere Viventi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 20. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20 bis.
Emendamento n. 53 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non ho ben capito la portata soprattutto del primo comma dell’articolo 20 bis. Possiamo autorizzare, addirittura rendendolo una norma, una vendita a un prezzo inferiore a quello disposto da perizia tecnico-economico affidata dalla Giunta regionale a dei tecnici?
Noi stiamo parlando dell’immobile di Tolentino, quindi non ritengo che possa essere legittimamente votata una normativa formulata in questa maniera. Perché o c’è una diversa valutazione per esigenze di mercato, altrimenti, possiamo andare sotto a stime senza incorrere a eventuali sanzioni o richiami da parte della Corte dei Conti o degli organi che sovrintendono alle questioni erariali che riguardano gli enti pubblici?
Ho molte perplessità sul primo comma perché dare un’autorizzazione a vendere ad un prezzo inferiore non è possibile. O si rifà un altro tipo di percorso anche di carattere tecnico oppure non penso che possa essere votata la formulazione di questo tipo di comma.

PRESIDENTE. Emendamento n. 53. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 20 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20 ter.
Emendamento n. 54 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 20 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20 quater.
Emendamento n. 55 dei Consiglieri Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 20 quater. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 56 (aggiuntivo) dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. L’emendamento in realtà mutua in maniera pedissequa una proposta di legge giacente dal mese di luglio a firma del Consigliere Ricci.
Perché ho ritenuto, insieme ai colleghi del gruppo, di riproporlo in questi termini? Perché pur consapevole che si tratta di un articolo che ha un contenuto normativo sostanziale, ho fatto la valutazione che in questa proposta di assestamento avevano già trovato ingresso altri emendamenti di natura sostanziale – abbiamo appena votato quelli di Petrini, di Luchetti e di Mezzolani –.
La legge nazionale affidava alle Regioni l’obbligo di legiferare in materia di certificazione degli impianti entro il 4 ottobre. La Regione Marche non lo ha fatto, producendo così l’effetto alle Province, in assenza di una normativa di riferimento, questo meccanismo spesso oneroso relativo alla verifica degli impianti termici.
L’argomento è così ritenuto significativo dai Presidenti delle Province che lo stesso Presidente dell’Unione delle Province marchigiane, Ucchielli, non più tardi del 16 luglio 2007 scriveva al Presidente Spacca chiedendo un immediato intervento normativo da parte di codesta Regione in materia di controllo del rendimento degli impianti termici, motivata dall’urgenza di apportare dei correttivi alla vigente normativa che consentano di superare le iniquità – questo lo dice Ucchielli – che il vigente sistema determina la ripartizione tra i cittadini dei costi relativi agli accertamenti e alle ispezioni degli impianti termini.
Il Consigliere Ricci molto opportunamente ha colto questa esigenza rappresentata dall’Unione delle Province marchigiane e ha fatto questa proposta di legge.
Purtroppo i tempi tecnici per l’approvazione della legge hanno portato allo sforamento del 4 ottobre e oggi c’è l’assoluta urgenza, invocata dal Presidente Ucchielli, rivolta a sollecitare un intervento normativo, se non altro per mettere la parola fine a quel balzello improprio, ma reso legittimo dalla normativa nazionale, che oggi come oggi porta società private che agiscono in convenzione con le amministrazioni provinciali a reclamare contributi significativi di 80 euro per la verifica delle caldaie.
E’ risaputo che in queste settimane si sono sollevate le proteste di tutte le categorie interessate, proprio perché la Regione ha omesso il suo intervento e quindi di fatto autorizza, in ragione della propria inerzia, quelle società a reclamare, minacciando anche interventi coattivi e forzosi, questo balzello incredibile di 80 euro.
Pur riconoscendo al Consigliere Ricci il merito di aver avuto questa intuizione, dico che non ci sono più i tempi per assecondare l’iter normativo ordinario in quanto pur essendo una legge perfettibile c’è necessità di corrispondere a quello che ci viene invocato dalle Province.
So che esiste anche un ordine del giorno, non so se sottoscritto dallo stesso Consigliere Ricci o dal gruppo di Forza Italia, ma proporrei di approvare questo emendamento e subito dopo di perfezionare la normativa così come richiesto dal Consigliere Giannotti che prima me ne parlava.
Quindi andiamo incontro al cittadino, evitiamo di autorizzare le società che oggi fanno le loro incursioni all’interno degli appartamenti marchigiani invocando l’inerzia della Regione come strumento utile e necessario a fare queste incursioni, dopodichè la Commissione competente e la seconda Commissione vareranno un testo perfezionato. Così facendo intanto avremo messo fine a questo scempio definito tale non da me, ripeto, ma dal Presidente Ucchielli.
E’ del luglio scorso la proposta dell’Unione delle Province marchigiane che i costi relativi ai controlli sugli impianti termici non vanno posti a carico degli utenti privati. Questo non lo dico io, ma lo dice Palmiro Ucchielli.
Approviamo, quindi, la proposta del Consigliere Ricci, a cui doverosamente devo riconoscere questo merito, ma facciamolo ora, e subito dopo facciamo una proposta migliorata, fatta e concertata con gli organismi interessati, secondo anche quello che aveva chiesto il Consigliere Giannotti.
Per tutto questo confermo il nostro emendamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Consigliere Castelli è sordo ai miei ripetuti richiami sul rispetto dei tempi. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Il Consigliere Castelli ha ammesso candidamente di avere mutuato la proposta di legge che ho presentato, ma non è un fatto di paternità, non mi interessa se poi anche la Giunta se ne appropriasse e attraverso gli uffici e le Commissioni la approfondisse, perché in ogni caso il problema esiste.
Tra l’altro l’emendamento è sbagliato, Castelli, perché questa proposta di legge tu l’hai ricopiata uguale per cui scrivi anche “i criteri per uniformare la disciplina del bollino verde sono disciplinati con atto della Giunta entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge”. Questo è un emendamento, quindi mi sembra ridicolo che venga copiata integralmente la mia proposta di legge.
(…) Allora Consigliere Castelli ti chiedo di fare il contrario, aiutaci a fare insieme un percorso più rapido per arrivare all’approvazione di questa proposta di legge.
Il percorso più rapido si potrà fare se ritiri l’emendamento in quanto se lo mantieni saremmo obbligati a votare contro. Sai Perché? Il problema del risparmio energetico delle caldaie di civile abitazione è serio, riguarda i controlli, le verifiche, i costi, i bollini verdi e le autocertificazioni, è una cosa che conosciamo e che ci pesa tanto perché quei costi non possono essere più sopportati. Pertanto, non appena questa legge è stata esaminata da alcune organizzazioni, Cna, Confcommercio, Assindustria, ci hanno chiamato per dirci che tutto sommato stavamo recuperando il tempo, dato che il termine scadeva l’8 ottobre, ma che non era perfetta, cioè che ha bisogno di approfondimenti e di essere migliorata.
Se ora congelassimo con un emendamento commetteremmo un grave errore; se inserissimo in un emendamento una legge - che tu dici anche di voler modificare - significherebbe blindarla, successivamente dovremmo ritornarci, ma non lo faremo perché tanto le cose finiscono sempre così.
Quindi visto che l’urgenza c’è credo che tu debba ritirare l’emendamento, per poi darci in un tempo ragionevole una corsia preferenziale per la discussione di questa proposta di legge che la Giunta spero faccia propria. Questa credo sia la soluzione migliore.
Tra l’altro il Consigliere Castelli sa benissimo che se bocciassimo questo emendamento dovranno, mi pare, decorrere sei mesi prima di poter ripresentare atti di argomento identico, per cui cadremmo in una contraddizione sia rispetto all’urgenza che rispetto all’allungamento dei tempi che verrebbe prodotto da questo Consiglio.
Se il Consigliere Castelli si rendesse conto che possiamo insieme dare una risposta entro breve tempo al problema del risparmio energetico relativo alle caldaie di civile abitazione forse oggi in questo Consiglio porteremo a casa qualcosa di serio rispetto ai dibattiti precedenti. Se si ostina, invece, anche in questo caso – tra l’altro ha utilizzato una legge presentata – a voler essere il primo della classe su tutto, non rendendosi conto che questo è un tema serio che deve essere approfondito anche attraverso le dovute consultazioni, allora siamo di nuovo a ripercorrere il dibattito che ci siamo portati dietro fino a questo momento.
Mi appello al buon senso di quei Consiglieri che all’interno delle Commissioni potranno approfondire, modificare e dare i contributi necessari su questa delicata normativa che pesa sui cittadini delle Marche. Fare questo in breve tempo in modo che entro un paio di mesi, non di più, questa legge possa arrivare in Consiglio per essere votata.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Condivido le preoccupazioni richiamate nella discussione sui ritardi, sulla difficoltà di comprensione del ruolo delle istituzioni locali che ha creato, questo è indiscutibile, qualche problema sul territorio, nel rapporto con gli operatori ma soprattutto nel rapporto con i cittadini.
Sono state poste con forza due questioni, una è quella dello snellimento delle procedure e l’altra è sul costo di questa procedura che deve essere sempre meno onerosa. E’ stato posto anche il problema del costo delle verifiche, quindi della complessità.
Rispetto a questo c’è stato un dibattito sul quale sono intervenuti il Consigliere Ricci, il partito di Castelli e in maniera ripetuta anche la mia Provincia.
Oggi ci troviamo di fronte a due atti molto simili fra loro, c’è una proposta di legge presentata dal collega Ricci a luglio che in qualche modo vuole mettere ordine a questa materia e c’è un emendamento del gruppo di Alleanza Nazionale che va nella stessa direzione.
Mi viene da chiedere, perché non troviamo una modalità per fare una sintesi di queste due proposte che vanno nella stessa direzione?
Il Consigliere Ricci ha detto che questo emendamento così come posto ha alcuni aspetti che non sono del tutto chiari o comunque non sarebbe ben accolto dagli operatori del settore, per cui il suo gruppo voterà, se permarrà questa proposta emendativa, contro, quindi la maggioranza del Consiglio si appresta a votare contro questo emendamento. Questo fatto, se dovesse avvenire, visto il contenuto dell’emendamento, interromperebbe la procedura per rimandare al mese luglio del 2008 l’approvazione di una legge giusta, di una legge che i marchigiani aspettano.
Il senso dell’ordine del giorno che abbiamo presentato, che potrebbe anche essere emendato facendo un preciso riferimento ai due atti in campo, perché non è che vogliamo assumerci come gruppo di Forza Italia il merito di questa vicenda, è quello di impegnare il Consiglio regionale a licenziare un atto legislativo in tempi brevi e per questo abbiamo anche fissato una data, abbiamo detto che entro il prossimo 15 novembre bisogna arrivare all’approvazione di questa legge che decorrerà dal 1° gennaio.
Credo che questo sia un gesto di grande responsabilità che va incontro agli interessi dei cittadini marchigiani.
Per questo pregherei il collega Castelli di ritirare l’emendamento e di votare con noi, e credo con tutto il Consiglio, questo ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. E’ una proposta concreta che si può accettare purché la maggioranza, il Governo regionale ed il suo Presidente si impegnino su questo.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Sono stupefatta, guardando su internet, che i Consiglieri regionali, specialmente Castelli, si dilettino a fare esercizio di copiatura. Perché se c’era una legge presentata da un altro Consigliere forse sarebbe stato più opportuno che il Consigliere Castelli esercitasse la sua azione per presentare qualche altra proposta di legge invece che fare esercizio di copiatura!
Sono d’accordo di votare contro l’emendamento e di approvare l’ordine del giorno, ma penso che sia corretto nei confronti del Consigliere Ricci che nell’ordine del giorno venga riconosciuto che la proposta di legge che dovrà essere discussa è già stata presentata.
Questo mi pare corretto anche perché i veri costi della politica sono anche questi, secondo me, cioè la discussione su questioni che sono già all’ordine del giorno delle Commissioni fatte per il protagonismo.
Credo che questa Regione abbia bisogno di altro e che la discussione che è stata fatta prima sia legata anche al fatto che qualcuno deve giustificare la propria presenza nelle Assemblee legislative.
Questo fa la vera demagogia e l’antipolitica, cioè quando si mette in discussione il ruolo delle istituzioni e di chi le rappresenta, pensando di risolvere i costi della politica con quattro emendamenti che nel merito non toccano assolutamente niente.
Quindi credo sia opportuno che il gruppo dell’Ulivo, che fa riferimento al Partito Democratico, faccia una proposta di legge in questo senso, molto seria, verificando bene quali sono gli sprechi, dove sono, e introducendo anche qualche elemento di innovazione in qualche nostro istituto, che in qualche modo potrà dare il segnale vero che abbiamo recepito quello che i cittadini hanno discusso in questi mesi di grande dialogo, non perché ce lo dice il Consigliere Castelli ma perché riteniamo che le istituzioni abbiano un valore che dobbiamo difendere.
Noi presenteremo una proposta di legge e sono convinta che il Consigliere Castelli, così sensibile ai costi della politica e alle conseguenze sulle Assemblee legislative, sarà d’accordo nell’approvarla.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno il gruppo dell’Ulivo l’approverà se verrà inserito, ripeto, il riferimento esplicito alla proposta di legge del Consigliere Ricci, visto che il Consigliere Castelli ha ammesso di essersi dilettato in un esercizio di copiatura.
La nostra indennità meriterebbe un lavoro un po’ più completo!

PRESIDENTE. Consigliere Castelli ritira l’emendamento?

Guido CASTELLI. I vaneggiamenti della Presidente del Pd mi indurrebbero a fare una cosa diversa, ma sono più intelligente di quello che pensa quindi sono disponibile a distribuire tutti i dati sul numero di proposte di legge, di interrogazioni, ecc. che ho presentato, ma capisco che ora la Consigliera è molto stanca, anche se è soddisfatta! Stia tranquilla Consigliera io sono anche una persona che sa perdonare!
Dunque, a parte questi vaneggiamenti, troviamo un accordo costruttivo per fare in modo – il Consigliere Ricci ha siglato l’ordine del giorno insieme a me e agli altri colleghi Consiglieri – che la normativa venga adottata entro il 15 novembre.
Questo è l’impegno, quindi ritiro l’emendamento e accedo alla richiesta condivisa di arrivare entro il 15 novembre all’approvazioni della legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Noi voteremo questo ordine del giorno, ma mi pare che anche questo atto dimostri un po’ uno scadimento del Consiglio. Perché abbiamo una proposta di legge che è calendarizzata, che è in itinere, quindi impegniamoci a discuterla e ad approvarla in modo che nessuno possa mettere la targhetta a destra e sinistra.
Questo lo dico per voi, lo dico per il decoro complessivo senza volermi sottrarre. (…) Non è questione di firma, noi non abbiamo bisogno di firmare, c’è una legge, quindi discutiamola ed approviamola, questo è quello che voglio dire.

PRESIDENTE. Emendamento n. 56. Decaduto.

Articolo 21. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 ter. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21 quater.
Emendamento n. 57 dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 21 quater. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 22.
Emendamento n. 58 dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti, Massi, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 22. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 59 (aggiuntivo) del Consigliere Capponi che ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questa è una proposta che la Casa delle Libertà ha fatto soprattutto prendendo spunto dalle strategie e dalle politiche in materia di gestione dei rifiuti più volte richiamate dalla maggioranza, ma senza che per favorire questo siano stati adottati atti concreti. Con questa proposta intendiamo privilegiare attraverso una riduzione di costo di smaltimento quelle realtà comunali che arrivano a fare percentuali di raccolta differenziata, che rispondono al decreto Longhi e all’ultima Finanziaria.
Ritengo che non ci siano difficoltà ad approvare questo emendamento e speriamo che ciò sia evidente.

PRESIDENTE. Emendamento n. 59. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 60 (aggiuntivo) del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 61 (aggiuntivo) del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 62 (aggiuntivo) del Consigliere Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 23 (dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Chiedo al Consiglio regionale di approvare dopo questo atto, magari senza relazione, anche il Piano triennale per le politiche attive del lavoro che riveste un’urgenza, perché dall’approvazione di questo atto di programmazione derivano anche le leggi di settore sulle risorse alle imprese e al mondo del lavoro.


PRESIDENTE. C’è ora l’ordine del giorno, presentato sulla proposta di legge regionale n. 181, a firma dei Consiglieri Giannotti, Tiberi, Ciriaci, Bugaro, Capponi, Santori, Cesaroni sulla “Necessità di approvare una legge di adeguamento alla normativa regionale di controllo di impianti termici”. Su questo è stato presentato anche un emendamento a firma dei Consiglieri Ricci, Pistarelli, D'Anna, Giannotti, Castelli che vuole evidenziare che c’era già una proposta di legge presentata.

Emendamento. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di legge n. 173
della Giunta regionale
“Approvazione del rendiconto generale dell’amministrazione per l’anno 2006"
Votazione finale

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 173, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di legge n. 181
della Giunta regionale
“Assestamento del bilancio 2007”
Votazione finale

PRESIDENTE. Proposta di legge n. 181, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 21,20





Allegato: relazione del Consigliere Fabio Pistarelli sulle proposte di legge n. 173 e n. 181

1) RITARDI. Sono diventati una regola:
- il bilancio 2007 è stato presentato il 9 gennaio 2007 (approvato il 21 febbraio) anziché ad ottobre 2006;
- tardiva la presentazione del rendiconto 2006 (pdl n. 173/07), anziché il 30 aprile 2007 è stato il presentato l’11 giugno 2007. Pressoché alla scadenza della data prevista al 30 giugno per l’approvazione in Consiglio regionale;
- tardiva la presentazione dell’assestamento 2007 (pdl n. 181/07), 23 luglio 2007, ben oltre la scadenza del termine del 30 giugno che la legge stabilisce per l’approvazione in Consiglio regionale.
Siamo a metà ottobre a parlare di queste due proposte di legge, quando è quasi ora che la Giunta ci presenti il bilancio 2008.
Ma, forse, non è il caso di preoccuparsi perché il bilancio arriverà come al solito “tanto per farlo”, visto che da tempo il bilancio vero è identificabile con l’assestamento quando, chiuso il rendiconto dell’anno precedente, si potrà calcolare quanti residui perenti si potranno “scippare” per mettere insieme una “torta” di risorse che consenta una “onorevole ripartizione” tra i vari Assessori in concertazione con le solite lobbies.
2) CARENZE. Vorrei chiedere tra la copiosa documentazione dove trovare la relazione esplicativa contenente anche le notizie sullo stato di attuazione del Poa (Programma operativo annuale) così come dispone il comma 2 dell’articolo 28 della legge di contabilità.
3) RISULTATI DEL RENDICONTO. Il consuntivo 2006 si chiude con un disavanzo di oltre 142 milioni, per la precisione 142.390.116,80, quello che la relazione umoristicamente definisce a pag. 94 “Saldo finanziario effettivamente disponibile negativo di euro 142 milioni” (testuale!).
Poi si esulta perché migliora di circa due milioni rispetto al 2005. Cosa ci sia da esultare ce lo dovete spiegare! Noi siamo seriamente preoccupati e credo che debbano esserlo anche i marchigiani, supertassati e ancora tassati dal 2002, quando si registra un deficit che rappresenta circa il 35% (cioè più di un terzo) delle entrate annuali libere della Regione.
Ma non è tutto perché questo disavanzo non contiene i disavanzi delle società a partecipazione regionale (Aerdorica, Fiere, Svim, Interporto, ecc.), è al netto dei deficit sanitari (42 milioni ante anno 2005 - 96 milioni, anzi, 105 milioni come ci ha recentemente svelato l’Assessore Marcolini in Commissione, per il 2006).
Per tornare in pareggio, cari colleghi, dovremmo chiudere la Regione per un anno e non fare nulla, ammesso che si possano non pagare i dipendenti, i Consiglieri, i canoni e le spese di mantenimento aziendali! Lo dico per sorridere, anche se, diversamente, dovremmo piangere!
4) La sede vera per il bilancio è, come dicevo, l’annuale assestamento. Si riscrive per gran parte; dagli stanziamenti decisi, salvo quanto la Giunta ha nel frattempo già fatto per conto suo in virtù delle troppe e ampie deleghe che vengono date nella gestione e che, di fatto, espropriano le prerogative del Consiglio regionale e annullano i diritti dell’opposizione. Dovremmo rivisitare queste deleghe e limitarle.
Poi si stanzia, tutto quello che era rimasto fuori viene imbarcato, tanto ci sono i perenti, un debito che si trasforma in risorse. L’operazione stanziamento è sempre più clientelare, non è più nemmeno a pioggia, come si osava dire, ma spray, nebulizzazione! Per non dirla all’inglese: retail (somministrazione al dettaglio!). (vd. Tab. 7)
Come si può assistere con indifferenza ed in silenzio a questi saccheggi? Altro che programmazione! Invece di procedere al risanamento e alla restituzione delle tasse del 2002, che dovevano cessare nel 2005, si procede nel disinvolto atteggiamento di ampliare la spesa - altro che riduzione - e di dilatare l’indebitamento. Si continua a parlare di capienza quando invece il vero problema è il costo delle rate che nel 2007 sfiora i 110 milioni di euro per i prestiti accesi e che arriveranno ad oltre 150 milioni visto che - come ha riferito l’Assessore Marcolini in Commissione - occorre accingersi ad accenderne almeno una parte di quelli autorizzati.
Dicevo poco fa che il bilancio 2007, che ora viene assestato, era stato presentato dalla Giunta il 9 gennaio 2007 e cioè a gestione di accertamenti/incassi – impegni/pagamenti ormai conclusa, per certe fasi ancora prima del 31 dicembre 2006.
Richiamo queste circostanze perché gli scostamenti delle previsioni dei residui attivi, di quelli passivi, della giacenza di cassa al 31 dicembre e del presunto del saldo finanziario che nell’assestamento gli articoli 1, 2, e 3 vanno a rideterminare, rispetto alle previsioni, sulla scorta dei dati del rendiconto, sono in alcuni casi assurdi.
Alcune previsioni non sarebbero giustificabili neppure se il bilancio fosse stato presentato a fine ottobre, da presa in giro con la presentazione ad esercizio 2006 praticamente chiuso.
Vogliamo essere ragionevoli sui residui attivi dove lo scostamento è appena del 10% (sono comunque 400 milioni). Ma le altre voci? I residui passivi erano sovrastimati di oltre il 20% (cioè di oltre 7.509 milioni); il saldo finanziario (avanzo contabile) era sottostimato di oltre 400 milioni (scostamento superiore al 50%); la giacenza di cassa assurdamente stimata a 70 milioni era di ben 37 volte inferiore alla reale consistenza di 2.704 milioni.
La sola giacenza di cassa presso il tesoriere (Banca delle Marche) è quasi il doppio dell’intera giacenza stimata.
Io se non avessi a portata di mano una postazione Bancomat o non potessi gestire il conto on line, telefonerei alla banca per chiedere il saldo, la Regione Marche, invece, non telefona, non lo sa, non lo vuol sapere! Aggiusta poi con l’assestamento! Sarebbe da chiedere come si fa a sbagliare così grossolanamente. C’è un solo modo che lo spiega: si inventano i numeri! Si valuta a cosa serve a livello di saldo contabile ed il resto si costruisce a tavolino in somma algebrica. E’ presso fatto! Ed è solo così, visto che pochi numeri di residui stimati si avvicinano alla realtà! Si è fatta una cosa finta, il Consiglio approva e si mette a rischio di “derisione” perché i numeri sono inventati.
Sarebbe meglio, Presidente e Assessore Marcolini, che per il bilancio 2008 non ci si riprovi. La perseveranza arebbe intollerabile!
6) L’assestamento è pieno, come e più del solito, di disposizioni di carattere ordinamentale ed organizzativo, che il comma 4 dell’articolo 5 della legge contabile vieta perfino di includerle nella legge finanziaria annuale che accompagna il bilancio di previsione.
Meno che meno sono previste per il contenuto dell’articolo 28 della legge n. 31/2001 sull’assestamento che consente, dopo l’obbligatorietà dell’aggiustamento delle stime operate sui residui attivi, residui passivi, saldo finanziario e giacenza di cassa in sede di bilancio, le eventuali altre variazioni al bilancio stesso, e non rifacimenti come modifiche di intere leggi - vedi articolo 22 -, disciplina e aumento dei canoni - vedi articolo 14, comma 2 sugli arenili e articolo 21 quater sull’aumento dei canoni di concessione delle acque minerali -.
Queste norme debbono essere incluse nella prossima finanziaria 2008 la cui presentazione, a breve, si impone per legge. Salvo che, non sapendo cosa fare o per la difficoltà di trattative sulla ripartizione, non si prefiguri uno slittamento a fine anno 2007 o addirittura all’inizio del 2008.
Ma, come dicevo, in questo testo di assestamento in discussione c’è di tutto:
- le normative sulla tassazione (articolo 21 ter);
- i condoni (articolo 9);
- le modifiche ai termini (articolo 21 bis);
- la disciplina delle sanzioni amministrative (articolo 12) e tributarie (articolo 14, comma 1);
- i rifacimenti normativi in tutti i campi delle competenze regionali (articoli dal 10 al 13, articolo 14 bis, articolo 14 ter, articolo 14 quater, articoli dal 15 al 18, articolo 19 bis, articolo 20 ter e articolo 20 quater). Forse si farebbe prima ad elencare cosa non si cambia in questa proposta di assestamento!
Il mutuo aumenta di circa 2,5 milioni e l’Assessore Marcolini continua a parlare di riduzioni sull’indebitamento. Si cambiano i prospetti e gli elenchi, in sostanza si cambia tutto, ma senza partecipazione - confronto democratico non solo in Consiglio, ma con le categorie, le parti sociali e i cittadini marchigiani - che è riservata al vuoto procedurale di un bilancio irreale che è falso.
Dopo aver gonfiato la spesa per la “facoltà di saccheggio” dei residui perenti, si creano solo illusioni di spesa corrente che non ci si può permettere e si creano aspettative pluriennali.
Ecco però un nuovo assurdo: il bilancio pluriennale non si tocca, già irreale anch’esso, diventa una “vergognosa formalità” che converrebbe risparmiarsi.
Infine una notazione politico-istituzionale che non coinvolge solo l’opposizione. Signor Presidente del Consiglio, non pare anche a Lei che tutte queste norme inserite in uno strumento legislativo, che dovrebbe essere ben altra cosa, svilisca il ruolo del Consiglio regionale per le urgenze di approvazione e costituisca un esproprio delle competenze delle Commissioni di merito?
Non ritenete che le reiterate ferite alla democrazia e alle regole costituiscano carburante per l’antipolitica, specie se accompagnate da inspiegabile silenzio?! Noi, comunque, continueremo ad evidenziare le “carenze di legalità”!
Il documento di assestamento verrà affidato al vaglio della Corte dei Conti delle Marche con un nostro esposto.