Resoconto seduta n.83 del 06/11/2007
SEDUTA N. 83 DEL 6 NOVEMBRE 2007


La seduta inizia alle ore 10,10


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 82 del 30 ottobre 2007 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge regionale:
- n. 193 ad iniziativa del Consigliere Viventi, concernente: "Modifica alla legge regionale del 9 dicembre 2005, n. 30 concernente: "Disciplina delle attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande", assegnata alla III Commissione in sede referente;
- n. 194 ad iniziativa dei Consiglieri Giannotti, Capponi, Brini, Bugaro, Ciriaci, Cesaroni, Santori, Tiberi, concernente: "Interventi regionali a favore delle Associazioni storiche marchigiane", assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 216, della Consigliere Romagnoli "Interventi del pontefice sulla necessità di un riconoscimento internazionale del diritto all'obiezione di coscienza per i farmacisti";
- n. 217 dei Consiglieri D'Anna, Pistarelli, Romagnoli, Silvetti, Castelli "Celebrazioni del giorno della libertà. Ex. Legge n. 61/2005";
- n. 218 dei Consiglieri Massi, Lippi, Rocchi, Mammoli, Brandoni, Capponi, Benatti, Santori, Pistarelli, Giannotti "Autonomia Banca Marche";
- n. 219 dei Consiglieri Bugaro, Capponi "Rapida applicazione del decreto legge sulla espulsione degli immigrati clandestini".
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 24 ottobre 2007, le seguenti deliberazioni:
- n. 1139 "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3, - Variazione compensativa al Programma Operativo annuale per l'anno 2007. €. 12.500,00.";
- n. 1140: "Art. 29, comma 1, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27, comma 1, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Variazione compensativa di €. 150.000,00.";
- n. 1141: "Art. 29, comma 1, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 26, comma 1, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 1.000.000,00.";
- n. 1142: "Art. 29, comma 1, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 26, comma 1, della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. €. 650.000,00. Modifica al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni.";
- n. 1143: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 25.000,00.";
- n. 1144: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 60.000,00.";
- n. 1145: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 6.000,00.";
- n. 1146: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 3.750,00.";
- n. 1147: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 94.000,00.";
- n. 1148: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 5.036.000,00.";
- n. 1149: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 132.850,00. Modifica al POA 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni.";
- n. 1150: "Art. 29, comma 2, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. €. 170.000,00. Modifica al POA 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni.";
- n. 1151: "Art. 29, comma 3, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 6.174,33.";
- n. 1152: "Art. 29, comma 3, della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2007. Importo di €. 63.000,00.";
- n. 1153: "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'integrazione del finanziamento del S.S.N. per l'anno 2006 - quota relativa a conguaglio parziale di mobilità 1997 - 2002 e relativi impieghi. €. 509.374,00.";
-n. 1154: "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della Salute e relativi impieghi per gli interventi di cui alla legge 91/99 relativa ai trapianti e prelievi di organi. €. 100.239,02.";
- n. 1155: "Art. 26 della l.r. 23 febbraio 2007, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi a destinazione vincolata. €. 55.096,60".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brini e Giannini.


Commemorazione

PRESIDENTE. Credo che sia doveroso da parte mia richiamare l’attenzione del Consiglio regionale delle Marche sulla tragedia che ha coinvolto una famiglia senigalliese. Invito il Consiglio a stringersi vicino alle famiglie Longarini, Marini e Mori che sono state colpite dalla tragedia di Sharm el Sheik.
Francesco Longarini Eleonora Marini, il piccolo Giovanni di 7 anni, Francesca Longarini, Luigi Longarini e Mariella Mori, sono rimasti vittime di una gravissimo incidente che ha gettato nel lutto non solo la comunità senigalliese, ma anche tutta la comunità marchigiana.
In questo momento il nostro pensiero affettuoso va anche a Massimo Gerini e al giovanissimo Leonardo Longarini di dieci anni, che sono gli unici sopravvissuti e ai quali tutto il Consiglio augura una pronta guarigione.
Il Consiglio regionale delle Marche nell'esprimere il più profondo cordoglio nei confronti delle vittime di questo dramma manifesta alla città di Senigallia attraverso il Sindaco, quindi a tutti i suoi concittadini, il sentimento di dolore per questa tremenda sciagura che emotivamente coinvolge tutta la comunità marchigiana.
Vi invito ad osservare un minuto di silenzio.

(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Vorrei ricordare anche un’altra persona che ci ha lasciato, don Oreste Benzi. Non era marchigiano, ma è stato sempre presente nel nostro territorio, anche due settimane fa era alla presentazione del libro di Trapanese.
E’ stata una figura che con il suo impegno, con la sua presenza sul territorio e con il lavoro di sensibilizzazione fatto nei confronti di alcune tragiche realtà, ha dato tanto alla nostra regione.
Volevo semplicemente ricordarlo un attimo, quindi penso che il minuto di silenzio di prima si possa associare anche alla figura di don Oreste Benzi.

PRESIDENTE. Grazie Consigliere, credo che possa essere ricompreso nel minuto di silenzio che abbiamo osservato. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Sull’ordine dei lavori

Franco CAPPONI. Noi abbiamo presentato una mozione in merito alla questione che in questi giorni riguarda il destino di Banca delle Marche. Chiediamo di poterla discutere con la massima urgenza e, se non fosse possibile oggi, metterla ai primi punti dell’ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. E’ stato già concordato che la mozione verrà discussa nella prossima seduta. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Il nostro gruppo insieme a quello di Rifondazione e di Sinistra Democratica nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione sulla chiusura della cartiera Ahlstrom di Ascoli Piceno che ha messo in mezzo ad una strada 200 lavoratori.
Atti ispettivi simili sono stati presentati da altri Consiglieri, ho visto quello del Consigliere segretario Castelli.
Comunque, al di là se si discuterà o meno di questa puntuale interrogazione, sarebbe opportuno se qualcuno della Giunta regionale potesse riferire sull’ipotetica trattativa di vendita in corso di questa importante fabbrica, questo perché l’entità della crisi è molto elevata.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La sollecitazione del Consigliere Procaccini è quanto mai opportuna, atteso che oltre a quell’azienda altre due grandi aziende, soprattutto nell’area dell’ascolano che ha una conformazione economica e sociale diversa rispetto al resto della regione, destano un’acuta preoccupazione.
Suggerirei, se lei Consigliere è d’accordo, perché ne abbiamo discusso anche in Giunta con il Vicepresidente e con l’Assessore al lavoro, di aprire nel prossimo Consiglio regionale una discussione e una mozione di intenti che obblighi il coordinamento delle azioni regionali a corrispondere a uno sforzo straordinario.
Voglio segnalare che sulla risposta coordinata di politica a sostegno dello sviluppo locale della zona dei 25 Comuni dell’area dell’ex Cassa del Mezzogiorno, è stato presentato uno studio, ancora a livello informale, che tematizza le difficoltà di quel modello di industrializzazione a confronto con i grandi problemi, dall’Elettrocarbonium alla Sgl Carbon e all’ultima vicenda della Cartiera.
Siccome il coordinamento è un’azione complessa e l’intervento in un contesto più disagiato rispetto al resto della regione obbliga ad una maggiore attenzione, mi pare che la sollecitazione del Consigliere Procaccini vada raccolta e rispettata in termini di discussione e di impegni nel prossimo Consiglio regionale.


Interrogazione n. 877
del Consigliere Bugaro
“Destinazione dello stabile già sede Ospedale Lancisi di Ancona”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 877 del Consigliere Capponi Bugaro. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Alla richiesta dell’interrogante relativa alla destinazione dello stabile Lancisi di Ancona si risponde offrendo i seguenti elementi informativi per i punti che nella stessa sono evidenziati.
Per quanto riguarda il "Protocollo d'intesa per l'area del Comune di Ancona ex Umberto I° - Prospettive di intervento" approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 293 del 22 marzo 2006, il Comune di Ancona si impegna a modificare la destinazione d'uso, in accordo con la proprietà, tra l'altro dell'ex Lancisi "... da destinare a residenza tenuto conto della emergenza abitativa del Comune di Ancona e delle esigenze anche delle categorie deboli (single, separati con prole, giovani coppie, categorie meno abbienti, ecc. ) esigenze che saranno comunque definite puntualmente all'atto di predisposizione della variante".
Attualmente il piano terra dell'edificio viene utilizzato dall'AOU Ospedali riuniti di Ancona come magazzino per il remissaggio di attrezzature, materiali d'uso ecc.; in quanto tale viene fatto oggetto, periodicamente, di interventi di sistemazione esterna al fine di evitare inconvenienti dal punto di vista igienico-sanitario. Dal punto di vista strutturale le condizioni esterne dello stabile possono essere definite discrete compatibilmente con un fisiologico livello di degrado dovuto al non continuativo uso della struttura dopo il trasferimento dell'attività ospedaliera; non sono, al momento, previsti interventi manutentivi in quanto non ritenuti indispensabili anche in considerazione delle future prospettive di utilizzo per le quali risulterebbero totalmente inefficaci.
Come giustamente rilevato anche dall'interrogante, il tessuto urbano in cui il fabbricato è inserito è caratterizzato da immobili di tipo residenziale: in questo senso la prospettiva di intervento individuata dalla Giunta regionale risulta non solo compatibile con l'ambiente circostante ma anche rispondente alle esigenze abitative della città. Da un punto di vista economico, inoltre, l'attesa variante di destinazione d'uso garantirebbe un livello di realizzo decisamente superiore al valore stimato dall'Agenzia del territorio nel 2002, quando la struttura non presentava gli attuali sintomi di degrado. Per una definizione operativa dell'operazione e di conseguenza dei tempi prevedibili di perfezionamento risulta prioritario acquisire, in primo luogo, la già prevista variante di destinazione d'uso da parte del Comune di Ancona.
Peraltro nel rilancio delle trattative sui protocolli di intesa allora stipulati, naturalmente l’impegno del Comune rimane interamente quello assunto, così come pure le direttive e gli impegni assunti dalla Regione. Quindi c’è un rilancio di questa attività, la variante il Comune la sta definendo e portando avanti per dar corso a quello che è e che rimane l’accordo che era stato stipulato nel 2006.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Non posso dichiararmi soddisfatto della risposta all’interrogazione. Anche il tono con cui l’Assessore ha risposto rivela la difficoltà con cui sia la Regione che il Comune di Ancona si sono approcciati a questo problema.
Ritengo che un buon amministratore debba essere in primo grado un programmatore delle proprie attività.
Mi sembra che il Lancisi si sia trasferito nella nuova struttura da tre anni, quindi questo immobile è libero da allora. Quando si è trasferito non è che l’amministrazione sapeva solo da quel giorno del trasferimento, ovviamente l’aveva programmato anni prima, vale a dire alla fine degli anni novanta-duemila, siamo nel 2007 e un immobile che vale diversi milioni di euro giace lì abbandonato.
Se lei, Assessore, avesse avuto – o magari ha, glielo auguro – nella sua disponibilità un immobile di sua proprietà, l’avrebbe tenuto sfitto per sette anni? Questi sono i denari dei cittadini marchigiani che non vengono utilizzati perché c’è una cattiva programmazione e una incapacità nell’amministrare.
Oltretutto, sempre collegato alla incapacità di amministrare e di programmare, si innesta un altro problema, cioè il rapporto tra il Comune di Ancona e la Regione Marche.
Per fare una delibera di cambio di destinazione d’uso per un immobile dei cespiti dello Stato cioè di un ente pubblico ci vuole un giorno, se questo non avviene è perché i rapporti interistituzionali fra il Comune di Ancona e la Regione Marche sono pessimi.
La vicenda della vendita dell’Umberto I e la destinazione dei fondi rivenienti da quella vendita hanno fatto sì che il Comune si sia impuntato e abbia detto “prima di fare il cambio di destinazione d’uso voglio sapere dove vanno a finire questi soldi che sono patrimonio della città”.
Su questo discorso si è innestato il blocco della vicenda, blocco che pesa sulle tasche dei marchigiani perché questo immobile è di diverse migliaia di metri quadrati e, come lei ha ricordato, è inserito in un contesto residenziale, quindi vale diversi milioni di euro che potevano già essere stati incassati e magari ridestinati ad opere ben più proficue di quanto non lo sono immobilizzati lì.
Rimango sconcertato anche perché dalla sua risposta, Assessore, emerge la più totale vaghezza sul futuro. Nessuno qui ha preso il toro per le corna, cioè ha convocato il Sindaco e gli ha detto che la delibera entro una settimana doveva essere fatta perché è un atto dovuto (o quasi), si doveva predisporre un bando di vendita, quindi, si applicavano quei criteri di buona amministrazione del buon padre di famiglia che sembrano essere disconosciuti nelle stanze di Via Gentile da Fabriano.
I marchigiani devono sapere il modo in cui amministrate, anzi, sministrate, perché questo è un modo di fare che non ho mai visto. Qui non stiamo parlando di un garage o di uno scantinato, stiamo parlando di un ex ospedale che sono sette anni che sta nel limbo e se non era per questa interrogazione magari nessuno si ricordava che c’era.
Diamo, Assessore, un cambio di marcia a questo modo di fare.


Interrogazione n. 876
del Consigliere D’Anna
“Ripristino funzionale degli edifici della Capitaneria di Porto di Fano”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 876 del Consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. In riferimento all'interrogazione del Consigliere D’Anna voglio far presente che gli interventi negli edifici demaniali in uso all'Autorità marittima rientrano fra le competenze esclusive degli uffici statali.
Nel gennaio 2007 il Comandante dell'ufficio circondariale marittimo di Fano aveva fornito notizie direttamente al Presidente della Giunta regionale in merito alle iniziative intraprese per superare le difficoltà logistiche venutesi a determinare. Era prevista una perizia strutturale che valutasse le condizioni statiche dell’edificio, la perizia ha permesso anche di procedere ad alcuni interventi manutentivi finalizzati a rinforzare ulteriormente i solai dell’immobile.
Noi abbiamo fatto un’ulteriore richiesta, anche a seguito dell’interrogazione, al Genio Civile OO.MM. di Ancona in merito alle iniziative di competenza avviate per intraprendere il recupero funzionale degli edifici demaniali di cui trattasi.
Ancora oggi non ci è stata mandata la risposta per iscritto, nonostante abbiamo contattato le Opere marittime, ma ci hanno comunicato che l’edificio dell’ufficio circondariale marittimo di Fano è agibile ed è stata ripristinato e risulta utilizzato già da qualche mese. Mentre permane ancora l’inagibilità della casermetta dei marinai, per tale immobile non è stato possibile avere altri elementi in merito.
Siamo comunque in attesa della risposta scritta e non appena arriverà la trasmetteremo al Consigliere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Sono abbastanza sconcertato perché la sollecitazione che è stata fatta alla Regione era per un’opera di pressione verso l’autorità competente per fare in modo, in una città dove l’attività portuale e l’attività turistica sono fondamentali per l’economia della città e dove l’Ufficio circondariale marittimo e la Guardia costiera sono elementi indispensabili anche per la sicurezza dei cittadini e dei turisti in mare, che questa cosa si risolvesse in un breve periodo.
Dalla presentazione di questa interrogazione è passato un anno; è vero che la Capitaneria oggi è funzionale, ma è stata fatta soltanto un’opera di tamponamento. A disposizione dell’Ufficio circondariale marittimo di Fano ci sono diverse strutture tutte pericolanti, c’è stato un crollo alla casermetta dei marinai e solo per miracolo i ragazzi si sono salvati, c’è stato un crollo all’ufficio della Capitaneria e anche in questo caso per fortuna le cose sono andate bene per le persone che erano dentro. C’è anche una vecchia struttura, che vi invito ad andare a vedere, che è l’ex asilo Manfrini, sempre di competenza della Capitaneria di porto e che ospitava la vecchia Capitaneria, che sta praticamente crollando e non c’è nessuno che la sta mettendo in sicurezza.
Il problema è che ci sono gli uomini della Capitaneria di porto di Fano che dormono a Marotta. Nel caso di un intervento per un’emergenza a mare i marinai devono venire a Fano da Marotta, quando, invece potrebbero avere sul porto le strutture adeguate per poter dare un servizio efficiente.
E’ chiaro che le competenze della Regione in questo ambito sono molto limitate, ma una pressione la dobbiamo necessariamente fare. Parliamo di protezione civile, di emergenza, ma se non mettiamo gli operatori in condizione di fare il loro lavoro nel migliore dei modi non potremo mai avere un servizio efficiente.
Qui è stata fatta solo un’opera di tamponamento per quanto riguarda la Capitaneria, ma per la casermetta dei marinai nessuno ci ha messo le mani, per la soluzione della sistemazione di questo ex asilo che ospitava la Capitaneria non è stato fatto assolutamente niente.
Quindi l’invito rivolto alla Giunta e al Consiglio regionale è quello di fare ancora più pressione verso le Opere marittime per risolvere una volta per tutte questa indecenza, perché c’è un edificio che sono venti anni che è abbandonato, edificio che potrebbe risolvere i problemi della Capitaneria, del personale e ospitare anche associazioni come, ad esempio, l’Associazione Marinai d’Italia che si trova anch’essa in un edificio pericolante sempre di competenza dello stesso ente. Dunque, ci sono quattro edifici tutti pericolanti, è possibile che non si riesce a metterne a posto almeno uno e dare una risposta seria?
Mi ritengo assolutamente insoddisfatto e invito l’Assessore e la Giunta a fare le opportune e doverose pressioni sulle Opere marittime per risolvere una volta per tutte questo problema.


Interrogazione n. 524
del Consigliere Giannotti
“Interventi per la viabilità della vallata del Marecchia”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 650 del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. In merito al primo quesito si fa presente che la Regione assegna annualmente alle Province circa 27 Meuro per gli interventi sulla viabilità. Di questi il 50% viene ripartito sulla base di percentuali stabilite dal Consiglio regionale in accordo con le Province, con la deliberazione amministrativa n. 19/2006, mentre il restante 50% viene assegnato a seguito di Conferenza di servizi dove le Province manifestano le proprie esigenze ed illustrano i programmi di intervento.
Fino ad oggi la Provincia di Pesaro Urbino ha richiesto soltanto 750.000 euro per la sistemazione di tratti della Val Marecchia – totalmente liquidati nel 2003 – dando la priorità ad altre strade per l'utilizzo delle predette risorse.
Per quanto riguarda il secondo quesito, la Regione con nota n. 14977 del 28 dicembre 2005 ha trasmesso all'Anas S.p.a. il progetto di fattibilità redatto dalla Provincia di Pesaro Urbino, della bretella di collegamento tra la Val Marecchia (Ponte Messa) e la E45 (Sarsina) affinché venisse inserito tra le opere compensative nell'ambito del progetto di potenziamento del Corridoio viario della E45 Mestre-Civitavecchia. Tale richiesta è stata anche inserita nelle priorità infrastrutturali dell’allegato al documento programma infrastrutture del Dpef.
L'Anas, con nota n. 77498 del 20 giugno 2007, ha comunicato la sospensione del procedimento di approvazione a causa delle notevoli modifiche da apportare in sede progettuale. Si tratta di una richiesta di sospensione per l’impatto ambientale di quel collegamento viario.
Quindi si è in attesa della ripresa del predetto procedimento per riproporre il citato progetto già redatto dalla Provincia di Pesaro Urbino.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Tutta questa storia è una grande manfrina, nel senso che di fronte alle difficoltà oggettive della Giunta regionale per lo strappo nella Valle del Marecchia, era stata lanciata questa idea – idea datata prima del referendum – di un collegamento che in qualche modo by-passasse gli ostacoli naturali rappresentati dalla catena montuosa che collega la Valle del Marecchia alle altre regioni limitrofe.
Consigliere Ricci, mi viene da pensare che sia stata una grande patacca politica che qualcuno ha voluta usarla per cercare di calmare gli animi dei cittadini di questa valle, ma che poi ha abbandonato sulla strada. Oggi mi si dice che quel progetto ha un impatto ambientale molto vasto, per cui gli amministratori della Provincia – che tu hai lasciato, ma forse eri meglio di loro – hanno fatto un progetto con i piedi, l’hanno scritto di corsa tanto per rappresentare lo specchietto per le allodole. Qui stiamo parlando di una bretella che deve scavalcare gli Appennini.
Io prendo atto di questa cosa, ma mi viene da sospettare anche se mi auguro che i miei sospetti siano infondati.
Comunque rimane il problema del collegamento di questa valle che vive in una condizione di limbo istituzionale perché ha deciso di andare di là, ma ancora sta di qua e il Parlamento deve decidere. Tra l’altro mi permetto di chiedere al Presidente della Giunta regionale, ma noi il parere quando lo esprimiamo? Il Consiglio regionale delle Marche quando esprimerà il parere che è dovuto per legge rispetto al pronunciamento popolare? Credo che questo sia legittimo e vorrei sollecitare il Presidente della Giunta – valga questo anche per la stampa come dato di informazione – a porre all’attenzione e ad iscriverlo all’ordine del giorno del Consiglio il parere che per legge la Regione Marche deve esprimere, così come ha già fatto la Regione Emilia Romagna, per quanto riguarda il passaggio dei Comuni della Valle del Marecchia a quella regione; questa sarà anche l’occasione per una valutazione.
Rimane, comunque, il problema di fondo di una viabilità disastrata con responsabilità gravissime della Provincia e della Regione.
Mi ha colpito molto, Assessore Pistelli – questa mattina mi è più simpatica perché ha avuto il coraggio di fare un’ammissione – quando ha detto che la Provincia di Pesaro ha chiesto “solo” 750 mila euro, ciò vuol dire che probabilmente avrebbe potuto chiedere di più e quindi avrebbe potuto riversare parte di quelle risorse anche per tarare la sanità di quella vallata che è una sanità disastrata e che è uno degli elementi della rottura popolare con il motore istituzionale di questa Regione. Registro il dato che quella gente si è stufata della vostra incapacità di governare questa regione dunque ha scelto di andare di là. La chiave di lettura politica è soltanto questa.
Quindi da una parte mi dichiaro soddisfatto della risposta e dall’altra mi dichiaro insoddisfatto dell’impegno che, invece, vorrei vedere più consistente da parte della Giunta regionale per affrontare e risolvere uno dei problemi più urgenti della viabilità della provincia di Pesaro.


Interrogazione n. 403
del Consigliere Castelli
“Spese per il cofinanziamento regionale del Programma Aree urbane”
Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 403 del consigliere Castelli è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 813
del Consigliere Brandoni
“Chiusura temporanea della tratta ferroviaria Civitanova Marche – Albacina”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 813 del Consigliere Brandoni. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. Questa interrogazione purtroppo arriva in discussione in Aula quando il problema, fortunatamente, si è risolto.
Nella risposta scritta che lascio all’Aula speravamo di poter dire che i lavori, con l’interruzione temporanea, fossero di consolidamento e di potenziamento della linea e non invece di fuga e di riduzione della funzionalità del tratto Civitanova-Albacina. In effetti possiamo dire adesso, a ragion veduta, che i lavori sono stati eseguiti, che sono stati aggiunti due orari per quel che riguarda il collegamento Fabriano e Roma e che il livello di sicurezza con il consolidamento della massicciata e gli inserimenti tecnici del controllo elettronico danno maggiore sicurezza e maggiore funzionalità al servizio.
Una linea che si deve chiudere non si modernizza, secondo le logiche più ragionevoli. In effetti il tratto è stato modernizzato e potenziato, quindi i timori che tutti quanti noi abbiamo in qualche maniera interpretato come minacciosi da parte di Rfi si sono fortunatamente rivelati infondati.
Voglio aggiungere, per corrispondere alla preoccupazione segnalata dal Consigliere Brandoni, che forse Rfi avrebbe fatto bene a informare per tempo i Comuni, la Provincia e la Regione per riuscire a utilizzare i mezzi alternativi, cioè quelli su gomma che peraltro sono stati messi a disposizione.
Su questo siamo intervenuti attraverso la radio, i giornali e la televisione, ma certo che un po’ di disagio in quei primi giorni della sospensione si sono rilevati.
E’ una lezione anche per il futuro che purtroppo Trenitalia proprio in queste ore non ha rispettato; faccio riferimento al dirottamento del treno da Ancona per Roma delle ore 7 che dovrebbe essere spostato a Falconara, decisione che è stata assunta unilateralmente e che abbiamo scoperto attraverso l’intervista di un dirigente di Trenitalia ad un giornale, e sulla quale siamo impegnati sia a livello locale, comunale, provinciale e regionale, che con due interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato.
Non è quella la strada per risolvere i problemi veri o presunti, perché nel caso degli orari da Ancona per Roma il problema tecnico ed economico è assolutamente infondato in quanto il carico principale, per oltre quattro quinti dell’utenza da Ancona per Roma, viene caricato da Ancona e non da Rimini. Quindi il risparmio di venti minuti per Rimini si trasforma per i quattro quinti dell’utenza in un aggravio di venti minuti.
La logica è piuttosto bizzarra e misteriosi sono i motivi di questa proposta che stiamo cercando di contrastare in tutti i modi.

PRESIDENTE. Per questa interrogazione non c’è replica.


Interrogazione n. 616
dei Consiglieri Giannotti, Bugaro, Brini, Tiberi, Capponi, Cesaroni, Santori, Ciriaci
“Indagine sui livelli igienico sanitari delle Strutture ospedaliere marchigiane”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 616 dei Consiglieri Giannotti, Bugaro, Brini, Tiberi, Capponi, Cesaroni, Santori, Ciriaci. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito all’interrogazione che riguarda l’indagine sui livelli igienico-sanitari delle strutture ospedaliere marchigiane si fa presente quanto segue.
Per quanto riguarda gli standard igienico sanitari dei singoli presidi ospedalieri si può tranquillamente affermare che risultano buoni anche sulla scorta delle ispezioni dei Nas nei mesi scorsi e dei relativi verbali di ispezione.
Per quanto riguarda l'incidenza delle infezioni contratte dai degenti dovute a carenze igieniche e non rispetto delle norme regolamentari da parte del personale sanitario, al momento esiste un sistema di rilevazione in alcuni ospedali che non evidenziano particolari criticità. Si è già provveduto a trasmettere a tutte Aziende apposita nota con la disposizione di provvedere all'adeguamento immediato alle prescrizioni che sono state fatte dei Nas nelle loro visite, quindi di fornire entro breve tempo – per la verità, essendo questa interrogazione datata, molte di queste cose sono già avvenute – le comunicazioni dell'avvenuto adeguamento. Queste comunicazioni, laddove c’è stato l’adattamento alle prescrizioni, in effetti è già avvenuto.
Presso tutte le strutture sanitarie ospedaliere di ricovero pubbliche e private esiste per legge una direzione medica responsabile, tra l'altro, del rispetto e della garanzia dei requisiti igienico-sanitari a cui far capo e su cui pesa la responsabilità delle questioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Vorrei rilevare che questo non è concepibile in quanto la norma del Regolamento deve essere rispettata e chi è abilitato a scrivere – io sono fra questi – deve porsi il problema che non è possibile rispondere a novembre ad una interrogazione presentata a gennaio.
Il caso lo ricordate tutti? Policlinico di Roma, i Nas intervengono e scoprono un ospedale immerso nella sporcizia, diventa un caso nazionale, ne parlano tutte le tv e tutti i giornali d’Italia che richiamano la gravità della situazione di molte strutture ospedaliere italiane.
Il gruppo consiliare di Forza Italia fa una cosa normalissima, nell’interesse dei cittadini, facendo riferimento a quello che è avvenuto, con questa interrogazione chiede di sapere dall’Assessore regionale e dalla Giunta quali sono gli standard igienico sanitari dei singoli presidi ospedalieri marchigiani, qual è l’incidenza delle infezioni contratte dai degenti dovute a carenze igieniche e al non rispetto delle norme regolamentari da parte del personale sanitario. Inoltre il gruppo di Forza Italia aggiungeva: “Assessore, ritiene di dover disporre, se non l’ha fatto, un’indagine sullo stato attuale delle strutture ospedaliere al fine di definire un programma di interventi urgenti per garantire il mantenimento degli adeguati livelli igienico-sanitari?”
Mi sembra questa una posizione di estrema responsabilità a cui si risponde dopo dieci mesi dicendo che si è fatta una letterina.
Assessore, credo che i marchigiani non le abbiano chiesto una letterina, ma certezze, così come oggi chiedono certezze rispetto alla loro sicurezza – per la quale alberga nel cuore di tutti il terrore di non avere – per quanto riguarda l’efficienza delle condizioni igienico sanitarie delle strutture ospedaliere.
Lei non mi ha risposto, Assessore, e questo mi fa pensare male, perché la condizione delle strutture ospedaliere della nostra regione, secondo me, è in molti casi al di sotto del livello della sufficienza.
(…) Lasci stare i Nas, loro intervengono per colpire alcune situazioni; se vuole la porto a visitare i sotterranei dell’ospedale di Pesaro dove ci sono servizi fondamentali oppure andiamo all’ospedale di Fermo o qualche altro dove non credo che ci sia una condizione ottimale di efficienza su questo.
La nostra richiesta era quella di muoversi per disporre una verifica puntuale, fare un’indagine in modo che da una parte si potessero rassicurare i cittadini marchigiani e dall’altra si potessero disporre alcuni interventi fondamentali che non mi sembra siano stati assunti.
Quindi mi ritengo del tutto insoddisfatto della risposta e rilevo che questo appartiene ad uno dei tanti fallimenti della Giunta regionale sul piano della sanità, ad una difficoltà di gestione legata al verticismo delle responsabilità amministrative che continua ad albergare su livelli personali diversi, ad una gestione finanziaria del tutto inadeguata che non ha consentito di recuperare il gap negativo e ai problemi legati alla criticità principale che riguardano le liste di attesa.
E’ di qualche settimana fa, Assessore, l’approvazione del progetto per l’istituzione del Cup (centro di prenotazione unica) che di fatto rinvia sine die il decollo di questo problema, perché il progetto non significa l’attivazione dei servizi, addirittura in delibera viene indicata come apertura di bilancio 2008, quindi vuol dire che i marchigiani fino al prossimo anno non avranno il Cup e quindi dovranno sottostare a tempi lunghissimi di attesa, permarrà così il problema della mobilità passiva.
Pertanto abbiamo una sanità che non esce da una situazione di sfascio e questo fatto lo dimostra e nemmeno per ciò che riguarda i requisiti fondamentali, cioè gli standard igienico-sanitari, oggi possiamo dire come marchigiani di avere certezze.


Interrogazione 672
del Consigliere Viventi
“Innovazione sistema autotrasporto merci. Potenziamento Intermodalità”
Rinvio

PRESIDENTE. Per l’interrogazione n. 672 del Consigliere Viventi l’Assessore Marcolini ha chiesto, se possibile, di passare alla successiva in attesa che rientri l’Assessore competente. Va bene, ma in ogni caso chiedo cortesemente agli Assessori di rimanere in Aula quando devono rispondere alle interrogazioni.


Interrogazione n. 815
del Consigliere Procaccini
“Crisi ditta di Osimo”
Rinvio

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 815 del Consigliere Procaccini è rinviata per assenza dell’Assessore competente.
Per l’interrogazione precedente l’Assessore Pistelli ha chiesto il rinvio alla prossima seduta. Quindi, invitando la Giunta ad essere più pronta per le risposte dei Consiglieri, anche l’interrogazione n. 672 è rinviata.


Proposta di regolamento n. 11
dell’Ufficio di Presidenza
“Ordine delle precedenze nelle cerimonie a carattere locale”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di regolamento n. 11 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Favia.

David FAVIA. Questa proposta di regolamento – quindi trattasi di atto amministrativo, la forma giuridica che insieme agli uffici abbiamo ritenuto più consona – deriva da una serie di coincidenze.
La prima è che al termine della passata legislatura era stato emanato un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che aggiornava il cerimoniale statale e locale dello Stato, un cerimoniale ormai datato che mi sembra fosse degli anni ’50.
Questo cerimoniale ha visto la partecipazione anche della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali e poiché venne ritenuto che ci fosse una competenza esclusiva delle Regioni sulla materia del cerimoniale locale, da qualche Regione, come pure la nostra, era stato ritenuto non sufficientemente soddisfattivo delle prerogative costituzionali degli Organi regionali e soprattutto di quelle dei Consiglieri regionali.
L’altro fatto che come Ufficio di Presidenza ci ha convinto a presentare questa proposta di regolamento è stato l’aver raccolto il lamento di molti colleghi che in tantissime cerimonie pubbliche hanno ritenuto – giustamente, a mio sommesso avviso – di non vedere riconosciuto appieno il rango del Consigliere regionale specie in un momento in cui la Costituzione è stata da poco variata e gli enti pubblici costituenti l’apparato amministrativo (Stato, Regioni, Province, Comuni) sono stati tutti equiparati.
Nelle cerimonie non è raro assistere ad una postergazione dei Consiglieri regionali e degli eletti in genere di gran lunga dietro sia agli esecutivi che ai dipendenti pubblici. Quindi si è ritenuto di fissare una priorità per quei servitori dello Stato che anziché essere assunti sono in realtà eletti.
Crediamo che, in un momento come questo, non dobbiamo nascondercelo, dove c’è un forte dibattito sul ruolo della politica, la riaffermazione della dignità e della prevalenza sociale della politica vada affermata in due diversi canali, quello formale e quello sostanziale.
Ovviamente non ci nascondiamo che bisognerà intervenire, e di questo ne stiamo parlando sia in maggioranza che in un dialogo con l’opposizione, con una normativa come è stato fatto a livello centrale. Ma crediamo pure che la dignità della politica passi attraverso le forme, quindi non è possibile che nelle cerimonie pubbliche o nelle rappresentazioni pubbliche non ci sia una regolamentazione della dignità delle Istituzioni ove queste siano presenti.
Questo regolamento sarà vigente per tutte le manifestazioni organizzate dalla Regione, in quanto, ripeto, è un cerimoniale che vale solo per le manifestazioni locali che non vedono partecipazioni nazionali e internazionali per le quali valgono altri cerimoniali.
Poiché c’è stata da parte nostra – poi lo vedremo anche negli emendamenti – una grande attenzione nei confronti anche degli enti locali e di tutte le parti sociali che ordinariamente organizzano iniziative che prevedono la partecipazione delle Istituzioni, crediamo che vada fatta un’opera di convincimento e di coordinamento, visto che concertazione c’è stata con gli enti di cui ho parlato, affinché questo cerimoniale sia un po’ di tutti e venga osservato per tutte le manifestazioni che si svolgeranno nella regione.
Ci faremo carico come Ufficio di Presidenza, in particolare la Presidenza del Consiglio regionale, di spedirlo a tutti gli enti interessati all’organizzazione degli eventi.
Questo affinché doverosamente la dignità delle Istituzioni e la dignità della politica vengano formalmente riconosciute oltre che, e dovremo farcene carico, attraverso atti legislativi concreti.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Aggiungo poco alle valutazioni che ha fatto il collega Favia anche perché all’elaborazione di questo atto proposto dall’Ufficio di Presidenza in Commissione abbiamo lavorato in totale sintonia.
Voglio fare brevemente una riflessione per dire che nessuno si azzardi, qua dentro e fuori, a valutare questo atto come una dichiarazione di narcisismo o di egocentrismo della classe politica o della casta politica come spesso viene etichettata.
Mi sento di dire che questo atto serve molto al cittadino. Quando si parla di cerimonie si dà un alone di festeggiamento, di evasione rispetto a quello che spesso è il duro lavoro istituzionale e questo non riguarda solo le cerimonie, ma riguarda i convegni, gli interventi, i saluti, riguarda il modo in cui l’Autorità, le potestas e il potere interagiscono in alcune occasioni con il cittadino, allora è chiaro che una scala di Autorità va assolutamente ridisegnata.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma cosa vogliono i Consiglieri regionali, vogliono stare in prima fila?”. No, anche al cittadino, e soprattutto a lui, in questo momento in cui il potere viene accumunato nelle peggiori possibili valutazioni, occorre dare il segnale che dice: “Caro cittadino, chi è l’Autorità, il potere, quello che sta immediatamente sopra di te?”. Quindi questo atto serve a definire, certo nelle precedenze, la scala dei poteri.
Mi preme dire che il potere legislativo di questo Paese, che è rappresentato dal Parlamento e dai Parlamentari e dalle Assemblee e dai Consiglieri regionali, è un potere che il cittadino deve sempre riconoscere, anche con nome, cognome, vestito, occhiali, capelli, simpatia o antipatia. Se qualcuno diceva “sapere è potere” dunque è bene che i cittadini sappiano chi sono i legislatori.
Quante volte abbiamo detto, anche qui in Aula, di questo distorto sistema elettorale che c’è, a causa dei vizi di tutti i nostri partiti ci troviamo nelle Marche quasi la metà dei rappresentanti parlamentari che non sono delle Marche, ovviamente non ce l’ho con queste persone ma con il sistema. Avete visto il disorientamento che c’è nei cittadini a cui chiedete, anche quando, per esempio, li fermate per strada “chi sono i tuoi parlamentari?”, spesso neanche lo sanno.
Il Consigliere regionale, e questa non è una autocelebrazione, è comunque un personaggio legato al territorio, può essere antipatico o no, ma è uno che al telefonino lo trovi, sai dove abita e sai cosa fa.
Allora in tutte le manifestazioni occorre che i rappresentanti del potere legislativo delle Marche abbiano il ruolo che spetta loro e questo è un rispetto nei confronti dei cittadini.
Se permettete questo è anche un messaggio alle diverse autorità che organizzano manifestazioni di ogni tipo che spesso neanche sanno che ruolo hanno i Consiglieri regionali.
Voglio fare qui una riflessione che riguarda i nostri cari amici Prefetti, che ci invitano a tutte le feste della Repubblica, che ci invitano alle cerimonie di Natale con belle mense abbastanza imbandite. Provate anche voi Assessori regionali a chiedere a un Prefetto “ci possiamo sentire su qualche cosa?”, ti risponderà “se vuoi parlare con me mandami la richiesta scritta”.
Dagli anni novanta in poi, quando probabilmente le Prefetture andavano soppresse, si è creata una confusione istituzionale, anche oggi il Governo attuale cerca una rivalutazione dei Prefetti con l’ordine pubblico, ma i Prefetti sono l’esatto doppione dei Questori e di questo nessuno ne parla perché adesso l’ordine pubblico lo gestisce il Prefetto. Penso che questo avviene solo in Italia, ci sono doppioni di ogni tipo, è stato sempre il Questore e adesso il Prefetto esordisce a fare il coordinamento dell’ordine pubblico, dei rimpatri, ecc..
Di questa confusione istituzionale che c’è non lo dico soltanto al Governo attuale, la Bassanini è stata votata da tutte le forze politiche, quindi una critica che faccio a tutti noi, una legge che è stata votata all’unanimità e che ha distrutto la pubblica amministrazione.
In questa confusione istituzionale è sfuggita in gran parte anche la definizione dei ruoli delle Prefetture che si sentono spogliate di tantissimi poteri che oggi hanno le Regioni, tutto questo si ripercuote quando i Prefetti organizzano manifestazioni puramente celebrative e i Consiglieri regionali stanno di solito in settima fila.
Questo cari amici è un messaggio al cittadino e alle Autorità, non è un’autocelebrazione, non è un narcisismo, non è un egocentrismo, ma come viene reso giustamente il ruolo che gli spetta al colonnello dei carabinieri, la stessa cosa deve essere attribuita e attributata a chi è depositario del potere legislativo.
In diverse manifestazioni in passato ho visto Assessori regionali umiliati. Ma, anche voi, cercate di reagire se non altro per le Istituzioni! In alcune manifestazioni siete stati citati, spesso anche dal Sindaco, dopo il maresciallo dell’Aeronautica.
Quindi si tratta anche di una cultura democratica istituzionale sui poteri e sulle competenze e se vogliamo rendere un buon servizio al cittadino bisogna che gli facciamo sapere quali poteri ha sopra la testa. Pertanto non è una imposizione o lo sbattere il pugno sul tavolo, democraticamente il cittadino deve sapere chi ha sopra. Spesso il cittadino che non segue il normale svolgimento dell’attività istituzionale conosce i propri parlamentari, i propri legislatori, i propri legislatori regionali, i propri poteri comunali, provinciali e regionali, da una cerimonia o da una manifestazione.
Concludo con una letterina-cartolina che faccio al nostro Presidente della Giunta regionale. Ho sollevato questo problema più volte perché questo vezzo è stato inaugurato alla fine della legislatura del Presidente D’Ambrosio. L’Assessore Minardi nella sua funzione di Presidente era stato reso edotto da me di questo problema, ho cercato di coinvolgere anche il nostro ufficio legislativo, ho cercato di coinvolgere gli amici dell’Ufficio di Presidenza, e questa è una dedica che faccio al Presidente che però rivolta a tutti noi.
Presidente, se vogliamo valorizzare questa Assemblea, come spesso è stato dichiarato sia dal Presidente Minardi, col quale ho lavorato per più di una legislatura, che dall’attuale Presidente e da tutti gli Uffici di presidenza, occorre che sui ruoli dei Consiglieri regionali come legislatori regionali ci facciamo un chiarimento tra noi e voi che siete l’Esecutivo.
Avete visto mai un Parlamentare, Deputato o Senatore, parlare a nome del Governo? Alzi la mano se qualcuno l’ha visto e dite chi è!
Se vogliamo essere corretti istituzionalmente – non se ne abbiano a male gli amici e i compagni del centro-sinistra che sono la maggioranza – deve essere chiaro, Presidente, che quando ci sono manifestazioni e celebrazioni non ci possono essere Consiglieri regionali che parlano a nome del Presidente della Giunta regionale.
Vogliamo darci questa regola o no? Il Presidente della Giunta regionale è l’Esecutivo e deve essere rappresentato, come avviene nelle manifestazioni a cui partecipa il Governo, da rappresentanti dell’Esecutivo e quindi dagli Assessori.
Avviene spesso che se la manifestazione è molto tecnica il Presidente o l’Assessore può anche lasciare il messaggio al dirigente che è capo del dipartimento o al tecnico che deve svolgere la relazione, ma non è possibile, ed è lesivo della dignità del Consiglio regionale, che un Consigliere parli a norme dell’Esecutivo, innanzitutto perché non c’è la competenza specifica. Il Consigliere che fa, va a dare le direttive della Giunta a quella manifestazione?! Con quale titolo? Se un Consigliere dovesse dire adesso abbassiamo o aumentiamo le tasse, parla a nome dell’Esecutivo? No.
Capisco che questo è un problema spesso di amor proprio. Chiariamoci, Presidente, in questo atto questo aspetto non è disciplinato, però è un aspetto importante, e non lo dico per la maggioranza perché se il Presidente delegasse a rappresentarlo uno di noi Consiglieri di minoranza a mio avviso sarebbe ridicolo e illegittimo lo stesso. L’Esecutivo si fa rappresentare dall’Esecutivo, il Consigliere regionale eventualmente può portare il saluto, se il Presidente lo ritiene opportuno, della Presidenza del Consiglio.
Queste sono cose che nel nostro Parlamento e nel nostro Governo sono in vigore dall’inizio della vita della Repubblica. Il Presidente D’Ambrosio – glielo ho detto amichevolmente e personalmente – nell’ultimo anno della sua legislatura ha cominciato a delegare rappresentanti della maggioranza per parlare a nome dell’Esecutivo. Questo non è accettabile!
Ora dico una cosa per me, poi i colleghi della minoranza, tutti adulti e vaccinati, potranno decidere per loro. Se ci saranno manifestazioni istituzionali per le quali è prevista la partecipazione del Presidente o dell’Assessore competente, o comunque non è prevista, e si alza a parlare un Consigliere della maggioranza dicendo che parla a nome del Presidente o dell’Esecutivo, per quanto mi riguarda io me ne andrò dalla manifestazione. Invito i Consiglieri di minoranza a fare lo stesso perché è una questione di correttezza fra di noi. Se vogliamo valorizzare questa Assemblea occorre che le regole che riguardano il ruolo dei componenti che la compongono quindi dei legislatori, siano ben definite. Se la parola va al legislatore possono parlare maggioranza o minoranza, e a nome dell’Ufficio di Presidenza, se non c’è, il Consigliere delegato, ma non mi pare che possa parlare qualcuno a nome dell’Esecutivo.
Prego il Presidente e gli Assessori a disciplinare questa materia che veramente ci fa cadere nel ridicolo. In diverse manifestazioni, Presidente, qualcuno della maggioranza ha parlato a nome dell’Esecutivo in presenza non solo di Consiglieri di minoranza, ma anche di altri Consiglieri di maggioranza e la gente e le altre autorità si è chiesta “perché quello parla a nome del Presidente?”. Fate anche i prescelti? No, non esiste Presidente!
Non dite poi che la funzione è uguale a quella del Consigliere comunale con il Sindaco perché è un’altra cosa, il Consiglio comunale ha una funzione amministrativa, quindi la funzione del Consigliere comunale è contigua ed omogenea a quella del Sindaco. Quella del Consigliere regionale non è assolutamente contigua e omogenea con la funzione dell’Esecutivo regionale. Ci vogliamo chiarire su questo o no?!

Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Le questioni sollevate dal collega Massi non sono di poco conto se le inquadriamo nel generale andamento dei rapporti istituzionali nel territorio.
Dico questo perché a fronte di un grande dibattito tra di noi sulle questione delle deleghe Stato-Regioni, del Titolo V e altro, vi è una percezione nel territorio, almeno sotto un profilo proprio di rapporti istituzionali, che è completamente diversa e lontana rispetto ad una realtà che è cambiata. Mi riferisco al fatto che le Regioni, con le ultime attribuzioni crescenti, importanti e decisive per il territorio, non hanno poi la stessa considerazione nel territorio, sotto un profilo di priorità di rapporto e di diretta capacità di interlocuzione, che preoccupa.
Quello che ha detto il collega Massi, cioè del fatto che il Prefetto ha per i Consiglieri regionale la stessa considerazione che ha per i Consiglieri comunali o di circoscrizione, è vero, l’abbiamo più volte toccato con mano.
A mio avviso con questo atto non è che potremo cambiare il mondo, però se questo atto è uno degli elementi in grado di essere prima di tutto uno stimolo ad una considerazione che sia proporzionata alle nostre incombenze e di essere di richiamo al rispetto tra noi e le altre istituzioni, è anche un atto che non deve essere sottovalutato e non deve essere messo negli ultimi posti nella graduatoria dell’importanza degli atti, anzi, ritengo che anche sotto un profilo formale si espliciti quello che poi sostanzialmente è l’istituzione regionale.
E’ uno dei tasselli e se partiamo da questo poi possiamo spiegare anche l’importanza degli altri. Ha ragione il Consigliere Massi nel richiamare un comportamento da parte dell’Esecutivo e anche dell’Assemblea più consono a quelli che sono effettivamente i poteri e le attribuzioni dei due Organi.
In più di un’occasione abbiamo vissuto dei momenti di imbarazzo, soprattutto il Presidente Spacca ha utilizzato questo tipo di delega che però non esiste nel nostro Statuto e nel nostro Regolamento. Lo ha fatto perché con i precedenti della Presidenza D’Ambrosio si era instaurata questo tipo di prassi, prassi che però non è rispettosa delle prerogative dei due organi Giunta e Consiglio.
Il Consiglio regionale, organo assembleare e decisionale, ha le sue procedure, la Giunta regionale ne ha altre, non può essere fatta una commistione che il più delle volte non è soltanto di carattere istituzionale, ma diventa anche strumento di battaglia, di presenza o comunque di motivazione esclusivamente politica, cioè si usa questo tipo di “deleghe improprie” per fare politica sul territorio. Questo ci sembra doppiamente un non rispetto delle prerogative dell’Organo assembleare e dell’Organo esecutivo.
Ritengo che queste norme che sono state definite dai colleghi dell’Ufficio di Presidenza possano essere di spiegazione e di chiarimento di determinate procedure, sia sotto il profilo dei rapporti interistituzionali sia sotto il profilo dei rapporti tra gli Organi di questa Istituzione regionale.
E’ importante perché, secondo me, la sostanza attraverso anche le forme corrette può essere più colta, più capita e in grado di andare a rompere quel muro che ci frappone ad una territorialità che è ancora legata a meccanismi nazionali di priorità di rappresentanze o di priorità di incombenze.
Le Regioni hanno fatto tanto al loro interno per elaborare una comune strategia attraverso modifiche istituzionali importanti, ma se poi non abbiamo le ricadute nei modi, nelle forme, nelle procedure, nel rispetto anche degli organi tra le Istituzioni e dentro la nostra Istituzione, tutto questo quadro viene a mancare.
Ricordo che sotto questo profilo ci sono stati nel passato dei momenti di riflessione fatti dall’allora Presidente del Consiglio Minardi, momenti che erano e che sono i rapporti tra le Istituzioni, i rapporti anche sotto un profilo di mutamento del quadro istituzionale.
Quindi direi che sia giunto anche il momento di portare a compimento quel tipo di procedura che è stato instaurato. Questo se vogliamo che la Regione Marche venga percepita per quello che è e per tutto quello che rappresenta nel nostro territorio.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo all’esame e alla votazione degli articoli e degli emendamenti.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2.
Emendamento n. 1 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Questo è il primo di una serie di emendamenti alla Tabella A tesi a ridistribuire alcune situazioni.
Se prendete la Tabella A nella terza riga rimane soltanto il Sindaco in sede, che è il capo di casa quando c’è la manifestazione, e il Ministro; con l’altro emendamento, viceversa, i Vicepresidenti della Giunta regionale e del Consiglio regionale scalano nella categoria immediatamente dopo, cioè con i Viceministri, i Sottosegretari di Stato, ecc..

PRESIDENTE. Emendamento n. 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Sub-emendamento n. 02 dei Consiglieri Bugaro e Mollaroli. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. E’ quello di cui parlavo prima, cioè lo spostamento nella casella di sotto di quello che abbiamo tolto con l’approvazione dell’emendamento n. 1.

PRESIDENTE. Sub-emendamento n. 02. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 2 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 3 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Decade.
Emendamento n. 4 del Consigliere Favia. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Decade.
Emendamento n. 6 dei Consiglieri Bugaro, Capponi. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 7 del Consigliere Favia. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 8 della Consigliera Mollaroli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Sub-emendamento n. 09 del Consigliere Favia, che ha la parola.

David FAVIA. Questo è consequenziale all’inserimento dei Vicepresidenti del Consiglio comunale e del Consiglio provinciale in sede. Bisogna regolamentare la collocazione di questi Vicepresidenti fuori sede.

PRESIDENTE. Sub-emendamento n. 09. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 9 del Consigliere. Decade.

Emendamento n. 10 della Consigliera Mollaroli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 11 del Consigliere . Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di regolamento n. 11. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Mozione n. 177
dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti
“Possibile ripristino campo nomadi di Appignano del Tronto”

Interrogazione n. 609
del Consigliere Castelli
“Comunità Rom dislocata ad Appignano del Tronto”

(abbinate)
Discussione e votazione risoluzione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 177 dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti e l’interrogazione n. 609 del Consigliere Castelli, abbinate.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Ho presentato rispetto alla problematica del campo nomadi di Appignano del Tronto due distinti atti, uno addirittura precedente alla tragedia di aprile, che riguarda la gestione del problema prima ancora che esplodesse nei termini che conosciamo, la seconda è un’interrogazione successiva alla tragedia che in particolare trae spunto da alcune notizie giornalistiche secondo le quali sembrava addirittura che qualcuno auspicasse il reinsediamento della comunità nomade ad Appignano del Tronto.
I due atti, quindi, documentano effettivamente – ne parlavo prima con l’Assessore Agostini – situazioni che colgono solo una parte del problema. Non vi sarà sfuggito che proprio negli ultimi giorni la vicenda di questa tragedia esecrabile e sanguinosa, che tra l’altro rende tutti noi, almeno a me personalmente, imbarazzato nel trattare questo argomento, ha avuto un’ulteriore evoluzione quando si è parlato di uno sfruttamento commerciale dell’esperienza di questo Ametovic.
Io non credo che sia necessario calcare la mano nel poter definire vergognosa questa vicenda perché penso che da questo punto di vista siamo tutti di questo avviso. Ad esempio, aver saputo che il proprietario dell’unità immobiliare, dove attualmente si trova Ametovic agli arresti domiciliare, ha una qualche gestione degli affari di Ametovic è una cosa che ci ha colpito non poco, così come quell’altro altro signore toscano che cura l’immagine, ecc.. Qui c’è un vero e proprio mercimonio che vale la pena di esecrare con tutta la forza possibile.
Dicevo con l’Assessore Agostini – ecco perché l’ho chiamato in causa – che sarebbe bene estendere la nostra discussione a questi fatti, che dopo quello che è accaduto anche a Roma, ormai rappresentano forse una delle problematiche più importanti e significative che condizionano la convivenza civile nella nostra Nazione quindi non solo nelle Marche.
Pertanto vorrei sapere se rientra nell’intenzione dell’Esecutivo anche quella di partecipare in maniera corale – voglio sperare sia unanime – a questi sentimenti rispetto ad un argomento che sicuramente è difficile, ma che merita di essere valutato.
Si tratterebbe, dunque, di estendere le nostre valutazioni ad un argomento non trattato precipuamente nei nostri atti ispettivi, ma che pure rappresenta il nocciolo della vicenda, ovvero fare esprimere in maniera forte e chiara la contrarietà della Regione Marche, come rappresentante di tutta la comunità regionale, rispetto a tutti questi vergognosi strumenti di simonia civile che sono, appunto, queste operazioni di sfruttamento con fine di lucro di questa vicenda così grave che dovrebbe meritare solo riservatezza e partecipazione intima a questa tragedia.
Vorrei quindi sapere se da parte della Giunta regionale vi è questa disponibilità, superando, se necessario, anche il dato formale dell’interrogazione e della mozione, purché vi sia un’adesione di questo genere. Questo anche per allontanare qualsiasi accusa di strumentalizzazione o cose del genere, così lontana dalla nostra idea tanto da voler verificare preventivamente se la Giunta regionale è dell’avviso di arrivare almeno su alcuni aspetti della vicenda ad una valutazione comune.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Pur essendo di un territorio molto vicino ad Appignano del Tronto, come il Consigliere Castelli, è la prima volta che prendo la parola per commentare la tragedia che si è consumata alcuni mesi fa in questo Comune.
Penso che di fronte a queste tragedie il silenzio e il rispetto per le vittime e per le famiglie siano l’unica strada che ognuno di noi deve e può perseguire concentrandosi sul rispetto e non sui commenti che volenti o nolenti sono tirati da qualche parte e che spesso, purtroppo, scadono anche nella speculazione politica.
Questo però non ci esime – sono d’accordo con il Consigliere Castelli – dal discuterlo in questo consesso e di farlo ricercando nella discussione il rispetto per la tragedia che si è consumata, ma nello stesso tempo la discussione non può essere non aggiornata agli ultimi eventi che si stanno determinando, tra cui quelli evidenziati dal Consigliere Castelli.
Quindi ho preso solo la parola per chiedere la possibilità del rinvio della discussione della mozione, chiedendo agli estensori e anche agli altri di partecipare alla riformulazione della mozione aggiornandola e adeguandola agli ultimi eventi e possibilmente trovare una risoluzione comune a tutto il Consiglio regionale.
Qualora questo sarà possibile, bene, altrimenti ci divideremo nella risoluzione, ma in ogni caso che almeno si faccia nella maniera più completa e aggiornata possibile.

PRESIDENTE. A questo punto c’è una proposta, possono intervenire un Consigliere a favore ed un Consigliere contro. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Il mio intervento non è contro o a favore, ma è una riflessione.
Oggi, secondo me, possiamo avere il tempo per verificare se ci fosse la possibilità di un documento comune, io non butterei via questa occasione.
La mozione è qui ed è ovviamente datata a quei giorni, ma che non è di uno o due anni fa, riguardano vicende che si sono concluse poche settimane fa.
Certo, i fatti di Roma e gli ulteriori sviluppi della questione relativa ad Appignano del Tronto hanno un aggiunto nuovi elementi, però la questione in se è assolutamente quella che abbiamo sollevato e che riguarda – il Vicepresidente Agostini converrà con me – un ritardo enorme sotto il profilo della discussione e del confronto e prima di tutto di approccio al problema.
In Inghilterra la Romania, pur essendo entrata a far parte in maniera organica della Comunità europea, ha come flussi migratori una regolamentazione che addirittura è stata prorogata di un altro anno, i cittadini rumeni hanno avuto una regolamentazione dei flussi molto stringente, perché così si prevedeva per l’ingresso della Romania in Comunità europea.
Quindi è questa la questione che dobbiamo affrontare, questione di carattere metodologico e di approccio culturale sulla immigrazione.
Oggi mi pare che questo spazio ci sia. All’ordine del giorno cosa abbiamo? Quali altre cose ci impediscono oggi di discutere di questo? Oggi il Consiglio non mi sembra affollato di punti così stringenti e importanti da togliere lo spazio a questo argomento. Se abbiamo la volontà, con un quarto d’ora o mezzora di confronto tra i capigruppo possiamo preparare una risoluzione comune. Se diciamo che oggi non abbiamo il tempo perché ci sono altre cose, cioè ad esempio che la Giunta deve riunirsi per cose che non conosco, va bene, quindi se passa una settimana non succede niente, ma visto che oggi questo Consiglio non ha grandi argomenti, vorrei sfruttare l’occasione per questa questione. Tanto più che siamo nell’attualità della cronaca che in maniera cruda ci ha riportato indietro nel tempo alle questioni di Appianano, perché ci sono vicende che si sono ripetute in altre modalità, ma con la stessa crudeltà anche a Roma.
Quindi direi di sfruttare oggi l’occasione di questa mozione.

Luciano AGOSTINI. Qui la tensione è altissima, se un voto di rinvio significa specularci sopra per il fatto che uno non vuole discutere, allora evitiamo di mettere benzina sul fuoco.
Se il Consigliere Pistarelli vuole discutere del problema più generale della sicurezza e dell’immigrazione che è molto di attualità in questi giorni, è legittimato a farlo, ma non è questa mozione lo strumento per poterlo fare perché la stessa dice “Possibile ripristino campo nomadi di Appignano del Tronto” che non è più all’ordine del giorno della discussione.
All’ordine del giorno c’è il problema che si è determinato negli ultimi giorni, così come è stato ben spiegato dal Consigliere Castelli, che ha riacceso un’enorme tensione in quel territorio e poi c’è problema più generale di cui discuteva sempre il Consigliere Castelli.
Sulla base di questo dico di aggiornare la nostra discussione e di crearci uno strumento che colga questi due aspetti. Se lo si vuole fare oggi sospendiamo il Consiglio, ma non credo che riusciremo a farlo in dieci minuti o un quarto d’ora perché bisogna, dato il clima, calibrare bene le parole che scriviamo; voglio avvertire i colleghi Consiglieri di questo perché il clima di tensione in quel territorio è veramente enorme.
Quindi se siamo in grado, benissimo, sospendiamo la seduta e facciamolo, altrimenti rinviamo a martedì prossimo perché non credo che gli eventi possano travolgere la oggettività e l’attualità della discussione.

PRESIDENTE. A questo punto devo applicare il regolamento, un Consigliere ha parlato contro e ora deve parlare un Consigliere a favore.

(Segue una breve discussione per trovare l’accordo)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli

Fabio PISTARELLI. Io penso, colleghi, che effettivamente un documento completo e aggiornato sia importane, vista anche la delicatezza territoriale della questione.
Oggi però mi sento già di mettere un punto, cioè che dobbiamo dire che questo Consiglio regionale vuole almeno esecrare questo utilizzo che si sta cercando di fare sotto un profilo commerciale e pubblicitario di una tragedia immane che ha creato queste tensioni.
Il Consiglio regionale in maniera tempestiva, e non in ritardo come spesso ci accade di fare, inizi a lanciare almeno questo tipo di messaggio, poi martedì faremo un documento complessivo, finale e di sintesi politica. In ogni caso ora non è possibile passare sopra a quello che sta avvenendo di fronte a queste tragedie dove tutto sta diventando spettacolo e mercimonio, questa è veramente una cosa inaccettabile.
Quindi un nostro serio segnale di considerazione del problema, un segnale di approccio serio sotto un profilo culturale oggi già, secondo me, deve essere messo come ordine dei lavori. Poi siamo d’accordo a prendere tempo come capigruppo, ma con l’impegno solenne di non andare oltre martedì della prossima settimana.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Per quanto mi riguarda non posso assumere impegni per la maggioranza, comunque è chiaro che è deprecabile che fatti di questo genere vengano sfruttati a fini commerciali.

PRESIDENTE. Mi scusi Vicepresidente, credo che a questo punto debba essere imposta la sospensione del Consiglio per dieci minuti, così per il tempo necessario ne parlate con calma con i Presidenti dei gruppi, dopodiché riprenderemo.

La seduta è sospesa alle ore 11,35

La seduta riprende alle ore 12,35

PRESIDENTE. E’ stata presentata una risoluzione a firma dei Consiglieri Castelli, Pistarelli, Ricci, Capponi, D’Anna, Brandoni, Bugaro, di cui do lettura: “Il Consiglio regionale delle Marche, considerate le notizie riguardanti il tentativo di utilizzare per ragioni di natura commerciale personaggi e vicende connesse alla tragedia consumatasi ad Appignano del Tronto, esprime la propria esecrazione per i suddetti tentativi. Manifesta la propria solidarietà ai familiari delle vittime, delibera di prevedere nel corso della seduta del Consiglio regionale di martedì 13 novembre una discussione specifica sui fatti di Appignano e sulle tematiche della sicurezza sulla base di un’apposita comunicazione della Giunta regionale”. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Con questa risoluzione si ricomprende il senso della discussione fatta prima. Da subito il Consiglio esprime la propria esecrazione rispetto ai tentativi di sfruttamento commerciale della vicenda di Appignano, questo è un punto su cui ci siamo trovati tutti d’accordo. Manifestiamo la nostra solidarietà alle vittime e ci impegniamo, come anche negli auspici del Vicepresidente, ad attenere una discussione specifica sulla base di una comunicazione che la Giunta, in materia di sicurezza, legalità e sui fatti di Appignano, svolgerà in occasione del prossimo Consiglio, in maniera tale che si possa aggiornare la nostra riflessione alla luce degli ultimi fatti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Approfitto della parola che mi è stata data per dare la mia adesione a questa proposta di risoluzione, ma nel contempo voglio segnalare e spero anche incentivare questo Consiglio affinché nella prossima seduta di martedì non si ci sia soltanto una perdita di tempo sull’argomento in quanto, come tutti i colleghi sanno, la questione è delicata e comporta una valutazione seria della politica regionale in materia di sicurezza.
Noi abbiamo un comitato di sicurezza che si riunisce una volta l’anno che non ha prodotto nulla. Sul territorio abbiamo dei problemi seri per la sicurezza di cui questo non è che uno degli elementi anche se molto importante.
Quindi non vorrei che martedì prossimo tornassimo a parlare demagogicamente della vicenda di Appignano e come impegno regionale ci fermassimo lì.
L’impegno regionale sulla sicurezza è importante, spero che questo Consiglio se ne vorrà far carico una volta per tutte e non continui a lasciare il problema nelle mani di altri.
C’è una legge che riguarda il personale della polizia locale che dorme in Regione da due anni e mezzo e che non trova una soluzione.
Spero che martedì prossimo potremo fare veramente il punto della situazione e che ci impegneremo nei confronti di questa gente e di tutti i cittadini marchigiani che mai come in questo momento soffrono il problema dell’assenza delle istituzioni e della giustizia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Anch’io approvo con grande soddisfazione la risoluzione presentata perché raccoglie l’appello che avevo lanciato nel fare una discussione che sia completa di tutte le argomentazioni e, inoltre, che si deve avere anche il tempo di ricercare una risoluzione la più possibile unitaria.
Quindi mi pare che il tentativo di rinviare la discussione sia stato coronato da successo e da grande senso di responsabilità di tutto il Consiglio regionale.
Per quanto riguarda le ultime considerazioni fatte dal Consigliere Santori dissento su quanto ha detto. Primo, perché la legge sulla polizia municipale non dorme, è molto attiva, nel senso che stiamo producendo una serie di incontri di concertazione con i comandi delle polizie municipali, stiamo facendo un lavoro molto profondo sul territorio con il coinvolgimento della stessa polizia municipale e non solo. Quindi entro la fine dell’anno – come abbiamo detto – tenteremo di approvarla in Giunta per potarla in discussione in Consiglio regionale.
Per quanto concerne la relazione sulla sicurezza ovviamente non ci sfugge la peculiarità della funzione, cioè che la sicurezza è in mano al Ministero degli interni e come funzione esclusiva è in capo allo Stato, ma nonostante questo facemmo, non ricordo se nel 2003 o nel 2004, una legge regionale sulla sicurezza che dà una serie di indicazioni e di azioni tra cui quella di fare la relazione annuale in Consiglio regionale sullo stato della sicurezza. Nulla vieta al Consiglio, alla Commissione o allo stesso Assessore, qualora se ne riscontrasse la necessità, di tornare anche più volte sullo stato delle cose, e su questo c’è la mia piena disponibilità ad affrontare con una sessione prossima la questione della sicurezza e le iniziative in capo alle funzioni che la legge regionale consente, ma è pur vero che la questione viene in Consiglio una volta l’anno in quanto la legge regionale dice questo. Comunque nulla ci vieta, ripeto, di ritornarci qualora se ne riscontri la necessità.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La discussione di merito la posticipiamo alla prossima seduta, ma oggi la soddisfazione di tutti è quella di aver dato un segnale tempestivo su una vicenda che ci lasciato intristiti quando avvenne il tragico fatto, ma anche sbalorditi per quelli che sono stati gli esiti degli ultimi eventi.
Mi pare un segno di maturità affrontarli in questa maniera, le frasi utilizzate mi sembrano in linea con quanto abbiamo espresso tutti.
Dobbiamo ora passare alla sostanza raccogliendo anche quello che il Vicepresidente Agostini indicava, cioè che dobbiamo fare il punto sui percorsi attivati, che oggi sono stati solo accennati dallo stesso Vicepresidente e che spero la prossima settimana verranno puntualmente approfonditi. Da lì per avviarci al ragionamento di cui accennavo prima, cioè un ragionamento più complessivo sul tema dell’approccio a quel fenomeno che purtroppo da qualche anno sta mettendo in difficoltà il tessuto sociale, dunque non solo quello locale, ma più complessivamente quello nazionale.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Risoluzione sulla mozione n. 177. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Mozione n. 160
del Consigliere Ricci
“Delocalizzazione di immobili dalle zone dissestate”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 160 del Consigliere Ricci che ha la parola per illustrarla.

Mirco RICCI. Questa mozione l’ho presentata molto tempo fa e si riferisce ai fenomeni accaduti nel 2005 e anche successivamente a quel periodo.
Come tutti sapete a seguito di fenomeni naturali, prevalentemente eventi sismici, ma anche eventi di dissesto idrogeologico come le frane, spesso molti cittadini di questa regione hanno dovuto subire ordinanze di sgombero, di allontanamento dalla propria abitazione, quindi hanno attraversato periodi difficili perché quando uno è costretto ad abbandonare la propria abitazione inizia un percorso drammatico.
Ancora molti cittadini marchigiani a seguito degli ultimi eventi sismici si trovano, pur avendo fatto la Regione Marche un grosso lavoro di ricostruzione insieme al Governo e alle Istituzioni, all’interno di moduli abitativi più o meno efficienti ed efficaci per poter sostenere la vita in quelle condizioni.
Conosciamo bene il nostro piano di protezione civile, il nostro documento di previsione dei rischi e sappiamo che questa regione è sottoposta a tre tipi di rischi: l’evento sismico che tutti, purtroppo, conosciamo; il dissesto idrogeologico, richiamato dal Pai delle Marche in maniera puntuale che rende chiaro che il territorio delle Marche subisce un profondo dissesto idrogeologico, come in verità anche la metà del nostro Paese; l’incendio boschivo.
A volte riusciamo a dare risposte molto precise e chiare attraverso risorse che vanno sotto la voce di risorse per la prima emergenza, riusciamo a dare risposte a coloro che hanno perso l’abitazione per eventi sismici, a volte invece in alcuni Comuni delle Marche ci sono state famiglie che hanno subìto ordinanze di sgombero derivanti dal dissesto idrogeologico e sono state costrette a resistere per alcuni anni con il contributo minimo di carattere sociale dei Comuni.
Insieme alla Giunta e all’Assessore Marcolini non abbiamo voluto fare una proposta di legge che individuasse un fondo e aprisse una finestra enorme rispetto al dissesto idrogeologico e alle relative eventuali delocalizzazioni di abitazioni, perché in questi anni il rischio di dissesto è forse esponenzialmente crescente, ma abbiamo voluto fare almeno un atto di giustizia rispetto a chi ha subìto questa ordinanza di sgombero e si trova oggi a vivere al di fuori della propria abitazione e che non riesce più neanche a tornarne in possesso perché in alcuni casi le frane occupano versanti di svariati chilometri.
Gli uffici della Regione hanno visitato queste situazioni, hanno redatto relazioni tecniche molto precise, si sono riferiti al Piano di dissesto idrogeologico, hanno quantificato l’onere sia di intervento di bonifica di quelle aree che dei costi eventuali della riduzione di valore dell’immobile e in alcuni casi della sua demolizione e hanno anche quantificato la somma che potrebbe essere necessaria per andare incontro a questa situazione.
Quindi questa mozione è un semplice atto di giustizia rispetto a chi ha la difficoltà di vivere fuori dalla propria abitazione e poterlo in qualche modo parificare a chi ha avuto, invece, risultati positivi e riscontri di carattere economico in riferimento agli eventi sismici di questa regione, in modo particolare del terremoto Umbria-Marche.
La mozione impegna la Giunta a fare in modo che almeno le quattro-cinque situazioni che riguardano quattro-cinque Comuni delle Marche possano essere risolte, magari anche con un intervento una tantum che tamponi e che possa mettere queste famiglie nelle condizione di poter recuperare la propria abitazione ovvero di essere collocate in una situazione simile a quella che avevano prima dell’evento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 160. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Mozione n. 212
dei Consiglieri Lippi, Favia, Brandoni, Massi, Solazzi, Rocchi, Comi, Donati
“Criteri di ridefinizione dei requisiti per l’appartenenza alle Comunità montane inserite nella legge finanziaria 2008”
Rinvio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 212 dei Consiglieri Lippi, Favia, Brandoni, Massi, Solazzi, Rocchi, Comi, Donati. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Mi scuso se intervengo, ma proprio ieri la Commissione preposta della Camera dei Deputati ha modificato il testo in entrata e da quello che si evince le Comunità montane cambieranno nome, si chiameranno Unione dei Comuni montani e l’unico vincolo sembra essere il numero degli abitanti.
Quindi sarebbe giusto, secondo me, approfondire la questione nella prossima seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Mi sembra opportuna la richiesta di rinvio del Consigliere Procaccini perché, pur condividendo l’urgenza di discutere un argomento tanto sentito dagli Enti locali, è pur vero che in Parlamento giace una proposta di legge che è stata approvata dalla Camera, ma che non è andata al Senato, quindi è ancora incerto l’esito del dibattito.
Avere più tempo a disposizione ci consente di capire anche quali saranno i contenuti che poi nell’autonomia legislativa del Consiglio regionale ci consentiranno di entrare nel merito.
Pertanto parlarne oggi potrebbe essere superfluo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. La questione sta in questi termini. Ho ricevuto gli emendamenti che sono al Senato che ripropongono sostanzialmente l’articolo 13.
L’indicazione che deve venire da questo Consiglio è quella di rivendicare l’autonomia di gestire in questa sede tale materia in quanto non possono essere fatte norme che non siano imbastite sulla diversità del territorio nazionale perché ogni Regione ha una sua situazione particolare.
L’indirizzo di questa mozione è per far capire a chi opera nella Finanziaria che queste norme non si possono discutere con particolari interventi su una legge che è di natura finanziaria perché questo stravolge l’assetto istituzionale.
Quindi l’intenzione della mozione era solo questa.

PRESIDENTE. Non ho capito bene se lei è d’accordo con la proposta di rinvio.

Leonardo LIPPI. Per me possiamo rinviarla, ma perde l’efficacia di far capire a chi opera e vota la Finanziaria che vogliamo rivendicare con forza il ruolo di voler gestire autonomamente queste situazioni.
La mozione potrebbe essere sintetizzata in questi termini, cioè che venga decisa la revisione delle funzioni e del disegno istituzionale delle Comunità montane e che venga deciso a livello regionale e non da Parlamentari che non conoscono il territorio. Parlamentari che tra l’altro vengono eletti ad estrazione o perché sono amici degli amici, quindi non conoscono la realtà del territorio e tanto meno non sono della montagna dove c’è una popolazione ridotta rispetto ad un territorio che, invece, è vastissimo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Penso che un atteggiamento di attenzione alla finanziaria sia giusto in questo momento suggerirlo con qualche iniziativa, qualche documento o qualche risoluzione.
Molti Parlamentari con i quali ho cercato di riferire rispetto a questo tema hanno detto che dobbiamo sollecitarli rispetto alle questioni non tanto di merito, ma in modo particolare rispetto a quelle cui faceva riferimento il Consigliere Lippi. Dire cioè che in questa materia è bene che sia chiaro che all’interno di una legge cornice o di indicazioni più generali le Regioni possano individuare meglio le caratteristiche e i criteri per definire una Comunità montana.
Personalmente credo anche che si debba andare ad una riforma delle Comunità montane, che si debba legare a una missione più specifica che potrebbe essere finalmente quella relativa ad una gestione unificata dei servizi o quella relativa all’accorpamento di quelle piccole in modo da ridurre il numero.
Quindi è opportuna una revisione delle Comunità montane legata ad una missione specifica che non produca in alcuni casi, come in questa regione è accaduto, situazioni paradossali nelle quali la Giunta della la Comunità montana ics ha più assessori del Comune capoluogo, situazioni che ci hanno fatto capire che un ente di secondo livello deve essere legato ad una specifica funzione.
Tuttavia, Consigliere Lippi, forse dovremmo ritirare questa mozione, poi quando avremo ottenuto una sorta di autonomia potremo discutere nel merito la nostra idea, cioè quella che è opportuno indicare che la Regione su questo tema deve mantenere la propria autonomia seppur all’interno di linee guida generali. Magari predisponiamo una proposta di risoluzione, oppure, come diceva prima la dott.ssa Santoncini, mettiamolo a verbale.

PRESIDENTE. Intanto a verbale ci saranno sia le dichiarazioni del Consigliere Lippi che le sue, Consigliere Ricci. Quindi a questo punto credo che la mozione possa essere ritirata e qualora ne riterrete la necessità potrete ripresentarla.


Mozione n. 94
del Consigliere Viventi
“Situazione economica finanziaria del settore sanitario regionale”

Mozione n. 76
dei Consiglieri Massi, Capponi, Pistarelli, Lippi, Santori, Ciccioli, D’Anna, Giannotti, Cesaroni, Castelli, Tiberi, Viventi, Brini, Bugaro, Ceroni, Romagnoli
“Sanità marchigiana: l’adozione di bilancio d’esercizio 2005 al 30 giugno 2006. Determinazione del budget per l’anno 2006 dopo il 30 giugno: quale è la vera situazione economico finanziaria?”

Interrogazione n. 486
del Consigliere Pistarelli
“Budget sanità 2006”

(abbinate)
Rinvio

PRESIDENTE. La mozione n. 94 del Consigliere Viventi, la mozione n. 76 dei Consiglieri Massi, Capponi, Pistarelli, Lippi, Santori, Ciccioli, D’Anna, Giannotti, Cesaroni, Castelli, Tiberi, Viventi, Brini, Bugaro, Ceroni, Romagnoli e l’interrogazione n. 486 del Consigliere Pistarelli, sono rinviate per assenza dell’Assessore competente.


Mozione n. 174
dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Lippi, Giannini, Luchetti, D’Anna , Solazzi, Badiali, Rocchi, Viventi, Brandoni, Mollaroli, Mammoli, Procaccini, Binci, Benatti, Silvetti
“Dispersione in mare di materiale bituminoso verificatosi il 4 aprile 2007 agli impianti Raffineria API”

Interrogazione n. 719
del Consigliere Silvetti
“Incidente Api del 4 Aprile 2007”

(abbinate)
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 174 dei Consiglieri Ortenzi, Comi, Lippi, Giannini, Luchetti, D’Anna, Solazzi, Badiali, Rocchi, Viventi, Brandoni, Mollaroli, Mammoli, Procaccini, Binci, Benatti, Silvetti, abbinata all’interrogazione n. 719 del Consigliere Silvetti.
Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. La questione dello sversamento dell’Api a Falconara è ormai un evento passato, però si sono ripetute situazioni simili anche se non così gravi.
A quel tempo con i colleghi e altri che sono voluti intervenire in quell’occasione, andammo a fare un sopralluogo e avevamo potuto constatare che la situazione dell’Api doveva essere presa in considerazione e, purtroppo, l’abbiamo dovuta prendere in considerazione anche successivamente.
Anche se oggi quell’evento può sembrare così lontano credo che comunque la questione abbia ancora l’appropriatezza della riflessione. Quindi come Commissione ci siamo attivati, abbiamo avuto contatti con l’Api e incontri con i Sindaci dei Comuni che hanno avuto la sventura di essere coinvolti in questa tragica situazione.
Riteniamo che non si debba abbassare la guardia per tutto quello che riguarda il comparto dell’Api perché purtroppo eventi di questo genere si sono succeduti anche con una frequenza, secondo me, troppo evidente.
Quindi riprenderemo sicuramente il discorso a breve in Consiglio regionale dove dovremmo prendere delle decisioni insieme.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Leonardo LIPPI. Scusate un secondo.

PRESIDENTE. Prego Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Forse non si è capito come intendevamo risolvere la situazione della precedente mozione sulle comunità montane, perché si è parlato di ritiro, dunque qualcuno ha inteso che non bisognava discuterla più.

PRESIDENTE. Io ho concluso la discussione dicendo che sulla base delle dichiarazioni del Consiglieri Lippi e del Consigliere Ricci la mozione così come era poteva intendersi ritirata, salvo poi, ravvisata la necessità, ripresentarla aggiornata sulla base della discussione che ci sarà in Parlamento.

Leonardo LIPPI. Però per mantenere la priorità volevamo trasformarla in una risoluzione da presentare nella prossima seduta del Consiglio.

PRESIDENTE. La priorità il Consiglio la darà sempre, comunque va bene, quindi consideriamo la mozione n. 212 rinviata.
Ritorniamo alla mozione n. 174. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questa mozione, firmata da gran parte dei Consiglieri regionali, è stata presentata a seguito dell’incidente verificatosi presso la Raffineria Api il 4 aprile 2007 che ha provocato dispersione in mare di idrocarburi.
E’ stato un incidente molto grave che ha coinvolto un territorio molto ampio che va da Falconara a Senigallia, che ha rischiato di compromettere la stagione balneare, ma che fortunatamente è successo nel mese di aprile. Un altro incidente, seppur di misura inferiore, è successo alla fine di luglio e ha comportato in un tratto di Falconara la chiusura della balneazione per più di dieci giorni.
Quello che si chiede con questa mozione è tutt’ora valido, si chiede di sapere la quantità del materiale sversato, si parla di mi-gliaia di litri, cioè alcuni metri cubi, fino ad una ipotesi di 20-30 mila litri di materiale.
E’ un materiale che è andato ad insaccarsi sulle battigie e sugli scogli, quindi ha comportato e comporta tuttora un’attività di ripulitura del litorale e anche di monitoraggio della spiaggia con dei carotaggi.
E’ un incidente molto grave e visto che quest’anno ne sono successi altri tre è un diritto delle comunità e dei cittadini sapere dagli organi di controllo quanto sia la quantità e quali siano le cause degli sversamenti.
Questo sversamento sembra sia dovuto ad un’erosione del condotto del pontile, quindi c’è un problema dei livelli di manutenzione che in Italia sono solo sottoposti a controlli periodici. In America, invece, ci sono delle normative che dispongono che dopo un certo periodo di tempo, mi sembra 15 anni, le raffinerie devono essere smontate e sostituite, quindi dopo un certo periodo di tempo c’è la previsione del ricambio indipendentemente dalla verifica di funzionalità.
In questo territorio, un territorio ad elevato rischio di crisi ambientale anche per la presenza della raffineria, c’è il problema della convivenza delle attività umane, delle attività turistiche e anche il problema rispetto alle emissioni in aria quindi della salute dei cittadini.
Per questo impianto, pertanto, c’è il problema del controllo, occorre verificare, rispetto alle dispersioni in mare, la sussistenza o meno di condizioni che possano inficiare il diritto di concessione della raffineria. C’è da rivedere il protocollo d’intesa affinché incidenti così gravi comportino anche delle sanzioni. A tutt’oggi non ci sono mai state sanzioni se non affidate alle cause penali e civili, che però la loro lungaggine fa sì che di fatto questi incidenti rimangano per la maggior parte impuniti. Non è accettabile che un impianto così a rischio non debba essere sanzionato quando si verificano situazioni di questo genere.
Quindi gli aspetti sono due, quello di verificare se sussistono ancora le condizioni per il mantenimento della concessione e prevedere che vengano previste le sanzioni nel protocollo d’intesa con la raffineria in caso di incidenti, poi quello di garantire il risarcimento dei danni subìti dai territori interessati. Per le chiusure alla balneazione, per i danni anche all’immagine di quei territori più o meno turistici, come Falconara, Marina, Marzocca o Senigallia, non c’è nessuna garanzia per un risarcimento rispetto a questi danni, oltre a quelli subiti a causa dell’inquinamento.
Questi sono i fattori più importanti di questa mozione che la Giunta dovrebbe determinare e portare avanti presso la raffineria e dovrebbe portare avanti anche le ragioni dei territori su cui questa gravita.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Penso che l’Aula non debba affrontare in queste condizioni problematiche così delicate. Il Consigliere Binci ha sollevato delle questioni e dei problemi che hanno una delicatezza e un’importanza notevole. Penso sia bene per tutti che queste discussioni vengano fatte in maniera partecipata.
Vorrei, per esempio, sapere a che punto siamo con le verifiche di Giunta che dovevano essere fatte per quanto riguarda i protocolli firmati. Quindi una discussione di questa natura, secondo me, merita diversa attenzione.
Credo che non abbiamo neanche il numero sufficiente per discutere, eviterei una verifica del numero legale chiedendo al Consigliere Binci e all’Assessore di rifare in una prossima occasione una discussione in maniera completa.
Pertanto chiedo sommessamente di rinviare la discussione e la votazione di questa mozione per entrarvi nel merito quando l’Aula parteciperà in maniera più attenta e più complessiva.

PRESIDENTE. Chiedo a quei pochi Consiglieri che sono rimasti un po’ piu di attenzione. Quando la “riunione in corso” sarà finita riprenderanno i lavori del Consiglio! Veramente a volte diventa difficile presiedere un Consiglio dove già le presenze non sono molto numerose e poi quando cala l’attenzione è ancora peggio.
Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ritengo che non sia necessario un rinvio innanzitutto perché questa mozione riguarda un atto di sei mesi fa, poi perché il suo deliberato è praticamente conoscitivo, cioè chiede alla Giunta di attivarsi per conoscere le cause, verificare l’idoneità degli impianti, verificare il rispetto del decreto su cui si basa la concessione, conoscere quali sono gli interventi di bonifica e ripristino, attivarsi per evitare altri incidenti e garantire il completo risarcimento dei danni.
Sono richieste conoscitive e di attivazione della Giunta propedeutiche ad una discussione successiva, anche perché le discussioni saranno sempre vuote finché non avremo questi dati.
Quindi, ripeto, è una mozione propedeutica per chiedere alla Giunta di attivarsi per avere informazioni e poterne poi discutere successivamente. Si potrà eventualmente chiedere alla Giunta di relazionare su questo.

PRESIDENTE. Quindi Consigliere Binci?

Massimo BINCI. Siccome questa mozione invita la Giunta ad attivarsi per prendere dati, penso che debba essere portata avanti ed approvata. Dopodiché successivamente potremo discutere sui dati e sulle informazioni che avremo, ma non discuteremo mai su niente se non chiediamo prima le informazioni mancanti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. La Commissione, a cui era presente anche il collega Binci, ha avuto diversi incontri dopo questo primo evento – e come si ricordava ce ne sono stati ben altri tre, tra cui uno coinvolse anche un operaio che stava verificando lo stato della tubatura la cui bardatura sembrava essere una delle cause che aveva prodotto il primo sversamento – con i responsabili dell’Api che ci portarono delle argomentazioni che per la verità non ci avevano neanche molto convinto, perché quello che avevamo avuto come relazione si discostava abbastanza anche in merito alla quantità del bitume sversato in mare.
Quindi come Commissione si era deciso di approfondire tutta la questione proprio per evitare che fatti di questo genere, secondo me molto gravi, avvenissero ancora.
Sarebbe il caso quindi che sia come Giunta che come Commissione si riprendesse il discorso dell’Api per evitare nuovi incidenti.
La mozione di oggi penso debba essere votata così com’è per tutte le questioni che ha enunciato il collega Binci.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Ho ascoltato con attenzione le questioni che poneva il Consigliere Pistarelli che hanno una loro ragione di esistere, una loro legittimità, però non so a chi addossare la responsabilità del fatto che l’Aula risponde in questo modo a un problema di questo tipo, certamente non si può addossare ai presenti.
Per quanto riguarda le questioni che vengono poste in questa mozione, su alcune abbiamo già lavorato e le abbiamo in qualche modo risolte, su altre ci stiamo lavorando, altre non attengono alla nostra responsabilità e alla nostra competenza.
La prima questione “attivarsi al fine di conoscere esattamente quali siano state le cause che hanno provocato lo sversamento”, e la seconda “verificare l’idoneità degli impianti…”, che sono direttamente collegate, non stanno in capo al Consiglio regionale o all’Assessorato all’ambiente o all’Assessorato all’industria – dovremo verificare anche quali sono le competenze interne di questa nostra Regione – ma stanno in capo alla Procura della Repubblica la quale dovrà dare, essa sì, una risposta definitiva a ciò che è accaduto, al perché è avvenuto e quali sono le responsabilità.
Il nostro impegno c’è stato in quanto abbiamo attivato i nostri bracci tecnici, e per questi l’Arpam, al fine di fare una serie di verifiche che sono oggi alla definizione della Procura della Repubblica.
Terzo punto “verificare il pieno rispetto del decreto del Direttore del dipartimento…” il famoso decreto attraverso il quale abbiamo fatto le famose prescrizioni con cui abbiamo rilasciato la concessione, anche per questo si sta lavorando, il sottoscritto ha chiesto un parere legale per capire quanto stiamo dentro quel decreto, quanto rispettiamo quelle prescrizioni. Stiamo ultimando il lavoro e annuncio a quest’Aula che una volta che avremo tutte le risposte necessarie affiderò al Servizio industria che oggi è competente per il rilascio della concessione. E tra le cose che potrebbero esserci – uso il condizionale perché siamo in una fase di definizione quindi dobbiamo andare a verificare – c'è anche il ritiro della concessione tra le varie sanzioni amministrative. Un Regio Decreto del 1934 che è ancora valido ho potuto verificare che parla anche di questo, pertanto dobbiamo andare a verificare se siamo dentro questa fattispecie oppure no.
Finito questo lavoro di valutazione è evidente che il sottoscritto porterà in Giunta i risultati di questi accertamenti poi li darà a chi di dovere, nel caso specifico al responsabile del Servizio industria, quindi non più quello del passato, perché allora firmò il Capo dipartimento territorio-ambiente che racchiudeva entrambi i Servizi, mentre oggi c’è un Servizio specifico che è chiamato a fare questo.
Per quello che riguarda gli “interventi di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi” è già stato tutto fatto, nel senso che si è aperto subito un tavolo tecnico che ha visto la presenza dei rappresentanti del Servizio ambiente regionale, dell’Arpam, dell’Icram e del Ministero dell’ambiente, si è fatta una valutazione dell’accaduto e si è intervenuti. Credo che la spesa complessiva che la raffineria ha dovuto sborsare per l’intervento sia attorno ai 10 milioni di euro, poi c’è stato un piano iniziale e finale di ripristino dello stato dei luoghi. Quando dico questo mi rendo perfettamente conto che non c’è nulla in natura e nulla in materia che possa ritornare allo stato dei luoghi precedenti una volta che si è intervenuto in qualsiasi modo, dico solo che per quello che era umanamente possibile tutta questa partita la si è chiusa.
Cosa più difficile l’ultimo punto, anche perché mi pare che da questo punto di vista le stesse amministrazioni interessate hanno alzato la bandiera bianca perché probabilmente il danno non era così grave e non vi è stata la possibilità della quantificazione effettiva dei danni. Ho aperto un tavolo, nei giorni immediatamente successivi allo sversamento, attorno al quale si potesse ragionare per prevedere un atto deliberativo, dopodiché l’intervento immediato e la situazione che si è venuta a creare ha fatto sì che questo problema di fatto si esaurisse da solo, nel senso che ad oggi mi sembra che non ci sia stata nessuna amministrazione comunale che abbia fatto una specifica richiesta di risarcimento danni, per cui un intervento diretto su questo mi sembra ad oggi veramente difficile. (…) Nessuno ha chiesto danni ufficialmente alla Regione Marche come tramite nei confronti della raffineria. Guardate, attorno a quel tavolo avevo chiamato i Comuni di Falconara Marittima, Senigallia, Montemarciano, tutti i Comuni che sembravano all’inizio interessati, poi si è spento un po’ l’eco per quello che riguarda il Comune di Senigallia, ma nemmeno il Comune di Falconara e di Montemarciano (…) Se loro hanno fatto una denuncia nei confronti della raffineria questo non lo so, ma certo è che attorno al tavolo regionale la questione si è chiusa per mancanza di interesse rispetto al proseguo dei lavori.
Per quello che mi riguarda penso che la mozione sia pienamente valida, nel senso che il problema è ancora vivo e che, ahimè, potrebbe – mi auguro di no – anche ripresentarsi. Quindi direi di votarla e di riparlarne quando vogliamo, perché le questioni poste, ripeto, sono attualissime, questioni sulle quali abbiamo lavorato e su cui stiamo ancora lavorando.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 174. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Mozione n. 109
del Consigliere Favia
“Trasferimento SERT – Ancona”
Votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 109 del Consigliere Favia. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,20