Resoconto seduta n.88 del 11/12/2007
SEDUTA N. 88 DELL'11/12/2007

La seduta inizia alle ore 11,05


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 87 del 4 dicembre 2007 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’art. 29 del Regolamento Interno.
Sono state presentate, in data 3 dicembre 2007, le seguenti proposte di legge:
- n. 204, ad iniziativa del Consigliere Ricci, concernente: “Modifiche alla legge statuaria 8 marzo 2005, n. 1 – Statuto della Regione Marche”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 205, ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro, Solazzi, Rocchi, Tiberi, Capponi, Santori, Giannotti, Pistarelli, Silvetti, Ricci, Massi, Castelli, concernente: “Modifica ed integrazione alla legge regionale n. 70 del 16/09/01, finalizzata all’applicazione di un’aliquota agevolata Irpef a favore delle famiglie numerose”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 206, ad iniziativa del Consigliere Favia, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 13 novembre 2001, n. 25 – Disciplina regionale in materia di impianti fissi di radiocomunicazione al fine della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 75, in data 5 dicembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Organizzazione su area vasta dell’esercizio delle funzioni dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale (Asur), nell’ambito del Servizio sanitario regionale”, assegnata alla V Commissione in sede referente e al Consiglio delle Autonomie locali per il parere ai sensi del comma 4 dell’articolo 11 della l.r. 10 aprile 2007, n. 4;
- n. 76, in data 6 dicembre 2007, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, concernente: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2008- Programma annuale e triennale di attività e di gestione”.
(Iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna)
- n. 77, in data 10 dicembre 2007, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Deliberazione Consiglio regionale n. 64 del 2/10/2007 – Approvazione programmazione rete scolastica per l’anno 2008/2009", assegnata alla I Commissione in sede referente.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge:
- n. 18, in data 30 novembre, “Deroghe al vincolo di indivisibilità per i terreni della proprietà diretto-coltivatrice”.
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 26 novembre, le seguenti deliberazioni:
- n. 1343: “Art. 26 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della Salute ai sensi della legge 64/2007, ad ulteriore integrazione delle risorse per il Servizio sanitario e relativi impieghi. € 13.623.868,00";
- n. 1344: “Art .26 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della Salute destinate al fondo per l’esclusività del rapporto per il personale dirigente del ruolo sanitario e relativi impieghi.- € 914.313,00";
- n. 1345: “Art. 26 comma 2 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. € 62.436,55”;
- n. 1346: “Art. 26 comma 2 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazioni dallo Stato, dall’Unione europea e da soggetti terzi e delle relative spese - € 54.513,44";
- n. 1347: “Art. 20 comma 3 della l.r. 31/2001 – Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l’integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell’elenco n. 4 “Spese dichiarate obbligatorie” del bilancio 2007 - € 58,00";
- n. 1348: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27 della l.r. n. 3/2007 – Variazione compensativa di € 35.327,35”;
- n. 1349: “Art. 34 – comma 2 della l.r. 23.2.2007, n. 2 e art. 20 comma 2 della l.r. n. 14/2007 – “Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007” - € 49.879,71";
- n. 1350: “Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – Art. 27 comma 1 della l.r. 3/2007 Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni - € 50.000,00”;
- n. 1351: “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni e integrazioni - € 136.340,00. Modifica al Poa 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171/2007 e sue successive modificazioni”;
- n. 1352: “Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 27 della l.r. n. 3/2007 – Variazione compensativa e modificazioni tecniche al Poa 2007. € 30.000,00”;
- n. 1353: “Art. 34 – comma 2 della l.r. 23.2.2007, n. 2 – e art. 20 comma 2 della l.r. n. 14/2007 “Variazione compensativa al Poa 2007 - € 17.479.15”;
- n. 1354: “Art. 34 – comma 2 della l.r. 23.2.2007, n. 2 – e art. 20 comma 2 della l.r. n. 14/2007 “Variazione compensativa al Poa 2007 - € 20.286.45”
- n. 1355: “Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni - € 2.478,75”;
- n. 1356: “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta Regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni e integrazioni - € 15.000,00. Modifica al Poa 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale. n. 171/2007 e sue successive modificazioni”;
- n. 1357: “Art. 26 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione da assegnazioni dallo Stato, dall’Unione europea e da soggetti terzi e delle relative spese – Importo di €. 75.461,34 e modifiche tecniche al Poa anno 2007";
- n. 1358: “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni - € 110.000,00”;
- n. 1359: “Art. 26 della l.r. n. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della salute e relativi impieghi per il progetto di ricerca finalizzata ai sensi degli articoli 12 e 12 bis del d.lgs 502/92 e succ. modificazioni ed integrazioni. €. 170.000,00";
- n. 1365: “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 27 della l.r. 3/2007 – Variazione compensativa di €. 60.000,00 e modificazioni tecniche al Poa 2007”;
- n. 1361: “Art. 34 – comma 2 della l.r. 23.2.2007, n. 2 e art. 20 comma 2 della l.r. n. 14/2007 – “Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2007”;
- n. 1362: “Art. 26 della l.r. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi per il finanziamento della spesa farmaceutica e relativi impieghi. € 4.184.720,00";
- n. 1363: “Art. 29 della l.r. n. 31/2007 e art. 27 della l.r. 3/2007 – Variazione compensativa di €. 271.338,70 e modifiche tecniche al Poa 2007”;
- n. 1364: “Art. 26 della l.r. 23/02/2007, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero della salute e relativi impieghi per obiettivi di piano sanitario nazionale per l’anno 2006. €. 35.565.097,00";
- n. 1365: “Art. 29, comma 1 della l.r. 31/2001, art. 26 comma 2 della l.r. 3/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2007 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - €. 10.000,00. Modifica al Programma operativo annuale 2007 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 171 del 5 marzo 2007 e sue successive modificazioni”.
Hanno chiesto congedo il Consigliere Brini, l’Assessore Ascoli, l’Assessore Carrabs.
Saluto le scuole dell’infanzia primaria e secondaria di primo grado dei Comuni di Ripatransone, Cossignano e Montefiore dell’Aso, classi prima, seconda e terza del plesso di Montefiore dell’Aso e la seconda classe del plesso di Ripatransone.


Commemorazione

PRESIDENTE. Credo che il Consiglio regionale debba riflettere e riconsiderare nuovamente, purtroppo, quanto accaduto a Torino e non solo.
Ci stringiamo attorno alle famiglie Laurino, Santino, Schiavone, Scola, per i quattro operai morti alla Thyssen Krupp di Torino, morti per il semplice motivo che lavoravano. Purtroppo non sono neanche gli ultimi.
Ieri, insieme al Presidente Spacca, abbiamo incontrato la Sig.ra Gagliardone di Ortezzano e le abbiamo consegnato la medaglia alla memoria per suo figlio Andrea morto a 23 anni, anche lui perché lavorava, le chiamano morti bianche. Quella signora ieri ci ha detto che si augurava che dopo suo figlio non toccasse più a nessuno di morire per un diritto che un uomo ha, cioè quello di lavorare.
Il luogo dove gli uomini e le donne dovrebbero realizzarsi e realizzare la propria vita e quella delle proprie famiglie non può diventare luogo di morte.
Purtroppo dopo i quattro morti di Torino ne abbiamo avuti altri, un giovane di 26 anni travolto da un treno, a Salerno è morto un sessantaduenne, questa mattina abbiamo notizia di un gravissimo incidente sull’A1 dove un altro giovane sembra stia morendo.
Questa è una società che sta consumando i propri figli, dunque è una società che va cambiata.
Credo veramente che su tutti noi, ovviamente in modo indiretto, dovremmo sentire la responsabilità di quanto sta accadendo nel mondo del lavoro, di quanto è accaduto, sull’impoverimento dei controlli, l’impoverimento dell’insicurezza nei luoghi di lavoro che uniti alla precarietà fa diventare il mondo salariato un mondo invisibile, un mondo che non esiste.
Vi informo che ho parlato con il Presidente Spacca e con l’Assessore al lavoro Ascoli, che oggi è in congedo, sul bisogno di ricordare per sempre queste vittime. Quindi studieremo la possibilità di produrre e di far erigere un monumento ai martiri del lavoro affinché la società marchigiana abbia sempre in mente ciò che sta accadendo.
Vi invito ora ad osservare un minuto di silenzio anche se so che non è sufficiente e non lo sarà mai.

(Il Consiglio osserva un minuto si silenzio)


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Chiedo l’iscrizione d’urgenza della proposta di atto amministrativo n. 73/07 “Criteri e modalità per l’erogazione di contributi a sostegno della gestione associata intercomunale di funzione e servizi per il 2007". Il riferimento all’anno ne giustifica l’urgenza.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’iscrizione all’ordine del giorno della proposta di atto amministrativo n. 73/07. Ricordo che per poterla iscrivere occorre almeno il voto favorevole dei due terzi dei votanti (...) Ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Siamo nella sessione bilancio e se questa proposta comporta spesa è uno degli atti che devono andare in coda. Ho questo dubbio, non vorrei passare per colui che non è sensibile alle Comunità montane.
Abbiamo rinviato più volte molti atti anche in Commissione bilancio con il Presidente Brandoni, per esempio quello delle Autorità di garanzia che è anch’esso un atto amministrativo, ma che comunque individua una procedura di spesa. Per questi atto mi si dice che sono fondi da far ripartire in Comunità montane, quindi ritengo che una verifica debba essere fatta.
L’abbiamo fatta in Commissione per tanti atti quindi anche questo deve essere uno di quelli verificati.
Se facciamo saltare queste regole di natura procedimentale salta, a mio avviso, anche la democrazia.

PRESIDENTE. Mi dicono che le leggi che stabiliscono i procedimenti stabiliscono anche che il divieto vale per le proposte di legge e non per gli atti amministrativi, motivo per cui nulla osta che l’atto venga iscritto e discusso.

Guido CASTELLI. L’aspetto che potrebbe essere di difficoltà è quello connesso agli emendamenti. Bisognerebbe comunque mettere questa proposta in coda alla seduta dando un orario perché, almeno per quanto mi concerne, mi erano state segnalate alcune auspicabili correzioni per il meccanismo di ripartizione in favore dell’Unione dei comuni.
Personalmente non ho nulla in contrario, ma è anche in contradditorio con la prima Commissione perché ora credo ci siano in corso delle audizioni. Io parlo perché non so quale è stata la posizione del mio gruppo in quanto la Consigliera Romagnoli in questo momento è impegnata in Commissione. Detto questo nulla osta se è tecnicamente possibile.

PRESIDENTE. L’articolo 28 bis del regolamento interno dice: “Dalla data di presentazione del progetto di bilancio e durante la sessione resta in ogni caso sospeso, anche nelle Commissioni consiliari, l’esame di proposte di legge che prevedono spese o diminuzione di entrate”. Quindi l’atto amministrativo può essere benissimo discusso e approvato.
Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Forza Italia si è astenuta su questo atto. Qui manca un elemento essenziale e cioè il giudizio del Cal non c’è, perché la partita è finita patta – tanto per essere chiari -, cioè è stato esercitato il diritto di veto da parte di uno dei componenti. Quindi abbiamo l’esigenza di valutare questa cosa, pertanto chiediamo che venga rinviato al prossimo Consiglio, oggi siamo contrari all’iscrizione.

PRESIDENTE. Se la Consigliera Benatti non ritira la proposta che ha fatto, chiedo al Consiglio di pronunciarsi, e il Consiglio è sovrano.
Ha chiesto la parola la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Ci sono cose inesatte. Per quanto riguarda le questioni poste dal Consigliere Pistarelli credo che oltre alle argomentazioni che ha addotto la Presidenza, trattasi di atto di indirizzi, non c’è una norma finanziaria – Consigliere Pistarelli vorrei che mi ascoltasse visto che mi ha fatto la domanda -.
La stessa cosa, per esempio, riguarda anche l’atto amministrativo sulla cultura che discuteremo fra poco sul quale il Consigliere Pistarelli non ha giustamente sollevato obiezioni.
Quindi il problema non c’è proprio perché alla fine dell’atto in questione non c’è una norma finanziaria.
Per quanto riguarda quello che ha detto il consigliere Castelli, non lo dovrei dire io ma la Presidenza, però mi sembra del tutto legittima la richiesta perché dobbiamo prevedere i tempi per gli emendamenti, quindi credo sia opportuno porlo alla fine della seduta.
Sulla terza questione che ha posto il Consigliere Giannotti devo, per onor di verità, riferire al Consiglio come è andata la vicenda.
La Commissione ha approvato l’atto dopo l’iter regolare, lo ha inviato al Cal per l’espressione parere. La riunione del Cal c’è stata venerdì, il Cal ha inviato un verbale dove si dà conto della valutazione che lo stesso ha espresso sul parere dell’atto uscito dalla Commissione. Sulla proposta di parere che ha formulato il Presidente del Cal, in virtù della modalità di voto con la quale il Cal può arrivare anche a un voto che non dà approvazione né di emendamenti né dell’atto, il Cal ha inviato regolarmente il verbale dando atto di tutte le posizioni che sono state espresse. Su questo parere questa mattina è stata convocata d’urgenza la Commissione consiliare che ha votato.
Quindi la Commissione non è abilitata a fare ulteriori riflessioni perché ha completato l’iter, ha preso il verbale giunto dal Cal e ha approvato definitivamente l’atto. Quindi l’atto è assolutamente legittimo e votabile.
E’ evidente che l’iscrizione d’urgenza deriva dal fatto che questi sono i fondi del 2007 e che questo è il primo atto che è astato sottoposto al Cal.
Pertanto dobbiamo anche cominciare a misurarci con i legittimi tempi della partecipazione a cui abbiamo voluto accedere.

PRESIDENTE. Quindi, Consigliera Benatti, mantiene la proposta che ha fatto.

Stefania BENATTI. Assolutamente sì.

PRESIDENTE. Il Consiglio a questo punto deve pronunciarsi. Pongo in votazione l’iscrizione d’urgenza dell’atto amministrativo n. 73/07.

(Il Consiglio non approva)


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Chiedo la possibilità di anticipare l’interrogazione n. 867 sui disservizi di Trenitalia, questo perché mi sembra che questa problematica sia assolutamente all’ordine del giorno. In ogni caso chiedo di poterla discuterla comunque questa mattina.

PRESIDENTE. Entro la giornata?

Katia MAMMOLI. Esatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Non ho nulla in contrario, ma stante la difficoltà di dare una gerarchia delle questioni, ce ne sono alcune che riguardano la materia sanitaria non meno importante. A me sta bene purché rimanga il tempo e la possibilità di esaminare almeno quelle relative alle questioni sanitarie. Quindi possiamo anche rimodulare la programmazione nella sua interezza.

PRESIDENTE. La proposta della Consigliera Mammoli è quella di inserire l’interrogazione n. 867 prima della proposta di atto amministrativo n. 76.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. L’interrogazione troverà risposta dopo la terza interrogazione all’ordine del giorno. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Mi spiace che non ci sia il Presidente Spacca, ma è ampiamente rappresentato, perché voglio richiamare quello che secondo me è un fatto grave, cioè la grave inadempienza istituzionale della Giunta che ancora non ha sottoposto all’esame del Consiglio regionale il parere sulla richiesta di passaggio di sette Comuni della Valle del Marecchia.
Devo dire al Consiglio che la richiesta del Governo è datata sei mesi fa. Un mese fa quindici Consiglieri regionali hanno chiesto al Presidente della Giunta di riferire in Consiglio e ancora oggi questo non è stato fatto.
Quindi credo sia doveroso richiamare il Presidente e che sia un dovere della politica garantire il diritto dei cittadini ad avere una riposta.
L’esigenza che voglio porre è di chiedere al Presidente di riferire oggi in Aula rispetto ai propri intendimenti su questa materia.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Il Consigliere Brandoni ed io abbiamo presentato delle interrogazioni a coppia – un insolito destino -, una è sugli incendi boschivi e l’altra sulla sospensione delle famose determine di Malucelli.
Visto che stata anticipata l’interrogazione Mammoli, e se anche il Consigliere Brandoni è d’accordo, potremmo anteporre la questione della sospensione delle determine di Malucelli che mi sembra senz’altro più attuale rispetto alla questione degli incendi boschivi.
Si tratta, quindi, al netto del tempo, di discutere le interrogazioni n. 863, n. 899 e n. 860 prima delle interrogazioni n. 814 e n. 812.

PRESIDENTE. Consigliere Castelli, le proposte vanno fatte al Consiglio e non ad altri. Non siamo mica al mercato!

Guido CASTELLI. Presidente, abbiamo anticipato la questione di Trenitalia che mi sembra, vista la netta presa di posizione della Giunta che addirittura è scesa sui binari, ampiamente trattata.
C’è, invece, una questione connessa alla sospensione di determine importanti della sanità, volevo proporre…

PRESIDENTE. Le ripeto, Consigliere Castelli, non si propone ad un Consigliere o a un Presidente di Commissione.

Guido CASTELLI. Allora chiedo l’anticipazione delle interrogazioni n. 863 e n. 899.

PRESIDENTE. Bene, ora il Consiglio decide su questa richiesta. Pongo in votazione la proposta di anticipazione delle interrogazioni n. 863 e n. 899.

(Il Consiglio non approva)

Guido CASTELLI. Chiedo la verifica del voto.

PRESIDENTE. Per cortesia, Consiglieri, verifica del voto.

(Il Consiglio non approva)


Interrogazione n. 655
della Consigliera Ciriaci
“Sanità: riorganizzazione e razionalizzazione del servizio di emergenza con eliambulanza e Potes nell’area sottodotata del Fermano”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 655 della Consigliera Ciriaci.
Vi ricordo per l’ennesima volta che così il Consiglio non può lavorare, non so come dirvelo. Se non ponete attenzione ai nostri lavori su cosa la poniamo!
Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito alla interrogazione in oggetto si fa presente quanto segue.
I temi importanti proposti all’attenzione…, Presidente, faccio fatica a continuare.

PRESIDENTE. Colleghi Consiglieri, veramente mi rifiuto. Non esiste regolamento, non esiste norma che possa richiamarvi al vostro dovere, perché ascoltare e discutere tutti insieme è un dovere, è l’abc della democrazia. Così è veramente impossibile, mi sento quasi umiliato a richiamare continuamente al minimo di rispetto tra di noi almeno durante la discussione.

Almerino MEZZOLANI. I temi importanti proposti all’attenzione dall’interrogazione in oggetto riguardano la rete dell’emergenza-urgenza sulla quale – come tutti sapete – è stata attivata una delle Cabine di regia previste dal Piano sanitario regionale 2007/2009 in base alle indicazioni della delibera di Giunta n. 1115 del 15 ottobre 2007.
Nell’ambito di tale Cabina verranno tenute in debita considerazione le proposte approvate dalla Conferenza dei Sindaci dell’area della Zona territoriale n. 11.
Per quanto riguarda la attivazione e la collocazione del secondo servizio di elisoccorso valgono le considerazioni che facevo al punto precedente.
La modifica amministrativa dei commi 7 e 8 dell’articolo 9 della legge regionale n. 36/1998, riguardante appunto il servizio di elisoccorso, deriverà dai lavori che verranno portati avanti dalla Cabina di regia sullo specifico punto.
Si ricorda che la citata delibera n. 1115 del 15 ottobre 2007 prevede di definire linee di indirizzo nell’ambito dell’emergenza-urgenza con l’obiettivo di consolidare un sistema che operi con logica e strumenti di rete e garantisca in particolare la copertura della fascia montana della Regione a seguito del potenziamento della rete ospedaliera dell’emergenza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Ringrazio l’Assessore della risposta che comunque ritengo poco esaudiente.
Come abbiamo già fatto presente nella premessa dell’interrogazione noi stiamo ancora aspettando l’attivazione di una Potes. Al di là del progetto dell’eliambulanza, proposta che è stata fatta dopo uno studio sul territorio, il discorso della Potes ricordo a questo Consiglio è stato già riportato come emergenza e come uguaglianza di soccorso già partendo dalla legge statale del 1992, recepita nel 1998, e poi riportato successivamente nel Piano sanitario precedente.
Nel nostro territorio non c’è assolutamente un minimo di emergenza.
Con il nuovo Piano sanitario abbiamo accettato che venga istituita una Potes con una emergenza non medicalizzata, quindi infermieristica. Tra l’altro abbiamo anche sostenuto il vostro Piano sanitario dove è stato messo al centro dell’attenzione l’uomo, dove comunque l’emergenza è indispensabile, dove una persona deve avere la possibilità di essere soccorsa da chi è competente e non come sta succedendo adesso nel nostro territorio dove purtroppo il soccorso ci viene dato da persone che fanno volontariato, persone che la mattina lavorano in fabbrica o in ufficio e poi vanno nelle nostre abitazioni a soccorrere chi ne ha bisogno.
Nel Piano sanitario, ripeto, abbiamo messo l’uomo al centro dell’interesse, l’uomo come rispetto, l’uomo come esigenza, l’uomo come diritto, l’uomo come dignità. Caro Assessore, in questo momento non stiamo facendo la stessa cosa, stiamo facendo tutt’altro.
Ripeto con tanta foga che il primo Piano sanitario l’ha promesso, l’Assessore precedente ha visitato il nostro territorio, ha visto come è sentito il disagio, ha visto che non è possibile nel periodo invernale raggiungere questi piccoli paesi dispersi, ha visto che i cittadini sono di età avanzata. Era stata presa in esame la considerazione di poter portare un’eliambulanza per quanto è impossibile a volte raggiungere dal nostro territorio l’ospedale di Fermo.
Aggiungo, Assessore, se lei vuole ancora sostenere e ascoltare la nostra esigenza, che il territorio delle Marche è frazionato, non possiamo dare una risposta soltanto dove troviamo un mucchio di cittadini, ma dobbiamo dare una risposta, se vogliamo lavorare sul sociale, soprattutto a quelli che sono dispersi sul territorio, ai cittadini che vivono in montagna, che continuano a vivere e a credere dandone vita nei piccoli paesi dell’entroterra, che danno economia, lasciando la loro ambizione e la loro foga continuando a vivere in un territorio dove sono nati, cresciuti e dove vorrebbero continuare a far vivere anche i loro figli.


Interrogazione n. 875
del Consigliere Pistarelli
“Selezione per titoli e colloquio per conferimento incarichi di coordinamento e/o posizione organizzativa zona territoriale n. 9 Asur”
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 875 del Consigliere Pistarelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con nota prot. n. 39121 del 26 novembre 2007 il Direttore della Zona territoriale n. 9 di Macerata ha evidenziato quanto segue in risposta all’interrogazione.
In merito al punto 1 dell’interrogazione, i colloqui per il conferimento di incarichi di coordinamento e posizioni organizzative, di cui alla selezione bandita in data 17 luglio 2007, si sono svolti in data 10 e 11 ottobre 2007 per quanto riguarda n. 9 incarichi di coordinamento e in data 12 ottobre 2007 per quanto riguarda n. 4 posizioni organizzative.
Al termine dei colloqui tenutisi in data 10 e 11 ottobre, l’esito degli stessi è stato affisso all’esterno dei locali presso cui si erano svolte le prove. Tale procedura, pur non essendo propria sul piano formale della fattispecie prevista, è stata adottata in analogia a quanto avviene nei concorsi pubblici in sede di effettuazione della prova orale, proprio allo scopo di garantire la massima trasparenza. Pertanto l’esito dei colloqui relativi agli incarichi di coordinamento per la centrale operativa 118 e per il punto di primo intervento di Tolentino sono stati resi pubblici al termine degli stessi.
In riferimento, invece, ai colloqui svoltisi il giorno 12 ottobre 2007, la commissione preposta, ha ritenuto opportuno rimandare la pubblicazione dell’esito a seguito della adozione da parte del Direttore generale dell’Asur della determina n. 560 del 8 ottobre 2007, in quanto la stessa avrebbe potuto influire sulle procedure collegate ai conferimento degli incarichi.
Si è quindi ritenuto di rimandare la pubblicazione dell’esito delle selezioni direttamente al Direttore di Zona in sede di approvazione dei verbali, ad avvenuto esito positivo delle procedure stabilite dall’Asur.
A seguito della nota Asur, pervenuta in data 18 ottobre 2007, con la quale veniva comunicata la decisione di sospendere gli effetti della delibera n. 560/07, il Direttore di Zona ha proceduto in data 26 ottobre 2007 – pertanto prima della presentazione dell’interrogazione del Consigliere Pistarelli – alla adozione della determina di approvazione delle graduatorie di tutte le selezioni effettuate per il conferimento degli incarichi vacanti di posizione organizzativa e di coordinamento. Tali graduatorie sono state comunicate con lettera raccomandata in data 31 ottobre 2007 a tutti i concorrenti delle varie selezioni.
La Zona non ha bloccato quindi alcuna graduatoria, ma anzi ha dato corso, non appena possibile, alla adozione dei conseguenti provvedimenti con grande tempestività.
In merito al punto 2 dell’interrogazione, i criteri di attribuzione dei punteggi sono stati definiti nell’intesa con le oo.ss. del Comparto, sottoscritta in data 25 giugno 2007 e recepita con determina n. 349 del 20 luglio 2007 e riportati dettagliatamente nel bando di selezione pubblicato in data 17 luglio 2007. Le Commissioni, pertanto, non hanno fatto altro che adeguarsi a criteri predeterminati, concordati fra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali.
In merito al punto 3 dell’interrogazione, i criteri richiamati, predeterminati nell’intesa sottoscritta con le OO.SS., specificati nel bando di selezione e a conoscenza di tutti i candidati, prevedono l’attribuzione di 50 punti ai titoli e di 40 punti al colloquio.
Per quanto concerne i concorsi pubblici e le selezioni interne, la vigente normativa prevede l’attribuzione di punteggi che, per le diverse qualifiche e categorie, oscillano da un minimo di 20 a un massimo di 50 punti per i titoli e da un minimo di 50 a un massimo di 80 punti per le prove di esame.
Per gli incarichi in questione si è invece inteso dare una maggiore incidenza ai titoli rispetto al colloquio.
La normativa contrattuale vigente, d’altra parte, non prevede una selezione obbligatoria per il conferimento degli incarichi in questione, ma consente la definizione d’intesa con le OO.SS., dei criteri di scelta per il conferimento degli stessi.
In merito al punto 4 dell’interrogazione, il colloquio è stato finalizzato, secondo quanto espressamente previsto dall’intesa con le OO.SS. e dal bando di selezione, alla valutazione delle caratteristiche attitudinali e conoscenze tecniche correlate alle funzioni da ricoprire.
II Direttore della Zona territoriale n. 9 di Macerata ha ritenuto necessario precisare che l’incarico di coordinamento relativo al punto di primo intervento del presidio di Tolentino è stato conferito all’avente titolo con decorrenza 16 novembre 2007.
Per quanto riguarda l’incarico relativo alla centrale operativa 118, la selezione è stata indetta in previsione dell’assegnazione di n. 3 tutor al corso universitario in scienze infermieristiche della sede di Macerata e conseguentemente all’esito della relativa procedura selettiva effettuata dall’Università, che aveva visto collocato al terzo posto l’attuale titolare dell’incarico di coordinamento della centrale operativa 118.
Per quest’ultimo incarico li Direttore dì Zona ha pertanto provveduto all’approvazione della graduatoria, rinviando, come già previsto, l’operatività del conferimento dell’incarico stesso al verificarsi delle condizioni utili per la destinazione dell’attuale titolare alla funzione di tutor.
Considerato quanto sopra, si ritiene che le argomentazioni e i chiarimenti forniti dal Direttore della Zona territoriale n. 9 di Macerata consentano di ritenere corrette le procedure seguite nel conferimento degli incarichi di coordinamento/posizioni organizzative di che trattasi.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. La risposta dell’Assessore è articolata ed entra finalmente anche nel merito delle questioni poste. Dico finalmente perché molto spesso le interrogazioni sono un po’ prese dagli uffici con una certa leggerezza perché non entrano nel merito puntuale delle domande che si pongono.
Invece in questo caso devo dire che gli uffici hanno assolutamente seguito punto per punto le questioni poste. Questioni che hanno riguardato una delicatissima selezione avvenuta nella Zona territoriale di Macerata che riguardava una serie di posizioni organizzative molto ampie, soprattutto riguardanti il coordinamento, ma anche le posizioni organizzative sanitarie specifiche.
In particolare le questioni che hanno un po’ disorientato gli stessi partecipanti aventi diritto sono state due. Una, l’esito della selezione per il coordinamento del punto di primo intervento di Tolentino, l’altra, l’esito della prova per affidare il coordinamento della centrale operativa 118. Insieme a queste c’erano altre otto posizioni in uno stesso bando di gara.
Perché hanno creato disorientamento? Perché a un certo punto – lo dice anche la nota che l’Assessore ci ha proposto in Aula – la graduatoria è stata congelata, graduatoria già predisposta di prassi dalla Commissione esaminatrice. Oggi si dice perché c’era la determina del Direttore generale Malucelli. La determina però è arrivata qualche giorno dopo, Assessore, quindi il dubbio rimane.
Che cosa, a nostro avviso, è accaduto in realtà? Nel predisporre il bando per la selezione in effetti ci sono state delle lacune nei criteri di assegnazione dei punteggi. Perché quando si compara il titolo al colloquio orale – perché il titolo vale 50 e il colloquio orale vale 40 – è chiaro che prevale la sensazione di una discrezionalità troppo ampia rispetto alla portata della selezione che è il coordinamento di funzioni, che in realtà deve rispondere ad esperienza, a titoli maturati e capacità dimostrata di gestione. Sono i famosi capi sala di una volta, cioè coloro che fanno quell’opera assolutamente importante di ausilio al personale sanitario. Questo perché il personale infermieristico, soprattutto per quanto riguarda le centrali operative del 118 cioè l’emergenza, sono assolutamente fondamentali nell’opera di distribuzione dei carichi e di risposta puntuale nel momento in cui arriva la segnalazione.
A Macerata è successo che questa discrezionalità è saltata un po’ agli occhi, ecco perché il congelamento, ecco perché da ultimo si è risolta un po’ la questione. Questo effettivamene lo devo dire, ha ragione l’Assessore. Si è risolta perché in realtà uno dei vincitori di questa selezione vi ha rinunciato ed è subentrata la persona che era da molto tempo già stata a Tolentino e conosceva bene la situazione dunque aveva maturato quell’esperienza che tutti giudicavano essere fondamentale per assolvere quel ruolo.
Quindi si è risolta da sé una vicenda un po’ intricata soprattutto nelle sue premesse, cioè nella gestione del bando di selezione, attribuzione dei punteggi per i titoli, anzi, qualificazione proprio sulla base delle selezione per titoli che in qualche caso non ha applicato gli stessi criteri su tutto. Inoltre troppa discrezionalità perché il punteggio per i colloqui orali era molto, molto alto e sbilanciato rispetto alla valutazione fatta per i titoli.
Ringrazio la puntualità della risposta perché in questo caso posso dire che in effetti si è entrati nel merito della vicenda da me sollevata.


Interrogazione n. 814
del Consigliere Brandoni
“Emergenza incendi che ha colpito il territorio regionale”

Interrogazione n. 812
del Consigliere Castelli
“Incendi boschivi verificatisi nel territorio regionale”

(abbinate)
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 814 del Consigliere Brandoni e l’interrogazione n. 812 del Consigliere Castelli, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In riferimento all’interrogazione n. 814 del Consigliere Brandoni si precisa che la Regione Marche destina il 50% del cosiddetto fondo per la protezione civile agli Enti locali, quale quota di partecipazione per gli interventi di soccorso e di assistenza di loro competenza, attuati per fronteggiare eventi riconducibili alla tipologia di cui all’articolo 2, comma 1 della legge n. 225/92 e per il rafforzamento del sistema.
Ad oggi risultano essere stati erogati euro 14.378.514,20, somma riferita alle annualità 2001, 2002, 2003, 2004 e 2005 del fondo di cui all’articolo 138 della legge 388/2000.
Dette risorse possono essere impiegate anche a favore dei gruppi comunali di protezione civile che nel tempo hanno raggiunto il numero di 166.
I gruppi comunali di protezione civile e le associazioni di volontariato di protezione civile delle Marche hanno raggiunto un più che soddisfacente livello di preparazione come si è potuto constatare in occasione delle situa ioni di emergenza verificatesi nel nostro territorio. La struttura regionale di protezione civile continua ad operare per il continuo miglioramento della formazione dei volontari marchigiani.
Non corrisponde al vero l’affermazione che siano state utilizzate risorse destinate agli interventi conseguenti alle calamità naturali per lo svolgimento dell’Agorà dei giovani di Loreto.
In proposito si evidenzia che è stata già data specifica risposta alle interrogazioni presentate dai Consiglieri Brandoni e Altomeni.
Varie volte il Presidente ha sollecitato i competenti organi nazionali perché vengano potenziate le risorse umane e strumentali del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale dello Stato.
La risposta operativa delle varie Province della regione è sostanzialmente identica perché elaborata nell’ambito dall’Upi e quindi già di feto gli schemi pianificatori adottati dalla Provincia di Macerata corrispondono a quelli delle altre Province.
In riferimento all’interrogazione n. 812 del Consigliere Castelli si precisa si precisa che la Regione Marche ha già espletato tutte le iniziative possibili per l’ottenimento prima della dichiarazione di stato di emergenza e per la successiva emanazione di una specifica ordinanza per gli interventi conseguiti a seguito degli incendi boschivi della scorsa estate.
Infine non è stata trascurata la possibilità di accedere per il tramite del d.p.c. della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai finanziamenti legati al Fondo di solidarietà della Comunità europea.
Il Dipartimento regionale di Protezione civile collabora con gli altri servizi regionali al fine di creare una politica integrata dì sicurezza, in particolare: con il Servizio agricoltura e forestazione si sviluppano tutte le procedure e le iniziative idonee alla salvaguardia delle aree boschive ricercando un equilibrio fra sviluppo e salvaguardia delle stese dal rischio di incendi boschivi.
Negli ultimi anni i fondi regionali legati alla Protezione civile e quindi anche all’Aib si sono attestati stabilmente a 1.500,000 euro, salvo eventuali integrazioni in sede di assestamento del bilancio di previsione. Per l’anno in corso è stata richiesta una integrazione di circa 300.000 euro per far fronte in particolare all’utilizzo degli elicotteri regionali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Prendo atto e mi dichiaro soddisfatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Anch’io voglio ringraziare l’Assessore per la precisione con cui ha costruito la risposta.
Tuttavia vorrei ricordare che le questioni non sono esattamente come l’Assessore ci ha ricordato, in specifico alla vicenda dei fondi destinati all’Agorà dei giovani. Tanto che in precedenza avevo presentato, assieme al Consigliere Altomeni, una interrogazione riguardante le risorse destinate a quell’avvenimento e i capitoli che andavano a finanziarla.
In quell’occasione, lo ricordo benissimo, ebbi una risposta molto chiara e molto precisa, cioè che una quota di quegli interventi erano legati agli impegni relativi alla protezione civile che riguardavano l’acquisto di beni durevoli per questa attività.
Quindi che una quota delle risorse del bilancio regionale, destinate anche alla protezione civile, abbiano confortato una avvenimento considerato dalla Giunta importante come l’Agorà dei giovani è un fatto e non un’opinione degli interroganti.
Questo, come diceva un noto personaggio televisivo, per la precisione, Assessore.


Interrogazione n. 863
del Consigliere Castelli
“Determine Direttore generale Asur n. 559 e 560 dell’8 ottobre 2007 e successive reazioni del collegio dei Direttori di Zona”

Interrogazione n. 899
del Consigliere Castelli
“Sospensione determine Direttore generale Asur n. 559 e 560 dell’8 ottobre 2007"

Interrogazione n. 860
del Consigliere Brandoni
“Determina del Direttore generale Asur n. 560/Asurdg dell’8 ottobre 2007"

(abbinate)
Svolgimento

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 863 e n. 899 del Consigliere Castelli, e l’interrogazione n. 860 del Consigliere Brandoni, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. In merito a quanto richiesto dai Consiglieri si precisa quanto segue:
1. I provvedimenti vengono considerati legittimi poiché rientrano nelle competenze assegnate alla Direzione generale Asur;
2. il Direttore Generale motiva i provvedimenti con il superamento del budget assegnato;
3. successivamente le organizzazioni sindacali di categoria hanno chiesto un incontro urgente per la discussione in merito ai provvedimenti e sull’opportunità della loro revoca;
4. i Direttori di Zona nonostante il netto dissenso rispetto ai provvedimenti assunti dal Direttore generale hanno concordato I’avvio di un rapido confronto per delineare i percorsi istituzionali da intraprendere per affrontare la questione dei pani di assunzione cori la Direzione generale, cose, avvenuta nel mese di ottobre;
5. le organizzazioni sindacali in ripetuti incontri con la Direzione generale dell’Asur hanno continuato a rivendicare la revoca delle determine pur nella cognizione delle motivazioni oggetto dei provvedimenti;
6. il Direttore generale ha comunicato, a mezzo lettera, alle organizzazioni sindacali e ai Direttori di Zona di aver sospeso l’efficacia delle determine stesse fino alla conclusione degli incontri con le medesime organizzazioni sindacali. Tutto ciò dopo aver definito in tempi brevi l’effettivo fabbisogno di personale e contestualmente di procedere alle assunzioni stabilite fino alla data di adozione delle determine in oggetto;
7. in merito ai quesiti posti nell’interrogazione, il Direttore generale dell’Asur ha fornito la seguente relazione che si riporta integralmente:
“Con disposizione del Direttore generale è stata sospesa l’efficacia delle determine n. 559 e 560;
- la detta decisione è maturata a fronte delle richieste delle organizzazioni sindacali ed è scaturita da una valutazione di opportunità avuto riguardo alla necessità di ulteriore confronto presso il tavolo di discussione nel frattempo istituito in sede regionale;
- la sospensione degli atti in parola è intesa in senso atecnico, posto che la stessa non ricade nella fattispecie di cui all’art. 21-quater legge 241/90 ss.mm.ii., afferendo ad atto dispositivo ad efficacia essenzialmente interna, escluso ogni riverbero degli effetti dello stesso nei confronti di terzi;
- in ragione di quanto sopra la decisione assunti. dal Direttore generale, di sospensione degli atti richiamati, non necessita né di motivazione né di termini né di particolari formalità, posto che lo stesso, in quanto organo monocratico può autonomamente disporre rispetto a determinazioni precedentemente assunte, anche con piena libertà di forma ove si tratti di atti a rilevanza meramente interna, come è il caso degli atti su richiamati;
- riguardo alla durata della sospensione si precisa che la stessa è rimessa all’esito del confronto cui si è fatto cenno ed in ogni caso permane nell’alveo della discrezionalità direzionale con i temperamenti imprescindibili della necessità di garantire in ogni caso il buon andamento dell’azienda;
- da ultimo si rappresenta che, peraltro, a prescindere dalla disposizione di sospensione dell’efficacia le direttive contenute nelle determine n. 559 e 560 sono state già oggetto di adeguamento da parte delle Direzioni zonali mentre altre sono in fase di ottemperanza alle disposizioni ivi contenute;
- si fa notare altresì che le determine in parola sono state sottoposte a controllo del collegio sindacale senza rilievi.”.
Con nota Asur/direttore generale prot. n. 12078 del 29 novembre 2007 che si riporta integralmente il Direttore generale dell’Asur comunica quanto segue:
“In esito alle disposizioni sui piani di reclutamento del personale del Servizio sanitario regionale e specificamente oggetto della d.g.r. 434/2007, budget 2007 e determina di questa Direzione generale, si rappresenta quanto segue:
- i piani di reclutamento delle Zone territoriali sono stai esaminati congiuntamente con i Direttori di Zona sempre nel rispetto dei tetti di spesa di cui alla d.g.r. 434/2007;
- pertanto si trasmette elenco complessivo dei piani assunzioni citati affinché codesta Giunta regionale possa provvedere alla nomina del rappresentante di competenza per l’area medico-veterinaria in tempi brevi.
Con quanto sopra esposto si considera concluso l’iter procedurale che ha richiesto l’assunzione di un procedimento necessario per l’esatta applicazione della normativa vigente.”.
8. Per quanto esposto è dato conoscere le consultazioni con le organizzazioni sindacali per la definizione di un protocollo d’intesa per le relazioni sindacali in ambito Asur sono tuttora in corso e conseguentemente anche la sospensione dell’efficacia delle determine n. 559 e 560 dell’8 ottobre 2007.
A tal fine questo Assessorato ha comunque proceduto a sensibilizzare gli organi dirigenti dell’Asur nel definire prontamente un sistema di relazioni sindacali con le organizzazioni sindacali medesime più rispettoso delle disposizioni contenute nei contratti di lavoro delle tre aree negoziali del Servizio sanitario regionale, cosa che è attualmente in atto.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Le questioni poste dal sottoscritto sono due, la prima nell’immediatezza da parte dell’adozione da parte del Direttore Malucelli delle due determine, n. 559 e n. 560, un’altra posta quando apprendemmo dai giornali che a seguito di una forte presa di pozione dei Direttori di Zona si era addivenuti a questa sospensione.
Vorrei dedicare tre secondi a quest’ultimo quesito che fra l’altro l’ho posto all’Assessore Mezzolani a seguito delle segnalazioni ricevute da alcuni Direttori di Zona i quali mi chiedevano lumi su questa strana sospensione che era stata comunicata dal Direttore Malucelli in una maniera che lui stesso attraverso una mail definisce “atecnica”. I Direttori di Zona si trovavano in una situazione di estrema difficoltà proprio perché, Assessore, non sapevano se dar corso o meno al dispositivo di due determine tutt’altro che secondarie, anzi, che afferiscono pienamente al dibattito che è stato fra l’altro introdotto dal Piano sanitario e successivamente reinterpretato dalla recente delibera del 3 dicembre sulle aree vaste, cioè l’autonomia dei Direttori di Zona.
Mentre si stava discutendo da ottobre di come revisionare, provvedere a un restyling dell’organizzazione sanitaria fondata sull’Asur, il Direttore Malucelli ha emanato due determine di assoluto rilievo giuridico e politico che sostanzialmente menomavano in maniera così evidente i poteri delle Zone da suscitare una vera e propria levata di scudi da parte dei Direttori di Zona che in una riunione non più tardi del 10 ottobre arrivavano addirittura a sfiduciare il Direttore Malucelli.
Capisco che quest’Aula è distratta da questioni più importanti rispetto a quella della sanità, ma è stato un punto di snodo determinante nella conflittualità estrema che si è sviluppata all’interno del sistema sanitario regionale a seguito della nomina di Malucelli a direttore generale dell’Asur e di Ruta a Dirigente del Servizio.
Non vi è chi non veda come oggi il Servizio sanitario regionale stia soffrendo e patendo in una maniera estrema la conflittualità tra questi due soggetti, tra questi due mondi, che non più tardi di un mese e mezzo fa hanno stabilito una norma, quella di togliere ai Direttori di Zona di fatto l’autonomia nella gestione del personale riconosciuta da una legge. Perché l’autonomia in materia di personale in favore dei Direttori di Zona è stata stabilita dalla legge n. 13 e Malucelli è intervenuto a gamba tesa – come faceva Romeo Benetti nei tempi migliori – sull’autonomia dei Direttori di Zona stabilendo come essi non avrebbero potuto adottare provvedimento alcuno di reclutamento del personale fuori da quanto stabilito dalla Giunta l’anno prima della famosa delibera sblocca concorsi.
E’ una cosa gravissima, una cosa che fa retrodatare le lancette dell’orologio della sanità regionale a quel dibattito che facemmo nel giugno 2003 proprio sulla vexata quaestio dell’autonomia delle Zone rispetto all’Asur. Questo è un fatto gravissimo.
Altro fatto gravissimo è quello dell’autonomia di spesa, perché secondo il Malucelli pensiero i Direttori di Zona possono effettuare acquisti solo se inferiori a 25 mila euro.
Non sono tecnicismi, non sono dettagli, sono il sale stesso della discussione che questo Consiglio regionale sta sviluppando dal giugno 2003.
Veniamo alla risposta che ci dà Malucelli, non Mezzolani che in questa situazione continua il suo golgota più o meno pazientemente, quindi non mi rivolgo a lui ma a Malucelli che ormai è una entità superiore come la dea ragione dei filosofi scientisti del settecento. Se oggi stiamo discutendo – e non mi sembra che in Giunta stia passando questa idea – di ridare poteri ai territori, queste due determine di Malucelli non solo vanno sospese in modo atecnico, ma ci stiamo rendendo conto che c’è un Direttore generale dell’Asur che introduce nel diritto la sospensione atecnica! La sospensione è un istituto giuridico disciplinato dalla legge n. 241/1990 che prevede come l’atto di sospensione sia a tempo determinato, sia motivato, sia adottato con lo stesso rango formale del provvedimento da sospendere.
Noi siamo nella situazione di vedere tredici Direttori di Zona che come Godot cercano qualcosa o qualcuno, ma che oggi non sanno se provvedere al reclutamento del personale o meno, se devono o meno siglare gli atti di acquisto per entità superiori ai 25 mila euro. Tutto questo perché vige un principio di sospensione atecnica.
In realtà la sospensione è quella che sta riguardando il Servizio sanitario regionale da qualche mese, siamo tutti sospesi. I Greci parlavano di epochè, cioè in quel caso della sospensione in del giudizio, invece qui siamo alla sospensione della razionalità.
Il nostro Gian Mario Spacca – Presidente anche lui alla memoria a questo punto perché sulla ribalta dei palcoscenici, sulle rotaie, è sempre presente, ma non viene qui in Consiglio – non ci può venire a raccontare che i conti sono quasi in ordine quando l’Assessore Marcolini in audizione di bilancio dice che ci sono ancora 42 milioni di euro di disavanzo. Ma vi sembra una cosa seria?! Non dico a lei, Assessore, perché ci ha detto che state facendo i conti, che c’è una performance che sembra migliorata. Va bene, ne prenderemo atto e leggeremo, ma non può venire il Presidente Spacca in questa sospensione a dirci davanti ai giornali che i conti sono tornati in ordine, perché non mi sembra una cosa seria.
Quindi, Assessore, le chiedo di richiamare all’ordine il Direttore dell’Asur, il quale anche lui è sottoposto a verifica a gennaio, perché sta assumendo un atteggiamento di assoluto arbitrio rispetto a dinamiche che questo Consiglio e questa Giunta sta sviluppando con tutto il tempo, ahimé, necessario vista la complessità della cosa.
Quindi non mi rivolgo a lei, ma la invito davvero a fare chiarezza sulla situazione della sanità marchigiana perché stiamo navigando a vista come non mai.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. La mia interrogazione era soprattutto un invito all’azione che mi pare sia stato esercitato, come è stata esercitata un’altra cosa altrettanto importante, la prudenza e la riflessione che l’Assessore mi pare in questo momento eserciti con grande costanza.
Penso che su questa riflessione e su questa spinta che viene anche dai banchi della maggioranza presto, oltre alla prudenza, avremo anche il risultato di questa.



Interrogazione n. 867
della Consigliera Mammoli
“Disservizio Trenitalia presso la Stazione ferroviaria di Jesi”
Svolgimento

Interrogazione n. 759
del Consigliere Castelli
“Prospettive della Stazione Ferroviaria di San Benedetto del Tronto”
Rinvio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 867 della Consigliera Mammoli e n. 759 del Consigliere Castelli, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. In relazione all’interrogazione della Consigliera Mammoli, vorrei osservare che le stazioni ferroviarie sono patrimonio immobiliare di Rete ferroviaria italiana e sono quindi gestite dalla struttura operativa Terminali, Viaggiatori e Merci di Rfi.
Diversamente il funzionamento delle biglietterie, così come ad esempio i servizi di pulizia, le emettitrici automatiche di biglietti, sono a carico direttamente di Trenitalia.
La biglietteria di Jesi dipende da quest’ultima, gestita dalla direzione nazionale, ed effettua orari di apertura al pubblico non omogenei nel corso della settimana che, a giudizio di Trenitalia, è così articolata in base all’andamento delle rilevante frequentazioni in stazione: da lunedì, martedì, mercoledì e sabato dalle 6095 alle ore 12.45, il giovedì e venerdì dalle ore 6.05 alle 19.40, i festivi dalle 13,05 alle 19.40.
Al fine di consentire un servizio continuato di vendita biglietti sono presenti, in stazione, le emettitrici automatiche e sul territorio jesino 4 punti vendita biglietti, la cui ubicazione è fornita agli utenti tramite avviso affisso alla biglietteria in stazione.
Molto diversa è la gestione delle edicole. Da circa due anni Rfi ha appaltato alla Società Viavai la gestione delle edicole all’interno delle stazioni. Tecnicamente, allo scadere dei contratti preesistenti, stipulati tra privati e Rfi, è subentrata la società Viavai, che computa i canoni di locazione sulla base del fatturato, determinando conseguentemente un rincaro, in alcuni casi sensibile, dei canoni stessi.
Nel dettaglio di Jesi, allo scadere del contratto con Rfi è subentrata Viavai nel rapporto con l’edicolante che ha rinunciato all’attività proprio per l’esosità del canone. Da informazioni assunte dalla struttura competente c/o Rfi risulta che vi sono numerosi interessati al rilevamento della edicola in oggetto – questa l’abbiamo depositata qualche settimana fa e non sono aggiornato sulle ultime ore – è necessario per potere riaffidare l’esercizio che Viavai predisponga un bando per aggiudicare nuovamente la gestione dell’esercizio. Rfi non ha fornito notizie in merito ai tempi di codesta procedura.
Siamo convinti che l’interrogazione sia utile sia per un ragionamento specifico che consenta l’emanazione del bando, sia più in generale per una riflessione sulla presenza di Trenitalia e l’organizzazione delle biglietterie presenti e future che vorremmo far rientrare nel contratto di servizio, pur uscendo dalle competenze del contratto di servizio regionale e dipendendo dalla organizzazione nazionale di Trenitalia.
La preoccupazione sottostante l’interrogazione è condivisa dalla Giunta regionale, si tratta materialmente di presidiare e anche di organizzare soluzioni alternative. Però prima di pensare a soluzioni autogestite, che è la linea su cui Trenitalia sta cercando di spingere diverse realtà – io temo anche Jesi –, bisogna ottenere il rispetto di un servizio il più ampio possibile. In questo caso, trattandosi di una stazione passeggeri e merci di particolare importanza, a nostro avviso un indebolimento non sostenibile sarebbe la chiusura della biglietteria e un appalto a privati non condizionato.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Ringrazio l’Assessore per le notizie che mi ha dato che tra l’altro corrispondono alle notizie che ho già.
Il problema della biglietteria e dell’edicola nella stazione ferroviaria di Jesi è ormai pluriennale, tanto è vero che già in passato, anche come amministrazione cittadina, ci eravamo mossi per riuscire a capire come si potessero risolvere questi problemi.
Una delle situazioni di maggior difficoltà a mio avviso derivano anche dal fatto che un ente locale qualunque, pur con tutta la buona volontà, non riesce assolutamente nemmeno a mettersi in contatto con i diretti responsabili di certe situazioni, per cui si vive un po’ sul sentito dire, sulla notizia giornalistica o su altro.
Questa interrogazione è stata presentata diverso tempo fa e riguarda una problematica tipicamente cittadina. Si auspicava che questa problematica potesse trovare una soluzione invece dalle notizie che proprio in questi giorni abbiamo avuto dalla stampa scopriamo che non solo sarà difficile mantenere o migliorare la situazione che in questo momento abbiamo, ma che addirittura rischiamo di veder peggiorata la situazione e non soltanto nella stazione ferroviaria di Jesi.
E’ questo motivo per cui ho chiesto l’anticipazione di questa interrogazione perché è chiaro che la situazione sta diventando sempre più grave.
Abbiamo letto da parte di Trenitalia della volontà di non attivare più due fermate dell’Eurostar nella stazione di Ancona – non mi sembra cosa di poco conto – e abbiamo letto della possibilità che in diverse situazioni cittadine, come Macerata, Fano, Jesi, verrebbe a mancare la biglietteria.
Che si debba andare ad una razionalizzazione dei costi, lo sappiamo bene, il problema è – ed è di carattere politico, al di là della Regione anche il Governo dovrebbe intervenire – che mentre assistiamo ad un depauperamento di servizi e di fermate rispetto a Trenitalia non assistiamo altrettanto contestualmente ad un miglioramento di strutture come, ad esempio, una pulizia migliore delle carrozze.
Quindi se questa specie di privatizzazione, che comunque vive soprattutto con finanziamenti pubblici, alla fine debba significare un peggior servizio, credo che dal punto di vista politico, sia a livello regionale che a livello nazionale, sia necessario intervenire.

PRESIDENTE. Ricordo per un fatto tecnico che le interrogazioni n. 759 e n. 867 erano abbinate, ma in realtà l’Assessore ha risposto solo alla interrogazione n. 867 della Consigliera Mammoli, quindi la n. 759 verrà iscritta di nuovo.


Proposta di atto amministrativo n. 76
dell’Ufficio di Presidenza
“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2008 – Programma annuale e triennale di attività e di gestione anni 2008/2010"
Discussione e votazione

Presidenza del Vice Presidente
Roberto Giannotti

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 76 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore Consigliere Favia.

David FAVIA. Effettuo la relazione sul bilancio di previsione del Consiglio il quale per legge è congiunto con il programma di attività dell’anno 2008.
Il programma che sottoponiamo al Consiglio che ha passato favorevolmente la Conferenza dei Presidenti dei gruppi – ovviamente avete la possibilità di leggerlo e quindi non starò a ripercorrervelo tutto – prevede tra i suoi punti essenziali il rafforzamento del metodo di collaborazione e di coordinamento tra la Giunta e il Consiglio, soprattutto tra questi e gli Enti locali che oggi sono rappresentati al massimo livello dal Cal. Questa attività va fatta nell’interesse degli amministrati sia pure nel pieno esercizio delle funzioni istituzionalmente assegnate a ciascun ente.
Per svolgere la nostra attività abbiamo intenzione di valorizzare e potenziare il capitale umano esistente ricorrendo a competenze esterne solo in caso di comprovata impossibilità di far fronte con le risorse interne e a tale scopo abbiamo anche ridotto la previsione di spesa per le consulenze.
L’attività dell’Ufficio di Presidenza si svolgerà su tre tematiche principali in prosecuzione di quelle impostate all’inizio della legislatura, che sono: gli elementi dell’identità regionale, la pace e l’integrazione sociale, le reti istituzionali e i giovani che abbiamo introdotto recentemente.
Sull’identità regionale già si è svolta una ricerca ed un convegno tarato principalmente sul turismo, in cui abbiamo analizzato l’evoluzione del modello Marche e le sue modificazioni, i modelli di integrazione ed inclusione degli immigrati, i nuovi consumi, le nuove forme di agricoltura, tipicità e produttive, il paesaggio, il turismo e le globali tendenze culturali.
Nel 2008 sono previste delle importanti iniziative pubbliche per quanto riguarda la Giornata della Memoria, la Giornata della pace e la Giornata del ricordo, attiveremo inoltre l’Università della pace su delega e accordo della Giunta. Questo è per ciò che riguarda il tema della pace e dell’integrazione sociale.
Sul terzo tema, quello delle reti interistituzionali, proseguiremo il lavoro avviato, ci rapporteremo principalmente con le altre Regioni d’Europa attraverso il rafforzamento dei rapporti con le assemblee legislative regionali principalmente della Ue, ma anche del Mediterraneo e soprattutto dell’Adriatico. Rafforzeremo la nostra presenza nella Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali e della Carle. Ovviamente l’obiettivo è quello di instaurare un sistema di relazioni con altre realtà istituzionali in ambito internazionale con particolare riferimento all’area adriatica e del Mediterraneo che rappresenta l’allargamento naturale dei confini delle Nazioni e delle Regioni d’Europa.
Stiamo rafforzando il rapporto con le Università marchigiane e stiamo pensando addirittura di utilizzare per i nostri studi, anche istituendo un premio, le migliori tesi di laurea, chiedendo che vengano svolte su delle argomentazioni specifiche.
Per quanto riguarda la legislazione, l’indirizzo ed il controllo, va preso atto che nel 2007 è stato istituito il Cal, che ci dedicheremo alla legge istitutiva del Crel e alla legge sulle incompatibilità e ineleggibilità dei Consiglieri e sull’autonomia contabile e il bilancio del Consiglio.
Il tema cardine sarà, come ben sapete, il nuovo e più funzionale Regolamento interno del Consiglio.
Ci applicheremo per migliorare la qualità della normazione e, anche attraverso l’inserimento nei testi normativi di clausole valutative attraverso le quali impostare la successiva attività di controllo, ci impegneremo per valutare l’attuazione delle leggi ovviamente in accordo con la Giunta.
Risponderemo positivamente alla richiesta delle Commissioni di avere consulenza molto interna e poco esterna per quanto riguarda il processo normativo e di controllo.
Nel 2008, inizio 2009, proseguirà l’attuazione del piano di trasferimento degli uffici consiliari nella nuova sede del Consiglio di Piazza Cavour, voglio dire che siamo molto soddisfatti di questa operazione perché ha comportato dei grossi risparmi per quanto riguarda il nostro bilancio. Attueremo le procedure concorsuali per rafforzare il personale del Consiglio tenendo sotto controllo i costi e utilizzando con oculatezza il tournover.
Per quanto riguarda la comunicazione e l’informazione sono state svolte numerose iniziative. Nel 2007 e nel 2008 abbiamo avuto la Giornata della memoria, la Giornata della pace e la Giornata del ricordo, c’è stata la seconda Conferenza per l’infanzia e l’adolescenza, è previsto un secondo convegno su Marche e Mediterraneo, saremo presenti alla Fiera del Libro di Torino e a Carta Canta. Abbiamo fatto un accordo con le Autonomia locali sull’Araldica civica marchigiana, celebreremo la figura di Antonio Gramsci, ma anche – così ha deciso l’Ufficio di Presidenza – di altre importanti personalità della tradizione storica e culturale del nostro paese.
L’ufficio stampa ha migliorato notevolmente le proprie attività, stiamo lavorando per migliorarlo ancora di più realizzando un nuovo sito web più accessibile per attuare la web tv. Abbiamo ridotto i numeri del giornale del Consiglio, ne faremo soltanto uno, sostituendo la spesa degli altri numeri con una newsletter on line bisettimanale e una agenzia bimestrale di informazione.
Per quanto riguarda il bilancio vero e proprio, come potete vedere, abbiamo un fabbisogno complessivo di circa 11 milioni di euro. Vado a volo d’uccello perché non possiamo analizzare i dati uno per uno, ma avrei piacere che gli amici della stampa recepissero un lavoro certosino e di risparmio sui cosiddetti costi della politica che abbiamo fatto. La riduzione del fabbisogno totale è diminuita di circa il 4%. Abbiamo diminuito del 3% la spesa complessiva per le indennità di carica e di funzione dei Consiglieri. Abbiamo previsto una riduzione del 6,5% delle cosiddette spese postali, telefoniche, di cancelleria per servizi di informazione, economato e minute spese. Soprattutto abbiamo ridotto, credo che questo sia il dato più importante, del 21% le spese relative alle locazioni e alle manutenzioni, soprattutto perché grazie al trasferimento nella sede di Piazza Cavour non abbiamo più le spese per locazioni. Sono diminuite del 7,5% le spese per l’acquisto, il noleggio, la manutenzione di attrezzature, impianti, arredi, automezzi e strutture informatiche, e del 4% abbiamo ridotto la voce 1108 che è quella per compensi, onorari, rimborsi per consulenze prestate da enti e privati, convegni, indagini conoscitive, studi e ricerche, le cosiddette consulenze.
Credo che sia stato svolto, come i cittadini si attendevano, un lavoro attento di riduzione dei costi, pur mantenendo ed elevando la qualità dei servizi, ragion per cui credo di poter chiedere all’Aula il voto favorevole su questo provvedimento.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Proposta di atto amministrativo n. 76. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di deliberazione n. 5
dell’Ufficio di Presidenza
“Proroga del termine per l’ultimazione dei lavori della Commissione consiliare d’inchiesta concernente la verifica della correttezza e della regolarità dei provvedimenti regionali autorizzatori degli impianti di smaltimento e l’impatto della gestione dei rifiuti nella provincia di Pesaro e Urbino sulla salute, sull’ambiente e sull’economia”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di deliberazione n. 5 ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza. Ha la parola il relatore Consigliere Favia.

David FAVIA. La Commissione, come è nelle sue facoltà, ha chiesto una proroga che è stata ritenuta legittima da tutti gli organi deputati a dare il parere.
Mi sento di invitare l’Aula a votare favorevolmente e, altresì, mi sento di invitare la Commissione a cercare, stante l’importanza della materia, di ultimare i propri lavori nell’ambito della proroga richiesta.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Proposta di deliberazione n. 5. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di atto amministrativo n. 67
della Giunta regionale
“Proroga e aggiornamento del Piano regionale per i beni e le attività culturali. Legge regionale 29 dicembre 1997, n. 75”
Discussione e votazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 67 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. La proposta di atto amministrativo n. 67/07 riguarda la proroga e l’aggiornamento del Piano regionale per i beni e le attività culturali previsto dalla l.r. n. 75/97.
La legge n. 75 ha indubbiamente segnato una svolta nella vita culturale della nostra regione superando la politica dei contributi a pioggia e chiamando a collaborazione con la Regione le Province, i Comuni e i privati attraverso azioni concertate e misure a bando.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una grande vitalità di tutto il territorio marchigiano e il progressivo affermarsi di vere e proprie istituzioni culturali, circuiti, rassegne e grandi eventi.
A dieci anni dalla sua approvazione la legge sconta un limite assolutamente evidente che ne ha ridotto la capacità di incidere: la progressiva riduzione dei fondi a disposizione dai 18 milioni di euro del primo Piano 2000-2004 all’attuale previsione di bilancio che non raggiunge i 4 milioni.
In questa prima metà di legislatura l’assegnazione di una delega assessorile stabile, seppur con l’avvicendamento di due Assessori, ha ridato speranza all’intero settore e di conseguenza ha permesso l’avvio di numerosi progetti, ma anche collaborazioni tra soggetti omogenei e in questi ultimi mesi, grazie all’azione dell’Assessore Minardi e l’attenzione per la cultura da parte del Governo Prodi, il reperimento di fondi statali che vanno ad aggiungersi ed integrare le risorse regionali, i fondi comunitari nonché i contributi privati.
Appare ora urgente andare al superamento della l.r. n. 75 per ricondurre esperienze consolidate e nuovi progetti ad una chiara, comprensibile e condivisa coerenza legislativa e permettere ai cittadini marchigiani, al pari dei molteplici attori – è proprio il caso di definire tali gli operatori del settore – di leggere e confrontarsi con la programmazione della Regione in materia culturale e soprattutto di avere un preciso quadro di tutte le risorse utilizzate.
L’Assessorato sta perciò lavorando alla redazione di due proposte di legge che dovranno riordinare l’intero settore, una riguardante lo spettacolo e l’altra i beni culturali, con il conseguente superamento di altre leggi ormai datate, come la l.r. n. 6/1983.
Il 2008 sarà l’anno di approvazione e di prima attuazione delle leggi in questione. Di qui la scelta dell’Assessorato, condivisa dalla Commissione, di prorogare per un anno il Piano triennale 2004-2007 in scadenza in questi giorni, per non bloccare per un ulteriore triennio la programmazione regionale.
L’Assessore Minardi ha voluto cogliere questa occasione di dibattito consiliare per fornire un documento, qual è il Piano che ci accingiamo ad approvare, che sintetizza l’attività svolta con la legge n. 75, ma anche con altri strumenti legislativi e finanziari in questi ultimi anni, ad esempio il paragrafo relativo alla valorizzazione dei beni recuperati dopo il sisma del 1997.
Il Piano introduce, inoltre, elementi di valutazione politica e linee di indirizzo che troveranno attuazione negli accordi di programma con il Governo, con i fondi comunitari e con le riforme che ci apprestiamo a varare.
Su questa impostazione di verifica e di indirizzo si è confrontata la prima Commissione che sull’atto ha proposto all’Assessorato alcune modifiche.
Il Piano che i Consiglieri hanno in mano presenta, infatti, alcune modifiche che abbiamo apportato più nello stile, nella composizione dell’atto, che nella sostanza.
Il piano consta di tre parti, la prima è il quadro programmatico generale, la seconda sono gli obiettivi, la terza i criteri e le modalità di riparto. Poi conseguentemente seguono gli allegati.
Il lavoro della Commissione è stato quello di separare e scindere con chiarezza, per una migliore comprensione sia dei Consiglieri che di tutti quelli che leggeranno e utilizzeranno il Piano, quelle che sono state la realizzazione, la valutazione, la verifica, l’analisi del settore della cultura da quelle che sono invece le misure che andranno poi a governare l’applicazione della legge n. 75 in questo anno.
Quindi le modifiche riguardano soprattutto degli spostamenti dalla parte seconda che definisce gli obiettivi politici, alla parte prima che invece riguarda l’analisi dell’attività svolta.
Ripetendo l'esempio che ho fatto prima, abbiamo spostato completamente le parti che riguardano “la Regione e i beni culturali: musei, biblioteche e recupero del patrimonio culturale colpito dal sisma. Azioni intraprese e progetti avviati nel corso del 2007”. In questa parte si rende conto di tutto il lavoro che è stato svolto negli ultimi anni dall’Assessorato, in particolare negli ultimi due.
La seconda parte presenta le misure e gli obiettivi che verranno attuati sia con la legge n. 75, ma anche con altri strumenti normativi, in particolare gli accordi di programma quadro. Vengono anche tracciate delle prime linee di tendenza sulle politiche che la Regione vuole attuare nel settore culturale.
Anche qui faccio un esempio, una delle questioni su cui più si sta spendendo l’Assessore Minardi è lo sviluppo di azioni a favore dei teatri nei piccoli comuni che rispondano ad una esigenza di combattere la desertificazione cultuale soprattutto nelle aree interne.
Una parte significativa riguarda la promozione dell’arte contemporanea, con particolare riferimento ai giovani, su cui si interverrà anche attraverso l’Apq.
Poi rimane un intervento corposo e significativo da parte della Regione Marche sui beni culturali con particolare riguardo ai musei e alle biblioteche.
Sulla partita delle biblioteche è notizia ultima che il Presidente Spacca ha annunciato nel corso della Giornata delle Marche di ieri come il Governo della Regione Marche intende investire in maniera significativa nella riorganizzazione e nell’apertura di nuove biblioteche, definite biblioteche a forte connotazione sociale, sul modello della biblioteca San Giovanni di Pesaro che da anni è un fiore all’occhiello non solo di quella città e di quella provincia, ma di tutta la regione per la capacità di aggregazione giovanile e intergenerazionale che ha sviluppato in questi anni; consiglio ai colleghi di andare a visitare questa biblioteca che ha punte di mille visitatori al giorno. Inoltre si è aggiunta la biblioteca inaugurata la settimana scorsa a Moie di Maiolati “eFFeMMe23”. Su questo modello la Giunta ha proposto un emendamento al bilancio che voteremo la prossima settimana prevedendo 400 mila euro di investimenti per finanziare esperienze di questo genere.
Questa ulteriore assegnazione di fondi si inserisce pienamente nel Piano che discutiamo questa mattina ed è per questo che ho proposto un emendamento che prevede la possibilità, tra le iniziative da portare avanti in quote di investimento dalle Province, che va proprio nella direzione di attivare e riorganizzare le nostre biblioteche con questa forte connotazione sociale. Questo investimento, realizzato anche con la banca europea di investimenti, si inserisce pienamente nel Piano che approviamo in quanto rientrerà come misura della legge n. 75.
Come ogni anno il Piano si conclude con la parte relativa alle misure finanziabili. Sono misure di cui l’articolo 2 della legge n. 75 prevede una gestione concertata e associata con le Province. Tant’è che tra gli obiettivi della parte due i Consiglieri troveranno una chiara definizione delle misure che sono a regia regionale o provinciale, c’è la proposta di ripartire il fondo unico regionale della legge n. 75 per il 52% attribuendo fondi alle Province e per il 48% attribuendo fondi alla Regione. All’interno di queste due voci, come al solito, il 12% sarà riferito ad eventi finanziati direttamente dalla Provincia, e per la parte di sua competenza dalla Regione stessa, e l’88% invece entrambi le ripartizioni regionali e provinciali saranno destinate a progetti di iniziativa di soggetti pubblici e privati attraverso dei bandi pubblici.
Quindi, ricapitolando, si propone una proroga del Piano dello scorso triennio, con le modalità previste negli anni, con un finanziamento che, ripeto, ci apprestiamo a votare la settimana prossima, che non tocca i 4 milioni di euro per la quota regionale e con la previsione di svolgere nei primi mesi del 2008 – potrebbe essere il mese di febbraio –, su proposta dell’Assessore Minardi, una seduta del Consiglio regionale dedicata a tutta la partita della cultura per dare degli indirizzi prima dell’approvazione da parte della Giunta delle due proposte di legge sullo spettacolo e sui beni culturali.
Questo credo che permetterà al Consiglio di colmare una lacuna che stiamo vivendo in questi ultimi anni, cioè di avere un quadro preciso di tutte le risorse in campo e di tutte le possibilità di intervento nei settori della cultura. Quindi è necessario – lo ricordava anche l’Assessore Marcolini nella seduta della sessione comunitaria – svolgere delle sedute dedicate all’approfondimento e alla verifica complessiva di quanto si muove in un settore.
Credo che questa cosa sarebbe utile fare preparandola in Commissione per arrivare a un documento di indirizzo che dopo questi due anni di rodaggio e di rilancio della cultura permetta di segnare l’indirizzo della Regione Marche in politica culturale nei prossimi anni.
Concludo ringraziando per la disponibilità l’Assessore Minardi e con lui tutti gli uffici, perché il lavoro che abbiamo fatto in queste settimane in Commissione è stato molto proficuo, un lavoro che ha portato ogni commissario, credo con una grande laicità – come si usa dire oggi al di là delle posizioni politiche - di avere un quadro e un confronto di merito molto interessante. Poi, ovviamente, ognuno rappresenterà le proprie posizioni rispetto al voto finale, ma credo che la discussione sia stata vera e proficua che prelude anche un ulteriore lavoro in Commissione e in Consiglio regionale.


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Il modo accurato con cui il relatore di maggioranza ha svolto la relazione mi facilita tantissimo, aggiungerò su questo atto pochissime riflessioni. Confermo anch’io che tra maggioranza e minoranza in Commissione c’è stato un lavoro molto proficuo ed approfondito.
Certamente la fase che affrontiamo con l’approvazione di questo atto deve tener conto del fatto – come ha detto la Consigliera Benatti – della fase di transizione che stiamo attraversando per arrivare a una programmazione compiuta con la proposta di nuove normative che riguardano lo spettacolo e i beni culturali, ma complessivamente anche il sentimento di mission che vogliamo dare all’azione della Regione per la cultura, per la promozione, per lo sviluppo, per i beni e per le attività.
Quindi questo è un momento di passaggio nel quale, però, anche timidamente tenendo conto del limite temporale, vengono introdotti alcuni concetti che condividiamo.
Per esempio si cerca di metter mano una volta per tutte – l’Assessore sa che come minoranza questo lo abbiamo posto con forza in Commissione e anche in Consiglio – alla distinzione delle regie, cioè qual è l’ambito di regia di competenza regionale, quale quello provinciale e quale quello comunale.
Già in questo atto si comincia a delineare una parte di questa programmazione sulle regie ed è una cosa che condividiamo.
L’Assessore sa anche che in diverse occasioni di incontro abbiamo posto come minoranza l’esigenza di una revisione della legge n. 75 per la quale, d’accordo con tantissimi Sindaci di comuni di tutti i colori – quindi anche voi ne conoscete sicuramente la problematica –, l’assegnazione delle risorse alle Province non ha sortito lo stesso effetto che c’era prima. Non voglio essere nostalgico e pensare alla vecchia legge n. 16 con la quale negli anni ottanta siamo un po’ cresciuti tutti, ma volevamo sicuramente un’azione delle Province un po’ più efficace per mettere a fuoco la vera cultura. Se riascoltiamo alcune audizioni ed andiamo a rivedere gli appunti fatti dalle persone del settore alla gestione delle Province ci accorgiamo che è mancato qualcosa tra le Province e il territorio. Non ne faccio un’accusa con polemica alle Province, dico solo che probabilmente il passaggio dalla legge n. 75 per diversi anni ha colto le Province impreparate come strutture, ecc. e, al di là della volontà, passione e competenza che anima tanti operatori e tanti dipendenti delle nostre Province, non c’era comunque un approccio di sistema alla gestione della cultura.
Credo che da qui possiamo iniziare quel dibattito di cui diceva la collega Benatti per andare a mettere a fuoco per bene le competenze che vogliamo dare.
Faccio un solo esempio, Assessore, che fa parte di un capitolo che abbiamo messo a fuoco diverse volte, che è l’esempio triste dei corsi di orientamento musicale delle nostre corali e delle nostre bande. Quando le competenze della legge n. 21 sono passate alle Province le nostre bande e le nostre corali sono state penalizzate. Ci sono stati anni in cui i corsi non sono stati finanziati; dagli anni ottanta quelli, seppur con quattro spiccioli, erano sicuramente un incentivo alla crescita di tanti personaggi che guidavano con leadership, con carisma l’attività musicale locale, ma che ha fatto anche crescere una generazione di musicisti utili per la nostra regione.
So che l’Assessore su questo progetto ci sta lavorando e lo fa anche per rimettere tutti insieme questi pezzi sparsi che dobbiamo connettere, come si usa dire oggi, e questo è uno slogan che possiamo condividere.
D’altronde, visto che ieri abbiamo ascoltato Allevi, bisogna dire che ogni tanto il genio è venuto fuori, lui stesso ha detto che nelle nostre scuole la musica si impara, c’è una buona rete sul territorio che riguarda l’istruzione musicale e su questo concordo anch’io.
Però voglio cogliere questa ispirazione di Allevi per fare una riflessione ulteriore sui giovani. Ho ritirato un emendamento che avevo presentato in Commissione e che volevo riproporre qui, che non presento proprio perché siamo in questa fase di passaggio, che riguardava l’incentivazione della Regione ad aggregare sul territorio i cenacoli della musica, dell’arte, della letteratura e della poesia. Ci si può chiedere, a che cosa può servire? Se uno pensa ai cenacoli della letteratura dell’ottocento e dei primi del novecento, quello che era l’artista, il letterato, l’uomo di cultura più illuminato era anche il capo scuola di una schiera di giovani che cresceva con lui.
Credo, Assessore, che questo nella nuova programmazione dobbiamo inserirlo. La Regione Marche favorisce la creazione del cenacolo dei giovani artisti marchigiani, il cenacolo dei giovani musicisti marchigiani, il cenacolo dei poeti e dei letterati, dove ci sarà bisogno che la politica e le istituzioni facciano un passo indietro e non si mettano in testa di andare a manipolare quote di consenso, ma dove occorre far crescere in piena libertà quella creatività e quell’ingegno che adesso cresce, che se ci attrezziamo meglio possiamo far crescere di più. Non penso naturalmente ai circoli di letteratura sovietica nei quali qualcuno ogni tanto veniva mandato in “vacanza” in Siberia - che sono stati anche i migliori - perché questo faceva parte di un sistema.
Questo per dire che dobbiamo, Assessore, distinguendo quella che è l’azione del Ministero per le politiche giovanili e i finanziamenti che abbiamo, fare un’azione per la nostra cultura per aggregare i nostri giovani e farli crescere vicino a chi ha più talento. Questo ci è stato insegnato ieri; quanto volte Allevi, se incontrasse gli altri giovani delle scuole, delle bande, delle corali, potrebbe trasmettere una spinta in più per far crescere un sistema.
Concludo dicendo che è molto apprezzabile in questo atto la politica per i piccoli teatri. Sappiamo quanta dispersione di programmazione c’è nell’attività delle nostre stagioni di prosa. Oggi tutti i comuni sentono, come motivo di orgoglio, di fare una piccola stagione di prosa e, guardando i loro bilanci, affrontano per questo delle spese particolarmente onerose. Va dato atto che i Sindaci dei piccoli comuni si stanno dando da fare moltissimo e le stagioni teatrali sono veramente di ottimo livello. Però è vero che questa è una dispersione che alla lunga logora il bilancio e le risorse che ci sono.
Lo ha accennato la Consigliere Benatti quindi non lo ripeto, dico solo che sono d’accordo nel riparto Provincia e Regione per i finanziamenti 52% e 48%.
Ho letto gli emendamenti proposti dalla collega Romagnoli e dalla collega Benatti, li ritengo appropriati e migliorativi e mi auguro che il Consiglio li approvi all’unanimità.
Ultima cosa, Assessore, non so se è chiusa la partita di bilancio, però in bocca al lupo perché se si potesse migliorare sarebbe meglio in quanto lo stanziamento che è in fase di contrattazione tra gli Assessorati credo non sia finito.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Prima di entrare nel merito dell’atto specifico che oggi andiamo a valutare, voglio fare tre riflessioni di carattere prettamente politico.
Da qualche tempo, soprattutto in questo ultimo periodo, all’interno della Regione Marche si torna a parlare fortemente della cultura, anche perché leggiamo sulla stampa delle polemiche, alcuni ritengono che certi tipi di iniziative possono essere troppo spettacolari rispetto al contenuto – la cultura è spesso spettacolare, la cultura ha una grande visibilità quindi è evidente che questo possa avvenire – e soprattutto ritorniamo a parlare delle problematiche della cultura.
In questo primo scorcio di legislatura si sono susseguiti due Assessori, il fatto stesso che ci fosse un nuovo assessorato rispetto al passato dava un significato chiaro dell’attenzione che voleva porre in questo settore il nuovo Governo regionale.
Soprattutto in questi ultimi mesi si pone, ed è evidente, non soltanto l’attenzione a questo problema, ma anche l’attenzione ad una progettualità di carattere culturale che sicuramente interessa la Regione. Poi si può essere d’accordo o contrari, ma il fatto che se ne parli e che la cultura stia ritornando al centro dell’attenzione della politica regionale è positivo.
La seconda valutazione che voglio fare è sul discorso dei finanziamenti. Da più anni a questa parte, in particolare nell’ultimo periodo, ripeto, nel momento in cui abbiamo un Assessore quindi una parte politica che segue direttamente questo settore, è stato sempre più evidente come nel corso dei vari anni i finanziamenti relativi alla cultura sono andati mano a mano diminuendo.
Voglio ricordare lo stupendo periodo della prima Giunta D’Ambrosio dove l’attenzione alla cultura e al turismo era parte preponderante. La grande partecipazione, la grande spinta, il grande incentivo rispetto ai beni culturali aveva segnato un periodo storico assolutamente importante di questa Regione. I cinque anni successivi si è forse pensato più a distribuire quel poco che c’era piuttosto che fare effettivamente una politica di carattere culturale.
Nel Piano che andiamo oggi a votare e anche in occasione di altri atti, noto con piacere che, al di là della valutazione dei finanziamenti regionali che sono comunque in misura minore di quanto lo fossero in precedenza, troviamo altre forme di ricerca per ottenere il finanziamento.
Il fatto che si siano attivate delle politiche di carattere nazionale, come l’Apq giovani o l’Apq cultura, che hanno portato e porteranno, insieme ai finanziamenti di cui abbiamo parlato in questi giorni e di cui la Consigliera Benatti ha parlato sulle biblioteche, notevoli contributi di carattere economico va visto come un aspetto assolutamente positivo.
Ci rendiamo conto della situazione regionale, non possiamo fare a meno di parlarne, ma piangere soltanto sul meno che c’è senza cercare in qualche modo di riuscire ad attivare il più che forse è possibile avere da qualche altra parte, sicuramente non è l’aspetto migliore.
Rendo merito all’Assessore, a tutta la Giunta regionale, perché è riuscito nella fase delle politiche giovanili a portare una mole di finanziamenti consistenti che non ci saremmo mai aspettati.
Quando si parla degli sponsor delle fondazioni bancarie e altro legandoli a progetti specifici e soprattutto legandoli a contesti specifici quali le grandi mostre che si sono svolte in questo territorio e che hanno portato una grande visibilità e un grande ritorno economico oltre che culturale nei territori in cui queste iniziative si sono svolte, sicuramente è una strada che si può percorrere non soltanto dal punto di vista ideale, ma perché i risultati li abbiamo avuti. Quindi dal punto di vista di una concretezza di scelte.
La terza valutazione di carattere politico che voglio fare è quella del rapporto con le Province.
Stiamo assistendo in questi giorni all’interno di questo Consiglio - non dobbiamo legarlo - ad una specie di contrapposizione tra la politica regionale e la politica delle varie Province. E’ chiaro che nessuno vuole scontri tra enti istituzionali, ma non è pensabile – questo è il mio parere e me ne assumo la responsabilità – che qualche ente istituzionale pensi soltanto ad avere finanziamenti sicuri da poter spendere sul territorio, scelte fatte bene, ma che sono autonome. Su questo non sono d’accordo anche perché la stessa presunzione di corresponsione e di scelta che le Province pretendono nei confronti della Regione non la trovo da parte delle Province nei confronti dei Comuni. Quindi la corresponsione di scelta con responsabilità deve essere da tutte le parti.
In un territorio regionale piccolo ci sono quattro o cinque Province che hanno deciso di utilizzare finanziamenti regionali in maniera spesso discrezionale e spesso anche diversa da una Provincia dall’altra. Faccio un solo esempio per tutte, la Provincia di Pesaro ha speso il 17% sulle biblioteche e la Provincia di Ancona ne ha speso il 3%, considerando inoltre che la Provincia di Ancona ha utilizzato finanziamenti anche suoi soprattutto sulle mostre di arte visiva, ovviamente parlo del passato.
Sono tutte scelte giustissime, tutte scelte che vanno nell’ambito culturale, ma sono scelte che in un contesto regionale piccolo, che non ha una mole di finanziamenti da distribuire a pioggia, rischiano di fare sul territorio una serie iniziative che non sono ben concatenate l’una con l’altra e che soprattutto non danno la dimostrazione di quella che è la politica regionale.
Quindi ben venga la concertazione o che ci sia un accordo con le Province e con gli enti locali, però ci deve essere una guida che stabilisca o decida insieme con gli altri quale sia quella della condotta per i finanziamenti che la Regione eroga.
Sono passati dieci anni dalla legge n. 75 quindi è ora di modificarla. E’ bene, secondo me, visto tutto quello che si sta muovendo sul territorio, visti questi ulteriori finanziamenti e queste ulteriori politiche di carattere culturale e giovanile – è stato detto nella relazione e mi trova completamente d’accordo – che si proponga non soltanto un ulteriore Piano triennale, ma occorre mettere le mani a questa legge in maniera più globale e più forte in modo tale che le discrasie - anche se negli anni la legge è stata assolutamente positiva, anche se più in passato che oggi – che si sono evidenziate possano essere corrette.
La regione Marche ha un patrimonio diffuso di assoluto spessore, distribuito anche nei più piccoli comuni. Quindi la politica culturale della Regione deve riuscire, pur con le difficoltà che questo comporta, a valorizzare il patrimonio di tutta la regione. Soprattutto tenere conto di una scelta che i marchigiani hanno fatto, quella della qualità della vita che deriva anche dalla qualità della politica culturale e dalla possibilità di poter usufruire della politica culturale che la stessa Regione eroga o propone. Perché anche i più piccoli comuni cercano in tutti i modi portare nel loro territorio qualche iniziativa culturale anche se spesso i loro bilanci non lo consentono.
Dunque questo territorio va culturalmente promosso e gestito nella sua unitarietà, anche se ci sono situazioni di carattere estremamente diverso.
La prima valutazione sull’atto di cui oggi stiamo parlando è sul discorso dello spettacolo dal vivo che riguarda l’80% delle risorse regionali, che riguarda – è stato detto altre volte, ma è sempre bene ripeterlo – anche il fatto che il Fus (Fondo unico per lo spettacolo) non distribuisce grandi finanziamenti all’interno della regione Marche, che nel Governo precedente è stato ulteriormente diminuito, che crea grosse difficoltà al mantenimento della qualità che alcuni grandi enti dello spettacolo hanno proposto all’interno della regione.
Però è anche vero che troviamo, rispetto ai soggetti del settore dello spettacolo, una distribuzione e una considerazione di carattere diverso.
Abbiamo il Rof e lo Sferisterio che possono usufruire di una legge ad hoc, una legge che era partita sul turismo in quanto erano manifestazioni di carattere estivo che non nego assolutamente essere di altissima qualità e che portavano nel territorio marchigiano grandi flussi turistici. Quindi dal settore del turismo questi due enti sono passati nel settore della cultura utilizzando i finanziamenti di questa.
Le Muse hanno un capitolo ad hoc per le loro iniziative anche se varia da anno ad anno.
L’Orchestra filarmonica, la Corale Bellini, l’Amat, il Teatro Pergolesi, altri teatri lirici, il Teatro Stabile, sono messi a bando. Credo che questa situazione non sia più sostenibile, bisogna fare una valutazione considerando le peculiarità di ciascuno, considerando la validità di ciascuno; non sono tutti allo stesso livello, me ne rendo conto, ma non sono nemmeno a livello di tutti gli altri che partecipano a bando.
Allora deve essere fatta una valutazione rispetto a questi enti nella considerazione di quello che rappresentano e nella garanzia di una loro sopravvivenza, ma anche di una riorganizzazione, ove necessario, che porti allo svolgimento del loro intervento nella maniera più opportuna.
E’ giustissimo che si faccia una valutazione di carattere economico perché se ci sono certi teatri o certi enti che magari propongono spettacoli di livello inferiore, o meglio, di meno costo rispetto ad altri, è forse anche perché tengono più in considerazione di altri il loro bilancio.
Quindi le due impostazioni insieme, il bilancio da una parte e la qualità dall’altra, vanno verificate affinché venga fatta la scelta opportuna.
Per quanto riguarda il Teatro Stabile potrei parlare mezz’ora. Secondo me questo teatro soffre del fatto che è sorto, prima a Jesi e poi ad Ancona, senza che ci fosse l’esigenza nel territorio di un teatro stabile, senza che ci fosse nel territorio la volontà politica di un teatro stabile. Ora il Teatro Stabile c’è anche se la nascita non è stata delle migliori. Nel corso degli anni quando c’era modo di poter intervenire, cioè il momento in cui la città di Jesi ha rinunciato al Teatro Stabile in quanto riteneva che non portasse politicamente e culturalmente i risultati che doveva dare, si doveva fare una valutazione rispetto alla sua mission, rispetto alla importanza che poteva avere o non poteva avere sul territorio regionale, si è preferito fare un discorso campanilistico e dire “lo prendo io”.
A questo punto anche chi l’ha preso però non riesce a gestirlo e chiede l’aiuto della Regione. Comunque questo ente ce l’abbiamo, quindi facciamo una valutazione seria – io la penso in maniera molto diversa perché la storia la conosco molto bene, ma sono Consigliere regionale – vediamo quello che è possibile fare purché la realtà regionale marchigiana creda in questo teatro e purché poi non si mettano, nel momento in cui si chiede questo teatro, molti piú finanziamenti sulla stagione lirica – parlo del territorio che ha il Teatro Stabile – di quanti in prima battuta sono stati messi sullo stesso Teatro Stabile.
Per quanto riguarda i piccoli teatri, visto che con risorse regionali e statali e con enormi sforzi da parte di questi piccoli comuni sono stati riaperti, è necessario che al loro interno ci sia effettivamente un’attività. L’Assessore ha proposto vari tipi di attività, dalla musica al jazz, a tutte quelle attività che possono trovare più facilmente ospitalità nei discorsi dei piccoli comuni. Tra queste interessante è il discorso delle residenze, non è che non costi niente, in un teatro costa anche avere la residenza di uno spettacolo o di una compagnia di prosa che vogliono provare per poi circuitare lo spettacolo stesso. Quindi ha un costo anche questo, ma sicuramente consente di dare una disponibilità a quelle compagnie che hanno bisogno di teatri non ad altissimo costo, poi consente anche a questi piccoli teatri di rimanere aperti.
In aggiunta a questa ci sono altre forme di attività di cui cui si parla nella relazione (musica, danza, filodrammatica, prosa) che non voglio annunciare di nuovo.
Questi teatri, al di là dell’attività che deve essere compenetrata al loro interno, hanno anche una funzione di carattere culturale, sociale e anche monumentale perché sono bellissimi, quindi non possono essere lasciati a se stessi altrimenti rischiamo di perdere quei finanziamenti che sono stati spesi per gli interventi in quanto se le strutture restaurate rimangono chiuse si deteriorano per il non uso.
Anche su questo discorso sono d’accordo come lo sono su quello dell’ampliamento del pubblico che deve avvenire anche all’interno di questi piccoli teatri e non solo per quelli grandi, e sono d’accordo sul discorso del teatro dei ragazzi. Se vogliamo preparare per il futuro un pubblico che sappia accostarsi all’altissimo storico discorso teatrale, se vogliamo educare il pubblico dei futuri marchigiani ad abituarsi a fruire degli spettacoli teatrali, è necessario abituarli fin da piccoli, quindi ben vengano le stagioni di teatro per ragazzi.
Nelle relazioni alla cultura, soprattutto riferite alla stagione lirica e agli spettacoli teatrali, si parla solo della cultura in quanto tale e non si parla invece di cosa significa economicamente avere sul territorio la produzione di piccoli spettacoli tanto più nella stagione lirica. È una piccola grande industria che porta impegno, turismo e riconoscibilità, ma soprattutto attività lavorativa.
Quindi non guardiamo ai finanziamenti pubblici che diamo a certi spettacoli solo in considerazione della percentuale rispetto al costo dello spettacolo stesso, ma guardiamoli anche come un’attività assolutamente importante anche per il suo carattere economico e finanziario.

PRESIDENTE. Prima di continuare pongo in votazione la prosecuzione della seduta oltre le ore 13,30.

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questa ennesima proroga che andiamo a votare si aggiunge a numerose altre proroghe di Piani già votate che dimostrano quanto la produzione di questa Regione e in particolare l’attività riformista che si annuncia nella introduzione di questa richiesta di proroga, sia in realtà frenata da interessi particolari, localistici, così come a stento vanno avanti anche gli intenti riformistici del nostro neo Assessore Minardi, dico neo assessore in quanto è la prima volta che affronta questo piano.
Nell’accingerci a discutere e a votare questa proroga diciamo innanzitutto che nella sua introduzione è insita una forte censura, una forte critica alla legge n. 75 che a riconoscimento di tutti è fallita su ogni fronte. Non dimentichiamo che è comunque una vostra creatura, quando le cose falliscono tutti sono pronti a ricordarlo e va bene, ma comunque hanno un padre e una madre, sono le vostre precedenti giunte, insomma creature di legislature precedenti. Dunque è una legge criticata a furor di popolo e ora si fa a gara nel dire chi per primo la eliminerà e come verrà rifatta, perché sembra non accontenti più nessuno, salvo – ci pare di capire tra le righe – ancora qualche Provincia spendacciona che nelle maglie di questa legge ha fatto sicuramente i propri interessi - così come l’Assessore Minardi in alcuni passaggi, cassati poi dalla Commissione e da tutta una serie di levata di scudi, ha provato a dire – e ha polverizzato buona parte delle risorse in una sorta di dispersione a pioggia nei territori senza una più ampia e forte programmazione.
La legge n. 75 è fallita, ripeto, si annunciano riforme, si annuncia un testo unico. Noi ora osserviamo con attenzione questo movimento, ne prendiamo atto, ma stiamo anche attenti che questo avvenga in una direzione più seria, una direzione che valorizzi effettivamente la cultura, che vada davvero nella direzione della valorizzazione delle vocazioni territoriali e culturali in maniera che non ci siano duplicazioni, che non tutti facciano tutto, in modo che – lo dico chiaramente – le Province non siano gli unici interlocutori, anzi gli unici gestori pressoché assoluti delle risorse e di tutta la programmazione.
Quindi attendiamo e stiamo attenti a che questo avvenga dicendo anche, non ci è sfuggito, che delle anticipazioni in tal senso l’Assessore Minardi, ovvero la Giunta, le voleva già inserire in questa proposta di proroga di Piano.
Qui c’è stata la levata di scudi, ma chi vuol leggere il Piano non solo su quello che c’è scritto, ma anche su quello che viene cassato dalla Commissione, capirà quale discussione ci stia dietro e capirà, soprattutto leggendo le audizioni delle Province, dell’Amat e di buona parte degli operatori, quante resistenze dietro una non gestione della cultura – come diceva la collega Mammoli – sono state fatte fino ad ora e quanti abbiano pascolato in questo stato di anarchia, di inerzia e di non governo – non dico di mal governo – della cultura.
Ci siamo trovati ad avere tante resistenze a tal punto che la Commissione è stata costretta, per avere una sorta di pace sociale con tutti e poter incassare questa proroga dell’atto, a togliere delle frasi che sono lapalissiane, fanno addirittura parte della divisione dei poteri tra Provincia e Regione in una legislazione vigente. Non è che si sia detto qualcosa di più o di peggio, addirittura sono frasi che non sono che reiterative e ripetitive di cose note e giuridicamente fondate come la riappropriazione della programmazione da parte della Regione, quindi un ruolo diverso, non programmatorio, ma di coordinamento delle Province. E questo che è l’abc della divisione tra le funzioni regionali e provinciali, non si è potuto inserire, apriti cielo! Perché? Perché l’audizione dell’Upi con tutte le Province schierate hanno ritenuto che fosse una anticipazione di linee programmatiche di un Piano futuro, di un testo unico, e che quindi non andava bene.
E’ pur vero che quello che è stato cassato dalla porta è rientrato dalla finestra e viceversa, perché lo ritroviamo paro paro nelle Apq. Mi sembra che nell’ultima firmata il 28 ottobre viene riportato quello che nella richiesta di proroga di Piano non si è potuto dire.
Siamo seri, se c’è un intento riformista noi lo osserveremo con attenzione e speriamo non abbia tempi biblici.
Tutti questi convegni e queste iniziative dell’Assessore Minardi speriamo partoriscano in iniziative che, ricordo, il Presidente Rossi della Provincia di Ascoli ha definito una vetrina dell’effimero. Non mi pare che nessuno gli abbia risposto e solo in base a questo noi potremmo dire che se Rossi non è d’accordo viva Minardi. Non lo diciamo, non ci limitiamo a banalizzare le cose però non escludiamo che l’attenzione verso questa attività riformista che dovrebbe ridare ad ognuno il suo ruolo ci piace proprio perché qualcuno aveva preso troppo prima ed è quindi ora di rimettere le cose in regola.
Riguardo il totem delle resistenze non ci sono solo quelle delle Province, abbiamo visto un’Amat che ha sbraitato quando si è parlato di reti o di circuiti minori. E’ un magma in ebollizione, certamente non tutto poteva avvenire in questa richiesta di proroga, anche se a noi andava anche bene che qualcosa venisse anticipato, ma aspettiamo che avvenga nella sede giusta. Le resistenze di questi organismi che erano abituati a spadroneggiare sono tali e sono tante.
Il Piano poteva sicuramente essere sfrondato di altre nomination, di altre menzioni. E’ pur vero che non porta quella serie ripetuta di iniziative alle quali eravamo abituati nei Piani precedenti dove c’erano i buoni e i cattivi e le iniziative che riuscivano ad inserirsi avevano una sorta di prenotazione sui finanziamenti e per il resto era tutto affidato a bandi.
E’ vero che in questo senso è stato sfrondato, è vero che qualcosa rimane, qualcuno viene nominato – in particolare le zone del nord –, ma devo dire che ravvisiamo un’attenzione a mostre e a iniziative anche del sud delle Marche.
E’ vero anche che questa è una proroga di un Piano a cui abbiamo sempre votato contro perché il Piano cultura è politicamente rilevante.
Però noi siamo – vedremo l’esito della discussione – possibilisti anche a non esprimere un voto contrario a condizione, ripeto, che questo intento riformista prosegua e che – mi permetto di anticipare quella che sarà una nostra richiesta di emendamenti – esula certamente dal mercanteggiamento di inserire questa o quella iniziativa. L’Assessore sa che abbiamo evitato di inserire iniziative o richieste particolari e campanilistiche proprio per far sì che si crei il varco e si torni ai vecchi tempi quando c’erano pagine intere di nomi ed iniziative privilegiate.
Non è in tal senso, ma è in tutt’altro, che a pag. 32 si rende onore, insieme alla menzione di certi poeti scomparsi, al poeta Antonio Santori recentemente scomparso, che è della nostra zona – guardo Paolo Petrini –, che ha avuto il plauso trasversale di tutti, che è stato riconosciuto per la produzione poetica. Mi emoziona sempre parlarne sia per una amicizia personale che, soprattutto, per le iniziative e in particolare per la produzione poetica. Non vi sto a ricordare il curriculum, ma comunque lo ha celebrato la letteratura e la poesia di mezza Europa, per non parlare di quella italiana, si è reso artefice di iniziative importantissime chiamando tutti, soprattutto nel mondo della filosofia da Cacciari a filosofi di area diversa, in un ecumenismo che solo lui sapeva e riusciva a fare.
Quindi inserirlo in questo piccolo panteon, dato che sia Scataglini che Pagnanelli sono giustamente menzionati come poeti marchigiani, credo sia doveroso e si possa così aprire la strada ad una serie di premi, di ricorrenze, di iniziative riconosciute in suo nome. Ricordato soprattutto come educatore da masse di classi e di alunni che ancora oggi dal 30 agosto si ritrovano nelle varie messe e nelle varie iniziative che già il fermano sta prendendo e che prenderà anche il mio Comune che ora è di colore diverso da quello di prima. Quindi è veramente una cosa riconosciuta e indubitata da tutti. Ottenere questo, anche per favorire iniziative pedagogiche, culturali, educative, come era la sua principale attività, quella di grande trascinatore ed educatore di ragazzi del liceo, lo consideriamo un’apertura importante che non significa mercanteggiare nulla, ma significa davvero contribuire a dare una dignità e una sterzata ideologica a questo Piano. Un Piano che negli altri anni lo ritenevamo ben più marcato e che non era possibile votarlo per mille ragioni, questo invece crediamo sia un tributo dovuto al quale subordiniamo anche il nostro esame e la nostra definizione di voto finale su questa proroga.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Sarò breve perché svilupperò solo alcune considerazioni di tipo più generale.
In questo atto si è aperto un confronto – mi pare di leggerlo anche sulla stampa – tra la Regione e gli enti locali, i vari soggetti deputati a sviluppare la cultura nel nostro territorio regionale.
Non voglio entrare nel merito di questo dibattito, tuttavia voglio segnalare che questo richiama ad un nuovo dinamismo della Regione Marche rispetto alla cultura e anche rispetto alle risorse finalizzate in essa. Richiama la necessità di un ruolo degli enti locali e soprattutto, dopo una fase che è stata forse più di impostazione e che talvolta ha assunto aspetti spettacolari, si cerca di passare ad una maggiore concretezza finalizzata allo sviluppo culturale della nostra regione che attiene anche alla qualità della nostra società.
Esiste un dinamismo di vari soggetti di tipo teatrale, stabile ed anche creato all’uopo, nelle occasioni. Esiste nella nostra regione una presenza culturale diffusa.
Inoltre abbiamo due strutture che hanno finanziamenti autonomi a parte, come la Stagione lirica dello Sferisterio di Macerata e il Rossini opera festival di Pesaro.
Esistono due conservatori musicali quello di Pesaro e quello di Fermo.
In questo contesto credo che la proposta avanzata sia di equilibrio e tiene conto di due necessità, in primo luogo di una programmazione generale a livello regionale e in secondo luogo anche di una declinazione degli enti locali e dei soggetti deputati a svolgere la cultura.
Nella misura 2.3 sugli obiettivi della proposta si fa riferimento al museo diffuso, un’intuizione della legislatura ormai consolidata della Regione Marche che deve essere affermata anche nella prospettiva, come pure la valorizzazione dei teatri nei piccoli comuni.
Penso che la Commissione abbia compiuto un lavoro di selezione degli interventi di grande utilità, ma su alcuni aspetti, secondo me, ha peggiorato l’atto, o meglio, lo ha un po’ indebolito in aspetti forse secondari. Mi riferisco, ad esempio, a quello di aver stralciato la previsione della proposta della Giunta regionale al sostegno della creatività dei giovani.
Ieri ad Ascoli c’è stata la Giornata dei marchigiani nel mondo e la critica che veniva fatta alle Istituzioni e alla politica era quella di mettere le brache alle nuove generazioni. Io ritengo, è ovvio, che non sia così, perché anche verso le giovani generazioni non dobbiamo avere un atteggiamento di tipo paternalistico, mi sento anche di criticare quando serve aspetti più o meno degenerativi delle giovani generazioni, tuttavia questa è una previsione da ripristinare.
Sulla partecipazione degli enti locali penso che dobbiamo fare grande chiarezza. In generale la Regione Marche non deve gestire, le Regioni devono legiferare e in questo contesto, secondo me, è sbagliato aver cancellato la dicitura che recitava che non si è voluto in passato distinguere le competenze tra Regione, Province e Comuni, non bisognava cancellarlo e questo è vero che è un limite.
Non dovremmo introdurre un antagonismo territoriale e una guerra tra poveri, ma dovremmo dire che la Regione fissa i criteri, assume su di sé le risorse, poche o tante che siano, per i grandi eventi e il resto lo deve fare il Comune e la Provincia.
Al di là di tutte le polemiche che ci sono, alcune giuste e altre infondate, siamo ad un importo assegnato dalla legge n. 75 del 1997 di 1 milione e mezzo di euro. La parte provinciale è significativa perché è uguale a quella delle altre annualità, vale a dire che le Province, chi più e chi meno, all’interno di un equilibrio hanno il 52% delle risorse. Il resto è dei Comuni che hanno sviluppato progetti per quasi 2 milioni di euro.
Ecco allora che abbiamo la necessità di selezionare ulteriormente gli impegni sulla cultura, non pensando però che sia un fattore residuale perché la cultura, la sanità, l’istruzione attengono a servizi che debbono essere garantiti alla popolazione, garantiti come pari diritti e non come opportunità che possono cogliere solo soggetti o enti che possono avere gli sponsor.
In definitiva penso che questo programma compia in alcuni aspetti anche un’innovazione e per questo il nostro gruppo lo voterà.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Favia.

David FAVIA. Questa proroga e aggiornamento del Piano regionale per i beni e attività culturali credo vada interpretata come un ponte verso due momenti importanti che vivremo il prossimo anno.
Il primo è l’attuazione dei vasti programmi - di questo voglio complimentarmi con la Giunta e con l’Assessore Minardi - che sono stati instaurati attraverso protocolli d’intesa con enti amministrativi superiori. Quindi credo che sia stato fatto un buon lavoro che bisognerà spalmare bene sul territorio, ma credo che l’Assessorato sia ben avviato su questa strada.
L’altro evento importante sarà la trattazione delle due leggi sulla cultura, quella sullo spettacolo dal vivo e quella sui musei, evento che ho stimolato con tantissimi altri Consiglieri regionali depositando una proposta di legge che sarà vista assieme a quella della Giunta, ma posso dire fin d’ora che mi sembra che la proposta, articolata e suggerita in bozza nel bel convegno di Urbino di sabato scorso, sia un ottimo punto di partenza.
Mi sento di condividere la politica dell’Assessore, ne parlava prima la Consigliera Mammoli, che fa nei confronti delle Province con le quali c’è stata e c’è qualche tensione. Credo che, pur nella autonomia dei vari enti, alla Regione spetti il coordinamento delle politiche culturali, quindi un adeguamento degli enti locali sulle grandi linee di priorità fissate dalla Regione sia una cosa assolutamente auspicabile.
In questo atto amministrativo, e così dovrà essere nella nuova legge, c’è la considerazione giusta delle diverse eccellenze nella nostra regione, quelle a rilevanza ministeriale e regionale. La nuova legge già le prende bene in considerazione, ma quello che auspico – l’ho già detto negli workshop al convegno di Urbino – è che non ci sia su queste eccellenze un blocco del sistema, ma che ci sia un’apertura da parte della Regione, arbitro di tutta questa situazione, anche nei confronti di esperienze diverse dalle eccellenze attuali. Questo è stato detto e ridetto da molti operatori al convegno di Urbino, credo che l’Assessore ne abbia presa buona nota e che sia assolutamente disponibile su questa strada.
Il sistema, secondo me, continua a vivere e si migliora se c’è circolazione, se c’è rete – argomento al quale l’Assessore è estremamente sensibile –, se ci sono per tutti pari opportunità quindi speranza di crescere e di diventare eccellenza.
Questo vale sia per questo ultimo barlume applicativo del Piano cultura, mi riferisco soprattutto alla legge n. 75, ma a maggior ragione deve valere per la nuova legge dello spettacolo dal vivo.
Condivido la politica che viene fatta sui musei e sui piccoli teatri e l’aspettativa che c’è di non gravare più di tanto i bilanci degli enti locali e contemporaneamente dare lavoro ai giovani specializzati nel settore, di far vivere musei e piccoli teatri attraverso la creazioni di piccole strutture multiformi e multidisciplinari che si mettano – ancora una volta torna il discorso della rete – a disposizione di quei comuni che abbiano saputo fare squadra.
Credo che questa sia una strada innovativa e intelligente sulla quale avanzare con sicurezza.
Un altro elemento che condivido previsto dal Piano della cultura è quello dell’ascolto degli enti, soprattutto di quelle eccellenze che sono in difficoltà nell’ambito di un sistema che, non dobbiamo dimenticare, mi sembra dia tremila posti di lavoro.
Con la nuova legge sulla cultura dovremmo spingerci verso un aiuto finanziario definitivo che possa risolvere le problematiche di questi enti che però deve essere unito ad un paio di accorgimenti. L’effettiva regionalizzazione degli enti principali, qui riprendo l’intelligente intervento della Consigliera Mammoli riferito allo Stabile delle Marche, un’entità che ad esempio vede nella propria compagine sociale la presenza solo due Province sulle quattro/cinque delle Marche. La Regione dovrebbe rendersi interprete dell’esigenza di regionalizzazione di tutte le eccellenze e a fianco di questo sforzo, che a mio giudizio dal punto di vista economico necessariamente va fatto, unitamente ad un altro dato importante che è quello del controllo della qualità e della quantità della spesa. Credo che anche su questo molto si possa fare, oltre che recepire la proposta che è stata fatta dal prof. Raggetti ad Urbino, cioè quella di risparmiare sul sistema bancario, quindi sugli oneri, sugli interessi passivi, magari creando un fondo di rotazione per anticipare i contributi che in genere tardano un anno. Questo nel suo complesso alla Regione può costare poco, ma può dare tantissimo risparmio e tantissimo fiato agli enti.
Però unito a questo attuerei – magari con la consulenza del Comitato che lavora per la Giunta – delle ulteriori ed altre politiche di razionalizzazione e di contenimento dei costi che si possono fare.
Concludo dicendo che l’auspicio, che esplico oggi parlando di questo atto che è un ponte verso la legge sulla cultura, è che si arrivi ad un sistema ben libero nell’attuazione artistica, perché questo è un mondo in cui ci vuole libertà, ma che deve essere molto ben coordinato per quanto riguarda sia le opportunità di cattura delle entrate sia la razionalizzazione della spesa. Il tutto ovviamente con una grande apertura verso le nuove esperienze che a loro volta possono diventare nuove eccellenze, magari in unione o a fianco di quelle che già ci sono.
Credo che in questo settore non ci debba essere guerra, ma una sana, vera e possibile concorrenza che fa crescere tutti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Sarò brevissima, ma non volevo far mancare alcune considerazioni mie personali a questo importante appuntamento.
Le occasioni per parlare di politica culturale non sono mai molte in questo Consiglio, così come di altri settori di importanza cruciale che molto spesso sono sottovalutati da questa sede. Mi auguro che in futuro riprendano il giusto spazio perché sono politiche estremamente importanti.
Spesso sottolineiamo l’importanza della cultura e del turismo come secondo motore di sviluppo di questa nostra regione poi non dedichiamo mai a questo settore l’importanza dovuta.
Sono già state ricordate alcune cose importanti quindi non le voglio riprendere anche perché è stato annunciato un Consiglio regionale apposito, in quella sede mi riserverò di fare valutazioni più approfondite.
Non volevo però far mancare il mio punto di vista in questo appuntamento perché è vero che oggi, con l’approvazione della modifica al Piano triennale della n. 75, sarà l’ultima occasione in cui discuteremo di questa legge, perché si annunciano, come è già stato detto, appuntamenti diversi, leggi diverse che riapriranno una nuova stagione della politica culturale di questa Regione.
Mi auguro che in questa nuova stagione, alla quale daremo sicuramente un contributo per farla nascere con l’attenzione dovuta, si faccia tesoro dell’esperienza importante della legge n. 75. Io non sono mai per non dare valutazioni approfondite e serie sulle leggi importanti che questa Regione si è data nel corso degli anni. La legge n. 75 ha aperto una stagione nuova, oggi è matura, probabilmente è vecchia, quindi a cambieremo, ma è stata una legge importante che ha chiuso una stagione della politica culturale di questa Regione, cioè quella del vecchio centro-sinistra che era segnata dalla legge n. 16 che sosteneva interventi nel territorio una funzione gestionale profonda della Regione e che prevedeva anche una grande discrezionalità.
La legge n. 75, invece, ha cominciato a chiedere che il settore della cultura dovesse avere un Piano di settore, così come sono stati fatti nel corso degli anni in altri importanti ambiti della politica regionale, da quelli più tradizionali dell’industria e dell’agricoltura anticipandone alcuni anche più nuovi come quelli del settore scolastico.
Quindi ha incominciato a dire che questo è un settore importante, assegnava alla Regione una funzione, quella legislativa, di programmazione. Debbo dire che nella prima fase ha messo a disposizione della politica culturale anche molte risorse, consentendo di far crescere quel fiorire di iniziative che oggi abbiamo, dal recupero dei teatri ad una dimensione ormai diffusa sul territorio. Quindi credo che abbia svolto una funzione molto importante.
Aveva anche precisato quali erano i ruoli del sistema istituzionale. Nel corso degli anni, anche per vicende più politiche che programmatiche ed istituzionali, questa legge ha un po’ snaturato la sua funzione originaria, sono venute meno molte risorse e si è anche squilibrato il sistema istituzionale. Anch’io ritengo che molto probabilmente in una certa fase c’è stata una regia troppo forte tra Regione e Provincia che ha mortificato altri pezzi degli enti locali. Ho anche sostenuto questa posizione, ma era una voce isolata, ho avuto anche profondi scontri con l’Assessore alla cultura della mia Provincia, all’epoca era il prof. Sorcinelli, perché ritenevo che il sistema istituzionale dovesse essere riequilibrato, la Regione le sue funzioni poi quelle delle Province e i Comuni.
Però non vorrei che nel dire questo si dessero giudizi troppo strancianti sulla funzione delle Province le quali hanno acquisito potere anche per una mancata forte regia regionale.
E’ anche vero – voglio spezzare una lancia a favore delle Province – che in questi anni, come si vede dagli atti, hanno concorso e contribuito a mettere a disposizioni molte risorse anche proprie, ed hanno cercato, anche se non tutte allo stesso modo, di svolgere quella funzione di coordinamento territoriale che era assolutamente indispensabile.
Oggi chiedo di non dare giudizi approssimativi sul funzionamento di questa legge, che ritengo sia stata estremamente importante, però oggi si apre una stagione nuova.
Quello che vorrei salvare della vecchia stagione, che credo debba rimanere nella nuova, è la funzione della Regione. Non dobbiamo pensare ad una Regione che gestisce, ma ad una Regione che legifera e fa buone leggi, che fa buona programmazione e controlla. Questo dobbiamo recuperarlo in maniera forte, poi potremmo farlo anche con una legge sullo spettacolo, dobbiamo recuperare una Regione che mette a sistema, prima che gli enti e i soggetti, quelli istituzionali e poi anche quelli privati. Quindi una Regione che svolga una grande funzione di regia. A questo sono particolarmente affezionata, credo che non dovremmo cambiare questa barra.
Un’altra cosa che la Regione dovrà fare meglio in futuro, facendo tesoro anche dell’esperienza del passato dove c’è stato uno squilibrio tra rapporto privilegiato Regione-Province che ha un po’ mortificato gli enti locali, è darsi delle buone regole sulla concertazione. Le polemiche di questi giorni, anche se non sono mai positive, a mio parere, però, affrontano una questione sulla quale va fatta chiarezza, cioè in che modo facciamo concertazione e che cosa intendiamo per questo. Tra l’altro si sta aprendo una stagione nuova che riguarda l’intero sistema della Regione, sapete che la nascita del Cal già sta creando percorsi innovativi con i quali fare i conti.
Per evitare che si creino disfunzioni e polemiche inutili forse è bene che si dica – e il Consiglio regionale potrebbe dare un contributo in tal senso – come si deve fare la concertazione, con quali strumenti i soggetti sono messi nella possibilità di decidere, in modo tale che possiamo uscire tutti più soddisfatti. Questo è un settore veramente importante perché svolge una funzione ormai fondamentale nella formazione, nei nostri stili di vita, nella crescita delle persone e nella crescita di una nuova economia del nostro territorio.
Quindi è un settore che dobbiamo curare, è finita la fase dell’adolescenza, siamo in una fase in cui dobbiamo dargli una sua maturità. In questa nostra Regione ci sono le condizioni buone, sta a noi, anche con le nostre iniziative politiche e legislative, far davvero superare questa fase e dare una prospettiva e una maturità a un settore come quello della cultura che l’attende. Un settore che finalmente ha un Assessore che per tanto tempo non ha avuto – dobbiamo dircelo con molta chiarezza –, che ha aspettative alle quali noi dobbiamo assolutamente corrispondere altrimenti ricacceremmo nell’ombra e faremmo tornare indietro i processi. Anche il passato se letto con la dovuta attenzione, individuando le criticità, e con la partecipazione di tutti, credo ci siano le opportunità per fare una buona politica all’altezza delle prospettive di questo settore e anche della maturità, la vivacità e la creatività che questo settore ha raggiunto nella nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non posso che esprimere un giudizio sostanzialmente negativo su questo strumento, ma poi mi devo rimettere alle decisioni del gruppo che ha deciso una posizione di astensione.
Mi viene da ridere pensando che stiamo discutendo di tre milioni di euro quando invece l’Assessorato alla cultura gestisce ben altro, perché le risorse che girano sono sull’ordine di 10 milioni di euro, quindi tre volte tanto.
Stiamo discutendo un Piano rabberciato, sistemato, grazie al ruolo della relatrice di maggioranza che lo ha analizzato, l’ha vivisezionato, ha prodotto un risultato che modifica, secondo me, l’impostazione originaria, a dimostrazione che la maggioranza su questo Piano non è assolutamente in linea con l’impostazione dell’Assessore.
Già basterebbero queste due considerazioni per dire che non è possibile votare a favore di questo atto.
Un Piano che di per sé richiama l’insufficienza dell’azione della Giunta regionale sulla materia perché è un Piano di proroga. Anche qui ci sarebbe tutto da dire rispetto al fatto che in dieci anni abbiamo lavorato con tre Piani, siamo vissuti in una condizione di proroga permanente. Anche questo la dice tutta sulla capacità dell’Esecutivo regionale di produrre una politica culturale adeguata. Certo ha scusante va detto che nella passata legislatura abbiamo avuto un’assenza di grande rilievo, nel senso che la delega non era stata assegnata se non formalmente, di fatto l’Assessore alla cultura è stato svolto da una figura impropria che ha assunto quel ruolo al di sopra dell’attività dell’Organo consiliare e della Commissione specifica.
Queste sono considerazioni che mi portano a dire che non posso riconoscermi in questo strumento. Però è poca cosa perché la chiave di lettura più adeguata è quella di dare un giudizio sulla legge n. 75 che è lo strumento che ha unificato le procedure finanziarie rispetto al complesso degli interventi culturali. E’ una legge datata, sbagliata fin dall’inizio, non votata dal gruppo di Forza Italia perché noi eravamo favorevoli al mantenimento della legge n. 16 quindi ad una legge che riconoscesse e valorizzasse la specificità dell’associazionismo culturale di base. Si è voluto fare altro, i fatti hanno dimostrato che questa legge non è stata assolutamente adeguata a leggere le esigenze della cultura marchigiana, anzi, è servita soltanto ad arricchire e a liberare le mani al sistema delle autonomie locali che non sempre ha concorso a raggiungere l’obiettivo di una cultura migliore.
E’ una legge da rivedere, che va rifatta a partire da quello che abbiamo chiesto da tempo, cioè da una analisi approfondita costi/benefici che non può non essere fatta se si vuole produrre un provvedimento legislativo migliore.
Il provvedimento in sé ha come obiettivi specifici quello di sostenere i musei, le biblioteche e i circuiti dei piccoli teatri che è una funzione che viene riconosciuta alle Province, mentre la Regione mantiene le funzioni relative allo spettacolo, agli eventi espositivi e alla promozione dell’arte contemporanea.
Credo intanto che ci sia una scelta di fondo sbagliata perché c’è uno sbilanciamento delle politiche culturali sulle attività rispetto a quello dei beni, a quello della tutela, del restauro che è stato uno dei capisaldi della politica culturale della Regione Marche nei decenni passati. E’ un cambiamento di rotta comprensibile, ma che personalmente non mi sento di condividere.
Ne deriva sostanzialmente un finanziamento esagerato per lo spettacolo, che qui definisco per l’effimero, come valutazione personale, di 2 milioni di euro che rappresentano il 66% dell’intero finanziamento e il 90% del finanziamento regionale. Cioè noi spendiamo per il nulla due terzi del finanziamento totale, il 90% del finanziamento regionale, per il nulla rispetto a quello che invece dovrebbe essere l’intervento regionale, cioè la tutela, la difesa e la valorizzazione del patrimonio culturale di questa regione. E’ evidente che facendo questa scelta sono pochissime le risorse destinate agli altri settori.
Il Piano contiene anche un’altra lacuna che l’intervento miracolistico della relatrice di maggioranza non ha consentito di risolvere. Il Piano individua i fondi percentuali da dividere fra Regione e Province, ma la relatrice di maggioranza non ha detto, per esempio, quanto deve essere assegnato ad ogni specifico obiettivo. Questo lascia sostanzialmente le mani libere alla gestione centralistica della Regione.
Anche per quanto riguarda il campo delle iniziative delle Province non sono fissati i criteri. Il rischio è che anche le Province commettano lo stesso errore, cioè che facciano la scelta di privilegiare e di destinare le loro risorse finanziarie solo ed esclusivamente alla circuitazione degli spettacoli minori.
Bisogna riformare la legge n. 75, una legge che doveva raccogliere l’eredità di provvedimenti diversi (la legge n. 53 sulla tutela dei beni, la legge n. 39 sulle biblioteche, la legge n. 16 sulle attività culturali, la legge n. 51 sulle iniziative culturali) però di fatto, ripeto, la legge non ha consentito di raggiungere questi obiettivi, di percorrere questa strada maestra.
Così come rileviamo che nel corso degli anni la Giunta regionale ha fatto una scelta di distruzione della politica culturale delle Marche attraverso una drastica riduzione delle risorse finanziarie assegnate a questo settore. Negli ultimi anni si è passati dai 18 milioni di euro stanziati nel primo Piano 2000/2002 ai 3 milioni del 2006.
E’ chiaro che da questo quadro non è pensabile sostenere questo provvedimento.
Mi sento di aggiungere con altri rilievi critici legati ai tempi lunghissimi nell’avvio della procedura per il riordino del testo unico, una promessa ancora non mantenuta, al di là delle tante parole, legati alla scelta di abbandonare uno dei settori più importanti come quello dell’archeologia dove c’è una legge mai più rifinanziata, di abbandonare la strada di una legge, anche questa non più finanziata, come quella sul Terzo Millennio che ha rappresentato un punto di riferimento importante per il recupero di tanta parte del patrimonio archeologico regionale. Ancora, ‘per gli interventi in campo culturale attraverso la legge sul terremoto che certamente non può essere definita sufficiente e per il persistere dell’anomalia di una legge ad hoc per due iniziative culturali di grande rilievo che dovrebbero essere ricomprese nelle scelte di fondo che dobbiamo compiere.
Rispetto a questo non ho condiviso - mi dispiace che l’Assessore Minardi se la sia presa un pochino - le scelte riferite alla organizzazione della Conferenza sulla cultura svoltasi a Urbino. Non ho condiviso né la forma né la sostanza, ma soprattutto la spesa, perché ritengo che in tempi di vacche magre non sia possibile spendere 83 mila euro, magari attraverso il ricorso all’appalto – anche questo ingiustificato rispetto alle tante risorse disponibili – per organizzare un momento di confronto di questo genere. Io ci sono stato, Assessore, e al di là dello scenario incontestabile, bellissimo, un campo di luci e la musica, non mi sembra che il testo e il contenuto delle relazioni e soprattutto il contenuto del dibattito e le presenze – non lo dico io, ma il Presidente della Provincia di Ascoli – sia stato un prodotto positivo per la cultura marchigiana.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Minardi per la chiusura del dibattito.

Luigi MINARDI. Cercherò di non farla troppo lunga, ovviamente non risponderò alle tante sollecitazioni che mi sono segnato e che utilizzerò nel lavoro. Prego tutti coloro che sono intervenuti, tutti i membri della Commissione, di non sentirsi non valorizzati se non riprendo tutti i temi, starò ai temi fondamentali.
La cosa che mi piace di più – lo voglio dire perché sono perfettamente d’accordo – è il rapporto che in questa circostanza abbiamo costruito, per questo ringrazio la relatrice di maggioranza e il relatore di minoranza. Siccome abbiamo molta strada da fare credo che il fatto che si sia costruito un rapporto di collaborazione, ognuno nelle sue rispettive responsabilità nella distinzione dei ruoli, possa essere anche un augurio di buon lavoro perché siamo ad una prima tappa. Questo lo sento e ovviamente mi adopererò per rafforzare questa collaborazione che ognuno farà nella distinzione dei ruoli.
Voglio partire da questo ultimo aspetto, anche se al Consigliere Giannotti darò una risposta più compiuta poiché ha fatto una interrogazione, della questione di Urbino, troppe spese, meno spese, ecc. Consigliere Giannotti, lo faccio semplicemente perché è funzionale ad un ragionamento di carattere più generale, quindi non è un anticipo della risposta all’interrogazione.
Al Consigliere Giannotti voglio dire fondamentalmente tre cose. La prima questione è che le spese non sono quelle che lui sostiene, la seconda è che un numero è sempre relativo. Quindi il relativo va riferito rispetto alla dimensione e al numero di iniziative, lì contemporaneamente, proprio per spendere meno per un periodo di vacche magre, abbiamo concentrato tre iniziative facendo sinergie evidenti. Tali iniziative erano la Conferenza programmatica, l’inaugurazione del Palazzo Ducale e il Press Tour. Quindi quando si valuta il costo bisogna considerare che sono tre iniziative in una. Poi il costo si compara anche con i risultati, perché un conto è che convoco cinquanta persone a discutere e un conto è che utilizzo un evento per valorizzare il territorio. Questo il Consigliere Giannotti anche nell’intervento di oggi dimostra di non prenderlo in considerazione. Noi siamo dentro una fase, lo si voglia o no, per cui l’evento è capace di valorizzare un territorio intero e noi dobbiamo considerare come valorizzare il territorio intero.
Chiedo al Consigliere Giannotti, solo per avere un’idea dalle sue informazioni, quanto costa avere quattro minuti di tempo al Tg 2, quanto costa avere quattro minuti di tempo al Tg4, quanto costa avere un quarto di pagina a Corriere Economia, quanto costa intervenire sul Sole 24 Ore e potrei continuare. Ma tutti questi dati li metterò a disposizione del Consigliere Giannotti dopodichè mi dirà se ho speso troppo o se ho speso troppo poco. Alla fine diremo se quella spesa ha prodotto significativamente per il territorio qualcosa o se è stata dispersione. Ora non lo faccio perché avremo occasione di parlarne sull’interrogazione.
Ho fatto questa considerazione perché lo stesso ragionamento lo sto facendo per Caldarola che è stato un evento assolutamente nuovo nella nostra regione. Credo che abbiamo l’obbligo di ragionare sui fatti nuovi che vengono prodotti in questa regione. L’evento di Caldarola ha attratto 70 mila visitatori. Che cosa ha significato per il territorio di Caldarola se non una tipizzazione e una sua valorizzazione? Anzi, siccome il 2008 sarà un l’anno liciniano da una parte, ma sarà anche l’anno della mostra archeologica di Matelica, dobbiamo pensare come questi eventi, che sono fari di un territorio che si esprime al meglio, possano avere ricadute nel territorio.
Abbiamo fatto anche un bilancio sociale per valutare come nel territorio di Caldarola i commercianti, le popolazioni dei comuni limitrofi non solo hanno partecipato prima all’evento, ma anche come hanno goduto e usufruito dei risultati dell’evento.
Personalmente, alla fine di questo lavoro, dico che secondo me sarebbe opportuno, nell’area che è interessata da questo evento di alto livello, prevedere eventi secondari in modo che gli effetti possano essere distribuiti nel territorio. Credo che sia per il Licini che per la mostra archeologica di Matelica dobbiamo pensare proprio a questo. Se Fermo cerca di valorizzare il Pagani nel momento in cui si valorizza il Licini, a maggior ragione si debba creare un circuito sul territorio che possa prevedere non solo il Licini, non solo il Pagani, ma anche qualche mostra di arte contemporanea in quei comuni che stanno nel territorio. L’evento in sé per sé non è un elemento secondario ed effimero, è un modo per valorizzare il territorio. Imparare dalle esperienze credo che sia quanto mai utile e indispensabile.
La Commissione mi sta dando una mano, nel senso che mi aiuta ad avere punti di vista diversi e vari in modo da poter giungere ad una nuova sintesi importante.
Altra questione. Negli anni precedenti si faceva riferimento ai consistenti interventi nel campo dei beni culturali, quindi anche da quegli interventi dobbiamo apprendere qualche cosa, non possiamo più permetterci di fare interventi di recupero svincolati da una forma di gestione che deve essere davvero accompagnata al recupero, anzi, in questa fase abbiamo bisogno, e nel Piano c’è molto correttamente, di introdurre dentro i beni recuperati quella che abbiamo chiamato un’anima giovane.
Al Consigliere Giannotti dico – forse sbaglio a riferirmi direttamente a lui, ma non lo faccio per polemizzare – che Urbino ha segnalato proprio questo. A Urbino sta succedendo un fenomeno di questo tipo – lo dico anche a tutti i Consiglieri in modo che possono apprezzare – ciò significa che l’immissione della tecnologia nel palazzo Ducale di Urbino, che è assolutamente rispettosa di quel palazzo ducale, ha già portato una quantità di giovanissimi che non si era mai vista.
Sono stato colpito da un fatto, che ho avuto modo di dirlo anche in altre occasioni - a fine serata avevo chiamato mia figlia per assistere con lei allo spettacolo e avere un punto suo di vista - è arrivata in una sala ormai vuota una nonna con un bambino, dopo poco tempo la nonna è uscita dalla sala mentre il bambino si è seduto su una panca e ha visto girare cinque volte questa rappresentazione. Questo significa che è possibile mettere un’anima giovane dentro i beni recuperati, dentro i musei che oggi danno un’idea di deposito di roba vecchia.
Vi dico di più. I sei ordini di scuola che ci sono nella città di Urbino visiteranno la mostra prima di Natale e insieme cercheranno di fare una valutazione di quello che vedono per costruire in modo interattivo le prossime mosse da fare all’interno del Museo.
Quindi il percorso di mettere dentro i musei un’anima giovane significa innanzitutto portarci i giovani a visitarlo in quanto recupera la capacità di raccontare una storia, di emozionarli, senza di questo non c’è comunicazione.
Non è effimero, è comunicazione, significa metterci anche dei gestori giovani e noi questo lo abbiamo detto in modo molto chiaro. Anche il territorio culturale può essere organizzato in aree sub-provinciali per poter gestire in modo associato questi servizi culturali con competenti, cosa che non avverrebbe se ogni Comune facesse per conto proprio.
La discussione che si sta portando avanti sul rapporto tra Regione, Province e Comuni a me pare stia prendendo un giusto orientamento. Deve partire dalla considerazione che i Comuni sono i luoghi nei quali si svolgono le attività, non ci sarebbero attività senza i Comuni perché mettono le risorse principali dal punto di vista finanziario, umano e organizzativo. Le attività prevalenti sono nei Comuni, ma un insieme di punti messi lì in modo caotico non faranno mai un sistema, un sistema lo si fa se esiste un progetto capace di cogliere l’essenza comune che c’è in tutti questi punti. Questo elemento capace di fare il progetto per fare il sistema non può che essere la Regione. Se la Regione rinuncia a questo e si fa bancomat il sistema non ci sarà, ci sarà solo dispersione di risorse finanziarie.
La Regione ha il compito di dare indirizzi al sistema attraverso una capacità progettuale, riservandosi ovviamente di condurre anche quei progetti che hanno una dimensione regionale. Per esempio, la Filarmonica regionale non può essere uno strumento di un Comune, non può essere un progetto finalizzato all’attività di un Comune, deve essere per forza la Regione che si fa carico di questo tipo di strumento.
Il problema del corpo intermedio, la Provincia dentro questo schema. Come è vero che un progetto si fa a livello regionale e la visione di insieme la garantisce l’ente superiore, è anche vero che l’ente intermedio ha una funzione diversa dentro questo schema, è la funzione di coordinare un territorio che si muove su linee programmatiche precise. In realtà il punto debole della legge n. 75 è tutto qui, perché trasferisce alle Province le risorse, non è in grado di controllarle quindi non è in grado neanche di orientarle. Se non le controlla non le orienta, dipende dalla loro volontà, tanto è vero che un Consigliere, credo sia stata Katia Mammoli, ha messo in evidenza il fatto di una grande disparità di comportamenti tra Province, per cui c’è chi dà il 17% alle biblioteche e chi ne dà appena il 3%. Ovviamente questo è un sistema che non si costruirà mai, c’è la Provincia di Pesaro che ha costruito le reti e ce n’è un’altra, Ascoli, che le reti non le ha costruite.
Allora per assumere logiche coerenti per forza dobbiamo rivedere i meccanismi normativi ed è per questo che stiamo facendo la legge in modo da renderla più adeguata alle necessità attuali.
Per cui compiti chiari, si lavora al sistema con funzioni diverse. Un conto è il gestore di tante politiche che non può che non essere di carattere locale, ed è il Comune, meglio ancora se organizzato in ambito sub-provinciale con dei Comuni che non hanno eccellenze. Io no sarei per le eccellenze, sarei per i Comuni che hanno la capacità di essere leader, che è una cosa diversa. Le eccellenze non hanno relazione, sono per sé, mentre i leader trasferiscono al territorio la loro qualità, sono capace di trascinare il territorio. Per cui guarderei ai leader, ci possono essere città che hanno eccellenze, ma non hanno la capacità di leadership, non possono attrarre le risorse superiori perché non hanno la funzione di trasmettere dinamicità al territorio e al sistema. Andiamo alla ricerca di leader, non di eccellenze.
Urbino deve essere un leader regionale se vuole la nostra attenzione, ha grande capacità e dobbiamo cercare di tradurla praticamente. Il percorso che abbiamo avviato a Urbino è proprio quello di andare a cercare capacità di leadership.
Le Province svolgono funzioni di coordinamento dentro questo sistema.
Sistemato questo stabiliremo, uno, la valenza dell’indirizzo, il valore e come ci arriviamo, due, stabiliremo il valore del progetto a carattere regionale, tre, stabiliremo il valore del progetto provinciale perché la Provincia ha una sua specificità, quattro, stabiliremo anche il valore di tutto quello che ha una rilevanza locale.
Credo che il ragionamento che stiamo facendo abbia già avuto una buona dose di sistematicità nella discussione.
E’ stato giustamente sollevato il rapporto tra Esecutivo e Organo legislativo, quindi anche la Commissione. Io dico giustamente perché è l’Apq ha messo in evidenza questo tipo di rapporto, è chiaro che l’Apq indirizza in questa Regione una quantità di risorse superiori a quelle contenute nell’intero bilancio.
Al Consigliere Giannotti devo dire che non sono stati attivati quasi 9 milioni di euro, sono stati attivati quasi 20 milioni di euro e di questo vorrei che si riconoscesse non dico il merito, ma almeno l’opportunità che si apre, piuttosto che mettere il dito su ciò che poteva essere fatto o no. Poteva essere fatto tutto quello che serviva per attrarre le risorse, però è evidente che gran parte del ragionamento è passato fuori dalla sede dell’Assemblea consiliare e siccome ho fatto il Presidente del Consiglio non posso pensare che questo sia il sistema che può funzionare e non posso neanche pensare, ovviamente, che il Consiglio debba e possa entrare su tutti gli elementi progettuali.
Allora come trovare una sintesi per fare in modo che il Consiglio sia davvero informato, sovrano, partecipe, rispetto alle possibilità che si stanno costruendo? Dico questo anche perché è necessario per fare in modo che anche una certa qualità e consistenza progettuale possa essere ben accolta dal sistema piuttosto che il sistema si metta nella condizione di attivare delle resistenze che per me sono assolutamente incomprensibili. Però pian piano scioglieremo anche questo, costruendo insieme anche i percorsi applicativi dell’Apq.
Come affrontare tutto questo? Io mi sono dichiarato disponibile e se la Commissione lo riterrà opportuno lavoreremo anche con il Presidente.
Credo che potremmo fare la traduzione di quanto è stato discusso a Urbino che aveva la finalità di definire i progetti da concretizzare da qui alla fine della legislatura, cioè la traduzione in indirizzi che non possono non discendere dal programma che aveva il centro-sinistra che ha vinto le elezioni. E’ chiaro che la matrice sta in quel programma, ma è anche chiaro che ogni programma subisce una dinamizzazione da ogni realizzazione.
Quindi è evidente che potremmo fare una discussione in Consiglio regionale di indirizzo, in modo che tutti gli attori del Consiglio regionale sappiano su quali linee ci si muoverà da qui alla fine della legislatura. Si distinguano le funzioni, il Consiglio interviene prima e dopo per controllare quello che viene fatto, ovviamente anche il Consiglio deve perdere un po’ il desiderio che ha alimentato in assenza dell’Assessorato, quello del voler mettere tantissimi progetti che spesso spettano all’Esecutivo piuttosto che all’Organo legislativo.
Se impariamo questa distinzione di funzioni e se impariamo a metterla in pratica, credo che potrà far diventare più forte tutto il sistema. Perché ci sarà lo spazio per le città così come ci sarà per le Province, ci sarà lo spazio per l’Esecutivo come per i Consiglieri. Credo anche che i Consiglieri potranno esprimere meglio la loro capacità di rappresentanza nel territorio. Perché se ci andiamo a muovere nella direzione di organizzare le aree sub-provinciali, chi meglio del Consigliere regionale che è nella condizione di conoscere perfettamente il territorio nella sua vocazione, nella sua capacità organizzativa, nella sua tradizione, può essere uno strumento di dinamizzazione di quel territorio? Utilizzando quelle risorse che per fortuna abbiamo attinto in altra direzione rispetto a bilancio, perché con le risorse del bilancio credo che avremmo fatto ben poca strada.
Ora l’augurio è – colgo questo anche dalle parole degli intervenuti – che le risorse attivate possano servire a far crescere il sistema nella sua interezza.
Voglio qui ricordare un punto che giustamente è stato messo in evidenza da parte dei Consiglieri, cioè l’importanza del territorio regionale fatto di piccolissimi comuni. Quindi avere un occhio di attenzione non solo per le città, ma in particolare per i piccoli comuni, perché tremila abitanti, come è la stragrande maggioranza dei comuni marchigiani, non sono sufficienti per avere a disposizione un bilancio con risorse finanziarie tali da poter fare una adeguata politica culturale. Se guardate anche le indagini che abbiamo fatto, i giovani ed anche i piccoli comuni si stanno già lamentando di questo. Per cui occorre fare una politica che ha questo al centro della nostra attenzione, abbiamo usato un termine forte per rendere chiaro il processo cioè no alla desertificazione culturale del territorio significa di nuovo indicare un indirizzo e una linea sulla quale il sistema è bene che si incammini.
Chiudo dicendo che apprezzo il buon lavoro che è stato fatto, ringrazio tutti quelli che ci hanno lavorato. Ovviamente dobbiamo andare avanti perché abbiamo gli appuntamenti del bilancio, delle leggi e degli indirizzi, però credo che questa tappa l’abbiamo insieme gestita bene e abbiamo messo in moto le migliori energie senza resistenze pregiudiziali, e questa è una bella cosa.

PRESIDENTE. La discussione è chiusa, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Emendamento n. 1 della Consigliera Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 2 della Consigliera Romagnoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 3 della Consigliera Romagnoli. Ritirato.

Emendamento n. 4 della Consigliera Mollaroli, che ha la parola.

Adriana MOLLAROLI. Questo emendamento l’abbiamo discusso in Commissione, è un errore tecnico che è stato riportato perché in Commissione all’unanimità avevamo chiesto la soppressione. .

PRESIDENTE. Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5 della Consigliera Benatti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 6 del Consigliere Favia. Ritirato.

Ordine del giorno dei Consiglieri Favia, Mammoli, Mollaroli, Massi, Benatti, Giannotti, Romagnoli “Limite di € 100.000,00 annui, nel Bando di selezione 2008, per le rassegne di musica jazz, rock, blues e multietnica”. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di atto amministrativo n. 67, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,30