Resoconto seduta n.93 del 08/01/2008
SEDUTA N. 93 DELL’8 GENNAIO 2008


La seduta inizia alle ore 10,15


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentate, in data 20 dicembre 2007, la seguente proposta di legge:
- n. 208, ad iniziativa del Consigliere Ricci, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla l.r. 1 dicembre 1997, n. 71 “Norme per la disciplina delle attività estrattive”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
E’ stata presentata, in data 27 dicembre 2007, la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 79 ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica dell’atto istitutivo della Riserva naturale regionale orientata di Ripa Bianca in Comune di Jesi, approvato con deliberazione amministrativa n. 85/2003", assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 237, dei Consiglieri Giannotti, Capponi, Bugaro, Cesaroni, Lippi, D’Anna, Santori, Brini, Ciriaci, Viventi, Pistarelli, Tiberi, Silvetti, Castelli, Romagnoli, Rocchi, Massi “Condanna degli atti di violenza contro le comunità cristiane e gli altri gruppi religiosi nel mondo”;
- n. 238 dei Consiglieri Giannini, Mollaroli, Benatti, Mammoli, Ricci, Procaccini, Binci, Brandoni, Rocchi, Capponi, Romagnoli, Bugaro, Viventi “Moratoria internazionale contro la pena di morte.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi:
- n. 19, in data 27 dicembre 2007, “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge Finanziaria 2008)”;
- n. 20, in data 27 dicembre 2007, “Bilancio di previsione per l’anno 2008 ed adozione del bilancio pluriennale per il triennio 200/2010".


Interrogazione n. 759
del Consigliere Castelli
“Prospettive della stazione ferroviaria di San Benedetto del Tronto”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 759 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La risposta sarà molto breve, Consigliere Castelli. I nostri uffici ed io personalmente abbiamo seguito con grande preoccupazione il problema della ristrutturazione delle stazioni. Come lei sa, nonostante un bilancio finanziariamente teso, abbiamo introdotto un investimento di circa 1 milione di euro per migliorare le stazioni presenziate. Quindi abbiamo seguito con grande apprensione il ridisegno del presenziamento – uso un termine pessimo – delle stazioni regionali.
Con l’entrata in vigore il 10 giugno del nuovo orario ferroviario, a tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna variazione di fermate dei treni nella stazione di San Benedetto e da un aggiornamento fatto prima di Natale, quindi ormai di dieci giorni fa, la direzione regionale non ha in programma, né ha avuto comunicazione di una riduzione delle fermate di tale stazione.
In ogni caso l’interrogazione è utile perché la preoccupazione ivi sottesa è condivisa dalla Giunta. Quindi seguiremo con insistenza, anche alla vigilia della firma del nuovo contratto di servizio per la parte regionale – anche se questo non riguarda soltanto la partita regionale – il mantenimento, e in qualche caso chiediamo anche il potenziamento, dei servizi delle Ferrovie dello Stato nella nostra regione.
Colgo l’occasione per sottolineare che l’iniziativa regionale è stata seguita anche sul piano nazionale da diversi Parlamentari, cito quelle della Senatrice Magistrelli e dell’On. Vannucci che in maniera combinata alla Camera e al Senato hanno presentato ordini del giorno, hanno anche ottenuto l’approvazione di ordini del giorno da presentare al Ministero dei trasporti capaci di condizionare il finanziamento al mantenimento dei vecchi orari e delle vecchie fermate.
C’è un problema, al di là dell’iniziativa della polemica politica maggioranza e opposizione, che riguarda la dotazione strutturale dei servizi fondamentali alla mobilità, su cui tutti quanti i marchigiani si devono sentire impegnati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Una valutazione che vuole rafforzare i propositi manifestati anche dall’Assessore Marcolini, perché è evidente che la stazione di San Benedetto, al di là delle valutazioni localistiche, assume una funzione strategica per almeno due ordini di motivi.
Innanzitutto perché è la stazione non di San Benedetto, ma dell’intero bacino della provincia di Ascoli Piceno, quindi dell’estremo sud, che ha un’obiettiva difficoltà di connessione con il capoluogo anconetano. Cioè deve rientrare necessariamente nelle doverose valutazioni della Regione l’obiettivo di mantenere inalterata la dimensione e la strutturazione della stazione, perché la coesione sociale e territoriale per quanto riguarda il lembo estremo della regione Marche rispetto al capoluogo anconetano è massimamente assicurata dalla stazione di San Benedetto.
Voglio richiamare alla memoria un aspetto che non può essere considerato di secondario momento, cioè il fatto che gli stessi programmi della Società autostrade non prevedono la connessione della terza corsia tra Pedaso e San Benedetto del Tronto, quindi è inevitabile che il potenziamento della stazione di San Benedetto e il mantenimento di questo presidio venga considerato interesse complessivo di tutti e del Governo regionale anche alla luce non solo, ripeto, dei chilometri che dividono il sud delle Marche da Ancona, ma soprattutto dal fatto che la stessa programmazione autostradale non consente allo Stato di prevedere prossime le estensioni di carreggiate nel tratto Pedaso-San Benedetto.
La seconda ragione è che questo Ente è impegnato, nonostante un certo numero di ritardi della Provincia di Ascoli Piceno, nell’assicurare i finanziamenti per l’elettrificazione della tratta Ascoli-Porto d’Ascoli. Sappiamo che questo rappresenta un procedimento lungo e difficile, che vede tra l’altro la Provincia di Ascoli Piceno un po’ in ritardo, quindi la Provincia si deve svegliare nell’adottare tutti gli strumenti necessari. So, per esempio, per averla votata, che la stessa Regione ha dovuto prorogare, Assessore, i termini per la presentazione dei progetti proprio perché c’è stato più di un ritardo. Quindi prorogando e prorogando siamo in attesa di questa benedetta elaborazione progettuale da parte della Provincia di Ascoli Piceno, ma è evidente che fintanto che l’elettrificazione non verrà assicurata bisogna tenere alta la guardia per il mantenimento dei nodi di San Benedetto e Porto d’Ascoli. Perché sarebbe davvero fuori luogo verificare un domani che raggiunto l’obiettivo dell’elettrificazione della tratta Ascoli-Porto d’Ascoli non ci saranno poi elementi di supporto a valle di questa importante realizzazione.
Ringrazio l’Assessore per la risposta e assicuro l’appoggio mio personale e della minoranza in questa ardua e difficile battaglia per il mantenimento del servizio ferroviario nella nostra regione.


Interrogazione n. 845
della Consigliera Benatti
“Mancata corresponsione all’Anpas Marche dei rimborsi dovuti per l’attività di trasporto pubblico sanitario”

Interrogazione n. 834
del Consigliere Giannotti
“Situazione finanziaria Anpas”

Interrogazione n. 844
del Consigliere Silvetti
“Ritardo dei pagamenti dell’Asur Marche a favore della Croce Gialla Ancona onlus”

(Abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 845 della Consigliera Benatti, l’interrogazione n. 834 del Consigliere Giannotti, l’interrogazione n. 844 del Consigliere Silvetti, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Parto dalla risposta alla interrogazione della Consigliera Benatti che è articolata in sette punti rispetto alle richieste che ha posto.
In merito al punto 1 relativo alla proposta dell’Asur alle Associazioni di ridurre il corrispettivo dovuto dalla Regione come rimborso spesa per il trasporto sanitario, la Zona territoriale n. 7 non ha mai proposto all’Anpas Marche di ridurre il corrispettivo dovuto a fronte della rinuncia ad effettuare i controlli amministrativi e contabili in relazione agli anni 2003, 2004 e 2005. A riprova di ciò è il fatto che con decorrenza 22 ottobre 2007, la Zona territoriale n. 7 ha immesso in servizio n. 4 operatori con contratto temporaneo di co.co.co. finalizzati al controllo amministrativo e contabile di tutte le fatture dall’anno 2003 ad oggi.
In risposta al punto 2 “se la proposta rappresenta la volontà dell’Assessore” si ritiene l’interpretazione infondata e l’Assessorato ha collaborato solo per trovare una soluzione definitiva al problema.
In risposta al punto 3 “se la proposta di scambiare i controlli con “sconti” ha avuto esito”, la Zona territoriale 7 sta operando i controlli amministrativi e contabili sulle fatture presentate dall’Anpas dal 2003 ad oggi.
In risposta al punto 4 “se tale proposta è una prassi tra Regione e operatori del trasporto sanitario”, la Zona territoriale 7, negli ultimi due anni, non ha mai effettuato transazioni ma atti di accordo per erogazioni parziali in acconto sulle prestazioni.
In risposta al punto 5 relativamente “a quanto ammonta nel dettaglio il debito contratto dalla Regione Marche con i soggetti che operano nel settore e il motivo per il quale la Zona di Ancona si trova ancora in una situazione di stallo”, per la Zona 7 – in cui si è posto con urgenza il problema – il debito complessivo con i soggetti che operano nel settore dei trasporti sanitari è di circa euro 3.428.000. In ordine alla segnalata situazione di stallo si chiarisce che:
- nel corso dell’anno 2007 sono sempre stati erogati acconti sul debito complessivo in quantità finanziarie corrispondenti a quelle erogate negli anni precedenti, per consentire ai soggetti operanti nel settore dei trasporti sanitari di continuare ad erogare i servizi;
- che la direzione di Zona, nell’attuale arco temporale del proprio mandato, ha posto in essere le condizioni che consentiranno nell’arco di pochi mesi (vedi assunzioni di personale di cui al precedente punto 1) di smaltire gli arretrati in ordine ai processi di controllo delle fatture.
Relativamente al punto 6 la Zona territoriale 7 in data 31 luglio 2007 è stata autorizzata dalla Direzione Asur a procedere all’assunzione straordinaria del personale di cui al punto 1) e che, le conseguenti procedure selettive di legge (approvazione e pubblicazione del bando, periodo utile per la trasmissione delle domande, effettuazione delle prove selettive per la formulazione della graduatoria) hanno richiesto circa 80 giorni per la relativa conclusione.
Relativamente al punto 7 è stato concordato tra Assessorato alla salute, Direzione Asur, Direzione Zona territoriale n. 7 e Presidente Anpas Marche, un Piano di pagamento che prevede, tra l’altro, il saldo delle annualità 2006 e 2007 entro il 31 gennaio 2008, nonché il saldo del 2005 ed eventuali residui delle annualità precedenti entro il 30 aprile 2008. Questi sono i termini di quell’accordo.
Per quanto riguarda l’interrogazione del Consigliere Giannotti si precisa che nel corso dell’anno 2007 sono stati erogati acconti sul debito complessivo, per consentire ai soggetti operanti nel settore dei trasporti sanitari di continuare ad erogare i servizi.
Si precisa, altresì, che l’Asur nell’attuale arco temporale del proprio mandato, ha posto in essere le condizioni che consentiranno nell’arco di pochi mesi di smaltire tutti gli arretrati in ordine ai processi di controllo delle fatture, cosa che credo ci competa se vogliamo tenere sotto controllo la spesa sanitaria.
Al tempo stesso la direzione Asur predisporrà un piano di pagamento del pregresso debito che sarà accertato a conclusione delle procedure di controllo, così come abbiamo previsto dall’accordo.
Per quanto riguarda l’interrogazione del Consigliere Silvetti, in merito alla situazione debitrice da parte dell’Asur nei confronti della Croce Gialla Ancona Onlus, è stato concordato tra Assessorato alla salute, direzione Asur, direzione Zona territoriale 7 e Presidente Anpas Marche, un piano di pagamento che prevede, tra l’altro, il saldo delle annualità 2006 e 2007 entro il 31 gennaio 2008, nonché il saldo del 2005 ed eventuali residui delle annualità precedenti entro il 30 aprile 2008.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatta o meno, la Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Ringrazio l’Assessore per la risposta puntuale sollevata nei diversi punti della mia interrogazione.
Mi dichiaro soddisfatta per l’azione che l’Assessore ha svolto per risolvere questo problema, conosco come si sia impegnato per arrivare ad una definizione esaustiva di tale questione.
Nel merito non ho motivo di dubitare quello che dice l’Assessore, credo però, se non erro, di ricordare che, nonostante siano stati erogati degli acconti nel corso del 2007, i corrispettivi che sono stati versati alle associazioni di volontariato della zona n. 7 sono da tempo inferiori a quelli che vengono erogati nelle altre Zone e soprattutto vengono erogati con ritardo.
Comunque credo che dopo l’azione svolta dall’Assessorato in questi mesi il problema stia andando a regime, quindi possiamo guardare con serenità alla sua soluzione.
Devo rimarcare due questioni di principio, la prima riguarda il merito delle questione, cioè che questo problema ha evidenziato, a mio giudizio – non conosco nel dettaglio i problemi gestionali – che il sistema non agevola un rapporto con il mondo delle associazioni del volontariato e credo che anche il ruolo dell’Asur vada verificato. Abbiamo fatto l’Asur proprio per ottimizzare tempi e risorse, quindi avere ancora problemi di questo genere credo denoti che qualcosa non funziona. E’ il sistema che non ha saputo fino ad ora garantire un sereno svolgimento e, soprattutto, come è stato più volte evidenziato in questi mesi, un efficace sistema di controlli.
Su questa questione la proposta di legge attualmente in discussione in V Commissione dovrà dare una risposta definitiva, perché se riteniamo giusto affidare il servizio in convenzione diretta alle associazioni di volontariato e in via subordinata con appalti, è altrettanto evidente che dobbiamo pretendere, richiedere e verificare che in un sistema di controlli tutto funzioni.
Quindi questa questione, che è poi quella che ha provocato maggiori ritardi, credo vada definitivamente risolta soprattutto con l’approvazione della proposta di legge.
L’altra questione, Presidente mi rivolgo a lei, non riguarda la mia interrogazione, ma riguarda tutti. Ancora una volta verifichiamo che rispondere ad una interrogazione quando il problema è risolto, dà soddisfazione perché è servito a stimolare, ma dovremmo trovare, in questo caso nel Regolamento del Consiglio, delle forme più agevoli, perché lo scopo dell’interrogazione è quello di interessare l’Aula su un problema cogente.
Dobbiamo, quindi, riflettere su questo, per esempio, il Regolamento del Consiglio dovrebbe prevedere delle interrogazioni in Commissione in modo tale che nel giro di venti giorni o un mese il Consiglio sia edotto su come sta andando la cosa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti per la seconda replica.

Roberto GIANNOTTI. Non sono assolutamente soddisfatto non tanto dell’esito del quale mi compiaccio, nel senso che alla fine comunque si è arrivati ad una soluzione, ma per gli stessi motivi che la Consigliera Benatti ha indicato, cioè per i tempi di risposta ad un atto ispettivo che devono essere diversi. Non è possibile che si risponda su una questione urgente come questa dopo mezzo anno; la mia interrogazione è di settembre e siamo abbastanza in là rispetto a questa data.
Quello che mi permetto di richiamare è che in questa Regione purtroppo solo dopo le proteste e le denunce si attivano i meccanismi istituzionali, devo pensare questo, perché se non è stato fatto prima, ma solo dopo che su questa questione è intervenuta la Consigliera Benatti, il Consigliere Giannotti ed altri, evidentemente c’è qualcosa che non va.
Così come c’è qualcosa che non va – lo ha detto la Consigliera Benatti e per la prima volta ne prendiamo atto – nell’organizzazione e nel funzionamento del sistema sanitario regionale. Noi lo diciamo da data immemorabile, quindi non ci meraviglia e non ci scandalizza più di tanto, invece sono scandalizzati i marchigiani che continuano a pagare tasse enormi per un sistema sanitario che non funziona e per servizi sanitari assolutamente non adeguati.
Rispetto alla questione c’è l’esigenza di garantire in questo rapporto procedure chiare e una regolarità nella liquidazione di quanto dovuto. Per quello che riguarda la sanità ci vuole una grande riforma che il centro-sinistra non è stato in grado di realizzare nelle Marche. Quindi che rimetta al centro il diritto alla salute di tutti i cittadini marchigiani, solo così facendo si darà una risposta concreta alle esigenze delle nostre popolazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per l’ultima replica, il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Non ero ancora presente al momento della risposta dell’Assessore, mi hanno riassunto i colleghi. Prendo atto con un certo di tipo di soddisfazione per quanto riguarda l’esito che speriamo sia definitivo di questa vicenda piuttosto incresciosa, ma rimane anche il rammarico che la Regione sia stata coinvolta in questa vicenda un po’ per colpa propria, perché non ha saputo far fonte a una serie di impegni alla luce delle funzioni pubbliche che esercitano le associazioni legate all’Anpas e per il servizio pubblico che costantemente vanno ad espletare, peraltro una funzione pubblica che le istituzioni non riescono a fare in modo autonomo.
E’ chiaro che le minacce che a volte si sono concretizzate, da quello che mi risulta, in decreti ingiuntivi, quindi in atti giudiziari che in qualche modo hanno coinvolto l’Amministrazione regionale, che di fronte ad un proprio inadempimento è un fatto indecoroso, è un dato di fatto. Questo si poteva evitare, ripeto, proprio per quella funzione pubblica e per quel servizio pubblico che stanno quotidianamente svolgendo i soggetti interessati. Ovviamente si sarebbe potuto evitare anche il loro coinvolgimento e la loro esposizione di fronte agli istituti di credito che battevano cassa, perché le fatture venivano scontate quindi l’esposizione giornalmente aumentava.
Quindi questo servizio si è in qualche modo precarizzato, un servizio che è, ripeto, utile, essenziale, fondamentale per la sanità regionale che è fatta di tanti segmenti e questo non è secondario.
Pertanto rimane questo rammarico, questa considerazione, comunque noto con piacere che c’è stata una presa di posizione, una presa d’atto e un impegno concreto.
Noi valuteremo e verificheremo che le date e i vari start up verranno rispettati e mantenuti da questa Amministrazione, ma purtroppo permane questo passo falso che speriamo isolato e che per il futuro non si ripeta mai più.


Interrogazione n. 892
del Consigliere Altomeni
“Progetto di sviluppo dell’Aeroporto di Fano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 892 del Consigliere Altomeni. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. In merito ai vari quesiti posti dall’interrogazione cercherò di rispondere quesito per quesito.
1. “se sono state effettuate le valutazioni di impatto ambientale”, lo studio predisposto da Svim in merito allo sviluppo dell’aeroporto di Fano si è fermato ad un livello di fattibilità e, pertanto, non è prevista una valutazione di impatto ambientale regionale in tale fattispecie. In ogni caso la Svim ha effettuato un’analisi delle matrici ambientali per una prima valutazione degli impatti.
2. “quali provvedimenti intenda prendere per la difesa del diritto alla salute dei cittadini e dei beni ambientali”, nel momento in cui sarà avviata la valutazione di impatto ambientale su un progetto preliminare, non ancora presentato, verranno prescritti tutti i provvedimenti ritenuti necessari per la tutela dell’ambiente nella sua accezione più generale.
3. “se la Società di gestione aeroportuale Fano Fortunae sia ad oggi giunta ad ottenere regolare concessione di gestione e sia quindi in regime di legittimità o meno del suo operare”, non risulta che l’aeroporto di Fano abbia avuto una qualsiasi concessione.
4. “se la Regione abbia ottemperato... alle procedure relative alla salvaguardia ambientale previste dal d.p.r. n. 616/77”, non risultano procedimenti aperti presso il Servizio governo del territorio in merito alla salvaguardia ambientale nell’ambito del d.p.r. n. 616/77.
5. “se la pista in cemento dell’aeroporto sia prevista nel Piano regionale dei trasporti in via di definizione presso il competente Assessorato”, premesso che lo studio di fattibilità della Svim indica come possibile opera di potenziamento l’asfaltatura della pista, e non la cementificazione, per aumentare le possibilità di atterraggio, la proposta di Piano delle infrastrutture, merci e logistica non prevede finanziamenti destinati a tale scopo e riportando le conclusioni dello studio Svim, richiede eventualmente una realizzazione differita e successiva a quella del parco circostante la pista. Comunque su questo non c’è da parte della Regione la volontà di realizzare un altro aeroporto nella nostra regione.
6. “di chi sia la competenza per la manutenzione dell’attuale pista e se la stessa risulti adeguatamente attuata”, attualmente la competenza è della società di gestione, mentre spetta all’Enac la verifica di adeguatezza.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ringrazio l’Assessore. Questa vicenda dell’aeroporto di Fano se non fosse tragica sarebbe comica, un aeroporto che si trova a 50 chilometri da due aeroporti rilevanti con scali commerciali che pretende, anzi alcuni amministratori di Fano pretendono, in una situazione di crisi degli aeroporti – conosciamo bene le vicende di Falconara – di sviluppare questa pista e farla diventare un ulteriore scalo commerciale.
Dalla risposta dell’Assessore emergono anche fatti preoccupanti e interessanti, il fatto che la società stia svolgendo la gestione dell’aeroporto senza una concessione credo sia una questione che merita di essere approfondita.
Inoltre merita di essere approfondita la risposta all’ultima domanda, che si intreccia a questa vicenda perché lì c’è una società che, al di là della concessione, gestisce, non si sa a che titolo, e ci viene detto che è sua la competenza della manutenzione della pista, ma la stessa società quotidianamente sui giornali ci dice che quella pista non è in sicurezza, che bisogna fare degli interventi per renderla sicura perché ci sarebbero chissà quali rischi per chi la utilizza, ed è la società stessa, che dovrebbe tenerla in sicurezza, a non renderla in sicurezza. Ebbene questa società ci propone una spesa di 4 milioni di euro- cifra che gira su tutti i giornali – per asfaltare questa pista; il grande obiettivo di potenziamento dell’aeroporto è l’asfaltatura della pista per fare arrivare i voli per l’attività di aerotaxi, voli jet, ecc.. La società poi non ci dice, al di là della questione della concorrenza con gli aeroporti vicini e della non sensatezza di avere un ulteriore aeroporto in mezzo a due aeroporti che stanno a 50 chilometri di distanza – probabilmente converrebbe fare un abbonamento con un taxi e offrirlo gratis a chiunque ha bisogno di imbarcarsi su un aereo –, che asfaltare questa pista non basterebbe. Questo perché la pista non è sufficientemente lunga e comunque quei 4 milioni sarebbero solo un investimento iniziale, perché poi per farla funzionare, secondo l’idea della società e di alcuni amministratori che fantasticano su questa cosa, ci sarebbe da sommare tutti i costi di gestione, che sui giornali naturalmente non ci vengono detti, in quanto servirebbe ulteriore personale, un servizio di dogana, insomma tutta una serie di questioni che non ci dicono. Quindi non solo si vuole fare pagare alla collettività una spesa di 4 milioni di euro, ma anche tutte le spese che ne conseguiranno.
Ci viene detto che questo serve per lo sviluppo di chissà quale turismo e chissà quale attività economica, ma sappiamo bene che è tutto abbastanza fantasioso, perché in realtà risponde ad interessi di pochi soggetti che sono gli stessi che fanno capo alla società che sta gestendo quella pista, ma che l’Assessore ci dice senza una concessione.
La società di gestione ci dice che la pista non è sicura ed è rischiosa e che bisogna spendere 4 milioni di euro per asfaltarla. Ho qui un preventivo chiesto ad una ditta specializzata nella manutenzione di piste e anche la certificazione dell’Enac, sulla manutenzione della pista, cioè quanto costerebbe rimettere in funzione la pista in erba così com’è ed eliminare questi rischi che ci dicono che possono essere grandissimi – sulla pericolosità della pista si fa allarme sui giornali –. A fronte dei 4 milioni più conseguenti, il preventivo di questa ditta ci dice che la manutenzione della pista costerebbe 59.730,00 euro. Quindi questi sarebbero i costi per la collettività per risolvere questo problema della sicurezza tanto paventato.
Naturalmente la società di gestione si guarda bene dal tirare fuori questi 60 milioni, che sarebbe tenuta – in base a quello che ha detto l’Assessore rispondendo all’ultimo punto – a fare la manutenzione e a metterla in sicurezza. Non lo fa, perché evidentemente preferisce mantenere l’emergenza.
Per l’altra questione l’Assessore giustamente ci dice che la Regione non metterà sicuramente a bilancio soldi per questa follia del potenziamento dell’aeroporto, ma credo che si dovrebbe fare qualcosa in più. Come Regione abbiamo un ruolo per pianificare le linee degli autobus, ed è giusto che sia così perché è qualcosa che va coordinato, bene, ma è mai possibile, invece, che sul potenziamento di un aeroporto un Comune o un ente gestore fatto da Comune, Provincia e Camera di commercio, possano alzarsi una mattina e di loro istanza decidere di trasformare un aeroporto come quello di Fano, un aeroporto che con le attività che ha è sostanzialmente un aeroporto commerciale con voli jet, ecc., senza che la Regione abbia la possibilità di dire che non ha senso, in una regione come le Marche con aeroporti delle regioni confinanti, potenziare un aeroporto come quello di Fano, tanto più in un periodo storico come quello in cui viviamo dove gli aeroporti nono godono di buona salute? Su questo forse ci sarebbe la necessità di approfondire.
L’altra questione, che l’Assessore nella risposta ha citato, è lo studio della Svim. Tale studio è una sorta di fantasma, che dal mio punto di vista dice cose sacrosante, cioè che non ha senso potenziare quell’aeroporto e che ci sono altre priorità. Ma è un fantasma perché non è stato mai presentato ufficialmente, è stato consegnato in via ufficiale o meno ufficiale all’Amministrazione comunale allo scadere della scorsa legislatura, oggi siamo a tre anni dalla nuova Amministrazione fanese, e questo studio della Svim tutti lo citano, tutti lo conoscono, è pubblicato su internet da parte di alcune associazioni, ma non è stato mai presentato ufficialmente. Quindi anche su questo sarebbe il caso di intervenire e presentarlo (…) La Provincia credo abbia presentato solo la parte sulle ferrovie, comunque prendiamo atto che lo studio della Svim dice chiaramente che non ha senso potenziare quell’aeroporto.
Detto questo ringrazio l’Assessore e chiedo se la Regione a titolo ad intervenire sulle due questioni più preoccupanti che emergono dalla sua risposta. Una è che c’è una società che gestisce e non si sa a quale titolo, senza concessione. L’altra questione è che c’è una società che gestisce non si sa a quale titolo e che dovrebbe fare la manutenzione e non la fa. E’ chiaro che se non ha titolo prendiamo atto che sta gestendo senza titolo e quindi la truffa sta lì, se invece ha titolo la truffa sta nel fatto che non sta facendo la manutenzione della pista e che ci ripete quotidianamente sui giornali che la pista non è in sicurezza; non so se sono consci che se lì succede qualcosa la responsabilità è totalmente loro.
Quindi su queste due questioni chiedo se la Giunta regionale possa in qualche modo intervenire anche rispetto agli organi competenti, l’Enac, il Governo o non so chi, per segnalare queste problematiche che mi sembrano rilevanti.


Interrogazione n. 408
del Consigliere Castelli
“Ospedale regionale di Torrette – Adeguamento funzionale corpi A – C – E”

Interrogazione n. 409
del Consigliere Castelli
“Lavori di adeguamento dell’Ospedale Salesi di Ancona”

(Abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 408 e n. 409 del Consigliere Castelli, abbinate. Per la Giunta risponde l’Assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Per rispondere alle richieste del presentatore dell’interrogazione n. 408 si riepilogano di seguito gli elementi più salienti che riguardano lo sviluppo dell’intervento, acquisiti in collaborazione con la P.F. “Demanio idrico, porti e lavori pubblici”, che condivide con il Servizio salute la competenza in materia.
Il finanziamento dell’intervento è previsto in parte nell’ambito del programma di potenziamento delle strutture per l’esercizio della libera professione intramuraria finanziato ai sensi del d.lgs. n. 254/2000 (per la realizzazione di ambulatori, day surgery-, endoscopia, ecc.) ed in parte nell’ambito del programma per la riqualificazione dell’assistenza sanitaria nell’area urbana di Ancona, finanziato ai sensi dell’articolo 71 della legge n. 448/98 (per l’esecuzione dei lavori necessari alla messa a norma antincendio).
Il progetto esecutivo è stato oggetto, nell’arco di tempo tra il 2004 ed il 2006, di due varianti. La prima, di carattere prettamente tecnico in quanto determinata dalla necessità di procedere all’eliminazione dell’amianto rinvenuto durante l’esecuzione dei lavori e dall’applicazione di presidi antincendio alle tubature: il provvedimento è stato adottato d’urgenza per limitare al massimo la sospensione dei lavori. La seconda per adeguare la progettazione appaltata ad ulteriori richieste dei Vigili del fuoco ed alle modifiche funzionali e distributive introdotte da intervenute disposizioni normative e amministrative. Anche in questo caso si è proceduto in modo di limitare al massimo la sospensione dei lavori.
Ad oggi risultano liquidati lavori, a carico del capitolo citato dall’interrogante, per complessivi euro 2.652.401,07 pari al 33% circa dell’importo disponibile; contestualmente sono stati utilizzati, a carico del finanziamento ex articolo 71 legge n. 448/98, euro 3.754.900,00 pari al 30% dell’importo disponibile.
Alla luce di quanto esposto non sembra ravvedersi l’inefficienza operativa menzionata dall’interrogante.
Per quello che riguarda l’interrogazione n. 409 che è già stata oggetto di una precedente interrogazione, vorrei ripartire proprio nel ripercorrere quell’interrogazione e poi aggiornarla ad oggi.
Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria del padiglione principale i lavori sono in corso; allora si diceva che la presenza della disponibilità sul capitolo di spesa indica che, evidentemente, non è stata ultimata la presentazione degli stati di avanzamento lavori per la liquidazione. Inoltre è stata autorizzato l’utilizzo del ribasso d’asta, conseguito a seguito di aggiudicazione dell’appalto, per effettuare lavori di risanamento conservativo finalizzato alla realizzazione di Unità di trattamento dell’aria nel nuovo reparto di medicina pediatrica.
Per quanto riguardava le centrali tecnologiche erano stati pressoché completati gli interventi relativi alla cabina elettrica e al gruppo elettrogeno, alla centrale termica ed al gruppo frigo, nell’ambito dei quali sono stati approvati, anche recentemente, progetti esecutivi per ulteriori lavori, finanziati mediante utilizzo del ribasso d’asta conseguito a seguito di aggiudicazione dell’appalto, concernenti l’adeguamento antincendio e gli impianti termici. Resta ancora disponibile il finanziamento destinato alla centrale di sterilizzazione per il quale si sta verificando l’opportunità di procedere alla ridestinazione della somma, in considerazione dell’avvenuto accorpamento funzionale nell’Azienda ospedaliera “Ospedali riuniti”, presso la quale è in corso di realizzazione un’unica centrale di sterilizzazione in grado di assorbire anche il fabbisogno del Salesi.
Per quanto riguarda l’ampliamento del quartiere operatorio l’intervento è anch’esso oggetto di verifica in quanto la ridestinazione della somma di cui sopra potrebbe consentire l’esecuzione di un progetto più completo ed adeguato alle attuali esigenze, che possa garantire un elevato grado di sicurezza operativa.

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, un po’ di attenzione. Consigliere Castelli, credo che il Capogruppo di Forza Italia che sta parlando dietro di lei sia il motivo di momentanea confusione, quindi le chiedo di sedere. Prego Assessore.

Almerino MEZZOLANI. Per quanto riguardava i tempi di realizzazione dell’eventuale modifica di destinazione – stante il fatto che le altre opere sono terminate o in corso di completamento – erano strettamente correlati alle procedure previste, attualmente in corso, in applicazione della Legge finanziaria 2006 che dettava disposizioni in merito alla prosecuzione del Programma di investimenti in campo sanitario finanziato ai sensi dell’articolo 20 della legge n. 67/1988, nel cui ambito erano compresi gli interventi di che trattasi.
Ad aggiornamento di questa interrogazione, quindi ad integrazione di quanto già riferito con la nota prot. n. 749/06 del 6 luglio 2006 che ho ricordato, si comunica che la modifica di destinazione d’uso dei finanziamenti disponibili – che era stata allora ipotizzata allo scopo di consentire l’esecuzione di un progetto più completo ed adeguato alle attuali esigenze – è stata approvata con decreto del Dirigente del Servizio salute n. 59 del 4 ottobre 2006.
Il provvedimento individua una serie di interventi di adeguamento delle aree critiche del presidio (blocco operatorio, blocco travaglio/parto, substerilizzazione, ecc.) che troverebbero copertura nei finanziamenti residui assegnati a vario titolo al Salesi, tra i quali quelli citati dall’interrogante; per poter dare seguito al progetto era tuttavia necessario acquisire da parte del Ministero della salute – così come previsto dalla procedura definita dai commi 310 e 311 della legge n. 266/05 (Legge Finanziaria 2006) – la revoca dell’impegno precedentemente assunto per l’esecuzione dell’originario intervento relativo al blocco operatorio.
Tale revoca, adottata dal Ministro della salute con decreto del 2 agosto 2007 pubblicato in G.U. n. 259 del 7 novembre u.s., rende nuovamente possibile l’utilizzo della somma secondo le modalità attualmente previste per l’attuazione del Programma straordinario di investimenti in campo sanitario finanziato ai sensi dell’articolo 20 della legge n. 67/88

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Il Presidente del Consiglio ha l’obbligo di una scampanellata perché credo che il significato di queste due interrogazioni che riguardano il Salesi e Torrette è importante, perché dà una risposta ad una notizia che abbiamo appreso ieri, cioè che il Presidente della Giunta regionale, purtroppo, come appeal è in caduta libera – così l’hanno definita i miei colleghi di Forza Italia –, quattro punti di consenso persi nel breve svolgere di un anno, aggiungo, Consigliere Bugaro, nonostante un milione di euro spesi in comunicazione istituzionale. Quindi bisognerà tirare le orecchie allo spin doctor che cura la comunicazione istituzionale della Giunta, perché o i punti persi erano otto, quindi grazie al milione di euro sono stati ridotti a quattro, oppure il Sircana della Giunta di palazzo Raffaello non funziona.
Inizio con questa battuta – che mi sia consentita perché vorremmo sapere tutti chi è il Sircana di Spacca, che comunque non funziona chiunque esso sia – perché in realtà, al di là delle battute, dietro quelle che possono essere le proposizioni più virtuose che leggiamo sui giornali della Giunta, si celano problemi come quelli che ho evidenziato nella mia interrogazione, cioè soldi stanziati dal 2003 e dal 2004, per l’adeguamento funzionale di padiglioni di Torrette e di impianti tecnologici del Salesi, che per lo più giacciono in cassa.
Ci dice l’Assessore Mezzolani, peraltro non colpevole, che la percentuale dei pagamenti su cifre alte e importanti – parliamo di 6-7 milioni di euro – si aggira sul 33%. Non vi sfuggirà la valutazione che se una qualsiasi di ditta privata sapesse utilizzare per meno di un terzo finanziamenti di quella importanza che, tra l’altro, nel caso dei privati vengono racimolati con il ricorso al credito, le prospettiva fallimentari sarebbero sicuramente prossime.
Ci dobbiamo porre questo problema perché sappiamo bene che i conti della sanità, al di là dei Sircana di turno, sono quelli che sono, ma purtroppo il sistema amministrativo – qui parliamo di un epoca successiva alla costituzione dell’Asur – porta a delle strozzature che nel volgere di 5-6 anni non garantiscono la realizzazione di ciò che viene pure finanziato attraverso il prelievo fiscale.
Questo, secondo me, è uno dei più grandi problemi della Regione Marche, e questa è una delle ragioni – parliamo di valutazioni unilaterali – per cui il consenso intorno al Presidente Spacca sta diminuendo, perché dopo aver lanciato il bagliore funambolico delle comunicazioni istituzionali il cittadino va al Salesi con il suo bambino e vede che il blocco operatorio è dal 2003 che è stato finanziato, ma che ancora non viene adeguato a criteri di decenza. Se mi è consentito questo ritardo per il Salesi è ancora più opinabile e discutibile se si considera che dovrà trovare ospitalità in un altro spazio.
Quindi pensiamo che stiamo accumulando ritardi nell’utilizzo di denari riferiti a spazi che saranno superati di qui a qualche tempo.
Una percentuale di pagamento del 33% è una cosa assolutamente inaccettabile se messa in raffronto con le tasse che i cittadini pagano affinché la Regione possa disporre di quel denaro, come i ritardi che evidentemente rendono concreto il rischio che lo stesso investimento venga vanificato, terzo punto, parliamo di denari in riferimento ai quali il nostro ministro della sanità regionale, Ruta, aveva collezionato un importante risultato nel marzo scorso, e cioè in particolare aver recuperato circa 160 milioni di euro che ci erano stati tolti, in senso punitivo, dal Ministero della salute proprio perché si trattava di soldi che non eravamo riusciti a spendere per l’infrastruttura socio-sanitaria.
Questo accadeva sul finire del 2006, subimmo questa sanzione pesante, il ministro della salute Ruta encomiabilmente ci informò nel marzo scorso che erano stati recuperati, e ci si era sottoposti a un tour de force importante per poter ritrovare questi denari, ma vediamo che ancora le realizzazioni tardano.
Credo che le tre evidenze che ho messo in luce attraverso le mie interrogazioni siano troppo oggettive per poter essere ulteriormente commentate. Però mi piacerebbe sapere che fine ha fatto il programma di investimenti che era stato proposto dall’Assessorato in una delle svariate forme di piano sanitario che ci erano state sottoposte al vaglio prima dell’approvazione finale di agosto. Nel senso che era stato elaborato un piano di investimenti per 330 milioni di euro, era un piano che doveva essere validato e asseverato da procedimenti successivi, di quei 330 milioni, 210 erano risorse proprie dell’Asur, 120 erano riferite alle aziende ospedaliere, ebbene di quel piano non si sa più niente. Il vascello della sanità regionale mi sembra che sia più o meno vivacchiando come una barchetta di carta che ormai per due terzi è fradicia di acqua, siamo vicini alle valutazioni dei direttori generali che dovrebbero essere prossime, credo che a gennaio dovremmo sapere di che morte dovranno morire o di che vita dovranno sopravvivere, però il quadro complessivo è questo.
Ecco perché mi sembra fuori luogo il trionfalismo manifestato da Spacca ultimamente circa il miglioramento dei conti della sanità sia del tutto fuori luogo e che fa il paio, invece, con la caduta di consenso che proprio ieri il più importante giornale economico nazionale evidenziava e denunciava agli occhi probabilmente ignari dei cittadini marchigiani, ma che le orecchie di noi Consiglieri regionali non si sono affatto meravigliate.


Interrogazione n. 581
del Consigliere D’Anna
“Vicenda Lisippo”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 581 del Consigliere D’Anna è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Proposta di atto amministrativo n. 77
della Giunta regionale
“Deliberazione consiliare n. 64 del 2 ottobre 2007 – Approvazione programmazione rete scolastica per l’anno 2008-2009"
(Votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 77 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questo punto era stato rinviato già nell’ultimo Consiglio, tuttavia chiedo al Consiglio di sospendere per un massimo di 15 minuti affinché la maggioranza si possa riunire e tentare un’ultima verifica per avere in Aula un atto che abbia la dignità di essere votato e discusso in relazione al peso che rappresenta. Perché ho avuto l’impressione che su un tema così delicato come la rete scolastica ci siano ancora troppi angoli da sistemare e da smussare.
Pertanto chiedo 15 minuti di sospensione affinché si possa riunire la maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. E’ prassi consolidata, Presidente, accordare la sospensione quando viene richiesta da uno o più gruppi, come in questo caso che è addirittura volontà dei Consiglieri di maggioranza, però limiterei questa sospensione, perché se diciamo 15 minuti ne diventano poi sempre 30 o 45. Quindi limitiamola a 5-10 minuti affinché ci siano in effetti i tempi ragionevoli per ritornare in Aula, altrimenti diversamente avremmo noi imbarazzo a riprendere una discussione che non ha più i tempi rispettati.

PRESIDENTE. Accolgo le due richieste, quindi il Consiglio regionale, Consigliere Ricci, riprenderà alle ore 11,15 precise.

La seduta è sospesa alle ore 11,10

La seduta riprende alle ore 12,05

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori del Consiglio. Siccome la discussione della proposta di atto amministrativo n. 77 era avvenuta nell’ultima seduta consiliare credo che potremmo passare all’esame degli emendamenti.
Subemendamento n. 01 a firma dei Consiglieri Binci, Brandoni. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Non credo che sia necessaria un’illustrazione particolareggiata perché nei fatti e nella struttura ripropone l’indicazione del documento uscito dalla Giunta regionale che manteneva unica e unificata la sede dell’Istituto nautico ad Ancona e non apriva l’opportunità, e in questo caso trattandosi del rischio di una duplicazione, di una ulteriore offerta scolastica che mette a repentaglio quella esistente e non garantisce, invece, la realizzazione di quella che è andata a proporsi.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo spostamento del corso di macchinista dell’Istituto nautico di fatto depotenzierebbe e metterebbe a rischio tale Istituto che è unico a livello regionale.
Voglio soprattutto contestare quello che è stato detto, cioè che questo corso di macchinista di fatto non esiste ad Ancona.

PRESIDENTE. Consigliere Binci, mi scuso, la interrompo per un richiamo al Regolamento. Quando ci sono emendamenti o subemendamenti un solo proponente può parlare a favore o contro, tutti gli altri interventi sono per dichiarazione di voto.

Massimo BINCI. Termino dicendo che questo corso di fatto esiste ad Ancona con un’altra denominazione, quindi si va a creare un doppione. Era per questo che c’era il parere contrario all’interno della delibera di Giunta da parte della Giunta stessa e degli uffici.
Non capisco ora perché questo sia stato modificato, perché di fatto si fa un doppione di un corso su una sede che neanche esiste.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Per ribadire quanto ha detto il collega Binci, nel senso che le richieste di ampliare altri corsi di macchinisti sono così limitate che sarebbe uno sperpero di denaro pubblico.
Riteniamo che il servizio che oggi offre il Nautico di Ancona sia sufficiente per esaudire le richieste che provengono dalla comunità regionale, pertanto quello di Fano ci sembra un doppione.
In questa mia motivazione non voglio assolutamente introdurre elementi di campanilismo, troppo spesso ragioniamo in quest’Aula per compartimenti e soprattutto per collegi elettorali e segnatamente per province, ma questo invece è un problema reale. Ritengo che se accedessimo all’apertura di un nuovo corso per macchinisti a Fano probabilmente avremo una, due o tre adesioni, per le quali non si giustificherebbe una struttura.
Ritengo che sia quanto mai opportuno, soprattutto per i tempi che corrono, mantenere lo status quo e rimandare ad altri momenti la verifica sulla possibilità di un ampliamento ad altri corsi e in altri luoghi della regione per questo specifico tema.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Chiedo che questo emendamento venga respinto perché non credo che si debba vivere in questo modo un eventuale distaccamento di un indirizzo di studio nautico a Fano.

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, vi richiamo all’attenzione altrimenti è inutile che i Consiglieri parlino. Così è impossibile ascoltare, quindi un po’ di rispetto per chi parla.

Mirco RICCI. E’ una richiesta che viene anche dal Consorzio navale marchigiano, fra l’altro è un settore in grande crescita e l’indirizzo che si vuole dare a Fano, da quel che mi risulta – lo chiedo anche all’Assessore Ascoli – in realtà non c’è ad Ancona. A Fano si potrebbe individuare un altro corso che non toglie assolutamente nulla a quello che attualmente c’è ad Ancona.
A Fano il settore nautico e da diporto è in espansione, vi operano in questa zona aziende di livello nazionale e internazionale e lo stesso Consorzio navale marchigiano chiede di poter avere la possibilità di un indirizzo didattico sul nautico che mi pare non tolga proprio nulla.
Quindi chiedo che ci sia la possibilità reale di dare un contributo a questo sistema e a questo territorio.
Chiedo, tra l’altro, se quello che ho ascoltato poco fa in maggioranza corrisponde alle cose che dico, perché nel merito poi la mia ignoranza non la nascondo, mi mancano degli elementi per andare fino in fondo, tuttavia mi pare di aver colto bene anche le indicazioni che ha dato l’Assessore Ascoli poc’anzi, al quale chiedo un’ulteriore spiegazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Francamente non capisco dove sta il problema. Dare una opportunità in più per un corso che, come ha anticipato il collega Ricci, è stato richiesto anche dal Consorzio navale e dalle imprese che operano sul territorio della provincia di Pesaro, prevalentemente nella zona di Fano, ma anche nella zona dell’entroterra, non va a togliere assolutamente niente ad Ancona. E’ un’offerta in più che si dà alla città di Fano che negli ultimi anni è cresciuta di circa 1000 abitanti l’anno. Credo che nel corso degli anni si siano modificate diverse cose, c’è una popolazione che aumenta e c’è una richiesta forte di personale, l’imprenditoria è d’accordo, lo ha anche reso pubblico di recente, e il territorio è preparato.
Tra l’altro l’Istituto Volta in passato ha ricoperto un ruolo importante per quanto riguarda la formazione del settore nautico, e anche se con la crisi che c’è stata della pesca e dei pescherecci tradizionali ovviamente si è ridotto l’afflusso, oggi c’è comunque una forte richiesta da parte del territorio.
Quindi credo che aprire un corso presso l’Istituto Volta di Fano sia una cosa doverosa.
Basta vedere quello che è avvenuto negli ultimi anni con l’arrivo su quel territorio di moltissime imprese a livello internazionale o vedere il nuovo porto di Fano che è diventato elemento catalizzatore sia dell’imprenditoria che del turismo. Quindi dare oggi un qualcosa in più senza nulla togliere ad Ancona che già ha lo stesso corso, credo sia la cosa giusta da fare.
Mi auguro che ci sia anche un voto trasversale perché prendere atto di una realtà che è in crescita vuol dire andare incontro alle esigenze di un territorio che si sta sviluppando.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Ritengo che questo emendamento sia da respingere e su questo voglio aggiungere delle argomentazioni significative.
Nell’emendamento si sostiene che esiste nell’Istituto nautico di Ancona l’indirizzo macchinisti e questo non corrisponde a verità. Da ricerche approfondite che abbiamo fatto, perché è bene su una materia così delicata essere precisi, esiste un indirizzo ordinamentale di costruttori navali e due indirizzi sperimentali di trasporto marittimo e di apparati impianti marittimi. Quindi non esiste la preoccupazione di moltiplicare e ripetere lo stesso indirizzo di studio e questa credo sia una argomentazione di poco conto.
Aggiungo alcune argomentazioni che sono state già usate anche da altri colleghi, cioè che la proposta di istituire un Nautico a Fano è frutto di un lavoro che è stato fatto nella provincia di Pesaro, con una profonda concertazione tra forze economiche e sociali, forze sindacali e forze istituzionali. E tra i maggiori sostenitori di questa proposta c’è…

PRESIDENTE. Scusi Consigliera Mollaroli. Guardate, Consiglieri, è impossibile seguire la discussione, è letteralmente impossibile! E’ la terza volta che devo fare questo richiamo. E’ veramente difficilissimo seguire i lavori se tutti parlano con tutti. Quindi rinnovo l’invito al rispetto per chi parla. La prego continui pure, Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Voglio soltanto offrire al Consiglio queste argomentazioni che smontano le preoccupazioni dei presentatori dell’emendamento, ai quali rinnovo l’invito a ritirarlo alla luce anche delle informazioni che ho cercato di dare in questi giorni in maniera precisa, puntuale, supportate anche dal lavoro dell’Assessorato, quindi frutto di un lavoro serio che dimostra che l’indirizzo macchinisti non esiste nell’Istituto nautico di Ancona, che sarebbe unico nelle Marche ed è sostenuto da realtà economico, sociali e produttive significative, oltre che da una forte convinzione del centro-sinistra anche a livello nazionale di potenziare gli istituti tecnici.
Credo che le preoccupazioni di Ancona possono essere superate da queste ragioni.
Aggiungo, come nota – anche se la formazione deve essere legata a tanti fattori e non soltanto a quelli produttivi, ma credo che non si possa disgiungere da questo – che il Consorzio navale marchigiano, che rappresenta le maggiori imprese costruttive di navi anche ad Ancona – mi riferisco all’Isa e al Crn – sostengono fortemente questo indirizzo di studio ed hanno scritto in queste ore numerose comunicazioni anche all’Assessore.
Quindi credo che ci sia un contesto regionale che va in questa direzione. Ritengo che questo subemendamento non debba essere votato, pertanto torno ad invitare i presentatori a ritirarlo per aiutare davvero a risolvere un problema nell’interesse del mondo produttivo di questa regione e anche per creare opportunità vere di lavoro ai giovani che in questa realtà ne hanno davvero bisogno.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Presidente non voglio fare forzature regolamentari, ma voglio sottoporre a lei ed ai colleghi un aspetto di questa discussione.
Sono passati quasi venti giorni dalla discussione generale, ci sono stati, anche durante le vacanze, fermenti notevoli su tutto il territorio per questo atto, lo sappiamo tutti perché se rappresentiamo bene questo territorio, Capogruppo Ricci, sappiamo cosa significa. C’è stato un vertice di maggioranza che ritengo interessante, penso che il Pd abbia approfondito alcuni temi, quindi trovo assolutamente inadeguato che oggi affrontiamo questa discussione in maniera così spezzettata solo sugli emendamenti e subemendamenti.
Conosco il regolamento ed ho capito che non si può fare diversamente, ma credo che alla luce del dibattito che c’è stato in questi giorni sarebbe necessario rifare considerazioni generali, anche perché è giusto chiarirsi tra maggioranza e minoranza sugli approfondimenti che ci sono stati.
Pertanto trovo inadeguato il dibattito che stiamo facendo, un dibattito che siamo costretti a farlo solo sugli emendamenti, e questo non è giusto, è assolutamente limitativo. Dopo gli emendamenti ci sono poi anche degli ordini del giorno che per approvarli sarebbe necessario capire almeno tra di noi quali sono gli orientamenti di questo Consiglio.
Probabilmente il mezzo per superare questa questione non c’è, ma almeno approfittiamo del dibattito sugli emendamenti. Vi pongo questo problema perché quando andremo ad affrontare Cingoli-Matelica, Comunanza-Amandola, nautico Fano-Ancona, Pesaro-Urbino, trovo inadeguato affrontarlo come stiamo facendo ora.
Su questo subemendamento specifico mi trovo sulle posizioni espresse dai colleghi Mollaroli e D’Anna. Sono convinto, per la parte che ho potuto seguire e approfondire con i mezzi che ho, con i contatti con il territorio, con il mondo della scuola e dell’economia, che non ci sia un’interferenza forte sui mercati che riguardano questi due Istituti e questi due indirizzi. Ho l’impressione che Ancona e Fano possano continuare a convivere anche istituendo a Fano il corso di cui si parla. Credo che, come si dice, ci sia spazio e mercato per tutti.
La qualificazione del corso per la città di Fano e per il territorio del pesarese e dell’anconetano nord offre possibilità a giovani che così potranno trovare lavoro.
Quindi per quanto ho potuto approfondire sono contrario all’emendamento e favorevole all’istituzione a Fano del corso nautico.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L’emendamento che ho presentato in Commissione insieme alla collega Mollaroli rispondeva ad una logica di razionalità. Cioè che non è concepibile che non si tenga conto delle specificità territoriali come è in questo caso.
Fano ha una realtà consolidata sul piano dell’imprenditoria diffusa, sul piano di una storia anche recente, quindi ci sembrava più che logico proporre questa modifica agli orientamenti espressi. E’ una proposta largamente condivisa dal tessuto imprenditoriale, dalle istituzioni, dalla cittadinanza di Fano, che non ci sembra leda i diritti della città di Ancona e dell’istruzione scolastica anconetana.
Quindi non capisco l’ostinazione con la quale si insiste a negare questa opportunità, che è una ricchezza per Fano, per la provincia di Pesaro e per tutta la comunità marchigiana.
Per questi motivi voterò contro la proposta emendativa del Consigliere Brandoni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Il mio intervento in pratica è una dichiarazione di voto del gruppo dell’Udc.
Se su questa materia ci fosse stata una situazione tale che avrebbe fatto dire “sopprimiamo una sezione in Ancona e l’apriamo a Fano” non avrebbe avuto alcun senso, ma siccome l’Assessore ci ha spiegato che questo corso praticamente è innovativo, è un corso nuovo, che potrebbe essere collocato benissimo ovunque ci sia una possibilità tecnica di farlo.
Quindi credo che sia ragionevole accettare che questa sezione venga aperta nella città di Fano perché nulla toglie ad Ancona, si dà un’opportunità e un riconoscimento a una città – la terza città delle Marche – che dal punto di vista della nautica ha voce in capitolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Intervengo per una questione personale. Siccome la Consigliera Mollaroli ha detto che abbiamo sbagliato a dire che non esiste un corso, voglio dire che ne esiste uno di “perito per apparati ed impianti marittimi aspirante direzione macchine per navi mercantili”, cioè direttore macchine, quindi voglio capire che cosa è il direttore macchine se non un macchinista.
Se si gioca sui nomi, ma la sostanza è quella.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Faccio una piccola premessa per dire che il discorso della nautica e quello del collegamento fra la scuola e le industrie di questo settore ci vedrà impegnati sicuramente nei prossimi mesi in modo molto serio e spero anche in modo più meditato e più istruito di quanto non l’abbiamo fatto oggi.
Come sapete sta arrivando un decreto del Ministro della pubblica istruzione, conseguente all’accordo Stato-Regioni, che istituisce i poli tecnico-professionali proprio per gli istituti tecnico-professionali e istituisce i corsi di istruzione tecnica superiore, ovvero delle specializzazioni annuali o biennali post-diploma proprio per rafforzare le culture di queste scuole e raccordarle meglio alle esigenze del mercato del lavoro.
Sicuramente nella nostra regione un polo tecnico-professionale possiamo già prevederlo fin d’adesso e sarà collegato al settore della nautica e dell’industria ad esso collegate, così come è giocoforza pensare che l’Its (Istituto tecnico superiore) avrà il suo centro nell’unico Istituto nautico che è quello di Calzecchi Onesti di Ancona.
Quindi da questo punto di vista noi non smantelliamo nulla e non indeboliamo il discorso della nautica, anzi, lo potenzieremo.
La richiesta del Volta di Fano di aprire un indirizzo che è formalmente non esistente presso la scuola di Ancona – anche se ha degli addentellati con gli indirizzi già preesistenti perché si tratta pur sempre di un discorso – apre un ragionamento di rafforzamento a Fano, che è l’altro polo importante per la nautica regionale su questo versante, e che può creare un aumento di iscrizione di ragazzi, visto che il nautico di Ancona soffre di carenza di iscrizioni e non ha potuto attivare un indirizzo recentemente per mancanza di iscritti, così come potrebbe accadere che Fano lo avesse e non potesse attivarlo lo stesso per mancanza di iscritti.
Quindi, di fronte alla volontà della comunità di Pesaro, delle forze sociali e del Consorzio navale marchigiano di tentare un ulteriore rafforzamento della formazione specifica per la nautica, per quanto mi riguarda, avendo istruito ulteriormente la questione dopo la decisione di Giunta e avendo passato in rassegna le modalità degli statuti delle scuole e le modalità delle formazioni, potremo dire che questo rafforzamento a Fano potrebbe non indebolire. Si tratterà di vedere come questo verrà portato avanti e come si dovrà altresì potenziare il Calzecchi Onesti di Ancona. Credo che la prossima volta che parleremo di rete scolastica dovremo parlare proprio di questo, perché non è pensabile che questo non diventi il centro del politecnico professionale della nautica e dell’Its sulla nautica.
Quindi credo che l’emendamento potrebbe essere ritirato e rimeditato e, invece, ripensare per il futuro a come rafforzare i collegamenti fra scuola e industria in tutto il polo della nautica che va da Ancona a Fano e anche ad altri luoghi della nostra regione.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. A questo punto l’Assessore ha replicato, Consiglieri, c’è tempo per tutto, ma solo il presentatore ha diritto di parlare per la seconda volta.

Roberto GIANNOTTI. Solo per chiedere la votazione per appello nominale a nome mio e dei Consiglieri, Tiberi e Cesaroni.

PRESIDENTE. Bene, ma prima la parola al Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Voglio fruire di questo diritto anche perché il Consigliere Binci ed io siamo stati invitati a ritirare il nostro emendamento.
Ha già precisato molto bene il Consigliere Binci del fatto che nell’Istituto di Ancona è già presente un corso che ha tutte le caratteristiche, dal punto di vista strutturale, di quello che viene proposto per Fano.
Penso, e questo è il motivo per cui ho chiesto la parola in replica, che il nostro emendamento aiuta la sintesi che la Giunta aveva tentato e che aveva realizzato con il documento. Una sintesi che supera e armonizza le esigenze che vengono dal territorio, costruendole e inserendole dentro un mosaico più articolato e più funzionale all’offerta scolastica nella nostra regione e, in particolare, a istituti – il nautico è uno di questi, così lo definiamo anche nei nostri documenti – che hanno caratteristiche e valenze regionali, quindi hanno una specifica e spiccata attitudine a superare le questioni territoriali.
E’ chiaro che un istituto scolastico è anche un’opportunità per il territorio, ma un istituto scolastico in primo luogo deve essere un’opportunità per chi lo frequenta, nei termini della qualità dell’offerta, della capacità di inserirsi non solo dal punto di vista occupazionale, ma con una storia e con un contesto e dare attorno a questa possibilità una funzione.
La Giunta era riuscita a riflettere su questo proponendo una sintesi adeguata, noi ora rischiamo di aprire un vallo che forse anche dal punto di vista dal voto in questo Consiglio non dà la funzione, il ruolo, la qualità che ci è richiesta su questo e su altri atti, che è quella, appunto, di costruire attraverso le nostre norme l’interesse regionale e il mosaico complessivo per la nostra regione.
Quindi l’emendamento non solo è confermato, ma è un appello al contributo di riflessione su come dovremmo riflettere le leggi regionali, in questa come in altre.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera D.

Guido CASTELLI. Procedo alla chiama:
Giancarlo D’Anna no
Sandro Donati no
David Favia sì
Sara Giannini no
Roberto Giannotti no
Leonardo Lippi no
Marco Luchetti sì
Katia Mammoli sì
Francesco Massi no
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli no
Cesare Procaccini sì
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi sì
Franca Romagnoli no
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi no
Luigi Viventi no
Luciano Agostini no
Michele Altomeni assente
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali sì
Stefania Benatti no
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini no
Raffaele Bucciarelli sì
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli no
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci no
Francesco Comi assente

(Il Consiglio non approva)

PRESIDENTE. Emendamento n. 1 a firma del Consigliere Brandoni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 2 (erroneamente numerato con il n. 3) a firma dei Consiglieri Mammoli, Altomeni, Binci, identico all’emendamento n. 3 (erroneamente numerato con il n. 2) dei Consiglieri Massi, Capponi, Silvetti, Pistarelli. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Molto rapidamente perché lo avevo già illustrato l’altra volta, ma vorrei fare un’osservazione visto che non mi è stato possibile farla precedentemente per le modalità del Regolamento del Consiglio.
Assessore Ascoli, con molta sincerità debbo dire che mi sono meravigliata del suo intervento, perché accettare le decisioni del Consiglio è giustissimo in quanto il Consiglio è sovrano, ma invitare un Consigliere a ritirare un emendamento che va a sostegno della posizione che la Giunta aveva espresso sinceramente mi rende molto perplessa, perché o la Giunta non ha lavorato seriamente o i discorsi di partito hanno più potere dei discorsi istituzionali. La cosa a mio avviso è molto grave e dal momento che avevo detto che avrei tenuto la posizione della Giunta a questo punto mi diventa un po’ difficile capire quale sia questa posizione.
Questo emendamento con il quale sono estremamente coerente, come lo sono stata nell’emendamento precedente, e non per un discorso territoriale perché non è assolutamente questo quello che mi ha portato a dare un voto favorevole, va a sostegno dell’Istituto Varnelli di Cingoli. Un istituto che ha lavorato fortemente per riuscire a raggiungere i risultati che oggi ha raggiunto, che invece di essere aiutato dalle istituzioni e dalla politica viene penalizzato, perché anziché dargli la forza per crescere ulteriormente e poter dare i servizi necessari, si cerca addirittura di portarne via una parte, facendo così in modo che molto probabilmente nessuno dei due istituti potrà funzionare completamente.
Ci sono discorsi politici, ci sono discorsi elettoralistici. Questa situazione, come altre espresse, è abbastanza grave, tuttavia ancora una volta coerentemente mi attengo a quanto la Giunta ha detto e a quanto il Sovrintendente regionale ha detto, facendo valutazioni specifiche rispetto alla proposta che è stata fatta. Quindi sicuramente non mi si può accusare di incoerenza.
Tengo conto, ripeto, di quello che è stato scritto in delibera, di quello che la popolazione desidera, di quello che i cittadini di Cingoli desiderano, di quello di cui – su questo posso anche sbagliarmi – questa città può avere bisogno. Perché per una città che in un periodo estivo ha più potenzialità che nel periodo invernale, sicuramente un istituto di questo genere può aiutare la crescita della popolazione e della stessa città.
Parliamo molto spesso di aiutare la montagna e le zone che sono in difficoltà, quindi credo che lasciare un presidio scolastico importante sia sicuramente un modo di aiutare certi territori.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Stiamo discutendo di emendamenti che mi permetto di dire all’Aula che uno è anche firma mia e dei Consiglieri Massi, Capponi, Silvetti, oltre a quella di Mammoli, Binci, Altomeni. Perché ci sono due emendamenti di analogo tenore anche letterale, perciò a parte la numerazione, Presidente, possiamo dire che è un emendamento unico, quindi anche noi siamo in grado di esercitare il nostro diritto di illustrazione.
Nella illustrazione la Consigliera Mammoli ha voluto sovrapporre due questioni che sono un po’ diverse una dall’altra, perché un conto è la questione che abbiamo appena votato, quella di Fano, un conto è la questione di Cingoli. Questo anche nelle dinamiche che ha avuto presso le due Giunte, perché dobbiamo parlare di Giunta provinciale maceratese per quanto riguarda Cingoli e quella di Ancona e Pesaro per quanto riguarda Fano.
Su Cingoli, infatti, c’è stato un altro passaggio procedurale rispetto a quello che è avvenuto per il nautico di Ancona-Fano, perché tutte e due le Giunte, sia quella provinciale di Macerata che quella regionale, hanno espresso una loro opinione, un loro orientamento, cioè quello della contrarietà a fare una sede distaccata.
Pertanto qui c’è ancora più stringente il discorso della coerenza con un certo tipo di impostazione che deve essere data all’atto che stiamo discutendo oggi in quanto è un atto di programmazione della rete scolastica.
Se i due Esecutivi, provinciale e regionale, hanno espresso il loro orientamento sfavorevole alla proposta di fare una succursale a Matelica, il Consiglio regionale ha ancora di più tutti i numeri e tutte le condizioni per andare verso quel tipo di indicazione. Perché se oggi stiamo parlando di programmazione di una rete e ne stiamo parlando per l’alberghiero di Cingoli, che con Senigallia e Loreto sono le tre eccellenze regionali, come si fa a pensar che una eccellenza che cresce, che aumenta di numero, che aumenta di iscrizioni, debba essere spezzata! Come si fa?!
Se vogliamo fare programmazione e razionalizzazione il nostro ragionamento deve essere il contrario, cioè potenziamo le strutture, diamo seguito ad impegni precisi che la Provincia di Macerata si era presa con Cingoli, diamo seguito anche agli investimenti forti che ci sono stati affinché ci fossero servizi ulteriori, come per esempio quello del convitto e della mensa. Diamo seguito a questo, ma non spezziamo e non rompiamo una organicità e un unicum che ha funzionato benissimo e che sta dando ai nostri giovani una qualificazione alta su un settore che abbiamo detto tutti essere strategico, cioè quello della formazione scolastica alberghiera, perciò turistico-ricettiva e pertanto con ricadute territoriali, economiche e sociali notevoli, perché tutti abbiamo detto che è la prospettiva immediatamente prossima, anzi, attuale dello sviluppo e dell’occupazione nel nostro territorio provinciale e regionale.
Con questo emendamento riportiamo a questi ragionamenti la questione dell’alberghiero di Cingoli e penso che non possano essere smentiti da alcuno perché sono ragionamenti fatti in tutte le sedi, locali, provinciali, con le istituzioni scolastiche. Sono stati fatti in tutte le sedi e attraverso il coinvolgimento e la partecipazione di tutti, perché sono anni che ci si batte affinché l’alberghiero di Cingoli possa essere sempre più qualificato, ricettivo e in grado di dare sempre più alta formazione e qualità.
Ci sono tutte le condizioni, sono stati fatti investimenti, ci sono immobili a disposizione se servono aule e posti per mensa, convitto o alloggiare coloro che vogliono fermarsi a Cingoli e frequentare la scuola con più comodità. Quindi ci sono tutte le condizioni affinché questo alberghiero venga potenziato e non depotenziato come una succursale sicuramente farebbe.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Intervengo su questo emendamento che ho sottoscritto insieme ad altri Consiglieri regionali di diversi schieramenti.
La valutazione, che anche la Commissione avrebbe dovuto fare su questa decisione, sarebbe quella di riportarsi alle linee di indirizzo che la Regione si era data. Queste linee ripercorrevano le modificazioni intervenute con la legge n. 40 in cui si diceva che la riforma veniva procrastinata al 2009-2010 e che in questa fase bisognava astenersi da qualsiasi manipolazione dell’organizzazione attuale anche perché ci sarebbero state delle novità.
Politicamente riteniamo che la riforma Moratti andava attuata il prima possibile e questo continuo rinvio porta a una delegittimazione anche del legislatore in merito alla riforma della scuola.
La deliberazione del Consiglio provinciale di Macerata è veramente del tutto impropria in quanto anche le linee di indirizzo regionale dicevano “però, guardate, se proprio ci deve essere qualcosa lo dovete fare con una estrema attenzione e una grandissima partecipazione”. La deliberazione positiva che consente l’istituzione di un corso complementare a Matelica è stata adottata con un emendamento in Consiglio provinciale senza che questo fosse stato valutato da chicchessia e da qualsiasi Organo. Quindi non c’è stato un parere della Conferenza delle autonomie, anzi, aveva espresso un parere per la non istituzione. Così come i sindacati che purtroppo non si fanno mai sentire quando questa controversia avviene con i partiti amici, ma che invece dovevano alzare un po’ più i toni in questo senso, perché poi la decisione è stata completamente diversa da quella che loro prospettavano, però nessuno è intervenuto in modo esplicito. C’era, inoltre, il no del Dirigente scolastico regionale e il no di tutte le forze sociali ed economiche.
Comunque, proprio per le motivazioni che anche il Consigliere Pistarelli ha detto e che io mi accingo a ripetere e a rafforzare, questa separazione, questa disgiunzione che poteva avvenire in questo momento andava a distruggere quanto si stava costruendo.
Abbiamo investito a Cingoli risorse pubbliche, abbiamo tentato di concentrare un’offerta provinciale in questo settore per rafforzare la qualificazione dell’istituto. Quindi in una logica generale – lo vediamo anche nelle Università – c’è il tentativo di riportare alla concentrazione dell’istruzione, alla concentrazione degli investimenti per poter aumentare l’offerta formativa e la preparazione degli studenti. Oggi, invece, stiamo cominciando, dopo che lo abbiamo fatto con le università, addirittura a smembrare anche gli istituti superiori, questo per una logica di convenienza politica che è tutta interna alla maggioranza che guida la Provincia di Macerata e che ha avuto ripercussioni anche nella Commissione consiliare regionale, ma che speriamo di poter controbilanciare con questo emendamento.
Ritengo che per Cingoli, in quanto Comune montano, abbiamo rispettato la legge n. 94 sulla montagna e la legge n. 35 sulle Comunità montane che ci siamo dati, che era quella di riportare nelle zone montane e nelle zone in difficoltà degli investimenti relativi ai servizi pubblici, quindi questa è una delle dimostrazioni che avevamo fatto in linea con la legge che il mio Governo si era dato e che la Regione con una maggioranza diversa ugualmente si era data.
Pertanto, rigettando la proposta della Commissione dell’istituzione della succursale di Matelica, rispondiamo esattamente a dei dettami legislativi.
Noi non stiamo facendo nessuna penalizzazione su Matelica, come qualcuno di sinistra oggi sta cercando di rovesciare il barile dicendo “sono questi del centro-destra che non vogliono darvi questa possibilità”.
Dico che su Matelica ho un elenco di cose che noi del centro-destra abbiamo sostenuto e quindi non può assolutamente lamentarsi e certamente il centro-destra si propone di governare la Provincia di Macerata, di governare politicamente questa Regione, ma a volte dobbiamo prendere delle decisioni impopolari al momento, ma che sono strategiche per l’organizzazione futura dell’istruzione in questa regione.
A Matelica passerà la Pedemontana, e l’abbiamo sostenuta noi; a Matelica è stata dislocata una parte importante dell’università, in particolare la facoltà di veterinaria; abbiamo sostenuto la qualità agroalimentare istituendo un centro sensoriale del gusto, l’unico centro delle Marche; abbiamo sostenuto la qualità della vita; è l’unico Comune della provincia di Macerata che oggi usufruisce dei benefici per le aree sottosvantaggiate perché c’è l’industria metalmeccanica di derivazione fabrianese, pertanto ha avuto anche questo beneficio.
Non ho nessun problema a dire che oggi il centro-destra, che penso sarà compatto nell’approvare questo emendamento, si assumerà una responsabilità di governo del territorio, cosa che la maggioranza in questa fase ha dimostrato di non possedere.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere, richiamo il Consiglio ad un po' di attenzione. Consiglieri, se pensate che quello che dice il vostro collega non sia interessante aboliamo la discussione, altrimenti rispettate e ascoltate. La prego di concludere, Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo che la decisione che stiamo prendendo sia rispettosa di tutte queste valutazioni.
C’è anche un aspetto economico, cioè gli investimenti eseguiti su Cingoli per far sviluppare questo istituto sono stati consistenti e sono finanziamenti pubblici, che poi derivino dalle casse del Comune, dai fondi del terremoto o dagli investimenti della Provincia, questo non ha nessuna obiezione, ma comunque fondi pubblici sono.
Il convitto che è stato realizzato deve essere ancora sperimentato, cioè non possiamo tarpare le ali ad una istituzione, ad una infrastruttura che ancor prima di entrare in piena efficienza gli viene sottratto un mercato potenziale e sul quale si erano basati gli studi per gli investimenti effettuati.
Certamente la logica di concentrazione di questo istituto, di questa specializzazione professionale di Cingoli va anche rafforzata. Noi abbiamo presentato un ordine del giorno collaterale a questo emendamento in cui diciamo che comunque tutti gli enti preposti devono pensare che se quell’istituto ha una difficoltà di dimensionamento deve essere adeguato, deve essere supportato perché sappiamo quanto le logiche politiche siano perverse. L’altra volta ho accennato al fatto che la Provincia addirittura a volte ha cambiato i servizi di trasporto pubblico locale per avvantaggiare una istituzione rispetto all’altra. E di questo quindi noi non ci fidiamo, ecco perché stiamo difendendo strenuamente una proposta seria, cioè quella della responsabilità.
Ci lamentiamo sempre che non ci sono più risorse e andiamo distruggendo quello che abbiamo costruito e questo è un atteggiamento del tutto irrazionale.
Dato che questo evento ha creato una forte attenzione sull’argomento dobbiamo dare anche una garanzia di un lasso di tempo giusto, Assessore, due o tre anni, affinché gli eventuali potenziamenti possano essere realizzati. Non possiamo pensare che ogni anno torniamo a bomba per rimodulare una cosa che, invece, deve avere una sua tranquillità e una sua logica di rafforzamento.
Quindi l’ordine del giorno che abbiamo presentato dice che comunque ci sarà un lasso di tempo di almeno tre anni, che il Comune, la Provincia e la Regione, chiunque è preposto a questo, rafforzerà l’istituto cingolano e non ci sarà bisogno di ulteriori delocalizzazioni.
Questa è la nostra proposta responsabile, quindi invito anche la maggioranza a riflettere sul nostro ruolo, sul ruolo di programmazione della Regione e non il luogo della spartizione e delle prevalenze di una corrente o di un’altra o di un partito. La nostra funzione è quella della programmazione e su questo noi ci siamo attenuti.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Proseguendo la mia riflessione, abbiamo assistito a scontri politici di partiti, di coalizioni e di correnti sulle questioni dei nostri istituti marchigiani che sono assolutamente deplorevoli. Anche se non siamo nuovi alla politica e possiamo comprenderne le tante ragioni, credo, però, che il dibattito non abbia avuto, come ho detto già prima, quei livelli elevati che avremmo voluto sul territorio e anche nei nostri Consigli provinciali.
Voglio dire, per esempio, che per quanto riguarda l’alberghiero di Cingoli la confusione che ha creato la Provincia di Macerata è totale, è uno sbandamento, cara Segretaria regionale, del quale spero ti vorrai occupare – io non voglio fare il ficcanaso, sono un osservatore e come cittadino osservo chi ha il potere, almeno questo mi sia consentito –.
Se, come è stato detto, vogliamo partire dall’offerta dell’istruzione alberghiera almeno nelle Marche centrali (province Ancona e Macerata) penso che possiamo sottoscrivere tutti quanti la qualità, l’eccellenza, le possibilità di lavoro che garantiscono gli Istituti di Senigallia, Loreto e Cingoli.
Quando parlo di Cingoli lo faccio veramente rendendo merito e onore a quello che ha fatto, lo dico anche come cittadino di Tolentino. Questa città è stata dagli anni sessanta il centro della formazione e dell’istruzione alberghiera in questa regione insieme a Senigallia e Loreto. La Provincia di Macerata è riuscita a distruggere l’offerta formativa che c’era a Tolentino, e se di questo se ne è avvantaggiato Cingoli dico “onere a Cingoli” perché i livelli che ha raggiunto credo possano riempire d’orgoglio tutte le Marche.
Mi chiedo cosa faccia per Cingoli la Provincia di Macerata, perché rispetto a tutti gli impegni di investimento che aveva sottoscritto nei confronti del Varnelli di Cingoli c’è assolutamente un non rispetto e un inadempimento totale.
Con una mozione che abbiamo sottoscritto veramente in maniera bipartisan abbiamo voluto sottolineare questo concetto.
All’inizio di questo dibattito, ed anche nei lavori di Commissione, personalmente ho dato un’apertura all’opzione dell’eventuale sede distaccata di Matelica, ma attenzione, è perché non c’era la dovuta chiarezza, Assessore.
Con l’amico e compagno Procaccini – non si arrabbino gli amici della cosa rossa – abbiamo discusso di come il passaggio ad una autonomia sfrenata abbia portato i nostri presidi e i nostri dirigenti ad accaparrarsi il mercato con tutti i mezzi possibili, con le sponsorizzazioni, i finanziamenti, si assiste ad una battaglia terribile sul territorio che di solito si fa tra Natale e gennaio.
Ho dato questa apertura, almeno culturale, per dire che quando Cingoli diceva che il suo mercato poteva essere limitato da un’apertura fatta ai confini della provincia, quindi da soggetti dirigenziali scolastici di Ancona, certamente era un’ipotesi da considerare.
Oggi mi pare di cogliere che c’è la convergenza di questo Consiglio sul fatto che i tre poli di Senigallia, Loreto, Cingoli, rimangano tali e non ci sia la volontà di altre aperture. Questa è la garanzia maggiore per Cingoli, è la sua garanzia di continuazione e di sviluppo, ma anche per i giovani che si dirigono su Senigallia e Loreto.
La nostra programmazione di un anno è inadeguata – come altri colleghi hanno detto –. Se accoglieremo l’emendamento che abbiamo presentato insieme e voteremo poi l’ordine del giorno che conferma questo triangolo di particolare offerta di qualità e di eccellenza per il lavoro dei nostri giovani, perché riguarda lavoro sicuro, credo che potremo confermare – qui possiamo dirlo – la nostra convergenza intellettuale, culturale e programmatoria per quanto riguarda l’offerta di questo tipo di studio e di lavoro sulla quale penso possiamo andare tutti orgogliosi.
L’invito che si fa con i nostri ordini del giorno alla Provincia di Macerata – bando alle polemiche di colore o folcloristiche che in questi giorni possiamo fare perché è fin troppo facile parlare della Provincia di Macerata –, come gli altri Enti provinciali, è che gli impegni che loro assumono nei confronti delle nostre scuole devono essere rispettati. Credo che a Cingoli il fatto che l’investimento più grande l’abbia sostenuto il Comune non depone a favore della Provincia.
Penso che il monito di questo Consiglio regionale possa far impegnare la Provincia su quello che deve fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Intervengo su questo problema dicendo che non ho potuto, per un’assenza per malattia, firmare emendamenti e ordini del giorno e nessuno si è preoccupato di chiamarmi per chiedermi se ero d’accordo su questa problematica.
Io non ho partecipato a balletti e a nessuna conflittualità, non ho creato problemi tra i due Comuni, sono stato sempre chiaro sulla scelta fatta perché è giusto che l’alberghiero doveva rimanere a Cingoli.
Secondo me si è creata una conflittualità che è sempre puntuale quando si discute sia di sanità che di edilizia scolastica. Quindi non c’è da meravigliarsi di niente perché in questi casi le votazioni sono sempre trasversali, e non serve, come ha fatto il Consigliere Massi, creare problemi politici. Ogni Consigliere vota secondo la propria coscienza su queste problematiche che vanno al di là di tutti i programmi elettorali che ognuno fa, questo perché ognuno è espressione del proprio territorio. Quindi è logico e importante che ognuno si esprima e anche se si dovrebbe ragionare su una visione più ampia a livello regionale, purtroppo ancora in questo Consiglio regionale – come c’è oggi, c’è stata anche in passato – c’è la logica del campanile. Pertanto, Consigliere Massi, ognuno ha problemi nel proprio interno, li abbiamo avuti noi, come l’Ulivo, l’Unione, ce li hanno tutti, quindi mettere oggi il dito sulla piaga non è opportuno.
Dimostriamo di essere veramente amministratori che sanno fare proposte di legge serie, adeguate e che sappiano rispettare il territorio.
La scelta di questo emendamento la condivido, è giusta perché non si deve penalizzare Cingoli. Il Sindaco di Cingoli ha cercato in qualsiasi modo di operare, visto il pericolo che c’era di scipparlo verso Fabriano, pensava che era una scelta giusta, invece, a nostro avviso, era una scelta sbagliata, condannata da tutti i cittadini e dalla maggior parte delle forze politiche.
Quindi penso che questo sia un atto dovuto e non dobbiamo dividerci o giocare sotto questi aspetti esasperando la conflittualità che crea solo danno ai territori e a noi che cerchiamo di portare le proposte e la voce del nostro territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Dichiaro subito di essere favorevole a questo emendamento. Voglio spiegare le motivazioni che hanno portato il Comune di Cingoli e il Comune di Matelica a dialogare e a mettere insieme un accordo per sollevare il problema – un problema che poi è emerso nel dibattito presentato da tutti i Consiglieri – della preoccupazione che aveva questa comunità cingolana di perdere l’efficienza del proprio Istituto. L’unico modo era sollevare un dibattito, che oggi è avvenuto in maniera approfondita, soprattutto per garantire quelle risorse che la Provincia deve destinare per il completamento e il funzionamento dei laboratori e delle aule che ci sono e che serviranno a questo Istituto, viste le iscrizioni che hanno un trend di crescita – parliamo di 200 iscrizioni all’anno contro un’uscita di 50-60 alunni delle quinte classi –. Pertanto l’unico modo era creare un dibattito in questo consesso dove si gestiscono e si programmano le risorse e gli indirizzi programmatici per la realizzazione di strutture importantissime.
Visto che questo è un polo montano che copre l’offerta sul territorio dell’intera area montana, frammentarlo in altri istituti a confine con un’altra provincia o all’interno della stessa provincia era pericoloso per la sopravvivenza dell’Istituto stesso.
Da questo dibattito emerge una forte propensione al mantenimento di questa struttura unitaria, come quella di Senigallia e Loreto, onde evitare nel prossimo triennio altre aperture.
Propongo, oltre alla votazione di questo emendamento, anche un ordine del giorno che invita la Provincia innanzitutto ad espletare gli obblighi di legge, perché a tutt’oggi non ha firmato la convenzione secondo la legge Masini che nel 1995 dava compito di gestire l’istruzione scolastica superiore alla Provincia. Non l’ha fatto prima perché si sono sovrapposti la ricostruzione del sisma, ma oggi le condizioni ci sono tutte, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità lo schema di delibera e si attende solo l’esclusiva firma dell’assunzione in carico dell’Istituto alberghiero da parte della Provincia.
Chiediamo anche gli investimenti, perché se la Provincia non riuscisse da sola a sostenere un onere così enorme, chiediamo alla Regione di dirottare risorse verso la Provincia di Macerata per garantire l’offerta di questi costosi laboratori e di queste aule che sono fondamentali per l’esercizio.

PRESIDENTE. Scusi, Consigliere Lippi, non interrompiamo la discussione che avviene tra gli altri Consiglieri, aspettiamo che finisca, siamo rispettosi!
Sembra che sia finita, prego, concluda.

Leonardo LIPPI. Ribadisco il voto favorevole all’emendamento, ma con forza chiedo che Cingoli non venga abbandonata a se stessa e quindi alle sole forze del Comune, chiedo cioè che ci sia un interesse generale della Provincia e della Regione tutta.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Credo che un argomento come questo debba essere suffragato da dati e da altre considerazioni che vanno ben oltre quanto ho sentito argomentare in quest’Aula, pro o contro l’emendamento.
Credo che l’Assessore, la Giunta avesse paragonato l’offerta scolastica con altri criteri ineludibili per quanto riguarda la costruzione dell’offerta scolastica, come il mercato del lavoro. Stiamo parlando di istituti professionali, e non di licei o di altre cose, che non possono non essere collegati al fabbisogno della domanda in modo che ci sia una corrispondenza tra quello che la scuola può offrire e la situazione del mercato del lavoro. Se si prescinde da questo stiamo parlando di cose che non sussistono.
Seconda questione è un altro criterio. Noi abbiamo preso una posizione, lo abbiamo fatto anche come Consiglio regionale nelle discussioni fatte sulle università dove abbiamo fatto una triste esperienza e ne stiamo pagando le conseguenze anche in termini di risorse, Assessore, cioè abbiamo visto che il decentramento dei corsi di laurea che le nostre università hanno fatto hanno portato ad una dequalificazione non solo dal punto di vista numerico, ma anche da un punto di vista didattico sotto certi aspetti, proprio per una incapacità di utilizzare tutti gli strumenti che le sedi universitarie hanno, per cui hanno determinato una diaspora che non è positiva dal punto di vista proprio della professionalizzazione dell’insegnamento e della didattica.
Quindi la necessità di concentrare le risorse è essenziale, salvo sperimentazioni adeguate a sostegno anche di operazioni del mercato del lavoro e del sistema produttivo che in qualche modo potrebbero suffragare novità di offerta scolastica che in quel caso correrebbe dietro a un preciso progetto, cosa che non mi pare che sia all’ordine del giorno di questi nostri discorsi.
Altra questione. Faccio appello all’Assessore perché si cambi regime istituzionale e che si affronti questo problema, perché è difficile che un Consiglio regionale possa intervenire su una decisione di Consigli provinciali. C’è una sovrapposizione istituzionale assolutamente non adeguata e questo determina non tanto prese di posizione di carattere oggettivo rispetto alle condizioni e ai criteri di cui ho parlato prima, ma è ovvio che genera una presa di posizione più che altro politica.
La minoranza, che ha argomentato in questi termini la decisione che avevamo preso precedentemente, mi pare un po’ in contraddizione, cioè la volta precedente si era votato sì ad una scissione di istituto e adesso si vota no.
Terza considerazione è il problema delle risorse. Quando si discute di questo sembra che parliamo di cose che non costano. Lo abbiamo visto anche a livello di tutti i Comuni – questa è stata una delle motivazioni della diaspora degli insediamenti universitari – che vogliono il fiore all’occhiello del corso universitario a casa propria, senza pensare che questa è un’aggiunzione di costo. Si guarda solamente la facciata e non si fa una politica coerente da un punto di vista non solo didattico, ma anche di sana e corretta amministrazione.
Pertanto raccomando l’Assessore di introdurre tali varianti al discorso del piano scolastico, il che significa decisioni concentrate in un organismo con tutta la concertazione che si può fare preventivamente, supportare questi dati con dati che ci consentano di capire se il mercato del lavoro è o no in sintonia con l’offerta scolastica e formativa e, altro discorso importante, capire le dimensioni economiche di queste scelte. Mi sembra, invece, che qui decidiamo alla cieca senza saperne le conseguenze finanziarie ed economiche.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Giannini.

Sara GIANNINI. Condivido quello che ha detto il Consigliere Brini, discutiamo del merito evitando di utilizzare questo argomento per discutere della politica della Provincia di Macerata perché ci sono luoghi e sedi istituzionali e politiche pertinenti nei quali questi discorsi debbono essere fatti.
Mi rifaccio ad un processo che abbiamo concordato anche con le Province, cioè il fatto che sulla programmazione scolastica debbono essere i Consigli provinciali a doversi esprimere.
In questa vicenda solo due Consigli hanno espletato la funzione che insieme, Regione e Province, hanno concordato, che sono il Consiglio provinciale di Macerata e il Consiglio provinciale di Pesaro. Gli altri hanno preferito vie diverse e anche inusuali che forse dovremo anche valutare, perché se è opportuno concordare comportamenti sia chiaro che questi comportamenti, una volta che vengono modificati, o discutiamo di nuovo con le Province le modalità attraverso le quali si costruiscono i rapporti tra Regione e Province, oppure, ci si deve attenere a quello che noi insieme alle Province abbiamo condiviso e stabilito.
Parto dal presupposto che in questa situazione, secondo me, non dobbiamo ragionare sui campanilismi. Mi ha convinto molto l’azione del dirigente dell’Istituto di Cingoli perché ha pensato di costruire un percorso che va a tutelare il proprio Istituto. Tale Istituto è sicuramente in una città con difficoltà di comunicazione, è in una città della comunità montana che ha bisogno di grossi investimenti e strutture – per cui sono d’accordo sull’ordine del giorno presentato dal Consigliere Lippi –, quindi se la Provincia di Macerata deve sottoscrivere la convenzione lo faccia subito, se deve dare seguito agli impegni assunti che si faccia subito. Su questo impegno anche la mia funzione rispetto a questa definizione di accordi di programmi e di investimenti.
È evidente che c’è una situazione dove, come mi viene riferito, c’è un surplus di richieste di iscrizioni e ci sono richieste di altre città per aprire istituti alberghieri. Come la richiesta di Fabriano che è stata respinta dalla Regione non perché non fondata, ma perché non è arrivata nei termini. C’è poi anche la richiesta del Comune di Tolentino che con delibera di Giunta comunale n. 238 del 28 settembre 2007, che sta lì, impegna tutti i dirigenti e le funzioni istituzionali a tutti il livelli a sostenere questa fase, che può quindi ritornare, e che prevedeva anche la richiesta di un istituto alberghiero.
Allora forse la valutazione che il dirigente ha fatto di mantenere una sede vicina, distaccata e dipendente da sé per evitare così che si costruiscano altri percorsi per ovviare a quello che sarà poi il surplus di studenti per un indirizzo che sta avendo un grosso successo nella nostra regione, credo sia un’azione seria, che non va a depauperare Cingoli, anzi, lo rafforza, lo rende autonomo, ed impedisce che altri Comuni lo rendano più debole.
Questa è la mia previsione per il futuro, pertanto volevo spiegare perché ho presentato l’emendamento in Aula, oltre al fatto che ritengo che quando il Consiglio provinciale si esprime quella espressione vada sostenuta e perché c’è una grande condivisione dell’Unione di Macerata, che tra l’altro ha mandato, per mezzo dei suoi capigruppo, lettere a tutti i Consiglieri, al Presidente della Commissione e all’Assessore, perché confermi questa previsione riguardante il distacco di Matelica, che è una sede distaccata di Cingoli, non un’altra sede, come invece sono le richieste di altri Comuni che, preciso, ci sono e ci saranno anche in futuro.
Credo che forse sarebbe utile fare un po’ più di programmazione, inoltre, bisognerebbe guardare meglio anche quello che potrà accadere non solo tra due giorni, ma anche fra uno o due anni.
Questa è l’altra questione che dobbiamo affrontare, credo la programmazione scolastica non debba essere fronteggiata anno per anno perché impedisce una programmazione seria, impedisce che ci siano anche gli sviluppi delle situazioni che si vanno a costruire, perché ogni anno si alimentano speranze e aspettative che poi non sempre è possibile soddisfare, e impegna per cinque o sei mesi tutte le Amministrazioni su consultazioni che avvengono tutti gli anni, quindi in un anno è difficile prevedere cambiamenti.
Ho spiegato le motivazioni del mio emendamento, lo ritengo giusto e forse il tempo mi darà ragione, ma per l’alberghiero di Cingoli spero fortemente di no. Chiedo su questo il parere della Giunta e dell’Assessore Ascoli e mi atterrò alla richiesta di voto che farà il mio capogruppo, come abbiamo concordato, quindi se dirà di votare no voterò no, se dirà di votare sì voterò sì.
Ho spiegato la motivazione del mio emendamento perché ritengo sia giusto assumersi le responsabilità delle proprie azioni senza timori, come diceva il Consigliere Brini, qui si agisce anche con una autonomia di mandato indipendentemente dalle funzioni politiche. Credo che per come le cose si sono costruite forse qualche preoccupazione a Cingoli, se l’emendamento passa e quindi si istituisce una sola sede, dovrebbero esserci per il futuro. Spero di no e lavorerò perché questo non accada.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Intervengo solo per fare una dichiarazione di voto che è contraria all’istituzione di una sede a Matelica dell’Istituto alberghiero. Questo perché c’è un’offerta formativa ben organizzata su tutto il territorio, dalla costa con Senigallia e Loreto, e su Cingoli.
Certamente le difficoltà per il raggiungimento della sede scolastica sono quelle dovute all’adeguamento dei trasporti per certi orari, che è un adeguamento che viene fatto per tutti gli istituti di ogni genere e grado. Allora se questa è un’eccellenza da un punto di vista formativo basterà chiedere l’adeguamento delle corse scolastiche. E’ un’eccellenza formativa legata anche alla valorizzazione di un territorio montano e turistico, legata conseguentemente ad una questione di presidio delle popolazioni, anche di quelle giovani. Perché poi di fatto lo spostamento alla ricerca di una scuola e di una formazione diventa anche un modo per diminuire la popolazione giovanile su certi territori.
Quindi mi sembra che ci siano tutte indicazioni contrarie a questa suddivisione dell’Istituto alberghiero di Cingoli, tanto è vero che non era nella proposta iniziale della Giunta.
Rispetto al fatto che le Province abbiano o non abbiano dato dei pareri, credo che per quanto riguarda la funzione programmatoria della Regione Marche o non è più nostra competenza e ogni Provincia decide, ma se invece è nostra competenza, come in questo caso, vuol dire che ci sarà una funzione regionale che è sovraordinata rispetto alle Province. Noi dobbiamo prenderci questa responsabilità altrimenti io faccio un’altra proposta. C’è chi dice che le Province non servono a niente e bisogna toglierle? Io dico: togliamo le Province e le Regioni! Tanto noi abbiamo già il Cal che è rappresentante dei Comuni su certi temi, allora facciamo lo Stato che si confronta per alcune questioni con i rappresentanti dei Comuni in veste di rappresentatività regionale e poi i fondi vengono ripartiti tra Comuni, Comunità montane e piccoli Comuni. Altrimenti qui distribuiamo soldi, sprechiamo risorse, suddividiamo gli spazi, in più rinunciamo anche a quella che è l’unica nostra funzione, quella di programmare.
Allora, non mi va bene rimandare alle decisioni delle Province, non mi va bene rimandare alle decisioni del Cal, non mi va bene rimandare alle decisioni dei Presidi.
Secondo me noi abbiamo la capacità e le risorse, perché ogni Assessorato assorbe decine di milioni di euro, quindi abbiamo le risorse e le competenze per prendere delle decisioni e portarle avanti e non cambiarle perché ci sono motivazioni poco attinenti alla programmazione vera e propria e alle necessità del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Si è dimostrato come siamo nel giusto quando, preparando la nuova proposta di legge sull’istruzione, abbiamo previsto che la Regione faccia un piano triennale di programmazione del sistema di istruzione, naturalmente con la più ampia concertazione con le parti sociali e le forze istituzionali. Perché investire ogni sei mesi il nostro tempo su questo versante rende poi tutto il discorso molto più fragile e molto più permeabile alle varie logiche che poi si trovano a contraddirsi in Aula in maniera un po’ troppo non meditata.
Credo che la delibera della Giunta aveva ed ha un senso molto importante, cioè quello di riconoscere il lavoro che è stato fatto a Cingoli, un lavoro preziosissimo, un istituto che è diventato uno dei primi istituti alberghieri della regione, che fa un lavoro mirabile di inserimento di lavoratori con handicap, che non trova praticamente riscontro neanche in altri istituti, che recentemente ha anche portato avanti un lavoro di qualificazione all’estero a Kiev in Ucraina dove sono stati fatti dei corsi di qualificazione alberghiera e dove l’Istituto di Cingoli ha svolto un ruolo di regista. E soprattutto la cosa importante che abbiamo realizzato in questi due-tre anni è stata quella di potenziare di molto la qualità dell’istituto con, finalmente, il riconoscimento del convitto che è stato portato a Cingoli. Abbiamo faticato due anni con il Ministero della pubblica istruzione per poter ottenere personale che potesse rendere effettivo tale convitto, sono oltre dieci le persone che sono state collocate in questa prospettiva facendo di Cingoli, quindi, un’occasione notevolissima di qualificazione. Credo che sia per quella comunità anche un’opportunità straordinaria, che per il luogo nel quale è collocata non ha molte altre chances, speriamo le abbia però nel futuro, cioè di dare sbocchi lavorativi e di creare un volano per l’economia locale.
Tutto questo era dietro la delibera della Giunta regionale che voleva e ripeteva la necessità di concentrare le risorse sul potenziamento dell’Istituto di Cingoli per evitare di disperdere e di rendere meno efficace il lavoro fatto.
Se il Consiglio regionale prenderà un’altra strada ne prenderemo atto, sicuramente però c’è da dire che avendo parlato a lungo con il Sindaco di Tolentino e con gli altri dirigenti scolastici di Tolentino non c’è nessuna concreta possibilità che Tolentino aspiri ad un ruolo alberghiero. Abbiamo anche parlato di altre situazioni della provincia e sicuramente anche l’Assessore della Provincia di Ancona non è affatto d’accordo nell’accordare facilmente una possibilità a Fabriano di potenziarsi. Quindi queste “minacce” al polo di Cingoli non dovrebbero esserci nel futuro, per quanto ci compete, visto che la funzione di programmazione territoriale è della Regione.
Pertanto penso che il massimo sforzo vada fatto per potenziare Cingoli con tutte le sue strutture, per rendere possibile a Cingoli e all’Istituto alberghiero di accogliere ulteriori iscrizioni, qualora ci siano, e poter svolgere ancora meglio quel ruolo prezioso che deve svolgere.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Faccio una brevissima dichiarazione di voto, anche in replica alle cose che sono state dette, poi chiederò la votazione per appello nominale a nome mio e dei Consiglieri Capponi e Massi.
Al Consigliere Luchetti voglio dire che la coerenza rispetto al voto di Fano c’è tutta. La Provincia di Ancona non si è espressa sulla questione del Nautico di Ancona, tra l’altro stando contro la legge, quando invece la Provincia di Macerata si è espressa anche se la Giunta e il Consiglio in maniera contrastante.
Il Nautico di Ancona decresce, l’Alberghiero di Cingoli cresce e sta andando benissimo. Quindi il Nautico di Ancona ha bisogno di una differenziazione di offerte e di risposte. Tra l’altro a Fano mi pare che l’indirizzo sia diverso, sull’Alberghiero di Cingoli c’è bisogno di fare quello che era stato l’impegno delle Istituzioni, e soprattutto la Provincia deve fare, cioè potenziare le strutture ricettive.
Secondo aspetto, la politica – dice la Consigliera Giannini – non deve entrarci. Infatti noi siamo liberi nel voto, tant’è che esprimiamo questi concetti nell’assoluta libertà, vorremmo che la stessa cosa potesse essere fatta da tutti i Consiglieri dei Ds e dell’Unione. Mi pare che, invece, non ci sia questo atteggiamento di libertà di voto e di coscienza da parte della sinistra.
Non c’è nessun pericolo che viene da altre richieste perché formalmente non ce ne sono state, se ce ne saranno che ben vengano e quest’Aula si esprimerà a favore o contro. Se vogliamo difendere Cingoli lo faremo anche rispetto ad eventuali future richieste. Non mi pare che possa essere accolto il ragionamento tutto bizantino per il quale per evitare altre richieste future oggi se ne accetta una di smembramento. Mi pare assurdo! Si vota oggi contro lo smembramento come si voterà domani e dopodomani. Così dice anche il nostro ordine del giorno, a nome mio e dei Consiglieri di Capponi, Cesaroni, Massi, Lippi e altri, che abbiamo allegato agli atti di questo Consiglio e che alla fine voteremo, dove si dice che l’Alberghiero di Cingoli non si smembra, punto.
Pertanto votiamo compattamente a favore di questo nostro emendamento.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera A.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Luciano Agostini no
Michele Altomeni sì
Marco Amagliani assente
Fabio Badiali sì
Stefania Benatti no
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini sì
Raffaele Bucciarelli sì
Giacomo Bugaro sì
Franco Capponi sì
Guido Castelli sì
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci sì
Francesco Comi assente
Giancarlo D’Anna sì
Sandro Donati no
David Favia no
Sara Giannini no
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi sì
Marco Luchetti sì
Katia Mammoli sì
Francesco Massi sì
Almerino Mezzolani no
Luigi Minardi no
Adriana Mollaroli no
Rosalba Ortenzi no
Paolo Petrini no
Fabio Pistarelli sì
Cesare Procaccini sì
Mirco Ricci no
Lidio Rocchi sì
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti sì
Vittoriano Solazzi assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi sì
Luigi Viventi assente

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Dobbiamo votare il proseguimento della seduta oltre le 13,30, tenendo conto che, così come concordato, intorno alle ore 14,00 i lavori si dovranno ultimare.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 4 a firma dei Consiglieri Ricci, Mezzolani. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Questo emendamento riapre e riaccelera un dibattito che si era già aperto un paio di anni fa e che aveva a quel tempo più elementi per essere discusso, perché prevedeva il distacco del Tecnico da Urbino ad un’area altamente industrializzata del polo della media Valle del Foglia. In quell’occasione si era rinviata la discussione perché i dati non erano così certi da poter favorire questa operazione. Oggi addirittura la proposta di trasferire il Tecnico da Urbino a Pesaro è ancora più debole, non ha il conforto dei dati in sé, si è lavorato ad una proposta anche abbastanza singolare.
Fra l’altro, prendendo come riferimento le Province o i Comuni, il parere della Provincia attraverso la Conferenza dei Sindaci non prevedeva il distacco del Tecnico di Urbino su Pesaro. Stessa cosa era contenuta nella prima proposta di delibera della Giunta regionale, per cui l’emendamento che faccio – lo dico anche al Consigliere Giannotti pesarese come me, che forse mi sta ascoltando – non è per accelerare o rallentare questo dibattito o la possibilità di avere un Tecnico anche al di fuori di Urbino e collocarlo magari anche nel polo industriale di Pian del Bruscolo, e tu sai bene dov’è. Ti chiedo, però, siccome l’hai presentato tu ed hai anche un ordine del giorno presentato in Aula sul quale si può anche convenire, se sei disponibile ad accogliere la proposta di aderire oltre al mio emendamento anche a quella, appunto, di aderire al tuo ordine del giorno, in maniera tale che questo dibattito si possa sviluppare tra qualche tempo, quando avremo a disposizione un quadro più chiaro. Perché anche nel pesarese, laddove si sviluppa un’area industriale di grande pregio come quella di Pian del Bruscolo, dove magari un paio di anni fa c’era una possibilità di collocarlo e si era respinta questa ipotesi, oggi accelereremmo un discorso che, secondo me, non trova i dati e gli elementi necessari per poter andare avanti.
Quindi l’emendamento vuole tornare alla possibilità di valutare le proposte già contenute nella delibera di Giunta e nei pareri espressi dagli enti locali attraverso la Conferenza dei Sindaci, ovvero dal Consiglio provinciale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Sono convinto della validità della scelta fatta in Commissione consiliare anche se capisco le motivazioni portate dal collega Ricci.
La cosa che mi è dispiaciuta di più in tutta questa vicenda è la criminalizzazione a cui sono stato fatto oggetto da ambienti della mia città natale, dal Sindaco di Urbino e altre personalità.
Non ho capito bene, qualcuno addirittura mi ha contestato il fatto che sono orgoglioso di essere nato ad Urbino. Io sono orgoglioso di essere nato ad Urbino, di essere nato nell’entroterra pesarese, non ho nulla da rimpiangere rispetto a questa scelta.
Ho ritenuto, invece, di dover corrispondere ad una esigenza posta dalle famiglie della città di Pesaro. Vedere ragazzi di 14 anni alzarsi la mattina alle 6,00, prendere il pullman alle 6,30 per arrivare a Urbino alle 8,00, iniziare le lezioni alle 8,30, ripartire alle 13,30 e tornare a casa alle 15,00, a me personalmente duole. Siccome non si tratta solo di un ragazzo, ma di tutta una fascia larga di giovani della città di Pesaro, perché sono 80 i pesaresi che frequentano l’istituto, mi sono posto un problema di coscienza, mi sono detto: è mai possibile che non si possa in qualche modo eliminare questa situazione di disagio che si trasforma anche in un danno e in un costo economico.
E’ evidente che noi siamo il paese e la regione dei diritti, ma ancora il diritto allo studio pieno non l’abbiamo conseguito, per cui comunque le famiglie sostengono un onere finanziario notevole.
Qualcuno mi si è opposto, certo, anche la città di Pesaro usufruisce di servizi di altro genere, obiezione alla quale posso corrispondere, ma anche la città di Urbino sfrutta i pesaresi per quello che riguarda gli studi universitari. E’ una partita di giro.
Dobbiamo rimettere al centro di tutto i bisogni della popolazione, i bisogni dei ragazzi e delle famiglie. Se il criterio di giudizio è questo diventa tutto più facile, se il criterio di giudizio diventa un arroccamento difensivo a difesa di situazioni che ci sono, non voglio dire privilegi, ma situazioni esistenti, non andiamo lontano.
Sono convinto che questo problema debba comunque essere affrontato. Non mi scandalizzo più di tanto se oggi il Consiglio regionale voterà la cancellazione di questo, ma non potete chiederlo a me, è chiaro che io sono contrario. Dunque, dicevo, non mi scandalizza, ma chiedo soltanto – l’ordine del giorno ha questa valenza – che comunque questo discorso rimanga in piedi, perché chi ha seguito il dibattito su questa materia e ha letto l’intervento del Preside dell’Itis di Urbino sa che non ha chiuso la possibilità, per esempio, di una sezione staccata dell’Istituto, cioè di trasferire il servizio in un’altra città, possiamo discutere se Pesaro o Montecchio, vedremo. Ma valutiamo questa seconda ipotesi, cioè la possibilità che comunque si possa risolvere concretamente il disagio degli studenti pesaresi.
Il senso dell’ordine del giorno che ho presentato, che mi auguro venga accolto perché rappresenta un punto di riferimento per il dibattito del prossimo anno, mi fa rimanere in piedi qualche speranza rispetto al voto che comunque mi vedrà evidentemente contrario.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Emendamento n. 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5 a firma Petrini, che ha la parola.

Paolo PETRINI. L’emendamento è volto a ripristinare quanto la Giunta aveva approvato a seguito dell’ampio confronto che c’era stato nel territorio dove tutte le eccezioni del Comune di Comunanza avevano espresso lo stesso intento. L’intento era quello, in una zona montana molto delicata sotto l’aspetto demografico e dei servizi, di poter mantenere un polo scolastico con la direzione nella montagna e, quindi, di procedere ad un dimensionamento che prevedesse, pur lasciando le sedi nei vari territori, di avere un’unica direzione nell’Istituto di Amandola.
Ricordo a tutti che questo è un sistema territoriale molto funzionante perché, al di là della Provincia che lo ha disgraziatamente diviso in due, ha sempre funzionato molto bene, perché a Comunanza c’è tutto il polo manifatturiero dove sono concentrate tutte le aziende, mentre la maggior parte dei servizi, in particolare quelli pubblici, hanno sede in Amandola. Quindi il sistema della densità delle relazioni già naturalmente si è attestato su questo piano e su questo profilo.
Se andassimo ad accogliere quanto è venuto fuori dalla Commissione mineremmo, anzi, produrremmo una inutilità del polo di Amandola e in più non potremmo creare l’Isc di Comunanza, che sarebbe destinato ad accorparsi con San Benedetto, mettendo così in piedi un presupposto per un ulteriore scivolamento della montagna verso la costa.
Credo, quindi, che ripristinare quanto la Giunta aveva determinato sia una questione appropriata non solo sotto un profilo formale, ma anche sostanziale e politico.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Rispetto a questo emendamento volevo fare una valutazione preliminare sia pur breve.
Il Consiglio regionale ha la competenza ad adottare due distinte tipologie di atto, la legge e l’atto amministrativo. Questa non è una cosa di secondaria importanza perché mentre la legge promana dalla nostra volontà, è soggetta alla mutevole considerazione dei gruppi politici, delle minoranze e delle correnti, l’atto amministrativo è una cosa che incide direttamente sulla vita dei cittadini molto più della legge e, o presenta tutti i suoi elementi a posto, oppure è direttamente censurabile dal cittadino di fronte al Tar.
Perché faccio questa premessa? Perché bisogna stare molto attenti a valutare e a garantire che gli atti amministrativi escano da qua nel rispetto del procedimento fissato dalla legge che definisce legittimo solo quel provvedimento che ha quelle caratteristiche.
Oggi discutiamo un provvedimento che per stessa ammissione del prof. Ascoli – ammissione resa in occasione dell’ultimo Consiglio – è ampiamente carente, sotto il profilo della legittimità per la mancata partecipazione alla formazione dell’atto di due Province su quattro. E questo non è un fatto secondario, noi probabilmente siamo abituati nel tritacarne della politica a considerare che le volontà, purché si esprimano, possono essere comunque accettate, ma in realtà l’assenza del piano provinciale della Provincia di Ancona e l’assenza di un valido piano provinciale della Provincia di Ascoli sono cose che confliggono non solo con la nostra normativa regionale, ma anche con la legge n. 112 del 1998, che è la famosa riforma che ha attribuito a questo Consiglio la competenza in materia di modulazione della rete scolastica sulla base di piani provinciali.
Quindi i piani provinciali sono un requisito indefettibile che costituisce il presupposto per la validità di ciò che stiamo approvando. Sicché, a mio modo di vedere, questo atto amministrativo rischia di essere vulnerabile dal punto di vista della legittimità giuridica e potrebbe essere direttamente impugnabile da un cittadino, cosa che presumo sarà fatto. E questo sarebbe un fatto inedito che sicuramente non potremmo considerare motivo di vanto di questo Consiglio.
Veniamo alla vicenda di Comunanza. L’Assessore Petrini parla di un ampio confronto, in realtà da questo punto di vista lo devo smentire perché entro il termine del 17 ottobre, che la Provincia di Ascoli Piceno aveva fissato per i Comuni per poter inoltrare le proposte dei vari Comuni, nulla era comparso sul tavolo provinciale, nulla se non la proposta fatta propria poi dalla Commissione.
Paradossalmente la soluzione che l’emendamento Petrini vuole riproporre è una “ipotesi o tesi o indicazione” che è stata trasferita sul piano della Conferenza provinciale delle autonomie tardivamente, non nel rispetto dei limiti e della tempistica posta dalla stessa amministrazione provinciale di Ascoli Piceno, e che è stata fatta propria dalla Comunità montana dei Sibillini e poi dalla Provincia, ma solo sulla base di un atto di Giunta. Ripeto, non è una quisquilia formalistica, l’atto di Giunta non è un atto valido ai fini delle condizioni richieste dal decreto legislativo n. 112 del 1998, visto che è nozione comune che l’adozione e la competenza ad adottare i piani spetta ai Consigli e non alle Giunte.
Quindi anche se volessimo fermarci sul piano formale questa è la verità, cioè che il piano provinciale non c’è.
Detto questo c’è anche da valutare che l’indicazione data dalla Commissione è stata formulata nel rispetto di una proposta che il Comune di Comunanza ha reiterato per un paio di anni e che mai era stata censurata sul piano della legittimità giuridica. Nel senso che nel 2006, prima, e nel 2007, dopo, il Comune di Comunanza aveva fatto questa proposta di grande Isc, che forse qualcuno può considerare inopportuna. Lo ha fatto in parte De Gregorio che diceva anche “non legittima”. Ma io dissento da questa valutazione di legittimità per un semplice motivo, perché nessuno prima del voto della Commissione che ha introdotto l’Isc di Comunanza aveva mai opinato, per esempio a livello scolastico provinciale di Ascoli Piceno, sulla correttezza giuridica di questa previsione, che ha evidentemente una caratteristica sicuramente singolare, ma che va letta in relazione a quello che è successo a Comunanza. In quel versante della provincia di Ascoli Piceno anche, perché no, per effetto dell’approvazione della legge istitutiva della Provincia di Fermo, che purtroppo è andata anche ad incidere su quei confini in maniera tale che un domani dovremo avere anche il parere concorrente di due Province sul dimensionamento scolastico ottimale di quell’area – cosa che lascio al commento e alla valutazione di chi ha proposto e di chi voterà questo emendamento –.
Quindi l’Isc nasce da una valutazione che è perfettamente legittima, a mio modo di vedere, perché il dott. De Gregorio, nel dissentire sotto il profilo squisitamente giuridico da questa proposta, ha fatto riferimento ad un comma del decreto n. 233 che non è esattamente quello invocato dall’amministrazione comunale di Comunanza e dallo stesso consiglio d’istituto. Dovendo essere rintracciato il fondamento giuridico di quella richiesta nel comma 6, trattandosi di Comune montano e, aggiungo io, posto sul limitare di un confine provinciale, e che per una serie di motivi va assommando una centralità che non va a discapito dell’area montana, ma la va a potenziare. Comunanza è uno dei pochi centri abitati che segna un incremento demografico, che per ragioni facilmente intuibili ormai ha a proprio favore un carattere di polarità industriale, sociale ed economica, che tuttavia la Provincia vuol disconoscere.
La realtà è che oggi stiamo anche, ahimé, a dibattere su una conflittualità, vecchia come il mondo, tra il paese di Comunanza e quello di Amandola. Questa conflittualità spesso e volentieri si è risolta a danno di Comunanza nonostante che questa cittadina abbia tutte le carte in regola per rappresentare e avere le caratteristiche di nucleo urbano.
Quindi, sottraiamoci a questa volontà inutilmente premiale nei confronti di aree che sono ormai comprese in una provincia diversa da quella in cui ricade l’abitato di Comunanza che, peraltro, non sono sostenute da valide ragioni giuridiche e che oggi possono consentirci tranquillamente di confermare l’operato della Commissione.
Ritengo che non ci sia niente di male se il deliberato della I Commissione oggi venga approvato e confermato, soprattutto in ossequio ad un principio che è quello della possibilità resa tale dalla normativa che oggi stiamo cercando di attuare, cioè di costruire un Isc che potrebbe essere considerato, ripeto, originale per la profonda verticalità che lo connota, ma sicuramente, per chi conosce quelle zone, coerente con le esigenze di sviluppo e anche di transitabilità di quella zona.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. Ritengo che su questa questione non bisogna tanto discettare solo in punta di diritto, anche perché se discettassimo solo in punta di diritto dovremmo sicuramente dare ragione a chi gestisce e governa la scuola nella nostra regione, cioè l’ufficio scolastico regionale che definisce, in base all’articolo 2, terzo comma, del d.p.r. 18 giugno 1998, n. 233, l’impossibilità di istituire un Isc originale – come lo ha definito il Consigliere Castelli –, cioè di accorpare un professionale ad un Isc che già c’è a Comunanza. L’appellarsi al comma 6 della legge per riferimento con le comunità montane in questo caso non sembra pertinente.
Quindi ritengo, a nome della Giunta, che questa variazione che la Commissione ha approvato sia illegittima. Voglio andare anche un po’ più in là, entrando nel merito della questione.
Sappiamo che Comunanza e Amandola distano tra loro di 6 chilometri appena, noi non vogliamo togliere alcunché ad Amandola o a Comunanza, le scuole resteranno collocate dove già sono, l’Isc di Comunanza già esiste e andremo a potenziarlo, se possibile, non lo tocchiamo certamente, così come, invece, vogliamo razionalizzare il più possibile queste sedi scolastiche nei piccoli comuni montani. Questo è il senso anche delle delibere che ha fatto la Giunta provinciale di Ascoli Piceno, sia per quanto riguarda le scuole di base, che per quanto riguarda le scuole secondarie.
Quindi ritengo che anche nel merito una volta tanto occorra far menzione dei sistemi territoriali, oltre che dei confini amministrativi.
Mi auguro che la nuova provincia di Fermo sia un modo per ragionare ancor meglio sui sistemi territoriali e che non sia, invece, un modo per porre bandierine lungo confini assolutamente impensabili o lungo confini assolutamente fantastici, come questo fra Amandola e Comunanza, mettendo magari a tre chilometri da Amandola piuttosto che a tre chilometri da Comunanza.
Quindi per questi motivi di legittimità e di merito, ritengo di poter dire che la Giunta, tutta, è compatta nel sostenere l’emendamento di Petrini, quindi nel rigettare quanto la Commissione su questo aveva deliberato.
Non c’è dubbio che nel momento in cui la Commissione ha deliberato non c’era il parere dell’Ufficio scolastico regionale perché di questo non si era parlato nella delibera di Giunta, ma subito dopo è stato chiesto dalla Presidente Mollaroli e da me, e il dirigente scolastico si è immediatamente accinto all’opera di redigere tale parere che è necessariamente arrivato dopo e, quindi, ha illuminato di chiarezza quanto noi dovremmo fare.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Intanto mi sembra che quello che diceva il Consigliere Castelli abbia un fondamento, nel senso che i primi danni della divisione della provincia si iniziano a vedere con questi atti che di fatto scorporano sistemi territoriali, ognuno legittimamente rivendica una centralità anche nell’ambito della configurazione delle nuove province. Quindi la discussione e la legittima esigenza che il Comune di Comunanza pone di fronte alla riorganizzazione della rete scolastica ha un suo fondamento dal punto di vista politico.
Prendo atto di quello che ha detto il collega Assessore Ascoli quando pone il problema di legittimità dell’atto. A me pare un po’ strano, caro collega, che la legittimità non l’abbia verificata la Commissione, altrimenti non saremmo stati qui a determinare le nostre difficoltà anche nella rappresentazione delle singole esigenze territoriali. Quindi prendo atto, ovviamente, di quello che il collega Ascoli dice, cioè che non c’è legittimità e questo è sostanziato non da una sua convinzione, ma dal parere del Provveditore regionale scolastico, e non possiamo che prendere atto quando ammette la non legittimità di una verticalizzazione che andrebbe dalla scuola elementare all’istituto superiore.
Pertanto, bene ha fatto il collega a dire che la Giunta è unanime su questo.
Vorrei però fare risaltare un’altra cosa dal punto di vista politico che, secondo me, è mancata. Penso che come in questo consesso si capiscano le legittimità, gli stessi amministratori comunali lo avrebbero capito se non ci fosse stata carenza di concertazione, carenza di comunicazione, carenza di interlocuzione tra i soggetti che territorialmente devono comporre.
La prima questione è di ordine formale. Non capisco, e spero che per i prossimi anni questo venga definito in maniera un po’ più chiara, qual è l’organo della Provincia che è titolato ad approvare il piano provinciale. Abbiamo Pesaro e Macerata che fanno esprimere i propri Consigli provinciali sul piano provinciale, la Provincia di Ascoli che lo fa fare all’organo esecutivo, cioè la Giunta, e addirittura la Provincia di Ancona non presenta un piano approvato. Perché se ci trovassimo di fronte ad una espressione chiara dell’organo che deve esprimere il piano provinciale, oltre alla legittimità di cui ho preso atto, avrei anche preso atto della autonoma, libera decisione della Provincia di organizzare la rete scolastica sul proprio territorio. Ma qui ci troviamo di fronte anche ad un “vizietto” di ordine formale.
Quindi chiedo, caro collega, che tu ti assuma l’onere e la responsabilità di riempire quel vuoto di concertazione e di comunicazione che è mancato nell’organizzazione del piano provinciale e si faccia capire a quelle comunità in maniera molto tranquilla che non c’è perdita di servizio, che non c’è perdita di autorevolezza nei confronti del servizio scolastico, che c’è questo livello organizzativo e che, eventualmente, ci potrà anche essere nei prossimi mesi un ulteriore approfondimento che possa portare, magari il prossimo anno, ad avere un’organizzazione in quell’area maggiormente condivisa.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Chiedo la votazione per appello nominale a nome mio e dei Consiglieri Castelli e Massi.

PRESIDENTE. Procediamo alla votazione per appello nominale partendo dalla lettera B.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Fabio Badiali sì
Stefania Benatti sì
Massimo Binci sì
Giuliano Brandoni sì
Ottavio Brini astenuto
Raffaele Bucciarelli sì
Giacomo Bugaro astenuto
Franco Capponi astenuto
Guido Castelli no
Enrico Cesaroni sì
Graziella Ciriaci sì
Francesco Comi sì
Giancarlo D’Anna astenuto
Sandro Donati sì
David Favia assente
Sara Giannini sì
Roberto Giannotti sì
Leonardo Lippi no
Marco Luchetti sì
Katia Mammoli sì
Francesco Massi no
Almerino Mezzolani sì
Luigi Minardi sì
Adriana Mollaroli sì
Rosalba Ortenzi sì
Paolo Petrini sì
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini sì
Mirco Ricci sì
Lidio Rocchi assente
Franca Romagnoli sì
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti astenuto
Vittoriano Solazzi assente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi no
Luciano Agostini sì
Michele Altomeni sì
Marco Amagliani assente

(Il Consiglio approva)

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 1 a firma del Consigliere Brandoni “Offerta scolastica e formativa nel settore delle attività alberghiere nella provincia di Macerata”. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

(Contestazioni in Aula sull’esito della votazione)

PRESIDENTE. No, non c’era nessuna mano alzata, comunque ripetiamo la votazione, con l’invito al Consigliere Giannotti ed ai gruppi di minoranza di stare attenti.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno n. 2 a firma del Consigliere Giannotti “Richiesta istruzione biennio comune Ipsia Benelli di Pesaro”. Ritirato.

Ordine del giorno n. 3 a firma dei Consiglieri Massi, Capponi, Pistarelli, Lippi, Mammoli, Rocchi, Cesaroni “Istruzione alberghiera nelle province di Ancona e Macerata”.
Ordine del giorno n. 5 del Consigliere Lippi “Mantenimento per la provincia di Macerata esclusivamente della sede di istituzione alberghiera di Cingoli”.
Siccome questi due ordini del giorno di fatto sono di fatto simili, tendono allo stesso obiettivo, propongo di unificarli e votarli con un’unica votazione. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Non vorrei che poi nella confusione si voti contrariamente a quello che è stato il voto sostanziale sull’atto, perché l’ordine del giorno di Brandoni ha qualche parte di non chiarezza, se non di ambiguità.
L’ordine del giorno più chiaro, e non perché lo abbia sottoscritto, è proprio quello che stiamo per votare, perché si invita in priorità di azione non a valutare l’offerta formativa, come diceva prima il collega Brandoni e che l’Aula un po’ distrattamente ha votato, ma in via prioritaria a fare quelle opere che servono strutturalmente ad accompagnare questa crescita obiettiva che tutti abbiamo riconosciuto dell’alberghiero di Cingoli, e non a valutare l’offerta formativa o forse la differenziazione, ecc..
Quindi l’invito a votare a favore di questo ordine del giorno è proprio in questo senso e credo che sia condiviso da tutti perché la priorità è quella e non tanto di vedere quanta e quale offerta formativa, quella ce l’abbiamo ben chiara, è in crescita, è qualitativamente alta.
Pertanto questo processo deve essere accompagnato con quegli impegni da riconoscere e da mettere in atto da parte soprattutto dell’amministrazione provinciale con il nostro monitoraggio, chiaramente, perché la Regione se fa una programmazione come quella della rete scolastica poi dovrà verificare se questa razionalizzazione e programmazione va avanti.
Oltre alla mia ci sono anche le firme dei colleghi Massi, Capponi, Lippi, Mammoli, Rocchi e Cesaroni, siamo perciò ampiamente rappresentativi della volontà espressa nell’emendamento votato sull’atto.

PRESIDENTE. Teniamo conto, Consiglieri, che se viene accettata la proposta di fare una votazione unica per gli ordine del giorno n. 3 e n. 5, è ovvio che si intenderà approvato il n. 5 che è più ampio e che quindi comprende anche dei punti che non sono compresi nel n. 3.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Voglio intervenire per dire che in questi ordini del giorno n. 3 e n. 5 c’è un po’ il succo di tutto il ragionamento che abbiamo fatto questa mattina, cioè che è importante l’approvazione che abbiamo fatto dell’emendamento che per ora sostanzialmente mantiene lo status quo, ma diciamo anche che attraverso questi ordini del giorno impegniamo la Giunta e il Consiglio regionale a mantenere la posizione che oggi esprimiamo, altrimenti non avrebbe senso, per un periodo talmente giusto affinché l’istituzione dell’Ipssart di Cingoli possa adeguare la sua offerta alle richieste del mondo studentesco che vogliono riferirsi a quella specifica professione.
Quindi garantire un lasso di tempo utile e non che il prossimo anno ritorniamo a parlare dello stesso problema e ritorniamo a dividerci.
Speriamo, come dice l’Assessore Ascoli, di avere d’ora in avanti una programmazione triennale in modo che questo possa consentire effettivamente di valutare tutte queste offerte come miglioramento dell’offerta formativa di questa regione e non come mera speculazione politica momentanea come è già avvenuto in passato.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Ordini del giorno n. 3 e n. 5. Li pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno n. 4 a firma del Consigliere Giannotti “Richiesta istituzione biennio comune Ipsia Benelli di Pesaro. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di atto amministrativo n. 77, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Così come concordato, la seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 14.20