Resoconto seduta n.96 del 29/01/2008
SEDUTA N. 96 DEL 29 GENNAIO 2008
La seduta inizia alle ore 10,10
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Salutiamo innanzitutto la Scuola media “Patrizi” di Recanati e l’Istituto Benincasa di Ancona che sono presenti per assistere a questa seduta.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 95 del 24 gennaio 2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 22 gennaio, la legge statutaria n. 2 concernente: “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 “Statuto della Regione Marche”.
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 25 gennaio 2008, la seguente deliberazione:
- n. 13 del 14/01/2008: “Art. 29, comma 1 della l.r. 31/2001, art. 25 comma 1 della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - €. 233.068.028,03. Modifica al Programma operativo annuali 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Ascoli e Giaccaglia.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Nell’ultima seduta il Consiglio aveva votato di anticipare per questa seduta il punto dell’ordine del giorno sulle mozioni relative alla chiusura dei distaccamenti di Polizia stradale di Fano, Civitanova ed di altri centri.
Purtroppo nella stesura il Vicepresidente Favia, per dimenticanza o per distrazione, non ha mantenuto quanto il Consiglio regionale aveva deliberato.
Pertanto chiedo cortesemente che nell’arco della seduta venga recuperato quanto non è stato fatto, invece, per l’ordine del giorno. Questo perché c’era stato l’impegno, permesso dall’opposizione per senso di responsabilità per non mettere in difficoltà i Comuni, di votare un atto molto importante anche senza aver avuto la possibilità di discuterne o di approfondirlo.
Tra l’altro quando si fa la stesura dell’ordine del giorno non dite ancora che sono i Capigruppo a farlo, perché non vi autorizziamo a legiferare per noi, siamo Consiglieri regionali che vogliono essere messi nelle condizioni di discutere serenamente, senza dare deleghe in bianco, né alla Commissione – come è successo l’ultima volta – né a nessun altro.
Consigliera Ortenzi, è capitato quello che avevamo detto, perché quando si promette, e non solo, ma anche quando si vota, conseguentemente bisogna essere coerenti con quello che si decide. La prossima volta se non avete la maggioranza non ve la prendete con noi, ma andiamo tutti a casa!
PRESIDENTE. Credo che nell’arco della seduta potremo ovviare, prima della chiusura della stessa, a quanto richiesto, ma occorre una formale richiesta sulla quale l’Aula dovrà pronunciarsi. Perché anche se il Consiglio aveva già votato, ma poi gli uffici hanno predisposto l’ordine del giorno in questo modo, credo sia meglio votare di nuovo affinché prima della chiusura della seduta possano essere discusse tali mozioni. E’ questo quello che vuole Consigliere?
Ottavio BRINI. No, mi attengo all’ordine del giorno, ma facendo presente che per il futuro vi dovrete assumere la responsabilità di garantire sempre il numero legale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. In effetti il Consigliere Brini ha detto una cosa giusta, l’ultima volta la seduta era…
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, non può intervenire su un argomento che è stato già trattato da un altro Consigliere.
Giancarlo D’ANNA. Era solo per dare un’informazione sul fatto che era stato già votato e si era stabilito che sarebbe stato…
PRESIDENTE. Ho capito, ma il Regolamento non prevede che un secondo Consigliere intervenga su un argomento già trattato da un altro Consigliere.
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che reca: l’interrogazione n. 913 del Consigliere D’Anna “Situazione delle polveri sottili nelle città delle Marche” a cui deve rispondere l’Assessore Amagliani che in questo momento non c’è; la successiva è l’interrogazione n. 938 del Consigliere Silvetti “Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona”, che decade per assenza dell’interrogante; anche l’interrogazione n. 848 del Consigliere Badiali “Situazione occupazionale presso un’Azienda di Monteroberto (AN)” decade per assenza dell’interrogante; l’interrogazione n. 773 del Consigliere Massi “Conceria del Chienti di Tolentino emissioni atmosferiche rilevate dall’Arpam”, anche a questa deve rispondere l’Assessore Amagliani quindi aspettiamo; l’interrogazione n. 628 del Consigliere Santori “Proposta di legge regionale n. 135 del 5 dicembre 2006”, a cui deve rispondere l’Assessore Petrini, ma anche lui non c’è; l’interrogazione n. 822 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi “Programma di sviluppo rurale 20072013 (Reg. CE 1698/2005) richiesta di informazioni sul negoziato in atto con Commissione UE”, anche a questa deve rispondere l’Assessore Petrini quindi aspettiamo: all’interrogazione n. 893 del Consigliere Altomeni “Presenza di scie chimiche sui cieli delle Marche”, deve rispondere l’Assessore Amagliani; per l’interrogazione n. 416 del Consigliere Castelli “Lavori presso l’Ospedale di San Benedetto del Tronto” è assente l’interrogante.
Mi dicono che si è riunita una Commissione, ma senza l’autorizzazione del Presidente le Commissioni non possono essere convocate durante i lavori consiliari.
A questo punto invito veramente gli Assessore presenti a chiamare i colleghi affinché il Consiglio possa proseguire.
Pertanto la seduta è sospesa fino all’arrivo degli Assessori e dei Consiglieri interroganti.
La seduta è sospesa alle ore 10,20
La seduta riprende alle ore 10,30
Interrogazione n. 613
del Consigliere D’Anna
“Situazione delle polveri sottili nelle città delle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 613 del Consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.
Le polveri sottili (panicolato atmosferico Pm) sono inquinanti di area vasta, particolarmente influenzati dalle condizioni meteorologiche e comportano un inquinamento di andamento analogo nell'intera costa del medio e alto Adriatico e nella Pianura Padana.
Si ritiene che nella regione Marche esista un'unica zona a rischio di superamento dei valori limite, comprendente tutti i comuni della fascia costiera ed i comuni delle vallate, fino a dove è significativo l'inquinamento dovuto alla pressione antropica (popolazione, vie di comunicazione, attività produttive).
Nella regione Marche sono state istallate, a cura delle Province, centraline di rilevamento di tipo traffico, di tipo industriale, di tipo fondo urbano, di tipo fondo rurale, gestite in collaborazione con i dipartimenti provinciali dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (Arpam).
Con delibera di Giunta regionale 1129 del 9 ottobre 2006 è stata individuata la rete di monitoraggio atmosferico regionale, costituita da un numero di stazioni correttamente posizionate dal punto di vista normativo, rappresentative di aree in cui vive la maggioranza della popolazione e non ridondanti fra loro, pertanto non sono state incluse tutte le centraline effettivamente istallate.
Nel corso del 2006 è stato rilevato quanto segue: tutte e tre le stazioni di tipo traffico hanno registrato un numero di superamenti, del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, maggiore a quello consentito dal decreto del Ministero dell’ambiente n. 60/2002, che è 35 (due hanno registrato anche il superamento del valore limite annuale, pari a 40 µg/mc); delle tre stazioni di fondo urbano, quella che ha funzionato tutto l'anno, ha registrato un numero di superamenti di oltre il doppio di quello consentito ed ha registrato di pochissimo il superamento del valore limite annuale, mentre le altre, che hanno funzionato solo per alcuni mesi, hanno registrato un numero di superamenti da metà a un terzo di quelli consentiti e non hanno registrato il superamento del limite annuale; le due stazioni di fondo rurale non hanno registrato superamenti in numero maggiore di quello consentito, né hanno registrato superamenti del valore limite annuale.
Nel corso del 2007 è stato rilevato quanto segue: tutte e tre le stazioni di tipo traffico hanno registrato un numero di superamenti, del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, maggiore a quello consentito che è 35 (due hanno registrato anche il superamento del valore limite annuale, pari a 40 µg/mc); delle tre stazioni di fondo urbano, due hanno registrato un numero di superamenti del valore limite giornaliero maggiore a quello consentito e non hanno registrato il superamento del limite annuale; le tre stazioni di fondo rurale (nel 2007 è stata attiva anche la stazione di Genga) non hanno registrato superamenti in numero maggiore di quello consentito, né hanno registrato superamenti del valore limite annuale.
Si rappresenta che le stazioni da traffico fanno apparire una situazione della qualità dell'aria peggiore di quella a cui è realmente esposta la maggioranza della popolazione. Infatti rilevano l'inquinamento locale dell'arteria nella quale sono istallate e si ritiene che indichino la qualità dell'aria in un ristretto intorno, dell'ordine di poche decine di metri in senso trasversale alla strada e di poche centinaia di metri in senso longitudinale; in generale non indicano la qualità dell'aria per l'intera area urbana.
Le iniziative prese dalla Regione Marche di seguito elencate.
Con deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 36 del 30 maggio 2001 il Consiglio della Regione Marche approva il Piano regionale di tutela e risanamento della qualità dell'aria ai sensi del d.p.r. 24 maggio 1988 n. 203. II Piano individua zone di interesse, ossia porzioni di territorio in cui sono già note problematiche legate alla qualità dell'aria per la particolare concentrazione di fonti emissive, coincidenti con le aree più densamente urbanizzate; peculiarità legata alla struttura orografica delle Marche che presenta un territorio degradante dall'Appennino alla costa, con una successione di valli trasversali pressoché parallele, ciascuna con caratteristiche distintive riferite tanto alla morfologia, che al tipo di tessuto produttivo. La redazione del Piano è stata, condotta cercando di individuare situazioni tipo, con caratteristiche ricorrenti, sia per le fonti di emissione, che per le condizioni di diffusione degli inquinanti, in modo da poter generalizzare quanto più possibile i risultati di studi condotti per casi specifici. Nell'ambito delle zone di interesse sono state analizzate le principali fonti di inquinamento individuate nel settore industriale, nel traffico veicolare e nel riscaldamento civile, effettuando alcune applicazioni di modelli di diffusione degli inquinanti atmosferici, verificandone l'applicabilità al caso e alla zona mediante il confronto con i dati sulla qualità dell'aria, rilevati in apposite campagne di misura ed utilizzando dati meteorologici attendibili e certi. Sulla base degli studi effettuati il Piano prevedeva una serie di interventi programmatici e di azioni specifiche per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera.
Con delibera di Giunta regionale n. 2257 del 23 dicembre 2002 erano stati approvati i criteri e le procedure per l'adozione dei provvedimenti di emergenza in materia di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili PM10, era stato formalizzato il tavolo tecnico già attivo, costituito da rappresentanti della Regione e degli Enti Locali, incaricato di promuovere un Accordo di programma per l'attuazione dei provvedimenti nei rispettivi ambiti sovracomunali indicati, nonché di valutare e programmare le attività finalizzate alla gestione della qualità dell'aria¬ ambiente. L'Accordo di programma sulla qualità dell'aria in attuazione dei provvedimenti di emergenza in materia di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili Pm10 è stato sottoscritto dai rappresentanti della Regione Marche, delle Province e di alcuni più popolosi Comuni.
La successiva delibera di Giunta regionale n. 1775 del 23 dicembre 2003 sì basava su ulteriori studi effettuati sulle cause e le conseguenze per la salute umana dell'inquinamento atmosferico, in particolare le polveri sottili, nonché sull'esperienza acquisita in attuazione della d.g.r. 2257/2002, al fine di omogeneizzare su scala regionale interventi atti a contenere e prevenire episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili. La delibera era strutturata nell'ottica di affrontare il problema dell'inquinamento da materiale particolato ad una scala adeguata, pertanto stimolava l'adozione di provvedimenti strutturali a medio e lungo termine ed iniziative che stimolassero un uso differente, più razionale del mezzo trasporto privato a combustione interna, sia nei centri urbani che verso i maggiori poli industriali, prediligendo mezzi di trasporto pubblici o ad emissione nulla, creando nel contempo una rete efficiente di trasporto pubblico e organizzando una gestione del trasporto delle merci più efficiente. I provvedimenti andavano attuati in tutti i comuni capoluogo ed in quelli con numero di abitanti più elevato, dove è maggiore il carico di pressione ambientale sul territorio.
Con deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 52 del 8 maggio 2007 la Regione Marche ha approvato, fra l'altro, il piano di azione ai sensi dell'articolo 7 comma 2 del d.Igs. 35111999. II Piano di azione prevede una serie di misure, da attuare nel breve periodo, per ridurre il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme di inquinamento atmosferico. In particolare è prevista una serie di misure di controllo (misure programmatiche), di cui alcune costituiscono la prosecuzione di interventi già adottati nel passato e che stanno dando buoni risultati ed altre sono nuove proposte che si ritiene possano dare risultati altrettanto buoni. E' prevista, inoltre una, serie di misure di riduzione o sospensione di talune attività (misure contingenti) che costituiscono le principali fonti di emissione: traffico veicolare a causa dei residui di combustione, dell'usura dei pneumatici e dei freni, delle polveri sollevate; riscaldamento degli edifici pubblici e privati, a causa dei residui di combustione; altre combustioni nei settori artigianale, industriale e turistico. La durata delle misure può riguardare fasce orarie, l'intera giornata, più giorni consecutivi, secondo la gravità delle previsioni. L'autorità competente deciderà, di volta in volta nei singoli provvedimenti, l'estensione spaziale della misura su tutto o su parte del territorio di competenza. Le misure previste dal Piano di azione sono riportate nel dettaglio nell'Allegato 1 (allegato B della delibera amministrativa n. 52/2007).
Il Servizio, inoltre, sta redigendo il piano di risanamento della qualità dell'aria ai sensi del d.Igs. 351/1999, nonché l'inventario regionale delle emissioni inquinanti in atmosfera che si conta di presentare in prima bozza entro i prossimi mesi.
Alcune azioni per la riduzione dell'inquinamento già intraprese dalla Regione Marche sono sinteticamente riportate nell'Allegato 2.
Infine, sono del parere che la concertazione fra Comuni, al fine di prendere iniziative concordate per il raggiungimento di obiettivi e strategie concrete, sia oltremodo auspicabile. Anche in considerazione, come sopra esposto, che l'inquinamento da polveri sottili interessa vaste aree della regione e che le iniziative di prevenzione e riduzione risultano efficaci quando sono attuate su aree consistenti del territorio regionale.
Nel corso del 2007 si sono tenuti incontri con il Comune di Pesaro per un'analisi congiunta degli interventi previsti nel "Programma triennale di azioni per la qualità dell'aria 2007-2009" deliberato dalla Giunta comunale del Comune di Pesaro.
Si sono tenuti incontri, inoltre, con il Comune di Ancona, presenti anche la Provincia di Ancona ed altri Enti, sulle tematiche relative all'inquinamento atmosferico del porto di Ancona.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto vorrei rimarcare al Presidente quello che è accaduto questa mattina che segue ciò che era accaduto in chiusura dello scorso Consiglio regionale. Cioè la totale assenza degli Assessori sia in chiusura, appunto, dello scorso Consiglio che in apertura di questo, che è un fatto molto grave; devo comunque dare atto al Vicepresidente Agostini che era presente sia l’altra volta che questa.
Per quanto riguarda l’interrogazione l’Assessore ha fornito una lunga documentazione che però contrasta nettamente con i dati resi noti dall’Arpam qualche settimana fa, dati che parlano di diverse decide di morti, collegabili alle polveri sottili, di cui 30 solo nella provincia di Pesaro Urbino, infatti per la maggior parte riguardano queste due città.
L’Assessore si è dimenticato di dire quante sono le centraline per il rilevamento delle polveri sottili. Centraline che per la popolazione delle Marche sono del tutto insufficienti, se non ricordo male, dovrebbero essere solo qualche decina, e questo non riesce a dare un quadro completo della situazione per poi poter risolvere i problemi.
I gravissimi dati pubblicati dall’Arpam qualche settimana fa, che danno ragione a questo modo di pensare, vengono sottovalutati. Purtroppo le polveri sottili non si vedono e quando le cose non si vedono è molto più facile non intervenire, far finta di intervenire o intervenire in modo insufficiente.
Questo, invece, è veramente grave, perché l’aumento generalizzato delle allergie e di alcune patologie strettamente collegate alle polveri sottili è un segnale che continua ad essere sottovalutato.
Inoltre avviene una cosa veramente scandalosa, cioè che nonostante la legge preveda che non sono consentiti i superamenti dei limiti delle polveri sottili, questi vengono continuamente superati, in alcuni casi – come diceva l’Assessore – sono addirittura il doppio o il triplo di quelli consentiti. Non c’è nessuno che interviene ed è gravissimo!
A questo punto penso che sia arrivato anche per la regione Marche il momento che ha visto protagonista la Regione Toscana, cioè quando un Magistrato è finalmente intervenuto per dire al Presidente della Giunta regionale, ai Presidenti delle Province e ai Sindaci “Signori, la ricreazione è finita, si va in Tribunale”.
Non è ammissibile che ci siano delle leggi che nessuno le fa rispettare perché alla fine i cittadini vengono penalizzati.
Proprio qui vicino, a qualche passo da questo Consiglio regionale, c’è la zona di Torrette, allora, provate a dire a quei poveri disgraziati che continuano a vivere lì che le polveri sottili non fanno male o che la Giunta regionale, il Consiglio regionale o le autorità competenti non sono intervenute per fare qualcosa di serio! Questi cittadini da decine di anni stanno vivendo quel problema come lo stanno vivendo anche diverse altre realtà sparse su tutto il territorio. Altre realtà, inoltre, non sono controllate scientificamente, perché le centraline che sono a disposizione, ripeto, sono focalizzate solo in alcuni punti di grandi città, come Ancona, Pesaro o Fano, e sono in numero insufficiente per il controllo delle polveri sottili.
Molti Enti locali continuano ad utilizzare, nonostante la presenza del metano, i vecchi bruciatori a gasolio che sono i corresponsabili…
PRESIDENTE. Consigliere, la prego di concludere.
Giancarlo D’ANNA. Presidente ho atteso un anno e mezzo per avere una risposta, credo di aver diritto di dire ciò che sto esponendo, anche perché io ero puntuale, come generalmente lo sono, in questa Aula, quando, invece, prima era assente l’Assessore, l’altra volta addirittura erano assenti gli Assessori…
PRESIDENTE. Il Regolamento prevede cinque minuti, quindi, per cortesia concluda.
Giancarlo D’ANNA. Il Regolamento prevede che gli Assessori siano qui presenti per rispondere ai Consiglieri e la legge prevede che vengano rispettati i limiti delle polveri sottili! Qua, invece, ce ne stiamo altamente strafregando perché sta succedendo qualcosa di grave che penalizza soprattutto i ragazzi e gli anziani, coloro che in questa situazione hanno più problemi di altri.
Qui si continua a dire che sono stati presi dei provvedimenti nel 2002, quando siamo nel 2008 e c’è una situazione grave, certificata dall’Arpam, che ci dice che ci sono decine di morti collegabili alle polveri sottili, e continua ad esserci, invece, un disinteresse totale di chi deve controllare che questo non avvenga più.
Quando si superano i limiti qualcuno deve intervenire. Certo, Assessore, anche i Sindaci lo dovrebbero fare, eventualmente pagheranno pegno pure loro! Però non credo che la Regione debba stare lì a guardare, visto che può intervenire sia con le risorse che chiamando i Sindaci -cosa che io ho suggerito -. Lei sa benissimo, Assessore, che se un Comune prende dei provvedimenti e quello vicino non li prende bisogna concordare delle strategie comuni con gli stessi Comuni
Marco AMAGLIANI. Già fatto.
Giancarlo D’ANNA. Infatti si vedono i risultati!
Interrogazione n. 938
del Consigliere Silvetti
“Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona”
(Decadenza)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 938 del Consigliere Silvetti decade per assenza dell’interrogante.
Interrogazione n. 848
del Consigliere Badiali
“Situazione occupazionale presso un’azienda di Monteroberto (An)”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 848 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.
Interrogazione n. 773
del Consigliere Massi
“Conceria del Chienti di Tolentino emissioni atmosferiche rilevate dall’Arpam”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 773 del Consigliere Massi. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In risposta all’interrogazione di cui all’oggetto si precisa quanto di seguito specificato.
In riferimenti ai quesiti n. 1 e 2 si riferisce che in seguito a segnalazioni di maleodori attribuiti alle attività produttive della ditta "Conceria del Chienti" sita in Tolentino, Via W. Weber, il giorno 19 maggio 2006 il personale Upg-Tpa del Servizio Aria e del Servizio rifiuti/suolo dell'Arpam Dipartimento di Macerata ha effettuato un sopralluogo presso l'area interessata dal fenomeno.
Effettivamente, alle ore 10.30 circa, nella zona che va dalla sede dell'impianto produttivo fin verso la stazione ferroviaria di Tolentino, sono stati percepibili forti e cattivi odori (uova marce/solfuri) riconducibili a lavorazioni tipiche dell'attività di concia.
Alle ore 11,30 il sopralluogo proseguiva presso la ditta in oggetto e si constatava che il cattivo odore sopra descritto era ancora avvertibile, seppure in forma moderata, limitatamente alla zona compresa fra l'incrocio sulla SS 77 e l'ingresso di via W. Weber allo stabilimento.
L'impianto produttivo è risultato autorizzato alle emissioni in atmosfera con determinazione dirigenziale della Provincia di Macerata n. 267/XIV del 22 settembre 2005.
Durante il sopralluogo sono state individuate emissioni di processo produttivo diffuse, provenienti dalle attività di concia e tintura che, contrariamente a quanto previsto dalla relazione tecnica allegata alla domanda di autorizzazioni per modifiche ad impianto esistente, presentata dalla ditta in data 18 settembre 2000, erano sprovviste di aspirazione abbattimento e reimmissione nell'ambiente di lavoro di aria depurata. Il reparto concia risultava comunque dotato di numerose aperture a finestra adibite al ricambio attivo dell'aria.
Il cattivo odore percepito nel reparto concia era analogo a quello rilevato all'esterno dell'impianto, nell'ampia zona interessata dal fenomeno.
Sebbene non sia stato possibile rilevare esatta qualità e quantità delle emissioni diffuse prodotte dall'impianto, queste sono state capaci di provocare inquinamento atmosferico, così come definito ai sensi del d.Igs 152/06, parte quinta, art. 268, punto 1 lett. a): "inquinamento atmosferico: ogni modificazione dell'aria atmosferica, dovuta all'introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell'ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell'ambiente".
Per quanto riguarda il quesito n. 3, gli esiti di quanto accertato sono stati trasmessi a:
- Provincia di Macerata, Comune di Tolentino, Asur zona territoriale 9 (prot. Arpam 06 04846 del 3 dicembre 2006);
- Procura della Repubblica di Macerata (prot. Arpam 06 04845 del 3 dicembre 2006).
Per i quesiti n. 4, n. 5, n. 6, si riferisce che in data 23 giugno 2006 la Provincia di Macerata ha emesso la determina dirigenziale n. 215, con la quale ha disposto "l'obbligo a carico della ditta di adottare tutte le misure necessarie per il contenimento delle emissioni diffuse e non, per la tutela della qualità dell'aria e delle acque sotterranee, anche tenendo conto sia della relazione tecnica allegata alla domanda di autorizzazione ex art. 15 d.p.r. n. 203/88 presentata in data 18 settembre 2000, sia del Piano di interventi che la stessa ditta ha redatto e comunicato alla Provincia di Macerata con nota del 23 settembre 2004".
Su richiesta della Provincia di Macerata, il personale Arpam Servizio aria e della Polizia provinciale, in data 31 luglio 2006, effettuava un sopralluogo presso la Conceria del Chienti di Tolentino. L'impianto produttivo (reparto concia) non risultava in attività per operazioni di pulizia e manutenzione in previsione della prossima chiusura estiva.
Presso il reparto, oggetto del sopralluogo e della verifica, non erano stati installati impianti o apparecchiature per il contenimento delle emissioni diffuse generate dall'attività di concia. Allo scopo l’azienda riteneva comunque sufficienti la serie di misure messe in atto ed elencate e trasmesse agli organi competenti in data 12 luglio 2006.
Il reparto concia non appariva comunque nelle condizioni strutturali e probabilmente operative tali da garantirne l'attività in regime di efficace e continua depressione e convogliamento degli aspirati al reparto spruzzi e quindi allo scarico in atmosfera attraverso le emissioni della verniciatura (come previsto al punto 2 del documento trasmesso il 12 luglio 2006).
Su ulteriore richiesta della Provincia di Macerata, il personale Arpam, in data 10 ottobre 2006, effettuava un sopralluogo presso la Conceria del Chienti di Tolentino.
L'impianto produttivo risultava in regolare esercizio. Presso il reparto concia oggetto del sopralluogo e della verifica, non erano stati installati impianti o apparecchiature, o modificato lo stato dei luoghi e delle opere impiantistiche, per conseguire condizioni strutturali e operative tali da garantire la depressione dei locali utilizzati per l'attività di concia (comprendente le fasi preliminari di calcinazione, decalcinazione, macerazione, ecc....) ed il conseguente convogliamento delle emissioni inquinanti a tali processi riconducibili ad idoneo trattamento di abbattimento e scarico in atmosfera.
Fra le condizioni operative che possono generare emissioni diffuse inquinanti significative sono state evidenziate le modalità di scarico dai bottali di lavorazione, dei reflui liquidi di diverso tenore chimico (sia per composizione che per carattere acido o basico), che si susseguono all'interno dei locali di lavorazione lungo un condotto comune di raccolta e di convogliamento a distinte vasche di raccolta e trattamento o pretrattamento, poste all'esterno dei locali di lavorazione. Il contatto più o meno significativo fra reflui di diversi composizione e carattere acido solfidrico e/o composti solforati.
In data 29 gennaio 2007 la ditta ha comunicato alla Provincia di Macerata e ad Arpam le attività e le iniziative che intendeva ulteriormente sviluppare e adottare ai fini del contenimento delle emissioni diffuse riguardanti: monitoraggi e controlli ambientali interni ed esterni; miglioramento delle procedure di lavorazione; chiusura delle vasche di ispessimento fanghi.
Quanto proposto, su richiesta della Provincia, è stato valutato da Arpam e ritenuto valido in linea di principio. Comunicazione successive della ditta "Conceria del Chienti" di Tolentino, relative alla realizzazione di ulteriori azioni di implementazione del programma di interventi proposto, sono state presentate in data 16 luglio 2007 e 27 settembre 2007.
Su richiesta della Provincia di Macerata il personale tecnico dell'Arpam si è recato, nelle date del 12 marzo 2007, 25 giugno 2007 e 4 dicembre 2007, presso la ditta, al fine di verificare lo stato di attuazione di quanto previsto dall'azienda nella documentazione presentata con nota 29 gennaio 2007.
A seguito dell'ultimo sopralluogo è stato accertato che la ditta ha posto in essere quasi tutti i provvedimenti previsti e che entro il mese di dicembre 2007 dovrebbe essere attuato l'intero programma di contenimento delle emissioni (chiusura del filtro pressa "Diemme") di monitoraggio della qualità dell'aria.
In nota alla presente, si comunica che la ditta ha rappresentato in data 27 settembre 2007 la necessità di installare impianti di aspirazione localizzati nel reparto concia/tintura come richiesto, per quanto di competenza, dall’Asur zona territoriale n. 9.
Le emissioni che ne risulteranno costituiranno il convogliamento e lo scarico in atmosfera di emissioni altrimenti diffuse senza costituire modifica sostanziale dell'impianto esistente. Tali emissioni, comunque, dovranno essere caratterizzate e comunicate all'Autorità competente secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, e rispettare i valori limite previsti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.
Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ringrazio l’Assessore per l’esposizione dei dati della ricostruzione di tutta la vicenda, cioè degli accertamenti Arpam e degli uffici competenti della Regione su questa struttura e anche sulle vicende collegate al possibile inquinamento o fastidio da cattivi odori. Le do atto, Assessore – almeno per quanto ne so io –, che la ricostruzione che ha fatto è giusta, tra l’altro ha aggiunto anche altri elementi e riflessioni.
Prima di entrare nel merito, però, voglio dire una cosa, cioè che ho presentato questa interrogazione per sottolineare una cattiva abitudine, un modo di fare politica che in quel momento, quando cioè a Tolentino c’era la campagna elettorale delle amministrative, ha destato, a mio avviso, una curiosità negativa tra la popolazione.
Qual era il problema? Come lei ha citato, gli organi e gli uffici tecnici preposti al controllo dell’eventuale inquinamento sono: l’Arpam – quindi la Regione Marche – la Provincia di Macerata, perché con l’ambiente ha la sua competenza, e il Comune.
Questi accertamenti sono stati svolti a partire dal 2006 e per tutto il 2007, quindi a cavallo tra questi due anni, ma soprattutto a cavallo delle elezioni amministrative che si stavano svolgendo a Tolentino. Ebbene, il giovedì precedente le elezioni delle macchine blu sono arrivate improvvisamente in azienda ed hanno portato il Sindaco di Tolentino e il Presidente della Provincia Silenzi. Allora mi chiedo? Andare a visitare un’azienda, come rappresentanti delle Istituzioni preposte al controllo ambientale e dell’eventuale inquinamento dell’azienda stessa, rispetto a quello che si dice oggi del rapporto tra politica e cittadino – e qui l’imprenditore – chiediamoci se è giusto!
Il controllo su quell’azienda dipende dall’Istituzione, ed io, Istituzione, vado 48 ore prima del voto dall’imprenditore! Vado a dire cosa? Vado a dire, guarda che ti controllo! Che devi rigare dritto! Che il tuo destino dipende da me (perché si vota tra 48 ore)! Questo è stato un momento basso della politica, un momento veramente squalificante per il Presidente della Provincia e per gli amministratori locali che sono andati lì sapendo che c’era un accertamento che dipende da loro. E’ un fatto gravissimo!
Io non ho presentato l’interrogazione per nuocere all’azienda, so benissimo che ci lavorano centinaia di dipendenti, sono stato Sindaco e so che cosa significa un problema di inquinamento in quell’azienda; tra l’altro gli imprenditori sono stati sempre chiamati a collaborare per eliminare fastidi e inquinamenti, anche con ordinanze dolorose che sono state ottemperate.
Ma c’è un’altra cosa, Assessore, che lei ha citato scrupolosamente e quindi ha visto le continue richieste di proroga che ci sono state. Pertanto dico soltanto che certamente va bene che l’imprenditore fa il suo interesse, che c’è l’interesse dei lavoratori sui quali siamo tutti d’accordo, che l’azienda deve adeguarsi ed ovviare agli inconvenienti tecnici che ci sono – credo che lo stia facendo e forse oggi ne ha ottemperato, di questo ne sono contentissimo, tra l’altro è un’azienda che merita perché è di grande prestigio e importanza per la nostra comunità –, ma non è giusto quello che hanno fatto gli amministratori provinciali e comunali, perché è stato un cattivo esempio di gestione della politica. Ecco il motivo per cui ho presentato questa interrogazione.
Comunque sono soddisfatto della risposta.
Interrogazione n. 822
dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi
“Programma di sviluppo rurale 2007/2013 (Reg. CE 1698/2005): Richiesta di informazioni sul negoziato in atto con Commissione Ue”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 822 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.
Paolo PETRINI. Rispondo a questa interrogazione che giunge in Aula – come sapete - quando il negoziato con la Commissione europea sul Programma di sviluppo rurale è ormai chiuso. Però possono essere utili ulteriori informazioni in quanto il Psr dovrà tornare in Aula per la definitiva approvazione.
La maggiore criticità del negoziato ha riguardato senza dubbio la limitatezza dei tempi a disposizione per la fase di negoziato con gli uffici della Commissione. Questa è stata determinata da una struttura amministrativa comunitaria inadeguata a sostenere il peso di un negoziato con 21 Regioni e Province Autonome.
Per tale ragione il Psr Marche dopo aver ottenuto la ricevibilità il 25 maggio, data dalla quale decorrevano i sei mesi previsti dal regolamento per la sua approvazione, non è stato più preso in esame fino al settembre 2007, a causa dell'impegno con altre Regioni italiane del funzionario incaricato dell'istruttoria del Psr delle Marche.
Il 12 ottobre 2007 vi è stato il primo momento di confronto con la Commissione, con un incontro a Bruxelles in cui sono state anticipate le osservazioni e le richieste di adeguamento al Psr marchigiano. Il testo scritto con tutte le osservazioni puntuali, è stato poi trasmesso il 28 ottobre 2007.
Anche in considerazione del rischio della perdita dei fondi della prima annualità per le Regioni, che non avessero visto approvato il loro Psr entro l'anno, pericolo superato solo a fine dicembre con una specifica modifica regolamentare, l'Assessorato, sulla base della delega del Consiglio ha avviato una trattativa molto serrata con gli uffici della Commissione.
Questa prima fase negoziale ha permesso di approfondire tutte le richieste della Commissione ed ha consentito di individuare i margini di azione entro cui avrebbe poi potuto muoversi la Regione Marche. In data 20 novembre il Servizio agricoltura ha trasmesso, quindi, una prima proposta di modifica al testo del Psr per consentire lo sblocco di un’ulteriore fase di consultazione interna agli uffici della Commissione europea, senza il quale non era possibile procedere con l'iter amministrativo.
Nella stessa data l'Assessorato, avendo ormai chiari i confini entro cui la Commissione europea intendeva mantenere il negoziato, ha attivato la fase interna di consultazione e confronto con il Consiglio Regionale e con le parti sociali.
Tale fase si è protratta fino al 18 dicembre 2007 ed ha visto un continuo confronto degli uffici regionali, da un lato con le rappresentanze politiche, sociali ed istituzionali della Regione, e dall'altro con la Commissione europea.
La particolare procedura amministrativa di invio del Psr, che prevedeva la trasmissione per posta elettronica del documento, ha consentito fino all'ultimo giorno di apportare tutti gli adeguamenti richiesti dal partenariato e giudicati compatibili dai funzionari comunitari.
Di seguito si indicano le più importanti modifiche al testo del Psr.
Nella individuazione delle strategie e delle scelte regionali, la Commissione europea non ha ritenuto adeguata la proposta regionale che prevedeva una indicazione delle strategie e dei relativi criteri generali di selezione nel Psr ed un maggiore dettaglio delle scelte, come avvenuto con il vecchio Psr, a livello di bandi regionali. In particolare le modifiche richieste hanno riguardato:
1) l'inserimento dei dettagli relativi alla individuazione delle priorità settoriali in relazione a fabbisogni strutturali. Per ciascun settore produttivo sono stati indicate, pertanto, le tipologie di investimento ritenute prioritarie;
2) l'inserimento dei dettagli relativi alla individuazione delle priorità territoriali. Per le più importanti misure di ciascun asse sono state, pertanto, indicate le aree di intervento preferenziali;
3) la modifica dei criteri di priorità del secondo asse con l'esclusione di quelle connesse alla competitività dell'impresa (filiere, vendita diretta, ecc.) sostituendole con altre legate ad aspetti ambientali;
4) maggiore precisazione operativa del finanziamento degli interventi di aggregazione ed alcune limitazioni nelle modalità attuatine degli approcci di filiera e dei pacchetti aziendali diversi dai pacchetti giovani.
Inoltre ci sono state delle modifiche alle schede di misura:
- Misura 111 - inserimento delle azioni di formazione degli imprenditori che nel Psr approvato dal Consiglio regionale si era previsto essere demandata al Por del Fondo sociale europeo;
- Misura 114 - la consulenza è stata limitata quasi esclusivamente agli aspetti legati alla condizionalità, riducendo fortemente la consulenza legata alla competitività dell'impresa;
- Misure 121 e 123 - sono stati inseriti numerosi dettagli, in passato riportati solo nei bandi, relativamente a: tipologie di investimento ritenute prioritarie; differenziazione dei tassi di aiuto per tipologia di investimento e per area; indicazione delle altre priorità di selezione più importanti;
- Misure 131 (aiuti specifici per l'adeguamento delle aziende alle norme comunitarie di sicurezza, condizionali, ecc..) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE;
- Misura 214 - le modifiche più rilevanti hanno riguardato: l'inserimento del calcolo dei premi. Questi per le Marche sono mediamente più alti delle altre regioni, ma rispetto alla proposta regionale iniziale sono stati forzatamente tenuti più bassi dalla Commissione UE; esclusione della sottomisura legata al finanziamento del girasole finalizzato alla produzione di agroenergia; esclusione della sottomisura rivolta al ripopolamento nelle aree faunistico-venatorie; limitazione del campo di azione del sostegno alla zootecnia estensiva e dei pascoli; introduzione ex-novo di un aiuto alla zootecnia biologica. In questa fase e nei tempi limitati a disposizione si sono reperiti dati giustificativi esclusivamente per i bovini;
- Misura 215 (benessere degli animali allevati con il metodo biologico) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE. Tale esclusione è stata però compensata, per i bovini, con il sostengo diretto all'allevamento biologico;
- Misura 225 (pagamenti silvo-ambientali) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE;
- Varie misure del terzo Asse - sono state apportate numerose modifiche di minore importanza legate essenzialmente alla massima complementarietà e non sovrapposizione con i Por del Fse e del Fesr;
- Modifiche di modesta entità al piano finanziario sono avvenute esclusivamente all'interno dei singoli Assi: spostamento di 1,1 milioni dalla misura 131, eliminata alla misura 111 dove è stata introdotta ex-novo l'attività formativa per gli imprenditori; spostamento di 2 milioni di euro (da 100 a 98 milioni) dalla misura investimenti aziendali (misura 121) alla misura di sviluppo dell'innovazione in filiera (misura 124); spostamento di 6,8 milioni dalla misura 215 (benessere animali) eliminata alla misura 214 (nel biologico); spostamento di 1,1 milioni dalla misura 225 (pagamenti silvoambientali) eliminata alla misura 224 (pagamenti Natura 2000 in campo forestale); spostamento di 1 milione dalla misura 311 (diversificazione aziendale che scende da 31 a 30 milioni) alla misura 323 (tutela del territorio rurale) per implementare i piani di gestione natura 2000.
Le fasi che abbiamo ora davanti ed i relativi tempi previsti sono i seguenti: seconda metà di febbraio pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della decisione UE; invio del Psr in Consiglio regionale a fine febbraio; approvazione del Psr, che auspico in tempi opportunamente solleciti e comunque non oltre metà marzo, e sua pubblicazione nei quindici giorni successivi; pubblicazione dei primi bandi, soprattutto 112-121-311-214-211-212, a metà aprile.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Sono soddisfatto della risposta data dall’Assessore, mentre sono insoddisfatto delle procedure che la Regione ha utilizzato per arrivare alla definizione dello strumento programmatorio che interviene in modo totalizzante sul settore agricolo.
Tutti gli interroganti sono insoddisfatti dell’iter perché non sono state rispettate le procedure previste dalla legge regionale n. 14 del 2006. In pratica molte di quelle modificazioni, Assessore, non sono imposte dalla Comunità europea, ma ce ne sono state di ulteriori rispetto a quanto approvato da questo Consiglio con l’atto preliminare, fatto da lei e dal suo entourage.
Quindi chiediamo che ci venga inviata il prima possibile la bozza definitiva del documento approvato a Bruxelles, perché vorremmo attivare un’ulteriore fase concertativa per stabilire se ciò che lei ha mandato a Bruxelles è ancora valido o se risponde ancora parzialmente alle strategie che servono a questa Regione.
Ci sono state molte modificazioni, che sono anche di entità superiore all’importo minimo per il quale la legge prescriveva il ritorno in Aula per l’approvazione dello strumento.
Certamente anche noi riteniamo che non potevamo perdere l’approvazione di questo strumento entro il 2008, ma pensiamo anche che le procedure non siano state rispettose di quanto dettato dalla legge.
Ci auguriamo che ora ci sia una disponibilità a rivedere, all’interno delle cose ammissibili e possibili della Comunità europea, le attribuzioni di somme e la ridefinizione di alcune Misure, questo anche attraverso l’emanazione dei bandi.
Quindi, Assessore, chiediamo una prerogativa all’assessorato all’agricoltura, che è anche quella del Consiglio, cioè di poter esaminare approfonditamente questo documento e di non stare sempre all’interno della gabbia stretta dei tempi che non consente a tutti noi di portare adeguatamente un adeguato contributo; come è avvenuto nel passato, e come noi auspicavamo, molte volte l’assessorato competente non ha risposto adeguatamente ai bisogni dell’agricoltura e dei settori del biologico, della difesa ambientale o del sostegno ai redditi delle zone montane.
Quindi un invito a trasmettere immediatamente il documento, anche se non pubblicato nella Gazzetta ufficiale europea, per permettere ai Consiglieri di iniziare lo studio e le eventuali proposte di modifica.
Comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione dell’Aerdorica (Bilancio 2007) e nuovo Piano industriale
(Discussione e rinvio votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione dell’Aerdorica e il nuovo Piano industriale. Ha la parola l’Assessore Pistelli.
Loredana PISTELLI. Come abbiamo fatto già in passato credo che sia opportuno dare informazioni al Consiglio rispetto alla situazione e l’andamento dell’Aerdorica in questa nuova fase di cambiamento in riferimento sia al management, sia all’impostazione e all’iniziative che sono state messe in atto.
Soprattutto si è avviato un processo di risanamento economico e operazioni e iniziative atte al consolidamento ed incremento dei passeggeri e delle merci. Pertanto si è lavorato alla predisposizione del business plan quinquennale 2008-2012, presentato ed approvato il 22 novembre 2007 dall'Assemblea dei soci, e si sta ancora lavorando alla Concessione aeroportuale, in merito alla quale si è avuto un ultimo incontro presso l'Enac in data 21 gennaio che ha richiesto altri chiarimenti relativi al piano della concessione ed è stata fissata per il 4 febbraio p.v. la consegna delle copie definitive del piano della concessione trentacinquennale.
Dal punto di vista operativo sono stati posti in essere i primi interventi delineati nel business plan relativi: ai processi operativi, ai processi gestionali, all’efficienza economico-finanziaria, all’efficienza infrastrutturale, ai ruoli e responsabilità, alle capacità di penetrazione verso i vettori, ai rapporti con gli enti istituzionali.
Tutto ciò ha portato, in una prima fase, alla rinegoziazione del sevizio di appalto facchinaggio e pulizie. Alla fine del mese di agosto 2007, con la scadenza del contratto di facchinaggio in capo alla cooperativa Renoso, si è deciso di internalizzare il servizio all'interno del Gruppo Aerdorica (in capo alla società controllata Raffaello s.r.l.). In attesa di procedere alla gara di appalto, che è avvenuta a dicembre, il servizio è stato svolto dalla Raffaello s.r.l. per cinque mesi, sino al 31 gennaio 2008, con conseguente risparmio di costi, rispetto al costo che avrebbe addebitato la cooperativa, pari a circa 150.000,00 euro. Nella gara di appalto è stato inserito anche il servizio di pulizia, attualmente operato da un'altra cooperativa di servizi e in scadenza alla data del 31 gennaio 2008. La gara è stata aggiudicata dalla società MG Service e consentirà, rispetto al 2007, un risparmio di costi equivalente a circa 600.000,00 euro.
Si è, inoltre, proceduto all’affidamento dei contratti di manutenzione ad una società multi service. E' in fase di preparazione una gara per affidare i lavori dei principali contratti di manutenzione in essere con un conseguente risparmio di costi.
Nel corso del mese di dicembre sono stati contattati i principali broker assicurativi per una rinegoziazione del contratto in essere relativo alle polizze assicurative della società. La migliore offerta è pervenuta dal broker Willis e consentirà un risparmio annuo di circa euro 150.000,00 rispetto al 2007. Il nuovo contratto decorre già dal 1° gennaio 2008.
Sono stati posti in essere nuovi contratti di sub-concessione che permettono di sfruttare pienamente tutti gli spazi aeroportuali. Nel corso del mese di aprile 2008 si aprirà un negozio di ottica, è iniziata un'esposizione permanente di automobili, è in corso di valutazione l'apertura di una parafarmacia e di un bar agli arrivi.
Nel corso del mese di settembre è stata definita la struttura organizzativa della società con definizione di ruoli e mansioni.
L'anno 2007 si è concluso con 500.126 passeggeri con un incremento del 3,85% rispetto al 2006. Le merci trasportate, pari a kg. 6.129.736, hanno registrato un incremento del 15,59% rispetto all'anno precedente.
La situazione economica-patrimoniale al 31 ottobre 2007 presentava una perdita di esercizio pari a circa euro 2.737.000,00.
Il budget iniziale predisposto per il 2007 prevedeva ricavi pari a euro 15.800.000,00, un Mol negativo per 468.000,00 euro e un risultato d'esercizio negativo di euro 5.273.000,00.
A seguito dei primi interventi sui costi, in termini di contenimento ed efficientamento degli stessi con azioni poste già in essere a partire dal luglio 2007, la previsione a chiudere per il 2007 potrebbe evolversi nel seguente modo: ricavi attesi 2007 per euro 16.100.000,00, Mol positivo per circa 1.300.000,00 euro, risultato negativo d'esercizio negativo pari a circa euro 3.000.000,00.
Naturalmente i dati definitivi del bilancio, perché ancora non è chiuso, li avremo entro il 15 del mese di febbraio.
Tutte queste azioni fanno parte degli interventi previsti nel Piano strategico quinquennale 2008-2012 che è stato presentato.
Le altre linee principali sono:
- l'incremento della connettività con il resto del mondo attraverso l'aumento delle frequenze verso gli hub europei (Parigi, Londra, Francoforte, Roma), in modo da migliorare la possibilità di mobilità degli abitanti della regione, l'incremento dei servizi low cost di vettori europei, in modo da generare traffico in entrata, incoming, l'implementazione di un network di rotte domestiche che permettano l'interscambio tra le Marche e le altre regioni italiane;
- gli investimenti infrastrutturali previsti nel Piano sono mirati essenzialmente ad un immediato riscontro in termini operativi e commerciali. Sono previsti: la ristrutturazione del corpo centrale e riorganizzazione degli spazi per l'integrazione, air--side e land-side, con i nuovi padiglioni; il collegamento protetto con la stazione delle Ferrovie; l’aumento degli spazi destinati alle attività commerciali. Gli investimenti programmati saranno finanziati dalla Società con il cash flow generato dalla gestione corrente e ricorrendo ad indebitamento a medio-lungo termine;
- l'Aerdorica intende ampliare le attività commerciali al fine di generare canoni fissi di affitto e royalties incrementative nei prossimi anni. Al fine di raggiungere questo obiettivo la Società si sta concentrando sia sulla razionalizzazione degli spazi commerciali preesistenti sia sulla ristrutturazione del corpo centrale che dovrebbe avvenire entro l'anno 2008. L'obiettivo primario è quello di incrementare il numero di passeggeri che visitano gli spazi commerciali dell'Aeroporto e aumentare la spesa media di ogni passeggero;
- l'Aerdorica intende continuare a razionalizzare le proprie attività di business incrementando la redditività focalizzandosi sullo sviluppo dei core business incrementando la qualità dei servizi offerti alle compagnie aeree. Il processo di razionalizzazione è e sarà concentrato sulle seguenti attività: outsourcing delle attività a basso valore aggiunto e ridefinizione delle attività da svolgere direttamente. Nell'ambito di questo processo rientra la gestione da parte di terzi, a partire dal 2008, dell'attività di rifornimento del carburante e, probabilmente la gestione diretta delle attività di carico e scarico bagaglio nonché lo sfalcio erba e la cura del verde; riduzione dei costi fissi, in particolare le utenze, gli oneri finanziari, i costi assicurativi e le consulenze; ristrutturazione dei processi organizzativi. II miglioramento dei dati economici prospettati nel piano industriale sono il frutto di iniziative intraprese dal management al fine di migliorare la redditività della società nel breve medio periodo.
Dal punto di vista dei ricavi la società si è concentrata sulle seguenti azioni: aumento graduale del traffico passeggeri di circa il 3% annuo e di merci di circa il 2% annuo che genererà un miglioramento dei ricavi avio; incremento sensibile dei ricavi non avio già a partire dal 2008, a seguito della ricontrattazione di alcuni contratti di sub-concessione, del contratto relativo agli spazi pubblicitari, nonché ad un più efficiente e utilizzo degli spazi da sub-concessionare. Inoltre con la ristrutturazione del corpo centrale si verranno a creare nuovi spazi da affittare sia a sub concessionari sia nuovi spazi pubblicitari.
Tutto questo deve portare a un prevedibile e sostanziale pareggio di gestione per il 2008, sempre con il contributo previsto dalla legge regionale e con l'obiettivo, a partire dal 2009, di utilizzare tali risorse non più per il risanamento, ma per incentivare, attraverso un’adeguata promozione in accordo anche con l’Assessorato al turismo, nuove rotte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Assessore, colleghi, sono veramente tentato di fare una protesta, tipo quelle che vengono definite clamorose, sono tentato di chiedere le immediate dimissioni dell’Assessore Pistelli dopo la relazione che ha fatto. Sono veramente fortemente tentato di farlo, ma non lo voglio fare, leggerò solo due righe della risposta alla interrogazione n. 63 del 2005 che l’Assessore Pistelli ha vergato con la sua firma: “L’Assemblea dei soci ha deliberato lo sorso 3 agosto un aumento di capitale di 5 milioni di euro che dovrà essere sottoscritto entro il 30 dicembre 2005. Tale ammontare sanerà tutte le perdite del gruppo, comprese quelle dell’anno in corso”. Era il maggio 2005 e l’Assessore Pistelli dichiarava in quest’Aula questo aumento di capitale, ed era l’ennesimo perché erano quattro anni che ogni anno si faceva aumento di capitale.
Queste erano le sue dichiarazioni, Assessore, nell’anno 2005, siamo agli inizi del 2008 e che cosa ci ha comunicato? Che al 31 ottobre 2007, anche se a bilancio non ancora chiuso, le perdite sono ingentissime, sono perdite secche di oltre 2 milioni e mezzo di euro, con un risultato negativo di esercizio complessivo di 5 milioni – mi corregga se sbaglio, perché in quest’Aula non è facile far sì che si possano ascoltare bene le relazioni –, a fronte di quegli impegni, ma soprattutto di quelli che dopo si sono succeduti. Perché non è finito qui, abbiamo fatto un aumento di capitale di 5 milioni di euro, ma quanti milioni di euro hanno dato i marchigiani nel 2006, nel 2007 e per il bilancio 2008?! Le risposte le sapete perché i bilanci li leggiamo un po’ tutti, solo nell’ultimo abbiamo alla chetichella, senza aver chiesto neppure un pre-consuntivo 2007, riconfermato circa 3 milioni di euro; così, come fossero noccioline! Non è stato chiesto nulla, io all’ultima Conferenza dei capigruppo ho chiesto: “Ma ci si vuole dire qualcosa o no!”. Anche il Presidente Brandoni aveva chiesto un passaggio in Commissione almeno per sapere per che cosa abbiamo tirato fuori non i tre milioni di adesso per il 2008, ma andando indietro, i 4 milioni del 2007, i 4 milioni del 2006, i 5 milioni del 2005 in risposta all’interrogazione di cui dicevo prima! Perché l’aumento di capitale è comunque al 53% sottoscritto dal pubblico e a circa il 30% in particolare dalla Regione Marche.
Allora, a che punto siamo? All’apertura di un negozio di ottica sul non avio! Non stiamo scherzando! Io ho qui il Piano industriale Wendler 2007-2011, ma che fine ha fatto Assessore?! Sono 155 pagine, costate anche qualche lira, e adesso mi sta dicendo che il 22 novembre è stato presentato un nuovo business plan! Ma che cosa è il business plan?! Qui c’è un Piano industriale, mentre il business plan è una cartellina dove si dice entrate-uscite, sono più o meno solo delle proiezioni. Di proiezioni ne abbiamo avute tante in questi anni, Assessore, guardi questa: “Nota sui dati economici e finanziari di Aerdorica”, questa non è mia, è ciò era scritto come premessa al Piano industriale. C’era scritto che si sarebbe arrivati nel 2007 a 675.972 passeggeri, nel 2006 a 531.000 e oggi siamo a 526.000. Sono anche tutti da verificare, perché abbiamo letto di 12 rotte con Club Air, tra l’altro prima c’era Sky Wings che non si sa quanto ci è costata! Nessuno ce lo ha ancora detto, adesso richiederemo i bilanci e verificheremo. Comunque, ritornando a Club Air, non aveva detto questa estate che c’erano 12 nuovi voli? I nuovi collegamenti previsti erano Basilea, Roma, Catania, Palermo, Praga, Leopoli, Skopje, Pristina, Parigi, Tirana, Atene, Verona, tutti annunciati, operati qualcuno per poche relazioni, ma la maggior parte non sono assolutamente neppure partiti. Sono attivi solo Parigi due volte la settimana, Leopoli una volta, Tirana 2-3 volte. In compenso è stato aggiunto – Udite! Udite! - Bergamo-Orio al Serio. Questa è la risposta della Regione Marche ad Alitalia che cancella Milano! E’ una cosa scandalosa! E che Alitalia avrebbe cancellato Milano dal prossimo 30 marzo lo sapevamo sin dalla fine dell’anno scorso, e da parte di questa Regione, prima di tutto, non è stato fatto niente. Non doveva di certo farlo la società, perché la società Aerdorica, da noi partecipata, doveva avere sollecitazioni affinché si fosse realizzato con la sua collaborazione un piano alternativo, serio, credibile e importante, o si fosse frenata questa volontà di Alitalia, compagnia ancora oggi di bandiera, compagnia del Governo, del pubblico.
Non è stato fatto niente, è un danno drammatico per l’economia delle Marche, non si è avviata alcuna seria iniziativa per una strada alternativa. Sono stati fatti due collegamenti con Bergamo, ma che soluzione è! Proviamo a parlare con gli industriali, proviamo a parlare con coloro che danno molta importanza a Milano!
Si dovevano riformulare immediatamente i decreti Burlando e Bersani sulla ripartizione del traffico tra Linate e Malpensa perché è da lì che veniva il problema. E non avendolo affrontato è chiaro che oggi siamo in questa situazione.
La responsabilità politica e istituzionale è grande perché è grande il danno al sistema Marche.
Sui collegamenti low cost tutti gli analisti del settore del trasporto aereo evidenziano un crescente sviluppo di tale traffico. Se le compagnie tradizionali crescono del 4% quelle con tariffe più basse crescono del 20%. In Europa esistono ormai due segmenti del traffico aereo: traffico ordinario e traffico low cost.
Ebbene, ad oggi, sull’aeroporto di Falconara opera, oltre a Lufthansa e Alitalia che sono integrati in network generali e globali, un solo vettore low cost, uno su un’unica rotta, Ryanair su Londra. E’ possibile tutto ciò?! Al di là dei periodici annunci infatti non è stato attratto nessun altro vettore.
Si deve, allora, meditare su questo e non sul non avio, sull’ottica o su tutte quelle altre cose che sono palliativi. Si deve guardare ad un nuovo piano industriale se quello firmato Wendler non va più bene e che perciò è già stato superato nei fatti con una delega assegnata ad altri.
Nuovo piano industriale significa nuove rivisitazioni, nuove riflessioni di quello che deve essere un nodo che tutti consideriamo strategico, ma che oggi è solo un buco nero nelle politiche prima di tutto di bilancio e poi industriali di questa Regione Marche. Siamo scandalizzati!
Nel giro di pochissimo tempo, appena i bilanci saranno a disposizione, noi vogliamo trasparenza sui sussidi pubblici, sul nostro apporto finanziario e sulle risultanze economiche delle tante operazioni fatte, anche a livello industriale, e che ad oggi hanno trovato assolute e negative risposte in termini di traffico, di passeggeri, di funzionalità di un aeroporto che è diventato una cosa scandalosa per le Marche, un aeroporto dove tutti reclamano un ruolo e una funzione che oggi ha purtroppo drammaticamente perduto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Non me ne voglia l’Assessore, persona che rispetto e preparatissima anche in questa fase dell’Aerdorica, ma i risultati, purtroppo, nonostante il cambio in corsa dei vertici non sono arrivati.
Mi dispiace, Assessore, che questa mattina si sia presentata con un nuovo piano economico, dove già la parola “nuovo” dà un senso di precarietà e di non efficienza.
Quindi più che parlare di un nuovo piano economico pensavamo che questa mattina venisse con una serie di risultati, con un bilancio di questo importantissimo aeroporto marchigiano che ha una grande mole di persone a livello industriale.
Quando ha citato, Assessore, le rotte di Roma, Parigi, Francoforte io non ho sentito Milano che pure è un collegamento importante per quanto riguarda la nostra regione. Quindi c’è una carenza sotto questo aspetto.
Nella sua relazione si è avuta solo la sensibilità che forse l’aeroporto verrà trasformato in un centro commerciale anziché in un punto di riferimento sia per chi ne usufruisce per motivi di lavoro, che per chi va in vacanza, infatti lei ha parlato di Parigi, Londra, Francoforte - non ha detto Barcellona, ma una volta si andava in vacanza anche in questa città -.
Quello che oggi è preoccupante è che a fronte di un incremento di passeggeri del 3% molto spesso si registra un disagio da parte di chi usufruisce di questi mezzi. A chi si presenta la mattina per prendere un volo per Roma molto spesso capita che gli viene comunicato che è stato annullato. E’ una cosa gravissima, sicuramente la prossima volta andrà a Pescara o a Bologna.
Quindi bisogna cambiare tendenza, so che è difficile, ma sembra che ci troviamo di fronte al pozzo di San Patrizio, come diceva prima il Consigliere Pistarelli, più milioni di euro si danno più se ne macinano. E meraviglia che di fronte a tante perdite non si riesca a trovare una soluzione, nonostante ci siano anche i privati, e questo è preoccupante e deve far riflettere perché i risultati tarderanno a venire.
Ora non voglio fare una provocazione, perché ci vuole coraggio, ma forse sarebbe opportuno chiuderlo se non si è capaci o messi nelle condizioni di fare una risanamento serio.
Sono otto anni che sono in quest’Aula e ho sempre sentito parlare di risanamento e di perdite, ma i rami secchi bisogna tagliarli perché vengono sempre pagati dalla comunità marchigiana. Prima abbiamo parlato di polveri sottili, sarebbe stato meglio distribuire queste risorse ai Comuni, probabilmente stavamo meglio con la salute e avremmo ottenuto qualche risultato.
Sarebbe da prendere in considerazione anche l’idea di chiudere l’aeroporto e trasformarlo in un centro commerciale. E’ una valutazione che può sembrare una provocazione, ma ci siamo stancati ogni volta di versare milioni e milioni di euro per risanare un aeroporto che non è efficiente e non dà servizi.
Mi auguro che per il futuro, Assessore, quando verrà a relazionare ci dirà che finalmente la Regione Marche non dovrà tirare più fuori nemmeno un euro. Se così non sarà dovrete avere il coraggio di dire “chiudiamo questo aeroporto perché non siamo nelle condizioni né di poterlo gestire né di poterlo più finanziare”. Questo perché tutti questi soldi che vengono dati all’Aerdorica poi gravano sulle tasse che i cittadini marchigiani, purtroppo – lo abbiamo visto nell’ultimo bilancio – devono pagare in parte anche per l’Aerdorica.
Quindi occorre una riflessione seria, è il momento dei risultati, bisogna essere più determinati nel dire se questo aeroporto ha ancora un ruolo strategico per le Marche.
Personalmente l’ultima volta sono andato a prendere un volo a Pescara, mi vergogno quasi a dirlo, ma questo aeroporto dà più garanzie ed efficienza di quello anconetano. Un’altra volta sono andato anche a Bologna perché ha più linee e più servizi.
Noi marchigiani, che siamo orgogliosi del nostro aeroporto, vogliamo che sia efficiente, che dia servizi, ma soprattutto che chiuda alla pari, non deve guadagnare, sarebbe assurdo, però se perde dovrebbe limitare possibilmente i danni.
Questo è un impegno che mi auguro l’Assessore assuma, anche senza polemiche, perché parlare dell’Aerdorica è facile per tutti, è come sparare sulla Croce Rossa.
Quindi evitiamo di fare polemiche sterili, però la prossima volta, Assessore, non venga con una relazioncina, anche se seria e documentata e per la quale ci avrà messo tutto il suo impegno, ma che se la rilegge anche lei dirà “mamma mia, che cosa sta succedendo!”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Svolgerò brevi considerazioni perché la relazione dell’Assessore Pistelli merita una riflessione. Infatti credo il Consiglio regionale quando dislocherà le risorse pubbliche su tutte le società partecipate, compresa l’Aerdorica, dovrà fare una riflessione complessiva.
Ci sono stati una serie di piani industriali – oggi parliamo di uno nuovo - che avrebbero dovuto tendere a cercare di azzerare il deficit pregresso sul quale la Regione Marche, che è socia di maggioranza della parte pubblica della società, si era impegnata nel corso degli esercizi, in primo luogo nell’ultimo bilancio di previsione regionale con oltre 2 milioni di euro.
Dunque lo sforzo che il pubblico compie, lo abbiamo sentito anche quest’oggi, nonostante l’impegno apprezzabile di migliorare la logistica a terra, rimane quello di recuperare il decifit pregresso. Ma per questo c’è un rischio, che l’aeroporto diventi quasi una sorta di centro commerciale che cerca di frenare il calo dei voli e dei passeggeri.
In questo c’è una responsabilità complessiva della società e soprattutto della dirigenza che era stata delegata dalla stessa Regione Marche. Perché in questa giusta ottica di risparmio la visione non è stata virtuosa in quanto non ha riorganizzato per rilanciare, molto spesso è stata inadeguata e ha lasciato lo stato delle cose come era prima, anzi, lo ha peggiorato.
Oggi vorrei svolgere brevissime considerazioni a nome del gruppo dei Comunisti Italiani da un altro punto di vista, cioè oltre che dall’ottica dell’esigenza dello sviluppo anche da quella dei lavoratori, perché l’inadeguatezza della dirigenza ha scaricato le inadempienze su di essi. Addirittura con una comunicazione anche estranea alle scelte del Consiglio e della Giunta regionale era stata prospettata una compagnia aerea autonoma.
Questa inadeguatezza, inoltre, è stata dannosa nel contesto della concorrenza selvaggia che si è realizzata anch’essa sulla testa dei lavoratori e sulla diminuzione della qualità del servizio reso ai passeggeri.
Noi abbiamo apprezzato la svolta fatta per la dirigenza, facendo una scelta di direzione interna, quella del dott. Conti, che certamente è molto più capace di tutti gli altri, una scelta che poteva e doveva essere fatta prima.
Questa opzione l’avevamo proposta, anche se inascoltati, in tempi non sospetti, però purtroppo nella politica e nelle istituzioni se non si hanno i numeri la ragione conta poco.
Comunque oggi è in atto una deregolamentazione più selvaggia, che non riguarda il punto della direzione dell’Aerdorica in quanto tale, ma ha aspetti più generali perché si torna alla precarietà.
Chiediamo all’Assessore anche di verificare le ultime scelte che lei stessa ha elencato. Perché è vero che sono stati internalizzati i lavoratori dell’ex cooperativa, dei servizi a terra, dei bagagli e del trasporto delle merci, ma questa internalizzazione non è stata un fatto positivo, ancorché anomalo, nello scenario della gestione più complessiva.
Noi siamo per il pubblico e al tempo stesso per la garanzia dei lavoratori, perché i medesimi, che prima avevano un contratto adeguato o mediamente adeguato, oggi vengono assunti in proprio con una perdita di oltre 2 euro l’ora, più di 16 euro al giorno, ed è una cosa che non va bene.
Su questo ci interessa conoscere le prospettive, cioè significa che occorre, dopo la procedura di gara – apro e chiudo una parentesi, non c’è il Presidente Spacca, ma lo dico all’Assessore Pistelli e all’Assessore Petrini – una vigilanza rispetto alle questioni della trasparenza.
Qualche settimana fa il Ministero dell’istruzione – così oggi si chiama -, attraverso l’ufficio scolastico regionale, ha fatto un appalto con base gara di 10 milioni di euro (20 miliardi di lire) per la pulizia delle scuole delle Marche, dove c’è stato un ribasso di quasi il 30%, la gara è stata aggiudicata con poco più – si fa per dire - di 7 milioni, e questo ribasso d’asta si andrà a ripercuotere sui soci lavoratori che molto spesso sono ricattati.
Per questo occorre compiere una serie di controlli rispetto ai contratti, rispetto alla qualità e rispetto a tutto il resto.
Credo che nel mentre la Regione Marche dovrà discutere di nuove disposizioni di legge generali, ad esempio quelle sugli organi di gestione, dovrà compiere una seria riflessione sull’Aerdorica, sull’Asur, sugli ambiti del sociale, su tutta l’organizzazione che riguarda il servizio reso alla cittadinanza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Sono rimasto colpito dalla sua relazione, Assessore. Non è la prima volta che parliamo di questo problema e non è la prima volta che lei viene in questa Aula, ma penso che nel suo ufficio funzionino bene le macchine fotocopiatrici! Perché i discorsi che fa si ripetono con un ciclo e una cadenza annuale ogni qualvolta viene affrontata, o per un’urgenza oppure per rispondere ad una interrogazione, la questione Aerdorica. Le risposte sono sempre le stesse, se lei prende i resoconti di quest’Aula le sue parole si ripetono con una cadenza periodica.
Una cadenza periodica che si ritrova anche nei conti dell’Aerdorica perché nulla cambia se non nel fattore tempo. Nulla cambia perché i debiti sono sempre lì, aumentano nella loro consistenza. La credibilità di Aerdorica è pari a zero e non solo nel nostro territorio, ma in giro per l’Europa, perché ormai tutti conoscono chi è Aerdorica delle Marche. E’ una delle società più inaffidabili nelle partenze per l’Europa e devo dire che in alcuni passaggi si è caratterizzata anche per una inaffidabilità finanziaria, perché conosciamo bene le dinamiche che hanno caratterizzato qualche giornata su alcune piste a Falconara e in giro per l’Italia.
Da un certo punto di vista, Assessore, l’ammiro perché riesce a leggere quelle pagine con una delicatezza e con una tranquillità ammirevole! Lei è una donna di coraggio perché anche se non è stata eletta dai cittadini riesce ad occupare quella poltrona portando questi risultati periodicamente a quest’Assemblea con una leggerezza ed una tranquillità veramente invidiabili. Complimenti!
Lei sa che sono una persona schietta e soprattutto non sono coinvolto in quel magma che ammorba questa Regione, pertanto parlo in maniera libera. La mia persona non è spesso a Palazzo Raffaello a parlare con gli Assessori o il Direttore generale, quindi è libera perché non chiede favori, è libera di poter rappresentare al meglio le posizioni.
Aerdorica è divenuta il simbolo della commistione fra pubblico e privato che regge il Presidente Spacca in questa Regione ed è il simbolo del fallimento della sua politica.
Lei oggi ha addirittura avuto il coraggio di dire che rispetto all’anno scorso sono aumentati i transiti del 2,6%, però ha omesso di dire che i transiti sono aumentati perché lo scorso anno erano stati particolarmente bassi a causa del fenomeno della nebbia, quindi è un fenomeno naturale che quest’anno si siano rialzati.
Senza addentrarmi nelle vicende di carattere tecnico, io non so come questa Giunta continui ancora a sostenere questa società, non so come gli altri azionisti pubblici riescano a mantenere questa partecipazione, mi riferisco essenzialmente alla Camera di commercio, perché va da sé che il Comune di Falconara ne uscirà gioco forza, e il Comune di Ancona, la Provincia di Ancona e le altre fanno parte in scala minore di quel castello di potere che sta alla base del mantenimento della vostra maggioranza regionale.
Se andate a scorrere la lista degli imprenditori che sostengono insieme a voi questa società, vedrete che è lì che si è sviluppata e si è radunata la forza che sostiene Spacca, da lì parte questo rapporto, un rapporto perverso che controlla il centro-sinistra e che con alcune mani tenta di controllare anche il centro-destra. Questa è la verità che bisogna saper rappresentare qui dentro. Queste sono le Marche!
Piano piano, però, questo muro che sembrava impenetrabile si sta sgretolando sotto il peso dei risultati che non siete capaci di portare. Allora vedremo che alcuni imprenditori saranno costretti ad indietreggiare, ma ancor di più i marchigiani apriranno gli occhi rispetto a questo sistema di potere, a queste pagliacciate di molti imprenditori che con una mano prendono e con l’altra danno.
Vorrei vedere il saldo e, Assessore Marcolini, io sto ancora aspettando quella risposta ad una famosa interrogazione sui finanziamenti, che partono da Via Gentile da Fabriano e da altre parti – penso al Map –, e che arrivano a circa 70 chilometri verso l’interno. Ancora attendo quella risposta, ma io ho l’impressione che qui da una parte si prende e dall’altra si dà. So di che cosa parlo e conosco anche i rischi a cui mi sottopongo dicendo tali cose in quest’Aula, ma siccome sono un uomo libero lo faccio nell’assoluta libertà in quanto “io, io, io”, lo voglio rimarcare tre volte, non ho nessun interesse da difendere.
Allora, insieme ai colleghi, metterò ancora più vigore per denunciare questa vicenda, per potarla all’attenzione della pubblica opinione regionale, ma anche in quella nazionale.
Quando è finita la guerra in Kosovo, Assessore? Da quanto abbiamo finito di vendere il cherosene alle forze alleate? Sette-otto anni fa, non ricordo bene, c’era ancora Micucci. Cioè quella vendita che consentiva ai bilanci di mascherare le perdite invece delle attività correnti, e appena è finita è emersa la mala gestione dell’aeroporto. Da quella volta nulla, solo fiumi di parole, ma soprattutto un mare di denaro dei marchigiani che è andato verso questa infrastruttura.
Abbiamo visto passare Wendler che ci ha portato quel piano che aveva presentato a Reggio Calabria e che ci è stato rivenduto nelle Marche a 150 mila euro, ma che è rimasta lettera morta. Adesso è arrivato questo tal Moriale che annuncia voli che non decollano mai, ma le perdite rimangono sempre. Poi lei, Assessore, viene qui in quest’Aula a dire che apriamo un negozio di ottica! Ma si deve vergognare! Prende 10 mila euro al mese e non è capace nemmeno di leggere la parola “outsourcing”! Assessore, le voglio umanamente bene, ma politicamente devo stigmatizzare questo suo comportamento. Me lo consenta.
Dovete fare piazza pulita e avere il coraggio di fare le cose serie, perché su questa vicenda vi state giocando la faccia e ve la giocherete, perché è una vicenda che non può passare sottotono così. Vi abbiamo concesso anche troppo tempo, Assessore, e mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta regionale – sarà in uno di quei suoi viaggi –, perché lei ha sì una responsabilità, ma che se vogliamo è anche parziale. Il Presidente, invece, è il garante di questa vicenda quindi dovrebbe prendersi lui tale responsabilità.
Perché, vede, se un anno c’è un buco di bilancio e l’anno dopo si rimedia, va bene, può capitare, ci possono essere fenomeni esterni nella gestione di un’azienda, ma non che sono dieci anni che ogni anno si rimettono 5-6 miliardi delle vecchie lire. Se poi parlate dei costi della politica e la gente si indigna, qui altro che i costi di un’Assemblea o di una Giunta! Ma vi rendete conto che numeri sono?!
Inoltre c’è anche lo sputtanamento – scusatemi il termine - che abbiamo in giro per l’Europa, perché dalle Marche dovrebbero partire aerei, ma che poi non si levano mai in volo!
Concludo, Presidente, perché ormai ripeto concetti che quest’Aula penso li abbia imparati a memoria. Tra l’altro mi dispiace che i ragazzi delle scuole sono andati via perché devono vedere quello che succede; anche la stampa dovrebbe dare più risalto a queste vicende - capisco che poi la Giunta regionale compra gli spazi pubblicitari quindi – sapete! - una botta al cerchio e una alla botte, ma questa Regione funziona così! -.
Siamo su un binario cieco e se non ci sarà una inversione di tendenza voglio vedere come riusciremo nel prossimo futuro ad affrontare la situazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni per l’ultimo intervento prima del Vice Presidente Agostini.
Giuliano BRANDONI. Devo dire che non ho ascoltato l’ultimo intervento perché, diciamo, ero un po’ distratto. Le mie riflessioni riguardano non tanto il dibattito attuale, ma il percorso. Tra l’altro molte delle considerazioni di merito fatte dal Consigliere Procaccini mi trovano d’accordo, quindi glisso su queste.
Il Consigliere Pistarelli diceva, quasi polemizzando, che la mia richiesta e quella del Presidente Rocchi di un confronto in Commissione rappresentava quasi un pannicello caldo per non discutere in Aula di questo problema. In realtà era esattamente il contrario.
Credo che le questioni che riguardano l’Aerdorica, il ruolo strategico che abbiamo dato all’aeroporto Raffaello Sanzio e la funzione con cui pensiamo questa società, meritavano – perché lo hanno meritato anche in altri momenti – un percorso di riflessione, di costruzione di informazioni e di proposte e anche l’opportunità di dare al Consiglio nella sua interezza la possibilità di costruire fatti.
Come costruire i fatti? Certo, un percorso che va in Commissione è un percorso dove ci si confronta, che misura in maniera più minuta le problematiche - che l’Assessore ci ha ricordato -, gli interventi di natura finanziaria che sono stati fatti, i provvedimenti che riguardano la riduzione del deficit, l’impegno che in tanti aspetti anche piccoli si è dato per rilanciare l’aeroporto, le sue funzioni e il suo ruolo strategico. Ma c’è di più, perché è stato anche rilevato che c’è la necessità di ridare all’aeroporto la sua funzione primaria, cioè quella che porta viaggiatori e ne fa partire altrettanti e che sta dentro un sistema più articolato a livello nazionale e internazionale, quindi che venga rilanciato. Cioè da una parte l’accuratezza della gestione e dall’altra, ovviamente, l’idea dello sviluppo e del rilancio dell’infrastruttura.
In questo contesto il ruolo delle Commissioni poteva essere importante - non azzardo a dire decisivo - e in quei luoghi era possibile, ed io credo che sarà possibile, costruire passaggi di indirizzo che ridiano al Consiglio un ruolo, una funzione, un contributo e la possibilità di una partecipazione in una vicenda, come quella dell’aeroporto Raffaello Sanzio, che tutti noi abbiamo giudicato, nei dibattiti e anche grazie alle riflessioni e alle sollecitazioni che più volte ci sono state in Consiglio, un punto importante dell’azione legislativa e amministrativa della Regione.
Quindi credo che passaggi come questi siano utili, ma sono utili a chiarire i primi punti di vista, invece la costruzione di un progetto e di un indirizzo del Consiglio passa attraverso percorsi e passaggi più articolati e meditati. Questi passaggi più articolati e meditati avranno, mi auguro, nella riunione delle Commissioni congiunte, terza e seconda, insieme all’amministratore delegato e al presidente della società, l’opportunità di avere misure più precise, riflessioni più attente, e poter dare un percorso di indirizzo, che credo l’Assessore riterrà un contributo utilissimo all’obiettivo che tutti insieme ci siamo dati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini per la replica.
Luciano AGOSTINI. Innanzitutto ringrazio l’Assessore Pistelli per la preziosa, puntuale e competente esposizione che ha fatto in quest’Aula, lo ha fatto ricostruendo la situazione dell’Aerdorica. Forse per quel che riguarda il passato anche con un piglio fin troppo istituzionale, in quanto avrebbe potuto affondare di più nelle ragioni che hanno portato ad una situazione di crisi su cui questo Governo regionale ha inteso assumere il toro per le corna e cercare di modificare una situazione che qualche anno fa veniva data per disperata.
Io non ho, invece, lo stesso timore istituzionale nel ricordare quando alcuni anni fa a fronte di un piano industriale, che prevedeva addirittura l’ingresso di grandi compagnie internazionali, l’allora Presidente della società – si vadano a riprendere gli atti delle audizioni in IV Commissione, sbaglio, Consigliere Procaccini?! - chiese, a noi pubblico e in particolare alla Regione, la disponibilità a fare un passo indietro perché alcune grandi compagnie internazionali avrebbero avuto l’interesse a costruire un rapporto con la società Aerdorica e ad entrare nella stessa, fino al punto che il pubblico avrebbe dovuto fare un passo indietro e diventare minoranza.
Questa disponibilità fu data in modo totale, tant’è che fu fatto un patto di sindacato tra privati e alcune istituzioni, che sono sempre borderline tra il pubblico e il privato, che contribuì a rafforzare il privato che diventò maggioranza.
Non ci furono le compagnie internazionali, ci furono importanti privati locali e non, ed è da lì che ci fu l’inizio di un percorso che portò alla costituzione di un’altra società di gestione, ecc., ecc., fino al punto che il pubblico, in questo caso la Regione, dovette assumere qualche anno fa la responsabilità di riprendere in mano la situazione.
Lo abbiamo fatto con uno sforzo collegiale come Governo regionale e lo abbiamo fatto con l’impegno paziente dell’Assessore all’Aerdorica delegato.
Da questo punto di vista voglio solo affermare un punto, nonostante ci sia una situazione di congiuntura sfavorevole, quale quella nella quale stiamo, per le note vicende di carattere generale e nazionale che vedono la nostra compagnia di bandiera attraversare un momento certamente non felice, lo sforzo che stiamo producendo è proprio quello di dire che vogliamo mantenere quell’aeroporto. Lo abbiamo fatto attraverso investimenti importanti di ricapitalizzazione della società ridando al pubblico, e in particolare alla Regione, il ruolo guida. Tra l’altro impegnando anche nel Consiglio di amministrazione della società le migliori energie dal punto di vista tecnico della Regione Marche. Lo abbiamo fatto, ripeto, con la ricapitalizzazione, lo abbiamo fatto con un programma di investimenti che nei prossimi anni porterà la Regione Marche a investire circa 11 milioni di euro in questa importante infrastruttura. Perché riteniamo, tra l’altro, che il nodo intermodale, che centra la propria sostanziale azione tra il porto, l’aeroporto, l’interporto e una nuova infrastrutturazione dal punto di vista stradale e ferroviario della nostra regione, debba avere in queste strutture punti determinanti della propria strategia.
Per cui non c’è stato un disimpegno, abbiamo investito a testa bassa, con grande impegno, con grande capacità dal punto di vista politico e di governo, abbiamo messo a disposizione le migliori energie e una quantità di risorse perfino spropositata alle nostre possibilità. Dunque grande è l’impegno per mantenere questa importante infrastruttura. Abbiamo dovuto anche recuperare un terreno che sul piano della disponibilità, forse allora fin troppo ingenua, ma che avevamo dato a un sistema che poi non è stato in grado di determinare un’azione imprenditoriale vera e propria della società che gestisce il nostro aeroporto.
Infine voglio dire che finalmente, proprio per la delega che seguo, che si sta riuscendo a costruire dei piani insieme. Il piano promozionale turistico della Regione Marche di quest’anno, che vedrà la discussione in Consiglio tra qualche settimana - anzi, Presidente della terza Commissione, le chiedo che venga approvato il prima possibile - per la prima volta è allineato, concordato e concertato con le azioni che la stessa società Aerdorica sta mettendo in campo in questi mesi e per il prossimo futuro.
Che dire anche del recuperato rapporto con i lavoratori, con gli operatori, con le organizzazioni sindacali che qualche tempo fa erano sul piano della eccessiva drammatizzazione che certamente bene non faceva nemmeno all’immagine del nostro aeroporto.
Quindi credo che con gli sforzi fatti abbiamo imboccato la strada giusta e per questo mi sento di condividere in pieno la relazione della collega Pistelli.
PRESIDENTE. Grazie Assessore.
Fabio PISTARELLI. Ho una proposta di risoluzione da presentare.
PRESIDENTE. Però c’è un problema procedurale perché nel dare la parola al Vicepresidente per la replica avevo chiuso la discussione. Se lei ora ha una risoluzione la invito a presentarla, sarà iscritta alla prossima seduta del Consiglio regionale.
Fabio PISTARELLI. Presidente, mi dà la parola?
PRESIDENTE. Su cosa, Consigliere? Questo è un punto chiuso.
Fabio PISTARELLI. Vorrei parlare sulla proposta di risoluzione che voglio presentare, come dice il Regolamento, in chiusura di discussione.
PRESIDENTE. Il Regolamento prevede che c’è una discussione e una replica ed io ho informato il Consiglio che la discussione era chiusa; ai sensi del Regolamento, invece, lei avrebbe già dovuto presentare la risoluzione.
Fabio PISTARELLI. Vorrei dire che la mia richiesta è assolutamente regolamentare, come abbiamo fatto ogni volta; basta leggere la norma che dice che a chiusura della discussione si può proporre, se si vuole, un documento, altrimenti di che cosa abbiamo discusso?!
Comunque, visto che anche dai banchi della maggioranza è stata sollevata questa questione e ritenendo che la proposta di risoluzione ha la necessità di una riflessione, penso sia assolutamente possibile rinviare al prossimo Consiglio la discussione e votazione di tale risoluzione come, appunto, il Presidente ha proposto.
Questa mi pare una conclusione seria di questo dibattito, se lo stesso è ritenuto serio da parte di tutti, perché se non è ritenuto serio ci siamo detti quattro frescacce, chiudiamo qui e punto a capo! Però l’atteggiamento non mi sembra sia così.
Anche il Vicepresidente Agostini ha detto che c’è una grande attenzione sulla questione Aerdorica, quindi, se vogliamo fare il nostro dovere, dobbiamo chiudere con una deliberazione.
Ritengo, pertanto, che si possa accogliere tranquillamente la proposta di metterla al primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio.
PRESIDENTE. Onde evitare interpretazioni, le leggo ciò che dice il Regolamento all’art. 119, nono comma: “In occasione di dibattiti in assemblea su comunicazioni della Giunta o su mozioni, ciascun Consigliere può presentare una proposta di risoluzione che è votata al termine della discussione”. Quindi questa discussione avevo detto che era chiusa mentre invitavo il Vicepresidente a fare la replica. Quindi, ripeto, è chiusa.
Detto questo, se lei presenterà una risoluzione verrà iscritta alla prossima seduta del Consiglio regionale.
Proposta di legge regionale n. 139
della Giunta regionale
“Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza (Ipab) e disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 139 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. Chiedo il rinvio della discussione di questa proposta di legge al prossimo Consiglio, in quanto la Commissione deve ancora operare alcune modifiche.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio della proposta di legge regionale n. 139.
(Il Consiglio approva)
Proposta di legge regionale n. 197
dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Benatti, Ortenzi, Mammoli, Mollaroli
“Modifiche alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 22 “Diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino spedalizzato”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 197 ad iniziativa dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Benatti, Ortenzi, Mammoli, Mollaroli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Il testo è abbastanza semplice, c’è soltanto una modifica all’articolo 4 della l.r. n. 22/1998 che prevede la possibilità di partorire a domicilio e nel caso in cui i servizi sanitari non attivino i servizi necessari c’è la possibilità di fornire un rimborso alle donne che comunque vogliono utilizzare questa possibilità.
La proposta di legge prevede la trasformazione della quota, che era in lire, in euro, con un adeguamento secondo i dati Istat.
Come dicevo, il testo è molto semplice, mentre estremamente importante restano i contenuti di questa legge. E’ una legge importante, che la nostra Regione si è data da diversi anni, che tutela il parto in particolare con l’obiettivo di ridargli la sua naturalità e non considerarlo, come spesso accade, un momento più sanitario che naturale.
Ovviamente oggi non vogliamo riaprire una discussione su queste finalità, però mi auguro che la trasformazione di questo articolo possa riaprire una possibilità per le donne marchigiane che vogliono ricorrere al parto a domicilio.
Mi permetto soltanto di ricordare che questa legge non è stata rifinanziata nel corso degli anni, ma che nel nuovo Piano sanitario, che abbiamo approvato a luglio, permane un obiettivo molto significativo per la nostra sanità, cioè quello di ridurre i parti cesarei nella nostra regione perché abbiamo una delle percentuali più alte d’Italia. In questo Piano abbiamo riconfermato anche un altro obiettivo, che la legge prevede, quello di dare molta importanza a questo momento che è straordinariamente significativo nella vita delle donne e che, appunto, si torni a riconsiderare il parto come un momento fisiologico e naturale seppure fatto nella sicurezza dovuta.
Mi auguro che l’Aula approvi questa semplice modifica e che presto la Regione possa dare attuazione a quelle parti del Piano che prevedono per la nostra regione, appunto, di ritornare ad una funzione naturale del parto e di ridurre assolutamente la medicalizzazione dello stesso, come significano i dati sul parto cesareo così alti nella nostra regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Tiberi.
Oriano TIBERI. Intervengo soltanto per confermare quello che ha detto la relatrice di maggioranza in quanto è veramente un articolo semplice. L’unica obiezione che abbiamo fatto in Commissione è stata quella che i 1.200 euro sono pochi, quindi chiedevamo se era possibile aumentare la quota.
Comunque, a nome e per conto del Capogruppo Capponi, dichiaro che voteremo a favore di questo atto.
Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.
Guido CASTELLI. Per dichiarare a nome e per conto del gruppo di Alleanza Nazionale il nostro parere favorevole rispetto ad una modifica che tecnicamente è costituita da un mero aggiornamento finanziario, però che è di una norma concepita all’interno di un testo che rimanda ad un argomento sul quale davvero auspichiamo che questo Consiglio torni presto, anche sottoponendo al vaglio di quest’Aula diverse proposte di legge che ineriscono ai diritti della partoriente, del nuovo nato e mi permetto di aggiungere anche del concepito.
Non sembri fuori luogo ricordare come giacciano nei cassetti di questo Consiglio alcune iniziative che potrebbero essere estremamente qualificanti per la Regione Marche e che vanno direttamente ad inerire alla grande questione dell’attuazione della legge n. 194.
E’ venuto il momento che anche il Consiglio regionale delle Marche, sulla scorta di quanto già alcune Regione stanno facendo, verifichi se nel nostro territorio regionale la legge n. 194 è stata completamente attuata o se richieda delle definizioni ulteriori di carattere amministrativo e tecnico per quanto riguarda, ad esempio, alcune nuove frontiere scientifiche che non possono non essere considerate, come ad esempio ha fatto la Regione Lombardia, in materia di termini e di settimane entro le quali è possibile parlare di aborto e di interruzione volontaria di gravidanza. Mi riferisco alla grande questione della ventiduesima settimana, che non deve considerarsi una provocazione, nei termini in cui la impostata il Consiglio regionale della Lombardia, se si considera che dietro questa fredda e apparentemente astratta indicazione numerica di settimana si cela la vita.
Allora, facciamo bene a dare una mano alle partorienti che desiderano – come nel caso di mia madre – dare alla luce il proprio figlio a casa, ma non possiamo limitarci a questo, perché è necessario che anche una maggioranza laica e sedicente progressista, come quella che governa la Regione Marche, si misuri anche con questa grande evidenza. Un’evidenza che non è solo nazionale ma anche internazionale, che è cioè la questione dell’interruzione volontaria di gravidanza e dell’aborto.
Da parte mia, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, ad esempio ho promosso un’iniziativa che mira ad incentivare la presenza dei volontari per la vita all’interno dei consultori. Si tratta di verificare se i consultori funzionano, si tratta di stabilire se l’azione persuasiva e formativa dal punto di vista culturale degli operatori dei consultori va sempre e comunque nel senso indicato dalla legge 194, che è quella di tutelare il diritto alla vita-, si tratta di valutare – cito le parole del garante per l’infanzia – se tutto il sistema che abbiamo implementato per garantire l’interruzione volontaria di gravidanza intercetta questo principio, cioè che l’aborto è un disvalore da evitare e non è un diritto da garantire ovunque e comunque.
Risiedo in una città che purtroppo conta il record di aborti in tutte le Marche, insieme a San Severino e ad Ascoli Piceno, è il luogo dove questa pratica di soppressione legalizzata della vita umana viene esperita in misura quantitativamente più incisiva.
Questo problema ha una diretta attinenza con il fatto che ad Ascoli vanno ad abortire extracomunitarie, generalmente prostitute, che trovano un sicuro rifugio rispetto alla loro problematica. Una problematiche che, secondo me, deve essere gestita e trattata anche ricorrendo all’ausilio delle politiche dirette all’immigrazione, perché è un problema connesso anche a questo.
Dobbiamo giustamente perseguire le nostre politiche di accoglienza rispetto a coloro che vengono da altre nazioni a cercare lavoro e che sono spesso disperati, ma abbiamo anche il dovere giuridico, prima ancora che morale – quindi parlo da laico e non da credente, anche se lo sono –, di fare in modo che sia davvero ampia e complessiva la valutazione culturale del problema dell’immigrazione L’Immigrazione è anche il problema di una sequela interminabile di aborti, quindi di soppressione di vite di innocenti, praticati da soggetti che in maniera più o meno casuale arrivano nei nostri ospedali.
Quindi, Consigliera Mollaroli, credo che sia bene rimettere mano e valutare questa legge che oggi correggiamo solo in maniera finanziaria relativamente alle indennità per il parto a casa, ma rilancio, e credo sia assolutamente doveroso, riconsiderare l’interazione che abbiamo definito fra servizio sanitario marchigiano e interruzione volontaria della gravidanza. Facendo di tutto e di più affinché nelle Marche – ciascuno risponde pro-quota dei propri doveri consiliari e politici – si possa arginare questa tragedia moderna, questo genocidio legalizzato che si chiama aborto. Ci sono un miliardo di vite soppresse sono, ahimè-, numericamente parlando, decine e decine di volte superiori a tutti i genocidi che l’uomo ha praticato sulla faccia della terra. Non voglio fare paragoni che risulterebbero scabrosi e irriferibili, dico soltanto che di fronte ad un miliardo di vite soppresse la nostra coscienza di laici deve necessariamente far sentire forte e pronta la sua voce.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Molto rapidamente perché questa è una proposta di legge saggia e misurata e vorrei ricordare che è anche frutto dell’interlocuzione che avviene tra le esperienze amministrative e legislative, come la nostra, e il mondo reale. La chiamerei la legge Favilla Nicosanti perché è la copia che ci ha segnalato esattamente le problematiche inerenti a questa difficoltà di finanziamento rispetto ad una modalità di parto che rappresenta un diritto e una valorizzazione di quel mistero che è la maternità.
Sono rimasto particolarmente stupito dall’intervento del Consigliere Castelli, che non so se per riflessi pavloviani o per atteggiamenti che assomigliano a quel personaggio di una trasmissione molto divertente che si chiamava “Avanzi”, un personaggio che essendo stato in coma per tanto tempo a ogni parola reagiva con discorsi che precipitavano altrove, o – così lo faccio più contento – che assomigliano a Catone il Censore che in qualsiasi intervento faceva al Senato di Roma parlava sempre della distruzione di Cartagine, qualunque sia stato l’argomento.
Penso che questi atteggiamenti siano del tutto strumentali, tanto più che esiste depositala – e spero che ne discuteremo al più presto – una mozione presentata da diverse Consigliere, che ci consentirà di discutere della legge n. 194 in maniera seria ed appropriata e non nelle forme strumentali con cui ho ascoltato poc’anzi l’intervento.
PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Trattandosi di proposta di legge composta di un solo articolo procediamo alla votazione finale.
Proposta di legge n. 197. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 70
della Giunta regionale
“Approvazione variante al Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino interregionale dei fiumi Marecchia e Conca (Pai) – Integrazione aree in dissesto a rischio elevato e molto elevato: località Mercato in comune di Casteldelci (Pu), località Ugrigno in comune di Sant’Agata Feltria (Pu), località Boscara in comune di Maiolo (Pu)”
(Discussione congiunta con paa n. 71 e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa proposta di atto amministrativo trova il parere favorevole anche dei Sindaci dei Comuni, che fra l’altro anche loro hanno segnalato, all’interno dell’Autorità di bacino della Val Marecchia, la necessità di integrare il Piano dell’assetto idrogeologico con alcune aree molto particolari, che sono le aree di dissesto. Queste aree sono in località: Mercato in Comune di Casteldelci, Ugrigno in Comune di Sant’Agata Feltria, Boscara in Comune di Maiolo.
Si tratta prevalentemente di fenomeni di carattere franoso, si potrebbero verificare anche uno per uno, per esempio nel Comune di Casteldelci il fenomeno è un dissesto da scivolamento, altri invece sono di forma gravitativa.
In pratica si è voluto fare un ulteriore monitoraggio sul territorio, realizzato in una fase successiva all’elaborazione del Piano di bacino della Val Marecchia, per verificare la presenza - fra l’altro ci sono in gran parte della regione e non solo nella provincia di Pesaro Urbino - di tre siti particolari che sono a rischio di grave dissesto da movimento franoso.
E’ evidente che in questi siti si prevedono interventi tali da poter fare una lettura di quella situazione, appunto, anche in termini di possibili e probabili interventi.
Le opere che sono previste in questi tre siti sono da realizzare e finanziare, sono opere di drenaggio delle acque sotterranee e superficiali, monitoraggio dell’inclinamento dei versanti, interventi di consolidamento, ecc.. Sono quindi interventi tecnici tendenti, come è ovvio, a rendere compatibile la presenza delle aree urbanizzate e delle reti infrastrutturali di quei territori.
La composizione di questo atto è prevalentemente tecnica, in quanto è un atto che studia e verifica il territorio. Uno dei problemi di fondo che ci sono in questi casi, ma che lo troviamo più che altro nell’atto successivo - visto che qui ci sono tre interventi mirati puntiformi - è il rischio che si possa cadere qualche volta nella sovrapposizione di vincoli. Ma in questo caso non è così perché una volta previsti interventi di sistemazione dei movimenti franosi, anche opere verificate con puntualità rispetto a quella dinamica, possono essere realizzate. Non c’è quindi una pressione eccessiva rispetto a questo tipo di individuazioni e rispetto anche ai piani regolatori e di sviluppo urbanistico e industriale.
E’ evidente che in zone a grave rischio di dissesto idrogeologico è bene intervenire con misure di prevenzione, che sono opere individuate, ed è bene che ci sia un’attenzione particolare quando vengono previsti interventi di carattere infrastrutturale o abitativo urbanistico.
Per cui c’è un parere favorevole che anche la Commissione ha espresso all’unanimità. Quindi credo si possa, dal mio punto di vista, della Commissione e del mio gruppo, procedere alla votazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Abbiamo svolto in Commissione un’attenta valutazione di questi Piani e sono state fatte anche delle audizioni. Riteniamo che un po’ su tutti e tre gli strumenti debbano essere adottate attenzioni particolari soprattutto per una manutenzione dello strumento che oggi arriva per la prima volta in Consiglio regionale dopo tantissimo tempo.
Ricordo che su alcuni di questi atti, per esempio su quello del Tronto, se lo strumento ci fosse stato molto tempo prima probabilmente saremmo riusciti ad attivare risorse e finanziare in anticipo o comunque a prevedere alcuni dei grandi disastri che sono avvenuti.
Noi non riteniamo questi strumenti perfetti, sono perfettibili, in ogni caso c’è una valutazione positiva di tutta la Commissione, è un segno importante di avvio dopo gli enormi ritardi accumulati in questi anni; noi abbiamo approvato il primo strumento nel 2004, dovevano andare sistematicamente uno ad uno all’approvazione, ma così non è stato.
L’espressione generale sui tre atti – su uno sono anche relatore – è quella di un’approvazione condizionata ad una verifica e alla possibilità di una modificazione motivata dall’applicazione pratica di questi strumenti.
Non dimentichiamo che l’avere a disposizione questi Piani ci consente di attivare le risorse nazionali e se eventualmente ne abbiamo – ma non mi sembra che fino ad ora ci sia stata questa possibilità – anche le risorse regionali, per poter prevenire i grandi disastri e disagi che avvengono sia per le recenti variazioni climatiche, ma soprattutto per la carenza di manutenzione che queste aste fluviali e queste aree di bacino hanno strutturalmente dimostrato in questi ultimi anni.
Pertanto, sostanzialmente, esprimiamo una valutazione positiva condizionata.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo importanti queste varianti al piano stralcio di bacino e studi sull’assetto idrogeologico del nostro territorio, soprattutto perché approfondiscono la morfologia dei territori e delineano delle linee di intervento su dove andare ad operare.
C’è un’azione molto forte dei Comuni per diminuire e limitare il livello del rischio idrogeologico, volta ad aumentare l’edificazione sul proprio territorio. Quindi i Comuni tendono per la maggior parte a voler diminuire il quoziente di rischio, per esempio cercano di ridurre le aree R4 per portarle a R3, in modo da poter utilizzare da un punto di vista urbanistico le aree a rischio idrogeologico o anche attorno ai fiumi ed affluenti.
E’ importante che gli uffici svolgano un ruolo di programmazione terzo e anche un ruolo di tutela rispetto ai rischi futuri che possono subire sia i cittadini che gli eventuali impianti industriali.
Pertanto deve essere mantenuto il massimo di tutela e gli interventi devono essere fatti cercando di mantenere la naturalità dei luoghi.
Si vedono spesso - è successo anche lungo il fiume Esino - interventi di manutenzione che riducono gli alvei dei fiumi a tubi, quindi interventi solo ingegneristici, quando invece bisognerebbe fare uno studio che tenga conto dell’ecosistema cioè delle funzioni che le varie parti arboree, come ad esempio le siepi, svolgono per allentare il corso del fiume. Se rendiamo i nostri fiumi, i nostri torrenti, i nostri corsi di acqua minori come dei tubi, rischiamo di aumentarne la velocità e i rischi.
Mi sembra che all’interno di queste varianti non sia preminente questa logica, quindi è importante che ci sia una valutazione sui progetti e sugli interventi ed in questo senso anche una partecipazione del territorio rispetto ai progetti, in quanto il territorio, appunto, ha una conoscenza storica dei fiumi e delle situazioni di dissesto idrogeologico.
Quindi è importante che la progettualità sia resa pubblica e sia anche partecipata rispetto a chi vive sui territori.
PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Passiamo all’ordine del giorno presentato sull’atto a firma dei Consiglieri Ortenzi, Ricci, Altomeni, Lippi, Capponi, Comi “Piani di bacino per l’assetto idrogeologico. Ha la parola il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Questo ordine del giorno è di tutta la IV Commissione e intende dare più forza agli atti amministrativi che stiamo per approvare, quindi è valido anche per tutti gli altri piani di bacino che abbiamo questa mattina.
Nel dibattito in Commissione sono emersi alcuni punti che necessitano di una forza politica di sostegno, in particolare va avviato un sistema di monitoraggio delle risorse investite, risorse che sono frutto della prevenzione. Questo significa, quando si richiedono i finanziamenti agli organismi che finanziano questi interventi (dallo Stato all’Europa), poter dire che le risorse che si investono non sono inefficaci, ma che hanno un significato forte per la prevenzione degli eventuali dissesti e disastri. Dissesti e disastri che possono avvenire se l’incuria dell’uomo lascia abbandonati quei territori e quelle aste fluviali fonti di dissesto idrogeologico e di aree antropizzate.
Serve investire, sempre con un apporto economico sostanziale, sulla ricerca, che ultimamente è stata abbandonata, per dare nuovi strumenti di previsione ad alta tecnologia, con monitoraggi continui H24 che permettano di evitare problemi come quelli che si sono verificati recentemente sul nostro territorio marchigiano con la bomba d’acqua.
Considerato che negli ultimi anni l’andamento climatico sul nostro pianeta si è modificato notevolmente, quindi ha stravolto le previsioni statistiche che sono ormai di due secoli fa, è bene prevenire con strumentazioni sofisticate che ci permettano quanto meno di poter avvertire la popolazione di questi fenomeni.
Andrebbero, inoltre, verificate tutte le tecniche utilizzate per la regimazione delle aste fluviali. Oggi si è finanziato e sono stati fatti interventi su queste aste, quindi bisognerebbe verificare se l’utilizzo ecocompatibile di questi lavori hanno avuto l’efficacia e l’efficienza sulla prevenzione cioè per quanto riguarda gli investimenti delle risorse messe in campo per queste iniziative.
Anche questa è una materia che deve essere studiata e attentamente monitorata e controllata per non avere dispendio di risorse economiche. Questo perché ultimamente abbiamo osservato dei lavori costosissimi che nell’arco di pochissimo tempo sono stati resi vani per la non corretta attuazione. Quindi come Commissione abbiamo chiesto con forza che vengano monitorate anche queste iniziative.
Realizzazione di bacini di accumulo delle acque piovane. Un altro aspetto fondamentale è che le precipitazioni repentine, molto intense e in tempi rapidi non permettono nell’arco dell’anno un accumulo continuo sulle falde idriche, c’è uno scorrimento veloce di masse d’acqua che vanno subito a mare lasciando periodi di forte siccità.
Questo è un problema serio, dobbiamo prevenire il fenomeno della siccità, quindi dobbiamo aumentare sul territorio la capacità di ritenzione delle acque piovane. Soprattutto per i nuovi insediamenti abitativi ci sono tecniche innovative e progetti che sta facendo il bacino del Tronto, infatti ci sono bacini di laminazione realizzati anche all’interno di aree insediative umane. Quindi ci sono studi che dobbiamo favorire, al fine di per poter garantire la permanenza e il rilascio lento dell’acqua nelle falde acquifere.
Occorre, pertanto, revisionare la pianificazione urbanistica e le leggi di settore secondo questi indirizzi, in modo che l’efficacia dei Piani sia conseguente anche con una legislazione idonea che permetta di adottare tutti gli strumenti operativi, da parte dei Comuni, delle Province e della Regione stessa, affinché queste iniziative vengano veramente realizzate sul territorio.
Questi Piani hanno un forte valore di democrazia perché sono stati tutti costruiti partendo dal basso, con il dovuto scambio di informazioni che provengono dal territorio, sono stati coordinati dall’Autorità di bacino che poi ha fatto tutte le procedure di pubblicazioni ufficiali secondo la norma.
Quindi la propensione della Commissione di adottare unanimemente questi atti è legata anche a questo forte principio di democrazia con cui sono stati prodotti questi atti.
C’è da potenziare anche l’ordinamento in materia di risorse umane, perché le strutture regionali e interregionali competenti all’azione di pianificazione, gestione e monitoraggio del territorio sono alquanto carenti. Le strutture che hanno prodotto questi atti, che comunque hanno dimostrato anche in sede di audizione una grande competenza, hanno bisogno però di maggiori risorse umane per poter garantire l’esecuzione degli atti stessi. Quindi ringraziamo questi tavoli tecnici che oggi li hanno costruiti, ma la politica deve assumersi anche l’onere di dare risorse umane per completare il percorso che si è iniziato a costruire.
Bisogna, inoltre intervenire per implementare ulteriormente – ed ecco il motivo dell’ordine del giorno – su chi dovrà dividere le risorse economiche a livello governativo. Questo è per evitare, viste le previsioni che a volte i molteplici studi ci dicono che sono drammatiche, che gli insediamenti umani subiscano danni causati direttamente da fenomeni di assetto idrogeologico che non sono stati prevenuti con adeguati lavori.
E’ per questo che invito il Consiglio a votare unanime su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 70. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 71
della Giunta regionale
“Approvazione della integrazione al Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino interregionale Marecchia – Conca (Pai) relativa alle fasce del territorio di pertinenza dei corsi d’acqua ad alta vulnerabilità idrologica”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 71 ad iniziativa della Giunta regionale. La relazione si intende svolta con l’atto precedente, per la discussione generale non sono stati richiesti, pertanto procediamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 71. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 72
della Giunta regionale
“Approvazione del Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Tronto (Pai)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 72 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.
Francesco COMI. Non aggiungo molto alle considerazioni che sono state fatte, ma per valorizzare un atto voglio solo fare una riflessione di carattere politico per ragionare sul futuro.
Gli atti che abbiamo approvato sono atti strategici, ma lo sono quanto più essi saranno capaci di incidere sulle cause che determinano i rischi e i dissesti, riducendo la probabilità di rischi e dissesti nuovi e avviando soprattutto una politica territoriale verso interventi ordinari superando la fase della straordinarietà. Quindi la questione è la prevenzione e la capacità di una politica ordinaria.
Per ottenere tale risultato le azioni correttive non possono essere basate solo sulla costruzione di opere strutturali, ma è necessario attivare un’azione più complessa, che lo strumento predisposto dall’Autorità di bacino ha ben individuato.
Tali nuove politiche devono essere concentrate su quattro questioni:
1) il recupero dello spazio vitale intorno al fiume, curandone gli aspetti ambientali finalizzati alla creazione di spazi godibili per la maggioranza dei cittadini;
2) creare condizioni di sicurezza attivando nel breve e lungo periodo politiche di delocalizzazione e di controllo dello sviluppo urbanistico del territorio attraverso politiche e strumenti urbanistici condivisi con gli Enti locali interessati;
3) regolamentare meglio lo sfruttamento della risorsa acqua, del suolo e degli inerti, attraverso il riordino delle concessioni, il coordinamento con i vari strumenti di programmazione e anche attraverso un maggiore e accurato controllo sulla rete;
4) attivare politiche diffuse di manutenzione e monitoraggio a carattere preventivo coinvolgente i soggetti interessati.
Le Autorità di bacino, almeno quella del Tronto, nella predisposizione di questo nuovo Piano, di fatto ha inquadrato il suo progetto all’interno di questo schema.
La considerazione di carattere generale è che la proposta è stata condivisa dalla Commissione all’unanimità e ha raccolto il parere del Comitato istituzionale dell’autorità interregionale. L’intervento che facciamo è localizzato per il 70% nella regione Marche interessando 24 Comuni, ma per la restante parte nelle regioni Abruzzo e Lazio dove riguarda 13 Comuni, ha ricevuto il parere unanime della Conferenza programmatica e poi è stato valutato dalla Giunta regionale che ha apportato poche integrazioni, sono state più che altro di carattere normativo aggiornando la proposta al quadro normativo vigente che nel corso degli anni è stato integrato e aggiornato.
L’altra considerazione che voglio fare è politica. Con questi Piani andiamo ad intervenire sulla prevenzione, sappiamo che ci sono nella regione Marche aree a rischio frana, sono oltre 18.800 e circa 600 di queste zone sono a elevato rischio, ci sono aree a rischio esondazione, circa 400, e quelle ad elevato rischio sono un centinaio.
Come avevano già detto il Presidente Spacca e l’Assessore Carrabs, la nostra è una regione fragile e vulnerabile. Nell’allocazione delle risorse regionali abbiamo investito 200 mila euro per la politica di prevenzione sulle frane dei fiumi – che come dicevo sono 18.800 – e abbiamo investito risorse nostre per 3 milioni e mezzo per il rischio delle esondazioni, quindi dall’erosione della costa. Penso che la cifra di 200 mila euro, che si aggiunge ai 5 milioni del protocollo sottoscritto con il Ministro Pecoraro Scanio e che è stata distribuita tra Comunità montane ed enti locali, sia poca cosa rispetto alla condizione di una regione che è vulnerabile e fragile e che rischia, se continua a gestire la straordinarietà, di trovarsi in grande difficoltà e a serio rischio nei prossimi anni.
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ribadisco sostanzialmente quello che ho detto in precedenza. Per quanto riguarda nello specifico il Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del fiume Tronto, l’unica critica che possiamo avanzare è che è arrivato con molto ritardo all’approvazione da parte del Consiglio regionale, questo ci ha fatto perdere delle opportunità.
Ricordiamo che questa asta fluviale fu interessata da un gravissimo fenomeno esondativo nel 1992, ma anche successivamente ci sono stati dei problemi.
Certamente il Piano stralcio rappresenta lo strumento fondamentale per la tutela ambientale, per la sicurezza dei cittadini e per una corretta gestione del territorio.
Il bacino idrografico di cui stiamo parlando interessa tre regioni (Marche, Abruzzo e Lazio) e la parte marchigiana è preponderante con il 70,6%.
Come ha detto in modo soft il Consigliere Comi, relatore di maggioranza, è che se oggi esiste un problema è quello delle risorse necessarie per poter eseguire una parte degli interventi che sono previsti o che sono auspicabili dai Piani.
Il Piano in questione, Consigliere Comi, contiene una stima dei fabbisogni economici che rasenta il mezzo miliardo di euro (500 milioni) e certamente i 5 milioni che abbiamo avuto a disposizione per tutte le Marche e le pochissime risorse regionali non possono affrontare adeguatamente nessun intervento.
A mio avviso lo strumento cartaceo, lo strumento di studio, di ricerca, di proposta, ha una sua validità, anche se non abbiamo avuto una certificazione che la concertazione sia stata svolta nei tempi e con l’approfondimento necessario, ma auspichiamo che questo sia avvenuto perché alcuni Sindaci ci hanno riferito di essere stati coinvolti, anche se molti hanno anche detto di non conoscere, ad esempio, la proposta finale.
Quindi, ribadendo che i Sindaci si devono attivare per concorrere alla progettazione e alla individuazione degli interventi senza pensare che devono essere sempre ricercati nella collaborazione, credo che i periodi di osservazione ci siano stati e che tutti siano stati informati.
Pertanto, non essendoci nessuna attenzione specifica, se non delle osservazioni marginali che mi sembra un solo cittadino ha avanzato su questa proposta, riteniamo di dover esprimere un parere sostanzialmente positivo.
Certamente l’ordine del giorno, approvato durante l’esame dell’atto n. 70, che deve essere comunque riferito a tutti e tre gli atti (n. 70, n. 71, n. 72), dovrebbe stimolarci a fare qualcosa di nuovo e di diverso e anche di tecnologicamente più avanzato.
La difficoltà di questa Regione di reperire risorse proprie o addirittura di reperire risorse esterne – perché c’è un gap non solo nella messa a disposizione di risorse proprie, ma anche nella ricerca di risorse esterne a questa Regione – fino ad oggi non ha avuto grande fortuna.
Penso, invece, che su questo tasto soprattutto la Giunta deve attivarsi di più, perché le difficoltà che abbiamo sono estremamente più grandi delle pochissime risorse a disposizione.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.
Guido CASTELLI. Anch’io per quanto riguarda il gruppo di Alleanza Nazionale esprimo un apprezzamento per la metodologia utilizzata nella redazione di questo Piano stralcio. Perché in particolare si è operato introducendo alcuni meccanismi che tendono a rendere flessibile l’attuazione di questo Piano nei casi in cui si dovesse rendere necessaria o si dovesse verificare una mitigazione del rischio idrogeologico.
Questo è un fatto sicuramente positivo, perché qualora si dovesse rendere necessaria una documentata esigenza di riperimetrare, quindi di provvedere a una risagomatura dei perimetri inseriti nel Piano, oppure ad una accertata riduzione del rischio di esondazione, queste evenienze potrebbero essere perfezionate attraverso il ricorso ad una procedura semplificata.
Questo è un aspetto che sicuramente va a merito di chi ha elaborato e confezionato il Piano, lo ha fatto anche attraverso una partecipazione piuttosto significativa a questo processo di costruzione. Un processo di costruzione che ha avuto anche momenti di grossa difficoltà, mi riferisco, ad esempio, alle circostanze in cui nel Comune di San Benedetto un paio di anni fa si erano verificate situazioni per le quali si paventava addirittura un blocco delle attività edilizie di una certa parte di quella città.
E’ inutile rifare oggi la storia di quelle fibrillazioni, certo è che gli elementi, le procedure, le attenzioni che si sono riservate a quelle evenienze, di cui dicevo all’inizio del mio intervento, indubbiamente vanno nel senso di favorire, anche da parte di Alleanza nazionale, il plauso rispetto a questo Piano.
Tuttavia mi preme sottolineare come sia assolutamente necessario che questa Regione ponga un’attenzione particolare rispetto alle problematiche del fiume Tronto, che è un fiume importante, un fiume che per quanto riguarda anche le implicazioni idrogeologiche presenta una criticità tutta sua, sia per la mole dell’asta, sia per l’insieme dei territori che coinvolge anche dal punto di vista amministrativo e istituzionale.
Dunque credo che se è vero, come ha detto il Consigliere Capponi e come sottende l’ordine del giorno, che la Giunta regionale deve verificare ad horas quale è il grado di utilizzo e di impiego delle risorse rispetto anche alle attività di prevenzione e di emergenza, questo è massimamente vero in riferimento proprio al fiume Tronto.
Parlando prima con qualche tecnico, mi veniva detto che una delle problematiche connesse al fiume Tronto potrebbe anche essere, per certi versi, riconducibile al tanto vituperato problema che si è verificato in quel del fosso Tallacano, posto che è salito, ahimé, agli onori della cronaca per effetto della crisi idrica. Sono state censite 1.700 aree in dissesto nell’ambito del sistema Tronto. C’è chi sostiene, in particolare alcuni tecnici della società impegnata in tutte le disavventure successive a quella rottura, che potrebbe essere stata proprio una frana ad avere dato la stura a quel problema che chiaramente non può essere semplificato nei pochi secondi che sottraggo al vostro tempo parlando di questo argomento.
Certo è che il Tronto merita un’attenzione particolare, questo vuol dire anche un’attenzione in materia di risorse, risorse che sono state anche piuttosto ingenti nel recente passato. Più di una volta, anche polemizzando con il Vicepresidente Agostini, invocavo un pronto e sollecito utilizzo di quei 30 miliardi delle vecchie lire, che il Ministero dell’ambiente aveva stanziato nel 2000 proprio per la messa in sicurezza del fiume Tronto. Risorse che hanno raggiunto una loro destinazione, apparentemente adeguata, attraverso una riduzione degli interventi di rifacimento dei ponti sul fiume Tronto, però proprio quella soluzione ridotta attraverso la pura e semplice realizzazione di un nuovo ponte stradale e di una rivisitazione di quello ferroviario, non esclude che per la piena e completa messa in sicurezza del tratto finale del fiume Tronto servano probabilmente tanti altri soldi.
Servono tanti altri soldi perché è noto come lo stesso Ministero dell’ambiente, rispetto ad una ipotesi di utilizzo di quei 16 milioni di euro, aveva manifestato una non condivisione rispetto ad alcune ipotesi progettuali proprio ponendo una questione che non è secondaria, ovvero il fatto che comunque l’erario pubblico, quello regionale e quello riferibile al Ministero dell’ambiente, in quel caso doveva provvedere al rifacimento di ponti che sono uno di pertinenza delle Ferrovie e l’altro dell’Anas. Quindi sarebbe dovuto intervenire su proprietà e pertinenze afferenti a soggetti diversi.
E’ un problema che dobbiamo porci perché gli stessi proprietari di quelle infrastrutture presumibilmente avrebbero dovuto anche obiettare che la necessità di aggiornare quelle infrastrutture nasceva da un uso sbagliato del fiume, quindi anche dall’operato dell’uomo che in qualche misura interviene anche a modificare lo stato dei luoghi non sempre in maniera congrua.
Faccio questa considerazione perché è stata una vicenda sulla quale ho riposto attenzione a lungo; da una conferenza stampa fatta anche recentemente dal Vicepresidente della Giunta regionale Agostini ho preso atto di questa nuova soluzione progettuale che consente un assorbimento dei 16 milioni di euro che risponde comunque a dei criteri di funzionalità, con rifacimento del ponte stradale e di una risistemazione del ponte ferroviario.
Mi auguro che il Vicepresidente Agostini, console per il piceno, neo designato commissario ai “miracoli” nell’area del sud – se mi è consentita la battuta –, oltre agli altri atteggiamenti salvifici che ci aspettiamo dal suo intervento per il piceno, una particolare attenzione per una completa messa in sicurezza della foce del Tronto. Perché le strutture hanno fatto bene nel rendere possibile una soluzione che consentisse l’utilizzo di quelle somme, però abbiamo ancora bisogno di tanti soldi per poter completare quella che davvero potrà dirsi la messa in sicurezza completa del fiume attraverso interventi sugli argini, attraverso l’auspicabile delocalizzazione di alcun insediamenti – che naturalmente costa –, quindi attraverso una gestione ultimativa dell’emergenza Tronto.
Quindi è con questi auspici, ma anche con questo mandato che diamo al Vicepresidente Agostini, che annuncio il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Vorrei aggiungere, anche stimolato dagli interventi, che praticamente stiamo osservando un nuovo atteggiamento degli uomini e delle donne nei confronti dell’ambiente. Perché ogni piccola risorsa investita in prevenzione - come i nostri padri e i nostri avi ci hanno insegnato, loro lo dovevano fare proprio per mancanza di quelle tecnologie che invece oggi abbiamo a disposizione, era doveroso farlo nei confronti dell’ambiente perché le cause sarebbero state irreparabili – fa sì che poi si eviti di disperderle in calamità ed in esigenze particolari.
Noi siamo sempre molto attenti ad intervenire quando ci sono eventi calamitosi, con forza da tutti i tavoli, invece, dovremmo modificare questo l’atteggiamento, perché destinare le risorse in prevenzione significa risparmiare tanto per la nostra società, quindi significa liberare risorse che possono essere destinate a tutte le altre iniziative fondamentali per l’uomo.
Volevo dire soltanto questo per continuare a dichiarare che il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.
Luciano AGOSTINI. Sul tale punto vorrei intervenire come Presidente dell’Autorità di bacino, per il quale - come è noto - non si percepiscono indennità e purtroppo è anche difficile fare coperture assicurative, quindi di questo vorrei tranquillizzare tutti, come vorrei tranquillizzare il Consigliere Castelli che non si tratta né di consolati né di commissari, pertanto non deve sperare che gli prestiamo il fianco a banalizzazioni di questo genere! Dico questo in tono assolutamente amichevole.
Ritengo che stiamo approvando uno strumento molto importante su cui l’Autorità di bacino interregionale del Tronto sta lavorando da molto tempo, lo sta facendo con le difficoltà di agire su un territorio che prevede, intanto, tre regioni e quattro province. Quindi trovare le sintesi di un assetto del territorio all’interno di un così complicato miscuglio di carattere territoriale e istituzionale non è stata cosa semplice. La cosa non è stata ulteriormente semplice anche per i fatti che “recentemente” sono accaduti, perché non più tardi di 12-13 anni fa alla foce del fiume Tronto, a San Benedetto del Tronto, ci fu una rovinosa alluvione.
Quindi nel trovare l’equilibrio di questo Piano di programmazione territoriale abbiamo ovviamente dovuto tener conto non solo di indici e fattori di carattere tecnico che sono stati un po’ il punto di riferimento della nostra azione, ma abbiamo dovuto fare il conto anche con quelle comunità che ancora ricordano quella rovinosa amministrazione.
C’è stata una fortissima consultazione con gli enti locali, abbiamo dovuto rimettere mano al Pai anche di fronte a quegli enti locali che allora vollero un po’ banalizzare questo strumento di programmazione. Oggi a me sembra che siamo arrivati a un punto importante di equilibrio e di assetto che consente da una parte di trovare la misura giusta della tutela dell’asta fluviale e, dall’altra, anche la possibilità che su quell’asta, fortemente antropizzata e fortemente industrializzata, si possa continuare a dare il supporto alle imprese e alle comunità.
Ricordo, tra l’altro, che sono stati consegnati i lavori per la messa in sicurezza del fiume Tronto, sono stati consegnati i lavori per il rifacimento del ponte Anas ed è in progettazione anche l’allargamento del ponte ferroviario che, a quel punto, diventa una delle misure più importanti che ci consentiranno di vedere anche lo stesso Piano di assetto idrogeologico che oggi approviamo.
In questi anni abbiamo siamo riusciti a fare gratuitamente, attraverso le cosiddette borse lavoro, le work experience delle Province, uno studio completo, ad esempio, di rinaturalizzazione dell’asta fluviale, che ci consentirà di farla vivere non solo dal punto di vista ambientale, ma proprio nella possibilità che le comunità ci si possano ritrovare attivamente, quindi non solo dal punto di vista della tutela dell’asta fluviale del Tronto. Infatti inizieremo con il progettare le casse di espansione che potranno diventare anche canali di canottaggio. Pertanto stiamo ragionando su tutta una serie di possibilità che potranno rendere la vita di quel fiume non più nel timore che potrebbe da un momento all’altro costituire un pericolo, ma in un momento nel quale le comunità potranno viverlo in maniera attiva.
Voglio ringraziare tutta la struttura tecnica dell’Autorità di bacino del Tronto, a partire dal segretario, Arch. Casini, a tutti quelli che hanno collaborato con lui, al comitato tecnico, al comitato istituzionale che, ripeto, è sempre di difficile convocazione trattandosi di tre Regioni e quattro Province. Una struttura che ha ridato vita ad un’Autorità che per troppo tempo era stata delegata ai margini di un assetto territoriale che assumeva più il ruolo di un parerificio piuttosto che un’autorità che potesse incidere sulla programmazione e sulla vita del territorio dell’asta fluviale del Tronto.
Ovviamente voglio ringraziare anche la struttura tecnica dell’Autorità regionale che ogni qualvolta è chiamata a dare supporto non manca mai di farlo.
Quindi diciamo che c’è sempre stata una fattiva collaborazione tra le strutture tecniche della Regione Marche e quella dell’Autorità interregionale del fiume Tronto.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 72. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Elezione di tre Consiglieri regionali revisori del conto del Consiglio regionale
(articolo 12 del Regolamento interno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di tre Consiglieri regionali revisori del conto del Consiglio regionale. Il voto è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 27, schede bianche n. 1, schede nulle nessuna.
Hanno ricevuto voti: Solazzi n. 6, Ricci n. 9, Silvetti n. 10, Binci n. 1.
Proclamo eletti revisori del conto del Consiglio regionale i Consiglieri Silvetti, Ricci, Solazzi.
Elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale
(articolo 13 del Regolamento interno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale. Il voto è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 27, schede bianche n. 1, schede nulle nessuna.
Hanno ricevuto voti: Tiberi n. 13, Brandoni n. 7, Donati n. 6.
Proclamo eletti nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale i Consiglieri Tiberi, Brandoni, Donati.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,30.
La seduta inizia alle ore 10,10
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
Comunicazioni del Presidente
PRESIDENTE. Salutiamo innanzitutto la Scuola media “Patrizi” di Recanati e l’Istituto Benincasa di Ancona che sono presenti per assistere a questa seduta.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 95 del 24 gennaio 2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 22 gennaio, la legge statutaria n. 2 concernente: “Modifiche alla legge statutaria 8 marzo 2005, n. 1 “Statuto della Regione Marche”.
La Giunta regionale ha trasmesso, in data 25 gennaio 2008, la seguente deliberazione:
- n. 13 del 14/01/2008: “Art. 29, comma 1 della l.r. 31/2001, art. 25 comma 1 della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - €. 233.068.028,03. Modifica al Programma operativo annuali 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Ascoli e Giaccaglia.
Sull’ordine dei lavori
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Nell’ultima seduta il Consiglio aveva votato di anticipare per questa seduta il punto dell’ordine del giorno sulle mozioni relative alla chiusura dei distaccamenti di Polizia stradale di Fano, Civitanova ed di altri centri.
Purtroppo nella stesura il Vicepresidente Favia, per dimenticanza o per distrazione, non ha mantenuto quanto il Consiglio regionale aveva deliberato.
Pertanto chiedo cortesemente che nell’arco della seduta venga recuperato quanto non è stato fatto, invece, per l’ordine del giorno. Questo perché c’era stato l’impegno, permesso dall’opposizione per senso di responsabilità per non mettere in difficoltà i Comuni, di votare un atto molto importante anche senza aver avuto la possibilità di discuterne o di approfondirlo.
Tra l’altro quando si fa la stesura dell’ordine del giorno non dite ancora che sono i Capigruppo a farlo, perché non vi autorizziamo a legiferare per noi, siamo Consiglieri regionali che vogliono essere messi nelle condizioni di discutere serenamente, senza dare deleghe in bianco, né alla Commissione – come è successo l’ultima volta – né a nessun altro.
Consigliera Ortenzi, è capitato quello che avevamo detto, perché quando si promette, e non solo, ma anche quando si vota, conseguentemente bisogna essere coerenti con quello che si decide. La prossima volta se non avete la maggioranza non ve la prendete con noi, ma andiamo tutti a casa!
PRESIDENTE. Credo che nell’arco della seduta potremo ovviare, prima della chiusura della stessa, a quanto richiesto, ma occorre una formale richiesta sulla quale l’Aula dovrà pronunciarsi. Perché anche se il Consiglio aveva già votato, ma poi gli uffici hanno predisposto l’ordine del giorno in questo modo, credo sia meglio votare di nuovo affinché prima della chiusura della seduta possano essere discusse tali mozioni. E’ questo quello che vuole Consigliere?
Ottavio BRINI. No, mi attengo all’ordine del giorno, ma facendo presente che per il futuro vi dovrete assumere la responsabilità di garantire sempre il numero legale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. In effetti il Consigliere Brini ha detto una cosa giusta, l’ultima volta la seduta era…
PRESIDENTE. Mi scusi, Consigliere, non può intervenire su un argomento che è stato già trattato da un altro Consigliere.
Giancarlo D’ANNA. Era solo per dare un’informazione sul fatto che era stato già votato e si era stabilito che sarebbe stato…
PRESIDENTE. Ho capito, ma il Regolamento non prevede che un secondo Consigliere intervenga su un argomento già trattato da un altro Consigliere.
Passiamo al primo punto all’ordine del giorno che reca: l’interrogazione n. 913 del Consigliere D’Anna “Situazione delle polveri sottili nelle città delle Marche” a cui deve rispondere l’Assessore Amagliani che in questo momento non c’è; la successiva è l’interrogazione n. 938 del Consigliere Silvetti “Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona”, che decade per assenza dell’interrogante; anche l’interrogazione n. 848 del Consigliere Badiali “Situazione occupazionale presso un’Azienda di Monteroberto (AN)” decade per assenza dell’interrogante; l’interrogazione n. 773 del Consigliere Massi “Conceria del Chienti di Tolentino emissioni atmosferiche rilevate dall’Arpam”, anche a questa deve rispondere l’Assessore Amagliani quindi aspettiamo; l’interrogazione n. 628 del Consigliere Santori “Proposta di legge regionale n. 135 del 5 dicembre 2006”, a cui deve rispondere l’Assessore Petrini, ma anche lui non c’è; l’interrogazione n. 822 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi “Programma di sviluppo rurale 20072013 (Reg. CE 1698/2005) richiesta di informazioni sul negoziato in atto con Commissione UE”, anche a questa deve rispondere l’Assessore Petrini quindi aspettiamo: all’interrogazione n. 893 del Consigliere Altomeni “Presenza di scie chimiche sui cieli delle Marche”, deve rispondere l’Assessore Amagliani; per l’interrogazione n. 416 del Consigliere Castelli “Lavori presso l’Ospedale di San Benedetto del Tronto” è assente l’interrogante.
Mi dicono che si è riunita una Commissione, ma senza l’autorizzazione del Presidente le Commissioni non possono essere convocate durante i lavori consiliari.
A questo punto invito veramente gli Assessore presenti a chiamare i colleghi affinché il Consiglio possa proseguire.
Pertanto la seduta è sospesa fino all’arrivo degli Assessori e dei Consiglieri interroganti.
La seduta è sospesa alle ore 10,20
La seduta riprende alle ore 10,30
Interrogazione n. 613
del Consigliere D’Anna
“Situazione delle polveri sottili nelle città delle Marche”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 613 del Consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In riferimento all'interrogazione in oggetto, si riferisce quanto segue.
Le polveri sottili (panicolato atmosferico Pm) sono inquinanti di area vasta, particolarmente influenzati dalle condizioni meteorologiche e comportano un inquinamento di andamento analogo nell'intera costa del medio e alto Adriatico e nella Pianura Padana.
Si ritiene che nella regione Marche esista un'unica zona a rischio di superamento dei valori limite, comprendente tutti i comuni della fascia costiera ed i comuni delle vallate, fino a dove è significativo l'inquinamento dovuto alla pressione antropica (popolazione, vie di comunicazione, attività produttive).
Nella regione Marche sono state istallate, a cura delle Province, centraline di rilevamento di tipo traffico, di tipo industriale, di tipo fondo urbano, di tipo fondo rurale, gestite in collaborazione con i dipartimenti provinciali dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (Arpam).
Con delibera di Giunta regionale 1129 del 9 ottobre 2006 è stata individuata la rete di monitoraggio atmosferico regionale, costituita da un numero di stazioni correttamente posizionate dal punto di vista normativo, rappresentative di aree in cui vive la maggioranza della popolazione e non ridondanti fra loro, pertanto non sono state incluse tutte le centraline effettivamente istallate.
Nel corso del 2006 è stato rilevato quanto segue: tutte e tre le stazioni di tipo traffico hanno registrato un numero di superamenti, del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, maggiore a quello consentito dal decreto del Ministero dell’ambiente n. 60/2002, che è 35 (due hanno registrato anche il superamento del valore limite annuale, pari a 40 µg/mc); delle tre stazioni di fondo urbano, quella che ha funzionato tutto l'anno, ha registrato un numero di superamenti di oltre il doppio di quello consentito ed ha registrato di pochissimo il superamento del valore limite annuale, mentre le altre, che hanno funzionato solo per alcuni mesi, hanno registrato un numero di superamenti da metà a un terzo di quelli consentiti e non hanno registrato il superamento del limite annuale; le due stazioni di fondo rurale non hanno registrato superamenti in numero maggiore di quello consentito, né hanno registrato superamenti del valore limite annuale.
Nel corso del 2007 è stato rilevato quanto segue: tutte e tre le stazioni di tipo traffico hanno registrato un numero di superamenti, del valore limite giornaliero di 50 µg/m3, maggiore a quello consentito che è 35 (due hanno registrato anche il superamento del valore limite annuale, pari a 40 µg/mc); delle tre stazioni di fondo urbano, due hanno registrato un numero di superamenti del valore limite giornaliero maggiore a quello consentito e non hanno registrato il superamento del limite annuale; le tre stazioni di fondo rurale (nel 2007 è stata attiva anche la stazione di Genga) non hanno registrato superamenti in numero maggiore di quello consentito, né hanno registrato superamenti del valore limite annuale.
Si rappresenta che le stazioni da traffico fanno apparire una situazione della qualità dell'aria peggiore di quella a cui è realmente esposta la maggioranza della popolazione. Infatti rilevano l'inquinamento locale dell'arteria nella quale sono istallate e si ritiene che indichino la qualità dell'aria in un ristretto intorno, dell'ordine di poche decine di metri in senso trasversale alla strada e di poche centinaia di metri in senso longitudinale; in generale non indicano la qualità dell'aria per l'intera area urbana.
Le iniziative prese dalla Regione Marche di seguito elencate.
Con deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 36 del 30 maggio 2001 il Consiglio della Regione Marche approva il Piano regionale di tutela e risanamento della qualità dell'aria ai sensi del d.p.r. 24 maggio 1988 n. 203. II Piano individua zone di interesse, ossia porzioni di territorio in cui sono già note problematiche legate alla qualità dell'aria per la particolare concentrazione di fonti emissive, coincidenti con le aree più densamente urbanizzate; peculiarità legata alla struttura orografica delle Marche che presenta un territorio degradante dall'Appennino alla costa, con una successione di valli trasversali pressoché parallele, ciascuna con caratteristiche distintive riferite tanto alla morfologia, che al tipo di tessuto produttivo. La redazione del Piano è stata, condotta cercando di individuare situazioni tipo, con caratteristiche ricorrenti, sia per le fonti di emissione, che per le condizioni di diffusione degli inquinanti, in modo da poter generalizzare quanto più possibile i risultati di studi condotti per casi specifici. Nell'ambito delle zone di interesse sono state analizzate le principali fonti di inquinamento individuate nel settore industriale, nel traffico veicolare e nel riscaldamento civile, effettuando alcune applicazioni di modelli di diffusione degli inquinanti atmosferici, verificandone l'applicabilità al caso e alla zona mediante il confronto con i dati sulla qualità dell'aria, rilevati in apposite campagne di misura ed utilizzando dati meteorologici attendibili e certi. Sulla base degli studi effettuati il Piano prevedeva una serie di interventi programmatici e di azioni specifiche per la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti in atmosfera.
Con delibera di Giunta regionale n. 2257 del 23 dicembre 2002 erano stati approvati i criteri e le procedure per l'adozione dei provvedimenti di emergenza in materia di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili PM10, era stato formalizzato il tavolo tecnico già attivo, costituito da rappresentanti della Regione e degli Enti Locali, incaricato di promuovere un Accordo di programma per l'attuazione dei provvedimenti nei rispettivi ambiti sovracomunali indicati, nonché di valutare e programmare le attività finalizzate alla gestione della qualità dell'aria¬ ambiente. L'Accordo di programma sulla qualità dell'aria in attuazione dei provvedimenti di emergenza in materia di episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili Pm10 è stato sottoscritto dai rappresentanti della Regione Marche, delle Province e di alcuni più popolosi Comuni.
La successiva delibera di Giunta regionale n. 1775 del 23 dicembre 2003 sì basava su ulteriori studi effettuati sulle cause e le conseguenze per la salute umana dell'inquinamento atmosferico, in particolare le polveri sottili, nonché sull'esperienza acquisita in attuazione della d.g.r. 2257/2002, al fine di omogeneizzare su scala regionale interventi atti a contenere e prevenire episodi acuti di inquinamento atmosferico da polveri sottili. La delibera era strutturata nell'ottica di affrontare il problema dell'inquinamento da materiale particolato ad una scala adeguata, pertanto stimolava l'adozione di provvedimenti strutturali a medio e lungo termine ed iniziative che stimolassero un uso differente, più razionale del mezzo trasporto privato a combustione interna, sia nei centri urbani che verso i maggiori poli industriali, prediligendo mezzi di trasporto pubblici o ad emissione nulla, creando nel contempo una rete efficiente di trasporto pubblico e organizzando una gestione del trasporto delle merci più efficiente. I provvedimenti andavano attuati in tutti i comuni capoluogo ed in quelli con numero di abitanti più elevato, dove è maggiore il carico di pressione ambientale sul territorio.
Con deliberazione amministrativa del Consiglio regionale n. 52 del 8 maggio 2007 la Regione Marche ha approvato, fra l'altro, il piano di azione ai sensi dell'articolo 7 comma 2 del d.Igs. 35111999. II Piano di azione prevede una serie di misure, da attuare nel breve periodo, per ridurre il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme di inquinamento atmosferico. In particolare è prevista una serie di misure di controllo (misure programmatiche), di cui alcune costituiscono la prosecuzione di interventi già adottati nel passato e che stanno dando buoni risultati ed altre sono nuove proposte che si ritiene possano dare risultati altrettanto buoni. E' prevista, inoltre una, serie di misure di riduzione o sospensione di talune attività (misure contingenti) che costituiscono le principali fonti di emissione: traffico veicolare a causa dei residui di combustione, dell'usura dei pneumatici e dei freni, delle polveri sollevate; riscaldamento degli edifici pubblici e privati, a causa dei residui di combustione; altre combustioni nei settori artigianale, industriale e turistico. La durata delle misure può riguardare fasce orarie, l'intera giornata, più giorni consecutivi, secondo la gravità delle previsioni. L'autorità competente deciderà, di volta in volta nei singoli provvedimenti, l'estensione spaziale della misura su tutto o su parte del territorio di competenza. Le misure previste dal Piano di azione sono riportate nel dettaglio nell'Allegato 1 (allegato B della delibera amministrativa n. 52/2007).
Il Servizio, inoltre, sta redigendo il piano di risanamento della qualità dell'aria ai sensi del d.Igs. 351/1999, nonché l'inventario regionale delle emissioni inquinanti in atmosfera che si conta di presentare in prima bozza entro i prossimi mesi.
Alcune azioni per la riduzione dell'inquinamento già intraprese dalla Regione Marche sono sinteticamente riportate nell'Allegato 2.
Infine, sono del parere che la concertazione fra Comuni, al fine di prendere iniziative concordate per il raggiungimento di obiettivi e strategie concrete, sia oltremodo auspicabile. Anche in considerazione, come sopra esposto, che l'inquinamento da polveri sottili interessa vaste aree della regione e che le iniziative di prevenzione e riduzione risultano efficaci quando sono attuate su aree consistenti del territorio regionale.
Nel corso del 2007 si sono tenuti incontri con il Comune di Pesaro per un'analisi congiunta degli interventi previsti nel "Programma triennale di azioni per la qualità dell'aria 2007-2009" deliberato dalla Giunta comunale del Comune di Pesaro.
Si sono tenuti incontri, inoltre, con il Comune di Ancona, presenti anche la Provincia di Ancona ed altri Enti, sulle tematiche relative all'inquinamento atmosferico del porto di Ancona.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.
Giancarlo D’ANNA. Innanzitutto vorrei rimarcare al Presidente quello che è accaduto questa mattina che segue ciò che era accaduto in chiusura dello scorso Consiglio regionale. Cioè la totale assenza degli Assessori sia in chiusura, appunto, dello scorso Consiglio che in apertura di questo, che è un fatto molto grave; devo comunque dare atto al Vicepresidente Agostini che era presente sia l’altra volta che questa.
Per quanto riguarda l’interrogazione l’Assessore ha fornito una lunga documentazione che però contrasta nettamente con i dati resi noti dall’Arpam qualche settimana fa, dati che parlano di diverse decide di morti, collegabili alle polveri sottili, di cui 30 solo nella provincia di Pesaro Urbino, infatti per la maggior parte riguardano queste due città.
L’Assessore si è dimenticato di dire quante sono le centraline per il rilevamento delle polveri sottili. Centraline che per la popolazione delle Marche sono del tutto insufficienti, se non ricordo male, dovrebbero essere solo qualche decina, e questo non riesce a dare un quadro completo della situazione per poi poter risolvere i problemi.
I gravissimi dati pubblicati dall’Arpam qualche settimana fa, che danno ragione a questo modo di pensare, vengono sottovalutati. Purtroppo le polveri sottili non si vedono e quando le cose non si vedono è molto più facile non intervenire, far finta di intervenire o intervenire in modo insufficiente.
Questo, invece, è veramente grave, perché l’aumento generalizzato delle allergie e di alcune patologie strettamente collegate alle polveri sottili è un segnale che continua ad essere sottovalutato.
Inoltre avviene una cosa veramente scandalosa, cioè che nonostante la legge preveda che non sono consentiti i superamenti dei limiti delle polveri sottili, questi vengono continuamente superati, in alcuni casi – come diceva l’Assessore – sono addirittura il doppio o il triplo di quelli consentiti. Non c’è nessuno che interviene ed è gravissimo!
A questo punto penso che sia arrivato anche per la regione Marche il momento che ha visto protagonista la Regione Toscana, cioè quando un Magistrato è finalmente intervenuto per dire al Presidente della Giunta regionale, ai Presidenti delle Province e ai Sindaci “Signori, la ricreazione è finita, si va in Tribunale”.
Non è ammissibile che ci siano delle leggi che nessuno le fa rispettare perché alla fine i cittadini vengono penalizzati.
Proprio qui vicino, a qualche passo da questo Consiglio regionale, c’è la zona di Torrette, allora, provate a dire a quei poveri disgraziati che continuano a vivere lì che le polveri sottili non fanno male o che la Giunta regionale, il Consiglio regionale o le autorità competenti non sono intervenute per fare qualcosa di serio! Questi cittadini da decine di anni stanno vivendo quel problema come lo stanno vivendo anche diverse altre realtà sparse su tutto il territorio. Altre realtà, inoltre, non sono controllate scientificamente, perché le centraline che sono a disposizione, ripeto, sono focalizzate solo in alcuni punti di grandi città, come Ancona, Pesaro o Fano, e sono in numero insufficiente per il controllo delle polveri sottili.
Molti Enti locali continuano ad utilizzare, nonostante la presenza del metano, i vecchi bruciatori a gasolio che sono i corresponsabili…
PRESIDENTE. Consigliere, la prego di concludere.
Giancarlo D’ANNA. Presidente ho atteso un anno e mezzo per avere una risposta, credo di aver diritto di dire ciò che sto esponendo, anche perché io ero puntuale, come generalmente lo sono, in questa Aula, quando, invece, prima era assente l’Assessore, l’altra volta addirittura erano assenti gli Assessori…
PRESIDENTE. Il Regolamento prevede cinque minuti, quindi, per cortesia concluda.
Giancarlo D’ANNA. Il Regolamento prevede che gli Assessori siano qui presenti per rispondere ai Consiglieri e la legge prevede che vengano rispettati i limiti delle polveri sottili! Qua, invece, ce ne stiamo altamente strafregando perché sta succedendo qualcosa di grave che penalizza soprattutto i ragazzi e gli anziani, coloro che in questa situazione hanno più problemi di altri.
Qui si continua a dire che sono stati presi dei provvedimenti nel 2002, quando siamo nel 2008 e c’è una situazione grave, certificata dall’Arpam, che ci dice che ci sono decine di morti collegabili alle polveri sottili, e continua ad esserci, invece, un disinteresse totale di chi deve controllare che questo non avvenga più.
Quando si superano i limiti qualcuno deve intervenire. Certo, Assessore, anche i Sindaci lo dovrebbero fare, eventualmente pagheranno pegno pure loro! Però non credo che la Regione debba stare lì a guardare, visto che può intervenire sia con le risorse che chiamando i Sindaci -cosa che io ho suggerito -. Lei sa benissimo, Assessore, che se un Comune prende dei provvedimenti e quello vicino non li prende bisogna concordare delle strategie comuni con gli stessi Comuni
Marco AMAGLIANI. Già fatto.
Giancarlo D’ANNA. Infatti si vedono i risultati!
Interrogazione n. 938
del Consigliere Silvetti
“Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona”
(Decadenza)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 938 del Consigliere Silvetti decade per assenza dell’interrogante.
Interrogazione n. 848
del Consigliere Badiali
“Situazione occupazionale presso un’azienda di Monteroberto (An)”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’interrogazione n. 848 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.
Interrogazione n. 773
del Consigliere Massi
“Conceria del Chienti di Tolentino emissioni atmosferiche rilevate dall’Arpam”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 773 del Consigliere Massi. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.
Marco AMAGLIANI. In risposta all’interrogazione di cui all’oggetto si precisa quanto di seguito specificato.
In riferimenti ai quesiti n. 1 e 2 si riferisce che in seguito a segnalazioni di maleodori attribuiti alle attività produttive della ditta "Conceria del Chienti" sita in Tolentino, Via W. Weber, il giorno 19 maggio 2006 il personale Upg-Tpa del Servizio Aria e del Servizio rifiuti/suolo dell'Arpam Dipartimento di Macerata ha effettuato un sopralluogo presso l'area interessata dal fenomeno.
Effettivamente, alle ore 10.30 circa, nella zona che va dalla sede dell'impianto produttivo fin verso la stazione ferroviaria di Tolentino, sono stati percepibili forti e cattivi odori (uova marce/solfuri) riconducibili a lavorazioni tipiche dell'attività di concia.
Alle ore 11,30 il sopralluogo proseguiva presso la ditta in oggetto e si constatava che il cattivo odore sopra descritto era ancora avvertibile, seppure in forma moderata, limitatamente alla zona compresa fra l'incrocio sulla SS 77 e l'ingresso di via W. Weber allo stabilimento.
L'impianto produttivo è risultato autorizzato alle emissioni in atmosfera con determinazione dirigenziale della Provincia di Macerata n. 267/XIV del 22 settembre 2005.
Durante il sopralluogo sono state individuate emissioni di processo produttivo diffuse, provenienti dalle attività di concia e tintura che, contrariamente a quanto previsto dalla relazione tecnica allegata alla domanda di autorizzazioni per modifiche ad impianto esistente, presentata dalla ditta in data 18 settembre 2000, erano sprovviste di aspirazione abbattimento e reimmissione nell'ambiente di lavoro di aria depurata. Il reparto concia risultava comunque dotato di numerose aperture a finestra adibite al ricambio attivo dell'aria.
Il cattivo odore percepito nel reparto concia era analogo a quello rilevato all'esterno dell'impianto, nell'ampia zona interessata dal fenomeno.
Sebbene non sia stato possibile rilevare esatta qualità e quantità delle emissioni diffuse prodotte dall'impianto, queste sono state capaci di provocare inquinamento atmosferico, così come definito ai sensi del d.Igs 152/06, parte quinta, art. 268, punto 1 lett. a): "inquinamento atmosferico: ogni modificazione dell'aria atmosferica, dovuta all'introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell'ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell'ambiente".
Per quanto riguarda il quesito n. 3, gli esiti di quanto accertato sono stati trasmessi a:
- Provincia di Macerata, Comune di Tolentino, Asur zona territoriale 9 (prot. Arpam 06 04846 del 3 dicembre 2006);
- Procura della Repubblica di Macerata (prot. Arpam 06 04845 del 3 dicembre 2006).
Per i quesiti n. 4, n. 5, n. 6, si riferisce che in data 23 giugno 2006 la Provincia di Macerata ha emesso la determina dirigenziale n. 215, con la quale ha disposto "l'obbligo a carico della ditta di adottare tutte le misure necessarie per il contenimento delle emissioni diffuse e non, per la tutela della qualità dell'aria e delle acque sotterranee, anche tenendo conto sia della relazione tecnica allegata alla domanda di autorizzazione ex art. 15 d.p.r. n. 203/88 presentata in data 18 settembre 2000, sia del Piano di interventi che la stessa ditta ha redatto e comunicato alla Provincia di Macerata con nota del 23 settembre 2004".
Su richiesta della Provincia di Macerata, il personale Arpam Servizio aria e della Polizia provinciale, in data 31 luglio 2006, effettuava un sopralluogo presso la Conceria del Chienti di Tolentino. L'impianto produttivo (reparto concia) non risultava in attività per operazioni di pulizia e manutenzione in previsione della prossima chiusura estiva.
Presso il reparto, oggetto del sopralluogo e della verifica, non erano stati installati impianti o apparecchiature per il contenimento delle emissioni diffuse generate dall'attività di concia. Allo scopo l’azienda riteneva comunque sufficienti la serie di misure messe in atto ed elencate e trasmesse agli organi competenti in data 12 luglio 2006.
Il reparto concia non appariva comunque nelle condizioni strutturali e probabilmente operative tali da garantirne l'attività in regime di efficace e continua depressione e convogliamento degli aspirati al reparto spruzzi e quindi allo scarico in atmosfera attraverso le emissioni della verniciatura (come previsto al punto 2 del documento trasmesso il 12 luglio 2006).
Su ulteriore richiesta della Provincia di Macerata, il personale Arpam, in data 10 ottobre 2006, effettuava un sopralluogo presso la Conceria del Chienti di Tolentino.
L'impianto produttivo risultava in regolare esercizio. Presso il reparto concia oggetto del sopralluogo e della verifica, non erano stati installati impianti o apparecchiature, o modificato lo stato dei luoghi e delle opere impiantistiche, per conseguire condizioni strutturali e operative tali da garantire la depressione dei locali utilizzati per l'attività di concia (comprendente le fasi preliminari di calcinazione, decalcinazione, macerazione, ecc....) ed il conseguente convogliamento delle emissioni inquinanti a tali processi riconducibili ad idoneo trattamento di abbattimento e scarico in atmosfera.
Fra le condizioni operative che possono generare emissioni diffuse inquinanti significative sono state evidenziate le modalità di scarico dai bottali di lavorazione, dei reflui liquidi di diverso tenore chimico (sia per composizione che per carattere acido o basico), che si susseguono all'interno dei locali di lavorazione lungo un condotto comune di raccolta e di convogliamento a distinte vasche di raccolta e trattamento o pretrattamento, poste all'esterno dei locali di lavorazione. Il contatto più o meno significativo fra reflui di diversi composizione e carattere acido solfidrico e/o composti solforati.
In data 29 gennaio 2007 la ditta ha comunicato alla Provincia di Macerata e ad Arpam le attività e le iniziative che intendeva ulteriormente sviluppare e adottare ai fini del contenimento delle emissioni diffuse riguardanti: monitoraggi e controlli ambientali interni ed esterni; miglioramento delle procedure di lavorazione; chiusura delle vasche di ispessimento fanghi.
Quanto proposto, su richiesta della Provincia, è stato valutato da Arpam e ritenuto valido in linea di principio. Comunicazione successive della ditta "Conceria del Chienti" di Tolentino, relative alla realizzazione di ulteriori azioni di implementazione del programma di interventi proposto, sono state presentate in data 16 luglio 2007 e 27 settembre 2007.
Su richiesta della Provincia di Macerata il personale tecnico dell'Arpam si è recato, nelle date del 12 marzo 2007, 25 giugno 2007 e 4 dicembre 2007, presso la ditta, al fine di verificare lo stato di attuazione di quanto previsto dall'azienda nella documentazione presentata con nota 29 gennaio 2007.
A seguito dell'ultimo sopralluogo è stato accertato che la ditta ha posto in essere quasi tutti i provvedimenti previsti e che entro il mese di dicembre 2007 dovrebbe essere attuato l'intero programma di contenimento delle emissioni (chiusura del filtro pressa "Diemme") di monitoraggio della qualità dell'aria.
In nota alla presente, si comunica che la ditta ha rappresentato in data 27 settembre 2007 la necessità di installare impianti di aspirazione localizzati nel reparto concia/tintura come richiesto, per quanto di competenza, dall’Asur zona territoriale n. 9.
Le emissioni che ne risulteranno costituiranno il convogliamento e lo scarico in atmosfera di emissioni altrimenti diffuse senza costituire modifica sostanziale dell'impianto esistente. Tali emissioni, comunque, dovranno essere caratterizzate e comunicate all'Autorità competente secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, e rispettare i valori limite previsti.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Massi.
Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ringrazio l’Assessore per l’esposizione dei dati della ricostruzione di tutta la vicenda, cioè degli accertamenti Arpam e degli uffici competenti della Regione su questa struttura e anche sulle vicende collegate al possibile inquinamento o fastidio da cattivi odori. Le do atto, Assessore – almeno per quanto ne so io –, che la ricostruzione che ha fatto è giusta, tra l’altro ha aggiunto anche altri elementi e riflessioni.
Prima di entrare nel merito, però, voglio dire una cosa, cioè che ho presentato questa interrogazione per sottolineare una cattiva abitudine, un modo di fare politica che in quel momento, quando cioè a Tolentino c’era la campagna elettorale delle amministrative, ha destato, a mio avviso, una curiosità negativa tra la popolazione.
Qual era il problema? Come lei ha citato, gli organi e gli uffici tecnici preposti al controllo dell’eventuale inquinamento sono: l’Arpam – quindi la Regione Marche – la Provincia di Macerata, perché con l’ambiente ha la sua competenza, e il Comune.
Questi accertamenti sono stati svolti a partire dal 2006 e per tutto il 2007, quindi a cavallo tra questi due anni, ma soprattutto a cavallo delle elezioni amministrative che si stavano svolgendo a Tolentino. Ebbene, il giovedì precedente le elezioni delle macchine blu sono arrivate improvvisamente in azienda ed hanno portato il Sindaco di Tolentino e il Presidente della Provincia Silenzi. Allora mi chiedo? Andare a visitare un’azienda, come rappresentanti delle Istituzioni preposte al controllo ambientale e dell’eventuale inquinamento dell’azienda stessa, rispetto a quello che si dice oggi del rapporto tra politica e cittadino – e qui l’imprenditore – chiediamoci se è giusto!
Il controllo su quell’azienda dipende dall’Istituzione, ed io, Istituzione, vado 48 ore prima del voto dall’imprenditore! Vado a dire cosa? Vado a dire, guarda che ti controllo! Che devi rigare dritto! Che il tuo destino dipende da me (perché si vota tra 48 ore)! Questo è stato un momento basso della politica, un momento veramente squalificante per il Presidente della Provincia e per gli amministratori locali che sono andati lì sapendo che c’era un accertamento che dipende da loro. E’ un fatto gravissimo!
Io non ho presentato l’interrogazione per nuocere all’azienda, so benissimo che ci lavorano centinaia di dipendenti, sono stato Sindaco e so che cosa significa un problema di inquinamento in quell’azienda; tra l’altro gli imprenditori sono stati sempre chiamati a collaborare per eliminare fastidi e inquinamenti, anche con ordinanze dolorose che sono state ottemperate.
Ma c’è un’altra cosa, Assessore, che lei ha citato scrupolosamente e quindi ha visto le continue richieste di proroga che ci sono state. Pertanto dico soltanto che certamente va bene che l’imprenditore fa il suo interesse, che c’è l’interesse dei lavoratori sui quali siamo tutti d’accordo, che l’azienda deve adeguarsi ed ovviare agli inconvenienti tecnici che ci sono – credo che lo stia facendo e forse oggi ne ha ottemperato, di questo ne sono contentissimo, tra l’altro è un’azienda che merita perché è di grande prestigio e importanza per la nostra comunità –, ma non è giusto quello che hanno fatto gli amministratori provinciali e comunali, perché è stato un cattivo esempio di gestione della politica. Ecco il motivo per cui ho presentato questa interrogazione.
Comunque sono soddisfatto della risposta.
Interrogazione n. 822
dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi
“Programma di sviluppo rurale 2007/2013 (Reg. CE 1698/2005): Richiesta di informazioni sul negoziato in atto con Commissione Ue”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 822 dei Consiglieri Capponi, Cesaroni, Ciriaci, Bugaro, Santori, Brini, Giannotti, Tiberi. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.
Paolo PETRINI. Rispondo a questa interrogazione che giunge in Aula – come sapete - quando il negoziato con la Commissione europea sul Programma di sviluppo rurale è ormai chiuso. Però possono essere utili ulteriori informazioni in quanto il Psr dovrà tornare in Aula per la definitiva approvazione.
La maggiore criticità del negoziato ha riguardato senza dubbio la limitatezza dei tempi a disposizione per la fase di negoziato con gli uffici della Commissione. Questa è stata determinata da una struttura amministrativa comunitaria inadeguata a sostenere il peso di un negoziato con 21 Regioni e Province Autonome.
Per tale ragione il Psr Marche dopo aver ottenuto la ricevibilità il 25 maggio, data dalla quale decorrevano i sei mesi previsti dal regolamento per la sua approvazione, non è stato più preso in esame fino al settembre 2007, a causa dell'impegno con altre Regioni italiane del funzionario incaricato dell'istruttoria del Psr delle Marche.
Il 12 ottobre 2007 vi è stato il primo momento di confronto con la Commissione, con un incontro a Bruxelles in cui sono state anticipate le osservazioni e le richieste di adeguamento al Psr marchigiano. Il testo scritto con tutte le osservazioni puntuali, è stato poi trasmesso il 28 ottobre 2007.
Anche in considerazione del rischio della perdita dei fondi della prima annualità per le Regioni, che non avessero visto approvato il loro Psr entro l'anno, pericolo superato solo a fine dicembre con una specifica modifica regolamentare, l'Assessorato, sulla base della delega del Consiglio ha avviato una trattativa molto serrata con gli uffici della Commissione.
Questa prima fase negoziale ha permesso di approfondire tutte le richieste della Commissione ed ha consentito di individuare i margini di azione entro cui avrebbe poi potuto muoversi la Regione Marche. In data 20 novembre il Servizio agricoltura ha trasmesso, quindi, una prima proposta di modifica al testo del Psr per consentire lo sblocco di un’ulteriore fase di consultazione interna agli uffici della Commissione europea, senza il quale non era possibile procedere con l'iter amministrativo.
Nella stessa data l'Assessorato, avendo ormai chiari i confini entro cui la Commissione europea intendeva mantenere il negoziato, ha attivato la fase interna di consultazione e confronto con il Consiglio Regionale e con le parti sociali.
Tale fase si è protratta fino al 18 dicembre 2007 ed ha visto un continuo confronto degli uffici regionali, da un lato con le rappresentanze politiche, sociali ed istituzionali della Regione, e dall'altro con la Commissione europea.
La particolare procedura amministrativa di invio del Psr, che prevedeva la trasmissione per posta elettronica del documento, ha consentito fino all'ultimo giorno di apportare tutti gli adeguamenti richiesti dal partenariato e giudicati compatibili dai funzionari comunitari.
Di seguito si indicano le più importanti modifiche al testo del Psr.
Nella individuazione delle strategie e delle scelte regionali, la Commissione europea non ha ritenuto adeguata la proposta regionale che prevedeva una indicazione delle strategie e dei relativi criteri generali di selezione nel Psr ed un maggiore dettaglio delle scelte, come avvenuto con il vecchio Psr, a livello di bandi regionali. In particolare le modifiche richieste hanno riguardato:
1) l'inserimento dei dettagli relativi alla individuazione delle priorità settoriali in relazione a fabbisogni strutturali. Per ciascun settore produttivo sono stati indicate, pertanto, le tipologie di investimento ritenute prioritarie;
2) l'inserimento dei dettagli relativi alla individuazione delle priorità territoriali. Per le più importanti misure di ciascun asse sono state, pertanto, indicate le aree di intervento preferenziali;
3) la modifica dei criteri di priorità del secondo asse con l'esclusione di quelle connesse alla competitività dell'impresa (filiere, vendita diretta, ecc.) sostituendole con altre legate ad aspetti ambientali;
4) maggiore precisazione operativa del finanziamento degli interventi di aggregazione ed alcune limitazioni nelle modalità attuatine degli approcci di filiera e dei pacchetti aziendali diversi dai pacchetti giovani.
Inoltre ci sono state delle modifiche alle schede di misura:
- Misura 111 - inserimento delle azioni di formazione degli imprenditori che nel Psr approvato dal Consiglio regionale si era previsto essere demandata al Por del Fondo sociale europeo;
- Misura 114 - la consulenza è stata limitata quasi esclusivamente agli aspetti legati alla condizionalità, riducendo fortemente la consulenza legata alla competitività dell'impresa;
- Misure 121 e 123 - sono stati inseriti numerosi dettagli, in passato riportati solo nei bandi, relativamente a: tipologie di investimento ritenute prioritarie; differenziazione dei tassi di aiuto per tipologia di investimento e per area; indicazione delle altre priorità di selezione più importanti;
- Misure 131 (aiuti specifici per l'adeguamento delle aziende alle norme comunitarie di sicurezza, condizionali, ecc..) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE;
- Misura 214 - le modifiche più rilevanti hanno riguardato: l'inserimento del calcolo dei premi. Questi per le Marche sono mediamente più alti delle altre regioni, ma rispetto alla proposta regionale iniziale sono stati forzatamente tenuti più bassi dalla Commissione UE; esclusione della sottomisura legata al finanziamento del girasole finalizzato alla produzione di agroenergia; esclusione della sottomisura rivolta al ripopolamento nelle aree faunistico-venatorie; limitazione del campo di azione del sostegno alla zootecnia estensiva e dei pascoli; introduzione ex-novo di un aiuto alla zootecnia biologica. In questa fase e nei tempi limitati a disposizione si sono reperiti dati giustificativi esclusivamente per i bovini;
- Misura 215 (benessere degli animali allevati con il metodo biologico) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE. Tale esclusione è stata però compensata, per i bovini, con il sostengo diretto all'allevamento biologico;
- Misura 225 (pagamenti silvo-ambientali) - è stata eliminata a causa delle difficoltà di rispondere in pochi giorni alle richieste di adeguamento avanzate dalla Commissione UE;
- Varie misure del terzo Asse - sono state apportate numerose modifiche di minore importanza legate essenzialmente alla massima complementarietà e non sovrapposizione con i Por del Fse e del Fesr;
- Modifiche di modesta entità al piano finanziario sono avvenute esclusivamente all'interno dei singoli Assi: spostamento di 1,1 milioni dalla misura 131, eliminata alla misura 111 dove è stata introdotta ex-novo l'attività formativa per gli imprenditori; spostamento di 2 milioni di euro (da 100 a 98 milioni) dalla misura investimenti aziendali (misura 121) alla misura di sviluppo dell'innovazione in filiera (misura 124); spostamento di 6,8 milioni dalla misura 215 (benessere animali) eliminata alla misura 214 (nel biologico); spostamento di 1,1 milioni dalla misura 225 (pagamenti silvoambientali) eliminata alla misura 224 (pagamenti Natura 2000 in campo forestale); spostamento di 1 milione dalla misura 311 (diversificazione aziendale che scende da 31 a 30 milioni) alla misura 323 (tutela del territorio rurale) per implementare i piani di gestione natura 2000.
Le fasi che abbiamo ora davanti ed i relativi tempi previsti sono i seguenti: seconda metà di febbraio pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della decisione UE; invio del Psr in Consiglio regionale a fine febbraio; approvazione del Psr, che auspico in tempi opportunamente solleciti e comunque non oltre metà marzo, e sua pubblicazione nei quindici giorni successivi; pubblicazione dei primi bandi, soprattutto 112-121-311-214-211-212, a metà aprile.
PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Sono soddisfatto della risposta data dall’Assessore, mentre sono insoddisfatto delle procedure che la Regione ha utilizzato per arrivare alla definizione dello strumento programmatorio che interviene in modo totalizzante sul settore agricolo.
Tutti gli interroganti sono insoddisfatti dell’iter perché non sono state rispettate le procedure previste dalla legge regionale n. 14 del 2006. In pratica molte di quelle modificazioni, Assessore, non sono imposte dalla Comunità europea, ma ce ne sono state di ulteriori rispetto a quanto approvato da questo Consiglio con l’atto preliminare, fatto da lei e dal suo entourage.
Quindi chiediamo che ci venga inviata il prima possibile la bozza definitiva del documento approvato a Bruxelles, perché vorremmo attivare un’ulteriore fase concertativa per stabilire se ciò che lei ha mandato a Bruxelles è ancora valido o se risponde ancora parzialmente alle strategie che servono a questa Regione.
Ci sono state molte modificazioni, che sono anche di entità superiore all’importo minimo per il quale la legge prescriveva il ritorno in Aula per l’approvazione dello strumento.
Certamente anche noi riteniamo che non potevamo perdere l’approvazione di questo strumento entro il 2008, ma pensiamo anche che le procedure non siano state rispettose di quanto dettato dalla legge.
Ci auguriamo che ora ci sia una disponibilità a rivedere, all’interno delle cose ammissibili e possibili della Comunità europea, le attribuzioni di somme e la ridefinizione di alcune Misure, questo anche attraverso l’emanazione dei bandi.
Quindi, Assessore, chiediamo una prerogativa all’assessorato all’agricoltura, che è anche quella del Consiglio, cioè di poter esaminare approfonditamente questo documento e di non stare sempre all’interno della gabbia stretta dei tempi che non consente a tutti noi di portare adeguatamente un adeguato contributo; come è avvenuto nel passato, e come noi auspicavamo, molte volte l’assessorato competente non ha risposto adeguatamente ai bisogni dell’agricoltura e dei settori del biologico, della difesa ambientale o del sostegno ai redditi delle zone montane.
Quindi un invito a trasmettere immediatamente il documento, anche se non pubblicato nella Gazzetta ufficiale europea, per permettere ai Consiglieri di iniziare lo studio e le eventuali proposte di modifica.
Comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione dell’Aerdorica (Bilancio 2007) e nuovo Piano industriale
(Discussione e rinvio votazione risoluzione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le comunicazioni della Giunta regionale sulla situazione dell’Aerdorica e il nuovo Piano industriale. Ha la parola l’Assessore Pistelli.
Loredana PISTELLI. Come abbiamo fatto già in passato credo che sia opportuno dare informazioni al Consiglio rispetto alla situazione e l’andamento dell’Aerdorica in questa nuova fase di cambiamento in riferimento sia al management, sia all’impostazione e all’iniziative che sono state messe in atto.
Soprattutto si è avviato un processo di risanamento economico e operazioni e iniziative atte al consolidamento ed incremento dei passeggeri e delle merci. Pertanto si è lavorato alla predisposizione del business plan quinquennale 2008-2012, presentato ed approvato il 22 novembre 2007 dall'Assemblea dei soci, e si sta ancora lavorando alla Concessione aeroportuale, in merito alla quale si è avuto un ultimo incontro presso l'Enac in data 21 gennaio che ha richiesto altri chiarimenti relativi al piano della concessione ed è stata fissata per il 4 febbraio p.v. la consegna delle copie definitive del piano della concessione trentacinquennale.
Dal punto di vista operativo sono stati posti in essere i primi interventi delineati nel business plan relativi: ai processi operativi, ai processi gestionali, all’efficienza economico-finanziaria, all’efficienza infrastrutturale, ai ruoli e responsabilità, alle capacità di penetrazione verso i vettori, ai rapporti con gli enti istituzionali.
Tutto ciò ha portato, in una prima fase, alla rinegoziazione del sevizio di appalto facchinaggio e pulizie. Alla fine del mese di agosto 2007, con la scadenza del contratto di facchinaggio in capo alla cooperativa Renoso, si è deciso di internalizzare il servizio all'interno del Gruppo Aerdorica (in capo alla società controllata Raffaello s.r.l.). In attesa di procedere alla gara di appalto, che è avvenuta a dicembre, il servizio è stato svolto dalla Raffaello s.r.l. per cinque mesi, sino al 31 gennaio 2008, con conseguente risparmio di costi, rispetto al costo che avrebbe addebitato la cooperativa, pari a circa 150.000,00 euro. Nella gara di appalto è stato inserito anche il servizio di pulizia, attualmente operato da un'altra cooperativa di servizi e in scadenza alla data del 31 gennaio 2008. La gara è stata aggiudicata dalla società MG Service e consentirà, rispetto al 2007, un risparmio di costi equivalente a circa 600.000,00 euro.
Si è, inoltre, proceduto all’affidamento dei contratti di manutenzione ad una società multi service. E' in fase di preparazione una gara per affidare i lavori dei principali contratti di manutenzione in essere con un conseguente risparmio di costi.
Nel corso del mese di dicembre sono stati contattati i principali broker assicurativi per una rinegoziazione del contratto in essere relativo alle polizze assicurative della società. La migliore offerta è pervenuta dal broker Willis e consentirà un risparmio annuo di circa euro 150.000,00 rispetto al 2007. Il nuovo contratto decorre già dal 1° gennaio 2008.
Sono stati posti in essere nuovi contratti di sub-concessione che permettono di sfruttare pienamente tutti gli spazi aeroportuali. Nel corso del mese di aprile 2008 si aprirà un negozio di ottica, è iniziata un'esposizione permanente di automobili, è in corso di valutazione l'apertura di una parafarmacia e di un bar agli arrivi.
Nel corso del mese di settembre è stata definita la struttura organizzativa della società con definizione di ruoli e mansioni.
L'anno 2007 si è concluso con 500.126 passeggeri con un incremento del 3,85% rispetto al 2006. Le merci trasportate, pari a kg. 6.129.736, hanno registrato un incremento del 15,59% rispetto all'anno precedente.
La situazione economica-patrimoniale al 31 ottobre 2007 presentava una perdita di esercizio pari a circa euro 2.737.000,00.
Il budget iniziale predisposto per il 2007 prevedeva ricavi pari a euro 15.800.000,00, un Mol negativo per 468.000,00 euro e un risultato d'esercizio negativo di euro 5.273.000,00.
A seguito dei primi interventi sui costi, in termini di contenimento ed efficientamento degli stessi con azioni poste già in essere a partire dal luglio 2007, la previsione a chiudere per il 2007 potrebbe evolversi nel seguente modo: ricavi attesi 2007 per euro 16.100.000,00, Mol positivo per circa 1.300.000,00 euro, risultato negativo d'esercizio negativo pari a circa euro 3.000.000,00.
Naturalmente i dati definitivi del bilancio, perché ancora non è chiuso, li avremo entro il 15 del mese di febbraio.
Tutte queste azioni fanno parte degli interventi previsti nel Piano strategico quinquennale 2008-2012 che è stato presentato.
Le altre linee principali sono:
- l'incremento della connettività con il resto del mondo attraverso l'aumento delle frequenze verso gli hub europei (Parigi, Londra, Francoforte, Roma), in modo da migliorare la possibilità di mobilità degli abitanti della regione, l'incremento dei servizi low cost di vettori europei, in modo da generare traffico in entrata, incoming, l'implementazione di un network di rotte domestiche che permettano l'interscambio tra le Marche e le altre regioni italiane;
- gli investimenti infrastrutturali previsti nel Piano sono mirati essenzialmente ad un immediato riscontro in termini operativi e commerciali. Sono previsti: la ristrutturazione del corpo centrale e riorganizzazione degli spazi per l'integrazione, air--side e land-side, con i nuovi padiglioni; il collegamento protetto con la stazione delle Ferrovie; l’aumento degli spazi destinati alle attività commerciali. Gli investimenti programmati saranno finanziati dalla Società con il cash flow generato dalla gestione corrente e ricorrendo ad indebitamento a medio-lungo termine;
- l'Aerdorica intende ampliare le attività commerciali al fine di generare canoni fissi di affitto e royalties incrementative nei prossimi anni. Al fine di raggiungere questo obiettivo la Società si sta concentrando sia sulla razionalizzazione degli spazi commerciali preesistenti sia sulla ristrutturazione del corpo centrale che dovrebbe avvenire entro l'anno 2008. L'obiettivo primario è quello di incrementare il numero di passeggeri che visitano gli spazi commerciali dell'Aeroporto e aumentare la spesa media di ogni passeggero;
- l'Aerdorica intende continuare a razionalizzare le proprie attività di business incrementando la redditività focalizzandosi sullo sviluppo dei core business incrementando la qualità dei servizi offerti alle compagnie aeree. Il processo di razionalizzazione è e sarà concentrato sulle seguenti attività: outsourcing delle attività a basso valore aggiunto e ridefinizione delle attività da svolgere direttamente. Nell'ambito di questo processo rientra la gestione da parte di terzi, a partire dal 2008, dell'attività di rifornimento del carburante e, probabilmente la gestione diretta delle attività di carico e scarico bagaglio nonché lo sfalcio erba e la cura del verde; riduzione dei costi fissi, in particolare le utenze, gli oneri finanziari, i costi assicurativi e le consulenze; ristrutturazione dei processi organizzativi. II miglioramento dei dati economici prospettati nel piano industriale sono il frutto di iniziative intraprese dal management al fine di migliorare la redditività della società nel breve medio periodo.
Dal punto di vista dei ricavi la società si è concentrata sulle seguenti azioni: aumento graduale del traffico passeggeri di circa il 3% annuo e di merci di circa il 2% annuo che genererà un miglioramento dei ricavi avio; incremento sensibile dei ricavi non avio già a partire dal 2008, a seguito della ricontrattazione di alcuni contratti di sub-concessione, del contratto relativo agli spazi pubblicitari, nonché ad un più efficiente e utilizzo degli spazi da sub-concessionare. Inoltre con la ristrutturazione del corpo centrale si verranno a creare nuovi spazi da affittare sia a sub concessionari sia nuovi spazi pubblicitari.
Tutto questo deve portare a un prevedibile e sostanziale pareggio di gestione per il 2008, sempre con il contributo previsto dalla legge regionale e con l'obiettivo, a partire dal 2009, di utilizzare tali risorse non più per il risanamento, ma per incentivare, attraverso un’adeguata promozione in accordo anche con l’Assessorato al turismo, nuove rotte.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Pistarelli.
Fabio PISTARELLI. Assessore, colleghi, sono veramente tentato di fare una protesta, tipo quelle che vengono definite clamorose, sono tentato di chiedere le immediate dimissioni dell’Assessore Pistelli dopo la relazione che ha fatto. Sono veramente fortemente tentato di farlo, ma non lo voglio fare, leggerò solo due righe della risposta alla interrogazione n. 63 del 2005 che l’Assessore Pistelli ha vergato con la sua firma: “L’Assemblea dei soci ha deliberato lo sorso 3 agosto un aumento di capitale di 5 milioni di euro che dovrà essere sottoscritto entro il 30 dicembre 2005. Tale ammontare sanerà tutte le perdite del gruppo, comprese quelle dell’anno in corso”. Era il maggio 2005 e l’Assessore Pistelli dichiarava in quest’Aula questo aumento di capitale, ed era l’ennesimo perché erano quattro anni che ogni anno si faceva aumento di capitale.
Queste erano le sue dichiarazioni, Assessore, nell’anno 2005, siamo agli inizi del 2008 e che cosa ci ha comunicato? Che al 31 ottobre 2007, anche se a bilancio non ancora chiuso, le perdite sono ingentissime, sono perdite secche di oltre 2 milioni e mezzo di euro, con un risultato negativo di esercizio complessivo di 5 milioni – mi corregga se sbaglio, perché in quest’Aula non è facile far sì che si possano ascoltare bene le relazioni –, a fronte di quegli impegni, ma soprattutto di quelli che dopo si sono succeduti. Perché non è finito qui, abbiamo fatto un aumento di capitale di 5 milioni di euro, ma quanti milioni di euro hanno dato i marchigiani nel 2006, nel 2007 e per il bilancio 2008?! Le risposte le sapete perché i bilanci li leggiamo un po’ tutti, solo nell’ultimo abbiamo alla chetichella, senza aver chiesto neppure un pre-consuntivo 2007, riconfermato circa 3 milioni di euro; così, come fossero noccioline! Non è stato chiesto nulla, io all’ultima Conferenza dei capigruppo ho chiesto: “Ma ci si vuole dire qualcosa o no!”. Anche il Presidente Brandoni aveva chiesto un passaggio in Commissione almeno per sapere per che cosa abbiamo tirato fuori non i tre milioni di adesso per il 2008, ma andando indietro, i 4 milioni del 2007, i 4 milioni del 2006, i 5 milioni del 2005 in risposta all’interrogazione di cui dicevo prima! Perché l’aumento di capitale è comunque al 53% sottoscritto dal pubblico e a circa il 30% in particolare dalla Regione Marche.
Allora, a che punto siamo? All’apertura di un negozio di ottica sul non avio! Non stiamo scherzando! Io ho qui il Piano industriale Wendler 2007-2011, ma che fine ha fatto Assessore?! Sono 155 pagine, costate anche qualche lira, e adesso mi sta dicendo che il 22 novembre è stato presentato un nuovo business plan! Ma che cosa è il business plan?! Qui c’è un Piano industriale, mentre il business plan è una cartellina dove si dice entrate-uscite, sono più o meno solo delle proiezioni. Di proiezioni ne abbiamo avute tante in questi anni, Assessore, guardi questa: “Nota sui dati economici e finanziari di Aerdorica”, questa non è mia, è ciò era scritto come premessa al Piano industriale. C’era scritto che si sarebbe arrivati nel 2007 a 675.972 passeggeri, nel 2006 a 531.000 e oggi siamo a 526.000. Sono anche tutti da verificare, perché abbiamo letto di 12 rotte con Club Air, tra l’altro prima c’era Sky Wings che non si sa quanto ci è costata! Nessuno ce lo ha ancora detto, adesso richiederemo i bilanci e verificheremo. Comunque, ritornando a Club Air, non aveva detto questa estate che c’erano 12 nuovi voli? I nuovi collegamenti previsti erano Basilea, Roma, Catania, Palermo, Praga, Leopoli, Skopje, Pristina, Parigi, Tirana, Atene, Verona, tutti annunciati, operati qualcuno per poche relazioni, ma la maggior parte non sono assolutamente neppure partiti. Sono attivi solo Parigi due volte la settimana, Leopoli una volta, Tirana 2-3 volte. In compenso è stato aggiunto – Udite! Udite! - Bergamo-Orio al Serio. Questa è la risposta della Regione Marche ad Alitalia che cancella Milano! E’ una cosa scandalosa! E che Alitalia avrebbe cancellato Milano dal prossimo 30 marzo lo sapevamo sin dalla fine dell’anno scorso, e da parte di questa Regione, prima di tutto, non è stato fatto niente. Non doveva di certo farlo la società, perché la società Aerdorica, da noi partecipata, doveva avere sollecitazioni affinché si fosse realizzato con la sua collaborazione un piano alternativo, serio, credibile e importante, o si fosse frenata questa volontà di Alitalia, compagnia ancora oggi di bandiera, compagnia del Governo, del pubblico.
Non è stato fatto niente, è un danno drammatico per l’economia delle Marche, non si è avviata alcuna seria iniziativa per una strada alternativa. Sono stati fatti due collegamenti con Bergamo, ma che soluzione è! Proviamo a parlare con gli industriali, proviamo a parlare con coloro che danno molta importanza a Milano!
Si dovevano riformulare immediatamente i decreti Burlando e Bersani sulla ripartizione del traffico tra Linate e Malpensa perché è da lì che veniva il problema. E non avendolo affrontato è chiaro che oggi siamo in questa situazione.
La responsabilità politica e istituzionale è grande perché è grande il danno al sistema Marche.
Sui collegamenti low cost tutti gli analisti del settore del trasporto aereo evidenziano un crescente sviluppo di tale traffico. Se le compagnie tradizionali crescono del 4% quelle con tariffe più basse crescono del 20%. In Europa esistono ormai due segmenti del traffico aereo: traffico ordinario e traffico low cost.
Ebbene, ad oggi, sull’aeroporto di Falconara opera, oltre a Lufthansa e Alitalia che sono integrati in network generali e globali, un solo vettore low cost, uno su un’unica rotta, Ryanair su Londra. E’ possibile tutto ciò?! Al di là dei periodici annunci infatti non è stato attratto nessun altro vettore.
Si deve, allora, meditare su questo e non sul non avio, sull’ottica o su tutte quelle altre cose che sono palliativi. Si deve guardare ad un nuovo piano industriale se quello firmato Wendler non va più bene e che perciò è già stato superato nei fatti con una delega assegnata ad altri.
Nuovo piano industriale significa nuove rivisitazioni, nuove riflessioni di quello che deve essere un nodo che tutti consideriamo strategico, ma che oggi è solo un buco nero nelle politiche prima di tutto di bilancio e poi industriali di questa Regione Marche. Siamo scandalizzati!
Nel giro di pochissimo tempo, appena i bilanci saranno a disposizione, noi vogliamo trasparenza sui sussidi pubblici, sul nostro apporto finanziario e sulle risultanze economiche delle tante operazioni fatte, anche a livello industriale, e che ad oggi hanno trovato assolute e negative risposte in termini di traffico, di passeggeri, di funzionalità di un aeroporto che è diventato una cosa scandalosa per le Marche, un aeroporto dove tutti reclamano un ruolo e una funzione che oggi ha purtroppo drammaticamente perduto.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.
Ottavio BRINI. Non me ne voglia l’Assessore, persona che rispetto e preparatissima anche in questa fase dell’Aerdorica, ma i risultati, purtroppo, nonostante il cambio in corsa dei vertici non sono arrivati.
Mi dispiace, Assessore, che questa mattina si sia presentata con un nuovo piano economico, dove già la parola “nuovo” dà un senso di precarietà e di non efficienza.
Quindi più che parlare di un nuovo piano economico pensavamo che questa mattina venisse con una serie di risultati, con un bilancio di questo importantissimo aeroporto marchigiano che ha una grande mole di persone a livello industriale.
Quando ha citato, Assessore, le rotte di Roma, Parigi, Francoforte io non ho sentito Milano che pure è un collegamento importante per quanto riguarda la nostra regione. Quindi c’è una carenza sotto questo aspetto.
Nella sua relazione si è avuta solo la sensibilità che forse l’aeroporto verrà trasformato in un centro commerciale anziché in un punto di riferimento sia per chi ne usufruisce per motivi di lavoro, che per chi va in vacanza, infatti lei ha parlato di Parigi, Londra, Francoforte - non ha detto Barcellona, ma una volta si andava in vacanza anche in questa città -.
Quello che oggi è preoccupante è che a fronte di un incremento di passeggeri del 3% molto spesso si registra un disagio da parte di chi usufruisce di questi mezzi. A chi si presenta la mattina per prendere un volo per Roma molto spesso capita che gli viene comunicato che è stato annullato. E’ una cosa gravissima, sicuramente la prossima volta andrà a Pescara o a Bologna.
Quindi bisogna cambiare tendenza, so che è difficile, ma sembra che ci troviamo di fronte al pozzo di San Patrizio, come diceva prima il Consigliere Pistarelli, più milioni di euro si danno più se ne macinano. E meraviglia che di fronte a tante perdite non si riesca a trovare una soluzione, nonostante ci siano anche i privati, e questo è preoccupante e deve far riflettere perché i risultati tarderanno a venire.
Ora non voglio fare una provocazione, perché ci vuole coraggio, ma forse sarebbe opportuno chiuderlo se non si è capaci o messi nelle condizioni di fare una risanamento serio.
Sono otto anni che sono in quest’Aula e ho sempre sentito parlare di risanamento e di perdite, ma i rami secchi bisogna tagliarli perché vengono sempre pagati dalla comunità marchigiana. Prima abbiamo parlato di polveri sottili, sarebbe stato meglio distribuire queste risorse ai Comuni, probabilmente stavamo meglio con la salute e avremmo ottenuto qualche risultato.
Sarebbe da prendere in considerazione anche l’idea di chiudere l’aeroporto e trasformarlo in un centro commerciale. E’ una valutazione che può sembrare una provocazione, ma ci siamo stancati ogni volta di versare milioni e milioni di euro per risanare un aeroporto che non è efficiente e non dà servizi.
Mi auguro che per il futuro, Assessore, quando verrà a relazionare ci dirà che finalmente la Regione Marche non dovrà tirare più fuori nemmeno un euro. Se così non sarà dovrete avere il coraggio di dire “chiudiamo questo aeroporto perché non siamo nelle condizioni né di poterlo gestire né di poterlo più finanziare”. Questo perché tutti questi soldi che vengono dati all’Aerdorica poi gravano sulle tasse che i cittadini marchigiani, purtroppo – lo abbiamo visto nell’ultimo bilancio – devono pagare in parte anche per l’Aerdorica.
Quindi occorre una riflessione seria, è il momento dei risultati, bisogna essere più determinati nel dire se questo aeroporto ha ancora un ruolo strategico per le Marche.
Personalmente l’ultima volta sono andato a prendere un volo a Pescara, mi vergogno quasi a dirlo, ma questo aeroporto dà più garanzie ed efficienza di quello anconetano. Un’altra volta sono andato anche a Bologna perché ha più linee e più servizi.
Noi marchigiani, che siamo orgogliosi del nostro aeroporto, vogliamo che sia efficiente, che dia servizi, ma soprattutto che chiuda alla pari, non deve guadagnare, sarebbe assurdo, però se perde dovrebbe limitare possibilmente i danni.
Questo è un impegno che mi auguro l’Assessore assuma, anche senza polemiche, perché parlare dell’Aerdorica è facile per tutti, è come sparare sulla Croce Rossa.
Quindi evitiamo di fare polemiche sterili, però la prossima volta, Assessore, non venga con una relazioncina, anche se seria e documentata e per la quale ci avrà messo tutto il suo impegno, ma che se la rilegge anche lei dirà “mamma mia, che cosa sta succedendo!”.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.
Cesare PROCACCINI. Svolgerò brevi considerazioni perché la relazione dell’Assessore Pistelli merita una riflessione. Infatti credo il Consiglio regionale quando dislocherà le risorse pubbliche su tutte le società partecipate, compresa l’Aerdorica, dovrà fare una riflessione complessiva.
Ci sono stati una serie di piani industriali – oggi parliamo di uno nuovo - che avrebbero dovuto tendere a cercare di azzerare il deficit pregresso sul quale la Regione Marche, che è socia di maggioranza della parte pubblica della società, si era impegnata nel corso degli esercizi, in primo luogo nell’ultimo bilancio di previsione regionale con oltre 2 milioni di euro.
Dunque lo sforzo che il pubblico compie, lo abbiamo sentito anche quest’oggi, nonostante l’impegno apprezzabile di migliorare la logistica a terra, rimane quello di recuperare il decifit pregresso. Ma per questo c’è un rischio, che l’aeroporto diventi quasi una sorta di centro commerciale che cerca di frenare il calo dei voli e dei passeggeri.
In questo c’è una responsabilità complessiva della società e soprattutto della dirigenza che era stata delegata dalla stessa Regione Marche. Perché in questa giusta ottica di risparmio la visione non è stata virtuosa in quanto non ha riorganizzato per rilanciare, molto spesso è stata inadeguata e ha lasciato lo stato delle cose come era prima, anzi, lo ha peggiorato.
Oggi vorrei svolgere brevissime considerazioni a nome del gruppo dei Comunisti Italiani da un altro punto di vista, cioè oltre che dall’ottica dell’esigenza dello sviluppo anche da quella dei lavoratori, perché l’inadeguatezza della dirigenza ha scaricato le inadempienze su di essi. Addirittura con una comunicazione anche estranea alle scelte del Consiglio e della Giunta regionale era stata prospettata una compagnia aerea autonoma.
Questa inadeguatezza, inoltre, è stata dannosa nel contesto della concorrenza selvaggia che si è realizzata anch’essa sulla testa dei lavoratori e sulla diminuzione della qualità del servizio reso ai passeggeri.
Noi abbiamo apprezzato la svolta fatta per la dirigenza, facendo una scelta di direzione interna, quella del dott. Conti, che certamente è molto più capace di tutti gli altri, una scelta che poteva e doveva essere fatta prima.
Questa opzione l’avevamo proposta, anche se inascoltati, in tempi non sospetti, però purtroppo nella politica e nelle istituzioni se non si hanno i numeri la ragione conta poco.
Comunque oggi è in atto una deregolamentazione più selvaggia, che non riguarda il punto della direzione dell’Aerdorica in quanto tale, ma ha aspetti più generali perché si torna alla precarietà.
Chiediamo all’Assessore anche di verificare le ultime scelte che lei stessa ha elencato. Perché è vero che sono stati internalizzati i lavoratori dell’ex cooperativa, dei servizi a terra, dei bagagli e del trasporto delle merci, ma questa internalizzazione non è stata un fatto positivo, ancorché anomalo, nello scenario della gestione più complessiva.
Noi siamo per il pubblico e al tempo stesso per la garanzia dei lavoratori, perché i medesimi, che prima avevano un contratto adeguato o mediamente adeguato, oggi vengono assunti in proprio con una perdita di oltre 2 euro l’ora, più di 16 euro al giorno, ed è una cosa che non va bene.
Su questo ci interessa conoscere le prospettive, cioè significa che occorre, dopo la procedura di gara – apro e chiudo una parentesi, non c’è il Presidente Spacca, ma lo dico all’Assessore Pistelli e all’Assessore Petrini – una vigilanza rispetto alle questioni della trasparenza.
Qualche settimana fa il Ministero dell’istruzione – così oggi si chiama -, attraverso l’ufficio scolastico regionale, ha fatto un appalto con base gara di 10 milioni di euro (20 miliardi di lire) per la pulizia delle scuole delle Marche, dove c’è stato un ribasso di quasi il 30%, la gara è stata aggiudicata con poco più – si fa per dire - di 7 milioni, e questo ribasso d’asta si andrà a ripercuotere sui soci lavoratori che molto spesso sono ricattati.
Per questo occorre compiere una serie di controlli rispetto ai contratti, rispetto alla qualità e rispetto a tutto il resto.
Credo che nel mentre la Regione Marche dovrà discutere di nuove disposizioni di legge generali, ad esempio quelle sugli organi di gestione, dovrà compiere una seria riflessione sull’Aerdorica, sull’Asur, sugli ambiti del sociale, su tutta l’organizzazione che riguarda il servizio reso alla cittadinanza.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.
Giacomo BUGARO. Sono rimasto colpito dalla sua relazione, Assessore. Non è la prima volta che parliamo di questo problema e non è la prima volta che lei viene in questa Aula, ma penso che nel suo ufficio funzionino bene le macchine fotocopiatrici! Perché i discorsi che fa si ripetono con un ciclo e una cadenza annuale ogni qualvolta viene affrontata, o per un’urgenza oppure per rispondere ad una interrogazione, la questione Aerdorica. Le risposte sono sempre le stesse, se lei prende i resoconti di quest’Aula le sue parole si ripetono con una cadenza periodica.
Una cadenza periodica che si ritrova anche nei conti dell’Aerdorica perché nulla cambia se non nel fattore tempo. Nulla cambia perché i debiti sono sempre lì, aumentano nella loro consistenza. La credibilità di Aerdorica è pari a zero e non solo nel nostro territorio, ma in giro per l’Europa, perché ormai tutti conoscono chi è Aerdorica delle Marche. E’ una delle società più inaffidabili nelle partenze per l’Europa e devo dire che in alcuni passaggi si è caratterizzata anche per una inaffidabilità finanziaria, perché conosciamo bene le dinamiche che hanno caratterizzato qualche giornata su alcune piste a Falconara e in giro per l’Italia.
Da un certo punto di vista, Assessore, l’ammiro perché riesce a leggere quelle pagine con una delicatezza e con una tranquillità ammirevole! Lei è una donna di coraggio perché anche se non è stata eletta dai cittadini riesce ad occupare quella poltrona portando questi risultati periodicamente a quest’Assemblea con una leggerezza ed una tranquillità veramente invidiabili. Complimenti!
Lei sa che sono una persona schietta e soprattutto non sono coinvolto in quel magma che ammorba questa Regione, pertanto parlo in maniera libera. La mia persona non è spesso a Palazzo Raffaello a parlare con gli Assessori o il Direttore generale, quindi è libera perché non chiede favori, è libera di poter rappresentare al meglio le posizioni.
Aerdorica è divenuta il simbolo della commistione fra pubblico e privato che regge il Presidente Spacca in questa Regione ed è il simbolo del fallimento della sua politica.
Lei oggi ha addirittura avuto il coraggio di dire che rispetto all’anno scorso sono aumentati i transiti del 2,6%, però ha omesso di dire che i transiti sono aumentati perché lo scorso anno erano stati particolarmente bassi a causa del fenomeno della nebbia, quindi è un fenomeno naturale che quest’anno si siano rialzati.
Senza addentrarmi nelle vicende di carattere tecnico, io non so come questa Giunta continui ancora a sostenere questa società, non so come gli altri azionisti pubblici riescano a mantenere questa partecipazione, mi riferisco essenzialmente alla Camera di commercio, perché va da sé che il Comune di Falconara ne uscirà gioco forza, e il Comune di Ancona, la Provincia di Ancona e le altre fanno parte in scala minore di quel castello di potere che sta alla base del mantenimento della vostra maggioranza regionale.
Se andate a scorrere la lista degli imprenditori che sostengono insieme a voi questa società, vedrete che è lì che si è sviluppata e si è radunata la forza che sostiene Spacca, da lì parte questo rapporto, un rapporto perverso che controlla il centro-sinistra e che con alcune mani tenta di controllare anche il centro-destra. Questa è la verità che bisogna saper rappresentare qui dentro. Queste sono le Marche!
Piano piano, però, questo muro che sembrava impenetrabile si sta sgretolando sotto il peso dei risultati che non siete capaci di portare. Allora vedremo che alcuni imprenditori saranno costretti ad indietreggiare, ma ancor di più i marchigiani apriranno gli occhi rispetto a questo sistema di potere, a queste pagliacciate di molti imprenditori che con una mano prendono e con l’altra danno.
Vorrei vedere il saldo e, Assessore Marcolini, io sto ancora aspettando quella risposta ad una famosa interrogazione sui finanziamenti, che partono da Via Gentile da Fabriano e da altre parti – penso al Map –, e che arrivano a circa 70 chilometri verso l’interno. Ancora attendo quella risposta, ma io ho l’impressione che qui da una parte si prende e dall’altra si dà. So di che cosa parlo e conosco anche i rischi a cui mi sottopongo dicendo tali cose in quest’Aula, ma siccome sono un uomo libero lo faccio nell’assoluta libertà in quanto “io, io, io”, lo voglio rimarcare tre volte, non ho nessun interesse da difendere.
Allora, insieme ai colleghi, metterò ancora più vigore per denunciare questa vicenda, per potarla all’attenzione della pubblica opinione regionale, ma anche in quella nazionale.
Quando è finita la guerra in Kosovo, Assessore? Da quanto abbiamo finito di vendere il cherosene alle forze alleate? Sette-otto anni fa, non ricordo bene, c’era ancora Micucci. Cioè quella vendita che consentiva ai bilanci di mascherare le perdite invece delle attività correnti, e appena è finita è emersa la mala gestione dell’aeroporto. Da quella volta nulla, solo fiumi di parole, ma soprattutto un mare di denaro dei marchigiani che è andato verso questa infrastruttura.
Abbiamo visto passare Wendler che ci ha portato quel piano che aveva presentato a Reggio Calabria e che ci è stato rivenduto nelle Marche a 150 mila euro, ma che è rimasta lettera morta. Adesso è arrivato questo tal Moriale che annuncia voli che non decollano mai, ma le perdite rimangono sempre. Poi lei, Assessore, viene qui in quest’Aula a dire che apriamo un negozio di ottica! Ma si deve vergognare! Prende 10 mila euro al mese e non è capace nemmeno di leggere la parola “outsourcing”! Assessore, le voglio umanamente bene, ma politicamente devo stigmatizzare questo suo comportamento. Me lo consenta.
Dovete fare piazza pulita e avere il coraggio di fare le cose serie, perché su questa vicenda vi state giocando la faccia e ve la giocherete, perché è una vicenda che non può passare sottotono così. Vi abbiamo concesso anche troppo tempo, Assessore, e mi dispiace che non ci sia il Presidente della Giunta regionale – sarà in uno di quei suoi viaggi –, perché lei ha sì una responsabilità, ma che se vogliamo è anche parziale. Il Presidente, invece, è il garante di questa vicenda quindi dovrebbe prendersi lui tale responsabilità.
Perché, vede, se un anno c’è un buco di bilancio e l’anno dopo si rimedia, va bene, può capitare, ci possono essere fenomeni esterni nella gestione di un’azienda, ma non che sono dieci anni che ogni anno si rimettono 5-6 miliardi delle vecchie lire. Se poi parlate dei costi della politica e la gente si indigna, qui altro che i costi di un’Assemblea o di una Giunta! Ma vi rendete conto che numeri sono?!
Inoltre c’è anche lo sputtanamento – scusatemi il termine - che abbiamo in giro per l’Europa, perché dalle Marche dovrebbero partire aerei, ma che poi non si levano mai in volo!
Concludo, Presidente, perché ormai ripeto concetti che quest’Aula penso li abbia imparati a memoria. Tra l’altro mi dispiace che i ragazzi delle scuole sono andati via perché devono vedere quello che succede; anche la stampa dovrebbe dare più risalto a queste vicende - capisco che poi la Giunta regionale compra gli spazi pubblicitari quindi – sapete! - una botta al cerchio e una alla botte, ma questa Regione funziona così! -.
Siamo su un binario cieco e se non ci sarà una inversione di tendenza voglio vedere come riusciremo nel prossimo futuro ad affrontare la situazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni per l’ultimo intervento prima del Vice Presidente Agostini.
Giuliano BRANDONI. Devo dire che non ho ascoltato l’ultimo intervento perché, diciamo, ero un po’ distratto. Le mie riflessioni riguardano non tanto il dibattito attuale, ma il percorso. Tra l’altro molte delle considerazioni di merito fatte dal Consigliere Procaccini mi trovano d’accordo, quindi glisso su queste.
Il Consigliere Pistarelli diceva, quasi polemizzando, che la mia richiesta e quella del Presidente Rocchi di un confronto in Commissione rappresentava quasi un pannicello caldo per non discutere in Aula di questo problema. In realtà era esattamente il contrario.
Credo che le questioni che riguardano l’Aerdorica, il ruolo strategico che abbiamo dato all’aeroporto Raffaello Sanzio e la funzione con cui pensiamo questa società, meritavano – perché lo hanno meritato anche in altri momenti – un percorso di riflessione, di costruzione di informazioni e di proposte e anche l’opportunità di dare al Consiglio nella sua interezza la possibilità di costruire fatti.
Come costruire i fatti? Certo, un percorso che va in Commissione è un percorso dove ci si confronta, che misura in maniera più minuta le problematiche - che l’Assessore ci ha ricordato -, gli interventi di natura finanziaria che sono stati fatti, i provvedimenti che riguardano la riduzione del deficit, l’impegno che in tanti aspetti anche piccoli si è dato per rilanciare l’aeroporto, le sue funzioni e il suo ruolo strategico. Ma c’è di più, perché è stato anche rilevato che c’è la necessità di ridare all’aeroporto la sua funzione primaria, cioè quella che porta viaggiatori e ne fa partire altrettanti e che sta dentro un sistema più articolato a livello nazionale e internazionale, quindi che venga rilanciato. Cioè da una parte l’accuratezza della gestione e dall’altra, ovviamente, l’idea dello sviluppo e del rilancio dell’infrastruttura.
In questo contesto il ruolo delle Commissioni poteva essere importante - non azzardo a dire decisivo - e in quei luoghi era possibile, ed io credo che sarà possibile, costruire passaggi di indirizzo che ridiano al Consiglio un ruolo, una funzione, un contributo e la possibilità di una partecipazione in una vicenda, come quella dell’aeroporto Raffaello Sanzio, che tutti noi abbiamo giudicato, nei dibattiti e anche grazie alle riflessioni e alle sollecitazioni che più volte ci sono state in Consiglio, un punto importante dell’azione legislativa e amministrativa della Regione.
Quindi credo che passaggi come questi siano utili, ma sono utili a chiarire i primi punti di vista, invece la costruzione di un progetto e di un indirizzo del Consiglio passa attraverso percorsi e passaggi più articolati e meditati. Questi passaggi più articolati e meditati avranno, mi auguro, nella riunione delle Commissioni congiunte, terza e seconda, insieme all’amministratore delegato e al presidente della società, l’opportunità di avere misure più precise, riflessioni più attente, e poter dare un percorso di indirizzo, che credo l’Assessore riterrà un contributo utilissimo all’obiettivo che tutti insieme ci siamo dati.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini per la replica.
Luciano AGOSTINI. Innanzitutto ringrazio l’Assessore Pistelli per la preziosa, puntuale e competente esposizione che ha fatto in quest’Aula, lo ha fatto ricostruendo la situazione dell’Aerdorica. Forse per quel che riguarda il passato anche con un piglio fin troppo istituzionale, in quanto avrebbe potuto affondare di più nelle ragioni che hanno portato ad una situazione di crisi su cui questo Governo regionale ha inteso assumere il toro per le corna e cercare di modificare una situazione che qualche anno fa veniva data per disperata.
Io non ho, invece, lo stesso timore istituzionale nel ricordare quando alcuni anni fa a fronte di un piano industriale, che prevedeva addirittura l’ingresso di grandi compagnie internazionali, l’allora Presidente della società – si vadano a riprendere gli atti delle audizioni in IV Commissione, sbaglio, Consigliere Procaccini?! - chiese, a noi pubblico e in particolare alla Regione, la disponibilità a fare un passo indietro perché alcune grandi compagnie internazionali avrebbero avuto l’interesse a costruire un rapporto con la società Aerdorica e ad entrare nella stessa, fino al punto che il pubblico avrebbe dovuto fare un passo indietro e diventare minoranza.
Questa disponibilità fu data in modo totale, tant’è che fu fatto un patto di sindacato tra privati e alcune istituzioni, che sono sempre borderline tra il pubblico e il privato, che contribuì a rafforzare il privato che diventò maggioranza.
Non ci furono le compagnie internazionali, ci furono importanti privati locali e non, ed è da lì che ci fu l’inizio di un percorso che portò alla costituzione di un’altra società di gestione, ecc., ecc., fino al punto che il pubblico, in questo caso la Regione, dovette assumere qualche anno fa la responsabilità di riprendere in mano la situazione.
Lo abbiamo fatto con uno sforzo collegiale come Governo regionale e lo abbiamo fatto con l’impegno paziente dell’Assessore all’Aerdorica delegato.
Da questo punto di vista voglio solo affermare un punto, nonostante ci sia una situazione di congiuntura sfavorevole, quale quella nella quale stiamo, per le note vicende di carattere generale e nazionale che vedono la nostra compagnia di bandiera attraversare un momento certamente non felice, lo sforzo che stiamo producendo è proprio quello di dire che vogliamo mantenere quell’aeroporto. Lo abbiamo fatto attraverso investimenti importanti di ricapitalizzazione della società ridando al pubblico, e in particolare alla Regione, il ruolo guida. Tra l’altro impegnando anche nel Consiglio di amministrazione della società le migliori energie dal punto di vista tecnico della Regione Marche. Lo abbiamo fatto, ripeto, con la ricapitalizzazione, lo abbiamo fatto con un programma di investimenti che nei prossimi anni porterà la Regione Marche a investire circa 11 milioni di euro in questa importante infrastruttura. Perché riteniamo, tra l’altro, che il nodo intermodale, che centra la propria sostanziale azione tra il porto, l’aeroporto, l’interporto e una nuova infrastrutturazione dal punto di vista stradale e ferroviario della nostra regione, debba avere in queste strutture punti determinanti della propria strategia.
Per cui non c’è stato un disimpegno, abbiamo investito a testa bassa, con grande impegno, con grande capacità dal punto di vista politico e di governo, abbiamo messo a disposizione le migliori energie e una quantità di risorse perfino spropositata alle nostre possibilità. Dunque grande è l’impegno per mantenere questa importante infrastruttura. Abbiamo dovuto anche recuperare un terreno che sul piano della disponibilità, forse allora fin troppo ingenua, ma che avevamo dato a un sistema che poi non è stato in grado di determinare un’azione imprenditoriale vera e propria della società che gestisce il nostro aeroporto.
Infine voglio dire che finalmente, proprio per la delega che seguo, che si sta riuscendo a costruire dei piani insieme. Il piano promozionale turistico della Regione Marche di quest’anno, che vedrà la discussione in Consiglio tra qualche settimana - anzi, Presidente della terza Commissione, le chiedo che venga approvato il prima possibile - per la prima volta è allineato, concordato e concertato con le azioni che la stessa società Aerdorica sta mettendo in campo in questi mesi e per il prossimo futuro.
Che dire anche del recuperato rapporto con i lavoratori, con gli operatori, con le organizzazioni sindacali che qualche tempo fa erano sul piano della eccessiva drammatizzazione che certamente bene non faceva nemmeno all’immagine del nostro aeroporto.
Quindi credo che con gli sforzi fatti abbiamo imboccato la strada giusta e per questo mi sento di condividere in pieno la relazione della collega Pistelli.
PRESIDENTE. Grazie Assessore.
Fabio PISTARELLI. Ho una proposta di risoluzione da presentare.
PRESIDENTE. Però c’è un problema procedurale perché nel dare la parola al Vicepresidente per la replica avevo chiuso la discussione. Se lei ora ha una risoluzione la invito a presentarla, sarà iscritta alla prossima seduta del Consiglio regionale.
Fabio PISTARELLI. Presidente, mi dà la parola?
PRESIDENTE. Su cosa, Consigliere? Questo è un punto chiuso.
Fabio PISTARELLI. Vorrei parlare sulla proposta di risoluzione che voglio presentare, come dice il Regolamento, in chiusura di discussione.
PRESIDENTE. Il Regolamento prevede che c’è una discussione e una replica ed io ho informato il Consiglio che la discussione era chiusa; ai sensi del Regolamento, invece, lei avrebbe già dovuto presentare la risoluzione.
Fabio PISTARELLI. Vorrei dire che la mia richiesta è assolutamente regolamentare, come abbiamo fatto ogni volta; basta leggere la norma che dice che a chiusura della discussione si può proporre, se si vuole, un documento, altrimenti di che cosa abbiamo discusso?!
Comunque, visto che anche dai banchi della maggioranza è stata sollevata questa questione e ritenendo che la proposta di risoluzione ha la necessità di una riflessione, penso sia assolutamente possibile rinviare al prossimo Consiglio la discussione e votazione di tale risoluzione come, appunto, il Presidente ha proposto.
Questa mi pare una conclusione seria di questo dibattito, se lo stesso è ritenuto serio da parte di tutti, perché se non è ritenuto serio ci siamo detti quattro frescacce, chiudiamo qui e punto a capo! Però l’atteggiamento non mi sembra sia così.
Anche il Vicepresidente Agostini ha detto che c’è una grande attenzione sulla questione Aerdorica, quindi, se vogliamo fare il nostro dovere, dobbiamo chiudere con una deliberazione.
Ritengo, pertanto, che si possa accogliere tranquillamente la proposta di metterla al primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio.
PRESIDENTE. Onde evitare interpretazioni, le leggo ciò che dice il Regolamento all’art. 119, nono comma: “In occasione di dibattiti in assemblea su comunicazioni della Giunta o su mozioni, ciascun Consigliere può presentare una proposta di risoluzione che è votata al termine della discussione”. Quindi questa discussione avevo detto che era chiusa mentre invitavo il Vicepresidente a fare la replica. Quindi, ripeto, è chiusa.
Detto questo, se lei presenterà una risoluzione verrà iscritta alla prossima seduta del Consiglio regionale.
Proposta di legge regionale n. 139
della Giunta regionale
“Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza (Ipab) e disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona”
(Rinvio)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 139 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Luchetti.
Marco LUCHETTI. Chiedo il rinvio della discussione di questa proposta di legge al prossimo Consiglio, in quanto la Commissione deve ancora operare alcune modifiche.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la richiesta di rinvio della proposta di legge regionale n. 139.
(Il Consiglio approva)
Proposta di legge regionale n. 197
dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Benatti, Ortenzi, Mammoli, Mollaroli
“Modifiche alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 22 “Diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino spedalizzato”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 197 ad iniziativa dei Consiglieri Brandoni, Altomeni, Binci, Procaccini, Benatti, Ortenzi, Mammoli, Mollaroli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Mollaroli.
Adriana MOLLAROLI. Il testo è abbastanza semplice, c’è soltanto una modifica all’articolo 4 della l.r. n. 22/1998 che prevede la possibilità di partorire a domicilio e nel caso in cui i servizi sanitari non attivino i servizi necessari c’è la possibilità di fornire un rimborso alle donne che comunque vogliono utilizzare questa possibilità.
La proposta di legge prevede la trasformazione della quota, che era in lire, in euro, con un adeguamento secondo i dati Istat.
Come dicevo, il testo è molto semplice, mentre estremamente importante restano i contenuti di questa legge. E’ una legge importante, che la nostra Regione si è data da diversi anni, che tutela il parto in particolare con l’obiettivo di ridargli la sua naturalità e non considerarlo, come spesso accade, un momento più sanitario che naturale.
Ovviamente oggi non vogliamo riaprire una discussione su queste finalità, però mi auguro che la trasformazione di questo articolo possa riaprire una possibilità per le donne marchigiane che vogliono ricorrere al parto a domicilio.
Mi permetto soltanto di ricordare che questa legge non è stata rifinanziata nel corso degli anni, ma che nel nuovo Piano sanitario, che abbiamo approvato a luglio, permane un obiettivo molto significativo per la nostra sanità, cioè quello di ridurre i parti cesarei nella nostra regione perché abbiamo una delle percentuali più alte d’Italia. In questo Piano abbiamo riconfermato anche un altro obiettivo, che la legge prevede, quello di dare molta importanza a questo momento che è straordinariamente significativo nella vita delle donne e che, appunto, si torni a riconsiderare il parto come un momento fisiologico e naturale seppure fatto nella sicurezza dovuta.
Mi auguro che l’Aula approvi questa semplice modifica e che presto la Regione possa dare attuazione a quelle parti del Piano che prevedono per la nostra regione, appunto, di ritornare ad una funzione naturale del parto e di ridurre assolutamente la medicalizzazione dello stesso, come significano i dati sul parto cesareo così alti nella nostra regione.
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Tiberi.
Oriano TIBERI. Intervengo soltanto per confermare quello che ha detto la relatrice di maggioranza in quanto è veramente un articolo semplice. L’unica obiezione che abbiamo fatto in Commissione è stata quella che i 1.200 euro sono pochi, quindi chiedevamo se era possibile aumentare la quota.
Comunque, a nome e per conto del Capogruppo Capponi, dichiaro che voteremo a favore di questo atto.
Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.
Guido CASTELLI. Per dichiarare a nome e per conto del gruppo di Alleanza Nazionale il nostro parere favorevole rispetto ad una modifica che tecnicamente è costituita da un mero aggiornamento finanziario, però che è di una norma concepita all’interno di un testo che rimanda ad un argomento sul quale davvero auspichiamo che questo Consiglio torni presto, anche sottoponendo al vaglio di quest’Aula diverse proposte di legge che ineriscono ai diritti della partoriente, del nuovo nato e mi permetto di aggiungere anche del concepito.
Non sembri fuori luogo ricordare come giacciano nei cassetti di questo Consiglio alcune iniziative che potrebbero essere estremamente qualificanti per la Regione Marche e che vanno direttamente ad inerire alla grande questione dell’attuazione della legge n. 194.
E’ venuto il momento che anche il Consiglio regionale delle Marche, sulla scorta di quanto già alcune Regione stanno facendo, verifichi se nel nostro territorio regionale la legge n. 194 è stata completamente attuata o se richieda delle definizioni ulteriori di carattere amministrativo e tecnico per quanto riguarda, ad esempio, alcune nuove frontiere scientifiche che non possono non essere considerate, come ad esempio ha fatto la Regione Lombardia, in materia di termini e di settimane entro le quali è possibile parlare di aborto e di interruzione volontaria di gravidanza. Mi riferisco alla grande questione della ventiduesima settimana, che non deve considerarsi una provocazione, nei termini in cui la impostata il Consiglio regionale della Lombardia, se si considera che dietro questa fredda e apparentemente astratta indicazione numerica di settimana si cela la vita.
Allora, facciamo bene a dare una mano alle partorienti che desiderano – come nel caso di mia madre – dare alla luce il proprio figlio a casa, ma non possiamo limitarci a questo, perché è necessario che anche una maggioranza laica e sedicente progressista, come quella che governa la Regione Marche, si misuri anche con questa grande evidenza. Un’evidenza che non è solo nazionale ma anche internazionale, che è cioè la questione dell’interruzione volontaria di gravidanza e dell’aborto.
Da parte mia, a nome del gruppo di Alleanza Nazionale, ad esempio ho promosso un’iniziativa che mira ad incentivare la presenza dei volontari per la vita all’interno dei consultori. Si tratta di verificare se i consultori funzionano, si tratta di stabilire se l’azione persuasiva e formativa dal punto di vista culturale degli operatori dei consultori va sempre e comunque nel senso indicato dalla legge 194, che è quella di tutelare il diritto alla vita-, si tratta di valutare – cito le parole del garante per l’infanzia – se tutto il sistema che abbiamo implementato per garantire l’interruzione volontaria di gravidanza intercetta questo principio, cioè che l’aborto è un disvalore da evitare e non è un diritto da garantire ovunque e comunque.
Risiedo in una città che purtroppo conta il record di aborti in tutte le Marche, insieme a San Severino e ad Ascoli Piceno, è il luogo dove questa pratica di soppressione legalizzata della vita umana viene esperita in misura quantitativamente più incisiva.
Questo problema ha una diretta attinenza con il fatto che ad Ascoli vanno ad abortire extracomunitarie, generalmente prostitute, che trovano un sicuro rifugio rispetto alla loro problematica. Una problematiche che, secondo me, deve essere gestita e trattata anche ricorrendo all’ausilio delle politiche dirette all’immigrazione, perché è un problema connesso anche a questo.
Dobbiamo giustamente perseguire le nostre politiche di accoglienza rispetto a coloro che vengono da altre nazioni a cercare lavoro e che sono spesso disperati, ma abbiamo anche il dovere giuridico, prima ancora che morale – quindi parlo da laico e non da credente, anche se lo sono –, di fare in modo che sia davvero ampia e complessiva la valutazione culturale del problema dell’immigrazione L’Immigrazione è anche il problema di una sequela interminabile di aborti, quindi di soppressione di vite di innocenti, praticati da soggetti che in maniera più o meno casuale arrivano nei nostri ospedali.
Quindi, Consigliera Mollaroli, credo che sia bene rimettere mano e valutare questa legge che oggi correggiamo solo in maniera finanziaria relativamente alle indennità per il parto a casa, ma rilancio, e credo sia assolutamente doveroso, riconsiderare l’interazione che abbiamo definito fra servizio sanitario marchigiano e interruzione volontaria della gravidanza. Facendo di tutto e di più affinché nelle Marche – ciascuno risponde pro-quota dei propri doveri consiliari e politici – si possa arginare questa tragedia moderna, questo genocidio legalizzato che si chiama aborto. Ci sono un miliardo di vite soppresse sono, ahimè-, numericamente parlando, decine e decine di volte superiori a tutti i genocidi che l’uomo ha praticato sulla faccia della terra. Non voglio fare paragoni che risulterebbero scabrosi e irriferibili, dico soltanto che di fronte ad un miliardo di vite soppresse la nostra coscienza di laici deve necessariamente far sentire forte e pronta la sua voce.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.
Giuliano BRANDONI. Molto rapidamente perché questa è una proposta di legge saggia e misurata e vorrei ricordare che è anche frutto dell’interlocuzione che avviene tra le esperienze amministrative e legislative, come la nostra, e il mondo reale. La chiamerei la legge Favilla Nicosanti perché è la copia che ci ha segnalato esattamente le problematiche inerenti a questa difficoltà di finanziamento rispetto ad una modalità di parto che rappresenta un diritto e una valorizzazione di quel mistero che è la maternità.
Sono rimasto particolarmente stupito dall’intervento del Consigliere Castelli, che non so se per riflessi pavloviani o per atteggiamenti che assomigliano a quel personaggio di una trasmissione molto divertente che si chiamava “Avanzi”, un personaggio che essendo stato in coma per tanto tempo a ogni parola reagiva con discorsi che precipitavano altrove, o – così lo faccio più contento – che assomigliano a Catone il Censore che in qualsiasi intervento faceva al Senato di Roma parlava sempre della distruzione di Cartagine, qualunque sia stato l’argomento.
Penso che questi atteggiamenti siano del tutto strumentali, tanto più che esiste depositala – e spero che ne discuteremo al più presto – una mozione presentata da diverse Consigliere, che ci consentirà di discutere della legge n. 194 in maniera seria ed appropriata e non nelle forme strumentali con cui ho ascoltato poc’anzi l’intervento.
PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Trattandosi di proposta di legge composta di un solo articolo procediamo alla votazione finale.
Proposta di legge n. 197. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 70
della Giunta regionale
“Approvazione variante al Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino interregionale dei fiumi Marecchia e Conca (Pai) – Integrazione aree in dissesto a rischio elevato e molto elevato: località Mercato in comune di Casteldelci (Pu), località Ugrigno in comune di Sant’Agata Feltria (Pu), località Boscara in comune di Maiolo (Pu)”
(Discussione congiunta con paa n. 71 e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Questa proposta di atto amministrativo trova il parere favorevole anche dei Sindaci dei Comuni, che fra l’altro anche loro hanno segnalato, all’interno dell’Autorità di bacino della Val Marecchia, la necessità di integrare il Piano dell’assetto idrogeologico con alcune aree molto particolari, che sono le aree di dissesto. Queste aree sono in località: Mercato in Comune di Casteldelci, Ugrigno in Comune di Sant’Agata Feltria, Boscara in Comune di Maiolo.
Si tratta prevalentemente di fenomeni di carattere franoso, si potrebbero verificare anche uno per uno, per esempio nel Comune di Casteldelci il fenomeno è un dissesto da scivolamento, altri invece sono di forma gravitativa.
In pratica si è voluto fare un ulteriore monitoraggio sul territorio, realizzato in una fase successiva all’elaborazione del Piano di bacino della Val Marecchia, per verificare la presenza - fra l’altro ci sono in gran parte della regione e non solo nella provincia di Pesaro Urbino - di tre siti particolari che sono a rischio di grave dissesto da movimento franoso.
E’ evidente che in questi siti si prevedono interventi tali da poter fare una lettura di quella situazione, appunto, anche in termini di possibili e probabili interventi.
Le opere che sono previste in questi tre siti sono da realizzare e finanziare, sono opere di drenaggio delle acque sotterranee e superficiali, monitoraggio dell’inclinamento dei versanti, interventi di consolidamento, ecc.. Sono quindi interventi tecnici tendenti, come è ovvio, a rendere compatibile la presenza delle aree urbanizzate e delle reti infrastrutturali di quei territori.
La composizione di questo atto è prevalentemente tecnica, in quanto è un atto che studia e verifica il territorio. Uno dei problemi di fondo che ci sono in questi casi, ma che lo troviamo più che altro nell’atto successivo - visto che qui ci sono tre interventi mirati puntiformi - è il rischio che si possa cadere qualche volta nella sovrapposizione di vincoli. Ma in questo caso non è così perché una volta previsti interventi di sistemazione dei movimenti franosi, anche opere verificate con puntualità rispetto a quella dinamica, possono essere realizzate. Non c’è quindi una pressione eccessiva rispetto a questo tipo di individuazioni e rispetto anche ai piani regolatori e di sviluppo urbanistico e industriale.
E’ evidente che in zone a grave rischio di dissesto idrogeologico è bene intervenire con misure di prevenzione, che sono opere individuate, ed è bene che ci sia un’attenzione particolare quando vengono previsti interventi di carattere infrastrutturale o abitativo urbanistico.
Per cui c’è un parere favorevole che anche la Commissione ha espresso all’unanimità. Quindi credo si possa, dal mio punto di vista, della Commissione e del mio gruppo, procedere alla votazione.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Abbiamo svolto in Commissione un’attenta valutazione di questi Piani e sono state fatte anche delle audizioni. Riteniamo che un po’ su tutti e tre gli strumenti debbano essere adottate attenzioni particolari soprattutto per una manutenzione dello strumento che oggi arriva per la prima volta in Consiglio regionale dopo tantissimo tempo.
Ricordo che su alcuni di questi atti, per esempio su quello del Tronto, se lo strumento ci fosse stato molto tempo prima probabilmente saremmo riusciti ad attivare risorse e finanziare in anticipo o comunque a prevedere alcuni dei grandi disastri che sono avvenuti.
Noi non riteniamo questi strumenti perfetti, sono perfettibili, in ogni caso c’è una valutazione positiva di tutta la Commissione, è un segno importante di avvio dopo gli enormi ritardi accumulati in questi anni; noi abbiamo approvato il primo strumento nel 2004, dovevano andare sistematicamente uno ad uno all’approvazione, ma così non è stato.
L’espressione generale sui tre atti – su uno sono anche relatore – è quella di un’approvazione condizionata ad una verifica e alla possibilità di una modificazione motivata dall’applicazione pratica di questi strumenti.
Non dimentichiamo che l’avere a disposizione questi Piani ci consente di attivare le risorse nazionali e se eventualmente ne abbiamo – ma non mi sembra che fino ad ora ci sia stata questa possibilità – anche le risorse regionali, per poter prevenire i grandi disastri e disagi che avvengono sia per le recenti variazioni climatiche, ma soprattutto per la carenza di manutenzione che queste aste fluviali e queste aree di bacino hanno strutturalmente dimostrato in questi ultimi anni.
Pertanto, sostanzialmente, esprimiamo una valutazione positiva condizionata.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.
Massimo BINCI. Ritengo importanti queste varianti al piano stralcio di bacino e studi sull’assetto idrogeologico del nostro territorio, soprattutto perché approfondiscono la morfologia dei territori e delineano delle linee di intervento su dove andare ad operare.
C’è un’azione molto forte dei Comuni per diminuire e limitare il livello del rischio idrogeologico, volta ad aumentare l’edificazione sul proprio territorio. Quindi i Comuni tendono per la maggior parte a voler diminuire il quoziente di rischio, per esempio cercano di ridurre le aree R4 per portarle a R3, in modo da poter utilizzare da un punto di vista urbanistico le aree a rischio idrogeologico o anche attorno ai fiumi ed affluenti.
E’ importante che gli uffici svolgano un ruolo di programmazione terzo e anche un ruolo di tutela rispetto ai rischi futuri che possono subire sia i cittadini che gli eventuali impianti industriali.
Pertanto deve essere mantenuto il massimo di tutela e gli interventi devono essere fatti cercando di mantenere la naturalità dei luoghi.
Si vedono spesso - è successo anche lungo il fiume Esino - interventi di manutenzione che riducono gli alvei dei fiumi a tubi, quindi interventi solo ingegneristici, quando invece bisognerebbe fare uno studio che tenga conto dell’ecosistema cioè delle funzioni che le varie parti arboree, come ad esempio le siepi, svolgono per allentare il corso del fiume. Se rendiamo i nostri fiumi, i nostri torrenti, i nostri corsi di acqua minori come dei tubi, rischiamo di aumentarne la velocità e i rischi.
Mi sembra che all’interno di queste varianti non sia preminente questa logica, quindi è importante che ci sia una valutazione sui progetti e sugli interventi ed in questo senso anche una partecipazione del territorio rispetto ai progetti, in quanto il territorio, appunto, ha una conoscenza storica dei fiumi e delle situazioni di dissesto idrogeologico.
Quindi è importante che la progettualità sia resa pubblica e sia anche partecipata rispetto a chi vive sui territori.
PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa. Passiamo all’ordine del giorno presentato sull’atto a firma dei Consiglieri Ortenzi, Ricci, Altomeni, Lippi, Capponi, Comi “Piani di bacino per l’assetto idrogeologico. Ha la parola il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Questo ordine del giorno è di tutta la IV Commissione e intende dare più forza agli atti amministrativi che stiamo per approvare, quindi è valido anche per tutti gli altri piani di bacino che abbiamo questa mattina.
Nel dibattito in Commissione sono emersi alcuni punti che necessitano di una forza politica di sostegno, in particolare va avviato un sistema di monitoraggio delle risorse investite, risorse che sono frutto della prevenzione. Questo significa, quando si richiedono i finanziamenti agli organismi che finanziano questi interventi (dallo Stato all’Europa), poter dire che le risorse che si investono non sono inefficaci, ma che hanno un significato forte per la prevenzione degli eventuali dissesti e disastri. Dissesti e disastri che possono avvenire se l’incuria dell’uomo lascia abbandonati quei territori e quelle aste fluviali fonti di dissesto idrogeologico e di aree antropizzate.
Serve investire, sempre con un apporto economico sostanziale, sulla ricerca, che ultimamente è stata abbandonata, per dare nuovi strumenti di previsione ad alta tecnologia, con monitoraggi continui H24 che permettano di evitare problemi come quelli che si sono verificati recentemente sul nostro territorio marchigiano con la bomba d’acqua.
Considerato che negli ultimi anni l’andamento climatico sul nostro pianeta si è modificato notevolmente, quindi ha stravolto le previsioni statistiche che sono ormai di due secoli fa, è bene prevenire con strumentazioni sofisticate che ci permettano quanto meno di poter avvertire la popolazione di questi fenomeni.
Andrebbero, inoltre, verificate tutte le tecniche utilizzate per la regimazione delle aste fluviali. Oggi si è finanziato e sono stati fatti interventi su queste aste, quindi bisognerebbe verificare se l’utilizzo ecocompatibile di questi lavori hanno avuto l’efficacia e l’efficienza sulla prevenzione cioè per quanto riguarda gli investimenti delle risorse messe in campo per queste iniziative.
Anche questa è una materia che deve essere studiata e attentamente monitorata e controllata per non avere dispendio di risorse economiche. Questo perché ultimamente abbiamo osservato dei lavori costosissimi che nell’arco di pochissimo tempo sono stati resi vani per la non corretta attuazione. Quindi come Commissione abbiamo chiesto con forza che vengano monitorate anche queste iniziative.
Realizzazione di bacini di accumulo delle acque piovane. Un altro aspetto fondamentale è che le precipitazioni repentine, molto intense e in tempi rapidi non permettono nell’arco dell’anno un accumulo continuo sulle falde idriche, c’è uno scorrimento veloce di masse d’acqua che vanno subito a mare lasciando periodi di forte siccità.
Questo è un problema serio, dobbiamo prevenire il fenomeno della siccità, quindi dobbiamo aumentare sul territorio la capacità di ritenzione delle acque piovane. Soprattutto per i nuovi insediamenti abitativi ci sono tecniche innovative e progetti che sta facendo il bacino del Tronto, infatti ci sono bacini di laminazione realizzati anche all’interno di aree insediative umane. Quindi ci sono studi che dobbiamo favorire, al fine di per poter garantire la permanenza e il rilascio lento dell’acqua nelle falde acquifere.
Occorre, pertanto, revisionare la pianificazione urbanistica e le leggi di settore secondo questi indirizzi, in modo che l’efficacia dei Piani sia conseguente anche con una legislazione idonea che permetta di adottare tutti gli strumenti operativi, da parte dei Comuni, delle Province e della Regione stessa, affinché queste iniziative vengano veramente realizzate sul territorio.
Questi Piani hanno un forte valore di democrazia perché sono stati tutti costruiti partendo dal basso, con il dovuto scambio di informazioni che provengono dal territorio, sono stati coordinati dall’Autorità di bacino che poi ha fatto tutte le procedure di pubblicazioni ufficiali secondo la norma.
Quindi la propensione della Commissione di adottare unanimemente questi atti è legata anche a questo forte principio di democrazia con cui sono stati prodotti questi atti.
C’è da potenziare anche l’ordinamento in materia di risorse umane, perché le strutture regionali e interregionali competenti all’azione di pianificazione, gestione e monitoraggio del territorio sono alquanto carenti. Le strutture che hanno prodotto questi atti, che comunque hanno dimostrato anche in sede di audizione una grande competenza, hanno bisogno però di maggiori risorse umane per poter garantire l’esecuzione degli atti stessi. Quindi ringraziamo questi tavoli tecnici che oggi li hanno costruiti, ma la politica deve assumersi anche l’onere di dare risorse umane per completare il percorso che si è iniziato a costruire.
Bisogna, inoltre intervenire per implementare ulteriormente – ed ecco il motivo dell’ordine del giorno – su chi dovrà dividere le risorse economiche a livello governativo. Questo è per evitare, viste le previsioni che a volte i molteplici studi ci dicono che sono drammatiche, che gli insediamenti umani subiscano danni causati direttamente da fenomeni di assetto idrogeologico che non sono stati prevenuti con adeguati lavori.
E’ per questo che invito il Consiglio a votare unanime su questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Ordine del giorno. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 70. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 71
della Giunta regionale
“Approvazione della integrazione al Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino interregionale Marecchia – Conca (Pai) relativa alle fasce del territorio di pertinenza dei corsi d’acqua ad alta vulnerabilità idrologica”
(Votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 71 ad iniziativa della Giunta regionale. La relazione si intende svolta con l’atto precedente, per la discussione generale non sono stati richiesti, pertanto procediamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 71. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 72
della Giunta regionale
“Approvazione del Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Tronto (Pai)”
(Discussione e votazione)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 72 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Comi.
Francesco COMI. Non aggiungo molto alle considerazioni che sono state fatte, ma per valorizzare un atto voglio solo fare una riflessione di carattere politico per ragionare sul futuro.
Gli atti che abbiamo approvato sono atti strategici, ma lo sono quanto più essi saranno capaci di incidere sulle cause che determinano i rischi e i dissesti, riducendo la probabilità di rischi e dissesti nuovi e avviando soprattutto una politica territoriale verso interventi ordinari superando la fase della straordinarietà. Quindi la questione è la prevenzione e la capacità di una politica ordinaria.
Per ottenere tale risultato le azioni correttive non possono essere basate solo sulla costruzione di opere strutturali, ma è necessario attivare un’azione più complessa, che lo strumento predisposto dall’Autorità di bacino ha ben individuato.
Tali nuove politiche devono essere concentrate su quattro questioni:
1) il recupero dello spazio vitale intorno al fiume, curandone gli aspetti ambientali finalizzati alla creazione di spazi godibili per la maggioranza dei cittadini;
2) creare condizioni di sicurezza attivando nel breve e lungo periodo politiche di delocalizzazione e di controllo dello sviluppo urbanistico del territorio attraverso politiche e strumenti urbanistici condivisi con gli Enti locali interessati;
3) regolamentare meglio lo sfruttamento della risorsa acqua, del suolo e degli inerti, attraverso il riordino delle concessioni, il coordinamento con i vari strumenti di programmazione e anche attraverso un maggiore e accurato controllo sulla rete;
4) attivare politiche diffuse di manutenzione e monitoraggio a carattere preventivo coinvolgente i soggetti interessati.
Le Autorità di bacino, almeno quella del Tronto, nella predisposizione di questo nuovo Piano, di fatto ha inquadrato il suo progetto all’interno di questo schema.
La considerazione di carattere generale è che la proposta è stata condivisa dalla Commissione all’unanimità e ha raccolto il parere del Comitato istituzionale dell’autorità interregionale. L’intervento che facciamo è localizzato per il 70% nella regione Marche interessando 24 Comuni, ma per la restante parte nelle regioni Abruzzo e Lazio dove riguarda 13 Comuni, ha ricevuto il parere unanime della Conferenza programmatica e poi è stato valutato dalla Giunta regionale che ha apportato poche integrazioni, sono state più che altro di carattere normativo aggiornando la proposta al quadro normativo vigente che nel corso degli anni è stato integrato e aggiornato.
L’altra considerazione che voglio fare è politica. Con questi Piani andiamo ad intervenire sulla prevenzione, sappiamo che ci sono nella regione Marche aree a rischio frana, sono oltre 18.800 e circa 600 di queste zone sono a elevato rischio, ci sono aree a rischio esondazione, circa 400, e quelle ad elevato rischio sono un centinaio.
Come avevano già detto il Presidente Spacca e l’Assessore Carrabs, la nostra è una regione fragile e vulnerabile. Nell’allocazione delle risorse regionali abbiamo investito 200 mila euro per la politica di prevenzione sulle frane dei fiumi – che come dicevo sono 18.800 – e abbiamo investito risorse nostre per 3 milioni e mezzo per il rischio delle esondazioni, quindi dall’erosione della costa. Penso che la cifra di 200 mila euro, che si aggiunge ai 5 milioni del protocollo sottoscritto con il Ministro Pecoraro Scanio e che è stata distribuita tra Comunità montane ed enti locali, sia poca cosa rispetto alla condizione di una regione che è vulnerabile e fragile e che rischia, se continua a gestire la straordinarietà, di trovarsi in grande difficoltà e a serio rischio nei prossimi anni.
Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli
PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.
Franco CAPPONI. Ribadisco sostanzialmente quello che ho detto in precedenza. Per quanto riguarda nello specifico il Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico del fiume Tronto, l’unica critica che possiamo avanzare è che è arrivato con molto ritardo all’approvazione da parte del Consiglio regionale, questo ci ha fatto perdere delle opportunità.
Ricordiamo che questa asta fluviale fu interessata da un gravissimo fenomeno esondativo nel 1992, ma anche successivamente ci sono stati dei problemi.
Certamente il Piano stralcio rappresenta lo strumento fondamentale per la tutela ambientale, per la sicurezza dei cittadini e per una corretta gestione del territorio.
Il bacino idrografico di cui stiamo parlando interessa tre regioni (Marche, Abruzzo e Lazio) e la parte marchigiana è preponderante con il 70,6%.
Come ha detto in modo soft il Consigliere Comi, relatore di maggioranza, è che se oggi esiste un problema è quello delle risorse necessarie per poter eseguire una parte degli interventi che sono previsti o che sono auspicabili dai Piani.
Il Piano in questione, Consigliere Comi, contiene una stima dei fabbisogni economici che rasenta il mezzo miliardo di euro (500 milioni) e certamente i 5 milioni che abbiamo avuto a disposizione per tutte le Marche e le pochissime risorse regionali non possono affrontare adeguatamente nessun intervento.
A mio avviso lo strumento cartaceo, lo strumento di studio, di ricerca, di proposta, ha una sua validità, anche se non abbiamo avuto una certificazione che la concertazione sia stata svolta nei tempi e con l’approfondimento necessario, ma auspichiamo che questo sia avvenuto perché alcuni Sindaci ci hanno riferito di essere stati coinvolti, anche se molti hanno anche detto di non conoscere, ad esempio, la proposta finale.
Quindi, ribadendo che i Sindaci si devono attivare per concorrere alla progettazione e alla individuazione degli interventi senza pensare che devono essere sempre ricercati nella collaborazione, credo che i periodi di osservazione ci siano stati e che tutti siano stati informati.
Pertanto, non essendoci nessuna attenzione specifica, se non delle osservazioni marginali che mi sembra un solo cittadino ha avanzato su questa proposta, riteniamo di dover esprimere un parere sostanzialmente positivo.
Certamente l’ordine del giorno, approvato durante l’esame dell’atto n. 70, che deve essere comunque riferito a tutti e tre gli atti (n. 70, n. 71, n. 72), dovrebbe stimolarci a fare qualcosa di nuovo e di diverso e anche di tecnologicamente più avanzato.
La difficoltà di questa Regione di reperire risorse proprie o addirittura di reperire risorse esterne – perché c’è un gap non solo nella messa a disposizione di risorse proprie, ma anche nella ricerca di risorse esterne a questa Regione – fino ad oggi non ha avuto grande fortuna.
Penso, invece, che su questo tasto soprattutto la Giunta deve attivarsi di più, perché le difficoltà che abbiamo sono estremamente più grandi delle pochissime risorse a disposizione.
PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.
Guido CASTELLI. Anch’io per quanto riguarda il gruppo di Alleanza Nazionale esprimo un apprezzamento per la metodologia utilizzata nella redazione di questo Piano stralcio. Perché in particolare si è operato introducendo alcuni meccanismi che tendono a rendere flessibile l’attuazione di questo Piano nei casi in cui si dovesse rendere necessaria o si dovesse verificare una mitigazione del rischio idrogeologico.
Questo è un fatto sicuramente positivo, perché qualora si dovesse rendere necessaria una documentata esigenza di riperimetrare, quindi di provvedere a una risagomatura dei perimetri inseriti nel Piano, oppure ad una accertata riduzione del rischio di esondazione, queste evenienze potrebbero essere perfezionate attraverso il ricorso ad una procedura semplificata.
Questo è un aspetto che sicuramente va a merito di chi ha elaborato e confezionato il Piano, lo ha fatto anche attraverso una partecipazione piuttosto significativa a questo processo di costruzione. Un processo di costruzione che ha avuto anche momenti di grossa difficoltà, mi riferisco, ad esempio, alle circostanze in cui nel Comune di San Benedetto un paio di anni fa si erano verificate situazioni per le quali si paventava addirittura un blocco delle attività edilizie di una certa parte di quella città.
E’ inutile rifare oggi la storia di quelle fibrillazioni, certo è che gli elementi, le procedure, le attenzioni che si sono riservate a quelle evenienze, di cui dicevo all’inizio del mio intervento, indubbiamente vanno nel senso di favorire, anche da parte di Alleanza nazionale, il plauso rispetto a questo Piano.
Tuttavia mi preme sottolineare come sia assolutamente necessario che questa Regione ponga un’attenzione particolare rispetto alle problematiche del fiume Tronto, che è un fiume importante, un fiume che per quanto riguarda anche le implicazioni idrogeologiche presenta una criticità tutta sua, sia per la mole dell’asta, sia per l’insieme dei territori che coinvolge anche dal punto di vista amministrativo e istituzionale.
Dunque credo che se è vero, come ha detto il Consigliere Capponi e come sottende l’ordine del giorno, che la Giunta regionale deve verificare ad horas quale è il grado di utilizzo e di impiego delle risorse rispetto anche alle attività di prevenzione e di emergenza, questo è massimamente vero in riferimento proprio al fiume Tronto.
Parlando prima con qualche tecnico, mi veniva detto che una delle problematiche connesse al fiume Tronto potrebbe anche essere, per certi versi, riconducibile al tanto vituperato problema che si è verificato in quel del fosso Tallacano, posto che è salito, ahimé, agli onori della cronaca per effetto della crisi idrica. Sono state censite 1.700 aree in dissesto nell’ambito del sistema Tronto. C’è chi sostiene, in particolare alcuni tecnici della società impegnata in tutte le disavventure successive a quella rottura, che potrebbe essere stata proprio una frana ad avere dato la stura a quel problema che chiaramente non può essere semplificato nei pochi secondi che sottraggo al vostro tempo parlando di questo argomento.
Certo è che il Tronto merita un’attenzione particolare, questo vuol dire anche un’attenzione in materia di risorse, risorse che sono state anche piuttosto ingenti nel recente passato. Più di una volta, anche polemizzando con il Vicepresidente Agostini, invocavo un pronto e sollecito utilizzo di quei 30 miliardi delle vecchie lire, che il Ministero dell’ambiente aveva stanziato nel 2000 proprio per la messa in sicurezza del fiume Tronto. Risorse che hanno raggiunto una loro destinazione, apparentemente adeguata, attraverso una riduzione degli interventi di rifacimento dei ponti sul fiume Tronto, però proprio quella soluzione ridotta attraverso la pura e semplice realizzazione di un nuovo ponte stradale e di una rivisitazione di quello ferroviario, non esclude che per la piena e completa messa in sicurezza del tratto finale del fiume Tronto servano probabilmente tanti altri soldi.
Servono tanti altri soldi perché è noto come lo stesso Ministero dell’ambiente, rispetto ad una ipotesi di utilizzo di quei 16 milioni di euro, aveva manifestato una non condivisione rispetto ad alcune ipotesi progettuali proprio ponendo una questione che non è secondaria, ovvero il fatto che comunque l’erario pubblico, quello regionale e quello riferibile al Ministero dell’ambiente, in quel caso doveva provvedere al rifacimento di ponti che sono uno di pertinenza delle Ferrovie e l’altro dell’Anas. Quindi sarebbe dovuto intervenire su proprietà e pertinenze afferenti a soggetti diversi.
E’ un problema che dobbiamo porci perché gli stessi proprietari di quelle infrastrutture presumibilmente avrebbero dovuto anche obiettare che la necessità di aggiornare quelle infrastrutture nasceva da un uso sbagliato del fiume, quindi anche dall’operato dell’uomo che in qualche misura interviene anche a modificare lo stato dei luoghi non sempre in maniera congrua.
Faccio questa considerazione perché è stata una vicenda sulla quale ho riposto attenzione a lungo; da una conferenza stampa fatta anche recentemente dal Vicepresidente della Giunta regionale Agostini ho preso atto di questa nuova soluzione progettuale che consente un assorbimento dei 16 milioni di euro che risponde comunque a dei criteri di funzionalità, con rifacimento del ponte stradale e di una risistemazione del ponte ferroviario.
Mi auguro che il Vicepresidente Agostini, console per il piceno, neo designato commissario ai “miracoli” nell’area del sud – se mi è consentita la battuta –, oltre agli altri atteggiamenti salvifici che ci aspettiamo dal suo intervento per il piceno, una particolare attenzione per una completa messa in sicurezza della foce del Tronto. Perché le strutture hanno fatto bene nel rendere possibile una soluzione che consentisse l’utilizzo di quelle somme, però abbiamo ancora bisogno di tanti soldi per poter completare quella che davvero potrà dirsi la messa in sicurezza completa del fiume attraverso interventi sugli argini, attraverso l’auspicabile delocalizzazione di alcun insediamenti – che naturalmente costa –, quindi attraverso una gestione ultimativa dell’emergenza Tronto.
Quindi è con questi auspici, ma anche con questo mandato che diamo al Vicepresidente Agostini, che annuncio il voto favorevole del gruppo di Alleanza Nazionale.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.
Leonardo LIPPI. Vorrei aggiungere, anche stimolato dagli interventi, che praticamente stiamo osservando un nuovo atteggiamento degli uomini e delle donne nei confronti dell’ambiente. Perché ogni piccola risorsa investita in prevenzione - come i nostri padri e i nostri avi ci hanno insegnato, loro lo dovevano fare proprio per mancanza di quelle tecnologie che invece oggi abbiamo a disposizione, era doveroso farlo nei confronti dell’ambiente perché le cause sarebbero state irreparabili – fa sì che poi si eviti di disperderle in calamità ed in esigenze particolari.
Noi siamo sempre molto attenti ad intervenire quando ci sono eventi calamitosi, con forza da tutti i tavoli, invece, dovremmo modificare questo l’atteggiamento, perché destinare le risorse in prevenzione significa risparmiare tanto per la nostra società, quindi significa liberare risorse che possono essere destinate a tutte le altre iniziative fondamentali per l’uomo.
Volevo dire soltanto questo per continuare a dichiarare che il mio voto è favorevole.
PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Agostini.
Luciano AGOSTINI. Sul tale punto vorrei intervenire come Presidente dell’Autorità di bacino, per il quale - come è noto - non si percepiscono indennità e purtroppo è anche difficile fare coperture assicurative, quindi di questo vorrei tranquillizzare tutti, come vorrei tranquillizzare il Consigliere Castelli che non si tratta né di consolati né di commissari, pertanto non deve sperare che gli prestiamo il fianco a banalizzazioni di questo genere! Dico questo in tono assolutamente amichevole.
Ritengo che stiamo approvando uno strumento molto importante su cui l’Autorità di bacino interregionale del Tronto sta lavorando da molto tempo, lo sta facendo con le difficoltà di agire su un territorio che prevede, intanto, tre regioni e quattro province. Quindi trovare le sintesi di un assetto del territorio all’interno di un così complicato miscuglio di carattere territoriale e istituzionale non è stata cosa semplice. La cosa non è stata ulteriormente semplice anche per i fatti che “recentemente” sono accaduti, perché non più tardi di 12-13 anni fa alla foce del fiume Tronto, a San Benedetto del Tronto, ci fu una rovinosa alluvione.
Quindi nel trovare l’equilibrio di questo Piano di programmazione territoriale abbiamo ovviamente dovuto tener conto non solo di indici e fattori di carattere tecnico che sono stati un po’ il punto di riferimento della nostra azione, ma abbiamo dovuto fare il conto anche con quelle comunità che ancora ricordano quella rovinosa amministrazione.
C’è stata una fortissima consultazione con gli enti locali, abbiamo dovuto rimettere mano al Pai anche di fronte a quegli enti locali che allora vollero un po’ banalizzare questo strumento di programmazione. Oggi a me sembra che siamo arrivati a un punto importante di equilibrio e di assetto che consente da una parte di trovare la misura giusta della tutela dell’asta fluviale e, dall’altra, anche la possibilità che su quell’asta, fortemente antropizzata e fortemente industrializzata, si possa continuare a dare il supporto alle imprese e alle comunità.
Ricordo, tra l’altro, che sono stati consegnati i lavori per la messa in sicurezza del fiume Tronto, sono stati consegnati i lavori per il rifacimento del ponte Anas ed è in progettazione anche l’allargamento del ponte ferroviario che, a quel punto, diventa una delle misure più importanti che ci consentiranno di vedere anche lo stesso Piano di assetto idrogeologico che oggi approviamo.
In questi anni abbiamo siamo riusciti a fare gratuitamente, attraverso le cosiddette borse lavoro, le work experience delle Province, uno studio completo, ad esempio, di rinaturalizzazione dell’asta fluviale, che ci consentirà di farla vivere non solo dal punto di vista ambientale, ma proprio nella possibilità che le comunità ci si possano ritrovare attivamente, quindi non solo dal punto di vista della tutela dell’asta fluviale del Tronto. Infatti inizieremo con il progettare le casse di espansione che potranno diventare anche canali di canottaggio. Pertanto stiamo ragionando su tutta una serie di possibilità che potranno rendere la vita di quel fiume non più nel timore che potrebbe da un momento all’altro costituire un pericolo, ma in un momento nel quale le comunità potranno viverlo in maniera attiva.
Voglio ringraziare tutta la struttura tecnica dell’Autorità di bacino del Tronto, a partire dal segretario, Arch. Casini, a tutti quelli che hanno collaborato con lui, al comitato tecnico, al comitato istituzionale che, ripeto, è sempre di difficile convocazione trattandosi di tre Regioni e quattro Province. Una struttura che ha ridato vita ad un’Autorità che per troppo tempo era stata delegata ai margini di un assetto territoriale che assumeva più il ruolo di un parerificio piuttosto che un’autorità che potesse incidere sulla programmazione e sulla vita del territorio dell’asta fluviale del Tronto.
Ovviamente voglio ringraziare anche la struttura tecnica dell’Autorità regionale che ogni qualvolta è chiamata a dare supporto non manca mai di farlo.
Quindi diciamo che c’è sempre stata una fattiva collaborazione tra le strutture tecniche della Regione Marche e quella dell’Autorità interregionale del fiume Tronto.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Proposta di atto amministrativo n. 72. La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
Elezione di tre Consiglieri regionali revisori del conto del Consiglio regionale
(articolo 12 del Regolamento interno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di tre Consiglieri regionali revisori del conto del Consiglio regionale. Il voto è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 27, schede bianche n. 1, schede nulle nessuna.
Hanno ricevuto voti: Solazzi n. 6, Ricci n. 9, Silvetti n. 10, Binci n. 1.
Proclamo eletti revisori del conto del Consiglio regionale i Consiglieri Silvetti, Ricci, Solazzi.
Elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale
(articolo 13 del Regolamento interno)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’elezione di tre Consiglieri regionali nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale. Il voto è limitato a uno.
Prego distribuire le schede.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Votanti n. 28, schede valide n. 27, schede bianche n. 1, schede nulle nessuna.
Hanno ricevuto voti: Tiberi n. 13, Brandoni n. 7, Donati n. 6.
Proclamo eletti nella Commissione per la vigilanza della biblioteca del Consiglio regionale i Consiglieri Tiberi, Brandoni, Donati.
La seduta è tolta.
La seduta termina alle ore 13,30.