Resoconto seduta n.97 del 19/02/2008
SEDUTA N. 97 DEL 19 FEBBRAIO 2008


La seduta inizia alle ore 10,30


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Innanzitutto saluto con molto piacere gli insegnanti, le insegnanti e gli studenti della scuola secondaria di primo grado Fracassetti e Betti di Ascoli Piceno e l’Istituto comprensivo Monti di Macerata. Buongiorno e benvenuti in Consiglio regionale.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 96 del 29 gennaio 2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 216, in data 30 gennaio 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Bugaro, Capponi, Ciriaci, Tiberi, Santori, concernente: “Modifiche alla l.r. 19 dicembre 2001, n. 35 “Provvedimenti tributari in materia di addizionale regionale all’Irpef, di tasse automobilistiche e di imposta regionale sulle attività produttive”, assegnata alla II Commissione in sede referente;
- n. 217, in data 30 gennaio 2008, ad iniziativa del Consigliere Ricci, concernente: “Interpretazione autentica dell’articolo 2, comma 1, lettera a) della l.r. 29 ottobre 2004, n. 23 “Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi”, assegnata alla IV Commissione in sede referente;
- n. 218, in data 31 gennaio 2008, ad iniziativa dei Consiglieri Rocchi, Mammoli, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla l.r. 10 agosto 1988, n. 34 “Finanziamento delle attività dei gruppi consiliari”, assegnata alla I Commissione in sede referente;
- n. 219, in data 23 gennaio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: Interventi per la valorizzazione della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori e da enti religiosi che svolgono attività similari”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 220, in data 23 gennaio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Disciplina delle attività regionali in materia di commercio estero, promozione economica ed internazionalizzazione delle imprese e del sistema territoriale”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alle Commissioni II e VI per il parere obbligatorio;
- n. 221, in data 11 febbraio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Modifica alla legge regionale 27 dicembre 2007, n. 19 – disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2008)”, assegnata alla II Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 81, in data 29 gennaio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Piano sociale 2008-2010 partecipazione tutele dei diritti, programmazione locale in un processo di continuità, stabilizzazione e integrazione delle politiche di welfare”, assegnata alla V Commissione in sede referente;
- n. 82, in data 23 gennaio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Programma di promozione turistica anno 2008. Obiettivi e attività”, assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 249, del Consigliere Brandoni: “Ufficio del difensore civico della Regione Marche”;
- n. 250, dei Consiglieri Ortenzi, Comi: “60° anniversario della Costituzione Italiana”;
- n. 251, dei Consiglieri Romagnoli, Pistarelli, Castelli, D’Anna e Silvetti: “Riflessione sullo stato di applicazione della legge 194 “Tutela della maternità e interruzione volontaria della gravidanza”;
- n. 252, dei Consiglieri Capponi, Bugaro: “Realizzazione di un sistema informatizzato di pubblicazione dei prezzi dei carburanti applicati dai gestori degli impianti di distribuzione della Regione”;
- n. 253, del Consigliere Ricci: “Completamento della Fano-Grosseto”;
- n. 254, del Consigliere Viventi. “Corretta applicazione della legge 194/78 sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la seguente legge regionale:
- n. 1, in data 29 gennaio 2008, “Modifiche alla legge regionale 16 dicembre 2005, n. 36 “Riordino del sistema regionale delle politiche abitative”, alla legge regionale 27 dicembre 2006, n. 22 concernente modificazioni ed integrazioni alla l.r. 36/2005 e alla legge regionale 17 maggio 1999, n. 10 “Riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli enti locali nei settori dello sviluppo economico ed attività produttive, del territorio, ambiente e infrastrutture, dei servizi alla persona e alla comunità, nonché dell’ordinamento ed organizzazione amministrativa”;
- n. 2, in data 5 febbraio 2008, “Modifiche alla legge regionale 27 luglio 1998, n. 22 “Diritti della partoriente, del nuovo nato e del bambino spedalizzato”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 28 gennaio 2008, le seguenti deliberazioni:
- n. 75 “Art. 29 – comma 1 della l.r. 31/2001 - art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese € 168.046,07”;
- n. 76 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 170.693,00”;
- n. 77 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 398.757,19”;
- n. 78 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 19.781.695,09;
- n. 79 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 2.528.767,00”;
- n. 80 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 10.961.661,50. Modifica al Poa 2008 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”;
- n. 81 “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 7.749.424,37. Modifica al Poa 2008 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007”;
- n. 83 “Art. 44, comma 2, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – variazione compensativa al Poa 2008 – Importo di € 225.776,91”;
- n. 84 “Art. 44, comma 2, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione – Importo di € 801.000,00”
- n. 85 “Art. 29, comma 2 della l.r. 31/2001 – Variazione compensativa al Poa 2008 approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27.12.2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - € 3.600.000,00”.
Comunico infine, ai sensi dell’art. 10 settimo comma del Regolamento interno, che l’Ufficio di Presidenza nella seduta n. 98 del 31 gennaio 2008, preso atto della scadenza dell’incarico di direzione della struttura Informazione e Comunicazione da parte del dott. Socionovo e dell’impossibilità da parte dello stesso di accettare un rinnovo a tempo pieno, ha da una parte avviato le procedure per la sua sostituzione e dall’altra deciso di conferirgli un incarico temporaneo di collaborazione al fine di assicurare la prosecuzione del nuovo progetto di informazione e comunicazione (web tv, nuovo sito ecc.) ed il passaggio delle consegne al nuovo dirigente.
Hanno chiesto congedo gli Assessori Carrabs e Mezzolani e i Consiglieri Procaccini, Giannini e Pistarelli.


Interrogazione n. 848
del Consigliere Badiali
“Situazione occupazionale presso un’azienda di Monteroberto (An)”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 848 del Consigliere Badiali. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La situazione si riferisce alla ditta Ses Injecction Moulds Srl di Monteroberto. Questa azienda ha avuto problemi di mercato e soprattutto si è resa conto che la modalità organizzativa con la quale era cresciuta negli ultimi tempi non era più all’altezza delle sfide che doveva portare avanti. Quindi ha ritenuto di mettere delle persone in mobilità o comunque di aprire una procedura di mobilità perché ritiene che il nuovo management che dovrà prendere in mano avrà bisogno di ristrutturare profondamente le modalità aziendali e pertanto di privarsi di un certo numero di lavoratori.
L’azienda e le organizzazioni sindacali sono state invitate da me in Regione per comporre la vertenza, come solitamente si fa, e abbiamo sottoscritto un verbale di accordo il 10 dicembre 2007 e prima ancora, il 27 novembre, nel quale sostanzialmente, pur riconoscendo all’azienda le sue legittime decisioni di aprire una procedura di mobilità, si è discusso a lungo sul numero di persone e si è deciso di mettere in mobilità un numero massimo di venti lavoratori in luogo dei trenta che inizialmente erano previsti.
La seconda decisione importante è che questa collocazione del personale in mobilità non scatta immediatamente, ma scatta successivamente a un periodo di 12 mesi di intervento di cassa integrazione straordinaria che era stata chiesta, appunto, per crisi aziendale.
Quindi l’azienda ha attivato con decorrenza 3 dicembre 2007, con durata di dodici mesi, il ricorso all’intervento della cassa integrazione guadagni per crisi aziendale, ai sensi della normativa vigente, per un numero massimo di trenta lavoratori che saranno sospesi dal lavoro.
In data 10 dicembre 2007 abbiamo siglato l’accordo per la cassa integrazione che è scattata quindi da tale data per la durata di dodici mesi e per un numero massimo di trenta lavoratori.
Per la gestione delle previste eccedenze di personale, in numero comunque non superiore a venti, l’azienda, in collaborazione per quanto di competenza con la Regione Marche e la Provincia di Ancona, attiverà le seguenti misure: incentivazione all’esodo, secondo le modalità concordate a parte con le organizzazioni sindacali; pensionamento di anzianità o di vecchiaia, collegato con le liste di mobilità e con le caratteristiche dei lavoratori; richiesta per i lavoratori collocati in cassa integrazione di interventi di riqualificazione professionale; l’impegno, soprattutto, durante il periodo di intervento della casa integrazione, ad incontri presso la Regione per verificare la situazione insieme alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali di azienda.
Tutto sommato la situazione potrebbe essere incanalata verso un miglioramento del management aziendale. Ovviamente è passato poco più di un mese, non abbiamo notizie recenti di quanto sta accadendo in azienda, ma siamo disponibili e pronti a seguire, come abbiamo fatto in altri casi, la situazione dell’azienda e a riconvocare le parti, qualora ce lo chiedessero, per verificare a che punto sono le procedure, le modalità che si sono convenute e i criteri che successivamente l’azienda stessa doveva concordare con le organizzazioni sindacali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Grazie Assessore per la risposta precisa e dettagliata. A suo tempo feci questa interrogazione proprio per cercare di far comprendere quale era la gravità della situazione della Ses stampi che ha un’occupazione di 100 dipendenti. Un’azienda leader degli stampi a livello mondiale che vedeva da diverso tempo problematiche che lei, Assessore, ha detto che sono legate al mercato del lavoro. Comprendo anche questa situazione, il mercato del lavoro sicuramente non è più quello di prima e c’è una ristrettezza, ma la capacità e la professionalità dei dipendenti di questa azienda sicuramente è molto elevata, perciò avevo individuato in questa perdita di mercato un problema di gestione interna, di proprietà, di persone all’altezza di svolgere il ruolo all’interno di quest’azienda.
Una mobilità era stata fatta anche tre anni fa con una riduzione, anche in quel caso, di personale, ma questo non significò la ripresa dell’azienda, anzi, andò ancora in affanno.
Ringrazio veramente la Regione, l’Assessore Ascoli, le parti sindacali e anche la proprietà per essersi messi tutti attorno ad un tavolo per trovare una soluzione più consona e solida per il futuro di questa azienda.
Dai trenta lavoratori in mobilità si è passati ai venti, si è raggiunto un buon risultato, speriamo che anche i venti possano ridursi ancora affinché il lavoro possa riprendere e possa anche migliorare e che questi dipendenti possano essere reinseriti all’interno del mondo del lavoro, all’interno della Ses. Conosco quest’azienda da trent’anni quindi posso sostenere che questi lavoratori hanno un’alta professionalità, una capacità e una competenza del lavoro veramente eccezionale. Ora dipende dalla capacità del management e delle persone che guidano questa azienda.
Quindi con il supporto del sindacato e della Regione si può riprendere un percorso virtuoso che riporti all’interno dell’azienda il più elevato numero di dipendenti. Per gli altri concordo con quanto ha detto dall’Assessore, occorre l’incentivazione all’esodo – che mi sembra sia una cosa sacro santa –, il pensionamento per chi ci può arrivare e soprattutto anche una formazione a rotazione data al personale che sta nell’azienda.
Spero che la Regione continui a seguire, come ha fatto fino adesso, con accuratezza, con capacità e con stimolo questa azienda, affinché possa riprendere e continuare ad essere anche per il futuro quell’azienda leader mondiale che era.


Interrogazione n. 628
del Consigliere Santori
“Proposta di legge regionale n. 135 del 5 dicembre 2006”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 628 del Consigliere Santori. Per la Giunta risponde l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Con riferimento all'interrogazione, data la puntualità con cui la stessa è stata formulata dal Consigliere Santori (citazione testuale della proposta di modifica ad iniziativa del Comune di Grottammare), ritengo che il richiedente sia già debitamente informato sulla documentazione presente in Regione. Ad ogni buon conto, chiarisco quanto segue.
Detti suggerimenti possono solo considerarsi in quanto tali, poiché non è presente, agli atti della P.F. competente per materia, alcuna documentazione di carattere ufficiale, esplicitante una richiesta di modifica della legge regionale n. 11/2004 secondo il testo riportato nell'interrogazione.
Non essendo stata prodotta documentazione ufficiale, non poteva esserne rilasciata copia ad alcun richiedente.
Sui lavori della terza Commissione consiliare sarebbe bene, Consigliere, interrogare la medesima.
È comunque di tutta evidenza che il testo licenziato dal Consiglio come l.r. n. 1 del 5 febbraio 2007 non contenga alcuna disposizione il cui contenuto sia in qualche modo riconducibile al testo segnalato nell’interrogazione.
La formulazione dell'articolo 6, comma 1, lett. b) della proposta di legge n. 135, come formulata dalla Giunta, rispondeva a quanto segue: da euro 2.500 ad euro 7.750 per l'attività esercitata senza l'autorizzazione comunale nonché alla chiusura dell'esercizio. In tal caso, l'autorizzazione non può essere rilasciata prima che sia decorso un anno dal provvedimento di chiusura; formulazione relativa alla sanzioni amministrative da comminarsi dal Comune competente per territorio, in caso di violazione alle disposizioni in materia di ittiturismo. Detta formulazione, tra l'altro, richiama esplicitamente i contenuti delle sanzioni amministrative previste nel caso di attività di agriturismo, ex l.r. 3 aprile 2002, n. 3 articolo 22, la medesima formulazione si ritrova poi nel testo di legge licenziato dal Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Non mi ritengo soddisfatto della risposta, Assessore, perché la formulazione del testo legislativo che lei ha citato è singolare ed è unica in Italia. Solo la Regione Marche si è espressa con questo articolo, cioè prevedendo che nel caso che un soggetto abbia violato la norma, entro un anno possa richiedere l’autorizzazione.
Mi domando, è di pubblico interesse questa norma oppure dovevamo forse prevedere, come prevedeva ed era previsto nel decreto ministeriale istitutivo della pesca turismo e dell’ittiturismo che, invece, quelle norme prescrittive relative alla qualità dei servizi, relative al rapporto tra questa attività e le altre attività effettivamente esplicitate dal soggetto, per vedere quali delle tante era prevalente rispetto alla prima?
Nulla si è fatto sotto il profilo del contenuto del decreto legge, ci siamo preoccupati di andare dietro a un suggerimento, tra l’altro neppure firmato, spedito via fax, anonimo, da parte del Comune di Grottammare. Questo Comune tra l’altro ha seri problemi anche di natura giudiziaria su questa vicenda, non da ultima la richiesta fatta dal Pm nei confronti del Sindaco e degli altri componenti della Giunta, richiesta che è sotto esame del Gip di Fermo e che prima o poi dovrà sortire qualche esito.
Questa risposta mi pare non sia rispondente agli interessi collettivi e che quindi sia abbastanza carente sotto questo profilo.


Interrogazione n. 416
del Consigliere Castelli
“Lavori presso l’Ospedale di San Benedetto del Tronto”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 416 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 969
del Consigliere Silvetti
“Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 969 è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 645
della Consigliera Ortenzi
“Istituzione dell’ufficio provinciale dell’Agenzia del territorio di Fermo”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 645 della Consigliera Ortenzi. Per la Giunta risponde il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. Per quanto di competenza e per quanto sollecitato dalla Consigliera Ortenzi nella sua interrogazione circa l’istituzione dell’ufficio provinciale dell’agenzia del territorio di Fermo, ci siamo premurati di sentire il parere del Commissario per l’attuazione della Provincia di Fermo, il quale ha risposto: “In relazione alla lettera concernente l’interrogazione in oggetto della Consigliera Ortenzi, si fa presente che l’istituzione dell’Ufficio provinciale dell’agenzia del territorio di Fermo è condizionata dall’orientamento del Ministro dell’economia che, per il contenimento della spesa pubblica, intende regionalizzare gli uffici periferici del suddetto dicastero”.
Mi pare che sia una risposta molto puntuale, precisa, da cui la Consigliera Ortenzi può rispondere al proprio elettorato in maniera precisa e determinata.
Coglierei l’occasione, Consigliera Ortenzi se lei mie lo consente, di informare lei e il Consiglio dei passi che la Regione sta facendo per l’istituzione della Camera di commercio.
Il Presidente Spacca ha sollecitato il Commissario per l’attuazione della Camera di commercio, dott. De Feis, con una lettera: “Caro Commissario, come mi ha segnalato nella sua nota, avendo in oggetto la costituzione della Camera di commercio di Fermo, a seguito della pubblicazione del decreto del Ministero dello sviluppo economico il 26 luglio 2007, si rendono ufficiali i dati relativi al numero delle imprese, all’indice dell’occupazione, al valore aggiunto per i settori individuati all’articolo 2 del d.p.r. n. 472 del 1995. Lei ha determinato il numero complessivo e la ripartizione per ciascuna categoria dei Consiglieri della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Fermo. Nella stessa nota ha fatto presente che fra le varie incombenze, il commissario deve procedere alla predisposizione di un apposito avviso da pubblicare all’albo camerale e successivamente ricevere dalle organizzazioni imprenditoriali dati e notizie relative alla loro rappresentatività per poi comunicarle al Presidente della Regione competente ad emanare il decreto di assegnazione dei seggi alle categorie.
Al fine di consentire allo scrivente la prosecuzione del procedimento in questione, la invito, pertanto, a voler provvedere alla pubblicazione nell’albo camerale dell’avviso delle organizzazioni imprenditoriali, sindacali e delle associazioni dei consumatori, dell’avvio delle procedure per la nomina dei componenti al Consiglio camerale di Fermo.
La necessità di concludere quanto prima l’iter istitutivo della Camera di commercio di Fermo deriva non solo dalle ripetute sollecitazioni che in tal senso provengono dalle organizzazioni rappresentative delle categorie economiche e sociali del fermano, ma anche perché, come accertato dal Servizio attività istituzionali, legislative e legali della Giunta regionale, ci sono ragioni di ordine giuridico che indicano la correttezza di tale percorso amministrativo”.
Non essendo stato molto esaustivo sulla prima risposta, credo che questa in qualche modo possa essere assunta come un’informazione un po’ più compiuta circa una istituzione altrettanto importante come la Camera di commercio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, la Consigliera Ortenzi.

Rosalba ORTENZI. Vicepresidente la ringrazio per la risposta che lei stesso ritiene non esaustiva, ma non poteva essere altrimenti perché capisco di aver fatto un’interrogazione che forse più che al Presidente della Regione avrei dovuto inviare al Commissario De Feis e anche al Sindaco del Comune capoluogo della nuova provincia di Fermo.
L’interrogazione risale al 7 febbraio 2007 e la risposta dal Commissario De Feis è arrivata in tempo utile, ma che è di una semplicità che quasi sconcerta. Anche perché i Comuni di Ascoli Piceno e di San Benedetto hanno optato, infatti il catasto, gestito dall’ufficio provinciale di Ascoli, ora è gestito in autonomia dal Comune di Ascoli e San Benedetto. Quindi c’è un’anomalia molto forte perché il catasto di Fermo, che gestisce i beni dei quaranta comuni della nuova provincia di Fermo, ora è ancora in Ascoli. Quindi è un’anomalia estremamente evidente.
Per quel che riguarda l’interrogazione chiedevo che intanto si provvedesse a sistemare i locali, che sono impropri e assolutamente inadeguati e insufficienti per la mole di lavoro che c’è nell’agenzia di Fermo, ma chiedevo soprattutto di intervenire con il Ministero dell’economia e con l’agenzia centrale delle entrate. So che il Cosif di Fermo si è attivato in questo senso, ha scritto al dott. Picardi, direttore generale dell’agenzia del territorio centrale, che sta cercando di fare in modo che l’agenzia delle entrate del territorio di Fermo sia autonoma per questa provincia.
Ad oggi nessuno si è preoccupato affinché questo avvenisse, ci sono molti disagi per i cittadini che si rivolgono all’agenzia del territorio e debbono andare ogni giorno – sappiamo quanti professionisti lo devono fare – in Ascoli.
Questo disagio credo debba essere stigmatizzato. Sappiamo che entro un anno ci sarà la costituzione definitiva, con l’elezione degli organismi istituzionali nella nuova provincia, e ancora pochissimo è stato fatto, se non cincischiare ancora – mi permetto di dire – per promuovere iniziative che tutto hanno di pregnante meno che l’effettiva necessità ed esigenza che proviene dal territorio.
Questa dell’agenzia del territorio, le assicuro Presidente, è un problema veramente sentito dai cittadini e anche dai tanti operatori che lavorano in questo servizio e in questa struttura.
Mi auguro che il Vicepresidente Agostini si attivi in tempi brevi per portare queste istanze al nuovo Ministro dell’economia, perché si abbiano gli uffici, e non i palazzi così come fino ad ora si è cercato di fare, per costituire al meglio questa nuova provincia.
Mi auguro che questa sollecitazione abbia un seguito per l’istanza che ho prodotto.


Interrogazione n. 880
del Consigliere D’Anna
“Gasdotto Brindisi – Milano”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 880 dei Consiglieri D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore .Amagliani

Marco AMAGLIANI. II Consigliere D'Anna, con l'interrogazione n. 880/2007, chiede di conoscere "se non ritenga profondamente contraddittorio il comportamento dell'Assessorato e della Giunta rispetto alla chiara volontà del Consiglio Regionale e degli esponenti della maggioranza, per un progetto alternativo del gasdotto.".
A tal proposito occorre rappresentare quanto segue.
Con la mozione del Consiglio regionale del 18 settembre 2007 n. 200, si esprime la contrarietà al progetto così come proposto e conseguentemente il Consiglio invita la Giunta regionale ad assumere le proposte dei Comuni interessati e dei cittadini, finalizzate alla modifica del tracciato. Con la stessa mozione il Consiglio invita ad attivarsi presso il Ministero per arrivare alla definizione di un progetto alternativo ed assumere decisioni che portino a scelte più ponderate e meno impattanti per l'ambiente e per la popolazione.
II sottoscritto ha tempestivamente relazionato alla Giunta regionale sulla base delle informazioni fornite dal Servizio ambiente e paesaggio.
In particolare, nel corso della seduta di Giunta del 1° ottobre 2007, è stato rappresentato che la società Snam Rete Gas ha richiesto al Ministero dell'ambiente la compatibilità ambientale ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 349/1986 con nota del 31 maggio 2005. Contemporaneamente anche la Regione Marche ha iniziato l'istruttoria e il procedimento di competenza a seguito della domanda sopra indicata.
Il metanodotto Brindisi-Minerbio ha come obiettivo l'approvvigionamento nazionale di gas metano da sud per garantire migliori condizioni di indipendenza energetica allo Stato Italiano.
Per quanto riguarda la definizione del corridoio sul quale sviluppare l'opera che va da Brindisi (Puglia) a Minerbio (Emilia Romagna) per un tracciato di circa 688 Km, è bene premettere che questo è stato già individuato e dichiarato di pubblica utilità con decreto del Ministero delle attività produttive del 21 aprile 2005. L'opera risulta già inserita nella rete nazionale gasdotti con d.m. 30 giugno 2004 (fonte: nota del Ministero delle infrastrutture e trasporti del 19 ottobre 2005 prot. n. 1791/U).
La regione Marche complessivamente è interessata per 47 km. La Regione Toscana ha rilasciato parere favorevole con delibera di Giunta regionale n. 373 del 28 maggio 2007. La Regione Umbria ha espresso parere favorevole con decreto del Dirigente del servizio dell'ottobre 2006. La Regione Emilia Romagna interessata dal tratto Sestino-Minerbio ha ritardato nella formulazione del parere avendo recentemente istituito un nuovo sito di interesse comunitario per il quale è stato necessario produrre lo studio di incidenza.
La scelta strategica del posizionamento dell'intero corridoio energetico sul territorio nazionale è un dato già acquisito sulla base degli accordi tra Snam Rete Gas e Stato italiano, pertanto il suo riesame esula dal procedimento in questione a meno che la proposta progettuale comporti una completa insostenibilità ambientale rispetto a tutti i quadri di riferimento (programmatico, progettuale e ambientale) valutazione che al momento non appare percorribile.
La Giunta regionale, prendendo atto di tutto ciò, ha invitato il competente Servizio a procedere alla conclusione dei procedimenti relativi alla realizzazione del metanodotto Brindisi-Minerbio.
Sul ruolo della Provincia di Pesaro Urbino si chiarisce quanto segue.
La Provincia di Pesaro Urbino, in merito al metanodotto Foligno-Sestino, con parere del 15 marzo 2005 ha fornito un'accurata istruttoria dell'intervento sotto molteplici aspetti e conclude circa la fattibilità tecnica dell'intervento con alcune prescrizioni da recepire nella fase di progetto definitivo e nella fase di realizzazione.
II Presidente della Provincia di Pesaro-Urbino con una nota del giugno 2007, in contrasto con tutti i suoi uffici, evidenzia il forte impatto ambientale dell'intervento su zone particolarmente sensibili da un punto di vista ecosistemico e chiede la sospensione del procedimento per poter aprire una fase di concertazione con gli enti locali.
Il sottoscritto Assessore all'ambiente della Regione Marche si assunto l'onere di convocare prima i Comuni di Apecchio, Borgo Pace e Mercatello sul Metauro e le Comunità montane per concordare una linea comune sul problema, poi ha organizzato un incontro (al quale non ha partecipato) tra Comuni e Snam in data 11 ottobre 2007. Tale incontro si è concluso con un accordo che in sostanza prevede alcune importanti prescrizioni accettate da Snam tra le quali la realizzazione di una cabina di decompressione che consentirà la metanizzazione della vallata.
All’incontro era presente l’Assessore provinciale di Pesaro Urbino Sauro Capponi che firmava l'accordo, tanto che su un articolo comparso sul quotidiano il Messaggero del 27 ottobre 2007 l'Assessore stesso comunicava che si era riusciti ad ottenere la realizzazione addirittura di due centrali di decompressione per la metanizzazione della vallata, assegnandosi il merito dell'operazione.
Nonostante le parole dell'Assessore Capponi in sede di ultima Conferenza dei servizi del 6 novembre 2007 un rappresentante della Provincia di Pesaro-Urbino recapitava una nota del Presidente Sen. Occhielli che forniva un parere negativo qualora non venissero analizzate soluzioni alternative.
II Dirigente della posizione di funzione valutazioni ed autorizzazioni ambientali, dott. David Piccinini, titolare del procedimento amministrativo, in sede di Conferenza di servizi del 06 novembre 2007 decide quanto segue:
"II Dott. David Piccinini dà lettura della nota della Comunità montana del Catria e Nerone (prot. 4764 del 5 novembre 2007) mediante la quale viene chiesto il rinvio della Conferenza in quanto si ritiene necessario che il Consiglio regionale debba preventivamente esprimersi in merito alla possibilità di individuare percorsi alternativi, tale nota viene allegata al presente verbale. Dà lettura della nota del Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino (prot. 75722 del 06 novembre 2007) nella quale vengono rappresentate genericamente delle problematiche relative all'intervento pertanto si richiede di sospendere qualunque decisione in merito al fine di ricercare soluzioni alternative, tale nota viene allegata agli atti.
In merito alle richieste di rinvio Piccinini rileva che la Giunta regionale in data 1° ottobre 2007, facendo seguito alla mozione del Consiglio regionale nella seduta n. 78 del 18 settembre 2007, ha dato mandato al Servizio ambiente e paesaggio di concludere il procedimento amministrativo. Inoltre rappresenta che la Provincia di Pesaro e Urbino, mediante i suoi servizi tecnici, aveva già depositato contributi istruttori opportunamente documentati che concludevano sulla fattibilità dell'intervento, con le dovute prescrizioni da recepire nel prosieguo della fase autorizzativa del procedimento.
Successivamente il Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino con nota dell’11 giugno 2007 aveva richiesto una sospensione di qualunque decisione al fine di consentire alla Provincia l'apertura di un tavolo di concertazione con le amministrazioni locali al fine di ‘realizzare eventuali interventi di compensazione’. La Provincia di Pesaro Urbino non ci risulta abbia aperto alcun tavolo, tuttavia quest'ufficio in accordo con l'Assessorato, ha ritenuto di convocare un tavolo tecnico-politico con i Comuni, le Comunità montane, la Provincia e la Snam il quale si è concluso con l'accordo dell’11 ottobre 2007 che viene allegato al presente verbale quale parte integrante e sostanziale, all'incontro dell’11 ottobre 2007 era presente per la Provincia di Pesaro e Urbino l'Assessore Capponi.
Infine considerato che sono quasi trascorsi tre anni dall'avvio del procedimento e che tutti gli approfondimenti istruttori sono stati espletati non ritiene di poter accogliere una nuova richiesta di sospensione." Questo è il verbale della seduta.
In sede di Conferenza viene analizzata ed accettata un’ulteriore modifica (la quarta) al tracciato per preservare un'attività agrituristica. La Conferenza dei servizi si conclude con il parere favorevole dei Comuni e della Comunità montana.
Sulle altre questioni sollevate nell'interrogazione non si ritiene di dovere fornire ulteriori spiegazioni rimandando alle numerosissime risposte già prodotte sullo stesso tema.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Nonostante la difficoltà di ascoltare, come spesso succede in quest’Aula, credo di aver memorizzato alcune situazioni che ha evidenziato l’Assessore.
Innanzitutto direi che c’è un problema di fondo che molto spesso riguarda le zone cosiddette dell’entroterra, nel senso che sono zone già di per se stesse penalizzate molto spesso da una viabilità inesistente o comunque antica, dove c’è una mancanza di servizi di ogni genere ad iniziare da quelli sanitari.
Ci troviamo di fronte a scelte che vanno a creare un impatto forte su queste zone. Zone dove continuano a vivere o sopravvivere alcune comunità grazie ad alcune peculiarità del territorio, come quelle della bellezza della natura, che fanno sì che si caratterizzino per la presenza di agriturismo o di attività collegate al turismo.
Quando poi si decide, molto spesso anche senza aver consultato le stesse popolazioni, di incidere con un impatto notevole su quel territorio, andando a vanificare anche i tentativi di un rilancio delle stesse, credo sia un grave atto.
Di questo se ne è reso conto anche il Consiglio regionale, lo stesso Assessore ha ricordato quella mozione, che ho io sottoscritto insieme ad altri colleghi, che evidenziava una richiesta, cioè che la Regione si doveva rendere attiva presso il Ministero competente per predisporre un progetto alternativo.
Stessa cosa è stata fatta anche dalla Provincia di Pesaro Urbino, ma da quello che ci ha detto l’Assessore Amagliani credo ci siano un po’ di contraddizioni nel comportamento che ha avuto la Provincia di Pesaro Urbino in questa questione. Sappiamo che il Presidente Ucchielli ama scrivere lettere un po’ a tutti, credo che quando chiuderà il suo mandato scriverà oltre al libro dei proverbi anche il libro delle lettere che ha mandato ai vari ministeri, assessorati, presidenti, ecc.! Ma c’è una contraddizione tra il comportamento del Presidente Ucchielli e quello dell’Assessore Capponi e contemporaneamente anche degli stessi uffici. Sono tre soggetti che dicono esattamente il contrario di quello che ha detto l’altro, con il risultato che ancora una volta la penalizzazione ricade su un territorio che dal un punto di vista anche naturalistico è fondamentale.
Ci sono delle situazioni oggettive che riguardano diverse proprietà che si trovano lungo il percorso di questo gasdotto, una struttura importante e indispensabile non solo per la nostra regione, per le nostre province, ma anche per il resto della nazione, però credo che la scelta del tracciato sia stata determinata dal fatto che lì ci vivono poche persone. Credo che quelle poche persone che ci vivono abbiano tutti il diritto di vedere tenuto in considerazione quello che è il loro giudizio. Anche perché, ripeto, è già difficile mantenere delle comunità in quelle realtà, se poi andiamo ad incidere negativamente con strutture come quella di cui stiamo parlando, che prevede degli sbancamenti enormi in zone che sono una ricchezza naturalistica, sia un errore.
Allo stesso tempo credo che la determinazione e anche l’arroganza con cui è stato imposto questo tracciato non abbia avuto delle significative variazioni che rendono giustizia alle giuste esigenze del territorio.
Qui sono stati citati alcuni sindaci e alcune comunità montane che erano d’accordo. Sappiamo benissimo che questi sindaci appartengono allo stesso gruppo politico di chi ha fatto queste scelte, tra l’altro sappiamo benissimo anche che i piccoli comuni hanno delle serie difficoltà economiche e in queste situazioni qualche aiuto per qualche opera accessoria la possono ottenere. Allora alla fine, parlando di sindaci, chi va a dire di no!
I sindaci, però, rappresentano anche una comunità e se la comunità si esprime in senso negativo quando si tratta di fare un’operazione di questo genere è dovere della politica, in questo caso dei sindaci, del Consiglio provinciale e del Consiglio regionale, tenere in considerazione le esigenze del territorio e i sacrifici anche economici che alcune persone che vivono in quel territorio hanno fatto. Inoltre c’è proprio anche un discorso squisitamente di tutela del territorio che non può essere preso d’assalto senza avere un minimo di condivisione da parte delle popolazioni.
Pertanto non mi ritengo soddisfatto.


Interrogazione n. 907
del Consigliere Viventi
“Verifiche degli impianti termici”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 907 del Consigliere Viventi. Informo il Consigliere Viventi che ho ricevuto una comunicazione da parte dell’Assessore Giaccaglia di cui do lettura: “Con la presente si richiede, visto l’articolo 110 del Capo XIV del Titolo 3 del regolamento del Consiglio regionale, di differire la risposta all’interrogazione in oggetto a data diversa dall’odierna, in quanto allo stato attuale sono in fase di finalizzazione atti a carattere normativo che sarebbero parte integrante e sostanziale della risposta stessa”.
Credo di poter accogliere la richiesta dell’Assessore, pertanto ne discuteremo nella prossima seduta.


Votazione della proposta di risoluzione sulle comunicazioni della Giunta regionale in merito alla situazione dell’Aerdorica spa
(Discussione)

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Chiedo la parola perché nella Conferenza dei capigruppo avevamo assunto la decisione di invitare in questo momento la Giunta, in particolare l’Assessore Pistelli, a relazionare sugli eventi succedutisi dall’ultimo Consiglio ad oggi, in particolare sulla questione dell’abbandono di Club Air.
Ritengo che la discussione debba essere condotta con le novità intervenute in questo frangente.
E’ un aspetto estremamente penalizzante per tutta la nostra regione, riteniamo che le relazioni precedentemente espresse dalla Giunta siano state abbastanza superficiali, cioè che non hanno tenuto conto delle situazioni e delle evoluzioni in atto.
Questo è un fatto assolutamente grave, quindi che la Giunta ci metta a conoscenza esattamente dell’accaduto, dei termini dell’abbandono di Club Air e delle soluzioni che intende adottare per mantenere nelle Marche un adeguato livello di collegamenti sia nazionali che internazionali.
La risoluzione che nel Consiglio scorso avevamo sostanzialmente condiviso, oggi deve essere rivista perché non è più attuale.
Quindi la nostra richiesta è quella di ascoltare le novità che la Giunta ci deve riferire, invitiamo a farlo con una nuova impostazione che è quella non dell’euforia che da anni accompagna le espressioni e i giudizi della Giunta, perché nel frattempo lo scalo di Falconara è diventato uno scalo di serie C, ritengo che questo pregiudicherà in modo più netto i futuri bilanci e le perdite della nostra società.
Noi siamo molto preoccupati, la Giunta dovrebbe fare anche un atto di umiltà qualora non sia in grado di portare avanti nel tempo questa soluzione. Abbiamo anche detto a caratteri forti che su questo aspetto bisogna che ci sia più trasparenza, che l’informazione che viene data al Consiglio regionale sia reale, perché ci sono anche delle responsabilità per false comunicazioni all’Organo. Questo la Giunta fino ad oggi non l’ha rispettato.
Siccome siamo molto preoccupati di tutto quello che sta avvenendo, chiediamo un gesto forte da parte del Presidente Spacca, un gesto che prenda in mano la soluzione anche coinvolgendo le opposizioni per trovare la soluzione migliore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Credo che possa essere certamente utile ascoltare i chiarimenti da parte della Giunta, ovvero dell’Assessore, sulle novità che abbiamo colto questa mattina dai giornali rispetto alla situazione di una compagnia aerea che abbandonerà l’aeroporto di Falconara.
Devo ricordare che la seconda e la terza Commissione si sono riunite qualche giorno fa per ascoltare il dott. Conti e il nuovo direttore Morriale di Aerdorica. Quello che abbiamo sentito ci è sembrato in netta controtendenza con la relazione ascoltata qualche anno fa dal vecchio direttore, è stata fatta una relazione e un piano industriale improntati sulla moderazione, sull’attenzione, sul rientro del debito, sull’equilibrio di bilancio e sullo sviluppo dell’aeroporto.
Da questo incontro in Commissione ci era sembrato di raccogliere anche da parte dell’opposizione un parere orientato sulla disponibilità a comprendere le ragioni della stessa relazione.
Tuttavia lo stesso direttore Morriale ci disse che le difficoltà di trattenere Club Air erano abbastanza consistenti, però si era anche colta la possibilità di un ulteriore sviluppo di alcuni voli.
Penso sia utile se l’Assessore questa mattina, su richiesta del Consiglio, vorrà ulteriormente informarci di quello che è accaduto, ma non credo che da questo fatto possa essere cambiato il giudizio sulla esposizione fatta dal dott. Morriale in seconda e terza Commissione del piano industriale e dell’attività dell’aeroporto.
Caso mai credo che la questione aeroporto vada accompagnata con una informazione costante, perché penso anch’io, come diceva il collega Capponi, che tutti siamo preoccupati che una struttura come questa possa rischiare di indebolirsi fino addirittura perdere la sua funzione strategica. Quindi la preoccupazione rimane.
Comunque ad oggi credo sia opportuno conoscere gli ulteriori elementi rispetto alla vicenda non positiva dell’abbandono di Club Air, senza però, almeno da parte mia, che debba cambiare – ora sentiamo anche gli altri – gli orientamenti positivi e il giudizio che ho dato nell’audizione della seconda e terza Commissione di qualche giorno fa su questo tema.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Pistelli. Chiedo al Consiglio un po’ di attenzione perché stiamo discutendo un problema serio.

Loredana PISTELLI. Voglio chiarire che né da parte mia né da parte della Giunta è stata mai data una falsa comunicazione a questo Consiglio, anche perché tutte le cose dette sono trasparenti e tutti i Consiglieri hanno accesso ai documenti e possono verificare puntualmente le cose che si dicono e che si fanno.
Voglio ribadire, anche rispetto alle cose dette nell’ultimo Consiglio regionale che, come ricordava adesso il Consigliere Ricci, nell’audizione fatta dal direttore e dal presidente di Aerdorica, a cui ero presente, con la seconda e terza Commissione, sono stati illustrati ampiamente tutti i problemi e tutte le questioni relative all’Aerdorica, sia quelle di carattere finanziario che quelle di carattere di sviluppo, è stata fatta anche un’analisi, abbastanza precisa e dettagliata, di una comparazione tra il passato e quello che avviene adesso. Quindi sono state esaminate punto per punto tutte le questioni.
Una cosa è stata ribadita e la voglio ribadire ancora una volta. Abbiamo detto sempre che dovevamo procedere al risanamento economico dell’aeroporto e contemporaneamente al suo sviluppo. Naturalmente se si ha il risanamento economico si hanno anche risorse che si liberano per poter garantire e supportare la promozione.
Tutte le operazioni fatte – che ho spiegato la volta precedente e che non ripeto – di una gestione di conti che possano portare anche ad una situazione di parità per l’anno prossimo, non sono state messe in discussione. Nel senso che anche in Commissione il direttore dell’aeroporto ha detto ai Consiglieri presenti che rispetto alla situazione, ai voli, soprattutto quelli che riguardano Club Air – spiegando anche tutta la storia del rapporto che Aerdorica ha avuto negli anni con Club Air, quindi anche attraverso la risoluzione di un contratto fatto precedentemente con modalità nuove rispetto anche all’attività commerciale – si è giunti sostanzialmente a ridefinire l’accordo con Club Air in una situazione abbastanza di emergenza.
Naturalmente si è fatto del tutto perché il supporto alla Club Air venisse garantito, ma nonostante questo – la stessa Aerdorica si è sostituita nella promozione e nella comunicazione di voli che c’erano – non c’è stato un riscontro pari dell’utenza che potesse garantire quei voli.
Le presenze nei voli erano molto limitate e questo ha fatto sì che Club Air chiedesse ulteriori finanziamenti, sia all’Aerdorica che alla Regione, per il mantenimento di tali voli. Queste richieste potevano, a nostro avviso, rispetto a quelle fatte, mettere in difficoltà quell’equilibrio dei conti che si stava raggiungendo.
Nel frattempo altri aeroporti, come quello di Rimini e di Forlì, hanno fatto a Club Air proposte economiche triple di quelle che loro chiedevano a noi e che noi non eravamo in grado di soddisfare.
Il fatto che naturalmente noi non siamo nelle condizioni di poter competere con quei livelli di sostentamento è stato detto alla Club Air che autonomamente ha risolto il rapporto con l’Aerdorica, nonostante si sia proposto anche di mantenere non tutti i voli, ma solamente tre voli con un sostegno di promozione, che la Club Air comunque hanno ritenuto molto basso rispetto alle richieste.
Quello che voglio dire rispetto alla situazione data, non è che la Club Air lascia l’aeroporto di Falconara e siamo nel disastro, come qui è stato riportato, naturalmente restano i collegamenti con tutti gli altri vettori in quanto contemporaneamente erano in atto ulteriori contatti da parte della società per trovare altri vettori che potessero garantire a tempi lunghi i collegamenti con altre mete.
Questo è il lavoro che è stato fatto e che si sta facendo e che naturalmente non intacca tutte le operazioni fatte fino ad oggi, operazioni che devono portare ai risultati economici che ci siamo prefissi.
Non è di poco conto discutere e ragionare oggi su conti economici che sono completamente diversi da quelli di qualche mese fa, anche se certamente la Regione Marche non è competitiva con le altre Regioni italiane che sostengono gli aeroporti in maniera massiccia – penso all’Abruzzo, alla Puglia, all’Emilia Romagna e alla Toscana –.
Abbiamo fatto con le nostre disponibilità economiche e finanziarie un percorso che potesse consolidare la situazione economica e quindi orientarci successivamente sul potenziamento dei voli.
Quindi nella continuità delle informazioni che abbiamo sempre dato, ripeto, in maniera corretta e trasparente, ulteriormente analizzate, verificate e confrontate anche in maniera più analitica nelle Commissioni, siamo nell’indicazione del percorso che è sempre stato indicato e tracciato rispetto a questa questione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Non nascondo che provo quasi un certo imbarazzo a dover trattare questo argomento. Lo dico non perché abbia qualche tipo di responsabilità, ma perché ne abbiamo parlato talmente tante volte e i fatti si susseguono con una rapidità e una gravità tale che continuare a parlarne senza agire è imbarazzante anche dalle file dell’opposizione.
Ho ascoltato l’ennesima risposta e giustificazione data dall’Assessore Pistelli. Debbo dire che forse lei non è avvezza a trattare vicende industriale, commerciali, ecc.. Lei parla di risanamento, vado per esagerazione, faccio un’iperbole e dico: “Domani mattina chiudiamo le attività commerciali dell’aeroporto”, è normale che probabilmente abbasseremo l’indebitamento, ma cosa vuol dire? L’aeroporto si sostiene se ha attività commerciali e transiti tali da poter portare nelle casse introiti sufficienti per far bilanciare il conto economico.
Vengo alle vicende di queste ore che sono sconcertanti. Guardate, se una forza politica come la nostra si trova allineata con la Cgil, è tutto dire!
Dopo la vicenda allucinante di Wendler avete incaricato questo nuovo manager, il quale ha annunciato che il risanamento economico e il rilancio commerciale dello scalo di Falconara, quindi della società di gestione Aerdorica, sarebbe stato in capo alle attività rivenienti da Club Air, aprendo nuove rotte e tranquillizzando il territorio marchigiano, che caratterizzato da un forte industriale, quindi necessitato di avere collegamenti internazionali, avrebbe avuto in Club Air la risposta ai collegamenti che le linee commerciali necessitano.
Abbiamo atteso, più volte ci siamo collegati, Assessore, con il sito dell’Aerdorica, più volte io stesso ho verificato il volo low cost per Roma è stato sempre annunciato ma mai inserito. Sono stati voli virtuali, mai messi nella disponibilità dell’utenza, tranne pochi e limitati casi, e quei limitati casi sappiamo quale risposta hanno avuto sul piano della puntualità del decollo e dell’arrivo.
Quindi una gestione che, come ho avuto modo di dire nella scorsa seduta, è stata fallimentare anche nella credibilità internazionale e nazionale dello scalo di Falconara.
Ieri abbiamo appreso della decisione che Club Air ha preso, per i motivi che ci ha appena detto l’Assessore, cioè che Club Air non ha trovato in Aerdorica un vantaggio economico perché l’utenza era poca rispetto all’impegno economico. Questo impegno economico non veniva supportato da un adeguato finanziamento di lancio, di start up da parte della società, quindi Club Air ha ritenuto di ritirarsi in buon ordine lasciando l’impegno assunto con Aerdorica.
Innanzitutto vorrei capire bene, e questa sarà l’attività dei prossimi giorni, quali sono i contratti di servizio in essere tra Club Air e Aerdorica, perché da una delle due parti ci deve essere una inadempienza. Vorremmo capire da quale parte c’è l’inadempienza, perché due entità così consistenti non possono legarsi senza avere un vincolo contrattuale. Un vincolo contrattuale è tale se ha delle penali nel momento in cui uno le risolve. Bisogna capire a favore di chi vanno queste penali, se di Club Air o di Aerdorica, bisogna vedere chi è il dante causa di questo scioglimento matrimoniale. Questo sarà un argomento di indagine nei prossimi giorni.
Ma più in generale voi non potete sfuggire al fatto che quest’Aula, che si riunisce nell’ottava legislatura da tre anni, affronta puntualmente e periodicamente il problema dell’aeroporto senza che ad esso siano date delle risposte, senza che ad esso corrispondano dei miglioramenti nella gestione. Cambiano i manager, cambiano i vettori, cambia tutto, ma in realtà non cambia niente. E’ una situazione gattopardesca che questa Regione non può più tollerare.
Presidente della Giunta regionale, lei è ora che su questo problema intervenga in maniera radicale, perché non possiamo galleggiarci sopra con questa leggerezza quasi fossimo in una nuvoletta che gira sopra la pista di Falconara!
La vicenda di Aerdorica fra poco balzerà anche alle cronache nazionali, anzi, devo dire che vi è già balzata, perché mi pare che è uscita su diversi quotidiani e settimanali di economia. E’ una vicenda che sta caratterizzando in negativo la nostra regione, al pari di tutto il settore dei collegamenti, perché quello dei treni non mi sembra che sia un settore con il quale la vostra parte politica ha caratterizzato gli ultimi anni in senso positivo
Non so con quale ardire, Assessore, lei ricopre ancora il suo incarico, lei viene qui a rispondere puntualmente, io non le chiedo più nemmeno le dimissioni perché sarebbe superficiale. Lei sopravvive a se stessa, Assessore, lo dico dal punto di vista politico senza alcun problema, i risultati sono sotto l’occhio di tutti. Fra poco avremo le elezioni politiche e sarete valutati anche per questo, fra poco ci saranno le elezioni regionali e sarete ancor più valutati. Continuate così che ci fate un grande favore! Noi come parte politica auspichiamo che andiate avanti così, ma da cittadini marchigiani sicuramente no perché questa è una vergogna regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Pochi giorni fa la terza Commissione, insieme alla seconda, ha ricevuto il dott. Conti, il dott. Morriale e l’Assessore Pistelli, per conoscere le ultime notizie sull’aeroporto.
Credo che l’aeroporto possa essere un momento di forte rilancio, se gestito nel modo dovuto, dell’economia di questa regione – lo sappiamo tutti -.
Dopo la riunione, dopo l’intervento del dott. Conti, che credo sia l’unica persona in grado di poter dare una mano affinché la gestione possa essere positiva, eravamo abbastanza tranquilli per il momento positivo del rientro del bilancio che, come sappiamo tutti, dal 2005 era in perdita di quasi 5 milioni e 300 mila euro.
Dunque nell’ascoltare gli interventi, ripeto, eravamo rimasti soddisfatti, anche perché il progetto industriale – che ancora non abbiamo – era un progetto che riguardava un rientro delle spese che in questi ultimi anni il consiglio di amministrazione dell’aeroporto aveva autorizzato.
Oggi invece leggo sul giornale – siamo rimasti impressionati da quello che sta succedendo – che la compagnia aerea, che solo qualche giorno fa ci avevate detto che era il punto più importante per il rientro finanziario, disdice l’accordo con il consiglio di amministrazione dell’aeroporto di Falconara e che forse va all’aeroporto di Rimini perché riceve più finanziamenti.
Assessore, qua stiamo giocando oppure stiamo cercando di poter rilanciare veramente l’aeroporto di Falconara?!
Se l’aeroporto di Rimini dà due milioni di euro in più, noi ci troviamo scoperti così – faccio una forzatura – andremo a chiudere l’aeroporto. Perché tutti i voli che sono stati annullati sia in Italia che all’estero faranno sì che nel momento in cui il consiglio di amministrazione andrà a gestire e vedere il bilancio di questa azienda ci sarà chi sicuramente fuggirà a destra e a sinistra, perché non saranno più in grado di poter gestire un’operazione di questo genere.
Dobbiamo assumerci le responsabilità, non dico che voglio ritornare all’era di Wendler quando a un certo punto era stato autorizzato a prendere la decisione su Evolavia, poi l’accordo con un’altra compagnia aerea, poi è stato mandato via, ma oggi a chi vogliamo chiedere le responsabilità di quest’altro periodo che abbiamo per l’aeroporto?!
Certo sono responsabilità anche mie perché faccio parte della maggioranza, ma pur essendo parte attiva quando c’è da criticare sono il primo a farlo.
Non cambierà nulla, ma chiedo all’Assessore Pistelli di poterci dare delle informazioni più precise e rassicurarci per quanto riguarda l’aeroporto di Falconara, che è parte importante dell’economia di questa regione. Se non fosse così è inutile che continuiamo a discutere, perdiamo soltanto tempo.
Quindi vi pregherei di poterci dare un conforto come quello che abbiamo avuto in Commissione, dove comunque guarda caso nel giro di qualche giorno tutto è svanito nel nulla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Devo per forza fare alcune considerazioni. Conosco l’Assessore Pistelli da diversi anni e non posso non pensare che in realtà non si sia fatta un quadro molto preciso della situazione. Sono perfettamente consapevole che la sua non sia una posizione facile, ma è innegabile che l’Assessore non può non aver detto alla sua Giunta che la partecipazione pubblica in questa Aerdorica in realtà è una partecipazione che comincia a lasciare il passo, a perdere posizioni. Perché? Perché probabilmente non ha la forza politica per sostenere le strategie commerciali, la gestione amministrativa di Aerdorica, non ha probabilmente la capacità politica di poter stare sul mercato e di essere competitiva con quelle che sono le consistenze e le forze politiche di altre regioni.
E’ chiaro che se altri aeroporti riescono a sottrarci segmenti importanti del mercato, e in questo caso un vettore così importante che da solo ha su di sé circa la metà delle rotte che partono e arrivano su Falconara, non ci troviamo di fronte a un dramma ma a qualcosa di più.
Rimangono tratte che sono residuali, o comunque che sono tratte, vedo la Ryanair con Londra e Timisoara, vedo Malpensa che ci lascerà a fine marzo, continua la fuga non solo di vettori, ma anche di qualche decina di migliaia di utenti.
È chiaro che non posso non pensare che non si stia valutando seriamente la possibilità di fare un discorso serio e concreto con i privati.
Qualcuno l’ha detto, c’è un’incapacità, c’è una difficoltà politica ormai conclamata, c’è una situazione che non si riesce a sostenere se non il risanamento di alcuni numeri, che in realtà vanno fortemente a penalizzare la competitività di questo aeroporto perché si pensa ancora una volta a chiudere il bilancio, a pareggiare. Benissimo, è il primo passo, è necessario, dopo tutti i milioni di euro che la Regione ha versato nelle casse di Aerdorica per risanare i buchi e le voragini che si erano ormai maturate negli anni, ma dall’altra oggi un Consiglio regionale si deve porre anche il problema di come può un vettore, in modo unilaterale, recedere da un contratto senza che a questo non segua qualche penale, una conseguenza.
Ci sono dei fondi pubblici che sono stati versati nelle casse di Aerdorica per cercare di far fronte a una situazione economica disastrata e oggi vediamo che il vettore principale di Aerdorica lascia la sede falconarese, una sede comunque marchigiana, per andare altrove, lo può fare così, in modo assolutamente indolore, per lo meno apparentemente indolore. Ma nessuno si chiede, come mai ha potuto fare questo? Come mai il contratto all’origine permetteva un recesso senza alcun tipo di penale, senza alcun tipo di precauzione o di indennizzo a favore di chi rimane privo di un servizio? Un servizio che comunque si dava ai cittadini ed anche se erano trenta utenti o quindici, era comunque un servizio che si dava alla collettività.
Se poi ci aggiungiamo il fatto che politicamente questa Giunta non è riuscita a dotare l’Aerdorica degli strumenti giusti di competitività sul territorio e sul mercato – come dicevo prima – , è un problema politico che dobbiamo risolvere in quest’Aula. E’ chiaro però che dobbiamo essere altrettanto onesti di dire che alziamo le mani, che non siamo più in grado, perché purtroppo abbiamo fatto diversi tentativi e più che risanare i bilanci o arrivare vicino al pareggio non siamo in grado di fare. Allora assumiamoci la nostra responsabilità, cominciamo a valutare con grande concretezza e con serietà la possibilità di aprire questo tavolo con i privati e di salvare una volta per tutte questo aeroporto che sta perdendo pezzi, sta perdendo ali perché è destinato non più a decollare, ma ad atterrare definitivamente.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Anch’io ho partecipato all’audizione in Commissione con il dott. Morriale, il dott. Conti e l’Assessore, dalla quale abbiamo preso atto delle modalità con cui si vuole gestire la questione dell’aeroporto regionale di Falconara e della società Aerdorica che lo gestisce.
I piani presentati prevedevano una diminuzione dei saldi negativi del bilancio, quindi delle perdite di bilancio, una riduzione a 2 milioni e 200 mila euro, e c’era una prospettiva di pareggio di bilancio per il 2008.
Dalla relazione del dott. Morriale tra le righe si leggeva che era in corso una valutazione da parte di Club Air rispetto alla opportunità di rimanere o meno su Falconara. Si diceva che questa compagnia stava scommettendo, quindi questo era anche un modo per dire che stava valutando, rispetto alle sue potenzialità, ai suoi vettori e alle sue capacità di carico, l’opportunità di rimanere o meno su Falconara.
È anche vero che Morriale e Conti avevano già modificato i termini dell’accordo con Club Air, riducendo i costi per la gestione dei traffici che erano stati fatti dal precedente direttore Wendler.
Quindi in questa riduzione dei costi e degli importi che Aerdorica versava per la gestione dei voli poteva rientrare anche una fase transitoria dove era prevista una verifica e una convenienza da parte di Club Air di rimanere o meno.
L’importante in questo momento è che ci sia, visto che questa è la strategia annunciata, chiusura con la società Evolavia, che era quella che doveva gestire e riempire di viaggiatori l’aeroporto di Falconara, e si vada verso un affidamento a società tipo Club Air. Adesso bisogna sostituire al più presto questa società con un’altra che ci possa organizzare un pacchetto di voli e che possa garantire anche un’ipotesi di aumento del traffico passeggeri, quindi che svolga il compito di garantire il pareggio e comunque un’economicità dell’aeroporto di Falconara.
Vorrei anche ricordare il discorso degli investimenti. E’ necessario trovare al più presto un vettore che organizzi i voli sull’aeroporto di Falconara proprio perché per Aerdorica è importante andare avanti con l’obiettivo del pareggio di bilancio, affinché sia possibile quella che è stata l’enunciazione sia del direttore che del presidente e dell’Assessore, cioè che le risorse che la Regione Marche dà a Aerdorica siano risorse che andranno sugli investimenti e non sulla gestione.
Questo deve essere l’obiettivo e su questo chiedo un impegno diretto sia all’Assessore che del Presidente Spacca, un impegno che aveva dato in tutti i suoi interventi, anche nelle situazioni di difficoltà di bilancio iniziale. Occorre seguire questi aspetti anche con una task force proprio di Giunta, perché è una fase delicata, è veramente la fase in cui si deciderà se questa direzione di azzeramento dei costi di gestione sarà definitiva oppure non si riprenda un trend di aumento dei costi di gestione.
Certamente è comunque necessario che aumenti il traffico passeggeri, perché non si può raggiungere il pareggio di gestione con l’azzeramento dei voli.
Pertanto è necessario un forte impegno da parte dell’Assessore per trovare una sostituzione a Club Air e per delineare un business plan della società Aerdorica e dell’aeroporto di Falconara che preveda dei tempi sia per il pareggio di bilancio che per una prospettiva di sviluppo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Nell’ascoltare l’Assessore Pistelli mi ha colpito quando ha detto che non c’è stato riscontro da parte dell’utenza alle ultime proposte. Ma come fa ad esserci un riscontro quando tutti i giorni sui quotidiani o sulle televisioni vediamo che vengono annullati voli, vediamo che non c’è un minimo di affidabilità di uno scalo che molto spesso non consente di avere gli opportuni collegamenti quando si raggiunge uno scalo successivo, quando vediamo che in una giornata di nebbia non si sa né se si parte né se si arriva.
Credo che bisogna un attimo fermarsi e ragionare in modo concreto quando, come oggi, si leggono a titoli cubitali che un’altra compagnia abbandona il nostro aeroporto. Non si capisce bene se da una parte c’è l’incapacità di gestire questa situazione oppure non c’è la volontà o ci sono altri interessi, altrimenti non si capisce perché, nonostante i cambiamenti avvenuti, anche di management, non si riesce ad uscire da una situazione che sta veramente precipitando.
Quando uno scalo non è affidabile perché non si ha la certezza di partire o di rientrare, a voglia discutere! Ho lavorato per molti anni nel settore del turismo e quando si deve partire o arrivare si va in cerca di un aeroporto che garantisca la possibilità di prendere la coincidenza, se diventa un percorso ad ostacoli è chiaro che è un grosso limite.
Nonostante gli investimenti che sono stati fatti il risultato non è deludente, è inesistente e lo dimostrano i fatti.
Questo aeroporto non ha un appeal da parte del viaggiatore. Mi metto nei panni di un imprenditore che deve fare un incontro per concludere un affare e che deve partire e rientrare da un aeroporto che magari lo mette in difficoltà con gli appuntamenti che ha preso. Questo è gravissimo!
E’ evidente che qui c’è l’incapacità di gestire questa situazione o, ripeto, non c’è la volontà. Considerato i forti interessi anche di altri aeroporti, non vorrei che ci fosse una lobby trasversale che ha preso di mira questo aeroporto per avvantaggiare altre realtà non molto lontane da noi. Francamente mi sorge questo dubbio.
Bisogna puntare su un rilancio forte. La nostra Regione sta investendo, se volete anche giustamente, un sacco di denaro nella promozione turistica, ma poi dall’altra parte si trova con l’impossibilità o con la difficoltà di fare arrivare le persone, sia sull’aeroporto che con il treno o con le altre infrastrutture che sono anch’esse carenti.
La sfida è quella di rilanciare con forza questa struttura che è indispensabile, lo sappiamo tutti, lo diciamo tutti, quindi o non c’è la capacità o non c’è la volontà. A questo punto forse sarei più propenso per la seconda ipotesi, comunque c’è in atto una strategia che vuole ridimensionare fortemente questa realtà che per noi è indispensabile. Quello che sta facendo la Giunta regionale, guardando ai paesi dell’Europa, e non solo, in parte viene inficiato da questa mancanza gravissima di una infrastruttura che non ci consente di dialogare con il resto d’Italia, con il resto d’Europa e con il resto del mondo nei tempi e nei modi che sono richiesti da questo periodo storico.

Presidenza del Vicepresidente
David Favia

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. Temo che dovremo in fretta, in maniera più collegiale e più articolata, aprire una riflessione un po’ più complessiva sulla questione dell’aeroporto di Falconara. E’ evidente che questa maggioranza ha indicato in quell’infrastruttura un obiettivo strategico, è evidente che scontiamo difficoltà significative ed è evidente, appunto, che una riflessione complessiva richiede il coinvolgimento non solo del Consiglio, come è ovvio, ma anche della soggettività economica e sociale di questa nostra regione. Nell’obiettivo strategico indicavamo l’impegno a una infrastruttura che sinergicamente aiutasse il territorio, il suo sviluppo, la sua crescita economica e non solo.
Ricordava prima l’Assessore che pure essendo molto importante l’impegno finanziario che la Regione ha realizzato nell’infrastruttura è comunque al di sotto dell’impegno finanziario che le altre Regioni dedicano alle loro infrastrutture. Ma forse non è solo questo il problema, il problema è di come abbiamo costruito il rapporto con il territorio, con le realtà economiche, con i privati, e di come abbiamo supportato l’attività di questo aeroporto con una individuazione delle direzioni e delle rotte.
E’ evidente che noi non abbiamo bisogno di una compagnia che ci offra qualche volo purché sia, è necessario che ci sia un collegamento vero tra l’aeroporto, le strategie economiche complessive di questa Regione, i segni dell’internazionalizzazione che abbiamo voluto realizzare. Tutti coloro che da questa infrastruttura traggono vantaggi e benefici, e non solo il territorio nel suo complesso, debbono fare la loro parte. In altre realtà l’impegno dei soggetti privati che in qualche modo hanno un vantaggio indotto, estremamente significativo, da una infrastruttura come un aeroporto, sono coinvolti e “obbligati” ad un impegno vero e serio.
Penso che la vicenda Club Air dovrebbe farci riflettere e costruire un nuovo inizio.
Hanno fatto bene i sindacati, con le parole con cui hanno espresso la preoccupazione dell’uscita di Club Air, a sottolineare l’allarme. Ma proprio per questo abbiamo bisogno di una riflessione più complessa e più articolata.
Penso che il Presidente della Giunta regionale dovrà trovare l’opportunità di un confronto in Consiglio che non sia di mera comunicazione di quello che è accaduto ieri, ma che sia di riflessione e discussione sulla pienezza di quella parola che si chiama “strategico”. Se l’infrastruttura che abbiamo detto essere strategica lo è all’interno di un incrocio di interessi economici, di interessi sociali e di promozione del territorio, e via almanaccando, è necessario ad oggi riaprire questa riflessione, riaprirla tutta intera a partire dalle vicende che ci hanno coinvolto – in alcuni casi abbiamo avuto delle parentesi che io ho definito fantasmagoriche, pirotecniche e poco qualificate – .
Oggi debbo dire che, dall’incontro che abbiamo avuto, l’amministratore delegato Ing. Morriale ha dato la sensazione di una persona e di un manager che conosce il suo mestiere. Comunque è chiaro che non basta un manager che conosce il suo mestiere se non c’è un indirizzo e una qualificazione forte dal punto di vista degli obiettivi. Noi di questo abbiamo bisogno e, come si dice, tante volte da un male può nascere un bene.
Spetta alla Giunta e al Presidente cogliere questa opportunità e costruire la sfida, a partire da un dibattito consiliare articolato sugli indirizzi e sulla valorizzazione di questa infrastruttura, per rilanciare l’aeroporto di Falconara.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Mi associo alle valutazioni di molti e in particolare a quella del Consigliere Rocchi al quale riconosco una particolare onestà intellettuale per aver valutato la situazione odierna che ha sicuramente un aspetto che non può sfuggire a nessuno. Cioè che la notizia riguardante la fuga di Club Air arriva sei giorni dopo la riunione tenuta con Morriale e Conti. Attenzione bene, rispetto alla quale di Club Air si era parlato, si era parlato delle difficoltà che avevano segnato la genesi di un rapporto già forse nato male con Club Air, ma che la riunione stessa non faceva trasparire niente di ciò che si è materializzato in questa maniera così inopinata, che se non fosse risibile dovremmo definire tragica.
La cosa strana che oggi dobbiamo valutare è che evidentemente neanche Morriale sapeva di quello che si stava preparando per Club Air (…) Siccome mi aspettavo la tua obiezione, ho qui il resoconto dove si dice che in sostanza con Club Air, preso atto della difficoltà iniziale che lo stesso dott. Conti aveva riferito quasi a uno stato di emergenza e di necessità che aveva imposto certe scelte, si era parlato di una rinegoziazione già avuta, di una ridefinizione del rapporto con Club Air che, per certi versi, aveva visto protagonista la Regione Marche, pur nelle tante incertezze che avvolgevano Club Air. Si era detto che Club Air era addirittura un vettore che stava cercando di risalire la china, che aveva lasciato dei pregressi nelle agenzie delle Marche. Quindi mi era sembrato di capire che la parte debole e vulnerabile nella relazione rinegoziata con Club Air dovesse essere Club Air, invece gli abbandonati siamo noi, siamo noi i negletti, siamo noi che rimaniamo con un palmo di naso aspettando che il marito torni dal famoso tabaccaio dove è andato a comperare le sigarette.
Al di là dell’ironia, mi pare che questo sia il primo dato significativo di questa vicenda. A me dispiace, ad esempio, che oggi dobbiamo salutare il primo vero stop della gestione Morriale. Non voglio essere ingeneroso nei confronti dell’ing. Morriale ma sicuramente lui, che aveva promosso la rinegoziazione del rapporto con Club Air, è il primo soggetto che oggi deve spiegarci se nella rinegoziazione era stata prevista la possibilità di una risoluzione così improvvisa, ad nutum, come direbbero gli avvocati, perché questo mi sembra davvero importante da chiarire – mi pare che lo dicesse anche il Consigliere Silvetti –.
Cioè, nella rinegoziazione ci eravamo cautelati nell’ipotesi in cui un vettore già abbondantemente compromesso potesse lasciarci con un palmo di naso? E questo è il primo punto.
Secondo punto. Ha ragione il Consigliere D’Anna quando dice che questa cosa rischia di svuotare l’aerostazione – che senza voler enfatizzare la situazione mi pare di poter dire che, orario dei voli alla mano, oggi il Raffaello Sanzio assomigli molto ad un ex aeroporto –, non voglio iscrivermi al partito dei detrattori perché non ce n’è bisogno, ma certo è che non bisogna neppure minimizzare la situazione che mina la radice anche di altri settori importanti di intervento della Regione.
Giustamente diceva D’Anna che tutto il sistema dell’impegno turistico che stiamo mettendo in campo rischia di essere gravemente menomato. Alla Bit cosa raccontiamo?! In un sistema integrato dell’offerta turistica, quale quella che la Giunta regionale ha voluto assegnare a se stessa, questo aspetto va oltre il conto economico, questo è il punto, vale come incrinatura pesante, speriamo risolvibile, dell’intero sistema del turismo e della promozione delle Marche, in assenza di un aeroporto degno di tal nome.
Terzo punto. Morriale mercoledì ci aveva parlato di un piano industriale. Era stato codificato un insieme di idee per il rilancio del Sanzio che fino a prova contraria ora rimane vulnerato dall’abbandono di Club Air, oppure dico una stupidaggine?
La cosa che ci sorprende, e che nel giro di sei giorni è cambiata, è che sulla base di un rapporto rinegoziato con Club Air avevamo riproposto un piano, ora cosa dobbiamo riproporre, un terzo piano, dopo che il marito ci ha lasciato dopo aver detto che andava a comperare le sigarette e non è risalito a casa!
Questo è il punto, perché, al di là dei migliori auguri che facciamo a Morriale, il problema è: e ora che succede?
A mio modo di vedere urge una nuova convocazione del dott. Conti e dell’ing. Morriale affinché possano chiarirci come pensa la società di rivedere quello che sembrava un lento cammino di risanamento che andava avanti.
Concludo dicendo che, consentitemi una nota polemica, questa vicenda – anche dopo tre giorni dall’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti dove si è a lungo parlato del problema delle partecipate – pone un problema politico più generale. Lo pone perché la partecipazione del pubblico dell’economia nel caso dell’aeroporto – anche se il pubblico per quanto riguarda la Regione si attesta sul 30% – ha dato dei risultati che obiettivamente mi sembrano sotto gli occhi di tutti e censurabili. Allora, che fare di questa partecipazione? Esiste la possibilità di una liberalizzazione dell’aeroporto che evochi un rilancio sulla base di un’assunzione di responsabilità da parte dei privati, maggiore di quella che c’è oggi? Perché dobbiamo migliorare.
Leggiamo gli interventi del Presidente Spacca che a ogni piè sospinto decanta le magnifiche e progressive sorti dell’industria marchigiana. A questo punto, un nuovo e migliorato patto con l’industria marchigiana può consentire una maggiore consapevolezza del privato nella gestione dell’aeromobile? E’ necessario che sia la Regione a fare il capostazione? O possiamo pensare a qualcosa di nuovo e di diverso?
Penso che questa sia una tematica sulla quale, senza pregiudizi, tutti dobbiamo misurarci, cioè non deve essere un’icona, quella di vedere per forza l’aeroporto di Falconara associato indissolubilmente alle strategie che evocano più le partecipazioni statali che non una moderna capacità di organizzare i voli della nostra regione.
Penso che da questo punto di vista la responsabilità sia politica, ma sia probabilmente anche venuto il tempo di pensare ad una rivisitazione completa del nostro rapporto con l’aeroporto. Perché noi facciamo del nostro meglio, vediamo che le iniezioni di denari pubblici sono sempre minori di quelli di altre Regioni ma che sono sempre consistenti, quindi a questo punto ci dobbiamo chiedere fino in fondo per capire se la strada, non di un disimpegno ma di un diverso impegno della Regione nella vicenda dell’aeroporto, possa essere il futuro dell’aeroporto stesso.
Mi dispiace che non ci sia il Presidente Spacca, del quale conosciamo gli slogan che ci vengono ammanniti come fossero le urla dei moezzin dalle madrasse, leggiamo che tutto va bene madama la marchesa, che il fisco è equo, che tutto è giusto, che la Regione vola, che siamo la più bella d’Italia, però veniamo abbandonati da un gruppo – che tra l’altro è indebitato in tutte le agenzie regionali delle Marche – che ci tratta come campioni senza valore.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. La situazione per quanto riguarda il problema dell’aeroporto credo sia veramente grave ed è per questo che ritengo che una sollecitazione, che mi pare prima veniva fatta anche dal Consigliere Brandoni, vada ripresa.
Questo Consiglio regionale non può dibattere di questo problema in maniera quasi anomala, lo deve affrontare come primo argomento.
Una Regione senza aeroporto non ha sviluppo, parliamo di farla crescere e poi rischiamo di perdere addirittura l’unico aeroporto che abbiamo, che deve essere un tema centrale che non può essere discusso in sordina.
La politica non può entrare nella gestione del problema, ma deve dare gli indirizzi di carattere generale.
Credo che – vorrei che l’argomento venisse approfondito anche da parte di chi ci segue all’esterno, da parte della stampa, ecc. –, al di là del problema della compagnia che ci ha abbandonato, ne troveremo un’altra, e della situazione drammatica in cui si trova l’aeroporto, c’è da porsi una domanda di fondo: ci sono delle volontà esterne interessate – qui parliamo di economia, di voli, ecc. – affinché questo aeroporto perda colpi e venga meno?!
Sarò ancora più esplicito in maniera tale che ci capiamo, così anche chi deve scrivere e riportare capisca meglio. Viene forse dalla Romagna il tentativo di indebolire questa nostra posizione per rafforzare ovviamente quelle locali?!
Sono delle domande che mi sono posto così, parlando con alcuni amici, e che pongo con schiettezza e molta sincerità in quest’Aula, perché non è indifferente se ciò accade, se è accaduto o se ciò non accade.
Intanto credo che sarebbe bene che su questo argomento la politica non si dividesse – per politica, Consigliere Cesaroni, intendo le forze politiche presenti in Consiglio regionale –. Ritengo che su un argomento come questo, che sta a cuore a tutti – l’aeroporto non è né di destra né di sinistra fino a prova contraria, per lo meno io lo intendo così – si debba trovare una grande compattezza, una grande unità, la ricerca di spazi nuovi per finanziamenti nuovi, spazi nuovi di rapporti con aziende e con imprenditori che possono essere interessati alla questione, ma soprattutto ci deve essere una visione centrale e unitaria, altrimenti credo che il rischio sia grande.
Ora non me la sento di dire, come fanno molti, che la colpa è dell’Assessore Pistelli perché è una cosa più grande, non possiamo svilire in questo modo una questione così importante, il problema è di altro livello e di altra natura.
Pertanto il Consiglio regionale farebbe bene in una apposita seduta a concentrarsi su questo argomento, perché non lo può più sottovalutare, e si deve trovare una posizione unitaria. E’ come se parlassimo della Fano-Grosseto o delle opere della Quadrilatero o del collegamento al Porto di Ancona, non possiamo dividerci.
Ci deve essere una unità di intenti forte altrimenti come comunità marchigiana perderemo tutti, e credo pure che altre comunità limitrofe, lo ripeto, abbiano interesse a che ciò avvenga.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Anche la volta precedente abbiamo parlato in quest’Aula a lungo del problema dell’Aerdorica e dell’aeroporto di Falconara.
In realtà c’è da dire che il dibattito è stato quasi completamente preso dell’opposizione che è voluta intervenire nel modo che ha ritenuto opportuno sulle problematiche ormai annose di questo aeroporto.
I Consiglieri della maggioranza sono intervenuti in pochi perché o avremmo dovuto fare una difesa d’ufficio, e a nessuno interessava fare semplicemente questo, oppure volevamo approfondire, come è avvenuto, la situazione e le problematicità di questa struttura per capire e poi intervenire.
Da diversi Consiglieri è stato già detto che si è tenuta una audizione, a cui molti di noi erano presenti, nella quale con calma e tranquillità e anche con l’esposizione di un linguaggio molto chiaro e semplice da parte dell’ing. Morriale, abbiamo potuto capire che cosa stava succedendo.
In realtà però – l’ho detto anche in Commissione e qui lo ripeto – negli incontri a cui partecipiamo da qualche tempo troviamo più o meno sempre lo stesso lait motive, cioè che chi c’è stato prima – consigli di amministrazione, direttori, società, ecc. – ha sbagliato tutto, ha portato questo aeroporto alla situazione in cui ci troviamo, non sono state fatte le scelte giuste, quindi adesso si volta pagina. Wendler ci presentò un progetto di grande sviluppo e anche lui criticò le gestioni precedenti dicendo che aveva rimesso mano ad alcune situazioni e che quindi dovevamo guardare al futuro con un occhio più ottimistico. Abbiamo avuto poi l’incontro della settimana scorsa nel quale ci è stato detto che si sono continuati a fare errori – non sto qui a dire le cose più gravi che sono state dette, che sicuramente sono vere altrimenti non sarebbero state dette in una commissione pubblica – e che quindi di nuovo si doveva riprendere mano alla situazione perché gli errori fatti nel passato. Ci è stato detto che con una nuova dirigenza, con un consiglio di amministrazione più snello, con compiti diversi sia dello stesso consiglio di amministrazione che del direttore generale, avremmo sicuramente visto un futuro diverso da quello passato.
A questo punto mi chiedo: o noi sbagliamo tutto quando andiamo a dare gli incarichi, quando modifichiamo o semplifichiamo i consigli di amministrazione, quando definiamo strategie diverse, oppure c’è qualcosa di diverso.
Allora la prima cosa, secondo me, è che dovremmo chiarirci una volta per tutte. Se gli input nei vari consigli di amministrazione dei vari direttori sono quelli di dire risparmio e sviluppo, credo che su questo già non ci siamo, perché, a meno che non troviamo il miracolista che ci cade dall’alto e ci fa i miracoli dentro la Regione, risparmio e sviluppo insieme non possono stare, o c’è il risparmio o c’è lo sviluppo. Che poi sia necessario andare a verificare le spese perché non ci deve essere lo spreco è un altro discorso, ma che in una situazione di difficoltà se tendiamo a risparmiare riusciamo pure a sviluppare mi sembra abbastanza difficile, altrimenti avremmo scoperto l’acqua calda, ma credo che l’acqua calda non si scopra!
Quello che mi fa riflettere, invece, è il fatto che anche con il cambiamento delle strutture, dei dirigenti o altro, continuano a rimanere problemi di questo genere, problemi improvvisi e anche meno improvvisi; è anche vero quello che ha detto il Consigliere Castelli, cioè non ci è stato detto che Club Air ci faceva un piacere se veniva da noi, ma ci è stato detto che forse quasi quasi glielo stavamo facendo noi perché è una società che doveva comunque rimettersi sul mercato a causa della storia pregressa che gli aveva portato grosse difficoltà. Comunque ci troviamo ancora una volta che una azienda ci abbandona.
Allora anch’io sono d’accordo con quello che è stato detto, cioè che non possiamo pensare di risolvere un problema come questo pensando di dare le colpe ai tecnici o ai politici che hanno gestito fino ad ora o che gestiscono adesso. Probabilmente i problemi sono talmente gravi e sono di varia potenzialità e di varia situazione, sia da quelli di carattere politico, che da quelli di carattere strategico, economico e tanti altri, che non possiamo pensare di salvaguardare questa struttura rincorrendo le difficoltà che si creano e che dobbiamo tamponare di volta in volta.
L’Assessore Pistelli ci dice, anche in maniera molto accorata, “voi non sapete in che modo ci siamo trovati a gestire”, e il dott. Conti “in un’ora abbiamo dovuto risolvere questo e quello”, perché magari c’era stato un abbandono improvviso o altro.
Capisco le situazioni in cui vi siete trovati ad operare, però dico pure che non è più possibile continuare a farlo in questo modo. Mettiamo le bocce ferme, partiamo da una riflessione globale su tutta la situazione, fermiamoci un attimo, facciamola tutti insieme, c’è la disponibilità anche dell’opposizione, vediamo dove vogliamo arrivare, con che mezzi e con che cosa. Chiediamoci quale può essere la nuova compagine societaria, perché anche su questo non può essere che il pubblico paga e gli altri comandano – perché siamo quasi alla pari, tanto per dirla chiara –. Allora paghiamo e comandiamo tutti quanti insieme e cerchiamo di comandare al meglio!
Arrivo però anche un po’ più in là – e capisco che quello che dico è grave – cioè parliamo anche della strategicità o meno di questo aeroporto, perché ci siamo riempiti la bocca di strategicità, ma poi vediamo che non decolla, che ci sono difficoltà, e gli stessi marchigiani preferiscono andare a prendere aerei in altri aeroporti.
Sicuramente perché in altri aeroporti ci sono più possibilità di volo, più facilità, ed è vero quello che è stato detto da parte dell’opposizione, che una cosa tira l’altra, ma poi è forse proprio vero che da parte dei marchigiani c’è effettivamente la consapevolezza di tutta questa strategicità?!
Bisogna che anche questo ce lo poniamo come problema, perché se c’è la strategicità allora vanno bene gli investimenti, li facciamo su tutti i settori di trasporto, purché però ci sia veramente un’utilità. E se l’utilità c’è ci devono essere i passeggeri, ma anche gli interventi sia della Regione che dei soggetti privati che sono quelli che più di tutti dichiarano che questa strategicità esiste.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brini.

Massimo BRINI. A mio avviso su questa problematica siamo fuori tempo massimo e meraviglia che in quest’Aula ancora si parli della sua funzione, del suo ruolo, e non si vuole entrare nel vivo del problema, è un problema molto serio.
Abbiamo apprezzato che il linguaggio delle sinistre non è più quello usuale, cioè quello di dire facciamo i tavoli, discutiamo, adesso si parla di riflessione. Riflessione di che cosa?!
Qui c’è un problema politico, siete incapaci, incompetenti di gestire questa problematica. Non è come dice il collega Viventi, che questo non è un problema né di destra né di sinistra, no, perché questo è un problema tutto vostro e non siete nelle condizioni di dare una risposta ai marchigiani su questa problematica.
Pertanto il problema non è quello della riflessione, ma c’è una responsabilità politica.
Meraviglia che il Presidente Spacca, puntualmente, quando c’è un problema non si trova mai in Aula, sta vegetando da un paio di anni, quindi per noi è normale, perché non si assume mai una responsabilità, non prende mai una posizione, su alcune problematiche è di gomma, gli rimbalzano, fa finta che non succede niente.
Su questa problematica, però, si deve assumere tutte le responsabilità politiche, e non solo, perché c’è anche uno sperpero del denaro pubblico che fate finta di non capire, state sperperando soldi della comunità marchigiana. E’ una vergogna!
Cambiano i direttori, cambiano i presidenti, ma i risultati sono sempre gli stessi. Vergognatevi! L’altra volta avevo fatto una battuta, dicevo di trasformare l’aeroporto in un grande centro commerciale, che sicuramente potrebbe avere una funzione migliore rispetto all’attuale situazione dell’Aerdorica.
Il Presidente Spacca deve assumersi tutte le responsabilità e riferire al Consiglio regionale su quello che intende fare per portare avanti questa problematica, altrimenti dovrà rispondere personalmente di tutti i soldi che si stanno sperperando in questo momento. Lui non può scappare – vedete, nei banchi della Giunta c’è solo un Assessore – ad ogni occasione su un problema così serio e delicato. Siamo al limite della vergogna! Il Presidente Spacca non è nelle condizioni di dare risposte, ecco perché esce. Sono anni che gestisce questa problematica e conosce tutto, cambiano i presidenti e i direttori, ma lui rimane sempre al suo posto, una volta da vice e una volta da presidente. Si deve assumere tutte le responsabilità!
Non so come mai gli imprenditori credono ancora in questa classe politica, di fronte a tanta inerzia e a tanta incapacità di gestioni ancora non escono da questa Spa. Questo non riesco a capirlo, se fosse stata un’azienda privata sicuramente il Presidente Spacca sarebbe stato licenziato.
Poi si dice che il problema non è né di destra né di sinistra, il problema è solo vostro, Consigliere Rocchi, il problema è della maggioranza. Se Viventi vi vuole soccorrere è un problema suo, sarà lui che con voi risolverà questo problema. Io assolutamente con l’Aerdorica non voglio collaborare perché di danni se ne sono fatti tanti e se ne faranno sicuramente tanti, Consigliere Viventi! Ben per te che vuoi collaborare con questa armata Brancaleone.

Luigi VIVENTI. Non hai capito.

Ottavio BRINI. Forse ti sei spiegato male, ma è più di una volta che voi dell’Udc vi spiegate male in quest’Aula e poi ci dite sempre che siamo noi che non capiamo.

Luigi VIVENTI. Non è che mi sono spiegato male, non hai proprio capito. Quella che dici tu è una cosa completamente diversa.

Ottavio BRINI. Me lo spiegherai in futuro, quando dovremo risanare ulteriori miliardi del bilancio dovrai spiegare come mai l ‘aeroporto non è né di destra né di sinistra.
Il problema è che l’aeroporto proprio non funziona, Consigliere Viventi, l’unico servizio che avevamo era quello di Barcellona e abbiamo perso pure questo! Allora, di cosa stiamo parlando! Troviamo le soluzioni insieme, ma di cosa quando un aeroporto non funziona! Penso che nella tua azienda se a fine anno non facevi reddito ti mandavano a casa, non dicevano collaboriamo insieme agli operai! E’ questo il nodo da sciogliere, allora chi ha sbagliato deve pagare, deve andare a casa! Bisogna dare un segnale netto, quindi che Spacca venga qui in Aula e si assuma le sue responsabilità!
Io sono alla seconda legislatura, Consigliere Viventi, e ogni volta sento dire le stesse cose, però i buchi si allargano sempre di più. Cambiano gli Assessori, ma Spacca sta sempre al suo posto tranquillo e sereno, e i marchigiani fanno il ripiano, aumenta il bollo, aumenta la benzina, sui servizi della sanità ci sono i tagli, le protesi anziché alle cliniche pubbliche le fanno fare a quelle private, ecc..
Quando una cosa non va bene bisogna dirlo, bisogna dire quello che c’è da fare per andare avanti, però se non sono nelle condizioni di dirlo o di farlo, c’è qualcosa che non va.
Quindi non mi sento di collaborare con chi non vuole mettere nelle condizioni l’Aerdorica di funzionare. Mi meraviglio, ripeto, come gli imprenditori marchigiani stiano ancora in questa Spa pur sapendo che è un servizio a perdere. Allora, cosa c’è che li lega ancora a questa Spa? Le nomine, le presidenze, i direttori?! E’ ora che queste cose si dicano.
Una volta si pensava che facendo una nomina politica il problema si risolveva. Eppure è stato cambiato anche il presidente politico, è stato messo un tecnico, ma i risultati sono gli stessi, anzi, sono peggio. Si criticano i predecessori dicendo che gli attuali sono i migliori, ma il prossimo che verrà dirà che chi c’era prima non andava bene e che ci penserà lui a tirare fuori i soldi. I soldi però che si tirano fuori sono soldi di tutti!
Quindi ancora una volta, vergognatevi! E non venite più in Aula a parlare di queste cose, della funzione, del ruolo, questo lo sanno anche i bambini delle elementari.
La domanda che ci si deve porre è: che cosa bisogna fare per far funzionare questo aeroporto? E la risposta ce la dovete dare voi.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Cesaroni.

Enrico CESARONI. Sono quindici giorni che il Consiglio regionale discute dell’Aerdorica. Nell’ultimo Consiglio ci siamo lasciati che si sarebbe andati avanti tranquilli, perché si andava verso un pareggio di bilancio, che la struttura funzionava, questo è quello che l’Assessore ci ha riferito.
Dopo dieci giorni non funziona più niente, succede che l’azienda che ha la gestione scappa.
Assessore, la invito a restituire la delega al Presidente Spacca, per tanti motivi. Primo perché lei oggi è qui ascolta, ma non ha la totale responsabilità politica della Giunta, perché c’è un Presidente che è totalmente responsabile politicamente e operativamente sia di quello che succede all’interno della struttura dell’aeroporto che di tutto il resto. Ma il Presidente, per quanto responsabile, non partecipa mai, non c’è mai quando si parla di problemi seri, anche il Consigliere Brandoni della maggioranza prima ha detto che avrebbe voluto discutere questo problema con lui. Allora penso che forse l’Assessore, verso cui tutti i Consiglieri si scagliano contro, non ha quella facoltà politica amministrativa forte di poter cambiare qualcosa della gestione dell’aeroporto.
La Consigliere Mammoli ha detto, giustamente, che se si vuole risparmiare non si fa sviluppo, questo però non sempre è legge, cioè che chi fa risparmio non fa sviluppo, noi potevamo tranquillamente ripianare i debiti fatti precedentemente con un risparmio, però non possiamo neanche far scappare aziende che creano sviluppo solo perché non paghiamo due milioni di euro in più all’anno, questa è una scelta politica.
L’azienda scappa perché ha più vantaggi in altri aeroporti vicini, come Rimini o Pescara. Se non siamo in grado di tenere aziende che lavorano all’interno del nostro aeroporto qualcosa non funziona. La colpa è nostra perché dobbiamo saper trattare con le aziende che hanno convenzioni con la Regione Marche.
Questo fa parte della politica, perché se la maggioranza si prende la responsabilità di portare in questo Consiglio un finanziamento, come è successo precedentemente quando abbiamo dato i due o tre milioni per continuare un certo tipo di attività dell’aeroporto, penso che il Consiglio, appunto, non avrebbe detto di no, perché serviva allo sviluppo.
Invece in questo Consiglio si portano sempre le pratiche per chiudere i debiti e lì finisce. Prima facciamo i debiti poi il Consiglio li deve ripianare, alla fine non parliamo mai di sviluppo.
Questa è la realtà di oggi, abbiamo un aeroporto che ha debiti, ma che non ha lo sviluppo. Alla fine del 2008, quando si dovrebbe arrivare ad un pareggio di bilancio, noi lo pareggeremo perché chiuderemo l’aeroporto!
Penso che la maggioranza debba valutare queste cose. Questa è responsabilità politica, non ci sono altre responsabilità, lo diceva prima anche il Consigliere Brini.
Poi abbiamo un presidente nominato dalla Regione Marche, e che quindi la rappresenta, e che è anche un tecnico della Regione Marche, pertanto di certe cose dovevamo essere a conoscenza già da prima, Assessore, non si può venire a conoscenza dalla stampa che l’azienda scappa.
Invito veramente l’Assessore di rivedere la sua delega, perché è una delega molto pesante e che in questo periodo scotta perché si va verso una chiusura fallimentare della struttura senza poter ritornare indietro. Questa delega la deve prendere il Presidente Spacca, che deve rendere conto e che si deve prendere la responsabilità nei confronti dei cittadini marchigiani che l’hanno votato.
Non può essere che in Aula sia presente solo l’Assessore Pistelli – chiedo scusa agli Assessori che prima erano presenti – e che tutti si rivolgono a lei come se fosse la responsabile di tutto. Io non penso che sia così, la responsabile di tutto è la politica che fa il centro-sinistra, quindi la responsabilità è del Presidente Spacca.
Ora chiedo che ritorni in questo Consiglio la discussione del problema dell’aeroporto, perché non si può chiudere facendo solo una piccola informativa. Vogliamo discutere di nuovo della situazione reale dell’aeroporto e di quello che il centro-sinistra vuole fare. Vogliamo che ci sia un confronto con noi per cercare di risolvere questo problema che è nell’interesse di tutta la collettività e che noi siamo per risolverlo a favore della collettività, cioè far ripartire lo sviluppo dell’aeroporto, mentre penso che voi siete su un'altra posizione, quella di farlo chiudere.
Quindi mi auguro che in questo Consiglio ritorni questa pratica.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Santori.

Vittorio SANTORI. Vorrei portare l’attenzione del colleghi su alcuni passaggi che il dott. Marco Morriale, attuale direttore di Aerdorica, ha pronunciato l’altro giorno, soprattutto su come è stata gestita la società Aerdorica, nell’incontro in seconda e in terza Commissione, che si sono riunite in seduta congiunta.
Dice il dott. Morriale: è chiaro che l’azienda aveva una molteplicità di società partecipate, controllate, che abbiamo cercato di omogeneizzare, abbiamo cercato di rendere più conformi a quello che è l’obiettivo di un’azienda aeroportuale, che è quello di gestire infrastrutture e servizi e non di fare agenzie di viaggio, creare compagnie aeree o di pensare di fare altre mille cose che non sono pertinenti”. Poi aggiunge: “Nella prima riunione che ho avuto con l’Enac a settembre 2007, mi era stato detto chiaramente “guardate che nelle condizioni del documento che ci avete consegnato la concessione non ve la diamo, perché come ente vigilante e come ente certificatore non possiamo permettere che i ricavi generati dalla concessione che vi affidiamo vengano investiti in agenzie di viaggio e compagnie aree”.
Il contratto Club Air è stato assolutamente oneroso per Aerdorica e se non fosse stato interrotto avrebbe portato all’azienda altri tre milioni di perdite in cinque mesi. Continua lo stesso Marco Morriale: il contratto precedente, quello stipulato con Sky Wings, era anche più oneroso di questo.
Ora c’è da domandarsi seriamente in questo consesso, ma chi ha stipulato questi contratti ha fatto o no gli interessi della società? Non è pensabile che i soldi pubblici siano spesi con tanta facilità e tanta disinvoltura. Ad oggi non basta sostituire un manager, occorre ridare credibilità all’Aerdorica e tale credibilità passa necessariamente attraverso un serio e doveroso accertamento delle responsabilità civili, amministrative e politiche. Le prime con idonee azioni giudiziarie per il recupero dei danni cagionati da amministratori disattenti e dalla facile contrattazione anche lesiva degli interessi della società, le seconde con le doverose dimissioni dell’Assessore regionale quale responsabile di incarichi, incarichi risultati non solo non efficienti, ma addirittura dannosi al fine e allo scopo sociale di Aerdorica.
Se non interverranno queste iniziative, conseguenti ad una presa di coscienza della Giunta, come potranno i privati e gli altri soci credere al futuro miglioramento gestionale di tale società?!

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Ciriaci.

Graziella CIRIACI. Vorrei essere molto concisa anche perché il problema è stato più volte analizzato nei particolari da molti Consiglieri, sia della maggioranza che della minoranza, ho osservato anche alcune condivisioni trasversali che ci fanno in un certo senso anche onore.
Il mio intervento vuole soprattutto rivolgere un’interrogazione all’Assessore. Vorrei chiedere se veramente c’è l’interesse di rendere partecipe anche il Consiglio e tutti noi di quelli che sono i piani strategici, i piani di sviluppo e di evoluzione, le iniziative che ci saranno da prendere nei confronti di Aerdorica.
In terza Commissione sei giorni fa abbiamo ascoltato con interesse e con entusiasmo, e in alcuni punti anche condiviso, le relazioni fatte sulla strategia da adottare sia dal nuovo direttore che dal presidente. Allora, mentre prima era un progetto oggi, invece, ci troviamo con un qualcosa, successo a distanza di quattro giorni, completamente diverso da quello che ci stavamo aspettando.
Abbiamo chiesto un piano programmatico la cui strategia non dico che debba essere condivisa, perché comunque noi siamo la minoranza e non dobbiamo per forza condividere piani strategici particolari. Sono personalmente ancora molto legata alla mia precedente esperienza professionale, quindi devo dire che stiamo gestendo comunque un patrimonio economico pubblico, ovviamente nel mio caso invece era privato. Posso dire, Assessore, che sicuramente è un bene economico che deve essere valutato nell’interesse di tutti quanti e forse in un modo anche più pesante. Non è possibile gestirlo senza avere la responsabilità e l’oculatezza di dire che sì oggi c’è stato un errore, ma non lo facciamo più. Stiamo pagando e ripagando gente che analizza, progetta, individua, fa strategie che poi però non danno una soluzione.
Chiedo all’Assessore – anche perché non è presente il Presidente Spacca –, che vedo molto responsabile e anche sempre molto presente nelle risposte, come è possibile che voi di maggioranza e anche noi che comunque facciamo parte di questo Consiglio, che ci rivolgiamo al pubblico a cui chiediamo di pagare gli oneri, andiamo poi a dar loro delle spiegazioni con delle strategie senza nessun risultato, in una posizione tra l’altro dove la nostra strategia sarebbe vincente per comunicazione, cultura, conoscenza, per tutto quello che è il nostro territorio. Oggi spendiamo venti milioni di euro in promozione, ma dove vanno questi soldi se non abbiamo il veicolo giusto per poterli utilizzare?!
L’altro giorno in commissione, Assessore, ci ha prospettato centri commerciali all’interno, strutture ricettive, fiere e quant’altro, un progetto bellissimo, ma se prendiamo veramente in considerazione questo progetto lo dobbiamo portare fino in fondo con dei tempi che abbiano una scadenza, allora sì che oggi svolgeremo il nostro lavoro, non faremo il nostro lavoro se facessimo solo progetti riportati sulla stampa.
Noi qua, ed io me ne prendo l’onere, rappresentiamo tutti coloro che ci hanno dato fiducia per poter svolgere un ruolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Capisco la forte preoccupazione che c’è dietro l’argomento dell’aeroporto di Falconara, capisco di meno gli attacchi politici fatti anche ad arte, ma siamo anche in momento di forte tensione politica.
Sono d’accordo con chi dice che l’aeroporto è, e non sarà, una struttura indispensabile e strategica per la regione Marche e anche secondo me non è né di destra né di sinistra. E’ una struttura indispensabile per lo sviluppo della nostra regione e su questo dobbiamo basarci anche con i fatti.
Abbiamo ascoltato qualche giorno fa nelle Commissioni congiunte il direttore e il presidente, in ognuno di noi c’era molta preoccupazione però abbiamo appreso degli sviluppi futuri che dovrebbero portare ad una situazione migliore.
Per quanto riguarda il contratto con Club Air il direttore aveva, diciamo fra le righe, già fatto intuire che c’erano delle problematiche, quindi l’uscita di questa azienda non è una novità al 100%, è un qualcosa che era stato già illustrato, in quanto non era nelle condizioni ottimali per poter continuare il contratto con l’aeroporto.
Ora bisogna guardare avanti, mai indietro. Sicuramente in precedenza di errori ne sono stati fatti, ma sono sia di parte pubblica che di parte privata, perché il privato è al 49% dell’organizzazione della struttura.
E’ vero pure che è difficile gestire, qui non possiamo tutti immedesimarci tecnici ed essere tutti all’altezza e capaci di parlare di questa questione. Ci sono dei tecnici specializzati che giustamente paghiamo e che devono dare un risultato positivo, quindi sicuramente quello che dico io non potrà essere uguale a quello che dice il direttore generale, perché io non sono un tecnico, non riuscirò mai a capire i meccanismi della questione. Però capisco che gli aeroporti sono una funzione strategica per la regione e che sono troppi nel territorio nazionale, infatti questo non è soltanto un problema delle Marche, ma è un problema nazionale perché ogni cento chilometri c’è un aeroporto.
Poi c’è la questione della mobilità che ha un costo, i trasporti che hanno un costo – a volte definisco l’aeroporto un servizio sociale, come lo è l’ospedale –. Per le ferrovie spendiamo 30 milioni l’anno, spendiamo 60 milioni per il trasporto pubblico locale su gomma, perciò tutti hanno un costo, quindi sicuramente anche l’aeroporto ce l’ha.
Se riuscissimo a trovare quella consonanza tra le istituzioni, il mondo imprenditoriale, il mondo del turismo, le imprese, i sindacati, le forze sociali, per metterci tutti intorno ad un tavolo – questo Assessore me lo auspico e sono convinto che avendolo fatto fino ad oggi lei continuerà a farlo – e aprirci il più possibile, avere quindi più forze nella nostra regione per rilanciare questa struttura.
Sicuramente è un compito arduo e difficile, ma ce la possiamo e ce la dobbiamo fare perché l’aeroporto è una struttura indispensabile e strategica. Le forze politiche possono discutere di tutto, ma sicuramente non lo possono fare sulla strategicità dell’aeroporto, su questa non solo la parte pubblica, ma anche quella privata e quella sociale dovranno impegnarsi, insieme potremo riuscire.
Se poi per rilanciare occorreranno anche contributi maggiori non mi scandalizza, l’importante è che si vada nella traiettoria giusta e, come veniva detto anche nell’audizione, gli investimenti che la Regione continuerà a dare dovranno servire per lo sviluppo e non più per ripianare i bilanci.
Su questa strada invito l’Assessore a restare, a fare quello che ha fatto e cercare di incentivarlo ancora di più con tutta la squadra di Giunta.

PRESIDENTE. Ora credo che la conclusione non possa che essere questa. E’ evidente che la proposta di risoluzione presentata non è più attuale, per cui concluderei qui la discussione con riserva che da parte dei capigruppo venga preparata una nuova risoluzione adeguata alle novità espresse anche dall’Assessore.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Scusate, ma la questione è troppo importante per concludersi così, con un nulla di fatto come sempre avviene in queste occasioni.
Proporrei di concludere questo dibattito rinviando sì ad una risoluzione da fare per il prossimo Consiglio, ma nel frattempo non è che dobbiamo stare con le mani in mano, quindi chiedo una convocazione straordinaria della terza Commissione dove vengano verificate tutte le condizioni, dai contratti, dall’ascolto anche del socio privato, se la Commissione vorrà, e delle categorie.
La situazione è talmente grave che non può essere rinviata ancora un’assunzione di responsabilità, che è sia della maggioranza che dell’opposizione, Consigliere Badiali, però, guardate, sulla assunzione di responsabilità, il fatto che noi critichiamo è che ve lo attirate voi, perché avete criptato la gestione di questa società tutta su di voi.
Quindi chiediamo la convocazione di una commissione straordinaria, inoltre, che al prossimo Consiglio sia il Presidente Spacca a relazionare sulle strategie che questo Consiglio regionale e la Giunta vorranno portare avanti, dopodiché ci adopereremo per fare una risoluzione. Se sarà unitaria lo vedremo dopo quel dibattito e quell’ulteriore approfondimento.

PRESIDENTE. Ha chiesto la parola l’Assessore Pistelli per una breve replica. Visto che è stata chiamata in causa credo che sia giusto che concluda la discussione.

Loredana PISTELLI. Intanto voglio ringraziare tutti Consiglieri per la passione e l’approfondimento che hanno messo in questo argomento, anche perché è una questione molto complessa che abbraccia molti aspetti della nostra attività e della nostra gestione.
Naturalmente essendo all’interno della Giunta mi assumo tutte le responsabilità che si hanno all’interno di un collettivo rispetto alle cose che ognuno fa e porta avanti.
Su questa partita dell’aeroporto, secondo me, non esiste nessun’altra società che sia stata in questi due-tre anni sviscerata e analizzata più di questa.
Credo che anche rispetto a tutte le valutazioni, a tutte le analisi – che non voglio ogni volta ripercorrere fin dall’inizio perché sarebbe noioso, come qui qualcuno ricorda spesso – voglio ricordare e anche correggere – se mi permette la Consigliera Mammoli – che uno degli obiettivi fondamentali non è il risparmio e lo sviluppo, ma il consolidamento, il risanamento e lo sviluppo, che è una cosa un po’ diversa, considerata, tra l’altro, la situazione da cui siamo partiti e rispetto, come qui veniva giustamente richiamato, all’utilizzo dei soldi pubblici.
Quindi noi dobbiamo rispondere a come vengono utilizzati, quale prospettiva diamo e quale prospettiva può avere questo aeroporto.
Lo abbiamo sempre definito – sono convinta di questo – una infrastruttura strategica all’interno della nostra regione, ritengo anche che debbano essere individuate le possibilità e le potenzialità per un decollo e uno sviluppo.
Io non sono così preoccupata, lo voglio dire, della recessione di questo contratto, non mette in discussione né i conti economici dell’Aerdorica, né le prospettive di sviluppo, perché se ricordate già nell’audizione in Commissione si stava ragionando dell’individuazione di altre società, di altri vettori che dovevano entrare all’interno dell’aeroporto marchigiano Questo proprio per dare quella garanzia di solidità e di sviluppo all’aeroporto e soprattutto una garanzia della continuità nel tempo. Voglio ricordare che proprio in quella sede è stato anche detto da parte del direttore delle difficoltà della Club Air e del tentativo che si sarebbe fatto per contrattare non tutti i voli che aveva proposto ma alcuni di questi. Ho già spiegato nella mia comunicazione che questa trattativa non è stata di gradimento della Club Air in quanto altri aeroporti avevano fatto naturalmente offerte molto più alte. Dal punto di vista del mercato – voi me lo insegnate – che l’imprenditore sceglie rispetto a queste possibilità.
Voglio accogliere anche le richieste che sono state fatte di una Commissione di approfondimento, però chiarendo anche i ruoli di gestione della società e il ruolo di direzione politico-programmatica della Regione Marche.
Noi siamo un socio all’interno dell’aeroporto, siamo un socio di maggioranza per quanto riguarda gli enti pubblici, un socio che ha dato degli input molto importanti, ma che sono stati condivisi dall’intera compagine societaria. Voglio ricordare, altrimenti sembra che la responsabilità delle scelte che sono state fatte è solo nostra, che tutto quello che è stato lo si è fatto nella piena condivisione di tutta la compagine societaria.
Abbiamo fatto anche un dibattito sulle prospettive e sull’aggancio dei mercati nei quali la Regione Marche è interessata, in modo particolare i mercati dell’est. E’ vero che dobbiamo combinare le nostre strategie di sviluppo dell’aeroporto rispetto alla potenzialità di sviluppo economico e commerciale della nostra regione, ma è altrettanto vero che non possiamo limitarci a questo, perché limitarci a questo non significa automaticamente riempire gli aerei e non significa che potrebbe diventare una cosa economicamente valida e sostenibile.
Quindi dobbiamo lavorare in questa direzione e dobbiamo coinvolgere tutto il tessuto imprenditoriale della nostra regione perché tutto insieme creda, come chi sta all’interno, alla possibilità e alla potenzialità di questo aeroporto.
Credo che ci sia una necessità di ragionare anche sul versante turistico, quindi quello che significa incoming. E’ stato presentato uno scenario catastrofico, ma al di là dei voli della Club Air, gli altri voli sono stati mantenuti tutti, compresi i charter estivi. Quindi non c’è il deserto dei tartari rispetto a quello che è avvenuto.
E’ giusto che facciamo una riflessione a tutto campo perché c’è la necessità di dare una svolta reale, però oggi abbiamo lavorato anche su un input di una legge regionale che dice che la Regione Marche, il pubblico, deve essere maggioritario all’interno di questa compagine societaria. Quindi c’è una legge regionale e fino a che qualcuno non la cambiata siamo obbligati a rispettarla. Se invece questo Consiglio regionale fa valutazioni diverse rispetto a questa indicazione, naturalmente dovremo fare degli approfondimenti anche di altro genere, valutando tutte le implicazioni che questo comporta, di riflesso di continuità di gestione futura e di controllo – perché a quel punto ce l’avremo molto meno rispetto a quello che accade – ma anche degli sforzi sociali, economici ed occupazionali che questo comporta.
Quindi invito veramente a fare una riflessione complessiva, a valutare tutte le ipotesi che ci possono essere sul tappeto, facendo quindi anche questa analisi. Badate, non siamo stati con le mani in mano rispetto a questa situazione, abbiamo sentito, valutato, esaminato proposte e richieste che ci sono state fatte, ma la pesantezza dell’aeroporto che si era determinata prima non ci ha permesso di dare altre indicazioni e altre soluzioni.
Accolgo molto volentieri questa discussione, naturalmente se tutto va nell’ambito del dibattito della propaganda della campagna elettorale facciamo un pessimo servizio all’aeroporto. Credo che molto obiettivamente dovremmo esaminare le possibilità e le potenzialità che ci sono e trovare insieme delle soluzioni, penso che nessuno di noi abbia la ricetta in tasca per affrontare un problema così complesso e così delicato anche rispetto, ripeto, a tutti i risvolti che qualsiasi soluzione che individuiamo potrà comportare.
Le Commissioni sono la sede più giusta per fare gli approfondimenti più di merito, in modo che quando troviamo un’indicazione potremo poi discuterne complessivamente e collegialmente anche in Consiglio, discussione alla quale naturalmente nessuno di noi si vuole sottrarre.


Proposta di legge regionale n. 139
della Giunta regionale
“Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza (Ipab) e disciplina delle aziende pubbliche di servizi alla persona”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 139 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Finalmente portiamo in Consiglio una legge che da tempo doveva essere approvata, è una legge che indubbiamente rappresenta un fatto che definirei “storico”, in quanto sulla base della legge n. 328 del 2000 di riforma dei servizi sociali termina anche nelle Marche una tradizione storica istituzionale, quella delle nostre Ipab, nate nel 1890 attraverso una legge che l’allora Presidente del Consiglio Crispi emanò generando storicamente una contrapposizione che progredì negli anni rispetto addirittura anche tra lo Stato e la Chiesa.
E’ una legge molto attesa anche dai Comuni che vengono ad essere i principali attori di questa nuova realtà. Una nuova realtà che comunque protrae una particolarità della nostra regione, che è quella dell’assistenza. Una volta questa assistenza veniva svolta attraverso queste istituzioni che derivavano dai lasciti che i grandi signorotti del tempo per salvarsi l’anima affidavano alla carità popolare.
Oggi termina questa storia che negli ultimi trent’anni ha costituito sicuramente uno dei baluardi di quella situazione degli anziani soli che trovavano l’unica risposta in queste cosiddette case di riposo.
Vorrei sottolineare che era una legge molto saggia, forse è per questo che è durata molto, era una di quelle leggi fatta con la testa, come si suol dire nel momento in cui si parla di normative che riescono a sfidare il tempo. Le normative che riusciamo a fare oggi valgono il tiro di qualche anno, questa, invece, è una legge che è durata tantissimi anni, che fondava la propria realtà su alcuni principi fondamentali, per esempio l’equilibrio di bilancio, e alcuni principi che la Costituzione oggi ha ribadito nel momento in cui abbiamo rifatto il Titolo V, assegnando un principio anche alle sostanze da cui originavano le risorse necessarie per l’accudimento agli anziani o ai bambini – perché parte di queste strutture erano dedicate anche alle scuole – e cioè quel principio per cui il patrimonio poteva essere utilizzato unicamente per il reinvestimento.
Sono due principi di una saggezza incredibile che hanno consentito il perdurare di queste istituzioni e che hanno in sé un altro valore desueto rispetto alla nostra realtà odierna, quello per cui gli amministratori nominati in questi enti svolgevano la propria azione gratuitamente. Il gratuito era una delle caratteristiche dell’amministratore dell’Ipab, dava il proprio contributo in termini di volontariato. Grazie a questa capacità, che per tanti anni ha retto l’amministrazione di questi enti, si è effettivamente rilevata preziosa proprio per la gestione stessa di ogni singola casa di riposo improntata – non da tutte le parti ma per larga parte – verso quel principio di economicità, soprattutto un’economicità che si sposava con il servizio, cioè il servizio veniva prima, ma non veniva svolto a prescindere dalla economicità.
La nuova struttura che sostituirà le Ipab, cioè le aziende pubbliche dei servizi alla persona, così definita dalla legge n. 328 e regolata poi dal decreto n. 207 del 2001, è una struttura molto leggera, molto flessibile, tant’è che la legge, d’accordo con il nuovo Piano sociale, già in discussione, ha fatto propria. Questo strumento potrà essere usato anche dagli attuali ambiti che proprio alla verifica del nuovo piano hanno presentato delle difficoltà nel trovare lo strumento più adatto a gestire comunitariamente a livello di ambito i servizi territoriali.
Questa legge prevede la possibilità della creazione di specifiche aziende pubbliche dei servizi alla persona superando quelli che possono essere le altre realtà istituzionali, come i consorzi o come le istituzioni previste dal decreto n. 267, che sono sicuramente strumenti più arcaici o per lo meno più difficili da utilizzare.
L’Assessore nell’audizione della V Commissione ha convenuto con questa impostazione, pertanto gli ambiti potranno utilizzare questa legge proprio per dar vita a questo nuovo strumento molto più agile e molto più flessibile.
Ho detto prima che comunque rimane al centro, così come la legge n. 328 propone, la questione di fondo per la quale i Comuni, che sono depositari dei servizi sociali, saranno i titolari delle nuove strutture. Per la verità già da tempo l’iter è cominciato con la legge n. 382 e l’applicazione del 616 nel 1977, cioè da allora i Comuni sono subentrati alle Prefetture e ad altri enti nella nomina e nella possibilità di vigilare su questi enti, per cui larghissima parte di queste Ipab hanno delle nomine nei consigli di amministrazione da parte dei Comuni.
Pertanto i Comuni rimarranno titolari di queste nuove strutture che, ovviamente, potranno essere anche accomunate nel momento in cui organizzativamente sullo stesso ambito si ravvedesse la necessità – questa ovviamente è una scelta che devono fare i Comuni – di unificarle per renderle economicamente più valide.
Il nome aziendale corre dietro all’idea di porre sempre in sintonia il sociale con il sanitario, si sono chiamate aziende pubbliche dei servizi alla persona proprio perché anche la sanità ha fatto questa scelta organizzativa di carattere aziendale, pertanto si è in qualche modo fatta non solo un’assonanza, ma è proprio uno strumento agile come quello usato per la sanità. Pertanto si arriva a livello di ambito a poter addirittura interloquire tra aziende e non più tra enti locali e aziende sanitarie.
Nonostante che questa modalità aziendale presupporrebbe tutta un’altra dimensione di carattere organizzativo rispetto alla tradizione, nella legge abbiamo garantito che comunque queste aziende devono rispettare, al di là della loro realtà attuale, le indicazioni che provengono dalle tavole fondative e dagli attuali statuti. Questo proprio perché tutti i lasciti che erano di proprietà delle Ipab devono comunque permanere nella proprietà delle aziende finalizzante all’obiettivo previsto dalla sua fondazione.
L’impianto della legge prevede che dopo centoventi giorni la Regione possa emanare un regolamento attuativo.
Abbiamo previsto il passaggio del personale con le ampie garanzie che devono essere date, tant’è che in vista dell’istituzione di un nuovo comparto contrattuale a livello nazionale il personale rimarrà normato dalle attuali condizioni contrattuali, pertanto questo passaggio sarà indolore per il personale.
Inoltre si prevede una nuova figura, che all’epoca le vecchie istituzioni chiamavano segretario, oggi parlando di azienda la legge prevede un direttore. Ovviamente è una figura che dovrà essere adattata – qui c’è ampia disponibilità e ampia autonomia delle aziende ad individuarla – alle dimensioni che le aziende avranno.
A queste nuove aziende abbiamo dato una caratteristica modulare, cioè le aziende che rimangono al di sotto di un certo livello di fatturato e a un certo livello soprattutto di bilancio potranno mantenere anche la contabilità finanziaria piuttosto che la contabilità economica.
Venendo ad uno dei punti fondamentali, molte di queste aziende – ecco il discrimine che la legge 328 pone – potranno essere rilanciate nel caso in cui, parlando di bilancio, avranno la possibilità di sussistere, mentre tutte le altre potranno seguire un’altra sorte, o quella della fondazione privata, che ovviamente potrà essere gestita comunque dai Comuni, oppure addirittura sciolta, a quel punto tutti i beni di queste Ipab dovrebbero transitare ai Comuni.
E’ una legge abbastanza agile che ha preso lo spunto anche dall’esperienza di leggi precedenti già emanate – vedi quella del Friuli, della Toscana e dell’Emilia Romagna –, pertanto c’è stata la possibilità di verificare che la formula che stiamo adottando è abbastanza agile.
Incontrando questo arcipelago delle Ipab della nostra regione – a suo tempo erano addirittura più di cento, oggi la funzionalità si rappresenta in una quarantina – abbiamo trovato una particolarità di un’Ipab specifica, che abbiamo normato in maniera particolare e puntuale, che erano le Opere laiche lauretane, cioè un’Ipab anomala che non è nata attraverso lasciti specifici di qualche marchese o di qualche conte, ma derivava proprio dal Concordato del 1929 e che ha assegnato proprio in questo anno una divisione di beni tra la Delegazione pontificia ancora presente a Loreto e il Comune che allora definì una struttura ad hoc, cioè il concordato la definì per il Comune di Loreto una struttura ad hoc. L’abbiamo normate in maniera specifica perché questo strumento è di titolarità del Comune – questa era la volontà a suo tempo dell’accordo tra la Santa Sede e lo Stato – pertanto abbiamo pensato bene di salvaguardare questa realtà.
In conclusione sottolineo che questa legge, a cui sono collegati alcuni emendamenti fatti propri dalla V Commissione, ha visto una collaborazione ampia di tutti i Consiglieri che fanno parte della Commissione e possiamo dire – uso un termine strausato – che abbiamo fatto una legge bipartisan. La Commissione ha esaminato anche gli emendamenti proposti il capogruppo Capponi e li fatti ha propri quasi tutti, pertanto credo che si è fatto un buon lavoro e quando si lavora con questo spirito sicuramente le cose vengono meglio.
Con questa normativa stiamo proponendo un servizio a tutto il mondo del sociale, speriamo che questa normativa serva soprattutto per fare quella integrazione socio-sanitaria che è alla base anche del programma che abbiamo approvato il 31 luglio a livello di sanità. Sarà la stessa cosa con il Piano sociale. Questa integrazione può trovare, dal punto di vista funzionale, concretezza proprio attraverso questa legge.
Spero che i Comuni possano utilizzare al meglio questa normativa, tenendo conto che è venuto anche il momento che dal punto di vista organizzativo sul sociale si faccia un punto abbastanza definito.
Infine, credo che i tempi che questa legge prevede siano abbastanza comodi, per cui la Regione ha centoventi giorni per fare il regolamento per la definizione complessiva di tutti i passaggi, dopodiché si proporrà la nuova realtà che speriamo possa dare un contributo di rilancio a tutto il settore della non autosufficienza. Perché è proprio la non autosufficienza che ha bisogno di una strutturazione che si sposi con le normative approvate dalla nostra legge n. 20, ma soprattutto che possa dare una risposta a tanti anziani non autosufficienti che oggi, grazie a queste strutture, hanno trovato sollievo, ma che comunque hanno bisogno sempre più di strutture adeguate.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Castelli. Prima però vorrei chiedere ai Consiglieri di stringere un po’ i tempi perché, così come concordato, dovremmo approvare diversi provvedimenti.

Guido CASTELLI. Farò una relazione sintetica e poi rinuncerò sia ad ulteriori interventi che alle dichiarazione di voto, proprio per favorire una celerità di lavori tanto più giustificata alla luce di quello che ha detto il relatore Luchetti, cioè che è stato un lavoro complessivamente positivo, non scontato, che abbiamo alla fine condensato in un testo condiviso. Quindi anticipo che il relatore di minoranza, a nome per l’appunto dei gruppi di minoranza, voterà a favore di questa legge.
Telegraficamente però voglio dire tre cose. Quello che stiamo facendo è un passaggio storico, purtroppo il fluire dei fatti amministrativi ormai ci porta a considerare tutto alla stessa stregua, in realtà andiamo ad incidere sulla storia d’Italia. Non sembri retorica quella che sto usando, se ricordo ad esempio che la stessa legge Crispi rappresenta uno dei vulnus maggiori e storicamente più gravi che ha afflitto la nazione italiana proprio in margine di quello che è un eterno dibattito che scandisce l’orologio italiano, ovvero il dibattito fra ciò che è di Dio e ciò che è di Cesare.
Sappiamo infatti che la legge Crispi intervenne per normare uno dei più grossi atti di spogliazione che la storia della proprietà privata ricordi. Lo Stato liberale del 1860, prima, e del 1970, dopo, espropriò – mi sia consentito usare un termine forte –, altri dicono derubò, i legittimi proprietari di beni ingentissimi. Si aprì una stagione che fu chiusa dopo – piaccia o non piaccia – nel 1929 dal Concordato, ma in quei quarant’anni ci fu una vera e propria crisi morale e giuridica dei rapporti fra Stato e Chiesa, che oggi riteniamo bagatellare, ricordare, ma che in realtà ha fatto la storia d’Italia.
In Italia le Ipab sono quattromila, la metà dei Comuni, tanto era diffusa e dispersa in senso pulviscolare la presenza di queste istituzioni che nascevano da un comportamento che oggi nell’età liberista, consumista e mercatista può sembrare la esemplificazione stessa della follia, c’era gente che lasciava i propri patrimoni per ragioni caritatevoli, per far star bene il prossimo. Pensiamo quanto sia distante moralmente la condizione umana, si salvavano l’anima perché pensavano questo. E non è secondario che il relatore di minoranza, come ha fatto quello di maggioranza, ricordi questo aspetto, anche perché spesso e volentieri interveniamo in senso normativo in situazioni che sono esponenziali di altri valori morali.
Quando qualcuno – è l’unica nota polemica di tutto il mio intervento –, facendo lo Statuto della Regione Marche, ricordava che forse era bene ricordare le ragioni cristiane, non per ragioni di baciapile, non per ragioni bizzoche o vetero-conservatrici, ma perché la nostra storia viene anche da quella storia. Lo vediamo oggi, facciamo giustizia della legge Crispi e facciamo anche qualcosa di diverso. Questo mi sentivo di doverlo dire.
Avevamo due soluzioni possibili, una legge minimalista e una legge che, invece, affrontasse da subito alcuni nodi che, esaurita la procedura di trasformazione, sicuramente si presenteranno al cospetto di chi quelle aziende condurrà. Noi abbiamo scelto la prima strada, quindi abbiamo voluto interpretare, non in senso esegetico, gli oneri che ci aveva dato la legge statale, abbiamo stabilito ciò che una ex Ipab deve rispettare per poter evolvere nella nuova configurazione di azienda pubblica dei servizi alla persona.
Quindi di innovativo non abbiamo detto molto, fra l’altro non dovevamo dirlo, abbiamo usato buon senso nell’indicare traguardi possibili, nel senso di non gravare eccessivamente sulle strutture che andranno ad assumere la nuova configurazione, pur nella consapevolezza e nella volontà di difendere chi nelle ex Ipab lavora e opera.
Quindi una scelta che sicuramente ha favorito l’incontro tra maggioranza e minoranza, ma una scelta che va ascritta a merito del Presidente Luchetti il quale, ripeto, ha voluto predisporre un sistema organizzativo che poi però, attenzione bene, la Giunta dovrà giocarsi – se mi è consentita l’espressione – in un’altra sede. Attenzione, sarà probabilmente oggetto di un confronto importante e significativo, perché le aziende pubbliche dei servizi alla persona, al pari delle fondazioni, andranno a innervare quel sistema di welfare di cui dobbiamo recuperare la sua funzione, se è vero che proprio nel target cui si rivolgono le ex Ipab, trova uno dei momenti di maggiore criticità, denunciata quattro giorni fa dalle associazioni che riuniscono tutti coloro che si occupano di non autosufficienza.
Questa legge c’entra con quella problematica e sarà il Piano sociale a dover trovare la giusta collocazione e a rispondere, ad esempio, a due dei quesiti che abbiamo per il momento devoluto ad una fase successiva.
Innanzitutto il quesito sulla possibilità di guardare all’azienda pubblica dei servizi alla persona in maniera privilegiata rispetto ad altre strutture che, peraltro, normativamente sono messe sullo stesso piano. Perché le fondazioni private e le Asp sono esattamente valide alla stessa stregua per quanto riguarda la committenza pubblica, sarà da scegliere, sarà una valutazione da fare nel Piano sociale.
Secondo punto, capire anche se queste aziende, che sono pubbliche, soprattutto nella parte che è chiamata ad erogare servizi di natura sanitaria, perché c’è anche questo, dovranno essere considerate alla stessa stregua di privati accreditati e convenzionati, oppure se dovranno essere considerati facenti parte dell’aspetto e del momento pubblico della nostra offerta.
Ultimo richiamo di natura storica lo dedico a un limite che è bene che soprattutto la Giunta, nell’esercizio delle funzioni regolamentari che noi oggi deleghiamo ai servizi competenti, non dimentichi, ovvero il limite insuperabile che in questa vicenda assumono le tavole fondative. Le tavole fondative, ovvero le volontà di coloro che hanno costituito le ex Ipab, ora aziende pubbliche dei servizi alla persona, non sono un orpello storico, una specie di residuato bellico, sono vincoli e limiti precisissimi aventi pieno valore giuridico all’azione di chi dovrà trasformare le Ipab. Ve lo dimostra la rivolta, di chi le Opere Pie ha incarnato nel tempo, che è stato brutalmente falcidiato dallo Stato liberale savoiardo che ha rubato tutto – scusate il termine –, che vediamo ancora nell’attualità. Pensate, mentre stavo lavorando a questa legge, con i Consiglieri Capponi e Luchetti, la Corte d’Appello di Ancona qualche giorno fa ha dichiarato la decadenza di un’Ipab di Montefiore dell’Aso proprio perché, vi leggo la motivazione “non erano stati dagli amministratori rispettati i vincoli propri del fondatore testatore”. Questo è stato fatto la settimana scorsa sulla fondazione Luigi e Elvira De Vecchis che ha avuto un lungo periodo di commissariamento con un dirigente del servizio – questa è una cosa che non sapeva neanche Marco Luchetti, ma visto che è di origine cattolica so che non avrebbe degnato questo richiamo –, la Corte di Appello di Ancona ha dichiarato avverata la condizione risolutiva apposta sul testamento pubblicato tal dei tali da Giulio De Vecchis all’istituzione, con conseguente decadenza dalla qualità di fondazione e ha aperto la successione. Ovvero abbiamo dodici signori marchigiani che ora legittimamente potranno conseguire la proprietà dei beni di considerevole valore giuridico e patrimoniale, che sono stati lasciati liberi proprio dal giudice che ha interpretato questa cosa.
Noi come legislatori abbiamo fatto il nostro dovere, ma occhio al Servizio a seguire con scrupolo la lettera e il dettato delle volontà originarie. Chissà se in questo caso non siano proprio i legislatori non credenti a recuperare una parte del paradiso perduto!

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2 bis.
Emendamento n. 1 a firma Capponi e Brini. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Decade l’emendamento n. 7.
Articolo 2 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Emendamento n. 2 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5.
Emendamento n. 3 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 4 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 5 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6.
Emendamento n. 6 a firma Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7.
Emendamento n. 7 della V Commissione. Decaduto.

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8 bis.
Emendamento n. 8 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 9 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8 bis, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12.
Emendamento n. 10 a firma Capponi, Brini. Ha la parola il Consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Come Commissione avevamo pensato che 50 mila euro fosse un limite congruo, rispetto anche a certe piccole Ipab. Quindi riteniamo di mantenere questo limite piuttosto che l’allargamento ai 100 mila euro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 10. Ritirato.
Emendamento n. 11 a firma Capponi, Brini. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Questo è per una semplificazione, noi chiediamo la semplificazione quindi mi sembra di buon senso.

Marco LUCHETTI. Non so se sia il caso, perché trenta giorni mi sembrano pochi. Tra l’altro conoscendo le difficoltà che abbiamo strutturalmente mi pare che trenta giorni siano esagerati.

PRESIDENTE. Emendamento n. 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14.
Emendamento n. 12 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17.
Emendamento n. 13 a firma Pistarelli, Castelli, D’Anna, Romagnoli, Silvetti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 14 della V Commissione. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 18. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 18 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge regionale n. 139. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di legge regionale n. 89
della Giunta regionale
“Trasferimento ai comuni di alloggi di edilizia sovvenzionata realizzati ai sensi dell’articolo 7 della legge 30 marzo 1998, n. 61: “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 gennaio 1998, n. 6, recante ulteriori interventi urgenti in favore delle zone terremotate”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 89 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Comi.

Francesco COMI. La presente proposta di legge riguarda la possibilità di impiegare strutture edilizie che sono state realizzate durante il terremoto. Voglio ricordare all’Aula che nel 1998, con la legge n. 61, le Regioni furono individuate come soggetti responsabili a definire un programma di interventi di edilizia residenziale pubblica nei comuni interessati dal sisma del 1997, programma che prevedeva la possibilità di realizzare piani di recupero urbano e interventi di riparazione, con miglioramento sismico, dell’edilizia residenziale pubblica danneggiata. Le Regioni furono poi individuate come soggetti attuatori del piano straordinario per ulteriori unità abitative attraverso la costruzione, l’acquisto e il recupero di alloggi di edilizia sovvenzionata e agevolata.
Il Consiglio regionale, adempiendo a quanto previsto dalla legge n. 61, ha approvato il programma straordinario di edilizia residenziale pubblica il 29 settembre 1998, realizzando diverse abitazioni che erano destinate a quei nuclei familiari ospitati provvisoriamente nei moduli abitativi mobili, nonché a quei nuclei familiari che erano stati costretti a liberare l’alloggio che doveva essere recuperato, infine, per ospitare i nuclei familiari compresi nelle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Questo programma ci ha consentito di investire diversi milioni di euro e di realizzare, quindi costruire e recuperare diversi alloggi di edilizia sovvenzionata nei comuni maggiormente colpiti dal sisma. Edifici che sono stati poi assegnati in proprietà sia ai Comuni sia agli Iacp e che sono stati destinati a tutti i nuclei familiari al momento privi di una prima abitazione.
Oggi, che è completata la ricostruzione almeno per le prime abitazioni, e che gran parte dei nuclei familiari ospitati in quegli edifici hanno ritrovato la propria abitazione, ci sono numerose strutture libere. Considerato che lo sviluppo demografico di alcuni territori non accenna a grandi crescite e che non ci sono domande e bisogni di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica c’è il rischio che queste strutture con il tempo possano subire un deperimento o quanto meno possano rimanere inutilizzate.
Per questo motivo la Regione, d’intesa con i Comuni, ha proposto di utilizzare diversamente gli alloggi di edilizia sovvenzionata mettendoli a disposizione dei Comuni, che ne acquistano la disponibilità quindi la proprietà, e che li possono utilizzare per finalità di carattere sociale diverse da quelle di edilizia residenziale alla quale erano originariamente destinati.
Con questa proposta di legge trasferiamo la proprietà degli alloggi di edilizia sovvenzionata dagli ex Iacp, oggi Erap, ai Comuni in cui sono ubicati.
E’ evidente, però, che in questo trasferimento di beni non si vuole trascurare una domanda di alloggi abitativi qualora questa continuasse a sussistere. Pertanto i Comuni dovranno comunque tentare di soddisfare le domande quindi le graduatorie che sono esistenti. Qualora queste risultassero vane, perché magari non si riscontra sul territorio alcuna domanda, i comuni potranno utilizzare questi edifici per altre finalità. Finalità che abbiamo anche individuato e che sono: finalità sociali, culturali e di ricerca scientifica, fini ricreativi di interesse pubblico o altre finalità di carattere pubblico, politiche di reinserimento abitativo nelle aree soprattutto quelle soggette a calo demografico e a invecchiamento della popolazione mediante locazioni a canone concordato, inoltre, semmai nessuna di queste strade fosse percorribile, la possibilità dei comuni di alienare questi beni con procedure di evidenza pubblica.
Nel caso di alienazione il Consiglio regionale stabilisce che il prezzo degli alloggi deve essere quello di mercato e verrà determinato dall’ufficio comunale competente d’intesa con gli uffici competenti della Regione, questo per evitare che gli alloggi vengano venduti a prezzi inferiori, quindi dismessi e non pienamente valorizzati.
Il ricavato della vendita di questi alloggi sarà utilizzato dai comuni per realizzare o recuperare nuovi alloggi di edilizia sovvenzionata agevolata o per realizzare opere pubbliche infrastrutturali delle quali avesse bisogno o anche – lo abbiamo aggiunto con intesa con i comuni – per interventi di riqualificazione urbana.
Quindi si tratta di una legge che di fatto riconosce la fine dell’emergenza sul territorio, perché nel momento in cui si è costretti ad alienare alcuni beni che rimangono vuoti, inutilizzati, che avevano la finalità di ospitare provvisoriamente quei nuclei familiari che avevano perso l’abitazione, di fatto si riconosce la fine dell’emergenza abitativa per le prime case in quel territorio. Concedendo la possibilità ai Comuni di valorizzare diversamente, per finalità di interesse pubblico, quel patrimonio che abbiamo costruito con i fondi Gescal, con le delibere Cipe, con i fondi del Ministero dei lavori pubblici, in un momento tanto difficile per la nostra regione.
In totale si tratta di 130 alloggi che sono ubicati soprattutto nella province di Ancona e di Macerata.
Il Consiglio si pronuncia su un atto nel quale la Commissione, dopo una breve discussione, acquisita la consapevolezza della lunga trattativa e concertazione che c’è stata con l’Anci e con l’Upi, ha accolto unanimemente la proposta.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Su questa proposta di legge abbiamo trovato un ampio consenso in Commissione e preannuncio che il gruppo di Forza Italia, ma penso anche di tutta la Casa delle Libertà, voterà a favore di questa proposta di legge.
Come diceva il relatore di maggioranza questa proposta di fatto chiude in molti Comuni l’emergenza post-sismica, soprattutto per quello che riguarda il ritorno delle famiglie nelle rispettive abitazioni e quindi la messa a disposizione di tutti quegli alloggi che sono stati realizzati, acquistati o recuperati ai sensi dell’articolo 7 della legge n. 61, destinati ai nuclei che erano inizialmente ospitati nei moduli abitativi o a quei nuclei che hanno dovuto abbandonare successivamente le loro case per consentirne il recupero.
I fondi che sono stati utilizzati per la realizzazione di questi alloggi derivano per circa 64 milioni di euro dai fondi ex Gescal e per circa 9 milioni di euro di riserva fondi per pubbliche calamità messi a disposizione dal Governo al momento dell’emergenza.
E’ vero che gli alloggi in questione, quelli che dovrebbero passare di proprietà dall’Erap ai Comuni, sono 130, ma interessano un patrimonio di circa 1.159 alloggi che sono tutti quelli realizzati con la normativa inerente l’emergenza terremoto.
Questa proposta di legge liberalizza il vincolo imposto su queste abitazioni e individua una destinazione che è addirittura un’estensione in allargamento delle possibilità già consentite dalla legge n. 36 del 2006 sugli Erap.
Come ha indicato anche il Consigliere Comi, il reinserimento abitativo per sopperire il calo demografico e quello a fini sociali, culturali e ricreativi, già consentito dalla legge n. 36, con questa legge si implementa questa possibilità addirittura con la dismissione al fine di completare in questi comuni la realizzazione di opere di riqualificazione urbana.
Questo, secondo noi, è abbastanza importante perché stiamo parlando di comuni che sono stati notevolmente danneggiati dal sisma, sono comuni quasi tutti di fascia A e che avranno bisogno, alla fine della crisi sismica, magari anche di sistemare alcune opere pubbliche che non sono state riconosciute ammissibili a finanziamento durante l’emergenza sismica o che se ne sia ravvisata la necessità di esecuzione oggi, alla fine dell’emergenza.
Quindi riteniamo che sia una legge di buon senso, che valorizza gli investimenti fatti dal pubblico e non li sottrae alla pubblica o privata utilità. Quindi è una legge che va direzione giusta che sempre abbiamo auspicato, anche con l’introduzione sulla legge n. 36 di una certa libertà da parte dei Comuni e degli stessi Erap nella possibilità di alienazione e diversa utilizzazione del patrimonio, sempre però vincolato alla realizzazione di ulteriori alloggi da destinare agli aventi diritto. E, in questo caso, anche a riqualificare – spero che i Comuni li utilizzino per questo – quelle aree già destinate ad Erap e che dimostrano una certa difficoltà di sostenibilità ambientale, non solo degli alloggi, ma anche la necessità di riqualificare il territorio, gli spazi verdi, la viabilità, i parcheggi, per garantirne una migliore e maggiore fruibilità.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge regionale n. 89. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di legge regionale n. 138
dei Consiglieri Bucciarelli, Favia, Giannotti, Altomeni, Castelli
“Norme sull’organizzazione e il finanziamento delle Autorità di garanzia indipendenti e modifiche delle leggi regionali 14 ottobre 1981, n. 29, 18 aprile 1986, n. 9, 27 marzo 2001, n. 8 e 15 ottobre 2002, n. 18”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 138 ad iniziativa dei Consiglieri Bucciarelli, Favia, Giannotti, Altomeni, Castelli. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliera Benatti.

Stefania BENATTI. Illustrerò molto brevemente questa proposta di legge che è molto semplice e di carattere meramente organizzativo.
L’iniziativa è dell’Ufficio di Presidenza, interviene sull’organizzazione e il finanziamento delle Autorità di garanzia indipendenti. Lo scopo è quello di giungere ad una gestione più efficiente delle risorse assegnate dalla Regione alle Autorità regionali di garanzia previste dallo Statuto regionale che, ricordo, sono il Corecom, la Commissione pari opportunità, il Garante dei minori e il Difensore civico.
La proposta detta norme comuni sul piano organizzativo e, al tempo tesso, salvaguarda l’autonomia delle Autorità.
E’ stato predisposto un gruppo di lavoro apposito tra Giunta e Consiglio che ha lavorato alla predisposizione di questa proposta di legge che poi è stata ulteriormente modificata dalla prima Commissione. Giunge in Aula anche dopo il recepimento di alcuni rilievi svolti dalla Commissione bilancio.
La sostanziale novità è quella della creazione di un coordinamento tra le Autorità indipendenti che dovrebbe avere come finalità quella di meglio organizzare sia le risorse umane che le risorse organizzative e soprattutto quello di coordinare la programmazione. Infatti ad ogni Autorità, all’inizio dell’anno, viene chiesto di predisporre un programma di lavori, cui farà seguito il rendiconto dell’attività svolta, da inviare sia alla Giunta che al Consiglio regionale.
Quindi si va verso un rapporto più trasparente e più proficuo tra Consiglio regionale e Autorità indipendenti che, come dice la parola stessa, restano assolutamente autonome.
In altri articoli la proposta regolamenta in maniera diversa anche il regime dei rimborsi spesa e delle indennità a queste Autorità. Questo al fine, da una parte di omogeneizzare i trattamenti, in particolare mi riferisco ad un’equiparazione tra Difensore civico e Garante dell’infanzia, dall’altra assicurare, per esempio alla Commissione pari opportunità, almeno la copertura delle spese, visto che i rimborsi spesa erano assolutamente esigui e si rifacevano agli anni passati. Quindi non c’è un aumento significativo della spesa, ma una migliore organizzazione delle indennità.

PRESIDENTE. Non essendo presente la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli, apro la discussione. Se non ci sono interventi passiamo alla votazione.
Articolo 1. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 1 (aggiuntivo – dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di legge regionale n. 138. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 14,00