Resoconto seduta n.98 del 26/02/2008
SEDUTA N. 98 DEL 26 FEBBRAIO 2008


La seduta inizia alle ore 10,15


Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli



Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Buongiorno, innanzitutto salutiamo con piacere le insegnanti, gli insegnati e tutti gli studenti dell’Istituto comprensivo di Ripatransone e dell’Istituto comprensivo di Roccafluvione, entrambi della provincia di Ascoli Piceno.
Do per letto il processo verbale della seduta n. 97 del 19 febbraio 2008, il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell’articolo 29 del Regolamento interno.
Sono state presentate le seguenti proposte di legge:
- n. 222, in data 13 febbraio 2008, ad iniziativa del Consigliere Solazzi, concernente: “Istituzione assegno di assistenza familiare”, assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 223, in data 20 febbraio 2008, ad iniziativa del Consigliere Solazzi, concernente: “Modifiche ed integrazioni alla l.r. 1 dicembre 1997, n. 71 “Norme per la disciplina delle attività estrattive”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
- n. 83, in data 14 febbraio 2008, ad iniziativa della Giunta regionale, concernente: “Istituzione della riserva naturale regionale di Roti, Acqua dell’Olmo e Canfaito”, assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
- n. 84, in data 20 febbraio 2008, ad iniziativa dei consiglieri Comi e Massi, concernente: “Modifica ed integrazione della deliberazione consiliare n. 55 del 5/6/2007, “Piano regionale di edilizia residenziale triennio 2006/2008”, assegnata alla IV Commissione in sede referente.
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 253, del Consigliere Ricci: “Completamento della Fano-Grosseto”;
- n. 254, del Consigliere Viventi: “Corretta applicazione della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza”.
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
in data 4 febbraio 2008:
- n. 118: “Art. 29 – comma 1 della l.r. 31/2001 - art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 100.000,00”;
- n. 119: “Art. 29 – comma 1 della l.r. 31/2001 - art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 2.200.000,00” ;
- n. 120: “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 1.447.642,60”;
- n. 121: “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 254.103,18”;
- n. 122: “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 46.045.903,35”;
- n. 123: “Art. 25 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi per il progetto di ricerca finalizzata ai sensi degli art .12 e 12 bis del d.lgs 502/1992 e succ. mod. e integrazioni e relativi impieghi. € 40.000,00”;
- n. 124: “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 2.996.246,68”;
- n. 125: “Art. 29 comma 3 – della l.r. 31/2001 e art. 26 della l.r. 20/2007 - Variazione compensativa al Poa annuale e 2008 – Importo € 40.000,00”;
- n. 126: “Art. 44, comma 2, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Variazione compensativa al Poa annuale e 2008 – Importo € 4.000,00”;
- n. 127: “Art. 44, comma 2, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 253.116,56 e modificazioni al Poa 2008”;
- n. 128: “Art. 44 della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 16.584.611,03”.
In data 11 febbraio 2008
- n. 170: “Art. 29 – comma 1 della l.r. 31/2001 - art. 25 comma 1 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese - € 851.470,87”;
- n. 171: “Art. 25 della l.r. n. 20/2007 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi per il finanziamento di interventi di cui alla legge 135/1990 di prevenzione e lotta contro l’Aids e relativi impieghi - € 992.016,00”;
- n. 172: “Art. 44, comma 1 lett. a) della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 23.119.611,76”;
- n. 173: “Art. 44, comma 1 lett. a) della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 5.374.745,21”;
- n. 174: “Art. 44, comma 2, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 - € 81.168,17”.
In data 18 febbraio 2008:
- n. 198: “Art. 44, comma 1 della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 17.106.912,73”;
- n. 199: “Art. 44, comma 1 della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 33.899,00”;
- n. 200: “Art. 44, comma 1 della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di recuperi accertati nell’anno precedente - € 153.562,40”;
- n. 201: “Art. 44, comma 1 della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 931.382,32”;
- n. 202: “Art. 44, comma 1, della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel Bilancio di previsione per l’anno 2008 di economie accertate relative a stanziamenti aventi specifica destinazione - € 1.912.710,67”;
- n. 203: “Art. 44, comma 1 lett. a) della l.r. 27.12.2007, n. 19 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2008 di maggiori entrate accertate nell’anno precedente - € 200.557,97. Modifica al Poa 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni”;
- n. 204: “Art. 29 comma 2 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Poa approvato con deliberazione della Giunta regionale n. 1588 del 27 dicembre 2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni - € 40.112,00”;
- n. 205: “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Poa per l’anno 2008 - € 100.000,00”;
- n. 206: “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 – Variazione compensativa al Poa per l’anno 2008 - € 10.000,00”;
- n. 207: “Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa di € 180.000,00”;
- n. 208: “Art. 29 comma 3 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 – Variazione compensativa al Poa 2008 Importo di € 107.529,07 e modificazioni al Poa anno 2008”;
Hanno chiesto congedo gli Assessori Marcolini e Mezzolani e i Consiglieri Brini e Ciriaci.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. E’ stata richiesta, ma occorre un voto formale del Consiglio, l’anticipazione della trattazione delle interrogazioni n. 949 del Consigliere Procaccini, n. 973 della Consigliera Mollaroli e n. 975 del Consigliere D’Anna, abbinate.

(Il Consiglio approva)


Interrogazione n. 949
del Consigliere Procaccini
“Appalto pulizie scuole Marche”

Interrogazione n. 973
della Consigliera Mollaroli
“Servizio di pulizia ed altre attività ausiliarie presso gli istituti scolastici nella regione Marche”

Interrogazione n. 975
del Consigliere D’Anna
“Gara d’appalto per la gestione dei servizi di pulizia e attività ausiliarie presso gli istituti scolastici nella Regione Marche"
(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 949 del Consigliere Procaccini, n. 973 della Consigliera Mollaroli, n. 975 del Consigliere D’Anna. Per la Giunta risponde l’Assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. La questione che è stata sollevata da alcuni Consiglieri ha a che fare con un problema che si è palesato in alcune scuole della regione per la conseguenza di una gara indetta dall’Ufficio scolastico regionale per l’appalto delle pulizie.
Pur non essendo competenza della Regione mi sono comunque informato presso l’Ufficio scolastico regionale e la questione sta in questi termini.
Questi servizi di pulizia negli anni novanta erano garantiti dai Comuni e con la legge n. 124 del 1999 lo Stato è subentrato ai contratti in essere, quindi ha rilevato di fatto le posizioni che erano già sui territori.
Successivamente, con la direttiva n. 68 del 28 luglio 2005 del Ministero della pubblica istruzione, si è deciso di indire una gara per assegnare questi lavori a soggetti privati esterni. Si è trattato di una gara europea che si riferiva ad un certo numero di scuole, e poi è stato assegnato l’appalto delle pulizie alla ditta che se lo è aggiudicato.
La gara era molto importante perché riguardava una cifra di 10 milioni e 500 mila euro. Poi è accaduto che questa gara è stata aggiudicata con un ribasso d’asta, come nelle regole, e successivamente all’appalto aggiudicato a questa società alcune scuole della regione si sono trovate con un servizio che ritengono essere più scarso rispetto al precedente, e anche con la conseguenza che alcuni lavoratori si sono trovati con meno ore di lavoro e pertanto con un salario ridotto.
Tutto ciò è stato affrontato dall’Ufficio scolastico regionale in incontri specifici con i dirigenti scolastici delle scuole che si sono trovate in questa situazione, dove si è affrontata la questione caso per caso.
Dopodiché è stata fatta un’ipotesi di incremento del budget a disposizione delle scuole con le risorse che si erano risparmiate, circa un 30%, rispetto alla base d’asta.
I sindacati sono stati informati ed è stata prospettata al Ministero, con una nota del 15 febbraio dell’Ufficio scolastico regionale, la possibilità di riassegnare i budget alle scuole per affrontare le problematiche che sono emerse.
Questa nota del 15 febbraio è stata anche concordata con i sindacati. Si ha ragione di pensare che la nota abbia una accoglienza positiva da parte del Ministero e che quindi le questioni possano essere risolte positivamente con una tranquillità dal punto di vista delle condizioni dei lavoratori coinvolti e dal punto di vista dell’efficacia del servizio svolto nelle scuole.
Comunque, come Regione, resteremo in vigile attesa affinché questo accada.
Quindi, nel caso auspicato che la nota abbia un’accoglienza positiva, per queste scuole problemi non ci dovrebbero essere.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. La risposta dell’Assessore, che pure dà alcune rassicurazioni, tuttavia desta per certi versi sconcerto. Si dice che questa gara, di oltre 10 milioni di euro, è stata aggiudicata ad una cooperativa di Bologna con un ribasso d’asta del 28% e questo ribasso del tutto anomalo ha causato un disservizio, in primo luogo sui lavoratori che è ovvio hanno dovuto ridurre l‘orario, quindi lo stipendio, ed in secondo luogo sul servizio.
E che cosa si fa, anche se la competenza - come giustamente ha detto l’Assessore Ascoli -non è di pertinenza regionale? Da parte dell’istituzione statale per recuperare il servizio si recuperano le somme del ribasso d’asta. A mio modo di vedere è una cosa gravissima.
Da questo punto di vista, secondo me, ricorre l’articolo del capitolato di gara per la revoca dell’appalto, perché altrimenti sarebbe una concorrenza sleale. Come si fa a dire che aggiudico la gara, c’è un ribasso del 28%, ma siccome questa gara non dà il servizio, io Stato ti pago con quello che ho recuperato sull’appalto. E’ una cosa del tutto ingiustificata, non è possibile, questo probabilmente porterà a dei ricorsi e se la Regione dovesse avallare un’impostazione di questo tipo sarebbe una cosa molto grave, perché andrebbe a nocumento dei lavoratori, del servizio e della leale concorrenza.
Ed è per questo che come gruppo dei Comunisti Italiani saremo molto vigili affinché ciò non accada.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Ho ascoltato le parole dell’Assessore con il quale mi ero sentita anche telefonicamente perché questo problema è seguito da tempo da diversi di noi.
Oggi, ragazzi, finalmente parliamo anche di qualcosa che vi riguarda.
La questione nasce da lontano, cioè da quando il servizio di pulizia è passato dagli enti locali allo Stato. In quel momento lo Stato si è trovato ad affrontare una questione nuova e l’ha fatto ricorrendo anche agli strumenti e alle strategie che all’epoca avevano grande successo, cioè di utilizzare non le assunzioni, ma il meccanismo dell’appalto esterno, quindi alla privatizzazione.
La questione ha questo nodo iniziale, mi auguro che con il tempo il Ministero della pubblica istruzione ragioni seriamente su questo fatto, cioè che è più opportuno assumere, è conveniente economicamente e conveniente anche dal punto di vista del servizio, visto che tra l’altro dobbiamo tutti lottare contro il precariato. Quindi approfitto di questo per dire che è bene ripensare a quello strumento per le strategie future.
Ora però siamo di fronte a questo appalto. Il Consigliere Procaccini poneva una questione sulla quale non intervengo, se ci sono delle procedure scorrette lo decideranno gli organi preposti, a me pare che il riutilizzo del ribasso d’asta sia una pratica possibile – per quello che io conosco – però se questo percorso non è amministrativamente corretto che lo decidano gli organi competenti.
A mio parere il nodo è un altro, cioè la gara è stata fatta tenendo conto delle esigenze della scuola del 1997, oggi siamo nel 2008, la scuola è molto cambiata, aumentano i ragazzi, in particolare nella scuola dell’obbligo, e aumentano le funzioni. Il bidello classico non svolge più solo la funzione di pulizia, molto spesso alcune scuole, sempre per essere più vicine ai bisogni delle famiglie e dei bambini, allungano l’orario di apertura, offrono servizi alternativi, quindi la quantificazione del servizio dei bidelli al 1997 è assolutamente riduttiva rispetto alle funzioni del servizio che svolge.
Quindi qui c’è un nodo ed un errore, bisognava quantificare il numero delle ore sulla base delle esigenze della scuola del 2008, una scuola che ha problematiche molto diverse e che ha bisogno di far svolgere a quella funzione altri servizi, questo se vogliamo davvero avere una scuola adeguata e vicino ai bisogni delle famiglie e dei bambini.
Ritengo che questo sia il vero problema che c’è dietro alla partita dell’appalto, cioè una quantificazione del bisogno di quel servizio assolutamente insufficiente rispetto alle esigenze della scuola del 2008. Dieci anni sono molti nella nostra scuola e questo mi sembra il nodo vero sul quale chiedo e ragiono se anche come Regione possiamo intervenire per aiutare, magari nei confronti degli enti locali, so anche che le risorse che abbiamo a disposizione non sono molte, però pensiamoci perché è un problema serio.
Allo stato di oggi chiedo che la riattribuzione delle ore che è stata concordata tra il direttore scolastico regionale e i dirigenti scolastici sia riassegnata in maniera equa e che quindi le scuole che hanno più problemi siano aiutate di più. So che non tutte le scuole sono nella stessa situazione perché molte hanno bidelli dipendenti dello Stato in maniera numericamente sufficienti, mentre quelle scuole che nel corso degli anni, per storie varie, pensionamenti ed altro, hanno dovuto far ricorso alla cooperazione rischiano di essere penalizzate.
Chiedo al nostro Assessore di vigilare affinché questo accordo tenga presente di questo, cioè che non si penalizzino quelle scuole che per ragioni varie hanno più bisogno del ricorso alla cooperazione.
Sulla partita lavoratori le informazioni che ho, Consigliere Procaccini, sono un po’ diverse da quelle che hai lei. E’ vero che i lavoratori hanno ridotto il numero delle ore ma finalmente, grazie a questo appalto, hanno il totale rispetto del contratto, quindi mi pare che essendo una gara europea con queste caratteristiche non è possibile non applicare i contratti di lavoro. Questo mi sembra un punto assolutamente a vantaggio dei lavoratori che vedranno sicuramente, grazie anche alle caratteristiche di questa gara, rispettato il contratto di lavoro.
Le questioni sono queste, so bene che non è nelle nostre mani la possibilità di risolverle, ma chiedo all’Assessore di vigilare su questo accordo affinché chi è più penalizzato sia più risarcito. Vediamo anche se nel corso dei prossimi bilanci, con qualche nostra risorsa disponibile, possiamo venire incontro a queste esigenze della scuola, dove oggi c’è il bidello che non fa solo le pulizie, ma svolge molte altre funzioni utili – lo sanno bene gli insegnanti – che vanno a favorire i bisogni dei bambini e anche delle famiglie.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. Credo che troppo spesso anche in passato si è parlato di scuola senza poi affrontare seriamente i problemi e questa ne è una testimonianza.
Ricordo che in passato il Governo di centro-destra molto spesso veniva accusato di ridurre i fondi alle scuole e di questo il centro-sinistra ne fece una grossa battaglia. Oggi vediamo che le cose non sono assolutamente cambiate, anzi, nei fatti - come testimoniano queste tre interrogazioni che vengono sia dalla maggioranza che dalla opposizione - non si è affrontato questo problema nel modo dovuto.
Innanzitutto ci sono diverse famiglie preoccupate per la situazione che si sta venendo a creare in diversi istituti, e ci sono gli operatori del settore che si trovano in seria difficoltà perché si vedono ridotte le ore. Questo va a discapito degli alunni, delle loro famiglie e dei loro insegnanti, ma soprattutto va a discapito delle famiglie di coloro che sono impegnati in questo tipo di servizio. Perché è preoccupante trovarsi in una situazione economica come quella attuale con ore di lavoro ridotte o addirittura dimezzate, dove c’è un ribasso d’asta che sfiora il 30’% e dove tra l’altro c’è già il sospetto che qualcosa non funzioni, perché è evidente che se si vuole fare una gara a ribasso la si può fare, ma con le conseguenze che il servizio non può essere quello previsto.
Questa è una difficoltà seria nella quale si trovano diverse realtà e il fatto che ci siano tre interrogazioni sulla stessa vicenda, ripeto, sta ad indicare che i sensori sul territorio, che sono i Consiglieri regionali, hanno recepito un messaggio forte che viene, appunto, dal territorio.
Nella mia città, Fano, ci sono alcune realtà dove le famiglie sono scese in campo chiedendo un incontro con l’Assessore alla pubblica istruzione, con il Sindaco e con i Consiglieri regionali, affinché possano intervenire in quelle situazioni che mettono in difficoltà sia gli operatori, che gli studenti e gli insegnanti.
Essendo buona parte della questione di competenza del Governo nazionale, l’impegno che può prendere la Giunta insieme a tutto il Consiglio è quello di sollecitare una maggiore attenzione nel momento in cui si predispone un piano che dovrebbe andare incontro alle esigenze degli alunni, delle famiglie e dei lavoratori, ma che poi nei fatti, invece, appare l’esatto contrario di quello che si vorrebbe portare avanti.
Quindi con forza e insieme agli altri colleghi di maggioranza chiediamo un impegno, una presa di posizione forte del Consiglio regionale affinché cambi anche la metodologia di assegnazione, perché quando si parla di ribassi di queste entità è chiaro a tutti che il servizio non può essere di qualità.
Siccome abbiamo detto e ripetuto nel corso degli anni che quello della scuola è un elemento fondamentale per la crescita dei ragazzi, credo che ai ragazzi debba essere subito dato il segnale dell’efficienza delle scuole che frequentano. Efficienza che consente di avere una scuola moderna e attenta da una parte a tutte le esigenze degli alunni, degli insegnanti, dei genitori, dall’altra ai lavoratori che sono impegnati in questi servizi.
L’appello è quello di prendere una posizione ferma per vedere innanzitutto di recuperare quelle situazioni che sono in chiara difficoltà e più in generale anche di tutte le altre.


Interrogazione n. 416
del Consigliere Castelli
“Lavori presso l’Ospedale di San Benedetto del Tronto”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 416 del Consigliere Castelli è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 969
del Consigliere Silvetti
“Corsi di gruppo svolti presso il Centro diurno di salute mentale di Ancona
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 969 del Consigliere Silvetti è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 907
del Consigliere Viventi
“Verifiche degli impianti termici”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 907 del Consigliere Viventi è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 937
del Consigliere Brandoni
“Delibera di Giunta Regionale n. 1561 del 27 dicembre 2007 – Finanziamento integrativo programma di riqualificazione urbana”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 937 del Consigliere Brandoni. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. In relazione all’interrogazione n. 937 del Consigliere Brandoni si relaziona quanto segue.
II piano regionale di edilizia residenziale 2004/2005, approvato con delibera n. 168/2005 e successiva modificazione con delibera n. 25/2006, ha previsto specifiche risorse per finanziare i "contratti di quartiere II" che non sono stati ammessi al finanziamento del bando originario, secondo l'ordine di graduatoria già approvata dal Ministero delle infrastrutture. Gli stessi provvedimenti regionali prevedono, altresì che le predette risorse siano utilizzate per finanziare per ciascun ambito provinciale un programma di riqualificazione urbana entro il limite di € 5 milioni e che le eventuali risorse non utilizzate vadano ad incrementare i fondi destinati ai singoli programmi provinciali.
Con delibera di Giunta regionale n. 1084/2006 si sono ripartite le risorse per ogni ambito provinciale e sono stati individuati i Comuni ammissibili a finanziamento; in particolare per la Provincia di Ancona è stato previsto un finanziamento di € 5 milioni per il "contratto di quartiere II" proposto dal Comune di Falconara Marittima.
Con delibera di Giunta regionale n. 1561/2007, prendendo atto delle attuali difficoltà finanziarie manifestate dal commissario straordinario presso il Comune di Falconara, per l'ambito provinciale di Ancona si è sostituito il finanziamento a favore del Comune di Falconara con quello a favore del Comune di S. Maria Nuova (pari ad € 2.919.300,00), primo in posizione utile di graduatoria. Con la stesa deliberazione la Giunta regionale si è riservata la facoltà di riconsiderare l'ammissibilità a finanziamento del Comune di Falconara Marittima, in caso di ulteriori disponibilità finanziarie statali o regionali, secondo lo stesso ordine di graduatoria approvata dal Ministero.
Fermo restando che l’iniziativa degli atti amministrativi di competenza del Consiglio spetta anche ai singoli Consiglieri regionali, la Giunta valuterà l’opportunità di proporre al Consiglio la modifica richiesta consistente nella possibilità di finanziare un secondo programma di riqualificazione urbana per ambito provinciale, tenendo conto che in tal caso: le risorse recuperate per altri contratti di quartiere non verrebbero più trasferite alle Province per integrare i finanziamenti regionali destinati agli interventi che non hanno copertura finanziaria nei programmi provinciali di edilizia residenziale 2004/2005 già approvati; gli effetti della modifica richiesta provocherebbero una situazione sperequativa nei confronti dell'ambito provinciale di Pesaro-Urbino, in quanto, coerentemente con gli atti consiliari citati, le risorsa: non utilizzate per lo stesso ambito sono già state trasferite all’Amministrazione provinciale.
In relazione al secondo punto al momento sono prevedibili esclusivamente ulteriori risorse statali per finanziare altri contratti di quartiere II, per cui la decisione di ricorrere alla stessa graduatoria già approvata piuttosto che a nuovi bandi di concorso spetta al Ministero competente.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. La ringrazio per la sua precisa risposta, tuttavia pongo alcune ulteriori osservazioni.
La procedura è senz’altro inappuntabile. Quello che era insito nella mia interrogazione, che è quindi un’esortazione che rivolgo alla Giunta, riguarda il fatto che modificato il quadro complessivo della situazione dalla rinuncia del Comune di Falconara e avendo in itinere programmi ben dettagliati dal punto di vista della prospettiva della riqualificazione e della funzione specifica a cui quelle risorse erano state dedicate, l’azione della politica in qualche modo è l’esercizio della possibilità.
Quindi la procedura è ovviamente quella che lei indica ed è inappuntabile, quello che occorre e che spetta ad un’azione politica adeguata intelligente è produrre, in situazioni mutate, quegli interventi, quelle iniziative, quelle riflessioni, quelle ulteriori azioni amministrative che possano far meglio utilizzare le risorse, che come lei ben sa sono scarse e che poi quando restano inutilizzate producono soltanto effetti negativi.
Quindi la invito ad esperire in questo ambito tutte le azioni possibili affinché quelle risorse possano essere di nuovo utilmente utilizzate.


Interrogazione n. 896
del Consigliere Viventi
“Aumento tariffe per revisioni veicoli a motore”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’interrogazione n. 896 del Consigliere Viventi è rinviata per assenza dell’Assessore competente.


Interrogazione n. 947
dei Consiglieri Capponi, Santori, Giannotti, Cesaroni, Ciriaci, Tiberi, Bugaro, Brini
“Ritardi nella predisposizione del programma annuale di promozione turistica 2008 da parte della Giunta regionale”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 947 dei Consiglieri Capponi, Santori, Giannotti, Cesaroni, Ciriaci, Tiberi, Bugaro, Brini. Per la Giunta risponde il Vicepresidente Agostini.

Luciano AGOSTINI. L’interrogazione n. 947/08 pervenuta il 18 gennaio, nel premettere che la Giunta regionale non aveva rispettato i termini di legge nella predisposizione del programma annuale di promozione turistica giudicando inammissibile e ingiustificabile un ritardo di oltre due mesi e mezzo, chiede quanto di seguito.
Punto a), per quale motivo a tutt'oggi la Giunta regionale non ha provveduto a predisporre il Programma annuale di promozione turistica.
Nel merito è opportuno ricordare che il programma di promozione turistica per l’anno 2008 è stato approvato dalla Giunta regionale il 21 gennaio 2008 con delibera di Giunta regionale n. 39, cioè tre giorni dopo l'inoltro della interrogazione.
Le ragioni di questo lieve ritardo nella predisposizione dell'atto in questione sono essenzialmente collegate alla sentita esigenza di produrre un programma di attività fortemente integrato con gli altri programmi settoriali ed in particolare con la cultura, nonché con le linee guida e di gestione di alcuni importanti provvedimenti quali il Por. A tale proposito è opportuno ricordare che il programma regionale di promozione relativo ai settori industria-artigianato, agroalimentare, pesca, turismo, cultura, ambiente e cooperazione internazionale è stato approvato con delibera di Giunta regionale.
E' a mio avviso assai comprensibile il ritardo formale con cui si è potuto concretizzare l'atto tenendo conto che il programma di promozione turistica per l’anno 2008 contiene in se, pur nella specificità del settore turistico, tutti quegli elementi sinergici di valorizzazione che i più vari settori produttivi e non della nostra regione sono in grado di dare.
Assai importante per la compiuta definizione delle strategie era anche la compiuta conoscenza dei risultati legati al bando regionale per gli investimenti strutturali; il pieno successo di tale bando che ha visto richieste per oltre 150 milioni di euro e la consistenza finanziaria di ciascun intervento ci ha ovviamente confortato e indotto ad una maggiore attenzione verso il settore ricettivo alberghiero.
Non va peraltro sottovalutata l'esigenza che si era creata di dare uniformità ed armonicità agli interventi previsti dal programma annuale di promozione turistica con le linee di indirizzo che si stavano concretizzando per la gestione del Por di cui alcune importanti linee di intervento, anche finanziarie, riguardano proprio il turismo e la cultura nella accezione di "marketing territoriale".
Va peraltro ricordato che tale piano è stato predisposto con il più ampio confronto e con la diretta compartecipazione di tutte le categorie rappresentative del settore.
Punto b), se sia vero che sono state realizzate dell'anno in corso e/o sono in corso di realizzazione iniziative all'esteso e missioni da parte del personale regionale.
Punto c), qualora quanto indicato nel precedente punto b) a verità, in base a quale atto amministrativo e/o legislativo sono state realizzate le iniziative...omissis
Come risulta chiaramente indicato nel programma promozionale turistico nell'Azione 4.2 di pagina 29 sono indicate le fiere e le borse estere che si intendono realizzare con le specifiche date di attuazione. Tali iniziative, come è noto, sono quelle calendarizzate dall'Enit e scelte per importanza e interesse della Regione in accordo con i rappresentanti delle aziende. Per poter beneficiare di queste iniziative è necessario dare un’adesione di massima nel momento in cui l'Enit ha formulato il proprio programma, quindi molti mesi prima dei nostri tempi così come accade per tutte le iniziative fieristiche di ogni settore le cui prenotazioni debbono essere fatte da un anno all'altro.
La norma in funzione per la quale i funzionari hanno potuto partecipare ed organizzare le iniziative è nella delibera stessa di approvazione del programma laddove si afferma: "di autorizzare il Servizio cultura, turismo e commercio, nelle more della definitiva approvazione del Programma, a dare attuazione alle fiere ed alle iniziative previste nel programma medesimo nel rispetto dei criteri e modalità di attuazione di cui alla delibera di Giunta regionale n. 906 dell’1 agosto 2007.
Vorrei aggiungere che se è pur vero che si accusano lievi ritardi relativamente alla presentazione del piano di promozione, siamo però nella condizione di poter dire che negli ultimi anni abbiamo tentato di ridare organicità e metterci in linea con il testo unico che abbiamo approvato.
Per cui mi pare già abbastanza importante essere arrivati all’inizio dell’anno per la presentazione, speriamo di andare immediatamente a regime a partire dal prossimo anno, tale da consentirci di avere un piano approvato dall’intero Consiglio a partire, appunto, dall’inizio dell’anno.
C’è anche da non sottovalutare un secondo aspetto, cioè che nel testo unico il Consiglio ravvisò la necessità che il piano di promozione turistica dovesse essere approvato ogni anno dal Consiglio stesso, contrariamente a quanto precedentemente veniva fatto, quando si approvava il piano triennale e poi con delibere di Giunta si approvava il piano annuale.
Quindi nonostante la legittima e autorevolissima presa di posizione del Consiglio di poterla approvare all’inizio dell’anno, questo è un ulteriore passaggio. Comunque siamo dentro i tempi e rispetto agli anni precedenti questi si sono notevolmente accorciati anche se ancora non siamo in grado di rispettare il mese di novembre così come previsto dal testo unico.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Prendiamo atto, Assessore, della sua autocritica riguardo a questo ritardo. Le volevo solo ricordare che il ritardo che stiamo portando è notevole, non è di pochi giorni o di un solo mese. Stiamo parlando che ad oggi, a fine febbraio, non abbiamo ancora il piano approvato, quando la legge prevedeva il 31 ottobre.
Questo va anche nel segno di una provvisorietà delle azioni che questa Regione sta compiendo nella promozione del settore turistico regionale e del suo sostegno. In pratica i nostri imprenditori non sapranno fino a maggio quali saranno le azioni che potranno intraprendere. Questo genera, come sappiamo, dei disagi enormi anche in termini di organizzazione del settore turistico.
In base a quello che mi ha detto potrei elevare delle proteste ben più alte. Ritengo però che in questa Regione non basti più neanche alzare il tono della protesta da parte dell’opposizione sui ritardi che la Giunta sta portando in tutti i settori, non solo in questo, nella predisposizione degli atti di competenza.
In questo si ravvisano due tentativi, uno è quello dell’espropriazione dei poteri del Consiglio, nel senso che la Giunta ritarda nella predisposizione degli atti e in questo modo rende tutto quello che facciamo non pregnante. Questi programmi scivolano via e non hanno sostanzialmente l’imprimatur che il Consiglio regionale può portare, quindi tacitamente diventa una programmazione esclusivamente della Giunta.
Al momento dell’approvazione del testo unico sul turismo ribattemmo molto, Assessore, sul ruolo di programmazione della Regione, ma devo dire che anche il piano triennale è stato fatto fortemente in ritardo. Siccome sappiamo che questo settore si modifica e lancia ogni anno nuove idee, nuove proposte, ecco perché avevamo chiesto e ottenuto il fatto che la programmazione divenisse annuale e che entro il 31 ottobre – e non a novembre come dice lei – ci fosse stata l’approvazione.
Siamo fortemente scontenti e insoddisfatti dell’operato della Giunta soprattutto nel settore del turismo. Sentiamo la mancanza di una seria programmazione e di un serio indirizzo da parte della Regione. E questo fatto è ancor più grave perché siamo una delle Regioni più fortemente in ritardo rispetto al livello nazionale, dove il Pil del turismo non raggiunge quella media che abbiamo come sistema paese. Quindi era giusto e doveroso impegnarsi ancor di più.
I ritardi che generate nella programmazione certamente non vanno a vantaggio del settore turistico, anzi, lo rendono più esposto ad un sistema di concorrenza che le altre Regioni mettono in campo sistematicamente ogni anno. Regioni che arrivano per prime sul mercato, arrivano per prime sulla proposta, che hanno le idee chiare, cosa che non c’è in questa Regione. Mi dispiace per lei, Assessore, ma più o meno l’andazzo in questa Regione, anche se lei si era impegnato in modo solenne a portare avanti un discorso nuovo e strategico per il turismo, non si è visto e penso che non lo vedremo mai in tutta questa legislatura.


Presidenza del Vicepresidente
Roberto Giannotti


Interrogazione n. 803
del Consigliere Binci
“Deposito di sabbia ubicato nel Comune di Fermo località Marina Palmense”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interrogazione n. 803 del Consigliere Binci. Per la Giunta risponde l’Assessore Carrabs.

Gianluca CARRABS. Per quanto riguarda la risposta all’interrogazione n. 803 del Consigliere Binci, sul deposito di sabbia nel Comune di Fermo, località Marina Parmense, si risponde quanto segue.
Risposta al quesito n. 1: la tipologia dell'intervento di stoccaggio di sabbie sottomarine a terra non rientra tra quelli da sottoporre alla l.r. n. 7/2004 (legge di Valutazione di impatto ambientale).
Per quanto riguarda il Capitolo 3 del Piano di gestione integrata delle aree costiere alla pag. 152/278, laddove si specifica che per "L'individuazione di un'area o più aree dove stoccare le sabbie prelevate dalle cave sottomarine deve essere oggetto di un'approfondita fase di indagini finalizzata a ridurre al minimo l'impatto dei depositi stessi con l'ecosistema". Si evidenzia che tale procedura è specifica dello stoccaggio di sabbie sottomarine dragate al largo in acque profonde, come nel caso in esame e, successivamente, provvisoriamente posizionate in acque basse prima del riutilizzo con piccole draghe (rehandling) lungo la linea di costa. Pertanto l'iter procedurale indicato al Capitolo 3 non si presta ad essere adattata al caso in esame, poiché le sabbie sottomarine prelevate al largo sono state stoccate in ambiente emerso (retrospiaggia).
Risposta al quesito n. 2: va premesso che il ripascimento di spiaggia è normato da apposito decreto ministeriale 24 gennaio 1996 (detto decreto Mascazzini) che detta regole e modi per effettuare i ripascimenti.
Attualmente, con il passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni, avvenuto con legge n. 179/2002, art. 21, la competenza autorizzativa è in capo all'Amministrazione regionale.
Il procedimento amministrativo per effettuare il ripascimento è indicato nel Piano di gestione integrata delle aree costiere della Regione Marche, Capitolo 4 “Le risorse naturali”, sottocapitolo 4.2 “Procedure amministrative”.
Nel caso in esame il Comune di Fermo, soggetto procedente, nell'utilizzare materiale proveniente da fuori unità fisiografica (che sia da altra unità o da cave) deve chiedere all'Arpam il parere di competenza in ordine alla compatibilità tra il materiale del sito da ripascere e il materiale da utilizzare per il ripascimento. L'Arpam dopo aver prelevato i campioni sia sulla spiaggia da ripascere che sul materiale da utilizzare, effettua le dovute analisi chimico-fisiche e biologiche ed emette il parere di competenza. La Regione, sulla base del parere di competenza dell'Arpam, emette il provvedimento autorizzativo, se dovuto.
Il progetto de quo prevedeva, conformemente alle indicazioni di massima del Piano, il reperimento di materiale nella stessa unità fisiografica ed in particolare nella zona di chiusura della stessa unità, chiusura che a nord è costituita dal molo radice di sopraflutto del porto marina di Porto San Giorgio (la dinamica sedimentaria ora è stata limitata dal pennello costruito sulla sponda destra della foce del Torrente Ete Vivo).
In relazione al tempo trascorso tra la presentazione del progetto e l'esecuzione delle opere, il processo erosivo ha avuto, rispetto alle previsioni formulate dai modelli matematici, una rapida evoluzione.
Conseguentemente durante l'esecuzione dei lavori, principalmente consistenti nella realizzazione di nuove scogliere soffolte a continuazione delle esistenti, si è valutata l'opportunità di effettuare un maggior riporto di materiale di spiaggia rispetto a quanto previsto in progetto. Il Comune di Fermo, con la propria iniziativa di utilizzo di materiale accantonato nella limitrofa area ex campo di volo, sulla base del parere dell'Arpam e dell'autorizzazione regionale, ha effettuato il ripascimento di spiaggia utilizzando anche sabbia proveniente da cava sottomarina.
Riguardo la compatibilità tra spiaggia da ripascere e granulometria del materiale da utilizzare, è necessario precisare che c'è stata una evoluzione della letteratura tecnico-scientifica. Infatti, per tali interventi era previsto e condiviso che si utilizzasse materiale con granulometria pari o più grossolana all'esistente, attualmente si eseguono interventi di ripascimento la cui stabilità post è basata sulla quantità di materiale immesso nella spiaggia in relazione al profilo di equilibrio della spiaggia stessa.
In altre parole, la stabilità viene garantita non già dal "diametro" ma dalla "quantità di materiale" immesso, riferita al metro lineare di spiaggia e con valori che vanno da 60 m3/ml a 1500 m3/ml.
Nello specifico di Marina Palmense si è utilizzato materiale, costituito da ghiaie e sabbie, provenienti dall'addossamento, sul pennello dell'Ete, del trasporto della stessa unità fisiografica per 25.000 m3, quantità massima prelevabile per non interferire con l'equilibrio della linea di costa, e per 30.000 m3 da cava di origine sottomarina, su una estensione di 250 ml circa. Di conseguenza si è messo in opera un quantitativo di circa 220 ml a metro lineare di spiaggia.
Infine si precisa che il riporto di materiale con granulometria eterogenea (ghiaie più sabbie) rispetta la granulometria tipologica della spiaggia bi-granulare del litorale di Marina Palmense, dove nella spiaggia emersa/sommersa è presente sabbia e nella emersa, a monte della battigia, prevalentemente ghiaia.
Risposta al quesito n. 3: la Regione Marche, nel regolamento n. 2 del 13 maggio 2004 all'articolo 2 (Stagione balneare) indica: " 1. La stagione balneare inizia il 1° aprile e termina il 30 settembre di ogni anno. 2. Ogni stabilimento, nell'arco della stagione balneare, deve svolgere le proprie attività dal 30 giugno al 1 ° settembre… 3. Presso ogni stabilimento balneare in attività deve essere operante il servizio di salvataggio da svolgersi secondo le modalità ed i tempi indicati dall'Autorità marittima competente…. "
La competenza sul demanio marittimo, dopo che il demanio stesso è stato trasferito dallo Stato alle Regioni e dalla Regione Marche ai Comuni, rimane in capo ai Comuni e all'Autorità marittima. L'Autorità marittima regola le proprie competenze con l'emanazione delle ordinanze emesse dall'Ufficio circondariale marittimo. L'ordinanza, che è un testo unico delle discipline incidenti sull'attività balneare espletata nei territori di competenza dell'Ufficio, disciplina gli aspetti relativi alla sicurezza alla navigazione dei bagnanti nonché degli utenti in genere, in quanto direttamente connessi all'utilizzo del demanio marittimo, impone la espressa applicazione degli articoli del Codice della navigazione, del d.lgs. n. 171/2005 (codice della nautica da diporto), e richiama le norme comunali alle norme sull'utilizzazione del litorale demaniale marittimo per finalità turistiche e ricreative.
In sintesi, il Comune per la parte a terra del demanio marittimo e la Capitaneria di porto sia per la parte a terra che a mare regolano, con l'applicazione di norme, l'utilizzo del demanio marittimo intervenendo anche con i poteri dell'ordinanza sia a terra che a mare.
Nel caso specifico il proponente l'intervento (il Comune di Fermo) con apposita ordinanza n. 10 dei 27 giugno 2007 ha permesso la realizzazione dell'intervento di ripascimento fino alla data del 6 luglio 2007, con l'interdizione della balneazione nel tratto di spiaggia oggetto dei lavori stessi.
In conclusione, la Amministrazione regionale è estranea al procedimento di deroghe concesse in quanto la devoluzione ha messo in capo ai soggetti sopra citati ogni attività amministrativa a riguardo compresa la possibilità di emettere ordinanze che hanno concesso le proroghe in oggetto.
Risposta al quesito n. 4: se dal punto di vista ambientale il solo valore di riferimento è quello della granulometria, per le motivazioni precedentemente addotte (spiaggia bi-granulare con contestuale ripascimento bi-modale) non si ritiene degradata la spiaggia anche in considerazione che il tratto ricostruito, prima dell'intervento, non aveva più spiaggia, ma una scogliera radente. Inoltre allo stato attuale la spiaggia ha subito un naturale rimescolamento per cui è difficile, in alcuni punti, differenziare visivamente tra materiale fino e grossolano.
Risposta al quesito n. 5: la stabilità del materiale riportato è insita nella condizione di compatibilità della spiaggia. A riprova comunque di ogni previsione progettuale deve essere presa a riferimento la modificazione che la spiaggia ha avuto dopo le mareggiate (seppur di non eccessiva entità) che si sono avute nei primi giorni di settembre (vedi mareggiata del 4 settembre che ha provocato danni in diverse località della costa marchigiana). Le osservazioni effettuate dagli uffici regionali hanno evidenziato solamente un modellamento della spiaggia ricostruita su un profilo naturale rispetto al profilo imposto dallo stendimento del materiale di ripascimento con le ruspe.
Risposta al quesito n. 6: il dirigente della p.f. difesa della costa, in relazione all'intervento effettuato all'inaugurazione della spiaggia di Marina Palmense precisa quanto segue: "La manutenzione di un’opera pubblica oramai è un concetto introdotto dalla legge sui lavori pubblici in relazione soprattutto alle scelte progettuali che devono mediare i costi iniziali dell'intervento con i successivi ed inevitabili costi per la manutenzione delle opere stesse. Nel caso specifico, anche per risposta ad una cultura dei soggetti che beneficiano di interventi di difesa costiera che propongono sempre interventi di tipo ‘definitivo’, il concetto di manutenzione deve essere tenuto sempre presente in quanto trattasi di dinamica costiera e quindi di un fenomeno naturale ed inevitabile di danneggiamento e modificazione dello stato dei luoghi. Tale danneggiamento e modificazione per un progetto di difesa costiera, realizzato con difese soffolte a protezione di spiaggia, impone alla Amministrazione la previsione di fondi sia per riparare la scogliera dopo mareggiate particolarmente severe (vedi anche coefficiente di non danneggiamento della formula di stabilità di Hudson) sia per il ripristino di trasporto solido naturale o artificiale lungo la falcata litoranea su cui si è intervenuti. Sul concetto di manutenzione si richiama lo stesso cap. 3 del Piano sopraccitato. "
Risposta al quesito n. 7: lo stoccaggio è stata una attività di iniziativa privata; l'Amministrazione regionale non era a conoscenza delle caratteristiche granulometriche della sabbia da scaricare. Unica informazione nota alla Regione Marche era che lo stesso banco di prelievo della sabbia sottomarina era stata già utilizzata per opere di ripascimento lungo i litorali della regione Abruzzo.
Risposta al quesito n. 8: si ritiene doveroso fin da adesso programmare una campagna di verifica di interferenza tra le sabbie depositate e le condizioni dell'ambiente circostante il deposito stesso e il sottosuolo. Tuttavia si ritiene che tale campagna per essere significativa dovrà interessare una dimensione areale almeno pari alla metà della superficie occupata dall'accumulo di sabbie sottomarine e pertanto tale azione sarà attivata quando ci sarà tale condizione. Si sottolinea, infine, che nella convenzione tra Comune e ditta è stata prevista la stipula di una polizza fidejussoria per eventuali danni compresi quelli ambientali, derivanti dall'attività in essere.
Risposta al quesito n. 9: è sicuramente opportuno richiedere all'Arpam di effettuare analisi mineralogiche sulle sabbie sottomarine stoccate sul litorale di Marina Palmense. Tuttavia sulla base di dati bibliografici relativi ai bacini di alimentazione e alle modalità di deposizione (si ricorda che l'area di prelievo nell'ultimo periodo glaciale – circa 15.000-20.000 anni fa – corrispondeva alla parte terminale del fiume Po e pertanto in essa confluivano sia i sedimenti trasportati dal fiume che quelli dei bacini fluviali provenienti dalla catena appenninica, è molto probabile che le sabbie relitte siano caratterizzate prevalentemente da una componente calcarea e da una silicea. Per quanto riguarda la colorazione essa è da mettere in relazione alla composizione mineralogica e alla permanenza, per lungo tempo, in ambiente anaerobico e salino.
Risposta al quesito n. 10: in relazione a quanto contenuto nei punti precedenti si ritiene che la Regione Marche non abbia responsabilità nel procedimento autorizzativo e quindi eventuali campagne di immagine negativa che investa le spiagge marchigiane saranno contrastate con le dovute modalità.

Presidenza del Presidente
Raffaele Bucciarelli

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Continuo a insistere che secondo me anche per i depositi di minerali si dovrebbe prevedere una Via. Comunque l’approfondita fase di indagini finalizzata a ridurre al minimo l’impatto dei depositi non è stata preventivamente effettuata da nessuno, tanto è vero che nella risposta è stato detto che sarebbe bene che l’Arpam faccia delle analisi sul materiale stoccato.
Qui c’è anche il problema riguardo alla variante sui materiali in quanto il piano di gestione integrata delle coste prevedeva un tipo di ripascimento diverso, cioè materiale che veniva dal fiume e non questa sabbia sottomarina.
Questa interrogazione l’ho fatta non per insistere solo sulla questione di Marina Palmense, che è comunque una ferita sul paesaggio di quella zona, tanto è vero che Legambiente ha individuato quella ferita sul paesaggio del litorale e ha dato al Comune di Fermo e alla Regione Marche la bandiera nera per questo tipo di gestione, ma il problema si ripropone – l’ho riproposto anche in occasione del bilancio – per i nuovi interventi previsti dal piano dei lavori pubblici allegati, appunto, al bilancio 2008.
Sono 11 milioni e mezzo di euro di interventi di ripascimenti con sabbie sottomarine e si presuppone che in parte siano quelli del deposito di Marina Palmense. Si sentono sui giornali le dichiarazioni di politici, sia della Regione che del Comune di Fermo, che dicono che entro due mesi il deposito di Marina Palmense non ci sarà più, come a dire che ci sono i fondi e che poi bisogna smaltire quel deposito.
Ricordo all’Assessore – per questo ho fatto una lettera all’Assessore Carrabs, all’Assessore Marcolini e al Presidente Spacca – che in un ordine del giorno approvato il Consiglio impegnava la Giunta a verificare la compatibilità delle sabbie e a realizzare anche dei progetti. I progetti sono necessari per gli interventi di lavori pubblici, ci è stato detto che i progetti di massima degli interventi di ripascimento previsti nel piano dei lavori pubblici saranno quelli compresi nel piano della gestione integrata.
Innanzitutto, rispetto agli interventi previsti nel piano di gestione integrata va fatto, preventivamente al ripascimento e all’uso delle sabbie sottomarine, uno studio che verifichi la compatibilità altrimenti danneggeremo metà della costa marchigiana. Invito ad andare su Google a vedere la fotografia aerea di quella zona, vedremo che la spiaggia in quel tratto ha un colore scuro e nell’altro tratto ha un colore di sabbia avana, quindi c’è proprio uno stacco, come se fosse bianco e nero. Inoltre c’è anche la grande bruttissima ferita del deposito che dall’alto viene visto come se fosse un vulcano quadrato.
Quindi nelle zone previste per il ripascimento nel piano di gestione della costa va fatta la verifica di compatibilità - questo è scritto nell’ordine del giorno del Consiglio - e vanno fatti i progetti di massima per tutte quelle zone individuate nell’elenco degli interventi che non sono nel piano di gestione difesa della costa, perché nell’elenco degli interventi ci sono zone che non sono neppure previste nel Piano di difesa della costa.
Quindi o si fa una variante del piano di gestione della costa per le zone di ripascimento oppure bisogna che le nuove zone vengano corredate di un progetto di massima, altrimenti non sarebbero neanche finanziabili con i fondi stanziati nel programma dei lavori pubblici.
Altra questione. Attualmente, da quello che ci risulta, la spiaggia di Marina Parmense con il ripascimento è ritornata alla naturalità precedente. Nel senso che c’è stata una erosione molto forte e proprio per il fatto che è una sabbia molto fine non compatibile viene ripresa dall’erosione.
Quindi chiedo il rispetto dell’Assessore e della Giunta dell’ordine del giorno in cui si dice che tutti gli interventi di ripascimento con sabbia sottomarina, in generale ma specialmente di quella di Marina Palmense, siano preceduti da uno studio di compatibilità.


Interrogazione n. 649
del Consigliere Giannotti
“Commissione di Riserva Gola del Furlo”

Interrogazione n. 656
del Consigliere Giannotti
“Riserva naturale statale: Gola del Furlo”

Interrogazione n. 677
del Consigliere Giannotti
“Utilizzo dei finanziamenti concessi alla Riserva naturale statale Gola del Furlo”

(abbinate)
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 649, n. 656, n. 677, abbinate, del Consigliere Giannotti. Per la Giunta risponde l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. In risposta alle interrogazioni in oggetto indicate si comunica che poiché la Riserva naturale statale Gola del Furlo è stata istituita dal Ministero dell'ambiente il 6 febbraio 2001 e la gestione è stata affidata dallo stesso Ministero all'Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino, i dati e le informazioni riportati sono stati richiesti all'ente gestore che ha comunicato quanto segue:
La gestione della Riserva è affidata dal Ministero dell'ambiente con apposita convenzione direttamente alla Provincia di Pesaro e Urbino. Tutt'altra cosa è la partecipazione della popolazione locale, peraltro numericamente esigua, alle attività della Riserva per le quali traggono anche benefici economici.
La Commissione consultiva di riserva, la cui nomina è competenza del Ministero dell'ambiente, è stata rinnovata con Decreto ministeriale n. 1459 del 14 agosto 2007 e pertanto ad oggi è funzionante.
La Commissione consultiva di riserva ha un suo Presidente che provvede autonomamente alle convocazioni, pertanto la richiesta di chiarimenti dell'interrogante va rivolta al Presidente della Commissione e non alla Giunta regionale;
La non approvazione del Piano di Riserva e il relativo regolamento attuativo sono dovuti a motivi tecnici in quanto redigere tale documento, così complesso, necessita di tempo, verifiche, valutazioni ecc..
Tabelle descrittive:
a) Entrate relative al periodo 2002-2005 - Ministero dell’ambiente (i trasferimenti relativi all’anno 2002 sono comprensivi anche di quelli dell’anno 2001):
anno 2002: euro 386.386,50;
anno 2003: euro 183.776,48;
anno 2004: euro 148.784,65;
anno 2005: euro 142.428,28;
totale: euro 861.375,91.
b) Spese correnti periodi 2002-2005 e 2006-2007:
Spese per fitti passivi – Oneri locativi e canoni vari: anno 2003: euro 1.260,00; anno 2004: euro 120,00;
Spese per l’energia elettrica, gas, acqua, riscaldamento, telefoniche e altre utenze: anno 2002: euro 1.166,40; anno 2004: euro 1.850,02;
Spese per manutenzione e riparazioni varie: anno 2002: euro 125.566,12; anno 2004: euro 20.896,91; anno 2005: euro 20.503,52; anno 2006: euro 5.000,00; anno 2007: euro 5.000,00:
Spese gestione automezzi, ivi comprese assicurazioni e bolli di circolazione: anno 2002: euro 820,08; anno 2004: euro 1.681,20;
Spese per acquisti di materiale vario: anno 2002: euro 5.500,00; anno 2003: euro 4.4.03,16; anno 2004: euro 16.000,00; anno 2005: euro 20.455,05; anno 2006: euro 20.000,00; anno 2007: euro 20.000,00;
Spese per prestazioni professionali, incarichi speciali, collaborazioni occasionali, ecc.: anno 2002: euro 193,962,20; anno 2003: euro 103.131,91; anno 2004: euro 24.220,13; anno 2005: euro 5.000,00; anno 2006: euro 36.211,03; anno 2007: euro 79.100,00;
Spese pubblicità: anno 2002: euro 18.327,60; anno 2003: euro 6.168,90; anno 2004: euro 35.373,40; anno 2005: euro 5.480,00; anno 2007: euro 900,00;
Spese per iscrizioni e quote associative varie: anno 2002: euro 1.200,00; anno 2003: euro 1.200,00; anno 2004: euro 600,00;
Spese per trasporto materiali: anno 2002: euro 840,00; anno 2003: euro 912,00; anno 2005: euro 1.471,03; anno 2006: euro 1.288,97;
Indennizzi per danni provocati dalla fauna selvatica: anno 2002: euro 790,00; anno 2003: euro 15.000,00;
Spese per organizzazione convegni e mostre, scambi culturali, promozionali, ecc.: anno 2002: euro 12.906,10; anno 2003: euro 686,10; anno 2004: euro 1.229,10;
Patrocinio iniziative e concessione contributi per manifestazioni turistiche e culturali, scambi culturali, gemellaggi e borse di studio: anno 2002: euro 24.000,00; anno 2003: euro 36.000,00; anno 2004: euro 30.000,00; anno 2005: euro 30.000,00; anno 2006: euro 35.000,00; anno 2007: euro 35.000,00;
Educazione, formazione, informazioni ed interpretazione ambientale ed escursioni ambientali: anno 2002: euro 168,00; anno 2004: euro 16.273,20; anno 2005: euro 27.566,40; anno 2006: euro 27.500,00;
Interventi di restauro ambientale, ingegneria naturalistica: anno 2002: euro 1.140,00; anno 2005: euro 4.524,00;
Spese di sorveglianza, vigilanza: anno 2003: euro 15.014,41;
Avanzo vincolato non utilizzato: anno 2005: euro 7.428,28; anno 2006: euro 7.428,28;
Spese varie: anno 2004: euro 540,69;
Totale: anno 2002: euro 386,386,50; anno 2003: euro 183.776,48; anno 2004: euro 148.784,65; anno 2005: euro 122.428,28; anno 2006: euro 132.428,28; anno 2007: euro 140.000,00.
Alla gestione della Riserva concorrono: il personale dell'Amministrazione provinciale appartenente al Servizio ambiente in numero di tre unità, di cui uno a tempo pieno nel territorio della Riserva e due a tempo parziale presso la sede centrale della Provincia; a questi si aggiungono una cooperativa per la funzionalità del servizio centro visite, informazioni, accoglienza al museo, escursioni e attività in loco; altri soggetti che vengono incaricati volta per volta per la realizzazione di progetti o iniziative specifiche.
Elenco delle strutture utilizzate per l'attività della Riserva: centro visite, informazioni e Museo del territorio ubicato nella Gola del Furlo; Museo dell'Aquila con relativo osservatorio ubicato sul Monte Pietralata - lato gola del Furlo; la foresteria di Cà i Fabbri ubicata sul Monte Paganoccio sotto la sommità dei prati pascolivi dove si tengono ogni anno i corsi di formazione dell'Università nel bosco;
L'Amministrazione provinciale di Pesaro Urbino stipula con soggetto esterno convenzioni per la gestione dei servizi tecnico funzionali relativi all'informazione, divulgazione, educazione e promozione del territorio della Riserva naturale statale del Furlo, compresa la gestione del Centro visite e Museo del territorio. La gestione concessa a cooperative del luogo non solo crea occupazione locale, ma ha finora garantito l'efficienza del servizio. Le somme spese sono desumibili dal quadro delle spese sopra riportate.
Al responsabile del Servizio ambiente dell'Amministrazione Provinciale che segue la Riserva non risulta lo stato di degrado della stessa citato dall'interrogante. Infatti e costante sul territorio della riserva il controllo della guardia forestale e delle guardie ecologiche volontarie.
Il divieto di circolazione veicolare sulla strada provinciale Furlo-Furlo Monte è dovuto a problemi di sicurezza in quanto al km 5 è presente una parete rocciosa dì altezza media di circa 25-30 ml e lunghezza di circa m 30 formata da roccia stratificata, fessurata e con distacchi paralleli al fronte. AI fine di rimuovere tale pericolo l'Ente gestore della Riserva ha già in atto un intervento di messa in sicurezza della parete per poi ripristinare la circolazione. Per quanto riguarda il resto della rete stradale interna alla Riserva, di proprietà demaniale e la cui gestione è affidata al Sadaf, la Riserva ha sollecitato ripetutamente tale ufficio preposto ma ha ricevuto puntualmente risposte negative dovute a mancanza di fondi. La Riserva, nonostante ciò, ha effettuato e continua a fare interventi di manutenzione con le esigue risorse di cui dispone, sostituendosi al demanio.
Non sono stati predisposti interventi di contenimento dell'aumento della popolazione di ungulati poiché non ci risulta essere presente un "indiscriminato aumento della popolazione animale nella Riserva";
La Riserva effettua costantemente servizi di vigilanza attraverso le guardie ecologiche volontarie, fermo restando che il compito istituzionale di vigilare sulla Riserva, come da decreto istitutivo, compete al Corpo forestale dello Stato.
In caso di danni da parte della fauna selvatica ai pochi operatori agricoli che insistono sul territorio della Riserva, la stessa, accertato il danno, provvede al relativo indennizzo. Va detto comunque che la quasi totalità del territorio compreso nella Riserva è demaniale.
E’ compito della Riserva salvaguardare e promuovere il territorio principalmente a favore di un turismo ambientale. A tal fine sono stati realizzati negli ultimi anni: il Museo del territorio; il Museo dell'Aquila e relativo osservatorio; il sentiero lungo la ex strada Flaminia in corso di concluso; il sentiero per la fruibilità turistica del Monte Paganoccio; realizzazione dei corsi formativi dell'Università nel bosco; realizzazione di depliants brochures e cd promozionali del territorio della Riserva; realizzazione di cicli di escursioni e convegni sulla Riserva.
Al riguardo si informa che la tartuficoltura non è competenza dell'ente gestore della Riserva bensì delle Comunità montane che ricadono in quel territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Dal tono della risposta dell’Assessore Amagliani, in questo periodo di pazzie elettorali in cui la Giunta regionale scorazza per le Marche con un messaggio pubblicitario al limite della correttezza istituzionale e politica e comunque illegale dal punto di vista politico, mi sarei aspettato una risposta diversa, una risposta che riconoscesse il ruolo della Regione.
Come si fa, Assessore, a dire che non è competente la Regione a dare risposte! In un passaggio ha detto che queste cose l’interrogante le deve chiedere alla Commissione della Riserva. Io le chiedo a lei perché in questo organismo c’è un rappresentante della Regione che risponde a lei e risponde a questo Consiglio regionale. Fin quando ci saranno rappresentanti regionali negli organismi di secondo livello è giusto che ci sia una riposta a lei, ma anche una riposta a noi. Su questo non ci piove quindi mi dispiace moltissimo per questa risposta.
Bisogna che la Regione non si limiti a fare clientelismo e a nominare negli organismi il verde di turno o l’ambientalista di turno, ma deve essere corresponsabile delle scelte che vengono fatte dentro quell’organismo da chi rappresenta l’Ente Regione, altrimenti non è più un rappresentante regionale, è una rappresentanza politica mediata attraverso le istituzioni. E questo non va bene sul piano del costume e sul piano del contenuto.
Quindi mi dispiace di questo tipo di risposta perché mi sarei aspettato una disponibilità dell’Assessore a discutere, anche perché il rischio poi è che se lei non studia e non si informa – ed è strano perché solitamente lo fa per altre cose, vedi l’ambiente o la centrale di Schieppe – dice delle cose che non stanno in piedi.
Sa meglio di me che quando è stata fatta l’interrogazione la Commissione era in vacanza, non era stata ancora rinnovata. Le posso dire che la Commissione è stata rinnovata, ma ancora è carente dei rappresentanti di alcuni livelli istituzionali – vedi il Comune di Fermignano e la Comunità montana – quindi non è completa nelle sue rappresentanze.
Io però avevo sostenuto un’altra questione, che a lei doveva interessare come rappresentante di un partito del popolo - quello della cosa rossa tanto caro Procaccini - ho detto che c’è un difetto di origine, cioè che le popolazioni, seppur poche, non sono coinvolte nella gestione dei parchi. I parchi, amici del Consiglio regionale, non possono essere la riserva di caccia di noi cittadini della costa, ma devono essere uno strumento che aiuta le popolazioni locali a svilupparsi e a crescere, quindi non c’è la partecipazione e su questo non mi ha dato risposta.
Le sedute della Commissione sono state risibili. La Regione Marche è parte integrante di questo organismo, se le cose non vanno è suo dovere dire al Ministero che la Riserva non va. Perché glielo devo dire io! (…) Questa mattina glielo dico in Consiglio regionale, lei domani scriva al Ministro all’ambiente dicendo che l’organismo istituito non funziona. Certo la familiarità con i Ministri dopo il 13 aprile sarà più complicata perché dovrà scrivere a un Ministro del centro-destra, però adesso nella vacanza faccia questo sforzo.
Ho parlato degli strumenti che non sono stati adottati, c’è nel sollecitare una responsabilità oggettiva della Regione, ci sono ingentissimi finanziamenti, si parla di 2 miliardi messi a disposizione. Possiamo sapere per cosa sono stati spesi? Sono stati spesi solo per incarichi a qualche studio o a qualche professionista compiacente o per sviluppare le attività che valorizzino la Riserva e che le ho indicato?
C’è il problema dello sviluppo turistico, c’è l’assetto stradale, c’è uno stato di degrado, che checché ne dica la funzionaria dell’Amministrazione provinciale è un dato oggettivo. Ci sono elementi gravi, il bracconaggio, la devastazione dell’ambiente da parte dei cinghiali, la devastazione di uno dei prodotti più significativi, siamo nella zona di Acqualagna, il tartufo, tutte cose rispetto alle quali l’azione della Commissione e dell’Amministrazione provinciale a cui fa riferimento è assolutamente insignificante.
Rispetto a questo, Assessore, lei non può farmi né una relazione notarile né può dirmi chieda di là. Io invece chiedo a lei perché è giusto, perché è un suo dovere rispondere a me e ai cittadini della provincia di Pesaro rispetto al regolare funzionamento di questo organismo.
Spero che la lezione le serva e che quindi da domani possa muoversi in maniera diversa.



Proposta di risoluzione sulle comunicazioni della Giunta regionale in merito alla situazione dell’Aerdorica spa
(Ritiro)

PRESIDENTE. Secondo l’impegno che il Consiglio si era preso i Capigruppo avrebbero dovuto produrre una risoluzione unitaria, cosa che non è avvenuta, per cui chiedo che questa proposta, che era precedente quindi non più attuale, venga ritirata.
Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Riteniamo che la risoluzione posta all’ordine del giorno oggi non risponda più visti i nuovi fatti, non risponda più alle aspettative e alle strategie che dobbiamo dare all’aeroporto delle Marche, quindi proponiamo ritiro di questa per presentarne una aggiornata rispetto agli ultimi eventi accaduti. Chiedo agli altri sottoscrittori di fare altrettanto.

PRESIDENTE. Per accelerare i tempi direi che se qualcuno non è d’accordo chiede la parola, altrimenti lo diamo per acquisito e senza votare la riteniamo ritirata.
Nessuno chiede la parola quindi la risoluzione è considerata ritirata.


Sull’ordine del giorno

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Avevamo presentato una interrogazione che non è in discussione oggi probabilmente per carenza di tempo, ma che riteniamo strategica, per cui ne chiediamo l’iscrizione anche al di fuori della prassi.
L’interrogazione è quella che si riferisce alla campagna pubblicitaria messa in atto dalla Giunta regionale in periodo pre-elettorale quindi contro qualsiasi regola. La legge n. 28 del 2000 recita proprio l’impossibilità di fare campagne di comunicazione, specialmente se non indispensabili, come lo è questa che oggi è in atto sui giornali e sui grandi mezzi di comunicazione…

PRESIDENTE. Consigliere la invito a rispettare il Regolamento.

Franco CAPPONI. Soltanto ancora una parola. Credo che questa operazione fatta dalla Giunta leda fortemente i diritti di questo Consiglio regionale ed è per questo che le chiediamo di poterne parlare oggi, così come chiediamo alla Giunta di spiegare al Consiglio il perché ha adottato questa strategia.

PRESIDENTE. L’interrogazione è pervenuta ieri, in data 25, io capisco tutto, ma non è stata ancora trasmessa alla Giunta per cui è evidente che il Presidente o il Vicepresidente non ne sono ancora neanche a conoscenza.
Quindi credo, e il Regolamento interno mi supporta, che non sia possibile discuterla oggi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Non possiamo rimettere alla volontà del Vicepresidente per chiarire questa cosa? Al di là della disciplina regolamentare che va nel senso indicato dagli uffici, visto che c’era il Vicepresidente secondo me potrebbe essere utile chiedere se ha la possibilità di fare una comunicazione. Non è per enfatizzare la richiesta del Consigliere Capponi, ma sappiamo bene – tanto è vero che ce ne occuperemo anche in Ufficio di Presidenza di qui a qualche ora – che la campagna di comunicazione istituzionale ha richiesto addirittura una chiarificazione da parte della Prefettura di Ancona, e comunque ci è parsa, dal punto di vista politico, una grossissima lesione di quelle che sono le norme di consuetudine comunicazionale. Il vedere la regione infestata di manifesti che inneggiano alla Regione dopo la convocazione dei comizi elettorali mi sembra un fatto molto grave.

PRESIDENTE. Consigliere, lei sta entrando nel merito, quindi io devo far rispettare il regolamento.

Guido CASTELLI. Certo, Presidente, però a me sembra che l’atteggiamento di Gian Mario “Scappa”…

PRESIDENTE. Consigliere, non mi obblighi a toglierle la parola (…) Consigliere Castelli, sta continuando a parlare, ma non è registrato (…) A che serve questa sceneggiata?! Sapete che per regolamento non è possibile (…) Appunto, voi dovreste essere l’esempio del rispetto delle regole che chiedete agli altri (…) Vorrà dire che manderemo via le telecamere così cesserà la sceneggiata, ma io so come voi che dobbiamo rispettare delle regole, quindi ribadisco che oggi non è possibile discuterla (…) Vi chiedo di restare in Aula per trattare l’ordine del giorno. Ora passiamo al prossimo punto dell’ordine del giorno.

(I Consiglieri della minoranza abbandonano l’Aula)



Proposta di atto amministrativo n. 74
della Giunta regionale
“Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario triennio 2007/2009 legge regionale 3 giugno 2003, n. 12”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 74 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Binci.

Massimo BINCI. Questo è atto che stiamo per approvare è il Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario, è un piano triennale 2007-2009 in base alla legge regionale n. 12 del 2003.
Nel primo triennio è stato effettuato il primo piano settoriale i cui interventi hanno realizzato l’avvio del repertorio regionale delle risorse genetiche animali e vegetali e l’ampliamento del numero di risorse genetiche autoctone tutelate attraverso la ricerca, la selezione e l’iscrizione nello stesso repertorio regionale. Inoltre è stata realizzata la conservazione delle risorse genetiche autoctone a rischio di estinzione e la valorizzazione dei prodotti autoctoni.
L’obiettivo della messa a regime delle procedure per l’iscrizione a repertorio regionale ha permesso l’iscrizione di trentuno tipologie vegetali e una tipologia autoctona animale. Inoltre è stato realizzato un nuovo censimento delle specie arboree autoctone a cura dell’Università politecnica.
In merito alle colture erbacee per la gestione della banca del germoplasma è stata realizzata una convenzione con l’Istituto sperimentale per l’orticoltura di Monsampolo.
Questi sono stati gli obiettivi del passato periodo di programmazione per la tutela di queste specie.
Nel nuovo Piano sono previsti interventi annuali con risorse di 150 mila euro e gli obiettivi che si propone sono: l'ampliamento del numero di risorse genetiche autoctone tutelate attraverso la loro ricerca, selezione e iscrizione nel repertorio regionale; la conservazione delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario; l'approfondimento dei parametri utilizzati per il riconoscimento delle risorse iscritte al repertorio regionale del patrimonio genetico; l'informazione e divulgazione delle varietà autoctone regionali.
In tutti i Comuni della regione si continuerà il censimento del materiale genetico autoctono e si attiverà una pagina web con l’elenco degli iscritti alla rete, con forum di discussione, il calendario degli eventi, ecc.. Questo per favorire anche la possibilità di contatto tra i vari produttori e tra i vari agricoltori custodi e per chi è interessato a mettere a dimora piante e/o allevare animali che fanno parte di questo registro, quindi possibilità di informazioni per chi vuole aiutare a riprodurre queste varietà vegetali e animali.
Al fine di garantire la conservazione delle entità genetiche iscritte nel repertorio regionale si avvia e si istituisce l’elenco degli “agricoltori custodi” per la conservazione in sito delle varietà a rischio di estinzione, perché per molte varietà che sono presenti in quantità talmente esigue non è possibile neanche la coltivazione o la moltiplicazione, c’è semplicemente una pura conservazione per evitare l’estinzione delle varietà. Questa iniziativa degli agricoltori custodi è importante perché permette la moltiplicazione e l’ampliamento delle sementi per poi metterle a disposizione di chi vuole coltivarle.
Continua l’approfondimento scientifico delle tecniche colturali e vivaistiche più appropriate per la coltivazione di questo materiale vegetale.
C’è un registro dei soggetti che aderiscono alla rete di conservazione e sicurezza.
Inoltre, ci sono convenzioni per la conservazione del materiale genetico animale e vegetale.
E’ anche previsto un insieme di azioni di ricerca e conservazioni con la partecipazione ad incontri nazionali ed internazionali per lo scambio di informazioni sulle modalità di utilizzo e conservazione del materiale genetico. Qui è importante – in Commissione se ne è discusso – che queste attività di convegnistica e di partecipazione a incontri internazionali non assorbano più del 5-10% delle risorse, altrimenti rischiamo di mettere in piedi solo un baraccone e non andare a realizzare quello che è lo spirito della legge, cioè l’aumento della disponibilità, della tipologia e del riconoscimento dei prodotti autoctoni regionali in via di estinzione.
Molto importante è la parte di informazione e di divulgazione, è soprattutto per dare la possibilità a chi intende coltivare e produrre prodotti autoctoni regionali in via di estinzione di mettersi collegamento. In Commissione avevamo indicato anche la necessità, che può avere anche un valore turistico, di un momento come la fiera dei prodotti autoctoni regionali, in modo che ci possa essere un luogo fisico, come avviene anche in altre regioni, dove si possono comprare e scambiare questi tipi di prodotti come, appunto, semi, prodotti orticoli e animali che sono in via di estinzione.
L’ultimo aspetto che la proposta precisa è che ci sarà una verifica e un monitoraggio dell’attività, quindi i risultati che vengono raggiunti anno per anno. Questo permetterà di aggiustare, nei vari piani annuali che seguiranno, le azioni e quindi l’efficacia degli interventi stessi.

PRESIDENTE. Il relatore di minoranza è assente quindi apro la discussione. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Visto che il relatore di minoranza non c’è e che mi sembra non ci siano neanche altri interventi, chiedo la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Visto che siamo all’emendamento n. 1, possiamo passare alla verifica del numero legale partendo dalla lettera A.

Michele ALTOMENI. Procedo alla chiama:
Luciano Agostini presente
Michele Altomeni presente
Marco Amagliani presente
Fabio Badiali presente
Stefania Benatti presente
Massimo Binci presente
Giuliano Brandoni presente
Ottavio Brini assente
Raffaele Bucciarelli presente
Giacomo Bugaro assente
Franco Capponi assente
Guido Castelli assente
Enrico Cesaroni assente
Graziella Ciriaci assente
Francesco Comi presente
Giancarlo D’Anna assente
Sandro Donati presente
David Favia presente
Sara Giannini presente
Roberto Giannotti assente
Leonardo Lippi assente
Marco Luchetti presente
Katia Mammoli presente
Francesco Massi assente
Almerino Mezzolani assente
Luigi Minardi assente
Adriana Mollaroli presente
Rosalba Ortenzi presente
Paolo Petrini presente
Fabio Pistarelli assente
Cesare Procaccini presente
Mirco Ricci presente
Lidio Rocchi presente
Franca Romagnoli assente
Vittorio Santori assente
Daniele Silvetti presente
Vittoriano Solazzi presente
Gian Mario Spacca assente
Oriano Tiberi assente
Luigi Viventi assente

PRESIDENTE. Il numero legale c’è per cui i lavori continuano.
Emendamento n. 1 a firma Altomeni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 2 a firma Altomeni. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Volevo informare che le conoscenze riguardo le ricette tradizionali non le abbiamo. Votarlo interamente significa non dar seguito a una parte dello stesso emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 2. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 3 a firma Altomeni. Ha la parola l’Assessore Petrini.

Paolo PETRINI. Questo emendamento non può essere inserito perché la coltivazione non è prevista all’articolo 6 della legge regionale n. 12/03 che stabilisce le caratteristiche delle reti di conservazione e sicurezza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Ritiro l’emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4. Ritirato.
Sub-emendamento n. 04 a firma Altomeni. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 4. Decaduto.

Emendamento n. 5 a firma Altomeni. Ritirato.

Sub-emendamento n. 06 a firma Altomeni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 6 a firma Altomeni. Decaduto.

Emendamento n. 7 a firma Altomeni. Ritirato.

Emendamento n. 8 a firma Altomeni. Ritirato.

Sub-emendamento n. 09 a firma Altomeni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 9 a firma Altomeni. Decaduto.

Ordine del giorno a firma Binci, Altomeni “Indicazioni per la predisposizione del programma operativo annuale di tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario”. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Proposta di atto amministrativo n. 74, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di atto amministrativo n. 79
della Giunta regionale
“Modifiche alla deliberazione 22 gennaio 2003, n. 85 “Istituzione della Riserva naturale regionale generale orientata di Ripa Bianca in Comune di Jesi”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 79 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Questo atto, vagliato dalla IV Commissione, è una modifica all’atto istitutivo della Riserva naturale regionale di Ripa Bianca.
Questa riserva è stata istituita nel 2003 con atto del Consiglio – come le altre Riserve regionali – che stabiliva che la gestione doveva essere affidata con un bando pubblico per tre anni. Al bando pubblico partecipò un'unica associazione, Wwf Italia, che quindi si è aggiudicata la gestione che ha poi effettuata in questo triennio.
Ad oggi questa gestione è scaduta pertanto andrebbe rifatto il bando, ma su questa base la Giunta ha ritenuto di proporre una modifica che è quella presente nell’atto.
Quella che tende di affidare una gestione triennale attraverso un bando fu una scelta anomala, perché i soggetti gestori delle altre Riserve regionali vengono scelti all’interno dell’atto istitutivo, quindi dallo stesso Consiglio regionale. Per questa, invece, venne fatta una scelta diversa, quella di fare un atto pubblico e quindi di affidarlo attraverso un bando.
La prima misura che introduce questo atto amministrativo è quella di uniformare la procedura di affidamento a quella delle altre riserve presenti in regione. In parte è una omologazione, nel senso che ancora una volta non inseriamo nell’atto costitutivo la scelta del gestore, però decidiamo di fare un affidamento di più lunga durata, cioè portarla a dieci anni, e di affidare la gestione a quel soggetto che in questi anni ha gestito e che all’epoca era stato l’unico a partecipare al bando pubblico, tutto questo partendo da una valutazione positiva della gestione.
La necessità di allungare il periodo dell’affidamento è legata al fatto che la gestione di un parco, come di qualunque altra istituzione analoga, non ha solo bisogno di una gestione ordinaria che si può improvvisare in un arco di tempo breve, ma anche di investimenti sia economici che in termini di progetto. Affidare di volta in volta per un periodo breve di tre anni crea delle difficoltà da questo punto di vista, quindi un affidamento più lungo dà la possibilità all’ente gestore di gestire la riserva più in prospettiva con tempi più lunghi.
Inoltre, vista l’esperienza in cui la gestione fu affidata, cioè con bando pubblico al quale partecipò un unico soggetto, quello che oggi gestisce, la valutazione che si fa in questo atto, e che la Commissione ha condiviso, è che tale bando pubblico per i costi e per le complicazioni amministrative non ha motivo di esserci.
Pertanto questa è la prima modifica che l’atto prevede, cioè la possibilità di affidare direttamente al Wwf Italia la gestione della Riserva per dieci anni.
Visto che l’atto comunque trattava questa modifica contiene in realtà anche altre modifiche, soprattutto quella dello snellimento amministrativo. L’atto infatti veniva in Consiglio quindi gli uffici hanno ritenuto di sfruttare l’occasione per semplificare alcuni aspetti amministrativi, in particolare quello della formazione degli atti di programmazione, pianificazione e regolamentazione della Riserva ed anche in questo caso rendendo le procedure analoghe a quelle delle altre aree protette marchigiane, questo perché l’atto istitutivo prevedeva delle complicazioni che si sono poi rivelate superflue nel corso dell’esperienza. Quindi non servirà più per tutti questi atti di pianificazione un accordo di programma tra i vari enti coinvolti nella gestione (Comune, Provincia, Regione) ma si farà ricorso ad una semplice convenzione.
L’altro aspetto che si è ritenuto eccessivo rispetto alla dimensione della Riserva è la redazione di un apposito programma di sviluppo economico-sociale, che per una riserva come questa che interessa una fetta molto piccola di territorio risultava ridondante. Quindi anche in questo caso si è deciso di ricomprendere questi aspetti all’interno della normale attività programmatoria e gestionale e pertanto eliminare l’obbligo di realizzare questo atto specifico.
L’ultima questione è che anche su questo atto la Giunta, prima dell’approvazione e di inviarlo alla Commissione, ha fatto un’ampia consultazione, inviando lettere e comunicazioni a tutta una serie di soggetti interessati, dove c’è stato un assenso generalizzato sulle modifiche in corso, compresi i soggetti che potevano essere interessati ad una eventuale gestione, cioè quelle associazioni ambientaliste o quei soggetti del territorio che magari potevano sollevare dei problemi perché avrebbero potuto richiedere un altro bando per poi parteciparvi.
Questo non è avvenuto, quindi tutto lascia pensare che l’unico soggetto veramente interessato alla gestione della Riserva sia effettivamente ancora oggi il Wwf Italia e questo in qualche modo rafforza la scelta di non effettuare il bando, ma di andare ad un affidamento che in questo caso non è ad libitum come avviene per le altre riserve, ma che è comunque un affidamento decennale. Un affidamento che consente, ripeto, di effettuare anche investimenti e una progettualità maggiore rispetto ad una esperienza che in questi tre anni si è comunque rivelata molto positiva e pienamente rispondente alle esigenze del territorio.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Cercherò di fare un intervento meno politico e il più tecnico possibile. Io sono abbastanza allibito perché la natura di questo atto è a dir poco clamorosa, si vuole dare la possibilità all’ente Wwf – di cui non metto in discussione, per lo meno in questa sede, le sue capacità, la qualifica o le competenze maturate – di gestire il territorio senza bando pubblico.
Voglio cercare di dare ai colleghi che non erano in Commissione qualche indicazione sul fatto che si vuole dare in gestione una porzione importante del territorio ad un ente che potrà realizzare impianti eco-compatibili, potrà gestire la questione del turismo, l’occupazione giovanile, la valorizzazione dei prodotti agricoli, il restauro di edifici, quindi una serie di competenze che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente, all’urbanistica, all’occupazione.
Ma come si fa oggi a comunicare al territorio che la Regione, per motivi di semplificazione ed economicità dell’azione amministrativa, senza bando pubblico, quindi senza trasparenza, senza una minima regola, è prossima a dare la gestione di parte del territorio ad un ente, quindi tout court, solo perché ha maturato delle competenze – che probabilmente appartengono storicamente al Wwf – perché su quel territorio per tre anni ha fatto quelle attività. Su cui, ripeto, non entro nel merito perché avrà sicuramente lavorato bene, ma è assolutamente clamoroso che si dia la possibilità ad un ente di gestire per altri dieci anni senza bando pubblico e che avrà anche la disponibilità, da quello che mi risulta, di circa 200 mila euro fra spesa corrente e investimenti.
Chiedo formalmente ai colleghi di convenire con me per il ritiro di questa proposta di atto amministrativo perché non è assolutamente ricevibile.
Qui era indispensabile fare un bando pubblico, tanto più se si vuole dare in gestione il territorio per dieci anni con la possibilità di essere rinnovato ancora per altri dieci anni. Quindi è uno strumento tecnico ed è per questo che ho limitato il mio intervento ad una questione squisitamente tecnica perché non voglio entrare in polemica e non voglio fare neanche valutazioni politiche perché magari dall’altra parte ci si potrebbe anche irrigidire solo perché io dico alcune cose e quindi magari voler andare avanti lo stesso, pertanto lo faccio in modo asettico.
Gli emendamenti che ha fatto la collega Mammoli sono per me indispensabili, si deve tornare indietro quanto prima perché questo è un atto politico molto grave. Io personalmente non lo voterò, ma invito i miei colleghi a fare altrettanto perché ci dobbiamo assumere una responsabilità davanti al territorio tutto.
Questo è un gravissimo precedente che si dà a tutta la regione Marche perché credo che sia assolutamente una assegnazione addirittura arbitraria in quanto si entra nel merito di un’assegnazione senza lo strumento del bando pubblico, che è lo strumento previsto per legge e che è l’unico che garantisce in linea di massima la trasparenza; poi non entro nel merito di come è stato fatto il bando precedente, ma qui mi fermo! Ora voglio solo dare la serenità a voi tutti di valutare la possibilità di ritirare questa proposta di deliberazione.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Binci.

Massimo BINCI. La legge n. 15 del 1994 prevede la possibilità di affidamento a privati con provata capacità. Il Wwf ha creato innanzitutto questa idea di parco fluviale, che è l’unico nel tratto intermedio dell’Esino e che c’è in previsione su tutte le aste fluviali delle Marche, quindi quello che la legge prevede mi sembra che il Wwf lo abbia dimostrato, appunto, con provata capacità. Ha realizzato dei bellissimi percorsi, c’è una sede di informazione ambientale che ha avuto sì dei problemi riguardo alla costruzione, ma che di fatto è un riferimento per il territorio e per le scuole ed è una bella realtà che ha una funzione anche turistica che, secondo me, andrebbe ancora più valorizzata.
Alla richiesta, che viene da alcuni Consiglieri sia della maggioranza che dell’opposizione, di ritirare l’atto perché è fuorilegge l’affidamento diretto, rispondo che l’Ufficio nella relazione che ha presentato in Commissione ha detto che l’affidamento ai privati è previsto purché ci sia la provata capacità ed esperienza e il Wwf in Italia gestisce 130 riserve.
Questa area è stata realizzata, è stata gestita, è stata sviluppata, ci sono stati investimenti anche da parte dell’associazione stessa, e tutto questo è stato possibile anche perché lo stesso Wwf ha realizzato accordi con i privati per costituire, appunto, questa area di protezione.
Sono venticinque anni che questa realtà esiste, il bando è sopravvenuto solamente con la legge che lo inseriva all’interno delle aree regionali, infatti la prima volta c’è stato un bando di tre anni a cui ha partecipato solo il Wwf. La gestione in questi tre anni è stata positiva, quindi l’affidamento diretto è possibile tanto è vero che l’Ufficio lo indica come positivo.
I parchi e le aree protette della regione Marche sono: Ente parco del Conero, Ente parco Monte San Bartolo, Ente parco Simone e Simoncello, Comunità montana Esino-Frasassi, Gola del Furlo gestita dalla Provincia di Pesaro Urbino, Fondazione Giustiniani (che è una fondazione privata, quindi ci sono altri privati che hanno usufruito della gestione diretta), Dipartimento di scienze ambientali di Camerino che gestisce un’altra area e Comune di San Benedetto del Tronto gestisce la Riserva della Sentina. Tutte queste zone di protezione sono in affidamento come previsto dalla legge, quindi finché esisterà la legge saranno perpetue.
Secondo me c’è anche una questione di riconoscimento sia dei volontari del Wwf che dei cittadini iesini ambientalisti che hanno lavorato per la realizzazione di questa realtà.
La questione dei tre anni è inverosimile perché le gestioni, se vogliamo che vengano fatti investimenti, devono prevedere tempi lunghi. Qui sono previsti dieci anni, però dopo cinque anni dovrà esserci una verifica che se sarà negativa la gestione si interromperà. Quindi il tempo di valutazione saranno i prossimi cinque anni perché poi ci sarà una verifica che prevede anche la possibilità di una interruzione della gestione qualora non ci siano i risultati previsti dalla convenzione.
Ritengo di condividere questa proposta fatta dalla Giunta perché, ricordo, non è un atto fatto da ambientalisti di Jesi o di Falconara Alta o di Macerata, dunque qui si contesta anche la capacità degli Uffici di realizzare proposte a norma di legge. Se fosse così qui dentro potremo contestare tutto, soprattutto dai banchi della maggioranza.
Come Consigliere di maggioranza, che ha approvato il 99% delle proposte fatte da questa Giunta, ho sempre condiviso l’impostazione degli Uffici e non ho mai messo in discussione il fatto che possano proporre una cosa illegale. Quindi sia per una questione di merito che per una questione di forma mi sento di condividere totalmente questo atto.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Su questo atto sono stati presentati degli emendamenti – come già detto - non tanto perché questa riserva naturale è nel territorio di Jesi, ma perché essendo in questo territorio ho potuto seguire precedentemente l’iter amministrativo e in un certo senso anche certe forzature di carattere politico che su questo atto si sono verificate fin da quando si è iniziato il discorso della gestione, della realizzazione dei percorsi o altro.
Lo ha detto poco fa il Consigliere Binci nel suo intervento appassionato di difesa di questo atto, quando ha detto che in fin dei conti questa area l’ha fatta il Wwf, l’ha gestita il Wwf, ci ha investito il Wwf, quindi è vero – e dico più di quello che avrei voluto dire - che si tratta del Wwf, ma guarda caso nel momento in cui si parlava di questi problemi l’Assessore regionale era verde, l’Assessore cittadino era verde, il tecnico era verde, ecc..
Quindi, dicevo, è partita come un’operazione che doveva avere un certo settore di carattere politico e su questo si doveva andare avanti, nonostante ci fossero da altre parti non contrarietà per questa area protetta, ma contrarietà rispetto a questa procedura.
Al di là di tutto questo andiamo ora alla proposta in esame oggi, lasciamo perdere il passato anche se comunque serve per guardare il presente.
E’ vero, come diceva il Consigliere Binci, che la legge regionale prevede che sia la Regione a stabilire il soggetto gestore e questo nessuno lo mette in dubbio, ma è anche vero che se andiamo a vedere gli altri enti gestori degli altri parchi sono in gran parte soggetti pubblici, Comunità montane, Provincia o Comune. Quindi a questo punto ha anche un senso se c’è un soggetto di carattere pubblico-istituzionale che la Regione decida e nel momento in cui decide di attivare dei parchi o delle aree protette, di stabilire anche chi debba essere il soggetto gestore. Però già il fatto che qui sia stato stabilito il bando qualche cosa dice, altrimenti già in prima battuta la Regione avrebbe stabilito chi doveva gestire.
Seconda osservazione. Ci troviamo ad approvare una proposta di atto amministrativo, che riguarda la modifica di una deliberazione precedente, a tempi scaduti, cioè il bando scadeva in dicembre e oggi in febbraio approviamo la proposta di atto amministrativo che modifica i termini del bando. Ci viene detto, ovviamente, che i tempi sono molto lunghi e che quindi non ci sono i tempi per, allora dico che questo atto per me non doveva arrivare a dicembre ma almeno sei-sette mesi prima della scadenza del bando. Anche questa è una cosa che dal punto di vista procedurale amministrativo non è al top.
Terzo punto. Abbiamo parlato di soggetti di carattere pubblico, quindi per me va bene quando il soggetto è pubblico, e non dico che il pubblico funziona meglio del Wwf o del privato, nessuno qui dentro ce l’ha con il Wwf, qui parliamo di trasparenza e di procedure amministrative che è un’altra cosa. Quindi, dicevo, siccome sia questa fase che quelle precedenti sono state gestite da un’associazione privata, con finanziamenti anche abbastanza consistenti per la segnaletica e per altro, probabilmente anche per questo era stato fatto il bando.
Sono convinta che questa proposta vada bene dal punto di vista amministrativo e legislativo, non penso che possa essere in qualche modo impugnata, però mi chiedo se poi possa andar bene dal punto di vista etico. Se un atto come questo fosse stato fatto in un Comune credo che il ricorso al Tar sarebbe stato immediato quindi il Comune avrebbe perso. Perché se si fa un bando per trovare un soggetto che gestisce per tre anni, poi lo stesso soggetto che ha vinto e che ha gestito per tre anni si trova a gestire per ventitre anni con un bando che prevedeva un tempo di tre anni, mi pare che ce ne corre! Si potrebbe anche dire che forse anche qualcun altro si sarebbe presentato al bando sapendo che c’erano ventitre anni di gestione. Potrebbe non essere così, ma potrebbe anche essere il contrario, quindi a me sembra che si siano in un certo senso cambiate le carte in tavola.
L’altra osservazione che viene fatta, quindi, è che nessuno ha partecipato, ma bisogna vedere come i bandi vengono fatti perché a volte non si partecipa perché i bandi sono tali affinché sia difficile per altri soggetti poter partecipare.
Chi gestisce ha la piena disponibilità e può stabilire persino il regolamento, quindi ha praticamente carta bianca, pertanto visto proprio perché diamo un compito molto importante secondo me sarebbe opportuno venisse fatto attraverso un nuovo bando.
Nell’atto è stato anche cancellato il discorso di carattere economico. Un’oasi è sicuramente a difesa delle specie protette animali e vegetali, ma è anche vero che può essere vista in maniera più blanda – nel resto dell’atto si riporta – come una situazione di carattere economico.
Se si fa un nuovo bando potrebbe essere presentato un progetto diverso, più ricco, perché se si tratta di gestire questa riserva per dieci anni più altri dieci sicuramente il tempo per la presentazione di un progetto esiste.
Tra l’altro in questo atto è stato tolto il fatto che si debba fare una programmazione ed anche per questo mi chiedo il perché. Di anno in anno, di giorno in giorno, chi gestisce decide quello che deve fare o è giusto invece che si faccia una programmazione generale considerando che il tempo è tanto lungo, quindi si possa sapere da dove si parte, da dove si arriva, in che tempo e in che termine?
Quindi questi sono i motivi per cui, a mio avviso, è necessario riproporre un bando ed è per questo che ci sono gli emendamenti.
Non sono contraria che possano essere dieci più altri dieci anni, perché sono d’accordo che la gestione di una riserva, soprattutto se si vogliono fare degli investimenti o anche un progetto di sviluppo, debba essere lunga, però non si può passare da un bando fatto per tre anni ad una gestione che diventa di ventitre anni come se niente fosse. Si deve fare un bando serio in cui si chiede un progetto che guardi nel termine di venti anni le varie fasi di questa gestione e poi chi vince per venti anni gestisce.
Non vedo la drammaticità di proporre un bando, mi sembra assurdo che ci si straccino le vesti semplicemente perché si propone questo, e nessuno è contrario se vince il Wwf. Credo che avendo venti anni a disposizione chi vince possa fare un progetto integrato, parlando anche con altre associazioni, vedendo il settore di carattere turistico e anche pensando a una presenza più forte di quella che c’è. Perché è vero che le scolaresche vanno a visitare l’oasi del Wwf e tornano a casa con chili di depliants, però si può pensare che oltre alle scuole o poco altro, con il tempo per fare un progetto di sviluppo anche per ulteriori presenze in quella zona, si possa sicuramente ottenere un risultato anche migliore e non dico che sia peggiore proprio a dimostrazione che nessuno ce l’ha con il Wwf quindi con quello che è stato fatto fino ad ora.
Quello che a me non piace sono le furbizie o le forzature.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Brevi considerazioni perché le questioni poste rispetto all’applicazione della legge, alla trasparenza e anche al rigore amministrativo non sono peregrine.
Pochi minuti fa abbiamo discusso di una gara di appalto discutibile, su 10 milioni di euro per la pulizia di tutte le scuole delle Marche si è avuto un ribasso di quasi il 30% e questa gara è avvenuta con meccanismi, tra virgolette, regolari.
Quindi noi dobbiamo essere molto attenti nell’applicazione delle leggi che investono il danaro pubblico e da questo punto di vista la legge pone la possibilità di gestione a soggetti privati, siano essi singoli o associazioni come nel caso di cui parliamo.
Tuttavia questa possibilità non dà un diritto esclusivo, deve essere gestita all’interno delle necessarie verifiche e secondo noi portare questa possibilità a dieci anni è del tutto eccessivo, è fuori luogo, perché rischia di non far fare le necessarie verifiche. Ed anche se non è il caso di cui parliamo, dove tutte le associazioni in verità sono state coinvolte e oggi possiamo dire che il Wwf fa la sintesi di tutta questa realtà che esiste, non dobbiamo parlare per via puntuale di un caso, ma della generalità.
Questo perché la legge deve essere generalista, quindi la verifica congrua si deve fare in un lasso di tempo minore e non in dieci anni. Andava bene anche prima ma, secondo me, sarebbe opportuno portarla all’interno di cinque anni.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Badiali.

Fabio BADIALI. Oggi stiamo affrontando questo atto amministrativo che gli uffici hanno predisposto.
In una determinata parte lo condivido, quella che semplifica e dà economicità alle azioni amministrative, nonché per quanto riguarda la funzionalità e la continuità della gestione dell’area protetta. Però reputo, come altri Consiglieri che mi hanno preceduto, che per la continuità della gestione ci debba essere chiarezza, una chiarezza che si fa con un bando pubblico che mette tutti nelle stesse condizioni di poter partecipare, senza togliere niente al Wwf, non è questo il mio obiettivo, che bensì è quello di riportare quell’etica, quella normalità all’interno delle regole.
Nel 2003 è stata fatta una gara pubblica per individuare il soggetto gestore e dove sono stati messi requisiti molto rigidi, vi ha partecipato solamente il Wwf e tale gara è stata assegnata per tre anni. Niente in contrario, però vedo che le risorse vengono impegnate nell’Oasi Ripa Bianca. Non contesto le risorse, anzi, più ce ne sono e meglio, perché occorrono risorse economiche se vogliamo fare le aree protette e se vogliano gestirle e farle vivere nel miglior modo possibile, servono sia per la capacità che per lo spirito di aggregazione di chi le gestisce, come per esempio il volontariato. Qui però si parla di risorse che vanno da 210 a 220 mila euro l’anno, una metà per spese correnti e una metà per investimenti. L’Italia ha recepito la normativa europea n. 163 del 2006, che è il codice dei contratti pubblici, che dice che al di sopra di certe cifre ci vuole una gara di appalto – mi sembra di ricordare che sia al di sopra dei 200 mila euro l’anno –, anche se si parla di forniture, servizi e lavori pubblici, questo è in base alla legge n. 257 del 1995 che è stata poi trasformata con il d.lgs. n. 163 del 2006, di cui ho detto prima.
Se qui parliamo per tre anni già di 670 mila euro, per dieci anni significano 2 milioni e 200 mila euro che rinnovabili per altri dieci anni andremo oltre 4 milioni e mezzo di euro. Quindi io non ce l’ho con chi ha gestito fino ad oggi, che potrebbe farlo ancora, ma bisogna che ci mettiamo in regola con la normativa. Non possiamo dire che da una parte si può fare tutto e dall’altra non si può fare niente.
Faccio un esempio, un asilo nido di un comune di 3.500 abitanti era gestito da una cooperativa che per venti anni ci costava 40 mila euro l’anno, era una gestione mirata e precisa, ma abbiamo dovuto fare la gara, non si poteva dare più l’affidamento e ora ci costa 120 mila euro, quindi ci costa di più. Questo per dire che non sono favorevole sempre alla gestione attraverso gare pubbliche perché so che a volte vanno ad aumentare i costi, però questa è la legge e noi in quanto legislatori dobbiamo rispettare le leggi che gli altri ci hanno imposto, in questo caso sono lo Stato italiano e la Comunità europea.
Adesso fare subito la gara non è possibile perché si doveva fare prima che scadesse, quindi sono per una proroga. Nel mio emendamento ho messo una proroga di tre anni, ho scelto questo termine non perché me lo sono inventato, ma perché è il tempo con il quale il Ptrap, cioè lo strumento regionale, mette a disposizione le risorse. Allora visto che il termine è scaduto adesso, proroghiamo per altri tre anni la gestione al Wwf e poi si farà la gara d’appalto per dieci anni, che sicuramente con le competenze, con le capacità, con tutte le questioni che ci sono, sarà sempre il Wwf a gestire. Questo però farà sì che lo potrà fare con serenità, con tranquillità e con regolarità. Quindi saremo più convinti noi e sicuramente sarà più attenta la gestione del Wwf.
E’ stato detto che altri parchi regionali sono gestiti da privati, non è vero, sono gestiti tutti da enti pubblici perché il Consorzio del Conero è totalmente pubblico, l’Ente parco San Bartolo è completamente pubblico, il Sasso Simone e Simoncello e la Comunità montana Esino-Frasassi lo stesso.
Non si deve pensare che c’è un accanimento verso il Wwf, che rispetto e stimo per tutto quello che fa, ma è soltanto per riportare la questione all’interno di una regolarità. E’ per questo ho fatto la proposta di proroga dei tre anni, dove posso anche accettare mediazioni oppure posso fare anche la proposta di rinviare questo atto per poterlo discutere più approfonditamente e riportarlo al prossimo Consiglio.

PRESIDENTE. Ha la parola per la replica l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Innanzitutto vorrei tranquillizzare i Consiglieri che sono intervenuti relativamente alla legittimità dell’atto, perché né l’Assessore, né l’Assessorato, né il Servizio porterebbero mai in Giunta e in quest’Aula un atto che non rispondesse ai canoni della legittimità.
E’ del tutto evidente che si tratta di una scelta politica e se questo è bisognerebbe anche capire le motivazioni che muovono questa determinata scelta.
Relativamente al rispetto delle regole con il sottoscritto sfondate una porta aperta. Che nella gestione dei servizi si debba tener conto di quella che è la normativa esistente, come veniva qui richiamata, e che quindi gli stessi debbano vedere un atteggiamento consono, che è quello dell’addivenire ad una gara, non ho alcun dubbio. Questo vale per tutti i servizi che la Regione Marche ha.
Però qui siamo di fronte ad una situazione completamente diversa, nel senso che non possiamo addurre le motivazioni che ho ascoltato e che valgono, ripeto, per altri servizi e a questo tipo di servizio. Bisognerebbe capire qual è stata la storia della Riserva di Ripa Bianca. Credo di conoscerla abbastanza bene se non altro per il fatto che è stata la prima riserva naturale che è stata adottata dopo la mia nomina ad Assessore regionale all’ambiente, per cui delle tre riserve di cui ho gestito l’iter questa è stata la prima.
Come dimenticare il fatto che dal 1997 questa riserva muove i suoi primi passi per l’impegno, per l’atteggiamento e per la volontà precipua avuta dal Wwf rispetto a questa questione. Non ho alcun dubbio a dire che se non fosse stata per questa organizzazione ambientalista tale riserva in questa regione non ci sarebbe stata. Non possiamo far finta che le cose non stiano così, non possiamo non tener conto di tutto un iter che vi è stato da dieci-undici anni a questa parte, in ragione di un qualche atteggiamento virtuoso, al quale non voglio sfuggire, e che quindi bisognerebbe cambiare strada e buttar via il bambino con l’acqua sporca. Noi rischiamo di fare assolutamente questo.
Ho visitato diverse volte l’Oasi di Ripa Bianca e devo dire che al di là del contratto che lega l’Amministrazione regionale e dei pochi quattrini che destiniamo – perché possono sembrare tanti relativamente a un percorso legato ai dieci anni, ma sono assolutamente pochi se riportati all’annualità divisa in fondi per investimenti e fondi correnti –, se non fosse stato per l’impegno e per la passione – dico queste cose perché stanno esattamente così – probabilmente un contratto rispettato fino all’eccesso non ci avrebbe consentito di fare le cose che facciamo. Perché se questa riserva oggi è quella che è – vi invito ad andarla a visitare – noi lo dobbiamo non tanto a un rapporto contrattuale che abbiamo con il Wwf Italia, ma perché all’interno di quel contratto c’è un qualcosa che va al di là delle regole contrattuali e che si lega molto di più alla passione con la quale è stata gestita quest’area.
La zona in cui vengono ospitati animali selvatici, animali che vengono recuperati perché feriti e in condizioni difficili e che poi vengono ritornati alla natura circostante, non è un qualcosa che lega direttamente un rapporto tra la Regione Marche e il Wwf, è un qualcosa che sta nel cuore, nell’animo e nella passione di chi sta lì, sì, a svolgere un ruolo e un lavoro, ma sta lì anche perché in quel ruolo e in quel lavoro non si aspetta solo ed esclusivamente la giusta mercede dell’operaio, ma si aspetta anche un riconoscimento di una sua passione, di alcuni suoi ideali che sono ideali ambientalisti.
Non ho difficoltà a ricordare, non tanto per spezzare una lancia, perché questa è la storia delle riserve e dei parchi naturali d’Italia, che nel passato parlammo addirittura, in occasione della trasformazione del Consorzio parco del Conero in ente, della possibilità che una gestione venatoria potesse gestire e avesse lo stesso titolo di un’associazione ambientalista. Fortunatamente non è passato, certo io non avrei mai accettato di diventare lo zimbello d’Italia, comunque questa è una cosa assolutamente diversa da quelle che sono le motivazioni iniziali per cui questa storia è iniziata nel nostro paese.
Non è un caso che l’unico che interviene su questa questione, e non solo per difendere un suo uomo o la sua organizzazione, è Fulco Pratesi che come Presidente onorario nazionale di Wwf Italia interviene direttamente, questo perché dall’altra parte c’è una funzione che è quella e non è un’altra.
Quindi la questione dei dieci anni è legata a questa capacità, a questa possibilità di dare continuità a ciò che si sta facendo. Io sono qui a difendere un atteggiamento che ho tenuto e ve ne sto spiegando le motivazioni. E’ del tutto evidente che sarò rispettoso nei confronti di ciò che l’Aula alla fine deciderà, però vi assicuro che soluzioni diverse da queste sarebbero innanzitutto più dispendiose, di questo ne sono certo perché non c’è nessuno che è disponibile a lavorare oltre dieci ore al giorno, che è disponibile, senza contrattualizzarlo, a lavorare il sabato, la domenica, come è stato fatto fino ad oggi, anzi, in una condizione diversa che risponde solamente a bando, probabilmente ci troveremmo di fronte ad una situazione in cui si dirà “questo è il capitolato e a questo mi attengo”.
Per gestire una riserva non basta solo una ragione contrattuale, ma serve una grande passione che la si conquista solo se questa passione è quella che ha determinato lo svolgere dei fatti, lo svolgere degli eventi in tutti gli anni che ci separano da questo percorso che è stato fatto in tutta Italia. Debbo riconoscere che questo percorso in tutta Italia è tale perché, al di là degli atteggiamenti tenuti in queste Aule, c’è stata una organizzazione come il Wwf Italia che su questa battaglia si è spesa.
Quindi la motivazione politica è il giusto riconoscimento di un lavoro svolto e mi auguro che sia un lavoro che si possa svolgere ancora con tranquillità, perché la continuità dell’azione è anche quella che dà la possibilità di svolgere un ruolo che alla fine dà dei risultati.
Vi invito a visitare - così ho iniziato e così chiudo - l’Oasi di Ripa Bianca e a vedere se le cose che ho detto in quest’Aula rispondono o no alle motivazioni che mi hanno portato a proporre alla Giunta un atto di siffatta natura.

PRESIDENTE. La discussione generale è chiusa, passiamo alla votazione degli emendamenti.
Emendamento n. 1 a firma Mammoli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Sub-emendamento n. 02 a firma Comi. Ha la parola la Consigliera Mammoli.

Katia MAMMOLI. Qui ci sono stati vari interventi anche di carattere diverso, pur nella richiesta di modifica rispetto alla proposta di legge, quindi gli emendamenti portano delle proposte diverse l’una dall’altra.
C’è un mio sub-emendamento (02 bis) in cui propongono un anno. Partiamo da concetti diversi, io chiedo la trasparenza amministrativa, quindi dico che entro un anno è possibile fare un bando di gara, e per chi vince per me va bene che rimanga dieci anni più altri dieci. Dire tre o cinque anni significa che non c’è continuità di gestione, che interrompiamo il percorso e che poi potrebbe essere qualcun altro. Alla fine tutelo più io il Wwf che qualche altro emendamento. Il mio è per la trasparenza amministrativa.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. In merito a questi due sub emendamenti collegati, non intendevo dire che qualcuno in modo illegittimo ha presentato questo atto in Aula, non voglio dire che qualcuno stesse producendo contro legem un atto, tutt’altro, voglio dire che comunque, proprio perché è una interpretazione della legge che ha dato avvio a questa proposta di deliberazione, si sottoporrà quasi sicuramente a dei ricorsi. Perché quella passione civile e ambientale, che il Wwf indubbiamente mette nella sua attività, la mettono anche altre associazioni che sono regolarmente iscritte al registro regionale – me ne vengono in mente almeno una dozzina – che a pieno titolo potrebbero continuare la buona attività fatta dal Wwf fino adesso.
Ecco perché la trasparenza, quindi il finto tecnicismo della trasparenza dovuto al bando, in realtà garantisce alla Regione di non fare una figuraccia davanti ad altri soggetti che sono ampiamente legittimati quanto il Wwf.
Ecco perché ho chiesto il ritiro, ma se proprio vogliamo trovare una soluzione unitaria, una soluzione utile soprattutto per chi ha lavorato, di cui nessuno disconosce l’operato, e garantire l’immagine, il decoro e la figura della Regione Marche, troviamo una soluzione mediana magari prolungando di un anno, ma non di più, per tutti i ragionamenti fatti dal collega Badiali. Perché qui comunque diamo qualche milione di euro dei contribuenti e cittadini marchigiani a una associazione onlus.
Ecco perché dobbiamo salvaguardare il pubblico interesse con la massima trasparenza dicendo ai cittadini che è vero che non c’è un bando pubblico, ma che abbiamo monitorato, che sappiamo che lavorano bene, che è giusto che sia data la possibilità ad altre associazioni, ma che non ci sono i tempi per fare questo bando per cui diamo una proroga di un anno.
Mettiamo in condizione tutti di sapere di questo bando, con tutti gli strumenti previsti per legge, proroghiamo al massimo e non oltre di 365 giorni, però poi che avvenga questo bando a cui possano partecipare tutti gli aventi diritto, quelli magari che sono iscritti nel registro regionale.
Non mi sembra una clamorosa richiesta, mi sembra una soluzione equilibrata che innanzitutto va a salvaguardare il territorio e poi anche la storia di questa associazione onlus Wwf, di cui nessuno vuole disconoscere il suo valore sociale e ambientale, però cerchiamo di dare a tutti, ripeto, gli stessi indirizzi e le stesse opportunità. Tanto più se la Regione si espone di fronte ad un atto che, come è stato giustamente detto, è un atto politico, ma che comunque non ci deve sottrarre da ogni possibilità di ricorso e di impugnazione di questo tipo di provvedimento, altrimenti non avremmo fatto un servizio ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Altomeni.

Michele ALTOMENI. Una precisazione rispetto all’intervento del Consigliere Silvetti. Lui dice che questo atto corre il rischio di essere impugnato perché ci sono altre associazioni, ecc.. Sulla possibilità di essere impugnato sul piano formale ha risposto già l‘Assessore, gli uffici hanno fatto le verifiche quindi non ho motivo di dubitare, ma sulla sostanza di quello che Silvetti dice, cioè sul fatto che ci sono altre associazioni che possono gestire richiamo quanto detto in conclusione dell’illustrazione dell’atto. Ossia che l’atto in bozza, così come formulato, quindi con l’affidamento al Wwf di dieci anni più dieci è stato sottoposto a tutte le associazioni ambientaliste presenti sul territorio e riconosciute a livello regionale per chiedere un parere, e non è arrivata agli uffici alcuna contrarietà o diversa segnalazione. In quella fase le associazioni avrebbero potuto dire: “no, non ci sta bene, mettetela a bando perché diversamente da tre anni fa, quando nessuno di noi partecipò, oggi noi, associazioni ambientaliste abbiamo cambiato idea e vogliamo partecipare”. Quindi lo avrebbero potuto dire, ma non l’hanno fatto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Comi.

Francesco COMI. Il sub emendamento proposto va alla ricerca di una verosimile mediazione per cercare di trovare una soluzione. E’ necessario, però, fare anche alcuni chiarimenti, perché rischiamo di aprire un dibattito e di seminare insinuazioni e sospetti quando questi possono essere superati bene attraverso un’adeguata informazione.
Nella regione Marche la gestione delle riserve naturali avviene più o meno nello stesso modo. Ci sono tantissimi e diversi soggetti che gestiscono le nostre riserve e i parchi, da soggetti pubblici, a fondazioni, ad associazioni. Quindi una gestione eterogenea e per nessuno di questi – parlo almeno per i privati – è stata prevista una procedura di evidenzia pubblica. Perché? Perché c’è stata una violazione di qualche norma di trasparenza? No, è perché semplicemente l’istituto in questione non è quello dell’appalto di servizi, ma è cosa diversa. Non è appalto di servizi perché noi non mettiamo a disposizione risorse certe per la gestione di un servizio, ma individuiamo un soggetto gestore che poi dovrà di volta in volta ricercare le risorse attraverso i canali che ci sono.
Questo non è l’istituto dell’appalto dei servizi, quindi tutti i sospetti, seppur legittimi, sono determinati da un errore di valutazione, che non noi politicamente, ma gli uffici della Regione hanno fatto da un’analisi comparata. Se così non fosse, perché allora non richiede la procedura di evidenzia pubblica anche per l’individuazione del soggetto gestore, ad esempio, dell’Abbadia di Fiastra? Questo lo dico perché magari domani a Tolentino tutti potrebbero immaginare di potersi proporre in una procedura di evidenza pubblica per questa finalità. Così non è perché le risorse non certe che ci sono non offrono a tutti la possibilità di concorrere a questo rischio.
La proposta di cinque anni è una proposta che cerca di adeguarsi agli strumenti di programmazione vigenti dai quali attingere risorse. I fondi comunitari hanno una programmazione fino al 2013, quindi quanto meno abbiamo un orizzonte certo all’interno del quale consentire a chi gestisce una programmazione delle risorse.
Questo emendamento dei cinque anni tra l’altro va di pari passo con l’emendamento successivo dove si dice che la gestione è demandata ad un organismo privato di riconosciuta capacità organizzativa e competenza mediante procedura di evidenzia pubblica. Quindi anche questo secondo comma rischia di entrare in crisi secondo questa architettura.
Pertanto chiedo alla struttura del Consiglio regionale, piuttosto che alla politica, di fare chiarezza perché almeno non si usino argomenti giuridici infondati per sostenere tesi politiche sia pure legittime.

PRESIDENTE. Sub emendamento n. 02. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Sub emendamento n. 02 bis a firma Mammoli. Decaduto.

Emendamento n. 2 a firma Badiali, così come subemendato. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approvato)

Emendamento n. 3 a firma Badiali, che ha la parola.

Fabio BADIALI. E’ decaduto il mio primo emendamento che parlava di tre anni, è decaduto quello a firma Mammoli, è stato approvato il sub emendamento che parla di cinque anni. Quindi questo va bene.
Per quanto riguarda questo mio emendamento n. 3 chiedo che dopo il comma 3 dell’articolo 3, venga inserito il comma 3 bis: “Decorso il termine di cui al comma 1 – che non sono più i tre anni che dicevo io, ma sono cinque anni – la gestione della riserva è demandata ad un organismo di carattere privato di riconosciuta capacità organizzativa e competenza, individuato mediante procedura ad evidenza pubblica”. Quindi dopo i cinque anni bisogna andare a gara. L’accordo era su questo.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani

Marco AMAGLIANI. Mica dobbiamo mettere le brache al mondo! Nel senso che dobbiamo decidere per questa Amministrazione regionale. Noi siamo partiti da una proposta che prevedeva i dieci anni, siamo arrivati con un compromesso – è bene dircelo – ad una proposta che fissa in cinque anni, lasceremo poi alla prossima Giunta regionale e al prossimo Consiglio regionale di decidere ciò che vuole. E’ per questo che dico di non accogliere l’emendamento e non per altro. Visto che, ripeto, non saremo noi a decidere, lasciamo decidere a chi in quel momento si troverà nella condizione di poterlo fare. E’ per questa motivazione che voterò contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Siccome c’è una sorta di confusione che non mi convince, faccio una dichiarazione di voto sull’emendamento Badiali, pertanto come gruppo dichiaro il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Silvetti.

Daniele SILVETTI. Anche il gruppo di alleanza nazionale accoglie favorevolmente questo emendamento.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 4 a firma Mammoli, che ha la parola.

Katia MAMMOLI. Questi ultimi emendamenti avevano un senso se si doveva presentare un bando e quindi un programma, per cui li ritiro.

PRESIDENTE. Emendamento n. 4. Ritirato.

Emendamento n. 5 a firma Mammoli. Ritirato.

Emendamento n. 6 a firma Mammoli. Ritirato.

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il Consigliere Silvetti per dichiarazione di voto.

Daniele SILVETTI. Il regalo che doveva fare il Wwf a chi votava favorevolmente questa proposta sarà forse un pochino più piccolo visto che non ha ottenuto tutto quello che voleva. E’ comunque assolutamente vergognoso, lo ribadisco, il modo con cui si è arrivati a questo tipo di votazione. Sono contento che in qualche modo parte della maggioranza ha se non altro sanato un vizio di fondo, un vizio sicuramente politico, non si può lasciare segmenti del territorio senza alcun tipo di regola…

PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia, la votazione sugli emendamenti c’è stata, un po’ di rispetto almeno tra di noi, sta parlando un Consigliere, ascoltiamolo.

Daniele SILVETTI. Grazie Presidente, io sono rimasto fino alla fine nonostante i miei colleghi abbiano fatto una protesta che condivido, ma che per senso di responsabilità, essendo relatore di minoranza, sono rimasto.
Solo in parte sono soddisfatto per come si è conclusa questa votazione. Per cinque anni questo territorio verrà gestito con risorse pubbliche, in modo assolutamente svincolato da quelle che sono le normali e legittime modalità, e proprio perché non c’è da parte mia alcun tipo di prevenzione, ritenevo necessario quanto prima normare e regolamentare questo sistema. Non si è voluto dar seguito a questo tipo di proposta quindi mi sento solo in parte soddisfatto ed è per questo sulla votazione di questa proposta mi asterrò.

PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore Amagliani.

Marco AMAGLIANI. La cosa che non accetto, Consigliere Silvetti, è questa, non è che per cinque anni verrà gestita una cosa non si sa bene come o non si sa bene da chi, si sa bene da chi e si sanno bene anche su quali presupposti. Perché noi abbiamo votato in quest’Aula un Ptrap che dà delle indicazioni precise rispetto a come si gestisce un’area e dà anche delle indicazioni rispetto alle quali vengono trasferiti i fondi e se non stai dentro questi criteri e dentro quelle impostazioni tu i fondi non li vedi proprio. Per cui noi abbiamo fatto una scelta che è, ripeto, politica e del tutto legittima di affidare per cinque anni al Wwf la gestione di quest’area, dopodichè quest’Aula ha deciso che dopo cinque anni si andrà a bando. Ma pensate davvero che nella stesura di un bando si possa prescindere da chi ha una specializzazione precisa rispetto alle modalità con cui si gestisce un’area?! Ci vogliamo prendere in giro!
La politica, secondo me, è una cosa ancora abbastanza seria, ho detto fin dall’inizio che questa è una precisa impostazione politica ed è del tutto evidente che quando un’altra area politica gestirà questo tipo di settore adotterà tutte le scelte che vuole adottare…

PRESIDENTE. Per cortesia, non serve il battibecco.

Marco AMAGLIANI. In questo caso la scelta è stata precisa, così come è stata precisa anche quella sul secondo punto, anche se io per esempio ho votato contro.
Però penso che non si possa dire che c’è una sorta di zona franca tra le aree protette di questo territorio perché così non è. Perché quell’area è gestita con delle regole precise, con delle indicazioni precise, con dei criteri che vanno seguiti quindi altrettanto legittimamente abbiamo indicato che per cinque anni il Wwf gestirà quest’area.

PRESIDENTE. Proposta di atto amministrativo n. 79, così come emendata. La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)


Proposta di atto amministrativo n. 78
della Giunta regionale
“Programma operativo regionale delle Marche Fondo sociale europeo 2007/2013 - Legge regionale 2 ottobre 2006, n. 14, articolo 6 ”
(Rinvio)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 78 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola il relatore di maggioranza Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Se l’Aula è d’accordo vorrei chiedere il rinvio di questo atto perché ci sono state delle evoluzioni. E’ un atto impegnativo e purtroppo essendo stato male negli ultimi due giorni non ho potuto approfondire.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di rinvio della proposta di atto amministrativo n. 78.

(Il Consiglio approva)

Ora se il Consiglio non decide sulla nomina di cui al punto 7) all’ordine del giorno informo che scatteranno i poteri sostitutivi. Pertanto se di questo ne siamo coscienti, la seduta è tolta.


La seduta termina alle ore 13,00