Resoconto seduta n. 109 del 20/11/2002
La seduta inizia alle 11,10



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 108 del 30 ottobre 2002.



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presente le seguenti proposte di legge:
— n. 151 in data 4 novembre 2002 ad iniziativa dei consiglieri Luchetti e Benatti: «Istituzione dell’Albo regionale delle società di mutuo soccorso ed interventi a tutela del loro patrimonio storico e culturale», assegnata alla I Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 152 in data 4 novembre 2002 ad iniziativa dei consiglieri Avenali, Tontini, Franceschetti, Amati e Mollaroli: «Tutela delle risorse genetiche animali e vegetali del territorio marchigiano», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 153 in data 13 novembre 2002 ad iniziativa del consigliere Viventi: «Modifica alla legge regionale 23 dicembre 1998, n. 44. Interventi a favore delle attività produttive che hanno subito danni in conseguenza della crisi sismica iniziata il 26 settembre 1997», assegnata alla III Commissione in sede referente.



Proposte di legge
(Ritiro)

PRESIDENTE. Il consigliere Viventi ha ritirato la proposta di legge regionale n. 71/01: «Modifica alla legge regionale 23 gennaio 1996 n. 4: Disciplina delle attività professionali nei settori del turismo e del tempo libero».




Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata la proposta di atto amministrativo n. 96, in data 14 novembre 2002, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: «Conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2001 del Consiglio regionale».


Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 244 del consigliere Viventi, «Contributi ad attività produttive per la riduzione dell’attività a seguito dei lavori per la ricostruzione post sisma»;
— n. 245 dei consiglieri Amagliani, Silenzi, Procaccini, Ascoli e Moruzzi, «Ruolo del servizio radiotelevisivo»;
— n. 246 dei consiglieri Favia, Giannotti, Brini, Ceroni, Cesaroni, Grandinetti e Trenta, «Banca delle Marche».



Promulgazione leggi regionali

PRESIDENTE. il Presidente della Giunta regionale ha promulgato, in data 6 novembre 2002, le seguenti leggi regionali:
— n. 20: «Disciplina in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture e dei servizi sociali e ciclo residenziale e semiresidenziale»;
— n. 21: «Integrazioni e modifiche alla legge regionale 25 luglio 2001, n. 17: Norme per la raccolta e la commercializzazione dei funghi epigei spontanei e conservati»;
— n. 22: «Integrazioni e modifiche alla legge regionale 3 aprile 2002, n. 3: Norme per l’attività agrituristica e per il turismo rurale»;
— n. 23: «Modifica delle leggi regionali 17 maggio 1999, n. 10 sul riordino delle funzioni amministrative della Regione e degli Enti locali, 25 maggio 1999, n. 13 sulla disciplina regionale della difesa del suolo, 24 dicembre 1998, n. 45 sul riordino del trasporto pubblico regionale e locale nelle Marche e 12 gennaio 2001, n. 2 di modifica ed integrazione della legge regionale 45/1998».



Nomine

PRESIDENTE. Comunico, altresì, che ho provveduto alle seguenti nomine con i decreti sottoelencati:
— n. 131 in data 4 novembre 2002: «Collegio dei revisori dei conti della Società regionale di sviluppo Marche (SVIM) S.p.a. – due componenti, di cui uno con funzioni di Presidente»;
— n. 132 in data 4 novembre 2002: «Consiglio di amministrazione della Società regionale di sviluppo Marche (SVIM) S.p.a. — tre componenti, di cui uno con funzioni di Presidente».



Deliberazioni inviate dalla Giunta

PRESIDENTE. Comunico che la Giunta regionale ha trasmesso al Consiglio regionale le seguenti deliberazioni:
— n. 1876, in data 29 ottobre 2002: «Art. 39 legge regionale n. 6/2002 – attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regione e gli Enti locali - euro 9.062.738,46»;
— n. 1877, in data 29 ottobre 2002: «Art. 27 della legge regionale 23 aprile 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento dei progetti di formazione dei lavoratori occupati e iscrizione delle relative spese – Legge 53/2002 – euro 945,481,78»;
— n.1913, in data 4 novembre 2002: «Art. 29 della legge regionale 11.12.2001 n. 31 – variazione compensativa al programma operativo annuale 2002 – euro 129.144,22»;
— n.1917, in data 4 novembre 2002: «Art. 27 della legge regionale n. 7/2002 – iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dal rimborso, da parte dello Stato, delle risorse per il finanziamento delle funzioni di cui alla legge 210/92 – indennizzi a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati – trasferite ai sensi del decreto legislativo 112/98 e DPCM conseguenti in materia di salute umana e sanità veterinaria e delle relative spese - euro 1.550.000,00»;
— n.1935, in data 12 novembre 2002: «Art. 27 della l.r. 23.4.02, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione delle quote FSN – parte corrente anni 2000 e 2001 per il finanziamento degli oneri relativi all’esclusività del rapporto di lavoro del personale dirigente del ruolo sanitario e delle relative spese - legge 448/98 – euro 2.169.774,38»;
— n.1936, in data 12.11.2002: «Art.27 della l.r. 23.04.2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento delle iniziative di farmacovigilanza – euro 666.229,40»;
— n.1937, in data 12.11.2002: «Art.27 della l.r 23.04.2002, n.7 -Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per il finanziamento una tantum degli interventi a favore della mobilità ciclistica per l’importo di - euro 2.210.607,88»;
— n.1938 in data 12.11.2002: «Art.27 della l.r. 23.04.2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dall’assegnazione di fondi dallo Stato per il cofinanziamento del programma regionale INFEA Marche 2002-2003 euro 609.911,00»;
— n.1939 in data 12.11.2002: «Art. 4 comma 2 della l.r. 23.04.2002, n.6 – Reiscrizione nel bilancio di previsione dell’anno 2002 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione - euro 41.642,76»;
— n.1940, in data 12.11.2002: «Art. 29 della l.r. 11.12.2001, n.31 – Variazione compensativa al Programma operativa annuale 2002 - euro 147.000,00»;
— n.1941, in data 12.11.2002: «Art. 20 comma 3 della l.r. 11.12.2001, n.31 – Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie inerenti interessi sui mutui – euro 45.000,00»;
— n.1942 , in data 12.11.2002: «Variazione al piano finanziario riguardante le azioni strutturali nel settore ittico a valere sullo SFOP 2000/2006 - euro 127.908,00»;
— n.1943, in data 12.11.2002: «Art. 27 comma 1 della l.r. 23.04.2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti dal pagamento del permesso di raccolta funghi – euro 101.345,20»;
— n.1944, in data 12.11.2002: «Art. 39 della l.r. 23.04.2002, n.6 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti delle UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali - euro 2.494.490,00»;
— n.1945, in data del 12.11.2002: «Art. 39 della l.r. 23.04.2002, n. 6 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti delle UPB degli stati di previsione del bilancio per l’anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali»;
— n.1946, in data 12.11.2002: «Art. 39 della l.r. 23.04.2002, n.6 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2002, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali- euro 2.456.113,79 – Modifica denominazione dei capitoli 20101004 e 20701801 e riduzione dei relativi importi di euro 2.757.570,51»;
— n.1947, in data 12.11.2002: «Art.27 della l.r. 23.04.2002, n.7 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2002 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per attuazione 5° censimento generale dell’agricoltura - euro 2.028,60 – Rettifica DGR n. 1767 e n. 1769 dell’8.10.2002».




Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Melappioni, Ciccioli e Spacca.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Chiedo l’iscrizione e la discussione, magari nella prossima seduta, della mozione n. 245 presentata in data 13.11.2002 con all’ordine del giorno il ruolo del servizio radiotelevisivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. Per esprimere la valutazione se anticipare o no la mozione rispetto a tutte le altre che sono iscritte, dovremmo un minimo conoscere o vedere illustrati tre punti qualificanti della mozione stessa e degli scopi che si prefigge, perché altrimenti come facciamo a dire che ha priorità rispetto a tanti altri documenti che pure sono importanti? Io ho in mente una sfilza di mozioni che hanno un’urgenza estrema, a mio avviso. Se voi ritenete che questo sia un passaggio importante, diteci almeno perché dobbiamo anticiparlo. Nei contenuti potrebbe anche darsi che ci ritroviamo, Presidente, ma siccome non li conosciamo neppure, come facciamo a dire che si anticipa al 28?

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

MARCO AMAGLIANI. Le motivazioni della richiesta d’iscrizione d’urgenza di questa mozione, stanno nel fatto che in essa anzitutto si parla di un fatto specifico accaduto, non per la sede dove è avvenuto, ma per come lo stesso è stato trattato dal sistema radiotelevisivo nella nostra regione e siccome questo argomento è stato anche oggetto di discussione all’interno della Conferenza dei presidenti di gruppo a cui le vostre forze politiche erano presenti, così come era presente lo stesso caporedattore del servizio Rai delle Marche, chiedo, come ho chiesto là, che la mozione venga iscritta all’ordine del giorno di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Il consigliere Pistarelli ha sollevato due tipi di problemi. Primo, di conoscere meglio i contenuti della mozione, secondo il modo come trattiamo le mozioni. Il secondo problema, nella prossima Conferenza dei presidenti di gruppo convocata per le 13,30, lo tratteremo e lo affronteremo. Penso per esempio che nella prossima seduta del Consiglio del giorno 28 si può trovare già una risposta a questa che è una necessità. Circa il secondo problema, possono parlare un consigliere a favore e uno contro.
Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intervengo contro la proposta del consigliere Amagliani, così come ho già fatto in Commissione, intanto per sostenere che questa proposta è insostenibile a norma di regolamento, perché non c’è urgenza. Non credo che derivi da un pronunciamento del Consiglio regionale una modificazione di quella situazione. Peraltro, al consigliere Amagliani il direttore della Rai ha già risposto e ci sono, eventualmente, altre strade a cui il consigliere Amagliani può ricorrere.
Questi fatti si sono verificati prima della convocazione del Consiglio, quindi non ricorre quanto previsto dall’art. 27 del regolamento che richiama la possibilità di iscrizione di argomenti di fatti accaduti nei giorni successivi la convocazione del Consiglio. L’altra questione è che questa richiesta è non pertinente rispetto alle competenze del Consiglio regionale. Peraltro mi rimetto alla decisione dello stesso Consiglio regionale in ordine a questo fatto e al senso di maturità politica di questo organismo, che a norma di regolamento deve votare con la maggioranza qualificata.
Questo è un atto di killeraggio politico pilotato da altri, a cui qualcuno dei presidenti di gruppo di questo Consiglio si è fatto carico, nei confronti del nuovo direttore della Rai o, se volete, un atto di intimidazione politica da parte della sinistra nei confronti del direttore della Rai, per indurlo a miti consigli rispetto alla perdita di controllo di un organismo. E’ un atto di sciacallaggio, anche se qualcuno non lo dice, perché in questo modo si intende interferire nelle vicende interne di un partito politico. A qualcuno non interessa parlare della Rai ma interessa parlare di Forza Italia: attenti colleghi, perché se passa questa logica diventa un precedente pericoloso. Vi annuncio che da domani chiederemo di discutere in Consiglio la polemica verbale fra il sen. Duca e il sindaco di Ancona.
Per questi motivi sono contrario all’iscrizione d’urgenza.

PRESIDENTE. Il consigliere Giannotti fa riferimento all’art. 27, mentre invece ci si deve riferire all’art. 119, che recita: “Subito dopo l’annuncio o anche nella seduta successiva, chi ha presentato la mozione può proporre al Consiglio una data per la discussione. L’Assemblea decide, sentita la Giunta e un oratore e uno contro per non più di cinque minuti ciascuno”. Quindi stiamo facendo qualche cosa che è nelle competenze del Consiglio.
Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Ringrazio il Presidente per avere ricordato gli articoli del regolamento. Io non li conoscevo, però la consuetudine di questo Consiglio nel decennio che mi ha visto presente è questa. Giannotti contesta tutto, in maniera anche eccessivamente animata. Consigliere Giannotti e signor Presidente, nessuno vuole intromettersi nelle problematiche o nelle dispute che hanno offeso il Parlamento italiano relative ad un partito, nella fattispecie il partito di Forza Italia. Non è questo l’obiettivo della mozione. L’abbiamo detto alla Conferenza dei presidenti di gruppo, lo ripetiamo qui: il problema è come è possibile che un servizio pubblico che deve informare i cittadini e deve riprendere la problematica, che ha avuto un’eco nazionale e internazionale, nel senso che era la prima volta che nell’aula parlamentare vi era uno scontro fisico tra...

ROBERTO GIANNOTTI. Non è vero. Il Parlamento italiano è pieno di episodi di questo genere.

GIULIO SILENZI. E’ la prima volta che nella storia del Parlamento italiano c’è uno scontro fisico tra due appartenenti allo stesso gruppo. Poi abbiamo assistito anche a scontri fisici in quest’aula da parte di due componenti due gruppi diversi.

ROBERTO GIANNOTTI. Pensa al tuo amico Pajetta!

GIULIO SILENZI. Il compagno Pajetta non è venuto alle mani con un altro compagno. Comunque, io non ti ho interrotto abbi pazienza... Un po’ di stile! Io sto citando un fatto di cronaca, di statistica. Non è mai avvenuto nel Parlamento italiano — così ho letto in tutti i giornali — che è la prima volta che avviene uno scontro fisico tra due appartenenti allo stesso gruppo. Non mi scandalizza, ma non è questo e noi non vogliamo discutere di questo, dell’angolazione del gomito di qualcuno, noi vogliamo discutere del fatto che un servizio televisivo pubblico — non le televisioni private che fanno servizio a pagamento — abbia ignorato il fatto che un evento nazionale e internazionale che ha fatto discutere le tv nazionali, tutti i giornali nazionali sulle pagine nazionali, sia stato del tutto ignorato se non con una comunicazione di pochi secondi dal tg regionale, quando i due parlamentari erano marchigiani e l’origine di quella discussione era marchigiana. Ma un servizio pubblico non può fare questo.

ROBERTO GIANNOTTI. Questa è una bugia: lo sai qual è l’origine e sai qual è il motivo del litigio tra Bertucci e Scaltritti.

GIULIO SILENZI. Sono due parlamentari, di cui uno è coordinatore regionale di Forza Italia: è una notizia o no? Un servizio pubblico doveva non prendere posizione, entrare nel merito, ma comunicare in maniera adeguata ai marchigiani quello che era successo.
Il dubbio è: non è stato fatto perché politicamente si è ritenuto di oscurare questo tipo di servizio? Sarebbe grave. Ecco l’urgenza di discutere del servizio pubblico e dell’edizione regionale, perché se questo comportamento continuasse ci sarebbe un problema informativo per la comunità marchigiana, per cui non si tratta di prendere posizione a favore o contro ma di riportare avvenimenti che hanno un’eco, senza fare piaceri politici alla forza che può essere oggetto di discussione. Questo dice la mozione. Quindi l’urgenza...

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, il regolamento non si rispetta?

GIULIO SILENZI. Giannotti, tutti possono parlare di regolamento, meno tu che sfori in continuazione. Se mi interrompi io vado avanti.

ROBERTO GIANNOTTI. E’ un quarto d’ora che parli...

GIULIO SILENZI. Tu non puoi richiamare il regolamento, perché io te lo richiamerò sempre, tutte le volte che tu lo sfori. Tra pochi minuti si verificherà questa situazione.
L’urgenza è motivata da questo, non dal fatto parlamentare ma dal fatto che il servizio pubblico non può ignorare avvenimenti di questo tipo.
Debbo dire, ad onor del vero, che io ho apprezzato molto il fatto che il nuovo direttore è venuto alla Conferenza dei presidenti di gruppo segnalando sensibilità nei confronti del Consiglio. Debbo anche dare atto che poi sono stati fatti dei servizi dove si sono ascoltate la maggioranza e la minoranza, per cui mi auguro che sia un iniziale incidente di percorso e non una volontà politica. Voglio intenderlo come un iniziale incidente di percorso per la contemporaneità dell’avvenimento e della venuta del nuovo direttore, con l’incontro che abbiamo avuto e le successive decisioni. Quindi la mozione è giusto discuterla con un’angolazione che sia quella della tutela del servizio pubblico che ha l’obbligo di informare sentendo le forze politiche, maggioranza e minoranza, in maniera paritaria.

GILBERTO GASPERI. Presidente, chiedo a nome anche dei consiglieri Pistarelli e Novelli la verifica del numero legale.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla verifica del numero legale.

MARCO AMAGLIANI. Procedo alla chiama:
Donati presente
Favia assente
Franceschetti presente
Gasperi assente
Giannotti assente
Grandinetti assente
Luchetti presente
Martoni assente
Massi Gentiloni Silveri assente
Melappioni assente
Minardi presente
Mollaroli presente
Moruzzi presente
Novelli presente
Pistarelli assente
Procaccini presente
Ricci Andrea presente
Ricci Giuseppe presente
Rocchi presente
Romagnoli assente
Secchiaroli assente
Silenzi presente
Spacca assente
Tontini presente
Trenta assente
Viventi assente
Agostini presente
Amagliani presente
Amati presente
Ascoli presente
Avenali presente
Benatti presente
Brini assente
Castelli assente
Cecchini presente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli assente
D’Ambrosio presente
D’Angelo presente

PRESIDENTE. Sono presenti n. 22 consiglieri, quindi la seduta è valida.
Pongo in votazione la proposta.

Il Consiglio approva



Interpellanza (Svolgimento): «Acquisto del sistema robotico ‘Intuitive Da Vinci’ per oltre un miliardo e mezzo a trattativa privata e senza autorizzazione regionale», Cecchini (71)
Interrogazione (Svolgimento): «Acquisto del sistema robotico chirurgico ‘Intuitive da Vinci’ da parte dell’azienda ospedaliera Lancisi» Novelli (530)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 71 del consigliere Cecchini e l’interrogazione n. 530 del consigliere Novelli.
Ha la parola il consigliere Cecchini per illustrare l’interpellanza.

CRISTINA CECCHINI. In merito all’interpellanza, la risposta è la seguente.
L’acquisto del sistema robotico ci porta direttamente a parlare delle sperimentazioni dentro la sanità delle Marche e alla modalità con cui si fanno gli appalti nella sanità. Questo è un esempio particolarmente significativo, perché nel caso in questione ci sono assenze decisive a livello della decisione. Il parere del comitato etico non è stato dato, è stato chiesto successivamente. Il parere del comitato di dipartimento non c’è stato. Il parere del consiglio dei sanitari non c’è stato, quindi si è proceduto ad un acquisto di una strumentazione sulla base di una dichiarazione del prof. Di Eusanio diversa da quella della Brown School. L’esimio professore avrebbe detto che soltanto presso la casa con la quale si è fatta la trattativa privata ci sarebbe la possibilità di avere un robot all’altezza dei compiti. In verità la Brown School dichiara questo sistema equivalente ad altri, quindi a quello non acquistato, chiamato “Zeus”.
Questa è una prima questione: si arriva a trattativa privata motivando che uno solo era il fornitore italiano, o comunque una sola la casa fornitrice presso la quale si poteva fare l’acquisto.
Il nostro piano sanitario regionale ha delle metodiche codificate e dice che quello è il modo con il quale si intende rapportare gli interventi dentro la sanità, quindi vieta gli interventi sperimentali che dovrebbero essere suffragati da una vera e propria sperimentazione. Sempre a leggere notizie dalla Brown School, si dice che questo è un robot altamente sperimentale, in fase 1 della ricerca, da non usare sugli americani. Questo la dice lunga sulla capacità sperimentale dell’apparecchiatura che è stata costruita. Con questa interpellanza si chiede: qual è il modo con il quale si scelgono le apparecchiature? Qual è il modo con il quale si fanno le sperimentazioni? Noi veniamo da una vicenda tristissima, quella di Pesaro, anche qui senza alcuna soluzione e qui diciamo che soluzioni si intende trovarle anche in questo modo. Inoltre, si vorrebbe sapere quali sono queste regole. Ci troviamo in un momento in cui stiamo per affrontare la discussione sulla spesa sanitaria e sapere che si possono compare a trattativa privata senza abbassare il prezzo attrezzature che possono essere equivalenti la dice lunga sulle nostre discussioni che qualcuno ogni tanto avanza, sui tickets che bisognerebbe ripristinare o su altri tagli che bisognerebbe fare. Invece di pensare di tagliare gli ospedali minori con soli 10-20 miliardi di risparmio o di mettere i tickets che darebbero soltanto 30 miliardi di introito, sarebbe meglio controllare nei beni e servizi quelle forniture, tutte a trattativa privata, senza ribasso relativamente a materiali che possono essere equivalenti ad altri, a minor prezzo. Questo non danneggerebbe le prestazioni diffuse sul territorio.
Per il momento mi fermo qui. Voglio sentire la risposta, perché essendo il Presidente in grado di rappresentare le scelte sanitarie, probabilmente avrà delle indicazioni ben precise su quanto avvenuto.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. L'acquisto del sistema robotico "Intuitive Da Vinci" dalla Ditta AB Medica è avvenuto mediante specifica trattativa privata nel rispetto della legge regionale n. 25/95 concernente norme sui procedimenti contrattuali regionali, con particolare riferimento: all'art. 1, comma 1, che, tra l'altro, stabilisce che per quanto non previsto dalla legge stessa, si applicano le norme del D. lgs. n. 358 del 24.07.92; all'art. 12, relativo alla trattativa privata, al comma 2 in cui viene, tra l'altro, stabilito che per importi superiori a Lire 80.000.000 (Iva esclusa) la trattativa privata è consentita nel rispetto delle speciali discipline contenute in norme comunitarie o in leggi statali e regionali; nel caso in questione si è fatto riferimento al D. Lgs 402/98 relativo a "Modificazioni ed integrazioni al D. lgs. n. 358 del 24.07.1992, recante testo unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture, in attuazione delle direttive 93/36/CEE e 97/52/CE....", art. 8, comma 4, lett. C; all'art. 12, comma 4, con il quale si stabilisce che la delibera a contrattare (nel caso in questione n. 524 del 06.11.2000) deve contenere le motivazioni dell'affidamento a trattativa privata.
Si evidenzia, inoltre, che l'atto di indizione n. 524/2000 non è stato soggetto all'applicazione della norma regionale n. 11 del 07/05/2001, in particolare all'art. 69 che per acquisizioni di beni durevoli di importo superiore a lire 200.000.000 prevede una specifica autorizzazione della Regione Marche, in quanto tale norma è entrata in vigore successivamente all'appalto di cui trattasi
Si specifica, inoltre, che la spesa complessiva per l'acquisto del sistema robotica, pari a lire 2.520.000.000.- (Iva compresa) è stata così finanziata (giusta decisione di aggiudicazione n. 544 del 27.11.2000): £. 1.056.000.000 a carico della consulta tra fondazioni delle casse di risparmio marchigiane; £. 1.464.000.000 mediante l’utilizzo di parte del risultato economico positivo dell’esercizio 1999,i così come illustrato dal direttore generale nella relazione all’approvazione del bilancio di esercizio 1999, di cui alla decisione n. 232 del 27.4.2000, aggiornata con decisione n. 316 del 23.6.2000 ed approvate con deliberazione della Giunta regionale n. 1718 dell’1.8.2000. Si evidenzia, al riguardo, che tale relazione al punto 3, “Descrizione dell’utile di esercizio”, ha indicato, tra l’altro, anche investimenti in tecnologia coerenti con le linee guida di aggiornamento e sviluppo assistenziale contenute nel piano strategico aziendale 2000/2002”.
Per quanto riguarda l’interrogazione, la risposta è la seguente.
Si chiarisce che il costo il costo del sistema robotico 'Intuitive da Vinci' era noto all'Azienda che ha attentamente pianificato il relativo acquisto; le modalità di acquisizione (trattativa privata) sono state attentamente valutate prima sulla base della relazione del responsabile cardiochirurgo (Dr. Di Eusanio) e poi sulla base di una indagine sul mercato svolta da una società esperta nel settore (Hospital Consulting); tutto il progetto è svolto con la piena consapevolezza della Regione, sistematicamente informata di tutti i passaggi; tra gli otto centri che dispongono in Italia della tecnologia robotica, l’azienda Lancisi è quella che al maggio 2002 aveva acquisito la maggiore esperienza in Italia come risulta dagli atti del congresso nazionale dei medici Cardiologi ospedalieri tenutosi quest'anno a Firenze; non si può oggi ritenere l'utilizzo della tecnologia robotica come sperimentale e pertanto il suo utilizzo non richiede l'autorizzazione di un comitato etico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Novelli, per dichiararsi soddisfatto o meno.

SERGIO NOVELLI. Il problema non è quanto sia costato il sistema robotico. Dalla delibera vediamo una serie di cose che destano le nostre perplessità e che non sono assolutamente risolte da queste non risposte.
Questo sistema robotico viene acquistato a trattativa privata con l’affermazione che trattasi di sistema esclusivo, quindi prodotto brevettato fornibile da un solo soggetto si evita la gara.
E’ evidente che se io devo comprare un camion Iveco, il camion Iveco la fa solo la Iveco e lo devo comprare a trattativa privata dalla Iveco, ma i camion li fanno anche la Ford, la General Motors ecc. Nella fattispecie esisteva — e la delibera non ne parla, ma lo dice la relazione del consulente dell’azienda ospedaliera — un altro sistema che aveva prestazioni analoghe, costo inferiore di circa un miliardo di dire dell’epoca e una diffusione molto maggiore rispetto al sistema scelto.
Lei Presidente ha detto che a seguito del convegno di Firenze il sistema “Intuitive da Vinci” aveva una maggiore diffusione in Italia. Questo è contraddetto dagli stessi atti deliberativi che ha richiamato, perché al momento in cui venne acquistato dall’azienda ospedaliera Lancisi era effettivamente utilizzato da due soli ospedali in Italia, tanto è vero che nella comunicazione che l’azienda trasmette credo a lei, si fa riferimento all’impiego in due sole aziende ospedaliere, una di Milano e una di Roma, che hanno ritenuto di acquisire il parere del comitato etico prima di installare l’apparecchiatura, proprio perché essendo sperimentale volevano essere supportate dal fatto che fosse accettabile ai pazienti i rischi di un sistema nuovo. E indicavano all’assessore alla sanità, in data 4 giugno 2000 — credo che all’epoca fosse ancora lei l’assessore alla sanità per l’interim —...

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Non lo ero più.

SERGIO NOVELLI. La comunicazione fu inviata all’assessore Melappioni insediato da qualche giorno: né l’assessore Melappioni, che si sarà trovato colto di sorpresa, né l’assessore Spacca cui fu inviata la comunicazione nel marzo del 2000, risposero alle comunicazioni dell’azienda che diceva “esiste solo in due ospedali. Altri 4 (Milano Humanitas, Chieti, Genova e un altro che non ricordo) stanno per installarlo”. Questi quattro ospedali, hanno veramente installato questo sistema? E se l’hanno fatto, hanno pagato, come noi, il prezzo pieno del sistema? Quello che mi sorprende è che quando io installo un sistema innovativo, sperimentale, che comporta i rischi che la sperimentazione necessariamente comporta, all’azienda che fornisce in Europa questo nuovo metodo non dico fornisco un sistema di cavie, però chiedo uno sconto, perché faccio da rompighiaccio. Si dice “l’azienda ci consente di pagare a rate”. Delle quattro aziende che come noi erano all’epoca in procinto di installare, due non hanno installato e hanno mantenuto lo Zeus che è quello utilizzato in tutta Italia e in tutta Europa, le altre due sembra che abbiano pagato sensibilmente meno di quanto abbiamo pagato noi.
Mi si dice “non l’abbiamo pagato con soldi del bilancio regionale, perché circa metà del prezzo viene coperta da un contributo della fondazione Cassa di risparmio”. Ma sempre soldi sono: avrebbero dovuto essere impiegati per l’acquisto del sistema Zeus e in quel caso sarebbero stati sufficienti. Per l’acquisto del sistema sperimentale si è dovuto integrare con la somma di 1.200 milioni di lire, che erano, è vero, l’avanzo di bilancio della gestione del Lancisi che è l’unica azienda del sistema sanitario in attivo e prima di essere sottoposto a questo macchinario il paziente dovrebbe essere leggermente informato, perché il problema di questa metodologia che è sperimentale, è che nella relazione che correda la proposta di acquisto si fa riferimento al fatto che in America, dove il sistema è stato ideato e introdotto, viene impiegato per il 10% degli interventi. Poiché sappiamo tutti che al Lancisi vengono eseguiti circa 1.300 interventi annui, se effettivamente questo sistema fosse utilizzabile per il 10% degli interventi, avrebbe dovuto essere impiegato circa 100 volte all’anno e anche l’acquisto per alcune migliaia di lire ammortizzato in qualche misura. Il sistema è stato predisposto per l’uso molte decine di volte, effettivamente impiegato pochissime volte. Mi si riferisce che dopo la presentazione della mia interrogazione a luglio e dell’interpellanza della collega Cecchini in agosto, si è fortemente intensificato l’uso del macchinario in questione. Se così fosse, fatti gli scongiuri di rito verrebbe da non fare più alcuna interrogazione, perché non vorremmo intervenire sulle prassi terapeutiche e chirurgiche. Credo che una verifica su questo andrebbe fatta e chiedo anche una verifica sulle condizioni di agevolazione di prezzo che le altre aziende che hanno installato in sperimentazione, hanno ottenuto dall’importatore, perché è evidente che se io faccio il servizio di sperimentazione, non ti devo pagare il prezzo pieno. Questo è venuto in mente a Chieti e a Genova, se non è venuto in mente a noi, peccato. L’abbiamo pagato con l’avanzo di bilancio, è vero, ma quelli non sono soldi trovati per terra, possono anche entrare nel meccanismo delle altre aziende che invece perdono a rotta di collo.
Mi sembra che la decisione della Giunta di non risponderci, non fornendo alcun ragguaglio ulteriore rispetto a quello che già leggiamo nella delibera 644, ponga un problema che vi invitiamo ad approfondire. Noi certamente lo faremo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Cecchini.

CRISTINA CECCHINI. Non sono soddisfatta della risposta data, sia perché si ripercorre la delibera e dalla delibera quelle notizie si evincevano, sia perché la questione del pagare il prezzo pieno rispetto ad altri ospedali che non l’hanno pagato, ci indica una modalità di rapporto fra alcune ditte e acquisti che si fanno nella regione Marche, sui quali lavorare per risparmiare sarebbe una modalità più costruttiva.
La seconda questione riguarda l’applicazione sui pazienti. Alcuni pazienti che vengono sottoposti a questa pratica hanno il consenso informato, ma lei sa bene che la sperimentazione clinica, Presidente, si fonda su presupposti giuridici diversi da quello del consenso informato, cioè le indicazioni del consenso informato non sono rapportabili a chi si sottopone a sperimentazione, ci deve essere un atto di volontà e tanto meno può esservi una firma in pre-anestesia prima dell’intervento.
Rispetto al robot non siamo responsabili dell’uso intensivo con le nostre interrogazioni. Io ho assunto una serie di informazioni che dicono che circa un anno fa è stato chiamato un cardiochirurgo americano, molto esperto della metodica, tale Seetwod che ha portato a termine con successo due interventi. Invece l’équipe del Lancisi ha portato avanti con tecnica robotica, prima dell’arrivo del nuovo consulente dott. Kappler, solo interventi di sostituzione della valvola mitralica, quindi quello che si è compiuto è che si sono aumentati i tempi delle operazioni, si sono aumentati i costi delle operazioni e si è aumentato il rischio per i pazienti, il rischio dell’invasività: si è fatto prima l’intervento con il robot e poi l’intervento normale.
Durante questo periodo in cui è arrivato il prof. Kappler che è stato al Lancisi circa un mese ed è andato via da circa una settimana ci sono stati 15-20 interventi usando il robot, la maggior parte limitati all’isolamento dell’arteria mammaria. Sono servizi per utilizzare un unico vaso e quindi per fare delle sperimentazioni, per far “fare la mano” ai chirurghi. Quindi, rispetto alle due funzioni del robot, quella riguardante la riduzione della ferita chirurgica non si è fatta perché l’intervento è stato esattamente identico, quella di evitare il tremore della mano del chirurgo quando fa l’operazione è un problema che si potrebbe evitare cambiando il chirurgo, qualora fosse questa la ragione per la quale si utilizza il robot.
Ma voglio dirle che è falso quello che si va dicendo circa il fatto che questa tecnica è stata utilizzata per fare interventi di altissima chirurgia. A me risulta che di questi interventi fatti nell’arco dell’ultimo mese non si sa quanti hanno avuto successo, questo lo chieda lei. Io le posso dire che sicuramente, dei 5-6 che sono stati fatti, 4 hanno avuto insuccesso, un paziente di questi è morto in emodinamica durante lo studio coronografico effettuato dopo l’intervento, perché si era capito che l’anastomosi non funzionava, uno è stato ri-operato con la tecnica tradizionale perché l’anastomosi non funzionava, uno è stato mandato a casa con l’anastomosi non funzionante, come prima di fare l’intervento, un altro è ancora degente al Lancisi con l’anastomosi non funzionante. Questi sono i risultati di queste tecniche sperimentali. Dato che non si è voluto risparmiare, dato che si è lavorato perché la ditta unica prendesse l’appalto con possibilità di far cose diverse da quelle che sono accadute, almeno sulle sperimentazioni diamoci un’etica, perché c’è il rischio di essere messi in sperimentazione senza saperlo e con risultati molto poco lusinghieri. Le posso dire che difficilmente la dott.ssa Bentivoglio potrà smentire queste cose.



Interrogazione (Svolgimento): «Rischio amianto alla ‘Automotive Products Italia spa’ di Maiolati Spontini» Procaccini e Martoni (608)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 608 dei consiglieri Procaccini e Martoni.
Per la Giunta risponde il presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Con riferimento all’interrogazione, si comunica che il servizio ha richiesto, con nota n. 1881/SAN2/PB del 14.11.2002, al responsabile del servizio prevenzione sicurezza ambienti lavoro della Asl 5 di Jesi, urgenti aggiornamenti in merito all’azienda “Automotive Product Italia”.
In riferimento a quanto indicato dalla competente Asl, si è già provveduto a relazionare, con le note che comunque sono in copia, del 14 giugno e 26 luglio 2002, sulla situazione riguardante l’eventuale rischio amianto presso la ditta sopra citata. In aggiornamento a queste risposte, che quindi ritengo note e che perciò non ripercorro, si riferisce quanto comunicato in data 15 novembre dal responsabile del servizio prevenzione e sicurezza sugli ambienti di lavoro.
Il servizio suddetto ha approvato in data 18 settembre 2002 il piano di lavoro relativo alla rimozione delle tettoie, presentato ai sensi dell’art. 34 del d. lgs. 277/91 dalla ditta Tecnocopertura di Principi F & C. di Osimo; i predetti lavori saranno eseguiti in data 28 e 29 novembre 2002, come da comunicazione della Automotive Producs Italia.
Lo stesso servizio ha approvato, in data 11 novembre 2002, il piano di lavoro relativo alla rimozione di n. 3 guarnizioni nel locale centrale termica, depositato in data 4.10.2002, ai sensi dell’art. 34 del d. lgs. 277/99, ad opera della stessa ditta; i predetti lavori saranno eseguiti il 28 e 29 novembre 2002.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini, per dichiararsi soddisfatto o meno.

CESARE PROCACCINI. Prendo atto della risposta del Presidente, che attraverso la ricognizione del servizio in pratica prevede che la ditta in oggetto, attraverso ditte preposte, rimuova l’amianto in superfici consistenti che lì insistono.
Tuttavia esiste al riguardo un grave ritardo da parte della ditta in oggetto che produce materiali non solo di amianto riferiti all’autotrazione ma i locali in cui l’amianto è parte essenziale delle strutture della lavorazione medesima. C’è quindi un ritardo che va superato al più presto, perché in realtà anche le sollecitazioni ed i controlli hanno lasciato un tempo troppo lungo. Noi verificheremo la scadenza di questo periodo “novembre 2002”, cioè tra qualche giorno, dopodiché è chiaro che l’ente pubblico, in questo caso la Asl, ma anche l’Arpam preposta ai controlli e successivamente chi di dovere, dovranno in qualche modo provvedere



Interrogazione (Svolgimento): «Messa in sicurezza degli edifici scolastici delle Marche» Giannotti, Brini, Trenta, Grandinetti e Cesaroni (619)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca 619 dei consiglieri Giannotti, Brini, Grandinetti e Cesaroni.
Per la Giunta risponde il Presidente D’Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. La Giunta regionale, con deliberazione n. 1971 del 12 novembre 2002 ha esteso a tutto il territorio della regione Marche la verifica della vulnerabilità e del danno atteso da rischio sismico in alcune tipologie di edifici pubblici strategici. Tale deliberazione è già stata portata a conoscenza dei presidenti delle Province, dei sindaci dei Comuni, dei direttori generali, dei commissari straordinari delle aziende sanitarie Usl e ospedaliere, del presidente dell’Upi e del presidente dell’Anci. Sul provvedimento inoltre, il comitato d’intesa Regione-Anci-Upi-Uncem-Aiccre-Lega autonomie ha espresso parere favorevole nella riunione del 18 novembre 2002.
Noi abbiamo già provveduto alla verifica attenta e messa in sicurezza totale degli edifici strategici per i comuni più gravemente danneggiati dagli eventi sismici del 1997-98 che mi pare siano un po’ più di 50. Quindi, per questi comuni non c’è nulla più da fare perché è stato fatto tutto. Per gli altri comuni c’è semplicemente da ampliare l’opera di rilevamento, che però viene facilitata e velocizzata, perché fatta sulla base di schede di accertamento della situazione predisposte dai nostri servizi tecnici proprio nella fase di intervento successivo agli eventi sismici del settembre 1997-marzo 1998.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Non siamo soddisfatti della risposta del Presidente, perché a nostro avviso la Regione Marche non solo è inadempiente su questo problema, ma soprattutto perché, anche da esperienze personali posso dimostrare che la Regione Marche, nonostante il fenomeno sismico che c’è stato nella nostra regione, sotto questo aspetto — non ricordo se all’epoca era Silenzi assessore ai lavori pubblici — non ha fatto quello che doveva fare, cioè una verifica attenta di tutti gli edifici pubblici, sia scolastici che non, un monitoraggio attento di tutta la regione Marche, perché lei, Presidente, non si può limitare a dire che gli edifici delle località ove c’è stato il terremoto sono stati mesi a norma, perché non augurando quello che si è verificato in Molise, c’è un aspetto negativo: la Regione è stata completamente assente e latitante, con il suo assessore, sotto questo aspetto. Pensi, signor Presidente, che il Comune di Civitanova Marche in quel periodo ha proposto progetti preliminari, oggi realizzati o in fase di attuazione, per circa 5 miliardi per la messa a norma degli edifici comunali. Lei non era nemmeno a conoscenza di questo problema, non c’è stato alcun finanziamento da parte della Regione Marche né a fondo perduto né in conto capitale e io penso che quello che ha fatto il Comune di Civitanova non è a sua conoscenza e questa è una cosa gravissima. Posso dimostrare che lei non è a conoscenza della situazione regionale per quanto riguarda il monitoraggio degli immobili pubblici e le posso anche dire che la Provincia di Macerata — anno 2000 — quando c’è stato il passaggio degli edifici dai Comuni alle Province, ha avuto un solo edificio a norma, quello di Civitanova Alta, l’ex Itc ristrutturato. Penso che sia l’unico, se non uno dei pochi, che la Provincia ha preso in carico perché proprio a norma. Immaginiamo quanti edifici in Italia non sono attualmente a norma, quanti costi occorreranno per la messa a norma.
Non c’è stata una politica attenta su un problema così delicato. Non è giusto intervenire solo dove c’è la disgrazia, perché prevenire è una cosa fondamentale, cosa che la sua Giunta non ha fatto.
Io non le do colpe perché lei ha dei collaboratori, degli assessori ai lavori pubblici, quindi chiediamo all’allora assessore ai lavori pubblici e all’attuale cosa hanno fatto e cosa stanno facendo anche a livello di prevenzione, per cercare di capire quanti e quali sono gli edifici che non sono stati messi a norma.
Presidente, lei ha una grossa responsabilità a livello di programmazione. E’ vero che lei non ha la titolarità degli immobili e degli interventi da fare che spettano ai Comuni e alle Province, però è anche giusto che una parte delle risorse regionali che vediamo molto spesso destinate ad altre cose, criticabili e non, sia dirottata — perché si fanno impianti sportivi, messa a norma dei campi da calcio, leggi speciali — per venire incontro a questo aspetto. Lei può, con la sua maggioranza, destinare alcune somme in conto capitale per la messa a norma, ma in questi due anni e mezzo non abbiamo visto alcun atto di questo tipo. E’ quindi un fatto gravissimo, Presidente e lei non può non farsi carico di questa situazione, dicendoci oggi “provvederemo”, “verificheremo”. Chiamo in causa anche la protezione civile, perché è vero che la protezione civile è stata demandata ai Comuni e la sua titolarità è in capo al sindaco, ma la programmazione manca alla sua maggioranza, perché il rimpasto che sta facendo deriva anche da questo, poiché da circa due anni non facciamo che ripetere le stesse cose e finalmente lei si è reso conto di quanto poco peso politico e programmatico aveva la sua maggioranza. Abbiamo preso atto che diventerà un “governatore” politico, da quello che viene scritto sui giornali, ci auguriamo che dal “politico” non si passi al “politichese”, Presidente, quindi chiediamo nuovo slancio nuova programmazione e che quella parola “prevenzione” che viene detta molto spesso attorno ai tavoli, diventi cosa concreta. Gliel’abbiamo detto spesso: qui i falegnami non servono, servono solamente assessori che lavorino, che programmino e che conoscano il territorio. Non chiediamo che lei ci dia oggi ragione, ma basta che verifichi attentamente la mancanza di atti di programmazione e sicuramente qualche assessore pronto per entrare un primo richiamo dovrebbe oggi da lei averlo sulla mancanza di programmazione rispetto a un delicato problema qual è quello della messa a norma degli edifici pubblici della nostra regione.



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ricevo dall’aula una indicazione a procedere ad oltranza fino all’approvazione del punto 6) nella mattinata, che ovviamente non metto in votazione. Informo i consiglieri in modo che sappiano come regolarsi nel dibattito. Dopodiché, slitterà anche l’orario della Conferenza dei presidenti di gruppo che terremo appena finita la seduta.



Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2001 del Consiglio regionale» Ufficio di presidenza (96)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 96 ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Ha la parola il Vicepresidente Giuseppe Ricci.

GIUSEPPE RICCI. La proposta di atto amministrativo n. 96 concerne il conto consuntivo dell’esercizio finanziario 2001. E’ un conto consuntivo che riguarda il primo anno successivo alle elezioni, ma che porta in sé anche alcune code dell’esercizio finanziario 2000, quello che ha visto il rinnovo del Consiglio regionale, quindi la gestione dell’ufficio di presidenza che si è rinnovato il 29 maggio 2000. E’ pertanto il primo anno di intera gestione della settima legislatura, ma ha con sé anche una parte relativa a somme che erano state impiegate nell’anno precedente.
Durante l’esercizio 2001 gli interventi che sono stati portati in essere hanno riguardato in modo particolare il miglior funzionamento delle strutture consiliari, dando un ruolo adeguato anche ai colleghi consiglieri che hanno potuto utilizzare, in relazione alle funzioni proprie del consigliere e dell’Assemblea legislativa, spazi adeguati, hanno avuto a disposizione strumentazione, hanno potuto portare a compimento anche alcune iniziative che sono legate alla collegialità dell’aula, quindi al Consiglio, ma anche alla collegialità nell’azione delle Commissioni e delle iniziative dei gruppi consiliari.
Di quanto attuato si ricorda in particolare l’adeguamento di tutte le strutture alla legge 626 del 1994, quindi tutte le strutture del Consiglio sono a norma rispetto alla legge sulla sicurezza. Sono state espletate 38 gare pubbliche per i servizi affidati anche in gestione esterna perché non direttamente realizzabili dalla struttura. Inoltre, c’è stata la definitiva sistemazione dei locali, degli arredi, delle attrezzature e del materiale informatico (computer, possibilità di avere anche un personal portatile per ogni consigliere). E’ stata fatta la catalogazione informatica di buona parte del patrimonio librario della biblioteca, si sta portando anche a compimento il lavoro di ristrutturazione dei locali che sono nella ex sede dell’aula consiliare, a piano terra in corso Stamira dove verrà trasferita in modo definitivo la biblioteca stessa, in modo tale da renderla più fruibile e più accessibile ai tanti che già la visitano soprattutto per fini di studio. Voglio ricordare che il 75% delle presenze che abbiamo in via Oberdan sono esterne al Consiglio regionale.
E’ stato istituito il polo informatico, è stata creata e pubblicizzata la struttura, l’immagine, il ruolo, la funzione del Consiglio attraverso il sito Internet appositamente realizzato, sono stati organizzati quattro forum sulle assemblee legislative ed è stata anche celebrata la ricorrenza del XXX anniversario dell’approvazione dello Statuto della Regione Marche.
Nell’esercizio finanziario 2001 i fondi messi a disposizione del Consiglio ammontavano — lo dico in lire, perché a quel tempo non c’era ancora l’euro — a £. 27.030 milioni che sono stati gestiti secondo i principi stabiliti dalla legge di contabilità del Consiglio regionale che è la legge regionale 25/80, in applicazione della legge nazionale 6.12.1973, n. 853.
Il documento contabile che andiamo ad esaminare presenta due quadri riassuntivi del conto. Gli importi sono espressi in lire e in euro, poiché l’euro è entrato legalmente in uso dal primo gennaio e il conto consuntivo si riferisce alle risultanze contabili al 31 dicembre 2001.
Come si deduce dal rispetto riepilogativo dei dati contabili, per l’esercizio finanziario 2001 risulta un avanzo di amministrazione pari a £. 953.733.000. La formazione dell’avanzo è stata determinata in parte da residui perenti, in parte da residui insussistenti, in parte da economie di stanziamento. Queste sono le tre voci che hanno determinato complessivamente l’avanzo di amministrazione di 950 milioni. In particolare i residui perenti sono 137 milioni, composti per la maggior parte da somme impegnate nell’esercizio 2000 — come ricordavo prima portiamo dietro anche una coda dell’attività che si era svolta a cavallo tra la sesta e la settima legislatura — e non liquidate ai responsabili di organizzazioni di manifestazioni, iniziative culturali, iniziative nel territorio alle quali il Consiglio aveva partecipato o dato il patrocinio o la compartecipazione, per le quali non sono a tutt’oggi pervenute richieste di fondi in compartecipazione, né la prevista documentazione attestante il loro regolare espletamento. E’ evidente che queste somme vanno considerate come residui perenti.
I residui insussistenti ammontano a 765,7 milioni. Questa somma deriva da impegni assunti nell’esercizio 2000, anno di transizione tra la sesta e la settima legislatura, con il conseguente cambio dell’Ufficio di presidenza, organismo deputato alla autorizzazione delle spese.
Mentre invece le economie di gestione specifiche rispetto alle disponibilità finanziarie dell’anno 2001 sono 32.488.000 lire. Come si vede è ben contenuto lo squilibrio tra le somme a disposizione del Consiglio regionale e le somme che effettivamente sono state spese. Quindi questa previsione di spesa fatta dal Consiglio, era nella sua interezza rispondente alle esigenze manifestate sui vari capitoli di bilancio, risultando l’economia di 32 milioni su una previsione complessiva di uscite di 27 miliardi.
L’avanzo di amministrazione del bilancio del Consiglio, formatosi come sopra specificato, nell’esercizio 2001, è stato riversato sul bilancio regionale, quindi risulta riportato anche nel consuntivo della regione che verrà successivamente esaminato da quest’aula. Le risultanze finali sono incluse nel rendiconto generale.
Tutta la documentazione contabile relativa a questa relazione e comunque agli atti in vostro possesso è stata esaminata dal Collegio dei revisori dei conti. Per quanto riguarda la gestione finanziaria del 2001 si trova agli atti dell’ufficio ragioneria del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

FABIO PISTARELLI. La relazione del Vicepresidente Ricci ha evidenziato in maniera puntuale gli obiettivi raggiunti e le attività principali, per grandi voci, dell’Ufficio di presidenza che, come organo di gestione di tutte le attività del Consiglio regionale, ha un bilancio autonomo che oggi viene in discussione per quanto riguarda l’esercizio 2001. I meccanismi statutari prevedono un passaggio al Collegio dei revisori del conto, organo di autocontrollo del Consiglio, di garanzia. Da membro del Collegio dei revisori intervengo in questa sede per sottoporre all’intera aula le riflessioni che insieme ai colleghi Silenzi e Luchetti si sono svolte nella riunione nella quale all’ordine del giorno era l’approvazione del conto consuntivo 2001 e che riguardano in parte quello che è stato accennato dal Vicepresidente Ricci, cioè gli obiettivi che il Consiglio regionale tutto, attraverso il lavoro di gestione concreta del bilancio, si è posto e si deve porre per il futuro. Secondo aspetto, le dotazioni finanziarie e anche la distribuzione delle stesse per voci, alla luce degli obiettivi che ci siamo prefissi.
Prima riflessione, gli obiettivi. Sicuramente quelli di dare maggiore funzionalità ai lavori del Consiglio. Sono stati posti sia per il passato esercizio 2001 e a maggior ragione — questa è stata la riflessione dei revisori del conto — devono essere posti per l’anno in corso e per l’anno a venire, perché questi obiettivi sono stati in parte realizzati, considerato come ancora vi sono delle difficoltà, discrasie tra le necessità vere ed effettive del lavoro dei gruppi e dei consiglieri e le realizzazioni che sono state poste in essere. Mi riferisco soprattutto all’utilizzo del nuovo strumento, che è quello della maggiore dotazione per quanto riguarda la convegnistica ecc. che è ancora da implementare come sistema perché è stata una novità recente. Mi riferisco alla funzionalità del lavoro del singolo consigliere quale membro di Commissione, quale rappresentante dell’organo consiliare regionale che per quanto riguarda l’aspetto informatico è stata agevolata dai supporti messi a disposizione, ma per quanto riguarda l’aspetto comunicativo non è stata agevolata dal rapporto che si è tentato di integrare meglio con il nostro ufficio stampa. Ci sono cioè delle difficoltà che non permettono di avere una funzionalità di lavoro tra l’attività istituzionale e l’attività di comunicazione, anche esterna, dell’attività stessa. Su questo una riflessione deve essere aperta, ci siamo riproposti — sia il collega Silenzi sia il collega Luchetti sono d’accordo su questo — di ritornare sull’argomento per vedere quali possibilità di impiego delle risorse che pur vi sono — sia di personale che economiche — ci possano essere per migliorare questo tipo di relazione.
L’altro aspetto riguarda la funzionalità dell’ubicazione degli uffici, questione antica sulla quale c’è stato uno sforzo da parte dell’Ufficio di presidenza per accelerare un processo che però, purtroppo, si è bloccato per motivi forse più esterni che interni, relativi alla mancata disponibilità di un immobile che poteva essere la soluzione. Devo rilevare anche in questa sede, che questa è una questione che molto preoccupa la vita dei gruppi e dei consiglieri, perché la distribuzione logistica non solo dei nostri uffici ma soprattutto dei nostri uffici rispetto a quelli della Giunta, è un problema oggettivo, cioè si passa mezza giornata solo per trasferirsi da via Oberdan o da corso Garibaldi agli uffici della Giunta per le ovvie e naturali attività quotidiane e giornaliere di contatto con l’Esecutivo, perciò con gli uffici legati all’Esecutivo. In questa sede ribadisco con forza la necessità di trovare una collocazione, una sistemazione che sia il più possibile organica, integrata tra le due realtà, quelle dell’Esecutivo e quelle del Consiglio, perché è su questo che ci possono essere gli elementi di superamento di determinati ostacoli che diventano poi, da pratici, anche politici, perché è chiaro che la sfasatura anche logistica degli uffici in molti casi non permette una conoscenza puntuale, immediata ecc.
Vi era stata all’inizio di questa legislatura, ma proveniva dalla precedente, la volontà da parte dell’Ufficio di presidenza ma di tutto il Consiglio, di risolvere questa questione con delle “strade telematiche” più veloci, cioè un’interfaccia tra Giunta e Consiglio almeno per quanto riguarda la conoscenza diretta delle delibere di Giunta puntualmente trasmesse attraverso la via telematica anche agli uffici del Consiglio. Questa cosa in parte è avvenuta, a scartamento ridotto, perché passi per gli ordini del giorno, ma le delibere devono essere in via cartacea riprodotte, riproposte, richieste, faxate ecc. e questa è una oggettiva difficoltà. Anche su questo una riflessione per quest’anno e l’anno prossimo soprattutto. Dovremmo riuscire, visto che i tempi si allungano per quanto riguarda l’ubicazione degli uffici del Consiglio, almeno a trovare una via telematica, diretta tra il Consiglio, i gruppi e la Giunta per quanto concerne la trasmissione di questi atti correnti che potremmo leggere in via informatica e scaricare a seconda delle necessità, evitando tutti quei passaggi cartacei che ci rendono la vita difficile e rendono la vita difficile anche agli uffici, perché noi per chiedere una delibera di Giunta dovremmo fare tre passaggi, perché dovremmo verificare se è arrivata, fare la fotocopia, se arriva sempre per le vie tradizionali, ma questa è una cosa che purtroppo non ha ancora avuto l’interfaccia finale. Questo completamento mi pare necessario.
Mi pare necessario anche verificare se la distribuzione in grandi voci dei fondi a disposizione delle disponibilità finanziarie complessive del Consiglio sia in effetti rispondente alle reali esigenze.
Mi spiego meglio: ci sono delle voci che vengono grandemente richieste, utilizzate sia dall’Ufficio di presidenza sia per quanto concerne le necessità dei gruppi e dei consiglieri, altre voci che vengono utilizzate molto a livello di dotazione finanziaria ma non hanno ricadute pratiche e concrete. Facevamo una riflessione sulla biblioteca che ha una ricchezza effettivamente molto vasta di testi e anche di aggiornamenti, però sappiamo che ha poca rispondenza per quanto riguarda l’accesso dei consiglieri in sé, cioè il lavoro del consigliere in biblioteca è molto meno forte, come richiesta, rispetto a quella che potrebbe essere l’offerta della biblioteca. Non dico che la biblioteca debba non avere più ruoli e funzioni, però dico che una riflessione possa essere effettuata, cioè ci sono delle cose mirate che potrebbero essere lasciate alla necessità di aggiornamento e altre cose che potrebbero essere rinviate a momenti successivi nei quali la dotazione finanziaria permetta degli investimenti di aggiornamento anche su testi, su riviste o su pubblicazioni generali che sono poco richieste dai consiglieri. Questa è una considerazione di carattere generale che si assomma a quelle di carattere puntuale che ho fatto prima, per dire che una riflessione deve essere comunque riproposta in maniera forte, magari per gruppi di lavoro (Conferenza dei presidenti di gruppo integrata dai revisori che ci hanno lavorato, Ufficio di presidenza che raccoglie questi dati) per fare una sintesi per l’anno a venire e costruire già in sede di bilancio di previsione una piattaforma, una base forte relativa alle scelte future per raggiungere quell’obiettivo che è condiviso da tutti nelle enunciazioni di principio, ma che nei fatti non si è riusciti ancora a integrare, che è quello di dare la funzionalità maggiore, la visibilità maggiore, il peso che spetta all’Assemblea legislativa, consiliare regionale. Un peso che è sempre al centro delle riflessioni anche nazionali per quanto riguarda la modifica degli statuti, ma che ancora trova purtroppo, nei fatti, degli ostacoli e delle difficoltà ad essere realizzata. So che su questo c’è la sensibilità del Presidente e dell’Ufficio di presidenza tutto, so che ci sono state buone cose che parzialmente si sono realizzate ma altre devono essere messe in campo. Per questo ritengo che oggi sia giunto il momento, a metà legislatura, anche attraverso la riflessione politica sull’Ufficio di presidenza che necessariamente dobbiamo fare a termini di Statuto e di regolamento, di andare a centrare e focalizzare quegli obiettivi che si vogliono raggiungere e dare dotazioni finanziarie conseguenti, cioè non stancamente ripetere i cliches che abbiamo ereditato strada facendo, ma anche essere coraggiosamente in grado di dire “su questa cosa spostiamo le necessarie risorse, magari stringiamo i cordoni su altre situazioni, aumentiamo quelle che devono essere aumentate e facciamo risparmi su quelle che potrebbero essere voci di risparmio”. Facciamolo in maniera coraggiosa e seria, perché secondo me, su questo, c’è una unanimità che on è di facciata, è di contenuti, perché tutti siamo preoccupati del fatto di vedere la nostra attività valorizzata. Infatti, tante volte si lavora e si lavora molto, ma si lavora soprattutto nelle difficoltà e non nei contenuti, perché prima di raggiungere i contenuti debbono essere superati degli ostacoli di natura pratica o si lavora e non si ha quella proiezione di comunicazione, di peso politico-istituzionale che invece deve essere propria del Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Il consigliere Pistarelli ha evidenziato alcune problematiche che come Collegio abbiamo dibattuto. Condividiamo gran parte delle cose che Pistarelli ha riferito all’aula, sperando che questo momento di passaggio riguardi non solo l’elezione del nuovo Ufficio di presidenza ma sia anche l’occasione per approfondire e individuare alcuni obiettivi da qui alla fine della legislatura, da cogliere per risolvere i problemi che ancora abbiamo aperti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo n. 96.

Il Consiglio approva



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Approvazione del rendiconto generale dell’Amministrazione per l’anno 2001» Giunta (129)
Proposta di legge (Discussione e votazione): «Assestamento del bilancio anno 2002» Giunta (146)


PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 129, ad iniziativa della Giunta.
Se non vi sono obiezioni, propongo una discussione congiunta con la proposta di legge n. 146, procedendo, ovviamente, ad una votazione distinta.
Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Franceschetti.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
GIUSEPPE RICCI

FAUSTO FRANCESCHETTI. Come prassi ormai consolidata, unifichiamo il dibattito e le relazioni su entrambe le proposte di legge. Ovviamente inizio dal rendiconto 2001, perché, per legge, l’assestamento deve recepire le risultanze del rendiconto stesso.
Il rendiconto del 2001 è l’ultimo atto ad essere espresso in lire e redatto secondo i criteri della vecchia legge di contabilità, la 25 del 1980. La nuova legge di contabilità approvata nel mese di dicembre 2001 è diventata operativa nelle prime settimane del 2002.
Il rendiconto riporta sostanzialmente l’andamento di una gestione, quella del 2001 che risente inevitabilmente dell’incertezza legata all’avvio di processo di decentramento amministrativo che è partito proprio in quel periodo e io dico di un, seppur molto blando, federalismo fiscale. Tuttavia il rendiconto dell’anno sorso risente pesantemente della cancellazione di alcune consistenti voci di entrata che hanno interessato non solo la nostra regione ma tutte le Regioni italiane, che in parte sono ancora oggi oggetto di contenzioso.
In questo quadro di difficoltà mi pare opportuno, seppur brevemente, segnalare un paio di operazioni significative che sono proprie del rendiconto 2001 e che in parte, solo in parte, purtroppo, hanno contribuito a rendere migliore la situazione e a recuperare un po' di risorse riducendo i vincoli molto stretti della manovrabilità sulla spesa. Nel corso del 2001, con la legge di assestamento dell'anno scorso la copertura dei residui perenti è stata portata al 36,5% del totale e infatti, a fronte della somma indicata in sede di bilancio preventivo, pari a circa 365.161 milioni, con l'assestamento c'è stata una riduzione di circa 138 miliardi. Ovviamente questo ha consentito di liberare risorse che poi sono state utilizzate dentro il bilancio stesso, quindi hanno reso possibile un minor vincolo e una minore rigidità del bilancio stesso. Nella sostanza è stata fatta un'operazione diversa da quella che viene fatta con l'assestamento del 2002, quando invece i residui perenti rispetto alla previsione sono stati aumentati di circa 63 miliardi, portando la copertura di questi all'incirca al 50% del totale, quindi dando una maggiore sicurezza al bilancio stesso in questa direzione.
La seconda voce riguarda il risparmio di circa 4.200 milioni che è stato operato sul costo degli interessi passivi. Anche questo ha contribuito a rendere meno vincolante il bilancio stesso.
L'ultima osservazione sul rendiconto riguarda l'ammontare dei residui passivi, che nel 2001 sono stati di circa 3.500 miliardi, però non tragga in inganno questa cifra, perché circa 1.700 miliardi si riferiscono alla gestione di competenza degli anni precedenti, con un leggero decremento rispetto al dato che avevamo registrato nel 2000, il che denota, da un punto di vista di impegno politico, una capacità di spesa che è stata costante in questi due anni da parte della Regione, anzi lievemente migliorata nel 2001 rispetto al 2000.
I risultati finali della gestione danno un saldo finanziario positivo per circa 584 miliardi di lire, mentre rispetto alle risorse effettivamente disponibili si determina un disavanzo complessivo di circa 237 miliardi.
Riguardo all'assestamento del 2002, contrariamente al rendiconto è il primo che viene approvato con la nuova legge di contabilità. Anche quest'anno — forse ancora di più rispetto agli anni precedenti — l'assestamento si presenta come un provvedimento essenzialmente tecnico, contenente gli elementi obbligatori che sono dettati dalle risultanze del rendiconto ed interventi che richiedevano una variazione urgente. Ovviamene l'assestamento eredita una situazione anche questa di rigidità e di difficoltà che ha caratterizzato gli ultimi bilanci delle Regioni italiane e anche la nostra. Difficoltà e rigidità dovute non solo a fattori interni, in modo particolare a una spesa sanitaria che indubbiamente, come abbiamo più volte sostenuto anche nel bilancio di previsione, va razionalizzata attraverso una riforma del piano sanitario che comunque non intacchi la qualità e la quantità dei servizi complessivi che sono elevati in questa nostra regione e che comunque il Consiglio regionale si troverà ad affrontare e discutere nelle prossime settimane, ma deriva anche da fattori esterni, pesanti a mio giudizio. Mi riferisco in modo particolare al mancato rispetto e, conseguentemente, al mancato trasferimento di risorse sulla sanità in base a quello che era stato l'accordo tra Stato e Regioni dell'agosto del 2001. Le Regioni stanno ancora aspettando questi trasferimenti che riguardavano il 2001 in parte, il 2000, addirittura la chiusura del quinquennio 1994-99. Questo, ovviamente ha portato anche delle conseguenze finanziarie negative, perché ha portato le Regioni ad esporsi finanziariamente per pagare i fornitori, per pagare gli interessi passivi alle banche, oltre alle cose che ricordavo prima e oltre a cose che abbiamo sempre ricordato e che vanno anche oggi sottolineate, cioè che le entrate non vincolate per le Regioni sono sostanzialmente rimaste invariate nel corso di questi ultimi 5-6 anni e certamente questa sofferenza finanziaria delle Regioni, a mio giudizio sarà ulteriormente fortemente aggravata per il futuro se la legge finanziaria che attualmente è in discussione in Parlamento — la legge finanziaria del Governo Berlusconi — non verrà modificata anche radialmente nelle parti che interessano le Regioni e gli enti locali, perché sappiamo che lì sono previsti tagli ai servizi, a partire da quelli sociali, oltre ad una minore distribuzione alle Regioni dell'introito dell'Irap. Questo è un dato oggettivo, concreto, perché i numeri parlano chiaro e non a caso intorno a queste tematiche la protesta si leva forte nel nostro Paese non soltanto dalle Amministrazioni di centro-sinistra, ma, come abbiamo visto concretamente dalle dichiarazioni e dalle prese di posizione, a protestare in prima fila ci sono anche i presidenti delle Giunte regionali del centro-destra come i sindaci del centro-destra delle maggiori città italiane. Ma questo aspetto lo approfondiremo meglio e con più elementi non solo quando sarà approvata la finanziaria nazionale e quando discuteremo il nostro bilancio di previsione del 2003 che, secondo l'impegno preso dall'assessore in sede di discussione in Commissione, dovrà essere licenziato dalla Giunta in tempi rapidi, quindi portato all'attenzione del Consiglio nelle prossime settimane, in coincidenza con l'apertura dell'anno solare.
Una cosa possiamo dire con una certa consapevolezza sul rendiconto, cioè che seppure attraverso scelte non facili e anche dolorose che abbiamo operato con il bilancio di previsione 2002 e sostanzialmente riconfermate dall'assestamento, la spesa extrasanitaria è oggi sotto controllo. Credo che proprio in una situazione di forte difficoltà ed incertezza per la finanza pubblica, questo sia un dato non secondario e che non potevamo dare per scontato in partenza.
Per quanto riguarda le entrate, sull'assestamento non ci sono sostanziali modifiche rispetto alla previsione. L'unico scostamento significativo lo registriamo sul fronte dei mutui, quindi parimenti nelle uscite, con un incremento di 32 milioni di euro, dovuto quasi esclusivamente, comunque prevalentemente a un mutuo di 25 milioni di euro per il finanziamento degli investimenti per le aziende sanitarie locali e per le aziende ospedaliere, per le attrezzature e l'ammodernamento e la manutenzione straordinaria delle strutture.
Sul fronte delle spese non ci sono molto rilevanti cambiamenti e variazioni sia nel numero sia nell'entità. Vorrei qui brevemente ricordare i più significativi. Alcuni hanno riguardato il recepimento di alcuni accordi con gli enti locali, per esempio per il finanziamento delle attività svolte in relazione alle funzioni trasferite in materia di viabilità o per la redazione dei piani di bacino e sono stati incrementati ulteriormente i finanziamenti per l'unione dei Comuni, una scelta che già abbiamo compiuto per i fondi globali con il bilancio preventivo, o il co-finanziamento del programma nazionale per il miglioramento urbano.
Sottolineo il finanziamento posto in assestamento, per 400.000 euro, per coprire la scelta per il rilascio dei certificati di idoneità alla pratica sportiva per i minori. Sappiamo che è stato uno dei punti su cui si è sviluppata la discussione e su cui c'è stata preoccupazione da parte di tante famiglie e tante società sportive. La Regione si è fatta carico di un problema che ci è stato scaricato dal livello nazionale, che con i livelli essenziali di assistenza aveva tolto completamente anche questa partita dal rimborso pubblico. E' un piccolo segnale che la Regione ha voluto dare a un determinato settore, alle famiglie. Inoltre, il finanziamento per 258.000 euro per la realizzazione del progetto sull'autismo.
Le variazioni contenute nell'assestamento comprendono quindi una serie di variazioni compensative tra le varie Upb, una serie di variazioni correlate alle entrate per destinazione specifica e la reiscrizione di residui e di economie da stanziamenti a destinazione specifica.
Per concludere voglio sottolineare il lavoro che è stato fatto in Commissione, la quale, pur essendosi limitata ad apportare poche variazioni oltre quelle richieste dalla Giunta, ha svolto un lavoro positivo ed utile, che ha permesso anche di votare gran parte degli emendamenti all'unanimità. Voglio così ricordare che abbiamo introdotto alcune modifiche che hanno riguardato in particolare il settore della cultura con l'incremento di 430.000 euro per i progetti culturali della legge 75 del 1997, un incremento di 200.000 euro per il finanziamento ai Comuni dei corsi di orientamento musicale, lo stanziamento di 65.000 euro per contribuire, come Regione, alla riapertura di alcuni teatri storici marchigiani ricadenti soprattutto nei piccoli comuni.
Oltre al settore della cultura sono state introdotte variazioni per circa 73.000 euro per la realizzazione di progetti per parchi urbani, tenendo conto dei progetti presentati alla Regione dalle Province e un'integrazione con ulteriori 50.000 euro sul fondo nazionale di solidarietà "Italia-Argentina".
Oltre a queste variazioni la Commissione ha introdotto anche alcune modifiche di carattere normativo tese a risolvere e chiarire alcuni aspetti procedurali e soprattutto proroghe dei termini di scadenza delle domande, in particolare richieste dalla Giunta regionale e in parte anche dai consiglieri che hanno partecipato alla seduta della Commissione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Favia, relatore di minoranza.

DAVID FAVIA. La mia non sarà una ripetizione dell'intervento illustrativo del relatore di maggioranza e presidente della Commissione bilancio ma mi soffermerò su alcuni aspetti particolari che non consentono, secondo il mio parere, l'approvazione né dell'assestamento né del consuntivo.
L'intervento inizierà dal consuntivo che è il presupposto necessario dell'assestamento.
Preliminarmente vorrei ricordare che il 20 giugno io personalmente, assieme al mio gruppo, abbiamo presentato una interrogazione ed una mozione, ricordando che il termine per l'approvazione dell'assestamento, previa approvazione del consuntivo, è quello del 30 giugno. Devo lamentare che da parte della Giunta e della maggioranza non c'è attenzione per il rispetto dei termini formali, in quanto ci ritroviamo, a 4 mesi di distanza, a discutere dell'approvazione o meno di strumenti contabili importantissimi che andrebbero approvati entro il 30 giugno. Pensate che l'assestamento che andrebbe fatto metà anno, qualora, come probabilmente sarà, venga approvato oggi, avrà la validità di un mese e mezzo, quindi già questo non mi sembra un sintomo di buon governo.
Debbo anche lamentare, benché sia stata effettuata la pre-adozione e mi abbia detto per le vie brevi l'assessore che verrà approvato la prossima settimana, che entro luglio andava approvato anche il documento di programmazione economico-finanziaria regionale e anche di questo non abbiamo notizia se non nelle stanze della Giunta.
Dirò poche cose per quanto riguarda la inapprovabilità del consuntivo. Anzitutto abbiamo un livello di indebitamento che è spaventoso: mutui e obbligazioni ammontano a 1.373 miliardi, quindi un ricorso al debito che è veramente al di fuori di ogni norma. Abbiamo un incasso di entrate di 2.000 miliardi inferiore al previsto, quindi abbiamo impegni non pagati per 1.800 miliardi. L'estinzione delle passività ammonta a 382 miliardi annui, che è una cifra spropositata, che è dovuta all'eccesso di indebitamento. Sono quindi tutti soldi che non vanno nel circolo virtuoso dell'investimento e della produzione. Abbiamo una spesa per sanità e servizi sociali di circa 4.000 miliardi che rappresenta la gran parte della spesa globale della Regione Marche e va da sé che c'è un'impossibilità nota a tutti, di questa maggioranza a mettere le mani sulla spesa maggiore, che determina degli investimenti insufficienti sulle altre voci importantissime di sviluppo. Faccio solo due esempi, perché sono simili come cifre: sulla produzione e su territorio e ambiente vengono spesi 430 miliardi, circa il 10% di quello che viene speso in sanità e servizi sociali. Comprendo perfettamente che sanità e servizi sociali siano due voci importantissime della gestione della cosa pubblica, ma crediamo che andrebbero limitate le risorse investite in questo settore, in quanto potrebbe tranquillamente spendersi di meno limitando gli sprechi, razionalizzando l'organizzazione e la spesa e investire più denari sugli investimenti produttivi.
Quindi solo alla luce di queste brevi considerazioni a mio giudizio — e credo di poter parlare per tutta la minoranza — sia dal punto di vista formale che sostanziale il consuntivo non può essere approvato.
Per quanto riguarda l'assestamento, che è la rimodulazione del bilancio di previsione del 2002 vale il dato che esso andava approvato il 30 giugno. Non essendo stato approvato il consuntivo entro il 30 giugno, ovviamente non si è potuto parlare dell'assestamento.
E' stata anche una produzione estremamente laboriosa, in quanto la Giunta l'ha tenuto all'ordine del giorno per circa un mese, poi l'ha addirittura ritirato. In Commissione l'assessore ha detto che tutte le elaborate modificazioni che si volevano fare, siccome era tardi si è pensato di farle, tranne quelle più urgenti, nel preventivo del 2003, e questa può essere anche una strategia comprensibile, ma rimane il fatto che se un corretto assestamento lo si fosse fatto entro il 30 giugno come era dovuto, avremmo evitato di perdere sei mesi importantissimi di questo anno e avremmo potuto avere un assestamento funzionante non solo per un mese e mezzo ma per tutto il semestre come la legge prevede.
Tutto questo andirivieni — un mese tenuto all'ordine del giorno, ritirato e poi ripresentato — non ci parla di una Amministrazione che abbia le idee chiare.
Il dato fondamentale è che il bilancio preventivo è purtroppo non credibile: viene regolarmente approvato un documento di contabilità che, già si sa, viene sempre stravolto. L'auspicio che farei, visto che l'assessore in Commissione ha mostrato questa buona volontà per il prossimo anno, è di fare un bilancio preventivo credibile, che arrivi a un assestamento modesto e che non sia continuamente stravolto da delibere di Giunta come con molta tranquillità e serenità viene detto nella relazione, dove viene detto che "il preventivo viene integrato poi nel corso dell'anno su richiesta dei servizi competenti, con deliberazione di Giunta regionale ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 6 del 2000", tanto che, come fosse una lode, viene affermato nella relazione che questo assestamento riguarda soltanto il 9% del totale delle reiscrizioni. Questo vuol dire che il preventivo nel corso dell'anno, ai sensi della legge che ho testé citato è stato completamente stravolto. Io credo che non sia un modo serio di fare amministrazione, in quanto l'assestamento deve riguardare delle piccole, necessarie modificazioni che l'Amministrazione si rende conto di dover fare alla metà dell'anno, non che ci ritroviamo, come ci ritroviamo, ad approvare il 20 novembre, per un mese e dieci giorni, un nuovo preventivo completamente stravolto sia nel corso dell'anno che nell'assestamento.
L'opposizione ha approvato alcune voci, ovviamente del tutto marginali, dell'assestamento quali maggiori denari per l'accoglienza dei bimbi talassemici, per l'avvio al lavoro di laureati in materie umanistiche, per l'aumento — questa è stata una richiesta forte dell'opposizione — troppo modesto del fondo di solidarietà per gli italiani in Argentina che chiedano il rientro, per la riapertura di cinque teatri di cittadine delle Marche, maggiori fondi per l'artigianato e per l'offerta turistica.
Già la Giunta aveva inserito nell'assestamento — fu una nostra battaglia e siamo lieti che questa nostra richiesta sia stata accettata — più denari per fare carico alla Regione dei certificati per la pratica sportiva. Siamo riusciti a far eliminare una voce che ritenevamo ingiustificata, non giusta, cioè la pubblicazione per estremi dei decreti dei dirigenti, salva la bonifica delle giacenze, perché non è possibile che i consiglieri abbiano a disposizione solo gli estremi e non l'estratto, al limite.
Molte cose di questo assestamento non le condividiamo e questo è il motivo per cui, globalmente, voteremo contro. Abbiamo 200.000 euro di residui passivi per funzioni correnti, ulteriori mutui per 413 milioni di euro, abbiamo un buco di 500 miliardi che dalla Giunta vengono dichiarati "perdite", dal 1999 al 2002. La sanità nel 2002 dovrebbe assorbire risorse per 5.000 miliardi, molto più dello scorso anno. Abbiamo una previsione di spesa complessiva di 3,8 milioni di euro, di cui, alla metà di ottobre, l'impegnato era solo 2,2 milioni di euro, quindi praticamente circa il 55% e siamo già alla fine dell'anno, quindi non c'è stata capacità di impegno e di spesa per tutto ciò che era stato preventivato. Abbiamo ulteriori nuovi mutui, oltre a quelli di cui parlavo prima, per circa 60 miliardi; 30 miliardi in più alla voce che riguarda le consulenze. Dall'inizio della legislatura ci battiamo contro questa emorragia. Abbiamo un gioco sui residui passivi che è inaccettabile: ci sono 65 miliardi di residui perenti che vengono recuperati perché in sede di preventivo vengono tagliati, poi sono nodi che vengono al pettine. E' come fare il bilancio preventivo di una casa e dire "prevedo di spendere questi soldi in quest'altro modo, perché questi altri debiti, visto che non me li chiedono, non li ho più", poi nel corso dell'anno i soldi mi vengono richiesti e debbo fare una rincorsa per trovarli. Tanto per dire il modo in cui viene fatto il bilancio preventivo.
Oltre alla spesa enorme sulla sanità e sui servizi sociali abbiamo appena 7 miliardi sull'artigianato, meno di ciò che viene investito sulla cooperazione; appena 150 miliardi per le imprese, ma 40 miliardi vengono destinati all'imprenditoria giovanile e femminile. Ci sono appena 8 miliardi per il turismo, briciole per il risanamento ambientale in proporzione ad altre spese che potrebbero essere tagliate per andare a incrementare quelle di cui sto parlando, per il risanamento ambientale, per i lavori pubblici e l'edilizia, per l'emigrazione, per la cultura.
Insomma un bilancio preventivo eccessivamente sbilanciato sulla sanità e sui servizi sociali, a scapito della produzione che, si badi bene, se va bene è solo merito dell'imprenditoria marchigiana perché il "sistema Marche" funziona nonostante questa questione regionale, un "sistema Marche" che potrebbe funzionare molto meglio se ci si investisse di più e potrebbero tornare molti più proventi alla Regione attraverso un aumento del gettito fiscale se aumentasse la produzione che è in gravissima difficoltà ma in qualche modo funziona grazie al "sistema Marche", ma non certo grazie a questa Amministrazione che non ha il coraggio di tagliare la spesa dove potrebbe essere tagliata anche nelle sacche di spreco e non ha il coraggio di investire sulla produttività. Quindi il mio parere di relatore di minoranza è assolutamente negativo, ma anche come rappresentante politico preannuncio il nostro voto contrario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Preannuncio il voto contrario sui due atti del gruppo dell'Udc. Il collega Franceschetti ha citato la prossima finanziaria del Governo Berlusconi a sostegno delle difficoltà incontrate da questa Giunta e da questa maggioranza nel fare il bilancio. Credo che questo sia completamente fuori luogo, perché parliamo del consuntivo 2001 e dell'assestamento del 2002. Direi invece alcune cose che ho annotato. Credo che ci sia un problema di credibilità. Quando due atti fondamentali come l'assestamento di bilancio e il conto consuntivo vengono a non avere più i requisiti richiesti per tutti i bilanci pubblici, in parte di veridicità, di trasparenza, di equilibrio finanziario è chiaro che si pone un problema di credibilità dei numeri e successivamente un problema di credibilità politica per chi amministra e gestisce questi numeri. Diceva prima il collega Favia che per quanto riguarda la tempistica, quindi il rispetto dell'attuazione legislativa e statutaria non abbiamo registrato questo rispetto, perché sia il consuntivo che l'assestamento di bilancio dovevano già essere stati approvati circa cinque mesi fa, ma il problema più sostanziale per me, al di là di questo aspetto formale, pure importante — perché se tu assesti un bilancio alla fine dell'anno non puoi operare alcuna manovra sostanziale — sono alcuni elementi che mi preoccupano come consigliere di minoranza e anche come cittadino marchigiano.
Parlavo prima di credibilità finanziaria. Ho visto che il bilancio consuntivo 2001 si chiude con un disavanzo di circa 124 milioni di euro, cioè 238 miliardi di vecchie lire. Questo dato è sicuramente preoccupante, perché è un disavanzo al netto della sanità, quindi per la parte ordinaria. Si registra pertanto un disavanzo di 240 miliardi circa su una parte residua del bilancio regionale, tolta la sanità, di 1.300 miliardi. Capite che perdere 240 miliardi su 1.300-1.400 è una percentuale impressionante. Questo è preoccupante, così come altrettanto preoccupante è che l'Amministrazione, anziché prendere atto di questo dato e attuare misure di contenimento, cerca di mascherarlo utilizzando la formula della mancata reiscrizione di una buona parte dei residui perenti. Probabilmente un limite entro il 30% è consentito agli amministratori, ma a suo tempo è giunta a questa Regione una nota da parte del Governo Amato che faceva presente che gli amministratori locali devono avere grande attenzione rispetto a questo dato, altrimenti, attuando politiche di questo tipo significa che noi andiamo a portare questi debiti, che sono reali, come debiti fuori bilancio, perché comunque i residui perenti sono già debiti dell'Amministrazione regionale.
Questa è quindi una manovra che definisco non corretta e veramente preoccupante per il futuro.
Per quanto riguarda l'assestamento, prima abbiamo detto alcune cose sulla tempistica, però mi sembra importante citare un dato: quando abbiamo approvato il bilancio preventivo 2002 alla fine di aprile, quindi pochi mesi fa, per quanto riguarda la spesa per la sanità era indicata una cifra di circa 166 miliardi di vecchie lire. Oggi sappiamo, da dichiarazioni anche del Presidente, che il deficit sanitario presunto per il 2002 sarà di circa 300 miliardi di lire, praticamente il doppio. Non siamo passati da 166 a 190 miliardi, che poteva essere comprensibile. Se sono vere queste cifre, veramente viene meno la credibilità di un atto finanziario come il bilancio.
Parlavamo prima dei residui perenti. Ho riscontrato anche che lo stanziamento avrebbe dovuto essere di 428 miliardi, invece risulta di 160 miliardi di lire, con una differenza in meno di 260 miliardi. Questo non risulta in linea sicuramente con la legge regionale 31 del 2001, ma dal dato emerge anche che oltre al disavanzo di 238 miliardi di lire per i quali i residui perenti sono stati utilizzati, rimangono fuori altri 30 miliardi e credo che questo sia servito per far quadrare fittiziamente anche altre variazioni introdotte con l'assestamento stesso, che adesso non sono in grado di dire, ma c'è uno scostamento di 30,4 miliardi anche in questo utilizzo.
Vedete che i problemi a questo punto cominciano a diventare tanti e con queste operazioni che vengono esposte alla chetichella, a chi osserva questo bilancio dall'esterno, in qualità di cittadino che ha una certa dimestichezza su questa materia o da chi l'osserva anche come consigliere regionale di minoranza, traspare obiettivamente, al di là della valutazione politica, una sensazione di preoccupazione che questi conti della Regione Marche siano fuori controllo. Io ho questa sensazione. Qui c'è il bilancio per la sanità, c'è il bilancio dei residui perenti, c'è il bilancio dei residui attivi e passivi, ci sono quattro bilanci che insistono su un bilancio solo, però i numeri totali, alla fine, sono estremamente approssimativi e questo non è possibile mentre parliamo di bilancio. Non possiamo presentarci con una previsione di 160 miliardi di spesa per la sanità e arrivare a 300, non possiamo far finta che non ci sia questo debito.
A differenza di quello che diceva il collega Favia, dico che è per me molto più preoccupante il debito accumulato in un anno di 240 miliardi sulla gestione ordinaria rispetto a 1.400 miliardi, che non i 300 miliardi della sanità sui 3.300-3.400 di gestione. Questo è un dato politico, contabile, amministrativo sul quale riflettere, primo perché tutti noi sappiamo che rispetto alla spesa per la sanità il cittadino medio non voglio dire che è contento di avere questi grossi debiti, però una certa misura di accettazione ce l'ha se ciò serve per mantenere elevato il livello dei servizi, ma per quanto riguarda il deficit degli altri 1.300 miliardi di gestione ordinaria, sono completamente fuori luogo.
Parlo a questo punto da amministratore, non sto parlando nemmeno da uomo politico: questi sono fuori luogo, non ci devono proprio essere. Qui non c'entrano il Governo Berlusconi, la finanziaria o altro, qui non c'entra assolutamente niente, è solo un problema gestionale della Regione Marche e su questo dobbiamo essere seri.
I miei interventi sono sempre orientati all'esame di quella che è la situazione vera e al di là delle discussioni che avvengono in altre aule, in Parlamento, perché ritengo che se vogliamo parlare di federalismo e avere questa autonomia, dobbiamo essere in grado di ragionare svincolati dai nostri capi corrente di Roma. Quello che dico lo dico senza avere ascoltato nessuno, guardando gli atti, ragionando con la testa mia, per cui dico all'assessore al bilancio e ai colleghi della maggioranza che hanno la responsabilità di questa gestione, che questo è il dato grande sul quale concentrarsi, perché questo è inaccettabile. Sulla sanità ho chiesto la convocazione di un Consiglio perché se ne discuta in aula: consentite anche alla minoranza di rendersi partecipe di questo problema del deficit sanitario e della riorganizzazione sanitaria della Regione.
Per quanto riguarda l'Udc, l'ho scritto anche sui giornali, attirando qualche critica o qualche telefonata: ho detto che non vogliamo e non dobbiamo fare campagna elettorale sulla riorganizzazione sanitaria della nostra regione e lo ripeto qui dentro. Non ci stracciamo le vesti per soluzioni che non sono le nostre, purché servano, nel complesso, a risanare questa situazione, perché la situazione è obiettivamente preoccupante, ci sono i 1.400 miliardi di mutui per debiti ecc. Dico anche ai colleghi della Casa delle libertà di accettare questo invito alla responsabilità nei confronti di questi bilanci, perché se la Casa delle libertà vuol essere forza di governo in questa Regione nel prossimo futuro, si deve preoccupare già fin d'ora, perché se andiamo avanti di questo passo, sicuramente chi subentrerà alla Giunta D'Ambrosio nel 2005 comunque avrà in mano una situazione da gestire veramente problematica. Questo è il dato che ricavo da questi numeri.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione della seduta.

Il Consiglio approva

Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Credo che gli interventi dei colleghi Viventi e Favia abbiano già fatto chiarezza su un elemento che credo non possa essere misconosciuto, ovvero il fatto che al di là della genericità dei dati ricavabili dagli strumenti e dalle proposte di legge che oggi abbiamo all'esame, non possiamo dire che vi sia nella regione Marche una situazione che invita alla tranquillità, alla fiducia e comunque alla serenità. Non voglio quindi ripercorrere i dati che sono stati magistralmente esposti dal collega Viventi il quale ha chiarito come quei 238 miliardi di disavanzo in realtà, rispetto a un complesso di 1.300, non tenendo conto della sanità, sono qualcosa di estremamente allarmante, quindi in realtà è assurdo che si possa in qualche modo richiamare all'attenzione dei consiglieri la responsabilità del Governo nazionale che sicuramente è impegnato in modifiche che creano delle difficoltà alla Regione, è altrettanto vero che ci sono difficoltà nell'erogazione delle risorse, ma credo che sia fuorviante pensare che da lì derivino i problemi che solo per tracce genericissime riusciamo a rinvenire dai documenti.
Voglio incentrare questo mio intervento su un dato. Questo è il primo assestamento che segue al varo e all'applicazione della legge 31, una legge voluta fortemente da questa Giunta che ha ridefinito l'ordinamento contabile della Regione Marche appena un anno fa, quindi era lecito pensare che dopo il varo di questa legge che in qualche modo introduceva a normava aspetti che forse derivavano già dalla prassi che era invalsa in questa regione dagli anni scorsi, un nuovo impianto normativo relativo alla materia delle materie, quella contabile, avesse, per lo meno il primo anno, una corretta, adeguata applicazione in tutti gli elementi di questa legge stessa. Dobbiamo invece rilevare come non solo i ritardi ma anche le omissioni che già si vanno consumando in materia contabile, non autorizzano particolari ottimismi. Mi riferisco al fatto, ad esempio, che non è stato approvato il documento di programmazione economica e finanziaria. Non si tratta qui di un ritardo ma di un'omissione grave, perché tutto l'impianto di quella legge vuole evidenziare un percorso virtuoso fatto di programmazione, assegnazione di responsabilità e di gestione ai dirigenti, che avrebbe dovuto in qualche modo anche compensare il minor potere, la minore possibilità di interdizione da parte degli organi politici sulle determine e sui provvedimenti dei dirigenti, cioè come è accaduto anche nelle autonomie locali, si era prevista un'impostazione secondo la quale una maggiore responsabilità dei dirigenti dovesse però trovare il contrappeso in una rigida sequenza di provvedimenti in forza dei quali sarebbe stato possibile poi giudicare i dirigenti, valutare il conseguimento dei risultati e tutto ciò all'insegna di quell'efficacia ed efficienza che nell'ordinamento delle autonomie locali italiane sembrano destinate ad essere pie intenzioni: non c'è il documento di programmazione economico-finanziaria, non ci può essere il programma operativo annuale in base al quale vengono assegnate le risorse, di lì è impossibile praticare quei sistemi di controlli interni che l'art. 67 della 31 prevedeva, quindi siamo nella condizione kafkiana di avere noi consiglieri regionali meno possibilità di lettura del bilancio, meno capacità di intervento a fronte di una preponderante attivazione di sistemi dirigenziali, che tuttavia non possono essere soggetti e sottoposti, come è giusto e necessario, a quei sistemi di controllo e di verifica del controllo di spesa che invece avrebbero dovuto costituire il sale stesso di questa legge, che quindi non solo arriva in ritardo, non solo oggettivamente prevede, al di là delle strategie sui grandi numeri, una scarsissima capacità di comprensione da parte dei consiglieri regionali. Noi abbiamo il "metalmeccanico" Viventi che se la cava comunque, ma oggettivamente, prof. Ascoli, credo che sia oggettivamente difficile, se non a pena di un lavoro da rabdomante, assumendo che in questo caso l'acqua sia il dato contabile, capire bene cosa si cela dietro queste Upb che sono acronimi già di per se stessi raggelanti. Ci arriviamo, ovviamente, se non a prezzo di uno sforzo incredibile e comunque di una scarsa fluidità, di un controllo che poi è necessario, perché ora stiamo facendo un atto importante e necessario che fa seguito al balletto delle cifre che abbiamo soprattutto visto in materia sanitaria.
Quindi questo provvedimento in qualche modo arriva, devo ringraziare la sensibilità che su molta parte del provvedimento è stata dimostrata dal relatore Franceschetti con il suo consueto fair-play, rimane però un dato politico: oggi il Consiglio regionale — e questo investe anche la continua e reiterata vicenda della centralità del Consiglio — non è messo in condizioni di leggere e capire con esattezza qual è l'andamento finanziario complessivo dell'ente stesso. Non sono attivati, secondo me colpevolmente e spero non strumentalmente e surrettiziamente, tutta una serie di elementi di programmazione che dovrebbero costituire il parametro per poter fare verifiche di tipo contabile. Sappiamo — e lo leggiamo sia pure con qualche difficoltà — che i dati sulla spesa non sono certo incoraggianti, che le spese sono fuori controllo per quanto riguarda la sanità, non è questo il momento e la sede per parlarne, ma certo è che a fronte di una situazione che sicuramente non è ottimale, che sicuramente potrebbe avere dei peggioramenti per le note difficoltà di carattere governativo, pone noi consiglieri regionali ad essere relegati ad un ruolo di comparse, anche abbastanza significative. E' grave che un anno dopo avere approvato una legge in cui avete creduto, siete voi i primi ad aver violato quelle che dovevano essere le motivazioni forti della legge stessa: efficacia ed efficienza, assunzione di responsabilità, obiettivi, possibilità di parametrare in maniera non vincolata i principi formalistici della legittimità ma della gestione, un percorso di spesa che oggi, invece, mi sembra tradire delle difficoltà importanti. Ripeto, oggi come oggi vogliamo cogliere l'invito che Viventi faceva anche a trattare e gestire la problematica della sanità volando alto, da condor e non da piccioni? Noi lo vorremmo fare, per farlo, però, dobbiamo avere gli strumenti per leggere e capire se questa Regione, come dice qualcuno — anche gli stessi sindacati — si va incanalando nel vicolo cieco di una strettoia insuperabile, o se la versione doverosamente rassicurante del relatore Franceschetti allo stato dei conti rappresenta la cornice.
Spero e penso che ci si voglia emendare sin dalla prossima sessione di bilancio, che dovrà non solo raccogliere il dato sulla riforma sanitaria che dovrebbe essere licenziato a breve da questo Consiglio ma che dovrà essere comunque una sessione che, ci auguriamo tutti, possa ripercorrere e non violare gli impianti di una legge che ora abbiamo, che a me personalmente non piace in maniera esagerata, ma che per lo meno ha dei punti fissi che speriamo non vengano ulteriormente violati.

PRESIDENTE. Ha la parola, per la replica, l'assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Sarò brevissimo nella replica, perché mi pare che nella relazione del collega Franceschetti ci sono tutti gli elementi perché le risposte che pure devono essere date nel merito possano essere date, per cui non mi dilungherò molto sulle questioni che pure i colleghi della minoranza hanno posto con dovizia di particolari, con argomentazioni, però penso che non possiamo correre il rischio, nel momento in cui approviamo strumenti che sono ovviamente condizionati anche da cose che si redigono altrove e da altri consessi, ma che hanno ricadute su ciò che noi dobbiamo approvare, di dire "questo attiene a un percorso più generale della politica, dopodiché parleremo delle questioni nostre". Le cifre le discuteremo in sede di bilancio di previsione, facendo ovviamente delle considerazioni sullo strumento generale, ma voglio parlare del perché ci sono stati dei ritardi nella redazione di alcuni strumenti che sono anch'essi molto importanti per la programmazione regionale.
Noi abbiamo cercato di dare piena attuazione alla legge di riforma sulla contabilità che aveva sostanzialmente due punti importanti, su cui credo che dobbiamo continuare a sviluppare la nostra azione. Anzitutto la flessibilità: non più un irrigidimento nei capitoli di spesa ma la costruzione di un bilancio in Upb ci ha consentito e ha consentito all'Amministrazione una maggiore flessibilità nella spesa, quindi una maggiore capacità di risposta rispetto agli atti amministrativi di spesa. Su questo ritengo che non possiamo non dire o non marcare una considerazione positiva sull'azione della legge di riforma che ha preso il via con il bilancio 2002. Inoltre c'è la possibilità che si possano mettere in campo strumenti di programmazione come il Dpefr che consente a tutti, quindi anche al Consiglio regionale e non solo ai co-registi, di affrontare una discussione di merito nella programmazione, negli indirizzi che sono propri dell'aula consiliare.
E' evidente che per costruire lo strumento di programmazione, se lo vogliamo fare veramente, consigliere Viventi, occorre che ci siano elementi certi su cui basare la nostra programmazione. E siccome la finanziaria del 2003 deve contenere alcuni riferimenti che vengono messi in discussione non solo dal Presidente della regione Marche ma dall'insieme dei presidenti delle Regioni e dall'insieme del Parlamento, tale da modificare sostanzialmente lo strumento approvato dal Governo rispetto a quello che uscirà fuori, è chiaro che se uno deve costruire uno strumento di programmazione importante come il Dpefr ha delle ricadute negative. Ecco perché noi siamo passati dalla pre-adozione in Giunta, abbiamo dato alcune indicazioni di carattere programmatico ma ci sono delle questioni, dei riferimenti di carattere finanziario che possono far saltare l'impianto stesso del Dpefr di cui andremo comunque all'approvazione, pur se con ritardo. Quantunque fosse anche in ritardo poco giustificabile, comunque questo strumento prende piede, nasce nel 2002 ed è già un fatto positivo.
Perché abbiamo fatto un assestamento per circa un mese iscritto all'ordine del giorno della Giunta? La risposta l'ho data in Commissione e ritengo di doverla ribadire, nel senso che noi eravamo partiti dal presupposto che l'assestamento dovesse contenere il maggior fabbisogno o le scelte che non erano già state programmate nel bilancio 2002 ma nello stesso tempo il protrarsi della non definizione di alcune questioni ci ha indotto a costruire... (Interruzione). Noi speriamo di presentare il bilancio di previsione entro la prima quindicina di dicembre per l'approvazione della Giunta, quindi dare un iter naturale allo strumento principe della programmazione, che è il bilancio di previsione.
Abbiamo successivamente scelto la strada dell'assestamento tecnico, che ha coperto il disavanzo del 2001 e ha previsto alcune piccole operazioni che ne determinavano sostanzialmente un assestamento di tipo assolutamente tecnico, dove non vi erano scelte di carattere politico né amministrativo.
Su tutta la vicenda del bilancio di previsione e dell'assestamento, la spesa sanitaria, così come ricordava il consigliere Viventi ha una preponderanza per i termini in assoluto che essa riveste: 4.031 miliardi costituiscono, cifra più cifra meno, l'80% dell'intero bilancio regionale e su questo voglio rispondere che la programmazione che abbiamo fatto all'inizio del 2002 tiene. Come avete visto, noi chiuderemo il consuntivo della sanità del 2002 a 215 miliardi che non sono i 166 previsti, ma i 166 erano ovviamente stati determinati sui pre-consuntivi fatti dall'azienda, che poi in fase di consuntivo finale si sono rivelati non 210 ma 287, per cui li 215, tenendo conto del trend di aumento che si è riscontrato nel consuntivo finale delle aziende sanitarie, che poi si è riprodotto su tutta la proiezione nel triennio, possano essere definiti come il risultato di una prima programmazione, di una prima proiezione nel triennio che abbiamo fatto della spesa. Poi sappiamo che queste sono cifre a cui siamo arrivati attraverso una contrazione particolare, per cui molte di esse non contengono, in molti casi, azioni di carattere strutturale, per cui non ripetibili, e allora dovremmo cercare di affrontare con più rapidità tutte le riforme di carattere strutturale, ma questo è il dato a cui arriveremo alla fine del 2002.
Dentro questo ci sono alcune altre azioni che nel frattempo abbiamo costituito, ne ricordo una per tutte: lo sforzo che abbiamo fatto grazie anche al mantenimento degli impegni dei Governi che si sono succeduti per il terremoto. Dentro questo l'azione di prestito obbligazionario che la Regione ha compiuto proprio la settimana scorsa con il lancio delle obbligazioni fatto dal Presidente D'Ambrosio nella city londinese rappresenta uno dei nuovi strumenti che abbiamo voluto mettere in campo per dare risposte più puntuali. Stiamo cercando quindi di costruire anche percorsi nuovi, innovativi, di carattere finanziario, che ci consentiranno, ovviamente non nella struttura portante del bilancio regionale ma cercando anche di utilizzare queste forme nuove, di costruire un'azione più puntuale nel prosieguo rispetto alle nostre necessità. Ma questo lo affronteremo nel bilancio di previsione, in una situazione che certamente non è, nel contesto di carattere generale, internazionale, nazionale ed anche regionale, delle più rosee dal punto di vista finanziario.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione della proposta di legge n. 129.
Art. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 6. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 7. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 8. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 9. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 10. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva

Passiamo ora alla votazione della proposta di legge n. 146.
Art. 1. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 2. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 3. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 4. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 4 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 5. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Articolo 6. Emendamento a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 2 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 3 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 4 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Emendamento n. 5 a firma Agostini. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'articolo 6 come emendato.

Il Consiglio approva

Art. 7. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Sarebbe opportuno, essendo emendamenti che non sono stati esaminati dalla Commissione ma successivi, che vi fosse un minimo di illustrazione, perché non è semplice non dico capire ma sapere di cosa stiamo parlando.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 7.

Il Consiglio approva

Art. 9. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Se chi li ha proposti ci comunica esattamente il senso della propria intenzione, siamo tutti più felici.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'articolo 9.

Il Consiglio approva

Art. 9 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

L'articolo 10 è soppresso. Art. 11. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 12. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 13. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 13 bis. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 13 ter. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 13 quater. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

CI sono ora due emendamenti con i quali si propone l'istituzione dell'articolo 13 quinquies, il 6 e il 7 che sono uguali, quindi si votano insieme. Ha la parola il consigliere Viventi.

LUIGI VIVENTI. Questo emendamento nasce dal fatto che alcuni amministratori primi cittadini, quale quello di Loreto, che hanno fatto osservare che la nuova normativa sul commercio prevede la chiusura di un certo periodo di giornate festive. Abbiamo fatto delle eccezioni concedendo 8 giorni più 24. Il Comune di Loreto dice "è evidente che noi abbiamo il maggior afflusso di visitatori nelle giornate festive e se ci fate chiudere ci create un danno". Quindi, questi emendamenti mirano a togliere questi limiti esclusivamente per le attività commerciali ricadenti all'interno dei centri storici. "Limiti" e non "limite", perché è più comprensivo.

PRESIDENTE. Ha la parola l'assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Ho presentato questo emendamento, perché in questi ultimi tempi il governo di questa Regione ha cercato di portare avanti una politica di rivalutazione dei centri storici dei piccoli comuni. La legge votata due settimane fa, all'art. 15 vieta addirittura l'apertura dei negozi in questi piccoli comuni. Credo che sia un fatto negativo, anche perché noi stiamo usufruendo dei fondi regionali e della Ue per il recupero dei centri storici, anche delle case coloniche che abbiamo in questi territori.
Siccome questa regione è ad alta vocazione turistica, credo che questo possa significare un momento di rilancio di questi territori. Ecco il motivo per cui ho presentato questo emendamento che dà la possibilità di aprire in questi comuni anche nei giorni che erano stati vietati dalla legge che venti giorni fa abbiamo approvato.
Credo che il Consiglio regionale debba accettare questo emendamento, perché credo che vada proprio nella direzione di poter dare una mano agli amministratori comunali e a tutti i Comuni dell'entroterra, perché in questo momento stiamo affrontando un problema importante qual è quello del rilancio della montagna e della media collina.

PRESIDENTE. Ha la parola il Presidente D'Ambrosio.

VITO D'AMBROSIO, Presidente della Giunta. Colleghi, stavo spiegando sia a Viventi che a Rocchi, che questi emendamento vengono incontro ad esigenze reali, però sono un po' improvvisati. Pensiamoci bene per vedere se non ci sono effetti negativi su altri elementi di una legge che abbiamo approvato 15 giorni fa, prendendoci incarico tutti quanti, maggioranza e opposizione, di venire incontro alle giuste esigenze del territorio, di alcuni comuni specifici, di alcuni centri storici che sono giuste, ma vediamo di farlo con una maggiore ponderazione, quando voteremo la finanziaria, un apposito passaggio emendativo ecc. Vi pregherei solo di pensare che questi emendamenti non sono personalmente in grado di dire se hanno effetti contrari alla legge, quindi pensiamoci su. Va bene Loreto, ma non vorrei che accanto a Loreto ci fossero cose che annullassero quel testo faticoso, frutto di un faticoso emendamento. Quindi vi pregherei di ritirarli, con l'impegno di tutti, maggioranza e opposizione, di farci carico dei problemi effettivi e di dare soluzione a quei problemi.

PRESIDENTE. Gli emendamenti vengono ritirati?

LUIGI VIVENTI. Sicuramente dobbiamo essere onesti nel riconoscere che questo non sarebbe il momento di presentare un emendamento con questi contenuti, perché stiamo parlando di assestamento di bilancio, quindi con molta onestà sono il primo a riconoscere che questo non è il momento opportuno. Però sapendo che per presentare modifiche a una legge bisogna andare in Commissione, ritornare in Consiglio, quindi conoscendo i tempi lunghi dell'iter burocratico, almeno da parte mia, come credo da parte dell'assessore Rocchi, c'è stata questa intenzione di accelerare l'iter, altrimenti avreste potuto anche fare eccezioni di correttezza rispetto alle quali non avremmo avuto niente da dire. Se voi dite "li riporteremo prossimamente" e la maggioranza è d'accordo su questo è inutile che noi insistiamo, però il provvedimento di per sé è molto semplice, perché non ci sarebbero da fare grosse riflessioni in quanto si tratta di togliere un limite previsto da una normativa per alcune particolari situazioni, che poi sono generali. Ad esempio, se a Bolognola diciamo che il primo gennaio deve essere chiuso, essendo quello un giorno dove c'è neve e si scia, quindi c'è turismo, creiamo un danno non voluto. Questo togliere i limiti significa esclusivamente questo, poi decidete voi.

LIDIO ROCCHI. Sono anch'io d'accordo, rimandando la discussione alla votazione della finanziaria.

PRESIDENTE. Gli emendamenti sono quindi ritirati.
Emendamento n. 8 a firma Viventi che ha la parola.

LUIGI VIVENTI. Per le stesse motivazioni dell'emendamento precedente ho presentato anche questo, perché alcuni amministratori di vari Comuni avevano scritto a me in qualità di vicepresidente della III Commissione e al presidente della stessa, facendoci presente che la legislazione regionale prevede attualmente un riconoscimento per quelle attività commerciali che a seguito dei danni del terremoto sono rimaste chiuse. Altrettanto non è previsto per quelle attività che sono rimaste in qualche modo coinvolte con la chiusura di una strada che vietava l'accesso, per esempio, a questi esercizi. L'emendamento mira a poter estendere questo riconoscimento a tali situazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Castelli.

GUIDO CASTELLI. Siamo di fronte a una prima applicazione della legge 31 sul rendiconto e l'assestamento, ma sembra che si voglia ripercorrere, anche per quanto riguarda la legge dell'assestamento, la vicenda della legge finanziaria su cui ci siamo intrattenuti tante volte. Anche in Commissione ho obiettato che la legge di approvazione dell'assestamento sicuramente può contenere aspetti normativi che siano ricollegabili a modifiche di natura contabile o aventi un'implicazione contabile. Pongo il problema della praticabilità di una normativa che in qualche modo va a interferire sulla normativa non solo ordinamentale e organizzativa — non so se il successivo emendamento sarà mantenuto dalla Giunta — e comunque c'è questo problema. Non credo che in sede di assestamento di possa dare corso all'approvazione di modifiche che poco hanno a che fare con l'organizzazione contabile dell'assestamento stesso, perché se si aprisse, dopo la finanziaria, un'altra finestra per poter introdurre coloriture di ogni genere nel sistema normativo regionale, veramente potremmo riunirci due volte all'anno come consiglieri regionali: in occasione della legge finanziaria e in occasione della "legge-Babilonia" dell'approvazione del rendiconto. Invito anche la Giunta e la presidenza del Consiglio a valutare l'opportunità e la necessità che vi sia una schiarita su questo argomento. Non credo che in questa sede si possa dare luogo ad approvazione di norme di questo genere.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

FAUSTO FRANCESCHETTI. Secondo me l'emendamento può essere accoglibile, però andrebbe reso più preciso il riferimento, nel senso che il consigliere Viventi con l'emendamento aggiunge "o la produzione di disagi economici", ma l'affermazione "disagio economico" dice tutto e dice niente. Se si modifica il termine "disagi" con altro più pregnante, come "danni", diventerebbe qualcosa di più concreto.

LUIGI VIVENTI. Propongo di sostituire "disagi" con "danni".

PRESIDENTE. Pongo in votazione questo subemendamento.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione l'emendamento come subemendato.

Il Consiglio approva)

Art. 14. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 15. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 16. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Art. 17. Si tratta della dichiarazione d'urgenza. Lo pongo in votazione.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione il coordinamento tecnico.

Il Consiglio approva

Pongo in votazione la proposta di legge nel suo complesso.

Il Consiglio approva




Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Riordino del sistema regionale per l’informazione, formazione, educazione ambientale (INFEA Marche)» Giunta (92)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 92, ad iniziativa della Giunta.
Non c'è relazione, quindi pongo la pongo in votazione.

Il Consiglio approva

La seduta è tolta.

La seduta termina alle 14,15