Resoconto seduta n. 79 del 27/03/2002
La seduta inizia alle 10,30



Approvazione verbale

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 78 del 20 marzo 2002.

Proposta di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. E’ stata presentata, in data 19 marzo 2002, la proposta di legge n. 119, ad iniziativa del consigliere Massi: «Istituzione dell’albo regionale dei direttori generali degli enti locali», assegnata alla I Commissione in sede referente.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 192 dei consiglieri Moruzzi, D’Angelo, Amagliani, Amati, Andrea Ricci, Giuseppe Ricci, Ascoli e Cecchini: «Difesa della legge 185/1990 sul controllo della vendita delle armi»;
— n. 193 dei consiglieri Giannotti, Brini, Trenta, Ceroni, Favia, Grandinetti e Cesaroni: «Mantenimento servizi pubblici della regione»;
— n. 194 del consigliere Trenta: «Realizzazione di un impianto per lo stoccaggio e l’esercizio di attività di trattamento e smaltimento reflui speciali non condottati in prossimità dell’alveo del fiume Tronto nel territorio del Comune di Amatrice, direttamente confinante con la regione Marche. Opera sottoposta all’autorità di bacino».



Promulgazione legge regionale

PRESIDENTE. Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la legge regionale n. 2 in data 22 marzo 2002: «Proroga dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio per l’anno 2002».



Proposta di legge (Discussione e votazione): «Norme per l’attività agrituristica e per il turismo rurale» Giunta (91)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la proposta di legge n. 91, ad iniziativa della Giunta. Ha la parola il relatore di maggioranza, consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Oggi abbiamo un ordine del giorno abbastanza impegnativo, importante, questa proposta di legge è a sua volta importante, è stata oggetto di discussioni, riflessioni, approfondimenti. La Commissione, oltre ad avere sentito, discusso, audito ai sensi del regolamento tutte le organizzazioni, le rappresentanze dei vari interessi, ha discusso a lungo su questa proposta di legge che riteniamo estremamente importante non soltanto come elemento di integrazione al reddito agricolo, ma anche come qualificazione dell’attività agrituristica nella nostra regione e, di conseguenza, come contributo allo sviluppo del turismo nelle zone interne.
La legge recepisce lo spirito di quanto già contenuto nella legge 27 e in qualche modo va meglio a puntualizzare una serie di questioni e in particolare va a recepire quello che prevede la legge nazionale 57 sul ruolo multifunzionale dell’agricoltura su cui si è molto discusso e quello che prevede il decreto attuativo 228. Il decreto 228 e la legge 57 sono estremamente importanti, perché riconoscono all’agricoltura quel ruolo di carattere più generale che abbiamo discusso molte volte anche all’interno di questo Consiglio.
L’articolo 3 del decreto attuativo 228 del 2001 definisce l’attività agrituristica e il suo rapporto con l’agricoltura. Noi andiamo a recepire lo spirito di questo nuovo discorso che si sta portando avanti. Con i decreti attuativi non risolviamo i problemi dell’agricoltura, però si è riconosciuto un aspetto essenziale dell’importanza dell’agricoltura stessa.
L’altro obiettivo è quello di andare a una semplificazione delle norme, anche per rendere più facile o comunque più concreta la possibilità del controllo. Pertanto si ribadisce con forza questo rapporto di connessione e comlpementarietà dell’agriturismo con l’agricoltura, andando a praticare una semplificazione in merito a questo tipo di rapporto.
L’agriturismo è legato al ruolo dell’agricoltura. Noi sappiamo benissimo qual è la situazione dell’agricoltura nella nostra regione e nel nostro Paese. Il punto fondamentale rimane il problema del reddito agricolo e l’integrazione al reddito è un elemento essenziale perché possa mantenersi in piedi un’impresa agricola. Sappiamo che è in discussione la riforma della Pac che comporterà una riduzione dell’integrazione al reddito agricolo da parte della Cee e pertanto abbiamo bisogno di andare a individuare delle soluzioni alternative. Se vogliamo garantire che l’agricoltura possa continuare ad avere un futuro e gli agricoltori ad avere un reddito adeguato per favorire l’inserimento dei giovani, sappiamo che la questione dei servizi è essenziale. Quindi o c’è un intervento pubblico o dobbiamo trovare delle forme di integrazione.
Credo che l’agriturismo sia una forma di integrazione estremamente importante e interessante, pertanto ritengo questo l’aspetto fondamentale, uno degli obiettivi fondamentali. Peraltro sappiamo anche che la nostra agricoltura ha dei forti limiti, in primo luogo quello delle colture che vengono realizzate anche nella nostra regione. Abbiamo una presenza di seminativi estremamente elevata, attorno all’80%, un’impresa agricola estremamente contenuta, anche se c’è stata un’evoluzione. I dati del censimento 2000 ci dicono che abbiamo una Sau media di 7-8 ettari, quindi abbiamo un’impresa piccola, fortemente polverizzata e una eccessiva presenza di seminativi. Invece c’è stato un calo del numero delle aziende, quindi c’è un processo in atto che va orientato. Peraltro in questo Consiglio discuteremo presto del piano agroalimentare regionale all’interno del quale si dovrà fare una riflessione attenta degli sbocchi da dare alla nostra agricoltura, ma non c’è dubbio che abbiamo bisogno di avviare un processo graduale di conversione.
L’agriturismo può dare un contributo importante e forte da questo punto di vista, perché possiamo spingere nella direzione di aumentare la produzione, la trasformazione di produzioni che possano essere utilizzate anche ai fini dell’attività dell’agriturismo, quindi lo sviluppo dell’agriturismo può dare un contributo anche a questo processo di graduale riconversione delle colture agricole nella nostra regione. Questo è un elemento estremamente importante.
Peraltro puntare su condizioni di qualità è una domanda sempre più forte che viene anche da parte dei consumatori, quindi dobbiamo dare delle risposte anche a questo tipo di domanda che peraltro sappiamo essere una strada irreversibile se vogliamo dare un futuro alla nostra agricoltura, quindi dobbiamo puntare su produzioni di qualità e dare delle risposte da questo punto di vista.
L’altra cosa importante è l’ambiente e l’agricoltura da questo punto di vista costituisce un contributo molto importante per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Questo discorso è essenziale se vogliamo guardare al futuro.
Un altro punto importante per le zone interne è l’intervento per contenere il più possibile lo spopolamento in particolare nelle zone montane, quindi l’attività agrituristica può essere un elemento di supporto. Uno sviluppo qualitativo dell’agriturismo può dare un forte contributo anche a una crescita qualitativa, più che quantitativa, del turismo nella nostra regione, nel senso che sappiamo che in questi anni il turismo è aumentato percentualmente, è aumentata anche la notorietà della nostra regione, anche se in maniera non ancora adeguata, ma è pur vero che abbiamo dei limiti su cui dobbiamo riflettere. Abbiamo un agriturismo fatto essenzialmente di presenze italiane: oltre l’84% dei turisti della nostra regione sono italiani. In questa situazione particolare è stato un fatto positivo, ma non c’è dubbio che il nostro obiettivo non può che essere quello di portare nella nostra regione più turisti stranieri possibile, perché questo è il mezzo essenziale anche per la promozione dei nostri territori e delle nostre produzioni in generale.
Abbiamo anche una presenza di turismo che per oltre l’80% è sulla costa. Anche questo non è negativo, ma è negativo il fatto che nelle zone interne c’è una presenza inadeguata. Se vogliamo dare una risposta alla necessità del riequilibrio tra la costa e l’entroterra e riuscire a contenere il più possibile lo spopolamento delle zone interne, non c’è dubbio che l’agriturismo è essenziale. Poi, ovviamente, occorrono servizi alle persone e alle imprese, una serie di altri elementi, ma l’agriturismo può dare un grosso contributo; un agriturismo di qualità che utilizzi le produzioni tipiche locali, che le valorizzi non solo con il consumo ma anche con la commercializzazione. Da questo punto di vista non comprendo — lo dico molto serenamente — la preoccupazione eccessiva delle organizzazioni del commercio, in primo luogo di alcuni ristoratori che vedono nell’agriturismo un competitore sleale. Credo che dobbiamo evitare che ci siano dei ristoranti mascherati da agriturismi. Noi abbiamo bisogno di un agriturismo di qualità che abbia un rapporto di connessione e complementarietà reale, vera con l’agricoltura, quindi che sia attività agricola a tutti gli effetti, ma dobbiamo anche dire che questo tipo di agriturismo può dare un contributo alla crescita del turismo nel suo insieme, quindi i benefici li potrà avere anche chi opera in senso più generale nell’ambito del commercio, a partire dai ristoratori. Credo che tutta la pressione che c’è stata in questi anni, anche in questi giorni, sia stata eccessiva. La legge che mi auguro approveremo oggi, è molto attenta da questo punto di vista, ha veramente l’obiettivo di una crescita qualitativa dell’agriturismo nella nostra regione, quindi vuol perseguire questo obiettivo ed eliminare ogni forma di concorrenza sleale.
Sono convinto che dal momento in cui approveremo ed andremo ad attuare questa legge ci sarà la risposta a chi continua a insistere che lo sviluppo dell’agriturismo sia contenuto ed è preoccupato di questa concorrenza definita “sleale”. Invece l’applicazione del regolamento che verrà approvato in termini successivi alla legge, potrà dare una risposta di merito a queste preoccupazioni.
Ritengo che il lavoro fatto sia costruttivo, di merito, che tiene conto delle esigenze complessive e in primo luogo deve rispondere alle esigenze di chi fa attività agrituristica, quindi degli agricoltori.
Relativamente al merito della legge, l’art. 1 definisce le finalità della legge stessa e prevede una serie di questioni estremamente precise: “La Regione, in armonia con la legislazione comunitaria e statale sostiene l’agricoltura anche mediante al promozione di idonee forme di turismo nelle campagne”. Poi ci sono una serie di paragrafi che non leggo.
L’art. 2 definisce l’attività agrituristica ed è estremamente importante. Tutto il lavoro anche di emendamenti fatto, dà una risposta precisa alle questioni che prima cercavo di dire in termini molto sintetici.
L’art. 3 l’abbiamo discusso molto a lungo, perché va proprio a definire il rapporto di connessione e complementarietà tra l’attività agricola e quella agrituristica e contiene modifiche anche sostanziali rispetto alla precedente legge 27. Credo che anche da questo punto di vista la norma così come prevista, con gli emendamenti apportati e con quelli che discuteremo successivamente, credo che possa dare una risposta di garanzia sia agli agricoltori che alle altre categorie così preoccupate per il tipo di sviluppo che ci sarà nella nostra regione.
L’art. 4 definisce l’operatore agrituristico recependo una serie di criteri e di norme. L’art. 5 riguarda i limiti delle attività. L’art. 6 prevede il regolamento di attuazione. Già c’è una bozza di regolamento su cui abbiamo fatto una prima discussione a livello di Commissione. Il regolamento non può che essere definito dopo l’approvazione della legge. C’è chi dice che occorre definire questo regolamento quanto prima e chiede di porre dei termini. Noi abbiamo inserito dei termini entro i quali il regolamento dovrà essere realizzato, ma già c’è una buona traccia di lavoro che ci consente di accelerare i tempi.
L’art. 7 prevede gli immobili destinati all’agriturismo. L’art. 8 riguarda le norme igienico-sanitarie. L’art. 9 concerne l’elenco regionale degli operatori agrituristici. L’art. 10 riguarda le autorizzazioni comunali, l’art. 11 gli obblighi amministrativi, il 12 le sospensioni e la revoca delle autorizzazioni quando non si rispetta la legge. L’art. 13 riguarda il discorso della pubblicità: così come abbiamo fatto per il piano zootecnico, riteniamo che tutto il discorso della promozione, della valorizzazione e della pubblicità debba essere inserito all’interno del programma di attività promozionale dell’agricoltura e dell’agroalimentare, pertanto essendo l’agriturismo parte integrante dell’attività agricola riteniamo che debba essere pubblicizzato all’interno di questo contesto.
L’art. 14 prevede una serie di norme per quanto riguarda le barriere architettoniche. L’art. 15 riguarda il recupero del patrimonio edilizio, il 16 incentivi agli imprenditori agricoli e alle iniziative collegate con l’agriturismo; il 17 i vincoli di destinazione degli edifici. L’art. 18 è soppresso, mentre il 19 riguarda la formazione professionale che è estremamente importante se vogliamo che ci sia una crescita qualitativa dell’attività agrituristica. L’art. 20 riguarda il controllo e la vigilanza e il 21 le sanzioni amministrative. Peraltro ci sono emendamenti che spostano l’ordine cronologico di questi articoli, perché il discorso delle sanzioni amministrative dovrebbe comprendere anche il discorso del turismo rurale.
L’art. 22 definisce cosa si intende per “turismo rurale”. L’art. 23 riguarda l’esercizio del turismo rurale. L’art. 24 prevede la conferenza permanente dell’agriturismo e del turismo rurale. L’art. 25 concerne le norme transitorie, il 26 le disposizioni finanziarie, l’art. 27 le abrogazioni.
Questo è, in sintesi, l’articolato. Nel dibattito possiamo tornare sui singoli argomenti.
Mi fermo qui e dico che per quanto riguarda la Commissione, essa ha approvato all’unanimità ili testo della proposta di legge con gli emendamenti apportati e ha discusso uno per uno anche tutti gli emendamenti presentati in aula. Quindi nel corso della votazione degli articoli specificheremo quali emendamenti sono stati ripresentati come Commissione, anche se firmati dal sottoscritto in qualità di presidente. Quindi ribadisco che non sono miei emendamenti, ma emendamenti della Commissione.
Spero che il Consiglio possa apprezzare il lavoro fatto dalla Commissione, in modo che oggi si possa arrivare all’approvazione di questa importante proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il relatore di minoranza, consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Finalmente questa proposta di legge viene in aula. Grazie al lavoro fatto in Commissione con grande serietà e con grande approfondimento degli argomenti, siamo riusciti a portare, attraverso gli assestamenti ma soprattutto attraverso una mediazione politica in funzione dei suggerimenti delle associazioni di categoria, non solo del mondo agricolo ma anche commerciale, con una nuova filosofia una proposta di legge che è sicuramente innovativa e che ha modificato ciò che era stato preparato inizialmente. Quando ci sono consultazioni fatte con le associazioni di categoria, da parte di chi le predispone dovrebbero essere fatti dei verbali da mandare in Commissione, altrimenti il doppione di queste consultazioni spesso ci porta a delle modifiche che male interpretano i suggerimenti.
In Commissione i gruppi Cdu, Forza Italia e Alleanza nazionale, dopo suggerimenti e discussioni, hanno apportato in modo significativo e concreto alcuni accorgimenti, unitamente agli altri consiglieri. La filosofia è stata sempre quella di lasciare il reddito che deriva dall’agriturismo per portare avanti l’attività principale, cioè quella agricola, quella che deve salvaguardare il territorio attraverso l’impresa agricola. Quindi non c’è stata assolutamente una sovrapposizione dell’attività di tipo commerciale a quella agricola. Invece, l’attività agricola, con il supporto dell’azienda agrituristica ha un incremento di reddito, dando un contributo concreto per una nuova impostazione di un turismo di tipo rurale.
Proprio per questo motivo siamo stati sostenitori della filosofia di dividere l’agriturismo che deve essere svolto nell’entroterra, in quelle zone di grosse difficoltà in cui gli agricoltori hanno la possibilità di incrementare in concreto il loro reddito... Chiedo scusa, ma se disturbo smetto.
Quindi, un contributo al reddito, senza provocare difficoltà a coloro che svolgono l’attività di ristorazione.
Abbiamo fatto una richiesta e ci è stato portato il regolamento di attuazione di questa legge, che non è una cosa piccola. Non si può pensare di approvare una legge se non si è già a conoscenza dell’impostazione tecnico-politica che vuol dare la maggioranza. Questa richiesta suffragava un modo nuovo di poter operare, portando un contributo in concreto per risolvere le problematiche che possono derivare ad altre categorie con l’introduzione di questa attività.
Abbiamo posto in concreto questa richiesta, ci è stata data la bozza del regolamento di attuazione. Prima che venga approvato dovrà passare in Commissione in modo che dopo una opportuna verifica possa essere approvato dall’organo competente, cioè la Giunta.
Questo processo di conversione serve ad aiutare l’anemia dell’agricoltura, la polverizzazione delle proprietà. Se non provvediamo agli accorpamenti delle superfici non potremo pensare di poter avere delle aziende competitivi ed economicamente autosufficienti nell’ambito dell’Ue.
Attraverso l’agriturismo riusciamo a dare un reddito più elevato, in modo tale che l’agricoltore attraverso questa attività e la famiglia che opera nella stessa azienda possano avere la possibilità di un reddito che permetta di fare dei successivi investimento nell’ambito dell’agricoltura.
Non possiamo considerare questa attività come un sotterfugio per fare una concorrenza sleale a chi fa attività di ristorazione pura, perché sono previsti controlli che le competenti autorità, le Amministrazioni, comunali, provinciali e soprattutto la Regione devono operare, a tutela anche degli stessi operatori agrituristici seri. Attraverso questi controlli non ci potrà essere una concorrenza sleale nei confronti di chi opera nel mondo della ristorazione.
Questa è una fida che nella nostra regione serve anche per dare una incentivazione al turismo. Non si può assolutamente pensare che il turismo possa avere un incremento solo pensando alla costa, perché questo tipo di turismo ha già dei limiti che derivano da una concorrenza operata da territori completamente diversi, con maggiori vocazioni o con risorse maggiori. Occorre un riequilibrio fra costa ed entroterra e grazie all’agriturismo avremo la possibilità di incentivare concretamente il turismo in quelle zone disagiate, che sono però di grande prestigio.
Non a caso all’art. 19 abbiamo richiesto la formazione professionale per le famiglie che operano nell’ambito dell’agriturismo, perché grazie alla formazione professionale avremo la possibilità di innalzare la qualità dell’offerta e potremo dare delle risposte ancora più concrete non solamente per il pasto ma anche per il periodo di soggiorno nell’ambito degli esercizi di agriturismo. Questo volano dell’economia che porta turismo, agriturismo, agricoltura, attività per la tutela dell’entroterra, riuscirà a dare un supporto concreto al reddito degli agricoltori.
Presenteremo un ordine del giorno per dare un ulteriore contributo a questa proposta di legge, perché abbiamo chiesto di monitorarla nel giro di breve tempo in quanto è una proposta di legge che entra in concreto nelle attività produttive, quindi non può essere lasciata a se stessa ma deve essere rivista o aiutata in concreto. Avremo, con un reddito equiparato a quello delle altre attività, la possibilità di tenere efficienti anche quei territori che oggi vengono abbandonati e che creano dei problemi di ordine economico elevati per la sopravvivenza non solo delle persone ma addirittura dell’ambiente stesso, perché sono zone non solo disagiate ma completamente abbandonate, con tutte le conseguenze di modifica del territorio che seguono.
Addirittura, in alcuni Paesi della stessa Europa ci sono — contributi non possono essere dati per un divieto della legislazione europea — agevolazioni di prestito proprio per coloro che fanno attività in zone disagiate, per salvaguardare l’ambiente. Grazie alla presenza degli agricoltori, l’ambiente lo salvaguardiamo a spesa zero da parte degli enti. In altre realtà al di fuori dell’Italia questo viene fatto attraverso contributi particolari a tassi molto agevolati, per iniziare un discorso nuovo nell’ambito dell’ambiente.
Da parte dei rappresentanti dell’opposizione è stato dato un voto favorevole, di sostegno a questa proposta di legge e oggi chiediamo agli altri colleghi dell’opposizione di sostenerci in concreto nell’approvazione di questa proposta di legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Con questa legge il Consiglio regionale ha l'opportunità di emanare una normativa sull'agriturismo adeguata alla nuova legge di orientamento, il decreto legislativo 228 del 2001, ma soprattutto è questa l'occasione per mettere definitivamente ordine in un settore che negli ultimi venti anni è stato regolamentato nella nostra regione da leggi inadeguate, non pienamente applicate, talvolta ambigue. E' il caso della legge regionale 25 del 1987 sulla base della quale molte aziende hanno iniziato l'attività agrituristica: quella legge dava la implicita facoltà agli operatori agrituristici di non utilizzare prodotti aziendali. La somministrazione era infatti proveniente per il 50% da prodotti aziendali e/o della zona; risultato: con l'apporto del semplice 50% dei prodotti regionali si rientrava nei parametri di legge. Dall'altra parte la stessa legge poneva agli operatori pesanti e talvolta incomprensibili vincoli sanitari, urbanistici e amministrativi, per cui agli operatori che volevano somministrare prodotti aziendali era talvolta preclusa la possibilità di macellazione, di trasformazione e di conservazione dei prodotti.
Siamo arrivati al paradosso di aziende che producevano e somministravano agli ospiti polli ruspanti, ma dichiaravano che li compravano da qualche famosa ditta che li allevava in batteria, per evitare guai o interrogatori su come o dove li macellavano.
E' scaturita una immagine di agriturismo molto differenziata: da una parte aziende che hanno fatto della qualità una scelta aziendale, dall'altra aziende non conformi ai principi della legge quadro 730 del 1985: i consumatori erano disorientati, gli operatori non avevano riferimenti certi, i ristoratori hanno iniziato a guardare a questa iniziativa non per le possibilità di collaborazione e di integrazione, ma come concorrenti con privilegi.
La legge successiva, la 27 del 1999 per molti versi ha sanato distorsioni e colmato vuoti, ma non è stata applicata pienamente per motivi vari che solo pochi mesi fa abbiamo discusso in questa aula. Oggi voltiamo pagina e diamo con questa legge una risposta alla richiesta del mondo agricolo di sviluppare la multifunzionalità in agricoltura, ai consumatori che in numero crescente sono alla ricerca di agriturismi di qualità ed anche al mondo della ristorazione perché termineranno finalmente le concorrenze sleali, gli esercizi commerciali camuffati da agriturismi.
Da questa legge emerge un nuovo identikit per l'agriturismo: non più ristorazione “alla buona” a prezzi modici, ma alimenti di alta qualità e tipicità, possibilità di commercializzazione diretta e di creazione di indotti di significative dimensioni. Con l'agriturismo si commercializzerà la produzione regionale.
L'agriturismo marchigiano è pronto a soddisfare la richiesta di una utenza crescente nel numero che sceglie l'agriturismo per due motivazioni prevalenti: l'ambiente e l’alimentazione. Da una indagine nazionale condotta da una delle maggiori associazioni agrituristiche emerge infatti che il 55% degli ospiti sono giovani, tra i 18 e i 35 anni, per lo più (80%) operatori del terziario, in possesso di diploma di scuola superiore o laurea. Quasi il 75% degli intervistati si orienta verso il settore per motivazioni connesse alla qualità ambientale ed enogastronomica, per il desiderio di contatto con la natura, il mondo rurale e la sua tranquillità ed il piacere della cose genuine, mentre un significativo 20% ha il desiderio di praticare una nuova formula turistica, denunciando implicitamente la stanchezza per formule di turismo tradizionale e di massa.
Esiste dunque una comune aspirazione ad una fruizione diversa della vacanza e dello svago, rispettosa dell'ambiente e alla ricerca di una memoria di sapori. Dalla stessa indagine emerge che il 91% degli intervistati dà un giudizio ottimo o soddisfacente circa la qualità dei prodotti e dei pasti che vengono somministrati e abbiamo anche un significativo 8% in più di soddisfazione rispetto agli anni precedenti. Quindi l’agriturismo marchigiano si conferma come un agriturismo di grande qualità.
Nel 2000 secondo le stime circa 9.800 aziende agricole hanno praticato l'agriturismo, di queste circa 8.400 con disponibilità di 110.000 posti letto e circa 5.500 con ristorazione; il fatturato annuale del settore sale a 900 miliardi di lire, il 12% in più rispetto a quello fatto registrare lo scorso anno. Il 4% di queste aziende sono marchigiane. A fronte di queste cifre ci aspetta un grande lavoro: la piena applicazione della legge, anche attraverso il regolamento che raccomandiamo alla Giunta di adottare con tempestività, dopo aver acquisito il parere della commissione; e ancora: la definizione di regole certe e semplici, una serie di servizi al settore, da quelli promozionali ad un più stretto collegamento con il settore turistico. Si aprono ora grandi spazi di collaborazione tra ristorazione, turismo e agriturismo, basata sulla formazione professionale degli operatori, sulla promozione della produzione marchigiana, sulla valorizzazione delle tradizioni, sulla comune predisposizione di circuiti e pacchetti turistici. Anche in questo ambito faremo un buon servizio all’agricoltura se l’aiuteremo a collegarsi al sistema economico regionale e saremo utili alle aziende che praticano l’agriturismo quanto più permetteremo loro di mantenere un forte radicamento in agricoltura.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

FRANCESCO MASSI GENTILONI SILVERI. Esprimo il giudizio del gruppo Ccd-Cdu su questa proposta di legge che abbiamo seguito con particolare attenzione nella Commissione ma anche nel dibattito che si è instaurato tra le diverse categorie, i settori e gli operatori. Non si può nascondere che la proposta di legge, oggi approda in Consiglio suscitando, in alcuni operatori, delle legittime perplessità che starà alla Regione, all’Esecutivo fugare con un regolamento appropriato ed adeguato, regolamento cui oggi la legge rimanda, di cui esiste una bozza, ma che sicuramente potrà essere migliorato con una concertazione, una consultazione ulteriore con le categorie. Questo perché alcune perplessità derivano dal fatto che la nuova normativa va a sostituire una normativa varata appena due anni fa, oltre ai riferimenti di cui parlava anche la collega Benatti, quindi dopo due anni l’esigenza prospettata di una modifica e innovazione della legislazione vigente crea degli interrogativi.
Anche prendendo spunto dal programma dell’Esecutivo attuale, quando ha parlato in ogni paragrafo di quel programma di politica concertata, integrata, prendendo spunto da questo programma che non abbiamo approvato, ma sui cui valori e principi possiamo concordare, oggi occorre, in questo come in altri settori crescere senza creare contrasti, senza penalizzare, dando garanzie di una competitività, di una concorrenza sana, legittima ma ad armi e regole pari.
Noi sappiamo che questo è il momento di sconfiggere un nemico pericoloso per la nostra economia e per la nostra crescita, cioè l’improvvisazione e la superficialità. Se vogliamo battere improvvisazione e superficialità e marciare verso una qualità di tipo europeo, per una concorrenza che faccia crescere tutto il sistema, attirando nelle Marche per quelle peculiarità che Avenali, Gasperi e Benatti hanno evidenziato e su cui concordo, bisogna che ci siano standard e regole certi sull’igiene, sulla sanità, sul modo di presentarsi, di parlare, di proporre, di programmare, di stimolare, di trattare, di accogliere.
Questo dobbiamo farlo sia valorizzando, come è giusto, l’attività dell’agricoltura e dell’imprenditore agricolo, sia non penalizzando chi nella ristorazione e nell’attività ricettiva ha investito da anni una propria professionalità verso la qualità.
Possono essere principi vuoti, da riempire con regole certe, che stimolino tutti alla correttezza e al rispetto reciproco. Penso che alla Giunta non sfuggirà che nella sfida decisiva verso il turismo come settore fondamentale della nostra regione, bisogna evitare in tutti i modi che siano in contrasto categorie come gli agricoltori, gli agricoltori che svolgono attività agrituristica, commercianti, ristoratori, chi svolge attività di accoglienza.
Se metteremo in contrasto negativo, anziché nella concorrenza più sana, queste categorie e questi operatori le Marche non ci guadagneranno. Quindi, quello vogliamo fare una raccomandazione particolare all’Esecutivo nella predisposizione di un regolamento: se c’è bisogno di una ulteriore fase di concertazione, di confronto, di dibattito non abbia nessuna remora ad affrontare questa fase, con la sensibilità giusta di chi vuole confrontarsi ancora per la qualità del nostro sistema.
Il disagio che esprimiamo è che oggi questa normativa appare ad alcuni operatori, ad alcuni settori, legittimamente come ancora incerta e da definire e credo che tutti attendano una definizione certa di regole, di principi, di standard verso la qualità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Sentivamo la necessità di adeguare la legge nazionale alle nuove disposizioni nazionali per rendere pienamente operativo quel provvedimento che nel 1999 fu il risultato di una lunga discussione e di un acceso confronto all’interno di questo Consiglio e di questa Regione. Arrivammo a una soluzione che segnava una svolta tra un agriturismo che era affidato alla deregulation, dove sostanzialmente chi faceva delle scelte di qualità era messo sullo stesso piano di chi queste scelte non le faceva ed era messo sullo stesso piano anche sulla stampa, di fronte all’opinione pubblica che non aveva della nostra regione una fotografia dell’agriturismo rispondente alla realtà.
La complementarietà tra agriturismo e agricoltura è fondamentale, è il presupposto, il motivo sul quale sono sorte le fortune dell’agriturismo, e l’agriturismo ha un ruolo fondamentale in particolare nelle aree interne, dove l’offerta di ospitalità e l’offerta di ristorazione non aveva raggiunto in passato i livelli che grazie all’agriturismo sono stati raggiunti in questi ultimi anni.
L’agriturismo cresce nelle Marche, la presenza di turisti nelle aziende agricole che esercitano anche questa attività nella nostra regione nell’ultimo anno è cresciuta ben oltre la media nazionale, ed è cresciuta in misura di gran lunga maggiore rispetto all’agriturismo dell’Umbria e della Toscana, regioni confinanti che spesso sono state indicate come modelli per noi e per altre realtà in cui l’agriturismo si è sviluppato e si sta sviluppando.
La nostra legge, una volta applicata darà sicuramente un impulso se riusciremo a fare una buona campagna di comunicazione rispetto alla qualità delle nostre imprese, rispetto alla qualità dell’offerta agrituristica marchigiana.
Con queste disposizioni vogliamo spingere sull’uso dei prodotti aziendali, spingere le aziende a trasformare sempre più le loro produzioni, e sappiamo che questo è un compito molto difficile, perché fino a ieri, anche con la legge precedente in vigore, la 27 del 1999, tante sono state le situazioni in cui soggetti diversi dalla Regione hanno scoraggiato i nostri produttori a trasformare e a proporre, all’interno dell’azienda agricola, quei prodotti nella ristorazione, nella vendita diretta, che vengono dal territorio.
La collega Benatti ha parlato delle mille difficoltà, e possiamo fare anche nomi e cognomi: Asl che si sono comportate in maniera difforme da un luogo all’altro, talvolta anche dimenticando le disposizioni emanate dalla nostra Regione; o anche le operazioni di informazione, di coordinamento svolte da questa Regione affinché si potesse nelle aziende trasformare i prodotti e commercializzarli. Soggetti che hanno visitato continuamente queste aziende alla ricerca del pelo nell’uovo, quando sostanzialmente le norme e le disposizioni lasciavano la possibilità a finti agriturismi di poter fare matrimoni con centinaia di persone ospitate che non consumavano niente che veniva dal nostro territorio regionale, o ben poco.
Quindi questa forte contraddizione: da una parte imprenditori seri tartassati, dall’altra parte imprenditori che certamente non esercitavano l’attività agrituristica ma che potevano continuare a fregiarsi di questo nome.
Le leggi, la precedente e questa, vogliono fare chiarezza. Oggi sono state ridefinite le caratteristiche dell’imprenditore agricolo, cioè colui che può esercitare questo tipo di attività, quindi queste norme hanno bisogno di altri mesi ancora per entrare in vigore. Questo però non deve portare a una ulteriore campagna di destabilizzazione di questa attività, di demonizzazione dell’attività agrituristica, perché faremmo del gran male alla nostra regione.
La legge vuole migliorare e spingere tutti gli operatori ad una innovazione, ad un miglioramento della qualità dei servizi offerti, vuole favorire le produzioni proprie e introduce anche alcuni oneri, alcuni obblighi. Importante mi sembra l’introduzione dell’utilizzo di prodotti proprio provenienti dalle aziende agricole in misure anche maggiori rispetto a quelle della precedente legge in vigore. Viene riconfermata la scelta che nell’azienda agrituristica la quasi totalità dei prodotti alimentari somministrati debba provenire dal territorio regionale, da altre aziende agricole. Quindi una sostanziale diversificazione rispetto alle prerogative, alle strategie di tanti ristoranti.
Così come anche sull’ospitalità si danno indicazioni di qualità, si cerca di salvare le tipologie edilizie dei fabbricati rurali, e questo è un altro aspetto importante perché queste realtà non siano la fotocopia, la riproposizione in piccolo di alberghi o forme di ospitalità che possono essere presenti indifferentemente sulla costa come nell’interno, nei comuni rurali come nelle città costiere.
Credo che questa legge, quando entrerà in vigore finalmente eserciterà quella selezione che attendevamo da tempo, e devo dire che se una critica può essere fatta alla precedente legge è quella di avere avuto dei tempi di entrata in vigore un po’ troppo lunghi.
Per questo motivo la legge prevede l’adozione di un regolamento e l’entrata in vigore di tutte le disposizioni, questa volta con tempi molto più solleciti delle disposizioni precedenti.
A quanti sono preoccupati di una concorrenza sleale dell’agriturismo ad altri settori economici, debbo dire che l’agriturismo con questa legge affronta una scelta impegnativa che è quella della qualificazione, quella della diversificazione dell’offerta, quella della qualità.
A questo proposito, giustamente l’agriturismo reclama una fermata, uno stop alle trappole in cui sono caduti in passato anche operatori agrituristici seri che si sono visti contestate scelte e opzioni che invece facevano parte dell’attività propria dell’agriturismo: penso alla macellazione fatta in azienda, su cui tante difficoltà ci sono state; penso alla trasformazione dei prodotti; penso anche ad altre contestazioni, come se, a seguito di una campagna di informazione e disinformazione sull’agriturismo si dovesse rispondere con un giro di vite su questi operatori in maniera indiscriminata. E’ la legge che vuole segnare il confine tra chi operatore agrituristico è e chi operatore agrituristico non è. E’ una scelta di cui questo Consiglio si assume tutte le responsabilità, fermo restando che una volta stabilite le regole deve esistere la libertà d’iniziativa e la libertà d’impresa: regole chiare, regole leggibili, con meno burocrazia possibile, con regolamenti comprensibili e soprattutto con una discrezionalità limitata da parte della pubblica amministrazione dei soggetti che decidono a posteriori le sorti di attività economiche.
Questo è i lavoro che abbiamo cercato di fare, componendo all’interno di questa legge proposte e richieste di modifiche che sono venute da realtà diverse e da impostazioni diverse. Credo che abbiamo trovato una buona soluzione, non la chiamerei neanche mediazione, perché sembrerebbe che si siano fatti dei compromessi. Abbiamo trovato una soluzione perché l’agriturismo marchigiano possa crescere e ricevere quei riconoscimenti che merita.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

OTTAVIO BRINI. Presidente, mi permetta di dirle che non deve essere insofferente se qualche consigliere le chiede di intervenire. Lei deve essere soddisfatto, anche se non ascolta né in questo momento é in altri, che i consiglieri intervengano. Questa sua insofferenza è quindi immotivata, inopportuna e fuori luogo. Casualmente mi trovavo al tavolo della presidenza e ho sentito dirle “vada via la televisione, altrimenti tutti chiedono di parlare”. Sarebbe grave se i consiglieri intervenissero perché c’è la televisione. Quindi, Presidente, sia un po’ più accorto quando fa queste riflessioni a voce alta, altrimenti squalifica e delegittima questo Consiglio regionale.

MARCO LUCHETTI. E poi, Forza Italia con le televisioni ha dimestichezza...

OTTAVIO BRINI. Altrimenti Giulio Silenzi organizza un girotondo... Oppure chiamate i sindacati. Tutto è possibile con voi, in questo momento.
Entrando nell’argomento che a nostro avviso merita una riflessione approfondita, checché ne pensi il Presidente Minardi, ci siamo posti alcuni interrogativi che sicuramente devono avere delle risposte. Giustamente il consigliere Moruzzi, impegnato in un settore che l’ha distinto anche in passato, ha fatto come sempre un’analisi schietta, reale sulla situazione in cui oggi ci troviamo relativamente a questa problematica, però non riusciamo a cogliere il senso e lo spirito di questa legge che a nostro avviso mostra alcune contraddizioni.
La finalità della legge era ed è quella di agevolare la permanenza degli agricoltori nelle zone rurali, integrando e migliorando il loro reddito aziendale con l’attività agrituristica. Ebbene, al presidente della IV Commissione Martoni e a tutti i consiglieri della maggioranza, con il Presidente D’Ambrosio in testa, pongo una domanda: come mai questa sensibilità viene dimostrata in questo campo, in questo settore, poi quando vengono affrontati problemi seri, come quello che riguarda la possibilità ad un figlio di realizzare una casa, prontamente la legge viene bloccata in Commissione per problemi all’interno della stessa maggioranza? Non si vuole affrontare la tematica, evidentemente, perché nessuno vuol distruggere l’ambiente, tutt’altro, però c’è una contraddizione. Quando viene affrontata questa situazione sorge spontanea una domanda, e mi auguro che ci diate una risposta, perché ho visto un emendamento che aggrava ancora di più la nostra preoccupazione. Se sono aziende agricole a conduzione familiare, come si possono autorizzare 40 posti letto 80 posti a tavola? Ho visto un emendamento che addirittura porta a 90 i posti a tavola.

STEFANIA BENATTI. Non ha letto la legge di orientamento.

OTTAVIO BRINI. Ci dovete spiegare le vostre contraddizioni di fondo che sono reali: mentre da una parte volete fare degli alberghi, dei ristoranti... Forse a te Avenali sfugge...

FERDINANDO AVENALI. Mi sfugge perché non c’è.

OTTAVIO BRINI. Invece non tuteliamo il piccolo agricoltore che si alza la mattina alle 4, che non ha la possibilità di ristrutturare una stalla...

STEFANIA BENATTI. Che i calli alle mani...

OTTAVIO BRINI. Tu hai rappresentato i potentati per tanti anni. E’ questa la differenza, quando stavamo nella Democrazia cristiana: tu difendevi i potentati e noi i piccoli proprietari. Oggi difendi lo stesso i grossi potentati e vuoi trasformare le aziende agricole in alberghi e ristoranti.
Ormai siete abituati a buttare nello scherzo le vostre debolezze e la vostra incapacità politico-amministrativa, che giorno dopo giorno si verifica da un anno a questa parte. Fanno la fila per andare a parlare con il Presidente D’Ambrosio, dai sindacati agli industriali, agli albergatori, agli artigiani. Riflettete su queste cose...

UGO ASCOLI. Bisogna ridurre queste liste di attesa...

OTTAVIO BRINI. Bravo, bravo...
Riflettete su queste cose, non limitatevi solamente alle battute e agli incontri di maggioranza a stanze chiuse per trovare delle soluzioni, senza confrontarvi, come è successo sul piano cave. Quello è una vostra cosa, il piano cave. Dico questo per farvi capire lo spirito con cui state governando. E’ una vostra cosa, il piano cave.
Penso che questo sia un dibattito tra sordi comunque, e noi ne prendiamo atto, perché sono ormai due anni che parliamo e notiamo solo dei sorrisini, delle battutine, ma non riusciamo a capire quali sono le proposte concrete, le soluzioni sulla sanità, sulla programmazione urbanistica, sulla sanità, sulla sicurezza...

LUCIANO AGOSTINI. Lo ha spiegato Cesaroni sabato in televisione...

OTTAVIO BRINI. Ecco, vi limitate semplicemente a dire “ha spiegato Cesaroni”. Questo è il Consiglio regionale che deve affrontare queste problematiche? Il Presidente D’Ambrosio è assente su questa problematica politica, si è chiuso in se stesso, non vuole il confronto: si dimette un assessore, si rifiuta di farci parlare. Qui non c’è dibattito, non c’è confronto.

GIULIO SILENZI. Non sei aggiornato, fatti spiegare da Giannotti: siete voi che non avete presentato la mozione.

OTTAVIO BRINI. Io apprezzo e ti stimo, perché ogni volta che interviene Giannotti gli dici “Giannotti, smettila” e vi alzate in quattro. Oggi in sette avete interrotto. Ma io non perdo il filo del discorso, non vi preoccupate. E’ talmente chiara per noi la posizione politica che sappiamo di avere un muro di gomma davanti. Siete talmente abili e maestri — vi diamo merito della vostra abilità — a nascondere e a mascherare con interviste megalomani e megagalattiche che leggiamo sulla stampa, accusando puntualmente il Governo nazionale, non assumendovi mai le vostre responsabilità di fronte alle problematiche tipo quella della sanità. Il Presidente della Giunta venga qui in Consiglio a confrontarsi con i consiglieri regionali, invece di stare nel chiuso delle quattro stanze. Non è il sindacato l’unico interlocutore del Consiglio regionale e della Regione Marche.
Concludo con un’altra riflessione che sicuramente non avrà risposta, ma mi auguro che Silenzi abbia perlomeno la dignità politica di rispondere a questi interrogativi. Come si fa a stabilire il tempo che si dedica all’attività agricola e quello che si dedica all’attività agrituristica? Se un coltivatore diretto con una gestione familiare ha 40 posti letto e 90 posti a tavola, come si può pensare che la mattina insieme ai suoi familiari per portare avanti anche l’attività agricola? Potevamo fare una proposta concreta, una proposta seria che desse una risposta reale a chi ama non solo realizzare alberghi e fare agriturismo, ma a chi ama veramente mantenere il proprio territorio come l’ha trovato.
Noi siamo fortemente critici, nonostante che in Commissione qualche nostro consigliere abbia dato parere favorevole o si sia espresso favorevolmente, perché questa è una legge monca, che non ha affrontato tutto il problema nella sua interezza.
Comprendiamo le vostre difficoltà, ma non comprendiamo perché rifiutate il confronto e il dibattito su tutti i problemi che sono sul tappeto.
Su altre problematiche avremo modo di confrontarci e di discutere. Possiamo ringraziare chi ha partorito questa legge, chi permetterà ancora di far costruire in campagna — Moruzzi e D’Angelo — alberghi e ristoranti anziché tutelare e mantenere la natura. In Commissione, quando vi vedo mi sembra di essere un estremista dei verdi: vi vedo troppo disponibili e appiattiti in questa maggioranza. Voi dite di essere le sentinelle...

MARCO MORUZZI. Abbiamo partecipato più noi alla Commissione, e non ne facciamo parte, che tu che ne fai parte. Non ci sei mai, in Commissione.

OTTAVIO BRINI. Ti aspetterò sull’emendamento alla legge sulle cave: vorrò vedere come voterai
Concludo così il mio intervento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Procaccini.

CESARE PROCACCINI. Credo che occorra riportare un po’ di serietà in quest’aula ed attenerci all’ordine del giorno, perché il confronto su questa legge è stato molto vasto le audizioni sono state sistematiche ed io in larga parte, a nome del gruppo dei Comunisti italiani condivido la relazione del presidente della III Commissione Avenali che ha svolto un ruolo positivo di ascolto con le parti interessate, ed oggi il Consiglio discute e credo approverà una legge significativa che mette più ordine in un settore che prima aveva visto un po’ di anarchia. Infatti la legge di cui discutiamo si allinea sia alle normative nazionali che a quelle europee e nella sua finalità introduce anche degli elementi che sono insiti nei piani e negli atti di programmazione di questa Regione, in primo luogo il riequilibrio delle aree interne. Infatti lo sviluppo del turismo rurale, l’agriturismo interesserà in larga parte le aree interne, anche con una dotazione finanziaria che oggi non è sufficiente, ma che, tuttavia, segnala un problema di sviluppo, di integrazione dell’agricoltura con il turismo che certamente l’attività agrituristica non sostituisce e non sostituirà, in questa legge.
Esiste la necessità di uno sviluppo più moderno dell’agricoltura delle Marche ed in generale, e occorre agevolare la permanenza dei produttori agricoli nelle zone rurali, anche attraverso uno sviluppo multifunzionale delle proprie attività, a partire dal turismo.
Questa legge non solo si riallinea alla normativa, ma introduce un elemento più selettivo rispetto alla legge attuale. Essa riduce la somministrazione di pasti e bevande rispetto all’attuale situazione e da questo punto di vista fa un salto di qualità rispetto alla selezione e all’incentivazione della qualità, anche perché la produzione delle marche è una produzione agricola di qualità, di alta qualità che in alcune zone, seppure all’interno di nicchie di produzione, raggiunge altissimi livelli. E la legge, proprio all’art. 2 introduce l’obbligo che la somministrazione nelle aziende agrituristiche veda prodotti che per l’80% siano di provenienza regionale. Questo è un fatto significativo che incentiverà da un lato la qualità, e io mi auguro anche la qualità della produzione e al tempo stesso la qualità di chi gestirà, di chi sarà il proprietario dell’attività agrituristica.
In una realtà come la nostra di competizione, non c’è dubbio che una legge di questo tipo, ma soprattutto quella che esisteva, che largheggiava troppo su alcune questioni, pone delle preoccupazioni legittime, soprattutto di gestori di ristoranti o di albergatori che vedrebbero, rispetto a una legge di questo tipo, una sorta di concorrenza sleale. Ma se si guarda nel dettaglio la legge così come è stata illustrata, non solo essa non si sostituisce e non fa concorrenza sleale alla ristorazione tradizionale, ma se mai introduce un elemento che impedisce questo fatto, tant’è che seleziona di più, a tal punto che è esistito anche un problema con le rappresentanze agricole che vedono questa legge troppo restrittiva.
Ecco allora che nell’equilibrio della sua impostazione, sempre perfettibile, essa tende a raggiungere un altro scopo: quello di superare un’impostazione di tipo provincialistico che aveva visto le Marche sfuggire ad una possibilità di attrarre, anche attraverso l’agriturismo, turisti sia regionali, sia nazionali, sia internazionali. Il bello, la qualità, il buono non stanno sempre fuori dalle Marche o addirittura fuori dall’Italia, ma la legge, superando questa impostazione di tipo rinunciatario pone l’elemento della qualità. Crediamo che attraverso questa legge si possa dare uno sviluppo più complessivo anche quale volano di un’altra legge, quella della montagna che ha avuto negli anni scorsi e anche nel bilancio che ci accingiamo a discutere a breve, una dotazione finanziaria significativa. Le Comunità montane, attraverso l’utilizzazione di questa legge e di quella per la montagna, potranno attivare quel volano per lo sviluppo di cui oggi hanno bisogno non solo le aree interne delle Marche ma tutta la regione, per continuare ad essere una regione moderna, sviluppata e di qualità.
Sono questi i presupposti molto generali che ho cercato di illustrare, per i quali i Comunisti italiani voteranno a favore.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

GIULIO SILENZI. Prendiamo atto con grande soddisfazione del lavoro serio, rigoroso che la Commissione ha portato avanti nella elaborazione di una legge che va nella direzione della modernità e della semplificazione, una legge importante per questa regione. Mi si permetta di far rilevare a Forza Italia o quanto meno a Brini, che in quest’aula ho sentito apprezzamento anche da parte di consiglieri dell’opposizione, addirittura Gasperi invitava l’opposizione tutta a votare questa legge. Vi sono stati contributi, in Commissione, anche di consiglieri di Forza Italia che hanno approvato parte della legge, che hanno presentato emendamenti e pertanto la pretestuosità degli attacchi fatti con slogan privi di contenuto, che ad ogni occasione il gruppo di Forza Italia, o almeno le ali più estreme portano avanti, è evidente. Questo è il classico esempio in cui si evidenzia questa strumentalità, perché su questa legge c’è stato un lavoro che ha trovato una convergenza anche da parte della stragrande maggioranza dei consiglieri di opposizione che hanno lavorato per tendere al raggiungimento di una legge rigorosa, moderna, che semplificasse il percorso già avviato dalla legge 27.
Sulle cave non è possibile aprire un agriturismo. Dico questo, perché altrimenti non si capirebbe il perché dell’insistenza sulle cave che è argomento che tratteremo successivamente.
Perché questa è una legge importante? Perché l’agriturismo può diventare in questa regione una carta vincente, una delle carte vincenti per quanto riguarda il turismo della regione, per far fare un salto di qualità al sistema complessivo turistico, e può diventare una carta importante per integrare il reddito in agricoltura, perché l’agriturismo è complementare all’attività agricola.
E allora, quale migliore carta possiamo giocare in questa regione, sapendo che non possiamo aumentare la ricettività con la costruzione di grandi strutture nelle zone interne, della montagna? Questa carta ci permette di aumentare la ricettività, di cogliere un aspetto che oggi è vincente sui mercati nazionali e internazionali: la valorizzazione della tipicità, la garanzia al consumatore della sicurezza dei prodotti alimentari che si danno, la possibilità di incrementare il movimento turistico nelle zone interne di questa regione, senza stravolgere l’orografia, senza stravolgere le memorie storiche dell’insediamento urbano di questa regione, per scoprire zone che offrono tanti tesori nascosti come la nostra montagna, il nostro entroterra.
Qual è il problema che la legge risolve? Che noi dobbiamo essere rigorosi da un punto di vista della qualità e della certificazione di un agriturismo che vive anche e soprattutto della produzione agricola propria. Dobbiamo essere rigorosi, in questo. Invito allora la Giunta regionale a farsi promotrice di questa legge, una volta creata, creando insieme alle associazioni di categoria le condizioni per stabilire un circuito che venga certificato nella nostra regione. In questo modo sarebbe un prodotto regionale, l’agriturismo, perché andando nelle Marche io saprei di trovare una rete di agriturismi che sono tali e che non sono, invece, delle ristorazioni camuffate. Questo lavoro che dovremo fare assume allora un valore aggiunto: mettere in rete, dire al turista, straniero o italiano, “venite nelle Marche, perché i nostri agriturismi sono di qualità, perché lì troverete prodotti veramente tipici, perché lì c’è un’integrazione vera di reddito agricolo. Non troverete di tutto, ma troverete la qualità dell’agricoltura marchigiana, la qualità dei prodotti marchigiani, e noi certifichiamo questa qualità”, ripeto insieme alle associazioni, in uno sforzo corale, affinché la legge venga applicata, affinché ci siano i controlli, affinché ci sia un tratto di serietà e di rigore che garantisca un prodotto che può veramente essere una carta vincente, se ci si crede.
Quindi non una disputa tra ristorazioni che ha un sapore vecchio, ma uno scatto in avanti nel far crescere complessivamente il sistema, perché allora il beneficio non sarà solo della singola azienda ma sarà dell’intera regione che avrà maggiore capacità attrattiva di flussi turistici.
Penso che si possa capire, dalle cose che ho detto, l’importanza di questa che non dà una risposta ad un settore ma dà una risposta importante ad un sistema che è tipico della nostra regione, che risolve le linee di programmazione dell’attenzione verso l’entroterra, dello sviluppo di nuove economie legate all’agricoltura, al turismo, che va in sintonia con le leggi innovative che questo Consiglio regionale ha approvato in questi due comparti economici, che sono importanti e fondamentali per lo sviluppo di questa regione e soprattutto per lo sviluppo dell’entroterra.
Ecco perché saluto con soddisfazione il fatto che non c’è stato solo un lavoro della maggioranza, che viene in quest’aula convinta a sostegno di questa legge, che ha dato risposte alle varie problematiche che si presentavano, ma saluto anche l’apporto che i consiglieri dell’opposizione che si sono posti in termini costruttivi, hanno dato per raggiungere questi obiettivi.
Pertanto l’approvazione della legge trova il pieno consenso, la piena condivisione del gruppo regionale dei Democratici di sinistra che considera l’approvazione di questa legge un punto di partenza e non di arrivo, per attuare concretamente quelle politiche che guardano al mondo dell’agricoltura, al mondo del turismo, al mondo dello sviluppo delle aree interne di questa regione.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Agostini.

LUCIANO AGOSTINI. Credo che l’approvazione di questa legge sia un punto di avanzamento notevole per le Marche, per il turismo marchigiano, ma in particolare per il mondo agricolo. Troppo spesso alimentiamo i nostri convegni con frasi di principi che poi non trovano immediata attuazione nel riscontro pratico e legislativo della nostra azione. Invece credo che l’approvazione di questa legge sia uno degli strumenti, una delle azioni che concretamente applicano alcuni dei concetti su cui vogliamo fondare la prospettiva del settore agricolo.
A quanti non sono convinti, a quanti hanno mostrato perplessità sull’approvazione di questa legge, ricordo che uno dei problemi centrali delle imprese agricole deriva dal basso reddito. Nell’impresa agricola non c’è reddito, quindi dobbiamo puntare alla multifunzionalità, cioè all’integrazione del settore dell’agricoltura con altri settori economici. Questa è una delle azioni concrete per cui l’impresa agricola entra in relazione con un altro settore economico, quello del turismo rurale, ne identifica e qualifica le regole entro cui bisogna lavorare, agisce sulla multifunzionalità dell’impresa agricola e per chi riesce a trovare risorse e investimenti per fare questo tipo di attività, agisce sullo stesso reddito. Quindi, da questo punto di vista si danno risposte concrete con azioni decise, tra l’altro attuando, così come è stato ricordato dal relatore di maggioranza Avenali, il principio sacrosanto, già sancito nella legge di orientamento che abbiamo sostenuto essere una buona legge approvata nella scorsa legislatura. Inizia nelle Marche l’applicazione dei principi della legge di orientamento.
L’altro grande passo in avanti che facciamo è il riconoscimento a quelle imprese — e sono ormai tante nelle Marche — che hanno prodotto, che stanno producendo e che intendono produrre cospicui investimenti in questo settore. Nella nostra regione negli ultimi anni c’è stata un’esplosione di capacità di investire nel turismo rurale e nell’agriturismo. Rispetto a questa capacità, a queste speranze che si aprono in un settore tradizionalmente considerato povero, penso che dobbiamo agire per determinare, per incoraggiare regole certe, flessibili, che mettano in condizioni di poter operare ed operare bene, cercando di promuovere il territorio delle Marche. Noi consideriamo l’attività di promozione dei nostri prodotti, come un sistema territoriale, non svincolato dal nostro territorio, quindi il mantenimento del territorio, il mantenimento dell’ambiente è condizione indispensabile perché le attività di integrazione al reddito — la multifunzionalità, il turismo rurale, l’agriturismo — possano compiere bene il loro percorso.
Credo che gli operatori agrituristici si aspettavano dal Governo regionale una risposta in questi termini, abbiamo creato le condizioni, la Commissione e questo Consiglio hanno apportato modifiche importanti, condivise dal Governo perché hanno migliorato la qualità della legge, quindi penso che oggi possa risultare una buona giornata per l’agricoltura e gli imprenditori agricoli delle Marche.
Mi rimane difficile capire la diatriba, una sorta di ostacolo fra chi agisce nel commercio e chi agisce in agricoltura. La promozione complessiva e la competizione non si fanno bocciando qualcun altro ma alzando a più alto livello l’azione della propria azienda nella competizione dei mercati, per cui se eleviamo la capacità del turismo rurale, complessivamente credo che tutto il sistema turistico marchigiano possa fare un salto in avanti. Quindi non vedo una competizione ma una collaborazione tra due grandi settori per cercare di elevare complessivamente il sistema.
Da questo punto di vista voglio rassicurare anche le associazioni di attività commerciali che ci hanno fatto pervenire osservazioni, proprio perché noi riteniamo che non ci debba essere una competizione all’ostacolo, al ribasso, ma più forti sinergie e collaborazioni per elevare tutto il sistema.
Diceva Silenzi che questo non è il punto di arrivo, è l’inizio, ed è vero. Noi abbiamo creato le condizioni perché quelle azioni che in questi anni sono state fatte possano trovare un riscontro per poter continuare ad andare avanti. Andare avanti significa mettere in rete, creare marchi, creare circuiti su cui noi vorremmo continuare a lavorare. La scorsa settimana è stata fatta la presentazione — c’era anche il presidente della III Commissione — della Guida agrituristica marchigiana presso l’Enoteca di Jesi ed è stato un altro punto di promozione importante a cui ne seguiranno sicuramente molti altri. Ringrazio anche coloro, come il consigliere Brini, che hanno voluto dissentire da questa legge, perché è giusto che non si faccia un ragionamento per ogni platea che abbiamo, per cui quando c’erano di fronte i commercianti erano tutti contrari, l’opposizione era tutta contraria a questa legge. Invece il consigliere Brini ha dissentito, evidentemente lui viene da una realtà dove l’agricoltura è meno conosciuta, è meno forte. Noi abbiamo interesse a far conoscere quanto sia importante l’agricoltura anche per le zone della costa ed anche per il settore alberghiero. Sono importanti il settore agricolo e il mantenimento del presidio del territorio. La multifunzionalità in agricoltura è una condizione indispensabile perché questo settore economico possa essere adeguatamente potenziato.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Rocchi.

LIDIO ROCCHI. Non posso che condividere la relazione del presidente Avenali. Credo che questa legge sia in linea con le novità che ci sono state nel comparto turistico. Se non siamo attenti alle novità che mese dopo mese riusciamo a capire per quanto riguarda questo importante settore che coinvolge in modo importante anche gli operatori, i titolari degli agriturismi, poi non riusciremo sicuramente a seguire e mettere in atto le attività che devono servire a far conoscere il territorio dell’entroterra, ma soprattutto tutto il territorio della regione Marche. Fino ad ora abbiamo avuto sempre un turismo “mordi e fuggi”, che poteva servire qualche anno fa, ma che in questi ultimi anni non serve che a far perdere tempo agli amministratori che governano i vari Comuni dell’entroterra.
Dobbiamo assolutamente diminuire la distanza che c’è tra la costa e l’entroterra per quanto riguarda i posti letto. Ma allora, come è possibile riuscire a diminuire questo gap che abbiamo? Certamente non possiamo costruire alberghi in zone dove l’ambiente è molto importante, man on possiamo neanche dimenticare che è giunto il momento di integrare il segmento più importante, il segmento più maturo, che è quello balneare con il turismo dell’entroterra. Ed allora gli agriturismi, i bed and breakfast, le country house sono in questo momento le cose più importanti che possiamo seguire, cercando di poter concludere in tempi rapidissimi un iter che molte volte è abbastanza lungo.
Credo che la legge possa dare queste possibilità, aumentiamo i posti letto, però attenzione: i prodotti tipici marchigiani devono servire proprio per essere conosciuti nel momento in cui i turisti arrivano e dormono negli agriturismi. Ed allora, se questo è l’orientamento, se questo è lo scopo credo che ogni titolare ha interesse affinché il prodotto marchigiano sia conosciuto anche fuori regione, ma soprattutto all’estero.
Se facciamo questa operazione, se c’è correttezza nel portare avanti anche questa legge, potremo avere dei benefici.
Noi abbiamo potuto constatare che nell’entroterra i nostri amministratori molte volte non capiscono che se non diamo l’autorizzazione alla costruzione di piccole e medie imprese e la possibilità agli operatori turistici di poter avere anche piccole strutture alberghiere non faremo crescere il turismo in quelle zone, se questa è la mentalità, perché molte volte preferiamo una fabbrica che comporta anche 10, 15, 20 posti di lavoro, ma non teniamo conto che il turismo è diventato una parte importante dell’economia di questa regione. Ecco il motivo per cui dobbiamo avere la massima attenzione.
Io sono d’accordissimo sul lavoro che è stato fatto, e speriamo che possa comportare, per la prossima stagione, un momento forte di rilancio di questo comparto.

PRESIDENTE. E’ conclusa la discussione generale, passiamo ora all’esame degli articoli.
Art. 1. Emendamento n. 1 a firma Avenali, che ha la parola per illustrarlo.

FERDINANDO AVENALI. E' soltanto un aspetto tecnico: eliminiamo una ripetizione, quindi un fatto molto formale. In Commissione, all'unanimità abbiamo ritenuto di fare questa puntualizzazione, non credo vi possano essere problemi da questo punto di vista.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 2 a firma Trenta e altri. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Come Commissione abbiamo valutato tutti questi emendamenti e su questo esprimiamo parere contrario, perché quanto qui contemplato è previsto dalla lettera f) dello stesso articolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. A me sembra che questo sia la risposta più limpida alle polemiche pretestuose del consigliere Silenzi. La volontà di affermare, attraverso una proposta emendativa, che la legge deve valorizzare il settore agricolo, che non solo si deve limitare a conservare e tutelare, ma deve anche avere questa funzione di promozione. Per questo riteniamo giusto che il passaggio dell'articolo sia ancora più forte e pregnante rispetto a questa valorizzazione del settore agricolo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. All'articolo 1 si dice: "La Regione, in armonia con la legislazione comunitaria e statale sostiene l'agricoltura anche mediante la promozione di idonee forme di turismo nella campagna al fine di favorire, agevolare, creare e consolidare, salvaguardare e migliorare, conservare e tutelare l'ambiente e il paesaggio agricolo". Non c'entra assolutamente niente "valorizzare", perché nel momento in cui lo conservi e lo tuteli è normale che viene valorizzato in se stesso, quindi è un problema prettamente tecnico.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 1 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 2. Emendamento n. 3 a firma Giannotti, che ha la parola per illustrarlo.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo richiamo fa riferimento ad un passaggio dell'art. 3 che riguarda il rapporto di connessione e complementarietà. Ribadisce l'opportunità che gli itinerari agrituristici integrati debbano svolgersi in terreni circostanti, adiacenti a quelli dove è ubicata l'azienda. Noi crediamo che il riferimento che è indicato nella legge sia un passaggio corretto, perché lascia molta discrezionalità e molte possibilità. Per questo abbiamo voluto definire in maniera precisa questo passaggio.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Il parere della Commissione è contrario, anche perché è chiaro l'articolo 3 sui rapporti di connessione e complementarietà. Aggiungere che deve rimanere attività principale quella agricola è implicito, pertanto riteniamo assolutamente superfluo e non chiarificatore questo emendamento, quindi siamo per respingerlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. L'accettazione di questa correzione implicitamente farebbe ritenere questa legge fatta da gente che non conosce gli argomenti, perché nel momento in cui dobbiamo dire che l'agricoltura rimane l'attività principale è implicito, poiché è fondamentale che l'agricoltura sia l'attività principale. Il reddito che deriva dall'agriturismo è complementare. Lo possiamo accettare, non cambia assolutamente niente, ma da un punto di vista legislativo... (Interruzione). Ma non possiamo modificare la filosofia e il significato di una legge nazionale. Questo ci permette di dare certe realtà organizzative all'attività, ma l'attività principale è quella agricola. Infatti, ci devono essere controlli per verificare che l'attività agricola rimanga quella principale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 4 a firma Benatti, che ha la parola.

STEFANIA BENATTI. Chiedo il ritiro, in quanto a seguito del mio emendamento la Commissione si è riunita e ha formulato un emendamento che mi soddisfa nel contenuto.

PRESIDENTE. Emendamento n. 5 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. Come dicevo nella relazione, questo emendamento, anche se a mia firma è stato approvato unanimemente dalla Commissione. Abbiamo apportato alcune modifiche relativamente alle produzioni che debbono pervenire direttamente dall'azienda, dal 30 al 35%, mentre invece per quanto riguarda le aree interne, il 25%. E' quindi un emendamento della Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 6 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Ho illustrato prima l'emendamento n. 6 e non il n. 3. Chiedo scusa.
I motivi di questo emendamento li ho esposti prima. I motivi invece che giustificavano la nostra posizione rispetto all'altro emendamento, quello che è stato votato, sono di ben altro spessore, riguardano il cuore della legge. Nel percorso della legge ci accorgeremo che la mediazione fatta non ha raggiunto il risultato sperato, e poi diremo perché. In questo senso confermiamo questa nostra proposta emendativa.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 6 bis a firma Benatti, che ha la parola.

STEFANIA BENATTI. Chiedo il ritiro anche di questo emendamento, in quanto la Commissione ha esaminato sia questo che l'emendamento precedente in cui si chiedeva la somministrazione di vini regionali nelle aziende agrituristiche, perché mi è stato assicurato che questa questione verrà inserita nel regolamento e credo che sia bene non appesantire una legge regionale di indicazioni minute, cosa che invece il regolamento potrà fare, prevedendo queste e altre questioni che potranno caratterizzare l'offerta qualitativa dell'agriturismo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 6 ter a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. Anche in questo caso si tratta di una puntualizzazione da parte della Commissione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 2 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 3. Emendamento n. 6 quater a firma Benatti, che ha la parola.

STEFANIA BENATTI. Questo emendamento prevede che nel caso di cambiamento del rapporto di connessione e complementarietà tanto caro al consigliere Giannotti, successivo al rilascio dell'autorizzazione comunale, l'operatore agrituristico faccia un'autocertificazione, presenti una relazione che in qualche modo attesti il nuovo stato dei fatti, quindi va ad ulteriore sicurezza della effettiva produzione aziendale e dall'altra parte può essere fatto d'iniziativa dello stesso produttore, quindi non va ad appesantire la burocrazia.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Per correttezza debbo dire che diventerebbe farraginoso e burocratico fare una comunicazione ogni volta che c'è una variazione, pertanto riteniamo adeguato il discorso, peraltro previsto anche dalla legge 27, per cui entro il 31 dicembre di ogni triennio vi sia una relazione che vada a confermare i piani colturali dell'azienda, anche perché sappiamo che annualmente non ci sono grandissime modifiche, e peraltro se ci sono modifiche fatte presenti dall'impresa agricola o rilevate da chi controlla — per esempio i Comuni — possono avvenire tali variazioni, ma che ogni volta che c'è una piccola variazione ci debba essere la comunicazione lo riteniamo un appesantimento. Se cambio leggermente il piano colturale, senza andare a una modifica sostanziale del numero delle giornate, non dovrei essere tenuto a comunicarlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. E' una cosa fondamentale che vi siano delle garanzie concrete, prima perché da un punto di vista tecnico quello che viene fatto una cosa realmente concreta, perché nell'ambito dell'agricoltura non ci sono modifiche annuali. Può essere fatta un'autocertificazione. Il controllo è una cosa automatica che esula dall'accettazione o dalla non accettazione di questo emendamento che va ad appesantire maggiormente la legge, però attraverso una autocertificazione — che prevederemo nel regolamento — si ha una maggiore responsabilizzazione dell'operatore, fermo restando che i controlli ci devono comunque essere, altrimenti avviene quello che è avvenuto sempre fino adesso: che si sono scambiate possibilità di operare attraverso delle norme, usufruendo di un'altra legge e facendo un altro tipo di attività. Pertanto sono d'accordo con il presidente della Commissione a respingere l'emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 3.

(Il Consiglio approva)

Articolo 4. Emendamento n. 7. Ritirato. Emendamento n. 8 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. Andiamo a togliere un equivoco, quando si parla di "agriturist". Questa dicitura non può essere utilizzata, quindi abbiamo deciso di sopprimerla.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 8 bis a firma Benatti. Viene ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 4 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 5. Emendamento n. 9 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Meglio di tutto penso sia una lettura dell'articolo 5, punto a): "La capacità ricettiva delle aziende agricole che svolgono attività agrituristica non deve essere superiore: "per ospitalità in alloggi a 35 posti letto". E' consentito raggiungere il limite di 50 posti letto esclusivamente alle aziende ricadenti nelle aree di montagna, svantaggiate, definite ai sensi della normativa..." ecc.
Non so se il consigliere Avenali ha considerato che 35 posti letto è la capienza di una pensione in un centro balneare. Se consideriamo che questa attività deve essere realizzata da un'azienda agricola, 35 posti secondo me quanto meno richiamano un'altra esigenza. Proprio per essere chiari con il mondo e con i nostri colleghi di Consiglio, abbiamo detto "sia confermata pure questa opportunità, ma introduciamo un livello tale che renda compatibile l'attività di ospitalità a quella agricola". L'emendamento è di scendere da 35 a 20 posti letto e di prevedere che nelle zone montane questo limite possa essere superato non raggiungendo 50 posti letto ma 40 posti letto. A me sembra che questa sia una proposta estremamente responsabile. Se poi si vuol andare avanti su questa strada, ognuno si assume le sue responsabilità, soprattutto di fronte al settore agricolo e al settore turistico.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Noi non siamo d'accordo con questo emendamento, che ha costituito un elemento di riflessione profonda in Commissione. La proposta di legge della Giunta prevedeva 40 posti letto, e 60 nelle zone interne e montane. Ora abbiamo ridotto rispettivamente a 35 e 50, quindi c'è stata una riflessione. Qui va detto che se vogliamo essere oggettivi rispetto allo spirito del decreto attuativo 228 tutti questi limiti non dovrebbero essere contenuti, perché stabiliti dal rapporto di connessione e complementarietà dell'azienda. Se io ho un'azienda grande le cui produzioni mi permettono di fare un'attività anche di 60 posti letto, perché no? Comunque, proprio per andare a un graduale passaggio fra quello che era un discorso molto "restrittivo" delle precedenti norme, assumendo in pieno lo spirito attuativo del decreto 228 abbiamo messo questi limiti, però credo che passare da 35 a 20 e da 50 a 40 quando la proposta iniziale era di far diventare 20 i 40 e 40 i 60 credo che si scavalchi l'asino, è assurdo. Per questi motivi mi dichiaro contrario all'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Abbiamo discusso in Commissione di questo argomento. Sembrava che fosse un suggerimento positivo, questo emendamento, ma l'abbiamo vagliato anche dal punto di vista della completezza della legge. Non è un suggerimento sbagliato, però non possiamo porre dei limiti nel caso in cui l'azienda ha la possibilità di avere questa capacità. Inoltre, ci sono anche dei limiti che derivano non solo dai posti letto ma anche dai posti pasto, in funzione della capacità produttiva dell'azienda. Se viene preso in modo isolato sono d'accordo con Giannotti quando confronta i 35 posti letto a quelli di una pensione di una certa consistenza, però non tutte le aziende agrituristiche hanno la possibilità di avere i 35 posti letto, ma solo chi ha certe caratteristiche. In funzione di questa capacità c'è la funzione della manodopera, c'è la funzione dell'attività agricola. Nel momento in cui è dimostrato che per fare quell'attività si tralascia l'attività principale, che è quella agricola, è giusto che la licenza venga revocata facendo passare l'attività non più come agrituristica ma prettamente commerciale. Solo in alcune aziende che hanno determinate caratteristiche è possibile questo, perché si dice "fino a 35 posti letto", non si dice che tutti avranno 35 posti letto. Con Cesaroni ne abbiamo discusso, perché c'era un dubbio da parte nostra, ma questo avviene solo ed esclusivamente in presenza di determinate caratteristiche.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 10 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Un rapporto dialettico è normale che ci sia rispetto alle diverse sensibilità, ma a me sembra che i consiglieri di maggioranza siano assenti da questo dibattito, anche perché non credo che le posizioni di tutti i gruppi siano blindate su questa proposta. Sentendo l'intervento dell'assessore al turismo che ha detto che questa legge gli piace non c'è da meravigliarsi più di niente, però...
L'ipotesi è abbastanza pesante, perché si prevedono 80 posti a tavola, come un ristorante di media grandezza. Noi abbiamo proposto un dimezzamento, dicendo che, rispetto al fatto che comunque l'attività agricola deve essere prevalente a quella agrituristica, prevedere 30 posti a tavola è più che sufficiente. In questo senso abbiamo proposto di emendare.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Questo emendamento è una provocazione, perché si scende da 80 a 30. Dobbiamo partire da un presupposto. I posti a tavola come i posti letto sono rapportati alla dimensione dell'impresa agricola. Non è vero che privilegiamo la grande azienda, perché, peraltro, il reddito è presunto per le piccole imprese, quindi un certo tipo di attività agrituristica si può fare anche nelle piccolissime imprese. Se ci sono aziende di grandi dimensioni, ovviamente non possiamo penalizzarle. Questo è il tetto massimo. C'è un emendamento successivo che propone di portare da 80 a 70 posti pasto come tetto massimo, ma proporre da 80 a 30 credo sia una provocazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Questo argomento merita una riflessione. La nuova legge introduce un limite diverso rispetto alla precedente. Quello di 80 è un tetto massimo, il che significa che se un'azienda non riesce a garantire quelle percentuali di prodotto agricolo sulla ristorazione non può disporre all'interno del proprio fabbricato 80 posti ma si può fermare a 10, a 20, a 30, a 35, a 40 ammesso che trovi il posto. Certo, se un'azienda ha disponibilità di prodotto agricolo per raggiungere quelle percentuali e arrivare a 110 posti, comunque si ferma ad 80. Inoltre, con il subemendamento proposto abbiamo articolato una differenza fra le aziende agricole. Le aziende agricole che riescono a fornire almeno il 50% di un prodotto proveniente dai propri campi, dalle proprie coltivazioni può arrivare a 90 e coloro che riescono a stare soltanto sullo standard del 35% si fermano non all'80 ma al 70, intesi sempre come tetti massimi. Questo è un aspetto importante, perché se tutte le aziende pensano a collocare 80 posti a tavola è chiaro che l'obiezione ha un senso. Se invece pensiamo questo limite in un'altra maniera ci accorgiamo che quel numero 80 non ci dà la fotografia della situazione che si verificherà nel territorio, perché va sempre messo in correlazione con la possibilità dell'azienda di utilizzare i prodotti propri nella percentuale prevista dalla legge, altrimenti ad 80 non ci si arriva. Se non ci sono i prodotti non si mettono neanche 10 posti a tavola.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Bisogna dare atto che in Commissione, quando abbiamo discusso dell'emendamento presentato dal presidente del gruppo di Forza Italia Giannotti, è stata fatta una ponderazione giusta e ci si è immediatamente posti questa problematica e si è detto "diminuiamo". Però c'è sempre una condizione che è fondamentale. Le nostre aziende sono notevolmente piccole, pertanto dobbiamo prevedere quello che potrebbe venir fuori in un accorpamento a livello aziendale, per dare delle risposte diverse non solamente all'agriturismo ma in modo particolare all'attività prettamente agricola.
Inoltre questi posti a tavola sono vincolati ai prodotti dell'azienda, ma per confezionare i pasti i prodotti devono essere tipici della nostra regione. Se il numero viene considerato isolato sono cose astratte, ma se visto nella filosofia di questa legge ha una sua concretezza, sempre fermo restando che ci devono essere i controlli, perché solo attraverso i controlli si ha un agriturismo serio e concreto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 010 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. E' una puntualizzazione ulteriore rispetto all'emendamento 10 bis che verrà posto successivamente in votazione. Qualora la produzione dell'azienda sia del 50%, diamo la possibilità di arrivare fino a 90 posti pasto. Vogliamo stimolare a far sì che la produzione delle imprese agricole aumenti.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento 10 bis a firma Avenali. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 5 come emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 6. Emendamento 10 ter. Ritirato. Emendamento 10 quater a firma Avenali, che ha la parla.

FERDINANDO AVENALI. Stabiliamo in 120 giorni il termine massimo entro il quale la Giunta deve predisporre il regolamento, ma essendovi già una bozza questi tempi saranno molto più brevi.

GILBERTO GASPERI. Fermo restando che il regolamento ripassi in Commissione per un parere della Commissione stessa.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)


Pongo in votazione l'articolo 6 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 7. Emendamento 10 quinquies a firma Avenali. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 7 emendato.

(Il Consiglio approva)

Articolo 8. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 9. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 10. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 11. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 12. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 13. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 14. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 15. Emendamento n. 11 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. L'emendamento intende fissare un tetto agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, recupero, risanamento conservativo e ristrutturazione di locali adibiti ad attività agrituristica, quindi un messaggio netto che va nella direzione di una limitazione dell'intervento complessivo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Noi richiamiamo la normativa urbanistica, ci fidiamo dei Comuni. La normativa prevederà i limiti, quindi non capisco perché dobbiamo sempre mettere vincoli a vincoli.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 15.

(Il Consiglio approva)

Articolo 16. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 17. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 19. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 20. Emendamento 11 bis. Ritirato. Emendamento n. 12 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Ci sono diversi modi di affermare le verità.

FERDINANDO AVENALI. Il problema è di interpretare...

ROBERTO GIANNOTTI. No, perché questo Paese è stato troppo alla mercé delle interpretazioni. Si dice che "Negli edifici utilizzati per le attività agrituristiche sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, recupero e risanamento conservativo e ristrutturazione, nel caso delle ristrutturazioni sono possibili aumenti volumetrici se previsti e consentiti dalle normative urbanistiche comunali". Debbo dedurre che negli altri casi ve ne fregate un fico secco delle normative comunali.
Detto questo, credo che il richiamo che ci sia un approdo anche alla struttura regionale sia un atto più che doveroso, per questo insistiamo per l'approvazione dell'emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Se avessimo posto quello che dice già la legge urbanistica, che più del 20% non può essere aumentato... Ma la legge urbanistica potrebbe variare e portare al 10 o al 5. Se noi lo portiamo al 20 rimane fisso e non lo leghiamo più alle volontà di programmazione urbanistica delle Amministrazioni comunali.
Si dice "di avvalersi della collaborazione delle strutture regionali competenti". Sappiamo che un'amministrazione deve avere delle responsabilità e nel momento in cui ha delle responsabilità deve dare delle risposte. E' poi implicito che può avvalersi delle altre strutture, ma la responsabilità deve essere di una amministrazione. Se diciamo che può avvalersi di un'altra struttura potremmo creare l'alibi a quel funzionario che dice "non mi ha dato un supporto tecnico, non posso dare risposte". No, perché se Gilberto Gasperi domani va in un agriturismo e ritrova qualcosa di diverso da quanto contemplato dalla legge e pone un quesito al Comune competente, il Comune competente deve dare la risposta. Non posso creare un alibi per quel funzionario del Comune che dica "ho fatto una lettera al collega della Regione o della Provincia ma non mi ha risposto". Sappiamo che le cose vengono tirate alla lunga e che le risposte vengono date nel retrobottega. Può essere una cosa valida ma se non lo mettiamo per legge non è detto che il funzionario non possa poi avvalersi di una richiesta che fa direttamente non solo alla Regione ma a organi diversi che possono essere la Provincia e lo Stato stesso.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 20.

(Il Consiglio approva)

Articolo 21. Emendamento n. 13 a firma Avenali, che ha la parola.

FERDINANDO AVENALI. Parliamo sempre di "impresa agrituristica", invece dobbiamo parlare di "impresa agricola che fa attività di agriturismo". Quindi è una importante puntualizzazione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 14 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Spero che questo emendamento lo votiate, perché se non votate questo emendamento lascio il giudizio ai cittadini delle Marche. Noi abbiamo proposto di aggiungere una norma che tutela la salute del cittadino, cioè prima della somministrazione di carni da animali da corte vi deve essere la verifica dell'autorità veterinaria.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Sono d'accordo su questo emendamento, ma è l'essenza della legge stessa nel settore alimentare. Non possono essere somministrate le carni se prima non sono passate al controllo del servizio veterinario. Infatti, come Commissione abbiamo detto che il coordinamento deve essere fatto non dall'assessore all'agricoltura ma da quello alla sanità. Se la zootecnia funziona in Italia è perché dipende dalla sanità, non dall'agricoltura. Il controllo è fatto automaticamente, non possono essere venduti i prodotti. La carne passa automaticamente al controllo sanitario. L'agriturismo non può macellare i suoi animali, ma deve portarli in una struttura apposita che ha costi elevati. Qui ci sono i limiti dell'agriturismo, perché nell'agriturismo un limite di questo genere comporta un costo notevole, poiché o l'agriturismo è di grosse dimensioni e si crea un macello suo autonomo che non può costare meno di 20-25 milioni, altrimenti ha costi aggiuntivi per i trasporti. E' una legge nazionale a livello sanitario da cui non possiamo derogare, altrimenti se un agriturismo macella un suo pollo, me lo porta in tavola e non riesce a dimostrare che è stato macellato sotto il controllo del servizio sanitario, quella struttura viene chiusa. E' quindi valida come filosofia, ma è implicito che questo c'è già. Chi non ammette questa cosa significa che non conosce la procedura a livello sanitario e di alimentazione nell'ambito dell'agriturismo.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 21.

(Il Consiglio approva)

Articolo 22, emendamento 15 a firma Giannotti che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. L'esigenza era quella di richiamare il fatto che questa attività di turismo rurale possa essere solo ed esclusivamente esercitata in costruzioni ubicate nei borghi e non all'esterno dei borghi rurali. Credo che sia una precauzione legittima e comunque un ulteriore contributo alla valorizzazione dei centri minori dell'entroterra.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 16 a firma Giannotti e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 22.

(Il Consiglio approva)

Articolo 23. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 24. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 25. Emendamento 17 a firma Avenali.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, l'emendamento 16?

PRESIDENTE. Già fatto. Ho chiesto se c'erano interventi, e comunque l'abbiamo votato.

ROBERTO GIANNOTTI. Io non ho partecipato a nessuna votazione.

FERDINANDO AVENALI. Eri disattento. L'abbiamo votato, torniamo indietro, ora? Seguite...

ROBERTO GIANNOTTI. Chiedo di parlare sull'emendamento 16. Li ho illustrati tutti.

PRESIDENTE. E' stato espressamente chiesto...

ROBERTO GIANNOTTI. Lei si è espresso male o io ho capito male, comunque non è così. Noi non abbiamo partecipato alla votazione, Presidente. Se lei mi vuol togliere un diritto, e mi sembra che sia una cosa stupidissima rispetto al dibattito di oggi... Mi può togliere il diritto di parlare ma non quello di votare.

PRESIDENTE. Lei ha diritto di parlare, non glielo voglio togliere, ma deve stare attento. Non può fare 50.000 cose in aula per cui non sa cosa vota.

ROBERTO GIANNOTTI. Presidente, io seguo quanto lei.

PRESIDENTE. Lo abbiamo già votato. Torniamo indietro?

ROBERTO GIANNOTTI. Io voglio votarlo, perché non l'ho votato. Se lei non mi fa parlare parlo dopo, non è un problema, però questa mi sembra una cattiva azione politica. Adesso faccia lei.

PRESIDENTE. Io non ho voglia di fare una prova di forza né di perdere tempo su una cosa inutile. Comunque, ha facoltà di parlare.

ROBERTO GIANNOTTI. Questo è un altro dei passaggi fondamentali della legge. E' inutile che giriamo intorno alla pallina: basta una lettura dell'emendamento e dell'articolato per rendersi conto della diversità e della diversa concezione della cosa. L'articolo dice che la ristorazione, il servizio di agriturismo deve basarsi su un'offerta gastronomica tipica della zona, che utilizza come materie prime almeno il 70% dei prodotti locali o tipici acquisiti direttamente presso aziende e cooperative agricole della regione, con preferenze per le produzioni dop. Sostanzialmente si introduce il concetto che per il 30% si può dare di tutto, ma si introduce il concetto che per il 70% a Cavallino di Urbino posso dare il formaggio comprato nell'attività commerciale di Roncopallino.

FERDINANDO AVENALI. L'hai letto l'articolo?

ROBERTO GIANNOTTI. L'ho letto, ma se non ho capito il dibattito in Consiglio regionale serve a questo.
La mia preoccupazione è che quando c'è una voce fuori dal coro si scatena, come succede spesso per il mio amico Brini, una forma di ostracismo. Per fortuna siete l'opposizione in questo Paese: pensate se foste stati al Governo da soli.
La nostra proposta introduce un concetto chiaro: la ristorazione deve basarsi su un'offerta gastronomica tipica della zona che utilizzi il 30% dei prodotti provenienti dall'azienda.

FERDINANDO AVENALI. Parliamo del turismo rurale, non dell'agriturismo.

ROBERTO GIANNOTTI. Questa precisazione è corretta, ma non cambia il termine dell'emendamento rispetto a quello che lei indicava. Comunque va collegata la fruizione del prodotto alla produzione che deve essere fatta all'interno dell'azienda e della zona, dopodiché fare cose diverse credo che non serva.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Ha ragione il collega a dire che questo è uno dei punti di snodo dell'intera legge e ha ragione anche a dire che questo emendamento è molto chiaro. E' molto chiaro, collega Brini, perché è sintomatico di come voi avete fatto tutti gli emendamenti a questa proposta di legge: li avete fatti senza avere colto la finalità della legge e il significato delle parole di questa legge e di tutte le leggi che reggono l'agricoltura, perché noi diciamo si istituisce una situazione intermedia fra l'agriturismo doc, quello che ha i prodotti ed è portato avanti da una vera azienda agricola e la ristorazione normale. Il termine di turismo rurale serve ad accompagnare le aziende che non hanno più i requisiti dell'agriturismo per farle passare alla ristorazione. Oppure serve alle aziende che fanno ristorazione per qualificare altamente la proposta gastronomica, quindi se uno vuole usufruire di questo scivolamento dell'agriturismo al turismo rurale oppure qualificazione nell'ambito della ristorazione e farne una ristorazione di qualità, bisogna che si utilizzi il 70% di prodotti della regione. Questa è la nostra proposta. Voi cosa fate? Voi proponete che a questa gente che, ricordo a tutto il Consiglio regionale, avrà una licenza commerciale — non sarà un'azienda agricola — sia chiesto di andare a trovare il 30% non so dove, perché potrebbero non avere prodotti agricoli, queste aziende. Inoltre gli imponete il 70% dei prodotti regionali. Qual è la discrepanza di questo benedetto emendamento? Innanzitutto che se uno vuol comprare una bottiglia d'acqua minerale, un pacchetto di sale, lo zucchero, se non prodotto nelle Marche non lo potrà comperare. Lo capite, quando scrivete gli emendamenti? Si offende anche l'intelligenza del legislatore. Se questa gente non ha il sale di Ripatransone non sappiamo dove deve comprare il sale, perché c'è scritto questo.

ROBERTO GIANNOTTI. Non essere ridicola.

STEFANIA BENATTI. Non sono ridicola, ma dovete anche leggere l'emendamento che avete fatto voi, dovete usare un po' di buon senso.
La sostanza è che questo emendamento renderebbe impraticabile il turismo rurale, quindi anche nei confronti dei ristoratori che hanno dimostrato molto buon senso e che hanno accolto gran parte degli emendamenti che ha presentato la Commissione, che vanno verso una qualificazione dell'agriturismo, voi di fatto bloccheresti il turismo rurale, quindi manterremmo sempre una situazione ibrida che non caratterizzerebbe l'agriturismo e la ristorazione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Il Capo II parla di "turismo rurale" e definisce il turismo rurale, che è cosa ben diversa dall'agriturismo. Quando andiamo a definire il turismo rurale dobbiamo dare una classificazione diversa, nella piena libertà di azione che deve avere un imprenditore. Se non riconosciamo la piena libertà di azione che deve avere un imprenditore, andiamo ad operare contro la legge e al di fuori di un'altra realtà. Questa è una cosa totalmente diversa e per questo avevo detto prima di ritirarlo. E' un incidente di percorso, ma visto che faccio questo intervento voglio anche chiarire alla collega Mollaroli che noi non facciamo il girotondo né giochiamo a nascondino. Loro hanno fatto il girotondo perché se avessero giocato a nascondino nessuno sarebbe andato a trovarli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Moruzzi.

MARCO MORUZZI. Volevo aggiungere un elemento di riflessione, cercando anche di stemperare gli animi. Probabilmente questo emendamento è stato mal collocato, perché sembra più un emendamento rivolto all'agriturismo piuttosto che un emendamento rivolto al turismo rurale, ammesso che possa essere condivisibile. Se le aziende che escono dall'agriturismo e finiscono nel turismo rurale lo fanno perché non riescono ad avere il 30% di prodotti propri, inserire all'interno di questo articolo l'obbligo del 30% dei prodotti provenienti dall'azienda significa cancellare tutto il capitolo del turismo rurale. Sarebbe allora più serio presentare un emendamento abrogativo di tutti gli articoli relativi al turismo rurale.
Poi c'è un'altra assurdità: queste aziende che finiranno all'interno della categoria del turismo rurale oggettivamente sono fortemente penalizzate anche nella proposta di ricette tipiche marchigiane. Si pensi all'uso delle spezie che sempre è stato fatto nella storia della gastronomia marchigiana. Noi, qui avremmo il divieto di riproporre le ricette tipiche marchigiane perché le spezie possono essere oggetto di sanzione per gli operatori del turismo rurale che volessero utilizzarle in quanto noi abbiamo solo il 30% proveniente dall'azienda agricola e il 78% proveniente dalle coltivazioni marchigiane, quindi uscirebbero anche dalla ristorazione del turismo rurale le ricette tipiche della nostra regione.
Questo dimostra che è un emendamento mal studiato e mal presentato, senza citare la questione del sale e dell'acqua minerale di cui parlava la Benatti, ma si potrebbe parlare anche del caffè: perché negare a questi operatori la possibilità di offrire qualcosa che quasi tutte le persone che vanno in ristorante consumano alla fine del pasto, come il caffè? Chi di questi ristoratori utilizzasse eventualmente il caffè sarebbe sanzionabile al pari di coloro che trasgrediscono altre norme più pesanti della legge. Quindi è un emendamento a mio avviso mal collocato, che forse sarebbe il caso di ripensare o ritirare. Se il problema era quello del pesce si poteva fare un espresso divieto, ma questo nell'emendamento non c'è, caro Brini. Se io voglio che nella legge sia vietato qualcosa dico quello che deve essere vietato, non utilizzo emendamenti di questo genere che mettono in difficoltà quei comportamenti che nelle intenzioni, eventualmente, si vorrebbero impedire.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti per dichiarazione di voto.

ROBERTO GIANNOTTI. Le country house cosa si intende che siano, alberghi? Sono ristoranti? Sono strutture ricettive? (Interruzione). Allora, se lei me lo consente, consigliere Benatti, è stato improprio voler inserire il turismo rurale nella legge sull'agriturismo. E' stato uno stratagemma, un modo per far passare una concezione di altro tipo. Comunque lei ha capito il senso della nostra proposta, del nostro intervento al di là delle battute umoristiche sul sale o sull'acqua minerale, sul caffè o sui fazzolettini: il significato è quello di legare l'attività dell'azienda agrituristica, o comunque di attività che operano in quel campo, alla reale utilizzazione di prodotti realizzati in azienda, altrimenti si dà luogo a tutti quegli inconvenienti a cui assistiamo purtroppo oggi. Consigliere Moruzzi, io e lei che siamo amanti della montagna sappiamo che possiamo andare sul monte Petrano e mangiare il pesce azzurro. Credo che sia comunque poco conveniente. Da questo punto di vista, al di là della centratura dell'intervento credo che la proposta emendativa fosse quanto mai pertinente.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. L'articolo 22, al punto 1 recita: "Per turismo rurale si intende una specifica articolazione dell'offerta turistica regionale composta da un complesso di attività che possono comprendere ospitalità, ristorazione, attività sportive, del tempo libero e del servizio, finalizzate alla corretta fruizione dei beni naturalistici, ambientali e culturali del territorio naturale". Fermo restando che questa è un'attività di ristorazione, non voto contro perché è un emendamento nn corretto; è un emendamento che non rientra in questo filone, solo per questo, altrimenti come filosofia è valida.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione della seduta antimeridiana fino alla conclusione di questa proposta di legge.

ROBERTO GIANNOTTI. Dobbiamo tornare al pomeriggio, quindi occorre anche andare a pranzo. Non può convocare, come ha fatto oggi, una seduta forzando e chiedendoci di stare qui questa mattina, oggi pomeriggio, prevedendo la seduta notturna, e poi permettendosi di venire a chiedere di andare avanti fino alle 15. Non esiste questa cosa.

PRESIDENTE. Non ho commenti da fare, pongo in votazione la proposta.

(Il Consiglio approva)



Torniamo all'emendamento n. 17 a firma Avenali. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 18 a firma Avenali. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 19 a firma Giannotti, che ha la parola.

ROBERTO GIANNOTTI. Credo che sia abbastanza evidente il senso e il significato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Avenali.

FERDINANDO AVENALI. Siamo assolutamente contrari. Abbiamo introdotto nuove norme. Un'attività agrituristica autorizzata ai sensi della legislazione vigente che non ha più i requisiti... Cambiamo la legge e dobbiamo chiedere di restituire anche i benefici? E' veramente assurdo, voi non avete capito lo spirito della legge, quindi siamo fortemente contrari.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. Se uno decade volontariamente o perché esercita un'attività diversa rispetto a quella agrituristica, è normale che da quel momento in poi decade da quel tipo di attività, ma non possiamo retrodatare, dal momento che due o tre mesi prima era pienamente in sintonia con la legge. Quindi non possiamo condannarlo per agevolazioni od operazioni finanziarie fatte con la banca. E' giusto, come ho sempre sostenuto, che nel momento in cui l'imprenditore che fa agriturismo decade perché non fa più l'imprenditore agricolo, entri nell'altra attività che è prettamente commerciale. Altrimenti colui che ha usufruito di norme o di agevolazioni facendo l'imprenditore agricolo con attività agrituristica, nel momento in cui decide di non voler fare più l'imprenditore agricolo e trasformare l'attività agrituristica in attività di tipo commerciale deve pagare le cose di cui aveva usufruito? E' assurdo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

STEFANIA BENATTI. Volevo chiarire al Consiglio, perché tutti ne fossero consapevoli, che se seguiamo il ragionamento fatto dal gruppo di Forza Italia con questo emendamento, e se quindi fra una settimana facciamo una legge in base alla quale rinunciamo alla metà delle nostre indennità, dovremmo chiedere di restituire tutte le somme prese dall'inizio della legislatura.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 19.

(Il Consiglio non approva)

Pongo in votazione l'articolo 25.

(Il Consiglio approva)

Articolo 26. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 27. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 28. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Articolo 29. Emendamento n. 19 bis, a firma Avenali. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'articolo 29 emendato.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione il coordinamento tecnico insieme all'emendamento n. 20 a firma Avenali.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l'ordine del giorno presentato dalla Commissione.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Giannotti.

ROBERTO GIANNOTTI. Comincio ad essere disarmato, consigliere Benatti. Non ho capito il senso del suo intervento.

STEFANIA BENATTI. Non si può dire che è retrodatata.

ROBERTO GIANNOTTI. Ma dove è scritto? Impari a leggere, consigliere, si faccia insegnare dal capo de I Democratici, che è una bravissima giornalista: "Nel caso in cui venga accertato che l'imprenditore esercita solo l'attività agrituristica, dopo avere abbandonato l'attività principale agricola...". Cosa vuol dire? Che a un certo giorno io smetto di fare l'agricoltore e faccio l'attività agrituristica. Siccome abbiamo sempre affermato che c'è un nesso di continuità, noi diciamo che da quella data...

STEFANIA BENATTI. C'è il vincolo di legge dei 10 anni.

ROBERTO GIANNOTTI. Lei può inventarsi tutte le manfrine che vuole... Ho capito... Andiamo avanti.
Credo che finalmente il potere diessino abbia trovato i suoi gendarmi, e mi dispiace di dover rilevare che probabilmente questi gendarmi che avevano vissuto nelle retrovie una battaglia politica chiara dal punto di vista ideale, oggi hanno trovato altri interessi da difendere, perché vedo una animosità, un accanimento, una pretestuosità che non ritengo...
Io sarò teso questa mattina, per vicende mie o altre cose, ma che lei, Presidente, in una seduta come questa venga a proporre il prolungamento del mattino senza specificare quello che accadrà durante il giorno non mi sembra coretto, e comunque le anticipo che formalizzeremo, alla fine della discussione, la richiesta che questo Consiglio regionale si concluda in tempo utile per garantire ai consiglieri di partecipare alle manifestazioni di solidarietà alla famiglia Biagi. Su questo non ci piove, quindi le anticipo che siamo contrari al prolungamento in seduta notturna.

PRESIDENTE. Ha finito, consigliere?

ROBERTO GIANNOTTI. No, non ho finito.

PRESIDENTE. Ha cinque minuti.

ROBERTO GIANNOTTI. Parlerò cinque minuti.

PRESIDENTE. Sono finiti.

ROBERTO GIANNOTTI. Intanto recuperiamo i 30 secondi che lei mi ha portato via con il suo intervento.

PRESIDENTE. Consigliere, per favore...

ROBERTO GIANNOTTI. Qui non ci sono favori: c'è un rispetto della norma e un'imparzialità che lei deve garantire rispetto a tutti...

PRESIDENTE. Sono andato oltre, le ho anche dato la possibilità di ridiscutere un emendamento già votato.

ROBERTO GIANNOTTI. ...facendo anche sacrificio delle sue idee politiche, perché lei dovrebbe essere il Presidente di tutti. A questo vorrei richiamarla.
Se vogliamo creare il caso anche nella giornata di oggi, credo che ci siamo vicini.
Credo che intanto vada rigettato il contenuto dell'intervento del consigliere Silenzi. Consigliere Silenzi, prendo atto di quello che lei ha detto, prendo atto delle affermazioni positive che lei ha espresso in quest'aula — a differenza del dileggio quotidiano — che ha avuto oggi nei confronti del consigliere Cesaroni. E' un giudizio che noi condividiamo. Lei ha detto che il consigliere Cesaroni è bravo, che lavora, che ha contribuito in maniera decisiva alla elaborazione di una legge...

GIULIO SILENZI. Che è bravo e che lavora lo hai detto tu.

ROBERTO GIANNOTTI. No, l'ha detto lei quando si è sperticato in un elogio dell'opposizione per giustificare quello che le pareva giusto giustificare. Se io fossi un consigliere di opposizione mi sarei offeso della sua sperticatura, però...

GIULIO SILENZI. Dillo ai colleghi di Alleanza nazionale.

ROBERTO GIANNOTTI. I consiglieri di Alleanza nazionale, come i consiglieri di Forza Italia sono persone serie, che danno sempre il contributo, quando questo contributo collima con quello della maggioranza e quando non collima. Mi spiace che questi suoi rilievi vengano sempre espressi in funzione anti qualcuno, cioè quando, guarda caso, l'interesse converge, mentre non ci sono quando si fanno battaglie ideali, politiche e programmatiche che vedono il suo partito in una posizione di contrasto con quella del Polo. Comunque, sarei felice di registrare anche in quelle occasioni un riconoscimento alla qualità, alla capacità e all'impegno dei consiglieri di opposizione.
Da questo punto di vista credo che sia più che strumentale l'intervento che lei ha fatto questa mattina e non legga in maniera corretta il contributo che comunque è stato dato in Commissione e che nessuno disconosce. I commissari hanno lavorato in un'ottica tecnico-politica, nel senso che hanno soprattutto cercato di migliorare un provvedimento che comunque è stato migliorato anche con il concorso dei consiglieri della Casa delle libertà a cui va il mio ringraziamento, questo è indiscutibile. Un documento che comunque, nella sua sintesi finale può avere soddisfatto chi ci ha lavorato, chi ha visto realizzate e accettate le sue modifiche, ma non la nostra parte politica rispetto alla quale ancora alcune cose ci sono, proprio per l'importanza che riveste il settore dell'agriturismo. Abbiamo rilevato come comunque questa sia una normativa che introduce regole ma a maglie larghe, cioè introduce regole interpretabili, introduce regole che in qualche modo non definiscono compiutamente il cammino del futuro e che ci costringeranno a dover tornare ad emendare, a rivedere questo provvedimento quanto prima. Non credo che questa legge risponda, così come ha sostenuto con tanta enfasi il consigliere Silenzi, all'esigenza di qualità e preservazione, valorizzazione delle produzioni locali, questa è una legge di risulta da questo punto di vista, non coglie l'esigenza di affermare quel nesso fra le attività agrituristiche e il prodotto locale, soprattutto non affronta il nodo politico di fondo che ci ha accompagnato in questi giorni, cioè la condizione di oggettiva concorrenzialità fra diversi settori del nostro tessuto economico — mi riferisco al settore agricolo e al settore turistico — che in qualche modo si sono costruiti una disputa su questa questione, chiedendo entrambi di avere garanzie. Non mi sembra che ci sia stata la capacità di realizzare questa mediazione.
Non c'è un vincolo preciso fra agricoltura e attività agrituristica, non c'è una riaffermazione della prevalenza che deve esserci rispetto a questa cosa, le finalità sono contraddette, come ha giustamente detto il collega Brini quando citava la proposta di legge 13 abortita per responsabilità di questa maggioranza, che solo grazie al nostro senso di responsabilità ha ritrovato un percorso in questo Consiglio regionale.
Non è, sostanzialmente, una proposta di equilibrio. Il senso e il significato della battaglia, se volete anche con qualche sfilacciatura, che abbiamo fatto questa mattina, è il seguente: noi avremmo preferito una proposta che cogliesse, interpretasse, desse una risposta ad una esigenza di chiarezza ma anche di equilibrio, in modo da far diventare, questo sì, consigliere Silenzi, l'agriturismo una risorsa in più per il sistema turismo Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Ritengo opportuno intervenire, perché i lavori di approvazione di questa legge hanno comportato varie polemiche, quindi voglio spiegare perché il gruppo di Alleanza nazionale vota convintamente a favore.
Questa legge nasce su una proposta di iniziativa della Giunta regionale che poi è stata ampiamente modificata in Commissione, che ha recepito le nostre indicazioni insieme a quelle di tanti altri consiglieri della Commissione. Anzi ringrazio il consigliere Gasperi che ha partecipato ai lavori intervenendo insieme ad altri consiglieri di maggioranza e di opposizione a modificarne il testo, recependo tutta una serie di esigenze.
Quindi non ci troviamo di fronte a una legge di sinistra o di destra, ma ci troviamo di fronte a una legge che vuole affermare una normativa, innanzitutto che vada a sostegno e ad appoggio dell'agricoltura. Noi sottolineiamo che è molto importante che le persone rimangano sul territorio rurale, e per rimanere sul territorio rurale è molto importante un'economia agricola che possa dare redditi decenti e a volte anche buoni, non c'è nessun motivo per cui anche l'agricoltura non possa dare buoni redditi.
E' chiaro che l'agriturismo è un sistema a sostegno della presenza dell'uomo sul territorio ed in campagna, quindi quando si va in questa direzione se la proposta è condivisibile deve essere votata. Dico di più. Nelle Marche dobbiamo far decollare il sistema del turismo rurale. Se in Toscana questo sistema ha prodotto tanto benessere e ha permesso di valorizzare il territorio decentrato, periferico, se questo sistema si è creato in Umbria, perché anche nelle nostre Marche non dobbiamo spingere in questa direzione?
Con queste precisazioni convintamente sosteniamo questa legge che non è la migliore in assoluto, è quello che è venuto fuori da una serie di valutazioni. Se occorrerà in seguito ritoccarla non c'è problema, però è importante affermare il suo contenuto, insieme al sistema dei controlli, perché il sistema dei controlli è molto importante. Per evitare gli abusi ci vuole una buona legge, occorrono delle buone norme e poi un sistema di controllo sulle norme e sui principi di fondo.
Lontanissimo da noi sostenere una categoria contro un'altra. Che Alleanza nazionale possa avere sposato gli agricoltori contro gli esercenti della ristorazione non è assolutamente giusto dirlo. Nei commercianti e nella ristorazione ci sono ante persone con cui abbiamo un rapporto di colleganza, di continuità, ma crediamo che ognuno debba avere i suoi spazi, le sue garanzie. Quindi garanzie e spazi per la ristorazione, per i commercianti del settore, garanzie e spazi per l'agricoltura. Questo credo che sia un regime di giustizia contro ogni monopolio. Quando ci sono i monopoli in cui uno riesce a prendere tutti gli spazi le cose non vanno bene, soprattutto nell'economia, perché, per esempio, i monopoli della distribuzione sono una cosa che non crea competizione, non crea concorrenza, schiacciano e alla fine danno dei problemi economici seri.
Con queste premesse confermiamo il nostro atteggiamento in Commissione e in aula sugli emendamenti e senza nessun dramma, anzi con grande soddisfazione votiamo questa legge.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

GILBERTO GASPERI. C'è un fattore molto importante su questa legge, che forse prima non è stato toccato negli interventi perché ce lo siamo dimenticato. Chi va a fare dell'agriturismo fa degli investimenti, non è che abbia dei contributi a fondo perduto o ritrova una struttura che gli piove dal cielo gratuitamente. Chi fa dell'agriturismo opera un risanamento ambientale su quelle strutture che di solito sono non dico abbandonate ma semiabbandonate. E' un imprenditore che va a cercare risorse nell'ambito familiare e nella propria attività facendo degli investimenti. Noi dobbiamo dire grazie a coloro che vanno a svolgere questo tipo di attività, perché grazie a questo tipi attività possiamo far leva sulle richieste non solamente di coloro che vogliono usufruire dell'agriturismo, ma sulle richieste che cercano di andare a fare turismo al di fuori del turismo classico della costa, all'interno delle nostre campagne.
E allora, quando un imprenditore va a fare un investimento, è implicito che delle garanzie gli siano date. Le garanzie sono in funzione di quelli che saranno i controlli che dovremo andare a fare, perché rispetto al bravo imprenditore che si adegua alle norme va a fare gli investimenti, il primo suo avversario è lo stesso imprenditore che non svolge l'attività secondo i canoni di questa legge.
Solo attraverso questa scelta l'imprenditore agricolo ha la possibilità di dare una dignità di sopravvivenza alla propria famiglia, ma soprattutto riusciamo a garantire ai figli la permanenza in quei luoghi, altrimenti sono costretti ad andarsene in quanto non hanno assolutamente la possibilità di avere un incremento di reddito.
La seconda fase che è importante e che prima o poi dovrà essere scelta non solo dall'agricoltura marchigiana ma dall'agricoltura italiana è quella del riordino fondiario, perché senza il riordino fondiario non avremmo più la possibilità di essere competitivi con le nostre attività, con i nostri prodotti e con le nostre capacità.
E' allora implicito che la prima azione, che è la meno costosa, è quella di dire agli imprenditori agricoli "avete questa possibilità, operate in questo settore, vi saranno date garanzie, grazie a queste leggi, di poter usufruire di agevolazioni" che sono nel loro lavoro, nella loro capacità e nelle caratteristiche dei prodotti che porteranno direttamente in tavola.
Come dicevo prima, c'è già una grande difficoltà per gli imprenditori agricoli: quella di non poter usufruire pienamente dei prodotti, degli animali in modo particolare, perché la macellazione non la possono più fare nelle loro residenze ma deve essere fatta in quelle strutture che diano soprattutto le garanzie che noi consumatori chiediamo a livello sanitario.
Probabilmente tra sei mesi, fra un anno, fra due anni ci sarà bisogno di intervenire per migliorare la legge in funzione delle esigenze, però siamo certi che il contributo portato in Commissione da parte di tutti i componenti sia della maggioranza che della minoranza, è stato fattivo e rispondente alle esigenze sia degli imprenditori sia di coloro che vogliono usufruire di queste strutture.
Chiedo la votazione per appello nominale, a nome anche dei colleghi Ciccioli e Pistarelli.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Tontini.

ROBERTO TONTINI. Con soddisfazione annuncio il voto favorevole del gruppo Ds a questa legge, una legge che noi giudichiamo importante in un settore strategico per la nostra regione, che sicuramente ci farà fare un ulteriore passo in avanti, sia per quanto riguarda l'agricoltura a cui questa legge è rivolta, ma ancora di più anche per quanto riguarda il miglioramento dell'offerta turistica della nostra regione. Voglio sottolineare con soddisfazione che si arriva all'iter conclusivo dell'approvazione di questa legge dopo un lavoro importante e proficuo in Commissione da parte di tutti i commissari e voglio sottolineare come, quando ci si trova in presenza di un atteggiamento positivo e non strumentale, che entra nel merito della positività di una legge, come avvenuto in Commissione da parte dei consiglieri di minoranza in questo caso, la maggioranza dimostra che nel merito accoglie e vuole accogliere il contributo fattivo che si esprime e che ha visto anche nel dibattito e nella discussione in aula anche posizioni unanimi, da questo punto di vista, da parte di tutti i consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, che hanno partecipato ai lavori della Commissione. Questo dimostra che quando si entra nel merito delle discussioni senza strumentalizzazioni, c'è una grande apertura da parte di questa maggioranza.
Voglio sottolineare brevissimamente due questioni relative al merito di una legge che sicuramente qualifica la normativa sull'agriturismo in termini di qualità e anche di concezione più moderna del ruolo dell'agriturismo, soprattutto in rapporto ad una concezione dell'agricoltura che credo sia più innovativa, che concepisce l'agricoltura e l'agricoltore come impresa agricola e quindi, pur nella ulteriore chiarezza che si immette nella normativa di questa legge, si sono superate anche alcune difficoltà che si erano riscontrate nell'applicazione della legge precedente, quando non sempre avevamo agriturismo chiari fino in fondo e qualche volta si potevano confondere anche con attività di ristorazione.
Questa legge è più precisa, più chiara, ma allo stesso tempo concepisce l'agricoltura come impresa agricola, quindi togliendo una serie di limiti generali e valorizzando l'impresa agricola in quanto tale, tenendo conto delle potenzialità, delle diversità che l'impresa agricola ha, togliendo limiti che precedentemente rappresentavano un tappo alla espansione della propria attività di impresa agricola, anche se complementare, in questo settore. Allo stesso tempo migliora alcuni aspetti relativi ad alcuni limiti andando sulla qualità, sulla tipicizzazione dell'attività agrituristica, in particolar modo relativamente all'utilizzazione dei prodotti di propria produzione e all'acquisto dei prodotti di provenienza dall'agricoltura della nostra regione, che vanno in direzione della qualità e della tipicizzazione di questo tipo di attività.
Questa legge non va a creare ulteriore concorrenza con il settore del commercio e della ristorazione, anzi, al contrario, siamo convinti che definisca meglio i confini e ne esce un'offerta complessiva nell'ambito del turismo, migliorativa, più efficace e più potente che potrà servire a dare un contributo soprattutto nelle aree interne, per il rafforzamento di un'economia che è la base principale per poter mantenere e rafforzare, così come sta avvenendo, la residenza nelle aree interne.

PRESIDENTE. Pongo in votazione, per appello nominale, la proposta di legge n. 91, a partire dal n. 19.

MARCO AMAGLIANI, Consigliere segretario . Procedo alla chiama:
Giannotti astenuto
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi Gentiloni Silveri astenuto
Melappioni sì
Minardi sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli assente
Pistarelli sì
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli sì
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta sì
Viventi assente
Agostini sì
Amagliani sì
Amati assente
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini astenuto
Castelli sì
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni sì
Ciccioli sì
D'Ambrosio sì
D'Angelo sì
Donati sì
Favia assente
Franceschetti sì
Gasperi sì

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Spacca. Ne ha facoltà.

GIAN MARIO SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Mi pare che sia stata richiamata l'attenzione da parte di diversi consiglieri sull'esigenza di partecipare questa sera alla fiaccolata in memoria di Marco Biagi. Credo che sia opportuno non procedere alla seduta notturna dell'Assemblea consiliare ma nel contempo anche organizzare i lavori del pomeriggio. Chiedo di anticipare due atti: la proposta di atto amministrativo n. 47 a iniziativa della Giunta regionale che riguarda il piano per le attività estrattive e la proposta di legge regionale n. 103 sempre a iniziativa della Giunta regionale, che riguarda l'integrazione alla legge regionale sulle provvidenze in favore della popolazione di Ancona colpite dalla frana.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

CARLO CICCIOLI. Come minoranza il gruppo di An ha votato a favore della prosecuzione dei lavori per completare la legge sull'agriturismo, però dobbiamo dire con molta chiarezza due cose. La prima, che a questo punto la seduta termina e ricominciamo alle 16, perché abbiamo preso una serie di impegni politici, come gruppo. La seconda, che il programma deve andare avanti come concordato nella Conferenza dei presidenti di gruppo, ma c'è anche un problema politico per quanto riguarda le cave. Noi chiederemo, politicamente, di non approvare questa sera. Non vogliamo eludere il problema, vogliamo fare la discussione generale ma non andare al voto perché ci sono troppi problemi aperti, quindi con responsabilità riteniamo non opportuno andare al voto in una condizione molto affrettata. Al di là dell'anticipare o del posticipare, noi vogliamo poi interrompere la seduta.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Andrea Ricci.

ANDREA RICCI. Chiedo l'iscrizione d'urgenza e la rapida approvazione di un atto approvato all'unanimità dalla V Commissione. Si tratta della proposta di atto amministrativo n. 82 che riguarda la ridefinizione dei criteri per l'erogazione dei contributi alle famiglie con portatori di handicap di particolare gravità. E' importante l'approvazione, altrimenti salterebbero le scadenze già fissate e ci sarebbe il rischio, per le famiglie, di ricevere questi contributi alla fine dell'anno se non oltre. Dato che in Commissione c'è stata un'approvazione unanime, con un unanime accordo di portare l'atto al voto, chiedo l'iscrizione d'urgenza e la votazione oggi.

CARLO CICCIOLI. Esprimo parere favorevole alla proposta del consigliere Ricci, perché si tratta di un atto tecnico necessario.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Trenta.

UMBERTO TRENTA. Chiedo l'iscrizione e la trattazione del problema riguardante la realizzazione dell'impianto per lo stoccaggio e l'esercizio di attività di trattamento e smaltimento reflui speciali non condottati in prossimità dell'alveo del fiume Tronto nel territorio del comune di Amatrice. La Regione Lazio, particolarmente il Comune di Amatrice sta in questi giorni approvando definitivamente per sei regioni, chiamando a sé il trattamento nel sito che sversa nel fiume Tronto e che interessa la regione Marche da Arquata fino a San Benedetto del Tronto. Chiedo quindi che si prenda una decisione oggi, affinché si blocchi il provvedimento autorizzativo della Regione Lazio, che invece interessa tutto il versante tra i due parchi, il fiume Tronto, le Terme di Acquasanta, il Comune di San Benedetto del Tronto, il Comune di Ascoli che è proprietario della zona Sentina.

PRESIDENTE. Pongo intanto in votazione la proposta di non prosecuzione dei lavori in seduta notturna.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la richiesta di iscrizione d'urgenza della proposta di atto amministrativo n. 82. Serve la maggioranza dei due terzi.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di anticipare il piano delle attività estrattive al primo punto dell'ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di iscrizione della mozione n. 194.

MARCO MORUZZI. Presidente, penso che per correttezza, avendo precedentemente depositato una mozione sullo stesso argomento di cui ha parlato il consigliere Trenta, penso che si debbano iscrivere ambedue.

PRESIDENTE. Non ci sono dubbi. Pongo in votazione la richiesta di iscrizione delle mozioni n. 188 e 194.

(Il Consiglio approva)



Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Modifica ed integrazione della deliberazione del 17 ottobre 2001, n. 50 concernente: "Articolo 26 legge regionale 4 giugno 1996, n. 18, modificata ed integrata con legge regionale 21 novembre 2000, n. 28: Definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi per l'anno 2002. Modalità di impiego delle risorse e tetti di spesa» Giunta (82/02)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 82. Se non vi sono interventi, la pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è sospesa. Riprenderà alle 16.

La seduta è sospesa alle 14,15