Resoconto seduta n. 82 del 09/04/2002
La seduta riprende alle 16,30


Proposta di atto amministrativo (Votazione): «Piano regionale delle attività estrattive — l.r. 1 dicembre 1997, n. 71 — l.r. 17 dicembre 1999, n. 33, artt. 1 e 2» Giunta (47)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 47, ad iniziativa della Giunta. La discussione è già avvenuta, siamo all'esame degli emendamenti.
Emendamento n. 01 a firma Passi, Viventi, Pistarelli e Castelli.
Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Prima di parlare dell'emendamento vorrei dare luogo ad un passo preliminare. Vorrei cioè capire dall'Esecutivo se rispetto a questi emendamenti ci sono aperture, disponibilità a contemperare esigenze che sono state qui espresse con l'indirizzo strategico dell'Esecutivo, altrimenti diamo luogo a una illustrazione ping-pong di questi emendamenti con l'intervento di chi li propone e di chi dice semplicemente "no". Va bene anche questo, è la regola democratica più limpida, ma vorrei capire se a livello strategico l'Esecutivo intende recepire, almeno in parte, parzialmente qualche emendamento o alcuni di essi. Credo che questo pronunciamento sia necessario.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Non è tanto che l'Esecutivo deve avere un indirizzo di apertura; l'apertura nasce dal dibattito consiliare e dall'orientamento del Consiglio regionale che assume la responsabilità dell'approvazione di questo piano. La risposta non è tanto con riferimento agli intendimenti dell'Esecutivo quanto alla volontà della maggioranza, e la maggioranza di questo Consiglio regionale, assumerà la posizione che il presidente della IV Commissione articolerà nelle motivazioni che daranno una risposta alle proposte che i consiglieri hanno fatto con i loro emendamenti. Quindi credo che la domanda sia tautologica: il consigliere Massi è uomo avveduto per poter comprendere che su questo strumento di programmazione la maggioranza ha dovuto costruire un difficile e articolato equilibrio e che questo equilibrio difficilmente potrà essere messo in discussione e improvvisamente modificarsi alla luce del dibattito che produrremo quest'oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Mi permetta l'assessore Spacca una battuta, potendomela io permettere per via professionale: la prima parte della risposta di Spacca è stata proprio da segretario comunale, nel senso che ha illustrato perfettamente quelle che sono le regole del gioco: non avevamo dubbi. Comunque anche questo aggiornamento ci fa estremamente piacere. Mi pare invece che rispetto all'ultima parte, quella più politica, Spacca a nome dell'Esecutivo dice "abbiamo raggiunto un difficilissimo equilibrio tra le forze della maggioranza" e praticamente ci preannuncia che la risposta della maggioranza consiliare sugli emendamenti è praticamente blindata, perché solo così si tutela la coesione della maggioranza. Ne prendo atto politicamente: era quello che ci aspettavamo, ma era meglio ribadirlo anche per una correttezza di ruoli.
Illustro l'emendamento 01. Noi proponiamo, al paragrafo 1.7, al 6° rigo, dopo la parola "raggiungibile" fino alla parola "consentono", di sostituire con questa dicitura: "Il P.R A.E., coerentemente con le finalità indicate dal P.R.S. e con il suo ruolo di piano cornice, al fine di garantire un rapporto trasparente tra attività estrattive e fabbisogni regionali di materiale inerte, demanda ai programmi di settore provinciali (P.P.A.E.) il compito di analizzare e precisare i fabbisogni interni locali, assumendo come base di riferimento l'analisi della programmazione urbanistica, la programmazione dei lavori pubblici e quella dell'edilizia residenziale pubblica e privata. La provincia elabora il P.P.A.E. al fine di soddisfare il fabbisogno effettivo di materiale inerte in un'ottica di uso razionale delle risorse e rispetto di standard ambientali. A questo scopo ed anche al fine di favorire la qualificazione imprenditoriale, il P.P.A.E. individua le aree provinciali di possibile destinazione estrattiva. Il P.P.A.E., in ogni caso, deve garantire un utilizzo reale delle risorse in modo da assicurare il soddisfacimento effettivo dei fabbisogni stimati, favorendo la continuità di lavoro alle imprese estrattive."
Ci pare di non aver dato a questo emendamento capacità di stravolgimento, quindi anche rispetto ai possibili timori che Spacca evidenziava prima questo emendamento non sembra affatto, a noi che l'abbiamo presentato, un'incursione, uno stravolgimento. Potrebbe essere un miglioramento, quindi attendiamo una risposta della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. Rispondendo a questo emendamento volevo dire anche al consigliere Massi che non c'è stata una sofferenza nella predisposizione, in Commissione, tra le forze politiche che compongono questa maggioranza per arrivare a questa definizione. Credo ci sia stata una presa di coscienza ponderata, tenendo presente tutte le problematiche che sapete. E' cosa certa che chi cerca sempre di alzare il tiro perché chiedere di più è prassi normale per chi deve avere e molte volte non basta mai, deve sapere che il lavoro che abbiamo fatto è per chi opera in questo settore, per chi ci lavora e soprattutto per chi ne usufruisce.
L'emendamento presentato non è coerente con quanto stabilito dalla legge regionale 71 così come modificata dalla legge regionale 33, dove alla lettera c), comma 2, art. 6 si stabilisce che il Prae preveda una relazione contenente l'individuazione dei livelli produttivi e stima dei trend evolutivi. In definitiva, l'operazione della stima della produzione non è demandabile alle Amministrazioni provinciali. Inoltre l'emendamento introduce un metodo di quantificazione della somma totale di materiale da estrarre diverso da quello previsto dalla normativa di riferimento. Infine, anche il trasferimento alle sole Amministrazioni provinciali della individuazione aree provinciali di possibile destinazione estrattiva non è coerente con l'impianto generale della norma di riferimento (artt. 5, 6, 7 e 8 della l.r. 71/97). In particolare la lettera n), comma 2, art. 7 della l.r. 71 così come modificata dalla 33 del 1999 prevede che l'Amministrazione regionale rediga una cartografia informatizzata delle aree dove è possibile l'eventuale sanzione ai sensi dell'art. 60 delle Nta del Ppar con quelle tipologie di materiale indicate come di difficile reperibilità e non sostituibili.
Per queste motivazioni non si accoglie l'emendamento.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 1 a firma Cesaroni e Ceroni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 1 bis a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 1 ter a firma Giannotti, che ha la parola.

Roberto GIANNOTTI. Per gli atti del Consiglio ho riassunto brevissimamente le motivazioni. Le tecniche di escavazione innovative sono ridotte, dalla direttiva corrispondente, esclusivamente in due modi di scavare in sotterraneo. Inoltre, se si considerano anche i motivi di sicurezza sul lavoro e l'impatto d'ambiente complessivo, non limitato alla sola visibilità del sito estrattivo e ragioni di economicità dell'intervento queste tecniche sono di difficile attuazione nelle Marche. L'obiettivo della maggiore qualificazione invece è strettamente connesso con quello della soddisfazione dei fabbisogni regionali determinati oggettivamente e con metodo scientifico — è improponibile invece riferirlo seriamente alla sola stima del trend evolutivo — attraverso una corretta politica industriale delle imprese estrattive, riferibile almeno al medio periodo.
Per questo proponiamo di sostituire il punto 2.4 c) con questa nuova dizione: "L'attività estrattiva della regione deve essere dimensionata tenendo conto dei trend evolutivi individuati dal P.R.A.E. e rapportata al calcolo oggettivo dei fabbisogni contenuto nei P.P.A.E., al fine di consentire un utilizzo effettivo delle risorse in modo da assicurare il soddisfacimento reale dei fabbisogni. Questi ultimi devono essere monitorati continuamente dagli enti di rispettiva competenza al fine di cogliere tempestivamente le modificazioni introdotte da eventi al momento non prevedibili ed apportare i dovuti aggiornamenti".

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. Rispondo secondo quanto già indicato per l'emendamento 01.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

L'emendamento n. 1 quater decade.
Emendamento n. 2 a firma Giannotti, che ha la parola.

Roberto GIANNOTTI. Al capitolo 3.1 chiediamo di togliere le parole "tali fabbisogni potrebbero tuttavia essere soddisfatti con cave di prestito".

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 3 a firma Giannotti. Se non passa decadono gli emendamenti 4 e 6.

Roberto GIANNOTTI. Chiediamo di cancellare le parole "utilizzo di materiali alternativi a quelli di seconda categoria, definiti dal R.D. 1443/27 ivi comprese le terre stabilizzate".

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 5 a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 7 a firma Giannotti, che ha la parola.

Roberto GIANNOTTI. Questa proposta emendativa fa riferimento al super emendamento politico approvato in sede di Commissione dopo una lunga trattativa fra i partiti della maggioranza. L'emendamento presentato dalla maggioranza pur tenendo fermo il quantitativo complessivo di 5 milioni di metri cubi ha operato una redistribuzione dei quantitativi tra le province, diminuendo la disponibilità per Ancona, Macerata, Pesaro-Urbino, aumentando quella per Ascoli Piceno. Premesso questo, se è interesse della Regione Marche aumentare i quantitativi estraibili per la provincia di Ascoli Piceno, più svantaggiata dal punto di vista dei quantitativi di materie prime potenzialmente disponibili, non può questo avvenire a danno della altre province. Il nostro tentativo è quello di far sì che l'incremento previsto per la provincia di Ascoli Piceno avvenga mantenendo inalterati i quantitativi attribuiti originariamente alle altre province ed incrementando quindi il totale su base regionale di 245.000 metri cubi. Credo che sia una proposta estremamente responsabile. (Interruzione). Sono contento, D'Angelo, delle affermazioni che fai, perché vedo che il tuo dialogo con Ucchielli ha prodotto una presa di coscienza. Non ci interessa. La proposta è di un ritocco complessivo da spalmare sulle tre province in maniera che non vengano penalizzate dal nuovo inserimento di Ascoli Piceno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 8 a firma Castelli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 9 a firma Castelli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 10 a firma Massi, Pistarelli e Viventi.. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 11 a firma Ceroni. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L'emendamento propone di eliminare dalle aree di possibile estinzione indicate nella tabella 10 bis tutti gli affioramenti esclusi delle aree di possibile esenzione con l'esclusiva motivazione riportata alla colonna "note", e qui c'è tutta una serie di indicazioni. Mi sembra una proposta che ha un valore tecnico preciso, quindi propongo l'accoglimento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. L'emendamento è da respingere in quanto l'eliminazione del criterio che propone Ceroni comporta l'introduzione di numerose aree di possibile esenzione quasi esclusivamente per la sola provincia di Macerata che ha già a disposizione 39 aree di possibile esenzione per i materiali di difficile reperibilità e non sostituibili. Inoltre le due aree ricadenti nella provincia di Ancona, che verrebbero con l'emendamento spostate tra le aree di possibile esenzione, oltre ad essere di limitate dimensioni rispetto a quelle già individuate ricadono all'interno di un comune già interessato dalla presenza di due aree di possibile esenzione molto estese. Pertanto, con l'accoglimento dell'emendamento si creerebbe una situazione di estrema concentrazione dei siti estrattivi della provincia di Ancona su di un solo territorio comunale.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 11 bis a firma Ciccioli. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Subemendamento 12 bis. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Decade l'emendamento n. 12. Emendamento n. 13 a firma Ceroni e Cesaroni. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 14 a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 15 a firma Giannotti, che ha la parola.

Roberto GIANNOTTI. Il riferimento al Pai non ci sembra molto corretto. Il Pai infatti è stato adottato con delibera n. 15 del 28.6.2001 ma non è ancora vigente e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico non è definitiva. Operare un rimando al Pai adottato significherebbe rendere operativo un regime di salvaguardia che lo stesso Pai nega. O si mette un richiamo, oppure il richiamo si fa al Pai approvato. Mi sembra una proposta estremamente ragionevole. Per questo proponiamo di togliere le parole "individuazione delle aree del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico (Pai) adottato con delibera n. 15 dell'autorità di bacino regionale". Credo che sia una proposta sensata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. Si propone di respingere in quanto il Pai è uno strumento di pianificazione prevalente rispetto al Prae e quindi se non viene deliberato con il Pai è una cosa che rimane.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 16 a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 17 a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 17 bis a firma Spacca, che ha la parola.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Questo emendamento vuol evitare che si determini una sorta di tautologia procedimentale, nel senso che il piano regionale per le attività estrattive definisce una serie di aree cartografate su cui la Provincia può esercitare la sua funzione di programmazione. E' perfettamente inutile che rispetto a queste aree cartografate si ritorni in Giunta regionale o in Consiglio regionale per esprimere un parere che di fatto il Consiglio regionale già esprime nel momento in cui approva il Ppar. Quindi era perfettamente inutile. Definire questa procedura di sovrapposizione per una esigenza di semplificazione, di chiarezza e anche di buon senso credo sia opportuno accogliere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. L'emendamento può essere accolto in quanto comporta una semplificazione del procedimento di conferma delle aree di esenzione individuate dalle Amministrazioni provinciali.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. La parola "semplificazione" non è stata adottata in sede di Commissione, e qui vorrei chiamare in causa anche alcuni consiglieri che non fanno parte della IV Commissione ma che sono intervenuti su questo argomento per cercare di capire che cosa è cambiato da 10 giorni a questa parte, se è stata una scelta politica, se è una scelta tecnica o se c'è qualcos'altro. Cioè, estromettere completamente le opposizioni facendo loro prendere visione di un atto solamente a livello consultivo. Ci troviamo di fronte a una gravità ai limiti della correttezza, della democrazia e del confronto. Non ce ne voglia il Vicepresidente Spacca, che veramente "spacca" su questi argomenti con gli emendamenti che presenta, perché vuol negare alla Commissione, insieme ad alcuni componenti ai quali bisogna dare atto di andare in contrasto con i potenti presidenti delle Province — mi riferisco a Ucchielli e Pigliapoco — che a nostro avviso hanno fatto una mediazione la quale non porta niente di positivo ma alla conclusione che avete voluto negare alle opposizioni di prendere visione degli atti. Ci riuniamo una volta alla settimana, non è che se portate quattro osservazioni in Commissione si ritarda a livello burocratico, però avete voluto negare alle opposizioni di prendere atto di una scelta fatta dalle Province. Poi non vi lamentate se diciamo che è una cosa vostra. Ancora lo state ribadendo perché avete chiuso su questo problema alle opposizioni, non volete farci conoscere niente, noi ne prendiamo atto, condividiamo l'articolo che è stato inserito e che era condiviso da tutti i commissari della quarta Commissione. Vorremmo capire cosa è cambiato per avere tolto "sentita la Commissione consiliare competente che ne verifica la compatibilità". E' semplicemente una presa d'atto, avete cambiato in corsa questo atteggiamento, è una forzatura, un atto di forza che avete voluto fare. Ripeto, si è palpato in aula l'imbarazzo di Franceschetti che era totalmente contrario a questo articolo, con il consigliere D'Angelo che era invece completamente favorevole. Se questa è la mediazione significa che avete voluto punire solamente le opposizioni. Noi ne prendiamo atto, ringraziamo il consigliere D'Angelo che si è battuto ma non ha potuto ottenere il massimo. Nessuno lo pretendeva, ma prendiamo atto che qualche cosa grazie al consigliere D'Angelo abbiamo portato a casa. L'amara considerazione politica e istituzionale è che avete ancora una volta negato alle opposizioni il ruolo di funzioni e di controllo. Quindi non è un voto deliberante: avete voluto un'azione di forza, noi ne prendiamo atto, quindi state tranquilli che faremo le sentinelle e saremo molto attenti e vigili, denunceremo qualsiasi atto al di fuori della normalità e della prassi istituzionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Pistarelli.

Fabio PISTARELLI. Questo passaggio è significativo sia sotto il profilo politico che tecnico. Non solo non si lasciano alle Province le prerogative che un'intera impostazione istituzionale, che abbiamo detto essere propria del ruolo della Regione rispetto agli altri enti locali imporrebbe, cioè la prerogativa di fare le scelte che riguardano in questo caso i materiali di difficile reperibilità, che riguardano, in genere, l'attuazione del programma e del piano provinciale, ma riportando tutto ad un passaggio regionale si toglie anche la possibilità da parte dei gruppi consiliari, quindi anche da parte dell'opposizione che esercita e deve esercitare proprio in quella sede i suoi poteri di controllo, di verificare la materia, l'oggetto di pronuncia da parte della Giunta. Questo mi sembra un doppio salto mortale che squalifica l'intera proposta oggi in discussione.
In tutte le materie deleghiamo alle Province il ruolo di gestione, perché la Regione fa gli indirizzi, cioè fa il piano regionale, poi per i programmi di attuazione, per la gestione deleghiamo le Province, in questo caso invece si ritorna indietro e la Giunta regionale, cioè la maggioranza deve dire se questo è buono e l'altro no, se quella scelta è censurabile e l'altra no, con quali logiche non lo sapremo mai, perché neppure la Commissione consiliare deputata al compito di verificare l'attuazione della nostra legge regionale, può essere edotta dell'oggetto della decisione di Giunta. (Interruzione). Se tu dici che deve ritornare in Regione è la Regione nella pienezza dei suoi poteri. Perché solo l'Esecutivo? Tutte le istituzioni, anche il Consiglio che viene esautorato di tutti i controlli sotto un profilo gestionale. Io chiedo che non passi neppure in Giunta, la nostra proposta è quella di lasciarlo alle Province, però nel momento in cui assumi la decisione di riportarlo in Regione, almeno facci sapere di che cosa devono andare a parlare in Giunta, per conoscenza almeno.
Su questo esprimiamo tutta la nostra ferma opposizione, perché va ad inficiare l'intero atto amministrativo che stiamo oggi varando. Pertanto tutta la mia opposizione, il mio contrasto alla formulazione di questo emendamento a firma di Franceschetti, ma di una maggioranza che ha trovato qui equilibri che non riusciva a trovare altrove, che sono stati la vera motivazione dei gravissimi ritardi nella presentazione di questo atto amministrativo. Siete una maggioranza rissosa e inconciliabile su certe istanze, anche quest'oggi ne abbiamo avuto una dimostrazione. Coerentemente D'Angelo ha una impostazione, anche se non condivisibile. Non è coerente l'atteggiamento soprattutto del partito di maggioranza relativa, perché salta da una posizione all'altra e cerca di ritrovare il bandolo di una matassa inestricabile, perché abbiamo bloccato un settore e continueremo a farlo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Come abbiamo avuto modo di dire come gruppo Verdi nel dibattito generale ritenevamo, come abbiamo affermato in ambito di dibattito generale, che il discorso di far passare le esenzioni dei piani provinciali alle attività estrattive, al Ppar in Regione, visto che il Ppar è uno strumento di tutela ambientale regionale ci sembrava opportuno e non ci sembrava così scandaloso il fatto che potesse passare anche attraverso una valutazione della Commissione competente. Noi ribadiamo questo concetto, riteniamo però, per tutti coloro che hanno detto che c'è stato un atto di chiusura nei confronti degli enti locali, che pur ribadendo il concetto che un passaggio in Commissione non era scandaloso e non sconvolgeva alcunché e che tutte le esenzioni ai vincoli del Ppar potessero passare al vaglio della Regione, si debba dare un'apertura agli enti locali. Carissimo collega Brini, ti ringrazio delle parole di apprezzamento, però per smentire gli stessi attacchi che sono venuti da parte della minoranza nei confronti della maggioranza, di chiusura totale nei confronti degli enti locali, come gruppo Verdi, anche se ribadiamo le nostre ragioni riteniamo che un punto di equilibrio con gli enti locali, come quello costituito dall'emendamento del collega Spacca possa essere accettato. Il gruppo Verdi, pur ribadendo tutta la fiducia nei confronti della Giunta vigilerà attentamente sui piani provinciali dell'attività estrattiva una volta arrivati al vaglio della Giunta.
Voteremo quindi a favore di questo emendamento, pur manifestando le osservazioni che ho fatto anche per dire alle Province — mi riferisco a quelle di Pesaro e Macerata — che molte delle osservazioni pervenute erano per noi verdi inaccettabili. Non è possibile fare un piano delle attività estrattive provinciale non coordinato con gli altri strumenti di programmazione e di utilizzo del territorio. Come può una Provincia chiedere che un piano provinciale delle attività non debba essere legato al piano regolatore di un Comune? Come si può chiedere questo? E come di può chiedere che un piano provinciale delle attività estrattive debba essere sovraordinato ad un piano di assetto idrogeologico, cioè un piano che tende a salvaguardare il dissesto idrogeologico su tutta la nostra regione? Non potevamo. Queste osservazioni delle Province le abbiamo rigettate, riteniamo comunque, per garantire quell'apertura che c'è stata nei confronti degli enti locali, di votare, anche obtorto collo, questo emendamento per dare un segno di responsabilità politica e di apertura verso gli enti locali, ma restiamo ben consci e convinti di tutto quello che abbiamo detto fino ad oggi.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Franceschetti.

Fausto FRANCESCHETTI. Vorrei intanto dire al collega Brini che con questo emendamento non si vuol limitare il ruolo dell'opposizione o anche di un semplice consigliere regionale, sia esso di opposizione o di maggioranza, perché il ruolo del consigliere rimane in tutta la sua forma, in quanto ogni consigliere ha il diritto del controllo sugli atti, della verifica degli atti e di tutto quanto è nei suoi poteri. Quindi non c'è alcuna limitazione della possibilità per ogni consigliere di poter intervenire su qualsiasi atto e di controllare qualsiasi atto.
Voglio ribadire le motivazioni che abbiamo già detto in fase di discussione generale su questo piano per le attività estrattive, cioè che l'emendamento che è stato presentato intanto è il frutto di una mediazione della mediazione più avanzata che è stata raggiunta proprio con le Province in una riunione alla quale tutti i capigruppo erano stati invitati dall'Upi, però erano presenti solo quelli della maggioranza. Quindi non è stata colpa di una limitatezza nostra l'assenza di alcuni presidenti di gruppo dell'opposizione. La seconda motivazione è più nel merito, perché nessuno di noi, oggi e mai, vuole limitare il ruolo del Consiglio rispetto alle attività della Giunta. Qui però siamo in presenza di un problema delicato, perché un conto è dire, su un atto prevalentemente tecnico, che ci siano una verifica e un parere espressi dalla Giunta dopo che da parte del servizio c'è stato un pronunciamento in merito che assume carattere prevalentemente tecnico, un conto è dire che un'Assemblea come quella del Consiglio regionale intervenga con un atto di controllo su un'altra Assemblea istituzionale quale il Consiglio provinciale. Credo che in questo modo si andrebbe a ledere una prerogativa di un'istituzione come quella della Provincia. C'è quindi un problema delicato che giustamente le Province hanno fatto rilevare e quell'emendamento è la mediazione più avanzata rispetto a questo problema reale.
Noi, oggi non blocchiamo niente. Con l'approvazione di questo piano liberiamo anche questo settore da vincoli e da ritardi che in passato ci sono stati, quindi oggi compiamo un atto che mette nelle condizioni tutto un settore produttivo di guardare in avanti con un minimo di prospettiva.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Questo mi sembra uno dei nodi centrali del dibattito che c'è stato in queste settimane.
Innanzitutto vorrei rilevare come l'opposizione si presenta divisa rispetto a questa problematica, tra il gruppo di Forza Italia e quello di Alleanza nazionale. Forza Italia grida alla lesa maestà rispetto ai consiglieri regionali perché l'atto non torna in Commissione, mentre il gruppo di Alleanza nazionale ci dice che è d'accordo a riconoscere alle Province questa prerogativa e non deve ritornare, per cui se c'è una lesione, addirittura una parte dell'opposizione ci dice che dobbiamo andare oltre. Io rilevo questa contraddizione che non è solo su questo atto, perché poi è facile attaccare la maggioranza che ha l'onere di una sintesi condivisa da tutte le sue componenti, ma esprimere un punto di vista unitario dell'opposizione mi sembra cosa molto difficile registrare in quest'aula.
Il secondo aspetto è che noi, con questa proposta diamo alle Province un ruolo importante che fino ad oggi non era stato mai riconosciuto. Fino ad oggi l'impasse che c'era stato, era proprio nel non avere riconosciuto alle Province un ruolo che diventa prioritario nel sistema estrattivo regionale. E' questa l'innovazione di una Regione che non è centralistica, ma che per materie delicate come quella delle attività estrattive riconosce una titolarità ai Consigli provinciali, alla Provincia. Questo va sottolineato e non può essere vanificato solo perché c'è una verifica che poi è tecnica. Giustamente il collega Franceschetti ricordava che sarebbe cosa grave riportare decisioni tecniche sotto il controllo della sede legislativa, cioè del Consiglio e non una mera operazione tecnica di verifica degli indirizzi generali che la Regione ha dato, che come atto amministrativo va sottoposto alla presa d'atto della Giunta regionale. Quindi le questioni sono diverse e su questa posizione i presidenti dei gruppi consiliari e le Province si erano trovati d'accordo in una riunione dove è mancato il contributo dei consiglieri di opposizione.
Rispetto al dibattito che c'è stato voglio sottolineare la prova di maturità che la maggioranza ha dato nel suo insieme. Su una materia così difficile, su cui i gruppi di opposizione hanno diverse valutazioni, noi stabiliamo un'intesa che non modifica il tratto riformista su questa materia, che è quello di riconoscere alle Province un nuovo ruolo, una nuova funzione, un'attribuzione di competenze completamente nuove, ma nello stesso tempo salvaguardi l'indirizzo generale che la Regione si è data con una mera presa d'atto tecnica rispetto ai provvedimenti che sono stati assunti.

Presidenza del Vicepresidente
GIUSEPPE RICCI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. L'ipocrisia del presidente del gruppo Ds non ha limiti, perché fare un intervento su questa materia per dire che l'opposizione è divisa è una cosa ipocrita. (Interruzione). Silenzi, sei simpatico, sei tutto, però non è possibile far finta di niente rispetto ad una manifestazione di ipocrisia di questa natura.
Se mai, le contraddizioni stanno tutte in questa maggioranza che ha gestito politicamente il super emendamento approvato in Commissione. Non è un fatto tecnico, è un fatto politico, è una mediazione fra le diverse anime della maggioranza: l'anima più propensa alle attività "commerciali", l'anima più attestata su posizioni di tutela e di difesa dell'ambiente. E' questa la verità. Dopo si può dire tutto, ma cerchiamo di essere seri in questo.
Certo, il ruolo delle Province, la battaglia che si è sviluppata attorno a questo problema dimostra quanto sia stato forte, quanto sia forte lo scontro d'interessi all'interno dei Democratici di sinistra. Le battute del consigliere D'Angelo non sono a vuoto; le accuse al presidente dell'Amministrazione provinciale di Pesaro, che non è certamente un esponente di Forza Italia sono state ripetutamente esposte nel dibattito sul problema delle cave. Le accuse rispetto all'invadenza, al ruolo, al tentativo — dice lui dei pesaresi — di assumere un ruolo predominante. E la stessa scelta fatta dalla Commissione consiliare è chiara, consigliere Silenzi. Lei non può scordarsi che alla pag. 106, l'ultimo comma è stato scritto — ed è un fatto condiviso — dalla Commissione consiliare dove il suo partito era largamente rappresentato e che ha visto un ruolo decisivo da parte del capo delegazione del suo partito Franceschetti. Quella scelta di far entrare un meccanismo di controllo che in qualche modo introducesse il criterio della triangolazione, in modo che il rapporto non rimanesse Giunta provinciale-Giunta regionale, fra potere diessino e potere diessino, ma che in qualche modo potesse rimettere in circolo una possibilità concreta da parte delle opposizioni, attraverso la Commissione, di leggere e di giudicare le modifiche è stato respinto. Ha ragione Brini quando dice "volevate che il piano cave rimanesse vostra cosa". Cioè, la possibilità di poter continuare nella gestione commerciale anche di questa vicenda.
L'emendamento presentato dal consigliere Spacca come quello presentato più tardi che esprime il ripensamento, la mediazione di cui si è dovuto far carico il consigliere Franceschetti interviene proprio per modificare questo risultato al quale i Verdi, in particolare D'Angelo erano affezionati, nel senso che chiedevano che comunque, come ulteriore elemento di garanzia rispetto all'operatività della Provincia, rispetto al ruolo della Provincia ci fosse questa possibilità concreta, da parte del Consiglio regionale, attraverso la Commissione, di poter vedere, leggere gli atti, giudicare e quindi valutare le proposte modificative. Per questo noi riteniamo che la posizione assunta in questo Consiglio sia una posizione estremamente seria che va nella direzione della tutela che D'Angelo proponeva.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Amagliani.

Marco AMAGLIANI. Comprendo appieno l'irritazione, in particolare del gruppo di Forza Italia che non è riuscito, in tutti i lavori della Commissione, ad apportare alcunché rispetto al merito delle questioni, tant'è che in diverse situazioni si è visto costretto ad abbandonare l'aula, proprio perché nel merito delle questioni non riusciva ad opporre alcunché, irritazione legata al fatto che questa maggioranza, su una materia particolarmente delicata è riuscita a trovare una sintesi alta, che tiene insieme le ragioni della categoria e le ragioni dell'ambiente complessivamente. Capisco anche un'altra questione che sta particolarmente a cuore al gruppo di Forza Italia, che con veemenza — anche il consigliere Pistarelli lo faceva notare — cerca di portare avanti in qualche modo: accreditarsi i favori e accattivarsi le simpatie di quella Confindustria marchigiana che in quel modo si espone al pubblico ludibrio, secondo noi, nel senso che addirittura acquista pagine e pagine di giornali per mettere in evidenza una contrapposizione rispetto a un risultato che è innegabile, rispetto al quale la stessa Confindustria non oppone alcunché nel merito ma si oppone senza motivazione.
Credo quindi, a fronte di tutto questo, che si evidenzi ancor più la pochezza degli argomenti così come emerso in Commissione. Non c'è un'argomentazione di fatto non c'è stata in tutti i lavori della Commissione ai quali ho partecipato dal primo all'ultimo minuto, non c'è stato un contributo reale nel merito e non è assolutamente vero che abbiamo perduto tempo, che abbiamo lasciato trascorrere tempo inutilmente solo ed esclusivamente per trovare un accordo. L'accordo è stato semplice, perché questa maggioranza rispetto alla questione si è unificata su una questione di fondo, quindi ha avuto la capacità e la possibilità di mettere insieme le ragioni delle parti interessate, cioè delle imprese e dei cittadini più largamente intesi, quindi le ragioni ambientali.
Questo è il quadro. Ho verificato come si è cercato in qualche modo di esperire la strada della presunta contraddizione tra chi è più ambientalista e chi è meno ambientalista, ma lo si è fatto con un risultato di poco conto, nel senso che si è intervenuti su una questione dopo che tra l'altro, ad una convocazione congiunta dell'Upi a cui tutti erano stati invitati — anche questo è un segno preciso — soltanto le forze di maggioranza hanno partecipato e dopo un confronto hanno preso atto che era possibile arrivare ad una decisione di questo tipo della quale si è fatto carico il Vicepresidente Spacca, che non modifica sostanzialmente nulla ma che in qualche modo fa ritrovare la pace sociale anche rispetto alle competenze dei vari enti istituzionali interessati alla materia.
Questa è la questione, null'altro. Evidentemente non si trova altro argomento se non quello di evidenziare contraddizioni che non esistono. Pregherei invece di entrare nel merito delle questioni reale se ve ne sono, ma non è stato possibile prima, non lo è ora, tant'è che questo è il risultato.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Ho ascoltato con grande piacere quest'ultimo intervento, perché l'impero dell'ipocrisia trionfa in questa Assemblea. Parliamoci chiaro: adesso capisco perché l'assessore Cecchini è passata dai Ds a Rifondazione. Quando era nei Ds ed era presidente della IV Commissione ha creato lo sfacelo dell'attività estrattiva nelle Marche, non a caso ha scelto quel partito, perché il vantaggio che si viene a cerare è chiaro e lapalissiano. Quando abbiamo votato il precedente piano delle attività estrattive, nella zona della provincia di Ancona era stato ristretto un parco ed era stata ampliata l'area di una cava. Non a caso il Vicepresidente di questa Giunta era di quella zona ed era di Rifondazione comunista. L'anello è allora chiaro e la cruna talmente grossa che ci possiamo passare tutti. Siccome noi facciamo un passo indietro quando si tratta di difendere dei principi che riguardano l'economia del territorio, allora non accettiamo di passare per quella cruna.
Questo piano è veramente il trionfo dell'ipocrisia, perché mi si deve spiegare per quale motivo su un piano economico — questo è un equilibrio economico del nostro territorio — si debba andare a prendere in considerazione il quantitativo esatto che si deve estrarre: non un quintale o 50 chili in più o in meno per non permettere la concorrenza di alcune realtà. Così come voglio sapere da dove sono stati presi questi dati, visto e considerato che molti sono stati stabiliti in considerazione dei quantitativi che venivano da fuori regione. E mi si deve spiegare per quale motivo la grande avvedutezza e oculatezza dell'attività estrattiva delle Marche ha permesso alla vicina Umbria di passare da 8.000 lire al metro cubo a 19.000 lire al metro cubo del materiale estratto. Qualcuno ha fatto la campagna elettorale, per forza, perché non si può assolutamente accettare che dal quantitativo che viene estratto si ricavino vantaggi così lapalissiani. Stiamo andando a penalizzare in modo concreto e definitivo l'attività estrattiva della nostra regione. Si sta penalizzando in piena scienza e coscienza la provincia di Pesaro soprattutto. Non a caso i giochi con il presidente dell'Ato erano stati fatti a vantaggio di alcune zone.
Nel momento in cui tutti diciamo che le Province devono avere autonomia, è veramente immorale che vengano presentati emendamenti come questo dove non solo non si prende più in considerazione il parere di una Commissione, ma addirittura nell'emendamento fatto da Franceschetti si dice che il tutto deve poi tornare direttamente in Regione, come se non ammettessimo che nelle Province ci sono persone che in piena autonomia possano anche decidere una volta che noi abbiamo dato le indicazioni.
Se veramente siete così ambientalisti, corretti e onesti, andate a colpire in modo concreto, non in modo subdolo, le cave, l'economia estrattiva del nostro territorio, altrimenti saremo costretti a muoverci in maniera completamente autonoma, mettendo in luce le mancanze e le assurdità che sta creando questa Amministrazione nell'ambito estrattivo.
Non è bastata l'assurdità creata con il precedente piano, addirittura si cerca in questa maniera di dare una risposta a qualcosa che sul piano prettamente pratico non esiste. Addirittura siete stati così corretti che le correzioni delle mappe, che in modo particolare riguardavano la provincia di Pesaro non sono state neanche portate. Perché non sono su quel tavolo? Io consigliere debbo passare in Commissione a dire "portatemi le mappe in Consiglio"? Qui debbono essere, perché è lì che si vede l'assurdità, il falso, è lì che si vede dove si prendono i soldi per le campagne elettorali, qui le dovete tenere. E allora, chiedo che si sospenda la seduta finché non verrà portata la mappa qui in Consiglio.

Presidenza del presidente
LUIGI MINARDI

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini. Vorrei però capire per cosa intende intervenire.

Ottavio BRINI. Per fatto personale.

PRESIDENTE. L'illustrazione è già stata fatta, Brini è già intervenuto sull'emendamento. Basta.

Roberto GIANNOTTI. E' intervenuto come relatore di minoranza.

Ottavio BRINI. Martoni risponde per tutti...

PRESIDENTE. Intervenga per dichiarazione di voto...

Ottavio BRINI. Su questo emendamento è stato detto molto, però tengo a precisare che respingiamo al mittente tutte le accuse false e tendenziose che sono state rivolte ai consiglieri di opposizione. Facciamo appello alla serietà dei commissari affinché quando si illustrano Commissioni all'interno della Commissione non vengano stravolti fatti e circostanze. Per un anno e ancora di più siamo andati in quarta Commissione, abbiamo ascoltato tecnici preparati e qualificati i quali hanno illustrato osservazioni, proposte e iniziative dell'ufficio e della Giunta. Non abbiamo mai ascoltato una vostra proposta sul piano cave, non vi abbiamo mai sentito aprire bocca su questa proposta... (Interruzione). Non ti agitare, state calmi... Io non faccio come Gasperi, il quale dice che vi sono industriali di serie A e di serie B, quelli di Silenzi, quelli che parlavano con la Giunta e così via. Questa è Confindustria a livello regionale o una parte degli industriali? (Interruzione del consigliere Ascoli) Bentornato, Ascoli: questa mattina che si parlava di cose molto interessanti lei è stato assente. E' la seconda volta che notiamo la sua assenza su certi argomenti molto interessanti. Comunque, ben tornato.
Silenzi, non quadra il discorso che fai tu, perché una parte di Confindustria ha accolto benevolmente questo piano. C'è allora da capire questo aspetto.
Dico una cosa molto semplice: nella penultima Commissione abbiamo abbandonato l'aula in segno di protesta per come la Commissione aveva portato avanti i lavori. Nell'ultima Commissione ci siamo trovati 12 emendamenti non firmati che il bravo presidente Martoni ha sottoposto, su cui non c'erano ancora le firme. Tanto è vero che uno di quegli emendamenti è stato "impallinato" dal duo Spacca-Franceschetti. Era un emendamento a cui il rappresentante dei Verdi teneva molto. Secondo noi siete personaggi di gomma: vi rimbalza tutto addosso e ridete con tranquillità su certe cose. Ciò preoccupa perché siete irreponsabili, on vi rendete conto di quello che fate in Commissione e di quello che dite qui in aula. E' preoccupante che in maniera supina subiate queste proposte e queste indicazioni.
Mi auguro che in futuro qualcuno senta anche le registrazioni per verificare se il consigliere Franceschetti ha presentato una proposta, se il consigliere Benatti ha presentato una proposta, se il presidente Martoni ha presentato una proposta, se lo stesso Marco Amagliani ha presentato una proposta. Nell'ultima seduta vi siete presentati con un pacchetto che avete studiato nelle stanze chiuse, non sappiamo dove, ma sicuramente eravate molto interessati a questo piano. Ma non pensiate che questi problemi si possano affrontare a scatola chiusa. Avete presentato 12 emendamenti senza alcuna firma. Se dico una bugia sono disposto a chiedere scusa, ma se così non è tu devi chiedere scusa ai consiglieri dell'opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Il tema delle cave è particolarmente delicato e proprio perché delicato non mi coinvolge totalmente, nel senso che preferisco che a parlare siano coloro che hanno seguito più i problemi per esperienza professionale o per loro conoscenza personale per altri motivi di vita. Su questo emendamento credo però che debba essere fatta una valutazione politica.
Nel momento in cui si tende a evitare la trasparenza, il minimo che possa sorgere è la perplessità. Cito due episodi che riguardano la provincia di Ancona e due aspetti particolarmente delicati che poi saranno oggetto di ulteriore attenzione. Mi riferisco ad Arcevia dove c'è una cava in atto e dove sono in atto una serie di escavazioni di lunghissimo periodo e dove, in analoghe condizioni, a pochi chilometri di distanza, per un'altra proprietà viene fato un trattamento completamente diverso. Mi riferisco ad altre vicende che riguardano Serra San Quirico dove situazioni esattamente analoghe e sovrapponibili subiscono valutazioni completamente diverse. Ci troviamo allora di fronte alla discrezionalità. Ogni volta che si va una valutazione nella vita c'è la discrezionalità, però sulla discrezionalità occorre la massima trasparenza. Credo che l'illustrazione alla Commissione consiliare competente e tutti i passaggi tecnici opportuni debbano trovare riscontro. Questa è la motivazione per la quale in particolare il consigliere Pistarelli e il consigliere Gasperi, che per sua professione ha seguito in varie occasioni dal punto di vista tecnico le situazioni, sottolineano la necessità di non passare attraverso la strettoia del salto della Commissione e delle normali procedure tecniche. Per questo chiediamo alla Giunta di fare un atto di apertura e di lasciare ciò che già era stato stabilito dalla Giunta stessa nella proposta...

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. No, la Giunta non aveva deciso così.

Carlo CICCIOLI. Ma c'era stato un avallo, perché il testo distribuito dalla Commissione competente e licenziato in Commissione comprendeva questo. Quindi chiediamo di pensarci molto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. In merito a questo problema, realizzare un piano cave sarà un difficile esercizio di equilibrismo tra le necessità industriali e le necessità ambientali, credo che questo sia quasi scontato riconoscerlo, però su questo punto in particolare ho sottomano il verbale dell'audizione dei capigruppo con l'Amministrazione di fine marzo. Il presidente dell'Upi Ucchielli "sottolinea la gravità e l'infondatezza giuridica della scelta di sottoporre al riesame degli organi regionali i piani provinciali, tanto più che il parere della Giunta regionale viene proposto come vincolante". E ho visto che c'era un assenso dei consiglieri regionali presenti. Non vorrei andare in controtendenza rispetto a quello che diceva adesso Ciccioli o dicevano altri consiglieri i quali parlavano di rifare tutto il riesame in Commissione, Giunta, Consiglio ecc., ma se è vero che le Province sono state delegate, perché questo ritorno? Faccio una domanda molto semplice, che spero possa servire a chiarirci, senza spirito polemico: se la competenza ad approvare i piani provinciali è stata data alle Province, perché farli rientrare un'altra volta? Il contenzioso mi pare sia nato su questo passaggio, su questo riesame.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. Rispetto al dibattito che si è sviluppato, bisogna che l'opposizione si metta d'accordo. O la delega è piena come dice Pistarelli o come dice il consigliere Viventi, e allora va alle Province anche in deroga al Ppar e la Regione non deve verificare nulla. Oppure non è piena e torna alla Regione. Ma non si può costruire tutto questo arcano sulle cave, i finanziamenti, le campagne elettorali, le cose gravi... (Interruzione). Fammi parlare Gasperi, poi intervieni tu. Tu parli molto e molto a sproposito, però ti facciamo parlare, parla, però non interrompere. Se deleghiamo le Province tutto quello che dite non può essere perché va in Giunta e non in Commissione. E' coerente una posizione politica che sostenga "se date alle Province perché deve tornare alla Giunta"? Ma non ci si può dire da una parte "date tutto alle Province" come sostiene il gruppo di Alleanza nazionale, attraverso Pistarelli, e dall'altra parte il gruppo di Forza Italia — o l'altro consigliere di Alleanza nazionale: molte volte i gruppi di opposizione sono una Babele di linguaggi — che paventa un interesse particolare, lo strapotere dei Ds, le campagne elettorali, i finanziamenti, le cave e quant'altro, perché allora non si può sostenere che va tutto alle Province quando invece la Regione si libera da tutto. Ho rilevato questa contraddizione, altro che ipocrisia, questa è una contraddizione politica. Noi, come maggiorana rispondiamo nel merito, ma questa è una contraddizione dei consiglieri di opposizione, che su materia difficile, delicata e complessa vengono con posizioni che non sono conciliabili. O abbiamo dato troppo alle Province per cui c'è un parere vincolante dell'Esecutivo su indirizzi che vengono dati rispetto ad una deroga, e questa è la scelta che abbiamo fatto, altrimenti c'è un principio che viene riconosciuto alle Province e basta, ma non ci possono essere l'uno e l'altro. Noi riteniamo che sulla delega ci debba essere un pronunciamento della Giunta e questo viene interpretato come voler espropriare la Commissione perché dietro c'è un potere oculato che manovra la questione delle cave, quando altra parte dell'opposizione dice "non deve tornare in Giunta, tutto il potere venga dato alle Province". Io rilevo questa contraddizione, poi ognuno fa i salti mortali che vuol fare nelle esposizioni, ma questa è una contraddizione politica.
Qual è la posizione della maggioranza e dove è stata concertata? Non nei luoghi bui. L'Unione delle Province marchigiane ha convocato una riunione con i capigruppo consiliari di tutto il Consiglio regionale e se non era presente l'opposizione — il presidente del gruppo di Alleanza nazionale, il presidente del gruppo di Forza Italia, gli altri presidenti di gruppo — non è un problema nostro. Lì abbiamo concordato, con l'adesione delle Province, che il punto di sintesi poteva essere quello di un controllo tecnico degli indirizzi che la Regione dava, che facesse capo, essendo un controllo di natura amministrativa su un atto tecnico, alla Giunta regionale. Questo è stato il punto che anche la maggioranza ha condiviso rispetto a punti di vista diversi che sono normali nella dialettica democratica, tra chi riteneva che doveva ritornare in Consiglio, forzando sul ruolo della Commissione e del Consiglio e chi riteneva invece diversamente. (Interruzione). Brini, quando parlo di Commissione intendo il Consiglio, una sede legata al Consiglio e non all’esecutivo. Quindi, anche nella maggioranza c'era chi sosteneva che bisognava dare questa delega totale alle Province senza un ritorno, così come Franceschetti in una fase del dibattito aveva anche sostenuto. Si è trovata una sintesi democratica alla luce del sole, chiara, che poi è stata condivisa dalle Province.
Non è che veniamo in aula e possiamo assistere a posizioni contraddittorie e ad accuse fatte per spargere un po' di veleno, un po' di melma perché altro non si sa argomentare o discutere. Questo mi sembra l'aspetto grave.
L'aspetto che rileverò nella dichiarazione di voto finale riguarda la pressione, cioè il fatto che nelle Marche sono settimane che la Confindustria e la Consulta per le attività estrattive stanno prendendo intere pagine di giornale per entrare nel dibattito politico, non di merito. Perché quando si attaccano la Giunta, l'assessore, la maggioranza, i consiglieri questo è. Si sta facendo pressione, questo è grave. La tutela del Consiglio, la dignità del Consiglio regionale si devono manifestare con una condanna a questo metodo di pressione politica che non si era mai verificata, e proprio perché siamo liberi lo condanniamo con forza. Ritorneremo sulla campagna...

Gilberto GASPERI. Loro sono liberi...

Giulio SILENZI. Non hai detto una parola su questo, Gasperi, e io lo ritengo grave perché questo lede la dignità e altera le regole democratiche, è una pressione ingiustificata, inaccettabile, che costa decine e decine di milioni a loro che se lo possono permettere. E su questo aspetto, purtroppo, non ho sentito una parola dei consiglieri di Forza Italia e di Alleanza nazionale. Questa è un'ombra che dovete spazzare via, questa è un'ombra rispetto agli interessi che legano i cavatori a settori della politica e dei gruppi consiliari, qui si tratta di difendere la dignità del dibattito e del confronto politico, libero e non a pagamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Bisogna dire la verità. Il consigliere dei Ds non ha una conoscenza della materia. Rimando al mittente ciò che tu volevi dire a me, perché qui c'è scritto: "Nel caso in cui le Amministrazioni provinciali individuino, per uno o più materiali di difficile reperibilità cartografati o non cartografati nel Pae utilizzando l'esenzione rispetto ad una o più prescrizioni di base delle Nta del Ppar, gli stessi bacini estrattivi (aree di esenzione) dovranno essere sottoposti al parere vincolante della Giunta regionale che, sentita la Commissione consiliare competente ne verifica la compatibilità. Presidente, quello che ci avete dato è un documento che ha scritto la maggioranza o la minoranza? La Giunta o la Commissione? La Giunta o il gruppo consiliare di An? Chi l'ha scritto, questo? Questo non l'ha scritto la Commissione. (Interruzioni). Aspetta, aspetta... Arrivo anche da te. Questo è stato emendato da alcuni consiglieri della Commissione in relazione a quello che diceva il consigliere di Rifondazione. Gli emendamenti li ha presentati la maggioranza, non la minoranza. Questi emendamenti hanno la firma di due rappresentanti della maggioranza, uno il Vicepresidente della Giunta, l'altro il presidente della Commissione. Vorrei quindi sapere che giochi si fanno, perché questi sono emendamenti scritti in funzione dei suggerimenti che vi sono pervenuti, non sono stati fatti da voi, considerata l'incapacità che hanno i consiglieri, su questo! L'autonomia che viene data alle Province è in funzione anche della responsabilità che devono avere la Giunta e la Commissione. Per quale motivo con questi emendamenti si deve andare a togliere alla Commissione la cartografia? Per quale motivo? Per un motivo molto semplice: perché le quattro Province possono direttamente interloquire con la Giunta, con la maggioranza e non attraverso la Commissione dove c'è una rappresentanza della minoranza. Questi giochi non fateli più.
Per dare una risposta a quello che diceva l'altra volta il collega e amico dei Verdi, debbo dire che la cava di Gorgo a Cerbara è stata assolta perché non ha commesso reati. Su questa posizione mi devi spiegare per quale motivo in un piano economico prima devi calcolare i quantitativi e poi devi dire "più di tanto non si deve estrarre". Ma in quale atto di economia si scrive una cosa di questo genere? (interruzione). Come non l'hai capito? L'hai capito e come! Questo è un gioco che viene fatto in funzione del do ut des, e non possiamo pensare che un emendamento di questo genere...

Marco LUCHETTI. Ma sono le Province che decidono l'esenzione.

Gilberto GASPERI. Non parlare di quelle cose, perché tu sei esattamente dello stesso gruppo politico del Vicepresidente...

Marco LUCHETTI. E allora?

Gilberto GASPERI. ...che ha chiesto questo emendamento. Tu sei a favore di questo emendamento. O sei a sfavore?

Marco LUCHETTI. Certo che sono a favore.

Gilberto GASPERI. E allora, se si a favore stai zitto. Io sono a sfavore.

Marco LUCHETTI. A me cosa importa?

Gilberto GASPERI. Adesso sto parlando io.
Tanto per chiarire, qui c'è connivenza. Altrimenti la connivenza la vengo a trovare io sul territorio.

Marco LUCHETTI. E denunci...

Gilberto GASPERI. Non ti preoccupare, già è stato denunciato uno che tu difendevi, poi si vedrà il seguito.
Sto dicendo che se questa cosa la fai tornare in Regione non devi farla andare solo in Giunta, deve venire anche in Commissione, altrimenti non c'è ragione. Devi dare piena autonomia alle Province. Ti dirò di più: i presidenti delle Province chiedono che venga loro dato tutto direttamente, non che la Provincia fa una scelta una volta che le abbiamo attribuito dei poteri, e poi si torni in Giunta perché questa cosa deve essere classificata. Ma quale autonomia hanno le Province? O gliela dai o non gliela dai. Se deve tornare mi sembra logico che non torni solo in Giunta ma anche in Commissione, perché in Commissione, se non altro, c'è anche la presenza della minoranza che potrà fare un controllo. Altrimenti per quale motivo deve tornare in Giunta? Allora non date le deleghe. E' una cosa assurda. O si dà piena autonomia alle Province... (Interruzione). Risponderò in merito.
Nel momento in cui ci sono forti politiche o cittadini che sono completamente autonomi sotto l'aspetto economico, così come delle associazioni di categoria che spendono i soldi loro e non prendono contributi dalla Regione, è normale che facciano la loro battaglia politico-economica attraverso la stampa. Non possiamo pensare che la battaglia debba essere fatta in maniera diversa. E' logico che intervengano per difendere le loro realtà. Siamo noi che attraverso delle scelte abbiamo influito su alcune categorie, non in modo uniforme, abbiamo influito scegliendo gli amici e creando i nemici.
Non mi meraviglio più di tanto, perché quelle pagine sono pagate, nel pieno diritto di legge. Se fossero al di fuori della legge potremmo denunciarlo, ma è loro diritto difendersi in questa maniera. Vi sono qui alcuni rappresentanti dei partiti che difendono non la categoria ma alcuni che appartengono alla categoria e danno dei vantaggi ad alcune cave, in modo particolare nella zona di Macerata — nel prossimo intervento farò i nomi — creando enormi difficoltà. Addirittura, quattro anni fa è stata fatta una Commissione d’inchiesta per penalizzare la provincia di Pesaro e non c'era assolutamente niente. (Interruzione). La cava Torno è stata assolta. Con la cava estrattiva fatta nel 1988 la tua provincia, Silenzi, ha avuto un aumento di estrattività. Per quale motivo? Spiegami perché la tua provincia ha avuto un aumento di attività estrattiva, mentre la provincia di Pesaro è stata ad esempio penalizzata. Per quale motivo?
Questo non toglie che prima di votare in aula non ci debba essere la documentazione cartografica.

PRESIDENTE. Ha la parola il Vicepresidente Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Credo che dobbiamo abituarci ad ascoltarci reciprocamente anche quando il dibattito si articola in diverse sedute, perché molti degli argomenti che sono stati portati in questa discussione non avrebbero avuto motivo di essere esposti se ci fossimo ascoltati nel dibattito generale della precedente seduta. Se proviamo a seguire l'iter di questo complesso procedimento che è partito più di un anno e mezzo fa nel omento in cui la Giunta regionale ha trasmesso questo atto all'attenzione del Consiglio regionale, vediamo che nella proposta trasmessa al Consiglio regionale questa questione era stata risolta nel senso che veniva indicato da diversi consiglieri, cioè di una delega piena alle Province che, qualora avessero esercitato la possibilità di progettare e programmare l'attività estrattiva sul proprio territorio anche in esenzione ai vincoli del Ppar, nel rispetto delle indicazioni dello stesso piano, potevano farlo senza un ulteriore passaggio di ritorno nell'istituzione regionale. Questa era la posizione che la Giunta regionale aveva assunto, cioè delega alle Province rispetto alla possibilità di programmare e progettare la propria attività estrattiva nel rispetto delle indicazioni, anche in esenzione al Ppar, previste dal piano regionale delle attività estrattive.
Provo a semplificare le questioni, anche se questo non corrisponde a un rigore formale. La verifica di conformità rispetto ai quantitativi previsti nel piano, cioè i famosi 5 milioni annuali di metri cubi, non è stata costruita in modo astratto ma è stata costruita sulla base delle serie storiche di materiale estratto nella nostra regione nell'ultimo triennio, sulla scorta delle dichiarazioni rese dagli stessi imprenditori nel registro del distretto minerario di Bologna, con, in aggiunta, le quantità del materiale importato dalla nostra regione, con l'aggiunta di una ulteriore quota di riserva che è stata redistribuita tra le province della nostra regione, con particolare attenzione a quelle che ci sembravano essere più penalizzate. E qui c'è stato un piccolo vantaggio per la provincia di Ascoli Piceno che aveva le minori quantità di materiale. Quindi è stata costruita sulla base di una serie storica di dati che sono oggettivi. Questa è la previsione teorica su cui il piano è stato costruito. Non ci dimentichiamo che la Giunta regionale ha prodotto questo atto di programmazione in tempi rapidissimi. A chi dice che facciamo uso delle consulenze in modo indiscriminato e molto allegro, rispondo che questo piano è stato costruito dalla Giunta e dal servizio regionale in alcuni mesi con una grande serietà, con un grande rigore, dopo che l'università di Ancona aveva declinato l'incarico a costruirlo, in tempi molto rapidi. Abbiamo quindi dichiarato che questo piano, proprio per la rapidità con cui era stato costruito, di fronte all'urgenza del sistema produttivo regionale, richiedeva un dibattito approfondito proprio nella Commissione, nel Consiglio e che quindi questo tempo doveva essere utilizzato per verificare le congruenze o le incongruenze di questo piano costruito dalla Giunta in modo così veloce.
La Commissione ha verificato che c'erano delle incongruenze rispetto alla possibilità di poter estrarre i 5 milioni di metri cubi... (Interruzione). In Commissione l'avete fatto. Io non ho partecipato a tutti i lavori della Commissione. Comunque il dibattito consiliare ha verificato che occorreva introdurre, per realizzare l'obiettivo previsto dal piano della estraibilità di 5 milioni di metri cubi, altre norme e altri criteri in esenzione dei vincoli del Ppar. C'è stato un anno di tempo per verificare quanto il documento elaborato dalla Giunta regionale fosse congruente rispetto ai suoi stessi obiettivi. Sono state introdotte delle ulteriori modifiche che vanno in ulteriore esenzione dei vincoli del Ppar proprio per consentire il raggiungimento dell'obiettivo dei 5 milioni di metri cubi estratti. Questo ha comportato nel dibattito della Commissione l'opportunità di modificare la proposta della Giunta, di verificare la congruenza dello stesso piano alla luce delle nuove esenzioni che sono state introdotte, del rispetto dei principi generali del Ppar. Quindi nessuno scandalo, nessuna contraddizione.
A questo punto è emerso che era perfettamente inutile questa verifica di conformità rispetto alle aree cartografate che sono state distribuite a tutti i consiglieri, che già definivano puntualmente le esenzioni al Ppar rispetto alle quali le Province hanno una pienezza di poteri. A questo punto, l'unica verifica che torna in Regione — per questo parlavo di tautologia procedimentale — è unicamente su quelle nuove possibilità di programmazione estrattiva che le Province attueranno nelle possibilità concesse dal Prae in esenzione al Ppar nelle aree non cartografate dove potranno esercitare la pienezza delle loro funzioni e delle loro responsabilità di progettualità.
Questa è una posizione che ha convinto anche l'Upi che coglie questo tipo di emendamento. E' una posizione intermedia rispetto a quella iniziale della Giunta di piena delega alle Province, rispetto alle esigenze emerse in Commissione di un controllo in merito alle nuove possibilità che erano state offerte, che coniuga le due parti semplificando procedimentalmente tutto l'iter e offrendo alle Province la pienezza della possibilità di esercitare la loro funzione di programmazione, alla Regione la possibilità di verificare tecnicamente la congruenza della programmazione delle Province rispetto all'indicazione del piano che il Consiglio oggi approva, che vincola la Giunta regionale a fare il suo esercizio di controllo. Non vedo che cosa ci sia di scandaloso rispetto a questa procedura che è una sintesi nei confronti di posizioni di natura istituzionale e di natura sostanziale differenti, richiamando ancora una volta la difficoltà con cui ci si è dovuti confrontare per trovare un punto d'incontro, quindi una programmazione efficace di questa materia che alla fine il Consiglio regionale troverà nel momento in cui approverà questo piano che, a mio avviso, risponde alle esigenze che venivano dette prima in diversi interventi, sia di salvaguardia che di valorizzazione del nostro sistema ambientale ma nello stesso tempo non penalizzando lo sviluppo della nostra attività economica e qualificando il settore produttivo della nostra regione.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento.

Gilberto GASPERI. Presidente abbiamo bisogno di vedere la cartografia, che è stata portata adesso.

PRESIDENTE. Non è questa la fase o la sede in cui si fa la verifica della cartografia.

Fabio PISTARELLI. Chiediamo la votazione per appello nominale, a nome anche dei consiglieri Gasperi e Ciccioli.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione dell'emendamento per appello nominale, a partire dal n. 12.

Marco AMAGLIANI, Consigliere Segretario. Procedo alla chiama:
Ciccioli no
D'Ambrosio assente
D'Angelo
Donati sì
Favia no
Franceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi no
Melappioni sì
Minardi sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta assente
Viventi no
Agostini sì
Amagliani sì
Amati assente
Ascoli sì
Avenali sì
Benatti sì
Brini no
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente

(Il Consiglio approva)

Emendamento n. 19 a firma Pistarelli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 20 a firma Pistarelli e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

L'emendamento n. 21 è decaduto. Emendamento n. 21 bis a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 21 bis a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva

Emendamento n. 21 quater a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 22 a firma Massi e altri. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 22 bis a firma Giannotti. Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio non approva)

Emendamento n. 23 a firma Massi e altri. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Si dice: sostituire il comma 2 come segue: "Per i crinali di seconda e terza classe valgono i criteri adottati per i materiali di difficile reperibilità descritti nella relazione tecnico-illustrativa generale, pag. 70, paragrafo 3.3". Questo è passato, non capisco perché votate contro. C'è qualcosa che non combacia.
Vorrei fare una domanda al consigliere Silenzi che sa bene queste cose, perché è stato all'opposizione e maggioranza, mentre io sono stato sempre in minoranza: quando si fanno degli emendamenti, specialmente su una legge così importante, si fanno delle consultazioni a livello di Giunta. Non si meravigli se l'associazione di categoria ha scritto quelle cose sui giornali, perché vi sono incontri nei quali vengono fatti degli accordi, in parte viene dato, in parte non viene dato. Se dico qualcosa di falso ditemelo subito, perché smetto. E' la famosa "concertazione". Successivamente si viene in Commissione, dove vi sono emendamenti. Qualcuno, come questo coglie incongruenze rispetto a quanto già approvato. Quindi, o non c'è stata una buona discussione nell'ambito della Commissione, cosa che non credo, oppure potrebbe esserci qualcuno della maggioranza che non è interessato perché qualche emendamento potrebbe toccare da vicino qualche "fratellastro" invece che qualche "fratello", oppure c'è una linea netta e precisa che dice no a tutto quanto viene presentato dalla minoranza. E allora, se la terza cosa è la strategia che viene presa da questa maggioranza mi può stare anche bene ma colgo delle incongruenze, perché non può essere qui discussa e votata una legge nella quale non si prendono in considerazione suggerimenti tecnici dati da una minoranza, suffragati da una questione prettamente tecnica. La dimostrazione è che in relatore di maggioranza e il presidente della Commissione non hanno neanche guardato la cartografia, che è stata fatta nuovamente. C'è una pianta cartografica che è stata corretta e rifatta. Quando sono venuto qui per chiederla mi è stato detto di guardarla, cosa che è veramente offensiva nei confronti della dignità di un consigliere. Tra l'altro potrei anche guardarmela, perché ho una conoscenza tecnica, ma è assurdo: è come se domani si dovesse andare a parlare di una questione di legge senza che io conosca niente di legge e dovessi andarmi a leggere l'articolo senza che mi venga spiegato da un tecnico o da colui che nella Commissione ha rivisto questa questione. E' veramente immorale che si permetta di votare, non senza prendere in considerazione, ma senza nemmeno che venga chiesto un parere al presidente di questa Commissione per farsi dare almeno un giudizio sulla accoglibilltà o meno.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'emendamento n. 23.

(Il Consiglio non approva)

L'emendamento 23 bis decade. Emendamento n. 24 a firma Massi e altri. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Voi riconoscete, come giusto, l'autonomia delle Province. Qui si dice: aggiungere il seguente comma: "Relativamente ai divieti di cui ai precedenti commi le Province, in sede di predisposizione dei relativi programmi potranno prevedere delle deroghe per i giacimenti dei materiali di difficile reperibilità posti all'interno dei bacini estrattivi individuati". Mi sembra una cosa talmente lapalissiana, che non c'è assolutamente volontà di dare autonomia alle Province, perché nel caso in cui passasse una cosa di questo genere, la Provincia individua, suggerisce, ma poi si torna in Giunta, nemmeno in Commissione. Non date la possibilità alla Provincia nemmeno di reperire una cosa di questo genere.
Chiedo una sospensione perché si riunisca la Commissione per dare un parere su questo emendamento, altrimenti c'è un'incongruenza totale sulla filosofia di questa legge e sulla filosofia che si voleva perseguire, di dare autonomia alle Province. E' veramente una cosa assurda. Ecco perché chiedo che si riunisca la Commissione per discutere questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Martoni.

Gabriele MARTONI. La mia proposta è di respingere l'emendamento 24 in quanto i rapporti che si produrranno tra le previsioni dei programmi provinciali redatti in coerenza con il Prae e la pianificazione urbanistica comunale e provinciale sono già dettagliati compiutamente nel testo.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ho atteso l'ultimo emendamento e la relativa risposta, che peraltro era del tutto scontata, perché nell'iter logico di una chiusura totale, per sottolineare una cosa. Questo era l'ennesimo emendamento che avrebbe voluto individuare in capo alle Province la competenza e la responsabilità per le deroghe all'interno dei bacini estrattivi individuati. La riflessione che vorrei fare è la seguente. Ho visto il collega Silenzi agitare più volte un giornale con un'inserzione della Confindustria. Qui dobbiamo chiarirci su una cosa, collega Silenzi. Non ho nulla da rimproverare sul gesto, che in un momento concitato poteva anche essere interessante e goliardico, ma quando tu hai detto — è trapelato anche in altri interventi — che gli emendamenti proposti dalla minoranza sono praticamente di classe, cioè emendamenti a favore dell'interesse generale di una sola categoria... (Interruzione). Si è visto chiaramente.

Giulio SILENZI. Vorrei sapere se tu condividi una campagna di decine e decine di milioni per la politica...

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Adesso lo dirò. Ogni categoria...

Gilberto GASPERI. Ma l'hai pagato tu? La Cecchini ha invaso i giornali di tutta la regione per fare propaganda al suo assessorato. Chi ha pagato?

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Ogni categoria si fa la propaganda e le inserzioni che vuole. Per quanto riguarda il gruppo a cui appartengo insieme al collega Viventi, per tradizione siamo un gruppo interclassista e siamo conosciuti nella tradizione politica italiana per avere rappresentato in questo Paese gli interessi generali di tutte le categorie e non esclusivamente di una.
Ma volevo aggiungere un'altra cosa. Non va assolutamente bene che se una categoria fa una dichiarazione nella quale dice che l'Esecutivo regionale in qualche provvedimento ha avuto l'approvazione della Confindustria, allora la Confindustria è lungimirante, è aperta, non ha bisogno del centro-destra, non ha bisogno delle forze cosiddette "moderate" perché il centro-sinistra incarna benissimo anche tali interessi; però in questo caso si usa la cosa in maniera diversa. A scanso di equivoci vorrei dire che l'80% degli emendamenti che abbiamo presentato noi sono stati suggeriti dall'Upi, formata da quattro presidenti di centro-sinistra. Quindi noi ci siamo ispirati agli emendamenti dell'Upi e dell'Anci. L'Upi potrebbe avere usato valutazioni sbagliate, sulle quali potremmo avere sbagliato anche noi, di rimando, ma sicuramente tutto ci potete dire, meno che essere i difensori di una sola categoria, questo va chiarito.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Il presidente della Commissione ha letto la risposta. Chiedo che ne venga data fotocopia, perché in quella risposta non viene presa realmente in considerazione la filosofia di questo emendamento. Si dice chiaramente "relativamente ai divieti di cui...

Andrea RICCI. Gasperi, hai già parlato.

PRESIDENTE. Gasperi, questo fatto procedurale non esiste.

Gilberto GASPERI. In Italia c'è la democrazia... Quando andavo nella Repubblica Cecoslovacchia non mi facevano parlare. Adesso parlo: è crollato il comunismo e parlo anche là.

Andrea RICCI. Non puoi parlare. Chiedo il rispetto del regolamento.

PRESIDENTE. Lo sto facendo rispettare, consigliere.
Pongo in votazione l'emendamento 24.

(Il Consiglio non approva)

Vi sono ora due ordini del giorno, il primo a firma D'Angelo, Martoni, Benatti, Amagliani, Moruzzi e Franceschetti.
Ha la parola il consigliere D'Angelo.

Pietro D'ANGELO. Questo ordine del giorno a dimostrazione di quanto riteniamo importante questa attività economica. Abbiamo proposto che venga potenziato l'ufficio delle attività estrattive regionale affinché tutte le pratiche amministrative relative alle autorizzazioni all'attività estrattiva siano accelerate e contestualmente sia aumentato il personale dedicato alla ricognizione accertativa, come da legge 71/97, soprattutto dopo i recenti fatti che hanno portato al cambio di ufficio dell'addetto che ha avuto un incidente e quindi abbiamo a che fare con personale nuovo.
Questo ordine del giorno va nella direzione di attenzione verso questo settore, per dimostrare ancora una volta che con questo piano equilibrato non si è voluto penalizzare alcuna attività economica.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. E' chiaro e lapalissiano che l'ordine del giorno ha un significato filosofico. Se vi sono materiali inerti che possono essere utilizzati nelle opere pubbliche significa che vi sono spazi, perché...

Pietro D'ANGELO. Questo è l'altro ordine del giorno, Gasperi.

Gilberto GASPERI. Comunque, sono perfettamente d'accordo su questo ordine del giorno, ma mi viene questa indicazione proprio da D'Angelo il quale diceva che avevano trovato nella cava Gorgo a Cerbara cose strane dopo che gli organi competenti regionali avevano fatto tutti i controlli.

Pietro D'ANGELO. Ancora torni su quell'argomento?

Gilberto GASPERI. Domani ti porto il testo dell'assoluzione del tribunale di Gorgo a Cerbara.
Qui si chiede di fare interventi compatibili nel territorio ecc. Ma parliamoci chiaro: o mandiamo delle persone competenti, ma competenti, che vadano a fare delle cose concrete, altrimenti non solo arrechiamo danno ai cavatori ma li facciamo passare per mascalzoni e delinquenti quando non lo sono, quindi chiedo che vadano delle persone che abbiano competenza in materia.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l'ordine del giorno che impegna la Giunta regionale ad incrementare in modo consistente il personale della struttura regionale.

(Il Consiglio approva)

Il secondo ordine del giorno, a firma degli stessi consiglieri, invita la Giunta regionale ad aggiornare il prezziario regionale delle opere pubbliche.
Ha la parola il consigliere Moruzzi.

Marco MORUZZI. Nel piano cave abbiamo individuato due tipologie di materiali idonee a soddisfare alcuni fabbisogni di materiali inerti. Sono i famosi inerti provenienti da demolizioni che opportunamente trattati possono avere un'utilizzazione banalizzata rispetto al materiale vergine. Inoltre il piano cave ha individuato anche altro materiale, le terre stabilizzate: sono terre di risulta dagli scavi che normalmente vengono avviate in discarica, quindi rappresentano un costo, un elemento che viene allontanato dai luoghi ove noi andiamo a eseguire opere pubbliche. Tecnologie utilizzate correntemente nel nord Europa vedono l’aggiunta di calce e cemento a queste terre: così stabilizzati questi prodotti sono idonei ad essere riutilizzati.
L’indicazione del piano regionale attività estrattive andrebbe a vuoto se questi materiali non fossero elencati, così come avviene per tutti gli altri materiali, nel prezziario regionale, individuando quindi il loro valore e le condizioni che consentono di inserirli all’interno di eventuali capitolati d’appalto. Così va aggiornato il capitolato provinciale delle opere pubbliche, sia per i materiali provenienti da demolizioni sia per le terre stabilizzate. L’ordine del giorno rivolge un invito — perché non era competenza del Consiglio — al Governo regionale ad aggiornare il prezziario regionale ed alle Province ad aggiornare i capitolati provinciali delle opere pubbliche. Siamo certi che con questa soluzione si renderà disponibile sul territorio del materiale con requisiti ben precisi: a questi materiali fanno riferimento sia disposizioni nazionali sia disposizioni comunitarie. Questa è una materia nuova in questa regione, perché fino ad oggi c’è stata la filosofia che la totalità o la quasi totalità del materiale inerte che veniva utilizzato doveva per forza provenire da nuova attività, da cava. Così non è. La nostra che vuol essere una Regione moderna, in linea con le scoperte e le innovazioni più recenti inserisce nel piano regionale delle attività estrattive questi materiali; il passo conseguente non può che essere quello di aggiornare il prezziario regionale e il capitolato provinciale delle opere pubbliche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Presidente, su questo ordine del giorno avrei alcune cose da eccepire, perché a me risulta che questi non sono significativi come quantitativi. Se lo fossero, perché non sono stati tenuti in considerazione con i quantitativi che sono stati predisposti nell’ambito dell’estrazione? Un conto è un trasporto minimo e un conto è un trasporto di grosse quantità. Quando servono per fare un sottofondo stradale, c’è una difficoltà per quanto riguarda il recepimento, però gli inerti vengono utilizzati e in modo particolare sono prodotti che vengono dalle fabbriche dei laterizi. Ma molti degli inerti che provengono dalla demolizione dei fabbricati non possono essere ripresi, perché all’interno hanno dei materiali che non sono conformi alle norme per l’utilizzo dei sottofondi. Molti di questi non possono essere lavorati o perché c’è presenza di ferro o perché c’è presenza di materiali tossici. Ci possono essere dei tubi di scarico in eternit, quindi non si può pensare di fare la lavorazione riportando l’eternit direttamente nei sottofondi. All’estero ci sono delle condizioni diverse per cui i materiali inerti vengono ripresi direttamente da lavorazioni che vengono fatte sul territorio. Non ho niente in contrario, ma se sono quantità significative non vedo perché non siano state tenute in considerazione o perché non è stato richiesto quale quantitativo potevamo avere nelle Marche di questo materiale. In questo caso avrebbe avuto un significato, altrimenti rimane qualcosa campato in aria: una promessa, una buona scelta che in concreto non risponde concretamente ad alcun significato di risparmio per le opere pubbliche.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

Pongo ora in votazione il coordinamento tecnico.

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione la proposta di atto amministrativo. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Chiedo, a nome anche di Pistarelli e Favia, la votazione per appello nominale.

PRESIDENTE. D’accordo. Ha la parola, per dichiarazione di voto, il consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Una breve dichiarazione di voto, perché il piano per le attività estrattive, da tanto tempo atteso, una volta approvato costituirà uno strumento tra i più importanti per la programmazione e la tutela del territorio nella nostra regione. Infatti tutte le leggi del settore estrattivo e le loro reiterate proroghe e modifiche hanno risentito della mancanza di un atto sovraordinato che fissasse criteri e limiti nelle quantità e nelle qualità dei materiali da estrarre. Come pure la confusione dei ruoli istituzionali non dava certezze e garanzie né per le imprese né per una gestione corretta del territorio. Il piano, viceversa, definisce i ruoli istituzionali per quanto di competenza regionale, senza invasioni di campo, sapendo che siamo in una fase di modifica costituzionale del Titolo V della seconda parte della Costituzione, per cui bisogna stare molto attenti in questa fase di conflittualità istituzionale a non invadere il campo altrui e in maniera propria questo piano prevede che per alcuni atti sia, rispetto alle Province, una verifica esclusivamente tecnica della Giunta e non quindi di controllo politico della Commissione, ma anzi gli enti locali, attraverso questo piano diventano gli attori principali, in primo luogo le Province ed i Comuni, sia nella programmazione su area vasta, sia soprattutto per i controlli.
Si propone un piano cave duraturo, perché fissa quantità estraibili di materiali mai viste, da garantire per un tempo congruo la sufficienza degli stessi. Infatti i 5 milioni di metri cubi, come quantitativo vanno oltre la somma del materiale estratto fino ad oggi e di quello importato dall’estero.
Non entro nel merito perché condivido la relazione del compagno Martoni che costituisce un utile contributo analitico che mancava, utile anche per future consultazioni affinché le discussioni, in futuro, non siano più confusionarie come abbiamo assistito oggi, ma precise nel merito, serie.
Il piano delle attività estrattive serve in primo luogo alle imprese che operano nel settore, che in larghissima parte sono rispettose delle regole fissate dalle istituzioni democratiche, tuttavia il piano cave ha suscitato un fatto nuovo ed inquietante, secondo noi: la discesa in campo della Confindustria che, con attacchi reiterati e mai visti alla Giunta regionale, al Consiglio, alla maggioranza e alle istituzioni, senza risparmio di mezzi, acquistando intere pagine di giornale ha sferrato un attacco inaudito alle istituzioni democratiche.
In questo attacco si è in qualche modo indebolita, invisa l’intera istituzione, si è attaccata più in generale la Regione Marche come elemento di democrazia partecipativa, si è attaccato l’intero Consiglio regionale. Tra l’altro appare, in questo attacco reiterato, anche una sfiducia nei vostri confronti alle forze del polo che, secondo questa tesi della Confindustria non sarebbero capaci di garantire fino in fondo i loro interessi. I Comunisti italiani respingono in maniera forte gli attacchi della Confindustria lesivi dell’attività delle istituzioni e segnalatori di interessi enormi che stanno dietro le attività estrattive. Inoltre ed in conclusione, questi attacchi scomposti indeboliscono quelle imprese — e sono la maggioranza — che sono serie e che non hanno paura di regole certe perché si cerca di accreditare la tesi secondo cui la Regione vorrebbe strangolare l’attività estrattiva nelle Marche.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Brini.

Ottavio BRINI. Il gruppo consiliare di Forza Italia ha partecipato nella quarta commissione consiliare alla discussione sul piano trasmesso dalla Giunta Regionale con delibera di Giunta n .5 15 del 6 marzo 2001 ed ha rilevato molti e diversi aspetti negativi che renderebbero il piano improduttivo di effetti positivi ai fini della risposta attesa dalla pianificazione della materia che la Regione si propone invece di regolamentare sia con riguardo alla quantità dei materiali, dei siti dove si può cavare che della certezza applicativa del piano.
Il piano delle attività estrattive cosi come proposto dalla Giunta è uno strumento di pianificazione indefinito che enuncia una serie di principi ma poi demanda tutta la competenza successiva alle Province ed ai Comuni, sia in ordine alle aree di possibile escavazione che sulla quantità e qualità dei materiali di cava. Non assumersi l'onere di approvare un piano immediatamente esecutivo comporta rinviare il problema ad altri soggetti istituzionali e spostare ancora nel tempo la risposta in positivo che la società economica attende in pratica da sempre dalla Regione sia sui siti dove poter scavare che sulla quantità dei materiali che è possibile estrarre.
Il piano attuale all'esame del Consiglio in effetti è la risultante di due diverse rielaborazioni eseguite dagli uffici della Giunta, prima della pubblicazione e dopo l'esame delle osservazioni.
Le integrazioni apportate hanno interessato le tavole che indicano i siti dove è possibile scavare perché esenti da vincoli, quelli dove non è possibile e la normativa. Questo metodo operativo espone il piano a probabili ricorsi al Tar in quanto è fondato il dubbio che per le nuove previsioni introdotte sia necessario consentire agli interessati di osservare il piano.
Altro argomento in linea con quanto sopra esposto riguarda i motivi addotti dalla Giunta per accogliere o respingere le osservazioni. Questi motivi non sono sempre lineari e riprodotti per casi analoghi.
Altra carenza rilevata è nella tecnica con la quale è stato progettato il piano e la scala dimensionale della cartografia usata la quale non consente di leggere il dettaglio della zonizzazione. E' regola da osservare nella progettazione di piani a scala territoriale che ad ogni retino corrisponda una norma. Ciò serve per leggere il piano ed avere subito la certezza di cosa si può fare in una data zona del territorio regionale.
Il piano è dotato anche di allegati che contengono le direttive per esercitare altre attività complementari. Questa scelta di programmazione, se fosse stata resa di immediata applicazione avrebbe qualificato in positivo li piano. Si deve invece osservare che la parte autorizzativa è rinviata ad ulteriori passaggi burocratici con le conseguenze negative che questo comporta.
Il caso emblematico è dato dalla direttiva sulle cave di prestito per la costruzione delle opere pubbliche. Il processo decisionale e quello progettuale dell'opera debbono prevedere anche la quantità e la qualità dei materiali che servono; i siti dove prenderli e le autorizzazioni per cantierare l'opera debbono essere contestuali, diversamente si corre il rischio di non iniziare mai la costruzione.
Altro aspetto negativo è la stima effettuata delle necessità di materiale nella regione. I soggetti economici del settore sentiti nelle varie audizioni in quarta Commissione hanno espresso seri dubbi sulla quantità programmata dalla Giunta regionale. Poiché si tratta di soggetti economici qualificati le loro perplessità maritano attenzione. D'altra parte si osserva che se la stima delle quantità è errata per difetto il piano è sottodimensionato sia in termini di quantità dei materiali estraibili che nei siti dove possibile estrarre.
Un piano sottodimensionato, oltre che inutile, determina una ricaduta negativa su tutte le componenti economiche e sociali della regione in quanto, per semplice principio di mercato, la quantità dell'offerta determina il costo del prodotto. Poco prodotto produce monopolio e prezzi alti.
Avere attenzione a queste categorie, caro Silenzi, non significa ascoltare chi veramente opera in questo settore. Se avete raccolto solamente il consenso dei sindacati questo è un problema della maggioranza, non delle forze di opposizione, però una cosa teniamo a precisare con forza e con determinazione: sicuramente una parte della maggioranza è garante di una parte di Confindustria. Questo, caro Silenzi, non puoi negarlo perché sta nei fatti e negli atti. L’unica cosa certa è che la politica che Forza Italia in modo lineare sta portando avanti da circa due anni, non si è appiattita minimamente, né ieri né oggi sulle posizioni di Confindustria, quella Confindustria che in passato vi ha dato sostegno politico preciso per vincere le elezioni regionali. Guarda caso, qualche nominativo che era candidato alla presidenza in queste liste di disturbo ha fatto sì che Forza Italia non vincesse le elezioni.
Non entro nel merito perché non ho elementi particolari e precisi, però ci sono delle circostanze, con connivenze tra una parte della maggioranza e chi sostiene e porta avanti queste proposte. Faccio notare ancora una volta al consigliere Silenzi e ad alcuni consiglieri della maggioranza, che Forza Italia non ha presentato alcun emendamento in Commissione perché non aveva nulla da chiedere e nulla da trattare. Noi abbiamo voluto, fin dalla prima riunione, fare un confronto leale solamente su quanto riguardava le proposte che in alcune altre fasi non siamo stati messi nelle condizioni di fare. Quindi non abbiamo presentato — anche se il sottoscritto è stato relatore di minoranza — nessun emendamento a favore di alcuno. Questo ci fa onore. Noi non siamo sostenitori di alcuno, caro Silenzi, e rimandiamo ai mittenti tutte le illazioni e quant’altro è stato detto in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Benatti.

Stefania BENATTI. Si impone una dichiarazione di voto per ribadire che la Margherita, e credo tutta la maggioranza votano questo piano con piena conoscenza e consapevolezza. Ampia è stata la documentazione che i consiglieri regionali hanno avuto a disposizione fin dall’insediamento del Consiglio regionale. Ricordo che uno dei primi atti che abbiamo ricevuto è stato uno scatolone contenente tutto il piano cave ed eravamo nell’estate 2000. Ampia è stata anche la consultazione che in tutti questi mesi è stata portata avanti dalla Commissione consiliare e dai singoli gruppi. Credo che il Governo nazionale debba imparare come si ascoltano gli attori anche dal modo in cui abbiamo ascoltato noi le parti in causa. E’ poi evidente che concertazione non vuol dire copiare gli emendamenti che vengono presentati da esterni. Se l’opposizione ha ritenuto di non partecipare in gran parte a questo dibattito sono affari loro. Spiace registrare come l’opposizione questa sera abbia usato toni assolutamente fuori luogo, abbia fatto insinuazioni, calunnie che non fanno onore a partiti che si dichiarano di governo e che purtroppo governano questo Paese ma che usano lo stile di una vecchia opposizione dal sapore molto intransigente. Non ci facciamo intimidire da questo stile, ribadiamo che questo è un piano che può essere senza dubbio criticato, senza dubbio tacciato di essere più o meno ambientalista, ma questo non toglie il fatto che sia un piano che è stato elaborato con estrema serietà dagli uffici e con altrettanta estrema serietà viene votato dai consiglieri regionali di maggioranza. Sappiamo tutti che su questo argomento è in corso un’indagine della magistratura, quindi invece di sputare fango sarebbe responsabilità di amministratori pubblici produrre delle deposizioni agli organi competenti. Spiace, da ultimo, registrare che molti consiglieri di opposizione che hanno un passato e una tradizione democratica, abbiano avallato toni altamente sopra le righe da parte di alcuni consiglierei in questa sala, questa sera. Questo sicuramente cambia anche lo stile dei rapporti fra maggioranza e opposizione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Gasperi.

Gilberto GASPERI. Presidente, credevo di essere stato eletto nel “tempio della democrazia” dove c’è piena libertà di parola, anche se di incompetenza. Ho ascoltato — forse sono stato l’unico — il suo intervento, collega Benatti. Lei ha fatto delle affermazioni che dovrebbe rivolgere a qualche consigliere di maggioranza. Se lei si rilegge gli interventi fatti in apertura, vedrà che un consigliere di maggioranza ha detto che sono state riscontrate cose molto gravi in una cava, quando invece io ho ribadito che non era assolutamente vero.
Lei dovrebbe, in base a quello che ha detto, andare direttamente all’autorità giudiziaria con quello che è scritto nel resoconto e dire al giudice “chiami il tal consigliere, perché ha detto che ci sono state delle cose gravi e lo ascolti”. Ed è un consigliere di maggioranza, non di minoranza.
C’è però un fatto: qui abbiamo il pieno diritto e la piena responsabilità di ciò che diciamo. Mi chiedo allora: avete letto nel piano regionale delle attività estrattive quello che hanno scritto a pag. 7? Si dice “il settore delle attività estrattive offre un contributo di grande rilevanza alla tradizione industriale e produttiva della nostra regione”. Prima il capogruppo Ds sventolava un giornale, a pagamento, che riportava un articolo di quegli industriali che hanno investito in queste attività. E’ nel loro pieno diritto. Invece non avete risposto — c’è stata una interrogazione — su chi ha pagato la pubblicità fatta da un assessore regionale che viene dalle vostre fila, poi per interesse passata ad altri. Comunque viene dalle vostre fila, era segretario regionale del Pci.
Successivamente è scritto: “Oggi l’attività estrattiva è cresciuta, si è diffusa in località aventi specifica vocazione, sia per quantità e qualità del materiale che per la vicinanza dei luoghi d’impiego”. O siete degli ipocriti o siete degli analfabeti nel settore, per un motivo molto semplice: perché se l’attività estrattiva è cresciuta per quantità e qualità del materiale e per la vicinanza dei luoghi d’impiego, mi dovete spiegare per quale motivo la regione Umbria esporta i maggiori quantitativi di materiale nella regione Marche. Probabilmente perché là c’è ancora una tradizione maggiore di quella realtà politica che qui governa da poco e per fortuna ancora per poco, perché avete dimostrato la vostra incapacità. Questa legge è identica all’altra che avete fatto sul piano cave, ma è identica a quella riguardante il piano sanitario, che dopo tre anni ha portato 400 miliardi di disavanzo.
Qui si dice “Attualmente le cave della regione sono mediamente di piccole dimensioni, ci sono 158 cave attive con un produzione di materiale utile di circa 4 milioni di metri cubi”. E’ una bugia notevole, perché se vado a vedere il piano cave che è stato fatto, anzitutto c’è differenza nelle quote. Inoltre, nel piano si dice che le cave debbono essere dislocate in posizione tale da non creare svantaggi al territorio per un problema ambientale. Il problema ambientale vero e serio non è quello dell’escavazione ma il trasporto sul territorio di camion di grosse dimensioni e di grosso tonnellaggio che arrecano dei problemi alla viabilità del nostro territorio.
E allora mi chiedo: perché non è stato salvaguardato questo parametro, quello di ubicare le cave in posizione strategica? Perché non è stato preso un parametro fondamentale, quello che le cave sono una risorsa dell’entroterra? Perché non ridiamo all’entroterra delle Marche, che ha la fortuna di avere grossi quantitativi di materiale di escavazione di alta qualità, superiore anche alle province limitrofe e alle regioni limitrofe, in modo particolare l’Emilia Romagna, questa possibilità? Per quale motivo non sono state prese in considerazione queste realtà? Per quale motivo è stato fatto un calcolo astruso e non è stata presa in considerazione la realtà del fabbisogno? Per quale motivo nel calcolo del fabbisogno non viene preso in considerazione l’indirizzo che sta dando il Governo nazionale per improntare opere pubbliche, per fare da volano all’economia? Per quale motivo queste cose non sono prese in considerazione? Per quale motivo le associazioni, coloro che sono al vertice di quella realtà economica di cui voi parlate nella premessa, non li avete ascoltati in concreto ma avete preso in considerazione solo alcune realtà? Addirittura, nella provincia di Pesaro non sono stati presi in considerazione coloro che hanno i frantoi. Hanno concesso l’apertura di una cava a chi non ha il frantoio. A due fra i più grossi frantoi della nostra provincia non danno più la possibilità di fare escavazioni... (Interruzione). Luchetti, tu appartieni alla tradizione di un partito che conosciamo, non scherziamo su queste cose. La difesa che viene fatta nella tradizione del tuo partito riguarda realtà che nella mia tradizione di partito non ho. Su queste cose dobbiamo parlare in modo serio, perché qui si dice che devono essere salvaguardati gli investimenti che vengono fatti da parte degli imprenditori che vanno a rischiare decine di miliardi con i frantoi, con l’individuazione di queste cave.
Per questi motivi il mio gruppo voterà contro, perché questa sarà la stessa realtà del piano sanitario che dopo tre anni ci accorgiamo quale danno ha portato alla regione.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere D’Angelo.

Pietro D'ANGELO. Colleghi, Presidente, come gruppo Verdi abbiamo già espresso il nostro parere su questo piano in ambito di discussione generale. Ribadiamo la nostra posizione e riteniamo che questo piano, al contrario di quanto si ascolta in questo Consiglio non danneggi un’attività economica molto importante quale quella del settore estrattivo. Riteniamo che sia un piano equilibrato che da un lato tutela gli interessi di un’attività economica importante e dall’altro, giustamente, salvaguarda la tutela ambientale. Come Verdi riteniamo che non si è penalizzato alcunché in termini quantitativi, perché ribadisco che la media estrattiva degli ultimi tre anni risulta di 3.690.000 metri cubi di inerti scavati. La legge 33 del 1999 in modifica della legge 71 diceva testualmente che il quantitativo da indicare nei piani di attività estrattiva doveva tenere conto del trend di produzione regionale sulla cui base si sarebbe redatto il piano. Ebbene, se vogliamo essere fiscali — questo, come Verdi lo affermiamo ad alta voce — non ci dovevano essere più di 4 milioni di metri cubi annui di inerti da escavare, secondo la legge 33 del 1999. Ebbene, se la media è stata di 3.690.000 metri cubi di inerti e se consideriamo gli 800.000 metri cubi di materiale importato — sono dati Confindustria, da verificare se di derivazione economica o se dipendenti dal fatto che nella nostra regione non c’era da scavare. A me risulta che l’aspetto dell’importazione è anche e soprattutto economico — avremmo avuto una quantità di materiale estratto negli ultimi anni, pari a 4,5 milioni di metri cubi utili di inerti. Abbiamo previsto in questo piano 500.000 metri cubi in più, cosa che per noi Verdi non è stata facile da digerire, però l’abbiamo fatto per responsabilità politica e per smentire tutte quelle affermazioni false o date da cattiva informazione che con 5 milioni di metri cubi all’anno da escavare si va a penalizzare questa attività. Nulla di più falso.
Siamo riusciti a dare ulteriori deroghe per materiali di difficile reperibilità sul territorio relativamente a un vincolo del Ppar che è un piano regionale di salvaguardia ambientale. Ebbene, i materiali di difficile reperibilità sono aumentati e quindi questo significa irresponsabilità politica, questo significa voler andare contro un’attività economica? Abbiamo addirittura aumentato i materiali in esenzione al Ppar. Se qualcuno poi si scandalizza del fatto che il materiale in deroga ai vincoli del Ppar, che è un piano regionale per le zone non cartografate, debba ritornare in Regione per una valutazione di compatibilità, questa compatibilità è prevista dalle stesse norme tecniche di attuazione. L’art. 60 del Ppar dava già l’esenzione nei confronti dei vincoli del Ppar ad alcuni materiali di difficile reperibilità e diceva che comunque ci doveva essere una verifica di compatibilità.
Quindi non è stato un voler penalizzare alcuno sul fatto di rivalutare la compatibilità relativamente a queste deroghe al Ppar per alcuni materiali. Diciamo ad alta voce che come Verdi abbiamo chiesto con forza a questa maggioranza che ci fosse stato questo ritorno di valutazione, di compatibilità, ma non per penalizzare alcuno. E’ una verifica di compatibilità: per zone non cartografate si danno deroghe a un piano regionale, non c’è nulla di strano. Ci meravigliamo di tutta questa sceneggiatura che è derivata da un passaggio normalissimo, che non penalizza alcunché.
Non riteniamo che ci sia stata questa penalizzazione, vogliamo aggiungere però qualcosa: non riusciamo a capire come verdi, come amministratori provinciali — lo dico ad alta voce — si possa chiedere alla Regione di sottoordinare Prg locali, piani di assetto idrologico, piani di inquadramento territoriale al piano provinciale delle attività estrattive. Questo ci ha sbalordito molto, perché questi amministratori hanno una visione totalmente opposta a quella dei verdi. Noi riteniamo — e siamo contenti di questo — che un piano delle attività estrattive, quindi di utilizzo del territorio, debba essere conforme a tutti gli altri piani di programmazione dell’utilizzo del territorio e questo è. Ci meraviglia come molte richieste di alcune Province siano risultate le stesse della Confindustria. Questo va a merito di questo Consiglio che, pur essendoci Amministrazioni di centro-sinistra nelle Province, ha ritenuto in piena autonomia di scegliere la strada più opportuna, al di là delle differenze di vedute su questi aspetti.
Noi abbiamo votato l’emendamento su cui si è molto discusso, voteremo questo piano delle attività estrattive ritenendo che sia il giusto equilibrio, anche se ci pesa. Se non avessimo raggiunto questo equilibrio, probabilmente questo piano sarebbe stato un macigno sulle nostre spalle. Ebbene, siamo riusciti a trovare con fatica questo equilibrio per evitare uno sbracamento parziale o totale di questo piano, soprattutto dopo gli interventi dell’opposizione che giustamente, come faceva rilevare Silenzi, erano contraddittori: da un lato si voleva dare tutto alle Province e quindi si criticava la Regione per il ritorno di una valutazione di compatibilità e dall’altro si diceva che non si voleva coinvolgere il Consiglio regionale su questa valutazione. Una posizione insostenibile politicamente, una posizione demagogica e di speculazione politica che va rigettata totalmente al mittente. Nonostante qualche mia sofferenza in una maggioranza — ma è normale che ci siano vedute diverse — dopo avere sentito i vostri interventi, caro Giannotti, ancora di più mi convinco che sono nel posto giusto.

PRESIDENTE. Pongo in votazione la prosecuzione dell’orario della seduta.

(Il Consiglio approva)

Ha la parola il consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Non farò perdere molto tempo al Consiglio. Nell’annunciare la posizione dei gruppi Ccd-Cdu che tra qualche giorno si chiameranno Udc, ricordo che noi abbiamo partecipato in maniera seria e responsabile a questo dibattito come nostra consuetudine, come facciamo sempre. Abbiamo presentato degli emendamenti che il collega Massi ha detto essere stati per oltre due terzi richiesti dall’Upi, dall’Anci, da associazioni con presidenti appartenenti tutti al centro-sinistra. Annunciamo il nostro voto contrario perché riteniamo insufficienti le risposte che ci sono state date. Consigliere Benatti, lei ha detto che l’opposizione ha avuto certi atteggiamenti: da parte nostra sicuramente no, quindi lei si riferisce ad alcuni gruppi. Noi, come opposizione responsabile abbiamo fatto delle proposte, degli emendamenti, abbiamo visto che rispetto a questi non c’è stata la minima discussione ma c’è stato il voto contrario sempre e comunque, anche su alcuni che secondo me potevano essere ragionevolmente accolti.
Non credo che questo sia un modo corretto per affrontare i lavori in aula. Posso anche condividere che ci siano stati degli eccessi da una parte e dall’altra, anzi lo condivido senz’altro, però credo che rispetto alle nostre proposte non ci siano state risposte. La posizione che noi avevamo indicato per quanto riguarda il rapporto con le Province è molto lineare. Da sempre mi batto per una semplificazione delle procedure da quando sono dentro questo Consiglio regionale. E’ stato dato potere alle Province e alle Province rimanga questo potere.
Quando lei dice che il Governo nazionale deve imparare da questa Regione a fare concertazione, credo che il Governo nazionale debba fare un po’ più di concertazione, è la mia visione personale, anche se concertazione non significa abdicare al diritto-dovere di decidere.
Leggo solo due righe scritte dal presidente Ucchielli, quando evidenzia che “Il testo approvato dalla IV Commissione a due giorni dal suo esame in aula non è ancora disponibile per la consultazione da parte degli enti locali”. Queste sono dichiarazioni del presidente Ucchielli, non mie, quindi credo che questa consultazione sia stata un po’ farraginosa, quanto meno.
Cari amici, da tutte le parti c’è bisogno di trovare moderazione nei toni e nei contenuti. Comunque noi riteniamo questo piano frutto di un sforzo che ho detto all’inizio. Non voglio essere demagogico e mi rendo conto che per chiunque si trovi ad amministrare è difficile partorire un piano cave e tenere sempre in equilibrio i problemi dell’ambiente, i problemi della produzione. Lo riteniamo insufficiente, ma ancora di più riteniamo insufficienti queste risposte rispetto al metodo che ci siamo dati di confronto possibile. Se ci fossero state altre risposte avremmo potuto anche modificare la nostra espressione di voto.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. Preannuncio il voto contrario che era ampiamente scontato, anche perché nessun emendamento presentato dai vari consiglieri della minoranza — non il mio, unico, non quelli presentati da Castelli, Pistarelli, Massi — è stato accolto. In qualsiasi proposta di legge ci saranno pur uno, due, tre emendamenti da poter accogliere. Di fronte a una chiusura di questo tipo non vediamo perché ma una forza di minoranza dovrebbe votare questo piano.
Questo piano presenta delle strane anomalie. Ci sono tutta una serie di situazioni che mi hanno ampiamente illustrato nelle quali nell’arco di qualche chilometro, in situazioni ambientali esattamente sovrapponibili — non ci sono crinali, non ci sono emergenze idrogeologiche, non ci sono aspetti paesaggistici — ci sono trattamenti fortemente difformi. Mi si dirà che nell’ambito delle scelte si devono fare delle valutazioni discrezionali, però un conto è la discrezionalità tecnica legata a precisa valutazioni relative all’ambiente e un conto è la discrezionalità politica. Sulla discrezionalità politica noi non diamo assolutamente un mandato fiduciario. Mi è stato detto che questo piano è il frutto di mediazioni rispetto a esigenze diverse. Se ci fosse stato il centro-destra a governare sarebbe stata la stessa cosa, alla fine il piano sarebbe stato prodotto di mediazioni, però le mediazioni non sono su aspetti tecnici ma su aspetti politici e questo non ci piace, anzi rispetto a un paio di vicende credo che ci torneremo sopra con una serie di approfondimenti tecnici e ovviamente politici, nelle prossime settimane.
La bocciatura dell’indicazione, che tra l’altro era emersa dal testo definito dalla Commissione, di far passare il piano in Commissione — ci sono stati gli emendamenti soppressivi, quello dell’assessore Spacca ma anche quello del consigliere di maggioranza della Commissione — non ci convince. Presentarsi in Consiglio per diminuire il tasso di trasparenza sulla gestione di una cosa delicata qual è il piano cave ci lascia profondamente discordi.
Però aggiungo una cosa. Questo piano è funzionale a chi gestisce. E allora mi pongo il problema: tra non molto tempo, probabilmente i numeri daranno al centro-destra le province di Ascoli e Macerata, quindi cambierà il tasso di proposte. Tra qualche tempo, magari, toccherà alla Regione. E allora chiedo: vi conviene fare una legislazione blindata, che oggi dà nelle mani di chi governa poteri così ampi? Avere aspetti troppo discrezionali comporta problemi sia a chi oggi è in maggioranza sia a chi domani può essere in maggioranza. Quindi, al di là di chi governa oggi o chi governerà domani, secondo me è un errore il presupposto chi cui è stato steso questo piano, per cui siamo profondamente e convintamente contrari.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Silenzi.

Giulio SILENZI. L’aspetto più qualificante di questo piano a me sembra non sia emerso dal dibattito. E’ invece il primo aspetto politico che va sottolineato: per la prima volta la Regione Marche riesce ad approvare un piano delle attività estrattive, in un’attività dove c’è stata una deregulation molte volte selvaggia, dove era difficile conciliare le problematiche economiche legate a questo settore importante con la tutela dell’ambiente, con il recupero. Questo è l’aspetto politico che qualifica l’operato del Governo regionale e del Consiglio regionale, un aspetto qualificante, perché se fino a ieri il piano non siamo stati capaci di farlo, non si è potuto fare perché c’erano punti di vista talmente distanti che non permettevano di regolamentare un settore che è andato avanti senza regole certe. Questo piano coglie un aspetto della programmazione, di un intervento in un settore economico senza stravolgimento ambientale. Questo mi sembra l’aspetto politico più rilevante, che va sottolineato. Tutti gli altri sono aspetti marginali più o meno importanti, ma essere riusciti a conciliare la sensibilità dei Verdi, di Rifondazione, dei Comunisti, dei Ds, della Margherita rispetto ad un’attività economica che fino ad oggi non aveva avuto regole certe è un fatto estremamente positivo. Il voto non trova alcuna differenziazione nella maggioranza e questo è l’aspetto che qualifica l’azione che stiamo portando avanti e che dà forza al voto che questa sera avanziamo, alle proposte che questa sera avanziamo. Un piano che porta ad incrementare l’attività estrattiva, non a penalizzarla, di ben 500.000 metri cubi di nuovi prelievi rispetto alla media che altri hanno denunciato, che i cavatori hanno denunciato, che è stata rilevata nel corso di questi anni. Quindi non è un piano vincolistico, restrittivo, che dà risposte solo negative ma dà risposte positive, tanto è vero che 500.000 metri cubi sono un fatto rilevante. Poi i punti di vista possono divergere fra chi vede solo l’attività economica e chi vede solo la tutela dell’ambiente, ma il dato politico, amministrativo è quello di aver dato un piano, di aver fatto delle scelte che hanno coniugato l’attività economica alla salvaguardia ambientale, questo mi sembra molto importante sottolinearlo.
Così come mi sembra importante sottolineare che è stata portata avanti un’azione, da parte dell’assessore Spacca, da parte della Giunta, da parte della Commissione, di ascolto e di confronto dei punti di vista diversi, tutti parziali che potevano essere espressi, sia dalle associazioni ambientaliste sia dai cavatori. Sono state recepite molte osservazioni fatte: il riequilibrio quantitativo per le varie province che era una delle proposte che veniva avanzata da Confindustria; l’allargamento dei materiali di scarsa reperibilità ed altre questioni che non erano presenti nella stesura iniziale ma che sono state recepite in un confronto che tenesse sempre in piedi il giusto equilibrio fra attività economica e tutela ambientale.
C’è quindi stato questo confronto, questa apertura. Ecco perché è incomprensibile e politicamente grave il fatto che in queste settimane sono state acquistate pagine di giornale — anche oggi si è tornati ad acquistare parti di giornali su cronache locali e nazionali — per poter dire che questo piano cave rappresenta l’ennesima dimostrazione che la Giunta, le forze politiche e le forze di maggioranza sono incapaci di confrontarsi con il mondo produttivo e istituzionale. Questo non corrisponde al vero, questo è un giudizio politico che noi respingiamo. Questo è un uso politico di questa vicenda. Non si dice “i quantitativi debbono essere di più, di meno, abbiamo fatto questa proposte”, ma c’è un giudizio politico e un attacco politico alla Giunta e alla maggioranza che non possono passare sotto silenzio, è la prima volta che si verifica in questa regione. Non c’è una conferenza stampa, non c’è un documento, ma c’è questa insistenza ripetuta per giorni e giorni, per settimane, per cui con dispendio di risorse finanziarie si perpetra, attraverso l’acquisto di pagine di giornale, questo attacco politico che poi non corrisponde a verità, perché un confronto c’è stato e ai vari livelli si sono recepite anche delle proposte che venivano avanzate. Addirittura si dice che “viene inserito un rigido centralismo regionale annullando soprattutto il ruolo delle Province attraverso vincoli e ostacoli”. Questo è falso, perché un altro elemento di novità del piano è quello di dare un ruolo e una competenza nuova alle Province, di riconoscere un ruolo importante nella gestione del territorio, alle Province. Come si fa, allora, a sostenere questo? Oppure viene detto — questo oggi — che la IV Commissione “ha licenziato a maggioranza il piano con modifiche che incidono negativamente sull’impianto del piano stesso senza consentire un confronto sulle stesse, impedendo l’espressione di un parere in merito e contando sull’approvazione in aula a colpi di maggioranza. Questo metodo di confronto è intollerabile e poco serio”. E’ poco serio chi scrive queste cose. In un’aula non ci sono i colpi di maggioranza, c’è un libero dibattito e c’è una maggioranza che si assume la responsabilità delle scelte. Questa cosa non poteva passare sotto silenzio. E questa vicenda non è legata a un’interpretazione ideologica di Confindustria. Noi siamo per confrontarci con Confindustria nel merito delle questioni. Quando si fa un uso politico, questo lo denunciamo. Quindi non è il dilemma pro o contro Confindustria, ma, nello specifico, un giudizio rispetto alle cose che sono state scritte in quella forma, in quel modo che critichiamo, rispetto alle questioni che sono state sollevate, che non potevano vedere il Consiglio regionale, la Giunta, i gruppi consiliari di maggioranza passare sotto silenzio questo attacco che è stato portato e che non corrisponde minimamente a verità.
Il giudizio che noi diamo è estremamente positivo. Molti pensavano che il piano cave potesse essere un terreno sul quale la maggioranza poteva perdere dei pezzi, rispetto al quale era impossibile raggiungere una sintesi politica che potesse far sì che un piano sia sostenibile, sia un fatto positivo per l’economia e non lesivo dell’ambiente. In tanti anni solo ora arriviamo all’approvazione del piano. Questo dimostra che la maggioranza ha lavorato bene, ha ascoltato le ragioni di tutti, ha assunto un punto di vista degli interessi generali e sta approvando un piano che colma una lacuna, riempie un vuoto grave sul quale molti hanno potuto realizzare le loro fortune, ma ridà una certezza nella programmazione, una certezza ad un settore importante per l’economia marchigiana ma altrettanto importante affinché non produca danni all’ambiente come invece purtroppo in tanti anni e in diverse situazioni si è prodotto.

PRESIDENTE. Ha la parola l’assessore Spacca.

Gian Mario SPACCA, Vicepresidente della Giunta. Il dibattito di quest’oggi non ha aggiunto molto alle considerazioni di carattere generale che già abbiamo formulato all’inizio di questo confronto, nel momento in cui la legge è stata iscritta all’ordine del giorno del Consiglio regionale.
Credo che le valutazioni che faceva il consigliere Silenzi siano appropriate. Il fatto politico vero è che, contrariamente a quello che pensa qualche consigliere regionale in quest’aula, questo è il primo piano per le attività estrattive che viene approvato dalla Regione Marche ed è un fato significativo, importante che dà certezza ad una categoria, ad una componente economica importante della nostra regione all’interno di un equilibrio complessivo che salvaguarda anche l’ambiente, che salvaguarda gli interessi sociali connessi con questo settore, quindi le possibilità di occupazione e che quindi va incontro agli interessi generali della nostra comunità. Questa è una materia molto delicata su cui si giocano interessi molto forti. Oggi lo abbiamo percepito da certi interventi. Credo allora che faccia onore a questo Consiglio regionale aver risolto queste contraddizioni in nome degli interessi generali della nostra comunità, in nome di quello che secondo una tradizione che appartiene a diverse parti di questo Consiglio regionale si chiama bene comune. Credo che questa cosa possiamo dirla forte proprio perché, avendola vissuta dal di dentro, possiamo dire che è stata ricercata una soluzione che fosse funzionale a qualcuno, ma funzionale a tutti, all’interesse generale della nostra comunità. Un vuoto normativo si colma con questa approvazione, sinceramente non credevo che saremmo arrivati a questo punto. Io ho vissuto l’esperienza del piano energetico approvato dalla Giunta, dalla Commissione, iscritto all’ordine del giorno del Consiglio regionale, la discussione stava per iniziare e questo piano non è stato mai approvato. Temevo che il piano regionale per le attività estrattive finisse come il piano energetico, invece si è trovata la forza per superare le contraddizioni, per ricercare una sintesi alta, sacrificando ognuno una parte delle proprie convinzioni, proprio in nome di questo principio di generalità, per riuscire ad arrivare a questo punto e superare questo impasse.
Consigliere Ciccioli, non credo che questa sera qualcuno abbia dettato delle opzioni nei confronti della nostra comunità regionale. Il piano regionale per le attività estrattive dà degli indirizzi. A questo punto saranno le autonomie locali, saranno Province e Comuni, nell’ambito di una concertazione istituzionale che il piano richiama fortemente e che mette al riparo da qualsiasi tentazione speculativa, che definiranno i siti dove avverrà l’attività estrattiva. Qui non si definiscono opzioni forti in favore di qualcuno o di qualche territorio ma si danno delle cornici che corrispondono all’esigenza di salvaguardia e di valorizzazione dell’ambiente che costituisce la qualità della vita della nostra regione.
Un’altra cosa che vorrei sottolineare è che viene introdotta la cultura del progetto che oltrepassa i vincoli: un progetto qualificato, qualificante, che fa fare un salto di qualità all’impresa, che recupera delle tecniche di innovazione, che mette l’impresa nelle condizioni di definirsi autenticamente tale trova riscontro nelle possibilità che questo piano offre. Questa è una sfida che viene lanciata al mondo produttivo, una sfida che viene lanciata alla Confindustria e alle aziende della nostra regione. Se loro accettano la sfida, la sfida che questo piano pone è quella della qualificazione della loro attività attraverso il progetto. Se questo avverrà ci sarà la possibilità di proseguire, nell’ambito di un tempo sufficientemente lungo che giustifichi investimenti cospicui, l’attività estrattiva.
Questa è la scelta fondamentale che questo piano propone, la sfida fondamentale che questo piano pone anche agli imprenditori.
In conclusione voglio ringraziare la maggioranza del Consiglio regionale che tra poco consentirà a questo piano regionale delle attività estrattive di poter avere la luce: era una difficoltà grande quella che dovevamo superare, ci siamo riusciti e questo credo che sia il miglior viatico anche per altre prove che ci aspettano nei prossimi passaggi difficili che accompagnano la vita dell’Amministrazione regionale. Questa è una prova di forza che la maggioranza è riuscita a dare, una prova di forza con se stessa rispetto a esigenze differenziate che ci caratterizzano ma che riescono a essere compensate attraverso sensibilità, intelligenza, ma soprattutto nel nome degli interessi generali della nostra comunità.
Un altro ringraziamento va doverosamente al servizio attività estrattive che ha lavorato interamente, senza contributi esterni, alla stesura di questo documento che ha trovato conforto anche nell’applicazione dei consiglieri regionali che l’hanno voluto e che si sono voluti confrontare con questo strumento nell’anno che è trascorso dal momento in cui la Giunta regionale lo ha mandato in Consiglio regionale.
Alla maggioranza e al servizio vorrei rivolgere questo ringraziamento della Giunta, come pure all’opposizione che nella prima fase di questo dibattito, quando non abbiamo avuto il numero legale ci ha consentito di poter iniziare la discussione, di poter avviare questo confronto. Al di là dei toni, visto la partita che abbiamo giocato, è stato un dibattito comunque costruttivo, che ci consentirà di verificare anche nel corso del tempo le posizioni che sono state espresse.

PRESIDENTE. Prego di procedere alla votazione dell’atto per appello nominale, a partire dal n. 15.

Marco AMAGLIANI, Consigliere Segretario. Procedo alla chiama:
Donati sì
Favia no
Fanceschetti sì
Gasperi no
Giannotti no
Grandinetti assente
Luchetti sì
Martoni sì
Massi no
Melappioni sì
Minardi sì
Mollaroli sì
Moruzzi sì
Novelli no
Pistarelli no
Procaccini sì
Ricci Andrea sì
Ricci Giuseppe sì
Rocchi sì
Romagnoli no
Secchiaroli sì
Silenzi sì
Spacca sì
Tontini sì
Trenta no
Viventi no
Agostini sì
Amagliani sì
Amati assente
Ascoli sì
Avenali assente
Benatti sì
Brini no
Castelli assente
Cecchini assente
Ceroni assente
Cesaroni assente
Ciccioli no
D’Ambrosio assente
D’Angelo sì

(Il Consiglio approva)



Ordine del giorno della seduta

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Giuseppe Ricci sull’ordine del giorno della seduta.

Giuseppe RICCI. Chiedo l’iscrizione e la votazione della mozione n. 196 firmata da tutti i gruppi consiliari, che riguarda la paventata soppressione di alcuni tribunali delle Marche. E’ stato formulata una proposta di risoluzione che riguarda anche il tribunale di Urbino.

PRESIDENTE. Pongo in votazione l’iscrizione all’ordine del giorno della mozione.

(Il Consiglio approva)



Mozione (Votazione proposta di risoluzione): «Soppressione sede distaccata tribunale di S. Elpidio a Mare», Giuseppe Ricci, Romagnoli, Franceschetti e Ceroni (196)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 196, a iniziativa dei consiglieri Giuseppe Ricci e altri. E’ stata presentata una proposta di risoluzione a firma di tutti i presidenti dei gruppi consiliari.
La pongo in votazione.

(Il Consiglio approva)

La seduta è tolta.


La seduta termina alle 19,55