Resoconto seduta n.123 del 02/12/2008
SEDUTA N. 123 DEL 2 DICEMBRE 2008

La seduta inizia alle ore 10,40

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti


Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Do per letto il processo verbale della seduta n. 122 del 25 novembre 2008 il quale, ove non vi siano obiezioni, si intende approvato ai sensi dell'art. 29 del Regolamento Interno.
E' stata presentata la seguente proposta di atto amministrativo:
- n. 108, ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, concernente: "Bilancio di previsione dell'Assemblea legislativa regionale per l'esercizio finanziario 2009 - Programma annuale e triennale di attività e di gestione anni 2009-2011" (iscritta all'ordine del giorno della seduta odierna).
Sono state presentate le seguenti mozioni:
- n. 308, del Consigliere Binci: "Contrarietà della Regione Marche ad individuare sul proprio territorio siti idonei per l'attivazione di centrali nucleari";
- n. 309, del Consigliere Procaccini: "Situazione Eridania-Sadam";
- n. 310, del Consigliere Viventi: "Rivedere il peso delle imposte sui carburanti"
Il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali:
- n. 33, in data 18 novembre 2008: "Norme in materia di costi per la prevenzione degli
infortuni e la tutela della salute nei cantieri temporanei o mobili";
- n. 34, in data 27 novembre 2008: "Disciplina delle commissioni locali per il paesaggio di cui all'articolo 148 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42".
Il Presidente della Giunta regionale ha trasmesso, in data 24 novembre, le seguenti deliberazioni:
- n. 1648: "Art. 26 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale per l'anno 2008. € 120.000,00";
- n. 1649: "Art. 20, comma 3, della l.r. n. 31/2001 - Prelevamento dal fondo di riserva per le spese obbligatorie per l'integrazione dello stanziamento di capitoli compresi nell'elenco n. 3 "Spese dichiarate obbligatorie" del bilancio 2008 e sue successive modificazioni e integrazioni. € 4.000,00";
- n. 1650: "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni dal Ministero della salute ai fini della piena realizzazione delle linee progettuali contenute nel programma "Sostegno alle funzioni di interfaccia tra le Regioni e le Province autonome e il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM)" e relativi impieghi. € 212.803,00";
- n. 1651: "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni per il finanziamento della spesa farmaceutica - payback - per l'anno 2008 e relativi impieghi. € 5.524.406,11 ";
- n. 1652: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 241.185,00";
- n. 1653: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 8.966,15";
- n. 1654: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 19.000,00";
- n. 1655: "Art. 29, comma 2, della l.r, n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 91.800,00";
- n. 1656: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 33.127,40";
- n. 1657: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 23.336,65";
- n. 1658: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 1.333.000,00";
- n. 1659: "Art. 29, comma 2, della Lr. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 6.625,13";
- n. 1660: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 8.598,20";
- n. 1661: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 222.000,00";
- n. 1662: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 20.000,00";
- n. 1663: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale per l'anno 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 18.52 1,11 ";
- n. 1664: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 76.000,00";
- n. 1665: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati alla diagnosi energetica negli edifici pubblici. € 215.871,75";
- n. 1666: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001, art. 25, comma 1, della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 1.082.424,00 - Modifica al POA 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007";
- n. 1667: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001, art. 25, comma 1 e 2 della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato e di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese.";
- n. 1668: "Art. 29, comma 3 della l.r. n. 31/2001 e Art. 26, comma 1, della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 26.000,00";
- n. 1669: "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa € 1.330.000,00";
- n. 1670: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 44.928,00";
- n. 1671: "Art. 44, comma 2, della l.r. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 21.799,65;"
- n. 1672: "Attuazione della l.r. n. 12/2008 - Modifiche alla l.r. n. 19/2007 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2008)" e alla l.r. n. 32/1982 "Disciplina della ricerca, coltivazione ed utilizzazione delle acque minerali e termali nella Regione Marche";
- n. 1674: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 50.000,00 e modifica al POA 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007";
- n. 1675: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 10. ";
- n. 1676: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 7.761,22";
- n. 1677: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 10.000,00";
- n. 1678: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 3.559,48";
- n. 1679: "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 6.000.000,00";
- n. 1680: "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 3.420.000,00".
- n. 1681: "Art. 29 della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma. € 50.000,00";
- n. 1682: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti dall'assegnazione da parte dello Stato. € 156.030,00";
- n. 1683: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti dall'assegnazione da parte dello Stato. € 235.500,00 - Modifica al POA per l'anno 2008";
- n. 1684: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di pr3evisione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati alla diagnosi energetica negli edifici pubblici. € 2.641.000,00";
- n. 1685: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1 e 2, della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e di soggetti terzi vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 1.936.710,34";
- n. 1686: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001, art. 23 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 75.000,00";
- n. 1687: "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali per il cofinanziamento dei progetti attuativi del piano sanitario nazionale di cui all'art. 1, comma 805, della legge n. 296/2006 e relativi impieghi. € 3.870.853,00";
- n. 1688: "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate per la realizzazione del progetto "Promozione dell'attività fisica - Azioni per una vita in salute" e relativi impieghi. € 40.000,00";
- n. 1689: "Art. 25 della l.r. n. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti fondo sanitario nazionale 2008 - quota destinata al finanziamento dei maggiori oneri contrattuali del personale dipendente del SSN e relativi impieghi. € 19.131.635,00";
- n. 1690: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 30.000,00";
- n. 1691: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 256.368,42";
- n. 1692: "Art. 29, comma 1, della l.r. n. 31/2001 e art. 25, comma 1, della l.r. 20/2007 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l'anno 2008 di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. € 89.074,92";
n. 1693: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 15.000,00";
- n. 1694: "Art. 29, comma 2, della Lr. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 183.277,00 - Modifiche al POA 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007";
- n. 1695: "Art. 29, comma 3, della l.r. n. 31/2001 e art. 26 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008";
- n. 1696: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 ea rt. 26 della l.r. n. 20/2007 Variazione compensativa. € 328.000,00";
- n. 1697: "Art. 29, comma 2,. della Lr. n. 31/2001 e art. 26, comma 1 della l.r. n. 20/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 320.000,00";
- n. 1698: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 150.000,00";
- n. 1699: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 9.000,00";
- n. 1700: "Art. 44, comma 2 della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 35.721,00";
- n. 1701: "Attuazione all'art. 14 della l.r. n. 32/2008 concernente: "Interventi contro la violenza sulle donne";
- n. 1702: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 850,00";
- n. 1703: "Art. 29, comma 2, della l.r. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 141.398,75;"
- n. 1704: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008, approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 54.026,55";
- n. 1705: "Art. 29, comma 2, della l.r. n. 31/2001 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008 approvato con d.g.r. n. 1588/2007 e sue successive modificazioni ed integrazioni. € 7.000,00";
- n. 1706: "Art. 44, comma 2, della l.r. n. 19/2007 - Variazione compensativa al Programma operativo annuale 2008. € 10.354,38";
- n. 1707: "Attuazione dell'art. 6, della l.r. n. 31/2008 concernente: "Interventi per la valorizzazione della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori e dagli enti religiosi che svolgono attività similari".
Ha chiesto congedo il Presidente Bucciarelli.


Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE. Sull’ordine dei lavori della seduta odierna la Conferenza dei Capigruppo ha proposto questa modalità. La trattazione di interrogazioni e interpellanze per mezz’ora, la successiva trattazione dei punti 3) e 4) e a seguire la trattazione della mozione n. 215 sulle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, della mozione n. 305 abbinata alla mozione n. 302 riguardanti i danni causati all’agricoltura e l’assicurazione agevolata per le colture e strutture agrarie, infine la mozione n. 295 sulla ricostruzione di strutture e conferma dell’attività sanitaria presso il polo Inrca di Appignano.
La Conferenza propone inoltre la conclusione dei lavori entro le ore 14,00.
Ha la parola il Vicepresidente Santori.

Vittorio SANTORI. Vorrei far rilevare all’Assemblea che la mozione n. 11 relativa alla gestione della mobilità del personale in conseguenza dell’istituzione della nuova Provincia di Fermo, in discussione da tre anni in questa Assemblea legislativa e già oggetto di una delibera all’unanimità presa dall’Assemblea legislativa nel luglio 2007, era stata reiscritta all’ordine del giorno perché erroneamente cancellata, ora è stata nuovamente cancellata.
Quindi chiedo di nuovo all’Assemblea legislativa di pronunciarsi sulla reiscrizione di questa mozione, che oggi è ancora attuale nel suo oggetto, alla prima seduta utile e portata poi in discussione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Anna.

Giancarlo D’ANNA. E’ sconcertante ancora una volta sentire che per le interrogazioni sarà dedicata solo mezz’ora. Qui ci sono delle interrogazioni che vanno avanti da anni, alcune sono importanti, però questa mattina si dice che i Capigruppo hanno deciso, ripeto, di utilizzare mezz’ora per le interrogazioni. Non capisco che sistema di lavoro sia questo! Facciamo magari una seduta nella quale si evadono tutte le interrogazioni e le mozioni, perché non è possibile che si iscrivono all’ordine del giorno e poi puntualmente si rinviano di mesi, di anni. Presidente, non è serio!
Pertanto chiedo di votare il prolungamento del tempo dedicato alle interrogazioni almeno fino a quando non si esauriscono quelle iscritte all’ordine del giorno di oggi.

PRESIDENTE. Consigliere, le vorrei far notare che rispetto alla prima proposta di trattazione delle interrogazioni richiesta per la durata di un’ora, a conclusione della Conferenza dei Capigruppo questo termine è stato ridotto in quanto è subentrata la richiesta di trattare le mozioni.
Quindi se lei propone di allungare il tempo per le interrogazioni e se manteniamo il termine della seduta per le ore 14,00 poi va da se che dobbiamo ridurre il tempo per le mozioni.

Giancarlo D’ANNA. Allora chiedo anche di prolungare la seduta al pomeriggio.

PRESIDENTE. Bene. Pongo quindi in votazione la proposta scaturita dalla Conferenza dei Capigruppo, tenendo conto che se verrà approvata di fatto annullerà quella del Consigliere D’Anna.
Prima però vorrei ricapitolare i termini della questione. La Conferenza dei Capigruppo ha stabilito di concludere i lavori entro le ore 14,00, di conseguenza la proposta decisa è quella di trattare le interrogazioni per mezz’ora, passare poi all’esame dei due atti amministrativi all’ordine del giorno e successivamente affrontare le mozioni che ho poc’anzi citato.
Chi voterà questa proposta ovviamente si esprimerà contrario alla proposta alternativa del Consigliere D’Anna, che affronteremo nel dettaglio solo se la proposta della Conferenza dei Capigruppo venisse bocciata, e che prevede un’ora di trattazione per le interrogazioni, i due atti amministrativi e poi, senza determinazione dell’ora di chiusura dei lavori, le quattro mozioni. Ho interpretato bene, Consigliera D’Anna?

Giancarlo D’ANNA. Io chiedo un’ora come da Regolamento

PRESIDENTE. No, in base al Regolamento è mezz’ora. Comunque, ripeto, chi vota la prima proposta di fatto chiede di concludere i lavori entro le ore 14,00, dopodiché se viene bocciata faremo un’ulteriore variazione al nostro programma. Prego, Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Mettere ai voti una proposta decisa in Conferenza dei Capigruppo con quella di un Consigliere non mi sembra opportuno.

PRESIDENTE. Io devo sottoporre, come da Regolamento, tutte le richieste all’approvazione dell’Aula.
Pongo in votazione la proposta dei Capigruppo.

(L’Assemblea legislativa approva)

Quindi l’ordine del giorno della seduta odierna è quello proposto dalla Conferenza dei Capigruppo.
Ora pongo in votazione la richiesta del Vicepresidente Santori di iscrivere alla prima seduta utile, che conoscendo l’ordine dei nostri lavori sarà la prima dell’anno prossimo, la mozione n. 11 “Gestione della mobilità personale in conseguenza all’istituenda nuova Provincia di Fermo”.

(L’Assemblea legislativa approva)

Pertanto la mozione n. 11 verrà iscritta tra i primi punti all’ordine del giorno della prima seduta dell’anno prossimo.


Interrogazione n. 1116
del Consigliere Bugaro
“Collegamento tra SS 76 e l'Interporto Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1116 del Consigliere Bugaro. Per la Giunta risponde l’Assessore Pistelli.

Loredana PISTELLI. In relazione all'interrogazione relativa al collegamento tra SS 76 e l'interporto Marche, si comunica quanto segue.
La Regione Marche è perfettamente a conoscenza del progetto esecutivo approvato nell'agosto del 2008, e dell'avvenuto appalto dei lavori che sono stati consegnati nel settembre 2008 con ultimazione prevista nel giugno del 2010. L'Anas è l’ente titolato alla progettazione ed all'esecuzione dei lavori su tale asse trattandosi di una strada statale.
La realizzazione dell'intervento non comporta né l'istituzione di sensi unici alternati né l'interruzione del traffico veicolare, ma comporterà il convogliamento del traffico su una carreggiata con doppio senso di marcia.
L'intervento comporta sia la realizzazione del nuovo svincolo al servizio dell'interporto che l'adeguamento della sezione stradale al tipo III CNR, con la realizzazione delle banchine di emergenza su tutti i quattro chilometri. L'innalzamento è condizione indispensabile per realizzare il sottopasso di collegamento dello svincolo con l'interporto, nel rispetto dei franchi minimi utili prescritti dalla normativa.
Lo svincolo dell'Interporto era previsto nella collocazione progettata dall'Anas fin dall'origine, e l'allargamento necessario per realizzare la corsia di emergenza deriva da una precisa prescrizione del Ministero dell'ambiente, che per tratti successivi si applicherà sull'intera asta, così come previsto nel tratto che è in realizzazione da parte della Quadrilatero.
Pertanto è inevitabile, come accade in tutte le parti, che durante il corso di questi e dei previsti lavori lungo la SS 76 si creino dei disagi, ma l'importanza degli interventi ai fini della realizzazione della piattaforma logistica delle Marche e delle sue connessioni veloci con la rete nazionale giustificano ampiamente i costi e i disagi prodotti, in vista delle future possibilità di sviluppo economico che si potranno creare per la nostra regione.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Bugaro.

Giacomo BUGARO. Non sono assolutamente soddisfatto, e in una parte della risposta penso che l’Assessore abbia tentato quasi di prendermi in giro.
Questo svincolo siamo tutti assolutamente d’accordo che è necessario realizzarlo, anzi, auspicavamo che venisse realizzato molto tempo fa, perchè chi conosce il piazzale dell’Interporto sa perfettamente che è collegato tramite una stradina secondaria, quindi non è possibile continuare in questo senso.
Invece è questo tipo di progetto che per vari motivi abbiamo criticato.
Primo. E’ assurdo, siamo nel 2008, l’uomo è andato sulla luna oltre quant’anni fa, che per motivi di smaltimento dell’acqua dobbiamo alzare il livello della statale 76 di un metro e mezzo per diversi chilometri.
Quando scrivo che dovrà essere parzialmente chiusa, Assessore, non mi prenda in giro, perché lo capiamo tutti che il senso alternato di marcia viene spostato su un’altra arteria. Ma lei sa bene quali concentrazioni di traffico ci sono sulla statale 76 e quindi può ben capire ciò che potrebbe accadere se si andrà a fare un appalto di questo tipo per rialzare il manto di un metro e mezzo per quattro chilometri. Significherebbe congestionare il traffico peraltro in un momento così particolare dell’economia – piove sempre sul bagnato -, è assolutamente allucinante.
Tra le altre cose, visto che ricorrete alle categorie soltanto quando vi fa comodo, anche l’Ance ha fatto dei pesanti rilievi su questo tipo di progetto, e li ha fatti non solo dal punto di vista di mera esecuzione ma anche sul bando.
Infatti se andate a vedere il bando di appalto potrete verificare che è molto, molto dubbio. Tra l’altro anche al fattore tempo, cioè per la realizzazione delle opere, è stato dato un punteggio bassissimo, salvo poi, in mera contraddizione, dire che nel caso in cui l’impresa aggiudicataria dovesse realizzare l’opera in minor tempo ci sarà un vantaggio economico, ma questo non fa punteggio.
Per come è stato fatto questo bando è veramente una presa in giro, però questo non attiene alle sue responsabilità, Assessore, attiene all’Anas.
Invece noi già nel mese di settembre, quindi lo abbiamo fatto per tempo, le avevamo chiesto, vista la difficoltà, la complicatezza del progetto e la ricaduta che questo appalto avrebbe sull’economia normale e sulle dinamiche di traffico normali – perché se il progetto è un progetto particolare e necessario ma poi non ha un impatto anche con il mondo esterno all’interporto, ben venga, ma siccome coinvolge tutta la comunità regionale che verrà toccata proprio perché in un punto di snodo così delicato del traffico per anni saremo costretti ad andare a senso alternato –, un’autotutela da parte della Regione con il blocco di questo progetto e una nuova idea progettuale che possa risolvere il problema dell’allagamento senza andare a toccare le carreggiate della strada statale 76, quindi senza la necessità di innalzare.
Colleghi Consiglieri, vi rendete conto che noi per fare uno svincolo semplicissimo dobbiamo rialzare la strada statale 76 di un metro e mezzo per quattro chilometri, con un costo di 20 milioni di euro per fare 100 metri di strada. Ma vi rendete conto di cosa state parlando! E voi siete responsabili, Assessore Pistelli, perché avete avallato questo progetto. E mi fa piacere che in apertura della sua risposta mi dice “lo conosciamo”. Allora, se conoscete uno scempio del genere, che è l’ennesimo scempio dell’Anas – guardate che negli anni l’Anas ci ha abituato a queste cose, quindi il fatto che lo faccia l’Anas non è di per sé una garanzia, anzi, è l’esatto contrario – perché non intervenite!
Quindi mi sorprende che l’autorità istituzionale e anche politica non sia intervenuta, come mi sorprende che qui non ci sia il Presidente Spacca, è lui che sarebbe dovuto intervenire immediatamente rispetto a questa cosa. E’ inutile che parliamo di infrastrutture, ci riempiamo la bocca, il Presidente oggi dice “sono pronti gli appalti della Quadrilatero”, ecc., perché così sistemiamo da una parte ma creiamo un imbuto dall’altra. Sprechiamo 20 milioni di euro, quaranta miliardi delle vecchie lire, per fare uno svincolo di 100 metri semplicemente perché non si è trovata la maniera di smaltire l’eventuale acqua piovana.
Ripeto, sono quarant’anni che siamo andati sulla luna! Assessore Pistelli abbia il coraggio di intervenire, ogni tanto tiratelo fuori qualche attributo, perché non è possibile assistere a questo scempio, a questa distrazione, a questo sperpero di denaro pubblico con soluzioni tecniche lesive degli interessi diffusi della nostra comunità.


Interrogazione n. 1038
del Consigliere Rocchi
“Riconoscimento del sistema turistico locale dei Monti Sibillini”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 1038 del Consigliere Rocchi. Per la Giunta risponde l’Assessore Solazzi.

Vittoriano SOLAZZI. Con nota protocollo n. 2626 del 30 ottobre 2007 il Presidente dell’Associazione S.T.L (Sistema turistico locale) "Monti Sibillini Terre di Parchi e di Incanti", con sede in San Ginesio, ha richiesto il riconoscimento, ai sensi della legge regionale 11 luglio 2006, n. 9, del Sistema turistico locale denominato: "Monti Sibillini, Terre di Parchi e di Incanti".
In merito a tale richiesta si precisa quanto segue.
La disciplina relativa al riconoscimento dei Sistemi turistici locali è contenuta nell'articolo 5 della legge 29 marzo 2001, n. 135 (Riforma della legislazione nazionale del turismo) e nell'articolo 8 della legge regionale 11 luglio 2006, n. 9 (Testo unico delle norme regionali in materia di turismo).
L'articolo 5, comma 3, della legge n. 135/2001, in particolare, demanda alle Regioni il compito di provvedere al riconoscimento dei Sistemi turistici locali, nell'ambito delle funzioni dì programmazione e per favorire l'integrazione tra politiche del turismo e politiche di governo del territorio.
L'articolo 8, comma 5, della legge regionale n. 9/2006 attribuisce poi alla Giunta regionale il compito di riconoscere quei Sistemi turistici interprovinciali o intercomunali caratterizzati da particolari peculiarità territoriali ed ambientali nonché dalla presenza di specifiche strutture ricettive.
Il comma 6 dello stesso articolo demanda alla Giunta regionale la determinazione dei criteri e delle modalità per il riconoscimento.
In attuazione del comma 6 dell'articolo 8 è stata adottata la deliberazione della Giunta regionale n. 1533 del 28 dicembre 2006.
Tale deliberazione stabilisce che il riconoscimento dei Sistemi turistici locali è effettuato con decreto del Dirigente del Servizio competente se sussistono determinati requisiti. Il Sistema, in particolare, deve avere un'estensione territoriale ampia, adeguata a garantire un'offerta turistica integrata e competitiva, corrispondente ad almeno l'ottanta per cento del territorio della Provincia dì riferimento e deve comprendere sia la fascia costiera che l'entroterra.
La stessa deliberazione prevede la possibilità per la Giunta regionale di riconoscere, in deroga agli stessi requisiti, i Sistemi turistici che, per identità culturale, valorizzazione territoriale e competitività economica rappresentino un'offerta peculiare e di eccellenza.
In relazione a tali disposizioni, con riferimento alla richiesta avanzata con la citata nota n. 2626/2007, il Servizio cultura, turismo e commercio, ha verificato che non sussistono i requisiti per procedere al riconoscimento con decreto del Dirigente del Servizio competente. Manca, infatti, sia il requisito dell'estensione territoriale corrispondente all'ottanta per cento del territorio della Provincia di riferimento, sia il requisito dell'integrazione tra costa ed entroterra.
Gli esiti della verifica effettuata dal Servizio peraltro sono confermati dalla nota n. 2760 del 21 marzo 2008 della citata Associazione, nella quale si rileva che è rispettata "la quasi totalità dei criteri di riconoscibilità" previsti dalla legge regionale n. 9/2006 e dalla deliberazione n. 1533/2006.
Il Servizio, pertanto, ha chiesto di fornire ulteriori elementi al fine di assicurare il completamento dell'attività istruttoria preliminare all'adozione dell'atto conclusivo del procedimento.
Comunque occorre anche sottolineare che la Provincia di Macerata ha comunicato di aver da tempo avviato le iniziative e le azioni necessarie per giungere ad un accordo con gli Enti Locali e i soggetti privati del territorio di competenza, propedeutico al riconoscimento del Sistema turistico della Provincia di Macerata.
Considerato, secondo quanto si desume dalla stessa nota n. 2760/2008, che la richiesta deve intendersi riferita alla Giunta regionale, in quanto concerne il riconoscimento del Sistema turistico in deroga ai criteri ordinari, il Servizio cultura, turismo e commercio sta predisponendo gli atti relativi alla istruttoria del procedimento propedeutico alla eventuale predisposizione della deliberazione contenente la decisione di "riconoscimento" o di "non riconoscimento".
Si precisa che la determinazione in ordine al riconoscimento costituisce espressione di una scelta discrezionale riconducibile al ruolo strategico attribuito alla Regione in materia di turismo. Proprio alla Regione è affidata, infatti, la valutazione in merito alle dimensioni dei Sistemi turistici ed alla selezione delle loro capacità progettuali, in relazione alle diverse vocazioni dei territori.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Grazie, Assessore, per le notizie che mi ha dato. I Sistemi turistici locali sono nati in base alla legge n. 135 con cui si dava la possibilità alle Regioni di poter scegliere il territorio a vocazione turistica però senza dare un numero preciso di Sistemi turistici locali, poi con il testo unico di legge regionale si è deciso di dare al territorio marchigiano cinque Sistemi turistici locali.
Sono trascorsi due anni da questa legge ma purtroppo ancora sul nostro territorio non abbiamo la possibilità di avere questi cinque Sistemi turistici locali che sono espressione delle cinque province. Questo ha causato, secondo il mio modesto parere, una grande difficoltà per quanto riguarda la comunicazione delle bellezze naturali che abbiamo sia sulla costa che in montagna, inoltre non ha dato neanche la possibilità di fare una promozione che potesse significare un momento di conoscenza del nostro territorio.
A questi Sistemi turistici locali, non ancora approvati dalla Regione Marche, dobbiamo aggiungere anche i centri IAT, quei terminali importanti per conoscere i flussi turistici che provengono dalle altre nazioni europee o dalle altre regioni.
Dunque questo modo negativo di fare promozione turistica sul nostro territorio sta creando un momento di grande difficoltà economica anche per quelle piccole e medie imprese che lavorano sul territorio delle Marche e che riguardano proprio il settore turismo.
Credo quindi, Assessore, che sia giunto il momento di fare una grande riflessione. Perché non è possibile sentir continuamente dire, anche da parte dei nostri amministratori, che il turismo è una parte fondamentale dell’economia marchigiana e poi ci troviamo nella impossibilità di poter raggiungere un risultato come questo. I risultati di questi ultimi anni sono stati negativi e quindi pesano in modo importante sull’economia della nostra regione.
Sono convinto che l’internazionalizzatine può anche significare un momento di rilancio, ma non è soltanto questa che ci può consentire di far crescere il turismo della nostra regione.
Quindi, Assessore, essendo i mercati turistici differenti da quelli dell’industria, dell’artigianato e degli altri prodotti marchigiani, dobbiamo anche renderci conto che è giunto il momento – con la sua presenza e sono convinto che ci riuscirà – di riprogrammare tutto il Sistema turistico regionale e dare quindi una possibilità di crescita, come è stato fatto negli ultimi dieci anni, a questo settore importante della nostra economia.


Interrogazione n. 853
del Consigliere Castelli
“Finanziamento per la realizzazione del nuovo polo universitario di Ascoli Piceno”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 853 del Consigliere Castelli. Per la Giunta risponde l’Assessore Donati.

Sandro DONATI. Con deliberazione Cipe 15 febbraio 2000, n. 1 è stato previsto un "fondo di equilibrio" destinato alla regioni interessate alla sottrazione di alcune aree dagli interventi dell’Obiettivo 2".
Con deliberazione 12 giugno 2000, n. 1183 la Giunta regionale ha destinato le risorse aggiuntive di cui sopra al Comune di Ascoli Piceno per la realizzazione del programma PRUSST di cui il Comune è capofila, con preferenza per l'attuazione del progetto denominato "Ampliamento polo universitario piceno". Tale progetto era riportato con il numero d'ordine 265 nell'allegato alla proposta trasmessa, tra gli altri, al Ministero dei Lavori pubblici e alla Regione Marche con nota 27 agosto 1999, n. 5692/89 del Comune di Ascoli Piceno, ai sensi del decreto del Ministero dei lavori pubblici dell'8 ottobre 1998.
Con successive deliberazioni Cipe 4 agosto 2000, n. 84 e 21 dicembre 2000, n. 138, sono stati quantificati per la Regione Marche i fondi di cui sopra per complessivi 15.680.000.000 di lire.
Con deliberazione di Giunta 13 novembre 2001, n. 2691, sono state apportate modifiche al bilancio di previsione 2001, istituendo, tra l'altro, apposito capitolo di spesa (ex 2213224) ora cap. 42602202 denominato: "Contributi al Comune di Ascoli Piceno per l'ampliamento del Polo universitario piceno, quale compensazione riallocazione Obiettivo 2" con iscrizione dell'intero fondo trasferito dallo stato, pari a lire 15.680.000.000 (corrispondenti a €. 8.098.044,18).
In data 18 luglio 2002 è stato stipulato l'accordo quadro previsto dall'art. 11 del bando allegato al citato decreto del Ministero dei lavori pubblici, relativo al PRUSST denominato "Sviluppo integrato della fascia costiera Abruzzo-Marche, e le vallate confinanti e valorizzazione dei parchi" di cui il Comune di Ascoli Piceno è soggetto promotore e capofila e nel quale è inserito l'intervento di cui trattasi, identificato al n. 284 degli allegati 11 e 13 dell'accordo stesso.
Con nota 7 febbraio 2006, n. 7913, il Comune di Ascoli Piceno invia, infine, la deliberazione del Consiglio comunale 27 maggio 2005, n. 29, avente ad oggetto "Approvazione, al sensi dell'art. 19, comma 2, d.p.r. 327/2001, dei progetti preliminari relativi all'ampliamento e ristrutturazione del Polo universitario e alla realizzazione dell'auditorium con contestuale adozione di variante urbanistica". Contestualmente il Comune chiedeva alla Regione l'erogazione del finanziamento di cui trattasi, con priorità di liquidazione di una somma pari a € 2.686.000,00, necessari alla chiusura del contenzioso giudiziario instauratosi con la Zona territoriale n. 13 di Ascoli Piceno dell'ASUR, relativo all'acquisto dei due immobili necessari alla realizzazione dell'intervento.
Per tutto ciò premesso si evidenzia come la peculiarità della fonte originaria di finanziamento (Cipe, anziché Ministero delle Infrastrutture) e dell'ente erogatore (Regione anziché Ministero delle Infrastrutture) abbia determinato difficoltà interpretative circa la integrale applicabilità delle procedure di gestione finanziaria e di monitoraggio previste, in particolare, dagli artt. 9 e 10 dell'accordo quadro sopra citato, per cui apparirebbe necessario determinare specifiche modalità e condizioni per la concessione del contributo e l'erogazione dello stesso.
Inoltre, in ottemperanza delle previsioni dell'art. 21 della l.r. 29/2004, l'intervento, in quanto da realizzare in partenariato pubblico-privato (project financing), con il contributo della Regione, è stato sottoposto all'esame del Nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici (1. 144/1999).
Il Nucleo, dopo aver acquisito documentazione integrativa (richiesta con nota 11 aprile 2006, n. 79673 della Regione e nota di risposta 24 aprile 2006, n. 252012 del Comune) preso visione degli stabili oggetto dell'intervento, nell'ambito di una seduta tenutasi il 23 magio 2006 presso la sede dell'Ufficio tecnico del Comune di Ascoli Piceno e, nella stessa sede, aver acquisito ulteriori atti, tra cui la delibera del Consiglio regionale 5 marzo 2006, n. 22, nella seduta del 13 giugno 2006 ha espresso i propri rilievi e osservazioni, trasmesse al comune di Ascoli Piceno, con nota 27 giugno 2006, n. 139454 della posizione di funzione "Programmazione, controllo di gestione e nucleo di valutazione".
Successivamente, in data 5 ottobre 2007, su invito della posizione di funzione Programmazione, controllo di gestione e nucleo di valutazione, il Comune di Ascoli Piceno ha incontrato il Nucleo per chiarire ulteriormente gli aspetti e i tempi del progetto. Nel corso dell'incontro non sono emersi elementi determinanti per la definizione dei rilievi effettuati, è stata invece depositata copia della deliberazione 27 giugno 2006, n. 252, della Giunta provinciale di Ascoli Piceno riguardante la variante urbanistica necessaria per la realizzazione delle opere.
Il Comune di Ascoli Piceno ha successivamente inviato, con nota 25467 del 5 maggio 2008, la documentazione progettuale relativa alla rielaborazione del progetto resasi necessaria in conseguenza della deliberazione provinciale di approvazione della variante urbanistica. Tale documentazione è stata sottoposta all'esame del Nucleo, che ha avviato i lavori nella seduta del 23 maggio 2008.
Con nota 34056 del 13 giugno 2008 il Comune di Ascoli Piceno ha richiesto anche un'audizione dinanzi al Nucleo al fine di poter fornire ogni eventuale utile chiarimento sulla pratica, stante la sua complessità; l'audizione si è svolta in data 4 luglio /2008 presso la sede del Nucleo.
Nel corso dell'audizione sono state esposte le risultante istruttorie attuali ed evidenziati rilievi soprattutto riguardo al recepimento delle raccomandazioni già espresse dal Nucleo nell'istruttoria del 2006. Al termine è stata consegnata ai rappresentanti comunali una nota informativa al fine di fornire ai tecnici del Comune un dettaglio sufficientemente articolato e preciso circa le problematiche progettuali che il Nucleo ritiene bisognose di ulteriore perfezionamento. I rappresentanti comunali si sono impegnati a verificare con sollecitudine le esistenti condizioni per apportare al progetto perfezionamenti sufficienti a garantire il sostanziale recepimento delle raccomandazioni del Nucleo.
Il Comune di Ascoli Piceno, dando seguito a quanto stabilito nel corso dell'audizione, in data 2 ottobre 2008 ha quindi trasmesso un'ulteriore rielaborazione del progetto; l'istruttoria su tale documentazione è stata avviata dal Nucleo nella seduta del 3 ottobre 2008 ed il 17 ottobre sono state richieste ulteriori informazioni.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Egregi colleghi, questa interrogazione riguarda una delle vicende più oscure che recentemente ha caratterizzato il rapporto tra il Comune di Ascoli Piceno, la politica e la Regione, ovvero la realizzazione di un polo universitario da effettuarsi attraverso l’utilizzo di fondi mediati dalla Regione. Fondi che sono già in cassa qui in Regione e che a tutt’oggi non vengono utilizzati per una serie di questioni burocratiche o di valutazioni tecniche rispetto alle quali l’Assessore Donati ha appena relazionato.
Ringrazio della risposta l’Assessore Donati e lo ringrazio anche di un atteggiamento che registriamo modificato da parte dell’Ente Regione rispetto a questa vicenda. Perché è fortissimo il sospetto, lo denuncio pubblicamente, che esiste il fondato motivo di ritenere che qualcuno nell’ambito della sinistra regionale abbia fondamentalmente remato contro la possibilità che tale finanziamento potesse essere finalmente erogato, dunque frapponendo ostacoli di ogni genere.
Allora dobbiamo intenderci. Io personalmente e tutta l’Amministrazione di Ascoli siamo assolutamente favorevoli a che venga ispezionato in tutte le maniere l’iter realizzativo predisposto dal Comune di Ascoli. Su questo nessuno di noi ha incertezze o dubbi. Quindi andiamo con il microscopio a valutare se la procedura sia stata eseguita nel modo migliore e se effettivamente tutto è stato svolto nel rispetto della legge e di tutte le regole di project financing.
Questo come premessa, perché la trasparenza è un elemento fondativo del centro-destra e in particolar modo di quella parte che fa riferimento ad Alleanza Nazionale.
Non tolleriamo che questa Regione, una Regione che ha svenduto, anzi, regalato immobili pubblici – recentemente sul punto abbiamo discusso l’interrogazione del Consigliere D’Anna – a società private guidate da ex Consiglieri regionali del DS – Asteria Srl –, una Regione che si dimostra prodiga e generosa nel concedere anticipazioni di cassa a Comuni e a ragionare sulla forma delle leggi in un certo modo - quando invece dovrebbero riguardare soggetti ascrivibili alla propria parte politica - oggi utilizzi gli strumenti del formalismo giuridico per frapporre, ripeto, ostacoli che non sempre si sono ritenuti rispondenti alla logica della stessa normativa.
Pensate che questa interrogazione l’ho fatta perché nel momento in cui la Provincia di Ascoli Piceno certificava la conformità urbanistica di quel progetto uscì fuori l’attuale Onorevole Agostini, vero responsabile di questi ritardi, dicendo che in realtà la Provincia di Ascoli Piceno, che diceva di aver ridotto le volumetrie rispetto a quell’intervento, in realtà le aveva aumentate. Quindi il progetto del polo universitario di Ascoli Piceno ha dovuto cedere il passo anche a quelle che sono le recentissime e più moderne vicissitudini interne al centro-sinistra ascolano.
L’atro ieri si sono celebrate le primarie ad Ascoli Piceno che hanno visto frapposti l’Assessore all’urbanistica provinciale, quello che veniva accusato da Agostini di essere troppo vicino a questo progetto, e il candidato dello stesso Agostini. Ha vinto l’Assessore all’urbanistica, ha perso Agostini. Quindi capiamo come dietro questa vicenda vi sia stata la volontà di rallentare questo tipo di investimento per ragioni politiche.
Questa è la denuncia che faccio e che spero venga riferita. Ripeto, quando ringrazio l‘Assessore Donati lo ringrazio semplicemente perché per lo meno ha mantenuto un atteggiamento laico verso questa vicenda.
Quindi che sia il nucleo di valutazione a ragionare sul punto, che valuti serenamente, che ci dica o dica al Consiglio comunale di Ascoli cosa va cambiato, se va cambiato. Certo, ci saranno in corso elaborazioni ma è una cosa vergognosa che si faccia politica attraverso l’atteggiamento ostativo verso Comuni di centro-destra, perché questa è la storia di quel finanziamento.
Fra l’altro l’Onorevole Agostini, cercando di creare gli ostacoli a questo progetto, è andato anche contro gli interessi della Regione e in particolare del suo collega Mezzolani. Perché dovete sapere che di quei 7,5 milioni di finanziamento, 2,5 vanno alla Zona territoriale 13, a margine di una permuta che c’è stata fra immobili che dovrebbero essere incamerati dal Comune di Ascoli Piceno, dunque introiti che migliorerebbero i saldi della Zona 13 per 2,5 milioni.

PRESIDENTE. Consigliere, la prego di concludere.

Guido CASTELLI. – Presidente, il collega Bugaro ha parlato 20-25 minuti! -. Non solo, la Zona 13 sarebbe alleviata del peso di costosissimi affitti che oggi deve sostenere per 200-230 mila euro all’anno, proprio per la fruizione dei locali che, invece, attraverso quella permuta, potrebbero essere finalmente destinati all’uso previsto in questo accordo di programma.
Incoraggio la parte politica, l’Assessore Donati – giovedì fra l’altro ci sarà un Consiglio comunale aperto su questo argomento – affinché questa vicenda venga finalmente portata avanti e completata. E questo anche per un altro semplice motivo, cioè che la realizzazione del polo universitario per il Comune di Ascoli Piceno è necessario come il pane, infatti la crisi che conosciamo, sulla quale ci siamo a lungo intrattenuti, ha nella possibilità di uno sviluppo universitario una delle poche ancore di salvezza.
Apprezzo lo sforzo dell’Assessore Donati ma non posso non riconoscere a questa Regione fino all’altro ieri un atteggiamento che veramente va denunciato, ovvero quello di un ente che ha cercato di penalizzare un altro ente esclusivamente per ragioni politiche.


Interrogazione n. 974
del Consigliere Viventi
“Disservizi ferroviari sulla tratta Fabriano-Civitanova Marche”
(Svolgimento)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l'interrogazione n. 974 del Consigliere Viventi. Per la Giunta risponde l’Assessore Marcolini.

Pietro MARCOLINI. La società Trenitalia, che abbiamo interpellato per conoscere le motivazioni che hanno causato i disservizi sulla tratta Fabriano-Macerata-Civitanova, ha comunicato che nei mesi di gennaio e febbraio è stata attiva la protesta del personale di macchina che ha determinato a gennaio la soppressione di 12 treni su 886 programmati, e a febbraio, nei giorni tra l’1 e il 12, la soppressione di 7 treni su 305 programmati.
I viaggiatori, come previsto dall'allegato "Qualità" al contratto di servizio stipulato con Trenitalia, hanno utilizzato un servizio sostitutivo di bus entro un'ora dal verificarsi dell'evento o dal successivo treno. In entrambi i casi il contratto di servizio stabilisce che sia erogata la sanzione a Trenitalia in misura proporzionale ai km-treni soppressi. Solo da pochi giorni si è conclusa la relativa difficile vertenza sindacale ed è stata ripristinata la regolare circolazione dei treni.
Vorrei ricordarle, Consigliere Viventi, che la nostra risposta era pronta dal 17 marzo quindi è dovuto semplicemente per l’affollarsi di interrogazioni a risposta orale. Una risposta che, vorrei suggerire, per le questioni urgenti potrebbe essere trasformata nella forma scritta – lo suggerirei anche al Consigliere D’Anna - che può essere erogata immediatamente al di là dell’ufficialità del dibattito. Oggi sto rispondendo ad una interrogazione che era urgente a febbraio ma che è stata risolta, quindi non ha più alcun interesse pratico, però ne discutiamo adesso magari togliendo spazio a quell’emergenza a cui ho fatto riferimento.
La Presidenza ha già preso in discussione questo tema, quindi o si fa una riunione sul question time dedicato alle interrogazioni in cui saranno impegnati soltanto gli interroganti e i rispondenti, senza impegnare l’Assemblea, oppure si rischia di discutere sfalzati di sette mesi quei problemi che ormai urgenti non sono.
Vorrei comunque cogliere l’occasione dell’interrogazione utile del Consigliere Viventi per dire che abbiamo richiesto i tabulati informatici della puntualità del treno richiesto, dai quali si rileva che nel mese di gennaio ha avuto una puntualità a cinque minuti dell' 88% e nei primi venti giorni di febbraio addirittura ripristinando la regolarità al100%.
Questa era la situazione, da allora è successo di tutto, compreso il rigoverno dell’orario e la trattativa difficile e impegnativa che ci oppone a Trenitalia.
Invece l’ultima notizia positiva che il Governo ci ha rilasciato con i provvedimenti urgenti per la crisi, di fronte alla minacciata riconsegna della delega da parte di tutte le Regioni in materia ferroviaria, è che nel pacchetto dei provvedimenti urgenti in materia ferroviaria vi è stato un ripristino quasi totale. Mancavano 550 milioni all’appello. il Governo ha ripristinato 480 milioni per gli anni 2009, 2010, 2011 per il trasporto pubblico locale. Andando così incontro alla richiesta che, al di là della coloritura politica, tutte le Regioni avevano fatto e che ci aiuterà, se non totalmente, a ripristinare le condizioni del servizio, in cui peraltro si trova gravata la galassia delle ferrovie dello Stato, Trenitalia, Rfi, Real Estate e Ferservizi, in quanto, mancando il finanziamento di parte governativa, peggiora i servizi o rarefà i servizi a livello locale.
Quindi l’occasione è utile con uno sguardo di prospettiva, anche se la situazione di cui stiamo parlando ormai è di sette mesi fa.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il Consigliere Viventi.

Luigi VIVENTI. Il tema trattato, come ha anticipato l’Assessore, risale a gennaio-febbraio scorso per cui, ovviamente, l’attualità non c’è. In ogni caso, Assessore, la ringrazio della risposta che ha consentito comunque a me e ai Consiglieri regionali che sono stati attenti al suo intervento di prendere atto della situazione del trasporto pubblico locale, che alla luce di quanto ci ha detto dovrebbe incontrare momenti migliori nella programmazione dei lavori.
In generale l’entroterra è stato sempre un po’ malservito, e non da adesso, quindi lo è stato anche per quanto riguarda le linee ferroviarie.
La decisione di Trenitalia, seppur comprensibile sotto il profilo squisitamente economico, cioè quella di poter sopprimere delle tratte o annullare o diversificare gli orari, porta di fatto alla soppressione di tratte nel breve e medio periodo. Però c’è una preoccupazione, quella che in questa fase, in cui stentano a partire gli investimenti per le strutture viarie e si danneggiano le poche strutture ferroviarie esistenti nell’entroterra, poi chi ne paga le conseguenze sono i pendolari, cioè le fasce più deboli della popolazione che ancora al treno fanno ricorso.

Proposta di atto amministrativo n. 108
dell’Ufficio di Presidenza
“Bilancio di previsione dell’Assemblea Legislativa Regionale per l’esercizio finanziario 2009 – Programma annuale e triennale di attività e di gestione”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 108 ad iniziativa dell'Ufficio di Presidenza. Ha la parola la relatrice di maggioranza Vice Presidente Benatti.

Stefania BENATTI. Colleghi Consiglieri, l’Ufficio di Presidenza presenta all’Assemblea il bilancio di previsione 2009 e il programma di attività che ci accompagnerà fino alla fine della legislatura.
Si tratta di un bilancio che in continuità con quello degli anni scorsi si caratterizza per due impostazioni di fondo. La prima è un rigore nella gestione della spesa in continuità con un trend degli anni scorsi ma anche in ossequio ad una congiuntura internazionale e nazionale che richiede un supplemento di responsabilità nella gestione della cosa pubblica. La seconda direttrice è quella di garantire comunque un miglioramento dell’efficienza dei servizi della stessa Assemblea legislativa regionale. Però a fronte di una riduzione delle spese registriamo un potenziamento dell’attività dell’intera Assemblea legislativa.
Il fabbisogno che l’Ufficio di Presidenza individua per il 2009 per la gestione dell’Assemblea legislativa delle Marche è di euro 16.881.950,00 euro.
Dall’esame della relazione e del rendiconto dell’attività del 2008, che nel dettaglio è allegata alla proposta di atto amministrativo, i colleghi vedranno come questa cifra è nettamente inferiore alla previsione dello scorso anno, vi è un decremento dell’1,87%, è di ben -323.050,00 euro, ma è anche nettamente inferiore all’assestato del 2008, -583.050,00 euro corrispondente al 3,34%.
Se ci addentriamo nel maggior dettaglio della valutazione di tale riduzione di costi vedremo che si assomma a quella registrata già lo scorso anno, quindi rispetto al 2007, che era dell’1,98%. Ma soprattutto mi è utile sottolineare ai colleghi, entrando nel dettaglio, che la totalità della riduzione interessa, ovviamente, le spese comprimibili, una parte assolutamente residuale rispetto alla cifra totale.
Consideriamo che l’84,43% della spesa, pari a euro 14.245.850,00, corrisponde a spese fisse che derivano da adempimenti di legge o di atti amministrativi. Mi riferisco ai capitoli che riguardano i Consiglieri regionali, il personale e il finanziamento dei Gruppi. Tutte spese che non possono essere comprimibili e che assommano, ripeto, all’84,43% della spesa.
Le altre spese, quelle che i Consiglieri possono vedere ai capitoli 2, 3, 4, 5, 8 del bilancio, assommano ad euro 2.656.100,00 euro che rappresentano il 15,57% della spesa. Quindi è su queste spese, su cui si è potuto operare e manovrare rispetto al 2008, che nel 2009 avremo un decremento di euro -436.500,00 euro che corrisponde ad una riduzione della spesa del 14,26%.
Sono cifre importanti che si basano su un’azione di razionalizzazione avviata nel tempo dall’Assemblea legislativa regionale. Riguardano in gran parte, come sappiamo, la concentrazione degli uffici che in questo momento si sta completando in due sedi, quella di piazza Cavour e quella di via Oberdan. E’ di questi giorni il trasferimento della biblioteca presso il palazzo di piazza Cavour e il trasferimento degli uffici delle autorità indipendenti e del servizio informazione dell’Amministrazione nella sede di via Oberdan.
Pertanto tale razionalizzazione, seppur non segue fedelmente il programma che vedeva un trasloco più celere nel palazzo di piazza Cavour, permette una sensibile riduzione delle spese di affitto.
Nel programma il trasferimento di tutti i nostri uffici è previsto entro la fine della legislatura, prevedendo il trasloco, per utilizzare un tempo utile, durante il periodo delle elezioni.
Quindi abbiamo una riduzione degli affitti nelle spese di gestione delle sedi, una riduzione, in continuità con l’attività portata avanti in questi anni, sulle spese telefoniche e gli arredi, inoltre stanno cominciando a dare i risultati anche i grandi investimenti fatti nell’informatica. Nel programma i colleghi potranno vedere che su questo versante l’impegno continua, infatti vi è l’obiettivo di arrivare sia alla realizzazione della rete wireless nell’intero palazzo di piazza Cavour che all’attivazione di una serie di servizi, dall’open source alla firma digitale, che dovrà estendersi dall’area gestione amministrativa, attualmente già oggetto di tale implementazione, all’area processi normativi.
Quindi c’è un impegno nell’informatica che darà frutti nel contenimento delle spese e che certamente continuerà.
Sono inoltre rilevanti le riduzioni di spesa per quanto attiene al capitolo delle collaborazioni e delle consulenze di comitati interni. A fronte di una riduzione dello scorso anno del 3,74% per il 2009 prevediamo un’ulteriore riduzione del 17,09%. Ciò porta anche ad una riduzione della spesa complessiva del personale, in quanto vengono a mancare 70,000,00 euro di spese per le collaborazioni coordinate e continuative e rimane invariata la spesa per il personale interno.
A questo proposito devo far rilevare all’Assemblea legislativa che sul versante della formazione e del potenziamento del personale interno abbiamo l’esigenza sia di una riflessione che di arrivare ad un eventuale potenziamento di tutto il personale. Infatti il nostro personale è assolutamente sottodimensionato rispetto alle competenze che nel tempo l’Assemblea legislativa sta acquisendo, ed è anche sottodimensionato rispetto alla realtà delle altre Assemblee legislative d’Italia.
Pertanto riteniamo che nel 2009 vadano esplicate le procedure per la copertura di alcuni posti in fascia C e D e che vada ripristinata la dotazione organica storica dell’ufficio stampa da quattro a sei unità. Inoltre dobbiamo ragionare su quelli che potranno essere ulteriori interventi che si riferiscono, da una parte per dare una maggiore soddisfazione al nostro personale che si sobbarca anche di un supplettivo lavoro straordinario rispetto all’ordinario, dall’altra la necessità di avviare anche nuovi servizi, certamente per il Cal e il Crel ma pensiamo anche per quelle attività di monitoraggio che stanno tanto a cuore alla nostra Assemblea legislativa regionale.
Per quanto riguarda il resto, non c’è nessuna voce in aumento per le spese di rappresentanza, che quindi rimangono immutate, e diminuiscono le spese per le missioni.
Venendo al programma, come ho detto poc’anzi, il rigore della spesa fa riferimento a un potenziamento dell’attività. Nel 2008 è entrato in funzione il Consiglio delle autonomie locali e stiamo per insediare il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro. Dunque questi due organismi, strategici per l’attività di supporto, di consulenza e di controllo all’Assemblea legislativa, necessitano di personale adeguato e di un rapporto dialettico con l’intera Assemblea legislativa. Pertanto nel 2009 lavoreremo per cercare di mandare a regime tali organismi.
Come pure dovrà andare a regime l’intera attività dell’Autorità di garanzia, che abbiamo istituito qualche settimana fa e che assomma su di sé, come sappiamo, gli uffici del Difensore civico, del Garante dell’infanzia e del Garante dei detenuti. A questo riguardo segnalo all’Assemblea che anche nel bilancio di previsione della Giunta regionale dovrà essere previsto un adeguato finanziamento. In questo momento abbiamo operato una riduzione delle spese razionalizzando questi uffici, però è evidente che questa razionalizzazione non si può concludere soltanto con una diminuzione della voce di bilancio ma deve anche essere riorganizzata, quindi devono essere previsti finanziamenti per l’attività di questa Autorità, ma ne parleremo in sede di bilancio di previsione della Giunta regionale.
L’anno prossimo sarà anche l’anno dell’approvazione del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa regionale, un atto importante che completa la riforma statutaria avviata nella passata legislatura. L’Ufficio di Presidenza sta predisponendo una richiesta di proroga da sottoporre all’Aula per permettere alla Commissione di completare i propri lavori. Da parte di tutti i Consiglieri regionali c’è molto interesse, partecipano con assiduità e con impegno alle sedute di Commissione denotando quindi la volontà di tracciare in questa legislatura una riforma che possa permettere agli uffici dell’Assemblea stessa di operare con più snellezza e con più efficacia.
Avremo anche la necessità, è da qui la richiesta di proroga, di cambiare lo Statuto in alcune parti che prevede, ovviamente, un rallentamento dell’iter di approvazione. In ogni caso crediamo che questi mesi saranno spesi per approdare ad un lavoro egregio.
Il 2009 sarà anche l’anno in cui dovremo mettere mano all’applicazione della nuova legge elettorale. Legge approvata nella scorsa legislatura e che assegna alla Regione, per quanto riguarda le elezioni del 2010, competenze dirette nell’organizzazione propria delle elezioni. Pertanto, dovendo attrezzare un ufficio elettorale, la proposta che facciamo all’interno di questo bilancio è quella di costituire un gruppo di lavoro (Assemblea legislativa, Giunta, Prefettura) per avviare al meglio e per tempo i lavori per organizzare le elezioni regionali del 2010.
Continua, inoltre, l’attività di approfondimento culturale ad opera dell’Ufficio di Presidenza e del Gabinetto del Presidente su quei temi definiti negli anni scorsi.
Mi riferisco al tema dell’identità regionale che ha affrontato le questioni dell’immigrazione e che continuerà con iniziative nuove, al tema della pace e dell’integrazione sociale che ha visto l’organizzazione della giornata per la pace. In questo anno si è giunti anche all’approvazione dello Statuto dell’Università della pace per la quale nel 2009 si procederà alla sua costituzione.
Il terzo tema affrontato dall’Ufficio di Presidenza è quello delle reti istituzionali con una presenza ai tavoli nazionali e internazionali nelle conferenze; l’ultima occasione è stata quella della settimana scorsa quando l’Assemblea legislativa regionale è stata audita dalla Commissione parlamentare competente in materia di federalismo fiscale.
Continua l’attività per quanto riguarda la funzione di controllo e di indirizzo che abbiamo esplicato con l’avvio di alcune sessioni tematiche – la settimana prossima saremo impegnati nella sessione comunitaria –. Su questo versante riteniamo ci debba essere sia un impegno maggiore che una riflessione sulla possibilità di tenere delle sessioni tematiche anche a livello di Commissione assembleare, al fine di poter approfondire di volta in volta i temi e quindi, affrontando nel merito le questioni, poter arrivare ad una maggiore capacità di indirizzo.
Il progetto trasparente di bilancio continua il suo iter ma dovrà essere assolutamente potenziato, perché è evidente che qualsiasi attività di controllo parte da una gestione e soprattutto da una lettura chiara, trasparente e agevole del bilancio regionale. Quindi su questo progetto già avviato intendiamo andare avanti prefigurando anche un apposito supporto ai Consiglieri regionali.
Continua anche un grande impegno dell’Assemblea legislativa per quanto riguarda l’informazione e la comunicazione esterna. Ritengo che negli ultimi anni su questo versante abbiamo registrato uno scatto di qualità riconosciutoci anche a livello nazionale con il premio ricevuto per la web tv dal COM-PA (Salone europeo della comunicazione pubblica). Ma se i Consiglieri guardano i contributi che realizziamo, che vanno dalla web tv al servizio di informazione offerto ai Consiglieri con la rassegna stampa cartacea o con il servizio di consulenza per la redazione di testi di comunicati e fino alla realizzazione di contributi esterni che vengono riprodotti in tv e radio, credo che possiamo dire che il nostro livello di qualità è senz’altro migliorato.
E’ venuta meno un’antica tendenza alla propaganda, incentivando, invece, un’informazione più diretta per favorire di più il pluralismo, infatti non si pongono più i problemi di percentuale di presenza di questo o quello nei nostri servizi.
Dunque credo che su tale versante stiamo raggiungendo un livello di qualità comparabile ai livelli europei, peraltro tutto con un assoluto contenimento delle spese.
Ho già parlato del trasferimento degli uffici, della necessità di arrivare a scelte importanti per il personale, quindi vorrei concludere riferendomi alla revisione e al potenziamento della biblioteca dell’ Assemblea legislativa.
Su questo versante si sta lentamente ma qualificatamente modificando l’approccio dell’Assemblea legislativa in quanto si va verso un’attività editoriale molto più collegata con il territorio. Da una parte va ad assumere iniziative proprie a sostegno della conoscenza di personaggi o situazioni proprie della nostra storia e della nostra tradizione, dall’altra – mi piace citarlo spesso perché è un lavoro egregio, i Consiglieri lo vedranno quando verrà loro distribuito – vi è un’attività che in qualche modo dà partner a istituzioni importanti. Mi riferisco alla presentazione che abbiamo fatto quindici giorni fa di un volume assolutamente di pregio della Deputazione di Storia Patria che ha fatto una ricerca molto interessante sulla costituzione degli statuti comunali nel periodo tra il 1000 e il 1300. E’ uno strumento molto importante sia dal punto di vista storico che dal punto di vista politico, perché conoscendo come sono nate le nostre città capiremo anche che qualche problema lo abbiamo non da qualche giorno ma da qualche secolo.
Questo è per dire che la nostra Assemblea legislativa regionale ha la volontà di ancorare la propria attività ad un servizio utile non solo alla Regione in quanto istituzione ma anche al territorio regionale in quanto popolazione e comunità marchigiana.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Non condivido i toni trionfalistici della Vicepresidente. (…) So che la cosa la fa sorridere, Consigliere Altomeni, l’ironia verso l’avversario appartiene alla sua cultura! Se vuole in quel di Fano possiamo sempre fare un dibattito pubblico su queste questioni, quindi non faccia tanto fatica, con dati alla mano sono disponibile ad un confronto serio.
Il dato che emerge dalla lettura della spesa è che sostanzialmente viene riproposta una conferma del precedente esercizio finanziario, infatti la minore spesa è riconducibile soltanto all’abbattimento dei canoni di locazione degli uffici trasferiti. Una scelta su cui abbiamo espresso una valutazione positiva ma che ancora non ha concluso il suo percorso, è una scelta che ci ha consentito di realizzare economie ma che non ha raggiunto l’obiettivo che ci eravamo posti, ovvero quello dell’accorpamento di tutti i servizi dell’Assemblea legislativa.
Quindi esprimere soddisfazione, esternare toni trionfalistici, quando ancora ci è dato di assistere ad una scomposizione della macchina organizzativa dell’Assemblea legislativa, credo che segnali soltanto che uno dei principali obiettivi, quello del recupero dell’unità funzionale, non è stato ad oggi raggiunto.
Tutte le altre spese registrano una riduzione percentuale che però non inficia l’incidenza rispetto al complesso del bilancio, che quindi non può essere considerato un bilancio di continuità.
L’altro aspetto su cui c’è poco da essere trionfalistici è sul fatto che le due scelte fondamentali che sono state messe in essere, mi riferisco al Cal e al Crel, sono scelte ancora solo sulla carta. Ad esse, infatti, non si è data una declinazione concreta in quanto di fatto non hanno trovato una sistemazione e non hanno avviato quel percorso che consenta poi la piena funzionalità e il pieno esercizio del ruolo di rappresentanza degli interessi delle forze sociali e degli enti locali.
Quindi è un secondo obiettivo parzialmente raggiunto ma non soddisfatto.
Mi permetto di esprimere una terza obiezione - che già in passato, quando avevo altre responsabilità, avevo richiamato - rispetto ai progetti speciali. Consentitemi di richiamare non tanto l’insufficienza o l’inadeguatezza, quanto la non rappresentanza reale delle esigenze della comunità marchigiana. Certo, un Ufficio di Presidenza che si distingue per una promozione sul gastronomico, così come sta avvenendo, può essere una scelta di fondo positiva ma non mi sembra che i problemi delle Marche debbano essere limitati alla pubblicità del vino, del formaggio o di altre cose. Aspetti, invece, che mi sembrano siano alcuni dei riferimenti principali di questo Ufficio di Presidenza – almeno da come si legge dagli strumenti informativi che ci vengono dati –.
Pertanto non credo che la scelta compiuta sia attualizzata rispetto alla situazione delle Marche, ritengo infatti che l’Ufficio di Presidenza di questa Assemblea legislativa non consideri la situazione attuale della nostra regione relativa alle problematiche sociali e alla recessione che si sta materializzando.
Altro aspetto è l’elogio sperticato sull’efficienza della struttura, cioè dei problemi connessi alla formazione, alla qualità, al controllo, alla funzione di indirizzo, in quanto credo che al rafforzamento dell’apparato rimanga ancora un obiettivo da raggiungere. Rilevo un’esagerazione delle funzioni del Direttore generale che in questa situazione mi sembra continui a svolgere un ruolo che molte volte sfocia in un’azione di indirizzo pre-politico che penso non gli convenga. Chiarisco, insiste troppo sulla possibilità di intervenire - certo, in maniera intelligente e blanda - sulle scelte politiche rispetto alle tante questioni che attengono alla responsabilità dell’Ufficio di Presidenza, che molte volte, secondo me, ma posso sbagliare, esulano dalla competenza di un dirigente che deve applicare le decisioni della politica e non, invece, informare.
Dunque, fatta eccezione del rapporto annuale sulla legislazione, mi sembra che i risultati conseguiti siano pochi.
Mi dispiace che in questo momento non ci sia il Consigliere Minardi e neppure il Presidente, perché, richiamandomi ad una espressione intelligente fatta dal mio amico Brini, il fatto che le Marche abbiano due “ministri degli esteri”, il Presidente della Giunta e il Presidente dell’Assemblea legislativa, mi sembra una cosa che va al di là dell’ordinario. Anche perché discutere del bilancio dell’Assemblea legislativa senza la presenza del suo Presidente non mi sembra una cosa utile e intelligente per il confronto.
Peraltro un altro aspetto pesante che è venuto meno è il ruolo collaborativo con la Conferenza dei Presidenti delle Assemblee, che sotto la guida del Presidente Minardi aveva raggiunto uno standard di qualità che segnalava un ruolo delle Marche estremamente importante.
Vi è quindi una caduta di tono e di visibilità, è un dato oggettivo, verificando, Consigliere Altomeni, il fatto che le Marche sono sparite in questi ultimi tempi dagli scenari nazionali, dal rapporto fra le Assemblee legislative del nostro Paese.
In buona sostanza è un bilancio propedeutico al futuro, con tante buone intenzioni, con tante cose da fare e con una sottolineatura di quelle che non sono state fatte, quindi tutti obiettivi da centrare.
L’ultima questione è sul tema della comunicazione istituzionale. Abbiamo recuperato un aspetto importante cioè quello della dotazione organica, ne prendo atto con soddisfazione e devo dire che almeno su questo piano si è intervenuti, ma rimangono alcune ombre. Ovvero, una sovrapposizione di ruoli, un utilizzo improprio di personale attraverso gli strumenti rimessi alla discrezionalità di quello o quell’altro dirigente, l’aggiramento di quelle regole che ci siamo dati. Ad esempio viene meno un contratto di collaborazione fra la Regione e un dirigente che però viene riutilizzato attraverso altre forme, quindi continua questa collaborazione peraltro con un’ingerenza concreta nelle scelte della struttura, e credo che questa non sia una mansione accreditabile ad un addetto all’Ufficio di Gabinetto del Presidente che dovrebbe fare altre cose, come quella ad esempio di curare l’immagine. Quindi, ripeto, non credo sia giusto e corretto che questo dirigente ancora ingerisca nella gestione dell’ufficio.
Qui c’è il tentativo di bypassare regole, definendo una struttura al vertice di questo servizio, che contraddice le scelte che hanno determinato la prova selettiva che ha portato alla nomina del dirigente, anzi, che conferma tutte le critiche che avevamo espresso. Noi dicevamo: “non fate quel bando, è sbagliato, il dirigente dell’ufficio deve avere una cultura giornalistica”, quindi oggi, di fatto, si riconosce questa tesi, addirittura ipotizzando su questo livello l’assegnazione di responsabilità diversificate.
Qualcuno fra l’altro mi deve spiegare, Vicepresidente Benatti, se è vero che il primo numero del giornale, costato all’Assemblea legislativa tantissime risorse, costato alla comunità marchigiana tantissimi soldi, non è stato spedito per difficoltà di rapporti con il tribunale. E’ vero che deve essere ancora impacchettato ed è in qualche stanza dell’Assemblea legislativa? Se fosse vera questa notizia, che mi è stata data proprio questa mattina, sarebbe una cosa gravissima! (…) No, forse a Natale partirà il secondo numero, mentre il primo numero dovrebbe essere stato stampato in tante copie ma ne hanno spedite soltanto 100, le altre sono rimate lì, dunque è solo carta da bruciare. (…) Le sto dicendo che non sono state spedite in quanto non sono stati regolati i rapporti con il Tribunale... (…)

Presidenza della Vicepresidente
Stefania Benatti.

PRESIDENTE. Consiglieri, non facciamo i siparietti! Consigliere Giannotti, non credo abbia bisogno di spalle! Quindi se il Consigliere Brini vorrà parlare potrà farlo chiedendo la parola.

Roberto GIANNOTTI. Rilevo, inoltre, che la scelta di fondo di cui si era fatto carico il vecchio Ufficio di Presidenza, cioè quella di aumentare il livello delle prestazioni dei Consiglieri regionali, viene ad essere contraddetta con le azioni quotidiane del Presidente. Ovvero, ridurre l’opportunità per l’ Assemblea legislativa di fare missioni all’estero, ridurre per i Consiglieri regionali l’utilizzo del vettore, è lesione di un diritto. Io non contesto il fatto che il Presidente e l’Ufficio di Presidenza possono introdurre meccanismi selettivi o controlli, però una cosa è decidere l’utilizzo intelligente di alcuni strumenti che abbiamo o valutare le richieste sulla base di un’esigenza legittima, altra cosa è pretendere di imporre criteri lesivi di un diritto fissato dalla legge. Dunque state commettendo un abuso proprio perché queste cose sono scritte nella legge, non ci può essere nessun protocollo o nessuna regola, fissata dopo, che può cambiare la legge.
Per fare un esempio, tanto per essere chiari, se si decide di mantenere il parco macchine – se fosse il contrario sarebbe inutile mantenerlo, si vendono le auto e si costringono i Consiglieri a viaggiare con altri mezzi - e dunque se c’è il diritto dei Consiglieri ad utilizzare il vettore quando questo serve, non è possibile dire ai Consiglieri che “vogliono” andare in missione, non è possibile che le Commissioni assembleari devono mendicare un’autorizzazione che serve ma che poi arriva tardi e in termini di elemosina - non credo che i Consiglieri regionali delle Marche abbiano bisogno di elemosina -.
In conclusione è un bilancio inadeguato dove ci sono tante cose da fare ma anche tante non mantenute, è un bilancio che non tiene il passo con la realtà marchigiana, quindi è un bilancio di routine, di ordinaria amministrazione.
Sono anche un po’ in imbarazzo rispetto a tutto questo discorso perché non posso far finta di non avere svolto funzioni all’interno di questo Ufficio di Presidenza, dove facevo il mio mestiere, quello di rappresentare una coalizione che non ha la maggioranza in questa Assemblea legislativa, e probabilmente il mio modo di fare e le critiche rivolte su tante questioni hanno reso difficile un rapporto con l’attuale Presidente. Di questo me ne dispiace ma facevo era il mio lavoro, ero lì non a votare o ad accettare tutto quello che veniva proposto dalla maggioranza.
Dunque è per questo, se mi consentite, che non mi sento di partecipare alla votazione su questo bilancio, quindi abbandonerò l’Aula subito dopo l’intervento del mio Capogruppo.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi dichiaro chiusa la discussione generale.
Ha la parola il Consigliere Capponi per dichiarazione di voto.

Franco CAPPONI. L’approvazione di questo importante atto per la funzionalità di questa nostra Assemblea legislativa mi sembra assolutamente un po’ sottotono.
Questa poteva essere l’occasione per rilanciare in modo coerente con le funzioni che la legge attribuisce all’Assemblea legislativa di una Regione, invece stiamo affrontato un bilancio in sordina, un bilancio che non ha uno slancio verso una migliore riorganizzazione delle funzioni dei Consiglieri regionali e soprattutto dell’autorevolezza dell’Assemblea legislativa rispetto ad una serie di pressioni e mutilazioni delle sue funzioni apportate da una Giunta regionale che è sempre più invasiva nei confronti, appunto, dell’Assemblea legislativa.
Quindi la risposta che si dà con l’approvazione di questo bilancio non è una risposta alla riaffermazione della centralità dell’Assemblea legislativa, quando invece la crisi che è in atto dovrebbe far ipotizzare una grande unità di intenti di tutta l’Assemblea legislativa, indipendentemente dall’appartenenza politica, per trovare quella spinta ideale che potrebbe coinvolgere i cittadini della nostra regione in una visione un po’ più rosea dell’attuale situazione.
Non ho una valutazione diversa rispetto a quella espressa dal Consigliere Giannotti, in quanto alcuni dei temi che ha sollecitato sono importanti e che sentiamo come un’ulteriore limitazione allo svolgimento delle nostre funzioni. Infatti riguardo alla limitazione all’uso dell’auto della Regione è vero che abbiamo contratto notevolmente la spesa, e questo era un nostro obiettivo, però l’obiettivo di diminuzione della spesa non deve prevedere l’annullamento delle prerogative dei Consiglieri regionali.
Ritengo, inoltre, che l’Ufficio di Presidenza dovrebbe interessarsi di più della funzionalità. Ho rimarcato diverse volte l’incongruenza del fatto che i gruppi per le proprie funzioni debbano rincorrere al personale soltanto all’interno della struttura della Giunta o dell’Assemblea legislativa, ho sempre sottolineato le grandi difficoltà che abbiamo avuto nel ricercare persone che siano funzionali al ruolo che dobbiamo svolgere, sia in termini di qualità sia in termini di quantità del nostro lavoro.
Quindi sull’interesse dell’Ufficio di Presidenza su tale aspetto devo dare un giudizio nettamente negativo, sul quale, ripeto, più volte abbiamo rimarcato le difficoltà e al quale non è stato data neppure una minima attenzione.
Si rasenta dunque un’insensibilità e una critica che molte volte viene fuori anche per atti che hanno sicuramente una loro logica.
Non la vorrei fare molto lunga anche perché normalmente invitiamo a far meglio ma poi le cose che ci diciamo non avvengono, comunque vorrei concludere questo mio intervento dicendo che il gruppo di Forza Italia su questo bilancio esprimerà un parere di astensione, richiamando fortemente alla responsabilità dell’Ufficio di Presidenza anche la conduzione e la difesa delle prerogative dell’Assemblea legislativa e di tutti i Consiglieri regionali a qualsiasi forza politica essi appartengano.
Ritengo che anche la maggioranza nelle sue varie componenti debba preoccuparsi di quello che sta avvenendo, non mi sembra infatti che le mie osservazioni siano di interesse solo per l’opposizione. Tra l’altro noi abbiamo anche altri strumenti per difenderci, ad esempio quello della stampa o quello dell’informazione, certo, quando ci dedicano un minimo spazio perché c’è anche questo di rischio.
Dicevo che le componenti di maggioranza debbono preoccuparsi di questo aspetto anche perché una funzione sterile dell’Assemblea legislativa come quella che si sta sempre più prospettando significa avere una Regione più debole, significa avere una Regione che conta meno rispetto al Governo nazionale, significa avere una Regione che non ha la forza di reagire.
Penso, invece, che questa Assemblea legislativa regionale debba esprimere sempre più lo specchio della società marchigiana, una società che dimostra una sua vitalità e che quindi non dobbiamo essere certamente noi a deprimerla o a non rappresentarla.
Quindi l’invito che faccio a tutti i Consiglieri, anche a quelli di maggioranza, è quello di porre più attenzione al nostro ruolo, alle funzioni che svolgiamo, a quello che si aspettano i marchigiani. Quei cittadini che, tra l’altro, vedono in noi gli unici rappresentanti del territorio, perché la Giunta molto spesso, come sappiamo, con Assessori esterni o tecnici o quant’altro non rappresenta l’espressione del territorio delle Marche. Quel territorio che invece è rappresentato degnamente ed efficacemente dai Consiglieri eletti, ai quali i cittadini, gli amministratori locali e le autonomie si rivolgono per potare avanti le loro istanze e sensibilità.
Quindi il mio sarà un voto di astensione. Non mi illudo più di dare un voto di astensione positivo ma certamente invito i Consiglieri di maggioranza di far propria questa nostra sensibilità per poter nel futuro magari modificare con le cose che oggi stiamo dicendo, quindi poter migliorare e rendere più efficace l’operatività di questo consesso.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Rocchi.

Lidio ROCCHI. Il gruppo socialista voterà questo bilancio anche se ritiene che poteva essere presentato in modo diverso da come è stato presentato quest’oggi.
Peraltro vediamo un’Assemblea dove ci sono diversi assenti sia del Governo regionale che dei Consiglieri.
Ora non vorrei intervenire sull’assenza del Presidente, perché credo sia impegnato all’estero a nome di tutti noi, ma se possibile vorrei cercare di migliorare direi quasi la dignità di noi Consiglieri.
Noi siamo perplessi – l’ho detto tante volte sia al Presidente che alla dottoressa Santoncini – del modo autoritario, che ci comporta anche momenti di grande difficoltà, con cui si concedono le autorizzazioni ai direttori, ai Consiglieri regionali e soprattutto ai Presidenti di Commissione. Pensate che molte volte non possiamo partecipare a convegni che riguardano problemi istituzionali perché il Presidente dell’Assemblea legislativa non dà l’autorizzazione ad avere il vettore. Credo che questo sia un fatto negativo. Spero, Presidente – mi rivolgo sia a lei che al Vicepresidente – che si intervenga affinché si possa recuperare un po’ della nostra dignità per quanto riguarda questo problema.
Se l’intento del Presidente era questo, ad esempio per il parco macchine, un parco macchine abbastanza importante, si poteva evitare di ordinare cinque-sei macchine nuove e mettere nelle condizioni gli autisti di fare qualcosa durante il giorno. Qui abbiamo del personale che tutti i giorni non ha la possibilità di portare il contributo al lavoro di questa Assemblea legislativa.
Quindi il gruppo socialista voterà a favore ma con la speranza che in tempi brevissimi ci possa essere un ripensamento o una modifica al Regolamento per quanto riguarda questo importante problema che vi ho portato a conoscenza.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Questo dibatto in effetti potrebbe essere definito di basso tono. Voglio dire che non basta cambiare nome - al Consiglio regionale infatti si è voluto dargliene uno più altisonante, Assemblea legislativa regionale - per dare maggiore spessore ad un organismo istituzionale, perché questo attiene alla funzione, alla serietà, al rigore e alle scelte da compiere.
Non c’entra nulla con la discussione di oggi, ma a breve noi entreremo, se passa la proposta del Ministro Calderoli, nel federalismo fiscale, e in quel caso le Regioni si contenderanno quel poco di fondo perequativo statale messo a disposizione. Ci sarà una guerra tra poveri. Qualcuno può anche ridere, ma per la finanza pubblica ne vedremo delle brutte, e non delle belle!
In questo contesto, secondo me, il bilancio di questa Assemblea legislativa regionale ha un elemento positivo, perché seppur nella garanzia del mantenimento e dell’accrescimento delle prerogative dei Consiglieri regionali, ha un risparmio di gestione di 600 mila euro anche in termini di strutture e di dotazioni funzionali.
E’ un fatto importante perché – gli uffici e i gruppi dell’Assemblea legislativa hanno una sede più adeguata - il lavoro della struttura e di tutti i dipendenti e delle dipendenti, che ancora non sono stati trasferiti in pieno, deve essere nella prerogativa e nella scelta dell’Assemblea legislativa. I Consiglieri regionali non devono pensare a se stessi o pensare se hanno una macchina in più o in meno, ma devono pensare alle scelte e soprattutto ad una gestione oculata del bilancio.
Peraltro proprio dal punto di vista della dotazione delle strutture abbiamo avuto dei problemi. Infatti a mio modo di vedere poteva essere una dotazione più funzionale – ma ciò non attiene a questo Ufficio di Presidenza ma alla storia della Regione Marche – che doveva vedere una sede unitaria della Giunta e dell’Assemblea legislativa. Non doveva esserci nell’arco degli anni una dispersione degli affitti e soprattutto si doveva prevedere, quando venne acquistata, con il nostro voto contrario, la sede del Mediocredito, con la creazione della sovrastruttura Irma – oggetto anche di un contenzioso – una scelta più oculata e forse anche più funzionale all’uso e alle prerogative dell’Assemblea legislativa.
Inoltre sull’utilizzo delle strutture - premesso che le critiche vanno sempre valutate e se giuste secondo me vanno anche assunte, perché l’Assemblea legislativa è di tutti, e l’Ufficio di Presidenza riguarda il governo dell’Assemblea stessa -, dei gruppi, del personale, ma soprattutto delle auto blu, si deve applicare ne più ne meno che il Regolamento. Se sono stati fatti degli abusi vanno denunciati come vanno denunciate se ci sono le lesioni alla dignità o alle prerogative dei Consiglieri regionali, ma non c’è una strada diversa dall’applicazione del Regolamento, perché allora andremmo dentro la discrezionalità, dentro la parzialità, che è sempre opinabile, che rischia poi di creare delle zone grigie proprio perché parliamo di strutture e di risorse pubbliche.
Un’altra cosa di cui dovremo discutere, ma che non è emersa, è quella che attiene alla modifica del Regolamento in discussione nell’apposita commissione, e che riguarderà non solo la funzionalità dei gruppi ma anche l’esistenza dei gruppi assembleari, che rimetto ad una valutazione ora per allora in quanto è un problema essenziale che attiene al pluralismo, alla democrazia e al ruolo della rappresentanza. Non vorrei che si parlasse solo del contenitore a seconda del posto che si occupa.
Credo che i progetti speciali che sono stati proposti siano nei tre titoli buoni, sono sicuramente di livello, condivido ciò che ha detto anche la relatrice Vicepresidente Benatti.
In primo luogo c’è la necessità, anche se userei un termine diverso, della identità delle Marche. Nel senso che dobbiamo valorizzare e dare il nostro contributo, per ciò che compete all’Assemblea legislativa che non è un organismo esecutivo come la Giunta regionale, alla promozione nel panorama nazionale, internazionale, europeo e mondiale del sistema Marche, quindi anche sulla qualità che le Marche possono esprimere in tutti i settori, da quello del lavoro a quello della cultura.
In secondo luogo c’è il problema di una politica di connessione sociale, di inclusione culturale, una politica che va sotto il nome di politica per la pace. Questo è importantissimo, perché se guardiamo il panorama italiano, europeo e mondiale, dove la crisi economica sta portando le popolazioni sull’orlo di problemi anche di ordine pubblico, le Marche hanno una protezione sociale che ancora attutisce i fenomeni di tale crisi, però domani non sappiamo se potrà essere ancora così. Dunque è per questo che bisogna incentivare e sostenere una politica di pace che agli occhi di una concezione neoliberista può apparire effimera o immateriale, ma che invece è una politica concreta, di sostanza.
L’Assemblea legislativa con posizioni diverse ha sostenuto politiche di inclusione sociale e associative anche di organismi privati. Noi avevamo un’altra idea ma comunque questa Assemblea legislativa lo ha fatto proprio perché aveva nel suo punto di vista maggioritario questa esigenza.
Dunque chiediamo all’Ufficio di Presidenza e alla Giunta regionale, nel mentre si parlerà del bilancio, di dotare di fondi significativi e adeguati la legge regionale che ha istituito l’Università della pace, che non può rimanere lettera morta perché attiene a una politica concreta, abbiamo gli enti locali per la pace, i Comuni, le associazioni, parliamo delle giovani generazioni e del futuro.
In terzo luogo vi è una politica verso le istituzioni, verso il sistema degli enti locali, verso la rete istituzionale, come titola la previsione del bilancio che voteremo. Questo proprio perché la relazione con i consigli comunali, con i consigli provinciali, con il sistema delle autonomie locali è oggi essenziale, non solo perché ci sono organismi formalizzati dalla legge e dallo Statuto, tipo il Cal, ma anche perché c’è la necessità, proprio in virtù di quell’analisi che ho cercato in maniera molto schematica di descrivere, di fare rete verso politiche unitarie delle Marche e non come politiche di scontro territoriale.
E’ per tutto questo che voteremo il bilancio di previsione dell’Assemblea legislativa regionale.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Brandoni.

Giuliano BRANDONI. In realtà non volevo intervenire perché successivamente in altre occasioni pensavo sarebbe stata necessaria una riflessione sulle modalità con cui affrontiamo non tanto questo dibattito sul bilancio, quanto sulle modalità complessive con cui trasformiamo questo atto in comunicazione concreta con l’intera realtà marchigiana.
Ho la sensazione – e non da oggi – che si sia creata una frattura tellurica tra società e politica. Dentro questa frattura il compito di istituzioni, come appunto un’Assemblea legislativa, diventa quello di costruire i ponti, le comunicazioni, le capacità di coniugazione di questo rapporto. Allora cosa c’è oggi più che uno strumento come il bilancio rispetto a una vicenda di questo genere?
Il fatto che diventi un atto, come dice la titolazione, amministrativo e non invece un fatto eminentemente politico, credo dovrebbe farci attentamente riflettere e la ritrasformazione di questo strumento dovrebbe essere un obiettivo dell’Assemblea legislativa.
Mi spiego. Credo ci sia un bisogno larghissimo di austerità. L’austerità non è fatta – ed ecco perché sono intervenuto - solo dal contingentamento delle auto blu, ma è fatta da uno stile generale delle azioni amministrative. E dentro questo abbiamo la necessità, anzi il dovere, dico io, di intervenire con attenzione adeguata e con provvedimenti che nei prossimi anni possano dimostrare concretamente di aver percepito questa necessità e questa funzione. Certo, questo non riguarda solo l’attività dell’Assemblea legislativa ma in essa anche il rapporto con il resto della struttura istituzionale, quindi anche con la Giunta, perché non esistono due mondi, ne esiste uno solo in comunicazione con la società marchigiana, che è inutile ribadire che soffre.
Mi chiedo allora come e in che modo dovremo trovare occasioni da qui al prossimo appuntamento. I progetti speciali ci sono e sono importanti ma, ad esempio, le reti istituzionali, cosa significa un progetto delle reti istituzionali che non incontra, non comunica, non riflette su una realtà come quella marchigiana che ha un doppio livello di reti istituzionali, quello diretto, quello codificato dalle leggi, ma anche quello istituito dalla giurisprudenza del fare e che in ogni momento ha realizzato e realizza reti di partecipazione importanti e che in qualche modo necessità non solo di un ascolto ma anche di una serie di canali di comunicazione.
Dicevo prima che ho colto l’occasione di questo intervento perché a me pareva, e temo, che se domani i giornali di questa regione comunicheranno ancora una volta che il dibattito sul bilancio è stato fatto solo “per qualche auto in più” oppure “per qualche auto in meno” – così do un titolo anche alla stampa –, credo che avremo fatto l’ennesimo pessimo servizio al lavoro che tutti i giorni facciamo qui dentro. Dico ennesimo pessimo servizio perché vorrei ricordare, lo sanno tutti i colleghi, che i giornali pubblicano – ormai quasi a cadenza periodica e fanno bene, anzi, chiedo loro di essere più occhiuti, più attenti, più minuti e minuziosi – le nostre indennità che meriterebbero, lo dico ora per un domani, un’attentissima ricognizione, ma aggiungo che sarebbe anche opportuno che noi aiutassimo questa informazione e non la lasciassimo soltanto ad episodiche vicende, anche perché non sempre né in termini di difesa né in termini di precisazione questa Assemblea legislativa è stata efficace ed adeguata a rispondere.
Ho voluto cogliere questa occasione quindi ringrazio la Presidente di avermi dato la parola.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Ho ascoltato il dibattito e vorrei portare solo un contributo, vedendo il forte taglio operato sul capitolo 8, per quanto riguarda l’organizzazione di convegni e indagini conoscitive.
Il prossimo anno la nostra Regione, come tutte le Assemblee regionali d’Europa, dovrà organizzare il convegno sul cambiamento climatico e la risorsa acqua. Non si parla di cifre esorbitanti ma 10 mila euro sicuramente saranno necessari, quindi avendo operato un taglio di questa natura forse non riusciremo neanche a dare la stessa dignità di partecipazione di tutte le altre Assemblee che in Europa stanno lavorando su tale argomento.
Quindi era solo per chiedere un’attenzione particolare verso questo capitolo al fine di poter dare maggiore competenza per non trovarci in difficoltà e magari poi chiedere alla Giunta il sostegno per organizzare la conferenza programmata.

PRESIDENTE. Grazie, Consigliere, prenderemo nota, eventualmente faremo una manovra in occasione del bilancio di assestamento. Però voglio cogliere l’occasione per invitare in maniera pressante le Commissioni a programmare per tempo le attività e segnalare in tempo reale quelle che saranno le esigenze.
Ha la parola il Consigliere Ricci.

Mirco RICCI. Pensavo che l’Ufficio di Presidenza avesse approvato questo bilancio all’unanimità, ma dagli interventi colgo qualche differenziazione, seppur legittime, anche di una certa consistenza, ma un po’ mi sorprende.
Tant’è che nella relazione della Vicepresidente Benatti colgo proprio un duplice aspetto su cui si colloca questo bilancio, da un lato c’è la necessità di continuare a ridurre le spese dell’Assemblea legislativa, ovviamente quelle che si possono ridurre, dall’altro c’è il tentativo di rendere più efficiente l’iniziativa dell’Assemblea legislativa e dei singoli Consiglieri.
Ciò è importante perché in questa fase di difficoltà più generale l’elemento della sobrietà è un valore, lo ha ricordato poc’anzi anche il Consigliere Brandoni, cioè essere attenti alla nostra singola iniziativa, a quella che facciamo in modo collegiale dentro l’Assemblea legislativa e dentro il lavoro delle Commissioni, deve partire proprio come messaggio verso l’esterno.
Credo però sia bene ricordare che la Regione Marche è l’unica Regione che nel panorama nazionale ha applicato in una finanziaria di qualche tempo fa delle riduzioni decurtando le nostre indennità del 10%. Peraltro sono messaggi che non vengono filtrati, come non è filtrato che questa Assemblea legislativa non ha quei benefit che tantissime altre Regioni assegnano ai loro Consiglieri.
Quindi questi segnali di attenzione, di morigerazione, di sobrietà che l’Assemblea legislativa di questa Regione sta dando anche con questo bilancio credo debba essere comunicata, fatta raccogliere. Allo stesso tempo anche l’iniziativa politica di promozione, di visibilità delle singole iniziative, ad esempio la convegnistica, credo abbia dato in questi ultimi mesi anche un segnale di crescita positivo, diciamo che ci si vede di più come attività istituzionale.
E’ evidente che non bisogna essere moralisti, non bisogna esagerare, non bisogna essere chiamati sempre alla lezione, ma allo stesso tempo dovrebbe esserci un buon equilibrio anche nel regolamento delle missioni, cioè nell’utilizzo degli strumenti che permettono ad un Consigliere di fare un’azione di carattere politico.
Quindi prudenza, attenzione, nessun moralismo, che non serve, e allo stesso tempo comunicare esattamente quello che la Regione ha fatto in questo ambito, dove mi sembra invece che ci sia una carenza di informazione e comunicazione.
All’esterno se un Consigliere va in missione e il cittadino coglie quanto costa il giudizio non può essere positivo, perché le missioni costano, quindi va posta maggiore attenzione in questo campo. E se in qualche caso la rappresentanza è affidata al Presidente dell’Assemblea legislativa non deve essere un problema. E’ chiaro che ci vuole una particolare attenzione.
Mi pare sia eccessiva anche la polemica fatta sull’uso degli strumenti di lavoro. L’auto è uno strumento di lavoro che può anche essere necessario. Io sono un semplice Consigliere ma uso poco il treno - qualche volta lo ricordo agli amici - perché gli impegni pomeridiani che ho sono diversi, sono impegni di partito o quelli che ognuno fa, quindi spostarsi sempre con il mezzo proprio, anche laddove si è chiamati ad una missione, diventa molto complicato.
Comunque, al di là di questo, credo sia opportuno comunicare un messaggio di attenzione e di sobrietà. Il bilancio di quest’anno è in continuità con quello precedente e ancora segnala una riduzione di spesa, quindi anche questo va comunicato.
Inoltre penso, ripeto, si debba riuscire con un giusto equilibrio a garantire ai Consiglieri la possibilità di svolgere adeguatamente la loro funzione senza alcun moralismo.
Sono tutto sommato davvero positivi i passaggi fatti rispetto all’istituzione del Cal e del Crel. Il 2009 sarà l’anno in cui si istituirà il Crel, quindi ci sarà un’altra iniziativa di carattere assembleare utile per il lavoro di quest’Aula.
Pertanto dal giudizio positivo che ha dato la Presidenza dell’Assemblea legislativa credo che tutta l’Aula debba cogliere la possibilità di comunicare all’esterno il lavoro che ha fatto l’Ufficio di Presidenza. C’è un’attenzione alla riduzione di spese e allo stesso tempo vi è la crescita della possibilità di essere efficienti nel lavoro della nostra funzione fino alla fine di questa legislatura.
Auspico quindi un voto favorevole dell’intera Aula su questo atto così come licenziato dall’Ufficio di Presidenza.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi prima di passare alla votazione vorrei fare una comunicazione all’Aula relativa alla questione dell’uso delle auto di servizio.
Recependo qualche richiesta da parte dei Consiglieri, esplicitata in Aula questa mattina, l’Ufficio di Presidenza ha predisposto da qualche settimana una modifica al regolamento che è già all’esame dei Capigruppo, quindi stiamo attendendo rilievi al riguardo. Comunque, visto il dibattito di oggi, porremo all’ordine del giorno della prossima conferenza dei Capigruppo il parere su questo regolamento.

Proposta di atto amministrativo n. 108. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Proposta di legge regionale n. 264
della Giunta regionale
“Riordino del Consorzio di Sviluppo Industriale delle valli del Tronto, dell’Aso e del Tesino”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di legge n. 264 ad iniziativa della Giunta regionale. Ha la parola la relatrice di maggioranza Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Alcune brevi considerazioni per illustrare questo atto ed alcune motivazioni sul perché la Commissione ha modificato il testo della Giunta.
Innanzitutto che cosa è il Consind, perché non credo che tutti ne siano adeguatamente informati. E’ un consorzio che nasce con il decreto n. 103 del 1964 del Presidente della Repubblica, in applicazione della vecchissima legge n. 134/57 che istituiva la Cassa del mezzogiorno, poi con la legge regionale n. 7 del 1984 si sono trasferite le funzioni alla Regione. Il Consind in questi anni ha svolto un’attività complessa; ovviamente la Commissione per essere opportunamente informata sulla sua attività ha indetto un’apposita audizione alla quale ha invitato anche il Presidente che ci illustrato in maniera seria sia le attività che le difficoltà che tale consorzio ha avuto nel corso degli anni e come i comuni sono riusciti a tamponare situazioni di forte difficoltà economica.
Che cosa facciamo con questa legge che mi auguro si possa concludere positivamente.
Noi abbiamo modificato il testo della Giunta sostanzialmente su questi aspetti. Riformuliamo la composizione dei soggetti che devono far parte del consorzio, riduciamo fortemente la composizione del consiglio di amministrazione, però consentiamo al consiglio uscente di produrre un nuovo statuto che renda operativo ciò che la legge impone, cioè che si vada ad una profonda razionalizzazione e riduzione dei componenti.
Non abbiamo condiviso il testo della Giunta regionale in quanto prevedeva prima un commissariamento dell’ente poi un nuovo statuto e infine una sua ricomposizione.
Noi riteniamo che il commissariamento sia un percorso possibile, e anche auspicabile qualora ci sia la necessità, però si commissiona un consiglio di amministrazione per motivazioni serie che possono essere relative al mancato finanziamento o a gravi abusi, che qui non sono stati dimostrati, ed ovviamente si deve fare con atto amministrativo e non con legge.
La nostra legge, come vi dicevo, abroga la legge n. 7 del 1984 in quanto superata, razionalizza la composizione del Consorzio riducendo fortemente i membri, in maniera dettagliata nomina i Comuni, le Comunità montane, la Camera di commercio e la Provincia. Viene soppressa la presenza di un rappresentante della Finanziaria Marche perché nel frattempo è cambiata moltissimo la normativa vigente in materia, infatti, come facevo riferimento all’inizio, questo consorzio è nato da una legge vecchissima del 1957 per cui nel frattempo la normativa è radicalmente cambiata.
Il testo mantiene l’attuale consiglio di amministrazione del consorzio – che si è precisamente indicato - al quale consente di fare il nuovo statuto che dovrà essere fatto entro novanta giorni dalla promulgazione della legge. La Giunta regionale dovrà approvare lo statuto ed entro novanta giorni dovrà essere ricomposto il nuovo consiglio generale del Consorzio secondo le indicazioni che abbiamo dato.
Quali sono le indicazioni che prevede la legge? Ogni comune deve essere rappresentato tenendo conto della popolazione, quindi un rappresentante per ogni comune fino a 10 mila abitanti, due rappresentanti per ogni comune con popolazione fino a 20 mila abitanti, tre rappresentanti per ogni comune con popolazione superiore a ventimila abitanti e per la Provincia interessata, gli altri enti, cioè la Provincia di Ascoli, la Camera di commercio e le Comunità montane dovranno avere soltanto un rappresentante.
A noi pare di aver fatto un’operazione che semplifica, riduce, razionalizza questo Consorzio che è ancora considerato dai comuni che ne fanno parte uno strumento utile.
Con questa legge aggiorniamo il testo legislativo, teniamo conto delle modifiche legislative nazionali e regionali che in questi lunghi anni sono intercorse e rimettiamo questo Consorzio, con i criteri che gli dà la stessa legge, nelle condizioni di poter operare con un consiglio generale ridotto ma assolutamente funzionale.

Presidenza del Vicepresidente
Vittorio Santori

PRESIDENTE. Ha la parola la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

Franca ROMAGNOLI. Questo Consorzio, di cui vorrei fare una brevissima storia, ha trovato negli anni, per lo meno prima del 1996, la sua ragion d’essere nella Cassa del Mezzogiorno, quindi era uno strumento sicuramente utile proprio come destinatario di finanziamenti di una zona ritenuta depressa e quindi bisognosa di provvidenze, per cui finché questa legislazione è rimasta vigente ha svolto il suo ruolo in tal senso.
Dal 1996 vive una sorta di crisi di identità, perché questo Consorzio permane e ne permangono soprattutto i poteri importanti, che spesso hanno visto nella pianificazione urbanistica e nella possibilità di deroga ai piani urbanistici una sorta di duplicazione se non di triplicazione di funzioni rispetto agli enti locali, ai Comuni e al Ptc provinciale.
Quindi è rimasto – non voglio adoperare termini che potete immaginare – tutto un apparato elefantiaco burocratico in cerca spesso di funzioni adeguate alla modernità e soprattutto di una cassa di quelle provvidenze che non c’erano più.
Non possiamo non rilevare come questo abbia determinato un appesantimento notevole dell’ente, una serie numerosa di interventi della Corte dei conti, un apparato burocratico di costi e di personale notevole che non sempre ha facilitato la gestione e la capacità di movimento dell’ente stesso. Insomma una serie di costi eccessivi che hanno fatto sì – non ve lo devo ricordare io, anche perché parlarne da fermana potrei sollevare cose di ogni tipo -, anche proprio sulla stessa ragion d’essere e sulla stessa permanenza, che questi enti siano stati più causa di ritardo e forse di motivo di ostacolo anziché motivo di sviluppo e incentivo per. Quindi si potrebbe anche parlare di questa sorta di visione dell’economia e dell’industria di una zona rispetto ad un’altra, cioè se ha facilitato o meno il dinamismo e l’iniziativa o se invece lo ha frenato.
Ora non voglio fare queste considerazioni però di fatto è stato nell’occhio del ciclone, perché più volte è stato motivo di ispezioni, la Corte dei conti ci ha messo le mani varie volte. Insomma si è visto che così non funzionava – non voglio dare le colpe – perché la gestione negli anni non è stata la più oculata. Sicuramente è diventato strumento di assunzioni di un potere politico clientelare, che non riteniamo sia il massimo dell’esempio dell’oculatezza e della gestione politica, così come invece dovrebbe essere, quindi i problemi non sono mancati.
Questa proposta di riordino non ci vede contrari perché effettivamente le mani su questo ente bisognava metterle, quindi certamente non siamo contro la razionalizzazione né contro un tentativo, che speriamo riesca, di snellimento e di alleggerimento perché, anzi, vi è motivo di censura per come è stato condotto e gestito fino ad oggi. Però l’intervento di oggi di sicuro è tardivo perchè sono anni che bisognava intervenire. Inoltre non lo riteniamo risolutivo perché, salvo che vengano accolti gli emendamenti che sono stati presentati, non va a mettere le mani nei problemi clou. Cioè quello soprattutto di evitare duplicazione, di togliere poteri urbanistici a quest’ente - con tutto il rispetto di chi lo gestisce – che altrimenti diventerebbe davvero una sorta di macro ente o di ente locale.
Peraltro la pianificazione urbanistica, che spesso non si è riusciti a coordinarla, dove c’è la possibilità di derogare quello che decidono i Comuni e poi il Nucleo ha la sua programmazione, la Provincia spesso ne ha un’altra, ha fatto sì che non solo ci sono duplicazioni ma che addirittura non ci sia una programmazione coordinata e attinente alle richieste del territorio.
Quindi chiediamo che almeno determinati macro poteri, fuori tempo, fuori luogo, fuori logica, oggi nel 2008, pur concordando la necessità che questo ente rimanga, vengano ridimensionati, che si consenta un coordinamento, che non abbia più quei poteri che potevano essere giustificati fino al 1996 ma che ormai non lo sono più da dieci-dodici anni.
In ogni caso, ripeto, non ci vede contrari la possibilità di riordinarlo, di alleggerirlo, di far sì che sia più snello, che i Comuni partecipino maggiormente e che ci sia una maggior condivisione del territorio su quella che è la politica e la gestione dell’ente.
Attendiamo un segnale distensivo e di disponibilità verso gli emendamenti proposti dai colleghi ascolani territorialmente più coinvolti e che certamente svolgeranno le loro considerazioni.

PRESIDENTE. La discussione è aperta. Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. La vita di questo ente è particolarmente travagliata, nel senso che nel 1995-1996, tramontato l’intervento straordinario per il Mezzogiorno, questa struttura che era nata come braccio operativo della Casmez si è trovata nella condizione di doversi inventare una nuova missione e un nuovo ruolo.
La legge n. 48 del 1996 descriveva delle possibili funzioni ulteriori e innovative rispetto a quelle che prima erano ricondotte proprio al ruolo di gestore dei fondi Casmez. Di queste funzioni alcune sono state sicuramente svolte in maniera giusta, congrua, adatta, altre meno.
Comunque le vicissitudini, cui ha fatto riferimento anche la Consigliera Romagnoli, hanno lasciato il segno rispetto alla percezione di questo ente da parte della popolazione, da parte delle istituzioni e dei vari soggetti. Soggetti che in particolare ascrivono alla responsabilità del Consind il fatto di avere una dotazione organica obiettivamente sovrabbondante rispetto alle funzioni, di rappresentare un livello amministrativo che va ad aggiungersi a quello della catena di comando che già di per sé determina lungaggini e ritardi burocratici, in terzo luogo c’è la grande questione delle funzioni, che originariamente il Consind non aveva, di soggetto pianificatore di aree industriali che furono codificate proprio dalla legge del 1996.
Il Comune di Ascoli Piceno, in particolare il Sindaco, è stato sempre abbastanza determinato nel reclamare la riattribuzione allo stesso Comune di Ascoli dei ruoli urbanistici che ai sensi della legge n. 34 dovrebbero essere svolti dal Comune di Ascoli Piceno. Ovvero quel comune, c’è da dire, dove ricade la parte più ponderosa, più importante e significativa anche dal punto di vista del perimetro su cui l’ente determina il proprio comando e dove è delegato ad amministrare l’area industriale.
L’area industriale di Ascoli è forse tra le più belle dell’intero panorama marchigiano, è un piccolo gioiellino, è ordinata, è urbanisticamente dislocata in maniera rispettosa anche del verde e degli standard.
Però è evidente che la risposta che la Regione Marche ha dato ai mille problemi che si affastellano sul Consind è una risposta inadeguata e insufficiente. Ci sono, ripeto, dibattiti importanti, polemiche al calor bianco. La Corte dei conti, come ha ricordato la Consigliera Romagnoli, ha fatto ripetute incursioni nell’ente, ci sono state condanne. Tempo fa – vi parla uno che per un anno e mezzo ha amministrato quell’ente di cui conosce sia le potenzialità che i limiti – la Corte dei conti, nella relazione inaugurale dell’anno giudiziario del 2004 o del 2005, ha indicato il Consind quasi come sintomo e paradigma di alcune inefficienze e carenze burocratiche.
Sono sempre stato dell’avviso che un ente capace di rappresentare un punto di sintesi e di unione delle politiche industriali dei piccoli comuni fosse comunque utile e opportuno. Pertanto, in quanto tale, la funzione di animazione socio-economica, di sostegno alla politica di impresa nell’ambito territoriale è argomento di cui spesso sentiamo pieni i discorsi fatti anche dal Presidente della Giunta regionale e da tutti gli Assessori che si occupano dei problemi dei ritardi economici. Non è un caso, infatti, questo genere di funzioni sono state poi svolte, anche nella medesima area, da altri soggetti, ad esempio l’Asteria, la Svim.
Quindi c’è sempre bisogno di animazione economica e di generare le condizioni migliori per poter rendere attrattivo quell’insieme del sistema industriale.
Però questo genere di funzione è stata sempre meno svolta dal Consind. Un Consorzio che ha invece privilegiato l’attività di pianificazione e di trading di aree commerciali. E’ da qui che nasce il problema e anche le ostilità che si sono sedimentate contro il Consind e a carico del Consind.
Ripeto, da un lato ci sono state situazioni di carattere patologico, come indagini giudiziarie anche recenti, infatti nei ruoli amministrativi di questo ente vi sono indagini pendenti, ma non voglio enfatizzare questo aspetto, voglio dire che probabilmente l’ente va reimpostato, quindi da questo punto di vista non esitiamo a definire insufficiente la proposta della Giunta regionale.
Non dimentichiamo, tra l’altro, ce lo ricordava anche l’Assessore Donati, che è in corso un’ispezione proprio perché non più tardi di qualche mese fa c’è stata la notifica di un mega decreto ingiuntivo a carico del Consind, però sembra che questo decreto sia stato momentaneamente sospeso, quindi ora nessuno di noi conosce gli esiti di quell’ispezione.
Diciamo quindi che è una situazione che necessita di un intervento più ponderoso, più significativo, di respiro maggiore di quanto non rappresenti questa proposta di legge.
Infatti è una proposta di legge che innanzitutto non interviene sul punto della competenza urbanistica di questo ente. Io ed il collega Santori abbiamo proposto un emendamento che va proprio nel senso di riattribuire ai comuni la sovranità urbanistica sulle aree industriali ricadenti in quel perimetro.
Le difficoltà del nostro sistema industriale sono tali che fanno sì che da parte dei rappresentanti dell’industria ci viene forte la richiesta di rendere sempre più snello il rapporto burocratico fra impresa e potere pubblico. Il Consind, invece, proprio per l’insieme di funzioni che svolge, rappresenta un diaframma che complica ulteriormente il rapporto con le istituzioni da parte del mondo imprenditoriale.
Altro punto. Questa legge di fatto riduce il numero dei componenti del direttivo dell’ente e dell’assemblea. Su questo siamo d’accordo, anche lo stesso ente aveva proposto una riduzione di questo genere, però la norma non entra nel vivo di un’altra questione. Ovvero del fatto che il peso di ciascun comune non può essere totalmente disconosciuto, nel senso di proporre il vecchio criterio all’interno dell’assemblea generale di attribuire ad ogni comune un voto. Mi spiego. Il principio di una testa e un voto non è un principio valido e soprattutto equo in ente dove è il Comune di Ascoli Piceno che fa la parte del leone per quanto riguarda la superficie assegnata alla competenza del Nucleo.
Quindi sempre con il collega Santori ho fatto un secondo emendamento – rinuncio all’illustrazione dell’emendamento in quanto lo faccio in termini omnia ora – dove si introduce il principio del voto pesato – anche il Consigliere Lippi ha fatto una cosa del tutto analoga – proprio per evitare che il Comune di Palmiano – non me ne vogliano i suoi cittadini – di 300 abitanti, abbia lo stesso peso del Comune di Ascoli che ne ha 55 mila e che ha diversi ettari del proprio territorio disciplinati e ricadenti nel perimetro del Nucleo.
Un terzo emendamento che abbiamo fatto, ma che per ragioni tecniche è stato dichiarato inammissibile - siamo nel pieno della sessione di bilancio, quindi non è possibile proporre nuove spese - è quello relativo alla dotazione finanziaria di cui l’ente dovrebbe disporre per alimentare interventi di natura infrastrutturale. In questo emendamento avevamo chiesto che la Regione Marche, che non ha dato mai una lira a questo ente, di valutare l’assegnazione di una provvista finanziaria finalizzata rigorosamente alla realizzazione di opere infrastrutturale. Ovvero la parte dell’intervento speciale per il piceno che riguarda risorse finalizzate alle infrastrutture può essere utilmente destinata al Nucleo industriale. Però è anche vero che tale argomento non può introdursi attraverso un emendamento, quindi ci riserviamo di fare un ordine del giorno in questo senso.
Concludo dicendo che la cosa importante, al di là di quello che sarà l’esito della ispezione che il dott. Costa sta conducendo all’interno delle stanze del Nucleo, è che si abbia la convinzione che questo ente avrà un senso se la sua missione verrà rimodellata nel rispetto dei ruoli istituzionali e attraverso un’attenzione reale da parte di questa Regione. Una Regione che, ripeto, sempre molto generosa nell’attribuire risorse a determinati soggetti e determinate strutture ma molto meno generosa in altri casi.
Detto questo il gruppo di Alleanza nazionale è dell’avviso di astenersi sulla legge perché riteniamo sia un intervento che non coglie l’essenza dei problemi. Va benissimo diminuire il direttivo, va benissimo diminuire il numero dei componenti dell’assemblea generale, però, attenzione, non sono questi i problemi del Nucleo industriale.
Pertanto, salvo l’accoglimento da parte della maggioranza degli emendamenti che abbiamo proposto, mi uniformo a quanto in materia di dichiarazione di voto ha già espresso la relatrice di minoranza Consigliera Romagnoli.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere D’Isidoro.

Antonio D’ISIDORO. Non si possono non riconoscere ritardi e negatività da parte di questo ente e quindi vi è la necessità, come è stato detto anche da chi mi ha preceduto, di uno snellimento e di una sburocratizzazione. Ma è anche vero che non bisogna assolutamente sottacere e quindi non recuperare quelle esperienze positive maturate dall’ente, ad esempio per quanto riguarda i servizi alle imprese o il servizio di fognature e di depurazione.
Probabilmente una ridefinizione dei profili strategici sarebbe necessaria, ma questo naturalmente starà anche ai Comuni che fanno parte del Consorzio, parlo dei trentaquattro soggetti compresa la Comunità del Tronto.
In modo particolare direi che è un ente che potrebbe svolgere un ruolo rilevante anche per quanto riguarda la riconversione di quell’area importante, per esempio per il capoluogo è l’Elettrocarbonium (ex Carbon).
Allo stesso tempo per la sua natura economica e sovracomunale potrebbe benissimo rafforzare le proprie competenze per quanto riguarda la materia dei fondi comunitari, favorendo proprio quella logica, sulla quale ho apprezzato un passaggio dell’ intervento del Consigliere Procaccini fatto su un’altra materia. Infatti la logica di cooperazione locale e internazionale, secondo me, è una vera e propria linfa per i processi di sviluppo locale ed è anche strumento atto a favorire scambi e trasferimenti di know how tra attori pubblici e attori privati.
Inoltre può svolgere anche un ruolo di sostegno e rilancio attuato con progetti strategici complessivi in alcuni settori rilevanti per la nostra area, per esempio in quello dell’industria della filiera agroalimentare, turistica ed energetica.
Quindi ritengo che l’attenzione che come Assemblea legislativa e come Giunta abbiamo posto a questo problema sia sicuramente lodevole, e naturalmente anche in questo caso penso che una ridefinizione e una presa d’atto di altre competenze spetti proprio ai soggetti che fanno parte dell’ente.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.

Articolo 01. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 02.
Emendamento n. 02/1 dei Consiglieri Castelli, Santori, Romagnoli:
Le lettere c), d) ed e) sono abrogate.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Lo ho già illustrato, ma in sostanza si tratta di inserire fra i membri dell’assemblea generale le due comunità montane e la camera di commercio. Propongo di lasciare ai comuni la scelta o meno di mantenere questi soggetti all’interno dell’assemblea generale. Essendo un consorzio di comuni mi sembra giusto dare a loro la possibilità di prevedere la cosa.

PRESIDENTE. Emendamento n. 02/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 02, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1.
Emendamento n. 1/1 dei Consiglieri Viventi, Lippi. Ritirato.

Emendamento n. 1/2 dei Consiglieri Castelli, Santori, Romagnoli:
La lettera a) è così riformulata: “a) il Consiglio generale è composto dai rappresentanti dei Comuni consorziati e della Provincia.
I Comuni e la Provincia sono rappresentati rispettivamente dal Sindaco e dal Presidente o da un loro delegato, ciascuno con responsabilità pari alla rispettiva quota di partecipazione. Il rappresentante di ogni ente locale esercita in assemblea le prerogativa di voto in misura proporzionale alle quote di partecipazione, così determinate:
1) il 60 per cento pari alla popolazione residente;
2) il 35 per cento pari alla superficie territoriale.
L’ulteriore 3 per cento è assegnato alla Provincia.“.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Introduciamo il principio del voto pesato, cioè lo stesso meccanismo che la Regione ha previsto per l’Ato. Ovvero il voto del Comune vale in relazione – e la stessa cosa ha chiesto il Consigliere Lippi – alla superficie e alla popolazione. Quindi il Comune di Palmiano non conta come il Comune di San Benedetto ma ciascuno conta, come nel caso dell’Ato e delle acque, per il rapporto superficie/abitanti.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Capisco la ragione e la razionalità di questo emendamento, però potrebbe essere, Consigliere Castelli, previsto nello statuto. Perché vogliamo irrigidire la legge? Sarà lo statuto che stabilirà tali questioni in maniera più ponderata. Quindi chiedo ai Consiglieri presentatori di ritirarlo. Ragioniamoci seriamente. Peraltro anche noi nel nostro Regolamento, quindi non nello Statuto, prevediamo il voto ponderato.
Ripeto, secondo me, è una materia che ha una sua ragionevolezza ma è lo statuto dell’ente la sede propria per disciplinarla, in maniera tale che tutti i comuni lì rappresentati possano ragionare su queste questioni, non noi dall’alto.
Voi per alcune questioni volete far contare i Comuni, per altre no, invece io sono per farli contare davvero.
Quindi colgo il senso della vostra proposta ma a me sembra che debba essere lo strumento statuto a disciplinarla.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Io ritengo, invece, che debba essere proprio quest’Aula che si deve assumere l’onere di dettare una norma generale che poi deve essere acquisita. La funzione è per non fa litigare le amministrazioni locali. Quindi noi dobbiamo dare le norme di indirizzo generale e poi loro le applicano, altrimenti li metteremo in contrasto e non troveranno mai il modo di chiudere lo statuto.
Pertanto è l’autorevolezza di quest’Aula che deve dirimere la questa questione.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Subemendamento n. 1/3/1 del Consigliere Castelli:
All’emendamento n. 1/3 l’espressione “il 10% riservato alla provincia” è sostituita dall’espressione “il 5% riservato alla Provincia di Ascoli Piceno”; l’espressione “il 5% riservato agli altri enti” è sostituita dall’espressione “il 3% riservato agli altri enti.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. Qui però c’è un problema tecnico perché sia nel sub che nell’emendamento c’è il riferimento ad enti che ora non esistono più. Nel mio sub il 5% è “riservato ad altri enti”, che non esistono più in quanto abbiamo tolto gli altri enti.
Semmai li subemendo cassando l’espressione 5%, che in pratica diventa il 90% riservato ai Comuni. (…) Allora subemendo in questo senso: il 95% deve essere riservato ai comuni e il 5% alla provincia. Quindi ritiro il mio subemendamento n. 1/3/1 e presento un ulteriore sub emendamento 1/3/2.


PRESIDENTE. Subemendamento n. 1/3/1. Ritirato.

Subemendamento n. 1/3/2 del Consigliere Castelli:
All'emendamento n. 1/3 “l’espressione 85% è sostituita da 95% e l’espressione 10% è sostituita da 5%. Il punto 3) è soppresso”

Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Guido CASTELLI. Ora però sempre l’emendamento n. 1/3 deve essere modificato, quindi presento il subemendamento n. 1/3/3.

PRESIDENTE. Subemendamento n. 1/3/3 del Consigliere Castelli (sostitutivo dell’emendamento n. 1/3 del Consigliere Lippi):
All’emendamento n. 1/3 “l’espressione 95% è sostituita da 90% e il punto 3) è soppresso”. Quindi il testo è il seguente:
La lettera a) del comma 1 (Composizione del Consiglio generale e del Comitato direttivo) è sostituita dalla seguente:
“a) il Consiglio generale è composto dai rappresentanti degli Enti consorziati in ragione di:
1) il 90% per cento riservati ai Comuni, rappresentato dalla superficie del territori pe il 50 per cento e per la restante parte dalla popolazione residente in ciascun Comune alla data dell’ultimo censimento. Un terzo di tale rappresentanza comunale è assegnato alla minoranza;
2) il 10 per cento riservato alla Provincia;”
Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/3. Decaduto.

Emendamento n. 1/4 dei Consiglieri Viventi, Lippi:
Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente comma:
“2. Il 30 per cento delle rappresentanze di cui al comma 1, lettera a), sono riservate alle minoranze.”.
Ha la parola il Consigliere Lippi.

Leonardo LIPPI. Questo emendamento è a garanzia della tutela delle minoranze che con la previsione di questa legge non sono rappresentate. Da qui la necessità di dare una garanzia anche a quella esigua rappresentanza - che poi guarda caso è di centro-destra! -nella nostra Provincia. Pertanto se volete dare una risposta anche a quegli amministratori che si impegnano e portano il loro contributo per il bene comune dovete farlo accettando questo emendamento.

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Ma come si determina quel 30% delle minoranze quando ogni consiglio ha una storia a sé e siamo anche di fronte ad un passaggio elettorale?! Chi sa chi avrà il 30% delle minoranze! È la stessa questione che ci siamo posti rispetto al Cal, perché è difficilissimo da determinare. Per cui non riesco a capire come si potrebbe declinare e tradurre in maniera operativa il principio del rispetto del 30% delle minoranze. Non è facile, non è possibile, le minoranze rispetto a che?!
Quindi a me pare assolutamente impossibile approvare questo emendamento e soprattutto poterlo rendere operativo nei fatti.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/4. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Emendamento n. 1/5 del Consigliere Castelli:
Alla lettera a), punto 2, dopo l’espressione “ventimila abitanti” è aggiunta l’espressione “di cui uno riservato alla minoranza”.
Alla lettera a), punto 3, dopo l’espressione “provincia interessata” è aggiunta l’espressione “di cui uno riservato alla minoranza”.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. In pratica i due tipi di comuni, quelli che hanno più di diecimila mila abitanti e quelli che hanno più di ventimila abitanti, hanno un certo numero di consiglieri, quindi, Consigliera Mollaroli, se su questo è d’accordo anche tale emendamento potrebbe essere approvato, cioè dei tre membri che spettano ai Comuni grandi uno è della minoranza.

Adriana MOLLAROLI. Penso che per i Comuni sopra i ventimila abitanti è possibile garantire la minoranza, quindi se la maggioranza è d’accordo non ho problemi, però voi ritenete anche opportuno che siano i sindaci rappresentati, non so, magari poi si vedrà nello statuto. Cioè il senso dell’emendamento – per far capire all’Assemblea legislativa che deve votare favorevolmente – è che nei grandi Comuni e nella Provincia che hanno più di un rappresentante poi uno è della minoranza. Se siamo d’accordo si può fare.

PRESIDENTE. Emendamento n. 1/5. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 1, così come emendato. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 2. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 3.
Emendamento n. 3/1 dei Consiglieri Castelli, Santori, Romagnoli:
Dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti:
“1 bis. Al comma 1 dell’articolo 4 della l.r. 19 novembre 1996, n. 48 le parole “nonché quelle di cui agli articoli 50 e 51” sono sostituite dalle seguenti: “nonché quelle di cui all’articolo 50”.
1 ter. Il comma 2 dell’articolo 4 della l.r. 19 novembre 1996, n. 48 è abrogato.”.
Ha la parola il Consigliere Castelli.

Guido CASTELLI. E’ l’emendamento che attribuisce ai Comuni la competenza urbanistica nelle aree industriali comprese nel perimetro del Nucleo.

PRESIDENTE. Emendamento n. 3/1. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa non approva)

Articolo 3. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Articolo 4 (Dichiarazione d’urgenza). Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva a maggioranza dei componenti assegnati)

Coordinamento tecnico. Lo pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Proposta di legge n. 264, così come emendata,. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)

Dobbiamo ora votare la prosecuzione della seduta oltre le ore 13,30 in quanto ci sono ancora, così come deciso dall’Assemblea, tre mozioni di discutere.

(L’Assemblea legislativa approva)



Mozione n. 215
del Consigliere Massi
“Celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia 1861–2011”
(Discussione e votazione)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la mozione n. 215 del Consigliere Massi, che ha la parola per l’illustrazione.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Nell’economia dei lavori e anche perché l’abbiamo approfondita l’altra volta non devo fare ulteriori interventi.
La mozione, ripeto, ha l’obiettivo di sensibilizzare la Giunta regionale sui finanziamenti che arriveranno dallo Stato e quelli che saranno propri della Regione già dal prossimo bilancio. Perché? Perché alcune iniziative sono state già prese autonomamente – questo lo possiamo dire – dal Presidente senza alcuna consultazione né con la Commissione né con gli enti locali.
Questi sono fondi che riguardano anche il restauro di edifici, e sappiamo che gran parte di essi sono già stati assegnati in qualche modo agli interventi di ristrutturazione della Cittadella di Ancona e ad altri sulla celebrazione di Padre Matteo Ricci di Macerata per il restauro di un palazzo.
Pertanto la domanda è questa. Noi abbiamo città simbolo del Risorgimento marchigiano, per esempio Tolentino, Pollenza, Castelfidardo, Macerata, abbiamo un museo del Risorgimento che a Macerata è chiuso da anni, un parco storico della battaglia, proposto da più enti locali, sulla valle del Chienti, però su questo non abbiamo mai avuto una risposta della Regione.
Vorrei capire che cosa ne pensa l’Esecutivo, dato che come Commissione, Presidente, non siamo stati coinvolti.
Chiedo quindi all’Assemblea legislativa di impegnare la Giunta a fare chiarezza su questo, certo, ci ritorneremo sul bilancio, ma credo che sia sacrosanto.
Non sto parlando di una provincia ma parlo almeno di due province, perché c’è anche Castelfidardo ed altri territori. Tra l’altro la mia elencazione è sicuramente carente perché ci sono luoghi simbolo del Risorgimento sparsi in tutte le Marche.
L’intervento su Padre Matteo Ricci, che va a restaurare un palazzo, noi maceratesi lo apprezziamo però è stato concepito senza alcuna consultazione. Sappiamo che lì ci sono mostre da organizzare a Roma, Pechino, Macerata, ma delle quali non si parla. Credo che per Matteo Ricci la Giunta regionale, secondo le promesse – parlo ora al Vicepresidente – debba fare uno sforzo già nel prossimo bilancio, perché c’è una provincia che attende; il caro Presidente Silenzi dice che attende molto dalla Regione, ma anch’io - in questo caso la penso come Silenzi, pensate un pò! -

PRESIDENTE. Ha la parola la Consigliera Mollaroli.

Adriana MOLLAROLI. Sono per approvare la mozione in quanto ritengo che l’anno 2011 debba essere una grande occasione per ricordare a tutti noi, in un clima difficile come quello che sta vivendo il nostro Paese, il percorso risorgimentale, la grande conquista dell’Unità d’Italia, un bene prezioso al quale non dobbiamo rinunciare e che dobbiamo saperlo aggiornare rispetto ai bisogni di oggi.
Il Parlamento, il Governo, ma anche la nostra Regione, dovranno ricordare e lavorare per questa giornata e soprattutto per ricostruire per le nuove generazioni l’importanza del processo unitario, quindi rivalutarlo, riconsiderarlo anche alla luce di percorsi e di pericoli di eccessivo decentramento che ha qualche venatura secessionista che continua a permeare il panorama politico del nostro Paese.
Quindi benvenga questa opportunità e soprattutto, Consigliere Massi, salutiamola non soltanto per le questioni che riguardano le risorse e per come queste vengono utilizzate. Certo, le risorse sono importanti, saranno necessarie, ma ciò che più conta è la storia del nostro percorso risorgimentale, il raggiungimento di questo processo unitario, il suo consolidamento e l’aggiornamento ad oggi.
Questi sono i valori che dobbiamo ricordare e che non dobbiamo ridurre e ridimensionare soltanto al fatto di dove sono i finanziamenti e come devono essere spesi.
E’ con tale spirito che voto questa mozione.

PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere Procaccini.

Cesare PROCACCINI. Qui c’è l’impegno che avevamo assunto con il Consigliere Massi sottoscrittore di questa importante mozione. Ora l’approviamo poi dal punto di vista della declinazione pratica la Giunta regionale definirà anche gli interventi. Quindi credo sarà opportuna una valutazione approfondita, oggi non abbiamo tempo, ma in realtà questa mozione richiederebbe anche una parola di critica rispetto all’atteggiamento di alcune forze politiche, come quello della Lega Nord che ha disprezzato il tricolore, la Presidenza della Repubblica e altri simboli dell’Unità d’Italia.
Comunque voteremo a favore.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi passiamo alla votazione.
Mozione n. 215. La pongo in votazione.

(L’Assemblea legislativa approva)


Mozione n. 305
della terza Commissione assembleare
“Stanziamento nella Finanziaria 2009 per premi assicurativi per la prevenzione dei danni causati all’agricoltura nelle zone colpite da calamità naturali”

Mozione n. 302
dei Consiglieri Capponi, Silvetti, Tiberi, Ciriaci, Giannotti, Cesaroni, Brini, Romagnoli, Pistarelli, Bugaro, Massi
“Assicurazione agevolata per colture e strutture agrarie. Supporto ai problemi finanziari dei Consorzi di difesa”

(abbinate)
(Rinvio)

PRESIDENTE. Le mozioni n. 305 e n. 302 sono rinviate per assenza del relatore.

La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,55