Resoconto seduta n.28 del 21/04/2006
La seduta inizia alle 11,00



Approvazione verbali

PRESIDENTE. Ove non vi siano obiezioni do per letto ed approvato, ai sensi dell’art. 29 del regolamento interno, il processo verbale della seduta n. 27 del 7 marzo 2006.

(E’ approvato)



Proposte di legge
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. sono state presentate le seguenti proposte di legge:
— n. 85, in data 6 marzo 2006, ad iniziativa della Giunta: «Modificazioni l.r. 10.02.2006, n. 2 ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione Marche (Legge Finanziaria)», assegnata alla II Commissione;
— n. 86, in data 8 marzo 2006, ad iniziativa della Giunta regionale: «Istituzione Ente Parco regionale del Conero», assegnata alla IV Commissione;
— n. 87, in data 10 marzo 2006, ad iniziativa dei consiglieri Santori, Capponi, Ceroni, Tiberi, Bugaro, Cesaroni, Giannotti e Brini: «Norme sulla trasparenza in materia di incarichi professionali», assegnata alla II Commissione in sede referente;
— n. 88, in data 10 marzo 2006, ad iniziativa dei consiglieri Santori, Capponi, Ceroni, Tiberi, Bugaro, Cesaroni, Giannotti e Brini: «Modifiche alla legge regionale 5 agosto 1996, n. 34 ‘Norme per le nomine e designazioni di spettanza della Regione», assegnata alla I Commissione
— n. 89, in data 13 aprile 2006, ad iniziativa della Giunta: «Trasferimento ai comuni di alloggi di edilizia sovvenzionata realizzati ai sensi della legge 30 marzo 1998, n. 61, art. 7», assegnata alla IV Commissione;
— n. 90, in data 14 marzo 2006, ad iniziativa dei consiglieri Capponi, Brini, Bugaro, Ceroni, Cesaroni, Giannotti, Santori, Tiberi, Lippi, Massi, Viventi, Castelli, Ciccioli, D’Anna, Pistarelli, Romagnoli, : «Disposizioni generali in materia di lavori pubblici di interesse regionale», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio.



Proposte di atto amministrativo
(Annuncio e assegnazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti proposte di atto amministrativo:
— n. 17, in data 6 marzo 2006, ad iniziativa della Giunta: «Individuazione della rete viaria di interesse regionale e criteri per l’assegnazione alle Province dei fondi di investimento trasferiti dallo Stato alla Regione ai sensi del D. lgs 112/98», assegnata alla IV Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 18, in data 8 marzo 2006, ad iniziativa della Giunta: «Definizione dei criteri e delle modalità di attuazione degli interventi per l’anno 2006 ai sensi dell’art. 26 della l.r. n. 18/96 e successive modificazioni ed integrazioni», assegnata alla V Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 19, in data 6 aprile 2006, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza: «Elezione della Commissione regionale per le Pari Opportunità tra uomo e donna (l.r. 18 aprile 1986, n. 9 art. 3), iscritta all’ordine del giorno della seduta odierna;
— n. 20, in data 5 aprile 2006, ad iniziativa della Giunta: «l.r. 23 dicembre 1999, n. 37 – Proroga al 2006 del Programma Obiettivo Triennale 2003/2005 dei servizi di sviluppo del sistema agroalimentare regionale. Proroga rendicontazione programmi operativi 2005 al 31.05.2006», assegnata alla III Commissione in sede referente e alla II Commissione per il parere obbligatorio;
— n. 21, in data 13 aprile 2006, ad iniziativa della Giunta: «Aggiornamento del programma finanziario di ripartizione dei finanziamenti per la ricostruzione post-terremoto – anno 2006», assegnata alla IV Commissione.



Mozioni
(Annuncio di presentazione)

PRESIDENTE. Sono state presentate le seguenti mozioni:
— n. 66 del consigliere Rocchi: «Vietare l’importazione dalla Cina di pelli di animali»;
— n. 67 del consigliere Ceroni: «Reintegro di un consigliere nel Comune di Carpegna in seno all’Ente Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello»;
— n. 68 del consigliere D’Anna: «Gravi condizioni di salute di Guillermo Farinas»;
— n. 69 dei consiglieri Procaccini e Bucciarelli: «Nuova OCM Zucchero, intervento Giunta regionale»;
— n. 70 del consigliere Brandoni: «Materia di sicurezza del trasporto ferroviario e licenziamento senza preavviso di un rappresentante dei lavoratori alla sicurezza (RLS) nel Gruppo FS»;
— n. 71 del consigliere Lippi: «Crisi industriale conseguente la contrazione della superficie coltivata a barbabietola».



Nomine

PRESIDENTE. Il Presidente del Consiglio ha provveduto, in data 27 marzo 2006, alle seguenti nomine con i sottoelencati decreti:
— n. 26: “Ente regionale per l’abitazione pubblica (ERAP) di Ancona – designazione di tre componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 27: “Ente regionale per l’abitazione pubblica (ERAP) di Ascoli Piceno – designazione di tre componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 28: “Ente regionale per l’abitazione pubblica (ERAP) di Fermo – designazione di tre componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 29: “Ente regionale per l’abitazione pubblica (ERAP) di Macerata – designazione di tre componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 30: “Ente regionale per l’abitazione pubblica (ERAP) di Pesaro Urbino – designazione di tre componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 31: “Ersu di Ancona, - designazione di due componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 32: “Ersu di Camerino – designazione di due componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 33: “Ersu di Macerata – designazione di due componenti nel consiglio di Amministrazione”;
— n. 34: “Ersu di Urbino – designazione di due componenti nel Consiglio di Amministrazione”;
— n. 35: “Ersu di Camerino – nomina del revisore unico”;
— n. 36: “Ersu di Macerata – nomina del revisore unico”;
— n. 37: “Ersu di Urbino – nomina del revisore unico”;
— n. 38: “Ersu di Ancona – nomina del revisore unico”.



Deliberazioni amministrative
inviate della Giunta regionale

PRESIDENTE. La Giunta regionale ha trasmesso le seguenti deliberazioni:
— n. 179, in data 27.2.2006: «Attuazione della l.r. 35/2005 concernente: “Riordino o soppressione di Enti e Agenzie operanti in materie di competenza regionale” – Variazione al bilancio di previsione per l’anno 2006»;
— n. 246, in data 13.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10/02/2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di revisione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione, di recuperi e di somme accertate nell’anno precedente. Euro 42.106.000,57»;
— n. 247, in data 13.3.2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10/02/2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 182.920,00»;
— n. 248, in data 13.3.2006: «Art. 25 della l.r. 10/02/2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2005 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato e dalla U.E. vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 4.028.800,00»;
— n. 249, in data 13.3.2006: «Art. 25, commi 1 e 2, della l.r. 10/02/2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione dallo Stato e dall’U.E. per il progetto Hydrocare di iniziativa comunitaria interreg III B cadses»;
— n. 252, in data 13.3.2006: «Art. 42, comma 3 della l.r. 10/02/2006, n. 2 – Attuazione del decentramento amministrativo: variazione agli stanziamenti di UPB di spesa nel bilancio di previsione per l’anno 2006, conseguente al riordino delle funzioni amministrative tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali. Euro 19.855.220,00»;
— n. 253, in data 13.3.2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10/02/2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato alla Regione Marche per la Legge 28 marzo 2001, n. 149 e relativi impieghi»;
— n. 254, in data 13.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10/02/2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 141.969, 82»;
— n. 255, in data 13.3.2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10/02/2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato per trasporti. Euro 33.866.582,17»;
— n. 280, in data 22.3 2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 299.181,51»;
— n. 281, in data 22.3 2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 924.485,85»;
— n. 282, in data 22.3 2006: «Art. 29, comma 2 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 e art. 26 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Variazione compensativa al Programma Operativo annuale 2006. Importo di Euro 300.000,00» ;
— n. 284, in data 22.3 2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 2.119.052,05»;
— n. 285, in data 22.3 2006: «Art. 9, comma 4, l.r. 31/2001 – Integrazione del P.O.A. 2006 in attuazione del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze n. 11743 del 18/02/2005 (Assegnazione codici SIOPE ai capitoli del P.O.A. 2006 approvato con DGR 154 del 20/02/2006 e sue successive modificazioni)»;
— n. 286, in data 22.3 2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 4.171.660,35»;
— n. 287, in data 22.3 2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 4.099.628,99»;
— n. 288, in data 22.3 2006: «Art. 29 della l.r. 31 dicembre 2001 – Variazione compensativa al Programma Operativo Annuale 2005. Euro 3.440,00»;
— n. 289, in data 22.3 2006: «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi dallo Stato. Euro 2.916.281,00»:
— n. 326, in data 27.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione, di recuperi e di somme accertate nell’anno precedente. Euro 2.485.191,00»;
— n. 327, in data 27.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 43.269.175,33»;
— n. 328, in data 27.3.2006: «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 34.628,44»;
— n. 329, in data 27.3.2006: «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 402.085,00»;
— n. 330, in data 27.3.2006: «Art. 25, comma 1, della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 479.162,29»;
— n. 331, in data 27.3.2006: «Art. 29 della l.r. 11 dicembre 2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2006 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 154 del 20 febbraio 2006. Euro 147.600,00»;
— n. 332, in data 27.3.2006: «Art. 25 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 3 – Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazioni dallo Stato e delle relative spese. Euro 223.434,09»;
— n. 333, in data 27.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 2.330.143,61»;
— n. 335 in data 27.3.2006: «Art. 42 della l.r. 10 febbraio 2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 7.504.278,53».
— n. 371, in data 3.4.2006: «Art. 42, della l.r. 10.2.2006, n. 2 - Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di recuperi relativi a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 41.217,07;
— n. 372, in data 3.4.2006: «Art. 42 della l.r. 10.2.2006, n. 2 – Reiscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di economie relative a stanziamenti aventi specifica destinazione. Euro 9.001.154,92»;
— n. 373, in data 3.4.2006: «Art. 25 della l.r. 10.2.2006, n. 3 – Iscrizione nel bilanci di previsione per l’anno 2006 di stanziamenti di entrate derivanti da assegnazioni di fondi da soggetti terzi e relative spese per Progetto Safetynet. Euro 125.000,00»;
— n. 374, in data 3.4.2006: «Art. 25, comma 1 della l.r. 10.2.2006, n. 3 - Iscrizione nel bilancio di previsione per l’anno 2006 di entrate derivanti da assegnazione di fondi da parte dello Stato vincolati a scopi specifici e delle relative spese. Euro 119.611,66»;
— n. 375, in data 3.4.2006: «Art. 25, comma 2, della l.r. 10.2.2006, n. 2 – Iscrizione di entrate derivanti da assegnazione da soggetti terzi per recuperi e iscrizione della relativa spesa. Euro 18.634,00»;
— n. 376, in data 3.4.2006: «Art. 29, comma 2, della l.r. 11.12.2001, n. 31 – Variazione compensativa al programma operativo annuale 2006 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 154 del 20 febbraio 2006. Euro 16.000,00 – Modifica al programma operativo annuale 2006 approvato con deliberazione della giunta regionale n. 154 del 20 febbraio 2006».



Congedi

PRESIDENTE. Hanno chiesto congedo i consiglieri Rocchi, Brandoni e Giannini e gli assessori Amagliani, Giaccaglia, Petrini e Agostini.



Interrogazioni (Svolgimento):
«Esame ed accertamenti clinici — lista d’attesa» Pistarelli (143)
«Liste di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici» Ceroni (360)
«Liste di attesa» Giannotti (371)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca le interrogazioni n. 143 del consigliere Pistarelli, n. 360 del consigliere Ceroni e n. 371 del consigliere Giannotti.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Con riferimento alle interrogazioni in oggetto sul fenomeno delle liste di attesa si fa presente quanto segue.
Il fenomeno della lunga durata delle liste di attesa per alcune prestazioni ambulatoriali rappresenta un fenomeno complesso rispetto al quale la regione Marche presenta criticità del tutto sovrapponibili a quelle della pratica totalità delle regioni italiane.
La strategia adottata dalla Regione Marche per gestire questo fenomeno si muove nelle seguenti direzioni: a) messa a punto di un sistema di monitoraggio delle liste di attesa che consenta confronti con le altre realtà regionali ed evidenzi nell'ambito della Regione le maggiori criticità; b) aumento dell'offerta a partire dai settori e dalle prestazioni di maggiore significato clinico come l'oncologia (radioterapia e medicina nucleare); c) avvio di un lavoro per la definizione di criteri di priorità espliciti e condivisi per le prestazioni di maggiore criticità in modo da definire tempi massimi di attesa differenziati per livello di priorità; d) avvio di un lavoro per migliorare l'appropriatezza delle richieste delle stesse prestazioni in modo da ridurre i consumi che non hanno adeguata motivazione clinica; e) potenziamento delle funzioni di pronto soccorso e medicina d'urgenza per far comunque fronte alle situazioni critiche; f) avvio delle integrazioni tra i CUP della diverse aziende e zone in modo da favorire l'accessibilità delle prestazioni; g) finanziamento in sede di budget di diversi progetti per la riduzione delle liste di attesa attraverso un aumento selettivo della offerta.
In merito alle decisioni assunte dalla Regione Toscana citata nella interrogazione n. 360/06 si sottolinea che nella interrogazione viene riportata solo una parte di quanto previsto nella predetta regione. È vero infatti che le aziende sanitarie toscane erogano un bonus di 25 euro all'utente, nel caso di superamento dei tempi di attesa, ma é anche vero che se il cittadino dopo aver prenotato, anche telefonicamente, una visita o un esame diagnostico non si presenta all'appuntamento senza aver preavvisato almeno 48 ore prima o non ritira il referto entro 15 giorni è tenuto a pagare alla Asl un "malus" di 25 euro.
Questo fenomeno è abbastanza frequente anche nella regione Marche e da una stima effettuata, in circa il 10% dei casi il paziente prenota una prestazione, visita o esame diagnostico e poi non si presenta senza avvertire della sua rinuncia. Accade altresì spesso che negli archivi delle zone/aziende ospedaliere/Inrca si accumulino referti compilati e non ritirati. Ovviamente questo è spesso fonte di disguidi amministrativi, perdite di tempo e in conclusione di un allungamento dei tempi di attesa. A riguardo nella regione Marche per ovviare a questo spiacevole inconveniente si stanno adottando iniziative per la gestione efficiente delle liste di attesa attraverso una revisione periodica delle stesse attivando, dove possibile, il richiamo telefonico per contattare l'assistito ed avere la conferma dell'appuntamento.
In merito all'attuazione del piano nazionale di contenimento delle liste di attesa, si precisa che la legge finanziaria 2006 definisce che l'accesso al concorso ai finanziamenti di cui all'art. 1, comma 279, da ripartire tra le Regioni, è subordinato all'espressione, entro il termine del 31 marzo 2006, della Conferenza Stato-Regioni della stipula di una intesa che preveda la realizzazione da parte delle regioni degli interventi previsti dal "Piano nazionale di contenimento dei tempi di attesa". Tale intesa è stata recepita il 28 marzo e sarà compito della Regione - entro 90 giorni - dare linee di indirizzo alle aziende perché vengano messi in atto gli adempimenti previsti dal predetto piano. Sulle scorta delle indicazioni che verranno impartite dal livello regionale le aziende adotteranno i programmi attuativi aziendali in coerenza con gli indirizzi nazionali e regionali.
Nella regione Marche complessivamente il fenomeno delle liste di attesa si può considerare quindi gestito anche se non è ovviamente un problema risolto, perché per definizione esso rappresenta sempre un problema aperto come l'esperienza nazionale ed internazionale insegnano.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. Noi rischiamo, anche in questa legislatura, di parlare poco di sanità. All’inizio della legislatura avevamo detto che uno dei problemi più gravi della legislatura precedente era il fatto che la materia che impegna maggiormente le risorse di bilancio viene poco discussa dal Consiglio regionale. Mi sarei augurato, Presidente, che, pur nel suo comportamento misurato di questo anno, ci fosse una maggiore apertura nei confronti del Consiglio regionale, perché i problemi della sanità sono i problemi di tutti i cittadini, al di là del colore politico, quindi bisogna utilizzare bene questo consesso per cercare di potare un contributo alla soluzione di questi problemi. Sappiamo che nelle Marche la spesa sanitaria impegna l’85% de bilancio e nonostante i maggiori trasferimenti dello Stato siamo ricorsi anche a una tassazione aggiuntiva per far fronte a questo costo elevato.
A una spesa più elevata dovrebbe corrispondere una ottima qualità del servizio, quindi i cittadini non dovrebbero attendere tempi biblici per poter accedere alle prestazioni. Questo non avviene. E’ vero che il problema esiste in tutta Italia, però se noi spendiamo di più, questa spesa maggiore potrebbe consentire delle risposte più rapide. Né possiamo imputare questa lunghezza dei tempi di attesa alla mancanza di personale, perché se esaminiamo la spesa sanitaria regionale, vediamo che per il 40% essa è impegnata per coprire spese di personale, quindi neanche a questo parametro può essere additata la responsabilità dei lunghi tempi di attesa. Ci deve essere qualcosa che non funziona. Io non so quali possano essere le disfunzioni più importanti, perché non abbiamo dati alla mano, però in questo anno, nonostante le sollecitazioni del Consiglio con interrogazioni e interpellanze, nonostante le sollecitazioni della stampa — oggi, sulla pagina di fermo di un giornale, si parla dei lunghi tempi delle liste di attesa — non si è affrontato questo problema. Vogliamo una volta per tutte farlo qui, serenamente, non con la conflittualità di maggioranza e opposizione, per fare in modo che i cittadini delle Marche, che pagano di più per il servizio sanitario regionale, possano avere una risposta adeguata?
Il Governo ha fatto uno sforzo, perché sono stati inseriti nella finanziaria 2 milioni di euro per coprire i deficit degli anni precedenti e comunque uno sforzo per trovare una risposta noi lo dobbiamo fare. Se serve qualche persona in più, se serve qualche assunzione, penso che i problemi più gravi siano: le liste di attesa per le prestazioni specialistiche e i tempi di attesa al pronto soccorso. Se uno va al pronto soccorso, come minimo sta lì 6 ore-10 ore. Queste due cose le dobbiamo affrontare, finalizzando anche le risorse. Dopo un anno mi aspettavo che su questo problema almeno un tentativo di fare qualcosa venisse fatto, invece siamo praticamente fermi.
Chiudo con due richieste: fare un progetto per risolvere questo problema; portare in Consiglio più volte la discussione dei problemi della sanità, perché anche dall’opposizione può venire un contributo per la soluzione di questi problemi che non hanno colore politico, perché le liste di attesa non hanno colore politico, né in Lombardia, né nelle Marche, né in Puglia. Se non affrontiamo mai questi problemi, se non andiamo a capire perché queste cose avvengono — non si tratta di risorse, perché comunque ci sono come e più che nelle altre Regioni, non è un problema di q quantità di personale, perché nelle Marche ne abbiamo a sufficienza, visto che la spesa sanitaria per il 40% viene assorbita dal personale — non risolveremo mai questo problema. Né può essere una scusante dire che se diamo una risposta più rapida cresce il numero delle prestazioni.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Giannotti.

Roberto GIANNOTTI. Che quella delle liste d’attesa sia una delle emergenze sanitarie regionali è un dato largamente acquisito. I vecchi consiglieri ricorderanno come in tutta la trascorsa legislatura questo aspetto dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi sanitari, con riferimento particolare ai tempi di attesa per le visite specialistiche nel sistema sanitario regionale, è stato uno dei punti di maggiore critica, di maggiore contestazione all’azione del governo regionale. Un problema rispetto al quale non sono state fornite risposte e non credo che la riorganizzazione, il senso verticistico del sistema sanitario regionale, cioè la creazione di un’azienda unica abbia consentito di risolvere questa questione. Ad oggi noi continuiamo, purtroppo, a registrare questa grave anomalia, che certo non è solo del sistema regionale sanitario, però, per una Regione che vanta fra i suoi risultati quello di avere migliorato l’efficienza del sistema sanitario, questo aspetto va ad aggiungersi alla sofferenza finanziaria, ai problemi della spesa che questa Giunta non riesce a contenere, al problema del mancato riequilibrio delle alte specialità nelle aree di confine, al contenimento della spesa farmaceutica, cioè gli elementi negativi che influiscono sul complesso degli interventi sanitari di questa regione.
Le liste d’attesa sono una di queste criticità, rispetto alla quale ci è sembrato doveroso richiamare la necessità di un provvedimento. L’abbiamo fatto facendoci carico della situazione di disagio che viene espressa da tanti cittadini. Io sono partito dal caso limite della struttura ospedaliera di Pesaro, segnalando i tempi lunghissimi per alcune prestazioni. Abbiamo voluto richiamare questa necessità, facendo anche riferimento al provvedimento dell’ultimo Governo Berlusconi, incentivante rispetto alla assunzione di iniziative rivolte a migliorare questa questione.
Credo che la risposta dell’assessore sia un tentativo di difesa. Noto qualche spiraglio di novità, ma credo che l’assessore Mezzolani, così come sta facendo per tutto il settore della sanità abbia assunto questa posizione da Ponzio Pilato che forse è quella che paga di più sul piano politico, cioè non toccare niente, non muovere niente per non andare a intaccare interessi precostituiti e tutti, colleghi, sapete che interessi precostituiti in questo campo ci sono. Ci sono tante baronie, ci sono tanti interessi privati in gioco e mi viene da pormi l’interrogativo: non è che qualcuno è interessato a non risolvere alla radice i problemi delle liste d’attesa per favorire il consolidamento delle prestazioni all’esterno?
Io non sono affatto contrario ad un sistema misto, però se il sistema pubblico fosse più efficiente e se si assumesse una direzione di marcia più precisa, approfittando anche del “decreto Storace” che mette a disposizione delle Regioni risorse finanziarie precise e se prendessimo esempio da altre Regioni, potremmo anche noi tornare ad essere una regione normale sul piano dei servizi sanitari.
Per questo mi dichiaro insoddisfatto.



Interrogazione (Svolgimento): «Nube tossica che ha colpito i cittadini di Castelferretti e Falconara nella giornata di venerdì 3 febbraio 2006» Binci (297)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 297 del consigliere Binci.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. L’agenzia per la protezione ambientale delle Marche, che segue per conto dell’assessorato all’ambiente l’evento oggetto dell’interrogazione precisa che “al momento sono in corso le indagini analitiche per verificare la pericolosità dei composti presenti nelle esalazioni, gli effetti sanitari e le conseguenze sulla popolazione, e che tali elementi sono oggetto di valutazione dell’autorità giudiziaria che ha posto vincoli di riservatezza su tutte le fasi dell’indagine che mirano ad identificare cause e responsabilità”.
Per quanto riguarda le azioni intraprese nel corso dell’intervento nella serata del 3 febbraio per salvaguardare la pubblica incolumità, si fa presente “la tempestività degli interventi dell’Arpam, delle forze di polizia e dei vigili del fuoco nell’individuare il luogo da cui proveniva il fenomeno odorigeno e nel fare adottare misure di sicurezza in modo che si interrompesse il fenomeno stesso nel più breve tempo possibile”. I residui degli odori nauseabondi ormai diffusi in tutta l’area, hanno ristagnato ancora per qualche ora a causa delle sfavorevoli condizioni meteo.
Informo inoltre l’Assemblea che è attualmente in corso l’inchiesta della magistratura che, avvalendosi del Noe e dell’Arpam, mira ad identificare cause e responsabilità di quanto accaduto.
In riferimento alla stessa interrogazione, relativamente al servizio salute sono state chieste notizie, per quanto di competenza, in merito ai punti 2) e 4) dell’interrogazione al direttore del servizio igiene e sanità pubblica della zona territoriale n. 7 dell’Asur di Ancona che ha comunicato al servizio salute quanto segue: “Dai risultati qualitativi di analisi parziale di un campione di aria inviato dall’Arpam, si evidenzia la presenza di benzene, toluene e composti solforati. In linea generale, tra gli effetti dannosi sulla salute di tali inquinanti, vanno distinti quelli di carattere acuto da quelli di tip cronico. I fenomeni di tipo cronico sono legati ad una esposizione agli inquinanti prolungata nel tempo e quindi non ascrivibili all’evento del 3 febbraio 2006. I disturbi di tipo acuto, ricollegabili ad una breve esposizione alle sostanze, non hanno di norma serie conseguenze patologiche negli individui esposti e sono prevalentemente costituiti da fenomeni di tipo irritativo alle mucose dell’apparato respiratorio e alle congiuntiviti (bruciori, senso di costrizione, tosse secca) e depressivo del sistema nervoso (cefalee, nausee, vertigini, confusione). Le fasce di popolazione più sensibili a tali fenomeni acuti sono quelle con minori difese immunitarie, quindi anziani, bambini soggetti defedati. Si fa rilevare che le competenze in merito alla predisposizione alla gestione dei piani comunali di emergenza di cui al capo VIII — Protezione civile del D. Lgs. 112/98, di norma comprensivi anche agli aspetti di informazione alla popolazione, afferiscono alle Amministrazioni comunali. Si fa presente infine che, al fine di verificare in maniera oggettiva l’eventuale presenza di eventi patologici acuti nella popolazione ricollegabili all’accaduto, il nostro personale si è recato nella notte stessa dell’evento e successivamente in data 6.2.2006 presso il pronto soccorso degli ospedali di Chiaravalle e Torrette di Ancona. Nessun accesso riferibile all’accaduto si è verificato presso l’ospedale di Chiaravalle. Al pronto soccorso dell’ospedale di Torrette si sono individuati tre casi di soggetti ricorsi alla struttura tra la sera del 3 e il mattino del 4 febbraio per fenomeni riconducibili all’evento. In nessun caso si è reso necessario il ricovero ospedaliero”.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Binci.

Massimo BINCI. Ringrazio l’assessore per la risposta. Mi sento di evidenziare, comunque, due aspetti: il primo, che ancora, a due mesi e mezzo da una situazione non difficilissima e abbastanza chiara di inquinamento, non sono stati definiti; l’altro riguarda il fatto che il motivo principale per il quale ho presentato l’interrogazione è semplicissimo, perché io ho vissuto direttamente questa situazione di inquinamento e nella notte sono passate auto con altoparlanti per invitare a restare chiusi nelle case. Nessuno ha detto che si poteva uscire, tutti telefonavano dappertutto per sapere che tipo di danno ci fosse, che tipo di inquinamento fosse in atto, che tipo di pericolosità ci fosse, che tipo di misure sanitarie bisognava seguire per i bruciori alla bocca. Faccio una semplicissima proposta, che chiedo di approfondire: che nei casi di incidenti che coinvolgano anche situazioni di protezione civile ecc., ci sia un sito pubblico a cui i cittadini possano allacciarsi. Ormai Internet è usata da un terzo delle famiglie italiane, quindi se non una famiglia potrebbe essere quella a fianco a potersi connettere a un sito. La protezione civile, così efficiente nelle Marche, così funzionale, dovrebbe realizzare un sito di pronta emergenza a cui i cittadini possano collegarsi. E’ un intervento semplicissimo, visto che c’è il presidio della protezione civile 24 ore su 24, quindi chiedo ai responsabili regionali della protezione civile di attivare il sito per permettere ai cittadini, nelle cui zone è in atto una situazione di emergenza e di inquinamento di avere informazioni, perché è una situazione sgradevolissima stare chiusi in casa senza sapere che cosa sta succedendo fuori.
Altra questione che segnalo è la necessità, per la zona di Falconara, di realizzare esercitazioni di protezione civile. E’ una zona interessata dall’autostrada, dalla superstrada, dalla ferrovia e dal traffico merci su navi, oltre ad avere la raffineria a fianco. E’ quindi importante che i cittadini abbiano la possibilità di verificare, con delle esercitazioni, le situazioni di evacuazione.



Interrogazione (Svolgimento): «Riordino degli ambiti territoriali» Ceroni (196)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 196 del consigliere Ceroni. Per la Giunta risponde l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. In merito all'interrogazione di cui all'oggetto si precisa quanto segue.
La composizione degli ambiti territoriali, avvenuta in via definitiva nel 2002 con DGR 592, venne stabilita a seguito di un intenso percorso di concertazione tra i Comuni e la Regione Marche con la mediazione delle Province e delle relative conferenze delle autonomie locali nel corso degli anni 2000/2001.
La direttrice seguita dalla Regione fu infatti allora quella di non intervenire centralisticamente nella nuova articolazione geopolitica del territorio regionale, ma di concertarla con gli enti locali in modo da avviare il complesso percorso di applicazione del piano regionale per un sistema integrato di interventi e servizi sociali" in piena condivisione con i soggetti che poi avrebbero dovuto concretamente portarla avanti e cioè i sindaci.
La fase di concertazione non fece emergere nell'immediato il problema specifico dell'Unione dei Comuni della Valdaso che solo successivamente alla costituzione degli ambiti pose il problema alla Regione circa la sua posizione a metà tra l'ambito di S. Benedetto del Tronto e quello di Fermo e della conseguente impossibilità ad attivare forme di programmazione sociale specifica come era nelle sue intenzioni.
A seguito dei numerosi incontri tecnici e politici con amministratori ed operatori dell'Unione dei Comuni si ritenne di rinviare la risoluzione del problema in sede di rivisitazione complessiva del sistema degli ambiti da prendere 'in considerazione una volta stabilizzato il processo con un'apposita legge regionale.
La successiva approvazione della l.r. 13/03 apportò una prima importante modificazione ai territori, ma solo sul fronte sanitario riducendo infatti i distretti sanitari da 36 a 24 in coincidenza con gli ambiti territoriali al fine di facilitare le indicazioni riportate sul piano sanitario regionale "Un'alleanza per la salute" nella parte relativa all'integrazione socio-sanitaria lasciando però immodificata la composizione degli ambiti stessi rispetto al 2002.
Il percorso di valutazione dell'esperienza fatta in questi anni di applicazione delle indicazioni del piano sociale regionale, assieme alla necessità di dare impulso all'integrazione con la sanità attraverso un atto di programmazione regionale integrato socio-sanitario e di una legge regionale di sistema che integri sul fronte sociale la legge 13/03, ci metterà nelle condizioni di poter rivedere l'intero sistema e quindi di ripensare l'articolazione degli ambiti e, in prospettiva di un loro rafforzamento istituzionale, anche il numero degli stessi.
In quella sede, da avviare e concludere entro l'anno in corso, saremo nelle condizioni di affrontare, in un contesto complessivo di riprogrammazione regionale delle politiche socio-sanitarie, anche il problema specifico dell'Unione dei Comuni Valdaso nelle modalità più adatte per sostenere una efficace ed efficiente programmazione territoriale capace di intervenire sui problemi concreti dei cittadini.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ceroni.

Remigio CERONI. C’è un disegno di legge che ho presentato per la ridefinizione dell’ambito sanitario della provincia di Fermo. Penso che a cacata dobbiamo mettere mano su tutto, cioè l’ambito sanitario, i distretti sanitari e gli ambiti dei servizi sociali, omogeneizzando la questione. Anche perché un ambito sociale ha un costo importante della struttura rispetto alle risorse disponibili. Ho visto che non c’è la risposta sulla quantità di risorse assegnate agli ambiti — non le conoscente neanche voi? Datecele, almeno ci rendiamo conto — e di quante sono state destinate alla struttura. Non possiamo sempre destinare risorse alle strutture e poche ai servizi. Quindi dovremmo ridefinire, per quanto riguarda il fermano, l’ambito dell’azienda sanitaria, i distretti sanitari e gli ambiti sociali, in modo da creare una omogeneità di dimensioni, di interlocutori, perché i responsabili degli ambiti si devono confrontare con interlocutori diversi, quelli di Amandola si confrontano anche con la Asl di Ascoli, quelli di Pedaso si confrontano con quelli di San Benedetto. Dobbiamo razionalizzare questa cosa, anche perché funziona meglio. Quindi facciamo così un servizio al cittadino che ha servizi più omogenei sul territorio, risparmiamo delle risorse importanti che possiamo destinare ai servizi. Quello di Fermo è l’unico ambito che ha una dimensione accettabile, perché 24 ambiti di cui alcuni di dimensioni ridicole, non hanno senso. Quello di Fermo è in grado di sopportare la spesa della struttura. Il Comune capofila di Fermo ha una esperienza importante nei servizi sociali, se mettiamo lì anche il resto forse creiamo un ambito capace di trasferire su tutti i comuni della nuova provincia le esperienze maturate nel comune di Fermo. Quello che vale per il fermano vale anche per il resto delle Marche.
Le elezioni sono passate, cerchiamo di ragionare in maniera da razionalizzare le risorse e migliorare la qualità dei servizi. Non è stata data risposta alle mie domande, quindi vorrei che questa cosa venisse affrontata a partire dall’ambito sanitario, per finire al resto.
Anche qui, l’atteggiamento è sempre costruttivo, però queste cose facciamole, non rinviamole alle calende greche perché non serve a nessuno.



Interrogazione (Svolgimento): «Finanziamento degli impianti di smaltimento Rsu del bacino n. 1 della provincia di Ancona» Luchetti (315)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l’interrogazione n. 315 del consigliere Luchetti.
Per l’assessore Amagliani risponde l’assessore Ascoli.

Ugo ASCOLI. L'interrogazione in oggetto, chiede di conoscere quali interventi si intendano adottare per assicurare un congruo finanziamento regionale a fondo perduto per la realizzazione dell'impianto di trattamento rifiuti del Bacino 1 (consorzio Conero Ambiente) della provincia di Ancona.
Nel merito, si forniscono gli elementi per la risposta.
Per avviare, a qualunque titolo, la realizzazione di impianti occorre che per gli stessi siano disponibili preliminarmente i progetti esecutivi, nonché la relativa localizzazione.
Nella fattispecie del Bacino n. 1, l'ipotesi di cui si è a conoscenza, riguarda l'impianto di trattamento e selezione dei rifiuti solidi urbani (RSU).
Allo stato attuale; non è ancora stata definita la localizzazione dello stesso, né è stato approvato dalla Provincia il progetto definitivo.
Per tali impianti, data la limitata disponibilità di fondi regionali, si ricorre ordinariamente a risorse nazionali o comunitarie. In particolare, per quanto riguarda gli impianti del bacino 2 di Ancona (consorzio Vallesina-Misa) richiamato nella interrogazione, si è ricorso a fondi nazionali attivati tramite apposito accordo di programma quadro (APQ) in materia di gestione dei rifiuti, stipulato dalla Regione con il Ministero dell'ambiente e con il Ministero delle economia e delle finanze. I fondi resi disponibili con tale accordo derivano da risorse afferenti il piano triennale per la tutela dell'ambiente e le delibere CIPE n. 17/2003 e n. 20/2004.
Il quadro programmatico, predisposto dalla Regione in occasione di tale accordo, ha evidenziato i fabbisogni impiantistici regionali in materia di gestione dei rifiuti, tra i quali risultano anche quelli del bacino 1 di Ancona.
Pertanto, se nelle prossime annualità saranno messi a disposizione ulteriori fondi Cipe, gli stessi potranno essere destinati alle parti del territorio che risultano più carenti, fatta salva la pregiudiziale che per questi interventi siano state espletate le procedure di localizzazione ed approvazione dei progetti e siano rispettate le condizioni che le procedure Cipe e relativi accordi stabiliscono.
In tal senso la Regione è impegnata per assicurare, tramite gli strumenti citati, le risorse funzionali al completamento del sistema regionale di gestione integrata dei rifiuti.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Luchetti.

Marco LUCHETTI. Sottolineo un aspetto fondamentale inerente il problema sollevato con la mia interrogazione, che è quello di una situazione abbastanza caotica e confusa per quanto riguarda questa questione dei rifiuti non solamente nella provincia di Ancona ma anche da altre parti, per cui questo piano dei rifiuti avrebbe bisogno di uno stop, nel senso che avrebbe bisogno di una valutazione complessiva rispetto ad una considerazione di questi impianti che è piuttosto soggettiva, più che oggettiva, visto e considerato che se ne dicono tante di questi impianti, quando già molte altre realtà hanno applicato, hanno utilizzato e stanno utilizzando nuovi sistemi con nuove tecnologie che non offrono assolutamente più pericolo per quanto riguarda l’inquinamento da diossina e quant’altro e invece da noi si fanno delle valutazioni che prescindono da queste considerazioni e attengono essenzialmente a delle questioni di carattere quasi ideologico, se non pregiudiziale, un carattere che evoca vecchie logiche, vecchie battaglie, vecchie questioni che nel nostro territorio hanno visto comitati che hanno presieduto rivolte contro l’installazione di impianti di questo genere. Pertanto credo sia opportuno fare una valutazione più complessiva, perché, visto e considerato che potremmo affrontare questa problematica in termini molto più sintetici, se non efficaci, senza disperdere tanti di questi impianti così come si stanno definendo, su tutto il territorio regionale, vale la pena fare uno stop.
Per quanto riguarda invece la questione dell’ambito 1 della provincia di Ancona, era stata fatta una promessa specifica di un finanziamento ad hoc per quanto riguarda l’impianto e oggi mi rendo conto che questo finanziamento potrà esserci nel momento in cui ci saranno ulteriori finanziamenti. Non capisco perché, non riesco a valutare le condizioni per cui questo finanziamento non è più presente, però ritengo che sia un impegno da parte dell’assessore, quello di fare riferimento a questa esigenza, a questa emergenza, perché senza questi finanziamenti l’ambito 1 non potrà gestire assolutamente la propria funzione di smaltimento.
Tra l’altro, questa querelle che sta attanagliando anche la Provincia di Ancona sulla individuazione dei siti, dovrebbe rientrare in quello stop di valutazione complessiva di cui parlavo prima, perché credo che sia opportuno non più soffermarci su valutazioni che hanno quasi del ridicolo qualche volta, ma arrivare a sintesi ampie o comuni.



Interrogazione (Svolgimento): «Revoca e nomina commissione per aggiudicazione appalto di global service dell’azienda ospedaliero-universitaria ospedali riuniti Umberto I, Lancisi, Salesi» Ciccioli, Capponi e Massi (375)

PRESIDENTE. I tempi per la trattazione delle interrogazioni sarebbero scaduti, ma credo, anche con l’accordo della Giunta, che sia opportuno, anche in ossequio al fatto che il consigliere Ciccioli, primo firmatario, potrebbe non esserci nella prossima seduta, trattare anche l’ultima, che è la n. 375 dei consiglieri Ciccioli, Capponi e Massi.
Per la Giunta risponde l’assessore Mezzolani.

Almerino MEZZOLANI. Al riguardo, premesso che la Giunta regionale in data 22 marzo 2006 ha incaricato il dirigente del servizio salute di attivare la competente struttura preposta all'attività ispettiva al fine di effettuare i necessari accertamenti in merito allo svolgimento della gara di appalto in questione, si precisa quanto segue.
Il direttore generale dell'azienda ospedaliera nella relazione prot. n. 16147 del 24 marzo 2006, trasmessa all'assessore alla salute ed al dirigente del servizio salute, affermava testualmente "In data 19/12/2005, lo scrivente veniva informato dell'esistenza di registrazioni dei lavori della Commissione Al riguardo, decideva immediatamente di presentare un esposto-denuncia alla procura della Repubblica, per informare l'autorità giudiziaria di quanto appreso, che avrebbe potuto configurare ipotesi di reato. L'esposto-denuncia è stato presentato personalmente, nelle mani del procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Ancona, in data 23/XII/2005”. In pratica il direttore generale, informato dei fatti, doverosamente provvedeva a denunciarli all'autorità giudiziaria per tutti gli accertamenti di competenza prefigurandosi il reato di turbativa d'asta.
In un primo momento si era provveduto, determina del 17 febbraio 2006 n. 96, a revocare la Commissione nominata con determina del 23 dicembre 2004 n. 1766 ed a nominare una nuova commissione che potesse procedere, fatte salve "...le operazioni di gara svolte sino all'inizio delle procedure di valutazione delle offerte qualitative da parte della citata commissione, nonché i criteri per l'attribuzione dei punteggi come risultano negli atti di gara", ad ultimare i lavori di aggiudicazione della gara. Ciò, ovviamente, nell'interesse dell'azienda a completare quanto prima possibile le procedure di gara e nella considerazione che non era ancora stata formalizzata la valutazione di qualità e non si era ancora proceduto all'apertura dei plichi con le offerte economiche. In questo senso il direttore generale era confortato da un parere legale espresso dall'avv. Roberto Marchigiani in data 17 gennaio 2006. In data 20 marzo 2006 la procura della Repubblica presso il tribunale di Ancona notificava il decreto n.453/06 di sequestro delle buste contenenti le offerte economiche per cui si rendeva necessario, per logica conseguenza, procedere alla revoca delle procedure di gara con l'annullamento dei relativi atti. Tale decisione veniva formalizzata con determina del direttore generale n. 138 del 23 marzo 2006.
Il direttore generale dell'azienda ospedaliera ha tenuto informati dei fatti e delle proprie azioni sia l'Assessore alla Salute che il dirigente del servizio salute che, a loro volta, hanno dato le informazioni al Presidente della Giunta.
Il Consiglio e la competente Commissione consiliare sarebbero stati opportunamente informati una volta certi tutti gli aspetti della questione, tenuto conto che è ancora aperta l'indagine dell'autorità giudiziaria e che è in corso un'ispezione amministrativa decisa dalla Giunta regionale, come detto, nella seduta del 22 marzo 2006.
Il contratto di globaI service con il raggruppamento temporaneo di imprese Siram scadeva il 31 agosto 2004. Tenuto conto dei tempi necessari all'espletamento della nuova gara di global service ed al fine di evitare soluzioni di continuità e di non pregiudicare l'attività assistenziale istituzionale dell'azienda si è provveduto a prorogare il contratto per due periodi di otto mesi ciascuno (dal 1/09/04 al 30/04/05 e dal l/05/05 al 31/12/05; determine del direttore generale n.1286 del 31/08/04 e n.497 del 29/04/2005). Una terza proroga di quattro mesi, e fino al 30 aprile 2006, è stata decisa con determina n.1387 del 29/12/05 sulla quale il collegio sindacale ha osservato come i ritardi nell'aggiudicazione del nuovo appalto comportasse l'ulteriore terza proroga del contratto in essere;
Negli anni 2002-2003-2004 sono state formulate al raggruppamento temporaneo di imprese Siram osservazioni e contestazioni relative allo svolgimento dell'appalto con penali attribuite per un totale di euro 122.000,00 circa e, nel 2004, per la mancata informatizzazione del servizio è stata richiesta una penale valutata in euro 450.000,00 circa per ogni anno del servizio. Il responsabile unico del procedimento, in attesa della definizione delle controversie dette, ha disposto, in via cautelativa, la sospensione temporanea del pagamento dei canoni nei confronti del raggruppamento temporaneo di imprese Siram non provvedendo alla liquidazione delle relative fatture fino alla concorrenza del valore delle penali.

PRESIDENTE. Ha la parola, per dichiararsi soddisfatto o meno, il consigliere Ciccioli.

Carlo CICCIOLI. L’oggetto di questa interrogazione, che vede uniti i capigruppo dei tre partiti di minoranza, è particolarmente delicato. Benché la risposta è una delle poche volte che è tempestiva, perché l’interrogazione è stata presentata in data 20 marzo e benché ci sia stato un solo Consiglio nel frattempo, oggi viene risposto puntualmente, l’interrogazione è già di gran lunga superata per gli ulteriori gravi elementi che sono comparsi sulla vicenda.
Per quanto riguarda il merito dell’interrogazione a cui l’assessore ha compiutamente risposto, questa gara era scaduta già dal 31 agosto 2004. Si tratta del più grosso appalto che si svolge nella regione: sono 12.540.000 euro per anno e l’appalto è per quattro anni, prorogabile per altri quattro anni, complessivamente circa 100 milioni di euro. Non esistono nella nostra regione appalti secchi di forniture per 200 miliardi di lire. Questo appalto scaduto il 31 agosto 2004 — siamo ormai a due anni e credo che non si possa fare altro che prorogare ulteriormente l’appalto, non solo per qualche mese ma per molti mesi ulteriori, con grande beneficio per le aziende consorziate — è stato seguito dal punto di vista amministrativo in maniera veramente inconcepibile. Teniamo presente che quando si è nelle more della scadenza di un appalto, generalmente vengono attivate tutte le procedure già nei tempi necessari per espletarlo. In questo caso ciò non è assolutamente accaduto, anzi al di là delle vicende che hanno ormai riscontro giudiziario, che sono state da noi rese note, si procedeva con tempi lentissimi e già per oltre un anno le aziende che avevano vinto l’appalto precedente stavano seguendo i servizi, perché non è pensabile una interruzione degli stessi nell’attività ospedaliera, con un utile notevolissimo.
Il comportamento del direttore generale è estremamente rilevante dal punto di vista della condotta. Innanzitutto è intervenuto ai lavori della commissione, consigliando i componenti della commissione stessa di non escludere le offerte che apparivano non congrue. Di fronte al numero dei partecipanti due sole offerte apparivano valide. Il direttore generale è intervenuto dicendo “manteniamo tutte le offerte in valutazione, perché così mi sembra meglio”. Se ci pensate, questa è sì, la grave turbativa. Sicuramente ha rilevanza giudiziaria e forse anche sanzione penale la registrazione dei lavori della commissione, ma l’intervento sui lavori in commissione appare turbativa ben più grande, perché se questo è, si tratta di un intervento improprio dell’autorità dell’azienda sul normale espletamento dei lavori della commissione. Successivamente, quando si sono appurate delle irregolarità, per un certo periodo di tempo il direttore generale ha omesso di bloccare tutti gli atti dei lavori della commissione, sostituendo solo i componenti della commissione stessa. Soltanto nell’esplodere del clamore giornalistico, viene poi revocata la commissione con tutti gli atti conseguenti.
Se ci pensate, per un appalto di questa rilevanza — 200 miliardi in più anni — per quello che è accaduto, ritengo che ci troviamo di fronte a dei comportamenti molto disinvolti. Ma questi non sono gli unici. Il bilancio dell’azienda precedente — chiederò l’iscrizione per la prossima seduta di questo argomento, se mi renderò conto di poter ancora partecipare per la non ancora avvenuta proclamazione della mia elezione a parlamentare — è stato respinto quattro volte dai revisori dei conti, prima dai revisori dei conti di un precedente collegio, poi ritenendo il direttore generale quel collegio ostile, è stato modificato, ma anche il nuovo collegio ha duramente sanzionato l’irregolarità dei bilanci e alla data attuale ancora non è stato approvato il bilancio 2005 per gravi irregolarità contabili. Parliamo di cose che sono ormai tutte alla memoria storica. Questo bilancio è stato respinto concordemente da tutto il collegio sindacale composto da cinque persone (rappresentanti del Ministero, dell’università ecc.) per le gravi irregolarità che contiene.
Solo negli ultimi mesi è emersa questa vicenda delle penali che sono estremamente significative, non piccole: 450.000 euro per anno per parecchi anni, più 122.000 euro per altre cose. Alcuni miliardi di penale che adesso vengono trattenute, nel clamore della vicenda.
Credo che ci sia un problema complessivo di gestione amministrativa dell’azienda ospedaliera riunita Torrette-Umberto I-Salesi, che è ormai evidente. Non è una cattiveria dell’opposizione, che comunque deve fare il mestiere dell’opposizione. I componenti del collegio sindacale che sono tutti commercialisti, revisori dei conti di grande livello — il presidente è presidente di una delle più importante banche locali, la Popolare, quindi credo che ci siano ampie garanzie — hanno formulato gravissimi rilievi e di fronte a questo siamo nell’inerzia dell’Amministrazione regionale. Credo che questa azienda debba essere commissariata.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Capponi.

Franco CAPPONI. Ritengo questo un fatto estremamente grave in questa Regione che si è eletta a paladina della trasparenza e della legittimità da sempre, ma obiettivamente a noi destava qualche sospetto tutta questa prosopopea che mettiamo intorno a queste due parole, legittimità e trasparenza.
L’atteggiamento che il direttore generale ha assunto in questa vicenda è sicuramente da condannare, perché ha assunto atti illegittimi, in sequenza: dalla sostituzione della commissione, che già di per sé è un atto illegittimo, perché non c’era la contestazione di alcun reato e non c’era l’evidenza della prova della responsabilità di alcuno, a tutto l’atteggiamento nella gestione dell’appalto global service, al rinnovo, non previsto per legge, reiterato. Ci sono sentenza e non finire sulla rinnovabilità dei contratti e per questi importi la Corte europea ci ha condannato, perché in Italia queste cose ancora avvengono ma sono illegittime. Ritengo quindi che una propensione alla legittimità comporti anche il rispetto delle norme da parte di chi è preposto al controllo dell’attività dei direttori generali e quindi anche delle aziende sanitarie.
La continuazione delle illegittimità si è ulteriormente aggravata, perché la ditta che attualmente gestisce il contratto è stata addirittura contestata e ad essa è stata addirittura irrogata una sanzione quale il pagamento di una penale e la legge dice che non può essere procurato l’appalto a chi è soggetto a penali, tanto meno quando non c’è ancora la definizione del contenzioso.
Quindi tutti i contratti messi in essere dalla direzione generale e tutti gli atti di questa vicenda ci lasciano totalmente esterrefatti e lasciano trasparire una gestione allegra e assolutamente personalistica, individualistica degli appalti che ruotano attorno alla sanità.
Noi avremmo anche qualche altro dubbio, molto probabilmente più impertinente, che il direttore generale potesse agire o non agire di propria iniziativa. Questo ci lascia il dubbio perché l’atteggiamento della Giunta, dell’assessorato e della maggioranza è stato quello di stendere un velo su questa vicenda che, se noi non avessimo spinto per l’emersione, probabilmente non sarebbe neanche finita alle cronache giornalistiche di questa regione.
Quindi riteniamo oggi indispensabile che la Giunta estenda l’ispezione amministrativa a tutti gli atti compiuti da questa direzione generale, perché la voce che circola è che anche altri appalti siano stati gestiti con questa forma di predeterminazione della ditta vincitrice.
Tra l’altro le dichiarazioni del direttore generale sulla stampa lasciano esterrefatti. Come è possibile l’intervento di un direttore generale per dire di riammettere delle ditte? Come poteva sapere, lui, che la commissione avesse ravvisato delle incongruità nelle offerte? Come poteva sapere tutto ciò? Per quale motivo sapeva tutto ciò? Presidente, mi scusi se non concludo, ma si tratta di un dibattito molto importante. Non stiamo parlando di barzellette.

PRESIDENTE. L’avvertivo soltanto che il tempo regolamentare è scaduto.

Franco CAPPONI. Ho finito. Oggi siamo qui a chiedere che la Giunta apra veramente alla trasparenza in questa regione, che su questa vicenda venga fatta assoluta luce e noi chiederemo una commissione d’inchiesta dopo questo fatto, perché riteniamo che anche altri atti realizzati da questa direzione generale siano viziati di illegittimità e non sappiamo se siano viziati di illegittimità per interesse personale o addirittura per interesse di terzi, che sarebbe ancora più grave e aprirebbe una falla più evidente sulla gestione della sanità.
Ritengo anche che noi, maggioranza ed opposizione, dovremmo impegnarci per rendere più trasparente l’azione amministrativa di un’azienda che oggi abbiamo impersonificato in un unico direttore generale che nomina le commissioni di concorso, che nomina le commissioni di gara e che teoricamente, se le cose “non gli portano”, può anche sostituirle. Questo mi sembra assurdo, quindi ci adopereremo a presentare atti normativi e legislativi che ripristino la legalità e la trasparenza nella gestione degli appalti pubblici della sanità.

PRESIDENTE. Ha la parola il consigliere Massi.

Francesco MASSI GENTILONI SILVERI. Anche l’Udc ha firmato questa interrogazione. Non ho nulla da aggiungere a quello che i colleghi hanno illustrato, dico solo — ce lo diciamo in un clima post elettorale tranquillo, senza alcun problema — che a parti invertite, a colori invertiti questo fatto avrebbe avuto un’eclatanza clamorosa, perché il centro-sinistra, dov’è all’opposizione, sa rendere molto meglio di noi certi effetti. Noi non abbiamo imparato così bene, quindi la cosa è rimasta nelle linee della responsabilità che Ciccioli e Capponi hanno illustrato.
Non utilizziamo questa vicenda con clamori particolari, però dico all’assessore di raccogliere l’appello che viene da noi, per attivarsi immediatamente per fare chiarezza, trasparenza, giustizia, per la parte che è possibile, internamente all’apparato, perché quello che diceva Capponi è vero: avere voluto dare un certo assetto organizzativo, strategico, dirigenziale alla nostra sanità, proprio per gli interessi che accumula quantitativamente un certo tipo di potere, a questo punto impone alla Giunta, alla Regione di uscire da questa vicenda con la più totale chiarezza nei confronti dei cittadini, in un settore che è vissuto sulla propria pelle da parte dei cittadini.


Presidenza del Presidente
LUIGI MINARDI


Proposta di atto amministrativo (Discussione e votazione): «Elezione della Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna (l.r. 18 aprile 1986, n. 9, art. 3)» Ufficio di presidenza (19)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la proposta di atto amministrativo n. 19, ad iniziativa dell’Ufficio di presidenza.
Ha la parola il relatore, Vicepresidente Favia.

David FAVIA. La legge regionale 18 aprile 1986, n. 9 istituisce la Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna. l’art. 3, primo comma della predetta legge regionale attribuisce al Consiglio la competenza per la nomina di venti componenti che devono essere elette tra donne che abbiano riconosciuta esperienza sulla condizione femminile e siano rappresentative dei movimenti e delle diverse culture del mondo femminile.
E’ stato pubblicato, dando congruo termine per le risposte, un avviso pubblico, le risposte sono state numerose, all’interno delle segnalazioni, alcune autosegnalazioni, pervenute, l’Ufficio di presidenza ha ritenuto di proporre i venti nominativi che trovate nella proposta di atto amministrativo tra la documentazione che vi è stata consegnata e crede di avere bilanciato adeguatamente le rappresentanze della società civile aventi i requisiti di legge. Quindi, con propria deliberazione del 28 marzo 2006, n. 361/34 ha indicato i 20 nominativi di cui parlavo prima, che hanno ottenuto il parere favorevole di cui all’art. 10, comma 2, lettera a) della l.r. 30 giugno 2003, n. 14 in ordine alla regolarità tecnica e sotto il profilo di legittimità del dirigente dell’area dei processi normativi.
Vi invito quindi al voto di ratifica della proposta dell’Ufficio di presidenza.

PRESIDENTE. Se non vi sono interventi, pongo in votazione la proposta di atto amministrativo.

Il Consiglio approva



Designazione di tre consiglieri regionali che partecipano alla elezione del Presidente della Repubblica (Costituzione, art. 83, secondo comma, e regolamento interno, art. 49, terzo comma)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca la designazione dei tre consiglieri regionali che parteciperanno alla elezione del presidente della Repubblica.
Prego di distribuire le schede.

(Segue la votazione, a scrutinio segreto
e per appello nominale)

PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione. Presenti e votanti n. 34. Hanno ricevuto voti: Giannotti n. 12, Minardi n. 9, Spacca n. 10 e Romagnoli n. 3. Proclamo eletti Giannotti, Minardi e Spacca.
Come d’accordo nella Conferenza dei presidenti di gruppo, chiudiamo la seduta, per riunirci, poiché ci è stato chiesto un incontro con i presidenti dei gruppi e con i presidenti di Commissione da parte di un comitato che è stato invitato, tre giorni fa, ad essere presente qui da mezzogiorno in poi.
La seduta è tolta.


La seduta termina alle 12,29